Il filo rosso.

di PsycoSocial
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Da dove cominciare ***
Capitolo 3: *** sogni infranti ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Ho sempre pensato che il destino governi le nostre vite.

Qualsiasi cosa accade è già stata scritta. Non so da chi, neanche il perché.

So soltanto che qualsiasi cosa tu faccia il destino la modellerà per poter far accadere ciò che è già stato scritto.

Questa sarà la mia storia, mi chiamo Angelica, vi starete chiedendo perché stia davanti ad un computer a narrare a voi giovani la mia storia, beh...lo scoprirete.

Scoprirete il perché necessitavo di scrivere la mia storia ad ogni costa e chissà, magari nella vita, fra qualche anno, vi ricorderete di me e rifletterete sulla vostra di vita.

Spero che la lettura sia allietante e che un giorno ne possiate far tesoro.

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Capitolo 2
*** Da dove cominciare ***


Se mi chiedeste da dove è iniziato tutto, non saprei proprio rispondervi.

 Potrei iniziare raccontandovi come l'ho conosciuto, oppure il nostro primo bacio, o direttamente la nostra prima volta.

Ma mi sembra troppo affrettata come cosa, troppo buttata li.
Invece no, io voglio rendervi partecipi della mia vita.
Voglio farvi capire quanti sentimenti ci sono dietro queste parole, quanto impegno e quanta passione.
Voglio farvi sentire me, farvi sentire più vicini possibili alla protagonista. 
E per ciò partirò dalla parte che mi ha stravolto la vita, da un avvenimento che ha strappato un pezzo del mio cuore.
Quando avevo 12 anni i miei si separarono, non fu una tranquilla separazione, ma una cosa molto violenta e toccante, vi risparmio i dettagli per non suscitare in voi la pena come primo sentimento. 
Quindi si separarono, fin qui tutto normale, il problema susseguì quando mia madre, per seguire il suo benedetto cuore decise di trasferirsi in un paese a 1000 km da dove abitavamo.

 Lei aveva conosciuto un uomo, anche lui separato con due figli e fù amore a prima vista. L'aveva conosciuto su facebook, santi social, e all'inizio era nata una semplice amicizia, poi piano piano, con il trascorrere dei giorni il loro divenne un amore profondo.

 Ricordo che li sentivo parlare a notte fonda al telefono, mamma sembrava tornata adolescente e finalmente era felice. Solo che questa cosa non mi andava bene, volevo strappargli quella felicità di dosso, io stavo così dannatamente male. Passavo le giornate a leggere sola, nella mia stanza, non volevo vedere ne sentire nessuno.

Quindi arrivó il giorno della partenza, non ho pianto, non ho detto addio a nessun amico, nonostante ne avessi tanti, speravo che quello non fosse un addio ma che mamma avrebbe capito che stava commettendo un gigante errore e che nel giro di un mese saremmo ritornati li, continuando la nostra vita come se nulla fosse. 
E invece non andó così. 
Ci trasferimmo ad agosto, in quel paesino disperso.
Lontano da tutte le persone che conoscevo, lontano dal mio "amore" e mi sentivo tremendamente sola e inerme.

"Amore" perchè provavo dei sentimenti profondi, che ora non penso sia vero amore, ma una semplice cotta, per un ragazzo di classe, Simone, adoravo quel ragazzo. Ma lui non mi cagava molto, quindi amore si, fino ad un certo punto. 

Agosto passó, conobbi i miei futuri fratelli, entrambi più piccoli e anche una bimba di qualche anno più piccola, ci feci amicizia ma duro finché non iniziò la scuola, poi ognuno per la sua strada.
Avevo perso un altra amica, bene.

Il primo giorno di scuola ero terrorizzata, dovevo fare la terza media e il pensiero di andare in una classe dove tutti già si conoscevano ed erano amici mi preoccupava. 
Avevo paura di essere esclusa, rifiutata e derisa, anche per colpa di quel dannatissimo Accento del nord. 
Non ero neanche il massimo di bellezza, troppo timida e un po' stramba. 
Insomma tremavo come una foglia. 
Ricordo di aver chiesto informazioni ad una ragazza per dove andare, lei fù gentilissima e grazie a lei mi calmai un po'. 
Suonó la campanella, entrai nella mia nuova classe, avevo tutti gli occhi puntati a dosso.

 Ma diventarono all'improvviso tutti gentili, presentandosi e informandosi sulle mie origini e la mia storia, su quella ero sempre vaga e tacevo tanto, non ero ancora pronta.

Così le ore passarono, conobbi tante brave persone e mi divertii anche in quella matta classe che mi accolse con tanta gioia.
Le settimane e i mesi passarono, non accadde molto, sentivo solo la mancanza della mia vecchia vita. 
Sopratutto della mia migliore amica, Martina, provai parecchie volte a scriverle, ma nulla, non mi degnó mai neanche di una risposta, tac un altro pezzo di cuore via.
I miei nonni paterni mi odiavano e tac, un altro pezzo di cuore.
Non avevo famiglia, amici veri, non avevo nulla.
Un raggio di sole si fece largo nella mia vita nuvolosa. 

Chicco.

Il mio primo cane, il mio grande amore. 
Se c'era lui tutto era okay, lui c'è stato quando ne avevo davvero bisogno ed è stata la mia ancora di salvezza, poi purtroppo per varie circostanze dopo un 6/7 mesi morì e lì un altro pezzo di cuore se ne andó. 
Andammo subito al canile a prendermi un altro cucciolo, Queen, una monella.

 Anche lei stette con me in periodo veramente buii e non ringrazierò mai abbastanza entrambi per l'amore e la forza che mi hanno dato in quei momenti dove tutto sembrava perduto.

Così, con l'amore per queste due creature, il mio terzo anno di medie voló via.
Ricordo a mala pena gli esami e l'ultimo giorno di scuola. 
Só solo che una volta finita la terza, tutte le amicizie che ero riuscita a costruire si dispersero. Provai a rimanere amica di una ragazza per un annetto, ma poi lei si dimenticò di me e anche in questo caso ognuno per la sua strada. 
L'estate 2012 fu noiosa. 
Rimanevo tutto il giorno in casa a leggere o a cercare di dare un senso alla mia inutile vita. 
Avrò letto minimo 50 libri quell'estate. 
Si amo i libri, sopratutto fantasy. 
Ricordo che in quel periodo ero fissata con un libro che mi riportava sempre alla mia vecchia vita, ovvero la ragazza drago, di Licia Troisi. 

Quella storia la sentivo mia, apparteneva al mio cuore e nel corso degli anni l'avrò letta minimo un centinaio di volte.

Quindi i libri erano un altra salvezza per me. 
Mi rifugiavo nelle pagine scomparendo dal mondo terribile che mi circondava, mi immedesimavo così tanto nella storia che a volto non riuscivo a risalire in superficie, ovvero nel mondo che mi circondava. 
Avrei preferito combattere demoni che vivere altre estati così.
L'ora del primo giorno di superiori arrivó, e di conseguenza anche l'ansia faceva capolinea. 
Per fortuna già conoscevo qualcuno delle medie che aveva preso come me l'indirizzo di agraria. 
Perciò il primo giorno fu più semplice, mi sentivo rassicurata dalla presenza di quel mio amico e l'ansia era minore. 
Anzi, non vedevo l'ora di conoscere i miei nuovi compagni di classe. 
Dopo una breve riunione in aula magna ognuno venne smistato nella rispettiva prima, erano solo 2, la A e la B, io finii nella A, per fortuna con quel mio amico. 
Entrai in classe e mi guardai intorno, avevo lo stomaco in subbuglio e volevo solo sedermi.
Scoprii subito che eravamo 3 ragazze su 31 persone. 
Bene, non sopportavo le ragazze.
Individuai subito la prima ragazza, un cespuglio alto che sorrideva a tutti, sembrava simpatica, quando i nostri sguardi si incrociarono ricambiai il sorriso fingendo un po'. 
Rimaneva comunque una ragazza e non volevo averci tanto a che fare. 
Cercai l'altra ma proprio non la trovai, solo quando fecero l'appello e la chiamarono una testolina con i capelli rasati e neri e una cresta si differenziò dal gruppo dei ragazzi, Giorgia. 
Non so, mi sembrava troppo strana quella ragazza, e non mi piacque a primo impatto, sembrava fanatica.
Il resto dei ragazzi erano simpatici, un po' troppo Massari, ma brave persone, di ragazzi carini non ne vedevo...ma dettagli.

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Capitolo 3
*** sogni infranti ***


I primi giorni di superiori passarono tranquilli, i compagni erano simpatici, la classe faceva sempre caciara, ma penso fosse normale i primi tempi. 
Con il passare delle settimane facevo sempre più amicizia con la ragazza riccia, tutto sommato era simpatica, amava i cavalli e leggere, avevamo parecchie cose in comune.
Nel frattempo stavo cercando di conoscere un ragazzo della mia classe che era carino. O meglio lui ci stava provando con me e io mi prendevo un po'gioco di lui Scherzandoci su.

Amavo essere corteggiata, da piccola tutti mi evitavano essendo bruttina, e avere un po' di notorietà appena arrivata mi faceva sentire meglio con me stessa.

Forse quelle prime settimane furono i giorni più tranquilli della mia vita. 

Tutto procedeva dritto e noioso.

Poi conobbi lui, si chiamava Michele, faceva il terzo anno e sembrava un ragazzo simpatico, iniziai a conoscerlo e iniziò a piacermi davvero, solo che mi sembrava strano, sembrava nascondere qualcosa, era sempre sul vago e non parlava mai della sua vita sentimentale, poco dopo il nostro primo bacio scoprii che in realtà stava con una ragazza di seconda che ovviamente se la prese con me, io non potevo crederci, lei stava mentendo, un ragazzo così perfetto non poteva avermi nascosto questa cosa. 

Infatti lui mi disse che era tutto falso, che lei era una sua ex gelosa e che non gli importava nulla. Continuai a starci insieme, non eravamo fidanzati ma stavo bene con lui. 

Lui stava in convitto, un posto dove i ragazzi che abitavano lontani usavano per dormire e mangiare, era situato accanto alla scuola. Quindi molto comodo.

Ricordo che passavo pomeriggi interi in convitto, con Michele. 

Nel frattempo feci amicizia con Angelo, un ragazzo stupendo. Lui faceva il quarto ed era anche molto carino. Anche se un po' troppo fissato con i social e i selfie. Aveva dei morbidi capelli rossi e un sorriso stupendo, mi era molto amico, nonostante più avanti mi confessò che era cotto di me. A lui non piaceva Michele, lo considerava un ignorante, ma forse ero troppo cieca per notarlo. Con il trascorrere dei giorni Angelo mi stava sempre più distante e ogni volta che mi vedeva con Michele mi guardava male. 

Non capivo perchè non fosse felice per me, cosa gli costava? Finalmente ero un po' felice... Una volta mi scrisse che stavo sbagliando tutto e che dovevo smettere di stare con Michele, mi disse che non era quello giusto per me e di non commettere cazzate. Disse anche di tenere gli occhi aperti. 

Mi incazzai di brutto, chi era lui per dirmi con chi dovevo stare? 

Non gli parlai per diversi giorni e quando lo incontravo nei corridoi facevo finta di non conoscerlo. 

Intanto i giorni passavano e il mio compleanno si avvicinava sempre di più, avrei fatto 14 anni, mi sentivo grande, 14 anni cavoli, sarei entrata nel mondo degli adolescenti. 

Il 24 ottobre arrivò in fretta e come ogni santissimo anno quel giorno piovve, ricordo di aver invitato qualche amico di scuola, sia superiori che medie. Mi divertii tantissimo ma nel frattempo mi mancava Michele. Non mi aveva parlato ne mi aveva fatto gli auguri. Ci rimasi molto male e al posto di godermi la festa rimasi incollata al telefono aspettando un suo messaggio che non arrivò. Angelo mi scrisse, mi fece gli auguri, rimasi un po' fredda con lui, ma tutto sommato piano piano ridiventai dolce, odio litigare con le persone a cui tengo. E io ad Angelo ci tenevo molto, era un fratello per me, una figura maschile a cui chiedere consigli. 

E forse quel giorno capii che forse a Michele non interessava nulla di me, però lui a me piaceva troppo, mi mancava e avevo solo voglia di stare con lui. Quando lo rividi a scuola feci finta che non fosse accaduto nulla e come una scema lascia perdere, non mi incazzai ne gli dissi nulla. Ritornai l'Angelica dolce e carina. Avevo bisogno di attenzioni, ne sentivo l'estrema necessità. Volevo solo essere apprezzata, e lui sapeva farlo.

Però forse non ero così felice...lui era sempre un po' freddo e non mi diceva mai cose dolci, mi sentivo solo usata, mi sentivo nuovamente sola e distrutta. Volevo solo che tutto ciò che mi circondava sparisse.

Conobbi Felice, un ragazzo stupendo, anche se strano, faceva anche lui il 4 anno e si fece volere bene dopo pochi giorni. Stavamo instaurando una bella amicizia, a lui piacevano gli anime, a me anche. Ascoltava i linkin park, gruppo che io amavo. Sapeva scherzare ed era un tenerone.

La mia amicizia crebbe con lui, e per fortuna conobbi anche altre persone.

Vi ricordate Giorgia? la ragazza con la cresta nera? all'inizio mi stava antipatica, lei se ne stava per le sue e in tre mesi di scuola ci eravamo rivolte davvero poche parole. Grazie ad un pon di scienze sul latte la conobbi meglio, rimanevamo fino alle 4 in convitto a chiaccherare tra di noi e poi andavamo a scuola. Piano piano capii che poi non era così antipatica, semplicemente non amava fare amicizia e infatti aprirsi con me fu molto difficile e solo dopo un buon anno di conoscenza diventammo ottime amiche. Nello stesso momento a partecipare al corso di scienze c'era anche un altro ragazzo, Matteo, era al quanto strano, un po' confuso come ragazzo. Si comportava in maniera quasi schizzofrenica muovendosi di continuo anche per una cavolata. Però era divertente. 

Ricordo che una sera perdemmo il treno e ci toccò rimanere solo noi 3 in stazione, li ci conoscemmo meglio, ognuno raccontò la propria storia, io in maniera molto superficiale senza entrare nel dettaglio. Odiavo essere compatita. Giorgia aveva una storia leggermente simile alla mia, ma non così movimentata. Matteo invece viveva in una famiglia molto carina e semplice, solo che veniva spesso trascurato e lui si sentiva solo. Esattamente come me e giorgia. 

Quella sera fu l'inizio di qualcosa di meraviglioso. 

Fu l'inizio di un amicizia duratura e potente. Un amicizia che è andata oltre le distanze, il tempo e le incomprensioni. Ormai eravamo diventati il Trio dell'apocalisse, così ci chiamavano. Portavamo con noi sempre tanta allegria e voglia di scherzare. Eravamo diversi dagli altri. Tutti amanti di Anime, manga, libri. Poi con il tempo diventammo inseparabili, dove andava uno, gli altri due c'erano.

Con Michele tutto peggiorava, ogni giorno diventava più pesante baciarlo, parlargli o anche solo vederlo mi dava sui nervi. Non capivo, quel ragazzo mi piaceva così tanto prima...come mai stavo cambiando idea così all'improvviso. Ero confusa e non sapevo che fare. Io volevo soltanto incontrare un ragazzo che mi amava per ciò che ero e che fosse sincero con me. E quindi, i sogni con lui si distrussero, ogni giorno vedevo sempre di più quanto lui fosse coglione e quanto io non potevo più stare con un ragazzo così squallido.

Poi accadde una cosa che fu la mia salvezza.

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