A strange book with a black cover

di Itsmary17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fall ***
Capitolo 2: *** Deal ***
Capitolo 3: *** Failure ***
Capitolo 4: *** Battle ***



Capitolo 1
*** Fall ***


Belle era ormai al Castello Oscuro da settimane e si era pertanto abituata alle continue assenze del suo padrone.
Il Castello era sotto l’effetto di un incantesimo che impediva a chiunque fosse dentro di uscire, fatta eccezione per Rumpelstiltskin, e Belle si era dovuta arrendere a questa situazione.
Le prime volte che aveva tentato di scappare, infatti, le porte erano diventate di una sostanza simile alla gelatina e l’avevano respinta. Sospirando, la ragazza aveva dovuto rinunciare alla  speranza di rivedere la sua famiglia.
Successivamente si era data della stupida per aver tentato di scappare, quando era stata lei stessa ad accettare di andare con il Signore Oscuro. “Per salvare il regno di Avonlea” si ripeteva, ma sapeva che sotto c’era qualcos’altro, a cui però cercava di non pensare troppo.
Ultimamente Rumpelstiltskin si era dimostrato molto gentile con lei, arrivando a regalarle una meravigliosa biblioteca con la scusa delle pulizie di cui questa necessitava.
Per quanto lui cercasse di mascherarlo, Belle aveva capito che si era affezionato a lei e ciò, per quanto la destabilizzasse, le faceva molto piacere.
Ma lei si era affezionata a lui? Belle se lo chiedeva spesso.
Per quanto gli mancasse la sua famiglia, non sarebbe mai riuscita a dare una risposta negativa a quella domanda.
Sì, si era affezionata a lui, e questo perché aveva scorto qualcosa di più di una bestia dalla pelle verde e squamosa. Sotto tutti quegli strati di oscurità si nascondeva un uomo, un uomo dilaniato dal dolore e dalla perdita di qualcuno (Belle ne era sicura), e ora il desiderio più grande della ragazza era restituirgli la pace che gli mancava da troppo tempo. Fargli tornare il sorriso. Non il ghigno a cui tutti erano abituati, ma proprio un sorriso che risplendesse di realtà e felicità.
Con questi pensieri Belle si arrampicò sulla scala di legno poggiata al grande mobile della biblioteca e si allungò a prendere i libri più lontani.
Aveva pulito quasi tutto, mancava solo quell’angolino lì e avrebbe finito.
Rumpelstiltskin sarebbe tornato dall'ennesimo viaggio in un regno lontano a momenti, e sicuramente sarebbe stato soddisfatto del suo lavoro.
Entusiasta della cosa si slanciò ancor di più, ma così facendo perse l’equilibrio e si sentì precipitare.
Tentò di attaccarsi a qualche sporgenza della libreria, ma afferrò solo l’aria.
Quando era ormai a pochi metri da terra, chiuse gli occhi e si preparò all’impatto.
In quei secondi -che le sembrarono secoli- sentì di vivere un déjà-vu e le passò di fronte un fulmineo flashback di lei che precipitava e di due braccia forti che all’ultimo l’afferravano.
Ma stavolta non sarebbe stato così.
Stavolta non c’era Rumple lì vicino, pronto a salvarla.
Era sola, e pochi metri la dividevano dalla morte.
Si ritrovò nuovamente a pensare a quelle braccia che l’afferravano e prese a desiderarlo con tutte le sue forze.
- Rumpelstiltskin – sussurrò.
Quindi congiunse le mani e si preparò all’impatto.
Ma questo non avvenne mai.
Belle spalancò gli occhi e si ritrovò a pochi centimetri dal viso del Signore Oscuro, che la guardava con un’espressione mista tra l’angoscia e il sollievo.
Ma come era possibile?, si domandò senza tuttavia azzardarsi a chiedere.
Alla fine Rumpelstiltskin si accorse che lei lo fissava intensamente e tentò di mascherare il tutto dicendo ironicamente:
- È la seconda volta, dearie, non sai proprio stare con i piedi per terra eh?
Belle non fece minimamente caso a quelle parole e gli gettò le braccia intorno al collo, posando il viso nell’incavo tra il collo e la spalla.
Lui si irrigidì, ma non la allontanò.
- Mi avete salvata – bisbigliò.
- Ancora – aggiunse Rumpelstiltskin, con una punta di rimprovero nella voce.
Belle si staccò un momento da lui per guardarlo fisso negli occhi.
- Avete ragione. Sono un disastro – commentò.
Rumpelstiltskin non rispose, combattuto tra il contraddirla e il rassicurarla. Nessuna delle due opzioni si addiceva a un Signore Oscuro, quindi optò per il silenzio.
Belle, da parte sua, non disse più nulla e rimase ad immergere i suoi occhi color del mare in quelli verdi del padrone.
Quando il silenzio si fece imbarazzante, Rumpelstiltskin ragionò che era da decisamente troppo che si trovavano in quella posizione, con lui in ginocchio e lei tra le sue braccia, e la scaraventò via con malagrazia.
- È… È ora che torni alle tue faccende. La polvere non sparisce da sola.
Era falso, perché lui avrebbe potuto far sparire tutta la polvere con uno schiocco delle dita, ma quello era il suo unico modo di tenere Belle con sé al Castello.
- S… Si – rispose la ragazza, ancora scossa dalla divisione col Signore Oscuro – Devo assolutamente sistemare il caos che ho creato.
Iniziò a raccogliere i libri caduti e si soffermò incuriosita su uno di questi che aveva l’intera copertina nera.
- Wow, che strano, non c’è nessun titolo… - sussurrò la ragazza.
Rumpelstiltskin dal canto suo si stava lisciando i pantaloni e si apprestava a lasciare la stanza, quando notò l’oggetto in questione. In un attimo volò da Belle e le strappò il libro dalle mani.
- Ma… - tentò di protestare Belle.
- Questo non si tocca – ringhiò lui, e subito dopo sparì in una coltre di fumo violacea.
Belle si soffermò a guardarla con espressione stupita e rimase così anche dopo che essa si fu dissolta.
Quindi si rialzò, promettendo a se stessa che avrebbe scoperto il mistero di quel libro.



Angolo autrice
Ebbene, eccoci qua. Ho deciso di iniziare una storia a più capitoli (tranquilli, non saranno poi tanti :P), quando ho notato che ero alla terza pagina di Word e non avevo ancora iniziato a parlare del libro...
Ho anche cercato di mantere i personaggi il più IC possibile: considerate che la storia si colloca nel periodo di Skin Deep, dopo che Rumple regala a Belle la biblioteca. Insomma, il loro amore era già lì, anche se ancora non lo sapevano!
Se vi state domandando il perchè della brevità del capitolo, sappiate che è solo un prologo! Prometto che i prossimi saranno più lunghi.
E nulla, fatemi sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate :')

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Capitolo 2
*** Deal ***


Quella sera a cena Belle e Rumpelstiltskin non si scambiarono una parola. Entrambi erano leggermente imbarazzati per quello che era successo quella mattina e nessuno dei due aveva intenzione di parlarne.
Rumpelstiltskin pensava alla paura provata in quegli attimi che avevano preceduto il suo afferrare Belle, la ragazza invece rifletteva su cosa nascondesse quel libro.
Finita la cena, Belle fece per sparecchiare, ma il Signore Oscuro la fermò.
- Non stasera, dearie – le disse.
Quindi con un gesto della mano fece scomparire tutto quel che c’era sul tavolo.
Belle lo guardò riconoscente e incuriosita al tempo stesso.
Senza aggiungere altro Rumpelstiltskin se ne andò nella stanza dell’arcolaio a filare, come di consueto, mentre Belle prese un libro dalla biblioteca e lo raggiunse poco dopo.
Si accoccolò sulla poltrona di fronte al fuoco, si lisciò la gonna azzurra e si immerse totalmente nella lettura.
Rumpelstiltskin puntò gli occhi su di lei e le sfiorò con lo sguardo le ciocche di capelli ramate sparse sulla poltrona. Poco dopo si riscosse, rendendosi conto della stupidità del pensiero, e tornò a concentrarsi sull’arcolaio.
- Lo so che mi state guardando – commentò la ragazza all’improvviso.
Rumpelstiltskin sobbalzò.
- Non fingete, me ne accorgo quando filate superficialmente perché siete presi da altro – continuò Belle, girandosi a fissarlo.
- Mpf - borbottò lui – Vi credete troppo importante, dearie.
Belle arrossì, ma non si fece abbattere.
- E voi mi credete troppo stupida.
Si alzò, posò il libro sul tavolo e lo raggiunse all’arcolaio, sotto lo sguardo stupido del Signore Oscuro.
- Suvvia – gli prese l’ago dalle mani e lo sistemò su un piccolo ripiano– Non fingete.
Rumpelstiltskin la guardò come se fosse impazzita.
- Ma cosa vi è preso? – le domandò, a metà tra il divertito e lo spazientito.
- Nulla – rispose lei con un’occhiata stucchevole – E’ solo che…
Rumpelstiltskin capì al volo le intenzioni della ragazza.
- No – sbottò – Non se ne parla nemmeno. Quel libro non è roba per te, non so neanche come sia finito in quella biblioteca – bofonchiò.
Belle assunse un’espressione contrita, ma non si arrese.
- Cosa ha di così speciale? – domandò noncurante.
Gli occhi del Signore Oscuro si puntarono nei suoi e il suo viso si fece pericolosamente vicino. La ragazza arrossì, ma sostenne lo sguardo.
- Cosa ha di così malvagio, dearie, non “speciale”. E non ho intenzione di fartelo scoprire.
- Uh, magia oscura – ne uscì Belle – Come se non ne fossi abituata ormai – bisbigliò con tono volutamente ironico.
- Basta così, vai a dormire – sbuffò Rumpelstiltskin.
Lei capì che non avrebbe ottenuto altro e si rialzò. Raggiunse la poltrona, riafferrò il libro e si diresse verso la porta.
- E comunque, grazie per oggi… Per avermi salvata – esordì, prima di riversarsi nell’oscurità del Castello.
Rumpelstiltskin sentì il peso di quelle parole aleggiare per l’aria, un peso che neanche il rumore dell’arcolaio riuscì a cancellare.
Dannata ragazza, pensò.
 
 
- Belle, devo partire subito. Il re di una lontana terra ha richiesto il mio aiuto e sai com’è, non posso far attendere i clienti… Specie quelli più succulenti – si gustò le ultime parole, pensando a quanto questo accordo avrebbe aiutato nella messa a punto del suo piano – Tornerò presto. Vedi di non combinare guai in mia assenza. E mi raccomando, stai alla larga da qualsiasi scala!
Ridacchiando a queste ultime parole, Rumpelstiltskin uscì dal Castello e ben presto scomparve nella tipica nube violacea.
Belle sospirò: non le aveva neanche lasciato il tempo di salutarlo. Agitò ugualmente la mano nell’aria, come gesto simbolico, ben sapendo di salutare il nulla.
Poi tornò alle pulizie.
Prima finisco, prima potrò dedicarmi ai libri, pensò. Così passò in rassegna tutte le stanze, che ben presto si ritrovarono tutte tirate a lucido.
Spazzò ogni pavimento, spolverò l’argenteria e gli strani oggetti frutto di scambi di Rumpelstiltskin, ripulì fino all’ultimo granello di polvere e sistemò tutte le tende, aprendone la maggior parte.
Il Castello si ritrovò a brillare di una luce nuova e il termine “Oscuro” vacillò per un istante al suo fianco.
Belle osservò soddisfatta il risultato e si avviò su per la scala a chiocciola, che portava alla biblioteca.
A un certo punto, però, la sua curiosità venne catturata da una strana luce azzurrina che fuoriusciva da una porta semichiusa.
Riflettè un attimo. Quella era la stanza degli “esperimenti” di Rumple. Da lì erano uscite cose mostruose, come piante carnivore giganti e troll capaci di distruggere il Castello con un colpo di clava. Le era sempre stato vietato l’accesso, ma adesso Rumpelstiltskin non c’era…
Scese di corsa le scale e si ritrovò di fronte alla porticina.
“Fai una cosa coraggiosa e il coraggio verrà da sé”, si ripetè. Quindi spalancò la porta e si immerse nella stanzetta.
 
 
Rumpelstiltskin stava attendendo impaziente l’arrivo del re.
Non era abituato a questa situazione: solitamente erano gli altri ad aspettare lui, ma quel giorno aveva fretta.
Non poteva dire di sentire la mancanza di Belle, ma certamente era preoccupato che le accadesse qualcosa: l’ultima volta era caduta dalle scale, e se stavolta avesse toccato un qualche marchingegno strano senza le giuste precauzioni? Belle conosceva ormai bene il Castello, ma molti oggetti erano un mistero per lo stesso Rumpelstiltskin e il loro potere non era da sottovalutare.
Sospirò. Il re si stava attardando troppo.
Gli aveva dato appuntamento in un punto preciso del bosco, convinto che lui non avrebbe esitato ad accorrere, ma a quanto pare qualcosa doveva averlo rallentato. Qualcosa, o… Qualcuno.
Rumpelstiltskin corse subito col pensiero a stilare una lista dei suoi nemici, ma quella era così lunga che si stancò ben presto.
- Ok, andiamo a vedere – si disse.
In quel momento arrivò trafelato il re.
- Signore Oscuro! Signore Oscuro! – lo chiamò.
Rumpelstiltskin si girò immediatamente e con un gesto bizzarro della mano trillò:
- Alla buon’ora, dearie! Dove eravate finito? Non lo sapete che non bisogna mai – si avvicinò a lui in maniera pericolosamente inquietante – Mai far aspettare il Signore Oscuro?
- Mi… Mi perdoni – balbettò quello, cercando di darsi una sistemata mentre ancora ansimava per la corsa – Ma… Una donna mi ha fermato. Diceva di avere esattamente ciò di cui ho bisogno.
- Una donna? E voi le avete creduto, dearie?
Mentre diceva questo, Rumpelstiltskin ridusse la lista prima creata a un circolo più ristretto e femminile. Un nome spadroneggiava su tutti, l’unica che non aveva ancora demorso dal tentare di indebolirlo.
- Regina… - sussurrò.
- Io… Io non volevo crederle, ma lei era così convincente – balbettò lui.
- E cosa vi avrebbe dato, di tanto speciale, dal farvi rimandare il nostro incontro? – domandò spazientito Rumpelstiltskin.
L’uomo tirò fuori dalla tasca della preziosa veste un oggetto.
- Una mela? – commentò Rumpelstiltskin – Non avevo dubbi.
Si avvicinò a quello stupido credulone e iniziò a girargli intorno.
- E in che modo una semplice mela potrebbe aiutarvi, dearie? – gli domandò.
- Questa non è una semplice mela, Signore Oscuro, è magica! Io devo… Devo uccidere il figlio di mia sorella, per evitare che diventi erede al posto di mia figlia. Questa mela svolgerà quel compito senza che nessuno se ne accorga – balbettò il re, mentre la sua faccia assumeva un colore rossastro, dovuto probabilmente all’imbarazzo per le sue intenzioni.
Rumpelstiltskin arrestò immediatamente la sua camminata e provò repulsione per quell’uomo, disposto a privare una madre del suo bambino per una stupidaggine simile.
- E chi le dice che sua figlia voglia regnare? O che sarà una brava regina? – gli domandò schifato.
- Oh, nessuno, ma… Ma io lo so! È pur sempre mia figlia – esibì fiero.
La mente di Rumpelstiltskin corse un attimo a Belle, che non avrebbe mai permesso una cosa simile. Poi i suoi pensieri si spostarono su Bae.
- Lei lo sa cosa significa perdere un figlio? – chiese lentamente.
- Io… - balbettò l’uomo.
- LO SA? – urlò Rumpelstiltskin, improvvisamente inferocito.
Non avrebbe mai permesso una cosa simile. Nessun figlio sarebbe stato strappato alla madre a causa sua. O almeno, non senza un accordo di mezzo.
- N… Non penso – rispose tremante il re, mentre si faceva piccolo piccolo.
La figura del Signore Oscuro sembrava ormai sovrastarlo.
- Ed è meglio che non lo sappia mai, mi creda! – sussurrò Rumpelstiltskin con tono feroce – Lei non ucciderà proprio nessuno, mio caro re. Mi darà quella mela e tornerà di corsa al suo trono, dove benedirà ogni secondo che gli resterà da passarci sopra.
- Cosa? N… No! – urlò in risposta il re.
Quindi si voltò e prese a correre, con la mela ben stretta tra le mani.
Rumpelstiltskin schioccò semplicemente le dita e la mela scomparve dalle mani di quello spregevole uomo per ricomparire nelle sue.
- Ops, dearie. Forse ti sei dimenticato una cosa – gli disse, mentre quello arrestava la sua corsa e si girava confuso – Mai ignorare le parole del Signore Oscuro.
E così dicendo sparì in una coltre violastra.
Prima di tornare al castello, però, decise di fare un salto da colei che aveva incoraggiato il folle piano di quel re. Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte al palazzo della Regina Cattiva.





Angolo autrice
Ed ecco il primo capitolo vero e proprio, per quanto di preparazione a ciò che avverrà dopo!
Ammetto di aver un po' cambiato l'idea di Rumple sui bambini, in fondo lui era il primo che come compenso chiedeva primogeniti, ma qua ho voluto renderlo un po' più responsabile!
Insomma, siete pronti a scoprire cosa si nasconde nella stanza degli esperimenti di Rumple e ad assistere al battibecco tra Rumple e Regina?
Alla prossima!! <3

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Capitolo 3
*** Failure ***


Belle si ritrovò in una stanza scarsamente illuminata. I contorni degli oggetti erano a malapena distinguibili e la lucina azzurra che l’aveva condotta lì era sparita.
- E dunque eccoci nel covo del Signore Oscuro – bisbigliò accennando un sorrisetto – Vediamo cosa nascondi di tanto spaventoso.
Accese una candela e si addentrò nella stanza. Intorno a lei ampolle, ampolline e ampollette erano ammassate una sopra l’altra, in uno strano disordine ordinato che tradiva una certa maniacalità.
La curiosità della ragazza fu attirata da uno strano dipinto strappato.
- Oh, Rumple – sussurrò la ragazza, riconoscendo nel volto squarciato quello del Signore Oscuro.
Illuminando meglio il dipinto notò una strana figura alla destra del Signore Oscuro. Doveva essere un bambino, perché aveva delle fattezze ridotte e due occhi vispi ricolmi della curiosità e impaziente tipicamente infantili. Ma quegli occhi celavano anche altro: dolore.
Belle ne ebbe subito la certezza.
Ma cosa ci faceva un bambino nel ritratto di Rumpelstiltskin?
- A meno che – bisbigliò Belle, mentre un’assurda idea si andava formando nella sua testa – A meno che non fosse suo…
Le sue parole vennero interrotte da una strana luce azzurrina che le illuminò la schiena, proiettando la sua figura sul muro.
La ragazza venne colta di sorpresa e per un attimo sobbalzò, dandosi poi della fifona.
- Ricorda, Belle – si disse – Fai qualcosa di coraggioso e il coraggio verrà da sé.
Inspirò a fondo e si voltò.
Riconobbe la luce che l’aveva attirata in quel posto e notò che proveniva da un curioso oggetto circolare, coperto da un drappo.
- Cosa nascondi, Rumpelstiltskin?, domandò la ragazza a un immaginario Signore Oscuro.
Si avvicinò all’oggetto e lentamente scostò il drappo, illuminando il tutto con la debole fiamma. Davanti a lei comparve una ragazza dai capelli ramati e il vestito azzurro.
- Ma… E’ uno specchio!! – trillò la ragazza entusiasta della cosa, riconoscendosi in quell’immagine riflessa.
Non si specchiava da secoli o, meglio, da quando aveva lasciato Avonlea: per qualche oscuro motivo Rumpelstiltskin teneva coperti tutti gli specchi.
La ragazza prese a girare su se stessa, meravigliandosi del suo riflesso.
Non era mai stata vanitosa, ma era da tantissimo tempo che non si vedeva e ormai si era quasi dimenticata il suo aspetto. Si aspettava di ritrovarsi sciupata o smunta, e invece le sue guancie avevano un bel colorito e sembrava in ottima forma.
Forse, tutte quelle pulizie e quello sfacchinare da mattina a sera non le facevano così male. E forse la sua cucina non era pessima e scarna come credeva.
Dopo cinque minuti passati così, a muoversi di fronte allo specchio, le venne il dubbio che forse in quella stanza potesse esserci anche il fantomatico libro dalla copertina totalmente nera. Sorrise l’ultima volta al suo riflesso e si girò a cercare.
In effetti, in quella stanza di libri ce n’erano a iosa. Belle provò a leggere il contenuto di uno aperto a una precisa pagina, ma alla terza riga il ribrezzo diventò così grande che fu costretta a distogliere lo sguardo e allontanarsi.
Come poteva Rumpelstiltskin utilizzare materiali così… obbrobriosi, per le sue pozioni?
Dopo aver rivoltato mezza stanza, alla fine, riuscì a trovare quel che cercava.
- Eccoti qua! – esclamò, stringendo nelle mani il libro e inspirandone profondamente l’odore.
Quello era un gesto che compiva spesso, se non sempre: adorava l’odore dei libri e il senso di familiarità che lasciavano.
Quella volta, tuttavia, l’odore fu tutt’altro che gradevole e si ritrovò a storcere il naso.
Per un momento le corse per la mente l’idea che Rumpelstiltskin potesse rientrare e sorprenderla in un posto a lei proibito, ma subito la scacciò, dandosi nuovamente della fifona. Si ripetè il suo motto (“Fai una cosa coraggiosa e…”), e iniziò a sfogliare il libro.
Rimase largamente delusa dal notare che le pagine al suo interno erano bianche.
- Ok, qui o c’è lo zampino di Rumple o…
Ma si zittì non appena notò dell’inchiostro. Era arrivata esattamente al centro del libro.
Tuttavia l’oscurità di quella stanza era davvero opprimente e le impediva la lettura, così decise di uscire.
Ritrovatasi nella sala, si appoggiò a un finestrone e iniziò a leggere.
Erano poche righe, in una lingua antica e ormai quasi dimenticata, ma Belle ne aveva letto qualcosa a riguardo proprio recentemente.
- Karatakai om suffer… Suffer, ho già sentito questa parola. Oh, aspetta un attimo… - si spremette le meningi con l’intenzione di ritrovare il ricordo nel mucchio disordinato di conoscenze – Suffer, suffer… Oh, sì! – esclamò esultando – Significa “soffia”! Aspetta, soffia?
Guardò incuriosita quelle parole scritte in una calligrafia così curata e istintivamente le sfiorò con l’indice. Sentì sotto il suo dito qualcosa che andava oltre l’inchiostro. Magia.
“Soffia”.
Avvicinò la bocca alle pagine e soffiò piano.
Le lettere che componevano il breve testo iniziarono a muoversi e sbriciolarsi, e Belle rimase incantata dai loro movimenti concentrici. A un certo punto si sollevarono oltre il libro e andarono a comporre una piccola nube del colore della notte.
Belle ridacchiò, ma il pensiero le corse a Rumpelstiltskin e subito il sorriso scomparve.
Mi ucciderà, pensò inorridita.
Frattanto la piccola nube nerastra aveva preso a vorticare su se stessa e Belle fu costretta a fare alcuni passi indietro per non esserne risucchiata all’interno.
Ma cosa ho combinato?, si domandò come risvegliatasi da un sonno profondo.
Fissò con orrore e paura il vortice che si faceva sempre più grosso e istintivamente afferrò una spada che era affissa al muro. Ma quella era così pesante che non riuscì a reggerne il peso e ben presto si ritrovò a cadere in ginocchio.
Di fronte a lei, intanto, stava avvenendo qualcosa di magico: la nube si era rigirata a formare una figura umana, un uomo, dalla pelle bianca come la luna e gli occhi neri come un cielo senza stelle.
- E tu chi sei? – gli domandò Belle, squadrandolo preoccupata dal basso all’alto.
- Un amico – rispose quello con un sorriso emblematico.
Belle se ne sentì subito ammaliata.
 
 
Regina era appena rientrata nelle sue stanze con un sorriso malvagio a trentadue denti, soddisfatta di aver portato a termine la sua piccola missione e di aver anche ottenuto un’inattesa visione dallo specchio.
Andò dritta alla sua poltrona, quando un’ombra proiettata sul muro la riscosse e le fece subito abbandonare il ghigno. Schiuse la mano creando una palla di fuoco lucente e si preparò ad attaccare l’inatteso e sconosciuto ospite.
- Regina, mia cara, quale accoglienza – gracchiò una voce che la donna riconobbe immediatamente.
Dall’ombra uscì fuori Rumpelstiltskin che, con una strana luce negli occhi e un diabolico ghigno sul volto, si fece avanti verso di lei.
- Signore Oscuro – fece un inchino lei. Lui ricambiò senza smettere di ghignare.
- Sono qui in visita di piacere, diciamo… Per togliermi una piccola curiosità.
- Mi dica pure – replicò lei sorridendogli.
Si aspettava quella visita, ma lui riusciva sempre a prenderla alla sprovvista.
- Mi chiedevo per quanto ancora hai intenzione di tentare di ostacolarmi.
- Tentare? – domandò lei – Ti brucia tanto dire che ci sono riuscita?
Lui si avvicinò pericolosamente al suo viso e prese a rigirarsi un oggetto tra le mani, che lei riconobbe in un lampo. La sua mela avvelenata. Sussultò.
- Tu dici, mia cara? Sai, non è facile causare problemi al Signore Oscuro, non in maniera effettiva almeno – disse lui, passando una mano sulla mela e facendole acquistare un colore verdastro.
Quindi gli diede un morso deciso.
- Succulenta – commentò.
Regina se lo squadrò bene e gli levò la mela dalle mani, ormai da buttare visto che non era più avvelenata.
- Mpf, patetico – replicò.
- Se ti riferisci al tuo tentativo di rovinarmi un accordo, sì, concordo. Ma sai, stavolta, senza accorgertene, mi hai fatto un favore. Direi quasi di essere tuo debitore, se non avessi cercato di imbrogliarmi.
Regina sussultò nuovamente: non si aspettava quelle parole.
- Ma di cosa stai parlando?! – gli chiese con tono inviperito, volto a nascondere la sua curiosità.
- Oh, nulla – fece Rumpelstiltskin, accompagnando le parole con un gesto della mano – Mi hai solo aiutato a capire che quell’accordo non sarebbe stato poi così… Proficuo.
Regina scosse la testa e commentò acidamente: - Beh, buon per te.
- Te l’ho detto, non è facile causare problemi al Signore Oscuro. Dovresti demordere, cara.
Negli occhi della donna passò un guizzo.
- Oh, tu dici? – disse, riprendendo le parole usate poco prima dallo stesso Rumpelstiltskin – E se ti dicessi che non serve ingegnarsi a crearti problemi, in quanto te li crei già da solo?
Lui non rispose. Rimase a fissare quella perfida donna cercando di scoprire dove volesse andare a parare.
- Sai, ho sentito delle voci – continuò infatti lei – Dicono che una spregevole bestia abbia rapito la figlia di un re per recarla al suo castello come… Sguattera!
Rumpelstiltskin sentì il sangue gelarsi lentamente nelle vene e la sua mente corse subito a Belle. Cosa voleva quella megera dalla sua… Dalla sua cameriera?
- Che stai cercando di dirmi, Regina? – domandò con tono falsamente strafottente.
La verità era che lei era riuscita a parare nel punto giusto, citando all’improvviso Belle. Si ritrovò a pensare di aver fatto un sbaglio ad esser passato dalla reggia della Regina Cattiva, invece di tornare subito a casa.
- Oh, nulla. Te l’ho detto – fece una pausa e un sorrisetto malizioso le invase il volto – Son solo voci.
- E cosa direbbero queste “voci”, oltre a una storia che conosco già? – ribattè spazientito Rumpelstiltskin.
- Qualcosa che vorresti sicuramente sapere... – disse lei con tono mellifluo.
Stanco di quella pagliacciata, il Signore Oscuro fece un movimento con la mano e la Regina Cattiva si ritrovò sollevata da terra e con una stretta al collo. Sentiva mancarle l’aria.
- Ditemi pure, dearie – ghignò lui.
Mollò la presa e la donna si ritrovò stesa a terra a tossicchiare.
- Allora? – la incalzò.
La Regina indicò lo specchio. Senza più pazienza, Rumpelstiltskin la sollevò e ce la portò di fronte.
- Volevi dire?
Lei mosse semplicemente la mano e sulla superficie dello specchio presero vita delle immagini.
Rumpelstiltskin si ritrovò ad osservare una stanza buia che aveva un qualcosa di familiare ma. mentre cercava di distinguere qualche particolare, la visuale venne coperta dal corpo di una ragazza.
- Oh, uno specchio – mormorò una voce che lui conosceva bene.
- Be… Belle? – sussurrò.
Regina sorrise soddisfatta al vedere l’espressione del Signore Oscuro mutare da scocciata a incredula.
Da parte sua Rumpelstiltskin era totalmente catturato dalle immagini che scorrevano sullo specchio, dove la ragazza (la sua domestica!) era intenta a ballare e rigirarsi su se stessa.
- Cosa vuol dire tutto ciò? – domandò rivolto a Regina.
- Dovresti saperlo meglio di me – rispose lei in un sibilo.
Rumpelstiltskin continuò a fissare lo specchio finchè Belle non scomparve dall’inquadratura e il suo posto venne nuovamente preso dalla stanza buia.
- Dove… Dove è finita? – chiese lentamente il Signore Oscuro.
Non si aspettava che la donna rispondesse, ma tentare non nuoceva e l’impazienza era troppo grande.
- Oh tranquillo, tra un po’ ricompare – rispose lei velenosamente.
Rumpelstiltskin sapeva che lo aveva in pugno, ma non gli importava.
Regina non gli avrebbe mai mostrato una cosa simile se non avesse avuto in mente un piano diabolico o, peggio, se non l’avesse già attuato e desiderasse solo vedere il suo annientamento, e ciò significava solo una cosa: Belle era in pericolo.
Dopo un po’, come preannunciato dalla Regina, la ragazza ricomparve, ma non da sola: nelle sue mani c’era infatti il Libro Proibito.
- No… - sussultò.
Sentì una risatina stridula alle sue spalle. Ecco cosa nascondeva Regina!
Diede un’altra occhiata allo specchio e vide che Belle aveva trovato le Pagine Incantate e che si avviava all’uscita con aria interrogativa e molto presa.
Allungò una mano, come a tentare di afferrarla per fermarla, ma si rese conto della stupidità del gesto e l’abbassò subito.
Alle sue spalle Regina ancora sghignazzava.
- Tu… Tu sapevi, e non hai fatto nulla!
- Non ho fermato una sconosciuta dall’utilizzare il libro che tu mi ha rubato, dici? E perché mai avrei dovuto farlo? È così divertente vedere le persone rovinarsi con le loro stesse mani – rise.
Rumpelstiltskin sentiva il sangue ribollirgli nelle vene.
Belle non sapeva a cosa stava andando incontro. Doveva correre subito al Castello Oscuro, sperando che non fosse troppo tardi.
- Bene, dearie, per oggi abbiamo concluso – annunciò.
E scomparve in una nube violacea.





Angolo autrice
Ed eccoci qua, con una Evil Queen super evil e un Rumpelstiltskin sagace ma combattuto!
Chi sarà mai il misterioso "amico" di Belle? E perchè Rumple è così preoccupato?
Scoprirete tutto nel prossimo capitolo!
ps Mi rendo conto di aver separato, per l'ennesima volta, i Rumbelle, ma vi prometto che nel prossimo capitolo ci sarà alquanto fluff! Purtroppo son ancora un po' scossa dalla mancata presenza di Robert al San Diego Comicon, avevo grandi aspettative per i Remilie e invece... Ma vi prometto che mi impegnerò per regalare a questi due qualche gioia, come ai bei tempi della 3x10 (che mi son rivista giusto due minuti fa, circondata dai feels più assoluti)

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Capitolo 4
*** Battle ***


Belle era assurdamente attratta da quello strano individuo e man mano gli si stava avvicinando.
I suoi piedi si muovevano da soli, senza che lei gli avesse comandato nulla. Per quanto l’istinto le dicesse che fosse sbagliato, non riusciva a fermarsi.
A un certo punto, in un attimo di lucidità, un nome le sfiorò la mente.
Rumple.
In un istante tornò totalmente cosciente e si rese conto di aver combinato un altro, ennesimo, casino.
È la volta buona che Rumpelstiltskin mi uccide, pensò.
Spaventata, arrestò il suo avanzare e iniziò, piuttosto, ad indietreggiare, mentre lo strano essere la guardava sorridendo.
Indietreggiò finché non si ritrovò con le spalle al muro e in quel momento si ricordò di un fattore importante: l’incantesimo al Castello.
Non poteva fuggire.
Non poteva fare nulla.
In pochi secondi il muro perse la sua consistenza, diventando di una sostanza molle e gelatinosa, e lei venne sbalzata via, finendo dritta nelle braccia dell’essere dalla pelle bianca come la luna.
Belle, stretta in quello strano abbraccio, riavvertì la sensazione di ammaliamento che aveva provato poco prima e si lasciò avvolgere, senza più opporvisi.
- Chi sei? – domandò nuovamente con tono dimesso, mentre gli occhi di quella creatura si puntavano nei suoi.
- Te l’ho detto, sono un amico.
- Vorrei che fossi qualcosa di più.
Quelle parole uscirono dalle sue labbra senza che lei neanche se ne accorgesse.
Era come in trance.
- Posso esserlo – le rispose lui – Ma prima devi baciarmi.
Belle staccò di malavoglia gli occhi da quelli di lui e li spostò sulle sue labbra.
Erano violacee, come la nube di…
In quel momento non le veniva in mente il nome.
Pensò che fossero bellissime.
- Ci sto – sussurrò con un sorriso al suo nuovo “amico”.
Lui sorrise e si avvicinò al suo viso.
La distanza tra le loro labbra si poteva ormai misurare in millimetri, quando una voce lontana giunse alle orecchie della ragazza.
- Belle!
Si irrigidì di colpo. Quella voce…
- Dearie, non ascoltarlo! Ti sta imbrogliando!
Belle alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi color oceano in quelli totalmente neri della creatura.
Come poteva un essere così bello imbrogliarla?
La voce stava sicuramente mentendo.
- No, no Belle, non guardarlo negli occhi, hanno sopra un incantesimo di ammaliamento!
Un cosa…? Un incantesimo?
Ma anche se fosse, era talmente bello che non le importava.
 
 
 
Rumpelstiltskin era arrivato appena in tempo, ma nonostante ciò non era riuscito ad evitare la catastrofe, non ancora almeno.
Belle sembrava totalmente in trance e non intendeva dargli ascolto.
Il Succhia Anime, per conto suo, se la sghignazzava sotto i baffi.
Il Signore Oscuro lo aveva rinchiuso tanto tempo prima in un libro magico, capace di intrappolare anche il più potente dei maghi, e da allora era rimasto lì, in attesa che qualcuno lo liberasse.
Era debole, poiché era da tanto che non si cibava, e in quel momento un delizioso bocconcino era stretto fra le sue braccia, in trappola, senza neanche rendersene conto.
Quell’anima così pura sarebbe stata un degno pranzo dopo anni di prigionia.
Rise alle ridicole parole del Signore Oscuro, che cercava in ogni modo di riportare la sua bella alla ragione.
Illuso.
Nessuno sfuggiva al suo potere ammaliante.
 
 
 
Da parte sua Rumpelstiltskin non aveva ancora scagliato un incantesimo per paura di colpire Belle, ma quando si rese conto che ogni discorso era inutile decise di prendere in mano le redini della situazione.
Mosse le mani verso Belle, che si ritrovò scagliata via nell’altro lato della stanza, e puntò i piedi di fronte il volto pallido del Succhia Anime.
- Perché non te la prendi con qualcuno della tua taglia, dearie? – esclamò, accompagnando le parole con un buffo gesto delle mani.
- Chi ti dice che voglia combattere?
Presero a girarsi intorno e a lanciarsi occhiate minacciose.
Rumpelstiltskin sapeva che gli sarebbe bastato schioccare le dita per trasformarlo in uno schifoso rospo, ma prima desiderava vedere la sofferenza su quel volto che era andato così vicino al baciar… Al far del male a Belle.
- Nessuno ha chiesto la tua opinione, dearie – ghignò.
Schiuse la mano in una palla di fuoco e la scagliò con precisione, ma quello fu abile a tramutarsi in nebbia ed evitare il colpo.
- Sai fare di meglio? – lo stuzzicò il Succhia Anime, con la sua voce teatrale.
- Oh sì, questo – schioccò le dita e nella stanza comparve un drago, che non esitò a liberare dalla gola tutte le fiamme che aveva – Grazie di avermelo chiesto.
- Non riuscirai a sconfiggermi! – urlò il Succhia Anime, mentre evitava altri due sputi di fuoco.
Rumpelstiltskin congiunse le mani con fare annoiato.
- Sai una cosa, dearie? Nessuno può scappare da qua dentro, quindi o ti arrendi all’idea di essere già sconfitto in partenza, o ti arrendi.
- Oppure – sussurrò quello, schivando un ennesimo colpo del drago – Posso prendere lei.
Si lanciò su Belle e tornò a puntare i suoi occhi in quelli della ragazza.
Rumpelstiltskin sentì il sangue salirgli al cervello.
Nessuno poteva far del male alla sua… domestica.
- Giù le mani! – urlò, mentre il suo volto si infuocava dalla rabbia.
Fece sparire il drago con un schiocco delle dita e si avvicinò di corsa all’improvvisata coppietta.
Belle sembrava ancora scossa dalla botta presa (Rumpelstiltskin aveva cercato di far piano, ma la magia è imprevedibile), e sembrava combattuta tra l’arrendersi al Succhia Anime e il fuggire lontano.
- Belle – iniziò quello, ma Rumpelstiltskin fu più svelto.
- Belle, non lo ascoltare! Dearie, sono io, ti prego, non lo ascoltare!
Le mise una mano sul fianco.
- Rumpelstiltskin… - sussurrò la ragazza.
Il cuore del Signore Oscuro perse un battito.
Allora l’aveva sentito…
Non era mai capitato che qualcuno fosse riuscito a fuggire al potere ammaliante del Succhia Anime.
- Sono io, Belle! Rimani concentrata sulla mia voce, mentre sistemo il nostro amichetto.
Staccò la ragazza dalla presa del demone e gli si avvicinò con fare minaccioso.
- Mai, mai toccare ciò che appartiene al Signore Oscuro - sibilò.
Detto questo afferro il Libro che era ai piedi di Belle, sussurrò alcune parole in una lingua e dimenticata e lanciò l’oggetto contro il Succhia Anime.
Quello tentò di scappare, ma alla magia oscura del Libro Proibito non c’è via di fuga e ben presto si ritrovò intrappolato.
- Non finisce qua!! – urlo l’essere, mentre il suo corpo prendeva a sbriciolarsi e il suo viso tornava ad essere solo una sillaba della strana frase incisa nel libro.
- Hai ragione, dearie – ghignò Rumpelstiltskin.
Creò una palla di fuoco e bruciò il Libro.
- Ora è finita – bisbigliò soddisfatto.
- Ru... Rumpelstiltskin! – esclamò una voce alle sue spalle, facendolo sobbalzare.
- B… Belle. Come stai?
- Oh, Rumple – singhiozzò lei, lanciandosi dritta nelle sue braccia – Perdonatemi!
- Ssh, dearie, è tutto finito – rispose lentamente lui, accarezzandole i capelli.
Si meraviglio della spontaneità con cui gli riusciva quel gesto, ma non disse nulla.
- La magia è pericolosa – sussurrò Belle in un soffio, mentre ancora tremava nelle braccia del Signore Oscuro.
- Oh sì, molto pericolosa.
- Ma anche i libri non scherzano – commentò la ragazza.
Rumpelstiltskin rise e Belle lo guardò come se fosse un alieno.
- Che c’è, dearie? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma.
La ragazza sorrise a sua volta, riuscendosi finalmente a calmare.
- Oh no, ho visto qualcosa ben più strabiliante. Un vostro sorriso sincero.
Rumpelstiltskin sentì una punta d’imbarazzo risalirgli per la gola e si sbrigò a mascherarla con un ghigno.
- Voi sognate troppo, dearie.
- Oh no, quella era proprio una risata, ne son sicura! – ribatté convinta la ragazza.
Dentro di sé era soddisfatta: aveva raggiunto il suo scopo, aveva provocato un sorriso vero sul volto di Rumple.
Gli tornò in mente che per riuscire nell’impresa aveva quasi rischiato di morire e arrossì.
- Ma quindi quell’essere… - iniziò balbettando.
- Quell’essere succhiava via le anime delle persone per saziarsi e accrescere il suo potere. Ma non aver paura, dearie, non ti farà più del male.
Rumpelstiltskin pensò al momento in cui le labbra dei due si erano quasi sfiorate e al brivido di freddo che aveva attraversato il suo corpo.
Vedere Belle nelle braccia di un altro aveva spezzato il suo cuore già rotto, e adesso si beava totalmente della sensazione di avercela fra le braccia.
Era vero, aveva riso. Aveva riso come non faceva da secoli. Per un attimo si era sentito bene.
La pace dopo la tempesta, pensò.
Gli tornarono in mente tutti i momenti che avevano caratterizzato quella giornata e si rese conto di essere alquanto esaurito.
- Che ne dici di una bella tazza di thè, dearie? – propose.
La ragazza sorrise, si staccò da lui e si avviò alle cucine.
Più tardi avrebbe sistemato il caos che regnava nella stanza.
Prima di immergersi nella cucina, si girò un’ultima volta a guardare Rumpelstiltskin e lo vide sedersi tranquillo al tavolo centrale.
Se non fosse stato per i mobili bruciacchiati e l’argenteria fuori posto, nessuno avrebbe mai creduto che due minuti prima si fosse tenuta una battaglia fra il Signore Oscuro e un Succhia Anime.
Belle sorrise. Era solo un’altra giornata normale al Castello Oscuro.
 



 
Angolo autrice
Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia. Non ne sono totalmente soddisfatta, ma era solo un esperimento!
Quando ho iniziato a scrivere non avevo in mente tutto questo, ma solo un libro nero e inquietante, quindi arrivata qui ho avuto per un attimo il blocco dello scrittore. Ero tipo “oddio, e ora che mi invento?”
Insomma, non è facile trovare un avversario degno di Rumpelstiltskin.
Ho fatto quindi in modo che l’avversario se lo creasse lui stesso, lasciandogli la possibilità di rispondere e contrattaccare… Rumple non desiderava uccidere (all’istante), ma ferire e far soffrire (con il minimo sforzo, ovvio).
Il fatto che Belle riesca a resistere al potere ammaliante del Succhia Anime è solo l’ennesima dimostrazione che Rumple è il suo True Love e che l’amore rompe ogni “sortilegio” (altro che Bacio Del Vero Amore che non funziona -.-)
Spero che la storia vi sia piaciuta, alla prossima!!
 

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