Idoltale

di Hanamimadness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo scambio culturale ***
Capitolo 2: *** L'incontro con il Re ***
Capitolo 3: *** Il laboratorio ***
Capitolo 4: *** NON fatela arrabbiare ***
Capitolo 5: *** Scheletri, spaghetti e freddure a volontà ***
Capitolo 6: *** Il primo pomeriggio ***
Capitolo 7: *** Depressioni esagerate e fangirlismi estremi ***
Capitolo 8: *** Ship improbabili e spaghetti immangiabili ***
Capitolo 9: *** Gossip discutibili e incontri poco raccomandabili ***
Capitolo 10: *** La corsa dei puzzle, parte 1°: preparativi e scommesse ***



Capitolo 1
*** Lo scambio culturale ***


Era una splendida giornata a Tokyo: il sole era alto, gli uccellini cantavano e i fiori sbocciavano... e ovviamente Honoka era in ritardo.
“Non la aspettiamo?” aveva chiesto Kotori con voce flebile.
“Non se ne parla!!” aveva risposto Umi, frustrata già di prima mattina. “NON può fare tardi proprio stamattina! Non rischierò di mandare a monte lo scambio culturale perché lei è troppo pigra per alzarsi in orario! Imparerà a sue spese a essere puntuale!”
Kotori sospirò, ma non disse nulla. Sapeva bene che quando Umi si fissava su certe cose era impossibile farle cambiare idea. Si erano da poco riavviate verso la scuola, ma correndo come una matta Honoka era riuscita a raggiungerle a metà strada.
“Eccomi! Scusate il ritardo, stavo controllando di non aver scordato nulla e mi è sfuggito l'orario!” si giustificò lei grattandosi la testa con fare innocente, ma Umi la fulminò con lo sguardo.
"Avresti dovuto controllare la valigia ieri sera, prima di andare a dormire! Come puoi essere sempre così disorganizzata?! Hai idea di quanto questo scambio sia importante non solo per noi, ma per l'intero genere umano?! Stamattina incontreremo il Re dei mostri in persona!!! Per noi è un grandissimo onore poter conferire direttamente con lui! E poi verremo assegnate alle case dei mostri che ci ospiteranno! Che figura faremmo se ci presentassimo in ritardo, secondo te?!” A quel punto fu interrotta da Kotori, felice di poterla fare uscire dalla sua Ramanzina-mode.

“Eccoci!” esclamò, indicando la scuola. “Dobbiamo andare all'ufficio di mia madre, le altre ci staranno aspettando lì.” Così raggiunsero la preside nel suo ufficio, dove trovarono già tutte le loro compagne.
“Oh, eccovi arrivate!” esclamò Eli. “Fatemi indovinare: Honoka era in ritardo, vero?”. Kotori ed Umi annuirono all'unisono, mentre Honoka diventava rossa come un peperone. “Beh,”continuò Eli “comunque non c'è problema: la coordinatrice dello scambio culturale e l'ambasciatore della razza umana tra i mostri non sono ancora arrivati.”Da imbarazzata che era, l'espressione di Honoka si fece confusa.
“La coordinatrice e l'ambasciatore? Non dovevamo incontrare il Re?” chiese lei.
“Certo, ma non qui! Sua maestà Asgore Dreemur ci attende al suo castello nell'Underground, lo incontreremo prima di essere smistate nelle case dei mostri ospitanti.” rispose Eli con tono solenne. Da un angolo della stanza si udì a malapena la timida voce di Hanayo.
“Accidenti, incontreremo il Re di un'altra razza in una cerimonia ufficiale... Non sono mai stata così agitata...”
“Non temere Hanayo, questo scambio sarà un successo.” le rispose Nozomi ammiccando. “Me lo hanno detto i tarocchi!”
“Nozomi ha ragione, andrà tutto MIAravigliosamente!” la rassicurò Rin. “Ma essendo uno scambio così importante è normale essere un po' agitati... guarda Maki, è terrorizzata!”
“N-Non è vero! S-sono tranquillissima! Ti sembra educato dire certe cose?!” rispose lei arrossendo di colpo. “Sono calma e lucida come Nico!”
“E come potrei non esserlo? Sono certa che stenderò i cuori di tutti i mostri con un Nico-nii!” esclamò la loli moretta posizionando le mani a forma di cuore.
Quel misto di agitazione e disagio si quietò di colpo quando sentirono bussare alla porta. Subito le ragazze si misero ordinatamente in riga, mentre la preside andò ad aprire.
“Benvenuti all'Accademia Otonokizaka” disse educatamente mentre i due entravano. Le ragazze rimasero tutte a bocca aperta: davanti a loro si presentò una figura decisamente alta ricoperta di pelo bianco, con mani e piedi (o meglio, zampe) enormi e il volto vagamente caprino, da cui spuntavano un paio di piccole corna. Questa si rivolse loro con una voce femminile dal tono caldo e dolce come quello di una mamma.
“Grazie mille dell'accoglienza. Buongiorno a tutte, il mio nome è Toriel, sono la coordinatrice dello scambio culturale, e questo è il nostro ambasciatore Frisk.” disse lei indicando la minuscola figura che la seguiva, che solo allora le ragazze notarono: un bambino (o una bambina, nessuna di loro era in grado di capirlo) che dimostrava sì e no 10 anni, dai capelli a caschetto e il volto giallognolo, che le osservava con due occhietti sottili rivolgendo loro quello che sembrava un lieve accenno di sorriso.
“Per prima cosa vorrei ringraziarvi per esservi offerte di partecipare a quest'iniziativa, che senz'altro sarà estremamente utile a tutti noi per sviluppare al meglio l'integrazione tra le razze. Spero che quest'esperienza possa rivelarsi istruttiva per tutti quanti. Ma veniamo al dunque: con l'aiuto della vostra gentile preside ho mandato le vostre schede personali ai rappresentanti della nostra razza che hanno voluto partecipare al progetto, e così siete state assegnate loro a gruppi di tre. Per la divisione dei suddetti ci siamo consultati sia con la vostra preside che con i mostri ospitanti, e abbiamo deciso di mischiarvi in base all'età: visto che siete in nove, sarete divise in tre gruppi, ciascuno composto da una ragazza del primo anno, una del secondo e una del terzo. Non temete, non starete sempre separate: anche se alloggerete in tre case diverse, il grosso delle attività che vi saranno proposte le svolgerete tutte assieme.” Mentre parlava tirò fuori una cartelletta da cui estrasse un foglio, e inforcando sul grosso muso un paio di occhiali da vista, iniziò a leggerla. “Dunque, ecco qui la lista dei vari gruppi. Primo gruppo: Rin Hoshizora, Kotori Minami, Nico Yazawa."
Le tre nominate fecero un passo avanti, e Frisk consegnò loro una busta chiusa. “Voi tre sarete ospitate dalla Dottoressa Alphys, la scienziata reale dell'Underground. È una persona un po' timida ma molto gentile, sono certa che vi troverete molto bene con lei.”
Le tre ragazze annuirono e sorrisero, ma in fondo avvertirono una lieve delusione: per quanto fosse un onore essere ospitate da qualcuno di così importante per la comunità dei mostri, l'idea di una persona con la testa perennemente abbassata su libri di chimica e fisica non sembrava particolarmente eccitante.
“Temo ci aspetti una settimana più noiosa del previsto...” sussurrò Nico a Rin, mentre Kotori osservava la busta consegnatale da Frisk.
“In quella busta troverete una lettera contenente una lista di consigli, compilata appositamente per voi dal nostro ambasciatore. Ce n'è una per gruppo: leggetela quando sarete voi tre da sole, ok?”
“Certamente!” risposero in coro le ragazze.
“Bene!” continuò Toriel. “Allora andiamo avanti con il secondo gruppo: Maki Nishikino, Umi Sonoda, Eli Ayase.”
Anche stavolta le ragazze si avvicinarono e ricevettero la lettera di Frisk. “Voi sarete ospitate da Miss Undyne, il capitano della Guardia Reale. Non temete, quando non è in servizio non è una donna così austera come potreste immaginare, anche perché è molto giovane! Andrete sicuramente d'accordo.”
A quelle parole gli occhi di Umi si illuminarono. “Una donna è il capitano della Guardia Reale?! Wow, dev'essere una persona estremamente forte e coraggiosa!!!”
Toriel nel vedere tale ammirazione sorrise, ma Maki ed Eli non sembravano condividere lo stesso entusiasmo della compagna.
“Non sarà una convivenza facile... è pur sempre un soldato, oltretutto un capitano, sarà senz'altro fissata con l'etichetta.” disse con tono basso Maki alla senpai.
“Non ci resta che essere il più educate possibile” rispose Eli, come se quello non fosse stato il suo intento fin dall'inizio.
“E quindi le tre rimanenti formano il terzo gruppo.” riprese Toriel. “Hanayo Koizumi, Honoka Kosaka, Nozomi Tojo.” Le tre ragazze annuirono mentre ricevevano l'ultima lettera. “Voi sarete ospitate da due fratelli, Sans e Papyrus. Sono due ragazzi simpaticissimi, i primi che hanno voluto partecipare al progetto, con loro di certo non vi annoierete!”
I volti delle tre studentesse assunsero un'espressione sbigottita.
“Cosa?! Saremo ospitati da due MASCHI?!” esclamò di colpo Honoka, prima ancora che le altre due potessero dire altro.
“Non preoccupatevi, abbiamo già discusso di questo sia con la vostra preside che con loro stessi: rispetteranno i vostri spazi e la vostra intimità in quanto ragazze, hanno già allestito una stanza tutta per voi e si sono organizzati per l'uso del bagno. Una volta che sarete là vi spiegheranno tutto, per cui state pur tranquille.” spiegò Toriel con calma. Hanayo e Honoka risposero con un sorriso forzato, ma Nozomi appariva effettivamente serena.
“I tarocchi non sbagliano, andrà senz'altro tutto bene” disse loro.
“Dunque questa è la divisione. Ora prendete pure i vostri bagagli e seguitemi, vi porterò all'ingresso dell'Underground e vi scorterò al castello per la cerimonia d'incontro con il nostro Re.”
Così diedero un ultimo saluto alla preside, e finalmente le studentesse dell'Accademia Otonokizaka si avviarono verso una nuova, promettente (ma anche no) avventura.

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Capitolo 2
*** L'incontro con il Re ***


Dopo un paio d'ore di viaggio, le nove ragazze sembravano essersi un po' calmate. Sul pulmino che le stava portando verso il monte Ebott, dove si trovava l'entrata per l'Underground, si erano perse allegramente in chiacchiere, ipotizzando quale aspetto dovessero avere Re Asgore e i mostri che le avrebbero ospitate, e quali attività avessero organizzato per loro. Ad alleggerire l'atmosfera aveva contribuito anche Toriel, che aveva continuato per tutto il tempo a offrire loro pezzi di torta fatta in casa facendo varie domande sui gusti preferiti di ciascuna di loro. Tutte quante avevano educatamente accettato una fetta di dolce, e prima che Honoka potesse spazzolarsi via da sola il resto della torta finalmente arrivarono a destinazione. Una volta scese dal pulmino rimasero alquanto stupite di ciò che si trovarono davanti: sulla parete della montagna, nel bel mezzo della natura apparentemente incontaminata, spuntava una grossa porta scorrevole d'acciaio, con un paio di pulsanti luminosi accanto. Toriel premette uno di essi, e dopo qualche secondo la porta si aprì, rivelando all'interno una grossa cabina.
“Questo ascensore è collegato direttamente con il palazzo reale. La nostra scienziata Alphys l'ha iniziato a progettare non appena la barriera è stata distrutta, e lo ha completato nel giro di una settimana.” spiegò Toriel alle ragazze, che stupite vi salirono senza esitare. Frisk le seguì tenendo sempre la sua madre caprina per mano, ma senza spiccicare parola, così come aveva fatto per tutta la durata del viaggio.
“Mi scusi, ma Frisk... Cioè, l'Ambasciatore sta bene?” aveva chiesto Umi leggermente preoccupata. “Ecco, mi sembra un po'... di poche parole.”
“Oh, non temere cara, Frisk è SEMPRE di poche parole! Sta benone, ed è anche molto felice di avervi qui!” le aveva risposto Toriel. “Non vedi come sprizza entusiasmo?”
“Ehm... certo...” No, Umi di entusiasmo non ne vedeva proprio. Per metà del viaggio aveva continuato a fissare Frisk, e non aveva mai notato alcun cambio di espressione su quel suo volto giallognolo. O meglio: quando aveva ricevuto la sua fetta di torta, osservando bene si poteva notare che effettivamente gli angoli della sua bocca sembravano essersi leggermente sollevati, ma era un movimento talmente impercettibile che Umi non era sicura se fosse vero o se lo avesse solo immaginato. Come se non bastasse, ancora non era riuscita a capire se fosse maschio o femmina, e questa cosa stava cominciando ad ossessionarla.
“Giuro che entro la fine di questo scambio scoprirò di che sesso è Frisk, dovessi anche tirargli giù i pantaloni per verificare di persona!” aveva sussurrato alle amiche.
“Umi... senza offesa, ma detta così sembri una maniaca sessuale...” le aveva fatto notare Kotori con aria decisamente perplessa.
“E pure pedofila! Quanti anni avrà Frisk? Nove? Dieci?” aveva aggiunto Honoka.
“Se nessuno ha ancora denunciato Nozomi per molestie sessuali, nessuno accuserà me di pedofilia!” aveva risposto Umi con un tono tra il frustrato e l'isterico. Sebbene a conti fatti il suo ragionamento non facesse una piega (in vita sua aveva palpato più tette Nozomi di una pornostar), Kotori e Honoka erano decisamente preoccupate, ma alla fine avevano deciso di lasciar perdere e aspettare che si calmasse.
Quando finalmente scesero dall'ascensore e arrivarono a palazzo, Toriel le scortò dapprima in una stanza dove lasciarono i bagagli, poi finalmente le guidò attraverso una serie di lunghi corridoi fino alla sala del trono. Davanti ad essa le ragazze ricominciarono a sentire una certa agitazione, che tuttavia svanì non appena entrarono. Un'espressione di pura meraviglia si dipinse sui loro volti quando si guardarono attorno: il pavimento della sala era completamente ricoperto da una distesa di fiori dorati, da cui faceva capolino un grosso trono con sopra inciso lo stemma del Regno dei Mostri, lo stesso che avevano visto ricamato sull'abito di Toriel. Dal soffitto a vetrate filtrava una luce artificiale, ma incredibilmente simile a quella solare, che illuminava la stanza a chiazze, dando un'atmosfera incredibilmente pacifica e quasi poetica. Le ragazze emisero quasi in coro un gigantesco “Wow”, che attirò l'attenzione di una figura china a un lato della sala.
“Oh, siete arrivate!” esclamò alzandosi in piedi. Davanti a loro si eresse una figura imponente, alta quasi 3 metri e dalle spalle incredibilmente larghe, coperte da un paio di grossi spallacci e un mantello viola, sotto cui si intravedeva una scintillante armatura dorata. Alzando lo sguardo scorsero un volto caprino simile a quello di Toriel, ma contornato da una chioma e una barba folte e bionde, che lo incorniciavano come la criniera di un leone, e sopra di esso un paio di corna alte e spesse, in mezzo alle quali spuntava una corona. Questo gigantesco individuo aveva in mano un grosso annaffiatoio, che ripose quasi con timidezza dietro al suo trono.
“Vi chiedo scusa, intanto che c'ero ne ho approfittato per dare un po' d'acqua ai fiori. Comunque... benvenute nell'Underground, mie care! Il mio nome è Asgore.”
Con una delicatezza che mai ci si potrebbe aspettare da un energumeno del genere, il Re dei mostri strinse la mano a ciascuna di loro, sebbene le loro manine fossero a malapena grandi come un suo dito.
“Per noi è davvero un grande piacere avervi qui! Dunque... potrei offrirvi una tazza di tè?” chiese Asgore con aria incredibilmente impacciata. Le ragazze erano talmente sbalordite da quella scena che non riuscirono a trovare parole per rispondere, ma comunque intervenne per prima Toriel.
“Non c'è tempo per il tè! Devono raggiungere le case dei loro ospitanti, te ne sei forse scordato?!” esclamò lei con tono di rimprovero. “Quei ragazzi le stanno aspettando per poter spiegare loro come gestire la convivenza, non possono mica attendere tutti i tuoi comodi, sai?!”
“Ma Toriel, io volevo solo..."
“Niente “ma”! E poi che razza di accoglienza sarebbe questa?! Non potevi aspettare dopo per annaffiare?! O svegliarti più presto per farlo prima del nostro arrivo?!”
“S-sono costernato, davvero, io...”
“Uff, sei veramente incorreggibile!”
“Eddai Toriel, non essere così dura con me, lo sai quanto ci tengo che questo progetto vada per il meglio, sto facendo tutto questo per la pace...”
“Lo spero.”
Le povere idol davanti a quella scena non sapevano minimamente come reagire. Umi, Eli e Honoka avevano assunto un'espressione estremamente perplessa, mentre Maki, Nozomi e Kotori si sforzavano di continuare a sorridere per nascondere altrettanta confusione. Nico e Rin si stavano letteralmente mordendo le labbra per non scoppiare a ridere in faccia ai due mostri, mentre Hanayo aveva lo sguardo fisso su Asgore. Questi, per loro fortuna, le tolse dall'imbarazzo.
“Sono mortificato per questa accoglienza così raffazzonata... spero davvero che possiate passare una bella esperienza qui nell'Underground. Buona giornata, mie care, e salutatemi i vostri ospitanti!” Così Asgore salutò loro, diede una dolce carezzata di capelli a Frisk (che in tutto questo aveva assistito alla scena senza dire nulla e senza mutare mai espressione, tanto per cambiare) e fece un impacciato cenno di saluto anche a Toriel, che in risposta si limitò a fulminarlo con lo sguardo.
Quando finalmente uscirono dalla sala del trono, Toriel si rivolse nuovamente a loro, recuperando il suo dolce tono da mamma.
“Abbiate pazienza, mie care.” disse. “Se QUALCUNO si fosse dedicato di più a rispettare il prossimo anziché a fare guerre non avreste dovuto assistere a questa scena imbarazzante. Ora scusatemi, ma devo dare istruzioni ai facchini affinché portino i vostri bagagli nei vostri rispettivi alloggi; poi noi raggiungeremo le varie zone dell'Underground con il traghetto. Torno subito, aspettate qui un minuto, per favore.”
Non appena Toriel si fu allontanata, finalmente Nico e Rin scoppiarono in una sonora risata, tanto da rotolare per terra.
“Ragazze! Ma insomma, vi pare il caso?!” le rimproverò Eli.
“Ahahahahahah!!!! Ma hai visto come lo ha bacchettato?! Neanche fossero marito e moglie!!!” gridò Nico soffocando tra le risate.
“Oh, andiaMIAo! Non ditemi che non vi veniva da ridere!” esclamò Rin rotolando addosso alla senpai.
“Beh... in effetti...”
Per quanto potessero negarlo, vedere Toriel rimproverare quel gigante di Asgore come un bambino era stato estremamente esilarante, e alcune di loro, seppur non ai livelli delle due compagne, non trattennero una risatina. L'unica che aveva ancora lo sguardo perso era Hanayo.
“Hanayo, ti senti bene?” le chiese Maki leggermente preoccupata. Tuttavia, quando la guardò negli occhi, riconobbe quello sguardo: era l'espressione sicura e determinata che la sua compagna assumeva quando si fissava con qualcosa, la stessa che solitamente le si stampava in volto quando si parlava di idol.
“Ho deciso.” affermò lei con sicurezza. “Devo farlo assolutamente.”
“Di che stai parlando? Cosa avresti deciso?” domandò Maki sempre più confusa.
“Re Asgore... è la cosa più MORBIDA E COCCOLOSA che abbia mai visto!!! Voglio assolutamente abbracciarlo!!!”” gridò di colpo Hanayo in piena Kawaii-mode. La reazione di Maki, così come delle altre, fu un clamoroso facepalm.
“Fantastico... abbiamo guadagnato due potenziali maniache nel giro di due ore...” disse Kotori sospirando. “Adesso lei con Asgore, prima Umi con Frisk... Ehi, un momento, a tal proposito...”
Di colpo tutte e nove si zittirono nel realizzare una cosa: in tutto questo delirio, Frisk era ancora lì dietro, e aveva visto e sentito tutto. Per un minuto buono, che parve quasi durare ore, sul corridoio piombò un silenzio estremamente imbarazzante, finché Honoka non trovò il coraggio di rivolgere a Frisk la parola.
“Ehm... hai visto tutto, vero?”
Frisk annuì.
“E... non racconterai quello che hai visto a Toriel, vero?”
Frisk scosse la testa. All'unisono, le ragazze tirarono un lungo sospiro di sollievo. Dopo un altro minuto, il silenzio fu nuovamente interrotto da Umi.
“Scusami Frisk, ma te lo devo proprio chiedere. Ma tu sei maschio o fem-”
“Eccomi!!!” gridò Toriel interrompendola e prendendo per mano Frisk, iniziando a correre via. “Scusate il ritardo, dobbiamo muoverci!!! Presto, seguitemi!”
Umi rimase bloccata nella posizione in cui era per qualche secondo, finché Kotori e Honoka non iniziarono a spingerla a forza, cercando di consolarla.

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Capitolo 3
*** Il laboratorio ***


Le giovani idol continuarono a seguire Toriel per una serie di corridoi, e dopo aver preso diversi ascensori si ritrovarono finalmente nel bel mezzo di Hotland, dove nel giro di tre secondi si levarono tutte le giacche e i maglioncini dell'uniforme: l'interno del palazzo reale e del Core era climatizzato, ma una volta uscite da lì, il calore della lava che scorreva accanto a loro si faceva sentire tutto quanto.
“Ecco arrivati alla prima destinazione: qui abita la Dottoressa Alphys, che ospiterà il primo gruppo.” spiegò Toriel.
Davanti a loro vi era un grosso edificio bianco, su cui troneggiava un'insegna con su scritto semplicemente “LAB”. Nico, Kotori e Rin si fecero avanti, e accanto alla grossa porta d'acciaio scorsero i loro bagagli, che come preannunciato erano già stati portati a destinazione.
“Suonate pure al campanello, Alphys vi starà senz'altro aspettando! Noi purtroppo dobbiamo muoverci, il tempo stringe. Divertitevi!” disse loro Toriel, e dopo giusto il tempo per un saluto veloce alle compagne, lei e le altre sei ragazze si allontanarono.
“Vive addirittura nel laboratorio... La cosa si fa sempre più noiosa...” esclamò Nico sospirando.
“Eddai, MIAgari non è così male!” rispose Rin, più per cercare di auto-rallegrarsi che per vera convinzione. Kotori invece le guardò con un sorriso sincero.
“Vediamo i lati positivi: da fuori questo posto sembra molto spazioso. Se anche la Dottoressa non avesse molto tempo da dedicare a noi, avremo comunque lo spazio per allenarci, e non sarà tutto tempo perso!” disse loro con aria allegra.
“Non hai tutti i torti... Beh, vada come vada! Entriamo!” concluse Nico, premendo l'unico tasto che pareva simile a quello di un citofono. Con suo stupore, non si sentì alcun campanello, ma la grossa porta scorrevole si aprì immediatamente. Timidamente raccolsero i bagagli e fecero per entrare, trovandosi così in un'ampia stanza buia. Non appena allontanarono l'ultimo piede dallo stipite della porta, questa si richiuse di colpo alle loro spalle. Terribilmente intimorite iniziarono ad avanzare brancolando nel buio, e nel silenzio più totale improvvisamente sentirono un tonfo, seguito da un lamento. Di riflesso non trattennero un urlo di terrore, e indietreggiarono quando intravidero la figura che lo aveva provocato. Tuttavia, quando questa si avvicinò alla parete, finalmente si accese la luce.
“Accidenti a me e al mio vizio di tenere le luci spente! Poi ovvio che vado a inciampare...” disse lei tenendosi una mano sulla schiena dolorante. Poi finalmente il suo sguardo si posò sulle tre ragazze. “Oddio, ma siete già qui! E non sono ancora pronta, devo farmi una doccia e cambiarmi, non ho ancora sistemato... Oh no! Lo sapevo che dovevo fermarmi dopo il quinto episodio, e invece ho finito tutta la serie e mi è sfuggito l'orario!”
Quella che stava continuando ad agitarsi davanti a loro era una figura bassa e leggermente paffuta, con l'aspetto di una lucertola antropomorfa dalla pelle squamosa di un colore giallo scuro. Indossava un lungo camice bianco da laboratorio, che la copriva fino alle zampe inferiori, e sul muso portava un grosso paio di occhiali da vista.
“Beh... O-ormai il danno è fatto... P-piacere, io sono la Dottoressa Alphys... M-ma, per favore, chiamatemi solo... Alphys...” borbottò divenendo estremamente rossa in viso.
Intuendo quanto già dovesse sentirsi in imbarazzo di suo, le tre idol si limitarono a salutare educatamente.
“Piacere nostro” iniziò Kotori. “Noi siamo-”
“Kotori Minami, Rin Hoshizora, Nico Yazawa; assieme alle vostre sei compagne formate le Muse, le School Idol dell'Accademia Otonokizaka, lo so.” la interruppe Alphys, assumendo di colpo uno sguardo di adorazione. “Vi seguo da un sacco, ho sentito tutte le vostre canzoni, e quando ho saputo che sareste venute qui nell'Underground ero emozionatissima!!! So tutto di voi!!! Kotori era nel trio originale del gruppo assieme a Umi ed Honoka ha una voce stupenda ed è lei che crea i design degli abiti per ogni spettacolo è famosa perché è la maid carismatica di Akiba e oh mio Dio è davvero troppo carina ci credo che è diventata famosa come maid Rin invece è stata la quinta ad unirsi al gruppo sostenendosi a vicenda con la sua migliore amica Hanayo ed è troppo carina perché parla come un gattino viene troppo voglia di abbracciarla e spupazzarla sono contenta che abbiate deciso di porre lei come futuro centro del gruppo perché la trovo davvero molto adatta a quel ruolo Nico invece è la più esperta in assoluto in fatto di idol anche perché aveva avuto esperienza come School Idol anche prima di unirsi a voi e si vede che è esperta perché ha imparato come approcciarsi al pubblico e oltre ad essere così carina con quei codini il suo Nico-nico-nii è la cosa più dolce e carina del mondo e quando la vedo penso oh mio Dio sei la mia waifu anche se siete un po' tutte le mie waifu perché siete tutte troppo brave e carine e...” si fermò per riprendere fiato. “Sono... anf... molto felice... anf... di avervi qui...” concluse ansimando.
Le tre ragazze erano a dir poco inquietate.
“Bene, abbiamo una stalker.” sussurrò Nico alle compagne. Questa volta nemmeno Kotori ebbe il coraggio di negarlo.
“C-comunque... i vostri letti s-sono di sopra.” Alphys fece loro cenno di seguirla su per delle scale mobili. Al piano di sopra trovarono, oltre a una grossa libreria, degli strani macchinari di dubbia utilità, e su di un tavolo al centro della sala scorsero diversi fogli pieni di appunti, formule scientifiche e progetti. Sulla parete di fronte al suddetto tavolo vi era un enorme poster rosa raffigurante una ragazza-gatto palesemente uscita da un anime, e accanto ad esso vi erano una serie di foto delle Muse. Infine, al lato del tavolo, vi erano quattro grossi cubi azzurri disposti uno accanto all'altro. “Dovrò dormire anch'io qui con voi, spero che la cosa non vi dia fastidio...”
“Certo che no!” rispose Kotori. “Solo... dove sono i letti?”
“QUESTI sono i letti!” affermò Alphys. “Premete il bottone sul lato di questi cubi e capirete.”
Le ragazze obbedirono, e immediatamente quelli che sembravano dei banali cubi si aprirono rivelando tre confortevoli lettini.
“Wow! Forte!” esclamò Nico stupefatta.
“Ma è MIAgnifico!” disse Rin. “Sono una tua invenzione?!”
“Sì, in origine ne avevo costruito solo uno per me, ma appena ho saputo che vi avrei ospitate ne ho creati altri su misura per voi!” rispose Alphys, arrossendo imbarazzata ma sorridendo per i complimenti.
“È fantastico! Ma per quale motivo li hai progettati in questo modo?” chiese Kotori curiosa. “Anche in forma cubica non mi sembra che occupino molto meno spazio...”
“Beh, perché così l'autrice di questa storia fa molto prima a descriverli.” rispose la scienziata sempre più rossa in viso.
“EH?!?” esclamarono quasi in coro le tre idol. “Ma che...?”
“Ehm... Va beh, lasciamo perdere che è meglio...” affermò timidamente Alphys. “V-voi mettetevi pure comode, io intanto vado a farmi una doccia... N-non toccate i macchinari, per favore.”
Senza mai perdere il rossore sul volto scese da una seconda scala mobile, e le ragazze poterono finalmente sedersi sui loro letti. Nel farlo, Kotori si rese conto di avere ancora in tasca la lettera di Frisk.
“Nico, Rin, e se intanto che siamo sole la leggessimo?” propose lei.
“Oh, ok!” rispose la senpai. Così Kotori finalmente aprì la busta e iniziò a leggere ad alta voce.
“A Rin, Kotori e Nico.
Lista di cose da NON fare a casa di Alphys:
-fare troppe domande sulle sue precedenti ricerche scientifiche;
-andare a visitare il piano sotterraneo del laboratorio;
-parlare male degli otaku;
-parlare male di Mew Mew Kissy Cutie;
-parlare bene di Mew Mew Kissy Cutie 2;
-parlare male di Undyne;
-parlare male di Mettaton.
È timida. Per favore, non offendetela.
Grazie.
Frisk”
“Tutto qui?!” gridò Nico confusa. “Meno male che doveva darci dei preziosi consigli!”
“Credevo ci avrebbe dato delle inforMIAzioni utili sull'Underground!” esclamò Rin estremamente delusa. “E poi cosa sarebbe Mew Mew Kissy Cutie?!”
“Credo sia un anime...” rispose Kotori. “Sul tavolo al piano terra, tra le scartoffie, mi è parso di vedere un'Action Figure di un personaggio uguale a quello lì.” disse indicando il poster.
“Undyne invece è il capitano delle guardie, giusto? Beh, fosse anche la persona peggiore al mondo non credo che proverei a parlarne male in pubblico... ci tengo alla pelle.” affermò Nico. “Ma chi è questo Mettaton?”
Non fece in tempo a pronunciare quel nome, che improvvisamente la grossa porta d'acciaio del laboratorio venne brutalmente sfondata, creando un frastuono incredibile nel crollare sul pavimento. Le ragazze lanciarono un grido di terrore, e dalla parete ormai aperta videro una figura fare irruzione nella stanza.
“QUALCUNO MI HA CHIAMATO?” gridò questo con una voce profonda ma stranamente metallica.
Le tre idol si sporsero per osservarlo, trovandosi davanti un individuo dalla corporatura snella e slanciata, che se ne stava in mezzo alla stanza in una posa drammatica. Portava una specie di pettorina rosa shocking con due spallacci neri, e una cintura argentata con una grossa fibbia, all'interno della quale brillava un luminoso cuore rosa. Ai piedi aveva un paio di stivali alti oltre le ginocchia, con almeno 20 cm di tacco, dello stesso colore della pettorina. Solo ad una seconda occhiata le ragazze si resero conto che quelli non erano semplici abiti, bensì parti del suo stesso corpo, composto interamente di metallo.
“OH, MA SIETE VOI, DARLINGS!!!” esclamò quando le scorse, rivolgendo loro uno sguardo che tentava di essere attraente. “OH MY, ANCHE DAL VIVO SIETE FA-VO-LO-SE!!! DOVETE ASSOLUTAMENTE PARTECIPARE AL MIO SHOW!!!”
“MA CHI DIAVOLO SEI?!?” gridò Nico ancora terrorizzata. A quelle parole, il robot si portò una mano alla bocca con un'espressione eccessivamente stupita.
“MA COME?!?! ALPHYS NON VI HA ANCORA PARLATO DI ME?!? IO SONO LA STELLA DELL'UNDERGROUND, IL FAMOSO, BELLISSIMO, UNICO ED INIMITABILE-”
“METTATON!!!” urlò Alphys spuntando di colpo fuori dal bagno con ancora l'accappatoio addosso. “L-la mia porta! Perché non puoi entrare semplicemente premendo il tasto di apertura come tutti gli altri?!?”
“OH, SORRY, DARLING!!!” rispose Mettaton. “NON POTEVO CERTO PRESENTARMI ALLE TUE OSPITI SENZA LA GIUSTA ENTRATA IN SCENA!!! MA NON TEMERE, LA SISTEMO SUBITO!!!”
Allungando le braccia telescopiche sollevò la pesante porta senza alcuna fatica, e una volta riposizionata estrasse dal suo polso un saldatore, con cui la riattaccò al muro in pochi minuti. Le ragazze non riuscirono a fare altro che restare a bocca aperta.
“Beh...” sussurrò Kotori. “Ora lo sappiamo, chi è.”

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Capitolo 4
*** NON fatela arrabbiare ***


Nel frattempo le altre sei idol, assieme a Toriel e Frisk, erano finalmente salite sul “traghetto”: una barchetta estremamente smilza su cui a malapena riuscirono a stare tutte, guidata da un losco figuro incappucciato, che durante la traversata ogni tanto accennava qualche frase sugli argomenti più disparati, tra cui cani allungabili, mostri che parlano con le mani, e anche un certo villaggio nascosto tra le cascate. Toriel ci chiacchierava allegramente assieme, ma le ragazze vi prestavano assai poca attenzione, troppo occupate a trovare la posizione giusta per riuscire a non spingersi a vicenda fuori dall'imbarcazione. Quando finalmente arrivarono a Waterfall, Umi, Maki ed Eli poterono scendere dalla barca, con un lungo sospiro di sollievo da parte delle altre tre compagne, che finalmente riuscirono ad avere un minimo di spazio vitale.
“Le ragazze del secondo gruppo mi seguano, mentre voi altre, per favore, aspettatemi qui con Frisk.” disse Toriel, e le idol seguirono senza esitare le sue istruzioni.
Dopo un breve tratto di strada si ritrovarono a un crocevia, e Toriel indicò loro la via da seguire.
“Per di lì troverete la casa di Undyne. Mi dispiace di non potervi assistere di più, ma il tempo stringe e devo anche accompagnare le vostre compagne a Snowdin entro l'ora di pranzo. Prometto che mi farò perdonare con una bella torta!”
“Non c'è problema, grazie mille per tutto l'aiuto che ci ha dato.” rispose Eli educatamente.
Così diedero un ultimo saluto a Toriel e seguirono la strada da lei indicata. Poco dopo si ritrovarono in un vicolo cieco, in fondo al quale si trovava l'edificio più strano che avessero mai visto in vita loro. La casa in questione aveva la forma di un gigantesco pesce, i cui occhi fungevano da finestre, mentre la bocca, dai denti digrignati, era la porta d'ingresso. Accanto ad essa vi erano i loro bagagli, e solo allora compresero il motivo per cui erano stati trasportati separatamente: su quella minuscola barchetta non ci sarebbero mai potuti stare. Le ragazze fecero allora per suonare al campanello, ma notarono appeso alla porta un bigliettino. Umi lo prese e lo lesse alle compagne.
“Care fanciulle umane,
Se state leggendo questo biglietto, significa che ho fallito: non sono riuscita ad accogliervi tempestivamente come avreste meritato. Mi vergogno altamente per aver così macchiato il mio onore, e umilmente chiedo il vostro perdono. Vi assicuro però che tale misfatto non è avvenuto per futili motivi, ma come capitano della Guardia Reale ho dei doveri a cui adempire, ed essi mi hanno trattenuta per più tempo del previsto. Vi chiedo dunque di attendere qui davanti alla mia casa, o qualora lo preferiste, potete anche fare un giro per Waterfall. Non abbiate timore di perdervi, tanto vi troverò.
Con estrema vergogna,
Undyne.

P.S: NON toccate il Dummy.”

“Wow... tutto questo tono solenne solo per dire che tarderà per lavoro?” esclamò Maki stupita.
“Beh, è pur sempre un capitano, se è così fissata con la disciplina è normale che ci tenga a queste cose.” rispose Eli. “Piuttosto... cos'è un Dummy?”
“Credo sia quello.” disse Umi indicando un fantoccio da allenamento appena dietro di loro. “Nel dubbio non tocchiamolo. Dunque: cosa possiamo fare mentre aspettiamo? Sinceramente andarcene a zonzo per un posto sconosciuto senza una guida né una mappa non mi sembra una buona idea...”
“Decisamente no. Non so voi, ma quel “tanto vi troverò” suona più come una minaccia che come rassicurazione...” rispose Maki con un tono leggermente preoccupato. Le due compagne non riuscirono a darle torto.
“Umi, hai ancora la lettera che ti ha dato Frisk? Intanto che siamo da sole potremmo leggere quella!” propose Eli.
“Giusto!” esclamò la compagna, tirando fuori la busta dalla tasca. “Ora ve la leggo.”
“A Maki, Umi ed Eli.
Lista di cose da NON fare a casa di Undyne:
-urlare, agitarsi o metterla in allarme senza un motivo valido;
-toccare le sue armi o la sua armatura;
-usare il suo pianoforte senza permesso;
-dire che gli anime non sono reali;
-parlare male di Alphys;
-parlare male di Asgore;
-parlare male di Papyrus.
É gentile, ma irascibile. NON fatela arrabbiare.
Grazie
Frisk

P.S: Umi, per favore, non tirarmi giù le mutande. Sarebbe imbarazzante.”

Sentendo il post scriptum Maki ed Eli non trattennero una risatina, ma si fermarono quando notarono quanto Umi le stesse guardando male.
“Eh-Ehm...” si schiarì la voce Eli. “Comunque... Mi aspettavo qualcosa di più utile. Oggettivamente, metà di questi consigli sono cose decisamente scontate. Mi pare ovvio che non dobbiamo toccare le sue cose senza permesso o metterla in allarme per niente! Poi, essendo il capitano della Guardia Reale, è altrettanto palese che la infastidisca sentir parlare male del suo re!”
“Già... “Non fatela arrabbiare” dice... Ho sentito consigli meno scontati da Honoka.” ribattè Umi. “Almeno avesse detto qualcosa di utile!”
“Detto tra noi... Vista la “loquacità” che ha dimostrato di avere, mi sa che è già tanto se ha scritto qualcosa.” fece notare Maki.
“In effetti...” ammisero le altre due in coro.
“Questa cosa degli anime sinceramente non l'ho capita... Mentre se ben ricordo Alphys è la scienziata, e Papyrus uno dei fratelli che ospiterà Nozomi e le altre, giusto?” riprese Eli. “Devono essere suoi amici, o comunque persone per cui prova rispetto. Queste mi sembrano le uniche due informazioni vagamente utili in questa lettera...”
“Il pianoforte potrebbe esserci utile, magari se le chiedessi il permesso me lo lascerebbe usare.” disse Maki.
Mentre le sue compagne continuavano a discutere sull'utilità di quelle informazioni, Umi si era messa a fissare quella frase rivolta a lei nel post scriptum. Se la rilesse diverse volte, rimuginandoci sopra, fino a quando si accorse di piccolo dettaglio.
“Un momento... Qualcosa non va.”
“Cosa?” chiese Maki. “Il post scriptum? Lasciatelo dire: non mi stupisce che ti abbia sentito. Non avevi un tono così basso come credi quando hai detto quella cosa, e Frisk era solo a due sedili di distanza da te. Sinceramente facevi anche un po' paura, sembravi davvero una maniaca sessua-”
“Non è questo il punto!” Esclamò di colpo Umi interrompendola. “Che mi abbia sentito è possibile, è vero. Ma io ho detto quella frase mentre eravamo sul pulmino. Questa lettera, Frisk me l'ha data prima di partire, e da allora è sempre stata nella mia tasca... COME DIAVOLO AVREBBE FATTO A SCRIVERE QUESTA FRASE?!?!”
Le ragazze di colpo si zittirono.
“F... forse ti ha sfilato la lettera dalla tasca...” balbettò Maki, nel tentativo di dare una spiegazione razionale a quel fatto impossibile. Umi a quelle parole prese ad avanzare verso la compagna, che si ritrovò la sua faccia a pochi centimetri dal proprio naso.
“Come avrebbe potuto farlo?!? Lo hai detto anche tu, era a due sedili di distanza!!!” gridò in faccia alla compagna, che iniziò ad indietreggiare. “Tutto il contenuto di quella lettera dev'essere per forza stato scritto prima che mi venisse consegnata!!! Questo significa che sapeva ciò che sarebbe successo prima che effettivamente accadesse!!! MI SPIEGHI COME SAREBBE POSSIBILE?!?!”
Spaventata da quella reazione, Maki continuò ad indietreggiare. Non capì cosa toccò il suo tallone, ma qualunque cosa fosse le fece perdere l'equilibrio. Riuscì a girarsi e a proteggersi mettendo le mani in avanti quando cadde... Finendo dritta addosso al Dummy. Questo improvvisamente urlò.
“ALLARME!!! INTRUSI!!! INTRUSI DAVANTI ALLA CASA!!! ALLARME!!!”
Le tre idol non fecero nemmeno in tempo a capire cosa stesse accadendo, quando una potente musica da battaglia iniziò a rimbombare nell'aria, e una pioggia di lance luminose precipitò su di loro senza alcuna pietà. Stringendosi tra loro, terrorizzate, riuscirono a schivarle per miracolo, e nel giro di pochi secondi se ne ritrovarono completamente circondate.
Poi la videro. Davanti a loro si parò una figura dall'apparenza minacciosa, completamente ricoperta da una scintillante armatura. Con una mano sorreggeva un'altra lancia, e puntandola contro di loro partì alla carica. Le ragazze gridarono con quanto fiato avevano in corpo, ma appena fu abbastanza vicina da vederle bene, quella figura si fermò.
“Un momento... Voi non siete intrusi! Siete le mie ospiti!”
Con un gesto fece sparire in un lampo tutte le lance, compresa quella che aveva in mano, e con furia si precipitò verso il Dummy.
“CHE CA**O STAI FACENDO, RAZZA DI IDIOTA!?!? QUESTE SONO LE OSPITI CHE STAVO ASPETTANDO!!! TE NE AVEVO PARLATO CHIARAMENTE!!!” Gridò una voce femminile ma estremamente potente.
“Mi hai detto di far partire l'allarme ogniqualvolta qualcuno che non fosse in tua presenza mi avesse toccato!!! Ho solo fatto il mio lavoro!!!” rispose il fantoccio vivente con fare arrogante.
“QUELLE RAGAZZE SONO OSPITI ESTREMAMENTE IMPORTANTI, E PER POCO NON LE HO AMMAZZATE PER COLPA TUA!!! FAMMI UN ALTRO SCHERZO DEL GENERE E GIURO CHE TI TROVERAI UNA LANCIA INFILATA TANTO PROFONDAMENTE SU PER IL C**O CHE DOVRANNO ESTRARLA SFILANDOTELA DALLA BOCCA!!!”
A quella minaccia il Dummy non osò replicare.
“E SPEGNI LA MUSICA!!!” aggiunse lei con rabbia. Di colpo le note di “Spear of Justice” si zittirono, e lei si rivolse alle tre ragazze, ancora traumatizzate. “State bene? Grazie al cielo non sembrate ferite... Maledizione, lo sapevo che non dovevo fidarmi di un Dummy!” Così dicendo finalmente si levò dal capo il grosso elmo, rivelando un volto bluastro privo di naso, dai tratti vagamente femminili, ai lati del quale, al posto delle orecchie, vi erano due grosse pinne rosse e blu. Portava una lunga chioma di capelli rossi raccolti in una coda, e una benda nera le copriva l'occhio sinistro, evidentemente mancante.
“Io sono Undyne, e ho il compito di ospitarvi per tutta la durata del progetto di scambio culturale. Sono mortificata per quanto è successo... Non solo l'addestramento delle reclute mi ha fatto tardare, ma ho pure messo a rischio la vostra incolumità... Vi prego di perdonarmi, vi assicuro che una cosa del genere non accadrà più.” disse con tono solenne.
“S-scuse accettate! Grazie per la disponibilità...” Balbettò Eli, cercando di mostrarsi educata nonostante non si fosse ancora ripresa del tutto dallo spavento.
“Ma non avevate letto il biglietto? Lo avevo scritto di non toccare il Dummy...”
“Ecco... S-si è trattato di un incidente. Ci sono caduta sopra...” rispose Maki, ancora tremante.
“Ah, capisco. Quello stupido fantoccio capisce solo quello che vuole lui! E sì che lo avevo avvisato del vostro arrivo!” esclamò Undyne con un sospiro frustrato. “Beh, intanto accomodatevi.”
Così finalmente le tre idol presero i loro bagagli ed entrarono in quella stramba abitazione.
“Non è enorme, ma dopo l'incendio l'ho fatta ristrutturare, e ne ho approfittato per ampliarla un po'!” disse.
“I-Incendio?!” esclamò Umi. “Oh cielo! Com'è successo?!”
“Beh, è una storia lunga, c'è stato un incidente... Ma è stata la lezione di cucina più esaltante di sempre!!” rispose la donna-pesce con aria gasata.
Umi tacque: qualunque cosa fosse accaduto, preferiva continuare a non saperlo.
“Tornando a noi: la camera da letto è solo una, ma ora che l'ho ampliata dovremmo riuscire a starci comodamente tutte e quattro. Spero che la mia presenza non sia un problema, tanto siamo tra donne!” spiegò loro.
“Certo che no, andrà benissimo.” rispose Eli, finalmente più tranquilla.
Nella stanza da letto trovarono tre brandine dall'aspetto semplice ma confortevole, sistemate una di fila all'altra, accanto alle quali poggiarono i bagagli, mentre Undyne finalmente si levò l'armatura, ponendo le placche su un apposito sostegno.
“Ora scusatemi, ma devo proprio farmi una doccia! Voi intanto sistemate pure le vostre cose!”
“Ok...” risposero le tre idol in coro.
Undyne chiuse dietro di sé la porta del bagno, mentre le tre ragazze, rimaste sole, rimasero per un po' a fissarsi a vicenda, iniziando a prendere consapevolezza del fatto che, solo pochi minuti prima, avevano seriamente rischiato di lasciarci la pelle. A rompere quel lungo silenzio imbarazzante fu la voce di Eli.
“Sapete una cosa? Col senno di poi, quel “non fatela arrabbiare” non sembra poi un consiglio così inutile. Credo proprio che d'ora in poi darò ascolto a Frisk.”
“Già.” sentenziarono le altre due.
“E comunque...” riprese Eli. “Che diavolo era quella musica?!”

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Capitolo 5
*** Scheletri, spaghetti e freddure a volontà ***


Dopo un'altra traversata a bordo del minuscolo traghetto, finalmente anche le ultime tre ragazze arrivarono a destinazione.
“Eccoci arrivati!” Esclamò Toriel scendendo dalla barca, mentre le tre idol si rinfilavano le giacche delle uniformi a causa del freddo. “Questa è Snowdin, la città più accogliente dell'Underground, sono certa che vi troverete a vostro agio! Purtroppo io e Frisk dobbiamo passare di nuovo al castello prima di poter tornare a casa, per cui non possiamo trattenerci oltre. Voi scendete per di qui e girate a sinistra: troverete la casa a pochi passi.”
“Grazie mille di tutto l'aiuto che ci avete dato!” esclamò Honoka con un sorriso. “Staremo sicuramente benissimo!”
“Non ne dubito!” rispose Toriel, e dopo aver calorosamente salutato le ragazze, lei e Frisk risalirono sulla barchetta e ripartirono.
Le tre idol seguirono così le indicazioni che erano loro state date, trovandosi così in un piccolo paesello innevato dall'atmosfera allegra e serena. Alcuni mostri, dalle sembianze più disparate, nell'incrociarle le salutarono, ed esse ricambiarono a loro volta.
“Toriel ha ragione, i mostri che abitano qui sembrano proprio brave persone!” disse Honoka. “Spero davvero che anche i nostri ospitanti siano così cordiali!”
“Da quello che ho previsto credo proprio di sì!” rispose Nozomi sorridendo.
“Davvero? Che cosa hanno detto di preciso i tuoi tarocchi?” chiese Hanayo timidamente.
“Questo.” disse lei, estraendo una carta dal mazzo che portava sempre con sé e mostrandola alle compagne. Tuttavia, nel vederla, Hanayo rabbrividì: quella che Nozomi teneva in mano era la carta della Morte.
“N-non mi sembra affatto un buon presagio!” balbettò alla senpai.
“Questa carta non indica sempre un futuro funesto... Ma collegandola con ciò che mi era risultato l'ultima volta che li ho consultati non sono sicura di cosa possa significare...”
“N-non dire così!” rispose Hanayo preoccupata. “Non mi piace quando fai predizioni negative... Perché di solito ci azzecchi!”
“Non temere, sono certa che andrà tutto per il meglio!” ribatté Nozomi con serenità.
“Oh, eccola lì!” esclamò Honoka, indicando una casetta di legno dall'aria accogliente. Accanto ad essa notò due cassette della posta, una straboccante di lettere e l'altra apparentemente vuota, con su incisi due nomi, rispettivamente “Sans” e “Papyrus”, che le diedero la conferma di essere davanti alla casa giusta. Ci fu una cosa che tuttavia non trovarono: i loro bagagli. Toriel aveva spiegato loro che probabilmente li avrebbero trovati accanto alla porta della casa dei due fratelli, ma di essi non vi era alcuna traccia.
“Oh no, ci hanno perso i bagagli! I presagi funesti si stanno realizzando!” gridò Hanayo presa dall'ansia.
“Non è detto, forse li hanno già portati dentro casa...” rispose Nozomi, stavolta con un filo d'insicurezza in più nel tono di voce.
Anche Honoka stava iniziando a preoccuparsi, e iniziò a ponderare varie ipotesi.
“Potrebbero averli dimenticati al castello! Oppure averli recapitati alla casa sbagliata! O averli persi nel fiume! O forse-”
“...O forse sono più vicini di quanto crediate...”
Quell'improvvisa voce profonda che giunse da dietro le loro spalle fece venire loro i brividi, e spaventate si girarono di scatto. Sotto un cappuccio, un teschio in penombra mostrava loro un'inquietante sorriso.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!! LA MORTEEEEEEEEEE!!!!!!” gridarono terrorizzate con quanto fiato avevano in gola, e nell'indietreggiare andarono a premersi contro la porta della casa.
PPPPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRROOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTT!!!!!!!!!
Un lungo e rumoroso peto risuonò dietro di loro per un minuto buono, e la figura che le aveva così spaventate (che solo allora notarono essere piuttosto bassa e rotondetta) scoppiò in una sonora risata. Abbassandosi il cappuccio della felpa mostrò loro un volto, o meglio, un teschio, stranamente pacioccone e allegro, con un sorriso largo quasi quanto la faccia stessa. Non ci misero molto a capire che si era trattato solamente di uno scherzo.
“Ahahahahahah!!! Oddio, i cuscini per le puzzette sono sempre insuperabili!!! È venuto ancora meglio di quanto pensassi, avreste dovuto vedere le vostre facce!!!” esclamò lo scheletro continuando a ridere a crepapelle.
Le ragazze si allontanarono appena dalla porta, ed osservandola meglio si accorsero che essa era stata completamente tappezzata di cuscini per scoregge, a loro volta coperti da un foglio di carta da parati color legno, affinché, ad una prima occhiata, la porta sembrasse normalissima. Mentre la esaminavano, essa si spalancò di colpo. Un secondo scheletro, decisamente più alto e smilzo del primo, con indosso uno strano completo e una vistosa sciarpa rossa, comparve sul pianerottolo.
“SANS!!! Cosa sta succedendo?! Non ne avrai di nuovo combinata un'altra delle tue, vero?! Vieni dentro, dobbiamo aspettare le nostre ospiti!” gridò al fratello.
“Pap... guarda in basso.” rispose.
Lo scheletro alto obbedì, e finalmente si accorse che Honoka e le altre erano proprio davanti a lui.
“Oh, eccovi arrivate! Wowie, siete state velocissime! Come avete fatto?!” chiese lui con aria stupita. “Beh, bando alle ciance! Io, il grande Papyrus, vi do il benvenuto nella nostra casa! Ho già portato dentro i vostri bagagli, perciò accomodatevi pure! Avete già conosciuto mio fratello Sans? In caso contrario ve lo presenterò, ma intanto entrate, che fuori fa freddo!”
“Tranquillo Pap, hanno già avuto modo di conoscermi, e in effetti è stata un'esperienza piuttosto... raggelante!”
Hanayo e Honoka avvertirono un brivido: il gelo della neve sembrava un dolce tepore rispetto a quella freddura. Nozomi invece ridacchiò.
“ODDIO SANS!!! NON COMINCIARE!!!” gridò Papyrus venendogli incontro, per poi sollevarlo, caricarselo su una spalla e riportarlo in casa.
Le tre idol finalmente entrarono, e Papyrus, una volta riposto il fratello a terra come fosse un peluche, le fece accomodare su un divano.
“Bene! Ora che siamo al caldo possiamo fare le dovute presentazioni! Chi vuole iniziare?” chiese lo scheletro con tono entusiasta.
Le ragazze si guardarono tra di loro per qualche secondo. Con uno sguardo d'intesa Honoka e Nozomi diedero una lieve spintarella ad Hanayo, che fu costretta ad alzarsi, e trovandosi così a pochi centimetri dai due scheletri divenne rossa come un peperone. Timidamente cercò di spiccicare qualche parola per presentarsi.
“S-salve... Mi chiamo Hanayo... Hanayo Koizumi... e io... ecco...” balbettò cercando di farsi venire in mente qualcosa. “M-mi piace il riso...”
“Wowie! Che cosa strana, non avevo mai sentito dire il proprio piatto preferito durante una presentazione! Dev'essere un'usanza particolare che hanno nel loro paese!” esclamò Papyrus.
“Alphys ha detto che sono delle idol, quindi immagino abbiano un modo particolare per presentarsi.” ipotizzò Sans.
“Dici? Allora dobbiamo adeguarci a questo metodo! Riformuliamo le presentazioni! Proviamo: Ciao, sono Papyrus e mi piacciono gli spaghetti!” recitò lui stringendo la mano alla povera Hanayo, sempre più rossa in volto. “Prova anche tu, Sans!”
“Ok... Ciao, mi chiamo Sans e mi piacciono... le battute?”
“Oh, andiamo Sans, non essere pigro come al solito, impegnati! Le battute non possono mica essere il tuo piatto preferito!” lo rimproverò il fratello.
“Hai ragione Pap, certe freddure sono proprio... indigeste!”
Il calore di cui le ragazze avevano goduto nel momento in cui erano entrate in casa, per un attimo sembrò mancare.
“SANS!!! SEI VERAMENTE IL PEGGIORE!!!” gridò Papyrus, alzando gli occhi al cielo con aria frustrata.
Anche stavolta solo Nozomi si lasciò sfuggire una risata. Nel frattempo Honoka, vedendo che Hanayo aveva ormai assunto lo stesso colore della sciarpa di Papyrus, decise di prendere l'iniziativa per toglierla dall'imbarazzo.
“Oh, non preoccupatevi, da noi ognuno può presentarsi come vuole! Io sono Honoka Kosaka, sono al secondo anno dell'Accademia Otonokizaka e sono una School Idol!!!” esclamò facendo un inchino. Anche la sua compagna allora si fece avanti.
“Io invece mi chiamo Nozomi Tojo, faccio anch'io parte delle Muse e so leggere i tarocchi. Piacere di conoscervi!” disse con un sorriso.
“Il piacere è tutto nostro!” rispose lo scheletro. “Bene, ora che le presentazioni sono state fatte, lasciate che vi spieghi un paio di cose. Affinché possiate sentirvi a vostro agio e godere della vostra intimità in quanto signorine, io, il grande Papyrus, vi ho concesso di utilizzare la mia camera da letto! È tutta per voi, usatela pure come vi pare e piace! Io dormirò con Sans in camera sua.”
“Grazie mille! È un gesto molto gentile da parte sua, Signor Papyrus!” rispose Nozomi.
“Chiamateci semplicemente per nome, e dateci pure del tu! È l'ideale per diventare amici, no?” rispose lui. “E c'è dell'altro: dato che non siamo abituati ad avere delle fanciulle in casa, io, il grande Papyrus, ho escogitato un metodo infallibile per evitare spiacevoli scene imbarazzanti legate all'uso del bagno! Ammirate questa mia fantastica invenzione!!!” esclamò, mostrando loro un cartellino di plastica, di quelli da appendere alle maniglie delle porte. Su un lato, colorato di verde, vi era scritto “LIBERO”; sull'altro, dipinto di rosso, “OCCUPATO”.
“Wow... che invenzione geniale...” rispose Honoka leggermente delusa.
“Già, ne vado molto fiero! Bene: ora io e Sans andiamo ad apparecchiare, se volete intanto accomodatevi pure in camera! È la prima porta che vedete appena salite le scale.”
Le ragazze annuirono e si recarono nella stanza, dove trovarono un grosso ed elaborato letto a forma di macchina da corsa, più altri due letti dall'aspetto più semplice, ma altrettanto confortevoli.
“Quello immagino sia il letto di Papyrus.” notò Nozomi. “Chi se lo prende?”
“Per me è indifferente...” disse Hanayo.
“Se per voi va bene, posso usarlo io?” chiese Honoka. “Non mi dispiace avere un po' più spazio a disposizione quando dormo.”
Le due compagnie accettarono senza troppi problemi.
“Intanto che aspettiamo il pranzo vi andrebbe di leggere la lettera di Frisk?” propose Nozomi.
“Oh, giusto! Quasi me ne dimenticavo!” esclamò Honoka estraendola dalla tasca. Senza pensarci due volte la aprì e iniziò a leggere.

“Ad Hanayo, Honoka e Nozomi.
Lista di cose da NON fare a casa di Sans e Papyrus:
-criticare Papyrus;
-offendere Papyrus;
-dire che Papyrus non è cool;
-rifiutare gli spaghetti di Papyrus;
-parlare male di Toriel;
-parlare male di Undyne;
-parlare male di me.
Papyrus è buono e gentile, non farebbe del male a una mosca.
Se gli fate del male, Sans lo saprà.
Grazie
Frisk

P.S: Hanayo, se glielo chiedi gentilmente, Asgore un abbraccio te lo da.”

“Wow... Sembra più una lettera di minaccia che di consigli...” notò Honoka.
“Evidentemente Sans è molto protettivo nei confronti del fratello... Ma non credo che il tono di minaccia sia voluto, penso sia solo il risultato dello stile estremamente scarno e riassuntivo con cui è stata scritta la lettera.” Spiegò Nozomi. “Voglio dire: l'ha pur sempre scritta Frisk...”
Honoka annuì, mentre Hanayo non la sentì nemmeno, troppo intenta a pensare a quel tanto desiderato abbraccio.
Poco dopo Papyrus venne a chiamarle, e loro scesero per pranzare. Davanti a loro si presentò una grossa pentola, colma fino all'orlo di spaghetti al pomodoro.
“Mie care ospiti, ecco a voi un pranzo sopraffino cucinato dal sottoscritto, il grande chef Papyrus!!!” disse versando spaghetti in abbondanza in ogni piatto.
“Allora ti piacciono davvero tanto!” esclamò Honoka. “Li cucinate spesso?”
“Certo.” rispose Sans, indicando il fratello. “Per questo scheletro gli spaghetti sono una vera... OSSAssione!!!
Gli spaghetti, poco prima fumanti, si freddarono di colpo.
“SAAAAAAANS!!!! TI PREGO, BASTA!!!” implorò Papyrus.
“A me piacciono le tue freddure!” esclamò Nozomi, ridendo a crepapelle.
“Dici davvero?!” chiese Sans stupefatto, arrossendo leggermente in volto.
“Certo!!!” rispose. “Trovo che le tue battute siano davvero... SANSazionali!!!”
Di colpo, Sans e Nozomi scoppiarono all'unisono in una sonora risata. Gli altri tre si zittirono, incapaci aprire bocca, sentendo soltanto il loro sangue gelarsi nelle vene. In tutti i sensi.

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Capitolo 6
*** Il primo pomeriggio ***


Il pranzo di Honoka, Hanayo e Nozomi non fu sostanzioso e soddisfacente come avevano sperato. Non che il cibo mancasse (le porzioni fatte da Papyrus potevano sfamare mezzo Underground), ma quegli spaghetti si rivelarono a dir poco immangiabili: la pasta era assai scotta, gommosa e appiccicosa, e il sugo di pomodoro era una poltiglia estremamente salata, che provocava una sete tremenda ad ogni boccone. Tuttavia, dato che Frisk le aveva esplicitamente avvertite di non rifiutarli, e che comunque erano parecchio affamate, si sforzarono di mandarli giù.
“Allora? Che ne pensate? Il grande chef Papyrus ha soddisfatto i vostri palati?” chiese lo scheletro con aria esaltata.
“Ehm... ecco...” disse esitando Honoka. “Ha un sapore... Indescrivibile!!!”
“Davvero?!? Wowie!!! Nessuno mi aveva mai fatto un complimento simile!!!” gridò Papyrus eccitato. “Cioè, non che avessi mai ricevuto dei gran complimenti per la mia cucina.”
“Sei molto migliorato negli ultimi tempi, Pap.” disse Sans. “Undyne sarà orgogliosa di te!”
“Mh? Intendete il capitano delle guardie?” chiese Honoka curiosa.
“Sì, sta allenando Pap per diventare un membro della Guardia Reale, e gli da anche lezioni di cucina.” spiegò Sans.
“Meno male... Non oso immaginare cosa cucinerebbe se non avesse nemmeno preso lezioni...” pensò Honoka, senza però dirlo, cercando di continuare a sorridere nonostante il disgusto.
“Papyrus... posso darti un paio di... Consigli?” chiese Nozomi misurando le parole e sorridendo. “Sono... deliziosi... Ma con queste dritte potrebbero migliorare ancora!”
“Certo, grazie mille!!! Voglio preparare degli spaghetti che rendano Undyne fiera di me! Qualsiasi consiglio è solo che apprezzato!” rispose lo scheletro.
“Ecco... Perché non provi a scolare la pasta un minuto prima del tempo di cottura previsto? Così vedrai che avrà la consistenza perfetta!” spiegò lei con un sorriso. “Inoltre se mettessi un pochino meno sale nel sugo potresti far risaltare di più il sapore del pomodoro!”
“Wowie!! Non ci avevo mai pensato! Devo assolutamente provare a fare come dici! Vado subito a preparare i nuovi spaghetti per stasera!!!”
“Honoka, perché non vai ad aiutare Papyrus? Tu sei così brava a cucinare!”
“Eh? Nozomi, ma che dici? Io mangio sempre, ma non sono bra-”
“VUOI AIUTARLO, VERO?!” la interruppe di colpo Nozomi, piazzandosi a un millimetro dal suo naso per fissarla dritto negli occhi.
A quello sguardo, persino quel genio incompreso (e incompiuto) di Honoka capì: se avessero lasciato cucinare Papyrus senza una minima guida, avrebbero seriamente rischiato di finire avvelenate. E non avrebbero neppure potuto lamentarsene.
“Ehm... sì, certo! Lascia che ti aiuti!” esclamò la leader delle Muse ridendo forzatamente.
“Davvero mi aiuteresti? Oddio, che meraviglia! Finalmente qualcuno che condivide con me la passione per la buona pasta! Il Grande Papyrus è davvero commosso!!!” gioì lo scheletro, con gli “occhi” che gli brillavano.
“Sono certa che tu e Honoka formerete un team perfetto!” riprese Nozomi. “Mentre tu, Hanayo...”
“EH?!? IO?!? COSA?!? COME?!? NO!! COSA?!?” gridò diventando tutta rossa di colpo nel sentirsi tirata in causa dal nulla.
“...potresti insegnare a Papyrus a cucinare il riso!”
Non fece in tempo ad aggiungere altro che Hanayo aveva già tirato fuori la vaporiera. Così le due idol seguirono lo scheletro in cucina, mentre Sans si avvicinò a Nozomi.
“Grazie mille per l'aiuto che hai dato a mio fratello. Undyne è una brava istruttrice, ma ha un metodo tutto suo per cucinare, e Pap fa molta fatica a seguirlo... Tuttavia lui si impegna davvero. Non mentivo quando gli ho detto che sta migliorando. Con il vostro aiuto, forse la prossima volta riuscirà a preparare qualcosa di commestibile.”
“Figurati, è il minimo che possiamo fare per ringraziarvi di averci ospitato.” rispose lei. “Poi si vede che ci tieni molto a tuo fratello minore... So cosa vuol dire volersi prendere cura di una persona cara. Se posso aiutare in questo, sono solo che felice.”
Sans rimase per un attimo a fissarla, quasi incantato da quel dolce sorriso, rimanendo senza parole. Quando si rese conto di essere rimasto inebetito di fronte a lei, di colpo arrossì in volto, e distolse lo sguardo guardandosi attorno. Cercò di dire qualcosa per rompere quel silenzio imbarazzante, e in quel momento gli venne in mente solo una cosa.
“Ma la tua amica Hanayo... Da dove l'ha tirata fuori quella vaporiera?”

...

Nel frattempo a Waterfall Umi e le altre avevano consumato un pasto assai più degno di tale nome. Anche Undyne aveva preparato della pasta, e per tutto il tempo che ci aveva messo a cucinarla le tre idol erano rimaste abbracciate tra loro con aria terrorizzata: per preparare il sugo aveva letteralmente demolito mezza cucina, e mentre la pasta cuoceva il fuoco era così alto che avrebbe potuto appiccare un incendio da un momento all'altro. Miracolosamente però, in qualche modo gli spaghetti di Undyne erano venuti squisiti, perfettamente cotti e saporiti. Li divorarono con gusto in men che non si dica, e rimasero letteralmente a bocca aperta quando si accorsero che, nei pochi minuti che loro ci avevano messo a pranzare, la donna-pesce aveva perfettamente risistemato la cucina, come se nulla d'insolito fosse accaduto.
“Allora? Vi è piaciuta la pasta?” chiese Undyne soddisfatta.
“È buonissima!” esclamò Umi. “Ha un metodo decisamente... interessante per prepararla!”
“Ora capisco come ha appiccato l'incendio di cui ci ha parlato...” pensò Eli, astenendosi però dal commentare ad alta voce.
“Certo!!! Bisogna mettere forza e passione in ogni cosa che si fa, affinché venga bene!!!” esclamò Undyne con aria esaltata. “Alphys mi ha mostrato alcuni video delle vostre esibizioni da idol. Non è il genere musicale che prediligo, ma ho davvero apprezzato il vostro sforzo!!! Si vede quanto impegno mettete in ogni vostro ballo!!! Finché avrete la Determinazione, sarete imbattibili!!!”
Le ragazze rimasero incredibilmente stupite nel sentire quell'inaspettato complimento, e un sorriso soddisfatto si dipinse di colpo sui loro volti.
“È un onore per noi sapere che apprezza così tanto il nostro lavoro, Miss Undyne!” esclamò Eli contenta.
“Datemi pure del tu! Non siete miei sottoposti, siete mie amiche! Non c'è bisogno di tutta questa formalità!” rispose lei, per poi rivolgersi alla più giovane delle idol. “Tu sei Maki, giusto? Mi hanno riferito che sei tu a comporre le musiche per le canzoni, mentre Umi scrive i testi. Qualora ne aveste bisogno, usate pure il mio pianoforte, è a vostra totale disposizione!”
“Davvero?!” chiese Maki in un misto di stupore e gioia. “La ringrazio infinitamente, Miss... Cioè, grazie mille, Undyne!!!”
“Figurati!” rispose lei con un sorriso. “Sono ben felice di potervi aiutare!”
Così finalmente divorò anche lei la sua porzione di spaghetti, per poi sparecchiare la tavola in un lampo.
“Bene, ora che abbiamo finito di pranzare lasciate che vi spieghi un paio di cose. Da domani inizierete una serie di attività che coinvolgeranno anche tutte le vostre compagne, ma per oggi rimarrete semplicemente qui con me. Generalmente l'Underground è un posto molto tranquillo, quelli che vivono qui sono tutti mostri onesti e di buon cuore, potete andare dove volete e parlare con chi vi pare... tuttavia, vi è un'unica eccezione.”
Il tono della donna-pesce si fece di colpo più cupo, e le tre idol prestarono particolare attenzione alle sue parole.
“Negli ultimi tempi, proprio appena prima che la barriera crollasse, un pericoloso criminale è comparso nell'Underground. Ha attaccato il Palazzo Reale, ha immobilizzato me e tutti i presenti ed ha attentato alla vita di Frisk. Non voglio certo giustificare la mia inettitudine in quel momento, ma... il fatto che né io né Asgore siamo riusciti a fermarlo e catturarlo dovrebbe darvi un'idea di quanto sia potente. Non so bene cosa sia successo dopo... Abbiamo tutti perso i sensi, e quando ci siamo svegliati la barriera era distrutta, mentre Frisk era incolume, e ci ha confermato che il criminale è scappato. Non sappiamo quale sia il suo scopo, ma il fatto che bersagliasse Frisk mi fa temere che per qualche motivo ce l'abbia con gli esseri umani, e se ciò fosse vero, voi siete dei potenziali bersagli.”
A quelle parole le tre ragazze rabbrividirono.
“Non temete, non gli permetterò di farvi alcun male. Mi ha presa di sorpresa una volta, ma ora che so con cosa ho a che fare sono certa che non ricapiterà più. Tuttavia ho bisogno della vostra collaborazione: se vi capitasse di vederlo, dovete assolutamente allontanarvi da lui, e avvisare chiunque vi sia vicino, possibilmente me.”
“Che aspetto ha?” chiese Eli preoccupata. “Per riuscire a sopraffare un guerriero esperto come te e un mostro con la stazza di Sua Maestà Asgore, dev'essere davvero enorme!”
Il tono di Undyne cambiò nuovamente, divenendo a metà tra il frustrato e l'imbarazzato.
“Ehm... È un fiore.”
“...Eh?” esclamò Eli confusa. “Intendi dire che è un mostro pianta carnivoro?”
“No, è un fiore.”
“Ah... Allora intendi un grosso fiore velenoso pieno di tentacoli?”
“No. È solo un fiorellino.”
“Ah... Certo... Allora intendi...”
“È UN FOT**TISSIMO FIORE!!!!”
A quel grido Eli per poco non si prese un infarto, e così anche le sue compagne, soprattutto nell'osservare l'espressione infuriata che Undyne aveva assunto.
“Quel maledettissimo fiore sfruttando il suo aspetto innocente ha approfittato dell'ingenuità di Papyrus per riuscire a tenderci una trappola! Non è solo potente, ma anche furbo! Perciò se mai doveste vedere un fiore dorato parlante, dovete allontanarvi subito! Chiaro?!?”
“C-certo!” rispose Eli ancora spaventata, ma stavolta più dalla donna-pesce che per la questione del criminale. “Ok” sussurrò ad Umi. “Undyne si sta arrabbiando. Manteniamo la calma. Se non diciamo nulla che possa pungerla nuovamente sul vivo, dovrebbe andare tutto bene.”
Tuttavia di colpo si gelò loro il sangue, quando sentirono Maki iniziare a dire la frase più sbagliata che avrebbe mai potuto pronunciare in quel momento.
“Aspetta, ma quindi ti sei fatta battere da un fio-”
Le due idol si lanciarono letteralmente sulla compagna, e riuscirono a tapparle la bocca appena in tempo per impedirle di sentenziare la loro condanna a morte per impalamento. Undyne si girò di scatto verso di loro, fissandole con uno sguardo che trasudava intento omicida da ogni dove.
“Cosa stavi dicendo?...” chiese lei con un tono tutto tranne che rassicurante.
“N-niente!” esclamò Eli al posto della compagna, tremando come una foglia. “Diceva solo che se vedremo quel criminale ti avviseremo subito!”
“Mh? Oh, bene! Brave ragazze, vedo che capite in fretta!” rispose Undyne, riprendendo di colpo a sorridere cordialmente e riassumendo un tono di voce allegro. “Allora che dite, vi va una passeggiata per Waterfall?”
Nonostante il tono sereno della proposta, le tre idol non osarono rifiutare. Tutto ciò a cui riuscirono a pensare fu quella frase scritta nella lettera di Frisk: “É gentile, ma irascibile. NON fatela arrabbiare.”

...

Intanto al laboratorio Alphys aveva fatto accomodare Kotori e le altre, ma era entrata un po' in panico quando era arrivato il momento del pranzo.
“M-mi dispiace...” balbettò timidamente. “O-ovviamente in vista del vostro arrivo ho fatto una spesa decente per tutta la settimana, m-ma oggi non ho avuto tempo di provare a cucinare qualcosa, che poi non sono nemmeno molto brava, quindi.. V-vi andrebbero bene dei ramen istantanei? S-solo per oggi ovviamente!”
Nico non riuscì a nascondere un'espressione leggermente infastidita, ma non disse nulla, mentre Kotori si rivolse alla scienziata con un sorriso rassicurante.
“Non c'è problema” disse. “Sei la scienziata reale, è normale che tu sia stata molto indaffarata in questi giorni. Per oggi i ramen vanno benis-”
“ALPHYS DARLING, DI CHE TI PREOCCUPI?!? CREDEVI FORSE CHE LA MIA FAVOLOSA PERSONA POTESSE LASCIARTI IN QUESTA SITUAZIONE?!? HO PENSATO A TUTTO IO!!!” esclamò Mettaton, che fino a quel momento era rimasto lì ad osservare la scena steso in una posa provocante su un elegante divanetto di pelle spuntato fuori da non si sa dove.
“D-davvero? Oh, grazie mille Mettaton!” esclamò la scienziata. “Sei sempre così premuroso con me!”
“E PER QUALE MOTIVO NON DOVREI ESSERLO?! HO A CUORE IL TUO DESTINO, COME QUELLO DELLE NOSTRE MERAVIGLIOSE OSPITI!!!” rispose il robot senza mai abbassare il tono di voce. “NON TEMERE, HO ORDINATO AI CUOCHI DELL'MTT HOTEL DI PREPARARE UN PRANZO SOPRAFFINO PER TUTTI NOI, DOVREBBERO VENIRE A CONSEGNARCELO A MOMENTI!”
Tutte e tre le idol ritrovarono di colpo il sorriso.
“Grazie mille signor MIAttaton!” esclamò Rin tutta contenta. “È un gesto molto gentile da parte sua!”
“OH DARLING, NON DEVI RINGRAZIARMI! PER LA BELLEZZA SONO DISPOSTO A FARE QUESTO ED ALTRO!!! SEI TALMENTE CARINA CHE TI CONCEDO DI STORPIARE IL MIO FAVOLOSO NOME CON I TUOI DOLCI MIAGOLII!!!”
“Ehm... grazie?” rispose Rin leggermente confusa.
Così nell'attesa del pranzo Mettaton si ristese sul suo lussuoso divanetto, mentre Alphys iniziò ad apparecchiare la tavola.
“Non mi piace quel robot.” sussurrò Nico alle compagne. “Si dà decisamente troppe arie!”
“Di certo gli piace essere al centro dell'attenzione.” rispose Kotori. “Ma in realtà mi sembra molto gentile! Hai visto come ci ha accolte e com'è venuto subito in aiuto di Alphys? Si vede che ci tiene molto a lei!”
“Io non so cosa pensare...” intervenne Rin. “Non ho ancora capito se quello di prima fosse un compliMIAnto o un insulto...”
“A me sembra una brava persona!” ribadì Kotori. “È solo un po' egocentrico!”
Mentre parlavano, finalmente la porta del laboratorio si aprì. Un mostro dall'aspetto felino con indosso una divisa da lavoro di un fast-food entrò portando con sé un grosso pacco, da cui scaturiva un buon profumo di cibo.
“E-ecco il suo ordine, capo!” balbettò il fattorino rivolgendosi a Mettaton, ma senza il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui e sfoggiando un sorriso talmente forzato da sembrare più simile ad una paresi facciale. “Tutto cotto a puntino, ancora caldo e perfettamente puntuale!”
“BURGERPANTS, DIMMI, SECONDO QUALE FANTASIOSA MOTIVAZIONE OSI DEFINIRE QUESTA CONSEGNA “PUNTUALE”?!?! AVEVO CHIESTO CHE FOSSE CONSEGNATO TUTTO ESATTAMENTE A MEZZOGIORNO IN PUNTO!!! INVECE ORA MEZZOGIORNO È PASSATO DA ESATTAMENTE 47 SECONDI!! HAI ACCUMULATO QUASI UN MINUTO DI RITARDO, SCANSAFATICHE!!!”
“M-ma s-signore, i-io...”
“HAI IDEA DI QUANTO SIANO IMPORTANTI LE NOSTRE OSPITI?!? FAMMI FARE UN'ALTRA FIGURA DEL GENERE E RICEVERAI UN'ULTERIORE DIMINUIZIONE DELLA PAGA MENSILE, SONO STATO CHIARO?!?”
“C-certamente! C-chiedo umilmente scusa per la mia negligenza!!!”
“TSK, SEMPRE E SOLO SCUSE! ORA VATTENE E TORNA AL LAVORO!!! VAMMI A PREPARARE LA MIA TISANA DEPURATIVA, E GUAI A TE SE LA TROVO DI NUOVO SALATA DALLE TUE LACRIME!!!”
“S-subito signore!” rispose terrorizzato il fattorino. In un lampo appoggiò il pacco sul tavolo e senza ulteriore indugio corse via dal laboratorio.
Le tre idol erano rimaste completamente senza parole. L'unica che ebbe la forza di parlare fu proprio Alphys.
“S-sai Mettaton, credo che tu sia un pochino troppo duro nei confronti dei tuoi dipendenti...”
“OH NO DARLING, FIDATI, QUESTI INCOMPETENTI NON MUOVEREBBERO UN DITO SE NON LI SPRONASSI A QUESTO MODO!!!” rispose il robot, ritrovando il suo tono suadente. “MA ORA NON DOBBIAMO PREOCCUPARCENE! FORZA, MANGIAMO!!”
Alphys tirò fuori dal pacco cinque contenitori per alimentari, contenenti ciascuno una grossa e sugosa bistecca fumante con un contorno di patate al forno. Non si sa come, le suddette bistecche avevano l'esatta forma del volto di Mettaton. Le tre idol rimaserò nuovamente sbalordite.
“Dicevi?” chiese Nico a Kotori, fissandola con uno sguardo ricolmo di sarcasmo. “Brava persona? UN PO' egocentrico?”
Kotori non ebbe il coraggio di controbattere, si limitò semplicemente a mangiare la sua bistecca, che sembrava fissarla con uno sguardo sensuale.

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Capitolo 7
*** Depressioni esagerate e fangirlismi estremi ***


Nonostante la discutibile scena appena avvenuta, durante il pranzo il silenzio imbarazzante si ruppe, e le tre idol presero a conversare allegramente con il robot e la scienziata.
“A-allora parteciperete al prossimo Love Live?” chiese Alphys con timidezza ma sinceramente curiosa.
“Certo!!! Per l'ultima competizione abbiamo avuto problemi, ma stavolta non ci fermerà nessuno! Il pubblico cadrà sotto il fascino del mio Nico-nii!!!” rispose entusiasta Nico gesticolando come suo solito.
“Non sarà facile, sarà un evento ancora più grande del precedente...” spiegò Kotori. “Ma ce la metteremo tutta!”
“Evviva! Non vedo l'ora di vedervi ballare!” esclamò felice la scienziata.
“MA DARLING, NON HAI BISOGNO DI ATTENDERE FINO AL LOVE LIVE!” si intromise Mettaton. “LE VEDRAI DANZARE MOOOOOOOLTO PRESTO, DIRETTAMENTE QUI NELL'UNDERGROUND!!!”
“Come?” chiesero le tre ragazze quasi in coro.
“VE L'HO DETTO, NO?!? DOVETE ASSOLUTAMENTE PARTECIPARE AL MIO SHOW!!! UN GRUPPO DI IDOL UMANE È QUALCOSA CHE IL PUBBLICO DEI MOSTRI NON HA MAI VISTO PRIMA, VI ADORERANNO SICURAMENTE!!”
“Ma allora dicevi sul serio!!! Sarebbe MIAgnifico!!!” esclamò Rin tutta contenta.
“Esibirci davanti al popolo dei mostri in uno show locale?! Sarebbe un modo perfetto per valorizzare ancora di più il nostro scambio culturale!” disse Kotori.
“E quanta popolarità ci porterebbe!” continuò Nico. “Saremmo in assoluto le prime idol ad esibirsi nell'Underground, diventeremmo famosissime! Dobbiamo assolutamente proporlo anche alle altre, sono certa che saranno eccitatissime anche loro!”
A quelle parole, Mettaton di colpo si alzò dal suo divanetto, ed esprimette tutta la sua gioia attraverso una posa drammatica.
“OH, DARLINGS!!! SONO DAVVERO ESTASIATO DAL VEDERVI ACCETTARE LA MIA PROPOSTA!!! VI ASSICURO CHE AVRETE UN PALCO FA-VO-LO-SO!!! E PER IL COMPARTO TECNICO AVRETE A DISPOSIZIONE IL MIGLIOR SOUND MIXER DI TUTTO L'UNDERGROUND!!!”
“Oh cielo, potrò vedervi ballare dal vivo!!! YAAAAAAA!!!” esclamò Alphys, lasciandosi sfuggire uno strillo da fangirl esaltata. “ODDIODDIODDIODDIODDIODDIODDIODDIO!!!! SIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!! POSSO VEDERE LE MUSE DAL VIVOOOOO!!!! KYAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!”
Di colpo prese a rotolarsi per terra dalla gioia continuando ad urlare come un'ossessa, alzandosi solo per iniziare a saltellare di gioia per tutto il laboratorio. Vedendola comportarsi così, le tre ragazze iniziarono a sentirsi leggermente a disagio.
“Alphys... Tutto bene?” chiese Kotori lievemente intimorita. La risposta della scienziata fu a dir poco disturbante.
“ODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVI...” prese a ripetere di continuo, come presa da un loop infinito.
“Ehm... inizio ad essere seriaMIAnte preoccupata...” sussurrò Rin alle compagne.
“Sì, decisamente.” sentenziò Nico osservando perplessa la scienziata.
“OH, NON TEMETE DARLINGS, NON È NIENTE, È SOLO IN FANGIRL-MODE! HA SOLO BISOGNO DI QUALCHE MINUTO PER RIPRENDERSI, MA È TUTTO NORMALE.” spiegò loro Mettaton con tono (per quanto gli fosse possibile con il suo vocione metallico) rassicurante. Inutile dire che non le rassicurò proprio per niente.
“Puoi dire quello che vuoi, ma questo è tutto tranne che normale.” Affermò Nico allibita, senza levare gli occhi dalla lucertola saltellante.
“Ma... Fa sempre così?” Chiese Kotori con tono flebile, quasi avesse paura di sentire la risposta.
“OH, A VOLTE È ANCHE PEGGIO. AVRESTE DOVUTO VEDERE COME HA REAGITO QUANDO HA SCOPERTO CHE A PARTECIPARE ALLO SCAMBIO CULTURALE SARESTE STATE PROPRIO VOI, E CHE VI AVREBBE OSPITATE IN CASA SUA. HA CONTINUATO A URLARE E SALTELLARE PER TRE GIORNI, SENZA PENSARE A DORMIRE, BERE O MANGIARE. PER NUTRIRLA ABBIAMO DOVUTO LAVORARE DI SQUADRA: IO LA ATTIRAVO, UNDYNE LA PLACCAVA E LA TENEVA FERMA E PAPYRUS LE INFILAVA GLI SPAGHETTI IN BOCCA. GRAZIE AL CIELO POI SI È RIPRESA, MA HA INSTAURATO IL RECORD MONDIALE DI FANGIRLISMO.” raccontò.
A quelle parole, Nico dapprima non disse nulla, limitandosi a fissare il robot con gli occhi sbarrati dallo sgomento. Dopo qualche secondo sembrò riprendersi, abbassò lo sguardo e poggiandosi una mano davanti al volto fece un respiro profondo, come per cercare di mantenere la calma e il contegno. Infine si rivolse nuovamente a MTT.
“Mettaton caro, per favore, vieni qui, accomodati pure...” disse lei facendogli gesto di sedersi.
“DIMMI, NICO DARLING!” rispose lui rimettendosi sul suo divanetto, ma avvicinando il viso a lei per poterla ascoltare.
“No caro, dimmi tu.” rispose lei sforzandosi di mantenere la pacatezza. “Ora che siamo qui, belli comodi, magari bevendoci qualcosa in compagnia, con tutta la calma e la giovialità del mondo, cortesemente ora tu mi spieghi SECONDO QUALE DIAVOLO DI CONCETTO DISTORTO CONCEPITO DA UNA MENTE MALATA QUESTA COSA SI POSSA ANCHE SOLO LONTANAMENTE DEFINIRE NORMALE!!!!” gridò improvvisamente, alzandosi di scatto e scoppiando di colpo come se le fossero appena esplosi dei popcorn nell'ano.
Nel vedere la loli moretta sbottare in quel modo, per la prima volta in vita sua Mettaton rimase a bocca aperta, del tutto incapace di rispondere. Per un minuto buono nel laboratorio calò un silenzio imbarazzante, disturbato solo dai gridolini di gioia di Alphys in sottofondo, che però andavano mano a mano a diminuire. A rompere nuovamente il ghiaccio fu Rin.
“S-signor MIAttaton, dobbiamo chiamare miss Undyne e il signor Papyrus?”
Il robot ci mise un attimo per rispondere, giusto il tempo di riprendersi da quel piccolo trauma.
“N-NO DARLING... NON CREDO SIA NECESSARIO. GUARDATE, SI STA CALMANDO.”
Poco dopo infatti Alphys si riprese del tutto, diventando di colpo rossa come un peperone nel realizzare quanto era appena accaduto.
“S-scusatemi... I-io, ecco... N-non volevo i-impazzire così...” balbettò.
“Ehm... Non fa nulla...” rispose Kotori con poca convinzione ma sforzandosi di sorridere.
“V-vedete, era da tanto che volevo vedervi, e ora non solo vi sto ospitando, ma potrò anche vedervi esibire dal vivo, e questo è d-davvero bellissimo... S-scusatemi. Davvero.”
“Non c'è problema, davvero, l'importante è che tu stia bene.” ribadì la giovane idol, stavolta più convinta e tranquilla.
“Grazie Kotori... I-il tuo sorriso è così confortante, si vede che sei una maid.” rispose a sua volta la scienziata, cercando di cambiare argomento per togliersi un po' dall'imbarazzo. Alla ragazza bastò uno sguardo per capirlo, e decise di assecondarla.
“Beh, in realtà non sono l'unica maid. Cioè, sono l'unica che lo ha fatto di professione, ma anche Umi e Honoka una volta hanno provato, e sono stati tutti felicemente stupiti nel vedere quanto fossero brave!” raccontò.
“A-ah sì, lo avevo sentito dire... Ma come hanno fatto a fare le maid in prova per un giorno? Me lo sono sempre chiesto!” domandò Alphys con una certa curiosità.
“Ho chiesto io al gestore del locale se poteva farci questo favore. Essendo abbastanza famosa attiro molti clienti, perciò sapevo che non me lo avrebbe negato, inoltre è una persona molto gentile!” spiegò Kotori.
Improvvisamente lo sguardo della scienziata si illuminò, come se di colpo le si fosse accesa una lampadina in testa, e un sorriso esaltato si dipinse sul suo volto da rettile.
“Oddio... Allora... Posso chiederti io un enorme favore?!” chiese riassumendo di colpo un tono da fangirl.
“Ehm... Certo, dimmi pure.” rispose la idol.
Alphys le si avvicinò, e con una certa timidezza le sussurrò qualcosa all'orecchio. Le altre ragazze e il robot cercarono di ascoltare, ma la voce flebile della scienziata impedì loro di capire cosa stesse dicendo.
“Si può fare?” chiese poi, stavolta a voce alta.
“Non saprei, dovrei chiedere... Ma d'altra parte non vedo perché no!” rispose Kotori sorridendo. “Ma sei sicura che sia d'accordo?
“Certo! Per me lo farebbe senz'altro!” disse Alphys, sempre più gasata per l'idea che le stava frullando in testa.
“Allora ok!” confermò la idol.
“SIIIII!!!! EVVIVA!!!! GRAZIE MILLE KOTORI!!!!” esclamò la lucertola antropomorfa, prima di ricominciare a saltellare e a gridare come una pazza. Stavolta Mettaton non restò con le mani in mano, e corse subito incontro alla sua creatrice cercando di calmarla.
Nel frattempo le altre due idol si avvicinarono curiose alla compagna.
“Santo cielo, si può sapere che le prende stavolta?! Cosa diamine ti ha chiesto?!” domandò Nico con tono estremamente scocciato.
“Beh... Dato che me l'ha chiesto in maniera confidenziale penso sia meglio non dirlo. Comunque lo scoprirete fra qualche giorno.” rispose Kotori. “Nel frattempo cerchiamo di non parlarne... Almeno le risparmiamo la fangirl-mode.”

Nel mentre, Eli, Umi e Maki stavano allegramente passeggiando per Waterfall. Le tre idol erano rimaste letteralmente incantate dal paesaggio che le circondava: il riflesso delle stelle artificiali sull'acqua formava dei magnifici giochi di luce, e il suono della cascata scrosciante contribuiva a creare un'atmosfera quasi magica, estremamente suggestiva. Passando attraverso alcuni suggestivi sentieri illuminati in mezzo al buio, avevano esplorato certe zone particolarmente belle, e nonostante un piccolo intoppo la prima volta che erano incappate negli Eco Flowers (dopo quanto era stato loro raccontato a proposito del fiore parlante, per un attimo si erano davvero spaventate e avevano anche chiamato aiuto, ma Undyne aveva spiegato loro la differenza tra questo e gli innocenti fiori dell'eco, non senza svariate minacce di riempire con le sue lance i loro più intimi orifizi se l'avessero nuovamente messa in allarme per niente), quel pomeriggio stava trascorrendo piuttosto tranquillo. Dopo un paio d'ore però Umi stava cominciando a sentirsi particolarmente spossata: la notte prima, sebbene fosse andata a letto presto, aveva dormito assai poco, poiché presa dall'agitazione al pensiero dell'importanza dello scambio culturale a cui stava per prendere parte; aveva sperato di riuscire a recuperare un paio d'ore di sonno sul pulmino, ma un po' per le chiacchiere, un po' per i dubbi amletici sull'identità sessuale di Frisk, non era riuscita nell'intento. Per lei, solitamente in grado di addormentarsi senza problemi, quello sbilanciamento negli orari del riposo si stava rivelando parecchio gravoso, e più di una volta aveva iniziato a sentire le palpebre calargli inesorabilmente.
“Umi, ti senti bene?” chiese Eli leggermente preoccupata.
“Sì... Ho solo molto sonno. Non sono abituata a dormire così poco...”
“Perché non lo hai detto subito?!” esclamò Undyne. “Non devi mica sentirti costretta a seguirci se non te la senti! Se sei stanca, torna pure a casa e fatti un sonnellino! Domani sarà una giornata piena di attività, dovrai essere bella carica, per cui riposati finché puoi!”
“Davvero? Sicura che non sia un problema?” chiese Umi cercando di trattenere uno sbadiglio.
“Certo! Ragazze, voi aspettatemi qui, accompagno la vostra amica a casa e torno subito!” disse Undyne rivolgendosi a Maki ed Eli.
“Grazie Undyne, ma non c'è bisogno che mi accompagni, ho memorizzato la strada che abbiamo fatto, posso tornare indietro da sola.” rispose Umi.
“Sicura? Se te la senti allora ok, ti lascio le chiavi per aprire.”
“Sicurissima! Resta pure con Eli e Maki!”
Dunque la donna-pesce affidò la chiave di casa alla giovane idol, che una volta salutate le compagne, iniziò a tornare sui propri passi. Dopo aver riattraversato i sentieri nella direzione opposta, una volta arrivata all'incrocio che ricordava girò a destra. Tuttavia dopo pochi passi si guardò attorno, e si rese conto di aver sbagliato qualcosa: davanti a lei, al posto del grosso edificio a forma di pesce, trovò due piccole casette una accanto all'altra, identiche nella forma, ma quella di destra era dipinta di un rosa fluo decisamente inusuale, quella di sinistra invece di un blu spento. Presa dalla confusione provò a bussare a una delle casette per provare a chiedere indicazioni, ma dalla casa rosa non ebbe risposta alcuna, e capì che doveva essere vuota. Tuttavia, quando fece per bussare alla porta della casetta blu, sentì una voce provenire da una stradina lì accanto.
“Cugino, sei tu?” domandò una vocina maschile molto flebile.
Umi si voltò, e vide avvicinarsi una figura piccina, formata unicamente da una sorta di lenzuolo bianco semitrasparente, con due occhioni che la fissavano, che fluttuava silenziosamente verso di lei. Capì subito che si trattava di un fantasma, ma diversamente da quanto si sarebbe mai aspettata, non era spaventata per niente. Questi quando la vide abbassò di colpo lo sguardo, preso da un'estrema timidezza.
“Oh... Non sei mio cugino... Scusami...” disse lui con aria mogia.
“Non fa niente, si figuri... Non sapevo che ci fossero anche i fantasmi qui nell'Underground! È la prima volta che ne vedo uno!” rispose lei sorridendo.
“Scusami... Ti ho spaventata?”
“Oh, no! Stia tranquillo, non fa affatto paura!”
“Ah... Quindi non sono spaventoso... Uffa...” rispose con tono deluso.
Nel sentirlo parlare in quel modo Umi si sentì a disagio, temendo di avere involontariamente ferito i suoi sentimenti.
“Oh cielo, mi perdoni! Non volevo offenderla! È la prima volta che parlo con un fantasma, non so bene cosa dire!” esclamò lei preoccupata.
“Scusami tu, non potevi saperlo... Sono io che sono inutile e non faccio paura a nessuno... Cioè, scusami, non è che volessi spaventarti, eh...”
“Beh... Ma se non lo voleva, allora è un bene che lei non sia riuscito a farmi paura, no?”
“In effetti hai ragione, sono uno stupido, scusami...”
“Ma no, non dica così! L'importante è che non mi sia spaventata, no?”
“Sì, è vero, scusami... Non voglio farti paura... Non hai paura di me, vero?”
“No, non ne ho!”
“Ecco, non faccio paura a nessuno... Scusami, sono un fantasma inutile...”
A quel punto Umi era fin troppo confusa: per quanto cercasse di consolare lo spettro, questi finiva solo per deprimersi ancora di più, e lei era decisamente troppo stanca per riuscire a ragionare razionalmente e capire come fare a migliorare la situazione. Tuttavia, prima che potesse trovare un modo di uscire da quella situazione, lui le si rivolse nuovamente.
“Scusami, ti sto facendo perdere tempo... Dimmi, perché mi cercavi?”
“Cercavo qualcuno a cui chiedere indicazioni, devo tornare a casa di Miss Undyne ma ho sbagliato strada.”
“Ah... Quindi non sei venuta qui per me... E io che mi illudevo, scusami...”
“Ehm... No, cioè... Avrei comunque bisogno di aiuto... Potrebbe cortesemente dirmi come arrivare a casa di Undyne?”
“Ah già, scusami... Devi tornare indietro e all'incrocio girare a destra nella strada dopo...”
“Ah, giusto! Ecco perché non capivo dov'ero sebbene avessi ripercorso la strada al contrario! Accidenti, si vede che sono stanca! Grazie mille Signor... Ehm... Fantasma?”
“Oh, che stupido, non mi sono ancora presentato, scusami... Mi chiamo Napstablook... Il piacere di certo è tutto tuo, io non so nemmeno cosa sia...”
“Ehm... Ecco, io sono Umi Sonoda, piacere... Allora vado, grazie mille ancora!”
“Oh, è vero, devi andare, scusami... Ti capisco, nessuno vorrebbe passare del tempo con me...”
Di colpo Umi si bloccò: era stanca morta, stava per addormentarsi da un momento all'altro, ma non poteva andarsene così, quel povero fantasmino depresso le faceva troppo pena.
“Beh, se le fa piacere posso restare qui per qualche minuto!” esclamò lei.
“Davvero?” chiese lui con tono quasi speranzoso. “Scusami, non voglio trattenerti se devi andare...”
“Ma no, mi fa piacere un po' di compagnia!” rispose la giovane idol, mentendo spudoratamente.
“Ah, allora vuoi restare! Non volevo mandarti via, scusami... Vieni in casa, ti offro qualcosa... Scusami per il disordine...”
Umi seguì Napstablook dentro la minuscola casetta blu: questa era composta di una sola stanza, a malapena arredata, senza nemmeno una seggiola su cui sedersi. Il fantasma aprì il suo frigorifero, e ne estrasse una sorta di panino trasparente tanto quanto lui, che offrì timidamente alla ragazza.
“Scusami se non posso farti accomodare, non ho mai usato delle sedie...”
“Non c'è problema, posso appoggiarmi a terra!” rispose lei cercando di apparire cordiale nonostante la noia e la stanchezza. Detto ciò si sedette sul pavimento, e ringraziandolo dell'offerta provò a dare un morso a quello strano panino-fantasma. Questo non aveva né sapore né consistenza, i suoi denti si limitarono a passarci attraverso, tuttavia avvertì ugualmente la sensazione di aver inghiottito qualcosa. Per qualche minuto le sembrò tutto normale, ma poco dopo iniziò a sentire la testa farsi stranamente leggera.
“Scusami se il pasto è scarso... Ti andrebbe di seguire una mia tradizione di famiglia? Dopo mangiato ci stendiamo a terra per un po' per sentirci come spazzatura.”
Umi non riuscì nemmeno a rispondergli, ma cadde a terra di colpo, iniziando ad avere strane visioni. Per qualche minuto ebbe la sensazione che la stanza attorno a lei fosse scomparsa, e che stesse in qualche modo galleggiando nello spazio infinito, ricco di stelle, galassie e pianeti, che vorticavano attorno a lei come se fosse il centro di un nuovo sistema solare. Poi improvvisamente il buio.
Quando finalmente riaprì gli occhi, si accorse di essere in un letto. Lentamente riuscì a distinguere tre figure attorno a lei, inizialmente sfocate, che poi si rivelarono essere nient'altro che Undyne, Eli e Maki. Capì così di essere in qualche modo arrivata nella stanza della donna-pesce.
“Come... Ci sono arrivata... Qui?” chiese confusa alle compagne.
“Un fantasma ha telefonato ad Undyne e siamo venute a prenderti.” rispose Eli per rassicurarla.
“Grazie mille per aver fatto compagnia a Napstablook!” esclamò Undyne entusiasta. “Povero diavolo, avresti dovuto vedere com'era felice! Era convinto che tu non volessi più andartene, ed era così contento di ciò da non accorgersi che in realtà eri solo crollata dal sonno! Alla fine mi ha telefonato a malincuore, dicendo che era giusto che tornassi qui anche se volevi restare con lui, e abbiamo preferito lasciarglielo credere! Hai fatto una cosa bellissima per quel ragazzo, sei stata grande!”
Completamente confusa e incredula, Umi non seppe cosa rispondere, si limitò semplicemente a ringraziare Undyne di averla riportata a casa. Per il resto della serata le sue compagne continuarono a chiacchierare allegramente con la donna-pesce, mentre lei rimase tutto il tempo pensierosa in disparte, continuando solo a chiedersi cosa diamine ci fosse in quel dannatissimo panino.

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Capitolo 8
*** Ship improbabili e spaghetti immangiabili ***


Nonostante la neve e l'atmosfera allegra di Snowdin le invogliassero non poco ad uscire e godersi la giornata, Honoka e le sue compagne decisero di passare il pomeriggio in casa. Sebbene fossero piene di entusiasmo e curiose di esplorare quel nuovo piccolo mondo con cui erano appena venute a contatto, erano molto spossate dal viaggio, e sapevano che avrebbero dovuto recuperare le forze per la serie di attività che le avrebbero attese il giorno dopo. Non che lì stessero male, anzi: all'interno della casetta dei due scheletri, quasi interamente di legno, vi era un tepore estremamente rilassante, come una coccola sotto le coperte, che stimolava decisamente l'ozio e la pigrizia... Peccato solo che il suddetto calore venisse regolarmente a mancare ogni volta che Sans se ne usciva con una delle sue tremende freddure. Ad esse puntualmente seguivano il silenzio imbarazzato di Honoka e Hanayo, qualche imprecazione da parte di Papyrus e le dolci risate di Nozomi. Sans si stava divertendo un mondo con lei: non solo era un pubblico magnifico, ancora più di quanto non lo fosse Toriel quando passavano le giornate a spararsi freddure a vicenda attraverso la porta delle Rovine, ma era anche piuttosto bravina a fare battute a sua volta. Tuttavia la sensazione che lo scheletro provava era assai diversa rispetto ad allora: certamente per lui era sempre una gioia vedere le persone ridere ai suoi tristi giochi di parole, ma le risate della giovane idol scatenavano in lui un piacere particolare, una sorta di attrazione che fino ad allora non aveva mai provato, e che nemmeno lui stesso riusciva a spiegarsi. Per lunghissimi minuti si perdeva a osservare quel dolce viso sorridente, col risultato di rimanere fermo imbambolato a fissarla come un ebete e puntualmente arrossire come un idiota quando lei se ne accorgeva. Il più delle volte però riusciva a levarsi dall'imbarazzo con le sue freddure, alle quali Nozomi rispondeva a tono. Questo continuo scambio di battute tristi alla lunga stava diventando veramente pesante per le altre due idol, che piano piano si relegarono sempre di più in cucina assieme a Papyruys, approfittando della scusa di volerlo aiutare a preparare nuovi spaghetti. Questa tattica tuttavia si rivelò presto assai controproducente: il metodo per cucinare la pasta usato dallo scheletro era completamente sconclusionato, assai diverso da quello normale, e riuscire ad aiutarlo davvero seguendo la sua procedura risultava praticamente impossibile. Dopo diversi tentativi falliti, le due povere idol, a furia di assaggiare piatti di spaghetti uno più schifoso dell'altro senza poter nemmeno lamentarsi o rifiutarli, stavano cominciando a sentirsi leggermente male. Ormai esasperata, Honoka decise di provare un approccio diverso.
“Senti, Papyruys... Finora sei... Migliorato... Ma che ne dici di provare un metodo nuovo? Non che il tuo non sia efficace... Però è sempre bene sperimentare per riuscire a raggiungere un buon risultato, non trovi?” propose lei sforzandosi di mantenere il sorriso.
“Mmmm... Beh sì, immagino che possa aiutare! Ma sei sicura che vada bene cambiare metodo adesso? Ho sempre fatto così finora, forse dovrei fare ancora un po' di tentati-”
“NO!!! PER L'AMOR DEL CIELO NO!!!” gridò lei d'istinto interrompendolo. “C-cioè, volevo dire... Ormai sei bravo con questo metodo, è arrivato il momento di fare un passo avanti!”
“In effetti hai ragione! È tempo che il grande chef Papyrus faccia un salto di qualità!! Nyeheheheh!!!” rispose lui con aria esaltata, provocando un sospiro di sollievo alle sue due compagne cuoche. “Allora ditemi cosa devo fare! Visto che è la prima volta che uso questo metodo seguirò le vostre indicazioni alla lettera!”
“Perfetto!” esclamarono le ragazze in coro.
“Allora cominciamo: metti la pentola piena d'acqua sul fornello acceso a fuoco medio, mettici il coperchio e lasciala lì finché l'acqua non inizia a bollire!” spiegò Honoka.
“Subito!” rispose lo scheletro, iniziando a eseguire le sue istruzioni.
“Fiufffff... Ce l'abbiamo fatta, Hanayo!” sussurò la idol alla compagna. “Non dovremo più assaggiare quella pasta disgustosa!”
“Grazie al cielo!” esclamò lei a bassa voce. “Ancora una forchettata di quella roba e sarei stata male davvero!”
“A chi lo dici... Il mio stomaco sta chiedendo pietà...” rispose lei sempre contenendo il tono. Nel frattempo Papyrus aveva preparato la pentola. “Perfetto Pap!” disse rivolgendosi nuovamente allo scheletro. “Ora iniziamo a preparare il sugo, e ricorda: appena l'acqua nella pentola inizia a bollire mettici dentro un pugno di sale. Non di più, mi raccomando!”
Mentre lui eseguiva gli ordini, le ragazze finalmente ne approfittarono per rilassarsi un po'. Per tutto il tempo che avevano passato prima a cucinare assieme erano rimaste in tensione, sia per la robaccia che si erano trovate ad assaggiare, sia per il rischio sempre imminente di dare fuoco a tutta la cucina a causa del particolare metodo usato da Papyrus per preparare la pasta; tuttavia, dal momento che finalmente stava seguendo le loro direttive, Honoka decise di approfittarne per rilassarsi un attimo, lasciando un po' perdere lo scheletro e senza più badare troppo a cosa stesse effettivamente facendo. Hanayo invece sembrava ancora leggermente restia ad abbassare la guardia.
“Honoka... S-sei sicura che sia un bene non controllare più Papyrus mentre cucina?” chiese a bassa voce con il suo solito atteggiamento timido.
“Ma sì, rilassati! Ora fa quello che gli diciamo! Basta dargli le giuste indicazioni e vedrai che stavolta mangeremo qualcosa di buono!” rispose la compagna con tono esaltato ed ingenuo. “D'altra parte sta seguendo ogni nostra singola istruzione... Cosa mai potrebbe andare storto?”
A quelle parole anche Pana finalmente decise di rilassarsi, piazzandosi accanto all'amica e continuando a dettare allo scheletro cosa fare con una certa noncuranza.
Intanto nel salotto Nozomi e Sans stavano piacevolmente discorrendo del più e del meno. Si erano seduti entrambi sul divano, inizialmente ognuno su un lato estremo di esso, ma mano a mano che la conversazione andava avanti, quasi senza accorgersene, si erano sempre più avvicinati tra loro, fino a trovarsi praticamente uno accanto all'altra.
“Quindi tu e tuo fratello avete sempre vissuto a Snowdin?” chiese lei con un sorriso.
“Non proprio, ci siamo trasferiti dalla capitale.” rispose lo scheletro.
“Ah, capisco... Dev'essere stato strano passare dalla vita caotica della grande città alla tranquillità del paesino. A volte anch'io mi chiedo che cosa proverei se tornassi a vivere nel Kansai dopo essere stata per tanto tempo a Tokyo...”
“All'inizio un po' sì, ma ci siamo abituati in fretta.” spiegò lui. “Qui abbiamo tutto quello che ci serve: Pap può dedicarsi alla cucina e ai puzzle quando vuole, e persino addestrarsi per diventare una guardia reale, mentre io... Mi rilasso.”
“Non hai anche tu qualche hobby o passatempo particolare? A parte le freddure intendo.” domandò la idol incuriosita.
“Mmm... Oziare conta come hobby?”
“Eheheh... Ti capisco, anche a me piace particolarmente schiacciare un pisolino ogni tanto. Ma davvero non ti piace fare altro?”
“Beh... La scienza mi appassionava una volta...”
“Davvero? Chi l'avrebbe detto che eri un cervellone! Perché allora hai smesso di interessartene?”
Lo sguardo di Sans di colpo si fece più cupo. Esitò un attimo a rispondere, come se non fosse sicuro di voler dare davvero una spiegazione, e il suo tono improvvisamente più triste ne era la conferma.
“Beh... Ci sono stati eventi spiacevoli. Le cose sono cambiate... Non voglio più avere nulla a che fare con quella roba.”
A quella risposta, Nozomi si sentì di colpo a disagio, intuendo di aver involontariamente premuto un tasto dolente nella vita dello scheletro.
“Oh... Ti prego di perdonarmi!” esclamò lei con tono dispiaciuto. “Non era mia intenzione toccare argomenti scomodi o farmi gli affari vostri... Non volevo rattristarti... ”
“Oh no, non preoccuparti.” rispose lui riprendendo il suo tono tranquillo. “Non potevi saperlo, non mi devi nessuna scusa.”
“Beh, è comunque colpa mia. Avrei dovuto capirlo che avevi... Qualche scheletro nell'armadio!”
Ci fu un lungo attimo di silenzio, durante il quale il gelo calò così inaspettatamente nella stanza da lasciare di ghiaccio persino Sans. Con esso però, la tensione creatasi si sciolse, e in men che non si dica lo scheletro e la ragazza si ritrovarono a rotolare per terra dal ridere.
Le loro risate riecheggiavano sonoramente fino in cucina, mentre Papyrus stava finalmente servendo i suoi ultimi spaghetti. Il buon profumo del sugo al pomodoro impregnò l'aria, e il gradevole aspetto di quel piatto di pasta fecero subito venire ad Honoka l'acquolina in bocca.
“Sìììììì!!! Finalmente!!! Sei stato fantastico, Pap!!!” esclamò lei entusiasta.
“Nyehehehe!!! Grazie a voi per avermi guidato nella preparazione!! Il grande chef Papyrus vi sarà sempre grato per questo!!”
“Grazie a te per averci ascoltate! Ora sì che si mangia! Buon appetito!!!”
“Honoka aspett-!”
Hanayo non fece in tempo a finire la frase, che la sua compagna si era già infilata una gigantesca forchettata di spaghetti in bocca. Non le servì molto tempo per pentirsi amaramente di quel gesto.
“Honoka... V-volevo solo dirti di non abbuffarti, e... ecco...”
Pana si sforzò di guardare negli occhi la compagna. Bastò uno sguardo per capire cosa stava per succedere.
“PAPYRUS VIENI CHE ANDIAMO A PRENDERE IL RISO!!!!” Gridò di colpo la ragazzina trascinando lo scheletro fuori dalla cucina.
“Eh? Come il riso? E gli spaghetti?”
“Q-quelli ora li sai fare! É ora che impari qualcosa di nuovo, non trovi!?”
“Ah, sì, hai ragione!!! Nyeheheheh!!!! Il grande chef Papyrus amplierà il suo menù!!!”
“Esatto! Ora però vieni con me!!!”
Nonostante la sua corporatura minuta, riuscì ad allontanarlo appena in tempo, mentre dalla porta della cucina si potevano udire gli sgradevoli versi della sventurata Honoka, piegata sul cestino della cucina intenta a vomitare anche l'anima. Persino Sans e Nozomi, intuendo l'accaduto, smisero improvvisamente di ridere. Solo quando furono sulle scale per salire alle camere da letto, Hanayo ebbe il coraggio di fare la domanda in quel momento più ovvia.
“P-Pap... Scusa se te lo chiedo, ma... Hai seguito bene le nostre istruzioni prima?”
“Eh? Ma certo! Le ho seguite alla lettera!”
“Hai tolto la pentola dal fuoco un minuto prima del tempo di cottura segnato sulla confezione?”
“Sì, otto minuti esatti, mentre lì era scritto che fossero nove!”
“Hai messo la quantità di pomodoro nel sugo che ti avevamo indicato?”
“Ovviamente! Ho contato i pomodori tre volte per essere sicuro!”
“Hai messo un pugno di sale nell'acqua, e non di più?”
“Certo! Per misurare la grandezza di un pugno ho avuto un'idea geniale: mi sono tolto un guanto e l'ho riempito di sale fino ai polsi!!!”
Pana sgranò di colpo gli occhi incredula, incapace di spiccicare parola. Già Papyrus aveva delle mani enormi, e le sue muffole sembravano essere di una taglia in più del dovuto. Eppure aveva ragione: “un pugno di sale” avevano detto. Le aveva seguite alla lettera. Presa dallo sconforto nel sentirsi di colpo così immensamente cretina, d'istinto indietreggiò di qualche passo, proprio mentre Honoka stava uscendo di soppiatto dalla cucina cercando di buttare via di nascosto il sacco della spazzatura pieno di vomito.
“HANAYO ATTENTA!!” gridò di colpo, quando si accorse che la sua amica stava per cadere dalle scale, ma l'avvertimento arrivò tardi: Pana aveva già perso l'equilibrio.
Accadde tutto in un attimo: La stanza attorno a loro divenne buia, illuminata solo da un cuoricino blu che brillava sul petto di Hanayo. La giovane idol si trovò sospesa a mezz'aria proprio appena prima di sbattere la testa su un gradino; Sans aveva teso una mano verso di lei, mentre il suo occhio sinistro aveva cominciato ad emanare una fiammella bluastra. Lentamente risollevò appena la mano e con cura la riabbassò, allontanando così la ragazza dalle scale e facendola dolcemente atterrare. Non appena toccò terra, quel cuore luminoso da blu divenne verde chiaro, e lo scheletro finalmente abbassò il braccio. Poi di colpo la luce tornò, il cuore scomparve e la fiammella blu si spense.
“Yo... Appena in tempo, eh.” disse Sans tirando un sospiro di sollievo.
“Bella presa, Sans! Quando la situazione è pericolosa non sei più così pigro, eh?” esclamò Papyrus rivolgendo verso il fratello il pollice alzato.
Le tre idol rimasero semplicemente a bocca aperta. Pana continuava a guardarsi e toccarsi il petto, in cerca di quel cuore verde che le brillava addosso fino a pochi secondi prima, domandandosi cosa diavolo fosse, mentre le due compagne per un attimo non riuscirono nemmeno a muoversi.
“Cosa... Hai fatto? Cos'era quel cuore luminoso addosso ad Hanayo?” chiese Honoka una volta tornata in sé.
“Oh, niente di strano, è solo la sua anima. L'ho afferrata al volo e l'ho appoggiata a terra.” rispose Sans come se fosse la cosa più normale del mondo.
“L-la mia anima?!” esclamò Pana incredula. “C-come è possibile?! Come ho potuto vedere la mia anima?!”
“Oh, tutti la possono vedere quando si entra nella schermata di combattimento.” spiegò lo scheletro sempre con naturalezza.
“EEEHH?!?” gridarono Hanayo e Honoka praticamente in coro.
“Ehm... Scusa Sans... Ma cos'è una schermata di combattimento?” domandò Nozomi, confusa tanto quanto le compagne.
“Beh... Diciamo che serve per interagire con le anime altrui, sia nel bene che nel male. Ad esempio ora non volevo combattere, ho solo evitato un bel bernoccolo alla nostra amica.”
“Questo è... Incredibile...” esclamò Honoka, decisamente stupefatta da quella risposta, che invece insinuò nella più cresciuta delle tre idol il seme del dubbio.
“Un momento... Vuoi dire che in questa maniera le anime puoi anche ferirle? Puoi letteralmente combatterci contro?!” Chiese Nozomi, quasi intimorita all'idea di sentire la risposta, che arrivò sempre con tono pacato e tranquillo.
“Beh, sì. D'altra parte, ogni scontro tra persone o tra mostri altri non è che una battaglia tra due anime, no?”
“Sans... Lo hai mai fatto? Intendo, ferire un'anima...”
Nozomi fissò lo scheletro in quei suoi occhi cavi mentre gli porse questa domanda, e subito notò lo sguardo di quest'ultimo rivolgersi per un secondo al fratello minore, come se lo turbasse il dover rispondere in sua presenza. Tuttavia dopo poco rispose.
“Care ragazze... Io non mi smuovo mai se non per assoluta necessità, perché sono troppo pigro. Vi basti sapere che io non sarò mai un pericolo per voi, e soprattutto, che là fuori c'è qualcosa... anzi, qualcuno, molto più pericoloso di me.”
“...t-tipo?” balbettò Hanayo quasi terrorizzata.
“Beh, tipo-”
“Tipo Undyne in quel periodo del mese?” domandò Papyrus interrompendo bruscamente il fratello.
“Sì. Cioè, no! Cioè... in effetti sì, anche. Ma non intendevo quello. Un momento... Pap, tu sai cosa succede ad Undyne in quel periodo del mese?” chiese Sans guardandolo sbigottito.
“Beh, veramente no. Però una volta ho sentito Re Asgore dire che Undyne è molto pericolosa in quel periodo del mese!”
“Ah... Il nostro Re è un mostro saggio.”
“Però non so nemmeno a che periodo si riferisca! Tipo all'inizio del mese? O alla fine? Non l'ho mai capito!”
“Ehm... Lascia perdere Pap. Fidati, è meglio non approfondire.”
“Oh... ok! Allora cosa intendevi?”
“Eh?”
“Se non parlavi di Undyne, cosa c'è di pericoloso?”
“Ehm... C'è... Ecco... Cavolo, non mi ricordo più.”
“COME NON TE LO RICORDI!?!” Sbottò di colpo Honoka, che fino a un secondo prima era stata completamente immersa dalla suspence in attesa della risposta.
“Beh... Scusatemi, mi è sfuggito di mente. Appena lo rammento ve lo dico. Portate pazienza, sono un tipo smemorato, per me la memoria è sempre stata... un OSSO DURO!”
Quell'orribile freddura, come quella di Nozomi in precedenza, in un attimo portò il gelo nella stanza, ma in qualche modo finì per sciogliere anche le ultime tracce della tensione che si era accumulata poco prima, scatenando le reazioni più disparate: Hanayo impallidì per la bruttezza della battuta, Papyrus inveì contro il fratello come suo solito e Nozomi scoppiò in una sonora risata. Honoka ci mise un secondo più degli altri a capirla, ma una volta compreso il gioco di parole, d'istinto fece gesto di lanciare le mani verso lo scheletro, come se stesse ribaltando un tavolo, senza accorgersi di avere ancora in mano il sacchetto della spazzatura. Era già troppo tardi quando si accorse di averlo involontariamente lanciato.

BONK!!!! ...POMF~ <3

Il sacchetto aveva centrato il povero Sans (che proprio in quel momento si era girato di spalle) dritto dietro la testa, sbilanciandolo in avanti e facendogli perdere l'equilibrio. Tuttavia, per qualche motivo, era atterrato sul morbido. In qualche modo si era ritrovato a terra con la faccia schiacciata in mezzo a due grossi cuscini. Si accorse subito però che questi erano decisamente insoliti: erano belli tondi e stranamente caldi. Provò a sfiorarli con una mano, e notò che anche la consistenza era strana: erano morbidissimi, eppure sodi. Tutti nella sala si erano improvvisamente zittiti, l'unico rumore che potesse udire veniva proprio dal centro di quella morbidezza, una serie regolare di suoni, come... Il battito di un cuore. Quando finalmente capì, Sans di colpo alzò lo sguardo. Non erano cuscini. A causa del colpo, lo scheletro era caduto addosso alla sventurata Nozomi, e il suo teschio era naturalmente affondato nella morbida valle al centro dei Monti Tojo.
Sans si alzò di scatto imbarazzato come non mai, mentre la povera idol lo fissava, rossa in volto come un peperone. Le sue compagne che avevano assistito alla scena erano come pietrificate, incapaci di muovere un dito. A spezzare quel lungo momento di imbarazzante silenzio non poteva essere che Papyrus.
“Wowie, non sapevo che il petto degli essere umani facesse POMF!”.

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Capitolo 9
*** Gossip discutibili e incontri poco raccomandabili ***


“SVEGLIA RAGAZZE!!! È ora di fare colazione!!! Oggi iniziano le attività comuni, vi voglio belle cariche e pimpanti!” gridò Undyne, quando la sveglia iniziò a suonare a tutto volume il tema “Spear of Justice”.
Le sue tre ospiti, svegliandosi di colpo con le note di quella che, solo il giorno prima, era stata la colonna sonora del loro scampato ritorno al Creatore, inizialmente si presero non poca paura, ma dopo quell'attimo di rintronamento, una volta realizzato di non essere in pericolo ma di doversi solo svegliare del tutto, si alzarono ed iniziarono a prepararsi senza troppi problemi. La donna-pesce, che era in piedi già da un'ora buona, nel frattempo aveva già preparato spremuta d'arancia, tè ai fiori dorati, latte, mele, biscotti, yogurt e pure qualche pezzo di crostata, si era già lavata e vestita e stava solo aspettando che le tre idol si unissero a lei per mangiare. Queste non ci pensarono due volte, e dopo pochi minuti si sedettero a tavola con lei per fare colazione.
“Wow, quanta roba! Ce n'è a basta per sfamare un esercito!” esclamò Umi piacevolmente stupita.
“Certo! La colazione è importante, è giusto che sia bella abbondante!” ribatté Undyne. “Inoltre, dato che non sapevo cosa preferiate bere al mattino, vi ho preparato latte, tè e spremuta. Prendete pure quello che volete!”
“Sei stata fin troppo premurosa! Grazie mille!” disse Eli con un sorriso, mentre si versava il tè nella tazza.
Mentre mangiavano, le ragazze si soffermarono ad osservare la loro ospitante, notando dei dettagli decisamente interessanti. Indossava un paio di pantaloni di pelle neri aderenti molto provocanti, una maglia bianca larga ampiamente scollata, un chiodo di pelle decisamente punk e un foulard rosso attorno al collo. Sul viso aveva un trucco vistoso, e i capelli erano stati acconciati a dovere in modo che un grosso ciuffo di frangia andasse a coprire la benda che portava sull'occhio mancante. Non ci misero molto a capire che un abbigliamento del genere doveva avere uno scopo ben preciso.
“Wow, Undyne, stai proprio bene vestita così!” si complimentò Maki. “Sembra quasi che tu stia per andare ad un appuntamento!”
A quelle parole la donna-pesce sorrise per il complimento, ma non riuscì a nascondere il rossore che si stava accendendo sulle sue guance.
“Beh... Non è un vero appuntamento dato che saremo tutti in compagnia... Però è da una settimana e passa che non ci vediamo, e visto che comunque possiamo passare del tempo insieme ci tengo a farmi vedere curata...” spiegò lei con un certo imbarazzo. Sui volti delle tre idol si dipinse di colpo un indescrivibile stupore.
“Un momento... Sei fidanzata?! Wow!!! Non lo sapevo! Complimenti!!!” esclamò Eli stupefatta.
“Eh già... Sono molto fortunata ad avere accanto una persona così speciale!” rispose Undyne, ormai definitivamente bordò ma con lo sguardo perso tipico di una persona davvero innamorata. Tuttavia le bastò un'occhiata all'orologio per riprendersi. “Oh merda, dobbiamo essere a Snowdin tra 17 minuti, e voi non siete ancora vestite!!! Andate a prepararvi, presto!!!
Le tre idol scattarono come delle molle, e nonostante la fretta riuscirono a vestirsi bene e a lavarsi giusto in tempo per correre a prendere il traghetto, ma tutto continuando a fantasticare su che tipo di mostro potesse mai essere il fidanzato di Undyne.

Nel frattempo a Snowdin Honoka e le altre erano già uscite di casa assieme ai due scheletri, e si erano fermate ad aspettare l'arrivo delle loro compagne nella piazza centrale. Nell'attesa si erano messe a giocare con la neve in compagnia di Papyrus, mentre Sans, nella sua svogliatezza, si era semplicemente appoggiato ad un muro col preciso scopo di non fare assolutamente nulla, ma senza riuscire a staccare un secondo gli occhi da Nozomi.
La sera prima stava letteralmente morendo di imbarazzo quando era emerso dalla soffice morsa delle sue tette. Non riusciva a fare altro che balbettare parole incomprensibili che volevano essere delle scuse, mentre lei, rossa come un peperone e incapace di spiccicare parola, d'istinto sentì il bisogno di correre via, e finì per rinchiudersi in camera di Papyrus, troppo imbarazzata per farsi vedere in viso. Dopo una mezz'oretta di silenzio imbarazzante (interrotto solo da Honoka e Hanayo che cercavano di spiegare a Papyrus il perché ciò che era successo, per quanto si fosse trattato di un incidente, non era una bella cosa), Nozomi finalmente uscì dalla camera, e le sue compagne trascinarono con loro il più giovane degli scheletri in cucina per permettere agli altri due di chiarirsi indisturbati. Il primo a trovare il coraggio di parlare fu Sans.
“Io... Sono davvero mortificato. Ti giuro che non era affatto mia intenzione fare una cosa del genere... Ma ti capirei se non volessi perdonarmi.”
La giovane Idol, seppur ancora rossa in viso e imbarazzata, finalmente trovò la forza di alzare lo sguardo verso quello dello scheletro e, con un filo di voce, di rispondergli.
“T-ti perdono. Lo so che non è stata colpa tua, è stato solo un incidente. Non avrei dovuto scappare via così... Dovevo lasciarti parlare. Scusami.”
“Ma non hai motivo di scusarti tu! Sono io che non sono riuscito a trovare le parole per chiederti scusa subito dopo averti messa in imbarazzo!”
“Non preoccuparti... Accetto comunque le tue scuse. È meglio se ci dimentichiamo di questo piccolo incidente.”
“Sì... Meglio così.”
I due erano rimasti d'accordo così, sebbene, in fondo, entrambi sapessero che non sarebbero stati affatto in grado di dimenticare: lui perché ancora troppo intento a darsi del coglione da solo per quella gigantesca figura di merda; lei perché, sebbene non volesse ammetterlo neanche a sé stessa, in fondo non le era dispiaciuto.
Quella mattina erano però riusciti a svegliarsi e prepararsi senza problemi, come se nulla fosse successo, e così si erano piazzati lì a giocare in compagnia. Nozomi stava aiutando Hanayo a costruire un pupazzo di neve, mentre Papyrus aveva improvvisato con Honoka un bizzarro tirassegno: lei lanciava in aria delle palle di neve, e lui cercava di colpirle al volo lanciandogli contro delle ossa. Tuttavia dopo qualche lancio lo scheletro se ne fece sfuggire uno decisamente troppo alto e lungo, e l'osso in questione finì per sorvolare un paio di tetti per poi andare a perdersi in mezzo ad alcuni alberi. Honoka, che osservando la traiettoria aveva più o meno capito in che punto dovesse essere finito, si offrì di andarlo a riprendere, e così si allontanò un attimo dal gruppo. Si infilò così tra i pini innevati, e guardandosi bene attorno iniziò a cercare l'osso perduto. Lo trovò dopo pochi minuti e lo raccolse, ma non appena fece per tornare indietro, improvvisamente sentì un rumore provenire da alcuni cespugli.
“Che sia un gattino?” si chiese lei avvicinandosi ad essi. Presa dalla curiosità provò a scostarne le fronde. “Vieni qui, micio! Fatti vedere!” esclamò lei nel tentativo di attirarlo a sé, fino a quando non fu interrotta da una vocetta stridula proveniente dal terreno.
“Ehi! Io non sono un gatto! Guarda!”
Honoka si voltò, e ai suoi piedi vide davanti a sé qualcosa di decisamente insolito: un piccolo fiore dorato dotato di un volto, che la stava fissando con un'espressione sorridente.
“Howdy!” salutò questo. “Io sono Flowey! Flowey il fiorellino! Piacere di conoscerti!”
“Salve! Io sono Honoka Kosaka! Il piacere è tutto mio!” rispose lei educatamente salutando con un inchino. “Non sapevo che i fiori potessero parlare qui nell'Underground! È la prima volta che parlo con un fiore!”
“Beh, non si vedono nemmeno molti esseri umani da queste parti! Sei qui da sola?” chiese lui.
“Oh, no! Sono venuta qui con le mie otto compagne per intraprendere uno scambio culturale con l'Underground!” spiegò lei.
“Interessante...” commentò Flowey, mentre il suo sorriso sembrava divenire un po' più malizioso, sebbene Honoka non lo stesse notando. “Dunque passerete un periodo qui a Snowdin?”
“Beh, in realtà siamo un po' sparse, ma io e due mie compagne siamo ospiti qui da due scheletri gentilissimi!”
“Oh... Merda, questa non ci voleva...”
“Come?”
“EEEHHHMM... Stavo dicendo: Li conosco bene quei due!!! Sans e Papyrus sono miei carissimi amici!!!”
“Davvero?! Accidenti, che fortuna!” esclamò la idol ingenuamente, senza minimamente sospettare che quanto detto da quel fiore potesse non essere del tutto vero. “Allora perché non viene con me a salutarli? Stavo giusto per tornare da lor-”
“NO!!! Ehm, cioè... È passato tanto tempo dall'ultima volta che li ho visti, mi piacerebbe fare loro una sorpresa! Ti andrebbe di aiutarmi a organizzare loro una festa?” propose lui forzando il suo ghigno per farlo sembrare un innocente sorriso.
“Oh, sì, che bell'idea! Ora però non posso trattenermi, mi stanno aspettando in piazza!”
“Allora vai pure! Facciamo così: verrò a trovarti io in questi giorni. Tu ogni tanto trova una scusa per allontanarti dal gruppo e appartati da qualche parte, io resterò nei paraggi ad osservare e ti raggiungerò. E acqua in bocca, mi raccomando! Ci stai?” chiese lui porgendogli una foglia. Lei non esitò a stringergliela delicatamente in segno di accordo.
“Accetto! Ora vado allora! Arrivederci Signor Flowey!”
“Alla prossima, mia cara.... Ehehehe...”
Così finalmente Honoka si riavviò verso la piazza, ignorando completamente la risata tutto tranne che rassicurante del fiore.

“Oh, eccoti finalmente! Stavamo cominciando a preoccuparci!” esclamò Hanayo quando vide arrivare la compagna.
“Scusatemi, ci ho messo un po' a ritrovare l'osso!” mentì lei per attenersi all'accordo appena preso.
“Guarda chi è arrivato nel frattempo!” notò Nozomi indicando dietro di lei. Honoka si voltò e vide spuntare Umi, Eli e Maki, che le corsero incontro per salutarla. Queste presentarono Undyne alle loro tre compagne, che a loro volte introdussero loro i due scheletri. Dopo le presentazioni le sei idol si persero un po' a chiacchierare tra loro, raccontandosi a vicenda la loro primissima esperienza nell'Underground.
“...e proprio quando credevo che finalmente avrei assaggiato degli spaghetti decenti, mi sono ritrovata in bocca una forchettata di qualcosa che era più sale che pasta!” raccontò Honoka.
“Davvero? E dire che Undyne è bravissima a cucinare!” replicò Umi. “Certo, il suo metodo è completamente diverso da quello tradizionale, non ho la più pallida idea di come funzioni e ogni volta rischia di dare fuoco alla cucina (cosa che in passato è successa davvero a quanto pare), però ti assicuro che degli spaghetti così buoni non li avevo mai mangiati in vita mia!”
“Probabilmente è proprio per quello che Papyrus non riesce ad imparare quel metodo.” commentò Eli. “Avete fatto bene a insegnargli il procedimento standard, sicuramente farà molto meno fatica ad apprenderlo.”
“Va bene, ma la prossima volta gli spaghetti li assaggia qualcun altro. Ho già vomitato una volta, perciò ho già dato.”
“Un momento... Ma se sono così affiatati... Possibile che sia proprio Papyrus il fantomatico fidanzato di Undyne?!” ipotizzò Maki all'improvviso. “Questo spiegherebbe perché nella sua lettera Frisk abbia specificato di non parlare male di lui!
Honoka scosse la testa. “Naaah, da come Papyrus ne parla non sembra affatto che possano avere una relazione romantica. Credo siano semplicemente migliori amici!”
“Concordo.” continuò Nozomi. “Poi Papyrus non mi sembra interessato a trovare un'anima gemella. Da quel punto di vista mi sembra ancora molto infantile. Piuttosto: Maki, da quando ti interessi di questi gossip?”
“Eh?! Ma no, che dici?! Non mi interessa per niente!” gridò lei imbronciandosi e mettendosi sulla difensiva.
Le ragazze non trattennero una risata davanti all'ennesima tsunderata di Maki. L'unica rimasta seria era Eli, che di colpo aveva assunto un'espressione sconvolta.
“Eli... tutto bene?” chiese Hanayo quando la notò.
“Mi è appena venuto un sospetto tremendo... Però... No, non è possibile...”
“Cosa? Quale sospetto?”
“Avete fatto caso a come si atteggia Undyne quando parla di Sua Maestà? Non usa titoli onorifici, lo chiama per nome, con estrema confidenza... Un po' strano da parte sua, non trovate?...”
“...Vuoi dire che...? No, non è pensabile!!! Il Capitano della Guardia Reale e il suo Re?!? Sarebbe scandaloso!!!” gridò Umi costernata. “Un soldato ligio al dovere che dà un'importanza cruciale all'onore come Undyne non potrebbe mai accettare una relazione così scabrosa!!!”
“Eppure anche lui era sulla lettera di Frisk...”
“Perché è il suo Re e non vuole sentirne parlar male!!! Lo hai detto tu stessa, ricordi?!”
“Perché ancora non l'avevo sentita parlare di lui...”
“Mmm... Un amore proibito tra un Re ed un Capitano? Sarebbe una storia tragica ma decisamente romantica...” commentò Nozomi.
“Voi due lo pensate davvero?... Oddio, no, non riesco a crederci...” rispose Umi, ancora incapace di concepire una cosa del genere.
I loro ragionamenti vennero tuttavia bruscamente interrotti da un potente vocione metallico.
“SIGNORE E SIGNORI, LA STAR DELL'UNDERGROND E LE VOSTRE AMATISSIME IDOL SONO FINALMENTE ARRIVATI!!!” gridò Mettaton con quanto fiato aveva in corpo ma sempre con tono sensuale.
“E ci sono anch'io...” sussurrò Alphys timidamente mentre lo seguiva assieme a Rin, Nico e Kotori, che corsero subito incontro alle compagne. Così la scienziata e il robot vennero introdotti alle altre sei idol, e dopo ulteriori presentazioni quest'ultimo ne approfittò per annunciare a tutte la loro futura esibizione al suo show, che fu accolta con un boato di gioia da parte delle ragazze.
“OH, DARLINGS!!! IL MAGNIFICO ME È ESTASIATO NEL VEDERE UN TALE ENTUSIASMO DA PARTE VOSTRA!!!” urlò Mettaton, esprimendo tutta la sua felicità attraverso una posa drammatica. “SAPPIATE CHE PER QUALSIASI DUBBIO O BISOGNO IO SONO SEMPRE A VOSTRA DISPOSIZIONE!!!”
Umi ed Eli a quelle parole si scambiarono uno sguardo d'intesa, decise più che mai a chiarire quel sospetto che le tormentava.
“Signor Mettaton, posso farle una domanda?” chiese la biondina educatamente.
“MA CERTO DARLING! CHIEDI PURE!” Rispose lui.
“Ecco... Lei conosce Undyne, vero?”
“CERTAMENTE! LA CONOSCO BENE! MENTIREI SE DICESSI CHE SIAMO IN OTTIMI RAPPORTI, MA QUESTO NON MI IMPEDISCE CERTO DI CONOSCERE OGNI MINIMO GOSSIP SU DI LEI!”
“Forse è proprio per quello che non siete in buoni rapporti.” pensò Eli. “Vede, a noi è venuto un dubbio tremendo... Non è che per caso lei... Ha una relazione con Sua Maestà Asgore?”
Di colpo il robot si zittì, assumendo un'espressione tra l'incredulo e lo sconvolto. Questa perdurò sul suo volto per qualche secondo, quando improvvisamente iniziò a mutare, mentre gli angoli della sua bocca metallica piano piano presero a sollevarsi.
“PFFFFFFWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Di colpo Mettaton si piegò letteralmente in due fino a crollare al suolo, dove si ritrovò a rotolare avanti e indietro mentre si teneva la pancia con le mani, ridendo come un disgraziato. Le ragazze a quella scena si ammutolirono, ad eccezione delle tre ospiti della scienziata, che, seppur non in maniera plateale come il robot, non avevano saputo trattenere a loro volta una risata.
“Mi spiegate cosa diavolo c'è da ridere?!” chiese Umi palesemente infastidita da quella reazione.
“Tranquille ragazze, Undyne non sta con il Re.” Spiegò Kotori con un sorriso. “Guardate un po' dietro di voi.”
Le sei idol si girarono di scatto, e a qualche metro di distanza scorsero una scena: Undyne, china su Alphys, che le accarezzava delicatamente il viso mentre le stampava sulle labbra un dolce bacio.
Umi, Eli e Maki rimasero come pietrificate, totalmente paralizzate nel realizzare quanto fossero state sceme a farsi tutte quelle pare.
“Pure noi siamo rimaste stupite quando lo abbiamo scoperto.” spiegò Nico. “Alphys è proprio cotta e stracotta per quel pesce, fin dal primo giorno in cui l'ha vista, a quanto pare. Stanno assieme da quando ha avuto il coraggio di dichiarasi e ha scoperto che lei ricambia.”
“Il soldato e la scienziata! Non trovate che sia una cosa davvero roMIAntica?!” commentò Rin con un certo entusiasmo.
“Davvero non vi era mai venuto il dubbio?” chiese Kotori alle sue compagne ancora bloccate dall'imbarazzo. A quella domanda, Eli rispose tirandosi un sonoro facepalm.
“Non ci era passato neanche per l'anticamera del cervello.”
“E in effetti pure lei era nominata nella lettera di Frisk, ma non ci abbiamo neanche pensato. Potevamo benissimo arrivarci.” continuò Maki con un secondo facepalm.
“A conti fatti era la cosa più logica, e noi invece eravamo qui a farci delle gran pippe mentali su storie proibite e scabrose.” aggiunse Umi con il terzo facepalm. “E poi ha detto che oggi avrebbero passato del tempo assieme. Il Re era da escludere a prescindere dato che di certo non si scomoderà a venire!”
“VERAMENTE IL NOSTRO RE STA VENENDO QUI.” la corresse Mettaton, ripresosi dal suo attacco di risate convulse.
“Ah. Aspetta, COSA?!”
“OH, ECCOLO CHE ARRIVA. E CI SONO ANCHE TORIEL E FRISK!”
Le ragazze si girarono appena in tempo per vedere le due grosse figure caprine che si avvicinavano tenendo per mano Frisk, che sembrava sparire rispetto a quel gigante del Re. Quest'ultimo non era più in vesti da cerimonia: a parte per la corona, sempre presente in mezzo alle sue enormi corna, indossava un normalissimo paio di pantaloni e una simpatica camicia rosa riportante la scritta “Mr. Dad Guy”.
“Buongiorno ragazze! Spero che abbiate passato una bella giornata ieri!” salutò Toriel con il suo solito fare da mamma.
“Howdy!” le fece eco Asgore con un sorriso, lasciando un lieve senso di déjà vu ad Honoka. “Scusate il ritardo, spero non abbiate aspettato tanto!”
“Avrebbero aspettato di meno se non fossi così lento a prepararti! Posso elencarti diverse specie di lumache molto più veloci di te!” lo rimproverò Toriel, assumendo di colpo un tono di disprezzo, che fece arrossire di vergogna il povero Re. Tuttavia tornò subito cordiale nel rivolgersi agli altri. “Bene, ora che ci siamo tut-”
“NO CHE NON CI SIAMO TUTTI!!!” la interruppe bruscamente Mettaton. “MANCA L'ELEMENTO DI MAGGIOR IMPORTANZA DI TUTTA LA SQUADRA!!! DOV'È MIO CUGINO?!!!”
“Oh Cielo, hai ragione, scusami! Dobbiamo aspettare Napstablook!”
“Ehm... Scusatemi, veramente sono appena arrivato anche io, ero dietro di voi...” sussurrò timidamente il fantasma spuntando da dietro Asgore.
“BLOOKY!!! ADESSO SI' CHE LA FAB-SQUAD È AL COMPLETO!!!” gridò il robot abbracciandolo, sebbene si limitasse a passarci attraverso.
“Ciao cugino, salve a tutti... S-scusatemi, sono sempre in ritardo...” balbettò con timidezza.
“Oh, non preoccuparti caro, non hai fatto nulla di male, sei giusto in tempo per iniziare!” lo rassicurò Toriel con dolcezza. A quelle parole Undyne, che assieme ad Alphys e ai due scheletri si era avvicinata per salutare, non riuscì a trattenere un commento.
“Però, se è Asgore a fare tardi, ogni scusa è buona per dargli addosso, eh?...”
Toriel non disse nulla, si limitò a guardarla male. Per un attimo ci fu uno scambio di sguardi tra le due che sembrava quasi emanare fulmini da tanto che sembrava ricolmo di odio. Tuttavia fu proprio Asgore a piazzarsi tra le due prima che la questione degenerasse.
“Bene, ci siamo tutti davvero stavolta! Cominciamo?!”
“Sì. È meglio.” rispose Toriel con freddezza. Poi, recuperata la calma, iniziò a spiegare. “Dunque, oggi cominceremo la prima attività che abbiamo organizzato per voi ragazze. Si tratta di una grande sfida a squadre! Ogni squadra, o meglio, ogni coppia, sarà composta da una di voi e da un mostro, con il quale dovrete cooperare per superare ognuna delle nove prove della sfida. Ciascuna di esse è stata concepita da uno di noi, per cui naturalmente ogni squadra avrà un piccolo vantaggio in una delle prove, ovvero quella creata dal suo mostro. Lo scopo è quindi cercare di vincere il maggior numero possibile di prove, e la squadra che alla fine avrà ottenuto più vittorie riceverà un piccolo premio. Ah, giusto per chiarire: Frisk conta come “mostro”, dato che anche se l'Underground non è la sua terra natia ha comunque assunto un'ottima conoscenza a riguardo vivendo qui, per cui può benissimo sostituire uno di noi. Ci sono domande?”
“Come vengono scelte le coppie?” chiese Honoka alzando la mano.
“Ci stavo giusto arrivando, mia cara. Le squadre verranno formate a caso. Ho qui con me nove biglietti con sopra i vostri nomi: ciascun mostro ne pescherà uno e farà coppia con la ragazza di cui troverà il nome. Quindi direi di cominciare! Chi vuole iniziare?”
“Nyeheheh! Il grande Papyrus può avere l'onore di essere il primo a pescare?” domandò lo scheletro estremamente gasato.
“Ma certo, caro! Ecco qui!”
Toriel tirò fuori dalla tasca una manciata di bigliettini e li mise in una scatolina, e dopo averli mescolati un po' glieli porse.
“Rin Hoshizora!” gridò Pap leggendo il biglietto che aveva appena pescato. Questa si fece avanti con un certo entusiasmo.
“Eccomi! Saremo una squadra MIAravigliosa! Nya <3” esclamò lei col suo fare da gattino.
“OMMIODDIOCCHECCARINA!!!” gridò lo scheletro davanti a tutta quella pucciosità. “La tua dolcezza ha colpito il grande Papyrus dritto al cuore con una freccia arcobaleno! Sarebbe inappropriato chiederti un appuntamento?!”
“Beh, in effetti è un tantino prematuro.” rispose lei arrossendo.
“Oh, hai ragione, scusa. Per ora limitiamoci a fare squadra!”
“Bene, il prossimo!”
Undyne si fece avanti e pescò un biglietto. “Kotori Minami!” lesse. La dolce idol-maid le si avvicinò con un sorriso, e con fare composto le porse la mano.
“È un piacere fare squadra con lei, Miss Undyne!” disse con tono dolce.
La donna-pesce le afferrò la mano con una forza tale da farle quasi male per stringergliela in un gesto fraterno. “SI'!!! FACCIAMOLI NERI!!!”
“Ma non credo che dovremo lottare fisicamente con gli altri...” disse la idol confusa da tutta quella grinta.
“Beh, no, ma intendevo in senso metaforico!” replicò Undyne leggermente perplessa per tutta quella compostezza. “Insomma, facciamoci valere!!!”
“Oh, ok!” rispose lei sempre con lo stesso tono.
“Ehm... Ok, mi aspettavo più entusiasmo nella risposta, ma immagino che questo sia il tuo modo di fare! Ci farò l'abitudine!”
Per terzo si fece avanti (o meglio fu spinto dal cugino robotico) Napstablook. “Honoka Kosaka...” lesse con timidezza. Lei si fece avanti con tutta la sua solarità e il suo ottimismo. “Piacere di conoscerla Signor Napstablook! Sono certa che saremo un team fantastico!”
“Grazie... Ma temo che non lo sarà affatto, scusami...”
“Oh, non è felice di essere in squadra con me?”
“Oh no, scusami, non intendevo questo! Dicevo che io sono un buono a nulla, non sono un buon compagno di squadra, scusami...”
“Ma no, cosa dice?! Vedrà che vinceremo un sacco di sfide!”
“Tu sei così entusiasta... Scusami se sono così inutile...”
“Ma non è vero, stia tranquillo! Sia positivo! E la smetta di chiedere sempre scusa!”
“Scusami...”
Honoka sollevò gli occhi al cielo, già in seria difficoltà a relazionarsi con il suo compagno.
A pescare il quarto biglietto fu Frisk. Come suo solito non parlò: lesse a mente il nome sul biglietto e si piazzò davanti alla sua compagna porgendogli la mano. Questa altri non era che Umi. Quando lei realizzò chi aveva di fronte, per un attimo fece per parlare, ma si bloccò all'istante.
“No. Non chiederò direttamente di che sesso è. Io LO SO che se lo facessi, qualcosa mi impedirebbe di nuovo di sentire una risposta. Lo scoprirò direttamente superandoci assieme le prove. Prima o poi dovrà pur darmi un segno che lo renda palese!” pensò. “Saremo una squadra fortissima!” si limitò a dire con un sorriso. Frisk rispose semplicemente con un pollice alzato.
Il quinto fu Asgore. Tutte le ragazze restanti erano un po' agitate all'idea di poter finire in squadra con lui (tranne Nico, a lei non poteva fregar di meno), perché nonostante la cordialità che aveva dimostrato, era pur sempre il Re dei mostri, una figura a cui non potevano non riconoscere una certa autorità. La più agitata a questo pensiero era Eli, soprattutto dopo l'essersi sentita così stupida per aver sospettato una sua possibile relazione illecita con il suo Capitano della Guardia Reale. Inutile dire che il nome pescato da Asgore fu proprio il suo.
“Buongiorno Eli! È un piacere fare squadra con te!” disse lui con il suo solito modo di fare pacioso. Lei divenne di colpo rossa come un peperone, e per una volta in vita sua si ritrovò letteralmente a balbettare.
“M-Maestà! I-io... E-ecco... È u-un onore!...”
“Oh ma cara, dammi pure del tu! Siamo compagni di squadra, non c'è bisogno di badare al formalismo!” rispose lui cordialmente nel vederla così in difficoltà, mentre con dolcezza le accarezzava delicatamente la testa con la sua immensa zampa. Lei si limitò a sospirare, in parte rassicurata da quel gesto, ma comunque decisa a seguire l'etichetta che la sua educazione metà giapponese e metà russa le imponeva.
Pana invidiò molto la sua senpai in quel momento, dato che ancora sperava di riceve quel famoso abbraccio dal Re, ma il suo pensiero venne interrotto quando Alphys lesse il suo nome.
“DAAAAAHHHHH HANAYO-CHAN SEI LA MIA PREFERITA!!! Sei sempre così dolce e carina!!! La fortuna mi ha proprio assistito!!!” gridò la scienziata presa dalla gioia.
“Eh?!” Esclamò lei arrossendo di colpo. “I-io?! D-davvero?! C-cioè... Oddio... G-grazie...” balbettò mettendosi senza farlo apposta in una posa estremamente kawaii.
“DAAAAAAHHHHH OMMIODDIO QUANTO SEI CUTEEEEEE!!!!”
Mentre Alphys fangirlava di brutto, Sans si fece avanti per prendere il suo biglietto, e rimase incredibilmente stupito nel leggere quell'inaspettato ma non disprezzato scherzo che il fato gli aveva appena giocato. “Nozomi... A quanto pare siamo in squadra assieme.” annunciò. Lei non disse nulla, ma non ebbe bisogno di parole: il dolce sorriso che le si stampò in viso parlò da solo, e Sans ne fu solo che lieto.
A Mettaton spettò di pescare il penultimo biglietto. Erano rimaste solo in due, e Nico stava pregando fin dall'inizio di non finire con lui. “È troppo egocentrico! Ci crede veramente un casino! Sai che palle dover assecondare sempre il suo narcisismo?!” aveva spiegato a Maki per sfogarsi durante l'attesa. “Non ce la posso proprio fare!”
“Occhio che adesso pesca.”
“Oh, Cielo...”
“E LA FORTUNATISSIMA DARLING CHE HA L'ONORE DI ESSERE COMPAGNIA DI SQUADRA DEL MERAVIGLIOSO MTT È...”
“prendi Maki prendi Maki prendi Maki prendi Maki prendi Ma-”
“...NICO YAZAWA!!!”
“Merda.”
“Ecco, così impari a cercare di appiopparmi i rompiscatole.”
“Ti odio un po', Maki.”
“Tanto smetterai di odiarmi quando avrai bisogno di aiuto a studiare.”
“Lo so. Ti odio un po' anche per questo.”
“Ti voglio bene anch'io, Nico.”
La loli moretta si avvicinò infastidita al suo compagno, che tuttavia, al contrario di lei, era estremamente entusiasta di quel team.
“NICO, DARLING, CHE FORTUNA!!! SPERAVO PROPRIO DI AVERE TE COME PARTNER IN QUESTA GARA!!! MI PIACE LA TUA DETERMINAZIONE, MI HAI DAVVERO STUPITO IERI!!! NESSUNO ERA MAI STATO IN GRADO DI ZITTIRMI!!! QUESTO TI RENDE LA MIGLIOR COMPAGNA CHE POTESSI AVERE!!!” gridò il robot mettendosi in posa.
“Wow... Dici sul serio?!”
“CERTAMENTE, DARLING! ORA CHE SIAMO UN TEAM VOGLIO CHE TU RISPLENDA E E CHE IL TUO NICO-NII DIVENTI UN GRANDISSIMO TORMENTONE PER TUTTO IL NOSTRO AMATO PUBBLICO!!! NICO E METTATON, LE DUE BRILLANTI STELLE DELL'UNDERGROUND!!!”
Nico non trattenne un sorriso compiaciuto.
“Però... Forse quest'accoppiata non sarà poi così male!”
Nel frattempo Toriel si era avvicinata a Maki, con la quale per esclusione era dunque finita in squadra assieme, e aveva richiamato tutti all'attenzione.
“Bene ragazze, seguitemi! Nella zona disabitata di Snowdin si svolgerà la primissima prova!”
Mostri e idol così finalmente si avviarono verso il punto prestabilito, chiacchierando allegramente tra di loro. Tra le varie cose, Eli non potè fare a meno di confidare a Nozomi il suo segreto.
“Comunque io onestamente Undyne e Asgore un po' li shippavo.”

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Capitolo 10
*** La corsa dei puzzle, parte 1°: preparativi e scommesse ***


L'area periferica di Snowdin si mostrava agli occhi delle ragazze come un'immensa distesa di neve divisa su più livelli. Il gruppo di idol e mostri l'aveva attraversata tutta fino ad arrivarvi in fondo, trovandosi così davanti alla grossa porta delle Rovine. Nel tragitto le ragazze avevano intravisto da qualche parte alcune particolari postazioni, e avevano già iniziato ad ipotizzare quale dovesse essere il loro scopo all'interno della prima prova. Giunti finalmente a destinazione, fu Toriel la prima a parlare.
“Bene ragazze, da qui comincia la prima prova della grande gara, organizzata dal nostro amico Papyrus, che adesso ci spiegherà il regolamento. A te la parola, Pap!”
“Nyeheheheh, grazie Tori!” esclamò lo scheletro con fare gasato. “Cari amici, ecco a voi la fantastica sfida che il Grande Papyrus ha progettato per voi: la Big Snowdin's Three-leg Puzzle Run!!!”
“La... Cosa?!?” gridarono quasi tutti i presenti all'unisono.
“Nyeheheh, siete tutti rimasti sbalorditi da questo meraviglioso titolo, eh?! Bene!!! Ecco le regole: ciascun mostro dovrà legarsi una caviglia a quella della propria compagna, cosicché i due si fondano tra loro diventando una leggendaria creatura a tre gambe! Lo scopo è riuscire a tornare al centro del paese percorrendo tutta Snowdin, e ovviamente la coppia che arriva per prima vince! Ma la vera difficoltà non sta semplicemente nel correre assieme, si tratta di una sfida di cervelli! Disseminati per tutta la periferia avrete notato diverse postazioni, giusto?”
“Ci stavamo giusto chiedendo a cosa servissero.” Rispose Maki. “Che cosa contengono?”
“PUZZLE, OVVIAMENTE!!! Ogni coppia dovrà fermarsi a ciascuna base e spremere le meningi per risolvere i complicatissimi rompicapi all'interno di essa! Solo se si saranno affrontate correttamente tutte le sfide si potrà arrivare al traguardo! Alcuni puzzle bloccano letteralmente la via, e vi impediranno di procedere fino a quando non riuscirete a risolverli. Altri non sbarrano il passaggio, ma se non li avrete completati quando avrete passato il traguardo, la vostra gara non sarà ritenuta valida! Se invece li finiste tutti ma deste una o più risposte sbagliate, una volta arrivati in fondo alla corsa vi sarà dato un minuto in più di penalità per ogni errore, per cui non sarete squalificati, ma avrete un grosso svantaggio! Insomma, alla fine si faranno i calcoli degli eventuali sbagli e chi avrà tagliato il traguardo nel minor tempo si guadagnerà la vittoria! Bene, ci sono domande? Il grande Papyrus è qui per chiarire tutti i vostri dubbi!!!”
“Ehm... Non sono sicura di aver capito tutto...” disse Honoka leggermente imbarazzata.
“Allora rispiego da capo! Ciascun mostro dovrà legarsi una caviglia a-”
“ANZI NO SCUSA ADESSO HO CAPITO!!! GRAZIE LO STESSO!” Lo interruppe la leader delle Muse, per evitarsi di nuovo un lungo e tedioso discorso che tanto non avrebbe capito lo stesso, essendo lei poco affine agli spiegoni.
“Nyeheheh, anche stavolta l'illustre sottoscritto si è espresso celermente e chiaramente! Altre domande?!”
“Come faremo a capire cosa dobbiamo fare in ogni singola base, se i puzzle sono tutti diversi?” chiese Umi.
“È semplicissimo: ho affisso cartelli con le istruzioni ad ogni postazione! E se avete dei dubbi, potrete sempre chiedere alle Guardie Reali di pattuglia qui a Snowdin: loro sono quelli che hanno davvero creato i singoli puzzle! Io ho solo dettato loro le modalità di ciascuno, perché ovviamente partecipo anche io e non posso certo sapere già le soluzioni, no? Loro saranno anche i nostri arbitri, controlleranno che tutti giochino pulito e calcoleranno i tempi alla fine! Insomma, sono i miei fantastici collaboratori!”
“Vorrai dire... CANlaboratori!” esclamò Sans con un ghigno.
“SANS!!! NON COMINCIARE, TI PREGO!!!” sbraitò il fratello minore in risposta.
“Di certo sarà impossibile usare trucchetti disonesti con loro come arbitri... Si sa che hanno fiuto per queste cose!” continuò il maggiore imperterrito.
“SAAAAAAANS!!! SMETTILA ORA!!!”
“Perché quel muso lungo, Pap? Cosa c'è, il cane ti ha rubato l'osso?”
“BASTAAAA!!! UN'ALTRA BATTUTACCIA E GIURO CHE ME NE VADO!!!”
“Uffa, non sai apprezzare l'arte comica, fratello.”
“Non sono l'unico a quanto pare.” rispose Papyrus indicando gli altri presenti. Infatti, a parte Toriel che si stava spanciando dalle risate, tutti gli altri mostri stavano palesemente iniziando a rabbrividire dal freddo, e non per colpa della neve. Le uniche rimaste impassibili (a parte Frisk, che lo era sempre e comunque) erano proprio le nove idol, poiché non conoscendo le Guardie in questione non erano in grado di capire quei giochi di parole, ma ad eccezione di Nozomi, vedendo le reazioni generali dei loro compagni, sembravano più contente così.
“Beh, bando alle ciance! Ci sono altri dubbi che il Grande Papyrus vi deve chiarire?”
“Io ne avrei uno...” disse Honoka alzando la mano. “Io a quale caviglia mi lego? E soprattutto come?” domandò con tono imbarazzato indicando le estremità inferiori del suo spettrale compagno, costituite dai semplici bordi di un lenzuolo e per di più intangibili.
“Ah. Giusto... Ehm... Voi due basta che stiate sempre vicini e a contatto. Non staccatevi, mi raccomando! Se no gli arbitri vi penalizzeranno!”
“Scusami, Honoka... Te l'ho detto che sono un compagno inutile...” sussurrò il fantasma con il suo solito tono triste.
“Ma no, non preoccuparti! Hai visto? Abbiamo risolto subito il problema!” rispose lei con fare allegro.
“Ma non so se sono in grado di stare al tuo passo... Scusami, rischi di ricevere delle penalità per colpa mia...”
“Basterà correre un po' più lentamente e cercare di risolvere più velocemente i puzzle!”
“Ecco, come pensavo sono solo un peso e ti rallento, scusami...”
“Ma non volevo dire questo! E poi invece mi sei estremamente utile! Io sono un po' dura di comprendonio e quindi sono un po' negata con i rompicapo... Ma con il tuo aiuto sono certa che li risolveremo in un batter d'occhio!”
“Quindi ti tocca fare affidamento ad un buono a nulla come me... Sarò una grande delusione, scusami...”
“E BASTA CHIEDERE SCUSA!!!” gridò di colpo la povera idol esasperata da tutta quella negatività.
“Scus-”
“Dai, mettiamoci sulla linea di partenza!!!” lo interruppe bruscamente Honoka. “Ti dà fastidio se passo in parte attraverso il tuo corpo con una gamba? Così potrai sentirmi e stare attento a non staccarti!”
“No, ma...”
“Perfetto!”
Senza pensarci due volte, Honoka allungò la gamba verso di lui trapassandolo senza fatica, ma gli bastò poco per pentirsi di quel gesto.
“IIIIIIHHHKKK!!!!” gridò la giovane idol quando avvertì una serie di potentissimi brividi risalirle su per la coscia e fin dietro la schiena per arrivarle direttamente al cervello. Il povero Napstablook sospirò tristemente.
“....Scusami, era proprio questo ciò di cui stavo per avvertirti... Io non sento alcun fastidio se qualcuno o qualcosa mi attraversa, ma per gli esseri viventi tangibili il contatto fisico con i fantasmi non è una sensazione piacevole...”
Per la prima volta in vita sua, Honoka ebbe la seria tentazione di insultare pesantemente la persona, o meglio, la creatura, che si trovava accanto. Ma, per quanto tonta potesse essere, sapeva perfettamente che ciò avrebbe soltanto peggiorato la situazione, accentuando la già fortissima depressione del povero spettro, che in fondo non aveva fatto nulla di male. Decise così di affidarsi a quello che era stato il più grande insegnamento che la sua esperienza da School Idol le aveva trasmesso: sorridere sempre anche nei momenti più difficili.
“N-non preoccuparti... G-guarda, la s-sopporto benissimo... B-basta farci l'a-abitudine...” rispose lei con un sorriso allegro ma palesemente forzato.
Mentre questa coppia si posizionava già sulla linea di partenza, le altre erano ancora intente a legarsi le caviglie e a crearsi un minimo di strategia.
“Sei veloce a correre?” chiese Undyne alla compagna.
“Non tantissimo, a dir la verità.” rispose Kotori. “Ho una buona resistenza data dagli allenamenti da idol, ma non sono una gran velocista.”
“E nei puzzle te la cavi?” continuò la donna-pesce.
“Beh, abbastanza direi. Mi piacciono i giochetti di enigmistica.”
“Bene, allora ti propongo una tattica: io sono molto veloce, ma sinceramente non sopporto i rompicapo... A parte quelli a sfondo strategico, in quelli non mi batte nessuno. Comunque se tu tieni la gamba libera sollevata e ti appoggi a me reggendoti forte, io posso guidare la corsa e farci recuperare tempo nel tragitto tra una postazione e l'altra. Quello che chiedo a te è di compensare alla mia incapacità nella risoluzione dei puzzle. Ci stai?”
“Ok!” annuì la giovane idol sorridendo con il suo solito fare posato.
“...Che c'è?” domandò Undyne, confusa da quella reazione passiva e priva di entusiasmo. “Se non ti sta bene o non ti convince, basta che tu me lo dica!”
“Oh no, anzi, mi sembra una buona strategia basata sul gioco di squadra.” rispose la maid, sempre con lo stesso tono.”
“Beh... Non mi pari molto entusiasta...” replicò con aria sempre più perplessa.
“Oh, ma lo sono, invece!” esclamò la ragazza, cercando di esternare il più possibile il suo stato d'animo ma risultando comunque molto trattenuta.
“Ehm... Sei un po' repressa, ragazza mia?”
A quella domanda, perfino Kotori non poté fare a meno di diventare completamente rossa in viso.
“Eh?! N-no! Certo che no! I-Io... Ecco... È che sono abituata così...”
“Appunto. Questa io la definisco Repressione.”
“È a causa del mio lavoro da Maid! Per questo lo faccio, ormai mi viene naturale!” sbottò la idol imbarazzatissima, ma sempre cercando di trattenersi.
“Oh... Potevi dirlo subito. Alphys mi ha fatto vedere come si comportano le Maid... Siete davvero carine, ma dev'essere difficile mantenere sempre quell'approccio pacato con tutti i clienti... Ti chiedo scusa. Rispetto molto il tuo lavoro... Anche se onestamente non lo invidio proprio. Preferisco rischiare la vita in battaglia che dovermi reprimere.”
Kotori alzò un dito, come se stesse per dire qualcosa, ma improvvisamente si fermò. “Meglio parlargliene a tempo debito.” si limitò a pensare.
Nel frattempo anche Papyrus stava discutendo con la sua compagna del modo migliore per affrontare la prova imminente.
“Meno MIAle che ci sei tu!” Aveva esclamato Rin. “Io sono veloce a correre ma sono davvero negata con i giochetti di logica! Con te in squadra però di certo partiaMIAo avvantaggiati!”
“Nyeheheheh!!! Non temere, mia cara! Il Grande Papyrus è un asso imbattibile nella risoluzione dei puzzle! Nessuno ci può tenere testa!” rispose lo scheletro con molta esaltazione e assai poca modestia.
“Beh... Su questo non ci metterei la MIAno sul fuoco.” replicò la idol. “Maki è molto portata per questo genere di cose, e anche Eli. Sono due cervellone, non sarà facile avere la MIAglio su di loro.”
“Oh, non dubito delle loro capacità, ma nonostante questo, quando si tratta di logica il sottoscritto è-”
“-un MOSTRO di bravura?!?” gridò improvvisamente Sans spuntando dal nulla dietro al fratello.
Rin in quel momento invidiò al suo compagno il fatto di non avere la pelle, poiché così non poteva percepire fisicamente il freddo che era calato di colpo a causa di quella battuta.
“SAAAAAAAAAAAAAAAAAAANS!!!!! TORNA A PREPARARTI PER LA PROVA E LASCIACI IN PACE!!!” sbraitò un Papyrus esasperato poiché colto così di sorpresa da quella tremenda freddura.
“Oh, io e Nozomi siamo pronti.” replicò il fratello maggiore.
“Ah sì? Non avete preparato nessuna strategia?”
“Beh... Corriamo alle postazioni e risolviamo i rompicato.” Spiegò la idol cartomante. “Serve altro?”
“In effetti no, ma... DAAAAAHHHHH!!! Questa è ESATTAMENTE il tipo di strategia che mi aspetto da un pigro patentato come mio fratello!”
“Veramente l'ha pensata lei.”
“...Ah.”
La chimica che si stava formando tra Sans e Nozomi era ormai divenuta palese e visibile a tutti, ed ovviamente non poteva certo sfuggire agli occhi del signore incontrastato del Gossip dell'Underground. Questi aspettò che Papyrus si allontanasse dalla coppietta in questione, per poterlo prendere da parte assieme a Rin, già legata alla sua caviglia.
“Pap-darling, credo di doverti parlare di una certa cosa.” disse Mettaton tentando di sussurrare, ma col solo risultato di avere un tono di voce con una misura di decibel standard. “Sembra proprio che il tuo adorato fratello abbia un certo feeling con la sua bellissima e prosperosa compagna di squadra... Non è che per caso Sans ci sta... Provando con lei?”
“Mh? Provando? Beh, sì, immagino che stia provando con impegno a collaborare con lei, anche se essendo pigro come pochi non lo dà a vedere. D'altra parte è proprio questo lo scopo di questa grande gara a coppie, no?”
A quella risposta il Robot non riuscì a trattenere una fragorosa ma allo stesso tempo maliziosa risata.
“Ahahahahahahah! Darling, quanta innocenza ed ingenuità nelle tue parole!!! Quello che intendevo io è qualcosa di molto più particolare, molto più... intimo. Insomma, vuole che lei diventi più che un'amica...”
“Oh, vuoi dire che la sta friendzonando?!”
“Ehm... No. L'esatto contrario.”
“Ah... Tipo un appuntamento!”
“Esatto! Ma magari anche qualcosa di più...”
Lo scheletro di colpo si fece profondamente rosso in viso, rivolgendosi al robot con tono estremamente scandalizzato.
“OMMIODDIO!!! M-Mettaton, ma cosa dici?!?! Non penserai mica che quello che mio fratello vuole da quella ragazza sia... UN BACIO?!?!?”
MTT fece per rispondere, ma si bloccò per un attimo. Di certo la sua allusione voleva essere molto più spinta, ma si rese conto che, per la purezza di pensiero del giovane scheletro, probabilmente a capire cosa davvero intendesse non ci sarebbe comunque potuto arrivare. Decise dunque di abbassare il tiro.
“ESATTAMENTE, DARLING!!!” gridò di colpo, per poi riabbassare nuovamente il tono di voce. “Ma vedi, caro Pap... Con tutto il rispetto, temo proprio che si tratti di una causa persa. Certo, non si può negare che tra di loro ci sia una certa intesa, ma da questo al fatto che lei possa provare attrazione fisica nei suoi confronti, beh... È decisamente poco probabile.”
Inaspettatamente, quel commento fomentò non poco il giovane scheletro. Per quanto ci discutesse un giorno sì e l'altro pure, Papyrus voleva davvero un gran bene a suo fratello, ed essendo stato influenzato spesso dai discorsi di Undyne riguardo l'onore, non poteva certo permettere che quello di Sans venisse così calpestato da un robot in vena di pettegolezzi.
“Tu dici?! Nyeheheheh, si vede che non conosci le vere potenzialità di Sans!!! Quel bacio potrebbe ottenerlo in qualsiasi momento, sarei pronto a scommetterci!!!”
A quella risposta, il volto di Mettaton si distorse in un'espressione quasi contorta da quanto era maliziosa, con un ghigno che avrebbe potuto fargli il giro della faccia e degli occhi così peccaminosi da poter spogliare qualcuno col solo sguardo.
“Ah sì?... Bene allora, scommettiamo. Ma attento, Darling... Se tuo fratello non riuscirà ad ottenere un bacio da Nozomi entro la fine di questo scambio culturale, tu perderai... E in tal caso, per un giorno intero tu dovrai fare TUTTO QUELLO CHE VOGLIO. Ci stai?~ <3 ”
“CERTO CHE CI STO!!!” rispose lo scheletro senza pensarci due volte. “Ma se invece Sans otterrà entro il tempo previsto questo fantomatico bacio, tu dovrai sottostare ad una prova di forza e coraggio decisa e imposta dal Grande Papyrus!!!”
“Andata.” disse Mettaton stringendogli la mano. Questi poi si rivolse a Rin, che ovviamente aveva assistito a tutta la scena ma senza il coraggio di proferir parola (anche perché pure lei non aveva davvero compreso a fondo le allusioni del robot).
“Rin-Darling, tu sei il prezioso testimone di questa scommessa. A te l'onore di tagliare!”
“OK! Che vinca il MIAgliore!” rispose lei dividendo le mani dei due mostri.
Con un tempismo perfetto Nico riuscì finalmente a ritrovare il suo compagno, che aveva perso di vista poco prima.
“MTT, sbrighiamoci a legarci!!! Tra pochissimo si inizia!!!” gridò lei con fare leggermente infastidito a causa della fretta.
“SUBITO, NICO-DARLING!!!” Rispose lui recuperando il suo tono esageratamente alto. “DIMMI, SEI ABILE CON PUZZLE E ROMPICAPO!?!?”
Oltre che infastidita, a quella domanda la loli moretta si fece anche piuttosto imbarazzata.
“Ehm... Domanda di riserva?...”
“COME NON DETTO, CARA. C'È FORSE QUALCHE AVVERSARIO CHE RITIENI PARTICOLARMENTE TEMIBILE?!”
“Maki ed Eli, decisamente. Anche Umi se la cava abbastanza bene, mentre Rin e Honoka sono più o meno al mio livello. Le altre sono nella media.” spiegò lei.
“OH, MA NON DIMENTICARE CHE PAPYRUS PARTE AVVANTAGGIATO! ANCHE FRISK SE LA CAVA MOLTO BENE, E POI OVVIAMENTE C'È ALPHYS CHE È IL SOLITO GENIO!” aggiunse lui.
“Beh, ma anche noi partiamo avvantaggiati, no? Voglio dire, sei un robot! Con la tua mente artificiale risolverai i puzzle in un batter d'occhio!”
“Ehm... Darling, non è propriamente così. Il mio corpo è artificiale, ma sono sempre un mostro... La mia anima e la mia mente sono come tutte le altre.” disse riabbassando nuovamente il tono per l'imbarazzo.
“Ah... Ma almeno te la cavi bene in queste cose, vero?”
“Beh... Nella media.”
“Mi stai dicendo che siamo seriamente quelli che partono con maggior svantaggio?!?”
“A quanto pare... MA ANCHE SE POCHI, QUEI PUZZLE LI RISOLVEREMO IN MANIERA ESTREMAMENTE FA-VO-LO-SA!!!”
“Evvai...”
Piano piano tutti i partecipanti ultimarono i preparativi per la prova. Le altre coppie non ci avevano messo molto ad organizzarsi: Maki era estremamente sicura delle sue capacità in quel campo, e allo stesso modo lo era Alphys, sulle quali rispettivamente Toriel e Hanayo facevano affidamento. Umi e Frisk si erano persi giusto ad esercitarsi un po' a camminare a tre gambe, poiché la netta differenza di altezza tra i due rendeva la cosa molto più complicata, ma a livello di strategia si erano accordati letteralmente in tre parole, tutte pronunciate dalla idol.
“Reggiti bene, ok?”
Frisk si limitò ad annuire.
L'unica coppia che sembrava avere delle difficoltà vere era quella di Eli ed Asgore. Non perché i due non andassero d'accordo, anzi, sembravano intendersela abbastanza bene, ma semplicemente perché la giovane idol sembrava estremamente imbarazzata nel dover stare a così stretto contatto fisico con il Re dei mostri.
“Non temere, giuro che sto attento a dove tocco! Non voglio certo approfittarmene o farti male!” aveva spiegato lui, temendo che lei fosse restia poiché intimorita dalla sua stazza.
“N-Non è quello il punto!!! N-N dubito della vostra rettitudine, Maestà!!! È solo che io... Non sono degna di toccarvi...”
“Oh, ancora con questa storia? Ma Eli cara, te l'ho detto, non c'è bisogno di tutto questo formalismo!” rispose lui con una paciosa risata. “Siamo compagni di squadra ora! Non vedermi come un Re. Vedimi piuttosto come un amico, oppure... Come un papà?”
A quelle parole Eli capì che, per quanto si potesse sforzare, resistere con freddezza e distacco alla dolcezza e alla bonaria pacatezza di quel peluche di tre quintali con una corona in testa che si trovava davanti, non era oggettivamente possibile, e alla fine anche lei dovette cedere.
“Ok... Ma vi chiamerò comunque con un titolo onorifico... Mr. Dad Guy?”
“Ahahah! Questo mi piace molto di più!” rise lui, mentre si appropinquavano alla riga di partenza.
Finalmente tutte le coppie furono in posizione. Un buffo cagnolino bianco si avvicinò alla riga trascinandosi dietro un grosso gong, che avrebbe funto da segnale di partenza. Poi abbaiando segnò il conto alla rovescia, ed infine si gettò sul grosso piatto di ottone.
BARK!... BARK!... BARK!... GOOOOOOOOOOONNNNNNNNNNNGGGGGGG!!!!!!!
Con un cane schiantato contro un gong, la Big Snowdin's Three-leg Puzzle Run ebbe finalmente inizio.

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