Richiamo dal Futuro ~ Spin-off

di Zeon97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elsword sei un idiota! ***
Capitolo 2: *** S-sul serio...?! ***
Capitolo 3: *** Ad un passo dalla morte! ***
Capitolo 4: *** Dentro il castello! ***
Capitolo 5: *** A scuola! ***
Capitolo 6: *** Guerra fra donne! ***
Capitolo 7: *** Appuntamento con Aisha! ***
Capitolo 8: *** Armageddon! - parte 1 ***
Capitolo 9: *** Armageddon! - parte 2 ***
Capitolo 10: *** Verità! ***
Capitolo 11: *** Lieto fine! - parte 1 ***
Capitolo 12: *** Lieto fine! - parte 2 ***



Capitolo 1
*** Elsword sei un idiota! ***


Passarono circa due mesi dalla fine di quella avventura, e ormai la tranquilla vita quotidiana era giunta per tutti i nostri eroi: Aisha e Chung frequentavano il quarto anno delle superiori puntando al diploma, Rena faceva l’insegnante di biologia nella stessa scuola del paladino e della streghetta, mentre Elsword... frequentava la prima elementare.
Raven stava dando lezioni di matematica allo spadaccino.

“Allora Elsword… te lo rispiego ancora una volta... e stavolta apri bene le orecchie” disse con il sudore in fronte Raven (detto anche il folle per via della sua passata esperienza che lo ha portato a diventare più forte).
“Certo maestro, stavolta non ti deluderò!” rispose Elsword con entusiasmo.
“Bene… vedi queste mele?” disse il folle poggiando sul banco dello spadaccino 7 mele verdi “ ora se ne aggiungo altre 3, quante mel…”

Raven d’un tratto interruppe la sua spiegazione dato che le 7 mele erano sparite!

“M-ma…” balbettò il folle.
“Oh scusa non ho resistito perché la Melinda è la mia marca preferita. Cosa volevi dirmi?” rispose Elsword mentre usava uno stuzzicadenti “comunque la risposta è 3 giusto?”

Il folle si trovava ormai sul punto di staccargli quel faccino da Gesù bambino con la sua mano Nasod.
Sul suo viso, sul collo e sul braccio umano erano in bella vista le sue venature.

“Come diavolo fai essere così deficiente?!” sbraitò Raven sbattendo le mani sul banco rompendolo “perché non riesci a capire che 7+3 fa 10?! Fa 10!! 10!! Guarda conta con me!!”

Il folle d’un tratto si mise a saltare sul posto contando ogni balzo.
Al 7 Elsword lo interruppe.

“Cosa veniva dopo il 7?”

Delle borse comparirono all’improvviso sotto le palpebre del folle, i suoi capelli diventarono ancora più bianchi, e gli occhi iniettati di sangue. Per riuscire a calmare il suo istinto omicida, Raven fece un respiro profondo.

“Avevo la possibilità di diventare tenente nell’esercito di Belder al posto Vanessa… e invece sono finito a fare l’insegnante privato pensando di condurre una vita tranquilla e ben ripagata” spiegò Raven singhiozzando “QUANTO VORREI NON AVER ACCETTATO DI AIUTARTI”

Elsword, per consolare l’amico, prese una delle tre mele e la offrì al suo amico.
Lui la accettò, ma dopo averla presa in mano, la lanciò per terra e sprigionò un urlo animalesco.

“Io t’ammazzo!” dichiarò Raven alzando minacciosamente le sue mani su di lui.

All’improvviso fecero irruzione delle persone che portarono via di peso il folle mentre egli pronunciava ogni genere di minaccia di morte e volgarità nei confronti dello spadaccino.

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Capitolo 2
*** S-sul serio...?! ***


Steso sul divano di casa sua, la mente dello spadaccino era sospesa in mezzo tra sogno e realtà. Nella sua riflessione, si chiese cosa desiderava veramente, e gli apparve in mente una figura sfocata. Provò più e più volte a rendere chiari i lineamenti di quell’immagine, ma senza successo. Allora egli si concentrò di nuovo sulle emozioni che provava per quella figura, su cosa poteva essere, e perché lo desiderava tanto.
Finalmente ci era riuscito.
I lineamenti di quella figura sfocata divennero più chiari, e riuscì a capire l’oggetto verso cui provava sentimenti.
Spinto dal suo desiderio, lo spadaccino era deciso a non demoderdere.
Avendo ben chiaro in mente cosa voleva fare, prese il telefono di casa sua e compose un numero.

"Pronto, Aisha?"
"Si… sei Elsword? Perché mi hai chiamato proprio ora?"
"Perché c’è una cosa che ti voglio chiedere."

La ragazza che si trovava dall’altra parte a quella cornetta si interruppe per un momento.

"E non potevi asp..."
"No, non posso più aspettare" sentenziò lui con tono di voce alta e tremante "voglio solo vederti in questo momento per chiedertelo."

Davanti a questa affermazione, la ragazza che si trovava dall’altra parte della cornetta venne travolta dall’emozione.
Le vennero le lacrime agli occhi, ma cercò comunque di coprire i singhiozzi coprendosi la bocca con la mano

"Vengo davanti a casa tua... aspettami" aggiunse il ragazzo prima di riattaccare.

Aisha teneva ancora la cornetta davanti all’orecchio nonostante da essa usciva solo un suono continuo.
Stava provando un misto di dolore e felicità.
Non riuscendo più a trattenersi, esplose in un fiume di lacrime.
D’un tratto una grande ombra comparve dietro di lei.

"Le cose stanno così quindi" disse quella persona misteriosa "vorrà dire che ci prepareremo ad accogliere il tuo fidanzato."

La ragazza ormai non aveva più niente da nascondere o di cui vergognarsi, quindi sentendosi supportata si girò regalando un brillante sorriso.

"Si padre!"


Passò una mezz’ora prima di riuscire a raggiungere la destinazione.
Quello che vide dinanzi ai suoi occhi lo sorprese: era una struttura enorme.
Elsword si avvicinò a quella che pareva essere l’entrata principale dietro la quale c’erano due, e una di queste sembrava essere Aisha.

"Ti stavamo aspettando" disse l’uomo vicino alla streghetta "immagino che tu debba dire qualcosa a mia figlia… m-ma" si interruppe l’uomo dopo aver osservato quello che sarebbe dovuto essere il suo futuro genero "Aisha… ne sei proprio sicura? Puoi permetterti di meglio!" aggiunse cercando di essere convincente.
"Ovvio che lo sono padre! E’ lui che voglio" spiegò decisa.

L’uomo dinanzi alla convinzione di sua figlia si placò.

"Allora se ne sei proprio certa… vi lascio soli. Vi aspetto dentro" disse prima di congedarsi all’interno di quella specie di castello.

Ormai i due ragazzi erano soli.
Uno davanti all’altra, in attesa dell’inizio del discorso dell’altro.
Vedendo la tensione salire, la ragazza decise di prendere l’iniziativa per spezzarla.

"A-allora" disse sforzandosi di ridacchiare per nascondere il suo velo di imbarazzo "c’è qualcosa che mi volevi dire di importante vero?"
"Oh si ora ricordo" rispose lui "Aisha..."

La tensione era alle stelle. Voleva parlare prima lei, ma non riusciva a parlare perché il cuore le batteva talmente forte che sembrava come se potesse uscire dal petto da un momento all’altro, quindi aspettò che lui finisse la frase.
Infatti l’attesa l’aveva ripagata, dalla sua bocca stavano uscire delle parole… e queste parole erano…

"… mi daresti ripetizioni di matematica?"

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Capitolo 3
*** Ad un passo dalla morte! ***


Il cielo venne inscurito dalle nuvole, e i lami fioccarono a terra intorno alla streghetta.
Era cosparsa di un’aura così minacciosa da essere in grado di far inchinare il più coraggioso degli eroi; pian piano si stava avvicinando, passo dopo passo verso quello spadaccino che avrebbe volentieri ammazzato con una tortura lenta e dolorosa, oppure avrebbe anche scaricato tutta la rabbia in una volta uccidendolo comunque e sopratutto sprecando meno tempo.
Tutte opzioni buone, ma una sola di queste sarebbe bastata.
Finalmente era lì, di fronte a lui che si stava annusando le ascelle, pronta a compiere l’atto.
Il bastone era in posizione per colpire…

“Mi dispiace fratello… niente di personale” disse lacrimante Angkor attaccato alla punta del bastone.
“Ci rivedremo dall’altra parte… fratello!” rispose Elsword con tono deciso.
“Ti spedirò più in basso dell’inferno dannato mentecatto” intervenne Aisha con voce satanica.

“Aisha”

Si sentì una voce di punto in bianco, piuttosto familiare per Aisha che si girò subito.

“Aisha... quest’individuo ti sta dando problemi?” chiese il padre di lei “perché se è così lo farò eliminare”

Delle guardie fecero la loro comparsa intorno a loro due, con le lance puntate verso il collo dello spadaccino.

“Dì le tue ultime preghiere…”

“Fermati!” gridò Aisha.

Corse verso il padre, e gli tirò il braccio come per volerlo portare via.

“Dimmi una ragione valida per la quale non dovrei ammazzare quell’individuo con il cervello di un rettile”
“Perché lui…” disse indicando Elsword che si era messo un dito nel naso “perché lui è… i-il... ”

Mentre Aisha stava cercando di pronunciare una frase, lo spadaccino girò il suo dito che stava dentro la narice, in ricerca di qualcosa.
La streghetta si stava vergognando come una ladra. Doveva sbrigarsi a pronunciare quella frase, altrimenti ne avrebbe perso totalmente il coraggio.

“Lui è-è il m-mio fidanzato!”

La tensione si ruppe allo stesso modo di un blocco di ghiaccio.
La streghetta si avvicinò allo spadaccino facendosi strada tra le guardie che lo circondavano e si aggrappò al suo braccio.

“V-vero Elsy? Diglielo anche tu!”

Lo spadaccino si accorse della presenza della streghetta la quale stava stringendo facendo aderire il busto al braccio di lui. Sentendosi messo in mezzo ed essendo totalmente ignaro della situazione, doveva dire la sua.
Per prima cosa si tolse il dito dal naso mostrando fieramente a tutti i presenti la sua caccola per poi attaccarla ad una delle lance delle guardie.

“Qualunque cosa abbia detto, è vero!” dichiarò Elsword convinto.

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Capitolo 4
*** Dentro il castello! ***


L’uomo sorpreso da quelle parole, si precipitò dinanzi allo spadaccino per inchinarsi.

“Chiedo scusa, non pensavo amassi tanto mia figlia”
“E’ una cosa buona che si mangia?” chiese Elsword.

Prima ancora che si possa aggiungere qualcosa, Aisha intervenne.

“Ooooh ma come sei dolce” disse Aisha smielatamente per poi mostrare allo spadaccino uno sguardo terribilmente agghiacciante.

“Ah…” rispose l’uomo.

Egli si alzò, e sempre guardando lo spadaccino negli occhi scrutatamente, gli tocco la spalla come per incoraggiarlo a camminare in avanti.

“Sei il benvenuto a casa mia, Elsword” disse l’uomo “ti faccio scortare dalle mie guardie all’interno, fai pure come se fossi a casa tua”

Dopo aver parlato, scomparve ancora una volta all’interno dell’abitazione.
Elsword e Aisha vennero accompagnati all’interno di quello che sembrava essere un castello di fuori, e lo spadaccino ebbe modo di scoprire quanto fosse grande anche dall’interno: Hogwarts in confronto era un armadietto.

“Elsword… pure se mio padre ti ha detto di fare come se fossi a casa tua, non devi mica prenderlo in parola!” sibilò la streghetta nel vedere lo spadaccino grattarsi il sedere come una scimmia “se non fosse stato per me saresti morto. Devi ringraziarmi dopo”

Mentre Aisha parlava, Elsword era riuscito a trovare una nocciola nei capelli di lei.

“Oh, allora la fidanzata è davvero una cosa buona da mangiare”

Prima ancora che la streghetta possa solo azzannarlo, venne un giovane maggiordomo: probabilmente era poco più grande di Aisha.

“Il mio nome è Simon. Il mio compito è quello di scortarvi presso la vostra camera, vi chiedo cortesemente di seguirmi.”


Il cameriere accompagnò i due verso la camera attraversando per diversi minuti corridoi e scale.

“Bene siamo arrivati, ora la apro” disse Simon mentre cercava nel suo mazzo di chiavi.

La camera venne aperta, e si poté vedere subito la meraviglia della camera con in mezzo un letto matrimoniale circondato dalle tende.

“Padrona… vado subito a chiedere di far assegnare un’altra camera”
“Nono, va bene così.”
“Ma padrona..:”
“Non è come pensi Simon. Vai tranquillo, ti assicuro che non succederà niente” disse guardando con disgusto lo spadaccino che si stava grattando brutalmente il sedere “più che sicura”
“Va bene allora… buon proseguimento di giornata” disse il giovane maggiordomo prima di congedarsi.

I due entrarono nella camera.
Aisha sbatté subito al muro la testa dello spadaccino.

“Perché diavolo sei voluto venire qui?” ringhiò la streghetta.
“Mi servivano ripetizioni di matematica… Raven non mi ha voluto aiutare anche se sono andato a trovarlo...”

(Flashback di Elsword)

Decise di andare a trovarlo nel luogo dove era stato trattenuto.

“Heylà Raven!” disse salutando allegramente l’amico il quale era pallido, legato al letto dalla testa ai piedi e circondato da confezioni di tranquillanti “non so a chi chiedere aiuto… non è che mi potresti ancora aiutar…”
“CHIEDI AD AISHA!!” rispose il folle balzando e dimenandosi violentemente nel letto in preda al panico.

(Fine Flashback)

“... e così ho chiesto a te”
“Quindi t-tutte quelle cose che mi hai detto per telefono” sussurrò la streghetta arrossendo vistosamente “... erano solo per questo?”
“Meh.. si!” rispose lo spadaccino “Aisha, va tutto bene?”

Il viso della streghetta si era incupito, non traspariva né rabbia e nemmeno altri sentimenti.
La delusione della ragazza era evidente, ma solo lo spadaccino era in grado di non capire.

“Cosa c’è? Non è che stai male?” chiese preoccupato.

Egli provò a misurarle la fronte avvicinando la sua, ma lei freddamente lo allontanò con una spinta.
Poco dopo, si mise seduta davanti ad una scrivania con un libro di matematica.

“Avanti, siediti pure. Iniziamo a studiare”



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Chiedo scusa per aver tardato a postare, ma l'apatia mi sta distruggendo e devo trovare un modo per gestirla.
Questa volta per farmi perdonare il ritardo di un mese, ho postato due capitoli.
Spero che siano entrambi di vostro gradimento! Vi prego di darmi il vostro sostegno morale perché sono i vostri commenti a motivarmi a scrivere.
Ringrazio tutti i miei lettori ^^

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Capitolo 5
*** A scuola! ***


Il giorno dopo a scuola nella classe di Elsword entrò Hoffman che accompagnava una ragazza dal volto familiare.

“Il mio nome è Ara, e sarà un enorme piacere farti da insegnante Elsy caro” disse avvicinandosi in modo poco professionale allo spadaccino.
“Ehm… lei sarà la vostra nuova insegnante. Spero che andiate d’accordo, ciao!”

Dopo aver parlato, se ne andò dalla classe a gambe levate.
La nuova insegnante si mise a fare lezione alla lavagna normalmente, ma ad un certo punto si girò verso l’alunno che aveva di fronte.

“Quanto fa logx-1=0?”
“M-maestra noi dobbiamo fare ancora le sottrazioni…” rispose l’alunno interpellato.
“Va bene… allora passerò a Elsy” dichiarò la maestra “Se mi rispondi ti metto 10 in pagella”.
“D’accordo! Sono pronto a tutto” rispose lo spadaccino determinato.

L’insegnante scrisse sulla lavagna quella che doveva essere l’operazione di algebra definitiva, quella che avrebbe segnato il destino dell’ormai veterano d’asilo.

“Quanto fa 2-1?” chiese Ara.
“MMh, è complicato, però posso farcela perché Aisha me lo ha spiegato”

(flashback)

“Come mai non riesci a capire che 2-1 fa 1?!”
“Ma l’1 poi non si sente solo?!”
“NO PERCHE’ E’ UN DANNATO NUMERO!”
“Cosa c’entra?! Tutti hanno un anima e anche se odio ammetterlo, la hanno anche i numeri! Che faresti se ti togliessero...” si interruppe pensieroso Elsword.

A causa del sovrappensiero, lo sguardo dello spadaccino cadde sul petto della streghetta, e, anche se involontariamente, pronunciò una frase che in quel frangente di momento non avrebbe dovuto assolutamente dire.

“Non credo che tu possa capire cosa vuol dire perdere qualcosa”
“Visto che ci tieni tanto, farò in modo che tu non ne soffra” sussurrò la streghetta in modo minaccioso con il bastone

(fine flashback)

Togliere o non togliere 1 all’altro 1?
Ne vale davvero la pena? Cosa avrebbe fatto di male poi?
Queste erano le domande che lo spadaccino si stava ponendo.

“Se devo rispondere a questa domanda, piuttosto che essere la causa di una perdita, voglio fare del bene, e per questa causa mi aggregherò anche io al gruppo, quindi la mia risposta è 3!” dichiarò lo spadaccino sopra una sedia.

L’intera classe si alzò in piedi e applaudì al discorso di Elsword.
C’era chi fischiava, chi esprimeva i propri complimenti, e c’era anche Ara in lacrime dall’emozione.
L’insegnante si avvicinò al banco dello spadaccino dopo che tutti si erano seduti.

“Per te ho un’altro compito da svolgere” spiegò sussurrando con imbarazzo.

Prese la mano dello spadaccino e la poggio sul proprio petto.
Lui era confuso e imbarazzato, ma non riusciva a liberarsi da quella presa.

“Devi scrivere un tema di almeno 10 righe per domani su quanto io sia fantastica di quanto sia morbido il mio seno, okay?”.

La campanella suonò, e vicino alla porta dell’entrata della classe c’era Aisha che aveva assistito a tutta la scena.
Elsword uscì dalla classe.

“Aisha non è che potresti aiutarmi con il tema? Non ho capito bene cosa devo fare.”
“Ma certamente Elsword! Lascia che ci pensi io”

La giornata trascorse in modo normale con entrambi che tornavano alla propria abitazione.
Giunta la sera, Aisha stava nella sua cameretta seduta alla scrivania davanti ad un foglio dal quale si percepiva dolore ad ogni lettera che lei scriveva.
La mattina dopo Elsword diede il foglio ad Ara che lo lesse immediatamente



Argomento: Descrivere cosa penso della maestra e delle sue tette

Penso che la maestra sia una befana e le sue tette sembrano le mammelle di una mucca.
Lei non ha niente di meglio da fare, infatti passa il tempo della sua inutile vita da insegnante a flirtare con i suoi alunni senza badare all’età dato che sa che presto i suoi seni si afflosceranno come due mozzarelle.
Spero che:
La buttino in mezzo alla strada;
Che le cadano tutti i capelli;
Poi tutti i denti;
Le vengano le rughe;
Diventi cieca, sorda, muta e zoppa;
Venga colpita da un tumore ai polmoni e che muoia durante l’operazione eseguita senza anestetico;
Il tutto in quest’ordine.


- Elsword

PS: Viva le tette piccole.



Dire che Ara si arrabbiò non servirebbe abbastanza per descrivere l’espressione sul suo viso in quel momento.

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Capitolo 6
*** Guerra fra donne! ***


Mentre Ara era in preda all’ira più folle, la streghetta, che si stava gustando la scena dall’entrata della classe, rise talmente tanto che dovette sforzarsi a non fare rumore.
All’improvviso una lancia trafisse la porta alla quale si stava poggiando Aisha.
A terra caddero un ciuffo di capelli e delle gocce di sangue: la punta della lancia l’aveva presa di striscio sulla guancia.

“Tu, dannata poco di buono!!” gridò Aisha fuori di sé, mentre stava correndo verso di lei con l’intenzione di spezzarle le ossa.

Ara si mise in posizione, pronta per rispondere all’attacco.
Prima che le due potessero entrare in contatto, un misterioso biscotto stava cadendo in mezzo a loro due.
Elsword si precipitò in avanti disperatamente per afferrarlo con la bocca, ed essendo il suo viso in mezzo a due attacchi, venne colpito contemporaneamente su entrambi i lati.
La faccia dello spadaccino, non era più una faccia.

Perché Aisha e Ara stavano per litigare? Chi aveva lanciato quel biscotto lì in mezzo? Perché si era buttato in avanti proprio mentre stavano per darsele di santa ragione?
Le domande a cui rispondere erano troppe, e in quel momento non era proprio nelle migliori delle condizioni per poter ragionare.
Mentre Elsword stava perdendo una quantità di sangue pericolosa, le due cercarono di trovare un accordo.

“Dividiamoci il tempo da passare con lui: un giorno io e uno tu” propose Ara con tono superbo “ e chi riuscirà a conquistarlo potrà tenerselo tutto per sé. Ci stai?”.
“P-però so bene che tenterai di s-sedurlo, sei sleale!” balbettò la streghetta mentre arrossiva in viso e lacrimava.
“Beh, che c’è? Sai già di perdere? Se è così puoi arrenderti anche subito” rispose Ara prontamente con aria provocatoria.
“Sarai tu ad arrenderti, vedrai!”

Aisha si avvicinò e prese lo spadaccino ormai morto dissanguato per il colletto.

“Comincio io, domani sarà il tuo turno!” dichiarò la streghetta incavolata mentre se ne andava trascinando con sé il cadavere di Elsword.

Passarono diverse ore.
Lo spadaccino venne riportato in vita tramite una pietra rianimante.

“D-dove sono?” chiese spontaneamente Elsword appena risvegliato e disorientato.
“Sei talmente tanto tonto da non riuscire riconoscere un parco?” rispose una voce accanto.

Elsword si girò e riconobbe Aisha, con difficoltà perché non era vestita come al solito.
Indossava un vestito bianco con cappello e guanti che pareva splendere insieme alla sua pelle chiara. Anche il suo taglio di capelli era diverso, questa volta li teneva sciolti e arrivavano fino alla schiena dimostrando la loro reale lunghezza. Ma quello che davvero la faceva splendere era il suo sorriso e, anche se in realtà stava ridendo per la faccia da èbete dello spadaccino, era bellissima. Sembrava una sposa seduta su una panchina.
Lo spadaccino non poté davvero fare a meno di arrossire.

“C-carina…” era la parola che Elsword sputò dalla bocca in modo automatico.

La ragazza arrossì per il complimento improvviso talmente tanto vistosamente che dovette coprirsi il viso con le mani. Era rimasta letteralmente paralizzata da quella parola.

“O-ovvio! Cosa ti aspettavi di trovare, un orco?” rispose Aisha accompagnando una finta superba risata da nobildonna.

Anche se in realtà tanto ovvio non era, visto che quel complimento non se lo aspettava minimamente.
Elsword si sedette vicino a lei.

“In realtà si” rispose Elsword spiritosamente.

Aisha non smise di sorridere. Sembrava proprio che lo spadaccino non era incontro a nessun pericolo. O almeno così fu finché un macigno non gli precipitò in testa, mentre la ragazza manteneva sempre e comunque il sorriso.

“Niente di personale… mi ha obbligato. Credimi, fratello” spiegò il responsabile omicida pipistrello Angkor che svolazzava sopra i due.

Un’altra pietra rianimante venne utilizzata su Elsword.

“Allora, andiamo?”

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Capitolo 7
*** Appuntamento con Aisha! ***


I due avanzarono mano nella mano. Lui steso a terra per opporre resistenza e lei che lo trascinava.

“Dove mi stai portando?!” chiese tra uno strattone e l’altro.
“Lo vedrai, ma ora alzati che ci stanno guardando tutti!”

Che stanno facendo quei due?
….
Saranno forse fidanzati?
Macché, sei cieca? Non vedi come è disperato lui e come lei lo trascina? Saranno nemici semmai!
….

Gli occhi della streghetta erano neri di rabbia.
Un attimo prima di lanciare il suo raggio al plasma verso quelle persone, lo spadaccino si rialzò in piedi.

“Uffa, che rottura di scatole! Allora, dove dovevamo andare?” chiese girandosi alla ragazza.
“Lo vedrai” rispose lei accennando un sorriso.

Aisha parlò con Els del più e del meno durante il tragitto.
Lei fece vari pettegolezzi su personaggi come Gral o Vanessa. Presa dalla foga del discorso, si fece scappare anche qualche commento sui propri compagni.

“Sapevi che Rena è cotta di Raven?”
“Cotta in che senso?” chiese lo spadaccino “significa per caso che è buona da mangiare?”

C’era del doppiosenso nella sua risposta, ma Aisha sapendo per certo che nemmeno lui sappia cosa ha detto fece finta di nulla.

“No, semplicemente che è innamorata!” rispose la ragazza “... ora non mi chiedere che significa, ti prego”
“Certo che so che significa! Credi davvero che io sia stupido?!”

Ci furono tre secondi di silenzio.

“Io non sono stupido…” disse piagnucolando lo spadaccino mentre disegnava cerchietti a terra con il dito.

La ragazza rise.

“Certo che non sei stupido!” spiegò porgendo la mano verso lo spadaccino.

Lui si girò con ancora le lacrime negli occhi e afferrò la sua mano.
I due ripresero il cammino.
Continuarono a camminare per ancora una decina di minuti in silenzio.
Aisha era felice all’idea dell’appuntamento, ma allo stesso tempo non era soddisfatta di quello che stava succedendo.
Elsword era totalmente passivo, finora non aveva mai preso l’iniziativa per fare nulla, nemmeno per iniziare un discorso.
Nessun complimento, nessun discorso particolare. Niente di niente.
Aisha si fermò di punto in bianco, incupita in viso.

“Che c’è, siamo arrivati?” chiese stranito lo spadaccino.
“No, non andremo da nessuna parte…” disse lei “... finché non me lo dici”
“Dirti cosa?”

La ragazza raccolse quel che rimaneva del suo coraggio.

“Dirmi se provi qualcosa per me” spiegò lei.
“Ma certo che provo qualcosa per te”

Aisha arrossì talmente tanto che le stava uscendo il fumo dalla faccia.
Le stava percorrendo finalmente. Stava salendo quelle scale, verso il suo sogno!

“E-e che cosa?” chiese lei balbettando e sempre più stordita dall’emozione.
“Per me tu…” rispose sospirando “sei la mia migliore amica”.

Un’incudine chiamata Friendzone l’aveva schiacciata e fatta cadere giù dalle scale.
Non ce l’ha fatta a raggiungere il suo sogno.

“Proprio nient’altro?” chiese ancora una volta con l’ultimo soffio di voce.
“Beh… no, perché?”

Un ceffone arrivò dritto in faccia al ragazzo.
Aisha corse via, lasciando dietro di sé le sue amare lacrime

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Capitolo 8
*** Armageddon! - parte 1 ***


Nella sua camera da letto, Elsword raccontò dell’accaduto alla sorella che ascoltava con pazienza… una pazienza molto particolare.

“... e poi mi ha dato uno schiaffo senza motivo”
“Fratello mio” disse Elesis poggiandogli la mano sulla spalla “le ragazze sono molto sensibili per queste cose, ma io….”

D’un tratto si levò la maglietta buttandola in aria.

“... sono sensibile tutta!” dichiarò a seguire con il tentativo di tirare via i pantaloni del fratello.
“Smettila, no! Li ho lavati appena il mese scorso!”

La sorella ignorò le sue resistenze e riuscì a togliergli i pantaloni, però un solo fatto le impediva di continuare: Elsword indossava la cintura di castità.


(flashback)
I piccoli Elsword ed Elesis giocavano molto insieme con la spada, a nascondino e anche al dottore. Giocavano spesso a quest’ultimo, anche negli anni, sviluppando sempre un maggiore interesse l’uno per l’altra.
Elsword prese il raffreddore e la sorella non si fece scrupoli ad aiutarlo.

“Adesso ti tolgo i pantaloni per somministrarti la cura” disse la piccola Elesis con un porro in mano.

Elsword alla vista di quell’ortaggio rabbrividì, ma la sorella con fermezza gli levò lentamente i pantaloni.
D’un tratto entrò Lou vestito da cameriera che vide la scena: ormai i ragazzi erano cresciuti e potrebbero arrivare a fare cose scandalose, quindi era il momento di fare qualcosa.
Elesis si vestiva da maschiaccio con i capelli corti e teneva il porro in mano.
Elsword invece indossava una gonnella con camicetta e stava steso su un tavolo.
Era logico su chi intervenire.


Queste mutande ti proteggeranno sempre, ricordatelo! - Lou ad Elsword
(fine flashback)
……..

Dall’altra parte anche Simon stava ascoltando lo sfogo della streghetta.

“Deve essere un vero idìota” sentenziò Simon con fermezza.
“Si, infatti. Anche se forse non sa nemmeno lui quello che dice… che sia il caso di perdonarlo?”
“Già un veeeero idìota, sisi… n-no signorina, lasci che ci pensi io”

Il giovane maggiordomo le spiegò il piano che avrebbe messo in atto.

“M-Ma Simon… sei sicur…”
“Più che sicuro, stia tranquilla! Vedrà che sistemerò le cose a dovere! Entri pure...”

Dalla porta della camera entrò un altro maggiordomo alto con i capelli blu.

“Ciel!”

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Capitolo 9
*** Armageddon! - parte 2 ***


Raven e l’arciera stavano pomiciando.

“Mmllm… mmlm”
“Oooh si Raven” rispose Elsword

Il folle si discosto di scatto dallo spadaccino. Stava ansimando e dal suo viso scorrevano litri di sudore. Poco dopo realizzò che l’arciera stava venendo sedotta dallo spadaccino.

“Non mi hai voluto dare ripetizioni matematica, perché? Perché non lo hai fatto...” disse Elsword mentre tastava i seni di Rena che sembrava consenziente “... ma non c’è problema perché io ora… mi prenderò la tua ragazza!”

“NOOOOOOOOOOOOOOOO”

Raven si svegliò di scatto.
Gridò e ringhiò tentando di liberarsi dalle corde che lo legavano al letto.

“Dottore venga subito! Il paziente sta avendo di nuovo degli attacchi!”
“Dobbiamo sedarlo al più presto”

Il dottore accompagnato una squadra di infermieri entrò e vide il folle con la bocca piena di bava e che con un filo di voce imprecava e malediceva lo spadaccino.
Mentre stava per eseguire l’iniezione del sedativo, Raven riuscì a liberarsi e a fuggire.
La radio mandò un messaggio.

“Emergenza! Un paziente è scappato dall’ospedale ed è molto pericoloso!”

…….


“Entriamo qui!” propose Ara ad Elsword davanti ad un motel.

“Che sfacciati quei due, così giovani e già vogliono fare le cose sporche!” disse un’anziana seduta lì vicino ad una sua amica.
“Ai nostri tempi bisognava prima sposarsi! Invece adesso vogliono fare tutto subito!”

Da un angolo Aisha e Ciel stavano spiando l’appuntamento.

“E’ il momento di intervenire” disse Ciel.

La streghetta pareva abbastanza indecisa, però non ebbe tempo di ribattere dato che venne trascinata fuori per mano.

“Ciao Aisha! Cosa fai di bello?” chiese Elsword con curiosità.
“Passavo per caso, tu invece cosa ci fai davanti a un motel in bella compagnia?” chiese la streghetta con sarcasmo.
“Ehm ancora non lo so, cosa ci facciamo qui” chiese lo spadaccino rivolgendosi alla gothic.
“Secondo te cosa potremmo fare caro?” chiese maliziosa.
“Di certo non quello che vorresti tu sotto la luce del sole” borbottò la streghetta.
“Sicura?” rispose con un sorriso sforzato.
“Certo!”

Le due si lanciarono sguardi minacciosi.

“State andando anche voi ad un appuntamento?” chiese Elsword.

Lo sguardo di Aisha si spense. Proprio lui doveva intuire la situazione?

(flashback)

“farai ingelosire Elsword fingendo di andare insieme a Ciel ad un appuntamento” spiegò Simon.
“Funzionerà?” chiese Aisha
“Funzionerà”

(fine flashback)


“Certo!” rispose Ciel attenendosi al piano.

Il viso della streghetta si spegneva sempre di più. Non sapeva cosa dire, o meglio non può fare niente. In poche battute le sue speranze di riavvicinarsi ad Elsword sono state perse.
Aisha diede nuovamente uno schiaffo allo spadaccino.

“Crepa” sussurrò la streghetta “crepa, crepa, crepa. Continua a crepare fino a sparire!”

Lo spadaccino rispose con una sberla talmente violenta che la fece cadere a terra. Aisha si toccò la guancia dolorante. Le lacrime attraversarono le dita per poi sgocciolare sul suolo.

“Posso sapere una volta per tutte perché ce l’hai tanto con me?” chiese lo spadaccino infuriato.

Lei pianse ancora più forte rimanendo a terra piegata dal dolore.

“Perché ti amavo!” disse con un sottile filo di voce tremante “... ma io adesso ti odio. Ti odio con tutta me stessa. Ti auguro che quella volgare tettona riesca almeno a soddisfare i tuoi istinti animali... perché io non ti perdonerò mai più… mi fai schifo.”

Elsword rimase di sasso, sconvolto.
Ci furono dei secondi interminabili di pausa dove la streghetta dopo aver letteralmente finito le lacrime, rimasta con gli occhi arrossati, tentò di rialzarsi, ma svenne d’un tratto.
Lo spadaccino tentò di soccorrerla.

“Lu”

Spuntò una ragazzina con le mani di demone che allontanò Elsword con un pugno di diversi metri.
Ciel la caricò sulle spalle e la portò via.
La folla che si era disposta in cerchio per assistere alla scena fece passare il maggiordomo, e guardò Elsword, l’unico vero carnefice, con disprezzo.

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Capitolo 10
*** Verità! ***


Era successo così tutto in fretta. Due, tre momenti e puff, la situazione si capovolse a frittata.
Lo spadaccino avanzava a passo lento verso casa scortato dalla demonietta Lu che lo teneva d’occhio, senza aggiungere una parola.
Arrivati a casa, Lu non sembrava volersene andare.

“Ehm… sono a casa mia” disse Elsword.
“Si… ?” rispose Lu
“Sono a casa quindi... te ne puoi pure andare”
“Invece credo proprio che rimarrò” chiarì Lu sedendosi sul comodino.
“Perché?!” esclamò lo spadaccino
“Perché mi va di fare così” rispose con un largo sorriso.

Nel momento stesso la porta si aprì.
Era Elesis che indossava solo una maglia trasparente rosa abbastanza erotica.

“Els…” sussurrò la sorella inscenando un pianto drammatico “... non credevo di aver fallito nel soddisfarti fino a questo punto..:

Lo spadaccino aveva una faccia che rispecchiava l’estrema sorpresa.

“Che sta succedendo? Visto che non ti bastavano Aisha e Ara hai pure sedotto tua sorella?!” sibilò la demonietta.
“No ti sba…”
“Ti prego, non tradirmi! Vedrai che saprò appagarti meglio di questa bambina!”
“Io non shono una bambina! Tu invece per la tua età sei troppo basso” ribadì Lu puntando il dito verso Elsword.
“Non è forse il caso che torni all’asilo adesso?” disse lo spadaccino con sarcasmo accarezzandole la testa.
“Zitto puffo. Vai da Gargamella.”

Lu nel tentativo di scostare la mano dello spadaccino finì per inciampare e trascinarselo sopra. Entrambe le mani di Elsword stavano tastando il petto della demonietta.
Suonò un allarme.

“Siamo del telefono azzurro. Arrestate quel pedofilo!” gridò un uomo.

Lo spadaccino venne trascinato via.

“E’ tutto apposto, adesso ti riportiamo dalla tua mamma e babbo” spiegò gentilmente una signora mentre tentava di portare via Lu.
“Io non sono una bambina!! Quando lo ero i padri dei quadrisavoli dei vostri trisavoli ancora dovevano nascere!”

Lo spadaccino venne trascinato dentro un carro. Dentro esso c’era già qualcuno coperto da un mantello ma preferì starsene seduto distante da lui. Probabilmente era una guardia.
D’un tratto lo straniero si girò.

“Elsword sei tu?”
“Chung…”
“E’ da tempo che non ci vediamo. E’ strano trovarti durante il mio turno di guardia, cosa ti è successo?” chiese il paladino avvicinandosi allo spadaccino
“Ho litigato con Aisha questa volta.. e di brutto” spiegò Elsword scoprendo dal viso un manto di tristezza.
“Per averti lasciato in queste condizioni deve essere stato qualcosa di molto più grave” sentenziò Chung “... ma per quale motivo?”

Fece trascorrere diversi secondi di silenzio, nei quali meditò su ogni singola parola che stava per pronunciare.

“Mi amava” ammise lo spadaccino “... e io invece lo ho ferita”
“Finalmente!” esclamò Chung.

Lo spadaccino rimase spiacevolmente sorpreso da quella frase.

“Intendo, finalmente lo hai capito. Era abbastanza nota la cosa, solo tu non eri in grado di capire” spiegò sorridente.
“... e non mi hai detto niente?”
“C’è un detto che dice: non mettere dito nelle questioni amorose altrui. Se l’avessi fatto io o qualcun altro, avremmo solo aggiunto altri guai.”

Il paladino continuò a fare discorsi per consolare il cuore dello spadaccino per diversi secondi, minuti. Il carro era in viaggio, ma egli ascoltava con attenzione ogni singola parola, senza intervenire.

“Adesso persino uno come te dovrebbe sapere cosa fare, vero?” chiese il paladino mostrando uno sguardo risoluto “Finora hai giocato a fare il cretino, ora è il momento di fare l’uomo!”
“Si!” annuì lo spadaccino scoprendo il sorriso dalle labbra “ma come usciamo di qui?”
“Aspetta e vedrai”

Il paladino si tolse il fermacapelli, lo piegò e cercò di alzare la tavola che teneva il portone chiuso.
Il portone si aprì.

“Vai!”

Elsword saltò giù dal carro e corse verso la città senza risparmiarsi il respiro, convinto e traboccante di determinazione.

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Capitolo 11
*** Lieto fine! - parte 1 ***


Arrivato a Elder non aspettò un momento in più.
Corse ancora più forte verso la casa della streghetta, però d’un tratto qualcuno gli bloccò la via.

“Ciao Elsy, riprendiamo l’appuntamento?” disse Ara mentre gli veniva incontro.

Lo spadaccino però non demordette e fece una combinazione di cose che “ma per favore chuck norris vai a cogliere patate”.
Prima accettò, poi la accompagnò verso un motel ed infine andò in bagno simulando un attacco gastrointestinale prima di ordinare la camera. Per fare ogni passo mise meno di un secondo, e per fuggire dal bagno pure meno.

….

Seduti su un tavolo c’erano due persone che sorseggiavano un drink.

“Ottimo lavoro Simon” disse il padre di Aisha “ora che ci siamo liberati del mentecatto puoi avere mia figlia in sposa”

Il cameriere espose il suo ghigno, scomponendosi dalla sua maschera di buon costume.

“Si… heheheh”
“E ovviamente in quanto imparentati ci aiuterete nella nostra situazione… un pò... difficile” chiese l’uomo cercando di trattenere la smorfia di ansia.

Ci fu una lunga pausa.
Si sentiva lo scorrere del tempo ininterrotto.

….

Dalla camera della streghetta non proveniva alcun suono. Infatti stava stesa sul suo grande letto depressa.

….

Elsword riprese il suo cammino. Sembrava una strada interminabile!
Un altro ostacolo lo interruppe: Elesis.

“He..”

Non le lasciò il tempo di parlare che la sorpassò come un fulmine!
Finalmente la villa della famiglia di Aisha era lì davanti.

….

Prima che Simon potesse rispondere, entrambi si accorsero di Elsword.

“Aiutarti? Fallo sparire, subito!” gridò Simon sbattendo le mani sul tavolo “Altrimenti scordati della promessa”

L’uomo agitato si recò verso l’entrata.

“Guardie arrestatelo!”

Lo spadaccino si fece strada senza problemi tra le guardie e si ritrovò faccia a faccia con il padre della streghetta.
D’un tratto qualcuno gli fece fare un balzò all’indietro di diversi metri.
Quel qualcuno era Simon.

“Che famiglia inutile” disse Simon rilevando i suoi occhi cremisi.

E svenne.
Aisha l’aveva messo KO colpendolo al collo con la bacchetta.
Nessuno aveva ormai più niente da dire o da fare.

“Ritiratevi, tutti quanti” ordinò il padre amareggiato, ma allo stesso tempo fiducioso della scelta della figlia.

Aisha era sopra degli scalini e fissava lo spadaccino dall’alto in basso, con uno sguardo che esprimeva odio, tristezza, delusione. Teneva in pugno la sua bacchetta e sembrava pronta ad attaccare al minimo movimento.
Elsword rabbrividì di fronte a quello sguardo.
Aveva percepito il suo disagio; strinse forte i pugni. Non aveva il coraggio di muovere un dito.

Ad assistere alla scena dietro un vicolo c’era Ciel e accanto a lei la piccola Lu.

“E’ il caso di dargli una piccola spinta, giusto Ciel?” propose la demonietta.
“Credo proprio che sia il caso, Lu” acconsentì il maggiordomo con accennando un sorriso.

Lu scagliò una maledizione su Elsword, il quale cadde sulle ginocchia, con la faccia rivolta verso il basso e le braccia penzolanti.
La streghetta rimase sorpresa in un primo momento, poi preoccupata. Ma prima ancora che potesse fare un passo lo spadaccino si rialzò e avanzò verso di lei.

“Respiro fantasma”

Lo spadaccino incasso il colpo, era rimasto intrappolato da quella magia.
Non era abbastanza.
Se ne uscì, lacerandosi il corpo.

“Catena di palle di fuoco”

Nonostante venisse colpito, avanzò.
Nè i graffi e nemmeno le bruciatura lo fermavano.
Salì gli scalini e si ritrovò di fronte alla streghetta.

“VATTENE!!” gridò la streghetta “ti detesto, ti odio!”

Si mise davanti a lei bloccandola al muro, senza via di scampo.

“Ti ammaz..”

Venne interrotta da un bacio appassionato che, pur dimenandosi, durò un circa un minuto.

“Muori, muori!”

La baciò di nuovo.
Aisha sentiva il sapore delle lacrime dello spadaccino.

Si staccò e la ribaciò, per più volte, fino a bagnare il viso della ragazza con le sue lacrime.
La baciò, la baciò, la baciò ripetutamente. Persino lei ad un certo punto smise di opporsi, e fece cadere a terra il bastone.
Sul viso della streghetta scorrevano anche le sue lacrime che si mischiavano con quelle dello spadaccino. Passarono diversi minuti a limonare in quella posizione.
D’un tratto i due si staccarono e fecero cadere un filo di saliva che congiungeva le labbra dei due.

“... f-fammi respirare un attimo…” chiese d’un tratto Aisha ansimante.

La ragazza si teneva aggrappata al collo di Elsword per la fatica.
Il cuore le stava battendo all’impazzata.
D’un tratto lo spadaccino tornò in sé; si sentiva il corpo dolorante per i graffi e le bruciatura, ma anche le labbra, ed era estremamente stanco. Prima ancora che potesse parlare o muoversi, le labbra di Aisha si fiondarono di nuovo sulle sue.
Non si oppose perché lo desiderava, sentiva di averlo già fatto prima ma ne voleva di più, come se fosse diventata una dipendenza. Perciò non si oppose e ricambio.

“Non avresti potuto rompere prima la maledizione, Lu?” chiese Ciel.
“Volevo vedere se andavano fino in fondo..” rispose Lu con un filo di delusione.

Lo spadaccino sbottonò la camicia di Aisha.

“ShiiiI!! Buttaglielo dentr..”

Ciel le tappò la bocca con la mano e gli occhi con l’altra.

“Scusa… ma ancora non puoi vedere queste cose” esclamò il maggiordomo senza urlare.

Raven e Chung anche stavano assistendo alla scena, però ci vollero un paio di minuti prima che i due piccioncini se ne accorgessero. Si interruppero.

“Continuate pure” disse Raven, in tutta tranquillità “però vi consiglio di usare le precauzioni… siete ancora studenti”

Elsword e Aisha caddero a terra esausti.

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Capitolo 12
*** Lieto fine! - parte 2 ***


Lo spadaccino si risvegliò sopra un letto.
Era pieno di cerotti e di bende, ma per fortuna le gambe erano apposto. Si alzò e uscì dalla stanza.
Vide Rena che usciva da un’altra stanza, e, come i loro sguardi si incrociarono, si avvicinò.

“Come sta?” chiese Elsword.
“Direi… bene, forse più che bene”

Nel frattempo dalla stanza provenivano dei strani versi. Lo spadaccino si avvicinò e vide questa scena.

“Eheh.. eheheh” bisbigliò Aisha sognante mentre stringeva un cuscino e lo baciava con foga “non puoi baciarmi.. ancora… si.. hihih” continuò con un sorrisetto che affogava sul cuscino, facendo scorrere una piccola goccia di bava dalla bocca.

“Amico, l’hai proprio consumata!”

Con quella frase Chung rivelò la propria presenza.

“Hai tutto il mio rispetto… ormai non ho più nulla di insegnarti”

Qualcuno toccò la spalla di Elsword, si girò: era Raven.

“Tranquillo, Aisha ti ha già conciato per le feste. Non ti farò altro male.” affermò il folle.
“Adesso cosa hai intenzione di fare?” chiese Rena con tono serio “dopo quello che hai fatto ieri, non sarà più come prima fra voi due, cosa le dirai?”.

Lo spadaccino buttò uno sguardo verso Aisha dormiente.

“Farò le cose per bene…voglio dichiararmi” rispose lo spadaccino con un sorriso risoluto “... come si deve!”

….

Nel frattempo, Ara aspettava ancora nel motel.
Un impiegato si avvicinò.

“Signorina, è da un giorno intero che se ne sta lì ad aspettare… “ chiese l’uomo cortesemente.
“Arriverà! Sta in bagno, si starà preparando per una notte di passione” rispose la gothic con un brillio a cuore negli occhi.

Un’altro impiegatò si avvicinò.

“Non c’è ness…”
“Shh” fece per interrompere l’altro collega.

Era così sicura di sé che era impossibile che mentisse.

….

Anche Aisha si risvegliò dal suo sonno.

“Elsword!” esclamò alzando la testa di scatto.

La persona che aveva davanti però non era lo spadaccino, bensì una fata.

“Posso esprimere un desiderio, chiedimi qualunque cosa”

La streghetta aveva in mente una sola cosa, però penso a cosa gli convenisse di più fare per ottenerla: eliminare la concorrenza.
Dopo aver fatto una piccola riflessione veloce, arrivò alla soluzione e fece un sogghigno malefico.

“Io desidero…che Ara ed Elesis ingrassino di 520 kg!!”

….

Ara stava seduta sul water.

“mmhmm … mhm.. hm!” fece canticchiando.

Ad un certo punto la tazza esplose e le pareti del bagno precipitarono.

“Qualcuno chiami un’ambulanza, un rimorchio e un muratore!” gridò un impiegato.

….

“Mi devo dichiarare, non voglio!” esclamò lo spadaccino.
“Allora consideralo un regalo di addio al nubilato ♥” spiegò Elesis in mutande e reggiseno mentre lo inseguiva in tondo alla camera da letto.

Elsword sfortunatamente non indossava la cintura di castità dato che in ospedale Lou ha dovuto togliergliela.
Resistette lo stesso a tutte le provocazioni.

“Non posso!!”
“Io ti conosco da molto più tempo di lei.. perciò..” disse la sorella.

D’un tratto divenne enorme, e continuò a ingrassare sempre di più in quel momento stesso.

“... la tua verginità mi spetta di diritto” disse poco prima di intrappolare lo spadaccino con i suoi rotoli di grasso.
“ACI… ACI…ACI…!!!” esclamò lo spadaccino con un filo di voce prima di svenire per la mancanza d’aria.

….

Lo spadaccino finì nuovamente in ospedale.
Aisha era seduta vicino al suo letto a destra, e gli stava tenendo ancora la mano.

“Aisha…”
“Si..?”
“... dove sta la mia verginità?”

Il viso della streghetta si incupì, ma gli teneva lo stesso la mano… per stritolargliela.
Mentre lo spadaccino si dimenava per il dolore, una infermiera si avvicinò.

“Stando a quello che è successo non può averti fatto niente!” spiegò ridendo.

Aisha si calmò: lo spadaccino l’aveva scampata.

….

Dopo qualche mese di ripresa lo spadaccino guarì.
Si ricordò di una promessa che fece ad Aisha qualche giorno prima: un appuntamento. Era quella la prima cosa da fare, la sua direzione.
Elsword corse a perdifiato e arrivò al luogo prestabilito.
Aisha era lì, illuminata dal tramonto, più bella che mai. Notò subito lo spadaccino e gli sorrise.
Uno davanti all’altra, ansiosi di pronunciare e ascoltare quelle parole.

“Aisha… ti devo dire una cosa importante...”

La tensione era alle stelle.

“Aisha io…”

La streghetta aveva con il cuore in gola. Non riusciva a parlare perché pendeva dalle sue labbra: non poteva fare altro che aspettare.
L’attesa l’aveva ripagata, dalla sua bocca stavano uscire delle parole… e queste parole erano…

“... sono una Maho Shojo!”

Aisha rimase shockata.

“No...non è vero” negò “io sono una maga, tu no”

Elsword tirò fuori un cristallo a forma di cuore.

“No, non dirmi che…” disse sorpresa la streghetta “... non farlo!!”

“Trasformazione del cuore di cristallo!”

Lo spadaccino levitò in aria.
Il suo corpo venne interamente illuminato da una luce accecante.

“Non può essere…” commentò la streghetta.

Quella luce prese la forma di un abito succinto da maghetta.

“Che schifo”

La trasformazione si completò con una esplosione di ministelle.

“Cute Elsy White a rapporto!”

Comparve la fata.

“Sono così orgoglioso del mio partner.. sigh” disse la fata singhiozzando.
“Scusami Aisha, ma ora devo andare a salvare il mondo!” spiegò lo spadaccino fatato prima di volare via, lasciando dietro di sé una scia di polvere magica.

La fata si avvicinò alla streghetta.

“Sai quel desiderio era destinato ad Elsword, ma te lo ha ceduto volontariamente” spiegò lei “deve volerti davvero bene per donarti un privilegio simile”

Aisha sorrise, mentre una lacrima le rigò il volto.

“Anche se è un idiota.. in fondo non importa, io lo amo... anche per questo suo lato!”

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Autore: Ragazzi, la fanfiction è finita ç_ç
Chung: Cosa?! E io?
Autore: Tu, che ne so. Fai quello che ti pare. Sciò, pussa via c:
Chung: Senti senti, e se invece scrivessi un altro seguito dove Ara mi fa la corte? Per rendere le cose più interessanti possiamo infilarci qualche altra ragazza tipo.. Rose che è uscita da poco? Dai che ti do una mano!
Rose: ….
Chung: Eddai suvvia... maneggiamo entrambi armi! Abbiamo molte cose in comune.
Rose: … perché non ti metti con Hagard allora?

Ci fu un silenzio imbarazzante.

Chung: … AHAHAHAAHAHAHAH no.
Rose: ma come avete tante cose in comune, armaiolo più esperto di lui non ce ne sono.
Chung: Ma io sono maschio...
Autore: Eppure Ara nella fanfic principale ti ha scambiato per donna la prima volta.
Ara: è vero!

Chung si stese sopra a dei binari.

Autore: Dai, non fare così...
Chung: Non toccarmi, lasciami! Voglio morire!
Autore: Ma poi le ragazze ci rimarranno male. Vero, vero?!
Ara: Scusa, ma no :c
Elesis: No!
Lu: No!
Rose: … no
Rena: Si, poveretto T_T

Gli occhi di Chung si illuminarono di speranza.

Aisha: … te lo dice solo per consolarti, in realtà nemmeno a lei importa di te. Lasciati crepare, stavi facendo la cosa giusta.

Dagli occhi di Chung scesero due fiumi di lacrime.

Autore: Tranquillo ci sono molte fanfiction dove tu sei il protagonista figo. Solo nella mia non hai avuto fortuna... purtroppo!
Chung: E’ vero, ahaahah!
Autore: Adesso da bravi salutate i nostri lettori. Comincia tu Rose!
Rose: … ciao.

Ci fu un silenzio da tomba.

Autore: … potevi sprecarti un pò di più, ma pazienza. Il prossimo!
Elsword: Io!!
Autore: No, tu non ne sei degno.
Elsword: ç_ç
Autore: Dai che Aisha ti consola.
Aisha: Dai Els… suicidati.
Angkor: Resisti, fratello!
Elsword: Tu sei l’unico che mi capisce, fratello! *abbraccio*
Aisha: … proprio io dovevo capitare in una fanfiction invasa da un branco di ritardati?

Autore: Susu, ora salutiamo tutto il nostro pubblico all’unisono! Siete d’accordo?
Tutti tranne Rose e Aisha: SI!

Aisha: …. sei una grande.
Rose: lo so… anche tu, sorella.
*pacca reciproca*

Autore: Un, due, tre…
Tutti: Grazie per averci seguito, alla prossima!

…..

Elsword: Che ne dici di un sequel dove io, Chung e Raven siamo delle Maho Shjojo che salvano la terra dal male?
Autore: Ma anche no!

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Finalmente anche questo sequel è al termine. Che dire? Ci sono stati degli alti e bassi, sono partito con molta ispirazione e poi a metà ero rimasto con poche idee. Ci sono stati momenti in cui avevo in mente degli sketch divertenti, alcune volte me li dimenticavo, ma soprattutto nella maggior parte delle volte stavo con zero ispirazione e zero voglia di scrivere dato che faccio fatica a farlo anche in questa forma di scrittura semplice. Ho fatto passare davvero troppo, troppo tempo tra un capitolo e l’altro.
Tra un mese circa farò il test di ammissione a ingegneria, perciò ho voluto terminare tutti i miei impegni, questo compreso, in modo da dedicarmi completamente alla preparazione e, se vengo ammesso, allo studio vero e proprio. Vorrei non avere cose in sospeso, non voglio avere troppi pensieri.
Se sono soddisfatto? In parte si e in parte no. Ho dato fondo a tutte le mie idee, però, se devo essere sincero, avrei voluto che la narrazione fosse più lineare. Ma la verità è che di mio meglio di così non so fare perciò mi accontento anche perché dopotutto... pure così come sta mi piace! Mi piacciono i contenuti. Sarà bello quando tutti questi capitoli saranno delle vignette manga, già me le immagino e mi viene da ridere, tipo Elsword che diventa una Maho Shojo e Aisha che rimane di sasso mentre lui si trasforma in un travestito xD

Ringraziamenti
Voglio ringraziare tutti i miei lettori che hanno letto e quelli che leggerano la mia umile creazione dedicata a quello che a parer mio sia il gioco con i personaggi manga più ispiranti che terrò sempre nel cuore. Mi auguro un giorno di riuscire a disegnare dei doujinshi su questo manga e su tutti quelli che mi piacciono!
Voglio ringraziare in particolare Saphiria che, anche a distanza di mesi tra un capitolo e l’altro, ha commentato. Il fatto di avere il parere di qualcuno, di sapere che le mie storie vengono lette, mi ha reso felice, mi incoraggiava a scrivere.

Per concludere, vi informo che questa è stata la mia ultima fanfiction a capitoli.
Mi spaventa l’idea di iniziarne un’altra per poi lasciarla marcire :P

Grazie, grazie di tutto!

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