The Arena~Completi.

di Trisha_Elric
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorriso ***
Capitolo 2: *** Arena: combatti ***



Capitolo 1
*** Sorriso ***


SORRISO

 

-Io..-

Il cuore di Marinette accelerò ancora di più, anche se lo credeva impossibile, rimanendo immobile di fronte a lui con le braccia tese in avanti; il regalino nel suo palmo di mano rischiò seriamente di cadere.

-Mari..- mormorò lui dopo alcuni istanti di esitazione, lo sguardo addolorato e imbarazzato.

-Io non posso accettare questo, il tuo regalo il resto..-

-Ma..perchè?-

-Perchè..- Adrien sospirò appena e si riavviò i capelli folti con le dita per cercare di placare il suo dispiacere. -Sono innamorato di un'altra.-

Il mondo di Marinette sembrò crollarle addosso: il suo grande amore era innamorato di un'altra persona che non era lei. Chi era? Poteva competere con quella persona? Era qualcuno che stava nel mondo della moda? Come avrebbe potuto anche solo sperare di piacergli? Tutti i suoi piani, le sue fantasie, i suoi desideri..era tutto crollato.

-Posso sapere chi sarebbe?- mormorò la mora, autoflagellandosi con quella domanda, ritirando le braccia verso il suo petto, stringendo convulsivamente il pacco a .

Adrien esitò qualche istante, poi chiuse gli occhi e sospirò.

-Ladybug.-

 

***

 

Doveva essere felice. Doveva essere al settimo cielo.  Adrien l'amava, era innamorato di lei! Era riuscita a conquistare il suo cuore, era la donna dei suoi pensieri! Avrebbe dovuto volteggiare ad occhi aperti versi il cielo, felice come non mai del suo amore ricambiato.

Invece no.

No! Lui non ama me. Lui ama Ladybug!

Marinette strinse maggiormente il cuscino, rannicchiandosi e alzando appena la testa da esso, rivelando gli occhi lucidi e arrossati dal pianto, osservò il pacchettino sulla sua scrivania. Non riusciva a credere che dopo aver preso il coraggio a due mani era riuscita a dichiararsi al ragazzo che amava ..non riusciva a credere che fosse andata in quel modo.

Era davvero così diversa dall'eroina di cui indossava la maschera? Era talmente distinta da lei tanto da essere considerata due persone chiaramente distinte? Ciò non le aveva mai fatto male con Ayla e gli altri, anzi più loro la vedevano diversa da lei e meglio era..ma con Adrien no, con lui era diverso.

Essere amata come Ladybug voleva dire non amare Marinette. E lei voleva essere amata, o se lo voleva, da entrambe le parti. Nella sua completezza.

-Marinette..- sussurrò la piccola kwami rossa, svolazzando vicino a lei con lo sguardo triste.

Eccola lì, pensò la ragazza osservandola con un moto di rabbia improvviso, il motivo del mio dolore.

-Come ti senti?- ella si accucciò vicino a lei, speranzosa di poter far qualcosa per la sua custode.

Nuove lacrime solcarono il viso della mora, vergognandosi delle cose che aveva appena pensato sulla sua kwami. Lei non aveva nessuna colpa.

-Oh Tikki...- mormorò Marinette accarezzandole il capo con un dito. -Sto un po' così..-

-Mi dispiace così tanto..-

-Posso farti una domanda?- chiese la ragazza mettendosi a sedere sul materasso, non smettendo di stringere il cuscino.

-Certo!- rispose lo spiritello volteggiando all'altezza del suo viso, gli occhi grandi.

-Quante volte è accaduta una situazione simile con le precedenti Ladybug?-

Tikki rimase in silenzio qualche secondo,  poi rispose abbassando leggermente le antenne.

-Sempre.-

 

***

 

̴̴̴̴ Chat Noir si era ripromesso che le avrebbe parlato non appena si fossero incontrati nuovamente.

La dichiarazione che aveva ricevuto da Marinette lo aveva fatto riflettere: gli si era spezzato il cuore averla dovuta rifiutare, ma non poteva mentire a se stesso; lo aveva notato da tempo quel suo sentimento non ricambiato ma era giusto che lei sapesse la verità. Questo lo aveva portato alla decisione di dichiararsi; anche lui non riusciva più a reprimere quel sentimento che sentiva ormai da tanto.

Abbassò lo sguardo sul suo Miraculous: 4 minuti alla ritrasformazione. Poteva farcela.

-M'lady!- esclamò quando la vide tornare da lui dopo aver messo al sicuro la vittima dell'akuma di quel giorno.

-Chat!- lo guardò sorpreso. - Che ci fai qui? Abbiamo poco tempo.- sospirò la mora.

-Ti devo parlare, seriamente!- disse lui speranzoso, parandosi davanti a lei, prendendole le mani tra le proprie.

-Chat Noir..- mormorò sospirando e guardandolo stanca. -Non sono proprio in vena..-

-Devo solo dirti una cosa.- le sorrise imbarazzato e sfacciato allo stesso tempo.

-Sentiamo.- disse sconfitta la ragazza guardandolo negli occhi e rimanendo in silenzio.

-Io ti amo, Ladybug. Dal primo momento che ti ho visto.- confessò il ragazzo socchiudendo gli occhi smeraldini.

La mora sgranò gli occhi azzurri e allontanò la presa dalle sue mani di scatto, quasi inorridita.

-No! Ma come pensi che io possa amare uno come te, eh?! Non so che faccia tu abbia, ma non posso nemmeno pensare lontanamente di poter amarti.-

-Ma..Lady.-

-Mi disgusti Chat.   ̴

 

Adrien si svegliò di colpo, affannato.

Fortunatamente era soltanto un incubo. pensò il ragazzo asciugandosi la fronte imperlata con il dorso della mano.

-Che hai da urlare a quest'ora? - mormorò Plagg alzandosi in volo di qualche centimetro dal materasso.

-Ho fatto un brutto sogno.- deglutì appena scendendo dal letto e andando verso la finestra per cercare un po' di fresco.

-Di che tipo?- chiese senza curiosità il piccolo kwami nero, svolazzando verso il suo puzzolente formaggio preferito.

-Mh..niente di importante.- disse Adrien non volendo ricordare il sogno appena fatto.

La sua conversazione con Marinette deve averlo suggestionato a tal punto da fargli affiorare la paura che non voleva affrontare: essere respinto da Ladybug. E se non era ricambiato?

Doveva essere tremendo essere respinti dalla persona che ami.

A questo pensiero, il ricordo della sua amica riaffiorò: i suoi occhi lucidi da un pianto imminente, la voce tremante e il sorriso..quel sorriso lo aveva ucciso; il sorriso di chi cerca di non fargli pesare quella situazione.

Solitamente quando rifiutava una ragazza, quest'ultima piangeva senza ritegno, supplicando di ripensarci o solo di provarci, rendendo il tutto solo più triste e patetico.

Perchè invece Marinette gli aveva sorriso? E perchè la cosa lo aveva talmente colpito?

Forse si sarebbe dovuto scusare con lei..dopotutto erano amici.

-Adrien?-

-Dimmi Plagg.- mormorò il biondo osservando il cielo stellato.

-E' finito il camembert.-

-Chissà cosa succederebbe se lanciassi il Miraculous da questa altezza. Si frantumerebbe in piccoli e deliziosi pezzi?-

-Sei crudele!- esclamò il kwami andandosi a sedere sul materasso da dove era stato svegliato poco prima-

-Tsk.-

 

***

Ore 8.00

 

-Sveglia Marinette, devi fare colazione prima di andare a scuola o farai tardi!-

-Arrivo mamma!-

La corvina sospirò e si guardò allo specchio: non aveva chiuso occhio e aveva passato l'ultima mezzora a nascondere invano le brutte occhiaie e gli occhi gonfi.

-Non mi va di andare.- sentenziò la ragazza non riuscendo più a osservare il suo riflesso.

-Coraggio Mari, andrà tutto bene. Sii forte, prima riesci ad affrontarlo e meglio sarà.-

-Mh mh.-

Decidere di fare come se nulla fosse sembrava impossibile in quel momento ma sapeva che era la situazione migliore, ne aveva parlato con Tikki tutta la notte. Non poteva obbligare Adrien ad amarla ma non poteva accontentarsi di essere amata da lui solo come Ladybug. L'unica soluzione era andare avanti come aveva sempre fatto, cercando di fare forza su se stessa per smettere di amarlo.

Ma quando si tratta di vero amore allora la cosa cambia.

-Andiamo allora.-

 

***

 

Durante le lezioni, Marinette aveva sorriso a tutti come sempre, ignorando gli sguardi curiosi dei suoi compagni che sicuramente sapevano del rifiuto di Adrien, ignorando le frecciatine infelici di Chloè. Aveva sorriso anche ad Adrien, salutandolo con un cenno della mano facendo restare quest'ultimo di sasso. Ancora quel sorriso, quello sguardo gentile. Perchè?

*

-Marinette, ti va di andare a fare merenda nel cortile?- chiese Ayla con un sorriso incoraggiante, cercando in tutti i modi di far svagare la sua migliore amica in qualche maniera.

-Va bene.- rispose ella prendendo la cartella. - Ti raggiungo tra un minuto, vado in bagno.- e sorridendo si avviò fuori verso i bagni.

Ayla la guardò con tristezza, sospirando e scuotendo il capo appena. - Speriamo che si riprenda presto.- i suoi sorrisi, gentili all'apparenza, erano colmi di un'amarezza che difficilmente sfuggiva. La sua amica era davvero forte, non c'era dubbio.

-Andiamo fuori allora?- chiese Nino avvicinandosi con lo zaino in mano.

-Si andiamo.-

-E Marinette?-

-E' andata in bagno, ci raggiungerà a breve.-

Udendo queste parole, Adrien si alzò dal suo posto e si avviò verso l'uscita dell'aula senza dire niente.

-Adrien, tu non vieni?- chiese l'amico, titubante, guardando la ragazza scura affianco a lui.

-Andate pure, io vi raggiungo.- e detto questo, senza nemmeno voltarsi, il biondo uscì.

 

 

*

 

-Coraggio Marinette, così farai capire a tutti che stai uno schifo.- si rimproverò la mora guardandosi allo specchio.

-Io penso che tu te la stia cavando benissimo.- disse Tikki sorridendole dolcemente.

-Grazie amica mia.- disse la ragazza per poi sciacquarsi il viso con il getto debole del rubinetto, sospirando dopo aver finito.

Bene, posso farcela. Sorridere e sorridere.

Si sistemò la frangetta da davanti agli occhi e uscì dal bagno; appena voltò l'angolo, la ragazza notò una figura appoggiata al muro e sussultò.

-Adrien! Mi hai spaventata.-

-Scusami.- mormorò il biondo imbarazzato, alzando lo sguardo verso di lei.

Marinette lo guardò qualche istante, guardando la sua figura stupenda, perfetta in tutto, dal viso più bello che avesse mai visto. Gli sorrise con dolcezza e successivamente abbassò lo sguardo con l'intento di andare verso il cortile.

-Aspetta.-

Sentendosi bloccare un braccio, la mora si voltò indietro notando il biondo che la teneva.

-Devo parlarti..-

-No, non è il caso.- la ragazza cercò di andarsene ma non ci fu verso, lui sembrava incatenarla sul posto con il suo sguardo.

-A proposito di ieri..-

-Adrien, è tutto ok. Non mi devi nulla.- la corvina gli sorrise nuovamente con gentilezza, cercando di sfuggire dalla sua presa; era difficile resistere alla sua parte del ''va tutto bene'' se lui continuava a toccarla.

Adrien a quel punto sembrò esasperato e si riavviò nervoso i capelli, tenendo saldamente la presa sul suo braccio.

-Dannazione Marinette, ma perchè sorridi?! Non dovresti sorridere! Ti ho spezzato il cuore, non è normale fare così!-

La ragazza sgranò gli occhi, guardandolo in silenzio per secondi interi, sentendo un groppo alla gola e l'arrivo di nuove lacrime sembrò inevitabile. Dal canto suo, il biondo sembrava fuori di .

No ti prego,  non piangere qui! Si urlò la mora con tutte le forze.

Il sorriso che aveva in viso le morì in volto e abbassò lo sguardo.

-Davvero me lo stai chiedendo?-

Non fecero in tempo a dire altro che un enorme boato li scosse entrambi, facendoli cadere a terra. Marinette alzò il viso verso la direzione del rumore e notò a poca distanza da loro una figura enorme che stava seminando il panico.

Un akuma.

 

-Angolo Autore-

 

Sbam bambini! Dovevo continuare l'altra long..ma ho avuto idea per questa nuova ff a due capitoli e boh, ho scritto! Non è particolarmente originale ma mi sono sempre chiesta come potesse andare una cosa del genere e quindi mi sono buttata a mo di  delfino (??)

Ok basta, buona lettura e grazie a tutti coloro che leggeranno, recensiranno e altro :D <3

Un bacione

 

Trisha_Elric

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Capitolo 2
*** Arena: combatti ***


 

ARENA: COMBATTI

 

 

Note: questa ff, in particolare questo capitolo, è stato ispirato da un brano di Lindsey Stirling ''The Arena''(da cui è tratto il titolo) quindi io vi lascio il link della canzone qui sotto. Inserirò un asterisco (*)quando andrebbe iniziata a sentire la musica per una lettura più..suggestiva?

Devo ringraziare NikkyP  perchè mi hai ispirato questo tipo di intrattenimento quindi chiunque legga questa ff passi anche a leggere le sue storie che sono davvero belle.

Detto questo..buona lettura. ̴  Per la musica clicca qui : https://www.youtube.com/watch?v=4MCjU-Du3eI

 

Quando la creatura colpì nuovamente le mura, i due ragazzi dovettero accucciarsi a terra per ripararsi dai detriti; Adrien si era parato d'istinto sopra Marinette per proteggerla dall'urto.

L'akuma aveva le sembianze di una donna sulla trentina avvolta da un tubino nero che la fasciava interamente, le braccia erano ricoperte di una serie di quaderni dalla copertina rigida, i capelli castani, striati di blu, erano raccolti in alto  grazie a varie penne, molto simili a quelle che brandiva.

Ci vollero davvero pochi secondi prima che i due capissero che quella non era altro che la loro insegnante : ella colpiva le sue vittime grazie all'inchiostro delle sue penne le quali provocavano piccoli fulmini di china; i registri sulle sue braccia servivano ad individuare e punire le persone che trovava davanti a lei grazie all'utilizzo del proprio nome.

-Papillon suggerisce che tra voi,miei cari studenti, si celino i nostri fantastici eroi. - cinguettò Maître de la Terreur mentre i registri si aprivano e giravano le pagine secondo il comando dell'akuma.

-Meglio velocizzare i tempi.- le pagine si fermarono e l'akumatizzata scrisse dei commenti accanto ad alcuni nomi:

Chloé Bourgeois: bocciata

Sabrina Raincomprix: bocciata

Alix Kubdel: bocciata

Nino Lahiffe: bocciato

Alya Césaire: bocciata

Coloro che riceverono questo giudizio si tramutarono in marionette di legno con le orecchie da asino che eseguivano incondizionatamente i voleri di Maître de la Terreur; tutte quante brandivano una penna che conferiva loro parte dei poteri dell'akuma.

-Trovate Chat Noir e Ladybug, liberatevi del resto.-

 Le creature annuirono all'unisono in maniera meccanica e si dividero per la ricerca.

-Dannazione, dobbiamo scappare da qui.- mormorò Adrien sollevando il busto dopo aver ascoltato la conversazione. Si alzò in piedi e aiuto la mora a fare altrettanto.

-Va tutto bene Marinette?-

-T-tutto benissimo.- rispose affaticata, guardandosi attorno.

Entrambi sapevano cosa fare.

Entrambi sapevano di doversi separare per agire.

Ma come poteva Adrien lasciare la sua amica in quel momento?

-Vieni.- la prese per mano-Dobbiamo nasconderci!-

Presa alla sprovvista, la ragazza fu costretta a seguirlo, abbassando lo sguardo verso la borsa, notando Tikki preoccupata.

I due ragazzi corsero verso l'atrio della scuola, incastrandosi sotto la scalinata, riparata da alcune travi crollate precedentemente.

-Qui dovresti essere al sicuro, Mari.- ansimò il biondo guardandosi attorno per poi rivolgere il suo sguardo verso di lei. -Mi raccomando, non muoverti.-

La corvina lo guardò allibita. -Cosa hai intenzione di fare? Dobbiamo restare qui! E' pericoloso fuori.-

-Stai tranquilla, andrà tutto bene! Voglio vedere se anche gli altri stanno bene.- le sorrise gentile, quel sorriso che lei amava da morire.

-Perchè devi fare così? Non è giusto che tu ti sacrifichi Adrien!- esclamò Marinette preoccupata, trattenendolo per la manica, lo sguardo supplichevole.

Il ragazzo rimase a guardarla alcuni secondi in silenzio poi, come se avesse scordato in che situazione si trovavano, si chinò su di lei con uno sguardo indecifrabile, misto a rabbia e tristezza.

-No Marinette, perchè tu fai così?! Come ti ho detto prima, io ho rifiutato il tuo amore..come fai a essere così dolce con me se io ti ho respinta?!-

-Ma cosa centra?! Non puoi pretendere che quello che provo si dissolva come una bolla di sapone! E poi tu non hai colpa! Non pretendo che tu mi ami, a me basta sapere che tu stai bene! Quindi per favore, non uscire!- aveva parlato con disperazione, il terrore nel saperlo andare via.

Adrien rimase immobile, gli occhi sgranati mentre ascoltava quelle parole come se fossero entrati nel suo cervello di prepotenza, rimbombando per interi secondi. Era davvero questo l'amore? Amare qualcuno incondizionatamente, senza il bisogno di essere ricambiati?

-Marin..!- non finì di pronunciare il suo nome poichè vennero interrotti entrambi da un nuovo boato che disintegrò le travi che riparavano i due ragazzi; sicuramente la loro conversazione era stata udita da una delle marionette che li stavano cercando. I due riportarono diverse ferite più o meno gravi su tutto il corpo impolverato.

-Trovati due soggetti, fatemi controllare se avete i Miraculous.-  esclamò meccanicamente il burattino di Sabrine, avvicinandosi a loro con passi decisi.

Adrien, che aveva riportato una ferita alla schiena, gemette di dolore allontanandosi dal corpo di Marinette, il quale aveva tentato di proteggere con il suo durante l'esplosione.

-Corri via Mari.- esclamò affaticato, tenendosi con la mano sinistra la spalla destra dolorante, non staccando lo sguardo da Sabrina.

-Scappa immediatamente.-

-No! Adrien andiamo via insieme!-

-Non fare la stupida, corri via!!- urlò il ragazzo indietreggiando fino a che la schiena ferita non urtò la parete.

-Fai come ti dico, andrà tutto bene!- si voltò verso di lei con un sorriso. -Credimi.-

Marinette lo guardò con sguardo disperato, volse il viso verso la marionette ormai prossima al ragazzo. Se si trasformava in Ladybug  avrebbe potuto salvarlo.

Abbassò lo sguardo e si allontanò da lui a grandi falcate, intenzionata a indossare i panni dell'eroina.

-Coraggio Marinette, trasformati subito!- esclamò Tikki dalla sua borsa.

La mora aveva percorso pochi metri da dove si trovava prima e quando si voltò vide il burattino afferrare il collo del ragazzo e sollevarlo verso l'alto mentre quest'ultimo imprecava di dolore.

Non avrebbe mai fatto in tempo.

Doveva agire ora, non poteva più aspettare.

Bastò vedere quell'immagine per far scattare in lei quella molla di coraggio e determinazione che aveva sempre quando era Ladybug,

 

-Controlliamo se hai il Miraculous.- Sabrina intensificò la presa sul suo collo mentre con la mano libera gli afferrò il polso della mano destra, stringendolo. Adrien sentì le forze venirgli meno, cercò di divincolarsi il più possibile ma sentiva la vista appannarsi sempre di più.

-N-no..-

(*) In quel momento si poté udire un suono forte e distinto, simile ad uno stung seguito da un tonfo sordo: la marionetta era a terra, scaraventata a qualche metro di distanza mentre Marinette era davanti ad un Adrien chino a terra a riprendere fiato. Quando sollevò lo sguardo la vide e una scarica di terrore lo attraversò.

-Cosa stai facendo qui?! Ti avevo detto di..!-

-No.- lo interruppe girando lo sguardo verso di lui.-Tu stai bene?-

Il ragazzo non rispose e si limitò a fissare il suo sguardo determinato eppure..sereno.

Annuì appena con il capo.

-Ottimo.- gli sorrise gentile e voltò lo sguardo verso il burattino, una trave di legno stretta tra le mani.

-Andrà tutto bene.- e detto questo Marinette si avvicinò a Sabrina, la quale si era rialzata e l'aveva puntata.

-Vogliamo giocare insieme, che ne dici?- chiese la corvina sorridendo e avvicinandosi ancor di più. La marionetta la osservò per alcuni istanti poi prese la penna che aveva con , un frammento del potere della maestra, e gliela puntò per evocarle contro fulmini di inchiostro. Marinette schivò agilmente i lampi, tenendo saldamente la presa sullo strumento.

-Fammi vedere il Miraculous.-

-Miraculous? Non so di cosa tu stia parlando.- le sorrise nuovamente la ragazza, schivando ogni tentativo di essere afferrata da lei con estrema grazia nei suoi movimenti.

Pensa Marinette, pensa! Il potere che sta usando viene senza dubbio dalla sua penna. Mi basterà romperla per mandarla fuori gioco.

Si guardò attorno tra una schivata e l'altra e l'idea le balenò all'improvviso. Sorrise e si allontanò di scatto correndo in avanti seguita da una Sabrina furente che scaraventava continui fulmini contro di lei.

Ma lei era agile, lei era aggraziata, perfetta. Anche senza maschera, qualcosa in lei era scattato e stava combattendo proprio come faceva quando era l'eroina.

La corvina si arrampicò su alcuni rialzi e guardò il burattino sotto di lei che cercava di afferrarla con le braccia tese in alto.

-Mi hai stancata!- sbraitò Sabrina puntando la penna verso di lei.

Eccolo, il momento perfetto.

Marinette prese una piccola rincorsa e saltò poco in avanti.

Sabrina rimase impietrita, non capendo cosa stesse per succedere.

Adrien, che non le aveva tolto gli occhi di dosso, la guardò con sguardo allibito: quelle tecniche, quell'agilità, quel sorriso. La vide mentre si librava in aria nel suo salto e la verità lo colpì come un pugno in faccia.

-Come ho fatto a non vedere...- mormorò egli quasi con le lacrime agli occhi.

Appena arrivò nel punto più alto, Marinette si chinò in avanti eseguendo una perfetta capriola che le permise di colpire la penna di Sabrina con la trave di legno e atterrare a terra senza il minimo errore.

-...e' lei..-

Appena la penna si frantumò in mille pezzi, il burattino cadde a terra senza vita, poi venne avvolto da un alone nero/bluastro fino a che non scomparì, rivelando una Sabrina in carne ed ossa, svenuta. La corvina si inginocchiò su di lei e osservò che stesso bene, infine sorrise e si alzò voltandosi fieramente verso Adrien.

Appena i loro sguardi si incrociarono, il ragazzo sfumò anche l'ultimo dubbio rimasto.

-Ladybug...-mormorò con la voce strozzata, incredulo, felice ma pieno di vergogna verso se stesso.

-Stai bene?- chiese Marinette correndo verso di lui dopo aver fatto cadere la trave a terra.

-Si..- rispose con un soffio guardando a terra.

La corvina gli sorrise e fu pronta ad alzarsi di nuovo per poter andare a sconfiggere come si deve l'akuma. Questa volta però ad impedirle di fuggire fu proprio Adrien.

-Perdonami.-

La ragazza sgranò gli occhi e lo guardò.

-Sono stato..meschino. Tu..tu mi ami così come sono, senza pretese e senza aspettarti nulla da me.- mormorò quelle parole senza guardarla negli occhi.. per paura che lei vedesse i suoi.

-Io invece ero innamorato di un ideale che mi aveva stregato dal primo momento. Ladybug è così forte, decisa, sicura di se, divertente ed estremamente dolce..invece di associarla io l'ho tenuta distinta da tutte le altre, chiudendola in un'ampolla. Invece era così chiaro..- Adrien alzò lo sguardo verso di lei e si odiò nel mostrarle il suo viso vulnerabile, pieno di amarezza, disgusto verso se stesso.-Era chiaro come il Sole. Amare incondizionatamente come fai tu, impedire di farmi soffrire mostrandoti addolorata per il mio rifiuto..e poi poco fa, il modo in cui hai affrontato Sabrina. Tu sei lei, tu sei Ladybug.-

Quando sentì pronunciare quelle parole, Marinette credette di crollare. Non sapeva cosa dire, cosa fare.

-Io non..-

-L'ho visto.- le disse il biondo con un sorriso debole, abbassando lo sguardo. -Tu sei lei come lei è te. Io ero così idiota da non capirlo. - Si portò una mano sul viso, massaggiandosi la guancia. -Così forte, così fiera..eppure così impacciata e timida. Sono davvero un idiota. Ti prego, scusami...-

Marinette, senza pensare alle rispettive ferite, gli si buttò tra le braccia con le lacrime che le solcavano il viso impolverato. Il biondo sgranò gli occhi, ignorando le fitte dolorose che pervadevano il suo corpo dolorante, e ricambiò l'abbraccio subito dopo.

-Stupido Adrien!-

-Nessuno mi aveva mai chiamato stupido finora..- mormorò con dolcezza il biondo, stringendola a .

-Allora inizierò io: stupido...stupido..-

-Hai ragione.- mormorò lui sospirando dolcemente.

Si sentì un nuovo boato, più lontano, e i due furono costretti a separarsi.

-Io..devo andare.- mormorò Marinette abbozzando un sorriso imbarazzato, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano.

Il biondo la guardò in silenzio e poi, assieme a lei, si alzò.

-Ti prego di mantenere il segreto.- lo guardò negli occhi, perdendosi in quello smeraldo tanto stupefacente.

-Ma certo.- le promise il biondo afferrandole il dorso di una mano.

-Ma solo se tu terrai segreto il mio.- glielo baciò dolcemente e sollevò lo sguardo verso di lei, ammiccandole. - Ok, my lady?-

Marinette sgranò gli occhi, sconcertata, e lo guardò stupefatta.

-Beh..- si grattò la nuca imbarazzato.-Abbiamo fatto un errore entrambi, eh? Non credo tu lo sospettassi.-

-N-no.- mormorò la ragazza guardandolo con occhi enormi e colmi di stupore, abbassando successivamente lo sguardo verso terra. Stava riformando un puzzle che da troppo tempo era rimasto incompleto.

-Principessa.- la richiamò sorridendole dolcemente, accarezzandole la guancia con un dito. -Ho voluto dirtelo perchè tu mi hai permesso di guardarti e amarti nella tua interezza, nella tua completezza. Lascia che anche io ti mostri il vero me: amante della scuola, degli amici, modello attraente e riservato ma anche Chat Noir, eroe sbruffone che non è vincolato da nessun legame  ma che fa ciò che gli riesce meglio, ovvero salvare Parigi e amare Ladybug.-

I loro sguardi si incatenarono per interminabili secondi, vedendosi per la prima volta realmente.

-Allora, my lady, che ne dici di andare a salvare Parigi insieme ancora una volta ora e di accettare il mio invito a prenderci un gelato più tardi?-

Marinette arrossì subito e annuì divertita. Lo guardò con sguardo tenero e tenendo le mani premute contro il proprio petto si alzò sulle punte per potergli sfiorare il naso con le labbra.

-Accetto Kitty.-

Adrien la guardò intensamente, arrossito, ricambiato dalla corvina: non uscirono parole, non uscirono suoni; in quel momento non serviva dire nulla poiché entrambi sapevano cosa era celato dietro quel silenzio.

Ti amo.

Quando si tratta di vero amore c'è poco da fare. Non bisogna aspettare che l'anima gemella arrivi e si presenti alla vostra porta, bisogna combattere per ottenerlo, per mantenerlo e custodirlo.

Combattere in un'eterna lotta meravigliosa, fatta di alti e bassi, che dona tante soddisfazioni.

Combattere proprio come in un'arena.

 

-Tikki, trasformami!-

-Plagg, trasformami!-

 

 

-Angolo autore-

Finito. CHE SUDATA.

Non so cosa cavolo mi sia uscito, ho buttato parole su parole e nulla. Ecco cosa succede ascoltando Lindsey :'D

Beh spero vi sia piaciuta, grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia e grazie a chi leggerà quest'ultimo capitolo!

Spero di tornare a breve nella ff ''Sfortuna del gatto nero'' ma credo proprio di si pargoli!

Grazie ancora a tutti, un bacione <3

Trisha_Elric

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