Toccami di Goten (/viewuser.php?uid=1572)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Eccoci con una nuova ficci... eh si lo so, speravate di non vedermi più, invece vi tocca sopportarmi! XD La mia mente non riesce a stare buona... questo è quello che ho partorito, spero che vi piaccia e che vi appassioni.Ora vi lascio alla lettura! Un bacione, anzi, un morso! Goten^^
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Capitolo
1
Altro
giorno altra noia! Possibile che qui non ci fosse nulla di
interessante?!
Stavo
guardando l'ennesimo sfogo di gelosia di mia sorella Rosalie, a
quanto pare, una sciocca umana aveva osato parlare con suo marito
Emmett.
<<
Voglio sapere cosa ti ha detto esattamente, oppure, voglio a sua
testa! A te la scelta! >> Ringhiò Rosalie arrabbiata, mentre
con la Volvo stavamo tornando a casa.
Lo
sghignazzare di Emmett fece vibrare i finestrini. << Amore,
gelosa sei magnifica! >>
Ecco,
ora aveva rabbonito Rosalie, ma mancava ancora la ciliegina sulla
torta...
<<
Mi ha detto solo il suo nome... Gattina mia, sai che tu sei il mio
unico amore... Mio bellissimo girasole. >>
Appunto.
Ed ora ci mancava che Rosalie si mettesse a fare le fusa.
<<
Sei il mio piccolo, tenero, raggio di sole. >> Aggiunse
Emmett.
Ed
eccole le fusa!
Sospirai
infastidito, possibile che ogni singolo maledettissimo giorno fosse
sempre la stessa cosa?!
Parcheggiai
perfettamente nel garage, non aspettai i miei fratelli, volevo
rimanere da solo, anelavo la mia solitudine, mi crogiolavo in essa,
era la mia compagna, per l'eternità.
Come
sempre, nostra madre, Esme, ci aspettava sorridente sulla porta.
Eravamo una famiglia, anche se particolare...
<<
Come è andata oggi? >>
Cosa
dovevo dirle?! Che ogni giorno era sempre tutto uguale?! Si aspettava
davvero che qualcosa cambiasse?!
Sbuffai
e tirai avanti dritto. Sapevo che soffriva per il mio comportamento,
ma non potevo farci nulla, non mi interessava, non più...
Feci
solamente qualche passo in sala, diretto verso la scala che mi
avrebbe condotto in camera mia, quando mi paralizzai.
I
miei sensi si allertarono improvvisamente.
<<
Che cosa è questo odore?! >> Esclamai voltandomi verso i miei
fratelli, mentre un lampo illuminava a giorno l'intera radura.
Tutti
quanti stavano annusando l'aria, vedevo chiaramente nei loro pensieri
lo stupore per quello strano aroma.
<<
E' dolce... >> Realizzò Rosalie.
<<
Sembrano fiori... >> La voce di Alice aggiunse anche quel
piccolo particolare.
Jasper
e Emmett erano anche loro colpiti da quella fragranza, notai una
piccola sciarpa sul divano, con passi misurati, mi avvicinai e la
presi.
L'odore
arrivava da li, ma di chi era quella sciarpa?
Esme
entrò in quel momento. << Oh eccola. >> Esclamò
allungando la mano per recuperare quella piccola stoffa. Non so
perché, ma indietreggiai di un passo.
<<
Di chi è? >> Domandai sospettoso.
Esme
sospirò. << E' di Bella, una ragazza che mi ha tenuto compagnia oggi. >>
<<
Un'umana è stata qui?! >> Sibilò a bassissima voce Rosalie,
stupita.
Nostra
madre annuì. << Si, verrà anche domani e il giorno dopo
ancora. >> Sentenziò tranquilla.
<<
Come puoi? E se ci scoprisse? >> Sibilai io, tenendo ancora
stretta in mano quel piccolo fagotto.
I
suoi occhi si fecero tristi. << Non può scoprirci. >>
Era dolore quello che sentivo nella sua voce. Le dispiaceva per
quella sciocca umana.
<<
Non importa! >> Risposi duro. << Lei non dovrebbe stare
qui. >>
<<
Che cosa dice Carlisle. >> Ci interruppe Jasper.
L'attenzione
di Esme andò a mio fratello. << Lo sa. E' stato lui a proporre
che Bella passasse i pomeriggi con me. >>
<<
Ma che cosa diavolo avete in mente!? E' un'umana!! >> Esplosi
rabbioso.
<<
Edward, calmati. Lo sappiamo benissimo che è un'umana, ma è una
ragazza così dolce, indifesa e sola... se tu la conoscessi, sono
sicura che.. >>
<<
Non pensateci neanche! Non ho intenzione di conoscerla! E non ho
intenzione di tollerare la sua presenza in casa nostra! >>
Sbottai ancora più rabbioso.
Senza
pensarci due volte, mi voltai e andai nella mia camera chiudendomi
dentro. Solo in quel momento mi resi conto di avere ancora in mano la
piccola sciarpa morbida.
<<
Stupida umana. >> Mormorai, ma non mollai la presa.
Passai
l'intera notte con il naso in quel tessuto morbido. E più
l'annusavo, più sentivo l'odore svanire e di conseguenza la mia
rabbia aumentare.
Ma
cosa diavolo aveva questa ragazza di così particolare?!
No,
non volevo interessarmene, avevo perfino evitato di guardare nella
mente di Esme per scoprirne il volto. Non volevo sapere nulla di lei.
Nulla.
Carlisle
quando tornò dal turno dell'ospedale, mi raggiunse in camera, bussò
alla porta ed entrò.
Sapevo
che cosa voleva, cercava di perorare la causa della piccola, indifesa
umana. Ma perché diavolo ci tenevano così tanto a lei?!
<<
Edward. >> Cominciò, ma io lo interruppi.
<<
No Carlisle, non cambio idea. Io non ho intenzione di farmi scoprire.
E non ho intenzione di avere una stupida ragazzina umana in giro per
casa! >> Mi voltai verso la grande vetrata, la pioggia scendeva
fitta, ogni tanto qualche lampo illuminava il bosco.
Ti
prego, Edward. Significherebbe molto per Esme. Isabella verrà qui
solo nelle ore scolastiche, voi non ci sarete, non la vedrai mai. Per
favore...
Le
sue parole mi fecero riflettere per qualche secondo, sapevo che Esme
ci teneva, l'avevo letto nei suoi pensieri, ma il fatto di non vedere
questa Bella, non mi faceva stare tranquillo. Non riuscivo a
spiegarmi il perché! In fondo, non avrei mai avuto a che fare con
lei. Quindi, non potevo provare fastidio... eppure, non mi piaceva
l'idea di non associare un volto a questo profumo.
<<
Va bene... >> Sussurrai bassissimo, ma mio padre lo sentì
comunque.
<<
Ti ringrazio. >> Mi sorrise mesto, lasciandomi nuovamente nella
mia solitudine.
Il
giorno seguente, prima di uscire per andare a scuola, lasciai
volontariamente la sciarpa sul divano, una folle parte di me, si
augurava che magari, Isabella, la sfiorasse, la indossasse e che,
magari, la dimenticasse nuovamente. Volevo in sostanza che il suo
profumo si imprimesse di nuovo, volevo avere di nuovo la possibilità
di annusarlo...
Non
dissi niente agli altri, rimasi silenzioso, muto... mentre le ore a
scuola sembravano essere ancora più lunghe del solito, per passare
il tempo, mi misi ad immaginare come poteva essere fatta questa
ragazza... mi odiai dopo l'ennesimo tentativo a vuoto, non riuscivo a
dare un volto al suo profumo.
Quando
anche l'ultima campanella suonò, liberandoci da quella agonia,
scattai verso la macchina. Ero ansioso! Desideravo tornare a casa,
prima che la fragranza svanisse... e soprattutto, desideravo
rituffare il mio sensibile naso in quella piccola, morbida sciarpa.
La
strada scorreva veloce, ma non abbastanza, quasi esultai di gioia
quando spensi la macchina in garage.
Veloce,
mi fiondai in casa, sentivo nelle menti degli altri delle mute
domande al mio strano comportamento, ma non volevo farmi distrarre,
avevo una meta e volevo arrivarci!
Il
mio passo si fece più lento, quasi umano, quando entrai nella sala,
la fragranza era ancora li, poco percepibile, ma c'era. Il mio
sguardo si puntò verso il divano, dove notai con enorme disappunto e
con una punta di rabbia che la sciarpa era sparita.
Probabilmente
l'aveva ripresa... era logico... eppure, io avevo sperato che
Isabella la dimenticasse ancora. Adesso, non avevo niente in mano. Il
suo profumo stava inesorabilmente sparendo. E questo mi rese ancora
più funesto.
Mi
stavo facendo del male da solo, lo sapevo, sarebbe stato sufficiente
leggere la mente di mia madre per dare finalmente un volto a
Isabella, ma feci la perversa scelta di non sfruttare la mia abilità.
No. Non volevo. E adesso che finalmente il suo profumo era svanito,
la mia mente era tornata lucida. Non avrei mai dovuto avere a che
fare con lei, sarebbe stata la mia condanna, me lo sentivo.
Quella
notte, la passai di nuovo davanti alla grande vetrata, immobile, gli
occhi chiusi e la mente rivolta alla sera prima, quando fra le mani,
stringevo quel misero pezzo di stoffa. Quanto potevo essere
patetico?! Molto! Eppure, la volevo! Volevo sentire di nuovo
quell'odore!
Il
lieve bussare alla mia porta mi distrasse dai miei ricordi, la cosa
mi infastidii al quanto, non volevo essere disturbato, volevo
annegare in quel profumo.
<<
Avanti. >> Dissi con voce stizzita. Non mi interessava che
Alice se la prendesse, aveva interrotto una cosa per me importante.
Con
grazia, Alice entrò nella mia stanza, vedevo chiaramente cosa voleva
dirmi. Me lo stava mostrando più che chiaramente; il sole. Domani ci
sarebbe stato il sole... una giornata in meno da trascorrere a
scuola. Vieni a caccia con noi?
<<
Va bene... >> Risposi, tornando a guardare la foresta scura.
Era
forse mezzogiorno, quando sollevai lo sguardo dal cervo che mi aveva
sfamato. Adesso, stavo decisamente molto meglio, anche se, dovevo
ammetterlo, una parte della mia mente continuava a pensare che in
quel preciso momento, Isabella era a casa nostra, con Esme.
Scossi
il capo arrabbiato con me stesso. Non dovevo pensarci!
Eravamo
nella foresta, poco distanti da casa, il sole splendeva e illuminava
tutta Forks, eppure, il mio cuore morto era sempre al buio.
Come
ti senti, Edward? Emmett era parecchio in pensiero per me in
questi giorni. Mi dispiaceva, con lui, era sempre tutto molto
semplice, il mondo o era bianco, o era nero. Ma non adesso, il mio
mondo, aveva quella sfumatura impercettibile che non riuscivo a
capire.
Stavo
per rispondere quando udii un suono a me molto familiare... il mio
pianoforte!
Ringhiai
arrabbiato. Tutto potevano toccare, ma non il mio pianoforte! Tutta
la mia famiglia lo sapeva!
Non
pensai più razionalmente, lasciai cadere il cervo e corsi, veloce,
rapido, come un predatore! Maledetta umana! Non solo dovevi
infastidirmi con il tuo profumo! No! Avevi osato toccare ciò che più
di tutto mi è caro!
Ringhiai
ancora più arrabbiato.
La
porta si aprì di botto, come uno sparo, sotto la mia mano, ed
eccola, lei! Maledetta! Scattai avanti veloce, la sua melodia si era
interrotta, le sue dita erano immobilizzate per lo spavento.
<<
Stupida! >> Sibilai, rapido, forse anche più del solito, la
raggiunsi e la strattonai, facendola cadere dallo sgabello. <<
Maledetta... >> Le ringhiai contro inferocito.
Ero
furioso, arrabbiato. Come aveva osato quella insulsa ragazza toccare
il mio bene più prezioso!? Non alzava neanche gli occhi su di me, si
era rannicchiata con la schiena contro il muro, impaurita, la testa
bassa e il corpo tremolante. Il suo profumo, quel maledetto profumo!
Di nuovo mi stava saturando! NO! Basta!
<<
Edward! No! >> La voce di Esme giunse dal piano di sopra,
veloce, scese le scale posizionandosi in difesa di quella umana. <<
Edward non toccarla! >> Era decisa.
<<
Spostati. >> Sibilai livido.
Esme
stava per rispondermi, quando una voce sconosciuta la chiamò. <<
Esme... >> Era fragile, piccola... piena di terrore. <<
... dove sei... ? >>
<<
Sono qui Bella, non ti preoccupare, sono qui. >> La rassicurò
mia madre indietreggiando di qualche passo verso l'umana.
Che
razza di scena era?! Quella stupida ragazzina perché diavolo...
oddio... solo in quel momento notai la mano della ragazza tastare il
terreno e raggiungere la caviglia di Esme. Non aveva mai alzato il
viso, puntava sempre verso terra.
Un
decimo della mia rabbia si assopì. Affilai lo sguardo tornando in
posizione normale, anche Esme si rilassò, abbandonando la sua
posizione difensiva.
<<
Bella, va tutto bene... >> Usò un tono di voce rassicurante,
ma i suoi occhi non abbandonavano mai la mia figura.
<<
Esme... Esme... >> Le sue mani risalirono sul corpo di mia
madre, fino ad arrivare sul suo volto.
<<
Sono qui, Bella. Sono qui... >> Si lasciò toccare, finché
l'umana scoppiò in un pianto a dirotto abbracciandola.
Le
braccia di mia madre l'accolsero, cercando di calmarla. <<
Sshh... Bella, va tutto bene, è finita. Tranquilla... tranquilla. >>
Solo
in quel momento, mi accorsi che tutti i miei fratelli avevano
assistito alla scena impietriti.
Oh
mio Dio, che cosa avevo fatto...
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Sinceramente... WOW! Non pensavo che vi piacesse così tanto!! Sono FELICISSIMA!!! ^_________^ Sono quì che gongolo dalla gioia!! Oltre al fatto che ci sono un sacco di persone nuove che mi seguono e che le saluto, ci sono anche tantissime di voi che hanno commentato le altre mie storie ç__ç Sigh... ragazze, vi voglio beneeeee!!!!! Adesso però, vi lascio alla lettura, il prossimo capitolo sarà per lunedì. Un bacione!!! Ciao Goten
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Capitolo
2
Esme
aveva portato l'umana nella sua camera da letto ed era rimasta con
lei. Mi sembrava di essere in tribunale, c'ero io e davanti a me il
resto della mia famiglia.
<<
Edward, come hai potuto! >> Cominciò Rosalie, era allibita dal
mio comportamento.
Ma
io cosa dovevo fare?! Avevo sentito il suono del mio pianoforte,
odiavo chiunque osasse anche solo sfiorarlo! E sapere che quella
piccola, insulsa umana non solo l'aveva sfiorato, ma usato, mi
mandava la rabbia a mille! << Sai benissimo come la penso,
Rosalie! >> Sibilai incattivito.
<<
E' cieca! Come hai potuto! >> La voce di Alice si aggiunse a
quella di Rosalie.
<<
Non lo sapevo. >> Sibilai anche qui in risposta.
<<
Ma potevi e dovevi controllarti, Edward. Non è una di noi, è una
fragile umana. >> Il tono di rimprovero di Carlisle mi fece
sbollire un po.
Il
suo corpo, tremante di paura era marchiato a fuoco nei miei ricordi.
Sicuramente
non sarebbe più tornata, non dopo quello che avevo combinato.
Bene,
un pensiero in meno!
E
tanto dolore per Esme, accidenti! Sapevo che ci teneva in maniera
impressionante...
Osservai
Jasper salire le scale. << Dove vai? >> Ringhiai forse
eccessivamente.
Lo
sguardo glaciale di mio fratello mi fece rimanere di sasso. <<
Vado da lei. E' terrorizzata! >> Riprese a salire le scale, non
degnandomi di altro.
Terrorizzata!
Potevo essere fiero di me, la mia natura di vampiro aveva
terrorizzato una indifesa, cieca, umana... potevo farmi ancora più
schifo di così?!
Sbuffai
fra l'infastidito e l'arrabbiato, i singhiozzi della ragazza
giungevano attutiti dalle pareti, ma giungevano ancora.
Lo
sguardo accusatore dei miei fratelli e di mio padre, non mi
abbandonava mai.
<<
La volete smettere per favore! >> Sbottai con un tono di voce
basso.
Non
stiamo facendo nulla, Edward. Mi rimproverò mio padre. Ma io
sapevo che ero arrabbiato solo con me stesso.
Qualche
minuto dopo, avvertimmo dei passi, troppo marcati per essere solo
quelli di Esme e Jasper. Ed infatti, la prima a comparire fu mia
madre, seguita dall'umana e Jasper chiudeva il loro piccolo trio.
<<
Bella, tutto bene? >> Le andò incontro Carlisle.
I
suoi occhi erano chiusi, il suo corpo tremolava ancora, scosso da
qualche singhiozzo, ma sembrava che si fosse calmata. << Si...
scusatemi, mi dispiace. >> Sussurrò piano.
Lei
si scusava?!
La
mano di mio padre andò con calma a prendere la sua, non mi accorsi
di emettere un ringhio basso minaccioso.
Bella
indietreggiò spaventata, finendo addosso a Jasper. << Adesso
basta, Edward! >> Esclamò quest'ultimo. << La stai
terrorizzando a morte! >>
Anche
io sentii, come tutti gli alti, una calma innaturale avvolgermi.
Jasper stava usando a pieno regime il suo potere. Funzionò. Mi
sentii calmo e molto più tranquillo.
Non
riuscivo a ragionare con Bella li vicino, il suo profumo sembrava mi
schiaffeggiasse.
<<
Scusate. >> Riuscì solamente a bisbigliare, uscendo come un
fulmine.
Fortunatamente
Bella era cieca, o avrei dovuto spiegarle il perché della mia
velocità, anche se forse, qualcuno di noi, avrebbe dovuto dare una
spiegazione per i miei ringhi.
Fuori
in giardino, la mia mente sembrò tornare normale. Realizzai solo in
quel momento l'enorme danno che avevo fatto.
Dio
mio! Avevo aggredito un essere umano, indifesa per di più. E cieca!
Cosa era quella rabbia che mi aveva colto all'ultimo momento?!
Non
lo sapevo e non volevo saperlo! Ma ero conscio che tutto questo era
stato scatenato da lei; Bella.
Decisi
di rimanere li fuori, finché lei fosse stata li dentro, sapevo che
per me era più sicuro non rientrare.
Presi
un respiro profondo e passeggiai distratto, tanto per stare
tranquillo, ogni tanto sondavo le menti dei miei familiari, potevo
vedere quello che stava succedendo attraverso di loro, ed ad un certo
punto, rimasi impietrito.
Bella,
non puoi dire sul serio!? Esclamò
Alice stupita e leggermente arrabbiata.
Certo
che posso. E' stata colpa mia. Esme mi ha detto quanto, Edward, tenga
al suo pianoforte. Non mi sarei mai dovuta permettere di toccarlo.
Sono così dispiaciuta. Il volto
afflitto di Bella, era qualcosa che mi stava sconvolgendo nel
profondo.
Scherzava
o diceva sul serio?!
Provai
a sondare nella sua mente, dovevo sapere... Provai e riprovai; nulla.
La sua mente era impenetrabile.
Forse
ero troppo distante? Non avendo mai provato ad entrare nella sua
mente, probabilmente dovevo essere più vicino.
Se
non avessi respirato in sua presenza, avrei avuto più possibilità
di non aggredirla, potevo provare. Se fosse andata male, sicuramente
ci avrebbero pensato i miei fratelli a bloccarmi.
Ok,
era deciso.
Presi
un bel respiro profondo, l'aria entrava con tutti i suoi profumi
dentro ai miei polmoni, riempiendoli.
Bloccai
il respiro e con decisione varcai silenzioso la porta di casa. Tutti
si voltarono a guardarmi, solo lei non si era resa conto della mia
presenza, stava ancora parlando con Esme.
<<
Bella, dico davvero. A tutti noi, fa molto piacere che tu venga qui a
tenermi compagnia. Per favore, ci tengo molto a te. >> Le stava
dicendo mia madre con voce gentile.
Fu
in quel momento che provai di nuovo a sondare la sua mente. Non c'era
niente da fare, non riuscivo.
Che
diavolo stai facendo?! Sbottò Rosalie nei miei pensieri.
La
guardai male, ma sapevo di essere nel torto. Mi picchiettai sulla
tempia e scossi la testa negativamente.
Non
riesci a leggere nella sua mente?
Scossi
ancora la testa.
<<
Va bene, Esme. >> Si arrese Bella, regalandole nonostante tutto
un lieve sorriso.
Quello
di mia madre invece fu abbagliante. << Bene! Sono così felice!
>> L'abbracciò entusiasta. << Adesso vieni. Ti avevo
preparato un dolce. >> Le prese la mano con delicatezza e la
condusse in cucina.
Notai
che il mio ragionamento funzionava, trattenendo il respiro il suo
profumo non mi stordiva più, adesso avevo la mente libera.
Seguii
gli altri in cucina, rimanendo sempre silenzioso. Fu strano anche per
me, vedere la mia famiglia seduta a tavola, noi, che non mangiavamo
mai e che usavamo quella stanza solo per le nostre riunioni.
Rimasi
in piedi vicino alla porta. La stavo osservando, studiando. Era
piccola, minuta, i suoi movimenti erano aggraziati, solo un po
titubanti, ma forse era dovuto al fatto di essere in un ambiente
sconosciuto per lei.
Esme
le stava tagliando una fetta di torta, sembrava deliziosa
dall'aspetto, ma sicuramente non mi sarei mai offerto di assaggiarla.
<<
Avete tutti un buonissimo profumo. >> La voce bassa di Bella ci
sorprese tutti.
Notai
gli sguardi confusi degli altri.
<<
Cosa intendi? >> Domandò curiosa Alice.
Bella,
voltò il viso verso di lei. Seguiva il suono della sua voce,
nonostante i suoi occhi rimanessero chiusi. Un delizioso rossore le
imporporò le guance pallide. << Tu. >> Si avvicinò
lievemente ad Alice. In quel momento, tutti noi eravamo tesi, poteva
succedere qualunque cosa.
<<
Tranquilli, è tutto ok. >> Ci rassicurò mia sorella parlando
velocissima e con un tono di voce talmente basso da non poter essere
udito.
<<
Sai di pere, cannella e giacinto. >> Sentenziò sicura.
Non
poteva vederci, ma le nostre facce erano veramente sorprese, il che
era tutto dire.
Mia
sorella Rosalie si alzò e si avvicinò a Bella. << Riesci a
sentire anche il mio odore? >> Domandò seriamente incuriosita.
Bella
si sporse annusandola profondamente. << Tu sai di vaniglia,
muschio e lavanda. >>
In
breve, anche Jasper e Emmett si avvicinarono, il loro responso fu:
cioccolato, vino e pane per Jas, acqua di mare, pino e mela per
Emmett.
Erano
esattamente gli odori che ci contraddistinguevano.
Ero
sinceramente colpito, nessun umano aveva un olfatto così sviluppato,
scossi la testa incredulo e mormorai a bassissima voce. <<
Assurdo. >>
Bella
si raddrizzò improvvisamente. << E' qui! >> Mormorò
terrorizzata.
Il
silenzio calò sull'intera stanza.
E
adesso, che diavolo le prendeva? Osservai mio padre, anche lui non
riusciva a capire. << Bella, chi è qui? >> Le domandò
con voce gentile.
Ma
lei non lo stava ascoltando, la vedevo chiaramente, cercava di
sentire qualcosa di diverso dalla voce di mio padre... ma cosa?
<<
Edward... >> Sussurrò piano, gelandomi sul posto. << ...
Edward mi dispiace, davvero. Non avevo intenzione di... >> Si
bloccò, la sua voce aveva una nota di tremolio.
E'
ancora impaurita. Mi spiegò Jasper, usando il suo potere per
tranquillizzarla.
Fantastico!
Lei mi temeva! Aveva il terrore di Edward Cullen! Sorrisi
amareggiato. Gli occhi della mia famiglia erano puntati su di me...
questi erano i momenti che mi irritavano di più, dove tutti si
aspettavano qualcosa dal sottoscritto. Sbuffai infastidito e uscì
dalla cucina.
Ancora
non riuscivo a capacitarmi di come diavolo avesse fatto a sentire la
mia presenza!
Il
chiacchiericcio in cucina continuò, parlarono di cose banali,
semplici, ogni tanto avvertivo i pensieri di Alice domandarmi di
tornare e di unirmi a loro. Ma sapevo perfettamente che se l'avessi
fatto, Isabella si sarebbe di nuovo spaventata. Per un attimo, mi
sembrò di sentire l'amaro in bocca.
Quasi
due ore dopo, l'ispettore Swan venne a riprendere sua figlia. Così
scoprii che Bella era la figlia del capo della polizia di Forks.
<<
Buona sera Capo Swan. >> Lo fece accomodare mio padre.
Io
accennai ad un semplice saluto con la testa.
<<
Salve a tutti. Allora, come è andata oggi Bells? >> Domandò
tranquillo, osservando sua figlia mettersi il cappotto e prendere in
mano la sua sciarpa.
Tutto
bene non direi, avrei risposto io, ma non lei... << Oh si,
tutto bene. Ho conosciuto tutta la famiglia di Esme e Carlisle. Sono
molto simpatici e gentili. >> Sorrise.
Quel
tutti, ovviamente escludeva me, ma a quanto pare Bella non aveva
ancora finito di parlare... << Sai, ho scoperto che anche a
Edward piace suonare il piano. >>
Il
volto dell'ispettore tornò su di me. << Davvero? Bene...
magari un giorno suonerete qualcosa assieme. >> Buttò li,
sembrava un'idea malsana e quando vidi per un brevissimo attimo il
viso di Bella farsi triste, la mia voce uscì senza che io me ne
accorgessi.
<<
Senz'altro. >>
Si
voltò verso di me, come se potesse vedermi, l'avevo stupita e la
cosa mi piacque, molto.
<<
Bene, se sei pronta, possiamo andare. >> L'ispettore aprì la
porta, pronto per andare, ma Bella sembrava avesse ancora una cosa da
fare.
Sotto
lo sguardo di tutti, avanzò leggermente insicura verso di me,
allungò una mano e senza rendermene conto, io allungai la mia,
afferrandola.
Quello
che sentii non posso neppure descriverlo. Era un'emozione talmente
viva e intensa da lasciarmi senza fiato. << Ti ringrazio. >>
Sussurrò piano, quasi volesse che solo io potessi sentire le sue
parole.
Allungò
anche l'altra mano, dove teneva ben salda la sua sciarpa. <<
Questa è tua. >> Disse solamente, aspettando che l'afferrassi,
e così feci.
La
sentii prendere un respiro profondo e poi si allontanò, lasciandomi
piacevolmente confuso.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Mamma mia quanti commenti!! E quanti preferiti!! *_* Sono euforica al massimo!! Io credo che grazie non sia sufficiente per dimostrarvi quanto mi sento felice!! ^__^
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Capitolo
3
Per
tutto il resto del giorno, rimasi chiuso in camera mia. Stavo ancora
assimilando la sensazione di shock che Bella mi aveva causato con il
suo gesto.
Perché
mi aveva dato la sua sciarpa, dicendo che era mia?
Presi
un profondo respiro, il mio naso era immerso in quella stoffa intrisa
del suo profumo. Non riuscivo a farne a meno. Sembravo un drogato!
Ridacchiai
amaramente. Drogato dal profumo di una umana, che cosa avvilente...
Fuori,
il tempo stava cambiando, il sole stava sorgendo, ma le nuvole, come
aveva predetto Alice, si stavano spartendo il cielo, prima che
fossero scoccate le otto, il classico tempo uggioso di Forks avrebbe
preso il sopravvento.
<<
Cosa vuoi? >> Domandai a mia sorella, che da qualche secondo mi
fissava sulla porta della mia camera.
<<
Ho visto che non ci sarai a scuola stamattina. >> La sua voce,
pareva un coro di campanellini.
Effettivamente,
l'idea mi aveva sfiorato. Se la sua visione non mi vedeva a scuola,
allora voleva dire che avevo già deciso.
<<
E' per Bella che rimani? >> Sentivo il dubbio nella sua voce,
quindi la sua visione non era netta, avevo ancora la possibilità di
scegliere.
<<
Forse... >> Non era vero. La risposta, la sapevo molto più
decisa. Certo che rimanevo per Bella. Mi incuriosiva. Non riuscivo a
leggere nella sua mente, il suo odore mi irritava e mi attraeva nello
stesso momento.
Non
avvertii Alice tendersi, ma vidi nella sua mente la visione sfuocata
di me che immobile fissavo Bella. Quindi non le avrei fatto del
male... ed in quel momento, la visione divenne nitida.
Un
pezzo di futuro era stato deciso.
<<
Informerò io gli altri. >> Disse solamente allontanandosi.
Li
osservai uscire e osservarmi dai finestrini della Volvo, mio padre
era già all'ospedale a coprire il suo turno di medico e mia madre,
attendeva con ansia l'arrivo della nostra ospite.
Ti
prego, Edward. Cerca di non farle del male...
<<
Non ne ho intenzione... >> Sussurrai dalla mia stanza, sapendo
comunque che lei mi avrebbe sentito.
Puntuale
come un orologio svizzero, l'ispettore Swan lasciò Bella davanti
alla porta di casa, Esme era già li con un sorriso sfavillante.
<<
Vieni, ho preparato dei biscotti e del latte caldo. >> Le aprì
la porta e attese il suo ingresso.
Io
la guardavo dalle scale, fermo, immobile.
Bella
si muoveva tranquilla, con grazia. I suoi movimenti non erano
impacciati come la sera precedente. << Sento un profumino di
cioccolata. >> Sorrise, probabilmente pregustando i biscotti di
mia madre.
Decisi
di rimanere li, la scrutavo comunque tramite i pensieri di Esme.
Sembravano due amiche, un classico quadretto amorevole.
<<
Oggi pensavo di sistemare il giardino. >> Cominciò a dire mia
madre.
<<
Bello. Io mi sono portata un libro da leggere. >> Allungò la
mano sul tavolo, afferrò decisa la sua borsa ed estrasse un piccolo
volumetto.
<<
Che cosa è? >> La curiosità di Esme rispecchiava anche la
mia.
Come
poteva leggere se era cieca?
Bella
le sorrise. << E' il mio romanzo preferito. Ho faticato per
trovarlo adatto a me. Ma ci sono riuscita. Charlie, mi ha aiutato
parecchio per averlo. >> Lo aprì e lo mostrò a mia madre. Era
tutto scritto in Braille. Il libro, non conteneva nessuna parola
scritta, solo una fila di puntini che posizionati in diversi modi,
creavano le parole, solo Bella avrebbe potuto vedere con le sue dita.
<< E' cime tempestose. >> Finì sorridente.
Esme
la guardò triste ma con amore. << Ti piace? >>
<<
Oh, moltissimo. >> Sorseggiò ancora un po di latte.
<<
Quindi oggi non mi delizierai con il pianoforte? >> Domandò
speranzosa.
In
quel momento, mi tesi, cosa avrebbe risposto Bella? Per lei, io ero
ufficialmente a scuola, avrebbe potuto usare tranquillamente il mio
prezioso piano.
Nonostante
i suoi occhi rimanessero chiusi, le sue sopracciglia si arcuarono. <<
No. Non sarebbe giusto nei confronti di Edward. >>
Rimasi
piacevolmente colpito.
Esme
sospirò. << Capisco. Oltre a Cime tempestose, cos'altro ti
piace? >> Cambiò argomento.
La
tazza di Bella era ormai vuota. << Oh, mi piacciono i romanzi
della Austen e Romeo e Giulietta. >> Le sue guance divennero
rosa.
<<
Sei un tipo romantico. >> Sorrise Esme.
Dai
suoi pensieri, sentivo e vedevo quanto Isabella le piacesse. La
trovava adorabile, la considerava forte e dolce.
Il
sorriso imbarazzato di Bella mi fece sorridere anche a me di
riflesso. << Si... bé. L'unica volta che ho sentito qualcuno
leggere quei romanzi, è stato quando andavo a scuola... >>
Finì con voce bassa.
<<
Perché? >> Mia madre era sinceramente curiosa, quasi al pari
delle mie sorelle. Ma in quel momento, l'avrei ringraziata, stava
scoprendo Isabella per me. Anche se non ne era consapevole...
<<
I libri in Braille, non sono molto facili da trovare... e quindi,
devo sempre aspettare che qualcuno legga per me. >> Passò
qualche secondo di imbarazzo. << Charlie non ama leggere questo
tipo di romanzi. >> Sorrise mesta.
Ripensai
a quei romanzi che giacevano in camera mia, forse, Alice o Rosalie,
avrebbero potuto leggerli per lei. Mi riscossi, che diavolo stavo
pensando!?
Avvertii
il suono della sedia di Bella e poi, le vidi entrambe arrivare in
salotto. Esme mi stava osservando, mentre aiutava Isabella a sedersi
su una delle poltroncine della sala.
<<
Sei sicura di non voler venire fuori? >> Le chiese dolce.
Bella
le sorrise. << No, starò benissimo, non ti preoccupare. >>
<<
Se ti serve qualcosa, qualunque cosa, chiamami, io arriverò subito.
>> Era una mamma veramente premurosa. Mi lanciò uno sguardo di
avvertimento, io annuii.
Sapevo
bene che non avrei dovuto farmi sentire da lei e avevo promesso di
non terrorizzarla più.
Mia
madre uscì in guardino, armata di paletta e rastrello, aveva
intenzione di sistemare tutto il giardino dietro la casa.
Io
mi spostai veloce in mezzo alla stanza, ero di fronte a lei.
Credeva
di essere da sola, non sapeva che il predatore più pericoloso al
mondo la stava osservando e studiando. Lei, piccola indifesa
creatura, si comportava normalmente.
Le
sue dita si muovevano su quei puntini in rilievo, creando nella sua
mente le parole del romanzo. Erano passati parecchi minuti, forse
ore, lei, vicino alla finestra seduta sulla poltroncina bianca con il
suo libro in mano, io, immobile in mezzo alla sala. Non c'era nessuno
sforzo per me, la mia natura mi permetteva l'immobilità senza alcun
problema.
Per
un attimo, volli provare a sentire il suo profumo. Era una follia,
avrei potuto perdere il controllo in qualunque momento, ma avevo un
estremo bisogno di sentirlo di nuovo.
Lasciai
che piccole dosi di aria entrassero nei miei polmoni. L'effetto fu
devastante! Era meglio di come lo ricordassi! Più buono, più
floreale, rinfrescante!
<<
Miele, lillà e sole... >> Mormorò piano, facendomi tornare
alla realtà.
Corrugai
le sopracciglia, che stava dicendo? Non mi pareva che nel romanzo ci
fosse questa frase.
Rimasi
ancora li, fermo e in silenzio.
Diversi
rumori facevano da sottofondo, la sua mano aveva smesso di muoversi,
era ferma. Cosa stava facendo? Sembrava... concentrata.
Avrei
tanto voluto chiederglielo, ma potevo evitare di spaventarla? Forse,
con un po di gentilezza... Sapevo di certo che non le avrei mai fatto
del male. Presi un bel respiro profondo, socchiusi le labbra... e
rimasi immobile. I pensieri dei miei fratelli mi arrivarono chiari e
limpidi, stavano rientrando! Maledizione! Proprio adesso che mi ero
deciso!
Mi
bastò un secondo per scegliere. Con la mia velocità di vampiro,
arrivai davanti a Bella. << Scusami. >> Sussurrai e la
presi in braccio portandola su nella mia stanza, era rigida fra le
mie braccia, il suo cuore sembrava impazzito.
L'adagiai
rapido sul divano in pelle, mi voltai verso la porta e la chiusi a
chiave, come se ce ne fosse stato bisogno.
Tornai
a guardarla, tremava, le mani strette l'una nell'altra, gli occhi
sempre chiusi. Sul volto un cipiglio di paura.
<<
Non avere paura. >> Scandii piano, avvicinandomi.
Lei
indietreggiò, sembrava volesse nascondersi nello schienale del
divano. << E.. Edward... >> La sua voce era bassa e
faticava ad uscire.
La
stavo terrorizzando. Mi diedi del cretino, stavo facendo esattamente
quello che non dovevo fare.
<<
Bella, ti prego, non voglio farti del male. >> Cercavo di
essere suadente, ma sembrava che la mia voce non avesse effetto su di
lei.
Il
suo viso, seguiva il suono della mia voce. Ero affascinato dal suo
modo di fare.
<<
Cosa... >> Deglutì. << Cosa vuoi? >>
Ottima
domanda. Cosa diavolo volevo? Mi sedetti vicino a lei, istintivamente
arretrò verso l'altro lato.
<<
Mi dispiace... non volevo spaventarti. >> Ammisi con amarezza.
Il
suo battito era ancora veloce, ma nonostante questo, Bella non aveva
urlato, non aveva chiesto aiuto. Forse aveva troppa paura...
Qualcuno
abbassò ripetutamente la maniglia della mia porta. << Edward!
Bella! Siete li? >> La voce di mia madre era intrisa di ansia.
Sospirai
amareggiato, possibile che non riuscissi a fare nulla di buono per
evitare di spaventare questa umana?
<<
Si, Esme. Siamo qui. >> Per quanto forzata, la voce di Bella mi
sorprese. Non aveva quella nota di panico che mi sarei aspettato.
<<
Bella! Va tutto bene? >>
Mi
alzai dal divano e con uno scatto veloce aprii la porta, rivelando
dietro di essa, mia madre e i miei fratelli al completo. Entrarono
tutti, preoccupati per la sorte della piccola umana.
<<
Bella. Stai bene?! >> Esclamò Rosalie, prendendo le sue mani
nelle proprie.
Isabella,
sorrise a tutti in maniera rassicurante. << Sto bene, ero qui
con Edward stavamo parlando. >>
Lo
sguardo di tutti fu su di me. << E' vero. >> Confermai
candido come la neve.
Alice
era scettica, lei sapeva, lei aveva visto... << E di cosa
parlavate? >>
<<
Di colori. >> Sorrise ancora Bella. << Edward ha detto
che mi insegnerà a distinguere i colori. >> Le sue guance si
pitturarono di rosso.
Io
avrei fatto cosa?! << Si, giusto. Anzi, potremmo cominciare
subito. >> Proposi.
Bella
si alzò sotto gli occhi della mia famiglia, con passo malfermo tentò
di raggiungermi, allungò le mani in avanti e io, come era successo
il giorno prima, mi sporsi e le presi.
Di
nuovo fui avvolto da quelle sensazioni incredibili.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Sinceramente sono sempre più colpita! GRAZIEEEE!!! A tutte voi che commentate!! Siete davvero troppo carine e gentili!! ^____^ E ovviamente, grazie anche a chi non commenta ma l'ha salvata fra le ficci seguite o fra i preferiti!! ^^ Adesso vi lascio leggere il capitolo! Un bacione grandissimo! Ci vediamo venerdì!
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Capitolo
4
Resistetti
all'impulso improvviso di stringerla forte a me. Non avevo mai
provato delle emozioni così forti prima d'ora. E adesso, con Bella
era già la seconda volta.
La
tenni per mano fino all'uscita della stanza, ero cosciente che tutti
si stavano domandando che cosa stessi facendo, ma sinceramente, avevo
preso le loro voci e chiuse da qualche parte nella mia mente.
Lasciai
andare, con molta fatica, la mano di Bella. Scesi le scale per primo
e attesi che lei facesse lo stesso.
Dal
piano superiore tutti ci osservavano e io mi stavo innervosendo. <<
Andiamo! >> Sbottai, riafferrandole la mano e accelerando un po
il passo.
Mi
sentivo un verme, sapevo che lei faceva fatica a starmi dietro, ma
odiavo essere fissato come se fossi stato un pericoloso criminale!
Oddio, pericoloso lo ero, ma non volevo fare nulla. Almeno, non
adesso... il mio lato più oscuro taceva.
Quando
fummo fuori casa, tirai un piccolo sospiro di sollievo. Avevo ancora
la mano stretta nella sua, la sentivo calda e leggermente tremolante.
Il sollievo provato qualche attimo prima, divenne amarezza. <<
Scusa, ti ho spaventato di nuovo... >>
Allentai
la presa sulla sua mano, la sua invece si intensificò. La guardai
curioso, si stava umettando le labbra, nervosa.
<<
No, va tutto bene. >> Un leggero venticello le stava spostando
i capelli. << Dove andiamo? >>
Mi
riscossi, sembrava che ce la stesse mettendo tutta per non urlare
dalla paura. Bene, se lei voleva fare la coraggiosa, allora io potevo
riuscire ad essere un po più cortese nei suoi confronti.
<<
Facciamo una passeggiata in giardino. >> Modulai la mia voce,
non era più suadente, tanto, non aveva effetto, la resi il più
normale possibile.
Le
sue sopracciglia si aggrottarono. << Non ci sono ostacoli,
vero? >>
Sorrisi,
come se avessi potuto lasciare che cadesse. << No, tranquilla,
non ci sono. >> Mi rilassai, e forse anche lei lo percepì,
perché mi regalò un sorriso gentile.
<<
Ok, allora, mi fido di te. >> Sentenziò abbastanza tranquilla.
<<
Non lascerò che ti faccia del male. >> Mi scoprii ad essere
estremamente sincero. Sapevo che mi sarei sentito un vero schifo se
avessi lasciato che anche solo un misero ramoscello le avesse fatto
qualcosa.
Non
capii se divenne rossa per la frase, che non aveva assolutamente
nulla particolare, o forse per qualcosa d'altro. In quel momento,
avrei tanto voluto leggerle la mente.
Strinsi
con dolcezza la sua mano e cominciammo a camminare tranquilli. Gli
sguardi dei miei famigliari ci seguivano curiosi, ma li ringraziai
nel mio profondo quando capii che non avrebbero interferito.
<<
Posso farti alcune domande? >> Ero curioso, volevo capire molte
cose di lei, del suo modo di pensare e di agire.
Sorrise
gentile. << Certo. >>
<<
Naturalmente non sei obbligata a rispondere. >> Aggiunsi
subito, non volevo essere troppo invadente, dovevo comunque lasciarle
la possibilità di scelta.
<<
Non ti preoccupare. Non ho segreti. Forza, prima domanda. >> Si
stava divertendo, a quanto pare ero riuscito almeno un po a
sbriciolare quel senso di terrore che provava in mia presenza.
Divenni
serio. << Come diventata così? >>
Valutò
la domanda. << Cieca intendi? >>
Annuii
e poi mi diedi dello stupido. << Si. >> Non poteva
vedermi, eppure, lei sembrava così normale.
<<
Sono nata così. Non ho mai visto nulla. >> Rispose tranquilla.
Camminammo
ancora, sentii di provare del dispiacere per lei. << Quanti
anni hai? >>
Sorrise.
<< Diciotto. E tu? >>
<<
Diciassette. >> Tentennai. Chissà cosa avrebbe detto se avesse
scoperto che ne avevo molti di più.
Si
fermò all'improvviso. << Cosa c'è? >> Non capivo,
perché si era fermata?
<<
Edward, posso... guardarti? >> Era incertezza quella nota che
sentivo nella sua voce.
La
guardai confuso. << Cosa intendi... >>
Sciolse
la sua mano dalla mia, allungò entrambe le sue mani e con
delicatezza degna di un colibrì, passò le dita sul mio viso.
Per
un breve attimo credetti di morire sul serio. Dovetti chiudere gli
occhi e prendere seri provvedimenti sul mio corpo affinché rimanesse
immobile.
I
suoi polpastrelli, stavano scivolando piano sul mio volto, passarono
sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sulle guance, sulle labbra. Li
mi sembrò che indugiarono di più, ma forse era solo una mia
impressione.
Quelle
mani gentili passarono sui lati del mio viso, quasi a volergli dare
una dimensione, ed infine, dovetti reprimere un brivido, quando le
sue dita si mossero nei miei capelli.
Mi
sentivo beato, felice... ritornare alla realtà, quando lei tolse le
sue mani, fu un vero inferno. Aprii gli occhi e quello che vidi, mi
piacque tanto, troppo.
<<
Wow... >> Sussurrò piano, molto piano. << Sei... bello.
>> Era completamente rossa.
Non
osai dire nulla, ero ancora troppo sconvolto, sentivo chiaramente
dove le sue dita mi avevano toccato, sfiorato. Il calore era ancora
li, sul mio corpo freddo, gelido.
<<
Edward... >> Mormorò il mio nome titubante.
<<
Sto bene. >> Sussurrai, cercando di riprendere lucidità. <<
E' solo che... mi hai stupito. >>
Bella
abbassò il volto. << Infastidito più che stupito. >>
Sollevò il viso come se potesse vedermi. << Scusami, non lo
farò più. >> Sorrise, ma era falso.
Quello
che mi lasciò ancora più scosso, fu la mia reazione istantanea. <<
No! No... non mi hai dato fastidio. >> Al solo pensiero di non
sentire più quel tocco, quelle emozioni, mi ero sentito male. <<
E' solo stato, strano. >> Ammisi in piccola parte.
Le
sue labbra si allungarono in un sorriso un po più vero. <<
Altra domanda? >> Mi porse ancora la sua mano e attese la mia
presa.
Credo
che in quel momento, fosse il primo sorriso sincero che mi concessi
in quasi ottant'anni. Riprendemmo la nostra camminata tranquilla.
C'era una domanda che mi frullava nella testa, non sapevo se fosse
stato un bene porgliela. Ma io dovevo sapere. << Hai paura di
me? >>
Non
mi resi neanche conto di aver inghiottito un fiotto del mio stesso
veleno. Ero talmente ansioso di conoscere la risposta, che niente
aveva importanza.
La
fissavo in attesa, non interrompemmo la passeggiava, ma lei prese un
piccolo respiro profondo e per un attimo si mordicchiò il labbro
inferiore. Pregai che non si facesse nessun taglietto.
Socchiuse
le labbra, pronta a rispondermi. << No, non più. >>
Respirò ancora a fondo.
<<
Ma all'inizio si, perché adesso no? >> Stavo cercando di non
godermi quella sensazione di sollievo che avevo provato nell'udire la
sua risposta.
Sollevò
il volto al cielo, qualche raggio di sole era spuntato dalle nuvole e
ci stava colpendo. Per fortuna non poteva vedermi. Avrei dovuto darle
parecchie spiegazioni sul mio improvviso brillare.
<<
Perché sai di buono. >> Ammise, leggermente rossa. <<
Tu... hai un buon profumo. Più buono di quello degli altri. >>
E il rosso divenne bordeaux.
Io
sapevo di buono?! << Di cosa profumo? >>
Si
voltò verso di me e avvicinò il suo viso al mio, il suo cuore
volava. La sentii respirare profondamente, poi si allontanò con un
leggero sorriso. << Miele, lillà e sole. >> Ero senza
parole.
<<
Edward, Bella! L'ispettore è arrivato! >> La voce di Alice ci
raggiunse. Era affacciata alla finestra, facendomi segno di sbrigarmi
a rientrare.
<<
Passeggiata finita. >> Mi sorrise gentile.
<<
Già. A quanto pare... >> Non riuscivo a dire nulla di più.
Il
sole si era nascosto ancora dietro alle nuvole, mentre io e Bella
facevamo ritorno a casa.
Per
tutto il resto del giorno, rimasi pensieroso, le parole di Bella mi
tornavano in mente come frecce. Non aveva più paura di me, diceva
che sapevo di buono. E allora, perché io non mi sentivo così?! Mi
sentivo orribile! Fin da quando ero rinato, mi ero sempre considerato
un mostro, e anche adesso, non c'era differenza.
Preso
da una folle idea, corsi nella biblioteca, mi diressi senza indugio
verso gli scaffali contenenti i volumi di medicina di Carlisle.
Afferrai un paio di tomi enormi e cominciai a leggerli. Forse potevo
davvero far conoscere a Bella i colori... forse...
Passai
tutto il giorno li dentro, nessuno osò venire a disturbarmi, forse
Alice aveva avuto delle visioni, magari potevo chiederle di
mostrarmele. Rilessi nuovamente le pagine che avevo trovato più
esaurienti e interessanti. Quando chiusi l'enorme libro, sicuramente
avevo un cipiglio pensoso.
<<
Un cervo per i tuoi pensieri. >> Alice entrò senza permesso,
ma era anche vero che nell'arco di pochissimi attimi, sarei stato io
stesso a chiamarla.
<<
Non riesco a capire. >> Ammisi.
Si
accomodò sulla poltrona vicino a me. << Cosa? Perché ti stai
dando tanto da fare per Bella? >>
Annuii
serio. << Mi serve una visione. >> La fissai, lei stava
dondolando il piede svogliatamente. << In cambio, ti permetto
di rifarmi il guardaroba. >>
Il
dondolio cessò, adesso avevo tutta la sua attenzione. <<
Questo è un ricatto. >> Mi suggerì tranquilla.
<<
No, è un accordo. >> La corressi. Adoravo i nostri giochini
verbali.
Fece
schioccare la lingua. << Io, lo chiamo ricatto. >>
Le
sorrisi sghembo. << Sono bello, simpatico e ricattatore! Un mix
letale! >> Sapevo che mi avrebbe aiutato, il mio umore si stava
risollevando.
<<
Tu sei un idiota letale, il che è ben diverso. >> Mi sorrise
complice e si concentrò.
La
visione mi lasciò alquanto perplesso. Sembrava che tutto sarebbe
andato bene, ma c'era stato un momento, in cui avevo visto una scena
che mi aveva insospettito. << Non mi hai nascosto nulla, vero?
>>
Il
suo sopracciglio scattò in alto. << Con un guardaroba intero
da rifare come ricompensa? Scherzi?! >>
In
effetti, non mi avrebbe nascosto nulla con un'offerta simile.
Bene,
adesso dovevo solo aspettare che sorgesse il sole... eppure,
nonostante tutto, l'immagine che avevo visto di me che leccavo la
mano insanguinata di Bella, mi aveva alquanto scosso.
Quando
le otto scoccarono, salutai con un cenno della testa i miei fratelli,
Rosalie mi stava minacciando in tutti i modi possibili, Alice stava
pensando ai nuovi arrivi delle boutique di Seattle, mentre i miei due
fratelli erano divisi, Emmett... meglio sorvolare, Jasper invece era
cauto. Mi invitava alla prudenza.
Ad
ogni modo, la scelta era mia.
Fu
in quel momento che il telefono di casa squillò, era strano, nessuno
mai ci chiamava. E fra di noi usavamo i cellulari... un orribile
sospetto si fece largo fra le mie membra morte.
Esme
rispose e io, aguzzai l'orecchio.
<<
Pronto?... >>
<<
Esme, sono Bella. >> Il mio sospetto crebbe. Perché ci stava
chiamando? Era successo qualcosa?
<<
Bella, ciao. Ti stavo aspettando. >> Il tono dolce di mia
madre, avrebbe fatto sciogliere anche un ghiacciolo.
<<
Si lo so. Esme, mi dispiace, ma stamattina non posso venire. >>
Sembrava così delusa, io invece mi stavo preoccupando.
<<
Bella, va tutto bene? >> E non solo io a quanto pare.
<<
Si. Charlie è stato chiamato molto presto stamattina. >> Ah!
Era solo per quello! Mi sentii schifosamente sollevato.
<<
Non c'è problema, vengo a prenderti. >> Si propose subito mia
madre.
<<
No, no. Non voglio disturbarti. >> Eh no! Io invece la volevo
vedere. Se le fosse successo qualcosa?! No! Decisamente era meglio
averla sott'occhio.
Presi
le chiavi della jeep di Emmett. << Vado io. >> Dissi
solamente, mentre mia madre mi osservava fra il compiaciuto e il
prudente.
<<
Bella, troppo tardi, Edward sta venendo a prenderti. >>
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Wow! Sono seriamente colpita! Mamma mia quanti commenti!!! GRAZIEEEEE!!!! Siete magnifiche!! *_* Non sapete che gioia!!! Il prossimo capitolo è per lunedì, ma se vedo un po di commenti, può darsi che posti anche domenica XD... dipende da voi! hahaha XD Cattiva che sono! Ora vi lascio leggere! Un bacio!!
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Capitolo
5
Odiavo
la jeep, era lenta rispetto alla Volvo. Comunque, ci misi circa dieci
lunghissimi minuti, ma alla fine, arrivai davanti alla casa
dell'ispettore Swan.
Dovetti
ricordarmi più volte di comportarmi da umano, per quanto fuori dal
centro del paese, l'ispettore Swan aveva dei vicini.
Salii
i tre gradini a passo veloce e suonai alla porta. Ero nervoso, sentii
dei passi strascicati, la serratura scattare e il volto di Bella fare
capolino.
<<
Si? >> Domandò piano.
Non
potei evitare di sorridere. << Prima di aprire la porta,
assicurati che non ci sia un malintenzionato. >>
Sul
suo volto si aprì un sorriso smagliante. << Edward! >>
Si fece da parte. << Vieni dentro. Esme mi ha detto che stavi
venendo a prendermi. >>
Chiusi
la porta dietro di me. Non riuscivo a smettere di guardarla, sembrava
così a suo agio, si muoveva tranquilla, probabilmente aveva imparato
a memoria dove fossero i mobili.
<<
Dammi un momento, devo cercare le scarpe. >> La vidi tastare il
pavimento con un piede.
<<
Che stai facendo? >>
<<
Charlie, ha spostato le mie cose, devo solo trovarle. >> Era
imbarazzata.
Mi
guardai attorno e le notai. << Forse le ho trovate. >>
Feci qualche passo verso il lato opposto della stanza e le presi,
tornai da Bella porgendogliele. << Sono queste? >>
Le
sue mani le presero tastandole con decisione. << Si. >>
Mi sorrise. << Grazie. >>
Presi
un piccolo appunto mentale, mai spostare le sue cose.
<<
Pronta? >> Le domandai gentilmente. L'ultima cosa che volevo
era metterla in difficoltà.
<<
Prontissima! >> Si avviò verso l'uscita, attese che chiudessi
la porta dietro di me e con uno scatto secco della chiave, chiuse
tutto. << Andiamo. >>
<<
Bella, ti devo aiutare. >> Si fermò appena scesi i tre
gradini.
<<
Perché? >>
Le
presi la mano e la condussi verso la jeep. << Senti... >>
Passò
le mani sulla carrozzeria, rendendosi conto della stazza. <<
Accidenti! Che cosa è? >>
Era
divertente vedere la sua espressione di puro stupore. << La
jeep di Emmett. Loro hanno preso la Volvo. >>
Le
ripresi la mano e la allontanai un po dalla vettura, lasciandomi
libero di aprirle la portiera. << Adesso, ti devo prendere in
braccio. >> Sentenziai.
Lei
arrossì ma non disse nulla.
La
sollevai con gentilezza, era leggerissima. La sensazione di calore
che avvertii fece esplodere un vulcano dentro al mio corpo. Possibile
che Bella mi facesse questo effetto?
La
depositai con cura sul sedile, temevo quasi di romperla. <<
Tutto a posto? >> Faticai a pronunciare quella frase, il suo
profumo mi aveva invaso l'animo.
<<
Si. >> Pigolò piano.
Chiusi
la portiera e raggiunsi il mio posto. << Si parte. >>
Accesi il motore che ruggì come un orso. Bella ridacchiò stemprando
il momento, ma c'era una cosa che volevo chiederle... << Bella,
davvero vorresti vedere i colori? >>
Si
girò verso di me, sul suo volto, c'era stupore e anche... dolore. <<
Mi piacerebbe, ma non sono nata ieri. E' impossibile. >>
Sorrise amaramente.
<<
Dammi una possibilità, fammi provare. >> Fermai il fuori
strada davanti a casa mia e mi voltai completamente verso di lei.
Corrugò
le sopracciglia in una posa riflessiva. Ci mise almeno mezzo minuto
buono prima di rispondermi, e quando lo fece, mi sentii bene. <<
Va bene. Ma solo una prova. >> Sentenziò.
<<
Grazie. >> Si stava fidando di me. Non so il perché e non
volevo neanche saperlo, ma questa cosa non solo mi piaceva, mi faceva
stare bene.
Esme
ci stava osservando sulla porta, scesi e aiutai Bella a fare
altrettanto.
<<
Bella! Ho appena sentito tuo padre, rimarrai da noi anche a pranzo.
>> Se Bella avesse potuto vederla... Esme sprizzava felicità
da tutti i pori! Adorava cucinare.
<<
Non so cosa dire. Non vorrei essere di peso... >> Si tolse la
giacca, affidandola a mia madre.
<<
Non pensarci neanche! E poi, finalmente qualcuno che farà onore ai
miei piatti. >>
Mi
avvicinai ad entrambe. << Io e Bella andiamo fuori, le ho
promesso di farle vedere i colori. >>
Lo
sguardo di Esme fu impagabile, ma la vidi sciogliersi, quando notò
che Bella aveva afferrato la mia mano e che io la stavo stringendo.
La
portai con me fuori, nel giardino che Esme aveva sistemato il giorno
prima, adesso, nel centro c'era un bellissimo gazebo in ferro
battuto, le pareti di stoffa morbida creavano una piccola intimità.
<<
Accomodati. >> Le dissi, lasciandola cadere morbidamente sul
grande pouf bianco.
<<
Sono sinceramente curiosa, come pensi di far vedere ad una cieca i
colori? >> Si arrotolò le maniche del maglioncino su fino ai
gomiti.
<<
Abbi un po di fede. >> Replicai, prendendo una ciotola
contenente delle piccole candele profumate, poi afferrai un vaso
contenente delle piccole rose bianche. Mi inginocchiai davanti a lei
e cominciai il mio piccolo esperimento. << Adesso, fai
esattamente quello che ti dico. >>
Annuì,
prese un bel respiro e attese.
<<
I colori, sono caldi o freddi. >> Cercai di selezionare le
parole giuste per farle capire la differenza. Presi il vaso contente
le rose e lo misi davanti a lei, con la mano libera, afferrai la sua
e la portai verso quei piccoli boccioli. << Toccali. >>
Lo
fece, quasi con reverenza. << E' morbido. >> Sussurrò,
sembrava emozionata.
<<
Si. E che altro? >> La spronai.
Continuò
a toccarla. << E' liscia, fresca. >>
<<
Giusto, è una rosa bianca. Il bianco è un colore freddo. >>
Presi la ciotola con le candele e ne accesi una.
<<
Che stai facendo? >> Si agitò un pochino.
<<
Tranquilla... Adesso, dammi la mano. >> La presi nella mia,
cercai di stare il più attento possibile. << Cosa senti? >>
<<
Caldo, il fuoco. >> Sorrise.
<<
Il fuoco, è rosso. >> Le dissi, sperando che cominciasse a
capire il mio metodo. E forse si, l'aveva capito. Soffiai sulla
candelina spegnendola.
<<
Credo di aver capito. >> Mormorò con un lieve sorriso.
Mi
concessi di sorridere, finché le sue mani non raggiunsero il mio
viso. Mi lasciai toccare, il ricordo del giorno prima tornò
prepotente, così come le sensazioni che si stavano sviscerando
dentro di me. << Tu sei bianco. >> Disse tranquilla,
lasciandomi impietrito. << E profumi di buono. >>
Continuò come se nulla fosse, mentre io cercavo di essere
ragionevole. Non poteva vedermi, perciò, non poteva neanche
minimamente immaginare cosa fossi in realtà.
<<
La prima volta che ho sentito il tuo profumo, è stato sulla mia
sciarpa. >> Ammise, facendo colorare le sue guance di rosso.
Buffo!
Lo stesso era successo a me. << Perché me l'hai regalata? >>
Era davvero mia questa voce roca?
Spostò
lievemente il viso di lato, avevo notato che lo faceva quando era in
imbarazzo. << Bé, diciamo che non è proprio un regalo... è
più un prestito. >>
Mi
venne in mente una folle idea. Poteva essere che lei, come me,
volesse imprimere il mio odore su quel piccolo fagotto?!
I
passi, per quanto silenziosi, di mia madre, mi distolgono dai miei
pensieri. Scivolo via dalla presa di Bella, e in quel momento, il
profumo di brioches appena sfornate arriva sotto il mio naso,
disgustoso per me, ma invitante per lei.
<<
Bella, ho pensato che volessi fare colazione. >> Aprii la
tenda, permettendo ad Esme di entrare con il suo piccolo vassoio,
carico di leccornie per lei.
<<
Esme, non dovevi disturbarti... >> Ma la sua pancia, diede il
segnale che quel disturbo era più che gradito.
Presi
un pouf anche per mia madre e la invitai a sedersi con noi. Bella
stava assaporando con delizia i dolci fatti in casa. << Sono
buonissimi. >> Esclamò addentandone un altro.
<<
Mi fa piacere. >> Oh Edward, sono così felice. Non la trovi
deliziosa!?
Annuii.
Non potevo fare altro, perché mi stavo rendendo conto che Bella, non
era solo deliziosa, era particolare. Presi il bicchiere contenente la
spremuta d'arancia, con l'altra mano gentilmente presi la sua nella
mia, conducendola verso la bevanda.
Era
divertente guardare un essere umano mangiare.
<<
Allora, come va con i colori? >> Domandò mia madre, curiosa.
Sospirai.
<< Diciamo bene, per adesso stiamo distinguendo i colori caldi
da quelli freddi. >>
Bella
si unì alla nostra piccola discussione. << Il rosso è caldo,
come il fuoco. E il bianco, è freddo, come... >> Per un attimo
ebbi il terrore che dicesse il mio nome. << ...come la neve. >>
Sorrise entusiasta.
<<
Oh bene, sembra che ve la stiate cavando, dopotutto. >> Si
complimentò felice per me. Vedevo chiaramente quanto gongolasse di
gioia nel vedermi così premuroso con Bella.
<<
Si, Edward è un ottimo insegnante. >> Le sorrise gentile
Bella.
La
scintilla che vidi negli occhi di Esme, era ovviamente di stima nei
miei confronti. Mi stavo comportando più che bene, rispetto a come
avevo iniziato la mia conoscenza con Isabella. Se ci pensavo, mi
sentivo ancora un verme...
<<
Oh, ne sono sicura. Edward è molto bravo, e molto modesto. >>
Mise una sua mano sulla mia spalla. Anche se non era la mia vera
madre, era come se lo fosse. Il suo affetto per me era sincero, come
il mio per lei.
Chiacchierammo
per altro tempo, non mi ero mai sentito così rilassato in tutta la
mia vita, stavo bene, sia con me stesso che con loro. Anche Esme,
l'aveva notato, non faceva altro che pensare a quanto fossi diverso
da prima. Le sembravo speranzoso...
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Come promesso, visti i commenti, aggiorno adesso anziché lunedì ^^ Godetevi il capitolo e buona domenica a tutti!
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Capitolo
6
Il
pranzo fu un altro spettacolo. Esme si era data davvero da fare e
Bella aveva apprezzato tutto. Mi sentivo felice, per la prima volta
dopo tutto questo tempo, mi sentivo bene.
I
miei fratelli e sorelle, tornarono da scuola nel pomeriggio. Alice
non vedeva l'ora di passare del tempo con Bella. Capii che per questa
giornata non potevo pretendere di avere del tempo extra da passare
con lei da solo.
Ad
ogni modo, questo mi diede modo di riflettere. Volevo passare più
tempo con Bella, e per farlo dovevo sfruttare soprattutto le mattine,
perché poi ovviamente, le mie sorelle avrebbero voluto averla a loro
disposizione per il resto della giornata.
Naturalmente
non la persi di vista neanche un momento. Era impressionante vedere
come riusciva a sopportare bene quelle pazze di Rose e Alice, perfino
Emmett ne era rimasto colpito.
L'ispettore
Swan suonò alla nostra porta verso le cinque del pomeriggio. <<
Buona sera, Esme. >>
<<
Charlie, prego, entri pure. >> Lo fece accomodare mia madre.
Tutti
noi eravamo in salotto seduti sul tappeto, ero riuscito ad
accaparrarmi un posto vicino a Bella, ogni tanto mi avvicinavo al suo
orecchio sussurrandole aneddoti imbarazzanti dei miei fratelli.
La
sua risata cristallina riempiva la casa, suo padre rimase
piacevolmente colpito, vidi con chiarezza nella sua mente quanto gli
faceva piacere vedere sua figlia così felice.
<<
Charlie, perché non rimanete con noi a cena? Ci farebbe piacere. >>
Esme era sempre così gentile, anche se poi, avemmo dovuto trovare
una scusa per il fatto che noi non avremmo toccato cibo.
<<
Oh no, vi ringrazio. Questa sera, abbiamo degli ospiti. >> Si
scusò Charlie, e io affinai l'udito.
Il
volto di mia madre esprimeva comprensione. << Ma certo, volete
che vi prepari qualcosa? >>
<<
Davvero, non disturbatevi. Di solito portano loro qualcosa dalla
riserva. >>
Riserva?!
Ho capito bene?... Al diavolo! Mi immersi nella mente del padre di
Bella e scoprii con orrore chi fossero gli ospiti; Billy e Jacob
Black, i Quileutes.
Avrei
dovuto lasciare Bella in balia di due licantropi? Ma neanche per
idea!
<<
Bella, andiamo. Billy e Jacob staranno per arrivare. >> La
chiamò suo padre.
Il
volto di Bella non esprimeva gioia, l'aiutai ad alzarsi e le porsi la
sua giacca. << Non ti piace l'idea di avere ospiti? >>
Mormorai piano, in modo che Charlie non ci sentisse.
<<
No, non mi piace l'idea di avere loro per ospiti... >> Sbuffò
contrariata.
Non
riuscii a trattenermi. << Perché? >> La mia voce aveva
un qualcosa di vellutato in quel momento, mentre l'accompagnavo alla
porta.
<<
Non mi fido. Jacob mi sembra sempre troppo possessivo nei miei
confronti. Mi mette, paura. >> Ammise, capii che ne era davvero
spaventata.
Sentii
una parte di me lacerarsi, quando si allontanò. Scacciai quella
sensazione. Sapevo di dover attendere almeno un po... e quando l'ora
mi parve buona... << Vado a caccia. >> Annunciai.
Stavo
mentendo a tutti loro, ma sinceramente non mi importava, il mio
obbiettivo era semplice; assicurarmi che Bella stesse bene. Veloce,
forse anche più del solito, raggiunsi la sua casa. Erano già
arrivati, sentivo i loro pensieri. Vedevo Bella attraverso le loro
menti, era li, composta, con un sorriso tirato. Non era la stessa
persona che aveva passato con me e la mia famiglia una splendida
giornata. No, questa era una Bella chiusa in se stessa.
Quasi
ringhiai, quando quel ragazzo si avvicinò troppo a lei. Non potevo
entrare da loro e portarla via, dovevo essere paziente... se fosse
stato necessario, avrei anche sfondato i muri per proteggerla. Buffo
a pensarci bene, fino al giorno prima ero io che l'avevo spaventata a
morte, e adesso invece, mi scoprivo smanioso di proteggerla, non
avrei sopportato che qualcuno o qualcosa le facesse del male.
Attesi
ancora, nascosto nell'oscurità della notte. Bella era tesa, Charlie
sembrava tranquillo, stavano parlando di andare a pesca il giorno
dopo. Ottimo! Avrei avuto la possibilità di avere Bella a mia
disposizione tutto il giorno!
<<
Potrebbe stare con Jacob alla riserva... >> Propose Billy.
Cosa?!
NO! Assolutamente no!
A
quelle parole, il viso di Bella espresse una lieve angoscia. No,
quello era decisamente il momento di intervenire. Afferrai il mio
cellulare e composi il numero di casa Swan. Uno, due, tre squilli...
<<
Pronto? >>
<<
Ispettore Swan? Sono Edward Cullen. >> Vedevo Charlie con in
mano la cornetta.
<<
Edward >> Sembrava stupito di sentirmi. << Come mai mi
chiami, è successo qualcosa? >>
Cercai
di tranquillizzarmi. << No, è solo che le mie sorelle si
domandavano se Bella poteva rimanere con noi domani, tutto il giorno.
>> Calcai sulle ultime parole.
<<
Domani? Non so, aspetta che te la passo. >> Allontanò
dall'orecchio la cornetta. << Bells, al telefono, è Edward. >>
Non
sfuggì ne a me, ne a Jacob il sospiro di sollievo che fece Bella. <<
Pronto. >>
Che
sollievo sentire la sua dolce voce. << Bella, sono Edward. >>
Sorrisi come un idiota.
<<
Ciao. >> Sorrise anche lei al nulla. Gli occhi scuri di Jacob
non la lasciavano. << Di cosa volevi parlarmi? >>
<<
Domani, ti va di passare con me tutto il giorno? >> Ero
ansioso, con lei non avevo specificato niente delle mie sorelle, io
volevo sapere se lei voleva passare del tempo con me.
Il
sorriso più dolce del mondo si aprì sul suo viso. << Si. A
che ora passi? >>
Dentro
di me, i fuochi d'artificio scoppiarono in simultanea. << A che
ora esce Charlie? >>
Corrugò
le sopracciglia. << Credo alle quattro. >>
<<
Bene, sarò li alle sette. >>Sentenziai, anche se in realtà,
quella notte, non mi sarei mai mosso da li. L'avrei sorvegliata, non
mi piacevano i pensieri di quel cane.
Quando
Bella tornò in salotto e spiegò a suo padre che il giorno dopo
sarebbe stata dai Cullen, come ovvio, i due Quileutes si
innervosirono, parecchio. Erano palesemente contrari al fatto che
Bella ci frequentasse. Inorridirono, quando Charlie gli rivelò che
sua figlia passava con noi tutte le mattine.
Quasi
spezzai l'albero dove ero seduto, quando Billy disse a Charlie di non
portarla più da noi, da me! << Charlie, è più al sicuro da
noi nella riserva! Jacob la controllerà e... >>
<<
Io non sono un cane! Non devo essere controllata! >> Esplose ad
un certo punto Bella, arrabbiata. << Sarò anche cieca, ma non
ho bisogno di essere controllata! I Cullen sono gentili, mi trattano
bene! Edward è dolce... gentile, premuroso. Non mi ha mai fatto
pesare la mia presenza... al contrario di voi stasera, lui e la sua
famiglia mi hanno trattata normalmente. >> Finì con un tono di
voce mortalmente basso. Respirò piano per calmarsi. Li odiavo, come
potevano trattala così?! << Scusatemi, vado in camera mia. >>
Si
alzò, lasciando tutti gli altri di sotto. Charlie stava pensando
seriamente di prendere la pistola dalla sua fondina e di sparare
nelle gambe di quei due.
Non
mi diedi pena di ascoltare ancora i loro discorsi, entrai in camera
di Bella dalla finestra e li rimasi in silenzio, immobile, aspettando
il suo arrivo.
Quando
la maniglia della sua porta si abbassò trattenni il respiro, Bella
entrò in camera con il volto spento, triste. Avrei volentieri
staccato a morsi la testa di quei due maledetti cani!
Chiuse
con garbo la porta dietro di se e si lasciò andare ad un lungo
sospiro. Quando vidi cadere un paio di lacrime sulle sue guance,
avrei tanto voluto abbracciarla e consolarla.
Avanzò
qualche passo sicura verso il letto, prese dei respiri profondi per
trattenere il pianto che minacciava di uscire, ad un certo punto si
fermò. Immobile. Il suo cuore aumentò lievemente il battito.
Sollevò di scatto il volto. In quel momento, mi sarebbe davvero
piaciuto vedere il colore dei suoi occhi. Chissà di che tonalità
erano. Scrollò le spalle, probabilmente cercando di rilassare un
pochino i muscoli.
Si
chinò tastando con la mano il suo comodino, notai che c'era
appoggiato il libro in Braille, lo afferrò e si sdraiò incrociando
le gambe. Sembrava che Bella si fosse messa in versione relax.
Sfogliò qualche pagina, tastando con i polpastrelli i puntini che
componevano le parole, sembrò soddisfatta quando trovò il testo che
voleva.
Passò
in quel modo il resto della sera, l'unico rumore nella sua stanza
erano le sue dita che scivolavano sulle pagine leggermente ruvide e
il suo respiro. Ancora mi domandai perché non potessi leggerle nella
mente... era maledettamente frustrante.
Mi
voltai quando decise che era giunto il momento di cambiarsi, sentii
un fiotto di veleno inondarmi la gola quando la stoffa dei suoi
vestiti cadde a terra. Nonostante la stanza fosse completamente buia,
la mia vista, più che perfetta, mi avrebbe dato modo di vedere
chiaramente il suo corpo. Ma non era giusto nei suoi confronti.
Tornai
a fissarla, solo quando sentii il suo peso tornare sul materasso e la
coperta venire tirata, azzardai una breve occhiata e mi rilassai.
Bella era tranquilla sotto la coltre di coperte. Stringeva fra le
braccia un peluche rosa. Dormiva? Ascoltai il suo cuore, batteva
regolare, piano, scandiva ogni secondo del tempo. Cautamente mi
avvicinai. Era così indifesa e tenera. Spostai una ciocca dei suoi
capelli lontana dal suo viso.
<<
Buona notte, Bella. >> Le sussurrai piano, sapendo che comunque
non mi avrebbe sentito.
<<
Anche a te. >> Sussurrò invece lasciandomi impietrito.
Gelato
in quella posizione, la guardai, eppure, il suo battito era
tranquillo, il suo respiro regolare. Me lo ero immaginato?
Inghiottii
a vuoto. << Bella, sei sveglia? >>
Un
sospiro profondo e poi... << Direi di si. >>
Oh
merda... e adesso? << Scu.. scusa, pensavo dormissi. >>
Balbettai. Accidenti che idiota!
Sul
suo viso non comparve il solito sorriso che l'aveva caratterizzata in
questi giorni. << Come hai fatto ad entrare? >> Si mise
seduta con la schiena appoggiata al muro.
Che
fare? Dovevo dire la verità? Tanto non aveva il senso dell'altezza,
non poteva sapere quanto alta fosse in realtà la sua stanza. <<
Dalla finestra. >> E dopo averlo detto, mi diedi di nuovo del
cretino. Adesso avrebbe pensato che probabilmente ero un pazzo
maniaco. Bravo Edward, sempre meglio!
Invece,
Bella mi sorprese, non disse nulla, si limitò a sospirare e io,
preso da un impulso improvviso ripresi a parlare. << C'è
qualcosa che non va? >> Sapevo benissimo cosa, ma forse per lei
sarebbe stato meglio parlarne...
Appoggiò
la testa al muro, il viso rivolto al soffitto. << No, nulla. >>
Rispose con voce stanca.
<<
Sai, pensavo che ti mettessi ad urlare al maniaco, invece, sembra che
non ti importi che io sia entrato mentre in teoria stavi dormendo. >>
Le dissi, esprimendo i miei pensieri.
<<
Io credo invece che tu sia qui da prima. >> Mi disse
prendendomi ancora una volta impreparato. << Quando sono
entrata, ho sentito il tuo profumo. >>
Tradito
dal mio odore! Grandioso! Bella non era da sottovalutare.
Rimanemmo
in silenzio per qualche attimo, non mi piaceva vederla così triste,
non era da lei. E ancora mi assalii la rabbia verso quei due
maledetti!
Mi
sedetti accanto. << Fatti un po in la. >> Le dissi,
appoggiandomi al muro nella sua stessa posizione. Eravamo spalla
contro spalla. Interessante, dubito che qualche altro vampiro si
fosse mai ritrovato in questa situazione. << E questo cosa
sarebbe? >> Domandai afferrando un cosino dal suo letto
Bella
abbassò il volto verso di me e allungò le mani, tastando quel
cosetto rosa. << E' la mia migliore amica. >> Rispose
riappropriandosi del pinguino di peluche morbidoso. << Edward,
questa è Dodo. Dodo, questo è Edward. >>
Ridacchiai,
Bella era così innocente. Decisi però di stare allo scherzo. <<
Ciao Dodo. E' un vero piacere conoscerti. >> E schioccai un
tenero bacino al pinguino rosa.
Isabella
ridacchiò. << Così la farai imbarazzare. >>
<<
Oh perdonami Dodo. Magari un giorno ti compro un pinguino maschio...
Così Dodo non sarà più sola. >>
Il
sorriso che Bella fece fu abbagliante. << Oh si! E lo
chiameremo Chirs! >>
Finalmente
un sorriso. Ero fiero di me, mi sentivo un po idiota ma almeno lei
era tornata a sorridere. << E' bello vederti sorridere. >>
E
il rossore inondò le sue guance, rendendola più che deliziosa.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Salve a tutti! Wow! Devo dire che sono sempre più felice che questa storia vi piaccia! Non c'è che dire! ^^ Il nostro caro Edward si sta sciogliendo un po alla volta... direi che la nostra Bellina lo sta attirando a se come le api con il miele! Vi lascio leggere anche questo capitolo, sono curiosa di sapere se vi piace anche questo ^^ Un bacio e come sempre, buona lettura! Goten^^
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Capitolo
7
Chiacchierammo
per ore e ore, Bella era una continua sorpresa. Non solo non mi aveva
urlato contro, dandomi del maniaco, ma aveva addirittura capito che
ero già presente nella sua stanza! Decisamente di umano aveva poco
questa ragazza. E con questo pensiero mi trovai a sorridere.
Rimasi
a guardarla mentre dormiva tranquilla, per tutta la notte, o meglio,
quasi tutta, dato che suo padre era venuto ad accertarsi che Bella
stesse bene, io ne avevo approfittato per uscire e andare a cacciare
un po. Non mi ero allontanato di molto, ma almeno potevo stare
tranquillo in sua presenza.
Il
sole fece capolino fra le nuvole, erano quasi le sette, io stavo
aspettando fuori sotto il portichetto. Charlie era uscito giusto alle
quattro.
Non
aveva ancora perdonato del tutto Billy e suo figlio. Io, sapevo solo
che non avrei mai voluto averli sulla mia strada o li avrei uccisi!
Bussai
alla porta, attendendo che il piccolo fiore di primavera venisse ad
aprirmi. Sentii distintamente diversi rumori e poi anche un <<
Ahi! >> .
Bussai
nuovamente. << Bella, sono Edward. Tutto bene? >>
Ci
mise qualche secondo a rispondermi. << Solo un attimo... credo
di essermi tagliata. >>
Merda!
Trattenni il fiato ed entrai. << Bella, dove sei? >> Si
era fatta male? Come aveva fatto?
<<
Sono in cucina, Edward. >> La sua voce era leggermente agitata.
Entrai
e vidi che teneva in bocca il dito indice.<< Che succede? >>
Nell'altra mano reggeva
la
scatola di cereali.
<<
Mi sono tagliata con la scatola. >> Sbuffò, tornando a
succhiare il dito.
Per
fortuna, sembrava che il danno non fosse grave, sbuffai divertito. <<
Sei pericolosa, sai. >> Se fosse stato necessario, avrei anche
potuto bagnare la sua ferita con la mia saliva, da quello che sapevo
avrebbe cicatrizzato subito il taglio, ma sarebbe stato pericoloso
per il mio autocontrollo...
Andò
verso il lavello, appoggiò la scatola li accanto e con la mano sana,
scivolò tastando i vari pomelli, finché trovò quello dell'acqua.
Sfilò il dito dalla bocca e lo mise sotto il getto. Vidi chiaramente
qualche goccia uscire, ma venne portata via dal getto fresco.
<<
Mi passi l'asciugamano, per favore? >>
La
guardai mentre avvolgeva la mano in quella stoffa bianca. <<
Non ti sembra di esagerare, era solo un taglietto. >> Le feci
notare. Non sarebbe di certo morta dissanguata per quello.
Cercai
di calmarmi, non stavo respirando, perciò non potevo sentire nulla.
<< Posso? >> Le chiesi gentilmente. Afferrai la mano
incriminata e la tolsi dal suo enorme bozzolo bianco di cotone. Il
taglietto aveva smesso di sanguinare. Sospirai di sollievo. <<
E' a posto, non perderai il dito. >> La derisi un pochino.
<<
Scemo. >> Mormorò dandomi una leggera pacca sulla spalla.
Mi
piaceva quella piccola intimità che si era creata fra di noi. Era
rilassante, come se ci conoscessimo da una vita. << Allora, sei
pronta per andare? >>
<<
Prontissima. >> Il piccolo sorriso sulle sue labbra era
confortante.
Aprii
la porta attendendo che uscisse e dopo aver chiuso tutto, ci avviammo
per il vialetto.
<<
Allora, con che macchina andiamo? >> Mise le mani nella tasca
della giacca.
<<
Oggi niente macchina, facciamo una bella passeggiata a piedi. >>
Annunciai.
Si
bloccò con entrambe le sopracciglia sollevate in una muta domanda.
<< Scherzi? >>
Mi
fermai accanto a lei. << Affatto. >> Ero serissimo.
<<
Edward, sono cieca, non saprei neanche dove mettere i piedi. >>
Cominciò a dire, ma la fermai mettendole un dito sulle labbra.
<<
Sei con me, fidati. >> Non potevo evitare di guardarla, era
davvero uno spettacolo degno di nota il suo viso.
<<
Mi fido di te. >> Ammise a bassa voce con il rosa sulle guance.
E
io non potei evitare di sorridere contento. << Bene, non
lascerò che tu ti faccia male, Bella. >>
Mugugnò
un ok stiracchiato. << Adesso, dammi la mano. >>
Sollevò
la sua mano bianca e io la unii alla mia. Non so il perché, ma
intrecciai le dita con le sue. Il suo battito veloce, il suo viso
arrossato per l'emozione mi resero quasi completo, in quel momento.
Cominciammo
la nostra passeggiata nel silenzio più totale.
<<
Non sono mai entrata nel bosco. >> Ammise Bella, titubante.
<<
Oh, è molto affascinante. Verde, verde, verde e ancora verde. >>
Le dissi.
<<
Oh si, davvero molto affascinante. >> Sorrise, cogliendo
l'ironia.
Gli
unici rumori erano dettati dai nostri passi. << Raccontami un
po di voi, siete di Forks? >>
L'aiutai
a scavalcare una roccia in mezzo al sentiero. << No, veniamo da
Denali, Alaska. >>
<<
Davvero? Com'era? >> Domandò sinceramente curiosa.
<<
Bianco, freddo e bagnato. >> Risposi sintetico.
Bella
ridacchiò scuotendo la testa. << Bello... avevi degli amici?
>>
Ripensai
al clan di Denali, alle avance di Tanya e alle sue sorelle. <<
Si, eravamo ospiti di una famiglia, possiamo considerarli quasi dei
parenti alla lontana. >> Ammisi una mezza verità, era la cosa
migliore che potevo fare. << Tu invece? >> Le domandai,
sorreggendola in un attimo di precario equilibrio.
<<
Io ho sempre vissuto a Phoenix, con mia madre. Non avevo molti amici.
Per lo più erano dei semplici conoscenti. >> Mi mettevano
tristezza le sue parole, ma non c'era traccia di amarezza nella sua
voce.
<<
E come sei finita qui a Forks? >> La curiosità che provavo nei
suoi confronti sembrava si stesse allargando come un a macchia di
olio sulla strada.
Corrugò
le sopracciglia. << Bé, mia madre si è risposata... diciamo
che le serviva il suo spazio. >>
Ero
incredulo. << Lei ti ha mandato qui?! >> Anche la mia
voce stava suonano un tantino alterata.
<<
No, no. >> Si affrettò a dire. << Le ho chiesto io di
venire qui. Mi sembrava giusto nei suoi confronti. >>
La
osservai attentamente, sembrava così sincera. Poi, una richiesta si
affacciò prepotente nella mia mente e non riuscii a non dirla. <<
Apri gli occhi. >> Le sussurrai, fermandomi in mezzo alla
foresta.
Il
volto di Bella si girò verso di me, con una smorfia strana sul viso.
<< Cosa dovrei fare? >>
Sfilai
la mano dal nostro intreccio e le sollevai il viso gentilmente. <<
Apri gli occhi, per favore. >>
<<
E' una richiesta strana, io non... >> Era titubante, il suo
cuore stava accelerando il battito.
<<
Ti prego, Bella. >> Non avevo mai pregato nessuno in tutta la
mia vita. Ma volevo vedere quegli occhi!
Quasi
trattenni il fiato, quando vidi un lieve tremolio nelle palpebre di
Bella e poi... affogai in due occhi profondi e scuri. Una parte di me
registrò il viso di Bella con gli occhi aperti, era la visione più
incantevole che avessi mai visto. Quegli occhi castani, così
profondi, espressivi... non mi sembrava possibile che non potessero
vedere! Era assurdo! Perché?
<<
Sono bellissimi. >> Le sussurrai, con quella poca voce che
riuscii a tirare fuori. << Grazie per avermeli mostrati. >>
Il mi pollice accarezzò dolcemente la sua guancia rossa.
<<
P..prego. >> Balbettò. Sapevo che la mia voce poteva irretire
un essere umano, ma con Bella, sapere di essere la causa della sua
confusione, era una piccola gioia personale.
Ci
fu un cambiamento nell'aria, quasi impercettibile, ma bastò per
mettermi in posizione di difesa. Mi voltai rapido e scrutai sia con
gli occhi che con la mente la foresta << Bella, adesso, non ti
muovere. Hai capito!? >> Sussultò per il mio cambiamento
improvviso.
<<
Edward, che succede? >> Mormorò con una lieve stonatura nella
voce.
<<
Ferma! Non muovere un muscolo! >> Le ordinai, odiandomi
profondamente, ma non potevo permettere che le succedesse qualcosa.
La cosa che mi stupii, è che Bella fece esattamente quello che gli
avevo detto.
Mi
portai davanti a lei, l'avrei difesa, non c'erano dubbi. <<
Vieni fuori. >> Sibilai al nulla, ma sapevo che qualcuno
c'era... un vampiro. << Bella, qualunque cosa succeda, non
muoverti. Hai capito!? >>
Il
suo respiro era notevolmente accelerato, la sentii pigolare un <<
Si. >> e a quel punto, mi mossi in avanti alla mia normale
velocità... Eccola! Una folta chioma rosso fuoco correva davanti a
me, zigzagava fra gli alberi. << Fermati! >> Le ordinai.
Rimasi
colpito, quando si bloccò improvvisamente, voltandosi verso di me.
Aveva gli occhi rossi. Scrutai nella sua mente, non volevo perdere
tempo con le sue risposte, probabilmente false. Mi sentivo in ansia
per Bella, l'avevo lasciata sola. << Chi sei? >>
<<
Mi chiamo Victoria, e tu mi sei d'intralcio con la mia cena. >>
Fredda e risoluta, ma non fu quello a spaventarmi, no... nella sua
mente, c'era un pensiero fisso per qualcuno, un vampiro, biondo,
occhi rossi e sguardo da assassino; James. Continuava a ripetere
questo nome nella sua mente, la vampira.
Inorridii,
quando capii che quel qualcuno, in questo momento era con... Un
ruggito e poi un urlo mi gelarono il veleno in gola. Bella! <<
No! >>
Non
persi altro tempo, cominciai a correre verso di lei, come potevo
essere stato tanto stupido da lasciarmi distrarre?!
Quello
che vidi, rischiò seriamente di uccidermi. Bella era a terra, un
profondo taglio lungo tutto il braccio sanguinava copiosamente,
inginocchiato davanti a lei, stava il vampiro che avevo visto nella
mente di Victoria.
Non
gli lasciai nemmeno il tempo di sollevarsi, corsi contro di lui,
scaraventandolo contro un albero. Il suo ruggito si sentì per tutto
il bosco. << Non le farai del male! >> Sibilai contro di
lui.
Ero
furioso! Dannatamente arrabbiato!
Dietro
di me, sentii il rumore di passi veloci. Merda! Victoria stava
arrivando. << Bella, riesci a muoverti? >> Stavo tenendo
James con entrambe le mani.
<<
Ed.. Edward... >> Respirò affannosamente. << Si. >>
Non
mi piaceva quello che stavo per fare, ma non avevo altra scelta,
l'avevo visto nelle loro menti, avrebbero cercato Bella per
ucciderla. Volevano il suo sangue. << Tappati le orecchie! >>
Aspettai
solo un secondo, e poi mi avventai su di lui, il suono del suo
ruggito, venne sostituito da quello agghiacciante delle sue membra
che venivano spezzate da me.
<<
No! >> Ruggì invece furiosa la voce dell'altra vampira. Mi
arrivò alle spalle, staccandomi dai resti del suo compagno.
Altri
rumori di lotta e alla fine, lo stesso agghiacciante rumore di membra
che si spezzano. Sapevo che dovevo dargli fuoco, ma non avevo niente
li con me...
Presi
il cellulare dalla tasca dei pantaloni. << Alice.. >>
<<
Ho visto, sto arrivando! >>
L'odore
del sangue di Bella era forte, chiusi il cellulare e mi avvicinai a
lei. Cercai di misurare i miei movimenti, le posai con calma le mani
sulle sue... sobbalzò. << Bella, sono io... è tutto finito...
>> Il suo piccolo cuore batteva ancora velocissimo. <<
Calmati, è finita... è finita... >>
Mi
abbracciò di slancio, trasformando i suoi respiri in singhiozzi. <<
Edward... ho avuto paura... >>
L'abbracciai,
sentii sulle mie mani il suo sangue. << Bella, aspetta. Hai
qualcosa, un fazzoletto... >> Scosse nervosamente la testa e il
suo sangue continuava ad uscire.
Sperai
vivamente che Alice arrivasse alla svelta. << Non muoverti. >>
Le sussurrai piano, avvicinandomi con il volto. Sentii la sua pelle
rabbrividire quando posai le mie labbra sul suo braccio e la mia
lingua fredda seguire quella cicatrice, leccai via il sangue, la mia
saliva cicatrizzò il resto. Ero in paradiso! Quello era senza dubbio
il sangue più buono che avessi mai assaporato in tutta la mia lunga
vita.
<<
Edward! Sono qui! >> La voce di Alice mi riscosse. La sentii
armeggiare con l'accendino e dare fuoco ai loro resti. << Come
sta? >> Domandò senza mai togliere gli occhi dal falò
<<
Sto... bene. >> Rispose Bella, con un filo di voce. <<
Che cosa erano? >>
Guardai
Alice e poi Bella. << Mostri. >> Risposi solo, mentre
prendevo Bella in braccio e con Alice accanto correvamo via da quel
posto.
Quando
arrivammo a casa, Esme e Carlisle ci vennero in contro, Alice l'aveva
avvisati con il cellulare.
<<
Bella! Come stai? >> Liberai Bella dalle mie braccia,
depositandola sulla poltrona del salotto, pensavo di allontanarmi, ma
la presa delle sue mani sulla mia giacca mi fermò.
<<
Non lasciarmi. >> Mormorò debolmente, lasciai che le nostre
dita si intrecciassero di nuovo, mentre mio padre prendeva con
gentilezza l'altro braccio per esaminarlo.
<<
Hai perso molto sangue, Bella. Esme, preparale una cioccolata con
molti zuccheri. >> Sentenziò Carlisle, poi si rivolse a me. <<
Hai fatto un ottimo lavoro, Edward. >> La sua mano sulla mia
spalla mi infuse la sua ammirazione.
Esme
arrivò poco dopo con una tazza fumante di cioccolata e panna.
Anche
se di malavoglia, Bella liberò la sua mano dalla mia presa, afferrò
la tazza e cominciò a bere, senza storie. Che diavolo! Come poteva
essere che all'improvviso sentissi il sapore del cioccolato?
Ero
immobile, gli occhi spalancati per lo stupore, eppure... eccolo di
nuovo!
Che
mi stava succedendo?
Osservai
Bella bere un altro sorso di cioccolata calda. La sentivo scendere
nella mia gola, zuccherosa, dolce... buona! Sentivo il sapore!
Assurdo!
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Eccoci con un nuovo capitolo! Gente, io non vi ringrazierò mai abbastanza per i vostri commenti! Sono favolosi!!! *_* Vi dico subito che il prossimo aggiornamento è sabato, e vi consiglio di non perderlo, sarà molto da batticuore! ^^ Adesso vi lascio leggere. Un bacione e come sempre; GRAZIE!!!
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Capitolo
8
Ero
completamente sconvolto! Non poteva essere, eppure, il sapore del
cioccolato era così forte e buono nella mia gola!
Bella
lo stava assaporando con gusto. << Mamma. >> La chiamai.
<< Ne daresti una tazza anche a me, per favore? >> Lo
sguardo allucinato che tutti mi rivolsero fu impagabile.
<<
Edward, sei sicuro... >> La voce di Esme trasudava incertezza.
Annuii
sicuro, volevo sentire, provare. Di solito il cibo umano era per noi
disgustoso. Esme non ci mise molto, solo una manciata di secondi e
ricomparve con la tazza fumante. La presi e con incertezza l'annusai;
disgustosa!
Mi
feci forza e ne bevvi un sorso. Oddio! Stavo per vomitare! Con uno
sforzo enorme, ingoiai quella semplice sorsata e quasi mi sentii
male. Era orribile! Quella sostanza viscida e calda stava scivolando
giù per la mia gola... che schifo!
Ma
come era possibile che prima l'avessi apprezzato?!
<<
Buono! Grazie, Esme. >> Ripose la tazza, Bella. Io la guardai
inorridito.
<<
Come ti senti, Bella? Ti fa male da qualche parte? >> La
gentilezza di mia madre era incommensurabile.
<<
No, male no. Mi sento indolenzita, probabilmente ho preso una
botta... >> Si tastò il braccio ma non trovò nulla. Con calma
ponderata, si voltò verso di me. << Come hai fatto? C'era un
taglio, lo so, ne sono sicura. >>
E
adesso? Che cosa le avrei detto? << Bella io... >>
Sospirai. << Non posso dirtelo. >> Mi sentii uno schifo.
<< Mi dispiace. >> Non mi ero mai sentito così male in
vita mia.
<<
Non puoi. >> Sussurrò con voce scettica, arcuando un fine
sopracciglio. << Non vuoi... è diverso... >> Stavo per
ribattere. << ... ma è giusto così. >> Sospirò un
pochino abbattuta.
<<
Io... >> Non sapevo cosa dire.
<<
Mi hai salvato, e questo mi basta. >> Accennò ad un lieve
sorriso, ma nonostante il sospiro di sollievo dei miei famigliari, io
vidi con chiarezza quanto quel sorriso fosse limitato.
Presi
le sue mani nelle mie. << Bella, ti giuro che... >>
Le
sfilò con gentilezza e io mi sentii vuoto. << Edward, non fa
nulla. >>
Se
non faceva nulla, perché mi sentivo così maledettamente distante da
lei?
Sotto
un albero del giardino, cominciai a leggere per Bella, seduta vicino
a me, le prime pagine di Orgoglio e pregiudizio. La mia voce scorreva
tranquilla, le parole sembravano accarezzarla. Mi piaceva quello che
stavo facendo. Il leggero venticello, portava verso di me il suo
profumo dissetante. Eppure, vedevo chiaramente fra di noi un muro
trasparente.
Tutto
questo era assurdo, sentivo una grandissima rabbia crescermi dentro.
<< Adesso basta! >> Sbottai, chiudendo di scatto il
libro, Bella sussultò sorpresa. << Bella, si può sapere che
diavolo ti prende? >>
Il
suo viso era rivolto ai ciuffi di erba che stava strappando con le
mani. << Niente. >> Sospirò. << Edward, se non ti
andava di leggere per me, bastava dirlo. Ho i miei libri... >>
E poi aggiunse con un tono molto più basso, quasi un sussurro. <<
Tanto ci sono abituata... >>.
Si
sollevò in piedi, dirigendosi verso casa, non potevo lasciare le
cose in quel modo! << Bella, fermati. >> Ma lei proseguì
imperterrita. << Parliamone. >>
Non
si fermò, continuò la sua camminata un po barcollante verso casa.
<< No, Edward. >>
Vidi
la scena come se avvenisse a rallentatore, il suo piede prese una
zolla di terra sporgente, si sbilanciò in avanti con tutto il
corpo... meno di mezzo secondo, ero davanti a lei prendendola al
volo.
Chiusi
gli occhi ed inspirai il potente aroma del suo profumo. Eccolo di
nuovo, quel vulcano eruttare nel mio corpo. << Tutto bene? >>
La mia voce roca le causa i brividi, con molta fatica, mi separai da
lei, assicurandomi che fosse in equilibrio. Dio mio! Cosa non avrei
fatto per riaverla fra le braccia! << Perché non vuoi dirmi
cosa c'è che non va? >> Le sussurrai dolce, mentre la mia mano
le accarezzava una guancia.
<<
Perché tu non ti fidi di me? >> La sua voce era tremula e
veritiera. Ma se solo avesse saputo la verità, temevo, anzi no,
avevo il terrore di non rivederla mai più.
<<
Mi fido di te, Bella. Non sai quanto... >> Ammisi, prendendole
il viso fra le mani. << Ma questa volta, ti prego... non posso.
Credimi. >> Cercavo disperatamente di farle capire, quanto mi
costasse tutto ciò. Ma non potevo fare diversamente.
Le
sue mani si sollevarono e posarono sul mio viso. In silenzio, passò
i suoi polpastrelli sui miei occhi, sulle mie labbra, sulle mie
guance. Per qualche attimo, mi rilassai contro le sue mani, era così
bello sentire il suo tocco caldo e morbido. << Va bene... >>
Sussurrò., rivolgendomi un sorriso vero.
<<
Grazie. >> Ero sollevato. Sentivo che fra di noi, si stava
creando una sorta di cameratismo. Io stavo bene in sua compagnia e
per lei sembrava fosse lo stesso. << Allora, riprendiamo la
lettura? >> Le domandai, con un po più di entusiasmo.
<<
Si, direi di si. >> Mi sorrise, sedendosi ancora una volta
accanto a me, mentre la mia voce riprendeva a farle sognare il mondo
vittoriano.
<<
Basta, Edward! >> Esclamò mio fratello Jasper, dopo il mio
ennesimo sospiro di ansia e angoscia. Mi voltai verso di lui
ringhiando con un tono cupo.
<<
E' inutile che fai così, non risolverai comunque niente! >>
Sbottò anche Rosalie, mentre sceglieva quale rivista di moda
guardare per prima.
Sbuffai
anche contro di lei. Erano ben tre giorni che non vedevo Bella. Tre
lunghissimi, interminabili giorni.
All'inizio,
non pensavo che i sarebbe potuta mancare così tanto. Ma ad ogni
rumore, tendevo le orecchie, sperando avidamente che Bella fosse
tornata; illuso.
Aveva
chiesto ad Alice di vedere quando Bella avrebbe fatto ritorno, ma
anche le sue visioni, non erano nitide. Maledii per la centesima
volta sua madre e l'urgenza di rivolerla con se a Phoenix.
Ma
anche Bella, cavoli! Non poteva avere un maledettissimo telefonino
cellulare? Tutti c'è l'avevano! Perché lei no?! Ringhiai di nuovo!
Sarei andato io stesso a comprarlo per lei! Lo avrei preso anche
placcato oro, se fosse stato necessario!
L'ondata
di calma che Jasper riversò su di me, mi fece calmare e vedere le
cose un pochino più lucidamente. Dovevo avere pazienza. Bella era da
sua madre, non era giusto che io le facessi fretta, solo perché non
riuscivo a stare senza di lei.
Ridacchiai
amareggiato, se ripensavo che aveva addirittura chiesto di
restituirle la sciarpa. “Voglio avere qualcosa di nostro mentre non
ci sono.” Così mi aveva detto! Ecco, così non avevo nulla che
potesse darmi almeno in parte un po del suo profumo!
<<
Potresti sempre andare a trovarla. >> Propose Emmett, mentre
costruiva un castello con le carte.
Mi
voltai verso di lui. << Non so neanche l'indirizzo. >>
Che scusa stupida, mi sarebbero bastati pochi minuti per scoprire
dove fosse.
Fu
in quel momento che Alice mi sorprese più di tutti, si avvicinò,
porgendomi un bigliettino. << Tieni. >>
Lo
afferrai e rimasi senza parole.
<<
Faccio finta che tu mi abbia detto grazie Alice. >> Trillò con
la sua solita vocina.
<<
Grazie Alice. >> Mormorai, con mille pensieri che mi
affollavano la mente. Come diavolo aveva fatto ad avere l'indirizzo
di Bella a Phoenix? No, non volevo saperlo, l'importante è che
adesso, non avevo più scuse per non andare da lei.
E
se lei non avesse voluto avermi vicino? In fondo, non avevo un
rapporto così profondo nei suoi confronti. Però, potevo sempre
dirle che passavo di li per caso e che Alice mi aveva dato il suo
indirizzo... forse era troppo palese... e se...
<<
Edward! Datti una mossa! >> Esclamò ad un certo punto Alice,
puntandomi con uno sguardo molto irritato. << Sono stanca di
vedere il tuo futuro cambiare in continuazione! Prendi una decisione!
>>
Non
ci fu nemmeno il tempo per dire “ciao”, che ero già in macchina,
diretto a Phoenix, mi sarei inventato qualcosa per strada, una scusa,
anche banale, ma dovevo vederla!
Il
cellulare nella mia tasca vibrò, lo presi. << Pronto? >>
<<
Ricordati di prenderle un regalo. >> La voce di Esme, mi
imbarazzò per un attimo, che cosa avrei dovuto prenderle?... Mi
venne in mente il pinguino rosa che aveva in camera.
<<
Andrà benissimo! >> Esclamò la voce di Alice dall'altra parte
del telefono.
Bene,
adesso dovevo solo trovare un pinguino azzurro; Chris.
Girai
quattro centri commerciali, fortunatamente, il brutto tempo e le
nuvole, mi aiutarono. Non sapevo come avrei potuto fare altrimenti.
Adesso
viaggiavo oltrepassando schifosamente i limiti di velocità con
accanto a me, un pinguino azzurro, dall'aria molto felice e un
telefonino cellulare. Mi sentivo soddisfatto dei miei acquisti,
speravo solo che Bella li apprezzasse e che fosse felice di vedermi.
Almeno quanto lo ero io.
Arrivai
a Phoenix che il sole era finalmente scomparso, parcheggiai davanti
ad una piccola villetta dalle luci accese. Rimasi in macchina solo il
temo necessario per controllare i pensieri dei suoi abitanti.
Entrai
nella mente di uno di loro, stava parlando con Bella. Mi sentii
rilassato in quel momento. Lei era li e stava bene.
Scesi
con il pinguino sotto il braccio e il telefonino in mano.
Bussai
e attesi.
La
porta si aprì, una donna sulla quarantina mi fissò imbambolata. <<
Desidera? >>
<<
Cerco Bella, sono Edward Cullen. >>
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Eccoci con il nuovo capitolo! Sono certa che questo vi piacerà un sacco! ^^ Non posso evitare di ringraziarvi, siete sempre meravigliose con le vostre parole e con i vostri commenti! GRAZIE DI CUORE!! Goten^^ p.s. Il prossimo aggiornamento è lunedì.
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Capitolo
9
La
madre di Bella sgranò gli occhi sorpresa, non si aspettava che
cercassi sua figlia. Come fa Bella a conoscere questo ragazzo? E'
il suo fidanzato? Perché non mi a detto nulla? Devo fare due
chiacchiere con lei... Avrei tanto voluto ridere dei suoi
pensieri, ma tutto il mio essere venne attirato come una calamita
dalla visione che stava camminando dietro di lei; Isabella.
<<
Tesoro, c'è qui un ragazzo che ti cerca. >> Le disse sua madre
continuando a guardarmi.
Vidi
Bella fermarsi in mezzo al corridoio e aggrottare le sopracciglia.
Fece pochi passi verso di noi per poi fermarsi con un cipiglio
stupito. << Edward? >> Era più un mormorio titubante.
<<
Ciao, Bella. >> La salutai. Non potevo farci nulla, la mia voce
diventava suadente ogni vota che lei mi era vicina.
Quasi
morii di gioia quando vidi il suo speciale sorriso nascere sulle sue
labbra, sua madre si era fatta da parte per farmi passare, a passo
svelto mi raggiunse, mi sentivo tanto come un fidanzato che tornava a
casa e ritrovava la sua donna. Non resistetti e l'abbracciai,
sentendomi finalmente a casa.
Questo
è il mio posto.
Bella
era rimasta per qualche istante immobile, non si aspettava di certo
una cosa simile, fu la sua titubanza che mi fece rinsavire, stavo per
scusarmi per la mia esuberanza quando sentii le sue braccia
accogliermi e abbracciarmi calorosamente. Dio mio! Esisteva qualche
cosa di più bello? No, non credevo.
Mi
staccai piano, lasciando comunque che la mia mano rimanesse sempre in
contatto con la sua. Ero stato separato da Bella, per troppo tempo.
<<
Edward, che sorpresa. Come mi hai trovato? >> Mi domandò,
sinceramente curiosa.
Le
sorrisi, anche se non poteva vedermi. << Alice. >>
Risposi solo.
<<
Aaah, capisco. >> La sua espressione di complicità mi piacque
molto, forse più del dovuto.
<<
Bella, perché non fai accomodare il tuo amico. >> Ci eravamo
completamente scordati di sua madre, se avessi potuto sarei arrossito
per l'imbarazzo.
La
mano di Bella mi tirò dentro casa, era molto carina, piccola, ma
confortevole.
<<
Accomodati. >> Mi disse, senza mai lasciarmi, e di questo ne
fui dannatamente felice.
Mi
misi seduto sul divano nel piccolo salottino color giallo canarino.
Sua madre era andata in cucina, voleva lasciarci un po di tempo per
noi, prima di cominciare con il suo terzo grado. << Prima che
mi dimentichi, questi sono per te. >> Con la mano libera,
allungai il primo regalo.
Lo
misi nella mano di Bella, osservandola, lievemente ansioso. Le
sarebbe piaciuto?
<<
Cosa è? >>Domandò vaga, mentre le sue dita lo accarezzavano
gentili. Poi capì. << Un telefono cellulare?! >> Esclamò
sorpresa. << E' giusto? Edward, mi hai preso un cellulare? >>
Socchiusi
appena le labbra. << Si. >> Ammisi.
<<
Perché? >> Era confusa. << Io non lo uso, non ho nessuno
da chiamare, non... >>
<<
Hai me. >> Esclamai, e il suo cuore aumentò il battito. <<
Mi... sei mancata, in questi giorni. >> Era stata una
ammissione maledettamente difficile da fare.
Il
rosso sul suo viso però, mi diede coraggio. << Anche tu, mi
sei mancato. >> Era stato un mormorio basso, ma l'avevo
sentito. Io le ero mancato!
Era
un momento, decisamente imbarazzante. << Il... >> Mi
schiarii la voce. << Il mio numero è l'unico che c'è in
memoria. E' memorizzato sotto il numero uno. >> Apprezzò il
mio cambio di argomento, il suo dito schiacciò il tasto e qualche
istante dopo, il mio cellulare prese a suonare. Avevo memorizzato una
suoneria particolare per lei.
<<
Claire de Lune? >> Mi domandò sorpresa.
<<
La conosci? >> Se avesse potuto vedermi, in quel preciso
momento, avrebbe sicuramente notato l'adorazione che provavo per lei.
La mia piccola umana...
Mi
sorrise gentile. << E' una delle mie preferite. >>
Gongolai
interiormente per un attimo, era anche una delle mie preferite! Presi
il peluche azzurro a forma di pinguino e lo misi fra le sue mani.
<<
E questo? Cosa... >> Lo tastò sinceramente incuriosita,
sembrava una bambina che riceveva il suo primo regalo. Sul suo viso
passarono diverse espressioni, la curiosità lasciò spazio
all'incertezza, fino al sorriso smagliante. << E' un pinguino!
>> Esultò felice della scoperta. << Edward! Mi hai
trovato Chris! >> Mi abbracciò di slancio, sentivo il suo
cuore battere come le ali di un uccellino. << Ti sei ricordato
della mia Dodo. >> Ridacchiò felice. Io un po meno perché
dovetti dividerla per il resto della serata con il peluche, che
ricevette molti più abbracci di me. Ma potevo considerarmi contento,
quasi soddisfatto.
Se
Bella era un umana speciale, sua madre era invece una fonte
inesauribile di domande! Ci mancava solamente che mi chiedesse la
lunghezza dei miei canini e poi avrebbe saputo quasi tutto di me!
<<
Mamma, adesso basta. Edward è stanco. >> La voce gentile di
Bella interruppe la serie infinita di domande che la mente perversa
di sua madre stava elaborando.
<<
Si, hai ragione. >> Sorrise lievemente imbarazzata. << Ti
fermi da noi per stanotte? >>
Ecco,
questa era la classica domanda che non avevo previsto. << Oh
no... io non vorr... >>
<<
Si, certo! >> Mi interruppe Bella, non potei evitare di
voltarmi guardandola sorpreso.
<<
Bella, davvero non serve, posso andare in albergo. >> Provai a
dire, ma Renèe, la madre di Bella si affiancò a sua figlia.
<<
Non se ne parla, dormirai da noi, abbiamo una piccola stanza per gli
ospiti. >>
Fu
così, che mi ritrovai nella stanza accanto a quella di Bella, tutti
dormivano, o almeno così credevo, finché non sentii dei passi
leggeri fuori dalla mia porta.
Il
profumo di Bella mi arrivò chiaramente, era davanti alla mia porta,
ma perché non entrava? Pensava che stessi dormendo? Rimasi in
ascolto, mi alzai di scatto quando sentii i passi allontanarsi. Aprii
la porta, chiamandola sottovoce. << Bella. >> Si fermò,
voltandosi piano. Era così graziosa, veramente incantevole. La
magliettina ed i ridottissimi pantaloncini azzurrini mi lasciarono
veramente poco all'immaginazione. Bella era una donna veramente
attraente.
<<
Edward, ti ho svegliato? >> Era tornata verso di me.
<<
No. >> Tutto questo parlare a bassissima voce mi stava
divertendo. << Non stavo dormendo. Vuoi entrare? >> Le
proposi, sperando in una sua risposta affermativa.
Un
sorriso imbarazzato le comparve sul viso, ma esultai dentro di me,
quando la vidi muovere i primi passi verso la mia stanza. Chiusi la
porta con calma studiata. Mi sentivo agitato, non era la prima volta
che io e lei stavamo da soli.
Eppure,
vedere Bella, seduta sul mio letto, con le gambe poste sotto di se e
i capelli sciolti morbidi a contornarne il viso, mi fece sentire
estremamente possessivo nei suoi confronti. Mi azzardai a prendere un
respiro profondo, il suo profumo mi colpii e stordii.
<<
Edward? >> Mi chiamò dolcemente. Non mi ero mai sentito così
attratto da qualcuno come in quel momento.
Con
calma, mi sedetti davanti a lei. Mi sentivo veramente un predatore e
lei, era la mia bellissima, meravigliosa preda.
<<
Bella. >> La chiamai, ed eccola di nuovo la mia voce roca.
Chiusi gli occhi quando le sue mani si posarono gentili sul mio viso.
Ah
cielo! Che carezze meravigliose! Sarei rimasto così per tutta la mia
non vita, avevo bisogno di altro? No, mi bastava lei... Socchiusi le
labbra, prendendo un po di aria. << Non sai quanto ho
desiderato che tu tornassi... da me. >> Mormorai, sentendomi
completamente incatenato a lei.
<<
Perché? >> Sussurrò, respirando l'aria satura del mio e del
suo profumo, le sue dita continuavano ad accarezzarmi.
Il
veleno stava sgorgando lento e fluido nella mia bocca, lo ingoiai e
mi avvicinai al suo viso, appoggiai le mie labbra fredde sulla sua
guancia sussurrandole... << Volevo sentirti... >> Le
baciai lo zigomo. << Abbracciarti... >> Scesi verso la
sua mascella, senza mai staccare le labbra. << Baciarti... >>
Le donai un bacio anche li. << Respirare il tuo odore... >>
Scivolai verso le sue labbra, passandoci sopra con le mie, ma senza
fermarmi. << Sentire il tuo corpo caldo sul mio freddo... >>
Le baciai l'altra guancia, mentre sentivo chiaramente il calore
aumentare dal suo corpo e il suo cure battere furioso. << Fare
l'amore con te tutta la notte... >> Le mie labbra scivolarono
nuovamente sulle sue, sfiorandole ad ogni parola. << Guardarti
dormire su di me... ritrovare il mio mondo, ritrovare te, la cosa
più importante che ho a questo mondo. >>
La
sua bocca fu sulla mia e la mia sulla sua, unite, bramose e piene di
passione.
Le
sue mani mi tenevano morbidamente il viso, le sue labbra erano dolci,
buone, soffici. Senza staccarmi da lei, piano piano la feci stendere
sul letto, le sue braccia scivolarono sul mio collo, stringendomi con
gentilezza a se.
Il
suo corpo minuto sotto il mio emanava un calore che mi stava facendo
diventare matto. Non avrei resistito ancora molto, lo sentivo...
Feci
forza su me stesso, delicatamente mi separai da lei, spostandomi dal
suo corpo, ma tenendola sempre fra le mie braccia. La mia mano
continuava ad accarezzarle una guancia. << Mi piaci Isabella.
>> Le sussurrai, felice come non mai, quando udii la sua voce
dire..
<<
Anche tu. >>
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
BEne, eccoci con un altro capitolo! Sono molto felice che l'altro vi sia piaciuto ^^ I vostri commenti sono stati come sempre bellissimi! E' una gioia vedere quanti di voi apprezzino questa storia!! ^^
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Capitolo
10
La
guardai dormire tutta la notte, era così dolce, angelica... le mie
dita non riuscivano a smettere di accarezzarla. Ancora stentavo a
credere di averla baciata. Le avevo confessato che mi piaceva. E lei
ricambiava. Mi sentivo felice.
Per
un attimo, vederla così pallida, con la luce della luna, mi era
sembrata veramente una vampira... il folle pensiero di renderla
identica a me aveva fatto capolino nella mia testa.
Provai
ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se l'avessi realmente
morsa... Bella sarebbe divenuta immortale, avrebbe potuto
riacquistare la vista, non avrei più avuto il terrore di
accarezzarla, come stavo facendo in quel momento, con la paura di
ferirla. Sarebbe stata magnifica, già lo era adesso, ma sapevo per
certo che diventando vampiri, la bellezza veniva portata all'eccesso,
divenendo eterea.
E
poi? Cosa sarebbe successo? Avrei potuto averla al mio fianco per
sempre... un sorriso folle mi spuntò sul viso. Sarebbe rimasta al
mio fianco, avrei potuto chiederle di divenire la mia futura,
bellissima, splendida compagna.
Mi
sentivo potente! Io avevo la possibilità di renderla mia per sempre!
E allora, perché non lo facevo? Perché rimanevo immobile? C'era
qualcosa che mi fermava... sapevo anche bene cosa fosse. L'immagine
di una Bella sofferente. Se Bella non avesse voluto diventare come
me? Se lei non avesse voluto diventare la mia compagna?
Ci
eravamo confessati di piacerci, ma niente di più. Questo, per gli
umani, era paragonabile solo ad una cotta, non voleva dire che lei
mi amasse al punto di rinunciare alla sua vita per me.
Mi
resi conto in quel momento di quanto fossi egoista. Avevo seriamente
pensato di trasformarla, solo per averla tutta per me. Che schifo...
smisi di accarezzarla. Come avevo anche solo potuto pensare di faro?!
E la gioia che avevo provato?! Mi sentii doppiamente male. L'idea di
aver gioito nel pensare di togliere la vita alla mia piccola umana,
mi faceva ribrezzo...
Forse
era il caso di mettere un po di distanza fra me e lei... mi feci
schifo nuovamente quanto capii che non l'avrei mai fatto. Non
riuscivo neanche ad immaginare di non vederla. Ero davvero un essere
orribile.
Bella
si mosse, appoggiando la testa sul mio torace. Dormiva così
tranquilla, lontana anni luce dai miei pensieri funesti.
No,
di lasciarla non se ne parlava! Assolutamente no! Ma le sarei stato
vicino, quello si, le avrei sempre dato la possibilità di scelta. Le
baciai la testa. << Mia piccola umana. >> Sussurrai
piano, godendo del suo calore.
Poco
meno di un'ora dopo, Bella cominciò a muoversi, il suo cuore prese a
battere più veloce. Si stava svegliando.
<<
Buon giorno. >> Le sussurrai rocamente all'orecchio.
Affondò
il volto contro il mio petto, bofonchiando un buon giorno attutito
contro di me, come potevo evitare di ridacchiare, era assolutamente
adorabile.
<<
Bella, credo che sia il caso di alzarci. >> Lanciai uno sguardo
fuori dalla finestra, mi lasciai scappare un lieve gemito.
<<
Cosa c'è? >> Riemerse con il viso, lasciandomi così la
possibilità di baciarle la punta del naso.
<<
Nulla. >> Non era vero, c'era il sole, ma d'altronde eravamo a
Phoenix, era normale, dovevo trovare il modo di rimanere in casa,
possibilmente con lei. << Cosa facciamo oggi? >>
Si
accigliò un attimo, adoravo quella smorfia, non lo sapeva, ma si
formavano delle piccole fossette che adoravo in maniera maniacale. <<
Prima di tutto, la colazione. Avrai fame. Cosa preferisci? >>
Cosa
le avrei dovuto rispondere? Oh si Bella, mi sfami tu, scusa, mi
allunghi il bracco, do solo un piccolo morso... No, meglio dire una
piccola bugia. << Tu cosa prendi? >>
Il
suo volto aveva ripreso quella espressione tranquilla. << Di
solito bevo del caffè con il latte. >>
Oh
grande! Avrei sentito di nuovo il sapore del cibo, effettivamente,
ora che ci facevo caso, con Bella distante, non avevo più sentito
nulla. Probabilmente la distanza annullava quella sorta di legame che
avevo accidentalmente creato. << Anche per me, allora. >>
Si
alzò con calma, mi piaceva avere quella intimità con lei. Mi
sentivo bene, ero a mio agio. << Tua madre e Phil, sono usciti
poco fa. >> Le dissi, facendole capire che adesso eravamo a
casa da soli.
<<
Oh si, avevano un appuntamento di lavoro. >> Stava camminando
molto lentamente, io fui subito dietro di lei, la presi fra le mie
braccia, mentre un piccolo urlo di sorpresa le scappava dalle labbra.
<< Edward! Ma che fai? >>
<<
Ti porto in cucina. >> Risposi come se fosse la cosa più
normale del mondo.
Cercò
di protestare. << Dai, mettimi giù, non sono leggera. >>
Le guance si tinsero di rosso.
<<
Sei più leggera di quanto immagini. >> Le baciai a tradimento
le labbra, quello che non avevo calcolato, era il suo rispondere al
mio bacio. I suoi baci erano come la lava incandescente per me. Con
una forza di volontà enorme, mi staccai da lei. << Adesso,
colazione. >> Le dissi rocamente, mentre, senza respirare,
scendevo le scale un po più veloce di un normale essere umano.
La
feci scendere dalle mie braccia, e la guardai sinceramente curioso
mentre preparava due tazze di latte con il caffè. Sapeva
perfettamente dove fossero le cose, non sembrava minimamente che
Bella non ci vedesse.
<<
Quanto tempo ti fermerai qui? >> Le domandai all'improvviso.
Prese
un piccolo respiro profondo. << Non molto. >> Si voltò
di scatto verso di me. << Tu non andrai via, vero? >>
Come
potevo restare? Era pericoloso per me rimanere li. Il sole era sempre
splendente, non eravamo a Forks. << Io... >> Strinsi per
un attimo i denti. << Io parto oggi, Bella. Non posso rimanere.
>>
Era
delusione quella che stavo leggendo sul suo volto? << Oh... non
puoi proprio rimanere? >>
Sospirai
piano. << No. Mi dispiace. >>
Rimanemmo
in silenzio per qualche minuto, il latte stava bollendo nel padellino
e la caffettiera ci stava avvisando con il suo piccolo fischio che il
caffè era pronto. Meccanicamente, Bella mescolò assieme le due
bevande, l'aiutai a posare le tazze sul tavolo. Erano fumanti.
L'odore era orrendo, per i miei canoni.
Rimasi
immobile, osservando Bella bere con concentrazione la sua
colazione... e così, era questo il sapore del caffè mischiato al
latte... era buono... dannatamente buono.
<<
Com'è? Ti piace? >> Mi domandò con i baffetti di latte.
<<
Ottimo. >> Mi sporsi accarezzandole il labbro superiore con i
pollice.
Il
suo respiro era tremulo. Non potevo pensare di lasciarla qui, da
sola, senza di me. Ma non potevo obbligarla a seguirmi, non sarebbe
stato giusto nei suoi confronti. No, non le avrei chiesto nulla.
<<
Sei molto pensierosa stamattina. >> Le feci notare.
Sospirò,
posando la tazza ormai vuota sul tavolo. << Non voglio che tu
vada via... >> Sorrise amaramente. << Sono egoista, non è
giusto che ti tenga qui con me. Scusami, Edward. >>
Lei
era egoista?! E io allora?! Cosa ero?! << No! Non dire così!
Non pensare mai quello che hai detto! Io adoro stare con te. >>
Esclamai. << E' solo che non posso rimanere per un motivo un po
speciale... io sono... >> Perdonami per la piccola bugia. <<
Allergico al sole. >>
Si
bloccò, solo le sue sopracciglia si sollevarono. << Allergico
al sole...? >>
<<
Si. >> Sospirai, cercando di mettere assieme una storia
sensata. << Io... la mia famiglia, siamo tutti anemici. Per
questo motivo abitiamo a Forks, non possiamo esporci al sole. >>
Una
bugia meno pietosa di questa non ero riuscito a trovarla, la sua mano
si allungò sul tavolo in cerca della mia. << Mi dispiace, non
sapevo... >>
Mi
sentivo ancora peggio, le stavo mentendo e lei si dispiaceva per
me...
Dovevo
fare qualcosa, cambiare argomento. << Che ne dici, se ti leggo
qualcosa? >> Proposi. Ormai sapevo a memoria alla perfezione
tutti i suoi libri preferiti.
Inclinò
leggermente il volto. << Si. >> Aspettami, vado a
sistemarmi.
La
guardai mentre si recava in camera sua, probabilmente per lavarsi e
cambiarsi. Io mi misi seduto sul divano del salotto. Era incredibile
come fossi cambiato in quei pochi giorni. Sorrisi, mi immaginavo Esme
tutta sorridente quando Alice le avrebbe detto del mio bacio e della
mia piccola dichiarazione a Bella. Perché ero più che sicuro, che
quella piccoletta aveva visto tutto!
Udii
diversi rumori provenire dalla stanza di Bella, feci schioccare la
lingua, era uno strazio non poterle leggere la mente! Mi alzai e
salii le scale, alzai lo sguardo e vidi Bella completamente cambiata
e con uno zaino in spalla. << E quello? Cosa è? >> Le
chiesi sinceramente curioso.
<<
La mia roba. >> Con passo malfermo scese i primi gradini,
raggiungendomi. << Possiamo andare quando vuoi. >>
Rimasi
per qualche istante con a bocca socchiusa per lo stupore. <<
Andare? >>
<<
Si, vengo con te, torniamo a casa. Assieme. >>
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
WOW! Sono quasi arrivata a 300 commenti con 10 capitoli! GRAZIE!! haha sono euforica!! Sinceramente siete grandiose!! Mi mettete sempre il buon umore!! ^^ Bene, adesso vi lascio con questo capitolo, vi informo che in tutto la ficci sono 18 capitoli, quindi, non manca molto alla fine ^_^. Un bacione e come sempre, buona lettura!
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Capitolo
11
Avevamo
lasciato un biglietto a Renèe, per avvisarla della nostra partenza,
sapevo di essere schifosamente egoista, ma sapevo anche di volere
Bella vicino a me.
Quando
era scesa, dicendomi che saremmo tornati a casa assieme, mi ero
sentito non felice, ma molto molto di più! Io e Bella a casa,
assieme. Era una frase che mi aveva scatenato qualcosa di
assurdamente emozionante!
E
adesso, stavo guidando la mia Volvo, lei era al mio fianco con la sua
piccola, delicata mano intrecciata nella mia. Mi sentivo un essere
umano, un fidanzato affettuoso, un marito che viaggiava con la
propria moglie vicino. Ah! Che paragone! Bella non era mia moglie,
era solo una dolcissima ragazza, che non sapeva nulla sulla mia
natura.
Il
debole, ma insistente, tremolio del mio cellulare mi fece staccare la
mano da quella della mia piccola umana. Afferrai il cellulare
guardando chi fosse, con un gesto secco lo aprii. << Dimmi,
Alice. >>
<<
L'ispettore Swan non è a casa, sta facendo un corso a New York,
portala da noi. >> Ottimo! Così avrei avuto Bella vicino a me
ventiquattro ore su ventiquattro. Questa cosa mi piaceva. <<
Passamela. >>
<<
Agli ordini. >> Sorrisi. << Bella, Alice ti vuole
parlare. >> Le misi il telefono in mano, ascoltando la loro
conversazione.
<<
Pronto? >> Inutile, la voce di Bella era veramente dolce. Non
le avevo mai sentito una inflessione di rabbia. Neanche quando
l'avevo aggredita al nostro primo incontro. Mi scappò una smorfia di
dolore. Non mi piaceva quel ricordo, mi sentivo male ogni volta che
ci pensavo.
<<
Ciao Bella, sono Alice. Allora, che state facendo? >> Brava
Alice, doveva salvare le apparenze.
Il
piccolo sorriso che spuntò sul viso di Bella, mi fece addolcire
ancora un po. << Stiamo tornando a Forks. >>
Effettivamente, non mancava molto. Bella stava per aggiungere qualche
altra cosa, ma si trattenne.
<<
Bella, tuo padre non c'è, sarai nostra ospite! E' ad un corso a New
York. >> La voce squillante di Alice sprizzava euforia, se
credeva che le avessi lasciato Bella a sua disposizione, si sbagliava
di grosso. Sarei stato la sua ombra!
Arrivammo
a casa alle due di notte, Bella aveva ceduto al sonno e io avevo
schiacciato a tavoletta la mia macchina.
<<
Pensavo non arrivaste più. >> Commentò ridacchiando, Alice.
Grugnì
in risposta, mentre prendevo Bella in braccio. Mi diressi senza alcun
problema in camera mia. Notai con disappunto che qualcuno aveva fatto
mettere un letto matrimoniale. << E questo? >> Domandai
adagiandoci Bella sopra.
<<
Vuoi farla dormire sul divano? >> La nota scettica di Alice,
colse nel segno.
La
guardai truce, ma non le dissi nulla, avevo tutta la notte da passare
vicino a lei. E non avrei sprecato neanche un momento. Mi ricordai
della presenza di mia sorella solo quando un suo pensiero molesto mi
arrivò dritto nella testa. << No! Alice non se ne parla! >>
Sibilai. Tanya stava venendo a trovarci a quanto pare, inoltre, il
pensiero che quella vampira, avesse potuto avvicinarsi a Bella, mi
faceva andare il veleno alla testa.
Alice
mise le mani sui fianchi, osservandomi con occhi attenti e
pensierosi. << Edward... >>
<<
No! Non ho intenzione di lasciare Bella neanche un minuto! >>
Avanzai verso di lei di un passo. Non volevo che passasse con Bella
più tempo di quello che potevo passarci io! Non volevo e basta! Mi
arrivò un'altra visione di lei e Bella assieme che ridevano nel
nostro giardino, io ero con Bella, l'abbracciavo, la tenevo stretta a
me. Quella visione mi calmò un po.
<<
Tu sarai sempre con lei! Testone! Non te la porto mica via! >>
Sbuffò. << Comunque, presto dovrai andare a caccia, e li,
Bella non potrà essere con te, Edward. >>
Mi
irrigidii, aveva ragione, lo sapevo, ma potevo resistere ancora
qualche giorno. Non era il pensiero che Alice passasse del tempo con
lei, a darmi fastidio. No, era il fatto che io mi sarei perso dei
secondi preziosi della sua vita. Mi sentii per un attimo impotente.
Era logico che sarebbe successo, eppure, mi faceva male a pensarlo.
Sentivo
come se si fosse aperto un baratro sotto di me, e io... ci stavo
precipitando dentro, sempre più in fondo, sempre più buio e
freddo... Dolore allo stato puro, agonia e un miscuglio di emozioni,
talmente forti da poter distruggere perfino me; un vampiro!
Lo
strattone di Alice, mi riscosse. << Edward! Per l'amore del
cielo! Mi hai spaventato! Che diavolo ti è preso?! >>
Jasper
arrivò di corsa in camera. << Edward! Che succede?! >>
Si avvicinò con sguardo allarmato. << Ti ho sentito...
perso... che succede? >> Poi si rivolse ad Alice, io non
riuscivo ancora dire nulla, ero completamente avvolto da quelle
sensazioni talmente potenti, talmente intense, che per un attimo,
avevo davvero creduto di esserne inglobato.
Rivolsi
di nuovo a loro la mia attenzione... << Non lo so Jas, stavamo
parlando di Bella e ad un certo punto... >> Stava spiegando mia
sorella.
Jasper
mi fissava serio. << Edward, forse è il caso che non ti
affezioni troppo a lei. >> Sussurrò, rivolgendosi a Bella. <<
Se ti riduce così, forse è meglio che metti un po di distanza fra
di voi... >>
Voltai
di scatto il viso nella sua direzione, il ringhio rabbioso che mi
uscii era completamente intriso di rabbia. << Non ti azzardare,
Jasper... non provare a separarmi da lei. >> La mia voce non
era mai stata così minacciosa. Lo sapevo che stavo esagerando, ma il
solo pensiero che qualcuno potesse allontanarmi da lei, mi rendeva
furioso, arrabbiato... vampiro al cento per cento.
Mio
fratello sospirò, sentivo chiaramente che il suo potere stava
cercando in ogni modo di calmarmi... << Edward, ragiona...
prima o poi, dovrai lasciarla... >>
Stavolta
la mia rabbia esplose in pieno. Non ringhiai, no... ruggii! Un
ruggito che forse si sarebbe udito perfino in città.
Diverse
cose cambiarono in quel momento, il battito del cuore di Bella aveva
accelerato in maniera impressionante, così come il suo respiro,
Jasper si era messo in posizione di difesa davanti ad Alice, che in
quel momento aveva avuto una visione; io e Bella, assieme, sotto i
soffici fiocchi di neve. Ma lo cosa che mi aveva sconvolto, era che
Bella aveva gli occhi aperti colore dell'oro... lei, in quella
visione, era come me; una vampira...
Avrei
voluto chiederle come era possibile... se sarei stato io a privarla
della vita, ma...
<<
Edward!? Edward?! >> La sua voce, intrisa dello stesso terrore
che aveva provato nel bosco con Vittoria e James, mi fece voltare
istantaneamente verso di lei.
<<
Bella. >> Sussurrai piano. Avvicinandomi e sedendomi accanto a
lei. Subito le sue mani mi cercarono e mi strinsero. <<
Calmati... va tutto bene... >> Il suo cuore galoppava veloce.
Mi diedi dello stupido, l'avevo spaventata.
Sentii
vagamente Alice che diceva a Jasper di lasciarci soli. Bella era
stretta fra le mie braccia, già solo questo bastava a sedare il
mostro dentro di me. Lo stavo ammettendo con me stesso, lei era
diventata importante, maledettamente importante, per me, di sicuro,
più di un semplice mi piaci.
La
tenni fra le mie fredde braccia per tutto il tempo necessario,
sussurrandole che tutto andava bene, che non doveva avere paura...
<<
Edward, io non ho paura... >> Mormorò contro il mio petto.
Prese un respiro profondo. << Perché stavi... ringhiando
contro Jasper? >> Le sue mani si erano strette a pugno sulla
mia maglietta. La sua presa sembrava spasmodica.
Rimasi
per una frazione di secondo spiazzato. Cosa dovevo dirle? Ma le mie
sorprese non erano ancora finite.
<<
Edward... non sono stupida. Ti prego... non trattarmi come tale. Sei
freddo e duro come il ghiaccio, ruggisci e sei veloce, molto veloce.
>> Era il suo cuore quel ticchettio veloce che sentivo, era
agitata, ma io lo ero molto di più. << Ed inoltre... >>
Appoggiò una mano sul mio petto. << Il tuo cuore non batte. >>
La sua mano scivolò sopra la stoffa della mia maglietta,
raggiungendo il mio viso.
Chiusi
gli occhi, sperando che questo fosse solo un incubo, ma purtroppo,
sapevo bene che i vampiri non potevano sognare... ne tanto meno
dormire. Deglutii a vuoto. << Bella io... >>
<<
Non sei anemico, vero? >> Mi spiazzò di nuovo.
<<
No. >> Ammisi sottovoce, ma lei lo sentì ugualmente.
Le
sue dita vagavano sul mio volto, io tenevo ancora gli occhi chiusi.
Temevo che se li avessi aperti, lei sarebbe sparita.
<<
Edward... >> Mi chiamò con una dolcezza mai sentita prima.
Caldo,
morbido, dolce... le sue labbra si erano posate sulle mie, timorose,
la strinsi di più a me, ricambiando quel tenero bacio. La mia mano
era scivolata dietro la sua testa, mentre l'altra le cingeva la vita,
pressandola contro di me.
Le
parole di Jasper si dissolsero come neve al sole, le visioni di Alice
sapevo che si sarebbero potute avverare, perché io ormai non potevo
più fare a meno di lei.
E
mentre questa consapevolezza entrava e si espandeva come un'onda in
piena dentro di me, la fine pioggerellina cominciò a scendere su
tutta Forks.
<<
Non lasciarmi mai Bella. >> Le mormorai sulle labbra, tornando
poi a baciarle ancora e ancora.
Probabilmente
non facemmo altro per tutta la notte, finché la mia piccola umana
non cedette al sonno, sempre cullata dalle mie braccia fredde.
Sapevo
che stava dormendo, il suo respiro regolare, così come il suo
battito erano la musica più soave che potessi sentire.
La
mia mano scorreva lenta, pigra su e giù sulle sue braccia, sul suo
corpo. << Tu non hai idea... >> Cominciai mormorarle con
voce bassissima e spezzata nell'orecchio. << ...di come vorrei
sentirti MIA! Vorrei sentire il tuo corpo caldo, più del solito, e
nudo sotto di me. Le tue gambe intrecciate ai miei fianchi, le mie
mani toccarti ovunque, come le mie labbra... e sentire il tuo dolce
sapore sotto la mia lingua. La tua eccitazione e la tua voglia al
pari con la mia ed entrare in te... Sentirti ansimare e urlare per
me... solo per me. Quel piacere che solo io ti potrei procurare,
mentre mi muovo dentro di te al ritmo del tuo cuore che impazzisce di
gioia. >>
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Rieccoci con un nuovo aggiornamento ^_^ Sono sempre più felice che la storia vi piaccia! HO dato un occhiata alle cifre e sono rimasta così: O.O hahaha in ben 228 l'hanno messa nei preferiti e 111 nelle seguite! WOW! Non mi aspettavo una cosa simile! E che dire poi dei vostri bellissimi commenti?! Sono veramente felice di quelli! Molte di voi mi strappano un sorriso, altre delle risate a non finire!! ^^ GRAZIE!! Penso che i miei ringraziamenti per voi non avranno mai fine!!! ^___^ Ora vi lascio al capitolo! Buona lettura! Il prossimo aggiornamento è per Domenica! Bacioni Goten.
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Capitolo
12
Erano
ormai tre giorni che Bella era ospite da noi, tre bellissimi,
favolosi giorni. Tutta la mia famiglia, chissà perché, aveva
trovato un pretesto per rimanere a casa in quel periodo... Ma non
potevo lamentarmi, era più il tempo che passavo con Bella che quello
dove lei stava con le mie sorelle. Alice e Rosalie, l'avevano presa
sotto la loro ala protettiva. In poche parole: l'adoravano.
Io
ormai, avevo capito che non potevo stare senza di lei, la notte, mi
sdraiavo accanto al suo fragile corpo e vegliavo sul suo sonno.
Sorridevo spesso come un idiota, ma era una bella sensazione.
In
casa, adoravo il suo ciabattare, voleva dire che lei era li, per
me... o almeno così mi piaceva pensare. Sentire il suo fruscio dei
vestiti, il suo chiacchierare con Esme e Jasper, era tutto l'insieme
la cosa più bella che mi fosse capitata. Sembrava davvero che la mia
famiglia avesse preso vita con l'arrivo di Bella.
Adesso,
eravamo tranquilli in giardino, stavo leggendo per lei, era diventato
il mio hobby preferito, il venticello scorreva lento fra di noi,
sollevando ondate di profumi diversi dalla foresta e facendo
ondeggiare i suoi lunghi capelli. Bella, era di fronte a me, sdraiata
sul plaid arancio che Esme aveva preso esclusivamente per la nostra
piccola ospite, stava sgranocchiando dei biscotti ripieni di
cioccolato. Io sentivo ogni singolo sapore del biscotto. Era così
bello poter sentire quei sapori dimenticati. Sapevo che gli altri
erano felici per me, Carlisle aveva ipotizzato che forse il sangue
che avevo leccato da Bella, aveva creato una sorta di legame fra di
noi. Era un'ipotesi plausibile, se fosse stato accertato. Ma di
solito, era raro, se non impossibile che qualcuno di noi si fosse
fermato in tempo dal dissanguare un umano, per vedere se ci fossero
stati dei casi simili. Comunque, mi rendeva ancora più euforico,
sapere che fra me e Bella ci fosse un qualcosa che ci tenesse uniti.
Rosalie
e Emmett si stavano divertendo a giocare a giocare con le carte.
Decisamente i castelli che costruivano assieme erano spettacolari!
Alice e Jasper camminavano tranquilli lungo tutto il giardino, erano
deliziosi assieme. Carlisle stava leggendo l'ennesimo volume di
medicina avanzata e Esme, stava cucinando un altro dolce per Bella.
Sorrisi
alzandomi dalla mia posizione e andandomi a sdraiare accanto a Bella.
<< Credo che mia madre ti abbia preparato un altro dolce. >>
Ridacchio
ingoiando il biscotto. << Diventerò una balena. >> I
suoi piedi ondeggiavano su e giù, entrambi sdraiati con la schiena
al sole.
Non
resistetti e le cinsi la vita con il mio braccio, sussurrandole
all'orecchio. << Probabilmente, ma saresti una balena molto
affascinante! >>
Mi
spinse un po di lato per gioco. Adoravo questi momenti solo nostri.
La
visione di Tanya del clan di Denali, mi colpii come un pugno di
Emmett in pancia. Voltai di scatto il volto verso Alice. Mia sorella
e suo marito mi stavano guardando, sillabai la parola; quando? E la
sua risposta mi arrivò direttamente nella mia testa. Pochi
minuti...
Maledizione!
Non mi andava a genio che quella vampira arrivasse in questo
momento... a dire il vero, non mi andava proprio che arrivasse.
Il
campanello di casa Cullen suonò, annunciando l'arrivo della nuova
ospite. Io non mi mossi, non ne avevo nessuna intenzione. Per me,
Tanya poteva tornarsene subito da dove era venuta.
Di
riflesso, accentuai di più la presa su Bella e continuai a leggere
come se nulla fosse.
La
sua testa si appoggiò dolcemente contro la mia spalla.
Dei
passi leggeri si avvicinarono sempre di più, ma feci finta di nulla.
<< Edward, è molto che non ci vediamo. >> La voce di
Tanya interruppe per un attimo la storia di Darcy ed Elisabeth.
Sollevai
lo sguardo, posandolo sulla sua figura. << Tanya. >> La
salutai freddo, distaccato.
Il
sorriso che mi lanciò era amichevole, ma fino ad un certo punto, poi
posò lo sguardo sulla mia compagna di letture. << Vedo che sei
in compagnia, non mi presenti? >>
Sentii
Bella irrigidirsi e sollevare di poco il volto, mi dava immensamente
fastidio quello che stavo per fare, ma non potevo fare altrimenti. <<
Bella, lei è Tanya. Tanya, lei è Bella. >>
<<
Piacere. >> Mormorò a bassa voce la mia piccola umana.
<<
Il piacere è mio. >> Continuò ad osservarla come un rapace.
E' davvero come diceva Esme, la ragazza è cieca. Non ci posso
credere.
Le
sibilai contro, facendo rannicchiare Bella ancora di più contro di
me.
Non
ti agitare... non avrei mai pensato che tu, Edward Cullen, ti saresti
ridotto a fare da baby-sitter ad una umana e per di più cieca!
Alice
si materializzò qualche secondo dopo. << Tanya, perché non
vieni dentro, Carlisle vorrebbe parlarti. >> Vedevo chiaramente
dalla mente di mia sorella che in realtà, mio padre voleva
semplicemente avvisarla di stare lontano da me e da Bella. Ma ero più
che certo che non avrebbe ascoltato una sola parola.
Quando
fui sicuro di essere di nuovo solo con Bella, mi dedicai nuovamente a
lei. << Bella, scusami... ti ho spaventata, di nuovo. >>
Ero mortificato. Ma quella vampira mi dava sui nervi.
Il
suo braccio avvolse la mia vita. << Non mi fai più paura,
Edward. E' solo che... non capisco... >>
Se
da una parte le sue parole mi avevano dato una sensazione di
leggerezza, il resto mi mise addosso un vago senso di inquietudine.
<< Cosa? >>
Il
suo viso si girò verso di me, fece una cosa che mi stupii molto;
aprì i suoi occhi. Erano così dolci, così belli. << A te,
non piace lei. Dico bene? >>
Ah,
alla mia piccolina non sfuggiva nulla. Sospirai. << No, non mi
piace. >>
Il
suo braccio lasciò la mia vita, si allungò piano trovando la mia
mano e intrecciò le sue dita con le mie. Sorrisi, mi portai alla
bocca le nostre mani e depositai un bacio sul suo dorso. <<
Darcy ed Elisabeth aspettano... continuiamo? >> Le proposi.
<<
Ovvio. >> Mi rispose sorridente, mentre la mia voce riprendeva
il racconto di Orgoglio e pregiudizio.
Una
parte di me però era preoccupata, quella sera, avevo deciso di
andare a caccia, ne avevo bisogno, ma adesso, con Tanya, non sapevo
se era una buona idea per me lasciare Bella con le mie sorelle in
casa. Non mi fidavo di quella vampira. Decisi che avrei aspettato,
almeno finché non se ne fosse andata.
Fu
così che quando entrammo in casa, Alice ci venne incontro con un
leggero broncio sul viso. << Edward, Bella! >> Ci salutò.
Edward, ho visto che hai cambiato idea, non ti preoccupare per
lei, ci penseremo io e Rosalie, Tanya non si avvicinerà mai a lei.
Tranquillo! Dovrà passare sul nostro cadavere prima!
Riuscii
a farle un leggero sorriso. << Grazie, ma no. >> Non ci
pensavo neanche. Per quanto sapessi che le mie sorelle avessero preso
sul serio il loro ruolo di “guardiane di Bella”, non volevo
lasciarla.
<<
Ne hai bisogno! >> Sussurrò piano, effettivamente i miei occhi
erano più neri del petrolio, senza contare le ustioni che avevo
sotto gli occhi.
<<
Edward. >> Mi chiamò la mia piccolina. Entrambi ci voltammo
verso di lei. << Se Alice dice che hai bisogno di qualcosa,
fallo. Non devi rimanere per me. >>
Rimasi
colpito. << No, non è per questo è che... >>
<<
Non ti preoccupare. >> Mi sorrise tranquilla. << Non
scappo, ti aspetto qui. >>
Ero
davvero senza parole.
Tranquillo,
non sarà sola! Anche Rosalie arrivò, affiancata da Emmett.
Sospirai. << Va bene. Prometto che tornerò prestissimo! >>
E la baciai, infischiandomene per una volta di tutto e di tutti.
Le
mie sorelle gongolavano felici, mentre Emmett già si prodigava in
mille battutine da propinarmi durante la caccia.
Fu
in quel momento che Tanya e Esme arrivarono in salotto.
Ma
guardalo! Con una umana! Come puoi stare con una così?! Andiamo,
puoi aspirare a molto meglio! Mi
veniva voglia di ringhiarle contro. Io posso essere molto
meglio di lei, Edward. Lo sai che potrei essere una compagna perfetta
per te. Si, lo sapevo, tante
volte me lo aveva detto, ma non mi era mai interessata. Non mi
piaceva, non era degna neanche di essere paragonata alla mia
bellissima umana.
Si
avvicinò a noi. << Andiamo? >> Domandò con una cadenza
piuttosto languida.
Non
fui l'unico a guardarla interrogativamente. << E dove? >>
Domandai di slancio.
<<
Mi pare ovvio, a caccia. Vengo con te. >> Disse come se fosse
la cosa più naturale del mondo. Quello che però non aveva contato,
era che Bella non sapeva nulla. Notai le sue sopracciglia
aggrottarsi, ma non mi domandò nulla.
Questa,
Tanya, me l'avrebbe pagata.
<<
Io vado con Emmett, tu vai con chi vuoi. >> Sentenziai.
L'ultima cosa che volevo era che Bella avesse qualche idea sbagliata
su me e Tanya. Tornai a guardare Bella. << Torno presto. >>
Mi
sorrise, cercando di essere convincente. << Ti aspetto. >>
Ringraziai
con gesto veloce del capo Alice e Rosalie, e mi fiondai fuori nella
foresta, seguito subito dopo da Emmett e Tanya.
Adesso,
avevo assoluto bisogno di sedare la sete.
Quasi
tre ore dopo, dopo aver dissanguato completamente due puma e un paio
di cervi, sentii il familiare calore che il sangue ci donava. Ero più
che sazio. Ma almeno per un o non dovevo più preoccuparmi della
sete.
<<
Tu lo sai che io potrei darti tutta me stessa. >> La sua voce
mi arrivò come una freccia. Davanti a me sbucò Tanya, seguita da
lontano da mio fratello.
<<
Non mi interessa. >> Ribadii, forse per la centesima volta.
Lo
sguardo languido che continuava a lanciarmi, non mi faceva ne caldo
ne freddo, lei mi era completamente indifferente. Ma quando lessi i
suoi pensieri su Bella, le ruggii contro. << Devi solo
provarci, Tanya, e nessuno ti salverà dalla mia furia! >>
Emmett
fu subito al mio fianco, cercando di capire la situazione. Edward,
datti una calmata, siamo vicini al confine...
Ed
infatti, uno dei Quileutes comparve, in quel momento maledii anche
lui, ma fra tutti, perché proprio Jacob Black? <<
Cullen! Dov'è Bella? >> La sua voce mi diede sui nervi.
Mi
voltai sibilando contro di lui. << Non ti deve interessare!
Girale alla larga! >> Non solo dovevo preoccuparmi di Tanya e
del suo comportamento nei confronti di Bella, ma anche di quel cane!
Si
avvicinò a noi, ma senza varcare il confine. << Non sono io
che devo girarle alla larga... >> Che diavolo voleva Jacob
dalla mia Bella?! << Voglio vedere Bella. >> Esclamò
fissandomi apertamente con astio.
Io
gli sibilai contro. << No. Tu non vedrai Bella. Lei... >>
Avanzò
minaccioso di un passo verso di me. << Tu non puoi vietarmi di
vederla, Cullen! >>
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Ciao a tutti! Innanzitutto ho un annuncio da fare a due persone: SHONA e DODO!! Se leggete, sono senza internet a casa!!! Maledetta linea telefonica del cavolo! ç.ç Mi spiace che non ci siamo potute sentire, ma il tecninco fino a martedì non viene ç__ç sorry...
Adesso torniamo alla ficci, stò scroccando la linea di my brother! hehe^^ lui è in giro e io sfrutto... mi sembra giusto! ^^ Ok, bando alle ciance, vi lascio al capitolo!! Un bacione e buona lettura!
==============================================================
Capitolo
13
Ci
trovammo a ringhiarci contro come animali pronti all'attacco. Perché
voleva vedere Bella?! Cosa diavolo voleva da lei?!
Era
mia! Perché sia lui che Tanya non riuscivano a capirlo?! Nessuno
poteva avvicinarsi senza il mio permesso! << Ti staccherò la
testa se solo osi avvicinarti a lei, Black! >> Arricciai il
labbro superiore, mostrando la mia dentatura perfettamente tagliente.
Emmett
e Tanya furono al mio fianco, mentre i pensieri di Jacob valutavano
la situazione, non gli conveniva mettersi contro tre vampiri, avrebbe
sicuramente avuto la peggio.
Smisi
di ringhiargli contro, quando vidi che non aveva più intenzione di
attaccarmi, ma solo di parlarmi.
<<
Va bene. >> Acconsentii, poi mi rivolsi verso Emmett. <<
Voi andate, io e lui. >> Lo indicai con un gesto secco. <<
Dobbiamo parlare. >>
<<
Ok. >> Mi rispose Emmett. Stai attento.
Annuii.
Tutto
questo casino per quella insulsa umana! Ringhiai contro Tanya.
Quella stupida vampira era una vera seccatura!
Emmett
la portò via con se. Avrei pensato più tardi a lei. Adesso, era
giunto il momento di mettere in chiaro le cose con il lupacchiotto.
<< Adesso siamo soli. >> Sentenziai.
Nei
suoi pensieri, c'erano diverse cose che mi colpirono e alcune di
queste mi irritarono a morte. << Che cosa vuoi da Bella? >>
Questa era la domanda che mi premeva di più. Cosa voleva dalla mia
piccola umana?!
Jacob
sorrise amaramente. << Salvarla. >>
Assottigliai
lo sguardo cercando una risposta nei suoi pensieri. << Lei non
ti vuole. Lei ha paura di te. >> Sibilai duro. Non gli avrei
mai perdonato il fatto di averla terrorizzata.
Abbassò
lo sguardo colpevole. << Lo so. Mi dispiace. Io... non volevo.
>>
Sembrava
sincero, ma rimasi comunque guardingo. << Spiegati. >>
Sollevò
lo sguardo nero verso di me. Era uno sguardo fiero, irrispettoso e
duro. << Tu cosa vuoi da lei, Cullen? >>
<<
Fino a prova contraria, sono io che ti pongo le domande. >> Di
sicuro non erano affaracci suoi, quello che io volevo da Bella.
Tremò
di rabbia, ma vidi che nonostante tutto si stava trattenendo. <<
Io non volevo spaventarla... ero... ero geloso. >> Si portò
una mano davanti agli occhi, sospirò rumorosamente. << Se
potessi tornare indietro, lo farei! >> La sua voce era
impermeata di dolore. La sua mano scivolò via dal viso, ma il suo
sguardo rimase fisso verso il terreno, nella sua mente vidi le
immagini susseguirsi, ricordi... Bella a la Push, dentro la riserva,
Jacob e la sua piccola cotta. Il suo essere possessivo. Il suo
scagliarsi contro di lei, terrorizzandola a morte.
Quella
scena fu come un pugnale in mezzo al mio petto. Sembrava così
mostruosamente identica a come avevo reagito io la prima volta che
l'avevo vista. Solo che Bella, mi aveva perdonato, non mi temeva,
perché Jacob invece continuava a metterle paura? Non capivo... <<
La ami? >> Domandai sulle spine.
Alzò
lo sguardo smarrito. Sapevo che stava cercando ancora di trovare le
parole per spiegarmi l'accaduto, ma non serviva, avevo già visto. Mi
picchiettai sulla tempia. << Leggo nella mente, ho visto cosa è
successo. >> Lo stupore si dipinse sul suo viso. << La
ami, Jacob Black? >> Riproposi la domanda. Io dovevo sapere.
Prese
un piccolo sospiro e poi, nella sua mente, il volto di Bella venne
sostituito da un altro volto. << No. Io sono già innamorato;
Leah è tutta la mia vita. >> Il susseguirsi di immagini di
loro due assieme, il loro imprinting, le prime uscite, i primi
baci... era davvero innamorato di lei.
Scossi
la testa. << Non capisco. Se ami un'altra, perché vuoi Bella?!
>>
<<
Perché è umana, lei non è una di voi. Il nostro compito è di
proteggere la vita, voi invece, portate la morte. >> Era
maledettamente serio, sapevo che da una parte aveva ragione, ma io,
non avrei rinunciato a lei. No! << Perché la vuoi con te,
Cullen? Lei è un'umana... morirà. >> Lessi la sincerità
nelle sue parole, decisi di rispondere con altrettanta verità.
Lo
fissai negli occhi, desideravo che mi credesse, perché quello che
stavo per dirgli, era quello che serbavo nel mio cuore per Bella. <<
Isabella è meravigliosa, non posso desiderare di meglio, perché il
mio meglio è lei. >> Presi un altro piccolo sorso di aria. <<
Non voglio nient'altro al mondo, non regge il confronto, tutto sembra
spento, inutile e vuoto se lei non c'è. La luce delle stelle
svanisce quando lei è triste e io non posso vederla perché lei è
il mio firmamento. >>
Il
silenzio sembrava permeabile fra noi, finché Jacob ruppe la sua
espressione seria con un ghigno. << Non ti facevo così
romantico, Edward. >> Mi prese un po in giro.
<<
Io non ti facevo così fastidioso, Jacob. >> Risposi con un
velo di irritazione. << Non mi hai ancora detto però, cosa
vuoi da Bella. >>
Era
una mia impressione o era imbarazzato? << Volevo chiederle
scusa. Non ho mai avuto il coraggio di farlo... poi bé, sei arrivato
tu, non ho più avuto modo di parlarle, di spiegarle. >>
<<
Capisco. >> Giustamente, Bella passava con me tutto il suo
tempo e il nostro territorio era precluso per loro.
<<
E poi... >> Continuò, ignaro dei miei pensieri. << Leah
vorrebbe conoscerla. Stiamo per sposarci. >> Adesso era davvero
al top dell'imbarazzo.
<<
Jacob, io vedo che è la verità quella che dici. Ma, io non ho
intenzione di spaventarla... >> Non volevo metterle paura e
poi, avevo anche Tanya da controllare. Non mi piacevano i suoi
pensieri sulla mia piccolina.
<<
Certo, certo... capisco. Ma, se potessi almeno accennarle qualcosa.
Significherebbe molto, per me e per Leah. >>
<<
Ne parlerò con lei appena vado a casa. Adesso è meglio che vada...
ho lasciato Bella con le mie sorelle, e Tanya sarà sicuramente già
arrivata. >> Mi rabbuiai in volto.
<<
Non mi piace quella vampira, Edward. Se dovesse servirti aiuto,
chiamami. >> Lo guardai stupito. << Non sono un idiota,
ho visto come ti guardava. E se è vero che tu tieni a Bella, farò
il possibile per aiutarti a liberarti di quella. >>
Sorrisi
sbiecamente. << Mi ricorderò delle tue parole. >> Gli
porsi la mano.
Era
decisamente spiazzato dal mio gesto, ma fui felice quando afferrò la
mia mano e la strinse. << Ci conto. >> La strinsi forte
nella mia, freddo e caldo.
<<
Oh Jacob... >> Lo chiamai, prima di andarmene, lui si voltò.
<< Anche se capisco tutto quello che mi hai detto, ricordati di
non starle troppo vicino. Sono molto più possessivo di te. Ci metto
niente a staccarti la testa. >> E con quella minaccia non molto
velata me ne andai.
Il
rientro a casa fu veloce, volevo rivedere la mia piccolina!
Nonostante l'incontro con Black, i miei pensieri erano per lo più
per Bella. Mi mancava tantissimo.
Aprii
la porta di casa, trovandomi davanti ad una scena insolita, Bella
seduta fra Rosalie e Alice, mentre di fronte a loro, stava Tanya. La
cosa insolita era che Bella, teneva per mano entrambe le mie sorelle,
come se dovesse fermale. Assurdo, considerando il fatto che non
avrebbe potuto fare nulla del genere.
<<
Bella... >> La chiamai, vedere il suo viso illuminarsi al suono
della mia voce era qualcosa che mi faceva sentire più che bene.
<<
Edward. >> Mi salutò il mio angelo, alzandosi e camminando
tranquilla verso di me, non ci misi molto a raggiungerla, anche se la
mia mente stava scrutando quella delle mie sorelle.
Sentivo
nell'aria che qualcosa doveva essere successo. Ma cosa? << Mi
sei mancato. >> Mormorò sorridendo e abbracciandomi.
<<
Anche tu. >> Le risposi sincero. Per quell'attimo, mi concessi
di chiudere gli occhi e di rilassarmi. Era questo che si provava fra
le braccia della persona amata? Probabilmente si. Mi sentivo in pace
con me stesso, felice, completo.
Con
stizza chiusi in una piccola parte della mia mente i pensieri
decisamente irritanti di Tanya. Ma quando se ne andava?! <<
Bella, devo parlarti... >> Le sussurrai piano, dovevo
affrontare l'argomento Jacob Black.
<<
Certo. Dimmi pure. >> Mi disse con un tenero sorriso.
Mi
guardai attorno. << Voi tenetela qui. >> Dissi alle mie
sorelle, riferendomi ovviamente a Tanya, che mi lanciò uno sguardo
assottigliato. Io presi Bella in braccio. Lanciò un piccolo urletto
di sorpresa la mia piccolina, che si tramutò in un respiro
affannoso, quando sentì il vento correre veloce contro di noi.
Stavo
correndo nella foresta, destinazione; casa sua. Li, ero sicuro che
nessuno ci avrebbe disturbato. Al limitare della foresta, rallentai e
la depositai per terra. Non potei evitare di ridacchiare. <<
Bella, riesci a stare in piedi? >>
Era
aggrappata alla mia maglietta. << Oddio, Edward... credo di
si... >> Sospirò cercando di mantenere l'equilibrio. <<
La prossima volta avvisami. >>
Ridacchiai
di gusto, quindi ci sarebbe stata una prossima volta. Ottimo, non
l'avevo spaventata. Sorrisi contento.
<<
Dove siamo? >> Spostava la testa ogni tanto, cercando di capire
dai suoni il luogo dove l'avevo portata.
<<
Casa tua. Vieni. >> Le presi la mano e ci sedemmo sui tre
gradini del portichetto. << Bella, c'è una cosa che devo
dirti. >> Presi un piccolo sospiro.
<<
E' così grave? >> Cercò di scherzare.
Era
meglio dirglielo subito, senza girarci attorno. << Ho visto
Jacob Black. >> Rimasi in silenzio, aspettandomi la sua
reazione... che non avvenne.
<<
Ah. >> Rispose solo spiazzandomi.
Socchiusi
le labbra stupito. << Tutto qui? Pensavo ad una reazione più
concisa... >> Mormorai.
<<
Tanya mi ha detto che avete fatto un incontro, particolare... >>
Rispose, un po sul vago.
Io
dovevo assolutamente uccidere quella viscida vampira. << E di
grazia, cosa ti ha detto? >> Sibilai arrabbiato.
Sospirò
umettandosi le labbra in un gesto inconsapevolmente adorabile. <<
Che durante la caccia, siete arrivati al confine e che avete
incontrato un... lupo puzzolente. >> Disse aggrottando le
sopracciglia. Abbassò un po la voce. << Non riuscivo a capire
cosa intendesse dire... ma quando le ho chiesto perché ti avessero
lasciato da solo, mi ha risposto che volevi parlargli. Che comunque,
difficilmente un... licantropo avrebbe avuto la meglio su un... >>
Prese un piccolo sospiro e io ingoiai il veleno.... pregando che
quella maledetta non le avesse detto davvero che io ero un... <<
vampiro. >>
Ed
ecco spiegato il perché le mie sorelle al mio arrivo la stavano
guardando in malo modo e pensando seriamente di ucciderla. La fissai
arrabbiato, furioso e impaurito. E adesso, lei cosa avrebbe fatto? Si
sarebbe lasciata ancora toccare da me? Baciare da me? Non potevo
neanche immaginare un suo rifiuto, sarebbe stata la mia morte! <<
E tu?... >> Deglutii di nuovo. << Non hai paura, adesso
che sai... cosa sono. >> Finii in tono amaro.
Mi
spintonò leggermente con la spalla. << Sei uno scemo, Edward.
>> La guardai in silenzio. << Se avessi davvero paura,
pensi che rimarrei qui così, con te? Oh andiamo... Non mi hai mai
fatto del male, vuoi cominciare adesso? >> Mi domandò
spiazzandomi e voltandosi verso di me.
<<
No! Certo che no. >> Esclamai.
<<
Ottimo. Allora, siamo a posto. >> Si appoggiò con la testa
alla mia spalla. << Tanto l'avevo già capito che non eri
normale... te lo avevo detto, o mi sbaglio? >> Sembravamo una
coppietta che guardava lo scorrere della vita di Forks.
<<
Si, è vero... >> Le baciai la testa. << Mi dispiace che
tu l'abbia scoperto così. >> Allungai il braccio e la cinsi
contro di me.
<<
Allora, come è andata la caccia? >> Domandò tranquilla.
Sorrisi, era la mia piccola, personalissima, specialissima umana.
Passava da un argomento particolare, come la mia natura di vampiro,
alla caccia! Ma come diavolo faceva?
<<
Bella, sei assurda, lo sai?! >> Le presi il volto fra le mani,
baciandola sulle labbra. L'amavo!
Rimanemmo
abbracciati in silenzio per un po, nessuno dei due voleva
interrompere quel piccolo ritaglio di tempo tutto nostro.
Ma
io dovevo ancora affrontare l'argomento Black. << Bella,
riguardo Jacob Black... >> La sentii irrigidirsi. << Non
temere. >> La strinsi di più contro di me. << Lui,
vorrebbe chiederti scusa... >> Mormorai piano.
<<
Io non... >> Balbettò, il suo cuore batteva veloce.
La
strinsi dolcemente, baciandole la tempia. << Hey, rilassati, ci
sono io con te... So cosa è successo, e credimi, vuole chiederti
scusa. E poi... >> Continuai rendendo la mia voce un po più
leggera. << Si sposa. >> Si voltò di scatto verso di me,
come se potesse vedermi sul serio. << La sua futura moglie,
vorrebbe conoscerti. >>
<<
Me? Lei vorrebbe conoscere, me? >> Le sue sopracciglia si
arcuano stupite. << Oh... ehm... va bene... >>
Le
sorrisi. << Non sarai sola, ci sarò io con te. Sempre. >>
Si rilassò contro di me. << Senti, che ne dici, se andiamo
adesso. >>
<<
Via il dente, via il dolore? >>
<<
Una cosa del genere... >> Le confermai alzandomi e aiutandola a
fare lo stesso.
Pochi
minuti dopo, eravamo davanti al confine. Sapevo che non avremmo
atteso molto, il fiuto di lupi era quasi infallibile, ed infatti. <<
Edward... Bella.... >>
<<
Jacob, come promesso. >> Gli dissi, senza mai lasciare la mano
di Bella. La sentivo tesa. << Rilassati. >> Le sussurrai
piano.
<<
Beh... io... ok, scusa Bells! Sono stato un completo idiota! Scusa!
Scusa! Scusa! >> Esclamò di botto.
Bé,
queste furono le scuse più pietose che avessi mai visto in tutta la
mia lunga vita! Battevano perfino quelle di Emmett!
<<
Jake, fai veramente schifo con le scuse! >> Esclamò una
ragazza uscendo dalla foresta.
<<
Leah! >> Si avvicinò Jacob, cingendole la vita. E così,
quella era la sua futura moglie. << Leah, ti presento Edward
Cullen e Isabella Swan. Lei è Leah, la mia fidanzata. >> Era
orgoglioso di lei, si vedeva lontano un miglio.
<<
Piacere. >> Disse soltanto, ritornando poi a guardare Jacob. <<
Jake, le tue scuse sono veramente pietose! Ma come si fa a dire scusa
in quel modo?! Bella, se vuoi un consiglio, non perdonarlo! Uno che
fa così è un perfetto idiota! >>
Mi
piaceva quella Leah, aveva un bel caratterino, anche Bella doveva
averla trovata simpatica, perché la presa sulla mia mano, si era
allentata, segno che non aveva più così paura della situazione.
Jacob
e Leah andarono avanti a battibeccare per almeno dieci minuti.
<<
Dici che si ricorderanno di noi? >> Mi sussurrò la mia
piccolina.
<<
Non saprei... >> Ammisi, affascinato dal loro modo di fare.
Il
risultato fu che per il giorno seguente, Bella sarebbe stata rapita
da Leah per andare alla riserva. Non mi piaceva molto l'idea di
saperla in mezzo ai licantropi, ma avrei avuto tempo per sbarazzarmi
di Tanya. E nella riserva, Tanya non poteva metterci piede.
<<
Come farò a stare senza i tuoi baci? Senza vederti a casa nostra,
senza il tuo profumo, senza il mio cuore! >> Le sussurrai sulle
labbra, tenendola stretta a me, mentre Jacob aspettava nella sua
macchina che Leah lo raggiungesse.
Bella
sorrise. << Edward, è solo un pomeriggio! >> Esclamò
ridacchiando.
<<
Per me è tanto. >> Le sorrisi, baciandola con dolcezza, mentre
la riprendevo fra le braccia e veloce tornavo a casa.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Ciao a tutti! Grazie grazie e ancora grazie per i vostri commenti! Sono sempre bellissimi! E' sempre fonte di gioia vedere quanti di voi apprezzano anche con colo poche parole la mia ficci! ^^
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Capitolo
14
Rimasi
accanto a Bella per tutta la notte, come ormai facevo da quando
l'avevo conosciuta... era incredibile come in poco tempo la mia non
vita fosse cambiata. Le passai polpastrelli sulla guancia. Era così
sofficiosa, morbida... appetitosa era forse il termine giusto. Ma non
nel senso del cibo. No, Bella era appetitosa per come era. Buona,
gentile, altruista e coraggiosa! Soprattutto coraggiosa. Non era da
tutti scoprire di aver passato un sacco di tempo a stretto contatto
con un vampiro e di averlo addirittura baciato!
Ah,
non mi sarei mai saziato delle sue labbra morbide.
Sorrisi
scioccamente. La mia piccola umana era il dono più grande che mi era
stato concesso. Mi chinai baciandole la tempia. << Dormi mio
tesoro, veglio io su di te... >> Le sussurrai cingendole la
vita con il mio braccio freddo.
Per
tutta la mattina, non avevo fatto altro che supplicare la mia
bellissima umana di rimanere a casa.
<<
Dai Edward! E' solo un pomeriggio! >> Ridacchiò sedendosi con
calma sul letto.
Sbuffai
contrariato. << Lo so... ma non mi va giù il fatto che tu stia
la in mezzo ai licantropi. >> Le presi la vita e la tirai verso
il centro del letto, adagiandola contro di me. Le mordicchiai il
collo, facendole venire i brividi. << Ti voglio tutta per me.
>> Le mormorai sulla sua pelle.
Si
voltò con il busto, donandomi un piccolo bacio a fior di labbra. <<
Prometto che farò la brava, sarò di ritorno prima del tramonto. >>
Sbuffai
ancora. << No, non ti lascio andare... >> E mi rituffai
con il viso contro il suo collo, inspirai profondamente il suo
profumo. Mi sentivo tanto un bambino a cui volevano togliere il suo
giocattolo preferito. << Vattene, Alice. >> Mormorai
ancora nascosto contro Bella. Era il mio piccolo paradiso quel luogo.
Alice
si schiarì la voce. << Mi spiace disturbarvi, ma sono
arrivati. Bella sei pronta? >>
Le
mie braccia si strinsero come una catena d'acciaio. << Si,
appena tuo fratello mi lascia andare... >> Ridacchiò.
<<
Edward, non fare il bambino! >> Sbuffò Alice, provando a
staccare le mie mani dal corpo di Bella. Un ringhio particolarmente
loquace la costrinse ad alzare le mani in segno di resa. <<
Senti, tanto dopo torna. Intanto potremmo andare a caccia, così dopo
starai tutto il tempo con lei. >>
In
effetti, la proposta non era male. Potevo anche farmi aiutare dai
miei fratelli per liberarmi di Tanya. Già mi immaginavo la scena di
lei che veniva cacciata da noi.
<<
Si, potremmo fare anche quello! >> Annunciò mia sorella con
una nota di contentezza nella voce.
Lasciai
andare la mia piccolina. << Va bene. >> Sbuffai. <<
Ma ti voglio a casa prima del tramonto. >> Non suonava tanto
come una richiesta, più come un ordine. Ma non potevo farci nulla,
avevo il terrore che Bella potesse svanire, e se fosse successo io
non sarei più riuscito a vivere.
Era
passato da un pezzo il tramonto e di Bella nessuna traccia, solo una
sua veloce telefonata, dove ci avvisava che suo padre era tornato e
che voleva stare con lui...
In
quel momento sentii la rabbia salire a mille. Lei aveva promesso che
sarebbe tornata qui, da me! Presi una boccata di aria... calma
Edward, è con suo padre, va tutto bene... Domani la rivedrai, stai
calmo... Questo continuavo a ripetermi, nonostante la voglia
spasmodica di andarla a prendere fosse arrivata addirittura a livelli
folli.
Maledii
ogni singolo secondo che mi divideva da lei. Avevo già deciso che il
mattino dopo non l'avrei lasciata neanche per un secondo!
L'unica
nota positiva, era stata la probabile partenza di Tanya. Non si era
più vista. I suoi pensieri non erano più raggiungibili. Finalmente,
forse, aveva capito di non essere la benvenuta... Ad ogni modo,
pensavo che avrei dovuto faticare di più, invece era stato facile,
forse fin troppo... ma il sollievo per essermene liberato aveva
offuscato il resto.
Lanciai
uno sguardo all'orologio; l'una di notte. Sbuffai, ma rimasi immobile
davanti alla grande vetrata, dovevo concederle un po di spazio...
Le
due. Di sicuro stava dormendo tranquilla. Non poteva succederle
nulla, suo padre l'avrebbe protetta...
Le
tre. Gli esseri umani avevano proprio bisogno di dormire? Mi sentivo
fremere...
Le
quattro. Mancavano solo quattro ore al suo risveglio. Potevo
resistere.
Le
cinque. Forse era il caso che cominciassi a dire a Bella che i miei
sentimenti per lei erano molto più profondi del semplice mi piaci...
Le
sei. Dovevo dire ad Esme di cucinare qualcosa di speciale per la mia
piccolina. Sorrisi. Qualcosa di speciale, per una dichiarazione
speciale.
Le
sette. Sorrisi felice, sicuramente si stava svegliando, ancora un'ora
e suo padre l'avrebbe riportata da me, dove era giusto che stesse.
Le
otto. Camminavo avanti e indietro nella nostra sala, i ragazzi erano
già a scuola, c'eravamo solo io e Esme... perché Charlie ancora non
arrivava? Aveva forse avuto un guasto? C'era stato qualche problema?
No, calma... tutto andava bene...
Il
telefono di casa squillò. Brutto, bruttissimo segno... Velocissimo
alzai il ricevitore. << Pronto. >>
<<
Casa Cullen? >>
<<
Si, sono Edward. >> Avrei riconosciuto fra mille la voce
dell'ispettore Swan, perché mi stava chiamando? Era successo
qualcosa alla mia piccolina?!
<<
Edward, sono l'ispettore Swan. Volevo avvisarvi che Bella non viene
questa mattina. >>
<<
Come scusi, può ripetere? >> Sentivo la terra mancarmi sotto i
piedi, la mia voce era poco più di un debole sussurro.
L'ispettore
Swan si schiarì la voce. << Edward, Bella... >> Era
impacciato, lo sentivo benissimo.
<<
Edward? >> La voce del mio angelo.
<<
Bella, tutto bene? Perché non vuoi venire? >> Ansia,
angoscia... paura.
La
sentii sospirare nella cornetta. << Edward, è meglio se per un
po io e te non ci vediamo. Non è giusto che per me, tu abbia
rinunciato a stare con gli altri... >>
Sgranai
gli occhi. << Che cosa... Bella, ma che stai dicendo?! >>
Esclamai duro. Avevo una fottutissima paura...
<<
Per stare con me, non sei più andato a scuola, hai passato poco
tempo con gli altri... io... >> Sospirò di nuovo, Dio mio, mi
faceva così male quello che avvertivo stava per dirmi. <<
Edward, forse è meglio se non ci vediamo più... >>
No
no no... NO! Non poteva farmi questo! NO! Non lei! Non la MIA Bella!
Non la piccola umana che mi aveva fatto innamorare! NO! Tremavo di
rabbia, di paura, di agitazione... un mix maledettamente letale. Il
muro vicino al telefono si sgretolò sotto la mia mano. << NO!
Tu non puoi lasciarmi... io non voglio... non te lo permetto, Bella.
>> Sibilai al telefono, anche a distanza, la sentii sussultare
per la paura che sapevo le stava scorrendo nelle vene. Potevo essere
molto terrorizzante se volevo. E in quel momento, io volevo che lei
avesse veramente paura di lasciarmi. Perché desideravo con tutto me
stesso che anche lei non potesse più fare a meno di me, come io non
potevo fare a meno di lei.
<<
Mi... mi dispiace, Edward... ma tu non sei... la persona adatta per
me. >> Sussurrò fra i singhiozzi, attaccando il telefono,
senza lasciarmi la possibilità di ribattere.
Sapevo
che Esme mi stava guardando allarmata, il rumore del muro sbriciolato
l'aveva fatta accorrere, vedevo la ma immagine nei suoi pensieri, i
miei occhi erano vacui, spalancati per l'orrore delle parole della
mia Bella... lei, non mi voleva con se... lei... no... non era
possibile... io.. io l'amavo... lei era tutta la mia vita! Perché?
Perché non mi voleva? << Perché? >> Sussurrai
pianissimo.
Le
braccia di Esme mi avvolsero, lasciai cadere la cornetta per terra.
<< Perché non mi vuole? >> Sentivo freddo, tanto
freddo... dentro di me il vuoto la faceva da padrone. Mi era stata
strappata la felicità, la gioia, la vita... il mio cuore; Bella.
Il
cellulare di Esme vibrò forte, con una mano libera, mia madre lo
afferrò e rispose.
<<
Stiamo arrivando, non fargli fare niente di stupido! >> Esclamò
Alice, in sottofondo sentii il rombo della macchina, probabilmente
stavano andando al massimo della velocità.
Quattro
minuti dopo, la porta di casa si aprì e tutti i miei fratelli fecero
il loro ingresso. << Edward! >> Esclamarono quasi in
coro. Alice fu la prima ad avvicinarsi. << Edward, ti prego,
non fare niente di stupido! >> Poi si rivolse ad Esme. <<
Vedo il suo futuro mutare continuamente... >> Tornò a fissarmi
preoccupata. << Ti prego, Edward... >> Prese il mio volto
fra le sue mani e mi fissò negli occhi. << Edward non farlo.
>>
Cosa?
Cosa non dovevo fare? L'unica cosa che volevo era Bella e lei non mi
voleva... Dio mio! Che dolore insopportabile! Mi portai una mano al
petto, dove in teoria ci sarebbe dovuto essere il mio cuore, ma in
quel momento, c'era il nulla assoluto.
Il
mormorio di voci dei miei fratelli era confuso, per la prima volta
non riuscivo a distinguere nulla... Bella, dov'era la mia Bella? <<
Bella... >> Mormorai piano. Il silenzio mi circondò. <<
Dov'è Bella? >> Domandai ancora debolmente.
<<
Alice, concentrati! >> Esclamò la voce agitata di Jasper.
<<
Lo sto facendo! Lo sto facendo! Non la vedo! >> Perché Alice
era così disperata? Cosa non vedeva... non mi importava, io volevo
solo la mia piccolina...
Mi
sentivo stanco, strano noi vampiri non ci stanchiamo mai, eppure, in
quel momento, mi sentivo senza forze. << Esme reggilo! >>
Perché la voce di Jasper era così ansiosa?
Anche
Rosalie sembrava impaurita, perché? << Edward! Non mollare!
Emmett aiutalo! Io chiamo Carlisle! Portatelo in camera, veloci! >>
Non
so cosa successe, so solo che mi ritrovai in camera mia e poco dopo
vidi comparire mio padre... che stava accadendo? Ah! Che male! Basta!
Fate finire il dolore! Basta! Basta!
Notai
solo vagamente mia sorella Alice al telefono, sembrava agitata...
capii solo le parole. << Jacob portala qui subito! >> Poi
il dolore tornò più forte e potente di prima, stavolta niente mi
impedii di urlare.
<<
Che succede? >> La voce di Tanya entrò viscidamente nella
stanza. Tutta la mia famiglia si voltò verso di lei, io so solo che
quando vidi la piccola Dodo fra le sue mani, collegai tutto quanto.
Era
stata lei ad allontanarmi dal mio amore, lei aveva fatto qualcosa
alla mia Bella... Una nuova sferzata di rabbia mi accecò
completamente, sovrastando perfino il dolore. Scattai rapido, anche
più del solito e mi fiondai contro di lei, sfondammo le pareti, le
mie mani erano attorno al suo collo.
<<
Edward! Fermati! >> Urlava qualcuno. Ma non mi importava, lei
doveva morire! Lei aveva fatto qualcosa alla mia piccolina...
Sentivo
la paura, il suo odore ne era saturo. Vidi la mia immagine nella sua
mente, ero veramente un vampiro. Un'orrenda creatura della morte!
L'afferrai in malo modo e dopo averle strappato dalle mani il piccolo
pinguino rosa, la scaraventai contro un altra parete. Mi spiaceva per
Esme, avrebbe dovuto sistemare casa.
La
portiera sbattuta di una macchina e la porta di casa nostra aperta
con violenza attirò per un attimo la mia attenzione.
Poi
lo sentii, il suo profumo... la sua fragranza. << Bella. >>
Sussurrai sentendo il dolore alleviarsi. Scattai giù per le scale,
ma quello che vidi mi riempii di paura; Jacob Black con in braccio il
corpo della mia piccola umana.
<<
Ho fatto prima che ho potuto. >> Si avvicinò. Presi con una
gentilezza infinita il suo corpo fra le mie fredde braccia. <<
E' svenuta all'improvviso, non so cosa sia successo, stava piangendo
e poi puff... è svenuta... >>
<<
Grazie, Jacob... >> Mormorai, salendo le scale per raggiungere
la mia stanza, tutti quanti erano nel corridoio, mi fissavano in
silenzio. L'adagiai sul letto, stringendola contro di me. <<
Bella... andrà tutto bene adesso. >> Le sussurrai piano,
accarezzandole il volto. << Non ti lascerò amore mio... >>
Le baciai le labbra con dolcezza, aspettando e sperando di sentire il
prima possibile la sua dolce voce.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Ragazze, mamma mia quanti commenti! XD Non so avvero che dire! C'è chi fa supposizioni, chi prova ad immaginare un seguito e chi addirittura vuole fare dei fans club anti Tanya! XD Voi siete dei miti! hahaha^^ mi rallegrate sempre con le vostre parole!! Perciò, come sempre l'unica cosa che posso dirvi è: GRAZIE DI CUORE!! Ma ora vi lascio al capitolo! Il prossimo aggiornamento sarà per sabato ^_^ Un bacio e come sempre, buona lettura!
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Capitolo
15
Ringhiai
contro chiunque osasse avvicinarsi al mio piccolo gioiello
addormentato. << Edward, ragiona, fammi controllare come sta,
non te la porterò via. Tu... mi controllerai, va bene? >>
Annuii alla proposta di mio padre, era il solo ad avere il mio
permesso per avvicinarsi a Bella.
Ogni
tanto frugavo nelle mente degli altri abitanti della casa, adesso si
era aggiunta anche Leah, era venuta a cercare Jacob, preoccupata per
lui.
Mi
annotai mentalmente di ringraziarlo a dovere, mi aveva riportato la
mia piccolina. << Allora? >> Domandai ansioso.
Sta
bene. Si riprenderà presto. Sentenziò mio padre, lasciando la
stanza. Tirai un sospiro di sollievo. La mia Bella stava bene, doveva
solo riposare. Io avrei vegliato su di lei. Non le avrei mai più
permesso di allontanarsi da me. Mai più. Le posai un bacio sulle
labbra.
Adoravo
venire cullato dal battito tranquillo del suo cuore, il suo respiro
regolare era una sorta di balsamo per la mia ansia. Lei adesso era
qui, era reale.
La
mia mente era divisa in più pensieri, la maggior parte, dedicati
alla mia Bella, altri invece su come trovare e uccidere Tanya. Come
si era permessa di interferire fra me e Bella? Non avevo la certezza
che fosse stata lei, la mia mente era troppo presa dalla rabbia
quando mi ero scaraventato conto di lei, ma il solo fatto che avesse
fra le mani la piccola Dodo, mi aveva fatto vedere rosso.
Era
chiaro come il sole che lei centrasse qualcosa, ma dovevo sapere cosa
aveva fatto al mio cuore, alla mia ragione di vita.
Passarono
i minuti, le ore e finalmente... il suo battito cambiò il ritmo; si
stava svegliando.
Rimasi
a fissarla, cosa avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto? Dio quanto odiavo
non poterle leggere la mente!
Respirò
profondamente. << Edward...? >>
Che
suono soave. Mi chinai vicino al suo orecchio. << Sono qui. >>
Le sussurrai piano.
Le
sue dita avanzarono insicure verso di me, le sentivo strusciare
contro il lenzuolo, ma per i miei gusti andavano troppo piano, presi
la sua mano e la posai sul mio volto. Volevo che vedesse il dolore
che stavo provando, era solo una minima parte di quello che avevo
sentito, ma volevo comunque farle capire che lei mi aveva in pugno.
Lei era tutto per me.
Non
mi accorsi neanche di aver chiuso gli occhi sotto il suo tocco
timido. No, non timido, impaurito. Le avevo messo paura, mi ricordavo
bene la telefonata, in quel momento avevo perfino desiderato che lei
avesse il terrore di lasciarmi, e ancora adesso una buona parte di me
lo voleva.
<<
Ti prego, Bella. Non lasciarmi più. >> Mormorai quando le sue
dita passarono sulle mie labbra. << Non potrei sopportare più
quel dolore. Ne morirei. >> Ammisi, cedendole e aprendole
completamente il mio essere.
Aveva
il respiro veloce la mia piccolina. << E.. Edward io... noi,
non è giusto. Io sono un peso... io non è giusto che tu... >>
Una
smorfia di dolore mi passò sul viso, scossi la testa. Non volevo
sentire quelle parole. Non erano quelle che lei doveva dirmi. No. <<
Sono tutte bugie. >> Sibilai, cercando di trattenere la rabbia.
Aprii gli occhi fissandola duramente. << Tu lo sai che sono
tutte bugie quello che stai dicendo. >>
<<
N..no.. >> Provò a controbattere, ma venne prontamente zittita
dalle mie labbra.
La
stavo baciando, non con passione o gentilezza, ma con durezza, io non
volevo sentire tutte quelle parole che sapevano solamente di
menzogna. Mi staccai quel soffio che serviva solamente per farle
prendere aria. << L'unica verità è che io ti amo, e tu non
puoi farci niente. >> Parlai direttamente sulle sue labbra,
godendo del suo calore e sperando follemente che i brividi del suo
corpo fossero una reazione positiva alla mia dichiarazione.
Il
suo respiro caldo si infrangeva contro il mio freddo, eravamo in una
posizione di stallo, Bella si stava mordicchiando le labbra,
indecisa. Io invece, avrei dato qualunque cosa per sentirmi dire che
lei mi amava. Depositai un altro bacio sul suo collo. << Ti
prego, dimmi cosa provi per me... io devo sapere. >>
I
secondi passarono inesorabili, silenziosi. Mi sentivo distrutto,
Bella non accennava voler dire nulla, io avevo davvero bisogno di
sentirmi rassicurato da lei. Non volevo perderla, non volevo che mi
lasciasse, non volevo che lei sparisse dalla mia vita.
Il
lieve bussare alla porta mi costrinse a sollevarmi da lei. <<
Edward, le ho portato questo. >> Entrò silenziosa, Esme. <<
Avrà fame. >> Il profumo di pane caldo appena fatto e di miele
invase la stanza. La ringraziai con un semplice cenno della testa e
uscì, lasciandoci ancora da soli.
<<
Hai fame? >> Le chiesi gentilmente.
Socchiuse
le labbra. << Si. >> Sussurrò, sollevandosi e sedendosi
con la schiena contro la testiera.
Con
attenzione le passai il vassoio sulle gambe, era un peccato che Bella
non potesse vedere l'aspetto delizioso di quello che Esme aveva
preparato con tanta cura e tanto amore.
Sorrisi
amaramente, tutti amavano Bella, io più di degli altri. Lei ci
voleva bene, si capiva, ma io volevo che lei mi amasse, come una
donna ama un uomo. Non mi bastava più il semplice bacio o il
semplice ti voglio bene. No, io volevo di più.
Chiusi
gli occhi, lasciando che il sapore veramente delizioso del pane caldo
mischiato con il miele mi insaporisse la gola. Ancora stentavo a
credere alla fortuna di questo nostro legame.
Quando
aprii gli occhi, capii di aver scelto. Sarei stato determinato. <<
Riuscirò a farti innamorare di me. E allora, tu sarai la mia
bellissima compagna. >> Le sussurrai piano, ma ben udile per
lei.
Nonostante
mi costasse uno sforzo immenso, lasciai la mia stanza, avevo bisogno
di un quadro dettagliato di ciò che era successo e nessuno poteva
darmelo, se non Jacob e Leah.
Scesi
dalle scale con velocità umana, tutti gli sguardi si voltarono verso
di me. << Rosalie, ti spiace? >> Indicai la stanza di
Bella.
<<
Certo. >> Si alzò e si recò nella stanza della mia piccolina.
Sospirai
pesantemente, avevo la testa spaccata in due, metà di me voleva
sapere quello che era successo e metà dell'altro me voleva correre
su subito da Bella. L'idea di non essere attaccato a lei, mi rendeva
nervoso.
<<
Allora. >> Cominciai, cercando di trovare un po di lucidità.
<< Che cosa è successo? >> Il mio sguardo nero come la
pece era rivolto ai due licantropi.
Jacob
prese la parola, le immagini scorrevano nella sua mente ricalcando le
sue parole. << Stava bene, abbiamo passato una giornata
tranquilla. >> Leah annuì. << Abbiamo passeggiato per
quasi tutto il giorno, parlato delle nostre nozze e poi ci ha
raccontato di voi, soprattutto di te. >> Mi fissò senza paura.
<< Era ansiosa di tornare da te. Continuava a chiedere se fosse
già il tramonto. >>
Mi
scappò un lieve sorriso. << Poi ha chiamato Charlie, dicendo
che era tornato. Bella ha voluto andare a salutarlo, è entrata in
casa dicendoci che arrivava subito, di aspettarla per accompagnarla
qui, ma poi è uscita e a detto che rimaneva li, con suo padre. Mi è
sembrata strana, ma ho creduto che fosse solo perché Charlie era
tornato. >> Si giustificò alla fine. Non potevo prendermela
con Jacob, avevo visto chiaramente quanto avesse badato a Bella
assieme a Leah. E il sapere che non vedeva l'ora di tornare da me mi
stava confortando almeno in parte.
Ma
adesso, sapevo che le uniche a conoscenza dei fatti erano solo Bella
e Tanya. Sospirai amareggiato. Sentivo Bella così distante, anche
adesso, mia sorella stava provando a farle dire cosa fosse successo,
ma non riusciva a cavarne fuori che qualche monosillabo.
Stavo
per tornare da lei, quando la mano di Alice mi trattenne. <<
Aspetta. >> Mi sussurrò piano, io mi voltai verso di lei. <<
Ascolta... >>
Tutti
erano in silenzio. Tutti aspettavano che succedesse qualcosa. Ma
l'unica cosa che stavo sentendo era Rosalie che parlava con Bella.
<<
Bella, io davvero, non capisco. Tu e Edward eravate felici. No, non
provare a dire il contrario! Non sono stupida, lo vedevo lontano un
miglio che sprizzavate felicità! >> Esclamò spazientita. Il
suo tono non mi piacque, volevo andare da Rosalie e dirle di
smetterla, ma la presa di Alice mi trattenne. << Sinceramente,
non ho mai visto mio fratello così vivo! Sai che erano quasi
novantanni che Edward non sorrideva in quel modo? Tu lo hai reso
migliore, felice! >>
<<
Io l'ho allontanato da tutti. >> Ribatté Bella.
<<
Lo hai reso felice! >> La rimbeccò Rosalie.
<<
Non è più andato neanche a scuola. >> Aggiunse Bella, poco
convinta.
<<
Ha due lauree in medicina! La scuola può anche fare a meno di lui!
>> Esclamò di nuovo mia sorella.
<<
Occupo tutto il suo tempo, sono solo un peso. >> La voce andava
sempre in calando.
<<
Sei la sua gioia personale! Edward ha tutta l'eternità davanti a se
e la occupa come più gli piace! >> Gli occhi di Rosalie si
erano socchiusi. << Ma si può sapere perché ti stai facendo
tutti questi problemi?! >> Esclamò dura.
Bella
si abbracciò le ginocchia. << Tanya è venuta a casa mia.
Abbiamo parlato. Mi ha detto che Edward, non è giusto che occupi
tutto il suo tempo con me. Io non lo lascio vivere come dovrebbe. E
su questo ha ragione. Tutti voi siete sempre gentili e affettuosi con
me. Io vi voglio bene, ma non è giusto che sacrifichiate tutto per
me. >> Sospirò piano. << Un giorno, Edward troverà
qualcuna che potrà rimanere accanto a lui per sempre. Io non posso
farlo, Rosalie. Io morirò un giorno... è la vita. >>
Io
mi sentii morire quando udii quelle parole. Non avevo la minima
intenzione di lasciare che lei morisse, l'avrei trasformata e sarebbe
stata per l'eternità al mio fianco.
<<
Bella, posso farti una semplice domanda? >> Chiese a quel punto
mia sorella, con un tono molto pacato.
Bella
annuì.
<<
Lo ami? >>
Il
veleno nella mia bocca fluì in gola, bruciandomela. Sentivo che da
quella risposta dipendeva tutta la mia vita.
Vidi
un dolce sorriso aprirsi finalmente sul volto della mia piccolina. <<
Si, lo amo con tutta me stessa. >>
La
presa di Alice lasciò il mio polso. << Adesso, puoi andare. >>
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Ed eccoci con il capitolo 16 ^^ siamo quasi alla fine dai! Sono rimasta veramente con le lacrime agli occhi nel vedere i vostri commenti! XD Splendidi! Davvero meravigliosi!! Ringrazio tantissimo le 262 persone che l'hanno messo nei preferiti e le 130 nelle seguite! Ma come sempre, un grazie di cuore va a chi trova sempre il tempo di postare anche solo un piccolo commento! ^_^ Ci vediamo lunedì con il penultimo capitolo!
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Capitolo
16
In
meno di un secondo fui davanti alla sua stanza, la porta chiusa era
l'unica cosa che ci divideva, stavo per entrare, ma poi mi fermai.
Rosalie
era ancora con lei, non potevo entrare così, dovevo pensare a cosa
le avrei detto, perché dirle solamente; Bella io ti amo, mi sembrava
troppo poco per lei. Ero li, fermo da una manciata di minuti buoni,
quando la porta della stanza si aprì e Rosalie, in silenzio, ma
lanciandomi una occhiata significativa, mi oltrepassò e scese al
piano inferiore.
Sollevai
lo sguardo, bene, adesso c'era solo davvero quella maledettissima
porta a dividerci. Presi un bel respiro, ma non mi mossi. Perché
stavo tentennando? Cos'era tutta questa insicurezza che mi stava
risucchiando? Bella mi amava, giusto?... La sua immagine dolce,
sorridente, mi diede una nuova carica. Al diavolo! Lei era mia!
Stavo
per afferrare la maniglia, quando la porta si aprì, mostrandomi una
Bella in piedi di fronte a me.
Anche
lei si era fermata, i suoi denti bianchi stavano torturando il labbro
inferiore. << Edward? >>
Dovevo
solo risponderle e prenderla fra le braccia. E allora perché non lo
stavo facendo? Vidi la delusione sul suo volto, sapere di esserne io
la causa mi fece stare male.
Richiuse
la porta, sparendo dalla mia vista.
<<
Sono un cretino. >> Sibilai. Pochi secondi dopo, spalancai la
porta della sua stanza, trovandola in piedi rivolta verso di me.
<<
Pensavo non volessi più entrare... >> Non le lasciai
aggiungere altro, in meno di tre falcate la raggiunsi e la presi fra
le braccia.
<<
Io voglio guardarti dormire su di me dopo aver fatto l'amore, sentire
i tuoi ti amo. Arrivare in camera tua e vedere la contentezza sul tuo
volto al solo sentirmi, sentirti stretta a me, sentirti mia e
soltanto MIA! >> Presi una boccata d'aria e il suo profumo mi
rinvigorii di più. << Ti amo Isabella Swan, voglio con tutto
me stesso che tu stia per sempre al mio fianco. >> La fissai
inghiottendo una sorsata di veleno. << Sono pronto a
trasformarti anche adesso, pur di non perderti. Io ti voglio con me,
sempre. Per sempre. >> Avevo il respiro rotto dall'ansia. Se
lei mi avesse detto che non avrebbe mai ceduto la sua vita, la sua
natura umana per vivere con me al mio fianco? Non sarei
sopravvissuto, quello era certo.
Vidi
le sue labbra socchiudersi. << Io... mi sono sentita spezzare
in due il cuore, prima. E'.. è stato un dolore talmente forte che
non ci sono parole... >> Respirò piano, allungando piano le
braccia e arrivando con le mani a sfiorare il mio viso. << Il
solo pensiero di perderti, mi fa rivivere quel dolore, Edward. Dal
primo momento in cui ho sentito il tuo profumo, ho capito che il mio
cuore non sarebbe stato più mio. >> Il calore del suo respiro
si stava avvicinando alla mia bocca. << Ti amo, Edward
Cullen.>>
La
baciai, era così dannatamente giusto che quasi mi sentii rinascere.
Le mie labbra fredde sulle sue calde erano un connubio perfetto.
La
presi in braccio, staccandomi solo qualche istante da quella labbra
peccaminose. << Non lasciarmi più, Bella. Sono quasi morto,
nel senso della parola. >> Appoggiai la mia fronte contro la
sua. La posai sul letto, adagiandomi sopra di lei. << Io ti
amo... >> Le sussurrai, baciandole le labbra. << Ti
amo... >> le baciai il collo, mentre la mia mano avanzava sul
suo fianco, accarezzandole la curva morbida del seno. << Ti
amo... >>
<<
Edward... >> Mugugnò con voce mortalmente sexy.
<<
Sposami Isabella. >> Le baciai il solco fra i seni. <<
Sposami e sii mia. >> Mi sollevai e famelico la baciai con
passione.
<<
Si. >> Mormorò contro le mie labbra. << Si. >>
In
quel momento ero il vampiro più felice del mondo.
Le
urla di gioia di Alice mi fecero ricredere, eravamo i due vampiri più
felici del mondo, anche se la mia felicità era ben diversa dalla
sua. La mia felicità stava sdraiata sotto di me, mugugnando in
maniera oscenamente sexy il mio nome.
Edward,
non avrai intenzione di fare qualcosa mentre noi siamo qui? Vero? Il
pensiero di Rosalie mi arrivò come un pugno in pancia. A me non
avrebbe fatto nulla, ma credo che Emmett avrebbe ricordato per sempre
la nostra piccola performance alla mia fidanzata.
Sorrisi
come un ebete, Bella era la mia fidanzata! Mi piaceva! Le diedi un
ultimo bacio sul collo. << Credo che dovremmo smettere... >>
Le
sue braccia mi strinsero nuovamente contro di lei. << Perché?
>> Sussurrò suadente al mio orecchio.
<<
Perché ci stanno ascoltando tutti... ma se non ti fa nulla, io
continuo senza problemi... >> E la mia mano riprese a scivolare
sulle sue curve morbide.
<<
No. >> Mi fermò mettendo la sua mano bianca sopra la mia.
Sospirò. << Fermiamoci. >> Era rossa fuoco.
Rotolai
portandola con me, in modo che fosse lei stavolta ad essere sdraiata
sul mio corpo. << Da oggi, sei ufficialmente la mia fidanzata.
>> Gongolai ancora felice, mentre Bella stava comodamente su di
me e disegnava cerchi immaginari sulla mia maglietta.
Il
sorriso che mi regalò fu meraviglioso. << Si. Fidanzata...
buffo, non avrei mai pensato di fidanzarmi... con un vampiro per di
più. >> Ridacchiò tranquilla, lasciando che le mie mani
scorressero fra i suoi lunghi capelli.
<<
Edward... >> Mi chiamò seria. << Farai di me la
tua compagna per l'eternità? >>
Non
ebbi nessuna esitazione a risponderle. << Si. Non voglio
perderti. Tu, per me sei davvero tutto, Bella. Non ci sono parole per
esprimere a pieno quello che provo per te. Ti amo, non è
sufficiente. >> Le presi il viso fra le mani e mi allungai
baciandola dolcemente.
Ci
godemmo il silenzio tranquillo della casa ancora un po, nessuno si
azzardò a salire. Sapevano perfettamente che avevamo bisogno di
stare da soli, tranquilli. Alcuni erano andati a caccia, Jacob e
Leah, rassicurati dalle parole di nostro padre erano tornati alla
riserva, mentre Emmett e Jasper girovagavano per i giardino.
<<
Bella, quando di trasformerò, sentirai male. >> Non so perché
cominciai a dirle questo, ma volevo che fosse preparata a quello che
l'attendeva.
Mi
diede un bacio sul petto. << Male? >>
<<
Si, ti sembrerà di bruciare, è un dolore insopportabile. E poi...
per un po, non potrai avere contatti con tuo padre e tua madre. >>
Sospirò
pesantemente. << Perché? >>
Incrociai
le mani dietro la sua schiena. << Bé, perché sarai molto
forte e probabilmente fuori controllo. Sarai attratta da un sacco di
cose, dall'odore del sangue soprattutto. >> La fissai in cerca
di qualche segno di terrore, ma non ne trovai. Il suo battito era
tranquillo, come se le stessi raccontando una favola. << Sei
molto rilassata, non ti mette paura quello che ti sto dicendo? >>
<<
Un po si. Ma non riesco a capire cosa intendi per forte. >>
Corrugò le sopracciglia.
Mi
schiarii la voce. << Mettila così, sarai più forte perfino di
Emmett, il che è tutto dire... >> Ridacchiai, poi tornai
serio. << Non vedo l'ora, non è bello da dire, però... potrò
finalmente sfiorarti senza avere il terrore di farti del male. >>
Sorrisi. << Ti insegnerò a cacciare e a distinguere gli odori.
>>
Ridacchio
piano, tremolando sopra di me.
<<
Tu non sai che effetto mi fai, Bella. >> Respirai il suo
profumo, completamente drogato. << Sei la mia continua
tentazione. >>
Si
sollevò sui gomiti. << Prima però, voglio godermi i miei
giorni da umana, voglio passare del tempo con mio padre. >>
Non
mi piaceva molto l'idea di staccarmi da lei, ma era giusto così. <<
Va bene... >> Passai ancora una mano fra i suoi boccoli.
Prese
un piccolo respiro. << Per quanto tempo, non potrò risentirlo?
>> La sua voce aveva una nota triste, mi faceva male sentirla
così.
<<
Dipende dalla tua forza di controllare la sete... Non ti preoccupare,
inventeremo noi una scusa, ci penserà Carlisle. >> Le baciai
una tempia. << Andrà tutto bene. >>
E
i giorni si susseguirono veloci, come promesso, cercai di lasciare
più tempo possibile a Bella da passare con suo padre, ma le notti,
erano tutte per me. Io e lei, stesi nel suo piccolo letto,
coccolandoci a vicenda. I due pinguini facevano bella mostra di se
sulla mensola vicino ai libri.
Passò
il mese di marzo e poi quello di aprile... l'ultimo giorno di quel
mese, invitammo il padre di Bella a cena, sarebbe stata una cena
speciale.
Nonostante
il nostro disgusto per il cibo, tutti noi recitammo alla perfezione.
Ovvio, dopo avremmo dovuto vomitare tutto, ma almeno l'apparenza era
salva.
Mi
alzai in piedi, tenendo stretta la mano di Bella, mi schiarii la
voce, entusiasta e anche un po agitato. << Vorrei dirvi una
cosa importante. >> L'attenzione di tutti era su di me. Ottimo.
<< Voi sapete che io e Bella, ci stiamo frequentando da ormai
parecchio tempo. >>
Qualcuno
ridacchiò, ma io proseguii. << Ok, non tantissimo, ma
abbastanza per capire che lei è tutto quello che voglio dalla vita.
Le ho chiesto di sposarmi, e lei ha accettato. >> Mi voltai
verso Charlie. << Vorrei chiederle, la sua benedizione. >>
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Ragazze, siamo al penultimo capitolo! ^^ Mercoledì posterò l'ultimo. Prima di lasciarvi leggere questo volevo come sempre ringraziarVi siete state magnifiche con i vostri commenti! Grazie! ^_^ E poi, nell'ultimo capitolo vi svelerò un piccolo fatto nelle note di ringraziamento, che molte di voi credo apprezzeranno molto ^^... bene, adesso vi lascio, buona lettura, ci vediamo mercoledì!
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Capitolo
17
Il
silenzio regnava sovrano nella stanza, Charlie continuava a fissare
prima me, poi Bella, come se da un momento all'altro avremmo potuto
gridare; scherzo! Ma non era così. L'ansia, l'angoscia che già
stavo provando prima, stavano crescendo a dismisura.
<<
Papà... >> Provò a chiamarlo, Bella. Anche lei si sentiva
agitata. Perché non diceva nulla?
Con
uno scatto secco, Charlie si alzò dalla sedia, fece il giro del
tavolo e si avvicinò a me. Il suo viso era una maschera di
freddezza, merito di anni e anni di lavoro come poliziotto. Ma i suoi
pensieri erano tutt'altro che sfavorevoli. Mi rilassai internamente.
Eravamo
uno di fronte all'altro. Occhi negli occhi. Fu un attimo, mi
abbracciò battendomi una mano affettuosa sulla schiena. << Ho
guadagnato un figlio. >> Sussurrò non propriamente ad alta
voce, facendo così rilassare tutti gli altri seduti nella stanza.
Quando
si staccò da me, abbracciò di slancio anche Bella, il resto della
mia famiglia si stava congratulando con affettuose pacche sulla
schiena e abbracci sentiti. Notai con la coda dell'occhio una lacrima
sgusciare via veloce sul volto dell'ispettore Swan.
Qualche
giorno dopo, l'intera Forks era sotto sopra per la notizia; Edward
Cullen si sposava! Metà del corpo scolastico piangeva disperata, le
voci maligne sulla figlia non vedente dell'ispettore si erano
allargate in maniera impressionante. Ma questo, non scalfì la
felicità della futura signora Cullen, al riparo dalle voci cattive e
gelose delle altre ragazze, nascosta come un piccolo gioiello in
quella casa bianca dall'aspetto coloniale nel verde della foresta.
I
ragazzi erano riusci ad allontanarmi dalla casa, giusto il tempo
necessario per cacciare e per dare modo ad Alice di provare l'abito
da sposa. Ancora stentavo a crederci; Bella sarebbe divenuta la mia
futura moglie!
Non
riuscivo a non sorridere, ogni volta che ci pensavo, le mie emozioni
schizzavano alte. Jasper mi gravitava intorno come un satellite. Era
attratto da queste mie sensazioni così forti e potenti.
Guarda
come sorride! Starà pensando alla prima notte di nozze!
Sghignazzò Emmett. Gli diedi un pugno scherzoso sul braccio. <<
E anche se fosse? >> Domandai, venendo accolto da una serie di
fischi.
<<
Fatti onore Eddy! Tieni alto l'onore dei maschi Cullen! >>
Scherzò ancora il gigante, dandomi una pacca talmente forte sulla
schiena da spostarmi di qualche metro in avanti.
Mi
voltai infastidito, ma notai che Jasper mi fissava serio. <<
Effettivamente Edward, spero che tu possa tenere alto il nostro buon
nome... ti servono dei consigli? >>
Le
mie labbra si aprirono mute. Che cosa?! Quello era il mio serio e
composto fratello?! << E' uno scherzo? Vero?! >> Domandai
quasi senza voce, mentre le loro risata riempivano il verde attorno a
noi.
<<
Siamo allegri vedo. >> Si aggiunse mia sorella Rosalie,
sbucando dal nulla.
La
guardai ancora irritato per gli altri due che continuavano a
ridacchiare. << E tu che ci fai qui? >>
Sollevò
le spalle. << Alice mi ha cacciato. Non posso vedere il
vestito. >> Sbuffò. << Però l'acconciatura sarà opera
mia! >> Esclamò fiera.
<<
Si. >> Feci schioccare la lingua contro i denti. <<
Cercate di non strapazzarla troppo. >> Sibilai.
<<
No tranquillo. >> Mi rispose Rose.
<<
A quello ci penserai tu dopo, vero Eddy? >> Ridacchiò ancora
Jasper, mettendomi un braccio attorno alle spalle.
<<
Idioti. >> Sibilai, liberandomi della presa. Però, da una
parte, ero concento di questo cameratismo che si era formato. Loro
erano felici per me. Dopo quasi cento anni di solitudine, avevo
finalmente trovato qualcuno da tenere con me al mio fianco, qualcuno
da proteggere e da amare.
Cacciammo
assieme per il resto della giornata, per la prima volta senza
pensieri negativi, sapendo che qualcuno aspettava il mio rientro,
qualcuno mi aspettava con il cuore in mano.
Mancavano
ormai pochi giorni al matrimonio, ma quella sera, i ragazzi avevano
particolarmente insistito per fare l'addio al celibato.
Avevo
avuto il sacro santo giuramento da parte di Esme che avrebbero fatto
l'addio al nubilato per Bella in maniera limitata, senza dar libero
sfogo alle fantasie delle mie sorelle.
Diciamo
più che altro, che Alice mi aveva dato un assaggio inconsapevole
della serata che stava organizzando con Rosalie per Bella. Il
risultato fu che Esme dovette riparare un altro muro, la mia mano
aveva letteralmente sbriciolato l'intonaco bianco.
All'ennesimo
sospiro di Bella, la girai contro di me, eravamo sdraiati sul mio
divano in pelle. << Cosa ti turba? >> Le sussurrai dolce,
depositandole un bacio sulla punta del naso.
<<
Mmm... sono pensierosa... >> Rispose a bassa voce.
Le
mie mani le accarezzavano la schiena. << Come mai? >>
Ennesimo
sospiro. << Bé, diciamo che Emmett mi ha spiegato dove
andrete... >> Avrei ucciso mio fratello.
<<
Bella, amore, se non vuoi, rimango con te. >> Le proposi.
Effettivamente avevo molto più piacere a stare con lei che andare in
un locale di streep tease.
La
vidi valutare seriamente la mia proposta. << No, non sarebbe
giusto. Però... >> Le sue guance si colorarono di rosso.
<<
Però? >> Cosa stava pensando per diventare così rossa?
<<
No, niente... >> Si accoccolò di più contro di me.
<<
Così però mi incuriosisci... >> Le mordicchiai l'orecchio,
facendole battere più forte il cuore.
Il
calore sul suo viso aumentò di grado. << No, davvero Edward.
Non è nulla. >>
Oddio,
avevo seriamente voglia di strapparle i vestiti di dosso! Al diavolo
i miei fratelli! Io sarei rimasto a casa con Bella!
Mi
voltai di scatto, portandola sotto di me.
<<
Edward! Sei impazzito?! >> Esclamò Bella.
Ghignai.
<< Sono pazzo di te. Adesso, ti spiego l'apparato circolatorio.
>> Le mie mani scorrevano sul suo collo, causando delle scie
rosse, dove il suo sangue fluiva più velocemente.
<<
Edward, smettila. >> Ridacchiò, Bella, con una nota poco
convinta, mentre tentava di fermare l'avanzata delle mie mani sui
bottoni della sua camicetta.
Esultai
di gioia, quando i primi tre bottoni si aprirono e mi lasciarono
depositare un bacio sulla sua pelle diafana.
<<
Uno per Edward, zero per i bottoni. >> Mormorai baciandole il
decoltè.
Questa
volta, Bella sospirò di piacere. << Hai una bella voce, lo
sai? >> Mormorò con una carica erotica indescrivibile.
<<
Ti fa fare dolci sogni? >> Mormorai, spezzando ogni parola con
un bacio.
Le
sue mani vagavano nei miei capelli. << No è suadente,
invitante... sexy. >>
Mi
avventai sulle sue labbra, baciandola con trasporto, e lasciando che
il io corpo si adagiasse completamente fra le sue gambe aperte, ma
coperte ancora dalla sottile stoffa dei pantaloni.
<<
Ragazzi, mi duole dirvelo, credetemi siete davvero molto piacevoli da
guardare, ma il nostro addio al celibato ci aspetta. >> La voce
di Jasper mi giunse come una doccia fredda.
Voltai
a mala pena il volto verso di lui e ringhiai un << Vattene! >>
Tornando a baciare la mia Bella.
<<
Non posso, mia moglie mi ammazza se non ti porto via. >> Si
scusò per l'ennesima interruzione.
Quelle
parole però mi fecero ricordare improvvisamente una cosa. <<
Scusami amore, devo andare. >>
Mi
diede un tenero bacio lasciandomi libero di alzarmi. <<
Edward... >>
<<
Tranquilla, non succederà niente. Promesso! >> Ricambiai il
bacio e mi fiondai giù in salotto, direttamente da Alice.
<<
Finalmente! Pensavo non ti staccassi più. >> Mi accolse la
piccola nanetta.
<<
Non la porterai in quel posto! >> Esclamai duro.
Lei
assottigliò lo sguardo. << E' il suo addio al nubilato. Tu vai
in un locale di streep?! Bene, anche Bella ci andrà e tasterà con
mano i deliziosi streep boys. >>
Un
sibilo mi uscì dalla gola. << Non provarci Alice. Ho giuro che
rapisco Bella e la porto a Las Vegas. >>
<<
Non oseresti! >> Si avvicinò minacciosa di un passo.
<<
Mettimi alla prova. >> Mi avvicinai anche io. Vidi nella sua
mente il futuro cambiare, io e Bella che ci sposavamo a Las Vegas,
senza il matrimonio faraonico che Alice stava organizzando. Sapevo
quanto ci tenesse a quell'evento, ed era la mia unica possibilità di
ricatto nei suoi confronti.
Dieci
secondi dopo, ebbi la mia vittoria. << Ah! E va bene! Ora
andatevene! >> Esclamò leggermente arrabbiata.
<<
Grazie. >> Ero soddisfatto.
Il
locale non era male, no, non è vero, era pessimo. Rimasi colpito
dalla quantità di gente che affollava quel luogo! << Possiamo
tornare a casa?! >> Esclamai piano, nonostante la musica fosse
a tutto volume.
<<
Scherzi?! Adesso ci divertiamo! >> Jasper e Emmett mi
trascinarono avanti, contro la mia volontà, ma inorridii, quando
vidi mio padre, prendere accordi con quello che capii essere il
proprietario. Che diavolo... oh no... non era possibile...
<<
Dai Edward! Buttati! >> Emmett, brutto idiota! Si era tolto la
camicia, mostrando al pubblico femminile in delirio i suoi pettorali
scolpiti. Questo l'avrei raccontato a Rosalie.
<<
Siii!!! >> Esclamò Jasper alla mia destra, compiendo gli
stessi movimenti di Emmett, facendo poi roteare la sua camicia, come
se fosse stato un lazo. Era impossibile che Alice non avesse visto
questo nelle sue visioni!
<<
No! Carlisle! >> Esclamai sconvolto, quando anche lui, senza la
camicia si stava togliendo con movimenti sensuali la cintura dei
pantaloni. Oh bé, questo dovevo proprio raccontarlo anche a Esme! <<
Ma che diavolo state facendo?! >> Sibilai allibito.
<<
E dai Eddy! Buttati! >> Jasper? Proprio tu?!
<<
Ma voi site pazzi! Avete bevuto del sangue avariato! >> Cercai
di imboccare rapido le scale per scendere dal palco, ma venni
circondato da un onda di ragazze esaltate. Ritornai rapido indietro.
Merda! E adesso?! Osservai gli altri, si stavano divertendo come dei
folli!
Guardai
loro e la folla assatanata. << Se ne fate parola con qualcuno,
siete morti. >> Sibilai contro alla mia famiglia,
raggiungendoli e gettando al vento la mia camicia.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Bene, siamo giunti all'ultimo capitolo! Io non so davvero come ringraziarvi per i commenti e per la compagnia che mi avete dato durante tutto questo tempo! ^_^ Sono molto felice che le mie storie vi piacciano! ^^
Nell'ultimo capitolo vi ho detto che vi avrei dovuto svelare un piccolo segreto, ed eccolo qui: voi tutte adorate le frasi che Edward dice in tantissime mie ficci, se non in tutte. Quelle frasi così particolari, sono di un ragazzo Inglese che esiste davvero e che abita qui in Italia. Quelle parole, sono quelle che lui confessa e dice sempre alla sua fidanzata. Non vi dico dove si possa trovare, perché vorrei evitare che organizzaste pulman di ricerche... ehehe^^ Ebbene, abbiamo in Italia un gentleman che è caratterialmente la copia spudorata di Edward Cullen. Io ammetto di non averlo mai visto, ma da quello che la sua ragazza mi racconta... bé... credo proprio che mi ci vorrebbe un secchio per la bava se un giorno lo incontrassi!^^ E non parlo solo della pelle pallida come la neve che ha in comune con il nostro vampiro adorato!
Detto questo, ora vi lascio leggere l'ultimo capitolo in santa pace ^^ e per chi mi ha chiesto se ho già pronta un altra storia, la risposta è si. Ne ho 4 in cantiere; 3 Bella Edward e una Jasper Alice. Le stò scrivendo in contemporanea, quindi, credo di riuscire a postare la prima di queste per la settimana prossima. Quindi, credo che per lunedì avrete il primo capitolo della nuova storia. ^_^
Ora davvero vi lascio leggere in pace! Un bacione e ancora Grazie di cuore per il vostro affetto. Ciao Goten^^
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Capitolo
18
Rientrammo
che era quasi l'alba, dopo lo strep tease, alla fine ci eravamo
concessi anche una serata solo fra di noi, a caccia nella foresta.
Sapevo che probabilmente Alice aveva visto tutto, perciò mi
aspettavo in qualunque momento un suo ricatto!
Scivolai
in casa, seguendo la scia del profumo di Bella, ogni secondo che
avevo passato lontano da lei, era stato veramente doloroso.
Aprii
la porta della mia stanza e non potei evitare di sorridere. Era li,
tutta infagottata nel grande copriletto dorato. Sembrava un piccolo
pulcino. Il mio piccolo pulcino.
Ancora
un paio di giorni e Bella sarebbe stata mia moglie!
Edward.
Mi voltai verso il corridoio, Alice mi stava guardando. Intanto
che dorme, vieni che ti finisco l'abito.
Annuii,
anche se avrei voluto passare del tempo con lei.
Passai
almeno venti minuti buoni con Alice, ma non potevo lamentarmi, il suo
stile e la sua bravura nel cucire abiti erano incredibili.
<<
Fatto! Ora sei libero. >> Mise via il metro, chiudendolo nel
cassetto. In quel momento ebbe una visione, Bella che si svegliava
dal suo sonno. Si sveglierà a momenti... E questo mi fece
venire in mente un ottimo modo per augurarle il buon giorno. <<
Si, le piacerà. >> Esclamò Alice, battendomi una pacca sulla
spalla.
Senza
pensarci due volte, scesi dalle scale, notando a mala pena i miei
fratelli, seduti sul divano con in mano un metro. Non mi
interessavano le loro discussioni sulle misure, adesso, volevo solo
augurare un buon giorno al mio amore.
Presi
a far scorrere con calma le mie dita sui tasti in avorio, la melodia
di Claire de Lune si sparse per la casa, chiusi gli occhi,
lasciandomi trasportare dalle note dolci e malinconiche.
Concentrai
i miei sensi sul battito calmo e regolare del suo cuore, mi sarebbe
mancato in futuro... ah, il futuro. Quante vole mi ero soffermato
nell'immaginare me e Bella assieme in questi giorni?! Tantissime
volte! Eppure, non ero mai sazio di quelle visioni.
Sentii
il rumore di stoffa scivolare, la mia piccolina si era svegliata e si
stava alzando.
Continuai
a suonare, mentre le voci dei miei fratelli attirarono la mia
attenzione quando pronunciarono il nome di Bella.
<<
Per me è così! >> Disse serio Emmett, sempre con quel metro
in mano.
<<
Ma no, è impossibile. >> Sospirò Jasper, anche lui serio. Che
diavolo stavano facendo?
Lo
vidi prendere in mano l'attrezzo e allungarlo ancora di un paio di
centimetri. << Ecco, io credo che sia così! >>
Emmett
sghignazzò. << Io scommetto di no. >>
<<
Cosa vuoi scommettere? >> Oddio, se scommettevano era una cosa
seria...
<<
Comunque, dobbiamo poi chiedere conferma a Bella. >> Sentenziò
Emmett, seguito da un cenno di assenso di Jasper.
Cosa
dovevano chiedere a Bella?
<<
Lo chiedo io o lo fai tu? >> Domandò Jasper, mettendo il fermo
al metro sulla misura di trenta centimetri.
<<
Lo faccio io. >> Esclamò Emmett, felice come una pasqua.
Alzarono
lo sguardo quando udirono i passi leggeri di Bella scendere le scale,
Emmett si alzò per andarle incontro, in quel momento gelai...
Bellina scusa, ma quanto è lungo quello di Eddy? Questa era
la domanda seria che dovevano porre al mio angelo?!
Ruggii
incontrollato! << Non ci provare! >> Alzai la voce di
parecchio, facendo sobbalzare dallo spavento il mio piccolo pulcino.
<<
Edward... ? Che succede? >> La sua voce, così impregnata di
ansia, mi riportò alla realtà. Mi avvicinai sibilando contro i miei
due fratelli, sfidandoli con gli occhi a provare anche solo a muovere
un muscolo.
Presi
la mano di Bella e l'aiutai a scendere gli ultimi gradini. <<
Edward, che sta succedendo?! >>
Posai
un braccio attorno alle sue spalle, dandole un bacino sulla tempia.
<< Niente, i due idioti volevano farti una domanda molto
stupida! >>
<<
Oh. >> Rispose solo, aggiungendo poi. << Jasper,
Emmett... non lo so e anche se lo sapessi, non ve lo direi. >>
Si strinse contro me, lasciandomi colpito.
<<
Ma tu... cosa... >> Balbettai confuso.
<<
Alice mi ha detto... >> Arrossì sulle guance. << ...
cosa mi avrebbero chiesto. >> Finì ancora più rossa.
Quella
forte scarica che avvertii dentro di me, aveva solo un nome:
imbarazzo!
Lo
sbuffo di Emmett attirò nuovamente la nostra attenzione. <<
Proprio non vuoi condividere con noi questo segreto? Abbiamo una
tabella da compilare sai... noi maschi Cullen, dobbiamo essere
all'altezza di certe aspettative e... >>
Presi
Bella in braccio e schizzai fuori di casa, prima che Emmett potesse
finire il suo assurdo discorso e prima di far rimanere vedova mia
sorella Rosalie.
Mi
fermai in giardino, la risata contenuta di Bella non poté evitare di
farmi sorridere. << Sono due idioti, scusali. >>
Mi
regalò un delizioso bacio leggero sulla guancia. << No, sono
simpatici. >> Scese dalle mie braccia e camminammo tranquilli
per il giardino. << Allora, domani è il grande giorno. >>
La sua voce era insicura.
<<
Certo. >> Ribattei io con sicurezza. << Non avrai
cambiato idea? >> Scherzai, ma vedendo il suo mutismo, il gelo
si impossessò di me. << Bella? >> Deglutii il veleno. <<
Non hai cambiato idea, vero? >> La fermai mettendole le mani
sulle spalle.
Lei
sospirò. << Edward, io... non sono sicura che sia giusto, per
te. Insomma, tu hai davvero intenzione di prenderti cura di me per
sempre? Non è giusto nei tuoi confronti... io. >>
<<
Quello che dici è assurdo e stupido! >> Sbottai leggermente
arrabbiato. << Io ti amo, Bella! E voglio che tu sia mia
moglie! Per sempre! >> L'abbracciai stretta a me, le sue
braccia mi circondarono gentilmente. << Allora, vuoi ancora
essere mia moglie? >> La speranza impregnava la mia voce.
<<
Si, per sempre. >> Questa volta, sentivo sicurezza nella sua
voce e questo mi rese finalmente più tranquillo. Sciolsi l'abbraccio
continuando a tenerle la mano. << Non mi hai ancora raccontato
cosa avete fatto per l'addio al celibato! Dove siete andati tu e i
ragazzi? >>
In
quel momento divenni seriamente ancora più pallido. << Oh...
non abbiamo fatto niente di interessante... >> Divagai,
sperando di trovare alla svelta qualcosa per distrarla.
<<
Edward basta! Seriamente! Mancano solo poche ore alla cerimonia! Stai
tranquillo! Alice e Rosalie sono da lei, sua madre e il suo nuovo
marito sono arrivati, sta andando tutto bene! La vuoi smettere di
essere così agitato?! >> Esclamò stanco Jasper.
Carlisle
mi stava sistemando il colletto della camicia. << Ecco, adesso
sei a posto. >>
Lo
guardai di sottecchi. << Hai eseguito alla lettera gli ordini
di Alice? >>
<<
Ovvio, non voglio che mi scateni una guerra in casa. >> Rispose
come se fosse una cosa normale.
Lo
guardai male e sospirai frustrato per l'ennesima volta. Esme stava
finendo di sistemare il giardino e Emmett le stava dando una mano.
Tutto era perfetto, aspettavamo solo la sposa.
Rimasi
immobile nella sala, osservando distrattamente tutto quello che mi
avveniva attorno, la mia mente era ferma su un solo particolare;
Bella stava arrivando, presto sarebbe stata mia moglie!
Sobbalzai
quando la mano di Jasper mi afferrò una spalla. << Edward,
calmati. >> Gli ringhiai contro. << Rilassati, è il
momento... andiamo. >>
Cosa?!
Era già il momento?! Oddio! Lo seguii meccanicamente fuori
posizionandomi agitato sotto l'arco di rose, pochi attimi dopo,
sentii l'auto che portava la sposa fermarsi e il fruscio del vestito
di Bella strisciare sull'erba. Basta! Non resistetti più, sbirciai
nella mente di Alice. Bella era semplicemente divina. L'abito bianco
la fasciava e rendeva veramente eterea, i soffici capelli raccolti in
una morbida acconciatura con qualche boccolo cascante.
Era
mia! Tutta mia! Sorrisi come un imbecille! Ma gelai invece quando
vidi Tanya andarle vicino. No! Non adesso! No! No! Perché Alice non
faceva nulla per fermarla?! Anzi, la guardava sorridente!
<<
Bella. >> La chiamò la vampira
<<
Tanya. >> Rispose senza scomporsi.
La
vidi tramite la mente di mia sorella avvicinarsi e abbracciare la mia
futura moglie. << Tu e Edward siete legati, non posso farci
nulla... >>
Tranquillo
Edward, l'avevo previsto. Tirai
un sospiro di sollievo. L'agitazione tornò dentro di me quando vidi
Bella avanzare abbastanza sicura, accompagnata da suo padre verso di
me.
La
cerimonia, così come il pranzo e il resto si svolse senza alcun
intoppo. I licantropi festeggiavano assieme ai vampiri, una cosa che
sarebbe rimasta nelle leggende, sicuramente!
Bella
venne presentata a tutti come la nuova signora Cullen, era delizioso
vederla sorridere e ballare assieme a suo padre.
<<
Ricordatevi che fra poco dovrete andare... >> Mi sussurrò
Alice. Annuii, senza mai togliere lo sguardo dalla mia bellissima
moglie.
Con
una certa trepidazione mi alzai e la raggiunsi. << Scusami,
Charlie. >> Il mio ormai suocero, mi fece posto, lasciandomi la
mano di Bella. << E' tempo per noi di andare. >>
Il
padre di Bella rise. << Giusto! La luna di miele! Non mi avete
detto ancora dove andrete! >> Mise una mano sulla mia spalla.
<<
Oh, è una sorpresa, ha organizzato tutto Alice. >> Lanciai uno
sguardo complice a mia sorella, che rispose con un cenno della mano.
<<
Capisco, bé ragazzi, che dire... buon viaggio... >> La sua
voce si stava spezzando. << La mia bambina... >> Cercò
di darsi un contegno, ma quasi fallì quando Bella ricambiò il suo
abbraccio.
<<
Ti voglio bene papà. >>
Sapevamo
benissimo che non ci sarebbe stato alcun viaggio di nozze. Esme aveva
sistemato per noi una casetta nascosta nel bosco, l'ideale per la
trasformazione di Bella.
Quella
notte, quando la raggiungemmo, pensai a tutto quello che da quel
momento in poi avremmo affrontato. C'era una cosa che non avevo mai
accennato a nessuno. La vaga speranza che il mio veleno, potesse in
qualche modo donare nuovamente la vista alla mia piccola umana.
<<
Ti aiuto, aspetta... >> Le sussurrai, sciogliendole i lacci del
suo abito. << Sei bellissima. >> Mormorai guardandola
mentre la stoffa cadeva giù e il corpo di Bella si rivelava a me.
Sembrava
davvero una bambola di porcellana. Il tenue rossore sulle sue guance
la rendeva ancora più perfetta.
Le
sue mani raggiunsero il mio trace, scivolarono su, verso il mio viso
e quando lo trovarono, mi attirò a se, donandomi un bacio carico di
passione.
La
mia giacca e la camicia, caddero sul pavimento, così come le mie
scarpe, le mie calze ed i pantaloni.
Le
mie mani si allacciarono dietro la sua schiena, facendola avanzare
verso di me. Il suo corpo era premuto contro il mio. Non riuscii ad
impedire ad un sibilo di piacere di uscire dalle mie labbra. <<
Ti voglio. >> Le sussurrai sulla spalla, facendole scorrere le
labbra sulla sua pelle calda, bollente.
<<
Prendimi. >> Sussurrò con voce spezzata. E a me non bastò
sentire altro.
I
laccetti del suo intimo vennero strappati dalle mie lunghe dita,
Bella era li, davanti a me... nuda solo per me.
Quella
notte ci unimmo per la prima volta e quando arrivammo all'apice del
piacere, fu questione di un secondo, i miei canini trovarono il loro
posto sul suo collo, affondando nella sua pallida carne. Il sapore
del suo sangue mi scivolò giù nella gola, gustoso, invitante,
dolce. Leccai a ferita che gli avevo inferto, chiudendola e lasciando
che il veleno dei miei denti entrasse in circolo. << Ti amo,
Bella. >> Le sussurrai con gli occhi neri come la pece, mentre
con il poco autocontrollo che mi era rimasto, trovai la forza per
adagiarla sul letto. << Starò con te, fino alla fine. >>
Le baciai la mano pallida, attendendo al suo fianco il suo risveglio.
Tre
giorni e tre notti passai seduto accanto a lei, vederla dimenarsi dal
dolore, mi faceva credere che forse non era stato giusto nei suoi
confronti quello a cui l'avevo dannata. Sospirai pieno di ansia e
angoscia, il suo cuore aveva preso a battere talmente forte da essere
quasi assordante. << Forza Bella, sono qui... >> Le
sussurrai ancora, mentre la mia mano teneva stretta la sua.
La
mattina del quarto giorno, finalmente il silenzio. Il suo cuore aveva
smesso di battere. Trattenni il respiro. E adesso? Cosa sarebbe
successo?
<<
Bella?... Bella, amore... sono Edward... >> Presi un altro
piccolo sorso di aria. << Bella... apri gli occhi. >>
Appena
finii di pronunciare quelle parole, vidi le sue palpebre sollevarsi.
Quegli occhi tanto profondi e calmi erano spariti, sostituiti da due
occhi rossi.
<<
Bella, mi vedi? >> Sapevo di dover essere forte, ma l'angoscia
non voleva abbandonarmi.
Il
suo viso si voltò verso di me, le sue mani, ci misero meno di mezzo
secondo per depositarsi sul mio volto. Le lasciai vagare, aspettando,
fremendo... << Edward...? >>
Sorrisi.
Mi aveva riconosciuto! << Ciao amore mio. >>
Eravamo
a settembre, io avevo tecnicamente perso l'anno precedente, troppe
assenze. Ma questo mi diede modo di rincominciare la scuola assieme
alla mia dolce moglie.
Quando
arrivammo il primo giorno a bordo della mia Volvo, sentii tutti i
pensieri rivolti prima a me, poi a lei. Dovetti trattenere un ringhio
di rabbia e possesso.
Bella,
non sapeva nulla di quello che pensavano, i suoi occhi osservavano
solo me. I suoi bellissimi occhi dorati mi guardavano e mi lanciavano
promesse misteriose. Ogni giorno che passava, sentivo il mio amore
per lei crescere sempre di più.
<<
Andiamo? >> Le dissi sorridendole.
Annuì
un po agitata. << Vorrei avere a portata di mano il potere di
Jasper. >> Ammise, entrando nell'edificio.
Ci
recammo alla nostra prima lezione; biologia. Prese un piccolo respiro
prima di entrare, io le sorrisi incoraggiante. << Sarai
bravissima! >>
Entrammo
sotto lo sguardo attento di tutti, in pochi sapevano che delle nostre
nozze, ma confidavo che fra poco, tutta la scuola ne sarebbe venuta a
conoscenza.
<<
Professore, siamo Edward e Isabella Cullen. >> Dissi,
consegnandoli un foglietto.
<<
Ah si... sedetevi li. >> Indicò due banchi vuoti.
Sapevo
perfettamente che tutti i maschietti non vedevano l'ora di
avvicinarsi a lei, ma ci avrei pensato io a tenerli lontani.
Durante
le varie ore, prima del pranzo, vagai nelle loro menti, in tantissimi
credevano che fossimo fratelli, quanto si sbagliavano... gli avrei
dato motivo di girare al largo da MIA moglie! Dovevo solo creare il
momento buono... e bingo! Eccola li! Jessica Stanley!
<<
Bella, vieni, andiamo a pranzo. >> Le dissi, prendendole la
mano.
In
mensa, parecchi occhi si voltarono su di noi, Jessica si era seduta
ad un tavolo abbastanza gremito di gente; ottimo. Tirai con
gentilezza la mia metà verso quel tavolo.
<<
Scusate, possiamo sederci con voi? >> Domandai suadente.
Lo
sguardo adorante che ci rivolsero tutti, bastò per evitare che
uccidessi immediatamente i maschi che sostavano li. Certe cose la mia
Bella le faceva solo con me!
<<
Oh ma certo. Ciao, io sono Jessica. >> Ci salutò
immediatamente, felice di aver sotto mano i due nuovi arrivati.
<<
Io sono Edward. >> Le risposi amichevole.
<<
Bella, molto piacere. >> Sorrise impacciata.
Presi
la mano del mio amore, baciandogliela davanti a tutti.
Sono
un po troppo intimi per essere fratelli. Questo
era il pensieri di quel ragazzino seduto accanto al mio tesoro; Mike
Newton.
<<
Mike Newton, molto piacere, loro sono Tyler, Eric e Angela. >>
Prese la parola il biondino.
Salutammo
tutti cercando di essere il più umani possibile.
<<
Allora, come vi sembra il vostro primo giorno? >> Domandò
Angela. Le lessi la mente e fra tutte era quella più meritevole fra
loro. Senza contare che sapeva la verità, lei sapeva del matrimonio
mio e di Bella, suo padre ci aveva sposato; il sig. Weber.
<<
Bene, io e Bella ci stiamo ambientando. >> Sorrisi al mio amore
che prontamente mi diede un bacio sulle labbra, facendo inorridire i
nostri compagni.
<<
Allora è vero. >> Esclamò felice, Angela. << Hai
riacquistato la vista! Sono molto felice per te Bella. Tuo padre
l'aveva detto al mio. >> Era seriamente felice per lei.
<<
Grazie a Edward. >> Mi guardò dolcemente. << E' merito
suo se ho riacquistato la vista. >>
Jessica
si schiarì la voce. << Scusate, potete spiegare anche noi? >>
Il suo sguardo era confuso, così come i suoi pensieri. Lasciai che
fosse Angela a spiegarle, mentre io mi perdevo nuovamente negli occhi
della mia dolce compagna.
<<
Bella. >> E la indicò. << E' la figlia dell'ispettore
Swan. >>
Jessica
la interruppe. << E allora perché si chiama Isabella Cullen?!
>> Diede voce ai pensieri di tutti.
<<
Perché in primavera, io e Bella ci siamo sposati. Ora lei è la
signora Isabella Cullen, mia moglie. >> Finii io, alzandomi dal
tavolo con Bella e lasciando che Jessica spargesse la voce per tutta
la scuola.
Quando
arrivammo a casa, trovammo come sempre tutta la famiglia ad
attenderci.
<<
Avrai fatto bene a dire a tutti di noi? >> Domandò dubbiosa
Bella.
La
presi fra le mie braccia baciandola passionalmente. << Fidati,
è stata un ottima idea... signora Cullen. >>
E
tornai a dedicarle tutta la mia attenzione e tutto il mio tempo, per
l'eternità.
FINE
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