Sailor Moon, la Luna splende di semplicementeme (/viewuser.php?uid=13489)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Nuova pagina 1
Sailor
Moon, la Luna splende
Capitolo I
- È finita.
- Non capisco, che
significa.
- Che non voglio più stare
con te.
- Continuo a non capire.
Cosa è successo.
Cercava dentro i suoi occhi
una spiegazione. Una motivazione, ma non vi trovava nulla. Vi leggeva solo il
vuoto.
Erano seduti in una panchina
del parco. Il vento della primavera soffiava leggero portando con sé il profumo
dei ciliegi in fiore. Un petalo cadde sul palmo della sua mano. Chiuse il pugno
con rabbia e, quando lo riaprì, della bellezza di quel petalo non restava più
nulla se non un vago ricordo.
Il silenzio era caduto tra
loro. Un silenzio diverso dagli altri. Un silenzio pesante, carico di domande,
privo di risposte.
- È stato un errore. Un mio
errore. Mi dispiace.
Aveva parlato. La sua voce
di solito calda adesso era fredda, lontana.
- Voglio la verità.
Non si poteva arrendere. Era
impossibile. Loro si amavano. Era sempre stato così. Cosa era cambiato allora?
Perché adesso non era più così?
- La verità? La verità è
che non possiamo restare legati al passato.
Aveva parlato di nuovo, con
voce lieve ma lontana. Come era possibile? Fino ad una settimana prima era tutto
così… bello, ed adesso, era tutto finito. Si portò una mano tra i capelli
come se, con quel gesto, potesse allontanare tutto quello che stava accadendo.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò ancora lì, in quel parco. Non
era un sogno. Era tutto vero.
Era la fine della loro
storia.
Si voltò nella sua
direzione ma il posto era vuoto. Se ne stava andando senza spiegazioni. No, non
sarebbe finita così. Era suo diritto sapere.
- Fermati. Tu non puoi
andartene così. Mi devi una spiegazione.
Impossibile. Era questa la
parola che risuonava nella sua testa. Non poteva essere vero. Era un incubo.
- Una spiegazione?
Ancora la sua voce, lieve,
lontana, stavolta beffarda.
- Sì, una spiegazione.
Non si poteva arrendere.
Avevano lottato per quell’amore. Lei, era quasi morta per quell’amore, non
poteva essere vero. No.
- Non ti amo.
Quelle tre parole furono una
doccia gelata che strappò via le ultime speranze.
- Non possiamo restare
legati al passato. Sono trascorsi mille anni. Siamo cambiati. Non siamo più
Serenity ed Endymion. Siamo solo Usagi e Mamoru.
Aveva parlato con
tranquillità e serenità, come se quello che stava dicendo non stava
distruggendo la sua vita.
- Non ti credo.
Non era vero. Era solo un
incubo. Non poteva essere vero. Presto avrebbe riaperto gli occhi per ritrovarsi
nella sua stanza. Non era vero.
- Mamoru, non rendere tutto
più difficile. Io non ti amo.
E dopo quella condanna era
andata via.
Salve
gente. Sì, uccidetemi pure. So perfettamente di avere ancora molte altre fanfic
in corso ma sapete, non ho resistito. È stato più forte di me ed è successo
tutto stamattina ascoltando una canzone che odio… il potere dell’odio hai
visto cosa ci fa fare? Quale canzone odio? “Non riesco a farti innamorare”
di Sal da Vinci, da me ribattezzato Gigi D’Alessio2 (non me ne
vogliano le ammiratrici di Sal e di Gigi!)!
Questo
è il primo capitolo… diciamo che è solo un prologo. La storia vera e propria
partirà tra un po’. Mi terrò legata, a grandi linee, a quella che è la
storia originale, naturalmente cambierà qualcosa, ma non so di preciso cosa (a
parte questa sconvolgente verità del primo capitolo!).
Per
quel che riguarda gli aggiornamenti… non so quando aggiornerò. La storia è
già tracciata nella mia testolina, ma sta a vedere gli impegni che ho preso e
la disponibilità del pc, non so davvero darvi una data precisa.
Per
quel che riguarda l’altra fanfic, Sailor Moon, sono ferma al XXXVI
capitolo e credo che la fic resterà lì ancora per un po’… ho un blocco
totale e non so come proseguire, ma non temete… riuscirò a portarla al
termine!
Adesso
vi saluto. A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Nuova pagina 1
Capitolo II
Un
incubo.
Ancora
lo stesso.
Si
mise a sedere sul bordo del letto. Poggiò i piedi a terra ed il freddo del
parquet gli donò, per pochi secondi, un senso di refrigerio. Faceva caldo,
nonostante fosse aprile, faceva maledettamente caldo.
Guardò
la radiosveglia: erano solo le cinque del mattino. Decise di alzarsi. Era
inutile restare ancora a letto, tanto non avrebbe ripreso il sonno e,
francamente, era meglio così. Non aveva intenzione di rivivere, ancora una
volta, la stessa angoscia e quello stesso tormento. Aveva bisogno di pensare.
Si
alzò stiracchiandosi, i muscoli erano ancora intorpiditi dal sonno. Vagò al
buio per la stanza, scansando con facilità i mobili. Si diresse in bagno e,
senza accendere la luce ma semplicemente tirando la tenda per dare quel minimo
di luminosità, aprì le manopole dell’acqua. Necessitava di una doccia per
rilassare i muscoli e schiarire la mente.
Si
spogliò senza fretta. Aveva tutto il tempo del mondo. Già, non aveva nulla che
riempisse la sua vita. Aprì le ante della doccia e controllò la temperatura
dell’acqua. Tiepida, piacevolmente tiepida, era questo quello di cui aveva
bisogno. Entrò e cercò di lasciare fuori da quella cabina tutti i suoi
problemi ed i suoi dolori.
L’acqua
scendeva lungo il suo corpo regalando una nuova tonicità ai muscoli delineati
ma non troppo scolpiti. Portò le mani tra i capelli e li massaggiò appena. Era
inutile. Si sforzava, ma non ci riusciva. Poggiò la fronte sulla superficie
tiepida delle piastrelle e chiuse gli occhi. Il getto d’acqua ancora scorreva
sul suo corpo. Iniziò a battere il pugno contro la parete e mordersi le labbra
per trattenere i singhiozzi. No. Non doveva piangere. Alzò la testa di scatto.
-
Basta!
Chiuse
l’acqua ed uscì dalla cabina. Avvolse il corpo in un telo e si decise ad
accendere la luce per poter, finalmente, fissare il suo riflesso nello specchio.
L’espressione rigida dei muscoli facciali donava a quel viso molti più anni
di quelli che effettivamente possedeva.
Stanchezza.
Incredulità.
Dolore.
Leggeva
tutto questo nei suoi occhi. Chinò il capo e lo rialzò. Provò a sorridere. I
muscoli adesso erano più rilassati. Avevano lasciato la loro rigidità e si
erano piegati in un sorriso sereno. Lo stesso che mostrava tutti i giorni. Gli
anni in più erano svaniti per lasciar posto a quella che era effettivamente la
sua età. Ma poi… poi era tutto come sempre.
Stanchezza.
Incredulità.
Dolore.
E
la falsità…
Era
tutto lì, chiaro come il sole. La falsità. Però si consolava: tutti, chi più
chi meno, erano costretti a vivere fingendo che tutto vada per il meglio quando,
l’unica cosa che si desidera era poter fuggire lontani da tutti.
Uscì
da quel bagno e si diresse verso la sua stanza. Non gli interessava l’acqua
che gocciolava dal suo corpo; il telo troppo piccolo riusciva a coprire solo
pochi centimetri di pelle.
Si
chiuse la porta alle spalle, come se stesse fuggendo da qualcuno, come se si
stesse nascondendo.
Fuggendo
da chi?
Nascondendo
da cosa?
Fuggiva
dai suoi incubi. Si nascondeva dai suoi occhi.
Poggiò il capo contro lo
stipite della porta e chiuse gli occhi. Il cuore batteva veloce nel suo petto.
Correva, galoppava. Sembrava un cavallo libero di correre nelle praterie. Si
portò una mano proprio lì, dove lo sentiva battere. Chiuse gli occhi e li contò
i suoi battiti. Regolari. Sincroni. Per un attimo sperò che si fermassero per
sempre, così da potersi donare la stessa libertà di quel cavallo che correva
nelle praterie.
-
Basta! Dannazione basta!
Aprì gli occhi di scatto ed
accese la luce che, per un attimo, ferì i suoi occhi. Si diresse verso
l’armadio e lo aprì con violenza. Si vestì velocemente senza prestare
attenzione a cosa stesse indossando. Mise le scarpe e prese le chiavi di casa.
Guardò l’orologio: le 5 e 30.
Uscì
di corsa. Aveva tempo, ma non voleva perderne. Corse per le vie della città
ancora addormentata. Si fermò al parco e si guardò attorno. Non c’era anima
viva. Tutto immobile. Tutto immerso nella tranquillità del mattino appena nato.
Si
fermò per cinque minuti, giusto il tempo di riprendere fiato.
Quiete.
Calma.
Pace.
A
cosa serviva tutto ciò se non poteva goderne? A cosa era servito lottare se
adesso non poteva coglierne i frutti? A nulla. Si guardò ancora attorno e vide
un passero che fissava, con i suoi occhi neri, la sua figura. Furono solo pochi
secondi perché questo subito aprì le sue ali e si librò in volo. Anche lui
libero.
Riprese
la sua corsa. Attraversò il parco e poi la città che iniziava a svegliarsi.
Correva senza fermarsi per prendere fiato. In apnea. Correva. Verso la sua meta.
Non poteva perdere tempo.
Si
fermò dopo parecchio tempo. Il respiro affannato. Il corpo sudato. Si piegò
sulle ginocchia per riprendere fiato. I polmoni stavano per collassare. Non
riusciva più a respirare. Si alzò lentamente ed iniziò ad inspirare
profondamente, cercando di tornare ad un ritmo normale. Ci riuscì solo dopo
pochi minuti. Guardò l’orologio: le 6 e 20. Aveva impiegato quasi un’ora
per raggiungere la sua meta, ma era ancora troppo presto. Decise di riposare.
Poggiò le spalle contro il muro di cinta della casa. Aveva ancora tempo,
troppo. Come avrebbe fatto ad attendere tanto? La sua domanda ricevette presto
una risposta.
-
Vattene.
Una voce, la sua voce. Alzò il
capo e la vide. Lì, davanti a lui. Bella come la ricordava. Dopotutto erano
passati solo pochi giorni da quando si erano lasciati ma, a lui, erano sembrati
secoli.
-
No.
No, non se ne sarebbe
andato. Aveva il diritto di sapere. Non poteva credere che tutto si fosse
dissolto come una bolla di sapone. Come un castello di sabbia distrutto da
un’onda. No. Non si sarebbe arreso. Avrebbe lottato per riaverla perché lei
lo amava. Ne era sicuro.
Se
fosse stato il contrario… bhè se lei non lo avesse amato allora… allora
l’avrebbe lasciata andare, ma prima voleva sapere cosa era cambiato. Perché
si ostinava ad affermare che non lo amava più?
-
Ti rendi conto? Non sono neanche le sette e tu sei qui. E se ti vedesse
qualcuno?
-
Non mi importa della gente. Che parli pure.
-
Importa a me. Qui io ci vivo. Ed adesso vattene e non farti più vedere.
Ancora una volta se ne stava
andando via. Ancora una volta gli aveva voltato le spalle senza dargli una
spiegazione. Ancora una volta lo stava abbandonando.
No.
Non glielo avrebbe permesso. Non ancora per lo meno. Fu un attimo.
Non riuscì a capire come, ma la
vide con le spalle al muro. Il suo polso, piccolo e delicato, imprigionato nella
sua mano, grande e forte. La presa era salda, decisa, dolorosa, ma lei non
tradiva nessuna emozione. Sapeva di farle male - e solo Dio sapeva quanto gliene
voleva fare in quel momento – ma lei non diceva nulla. Lo fissava, beffarda,
negli occhi.
-
Mamoru, lasciami andare immediatamente.
- Tu dimmi perché è finita.
Stavolta il suo tono tradiva
tutta la sua rabbia. Il suo dolore. La sua frustrazione. Lei doveva dirgli la
verità o sarebbe impazzito.
-
Non. Ti. Amo. Non ti ho mai amato. Contento? Stai meglio? Adesso lasciami
andare.
Ancora quel tono imperioso.
Ancora quella voce fredda. No. Non l’avrebbe lasciata andare. Non stavolta. La
presa si fece più forte ma Usagi non mutò la sua espressione. Se stava
soffrendo, lo mascherava perfettamente.
Mamoru
avvicinò il suo viso a quello di lei. Usagi si scansò: non voleva contatti con
lui, quello era già tanto, troppo.
-
Perché?
Un flebile sussurrò che lei
percepì ma che non la scosse. Approfittando di quell’attimo di debolezza da
parte di Mamoru, riuscì a liberarsi dalla sua presa e si fece da parte. Poi,
senza guardarlo in faccia, per la prima volta da quando tutto era iniziato,
rispose alla sua domanda.
-
Perché non si può obbligare qualcuno ad amare. Ci ho provato ma mi spiace, non
ci sono riuscita.
Poi
se ne andò e fu solo quando restò solo che Mamoru si inginocchiò in terra con
il capo chino.
L’angolo
dell’autrice
Salve a tutti! Sono tornata presto
ma non fateci l’abitudine.
In
questo capitolo non accade, in pratica, nulla solo che ho cercato di delineare,
al meglio, il senso d’abbandono e di vuoto avvertito da Mamoru dopo che Usagi
l’ha lasciato.
A dire il vero, scrivere questo
capitolo è stato semplice ma contemporaneamente ero indecisa su chi
incentrarlo, se Mamoru o Usagi. Se notate, ancora una volta, in gran parte della
storia non ho dato un soggetto specifico; se ci fosse stato un soggetto neutro
(un po’ come per gli aggettivi latini che presentano tre forme) avrei
utilizzato quello! Alla fine, ho deciso di dare libero sfogo alla mia creatività
ed è stato proprio in conclusione del capitolo che si è capito chi era il
soggetto.
Non mi sono per nulla pentita di
aver descritto Mamoru così fragile, piangente se vogliamo. Anzi, ne sono
soddisfatta. Io credo che quando si ama qualcuno, non importa se si è uomini o
donne, se abbiamo voglia di piangere è giusto dare la libertà d’espressione
ai nostri sentimenti e poi… un uomo che piange per amore è, forse,
l’espressione più aulica dell’amore stesso! E poi lo cantava anche
Battisti…
A parte questo, come molti di voi avranno notato, i capitoli sono decisamente
più corti rispetto ai miei soliti standard, bene, è tutto voluto. Mi sono resa
conto che con capitoli brevi per me che scrivo, e per voi che leggete, è più
semplice tenere il passo con la fanfiction. In futuro, forse, ci saranno
capitoli più lunghi ma per il momento non aspettatevi nulla di più tre o
quattro pagine di Word. Se vi ho delusi vi chiedo scusa, ma solo così riesco a
prestare la giusta attenzione ai dettagli e cercare di aggiornare con una certa
frequenza!
RINGRAZIAMENTI:
-
MIKAYLA:
ciao. Prima di tutto ti ringrazio per aver commentato. Se non sbaglio, se così
fosse ti chiedo scusa, è la prima volta che recensisci un mio elaborato e di
questo te ne sono grata anche perché sei una delle mie autrici preferite! Per
quel che riguarda questo racconto è un’idea che mi frulla già da un paio di
anni per la testa. Ho solo deciso di mettere nero su bianco quello che ho sempre
immaginato. Se ricordi, già ai tempi della tua fanfiction “Casi della
vita”, ti avevo detto che non mi era piaciuto il modo in cui veniva
presentato il rapporto tra Usagi e Chibiusa, in questa mia rivisitazione della
serie cercherò di modificare anche questo, nulla di drastico, ma darò maggiore
rilievo a quello che Usagi prova per la piccola Chibiusa. Sono contenta che il
primo capitolo – prologo – ti piaccia, spero che questo non ti deluda;
-
ELLEPHEDRE:
Ciao anche a te. Ti ringrazio per quel che mi hai scritto nella recensione. La
punteggiatura è il mio tallone d’Achille, non che nel resto io sia eccelsa,
ma con i segni grafici della punteggiatura… è una lotta continua. Ci provo,
leggo e rileggo, e forse l’errore è proprio questo: rileggere troppe volte ciò
che scriviamo fa saltare fuori sempre orrori nuovi! Se vorrai, e se avrai
tempo, io sono sempre pronta ad accettare qualsiasi forma di aiuto, dalle
correzioni ai consigli, non si smette mai di imparare. Immagino che anche qui la
punteggiatura abbia fatto di testa sua quindi, se hai altri suggerimenti, spara
pure;
-
NEPTUNE87:
ciao Cri! Sono felice che la rivoluzione che ho apportato sia di tuo gradimento.
Mi chiedo cosa penserai di questo capitolo dove si scopre un Mamoru molto più
uomo ed una Usagi molto più st***za! Mi censuro da sola! Adesso vado dalle
altre, un bacio;
-
HATORI:
Tania allora ti ho sorpresa?
Ho scritto una nuova storia e non ti ho detto niente! Hai visto? Adesso però io
mi aspetto lo stesso da te, stupiscimi, non ti chiedo altro! E poi… chi si
vuole liberare di te? Come faccio io poi su Faccia di Libro (meglio noto come
FaceBook), con chi parlo? Con chi scambio i quiz che mi fanno sentire bellissima
anche se non lo sono? Tania non abbandonarmi! Mi chiedi cosa è successo? Ma
secondo te, posso risponderti? Certo che no altrimenti poi finisce che non segui
più la fanfiction. In questo capitolo non succede praticamente nulla se non uno
spiraglio su quello che è lo stato d’animo di Mamoru, mi dirai cosa ne pensi?
Spero proprio di sì;
-
DOLCEBUNNY:
secondo te è possibile che mi possa
dimenticare di una delle mie lettrici più assidue? È impossibile! Come
stai? È da tanto che non ti vedo bazzicare per il sito! Guarda, se serve a
tranquillizzarti, al momento l’altra mia long – Sailor Moon
– è ferma ai box perché non so come continuarla, ma non ho certo intenzione
di lasciarla lì in eterno! Ti faccio i complimenti perché tra tutte quelle che
hanno commentato, sei stata la sola ad essere arrivata a questa assurda
conclusione, dimmi un po’, ma si intuiva qualcosa da ciò che ho scritto? Mi
fai arrossire con tutti questi complimenti: non scrivo cose banali… bhè se lo
dici tu ti credo! Qui hai avuto la risposta a parte delle tue domande, visto
come reagisce il nostro Mamoru? È umano e, a mio modo di vedere,
incredibilmente romantico, forse troppo. Tu cosa ne pensi? Spero possa trovare
il tempo di lasciare ancora una recensione, altrimenti, spero tu possa
continuare a leggere, un bacio alla prossima;
-
MARYUSA:
ciao! La scelta di cambiare i ruoli,
Mamoru lasciato ed Usagi che lascia, nasce dal mio essere femminista fino al
midollo come mi ripete tutti i giorni il mio ragazzo. Sono contenta che la
storia ti piaccia e spero che ti piaccia anche questo, seppur piccolo, capitolo;
-
JAJ984:
adesso ti farò una domanda che
certamente ti sconvolgerà! Ma sei la mia Ily di Facebook? Il mio intuito mi
porta a pensare di sì (anche perché ho dato una sbirciatina al tuo profilo qui
su EFP!)… a parte questo… bhè stavolta non è colpa d Gigi, ma del suo
clone, la canzone è sua, anche se… già, è stata scritta proprio da lui!
Comunque, a parte questo, la fanfic non ha nulla a che vedere con il testo della
canzone, questo è un punto che tengo a precisare! Per quel che riguarda questo
elaborato (mi sono fissata con questo sostantivo, sarà difficile centellinarne
l’uso!) hai detto bene: sarà Usagi a dettare le regole, cosa che
puntualmente avviene in tutte le mie fic dove per protagonista ci sono sempre e
solo le donne! Girls Power…
-
LUISINA:
grazie per i complimenti, sono sempre
bene accetti. Francamente, sarà che sono molto autocritica nei miei confronti,
ma io questi miglioramenti, purtroppo, non li vedo. Anzi, ad essere sincera,
credo di aver avuto un’impennata ma verso il basso. Non riesco ad esprimermi
come vorrei e le similitudini, ho come la sensazione, che siano sempre le
stesse… trite e ritrite… ma le tue parole mi incoraggiano. Grazie! Per quel
che riguarda Gigi D’Alessio… ti do perfettamente ragione e poi… com’è
che tratta sempre lo stesso tema nelle canzoni? Sempre la stessa melodia? Sempre
la stessa intonazione? Cambia ti prego! Per quel che riguarda il capitolo… non
so con esattezza cosa accadrà in seguito, ho cambiato idea anche sul perché
Usagi abbia lasciato Mamoru… vedremo cosa mi verrà in mente, magari ascolterò
qualche canzone di Anna Tatangelo, che ne sai può essere che mi venga in testa
qualcosa di nuovo! Aspetto un tuo commento, alla prossima;
-
ISA1983:
hai usato la frase che più mi
terrorizza… già letta… ho il terrore di scrivere qualcosa di
prevedibile e scontato oltre che… letto! Per questa ragione, gli aggiornamenti
saranno sporadici, ho intenzione di stare attenta a ciò che scriverò perché
non voglio risultare ripetitiva. Vanità? Presunzione? Forse, ma lo faccio anche
per chi legge, evito di propinargli sempre le stesse storie! Per quel che
riguarda questo capitolo, spero di essere stata all’altezza delle tue
aspettative. Grazie per aver lasciato una recensione, alla prossima!
Con questo ho finito i
ringraziamenti per le recensioni ma non ho ringraziato chi ha inserito la
fanfiction tra le seguite, a questo punto devo dire grazie a:
-
ELLEPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ984;
-
LUCIADOM
(spero di poter leggere anche una tua recensione);
-
MARY85;
(stesso discorso fatto a Luciadom, spero di poter leggere anche una tua
recensione);
-
MIKAYKA.
Ultimo
ringraziamento all’unica persona che ha inserito la fanfiction tra le
preferite, _ MADDY _ come per Luciadom e Mary85 mi auguro, un giorno, di
poter leggere anche una tua recensione! Ancora un grazie, e stavolta è
l’ultimo, alle 236 anime pie che hanno letto il primo capitolo. Grazie di
cuore. Al prossimo aggiornamento che non so proprio quando sarà!
P.S.
la
canzone che ha ispirato il primo capitolo di questa fanfiction è “Non
riesco a farti innamorare” cantata da Sal da Vinci da me
ribattezzato Gigi D’Alessio2. Questa è una precisazione perché ho
letto che molte criticano Gigi D’Alessio, non vorrei aver fatto un po’ di
confusione, a meno che… dite la verità, siete tutte ammiratrice sfegatate di
Sal Da Vinci, vi ho scoperto, vero? Comunque adesso vi lascio davvero, alla
prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Nuova pagina 1
Capitolo
III
Era finita.
Avevano vinto.
Il Dark Kingdom era stato
annientato.
Adesso desiderava per sé, e
per tutte le persone a lei care, una vita normale.
Solo la normalità.
§§§§§
- Ho voglia di un gelato. Un enorme gelato con tanta panna montata e le
scaglie di cioccolato… e poi anche il cioccolato fuso. Una coppa enorme.
- E di grazia, mia dolce
principessa, di che gusto vuole il suo gelato?
- Non saprei…
cioccolato… no, no, meglio fragola. Sì, fragola. Un’enorme coppa fragola,
panna, scaglie di cioccolato e cioccolato fuso…
Mamoru tratteneva con
difficoltà le risate. Era bello vedere Usagi così piena di vita. Così felice,
eppure… eppure aveva rischiato di perderla.
Il potere del Dark Kingdom
lo aveva soggiogato a tal punto da levare la sua spada contro quella ragazza
all’apparenza così fragile ma che dentro di sé, nel profondo del suo animo,
nascondeva un potere incredibile. Come aveva potuto? Il potere di Beryl lo aveva
stregato, manipolato, ammaliato.
- Terra chiama Mamoru. Terra
chiama Mamoru… ci sei?
Il tocco lieve di Usagi servì
a farlo tornare al presente, troppo spesso i ricordi del passato lo tormentavano
senza dargli tregua.
- Non farlo mai più.
La voce di Odango aveva
perso la sua naturale tonalità allegra per acquistarne una più dura, più
matura. Forse, fin troppo matura per quella semplice diciottenne.
- Non permettere al passato
di interferire con il presente.
La guardava senza riuscire a
parlare. Come spesso capitava era riuscita a comprendere cosa turbava il suo
animo. Era riuscita a comprendere cosa effettivamente lo tormentava, solo
guardandolo.
- Non accadrà più, non
temere mia dolce Odango.
Il sorriso che illuminò il
viso di Usagi fu il regalo più bello che Mamoru potesse desiderare.
- Bene… ed adesso andiamo
a prendere questa coppa gelato altrimenti svengo!
Tirando Mamoru per un
braccio lo trascinò verso il bar in cui lavorava Motoki e poi… poi
un’esplosione proveniente proprio dal parco dove erano stati fino a pochi
minuti prima.
Senza perdere
tempo, senza neanche chiedersi se era il caso di intervenire, iniziarono a
correre in direzione del parco da dove una colonna di fumo nero si levava alto
verso il cielo.
Non poteva essere.
Non era possibile.
Non ancora.
Lei voleva una vita normale.
Erano questi i pensieri che
affollavano la sua mente nella corsa che la portava sempre più vicina al centro
dell’esplosione. Ogni tanto lanciava delle rapide occhiate a Mamoru senza
farsi vedere. Cercava di capire cosa pensasse il giovane ma il suo viso non
tradiva nessuna emozione. Era concentrato, forse anche lui si chiedeva cosa
voleva dire quella esplosione.
Non poteva essere un nuovo
nemico.
No. Non poteva lottare
ancora.
Non avrebbe retto.
Lei non voleva più lottare.
Mai più.
Arrivarono presto al parco.
Il respiro corto ed il sangue che pulsava veloce nelle vene. Si guardarono
attorno ma non videro nulla, a parte la devastazione provocata
dall’esplosione. Poi fu un attimo, come un sibilo. Il tempo di mettersi uno
accanto all’altra. Il tempo di tentare un’estrema difesa. Il tempo di
sfiorarsi le mani, ed ecco una nuova esplosione.
Quando riprese controllo del
suo corpo non capì esattamente cosa fosse accaduto. Ricordava di essere in
centro con Mamoru dopo una passeggiata al parco. Erano diretti da Motoki e poi?
Lentamente, con uno sforzo enorme, riuscì ad aprire gli occhi. Era indolenzita.
I muscoli facevano un male atroce. La testa le stava scoppiando.
Un peso gravava sul suo
corpo, cercò di alzarsi ma con scarsi risultati. Ritentò una seconda volta e
stavolta, con grande sforzo, riuscì nel suo tentativo scansando quel qualcosa
che le impediva i movimenti. Si guardò attorno e, in quel momento, preferì non
averlo mai fatto.
Voleva tornare nel suo
letto.
Voleva non essersi
svegliata.
Voleva chiudere gli occhi e
tornare a dormire.
Non era possibile. Non di
nuovo.
Alla sua destra giaceva il
corpo di Mamoru. Trattenendosi dallo scoppiare in lacrime, si avvicinò al corpo
del ragazzo e lo mosse leggermente senza ottenere risultati. Ritentò ancora con
più forza ma, nuovamente, non ottenne nessun movimento. Tra le mani del ragazzo
un bocciolo di rosa, rossa, come il sangue versato da Mamoru.
Usagi prese il fiore e lo
portò al petto, lo strinse forte pungendosi con una delle spine. Il suo sangue
si andò a mischiare a quello di Mamoru. Si chinò sul corpo del suo principe e
lo chiamò.
- Mamoru… Mamoru…
svegliati, non farmi questi scherzi. Non mi piacciono. Mamoru apri gli occhi.
Adesso basta.
Scuoteva il corpo immobile
di Mamoru ed intanto le lacrime uscivano senza freni, non era riuscita a
trattenerle.
Una risata squarciò
l’aria.
Una risata aspra.
Una risata cattiva.
Una risata crudele.
Alzò il viso rigato di
lacrime e si guardò attorno spaesata. Si alzò tremante stringendo tra le mani
la sua spilla di trasformazione e la rosa di Mamoru. La risata continuava a
riempire l’aria ma non si capiva da dove provenisse.
- Dove sei! Fatti avanti!
Urlava con tutto il fiato
che aveva in gola, la voce arrochita dal pianto. Un’altra esplosione, poi di
nuovo il buio.
Aprire gli occhi stavolta fu
meno faticoso.
Non sentiva più nulla.
Nessun dolore.
Solo la pace che regnava in
quel luogo.
Un luogo privo di spazio, un
luogo privo di tempo.
Attorno a lei il nulla.
Un nulla fatto di oscurità.
Silenzio. Staticità.
- È finita.
Fu questo il suo primo
pensiero. Il suo corpo fluttuava leggero in quella dimensione a lei ignota. Portò
le braccia al petto e si strinse in un abbraccio. Piegò le gambe sulle cosce ed
iniziò a dondolarsi in quella che era la posizione che assumevano i bambini
nell’utero materno. Iniziò a piangere tutte le sue lacrime. Era finita. Non
era riuscita a proteggere Mamoru. Aveva abbandonato le sue amiche. Non era
riuscita in nulla.
- Serenity…
Una voce leggera,
lontana, lieve che riusciva a far vibrare le corde della sua anima.
Una voce che illuminava il
buio di quella dimensione.
Una voce che riempiva il
silenzio di quel luogo.
Una voce che riusciva a
spezzare la staticità di quel
posto.
Alzò il capo e si guardò
attorno. Il nulla era ancora attorno a lei, dentro di lei.
- Sailor Moon…
Ancora quella voce. Lontana
eppure vicina.
Sconosciuta ma allo stesso
tempo familiare.
- Chi sei?
Un flebile lamento che non
mutò l’ambiente attorno a lei.
- Non importa chi sono.
- Chi sei?
Stavolta la sua voce si
propagò con la sua eco per tutto lo spazio circostante. I pugni stretti, le
lacrime rapprese sul viso.
- Usagi…
- Dimmi chi sei?
L’urlo di Usagi fu simile
al ruggito di una belva ferita. Un ruggito seguito da un’esplosione di energia
partita proprio dal suo esile corpo . Solo quando il respiro si fu regolarizzato
la voce tornò a parlare.
- Io sono te…
La ragazza non si mosse. Non
un muscolo. Rimase immobile in attesa che la voce continuasse a parlare.
- Sono Usagi. Sono Sailor
Moon. Sono Serenity.
Usagi rimase immobile
stordita dalle parola di quella che si dichiarava essere se stessa.
- Parla, ti ascolto.
La sua voce adesso era
incerta. Aveva perso quel tono adirato che aveva avuto poco prima
dell’esplosione di luce. Sembrava… incuriosita.
- Combatti.
- Cosa vuoi dire.
La sua voce si perse
nell’infinità di quel luogo. Si guardò a destra ed a sinistra ma non trovò
nulla. Nessun punto di riferimento. Nulla che le facesse comprendere dove si
trovasse. Era solo il buio, vasto, sconfinato, illimitato, oscuro.
Provò a richiamare ancora
la voce ma senza risultati. Poi un dolore improvviso la costrinse a piegarsi su
se stessa.
Si sentiva trascinare via da
una forza lontana. Si sentiva portare via da quel luogo che, nonostante le tinte
cupe, le dava un senso di protezione. Chiuse gli occhi e cercò di aggrapparsi
alla voglia di restare lì ma non servì.
Solo quando si rese conto
che resistere non faceva altro che contribuire ad aumentare il dolore, decise di
lasciarsi andare. Chiuse gli occhi e restò ferma. Prima di perdere nuovamente
il contatto con quella realtà sentì ancora una volta la voce.
- Combatti per Mamoru.
Non arrenderti mai.
Quando riaprì gli occhi si
trovava nel suo letto.
Era stato un incubo.
Si mise a sedere respirando
profondamente.
Solo allora si accorse della
rosa che stringeva al petto.
La rosa rossa in cui il suo
sangue e quello di Mamoru si erano saldati in un unico colore.
L’angolo
dell’autrice
Dopo
molto tempo torno ad aggiornare questa fanfic. Lo avevo detto che gli
aggiornamenti sarebbero stati sporadici, lo studio in questo momento ha la
priorità considerando il fatto che tra otto giorni avrò un importantissimo
esame…
Passiamo alla storia che stavolta sembra essere davvero iniziata.
Finalmente si è capito cosa è successo. Un nuovo nemico. Chi è? Non si
sa… ma si è capito che è molto potente.
Non so se ve ne siete accorti ma ho deciso di seguire quello che è il
manga originale dove di Ali ed Ann non si fa alcun riferimento. Il Dark Kingdom
è stato sconfitto e tutti hanno mantenuto inalterati i propri ricordi.
Per quel che riguarda Usagi, se avete notato, ho mutato la sua età
rendendola maggiorenne. Questo vuol dire che Mamoru avrà vent’anni e sarà
iscritto al college mentre Usagi, e con lei tutte le altre, sarà impegnata con
l’ultimo anno delle scuole medie superiori. Perché tutto questo? Dato che non
so se nella storia aggiungerò delle scene a sfondo sessuale, e non volendo
correre il rischio di venir meno al regolamento, cambio l’età dei personaggio
et voilà, il gioco è fatto!
Passo rapidamente ai ringraziamenti che sono davvero tanti!
RINGRAZIMENTI:
-
JORDY KLEIN: grazie per i complimenti, sei la prima a dirmi che ho
talento. La cosa non può che rendermi felice. Spero, però, che questo terzo
capitolo non faccia precipitare le mie quotazioni. Alla prossima!
-
NEPTUNE 87: ciao Cri! Cavolo, non volevo farti piangere, non era mia
intenzione ma non nego che questo non mi faccia piacere; questo vuol dire o che
tu ti sei immedesimata sino a tal punto nel personaggio di Mamoru tanto da
rendere tue le sue sofferenze, oppure sono stata io a far trasparire la sua
sofferenza e a fartela percepire… in entrambi i casi, un po’ di merito mio
c’è! Usagi più st***za del solito è necessario altrimenti come fa a
lasciare Mamoru? In questo capitolo si è capito cosa ha spinto la nostra eroina
ad un passo simile, mi auguro che questo non ti abbia fatto perdere
l’entusiasmo dei primi due capitoli. Adesso chiudo! Un bacio alla prossima e
speriamo di beccarci in chat!
-
ISA 1983: ciao. Tranquilla, era solo un modo dire, non preoccuparti. Per
quel che riguarda l’originalità… lasciamo perdere. Come hai potuto vedere
Usagi lascia Mamoru per proteggerlo e non per altre ragioni! Non lo dice
chiaramente ma si intuisce. Per quel che riguarda Usagi, in questo capitolo, non
ho reso i suoi sentimenti come ho fatto per Mamoru. Ho intenzione di farlo in un
capitolo a parte. Un capitolo tutto per lei, un po’ come ho fatto per Mamoru.
Spero solo che adesso che sai cosa ha spinto Usagi a mollare il suo principe tu,
di conseguenza, non sarai tu a decidere di mollare la storia… dai scherzo (o
forse no) anche adesso. Alla prossima!
-
LUCIADOM: non preoccuparti. Capisco quello che vuoi dire e non hai nulla
di cui tu debba scusarti. Lo studio viene prima di tutto, qui si viene solo per
stare insieme in allegria, nulla di più. Io sono per il proverbio “prima
il dovere e dopo il piacere” e dato che scrivere è un piacere lo faccio
solo quando posso! Per quel che riguarda invertire i ruoli ed il motivo,
finalmente, in questo capitolo è stato svelato il mistero. Nulla di diverso
dall’originale, a parte ciò che capiterà nei capitoli a venire. La
punteggiatura è una spina nel fianco, non una pecca. A volte non mi fa dormire
la notte, o per meglio dire, quando lo studio non mi fa chiudere occhio allora,
girandomi e rigirandomi nel mio letto, penso alla punteggiatura… sto
impazzendo. Sclero a parte, se non ricordo male, in una delle risposte alle
recensioni a “Sailor Moon” ti avevo ringraziato per aver commentato, se così
non fosse lo faccio adesso. Grazie per aver trovato un po’ di tempo anche per
le vecchie fanfiction! Adesso ti saluto e se hai tempo, ma solo se ne hai,
commenta anche questo. Alla prossima!
-
JAJ984: Ili cara che piacere rivederti e ribeccarti. Come detto a Tanya
su FB ormai latito da un po’, per meglio dire ci sono ma non intervengo più
di tanto… sei stata la sola a percepire un po’ del dolore di Usagi, credevo
di non esserci riuscita ed invece tu l’hai beccata, quella frase, la sola che
fosse scritta riferita ad Usagi ( Mamoru avvicinò il suo viso a quello di
lei. Usagi si scansò, non voleva contatti con lui, quello era già tanto,
troppo…)! Almeno non sono così penosa come credevo! Per quel che riguarda
Mamoru… uomini del genere sono rari io credo di averlo trovato e me lo tengo
stretto. Parlando del motivo che ha spinto Usagi a lasciare Mamoru mi spiace
averti delusa, ma è lo stesso. Lo vuole salvare, ma qui c’è una piccola
differenza, vediamo se la si capisce (dai è scritta nel capitolo stesso).
Per quel che riguarda Sal da Vinci non lo conoscevo prima di Sanremo, non
lo conosco neanche dopo, devo documentarmi. Con questo chiudo anch’io
l’argomento. Adesso ti saluto. Un bacio alla prossima!
-
MARYUSA: mi sa che questa storia non dovevo intitolarla Sailor Moon la
luna splende, ma La rivincita di Usagi… detto tra noi, anch’io ho
scritto questa storia per far riscattare Usagi! Per quel che riguarda la
sofferenza di Mamoru non posso prometterti nulla, abbiamo visto come è cambiata
Usagi quindi ci possiamo aspettare di tutto da lei. Adesso ti saluto, alla
prossima!
-
HATORI: Tanya cara, visto che regalino. Non ti dico niente e puff…
aggiorno la mia storia. Sorpresa? Un pochino? Dai scherzi a parte, in questo
periodo ci siamo beccate poco anche perché sono stata poco al pc. Oggi però è
domenica e mi posso prendere un paio di ore per me! E poi chi è che si vuole
sbarazzare di una sanguisuga (ed ingenua come dice il nostro amico FacciaDiLibro,
per chi non capisse parlo di Facebook) dolce come te? I capitoli sono più
corti, ma ti giuro ci metto lo stesso impegno cercando di renderli il più veri
possibile! Guarda, in questo momento, faccio soffrire Mamoru perché lui ha
fatto soffrire Usagi, se lo merita così capisce cosa vuol dire tenere nascosta
la verità… torniamo serie… è necessario che Mamoru soffra altrimenti come
faccio a incuriosire le lettrici come te? Con Mamoru non ho esagerato perché
non mi sembrava giusto e poi non potevo certamente farlo piangere come un
bimbetto dell’asilo… ha vent’anni, non dimentichiamolo. Ho cercato di
rendere la sua sofferenza umana, vera. Io credo che quando si ami davvero non ci
si debba vergognare di capire e chiedere il perché la persona che ci sta al
fianco abbia deciso, dall’oggi al domani, di lasciarci. È un nostro diretto
sapere. Non è così? Spero che questo capitolo ti abbia soddisfatta tanto
quanto i precedenti. Adesso ti mando un grosso bacio, alla prossima…
-
MIKAYLA: ciao! Visto, la volta scorsa ho aggiornato in fretta mentre per
questo terzo capitolo ti ho fatto penare un po’ di più. Hai ragione tu, hai
commentato No sense, è la mia memoria che perde colpi. Per quel che
riguarda il rapporto Usagi-Chibiusa, hai azzeccato il mio intento: voglio
modificare il loro rapporto ma non solo quello. Voglio che Usagi si comporti un
po’ più da madre, un po’ meno da sorella gelosa. Ho intenzione di mantenere
inalterato il carattere di Chibiusa che è pur sempre una bambina di sei anni,
ma allo stesso tempo la voglio meno antipatica… secondo me, la trasposizione
manga-anime ha reso Chibiusa una piccola peste antipatica ai più! Finalmente la
storia decolla. Un nuovo nemico, molto potente ha attaccato. Usagi e Mamoru non
hanno avuto neanche il tempo per intervenire che già erano stati messi k.o. Per
quel che riguarda Usagi, nel prossimo capitolo, finalmente, scopriremo (mi metto
anch’io tra i lettori) come sta la nostra Odango… sono, in ogni modo, felice
che il capitolo ti sia piaciuto e spero che questo possa piacerti quanto il
precedente. Alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: ti ringrazio per la mail, quanto prima andrò a correggere
gli Orrori di punteggiatura (domandone, riuscirò mai a capire come
utilizzare le virgole i punti e compagnia bella? Ai posteri l’ardua
sentenza!)… per quel che riguarda me, io credo di non aver mai avuto un buon
rapporto con i segni della punteggiatura. Devi sapere che appena finisco di
scrivere una frase la prima cosa che faccio è salvarla e rileggerla cercando di
correggere laddove vedo qualche errore, ma credimi, la punteggiatura… mi fa
tremare! Non ci riesco! Per quel che riguarda la terza persona… ho sempre
scritto le mie storie utilizzando la prima persona, la scelta della terza
persona è stata una sfida che mi sono lanciata da sola, un modo per valutare le
mie vere capacità. Il motivo per
cui ho deciso di descrivere in modo particolareggiato l’ambiente che circonda
Mamoru, come già ho spiegato a Luisina, è voluto. È come se Mamoru,
concentrandosi sull’ambiente intorno a lui, cercasse di riempire il vuoto
lasciato da Usagi, ma a quanto pare non sono riuscita a far trasparire queste
mie intenzioni. Vorrà dire che mi impegnerò maggiormente la prossima volta! Lo
sviluppo della trama è arrivato, anzi, è iniziato. Da qui, scherzi del mio
cervello a parte, dovrei riuscire a portare avanti la storia! Spero che questo
capitolo, Orrori a parte, sia di tuo gradimento, quanto prima (leggasi oggi
pomeriggio) cercherò di commentare il tuo nuovo capitolo, che tanto nuovo non
è più! Alla prossima!
-
LUISINA: ti ringrazio per i complimenti non posso che esserne felice…
il parere di voi lettori è molto importante per me, mi permette di capire dove
sbaglio ed in cosa mi posso migliorare. Per quel che riguarda la tua recensione,
hai centrato in pieno il contenuto del pensiero. Il vuoto che Usagi ha lasciato,
o se vogliamo ha creato, nella vita di Mamoru. La decisione di non concentrarmi
sui sentimenti ma solo sull’ambiente è stata voluta sin dal principio. È
come se Mamoru, concentrandosi sull’ambiente intorno a lui, cercasse di
riempire il vuoto lasciato da Usagi. I pensieri di Usagi non sono in questo
capitolo, probabilmente saranno nel prossimo capitolo, ma non ne sono sicura.
L’idea di partenza sta mutando man mano che scrivo i capitoli. Ho reso Usagi
con un carattere diverso dopo che ha lasciato Mamoru ma, come puoi aver intuito
in questo capitolo, ho cercato di renderla, almeno prima dell’esplosione la
stessa Usagi che abbiamo sempre letto nei manga. Solare, allegra, dolce e
comprensiva. Spero solo che, con quelle semplici battute, di essere riuscita a
rendere giustizia al suo personaggio. Dopo che lascia Mamoru cambia, in peggio
se vogliamo, ma credo che questo sia necessario. Come può lasciare Mamoru e
mostrarsi con lui sempre la stessa? Il suo mutamento è stato una naturale
conseguenza. Spero di averti incuriosito con questo nuovo capitolo, alla
prossima!
Credo
di aver detto tutto ringrazio le 10 persone che mi hanno inserito tra i
preferiti:
-
ANGELINA93;
-
BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
-
JORDY KLEIN;
-
ROMANTICGIRL;
-
STELLA93MER;
-
_MADDY_.
A
queste devo aggiungere le otto persone che hanno inserito la fanfic tra le
seguite:
-
ELLEPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ984;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
-
MARY85 (spero di poter leggere anche una tua recensione);
-
MIKAYKA;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE (spero di poter leggere anche
una tua recensione).
Alla
prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo IV ***
Nuova pagina 1
Capitolo IV
Dopo
essersi resa conto della rosa, non poté fare altro che iniziare a piangere. Le
immagini del corpo senza vita di Mamoru erano impresse a fuoco nella sua mente.
Sentiva l’aria mancarle. No, non poteva essere. Era solo un incubo.
Era stato un incubo.
Doveva necessariamente essere un incubo.
Quella rosa sicuramente era un regalo di Mamoru. Un regalo che Mamoru le
aveva portato mentre lei dormiva. Sì, era certamente così.
Si voltò in direzione di Luna che dormiva ancora. La micia non aveva
sentito i suoi movimenti, meglio così, non voleva parlare con nessuno in quel
momento. Aveva bisogno di un bicchiere di acqua, quell’incubo l’aveva
scossa parecchio. Doveva riordinare le idee.
Teneva ancora la rosa in mano quando si alzò dal suo letto. La prima
cosa che avvertì, appena i piedi toccarono terra, fu uno strano formicolio al
fianco sinistro.
- Una puntura di insetto…
Si portò davanti lo specchio della sua stanza ed alzò l’orlo del
pigiama e… rimase sconvolta.
Era quasi riuscita a convincesi del fatto che si trattasse di un incubo
adesso, però, si vide costretta a ricredersi. La rosa che stringeva in mano ma,
più di ogni altra cosa, la cicatrice che le attraversava il fianco la
costrinsero a rivedere le proprie idee. Non si trattava di un incubo.
Nel suo sogno ricordava nitidamente quella ferita. Era uno squarcio
grondante sangue che le attraversava il fianco, da sotto il seno sino
all’inguine.
Cosa stava succedendo? Come era possibile? Era certa che prima di
coricarsi non aveva nulla di simile.
- Usagi come mai già sveglia?
La voce di Luna la fece sussultare. Immediatamente si coprì il fianco
impedendo alla micia di vedere lo sfregio che le era apparso nella notte.
Si girò verso la gatta cercando di apparire il più normale possibile.
Almeno per il momento, non voleva far preoccupare nessuno. Doveva capire cosa
significava quell’incubo anche se, con il passare dei minuti, era sempre meno
convinta di aver sognato tutto.
- Niente di particolare. Ho avuto un incubo, mi sono immaginata brutta e
grassa e sai… la paura mi ha svegliata.
Non era certo originale come scusa ma Luna sembrava averla bevuta.
- Benedetta ragazza… se mangiassi un po’ di meno questi incubi…
Ma non riuscì a finire la frase perché Usagi era uscita di corsa dalla
stanza diretta in bagno. Aveva bisogno di osservare quella cicatrice.
Doveva studiarla.
Doveva comprenderla.
Soprattutto, doveva dimostrare che era impossibile che fosse ricollegata
al suo incubo.
Incubo.
Incubo.
Incubo.
Quello era solo un incubo.
Niente di più.
Lei aveva sognato tutto.
Quella cicatrice, quello sfregio, era solo suggestione.
Dopo un bagno non avrebbe avuto più nulla. Nulla di nulla.
Era sotto il getto dell’acqua già da un pezzo. Strofinava
energicamente il fianco nella speranza che la cicatrice sparisse. Più
strofinava e più il segno rosso diventava evidente, come a volerle dimostrare
che era vero.
Reale.
Ma lei non poteva arrendersi in quella maniera.
Continuava imperterrita, la pelle circostante arrossata a causa dello
sfregamento della spugna.
Gli occhi fissi sul segno.
- Perché non sparisci…
La voce roca per via delle lacrime che stava trattenendo.
Solo dopo altri interminabili minuti, e dopo altro sfregare, lasciò
cadere la spugna in terra e, con essa, tutte le sue speranze. Quella cicatrice
era reale. Il suo incubo… non era stato un incubo.
Si piegò sulle ginocchia e si accucciò sulla piattaforma della doccia.
L’acqua calda continuava a colpirla con il suo getto.
Non piangeva.
Non voleva farlo.
Non doveva farlo.
Doveva essere forte.
Doveva trovare una soluzione.
Ma le lacrime ebbero, ugualmente, libero corso.
§§§§§
Era
una giornata splendida. L’estate era ormai alle porte. I ciliegi in fiore
profumavano l’aria tiepida. Il tempo dei maglioni di lana era passato. I
vestiti diventavano leggeri e colorati. Nell’aria si respirava già la vitalità
regalata dalla bella stagione.
Ma
non per tutti era così.
Usagi
si dirigeva, a passo lento, verso il parco dove avrebbe incontrato Mamoru.
Doveva necessariamente parlarne con lui. Era l’unica cosa da fare. Dovevano
capire, insieme, cosa era accaduto. Come era possibile che un incubo le
lasciasse addosso delle cicatrici così evidenti. Forse Mamoru aveva la
soluzione a tutti i suoi problemi. Doveva essere necessariamente così.
Arrivò sul luogo dell’appuntamento con dieci minuti di anticipo ma non
si stupì di trovarvi Mamoru. Sorrise al ragazzo e percorse gli ultimi metri che
li separavano di corsa. Non voleva fare altro che stringerlo, sorprendendo non
poco il ragazzo.
-
A cosa devo tutto questo slancio?
Mamoru,
come risposta, ricevette un altro abbraccio.
-
Adesso sì che mi preoccupo!
Il ragazzo spostò Usagi quel tanto che gli permettesse di guardarla
negli occhi. Occhi che la ragazza si ostinava a tenere fissi sul terreno.
-
Odango cosa c’è?
-
Possiamo andare da qualche parte più… isolata?
Mamoru
sollevò un sopracciglio perplesso. Cosa era accaduto?
-
Certo, se vuoi possiamo andare verso il laghetto. Lì è più ritirato.
-
No. Preferirei… preferirei casa tua.
Mamoru
si irrigidì. Usagi non gli aveva mai chiesto di andare a casa sua e lui non
aveva mai fatto pressioni perché questo avvenisse ma adesso, come doveva
comportarsi?
Osservò
il viso teso di Usagi e comprese che qualcosa di importante turbava la bionda.
Qualcosa che andava al di là dei soliti problemi che una qualsiasi diciottenne
potesse avere. Strinse la sua mano cercando, con quel semplice gesto, di
trasmettere tutto il suo amore.
-
Certo. Andiamo.
§§§§§
L’appartamento di Mamoru era molto luminoso, fu questo il primo
pensiero di Usagi. Quell’abitazione le dava un senso di protezione e sicurezza
anche se era la prima volta che vi metteva piede. Lungo la strada che dal parco
li conduceva all’abitazione, l’unico pensiero della bionda era stato come
spiegare a Mamoru ciò che le era accaduto ma adesso… adesso che si trovava lì,
si sentiva parecchio imbarazzata e, per il suo ragazzo, non era diverso.
-
Posso offrirti qualcosa da bere?
Mamoru
si era avvicinato ad Usagi che era scattata come un fulmine raggiungendo il lato
opposto della stanza. Era imbarazzante, dannatamente imbarazzante.
Si
trovava a casa del suo ragazzo. Per la prima volta in vita sua si trovava sola,
davvero sola, con Mamoru. Aveva sognato mille volte quel momento ma non si
aspettava certo che fosse quello il motivo che li avrebbe spinti a ritrovarsi in
quella situazione.
-
No, grazie… posso sedermi?
-
Certo. Fai come se fossi a casa tua.
Quella
risposta invece di calmarla le aveva messo addosso altra ansia. Così non
sarebbero andati da nessuna parte. Lei aveva bisogno di parlare con Mamoru.
Aveva bisogno di sentirsi rassicurata.
Si
mise a sedere e cercò di radunare tutto il suo coraggio. Tutto d’un tratto
non sembrava poi così geniale l’idea di andare a casa di Mamoru. Dovevano
restare al parco e parlarne lì però, presto, le immagini di ciò che era
capitato in quel giardino le tornarono in mente. Scacciò quei ricordi e
prendendo a due mani il suo coraggio, iniziò a sbottonarsi la camicia.
-
Usagi cosa… aspetta… io…
Mamoru
si trovò colto alla sprovvista. Non poteva essere. Usagi non si stava
spogliando davanti a lui. Non era così. Amava la sua ragazza ma sapeva che per
lei era presto, troppo presto, per compiere un passo simile.
-
Ti prego Mamo-chan. È già abbastanza imbarazzante di suo… non complicare
ulteriormente le cose.
Il
ragazzo si alzò e, in due falcate, la raggiunse. Posò le sue mani su quelle di
lei e con voce bassa, forse a causa dell’imbarazzo oppure del desiderio, le
chiese di fermarsi.
Usagi
arrossì non appena ebbe capito cosa aveva inteso Mamoru.
-
No! Cosa hai capito!
Lo
aveva quasi urlato ed istintivamente aveva portato le mani sui due lembi di
camicia, ormai sbottonata, cercando di coprirsi.
-
Come? Scusa ti stai spogliando! Cosa avrei dovuto capire?
-
Io… oddio. Se non fosse perché ho troppa angoscia, mi metterei pure a ridere.
-
Ecco perché ti sto dicendo che possiamo aspettare. Quando io… tu… bhè
quando… accidenti! Possiamo aspettare, non dobbiamo fare nulla che tu non
vuoi!
Mamoru
appena finì di parlare sentì il cuore più leggero. Cercò gli occhi di Usagi
e li trovò lucidi per via delle lacrime. Dopo pochi secondi si ritrovò a
stringere, con un leggero imbarazzo, il corpo di lei scosso dai singhiozzi.
-
Calmati. È tutto passato. Non fare così!
Stretta
da Mamoru, Usagi continuava a piangere scotendo la testa in senso negativo.
Nulla era finito. Erano all’inizio di una nuova guerra, lo sentiva.
Solo
quando si fu calmata riuscì a parlare.
-
Mamoru io… dovrei farti vedere una cosa. Ti pregherei di non interrompermi e,
soprattutto, non fraintendermi... mettila così, vorrei un tuo parere medico.
-
Così mi preoccupi.
La
ragazza cercò di sorridere, ma con scarsi risultati. Chiuse gli occhi e, dopo
un profondo respiro, tolse la camicia che aveva lasciato sbottonata.
Mamoru
si irrigidì ma solo per alcuni secondi. Usagi indossava quello che era un top,
decisamente aderente, ma che per fortuna copriva totalmente i suoi seni.
Ciò non gli impedì, in ogni caso, di osservare attentamente il corpo della sua
ragazza. Ragazza che, invece, restava ferma immobile nella sua posizione.
-
Ecco… io… vedi… non so…
Usagi
non riusciva ad articolare una frase di senso compiuto. L’imbarazzo era
padrone del suo corpo. Strinse i pugni e cercò lo sguardo di Mamoru, solo
quando lo trovò ritentò nuovamente. Doveva spiegare a Mamoru cosa le era preso
altrimenti il ragazzo l’avrebbe reputata una pazza.
-
Vorrei che tu guardassi questa.
Così
dicendo, Usagi sollevò il braccio sinistro e lo portò sopra la testa
mostrando, al futuro medico, il fianco dove si trovava la sua cicatrice.
Gli
occhi di Mamoru furono calamitati subito dalla linea bianca che solcava il
fianco di Usagi. Un tratto verticale che partiva da sotto il seno per fermarsi
all’inguine, almeno così credeva dato che la cintura della gonna gli impediva
di vedere dove si fermava quella... cicatrice. Una cicatrice. Cercando di
mantenere la voce ferma, Mamoru rispose.
-
È una cicatrice. Cosa c’è che non va?
Guardò
negli occhi Usagi aspettando la risposta.
-
C’è che ieri sera, prima di andare a dormire, non avevo nulla di simile.
-
Usagi è impossibile. Questa è una cicatrice vecchia. Non so con precisione
quanto tempo…
-
Mamoru ti sto dicendo che ieri sera non c’era. Vuoi che non mi ricordi di una
cosa tanto… vistosa?
Sull’ultima
parola Mamoru aveva avvertito tutta l’esasperazione della giovane. Usagi era
sicura di ciò che diceva e non sembrava propensa ad accettare una risposta che
mettesse in discussione ciò in cui credeva.
Amava
anche quel suo essere terribilmente cocciuta e, mentre si perdeva in queste
congetture, la sua bocca parlò prima che il suo cervello realizzasse ciò che
stava per dire.
-
Posso toccarla?
Si
morse la lingua non appena chiuse la bocca. Cosa diavolo gli era saltato in
mente? Adesso cosa avrebbe pensato Usagi? Che voleva approfittare della
situazione? No. Non era così, lui voleva toccare la cicatrice solo a scopo
medico.
Il
cenno di assenso che ricevette da parte della giovane lo costrinse a mettere da
parte tutti i suoi dubbi. Con la mano tremante sfiorò il fianco della sua
ragazza.
La
superficie della cicatrice era liscia e la cute circostante era fresca. Non
c’erano segni di infiammazione e nulla che potesse far pensare che quella
cicatrice fosse recente.
Nulla
a parte l’espressione convinta di Usagi.
-
Cosa ne pensi?
La
voce incerta della sua ragazza lo fece distrarre dalle sue riflessioni.
-
Usagi non c’è nulla che confermi la tua idea.
-
E quindi?
Quindi?
Non ne aveva la più pallida idea.
-
Non lo so.
Presa
dalla stizza, la ragazza infilò velocemente la camicia ed iniziò ad
abbottonarla senza far caso a nulla.
-
Perfetto! Ho capito! Grazie tante. Sono stata davvero una stupida a pensare che
tu avresti potuto…
Parlava
talmente velocemente e si muoveva con talmente tanta foga da non far caso a
nulla. Era già pronta ad andare se non fosse stato per Mamoru che le cinse le
spalle con un braccio.
-
Usagi calmati, non ho detto che non ti credo!
-
Ed allora cosa vuol dire non lo so?
-
Che non so cosa pensare.
A
quelle parole Usagi sembrò calmarsi. Mamoru riprese a parlare notando la calma
apparente della bionda.
-
Te la sei ritrovata così, dall’oggi al domani?
Ed
adesso veniva la parte difficile…
-
Sì, però… sediamoci così potrò spiegarti tutto con più calma.
Si
misero a sedere nello stesso divano. Usagi prima di parlare guardò fuori come
se trovasse la risposta a tutte le sue domande solo dalla panoramica di Tokyo.
-
Stanotte ho fatto un sogno…
L’angolo
dell’autrice
Bene gente! Aggiorno a neanche una settimana
dall’ultimo capitolo, sto migliorando… no, in realtà hanno spostato il mio
esame di una settimana e dato che non mi sembrava giusto lasciarvi anche con
questa fic in sospeso per molto tempo, ho cercato di aggiornare il più in
fretta possibile. Passo direttamente ai ringraziamenti:
RINGRAZIAMENTI:
- LUCIADOM:
ciao! Capisco cosa voglia dire essere stanche a causa dello studio ma sta
serena. Se studi con costanza riuscirai ad arrivare agli esami con la mente
serena. L’ansia resterà perché è giusto che sia così. Lo studio, qualunque
indirizzo si scelga, oltre ad essere un diritto è un dovere. Non si può essere
iscritti all’università solo perché non si sa cosa si vuole dalla vita. Io
personalmente mi impegno nel dare il massimo soprattutto per i miei genitori che
fanno sacrifici per farmi studiare. Ma adesso basta con le mie paturnie
altrimenti mi crederai una vecchia bavosa! Per quel che riguarda il manga,
purtroppo, neanche io sono riuscita a leggerlo e, come te, mi sono documentata.
Quelle che io riporto come differenze tra manga e anime le ho prese da un sito
[questo è il link: http://www.sailormoon.it/]
quindi non preoccuparti se non hai letto il manga, siamo sulla stessa barca.
Riguardo alla punteggiatura non devi preoccuparti. Io non mi sono assolutamente
offesa. Ho detto che è “una spina nel fianco” per farti capire che è
proprio un dramma. Non credo che ci sia da offendersi quando si ricevono delle
critiche – naturalmente queste devono essere scritte in modo garbato e non
devono insultare l’autore, i lettori, i recensisti o altro – che, anzi, sono
il pane quotidiano per ogni autore. Io, quando ricevo delle critiche, le
analizzo per bene e cerco di trarre il massimo dalle parole che mi sono rivolte.
Cerco di capire cosa vuole dirmi chi mi ha scritto e, soprattutto, cerco di
applicare i consigli che mi vengono dati. In riferimento alla frase da te citata
ti do ragione. Anche lì la punteggiatura deve essere modificata, i punti
esclamativi danno enfasi, così come i punti di sospensione fanno intendere che
il pensiero è frammentario, o per meglio dire, poco chiaro. Spero che questo
capitolo, che è un salto indietro nel tempo come avrai notato, sia di tuo
gradimento! Alla prossima ed in bocca al lupo per gli esami!
- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE:
benvenuta! I tuoi complimenti non possono che rendermi felice. Sei davvero
gentile, spero che questo capitolo, dove ho cercato di essere anche un po’ più
divertente, sia di tuo gradimento! Grazie ancora alla prossima…
- FEFERICA:
ciao! Ti ringrazio per ciò che hai detto. Vorrei scrivere capitoli più lunghi
ma credimi, preferisco spezzettarli almeno così posso aggiornare con maggiore
frequenza e non lasciarvi più del dovuto con la storia in sospeso. I tempi si
sono ridotti drasticamente e devo cercare di scrivere, studiare, andare ai
diversi tirocini ed ogni tanto – molto spesso – dedicarmi alla mia famiglia
ed al mio ragazzo altrimenti finisce che esaurisco! Grazie per i complimenti che
non credo di meritare poi così tanto, non credo di fare chissà cosa, anzi
questa fanfic mi sembra meno importante di altre che ho scritto! Immagino
che se prima avevi qualche idea riguardo al perché Usagi abbia lasciato Mamoru
adesso, dopo questo aggiornamento, ti ho messo nuovamente in confusione ma non
temere. Il tempo di un altro capitolo, al massimo due, e alcuni misteri saranno
svelati! Adesso ti saluto, scappo a rispondere alle altre così da cercare di
aggiornare prima di domani!
-
MARYUSA: ed eccoci arrivate al IV capitolo di questa fanfic che per me e
per te, da oggi in poi, si intitolerà La rivincita di Usagi! Ed eccoti
l’incubo che ha spinto Usagi a lasciare Mamoru. Che ne dici? Ti piace? È di
tuo gradimento? Sono stata abbastanza realistica? Spero che il mio salto nel
passato ti sia piaciuto, scappo dalle altre. Un bacio alla prossima!
- JAJ84:
ciao Ily, ma quante supposizioni interessanti… è la Serenity del futuro a far
fare questi incubi ad Usagi? Non lo so anche perché mi sto attenendo al manga
ed, in questo, era Wiseman a provocare gli incubi di Mamoru. Vista in
quest’ottica, tra l’altro, ha tutto più senso anche perché, se Mamoru
lascia Usagi come fanno nel futuro ad avere Chibiusa? Certo che gli adattamenti
italiani tengono poco conto di quella che è la logicità degli eventi! Chibiusa
arriverà tra due o tre capitoli, ma forse è già arrivata e non ce ne siamo
accorte!
E poi
mia cara sei sempre così gentile con me e con tutti questi complimenti, sai che
rischio di montarmi la testa? Ti è piaciuto il mio sogno? Ma sei sicura che è
un sogno? Il capitolo è arrivato prima degli esami e spero che porti bene…
per quel che riguarda l’età dei personaggi, so che negli USA si è
maggiorenni a 21 anni (non lo sapevo che era lo stesso in Giappone) ma qui siamo
in Italia ed il regolamento è basato su quella che è la maggiore età nel
nostro paese, tira un po’ tu le somme… un bacio ed alla prossima!
- M00NLIGHT:
ciao e benvenuta anche a te! Sei davvero gentilissima ed i tuoi complimenti non
possono che farmi piacere. Accetto con piacere la tua critica e ti do
perfettamente ragione. In alcuni tratti non si capisce bene il punto di vista
del protagonista e questo è dovuto al fatto che, puntualmente, mi scordo che
voi lettori non siete nella mia testa e non sapete quello che voglio dire! In
questo capitolo ho provato a migliorare la cosa, spero di esserci riuscita! E
comunque, puoi darmi tutte le dritte che vuoi! Alla prossima!
- NEPTUNE87:
ma cosa fai Cri? Tutti questi complimenti mi danno alla testa! Sono
felice che la storia continui ad essere di tuo gradimento anche se adesso si
capisce ancora meno di prima! Vedremo cosa pensi di questo nuovo capitolo dove
ho cercato di mettere anche un po’ di umorismo che non guasta mai, ma ci sarò
riuscita? Vedremo e poi… adesso non è più facile immedesimarti in Usagi che
si spoglia davanti a Mamoru? Adesso ti saluto, un bacio alla prossima!
-
HATORI:
se ti dicessi che ho atteso il tuo commento per pubblicare il nuovo capitolo tu
cosa mi rispondi? Allora se con il III capitolo eri tranquilla per un po’, con
il IV per quanto sarai serena? Un mese? No, dai cercherò di far passare meno
tempo tra un aggiornamento e l’altro! Ma altra domandina… ti ho messo in
confusione con questo capitolo? Sì o no? Dai è chiaro e lampante cosa è
accaduto alla nostra eroina, non è così difficile da intuire! E, comunque, tu
non sei mai monotona ricordalo! Adesso ti saluto davvero, un bacio alla
prossima!
Credo
di aver detto tutto ringrazio le 12 persone che mi hanno inserito tra i
preferiti:
-
ANGELINA93;
-
BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
-
FANTASY_MARY88;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
-
KORDY KLEYN;
-
M00NLIGHT;
-
ROMANTICGIRL;
-
STELLA93MER;
-
_ MADDY_.
Ed
un grazie ai 10 che mi hanno inserito tra i seguiti:
-
DRAGON85;
-
ELLEPPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ84;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
-
MARY85;
-
MIKAYLA;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
-
STELLA93MER.
Grazie
ancora ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo V ***
Nuova pagina 1
Capitolo
V
Quando
ebbe finito di raccontare il suo incubo, il cuore di Usagi era più leggero;
sicuramente, con Mamoru avrebbe trovato una spiegazione razionale per quel che
le era successo. Osservò il viso del suo compagno in attesa di una risposta…
di una parola di conforto. Aveva bisogno di essere rassicurata. Non era pronta
ad un’altra battaglia. Lei non era fatta per combattere. Non voleva lottare
neanche quando si era vista costretta ad affrontare il Dark Kingdom…
-
Non so
che dire. Dovremmo parlarne con le altre.
- Cosa?
Usagi
era scattata. Coinvolgere le sue amiche, no… non era possibile e, in ogni
modo, loro non comparivano nel suo incubo. No. Non poteva chieder loro di
tornare a combattere. Mentre era immersa in queste riflessioni, Mamoru continuò
il suo discorso.
-
Forse Ami potrebbe analizzare la tua ferita. Magari si tratta di…
-
No. Non se ne parla. Le ragazze non devono essere al corrente di quanto sta
capitando.
Il
suo tono di voce non ammetteva repliche e questo Mamoru lo aveva capito ma
stavolta era diverso. Le altre Senshi avevano il diritto, il dovere, di
sapere. Dovevano difendere la loro Principessa nel caso in cui lui…
-
Il loro compito è difendere questo pianeta.
Il
loro compito è difendere te quando io sarò morto.
Ma
questo preferì non aggiungerlo. Usagi era già abbastanza scossa, se avesse
detto qualcosa di inappropriato, sicuramente sarebbe esplosa.
-
Aspettiamo. Non per forza devono sapere tutto… subito. Prima cerchiamo
di capirci qualcosa. Magari si tratta solo di un incubo senza alcun significato.
Forse non ho superato lo shock per quel che è successo contro Beryl e Metallia.
Inconsapevolmente
si era aggrappata al braccio di Mamoru e lo fissava implorante. Gli occhi
lucidi, le lacrime pronte a bagnarle il viso. Era sempre difficile ricordare
cosa era successo.
Mamoru,
nonostante la disperazione di Usagi, non aveva cambiato idea. Prese il viso
della giovane tra le mani e cercherò di sorriderle. Era difficile anche per
lui. Se ciò che aveva sognato Usagi era vero, bhè era inutile negarlo, stava
per morire.
-
Sai perfettamente che non è così altrimenti non me ne avresti parlato e poi
non dobbiamo dimenticare quella cicatrice.
A
quelle parole le lacrime di Usagi trovarono finalmente una via d’uscita e la
ragazza si buttò tra le braccia di Mamoru che, impreparato, l’accolse con
qualche imbarazzo. Imbarazzo scomparso non appena si rese conto della sofferenza
della sua Odango.
Anche
lei era giunta alla sua stessa conclusione: se quel sogno era tale sarebbe morto
a breve.
§§§§§
Il tempio di Rei era circondato da un immenso parco. Si trovava in cima
ad una scalinata che contava più di sessanta gradini e per Usagi, ogni volta,
era una faticaccia giungere in cima. Ma quel giorno era diverso.
Stretta
al braccio di Mamoru, a capo chino, saliva silenziosa quegli scalini. Ogni passo
corrispondeva all’avvicinarsi della fine. Già, se lo sentiva. Non appena le
sue amiche – le sue Guardiane come le chiamava Mamoru – avessero conosciuto
ciò che stava per succedere, tutto sarebbe cambiato… inevitabilmente.
-
Usako… Usako, siamo arrivati.
Come
se si trovasse in un’altra dimensione, Usagi trasalì non appena sentì la
voce di Mamoru chiamarla. Cercò di scacciare dal viso l’espressione triste
per far spazio ad un mesto sorriso.
-
Ma come sono carini i nostri piccioncini. Prima ci dicono che hanno qualcosa di
urgente da dirci e poi si fanno aspettare. Ditemi voi se si fa così!
La
voce allegra e squillante di Minako spezzò il silenzio che era calato tra i due
giovani. Usagi cercò di ridere alla battuta dell’amica ma, ciò che uscì
dalle sue labbra, somigliò più che altro ad un singulto.
Minako
si accorse immediatamente della reazione dell’amica e le fu subito accanto,
posizionandosi a lato opposto di Mamoru.
-
Cosa è successo?
Aveva
parlato diretta a Mamoru.
-
Le altre sono già arrivate?
Al
segno affermativo di Minako, i tre si incamminarono verso gli alloggi privati
del santuario.
Seduti nella camera di Rei, quattro paia di occhi attendevano impazienti
di sapere il perché, gli eredi al trono di due regni scomparsi molti secoli
prima, erano lì. Avevano bisogno di sapere, soprattutto, perché Usagi versava
in uno stato talmente pietoso.
-
Basta! Non ce la faccio più.
Rei
aveva perso la pazienza. Sbatté una mano sul tavolo con talmente tanta forza da
farsi, lei stessa, male. Quella reazione però, in qualche modo, era riuscita a
far tornare Usagi al presente.
La
giovane osservava gli occhi scuri dell’amica cercando di trovare in essi la
forza di cui aveva bisogno. Si soffermò sul volto di ognuna delle sue amiche
cercando di trovare in esse la forza che sentiva perduta.
Era
assurdo.
Quella
mattina si era svegliata piena di forze ed energie. Era pronta ad affrontare
qualsiasi nemico pur di difendere Mamoru ma adesso… ora che finalmente si era
resa conto della gravità della situazione, si sentiva impotente.
Svuotata.
Morta.
Strinse
l’orlo della gonna e chiudendo gli occhi e ricacciando indietro le lacrime che
prepotenti volevano uscire, si schiarì la voce ed iniziò a raccontare tutto.
Raccontò del suo sogno.
Raccontò
della passeggiata al parco con Mamoru.
Raccontò
dell’attacco improvviso.
Raccontò
di come avevano provato, lei e Mamoru, a difendersi.
Raccontò
di come si era svegliata accanto al corpo privo di vita del suo Principe.
Raccontò
dell’incontro-scontro con l’altra se stessa.
Raccontò
della cicatrice che si era ritrovata al risveglio.
Quello che non raccontò fu la paura.
L’angoscia.
Il
rimorso.
La
rabbia.
La
solitudine.
Il
dolore.
L’abbandono.
Questo non lo raccontò. Non occorreva. Lo si capiva da ogni parola. Da
ogni gesto. Da ogni pausa. Traspariva tutto dai suoi occhi, dai suoi sospiri,
dai singhiozzi trattenuti.
Erano rimasti in silenzio. Avevano ascoltato tutto ed adesso non
riuscivano ad esprimere nessun concetto. Un nuovo nemico. Difendere Usagi e
Mamoru. Era questo il pensiero comune. Impedire che Mamoru perdesse la vita.
Salvare Mamoru per salvare la loro Usagi.
- Ami… potresti analizzare la ferita di Usagi per capire di cosa si
tratta?
L’unico
membro maschile del gruppo aveva spezzato quel silenzio fastidioso. Più
fastidioso di una ressa di gente. Quando si diceva che il silenzio uccide… era
il loro caso. Quel silenzio stava uccidendo ognuno di loro. Quel silenzio stava
portando via le loro speranze. Quel silenzio… no! Era arrivato il momento di
tornare con i piedi per terra. Lui non era ancora morto. Era lì.
Respirava.
Camminava.
Parlava.
Mangiava.
Vedeva.
Sentiva.
Sentiva
il dolore di Usagi… e questa era l’unica cosa che odiava dell’essere vivo.
-
E comunque, toglietevi dalla faccia quelle espressioni abbattute. Io sono vivo
ed ho intenzione di esserlo ancora per molto tempo.
Aveva
parlato con una sicurezza che non aveva mai provato prima.
Aveva
parlato come si parla ad un esercito.
Aveva
parlato riferendosi soprattutto ad una persona.
Adesso
spettava ad Usagi liberarsi da quell’apatia di cui era caduta vittima.
Conscio
dei risultati ottenuti – forse sperati – si rivolse a Rei.
-
Rei consulta il Fuoco Sacro e cerca di scoprire qualcosa su questi nemici. Chi
sono. Se e quando attaccheranno. Ami, tu sai già cosa fare. Makoto, Minako…
voi prendetevi cura di Usagi mentre io sarò assente.
A
quelle parole la giovane si riscosse.
-
Come? Cosa hai intenzione di fare?
La
voce di Usagi aveva riacquistato parte del suo solito tono vivo.
-
Ho bisogno di fare un giro per schiarirmi le idee.
-
Sei impazzito? Vuoi andare da solo? Hai dimenticato il mio incubo?
Si
era alzata dal letto di Rei ed adesso affrontava a muso duro Mamoru puntando i
suoi occhi azzurri, ancora lucidi ed arrossati per le lacrime versate durante il
giorno, in quelli scuri dell’altro.
Era
assurdo, era questo il pensiero di Usagi. Mamoru non poteva parlare seriamente.
Non poteva andarsene come se nulla fosse a fare un giro. Era assurdo. Durante il
tragitto da casa del giovane al santuario, lei non aveva fatto altro che stare
in allerta cercando di captare ogni minima fonte di potere. Cercando nei
passanti una possibile minaccia. Ed ora lui pretendeva di andare in giro per la
città come se nulla fosse? Era impossibile!
-
Usagi ragiona. Nel tuo sogno eravamo insieme al parco. Basta evitare di uscire
insieme e di andare al parco. Stai tranquilla. Non succederà nulla.
-
Non se ne parla nemmeno. Tu non ti muovi da qui.
-
Usagi forse Mamoru ha ragione.
La
bionda si voltò verso Rei e la fulminò con gli occhi. Era impazzita pure lei,
non c’era altra spiegazione.
-
Voi statene fuori. È una questione tra me e Mamoru.
Così
dicendo aveva preso Mamoru per il braccio e lo aveva trascinato fuori dalla
stanza. Quasi correva per i corridoi dell’appartamento che Rei, suo nonno ed
Yuichiro avevano all’interno del santuario.
Uscirono
e si diressero, con Mamoru ancora trascinato da una Usagi che aveva recuperato
parte delle sue energie, verso il parco che adornava il santuario.
Appena
furono lontani da occhi ed orecchie indiscrete Usagi si fermò ed iniziò a
fissare Mamoru dritto in faccia. Il piede tamburellava nervoso in terra segno
dell’irritazione della giovane. Braccia conserte e viso tirato, Usagi
attendeva che Mamoru iniziasse a parlare. Quando il giovane comprese le
intenzioni dell’altra si trovò in difficoltà: non aveva idea di cosa dirle.
-
Usagi ascolta…
Quelle
poche parole, quel tono, quell’espressione sul viso di Mamoru le fecero
perdere quel po’ di calma che aveva riacquistato. Era impossibile: lui non
capiva. Lui non poteva capire. No. Lui non aveva provato quello che aveva
provato lei!
- No! Ascolta tu! Cosa ti è saltato in testa? Andartene come se nulla
fosse? Sei impazzito. Ho visto la tua morte. Ho vissuto la tua morte. Cosa
credi? Che io sia disposta a farlo ancora? No. Io… non ci riesco. Non ancora.
Non di nuovo. Non so se riuscirei…
Mamoru osservava il volto di Usagi tirato. Si capiva che lottava con
tutte le sue forze per non dare, ancora, libero sfogo alle lacrime. Stringeva i
pugni e si mordeva il labbro inferiore. Era decisamente provata.
- Non riusciresti in cosa?
Usagi si era fermata a quel “non so se riuscirei…” e non era
andata oltre. Fissava un punto imprecisato ma Mamoru sapeva che nella sua mente
stava rivivendo ancora una volta le immagini del suo sogno... ed a quelle si
sovrapponevano quelle della battaglia contro il Dark Kingdom.
- A riportare in vita te… e le altre. Io non so come ci sono riuscita.
Non lo so. Non ne ho idea e temo… temo di non esserne nuovamente capace. Io…
è stato un miracolo.
Aveva sussurrato quelle parole. Erano uscite a forza dalla sua bocca. Era
stato un peso che si era tolta dal cuore. Tutti, Mamoru, le sue amiche, Luna ed
Artemis, avevano esaltato le sue capacità dicendo che solo una grande Regina
era in grado di utilizzare a pieno il potere dello Ginzuishou ma la verità era
un’altra: lei non aveva idea di come era riuscita a riportare tutti, lei
compresa, in vita. Aveva pregato e puff! La sua preghiera era stata esaudita.
Le mani di Mamoru si erano posate sulle sue spalle e lei, immediatamente,
aveva sollevato il capo per fissare il viso del giovane che sorrideva cercando
di rincuorarla.
- Nessuno pretende da te nulla. Nessuno ti chiede di resuscitare le
persone, quello… quello è un potere divino che né io né tu possediamo.
Usagi quello che è successo contro il Dark Kingdom è un miracolo. Qualcuno
lassù ha ascoltato le tue preghiere. Non caricarti di pesi che non esistono.
Fallo per me.
Le parole del giovane erano state una sorta di balsamo per le ferite di
Usagi che, per la prima volta in quella giornata, sentiva nuovamente la vita
scorrere dentro di lei.
Non capì come, e francamente non le interessava certo capire, ma le sue
labbra furono raggiunte da quelle di Mamoru. Era un bacio dolce. Delicato. Un
bacio che racchiudeva tutto il bisogno del giovane di trasmettere un po’ di
forza e fiducia all’amata. Un bacio che presto si trasformò in qualcosa di più
profondo quando la mano di lei si poggiò sul torace di lui coperto solo da una
camicia.
Forse fu percepire il calore dei loro corpi.
Forse furono le emozioni vissute in quella giornata.
O semplicemente l’amore che legava i due.
Ma il bacio si intensificò.
Mamoru strinse a sé il corpo di Usagi che pronta portò le braccia
attorno al collo di lui.
Le mani di lui risalirono lungo la schiena della ragazza. Arrivarono alla
nuca di lei e la piegarono a suo piacere così da avere un maggiore e più
facile accesso alla bocca. Aveva sempre sognato di baciarla così ma non aveva
mai osato. Non sapeva come avrebbe reagito lei… ed adesso. Se era un sogno non
voleva svegliarsi per nessuna ragione al mondo, stava sin troppo bene stringendo
lei tra le braccia.
E lei… lei era completamente succube delle emozioni intense che quel
bacio le stava regalando. Un semplice bacio. Semplice per modo di dire dato che
era la prima volta… era la prima volta che la stava baciando a quella maniera:
come un uomo bacia una donna.
Presto però il bisogno d’aria fu impellente ed i due si separarono.
La prima cosa che riuscì a vedere Mamoru furono le guance arrossate di
lei.
La prima cosa che riuscì a vedere Usagi furono i capelli scompigliati di
lui.
Nessuno dei due parlava. Restavano fermi nelle loro posizioni. Uno nelle
braccia dell’altro. In quel momento… adesso che erano così vicini… ora
che le loro anime si erano intrecciate… nulla aveva senso.
L’angolo
dell’autrice
Dopo una lunghissima assenza sono
tornata… perdonatemi ma sapete… ho avuto esami – il mese scorso ma questo
è un piccolo dettaglio – e questi non sono finiti. Giovedì prossimo ho
Neurologia e se ci penso mi viene da piangere! Ma meglio cambiare discorso!
Domandone… ma siamo nel presente
o nel passato? Chi sa rispondere? Io mi sono persa un po’… come potete
vedere non è successo nulla di eclatante in questo capitolo se non un’analisi
su quelle che sono le emozioni di Usagi – specie per quel che riguarda il
post-Dark Kingdom – e poi c’è stata una piccola evoluzione nel rapporto tra
i nostri due eroi. Fatemi sapere che ne pensato. Passo rapidamente ai
ringraziamenti perché ho davvero i minuti contati!
RINGRAZIAMENTI:
-
LUCIADOM: ciao! Grazie per i complimenti non credo di aver fatto qualcosa
di davvero speciale. È stato un capitolo che è uscito discretamente bene
punteggiatura a parte (stavolta sono soddisfatta!). Per quel che riguarda la tua
riflessione sull’università io non ho nulla da aggiungere mi trovi
d’accordo con te al 100% se ci fosse un per mille scriverei anche
quello. Visto che il periodo di esami prosegue io ti rinnovo l’imbocca al lupo
(CREPI!) e rispondo a quello precedente con un CREPI!
-
HATORI: Tania ci sei? Ormai non ci becchiamo più né su msn né su
Facebook! Colpa mia che sto poco al pc ma cerca di capirmi cara… è un periodo
stressante (veramente per me sono stressanti 12 mesi su 12!) spero che lo scorso
capitolo ti abbia tenuta buona fino adesso e questo faccia lo stesso fino al
prossimo! Meno male che avevi capito e comunque forse come mi ha fatto notare
Ellephedre (togliamo pure il forse) ho calcato un po’ troppo la mano con certe
battute ed il capitolo ha perso di intensità ed ecco perché in questo sono
tornata a toni più cupi! Adesso ti saluto e passo alle altre, un bacio alla
prossima!
-
JAJ984: Ily carissima come va? Hai visto come sono carine le faccine di
Facebook dedicate a Sailor Moon? Ma questo che cosa centra con il nostro
discorso? (si scrive centra oppure c’entra? I grandi perché
della vita, sai darmi una risposta?) per quel che riguarda chi ha torto e chi
no… io sono sempre dell’idea che i doppiaggi italiani fanno pena e se poi
parliamo di censure… meglio calare un velo pietoso. Secondo te l’incubo non
è incubo? E perché mai? Per il momento ancora non sappiamo perché Mamoru ed
Usagi si sono lasciati ma stai calma, tra due, al massimo tre capitoli si capirà
tutto e forse, dico forse, rivedremo Chibiusa… ancora non so come e quando
farla entrare in scena, ci vuole l’effetto sorpresa, non credi? Adesso vado…
ps. Odio la censura italiana! Ai telegiornali fanno vedere di peggio!
-
NEPTUNE_87: ciao Cri, come va? Piaciuto il capitolo scorso? Sono contenta
anche perché in questo non si va per nulla avanti. È solo introspettivo e
cerco di analizzare i pensieri di Usagi e le paure di Mamoru, che poi sono per
entrambi uguali! Spero che il prossimo capitolo faccia capire qualcosa in più
rispetto a questo ma sai… lo studio mi sta distruggendo. Oggi sono stata tutto
il giorno all’università. Sono tornata tardi, il tempo di una doccia ed
eccomi qui a leggere e correggere il capitolo che era stato scritto a singhiozzo
ed aggiungo anche le risposte alle vostre recensioni. Sono stanchissima. Se ci
fosse qualche orrore ortografico ti prego fammi notare che provvedo subito a
correggere. Adesso vado, un bacio!
-
MARYUSA: ciao! La differenza c’è e come… gioco proprio su questa.
Parto dal principio che Usagi, almeno all’inizio della storia, è IC, legata a
quello che è il carattere originario, saranno gli eventi che la porteranno a
cambiare… sì, ma quali eventi? Adesso ti saluto e ti ringrazio per le
recensioni che lascia. Alla prossima!
-
LAGADEMA: prima di tutto crepi il lupo per l’uni. Se tu frequenti
qualche facoltà, se quest’anno hai esami, maturità, licenza media o
elementare allora in bocca al lupo anche a te! Per quel che riguarda la mia
fanfic… a dire il vero era partita come un “rifacimento” ma, come spesso
accade, la storia ha preso il via da sola ed adesso mi ritrovo a doverle
chiedere pietà se non riesco a starle dietro come vorrei. Spero di poter
leggere presto un altro commento, alla prossima!
-
ELLEPHEDRE: mi trovi pienamente d’accordo. Ho calcato troppo la mano e
certe frasi sono state fuori luogo… la mia intenzione era rendere il capitolo
meno cupo e soprattutto volevo cimentarmi con un genere che non mi appartiene:
la commedia. Si vede che ancora è presto, o forse ho scelto i tempi sbagliati.
Se hai notato in questo capitolo, che non porta avanti la storia, sono tornata
ad essere molto più pessimista, se non nella parte finale quando non sono
riuscita a trattenermi ed ho buttato lì una battutina piccola piccola! Spero
che non stoni troppo con l’intero capitolo! Le tue critiche, soprattutto le
negative, sono sempre bene accette perché mi fanno capire in cosa sbaglio,
grazie di cuore. Adesso ti saluto… il tempo vola! Alla prossima!
-
LUISINA: ho capito! Hai deciso di farmi montare la testa, come se già
non fossi montata… guarda che la panna se monta troppo poi si affloscia!
Scherzi a parte. Come ho detto anche ad Ellephedre il mio era un esperimento,
mal riuscito. Non accadrà più. In questo capitolo sono tornata ad utilizzare
le tinte cupe di sempre rendendo Usagi una vera lagna, frigna di continuo, non
la sopporto manco io che, in un certo senso, l’ho creata! Perdonatemi!
- FEFERICA:
carissima, non ti scusare. Capisco perfettamente quello che dici, anch’io sono
super-mega-stra-impegnata ed i miei aggiornamenti ne risentono parecchio. Siamo
sulla stessa barca, conviene remare di comune accordo non credi? Io aggiorno
quando posso, tu commenti quando sei libera! Immagino che dopo questo capitolo,
dove non accade niente, la tua confusione persista, vero? Stai tranquilla presto
tutto sarà svelato e capirai cosa ha spinto Usagi a lasciare Mamoru… abbi
pazienza!
Come al solito i ringraziamenti
hanno occupato più spazio, o quasi, rispetto al capitolo ma non è colpa mia se
siete così gentilissime da commentarmi (mmm…. Sia chiaro, io voglio che
continuiate a commentare!). Ho finito! Ho detto tutto, vi do appuntamento al
prossimo capitolo che non so quando sarà. Prima di chiudere però…
…
ringrazio le 14 persone che mi hanno inserito tra i preferiti:
-
ANGELINA93;
-
BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
-
CRISTA 85;
-
FANTASY_MARY88;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
-
KORDY KLEYN;
-
M00NLIGHT;
-
MELI_MAO;
-
ROMANTICGIRL;
-
STELLA93MER;
-
_ MADDY_.
Ed
un grazie ai 10 che mi hanno inserito tra i seguiti:
-
DRAGON85;
-
ELLEPPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ84;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
-
MARY85;
-
MIKAYLA;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
-
STELLA93MER.
Grazie
ancora ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo VI ***
Capitolo VI
Separarsi
fu difficile, forse, imbarazzante. Non erano mai stati così vicini. Non
erano stati mai così intimi. Sì, intimi era il termine corretto.
Quando
incrociò gli occhi blu scuro di Mamoru, le gote di Usagi si tinsero ancora di
più di rosso. Anche le guance del giovane uomo erano leggermente rosee prova,
probabilmente, dell’agitazione che tormentava anche lui.
Si
guardavano senza parlare. Era difficile spiegare cosa era accaduto.
Era
difficile dire quello che avevano percepito. Il toccare l’anima dell’altro.
Immergersi in essa e renderla propria. Era stato tutto questo un semplice
bacio. Un bacio.
C’era chi
lo aveva definito “un apostrofo rosa tra le parole Ti e Amo”(*), ma per
loro non era così.
Quel bacio
era stato una promessa. La promessa di una vita. Nulla li avrebbe più separati.
Nessun
nemico.
Nessuna
minaccia.
Avrebbero
lottato uno al fianco dell’altra.
Insieme.
Perché
insieme erano più forti.
Perché
insieme erano vivi.
-
Usagi… ops! Scusate, non volevo interrompervi…
La voce di
Luna ruppe la magica atmosfera di quel momento. I due giovani si girarono verso
la gatta ed i loro cuori poterono, finalmente, tornare a battere normalmente; il rossore sulle guance di Usagi era rimasto come prova di quello che era
accaduto: unico segno tangibile di ciò che la giovane aveva desiderato in
trepidante attesa per tanto tempo.
- Luna
non preoccuparti… io adesso vado.
-
Mamoru aspetta…
Il richiamo di
Usagi era suonato come una preghiera. Una tacita richiesta: resta con me.
Per Mamoru voltarsi e guardare negli occhi Usagi fu assai difficile. Non voleva
allontanarsi da lei ma era necessario.
-
Usagi… fidati di me.
Così
dicendo, e baciando delicatamente la fronte dell’amata, il giovane si diresse
verso le scale del tempio. Si girò solo una volta verso di lei e le regalò un
sorriso rassicurante.
Rassicurante per lui ma non per lei che lo guardava andar via e temeva
di non vederlo più tornare. Si impose di non piangere. No, doveva fidarsi. Non
poteva fare diversamente.
Rimaste sole, Luna, provò a rimediare al suo inopportuno tempismo.
-
Usagi io non volevo interrompervi, mi dispiace.
- Fa
niente Luna, anzi, ci hai tolti dall’imbarazzo.
La giovane
cercò di sorridere e prese la gatta tra
le braccia dirigendosi, al contrario di Mamoru, verso l’interno del tempio. Il
suo pensiero era fisso sul ragazzo. Temeva per lui ma doveva fidarsi.
Una volta
entrata nella stanza di Rei quattro paia di occhi si concentrarono sulla sua
persona. Solo Ami, che era troppo occupata a digitare sulla tastiera del suo
mini-computer, non si curò di lei. Usagi fece scendere Luna che prese immediatamente posto accanto
ad Artemis, mentre lei si mise a sedere fra Minako ed Ami che continuava a
lavorare alacremente.
- Di
cosa dovevate parlarmi?
La sua
voce era suonata leggermente stanca e tremante.
-
Usagi tutto bene?
Makoto fu
la prima a percepire la sofferenza dell’amica e diede voce alla sua
preoccupazione.
-
Nulla di grave Makoto. Sono solo nervosa per Mamoru.
- Mamoru
sa badare a se stesso, non mi preoccuperei se fossi al posto tuo… e poi sa
difendersi da solo. Di certo non è come una ragazzina di nostra conoscenza.
- Già,
hai ragione tu Rei.
La
Guerriera di Marte rimase sorpresa dalla risposta dell’amica. L’aveva
stuzzicata proprio per strapparla da quella specie di stato di scoraggiamento
di cui era caduta vittima ed invece… invece, non aveva accettato il guanto di
sfida.
-
Usagi dico sul serio: Mamoru è forte.
Saprà difendersi semmai dovessero attaccarlo.
Usagi
cercò di sorridere anche se non sembrava molto convinta dalle parole di Rei.
Aveva perso Mamoru già in passato e non era pronta per affrontare ancora lo
stesso supplizio. Non avrebbe retto, non stavolta. Ne era certa.
- E
poi adesso c’è il vostro amore a rendervi più forti. Non devi temere nulla.
Anche
Minako cercò di rendere più lieve la pena dell’amica ma, pure lei, non ottenne
i risultati sperati.
-
Bene, sono pronta!
L’attenzione di tutti si concentrò sulla figura della giovane guerriera
di Mercurio.
- Oh,
vedo che sei arrivata anche tu Usagi. Manca Mamoru ma possiamo iniziare anche
senza di lui…
Adesso era
Ami ad essere al centro dell’attenzione.
- Ma
che avete tutti da fissarmi così?
- Niente Ami. Niente di importante.
A parlare
era stata nuovamente Makoto che si stupiva di come la sua amica potesse
immergersi a tal punto nelle sue ricerche. Quando si trovava a lavorare su
quell’aggeggio, che solo lei riusciva a far funzionare, era sempre in un’altra
dimensione! In quei momenti comunicare con lei diventava quasi impossibile.
Rei
intanto aveva fatto cenno ad Ami di iniziare con la sua spiegazione.
-
Allora ho fatto una ricerca analizzando la cicatrice di Usagi come mi aveva
chiesto Mamoru. Bhè devo dire che ho scoperto qualcosa di molto interessante.
Quel taglio non è stato provocato da nulla di magico se così possiamo dire.
Analizzando i dati a mia disposizione, lo stato della cicatrice, le sue
dimensioni, il calore della cute…
- Ami…
- I
suoi bordi…
- Ami
per favore…
- Lo
stato della cute circostante…
- Ami
per piacere…
- I
parametri…
- Ami
arriva al sodo!
La voce di
Rei, che aveva superato in decibel quella delle altre guerriere, era riuscita
ad interrompere il monologo della giovane facendola sussultare e questo fu un
chiaro segno che i precedenti richiami non erano stati per nulla sentiti.
- Va
bene. Usagi ciò che ti ha ferito era un corpo affilato, una lama dalla superficie liscia: molto probabilmente un
foglio di lamiera. Un oggetto terrestre che non era dotato di nessun potere.
C’era qualcosa nel parco da te sognato che possa corrispondere a grandi linee
alla descrizione di questo oggetto?
- Sì,
effettivamente adesso che ci penso vicino al punto dove siamo stati attaccati
c’era un chiosco ma era chiuso. Può essere stato un qualche pezzo della
serranda abbassata ad avermi ferito?
- Sì
potrebbe, ma c’è dell’altro.
-
Quando fai così mi fai paura.
-
Piantala Minako e falla continuare.
- Ehi
scusami tanto!
- Non
far caso a lei e continua pure.
Makoto
cercò di placare la disputa nata tra Minako e Rei. Mentre le uniche a rimanere
in silenzio, oltre i gatti, erano state Usagi ed Ami che si scambiavano sguardi
pieni di apprensione da parte della prima e di confusione da parte della
seconda. Alla fine Ami, dopo aver preso un respiro profondo, riprese il suo
discorso.
- La
ferita si è rimarginata così rapidamente perché aiutata dal potere dello Ginzuishou.
Lo aveva
detto, almeno in parte aveva detto ciò che la turbava.
- Non
capisco cosa ci sia di così sorprendente in questo. È normale che lo Ginzuishou
rimargini le ferite di Usagi. È sempre stato così. È successo anche nell’ultima
battaglia contro il Dark Kingdom. Cosa c’è di strano?
Luna aveva
dato voce a quella che era la domanda che ronzava nella testa di tutti i
presenti. Però, se Ami diceva che in ciò c’era qualcosa di sorprendente doveva
essere così anche se, al momento, non c’era nulla che potesse dare conferma
alle sue parole.
- Lo
so che vi sembrerà impossibile, e credetemi anche io fatico ancora a crederci,
ma non è lo stesso Ginzuishou che conosciamo noi. Sembra molto più… potente.
Silenzio.
All’interno della stanza era calato il silenzio. Adesso, lo sguardo di tutti
era puntato sulla figura di Usagi che invece osservava le sue mani incrociate
sul grembo.
- Cosa
vorresti dire? Spiegati meglio!
Artemis
era stato il primo a riprendersi dallo stupore in cui si trovavano le altre.
- I
dati non sono sufficienti a fornirmi una corretta valutazione del potenziale di
questo Ginzuishou ma, senza dubbio, non è quello che consociamo noi. Ha la stessa
intensità, la stessa frequenza ma potenza e risonanza sono nettamente superiori
a quelli posseduti dal cristallo di Usagi.
- Cosa
intendi per frequenza, intensità e risonanza?
Rei
cercava di stare dietro al discorso di Ami ma era difficile. Non riusciva a
capire cosa volesse dire la ragazza. Come era possibile che esistesse un altro
Ginzuishou e, per di più, come era possibile che questo fosse più potente di
quello di Usagi?
- Lo
Ginzuishou non è solo un cristallo dotato di un immensa energia. È come se
fosse una rappresentazione dello stato d’animo e di salute di Usagi… è come se
rappresentasse il cuore, l’essenza stessa di Usagi. Se Usagi è in pericolo di
vita l’intensità del suo potere aumenta o si riduce a seconda della gravità
della minaccia e delle energie residue in possesso della stessa Usagi. Per quel
che riguarda la frequenza è differente. Fate conto che lo Ginzuishou sia una
radio che trasmetta su determinate onde che solo noi possiamo percepire perché dotate di un potere planetario e questo potere, inoltre, è sintonizzato sulla stessa frequenza di quello di Usagi: è tramite questa capacità che
sappiamo quando Usagi è in pericolo ed è sempre tramite questa che, Usagi, riesce a
sapere dove si trova, in ogni momento della giornata, ognuna di noi. Invece per quel che riguarda
la risonanza provate a sostituire il
termine risonanza con amplificatore. Lo Ginzuishou amplifica i nostri poteri e
noi, viceversa, riusciamo ad amplificare i poteri dello Ginzuishou come è
accaduto nella battaglia contro il Dark Kingdom.
Ami aveva
finito. La sua spiegazione era stata accolta, ancora una volta, dal silenzio.
Ognuno cercava di metabolizzare a proprio modo le informazioni raccolte. Ognuno
cercava di immagazzinare le nozioni appena apprese. Ognuno cercava di capire
come era possibile tutto ciò.
-
Quindi il cristallo che ha curato Usagi oltre ad essere più potente è capace di
aumentare anche i nostri poteri. Ma se è vero tutto quello che stai dicendo
allora, tramite la frequenza di questo potere, Usagi potrebbe individuarlo.
Makoto
cercava di stare dietro al ragionamento dell’amica anche se era impossibile da
accettare l’esistenza di uno Ginzuishou con un potere più grande del cristallo
in possesso di Usagi. Loro tutte avevano avvertito quel potere e ne erano
rimaste sconvolte.
Le aveva
protette e cullate nel corso dell’ultima battaglia contro Metallia e le aveva
riportate nuovamente in vita… come era possibile che esistesse un cristallo
più potente di quello?
- Non
è possibile. Quel cristallo non si trova qui. Non è sulla Terra altrimenti ne
avvertirei la presenza.
Le parole
di Usagi spensero immediatamente l’entusiasmo di Makoto. Usagi era troppo sicura
per sbagliarsi. Rei la osservava silenziosa e cercava di capire cosa potesse passare per la testa dell'amica in quei momenti. Usagi era certa di ciò che diceva e poi il suo tono di voce… era così
diverso da quello a cui era abituata. In quella voce era racchiusa una
forza ed una saggezza che Usagi raramente mostrava di possedere. Il timore di perdere
Mamoru, unito alle battaglie combattute in passato, avevano fatto maturare
parecchio rapidamente la piccola Odango.
La doccia fredda arrivò con le parole di Ami che spensero, definitivamente, le ultime speranze del gruppo.
-
Usagi ha ragione. Ho analizzato tutti i dati un’infinità di volta ma il
risultato è sempre lo stesso: l’unico Ginzuishou presente sulla Terra è quello
di Usagi.
Nuovamente
il silenzio che lasciava tutti immersi nelle proprie riflessioni. Un altro
Ginzuishou ben più potente di quello di Usagi. Se fosse finito nelle mani del
nuovo nemico sarebbe stata la fine.
Usagi
rifletteva, chiusa in un mutismo che non le apparteneva, analizzava i fatti.
Era difficile restare lì ferma a ragionare. Dovevano agire in fretta. Mamoru
doveva essere protetto. Non potevano perdere tempo dovevano ritrovare quel
cristallo tanto simile al suo ma allo stesso tempo così diverso.
Lei lo
aveva avvertito il potere di quel cristallo. Aveva riconosciuto quel potere ma
allo stesso tempo lo aveva respinto senza capirne la vera potenza, la vera
pericolosità. Questo, probabilmente, era stato l’errore più grande che avesse
mai commesso. Se si fosse lasciata guidare da quella energia adesso, forse,
sarebbe stata sufficientemente forte per affrontare e battere il nemico.
La voce di
Minako e delle altre la strappò ai suoi ragionamenti. Si fermò ad ascoltare le
parole delle amiche cercando di trovare, tramite esse, una spiegazione
plausibile a ciò che aveva detto Ami.
- E se
provenisse dal futuro?
- Non
dire sciocchezze Minako, come è possibile che provenga dal futuro.
-
Scusa perché? È possibilissimo.
-
Peccato che mai nessuno è riuscito a viaggiare nel tempo.
- Bhè
se è per questo mai nessuno ha visto dei gatti parlare eppure Artemis e Luna
parlano.
- Adesso perché tirate in ballo noi.
Usagi si
alzò infastidita da tutte quelle voci. Minako aveva detto che lo Ginzuishou
poteva provenire dal futuro ma come era possibile? Eppure quelle parole non le
sembravano così assurde. Poteva anche essere vero. Forse era stata la se stessa
del futuro a salvarla ma perché, se era così potente come credeva, non era
intervenuta lei stessa ed aveva definitivamente sconfitto il nemico? E comunque
la battaglia nel parco era avvenuta realmente o era stato solo un sogno? Magari
era un modo per metterla in guardia?
Erano
diversi i dubbi che attanagliavano Usagi in quel momento ma su tutti il
pensiero di Mamoru: era al sicuro?
§§§§§
Una volta
uscito dal tempio Mamoru iniziò a scendere le scale con una certa urgenza.
Perché non ci aveva pensato prima. Perché non aveva ricordato.
Era da
quando, a casa sua, aveva ascoltato il racconto di Usagi che dentro la sua
testa era scattata una scintilla. Sì, era come se un molla fosse scattata ed
avesse messo in moto degli ingranaggi ormai fermi da tempo.
Sapeva che
c’era qualcosa che doveva necessariamente ricordare ma non sapeva cosa e poi al tempio…
l’illuminazione. Mentre Usagi raccontava alle altre del suo sogno aveva capito
cosa lo tormentava, ma adesso doveva esserne sicuro.
Ancora non
poteva dire nulla ad Usagi. Doveva prima controllare e poi… poi sarebbe tornato
da lei e le avrebbe detto ogni cosa.
Correva
come se qualcuno lo inseguisse. Il pensiero del nemico, in quegli istanti, non
lo sfiorava. Aveva una certa fretta di tornare a casa e prendere la moto.
Doveva fare in fretta. Doveva sapere se era stato un sogno o no.
Quando
raggiunse casa ormai era quasi in ipossia. Aveva corso senza fermarsi neanche
un momento. Salì le scale di corsa nonostante il fiato corto. Non poteva
perdere tempo, non ora che aveva una traccia. Cercò le chiavi e le tirò fuori
quando ancora mancava una rampa di scale a dividerlo dal suo appartamento.
Arrivò al suo piano che quasi incespicava sui suoi piedi tanta era la
stanchezza. Aprì la porta e si precipitò dentro senza neanche richiuderla.
Prese le chiavi al volo e si fermò, piegato in due dalla corsa, per riprendere
fiato.
-
Tutto bene caro?
Sulla
soglia della porta la signora Nibutaka lo guardava preoccupata. Non era abituata
a vedere quel giovane, sempre molto elegante ed educato, così trasandato. Cosa
poteva averlo ridotto in quello stato?
-
Nulla di grave signora Nibutaka, sono solo in ritardo. Due minuti il tempo di
riprendere fiato e poi esco di nuovo.
- Fa
attenzione.
-
Certamente.
E così
come era arrivata la vecchina era tornata nel suo appartamento.
Ripreso il
fiato Mamoru prese il casco che era posto proprio all’ingresso, nel mobile
basso. Guardò il suo riflesso nella visiera del casco modulare e dopo un
profondo respiro si rimise in posizione eretta e strinse le chiavi in mano In quei momenti la sua mente era concentrata su un unico obiettivo: correre alla radura a strapiombo sul mare.
Uscì di
casa e scese le scale, ancora a piedi.
Raggiunse i locali adibiti a garage e si diresse a passo sicuro nel suo box.
Alzò la saracinesca e subito, senza perdere tempo, mise in moto la sua
Kawasaki.
In moto.
Correre e cercare di scaricare così la sua tensione. Era da tempo che non
lo faceva, per la precisione da quando Usagi era entrata a far parte della sua
vita. Già, ancora prima che scoprisse che la Testolina Buffa che incontrava da
Motoki era parte del suo passato… e del suo presente. Usagi, nel bene e nel
male, era sempre riuscita a stemperare le sue tensioni. In passato con i loro
battibecchi, adesso con la sua allegria. Era bello averla nella sua vita. Ecco perché doveva fare attenzione, per lei.
Non
sarebbe morto.
Non lo
avrebbero ucciso.
Non tanto
per sé ma per lei.
Non poteva
procurarle un dolore così grande.
Per lo
meno, non di nuovo.
Immerso
come era nei suoi pensieri, non si accorse di essere giunto alla radura meta
della sua folle corsa.
Spense il
motore e scese dalla moto. Tolse il casco ed inspirò profondamente. L’aria
tiepida dell’estate ormai alle porte non riuscì a farlo riprendere come
sperava. Sentiva ancora caldo. La gola era arida. Il sudore scendeva lento
lungo la linea marcata del mento. Portò una mano sugli occhi a coprirli dai
raggi del sole ormai caldo.
Lasciò il
casco sul manubrio e stirò le spalle. Aveva guidato per oltre un’ora a folle
velocità, curvando e sterzando come un pazzo. Se Usagi fosse stata presente
gliele avrebbe dette di tutti i colori senza contare tutti i pizzicotti e pugni
che avrebbe ricevuto nel corso della loro corsa.
Folle
corsa.
Correndo
aveva scaricato tutta la tensione.
Era
rimasta solo la paura.
Paura.
Di
lasciarla da sola.
Chiuse gli
occhi. Inspirò profondamente e poi, tenendo le braccia immobili lungo i
fianchi, pronunciò quelle parole che, da quando aveva ricordato, si ripeteva in
testa di continuo, come un mantra.
-
Apritevi porte di Elysion è il vostro sovrano che ve lo ordina.
E dopo
aver pronunciato queste parole scomparve in un raggio di luce.
(*) Spudoratamente copiato dal Cyrano de Bergerac, atto
III scena IX.
L’angolo dell’autrice
Non ci credete vero? Bhè, non ci credo
neanche io! Sono tornata con un nuovo capitolo. Siamo sempre fermi, non
sappiamo chi è il nuovo nemico ma Mamoru ha capito qualcosa ed Ami, invece, è
riuscita a capire che lo Ginzuishou ha un fratello più potente.
RINGRAZIAMENTI:
- MARYUSA: ciao! Guarda ancora
non posso dirti nulla di preciso ma da questo capitolo dovresti aver intuito
qualcosina, non credi? Dai, non è difficile… pensaci su… e ti dirò il momento
di Chibiusa si avvicina. Il prossimo sarà il suo! Ho iniziato con un’Usagi
completamente diversa ma per tre capitoli è stata la stessa di sempre. Dai non
fare così presto capirai cosa ha portato Usagi a lasciare Mamoru e vedremo cosa
mi dirai! Sono felice che il
capitolo introspettivo ti sia piaciuto. Spero che lo stesso valga anche per
questo!
- LUCIADOM: O.O questa è stata la
mia espressione quando ho letto la tua recensione anche perché, credimi, questo
capitolo non è venuto come avrei voluto io. Manca di quel pathos che mi
serviva, spero solo di essermi rifatta con questo. Sul fatto che sono
autocritica…. Verissimo. Questo lato del mio carattere è il mio punto di forza,
mi spinge a dare sempre il massimo, ma allo stesso tempo è il mio tallone di
Achille, non sono mai soddisfatta dei miei risultati e per questo non riesco
mai a rilassarmi totalmente. Per quel che riguarda gli esami… stendiamo un velo
pietoso. Lo scorso capitolo è stato pubblicato a sei giorni dall’esame di
Neurologia che è andato bene, per fortuna! Per quel che riguarda il capitolo
scorso, la scelta di volermi fermare a quel punto è stata dettata dal bisogno
di scrivere qualcosa di totalmente diverso dalle altre mie fanfic dove Mamoru
rispetta sì Usagi solo che questo non è mai esplicito e quindi Usagi che si
sente felice perché Mamoru la bacia come si fa con una donna mi è sembrato il modo più pratico per evidenziare
questo aspetto del loro legame. Spero di essere stata chiara nel mio intento.
Adesso ti saluto, alla prossima e speriamo che, entrambe, saremo libere da esami!
- LAGADEMA: spero che
questo rifacimento non sia così pessimo, io mi impegno, spero solo di riuscire
a non annoiare nessuno. Più i capitoli vanno avanti e più mi rendo conto che è
lontanissimo dall’originale. Forse non si tratta più di un rifacimento, ma di
una storia originale! In bocca al lupo per settembre e grazie per aver
incrociato le dita anche per me, gli esami sono andati alla grande. Vado avanti
e continuo con le altre recensioni. A presto!
- LUISINA: non mi hai per nulla
offesa (detto tra noi, non ricordo più a cosa ti riferisci e questo conferma
ciò che ti ho detto non sono per nulla offesa!). Per quel che riguarda l’essere
nel passato o nel presente… mi cucio la bocca e non dico nulla. Questo
capitolo, personalmente, non mi entusiasma per nulla. Credo che sia dovuto al
fatto che ho ripreso la storia dopo tanto e riuscire a capire che cosa vogliono
i personaggi è davvero difficile. Spero, però, che a te piaccia!
- NEPTUNE 87: grazie, grazie,
grazie… tutti questi complimenti rischiano di farmi montare la testa! Davvero,
non credevo che questa storia potesse prendere fino a questo punto, sono
soddisfatta dei risultati anche se questo capitolo non è proprio il top! Per
quel che riguarda i capitoli… ormai non succede nulla di che anche in questo.
Siamo ancora in un punto morto, o no? Siamo nel presente o nel passato? Quanti
interrogativi ci sono in questa storia? Quanti ce ne saranno? Io ancora non lo
so, la storia è ancora in fase di elaborazione nella mia mente e si sta
sviluppando in modo totalmente diverso da quello che avevo pensato! Mamoru sarà
sicuro di sé oppure lo fa tanto per non far spezzare Usagi? Chi lo sa! Adesso
però scappo devo continuare le altre recensioni!
- HATORI: Taniuzza bedda (che
tradotto in lingua italiana è Tania bella)… il capitolo passato è stato triste
e questo? Come lo hai trovato? Ho tentato di mettere un pizzico di ironia nel
momento del colloquio tra le diverse Inner ma tu che ne pensi? Mia cara
sanguisuga ancora non mi hai detto cosa ne pensi davvero di questa storia e
questo mi preoccupa. Vedremo se questo capitolo riuscirà a farti sbottonare
maggiormente!
- FEFERICA: di poche parole ma
soprattutto tutti complimenti, mi fai arrossire! Mamoru ed Usagi sono carini
insieme? Ed adesso che sono separati? Anzi, che ne pensi dei primi capitoli?
Come lo vedevi il loro rapporto? Amoroso-scontroso? Io sì, tanto. Mi piace
metterli su piani diversi e farli scontrare e poi farli riappacificare! Come
vedi in questo capitolo non succede praticamente nulla a parte scoprire l’esistenza
di un’altra copia dello Ginzuishou. Adesso ti lascio, finisco le recensioni!
- ELLEPHEDRE: iniziando
dall’esame sono lieta di dirti – se può interessarti – che l’esame è andato
benone, meglio del previsto! Ricordi poi i miei problemi con la punteggiatura?
Ecco, credo che in questo capitolo i problemi sono tornati a galla! Non sono
molto convinta di come sia stata utilizzata, tu che ne pensi? Per quel che
riguarda le precisioni che mi hai fatto notare il “tale” non è inteso come vero
ma fa un riferimento proprio alla parole “sogno” si dovrebbe intendere come “
se quel sogno era davvero un sogno…” per quel che riguarda il bisogno di Mamoru
di fare un giro credo che in questo capitolo si sia svelato il perché del
bisogno di “schiarirsi le idee”. Un’illuminazione divina se così possiamo
definirla, che ne pensi? Per quel che riguarda questo capitolo… una parte che
non digerisco riguarda la spiegazione che dà Ami in riferimento allo
Ginzuishou, credo che questa sia forzata e priva di logicità ma è stata scritta
e riscritta tante di quelle volte che alla fine ho detto basta! Per quel che
riguarda l’essere nel presente o nel passato ancora non posso dirti nulla,
dovrai avere ancora un po’ di pazienza, spero che non ti dispiaccia! In questo
capitolo ho cercato di nuovo di cimentarmi con la commedia facendo leva sul
rapporto che hanno tra loro le diverse Inner, spero che questa volta abbia
azzeccato i tempi narrativi. Spero di aver risposto ai tuoi quesiti e se ne
avrai di altri sarò lieta di rispondere. Ancora non sono riuscita a leggere il
nuovo capitolo, appena lo farò cercherò di commentare.
- JAJ984: ed infatti quella di
Usagi è una ferita vera e propria. Ok, nella scorsa recensione abbiamo parlato
di tubi e faccine. Che ne dici se in questa mi dici cosa ne pensi della mia
fanfic, sai che sono curiosa di conoscere il tuo parere dato che sei anche una
delle mie più “anziane” lettrici ed è importante conoscere il tuo parere!
Sono stata di parola. Ho finito i ringraziamenti e li pubblico nella
stessa serata. Non vi ho fatto aspettare molto. Adesso vi saluto. Come al
solito i ringraziamenti hanno occupato più spazio, o quasi, rispetto al
capitolo ma non è colpa mia se siete così gentilissime da commentarmi (mmm….
Sia chiaro, io voglio che continuiate a commentare!). Ho finito! Ho detto
tutto, vi do appuntamento al prossimo capitolo che non so quando sarà. Prima di
chiudere però…
… ringrazio le 16 persone che mi hanno
inserito tra i preferiti:
- ANGELINA93;
- BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
- CRISTA 85;
- ENIGMA;
- FANTASY_MARY88;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
- JORDY
KLEYN;
- M00NLIGHT;
- MELI_MAO;
-
MYLA_CHAN;
-
ROMANTICGIRL;
- STELLA93MER;
- _ MADDY_.
Ed un grazie ai 16 che mi hanno inserito
tra i seguiti:
- DRAGON85;
- ELIE191;
-
ELLEPPHEDRE;
-
HATORI;
- JAJ84;
- KAGOME_86;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
- MARY85;
-
MARYANGEL;
-
MIKAYLA;
-
MYLA_CHAN;
- PIKKY91;
- POTTER92;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
- STELLA93MER.
Grazie ancora ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo VII ***
Nuova pagina 1
Capitolo VII
Usagi
stava impazzendo.
Lo
attendeva ormai da ore.
Era
preoccupata, terribilmente preoccupata.
Aveva
chiamato casa ed aveva detto alla madre che avrebbe passato l’intera giornata
da Rei ma era quasi sera e di Mamoru, ancora, non sapeva nulla. Cosa era
accaduto? Perché non era ancora rientrato?
Una
volta terminata la riunione, lei e le ragazze erano rimaste ad attendere
l’arrivo di Mamoru ma senza alcun esito.
Dopo
pranzo, stanca di fingere una sicurezza che non possedeva, aveva deciso di
andare via. Aveva chiesto a Rei di continuare a coprirla nel caso in cui la
madre l’avesse cercata, non voleva certo far preoccupare Ikuko.
Con
lei erano andati via anche Luna ed Artemis che si erano diretti al parco in
cerca di qualche pista da seguire. Lei aveva deciso di evitare, almeno per un
paio di secoli, quel luogo che le portava alla mente solo ricordi assai
dolorosi.
Alla
fine aveva iniziato a vagare per le strade di Tokyo e, senza neanche essersene
accorta, era giunta proprio sotto al palazzo in cui abitava Mamoru e così si
trovava da più di due ore seduta su di una scomoda panchina.
Improvvisamente
il rumore di un tuono le fece alzare di scatto la testa. Il cielo si era coperto
di nuvole grigie e la gente si affrettava per le strade del centro per evitare
l’imminente pioggia. Un temporale si stava avvicinando. Lei non si era accorta
di nulla troppo immersa nelle sue riflessioni.
La
mente era stata totalmente rapita da ciò che le stava accadendo.
“Combatti
per Mamoru. Non arrenderti mai.”
Quelle
parole… quelle parole se le era ripetute di continuo da quando si era seduta
su quella panchina… quelle parole le aveva assimilate, le aveva rese parte di
sé. Si era fusa con esse ed aveva tagliato fuori dal mondo tutto il resto, fino
a che… fino a che una goccia di pioggia non le accarezzo una guancia. Poi
un’altra, ed un’altra ancora.
In
pochi minuti, forse pochi istanti, una pioggia fittissima si era rovesciata sul
quartiere di Shibuya. Usagi non era riuscita a muoversi da quella panchina. Era
rimasta ferma, seduta.
Lasciava
che la pioggia la ricoprisse.
Sperava
che portasse via le sue paure, il suo dolore.
Rimase
lì seduta per diversi minuti.
Gli
occhi chiusi ed un sorriso triste, spento, sulle labbra.
Poi
la pioggia terminò. Aprì lentamente gli occhi e si rese conto di essere
coperta da un ombrello, voltò il capo alla sua sinistra e la riconobbe: Rei.
La
sua amica era seduta al suo fianco e copriva entrambe con il suo ombrello rosso.
-
Se restavi ancora un altro po’ sotto la pioggia rischiavi di prenderti un
raffreddore!
Il
sorriso caldo di Rei fece scattare Usagi che buttò le braccia al collo
dell’amica ed incurante di tutto, della pioggia, dei passanti, del tempo,
iniziò a piangere tutte le sue lacrime.
Solo
quando riuscì a bloccare i singulti del pianto, Usagi alzò il capo e fissò i
suoi occhi azzurri in quelli color onice di Rei.
-
Mi spiace Rei. Mi spiace essere scoppiata a piangere come una bambina.
-
Non dire sciocchezze. Nessuno ti chiede di essere ciò che non sei. Ero
preoccupata, terribilmente preoccupata. Mi chiedevo quanto impiegassi prima che
esplodessi, o peggio, implodessi.
Rei
la strinse maggiormente in quell’abbraccio che procurò ad Usagi il sollievo
di cui necessitava. Fragile come non le accadeva da tanto, Usagi poggiò il capo
sulla spalla dell’amica e chiuse gli occhi. Tra tutte le Senshi, Rei era
quella che la comprendeva maggiormente, più di Minako con la quale aveva
maggiori affinità caratteriali.
Il
carattere deciso, ma allo stesso tempo dolce e comprensivo della guerriera di
Marte, era quello di cui necessitava Usagi in quel momento. Aveva bisogno della
forza e della determinazione di Rei, soprattutto in quel momento.
-
Ascoltami stupida. Adesso asciuga questi lacrimoni e ricaccia fuori il tuo
caratteraccio. Noi abbiamo bisogno della tua sbadataggine, della tua goffaggine
e di tutti i tuoi difetti.
Rei
aveva detto quelle parole con il sorriso sulle labbra, con il sorriso di chi,
Usagi lo sapeva, voleva spronarla ad andare avanti. Le aveva parlato in quel
modo per tirare fuori la grinta che era, momentaneamente, sparita.
-
Rei tu sai come far sentire una persona speciale.
- Bhè si grazie. So perfettamente di
possedere una dialettica fuori dal comune.
Lo
aveva detto assumendo la solita espressione di superiorità che la
caratterizzava ogni volta che voleva essere – voleva fingere di essere –
presuntuosa e arrogante.
In
realtà Rei non era così, probabilmente non lo era mai stata.
Era
sempre stata una ragazza sola che mascherava il dolore per quella solitudine
allontanando gli altri prima che gli altri allontanassero lei.
Usagi
questo lo sapeva bene, ricordava il bisogno di compagnia, di affetto, che aveva
avvertito la prima volta che aveva incontrato la sacerdotessa. La stessa
sacerdotessa che adesso la guardava con gli occhi di chi non ammette debolezze.
-
Usagi io ti ho lasciato Mamoru perché… perché ho capito che con te non
c’era partita. Anche se Mamoru non dava alcun segno di interesse nei tuoi
confronti io sapevo, percepivo, che non ero io quella che voleva al suo fianco.
Adesso ti chiedo di non farmi pentire della mia scelta. Adesso devi dimostrarmi
che non ho commesso un errore lasciandoti campo libero.
-
Rei…
Si
era fermata. Non sapeva cosa dirle. Non avevano mai affrontato quel discorso.
Non avevano mai parlato di quando Mamoru e Rei si frequentavano. Non ne aveva
mai parlato con Rei, con Mamoru o con una delle ragazze. Non avevano mai parlato
di quel periodo perché lo riteneva inutile, superfluo ed adesso… adesso aveva
capito perché Rei aveva tirato fuori – da un cilindro senza fondo – quella
vecchia storia… vecchia per modo dire dato che risaliva a meno di sei mesi
prima.
-
Rei, tesoro, se Mamoru mi ha scelto è perché ha visto in me
tutta quella dolcezza, tenerezza, bellezza e romanticismo che in una violenta
come te non esistono e non potranno mai esistere. Anzi, mi chiedo cosa possa
aver spinto il mio povero Mamo-chan a frequentarti!
-
Ingrata.
-
Violenta.
-
Balena.
-
Invidiosa.
-
Bambina frignona.
-
Hentai.
-
Cosa stai blaterando?
-
Ho visto quei manga nel cassetto della tua scrivania!
-
No, Usagi hai frainteso!
-
Cosa? Vuoi dirmi che tu… tu… hai davvero nel cassetto della tua scrivania un
manga di quel genere? Non ci posso credere! Io stavo scherzando!
Il
rossore sulle guance di Rei presto fu accompagnato da quello di Usagi che tutto
si immaginava tranne ciò che aveva scoperto.
-
Aspetta, ti posso spiegare!
-
No, non voglio sentire! Non voglio sentire! Non voglio sentire!
Usagi
aveva messo le mani a coprirsi le orecchie e spostava la testa a destra e
sinistra ripetendo di continuo la frase “Non voglio sentire!”, Rei
esasperata – ma soprattutto imbarazzata dallo spettacolo che stava dando
l’amica – le afferrò i polsi e bloccò il movimento oscillatorio della
testa solo con un’occhiata.
-
Adesso ascoltami bene: quel manga non è mio. L’ho sequestrato a… mio
nonno.
Usagi
restò immobile alcuni secondi poi scoppiò in una risata divertita. Rei la
guardava senza capire ma, alla fine contagiata dall’ilarità dell’amica, si unì
alla sua risata. Solo dopo alcuni minuti le due ragazze tornarono padrone del
proprio corpo. Usagi asciugò una lacrima – stavolta dovuta al troppo ridere
– e prese tra le mani quella dell’amica.
-
Grazie Rei. Grazie di cuore.
§§§§§
- Sei sicuro di ciò che dici?
-
Sì, ne sono certo.
-
Non c’è margine di errore?
-
Nessuno, mi spiace.
Mamoru
aveva sperato.
Aveva
pregato di trovare su Elysion la soluzione ai suoi problemi ma si era sbagliato.
Il ragazzo che gli stava davanti aveva escluso quella possibilità.
-
Maestà…
-
Helios, secondo te cosa può esserle successo?
Il
custode dei sogni chiuse gli occhi e cercò di mettere in ordine le informazioni
che gli aveva fornito il suo Principe.
-
Mi duole dirlo ma… non so cosa pensare. La Principessa Serenity è convinta
che si sia trattato di un sogno, voi ne siete sicuro, ma vi posso assicurare che
non è vero, non è possibile. Se la Principessa si fosse ferita nel corso di un
sogno… sarebbe rimasta una traccia qui su Elysion ma come potete notare nulla
è fuori posto. I cristalli sono intatti, puri. Lo avete visto anche voi.
-
Lo so Helios, lo so. Non si tratta neanche di un sogno premonitore?
-
Non credo. I sogni premonitori sono caratteristica della Famiglia Reale del Gold
Kingdom. Mi spiace.
Mamoru
sospirò rumorosamente e fissò Helios negli occhi.
Le
speranze che aveva riversato su Elysion erano state deluse. Non era giunto a
capo di niente ed adesso si ritrovava più vuoto di prima.
Non
era il pensiero del pericolo che stava correndo.
Non
si trattava del nemico che aveva minacciato direttamente la sua persona.
Erano
gli occhi di Usagi che aveva paura di affrontare, che aveva paura di deludere.
Si
girò un’ultima volta ad osservare la sala circolare in cui si trovava: il
cuore pulsante di Elysion.
Un’infinità
di rose di cristallo incorniciavano quella stanza, quelli erano i sogni del
genere umano. Ogni sogno aveva una rosa cristallina, ogni rosa un colore.
Il
concetto di spazio su Elysion era differente da quello che vigeva sulla Terra.
Non esisteva il comune spazio visibile agli occhi degli uomini. Su Elysion
era… diverso. Esistevano tasche dimensionali all’interno delle quali
si aprivano altri luoghi, altre aeree; queste tasche erano controllate da Helios
– il custode di Elysion – e da Mamoru stesso, ultimo erede del Gold Kingdom.
Ecco perché i sogni di più di sei miliardi di terrestri si trovavano in quella
stanza.
Si
avvicinò ancora una volta ai sogni di Usagi ed il bianco di quelle rose lo colpì
come una stilettata al cuore. Tante, infinite rose bianche, solo una rossa.
Perché?
Perché erano bianche e non nere, bordeaux, grigie? Una tonalità scura,
qualcosa che indicasse il suo animo tormentato. No, le sue rose erano bianche,
segno di purezza, di serenità, di tranquillità. Fino al giorno prima Usagi non
era turbata. Le sue rose bianche ne erano testimoni. Non aveva avuto incubi.
Poi
si concentrò sull’unica rosa rossa. Una rosa rossa, solo una rosa rossa tra
tutte quelle candide. E sapeva cosa indicava quella singola, rara, sola, rosa
rossa. Quella rosa racchiudeva i sogni, gli incubi, legati al periodo in cui lui
si trovava soggiogato dal potere di Beryl, dal volere di Metallia.
Chiuse
gli occhi e richiamò a sé quel cristallo rosso.
Una
volta materializzato nella sua mano la strinse. Strinse con tutta la sua forza
ma il fiore restò intatto. Intatto in tutta la sua crudele bellezza.
Improvvisamente
fu avvolto da un’ondata di… disperazione. Come un flash vide il suo corpo
cadere tra le braccia di Usagi, colpito a tradimento. La risata di Zoicite. Il
dolore di Usagi. No
Sailor Moon. Serenity. La
disperazione per averlo perso. Per vederlo morente tra le sue braccia. Quello
era l’incubo di Usagi, quell’incubo ricorrente che l’aveva accompagnata
per tutto il periodo in cui lui era rimasto in mano del nemico.
Finita
quella visione Mamoru si sentì stordito. Il cuore correva veloce, troppo
veloce. Chiuse gli occhi perché un’altra emozione lo investì in pieno:
dolore. Un dolore violento al centro del petto, lì dove batteva il cuore. Ma
non era il suo cuore a soffrire, no. Era Usagi. Ed altre immagini lo investirono
in pieno. Lui, nelle vesti del Principe Endymion, e Sailor Moon. Uno contro
l’altro. Gli occhi di Usagi pieni di lacrime nel vano tentativo di fargli
riaffiorare un ricordo di loro ma nulla. Urlò in preda all’angoscia nel
momento in cui la sua spada colpì il fianco della guerriera della Luna. Si
ritrovò inginocchiato in terra con la rosa ancora stretta in mano e gli occhi
pieni di lacrime.
Poi
ancora un vortice di emozioni, l’ultima, la più terrificante. L’abbandono.
L’abbandono dei sensi, della vita, della voglia di combattere, di reagire.
Vide Usagi precipitare in un baratro senza fondo. Provò a chiamarla. Urlò il
suo nome ma senza risultati, dalla sua bocca non usciva nessun suono. Solo il
silenzio, lo stesso silenzio che aveva avvertito nella mente di Usagi.
Finì
improvvisamente, così come tutto era iniziato. Si ritrovò seduto in terra con
le mani a coprirgli gli occhi. Le lacrime prepotentemente trattenute.
-
Maestà non dovevate farlo. I sogni di una persona sono qualcosa di intimo e
privato. Voi non avete il diritto di insinuarvi in essi.
-
Helios… io… sono stato uno sciocco. Non ho mai capito il dolore di Usagi,
mai. Ho sempre pensato al mio senso di colpa ma non mi sono mai soffermato a
riflettere sui suoi sentimenti.
Era
stato uno stupido egoista. Ecco cosa. Aveva pensato al suo senso di colpa, al
suo onore macchiato.
Si
era chiesto più di una volta cosa avesse provato Usagi nel periodo della sua
prigionia, aveva tentato di parlarne con lei ma senza risultati. Usagi aveva
sempre risposto che non era importante perché tutto era passato, perché lui
era tornato. Era stato uno sciocco ed anche cieco.
-
Principe Endymion… credo che sia tempo di tornare sulla Terra. Mancate già da
diverse ore.
Era
arrivato il momento di lasciare quella dimensione e tornare nel suo tempo.
Sorrise ad Helios, un sorriso privo di felicità, un sorriso mesto. Chiuse gli
occhi e nello stesso bagliore di luce che lo aveva portato ad Elysion, nel
medesimo modo, fece ritorno sulla raduna dalla quale era partito.
Il
sole era tramontato, il cielo era coperto da nuvole grigie ed un temporale stava
per colpire la città. Doveva fare in fretta se non voleva trovarsi a guidare
sotto la pioggia.
§§§§§
- Allora?
-
Siamo pronti signore.
-
Bene, stavolta cercate di non fallire.
-
Non la deluderemo mio padrone!
L’uomo
sparì nel nulla lasciandolo da solo. Bevve parte del vino contenuto nel
bicchiere di cristallo nero, lo stesso cristallo di cui era fatto il suo
scranno. Si voltò verso la donna imprigionata nella gabbia di energia e le
sorrise arrogante.
-
Come interverrai stavolta?
-
A costo di morire ti impedirò di portare avanti il tuo piano! Non ucciderai
Endymion, non te lo permetterò.
Il
bicchiere di cristallo si infranse contro la barriera rompendosi in mille
schegge impazzite. Alcune ferirono le braccia ed il volto della donna
imprigionata. Il vino aveva macchiato l’abito candido di lei. Il volto di lei,
nonostante la brutalità del gesto, nonostante le ferite subite, nonostante la
stanchezza provata, rimaneva impassibile.
Quell’espressione
così indifferente fece ulteriormente infuriare il giovane che scattò in sua
direzione afferrandola per i capelli, passando attraverso le sbarre di energie
come se nulla fosse. Afferrò per il collo da cigno la donna imprigionata e
strinse la sua presa con tutta la forza di cui disponeva.
Gli
occhi di lei rimasero immobili, come se non stesse soffocando.
E
poi la lasciò. Lasciò la presa e si ritrasse indietro con un ghigno sulle
labbra che, per la prima volta, la fece vacillare.
-
Non sarà così semplice. Serenity la morte non ti libererà di me.
L’angolo
dell’autrice
Catania,
il 10 settembre 2009
Ore
21:57
Buona sera.
Ho aggiornato a poco più di 24 ore rispetto al primo post. Lo capirete leggendo
i ringraziamenti a fine pagina.
Bene,
ho visto che nessuno ha fatto riferimento ad Elysion nelle recensioni, mi chiedo
se avevate capito o meno che facevo riferimento ad Illusion eppure… cavolo
credo di no. Sappiate che Elysion, secondo ciò che ho reperito su Wikipedia, è
il nome originale di Illusion. Per quel che riguarda i sogni e le rose di
cristallo… è stata un’idea venuta dal nulla. Ho deciso di dare la forma di
rosa per fare un piccolo omaggio a Mamoru ed al suo modo di attaccare sotto le
sembianze di Tuxedo Kamen mentre il cristallo… il cristallo perché mi dà
l’idea di purezza ed il sogno, a mio modo di vedere, è il modo più puro per
esprimere la nostra fantasia ed il nostro stato d’animo.
Tornando
alla storia: Mamoru non ha scoperto nulla di nuovo se non che quello di Usagi
non è stato un sogno e che la nostra Odango non è capace di avere sogni
premonitori.
Il
nemico, finalmente, si è fatto vedere anche se non ha attaccato e spero che vi
sia piaciuto il modo in cui ho deciso di presentare il cattivo di turno. Adesso
vi lascio ai ringraziamenti…
Catania,
il 9 settembre 2009
Ore
10:23
Stavolta
rivoluziono il tutto, prima scrivo i ringraziamenti e poi il capitolo quindi non
so cosa accadrà e le risposte alle vostre recensioni per alcuni versi potranno
sembrare inappropriate, vi ricordo, quindi di pensare che quello che segue è
un’anticipazione al capitolo vero e proprio.
RINGRAZIAMENTI:
-
FEFERICA: buongiorno (è mattina anche se probabilmente aggiornerò di
sera e non so di preciso quando)! Spero tanto che anche adesso tu abbia pensato
alla mia storia… et voilà il capitolo nuovo. Mi spiace averti fatto attendere
tanto ma purtroppo tra estate, tirocinio, studio e mancanza di voglia di fare
l’aggiornamento è andato un po’ per le lunghe. Al momento non rispondo alle
tue domande (ti ricordo che ancora non ho scritto il capitolo ma mi porto avanti
con le recensioni così da potervi dare lo spazio che voi anime pie meritate!)
ma di sicuro posso ringraziarti per i complimenti che, come sempre, mi fanno
arrossire. Spero di averti reso ancora entusiasta con il nuovo capitolo, alla
prossima!
-
LUCIADOM: buondì! Grazie per i complimenti ma hai pienamente ragione sul
dire che non essere mai “pienamente soddisfatti” di ciò che si fa è un
male. Ti porta via parecchio tempo che potresti impiegare per portarti avanti
con altre materie ma purtroppo sono pignola e ne piango le conseguenze…
la perfezione, con il passare degli anni, ho compreso che è mera illusione, un
qualcosa che rincorriamo che non ci accorgiamo di possedere già… la macchina
uomo è perfezione, una giornata di sole è perfezione, l’amore delle persone
che abbiamo accanto sono la perfezione… ma meglio fermarmi altrimenti rischio
di essere moooolto noiosa. Sono felice che anche i tuoi esami siano andati bene
io, purtroppo o per fortuna, non ho staccato per nulla, il pomeriggio l’ho
comunque dedicato ai libri ed almeno non ho perso il ritmo. A quanto pare
ragazze, appena accendete il pc avete subito sott’occhio la mia storia e
quindi le opzioni sono due: 1) o sono io che vi rompo le uova nel paniere con i
miei aggiornamenti; 2) o non aggiorna più nessuno… un dilemma! Che cosa abbia
trovato Mamoru si è già capito, almeno credo (ti ricordo che sto rispondendo a
questa recensione senza aver ancora scritto un bel niente!) e le ragazze, bhè
valli a mettere d’accordo 5 cervelli (7 se aggiungiamo Luna ed Artemis!),
essere in tanti può essere un bene, ma a volte è deleterio! Adesso ti saluto
perché devo passare agli altri aggiornamenti ed attendo anche un po’ di
ispirazione… alla prossima!
-
LAGADEMA: sai gli originali sono più facili da gestire, non devi
rimanere legata alla storia e puoi modificarla a tuo piacimento come ho fatto io
in questo caso!
-
CHICHILINA: ti prego non deprimerti per così poco. Se non hai recensito
avrai avuto i tuoi buoni motivi e quindi non devi sentirti colpevole,
l’importante è che reputi la fanfic degna di un minimo di attenzione… tanto
per premiare questa povera anima in pena (che sarei io!)…
-
NEPTUNE 87: cosa accadrà ancora non lo so con preciso purtroppo nella
mia testa nulla va come dovrebbe. Le idee sono un continuo divenire e non posso
rispondere a questo tuo quesito, quel che è certo è che Mamoru ha intuito a
chi potersi rivolgere e questa persona… non ha risposto come avevate sperato
tutte, mica posso darvi la soluzione a tutto! Sono felice che la scena tra le
ragazze sia stata di tuo gradimento, ogni volta che ci sono diversi personaggi
nella stessa scena ho paura di non far comprendere chi parla… ma a quanto
pare, stavolta almeno, sono riuscita ad essere chiara… mi dedico un attimo a
te perché ancora non sono riuscita a commentarti e così approfitto del mio
spazio per porti una domanda relativa alla tua fanfic “Cosa fai Rei”: ma
cosa mi combina Rei? È davvero sicura di aver fatto qualcosa con Mamoru? Io non
ci credo!
-
MARYUSA: ciao! Tranquilla non sei tu ad essere lenta di comprendonio,
sono io ad essere stata, volutamente(?), poco chiara! La domanda è: cosa avrà
intuito Mamoru o cosa avrà ricordato? È su questo che si è basato il capitolo
VI e se tu non ci sei arrivata dipende molto dal fatto che io sono stata poco
chiara… grazie per i complimenti. La parte iniziale del capitolo è stata
difficile perché non volevo che si partisse direttamente con la scena delle
ragazze che si riuniscono, dovevo spiegare cosa aveva in mente Mamoru e perché
se ne doveva andare ma potevo benissimo farlo dire ad Usagi in un altro
contesto… invece, invece ho preferito spiegare le sensazioni di quel bacio e
spero di esserci riuscita. Presto arriverà Chibiusa, presto non so quando con
precisione… bhè rendertela simpatica… ma se ti dicessi che ho scritto
questa fic per due ragioni: 1) far vendicare Usagi, non è stato carino da parte
di Mamoru far soffrire tanto la piccola Odango nel corso della seconda serie; 2)
proporre una nuova Chibiusa meno antipatica e saccente rispetto a quella
presentata proprio nella versione anime della seconda serie. Spero tanto di
poterti accontentare. Adesso ti lasci, passo alle altre recensioni.
-
JAJ984: Ily tesoro ho scritto questa fic proprio per compiere la vendetta
di Usagi e, come ho detto a Maryusa, per rendere accettabile il ruolo di
Chibiusa… quindi non si tratta di semplice rivalsa, no, è proprio vendetta
nei confronti di Mamoru e degli adattatori italiani! Il mondo è proprio strano,
mi leggevi ma non sapevi chi io fossi quando in realtà ero proprio io… se
questo non è destino, mi manca un po’ manganet ma ho la necessità, almeno
per il momento, di staccarmi da Ryo e Kaori e concentrarmi su altro. Kaori mi ha
dato tanto, tantissimo, ma adesso voglio attingere anche da altri personaggi!
Per quel che riguarda Mamoru ed Usagi i loro animi sono legati, lo erano in
passato e lo saranno nel futuro, perché non debbono esserlo anche nel presente.
Io credo che due persone che si amino, nella realtà, sono due anime che sono
legate e che non si separano neanche se costrette, questo è quello che cerco di
far trasparire da questi due personaggi!
-
ELLEPHEDRE: meno male, pericolo punteggiatura superato! Migliorata mi
sembra eccessivo, forse, semplicemente, inizio a capire che non ha senso buttare
qua e là virgole e punti ed è meglio ragionarci su. Per quel che riguarda le
interrogative dirette/indirette ci devo lavorare su, ed anche per tanto e tanto
tempo. Purtroppo sono il mio debole e non so come migliorarmi. Il fatto è che
mentre scrivo non mi rendo conto di farlo. Io scrivo e mentre lo faccio do già
l’impostazione, nella mia mente malata, alla mia voce che poi legge la frase
come se fosse una domanda, anche se, effettivamente, non c’è il punto di
domanda. Dovrei ricordarmi che chi legge non è nella mia testa e forse riuscirò
a migliorarmi. Per quel che riguarda lo stile distaccato hai pienamente ragione
solo che, utilizzando il punto di vista esterno, mi risulta difficile essere
meno lontana dalla narrazione dei fatti. Tendo a ripetere il soggetto, a volte
utilizzando sinonimi idioti, per paura di non riuscire ad esprimere esattamente
chi è che parla e con chi. Se a tal proposito hai qualche suggerimento ti sarò
riconoscente a vita!
Mamoru
e il suo giro… bhè sono stata volutamente vaga proprio perché il personaggio
di Mamoru è sempre sfuggente, non si sa mai cosa pensa e cosa fa, rimane
avvolto nel mistero e non dà una spiegazione alle ragazze per non dar loro
false speranze e perché, effettivamente, lui stesso non è molto sicuro di aver
ricordato davvero qualcosa di reale. Era meglio esprimere questi concetti
all’interno del capitolo, me ne sono resa conto solo dopo aver letto la tua
recensione!
La
spiegazione di Ami mi ha tolto il sonno la notte. Ho cercato di essere chiara ma
allo stesso tempo di non essere banale. Da dove tira fuori le informazioni? La
maggior parte delle volte le tira fuori dalla mia mente ma stavolta le ha tirate
fuori dal confronto tra lo
Ginzuishou di Usagi ed i residui di potere che ha trovato proprio nella ferita
di quest’ultima. La nostra Ami è la cervellona del gruppo se non ci arriva
lei a queste conclusioni chi può farlo? (speriamo, almeno stavolta, di aver
azzeccato l’interrogativa diretta/indiretta…)
. Minako
ed il futuro… credo che tu ti sia data la risposta da sola, hanno compiuto un
viaggio nel passato, cosa impedisce alla guerriera di Venere di ipotizzare un
viaggio nel futuro? Ma sempre se ci sarà questo viaggio nel futuro… per quel
che riguarda la parte del discorso di Rei e dei suoi interventi… lì ho
trovato le maggiori difficoltà perché temevo che non si capiva chi parlava ed
a chi si rivolgeva ma sono felice di sapere di essere stata chiara, almeno
stavolta. Ti ringrazio per trovare sempre il tempo per recensire e se hai
qualche altro consiglio sono ben lieta di accettarlo, non sai quanto mi aiuti!
…
ringrazio le 17 persone che mi hanno inserito tra i preferiti, ultima ad essersi
aggiunta è Neptune 87:
-
ANGELINA93;
-
BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
-
CRISTA 85;
-
ENIGMA;
-
FANTASY_MARY88;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
-
JORDY KLEYN;
-
M00NLIGHT;
-
MELI_MAO;
-
MYLA_CHAN;
-
NEPTUNE 87;
-
ROMANTICGIRL;
-
STELLA93MER;
-
_ MADDY_.
Ed
un grazie ai 18 che mi hanno inserito tra i seguiti, anche in questo caso grazie
a Chichilina e Shalya che sono le nuove arrivate:
-
CHICHILINA;
-
DRAGON85;
-
ELIE191;
-
ELLEPPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ84;
-
KAGOME_86;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
-
MARY85;
-
MARYANGEL;
-
MIKAYLA;
-
MYLA_CHAN;
-
PIKKY91;
-
POTTER92;
-
SHALYA;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
-
STELLA93MER.
Grazie
ancora ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo VIII ***
Nuova pagina 1
Capitolo VIII
La pioggia continuava a scendere
sulla città di Tokyo mentre le due ragazze erano sedute sulla panchina ad
attendere il ritorno di Mamoru. Dopo il tentativo di Rei di alleviare la
tensione di Usagi, erano cadute nuovamente nel silenzio più assoluto. Ognuna
era persa nelle proprie riflessioni ma, in ogni modo, quei pensieri conducevano
in un’unica direzione: quello di Usagi era stato davvero un sogno?
Il rombo del motore di una moto fece sollevare di
scatto la testa di Usagi e quel movimento destò Rei immersa nei suoi pensieri.
- Usagi cosa…
- Rei è lui!
Rei non ebbe modo di bloccarla perché Usagi si
lanciò verso il portone del palazzo in cui abitava Mamoru, senza darle neanche
il tempo di formulare una qualche protesta. La guerriera di Marte sorrise un
po’ più serena e se ne andò lasciando soli i due innamorati.
Usagi saliva quelle scale a
perdifiato; come poche ore prima aveva fatto Mamoru, anche lei non aveva atteso
l’ascensore, era troppo il bisogno di vederlo, di parlargli, di sentirlo.
Arrancava come se avesse il diavolo alle calcagna. Saliva gli scalini due a due
cercando di non inciampare nei suoi stessi passi.
Mamoru era vicino, sentiva la sua
presenza, poteva percepire il calore della sua anima. Arrivata
all’appartamento di lui stava per bussare quando le porte dell’ascensore si
aprirono. Non seppe neanche lei spiegarsi il perché, ma girò la testa di
novanta gradi e lo vide con il casco in mano e lo sguardo fisso sui suoi piedi.
Non disse nulla, semplicemente si mise a correre verso di lui, riempiendo con
pochi passi i metri che li separavano. Lo slancio con cui l’abbracciò, fece
barcollare Mamoru che andò ad appoggiarsi con la schiena alle porte, adesso
chiuse, dell’ascensore.
- Usako…
Le braccia di Usagi si strinsero
maggiormente attorno al torace di Mamoru e le lacrime spingevano per uscire ma
lei riuscì a trattenerle.
- Mi sentivo morire… non sapevo
dove cercarti… non sapevo se stavi bene… non sapevo nulla! Ti prego non
farlo più! Non sparire più senza dirmi niente!
La voce le tremava forse per le
lacrime oppure per il freddo che improvvisamente sentiva, non sapeva spiegarselo
neanche lei. Mamoru non la lasciò andare, anche lui aveva sentito la sua
mancanza, anche se per poche ore, anche lui non riusciva più a resistere senza
saperla costantemente al suo fianco.
- Perdonami Usako… non credevo di
farti preoccupare tanto!
Lasciò un bacio tra i capelli biondi
di lei che, a quel lieve contatto, sollevò finalmente la testa per incontrare i
suoi occhi; sorrise debolmente e cercò subito le sue mani: aveva bisogno di un
contatto costante.
§§§§§
Era bloccata in quella dimensione senza spazio e
senza tempo. All’interno di una teca di cristallo che le impediva di
comunicare con il mondo esterno. Non sapeva nulla di ciò che era accaduto al
suo regno, non sapeva se i suoi cari fossero al sicuro, sani e salvi, non sapeva
nulla di nulla e non poteva fare altro che aspettare... e pregare.
Provò ancora una volta,
l’ennesima, a fuggire da quella prigione. Senza curarsi del dolore che avrebbe
provato da lì a pochi istanti, poggiò le mani sul cristallo concentrando nei
palmi ciò che rimaneva del suo potere. La scarica elettrica che la colpì fu
talmente intensa da strapparle un gemito di dolore. Interruppe quel contatto ed
osservò le ustioni che si era provocata; ferite provocate dall’intenso potere
che era stato sprigionato da quella parete che non riusciva a scalfire,
figurarsi a distruggere.
- Ancora non hai capito che da
qui non potrai fuggire?
Quella
voce, bassa e sibilante, le fece ghiacciare il sangue nelle vene. Era una voce
che proveniva dal nulla, ma lei sapeva che non era così, sapeva che Lui
era lì a gioire della sua sofferenza.
-
Wiseman ancora non hai capito che non mi arrenderò? Non riuscirai nel tuo
intento, mai!
Wiseman comparve proprio davanti alla teca, il
volto celato dal cappuccio del mantello nero. La sua mano ossuta si levò a
toccare la teca, senza risentire del minimo effetto.
- Sei sempre stata così
battagliera… ma dimmi, adesso che sei mia prigioniera, come riuscirai a
salvare i tuoi cari ed il tuo amato pianeta?
- Non provarci, o dovrai
vedertela con me…
Era una minaccia la sua… lo
stava minacciando proprio lei che mai lo aveva fatto.
- Serenity cara, non sei nelle
condizioni per minacciare…
Lei chiuse gli occhi sapendo che
Wiseman aveva ragione ma non poteva darsi per vinta, non voleva credere che
tutto sarebbe finito per mano di quel vecchio folle.
- Demand prima o poi si accorgerà
di come lo stai sfruttando!
- Quando ciò accadrà il Principe
Demand farà la fine che merita!
A quelle parole, Serenity
strinse i pugni dimenticandosi delle sue ferite. Il sangue macchiò
ulteriormente il suo abito un tempo candido.
- No! Mai!
- Ed invece sì. Ti ritroverai a
scegliere se salvare la sua vita o la tua...
§§§§§
- Posso sapere dove sei stato
per tutto il pomeriggio?
Era seduta sul divano, le mani
attorno ad una tazza di tea caldo, i vestiti sul termosifone in camera di Mamoru
ad asciugare; vestita solo del suo intimo, era avvolta semplicemente in una
coperta. Accanto a lei sedeva Mamoru. Anche lui teneva in mano una tazza di tea
ed indossava una comoda tuta.
-
Ad Elysion.
-
Elysion…
Quel nome non le era nuovo, lo
aveva già sentito, ma non ricordava dove… quando… e poi un altro nome si
affacciò nella sua mente e le sue labbra inconsciamente diedero voce a quel
ricordo lontano e sbiadito dal tempo.
-
Helios…
Mamoru
la osservò concentrata nel tentare di ricordare a chi appartenesse quel nome,
nell’associargli un volto, un significato, ma vedeva perfettamente che i
tentativi di Usagi erano infruttuosi.
- Ricordi qualcos’altro?
Cercò tra i suoi ricordi del
passato ma non ottenne il successo sperato. Ricordava solo quei due nomi:
Elysion ed Helios e si sentì una buona a nulla. Mamoru aveva provato a seguire
una pista mentre lei era rimasta senza far nulla, anzi peggio: aveva
piagnucolato senza provare a capire a ricordare qualcosa che l’aiutasse a
capire il significato di quel sogno… sempre se poteva definirsi tale.
- Non ricordo nulla. So che
dovrei ma non ci riesco… mi spiace…
Mamoru posò la sua tazza sul
tavolino basso che gli stava davanti.
-
Non devi scusarti. Anch’io ho ricordato solo oggi. Credo che sia normale, ci
vorrà del tempo prima che i nostri ricordi tornino a galla.
-
Mamoru è tutto avvolto nel buio più totale. Non ricordo nulla della nostra
vita passata, mi sforzo di ricordare ma è inutile, non riesco.
Usagi strinse con più forza la
tazza di porcellana. Non solo quel giorno ma anche altre volte, aveva provato a
ricordare ma era sempre stato un buco nell’acqua. Un fitto banco di nebbia
avvolgeva i suoi ricordi legati al Silver Millennium. Ricordava solo di Endymion
e delle sue Guerriere, poi il resto era un buco nero.
Non ricordava il viso di sua
madre; non ricordava la stanza che occupava a palazzo; non ricordava la vita che
conduceva nel suo regno. A volte si chiedeva se effettivamente esistesse un
passato o semplicemente si trattava di uno scherzo della sua mente. Era triste
vivere senza ricordare nulla di ciò che si era stato.
- Non devi preoccuparti di
nulla, i ricordi ritorneranno quando meno te lo aspetti, come è accaduto a me
stamattina...
Poteva
capire il disagio di Usagi anche lui ne era stato vittima quando non ricordava
chi fosse e non sapeva chi o cosa cercare. Aveva solo un sogno da inseguire e
nient’altro, doveva fidarsi delle sue intuizioni, non aveva avuto altra
scelta.
-
Parlami di Elysion…
Parlarle di Elysion fu facile,
le parole gli uscirono direttamente dal cuore. Gli raccontò di Helios e dei
sogni dell’umanità. Di come era possibile raggiungere la dimensione onirica e
di come fosse splendida. Gli raccontò della stanza dei sogni e delle rose di
cristallo e lei rimase per tutto il tempo in silenzio guardandolo parlare ed
ascoltandolo.
Non aveva scoperto nulla
riguardo il suo sogno, anzi, aveva scoperto che non aveva proprio sognato quella
notte e questo gettava altri misteri su quella ferita che attraversava il suo
fianco, ma non era questo che al momento le interessava, non in quel momento che
vedeva Mamoru così felice di aver ritrovato un pezzo del suo passato… che
aveva ritrovato un frammetto di Endymion,
mentre lei… non faceva altro che rincorrere un ricordo sbiadito dal
tempo. Senza neanche rendersene conto la domanda che la tormentava da quando
aveva saputo di Elysion era stata formulata senza tanti giri di parole.
- Tu… come hai fatto?
Quella domanda era stata a
malapena sussurrata; Mamoru, che le sedeva accanto, aveva faticato a sentire
quelle parole.
-
A ricordare?
-
No, come hai fatto a vivere sapendo che c’era qualcosa che dovevi
necessariamente ricordare ma che non riuscivi a farlo. Io… mi sento derubata
della mia anima!
Mamoru guardò Usagi e la vide
china su se stessa, sotto il peso di quelle responsabilità che non era ancora
pronta ad affrontare: una nuova guerra stava per iniziare quando ancora si
doveva completamente riprendere da quella conclusasi da poco. A questo si
sommava il fatto che i ricordi tardavano ad arrivare e lei si sentiva incompleta
senza di essi, poteva capirla perché anche lui, al principio, quando aveva
scoperto che esisteva qualcosa che andava al di là di quella vita, si era
sentito come lei: defraudato della sua anima. Non era difficile immaginare la
sofferenza di Usagi perché quella era stata anche sua. Come aveva fatto a
vivere sapendo che doveva ricordare qualcosa d’importante? La risposta era
semplice, molto più semplice di ciò che credeva Usagi.
- Io… litigavo con te…
Usagi sollevò la testa e lo
guardò perplessa. I suoi occhi azzurri gli chiedevano di continuare perché,
ancora una volta, era stato troppo machiavellico per lei.
-
Non guardarmi così, è la verità. Il fatto di non ricordare mi demoralizzava
parecchio, mi svuotava di tutte le forze… fino a quando non sei entrata tu
nella mia vita, anzi ad essere corretti, fino a quando il tuo compito
d’inglese non è finito appallottolato sulla mia testa!
Mamoru
non era riuscito a trattenere il sorriso che era nato sulle sue labbra al
ricordo di quel pomeriggio di fine novembre quando aveva (ri)incontrato
Usagi per la prima volta. Un modo davvero originale se si considerava che
lei lo aveva colpito, accidentalmente, con il compito andato male. Quello che
era seguito a quell’incontro-scontro era stato uno scambio di battute che
ricordava ancora, dopo più di sei mesi.
-
Ah, Mamo-chan sei il solito! Io parlo seriamente e tu ti prendi gioco di me!
Usagi
era risentita per la risposta che le aveva dato Mamoru. Lei parlava di qualcosa
che era davvero importante e lui le rispondeva prendendosi gioco di lei e dei
suoi sentimenti. Poggiò la tazza sul tavolino, accanto a quella di Mamoru, e si
voltò verso la grande portafinestra che dava sulla città di Tokyo.
Improvvisamente
si ritrovò sdraiata sul torace di Mamoru che la strinse a sé come mai aveva
fatto.
-
Non sto scherzando Usako, è la verità. Dopo i nostri battibecchi mi sentivo
rigenerato, come tornato a vita nuova. Sei stata tu in quei mesi ad avermi dato
la forza necessaria per affrontare il buio che riguardava il mio passato. Oggi
non m’interessa più ricordare, adesso per me è sufficiente averti accanto
per sentirmi ancora vivo, come allora… è solo questo che mi interessa, il
resto perde di importanza…
Quelle
parole erano state sussurrate vicino al suo orecchio e stavolta non riuscì a
trattenere le lacrime che scesero lungo le sue guance. Si girò quel tanto che
le permise di nascondersi nell’incavo del collo di Mamoru; lì inspirò la sua
fragranza, la sua essenza e comprese le sue parole: anche per lei non contava il
passato adesso che lo aveva vicino.
Si
separò di poco, giusto il minimo indispensabile per poterlo guardare negli
occhi e sorridergli radiosa: Mamoru era la sua medicina contro la tristezza.
-
Grazie Mamo-chan…
-
Grazie a te Odango…
Il
bacio che seguì fu la giusta conclusione di quella dichiarazione perché,
quella di Mamoru, non poteva essere altro che una dolcissima dichiarazione.
Le labbra di lui cercarono
quelle di Usagi con lo stesso bisogno di quella mattina, stavolta con la
consapevolezza che dopo sarebbe stato tutto più difficile, ma allo stesso tempo
più bello.
Usagi, dal canto suo, si strinse
maggiormente al torace di Mamoru e cercò subito i suoi capelli. Adorava la loro
morbidezza… erano il suo unico legame con il presente giacché quel bacio la
stava portando in paradiso.
Le braccia di Mamoru si
strinsero attorno all’esile corpo di Usagi, coperta solo da quella coperta che
improvvisamente le causava solo un fastidiosissimo calore; lei tremava
nuovamente, proprio come pochi minuti prima, ma stavolta non era né il freddo né
le lacrime trattenute: adesso era il desiderio impellente di lui.
- Usako…
Usagi si strinse maggiormente a
Mamoru quando sentì il modo in cui il ragazzo l’aveva chiamata. Iniziò a
baciare titubante il collo di lui mentre le sue mani cercavano di intrufolarsi
sotto la felpa.
Non voleva fermarsi né tanto
meno guardarlo, se lo avesse fatto era certa di non poter continuare ciò che
era appena iniziato.
Aveva paura di ciò che le stava
accadendo, aveva paura ma non voleva fermarsi, doveva necessariamente andare
avanti, Mamoru era la sua aria… era la sua vita.
- Usako aspetta… ti prego,
fermati!
Lui le bloccò i polsi e, a
malincuore, cercò di allontanarsi dalle labbra della sua Odango. E lei non
comprese il perché di quella interruzione.
- Mamoru… oddio io…
Era
entrata nel panico più totale, si dava mentalmente della stupida per essersi
fatta trascinare dalla foga di quel bacio e per essere saltata – al solito suo
– a delle conclusioni affrettate, troppo affrettate.
-
Va tutto bene… non preoccuparti.
Mamoru
si era ritrovato costretto a cercare i suoi occhi e per far ciò le aveva
sollevato con l’indice il mento. L’imbarazzo che lesse negli occhi azzurri
di lei lo fecero sentire in colpa per il modo in cui aveva interrotto il
susseguirsi degli eventi, ma era necessario. Lui doveva parlarle. Doveva farle
capire che non pretendeva nulla e che avrebbe rispettato i suoi tempi…
-
Io… mi sento una stupida…
-
Ma non lo sei…
-
Invece sì! Ti sono saltata addosso come una… oddio che imbarazzo!
Si
era alzata di scatto scordandosi della coperta che era solo adagiata sul suo
corpo e quella scivolò lasciandola con solo l’intimo, di semplice cotone
bianco, indosso. Le sue gote divennero subito scarlatte mentre Mamoru sbiancò.
Cercò di riprendere la coperta ma inciampò nei suoi stessi passi e finì
addosso a Mamoru che per istinto la afferrò per i fianchi. Restarono così
fermi ed in silenzio. I cuori pronti ad esplodere ed uscire fuori dal petto. Il
primo a riprendersi fu Mamoru che le portò una ciocca bionda dietro
l’orecchio.
-
Tu… attenti al mio autocontrollo…
Così
dicendo sfiorò con le sue dita il collo di Usagi che come una gatta iniziò a
fare le fusa.
-
Usako… sei sicura di voler andare fino in fondo?
Era
sicura? No, non lo era, ma aveva bisogno di lui. L’incubo di quella notte le
aveva fatto comprendere che non aveva tempo, che la vita era breve, troppo breve
per aspettare… e lei aveva atteso più di mille anni.
-
Guardami, ti prego…
Mamoru
le aveva parlato con quella voce capace di farle perdere la ragione… e lui
questo lo sapeva, stava giocando sporco il principe del Gold Kingdom…
-
Ho paura… ma… sì sono sicura.
-
Non voglio costringerti in nessun modo…
-
No! Non mi sento costretta… io…
Adesso
veniva la parte difficile del discorso.
-
Io… io… ecco vedi… il fatto è che io…
-
Calmati Usako. Non devi fare nulla che tu non voglia…
Ma
perché Mamoru doveva sempre interromperla? Era di per sé difficile affrontare
quel discorso, con Mamoru che la bloccava ogni due secondi diventava
impossibile! Chiuse gli occhi, inspirò ed espirò, e sempre ad occhi chiusi
riprese a parlare.
-
Mamoru io voglio… lo voglio tantissimo solo che… per me è la prima volta…
io…
Mamoru
sorrise davanti alla paura di lei… sorrise di cuore, la strinse al suo torace
ed iniziò ad accarezzarle la schiena. Se solo lei avesse saputo…
-
Cosa ci trovi di così divertente?
Si
sentì chiedere da lei. Il sorriso presto si trasformò in risata visto la piega
che stava prendendo quella discussione. Cercando di tornare serio tentò di
rispondere ad Usagi che stava perdendo la pazienza.
-
Scusa… non volevo…
Ma
era davvero difficile davanti al viso imbronciato di Usagi…
-
Scusami tu!
Così
dicendo, e stringendo a sé la coperta, Usagi si alzò dal divano e si diresse a
passo spedito verso la camera di Mamoru dove avrebbe trovato i suoi vestiti
ormai asciutti. Il suo polso presto fu bloccato dalla mano di Mamoru che lo
avvolse in una presa sicura, salda, indolore.
- Scusami… ti prego… solo
che… anche per me è la prima volta.
Usagi si ritrovò a boccheggiare
per la sorpresa inaspettata. Lei era certa che Mamoru, vista la sua bellezza e
la sua prestanza fisica, avesse già prima di lei… il sorriso stavolta
comparve sulle sue labbra.
- Anche tu…
- Sì, anch’io…
Il sorriso presto, come pochi
minuti prima era capitato a Mamoru, si trasformò in un attacco di risa stavolta
più fragoroso di quello che aveva avuto Mamoru solo pochi minuti prima.
- Adesso io dovrei sentirmi
offeso…
- Siamo due casi senza
speranza…
-
Potremmo sempre recuperare…
Forse
fu il tono di voce di Mamoru, oppure il modo in cui aveva parlato, o ancora il
significato nascosto di quelle parole, ma Usagi si sentì improvvisamente
avvampare. Le braccia di Mamoru adesso erano strette attorno ai suoi fianchi, ma
lui non si muoveva, attendeva una risposta da parte di lei… lei che sorrise e
parlò con calma ritrovata…
-
Recuperiamo allora…
Ripresero
da dove si erano interrotti. Le mani di Usagi a cercare l’orlo della felpa di
Mamoru e le mani di Mamoru a cercare di superare la barriera data dalla coperta.
Le loro labbra unite in un bacio nuovo; un bacio che preludeva a qualcosa di più…
Quando
le mani di Usagi entrarono in contatto con la pelle del torace di Mamoru si sentì
attraversata da scariche d’adrenalina. Era tutto nuovo e stava per scoprire
quel mondo sconosciuto con Mamoru quando improvvisamente…
Si
fermò lasciando la presa attorno al torace di lui e spalancando gli occhi come
colpita a tradimento. Mamoru avvertendo l’irrigidirsi di lei si fermò a sua
volta cercando il viso di lei e trovandolo deformato in un’espressione di…
disagio.
-
Usako…
Provò
a chiamarla ma senza ottenere risultati. Poggiò le mani sulle sue spalle e provò
a scuoterla ma Usagi era sempre immobile, come se il tempo attorno a lei si
fosse fermato.
-
Usagi cosa succede?
Il
bip del sailorphone la riportò al presente. Senza rispondere a Mamoru si
precipitò in cucina, dove lo aveva lasciato appena entrata.
Il
viso serio di Ami le confermò ciò che aveva avvertito pochi minuti prima: un
attacco del nuovo nemico.
§§§§§
-
Ho paura…
-
Non devi, sei una Principessa e le Principesse sono coraggiose!
-
Sì ma io…
-
Ti fidi di me?
-
Sì!
-
Ed allora vai!
-
Va bene…
-
Fa attenzione…
-
Ti voglio bene Pù!
-
Anch’io piccola mia!
L’angolo dell’autrice
Catania,
l’11 ottobre 2009
Buona domenica a tutte voi! Ho deciso di adottare la stessa tecnica del
mese scorso, prima rispondo alle vostre recensioni e poi provo a scrivere il
capitolo. Le idee ci sono ma ad essere latitante è l’ispirazione, non trovo
il modo giusto per mettere insieme le parole! Spero tanto che con il vostro
aiuto – leggasi come: rispondendo alle vostre recensioni – io riesca a
superare questo periodo che ormai va avanti da tanto!
Catania,
il 28 ottobre 2009
Buon pomeriggio gente. Purtroppo vi ho fatto attendere parecchio con
questo aggiornamento ma non è stata solo colpa mia. Dopo un iniziale momento di
blocco dovuto ad una stanchezza disumana è subentrato un problema di linea che
mi ha lasciata per ben 15 giorni
senza ADSL… adesso il capitolo è pronto per essere pubblicato, spero il prima
possibile… tecnici permettendo dato che ancora oggi il problema sussiste!
Come
avrete notato in questo capitolo ho provato ad essere leggermente meno pesante e
rendere l’atmosfera tra Usagi e Mamoru più leggera anche se non mi soddisfa
pienamente, spero solo di non essere accusata di plagio ma al momento sto
scrivendo senza potermi collegare al sito e leggere le altre fic e vedere se
alcune situazioni sono simili a quelle descritte in altre fic.
Per
quel che riguarda i personaggi come avrete capito, e se così non fosse ve lo
dico io, sta per fare il suo ingresso la Piccola Peste, altro che Piccola Lady!
Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo, a presto…
ADSL permettendo!
RINGRAZIAMENTI:
-
HATORI:
Tania ciao tesoro, lo so, in questo periodo sono assente ma non farmene una
colpa tra studio, tirocinio e fidanzato ho davvero poco tempo da passare al pc!
Guarda non so se effettivamente è stato merito della pioggia, ma il capitolo
scorso è uscito discretamente bene. Per quel che riguarda questo spero a questo
punto di fare altrettanto, sono solo curiosa di sapere cosa hai intuito… un
bacio e scusami ancora se sono stata pochissimo al pc (N.B. Se ti va di leggere
ho aggiornato anche l’altra fic, L’ultimo Bacio!)…
-
LUCIADOM: tranquilla, non
hai fatto nessun tipo di gaffe ed hai scritto il nome corretto: Elysion. Lo
studio ci uccide non solo fisicamente, uccide – per quel che mi riguarda –
anche la fantasia e le storie ne risentono! La parte riguardante i sogni è
stata una sorpresa anche per me che non speravo di riuscire ad esprimere così
semplicemente il concetto che mi frullava per la testa (ogni tanto sono
soddisfatta dei miei capitoli, in questo caso di una parte di essi!).
Effettivamente il fetentone di turno è proprio Demando, ma sai non ci
voleva poi molto a capirlo dato che ho deciso di riscrivere la seconda serie,
anche se la sto trasformando in una AU altro che What if? Passo alle altre,
ricambio il tuo “in bocca al lupo” e spero di riuscire ad aggiornare presto!
-
MARYUSA: le rose di
cristallo a quanto pare sono piaciute a tante persone, meno male. L’idea mi è
venuta per caso, inizialmente ero perplessa, non volevo sembrare troppo
romantica o scontata ma poi, alla fine quando il pezzo era scritto sono rimasta
soddisfatta ed ho deciso di non cambiarlo assolutamente. Presto farà
riferimento la peste è vero, ma da qui a rendertela simpatica… io ci provo,
non ti assicuro niente però! Per quel che riguarda la rottura tra Usagi e
Mamoru credo che dovrai attendere ancora qualche capitolo se l’ispirazione
arriva presto! Adesso ti saluto e passo alle altre!
-
NEPTUNE 87: ciao Cri, mi
spiace che lo studio ti stia uccidendo ma se ti può consolare non sei la sola,
anzi siamo in tante, tantissime! Sono lieta di sapere che anche a te la parte
dedicata alle rose sia piaciuta, ripeto, è stato un fulmine a ciel sereno che,
a quanto pare, ha fatto un miracolo dato che è piaciuto a tutte! Per quel che
riguarda Rei ed Usagi… diciamo che sto cercando di rendere il loro rapporto
quanto di più simile a quello che ho sempre immaginato io. Rei rispetta Usagi
non perché sia la Principessa Serenity o Sailor Moon, Rei rispetta Usagi
semplicemente perché è sua amica e la vede come la sorella che non ha mai
avuto. Per quel che riguarda il cattivo di turno diciamo che questa
presentazione l’ho sognata dal primo istante, questa fic è nata immaginando
proprio la sua entrata in scena… non vedo l’ora di leggere il seguito di
quello che combina Rei nella tua fic, sempre pc permettendo! Adesso ti saluto a
presto!
-
ELLEPHEDRE: i tuoi complimenti mi fanno arrossire e sicuramente, in
questo capitolo, farò qualcosa per farti ricredere, mi conosco, io sono come il
gambero: un passo avanti e due indietro. Comunque, al momento, mi godo questi
complimenti! Per evitare le ripetizioni che tanto temo cercherò d’ora in poi
di usare periodi un po’ più lunghi e soprattutto di utilizzare le frasi
correlative, cercando di non fare sfracelli! ^^
Per quel che riguarda Rei ed Usagi ho usato i dialoghi che ci sono tra me e
la mia migliore amica dove lei di solito è quella hentai ed io sono la
povera verginella e devo dire di essere soddisfatta del risultato. Sono felice
di leggere che anche per te l’accostarsi della rosa ai sogni sia stata una
scelta azzeccata, non mi sono sforzata più di tanto per questa similitudine che
è nata da sé e che, a quanto pare, conferma la mia ipotesi: le cose scritte di
getto sono quelle che risultano meglio! Per quel che riguarda la confusione data
dalla presentazione del nemico diciamo che è stata voluta, almeno in parte,
spero che con il procedere dei capitoli la nebbia si possa diradare! Alla
prossima e scusa se non ho commentato affatto ma purtroppo ho avuto il pc ko!
-
LAGADEMA: ciao, se ti sei persa dimmi dove e cercherò di farti un
riassuntino, sempre se riuscirò ad essere chiara. Per quel che riguarda
l’utilizzo della similutidine rosa-sogno puoi usarla tranquillamente,
ma se non ricordo male ti avevo già accordato il permesso per mail. Alla
prossima!
-
PULCINAELE87: benvenuta! Sono felice di sapere che la storia ti piaccia,
spero di poter trovare altre recensioni, alla prossima!
Catania,
il 10 dicembre 2009
Mi scuso per questo immenso ritardo ma non è dipeso da me. Sono stata
priva di linea ADSL per ben 15 giorni (cioè fino al 5 novembre 2009)
successivamente, tornata la linea, dal giorno 6 novembre mi si è rotto
l’alimentatore del pc e non ho potuto aggiornare prima perché ho atteso per
quasi un mese, fino al 3 dicembre… poi dal 3 dicembre ad oggi… vi dirò la
verità, non ho avuto il tempo per aggiornare. Spero possiate scusarmi. Il
capitolo era pronto da tantissimo tempo, ho aggiornato la storia originale (per chi la volesse leggere si intitola L’ultimo bacio )
ma poi sono stata di corsa. Adesso finalmente mi sono presa 5 minuti per
rileggere il capitolo (pronto dal 28 ottobre) e rispondere alle ultime due
recensioni!
…
ringrazio le 19 persone che mi hanno inserito tra i preferiti, ultime ad essersi
aggiunte sono Fasana e Pulcinaele87:
1.
ANGELINA93;
2.
BELLA95;
3.
BIMBASTUPENDA;
4.
CHICHILINA;
5.
CRISTA 85;
6.
ENIGMA;
7.
FANTASY_MARY88;
8.
FASANA;
9.
FEFERICA;
10.
ILARY;
11.
JORDY KLEYN;
12.
M00NLIGHT;
13.
MELI_MAO;
14.
MYLA_CHAN;
15.
NEPTUNE 87;
16.
PULCINAELE87;
17.
ROMANTICGIRL;
18.
STELLA93MER;
19.
_ MADDY_.
Ed
un grazie ai 20 che mi hanno inserito tra i seguiti:
1.
CHICHILINA;
2.
DRAGON85;
3.
ELIE191;
4.
ELLEPPHEDRE;
5.
HATORI;
6.
JAJ84;
7.
KAGOME_86;
8.
LEILANI;
9.
LUCIADOM;
10.
LUISINA;
11.
MARY85;
12.
MIKAYLA;
13.
MORGANAB83;
14
MYLA_CHAN;
15.
PIKKY91;
16.
POTTER92;
17.
PULCINAELE87;
18.
SHALYA;
19.
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
20.
STELLA93MER.
Do
un benvenuto a Leilani, Morganab83 e Pulcinaele87. Mi spiace aver perso Mary
Angel, spero di non averla delusa per via dei tempi biblici tra un aggiornamento
e l’altro…
Grazie
ancora ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=350294
|