PECCATI DI GIOVENTU' - Poesie e canzoni 2001-'03

di balakov
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SOLDATO AMICO ***
Capitolo 2: *** LA NOTTE DELLE STREGHE ***
Capitolo 3: *** IL LASCITO ***



Capitolo 1
*** SOLDATO AMICO ***



SOLDATO AMICO



Il giorno che partisti io leggevo nel tuo avvenire

il tuo nome amico che non valeva altro che mille lire

le tue braccia forti che reggevano forte un fucile

e nelle tasche niente, niente di vero e niente di più

di una foto ricordo che ritraeva Marilù

 

E quando cadde il primo sole a terra e non si rialzò

ti pensai ferito e perduto senza faccia nè paltò

e nelle gambe che reggevano quel corpo senza vanità

leggevano tutti una grande voglia di libertà

ma Marilù nell'aspettarti ti aspettava qua

 

E poi le notti fredde nelle pianure come cowboys

nessuna voce amica fra le armi di piombo ed i rasoi

che scavavano le ossa di tutti voi falliti marinai

che non cavalcavate le onde ma il sangue dei morti che farai

e che non sentono rancori dentro nè fuori mai

 

Piangeva che era notte la tenera e piccola Marilù

piangeva il ricordo di un amore a cui dava del tu

ed io che invece accettavo solamente del lei

non ci misi molto a consolarla come sai

e persi molte foze per accontentare lei

 

Sotto la coperta avanzata stendevi le tue ferite nere

la rabbia della gente che vi circondava i sogni come chimere

e se tutto fosse stato più facile se tutto fosse stato così

come l'aria libero di tutti e di qualcuno in più

nessuno avrebbe urlato "c'è un soldato a Cefalù"

 

Ma quando gli occhi videro un uomo senza regalità

non ci volle poi molto a capire che questa che chiamano lealtà

è l'attesa eterna di un riscatto che non verrà

ma nell'aspettalo troppo io mi sono detto no

Marilù da sola a piangere non lascerò

 

E allora tu tornasti più come morto che come uccisore

ma il sangue dentro ti ribolliva assieme al tuo sudore

e quando tutto sembrava ritornare come vuoi

ti rendi conto che fra tutti i morti tuoi

mancava il più importante quello che non puoi

 

E morire non fu difficile te lo giuro sulla mia serietà

e uccidermi neanche te lo leggo nella tua santità

ma quando anche Marilù cadde sotto il tuo fucile

il freddo delle canne non ti fece capire

che avevi ucciso te e tutto il tuo avvenire


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Capitolo 2
*** LA NOTTE DELLE STREGHE ***



LA NOTTE DELLE STREGHE


Ancora cerco di fuggire via
Ancora non è casa mia
Quella innevata là in fondo
Quella dall’aria spettrale
Quanto mi fa male
Girare inutilmente
E non poter nemmeno respirare
Ancora c’è la vecchia megera
Che mi guarda ancora severa
Lei il figlio se l’è già mangiato
E insieme ora stendono il bucato
Come se nulla fosse
Realmente accaduto
Come due fantasmi non chiedono aiuto

E l’aria si fa fredda
Come un soffio sopra il cuore aperto
L’aria è come terra
Sputata in faccia al sole incerto
E l’aria si fa pesante
Come un grembo troppo spesso
L’aria si fa pesante
Come il respiro soffocato dal sesso

È la notte delle streghe
È la notte delle paure
Ho paura di non poter più ritornare
Imprigionato come sono in quest’orrore


Ancora sbatte la persiana
Ancora la pace regna sovrana
Il bambino senza faccia mia ha guardato
Il bambino mastica la rabbia di chi ha capito
Quanto gli fa male
Girare inutilmente
Ma soffre senza poter respirare
Ancora viene la donna calva
Strilla con unghie color malva
Dice che se l’è portata via un giorno
Un assassino che la uccise in soggiorno
E i figli orfani
Vivono inutilmente
Uno s’è sparato e l’altro chi lo sente?

E l’aria si fa fredda
Come un soffio sopra il cuore aperto
L’aria è come terra
Sputata in faccia al sole incerto
E l’aria si fa pesante
Come un grembo troppo spesso
L’aria si fa pesante
Come il respiro soffocato dal sesso

È la notte delle streghe
È la notte delle paure
Ho paura di non poter più ritornare
Imprigionato come sono in quest’orrore

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Capitolo 3
*** IL LASCITO ***






IL LASCITO


Ombre lunghe su noi due
Ci ridisegnano il viso
Il domani non esiste
Oggi è tutto il tuo sorriso
Riempie questa stanza
Come ossigeno da respirare
Il silenzio che avanza
Ci farà forse un po’ più male
Le mie mani che si allungano
Cercando di trattenere
Questa immagine di due corpi
Che non si possono più separare
E tu mi entri nelle vene
E se potessi leggere il domani
Sapendo che poi svanirai
Io mi legherei ora le mani
Perché domani un saluto
Suonerà come tanti altri
Ma poi si rivelerà l’ultimo
Innanzi a tanti scontri
Il tuo cuore non reggerà
L’impatto con l’asfalto
E nelle lacrime affogherò
E non c’è Dio così in alto
Che potrà mai consolare
Il lascito di un amore
Di un incontro estivo
Che è durato milioni di ore
Le pietre di un cammino
Che abbiamo fatto assieme
Non significano niente
Se non potrò più dire ti voglio bene



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