Heart Chains

di BlindHawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Pizza ***
Capitolo 3: *** contatto visivo ***
Capitolo 4: *** Thea ***
Capitolo 5: *** Soprannomi ***
Capitolo 6: *** VI. Makeover (parte 1) ***
Capitolo 7: *** VII. Makeover (parte 2) ***
Capitolo 8: *** VIII. Seth ***
Capitolo 9: *** VIV. Passato nel presente ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Pov Desirae (De-si-re)


Ero l'unica rimasta.
Seduta davanti alla tomba stringendo il mazzo di fiori bianchi che avevo portato, i nostri preferiti, quelli di cui casa nostra era piena ad ogni angolo.

Fissai i due nomi scritti.

Jeremiah Summers. Amato figlio, fratello, marito e padre.

A leggere quelle parole le lacrime iniziarono a scendere dinuovo rotolandomi sulle guance finendo sulle mie gambe coperte a metà dal vestito nero.
A dire la verità non so se le lacrime hanno mai smesso da quando ho ricevuto la notizia.

Era l'unica persona che mi rimaneva ma come al solito a me non rimaneva niente. Solo disgrazie una dopo l'altra.

Non sarei mai dovuta nascere. Ora capisco mia madre quando decise di lasciarmi. Sono solo una calamita per i guai, non combino niente di buono…ma è questo il prezzo che devo pagare? Essere sola al mondo senza famiglia, amici o nessun altro caro?

Come avrei fatto ora che anche mio padre mi aveva lasciata?

Non mi ero neanche accorta che aveva cominciato a piovere e quando mi alzai ero fradicia. I fiori probabilmente non potevano più chiamarsi fiori visto che assomigliavano di più a una polpa non definita bianca.

Nonostante ció strinsi la carta argentata che li teneva insieme e continuai a piangere e singhiozzare lasciando le lacrime mischiarsi alla pioggia.

Il vestito era pesante, pieno d'acqua e i miei capelli gocciolavano. Sentii dei passi pesanti sul fango vicino a me e poco dopo un valore avvolgermi la metá superiore del mio corpo e la metà superiore delle coscie.

Mi girai e la prima cosa che vedi furono due occhi azzurri ghiaccio. Occhi di una persona che hai visto tanto, troppo di questo mondo. Mi persi osservando quegli occhi ma poi una voce mi riportó con i piedi per terra.

“Stai bene?” Mi chiese con voce roca, un bellissimo baritono che mi fece salire i brividi su per la schiena.

Sbattei le palpebre un paio di volte per poi rendermi conto di chi mi stava parlando.

Non lo conoscevo, alto molto più di me con capelli bianchi, sicuramente non naturali ma molto belli. Occhi che mi scrutavano e un corpo muscoloso da sbavarci dietro.

Mi scossi quando mi accorsi che lo stavo fissando da troppo tempo e annuì velocemente.

“Si…g-grazie p-p-per la f-felpa” quando aprì la bocca per parlare iniziai a sbattere i denti per il freddo.

Lui scosse la testa muovendo la chioma bianca facendo cadere delle ciocche sulgli occhi per poi afferrarmi intorno alla vita e portarmi vicino a lui.
Subito un calore si irradiò nel mio corpo alla vicinanza con il suo ma non dissi niente.

“Ti sto portando in un posto asciutto, dopo vedremo come fare a portarti a casa” accelleró il passo portandomi con lui verso ad una macchina nera lucente.

Aprì la porta per la jeep e lo ringraziai debolmente salendo.
Quando lui era al posto del volante e mi iniziò a chiedere domande non trovai la forza per rispondere così mi lasciai andare in un profondo sonno.

Il mio ultimo pensiero fu : io non ho più una casa.

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Capitolo 2
*** Pizza ***


Pov Desirae

Quando mi svegliai era ormai mattina del giorno dopo. Mi guardai intorno e mi accorsi di non essere nella mia stanza.
Subito mi feci prendere dal panico e mi divincolai nel groviglio di lenzuola che mi legava le gambe.
Cercai di liberarmi ma non ebbi successo e finì con il cadere per terra con un tonfo. La botta mi fa ricordare tutto e mi calmo.

"E la miseria se riesco a farne una buona!" La mia voce era ancora impastata dal sonno e sembrava più da una fumatrice abituale.
Non posso dire di non aver mai fumato perchè ho avuto un periodo di depressione dai quindici ai diciassette anni ma mi stavo cominciando a riprendere dopo a quello che mi è successo.
Stavo progredendo e la mia vita cominciava a prendere una bella svolta quando...puf!

Tutto va a puttane perchè mio padre muore. E la mia vita è di nuovo lo schifo da cui cercavo di riprendermi.

"Hey" Mi girai di scatto verso la porta e vidi il ragazzo del giorno prima appoggiato allo stupide osservarmi.

Mi schiarii la gola prima di parlare.

"Dove sono?"

"A casa mia, ti sei addormentata e non volevo svegliarti visto che sembravi stanca" Disse avvicinandosi per poi pormi una mano.

Accettai l'aiuto e mi alzai in piedi ringraziandolo. Ci sediamo entrambi sul letto, pronta per uno scambio di informazioni.

Cercai di non fissarlo troppo abbassando lo sguardo sulle mie dita che ghiocherellavano con l'orlo del vestito.

Aprii la bocca per parlare ma lui mi battè alzandosi di scatto.
Posó sul letto dei vestiti che non avevo notato avesse in mano e mi si rivolse.

"Io sono Ryder, il bagno è quella porta, per la doccia puoi usare tutto quel che trovi li. Mi troverai in cucina quando finisci cosí possiamo parlare ma prima rilassati un po', ok?"

Chiusi la bocca e annuii guardandolo poi uscire lasciandomi sola nella camera. 
Dopo qualche istante mi alzai e camminai verso il bagno en suite. 
Era tutto su un tono di blu scuro e bianco, pulito e ordinato nettamente. Ogni asciugamano ripiegato accuramente e impilati in una pila su un mobiletto blu notte.

Mi tolsi il vestito e mi girai verso lo specchio. Starnutii, cavolo il rafreddore devo averlo preso ieri per via della pioggia.

Infatti il mio naso era diventato un pallino rosso, i miei occhi lucidi e le occhiaie scure sotto gli occhi. Ogni ciocca della mia chioma castana aveva preso l'aereo e deciso di partire per un viaggio creando un groviglio intricato e per niente attraente sulla mia testa.

I miei occhi azzurri erano opachi, coperti da uno scuro velo di tristezza che si era creato quando la mia vita aveva iniziato a diventare la cosa da cui cercavo di scappare.

Non volendo più guardare io mio orribile riflesso mi infilai nella doccia e lasciai che l'acqua calda mi scorresse addosso abbracciandomi.

Si, perchè quello sarà l'unico abbraccio che riceverai d'ora in poi.

Il calore dei rivoli bagnavano la mia pelle e mi lasciai andare e piansi di nuovo. L'acqua che si schiantava contro il pavimento della doccia sovrastava i miei singhiozzi e dopo avere esaurito la quantità di lacrime giornaliere presi i prodotti -tutti per uomini- e iniziai a lavarmi.

Quando uscii dalla doccia i vetri erano appannati e dopo aver stretto un asciugamano intorno al mio petto e aver notato che mi copriva fino a poco più su delle ginocchia presi un altro panno e tolsi la condensa dallo specchio e dalla finestra.

Il mio riflesso era diverso. Sembravo già meglio. Le occhiaie c'erano ancora ma poco visibili, il mio naso era leggermente più rosa del resto ma gli occhi erano ancora cupi.

Forse non torneranno mai più l'azzurro mare cin pagliuzze dorate. Forse era troppo tardi ormai.

Dopo qualche minuto il bagno era tornato come prima e i miei capelli e il corpo profumavano come Ryder la sera prima.

Aprii la porta e infilai i vestiti che mi aveva gentilmente prestato. Dei boxer neri che fortunamente mi stavano ma dubito che per lui fosse lo stesso. Forse erano di qualche anno fa.
Dei pantaloni di tuta grigi in cotone caldi e larghi che facevano sentire le mie gambe in paradiso. Per fortuna avevano le stringhe se no avrei dovuto rotolare la vita un paio do volte per non farli cadere.

La maglia lunga e larga grigia morbida che mi dava calore e conforto. Non potei resistere all'istinto di portarmeli vicino al naso e sentire il profumo maschile del proprietario.

Tirai un sospiro quando mi accorsi di non aver un reggiseno e mi avviai verso la porta.
Mi bastó seguire l'odore di cibo giù per le scale per trovare la cucina e Ryder indaffarato a far saltare qualcosa in padella. A petto nudo.

Non si era accorto di me. Forse per il fatto che non ho mai attirato molta attenzione, ero abituata che la gente non si accorgesse di me. O forse perchè era troppo intento a non far bruciare quel che stava cucinando.

Starnutii tradendo il mio silenzio e facendo girare il ragazzo e mostrarmi in tutta la loro gloria quei muscoli succosi degni di bava.

Sentii il calore salirmi su nelle guance e sapevo che stavo arrossendo. Nonostante ciò non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo spettacolo che avevi difronte.

"Hey, non ti avevo sentita" disse lui avvicinandosi. Mi mise le mani sulle spalle e mi squadrò per bene per poi annuire soddisfatto.

"Stai molto meglio dopo esserti rilassata" sorrise.

Buon Dio perchè mi fai questo?

Il sorriso mi fece sciogliere. Era lo stesso di un bambino ma nel corpo di un uomo sulla ventina. Adorabile.
Il contatto con lui mando il mio cervello a farsi benedire e al suo posto venne l'arca di Noè piena d'ormoni invece che animali.

Deglutii e cercai di parlare.
"Si, c'è no...insomma tu...è che...oh mio dio, ci rinuncio" iniziai a parlare a vanvera dicendo cose senza senso e arrivai al punto in cui stavo parlando di alieni e gelati.

Mu zittii tirandomi per un abbraccio. Le sue braccia nomi strinsero stretta contro il suo petto caldo e duro. Una mano mi accarezzava la schiena in movimento fluidi e lenti mentre l'altra mi accarezzava i capelli.

"Shh, calma. Non parlare quando sei confusa o nervosa" la sua voce mi calmò sussurrando. Appoggió il mento sulla mia testa e continuò a cullarmi nelle sue braccia.

Ho l'impressione che non parlerò mai quando sono vicina a te allora. Perchè l'effetto che mi fai e proprio quello.

Taci coscienza idiota!

Portai le mie braccia intorno alla sua vita e lo abbracciai a mia volta.

Sentii gli occhi inumidirsi di nuovo. Chiamatemi esagerata, ma vi assicuro che dopo quel che è successo a me e tutti quello che ho passato questi piccoli gesti mi riempiono di felicità.

In quel momento non mi importava niente del fatto che stessi abbracciando un perfetto sconosciuto, che avrebbe potuto farmi qualcosa. Volevo solo rimanere così per l'eternità, stretta nelle sue possenti braccia.

Restammo così per un po' quando mi accorsi del casino che stava succedendo. 
Cercai di sciogliere l'abbraccio ma lui mi strinse ancora più forte facendo esplodere un eruzione di farfalle nel mio stomaco.

"Ryder, lasciami andare" chiesi cercando di liberarmi ma senza riuscirci.

"No piccola, ancora un po" disse come un bambino immergendo la faccia nei miei capelli. La sua faccia era così vicina che sentivo il suo respiro caldo sul collo.

"Ryder si sta bruciando tutto!"

In uno scatti eravamo entrambi davanti ai fornelli. Lui spense il fuoco e si passo una mano tra i capelli -hu huuuu gente- e grugnì.

Si girò verso da me con sguardo di scuse.

"pizza?"

Sorrisi per la prima volta in non so quanto tempo.

"Pizza"

❄❄❄

Anch'io voglio la pizza :(
Scusate se ho fatto passare così tantoo tempo dal primo capitolo, ora ho finito di scriverla tutta e devo solo pubblicarla :)

Ditemi che ve ne pare,

-N

 

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Capitolo 3
*** contatto visivo ***


Pov Ryder

"Che ne dici di iniziare dal tuo nome?"

Continuo a fissarla incapace di staccarle gli occhi di dosso. 
C'è qualcosa di speciale in questa ragazza che mi ha spinto ad aiutarla e portarla a casa mia.

Per non parlare di come le stavi appiccicato tre secondi fa!

Grazi oh grande coscienza, mi dai sempre il tuo magnifico supporto.

Si lo so ma che vuoi che ti dica? Tu, Ryder il più freddo e scontroso, risaputo per il tuo odio per il socializzare se non per la tua cerchia ristretta di amici, tu hai fatto tutto questo per una ragazza di cui non conosci nemmeno il nome?

Se sono scontroso è perchè mi ritrovo attaccato con te per tutta la vita, sai, a volte mi viene voglia di suicidarmi solo per avere la soddisfazione di sapere che tu non ci sarai più.

Da morto non avrai proprio nessuna soddisfazione, imbecille

"Desirae, il mio nome è Desirae Felicitia Summers" la sua voce è così bassa e combacia perfettamente al suo piccolo corpo. Prima tra le mie braccia sembrava così fragile e vulnerabile, come se si stesse per rompere da un momento all'altro.

Forse è questo che mi ha spinto ad abbracciarla.

Mi accorgo di non aver risposto e le sfoggio un sorriso.

"Desirae...Desirae" mormoro a bassa voce tastando il suo dolce nome sulla mia lingua.

Cerco il suo sguardo ma vedo che è diretto sul pavimento come se volesse scavarci un buco con gli occhi. Noto che si asciuga le mani sudate sui pantaloni.

I miei pantaloni

E ci sta dannatamente bene.

Mi riprendo e le rivolgo la parola di nuovo.

"Ryder Joshua Harvey"

Alza gli occhi e per un secondo vedo i suoi azzurri. Azzurro cupo, il colore di una persona che ha sofferto molto.

Pov Desirae

Abbasso subito lo sguardo sulle mie gambe coperte dai pantaloni. 
Il contatto visivo non è bene, non per me.

"Perchè stai scappando?"

"Io non sto scappando, sono ferma qui" statai l'ovvio confusa dalla sua domanda.

"Puoi essere ferma con il corpo ma la tua mente vuole scappare, lo capisco da come eviti il contatto visivo"

Beccata.

Ha fatto centro al primo colpo. La mia mente mi sta dicendo di scappare, che verrò ferita di nuovo e che non merito di essere qui a perdere il suo tempo.

"Desirae, puoi fidarti di me. Io voglio aiutarti, nel senso che c'è posso averti conosciuta solo adesso ma...è strano e io, nel senso..aaah lascia stare" 
Finisce con espressione frustrata tirandosi leggermente i capelli bianchi.

Un mezzo sorriso si fa spazio sul mio volto all'adorabile scena.

"Lo so Ryder, lo so. Sono io quella che non è pronta" finisco la frase in tono malinconico ricordandomi che forse non sarò mai pronta e che sicuramente non sarò mai chi ero prima.

Il ragazzo lascia un lungo sospiro per poi alzare lo sguardo cogliendomi impreparata. Abbasso lo sguardo sul suo petto.

"Guardami negli occhi"mi chiede dolcemente.

"Io n-n-non posso" rispondo agitata guardando tutto tranne che lui.

Lo vedo alzarsi e venire sempre più vicino fino ad inginocchiarsi difronte a me.
Mi prende le mani nelle sue grandi e inizia a tracciare lentamente dei cerchi sul dorso delle mie.

"perchè?" Forse è la sua voce, forse il suo profumo che mi ha mandato il cervello in tilt ma qualcosa mi ha spinto a spiegarglielo. Qualcosa che ho sempre tenuti solo ed esclusivamente per me.

"Il contatto visivo porta sempre dolore a una delle due parti. Gli occhi tradiscono una bocca bugiarda. Puoi essere bravo quanto ti pare a mentire ma se una persona è brava a capire le altre è inutile. Troppe volte ho visto negli occhi di gente cose che non avrei voluto vedere. Se avessi tenuto lo sguardo altrove non avrei letto cosa intendevano in realtà e non avrei sofferto così tanto. 
Troppe volte mie è accaduto, Ryder, troppe volte sono stata ferita da un semplice sguardo."

Una lacrima sola mi scivola dagli occhi ma viene subito fermata dal pollice del ragazzo che mi sta difronte.

"Non andrà tutto male, credimi. Con me puoi stare tranquilla, sono risaputo proprio perchè dico quel che penso senza farmi scrupoli. Puoi fidarti di me Desirae" 
Dice per poi afferrare delicatamente il mio mento tra il suo pollice e inidice e sollevarlo.

Le nostre facce sono vicine e lui mi guarda dritto negli occhi come se ci si fosse perso dentro.
Io invece sono sicura che mi sono persa nei suoi azzurri ma non come i miei. Mentre i miei assomigliano a un mare in tempesta i suoi sono azzurro chiaro, ghiacciato.

"No ok, d'ora in poi non provare più a evitare contatto visivo perchè i tuoi occhi sono troppo belli per perdere una visione del genere."

Alla sua affermazione mi sento scaldare e sono quasi sicura di poter essere scambiata per un semaforo rosso.

Lui ridacchia e si alza per poi lasciarsi cadere di fianco a me. Distente un braccio dietro di me per poi girare la testa.

"Alla fine non abbiamo parlato" mi dice.

"Ma stavamo parlando fino a un istante fa..." questo ragazzo mi confonde.

"Si ma so solo il tuo nome e non so vuoi che ti riporti a casa" alle sue parole mi rabbuiai e a quanto pare non passò inosservato.

"Hey, tutto ok?" La sua voce preoccupata era vicina. Troppo vicina per i miei gusti.

"Io non ho più una casa. Si è incendiata e mio padre è morto. Ero al suo funerale ieri. Avevo in programma di cercare un appartamento e comprarlo con i risparmi del mio lavoro part-time"

Mi preparo per una frase come 'mi dispiace' o 'scusa' o 'sono sicuro che era un gran uomo' 
No, non è vero! Non sapete nulla e non dite che vi dispiace se non lo provate veramente. E soprattutto no pensate che mi facciano sentire meglio, mi fate solo venire voglia di sfogare la mia rabbia su di voi.

Invece non arriva nessuna di quelle. 
Due potenti braccia mi tirano verso un caldo e grande corpo stringendomi a se.

Ryder appoggia la sua testa nell'incavo del mio collo.

"Non farlo. Lascia i tuoi soldi e vieni a vivere con me"

Aspetta cosa?

"Non posso, sarebbe veramente troppo da chiederti" rispondo velocemente staccandomi dall'abbraccio solo per essere catapultata di nuovo sul suo petto.

"Se non vuoi farlo per te allora fallo per me. Per il buon vecchio lupo solitario" mi guarda facendo gli occhioni e non posso rifiutare.

E poi chi sono io per dire di no a una tale offerta? Posso continuare a risparmiare per il college o una macchina e pagare una parte dell'affitto a Ryder.

Sospiro "Eh va bene"dico facendolo esultare abbracciandomi più stretta.
Una sensazione strana ma piacevole parte mi parte dallo stomaci e si irradia in tutto il mio corpo al suo continuo tocco.

Con la testa appoggiata alla sua spalla sorrido.

Sto per iniziare da capo. Una nuova vita

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Capitolo 4
*** Thea ***


Pov Desirae

È passata una settimana dal funerale e l'incontro con Ryder. I primi giorni sono stati i più impegnativi perchè sono andata a comprare vestiti e cose che mi mancavano siccome quello che avevo a casa è andato perso.

Il mio datore di lavoro, la proprietaria del piccolo ristorante in cui lavoravo mi ha concesso due settimane di riposo pagate ma io ho accettato solo una. Avró pur bisogno di qualcosa che tenga la mia mente occupata, se sto da sola inizio a pensare e se inizio non finisco più il che non è altro che un male.

Durante questi sette giorni sono rimasta a sola quando Ryder era a lavoro il che significa dalle sette di mattina fino alle sei di sera.
Ho avuto modo di abituarmi all'appartamento e mettere apposto la mia nuova stanza che prima era vuota.

Ho imparato abbastanza cose su Ryder, ha vent'anni il che significa che è più grande di due anni. Lavora come programmatore Android e altre cose che non ho ben capito. 
La sua società non è molto grande ma la qualità dei prodotti è alta e il tutto mandato avanti da lui e suoi tre amici e soci.

Io d'altro canto ho solo rivelato alcune cose non volendo condividere tutta la mia vita. Ho detto di essere una senior e quindi di essere al mio ultimo anno prima dell'università, dove lavoro e la mia età, ovvero 18 anni.

"Hey Des, io esco! Vuoi un passaggio?" La sua voce proveniente dall'entrata mi riporta sulla terra.

Mi guardo allo specchio. Sono ancora in pigiama e con pigiama intendo un comodo leggings di cotone e una sua maglietta svariate taglie più grande di me blu cobalto.

Essendo il genitillismo e buonanimo ragazzo che è ha accettato la mia richiesta di usare i suoi vestiti come miei pigiami data la comodità.

I miei piedi avvolti nelle calde calze di lana azzurre e i miei capelli castani raccolti in un chignon incasinato da cui scendevano delle ciocche cadendomi sul viso.

"Vai tranquillo, io faccio con calma" dico stirandomi e sbadigliando. 
Lo sento ridacchiare prima di chiudere la porta alle sue spalle.

Beh, forse è meglio se non faccio poi con così tanta calma.

Trascino il mio corpo da zombie fino al bagno en suite -felicità di non dover condividerlo- e inizio la solita routine. 
Dopo venti minuti sono pronta, con i capelli ancora un po'umidi dalla doccia ma niente che non si può rimediare con gli abiti invernali.

Il correttore copre le terribili occhiaie che ormai sono mie mi accompagnano da molto tempo.

I vestiti sono un semplice maglione largo blu notte con una canotta nera, una sciarpa morbida intorno al collo e dei leggings pesanti neri.
I calzini mi tengono i piedi caldi insieme agli anfibi neri e gli scaldamuscololi. 
Prima di uscire metto un cappellino blu scuro che si intona con il resto, afferro la cartella e il telefono e mi fiondo fuori con le chiavi in mano.

Guardo l'orario e mi accorgo che sono le sette e quaranta quindi mi restano venti minuti prima della mia prima lezione, ovvero letteratura inglese.

La scuola non è molto lontana ma neanche così vicina da poterci andare a piedi. Sventoli la mano cercando di attirare l'attenzione di un qualche taxi ma nessuno si ferma.

Quando finalmente se ne ferma uno restiamo intrappolati nell'eterna coda di macchine, moto e camion.

Dannazione al traffico di questa città!

❄❄❄

"Signorina Summers, mi vuole spiegare perchè e in ritardo di..." 
Si guarda l'orologio da polso.

"Quindici minuti?" Dice con voce troppo acuta per i miei gusti sistemandosi gli occhiali spessi quanto un tappo di bottiglia sul naso.

"Mi scusi, Mrs.Hill ma sono rimasta bloccata nel traffico" dico odiando l'attenzione ottenuta dalla classe. 
Punto gli occhi sul pavimento come sempre e maledico il mondo iniziando a sudare nel sentire tutti gli occhi puntati su di me.

Il novanta percento delle persone in questo corso probabilmente non si sono mai neanche accorti che io ne faccio parte e mi è sempre andata a genio la cosa. Beh, fino a oggi che la maledetta strega ha voluto evidenziare la mia presenza.

Mi dirigo verso la finestra in ultima fila e vedo che per fortuna il mio posto è ancora libero e nessuno è seduto vicino a me.

Il resto della lezione passa velocemente come quelle seguenti e presto mi ritrovo all'uscita pronta per andare a lavorare. 
Sono già le quattro e il mio turno oggi inizia alle cinque quindi devo sbrigarmi a trovare un altro taxi.

Questa volta sono più fortunata e in meno fi dieci minuti sono davanti al mio posto di lavoro.
Spingo la porta nel retro del locale riservata allo staff e mi farò a cambiarmi nell'uniforme che consiste in una gonna a vita alta fino a sopra il ginocchio nera con una camicia bianca infilata dentro. Sopra una giacchettina nera con il logo e nome del ristorante.

Mi metto intorno al collo la targa con il mio nome ed esco dai camerini.

Jessica, la proprietaria di Dine at mine sta parlando con un cliente di vecchia data, probabilmente uno dei primi. Quando mi vede mi saluta con la mani e io ricambio velocemente prima di afferrare penna, taccuino e fiondarmi al primo tavolo.

"Buona sera e benvenuti. Mi chiamo Desirae e sarò la vostra cameriera questa sera"

Dico con tono pacato senza alcun segno di eccitazione. Non ne mostro da molto tempo.

Bugiarda, fino a qualche ora fa eri avvingata a Ryder come una sanguisuga.

Taci Thea, quella è un'altra storia. E poi è lui che mi attacca con gli abbracci.

Ladies and gentleman vu presento Thea, la mia coscienza e la mia unica e migliore amica.

Sisi, ora basta con le presentazioni e torniamo alle cose importanti. 
Ammetti che ti sta cambiando, ed è solo una settimana.

No Thea, non mi sta cambiando e nessuno riuscirà a farlo. Se lascio giù le difese mi attaccheranno e non voglio cadere nella depressione di nuovo.

Oh ma oerfavire, ma ti senti? Hai passato anni con una faccia impassibile per poi piangere tutte le notti fino ad addormentarti. Hai rifiutato ogni tipo di relazione per paura di essere usata e ora arriva questo strafigo e in qualche giorno gli sorridi, traslochi con lui e lo abbracci?

Per non parlare dell'effetto che ti fa poi...

"Basta, non è vero!" Dico ad alta voce frustrata dalla mia stessa coscienza.

"Des, tutto bene?" Una famigliare voce mi riporta al locale e mi accorgo di quel che ho fatto.

Oh mio Dio uccidimi ti prego.

Sento la mia faccia avvampare di calore poi mi giro di scatto con occhi spalancati verso di lui.

"Ryder? Non eri a lavorare tu" chiedo confusa per poi passare in rassegna il resto dei clienti al tavolo 5.

Altri tre ragazzi, attraenti ma non quanto Ryder erano seduti osservando la scena divertiti.

Ah ora paragoni tutti i ragazzi che vedi a lui eh? Per fortuna che non ti faceva nessun effetto...

Eclissati Thea e non tornare prima del duemilaemai.

Phua, ingrata. Non venire a cercarmi quando poi i muscoli di sto qua non ti lasciano formare una frase completa.

Thea!

"Oggi abbiamo deciso di finire presto, è un periodo abbastanza leggero. Non sapevo lavorassi qui" dice osservando l'uniforme.

Mi sento arrossire quando il suo sguardo - e quello dei suoi amici- parte dai miei stivali fino alla mia testa.

Mi regala un sorriso che per poco non mi fa sciogliere per poi decidere di presentarmi.

"Ragazzi lei è Desirae, la ragazza si cui vi ho parlato. Des loro sono Gabe"
Dice indicando il biondo dagli occhi nocciola che mi sorride.

"Jack, il suo ragazzo" e indica il castano con gli occhi verdi che aveva un braccio sulle spalle del fidanzato.

Awww che carini, che ne dici di 'Gack' come nome per shipparli? O forse Jabe è meglio?

Ignoro Thea anche se la penso come lei e personalmente preferisco Jabe.

"E in fine il mitico e single Dylan" dice l'ultimo rimasto. Con i capelli neri corvini e gli occhi due pozze di inchiostro facendomi l'occhiolino.
Devo ammettere che tra i tre è il più bello.

"Dylan ti giuro che..." Ryder ha un'espressione sul volto di puro fastidio e rabbia rivolta all'amico.

Improvvisamente mi cinge la vita con il suo forte braccio tirandomi a se stesso ancora seduto. La sensazione alla bocca dello stomaco si fa presente di nuovo mandando facendomi sentire un'adolescente ormonata.

"Tranquillo amico, nessuno vuole rubarti la tua Desirae, non c'è bisogno di scaldarsi tanto...anche se devo dire che è proprio un grand pezzo di ragazza" finisce facendomi l'ennesimo occhiolino.

Ma cos'ha sto qua? Un tic nervoso all'occhio?

Ma io ero concentrata su qualcos'altro.

La sua Desirae...

P

oi però mi ricordo cosa devo fare.
"Ryder sono in servizio!" Dico ammonendolo e sciogliendomi dalla sua presa ferrea.

Lui brontola, cosa che trovo adorabile dato che da quel che ho capito davanti agli altri è sempre freddo e severo ed esprime la sua sincera opinione proprio come mi aveva detto. Beh, davanti a tutti tranne che ai suoi amici e a me.

Il fatto che sia così aperto e disponibile verso di me nonostante sia una persona per niente socievole fuori mi fa piacere. 
Io so che anche lui ha sofferto molto, c'è qualcosa in lui che me lo dice.
Forse lo capisco perchè anch'io sono simile, forse è questa la ragione ma sta il fatto che lui ora sta meglio di me.

Si è ripreso e si diverte e vive con le persone e che gli stanno più care trattandole con cura e sono sicura che farebbe di tutto per loro. 
Io l'ho appena conosciuto ma lo ammiro per dove è arrivato convivendo con il dolore.

Perchè il dolore è sempre li, nella vita di tutti chi di più e chi di meno. C'è chi si lascia cadere nella disperazione e chi riesce a trovare un modo per viverci insieme e creare momenti felici.

Lui fa parte di ques't ultima categoria e per questo lo ammiro e spero che un giorno possa diventare come lui.

Un giorno...

Pensare al mio futuro è sempre stato un metodo per sfuggire dal presente. Creare sogni dove tutti andava per il meglio, potevo passare interi pomeriggi a farlo.

Ora però la mia vita è cambiata così come sono cambiata io...è vero, Ryder mi ha cambiato in pochi giorni.

❄❄❄

Ormai postare capitoli di sera è diventato un rituale a quanto pare ;)
Che ne pensate di Thea? Gack/Jabe?
Fatemi sapere la vostra ship preferita della storia con due personaggi a scelta :)

Mi eclisso con Thea,
-N

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Capitolo 5
*** Soprannomi ***


Pov Desirae

Sono seduta a gambe incrociate davanti alla parete bianca della mia stanza.

Somo le sette inoltrate e Ryder è già a casa da ormai un'ora e ora probabilmente starà giocando con la Play in salotto.
Io invece sto cercando un modo di organizzare i cassetti della mia testa in modo da non impazzire.

Mi alzo di scatto e prendo un quaderno a caso dal mio zaino e una penna, apro una pagina e inizio a scrivere gli avvenimenti di questi ultimi tempi.

•Incontro Ryder.
•Ryder mi aiuta a rimettermi apposto.
•Ryder mi offre una casa.
•Ryder mi aiuta con una mia paura.
•incontro Ryder al ristorante.

Per finire in bellezza traccio una graffa che racchiude tutti i punti e scrivo accanto Ryder mi cambia.

Resto per qualche istante a guardare e mi scapoa una risata a vedere che il suo nome è apparso sei volte.
Ha fatto moltissimo per me nonostante non mi conoscesse e non mi conosce ancora...non del tutto.

Nessuno deve conoscermi, il mio dolore non va condiviso.

Mi sento in colpa per aver preso così tante cose da lui e non avergli dato niente così mi viene la fantastica idea di fare qualcosa per lui.

Cosa posso fare per un ragazzo come lui?

Un ragazzo come lui? Ma se neanche lo conosci.

Si che lo conosco, so che si comporta da stronzo perennemente mestruato davanti agli altri e che invece è la cosa più dolce che ci sia.
So che ha gli occhi azzurri e i capelli bianchi.

Desi, tu meglio di chiunque altro sai che non ci vuole così poco per conoscere una persona. Tu non sai neanche che colore abbia i capelli di natura.

Lo so Thea, lo so bene ma mi sento in colpa e non mi piace.

Prova a conoscerlo allora.

Come? Vado li e inizio a sparare domande?

No, razza di tartaruga senza cervello.
Come una persona normale, vai li e inizi a passare tempo con lui e vedrai che qualcosa lo scopri.

Scusami tanto ma il cervello ce l'ho e si da il caso che sia tu. Poi lo sai che non sono una persona normale e qualcosa mi dice che anche lui ha una corazza intorno a lui. Solo che la sua non è visibile come la mia. Te l'ho detto, anche lui è stato ferito.

Si ma lui ha mosso il culo invece di stare rannicchiata a piangere tutto il tempo al contrario di qualcuno qui presente.

Lo so, me lo dico sempre anch'io ma cosa tu aspetti da una che non conosce altro oltre che all'amaro e pungente gusto del dolore?

E chi ti ha retro che Ryder non abbia sofferto Di più? Devi capire che é giunto il momento di cambiare e Ryder ti sta offrendo il cambiamento che hai sempre desiderato.
Tu sei caduta e non ti sei rialzata, lui l'ha fatto invece e ora ti sta porgendo la mano per aiutarti a tirare su quel culo quindi prendila e smettila di frignare!

Ok,ok ora vado da lui calmati un po', si?

Chiudo il quaderno ed esco dalla camera dirigendomi verso il salotto dove trovo Ryder che come avevo previsto sta giocando fissando il grande schermo piatto della tv.

Mi siedo vicino a lui rannicchiandomi nei comodi vestiti (la maglia sua come avrete già intuito).

"Hey Des, come mai qui? Finito la meditazione?" Mi dice con lo sguardo ancora attaccato allo schermo su qui vedo scene di sparatoie e uccisioni.
Distolto lo sguardo dal genocidio che stava prendendo atto davanti ai miei occhi e gli portai sul bel volto del ragazzo che mi ha parlato.

"Meditazione?" Chiedo corrugando le sopracciglia confusa.

"Hai passato un ora seduta sul letto senza spiaccicare parola fissando il muro come se fosse l'unica cosa che esistesse in questo mondo"

Sgamata.

"Non sapevo fossi una spia Ry" il soprannome mi esce dalla bocca senza prima passare dall'anticamera del mio cervello (sono sicura ci sia lo zampino di Thea qui).

Guardo in giro senza posare gli occhi su di lui agitata.

"Ry?" Domanda stranito.

"Beh si, non ci ho pensato prima di dirlo...nel senso...ehmm, tu mi chiami Des quindi...boh non so se ti da fastidio non ti chiamo più così!" Finisco e sono sicura che sto sudando come le cascate del Niagara. 
Beh le cascate forse non sudano ma avete capito, no?

"Hey tranquilla, ho solo chiesto perchè nessuno solitamente mi chiama così. Ma mi piace, un soprannome usato solo da noi due, ci sta a buco" finisce con un sorriso che fa spuntare due adorabili fossette nelle sue guance.

E a questo punto non posso che ricambiare e annuire.

"Ne abbiamo bisogno di uno nuovi anche per te, fammici pensare" dice per poi corrugare la fronte in concentrazione.

Subito scuoto la testa. È l'unico che mi chiama Des e mi piace come lo dice con il suo accentro Australiano.

"No, Des va bene. Nessuno mi chiama così. Di solito vanno per il nome completo" spiego tralasciando che Thea mi chiama Desi. Non ho intenzione di dirgli che la mia migliore amica e unica che abbia mai avuto sono in realtà io, o meglio la mia coscienza.
Mi avrebbe creduta pazza e non sono pronta a mandare a quel paese l'opportunità di cambiare per uno stupido errore.

Qualcosa mi dice che Ryder ci farebbe una risata sopra e non ti giudicherebbe. Anzi, forse proverà a farlo anche lui.

Si anche io la penso allo stesso modo ma non voglio prendere il rischio.

"Bene allora è deciso" dice appoggiando il joystick sul tavolino per poi prendermi dalla vita e portarmi vicino.

Il contatto mi fa sempre un effetto speciale e fantastico creando dei brividi piacevoli lungo la mia schiena.

Accolgo il suo calore per poi aprire la bocca dopo aver preso coraggio.

"Ry" mormorai, la mia voce ovattata dalla stoffa della sua felpa.

"Mmh" la sua voce era altrettanto bassa, il suo mento appoggiato sulla mia testa.

"Se sei libero domani pomeriggio andiamo a fare shopping? Io voglio cambiare. Voglio sfruttare al massimo questa opportunità che mi stai dando".

So che forse non capirà del tutto ma volevo dirlo lo stesso. Magari in futuro gli sarà tutto più chiaro.

Dopo un attimo di silenzio la sua voce ritorna.

"Domani si salta scuola e lavoro. Sia per me che per te. Usciamo per le nove." Dice semplicemente.

Alzo la testa per guardarlo negli occhi, cosa che ora con lui mi fido di fare.
Sono belli viene sempre, lui è bello come sempre.

"Davvero?" Chiedo sorridendo.

Ricambia "Davvero ma ora dormi" dice rimettendoci nella posizione precedente per poi stringermi più forte ma senza farmi male.

"Buonanotte Ry"

"Buonanotte Des".

❄❄❄

Heyy, come va? Spero bene.
Il prossimo capitolo sarà il cambiamento esterno di Des e i sarà anche un momento di cuore a cuore tra i due.

Alla prossima 
-Naila

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Capitolo 6
*** VI. Makeover (parte 1) ***





Lucky Blue Smith come Ryder  
Lucky Blue Smith come Ryder



Amanda Steele come Desirae

come promesso ecco i personaggi :)


 

Pov Ryder

"Sei pronto?"mi chiede.

"Si" rispondo non vedendo l'ora di togliere la benda da sopra gli occhi e vedere la nuova Des.

L'emozione prevale anche se non lo do a vedere.

"Tre"riconosco la sua voce delicata.

"Due" dice ora Dave

E dopo un attimo di silenzio gli sento urlare ebtrambi.
"Tre!" E la fascia mi viene tolta tutta d'un colpo.

Resto a bocca aperta senza riuscire a dire niente.
Davanti a me c'è Desirae con un sorriso timido in attesa della mia opinione.

Un'ora prima❄

"Direi che è giunto il momento" dico finendo il mio cono gelato.
Mi giro verso la sua esile figura che sembra timorosa ma allo stesso tempo determinata a raggiungere il suo obbiettivo.

"Mhh, ok ma da dove parto?" Chiede iniziando a guardare le vetrine dei negozi sembrando spaesata. Sembrava un pesce fuori d'acqua mentre passava lo sguardo da un negozio all'altro senza fermarsi su niente in particolare.

Tengo la sua mano ben stretta per paura che possa perdersi nel mare di persone in cerca di sconti come squali affamati.

"Conosco qualcuno che fa al tuo caso"

"Ah si, e chi è?" Chiede speranzosa.

Non rispondo e mi limito a guidarla tra la folla fino al familiare negozio.

Habody

La sento ripetere il nome piano cercando di capire di cosa si tratti non riuscendo a vedere attraverso i vetri oscurati.

"È di un mio amico e consiste in una sezione di parrucchieri e barbieri e una di stilisti e vestiti"

La vedo annuire per poi stringermi di più la mano. Ricambio e spingo la porta d'entrata sentendo subito l'aria condizionata rinfrescarmi e le note di una canzone che non riconosco.

Mi dirigo verso la solita testa castana e gli do una pacca sulla spalla.

"Cos- Hey vecchio, che ci fai qui?" Mi chiede salutandomi dopo avermi riconosciuto.

"Non sono qui per me oggi. È per lei" dico indicando Des che è rimasta in silenzio con lo sguardo puntato sulle scarpe.

Lo alza lentamente e vedo che riesce ad avere un contatto visivo von Dave anche se breve il che mi rincuora. Sta facendo progressi a vista d'occhio.

"Piacere, io sono Dave" si presenta porgendole la mano.

"Desirae, il piacere è mio" risponde velocemente a bassa voce ma sembra bastare al mio amico che le sorride mettendola più a suo agio, cosa che gli piace fare con i clienti.

Dopo avergli spiegato brevemente che Des voleva un makeover ci rassicurò e prese in mano la situazione prendendo Des con lui -il che sono stato un po'riluttantd a lasciare-.

Mi siedo su una poltroncina in sala d'attesa insieme a un paio di ragazzi che probabilmente stanno aspettando le fidanzate di finire e tiro fuori il telefono.

Il tempo passa e sembra che Des non voglia più uscire, sono andato due volte a bussare nello studio privato di Des (aveva deciso di portarla li visto che si reputava già suo amico) ma quell'idiota mi ha urlato di non entrare e andare a poggiare il culo su una poltrona e aspettare.

Sto camminando avanti e indietro nella saletta bianca mettendo ansia ai ragazzi presenti e mettendone anche a me stesso.

E se cambia troppo?

E se dopo non vuole più stare con me perchè ha cambiato anche idea?

Chissà come le ha fatto i capelli...

E se Dave dopo averla vista decide di tenersela? E se entro nello studio e li trovo avvingati l'un l'atra?

La rabbia mi sale al solo pensiero e ho subito bisogno di qualcosa a cui tirare pugni.

Giuro che se la tocca più del necessario, caro amico o no io gli...

Vengo interrotto da Dave che esce con una benda rossa camminando verso di me sorridente.

"Pronto?" Mi chiede e annuisco senza rivelargli che dentro alla mia mente era quasi morto.

Mi benda e io non mi oppongo per poi guidarmi verso lo studio. Una volta dentro chiude la porta.

"Sei pronto?"mi chiede.

"Si" rispondo non vedendo l'ora di togliere la benda da sopra gli occhi e vedere la nuova Des.

L'emozione prevale anche se non lo do a vedere.

"Tre"riconosco la sua voce delicata.

"Due" dice ora Dave

E dopo un attimo di silenzio gli sento urlare ebtrambi.
"Tre!" E la fascia mi viene tolta tutta d'un colpo.

Resto a bocca aperta senza riuscire a dire niente.
Davanti a me c'è Desirae con un sorriso timido in attesa della mia opinione.

La guardai un'altra volta partendo dai capelli fino ai piedi.

I capelli di cui la lunghezza è diminuita di un paio di centimetri non sono più castani bensì bianchi, non un bianco accecante ma sfumato su un rosa pallido e un grigino chiarissimo. (foto al lato)

Lisciati le cadono sulle spalle incorniciando il suo piccolo volto sorridente. I suoi occhi blu cielo messi in evidenzia dal nero del mascara e le sue palpebre sfumage di un marroncino.

Sulle labbra ha un rossetto chiaro sul tono dell'ombretto usato e per poco non mi ci buttavo sopra con le mie.

Proseguendo sotto ha un top nero semplice ma stretto che mette in evidenza le sue curve con sopra una giacchetta rosa pallido inclinato verso il bianco a maniche lunghe.

Gli shorts rosa lasciavano scoperte la maggior parte delle gambe a cui mi astengo dal commentare per non perdere il controllo.

Le scarpe sono semplici Sneakers che si intonano con il tutto. 
La guardavo, era ancora la stessa ma nello stesso tempo era cambiata.

Dave è riuscito a cambiarla senza però toglierle la sua personalità
Nel senso che il tutto si intonava alla sua personalità delicata, fragile e misteriosa.

Mi accorgo di non aver ancora detto niente.

"Des sei...bellissima. Lo eri anche prima ma ora sei..."

"Cambiata?" Mi suggerisce rossa in volto per il complimento, cosa che faceva spesso e che trovo adorabile.

Annuisci per poi girarmi verso Dave che guardava la scena sorridendo tra se e se.

"Quanto ti devo?" Chiedo tirando fuori il portafoglio.

"No, pago io" mi guarda seria Des prima di tirare fuori il suo dalla borsa.

"Nessuno dei due mi darà un centesimo. Siete entrambi miei amici ed è stato un piacere Desirae".

Sempre cosí, da quando ho iniziato a venire da lui non mi ha fatto pagare niente ripetendo che era solo un piacere.

"Grazie mille Dave" lo ringrazia cin un breve abbraccio che mi infastidisce ma non dico niente.

Quando usciamo dallo studio i ragazzi di prima si girano e mangiano con gli occhi Des che non si accorge di niente, troppo concentrata a camminare con il mio stessi piede contemporaneamente come un soldatino.

Siamo sicuri abbia 18 anni e non quattro?

Lancio un'occhiata agghiacciante a tutti mettendo un braccio intorno alla vita della ragazza avvicinandomela.

Accorgendosi che c'è qualcosa che non va alza lo sguardo verso di me confusa per poi fermarsi e allungare le mani verso di me.
Mi prende il viso tra le sue mani piccole e morbide, i suoi grandi occhi blu fissano i miei.

"Sei arrabbiato" 
Non è una domanda.

Mi limito a scrollare le spalle ma lei mi guarda male.

Come se una cosa piccola e carina come lei potesse mai minacciare qualcuno...

Cerco di trattenere un sorriso ma quando vedo un ragazzi fissarle le gambe scompare e la rabbia prende di nuovo il suo posto.

Gli spezzo la spina dorsale e la uso come stuzzicadenti.

"È colpa mia?" Chiedd staccandosi e facendo qualche passo indietro probabilmente spaventato dalla mia espressione che in realtà è rivolta a quel pezzo di merda che non fa altro che scanalizzarla con gli occhi.

Quando mi giro a guardarla non sta più sorridendo anzi credo stia per piangere ma stia combattendo per non lasciare le lacrime uscire.

La prendo per le spalle ma quando non funziona la trascino in uno stanzino vuoto e le prendo il mento alzandolo al mio livello.

"Non è colpa tua, lo è in un certo senso ma non del tutto"

Mi guardava confusa non avendo capito niente.

Grazie al cavolo, non hai detto niente.

"Ero incazzati con i ragazzi la fuori che non facevano altro che fissarti e mangiarti con gli occhi. È colpa loro ed è colpa tua per essere uno schianto mozzafiato" finisco accarezzandole la guancia con il retro della mano.

Sento la sua pelle riscaldarsi sotto il mio tocco e diventare rossa e una sensazione di immensa soddisfazione a vedere che il suo corpo reagisce al mio tocco mi esplode dentro.

Si riprende quando lascio cadere la mia mano lungo il mio fianco e cerca di dire qualcosa ma escono solo parole a caso senza formare una frase di senso compiuto.

Rido e quando la riguardi vedo che è ancora seria.

"Non voglio perderti, forse non lo capirai ma per me hai fatto più di qualcunque altra persona nella mia vita. Non sopporterei perderti, sono già rimasta sola troppe volte" l'ultima frase la bisbiglia tra se e se ma io la colgo lo stesso.

Un senso di colpa e tristezza per averle fatto pensare che avesse fatto qualcosa mi si irradia nel petto.
La stringo forte prima di rispondere.

"Non mi perderai, ora siamo le due teste bianche e tra un po'inizierai a pregare per avere un po'di spazio per quanto ti starò attaccato" dico prima di baciarle la tempia. Un bacio leggero e breve ma efficacie e significativo.

Sorride e risponde all'abbraccio, le sue braccia sulla mia schiena mandando brividi piacevoli lungo la mia spina.

Quel bacio ha sbloccato qualcosa dentro di me. Qualcosa che mi diceva che amico non bastava più.
Ed è vero ma devo prima scoprire di più su di lei per poterla aiutare.
E se non decide di aprirsi un po'allora io non potrò fare niente.

La aspetterò fino a che non sarà pronta, prima o poi uscirà dal suo guscio.

Oppure sarò io ad entrarci insieme a lei.

 

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Capitolo 7
*** VII. Makeover (parte 2) ***


Pov Desirae

Il resto della mattinata lo passiamo per i negozi comprando nuovi vestiti (per me) e scarpe che mi ha categoricamente vietato di pagare.
Mi ricordo delle mura spoglie della mia camera e tiro la manica di Ryder nella direzione di un negozio di arredamento per la casa.

"La mia stanza è troppo vuota" spiego quando mi guarda confuso per poi annuire e seguirmi.

Sistemo la borsa sulla spalla passando in rassegna i vari scaffali pieni di possibili future decorazioni per il mio spazio personale.

Alla fine scelgo cose semplici ma carine, la mia stanza è sui toni del bianco e nero che ho scoperto sono i colori preferiti di Ryder.

Io non ho mai avuto un colore preferito, vado a periodi.

"Senti io sto morendo di fame, andiamo a mangiare qualcosa?" Mi chiede.

"Si, certo" rispondo seguendolo verso al Mc Donald. La cameriera viene e chiede cosa vogliamo ma anche quando sono io a parlare continua a fissare Ryder.

Stufa di essere ignorata e del fatto che ci stia provando con lui senza neanche provare a nasconderlo faccio qualcosa che non avrei mai pensato di fare.

Mi piego in avanti e scocchio l'indice e il pollice davanti alla sua faccia.

"Sono io che ti sto parlando" dico scocciata del suo comportamento e allo stesso tempo stupita dal mio.

Ma che diavolo?

Dopo a questo prende il mio ordine velocemente e si dilegua sparendo dietro al bancone.

"Wow" la sua vice mi fa tornare con li sguardo al nostro tavolo e io gli faccio cenno di lasciar perdere.

Dopo aver riso e avermi presa un po' in giro il cibo arriva e iniziamo a mangiarr parlando di tutto e di più.

Mi racconta di sua sorella Abby (Abigail) che vive con la madre sempre qui in città. Le vuole davvero molto bene, si vede dalla sua espressione quando ne parla.

Io invece dico di alcune scene che succedono al ristorante con clienti un po'particolari e il loro atteggiamento e inizio a imitarli facendolo scoppiate a ridere.

Dopo lui chiede un caffè e io declino l'offerta dicendo che non mi piace.

"Come fa a piacerti una cosa simile?" Dici arricciando il naso verso la tazzina fumante.

"Il caffe? A me non piace, mi fa schifo sinceramente" risponde come se il suo ragionamento avesse senso.

"Scusa tu paghi per bere qualcosa che ti fa schifo?"

Lo ammiro, davvero ma questa volta...

"È un mio modo per sollevarmi un po' il morale" dice con naturalezza poi si decide a spiegare vedendomi ancora stranita.

"Metto sempre abbastanza zucchero in modo che si accumoli sul fondo.
Bevendo il caffè, di cui il gusto mi fa venire voglia di sputarlo è come passare un brutto periodo della mia vita. Ma poi lo finiscono e arrivo allo zucchero che è dolce, la mia parte preferita e cerco di farlo durare il più possibile mangiandolo in piccole parti con il cucchiaio. Lo zucchero è come una piccola ricompensa per aver sopportato la tortura del caffè.

Secondo me rappresenta la vita. Il caffè sono i brutti avvenimenti e lo zucchero quei pochi e brevi momenti di felicità. Noi cerchiamo di aggrapparci a questi ultimi sperando che non finiscano e gli usiamo come obbiettivo quando siamo in momenti difficili. Per questo bevo il caffè, per ricordare a me stesso di stare con i piedi per terra e che per quanto un momento felice durerà quello di tristezza e dolore sarà sempre più lungo. Per quanto uno ci provi la vita è questa, i momenti belli sono speciali proprio perchè sono rari e brevi."

Lo guardo incapace di parlare.
Quello che ha detto è vero. Io lo so e ho sempre provato a scappare dalla realtà. 
Lui invece l'ha accettata e proseguito.

Le sue mani stringono forte la tazzina, come se volessero romperla in mille pezzi. Le sue nocche sbiancate dicono con quanta forza la sta stringendo.

Le sue parole mi hanno mandato i brividi per la schiena. Cruda e pura verità in poche parole.

Senza parole ci alziamo dal tavolo e usciamo dopo aver pagato. 
A volte il silenzio è meglio che parole vuote.

Una volta arrivati in macchina però l'aria si era fatta pesante e tesa.

"Scusa Des, non volevo spaventarti con il mio stupido discorso" i suoi occhi sono puntati sulla strada mentre mi parla.

"Non devi scusarti, quello che hai detto è vero. Sono solo un po' sorpresa, tutto qui" dico ma la mia voce è bassa e insicura.

Lo sento sospirare, ovviamente non credendomi e mi mordo il labbro dannandomi per essere inesperta a mentire.

Quando torniamo a casa troviamo la porta aperta e Jack, Gabe e Dylan intenti a mangiare una pizza fissando un qualche film in tv.

"Beh, bentor-Wow piccola Rae sei cambiata" esclama Jack alzandosi e facendo girare gli altri che mi guardano a bocca aperta.

Dylan lancia un fischio e Ryder, che lo ha raggiunti sul divano- gli tira una sberla dietro alla testa.

Scuoto la testa e dopo averli salutati tutti mi ritiro in camera cin la scusa di dover metter apposto le cose nuove.

"Sei sicura che non vuoi una mano?" Chiede Gabe dal divano.

"Si, tranquillo e grazie per l'offerta" rispondo.

Una volta chiusa la porta e sola nella camera inizio effettivamente a decorarla.

Il mio corpo si muove per conto suo mentre la mia mente è occupata a pensare ad altro.

Per quanto uno ci provi la vita è questa, i momenti belli sono speciali proprio perchè sono rari e brevi.

Le sue parole continuano a ronzarmi per la testa. Sono state la conferma ai miei dubbi. 
Ora sono certa che anche lui ha momenti bui come i miei che tiene nascosti a tutti.
Forse sono le nostre ombre a legarci, i nostri segreti più scuri.

Prima che me ne accorga la mia camera è arredata e devo dire che ho fatto un bel lavoro.

Mi lascio cadere sul letto a due piazze e lascio le mie mani vagare per le lenzuola morbide accarezzandole.
La mia mano destra viene a contatto con qualcosa di duro e mi siedo per vedere di cosa si tratta.

Il sorriso svanisce dal mio volto quando vedo la familiare copertina di pelle bordeaux. Deglutisco quando scene di anni fa mi si ripetono davanti agli occhi come un film.

Prendo in mano il diario di mia madre, l'unica cosa salvatasi dall'incendio essendo nella mia borsa per tutto il tempo.
Le pagine ingiallite contenevano parole forti. Parole che avevano fatto centro nel mio cuore come freccie tirate al bersaglio. A volte mi chiedo se sarebbe stato meglio non trovarlo e restare nel ingenuità che sapere e annegare nel dolore.

Dal giorno in cui l'ho trovato l'ho sempre tenuto nella mia borsa o nello zaino di scuola. Da quando avevo dodici anni lo porto ovunque mi trovi.
Non so bene il perchè visto che mi porta solo dolore ma è una cosa che ho sempre fatto senza pensarci due volte. Forse perchè è l'unica cosa che mi è rimasta di mia madre, anche se dopo tutto quello che mi ha fatto.

Per questo bevo il caffè, per ricordare a me stesso di stare con i piedi per terra e che per quanto un momento felice durerà quello di tristezza e dolore sarà sempre più lungo.

O forse il caffè di Ryder è per me il diario di mia madre. Serve per non dimenticarsi mai che la sofferenza è sempre li, se non ora in un futuro vicino.

Chiudo gli occhi stanca dalla giornata piena di avvenimenti e mi lascio trascinare in un sonno tormentato dagli incubi.

***
Volete più informazioni sulla mamma? Ooops, mi sa che dovrete aspettare ancora un po', sorry sorry.
Comunque si, grazie come sempre e ci vediamo,
-N

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Capitolo 8
*** VIII. Seth ***



Pov Desirae

"Una volta trovata si può procedere calcolando..."

La voce di mrs Jefferson è la tipica cantilena monotona che ti culla fino a farti addormentare. 
Per evitare di cadere nel sonno prendo fuori il quaderno dove ho scritto le possibili idee per il regalo a Ryder negli ultimi giorni.

Uscendo con lui ho scoperto che vuole un mondo di bene a sua sorella di sedici anni e sua madre ma ho notato che non ha mai neanche accennato la figura del padre.

Mi faccio una nota di non fargli pressione sull'argomento anche se la curiosità mi spinge a farlo.

D'un colpo mi viene in mente un pomeriggio qualche giorno fa. Eravamo seduti suo divano a mangiare dei panini dato che eravamo entrambi stanchi e troppo pigri per cucinare qualcosa.

La tv era accessa e c'era un documentario sui cani. Gli stavo parlando ma quando mi sono girata ho trovato che non aveva ascoltato una parola di tutto quel che avevo detto.
Era troppo preso dai cuccioli e iniziò a spiegarmi le varie razze e le particolarità per poi dirmi che ne aveva sempre voluto uno ma che Abigail è allergica e non ne hanno mai preso uno. Gli ho chiesto perchè non ne ha preso uno ora che abita da solo e mi rispose che essendo sempre a lavoro non avrebbe avuto tempo per il cane e non voleva che soffrisse a stare solo e casa.

Tornata con la testa al presente sorrido felice di aver finalmente trovato qualcosa da regalargli.
Il tempo è passato velocemente e sento la campanella suonare e alzandomi velocemente esci con la borsa sulle spalle.

Sono così eccitata che non guardi dove cammino e finisco sul bagnato dove è stato appena pulito.
Scivolo cadendo a terra con un tonfo.

Mi maledisco per non essere stata più attenta.

"Ehi, hai bisogno di aiuto?" Mi chiede una voce per niente familiare.

Alzo lo sguardo e incontro due occhi verdi smeraldo fissare i miei.
È bello, con gli occhi color giada e i capelli castano chiaro tendenti verso il biondo.

"Dai, ti aiuto ad alzarti" mi dice porgendomi la mano sorridendo.

"grazie" rispondo accentando l'aiuto timida.

Nell'altra mano stringe un recipiente di vetro e solo ora mi accorgo del camice bianco che indossa. Sarà appena uscito dal laboratorio.

Mi aiuta ad alzarmi ma scivolo di nuovo questa. Lui riesce a mantenere l'equilibrio ma gli scivola il contenitore finendo in mille pezzi sul pavimento. Alcune schegge mi graffiano facendomi sanguinare la mano destra ma è solo una cosa superficiale.

"Oh mio Dio, scusami! Ti sei fatta male?" Non mi lascia neanche il tempo di rispondere che mi ritrovo nelle sua braccia mentre mi trasporta verso l'infermiera.

❄❄❄

"Non è niente di cui preoccuparsi, le schegge hanno provocato dei lievi graffi ma non è niente che non possa essere curato con del disinfettante e delle fascie"

Dice l'infermiera firmando il permesso per uscire prima. Me lo porge e saluta me e Seth, il ragazzo che mi ha aiutata.

Fossi stata io avrei solo bagnato con dell'acqua fredda la mia mano ma lui ha insistito che mi facessi vedere.

"Ti accompagno io..."

"Desirae, mi chiamo Desirae" rispondo sempre a bassa voce.

"Ok, ti accompagno a casa Desirae, non voglio che guidi con quella mano ed è colpa mia che ti sia fatta male"

"Non è necessario, abito qui vicino, vado a piedi. Grazie per l'offerta comunuqe" 
Dopo averlo rassicurato un'altra volta che sto bene ci scambiamo i numeri e mi saluta.

"ci vediamo domani allora" dice per poi girarsi ed andarsene.

Ci vediamo domani...

Un sorriso mi spunta sul volto e inizio a camminare verso casa.

Una volta in camera tiro fuori il computer e inizio a cercare dei canili in zona. 
Tra i risultati c'è uno che mi attrae:

Avete una vita occupata e volete un cane? Non dovete più rinunciare con 'Dog Kindergarten', il perfetto centro per cani di tutte le razze e dimensioni in cui i vostri amici a quattro zampe giocheranno con i loro simili, e faranno molte attività divertenti fino al che non verrete a ritirarli!

Clicco e finisco sul loro sito. Noto che non è molto lontano dalla mia scuola e prendo subito il numero.

Tuuut...tuuut...tuut

"Buongiorno qui è Kristen della My Dog Kindergarten, cosa posso fare per lei?"

"Buongiorno, vorrei chiederle se cercate del nuovo personale" dico sperando in una risposta positiva.

"Oh, capita al momento giusto!  Stiamo reclutando nuove persone, posso avere i suoi dati?"

"Mi chiamo Desirae Summers, ho diciotto anni e frequento l'ultimo anno delle superiori. Per questo sono disponibile dalle tre e mezza di pomeriggio in poi"

"Questo vuol dire che sei disponibile nella fascia pomeridiana-serale, va bene. Allora Desirae ho bisogno che tu venga a firmare un paio di fogli e il contratto poi ti faremo fare un giro e ti spiegheremo cosa c'è da fare"

"Ok grazie mille e arrivederci" chiudo la chiamata e inizio a fare i salti di gioia. Salto sul letto e affondo la testa ne cuscino.

Si!

Dopo aver chiamato il ristorante e aver detto che mi licenzio vado in cucina per bere un bicchiere di succo.
Mi arriva un messaggio da Gabe, i ragazzi hanno insistito che cu scambiassimo i numeri e non ho potuto dire di no ai loro occhi dolci.

Da: Gabe
Hey Rae, venerdi è il compleanno di Ryder e abbiamo pensato di fargli una sorpresa, puoi trattenerlo a casa fino alle otto e mezza? Dobbiamo sistemare l'ufficio per la festa.
Dopo che lui parte per andare a lavoro Dylan passa a prenderti così ci sei anche tu a vedere la sua faccia da sorpreso.

Torno in camera correndo per l'idea che mi è venuta in mente e calcio lievemente la porta chiudendola.
Mi siedo sul letto e chiamo Seth.

"Hey Rae"

"scusa ti ho svegliato?" 
"Nah, tranquillo" risponde ma sono sicura che stia mentendo, la sua voce la dice tutta.

"Senti sai quando stavamo parlando in infermeria e ti ho detto di Ryder?" 
In effetti si, gli ho raccontato della mia situazione e del regalo che voglio fargli.

"Si, ho presente"risponde più sveglio.

Gli racconto del lavoro e lui si congratula.

"Grazie, ma non è questo il punto"
"E allora qual'è?"

"Domani saltiamo la scuola"

"Allora aspetta che lo dico a due miei amici, con loro il divertimento è assicurato"

"No Seth, solo noi due. Sai già per fare cosa...ah è un problema se andiamo a casa tua?"

"No problem, ci vediamo domani davanti a scuola?" 
"Certo, ciao Seth"

Chiudo la chiamata e tiro un lungo sospiro.

E se non gli piace? 
Una marea di 'e se' mi tormentano ma sento bussare alla porta.

"entra pure Ry" dico mettendomi seduta sperando di essere decente.

La porta si apre e la sua figura entra nella stanza che subito sembra essere diventata più piccola.

Si guarda intorno ma non fa nessun commento. Sembra infastidito sa qualcosa, irritato.

"La cena è pronta"
E così si gira ed esce senza dire nient'altro.
La cena è silenziosa grazie al suo pessimo umore e qualsiasi mia domanda riceve risposte monosillabe.

"Sei sicuro di star bene?" Chiedo mettendo il mio piatto nel lavello.

"Ti ho già detto che sto bene, vuoi che inizi a ballare per mostrartelo?" Alza il tono sbattendo la forchetta sul tavolo.

Salto per la paura e la sorpresa nel vederlo così. Sento i miei occhi inumidirsi e prima di scoppiare a piangere scappo in camera chiudendola alle mie spalle.

Mi butto sul letto e piango senza soffocare i singhiozzi nel cuscino, sono stanca di nascondermi.

Pov Ryder

Apro la porta di casa frustrato. Oggi siamo andati al ristorante dove lavora Desirae per un assemblea di lavoro ma non l'ho vista. Eppure lei mi ha detto che il suo turno è oggi e l'orario è lo stesso.

Non c'è traccia di lei in salotto e in cucina quindi mi dirigo verso la sua camera.

E se è malata? Se le è successo qualcosa?

Sto per bussare quando sento la sua voce dall'altra parte della porta.

"Domani saltiamo la scuola"
Cosa? Perchè? Con chi parla?

"No Seth, solo noi due. Sai già per fare cosa...ah è un problema se andiamo a casa tua?"

Ma chi diavolo è Seth? A casa sua per fare cosa poi?!

"Certo, ciao Seth"

Ma certo un bel niente, col cavolo che ci vai.

Una vampata di rabbia e fastidio mi colpisce facendomi stringere i pugni.

Con chi stava parlando Des? Chi è lui?
Di sicuro un marmocchio nella sua scuola che vuole approfittarsi dell'innocenza di Des.

Ho improvvisamente una voglia sfrenata di farlo diventare il mio sacco da box.

Torno in cucina e preparo la cena in cinque minuti per poi tornare e bussare.

Nessuno dei due parla mentre mangiamo e lei continua a chiedere se sto bene e che cos'ho.

No che non sto bene cazzo, ti ho appena sentita parlare con un ragazzo per fissare un appuntamento. A casa sua.

"Ti ho già detto che sto bene, vuoi che inizi a ballare per mostrartelo?"

Mi pento subito di quel che ho urlato ma non cerco di tirarlo indietro, ormai è uscito e lei l'ha sentito.

I suoi grandi occhi azzurri si riempimi di lacrime e scappa via chiudendosi in camera sua.

"Cazzo, sono un'idiota" mi metto la testa tra le mani tirando i capelli. Ignoro il dolore che mi sto provocando da solo e ripenso a quel che ho fatto.

Mi sento in colpa, sono uno schifo per averla fatta piangere. Ma allo stesso tempo sono arrabbiato, incazzati con questo Seth del diavolo che vuole rubarmi Desirae

La mia Des.

❄❄❄
Gelosia portami via~
Opinioni, correzioni e consigli sono sempre ben accetti!

Alla prossima,
-N

 

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Capitolo 9
*** VIV. Passato nel presente ***


Pov Desirae

La mia immagine riflessa sullo specchio è un orrore. I miei occhi gonfi e rossi inniettati di sangue dopo aver passato la notte a piangere. Due occhiaie nere si vedevano da un chilometro, tutto dovuto al fatto che non ho dormito per più di due minuti.

Ed è tutta colpa mia. Sono riuscita a  fare arrabbiare anche l'unica persona che aveva intenzione di conoscermi e la cosa peggiore è che non so neanche perché. Non mi ricordo di aver fatto niente ma del resto io non ho bisogno di fare qualcosa per fare scappare la gente.

Basta solo pensare al mio passato. Mi madre, mio padre e ora anche Ryder.

Al ricordo della scorsa sera un'unica lacrima mi scivola giù per la guancia.

Scoto la testa e mi lavao, torno in camera e scelgo un leggings nero e una felpa blu notte. Butto sopra la sciarpa e lascio i miei capelli al vento. Facendo scivolare i miei piedi nelle scarpe afferro il telefono e uscii.

Il piano prevede che io intrattengai Ryder dall'andare in ufficio ma non ho il coraggio di parlargli così mando un messaggio a Gabe dicendo di che mi dispiace ma non posso farlo.

"Tranquilla, ci penso io. Va tutto bene?"  Non rispondo e mi dirigo fuori dall'appartamento.

Sto per chiudere la porta quando sento il rumore di vestirsi muoversi in fretta. 

"Des?" la sua voce mi riempe le orecchie e sento il mio cuore battere più forte.

Prima che possa dire altro chiudo la porta e cammino via. Senza una meta precisa esco giro per le vie pensando a niente di preciso. 

❄❄❄

Sono passati quaranta minuti da quando sono uscita e senza accorgermene sono arrivata davanti a casa di Seth.

Ormai sono qui, tanto vale prendere su Snow.

Busso una volta e subito la porta si apre rivelando il viso sorridente di Seth. Quando vede il mio stato cambia subito espressione.

"Rae che ti è successo?"

Non risposi per un attimo, indecisa su cosa fare. "Posso entrare?"

Mi fa spazio e mi guida fino al salotto.

"Vado a prenderla, cinque secondi e sono con te" Annuisco non avendo la forza di rispondere.

Mentre aspetto la mia mente va indietro di qualche ora ripensando alla rabbia di Ryder.

Sto per scoppiare a piangere quando sento qualcosa di bagnato toccarmi la guancia. Mi giro e vedo il musetto di Snow, la cagnolina che ho preso per Ryder.

Subito qualcosa nella vista mi scalda il cuore e la prendo tra le braccia coccolandola.

"Cosa è successo?" Mi giro verso a Seth che si è seduto nel divano difronte a me.

Lo guardo e prima che possa aprire bocca mi interrompe.

"Anzi no, non voglio saperlo. Rae ti conosco da poco, vero ma so che è successo qualcosa e ti sei automaticamente data la colpa senza pensarci due volte" 

Si alza e viene a sedersi vicino a me.

"Ora apri bene le orecchie perché non voglio ripeterlo un'altra volta. Non è sempre colpa tua, devi imparare questo e tenerlo in testa. Ora alza il tuo bel didietro, vai a trovare Ryder, che di sicuro ti sta già cercando come un pazzo e parlate. Chiarite la questione, dagli Snow e andate alla festa di compleanno".

"Ma" mi blocca con una mano.

"Niente ma, ora corri da lui". 

Mi alzo e lo abbraccio velocemente. "grazie mille"

Esco correndo seguita dalla piccola Snow e prendo un taxi, non avendo voglia di fare la strada  a piedi.

Arrivati a un semaforo mi giro a guardare fuori dal finestrino e vedo un parco. In una delle panchine più vicine vedo una figura familiare.

Stringo gli occhi per vedere meglio e vedo...Ryder!

Apro la portiera e do venti dollari al autista urlandogli di tenere il resto. 

Cammino lentamente osservando l'alta figura piegata con la testa sulle mani, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e i capelli argentati.

Mi siedo vicino a lui e vedo che non mi ha ancora riconosciuta.

Lo sento mormorare qualcosa a bassa voce e mi sporgo un po' per sentire.

"Des,Des,Des,Des". Poi cambia in "Scusa,scusa,scusa,scusa"

Vederlo in questo stato mi distrugge e le lacrime iniziano a scorrermi lungo il volto un'altra volta. Senza pensarci avvolgo le braccia intorno.

"Sono qui, è tutto apposto" sussurro.

Alza la testa e vedo i suoi occhi gonfi e rossi, come i miei. Accenno un sorriso e lui mi stringe nelle sue braccia.

"Bau!" Ci giriamo di scatto verso Snow e vedo gli occhi di Ryder riempirsi di eccitazione alla vista del piccolo batuffolo di pelo.

Mi alzo per prender in braccio la cagnolina e la porto verso di lui che la prende con un braccio accarezzandola con l'altro.

"Buon compleanno Ry"  dico sorridendo.

Senza parlare mi cinge la vita con un braccio avvicinandomi a lui e abbassa la testa portando le sue labbra sulle mie.

Il mio cuore batte all'impazzata , come se volesse uscire dal suo posto e chiudo gli occhi lasciandomi trascinare.

Non so per quanto dura il nostro bacio ma appena ci allontaniamo sento una voce che non avrei mai voluto sentire.

 

"Desirae?"

 

Una voce del passato. É come se il mio corpo si sia congelato. Il mio cervello vuole credere che sia solo un fantasma del passato tornato momentaneamente nella mia memoria ma mi accorgo di non essere stata la sola a sentirla quando Ryder si gira dall'altra parte.

Mi giro anch'io verso destra vedendo una donna sulla quarantina guardarmi speranzosa.

Mia madre

FINE PRIMA PARTE -

Allora ragazze, inanzitutto scusate per la lunga attesa. Eccomi tornata con questi ultimi capitoli che ho deciso però non sono gli ultimi dell'intera storia ma solo della prima parte. La seconda parte continuera sempre su questa storia ma si chiama "Broken Wings"
Grazie ancora per le vostre recensioni, vi amo.
-N

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