Come miele e limone

di daimler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** L'inizio della fine-pt 2 ***
Capitolo 3: *** Pace in tempi di guerra ***
Capitolo 4: *** Pace in tempi di guerra-pt2 ***
Capitolo 5: *** Semplici regole per una convivenza complicata ***
Capitolo 6: *** Sorella maggiore, sorella minore ***
Capitolo 7: *** Sorella maggiore, sorella minore -pt2 ***
Capitolo 8: *** Di indiani e cowboy ***
Capitolo 9: *** Ragione o sentimento ***
Capitolo 10: *** Ragione o sentimento-pt 2 ***
Capitolo 11: *** Dolce come sale, aspro quanto miele ***
Capitolo 12: *** Quella linea sottile tra amicizia e amore ***
Capitolo 13: *** Quella linea sottile tra amicizia e amore (pt2) ***
Capitolo 14: *** Quella linea sottile tra amicizia e amore pt3 ***
Capitolo 15: *** Stammi vicino e tienimi lontano ***
Capitolo 16: *** stammi vicino e tienimi lontano pt2 ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


-Come miele e limone-

1
-L'inizio della fine-

(Prima parte)


-Lucy


~Stringo il microfono tra i palmi serrati e lasciando andare un singhiozzo un po' più acuto  dei precedenti tento di darmi un contegno, riprendere fiato e ricacciare negli occhi la nuova ondata di lacrime che sta per invadermi il volto già umido e per nulla deturpato dalle intense emozioni di cui sono stata messa alla prova  per tutto il giorno.
Grazie a Dio esiste il waterproof!
-Levy...- soffio in un sorriso con la voce che mi trema nel mettere a fuoco gli occhi della mia migliore amica pieni di lacrime pronte a sgorgare, di nuovo.
-Fantasticavamo questo giorno fin da bambine e oggi per te finalmente si è avverato...- commossa tento di reprimere un singhiozzo, ma quello di Levy accompagnato dal suo sorriso sempre più radioso, nonostante le lacrime, me ne strappa uno interrompendo un istante il mio discorso.
-...ricordo quando stupidamente usavamo coroncine di cartapesta e tutti quei kleenex incollati tra loro per creare una sorta di velo- continuo strappandole una risata e il cuore mi si scioglie nel vederla oggi in un abito da sposa vero, uno semplice di seta  e color avorio con qualche accenno di pizzo sotto la scollatura profonda, i capelli azzurri poi, meravigliosamente acconciati in una ghirlanda di roselline bianche, la rendono incantevole.
-Ma la cosa che più mi rende felice è che tu abbia coronato questo giorno con l'uomo che ami ... e che ti ama!- continuo sempre più prossima al pianto isterico, svolazzando un palmo aperto verso Gajeel, il ragazzo che ha rubato il cuore alla mia piccola Levy e che ora sta seduto accanto a lei al tavolo degli sposi, insolitamente pettinato e vestito in uno smoking classico, insomma vedere la voce, nonché leader dei Metallicana in un outfit che non siano magliette attillate e jeans strappati ha sorpreso perfino me stamane!
Levy gli stringe la mano, mi sorride commossa e io in centro al piccolo palco del Fairy Tail continuo il mio, ancora lungo, discorso per gli sposi.
-Ho provato un immensa gio..- sto per dire almeno finché una zazzera rosa e spettinata invade il mio campo visivo e l'urto di irritazione che ne sussegue l'istante dopo è inevitabile.
-Va bene così Heartphillia- esordisce in un sorriso fastidioso, con una mano sorregge per il collo la sua adorata chitarra mentre con il palmo dell'altra, premuta contro la mia spalla nuda, tenta di spintonarmi verso la scaletta per fregarmi il posto sul palco e sopratutto interrompere il mio discorso!
La calura che mi si attacca addosso a causa sua raddoppia l'irritazione, non bastavano i 40 gradi ad affliggere questa giornata di un luglio rovente ma si ci mette anche lui e il calore che emana dalla mano, ancora fastidiosamente appiccicata addosso.
-Dragneel- ringhio tra i denti tentando comunque un sorriso tirato verso la platea che, a parte la nostra affiatata combriccola di amici che ormai conosce il nostro rapporto, ci guarda perplessa e curiosa.
Mi scrollo la sua manaccia da dosso sporgendo il viso verso il suo, ora contratto in una smorfia infastidita -Non ho ancora finito- gli ricordo piccata mentre il nervosismo aumenta di qualche tacca nel vederlo roteare gli occhi al soffitto -Ma  dai!  Ancora?  Sarà un quarto d'ora! Per quanto ancora vuoi affliggerci con questo sermone?- mi domanda poco garbato e no, non era una delle sue solite battute ai miei danni questa volta, questo troglodita pensa davvero che il mio discorso sia una lagna??
-Non è un sermone! E' un gesto d'amore profondo per la mia migliore amica nel suo giorno speciale- borbotto agitando le mani -E alla gente piaceva ascoltarlo! -
Lui sbuffa una risata -Ti prego, hai fatto addormentare Gajeel...- mi fa notare facendomi accigliare, inclinando il viso verso di lui per dimostrarmelo e io, sporgendo il volto oltre le sue spalle, noto con amarezza di come Gajeel abbia effettivamente accasciato il viso ad occhi chiusi contro un palmo aperto sostenuto dal gomito puntellato contro il tavolo, un improvvisa gomitata di Levy sembra scuoterlo e riportarlo tra di noi ma io ho gia ripuntato gli occhi verso il mio importunatore di fiducia.
-Per non parlare di suo nonno, sai che spavento! Pensavamo fosse passato a miglior vita...- continua buttando fuori un sospiro di sollievo che mi lascia al momento sbigottita e in silenzio.
Resto a bocca aperta ancora allibita per qualche attimo prima di serrare la mascella e forzare la stretta sul  microfono a quel tentativo di shippo da parte sua.
-Mollalo!-
-No- ringhio strattonando il gelato con due mani pur di non cederglielo -Non ho ancora finito! E puoi si può sapere cosa devi fare?-  gli domando portandomi il microfono contro il petto lontano dalle sue manacce, intanto un fischio  di qualche invitato annoiato arieggia per il locale.
-Gajeel vuole fare una sorpresa a Levy, io suono e lui le canta la loro  canzone- bisbiglia frettoloso, un lieve nervosismo incomincia a trapelare dalla sua voce incrinata e si blocca guardandomi spaesato a quel mio: -Wow-  sognante e quasi urlato, cioè questa cosa è cosi dolcemente romantica!
Ancora immersa tra le mie romantiche fantasticherie alla "Harmony" la sua voce torna a pungolarmi fastidiosamente le orecchie.
-Bene, quindi ora da brava bimba potresti levarti gentilmente di torno- mi invita allungando le dita che vanno a chiudersi nuovamente intorno al microfono, ma col cavolo che mollo la presa e gliela do vinta! Dando così via a una seconda serie di strattonamenti.
-Aspetta il tuo turno! - sibilo a denti stretti, ok sono felice di questa sorpresa e sicuramente Levy impazzirà di gioia ma non voglio farmi spodestare, insomma ora tocca a me e ci sono ancora tantissime altre cose che voglio dire a Levy!
-Hai uno strappo sul vestito- mi distrae all'improvviso puntando gli occhi verso il mio ventre, un dito ad indicarne la precisa locazione e il mio: -Cosa?- allarmato a permettergli di strapparmi via definitivamente il microfono tra le dita.
Ha colto la mia distrazione, istintivamente avevo abbassato gli occhi in cerca di uno strappo inesistente e come un idiota mi sono fatta fregare! Lui mi sorride serafico e trionfo, aggancia il microfono all'asta mimandomi poi addirittura un cenno di saluto con la mano. La gran voglia di spezzargliela quella manina viene tenuta a bada solo dal pensiero di ciò che presto succederà: la sorpresa a Levy e, senza fare più scenate, scendo sconfitta dal palchetto mentre le prime note di chitarra si librano nell'aria.

https://www.youtube.com/watch?v=Djmj_8DVK5o

Farfugliando silenziosi e coloriti insulti contro il suo indirizzo, incrocio le braccia al petto accostandomi lateralmente in un punto della sala non lontano dal palchetto, in modo da avere la totale visione di tutto il locale, da qui a dove è seduta Levy, anche se al momento tutta la mia concentrazione è purtroppo puntata su di lui, il mio sguardo furente lo trapassa da parte a parte e la mia mente sta già elaborando piani di vendetta ai suoi danni.
La rabbia torna a montarmi nel petto nel vederlo fare pure il gradasso montato difronte ai fischi di acclamazione rivolti a lui, ma quando all'improvviso Gajeel si solleva di scatto estraendo da sotto un tovagliolo un microfono nascosto per iniziare a cantare quella canzone speciale, colonna sonora della sua storia d'amore con Levy, il mio cuore si scoglie come burro nel vedere gli occhi della mia migliore amica riempirsi di lacrime e gioia.

E ho rinunciato per sempre a toccarti
perché so che tu mi senti in qualche modo
tu sei più vicina al paradiso di quel che io sia mai stato
e non voglio andare a casa ora
e tutto quello che posso assaporare è questo momento
e tutto ciò che posso respirare è la tua vita
perché presto o tardi è finita
e io non voglio perderti questa notte

Tutto ciò e meraviglioso, ne rimango incantata ma non posso fare a meno di rivolgere lo sguardo verso il palco, ha pur sempre  rovinato il mio momento dedicato a Levy quel grandissimo bas...
 -Natsu Dragneel!- esclama qualcuna nelle mie vicinanze interrompendo la mia sequela di insulti, voltando lo sguardo noto come un gruppetto di ragazze stia dando attenzioni un po' troppo concitate al mio acerrimo nemico.
-Si dice abbia scritto un sacco di canzoni per artisti famosi!- dice quella bionda, chiaramente tinta,  in modo civettuolo agitando una mano dalle unghie fin troppo affilate -E' terribilmente sexy- replica la moretta accanto ammiccando in un gesto osé verso di lui, che cogliendo al volo l'occasione non manca nel farle un disgustoso occhiolino.
Roteo gli occhi da un altra parte, una smorfia infastidita mi fa arricciare il naso al pensiero che questa sorpresa sia davvero un gesto magnifico e sopratutto ammettere che è anche di mio gradimento, ma ecco non ci sarà mai niente al mondo che potrebbe farmi apprezzare un minimo dettaglio di Natsu Dragneel.
Be chiariamo subito un punto, tra di noi non c'è  mai stato un qualche tipo di evento che abbia potuto portarci a mal sopportaci a vicenda oggi, ci conosciamo da anni e nonostante la buona volontà nello stringere un rapporto che vada almeno al quieto vivere  per la sanità mentale dei nostri amici, tra me e lui non ci sarà mai nemmeno quello, ci sopportiamo a stento e ciò è dovuto alla totale assenza di qualcosa che possa accumunarci, siamo l'uno l'opposto dell'altra e questo ci porta ad essere in disaccordo in qualsiasi argomento.
Se poi aggiungiamo quel suo carattere dispettoso e infantile e la mia scarsa pazienza, ciò non fa altro che farci litigare e allungare distanze tra di noi, ma nonostante tutto tento con tutte le mie forze di sopportarlo dato che abbiamo in comune i nostri più cari amici, facendo così parte di una stessa compagnia.
Commenti sdolcinati nei confronti di Natsu continuano a ferirmi le orecchie, insomma fra un po' servirà un mocio per tutta quella bava! Mi volto osservando le ragazze ancora intente a mangiarselo con gli occhi ed è li che la malvagia illuminazione mi coglie facendomi stirare le labbra in un sorriso terrificante.
-Quanto è romantico, scommetto che è anche tanto sensibile- sospira la terza ad occhi sognanti stringendo tra le mani a coppa il suo cocktail dietetico, si volta verso di me insieme  alle altre due quando fintamente vaga e senza guardarle punto lo sguardo verso Natsu.
-Natsu ha una sensibilità innata- soffio ottenendo i loro sguardi su di me.
Quasi non ghigno quando la moretta si schiarisce la voce per richiamare la mia attenzione -Tu lo conosci?- mi domanda con interesse, vivido e chiaro come quelle delle altre due già pronte nel sapere la risposta.
-Oh certo! Siamo migliori amici si può dire- affermo ridente creando quasi un sussulto spasmodico a tutte e tre.
-E dicci,  che tipo eh?- domanda la bionda mordicchiandosi un labbro maliziosa.
-E' gentile, sensibile e profondo- elenco trattenendo le risate e imponendomi uno sguardo impassibile dato la cazzata appena sparata, Dragneel è l'opposto di questi tre aggettivi appena elencati - Con quella sua dolcezza catturerebbe tantissime donne... se solo lui volesse ovviamente- soffio poi fingendo rammarico.
-Se solo lui volesse? Cosa vuoi dire?- ridacchia nervosamente sperando di non aver capito, cercando conforto negli sguardi già affranti delle altre due, ma io faccio spallucce -Be è chiaro no? Lui ovviamente ancora non se la sente di fare coming-out nonostante i miei sproni, ma so che un giorno avrà il coraggio di dire a tutti che è...- sospiro teatralmente facendo una pausa che dura giusto una frazione di secondo.
-Gay?!-  domandano in coro tutte e tre, consumate dalla curiosità mi osservano ancora frastornate e deluse almeno finché, portandomi l'indice difronte al naso, schiocco a loro un occhiolino -Shh è un segreto, non lo direte mica a qualcuno no? Buon proseguimento di giornata!- esclamo raggiante con tanto di pacca sulla spalla data alla moretta nell'avviarmi verso il centro della sala, lasciandole in un chiacchiericcio agitato.
Non le conosco personalmente ma mi è bastato inquadrare i soggetti per capire che saranno già corse a dirlo alla vicina di seduta e come dice sempre mamma: dai a una donna frivola un pettegolezzo e lei ne farà un obbiettivo di vita raccontandolo a chiunque!
Ridente e appagata dalla vendetta mi dirigo verso il mio tavolo, un ghigno soddisfatto mi deforma le labbra rosse: nessuno fa un torto a Lucy Heartphillia senza pagarne le conseguenze, sopratutto se si tratta di Natsu Dragneel ...
 

***


Rivolgo un sorriso stanco verso il tassista porgendogli i contanti per la corsa prima di scendere dall'auto a lasciare un po' di stanchezza insieme al tonfo della portiera appena sbattuta, giusto il necessario per permettermi di raggiugere il mio appartamento e buttarmi a letto.
Mi sento a pezzi, ho i piedi gonfi a causa dei tacchi alti e questo vestito bellissimo, ma dannatamente scomodo, mi ha torturato per tutto il giorno comprimendomi in una morsa asfissiante. Un senso di felicità però  continua ad alleggerirmi il cuore, la giornata è stata fantastica e spensierata e vedere Levy così felice mi ha davvero reso pazza di gioia.
Varcando l'atrio del palazzo, mi fermo davanti alla portineria -Signorina Lucy, favolosa come sempre!-  esordisce il mio amico portiere, quel completo elegante fa quasi a pugni con il fisico fin troppo atletico e quella sua solita espressione da piacione, ma i suoi continui complimenti non sono niente di opportuno o forse ormai sarà l'abitudine...
-Taurus- lo saluto stiracchiando le labbra in un sorriso con le ultime briciole di forza rimasta ma non faccio nemmeno in tempo ad avvicinarmi che una belva affamata di coccole tenta un assalto ai miei danni.
In barba alla stanchezza allargo le braccia flettendo le ginocchia per accogliere le feste del mio Plue, il mio cucciolone di cinquanta chili e da come scodinzola in guaiti felici con tante di tenere leccate sulla mia faccia, deduco che devo essergli mancata molto oggi.
Me lo coccolo tutto fino a far scomparire le  dita tra il suo folto pelo bianco.
Ritorno a fatica in posizione eretta, Plue che mi gironzola intorno spingendo il suo musone contro un mio palmo ciondolante -Grazie mille per esserti preso cura di lui- dico a Taurus che in un sorriso sembra minimizzare l'enorme favore che mi ha fatto oggi.
Non mi andava proprio di lasciare Plue chiuso a casa tutto il giorno e Taurus è stato fin troppo gentile a prendersi cura di lui.
-Figurati... con quel corpo mozzafiato puoi chiedermi qualsiasi cosa- continua ad occhi cuoriforme reggendosi il volto tra le mani nell'accasciarsi contro il bancone della portineria. Ridacchio isterica guardandomi intorno, non che non mi faccia piacere sentirlo ma ecco è abbastanza imbarazzante il maggior numero delle volte.
-Oh vedo che sta tornando anche Natsu- esclama all'improvviso  facendomi voltare di scatto e intravedere, tramite le vetrate dell'ingresso, la sua figura barcollante uscire da un taxi.
Senza nemmeno chiedermi il perché non sia tornato con la sua auto, rifilo un rapido saluto a Taurus trascinando un povero Plue dal guinzaglio con una tale foga da soffocarlo a momenti, povero cucciolo dopo mi farò perdonare con una porzione extra di croccantini, giuro! Ma ora la necessità di raggiungere l'ascensore il prima possibile mi sembra assoluta, insomma non mi va di incrociare più la sua brutta faccia per almeno le prossime ventiquattro ore!
Perché non solo mi tocca subire la presenza di Natsu Dragneel durante le ore passate con gli amici, no, la sfiga per me aveva in riserbo un piano migliore, quello di farmelo ritrovare come vicino di casa per esempio. Mai avrei immaginato di scoprire che quel zoticone troglodita abitasse appena a un piano da me, mi sono trasferita in questo palazzo qualche mese dopo aver fatto la sua conoscenza e la sorpresa nel scoprire ciò e stato alla pari di un attacco di colite.
Con l'indice premo ripetutamente il bottone di chiamata, reclinando il collo faccio in tempo a vedere Natsu schiacciare un cinque a Taurus, salutarlo ridente e poi indirizzare verso gli ascensori, prima di rivoltarmi e sospirare sollevata nella visione dell'apertura delle porte.
Saetto all'interno premendo con due dita velocemente sul "sesto" ma quando sto per cantare vittoria, la chiusura di entrambi gli sportelli viene brutalmente  bloccata dalla mano di Natsu in una morsa, con le dita si aggrappa alla porta metallica che, a causa dei sensori, ritorna ad aprirsi permettendogli l'entrata.
Mi affianca -Scommetto che non mi avevi visto- sibila guardandomi storto, ricevendo da me solo una vaga scrollata di spalle, a braccia conserte ignoro il suo sguardo puntando gli occhi verso le porte, dovrò sopportarlo ancora per un minuto e mezzo.
-Simpatica come al solito eh?- mi domanda poi in un ironia sgradita sporgendo il braccio verso il pannello dei pulsanti accanto a me, allungando il busto senza sfiorarmi ma così vicino da percepire il calore del suo corpo, solo schiudendo le labbra potrei baciargli la pelle bollente del collo... aspetta un momento! No che ne abbia intenzione ovviamente!
Ma a cosa diavolo sto pensando... è colpa dell'astinenza e del vino... sopratutto del vino.
Scrollo il capo, l'odore virile di Natsu mi investe intrufolandosi nelle narici senza permesso: un misto di Calvin Klain e vodka alla menta, quest'ultimo si sente sopratutto dal suo alito, scostandosi finalmente da me infila le mani nelle tasche dei calzoni ridacchiando apparentemente senza un motivo.
Ora capisco il ritorno in taxi.
-Juvia ti ha fregato il bouquet- esordisce dal nulla in una risata di scherno procurandosi una mia occhiataccia prima di velare il tutto in una espressione indifferente.
-Non credo in queste sciocchezze e poi Juvia ci teneva molto ad afferrarlo dato che fra un po' passerà direttamente alle minacce con Gray, le ho volentieri dato spazio- rispondo saccente tentando di far passare quel spintone ricevuto da una delle mie più care amiche come un gesto di cortesia da parte mia.
Ma come non biasimarla, Juvia era posseduta in quel momento e dopo otto anni di unione sfido a non gettarsi con disperazione pur di afferrare  un bouquet in un tentativo ancora più disperato, come se effettivamente servisse sul serio un mazzo di fiori per risolvere il suo conflitto con Gray sulla questione matrimonio.
Non nego che anche a me avrebbe fatto piacere afferrarlo, anche se nel mio caso ci vorrebbe sul serio un miracolo per convolare a nozze durante l'annata dato che sono single da un anno ormai.
-Oh certo, Heartphillia da quanto non batti chiodo?- sbiascica senza preavviso facendomi deglutire dall'imbarazzo, voltandomi trovo i suoi occhi verdi e arrossati dall'alcool scrutarmi con un malizioso interesse.
-Non sono cavolacci tuoi- sbraito con qualche ottava di troppo -Idiota- sibilo poi silenziosamente in risposta a quella sua risata gracchiata, lui si scuote di colpo -Che hai detto?- domanda accigliato facendomi sorridere in modo angelico.
-Mi chiedevo che fine avesse fatto Jenny, non mi pare di averla vista oggi...- domando, come se la cosa mi stesse realmente a cuore.
-Ci siamo mollati- replica lui scrollando le spalle, con lo stesso trasporto di come se  gli avessi appena chiesto cosa preferisce tra ketchup o maionese da mettere sulle patatine...
-Ovviamente anche questa è finita per colpa sua...- affermo ironica, questa volta sono io a guadagnarmi un occhiataccia da parte sua. Le storie di Nastu durano giusto un paio di mesi, non che passi da una ragazza all'altra di sera in sera, non lo definirei proprio un play-boy nonostante devo ammettere il fascino involontario che esercita sulle donne.
I suoi sono tutti veri e propri fidanzamenti durati giusto il tempo della prima litigata o scenata di gelosia, non ha mai preso sul serio nessuna di tutte quelle storie e non credo sia mai stato realmente innamorato...
-Come mai questo interesse sulla mia vita sentimentale?- ammicca avvicinandosi un po' troppo al mio viso per niente mutato dal suo avvicinamento -Hartphillia non è che la tua è una richiesta? Be in questo caso...- soffia facendomi arretrare senza fiato, una strana sensazione mi assale  ma se solo prova a baciarmi giuro che gli tiro un ceffone...
-Nah- si blocca all'improvviso distogliendo lo sguardo dal mio sempre più perplesso -Non sono così disperato da pensare a te in quel senso- ghigna creandomi uno spasmo di rabbia in centro al petto, contraggo le dita dall'ira e la tentazione di circondargliele al collo e stringerglielo fino a soffocarlo e togliermelo di mezzo una volta per tutte è forte, ma sopprimo il tutto respirando profondamente, almeno quei trenta jewels a settimana per il corso di yoga non sono buttati.
-E' reciproco- brutto stronzo, rispondo metallica.
Lui ridacchia ma poi sembra bloccarsi incupirsi da chissà quale pensiero -Anche se oggi durante il matrimonio...- fa', osservando un punto imprecisato tra le porte, la sbronza ancora in corso gli permette di essere spontaneamente sincero e voltandosi verso di me, un espressione interrogativa traspare dal suo volto - Ho avuto per tutto il tempo la sensazione che le invitate di sesso femminile mi guardassero in modo strano, come dire... con sostegno e tenerezza ecco- mi spiega sempre più spinto dall'alcool che gli gira nel corpo, mentre sul mio volto appare una finta espressione sorpresa.
-Non ho nemmeno preso un numero di telefono- mi confessa aggrottando poi la fronte nel dire: -A parte quello di Bob... non so perché abbia insistito nel lasciarmelo- mormora in una nota che sa di sconcerto e timore e io quasi non soffoco dalle risate.
A Bob, proprietario del Blu Pegasus il locale più in di Magnolia non che nostro secondo luogo preferito in cui passare i sabato sera, di certo non serve il coming-out per chiarire il suo orientamento sessuale...
-Sarà stata una tua sensazione- lo rassicuro vaga trattenendo un ghigno di soddisfazione, la mia vendetta ai suoi danni è riuscita con successo e il trillo dell'ascensore che mi avvisa che sono giunta a destinazione mi salva dalla situazione, non so ancora per quanto sarei riuscita a non ridergli in faccia.
Mi avvio verso il pianerottolo insieme a Plue, varcando la soglia mi sento chiamare e voltandomi lo trovo a fissarmi con uno strano ghigno sul volto, ha i capelli spettinati, la camicia bianca sbottonata dei primi tre bottoni del colletto e le maniche arrotolate per metà avanbraccio, il gilet scuro che fa pantane con i pantaloni gli fascia a dovere il torace e io non posso fare a meno di pensare che anche in questo modo trasandato, Dragneel resta sempre e comunque di bell'aspetto.
Ma come diavolo fa?
-Buona notte Heartphillia-
-Dragneel-  mi congedo in un sorriso più finto del suo, la sua immagine scompare dietro le porte e immediatamente dopo una smorfia appare sul mio viso.
-Spero di non vederti fino al prossimo week-end- borbotto nell'infilare la chiave nella toppa.
 

***


Con due mani passo l'asciugamano di spugna  tra i capelli umidicci, mi basta tamponarli per qualche minuto senza usare il phon per asciugarli. Nonostante sia tarda sera ormai, questo caldo tremendo continua a persistere tormentandoci non solo durante le giornate.
I notiziari non fanno altro che parlare di come questo luglio sarà il più caldo degli ultimi settanta anni, se penso che siamo solo al sei... anzi no sette, è il sette luglio noto puntando gli occhi verso il mio smartphone che segna le 00.00 precise.
Abbandono la spugna sul lavabo, una doccia fredda era quello che ci voleva e ora l'unica cosa che desidero è l'abbraccio morbido delle lenzuola, in uno sbadiglio sonoro spengo le luci del bagno trascinandomi verso la mia camera da letto avvolta dalla penombra.
Plue già dorme beato nel suo giaciglio e io con solo una canottiera XXL e gli slip a farmi da pigiama, mi fiondo a letto accoccolandomi con un sorriso contro i cuscini nel rilassarmi di colpo.
Un raggio di luna trapela dalle imposte semiaperte irradiando di bianco una porzione di letto, non riesco a non sorridere pensando alla meravigliosa giornata trascorsa, a Levy e Gajeel sposati e a tutte le emozioni vissute oggi, da quella felice a quella un po' più triste come il saluto a Levy prima di vederla andare via in viaggio di nozze, non la vedrò per tre settimane e già mi manca!
Sento il corpo farsi pesante, il sonno sta per assalirmi e in preda alla fase rem arriccio il naso -Piove- mugugno ad occhi chiusi scacciando con le dita una goccia d'acqua caduta sulla mia guancia ma assalita dalla stanchezza mi volto su un fianco scorrendo verso il bordo del letto a due piazze senza farci più caso, da questa posizione nulla più mi infastidisce e senza badare ad altro lascio che il sonno mi inghiotta totalmente....
 


Angolino Daimler: Buon giorno amici miei! Ho deciso di proporre una nuova long leggera e spensierata giusto per alleggerirci un po' quest'estate! Non tralascerò comunque la passione e racconterò il tutto con un pizzico di ironia.
Ho messo tra le note songfic, in alcuni capitoli appariranno delle canzoni, le mie preferite ;)
Anche se non si vede, almeno per ora, questa è una storia  che parla d'amore e di come a volte gli opposti si attraggono creando un bel po' di scompiglio!  Ammetto che da questo primo capitolo la trama è ancora da spiegare ma il secondo  non tarderà ad arrivare, doveva essere un capitolo unico inizialmente ma a mio parere veniva troppo lungo e temevo di annoiarvi con troppe informazioni in un unica botta quindi ho deciso di spezzarlo e integrare qualche scena in più nel secondo.

Volevo dedicare questa storia a Noemi, entrambe avevamo bisogno di qualcosa che ci facesse ridere di gusto e sognare ad occhi cuoriformi :) Grazie di cuore amorina!
Che altro dire? Questa long frullava nella mia testolina da un po' e spero davvero che possa piacervi, io mi sto divertendo un mondo nel scriverla e mi auguro di cuore di strapparvi un sorriso e qualche battito di cuore.

Un grazie di cuore a chi è arrivato fino a qua, un bacione al prossimo capitolo :)

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Capitolo 2
*** L'inizio della fine-pt 2 ***


2

-L'inizio della fine-

(seconda parte)



-Lucy:

~Sento dei tonfi, come dei colpi in lontananza ma il sonno di cui sono ancora preda me li fa percepire come suoni ovattati dalla fioca potenzialità e sopratutto al momento dallo scarso interesse. Arriccio il naso ad occhi chiusi lamentando qualche mugugno, ora ci si mette anche Plue ad abbaiare come un forsennato e sollevando solo una palpebra riesco a mettere a fuoco con notevole difficoltà i numeretti digitali della sveglia posta sul comodino accanto.
Sono appena le quattro del mattino e sbiascicando con la lingua impastata un: -Plue accuccia- mi metto supina pronta a riaddormentarmi seduta stante ma allungando un palmo verso la parte sinistra del letto qualcosa mi fa allarmare a tal punto da sbarrare gli occhi.
Non mi serve osservare il punto del materasso dove la mano sta tastando per capire di cosa si tratta, nonostante il rincoglionimento dovuto al sonno sono più che convita che questa parte di letto sia totalmente... fradicia?!
Mi sollevo con il busto, la vista ostacolata dalla penombra mi conferma comunque di ciò e faccio appena in tempo a formulare un: -Ma che...- interrogativo e sollevare gli occhi verso il soffitto che gronda acqua prima che il frastuono della mia porta d'ingresso fatta a pezzi mi faccia sobbalzare impaurita.
-Lucy!- mi sento chiamare mentre un rumore di passi frettolosi aumenta di vigore intensificandosi ad ogni metro che separa la mia stanza dall' ingresso.
Attonita e con lembi di lenzuolo stritolati tra le dita  mi  ritrovo davanti una figura dai contorni appena visibili a causa del buio, ma solo quando in un gesto veloce preme l'interruttore, accendendo la luce, che ne metto a fuoco la persona.
-Cana?- domando sbigottita.
Con tanto di uniforme da pompiere ed elmo protettivo sotto braccio, una delle mie care amiche sembra osservarmi un momento perplessa, poi stende le labbra in un sorriso -Sono più di dieci minuti che proviamo a bussare alla tua porta!- mi rimprovera, dalla voce trapela sollievo ma l'istante dopo ammicca  -Ieri al matrimonio ci hai dato dentro con l'alcool per avere un sonno così pesante, eh?- insinua in una ridente smorfia di bocca.
-Abbiamo dovuto buttare giù la porta!- continua, così divertita dal momento da tralasciare la spiegazione della sua presenza in casa mia, a quest'ora del mattino.
-Cana ma che diavolo?- domando in un rantolo.
-Ah niente di che... Natsu ha semplicemente allagato il suo appartamento- mi informa svolazzando una mano mentre la mia faccia si deforma in un espressione esasperata, mi spalmo una mano sulla viso scuotendo il capo miserabilmente -Ma si può essere così idioti?- mugugno a fior di labbra.
-Lu ecco ...- mi richiama Cana, scostando il palmo che me ne impedisce la visione le sorrido serena una volta messa a fuoco.
-Come puoi vedere io sto benissimo!-  la tranquillizzo -Sistemerò questo macello più tardi- continuo indicando con l'indice l'acquitrino innaturale che staziona accanto a me -Ora se non ti dispiace sto morendo di sonno e vorrei davvero ritornare a dormire, non preoccuparti per la porta, me la farò ripagare da Dragneel-  concludo ignorando quella smorfia contraria sul suo viso quando ritorno a stendermi su un fianco con un cuscino tra le braccia, insomma chi se ne frega di quell'idiota, può sempre farsi ospitare da suo fratello.
Ma l'avventata presenza di Cana accanto a me impedisce la mia dormita, afferrandomi per un polso mi costringe a sollevarmi dal letto trascinandomi con se -Non hai capito Lu, è meglio uscire di qui, potrebbe essere pericoloso- mi informa con un tono di voce insolitamente serio per lei che mi fa deglutire e seguirla in silenzio, Plue ci affianca, percorrendo il corridoio e varcando la soglia dell'ingresso ci ritroviamo in un pianerottolo affollato: un sali scendi di pompieri  per le scale crea una gran bella confusione e frastornata cerco spiegazioni nel volto di Cana.
-Ti spiegherà tutto papà- mi risponde difronte a quelle rughe di frustrazione che mi corrugano la fronte, un sorriso che sa di conforto le spicca sul volto nel posarmi una mano sulla spalla stringendomela fino ad immergere le dita nella pelle -Vedrai si sistemerà tutto- soffia piegando il capo di lato e in quegli occhi dai riflessi di malva leggo ancora una volta... conforto.
Perché Cana cerca di sollevarmi?
Sto per chiederglielo quando la voce di quell'idiota mi giunge all'orecchie facendomi voltare a rallentatore -Dragneel- sibilo in un ringhio sommesso come se l' entità di un demone avesse appena preso possesso del mio corpo.
Gildart Clive è accanto a lui, sembra gesticolare e spiegargli qualcosa dalla notevole importanza nell'avvicinarsi verso di noi, Natsu annuisce rispondendo con dei flebili:  -si-
E' vestito ancora del completo, a parte il gilet e stivali di gomma ai piedi, tra le braccia tiene stretta quella palla di pelo blu del suo gattaccio.
E per la precisione io odio i gatti, preferisco i cani.
Avanzo vero di loro a pugni stretti -Ma dico si può essere così imbecilli!?- inveisco senza complimenti riempiendomi gli occhi della visione corrucciata di Natsu.
-E' stato un incidente- risponde in un sibilo piuttosto piccato facendomi inarcare un sopracciglio scettica.
-Salve Lu-
La mia espressione di addolcisce di colpo e voltandomi verso il padre di Cana un sorriso appare sincero sulle labbra -Salve capitano Clive- lo saluto radiosa e gentile -Scusami ma la situazione mi ha momentaneamente reso scortese- mi scuso stringendomi nelle spalle a quel: -Non ti preoccupare- rivoltandomi verso Dragneel in tempo nel vederlo roteare gli occhi mentre la mia faccia ritorna ad accartocciarsi nel totale scetticismo.
-Avevo bevuto un po' troppo ok? Mi sono addormentato in attesa che la vasca si riempisse e..  è stato un incidente!- sbotta difronte al mio silenzio inquisitore durato giusto il tempo nel registrare cosa mi ha appena detto prima che un: -Bah!- mi esca strozzato dalla gola.
Ha dimenticato per tutta la notte i rubinetti aperti! Dio ma come si fa?!
Intanto Cana si avvicina a noi -Eilà Natsu! Ieri al matrimonio girava voce che tu fossi gay- esordisce in una risata sghemba facendo tramutare la faccia di Natsu in una maschera di stupore, almeno un istante, prima che l'esatta illuminazione lo colga osservandomi poi torvo.
Un: -Ora è tutto chiaro- è chiaramente deducibile dall'espressione contrita del suo volto trovando certezza nel mio sguardo colpevole, mentre la risata gracchiata della nostra amica continua ad alleggiare intorno a noi.
Ho l'impressione che Cana si stia divertendo un mondo questa notte.
-Natsu, Lucy- Gildart si schiarisce la voce in modo da richiamarci entrambi -La situazione è più grave di quanto pensiate, l'appartamento di Natsu è totalmente inagibile, l'allagamento ha causato danni al di sotto della pavimentazione e le tubature non hanno retto alla pressione creando un vero collasso alla conduttura fognaria- ci spiega rivolgendo lo sguardo dall'uno all'altro come se la cosa a me importasse, è l'appartamento di Dragneel ad essere inagibile no?
Incrocio le braccia al petto quando una strana sensazione mi assale, voltandomi noto da parte di quel gruppetto di pompieri poco distanti da noi risatine e sguardi compiaciuti nei mei confronti, senza capirne il motivo a primo acchito, ma quando quello di destra ammicca in mia direzione in un eloquente sguardo di apprezzamento verso il mio sedere comprendo in pieno, in un sussulto infastidito conficco le unghia tra i lembi della canottiera tirandoli più in basso possibile mentre il rossore mi invade le guance.
Sono al limite della sopportazione, voglio tornare a casa mia!
-Dovrei fare ancora accurati controlli ma sono più che sicuro che l'acqua sia andata ad infiltrarsi oltre le mura fino a impregnare anche il soffitto dell'appartamento locato esattamente sotto-  continua Gildart cercando conferme in un incrocio di sguardi con Cana.
-Dal soffitto di Lucy grondava acqua- risponde infatti  dando pienamente ragione all'ipotesi del Clive.
-Ragazzi mi dispiace ma sono costretto a mettere i sigilli ai vostri appartamenti per tre settimane, il tempo per rimetterli in sesto e agibili entrambi- sentenzia Gildart creando in me uno spasmo violento di sorpresa, Natsu si limita a masticare un silenzioso :- Merda- tra i denti prima di passarsi una mano sul volto dalla frustrazione.
Gildart fa per voltarsi e avanzare ma repentina lo blocco raggiungendolo in una sola falcata -Aspetta cosa c'entra il mio appartamento?! insomma è quello di Dragneel ad essere inagibile no?- urlacchio concitata indicando con le dita Natsu ma Gildart scuote il capo -Lucy anche il tuo lo è, il soffitto del tuo appartamento forse potrebbe cedere e io non posso rischiare una cosa del genere- mi spiega con pazienza difronte alle mie sciocche e continue potreste.
-Ma non è detto! Gildart ti prego non p..- insisto almeno finché il suo : -Lucy!- sbottato in un ringhio severo mi blocca sul posto.
-Non lo permetterei a chiunque, a maggior ragione a una amica di mia figlia, c'è la tua vita di mezzo- mi sgrida con severità facendomi sentire un po' stupida, mi stringo nelle spalle stringendomi in un abbraccio solitario.
-Puoi entrare a prendere il giusto necessario velocemente, dopo che avrai finito metterò i sigilli alla porta e nessuno potrà più entrarvi-  lo sguardo di Gildart si addolcisce e stringendomi una spalla mi regala un sorriso rincuorante -Vedrai tre settimane passano in fretta- soffia prima di lasciarmi immersa nel totale smarrimento... e ora dove diavolo andrò?
 

***


Mi guardo intorno in silenzio stringendo con un braccio solo la scatola di cartone contente i miei pochi effetti personali contro al petto, con l'altra mano stringo contemporaneamente  il manico del trolley e il guinzaglio di Plue, che curioso di questo luogo a lui sconosciuto, volta il testone da sinistra a destra.
-Cana sicura che non è un problema?- mormoro con una punta di disagio nel varcare la soglia dell'appartamento della mia amica, lei mi sorride radiosa prima di chiudere la porta a doppia mandata e posare le chiavi su una mensolina accanto -Non dire cavolate bionda- mi apostrofa indicandomi poi un angolo della stanza dove posare il tutto.
-Non potevo di certo lasciarti in mezzo a una strada nel cuore della notte!- mi rimbrotta togliendo dal divano quel cartone della pizza, sbatacchiando poi qualche cuscino  -E ti ho già detto che puoi  restare qui anche per le tre settimane necessarie-  mi ripete ancora una volta corrucciandosi difronte a quel mio diniego.
-Non vorrei approfittarne troppo- insisto accasciandomi sul divano in modo stanco.
In realtà mi farebbe davvero comodo dato che non ho la minima idea di dove andare: i miei stanno a sei ore da qui e pagarmi un motel per ben tre settimane non se ne parla  dato le mie finanze non proprie rosee, sono una specializzanda in pediatria e per me è già uno sforzo pagare 500 jewels di affitto, tra l'altro già sborsati questo mese.
-Lucy- sibila lei stringendo i pugni sui fianchi nell'osservarmi severa.
L'offerta è  allettante e per Cana non sembra davvero un problema, ma quando sto per sorriderle e cedere difronte alla sua cortesia, l'improvvisa apparsa di un uomo a torso nudo e boxer spuntato dal nulla nei pressi del salotto mi fa sobbalzare ed emettere una sorta di: -Oh mio Dio!- in un gridolino soffocato.
Non sembra nemmeno aver notato le nostre presenze e dandosi una grattatina sul sedere si avvia verso l'angolo cottura, aprire il frigo e tirarne fuori una birra, si una birra a quest'ora del mattino! Stappata con tanto di arcata dentale inferiore e bevuta a canna tutta d'un fiato.
-Cana ma chi diavolo è?- rantolo con voce strozzata scollando gli occhi da lui con fatica dato lo shock, per rivolgerli a lei e trovarla maliziosamente ridente.
-Bacchus- risponde soltanto continuando a fissarlo morbosamente, si mordicchia un labbro quando con gli occhi indugia sui suoi pettorali scolpiti.
Spaesata ritorno a guardarlo meglio, aspetta un momento dov'è che l'ho già visto?
Capelli neri, tattoo tribali... -Il batterista dei Metallicana?- domando sorpresa tentando un tono di voce bassa, Cana mi ghigna in risposta e il mio: -E' da quando ti frequenti con lui? Non ne sapevo nulla!-  esce spontaneo dalla gola.
-Da ieri sera, l'ho conosciuto al matrimonio- replica perplessa scrollando le spalle e sollevando i palmi con ovvietà facendomi sgranare appena gli occhi.
-E che ci fa  ancora a casa tua?-
-Eravamo insieme qui a casa quando papà mi ha chiamato informandomi di qualche problema nel tuo palazzo, sono corsa immediatamente ma non mi andava di sbatterlo fuori... non mi sembrava carino ecco- soffia scontrando gli indici tra loro in un velato imbarazzo.
-Eravamo nel bel mezzo del divert...- aggiunge poi in un sorriso sognante, interrotta dal mio -Ho afferrato il concetto-  a mascella serrata e palmo aperto a mo' di ALT!
-Eih cucciola sei tornata- la voce arrochita di questo Bacchus si frappone tra le nostre chiacchiere come le sue dita, che ingarbugliate tra la chioma cioccolato di Cana le lasciano una dolce coccola sul capo, guadagnandosi comunque una mia occhiata diffidente.
Si tratta sempre di una delle mie più care amiche e lui di un mezzo sconosciuto!
Finalmente l'energumeno tatuato e capellone sembra accorgersi della mia attenzione, ci guardiamo per lunghi istanti negli occhi prima che con la bottiglia di birra mi indichi -Tu sei quella a cui Natsu ha scavallato il palco ieri, al matrimonio di Gajeel?-  esordisce facendomi roteare gli occhi al cielo in mugugno lamentoso, Cana farfuglia un: -Emm Bac, andiamo a letto- trascinandoselo con se verso la stanza.
-Lucy chiama in qualsiasi momento se ti serve qualcosa!- urla e prima di scomparire dietro l'angolo del corridoio, ingabbiata tra le braccia di Bacchus, reclina il collo regalandomi un sorriso.
Sorridente le mimo un: -Grazie- a fior di labbra poi le luci si spengono e buttandomi di schiena mi stendo sul divano stringendomi un cuscinetto  tra le braccia.
Plue sonnecchia già alla grande e io non posso fare a meno di sentirmi in debito con Cana e non solo per l'ospitalità: ha mollato nel bel mezzo di un rapporto un uomo nel suo letto pur di correre in mio soccorso.
Un uomo conosciuto meno di dodici ore fa, penso roteando gli occhi verso il soffitto, ma chi sono io per giudicare? Il mio è tutto un altro modo di pensare riguardo a queste questioni e Cana, be Cana è fatta così è ciò non cambia di certo il mio affetto per lei.
Chiudo gli occhi forzandomi il sonno nonostante l'ansia e la frustrazione continuano ad assillarmi come un tarlo conficcato nel cervello, almeno ci provo a dormire se non fosse per quella improvvisa serie di colpi scanditi in un ritmo preciso che sembrano giungere dalla stanza da letto.
Sbarro gli occhi di scatto, sembra qualcosa che sbatte come... come la testiera del letto! Una smorfia esasperata e semi disgustata appare sul mio volto, questa notte sembra non finire mai e spalmandomi  il cuscino sulla faccia comprimo il tutto nel vano tentativo di rendermi sorda a quella sequela di ansiti e grugniti dall'intensità sempre più incalzante.
Ma è sopratutto quel: -WILD!WILD!WILD BABY!- urlato chiaramente da Bacchus che mi fa sollevare dal divano e scuotere il capo con forza, non ce la faccio... ho bisogno di una boccata d'aria.
 

Una leggera brezza soffia spostandomi qualche ciocca bionda davanti a gli occhi, con le dita le rinvio dietro l'orecchio sistemandomi meglio contro la parete dell'edificio, è qui, sul piccolo balcone che da proprio sul mare, che mi sono rifugiata, rannicchiandomi su me stessa con il viso infossato tra braccia e ginocchia strette al petto.
Mi piace questo posto, la casa di Cana si trova a qualche passo dalla spiaggia e devo dire che a quest'ora del mattino il panorama è mozzafiato: il sole sta per sorgere inondando di luce acqua e sabbia, dagli scogli s'intravedono già i primi riflessi di un nuovo giorno che nasce e io me ne sto qui nel totale silenzio di questo momento, scandito solo dallo stridio di qualche gabbiano.
Sono terribilmente stanca e tutta la frustrazione accumulata nelle ultime ore sembra venire fuori adesso sotto forma di qualche lacrima rotolata giù, fino a rigarmi una guancia ma prontamente scacciate vie a suon di polpastrelli, insomma che sarà mai!? Dragneel ha solo allagato il suo appartamento rendendo inagibile anche il mio  e se non voglio ammattire e passare notti in bianco a causa del nuovo arrapatissimo fidanzato di Cana, so già che mi converrà dormire su qualche brandina direttamente in ospedale...
Argh stupido Dragneel!!
E niente la frustrazione ritorna e io sospiro cacciando fuori lo smartphone dalla tasca dei pantaloni a tuta, scorro con le dita fino ad aprire What's up andando poi a finire nella schermata delle conversazioni con Levy, osservo per qualche minuto buono il display mordicchiandomi un pollice ma poi scuotendo il capo chiudo tutto velocemente.
Non posso infastidirla proprio durante la sua prima notte di nozze solo perché al momento mi sento sola! Ma sussulto quando è proprio di Levy la chiamata in arrivo che fa vibrare lo smarthphone ancora nel palmo della mia mano.
-Pronto?- domando stupita e perplessa, allargando un sorriso nel sentire la voce di Levy dall'atro capo -Piccola  che ci fai sveglia a quest'ora?- mi domanda in un accenno di sorpresa e scommetto che sta sorridendo anche lei nel chiedermelo.
Con un dito traccio arabeschi immaginari sulle piastrelle in cotto -Mmm non prendo sonno- mugugno in una bugia - Tu piuttosto?  E' la tua prima notte di nozze e non sono nemmeno le sei del mattino!- le domando stupita.
-Siamo arrivati tre ore fa a Tenroujima e dopo parecchie "capriole" sul letto Gajeel è crollato- mi spiega -E io sono ancora troppo adrenalinica per dormire, tento di darmi ammazzare il tempo smistando tutti i messaggi di auguri accumulati sui social e ho notato che eri on-line-
-Beccata!- la incalzo e dopo un breve pausa silenziosa il suo: -Lu, che succede?- dai toni preoccupati mi fa stringere nelle spalle ed è sorprendente di come Levy riesca a capire anche soltanto dalla mia voce se c'è qualcosa che non va, sarebbe inutile provare a mentirle ancora.
Senza più freni incomincio a spiegarle di questa notte assurda, di come Dragneel sia riuscito a mandarci entrambi in mezzo a una strada,  dei sigilli sulla mia porta per ben tre settimane e dell'ospitalità di Cana che in un pacchetto completo mi ha offerto anche l'audio delle sue nottate di fuoco con Bacchus.
La sento ridacchiare, mormorare un -Oh dio- soffocato dalle risate e poi prendere un respiro -Immagino la faccia di Gajeel quando lo verrà a sapere- dice in uno sbuffo.
-E quindi probabilmente mi toccherà dormire su un brandin...- sto per sospirare ma Levy mi interrompe con voce estremamente seria.
-La chiave è  sotto il vaso di terra cotta, quello delle gerbere a desta accanto alla porta- mi informa facendomi corrugare le sopracciglia interrogativa -L'ho nascosta lì per Mira, si è offerta di venirci ad annaffiare le piante che abbiamo in casa una paio di volte a settimana dato il gran caldo- continua in una spiegazione che al momento poco mi importa dato che ho finalmente capito dove la mia migliore amica vuole andare a parare, ho già sbottato un: -No Levy!- ma sembra non volerne proprio sapere.
-Piccola sei la mia migliore amica e sicuramente non me ne starò tranquilla a soggiornare in quest'isola da sogno col pensiero che tu stia dormendo chissà dove! Io e Gajeel torneremo esattamente fra tre settimane e tu puoi tranquillamente soggiornare a casa nostra- insiste in un tono che non accetta repliche.
-Levy- mormoro ancora poco coriacea non sapendo più che dire, ho la sensazione che stia sorridendo dall'altra parte del telefono, lontana dei chilometri ma non per questo distante da me.
-Grazie- sussurro ormai sconfitta dal suo totale amore nei miei confronti -Ma prometto che al tuo ritorno ti offrirò un pranzo! E anche una cena! Anzi no, sarò la tua totale schiava per un anno!- continuo facendola ridere e contagiarmi, rido anche io col cuore finalmente più leggero.
Cana è stata davvero gentile ma devo ammettere che la possibilità di soggiornare da sola, avere quindi i miei spazi, dormire in un letto e sopratutto non essere sottoposta a suoni molesti, lo preferisco di più.
Il sollievo traspare da occhi e labbra, anche i muscoli di collo e spalle si rilassano ma al suono di quel nome la tensione torna a pungolarmi, precisamente ad un occhio che in un tic incomincia a tremolare.
-E Natsu? Dove andrà?- mi domanda Levy, non gliene faccio certo una colpa per avermelo chiesto, in fin dei conti è un amica di Dragneel e la sua preoccupazione è in un certo senso capibile.
-Non mi interessa, il lato positivo di questa storia e che per le prossime tre settimane mi toccherà subirlo solo durante le nostre uscite di gruppo- borbotto.
-Dai racconta! Come ci si sente essere la signora Redfox?- cambio argomento accoccolandomi meglio contro la superfice della parete pronta a una meravigliosa conversazione tra amiche, con l'alba che mi irradia di luce e il cuore sgombro d'ansia nel sentire la voce di Levy.

 

***


Saluto un ultima volta Cana dopo un pomeriggio passato insieme, con un cenno del capo dato che ho le mani occupate dai vari ingombri. Con il rombo del motore a ruggire in sottofondo mi sorride prima di sparire dalla mia visuale insieme alla sua auto, tornando a voltarmi annuisco a me stessa sicura nell'avviarmi verso casa Redfox.
Una modesta villetta a un solo livello, dal giardino curato e la veranda esterna, protetta da una tettoia, da un lato. Le mura sono bianche e una breve gradinata di mattoni per giungere alla porta d'ingresso, adornata da tante piante in vaso, rendono il tutto ancora più grazioso in vero e proprio stile Levy Mcgarden, non ce che dire.
Anche a Plue sembra piacere e chinandomi col busto verso il famoso vaso di gerbere, con difficoltà tento di spostarlo e cercare la chiave con una mano sola, ho il trolley poggiato su una gamba e la scatola ben stretta al petto con l'altro braccio ma nonostante i continui tentativi di scovarla mi accorgo sorpresa che qui, a parte terra e lumache, non c'è nessuna chiave.
-Mi aveva detto gerbere- borbotto imbronciata osservando Plue in un accenno di frustrazione ma poi sobbalzo in un sorriso creando un guaito al mio cucciolone -Mira!- esclamo dandomi della sciocca l'istante dopo per avermene dimenticato, probabilmente sarà dentro casa.
-Andiamo piccolo- dico a Plue e stringendo il pomello della porta, in una pressione di polso verso destra la apro varcando la soglia di casa.
Mi guardo intorno senza incontrare subito Mira ma un scalpiccio attira il mio sguardo verso  la cucina -MiraJane sei di la?- la chiamo parcheggiando trolley e scatola accanto all' ingresso, chiudendo poi piano la porta, non voglio di certo farle venire un colpo, nessuno a parte Cana sa di questo mio soggiorno.
Un altro rumore, questa volta un brontolio con tanto d'imprecazione e un stato d'allerta mi scatta a molla nel cervello facendomi bloccare sul posto, non solo perché in cinque anni di conoscenza non ho mai sentito uscire una parolaccia dalla bocca di Mira, ma ad essere estremamente allarmante è la sicurezza che sia di timbro maschile il suono che ho appena udito.
Solo ora, in un guizzare di occhi, mi accorgo di quel sacco nero che sosta accanto al divano, il panico mi assale e deglutendo indietreggio verso la porta tentando di non fare rumore, con il terrore a contorcermi le viscere, ma ne sono convinta: un ladro si è intrufolato in casa.
Siamo in piena estate e probabilmente questo ladro non aspettava altro che una casa vuota per svaligiarla, se poi questa è la casa di Kurogane dei Metallicana sfido a non cogliere l'occasione!
Il cuore mi batte a mille e le gambe tremano come gelatina ma sussulto quando sento il  rumore dei passi intensificarsi verso di me, deglutisco ancora incapace di non fare nulla se non rivolgere uno sguardo disperato a Plue che con la lingua a penzoloni mi guarda teneramente ignaro, potrebbe attaccare il ladro ma a parte un assalto di coccole non credo che il mio cucciolone riesca a combinare altro...
Senza dare ascolto alla ragione faccio ciò che l'istinto di sopravvivenza suggerisce, poco lucidamente afferro l'album di fotografie dalla scatola, un tomo dal notevole volume e sopratutto peso e stringendolo tra le dita lo sollevo appena sopra il capo, pronta a stordire l'intruso in un solo colpo se solo osa avvicinarsi a me e Plue!
I passi si intensificano e sto per colpirlo quando all'improvviso appare ma sgrano gli occhi nel trovarmi lui davanti, ma non tanto per la sua inaspettata presenza in questa casa ma porca miseria è completamente... nudo!
-Dragneel!- urlacchio sorpresa mollando di colpo l'album, che in un tonfo sordo si schianta al suolo facendo scappare via Plue verso la cucina. Senza più capire nulla mi porto i palmi sul volto in modo da nascondermi la visione del suo "coso"  bellamente messo in mostra.
Non ho fatto del tutto in tempo però e scacciando il pensiero, al momento davvero inopportuno, della generosa dotazione di Dragneel, sento il viso andare letteralmente a fuoco.
-Heartphillia?!- domanda lui in un acuto di sorpresa e imbarazzo, agitato lo sento trafficare verso il divano e scostando poco le dita dagli occhi tra uno spiraglio osservo la sua figura, mi guarda spaesato e tra le mani sorregge un cuscinetto ornamentale ben premuto contro l'inguine in modo da nascondere la sua virilità.
-Oh mio Dio... quei cuscini sono un regalo della nonna di Levy- mormoro con la poca voce rimasta dato che la mia gola si è completamente seccata, Natsu abbassa lo sguardo perplesso verso il ricamo che raffigura una colombella con tanto di ramoscello tra il becco prima di ripuntare gli occhi verso di me e: -Heartphillia ma che cavolo ci fai qui?!- domandarmi concitatamente in un affanno.
-Puoi metterti un paio di mutande per cortesia!- sbotto ritornando a soffocare il volto tra i palmi sempre più sudati.
Nudo... è nudo santo cielo ma perché mai?
In uno stropicciare di plastica Nastu indossa finalmente qualcosa, scostando le mani lo guardo sbigottita -Usi un sacco dell'immondizia al posto della valigia?- gli domando perplessa, lui fa spallucce -Gildart mi ha dato solo dieci minuti per raccattare più roba possibile- si spiega facendomi scuotere il capo.
In un prolungato e silenzioso momento fatto di sguardi scioccati, entrambi ritorniamo lucidi e cogliendo un lampo negli occhi l'uno nell'altro un: -Perché sei qui?!- ci lacera la gola tanto è  la foga nel dirlo.
-Dovrei dirlo io!- protesto piccata -E poi ... ma santo cielo perché diavolo giravi nudo in casa di Levy e Gajeel?- sbotto battendo i palmi sulle cosce con fare interrogativo quanto esasperato.
-Be avevo caldo.. lo faccio sempre in casa mia- si giustifica con ovvietà e io cretina che pure glielo ho chiesto, roteo gli occhi per poi ripuntarli forzatamente su di lui, infilato solo in quei boxer fin troppo attillati e tentatori alla mia vista, mi guarda interrogativo e solo dopo qualche istante a scrutarci intensamente veniamo a capo di ciò che è appena successo.
-Non vorrai stare qui vero?- domandiamo all'unisono, sbottando entrambi l'istante dopo.
Non ci posso credere ... deve essere uno scherzo!
-Stamattina ho chiamato Gajeel e dopo qualche supplica...- mi spiega correggendosi difronte al mio sguardo scettico -Ok dopo tante suppliche e qualche minaccia l'ho convinto a concedermi casa sua per tre settimane, mi ha spiegato dove trovare la chiave- mi spiega stendendo un palmo aperto verso di me.
-Con me è stata Levy a dirmelo... probabilmente entrambi non sanno di noi per questo non ci hanno avvertito- soffio colta dall'intuito, sicuramente Levy si sarà dimenticata di dirlo a Gajeel e viceversa.
-Bene- Natsu riporta la mia attenzione su di se -Quindi ora che abbiamo svelato l'arcano è tutto chiarito no? La casa è mia e tu te ne puoi pure and...- fa per dire arraffando il manico del mio trolley per accompagnarmi "gentilmente" verso la porta, ma incupendomi lo guardo storto bloccando il suo tentativo di cacciarmi via.
-Non ci penso proprio!-  ringhio -Dragneel io non ho un posto dove andare! Non posso pagarmi un motel e di certo non chiederò ospitalità in giro quando Levy stessa mi ha offerto la sua casa! Sei tu quello che se ne deve andare!- replico strappandogli dalla mano il trolley per posarlo accanto alla porta e rivolgergli  uno sguardo contrito in replica al suo.
-E poi ti ricordo che tutta questa situazione è colpa tua!- strepito facendolo sussultare appena.
-E' stato un incidente- si difende e io mugugno un lamento.
-Senti Dragneel potremmo continuare così all'infinito ma valutiamo le cose- mi accingo a dire puntando un indice in alto come a marcare ciò che sto per dire -La mia famiglia è lontana chilometri da me, la tua è qui, hai tuo fratello! Va da lui sono sicura che Zeref ti ospiterà..- la voce sfuma incerta nel vedere il volto di Natsu accartocciarsi in un espressione oserei dire terrorizzata -Dragneel...- lo chiamo stranita vedendolo scuotere il capo con forza.
-No no.. non voglio ritornare in quella casa, ci sono stato stanotte ed è stato orribile- dice in un  guizzare d'occhi verso il pavimento, portandosi le mani tra i capelli, facendomi preoccupare almeno finché...
-Non ho chiuso occhio dato che in piena notte le è venuta voglia di minestrone! Dico minestrone in piena estate! La cosa peggiore è che Zeref mi ha costretto ad aiutarlo nella preparazione e no, non bastava buttare una busta congelata di quelli già pronti in una pentola! Mister marito dell'anno pretende solo il meglio per la moglie e quindi un minestrone con verdure fresche! Ho dovuto pelare patate alle cinque del mattino, lo sai che vuol dire?- continua con disperazione mista a ilarità facendomi incrociare le braccia al petto e inarcare un sopracciglio.
-E' posseduta... quella donna è posseduta! Piange dal nulla ed è terrificante quando ha fame-
-Piantala, Mavis è solo incinta!- lo rimbecco contrariata dalla sua scarsa sensibilità, anche se un ghigno soddisfatto mi sfugge nel sapere che anche lui ha passato una nottata di merda.
-Ha già schiavizzato Zeref... lo farà anche con me se andrò lì-
-Allora vai in un motel! Hai un "lavoro" che ti fa guadagnare abbastanza no? Io ho già pagato l'affitto dell'appartamento che tu hai reso inagibile e non posso permettermelo!- continuo imperterrita, virgolettando con le dita la parola lavoro dato che a mio parere ciò che Natsu fa per guadagnare non lo definirei proprio un mestiere.
-Il talent scout è un lavoro- mi risponde infatti con voce dai toni offesi -E ho anche appena scoperto un band che farà un successone e guadagnarmi un sacco di quattrini- continua con vigore puntandomi un dito contro ma poi sembra incerto nel formulare  quel: -Ma-  facendomi piegare il capo da un lato e affilare lo sguardo già conscia di ciò che sta per dire.
-Ma attualmente sono al verde...- ridacchia nervosamente -Devo ancora trovare una casa discografica pronta a lanciarli ma so che accadrà presto!- mi spiega come se la cosa mi importasse.
-E comunque sono arrivato prima!- mi dice poi facendomi sussultare con cipiglio.
-Non è mica una gara! Ma se la metti su questo piano Levy me l'ha detto per prima!- replico in un ghigno vittorioso a un millimetro dal suo viso, mi rendo conto solo ora di come nel litigare ci siamo avvicinati, quel suo profumo di Calvin Klain torna a stuzzicarmi le narici ma Natsu scrolla il capo.
-Senti ecco.. potremmo dividerlo- propone lasciandomi un momento colta dallo stupore -Siamo amici no?- fa poi.
-Dragneel io e te non siamo amici, io e te abbiamo amici in comune è diverso- gli faccio notare atona anche se quella sua proposta mi ha destabilizzato, non mi aspettavo tale offerta da lui.
-Insomma non ci chiamiamo nemmeno per nome- continuo.
-Divideremo la stessa casa ma ciò non implica che ci vedremmo tutto il tempo! Abbiamo orari diversi e comunque rispetteremo lo spazio dell'altro e poi saranno solo venti giorni!- mi spiega in uno slogan da pubblicità.
Ma quel silenzio torna a frastagliarsi tra di noi, entrambi non abbiamo un posto dove andare o almeno potremmo averlo, ma sia lui che io preferiremmo altro dall'audio hot della "Baccana" e una Mavis in procinto di partorire.
-Va bene- soffio chinando appena il capo e Natsu non esclama, non gioisce, non dice nulla e osservandolo per un istante sembro cogliere dai suoi occhi verdi, lievemente dilatati,  una punta di stupore, credo si sia reso conto solo ora di ciò che succederà da qui alle prossime tre settimane: Io e lui vivremo insieme.
-Bene- soffia allora mentre uno strano disagio sembra impossessarsi di noi -Ora se non ti dispiace vorrei andare a schiacciare un pisolino, ho passato una nottataccia- mi informa  indicando con un pollice la stanza da letto dietro le sue spalle.
Ma io protesto -No! voglio dormire io nel letto! Ho il turno di notte e fra qualche ora devo andare in ospedale, mi  voglio riposare come si deve!- insisto seguendolo fino alla stanza, lo stronzo ne ha già varcato la soglia frapponendosi tra l'entrata e la porta in modo da non farmi entrare.
-Ho un appuntamento importante questa stasera e voglio andarci fresco, sono arrivato prima e quindi aspetta a me usufruire del letto per primo ma sai potremmo dividere anche quello se non ti crea disturbo il fatto che dormo nudo- mi schernisce sogghignando, facendomi diventare rossa di rabbia e forse anche po' d'imbarazzo, purtroppo mi conosce abbastanza da sapere che non sarei mai spudorata fino a questo punto.
Solo a pensarlo la vergogna mi soffoca.
-E Heartphillia..-  mi chiama quando sto per voltarmi sconfitta, in un sorriso sporgendo il busto oltre lo spiraglio di porta lasciata aperta. Dio che insana voglia di prendere a pugni lui e il suo sorriso di bianca perfezione!
-Già che ci sei potresti farmi la lavatrice? Per stasera mi serve una camicia pulita e solitamente  porto tutto in lavanderia  ma dato che ci sei tu adesso...-
La totale rabbia mi accieca a tal punto da non riuscire a sibilare nemmeno un suono se non qualche ringhio funesto, non penserà sul serio che diventi la sua donna di servizio per i prossimi venti giorni? Prima che sparisca dietro il tonfo della porta mi lancia qualcosa e solo quando tra i palmi aperti, istintivamente  andati ad afferrare ciò, scopro con orrore che sono i suoi boxer quelli che ho in mano.
-Ah- urlo lanciandoli via immediatamente, dovrò dare fuoco a quelle lenzuola quando sarà il mio di turno!
Il trillo del mio smartphone mi scuote dalla rabbia, estraendolo con due dita dalla tasca retro dei jeans mi accorgo che è di Levy la chiamata e prima che possa dire: -Pronto- la mia amica esordisce in una sequela di avvertimenti e avvisi ormai inutili sostituendoli poi alle scuse nell'informarla di aver già scoperto da sola di Dragneel.
-Mi dispiace, Gajeel me l'ha detto solo ora!- si scusa ancora ma io scuoto il capo -Nessun problema, siamo scesi a un compromesso, vivremo insieme- affermo e dal lungo silenzio che arriva dall'altra parte capisco di aver scioccato Levy probabilmente, gli occhi vagano per il salotto fino a soffermarsi sul sacco di plastica.
-Oh.. davvero?- dice con voce chiaramente sorpresa e io annuisco in un mugugno portando le dita a snodare il foulard rosa antico che mi lega i capelli in una coda alta -Certo, scommetto che sarà una rosea convivenza..- le dico in un ghigno diabolico avvicinandomi al sacco puntando poi gli occhi accesi da una luce terrificante verso il bagno.
Vuoi dividere la casa Dragneel? E' così sia....

 

ANGOLETTO DAIMLER: Buona sera a tutti! Eccomi presto con il secondo capitolo come promesso, non vedevo l'ora di pubblicare e sopratutto delineare così la trama di questa storia.
Un grazie doveroso a Nalla 85- _Yuki00_ -Millinamilletta- Hanae- Bacokiss12 - Tanomax e Nalufan per aver lasciato un loro commento nel primo capitolo e anche a chi ha inserito la storia tra preferiti/seguiti/ricordati.
Un grazie va ovviamente anche a chi legge silenziosamente apprezzando anche così le mie storie.

GRAZIE DI CUORE A TUTTI.
Spero di pubblicare presto anche il prossimo, ci si vede un bacione!

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Capitolo 3
*** Pace in tempi di guerra ***


 

3

-Pace in tempi di Guerra-

(Prima parte)

 

-Natsu:

~Sporgendo il braccio verso l'alto afferro il sale dal  pensile e scuotendo la padella per il manico, condisco in un paio di scossoni le uova strapazzate, basta un rapido assaggio di cucchiaio e orgoglioso del loro sapore abbasso la fiamma volgendo lo sguardo verso il bacon.
La pancetta frigge in un dolce sfrigolare e solo a sentirne il profumo invitante mi viene l'acquolina in bocca, adoro il sapore della carne sopratutto quello del bacon a colazione e dopo la mia solita corsetta mattutina, un abuso di grassi e proteine è più che tangibile!
Poggio i gomiti sul bancone della penisola che fa anche da tavolo guardandomi intorno, uno stile provenzale arreda questa piccola cucina: le credenze bianche, i cuscini sugli sgabelli e le foto di Levy e Gajeel che non mancano di tappezzare anche le pareti di questo ambiente della casa.
E se non conoscessi anche io Levy ormai, probabilmente mi sarei stupito dell'ambiente semplice e modesto che mi circonda, lo stesso che fa da casa a Gajeel Redfox o meglio dire Kurogane: leader e voce dei Metallicana, la band più in voga del momento, reduce di un tour nazionale e con centinaia di copie vendute negli anni.
Una star della musica vive in un casa semplice, con un solo bagno e una sola camera da letto, nessun agio lussuoso se non fosse solo per le apparecchiature che stanno in quell'ultima stanza, quella che Gajeel ha fatto diventare il suo piccolo studio di registrazione casalingo.
Nessun tipo di sistema di sicurezza, ma sopratutto, e anche  inaccettabile oserei dire, nessuna piscina! Cavolo dovrebbe essere illegale questa cosa, insomma tutti i cantanti famosi hanno una piscina in giardino no? Mi sarei divertito un casino probabilmente.
Storco le labbra in una smorfia, la parte peggiore di questa casa, purtroppo per me, non è l'assenza di una piscina dove sguazzare e prendere il sole ma ben si la presenza di qualcos'altro ... di lei.
E che Heartphillia accettasse quella mia proposta dettata dal panico e dalla situazione proprio non me lo sarei immaginato, quella ragazza è totalmente priva di pazienza e quindi mi sarei aspettato più una sua resa con tanto di parolacce e insulti coloriti nei miei confronti e non questo!
Ora mi tocca dividere l'appartamento con miss Hyde! Fortunatamente stamattina presto non ci siamo incontrati, io sono uscito per andare  a correre quando lei ancora non era rientrata e quando l'ho fatto io, Lucy si era già impossessata della stanza da letto pensando bene di chiudersi a chiave all'interno.
Un ghigno diabolico mi appare sulla faccia, questa fortuna per lei non durerà in eterno... devo pur sempre ringraziarla per avermi fatto la lavatrice no?
Il profumo di bacon e uova si fa sempre più intenso distraendomi dai miei pensieri, entrambi sono cotti e fulmineo spengo il gas che alimenta le fiamme, osservo compiaciuto le padelle colme di leccornie, ma fermi tutti manca qualcosa!
Allora allora, cosa rende una colazione una super colazione? Musica, ovvio no?! Perché con la musica condisci tutto, ecco lei è come il sale... la musica da quel sapore in più alla vita e io senza quella non ci posso stare.
Mi dirigo verso il salotto, un'altra sequela di foto accompagna il mio percorso fino a fermarmi davanti allo schermo piatto del televisore attaccato alla parete e circondato da scomparti, in uno di questi è posizionato in bella mostra proprio ciò che mi serve: Un impianto stereo da meraviglia!
Un altro piccolo e raro lusso di questa casa, però mi si increspa un sorriso mentre passo le dita a pulirsi velocemente sullo straccio posato sulla mia spalla,  prima di arraffare quella pila di cd che sosta nello scomparto affianco. Ho capito benissimo il perché agli ormai  coniugi Redfox, non piace ostentare la ricchezza di Gajeel, semplicemente una parola: Levy.
Levy ha conosciuto Gajeel quando a malapena si esibiva in qualche locale e veniva "cortesemente" rifiutato da tutte le case discografiche, è stato duro per Kurogane diventare ciò che è oggi e per lei fare in modo che il successo non rovini il loro rapporto è quasi un esigenza, tenta una vita normale con un ragazzo che gliene potrebbe dare una sfarzosa se solo schioccasse le dita, ma è questa la differenza, quella piccoletta lo ama troppo e lui ancora peggio.
L'amore a quanto pare ti fa fare anche questo...
-Questo no, questo no- borbotto ad alta voce scartando una ad una le custodie tenute tra le mani, aggrotto le sopracciglia quando alla mia visione giunge quel cd, una semplice scritta a pennarello ad indicarne il titolo: Vacanze 2014 a Galuna.
Sollevo gli angoli della bocca nel capire di cosa si tratta: non è un audio ma ben si un video, la vacanza fatta tutti insieme due anni fa che proprio Levy aveva ripreso con la sua telecamera! Probabilmente è finito qui per caso,  sorrido nel rigirarmelo tra le dita, ricordo con piacere quelle due settimane passate al mare con Gray e Juvia, Levy e Gajeel, Cana, Mira, Mavis e Zeref e ovviamente anche Heartphillia... come dimenticare la mia spina nel fianco preferita?
Quella vacanza sarebbe stata ancora più bella senza la sua presenza: quando proponevo io qualcosa, a principessa Lucy Heartphillia non stava mai bene niente! Troppo pericoloso, troppo faticoso, troppo imbarazzante o semplicemente troppo!
Bah! Be forse l'escursione tra le alte e rapide pareti rocciose del "Passo del diavolo" era abbastanza discutibile, lo ammetto ma almeno le mie proposte non erano pallose come le sue... ripongo il dvd su una mensola differente quando un pensiero istantaneo mi colpisce, c'era anche Loki con noi quell'anno.
Ritorno alla mia ricerca  ed eccolo! Proprio quello che ci vuole per iniziare in modo energico la giornata! Estraendo il cd dalla custodia con un polpastrello premo il pulsante dello stereo che fa scattare l'apertura del compact-disc.
Sento una presenza accanto a me e abbassando lo sguardo mi ritrovo due occhioni caramello con tanto di lingua a penzoloni guardarmi con fare curioso -Ciao Plue!- lo saluto raggiante selezionando il brano scelto e alzando poi il volume al massimo.

https://www.youtube.com/watch?v=8Z2Ei_uD780

La musica ci investe a pieno e chiudendo gli occhi batto le mani sul cosce a ritmo nel perdermi in questa melodia graffiante pop-punk che irrompe in tutta la casa, un guaito mi raggiunge e -Preferivi forse "What's new scooby doo?"- gli domando difronte all' espressione di Plue, ha inclinato il capo di lato studiandomi con fare interrogativo ma "Shut up" credo sia in assoluto la migliore e canticchiandola mi avvio verso la cucina.

There you go
You're always so right
It's all a big show
It's all about you

You think you know
What everyone needs
You always take time
To criticize me

Ma faccio in tempo a varcarne appena la soglia e aggirare la penisola che un ringhio cavernoso mi giunge all'orecchie facendomi sorridere malandrino, voltandomi me la trovo davanti al ciglio della porta: una maglietta larga, dei calzoncini fino a metà ginocchio che spuntano al di sotto e con i capelli raccolti in quella che sembra una sottospecie di mezza coda, Heartphillia sembra appena uscita da un dormitorio di suore... che fine ha fatto la sexy canottiera della scorsa notte?
-Dragneel- sibila tra i denti ma io le sorrido raggiante.
-Buongiorno principessa!- esclamo con espressione ridente e felice -Ti ho preparato la colazione!- le dico mostrandole con un dito la padella appena afferrata, Heartphillia stringe i pugni avvicinandosi a me in una sola falcata, il suo volto è accartocciato in un espressione furente quanto paurosa, devo ammetterlo.
-Che cosa diavolo è questo casino!- sbraita ad alta voce per sovrastare il volume della musica, gesticolando con le mani nel riferirsi alla canzone che ci fa ancora da sottofondo -Ho lavorato tutta la notte e sono appena le nove del mattino! Voglio dormire!- continua a lamentare ma poi di scatto inclina il viso verso la sua gamba.
Curioso faccio lo stesso e -Ciao Happy! Hai sentito l'odore di cibo eh... furbone!- esordisco nel mettere a fuoco il mio gattone, quella palla blu di ciccionaggine e fusa tutte per me! Mi chino col busto per lasciargli una coccola con due dita tra le orecchie e lui solleva il musino, sembra sorridermi mentre si puntella con le zampette sulla gamba di Heartphillia.
-Dragneel- mi chiama ancora lei levandosi di dosso Happy in un paio di scrollate, tira su di colpo il viso ma sussulta quando si ritrova a un palmo dal naso la padella del Bacon.
-Colazione?- le domando ridente con il braccio ancora teso e sporto verso di lei a reggere la padella, sgrana gli occhi ignara ma appena l'odore del bacon raggiunge il suo naso, Lucy capisce di che si tratta.
Arretra portandosi un mano sulla bocca nel placare quell'appena accennato urto di vomito -Lo sai benissimo che sono vegetariana!- borbotta con voce soffocata dal  palmo guardandomi storto e si lo benissimo, come il fatto che so che solo a sentire l'odore di carne a distanza ravvicinata le viene la nausea.
-Ma come?! Io ti ho preparato apposta la colazione come segno di ringraziamento per le lavatrici...- soffio inclinando il capo di lato con fare dispiaciuto ma poi Heartphillia si paralizza squadrandomi da capo a piedi, le sfugge un ghigno nel notare di come la maglietta e i calzoncini, che solitamente uso per fare jogging, siano passati dal bianco a un rosa malaticcio e sbiadito e per me è ora di finire la pantomima.
Batto la padella sulla superfice del tavolo -Sei proprio una stronza!- le dico puntandole un dito contro, Lucy sussulta indignata ed: -E' stato un incidente!- mi scimmiotta conficcando le unghia contro la superfice della penisola che ci divide.
-Con quel tuo stupido scherzetto, l'unica cosa non a chiazze rosa che ho potuto indossare ieri sera è stata una maglietta di Homer Simpson con tanto di rutto e labbro tremolo!-  esclamo furente ma Heartiphillia, dopo un istante di perplessità, ridacchia impertinente aumentando terribilmente il mio nervosismo.
-E non ridere! Il mio appuntamento è stato un disastro!- continuo, lei inarca un sopracciglio -Che c'è, l'ennesima sgallettata di turno non ha apprezzato la tua maglietta idiota?- insinua incrociando le braccia al petto.
-Nessuna sgallettata di turno come dici tu! Era con Laxus Dreyar l'appuntamento, il presidente della casa discografica Fairy Heart, la più importante di Magnolia! Dovevo parlargli della band ma sai questo Laxus è una tipo abbastanza suscettibile a quanto pare, solo a guardarmi come mi sono presentato, non mi ha preso nemmeno sul serio!-sputo tutto d'un fiato sorprendendomi nel notare nei suoi occhi un traccia di mesto  stupore -Ho parlato per venti minuti come un idiota per ricevere solo una pacca sulla spalla!- concludo lanciando lo strofinaccio sul bancone.
Guardo Lucy e in quei suoi occhi  nocciola la traccia di dispiacere sbiadisce tra le screziature d'ombra che li colora, solleva appena il busto come a marcare una sua stupida superiorità -Avevi altri vestiti, io ti ho lavato solo ciò che fosse bianco- si giustifica.
-Sai tra le chiappe di Bart e il dito medio di Bender ho optato per qualcosa di più classico!- sbotto a palmi aperti e si, una punta di vergogna intacca la mia espressione impassibile nel vedere Hartphillia inclinare il viso in modo eloquente ma Gildart mi aveva dato dieci minuti di orologio nell'arraffare più roba possibile e cosa ancora più importante, metà dei miei indumenti sono ancora in lavanderia, ieri era troppo tardi per andare a ritirarli.
-Senti non è colpa mia se ti vesti come un nerd idiota! Io ritorno a dormire!- mi liquida avanzando come una furia verso la stanza da letto, il frastuono della porta sbattuta mi raggiunge e masticando qualche imprecazione mi dirigo verso il bagno, la fame mi è svanita è l'esigenza di una doccia è ora più che vivida, ma nel passare dal salotto però non manco di scegliere un altra canzone dallo stereo dal volume assordante.
Spogliandomi di maglia, calzoncini e boxer li lascio cadere  morbidamente sul pavimento, non posso fare a meno di lanciare a loro uno sguardo infastidito.
Quella strega snob! Penso ancora infilandomi nel box doccia, schermando la visuale con la tendina plastificata  e sollevando la manopola verso l'alto con fare stizzito, un getto d'acqua tiepida mi colpisce i nervi tesi del collo solleticandomi la pelle sudata e un sospiro trapela dalle labbra ora non più incurvate.
Devo sopportarla solo diciannove giorni, altri diciannove giorni e io e Heartphillia ritorneremo a non sopportarci a distanza come prima.
Incurvo appena la schiena poggiando fronte e palmi contro le piastrelle fresche, l'acqua, ora un po' più calda, mi coccola creando in me un lieve senso di pace e uno sbuffo di risata esce fuori nel pensare alla mia piccola vendetta mattutina.
Probabilmente questo basterà ad Heartphillia a non infastidirmi più.
Ma improvvisamente sgrano gli occhi e in un sobbalzo scatto all' indietro nel ricevere un potentissimo getto rovente sulla schiena, così caldo e brutale da scuoiarmi probabilmente e, urlando un: -Ma che cazz...-  barbaramente interrotto dalla mia retro scivolata, in un contorsionismo olimpionico mi aggrappo istintivamente con le dita alla tendina che regge appena il mio peso.
In un battito di ciglia mi ritrovo sul pavimento: dolorante, spaesato e avvolto da una tenda di plastica, ci vuole qualche minuto prima che metabolizzi l'accaduto e tornando lucido scatto in piedi, digrigno i denti e coprendomi con un asciugamano legato intorno ai fianchi ritorno in cucina a passo di carica.
Non mi stupisco nel trovare Heartpillia accanto al lavabo comodamente poggiata con la schiena sul ripiano, in mano un bicchiere colmo d'acqua e le labbra incurvate in quella che sembra chiaramente soddisfazione.
-Ops.. avevo sete- ghigna angelicamente nel mettermi a fuoco, facendosi seria quando fronteggiandola mi avvicino a lei.
-Perché vuoi rendere questa convivenza un inferno?- mastico rabbiosamente in un  sorriso sforzato ma lei arriccia le labbra vaga -Non so di che parli- mugugna voltando il viso da una altra parte ma quel suo sguardo fugace sul mio petto nudo non mi sfugge.
-Heartphillia- ringhio nervoso tentando sempre quel falso sorriso di cortesia, sporgendomi verso di lei istintivamente -Avevamo detto che avremmo diviso la casa tranquillamente- le ricordo ma poi mi sorprendo nel vederla annuire a capo basso, portarsi un mano sul volto e mugugnare un qualche: -Si- lamentoso e.. e piangere?
Lucy inizia a piangere e io  perplesso e istintivo premo un palmo contro la superfice  del bancone avvicinando il mio viso verso il suo.
-Ma che...-
-Ecco io vorrei ma sai è un periodo difficile per me...- mormora tra un singhiozzo e l'altro, coprendosi il volto tra i palmi -E' sarebbe più facile  se tu decidessi di tua spontanea volontà di lasciarmi la casa...-  continua a singhiozzare e io inarco un sopracciglio.
Una altra seria di mugugni e singhiozzi strazianti si susseguono mentre sempre più inespressivo la guardo -Heartphillia- la chiamo apatico, lei scosta appena le dita liberando un occhio, sbirciando pronuncia un flebile: -Si?- speranzoso.
-Ci conosciamo da cinque anni  e ormai l ho capito quando piangi davvero... e quando fai finta!- la smaschero ghignante nel vederla stringere i pugni e ringhiare un -Ah!- stizzito tra i denti.
Con questo trucchetto mi ha fregato un bel po' di volte durante i nostri cinque anni di faide e conflitti ma ora non ci casco più.
Restiamo a guardarci, ha le guance gonfie e gli occhi puntati nei mei con sfida, mi sta sfidando e divertito voglio sfidarla anche io, ma a modo mio ovviamente.
Un sorriso mellifluo spicca sul mio volto -Ti creo imbarazzo vero?- insinuo avvicinandomi un altro po', racchiudendola in un cerchio nel premere anche l'altro palmo contro la superfice, lei socchiude appena le labbra dallo stupore e: -E' perché mai? Non è la prima volta che mi ritrovo a dividere lo spazio con te- afferma ma sollevo un angolo della bocca nel notare quel lieve rossore sulle guance e la pelle della gola che si contrae appena nel deglutire.
-Ma ci sono sempre stati in mezzo gli altri, adesso siamo soli- continuo e con due dita le sollevo un lembo di quella orribile maglia maschile da hockey che indossa -Questa poi? Sembri uscita da un dormitorio di suore, perché?- ignoro quel suo: -E' comoda!- piccato.
-Non hai messo la canottiera perché ti senti in disagio con me e la cosa è strana dato che siamo amici, no?- concludo prima che Lucy mi strappi dalle mani il lembo ma senza scostarsi da me.
-Ti dai solo un sacco di arie- soffia così vicina da poterne sentire il suo odore e non parlo di un profumo, ma proprio l'odore buono della sua pelle e sorprendendola sono io a scostarmi senza un apparente motivo, stupito per prima di tale gesto spontaneo. Cade uno strano silenzio e forse sta per dirmi qualcosa ma: -Dobbiamo andare a fare la spesa- dico d'un tratto, lei aggrotta le sopracciglia.
-A parte un paio di uova e il bacon, in frigo non c'era nulla- le spiego e Lucy annuisce appena staccandosi dal ripiano ma quando intuisco che è verso il bagno che si sta dirigendo tento di richiamarla.
-Oih Heartphillia... no eih! Non ho finito!- l'avviso ma Heartphillia continua il suo tragitto, aumentando i passi con vigore finché non arrivo letteralmente a inseguirla correndo per il salotto, con una mano riesco a bloccare il suo tentativo nel chiudere la porta del bagno e varcandone la soglia lei indietreggia.
-E' il mio turno ok?! Tu hai già fatto!- strepita ma in un ghigno mi avvicino a passi lenti indicando la porta alle mia spalle con un pollice -Fuori di qui- le ordino mettendo in mostra tutto il mio ego maschile.
Lei serra la mascella come a non arrendersi ma indugia appena, sa che fisicamente sono più forte, potrei sollevarla dalle braccia tranquillamente o meglio ancora posarmela su una spalla come un sacco di patate trascinandola via da qui.
Ma improvvisamente un guizzo le balena negli occhi, un bagliore di rivalsa che glieli fa dorare quando li punta verso una mensola poco distante da lei.
-No- faccio in tempo a formulare ma Lucy si è già apprestata di colpo nell'afferrare il mio smartphone, stringerlo tenacemente tra le dita e minacciare una sua caduta nel Water.
E mentre mentalmente mi sto auto-denigrando in più lingue possibili, dandomi del coglione e maledicendo quel mio essere cronicamente disordinato, scioccamente avevo abbandonato lo smartphone in bagno appena rientrato dalla corsa, tento un approccio pacifico allungando appena le mani verso Lucy.
-Oi Heartphillia stiamo calmi ok?- In quel cellulare sono contenuti dei numeri importanti, alcuni difficile da reperire una volta persi.
Ma lei ghigna divertita -Non facciamo più lo "stronzo maschilista" vero Dragneel?- mi schernisce -Fuori da qui! Voglio farmi una lunga doccia per riprendere le energie necessarie ad affrontare un tour al supermercato con la tua presenza!- continua mimando poi un finto rilascio dello smartphone da brividi freddi lungo la schiena quando faccio un passo per avvicinarmi.
Ma diavolo, non può finire così!
Agitato cerco una via di fuga e quando in un guizzare di occhi metto a fuoco dei flaconi di creme per il corpo accanto al lavabo, l'idea malvagia di ricattarla viene fulminea, so' di per certo che sono suoi e non di Levy.
Heartphillia è fissata con queste stupide creme di bellezza, non fa altro che parlarne in modo eccitato quando ne acquista qualcuna, parlandone a tutta la compagnia. Almeno quella che per anni avevo considerato una tortura per le mie orecchie ora si rileva fonte straordinaria di un mio possibile rivalsa nei suoi confronti e nell' afferrare un flacone a caso infatti la vedo paralizzarsi e il timore invaderle il volto sottoforma di rughe di frustrazione.
-Che ne dici se questa finisce dritta dritta nel lavabo?- la minaccio svitando il tappo dal flacone tra indice e pollice con fare lento, sporgendolo poi verso lo scarico sento Lucy sussultare.
-Dragneel non fare l'idiota quella  è marcato "Love&Lucky" l'ho pagata 50 jeweels!- esclama implorante incrementando in me la soddisfazione.
Allungo una mano -Ridammi il cellulare e io ti ridò questa stupida crema costosa- le propongo marcando la contrarietà sul costo di un prodotto inutile, ma come si fa a spendere così tanto? Ciò non fa altro che renderla superficiale ai miei occhi.
Lei tentenna -E chi mi dice che mi ridai la crema?- mi dice con sospetto.
-Al mio tre- la rassicuro ed entrambi avviciniamo le distanze mentre ad alta voce inizio a contare lentamente -Uno... due...- siamo sempre più vicini, con tutte e due le braccia sporte in avanti e gli sguardi infuocati ad incrociarsi.
Ma al mio: -Tre!- entrambi non molliamo la presa sull'oggetto dell'altro iniziando così una serie di strattonamenti corpo a corpo e, senza capire il come, mi ritrovo sbattuto contro la parete all'interno della doccia, sotto il sifone, con il corpo di Heartphillia schiacciato contro il mio ancora coperto solo dall'asciugamano.
-Mollalo!- urlacchia lei in un dimenare di mani ma io replico a denti stretti -Mollalo tu per prima!- non credevo fosse così agile e nel tentativo di liberarmi da questa posizione in cui mi ha costretto, colpisco inavvertitamente la manopola. Uno scroscio violento d'acqua gelata si riversa su di noi, Lucy incomincia ad urlare e: -Dannazione- impreco io in un grugnito tentando di spintonarla fuori, ha in mano il mio cellulare!
Ma ecco che la maledizione dell'orribile tendina plastificata a paperelle mi colpisce ancora, abbandonata lì per terra dove l'avevo lasciata, si aggroviglia intorno a una caviglia e nuovamente mi ritrovo sul pavimento: dolorante, spaesato ma in questo caso con il corpo di Heartphillia  sotto di me, nello stesso mio stato confusionario.
Mi sorreggo sui palmi, il flacone della sua adorata crema finito in un angolo accanto al Water, poco più in la il mio smartphone che, in un occhiata fugace, non sembra constatare danni.
Sento dei mugugni sconnessi e rivolgendo lo sguardo in basso, Heartphillia schiude appena le palpebre.
-Tregua?- propone in un lamento e io annuisco abbastanza sconvolto senza ancora sollevarmi, poi le tossicchia e: -Dragneel potresti levare il tuo coso dalla mia coscia ora?!- mi chiede severa e rossa in faccia e solo ora mi rendo conto, in sussulto mi sposto  da lei rotolando su un fianco e mettendomi seduto.
La vedo schizzare via ad alta velocità, sembra aver abbandonato l'idea della doccia e perplesso mi ritrovo ad osservarmi in mezzo alle gambe, l'asciugamano compre ancora tutto sapientemente ma sento il sesso pulsarmi appena, come se qualcosa l'avesse risvegliato.
Non sono in erezione ma ecco...scuoto il capo, lasciamo perdere, è meglio finire questa dannata doccia prima che miss Hyde ritorni all'attacco, sperando che la giornata non mi regali altre sorprese inaspettate.
 

***


Una terribile musichetta da ambienti risuona dagli altoparlanti diramandosi tra corsie e scaffali, l'aria condizionata cade sulle braccia scoperte sotto forma di pelle d'oca data l'eccessiva temperatura fredda adottata per sconfiggere il caldo che affligge questo mese di luglio e io, con un inerzia da corteo funebre, spingo il carrello verso la zona d'accesso commerciale del supermarket non riuscendo ad evitare una smorfia nel pensare che Heartphillia mi stia aspettando proprio lì. Vani sono stati i miei tentativi  di dissuaderla nell' andare insieme ma forse è meglio così... probabilmente avrebbe riempito il frigo di verdura, tofu e soia e il mio povero cuore non avrebbe retto alla mancata visione di una bistecca.
Mi blocco una manciata di istanti quando metto a fuoco la sua figura, voltata di spalle sembra studiare con interesse un cavolo, ha i capelli biondi sciolti così lunghi da ricaderle oltre le spalle appena scoperte dal profondo taglio posteriore  del vestitino che indossa, le zeppe alte slanciano la sua figura già ben proporzionata e non posso  che restare perplesso nell'assurdo pensiero appena concepito: se non conoscessi già Heartphillia probabilmente ora andrei a provarci.
Scuoto il capo procedendo in avanti verso la corsia avvicinandomi sempre più a lei, ne ho conquistato più di una al supermarket e la frase era sempre quella:
-Scommettiamo che riuscirei a cucinare quello meglio di te?-
Heartphillia inarca un sopracciglio guardandomi con sufficienza -Dragneel non mangerei qualcosa fatto da te nemmeno sotto bombardamento- mi risponde antipatica riponendo il cavolo nel carello per poi voltarmi le spalle, mi aspettavo una risposta del genere ma la voglia di scoprire una sua ipotetica risposta a una mia  tecnica di abbordaggio era troppa.
Ritorno a seguirla osservandola ancora, solitamente ridacchiano rispondendo un: -Come?- e una sequela di ricette e ammiccamenti conclusi in un invito a cena a casa mia, sono l'epilogo di ogni incontro ma è ovvio che con  una strega scorbutica del calibro di Heartphillia ci vuole ben altro per conquistarla: rituali satanici, litri di sangue, carte di credito... mi chiedo come il suo ex l'abbia sopportata per tre anni...
E' bella, non ammettere ciò sarebbe da ipocriti ma quel suo carattere... mi irrigidisco quando si volta di scatto osservandomi cupa -Se hai finito di fissarmi il sedere dovresti aiutarmi a fare la spesa- mi informa e io mi scuoto sorpassandola -Non ti stavo guardando il culo- le dico in una mezza bugia, perché un paio di occhiate sfuggenti ci sono state ma è puro istinto maschile.
-E comunque potevi startene a casa-
-Per carità! Avresti riempito il frigo di carne...- dice osservando un paio di barattoli di conserva, ovviamente sceglie quella alle ciliegie e io avrei preferito la marmellata di more poi afferra un pacco di biscotti e: -Io li mangio solo al cioccolato- le faccio presente buttando nel carrello i miei preferiti, esplicitamente criticati dal suo sguardo scettico.
-Classici sono più buoni- dice difatti scegliendoli e sistemandoli dentro prendendo poi il comando del carrello, scandagliando i vari scaffali e scegliendo un qualsiasi prodotto che non vada a genio con i miei gusti senza nemmeno prendermi in considerazione, caparbio allora la raggiungo arraffando  lo Yogurt ma intero, il te ma al limone e il pane non integrale nel tragitto.
Il suo sguardo apatico guizza dai miei prodotti buttati nel carello a me -Li avevo già presi io- ribadisce con cipiglio e studiando il mio sguardo capisce le mie intenzioni -Finiremo per fare due spese così- sbotta poi ma io non curante rivolgo l'attenzione verso i vari barattoli di salse che ho difronte tastandone qualcuno con l'indice.
-Abbiamo gusti diversi non è una novità- mormoro -Mi chiedo se ci sia una qualcosa che possa piacere ad entrambi- le chiedo poi guardandola di sottecchi, lei sembra pensarci, voltarsi piano verso gli scaffali e scrutare i gusti delle salse.
-Mouse al Formaggio?- le chiedo sporgendole il barattolo che lei in un sorriso raccoglie tra le mani -Si l'adoro!- esclama ma quel: -A me fa proprio schifo- le fa incurvare le labbra in una smorfia.
Lo getta all'interno e picchiettandosi un dito sulle labbra mi affianca: -Ci sono milioni di gusti, c'è ne sarà uno che piaccia ad entrambi- mugugna pensosa.
-Arrenditi Heartphillia... non c'è nulla che possa piacere ad entrambi- ma Lucy sembra avere preso la questione a cuore data la testardaggine di cui è forgiata e speranzosa  afferra un barattolo tra i tanti.
-Questa salsa all'aglio?- esclama raggiante ma io sussulto quasi indignato.
-Sei pazza forse? Lo sai benissimo che sono allergico all'aglio! Potrei avere uno shock anafilattico !- protesto con qualche ottava di troppo facendola accigliare e arricciare le labbra verso il vasetto -Allergico? Ho notato i tuoi rifiuto verso l'aglio quando si cena tutti insieme ma pensavo fosse snobismo- scrolla le spalle nel dirlo riponendo il barattolo nello scaffale sotto il mio sguardo perplesso.
Davvero credeva che non mangiassi pietanze che contenessero l'aglio per evitare un alito cattivo?
Riprende in mano il carrello avanzando verso il reparto igiene, a passi lenti la seguo pensoso. Ci conosciamo da anni ormai, usciamo spesso insieme e volente o nolente abbiamo condiviso un sacco di momenti insieme a gli altri eppure mi rendo conto che entrambi non conosciamo bene fino in fondo l'altro. Come non è mai interessato a me approfondire la conoscenza di Heartphillia, anche lei si è ben tenuta l0ntana dall'argomento ed entrambi ci siamo fermati a una semplice conoscenza formale nonostante ci vediamo quasi tutti i giorni, vicinato a parte.
Immerso dai pensieri non mi accorgo di esserle vicino, le braccia di Lucy piegate a cerchio sono colme di ingombri -C'è l'offerta treXdue in questo reparto!- esclama raggiante passandomi quella marea di prodotti. Ancora sovrappensiero accetto il tutto passivamente e solo abbassando lo sguardo focalizzo prodotti femminili stretti tra le mia braccia: Deodoranti alla lavanda, Cerette, cremine, rasoi da donna e un pacchetto viola. Con interesse scruto quest'ultimo con attenzione e non posso che emettere dalla gola un suono strozzato nell'accorgermi che è di un pacco di tampax che si tratta.
Schifato lancio il tutto, sopratutto gli assorbenti, nel carrello ma Lucy continua a cinguettare allegramente su questa dannata offerta e in un fallito tentativo di fermarla lei si volta di scatto passandomi un'altra confezione di tampax.
-La vuoi piantare?- le ringhio con imbarazzo conficcando le unghia nella confezione di cartone e Lucy batte le palpebre interdetta -Che c'è?- mi domanda innocente.
Sospiro pesantemente roteando gli occhi da un altra parte, ma qualcosa mi distrae e concentrando meglio lo sguardo là dove casualmente l'avevo puntato, ovvero verso il reparto d'informatica poco distante da questo, sussulto sorpreso difronte al grandioso colpo di fortuna appena ricevuto: biondo, ben spallato, espressione severa, non c'è dubbio quello è proprio Laxus Dreyar!
Gonfio il petto di sicurezza e senza dare più ascolto a ciò che Lucy blatera, mi dirigo verso Laxus con l'intenzione di farmi dare una seconda occasione, insomma quante possibilità c'erano di incontrare casualmente Dreyar in un supermarket dopo l'appuntamento disastroso di ieri sera?
La mia buona stella sembra ritornare a risplendere  dopo la serie di eventi sfortunati che mi ha colpito dal giorno del matrimonio e a me non resta che cogliere l'occasione al volo!
Mi avvicino piano, Laxus non si accorge di me, troppo intento a studiare criticamente quella serie di i-pod disposti in vetrina ma quando tossicchio e azzardo un: -Ti consiglio l'ultimo modello touch screen- in un tentato approccio casuale, i suoi occhi di un tenebroso color grigio-ghiaccio mi puntano con fare interrogativo, poi mi studia il volto, inarca un sopracciglio  e: -Dragneel, ci incontriamo ancora- afferma in tono freddo accennando appena una punta di fastidio nel riconoscermi, riportando lo sguardo verso la vetrina senza più degnarmi di attenzione visiva.
-Fortuna vero? Proprio stamane ho sentito i ragazzi, si esibiranno all' Honey Bone stasera e ci farebbe molto piacere se tu venissi a ved-
-Abbiamo già parlato di questo ieri sera e ti ho già detto che non sono interessato- mi interrompe austero senza guardarmi ma digrignando i denti io non mi do per vinto.
Concitatamente ritorno a parlare e gesticolando riporto la sua attenzione su di me -Ma Laxus devi dare a loro un'opportunità! Non sai l'occasione che stai perdendo, questa band è fenomenale!- concludo in un sorriso sicuro di me ma Dreyar mi osserva con cipiglio focalizzando uno sguardo piuttosto perplesso verso un punto preciso, tra le mie mani le quali stringono ancora tenacemente il pacco di Tampax.
Solo ora mi accorgo in un singulto di averlo portato con me e lanciandolo in qualche punto remoto tra gli scaffali mormoro un: -Non sono miei- imbarazzato -Laxus se...-
Ma nuovamente vengo interrotto da un Dreyar visibilmente irritato -Il mese scorso un tizio voleva che lanciassi il suo chihuahua come cantante emergente- mi dice lasciandomi momentaneamente interrogativo -Ma se dessi ascolto ad ogni proposta spropositata la FairyHeart andrebbe in rovina, quindi ti pregherei di evitarmi in ogni modo la tua presenza- conclude lanciando un occhiata eloquente verso il dito medio di Bender e io capisco benissimo cosa voleva dirmi fin dall'inizio.
Mi ha preso per un idiota esaltato e poco professionale ma non è così! Quei ragazzi meritano sul serio una possibilità e non posso permettere che a causa mia non riescano a sfondare nel mondo della musica!
Sto per dire qualcos'altro, una qualsiasi cosa pur di convincerlo ma l'alto parlante annuncia con clamore il mio nome.
-Dragneel è atteso in reparto farmacia, ripeto Natsu Dragneel è urgentemente atteso per ritiro pannoloni per uomo anti incontinenza- dice la voce metallica diramandosi tra me e Laxus.
Stringo gli occhi dalla vergogna sentendo addosso lo sguardo di Laxus e -No non è come pensi- farfuglio miserabile e invano perché  lui mi sorride -Certamente, ti auguro buona giornata ora se non ti dispiace dovrei andare.... e anche tu hai da fare qualcosa di urgente- dice in una stiratura di labbra sottili per poi voltarmi le spalle e lasciarmi in preda ai miei mugugni minatori verso Heartphillia.
So che c'è il suo zampino dietro a questo scherzo, ho sentito in lontananza la sua risata gracchiata mescolata con la voce dell'avviso, la stronza si è vendicata per quella stupida battuta sulla suora probabilmente. Stringendo i pugni marcio verso il reparto farmacia prima che un secondo avviso dalla totale mancanza di riservatezza mi colpisca, ah se me la paghi questa!
 

***


Con un paio di sacchetti della spesa afferrati tra le dita  e un pacco di pannoloni stretti al petto, con il braccio libero armeggio con le chiavi fino a riuscire ad infilarle nella toppa e aprire la porta di casa Redfox. Heartphilia è dietro di me lamentando una mia mancata cavalleria nell'averle lasciato di proposito i sacchetti più pesanti a lei ma senza badarle varco la soglia avanzando in cucina e parcheggiando la spesa sul tavolo, compreso il pacco di pannoloni il quale sono stato costretto a comperare dato che Heartphillia ne aveva confermato l'acquisto irrevocabile sotto il mio nome.
La vedo raggiungermi, abbandonare i suoi sacchetti sul tavolo e senza degnarli più di attenzione, velocemente saettare via dalla cucina lasciandomi appena sopreso, solitamente è pignola, sono io quello disordinato.
Osservo con noia la spesa da mettere in ordine e, a parte riporre il gelato nel freezer e al sicuro dalle intemperie del caldo, decido di rimandare tutto a dopo, insomma se può farlo Heartphillia posso farlo anche io no?
L'idea è quella di schiacciare un pisolino pomeridiano dato la mattinata infernale che mi è toccato subire e con sollievo, raggiungendo il salotto, scopro che Heartphillia si è impossessata del divano e quindi ho il letto tutto per me.
Ma incuriosito mi avvicino a lei, a gambe incrociate tasta concitatamente il telecomando del lettore dvd, illuminandosi tutta quando dallo schermo appare la sigla di "Lost".
-Heartphillia ti dispiace se uso il letto?- le domando accigliato lei mi rivolge uno sguardo veloce -Fai pure- mi dice svolazzando una mano riportando immediatamente lo sguardo verso il telefilm.
Per la seconda volta il suo atteggiamento fin troppo cortese mi stupisce.
Spontaneamente rivolgo lo sguardo verso la scatola di cartone posizionata ai piedi del divano, mi accorgo che tra un album di fotografie, la serie completa in dvd di Lost, una tazza e un osso di plastica per Plue, questi sono tutti oggetti di Lucy portati da casa sua.
-Quanto tempo ti ha dato Gildart?- le domando di getto, lei mugugna: -Un po'- vagamente in una scrollata di spalle e io storco un occhiata eloquente: donne,  le basta uno sfarfallio di ciglia per rincoglionire noi uomini...
-Stai riguardando Lost?- le chiedo poi senza motivo, qualcosa mi attira a domandarglielo.
-Lo sto seguendo per la prima volta, ho comprato tutta la serie completa e me lo sto divorando, sono ancora alla prima stagione!- le sfugge, troppo eccitata all'idea di guardarlo da non rendersi conto dell'errore appena compiuto -Sono in febbrile attesa di sapere il destino di Boone- continua
-Capisco- ghigno -Io l'ho già visto tutto sai, sarà finito da sei anni tipo...- le dico con voce mielata di malefiche intenzioni e Heartphillia sembra finalmente accorgersi della cazzata fatta, si volta piano verso di me, il telecomando stretto spasmodicamente tra le mani.
-Non ti vendicherai dello scherzo dei pannoloni rovinandomi il finale della puntata, svelandomi se Boone muore o no, vero?- mi chiede con timore ma io le sorrido -Tranquilla non lo farei mai!- la rincuoro scenicamente facendola ridacchiare nervosamente.
-Ora vado a schiacciare un pisolino, ti lascio in pace a guardare il tuo Lost- la informo e quando sto per chiudermi in stanza da letto, lasciandola sollevata e tranquilla, sporgo il busto verso di lei, che di spalle ignora le mie intenzioni.
-E non temere per Boone! Non ci crederai mai ma a fine stagione scoprirai che in realtà sono tutti morti fin dall'inizio!- esclamo raggiante facendo in tempo a registrare la visione della faccia di Lucy pietrificata dallo stupore.
Bastardamente soddisfatto continuo a ghignare chiudendomi la porta alle spalle buttandomi poi sul letto.
Ben ti sta Heartphillia, mai giocare con il fuoco di Natsu Dragneel...
 


ANGOLINO DI DAIMLER: Buon giorno a tutti! Sono riuscita ad aggiornare velocemente anche il terzo capitolo di questa storia che vedo con piacere che sta piacendo a molti!
Ne sono davvero felice dell'entusiasmo con cui avete accolto questa nuova fic e io spero di cuore che anche questo cap. vi abbia strappato una risata.
Vi chiedo scusa se ho nuovamente spezzato un capitolo che doveva in realtà essere unico, a metà. Ma la realtà è che non me la sentivo di mollarvi un malloppone di 30 pagine di Word e nemmeno tagliare alcune scene per renderlo più corto, ma dosarvi questa storia nella giusta lunghezza a capitolo a  mio parere, prometto che mi impegnerò a non tardare con la seconda metà di questo capitolo e quindi aggiornare al più presto.

Volevo citare: _Yuki00_ - Tanomax - Bacikiss12 - Nalufan- Millinamilletta- Hanae- Veroniska e Maskless per aver lasciato un piccolo commento alla storia.

GRAZIE A TUTTI!
Un bacione a presto!

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Capitolo 4
*** Pace in tempi di guerra-pt2 ***



4
-Pace in tempi di guerra-

(Seconda parte)

 

-Lucy:


~Rovisto con apprensione all'interno di un cassetto della cucina, so di per certo che tra le varie cianfrusaglie vi è nascosto da qualche parte anche ciò che al momento mi serve con estrema urgenza e, con la lingua pizzicata tra un angolo di labbra, continuo la mia ardua ricerca.
Non mi do per vinta, saranno venti minuti che sto cercando invano in questa casa quel dannato oggetto e quando ormai la speranza sembrava essere svanita, ecco che con fortuita casualità apro questo cassetto provvisto di un sacco di roba differente messa qui a caso: un timer da forno, delle forbici, un rotolo di spago, un blocco di memo e... in un sussulto gioioso afferro tra le dita quello che stavo cercando: un pennarello!
Ghigno nel toglierne il tappo e studiarne con soddisfazione la punta grossa intrisa di inchiostro nero e indelebile, l'odore intenso di alcool mi stuzzica in maniera irritante le narici ma non posso che respirarlo a pieni polmoni e inebriarmi di questo profumo che sa di vendetta e soddisfazione mentre ridacchio follemente.
Continuo almeno finché, l'odore troppo intenso dell'indelebile dalle narici finisce dritto al mio cervello, atrofizzandomelo in un lieve capogiro. Ok direi di piantarla con la scenica teatrale e rinfilando il tappo sorrido in maniera diabolica nell'indirizzare lo sguardo verso la stanza da letto.
Di soppiatto mi muovo a passi veloci rasente alla parete, trattenendo anche il respiro pur di non fare nessun minimo rumore, mi sento tesa ma non posso permettere all'ansia di rovinare il mio piano diabolico ma quando ormai sono a pochi centimetri dalla porta, una presenza difronte a me che mi inqueta attira il mio sguardo verso il basso.
Un espressione colpevole appare sul mio volto, deglutisco un: -Happy...- nel guardare il gattone di Dragneel osservarmi con fare sospetto, seduto sulle zampette inclina appena il capo di lato studiando ogni mio dettaglio visivo con  quegli occhi tondeggianti.
Calma Lucy calma, mi ha beccato in flagrante ma basta dimostrare indifferenza e naturalezza no? E' solo un gatto... di Dragneel poi.
Fissandolo  negli occhi allora, gonfio appena il petto dimostrando la mia superiorità, le iridi vanno ad incastrarsi con quelli rame di Happy ma: -Ha iniziato lui!- sbotto battendomi una mano sulla coscia dopo qualche secondo silenzioso, non riuscendo a reggere più il suo sguardo condannatore, gesticolando e sventolando il pennarello  nel movimento di mano.
-Mi ha spoilerato il finale di un'intera serie, tu cosa avresti fatto al mio posto? Come minimo gli avresti trappato la faccia a brandelli! Io mi limito solo a decorargliela...- mi giustifico a tono basso e sicuro, un palpito di esitazione ne tradisce l'intenzione, la voce mi trema appena  ma il gattaccio mi sta mettendo soggezione.
Restiamo ancora a fissarci intensamente ma poi Happy solleva un zampa leccandosela indifferente e io mi sento improvvisamente stupida. Osservo lo spazio del salotto che ho difronte  inarcando un sopracciglio nel constatare che ho appena parlato con un gatto e che la cosa è abbastanza bislacca... scuoto il capo con forza riprendendo lucidità, è tutta colpa di Dragneel! Quel ragazzo mi farà ammattire del tutto un giorno...
Accantonato il momento con Happy mi paro davanti alla porta, tra le dita ne racchiudo la maniglia in ottone e lentamente la faccio scattare verso il basso, attenta a non produrne il rumore.
Mi basta creare appena uno spiraglio per far capolino e dare un occhiata furtiva nella stanza, come sospettavo Dragneel dorme ancora beatamente, se ne sta  a gambe e braccia larghe, supino in mezzo al letto a due piazze e fortunatamente vestito almeno dei Jeans.
Il volto mi si infiamma nel pensare solo ora che avrei potuto trovarmelo nuovamente nudo e con tutta l' attrezzatura in bella vista, l'esigenza della vendetta ha offuscato la mia lucidità e quella brillante prevenzione che solitamente uso per ogni mio piano d'attacco nei confronti di Dragneel, ma diamine se mi ha fatta indiavolare!
Solo qualche ora fa ero la ragazza più felice su questa terra: seduta su un divano e sfidando perfino i trentotto gradi di  temperatura pur di stringermi un cuscino al petto e soffocarci dentro ogni rantolo o sospiro sognante, guardando quella serie tv che tanto mi piaceva ma che Natsu mi ha rovinato spoilerandomi il finale di serie. In pochi secondi ha disintegrato in me quella curiosità, quella voglia di scoprire con entusiasmo ogni avvenimento, ogni singolo episodio.
Se ho mantenuto la calma fino a questo momento è stato solo a quei quaranta minuti di stato comatoso in cui ero caduta a causa della rilevazione scioccante di Dragneel e a poi, quella conseguente chiamata di una ignara Cana sul mio attuale stato emotivo, nell' andare a prendere un gelato in centro.
E come si può rifiutare un abuso di zuccheri e grassi in un momento così difficile? Semplicemente non si può!
Ma ora sono tornata, straripante di vendetta e voglia di rivalsa e stringendo tenacemente la mia arma tra le dita, saetto all'interno della stanza in punta di piedi. Mi avvicino al letto ghignando di soddisfazione mentre il bastardo dorme sonni tranquilli ignaro di ciò che presto combinerò su quel suo bel visetto.
Un sorriso diabolico si allarga sul volto nel stappare il pennarello, infilare il tappo alla base e accorciare le distanze dal materasso. Percepisco la tensione del momento che mi fa tremare impercettibilmente e seccare la gola ma imperterrita continuo la mia breve avanzata fino a raggiungere Dragneel e constatare in una fugace occhiata, che dorme sereno e sopratutto profondamente.
Ha le labbra appena schiuse, il respiro lento e il petto contratto in un dolce sali scendi, sembra quasi sorridere nel sonno e io mi fermo un istante con la punta del pennarallo a mezz'aria a guardare il volto di Dragneel: I tratti, ora rilassati, sono decisi e virili rendendolo attraente e accattivante, il tutto incorniciato da quella zazzera di capelli rosa,  non troppo corti ma nemmeno esageratamente lunghi, il giusto per fiondarci le dita.
Mi scuoto da questa serie di pensieri inappropriati e sporgendomi verso di lui, allungo il braccio armato che trema dalla tensione, voglio pasticciargli la faccia e per quanto questa vendetta sia indubbiamente infantile, non posso che ammettere la soddisfazione nel pensare di conciargli il suo bel visetto da stronzo. Ma appena mi sporgo un tantino in più, mi irrigidisco perdendo qualche battito di cuore nel sentirlo mugugnare nel sonno e voltare poi il viso di profilo.
Respiro a fondo artigliando con le dita una porzione di tessuto tra i seni e, tachicardia a parte, ritorno a compire la mia vendetta, poggiando un ginocchio sul materasso e il palmo oltre il corpo di Nastu senza sfiorarlo con il braccio.
Nel posare la punta dell'indelebile sul suo volto e tracciarne qualche ghirigoro trattengo il respiro, ma Natsu sembra dormire profondamente e per nulla disturbato dai miei tocchi d'inchiostro. Sollevo un angolo della bocca quando, scostando la punta, osservo compiaciuta il mio lavoro: è come se la faccia di Dragneel si fosse appena schiantata contro un quadro di Kandinsky...
Gongolante ma ancora non  pienamente soddisfatta.
Mi manca l'altra metà di volto e delicatamente poso indice e medio sullo spigolo del suo mento in modo da inclinare il viso di Dragneel verso di me ma quando sto per posare nuovamente la punta sulla sua pelle quel: -Heartphillia- sbiascicato in un mugugno mi fa sprofondare il cuore nello stomaco.
Resto immobile ma Dragneel sembra dormire ancora, che stesse parlando nel sonno? Poi però sorride ancora ad occhi chiusi e quasi non sobbalzo nel percepire le sue dita accarezzarmi un fianco e salire fino alla scollatura posteriore del vestito, solleticarmi la pelle della schiena con i polpastrelli.
-Sapevo che prima o poi avresti ceduto- mormora in un ghigno senza sollevare le palpebre, io roteo gli occhi e: -Che pallone gonfiato- ma lo penso soltanto, ancora non mi ha scoperto e dato che pensa che ci stia provando è meglio farglielo credere ancora per un po', il giusto per lasciare la stanza senza che lui si accorga della mia vendetta.
-Si- dico piano assecondandolo solo con le parole mentre le dita di Dragneel, sempre più audaci, mi accarezzano i capelli fino ad ingarbugliarli, facendomi  tentennare un poco  perché porca miseria devo ammettere che è piacevole quando ti coccolano dietro la nuca ma, autoimponendomi che è di Dragneel che si tratta, tento di scostarmi da lui lentamente prima che apra gli occhi e mi becchi con pennarello alla mano.
-Ma mi vergogno... continua a dormire- soffio sempre più nervosa e zero salivazione.
Sto per posare un piede sul pavimento, ma prima che possa tirare un  sospiro di  sollievo, Dragneel mi afferra per le braccia sbattendomi contro il materasso, sovrastandomi con la sua figura possente e nell'impatto lascio scivolare dalle dita l'indelebile cha dal pavimento rotola fino a scomparire sotto il letto, inghiottito per sempre probabilmente...
E adesso che faccio? Dragneel ha spalancato gli occhi e schiuso le labbra in un ghigno malizioso, se ne sta in ginocchio tra le mie gambe e i palmi che prima bloccavano i miei polsi, ora scivolano lungo le braccia fino a posarsi sulla morbidezza del letto in modo da puntellarsi meglio. Deglutisco ma almeno non mi ancora scoperto e: -Avanti tirale fuori- mi dice ghignando, facendomi corrugare le sopracciglia indignata oltre ad imbarazzarmi a livelli esorbitanti.
Incrocio le braccia sul petto -Be che non fossi un tipo romantico l'avevo capito ma chiedere così a una ragazza... in un momento così dolce poi- borbotto quasi offesa inclinando il volto da una altra parte, insomma che ne sono state delle carezze di prima? Non che volessi fare qualcosa con lui, ovvio e stringendo meglio le braccia sui seni gliene nascondo la vista.
-Heartphillia- mi chiama lui, dal tono di voce percepisco cipiglio e sollevando gli occhi verso lo sguardo di Natsu lo trovo a fissarmi con sufficienza -Piantala con la farsa, so di per certo che stavi complottando qualcosa, avanti tira fuori le forbici... volevi tagliarmi i capelli no?- mi domanda inclinando il capo di lato.
-Ah- mugolo io con perplessità, il rossore della vergogna che si estende da un orecchio all'altro, ma cosa diavolo avevo capito?
Devo ammettere che a volte sottovaluto la sua intelligenza, sollevo appena il capo per negare tutto ma quando sto per schiudere le labbra resto in silenzio a causa del pensiero appena concepito, un pensiero brutale con lo stesso impatto di un pugno nello stomaco.
Quindi anche lui non ci stava provando con me.
Dragneel mi osserva interrogativo e io sono ancora immersa nel momento, ciò che mi sconcerta è la mia reazione, mi ha dato fastidio scoprire che lui facesse finta... perché?
Ego femminile, è solo ego femminile.
-Heartphillia- mi richiama nuovamente, la voce carica di impazienza e io scuoto il capo sorridendogli dolce -Non so di che parli- gli dico senza però intaccare il suo sguardo sospettoso.
-Che ci facevi qui?- mi domanda tenendomi ancora intrappolata tra il materasso e il suo corpo seminudo.
-Volevo solo svegliarti... dobbiamo andare al Fairy stasera ricordi? Insieme a tutti gli altri...- farfuglio tentando una via di uscita da questa situazione usando la mia tipica astuzia, fortunatamente è stata proprio Cana a ricordarmi  dell'uscita tutti insieme per questa sera, gli ultimi due giorni sono stati un vero è proprio delirio insieme a Dragneel e probabilmente anche lui se ne deve essere dimenticato.
Mi osserva ancora, come a leggermi dentro e io gli sorrido a trentadue denti -Niente forbici vedi?- continuo sicura dato che effettivamente su questo non sto mentendo, sollevando i palmi parallelamente al mio volto per dargliene prova ma Natsu corruga le sopracciglia cambiando appena le forme astratte dell'inchiostro che gli segnano metà viso.
-Mi sembra strano- afferma mantenendo il suo sospetto sulla mia totale, quanto fasulla difatti, gentilezza -Insomma non sei arrabbiata per Lost?- mi domanda poi tenue, con un dito a darsi una grattatina su uno zigomo e l'espressione appena lontanamente dispiaciuta.
-No- rantolo con voce strozzata e labbra stirate in un sorriso plastico, conficcando le unghia nel lenzuolo pur di mantenere la calma -Quel telefilm non era poi così interessante... probabilmente fra un paio di puntate avrei smesso di guardarlo- mento -E poi siamo pari no? Con lo scherzo dei pannoloni dico..-
Natsu sembra imbarazzarsi appena, bofonchia un: -Già- stizzito e io devo trattenere le risate per non fare saltare la copertura, ma lo scherzo dei pannoloni è stato geniale dai!
Osservo il suo viso rivolto da un altra parte, Natsu sta meditando su chissà quale cosa e quando sono certa che tutta questa pantomima sia servita a qualcosa, vedo Dragneel sollevare vagamente gli occhi proprio verso la parente difronte.
-No- Sussulto dal timore che possa scoprire tutto, istintivamente gli intrappolo il volto tra i palmi trascinando il suo sguardo perplesso verso il mio in modo da impedirgli di specchiarsi alla specchiera dell'armadio posizionato proprio contro quella parete.
A causa della mia avventatezza, sgrana gli occhi di un intenso verde sincero, osservandomi stranito e incredulo.
L'impatto che hanno su di me quei suoi occhi grandi viene fuori sotto forma di un muto sussulto sorpreso: non avevo mai notato quelle screziature dorate, a dire la verità non ho mai pensato che potessero essere così belli gli occhi di Dragneel. Schiudo le labbra per dire qualcosa ma ne esce solo un flebile rantolo, ho agito d'istinto senza pensare e ora sono incapace di fare altro se non restare con le punte delle dita tra i suoi capelli fulvi rimanendo entrambi assorti in uno strano silenzio.
-Heartphillia stai bene?- mi chiede, il tono appena roco e io annuisco ma poi mi schiarisco la voce, qualche parola che esce dalla gola un poco gracchiata e: -Che ne dici di una tregua? Per il bene della convivenza- formulo a fatica sforzandomi di sorridere dolcemente e socchiudere gli occhi a mezza luna.
Dragneel mi studia attentamente -Ok, tregua- annuncia.
Io sorrido ancora lieve, la schiena ancora pressata contro il materasso, il suo corpo ancora a intrappolare il mio e il sorriso che sta per mutare in una paresi: -Dragneel puoi levarti ora...- mormoro nervosamente sperando che si sollevi dal letto senza notare il suo riflesso allo specchio ma ecco.. perché diavolo non si sposta?
Annuisce ma non sembra intenzionato a spostarsi e quando sto per lanciare un ringhio spazientito e poco signorile, entrambi sobbalziamo a causa di quella  insopportabile suoneria che trilla sonoramente, diramandosi per la stanza.
Natsu solleva gli occhi puntandoli contro lo schermo piatto del suo smartphone che ronza a scatti sul comodino accanto al letto.
-E' Gray- afferma, ma senza ancora liberarmi dal peso del suo corpo sporge un braccio verso il cellulare per afferrarlo e rispondere, spalmandosi su di me fino a premere il suo petto contro il mio.
Inclino il capo di lato deglutendo, Natsu ha muscoli da vendere, gli è bastato allungarsi di un poco per avvolgermi tutta, stringendomi in un abbraccio involontario e caldo.
E non parlo del caldo di luglio, ma di quel calore traditore che sti sta diffondendo tra le mie gambe.
-We bello! Si che mi ricordo benissimo e no non stavo dormendo...- lo sento parlottare concitatamente con Gray, il tono di voce che va ad incrinarsi man mano la conversazione prosegue facendomi roteare gli occhi perché che Natsu e Gray, migliori amici dalla prima liceo, finiscano per bisticciare ogni santa volta, non è una novità ma in questo momento lo trovo ancor più fastidioso dato la totale immobilità a cui sono costretta.
Natsu continua a borbottare ignorando le mie flebili proteste, mi gira la testa, sento il calore del suo torace bollente e il profumo muschiato della sua pelle trascinarmi in pensieri maliziosi. E' Dragneel ma è pur sempre un uomo e io una donna che non fa "ginnastica" da un po' e  poi maledizione ci saranno quaranta gradi in questa stanza e lui dovrebbe essere sudato e puzzare come un pesce vecchio di tre giorni invece no... quasi mi infastidisce quel suo essere naturalmente perfetto!
-Puoi levarti?-  mormoro ancora, sospirando sollevata quando stacca il cellulare dall'orecchio rotolando finalmente via da, mettendosi seduto al bordo del letto con le spalle rivolte alla specchiera per infilarsi le Converse di quel verdognolo dal dubbio gusto.
Mi metto seduta anche io affiancandolo e: -Io sto andando adesso, vuoi un passaggio?- mi domanda arraffando una maglietta tra le tante di quel mucchio, malamente buttate nel sacco nero che sosta incastrato tra letto e comodino.
Arriccio il naso nel vederlo annusarne prima il tessuto e, dopo aver proclamato che si, la maglietta non puzza ed è buona per un altra serata, infilarsela al volo. Sono indignata del suo essere così sciatto e guardandomi intorno noto solo ora con orrore di come la stanza si stia per tramutare gradualmente in una giungla. Vestiti e cartacce di snake e patatine se ne stanno sparsi per il pavimento, quasi non mi viene un tic nervoso all'occhio nel visualizzare addirittura un paio di boxer per metà cadenti su un comò: io odio il disordine e viverci immersa mi fa venire l'orticaria.
-Metti a posto questo casino- sibilo meccanicamente e assorta dalla visione disastrosa a cui sono sottoposta ma lui si volta mugugnando un -Umh?- interrogativo, poi osserva ciò che sto osservando io e: -Ah si, lo farò dopo...- mi dice con non curanza in una scrollata di spalle.
Ma so che non lo farà e io stanotte non riuscirò a dormire in questa stanza nel saperne le condizioni e sopratutto non mi metterò a pulire al posto suo.
-Dragneel- ringhio e Natsu sbuffa -Senti ti ho detto che lo farò dopo quando torno, lo vuoi un passaggio o no?- mi chiede appena esasperato sollevandosi di scatto dal letto per osservarmi infastidito, io sto per rispondergli nuovamente male ma poi qualcosa scatta a molla nella mia testa: lo specchio! E tirandomi su di scatto lo faccio sobbalzare -Si grazie!- urlacchio costringendolo ad avanzare poi verso la porta, chiudendola una volta varcati la soglia del salotto,  come a proteggere all'interno della stanza il mio piccolo e lurido quanto soddisfacente segreto.
Avrei voluto cambiarmi e ripassare il trucco ma preferisco portare a termine la mia vendetta, sinceramente non mi sarei aspettata questo risvolto e che quindi andasse anche meglio di quanto avessi previsto, mi attendono grasse risate al Fairy ai danni di Dragneel e senza più aspettare oltre, corro ad arraffare la borsa lasciata su uno sgabello in cucina.
Mi sistemo i capelli con le mani, stiracchiando anche un po'  le pieghe del vestito intorno alla cosce nel dirigermi verso l'ingresso, Dragneel è ancora in salotto precisamente difronte all'impianto stereo, con metodica attenzione sembra scrutare dei cd, probabilmente ne vuole scegliere qualcuno da ascoltare durante il traggitto.
Forse non lo conosco abbastanza ma quel suo amore verso la musica non mi è mai sfuggito.
-Prendi questo!- esclamo alle sue spalle in un sorriso nel mettere a fuoco la copertina di "X"  ma Natsu ovviamente mi ignora riponendo il cd sulla mensola, reclina il capo nel registrare il mio sbuffo offeso.
-Mi spiace principessa ma nella mia auto non si ascolta musica lagnosa e sopratutto da femmina- mi conferma sorridendo in modo antipatico.
-Ed Sheeran non è lagnoso!- sbotto io a pugni stretti , insomma ha appena offeso il cantante preferito mio e di Levy!
Scrolla le spalle e: -Fidati è meglio questo- mi dice passandomi un cd dalla custodia in copertina nera e uno strano smile contorto giallo impresso sopra, quasi mi inquieta e leggendo un: -Nirvana- sollevo gli occhi verso quelli di Dragneel, col capo reclinato mi guarda con una strana luce negli occhi, come a cercare un riscontro positivo da parte mia ma: -Non mi piace la musica spacca timpani!- borbotto io facendogli contorcere la bocca in una smorfia esasperata.
-E be chi se ne frega! La macchina è mia e decido io! Puoi sempre prendere un taxi- ghigna sfilandomi la custodia dalle mani, io incrocio le braccia al petto accartocciando la faccia in un espressione truce, ha il coltello dalla parte del manico e quindi se ne approfitta sfoggiando quella sua arroganza che mi da sui nervi.
E si potrei prendere un taxi, ma perché spendere trenta jeweels quando potrei arrivarci gratis?
Sorride sfottente e una linea di nero d'inchiostro si corruga insieme alla pelle tirata dello zigomo, basta guardare il volto di Natsu pasticciato dalla mia folle vendetta per calmarmi all'improvviso e pensare che appena metterà piede al Fairy, il senso di soddisfacimento si allargherà in me a livelli estasianti.
Il suo sorriso muta, si spegne e mi guarda a tratti perplessi quando sono io a sorridergli: -Va bene, sei tu il cantautore no? Sicuramente ne capisci più di me - dico e un pizzico di verità ci sta dentro a queste parole dette solo per rabbonirlo e uscire presto da questa casa.
-Be si..- risponde vago stringendo a due mani un paio di custodie senza guardarmi, ora che ci penso Natsu non ha mai vantato il suo talento musicale, rare le volte in cui l'ho sentito cantare ma soltanto durante qualche momento goliardico, quando troppo su di giri sbiascicava qualche nota distorta e io ero troppo alticcia per comprenderne la bravura.
Anche se da ubriaco riesce sempre è comunque a cantare meglio di me probabilmente, dire che sono stonata come una campana è un eufemismo, per questo evito di farlo in pubblico.
-Comunque sei strana- mi dice sospetto ma quel mio: -Nah- con tanto di mano svolazzata sembra dissuaderlo da losche insinuazioni -Te l'ho detto voglio la tregua e convivere serenamente, andiamo?- continuo insistente avanzando verso la porta d'ingresso.
Nell'aprirla mi volto in direzione di Natsu, faccio in tempo a vederlo arraffare un cd posto su un'altra mensola e mescolarlo svelto in  mezzo a quelli che aveva già in mano.
Scrolla il capo difronte alla mia espressione interrogativa e: -Andiamo?- mi dice raggiungendomi, insieme ci chiudiamo la porta di casa Redfox dietro le spalle pronti a una serata dall' apparenza tranquilla.

 

***


Aspiro dalla cannuccia un ultima sorsata di daiquiri alla fragola prima che il tintinnare dei cubetti ghiaccio all'interno del bicchiere, mi avvisi di aver terminato il mio secondo giro di bevuta.
-Te ne faccio portare un altro?- mi sento dire e voltandomi sorrido in senso di diniego  a Mavis, seduta accanto a me. Mi gira già la testa ed è meglio evitare una qualsiasi tipo di sbronza, una volta tornati a casa potrei ritrovarmi Dragneel girovagare seminudo per il salotto.
Aspetta... perché ho appena pensato a lui come una tentazione? Rimango a fissare il fondo del mio bicchiere tentando un ragionamento lucido: si sa l'alcool annichilisce la ragione e aumenta la libidine ma io sono una persona troppo ponderata per cedere al fascino tentatore di Drganeel, nonostante l'astinenza... e il mio sentirmi a volte sola senza un uomo... e quel suo maledetto corpo che sembra avere su di me un effetto mai preso in considerazione prima della convivenza... e...
-Lucy, è tutto ok?- Mavis mi stringe una spalla corrugando le sopracciglia con fare preoccupato strappandomi via dai pensieri.
Scuoto il capo -Si tranquilla- mormoro in un sorriso tirato -E' un periodo faticoso per non parlare di questa scellerata convivenza con Dragneel...tuo cognato mi sta letteralmente facendo impazzire!- sbotto poi sincera facendola ridacchiare divertita e: -Natsu è fatto così... farebbe perdere le staffe anche a un santo- dice scostando la mano dalla mia spalla per portarsela sul suo mega pancione di otto mesi.
-Ma è un bravo ragazzo- afferma poi -Magari questa convivenza potrà annientare le vostre ostilità una volta per tutte- sorride furba guardandomi di sottecchi ma io storco il naso scettica -Non credo proprio- replico sostenendomi il volto con una mano, osservandola.
A palmo aperto muove un pollice sul tessuto bianco del vestitino vaporoso che indossa, che le copre il ventre gonfio che lei accarezza con devozione e non posso che sciogliermi difronte a ciò che sto vedendo. E' sempre stata bella Mavy ma la maternità sembra darle una luce diversa. Con quegli occhi verdi e il viso da eterna bambina, incorniciato da lunghissimi capelli biondi, ha conquistato Zeref tanto tempo fa, ma è stato il suo essere speciale  a farlo innamorare perdutamente di lei. Ma Zeref non è stato l'unico a cadere nel trappolone "Vermillion", Mavis ha conquistato anche me facendomi innamorare di questo posto, la sua seconda casa, il suo amato pub che gestisce da anni insieme al signor Sequen, nonché il nostro sacro luogo di ritrovo con tutta la compagnia.
Sono stata l'ultima persona ad entrare nel "gruppo", in realtà è stata l'unione di Levy e Gajeel a farmi conoscere a gradi  Mavis e Zeref, Mira, Cana  e poi anche Gray e Juvia. E' stata proprio la mia piccolina ad insistere nel farmi nuovi amici quando cinque anni fa dopo l'università, mi trasferii a Magnolia raggiungendola, e meglio di quali se non quelli del suo nuovo fidanzato?
Ma purtroppo conobbi anche Dragneel e quasi non sbuffo una risata nel pensare  a quell'idea malsana di Levy nell'organizzare un appuntamento a quattro, che poi quella serata era iniziata già malissimo, quando l'idiota, a soli pochi minuti dal nostro incontro, mi aveva chiamato Luigi. Mi ero lasciata da poco con Hibiki, il mio storico ragazzo del periodo universitario e Levy voleva solo farmi conoscere qualcuno nonostante i miei continui: -No-.
Ma devo ammettere che la mia migliore amica aveva toppato alla grande quella volta.
Non sono il tipo di ragazza che rimpiazza l'ex con nuove avventure ma: -Al massimo ti farai un amico in più! Natsu è simpaticissimo!- aveva insistito Levy fino all'esaurimento nervoso, il mio almeno. Ma durante quella cena, non eravamo arrivati nemmeno al dolce che già entrambi stavamo dando di matto, insomma Levy mi aveva fatto uscire con un cannibale divoratore di carne al sangue, dal modo di fare poco serio e con un opinione completamente opposta alla mia su qualsiasi argomento affrontato durante l'appuntamento. Mi promisi di non incontrare mai più Dragneel, ma il destino è un gran cialtrone: legai molto con Cana, la storia tra Levy e Gajeel funzionava sempre meglio, le mie visite al Fairy diventarono abitudinarie e senza rendermi conto mi ritrovai a fare parte del loro gruppo. Rinunciare a tutti loro oggi sarebbe per me impossibile.
E poi sarebbe stato anche inutile non frequentarli per evitare Dragneel, dato che un mese dopo me lo sono ritrovato come vicino.
Lo stridio sul linoleum della seduta di Mavis scostata indietro,  mi porta al presente e a rivolgere lo sguardo verso di lei, con fatica tenta di sollevarsi sorreggendosi a palmi ben aperti sul tavolo.
-Devo fare pipì... di nuovo- mi informa stancamente e: -Vuoi che venga con te?- le chiedo ma lei scuote il capo -Tranquilla, sei un medico e sai meglio di me che sono incinta e non incapace di fare qualsiasi cosa come pensa Zeref- mi risponde asciutta rivolgendo un sguardo appena stizzito verso suo marito, intento a parlottare accanto al bancone con Gray e Natsu -E dato che in questo momento è distratto, mi conviene sgattagliolare verso la toilette prima che mi noti, sarebbe capace di tenermi in braccio mentre faccio pipì...- continua mentre io ridacchio perplessa tentando di non darlo a vedere.
-Ha perfino costretto Warred e Mira a vietarmi di girare dall'altra parte del bancone come se fossi un inconsciamente e mettermi a sgobbare, mettendo a rischio fagiolino! Lo sa che vengo qui solo per non stare a casa da sola durante il giorno ma non posso fare ciò che voglio nemmeno nel mio locale!-
-Fagiolino?- balbetto interrogativa
-Non abbiamo deciso ancora un nome dato che ci siamo astenuti nel sapere il sesso, Natsu lo chiama così..- mi spiega facendomi assumere un espressione eloquente... come ho fatto a non arrivarci prima infatti..
Mavis sembra sull'orlo di una crisi isterica nell'elencarmi le forse un po' troppo premurose cure di Zeref, sostenendo che di questo passo la sua morbosità e la sua ansia paranoica la porteranno al manicomio ma poi d'un tratto sembra calmarsi di colpo e la voce sfuma quando sofferma lo sguardo verso il capanello di gente che affolla il bancone.
Sorrido nel vederla guardare solo Zeref, riempirsi gli occhi che diventano lucidi, della sua figura e sfiorarsi ancora la pancia con le dita -Gli ormoni sai.. mi fanno diventare isterica- farfuglia ridente ma io scuoto il capo sorridendole di rimando prima di vederla scomparire tra il turbinio di clienti.
Capisco benissimo tutta la situazione e guardando Zeref l'ha compreso anche Mavis: Questo bambino è arrivato quando ormai entrambi avevano rinunciato all'idea, una sorta di miracolo ma come dice sempre Mavy: -L'amore è la magia più forte di tutte- e il loro è qualcosa di troppo immenso per non creare miracoli.
Rimango così da sola al tavolo: Juvia non ci ha ancora raggiunto, Cana è sparita in un qualche punto imprecisato del Fairy mentre i restanti si sono dileguati, fermandosi a chiacchierare al  bancone.
Il brusio della gente che affolla il Fairy Tail si mescola alla musica che, dalle casse posizionate qua e la per il locale, si diffonde per l'ambiente regalandomi un breve momento di canticchiata silenziosa con tanto di polpastrelli battuti a ritmo sulla superfice del tavolo. Mi guardo intorno notando di come il pub sia ritornato al suo solito aspetto dopo il matrimonio di Gajeel e Levy, il signor Sequen e Mavis avevano gentilmente offerto il posto come location per il dopo cerimonia, addobbandolo a dovere e nonostante Levy e Gajeel potevano permettersi di festeggiare il loro matrimonio in un posto dieci volte più lussuoso, hanno preferito farlo qui, al Fairy Tail.
Lascio scorrere lo sguardo qua è la, immagini di clienti visti e mai visti si susseguono in brevi momenti fatti per lo più da chiacchiericcio e chiazze di colore almeno finché i miei occhi cadono sul quel Cocktail appena fatto scivolare con due dita sotto il mio naso.
Sollevando lo sguardo mi stupisco nel trovarmi seduto difronte a me proprio Dragneel, le braccia conserte sul tavolo e un espressione neutra sul volto.
-E questo?- domando interrogativa indicando con l'indice quello che è chiaramente un Cosmopolitan, il mio preferito.
-Offro io, per simboleggiare la tregua no?- soffia tra le labbra -Mira mi ha detto che è il tuo preferito, volevo solo essere gentile- continua infatti ma il totale scetticismo mi solca il viso facendomi arretrare appena il volto dal drink mentre con le dita ne tocco la gamba del bicchiere.
-Non ci avrai sputato dentro?- domando asciutta facendolo sobbalzare.
-Cosa? no!- sbotta indignato e mi sembra abbastanza sincero, solitamente le sue ripicche non sono vili fino a questo punto ma ecco...
-Non vuoi vendicarti per lo scherzo del pennarello?- mormoro senza guardarlo, un polpastrello a tracciare il bordo della coppetta ma lui sibila un: -No- dal tono tranquillo.
Osservandolo però sembra teso, ha la mascella serrata e un espressione forzatamente rilassata traspare chiaramente dal volto.
-Entrare al Fairy e far collassare dalle risate chiunque mi guardasse in faccia? Facendomi  diventare lo zimbello della serata? C'è gente che ancora mi addita come il "coglione"...- ridacchia non facendomi capire se lo stia dicendo in modo divertito o incazzato.
Ma: -E' stato divertente- conclude poi convincendomi un po'.
-Tregua ufficiale allora?- mi domanda sporgendosi appena verso di me, io sorrido afferrando tra le dita il mio cocktail -Tregua ufficiale- confermo bagnandomi le labbra di quel sapore dolciastro che tanto mi piace. Non facevo Dragneel così maturo a dire la verità ma sono felice che abbia preso lo scherzo sul ridere e che finalmente sia finita la nostra lotta.
-E poi sai ogni tanto è bello prendersi in giro no? Mostrare a tutti qualcosa di buffo, magari fino a  farne le spese ma cosa c'è di meglio nel regalare una bella risata a tutti?- soffia con voce mielata da significati ambigui, un senso di allerta mi scatta nel cervello ma Natsu mi sorride ancora e forse sono io che sto sempre sull'attenti se si tratta di lui.
Restiamo a fissarci, io a cercare qualcosa in quegli occhi verdi ma quel: -Ragazzi, vi porto qualcos'altro?- cinguettato da Mira, mi fa distogliere lo sguardo da Dragneel per puntarlo verso di lei.
Bellissima e raggiante ci sorride con taccuino alla mano e la punta della stilografica  già puntata a scalfirne la carta. La frangetta solitamente costretta in un ordinato codino, il perenne sorriso dolce e la maglietta con la stampa del Fairy, che fa da divisa, le calza a pennello rendendola sexy e provocante in maniera naturale e anche apparente perché Mira ecco...
-Oh! Natsu hai ancora una traccia di pennarello!- esclama infatti leccandosi un pollice prima di sfregare il polpastrello intriso di saliva contro la pelle di Natsu, appena sotto l'orecchio.
Mi porto una mano sulla bocca per non ridergli in faccia, la sua espressione è semidisguatata, un vero e proprio spasso e: -Ok Mira.. non faceva nulla.. grazie- mormora imbarazzato incastrando gli occhi sul tavolo mentre Mira sorride un: -Figurati!- con tanto di mano svolazzata.
La sensualità di Mira solitamente si sgretola difronte a questi atteggiamenti materni, se non da nonna oserei dire... una doppia personalità la sua se non addirittura multipla dato quel suo essere in alcuni momenti  una bimba solo cresciuta in altezza o peggio ancora quando si arrabbia... non auguro a nessuno una Mira arrabbiata! Un demonio scapperebbe con la coda tre gambe in confronto.
-Allora volete ordinare?- insiste.
-Io prendo un doppio cheeseburgher e una birra media- esclama Natsu facendomi accigliare.
-Ma non hai già mangiato prima? E poi a quest'ora?- domando ad impulso, roteando gli occhi quando scrollando le spalle mi risponde un ovvio: -Ho ancora fame-
Un pozzo senza fondo.. ecco che cos'è!
-Io sono a posto, grazie- sorrido cordialmente verso lo sguardo inquisitore di Mira rivolto a me dopo aver appuntato velocemente  l'ordinazione di Natsu. Istintivamente poi distolgo lo sguardo da lei per puntarlo alle sue spalle nel riconoscere il timbro di quella esclamazione giunta in lontananza.
-Juvia vorrebbe un Margarita!- la voce squillante di chi stavamo ancora aspettando si insinua tra le nostre chiacchiere innalzandosi oltre il vociare della gente e passa solo una manciata di istanti prima che Juvia faccia la sua apparsa, schioccando un bacio sulla guancia di Mira e uno anche a me dopo essermi seduta accanto.
-Natsu- lo saluta con un cenno del capo, lui le sorride e : -Signora Fullbuster-  replica facendole affilare il volto in un espressione appena piccata.
-Non sei simpatico- borbotta infatti -Sull'anulare di Juvia non spicca nessuna fede nuziale, quindi Juvia è Juvia Lockser no Juvia Fulbuster- descrive dettagliatamente mostrando il dorso della mano a Dragneel.
-Nonostante gli otto anni di convivenza con Gray-sama- continua senza nascondere una nota acida nel dirlo e io conficco le unghia nel tavolo quando Natsu sibila: -Si può sapere che ti cambia se ti sposa o no? Ti ama l'importante è questo- dato che con questa affermazione prevedo una catastrofe dato la suscettibilità di Juvia riguardo a questo argomento.
-Non è la stessa cosa- ringhia infatti torva.
Fortunatamente Mira sembra prendere in mano la situazione distraendo Juvia nel domandarle come preferisce il Margarida, io ne approfitto per rifilare un occhiataccia storta a Dragneel ma lui ignaro si stringe tra le spalle -E' la verità- afferma ancora, fortunatamente a tono basso.
-Bene!- esclama Mira richiudendo il taccuino e prima di lasciarci si rivolge verso Dragneel: -Natsu per quella cos...- almeno tenta di dire, prima che lui le salti letteralmente addosso e formulare dei concitati: -Si.. si- nel trascinarla lontano da noi.
Io e Juvia restiamo qualche istante basite prima di guardarci e iniziare così a parlottare un po'.
-Turno impegnativo?- le chiedo dando un'altra sorsata al mio Cosmopolitan nel guardarla di sottecchi, lei annuisce stanca -Tra due parti, parecchi monitoraggi e qualche ecografia, oggi è stato particolarmente pesante- mi da ragione infatti arraffando qualche patatina da aperitivo rimasta superstite all'interno del cestino.
Capisco benissimo di quanto stress si accumuli tra le corsie ospedaliere, nonché io sia già ai livelli professionali di Juvia, devo affrontare ancora quest'ultimo anno da specializzanda prima che possa definirmi un chirurgo pediatrico a tutti gli effetti mentre la dottoressa Lockser ha già una carriera da ostetrica di tutto rispetto.
Averla come amica e collega è una grande fortuna, nonostante i percorsi professionali diversi Juvia in questi cinque anni mi è stata di grande supporto in ospedale. Ha un cuore grande ma difficilmente da confidenza a chi non conosce, forse se non avessi avuto la possibilità di conoscerla fuori dall'ambiente lavorativo a quest'ora saremmo solo sue perfette sconosciute.
-E tu invece? Come va la convivenza con Natsu?- sogghigna nel chiedermelo e non mi sbaglio nell'affermare che quelle parole sono rotolate dalla lingua con una certa malizia.
Quasi non mi strozzo con il Cosmopolitan -Juvia!- rantolo in un singulto -Come vuoi che vada?! Un disastro!- esclamo con perplessità mista a stizza ma lei sorride sorniona, punta i gomiti sul tavolo reggendosi il volto tra le mani chiuse a coppa.
-Sarà.. eppure in questa situazione a me sembrate tanto due protagonisti di un film- sospira, storcendo le labbra a quel mio: -Si, i protagonisti di un thriller- sbuffato con noia.
-Volevo dire romantico!-
-Sei tu ad essere troppo romantica- l'ammonisco poi gochicchiando con quel ricciolo di scorza d'arancia che fluttua all'interno della coppetta.
-Forse hai ragione- borbotta lei scrollando le spalle.
-Comunque le cose tra di noi dovrebbero andare meglio d'ora in poi- mormoro  -Niente più ripicche e vendette ma la totale tregua per una convivenza tranqu...- ma la mia voce sfuma fino a spezzarsi perché ciò che ho appena sentito mi ha paralizzato, congelandomi il sangue nelle vene.

https://www.youtube.com/watch?v=RQa7SvVCdZk

Dalle casse non si sta diffondendo più la canzone di qualche attimo prima, ma qualcosa di diverso, di sbiascicato e distorto, fin troppo acuto è terribilmente simile al mio tono di voce.
Orrendamente famigliare.
Anche Juvia sembra notare ciò che sta succedendo guardandosi intorno spaesata fino a focalizzare la fonte da cui proviene il suono sbiascicato della mia voce, come il resto della clientela: la maggior parte di loro hanno spostato il loro interesse verso il palchetto, precisamente sulla parete dove è situato lo schermo a telo per le proiezioni.
Solitamente viene collegato al decoder per trasmettere gli incontri sportivi, ma non è una partita di calcio quello che al momento viene mandato in onda.
-Non può essere- sibilo io afferrandomi tra indice e pollice il ponte del naso senza trovare il coraggio di sollevare il mio viso già infuocato dall'imbarazzo, ma dopo qualche altra nota distorta di "Lady Marmalade" e un boato di risate con tanto di incitamento nei miei confronti, sposto lo sguardo anche io verso lo schermo.
Cio che vedo purtroppo corrisponde a ciò che temevo: I capelli sconvolti, una collana di Ibiscus al collo, un movimento di bacino al quanto provocante accompagnato dalle mani, una tiene stretta una bottiglia di brandy ... aspetta avevo bevuto anche quello? La complicità dei miei cari amici e tutta la follia che si può avere durante una notte d'estate.
La vacanza passata a Galuna qualche anno fa mi ha regalato bei momenti e uno al quanto imbarazzante, proprio quello che al momento viene trasmesso, quando ubriaca a causa di un paio di rum di troppo, mi ero ritrovata a ballare e cantare, se così si può definire quello che sembra più una serie di guaiti di un branco cani,  sul bancone di quel bar all'aperto.
E' raro che io compia follie del genere ma quella sera è terribilmente successo, non  nascondo che mi sia divertita un casino, almeno finché tutto l'alcool ingerito mi si è rivoltato contro... ho passato la mattinata seguente abbarbicata al water dell'albergo che ci ospitava a causa della mia incoscienza e quello no, non è stato tanto piacevole.
E dato la rarità di una tale perla, come non poteva Levy riprendere anche quello con la sua telecamera? Ma diamine le avevo chiesto di nascondere quel video ad ogni costo.
-Come se fosse quello di "The ring" Levy! Uguale!- le avevo istericamente ordinato quella sera a casa sua, quando l'avevamo guardato tutti insieme, compreso il bastardo... so che c'è lui dietro ciò.. avrà cercato con prevenzione il video per tirarmi un brutto scherzo.
Le risate, gli applausi e fischi d'incoraggiamento nel riproporre la scenetta, arrivano al mio indirizzo come un fiume in piena facendomi contorcere lo stomaco dalla vergogna.
Mi sento derisa e presa in giro, odio farmi vedere in tali atteggiamenti sprovveduti e sopratutto stare così a centro dell'attenzione! Ma non mi sento avvilita ma furiosa.
Sono talmente arrabbiata da conficcare le unghia contro il legno del tavolo, masticare una serie di insulti verso il Dragneel e desiderarne la morte istantanea quando visualizzo la sua faccia ridente e soddisfatta, guardare il filmato e ridere con le lacrime a gli occhi.
Sono stanca di lui e delle sue vendette!
-Io lo ammazzo...- mormoro a denti stretti, a ripetizione come un mantra occulto -Lo ammazzo...- attirando le attenzioni di una Juvia allarmata.
-Lo faccio fuori quello stronzo!- urlo poi tirandomi su di scatto, attraversando il salone come una furia, inseguita da Juvia e dai suoi: -Lucy!- concitati. Ma a differenza di come la mia amica pensa, non è a Dragneel che sto puntando ma ben si da un altra parte e approfittando del momento distratto, sorpasso il bancone varcando la soglia della cucina del Fairy.
-Lu calmati... e poi cosa ci facciamo qui!- tenta di rabbonirmi Juvia osservandomi palesemente impaurita.
La cucina fortunatamente è deserta.
-Niente di che.. voglio solo porre fine alla vita di quello stronzo!- blatero io, un folle bagliore che mi attraversa gli occhi nel visualizzare il vassoio con l' hamburgher e la birra destinati a Dragneel.  Ancora follemente accecata dall'odio esasperato che provo in questo momento, arraffo un coltello dalla lama affilata.
-Lu non vorrai accoltellarlo!- guaisce Juvia, sospirando di sollievo poi quando mi vede intenta a triturare un paio di spicchi d'aglio con più foga del dovuto, inarca un sopracciglio interrogativa senza capire le mie intenzioni ma quando comprende ciò che sto per fare mi raggiunge in sola falcata.
-Cerchiamo di essere ragionevoli ok?- farfuglia, ma io ho già imbottito quel panino d'aglio rendendolo una vera e propria bomba. Con metodica precisione posiziono la fetta di pane al sesamo sopra il manzo condito dalla tritura micidiale, Juvia mi blocca un polso e: -Juvia forse ha capito... Lucy, Natsu è allergico all'aglio!-  mi ricorda seria.
-Be sei un medico no? Nel caso sta per morire intervieni tu- borbotto io in un primo momento ma poi incrocio gli occhi blu di Juvia, fa un cenno eloquente col capo e solo ora comprendo cosa diavolo stavo per fare.
-Dio... cosa mi è preso?- mormoro lucidamente scostando le mani dal vassoio per unirle, questa vendetta avrebbe potuto portare a un risvolto molto spiacevole.
-Non sopporto Dragneel, non voglio di certo la sua morte.. o farlo stare male- soffio sincera sentendomi sciocca difronte allo sguardo di Juvia, per nulla severo. Ci allontaniamo dal panino voltandogli le spalle, Juvia mi circonda un braccio intorno alle scapole -Juvia capisce l'esasperazione di Lucy... devi solo tentare di sopportare Natsu un pizzico in più rispetto al solito- mi dice indicando tra indice e pollice la quantità di sopportazione che dovrei avere, a me sembra anche troppa.
-Magari mettendo da parte l'astio, tu e Natsu potreste trovare qualcosa in comune- mi suggerisce in un sorriso ma io scuoto il capo.
-Juvia non c'è niente che potrebbe legarci io e lui siamo agli antipodi... siamo.. ecco siamo come miele e limone- dico indicando con lo sguardo verso il banco di lavoro, quel mezzo limone appunto, distrattamente dimenticato accanto a un barattolo di miele senza tappo.
Anche Juvia sembra darmi ragione, abbassando lo sguardo e stringendosi appena nelle spalle, conosce entrambi, Natsu un po' di più, me un po' di meno ma sa benissimo la veridicità delle mie parole. Niente al mondo potrebbe farci andare d'accordo.
-Sforzati ok? Almeno il giusto necessario per non ucciderlo... saresti sprecata in galera, sei un medico troppo promettente e Natsu... be senza di lui non potrei sposarmi dato che probabilmente Gray sceglierebbe solo lui come testimone di nozze- scherza facendomi sbuffare una risata e annuire convinta.
Juvia ha ragione e: -Che ne dici se ritorniamo di la? Scommetto che potresti vendicarti in qualche altro modo meno devastante- mi schiocca un occhiolino nel dirlo e mi ritrovo ad annuite nuovamente serena.
Ma quando entrambe ci voltiamo per raggiungere la porta, vagamente scopro con orrore la mancanza del vassoio sul banco, l'ordinazione di Natsu è sparita!
-L'hai spostato  tu?- domando nervosamente con qualche ottava di troppo, ma Juvia scuote il capo, uno stesso stato di allerta simile al mio le sfigura il volto ma prima che una delle due possa insinuare che qualche cameriera sia entrata in cucina e preso l'ordinazione a nostra insaputa, distratte dalla conversazione, un boato da confusione proveniente dalla sala ci fa sobbalzare e correre verso quella.
Un capannello di  gente circonda il nostro tavolo e a forza di spintoni riesco a farmi largo raggiungendo il posto.
Non mi stupisco nel trovarmi davanti la scena di Natsu in difficoltà.
-Ma che succede?- sento urlare a Mira, anche Gray sembra notevolmente sconvolto, atipico per lui -Non so! Ha dato un morso al panino e ha incominciato a soffocare!- risponde agitato mentre Dragneel, con la faccia a chiazze rossastre e due mani strette al collo, sbuffa faticosamente una serie di ansiti strozzati, usciti soffocati dalla gola.
Senza perdere tempo intervengo e agendo puramente d'istinto, scatto dietro le spalle di Natsu, circondandogli il busto con le braccia, sporgendo un ginocchio tra le sua gambe divaricate.
-Indietro!- urlo prima di compiere la manovra di Heimlich ed, esercitando con le mani, una pressione sul diaframma, in un paio di colpi riesco a far sputare a Natsu un boccone di panino avvelenato finendo dritto nel mio Cosmopolitan.
Tra applausi e qualche mugugno di disgusto, lui senza più forze si lascia cadere indietro a peso morto, travolgendomi e atterrando sul pavimento.
-Heartphillia?- mi domanda con quel poco di voce rimasta osservandomi ad occhi sbarrati, so che gli serve d'urgenza un antisettico per riprendersi per bene, ma almeno non rischia più la vita e ciò mi solleva.
Lui continua a fissarmi stravolto e io gli sorrido colpevole -Tregua?- domando in una risata nervosa e gracchiata.
Questa volta credo sia il caso farla sul serio...

 

ANGOLO DAIMLER: Vi chiedo scusa, molti di voi stavate aspettando questo cap. da un bel po' ma il rientro a lavoro è stato più traumatico di quanto avessi previsto, per non parlare del soliti impegni e roba varia.
A mia discolpa posso dirvi che ho scritto la parte finale con un occhio chiuso dato il sonno, pur di finirlo e, a parte la speranza di non aver scritto baggianate, sono davvero felice di essere riuscita a postare questa storia che sta piacendo e conquistando. Grazie mille, davvero! Il vostro affetto è qualcosa che mi sorprende ogni volta.
Salvo polemiche, più che altro dettate dalla mia paranoia, ci tengo a dire che ho preso spunto da un film per una idea che avete visto in questo capitolo, ma completamente plasmato a mio piacimento.
Ora vado a nanna perché sto per collassare, un grazie di cuore a tutti!!
Tanti baci.

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Capitolo 5
*** Semplici regole per una convivenza complicata ***


5

-Semplici regole per una convivenza complicata-



-Natsu:


~-Drago di fuoco è in posizione d'attacco... sto aspettando un tuo ordine Occhi di falco!-  bisbiglio con voce ferma e urgente, rannicchiato me ne sto nascosto dietro al lettino da degenza con un arco giocattolo in mano e una freccia di plastica tra le dita pronta ad essere scagliata.
Reclino appena il volto, con le spalle pressate contro il bordo del letto il mio campo visivo e forzatamente ridotto,  riesco appena a intravedere dall'alto il profilo della mia piccola compagna di giochi, nonché capo tribù in questo momento.
 -Drago di fuoco non vedo Cowboy all'orizzonte!- mi risponde Asuka, che seduta a gambe incrociate sul materasso con un  finto copricapo indiando piumato in testa,  fa da vedetta assicurandosi che dal corridoio non arrivi nessun nemico.
-Ma potrebbero arrivare, dobbiamo stare allerta!- la sento ridacchiare divertita e guardandola di sottecchi, noto da come stringe entusiasta il lenzuolo tra le dita che Asuka si sta divertendo un mondo.
E io mi sento bene, oltre che un idiota.
Ma se tutto ciò serve a far sorridere una bimba in un giorno d'estate, passato in ospedale anziché al campo estivo a causa dell'appendicite, ciò abbatte senza problemi ogni mia dignità e quindi si, me ne sto accovacciato dietro un lettino, con arco e freccia giocattolo in mano pronto ad attaccare nemici immaginari.
La mia serenità dura poco nel percepire uno spostamento d'aria, il frusciare delle lenzuola e quel sussulto di Asuka -Stanno arrivando Drago di fuoco!- esclama allarmata facendo scattare in me un riflesso istintivo.
Forse un po' troppo coinvolto dal  momento mi sollevo di scatto incoccando contemporaneamente la feccia all'asse, rapidamente impugno l'arco tendendolo verso la porta  e scagliando il dardo l'istante dopo.
Un: -Ma che succede?!- esclamato da una allarmata Juvia viene coperto dall'urlo stridulo di Heartphillia, accanto a lei abbassa la cartella clinica con la quale si è protetta il viso e -Dragneel- ringhia torva staccando con due dita e con poca facilità, la ventosa della freccia giocattolo dal plexiglass che riveste la cartella.
Giuro non pensavo di mirare a lei, in quell'istante ho agito accecato dall'istinto ma ammetto che la faccenda mi diverte, mi metto a ghignare infatti e lei storce le labbra infastidita.
-Volevi forse farmi fuori?- continua tirandomi la freccetta con fare stizzito, raccolta prontamente da me a due mani.
-Almeno siamo pari- affermo con tono serio e non basta aggiungere altro se non il mio sguardo accusatorio che Lucy sfoggia meno arroganza ora, anzi sembra deglutire e  imbarazzata abbassa lo sguardo verso il pavimento spezzando il contatto visivo.
-Siamo in un ospedale comunque non  in sala giochi- borbotta poi sfilando dal capino di Asuka le piume da indiano, facendomi roteare gli occhi e incrociare le braccia al petto.
E' cosi noiosa -Stavamo solo passando un po' il tempo- brontolo.
-Oh non c'è più bisogno- esordisce allegramente Juvia ma l'improvvisa apparsa di Alzack l'istante dopo mi fa intuire ciò che sta succedendo senza che Juvia continui, distratta si volta verso di lui accolto dai saluti di tutti e dal quel: -Papà!- urlato con gioia da Asuka.
-Mamma dov'è?- domanda a guance gonfie ma Al le sorride -Aveva da fare al ranch, sai è arrivata la nuova mandria di bufali e quindi sono potuto venire solo io...- replica tentando di rabbonirla con qualche carezza ma facendola sorride felice a quel: -A venirti a prendere- detto poi.
-La ferita si è rimarginata e tutti i parametri sono a posto, quindi puoi tornare a casa tranquillamente- aggiunge Lucy in un sorriso. Una sorta di allegria si dirama per la piccola stanza e guardando Asuka che scalpita tra le lenzuola, sono davvero felice che tutto sia andato per il verso giusto.
-Alzack ora dovresti venire con Juvia a firmare i documenti necessari per le dimissioni- dice Juvia estraendo dal camice il cercapersona, iniziando una serie di pigiate e sbuffi -Il tempo almeno di trovare un infermiere libero per cambiare Asuka- borbotta poi appena infastidita.
-Siamo accorto di personale dato il periodo estivo- aggiunge Heartphillia a tratti imbarazzata mentre i livelli di intollerabilità di Juvia si alzano di qualche grado nell'imprecare un "porca paletta"  censurando fortunatamente  la parolaccia dato la presenza di Asuka.
-Ciò spiega anche la presenza di Juvia  in questo reparto- continua ancora intenta nella sua vana ricerca e io da quel che so Juvia è una sorta di coordinatrice, un pezzo grosso dell'ospedale insomma ma a quanto pare non sempre un avanzamento di carriera porta a unici risvolti positivi.
Responsabilità ecco...e quasi non mi viene l'orticaria...
-Tranquilla ci penso io-  Lucy sorride nel dirlo, le posa una mano sulla spalla spintonandola poi lievemente verso la porta difronte a quel: -Lu non è nelle tue competenze...- mormorato da una Juvia combattuta.
Ma difronte allo sguardo incapricciato di Lucy, Juvia cede e accompagnando Alzack verso il corridoio quest'ultimo mi saluta con una stretta di mano -Vienici a trovare qualche sera, è da un po' che non ti si vede al ranch, Bisca ne sarebbe molto felice- mi informa sincero facendomi annuire di rimando.
-Certo! Lo farò appena sbroglio qualche situazione di troppo- gli prometto.
-Spero niente di grave- mi dice aggrottando le sopracciglia l'istante dopo a quel mio: -Solo un grosso problema biondo- detto in un ghigno nel registrare quel basso ringhio funesto provenire proprio dalle mie spalle.
Al e Juvia lasciano la stanza e voltandomi verso il lettino quasi non rischio la sordità a quell'urlo  stridulo di Asuka, faccio appena in tempo a guardare Heartphillia intenta a levarle la maglietta del pigiamino, che lei si blocca a metà con le dita ancora strette tra i lembi del tessuto.
-Che succede?- domando con perplessità,  Lucy sorride e: -Potresti uscire dalla stanza?-  mi soffia roteando gli occhi quando insisto con fare interrogativo.
-E perché mai?- domando infatti incredulo spostando lo sguardo verso Asuka -Perché sei un maschio!- replica vergognosa.
-Ah.. oh- sussulto gesticolando  verso la porta -Vi aspetto fuori- dico concitatamente varcando la soglia e sostando poi accanto all'ingresso senza allontanarmi troppo.
Mi appoggio contro la parete incrociando le braccia al petto, osservando  curioso lo spazio che mi circonda, questo reparto è diverso dagli altri: le pareti sono colorate da un caldo arancio, tappezzate  da disegni di animali in stile cartoon sparsi qua e la e anche l'aria che si respira sembra meno di ospedale, non c'è quell'odore antisettico che solitamente caratterizza questi luoghi ma ciò non serve a renderlo meno triste ai miei occhi, sempre di un ospedale si tratta.
Anche se è per lavoro non capisco come Juvia e Lucy riescano a passare così tanto tempo qui dentro.
I miei occhi continuano a vagare con noia finché non finiscono per rotolare all'interno della stanza, fortunatamente Asuka non sembra accorgersi del mio sguardo su di loro altrimenti sarei stato investito da un altro urlo spaccatimpani.
Indossa una maglietta a righe ora e dei pantaloncini verdi, seduta sul letto lascia che Heartphillia le raccolga i capelli e quello che doveva essere uno sguardo fugace diventa qualcosa di molto più prolungato. Senza accorgermi resto a fissare le dita di Heartphillia dividere le ciocche petrolio di Asuka, intrecciarle poi in una morbida treccia. La vedo sorridere, sfregare il naso contro quello della piccola in modo dolce e come sotto ad uno strano incantesimo io continuo a guardarle sollevando gli angoli della bocca.. aspetta per che cacchio sto sorridendo?
Distolgo lo sguardo scrollando il capo mentre sento il cuore accelerare un po' più del dovuto, uno strano calore si diffonde in centro al petto ed è più probabile che stia per avere un infarto, evento del tutto fortuito tra l'altro dato che mi trovo già in ospedale, e non quello che sto pensando.
Mi sono lasciato coinvolgere da Lucy.
Porto le dita tra le labbra schiuse a causa del respiro pesante, ho sempre pensato ad Heartphillia come una strega anche sul lavoro ma forse mi sbagliavo perché in quella stanza sembrava tutt'altra persona e no quella bisbetica e insopportabile bionda snob che conosco da cinque anni.
Tutti i miei pensieri incasinati vengono spazzati via da un sonoro scalpiccio e sollevando lo sguardo metto a fuoco la figura di un ragazzo correre verso di me, fermarsi poi a pochi metri dall'ingresso e prendere fiato a busto chino e mani sulle ginocchia flesse.
Indossa una casacca come quella di Lucy eccetto per il colore, la sua è bianca anziché il blu scuro sfoggiato da Heartphilia.
-Amico tutto bene?- domando puntando gli occhi verso un al quanto discutibile chioma bicolore rossa e bianca.
-La Lockser... questa volta mi uccide..- lo sento annaspare con difficoltà facendomi inarcare un sopracciglio e pensare che qualcosa non quadra, Juvia tiranno e Lucy dolce?
Ma in quale razza di universo parallelo sono finito?
Sembra accorgersi del mia espressione stropicciata in qualcosa di inespressivo e per ironia della sorte ora è lui che sta per domandarmi se sto bene ma Lucy e Asuka giungono in prossimità della porta attirando la nostra attenzione su di loro.
Si tengono per mano e: -Scorpio dove eri finito?- domanda Lucy battendo un paio di volte le palpebre dato il silenzio complice che sembra assorbirci, sospirando appena nel vederlo ridacchiare poi e portarsi una mano dietro la nuca con fare imbarazzato.
-Lo sai Lucy questo periodo è un gran casino! Un corri corri generale e...- incomincia a farfugliare quella che è chiaramente una sequela di scuse campate in arie ma per la seconda volta credo seriamente di essere catapultato in un mondo alternativo quando Heartphillia gli sorride, mormora un: -Non ti preoccupare- prima di sciogliere l'intreccio di mano con Asuka incitandola ad afferrare quella di lui in un gesto silenzioso.
-Potresti accompagnare Asuka al reception ora? La dottoressa Lockser e il signor Connell sono li- lo informa ridente ricevendo un consenso con il capo, io approfitto di quel minimo lasso di tempo di salutare Asuka con una scompigliata di capelli.
-A presto Occhi di falco- la saluto facendola sorridere e mimare tra le labbra un silenzioso -Drago di fuoco- prima di voltarsi e scomparire entrambi dietro l'angolo.
Ancora ad osservare il lungo corridoio ospedaliero sento lo sguardo di Heartphillia addosso e voltandomi la trovo a guardarmi con sufficienza -Drago di fuoco?- ripete a sopracciglio inarcato e braccia conserte sotto il seno.
-Stavamo giocando- scrollo le spalle io senza riuscire a far cambiare ad Heartphillia quell'espressione dalla faccia, sta per voltarmi le spalle e rifilarmi un asciutto -Dragneel- come saluto ma attiro notevolmente la sua attenzione su di me quando la chiamo e: -Heartphillia aspetta, sono venuto anche per te- le dico tutto d'un fiato.
Aggrotta le sopracciglia, incredula a ciò che le ho appena detto ma è vero, a parte venire a trovare Asuka oggi, mi sono recato in ospedale anche per incontrare lei e parlare un po'... lo so avrei potuto farlo anche a casa ma dopo il  tentato omicidio di ieri preferisco parlarle subito e mettere definitivamente una pietra sopra alla nostra serie di faide e vendette.
Ammetto che con la divulgazione di quel video me la sono cercata e non voglio più che a uno dei due sfuggi di mano la situazione, sopratutto se sfuggisse di mano nuovamente a Lucy e questa volta dovesse decidere di uccidermi sul serio...
-Per me?- ripete perplessa, mi vede annuire e sussurrare un lieve: -Ti volevo parlare-  che la fa mettere sugli attenti.
-Dimmi che non hai dato fuoco alla casa di Levy e Gajeel- dice in un mormorio allarmato dopo una manciata di istanti passati da osservarmi timorosamente sospetta.
Io strabuzzo gli occhi ed esclamo un: -Cosa? No!- perplesso allargando le braccia lungo i fianchi, la perplessità aumenta di livello nel vederla sospirare di sollievo.
Ma per chi mi ha preso? Ok sono un tipo un po' distratto il maggior numero delle volte e si, ho allagato casa mia ultimamente ma sono cose che capitano no?
-Be dimmi allora- incrocia le braccia al petto picchiettando un piede ma io scuoto il capo e: -Non hai cinque minuti?- le chiedo facendole sciogliere l'intreccio di braccia e schiudere appena le labbra, non mi va di parlare in mezzo a un corridoio, voglio farlo con calma.
-E' forse successo qualcosa di grave?- si allarma ma -Volevo solo chiarire con te e tentare la tregua... quella vera- le dico e devo apparire abbastanza sincero perché quella sua postura da difesa sembra intaccarsi un poco.
Ci pensa su e -Stavo per fare giusto una pausa, potremmo prendere un caffè- propone e io le sorrido appena, sono contento che non si sia fatta pregare.
-Ok allora...- sto per dire indicando con l'indice i distributori che s'intravedono dalla saletta in fondo al corridoio ma Heartphillia mormora un tenue: -No- scrollando il capo, le ciocche bionde costrette in una coda alta ne seguono il movimento -Qui il caffè ha un saporaccio- sentenzia incamminandosi verso l'ascensore a pochi metri di distanza, io che la seguo un po' interrogativo.
-Andiamo da un altra parte- mi informa premendo il pulsante di chiamata.
-La pausa è tua Heartphillia- ghigno e lasciandola entrare per prima nella cabina, mi affianco a lei l'istante dopo, le porte metalliche si chiudono e guardandola di sottecchi devo abbassare appena il viso per osservare meglio il suo.
Quei quindici centimetri di differenza si notano di più ora che è senza tacchi.
 

Un refolo di vento soffia, mi accarezza appena il viso placando un istante la sensazione di calore che incendia Magnolia da una settimana ormai, non che io soffra particolarmente il caldo ma devo ammettere che i quaranta gradi abituali che ci tocca subire a causa dell'afa arrivano a sfiancare anche me.
Ma qua fuori non si sta poi così male nonostante l'assenza del condizionatore e devo ammettere che uscire  per raggiungere il  parco situato proprio difronte alla struttura ospedaliera è stata un ottima idea, a quanto pare anche ad Heartphillia non piace stare rinchiusa per tutto il tempo in ospedale.
E nel pensarlo lo sguardo si sposta perdendosi in fondo al viale costeggiato dagli alberi: le chiome vengono mosse appena da un vento tiepido, un via vai di persone affolla la strada che porta all'interno del parco mentre un orgia di rumori, che va dai clacson delle auto al chiacchiericcio dei passanti, sembra concentrarsi proprio qui, davanti all'entrata.
Mi sento chiamare e con le mani infossate nelle tasche mi volto verso Hertphillia, mi fa un cenno eloquente con il capo e raggiungendola capisco che quella manciata di gente, che al nostro arrivo creava coda davanti al carretto ambulante, deve essersi smaltita.
-Cosa prendi?- mi domanda osservandomi e io rispondo direttamente all'ambulante -Un espresso nero intenso- chiedo rivolgendo poi lo sguardo verso di lei che ordina un: -Decaffeinato dolce, grazie!- detto con entusiasmo e cortesia, afferra entrambi i bicchieri di cartone formato medio e passandomi il mio, sporge poi una mano verso una piccola confezione quadrata.
-Anche queste- mormora in un sorriso sornione facendomi inarcare un sopraciglio e: -Ciambelline a quest'ora del pomeriggio?- domandare con scetticismo ma lei indirizza lo sguardo verso di me
-Ho saltato il pranzo- si giustifica in una scrollata di spalle, poi tenta di fermare ciò che sto per fare ma non le do modo di pagare e osservando il suo viso contratto in una smorfia antipatica, ripongo il resto nelle tasca dei jeans.
-Offro io, siamo ufficialmente in tregua no?- le dico di sottecchi mentre avanziamo verso il parco.
-L'ultima volta che mi hai offerto qualcosa è finita male- mi ricorda dando un sorso al suo decaffeinato, leccandosi le labbra l'istante dopo, rendendole lucide.
-Ma questa volta sono sincero- replico, lei solleva lo sguardo verso il mio come a studiarmi e quel refolo di vento capriccioso soffia ancora, le scompiglia qualche ciocca prontamente rinviata indietro dalle mie dita e restiamo a guardarci entrambi increduli dato quello che è appena successo.
Ma nemmeno io mi spiego perché l'ho fatto ... è stato solo istinto.
-Non servono queste moine... ti credo lo stesso- borbotta lei, la frase che viene soffocata sul finale dal caffè portato alla bocca e io che mi limito a mormorare qualche sconnesso: -No... ecco...-
Avanziamo di un paio di  passi e io devo  assolutamente dire qualcosa prima che un imbarazzante silenzio ci crolli addosso, non sono venuto fin qui per tornare a casa con un pugno di mosche.
Ho bisogno che lei si fidi di me come io del resto, in modo da poter convivere serenamente per le prossime settimane o finirò al manicomio nel caso la nostra convivenza dovesse continuare su questa scia.
-Lucy?!- qualcuno che non sono io la chiama  arrestando prima a del nascere un probabile flusso di parole senza senso da parte mia, serro le labbra e lanciando una fugace occhiata a l'uomo che abbiamo davanti e che sembra guardare Heartphillia con vivido interesse, di riflesso osservo lei che timida sorride un: -Dan-
Ok, non ho la minima idea di chi sia questo "Dan" apparso all'improvviso,  in completo e ventiquattrore alla mano,  ma chiunque sia ha tutta la mia ammirazione dato che sta sfidando il caldo infernale, indossando giacca e cravatta, con una nonchalance da fare invidia a chiunque nasconda miserabilmente una pezza sotto l'ascella in questo momento.
Accenna un sorriso il fantomatico Dan e-Non mi hai più fatto sapere se ti va di venire a cena una di queste sere- esordisce allargando il suo sorriso perfetto da pubblicità del dentifricio, sento Heartphillia ridacchiare nervosa e annaspare qualche parola dall'ignoto significato almeno finché sempre Dan sposta lo sguardo su di me, finalmente sembra avermi notato e non devo avergli fatto nemmeno un bell'effetto dato che il suo sorriso al dentifricio ora si è tramutato in qualcosa che ricorda più una paresi facciale.
-Oh Dan lui è Dragneel, cioè Natsu- sussulta Lucy mostrandomi con la mano a palmo aperto, la mia accompagnata a un bel sorriso che va a stringersi con quella di -Dan Straight- si presenta lui con voce ferma.
-Primo cardiochirurgo del Magnolia Hospital Center- ci tiene poi a farmi sapere, la sua stretta è salda e sudaticcia, quindi era solo un apparenza quella di prima...
-Quasi amico di Lucy- mi presento io mantenendo il mio sorriso e, sciogliendo la stretta di mani, lui mi guarda con un certo cipiglio almeno finché il: -Non il quasi amico in quel senso!- urlacchiato da un Heartphillia imbarazzata lo faccia sobbalzare appena.
-Quasi amici nel senso che non andiamo d'accordo- e quasi non strepita nel dirlo -Amici di amici, ecco!- puntualizza infine.
-Oh te lo posso confermare Dan, praticamente ci detestiamo... sai ha anche cercato di farmi fuori ieri sera- lo informo io.
Il chirurgo continua a guardarci perplesso, Heartphillia si spalma una mano sul volto e io ridente getto sguardi ai due in alternanza con un ingenuità disarmante.
-E stavate passeggiando insieme?- mormora lui lievemente confuso, mugugnando un: -Ah-  quando Lucy solleva appena il cartoncino del caffè -Solo una breve pausa per parlare di una certa questione- spiega in un ciondolare di talloni.
La faccia di Dan si rilassa di colpo e se fino a qualche istante fa mi guardava con la stessa enfasi con cui si guarda una ruota sgonfia, ora sembra addirittura sorridermi.
-Be io mi fermerei volentieri con voi a bere un caffè...- no scusa, e noi quando glielo avremmo chiesto? -Ma ho una serie di visite di controllo da fare su alcuni pazienti operati recentemente-  dice Dan con noia passandosi le dita tra le ciocche rosse.
-E' stato un piacere quasi amico di Lucy- mi saluta, io che sollevo un palmo annuendo di rimando, schiocca poi uno sguardo piuttosto intenso verso Heartphillia e -Lucy aspetto solo un tuo si allora- le dice sollevando un angolo della bocca con fare sicuro e suadente per poi voltarci le spalle e confondersi tra i passanti.
Resto una qualche secondo a fissare la direzione in cui è sparito, ci sa fare, da uomo so riconoscerlo ed è anche palese il suo interessamento verso Heartphillia, in silenzio siamo tornati a incamminarci verso il parco e lanciandole uno sguardo ghignante sibilo un: -Ti piace-  assottigliando le labbra.
-No che non mi piace!- sbotta Heraphillia stringendo con le dita un po' più del dovuto il suo bicchiere guardandomi in tralice e paonazza.
-Certo che no- continuo io e -Oh Dan potresti controllarmi le tonsille?- la canzono poi in una caricatura di voce femminile sforzando il timbro in falsetto e quella simpaticissima gomitata di Lucy, proprio tra le costole, non tarda ad arrivare.
-Piantala di fare l'idiota- mi rimbecca accasciandosi poi su una panchina.
-Be che lui abbia un interesse verso di te è palese- le dico prendendo posto accanto a lei che mi guarda di sottecchi e mormora un: -Dici?- dubbioso mentre sorseggio il mio nero intenso.
-Perché non l'avevi capito?- le domando poi accigliandomi  -E poi perché fare così la difficile? A me sembra perfetto per te...- continuo fingendo uno sguardo vacuo tra le fronde degli alberi. In realtà è un idea ben studiata all'improvviso quella di spingere Heartphillia a uscire con questo tizio, insomma se frequentasse mister chirurgo lei passerebbe meno tempo a casa o meglio ancora potrebbe ospitarla addirittura lui e io eviterei l'esaurimento nervoso.
-Lavorate entrambi in ospedale, mi sembra un tipo piuttosto preciso e anche colto, e poi dalla faccia scommetto che è pure vegano...- elenco in quella che è chiaramente una sequela di complimenti gratuiti verso uno sconosciuto, ovviamente continuando a fingere disinteresse.
Di tanto in tanto le lancio occhiate furtive, Heartphillia sembra rimuginarci su giocando a torturare con i denti il bordo del bicchiere.
-E poi è un cardiochirurgo, aggiusta i cuori no? Magari aggiusta anche il tuo- insinuo in un sorriso che non ha nulla di provocatorio e Lucy se ne accorge, scrolla il capo e: -Il mio cuore non ha bisogno di essere aggiustato- afferma serena senza nessun ombra di dubbio.
-E' passato un anno da quando ho rotto con lui e ora posso dire che sto bene... davvero- marca inclinando il capo di lato nel scorgere in quella mia smorfia un leggero dubbio.
Lui... cioè Loki, l'ex di Lucy.
E Agli occhi di tutti Lucy e Loky erano l'emblema della perfezione, una di quelle coppie che in un futuro te la immagini sposata e con figli e se devo essere sincero a volte Loki manca anche a me, siamo amici e con lui si stava bene in compagnia.
Ma dopo tre anni e la loro relazione è finita a causa di un trasferimento di lui per favorire la sua carriera e, anche io che non sono proprio un master in relazioni di lunga data, posso immaginare che non se ne esce del tutto interi da una roba simile.
 -Ho superato la rottura e il mio cuore non è rotto e solo vuoto- dice, io che le credo e colgo la palla al balzo.
-E Dan potrebbe riempire quello spazio vuoto- ammicco.
Lucy sorride rannicchiandosi meglio sulla panca -il dottor Stright è affascinante, colto e anche simpatico oltre ad essere un vero è proprio gentiluomo ma...- sospira e poi scuote il capo -E' ancora presto, ho chiuso una relazione importante nemmeno un anno fa e non sono pronta per aprirne un altra-
-Cosa?- sbotto io con qualche ottava di troppo e sopratutto sincero -A parte che è passato un anno ed equivale tipo a un sacco di tempo e poi già pensi a una probabile storia seria con mister chirurgo?  Ma dai non dirai davvero?-
Ma dall'espressione torva di Lucy credo che si, stava dicendo davvero sul serio e a me sembra una grandissima stronzata.
-Aspetta... mi stai dicendo che non ti sei mai concessa un avventura? - le domando poi in un ghigno perplesso e lei assottiglia lo sguardo  -Sai al mondo non siamo fatti tutti come sei fatto tu- esplica gesticolando una mano con fare irritato -C'è chi pensa che una relazione è una cosa seria e non un passatempo-
Arretro appena indignandomi -Io non lo prendo come un passatempo... è vero ho avuto molte relazioni ma sono stato innamorato di tutte- affermo sicuro.
Non ho mai preso in giro nessuna di loro, mai e ho sempre chiuso la relazione al primo campanello d'allarme.
Ma Lucy sorride scuotendo la testa distogliendo lo sguardo dal mio -Sei sempre e solo stato "preso" tutto qui...Innamorarsi è un altra cosa Dragneel, accade solo qualche volta nella vita e quando succede è devastante- soffia in un sussurro.
Batto le palpebre un paio di volte, quella sua affermazione mi ha lasciato a corto di parole.
Devastante... nessuna mi ha mai devastato, anche quando venivo lasciato il massimo della sofferenza era un stringersi nelle spalle e una pacca da parte di Gray.
Cala il silenzio e mi accorgo  che anche questa volta non siamo riusciti a non dare di matto per almeno dieci minuti ma qualcosa poi mi distrae.

https://www.youtube.com/watch?v=7CsW9QgdSI4

Note di chitarra che arrivano da poco lontano raggiungono le mie orecchie, un artista di strada che strimpella una melodia improvvisata e il vento ancora un volta che soffia piano e tiepido accarezzandomi il volto, muovendo le chiome degli alberi in un dolce frusciare mescolato al lieve rumore della confezione brutalmente sventrata dalle dita di Lucy.
Mi ritrovo a guardarla... siamo così opposti e se la relazione di Levy e Gajeel non fosse continuata probabilmente a quest'ora non saremmo su questa panchina a litigare sull'ennesimo argomento.
Sarà l'atmosfera del momento a farmi pensare cose strane ma ecco Lucy è un mix di arguzia e totale innocenza e io il più delle volte faccio fatica a relazionarmici. Nella mia vita non ho mai conosciuto una persona come lei, riesce a mettermi in difficoltà con estrema prontezza ma nessuno credo, riesca a farla infuriare come ci riesca io.
Lucy si accorge che la sto fissando avvicinandomi il pacchetto di ciambelle a un palmo dal naso, interpretando in maniera errata il mio sguardo.
-Ne vuoi una?-  mi domanda e io, a causa dell'ennesimo soffio di vento vengo subito avvolto da un misto di profumi dall'aroma dolce, in parte quello delle ciambelle e in parte quello di Lucy.
-No grazie.. ho lo stomaco chiuso- farfuglio buttando giù una sorsata di caffè.
-Dragneel ha lo stomaco chiuso? Era più probabile che si mettesse a nevicare da un momento all'altro- mi prende in giro facendomi storcere il naso, poi mastica l'ultimo boccone di ciambella e -Spiegami, sei venuto fin qui per farmi da consulente sentimentale?- mi domanda a bocca piena.
-No, sarei l'ultima persona al mondo probabilmente- ammetto e ruotando il busto, dopo aver poggiato il caffè sulla seduta, mi sporgo verso di lei -Dobbiamo parlare della convivenza, della tregua e di trovare un sistema per non rischiare che qualcuno dei due abbia un crollo nervoso o peggio ancora finisca morto- le spiego per filo e per segno.
Lucy storce  un po' la bocca, rotea gli occhi e  poi sbotta un: -Facciamo delle regole allora-
-Ok- dico io dopo qualche attimo di silenzio.
-Niente più spoiler, niente divulgazione di filmati, anzi niente più dispetti- inizia lei punzecchiandomi il petto con un dito.
-Va bene niente più dispetti e solo venti minuti per usare il bagno- replico.
Lucy sobbalza -Venti minuti? Starai scherzando?! C'è ne vogliono solo quindici per la maschera del viso!- esclama indicandosi con l'indice l'ovale del volto.
-Vuol dire che farai più cose contemporaneamente allora! Sta mattina sei rimasta chiusa in bagno sessantotto minuti e non negarlo, ti ho cronometrata!- l'accuso azzittendola -Dico ma che cavolo! Ho dovuto fare pipì dietro un cespuglio in giardino!- confesso poi senza imbarazzo mentre il suo volto si sfigura in qualcosa tra l'indignato il ribrezzo.
-Quaranta!- ribatte ma quel mio: -Trentacinque e chiudiamola qui- tace ogni sua protesta.
-E tu dovrai essere più ordinato! Niente vestiti in giro, nessun cartone vuoto del latte riposto in frigo e sopratutto non voglio più vedere le tue mutande sparse per il pavimento!- sbraita facendomi annuire forzatamente.
-E Dragneel... non dovrai girare più nudo per casa- aggiunge poi.
-Sicura di questa ultima regola?- le ammicco suadente ma lei sbuffa un: -idiota-.
-Camera da letto e tv alternati a turni?- propongo e Lucy mi conferma annuendo con il capo.
Entrambi restiamo a guardarci in silenzio -Bene allora.. sembra perfetto così.. no?- dico io ridente ma Lucy si passa le mani sui calzoni della casacca -Tra dire e fare c'è di mezzo il mare- borbotta scettica -Ma faremo il possibile giusto?- mi guarda di sottecchi e io le annuisco ridente.
-Sai è bello qui... mi piace- le dico guardandomi intorno, questa atmosfera mi fa stare bene, è rilassante e Lucy mugugna una sorta di affermazione.
-Anche a me... mi rifugio sempre qui per le pause- mi confessa a tratti incredula e solo dopo qualche momento metabolizzo il perché di quel tono di voce strano.
-Hai visto?! Abbiamo trovato qualcosa in comune!- esclamo battendo una mano sulla coscia, lei che annuisce  -Scommetto che è il primo di una lunga serie- continuo poi, forse fin troppo ottimista.
-Chi lo sa, magari dopo questa convivenza non saremo più quasi amici- le soffio in un sorriso furbo ma Lucy scuote il capo ridendo -Ora esageri sul serio-
I suoi occhi al cioccolato mi guardano con fare birichino, siamo seduti  così vicini che la sua spalla sfiora la mia.
-Io e te amici?- mi domanda retorica celando in realtà: -Un tu sei matto- tra le labbra schiuse.
Sollevo una spalla in un silenzioso: -Tutto è possibile- ma poi Lucy sobbalza spaventando un pizzico anche me.
Estrae dalla tasca della divisa il suo cerca persona -Un emergenza- dice osservando il minuscolo monitor, sollevandosi poi di scatto.
-Qualcosa di grave?- mormoro  ma lei scuote il capo, dal viso traspare serenità -Un codice verde per fortuna- mi informa -Ma devo andare lo stesso! Grazie per il caffè!- urlacchia iniziando a correre per il viale alberato ma fermarsi poi di colpo e ruotare il busto per osservarmi.
-Dragneel- mi chiama -Scusa per ieri, non volevo ucciderti per davvero... lo sai no?- mormora dandomi il tempo solo di un cenno col capo come a minimizzare il tutto, la vedo voltarmi le spalle e scansare i passanti con agilità.
-Bene- mugugno rivolgendo lo sguardo verso la confezione di ciambelle accanto a i nostri bicchieri svuotati del caffè che ancora sostano sulla panchina. Accingendomi a raccoglierli raggiungo il primo cestino per gettare via il tutto e forse sarebbe ora di tornare a casa e mettermi a lavoro per lanciare la band ma poi mi guardo intorno: il vento che soffia piano e quel suono di chitarra che ancora vaga mescolandosi nell'aria del parco.
Be quel paio di telefonate potrei farle anche da qui, no?

 

***


Un sospiro mi trapela dalle labbra e stiracchiando meglio i muscoli dorsali, mi spalmo contro i cuscini mentre mi sdraio comodamente sul divano di casa Redfox.
Fa caldo... estremamente nonostante siano le nove di sera e con addosso solo i boxer acchiappo una manciata di pop-corn dalla ciotola gigante che mi sosta accanto, sgranocchiandoli rumorosamente mentre con vivido interesse alzo il volume del televisore dal telecomando: i Play-off di pallacanestro stanno per iniziare e io non vedo l'ora di gustarmi una serata sportiva e solitaria.
Ma lo scatto della porta conseguita da un cigolare di cardini mi ricorda che non sono nel mio appartamento e che sopratutto non abito più da solo.
Heartphillia varca l'ingresso, sembra stanca e snervata a causa di una giornata lavorativa che si è rilevata più lunga del previsto, abbandona la sua ventiquattrore vicino alle Superga di tela bianca, appena sfilate, accanto alla porta sciogliendosi i capelli e liberando le lunghe ciocche dorate dalla costrizione dell' elastico,  bloccandosi quando, sollevando il viso, mette a fuoco la mia figura beatamente stesa sul divano.
-Che diavolo succede?- mi domanda guardandomi di sbieco dopo aver dato una fugace occhiata al tavolino invaso da cibo take-away e qualche bottiglia di birra.
-Oh ben tornata!- la saluto io mettendomi seduto per farle posto ma Heartphillia continua a guardarmi in cagnesco.
-Dragneel avevamo stipulato delle regole!- ringhia -Avevi detto che saresti stato più ordinato!-
-Ho già riordinato la stanza da letto e lavato i piatti... metterò a posto tutto questo dopo, fidati!- minimizzo svolazzando una mano ma Lucy continua a strepitare qualcosa sul fatto che chi nasce tondo non muore quadrato e un altra serie di modi di dire che al momento mi sfuggono di significato.
-E poi avevamo anche detto che non avresti girato nudo per casa!- sbotta in un suono strozzato, scorgo del rossore sulle sue guance mentre io spalanco gli occhi dalla sorpresa.
-Non sono nudo- puntualizzo indicandomi con l'indice -Certo se continui a insistere sulla mia presunta nudità, mi toccherà mostrarti cosa significa davvero girare nudi per casa e credimi c'è una differenza non da poco tra l'avere indosso dei boxer e non averli- la minaccio in un ghigno, godendo nel vederla sempre più avvampata.
-Non oseresti- sussurra spaventata ma da come deglutisce so che non è proprio sicura, sa che da un tipo  come me c'è da aspettarsi di tutto. Sofferma lo sguardo sul mio sorriso malizioso -Ok, ok come non detto- si affretta a dire scuotendo i palmi verso di me in segno di resa -A patto che rispetti le altre regole pattuite e metti a posto questo casino, sono troppo stanca per discutere- geme e io continuo a sorriderle, soddisfatto di aver vinto almeno il primo game.
-Ora che ne dici di farmi vedere la partita? Siediti e rilassati- le dico passandole una confezione di take-away che lei afferra con scetticismo prima di accasciarsi sul divano e studiarlo con una smorfia disgustata nell'annusarne l'odore.
-Che robaccia è?- mi domanda con cipiglio.
-E' cibo cinese... stufato di verza, te l'ho preso apposta!- le spiego distratto ritornando a concentrarmi sul basket.
-Sembra qualcosa di poco invitante- la sento commentare -Non posso prendere dei pop-corn dalla tua ciotola?- mi domanda posando la confezione del take-away sul tavolino.
Allunga il braccio senza aspettare una mia conferma e infatti sussulta indignata quando con la mano allontano i pop-corn dalla sua portata -Chissà cosa hai toccato con quelle mani... sei tornata in metro no?- insinuo maledettamente serio.
-Dragneel lavoro in un ospedale, in chirurgia per la precisone e passo più tempo a sterilizzarmi che  a stare seduta in metro probabilmente- borbotta appena nervosa tentando l'ennesimo assalto verso i pop-corn.
Ma io arriccio il naso sollevando la ciotola verso l'alto nell'inclinare il braccio che l'afferra -Sei affamata.. così me li finirai tutti- mormoro in una scusa, insomma sono i miei pop-corn e io non divido il mio cibo con nessuno, a parte Happy ma che ora preferisce starsene acciamballato accanto a Plue anziché mangiare schifezze insieme a me e sonnecchiare entrambi raggomitolati sul tappeto della cucina: persino loro due riescono ad andare d'accordo più di me e Heartphillia...
Ma Lucy sembra non demordere e -Senti qua! Passami quella maledetta ciotola!- ordina furibonda e quel mio: -Altrimenti?- sibilato con provocazione serve solo a far crescere la sua ostinazione.
Si sporge verso di me balzando sul divano e poi addossandosi direttamente sul mio  corpo ma io, mettendo a sicuro la mia scodella con una mano, con l'altra la blocco afferrandola per la vita. In quel gesto dettato dall'istinto non mi rendo conto che così facendo faccio finire Heartphilia seduta a cavalcioni tra le mie gambe e il contatto è così strano e improvviso che appena ci rendiamo conto della posizione in cui al momento siamo aggrovigliati, tutto si ferma.
Ci fissiamo con disagio e non mi sfugge quel suo sguardo fugace rotolato su petto e spalle, distoglie lo sguardo Heartphillia, ma l'istante dopo sembra essere ancora una volta attratta dai miei addominali, fortunatamente l'amore per la birra sembra non aver rovinato il mio fisico ma non credo che questo sia il momento di compiacersene.
Lucy non muove un muscolo e anche io mi irrigidisco, l'unica cosa che riesco a dire e un: -mmm forse questo è un po' imbarazzante- rantolato e del tutto atipico se uscito dalla mia bocca e nonostante Lucy boccheggi qualche mugugno e anche io mi senta strano, continuo a tenermela addosso con la mano ben serrata al suo fianco e le sua dita a sfiorarmi appena le spalle.
I miei occhi finiscono col puntarsi accidentalmente tra la procace scollatura di Lucy, indossa una di quelle canottiere di cotone leggere e anche i Jeans aderenti che le fasciano le gambe mi privano di ogni fantasia d'immaginazione.
Sgrano gli occhi quando avverto quella familiare sensazione di calore invadermi il basso ventre e no.. non è possibile che quella parte del mio corpo che, specialmente ora, dovrebbe starsene buono e tranquillo, si anima.
Oh cazzo! No.. no...
Ma proprio quando penso che la situazione non possa peggiorare più di così e prima che possa scansarmi, Lucy sembra accorgersi di qualcosa che sta diventando molto evidente proprio tra le mie gambe e,  dopo aver dato uno sguardo verso il basso come ad assicurarsi che no, non è il telecomando ad essere scivolato tra i nostri bacini, mi fissa con stupore.
Il disagio sta per divorarmi ma mi stupisco quando Lucy si scosta via da me approfittando del momento di distrazione per arraffare la ciotola dei pop-corn, temevo che si sarebbe offesa o peggio ancora che mi avrebbe dato del pervertito, il tutto contornato da un sonoro ceffone magari.
Invece torna a sedersi accanto a me come se nulla fosse, prendendo una grossa manciata di pop-corn e masticandoli sonoramente, io che la guardo innorridito per più di un motivo... ecco dovrei preoccuparmi il fatto che sembra non avere reazioni? Mi acciglio e Lucy sembra tranquilla ma il suo viso è rosso di vergogna e io l'unica cosa che riesco a pensare e che  dovrei trovarmi una donna e farlo quanto prima se un semplice tocco banale, da parte di Heartphillia poi, mi procura simili reazioni.
Anche se... anche se ultimamente è diventato strano stare vicino a lei, il mio corpo sembra reagire da solo e non è mai successo prima..  ma tra me e Lucy non c'è mai stato motivo di stare così vicini... a parte quando litigavamo ma in quei momenti la mia sanità mentale veniva del tutto sconvolta e forse non facevo caso ad altro.
-Fossi in te girerei con almeno dei pantaloni- mi suggerisce senza guardarmi e io avverto una cupa sensazione intorpidirmi lo stomaco perché quello di Lucy non mi sembra un amichevole consiglio, tenta di nascondere a fatica un sorriso impertinente -Almeno eviteresti certe situazioni imbarazzanti- scoppia infatti a ridere l'istante dopo
-Normale reazione maschile!- sbuffo piccato incrociando le braccia al petto, tentando di giustificarmi e levare via l'imbarazzo che mi avvolge, aggettivo inusuale per un tipo come che del fregarmene di tutto e di tutti ne ho fatto una personale filosofia di vita.
-Potrei continuare a prenderti in giro ancora a lungo ma stasera mi sento buona oltre che a pezzi, ritieniti fortunato- continua a schernirmi con quel sorrisetto fastidioso e prima che possa formulare una qualsiasi tipo di battuta ai suoi danni, Lucy afferra una grossa manciata di pop-corn ficcandomeli forzatamente in bocca.
Il contatto è brevissimo ma nell'impatto le sua dita mi hanno sfiorato la lingua e la sensazione è stata elettrica tanto che Lucy ritira la mano come se avesse appena toccato  per sbaglio un filo scoperto... ancora una volta quella strana sensazione di cui non mi so spiegare..
La fisso stranito ma mandando giù i pop-corn  la tensione sembra sciogliersi quando Heartphillia solleva le braccia teatralmente -Sapevo che era un ottimo metodo per azzittirti!- esclama e forse il suo è solo un modo per riportare la solita atmosfera che aleggia tra di noi ma sembra riuscirci.
-Mi passi il telecomando ora? Fra poco inizia Cuore Selvaggio su Donna-channel!- esclama con fervore sporgendo un palmo aperto verso di me, le sue che dita che si contraggono nel mimarmi il gesto ma aggrotta le sopracciglia e  -Cosa ho detto di così assurdo?- domanda interrogativa difronte al mio sguardo perplesso, probabilmente la sto guardando come se le fosse appena spuntata una seconda testa.
-Dragneel?-
-Non ci penso proprio!- sbotto stringendo tenacemente il telecomando tra le dita, sollevandomi in piedi -Voglio vedere la partita!-
-Ma è il mio turno stasera! E sto seguendo questa soap-opera da anni, non mi sono mai persa una puntata e non voglio incominciare a farlo adesso!- replica stizzita alzandosi anche lei per fronteggiarmi, infuriandosi quando insisto.
-E chi lo dice che è il tuo turno? A te tocca già il letto stasera- sibilo prendendo posizione, a forza di vivere da solo ho perso del tutto l'abitudine di litigare per gli spazi e per il predominio e deve essere così anche per Heartphillia perché dal suo volto traspare la totale contrarietà.
Il silenzio ci avvolge e i nostri sguardi accesi dalla sfida si studiano e scrutano ogni dettaglio dell'altro, sono pronto a passare addirittura alla lotta fisica pur di non cederle il telecomando ma la mia attenzione viene attirata da un enorme punto nero attaccato alla parete dietro le sue spalle.
-Che diavolo è quello ?- domando con timore facendo voltare di scatto Heartphillia che arretra fino a sbattermi contro nel mettere a fuoco il punto che ora si muove piano rilevandoci con orrore la sua identità.
-Un ragno!- esclama con terrore -Dragneel fa qualcosa!- strepita poi e insospettita dal mio silenzio reclina il capo aggrottando le sopracciglia nel focalizzare il mio sguardo contratto dalla totale paura. Le serro le mani sui fianchi immergendoci le dita, la sento sussultare ma il panico mi sta atrofizzando il cervello ed è ovvio che non si aspettava di certo una simile reazione da parte mia.
-Dragneel c'è un ragno a pochi metri da noi!- ripete indicandolo concitatamente coll'indice.
-Un ragno peloso e orribile... lo vedo anche io non c'è bisogno di ripetermelo- mormoro -Come pensi di ucciderlo?- le domando ma Lucy si volta di scatto spalancando gli occhi -Io? a parte che io non uccido essere viventi! Ma poi sei tu l'uomo, fai qualcosa!-
-Emm Heartphillia si da il caso che io abbia un pessimo rapporto con questo insetto- sillabo deglutendo, ne sono terrorizzato ed è colpa di Zeref.
Da piccolo collezionava ragni morti, da esposizione conservati nelle teche diceva lui ma io trovavo tutto ciò raccapricciante, sopratutto quando i suoi adorati ragnetti non erano del tutto morti e io me li ritrovavo tra le lenzuola a farmi compagnia... ho passato un infanzia di merda per colpa delle stramberie di mio fratello ed è curioso di come in famiglia, quello considerato bislacco sia io!
-Soffri di aracnofobia?!- mi domanda sorpresa scuotendo il capo e correggendosi quando nota dalla mia faccia una notevole difficoltà nel capire -A voler essere precisi i ragni non sono proprio insetti ma la definizione esatta e aracnidi- mi spiega.
-Ti sembra il momento di pavoneggiarti? Sappi che odio qualsiasi insetto.. arachidi compresi!- farfuglio gesticolando mentre il suo sguardo si assottiglia in qualcosa tra la sufficienza e lo sbalordito.
-Non posso credere a cosa hai appena detto...- soffia ma io sono in preda al terrore e aggrappandomi alle sue spalle mi stringo disperatamente a lei -Heartphillia si sta avvicinando... ti prego uccidilo- urlo istericamente.
-Cosa? Io non uccido esseri viventi te l'ho già detto! E poi si da il caso che anche io abbia paura fatti forza e fa l'uomo!- mi ordina spingendomi i suoi palmi sul petto in modo da scostarsi da me per farsi guardare.
-Non sei quella che mi accusa sempre di maschilismo? Hai tutto il mio appoggio sulla parità dei sessi in questo momento- farfuglio in una risata nevrotica.
-Sei aitante e forte, hai un fisico scolpito con pettorali di marmo e ti fai intimidire da un ragnetto?- dice tentando di provocarmi ma è qualcos'altro che fa scattare in me -So che non è il momento ma ecco... mi trovi davvero aitante?- le chiedo dopo qualche attimo di riflessione, sfoggiando un ghigno soddisfatto.
-Dragneel questo non è proprio il momento e il tuoi muscoli sono del tutto inutili se non si possono utilizzare in momenti come questi!- sbraita conficcando le unghia nella mia pelle quando voltandosi nota che il ragno, sceso dalla parete, sta avanzando verso di noi.
E questo punto urliamo entrambi all'unisono balzando in piedi sul divano, io le racchiudo il polso con una mano e Lucy afferra un cuscino usandolo come scudo.
-Cosa facciamo ora?- domanda rimanendo a fissare l'arachide o come diavolo si chiama, fermo sulle piastrelle del salotto.
-Forse Happy..-
-Figurati pigro com'è- le rispondo facendo morire sul nascere quella sua proposta e anche il mio: -Plue?- viene eliminato in una scrollata del capo -Gli ho insegnato a non uccidere gli insetti... sono contraria- mormora e io incomincio a pensare che da qui non ne usciremo vivi.
-Chiama Gray!- esclama all'improvviso ma -Stasera è di turno... insieme a Cana tra l'altro- soffio io gettandola nella disperazione e -Juvia è andata a trovare i suoi a Phantom Lord, ovvero a quaranta minuti da qui- aggiungo avvilito, poi entrambi ci guardiamo leggendoci nel pensiero.
E senza proporre il nome di Mira ad alta voce, scuotiamo il capo all'unisono mugugnando un: -Meglio di no- probabilmente se chiamassimo Mira salterebbe sul divano a farci compagnia in preda al terrore.
Ma poi Lucy allarga un sorriso illuminandosi -Chiama tuo fratello!-
-Che idiota come ho fatto a non pensarci prima!- dico ridente trovando l'idea geniale e senza scollarmi dal suo polso, mi sporgo verso il tavolino recuperando il mio smartphone sepolto dalle confezioni di cibo take-away.
Compongo il numero e portandomi il cellulare all'orecchio aspetto solo qualche bip prima che la voce di Zeref mi riempia le orecchie diffondendomi sollievo.
-Zef emergenza! Ho bisogno di te è una questione di vita o di morte, corri a casa di Gajeel!- lo informo concitatamente con tono a dir poco disperato, Zeref che si allarma rispondendomi con: -Natsu che succede?- strozzato in un singulto.
-Ecco qui c'è un ragno enorme e Heartphillia si rifiuta di ucciderlo, ti prego vieni a farlo tu- lo supplico ma sorrido perché sono sicuro che il mio fratellone correrà presto in mio soccorso dato che conosce bene la mia fobia per i ragni e gli insetti in generale.
Ma mi acciglio quando dopo attimi di silenzio non sento più nulla dall'altra parte e scostando lo smartphone dall'orecchio, mi accorgo nel visualizzare il display che la chiamata è stata interrotta.
-E' caduta la linea- mugugno richiamando Zef, osservando interrogativo Lucy che scuote il capo con rassegnazione, perché pensa che non sia stata accidentale l'interruzione di chiamata?
-Zef...- faccio in tempo a dire prima che mio fratello ringhia un: -Natsu- dalle lugubri sfumature.
-Ascoltami bene  sono stanco morto e la mia giornata non è ancora finita dato che sto preparando la lozione alla calendula per il massaggio ai piedi di Mavy- lamenta sospirando poi quando in lontananza registro quel inequivocabile cinguettio di Mavis chiamarlo con urgenza -Arrivo tesoro- replica lui in un tono di voce fintamente sereno e -Quindi perdonami se non vengo a ucciderti uno stupidissimo ragno- conclude ritornando a parlarmi torvo.
-E mi spieghi come  risolviamo questa cosa?- abbaio ormai al limite della sopportazione.
-Uscite di casa! Al vostro ritorno il ragno sarà sparito- spicciola lui, io che guardo di riflesso Lucy.
-Uscire?- ripeto ad alta voce, Heartphillia sembra essere d'accordo e Zeref, sempre più scocciato, mi suggerisce un: -Si uscite... andate al cinema per esempio- prima di interrompere nuovamente la telefonata in un rapido - Buona serata-
Con ancora il cellulare racchiuso tra le dita guardo Lucy -Cinema?- propongo lei annuisce e balzando dal divano mi appresto a raggiungere la porta prima che al ragno venga la malsana idea di seguirmi, così timoroso da quel pensiero fisso da non badare ad altro ma fortunatamente Heartphillia mi ferma in tempo prima che possa varcare la soglia.
-Sei in mutande!- mi ricorda con voce stridula e sobbalzando mi osservo, preso dal panico me ne ero totalmente dimenticato!
 

***


In questa tarda serata d'estate il mondo sembra essersi fermato, almeno nel quartiere dove la casa di Levy e Gajeel si trova, non tanto distante dal centro ma abbastanza per rendere la zona tranquilla e sopratutto deserta d'estate dove la gente preferisce spostarsi in centro e vivere la vita notturna nelle strade più in di Magnolia.
Camminiamo in silenzio io e Lucy, dopo aver trascorso la serata al cinema e parcheggiato l'auto un po' distante dall'abitazione, ora non ci resta che rientrare in casa e sperare che il "mostro" sia sparito dalla circolazione.
La guardo di sottecchi e mi sorprendo nel pensare che la serata non è stata poi così male, a parte ovviamente quella piccola discussione di venti minuti per decidere quale film guardare e optare poi per un action romantic in modo da accontentare entrambi, un po' anche spronati  dalle proteste accese della gente che aspettava dietro di noi alla biglietteria.
Per il resto è andato tutto benone, abbiamo guardato il film in silenzio e mangiato pop-corn senza litigare questa volta. Non è la prima volta che andiamo al cinema insieme, ma è l'unica che lo facciamo con l'assoluta compagnia dell'altro e per quando mi sorprenda devo ammettere che non è stato per nulla seccante.
-Passare del tempo da solo con te non è sempre malaccio- esordisco all'improvviso lei che volta lo sguardo per osservarmi a sopracciglio inarcato -Non ho capito se è un complimento- sibila continuando a camminare e noto come un guizzo balenarle negli occhi quando soffio: -Era un complimento- in un mormorio appena pronunciato.
-Voglio dire che se ci impegniamo riusciamo a stare insieme tranquillamente- dico infossando le mani nelle tasche.
-Tranquillamente- ripete lei ma forse non mi sbaglio nel percepire tensione da quelle parole ed entrambi ci fermiamo sotto un lampione a qualche metro da casa Redfox quando le dico ciò che penso da un paio di giorni.
-Lo senti anche tu vero?- le domando e Lucy sembra sussultare appena -Sento cosa?- ma le trema appena la voce e non mi inganna con quello sguardo fintamente ignaro.
-Heartphillia tra di noi c'è attrazione fisica- sillabo in un ghigno perché finalmente ho capito cosa cavolo mi prende quando per sbaglio mi tocca, come l'altra volta sul letto quando non riuscivo a scollarmi da lei o meglio ancora prima al cinema, quando arraffando all'unisono i pop-corn ci siamo sfiorati le dita e io ho sentito un brivido lungo la spina dorsale e lei si era chiaramente irrigidita.
-Non dire cazzate- sbuffa però in una risata dai tratti isterici -Io e te ci sopportiamo a stento- blatera incrociando le braccia al petto ma io non demordo e quel mio carattere malandrino esce fuori spingendomi a punzecchiarla un po'.
-Infatti ho parlato di attrazione fisica e quella se ne fotte della simpatia... lo sai meglio di me- le ghigno avvicinandomi al suo viso nel sporgermi un po' con il collo.
-Sei il solito pallone gonfiato!- mi getta addosso rossa in faccia, avanzando a passo svelto verso casa, io che la seguo osservandola di spalle con un sorriso dispettoso stampato in faccia.
-Dai che ti costa ammetterlo! E' palese!-
-Forse per te è palese dato la reazione che hai avuto prima sul divano- urla per farsi sentire arrestando il passo quando raggiunge il vialetto e affiancandola sto per rifilarle una altra battuta che sa di provocazione con l'intento di estorcerle quella verità che si ostina a negarmi ma mi blocco nel mettere a fuoco il suo volto sorpreso fissare l'uscio di casa.
-Che ti prende?- le domando interrogativo sgranando gli occhi quando indirizzando lo sguardo nello stesso punto che Lucy sembra fissare con apprensione, focalizzo una figura rannicchiata sulle scale, dai capelli di un biondo cenere e il viso sprofondato sullo zainetto a mo' di cuscino poggiato sulle ginocchia strette al petto: ad occhio e croce una ragazzina sui diciassette anni sembra dormire davanti all'ingresso dei Redfox
-Io non c'entro- mi limito a dire sollevando i palmi parallelamente al torace ma quasi non rischio di soffocare con la mia stessa saliva quando gli occhi di Lucy si fanno lucidi nell'incrociare quelli della ragazzina ridestatasi probabilmente a causa della nostra presenza.
Si strofina le palpebre con il dorso delle dita e sorride verso Lucy nel riconoscerla, io riesco a soffocare un: -Ma che succede?- intriso di stupore quando Heartphillia schiude le labbra in un dolce sorriso tutto per quella ragazza dai capelli biondi e il viso pulito.
-Michelle- sussurra con poca voce lasciandomi totalmente spiazzato e incredulo nel aggiungere un secondo dopo -Mia sorella- ....

 

ANGOLINO DAIMLER: Buon sabato amici miei! Vi chiedo nuovamente scusa per il mega ritardo ma ultimamente il mio tempo scarseggia miserabilmente e io spero vivamente di tornare presto al mio solito ritmo di vita quotidiana!

Questa storia mi piace da impazzire e poi il vostro affetto e interesse non fa altro che spronarmi a continuare a scriverla con sempre più maggiore entusiasmo, ho deciso di proporre nuovamente Miele e limone proprio per le tante richieste ricevute ma il prossimo aggiornamento credo che sarà con molte probabilità Friend.

Se qualcuno di voi non ricorda, gli è forse sfuggito o magari non è ancora arrivato a quella parte di anime, ci tengo a precisare che il belloccio Dan Straght non me lo sono inventato ma fa parte della saga filler: La chiave del cielo stellato. Mi piaceva l'idea di introdurre un rivale in amore diverso per una volta e sopratutto tutto per Lucy, è giusto che anche Natsu si dia da fare una volta tanto no? Questo capitolo è venuto più lungo rispetto a gli altri e fin dall'inizio non c'era l'intenzione di spezzarlo, spero vivamente che la lunghezza non vi abbia annoiato

Un grazie di cuore a tutti e per chi volesse qualche spoiler può chiedere tranquillamente :)
Un bacione e alla prossima

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Capitolo 6
*** Sorella maggiore, sorella minore ***


-Sorella maggiore, sorella minore-

(prima parte)



-Natsu:


~Me ne resto fermo e in silenzio, con i gomiti ben puntellati contro il ripiano della penisola che fa anche da tavolo, studiando con un certa curiosità e devo ammettere anche un pizzico di perplessità, la figura che ho davanti.
Dopo essersi scolato un intero bicchiere di succo alla prugna, precisiamo non di mia proprietà  ma di Heartphllia, lo sconosciuto si lecca le labbra sporche di rossetto, si quello è indubbiamente rossetto rosso, ormai sbiadito, come a gustarsi meglio quella orripilante bevanda.
-Vuoi ancora?- mi ritrovo a chiedere in un mezzo sussulto nel scuotermi dal mio stato apatico per afferrare il cartone del succo e sporgerlo verso di lui che cortesemente scuote il capo e di conseguenza quella massa di capelli bicolore con tanto di perle e treccine annesse. Quasi non resto nuovamente ipnotizzato dal movimento oscillatorio delle perline,  restando una manciata di istanti con la confezione sollevata e stretta tra le dita.
-Hai detto Midnight... giusto?-  mormoro un po' incerto poggiando il cartone morbidamente sul tavolo nel domandarglielo e -Un nome abbastanza ... inusuale-  affermo poi quando annuisce, non facendo a meno di stamparmi un ghigno sul volto, dai questo tizio è meravigliosamente strano!
-E' il mio nome d'arte in realtà- replica senza nessuna traccia d'offesa sul suo volto rilassato e quasi non mi trattengo nel sollevarmi e sporgermi verso di lui nel chiedergli con qualche ottava di troppo: -Canti??- in un sorriso euforico, ma Midnight scuote il capo e -Sono un artista, dipingo per strada-  mi dice smorzando un po' il mio entusiasmo perché questo ragazzo ha qualcosa di particolare che sembra intrigarmi e l'idea che cantasse aveva per un attimo infervorato le mie facoltà mentali.
Ricade il silenzio, lui volta lo sguardo verso la tenda che ricopre la finestra della cucina schermando l'ambiente dai raggi solari e io ritorno ad osservarlo chiedendomi cosa ci faccia qui.
Me lo sono trovato stamane davanti alla porta  con l'aria interrogativa, io tornavo dalla mia solita corsetta mattutina e ancora accigliato mi ero sfilato le cuffiette dell' i-pod dalle orecchie tossicchiando rumorosamente per attirare la sua attenzione. Nonostante l'aspetto abbastanza bislacco e quel suo sorriso inquietante spiccato nell'intercettarmi, si vede lontano un miglio che questo ragazzino è del tutto innocuo e quindi l'ho fatto entrare offrendogli la colazione nell'attesa.
Ha chiesto di una certa "Heartphillia"  e per la seconda volta in poche ore mi sono ritrovato a fare i conti con un estraneo che a che fare con Lucy e almeno che questo Midnight non sia un suo secondo fratello spuntato dal nulla, io non posso fare a meno di domandarmi come in questi cinque anni non abbia mai saputo nulla sulle parentele di Heartphillia. Sì, so che i suoi genitori, entrambi commercianti, stanno ad Acalipya ma di questa "Michelle" che senza nessun dubbio è la sua sorellina più piccola, confermato dalla stessa Lucy ieri sera,  proprio ne sapevo nulla!
Ieri  non mi ha nemmeno spiegato il tutto per bene, si è limitata solo a una breve presentazione e poi si è chiusa nella stanza da letto, dato che toccava a lei, con sua sorella senza che io abbia saputo il motivo della sua visita a parte una fugace spiegazione su come sia riuscita a sapere che Lucy si trovasse ad abitare a casa Redfox.
E mentre Michelle le spiegava che era stato Taurus a darle il provvisorio indirizzo, lasciato dalla stessa Lucy in caso di "emergenze", ho capito da quella  smorfia contratta di sorpresa sul suo viso che anche Heartphillia dovesse essere all'oscuro del motivo di questa improvvisata riunione famigliare. Ma la cosa che più mi assilla in questo istante e che, a causa di questo, io non sia più riuscito a tampinarla e sopratutto ad estorcerle ciò che ho scoperto ieri sera dopo il cinema... noi due siamo attratti fisicamente!
Un ghigno beffardo sfugge dalle labbra prontamente coperte con due dita, Lucy ancora non vuole ammetterlo ma so che è così e anche se l'affare mi sembra assurdo perfino per me, devo trovare il modo per farla cedere e farglielo ammettere.
Non so darmi una spiegazione al momento nel mio volermi impuntare testardamente su questa faccenda, ma ecco so solo che ne trarrò un enorme soddisfazione nel sentire pronunciare proprio dalla bocca di Lucy che  è attratta da me, lei che per anni ha affermato chiaramente che nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla terra si accoppierebbe con me: un maschilista, scimmione, troglodita, ma preferirebbe portare all' estinzione il genere umano pur di non "sacrificarsi".
Solo ad immaginarmi la scena della sua confessione, il sorriso si allarga sulle labbra, nessuno sfugge al fascino dei Dragneel.
I miei loschi piani mentali sfumano nell'improvvisa apparsa di colei che sta al centro dei miei pensieri da ieri sera, Lucy  compare in un tonfo ovattato di porta soffermandosi poi un istante a studiarci in silenzio mentre io quasi non sono sobbalzato nel metterla a fuoco.
Rimaniamo a fissarci e deglutendo una sottile ansia si dirama tra stomaco e polmoni, perché cavolo mi sento sotto pressione? Lei invece sembra come al solito e non turbata minimamente da me che, dopo quello che le ho spiattellato ieri sera, pensavo almeno di crearle una qualche espressione di contrito imbarazzo con la mia presenza. Ma Lucy finisce di sistemarsi apaticamente  il colletto della camicetta che ha deciso di indossare stamattina non levandosi dal viso quello sguardo di sufficienza alternandolo tra me e Midnight, sorpassandoci l'istante dopo per puntare verso il frigo.
Resto una manciata di secondi a fissare il suo profilo parzialmente coperto dallo sportello del frigorifero prima di sollevarmi e raggiungerla in una falcata data la curiosità che mi affligge. Incurvando la schiena di poco, mi sporgo verso di lei e- Buon giorno Heartphillia- le sussurro, lei che rotea gli occhi verso i miei, stretti senza toccarci nel poco spazio che l'apertura del frigo offre, bofonchia un: -Dragneel- frettoloso nell'afferrare il cartone del latte e fermarsi poi a guardarmi interrogativa dato il mio continuo sguardo sostenuto su di lei.
-Devi dirmi qualcosa?- chiede con sufficienza mista a un tenue dubbio, facendomi sgranare appena gli occhi.
-Forse sei tu quella che dovrebbe darmi qualche spiegazione, non trovi?- bisbiglio un po' irruento, rivolgendo una fugace occhiata verso Midnight, che da lontano sembra osservarci in maniera pacata.
-Ti ho già spiegato che Michelle è mia sorella, frequenta un istituto privato a Crocus e ci vediamo poco e quindi è venuta a farmi visita- mi spiega in una scrollata di spalle e in un tono quasi seccato nel drizzarsi con la schiena e spingere lo sportello del frigorifero con il palmo libero.
Imperterrito la seguo fino alla credenza e sbuffa dalle labbra quando insisto sulla faccenda "Michelle".
-Si può sapere perché non hai mai detto di avere una sorella?- le domando accigliato accantonando momentaneamente Midnight e il perché Lucy continui ad ignorarlo come se non lo conoscesse, lei versa il latte nel bicchiere appena  afferrato dal pensile e -Dragneel non ho mai tenuto nascosta l'esistenza di Michelle per chissà quale strano motivo tu abbia immaginato- sbotta richiudendo il cartone con il tappo - Gajeel, Juvia e Gray la conoscono, come del resto Cana e tutti gli altri e il Natale scorso quando è venuta a farmi visita l'ho portata anche al Fairy Tail solo che tu non c'eri, eri in vacanza in montagna con Miriana, ricordi? - mi mette al corrente in quella che è una sequela di informazioni sorprendenti l'una dietro l'altra.
Tutti sanno che Lucy ha una sorella?
In cinque anni io non l'ho mai saputo per una serie di circostanze e aspetta un momento... è con Miriana che ho passato il Natale scorso? Perché non me lo ricordavo?
-... Parlo di lei anche quando usciamo insieme ma tu non ascolti mai quello che dico io e...- continua Lucy in un parlottare concitato, riportandomi lentamente sul pezzo in un battito di palpebre spaesato.
Heartphillia gesticola rimproverandomi il fatto che sia stato io a non interessarmi mai alla sua vita privata, non che lei si sia fatta in quattro a farmene partecipe ma mi rendo conto che entrambi non possiamo farcene una colpa se, nonostante i cinque anni di conoscenza e gli amici in comune, sappiamo poco l'uno dell'altro.
-Quindi possiamo superare l'argomento?- finisce in un sospiro stanco, io che annuisco piano ma poi mi paralizzo quando furtiva e a tratti minacciosa si avvicina a me mettendo una mano a coppa a nascondere il suo labiale.
-Ecco potresti fare uscire il tuo amico stramboide da questa casa prima che Michelle si svegli? Non vorrei che si spaventasse, è così innocente- mi mormora in un orecchio sinceramente in pena, il suo fiato caldo si infrange sulla pelle del mio collo ma sono troppo sorpreso da ciò che mi ha appena detto per far caso al fremito che mi ha percosso la schiena.
-Heartphillia- faccio in tempo a mormorare prima che lei mi interrompa di nuovo, addossandosi con la schiena contro il ripiano della cucina porta il bicchiere a sfiorare le labbra -Lui è uno dei tizi della band che vuoi lanciare?-  mi domanda senza nascondere un sorriso sarcastico nell'osservare Midnight -Be buona fortuna allora- mi schernisce dando una lunga sorsata al suo latte e solo dopo un mio breve momento taciturno  mi scuoto dall'apatia.
-Emm Heartphillia io non conosco questo tipo.... non so chi diavolo sia- pronuncio con tono fermo, indietreggiando appena intimorito nel vederla sgranare gli occhi scuri, posa il bicchiere sul ripiano non tralasciando un tonfo sordo  e uno sguardo contrito al mio indirizzo.
-Cosa vuol dire che non lo conosci?- sibila in un bisbiglio agitato alternando un occhiata verso lo sconosciuto, troppo intento ad osservare il suo smartphone che fare caso a noi.
-Che non so chi è! Me lo sono trovato davanti alla porta e pensavo che fossi tu a conoscerlo!- replico.
-E perché io  dovrei conoscerlo? Potrebbe essere un ladro!-  suggerisce in uno spasmo intimorito e la perplessità che mi crea questa sua affermazione deve essere tanta dato che Heartphillia mi guarda sbigottita, assorbita dal mio silenzio.
-Che caspita dici? Da quando i ladri bussano alla porta?- ringhio tra i denti celando il tutto in un sorriso tirato nell'annuire vagamente verso Midnight che ora ci guarda senza alcun tipo di espressione, anche Hearphillia ridacchia nervosa stirando le labbra in una posa plastica e -Ma potrebbe essere anche un malintenzionato...- insiste, gonfiando le guance quando stizzito sbotto: -Certo: eyeliner, rossetto e treccine... dettagli che lo rendono estremamente pericoloso-
-La smetti di contraddire tutto quello che dico?- strepita, sempre e comunque a bassa voce, stringendo i pugni e rivolgendo lo sguardo verso il mio, sfigurato in una espressione serrata.
-E tu smettila di dire cazzate-
-Dragneel- ringhia sommessa -Hai fatto entrare in una casa non tua uno sconosciuto!- mi rimbecca.
-Ha chiesto di Heartphillia! Pensavo fosse qualche altro tuo parente!- mi difendo restando a corto di parole quando Lucy inarca un sopracciglio incrociando le braccia al petto con fare eloquente.
-Dico come ti è sfiorata la sola idea che quel tizio rassomigliante a una drag queen potrebbe solo avere minimamente a che fare  con un tipo come me- mi dice ferma, io che schiudo le labbra per ribattere ma mi rendo conto che non c'è nulla che possa dire per discolparmi, effettivamente ha pienamente ragione e quindi è solo un : -Ha chiesto di Heartphillia!- che esce fuori dalla gola, battendomi i palmi su fianchi.
Siamo vicini, forse troppo ma entrambi distratti nel guardarci in cagnesco, poi però un  guizzo balena negli occhi di tutti e due nel venire a capo di questa situazione ma non facciamo in tempo a  dar voce ai pensieri che uno scalpiccio di passi frettolosi attira la nostra attenzione verso l'entrata della cucina.
I piedi nudi di Michelle battono il pavimento con fare veloce, coperta solo da una maglietta extralarge  appare tra di noi, spalanca  la bocca in un sorriso gioioso e -Macbeth sei arrivato!!- cinguetta in un urletto tipico adolescenziale prima di circondare le braccia intorno al collo di Midnight, il quale nome reale suppongo sia Macbeth a questo punto, e soffocarlo in una stretta affettuosa ma non è quel innocente abbraccio a farmi sbarrare gli occhi e per poco non cascare la mascella.. ma il bacio con tanto di lingua che avviene tra i due l'istante dopo.
Hai capito la Drag queen....
Rimasto pietrificato riesco appena a guardare di sottecchi Heartphillia accanto a me, sembra mugugnare una serie di rantoli soffocati e tartagliare qualcosa che al momento sfugge di un incomprensibile significato, mi volto verso di lei a fatica, tentando di scollare gli occhi dalla pomiciata a pieno regime che si sta consumando di fronte a me e non mi stupisco nel trovarla in totale apnea con le dita delle mani contratte in spasmi nervosi.
Credo non l'abbia presa piuttosto bene.
Tento di chiamarla ma Lucy mormora un: -Michelle- a voce troppo bassa per essere udita, ci riprova ma solo quando alla terza volta urlacchia il nome della sorellina con fare isterico e stridulo, porta a termine il momento idilliaco.
Michelle e Midnight   si staccano bruscamente rimanendo comunque avvinghiati, rendendosi finalmente conto della nostra presenza anche se temo che quella di Lucy verrà a mancare da un momento all'altro se verrà sottoposta a una altra seduta di limonamento adolescenziale.
Sembra pallida e -Heartphillia...tutto ok?- mormoro io tenuamente mentre il terrore che possa svenire dallo shock si insinua tra le pieghe del mio cuore, è lei il medico non io, non saprei cosa diavolo fare nel caso perdesse i sensi!
Ma Heartphillia sorride, se pur in modo tirato -Michelle, tesoro potresti avvicinarti un momento?- le dice in un filo di voce dai toni piuttosto acuti stendendo un braccio per avvolgere le scapole della ragazza e poi appartarsi poco distante da me.
Fintamente disinteressato rivolgo uno sguardo sereno verso Midnight ma senza ritegno origlio il dialogo tra le sorelle Heartphillia.
-Michelle mi vuoi spiegare che cosa hai che fare con quel tipo strano?- farfuglia la più grande tenendo la minore ancora per le spalle.
-E' il mio fidanzato e non è un tipo strano è solo emo-
Il terrore che a Lucy venga un attacco epilettico si riproietta nuovamente nel mio cervello nel notare di come la sua espressione si sfiguri in qualcosa di disperato alla parola "fidanzato" ma tentando la calma mi porto una mano sulla bocca osservando ancora da lontano.
-Fidanzato?? E dove l'hai conosciuto? Ma sopratutto mamma e papà ne sono al corrente?-  sbraita in quello che sembra più un interrogatorio, scuoto il capo pensando che di certo non è una raffica di domande urlate il degno approccio da adottare con una adolescente, infatti Michelle si scosta da lei anche se un bel sorriso aleggia ancora sul suo viso pulito.
-Ecco è di questo che ti volevo parlare! Mamma e papà non sanno nemmeno che sono da te, ho falsificato una liberatoria per uscire dall'istituto- dice afferrando la mano del suo ragazzo alzatosi in piedi nel contempo, entrambi ci fronteggiano e il sorriso sulle labbra di Michelle persiste.
-Se sono venuta fin qui e per comunicarti che presto abbandonerò la scuola per intraprendere l'attività di artista di strada insieme a Macbeth!- esclama con entusiasmo mentre il gelo piomba nella cucina e i nostri sguardi curiosi vanno a focalizzarsi tutti su di Lucy che come caduta in trans non spiccica parola.
Temo seriamente che possa scoppiare quando solleva un indice con fare tremante per indicare Michelle ma -I denti.... vado a lavarmi i denti...- sussurra sorpassando la coppietta  in una sola falcata per scappare in bagno.
E se Midnight sembra non essere minimamente impensierito dalla reazione di Lucy, Michelle invece ne è visibilmente turbata e io in un cenno del capo cerco di tranquillizzarla -Ci sono i cereali sul pensile a destra- la informo  spronandola a farmi un pallido sorriso, stringendole una spalla nel avviarmi verso i servizi e raggiungere Heartphillia.
Arresto il passo quando raggiungo la soglia del bagno, la distanza che mi divide al lavandino è poca -Heartphillia stai bene?- mugugno appena allarmato nel dedurre la troppa foga con cui sta spazzolando i denti,  lei sputacchia nel lavabo e -Certo benone! Mia sorella diciasettenne sta con un emo, vuole abbandonare gli studi per fare l'artista di strada ed è scappata dall'istituto che frequenta per informami di ciò!- sbraita agitando lo spazzolino con agitazione prima di rificcarlo in bocca e continuare a parlottare senza che io capisca più nulla.
-Dio a mio padre verrà un infarto quando lo scoprirà...- continua dopo aver rilasciato una seconda dose di schiuma e saliva all'interno del lavandino, con l'acqua che scorre e lava via il tutto -... e Mamma...-  si blocca osservando il suo profilo allo specchio scuotendo poi il capo -Non ci voglio nemmeno pensare come la prenderà mamma- dice ritornando alla sua sequela di gesti meccanici e compulsivi.
Sento che la situazione le sta sfuggendo di mano e sinceramente trovo esagerato questa reazione ma mi sporgo verso di lei allungando un braccio nel racchiudere il suo spazzolino tra le dita, Lucy scatta a molla osservandomi perplessa.
-Perché non ti calmi un momento?- le soffio strappandole con la forza quel dannato oggetto di mano -Devo avvisare mamma e papà- replica lei stringendo le mani intorno al lavabo senza darmi pienamente ascolto.
-Sicura di fare la cosa giusta? Potresti parlarci tu con Michelle se è venuta da te ci sarà un motivo- le dico creandole una smorfia sul viso già provato dalle informazioni precedenti, anche se sembra pensarci su.
-Io che ascolto i tuoi consigli? Mi sa che sto toccando il baratro- sbuffa ma poi mi rivolge un immediata occhiata e -Scusa- soffia realmente dispiaciuta facendomi sorprendere.
-E che sono un po' nervosa.. non riconosco più mia sorella, fino a ieri giocava con le bambole e ora....- mi dice, sfumando la frase senza terminarla, affossando il viso verso il lavabo -Fra pochi minuti dovrò andare a lavoro e non so come fare con Michelle, dobbiamo parlare di questa faccenda e non voglio lasciarla sola in casa con quel tizio- afferma mordicchiandosi un labbro corrucciata.
Non voglio giudicare Lucy, so che quella frase è dovuta alla totale preoccupazione per sua sorella e non tanto per l'apparenza che Midnight le suscita, non conosce minimamente questo  ragazzo e capisco che non sia facile per Heartphillia pensare la sua "innocente"  Michelle tra le grinfie dell'emo arrapato.
E di nuovo succede, come ieri al parco.
Un impulso involontario mi spinge a stringerle la spalla e affondarci le dita -Heartphillia ecco se vuoi possono stare con me- mormoro facendola voltare di scatto verso di me -Ho un paio di giri da fare stamattina e poi li porto  pranzare insieme a me al Fairy Tail così stai tranquilla e non ti fai strane idee- le soffio accennando anche un sorriso dal potere rincuorante e il tempo sembra fermarsi un solo istante tra di noi perché Lucy mi guarda con quegli occhi profondi e dilatati dalla sorpresa, trascinandomici dentro.
Arrossisce e distoglie lo sguardo -Sempre meglio che soli, ma se per te non è un problema ovviamente- bofonchia spezzando l'incantesimo, facendomi ritornare lucido e mugugnare un: -Non è un problema- nel lasciare la presa sulla sua spalla. Mi ero dimenticato che l'attrazione fisica è da parte di entrambi e che quindi  anche io devo farne i conti ma aspetta un momento...
Un ghigno bastardo si spiega sulle mie labbra, questa è l'occasione che stavo aspettando da ieri e so che forse non è il momento di pensare a quello e che  sono una brutta persona nel volermi approfittare della situazione ma voglio che Heartphillia ammetta che è attratta da me ad ogni costo.
Senza più pensare a nulla noto che Lucy osserva con aria assente l'acqua che scorre dal rubinetto venire inghiottita in un tornello dallo  scarico del lavabo, ho poco tempo e l'unica strategia che mi viene in mente da adottare è drastica ma fottutamente efficace se è un Dragneel a farla.
Basta darle un bacio e Lucy farà il resto, nessuna ne è immune.
Mi sporgo verso di lei chinandomi con il capo per baciarle le labbra ma Heartphillia solleva di scatto la testa finendo a batterla brutalmente contro il mio naso che nell'impatto si accartoccia istantaneamente irradiandomi di fitte di dolore tutta la faccia.
Indietreggiando impreco un: -Cazzo- dolorante nel portarmi entrambi i palmi a coprire il ponte del naso che pulsa dolente.
-Dragneel ma perché diavolo ti sei sporto così vicino?- mi domanda lei accigliata portando due dita a scostare le mie per vedere ciò che nascondo al di sotto.
-Volevo chiudere l'acqua... non vorrei pagare una bolletta salata a causa tua- mento piccato e -Augh, fa piano!- strepito quando con pollice e indice mi tasta il naso rudemente.
-Non è rotto tranquillo- afferma dottoressa Heartphillia con fare critico e sicuro -E' solo una botta- soffia e senza più badare ai miei lamenti sottofondo, insieme abbandoniamo il bagno percorrendo il corridoio che ci porta in cucina.
-Grazie- mastica poi, quasi forzatamente verso di me -Anche se non capisco questa tua gentilezza improvvisa, fino a ieri sbuffavi anche nel passarmi il sale-  borbotta occhieggiandomi con fare sospetto e io mi stringo nelle spalle -Siamo in  tregua no? Perché non diventare anche una squadra? Io aiuto te e tu aiuti me per le ormai  prossime due settimane che ci restano...- affermo senza in realtà sapere il vero motivo che mi ha spinto nel aiutare Heartphilla, l'unica cosa che so è che in quel momento mi sarei sentito un verme se non avessi agito in qualche modo.
La sento mugugnare pensosa e infine emettere un: -Non ci riusciremo mai- rassegnato.
-Perché sei sempre così negativa?- sbotto facendoci fermare entrambi sulla soglia della cucina, lei volta lo sguardo dal mio per indirizzarlo difronte a se dove Michelle tenta in punta di piedi di arraffare una ciotola dalla credenza e Midnght, ripreso il posto accanto al tavolo, osserva la scena in un ghigno compiaciuto, puntando particolarmente e con vivido interesse sul fondo schiena della sorellina di Lucy.
-Mi spieghi come faccio a non esserlo?- replica asciutta e sopracciglio inarcato, ritornando a guardarmi atona.
-Sai che anche Zeref era emo al liceo?- esordisco all'improvviso creandole sorpresa, di stucco schiude le labbra osservandomi  -Anche se non metteva rossetto e Eyeliner... fortunatamente- aggiungo quasi con ribrezzo nel scuotere il capo, credo che la mia infanzia sia già stata traumatizzata abbastanza a causa di Zef e dei suoi ragni mezzi morti.
-Zeref Dragneel? - pronuncia lei come a non crederci -Parliamo dello stesso Zeref, rettore a solo trentatré anni della Spriggan University, una delle facoltà di scienze più importanti del paese?-  continua con voce stridula difronte al mio sorriso.
-Vedi? Mai giudicare all'apparenza, magari questo Macbeth barra Midnight nasconde qualcosa di molto positivo....- le dico sporgendo un palmo aperto all'in su e verso di lui come il mio sguardo ridente.
Entrambi focalizziamo la sua figura, ma Midnight  intento a scattarsi quella sequela di selfie in posa alla becco d'anatra e indice e medio a mo' di V di fronte alla telecamera del suo smartphone, smorza il mio entusiasmo, cancellando anche quella vana speranza che ero riuscito a inculcare in Lucy.
-Ecco lui lo nasconde molto bene- mormoro poi abbandonando il braccio a penzoloni verso un fianco, Heartphillia mi sorpassa e -Sono io  a chiedermi come tu faccia ad essere sempre così positivo- sospira.
Io mi stringo nelle spalle senza più ribattere, il naso mi fa ancora un po' male, non sono riuscito a fare ammettere ad Heartphillia la sua attrazione nei miei confronti e la bocca si storce verso il basso nel pensare di come questa partenza rocambolesca sia solo il principio della mattinata che mi aspetta, spero solo che il resto della giornata prosegua tranquillamente.
 

***


Con il palmo spingo la porta a vetri in avanti mettendomi poi rasente contro questa in modo da fare accedere all'interno dello studio di registrazione Michelle e Midnght. Lasciando scivolare la porta dietro le mie spalle li raggiungo repentinamente in un ghigno nel notare, almeno esplicitamente dalla sola Michelle, quanta eccitazione traspare dai suoi occhi verde mare nel guardarsi intorno.
All'interno della control room ci muoviamo fino a raggiungere le postazioni che danno alla vetrata della sala di ripresa, al momento vuota.
-Tu lavori qui?- mi chiede sorridendo di euforia nel gettarsi su una poltrona girevole e slittare appena a marcia indietro ma io scuoto il capo infossando le mani nelle tasche dei jeans -Bé non proprio, ma diciamo che tra le tante cose a volte mi capita di poterne usufruire- affermo con fare tranquillo senza non riuscire a sorridere nel vedere Michelle così entusiasmata e anche Midnight, che se pur in maniera pacata e silenziosa, tasta con le dita i pulsanti della regia con interesse e curiosità.
Un pacca sulla spalla mi fa sobbalzare e reclinando il collo vedo oltre la mia spalla il suo viso difronte al mio, guardarmi con quella sua solita espressione austera, le labbra però sono schiuse in un accennata smorfia ridente nell'incontrarmi  e :-Erza Scarlet!!!- strepita Michelle attirando la nostra attenzione.
La biondina si solleva di scatto unendo le mani a coppa nell'avanzare lentamente  un paio di passi verso di noi, guardando esclusivamente la mia amica Erza ad occhi sgranati e sguardo sognante.
-Non posso crederci... ho davvero difronte a me Erza Scarlet! Ho comprato il tuo ultimo album e... o mio Dio, Erza scarlet- continua a farfugliare trasognata strappando ad Erza un lieve sorriso d'orgoglio che non sa di arroganza.
-Natsu tu la conosci?- mi domanda spostando lo sguardo sul mio solo per una frazione di secondo prima di ripuntarlo su Erza in totale ammirazione, io faccio in tempo solo ad annuire col capo e confermare che sì, conosco la famosissima Erza Scarlet: vincitrice di un Grammy, tre dischi di platino e  milioni di copie vendute negli anni della sua strabiliante carriera da cantante.
Anche se tengo per me il fatto che siamo amici da tanto tempo, ancora prima dei milioni di copie vendute e del Grammy.
-Oh!- sobbalza Michelle portando le mani ad aprire la sua borsa a tracolla e tirarne fuori un blocco e una penna con fare nevrotico -Potresti...- chiede in un timido mormorio sporgendo il blocco verso Erza che senza esitazione afferra la penna tra le dita scalfendone la carta in un rapido movimento di polso, lasciando il suo autografo a Michelle.
-Oh grazie, grazie! Pensa quell'invidiosa di Chelia che faccia che farà quando le racconterò di questo!- ghigna facendomi scuotere il capo ridente, per un attimo ho intravisto un riflesso di Lucy nei suoi occhi che mi ha stranamente divertito.
-Di niente- sussurra Erza tentando di non apparire troppo divertita anche lei, mi chiedo come faccia a non stancarsi mai di questi continui autografi e mantenere alto sempre il self control.
Il prezzo del successo è un conto un po' troppo caro da pagare e non mi riferisco solo alle dimostrazioni di affetto forse un po' troppo invadenti dei fan ma sopratutto alla totale mancanza di privacy a cui è costretta a colpa dei giornalisti, per non parlare  di come la sua carriera assorba ogni spazio del suo tempo.
Ma Erza ama la musica quanto me, ama cantare  più di ogni cosa al mondo e sono sicuro che per lei questo prezzo non è poi così alto ma io non sono bravo a scendere a patti e preferisco cantare quando ne ho voglia liberamente e no perché una scaletta me lo impone.
-Guarda amore!!- trilla Michelle svolazzando il blocco in un ondeggiare di braccia verso MidNight nel piroettare verso di lui lasciando me ed Erza in uno sguardo eloquente tra di noi.
-Vedo che a fare il talent scout non ti basta più, ora fai anche il babysitter?- mi canzona in uno schiocco di lingua.
-E' solo un favore che faccio ad un amica e a proposito di talent scout...- glisso estraendo dalla tasca retro dei calzoni un rotolo di fogli imbrattati di parole -Mi presteresti la sala per un paio di ore? Vorrei far registrare ai ragazzi un demo da mandare alla Fairy Heart- le spiego passandole i testi che lei raccoglie tra le mani degnandoli di una fugace occhiata.
-Non sei ancora riuscito a convincere Laxus Dreyar?- mormora passando al secondo foglio con vivido interesse, io mugugno di negazione e -Va bene come solito pagamento?- le chiedo sornione, a malapena riesco a pagare l'affitto di casa e non far morire di fame me ed Happy, figurarsi affittare uno studio di registrazione.
Scrivo canzoni a tempo perso e anche se non mi piace specularci sopra, il solo lavoro di talent scout non è molto proficuo e io in qualche modo devo arrivare a fine mese, quindi il maggior numero delle volte sono costretto a vendere i miei pezzi, anche se in questo caso si tratta più che altro di uno scambio.
-Certo, usa lo studio per tutto il tempo necessario- afferma lei -E non c'era bisogno di queste, lo sai- aggiunge un poco severa ma io svolazzo una mano -Sono solo arrangiamenti- minimizzo osservando le sua labbra piegarsi in un sorriso intriso di furbizia prima di voltarmi le spalle e regalarmi una bella sensazione che mi ossigena i polmoni nel canticchiare una strofa appena letta sui quei fogli che le ho regalato.
-E all'aria tutti i piani, riavviciniamo i sogni più lontani...-
Canta Erza in un acuto intonato riuscendo già in una prima occhiata a dare forma a delle parole su un foglio, è fenomenale e bé quel Grammy non l'ha vinto mica per caso.
I capelli rossi della mia amica spariscono insieme alla sua figura dietro l'angolo del corridoio e con le mani infossate nelle tasche, un muto singulto mi fa sussultare appena nell'intravedere da lontano un altra figura femminile capace di crearmi un ghigno malizioso sulle labbra già schiuse in calde congetture.
Mi avvicino a lei a passi sicuri e infilando una moneta nella fessura apposita, precedo il suo gesto nel farlo che, sollevando il viso dal distributore interrogativa, mi mette a fuoco in un ghigno l'istante dopo nel riconoscermi.
-Offro io- dichiaro stirando le labbra in un sorriso che si paralizza quando lei soffia un: -Salamander, quale buon vento ti porta qui?- nel selezionare con l'indice una coca light.
La sorpresa viene presto abbandonata da un espressione magniloquente, di come Minerva Orland sappia del mio pseudonimo che uso per firmare i testi non dovrebbe essere fonte di meraviglia per me, insomma la manager di Sting Eucliffe non è solo nota per le sue incredibili capacità manageriali ma anche per quella buona dose di astuzia che la caratterizza e la fa essere il numero uno tra i suoi colleghi o magari è stato semplicemente Sting a spifferarglielo...
-Le solite cose- scrollo il capo io osservandola compiaciuto che, con tutto il rispetto delle sue doti professionali, io di Minerva noto ben altro come per esempio la gonna a tubino nero a vita alta aderente sulle cosce snelle e il ventre piatto che ha deciso di sfoggiare oggi, abbinata a una canottiera attillata che valorizza il suo seno generoso.
-E tu?-
-Sting sta registrando il suo nuovo album nello studio accanto e sai quanto possa diventare più isterica di una donna col ciclo se qualcosa non va come dovrebbe- mi spiega in una sorta di sospiro seccato ma so che la loro è una delle collaborazioni meglio riuscite tra cantante e manager proprio per l'amicizia che in primis li lega e poi  solo Minerva riesce a gestire lo "Sting cantante" con estrema efficacia.
Mugugno una specie di conferma incrociando le braccia al petto, ma l'attenzione ricade nuovamente su di lei: i suoi tratti orientali e i lunghi capelli corvini la rendono bellissima ma estremamente seriosa, infatti non è un sorriso il suo, ma un ghigno che si spiega sulle labbra rosso fuoco -E tra le solite cose c'è anche offrimi da bere?- mi domanda stringendo tra le dita la lattina con fare seducente rendendomi piacevolmente sorpreso.
Lo sento è la mia occasione, sono mesi che provo a strapparle un appuntamento ma Minerva è una preda difficile, forse questo la rende un po' altezzosa e snob ma che importa?  e -Che ne dici se stasera ti offro qualcosa di più che una semplice coca? Magari alla Blu Pegasus alle nove?- le propongo io poggiando un braccio sulla superfice del distributore per sporgermi verso di lei che finge di tentennare ma -Perché no?-  mi concede senza nascondere la malizia.
-Ma Natsu non osare darmi buca.. non sopporto che mi sia fatta una cosa del genere- mi avvisa poi quasi minacciosa nel sorpassarmi ma io scuoto il capo voltandomi verso di lei che ancheggia sinuosa sui tacchi affilati, quale motivo al mondo dovrebbe essere più importante di un uscita con Minerva Orland? Aspetto questo momento da quando mesi fa, alla festa di compleanno di Sting nel suo super mega attico, ci siamo scambiati i numeri telefonici senza poi più combinare nulla dato la sua assenza da Magnolia per lavoro e la mia conseguente relazione con Jenny ma ora sono single e quindi colgo l'occasione, conscio che sia l'unica che ho conoscendo l'indole orgogliosa di Minerva.
Non mi darebbe mai una seconda possibilità se non mi presentassi all'appuntamento.
Mi sento sodisfatto e ritornando a camminare verso lo studio un pensiero che non avrei voluto sentire invece arriva impetuoso, come un pugno nello stomaco: stavo flirtando con Minerva ma non ho sentito il mio corpo tremare come ultimamente sta accadendo con...
Arresto il passo scuotendo il capo energicamente.
No, mi sto sbagliando probabilmente, con Minerva era tutto sotto controllo perché sapevo cosa fare in quel momento mentre con Heartphillia e sempre tutto improvviso, non voluto e poi non so darmi nemmeno io una spiegazione del cavolo sta succedendo ultimamente tra me e Lucy.
E' colpa del caldo, sicuramente.
 

Mi guardo intorno scandagliando con lo sguardo tra gli avventori che affollano il Fairy Tail in cerca di Mira e nel metterla a fuoco dietro al bancone, intenta a preparare una birra alla spina, agito un palmo in sua direzione facendomi notare, ritornando poi prendere posto al tavolo con Michelle e Midnght seduti difronte a me.
La fame mi attanaglia, abbiamo fatto un po' tardi allo studio anche a causa dell' arrivo in ritardo della band ma alla fine i ragazzi sono riusciti a registrare un demo che io ho già spedito alla Fairy Heart con la speranza di ricevere presto una telefonata direttamente da Laxus Dreyar.
Questi ragazzi sono fenomenali, meritano il successo e quindi le mie aspettative sono al quanto positive, non mi farò logorare dall'ansia dell'attesa ma aspetterò tranquillamente, almeno fino a lunedì quando poi incomincerò a stalkerizzare la casa discografica se non avrò ricevuto ancora risposte...
-Ciao Michelle! Sei tornata a fare visita a Lucy vedo!- esordisce una ridente Mira, apparsa dal nulla con il suo taccuino e penna alla mano, rivolgendo un saluto affettuoso alla sorellina di Lucy mentre serro la mascella in una posa plastica.
Ero davvero l'unico a non sapere dell'esistenza di Michelle.
Lei le sorride con un accennato imbarazzo e -Cosa ordinate?- chiede Mirajane alternando il suo sguardo interrogativo tra noi tre.
-Un solito- le rispondo io rifilando poi uno sguardo intriso appena di timore verso Midnight, cosa mai potrebbe ordinare un soggetto del genere? Ma -Patatine fritte- dice con quel suo sorriso inquietante regalandomi un sospiro di sollievo.
Sarà un artista emo ma è pur sempre un adolescente.
-E tu Michelle?- chiede Mira nel finire di appuntare le nostre ordinazioni mentre un dubbio miserabile mi assale, forse non avrei dovuto portarla a pranzare qui dove il novanta percento delle pietanze sono a base di carne ma quasi non sussulto meravigliato quando proprio dalla sua bocca esce fuori un: -Doppio cheeseburger con salsa barbecue- aggiungendo addirittura -Mi porteresti anche i nuggets dell'altra volta? Erano così buoni!- con già l'acquolina in bocca.
Il mio sguardo si perde tra la ressa che affolla il bancone accorgendomi a stento dell'uscita di Mira dal mio campo visivo, ecco avevo dato per scontato che anche Michelle fosse vegetariana, solitamente è qualcosa di virale no?
-Pensavo che anche tu non mangiassi carne- mormoro poi dando forma ai miei pensieri, lei scuote il capo -E' quello che vorrebbe Lucy e anche la mamma- dice incastrando gli occhi sulla superfice piatta del tavolo, sollevandoli appena in un pallido sorriso verso Midnight quando ci avvisa che sta per assentarsi per raggiungere i servizi.
Forse dovrei farmi i fatti miei ma qualcosa mi spinge a proseguire la conversazione -L'importante è essere se stessi no?- le ghigno strappandone uno anche a lei che stringendosi nelle spalle mugugna un: -Sì- sincero.
-Non c'è nulla di sbagliato nell'essere diversi sai? Anche io e mio fratello siamo agli antipodi su alcune faccende- le spiego prendendo forse un po' troppo a cuore la questione.
-E che Lucy è perfetta a gli occhi di mamma, stravede per lei e Lu neanche si sforza ad esserlo, la totale ammirazione che ha verso mia madre la porta ad essere come lei vorrebbe- le sfugge in un momento d'incertezza.
Il mio sguardo si assottiglia -Oltre ad essere vegetariana?- le domando con cipiglio.
-Fare il chirurgo era un sogno di mamma ma che poi ha dovuto accantonare con la gravidanza improvvisa di mia sorella, mia madre ha scelto la famiglia alla carriera e Lucy ha proseguito il suo sogno e vorrebbe che lo facessi anche io ma...- le dita di Michelle si pasticciano tra loro -Ma Lucy ama fare quello che fa mentre io...- la voce le sfuma ancora e noto una certa difficoltà nei suoi occhi bassi.
-E tu cosa vorresti?- le chiedo senza cercare di non essere troppo invadente ma sufficiente a farle allargare un sorriso sincero sulle labbra.
Con foga rovista nella sua tracolla tirandone fuori il blocco che apre verso di me: una miriade di fogli e disegni appaiono difronte al mio sguardo meravigliato.
La maggior parte sembrano raffigurare ritratti di volti e accidenti penso sul serio che siano bellissimi -Li hai fatti tu?- chiedo scioccamente ancora attratto dalla bellezza dei disegni.
Lei annuisce timidamente e -Vorrei frequentare l'accademia delle belle arti dopo il liceo ma secondo mamma e papà è un indirizzo un po' troppo avventato...- mormora e solo ora capisco questa sua fase di ribellione e quella scelta di intraprendere la vita da artista di strada.
-Midnight allora centra poco..- le ghigno facendola sorridere appena.
-Be lui è il mio ragazzo, io gli voglio tanto bene ma vorrei realizzare il mio sogno- sussurra rinviandosi una ciocca biondo cenere dietro l'orecchio, ma poi tira un sorriso amaro e -Lucy non è d'accordo su quello che le ho detto stamane vero?- mi domanda consapevole, io mi stringo nelle spalle.
-Forse ha solo frainteso, sai conosco Heartphillia da anni e so di quanto sia maniaca del controllo, appena le spiegherai la reale situazione tutto si risolverà- le dico tentando di crederci anche io.
Michelle sbuffa tenuamente corrucciata e un po' mi dispiace, io e Zeref non abbiamo mai avuto il problema di soddisfare le esigenze dei nostri genitori dato il contesto in cui siamo cresciuti ma scommetto che deve essere frustante vivere ciò che sta vivendo Michelle.
Sento una strana percezione al mio fianco e voltandomi lentamente quasi non sussulto nel trovarmi davanti Midngiht, ma da quanto tempo mi era accanto?
In piedi stringe sulla spalla il suo zainetto -Papà ha scoperto la mia via di fuga dall'istituto, l'hanno avvisato da scuola e tramite la carta di credito e risalito al biglietto del treno per Magnolia- ci spiega con una straordinaria calma rispetto a quello che ci sta comunicando -E' qua fuori che mi sta aspettando- conclude poi indicando con l'indice una delle vetrate del Fairy.
Di conseguenza il mio viso va ad indirizzarsi dove il dito di Midnight stava puntando, sgrano gli occhi nel mettere a fuoco una Porsche con tanto di autista e se non sbaglio prima ha pronunciato la parola carta di credito.
Io a diciassette anni se avevo dieci jeweels in tasca era un giorno fortunato...
In muto silenzio sventolo una mano in segno di  saluto, lui schiocca un bacio sulla guancia di Michelle mormorandole un: -Ci si vede presto- prima di lasciarci, lei accenna un consenso con il capo dando poi una aspirata tramite la cannuccia alla sua Coca-cola appena servita senza nessuna traccia d'angoscia e io attonito resto a guardala, a quanto pare entrambi avevano già abbandonato l'idea di quel loro progetto o forse era soltanto un modo per Michelle per attirare l'attenzione di Lucy su di lei.
Ma la cosa che al momento continua a battere come un chiodo fisso nella mia testa è un pensiero appena concepito: la sorellina di Lucy frequenta un istituto privato frequentato da ricconi.
 -Michelle nella tua scuola ci sono molti studenti come Midnight?- le dico schiarendomi la voce nel tossicchiare.
-Emo?- mugugna lei a bocca piena ma -Emm... intendevo altro- continuo e Michelle manda giù il boccone osservandomi apatica.
-Scommetto che Lucy non ha mai parlato della nostra condizione sociale ai suoi amici, vero?- mi domanda retorica mentre mentalmente collego tutti i tasselli al mio puzzle incompleto.
E in silenzio assorbo le informazioni su Lucy che mai avrei sospettato, come del resto anche il resto del gruppo: di come suo padre sia il fondatore di una catena di negozi in tutto il paese, della loro villa con maggiordomo, dell'istituto privato che frequenta Michelle che è lo stesso che ha frequentato Lucy con una retta di settemila jeweels annuali e di come Heartphillia sia cresciuta nella bambagia fino ai suoi diciotto anni ovvero dopo il diploma e la decisione di mantenersi all'università con le proprie forze, come fa tutt'ora.
Resto a bocca aperta, l'ho sempre considerata una ragazza materiale e superficiale e quasi non sbuffo una risata nel pensare che era più ricca di Loki... e io che pensavo fosse attratta dalle carte di credito.
Mi rendo conto solo ora di quanto abbia sbagliato a darle un opinione a prima impressione, quei suoi modi a volte altezzosi forse sono dovuti proprio nell'essere cresciuta in un ambiente altolocato e sì, non c'è nulla di male nel regalarsi qualche sfizio ogni tanto, come una crema costosa. Heartphillia lavora duramente tutti i giorni e io sono solo un idiota se mi metto a giudicare queste cose.
-Natsu non mangi?- mi riprende Michelle con titubanza, che tra le mani regge il suo Hamburger mordicchiato e abbassando gli occhi noto che il mio pasto e ancora intatto, mi ero soffermato troppo a pensare.
-Certo- esclamo arraffando il mio panino, dandogli un morso vorace e facendo ridere Michelle.
 

***

-Lucy:


Di fretta percorro i tre gradini di casa Redfox comprendo in un sola falcata la distanza tra questi e la porta d'ingresso, fortunatamente sono riuscita ad uscire prima dall'ospedale data la giornata priva di urgenze e in un movimento rapido di mano avvolta intorno al pomello, apro il portoncino precipitandomi all'interno e proiettandomi immediatamente verso la cucina dato che in salotto non c'è nessuno.
-Michelle, tesoro sono a casa- trillo tentando un tono di voce meno ansioso di quello che in realtà esce fuori ma tutto il giorno sono stata divorata dalla preoccupazione.
La mia innocente sorellina è scappata da scuola, sta con un emo, vuole abbandonare gli studi e io che faccio? La lascio con Dragneel!
Folle, ecco cosa sono stata stamattina nell'accettare la sua proposta: una folle.
Ma ero totalmente disperata e in qualche modo lui è riuscito a sollevarmi, i miei stessi pensieri mi confondono perché mai pensavo di potermi affidare a Natsu, insomma tra di noi non scorre buon sangue e ammetto che tante volte ho fatto la stronza con lui come lui con me del resto... ma questa mattina mi è sembrato sinceramente disponibile.
Mi blocco davanti alla soglia sforzando un sorriso nell' incrociare lo sguardo ridente di Michelle, seduta sullo sgabello fa i grattini ad un Happy steso a pancia all'aria sul tavolo.
-Ciao Lu- mi saluta lei attirando l'attenzione di Dragneel, di spalle a trafficare sul bancone non si era accorto della mia apparsa e reclinando il collo mi sorride nel focalizzarmi -Ciao Heartphillia, già di ritorno?- esordisce chinandosi poi  sulle ginocchia nel posare la ciotola di Plue, stracolma di croccantini, sul pavimento.
-Emm si, oggi è stata una giornata tranquilla- mormoro avvicinandomi al tavolo e posandoci su la mia borsa, circospetta mi guardo intorno ma -Se ti chiedi che fine abbia fatto l'emo arrapato, è tornato a casa sua- mi bisbiglia Natsu in un orecchio come se mi avesse appena letto nel pensiero -Suo padre è venuto a raccattarlo con la sua Porsche, anche Midnight frequenta l'istituto- continua e io sorpresa, di scatto mi giro verso il suo volto.
Natsu piega il capo di lato e un: -Te l'avevo detto- sembra spiccare tra le sue labbra serrate io ancora perplessa lo guardo finché non sparisce dal mio campo visivo, a quanto pare i tempi sono cambiati da quando ero io a frequentare l'istituto.
 In una scusa Natsu ci lascia da sole e  io prendo posto accanto a Michelle -Come è andata con Dragneel oggi? -le domando senza cercare di apparire troppo preoccupata ma lei mi sorride scaldandomi il cuore.
-Benissimo! Natsu è uno spasso e la giornata è stata fantastica!- esclama facendomi inarcare un sopracciglio, perché sono l'unica che non riesce a spassarsela insieme a Dragneel?
Unisco le mani tra di loro prendendo un respiro è ora di farle il "discorso" che mi sono preparata mentalmente tutto il giorno tra una radiografia e una cartella clinica e sto per dare fiato alla bocca quando Michelle mi incalza.
-Ecco sai per quella storia di stamattina io...- mormora ma interrompendola la faccio sobbalzare nel pronunciare il suo nome con qualche ottava di troppo, ma non posso permettere che rovini il suo futuro per colpa dell'incoscienza.
-Non se ne parla! Non permetterò assolutamente che tu abbandona gli studi per una sciocchezza- la rimbecco ferocemente e Michelle indurisce lo sguardo, i suoi occhi diventano torvi e quasi mi manca il terreno sotto i piedi quando mi risponde con rabbia.
-Perché non vuoi ascoltare nemmeno quello che ho dire? Sono venuta fin qui perché pensavo che tu mi volessi ascoltare a differenza di mamma e papà!-
-Sei scappata dall'istituto! Lo sai che rischi un espulsione per quella contraffazione?-  e non mi accorgo che sto urlando ma Michelle rincara la dose urlandomi addosso a sua volta.
-Non mi stai ascoltando nemmeno ora! Lu io voglio altro da quello che tutti voi volete, perché non l'ho capisci?
Sono totalmente allibita, sento la rabbia invadermi di calore petto e collo  -Sei tu che non capisci, non ti riconosco più, è stato quel Midnight a metterti in testa strane idee forse?- strepito follemente, priva di concetti fondati.
Lei scuote il capo sollevandosi, ignorando i miei tentativi verbali di fermala -Non abbiamo ancora finito-
-Si che abbiamo!-
-No finché non mi dici che abbandonerai questa stupida idea dell'artista di strada-
Ma Michelle mi volta le spalle senza degnarmi di attenzioni e ciò mi fa infuriare molto.
-Chiamerò mamma e papà e avviserò loro di questa cosa- le dico paralizzandola sul posto, lei si volta e il mio cuore si stringe nel vedere i suoi occhi velati di lacrime, per questo se ne stava andando, non voleva che la vedessi piangere.
-No, non fai un bel niente!- ringhia e quel mio lieve senso di colpa sparisce all'improvviso, sostituito dal nervosismo.
-Si che lo farò- sbotto sollevandomi nel fare pressione con i palmi sul tavolo ma: -Sei proprio una stronza- sibila Michelle in un modo così glaciale da trafiggermi in pieno con quei suoi occhi, ora come due dardi.
Come una furia si dirige verso il salone travolgendo in pieno Dragneel, urtandolo non gli da nessuna spiegazione scappando via dalla sua espressione esterrefatta l'istante dopo.
-Ma che succede?- mormora lui raggiungendomi, probabilmente ha sentito le urla e io sto per dirgli che niente, non è successo niente ma dalla bocca schiusa non esce nulla se non un gemito soffocato.
Mi viene da piangere, sento le lacrime premere sugli angoli degli occhi e deglutendo tento di reprime il tutto e -Abbiamo avuto una piccola discussione- minimizzo con voce strozzata.
-Heartphillia?- mi chiama lui e -Continua con questa stupida storia dell'artista di strada! Le ho detto che non sono d'accordo e che avviserò mamma e papà e lei fa così- strepito ormai prossima alle lacrime, senza più riuscire a contenermi.
Mi stupisco quando Natsu aggrotta le sopracciglia perplesso -Sicura di averla ascoltata?- mi domanda innescando in me un principio nervoso.
-Senti Dragneel non mettertici anche tu con le tue idee da sognatore ok? - lo aggredisco quando insinua che avvisare i miei è una pessima idea.
-Michelle ha diciassette anni e non sa cosa vuole!-
-Tu si invece?- mi fredda lui ammutolendomi un istante, ma poi gracchio una serie di parole inarticolate non badando a ciò che sta facendo, sembra frugare tra la borsa di Michelle e io sono troppo sconvolta per fermarlo o chiedergli almeno cosa diavolo stia facendo.
Continuo a borbottare frasi senza senso, arrivando addirittura ad accusarlo -Non è che c'è il tuo zampino? Avete parlato e magari tu le hai consigliato di..- ma resto senza parole oltre che fiato quando Dragneel sporge un braccio in mia direzione, tra le dita stringe un blocco di fogli e -Guarda questi- mi invita con tono duro.
Faccio ciò che dice senza protestare perché sarebbe inutile farlo con lui e i miei occhi si sgranano quando all'interno vi si riflette il contenuto del blocco: Sono dei disegni, per giunta bellissimi e io riesco solo a mugugnare un: -Michelle- dolorante mentre le mani che stringono il blocco mi tremano un po'.
-Non voleva realmente fare quello che ti ha detto stamattina ma solo attirare un po' la tua attenzione- lo sento sussurrare -Il suo sogno è quello di disegnare ma i tuoi genitori non sono d'accordo, se è venuta da te e perché voleva il tuo appoggio, voleva essere ascoltata- continua Natsu e la sua voce mi sembra sempre più ovattata e lontana.
Sapevo che avesse questa passione ma non mi ero mai soffermata sul suo talento e sopratutto sul fatto che per lei disegnare è qualcosa di estremamente importante.
Il senso di colpa si allarga nel mio ventre fino a bucarmi il cuore, come ho fatto a non capirla? E' Michelle, mia sorella e per me l'importante è che sia felice e no che faccia il dottore o quant'altro.
-Devo parlarle- mormoro disperata abbandonando il blocco sul tavolo per raggiungerla, sono pronta ad ascoltarla sul serio questa volta ma spostandomi verso il salotto noto amaramente la sua assenza anche in camera e in bagno.
Dragneel mi segue a ruota e -Sarà in veranda- mi suggerisce ma il groppone che mi sale alla gola rischia di soffocarmi quando, raggiungendo entrambi l'esterno, di Michelle non c'è traccia.
-E' scappata!- urlacchio angosciosamente portando una mano a reggere la fronte, pateticamente provo a guardarmi nuovamente intorno, ma niente!
-Senti tranquilla ok? E' a piedi senza soldi, dove vuoi che vada? Ora la cerchiamo in macchina- ghigna Dragneel e quasi invidio il suo essere sempre così calmo e positivo, io rischio l'infarto se non trovo immediatamente Michelle!
Ma la paranoia torna ad assalirmi quando vedo il suo volto contrarsi in qualcosa di anomalo per la sua faccia, tre rughe di frustrazione si formano sulla sua fronte quando con foga e a palmi pieni, Dragneel tasta bruscamente le tasche dei suoi jeans.
-Che c'è?-
-Le chiavi, non le trovo-
-Saranno in casa- farfuglio concitatamente ma lui sbarra gli occhi -No sono sicuro, erano in tasca-
Un pensiero ci colpisce entrambi, un unico filo conduttore che incastra i miei occhi con i suoi e -Merda- soffia lui nel mettere in ordine gli ultimi eventi appena accaduti.
Michelle arrabbiata che vuole scappare via da me, che urta contro lui e che ruba le sue chiavi dalla tasca dei jeans.
-Ha preso la macchina- sibilo scioccata ma senza lasciare che la disperazione mi assalga mi avvento su Dragneel, gli stringo un polso e -Vieni dobbiamo cercarla in un modo  o nell'altro!- urlo determinata trascinandomelo dietro senza una meta precisa...
 


Angolino Daimler: Buona sera amici miei e sì, non ci sono angoli autore che reggano stasera perché chiedervi scusa mi sembra anche poco, so quanti di voi stanno seguendo questa storia e sopratutto in quanti  stavate aspettando questo capitolo.
Io spero con il cuore che vi sia piaciuto e di non aver deluso qualcuno che si aspettava in questo cap. un approccio romantico tra Natsu e Lucy ma prometto che il prossimo capitolo sarà più ricco di scene Nalu e sopratutto sarà più evidente il legame che sta prendendo vita.
Spero di aggiornare presto, vi prometto che mi dedicherò subito alla seconda parte di questo capitolo e ce la metterò tutta per aggiornare in tempi ragionevoli.

Grazie di cuore a tutti: A chi segue, a chi legge, a chi recensisce e anche a chi a chiesto più volte dell'aggiornamento, state facendo diventare questa long qualcosa di molto importante per me.
Grazie infinite.
Un bacione enorme.

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Capitolo 7
*** Sorella maggiore, sorella minore -pt2 ***


7

-Sorella maggiore, sorella minore-

(parte seconda)
 


 -Lucy:                                                            


~Picchietto un piede con fare nevrotico mentre le dita della mano che non stringono in maniera compulsiva lo smartphone, tamburellano istericamente contro la mia coscia.
-Michelle ti prego rispondi- mugugno contro l'apparecchio spostando le dita tra le labbra a mangiucchiare le unghia ma sospiro affranta quando, dopo quella serie infinita di bip, scatta nuovamente la segreteria telefonica avvisandomi che il numero da me chiamato è al momento irraggiungibile.
Avvilita interrompo la chiamata nello scostare lo smartphone dall'orecchio, è la quinta volta che tento di rintracciarla ma Michelle non mi risponde e ormai sarà più di un ora che io e Natsu la cerchiamo per Magnolia senza riuscire a trovarla, la paranoia poi mi si allarga nel ventre fino a crearmi una fitta dolorante in mezzo al petto quando metto a fuoco il volto di Dragneel scuotersi in senso di diniego nell'uscire dal Fairy Tail.
Avvicinandosi a me a passi rapidi si stringe nelle spalle -Mira ha detto di non averla vista, purtroppo Michelle non è passata nemmeno da qui- mi informa con le mani infossate nelle tasche e io percepisco il suo sguardo addosso quando il mio va ad incastrarsi sull'asfalto nero del marciapiede, precisamente a fissare le mie Superga ma senza vederle realmente perché è un altra visione quella che al momento alberga nella mia mente, offuscando la realtà che mi circonda.
Il senso di colpa mi fa deglutire a fatica e tutto ciò che è successo prima in cucina ritorna a proiettarsi nel mio cervello, se solo avessi ascoltato Michelle  adesso non staremmo così male entrambe ma magari a quest'ora mangeremmo gelato sul divano, chiacchierando spensieratamente come facciamo ogni volta che viene a trovarmi...
-Heartphillia forse dovremmo ritornare a casa, magari anche Michelle è tornata- la voce di Dragneel mi giunge ovattata e tirando su il mento lo trovo a guardarmi con apprensione quando scrollo il capo -Mia sorella è cocciuta ed orgogliosa, anche se ci vediamo poco la conosco benissimo e so di per certo che ce l'ha ancora a  morte con me- mastico amaramente in una specie di misero sorriso.
Lui mi annuisce e insieme avanziamo di qualche passo senza una meta mentre porto le braccia ad incrociarsi sotto il seno.
-Spero solo non si sia cacciata nei guai- mormoro.
-Ma sì, cosa vuoi che sia? è solo una adolescente arrabbiata, vedrai che fra un paio d'ore staremo a riderne tutti!- getta e io storco gli occhi verso di lui, in questo caso la sua leggerezza e solita positività mi irrita enormemente, la trovo addirittura folle e -Michelle non ha la patente  e ha rubato la tua auto, non temi che a quest'ora  la tua "bambolina" possa essere tutta ammaccata?- sibilo malignamente e da come sgrana gli occhi capisco che fin' ora non aveva pensato a tale eventualità.
So quanto Dragneel tenga a quella stupida auto, una Karyu no Hoko vecchia di dieci anni che ai miei occhi si mostra solo come un rottame mentre ai suoi è un oggetto dall'inestimabile valore, solo affettivo probabilmente.
-Dobbiamo trovare Michelle- esclama aumentando di vigore i passi ma io sbuffo arresa: siamo stati in stazione, al museo d'arte, al parco e anche al Fairy ma Michelle non era in nessuno di questi posti, nessuno sembra nemmeno averla vista e sia io che Dragneel non abbiamo più idea di dove cercarla. Michelle non è di Magnolia, conosce poco questa città e dato che sembra non averla nemmeno lasciata, il dubbio di dove possa trovarsi mi affligge come un tarlo.
-Chiamo i miei- sbotto all'improvviso andando ad estrarre con le dita il cellulare dalla tasca retro dei Jeans ma quelle di Natsu vanno a racchiudere il mio braccio fermandone l'azione.
-Che?- domando perplessa.
-E' una mossa sbagliata questa- mi dice lui aumentando la stretta quando testarda tento di recuperare il mio smartphone comunque ma -Heartphillia dico sul serio, non è sguinzagliando i tuoi genitori che risolvi la situazione tra te e Michelle- continua con un tono che non accetta repliche, che mi fa stizzire e ringhiare un lugubre : -Dragneel-
-No-
-Invece si-
-Non ti lascerò fare questa cazzata!- insiste e agitandomi finisco col farmi bloccare i polsi -Mi spieghi cosa diavolo dovrei fare allora?- urlacchio esasperata mentre il nervosismo aumenta di qualche tacca, per che cavolo non mi fa fare quello che voglio!?
Ma Natsu è forte e non sembra nemmeno costargli fatica nel tenermi ferma e spingermi poi contro la parete del palazzo che ci sta accanto, intrappolandomi tra questa e il suo corpo possente.
Ho il fiatone e a un millimetro del suo viso sento il mio corpo tremare... di rabbia è sicuramente la rabbia quella che freme lungo la schiena e mi incendia guance, collo e petto.
E' sicuramente rabbia e mi trema anche la voce nel mormorare qualche rantolo, ma è rabbia.
-Continueremo a cercarla, io e te- mi risponde serio e io strepito un: -Dove?- colmo di esasperazione -L'abbiamo cercata da per tutto e...-  ma mi interrompo quando noto gli occhi di Natsu accendersi di luce ma non  è me che sta fissando con fervore ma bensì accanto a me e inclinando appena lo sguardo riesco soltanto a capire che si tratta  di un manifesto.
-Dragneel che..-
-Andiamo a cercarla qui!- suggerisce con entusiasmo ma io non capisco cosa intenda dato che sono ancora bloccata contro una parete dalle sue mani circondate intorno ai miei polsi,  dalle sue spalle ampie e dal suo torace scolpito a farmi da muro e  -Puoi lasciarmi... sono calma ora- lo avverto in un mormorio, lui che sobbalza incredulo lasciando la presa l'istante dopo, come se si fosse accorto solo ora di avermi ancora tra le mani.
Staccando la schiena dal parete mi affianco a lui mettendo a fuoco il contenuto del cartellone, ma inarco un sopracciglio e -Festa sulla spiaggia?- formulo cinica.
Natsu annuisce convinto -E' una festa, è divertente e magari Michelle voleva distrarsi...- spiega in una scrollata vaga di spalle e nonostante il mio totale scetticismo non posso che piegarmi alla volontà di Dragneel e tentare di cercarla anche lì, ormai la mia disperazione è salita a livelli eclatanti e l'unica cosa che mi resta da fare sembra rimasta questa.
-Ok, ma se Michelle non è nemmeno lì, chiamerò i miei genitori- lo avviso imponendo la mia scelta con tanto di indice sollevato -E anche la polizia- aggiungo ma Natsu si mette a ghignare.
-Poi? Vuoi chiamare anche i Ghostbuster?- soffia di scherno guardandosi intorno alla ricerca di un taxi e quasi non mi pulsa una vena di rabbia in mezzo alla fronte.
-Non so come tu non riesca ad agitarti mai- borbotto ma lui solleva un angolo della bocca -Sei tu ad essere paranoica, miss Hyde- e un occhio mi tremola dal nervoso, quello stupido nomignolo, ho detto più volte allo stronzo di non chiamarmi così.
Incrocio le braccia al petto sbuffando seccata, sfido chiunque a non andare di matto in una situazione del genere, be tranne Dragneel che è leggero e l'unica persona che sembra intaccare la sua sanità mentale che conosco: sono io...ma poi perché diavolo me lo sono portato dietro? Irrazionalmente gli ho afferrato il polso e mi sono messa a correre.
Irrazionalmente mi sono sentita sicura nell'averlo accanto, per tutto il tempo, anche adesso nonostante i suoi involontari tentativi nel farmi venire un ulcera.
Volgendo lo sguardo verso di lui analizzo la sua schiena fasciata da una maglietta così aderente da poter tracciare con gli occhi le linee dei muscoli dorsali fino a risalire lungo le spalle larghe e forti e... e sento che sto per arrossire, perché?
Senza capirne il motivo e impedendo che diventi paonazza in faccia senza una valida ragione sposto lo sguardo da un altra parte: di fianco a me l'accesso alla metro e un via vai di gente che scorre lungo le gradinate.
-Heartphillia non vedo taxi all'orizzonte, mi sa che facciamo prima a chiamarne uno- la voce di Dragneel mi distrae e voltandomi lo trovo intento a trafficare con il suo smartphone ma sobbalzo colta dall'idea improvvisa e -No! Facciamo prima a prendere questa!- esclamo indicando l'entrata in metro, ricordandomi di come questa linea metropolitana congiunga direttamente con quella della zona balneare.
L'attesa di trovare Michelle mi sta logorando e io non ho più voglia di perdere tempo ma Natsu sembra irrigidirsi -Chiamiamo un taxi- insiste dando attenzione al suo smartphone.
Sussulta quando non accorgendosi della mia presa intorno al suo braccio, lo spingo a scendere i gradoni, caracollandoci all'interno della galleria senza non urtare qualche passante nel tragitto.
-Faremo prima!- affermo con enfasi senza badare alle sue proteste, troppo coinvolta dal momento e sopratutto dall'adrenalina nel focalizzare i vagoni della metro già a stazionare momentaneamente sulle rotaie. Non voglio aspettare la prossima corsa e spinta da una mistica forza di coraggio, e follia aggiungerei,  mi butto con foga all'interno delle porte prima che queste si chiudano, trascinandomi dietro un inerme Natsu.
Il mezzo è stracolmo, nessun posto libero, la ressa affolla anche la corsia e io ancora a stringere il braccio di Dragneel avanzo insieme a lui tra il turbinio di gente riuscendo a ritagliare a fatica un po' di spazio in un angolo del vagone.
Siamo ancora fermi e ridente di euforia esulto un soddisfatto: -C'è l'abbiamo fatta!- a Natsu difronte a me, lui però non sembra del mio stesso entusiasmo,  si guarda intorno nervoso, ma prima che io, con cipiglio,  possa chiedergli  cosa gli prenda, la potente quanto brusca accelerata della metro in partenza mi fa perdere la stabilità.
Spinta in avanti dalla forza di trazione fletto le gambe a causa della perdita improvvisa di equilibrio e istintivamente mi aggrappo ai baveri della maglietta di Dragneel, immergo le dita all'interno dello scollo percependo il calore della sua pelle bollente direttamente sulla mia e a labbra schiuse  qualcosa mi costringe a tenere  gli occhi incastrati nei suoi quando, con il braccio prontamente serrato intorno alla mia vita nel momento dell'impatto, Natsu mi solleva piano in modo da farmi ritornare in posizione eretta.
-Grazie- mugugno senza fiato facendo scivolare i palmi sul suo petto mentre Natsu resta a fissarmi senza lasciarmi e un accenno di panico mi vibra nello stomaco, che caspita mi succede?
Come scottata ritraggo le mani inclinando il volto verso la corsia affollata. Stupida attrazione... è dovuta alla mia astinenza e ai suoi occhi pazzeschi e Dragneel non molla la presa rendendo il tutto più complicato.
Il rombo assordante della metro in corsa mi riempie le orecchie ma avverto benissimo il mi cuore che batte frenetico quando Dragneel preme il suo palmo sulla base della mia schiena nel premersi meglio su di me, accascia il suo viso tra l'incavo del mio collo e :- Heartphillia- mormora in un sussurro caldo da mille brividi lungo la spina dorsale.
-Non mi hai mai sopportato e quindi c'è una cosa che forse non hai mai notato di me in questi cinque anni...- mormora a fatica stringendomi ancora più forte con il braccio intanto che con l'altro ci sorregge entrambi tramite il palo di appoggio che svetta sopra le nostre teste. Io deglutisco e una sensazione elettrica pervade tutto il mio corpo, mi sta stringendo a sé con la forza di un solo braccio eppure è incredibile di come riesca a tenermi in pugno, saldamente ancorata contro il suo torace.
Sento il rossore invadermi le guance e -Cosa?- tartaglio in preda al panico mentre uno stormo di fantasie mi svolazzano nel cervello creando una bella confusione, il mio corpo traditore avverte lo sconsiderato impulso di approfondire il contatto con quello di Dragneel ma no! Insomma è Dragneel e quindi... e quindi no!
-Ecco io..- continua e la voce è soffocata, poi lui solleva di poco il viso contratto in una smorfia trattenuta nel guardarmi intensamente e... -Soffro terribilmente i mezzi di trasporto- esala trattenendo un conato di vomito a guance gonfie, terrorizzandomi alla sola idea di quello che potrebbe succedere.
Spaventata a morte lancio un gridolino acuto nel spingere i palmi contro il suo petto in quello che è solo un vano tentativo di scappare -Non vorrai vomitarmi addosso!- strepito quasi schifata e si diamine! So benissimo che soffre di chinetosi, come dimenticare il l'inverno di tre anni fa? Quando insieme a gli altri andammo sul monte Hakobe per trascorre tutti insieme la settimana bianca, Dragneel per poco non era svenuto sulla funivia anche se ammetto che forse ero un po' troppo distratta a starmene accoccolata tra le braccia di Loki, il mio allora fidanzato,  e scattare fotografie al panorama che preoccuparmi di lui...
Ma il fatto è che l'urgenza di trovare Michelle mi ha completamente accecata di ogni ragione e sopratutto fatta dimenticare della patologia di cui Dragneel è affetto e ora mi ritrovo in questa situazione al quanto imbarazzante, per non usare un altro termine più drastico e che sarebbe stato più azzeccato ma forse poco aggraziato se partorito dalla mia mente, con lui che bianco come un cencio non si azzarda  a staccarsi da me.
La corsa diminuisce di vigore rallentando in un fischio assordante ma è solo una fermata, la nostra meta è ancora lontana e io devo fare qualcosa se non voglio arrivare a destinazione con una salma anziché con Natsu che, profondamente provato, rantola una serie di mugugni strazianti.
I miei occhi rotolano lungo i seggiolini disposti in due asimmetriche file parallele e sussulto quando ne metto a fuoco un paio liberi, senza perdere tempo raggiungo le sedute in una sola falcata trascinandomi dietro Natsu e mettendomi seduta lo aiuto a prendere posto accanto a me, almeno in questa posizione soffrirà di meno e io non rischierò che mi vomiti addosso...
Ma sgrano gli occhi quando lui, contro ogni mia aspettativa, appoggia il capo sul mio ventre stendendo i piedi per lungo sulla superfice sudicia che ricopre il vagone.
-Dragneel che fai?- urlacchio agitata e Natsu solleva piano le palpebre, sembra stare un po' meglio rispetto a prima anche se non capisco perché ancora mi stia appiccicato addosso, non ha più bisogno di un sostegno dato che è seduto, anzi per meglio dire spalmato in una posizione al quanto distorta tra i due seggiolini.
-Accarezzami  tra i capelli...- mormora in un flebile lamento ma che su di me ha un impatto assordante e -Cosa?-  balbetto con i palmi distanti dalla sua faccia ma lui non demorde e quasi stizzito digrigna i denti.
-Heartphillia sto di merda... accarezzami i capelli- ordina con una punta di esasperazione ma è quel: -Per favore- sibilato poi a scuotermi dal disagio e allungare le dita tra quella zazzera rosa  perennemente spettinata.
-Mi fa stare meglio disolito... per questo te lo sto chiedendo- puntualizza poi in un mormorio quando percepisce il contatto incerto dei miei polpastrelli sulla sua testa, io riesco appena ad annuire in un mugugno ed è assurdo di come questa situazione non mi irriti.
Ho Dragneel raccolto tra le mani eppure non è quell'urto di fastidio solito ad agitarmi il cuore ma qualcosa a cui non so dare spiegazione, le mia dita continuano ad accarezzarlo aumentando un po' di vigore quando è lui stesso a chiedermelo in un lamento scocciato.
E nonostante tutta la situazione esilarante non dimentico che sono un dottore anche fuori dall'ospedale e quindi: -Dragneel stai un po' meglio?- gli chiedo realmente preoccupata sporgendo il volto verso il suo, nel taxi non sembrava stare così male, forse sono questi grandi "contenitori" a buttarlo giù.
-Ora si- afferma lui visibilmente più sereno -Se mi avessi dato il tempo ti avrei ricordato di questo- borbotta, mi stringo nelle spalle in colpa e un mio palmo va ad accarezzargli dalla tempia alla nuca stringendogli le ciocche con le dita.
-Scusa ma volevo raggiungere Michelle il prima possibile-
Lui mastica una sorta di: -Non fa niente-  incrociando le braccia al petto poi richiude gli occhi, il suo torace si gonfia e sgonfia in un ritmo lento e io resto a guardarlo inerme, con le mani fiondate tra i suoi capelli.
I minuti scorrono inesorabilmente, distratta dai miei pensieri gli occhi vagano per il vagone affollato ma attratta poi dagli sguardi sognanti e curiosi di due ragazzine sedute difronte a noi, focalizzo il mio interesse su di loro.
Avranno all'in circa sui tredici anni e ridacchiando tra loro è una dolce coppietta quella che vedono in me e Dragneel: grottesco, tutto ciò è terribilmente grottesco!
-E' in gamba- e quel sussurro di Natsu riporta la mia attenzione su di lui -Michelle è una ragazza in gamba, non devi preoccuparti così tanto per lei- soffia guardandomi in un ghigno.
-Lo so- mormoro scuotendo appena il capo - Ma è la mia sorellina, mi preoccuperò sempre per lei, anche fra dieci o venti anni- ammetto e ciò sembra far pensare Natsu, ha inclinato il capo di lato perdendo lo sguardo tra il fondo del corridoio. La voglia di chiedergli a cosa stia pensando di così profondo da assentarlo mentalmente mi pungola ma resto in silenzio accarezzandolo ancora un po' almeno finché non mi accorgo che forse, inconsciamente, ci sto mettendo troppo trasporto nel farlo e scostando le mani in un sobbalzo formulo un: -Ora stai meglio no? Non c'è bisogno che continui!- quando lui si volta a guardarmi.
Sono imbarazzata ma fortunatamente Dragneel non sembra insistere, si limita a chiudere gli occhi e spalmarsi meglio su di me per mettersi comodo.
-Svegliami quando arriviamo- mi ordina facendomi assottigliare lo sguardo stizzita mentre la voglia di spingerlo con un palmo in modo da farlo precipitare al suolo si fa spazio nella mia mente.
Ma mantengo la calma e rassegnata sospiro, non vedo l'ora di trovare Michelle e tornare a casa.
 

***


-Secondo le indicazioni sui cartelloni il posto dovrebbe essere quello- mi dice Natsu indicando con l'indice la scala di cemento che dal lungo mare consente l'accesso a quella piccola parte di spiaggia appartata, sollevandomi appena con le punte tento di districare lo sguardo dalla ressa di bagnanti e turisti che ci circonda notando il fervore che affolla precisamente quel punto per non parlare degli schiamazzi e musica a palla udibile già da qui.
-Andiamo- affermo raggiungendo la gradinata per percorrerla velocemente mentre una punta di sconforto mi affligge nel rendermi conto di quanta gente partecipi a questo evento, sarà come cercare un ago in un pagliaio, sempre se Michelle si trovi effettivamente qui.
La musica aumenta di volume, come il profumo salato di mare a riempirmi i polmoni e la velocità dei miei passi ma rallento istintivamente la mia corsa nel mettere a fuoco al punto di accesso della festa sapientemente transennata, due strani individui piazzati proprio in mezzo sembrano far da selezione  ma senza ascoltare Natsu che: -E' una festa a tema-  mormora in un vano tentativo di fermarmi a riflettere, io, lasciandolo indietro, avanzo ostinata almeno finché il palmo aperto di quello più erculeo mi ferma.
Un tizio alto dal ciuffo biondo impomatato, doppio mento e occhiali da sole a specchio -Mi spiace Sweet Girl ma non puoi entrare senza il vestiario adeguato-  mi informa con tanto  di falsetto canterino mentre la mia faccia si accartoccia nella più totale perplessità.
Mi scuoto ricordando il mio obbiettivo -No ecco devo solo fare un giro un istante per cercare un persona...- vaneggio inutilmente nel sporgermi verso l'entrata ma l'altro tizio  dalla corporatura più esile e quella strambe sopracciglia, per non parlare dei capelli bicolore, ridacchia in maniera sconnessa indicando con l'indice puntato in alto lo striscione che svetta sopra le nostre teste.
-Niente costume a tema, niente entrata-  conferma facendomi  irritare ma portando indice e pollice sul ponte del naso, inspiro dalle narici tentando la calma.
Devo entrare a tutti i costi.
Il mio sguardo ricade sul tizio biondo: quella camicia attillata con cui è fasciato, sbottonata ampiamente sul petto, per non parlare dei pantaloni alla "febbre del sabato sera"  fin troppo aderenti mi inducono il dubbio sul suo orientamento sessuale, meglio puntare  il mio fascino su "sopracciglia strambe", tanto per non sbagliare.
-Fammi entrare per favore- soffio in un miagolio roco avvicinandomi a lui -Potresti accompagnarmi tu- schiocco poi la lingua sorridendo maliziosa ma il tizio mi guarda inespressivo rifilandomi un secco :-No- senza tante cerimonie
Argh! Stizzita stringo i pugni dal nervoso e : -Sentite non ho ne voglia e ne tempo da perdere!- urlacchio spazientita ma il biondo preme un palmo contro la mia spalla spintonandomi via se pur in maniera non troppo brusca, invitandomi a liberare il campo.
-Niente costume a tema, niente festa, sono le regole-  mi dice senza poi darmi più attenzioni mentre io vengo affiancata da Natsu che guardandomi di sottecchi sfoggia un ghigno irritante.
-Non ci fanno entrare senza i costumi- borbotto verso di lui che scrolla le spalle e -Era quello che stavo cercando di dirti- puntualizza facendomi roteare gli occhi ma poi mi sorprende quando, con fare tranquillo, avanza un paio di passi verso l'entrata.
Io lo seguo a ruota -Dragneel è inutile ci ho già prov...- ma la mia voce sfuma quando i due esclamano il suo nome nel metterlo a fuoco, lo accolgono con pacche sulle spalle e sorrisi sorpresi.
-Ei Hot boy!- lo apostrofa il biondo.
-Sugarboy- replica Natsu in un sorriso e rivolgendosi poi a quello più giovane è un: -Huges-  che gli esce dalla bocca, a quanto pare Natsu sembra conoscerli bene.
-Vedo che avete organizzato un gran bel evento- fa poi gettando lo sguardo oltre  le barriere che limitano l'area, Sugarboy scatta sull'attenti e in un gesto veloce sgancia il cordone della transenna scostandosi da un lato -Perché non vieni a dare un occhiata? Abbiamo un nuovo dj magari gli dai qualche dritta-  parlotta concitato e anche Huges sembra ben disposto dato quell'espressione da ebete stampata sul volto da quando Dragneel è spuntato.
E' curioso dell'effetto che Natsu fa sulla gente, tutti sembrano adorarlo.
-Non ho il costume adatto- scuote il capo ma Sugarboy svolazza una mano -Figurati Hot boy, te ne recupero qualcuno io- e quasi non mi viene un spasmo ma reprimo il tutto in un profondo respiro: non fa niente, almeno ora posso entrare ma a momenti non mi cade la mascella quando "sopracciglia strambe" mi blocca il passaggio richiudendolo con il cordone.
 -Mi spiace ma la signora non può entrare-
Come non posso entrare? E  poi cosa ancor più grave: Signora?? Ho compiuto ventisette anni neanche due settimane fa!
-Ei Dragneel! Non vorrai lasciarmi qui!- urlo infuriata in un dimenare di mani, lui che getta uno sguardo dietro le sue spalle circondate dalle braccia di Sugarboy e Huges, mima un: -Ci vediamo dopo- scomparendo tra la gente.
La frustrazione mi assale e sarebbe inutile tentare ancora di entrare dato che un energumeno poco raccomandabile ora sosta davanti all' ingresso, amareggiata pesto i pedi sulla sabbia imprecando qualche offesa ai danni di Dragneel.
E ora cosa faccio?
Dando le spalle alla transenna incrocio le braccia al petto e quasi non strillo quando una pacca sbattuta brutalmente sulla mia spalla mi fa sussultare e voltare di scatto.
-Dragneel che?- rantolo a corto di fiato dato lo spavento, lui è dietro al cordone che solleva con una mano e: -Scherzavo prima, entra dai!- mi incita ridente e incurvando la schiena, a ginocchia flesse lo raggiungo.
-Ho trovato dei vestiti anche a te- dice a tono alto per sovrastare la musica sporgendo il braccio che li afferra per mostrarmeli.
-Perché non mi hai detto subito che li conoscevi?- bofonchio stizzita seguendolo tra quel mare di gente.
-Perché era divertente- ghigna ignorando la mia occhiataccia -Qualche estate fa ho lavorato come dj ad Edolas, una discoteca non lontana da qui, di loro proprietà- mi spiega fugace avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire meglio -Spesso organizzano questi eventi gratuiti proprio per pubblicizzare il loro locale e invogliare la gente ad andarci-
Poi mi passa un bikini e una lunga gonna ampia -Il tema è: hippie, con indosso questi non ti faranno più storie- mi spiega nel sfilarsi la maglietta incastrandone un lembo tra l'orlo dei jeans e come attratta, ogni santa volta, resto a fissare quell' impressionante quantità di muscoli che Dragnel nasconde sotto i vestiti.
-Com'è che tu puoi indossare una semplice camicia e io uno striminzito bikini e una gonna semitrasparente?- borbotto diffidente inarcando un sopracciglio, lui che si infila l'indumento in questione lasciando un abbandonate porzione di torace scoperto, scrolla le spalle e: -Ho trovato solo quello- soffia in maniera angelica.
-E poi ho anche questi!- aggiunge sorridendo sornione, incastrando tra le orecchie un paio di occhiali dalla montatura tonda e le lenti arancio.
-Va bene, troviamo un posto dove posso indossare questi e poi cerchiamo Michelle-  approvo con sforzo e distratta da una sua risata mal trattenuta gli rivolgo un occhiata scettica.
-Che hai da ridere?- domando con cipiglio.
Natsu scuote il capo superandomi e -Huges ti ha chiamato signora- mi ricorda prendendomi in giro.
-Piantala!- strepito nel seguirlo pensando amaramente di quanto questa giornata stia mettendo a dura prova la mia sanità mentale.
 

Con titubanza mi guardo un po' intorno assicurandomi poi che l'apertura della tenda sia ben chiusa e -Dragneel controlla che non entri nessuno!-  urlacchio stridula andando con le dita a sganciare i gancetti del reggiseno.
Trovare una tenda da campeggio in mezzo a questo caos è stata una fortuna, almeno posso cambiarmi con tranquillità anche se provo comunque disagio nel farlo. In fretta  formo un nodo con i laccetti del bikini passando poi ad abbassare la zip dei jeans.
-Heartphillia ti dai una mossa?- quel grugnito di Natsu mi fa voltare di scatto e sgrano gli occhi quando me lo ritrovo a far capolino oltre l'apertura in stoffa, a guardarmi scocciato.
-Non guardarmi mentre mi cambio!- strepito acuta lanciandogli d'istinto una borraccia di plastica vuota, capitatami sotto tiro casualmente ma lui riesce ad evitare l'urto scansandosi in tempo, scomparendo dietro il tendaggio.
-Quante storie! Come se non avessi già visto le tue sorelle da latte- bofonchia dall'altra parte, io mi blocco interrogativa aggrottando le sopracciglia, sorelle da latte?
-Sei disgustoso!- sbraito quando dopo qualche istante capisco cosa intende -E poi avevi giurato di non aver visto nulla quella volta!- gracchio in un rantolo imbarazzato infilandomi la gonna con foga.
Era successo in piscina qualche tempo fa quando, in un momento di schizzi e giochi insieme a tutti gli altri, l'idiota aveva accidentalmente tirato un laccetto della parte superiore del mio bikini finendo per sfilarmelo del tutto, dire che è stato estremamente imbarazzante è poco e io che pensavo di aver coperto il tutto con le mani in tempo... a quanto pare mi sbagliavo.
Con le dita quasi non sventro l'entrata nell'uscire fuori dalla tenda -Sono pronta!-  lo avviso con tono stizzito e lui per un istante sembra perdere quell'espressione spazientita sul volto nel mettermi a fuoco.
-Vieni qui- mi invita mentre tra le mani rigira un foulard rosso -Ti manca questo e poi sei perfetta- soffia circondandomi la fronte con la stoffa, si avvicina al mio viso ma i suoi occhi verdi studiano con attenzione i lembi del foulard che va ad annodare con cura senza prendere i capelli.
Il suo tocco è dolce, curato e quasi mi sembra di avere davanti un altra persona e non la bestia che cinque minuti prima mi ha fatta uscire dai gangheri per l'ennesima volta.
-Potevo farlo io- mugugno ma lui mi sorride, gli spunta una fossetta sull'angolo della bocca e -Io lo so fare meglio- afferma con voce roca e maliziosa creandomi un flebile brivido sulla pelle. Le sua dita scivolano lungo lo zigomo fermandosi sulla mandibola -Ci sono tante altre cose che mi vengono meglio sai?- continua guardandomi con una strana luce negli occhi creandomi letteralmente il batticuore.
Mi sfiora appena un labbro quando scosta le dita e a fatica ritorno lucida allontanandomi da lui -Andiamo- mormoro superandolo, sentendo il suo sguardo famelico addosso, perché ho la sensazione che stava flirtando con me?
Non avrebbe senso giusto? Non ci siamo mai piaciuti in quel senso, non siamo nemmeno mai riusciti a instaurare un amicizia.
Michelle! Ora devo pensare solo a trovare mia sorella ma Natsu torna ad affiancarmi -Qui c'è troppa confusione- nota osservando lo spazio che ci circonda tramite le lenti arancio calate sul naso ma io non mi perdo d'animo, e sopratutto tengo lontana le distrazioni, e facendoci largo tra la gente iniziamo la nostra ricerca.
 

Non so dare una misura al tempo, so solo che ci siamo spostati dal fulcro della festa fino alla consolle improvvisata senza trovare Michelle e ora stiamo vagando per il bagnasciuga.
-Forse Michelle è tornata a casa ora- fa Natsu osservando il cielo screziato di amaranto -E' quasi sera ormai-
Io mi stringo nelle spalle affondando i piedi nella sabbia bagnata -Abbiamo fatto un buco nell'acqua nel venire qui- mormoro depressa -Se Michelle non è nemmeno a casa dovrò chiamare i miei genitori davvero- affermo poi soffocando la frustrazione nel serrare la mascella, la situazione incomincia a diventare seriamente preoccupante ma -Ei andrà tutto bene- soffia Natsu.
Io scuoto il capo e sento che sto per cedere  ma -Heartphillia- mi chiama lui stringendo la mia spalla nuda con le dita, sollevo il viso contratto in una smorfia tesa pur di non scoppiare a piangere ma Natsu mi sorride radioso allungando poi un dito verso la scogliera.
-Guarda- sussurra sereno e una lacrima sfugge al controllo, insieme a quel sospiro di sollievo, nel focalizzare la figura di Michelle rannicchiata su un masso.
L'abbiamo trovata.
Lancio un ultima occhiata di apprensione a Natsu prima di correre in direzione di Michelle, arrivare fino a gli scogli e tentare di risalirli senza rompermi un osso.
-Michelle- la chiamo annaspando, puntellando un piede contro la parete rocciosa dello scoglio mentre con una mano mi aggrappo alla sporgenza puntuta di un altro, Michelle sobbalza nel voltarsi e -Lu che ci fai qui?- esclama sorpresa soffermando lo sguardo sul mio abbigliamento, non sembra per nulla arrabbiata e sporgendo un braccio afferra la mia mano aiutandomi a sedermi accanto a lei.
Io l'abbraccio senza esitazioni -Ero così in pena- sospiro scostandomi di poco solo per lasciarle un ampia carezza sul viso e rinviarle qualche ciocca dietro l'orecchio
Lei mi guarda un po' perplessa -Che ci fai qui? pensavo fossi arrabbiata- mormora distogliendo il suo sguardo limpido ma lo riporta immediatamente sul mio quando la informo di tutto.
- Mamma e papà non sanno nulla ed è tutto il pomeriggio che io e Dragneel ti stiamo cercando-
-Mi dispiace, io pensavo avessi già chiamato i nostri genitori per questo non volevo tornare subito... temevo la sfuriata-  mugugna sentendosi in colpa -Girovagavo per strada quando ho incontrato un gruppo di ragazzi che cercavano un passaggio per la spiaggia, una festa mi sembrava l'ideale per distrarmi e sono stati loro a prestarmi questo per poter partecipare- mi dice indicando il lungo vestito a fiori che indossa -Ma in realtà è servito a poco Lu, non volevo comportarmi così- borbotta scuotendo il capo ma io me la stringo più forte.
-E' colpa mia, avrei dovuto ascoltarti invece non l'ho fatto-  le soffio con dolcezza.
-Mi preoccupo per te ma ciò non vuol dire che devo importi le mie scelte solo perché penso che siano migliori, voglio che tu sia felice Michelle e se questo significa provocarmi qualche infarto ogni tanto, non mi importa-
-Sai tutta quella storia di MacBeth...- tenta ma la fermo e -So già tutto, me l'ha spiegato Dragneel ma ti prometto che quando torneremo a casa ascolterò tutto ciò che hai da dire ma cosa più importante, sosterrò le tue scelte-  la informo sincera facendole spuntare un sorriso radioso dopo qualche istante di perplessità.
-Davvero?- mi domanda con enfasi e io annuisco sorridendo.
-Ho visto i tuoi disegni e sarebbe solo uno spreco non sfruttare il tuo talento, parlerò io stessa con mamma e papà- ma poi mi irrigidisco assumendo un espressione seriosa -A patto che tornerai all'istituto e ti impegnerai nello studio come nel disegno- 
-Certo ! Certo! Partirò stasera stessa e...- ma Michelle ammutolisce quando scrollo le spalle in senso di diniego -Ti andrebbe di restare ancora un giorno con me?- le chiedo -Vorrei vedere meglio i tuoi disegni, parlare un po' e sopratutto stare insieme a te- continuo in un mormorio e quel suo abbraccio forte serve a farmi capire che è un sì.
Felice affondo le mani sulle sua braccia godendomi a pieno il momento almeno finché un pensiero mi fa sollevare una palpebra -Michelle una cosa vorrei saperla subito- sillabo interrogativa -Dove hai imparato a guidare?- le domando accigliata.
-Eve Tearm, un ragazzo che frequenta il quinto anno e ha già la patente, nei pomeriggi di noia mi ha fatto provare la sua auto, non è così difficile sai?- mi spiega raggiante mentre io gracchio una risata isterica.
E sì, i tempi io cui ero io a frequentare l'istituto sono drammaticamente cambiati.
-Che ne dici di tornare a casa ora?-  soffio stanca ma pienamente sollevata, Michelle annuisce e con massima attenzione scendiamo lungo gli scogli, strette mano nella mano senza mai sciogliere l'intreccio, nemmeno una volta arrivate dove Natsu ridente, ci stava aspettando.
Michelle gli accenna un sorriso pasticciandosi le dita -Scusa per l'auto ma stai tranquillo è in ottime condizioni!- lo rassicura prontamente dimenando i palmi ma Dragneel minimizza il tutto con un cenno del capo nonostante quell'auto sia qualcosa di molto importante per lui.
-Andiamo a casa- dico io ma Natsu inarca un sopracciglio -Casa?- mi ripete con scetticismo -Starai scherzando Heartphillia! C'è un mondo di festa dietro le nostre spalle e tu non vuoi usufruirne?!-  borbotta ridente in una esclamazione euforica e quel mio mugugno incerto viene soppresso immediatamente dalle sua braccia.

https://www.youtube.com/watch?v=yKT_euhimTk

Con vigore Natsu afferra me e Michelle per i polsi tirandoci verso il fulcro della festa che ancora prosegue imperterrita -Non voglio sentire storie!- ci rimprovera in una nota dolce trascinandoci dritte in mezzo al clangore. La musica batte forte nelle orecchie ma è sopratutto il mio cuore che martella di gioia mentre agitando le mani ballo e rido di felicità insieme a Michelle e a Dragneel senza più quel senso di angoscia che appesantiva il mio cuore fino a un  momento prima.

E ancora un'altra estate arriverà
E compreremo un altro esame all'università
E poi un tuffo nel mare
Nazional popolare
La voglia di cantare tanto non ci passerà

Intorno a noi il totale delirio ma C'è un istante poi in cui io e Natsu siamo uno difronte all'altro annullando tutto il resto, lui ride a labbra piena e anche io non riesco a non frenarmi e a non ridere insieme a lui senza un motivo specifico.
So solo che mi sento bene e che Natsu è bello quando ride in quel modo, troppo,  ma è la prima volta che mi regala un tale sorriso e la stessa cosa vale per lui perché sembra fermarsi e inclinare appena il capo di lato come a non crederci di questo momento che ci vede coinvolti, è tutto così spontaneo...
Poi la mano di Sugarboy lo arraffa per la spalla trascinandolo via dal mio campo visivo -Vieni Hot boy ti reclamano alla consolle- è quello che riesco appena a capire e il momento svanisce ma sono le dita di Michelle, che vanno ad intrecciarsi con le mie, che distraggono ogni mio pensiero e senza più badare a quello che è successo con Dragneel, ritorniamo a ballare abbracciate.
Il mio sguardo si perde tra il turbinio di gente che invade il perimetro in cui la festa si svolge, andando poi a puntare sulla postazione del dj, Natsu in mezzo alla console orchestra tutto magistralmente regalandoci un musica pazzesca sui cui agitare i nostri corpi. Ha l'espressione seria, un solo auricolare della cuffia a coprirgli l'orecchio  e con sicurezza fa scorrere le dita lungo il mixer, io lo guardo e penso che sì, aveva ragione prima quando affermava che avremmo riso di questa storia e so quanto mi costerà fatica nell'ammetterlo se si impunterà nel chiedermelo, testardo com'è sfido che si dimentichi delle faccende irrisolte.
 

***


Finalmente tra le confortanti mura di casa Redfox,  mi aggiro dietro il bancone della cucina pronta a mettermi ai fornelli, Michelle, seduta accanto alla penisola che fa da tavolo, scarabocchia qualcosa sul suo blocco e perdendomi qualche istante a mirarla con orgoglio, le volto poi le spalle serena.
-Allora che ti va di cenare?- le domando interrogativa lanciandole un occhiata fugace, nel contempo giunge anche Dragneel dal bagno che, fresco di doccia, abbandona l'asciugamano con cui si stava tamponando i capelli su uno sgabello facendomi storcere gli occhi con fare contrariato.
Non cambierà mai, sopratutto quel suo essere cronicamente disordinato.
-Ti fermi a cenare con noi?- gli domanda Michelle in un sorriso nel notarlo  in tuta e Natsu afferma in un mugugno la sua presenza, io allora mi giro verso di loro e -Potrei cucinare del tofu fritto!- propongo con entusiasmo che viene però smorzato dai visi incerti dei due.
-Oppure farmelo solo per me e a voi cucinarvi altro- ridacchio celando la delusione nel svolazzare una mano ma quel: -E perché no?- di Michelle mi sorprende piacevolmente.
-Vero che anche noi vogliamo assaggiare il tofu fritto, Natsu?- domanda a Dragneel con una certa insistenza nel sporgere il capo verso di lui che schiude le labbra rantolando qualcosa di incomprensibile per poi -Certo- affermare con una visibile titubanza.
-Come dice sempre zia, se è fritto è buona  pure una ciabatta- esclama poi ina una risata gracchiata, in quello che dovrebbe farmi contenta ma che mi fa solo storcere appena le labbra in un  sorriso poco convinto.
Ne sono anche sorpresa ma probabilmente ha detto di sì perché gliela chiesto mia sorella.
Lo smartphone di Michelle posto sul tavolo trilla facendole sussultare un: -MacBeth!- gioioso e afferrandolo tra le mani a coppa, sgattaiola via dalla cucina per un po' di privacy lasciando me e Dragneel da soli.
-Incomincio a fare un insalata- penso ad alta voce voltandogli le spalle per arraffare una ciotola dal pensile allungandomi un po' con le punte dei piedi ma è la mano di Natsu ad afferrarla al posto mio e quasi non sobbalzo reprimendo quel brivido caldo che mi contrae la pelle nell'averlo così vicino, appena dietro le mie spalle.
-Se vuoi ti do una mano- mi propone direttamente nell'orecchio con voce roca e quella sensazione che ho avvertito come quando mi ha messo il foulard, torna prepotente a mandarmi in confusione ma tento di scacciarla e -Non mi dire Dragneel, sai anche cucinare?- bofonchio io tagliuzzando qualche malcapitato pomodorino con più forza di quella che ci vorrebbe.
-E non sai che ti perdi- sussurra sottraendomene uno tra le dita nell'accarezzarmi il palmo con i polpastrelli mentre il mio ventre si contorce in uno spasmo involontario, non è possibile che riesca ad eccitarmi solo parlandomi.
Ciò mi fa pensare che ho bisogno sul serio di un uomo.
Il suo profumo di Calvin Klein si intrufola nelle narici, avvolgendomi tutta  quando Natsu si sporge verso di me premendosi contro la mia schiena, facendomi avvertire distintamente uno per uno i suo pettorali ben sagomati fasciati appena dalla canottiera che indossa, allunga un braccio afferrando un pizzico di sale e -Assaggia- mi ordina placidamente spronandomi ad addentare il pomodorino avvicinato alla mia bocca già schiusa da un flebile ansito muto.
E' ancora dietro di me mentre in bocca il sapore acido del pomodoro viene contrastato dal sale che mi fa leccare le labbra e reprime un brivido o forse sono le dita di Natsu che accarezzano la curva del mio fianco, facendo scivolare la mano sul cotone leggero del mio vestitino, a innescare in me questo tornado di emozioni
Trattengo il fiato quando serra le mani intorno ai miei fianchi -Irresistibile vero? Ammetti che questo sapore è attraente oltre ogni modo?- sibila con voce arrochita ma è con quella parola che qualcosa scatta a molla nella mia mente e solo ora il tutto torna, finalmente venuta a capo di questo suo strano atteggiamento ghigno ad occhi chiusi.
Lui che flirta con me in spiaggia come ora: era solo uno stupido stratagemma per farmi ammettere che sono attratta da lui e io che pensavo avesse dimenticato la faccenda di ieri sera! Ma come ho già detto prima, Natsu Dragneel è la persona più testarda che abbia mai conosciuto e quindi so che insisterà fino allo sfinimento.
Ora dovrei allontanarlo e chiudere la questione freddamente ma il mio orgoglio di femmina urla a gran voce, insomma per chi mi ha preso? Solo perché sono molto romantica e tendo ad imbarazzarmi facilmente ciò non fa di me un imbranata su certe questioni e quindi vuoi giocare con il fuoco Dragneel? Ora ti faccio vedere io.
Mi giro repentinamente e quel mio sorriso malizioso lo destabilizza un istante, non si aspettava ciò ma ritorna a ghignare malandrino e: -Quindi che ne pensi?- mi dice, racchiudendomi in un cerchio con le sua braccia nel poggiare i palmi contro il ripiano.
-Cosa penso di cosa?- soffio in un miagolio dal potere eccitante -Del sapore acre che mi impregna la bocca?- continuo portando le dita tra le labbra, nascondendo la soddisfazione nel vederlo irrigidirsi e deglutire sonoramente.
Porto le mani sul suo petto solido e un brivido percorre la mia schiena a quel tocco ardente, è caldo Natsu, tutto caldo e bollente ma io metto in scena la mia migliore espressione plastica -C'è qualcosa che forse dovrei sapere? Una certa ammissione magari?- gli sussurro ribaltando le carte in tavola.
-Sì... cioè no!- farfuglia notevolmente in confusione, stringendo gli occhi per una manciata di secondi.
-Sei tu che devi ammetterlo- puntualizza indicandomi con l'indice e non so se è ostinazione nel voler vincere a tutti costi questa sfida o semplicemente follia quella che mi porta a circondargli le mani tra la sua e infilarmi il suo dito in bocca in una fugace succhiata.
-Cazzo- ringhia tra i denti mentre un rossore traditore mi tinge le guance, solitamente sono così audace con un uomo solo quando ho un certo rapporto intimo.
-Ammettilo tu- butto fuori con il poco ossigeno che mi è rimasto ma il bastardo non demorde e, nonostante sembra essere messo peggio di me a pulsioni, prepotentemente mi stringe a se infilando una mano sotto la mia coscia solo per sollevarla e agganciarsela meglio contro un suo fianco.
-Heartphillia non provocarmi- ghigna ma ha il fiatone, le sue narici sono dilatate e in questa posizione percepisco benissimo quella sua accennata erezione.
Oddio sento che sto per andare a fuoco ma -Dragneel- mormoro rendendomi conto che di questo passo non ne usciremo entrambi dato l'orgoglio e la testardaggine che ci caratterizza.
-Si?- boccheggia senza lasciarmi -Non so dare una spiegazione a tutto ciò e forse hai ragione tu, in qualche modo i nostri corpi si piacciono ma...-
-Ma?-
-Ma ciò non cambia che tu mi consideri una stronza snob e io...-
-Un troglodita imbecille- conclude lui facendomi annuire.
Ancora avvinghiati mi aggrappo alle sue spalle -E quindi questa "attrazione" è solo dovuta a tanti piccoli aspetti: al caldo, all' astinenza sessuale, al fatto che entrambi siamo di bell'aspetto... nella norma ecco-
-Heartphillia io sono sopra la norma- ci tiene a precisare facendomi roteare gli occhi al cielo, Dio quanto mi infastidisce!
-Quindi- ritorno a parlare -E' solo la circostanza degli eventi che ci porta a sentirci così.. Direi di chiuderla qua senza ammissioni perché tanto non porterebbe a nulla- propongo premuta contro il suo torace, lui annuisce e io so che questa mia proposta è solo una scappatoia da qualcosa di cui non riesco nemmeno a spiegarmi.
Restiamo ancora incollati mentre in uno strano silenzio restiamo a guardarci almeno finché l'apparsa improvvisa di Michelle ci porta a staccarci in maniera brusca, quasi non lo faccio sbattere contro il frigo dato la foga nel spingerlo via ma  Dragneel riesce a frenare in scivolata appena in tempo.
-Michelle- la chiamo in maniera così stridula da lacerarmi la gola ma lei col viso puntato sul display del suo Smartphone sembra non aver notato nulla, torna a sedersi puntellando i gomiti contro la superfice del ripiano degnandoci poco del suo interesse.
Io lancio una fugace occhiata a Natsu e lui mi guarda smarrito avvicinandosi verso di me lentamente, sembra ancora sotto tensione perché sobbalza quando è il suo cellulare a vibrargli nella tasca della tuta, facendo sussultare appena anche me.
-Tutto bene? Sembrate strani- commenta Michelle in un accenno di perplessità alternando lo sguardo dallo smartphone a noi ma -No no... è tutto ok- tartaglio io apprestandomi ad arraffare i piatti dalla credenza con foga ma mi blocco con le porcellane strette tra le mani, reclinando il collo verso Dragneel dato il: -Merda- che ha appena sputato.
Osserva lo smartphone ancora vibrante nella sua mano e -Ma che ore sono?- ci chiede allarmato.
-Le ventuno e trenta... Natsu tutto bene?- richiede a sopracciglia corrugate Michelle ma Dragneel si limita a bofonchiare una sequela di informazioni sterili -Si e che dovevo uscire... con una persona... - farfuglia nel saettare poi fuori dalla cucina.
Io poggio i piatti sul tavolo sedendomi poi flosciamente sullo sgabello, all'improvviso è come se questa stanza si fosse svuotata e Michelle mi tasta un braccio -Peccato che Natsu non resti vero?- mormora corrucciata.
-Be non fa niente...-  dico io nascondendo l'incertezza che mi pungola il cuore mentre una punta di delusione mi avvolge ma perché l'assenza di Natsu fa dispiacere a Michelle, ovviamente per questo.
-Siamo solo io e te, va bene anche così no? Ci divertiremo lo stesso- le dico ridente stringendole il braccio con entrambe le mani nel sporgere il mio viso verso il suo, disteso in un sorriso radioso -Ma certo!- esclama riempiendomi il cuore di gioia.
Ancora immerse nella nostra complicità la voce di Dragneel si insinua tra le  nostre risate e: -Allora Heartphillia, quel tofu fritto?- esige ad alta voce prendendo posto al tavolo.
-Oh, pensavamo stessi per uscire- dice Michelle mentre io, sorpresa, resto a corto di parole ma lui si stringe nelle spalle -Non era nulla di importante- minimizza ritornando a sorridere nel puntare lo sguardo contro il mio -Allora Heartphillia!? Ho una certa fame!-  esclama e io basita ritorno lucida nel sollevarmi dallo sgabello, arriccio il naso e -Il solito troglodita- lo apostrofo a mezza bocca voltandogli le spalle per mettermi ai fornelli, senza che lui possa vedere quel mio sorriso appena spuntato sul viso.
 

***
 

-Natsu:


Seduto a gambe incrociate sul divano strimpello le corde della mia chitarra, è tarda sera ormai e prima di andare a dormire e quindi  chiudere definitivamente questa folle giornata, mi congedo qualche nota di musica dal potere rilassante e magari anche digerente perché il tofu fritto è rimasto tipo bloccato nel mio esofago e non ha nessuna intenzione di sparire.
Reclino il capo quando un rumore di passi ovattati  giunge dalle mie spalle, Lucy arriva dalla cucina, si sta asciugando le mani sul grembiule cinto al ventre e sembra fermarsi appena quando incrocia il mio sguardo  ma poi avanza il passo buttandosi sul divano in uno sbuffo stanco.
Quindi è sul serio intenzionata a sorvolare su quello che è successo in cucina e forse è meglio così anche per me, a pensare troppo mi esce il fumo dalle orecchie.
Non sono abituato ecco.
-Che giornata!- esclama accasciando il capo sul poggi testa inclinandolo poi verso di me.
-Credimi ne ho passate di più movimentate- ghigno, pizzicando con le dita le corde tese della chitarra, è una nota acuta quella che ne esce fuori e un pensiero mi ronza in testa -Heartphillia- la chiamo senza guardarla.
-Perché non hai mai detto a nessuno di noi di essere  ricca sfondata?-- le domando di getto stringendomi la chitarra al petto -A parte Levy ovviamente ma lei ti conosce da bambina e quindi non vale!- aggiungo subito dopo e noto una contrazione di sorpresa nascere sul suo volto ma poi sorride e -Sono i miei genitori ad essere ricchi non io- afferma facendomi storcere la bocca in un lamento.
-Heartphillia niente frasi importanti con me- la rimbecco.
-E' vero! Mio padre e mia madre hanno costruito il loro impero da zero, con il sudore e l'impegno- mi spiega senza nascondere l'orgoglio nel dirlo -E io sono un Heartphillia, non potevo essere da meno no?- ghigna nascondendo un senso più profondo di quello che vorrebbe fare apparire ma va bene così.
Questa biondina snob è più umile di quel che credevo e a me non resta che incassare il colpo in silenzio e con la coda tra le gambe.
-E Levy? Come avete fatto a frequentarvi da piccole? Ecco non è ricca e di lei ne sono sicuro!- affermo strappandole involontariamente un risolino.
-Era la figlia della domestica e ci vedevamo in segreto nelle cucine perché mi era vietato frequentare la servitù- bisbiglia seria facendomi sussultare appena sorpreso ma capisco che mi sta prendendo in giro quando non riesce a trattenere quella risata sguagliata.
Assottiglio lo sguardo e -Stupido dove vuoi che l'abbia conosciuta? All'asilo no!- esclama ridente -Siamo agiati mica nobili!- continua poi e forse sì, mi sa che ho fatto un po' di confusione.
-E dimmi, c'è altro che Michelle ti ha spifferato su di me?- insinua  poi ma in un sorriso leggero.
-O no tranquilla, nulla di imbarazzante o scandaloso- la tranquillizzo storcendo il naso, posando la chitarra ai piedi del divano-A parte... com'é che era? Ah si! Datemi un C, datemi un R-  urlo in maniera goliardica agitando due pon-pon immaginari con le mani, ricordando ad Heartphillia la sua parentesi liceale, quando all'istituto scuoteva i pon- pon da brava cheerleader.
-Piantala!- mi ordina poco coriacea e -Ho detto smettila!- ma ride e afferrando un cuscino prova a lanciarmelo addosso ma io le blocco il polso tirandomela contro, il suo volto si avvicina al mio e le nostre risate sfumano lasciando spazio a un sottile disagio.
Si scosta ritornando a sedersi distante da me ma -E tu Dragneel? Non sapevo che nel tuo curriculum potessi vantare anche le doti da dj- ammicca facendo finta di nulla su quello che è appena successo, io mi passo una mano dietro la nuca -Ecco è stata una breve esperienza ma devo ammettere che è stato forte-  le ghigno omettendo il fatto che ero così al verde quel periodo da gettarmi a capofitto in un nuovo lavoro pur di racimolare qualche soldo -Sai l'arte di arrangiarsela da solo l'ho imparata prima di te Heartphillia!-  dico poi ma senza nessun tono di rimprovero nella voce.
Il suo sguardo sembra addolcirsi -La tua famiglia...- mormora senza guardami, pizzicando con le dita l'orlo del suo vestitino.
-Mamma è morta quando io e Zef eravamo due bambini, ma questo già lo sai giusto?-  le domando ovvio mentre quella ruga nel cuore torna a pizzicare un po' nonostante sia passato tanto tempo ormai, ma è inevitabile e lo sarà per sempre nel ricordare mamma.
Lei mugugna un: -Si, Mavis mi aveva detto qualcosa- stira le labbra in un sorriso ma non è forzato, non c'è nessuna traccia di pena negli occhi se non dolcezza e senza rendermene conto continuo a parlare della mia famiglia a lei, la mia peggior nemica.
-Mentre papà, be lui è un tipo avventuriero e curioso, viaggia tanto e torna fugacemente, l'ultima volta che ho saputo sue notizie è stato a gennaio, quando mi ha inviato una cartolina dalla Patagonia se non sbaglio- tento di ricordare portando l'indice a picchiettare sul mento -Era così quando mamma era in vita e a continuato ad esserlo anche dopo la sua morte, se non fosse stato per zio Atlas e sua moglie che ci hanno accolto nella loro famiglia io Zef saremmo finiti in qualche collegio probabilmente- ridacchio spensierato perché non odio papà, davvero.
Cala il silenzio e Heartphillia mi guarda con il sorriso sulle labbra e solo ora mi rendo conto di come sia riuscito ad aprirmi con lei.
-Credo sia l'ora di andare a dormire- mugugna  all'improvviso -Dovrei preparare il divano per Michelle, io posso arrangiarmi sulla poltrona- continua voltando lo sguardo dall'altra parte ma io mi schiarisco la voce e -Heartphillia, ecco ti dispiace se uso di nuovo io il divano? Fanno la maratona di film splatter stanotte e non vorrei perdermela- le dico  infossando le mani nelle tasche della tuta ma lei inclina il capo di lato guardandomi furba, credo abbia mangiato la foglia.
-Va bene- si limita a dire.
Si solleva e -Grazie per quello che hai fatto per Michelle- si ferma passandosi una mano tra i capelli -E per me, per avermi impedito di chiamare i miei genitori... grazie Natsu- soffia sincera.
E sgrano gli occhi, non tanto per i suo grazie ma per quel: -Natsu? Mi hai appena chiamato con il mio nome?- chiedo incredulo.
-Sì e se per te va bene, potremmo ricominciare da capo almeno sui nomi? - mi domanda maledettamente seria e ancora sconvolto mugugno un serie di: -sì- come un perfetto idiota.
-Vado ad informare Michelle che abbiamo ancora la camera allora- cambia argomento avanzando verso il bagno, io finalmente mi scuoto e -Buona notte Lucy- sussurro il suo nome sulla mia lingua è qualcosa di piacevole.
Lei mi sorride -Buona notte Natsu- soffia scomparendo poi dalla mia visuale.
Questa non me l'aspettavo proprio e ancora frastornato rovisto nella mia tasca in cerca dello smartphone, c'è una cosa che voglio dire ad una persona, spero solo non sia troppo tardi.
Con il pollice scorro sulla rubrica finché non mi appare il suo nome, avanzando fino alla porta d'ingresso, varcarla e mirare il cielo stellato mentre con il telefono accostato all'orecchio aspetto che mi risponda.
Un pensiero fugace va alla serata appena trascorsa con le sorelle Heartphillia e a come abbia dimenticato totalmente  quella prefissata con Minerva, porca miseria se era incazzata al telefono ma come darle torto? Le ho tirato un bidone micidiale, per non parlare di come l'ho liquidata al telefono,  già so che non potrò più andare a trovare Sting per i prossimi sette anni tipo se non voglio ritrovarmi un tacco quindici conficcato in una tempia.
Forse avrei potuto rimediare, correre da lei con un mazzo di rose, implorarla o chissà che altro fare ma il punto è che non avevo più nessunissima voglia di uscire con lei.
Volevo stare a casa con Lucy e Michelle.
Il: -Pronto- appena sbiascicato mi ridesta dai miei pensieri.
-Ei pensavo non rispondessi...-
-Infatti stavo dormendo, Natu che c'è?- lamenta Zeref facendomi ghignare, era troppo tardi e lui già dormiva.
-Scusa se a volte ti dico di farti i fatti i tuoi che ormai sono un uomo e non mi serve la balia- getto tutto d'un fiato e devo averlo spiazzato dato il lungo silenzio che giace dall'altra parte.
-Ma sei mio fratello maggiore e ti preoccuperai per sempre, giusto?-
Ancora silenzio ma poi -Giusto- afferma lui in tono morbido.
-Notte Zef- gli soffio prima di riagganciare e ora mi sento ancora più leggero, nonostante il tofu fritto ovviamente.
Zeref e Mavis sono la mia famiglia, la mia certezza sicura in questa giornata che le ha sconvolte quasi tutte su Heartphillia.
Anzi no, su Lucy,  mi correggo in un sorriso...
 


ANGOLINO DAIMLER  Buona sera amici miei, sono troppo felice perché sono riuscita a pubblicare il settimo capitolo in tempi ragionevoli (Dai due settimane è ragionevole vero?) so che rispetto a prima sono diventata un po' una tartaruga ma sto cercando di impegnarmi il più possibile!

Questo è il capitolo che un po' tutti stavate aspettando, finalmente c'è una svolta tra i due anche se in mezzo succederà ancora molto prima che questi due testoni capiscano davvero cosa è a legarli. Ma non vedevo l'ora di mostrarvi tutto ciò che avevo in mente e sopratutto i moment Nalu che in questa prima parte di capitolo (intendo quello pubblicato la scorsa volta) scarseggiava un po' per forza di trama.

Io volevo ringraziare tutte le persone che in un modo o nell'altro seguono questa storia, sostenendomi e appoggiandomi, grazie di cuore a quelle 70 recensioni in solo 7 capitoli e un bacio speciale alle mie tre donnine: Mary, Roby e Memy  a cui avevo promesso il capitolo ieri ma poi non sono più riuscita ad aggiornare.

Grazie a tutti per la pazienza, un bacio e a presto!

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Capitolo 8
*** Di indiani e cowboy ***


-8-

-Di indiani e Cowboy-
 


-Lucy:



~-Un emo?- la sento esclamare in una nota stupita mentre io puntello meglio i gomiti sulla superfice del tavolo nell'annuire in silenzio.
 -Già Lev, Michelle sta con un certo Macbeth in arte Midnight- affermo asciutta ma sbuffo poi un sorriso nel sentire la risata argentina della mia migliore amica provenire dalla casse del laptop e sollevando uno sguardo ridente di perplessità e ironia, incrocio il suo seminascosto dal suo palmo premuto contro la fronte.
Dall'altra parte dello schermo Levy ride di gusto e io mi godo questo momento di complicità ringraziando mentalmente l'invenzione di Skype, mi mancano molto le nostre chiacchiere quotidiane ed è una settimana  che non riuscivo a parlare con lei così tanto, in una fugace occhiata all'angolo del monitor mi accorgo dal timer che siamo già a sessanta minuti di conversazione eppure ci sono così tante cose che ancora dobbiamo dirci.
E' dura scambiarsi soltanto qualche buongiorno e buonanotte, oltre a sfuggevoli - Mi manchi- con smile piangenti e cuori spezzati annessi ma di certo non voglio disturbare lei e Gajeel durante la loro luna di miele e se ci siamo concesse quest'ora di chiacchiericcio serale è stato solo per quell'escursione  di lui tra le pericolose rapide di Tenroujima le quali Levy si è ben guardata dal partecipare.
-Lo sai anche se ora siamo sposati non voglio certo soffocarlo, non dobbiamo per forza fare tutto insieme ma gli ho detto di andare comunque e poi l'ho assicurato che avrei passato il tempo a parlare con te- aveva esordito civettuola ad inizio conversazione, celando in un sorrisetto l'altra parte di verità, ovvero il puro terrore nell'affrontare gli sport estremi che tanto piacciono a Gajeel.
-Non oso immaginare quando Layla e Jude lo conosceranno-  la voce di Levy prorompe ancora una volta in una risata  fragorosa e io mi stringo nelle spalle -Credo succederà a Natale, almeno sarà passato del tempo dalla prima notizia- affermo conscia che, se mamma e papà hanno preso più o meno in considerazione l'idea dell'accademia delle belle arti nel futuro della loro secondogenita, anche grazie a quella mia telefonata intenzionale di validi argomenti di ieri  fatta subito dopo la partenza di Michelle, non so quanto gli ci vorrà a metabolizzare la conoscenza di Macbeth come probabile futuro genero...
-Certo che i tempi in cui frequentavi tu l'istituto sono decisamente cambiati- mi fa notare nell'arricciare le labbra -Però mi dispiace non aver potuto salutare anche Michelle- sbuffa infossando il viso tra le nocche serrate a pugni con i gomiti ben premuti contro il tavolino.
-Abbiamo passato tutto il giorno insieme ieri ma nel pomeriggio  l'ho dovuta rispedire all'istituto dopo ben due notti di assenza falsamente giustificata - le spiego un po' rammaricata -Ma con quello che era successo l'altro ieri avevamo bisogno di stare un po' di tempo l'una con l'altra- continuo in quello che Levy sa già.
So che con quel giorno in più abbiamo rischiato grosso ma non mi pento minimamente nell'aver scelto di correre il rischio e avermi regalato così una giornata in compagnia di mia sorella, passiamo già così poco tempo insieme, penso corrucciata.
-Be hai vissuto un avventura... ah ah, chi l'avrebbe mai detto di Lucy Heartphillia che si imbuca in una festa Hippie e scala scogli appuntiti?!-  ridacchia Levy ancora visibilmente sorpresa dai miei racconti di poco fa, avvolta in quel caftano dal tessuto morbido e bianco che ne risalta un invidiabile abbronzatura dorata, schiude le labbra in un sordo segnale di attesa.
Mi conosce fin troppo bene e sa che forse qualcosa ha intaccato quella mia superfice di autocontrollo per comportarmi in questo modo al quanto atipico ed è inutile negare con lei l'evidenza che traspare dal mio volto e sopratutto la consapevolezza finalmente da me accettata: tutto ciò è successo solo grazie a Natsu perché se non ci fosse stato lui con me, io avrei finito col chiamare i miei genitori e imporre ancora una volta quella mia austera coscienza a rispettare le regole mettendo da parte il cuore e rovinando così il rapporto con Michelle.
-Piccola...- insiste furbetta a mò di cantilena nel spronarmi a svuotare il sacco e io mugugno un: -Natsu-  un po' soffocato tra le labbra velate di gloss alla fragola.
-E' stato Natsu a convincermi di andare a cercarla, è grazie a lui se non ho mandato al diavolo il mio rapporto con Michelle- ammetto in un grugnito ma -Aspetta, aspetta, aspetta- esclama Levy raddrizzandosi di colpo.
-Natsu?- articola stupita in uno scandire lento di lingua e io -Si è grazie a Natsu se...- sto per ripetere atona se non fosse per i guaiti di Levy a bloccarmi nuovamente.
-Che fine ha fatto quel: -Dragneel- ?- mi chiede nell'aggrottare le sopracciglia e solo ora mi rendo conto di come a distanza di neanche un paio di giorni, sia già diventato così naturale non chiamarlo più per cognome.
-Oh ecco... lui è stato gentile nel darmi una mano con Michelle e poi questa cosa dei cognomi era fin troppo infantile dai- mi giustifico evitando quel suo sorrisetto impertinente nel fissare senza vederle, le lettere impresse sui tasti del laptop.
-Vedo che la convivenza sta dando i suoi frutti- insinua in un ghigno nel poggiare il viso un po' inclinato contro un palmo, le dita dell'altro a tamburellare in un ritmo cadenzato -Ammetti che Natsu non è un soggetto così terribile?- insiste poi malandrina intanto io sbuffo un po' piccata.
-Ok... forse non è poi così irritante, qualche volta almeno- borbotto strappandole un mugugno di soddisfazione personale mentre le mia dita si massacrano tra loro e l'impellente bisogno di rilevarle cosa mi tormenta da giorni continua a bussare contro la cassa toracica.
Perché è da quando ho messo a fuoco il volto di Levy apparire sullo schermo che ho voglia di dirle ciò che sta succedendo con Natsu, di questa nostra folle attrazione, ma ogni volta che prendo un respiro e nell'aprire bocca tento di dirle tutto, è solo un rantolo muto ciò che esce fuori.
E come se mi mancasse il coraggio ma -Ecco tra noi le cose stanno evolvendo- getto -Ammetto che con Michelle mi è stato di grande aiuto  e poi..-  mi interrompo cercando le parole giuste senza risultare troppo angosciata.
-Poi?- domanda Levy curiosa ma senza malizia, credo che nemmeno con tutta la sua fervida fantasia da autrice di romanzi rosa quale è, immaginerebbe ciò che sto per rilevarle, è vero mi conosce ma proprio perché sa chi sono non penserebbe mai a questa pazzesca situazione con Natsu e ad essere sincera nemmeno io mi riconosco più.
Insomma racchiusa in quell'angolo della cucina tra le sua braccia, io stavo per cedere e mi mordo un labbro fino a sentire un pizzico di dolore nel ricordare quell'alchimia che si era creata.
-Poi..- ma mi irrigidisco quando sento la porta d'ingresso sbattere e quella serie di passi avanzare verso la cucina, neanche mi serve voltarmi che la presenza di Natsu invade tutto lo spazio intorno a me in pochi secondi dalla sua apparsa, mi irrigidisco totalmente quando con una mano si aggrappa al tavolo racchiudendomi tra  braccio e fianco per sporgersi meglio verso il monitor del pc.
-Ciao Lev!- la saluta raggiante e ben premuto a me.
-Guarda che anche se non  mi stai addosso Levy ti vede lo stesso- latro io nell'inclinare il viso verso il suo mentre un espressione stizzita mi sfigura il volto celando in realtà quella pulsante agitazione che mi scuote il ventre nel sentire Natsu stretto a me, era da un po' che non mi stava così vicino e l'impatto mi fa tremare appena le gambe.
Sento il suo profumo avvolgermi ed erano quasi due giorni che non percepivo più l'odore del suo corpo pizzicarmi le narici dato che ieri è sparito subito dopo pranzo  passando  qualche ora con me e Michelle solo in mattinata.
Lui sempre più preso con questa storia del lancio della band e io con il turno di notte in ospedale, abbiano finito col  vederci a malapena in questi due giorni e la cosa non mi ha turbato solo che... solo che niente non mi ha turbato!
Anche Natsu si volta e quasi non mi sfiora il naso con il suo -Lo vedi il monitor quando è piccolo?- sottolinea con fare irritante facendomi sputare un -Ma quanto sei idiota?- con sdegno e perplessità.
Però mi batte il cuore porca miseria.
Un risolino di Levy porta a darle attenzioni e voltandoci la troviamo a scuotere il capo -Non cambierete mai... neanche con tre anni di convivenza-  ridacchia rassegnata lasciandomi un strano retrogusto di stupore in bocca, anche a Natsu deve aver fatto un effetto simile perché per qualche istante torniamo ad osservarci negli occhi, ad ascoltare in silenzio quell'unico pensiero che ci accomuna.
Al di fuori di noi due nessuno sembra notare nulla.
Un silenzio che ci assorbe completamente portandoci ad estraniarci dal resto del mondo ma che dura una manciata di secondi prima che io mi accorga  di come Levy abbia ripreso parola, distolgo lo sguardo e scostandomi sento quello di Natsu pesarmi addosso quando lo costringo a sciogliere la morsa che ci tiene vicini.
L'improvvisa entrata in scena di Gajeel ci distoglie da quel sottile disagio venuto a crearsi tra noi due di cui Levy fortunatamente non si era accorta e puntando i miei occhi verso il monitor, faccio in tempo a scorgere Gajeel in bermuda, canotta e capelli tirati su a cipolla, dare un bacio a stampo alla sua Lev prima di sistemarsi accanto a lei e  rifilarci uno sguardo ghignante.
-Ei brutta gente!- sogghigna.
-Fottuto bastardo, vedo che la vacanza ti fa bene!- lo saluta Natsu facendomi roteare gli occhi al cielo, ma tra maschi ci si saluta così giusto?
-Puoi dirlo forte!- risponde lui ridente ma Gajeel serra poi all'improvviso la mascella osservandoci entrambi con sospetto quando un qualche pensiero losco sembra colpirlo in pieno.
-Casa nostra è ancora tutta intera, vero?-  domanda sospettoso creandomi un brivido lungo la schiena, ammetto che quando fa così mi mette un certo timore.
-Certo che è intera- risponde Natsu.
Gajeel sembra storcere il naso e -Non mi fido di voi due... non è che con una delle vostre stupide litigate ho finito per rimetterci il televisore? O qualche vaso? O il tostapane?- continua in un guizzare di iridi color rubino che vanno da me a Natsu in alternanza, come se stesse assistendo ad un partita di ping pong invece delle nostre facce perplesse ma -Stai tranquillo, tutto è al suo posto, vero Lucy?- esordisce Natsu chiedendomi conferma nel guardarmi ammiccante mentre io annuisco sorridendo in silenzio.
Ma anche senza guardare il mio riflesso sono convinta che sembra più una paresi quella che sto mostrando a Levy e Gajeel e non un sorriso sincero, perché forse Natsu se ne è dimenticato ma io ricordo benissimo di come gli abbiamo sventrato la tendina della doccia....
Però Gajeel ne sembra almeno un po' convinto e -Vi chiamate per nome ora?- nota stropicciando il viso con diffidenza nell'addossarsi contro lo schienale della seduta.
-La convivenza sta dando i suoi frutti- gli ghigna Levy  tornando poi a fissarci ridente -Chi lo sa, magari fra due settimane saranno diventati amici- continua parlando di noi a Gajeel come se noi non fossimo davanti a loro.
-Ora esageri!- e quasi non strepito nel dirlo ma il mio stomaco si è come aggrovigliato dalla tensione, la paura nell'essere scoperta colpevole di attrazione nei confronti del mio nemico mi crea uno strano stato d'ansia e anche Nastu mi rivolge un'occhiata basita -Se cerchiamo di andare d'accordo è solo perché siamo in tregua- farfuglio poi.
-Tregua?- domandano i Redfox all'unisono e -Sì tregua, dopo che ha tentato di uccidermi- sputa Natsu, mi sembra infastidito e non mi rivolge nemmeno di attenzioni perché ostinato guarda altrove.
-Ucciderti?- e l'eco nuovamente all'unisono dei Redfox mi raggiunge appena.
-E' stato un incidente lo sai! E poi ti ho già chiesto scusa!- sbraito in uno spasmo nervoso guadagnandomi una smorfia di sufficienza da parte sua.
-E ti ricordo che è stata colpa tua!- sbotto e lui incassa il colpo in un singulto sorpreso.
-Colpa mia? E poi dove sarebbe l'incidente? Hai imbottito il mio panino d'aglio- mi accusa assottigliando lo sguardo.
-Ma dopo che hai divulgato il video della mia sbronza-
-Certo, dopo il tuo attacco d'arte sulla mia faccia!- si volta di scatto  verso Levy e Gajeel e -Mi ha scarabocchiato la faccia con un pennarello indelebile!- spiega concitato e a tratti ancora incredulo.
-Mi ha spoilerato il finale di serie di Lost dicendomi che erano già tutti morti dal principio!- guaisco poi verso i Redfox e quel loro silenzio inquisitore che mi fa sentire colpevole e senza difese, indicando con l'indice Natsu come a discolparmi.
-No Lu, in realtà non è quello il finale! In molti hanno frainteso l'ultimo episodio- si illumina Levy nel scuotere i palmi, infondendomi un tenue speranza che forse tra me e Lost non è del tutta finita ma -Sei proprio un imbecille Natsu, non sono morti dall'inizio ma semplicemente l'episodio finale si chiude con loro che si rincontrano tutti in paradiso!- inveisce Gajeel con fare maestrino e ghignante mentre la mia mascella si serra in un espressione miserabilmente esterrefatta.
Non. posso. crederci. Per la seconda volta sono stata spoilerata senza pietà.
-Te l'avrà spiegato Levy di sicuro- si difende Natsu incrociando le braccia al petto e io in puro silenzio assisto alla scena in cui Levy rifila una gomitata a Gajeel lanciandogli poi un eloquente sguardo verso di me.
-Che c'è? E' finito sei anni fa!- si giustifica lui in un bisbiglio ma -Tranquillo Gajy, credo ormai di aver rinunciato all'idea di guardare Lost...- sospiro sventolando una mano a capo un po' chino.
Levy mi  sorride tenue in un dolce tentativo rincuorante, increspandomene uno anche a me tra le labbra, è bello rivederla e dannazione quanto mi  manca.
-Ora se non vi dispiace io e la signora Redfox avremmo una cena nel ristorante più in voga di Tenrou- ghigna Gajeel nel sollevarsi con la schiena e sporgere le dita verso la parte superiore del suo Laptop, annuendo fiero a quel: -Sei riuscito a prenotare al Lumen History?- trillato da Levy con tanto di applauso ma prima di chiudere la conversazione ci schiocca ancora una volta quel suo sguardo terrificante.
-Ei voi due, che non vi venga in mente di usare il nostro letto per le vostre porcate- ci avvisa in tono metallico facendomi irrigidire di colpo e annaspare una serie di rantoli soffocati più simili al suono agonizzante di un qualche animale bizzarro.
-Gajeel che dici?- strepito rossa in faccia, ma come può venirgli in mente una cosa del genere? Insomma io e Natsu che... che.. la salivazione aumenta e quel poco di ossigeno che circola nel mio cervello mi fa dire ad alta voce quello che forse avrei dovuto tenere solo per me...
 -Non penserai sul serio che io e Natsu possiamo arrivare a fare quelle cose insieme?! Ok che è così attraente da riuscire a sedurre l'intero genere femminile con una semplice ammiccata ma...-
Mi blocco appena registro ciò che ho  sparato restando perplessa nel mettere a fuoco le espressioni sbigottite di Levy e Gajeel nel guardarmi, un nodo formatosi in gola soffoca ogni parola che vorrei dire per giustificarmi mentre il panico mi assale il sistema nervoso facendomi andare totalmente in tilt.
Non ci credo di aver detto quello che ho appena detto e a labbra schiuse resto senza fiato nell'incrociare lo sguardo soddisfatto e ridente di Natsu, inorgoglito gonfia il petto e io vorrei solo tirargli un pugno ma  -Gajeel intendeva con altre persone non io e te- mi fa notare nel schioccare la lingua mentre un bagliore di malizia gli illumina gli occhi di verde intenso.
La risata fragorosa dei Redfox mi distoglie l'imbarazzo nel comprendere ciò che Gajeel intendesse realmente e voltando il viso verso il monitor, spalanco gli occhi difronte alla scena che mi si para davanti, anche Natsu ne sembra perplesso, con cipiglio osserva Levy tenersi la pancia con le braccia e Gajeel battere qualche manata al tavolino nel ridere a crepapelle insieme.
-Voi due insieme?- soffoca tra una risata e l'altra Kurogane -E' come vedere Gray sposare Juvia!-
-O Mira frequentare un tizio normale!- aggiunge Levy asciugandosi con le dita quell'accenno di lacrime.
-Oppure Cana impegnarsi in una relazione seria!- e quell'affermazione di Gajeel la fa sussultare ridente e -Bella questa!- esclamare nel battere il cinque contro il palmo di suo marito... odio quando emulano lo stereotipo di coppia perfetta!
Be effettivamente lo sono, a volte ho il sospetto che siano connessi telepaticamente...
Una specie di mugolio mi esce fuori dalla gola e Levy e Gajeel ci salutano ancora una volta, poi la connessione si interrompe e io chiudo lo sportello del laptop con le dita.
-Riuscire a sedurre l'intero genere femminile con una semplice ammiccata eh?-
Chiudo gli occhi un solo momento prima di ripuntarli nuovamente su Natsu e su quel suo stupido sorriso soddisfatto sulla sua stupidissima faccia.
-Non lo pensavo sul serio- mento nel sollevarmi e allontanarmi immediatamente da lui ma inutilmente perché Natsu mi segue e -Si che lo pensavi- insiste in un ghigno finendo per mettermi all'angolo, racchiusa tra lui e lo stipite della cucina che batte contro la base della mia schiena, in un sussulto reclino il capo indietro accorgendomi solo ora di come ci sia finita a sbattere contro.
Mi sento in trappola ma serrando la mascella incrocio le braccia al petto -Be vuoi forse giocare? Io dovrei andare a lavoro fra pochi minuti- borbotto mentre il cuore mi martella contro le costole nel vederlo sorridere.
-Ho fame, volevo solo prendere dei biscotti- scrolla le spalle l'attimo prima di sollevare il braccio e aprire lo sportello del pensile che svetta sopra la mia testa, tirarne fuori un sacchetto di quelli al cioccolato e sgranocchiarne qualcuno.
-Vista l'ora perché non ceni come tutte le persone normali di questo mondo?- gli domando, ancora immobilizzata solo dalla sua presenza.
-Sì, pensavo di andare al Fairy ma volevo fare prima uno spuntino- replica a bocca piena -Quindi pensi sul serio che sia attraente?- ribatte facendomi storcere la bocca in un lamento, so che continuare a negare sarebbe inutile e non vorrei rischiare di fare tardi a lavoro solo per i suoi stupidi capricci.
-Lo penso va bene? - ammetto celando la stizza e lui per un attimo sembra sorprendersi piacevolmente della mia precoce arrendevolezza -E' un dato di fatto, tutto qui- mi giustifico poi quando un sorriso bastardo gli si increspa tra le labbra.
-Quindi ammetti che ti piaccio?-
-Neanche un po'- affermo asciutta.
-Ma smettila- insiste avvicinandosi un po' di più nel restare fisso a guardarmi, io che reggo il suo sguardo possessivo su di me senza una minima ruga di contradizione.
-Scommetto che in questo momento muori dalla voglia di assaggiare il mio biscotto-  ghigna facendomi sgranare gli occhi interdetta ma lui solleva il pacco di biscotti all'altezza del petto sporgendolo verso di me... ma che cavolo avevo capito?
Sento il calore dell'imbarazzo diramarsi sulle guance e -Natsu potresti lasciarmi andare ora?- soffio stanca nel negare con un palmo aperto l'offerta allusiva dei biscotti ma un Natsu capriccioso mugugna quel: -Dato di fatto- come a rimuginarci su.
-Si insomma si vede no? E' la prima cosa che pensano le donne appena ti vedono- gli spiego con ovvietà, lui che inclina il capo di lato con fare vagamente interrogativo.
-Il nostro primo e unico appuntamento ricordi? Appena ti ho visto ho pensato che fossi attraente è quel pensiero è rimasto invariato nonostante poi ti abbia conosciuto e abbia capito che sei un troglodita- sembra illuminarsi di malizia e -Che altro hai pensato prima di conoscermi?- chiede con vivida curiosità.
-Nient'altro-
-Non ci credo-
-Mi dispiace deluderti ma è così, ora potrest...- ma vengo interrotta da quel suo: -Invece io sai cosa ho pensato?- mormorato in un sorriso perso da un pensiero.
-Io Levy e Gajeel eravamo già seduti al tavolo, tu non eri ancora arrivata a causa di un imprevisto in ospedale, eri una tirocinante allora- mi spiega lasciandomi a corto di parole, non pensavo ricordasse i dettagli del nostro primo incontro a parte la parte disastrosa che ne susseguita poi.
-Ti guardavi intorno spaesata in cerca di Levy, ma lei ancora non ti aveva visto io invece si e ho capito fin da subito che eri tu "Lucy" nonostante non avessi avuto nemmeno una tua descrizione fisica-  la sua voce si fa roca e la mia mente corre veloce scandita da un battito di cuore fin troppo accelerato mentre deglutisco e le dita torturano un lembo di maglietta.
-Sai cosa ho pensato prima di conoscerti?- mi domanda ancora incatenandomi ai suoi occhi -E' successo quando ti sei voltata dandoci per un istante le spalle prima che Levy si accorgesse di te, tu poi nel sentire il tuo nome le hai sorriso nel rivoltarti e hai avanzato verso di noi ma ecco, solo quando eri di spalle io ho pensato quello...-
-Cosa?- mormoro roca e senza fiato, il suo profumo che invade il mio spazio confondendo i miei sensi.
-Che avevi un culo da favola!- esclama in una risata un po' grottesca e -Un culo così non l'avevo mai visto, giuro!- insiste nel mimarne una sua immaginaria consistenza con le mani e le dita contratte verso l'alto.
Tutta quella strana sensazione che i suoi occhi mi avevano infuso sembra dissolversi all'istante mentre assottiglio uno sguardo affilato verso di lui e io scema che chissà che avevo pensato...
-Ma poi dopo cinque minuti hai aperto bocca e spezzato l'incantesimo...- mi dice creandomi un lieve nervosismo sottoforma di occhio tremulo, con un palmo premuto contro il suo petto lo spingo gentilmente via da me.
Perché ne sono così arrabbiata? Non dovrebbe importarmi, giusto?
-Anche che sei un troglodita è un dato di fatto- sibilo seria arraffando la borsa per uscire di casa e  -No! Vado in metro grazie- rispondere gelida a quel suo invito nel darmi un passaggio, scomparendo dal suo campo visivo in uno sbattere di porta rumoroso.

 

***

 

-Natsu:


Varcando la soglia del Fairy mi immergo nel totale delirio del sabato sera che questo posto regala. Un soundtrack pop, diffuso in maniera altisonante dalle casse, mi accoglie e districandomi tra la fiumana di gente che invade il locale, avanzo verso il bancone.
Non avevamo in programma di incontrarci con nessuno stasera ma non mi stupisco di trovare seduti sugli sgabelli che circondano il bancone Gray e Zef intenti a chiacchierare tra loro, il Fairy è per tutti noi una seconda casa ed è normale trovarci qui anche quando non organizziamo nulla.
-Buonasera ragazzacci- esclamo ridente nel circondare le loro spalle  con le braccia e insinuarmi in mezzo a loro, Zef risponde in un sorriso pacato e Gray soffia un: -Ciao- dando poi un sorso alla sua media.
-Lucy non c'è?- arriccia il naso Zeref nel reclinare il capo in una rapida occhiata dietro le mie spalle ma -No, aveva il turno di notte in ospedale- spiego nel sistemarmi sullo sgabello accanto a quello di Gray.
-E io avevo una gran fame- continuo poi, già propenso ad ordinare uno di quei mega panini che tanto mi piacciono -E voi come mai qui?-
-Club del libro-  risponde Gray nel sollevare il suo bicchiere di birra mentre un: -Ah- sfugge dalla mia gola nel ricordare che oggi è quel sabato infernale del mese in cui Juvia tiene a casa loro l'incontro con altre esagitate da romanzi rosa a parlare di roba da diabete che piace tanto alle donne e pochissimo a Gray dato che scappa sempre a gambe levate.
Se non sbaglio anche Lucy disolito partecipa...
-E tu?- chiedo a Zef e il suo dito indice va a puntarsi oltre al bancone fino ad arrivare all'angolo che precede l'entrata riservata al personale, nel sporgere appena il busto metto a fuoco la figura di Mavy e il suo super pancione, gesticolare a palmi aperti all'indirizzo del signor Sequen mentre quest'ultimo non mi sembra molto entusiasmato nell'annuire con il capo per inerzia.
-Questa volta che c'è?-domando in uno sbuffo divertito nel riferirmi a quella totale incapacità di Mavis nel lasciare a Sequen tutto il lavoro al Fairy Tail.
-Sta proponendo una nuova disposizione dei tavoli a suo parere strategica per un servizio più veloce... ho dovuto portarla qui di corsa- mugugna Zeref -Sai quanto si impunta su un idea no?- sospira facendomi annuire.
-In realtà si sente in colpa nell'assentarsi da questo posto ma credo che a Warred non dispiaccia così tanto la  sua assenza provvisoria..-  aggiunge poi sorridendo di labbra, stampandone uno uguale anche a noi.
Ritorno ad osservare davanti a me in cerca di qualcuno che possa servirmi, stasera Mira non è di turno ma -Su le mani Drago di fuoco!- registro da dietro le mie spalle, nonostante il brusio della gente.
Faccio ciò che quella vocetta da bambina ordina e, nel sollevare i palmi e ruotare il corpo restando seduto, è un: -Occhi di falco!-  che mi esce dalla bocca sottoforma di esclamazione.
Asuka Connell se ne sta dritta di fronte a me, un cappello da cowboy in testa e quella pistola giocattolo tra le dita, pericolosamente puntata contro il mio cuore.
-Ti ho trovato finalmente sporco indiano!- borbotta meravigliosamente calata nella parte.
-Piccola sei passata dalla parte del nemico?- le dico ridente abbassando le mani solo quando intravedo Biska giungere dietro le sue spalle, sorride e -Natsu da quanto tempo! Mi aveva detto Al che saresti venuto a trovarci!- mi ammonisce immediatamente nel prendere in braccio la piccola e avvicinarsi a me, accolta dai saluti di Zef e Gray.
Io pizzico una guancia di Asuka tra le dita -Ho avuto un po' da fare- mi giustifico ma giuro che non me ne sono dimenticato, solo che ultimamente il mio tempo sembra essere assorbito totalmente da altri fattori: la caccia a Laxus Dreyar, la band.. Lucy.
Già Lucy... quella biondina ultimamente, volente o nolente, mi tiene occupato ed è strano di come la cosa non mi dispiaccia, una volta passare del tempo con lei era maledettamente fastidioso mentre ora devo inventare scuse con me stesso per giustificare quella corsa in auto fatta per arrivare a casa in tempo per vederla prima che andasse in ospedale.
Anche se credo si sia un po' arrabbiata quando le ho detto che ha un culo da favola... che poi non ne capisco il motivo, le ho fatto un complimento no?
-Ora preferisco i cowboy- dice Asuka catapultandomi al presente.
-Passa da una passione all'altra- interviene Biska in un dolce sorriso materno e solo ora mi accorgo di quanto il suo abbigliamento sia fin troppo elegante stasera per essere sfoggiato in un locale come il Fairy: indossa un lungo abito nero senza spalline e scollato al punto giusto senza farla apparire volgare ma seducente e anche i capelli non sono acconciati nella solita comoda treccia, ma lasciati sciolti.
- Wow Biska!- esclamo sornione e per nulla malizioso, ma semplicemente ammirato dalla sua raffinata eleganza e spinto a scherzare con lei grazie a quella amicizia ultra decennale che ci lega dai tempi del liceo.
Biska sorride scuotendo appena il capo, i capelli fluenti e smeraldini che ne seguono il movimento e -Non vedo Al, sarà per caso fuori a fare botte con qualcuno?- insinuo scherzando nel fare finta di guardarmi intorno e quel: -Probabilmente più di uno- soffiato da Gray con complicità fa ridere radiosa Biska e-Ma piantatela- dire poi velatamente lusingata nel tirarmi una pacca sulla spalla mentre le nostre risate si mescolano insieme.
Io, Gray, Biska, Al e Cana: è sorprendente di come eravamo in classe insieme al liceo e siamo rimasti amici per tutto questo tempo senza mai perderci... è una cosa bella.
-E' il nostro anniversario e volevamo passare la nottata fuori- dice ridente senza nasconderne l'eccitazione -Dovrebbe arrivare Mary a prendere Asuka per farle da babysitter e prendersi cura di lei durante la nostra assenza, ci eravamo dati appuntamento qui ma ancora non si vede ed Al è uscito fuori a telefonarle- ci spiega facendo sedere  la bambina sullo sgabello e ordinarle con le mani la gonnellina spiegazzata mentre una leggera traccia di angoscia le traspare sul volto.
-Be magari ha avuto qualche imprevisto che la sta facendo ritardare- tento di rassicurarla tornando poi a puntare l'attenzione  di fronte a me nel vedere apparire una delle cameriere di turno.
-Ciao Nat- e Laki esibisce un sorriso provocante nel guardarmi, l'ovale del viso disteso in una smorfia malandrina e gli occhiali da vista incastratati momentaneamente sul capo tra le ciocche violette la fanno apparire come una di quelle professoresse sexy.
-Ei Laki, stasera sei di turno- le sorrido anche io amichevolmente sereno e lei incrocia le braccia al petto mostrandomi involontariamente, forse, una vertiginosa scollatura nel poggiarsi contro il bancone.
-Stacco alle undici perché non mi porti a ballare dopo?- mi propone in un sorriso accattivante che  mi fa ridacchiare e passare le dita sulla nuca senza darle una risposta.
Lei che mi guarda aspettando da me un qualsiasi tipo di segnale che non giunge almeno finché qualcuno da lontano non la chiama e -Aspetto una risposta-  mi schiocca morbidamente scomparendo poi inghiottita tra la gente.
Qualcosa mi ha come fatto desistere nel rispondere, qualcosa a cui non mi so spiegare ma non basta la mia coscienza a tormentarmi perché -Natsu- mi chiama la voce di Gray.
-Perché non le hai risposto subito?- attacca immediatamente con fare sospetto, mi conosce fin troppo bene...
-Perché magari non mi andava di andare a ballare- rispondo vago scrollando le spalle senza guardarlo.
-E' strano-
-Non è strano- ribadisco.
-Ma se dici sempre che Laki ha un culo che parla!- sbotta -E ora che  te la buttata mi dici che non hai voglia di portarla a ballare?- nel sentirlo mi volto verso di lui ad occhi sgranati, certo che quando vuole è fottutamente diretto.
-E si vede che stasera il culo di Laki non gli ha detto nulla- ridacchia Zeref osservando il fondo del suo bicchiere vuoto, facendomi sorprendere da tale affermazione e io che ero convinto che la parola "culo" non esistesse nemmeno nel suo vocabolario.
-Di la verità, sei imballo con qualcun'altra- insinua Gray nel sollevare un angolo di bocca a mo' di ghigno, io aggrotto le sopracciglia e -No, che cavolo dici e poi ti faccio presente che non ho detto di no a Laki- sputo con cipiglio.
-Solitamente quando stai in trip con qualcuna non ti farebbero desistere nemmeno le avance di una modella di Victoria Secret-  continua supportato in istantanea da quel: -Confermo- di Zef.
Oh insomma ! Questi due stasera si sono messi d'accordo per farmi impazzire?
Ma -Piantala non sto in trip con nessuno- mormoro un po' irritato  -E poi lo sai che sei la mia amichetta del cuore e a te dico tutto- ghigno in un occhiolino che gli fa contrarre la mascella in una smorfia scettica.
E' vero a Gray dico tutto e anche mio fratello è un ottimo confidente ma di quello che sta succedendo con Lucy non ne ho ancora parlato con nessuno...
Appare anche Alzack tra la folla che anima il Fairy ma il suo è un saluto appena sfuggevole, con ancora lo smartphone in mano prende un po' da parte Biska ma non a sufficienza da impedirmi di non ascoltare ciò che le dice.
Fintamente disinteressato giochicchio con le cannucce di plastica insieme ad Asuka.
-Mary ha beccato una sorta di virus intestinale e non riesce a venire- le dice e io sollevo gli occhi verso Biska  e quella sua espressione dispiaciuta senza che lei se ne accorga, anche Al non è da meno, probabilmente avevano progettato questa serata da mesi...
Con la gestione di un ranch e una bimba piccola da accudire capisco che il tempo per starsene un po' da soli è davvero poco.
Ma- Non fa niente ok? Andiamo a mangiare una pizza con Asuka e poi magari al cinema a guardare un film d'animazione- le propone lei sforzando un sorriso, ma sincero, mentre con una mano stringe il braccio di Al in una carezza possessiva, lui che le annuisce ma negli occhi ancora il totale dispiacere nel non averle potuto regalare una serata diversa.
Distolgo lo sguardo da loro quando l'apparsa di Laki attira la mia attenzione, ritornata a stazionare dietro al bancone si sporge verso di me bella e seducente.
-Allora Nat, mi ci porti a ballare?-
 

***


Uno sbadiglio viene prontamente tenuto a bada dal mio palmo mentre con le dita della mano libera stringo il cucchiaino che mescola lentamente il mio caffè nero.  Sono appena le sette del mattino e seduto su uno sgabello della cucina il mio sguardo assonnato va a perdersi in un punto fisso tra la parete, solitamente a quest'ora del mattino sto già facendo jogging ma la nottata è stata quasi del tutto insonne e io  ho esaurito tutta la  mia forza fisica.
Ammetto che è stata più dura del previsto riuscire a gestirla, anzi mi ha totalmente sfiancato ma un sorriso si allarga sul mio viso nel pensare a lei e al tempo trascorso insieme, non avrei mai creduto di passare una notte simile.
Vederla dormire accanto a me è stato qualcosa di speciale e incredibile, qualcosa che vorrei addirittura ripetere.
I miei occhi tornano a rotolare per le pareti della cucina andando ad incastrarsi lungo il fondo del corridoio nell'avvertire lo scatto della maniglia provenire dalla porta d'ingresso.
Lucy è tornata e stranamente mi metto a sorridere quando la vedo apparire, sembra stanca e assonnata e forse è ancora un po' arrabbiata con me ma nel vedermi mi sorride a fior di labbra e forse no, forse non lo è più.
Mormora un silenzioso -Buon giorno- nell' avvicinarsi a passi lenti, a tratti sembra sorpresa nel trovarmi in casa e scostando lo sgabello dal tavolo, si siede di fronte a me.
-Non sei più arrabbiata- le faccio notare in un ghigno, lei volta i suoi occhi marroni da una altra parte
-Non ero arrabbiata- bofonchia e io sussurro un: -Meglio così- facendola tornare a guardarmi in un guizzo sorpreso.
-Comunque era un complimento il mio- aggiungo ignorando il suo sopracciglio inarcato e con le dita spingo la tazza di caffè verso di lei che storce il naso e -Hai dei gusti troppo forti- mi dice nell'osservare poco convinta quella pozza nera che sta nella tazza.
-E che mi piace vivere intensamente e tu dovresti provare gusti diversi ogni tanto- l'ammonisco poi indicandole con un movimento del capo il caffè.
Lucy rotea gli occhi ma dopo attimi di titubanza afferra la tazza tra le mani assaggiandone un sorso e io resto a guardarla mentre schiude le labbra poggiandole contro il bordo della ceramica.
Il tempo sembra quasi fermarsi, come inghiottito da questo eterno momento ma lei poi fa una smorfia strana nel scostare la tazza dalla bocca e a me sfugge un sorriso.
-Forte- ribadisce, sporge il braccio per far slittare la tazza contro la superficie del tavolo e la mia mano va a racchiuderla prontamente, ma nel farlo tocco le dita di Lucy e quel contatto sembra quasi elettrico.
Fa per scostarsi ma stavolta non glielo permetto e Lucy solleva di scatto il viso guardandomi sorpresa, la sua bocca si sgrana in una "o" di stupore e io non so spiegarmi perché cavolo la sto tenendo aggrappata alla mia mano, ma voglio sentire le sue dita incastrarsi con le mie.
-Non dovresti basarti su un primo assaggio- le sussurro e lei inclina il capo di lato mostrandomi un sorriso che sa come di malizia e dolcezza, qualcosa che ho già visto su quelle labbra una volta, ma da lontano e di sfuggente casualità.
Uno di quei sorrisi che ogni tanto faceva a Loki e so che lo faceva in maniera incosciente, senza accorgersene, come in questo momento.
-Mi basta Natsu- soffia e io sento come un accenno di panico vibrarmi nello stomaco nell'essere guardato così... è paura quella che ho avvertito e che mi ha fatto scostare via la mano senza più guardare Lucy e quel suo sorriso sconvolgente.
Quasi non tremo ma Lucy ha forse capito male perché -Be vado a letto allora- mormora timidamente nel stringersi in un solitario abbraccio e io le annuisco con il volto ma con la mente assente.
E' appena successo qualcosa tra di noi, ma non so spiegarmi che cosa.
I miei occhi si conficcano lungo la sua schiena fasciata in quella t-shrt bianca che spicca in penombra ma prima che Lucy possa avvicinarsi alla porta della camera da letto il ricordo improvviso di quel dettaglio raggomitolato ancora nel letto dei Redfox  mi fa balzare in piedi è raggiungere Lucy in una sola falcata.
-No aspetta- sussulto allungando una mano, Lucy si volta verso di me a sopracciglia aggrottate.
-Che c'è?- grugnisce sospettosa.
-Ecco è meglio se non entri...- inizio col dire ma quel suo tagliente: -Perché?- sibilato tra i denti mi destabilizza un istante aggrovigliando il filo del discorso che volevo farle per informala di ciò che è successo ieri, scuoto il capo come a riprendere lucidità e -Non vorrei che si svegliasse, devi sapere che ieri...-
-Chi hai portato in casa?- e la voce di Lucy è così lugubre da spiazzarmi ma non è tanto per lo sdegno che sembra traboccare dai suoi occhi a lasciarmi sorpreso ma è  più che altro per il totale fastidio con cui mi osserva.
-Lucy- la chiamo attonito ma lei stringe i pugni.
-Proprio ieri Gajeel ci ha detto di non fare quelle cose nel loro letto e tu hai portato in casa "una" !-  Sentenzia nell'alzare la voce mentre le rughe formatosi sulla sua fronte si approfondiscono.
-Una?- ripeto perplesso ma lei capisce male e -Ah scusa! Cos'è fidanzata numero trentasette dall'inizio dell'anno?- sibila in un  sorriso sarcastico ma a me sembra incazzata nera
-Puoi non urlare per favore? - cerco di intimarle nel storcere il collo verso la porta, non vorrei che si svegliasse ma riporto l'attenzione su di Lucy quando incomincia a farfugliare una serie di insulti e rimproveri verso il mio indirizzo.
-Mi potresti lasciare spiegare- bisbiglio.
-Dico non potevi tenere a freno i tuoi istinti ormonali?- continua infastidita nel guardarmi in tralice e io resto in silenzio osservandola ad occhi strabuzzati ma lo scatto della maniglia mi avvisa che  è riuscita a svegliarla mentre Lucy sembra trattenere il fiato e indirizzare uno sguardo furioso verso l'uscio.
Gli occhi di Lucy si spalancano insieme alla bocca nel mettere a fuoco colei che è appena uscita dalla stanza da letto -Asuka?- esclama interrogativa nel vedere la piccola Connel sfregarsi con la manina gli occhi e, dopo aver rivolto a me uno sguardo sgomento, flettersi sulle gambe per raccogliere la bimba tra le braccia.
-Che ci fa qui?- mi bisbiglia nel rimettersi in posizione eretta, Asuka che accascia il capo sul suo seno mormorando un quasi piangente: -Mamma- dai toni allarmanti.
-Ei piccola perché non guardiamo i cartoni?- intervengo io nel prenderla in braccia e posizionarla sul divano, recuperando poi con foga il telecomando e tastando in una furiosa ricerca di quel canale per bambini.
Quando sullo schermo appare "Lucky Luke cowboy solitario" che rapisce la totale attenzione di Asuka, uno stato di sollievo si dirama  nel petto ma una sensazione oscura alle mie spalle mi ricorda che devo ancora dare alcune spiegazioni a una certa biondina.
-Ieri ho incontrato Biska e Alzack al Fairy, avevano in programma una romantica nottata fuori  ma loro babysitter li ha mollati e così mi sono offerto io di tenere Asuka- le spiego nell'avvicinarmi.
-Oh- soffia -Be se me l'avessi detto subito avrei evitato di alzare la voce- continua senza guardarmi, pasticciandosi le dita con visibile imbarazzo. Quando sono di fronte a lei, Lucy continua ad evitare il mio sguardo e solo ora scorgo del rossore sulle guance, è imbarazzata.
-Pensavi avessi passato la notte con qualcuna- - lei mi guarda con diffidenza e taciturna ma io insisto -Ti sei arrabbiata parecchio.. perché?- e il silenzio persiste, scuote il capo Lucy.
-Ti sei ingelosita!- l'accuso in un ghigno che le fa contrarre la bocca in una smorfia smorzata
-Non mi sono ingelosita!-
-Allora cos'era?- le domando ridente nel sollevare i palmi con ovvietà -Sembravi fortemente contraria- insisto osservandomi compiaciuto e fintamente indifferente le unghia di una mano.
-Sono un medico e una tua quasi amica, non posso preoccuparmi che ti prenda una qualche malattia sessuale?- sbotta ma quel: -Malattia sessuale?- squittito da una curiosa Asuka ci fa voltare entrambi verso il suo indirizzo, con il capino reclinato sul poggitesta ci guarda curiosa nel battere le palpebre un paio di volte.
-Oddio mi dispiace Asuka, fa' finta di non aver sentito...- farfuglia in difficolta Lucy nel svolazzare una mano verso la piccola e -Dovrei usare un linguaggio più consono- rimproverarsi poi nel voltarsi verso di me.
Io faccio un passo in avanti -I suoi mi hanno permesso di farle da Babysitter, pensi davvero che si preoccupino del linguaggio consono?-  le dico serio e Lucy fa un cenno eloquente con il capo.
-Natsu vieni a vedere i cartoni con me?-  mi richiama la vocetta di Asuka e voltandomi verso di lei sussurra un: -Hai promesso di fare tutto ciò che ti avrei chiesto-  ghignante quanto terrificante.
Io annuisco miseramente con il capo, già conscio a una maratona di cartoni animati mattutina per quella promessa fatta ieri mentre Lucy sembra ridacchiare.
-Bene ora che abbiamo risolto tutto io me ne andrei a letto- esulta infatti ma quasi non si irrigidisce quando Asuka chiama anche lei proponendole una fantastica mattinata a guardare cartoni, a me sfugge un ghigno dispettoso e Lucy mugola muti lamenti sconnessi.
-Emm ecco...- tartaglia  guardandomi poi in cerca di supporto ma io mi stringo nelle spalle e quel: -Ti prego, ti prego, ti prego- implorante di Asuka serve a convincerla.
In silenzio c'è ne stiamo a fissare inespressivi il televisore  mentre Asuka guarda i cartoni in mezzo a noi, i suoi piedini sporgono appena dal cuscino e ogni tanto li fa dondolare, questa cosa dei cowboy sembra piacerle molto dato che è il terzo episodio di Lucky Luke che ci tocca subire... Inclinando il volto lancio un occhiata a Lucy, si è appisolata ma dato la scomoda posizione la testa le cade a ciondoloni facendola ridestare di colpo.
-Ehi- la chiamo in un bisbiglio sporgendo un braccio sulla spalliera e toccandole una spalla in un leggero movimento di polpastrelli -Perché non vai a dormire?- le suggerisco, ha passato la notte a lavorare e dovrebbe riposare ora.
-No- scuote il capo nel sorridere verso Asuka e ancora una volta Lucy riesce a colpirmi in pieno, in mezzo al petto. Resto a fissarla per un attimo finché non invito Asuka a scambiarci di posto e lei balza in piedi felice di accontentarmi mentre io slitto in avanti avvicinandomi a Lucy piegandomi un po' verso di lei nell'indicare con un cenno la mia spalla.
-Sai dicono che è comodissima- la invito e Lucy dapprima fa una smorfia ma siccome è troppo stanca per discutere, poggia la testa tra collo e spalla.
Anche Asuka si accoccola a me appisolandosi qualche attimo dopo con la testa sulle mia ginocchia e io faccio un profondo respiro rilassandomi di colpo ma senza mollare la presa sia su Lucy che su Asuka, con le braccia me le tengo strette addosso e prima che possa chiudere gli occhi noto Happy balzare accanto alla piccola e acciambellarsi su un bracciolo del divano e anche Plue, giunto dalla cucina, si getta accanto ai piedi di Lucy mettendosi a sonnecchiare.
Stanotte mi era sembrato bellissimo ma ora tutto è perfetto, Lucy nel sonno intreccia le braccia con le mie e io poso il mento tra i suoi capelli prima che il sonno inghiotta anche me.

Riapro gli occhi mentre un pulsante dolorino al collo mi avverte che non ho più diciotto anni e certe posizioni non posso più permettermele, Asuka è seduta sul tappeto, sembra giocare con Plue e voltandomi verso il viso di Lucy inclinato verso il mio, la trovo mezza dormiente, sembra si stia risvegliando anche lei e nell'aprire gli occhi e trovare i miei ad accoglierla si raddrizza di colpo nell'accorgersi di quanto, troppo, siano vicine le nostre bocche.
-Che ora è?- chiede a bassa voce e in una fugace occhiata all'orologio attaccato alla parete confermo un: -Mezzogiorno-
-Sul serio?-
-Caspita quanto abbiamo dormito- affermo controllando immediatamente la piccola, non mi ero accorto di essere così stanco ma Asuka mi sorride e -Dormivate come mamma e papà- afferma lasciandoci in preda a un sottile imbarazzo.
Per un istante resto a corto di parole ma -Luce di Stella io ho una gran fame e tu?-  chiedo a Lucy nel voltarmi verso di lei visibilmente perplessa da come l'ho appena chiamata, mi annuisce un po' frastornata e  di scatto mi chino  verso Asuka -Allora direi che possiamo mangiarci questo bel bocconcino di cow-boy!-  urlo lanciando un ululato tipico da indiano facendo finta di morderle il pancino mentre lei ride come una matta.
-No ti prego- implora nel ridacchiare e sollevandomi la prendo in braccio -Mmm allora possiamo optare per il Mac?- domando a Lucy che inclina il capo di lato schioccandomi uno sguardo eloquente ma poco severo.
-Oh già!- esclamo e -Sai Luce di stella non ama mangiare i bisonti, preferisce le piante- bisbiglio nell'orecchio di Asuka e Lucy mi sorride a fior di labbra.
-Sai oltre le piante mangio anche la pizza- afferma nel sollevarsi e avvicinarsi a noi in modo ridente, con le dita rinvia una ciocca petrolio dietro l'orecchio di Asuka.
-Pizza allora?- domando e quel: -Si!- euforico di Asuka è la risposta che volevamo entrambi.
 

***


Porto indice e pollice a sfregare gli occhi nel sostenermi con un gomito puntato contro il tavolo del Fairy, la nostra giornata e finita col quasi concludersi qui dato che ieri ci eravamo dati appuntamento con Biska e Alzack per quest'ora nel venire a riprendersi Asuka.
Sono stanco morto, stravolto da una giornata di parco giochi, giostre e gelato in compagnia di Asuka e Lucy ma assurdamente appagato nell'aver trascorso un pomeriggio simile anche se ora che sono le otto di sera io mi senta totalmente massacrato...
-Tornati!- e io sorrido verso Asuka, mano nella mano con Lucy lascia la presa per sistemarsi di fronte a me mentre Lucy riprende il suo posto al mio fianco dopo quella capatina in bagno.
-Mamma e papà dovrebbero arrivare a minuti- avviso Asuka che a guance gonfie aspira una sorsata della sua coca cola ma poi stacca le labbra dalla cannuccia schioccandoci uno sguardo che sa di terrificante aspettative.
-Natsu...- mormora mettendomi sull'attenti e anche Lucy sembra aver percepito qualcosa perché dal suo corpo percepisco tensione -Non hai ancora dato un bacio a Luce di stella-  afferma colpendomi con lo stesso impatto di un pugno in faccia.
E se io ammutolisco del tutto Lucy ridacchia nervosamente -Ecco piccola...- tenta di dire ma -Mamma e papà si baciano sempre- insiste Asuka scostando il bicchiere di coca con un palmo per intrecciare le dita tra loro e studiarci con interesse.
-Ma noi non siamo come mamma e papà-  cerca di spiegarle nel vano tentativo di celare il nervosismo che l'assale mentre io me ne resto ancora in silenzio.
-Drago di fuoco, baciala!- mi ordina asuka con tanto di indice puntato facendo sussultare Lucy e sgranare gli occhi a me -Hai promesso di fare tutto quello che volevo- mi ricorda poi e io digrigno appena i denti, questa promessa oggi è mi è costata tante cose tipo  quel paio di giri di giostra dal potere devastante... a momenti non ci lasciavo le penne a causa della chinetosi.
Un bacio dato a Lucy non credo potrebbe essere peggiore no?
Lucy continua a ridacchiare nervosa ma si blocca quando voltandomi la guardo a mascella serrata -Natsu vorrai fare sul serio?- sibila sgomenta e agitata.
-Be non è mica la fine del mondo- rispondo in una alzata di spalle lei mormora un: -Già- ad occhi bassi e sorriso sognante ma poi trasalisce improvvisamente e -No, non voglio- farfugliare agitata mentre lentamente mi avvicino, lo sguardo compiaciuto di Asuka ancora addosso.
-Insomma non vorrai assecondare una bimba di sette anni?- dice in una risatina nervosa ma Lucy non indietreggia, non si scosta, se ne sta lì sempre più vicina a me.
-Glielo promesso- 
La guardo soltanto provando una sensazione familiare, un formicolio al ventre e un calore alle labbra già pronte a schiudersi, mi concentro sulla sua bocca chiudendo gli occhi in attesa di sentire le mia labbra premersi contro le sue.
Ma quel: -Mamma, papà!- urlato da Asuka ci fa scostare di colpo e nell'udire lo stridio della sedia contro il linoleum faccio in tempo a scorgere la piccola superarci con foga e correre verso Biska e Alzack ancora in prossimità dell'entrata, accogliendola con gioia.
Lucy sposta lo sguardo dal mio ficcando gli occhi tra le increspature di legno del tavolo -Meno male, appena in tempo eh?- mugola in una risata un po' isterica mentre io mi sento ancora stordito dal quasi momento, quell'aria elettrica che si era creata tra di noi sembra dissolversi lasciandoci imbarazzati.
-Sempre meglio di una testata- sbuffo a me stesso ma ad alta voce e Lucy nel sentirmi si acciglia ma -Lascia perdere- minimizzo io reclinando il capo verso i Connel nel salutarli con una mano.
Quel: -Grazie- sibilato in un labiale da Biska mi fa sorridere e rivoltandomi picchietto le dita contro la superficie del banco, in un momento di noia noto che i nostri bicchieri sono vuoti e forse potremmo prendere ancora da bere o magari potremmo andare al cinema... Ecco non mi va di tornare a casa e l'idea di finire la serata con Lucy non è male, insomma siamo quasi amici ormai e quindi è normale volere passare il tempo insieme, no?
Ma lei si solleva stancamente premendo i palmi contro la superfice del tavolo e -Me ne torno a casa, ho urgentemente bisogno di andare a dormire- afferma affliggendomi involontariamente una punta di delusione.
Ma capisco benissimo che quelle poche ore di sonno sul divano non le sono bastate.
-Vuoi un passaggio?- le domando ma lei si nega -Tranquillo, prendo un taxi- mi dice nel dirigersi verso la porta ma sto per sollevarmi anche io e insistere senza spiegarmi il motivo di tale ostinazione quando l'improvvisa apparsa di Cana ci blocca entrambi.
-Tesoro non hai idea di cosa mi sia successo oggi! Ti stavo giusto telefonando- esclama con tono urgente acchiappando Lucy sotto braccio e costringerla a sedersi nuovamente accanto a lei.
-Ho un bisogno urgente di sfogarmi- strepita in un dimenare di mani ma poi arresta il suo flusso di parole e -Stavi forse andando via?- domandare allarmata ma Lucy scuote il capo in un  sorriso.
-Dimmi tutto bella- le dice in un sorriso che me ne increspa uno uguale mentre resto a guardarla, mentre i minuti passano e una Lucy sempre più stanca annuisce e ascolta realmente interessata nel tenersi il viso con un palmo ciò che Cana dice.
Ma non mi stupisco più tanto questa volta, in questi giorni insieme sto scoprendo cose di Lucy che non avevo mai visto o forse voluto vedere e  lo da sempre considerata un tipo  snob e superficiale ma quel suo essere così disponibile nei riguardi dei suoi amici non mi è mai sfuggito.
Sembra così dannatamente facile volerle bene...
 

Picchietto sul volante con le dita nel sollevare gli occhi verso la luce rossa del semaforo e accasciandomi poi con la schiena contro il sedile getto un sospiro, odio queste attese così lunghe e questo semaforo sembra stia durando una vita.
-Che cavolo quanto ci mette- sbotta Lucy, seduta accanto a me storce il naso infastidita e io le rivolgo un sguardo.
-Pensavo avessi più pazienza- le ghigno ma lei infossa il capo contro il poggitesta -E che non vedo l'ora di andare dormire- mugugna voltando poi il viso verso il mio, la luce del lampione vicina ne illumina i tratti delicati e scorgo nei suoi occhi tutta la stanchezza accumulata durante la giornata per non parlare della serata, protrattasi fino a tardi dato l'arrivo aggiuntivo di Gray, Juvia e Mira che non era di turno e quindi ha passato la serata a divertirsi insieme a noi.
Lucy si china appena slacciando la fibbia dei sandali, levandoseli poi e nell'ignorare quel mio grugnito di protesta si rannicchia sul sedile, poggiandovi sopra i piedi nudi.
-Dai, scommetto che lo lasci fare a tutte- sogghigna azzittendomi mentre scatta il verde illuminandoci con il suo bagliore.
-E io che ti facevo una signorina per bene- sghignazzo lanciandole qualche sguardo furtivo, le si stringe nelle spalle e dalla radio accesa una canzone si diffonde tra di noi quasi silenziosa ma nel sentirne le note la riconosco, ho scritto io questo testo!

https://www.youtube.com/watch?v=FqvIDwor_DQ


Con gli occhi puntati attentamente sulla strada sporgo la mano verso la manopola del volume ma nel farlo le mie dita vanno a scontrarsi su quelle di Lucy, istintivamente mi volto verso i suoi occhi che vispi mi guardano.
-Ops scusa, ma questa canzone è fantastica, non ho resistito- sorride nel dirlo e io avverto come un piccolo tonfo al cuore, lei non lo sa, come tanta altra gente, che sono stato io a pensarne le parole e il fatto che la trovi bella mi rende stranamente felice.

Per tutta la mia vita
ho atteso il momento giusto
Per dirti quello che provo.
Sai che sto tentando di dirti che ho bisogno di te.

-Perché sorridi?- mi domanda accigliata e io distolgo lo sguardo dal suo -Non sto sorridendo- mento ma -Non è vero stavi sorridendo- si impunta Lucy punzecchiandomi il fianco con un dito -E poi non mi hai nemmeno detto nulla per aver toccato la radio, l'ultima volta mi hai minacciato di non farlo...- borbotta incrociando le braccia al petto.
-Questa canzone piace anche a me- mi limito a dire senza riuscire a convincerla dato che sento addosso il suo sguardo sospettoso.

Va bene, va tutto bene
Da quando sei arrivata
E prima di te
Non avevo alcun posto in cui correre
Niente a cui aggrapparmi
Sono quasi arrivato ad arrendermi
E mi domando se sai
Cosa si prova a lasciarti andar via

-Non capisco come tu faccia ad essere così geloso di questo rottame, potresti venderla e prenderne una nuova- sbuffa poi e forse questa affermazione una settimana fa mi avrebbe fatto irritare ma non stasera, non con la Lucy che sto vedendo da quando conviviamo.
-Non ci penso nemmeno!-  e Lucy inarca un sopracciglio nell'incrociare gli sguardi.
-Per me questa auto è qualcosa di molto prezioso, io e la mia bambolina stiamo insieme da dieci anni, è la prima macchina che ho preso sai?- le rivelo -Abbiamo condiviso troppe cose insieme: la prima sbronza seria di Gray, quel viaggio fino a Margaret fatto dopo la maturità, l'addio al celibato di Gajeel e sai otto mesi fa ero qui dentro quando Zeref e Mavis mi hanno detto quello che sarebbe successo- sorrido nel dirlo e ancora ricordo quando quasi non ho pianto di commozione dopo aver riattaccato quella telefonata in vivavoce.
Non erano riusciti a trattenersi e il bisogno di dirmelo subito era così forte da farlo tramite una telefonata.
Sento silenzio e voltandomi velocemente mi accorgo che Lucy mi guarda intensamente, almeno una manciata di secondi prima che si ridesti nel scrollare le spalle.
-Non è l'auto ad essere preziosa ma i ricordi che hai vissuto qua dentro- storce un po' il naso -Non dovresti legarti così tanto a gli oggetti materiali- mi ammonisce ma è uno sguardo dolce quello che mi schiocca l'istante dopo -Sono solo oggetti prima o poi si rompono, i ricordi che ti legano alle persone invece sono eterni-

Perché per tutta la mia vita mi sono sentito così
Ma non sono mai riuscito a trovare le parole per dirti
Resta

La canzone continua a diffondersi per tutto l'abitacolo mentre restiamo entrambi in silenzio ma ormai non manca molto e l'ennesimo semaforo rosso mi fa fermare e voltare lo sguardo verso Lucy con casualità.
-Ei no, Lucy non dormire, siamo quasi arrivati- sobbalzo nell'accorgermi solo ora di come si sia voltata di spalle e messa comodamente contro lo schienale del sedile, sporgo una mano verso di lei muovendo le dita vicino al suo volto.
-Finiscila, non dormo, riposo solo gli occhi- mugugna e a me non resta che ripartire.

Parcheggio l'auto accanto al vialetto di casa Redfox e spegnendo il motore grugnisco nel constatare che Lucy dorma beatamente, lo sapevo che sarebbe successo.
Esco dall'abitacolo e facendo il giro arrivo fino alla sua portiera, la apro e -Lucy svegliati- la chiamo chinandomi sulle gambe per scrollarla ma il suo viso, fino a quel momento voltato dall'altra parte, cede dal sonno finendo per arrivare vicino al mio.
Resto immobile nell'osservala, Lucy è bellissima in questo momento: gli occhi chiusi, le ciglia lunghe e le labbra distese in una smorfia serena, i miei occhi finiscono col puntarsi proprio sulla sua bocca.
Chissà  come sarebbe stato baciarla...
Non è la prima volta che in realtà  questo pensiero viene fuori, in cinque anni me lo sono domandato svariate volte ma ho sempre concluso col  pensare che baciare Lucy sarebbe stato come bere tutto d'un fiato un bicchiere di limonata gelata senza zucchero.
Qualcosa di terribilmente acido e atrofizzante, un saporaccio insomma.
Ma forse non è cosi, forse baciare Lucy è un po' come un cucchiaio intero di miele, infinitamente dolce e bruciante al tempo stesso, quel sapore che ti resta in bocca per un po' e ti lascia senza fiato quando arriva in gola.
Mi scrollo abbandonando questi strani pensieri e -Lucy- la chiamo ancora senza vittoria.
Ho capito mi resta solo una cosa da fare e infilandole una mano sotto le gambe e l'altra dietro la schiena, faccio forza sulle gambe prendendola di peso, lo sforzo e notevole ma sollevando la schiena battendola poi contro la portiera per chiuderla, riesco a sopportare il carico, avanzando verso casa.
-Che fai- mugugna lei sollevando una palpebra nel stringere con le dita lembi della mia maglietta.
-Siamo una squadra no? Ti sto portando direttamente a letto e probabilmente mi uscirà un ernia-
-Stronzo- soffia richiudendo gli occhi ma poi sento un: -Grazie- mormorato appena.
-Non pensare sia gratis- l'ammonisco io nel fare i gradini e in un movimento da guinness, dato le mani occupate, infilare la chiave nella toppa e aprire la porta d'ingresso.
-Minimo dovrai farmi le lavatrici per tutta la settimana, non posso spendere tutti quei soldi in lavanderia-  le dico percorrendo il salotto avvolto nella penombra fino a raggiungere la tanto agognata camera -E sei fortunata che stasera ti tocca il letto, altrimenti ti avrei scaricato sul divano- aggiungo in una nota divertita.
-Va bene- la sento mormorare prima di lasciarla cadere morbidamente sul letto ma quando sto per sollevarmi succede qualcosa di inaspettato che mi fa irrigidire, le dita di Lucy mi arpionano un porzione di tessuto, proprio in centro al petto, facendomi chinare bruscamente verso di lei, pericolosamente vicino al suo volto.
-La prima volta che ti ho visto mi stavo avvicinando al tavolo e tu ti sei messo a ridere per qualcosa che ti aveva detto Gajeel- la sua voce roca e i suoi occhi socchiusi a mezza luna mi guardano profondamente -E' la prima cosa che ho pensato prima di conoscerti è stata che avevi un sorriso da cardiopalma, la risata più bella che io abbia mai visto- lascia la presa e improvvisamente sento la mancanza del suo contatto.
-Ma cinque minuti dopo ti sei messo a fissare il sedere della cameriera che girava per la sala e hai spezzato l'incantesimo- conclude tornando a chiudere gli occhi mentre un sorriso divertito aleggia sul suo viso.
Io scrollo il capo e un ghigno mi deforma le labbra, Lucy quanto vuole sa essere seducente quanto dispettosa.
Allontanandomi da lei mi chiudo la porta alle spalle e  restando fermo un palmo va a posarsi sul torace, proprio dove prima c'erano le dita di Lucy a stringere la maglietta.
Ma poi scrollo il capo, meglio che me ne vada a dormire e non faccia più strani pensieri su Lucy, almeno per oggi e nel pensarlo sogghigno...
 


ANGOLINO DAIMLER- Buona sera amici miei!! Non potete credere di quanto io sia felice stasera, finalmente sono tornata con Miele e poi sono pienamente soddisfatta di questo capitolo!
Spero davvero col cuore che possa piacervi e sopratutto farmi perdonare il mio, ormai solito :(  ritardo con questo lungo capitolone.  So che alcuni di voi seguono la storia con passione e mi dispiace davvero profondamente nel farvi aspettare così tanto ultimamente e grazie infinite per la pazienza e l'affetto che continuate a dimostrarvi.

Siete qualcosa di bellissimo!
Vi auguro un Buon Natale amici miei e tante cose belle, un bacio e alla prossima.
           

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Capitolo 9
*** Ragione o sentimento ***


-9-

-Ragione o sentimento-

(Prima parte)

 


-Lucy:



~Osservo il portoncino di casa Redfox farsi sempre più vicino nel coprire a passo neutro gli ultimi metri che mi dividono dalla soglia. Tra le mani stringo la confezione formato gigante della pizza appena acquistata in centro e dal profumino invitante che proviene dalla sottile fessura del cartone, noto con sollievo che è ancora bella calda e pronta per essere divorata.
Il mio stomaco brontola e ignorando quella piccola contrazione che mi suggerisce di mettere sotto i denti al più presto qualcosa, velocizzo il passo fino a raggiungere gli scalini di mattone che danno sulla porta di casa. Sono già le due del pomeriggio e a parte un caffè e quel mezzo cornetto sbocconcellato di fretta per le corsie ospedaliere in mattinata, non ho avuto più il tempo di prendermi una pausa un istante.
Mi rendo conto di essermi fermata a fissare il legno intarsiato della porta, il calore che proviene dal cartone si dirama sui palmi più rapidamente ora che sono  ferma e non dovrei starmene qui a temporeggiare dato che non ho molto tempo per sfruttare la mia pausa pranzo. Pausa pranzo che avrei potuto fare in mensa all'ospedale oppure direttamente in pizzeria dato che dista a soli pochi metri dalla struttura rispetto a casa di Levy, il cui tragitto è un po' più distante.
Ma ho pensato che ne valesse la pena prendere un taxi al volo e tornare a casa per dividere questa pizza gigantesca con Natsu, mi sembrava un idea carina quella di pranzare con lui, oggi il Fairy è di chiusura e quindi presumo che avrebbe dovuto mangiare da solo qui a casa e io da sola in ospedale, perché non farlo insieme allora? Ormai siamo più che quasi amici e poi non l'ho ancora ringraziato a dovere per quello che fatto per me con Michelle.
Scuoto il capo, insomma non devo di certo stare a giustificarmi con me stessa se ho voglia di pranzare con Natsu, nelle ultime settimane ho scoperto una persona diversa da quella irritante e sgradevole degli ultimi cinque anni e ammetto che mi piace passare il tempo con lui.
Natsu è piuttosto sagace e anche divertente e quella sua leggerezza è un toccasana dopo una giornata pesante, non c'è niente di male nel lasciarsi andare qualche volta no?
Sto per avvolgere il pomello con le dita se non fosse per lo scatto della serratura che mi fa tentennare e restare con la mano a mezz'aria intanto che la porta si apre e davanti a me appare un ragazzo mai visto prima: un biondino con occhi scarlatti e aria da duro, avrà più o meno l'età di Michelle, venti anni al massimo.
Resto in silenzio inarcando un sopracciglio nel restare a fissarlo mentre il suo cipiglio aumenta almeno finché i suoi occhi grandi non puntano sul cartone della pizza ancora saldamente stretto tra le mia dita.
-Ragazzi è arrivata la pizza- dice a voce alta inclinando appena il capo oltre le sua spalla e io resto totalmente basita quando afferra la mia pizza senza dirmi nulla, ma semplicemente voltandomi le spalle per ritornare in casa. Così soprafatta dallo stupore, batto un paio di volte le palpebre continuando ad osservare la schiena del ragazzo coperta per metà dai capelli lunghi.
Mi ridesto balzando in casa prima che la porti mi sbatti in faccia e proiettandomi all'interno sgrano gli occhi nel trovare il divano di casa invaso da altri due ragazzini oltre a quello che mi appena rubato la pizza che, in mezzo  a gli altri due, se ne sta comodamente stravaccato sui cuscini, con la schiena contro la spalliera e il cartone aperto sulle ginocchia.
Ferma sulla soglia avanzo lentamente di qualche passo, sembrano non aver notato nemmeno la mia presenza e di Nastu neanche l'ombra noto nell'osservarmi intorno in circospezione.
Ma chi diavolo sono questi? Sto per domandarlo direttamente a loro ma -Zac tu non eri quello che ha detto che se ne stava andando?- prorompere l'unica ragazza del gruppo, due grosse cuffie le circondano il collo seminascoste dalle lunghe ciocche rosa che le cadono sulle spalle in morbidi boccoli, il suo tono sembra al quanto stizzito e da come arriccia il naso verso il biondino non ho nessun dubbio sul suo livello di incazzatura momentanea nei suoi confronti.
-E' arrivata la pizza- si limita a risponderle attirando l'attenzione dell'altro.
-E chi l'ha ordinata?- domanda nel sistemarsi meglio gli occhiali sul ponte del naso, sembrerebbe quasi un tizio normale se non fosse per quella sua capigliatura piuttosto stravagante: una cresta d'argento che svetta con prepotenza e che cattura la mia vista.
Allunga le mani arraffando una fetta di margherita con doppia mozzarella e il mio sussulto viene bellamente ignorato, mi sporgo in avanti per fermarlo ma inutilmente perché il biondo lo anticipa prendendo voracemente a morsi un fetta di pizza.
-E io che ne so?-  borbotta a bocca piena.
Il mio viso si sfigura nel totale sconcerto mentre a spalle ricurve  resto ancora un po' a guardare il mio pranzo venire divorato dagli intrusi.
La confusione che sto provando al momento è così tanta da estraniarmi dalla realtà ma poi decido di reagire piazzandomi davanti a loro e serrando i pugni sui fianchi con fare intimidatorio,  è ora di fare luce sulla faccenda.
Ma -Voglio una fetta anche io- mi interrompe nuovamente la ragazza, sporge il busto verso quello del biondo ma quando sta per allungare le dita verso la pizza, ecco che l'altro gliene vieta l'accesso, richiudendo bruscamente il cartone.
-Non fare lo stronzo!- urla inviperita.
-Senti Meldy faccio un favore al tuo culo-  replica lui in un ghigno nel sentire la risata gracchiata dell'altro gonfiare il suo ego.
-Vaffanculo Zancrow- latra lei con tanto di spintone brutale direttamente sulla spalla del biondino facendolo finire inaspettatamente addosso a cresta d'argento che -Questa maglietta l'ho pagata ben trenta jewel!- lamenta stizzito nel puntare con l'indice quella chiazza di olio e pomodoro ora svettante all'altezza del ventre e che macchia la sua preziosa maglietta a causa di quell'urto indesiderato.
-Siete due deficienti non fate altro che litigare- sbotta poi con fare isterico nel spintonare il biondo, iniziando così un serie concatenante di insulti, urla e spintoni.
-Rusty non ti ci mettere pure tu!-
-Il mese scorso ci ho rimesso gli occhiali, sono stufo di voi due!-
-Non è colpa mia se Meldy ha la stessa indole di uno scaricatore di porto-
-Zancrow questa volta ti faccio fuori sul serio!-
Serro gli occhi respirando a fondo ma sento il mio self control incrinarsi pericolosamente nel stringere i pugni in modo spasmodico, le urla dei tre riempiono la stanza oltre alle mie orecchie creandomi una pulsante vena d'irritazione  sulla fronte.
 -Fatela  finita!- urlacchio stridula ed esasperata placando momentaneamente l'alterco tra i tre, si voltano verso di me ancora aggrovigliati tra loro con mani e braccia, restando a guardarmi silenziosamente perplessi.
-Il fattorino della pizza- decreta dopo istanti di silenzi quello che ho ormai chiaramente capito chiamarsi Zancrow.  Aggrotto le sopracciglia palesemente sbigottita ma -E che ci fa qui?- bisbiglia il ragazzo accanto e -Zac idiota, non mi dire che non le hai dato i soldi!- lo rimbecca la ragazza, le sue dita sono ancora saldamente arpionate tra le ciocche di lui che -E' perché avrei dovuto pagarla io la pizza?- si giustifica in una eloquente alzata di spalle.
Io sospiro portando indice e pollice a sorreggere il ponte del naso: adolescenti, perché è così complicato avere a che fare con loro?
-Non sono il fattorino- borbotto riputando la mia attenzione su di loro -Piuttosto voi chi siete e perché siete a casa della mia migliore amica?- domando in attesa di risposte che non giungono perché la voce di Natsu proveniente dalla cucina attira i nostri sguardi.
-Ragazzi ho sentito Erza, purtroppo nemmeno lei può esserci d'aiu..- sta per dire ma vedendomi, le sue parole restano sospese tramutandole in un sorriso radioso. Ha lo smartphone ancora in mano e -Lu perché sei qui? Pensavo lavorassi- mi domanda sorridendomi ancora con un stupore, annullando tutto ciò che lo circonda per raggiungermi in una sola falcata.
Continua a sorridere in un modo così esclusivo da farmi sentire un po' strana, senza accorgermi increspo un sorriso un po' timido anche io nel scorgere dai suoi occhi la totale sorpresa nel trovarmi qui a casa.
E' folle pensare che ne sia felice?  Con le dita mi sfiora il braccio in maniera del tutto spontanea, un tocco leggero ma capace di incendiarmi la pelle in una piacevole sensazione.
-Ho fatto una pausa- spiego stringendomi tra le spalle, il suo sguardo torna ad attirarmi come una calamita, impacciati e ridenti continuiamo a guardarci finché lui sussulta un: -Be hai fatto bene- in uno spasmo  nell'accorgersi del silenzio fin troppo duraturo da entrambe le parti.
Io annuisco e -Già- mugugno in preda a un lieve imbarazzo, Natsu non fa altro che guardarmi e sorridere e il tempo sembra essersi fermato in attesa di questo momento tra di noi almeno finché un mormorio nemmeno troppo celato ci raggiunge da dietro le spalle di Natsu, lui storce il collo verso il divano mentre io sporgendo il viso oltre il suo corpo noto di come entrambi siamo diventati fonte di interesse da parte dei tre.
-Non vi ricordano Liam ed Hope?  Stesso imbarazzo, stesse facce da disagiati..-
-Dici Rusty? Be lei mi sembra avere un po'  quella malizia di Steffy- suppone Meldy  in un bisbiglio in quella discussione con cresta d'argento, continuando a parlottare di noi come se non fossimo presenti in questa stanza, davanti a loro.
-Rusty sul serio guardi quella robaccia da femmina?- sbotta il biondino con cipiglio misto a disprezzo.
-Lo segue mia madre e capita che casualmente sono davanti al televisore- si giustifica in una smorfia poco credibile.
Natsu mugugna una sorta di grugnito interrogativo e io mi porto una mano a reggere la fronte scuotendo appena il capo con imbarazzo, fortuna che lui non si è accorto del paragone con i personaggi di quella soap-opera amorosa di cui siamo stati appena oggetti.
-Non è robaccia, sei tu ad essere un troglodita-  lo riprende Meldy e ammetto che anche se ancora non la conosco, questa ragazza mi piace.. ma quella sua affermazione porta ad una altra sessione di urla, insulti e spintoni coinvolgendo nuovamente anche l'altro.
Natsu sospira nel voltarsi verso di loro e io gli poso una mano sulla spalla sporgendomi vicini al suo orecchio -Facevano così anche quando sono arrivata- lo informo in qualcosa non di  nuovo a quanto  pare, perché Natsu scuote il capo e -Basta ora!- ringhia mettendoli a tacere.
-Natsu si può sapere chi sono?- gli domando ormai al limite della sopportazione e lui mi mostra un ghigno stendendo poi un palmo verso i tre -Lucy ti presento Meldy, Zancrow e Rusty ovvero i Grimoire Heart- mi informa entusiasta e io in una battito di palpebre  focalizzo solo ora di trovarmi davanti al gruppo emergente di cui Natsu ha tanto parlato in queste ultime settimane.
Boccoli rosa allarga un sorriso bianco, un paio di fossette sbucano dai suoi zigomi e dai suoi occhi luminosi traspare orgoglio -Io sono la vocalist del gruppo- si presenta puntando il pollice verso il petto -Chitarra e batteria- mi annuncia poi nel indicare rispettivamente Zancrow e Rusty, ghignanti e sodisfatti si limitano ad uno sguardo sicuro.
Io sorrido gesticolando una specie di saluto con il capo ma le mia braccia vengono prontamente afferrate dalle mani di Natsu, come fossi fatta di piume mi volta verso di lui in una giravolta.
-Lu non ci crederai! Stamane mi ha chiamato la direzione della Fairy Heart, sono pronti a fare un provino ai ragazzi!- esclama raggiante e con una tale euforia da imprimermene un po' sotto pelle, come un automa scuoto la testa  su e giù sorridendo un po' nevrotica.
-Lo sapevo che sarebbe stato solo questione di giorni dopo il demo che ho spedito direttamente a Laxus!- continua a parlare  più con se stesso che con me.
-Natsu- lo richiamo, lui che mi guarda ridente, le sue mani ancora a tenermi e -Si?- mi domanda con aria sognante.
-Perché sono qui ?-  bisbiglio cercando di non farmi sentire dai tre. Nel lanciare un occhiata fugace verso il divano noto di come la pizza che avevo preso per me e Natsu sia di nuovo sotto le loro grinfie, o per meglio dire denti, e consecutivamente una smorfia stizzita mi deforma il volto ma Natsu richiama la mia attenzione.
-Non riusciamo a trovare un posto dove provare- mi informa, un punta di sconforto gli colora appena gli occhi, ma quell'ombra svanisce in un istante perché Natsu piega il capo di lato regalandomi l'ennesimo sorriso -Così li ho fatti venire qua-
Arriccio il naso -Vorresti farli suonare in salotto?-
-In prima ipotesi avevo optato per la stanza di registrazione di Gajeel ma è troppo piccola- stringe denti e spalle nel dirlo.
-Quindi?-
-Quindi sto cercando una soluzione- mi informa mentre lo scetticismo più totale mi inghiotte.
-Tu non ti arrendi mai eh?- gli domando in un ghigno, le sue mani mi esplorano le braccia in lente carezze su e giù e forse Natsu non se ne è nemmeno accorto di come mi stia toccando con dolcezza perché scrolla le spalle -Siamo solo noi a decretare i nostri limiti- mi risponde senza interrompere i suoi tocchi di mano
Restiamo a guardarci con un atipica complicità, tra di noi non c'è mai stato tutto questo, anzi ad essere precisi non c'è mai stato un "noi" e forse qualcosa è cambiato, anche se non so precisamente quando sia potuto accadere...
-Vaffanculo Zancrow!- e quell'epiteto poco signorile uscito dalla boccuccia di Meldy ci riporta entrambi insieme agli altri, Nastu si volta di scatto verso di lei puntandole un dito contro -Linguaggio signorina!- la rimbecca... senti da che pulpito.
-Senti Romeo, se hai finito di fare goru-goru con la tua ragazza noi vorremmo provare- interviene Zancrow incrociando le braccia al petto con fare stizzito.
-Goru-goru?- sillabo io in un rantolo così sottile che viene coperto dalla voce di Natsu -Non è facile trovare dal nulla un posto dove potervi fare suonare, mi sto sbattendo- borbotta.
-A noi sembra che voglia sbattere qualcos'altro- replica il biondo guardandomi palesemente malizioso e la mia mascella per poco non finisce sul pavimento, la risata grassa di Rusty accompagna il ghigno di Zancrow e dal calore che percepisco sulle guance credo che in questo momento la mia faccia abbia la stessa tonalità del porpora.
Mi scosto da Natsu sciogliendo la presa della sua mano intorno al mio braccio, mi accorgo solo ora che siamo stati avvinghiati per tutto questo tempo -Non sono la sua ragazza- preciso ai tre -Siamo amici e stiamo dividendo la casa provvisoriamente- snocciolo fermamente.
Uno strano silenzio ci avvolge e io aspetto che Natsu confermi ciò che ho detto invece se ne resta in silenzio senza appoggiarmi, inclino lo sguardo verso il suo per scorgerne un'espressione neutra, una manciata di secondi dopo il suo telefono squilla e -La Fairy Heart!- esclama in un sussulto nel visualizzare il display, scomparendo rapidamente all'interno della stanza da letto l'istante dopo.
Avrebbe potuto dire qualcosa almeno!
Resto così nuovamente da sola con i tre, un sorriso imbarazzato si fa spazio tra le mie labbra -Quindi siete un gruppo?- domando stupidamente, ma l'imbarazzo del momento mi fa dire solo cose frivole, il mio cervello sta ancora cercando di dare un significato a "goru-goru".
-Già- esordisce Meldy -Natsu ci sta dando una mano per produrre il nostro primo singolo- mi racconta e i suoi occhi perlati di rosa brillano di una luce così viva da lasciarmi incantata.
-Sai noi suoniamo da un po' e vorremmo che un giorno i Grimoire Heart possano esibirsi in un posto che non sia necessariamente una serata per band amatoriali in uno dei tanti pub di Magnolia- mi spiega, la voce è impastata di aspettative così tacite da scorgerne appena qualche sfumatura dalle labbra tremolanti, ma capisco il perché di quella gelosia nel custodire nel proprio cuore l'emozione di un sogno così grande.
I loro volti sono uguali a quello di Michelle quando mi parlava dei suoi disegni o come il mio di qualche anno fa, quando il test per l'ammissione a medicina era un obbiettivo vitale. Se ci penso il mio sogno di diventare un chirurgo a tutti gli effetti non è ancora del tutto realizzato eppure quel test conseguito con il massimo dei voti era stato una gioia indescrivibile: il mio primo passo per raggiungere il mio sogno.
E anche questi ragazzi meritano il loro primo passo.
-Tu invece? Natsu non ci ha detto di avere una coinquilina- dice ma io scuoto il capo.
-Questa non è nemmeno casa nostra, è una storia un po' lunga...-  minimizzo svolazzando una mano. La porta della stanza da letto aperta con slancio crea uno spostamento d'aria e l'apparsa di Natsu attira i nostri sguardi curiosi e in attesa di sapere il contenuto di quella telefonata.
Ma lui si limita ad osservarci in silenzio, quel suo sguardo non mi piace minimamente perché presagisco fauste aspettative, io mi pasticcio le dita e lui serra la mascella ma quando penso che stia per dire qualcosa, si ferma nel parlare, avviandosi verso la cucina.
-Ma che?- mormora Rusty  con lo sguardo reclinato verso il punto in cui Natsu è sparito ma -Ragazzi vi va di bere qualcosa?- li incalzo io riportando la loro attenzione su di me, i miei occhi  che guizzano dal fondo del corridoio a loro.
-Una birra- mi suggerisce Zancrow nel schioccare la lingua con tanto di strizzata d'occhio e indice e pollice verso di  me nel mimarne il gesto.
-Ok per la Coca-cola allora- dico io nel spostarmi verso la cucina senza aver ascoltato con piena attenzione, abbandonandoli per apprestarmi a raggiungere Natsu il prima possibile e fermarmi di colpo quando, varcata la soglia, metto a fuoco la sua schiena ricurva.
Con le mani stringe spasmodicamente il bordo del tavolo, sembra imprecare sotto voce e portandomi le mani ad unirsi tra loro, mi avvicino piano.
Purtroppo  le mie sensazioni negative non erano errate.
-Natsu- lo chiamo, il timore di come possa reagire alla mia presenza, forse invadente, mi fa tentennare appena ma quando incrocio il suo sguardo tirato non ho dubbi, Natsu sta male.
E' raro vederlo così giù di morale, nemmeno ricordo l'ultima volta che è successo.
-Se posso fare qualcosa- mormoro inquieta e quel suo sorriso amaro mi blocca nuovamente sul posto, ha inclinato il volto di profilo ma senza guardarmi -C'è stato uno stupido errore...- lo sento mormorare senza coglierne immediatamente il significato.
-La segretaria.. la segretaria di Dreyar mi ha richiamato scusandosi per il disagio... c'è stato un errore, non sono interessati ai Grimoire Heart, ma era un'altra band... a quanto pare Laxus non riesce a prendermi ancora sul serio -
Allunga una mano verso di me che istintivamente afferro, Natsu mi accompagna verso di lui fino a farmi sedere sullo sgabello accanto prendendo posto anche lui, le mie ginocchia sfiorano le sue e io incapace di fare qualsiasi cosa mi sento totalmente inutile.
L'unica cosa che riesco a fare e stare in silenzio e continuare a guardare il suo sguardo contorto dal dispiacere e non parlo di un mancato profitto il motivo che fa stare tanto male Natsu.
-Ho già detto loro del provino... gli ho fatto delle promesse, non posso tirarmi indietro ora-
Stringo gli occhi mentre il senso di colpa mi divora il cuore, forse se quel giorno non gli avessi tirato quel brutto scherzo della lavatrice ora non si troverebbe in questa situazione ma -Non pensare minimamente che sia colpa tua- mi dice come se mi avesse letto nel pensiero, il suo sguardo è così sicuro da non lasciarmi nessun dubbio.
Lo pensa davvero.
Esce un rantolo dalla mia bocca, una specie di mugolio che serve solo a farmi sentire ancora di più uno schifo, poi mi viene in mente quella cosa e di getto la tiro fuori.
-Non potresti dire a questo Laxus Dreyar che sei stato tu a scoprire i Metallicana? Magari così capirebbe le tue intenzioni..-  lui si volta di colpo verso di me, come scottato, e stringendomi nelle spalle mormoro un: -Me l'ha confidato Levy.. scusa-  intriso di vergogna.
Non capisco il motivo del suo anonimato, Levy mi ha spiegato semplicemente che Natsu fa quello che fa solo per pura passione e non per fare carriera.
-Be io ho dato solo le giuste direttive a Gajeel, se i Metallicana sono quello che sono è merito del loro talento- si passa una mano sul mento e forse ho capito il suo ragionamento: vuole mostrare i Grimoire Heart per quello che sono e non fare da garante con il suo nome, rischierebbe che prenderebbero in considerazione l'idea di un provino solo perché è Natsu Dragneel a dirlo.
-Le cose guadagnate con fatica sono più durature e belle, vero?- gli domando in un sorriso, in questo momento siamo sulla stessa lunghezza d'onda e Natsu mi regala un ghigno appena abbozzato.
Ma non riesco a vederlo così abbattuto, insomma non è da lui, mi si contorce lo stomaco quando preme il palmo sulla superfice del tavolo per tirarsi su dallo sgabello -Vado dire a loro che c'è stato un disguido è hanno annullato l'incontro... dopo mi inventerò qualcosa per risolvere tutto-
-Aspetta- lo fermo allungando una mano verso di lui, Natsu mi guarda con cipiglio, le rughe sulla sua fronte si approfondiscono quando aprendo il palmo -Dammi il cellulare- gli ordino intanto che dalla tasca dei jeans tiro fuori il mio.
E' tutto così istintivo che non ci sto nemmeno pensando.
-Lu che?- mi chiede lui visibilmente spaesato ma ubbidendo comunque a ciò che gli ho chiesto, nel passarmi lo smartphone mi sfiora le dita, sento il suo sguardo addosso mentre con un polpastrello scorro tra le sue chiamate ricevute individuando l'ultima.
-E' giusto che abbiano il loro primo passo- affermo senza essere ovviamente capita e in un battito veloce di dita digito il numero della Fairy Heart sul mio cellulare avviando la chiamata in forma anonima l'istante dopo.
-Lucy?!-  riprova Natsu con più fervore ma io gli intimo il silenzio premendo il mio dito indice contro al naso. Una voce cortese e formale mi risponde dall'altra parte e placando un poco convincente balbettare deglutisco cercando di essere il più sicura possibile.
-Sono Anna Heartphillia dell'Eclipse journal, mi chiedevo come mai Laxus Dreyar non avesse ancora risposto al nostro invito in suo onore per celebrarlo come l'uomo dell'anno sulla nostra rivista-  getto tutto d'un fiato e con una finta aria saccente mentre in realtà mi mordo un labbro incrociando uno sguardo d'aiuto verso Natsu, ha la bocca schiusa e gli occhi sgranati.
-Volevamo incontrarlo per formalizzare un eventuale intervista-
La mia interlocutrice dall'altra parte sembra diffidente ma -Se il nostro invito si fosse perduto tra la posta credo porterebbe a spiacevoli conseguenze per tutti, non trova?- continuo con la mia farsa.
Il silenzio continuo mi fa dedurre di averla punta sul vivo e strategicamente non mi resta che infierire con l'ultima fase del mio diabolico piano -Be non ci resta che optare per il secondo candidato in lista se Mr Dreyar non si dovesse presentare...- ma nemmeno finisco di concludere che la voce squillante della receptionist mi interrompe prontamente, affermando la presenza di Laxus Dreyar.
-Dove è previsto l'incontro?- tartaglio nel ripetere ciò che la receptionist mi ha chiesto, schiudendo la bocca ad "o"  nell'essere colta impreparata ma quel: -Al Fairy dopodomani!- bisbigliato da un Natsu gesticolante mi ridesta di colpo sillabando un - Al Fairy Tail di Magnolia, dopo domani alle ventuno-  con tono neutro.
Aggancio la telefonata dopo qualche saluto di rito, l'adrenalina scorre ancora tra le vene facendomi battere forte il cuore mentre la consapevolezza di  essermi appena addossata due capi d'imputazione sulla testa nel caso qualcosa dovesse andare storto, mi assale.
Il silenzio prevale solo qualche istante prima che il sorriso radioso di Natsu mi travolga in pieno -Lu ma come ti è venuto in mente?- esclama ancora sorpreso.
-Mia zia Anna lavora davvero all'Eclipse Journal, nel caso dovessero controllare..- lo informo mormorando in uno sprazzo di lucidità, solo ora sembro comprendere ciò che ho fatto... talmente folle...non da me.
-Non intendevo questo..io.. wow- soffia incredulo -Cazzo sei stata incredibile!- esclama poi nell'afferrarmi le braccia tra i palmi e sorprendermi a tal punto da farmi schiudere le labbra e ridere insieme a lui eccitata e nevrotica.
-Nemmeno io sarei arrivato a tanto, è un piano geniale! Laxus verrà al Fairy e sentirà i Grimoire Heart cantare-
Un orgia di pensieri mi  confonde facendomi piombare in un vortice di emozioni da batti cuore, rendendo il continuo chiacchiericcio di Nastu solo un sottofondo lontano. E' stato solo per i ragazzi.. e per sdebitarmi con Natsu... tutto qua.. solo per quello.. no?
-Scriverò per loro apposta una canzone, dovrà essere una bomba e Laxus ne resterà travolto inevitabilmente- continua ottimista mentre io annuisco inerme, poi però cala un dolce silenzio.
-Lu io..- mi sussurra lui piano piano, mi rendo conto di quanto adesso mi stia stringendo forte con le mani, come una stretta possessiva di cui al momento non riesco a fare a meno ma una strana percezione avvertita da entrambi ci fa voltare  verso l'ingresso.
Tre teste fanno capolino dallo stipite almeno finché Rusty non viene spinto poco gentilmente verso l'interno da una manata di Meldy.
-Emm non volevamo interrompere nulla ma ecco ho sentito mio cugino nel fra tempo e ha detto che ci presta il garage- mormora in evidente imbarazzo nel passarsi le dita tra le ciocche argento, Natsu scioglie la morsa che mi tiene legata a lui -Perfetto! Abbiamo solo due giorni per provare fino allo sfinimento, non dobbiamo perdere tempo!-
Si appresta a raggiungere i tre  quando di colpo si ferma per voltarsi verso di me e -Lu dimenticavo...- mi dice con quel sorriso semplicemente irresistibile mentre io cerco di darmi un contegno, da quando Natsu mi fa questo effetto?
 -Il mio cellulare- dice sfilandomelo dalle mani sotto il mio sguardo tacito e perplesso, voltandomi poi definitivamente le spalle per scomparire dalla mia visuale insieme a Meldy, Zancrow e Rusty.
Io mi limito a un cenno con la mano a quel saluto trillato da Meldy, mugugnando un: -ciao- nel rendermi conto solo dopo che non avrebbe potuto vedermi ma il tonfo della porta d'ingresso mi avvisa che ormai sono rimasta solo in casa. Qualcosa mi assale dentro alla stomaco.. forse frustrazione. Mi sposto verso il salotto lanciando un occhiata di sbieco verso il cartone della pizza abbandonato sul tavolino, qualche fetta è rimasta incolume, un paio sono mordicchiate... sbuffo mentre il disagio e l'inquietudine mi assale.
La fame mi è passata di colpo e stizzita sputo un: -Bah- offesa nel puntare lo sguardo verso Happy, rannicchiato su un  bracciolo si lecca una zampa osservandomi poi con i suoi occhietti tondi.
-Il tuo padrone è proprio un idiota!- borbotto incrociando le braccia al petto. E' un idiota perché non si è accorto nemmeno del mio gesto, è un idiota perché non mi ha nemmeno detto grazie, non che lo pretendessi ma è stato scortese! E' un idiota perché mi ha lasciato sola...
Ma poi per che cavolo me la sto prendendo così tanto!?
Le braccia mi scivolano molli lungo i fianchi a ciondoloni, mi sento avvilita e  forse l'idiota sono io ad aver pensato di Natsu come una persona diversa da quella che ho conosciuto in questi cinque anni, non è lui ad essere cambiato ma solo il mio punto di vista annebbiato a farmi trovare in questa stupida situazione.
Dando un occhiata all'orologio noto che mi è rimasta sola mezz'ora di pausa e non ho nemmeno pranzato, in uno sbuffo mi avvio verso la porta di casa, non prima di aver lasciato una coccola in segno di saluto ad Happy.
Ora ho solo voglia di ritornare in ospedale e dimenticare questa sensazione fastidiosa che mi avviluppa lo stomaco ...così imparo a lasciarmi andare.
 

***


Lascio scivolare la porta dietro le mie spalle che va a chiudersi da sola in un lieve tonfo nel varcare l'ingresso di casa, voltandomi decido di chiuderla a doppia mandata con un paio di giri di chiave sfilando poi il mazzo dalla serratura per riporlo su uno dei ripiani del mobile che arreda il salotto.
Osservo silenziosa l'ambiente che mi circonda notando senza sorpresa di come sia identico a come l'ho lasciato stamattina, tutto è perfettamente pulito e in ordine e quindi nessuna traccia a testimoniare un ipotetica presenza di Natsu durante la mia assenza, non solo per l'ovvio motivo di possedere in due un unica chiave ma anche per la sua totale scomparsa da ieri.
Non ho più sue notizie dal nostro ultimo incontro quando stupidamente avevo deciso di dividere la mia pausa pranzo con lui. Stanotte probabilmente è rincasato quando io già dormivo, stamattina il divano era un po' sfatto, e uscito presto di casa senza che io mi accorgessi minimamente del suo passaggio.
Una smorfia di goduria mi deforma la bocca nel sfilarmi le Superga dai piedi, nel contempo abbandono la mia valigia da lavoro sul divano dirigendomi direttamente verso il bagno, ho bisogno urgentemente di una doccia fredda.
Fa coì caldo pomeriggio, troppo, così tanto da non riuscire più a sopportare i vestiti appicciati addosso a causa del sudore, togliendomeli insieme all' intimo finiscono tutti nel cesto tra la roba da lavare fiondandomi l'istante dopo  nel box doccia ancora sprovvista di una tendina.
Devo appuntarmi mentalmente di andare a comprarne una prima del ritorno di Gajeel...
Sollevando verso l'alto la manopola in un gesto secco, l'acqua fredda esce a grandi gocce dal soffione scorrendo lungo il mio corpo accaldato, placando con il suo getto raggelante l'incendio che divampa sotto pelle, regalandomi un breve sorriso sollevato: luglio sta mettendo a dura prova il mio  fisico con la sua canicola infernale.
Sposto di lato un po' il collo lasciando che il getto freddo colpisca direttamente i miei nervi tesi, sciogliendoli man mano dall'inizio dell'impatto lenitivo.
Un gemito rilassato scappa via,  se fisicamente ci  sta pensando il caldo torrido a sfiancarmi, mentalmente è Natsu ad invadere tutti i miei pensieri. Con le dita vado a sfregare un po' più forte tra i capelli ora che la sua immagine è vivida nella mia testa, ma perché non faccio altro che pensare a lui?
Come un chiodo fisso, quel ragazzo dagli occhi verdi e il carattere insopportabile, batte dentro la mia testa non dandomi tregua, la sua assenza è motivo di frustrazione e non ne capisco il motivo. E' vero ho la tendenza di affezionarmi molto alle persone e sopratutto mi manca la presenza costante di un uomo accanto e non parlo solo del sesso, ma proprio di una presenza virile che mi faccia sentire protetta anche semplicemente con la sua presenza.
E sorprendentemente Natsu lo fa, fobia degli aracnidi a parte ovviamente...
Ma Dragneel è sempre stato un discorso diverso, non ci siamo mai sopportati e ricordo benissimo gli inizi di questa convivenza... anzi no forse è meglio non ricordare, in un rapido movimento di polso arresto il getto dell'acqua uscendo dal box attenta a non scivolare.
Mi sento rinvigorita anche se purtroppo la doccia non è servita anche a scacciare questo malumore che mi pungola da ieri. Con una mano mi scosto i capelli tutti da un lato, dalle punte cadono piccole perle d'acqua lasciando una scia bagnata sul pavimento ad ogni mio passo e senza privarmi  della sensazione di frescura con cui sono avvolta, nel tragitto sorpasso l'asciugamano non degnandolo di attenzioni, avviandomi nuda verso la stanza da letto senza il timore di poter essere vista da qualcuno.
Abbiamo solo una chiave da dividere in due e in queste settimane di convivenza io e Natsu abbiamo avuto raramente occasione di disagio dovuto a ciò, siamo stati quasi sempre insieme e non è mai capitato che uno dei due restasse chiuso fuori a causa dell'altro.
Mi blocco davanti alla cassettone della camera da letto a causa del pensiero appena concepito, è curioso di come entrambi abbiamo accettato di dividere la casa solo perché pensavamo di non vederci dato i propri impegni mentre in realtà abbiamo passato quasi tutto il tempo a viverci ogni angolo di questo appartamento.
E ora che sta accadendo davvero è ironico il fatto che ciò mi faccia incupire.. chi l'avrebbe mai detto che mi sarebbe piaciuto averlo tra i piedi?
Con le dita frugo tra i miei reggiseni cercandone uno da indossare quando mi accorgo del rumore sottofondo che accompagna i mei gesti: è chiaramente lo scroscio dell'acqua quello che avverto provenire dal bagno.
Che sciocca... con tutto questo pensare ho dimenticato di arrestare il flusso dell'acqua. Rinviando a dopo la scelta dell'intimo e senza sorprendermi più di tanto, ripercorro il salotto per raggiugere il bagno, è da ieri che sono distratta fino a combinare guai : cartelle cliniche scambiate, il cercapersona dimenticato in giro, confusione, ritardi e quant'altro... un vero è proprio disastro insomma !
Mi acciglio  arrestando momentaneamente il passo quando, varcata la soglia del bagno, i miei occhi vanno ad incastrarsi tra quel mucchio di vestiti aggrovigliati tra loro che se ne stanno a fare da contrasto sulle mattonelle lucide di bianco. Presto la perplessità lascia spazio alla totale paralisi celebrale quando, senza stare a capire di chi possano appartenere quegli indumenti, mi volto spontaneamente verso il box doccia sprovvisto da quella maledetta tendina.
La mia bocca si spalanca quando connetto a rallentatore ciò negli occhi si riflette: il corpo nudo di Natsu sotto un pioggia di acqua scrosciante.
Resto pietrificata, neanche un rantolo strozzato o un qualche tipo di lamento agonizzante ad uscire dalla bocca che serrata se ne sta rigida e in posa come tutto il resto del mio corpo, troppo intenta a fissare quello mozzafiato di Natsu che involontariamente  mi proibisce un qualunque tipo di reazione. Girato di spalle non si è minimamente accorto della mia presenza e io, piombata in una sorta di stato catatonico, continuo ad osservare ogni muscolo e avvallamento della sua schiena possente. Le sue mani  scorrono lungo il corpo tonico e tirato e poi tra i capelli fulvi, intanto che il mio sguardo finisce un po' più giù dove due natiche di marmo catturano tutta la mia ingorda attenzione. Inebetita resto a fissare il lato b di Nastu constatando che sia un vero è proprio spettacolo per gli occhi e, nel cominciare ad acquistare un po' di quella mia ragione che al momento sembra sperduta, un senso di calore si propaga dal basso ventre fino al petto mentre le orecchie incominciano a pulsarmi a causa del rumore dello scroscio dell'acqua, provocando un rombo frastornante nella mia testa.
Ma è quando si volta inavvertitamente che un groppone alla gola rischia di soffocarmi e questa volta qualcosa dalla bocca esce, tipo un gemito soffocato più simile al lamento di un qualche povero animale agonizzante. I suoi occhi si sgranano fine al limite possibile nel mettermi a fuoco, la sua espressione è sorpresa quanto la mia, schiude le labbra senza riuscire a  dir nulla  e come un automa indugia poi lo sguardo sui i miei seni ricordandomi improvvisamente che anche io sono totalmente nuda.
Dopo un millesimo di secondo finalmente riesco a riprende facoltà del mio corpo  facendo sussultare Natsu dallo spavento a causa delle mio grido acuto.
 -Non mi guardare!- strillo chinandomi di colpo, circondandomi furiosa il corpo con le braccia.
-Lu ma che ci fai qui?- lo sento imprecare perplesso, in una occhiata veloce noto che ha portato le mani a coprire la sua zona proibita e ancora una volta non posso che considerare le sue notevoli misure, ma non volevo guardare li giuro!
Gli occhi ci sono finiti per caso....
Sento la vergogna piombarmi addosso in una morsa soffocante, in questo momento vorrei che si aprisse una voragine da sotto al pavimento e mi inghiottisca all'istante. Ma  come fa ad essere qui??
-Ma perché con te si finisce sempre in queste situazioni?- guaisco istericamente disperata sporgendo un braccio verso il ripiano in alto dove miracolosamente un asciugamano fa capolino, me lo getto addosso l'istante dopo per coprirmi voltando poi lo sguardo verso  Natsu, in tempo per vederlo  rifugiarsi verso il fondo del bagno e prendere uno mezzo scivolone a causa del panico di cui è preda.
A quanto pare non si era minimamente accorto della mia presenza in casa.
-Ti vuoi mettere addosso qualcosa?- soffoco in un lamento, con gli occhi coperti da un palmo nel mettermi in piedi faticosamente ora che la spugna mi fa morbidamente da scudo alla sua vista.
-Lucy ma che?- lo sento tartagliare palesemente agitato, nel guardarlo mi accorgo di quanto sia sconvolto, tra le mani sorregge il tappetino che solitamente incornicia il water, Natsu ne stringe nervosamente  i lembi con le dita parandolo direttamente sulla sua virilità.
-Non mi ero accorta della tua presenza! Come potevo immaginarlo dato che le uniche chiavi in nostro possesso c'è le avevo io!- abbaio per discolparmi, gesticolando le mani in aria come se fossi folle, ma tutta questa situazione è folle!
-Ne ho fatto una copia l'altro giorno... ma continuavo a dimenticarmi di dirtelo- mi riferisce in un ghigno angelico che non serve di certo a rabbonirmi, anzi il mio viso si assottiglia in un mix di rabbia e sufficienza.
Tutto d'un tratto mi viene in mente di quanto sia ancora irritata con lui - Ovvio, per quanto io conti per te non era di certo necessario che tu me lo dicessi!- sbraito furente, nei suoi occhi tracce di perplessità per ciò che ho appena sputato in un attacco d'ira e frustrazione ma senza dargli il tempo di ribattere gli volto le spalle.
-No Lucy aspetta... che vuol dire?- lo sento domandare smarrito e quel mio: -Non vuol dire niente- gridato rabbiosamente non serve a farlo desistere, in una sola falcata mi raggiunge afferrandomi per un gomito nell'invitarmi a voltarmi verso di lui.
Natsu mi guarda interrogativo, forse anche un po' piccato, fortunatamente prima di raggiungermi si è coperto con un asciugamano cinto intorno ai fianchi, i miei occhi finiscono per rotolare lungo il suo torace imperlato d'acqua notando quella sensuale porzione di pelle bagnata che affonda tra i bordi della spugna crea un invitate v dal potere eccitante.. merda!
Mentalmente urlo una sequela di categorici: -No!- nel stringere le cosce tra loro come tentativo di impedimento, Natsu non ha il diritto di avere un certo effetto su di me, sopratutto se sono incazzata con lui.
-Che c'è stai male?- mi domanda allarmato mentre io scuoto il capo mugugnando negativamente, mordendomi le labbra così forte che probabilmente ne sentirò i solchi per giorni.
-Perché sei qui?!- trasalisco tentando di distrarlo.
-Fa troppo caldo, avevo bisogno di una doccia fredda, tutto quel pensare per un testo decente mi ha consumato di ogni energia- mormora.
-La canzone per i Grimoire Heart?-
-Già, non riesco a scrivere, l'ispirazione sembra dissolta-  afferma con aria distaccata ma poi mi guarda deciso e un fremito mi percorre la schiena.
-Che voleva dire che non conti per me?-
-Niente, non voleva dire niente- mi impunto incespicando un po' con la lingua, sollevandomi quando lo vedo desistere dal continuare ad indagare ma Natsu è un gran rompiscatole, un ghigno bastardo gli sfugge dalle labbra schiuse -Vedo che qualcuno è d'accordo con me su quanto sia fantastico girare nudi per casa- sfotte facendomi diventare rossa quanto un peperone.
-Io non giro nuda per casa! Pensavo di essere sola- latro in un filo di fiato, lui fa una di quelle sue risate dal suono bellissimo ma prima che possa sortire su di me il suo  incantesimo speciale, l'immagine di come ieri, durante la pausa pranzo, mi sia sentita una disagiata totale, si fa spazio nella mente facendomi voltare lo sguardo lontano dal suo.
Non posso permettermi di ricascarci.
-Sai che  mi è successo ieri sera in macchina mentre tornavo?- esordisce  all'improvviso e sorridente, come se fosse il caso dato le condizioni in cui ci troviamo, in uno dei suoi soliti aneddoti. Ho imparato a coglierne l'ironia solo nell'ultimo periodo e ammetto che mi fanno morire dal ridere le sue stramberie ma adesso non voglio.
Autoimponendomi la serietà mi scanso -Non mi interessa, sicuramente sarà una cosa idiota- lo liquido fredda e brutale ma prima di voltarmi la visione dei suoi occhi torvi si abbatte su di me nel peggiore dei fardelli.
-No- mi blocca afferrandomi per un polso ignorando quel mio: -Natsu non ho voglia di giocare- ringhiato tra i denti. Mi volta con forza verso di lui e cercando di divincolarmi finisco solo col pressarmi contro al suo torace.
-Perché cavolo ritorni ad essere Heartphillia ora!- sbotta seccato facendomi storcere la bocca in contrito stupore.
-Che cavolo dici?- mi blocca entrambi i polsi, i miei piedi scivolano sul pavimento bagnato e Natsu ne approfitta per spingermi contro la parete del bagno inchiodandomi a questa.
-Smettila di fare sempre così- gemo arrabbiata.
-L'espressione della tua faccia è di Heartphillia non della Lucy che sto conoscendo- mi dice e io scuoto il capo -Siamo sempre la stessa persona, sei tu che pensi di aver visto una pers...- ma le mie parole restano incastrate in gola quando lui preme la fronte contro la mia serrando gli occhi.
-Lucy...- sussurra piano il mio nome, così vicino al mio volto  che il suo fiato si infrange tra le mie labbra di colpo diventate secche, sento le gambe molli e il mio cuore battere ferocemente -Non voglio ritornare a quello che eravamo prima- e l'impatto delle sue parole è così violento da darmi le vertigini.
Il mio respiro corre veloce, troppo, tanto che sto ansimando senza neanche accorgermi. Natsu mi lascia i polsi solo per stringermi le mani sui fianchi e io non posso che stare zitta e ferma.
-Che ho fatto?- mi domanda in un sospiro impastato di colpevolezza dopo un tempo sembrato infinito.
Solleva di poco le palpebre  mostrandomi due mezze lune di giada, non accennando a spostarsi dalla mia fronte -Perché è chiaro che ti ho fatto qualcosa e che da coglione non me ne sono nemmeno accorto- mormora lasciandomi spiazzata dalla sua presa di coscienza.
Non riesco ad emettere un solo suono quando si scosta il giusto per guardarmi meglio, aspetta che io gli dia un qualche segno vitale e le sue mani si spostano sulle mie braccia in una avvolgente carezza.
-Ieri avevo portato il pranzo per noi due- ammetto stringendomi nelle spalle e un pizzico di vergogna che scivola lungo la lingua insieme alle parole.
Natsu sorride un secondo perso in chissà quale pensiero rosa ma poi si fa di colpo serio nel chiudere le palpebre e imprecare un:  - Che coglione- piuttosto silenzioso ma non sfuggito alle mie orecchie.
-Scusa-
-Non fa niente- borbotto nel minimizzare la mia fonte di frustrazione delle ultime ventiquattrore.
Restiamo in silenzio e di colpo mi sento leggera e meno astiosa nei suoi confronti, le sue mani sono salite fino al collo accarezzandone la pelle con un movimento circolatorio di polpastrelli mentre un mio palmo va a posarsi sul suo petto in una iniziale intenzione di scostarlo ma dal momento in cui le mia dita hanno toccato il suoi muscoli bagnati e voluminosi la ragione è andata persa.
E poi Natsu mi guarda -E tu come te la spieghi questa cosa?- sussurra facendomi inclinare il capo di lato per accogliere meglio le sua dita sul mio mento, vicino alle labbra.
-Cosa?-
-Una volta non ci sopportavamo in mezzo alla gente, ora vogliamo  passare il tempo insieme.. come te lo spieghi Lu?- continua sospirando quando le mie mani vanno ad intrecciarsi intorno alla sua nuca per accarezzargli i capelli umidicci con i pollici. Ormai il mio corpo agisce da solo senza più pensare a nulla se non al ragazzo che ho tra le mani e che possessivamente mi stringe a se con un braccio intorno alla vita, affondandato tra le morbide pieghe della spugna che mi copre la schiena, con le dita mi scosta i capelli  dal volto e un sorriso ci rende complice.
Vogliamo. Natsu ha usato il plurale.
C'è un po' di quella malizia ed  eccitazione che scorre nel mio corpo ma non è proprio libido il sentimento che porta a guardarci in quel modo.
-Che non sei così male Dragneel- soffio io strappandogli un ghigno -Disordine, infantilismo e disturbi psicotici a parte- aggiungo sardonica, lui che sbuffa una risatina e quel: -Dragneel- uscito dalla mia bocca che per la prima volta sembra avere un suono diverso. 
-Oh grazie, è così che conquisti gli uomini di solito?- sghignazza.
-E chi ti dice che voglio conquistarti?-  sciogliendo l'intreccio di braccia intorno al suo collo porto l'indice sul suo viso punzecchiandogli il naso con l'unico scopo di infastidirlo.
Dura poco infatti, mi afferra le dita in una smorfia lasciandole intrecciate alle sue -Mi avevi portato il pranzo- mi ricorda ma io sorvolo in un abile tocco da maestro -Non farti strane idee, volevo solo mangiare qualcosa che non fosse cibo precotto da mensa-  dico sicura anche se serve poco a convincerlo dato la smorfia scettica appena comparsa sul suo viso.
Continuo a guardarlo in quegli occhi screziati di verde, tropo belli per non affogarci dentro. Uno sprazzo di lucidità mi suggerisce ciò che sta succedendo in questo momento fuori dal tempo e da ogni logica plausibile: io e Natsu stiamo flirtando e questa volta non è per sfida o gioco, lo stiamo facendo e basta.
-Heartphillia non giocare con il fuoco, potresti restare scottata- mi sussurra sicuro di sé vicino alle labbra sbriciolando quella poca ragione rimasta nel mio cervello. Ho voglia di osare e senza lasciarmi intimidire dalla sua voce maledettamente roca, mi sollevo con le punte dei piedi sporgendo la mia bocca a sfiorargli  il collo ma senza toccarlo, solo un soffio di fiato capace di fargli venire la pelle d'oca e conficcare le unghia tra i lembi della spugna che mi avvolge i fianchi.
-Ricorda una cosa: sei tu sei fuoco io sono acqua- gli sussurro roca nell'orecchio.
Ma Natsu ancora una volta mi sorprende, perché scuotendo il capo si morde un labbro -Tu non sei acqua..- afferma in un ghigno malizioso e io aggrotto le sopracciglia interrogativa e curiosa. Sto per chiedere che cosa intenda ma il suo volto si illumina, Natsu sgrana gli occhi e un sorriso radio si allarga tra le labbra.
-Ci sono!- esulta lasciandomi momentaneamente frastornata almeno finché non si scosta da me e -La mia ispirazione è tornata, so cosa scrivere- mi spiega concitato nel raccogliere i suoi vestiti sparsi per il pavimento e tenerli poi tra le braccia flesse a cerchio quando mi torna vicino.
-Lu, devo andare, ho bisogno della mia chitarra e l'ho lasciata dal cugino di Rusty- mi informa senza nascondere il dispiacere nel farlo anzi sembra proprio combattuto ma sta lavorando così duramente per quei ragazzi che io stessa inclino il capo di lato e -Certo, ti lascio il bagno- soffio sinceramente d'accordo e per nulla arrabbiata che mi stia lasciando nuovamente.
Forse è meglio così, non so dove saremmo finiti se avessimo continuato quel gioco.. perché era solo uno stupido gioco no?
Continuo a pensarci mordicchiandomi le unghia, avevo smesso di mangiarle un anno fa durante la mia rottura con Loki e mi ero ripromessa di non farlo più ma ho bisogno di scaricare, come allora, tutti i miei dubbi su qualcosa di fisico.
-Ei Lu- mi richiama Natsu e nel voltarmi me lo trovo davanti, mi afferra nuovamente con un braccio schioccandomi un bacio sulla guancia  -Ti prometto che finita questa storia passeremo del tempo insieme-  sorride nel dirlo e io annuisco di rimando farfugliando qualche: -Si- nel tentativo di non far trasparire troppo l'eccitazione dell'aspettativa.
Chiudo la porta del bagno afflosciandomi sulla superfice di spalle, ora che Natsu non è più vicino a me, la ragione torna a fare capolino nel mio animo ancora un po' scombussolato e non mi dice cose tanto carine.
Mi sono lasciata andare nuovamente e il peggio è che mi è piaciuto, sento ancora l'orma delle sue labbra stampate a fuoco  sulla mia pelle e uno stupido sorriso affiora da sopra il mento.
-Lucy non fare cazzate, non le hai mai fatte e non sai gestirne le conseguenze- mi rimbecca la mia puntigliosa coscienza, scuoto il capo blaterando un -Bah!- esasperato nel staccarmi dalla porta e avviarmi verso la stanza da letto.
Probabilmente finirò al manicomio se il pensiero di Natsu continua a tormentarmi in questo modo...
 


ANGOLINO DAIMLER: Buon giorno amici miei! Dopo più di un mese di assenza, ritorno con Miele, e dire che mi dispiace tanto per questa lunga assenza è misero e anche poco credibile dato che ultimamente non faccio altro che scusarmi ad ogni angolo autore.
Ma ne sono davvero dispiaciuta e spero col cuore di riuscire a farmi perdonare almeno un po' con questa prima parte di capitolo e sopratutto con la promessa che non ci metterò un altro mese per la seconda.

Questa long è nata d'estate, quando faceva caldo ed efp era in carenza di long divertenti e Nalu, la voglia di fare qualcosa di diverso e sopratutto fare stare bene la persona a cui l'ho dedicata era davvero troppo e quindi ho incominciato a buttare su "carta" ciò che faceva ridere anche a me. Non mi aspettavo un tale successo e dire che ne sono felice e sodisfatta è poco, ma sopratutto stupidamente non pensavo che l'umorismo di questa long facesse staccare la spina e far ridere anche ad altre persone.
E' questo è meglio di qualsiasi cosa, credetemi.

Un grazie a quelle 101 recensioni, a chi ha inserito Miele tra preferiti/ricordati/ seguiti e un grazie al numero strabiliante di visualizzazioni .
Un Grazie speciale a chi stava aspettando questa long da troppo tempo in particolare a Nalufan, a cui voglio tanto bene.
Un Grazie di cuore a tutti per affetto, fiducia e pazienza!
A presto, promesso!

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Capitolo 10
*** Ragione o sentimento-pt 2 ***


-Ragione o sentimento-

(seconda parte)
 

-Lucy:


~Mi pasticcio nervosamente le dita  nel guardarmi intorno e, scandagliando lo sguardo tra la fiumana di gente che accalca il Fairy tail creando un brusio confusionale, sciolgo appena la postura rigida dettata dall'ansia quando finalmente visualizzo  la figura di Natsu farsi spazio tra le persone per raggiungermi, in piedi me ne sto qui accanto al palchetto allestito apposta per l'occasione che dovrebbe svolgersi a minuti.
Mavis e il signor Sequen non ci hanno pensato due volte a "prestare" il locale a Natsu e concedere ai Grimore Heart il loro esordio ufficiale a Laxus Dreyar. Dopo due giorni di trepidante attesa e duro allenamento è arrivato finalmente il momento della verità, i ragazzi sono pronti a dare il meglio di loro stessi e conquistare il famigerato vicepresidente della Fairy Heart, una delle più grosse case discografiche di Magnolia, almeno così Natsu mi ha detto.
-Laxus non è ancora arrivato,  ho dato una controllata fuori- esordisce nel raggiungermi, sembra nervoso ma con quel sorriso rivolto verso un ansiosa Meldy già posizionata sul palco, Natsu tenta di apparire perfettamente sereno.
Boccoli rosa stringe il microfono, sorretto dall'asta, tra le mani, accenna un gesto di sicurezza col capo, schioccando poi sguardi infusori di sicurezza a Zancrow e Rusty, anche loro già presenti alle loro postazioni con strumenti alle mani.
-Natsu ecco...- cerco di avvertirlo tentando di non farlo preoccupare troppo, durante la sua assenza si è verificato un piccolo intoppo dall'apparenza superficiale ma che in realtà  potrebbe rivelarsi un bel guaio se non si risolve al più presto. -Abbiamo un problema con l'amplificatore- mormoro in una risata gracchiata mentre il suo viso si deforma in un primo stato di panico.
-Zeref e Gray stanno cercando di venirne a capo- lo avviso con un ottimismo un po' forzato indicando il lato destro del palchetto seminascosto dagli sguardi della clientela.
-Zef!- lo chiama lui  attirando la sua immediata attenzione in un implicita richiesta di novità ma Zeref scuote il capo aumentando in noi il livello di frustrazione, si avvicina chinandosi poi sulle gambe per fronteggiare lo sguardo contrito di Natsu.
-Ci sono un paio di cavi che fanno contatto tra loro, servirebbe un amplificatore nuovo- si limita a spiegare.
-Non c'è tempo ora! Sei laureato in scienze dannazione! Non puoi inventarti qualcosa? Non so  con  della corda o colla...- farfuglia contenendo a stento l'ansia ma -Ti sembro McGyver per caso?- sbotta Zeref sarcastico e a sguardo assottigliato.
-Zef...- mastica con nervosismo Natsu.
-Ci sto provando ok?- cerca di tranquillizzarlo con un tono di voce determinato e per nulla stizzito, ritornando verso l'amplificatore  ancora per poco incolume a causa dalla scarsa pazienza di Gray.
Le mia dita tornano a massacrarsi tra loro ma Natsu si volta verso di me regalandomi un sorriso sgonfio e forzato -Andrà tutto  bene!- esclama in una specie di rantolo -Laxus non accenna a venire e forse i ragazzi non riusciranno ad esibirsi... ma andrà tutto bene! Ne sono sicuro!- gracchia con quel sorriso plastico più simile ad un attacco di colite in corso che  ad' ottimismo.
L'istante dopo infatti si volta ma vedo chiaramente di come porta indice e pollice a sfregarsi gli occhi nel prendere profondi respiri.
Le mia labbra si incurvano verso il basso.
Nonostante tenti di infondere calma e forza a tutti, anche lui è fatto di carne e cuore. Natsu è una persona estremamente positiva e non si lascia abbattere dalle complicazioni che la vita ci offre ma ciò non significa che anche lui non abbia bisogno di un appoggio una volta ogni tanto.
E succede che neanche sto a pensarci che i miei palmi già vanno a posarsi sulle sue spalle immergendo le dita tra l'incavo del suo collo, percependo attraverso i polpastrelli tutta la sua tensione accumulata. Natsu reclina di scatto il viso, negli occhi la sorpresa di trovare il mio così vicino al suo e sopratutto le mie mani che si agitano in movimenti precisi e tattici sulle sue spalle.
-Stai calmo ok? Zeref e Gray sistemeranno l'amplificatore e Laxus Dreyar arriverà giusto in tempo per vedere i Grimoire Heart esibirsi- parlo con sicurezza osservando la sua nuca, Natsu si è rivoltato, ogni tanto sospira ma rilassandosi di tocco in tocco.
-Da quando sei così ottimista?- ghigna lanciandomi un occhiata eloquente e io mi stringo tra le spalle ma senza mai perdere la concentrazione dei miei movimenti.
-Sto solo dicendo come andranno le cose-  soffio e un sorriso affiora sul mio viso nel sentire la sua tensione sciogliersi del tutto, i palmi vanno a racchiudersi sul suo petto appena al di sotto del collo.
-Andrà tutto bene- continuo concitata, Natsu ripete ciò che ho appena detto e poi nel afferrami una mano involontariamente ferma il mio massaggio improvvisato.
-Lu... perché stai facendo tutto questo per me?- mi domanda in un mormorio interrogativo, la sua voce è bassa e un po' roca ma perfettamente udibile nonostante il marasma che ci circonda.
-Tu hai fatto lo stesso con me e Michelle... siamo una squadra no?- rispondo soltanto e il fremito che mi attraversa la schiena è pari a una scarica elettrica quando incrocio i suoi occhi di un verde opalescente così intenso da mozzarmi il fiato.
Non mi sono mai sembrati così belli ma probabilmente saranno le luci dei riflettori posizionati al di sopra del palco a dargli queste sfumature così profonde.
-E poi non lo sto facendo per te, ma per i ragazzi- borbotto distogliendo lo sguardo dal suo, sento il calore dell'imbarazzo avvolgermi le guance ma tendo di non darlo a vedere nel forzare i movimenti sul suo collo mentre a lui sfugge un ghigno.
La calca intorno a noi si fa più intensa, qualcuno mi urta poco garbatamente, spintonandomi in avanti mi aggrappo a Natsu circondandogli il torace con le braccia, il mio seno finisce col pressarsi contro la sua schiena e rimanendo immobile storco il collo verso la direzione in cui il colpevole dell'impatto sembra essere sparito.
-Cafone- bofonchio indignata e solo in un secondo momento mi accorgo di essere ancora addosso a Natsu, sto per chiedergli scusa ma il cipiglio nel sentirlo irrigidirsi di colpo mi fa momentaneamente desistere.
-Che c'è?- gli domando istintivamente.
-Lu... mi sei avvinghiata addosso... riesco a percepire benissimo la tua quarta da questa angolazione- mormora notevolmente in difficoltà e la mia bocca si schiude in un mormorio perplesso, non solo perché è riuscito ad indovinare la mia taglia di reggiseno ad occhi chiusi  ma sopratutto per il suo imbarazzo, pensavo che i tipi come lui fossero immuni da un tale sentimento, per così poco poi.
Ma una strana percezione attira la nostra attenzione distraendoci dal momento che ci vede coinvolti,  ancora stretta a lui, il mio sguardo insieme a quello di Natsu, va a sollevarsi fino a raggiungere gli occhi che ci stanno fissando di rimando in un mix di irritazione e perplessità.
Sono quelli di un bell'uomo dall'aspetto impeccabile e ben curato, il fisico imponente fasciato da un completo scuro e lo sguardo torvo che va ad indurirsi ad ogni secondo che passa, senza tralasciare quella punta di cipiglio nell'indugiare sull'intreccio che ci vede ancora protagonisti.
-Dragneel- sibila così glacialmente da farmi venire la pelle d'oca.
-Laxus!- esordisce Natsu sorridendogli e io capisco finalmente di chi ho difronte e sopratutto il motivo del suo sguardo assassino, a quanto pare ha intuito tutto e a quanto pare non è un tipo molto accomodante.
Sciolgo la stretta da Natsu quasi in un sussulto nell'accorgermi di essere ancora stretta a lui... che pessima figura!
 -Avevo già fiutato puzza di imbroglio dall'ingresso ma volevo essere certo che ci fosse il tuo zampino dietro questa farsa-  sibila velenoso ma senza intaccare la sicurezza di Nastu che facendo un passo in avanti tenta di rabbonirlo.
-I ragazzi stanno per esibirsi perché non prendi qualcosa da bere nell'attes- ma Laxus lo interrompe freddamente.
-Non ho nessuna intenzione di restare un minuto di più- fa per voltarsi e Natsu si appresta a raggiungerlo sproloquiando una serie di motivazioni importanti ma che non fanno nessun effetto sul produttore -Chiudiamola qua e ringrazia che non ti denuncio- sbotta Dreyar con trattenuta impazienza chiudendo definitivamente la conversazione.
Io raggiungo Natsu in un sola falcata, affiancandolo -Se ne sta andando- mi soffia asciutto senza guardarmi.
-Non puoi permetterglielo, non a questo punto- mormoro nell'osservare la figura di Laxus farsi spazio tra le gente per raggiungere l'uscita.
-Trova Cana! Lei riuscirà a distrarlo per un po', io tento di riportarlo dentro- mi ordina colto dall'illuminazione, così entusiasmato dall'idea da ignorare quel mio: -Em Natsu forse meglio di no- pronunciato in un mormorio. Rimasta sola tra la gente faccio solo in tempo a vedere Natsu scomparire tra i tanti volti che animano il Fairy questa sera, senza riuscire a contestargli quella sua idea non proprio grandiosa.
Non tanto per l'indiscussa sensualità di Cana, anzi sarebbe stata un ottima fonte di distrazione nonostante l'austera algidità di quel tipo ma è un altro il dettaglio che mi fa desistere nel coinvolgere la mia amica in questa faccenda, sopratutto stasera.
I miei occhi finiscono col puntarsi verso il nostro tavolo e scorgere così, senza stupore, due figure aggrovigliate tra loro intente a scambiarsi effusioni con tanto di ridacchiate maliziose e Cana forse non vuole ammetterlo nemmeno a se stessa ma io sono convinta che quello con Bacchus non è il suo solito flirt passeggero come si ostina a borbottare ogni volta che tocchiamo tale argomento.
Li osservo ancora un po' pensando a quanto sia pessimo il "piano Cana", probabilmente peggiorerebbe solo la situazione già spigolosa con Laxus Dreyar e al solo pensiero di una provabile scazzottata a causa di un Bacchus geloso, abbandono definitamente l'idea propinata da un ignaro Natsu all'oscuro della situazione amorosa della nostra amica ma non gliene faccio una colpa se non si è accorto ancora di nulla, preso com'è da questa storia della band non mi stupisco che non abbia notato niente questa sera.
Devo trovare comunque una soluzione e al più presto.
Mi illumino in un sorriso e ma certo! Forse so chi potrebbe fare al caso nostro! Voltandomi di scatto avanzo concitata verso il bancone scartando in un slalom un paio di avventori e le loro birre, trafelata aggiro la postazione pronunciando il suo nome nel vederla dietro al banco da lavoro fortunatamente non impegnata a servire i clienti.
In un momento di tregua momentanea, Mira traffica con il suo smartphone, i gomiti ben puntellati contro la superfice e l'indice della mano libera intento a battere una sequela di tocchi  ritmati contro il display.
-Mira!- la chiamo nuovamente e lei si volta irradiandomi con uno dei suoi sorrisi perfetti.
-Ei!- replica ma la sua attenzione dura poco, ritorna a puntare gli occhi azzurri sul suo display, qualcosa sembra coinvolgerla molto.
-Ti va di conoscere uno carino ?- le domando  in un sorriso un po' incerto -In realtà dovresti tenercelo un po' occupato, il tempo necessario per permettere a Grim...- ma la mia voce sfuma nell'accorgermi della totale assenza mentale della mia amica.
-Mira?- la richiamo in un farfuglio perplesso.
-Oh scusa- si mordicchia un labbro nel rivolgermi uno sguardo veloce -I figli di mio fratello Elfman mi hanno scaricato un nuovo gioco... Pokemon go!- esclama felice e io inarco un sopracciglio basita -Ne ho già trovato quattro e il poke-radar me ne segna uno qui intorno ma non salta fuori questo maledetto- snocciola appena stizzita nel raccontarmi della sua ardua ricerca ai pokecosi o come cavolo si chiamano.
Scuoto il capo cercando di trasalire -Senti allora che ne dici? Sai è davvero un bell'uomo: alto, biondo, occhi grigi, bel corpo- continuo con brio ma lei mi guarda di tanto in tanto di sottecchi, mugugnando un qualche: -Si- alternato da -Forse dopo- poco interessato, poi punta il suo smartphone di fronte a se scrutando con attenzione il salone del Fairy attraverso la telecamera attivata.
Il mio sguardo lievemente sconfitto ricade  al di là del bancone, sulla  gente, notando tra la calca Natsu alle prese con uno spazientito  Dreyar, in qualche modo è riuscito a riportarlo dentro ma vedendo di come lo sguardo del produttore sia tirato in un espressione nervosa, dubito un epilogo positivo se non facciamo al più presto qualcosa.
E di questo passo non riuscirò nemmeno a convincere Mira, risucchiata da quella stupida app è momentaneamente disconnessa dal mondo reale ma a mali estremi mali rimedi!
Sporgendomi verso di lei, in un gesto piuttosto brutale ma estremamente necessario, gli afferro il polso spingendola ad indirizzare lo smartphone in direzione  di Natsu, finendo per puntare la telecamera  direttamente su Laxus Dreyar.
Mira batte un paio di volte le palpebre nel mettere a fuoco tramite il display del cellulare,  l'affascinante visuale del vicepresidente della Fairy Heart, poi il suo smartphone vibra e -Oh.. ho trovato Pikaciu- soffia nel guardarmi, sgranando i suoi occhioni zaffiro.
-Andiamo- la sprono io nel prendere la sua mano e caracollarmi con lei in mezzo alla sala, raggiungendo i due e fronteggiandoli l'istante dopo, attirando i loro sguardi su di noi nell' interrompere la loro discussione con la nostra improvvisa apparsa.
Punto il mio sguardo teso verso quello di Natsu, i suoi occhi traboccano la totale perplessità nel trovarsi davanti Mira e non Cana ma l'unica spiegazione che riesco a fornirgli è solo una misera alzata di spalle discolpante.
Uno strano quanto imbarazzante silenzio si dirama tra noi quattro,  gli sguardi mio e di Natsu intrisi di timore e curiosità si indirizzano verso quello neutrale di Dreyar, piombato addosso a una ingenua e ridente Mira.
Fermi in una sospesa attesa, sento le mie viscere contorcersi dall'ansia e forse dovrei almeno incominciare a fare le presentazioni ma qualcosa si smuove all'improvviso nell'espressione impenetrabile di Laxus.
-Laxus Dreyar della Fairy Heart- si presenta a Mira un secondo dopo lasciandoci attoniti da tale spontaneità.
-Mira del Fairy Tail- replica semplicemente lei nel piegare il capo di lato e per nulla intimorita, gli mostra un sorriso e per un istante mi è sembrato vedere sorridere anche l'arcigno Dreyar, una rapida stiratura di labbra ma non sfuggita al mio sguardo ancora a tratti incredulo.
Non credevo un tale risvolto, non per causa di Mira che di bellezza ne ha da vendere ma tanto per l'austerità di questo tizio tutto d'un pezzo.
-Mira lavora qui al Fairy, fai dei cocktail mostruosi- gracchio prendendo iniziativa, stimolando Natsu nella conversazione che -Già! Ti consiglio di provare uno dei suoi Satan Soul prima di andare via- suggerisce a Laxus riferendosi a quel cocktail divino ideato proprio da lei.
-Vero! Mira perché non gliene fai uno?- squittisco con voce lievemente isterica, Natsu che annuisce forse un po' troppo energicamente  ma ho come l'impressione che sia io che lui, stiamo facendo solo da contorno ai due, ancora intenti a scrutare silenziosamente ogni dettaglio dell'altro.
E la conferma arriva con quel passo avanti fatto proprio da Laxus Dreyar -Va bene.. ma mi fermo solo per un drink- sillaba senza darci pienamente la soddisfazione di essere riusciti in qualche modo a convincerlo a restare, Mira gli sorride ancora e -Certo- soffia morbidamente facendogli strada verso il bancone.
In silenzio restiamo a guardarli scomparire tra il turbinio di clienti mentre soddisfatta mi sfugge un ghigno vittorioso.
Anche se poi un pensiero mi colpisce facendo distorcere appena il mio ghigno  spavaldo. Perché Mira sarà pur bellissima nel suo metro e ottanta e taglia 42, con quei capelli lunghi e mossi che le incorniciano l'ovale del viso perennemente disteso in un sorriso radioso grazie a quella sua innata solarità ma ecco...
-Ti avevo detto Cana!- sbotta per l'appunto Natsu in tutta la sua contrarietà, ricordandomi implicitamente di come lo scarso sex-appeal di Mira faccia scappare la maggior parte degli uomini attratti da una falsa apparenza.
-Cana non poteva!- mi limito a dire contraendo le dita a pugno di fronte al suo sbuffo nervoso -Devi fidarti di me ok? Mira riuscirà benissimo a trattenerlo per il tempo necessario- insisto facendolo annuire un po' scetticamente e turbarlo poi ulteriormente nel dire -Dobbiamo solo augurarci che Zef sistemi l'amplificatore al più presto- gracchiato in una risata nevrotica.
-Vado a controllare- soffia incrociando le dita mentre io mi dirigo verso la direzione opposta, dividendomi così da lui ritorno al mio tavolo e afflosciandomi sulla seduta stancamente.
Cana. accanto a me, mi accarezza un braccio in una coccola silenziosa, un po' mi rilassa e rivolgendole un sorriso, sgonfio l'aria nei polmoni dissolvendo un po' tutta quell'ansia accumulata nella pancia. Come fonte di distrazione per non ammattire del tutto durante l'angosciante attesa, mi  congedo ancora il tempo di provare ad immaginare come possano essere le  canzoni che Natsu scrive, sono due giorni che ci penso, so che negli anni ne ha scritte parecchie e Mavis mi ha anche spifferato che molte sono diventate addirittura famose ma nemmeno lei ne conosce l'identità, come del resto tutti gli altri.
-A Natsu non piace specularci sopra- mi aveva risposto soltanto difronte alla mia perplessità nel restare anonimo.
Ma cosa mai potrebbe uscire da un tipo così privo di sensibilità e romanticismo? Probabilmente non canzoni d'amore.
Poi di colpo l'interruttore generale salta lasciandoci totalmente al buio, il brusio della gente e qualche fischio di goliardia riempie lo spazio lasciato vuoto dal  soundtrack che solitamente fa da sottofondo nelle serate del Fairy mentre io mi agito sulla sedia nervosamente.

https://www.youtube.com/watch?v=znaDItju6yY

Ma prima che possa allarmarmi e temere il peggio, ecco che le prime note di basso si librano nell'aria diramandosi per il locale che esplode in un vero e proprio boato di acclamazione quando, in un gioco di colori, i riflettori tornano ad illuminare il palco e tutto sembra ritornare nella norma.
Le luci restano abbassate, l'applauso scema fino ad affievolirsi del tutto e la calda penombra mi avvolge insieme alle note suonate dalle dita esperte di Zancrow.
Sollevata dal fatto che Zef sia riuscito a sistemare il tutto, mi godo a pieno il momento: l'agilità di Rusty con le bacchette che dietro la batteria scandisce un ritmo perfetto, la capacità di Zancrow con il basso elettrico e poi di lei: Meldy schiude le labbra dando fiato a ciò che ha dentro all'anima e la sua voce mi riempie orecchie e cuore in un impatto violentissimo.

Innamorarsi è pericoloso ma stasera voglio bruciare con te, fammi del male.
Siamo in due, siamo sicuri del desiderio, il piacere del dolore e del fuoco.
Bruciami.

Mi sento vibrare in una strana emozione mai provata prima tanto da trattenere il fiato e tenere gli occhi fissi su Meldy, sciolta e disinibita si muove per il palchetto con microfono alla mano e regalando sorrisi. Sicuramente è a causa della sua voce che mi sento lo stomaco in tumulto, be anche il testo promette bene...

Quindi vieni ti porterò in alto, ti porterò
Soffro per amore, soffro per noi
Perché non vieni, non ti avvicini?

Quindi su coraggio, accendi il fiammifero.
Accendi il fiammifero ora.
Siamo una coppia perfetta, in un modo o nell'altro siamo fatti l'uno per l'altra.
Avvicinati un po'

Un maremoto di emozioni contrastanti si abbatte nel mio povero cuore che batte troppo forte forse a causa di quella piccola consapevolezza che mi picchia in testa: è stato Natsu a pensare a quelle parole.
Parole forti e intense che mi entrano sotto pelle, parole come la cioccolata fondente con quel tipico suo  dolceamaro che ti si scioglie in bocca e ti lascia la voglia di un altro assaggio.

Fiamma sei venuta da me.
Il fuoco incontra la benzina (x2)
Sto bruciando viva

Riesco a malapena a respirare quando sei qui ad amarmi.
Il fuoco incontra la benzina (x2)

I miei occhi sgranati finiscono col puntarsi in una direzione ben precisa dettata dal mio sesto senso o forse dal cuore, non lo so, fatto sta che in mezzo a tutto quel mare di gente e senza nessuna difficoltà, intercetto gli occhi di Natsu che mi fissano di rimando. In piedi spostato verso un angolo sotto il palchetto, non stacca gli occhi dai miei, mentre tutto intorno a noi sembra sparire.
Lui mi sorride senza riserve e il mio cuore incomincia a battere il doppio, sporgendomi appena  sulla superfice del tavolo con gli avanbracci piegati e intrecciati tra loro, gli regalo un sorriso complice anche se dentro sto letteralmente bruciando, proprio come dice la canzone.
Non pensavo fosse capace di scrivere emozioni così profonde. Mi ha fregato.

Ho tutto quello che mi serve quando mi vieni incontro.
Il fuoco incontra la benzina, sto bruciando viva.

Non posso credere di essere stata io a suggerirgli involontariamente l'ispirazione a tali pensieri trasportati poi su carta, anche se il suo sguardo illuminato appena a causa della penombra sembra dirmi il contrario.
Ma scuoto il capo reprimendo l'idea perché non è altro che un effimera illusione credere che Natsu abbia pensato a ciò che sta succedendo tra di noi nel scrivere questo testo batticuore.
Ne avrà scritte a centinaia così, ha semplicemente colto ispirazione dal quel breve momento successo ieri, quando mezzi nudi e sotto a chissà quale sfalsamento, ci siamo messi a giocare a flirtare.
Senza più arrovellarmi, mi lascio cullare dalla canzone e dal suo sguardo che, finalmente più sereno, mi sorride ancora un volta.

Fiamma sei venuta da me.
Il fuoco incontra la benzina (x2)
Sto bruciando viva

 


Mi stringo in un abbraccio solitario nel guardarmi intorno senza in realtà vedere ciò che mi circonda,  la mia mente è ancora momentaneamente assente a causa dell'orgia di pensieri di cui è soprafatta e l'interno del Fairy è incominciato a sembrarmi troppo stretto e soffocante, tanto da rifugiarmi qua fuori e mescolarmi tra la gente che ne affolla l'ingresso.
L'aria intorno a me sa' di alcool e sigaretta, ne azzanno il sapore involontariamente rendendomi conto l'istante dopo di come stia ancora boccheggiando. Quella canzone continua a bruciarmi dentro, Natsu è stato capace di entrarmi sotto pelle e toccare il mio cuore con le dita, non lo credevo capace di tale miracoli eppure quel ragazzo insensibile, troglodita e cafone riesce a mettere su carta pensieri d'amore.
Però è stata una bella sorpresa, nel pensarlo sorrido a fior di labbra e lui appare magicamente dal nulla, nel vedermi mi sorride raggiungendomi con le mani infossate nelle tasche dei jeans.
-Come mai qui fuori?-  mi domanda curioso.
-Una boccata d'aria, dentro fa troppo caldo stasera- replico vaga e senza aggiungere altro perché -Natsu, la tua stupida canzone mi ha fatto esplodere un incendio dentro al cuore- credo sia un po'  troppo esplicito -E tu?- ribatto, celando l'agitazione nel trovarmelo difronte.
-Anche io-  mi risponde vago nell'avvicinarsi un po' di piu, perfettamente di fronte a me continua a guardarmi come a studiarmi famelico e poi Natsu fa quel sorriso che riconosco immediatamente a colpo d'occhio, quel sorriso che ho già visto svariate volte e di certo mai rivolto a me come questa sera: quello è il suo sorriso da predatore
Deglutisco e -Avevi ragione, i Grimoire Heart meritano un gran successo, Meldy poi è stata strepitosa!-  sbotto tutto d'un fiato nell'annaspare parole che evitano l'imbarazzo di cui sono avvolta tentando di scacciare anche uno strano timore a cui non so dare significato: non è la prima volta che mi ritrovo con lui a distanza ravvicinata eppure mai prima d'ora sento di avere paura.
Lui annuisce col capo -A Laxus sembrano piaciuti- suppone ottimista e un : -Come hai fatto a farlo tornare indietro?- esce interrogativo dalla mia bocca contratta in una smorfia.
-Gli ho sfilato il cellulare dalle mani e sono scappato dentro-  dice asciutto stringendosi nelle spalle e dall'espressione in cui l'ha detto sono sicura che non sta scherzando, resto basita solo una manciata di secondi prima di scoppiare in una risata fragorosa e contagiare anche Natsu.
-Be almeno ha funzionato- ridacchio senza sosta,  la sua risata cristallina si mescola con la mia e quando sento il petto bruciare dallo sforzo, mi porto una mano a stringere un porzione di vestito tra il solco dei seni.
-Anche Mira è stata di grande aiuto- soffia riprendendo fiato mentre io annuisco contenta - E ti dirò, come squadra siamo perfetta, un altro piano diabolico del genere e insieme potremmo conquistare il mondo- aggiunge facendomi ridere ancora e mugugnare un: -Certo, come no, appena finirà la convivenza torneremo a farci la guerra- detto per scherzo e senza pensarlo sul serio.
Con i polpastrelli mi asciugo quell'accenno di lacrima dagli occhi ma la mia risata scema fino a scomparire del tutto quando mi accorgo dell'espressione incupita di Natsu forzatamente cancellata l'istante dopo ma non in tempo nel non farmelo notare.
-Già- sorride nel dirlo ma è un sorriso amaro il suo, che non ha niente a che vedere con quelli che stavamo facendo un attimo prima di quella mia affermazione,
Vorrei dirgli che è solo una stupida battuta e che non voglio ritornare a quello che eravamo prima di coabitare insieme ma il terrore di sbilanciarmi così tanto mi fa restare in silenzio e mordicchiare l'interno di una guancia. Poi, l'improvvisa apparsa di Laxus Dreyar, mi salva in corner dalla situazione e intrecciando le mani tra loro aspetto  impaziente e insieme a Natsu, spostato accanto a me, l'esito della serata.
-Cercavo te- esordisce  Dreyar con quella sua solita espressione  da "mai una gioia", nel frugare con le dita all'interno del suo completo spezzato, una giacca cobalto e pantaloni chiari, e tirarne fuori  dalla tasca nascosta un cartoncino  sottile e rettangolare.
-Quei ragazzi sono forti- soffia senza tralasciare una punta di fastidio nel dare vittoria a Natsu che ridente afferra il bigliettino da visita tra le dita dandogli solo una fugace occhiata prima di ritornare ad osservare Dreyar con orgoglio misto a soddisfazione -Ma questa sera non conta, se sei ancora interessato a proporli alla Fairy Heart chiamami in settimana e organizzeremo un provino- i suoi occhi grigi si assottigliano e -Un provino vero- sottolinea serioso.
E a stento non riesco a trattenere la contentezza, il mio cuore si riempie da gioia, così tanta che è troppa da contenere e in uno spasmo porto le mani all'altezza del diaframma, unendole a coppa tra loro. Anche Natsu ne è visibilmente felice ma tentando il contegno, infila il bigliettino in tasca, rivolgendo un umile sorriso di gratitudine verso Laxus.
-Lax perché non resti ancora? - gli propone forse con  po' troppa confidenza ma Natsu è fatto così... Dreyar scuote il capo, tra le dita già pronte le chiavi della sua auto.
-Ho un impegno saltato all'improvviso- ci spiega in maniera sterile e senza altri dettagli mentre io abbasso lo sguardo un po' mesta perché quella di Laxus mi sembra tanto una scusa campata in aria per fuggire al più presto e anche se il mio era solo un iniziale piano per farlo restare a Fairy più tempo possibile, un po' ci avevo sperato per Mira.
Fa per andarsene ma le urla provenienti dall'ingresso del locale, che chiamano  il suo nome, lo fanno desistere e sopratutto incuriosire me e Natsu, il cipiglio aumenta nel mettere a fuoco proprio la nostra amica, correre verso di noi con tanto di braccio sventolato per farsi vedere e fermarsi poi di fronte a Laxus.
-Stavo pulendo la parte di bancone dove eri seduto e ho notato che hai scordato questo!- esclama radiosa, un po' di fiatone a causa della corsa che strozza qualche parola e tra le mani un fazzoletto del Fairy, quelli quadrati da drink color arancio e un numero, chiaramente telefonico, impresso sopra a penna e di certo non standard sui tovaglioli.
-Ho visto che sopra c'è un numero di telefono, magari è importante- trilla non badando a come la faccia di Laxus si sia accartocciata in qualcosa di inspiegabile a parole, si schiarisce la voce e -Emm quello è il mio numero, l'avevo lasciato per te- soffoca nel più bastardo degli imbarazzi evitando gli sguardi di tutti, sopratutto il ghigno di Natsu, io invece porto una mano a reggere la fronte nel scuotere il capo miserabilmente... oh Mira!
-Ecco... abbiamo parlato tutto il tempo e pensavo ti avrebbe fatto piacere risentirci ancora- aggiunge in un tono di voce basso e soffocato e anche un po' nervoso dato il momento pubblico di cui è protagonista, non conosco questo tizio ma dal calibro del suo fascino deduco che non deve essere abituato ai due di picche, anche se questo è del tutto involontario.
E Mira, colta da un principio di stupore, sorride vivace l'istante dopo riportando lo sguardo di Laxus su di lei -Oh grazie allora- soffia cortese, sembra una bimba gongolante.
-Torno a lavoro-  afferma poi indicando con un pollice oltre le sue spalle avviandosi verso l'interno con lo sguardo perso di Laxus addosso. Nonostante la gaffe del numero, Mira non ha perso la sua occasione e io non posso che esserne gioiosa.
-Non dire una parola- sillaba Dreyar con faccia scura nel minacciare Natsu che se la ride ancora prima di infilarsi nella sua Jaguar e scomparire dalla nostra visuale in un rombo di motore.
-E' andato tutto alla grande, visto?- mormoro soddisfatta, il mio sguardo che va ad incastrarsi nell'angolo tra la terza e la quinta strada dove l'auto di Laxus è sparita.
-Grazie a te- soffia Natsu e io mi stringo nelle spalle negando la sua affermazione nel storcere leggermente il naso, nel voltarmi verso di lui sto per dare fiato alle mie parole ma Natsu blocca ogni mia  protesta perché si sporge verso di me circondandomi con le sua braccia.
Resto ferma e inerme, con gli occhi chiusi e la testa che vortica un po' nel concepire dopo qualche attimo cosa sia successo in uno millesimo di secondo.
-Grazie- sussurra Natsu nel stringermi forte.
Avvolta dal suo corpo, con il mio viso fiondato contro al suo petto caldo e solido tanto da sembrami immenso, riesco solo a mugugnare qualche mormorio ma non è nemmeno imbarazzo quello che sto provando al momento.
Sento caldo e -Grazie- ripete lui nel rinvigorire la morsa con cui mi tiene stretta ma che non fa male, stordita dal suo profumo sollevo un po' il naso e forse sarebbe stato meglio tenerlo nascosto tra le pieghe della sua camicia perché ora, coi i suoi occhi così vicini ai miei, sento di non avere più scampo.
Mi scosta i capelli dal volto, intanto sorride e io riesco solo a borbottare un: -Non l'ho fatto per te- capriccioso e caparbio e forse anche un po' finto ma a Natsu poco importa, continua a sorridermi  perso in chissà quale pensiero e con quel suo continuo fissarmi mi induce all'imbarazzo.
-Natsu- lo chiamo incredula -Non credi sia ora di lasc-
-Shh goditi il momento- soffia mortalmente serio facendomi irrigire e annaspare qualche mugugno -Rilassati- aggiunge, i suoi occhi che si assottigliano appena in un aggiuntivo ammonimento.
Ma resto paralizzata  e -Sembriamo due ragazzini idioti- bofonchio in preda al panico e in un sospiro lui mi lascia, sciogliendo l'intreccio si scosta da me ma senza allontanarsi troppo e sopratutto senza mai smettere di sorridermi.
All'improvviso sento come un vuoto, come se mi mancasse un pezzo e no, non volevo che mi lasciasse ma me ne rendo conto solo ora che non sento più il suo petto contro al mio.
-Lucy,  ti imponi dei stupidi limiti-  sentenzia facendomi inarcare un sopracciglio contraria e -Non è vero!- ribattere con fermezza ma ghigna e mi infastidisce.
Sono irritata dalla sua testardaggine, lo fulmino con lo sguardo ma -Non torneremo quelli di prima- afferma osservandomi  serio e più sicuro che mai e quasi non mi vengono i brividi.
Nuovamente quella sensazione di prima, quella paura che il suo sguardo intenso mi provoca, ma  attratta da lui come i poli opposti di due calamite,  non riesco a distogliere i miei occhi dai suoi.
-Goru-goru-  e quel commento camuffato in un evidente falso tossicchiare da parte di Zancrow, spezza il nostro sguardo, filo conduttore di pensieri nascosti nel cuore.
Nel voltarmi insieme a Nastu, i nostri sguardi incontrano quelli ridenti di Meldy e Rusty, Zancrow è in mezzo a loro, la mani dei suoi amici posate sulle sue spalle, le braccia conserte al petto e un sorrisetto malizioso stampato sul suo volto malandrino.
-Non stavamo facendo Goru-Goru! E poi si può sapere che vuol dire?!- strepito, sventolando una mano dopo qualche attimo passato a concepire ciò che ci ha detto, irritata anche dal fatto che, non conoscere un gergo giovanile, mi faccia sentire vecchia!
-Ragazzi! Chi ha guadagnato un provino per la Fairy Heart?- esulta Natsu in una domanda retorica nel avvicinarsi a loro a braccia larghe, rinviando ad un'altra volta la spiegazione di Goru-goru che al momento diventa superflua dato ciò che ho davanti a gli occhi.
Meldy salta letteralmente al collo di Natsu strillando urletti di gioia, anche Rusty e Zancrow lo racchiudono in una morsa esultante iniziando una serie di saltelli e cori goliardici e io sorrido felice senza neanche accorgermi.
Non è che un primo passo quello di stasera, ancora devono affrontare prove più dure eppure la loro felicità è qualcosa che tocca il cuore e lascia piacevoli sensazioni.
-Bene, ora direi che possiamo andare a festeggiare!- sentenzia Natsu arraffando tutti e tre con le braccia intorno ai loro collo in una compressa morsa affettuosa.
-Andiamo ad ubriacarci!- esulta Zancrow e quel: -Certo- soffiato velocemente di Natsu mi lascia un po' basita, sono appena maggiorenni e pur sempre dei ragazzini ai miei occhi, l'alcool non mi sembra la scelta più giusta.
Ma me ne resto in silenzio e in disparte, ferma poi nel guardarli muoversi verso la strada, almeno finché Natsu reclina il collo osservandomi perplesso.
-Lu? Che fai lì?- mi chiede con cipiglio prendendomi contro piede.
-Ecco io... non voglio impicciarmi- farfuglio senza dire nulla di concreto, non credevo che l'invito fosse rivolto anche a me ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Muoviti!- mi dice Natsu senza diritto di replica, sciolta la morsa sui Grimoire Heart, afferra la mia mano spintonandomi verso di lui, con poca grazia finisco col incespicare sui miei stessi passi e tentare poi una camminata frettolosa.
Riesco solo a scorgere il suo profilo ridente e, lasciandomi andare verso l'ignoto in questa notte d'estate, seguo Natsu mentre il sorriso si espande sul mio viso.
 

***


Una, due, tre... mi fermo e poi sorrido perché nonostante non sia più bambina, quello stupido gioco di contare le stelle ancora mi diverte e quindi me ne sto qui, seduta sul cofano posteriore della Karyu no Hoko di Natsu, a fissare col naso all'in su, il cielo notturno  tempestato di stelle.
I miei occhi ritornano verso il basso solo per dare una lappata al mio cono gelato al fiordilatte, un giro veloce di lingua ma abbastanza efficace da prenderne un bel po' e assaporarne il gusto tra le labbra.
Natsu ha avuto un'ottima idea, un bel gelato era proprio quello che ci voleva per festeggiare e anche se la sorpesa di portarci qui, appena fuori Magnolia, in un angolo sperduto di Clover Town a mangiare gelato non ha del tutto entusiasmato Zancrow che si aspettava una serata ben diversa, a me questa sorpresa è piaciuta molto.
Fin dall'inizio, Natsu non aveva nessuna intenzione di passare la serata tra i fumi dell'alcool e questo cambia ancora una volta il mio punto di vista su di lui, è chi l'avrebbe mai detto che Natsu Dragneel fosse un tipo responsabile?
Reclino il capo oltre la vettura, è sparito da un po'ora che ci penso e, affogando l'interrogativo di dove possa trovarsi con un altro assaggio al fiordilatte, mi rivolto osservando l'ambiente che mi circonda.
Ciò che una volta era un parco giochi per bambini, ora resta qualcosa di fatiscente e abbandonato a se stesso, solo un paio di altalene e la giostra rotante ad essere rimaste incolume dal tempo e dai vandali.
Le urla inferocite di Meldy  ai danni di un ghignate Zancrow, riportano la mia attenzione proprio sulla ruota, tra i seggiolini alternati di giallo e azzurro, i Grimoire Heart ridacchiano e si insultano al contempo giocando senza alcun ritegno come bambini.
Un altra leccata al gelato e lo sguardo finisce vagamente verso il lato destro della strada notando Natsu giungere da quella, cammina a passo sostenuto e io ho tutto il tempo di squadralo da capo a piedi  durante il tragitto.
Lui non sembra accorgersene e famelica divoro il gelato mentre i miei occhi analizzano il suo viso, poi le sue spalle ampie e il petto. Infilato in quella camicia bianca, Natsu è semplicemente bellissimo: i capelli scompigliati, le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti e le converse sotto ai jeans scuri lo rendono un po' trasandato ma irresistibile.
E' già successo che nei miei occhi si riflettesse il suo look non del tutto perfetto e, nonostante preferisca uomini impeccabilmente curati, avevo finito per essere attratta dal fascino di Natsu. E' stata la sera del matrimonio  di Levy e Gajeel, quando in quell'ascensore ancora ci detestavamo, eppure quella volta avevo dato colpa all'alcool...
-Ei- mi ridesta il suo sussurro, mi scuoto forzando un sorriso, la sua spalla sfiora la mia nel sedersi accanto e solo ora mi accorgo di quella bottiglietta già stappata di Breezer impugnata tra le dita. I miei occhi finiscono per puntarsi contro quella e -Avevo sete, a noi due è permesso l'alcool, no?- ghigna con aria innocente, invogliandomi a prenderne un sorso nel scrollare il collo della bottiglia verso il mio indirizzo.
-Be direi che ce lo meritiamo dopo tutta la fatica che abbiamo fatto-  asserisco posando il gelato sul cofano, grazie alla basa quadrata del cono resta perfettamente in equilibrio. Con le dita afferro la bottiglia, sfioro quelle di Natsu e in una sorsata annego quel pensiero proibito delle sue mani sul mio viso. L'alcool mi brucia un po' la gola fino ad irradiare di calore il ventre -Ammetto che festeggiare con l'alcool da più soddisfazione- sentenzio ripassandogli la bottiglia.
-Concordo- replica schiudendo le labbra per posarle sul vetro e concedersi un altro sorso.
Puntello meglio i piedi sul paraurti mentre con una mano abbasso l'orlo del mio vestito a rigoni arcobaleno distrattamente sollevato un po' troppo, sento il suo sguardo addosso e inclinando lo sguardo verso di lui, faccio in tempo a sorprenderlo con gli occhi puntati sulle mie gambe, solo una manciata di secondi prima di stornare lo sguardo lontano dal mio corpo.
-Anche se organizzare un mega festone a casa Redfox sarebbe meglio, no?-  trasalisce guardandomi di sottecchi. Scuoto il capo ridacchiando -Ma come hai fatto a convincere Gajeel ha prestarti la casa?- sbotto interrogativa.
-Be gli ho ricordato la nostra amicizia, i momenti passati insiemi e-
-Natsu- lo interrompo scettica -Come l'hai convinto?-
-L' ho minacciato- dice una alzata di spalle, come se fosse normale -Ho minacciato di spifferare a Levy quello che ha fatto da sbronzo all'addio al celibato, preferirebbe farsi sotterrare vivo piuttosto di farlo sapere a  Levy...-continua tirando giù una sorsata di breezer mentre una lieve preoccupazione mi deforma il volto.
Sono sicura dell'amore che Gajeel provi per Levy, morirebbe per lei, ma anche io sono fortemente legata a lei se pur in maniera differente e non posso che allarmi di fronte a quell'affermazione.
-Quell'idiota si è messo a piagnucolare come una donnicciola nel parlare di Levy, di quanto la ama e bla bla- sbuffa Natsu in una risata gracchiata e un sospiro di sollievo mi scappa dalle labbra.
-Oh Natsu!  L'amore è qualcosa d'inspiegabile, arriva a farti fare cose che mai avresti solo osato pensare- gli dico un po' saccente premendo meglio i palmi sulla carrozzeria rosso fuoco nel dondolare i piedi.
-Perché ogni volta parli come sei io non sapessi cos'è l'amore?- protesta poco convincente e basta quel mio sguardo eloquente a farlo desistere da qualunque altra protesta.
-Ok, forse non ho mai provato nulla di paragonabile a quello che prova Gajeel per Levy ma..- il mio sguardo persiste e Natsu nuovamente si interrompe, la sua espressione si rassegna e -Ok non sono mai stato innamorato, ma solo preso, come dici tu- borbotta gesticolando con le dita mentre una risatina da sfogo alla mia piccola vittoria personale.
-E poi me lo doveva dato che è grazie a me se ha sposato Levy- borbotta rivolgendomi un sguardo eloquente nell'incrociare il mio scetticamente perplesso.
-Il giorno del loro incontro? Al centro commerciale? Hai presente no!?- mi ricorda in una serie di indizi con tanto di palmi svolazzati in aria e si, ricordo benissimo il loro primo incontro, Levy mi aveva parlato per giorni di quel tipo burbero e maleducato incontrato durante la presentazione del suo primo libro.
Quel tizio l'aveva fatta uscire dai gangheri, non ricordo nemmeno per quale motivo e, anche se erano insulti ed epiteti piuttosto coloriti, a lei brillavano già gli occhi quando parlava di Gajeel Redfox, quel pomposo e sfigato cantante di un gruppo emergente che probabilmente non avrebbe mai sfondato... almeno questo diceva un'arrabbiata quanto attratta Levy.
-E tu che centreresti ?- domando a sopracciglio inarcato.
-Avevo organizzato io a Gajeel l'esibizione proprio a quel centro commerciale, lo stesso giorno della presentazione di Levy!- sbotta con ovvietà non tramutando di una virgola la mia espressione rigida.
-E' stato il destino a decidere- replico e lui storce il naso -Non crederai al destino vero?- mi dice un po' seccato.
-Certo-
-Lucy non esiste il destino, siamo noi a costruire il nostro futuro giorno per giorno-
-Io invece credo che sia tutto già scritto- replico senza arrabbiarmi, forse un tempo avremmo finito per litigare dato l'ennesimo argomento in cui ci ritroviamo ad essere disaccordo, ma non stasera, gli rivolgo un sorriso e lui ne sembra sorpreso.
-Gajeel e Levy si sono rincontrati casualmente un  paio di settimane dopo e da lì è iniziata la loro storia d'amore, era destino che si dovessero innamorare nonostante quel primo incontro non del tutto idilliaco- snocciolo osservando le stelle con aria sognante.
Lui inclina il capo di lato e -Quindi anche se Levy e Gajeel non si fossero incontrati quel giorno, sarebbe comunque successo secondo te?- mi chiede in un ghigno nel sporgersi verso di me, io che annuisco.
-Si, se due persone sono destinate a stare insieme accadrà lo stesso al di là del tempo o delle coincidenze o degli incontri disastrosi - confermo sicura e nell'inclinare il volto verso di lui che si avvicina ancora un po' continuando a ghignare
-Il nostro appuntamento è stato disastroso- mi ricorda con una strana malizia.
-Natsu, sono cinque anni ad essere disastrosi-  gli ricordo con cipiglio ma che presto viene cancellato dal suo sorriso malandrino e quella paura di qualche ora fa torna manifestarsi nel mio stomaco sotto forma di spasmo violento.
-Sempre dell'idea che sono io a decidere del mio futuro, quando non voglio una cosa o quando la voglio fare accadere-  soffia maledettamente roco, da pelle d'oca insomma.
La sua voce mi riempie le orecchie e in un battito di cuore perso lui azzera del tutto le distanze,  a palmo pieno mi cattura la guancia, sento la pelle andare a fuoco dove mi sta toccando e col naso gioca a sfiorare il mio.
Lo fa piano e ad occhi chiusi, mentre io boccheggio senza fiato e lui sorride contro la mia pelle -Adesso la voglio- afferma e quello spasmo torna a contorcermi le viscere.
Sento lo stomaco in tumulto, i suoi polpastrelli accarezzarmi la guancia e il suo fiato infrangersi tra le mie labbra schiuse spontaneamente. Natsu odora di Calvin Klein e brezeer alla menta, tutto ciò è eccitante a livelli esorbitanti, tanto da farmi contrarre involontariamente i muscoli delle cosce.
E quando le sue dita scivolano dietro la mia nuca, tra i capelli e i miei occhi si chiudono, qualcosa scatta a molla nella mia testa.
Quella paura, il timore di prima, solo ora so darne un significato: inconsciamente avevo già capito che Natsu ha deciso di fare sul serio stasera, niente più giochi o provocazioni.
Ma è intenzionato fino in fondo in qualcosa di vero e carnale e questo mi spaventa terribilmente perché io non rischio, io non mi getto nel vuoto, io non sono leggera.
Sento le sue labbra solleticarmi la guancia e poi scostarsi verso l'angolo della bocca, una traccia bollente la sua che mi fa scappare un piccolo gemito.
Io sono razionale, io prevedo le situazioni, analizzo le persone... io ho dei limiti.
Bollente, Natsu è terribilmente caldo a livelli febbricitanti e quel suo calore mi avvolge in qualcosa di pericolosamente eccitante e, in quella frazione di momento in cui schiude le labbra per avvicinarsi alle mie, io penso a cosa resterebbe dopo questo fuoco divampato tra di noi.
E poi succede.
Succede che mi scosto, ad occhi chiusi e mascella serrata io mi scosto dalle sue labbra facendo morire quel bacio mai nato che forse sarebbe stato meraviglioso, ma a quale prezzo?
Non resterebbe che la cenere dopo il nostro fuoco.
Io sospiro, lui che sgrana gli occhi visibilmente spaesato prima, terribilmente perplesso poi mentre una strana sensazione mi avviluppa lo stomaco: la totale amarezza.
Perché quel bacio lo volevo, lo volevo davvero ma probabilmente non come Natsu, lui non pensa alle conseguenze  mentre io si, a lui non gli si spezza il cuore a me si, perché tra noi potrebbe finire solo male e io non sono una fenice, non risorgo dalle mie ceneri ma ogni volta muoio un po' dentro.
E iniziare una qualunque cosa con Natsu vorrebbe dire solo ciò e non posso permetterlo, non correrò un rischio che so già che porterà a morte certa,  tra di noi non c'è ancora nulla e la Lucy celebrale è tornata appena in tempo per portarmi via dai guai.
Però rinunciare fa stranamente male.
Toglie la sua mano dai miei capelli portandosela repentinamente su una coscia, Natsu è quasi ansimante e non so se è per il  momento venuto poi a mancare o lo shock appena subito.
-Lucy.. io- annaspa in difficoltà mentre l'imbarazzo ci divora entrambi.
-Non.. non mi hai più detto che ti è successo ritornando a casa..- farfuglio nel vano tentativo di riportare un clima normale tra di noi, sforzo una specie di sorriso anche se al momento l'unica cosa che mi verrebbe fare, sarebbe solo scappare via da qui.
-Emm si-  mormora ma con ancora lo sguardo assente e la mente persa chissà dove almeno finché non indirizza il suo sguardo verso di me, i suoi occhi ancora un po' vuoti e -Un procione- sillaba senza guardarmi direttamente, facendomi aggrottare le sopracciglia.
-Un procione mi ha attraversato la strada- aggiunge poi nel mettermi finalmente a fuoco nonostante  sia un pezzo a trovarmi davanti al suo sguardo.
-Un procione? A Magnolia?- domando asciutta e poco convinta dalla sua affermazione di prima, dopo attimi di silenzioso stupore passato ad osservarlo sbigottita.
-Natsu- lo ammonisco nel piegare il capo di lato ma -Ti sto dicendo la verità!- sbotta stendendo un palmo pieno verso di me.
-Un procione enorme mi ha tagliato la strada- farnetica in un modo così convincente da strapparmi un risolino incredulo, lui resta a guardarmi a bocca aperta sgomento prima di aprirsi in una risata fragorosa che va ad unirsi con la mia.
Questa risata che sembra far dissolvere la tensione tra di noi ma non del tutto, perché Natsu sorride ancora ma i suoi occhi sono scuri, mancano di luce e all'improvviso sento disagio ma nascondo il tutto in un sorriso a fior di labbra.
-Vaffanculo Zancrow!- e l'urlo di Meldy ci strappa via dal momento, Natsu sospira a capo chino e -Forse è meglio tornare a casa- dice regalandomi un sorriso prima di balzare giù dal cofano e richiamare i tre scalmanati all'ordine. Faccio per scendere quando si volta e quella sua richiesta mi blocca sul posto.
-Senti Lu non è che guideresti tu? Sono due notti che le passo quasi in bianco, sono a pezzi e la strada per Magnolia è lunga- borbotta con noia non facendo caso alla mia totale paralisi nel voltarsi e disfarsi della bottiglia ormai vuota.
-Lucy?- mi richiama dato il mutismo -C'è l'hai la patente, no?-
-Si- rispondo di getto, pentendomi l'istante dopo mi mordo la lingua -Ma ecco è la tua auto- tartaglio in una risata nevrotica ma Nastu svolazza una mano, nell'altra le chiavi già pronte.
-Non è un problema, mi fido di te- sorride e oh... si fida di me ha detto..
No! Scuoto il capo, non è questo il momento di perdersi tra le sue parole.
-Davvero Natsu,  non vorrei mai profanare la tua bambolina- continuo pateticamente e forse dovrei confessargli il reale problema ma no... è troppo imbarazzante dai, passerebbe la metà del tempo a prendermi in giro.
La sua faccia si accartoccia in pura perplessità ma prima che possa dedurre qualcosa con quel suo sguardo indagatore, l'arrivo di  Meldy, Rusty e Zancrow mi salva dalla situazione e letteralmente scappando, mi infilo in auto, piazzandomi sul sedile del passeggero in silenzio e imbarazzo.
Vengo raggiunta qualche istante dopo, i Grimoire Heart invadono l'abitacolo tra urla e chiacchiericcio sommesso e Natsu, sedendosi al posto del guidatore, mi osserva interrogativo ancora qualche istante prima di allacciare le cinture e mettere in moto l'auto.
Ma io, con lo sguardo puntato capricciosamente verso il finestrino, faccio finta di nulla, questo è quasi peggio del quasi bacio di prima...
Nel ricordare quel momento mi volto verso Natsu osservando il suo profilo concentrato sulla visione della strada.
Chissà come sarebbe stato.. Mi massacro le dita tra loro imponendomi l'ultimo pensiero di questa folle nottata: è stato meglio per entrambi evitarlo quel bacio... no?...
 


Angolino Daimler: Buona sera amici! Come promesso sono riuscita a pubblicare in tempi brevi e avrei anche pubblicato in un orario piuttosto decente se alcuni imprevisti non avessero invaso totalmente la mia giornata.
Spero che il cap vi sia piaciuto e sopratutto questo "colpo di scena" finale ma quel bacio mancato mi servirà ad allungare la storia ancora un po' e sopratutto a rendere le cose tra Nastu e Lucy ancora più interessanti.

Grazie di cuore amici miei, in solo 4 giorni lo scorso cap ha ricevuto 14 recensioni e piu di 500 visualizzazioni nonostante l'attesa che vi ho fatto subire, grazie per questi numeri. Grazie per il vostro affetto e sostegno che stanno rendendo questa storia un mio piccolo successo personale. Grazie per la pazienza.
Ammetto che questo cap non mi soddisfa a pieno ma spero comunque di avervi lasciato un bel sorriso con questo aggiornamento, io intanto mi impegnerò a non farvi aspettare troppo per il prossimo.

Un bacio e buona notte! Io vado a nanna che sto lunedì mi ha proprio ammazzata...

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Capitolo 11
*** Dolce come sale, aspro quanto miele ***



-11-

-Dolce come sale, aspro quanto miele-

 

-Lucy:



~Il chiacchiericcio altisonante che si propaga intorno a noi, quasi non copre del tutto  la musica che suona imperterrita dall'interno del locale. Le porte che danno l'accesso alla terrazza sono state lasciate appositamente aperte per dare più spazio di movimento a personale e clientela e dal nostro tavolino, posizionato accanto a una delle balaustre che ne racchiude il perimetro, è comunque  udibile la canzone passata al momento, una di quelle latine, calde e provocatrici di movimenti maliziosi. Come un dolce sottofondo, si insinua tra le nostre chiacchiere sottoforma di muta osservatrice, in questa serata di sole donne, in un locale diverso dal Fairy Tail.
-Non è male questo Honey Bon- afferma Mira nel guardarsi intorno prima di rivolgerci un sorriso plateale, confermando la sua affermazione con mugugni positivi e gesti col capo da parte di tutte noi.
-Già, proprio niente male...- precisa Cana senza nascondere occhiate languide di puro apprezzamento verso i  tre barman dietro al bancone all'interno della sala, ben visibili dalla sua postazione. Le sue labbra cariche di rossetto fucsia si inarcano in un sorriso malizioso nel scorgere il movimento di bacino improvvisato di uno di loro nel shekerare abilmente un cocktail e -Si baby, muovi così i tuoi Honey Bon!- esulta l'istante dopo con tanto di pugno e braccio rotante a sottolinearne l'enfasi.
Il nostro tavolo sprofonda nel delirio  totale delle risate che la nostra pazza amica ci regala, era da un po' che non organizzavamo qualcosa solo tra di noi escludendo la presenza degli uomini e, complice quella loro sacra partita di poker mensile a casa Fullbuster, Juvia ha pensato bene di proporre un uscita tutta al femminile.
Le risate scemano di qualche grado, Mavis seduta di fronte a me tra Juvia e Mira, accarezza il suo pancione nel puntarmi lo sguardo addosso -Come hai scoperto questo posto?- mi chiede curiosa attirando l'attenzione delle altre già pronte a sentirne la risposta ma l'impatto di quella che dovrebbe essere un innocua domanda è traumatico, quasi non mi agito sulla sedia in uno sciocco balbettare.
-Perché non  l'ho già detto?- mento ridacchiando, salvata in corner dall'arrivo dei nostri cocktail. La giunta della procace quanto avvenente cameriera le distrae momentaneamente, apparsa in prossimità del nostro  tavolo, ha con sé il vassoio colmo dalle nostre ordinazioni. Il suo sorriso cortese accompagna i movimenti precisi nel porgerli, scomparendo poi, seguita dal mio sguardo,  tra il marasma di gente che affolla il locale.
E' una dolce distrazione quella di perdermi ad osservare la clientela, chiazze colorate e il vociare simile a un ronzio di vespe serve ad estraniarmi dalla realtà ma basta quel  sibilo civettuolo da parte di Cana che -Bionda- mi chiama canzonatoria facendomi inclinare il viso verso il suo -Allora, come hai scoperto questo posto?- aggiunge maliziosa in un atto di estrema curiosità.
La tensione torna ad assalirmi e priva di salivazione boccheggio una serie di mugugni soffocati, i volti delle mie amiche puntati addosso sono palesemente perplessi e curiosi e io non posso che buttare fuori la verità con imbarazzo mista a rassegnazione, perché già so che non mancheranno nel commentare.
Ma poi al diavolo! Non ho mica  commesso un delitto no? E loro sono le mie amiche quindi non mi faranno di certo un processo!
-Me l'ha suggerito Natsu- getto con un po' di vergogna percependo benissimo la perplessità che invade tutte loro, a Juvia sfugge un: -Ah- sorpreso, immediatamente, e malamente, camuffato dopo da un sorriso tirato.
-Tu che accetti consigli da Natsu?- esclama invece Cana, io che annuisco ostentando indifferenza -Be che c'è di male? Stavamo parlando di questa serata e mi ha proposto un locale-  borbotto con forse un po' troppa aggressività nel gesticolare.
-Mi sembra strano- si stringe nelle spalle lei, l'innocenza le caratterizza il volto solitamente piegato in un espressione da furfante.
-Sto scoprendo di lui lati sopportabili- affermo passiva riuscendo a cavarmela, Cana infatti fa spallucce dandomi tregua e, mentre io ringrazio mentalmente la sua scarsa tenacia in certe situazioni, lei suggerisce un: -Ragazze che ne dite di un brindisi?- nel sollevare il suo Cuba libre appena servito.
-A questa serata?- domanda Mavis con entusiasmo, tra le dita il suo cocktail assolutamente analcolico e un sorrisone a illuminarle il volto.
-Io direi alle nuove scoperte!- propone Cana rifilandomi un' occhiata intrisa di doppi significati. Incasso il colpo con un sorriso plastificato e il tintinnio conseguente ne conferma la proposta, i nostri sorrisi complici si mescolano al sapore dell'alcool, bruciante e fruttato mi invade il palato dopo la prima sorsata, defluendo dritto al cervello fino a dissolversi poi in tutto il corpo, lasciandomi piacevolmente rilassata.
-Ma Lucy non è l'unica ad aver fatto nuove scoperte, vero? - Questa volta è Juvia a prendere parola, incrocia le braccia sul tavolo nel sporgersi con il busto lievemente in avanti e rivolgere uno sguardo eloquente verso Mira e Cana, quest'ultima del tutto indifferente di fronte a quella affermazione malandrina.
-Juvia si chiedeva come vanno le cose con Bacchius- insiste l'azzurra dato il mutismo selettivo che sembra aver colpito Cana e la sua loquacità.
-Vanno, almeno per ora- si limita a rispondere con scarso interesse nel scuotere la chioma bruna e un sorriso mi sfiora le labbra, non posso dire pienamente di conoscerla quanto Levy, ma di certo abbastanza da affermare che Bacchius non è come i precedenti, che non è solo sesso ma forse qualcosina in più e Cana è troppo buffa nel fingere che non sia così.
Il mio sorriso si tramuta presto in qualcos'altro nel guardarla, le labbra si piegano in dolce conforto: è cosi bella e fiera ma sembra stia pensando intensamente a qualcosa tanto da estraniarla dal gruppo. Leggo benissimo nei suoi occhi  ciò che le sta passando in testa in questo momento, quella sua ostinazione nell'affermare che tra lei e Bacchius non ci sua nulla di serio non è altro che timore di accettare il cambiamento che le è scoppiato nel cuore.
Perché affrontare l'ignoto fa paura.
Perché trovarsi in piena rivoluzione a causa di unica persona fa tremendamente paura e  io ne so qualcosa, uno spasmo allo stomaco mi fa portare le mani sul ventre e stringere appena i lembi della canottiera.
Dragneel, maledetto te.
Mi sta succedendo la stessa cosa, la mia ostinazione nell'ammettere che non provo assolutamente niente al di là di un normale rapporto amichevole tra adulti, amicizia venuta a crearsi solo nelle ultime due settimane tra l'altro,  è solo paura di ammettere che Natsu... che forse Natsu, ecco lui forse mi piace.
-...Così mi ha chiesto che la cena potremmo farla direttamente a casa sua, vedere poi un film in lingua originale, parlando abbiamo scoperto di avere questo interesse in comune-  la voce trillante di Mira mi riporta alla realtà, ci vuole qualche secondo prima che metabolizzi il tutto e capire che la conversazione si sia spostata su di lei e quella sua pseudo frequentazione, per ora solo telefonica, con Laxus Dreyar.
-A-ah ma quale lingua originale ? Qui l'unica lingua che Laxus vuole sentire è un altra- ed eccola che Cana torna ad essere pervy-Cana, maliziosa schiocca la lingua e -Non è che il nostro produttore è molto bravo con il dritto e il rovescio, eh piccola Mira?- sogghigna posando il mento sulle dita incastrate tra loro, i gomiti ben puntellati contro il tavolino.
-Se la cava con tutte le faccende di casa ma non mi sembra proprio il tipo da cucito- replica lei nel picchiettare un dito sul mento con fare pensoso. Incredula di fronte a tanta ingenuità sospiro salvo poi sorridere intenerita.
Beh Mira è fatta così e noi le vogliamo un gran bene.
Dalla sera dell'esibizione dei Grimore Heart, lei e Laxus si sono sentiti parecchio e a quanto pare l'interesse del bel tenebroso nei confronti della nostra Mira non si è ancora spento. Qualcosa scatta a molla nel mio cuore nel ricordare la sera della trappola organizzata a Laxus, la mente viaggia veloce, ritorna a due giorni fa, in quel parco giochi abbandonato e ancora una volta non posso che pensare a lui e a quel quasi bacio... un brivido serpeggia lungo la mia pelle nel prendermi a morsi il labbro inferiore.
Non che me ne sia pentita! ovviamente! E' stata la scelta giusta e fortunatamente le cose tra di noi non solo assolutamente cambiate dopo quel momento mancato, anzi.
Da quando io e Natsu conviviamo litighiamo di meno, ci piace passare il tempo insieme come mangiare, guardare un film o semplicemente parlare e quello che è successo a Clover non ha per nulla influenzato il nostro rapporto.
Anche se...
Anche se ho l'impressione che Natsu il più delle volte si sia trattenuto con me negli ultimi due giorni.
Il gomito di Cana conficcato in una costola serve benissimo a riportarmi nuovamente alla realtà -Eih sei dei nostri?- soffia scocciata osservandomi con sospetto.
-Si- ed esce in maniera sicura nonostante le immagini di Natsu e i suoi occhi stupendi a torturarmi la mente, ma stasera sono con le mie amiche e non posso permettere di essere assente, queste serate tutte al femminile sono una tale rarità!
E mentre Mavy spiega alla nostra bimba cresciuta solo in altezza a cosa Cana si riferiva realmente, lei mi bisbiglia qualcosa nell'orecchio.
-Uno dei camerieri ti fissa in continuazione- mi dice sottovoce senza farsi sentire dalle altre, indicandomelo con un cenno del capo. Istintiva e curiosa inclino lo sguardo dove quello di Cana suggerisce.
-E' carino- mi fa presente con un sorriso malizioso -Se vuoi posso aiutarti ad agganciarlo quando passa- aggiunge in un ghigno che è tutto un programma.
Ma mugugno incerta e -Si è carino- confermo piatta -Ma sta lavorando e non credo voglia essere disturbato- liquido la faccenda nel distogliere lo sguardo su di lui e dare una sorsata al mio drink. L'alcool torna bruciante ad invadermi la gola ma qualcosa distrae il mio rituale, avverto come una strana presenza incombere su di me e, sollevando solo gli occhi in direzione della fonte oscura e attrattiva, trovo lo sguardo di Cana accigliato e puntato  direttamente su di me.
-Che c'è?- le domando sorpresa e con la cannuccia ancora incastrata tra i denti ma continua a fissarmi finché non inarca un sopracciglio -Non vuole che lo disturbiamo?- ripete meccanicamente dandomi un certo senso di disagio.
-Lucy, io potrò non essere sempre la persona più sensibile e discreta del mondo e a volte manco di sottigliezza ma se c'è una cosa che conosco sono gli uomini e quello...- sbotta non accorgendosi di aver alzato un po' i toni attirando l'attenzione delle altre, indicando con decisione il cameriere con il pollice senza voltarsi -...vuole essere molto più che disturbato da te!-
Resto basita e senza parole e quasi non mi viene uno spasmo quando -Mi sa che sei tu quella che non vuole essere "disturbata"- afferma stizzita nel mimare nell'aria il segno delle virgolette.
-Non ho detto questo!- riesco solo a rantolare dopo aver ingoiato aria a vuoto ma il suo sguardo si fa maledettamente eloquente e -Di la verità, ti stai facendo "disturbare" da qualcun' altro...- insinua sospetta  senza celare quel suo ghigno dispettoso.
Nuovamente senza fiato, resto in silenzio spostando lo sguardo sulle altre e dalle loro espressioni sembrano tutte perfettamente d'accordo con Cana -Ultimamente sei sempre pensierosa- mi fa notare Mavis senza alcun tipo di rimprovero nella voce, Mira annuisce e Juvia allarga un sorriso.
-Anche Juvia ha notato che Lucy è diversa in questo periodo- prende parola mentre il mio cuore martella furioso alla consapevolezza che le mie amiche si sono accorte di tutto -E si chiedeva se forse lui la stesse disturbando più del solito ultimamente- sfarfalla le ciglia nel dirlo.
-Ma lui mi disturba sempre lo sai!- sbotto ormai colma di esasperazione, perché ho un maledetto bisogno di parlarne -E che prima mi disturbava in un modo e ora in un altro, mi sta mandando al manicomio!- piagnucolo gesticolando, così presa dal momento sfogo da non badare di come la faccia di Juvia sia diventata una maschera di totale stupore.
-Juvia non pensava che foste già arrivati a quel punto, che fosse quel tipo di uomo ecco...- mormora incredula lasciandomi spiazzata, perché dice così? Dai, come se anche lei non conoscesse Natsu...
-Guarda senza nulla togliere a Bacchius, con cui NON ho una relazione- interviene Cana a braccia conserte -Io non sarei così scocciata di venire spesso disturbata nell'altro modo! Al di là del fatto che  penso davvero che a questo mondo la gente dovrebbe fare più sesso, Lucy compresa!-
La situazione sta degenerando, Mavis rotea gli occhi al cielo, Mira mi guarda senza lasciar trasparire se ha capito o meno e Juvia scalpita sulla sedia.
-Cana ma che dici? Dan è un gentiluomo!- esclama.
Dan. Parlava di Dan.
E se Cana aggrotta le sopracciglia dato che non conosce il fantomatico Dan, io deglutisco ridacchiando poi istericamente, subito dopo mi ritrovo a scansare con la bocca la cannuccia e tracannare direttamente l'intero cocktail in un gesto dettato dal nervosismo.
Ma si può essere così sceme?! No, ditemelo!
-Dan è un cardiochirurgo del Magnolia Hospital, affascinante, carismatico e da qualche tempo ha messo gli occhi su Lucy...- spiega Juvia,  continuando in quella sequela di complimenti rivolti tutti al dottor Straight, non risparmiando di mettermi in imbarazzo -..Insomma per te è perfetto Lucy, e Juvia crede davvero che formereste una bellissima coppia!- spicciola in quello che sembra quasi uno slogan da pubblicità.
Mugugno soltanto in una sorta di affermazione poco certa, Dan non sta più nei miei pensieri da troppo ormai per considerarlo un interesse, ma preferisco tacere e non dire nulla a Juvia, lei ci terrebbe molto e devo anche ammettere che con me non si è mai sbagliata.
Fu lei a presentarmi Loki...
Con le labbra ancora incollate tra il bordo di cristallo, la stessa inquietante presenza che ho avvertito poco fa, torna nuovamente a incombere su di me e non mi stupisco, una volta sollevato gli occhi, di trovare lo sguardo di Cana accartocciato in un mix di certezza e perplessità.
Restiamo a guardarci solo qualche istante prima che i suoi occhi si sgranino, colta dall'illuminazione folgorante Cana spalanca la bocca e -Oh mio Dio stavi parlando di Na...- ma le mie mani portate a tapparle quella boccaccia, interrompono brutalmente la sua esclamazione impedendomi così di uscire allo scoperto.
-Ti prometto che ti dirò tutto appena siamo sole- bisbiglio in preda alla disperazione, stringendo forse un po' troppo i palmi intorno al suo viso, la sento mugolare sull'orlo del soffocamento e, quando avverto gli sguardi di Mira, Juvia e Mavy guardarci con perplessità, mi scollo da Cana ridacchiando nervosa.
-Aveva una sbavatura di rossetto- gracchio bugiarda cercando di essere convincente ma è Cana a tirarmi fuori dai guari, mi lancia una rapida occhiata complice -Ma Mavis non ci hai ancora raccontato come è andata l'ultima ecografia!- esclama stendendo un palmo verso di lei che quasi non sussulta data la foga con cui ha esordito -Zeref ha pianto di nuovo?- aggiunge annuendo d'interesse nel registrare le prime informazioni.
E' un ottima strategia quella di chiedere a Mavis novità sul bebè, una volta che incomincia a parlarne diventa un fiume in piena.
Schiocco uno sguardo di puro ringraziamento a Cana, lei nasconde un ghigno storto  nel stringere le labbra e rivoltare poi lo sguardo verso le altre, so che appena saremo sole mi toccherà raccontarle tutta questa follia.
Faccio in tempo a sentire dire a Mavy che questa volta Zeref è riuscito a trattenersi almeno i primi cinque minuti, prima che il ronzio proveniente dalla mia borsa mi faccia sussultare  e cercare con foga lo smartphone all'interno.
Mi accorgo interrogativa che un numero non presente nella rubrica mi ha mandato un sms, per la precisione tre di fila. Con il pollice scorro lungo la schermata e aggrotto le sopracciglia nel leggerne il contenuto:

-Scommetto che le stelle stasera sono poche da contare.
-Ma ti immagino comunque con il naso all'in su, tra Cana già ubriaca e Mavy che parla ininterrottamente di fagiolino.
-Io intanto penso a come spennare fino all'ultimo centesimo Zef e Gray, augurami buona fortuna.

E' Natsu, non c'è dubbio e senza volerlo sorrido, senza volerlo mi sento felice e porto le dita a mordicchiarle tra i denti maliziosa mentre penso a cosa potrei rispondergli.
Ma aspetta un momento! Come fa ad avere il mio numero?!
 

 

-Natsu:


-Arrivo!- esclamo spazientito nel registrare in lontananza l'ennesimo ringhio  di Gray perfettamente udibile dal salotto, in un gesto secco apro lo sportello del microonde tirando fuori i nachos caldi caldi. Un paio di imprecazioni rotolano fuori dalla lingua nel scottarmi le dita tramite la porcellana rovente e, abbandonando malamente  la ciotola sul tavolo, ritorno ad occhieggiare il mio  smartphone, sorridendo  nel scorgere sull'angolo a sinistra quella notifica di un sms in entrata.
E' lei ne sono sicuro, Lucy mi ha risposto.
Poggio i gomiti sul ripiano della cucina in una posizione più comoda  mentre un ghigno mi deforma le labbra nel aprire il messaggio.

-Qualcuno dovrà darmi una bella spiegazione quando torno a casa ma tranquillo, ti sei già fatto perdonare, il posto è stupendo.
Grazie e buona fortuna.

Poche parole le sue ma che mi riempiono il petto di buone sensazioni, le dirò dopo che il numero l'ho rubato dallo smartphone di Zeref, il mio pollice oscilla appena sulla la tastiera ma senza toccarla perché un pensiero mi distrae: cinque anni che ci conosciamo con Lucy e solo ora mi ero accorto di non avere il suo numero in rubrica, tanto meno lei il mio.
A nessuno dei due non è mai interessato avere quello dell'altro.
Resto a fissare lo schermo mentre penso a qualcosa che, concepirlo ora,  sembra davvero assurdo: perché non riuscivamo ad andare d'accordo? Insomma io sono uno spasso e lei non è poi così male... anzi Lucy non è male per niente.
Mi mordo un labbro e le immagini di lei che si scosta tornano a bruciare in mezzo al petto, scrollando la testa per non pensare più a quella mezza delusione, le digito di fretta uno smile che la fa l'occhiolino e già me la immagino sorridere mentre avanzo verso il salotto, dove il tavolo adibito per la nostra partita di poker, ci aspetta.
Mi ero ripromesso di non pensarci più e sopratutto fingere che la cosa non abbia per nulla infastidito o destabilizzato la mia sanità mentale... è solo che...
E' solo che ero convinto di interessarle in quel senso e quel momento era così perfetto, o almeno mi era sembrato, tanto che la voglia di baciarla non era  stata dettata per nulla da una qualche stupida strategia, io volevo semplicemente farlo.
Volevo sentirmi Lucy addosso.
Tra le dita sorreggo ancora il mio smathpone quando, arrestando il passo nel sentirmi osservato, mi fermo in centro al salone sollevando il mento verso Gray che accigliato mi guarda, come a studiarmi da parte a parte.
-Be?- chiedo in un mugugno interrogativo nel sollevare le spalle mentre i suoi occhi si assottigliano fino a ridursi a due sottili fessure, seduto accanto a Zeref entrambi hanno già preso posto ma deve ancora arrivare il nostro quarto uomo per iniziare a giocare.
Sto per farglielo presente prima che mi colpevolizzi ma -Perché ci hai messo tutto questo tempo?- domanda gelidamente.
-Gray,  i nachos hanno il loro tempo di cottura-  replico infastidito.
-Magnifico! Peccato che non vedo nessuna patatina all'orizzonte!- borbotta teatralmente facendomi sbottare un:- Harg!- e battere le mani sulle cosce.
Ho dimenticato di portare la ciotola con me!
-Di la verità! Eri al telefono con qualcuna-  insinua ma la sua voce si fa sempre più lontana, voltandogli le spalle senza rispondergli sto già ripercorrendo il salotto e giunto in prossimità della cucina, arraffo la ciotola dei nachos  con velocità nell'avvertire il suono acuto del campanello, dirigendomi l'istante dopo verso la porta d'ingresso dei Fullbuster.
A Gray di certo non dispiacerà se faccio gli onori di casa al posto suo e poi sono stato io ad invitarlo a giocare, senza Gajeel a noi mancava il quarto uomo e chiederlo a lui mi è sembrata una buonissima idea e, ora che è arrivato,  è tempo di iniziare la partita senza più spazio per le distrazioni.
Lo scatto della maniglia precede la visione della sua immagine, con le mani in tasca e un espressione severa mi grugnisce una specie di saluto.
-Ciao Laxus-  rispondo io addossandomi sullo stipite per lasciarlo passare, si guarda intorno e -Patatina?- lo incalzo, sporgendo la ciotola verso di lui che guarda in una smorfia tra lo scettico e il semidisgustato -Forse dopo- mormora.
-Vieni ti faccio strada- dico sgranocchiando un nachos e frettando i passi - Fortuna che eri libero questa sera, senza il quarto uomo non se ne sarebbe fatto nulla- borbotto ripensando a come ho quasi sfiorato l'annullamento della nostra partita mensile nonché mia fonte di guadagno d'emergenza.
Se i Grimore Heart non si sbrigano a firmare un qualunque tipo di contratto con la Fairy Heart, finirà che farò la fame a fine  mese...
-Sai, sono contento che siamo diventati amici- me ne vengo fuori dal nulla, un'altra patatina masticata tra le mie parole.
-Dragneel, io e te non siamo amici- sibila.
-Ma scommetto che lo saremo presto, vero? Mira non fa altro che parlare di te- soffio con un'innocenza che non mi appartiene. Ghigno nel vederlo irrigidirsi, il suo fiato che si mozza e -Be ci stiamo solo frequentando per ora- sussurra con imbarazzo.
Un altro paio di passi e Laxus si schiarisce la voce -Le ho chiesto di uscire domani sera- mi confessa e io gli rifilo un occhiata seria perché,  per quanto il produttore musicale Laxus Dreyar abbia in mano il mio prossimo profitto, di certo non lascerei mai che una delle mie amiche soffra a causa di un idiota.
La sua mano che va a posarsi appena sul mio petto mi ferma dal proseguire, sorpreso il mio sguardo segue la traiettoria del suo braccio fino a risalire agli occhi che in un miscuglio di grigio e tenebra aspettavano i miei.
-Mira mi piace sul serio-
Faccio spallucce -Del resto non saresti qui se non ti importasse tanto di lei- commento atono sciogliendo il tutto in un sorriso.
Laxus non è un idiota e da come mi guarda ho capito bene che non è quel tipo di persona.
-E comunque sei il secondo che asserisce che non siamo amici, la cosa non mi spaventa- aggiungo in una nota sarcastica nel lasciarmelo dietro le spalle e indirizzarmi verso il salone, ghignando  nel pensare a chi me lo ha detto per prima.
-Zeref, Gray, lui è Laxus- lo presento  indicandolo con il pollice puntato oltre alle mie spalle,  nel prendere posto la ciotola dei nachos finisce in mezzo al tavolo, tra le bottiglie di birra e le fish sparse qua e la. Affianco Zef intento a dare le carte -Senti fratello- lo chiamo in un bisbiglio e, attirando la sua attenzione, nascondo il labiale dietro al ventaglio di carte per impedire che Gray e Lax mi sentano -Ho 30 jewels sul conto... non è che potresti evitare di vincere stasera?- gli suggerisco in un sorrisone cuccioloso nel tentativo di convincerlo.
La sua abilità a poker è sorprendente, mi chiedo perché sia uno dei membri ufficiali del nostro gruppo di gioco dato che con lui non c'è quasi mai partita.
 -Natsu. Non intendo barare per farti vincere- mi risponde in modo glaciale ma -Non ti sto dicendo di farmi vincere ma di non vincere tu- replico strategicamente -Lascia il gioco  a me, Gray e Lax- dico indicandoglieli con gli occhi -Voglio vedere come gioca, magari lui potrebbe essere il nostro quarto ufficiale- borbotto realmente stanco e Zef sembra essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.
Da un anno a questa parte è diventata quasi un'impresa trovare un giocatore fisso che sostituisca la mancanza di quello che era il nostro quarto uomo ufficiale e non parlo di Gajeel ma di Loki.
Inconsciamente i miei occhi si spostano verso un angolo del tavolo, solitamente occupava quel posto  e quasi non mi sembra di vederlo: il ghigno perenne, la postura impeccabile, le carte in mano e quella complicità con Gray, senza volerlo formavamo due squadre...
Dopo la sua partenza è stato un disastro dietro l'altro: la totale incapacità di Alzack, l'assenza mentale  di Gajeel per non parlare di quella fisica a causa dei tour,  l'incompatibilità nel socializzare di Lion, il cugino di Gray.
E Loki mi è mancato parecchio finora, ma stasera forse un po' meno.
-Va bene-  il sussurro stanco di Zeref viene registrato in modo lontano e ovattato, girandomi ghigna storto -In cambio verrai a cenare da noi nel fine settimana- sentenzia creandomi uno spasmo.
-Mi stai ricattando?- sputo indignato.
-Sto comprando l'affetto di mio fratello che è ancora più triste- borbotta, inarcando un sopracciglio verso di me a quel richiamo di Gray.
-Si, iniziamo- sbiascico un po' contrariato accettando così le richieste di Zeref ma ora non c'è più spazio per pensieri scuri: una luce ardente accende i miei occhi e un ghigno spavaldo si fa spazio tra le labbra, devo assolutamente vincere stasera!
 

***

 
Sarà mezzanotte, forse poco più. La fresca brezza serale mi accarezza la pelle scoperta delle braccia ed è un timido brivido sordo quelle che mi percorre la schiena, fino alle scapole, scuotendo appena tutto il mio corpo. Con la mano libera digito di fretta l'ennesimo sms e, una volta inviato a lei, in un battito veloce di polpastrelli blocco lo schermo riponendo lo smartphone nella tasca retro dei jeans.
Riporto le dita a frugare nel sacchetto di carta tenuto con quelle dell'altra mano, osservando con indifferenza le caramelle gommose che stanno  all'interno, pescando poi  un delfino ma un ghigno mi sfugge nel mangiucchiarlo quando, ormai, la figura di Lucy è a solo pochi centimetri da me.
E' bastato percepire il profumo buono del suo corpo per sentire la sua presenza.
Inclino lo sguardo verso il suo e -Oh Lu! Caramella?- esclamo come se fossi realmente sorpreso di vederla, sporgendo il braccio verso di lei che dritta sui tacchi alti se ne sta a braccia conserte sul petto e un espressione eloquente a decorarle il volto.
Tra le dita sorregge ancora il suo cellulare, probabilmente ha appena letto il mio messaggio, quello che le diceva di guardare a destra appena fosse uscita dal locale.
Cerca di non sorridere ma non ci riesce, le sua labbra lucide di alcool sono sollevate verso gli angoli in alto  -E tu che ci fai qui?- mi domanda sorpresa, ma cazzo non me lo sto immaginando, le brillano gli occhi e questo mi basta per farmi sentire stupidamente bene.
-Passavo di qui- mugugno nel stringermi tra le spalle ma serve poco a convincerla.
-Certo, casa nostra è dall'altra parte della città- fa infatti, ragion per cui stava andando via in taxi e non con le altre, le avrebbe costrette a fare un giro troppo lungo e ormai credo di aver conosciuto la vera pasta di cui è fatta Lucy.
Si preoccupa sempre per gli altri...
I suoi occhi profondi  mi regalano un brivido, no forse è stato di nuovo il vento e mentre lei mette via il suo cellulare piegando il capo verso la borsetta, io ne approfitto per scuotermi e riempire il petto di aria.
Mi sento strano.
-Be dato che ero da queste parti ho pensato di venirti a prendere- blatero in una bugia, in realtà è un altra la missione in cui intendo uscire vincitore questa notte.
Lei non risponde, allunga le dita e  in uno stropicciare di carta fruga nel sacchetto, si avvicina e io mi schiaccio contro la carrozzeria della mia macchina quando Lucy sfiora il mio petto con il suo seno, il calore mi invade lo stomaco fino a scendere un po' più giù.. merda.
Lei non sembra accorgersi di ciò che mi sta causando perché troppo intenta a rovistare tra le caramelle, aggrotta le sopracciglia e -Non trovo le liquirizie, mangio solo quelle- afferma, le dita ancora fiondate nel sacchetto salvo poi bloccarsi e guardarmi un po' smarrita quando -Non le ho prese, sono le uniche che non mangio- mormoro.
-Ah- soffia scostandosi, mentre l'evidente differenza tra di noi torna sottoforma di schiaffo in faccia e imbarazzante silenzio ma che dura poco perché il rumore della carta che mi scoppietta tra le dita riempie quell'attimo di imbarazzo, schiacciando il sacchetto lo appallottolo tra le mani buttandolo poi sul sedile posteriore -Be che ne dici di andare?- taglio corto.
Devo ricordarmi di prendere anche le liquirizie la prossima volta..
La sento annuire in un mugugno, sistemandosi meglio la borsa sulla spalla fa per raggiungere il lato del posto passeggero ma -No- le intimo cogliendola di sorpresa. Colma di stupore aggrotta le sopracciglia -Pensavo avessi detto che..-
-Guida tu- la interrompo mostrandole il mazzo delle chiavi nel ciondolargliele davanti al naso.
Lucy batte un paio di volte le palpebre e, passato un paio d'istanti ad osservare le chiavi come a focalizzarle meglio, sposta il suo sguardo mezzo sconvolto sul mio, mugugna qualcosa e so benissimo che inizierà a inventare una serie di frottole senza senso.
Ho capito cosa realmente la turba e voglio andare fino in fondo in questa storia.
-Ho bevuto- sputa infatti.
-Non mi sembri ubriaca- obbietto alzando le spalle -Ho bevuto anche io per la cronaca, dai è solo da qui fino a casa- insisto notando la frustrazione crescere a dismisura sul suo viso, in silenzio mi guarda implorante ma -Lu l'ho capito, tu hai paura di guidare- affermo ma non è un rimprovero il mio.
Sembra avere uno spasmo da come sgrana gli occhi e -Non ho paura! E che non guido da un po'...- sbotta con voce tremante. Piego il capo di lato -Da quando per la precisione?-
-Da un po'...- minimizza svolazzando una mano, arrendendosi di fronte al mio sguardo eloquente -Poco dopo aver preso la patente- ammette con imbarazzo -E che da sola alla guida vado in panico, ok?- si giustifica sbraitando un po' ma io le sorrido e forse serve un po' a calmarla o a sorprenderla non so, fatto sta che Lucy di colpo sembra meno tesa.
-Ma non sei sola, stanotte ci sono io con te- aggiungo scuotendo il polso, il tintinnio delle chiavi che vibra nell'aria la scuote da chissà quale pensiero, per un attimo mi è sembrato che Lucy non fosse più qui vicino a me ma immersa in qualcos'altro.
-Natsu.. non mi sembra una buona idea- mormora.
-O dai! Non puoi avere paura di una cosa  così stupida!- esclamo indicando l'auto con un palmo -Sei un chirurgo no?-
-E che c'entra?-
-Insomma, smuovi  i cervelli!  Per  non parlare delle tracheotomie con le penne e i trapianti d'urgenza senza anestesie-  elenco contando le informazioni sulle dita di una mano ma lei incrocia le braccia al petto, una smorfia scettica descrive la sua espressione.
-Credo che tu abbia una visione al quanto distorta sulla chirurgia- sentenzia austera facendomi storcere il naso.
-L'ho visto in Gray's Anatomy- asserisco alzando le spalle.
-Segui Gray's Anatomy?-
-Sì, mi piace un casino!-  esclamo ridente -Tu?-
-Non lo guardo... mi fa impressione- replica senza celare quel brivido di disgusto nel strizzare un po' gli occhi e la cosa mi sorprende a tal punto da lasciarmi attonito e: -Ti fa impressione?... sicura di essere un chirurgo?- dire in un mormorio stupito e fottutamente sincero.
E Lucy sbuffa infastidita, fa per voltarsi e indirizzare i passi verso la postazione del servizio taxi poco lontana da noi ma -Ei no, scherzavo dai!- la blocco prendendola per un braccio, facendola rivoltare verso di me.
-Volevo dire che  sicuramente farai cose incredibili ok? Non puoi avere paura di questo- la sprono, lei che sembra rimuginarci su e poi fa quello sguardo e mi sento strano, di nuovo.
Lucy ghigna -Perché ti interessa così  tanto che io affronti una delle mie paure?- soffia,  le sue labbra restano schiuse e pensieri proibiti mi pungolano -Perché so che posso aiutarti-  dico senza smettere di guardarla negli occhi, le mia dita lasciano una carezza sulla pelle liscia del suo braccio nel scostarle da lei e portare la mano lontano da Lucy prima che l'insana voglia di fiondarla tra i suoi capelli ceda alla tentazione.
Lei non vuole questo da me, a malapena abbiamo costruito un'amicizia e non voglio rovinare tutto perché sono terribilmente ingrifato.
Indecisa si morde l'interno di una guancia,  le mimo un muto: -Dai- supplichevole e serve finalmente a farla cedere anche se, nell'infilarsi in auto nel posto guidatore, Lucy mormora sottovoce una serie di insulti verso il mio indirizzo, ma io sono troppo felice nell'essere riuscito a convincerla per badare a quei: -Idiota, mi hai fregato...-
Entrambi ci ritroviamo uno seduto accanto all'altro -Saranno appena quindici chilometri, prenderemo la strada secondaria che a quest'ora sarà sicuramente deserta e...-  faccio per dire nell'allacciarmi la cintura ma il totale mutismo che arriva dall'altra parte attira la mia attenzione, voltando lo sguardo trovo Lucy come caduta in trans, osserva smarita innanzi a sè il volante neanche fosse uno di quei test di trigonometria che Zeref propina ai suoi studenti.
-Un passo alla volta, ok?-  soffio tentando un tono neutrale che non le metta agitazione -Frizione, freno e acceleratore- le indico in ordine dopodiché l'aiuto a sistemare gli specchietti in modo che siano disposti secondo la sua visuale e infine le luci, nel sporgermi verso la levetta apposita per l'accensione  però, accidentalmente le palpeggio  il seno con una mano nel ritrami.
Porca zozza è stato accidentale, giuro! Sono talmente imbarazzato da avvertire il calore della vergogna sprigionarsi rapidamente sulla mia faccia, da quanto tempo non arrossivo?
E' questo silenzio non aiuta.
-Non l'ho fatto apposta- dico soltanto in maniera asciutta  senza neanche riuscire a guadarla ma Lucy mormora -Fa niente- anche se con poca voce.
Entrambi siamo troppo tesi, lei per l'imminente guida io per la sua vicinanza... ma che cavolo! Nemmeno nell'adolescenza ho avuto così tanta soggezione nell'approcciare con una donna ma con quel bacio mancato, Heartphillia ha completamente rimescolato le carte in tavola.
Con lei è sempre un incognita, ogni mia strategia è vana contro Lucy.
Un rumore di colpi bruschi e metallici mi catapulta in macchina, inclinandomi verso la fonte scorgo le mani tremolanti di Lucy tentare di centrare la fessura dell'ancoraggio in modo da allacciare la cintura di sicurezza, borbotta qualche parolaccia sapientemente censurata e, dopo il terzo porca paletta, decido di darle il mio supporto.
Si blocca di colpo quando le mia mani avvolgono le sue -Devi stare tranquilla- le sussurro, aiutandola ad incastrare la fibbia di metallo nell'apposito aggancio, i suoi occhi bellissimi rapiscono i miei in questo istante di complicità. Le accenno un sorriso che non ha nulla di malizioso o strategico,  è solo un sorriso e lei, annuendo con più sicurezza, porta le mani sul volante.
-Sono pronta!- esclama  nel mettere in moto e quel mio bel sorriso raggiante si plastifica al suono fin troppo rombante del motore -Ops, forse ho schiacciato troppo sull'acceleratore- si scusa guardandomi di sottecchi mentre la mia mano si posa sul freno a mano nel spingere la leva verso il basso -Questo è meglio toglierlo se vogliamo partire- l'avverto tentando la voce calma.
Lucy annuisce  guardandomi un ultima volta, dopo di che punta gli occhi verso la strada avviando l'auto con fare riluttante, incespica un po' con i pedali provocando un guida singhiozzante e incerta e  dal potere poco rassicurante, la mia mano va stringere compulsiva la cinghia che mi stringe sul petto mentre l'idea che forse, ho appena fatto una cazzata nel propormi come istruttore improvvisato, incomincia a invadermi mente e viscere.
 

L'aria fresca che arriva dal finestrino aperto mi sferza il viso, colpi di vento frustano il mio braccio per metà cadente fuori dallo sportello regalandomi piacevoli brividi sulla pelle. Devo ammettere di essermi allarmato per nulla perché Lucy, dopo un iniziale partenza poco convincente, ha mantenuto una guida piuttosto stabile ed ad ogni minuto che passa, sembra essere sempre più sicura, riesce a cambiare  le marcie senza più insaccare   il cambio.
Siamo rimasti in silenzio per quasi tutto il tempo, la radio è accesa e "The scientist" suonata di noi.
-Se penso che non ho guidato finora! E' così facile n0?- esclama e voltandomi a guardarla la trovo ridente, la vista ancora attentamente posizionata sulla strada deserta, i capelli sciolti le ricadano quasi fino al ventre, non mi ero mai accorto che li avesse così lunghi. Lucenti anche di notte, svolazzano appena.
-Potremmo fare altre guide finché non ti senti più sicura- le propongo placidamente, la proposta viene accetta con un rapido movimento del capo accompagnato da un sorriso.
Lucy sembra una bambina, basta poco per renderla felice.
E' cosi attenta a guidare che non fa attenzione al mio sguardo fin troppo duraturo posato su di lei,  non c'è un solo dettaglio del suo corpo che la mia vista ingorda non catturi: il ventre piatto, i seni gonfi, quel suo lento respirare che da un ritmo cadenzato al torace, su e giù.. su e giù..
Mi ipnotizza trascinandomi in pensieri pericolosi, come quella sera quando ho frainteso tutto.
Nessuna donna ha mai rifiutato un mio bacio e se Lucy l'ha fatto è soltanto perché per me non prova nulla che semplice simpatia, accettarlo mi fa talmente schifo che digrigno i denti ma è solo fastidio giusto?  Ego maschile.
Non quell'altra cosa, no.
-Natsu...- mi chiama ridestandomi e innescando in me un stato di allerta, il suo tono sembra improvvisamente insicuro e anche l'espressione del viso è notevolmente cambiata -Cos'è quello?- mormora indicando con lo sguardo  preoccupato quel che ora è solo una sagoma nera che immobile se ne sta in centro alla carreggiata.
In un paio di metri scorgo meglio la figura che si presta difronte a noi e che sembra non abbia nessuna intenzione di spostarsi e scrutando meglio i dettagli, anche grazie all'immediata vicinanza, riconosco subito con stupore di cosa si tratta, non c'è dubbio! Quella palla di pelo grigiastra sollevata sulle due zampe non è nient'altro che
-Il procione!- urlo in una esclamazione goliardica nel sorridere  -Ora mi crederai ch... Lucy?!-  faccio vittorioso nel voltarmi verso di lei ma pietrificarmi seduta stante nel percepire dal suo viso lo smarrimento misto a terrore.
-Che Dovrei fare?!- urlacchia stringendo le dita spasmodicamente intorno al volante mentre un primo stato di panico l'assale totalmente.
-Frena- riesco solo a dire tentando il tono calmo  notando la vicinanza a quel stupido procione che non si accinge a spostarsi, farsi sempre più ridotta perché Lucy non accenna a rallentare.
-Non mi ricordo qual' è!- strepita infatti.
-Quello in mezzo!- le dico, ormai la voce è ridotta a un ringhio ma -Quale?- grida. Non c'è più tempo e agendo d'impulso, mi levo la cintura avvolgendo le scapole di Lucy con un braccio mentre con la mano dell'altro prendo possesso del volante girandolo bruscamente dalla parte opposta.
Lo stridio delle gomme  sull'asfalto mi riempie le orecchie in un fischio assordante e chiudendo gli occhi mi stringo su Lucy. Un attimo dopo lo schianto, fortunatamente n0n troppo brusco, dell'auto contro un cespuglio di rovi, arresta la nostra corsa.
 L'airbag è esploso e io mi ritrovo spalmato su Lucy -Siamo morti?- mugola  sgusciando il viso dal mio torace, ha le dita conficcate nelle mie scapole e labbra vicine, dannatamente troppo vicine alle mie. Ancora avvolta nel mio abbraccio e in cerca di risposte -Non credo- mormoro ma credo sul serio che se il paradiso avesse forma e odore sarebbe come il corpo morbido di Lucy, schiacciato contro il mio.
E' folle ma la mia mano si muove da sola, le dita si arrampicano sulla sua schiena, esplorano la pelle fresca al di sotto degli indumenti e Lucy sgrana gli occhi, si irrigidisce ma rimane a guardarmi -Sarebbe stato un bel modo di morire non trovi?- sussurro  ridente e rapito dai suoi occhi.
Non sto ghignando, non lo sto facendo apposta, non la sto toccando così per qualche stupido motivo di rivalsa o conquista, sta solo succedendo e io non mi sono mai sentito così leggero come in vita mia.
Questo momento non è per nulla paragonabile a quello di due giorni fa, è diverso, io mi sento diverso.
-Il procione...- fa lei facendomi accigliare, preme una mano sul mio petto, sento i suoi polpastrelli contro il tessuto di cotone della maglietta  regalandomi una piacevole sensazione-Come sta?- domanda deglutendo, voltandomi di scatto noto in tempo il procione sgattagliolare via dalla strada e in un salto, scomparire tra la vegetazione che costeggia la carreggiata oltre il guard rail.
-Sta bene- la rassicuro accarezzandole il fianco con il pollice -E tu?- domando nell'afferrarle il mento con l'altra mano e portare il suo viso vicino al mio come se non fosse già abbastanza data la costrizione dell'airbag,
-E' strano- mugugna facendomi corrugare le sopracciglia - Un procione a Magnolia- solleva gli occhi riflettendo sulla faccenda lasciandomi appena attonito e anche infastidito, è possibile che io non le faccia nessuno effetto? Le mani scivolano via dal suo corpo -Forse è  scappato dallo zoo- commento asciutto nell'afferrare la levetta della portiera e spalancarla con fatica, districandomi da lei attento a non farle male.
Le prendo la mano aiutandola a scendere ma è un contatto appena accennato il mio, sbrigativo sciolgo la morsa dalle sua dita portano le mani sui fianchi nel constatare i danni che ho difronte a gli occhi, sento i suoi posarsi su di me come a scrutarmi interessata e anche un po' smarrita.
-Credo sia andata- getto rivolgendogli un'occhiata veloce, Lucy solleva il mento solo dopo qualche istante passato ad osservarsi le mani intrecciate tra loro -Mm?- domanda in un mugugno.
-La macchina, è andata- ripeto voltandole le spalle e infilandomi solo per metà nell'auto, pestando un piede sulla frizione nel provare a metterla in moto ma senza successo-Merda- impreco sottovoce ma nonostante la situazione al quanto drammatica, il pensiero su Lucy non si dissolve, la sensazione che la sua mente sembra altrove, invade ogni mio spazio mentale.
Che le prende?
-Dobbiamo chiamare un carroattrezzi- suggerisco creandole finalmente una qualche reazione che non sia apatia, sobbalzando annuisce energicamente nel frugare nella borsetta, estrarre il telefono e -Non prende!- mormorare sconcertata nel guardare il display. I suoi occhi guizzano in un lampo incastrandosi con i miei -Neanche il mio- replico dopo una fugace occhiata al mio smartphone.
-Cazzo, cazzo, cazzo- mastico silenziosamente tra i denti nel voltargli le spalle, portandomi le man tra i capelli in un gesto dettato dal panico:  siamo bloccati in mezzo a una strada deserta, poco frequentata e in piena notte!
-Scusa Natsu ! Scusa io non volevo!- la sento piagnucolare realmente dispiaciuta ma al momento è altro ciò che ho per la testa.
Pensa Natsu! pensa, pensa, pensa... mi porto indice e pollice a sorreggere il ponte del naso mentre respiro profondamente... pensa, pensa, pensa: come usciamo da questa situazione?
-Natsu scusami davvero! Ti pagherò tutti i danni e.. scusa!- continua lei e il nervosismo che mi sale al cervello è pari a uno tsnuami, sto cercando di riflettere e non ci riesco se continua a mortificarsi così.
-Scus-
-Potresti smetterla di scusarti?- ringhio infastidito  tendando un tono di voce di calmo, la guardo di striscio e ciò che vedo mi paralizza perché Lucy ha cambiato nettamente espressione del viso. Una smorfia corrucciata aleggia tra labbra e occhi -Comunque è colpa tua!- sbotta e lo stupore è così tale da farmi spalancare la bocca di colpo resa asciutta dalla mancanza di salivazione.
-Colpa mia?-
-Si hai fatto tu quella manovra!-
-A be! Scusa allora se ho evitato che facessimo una marmellata di procione!- pigolo stizzito nel battere le mani sulle cosce e indirizzare il busto verso di lei.
-Non sapevo che fare ok?!- gesticola nervosa incassando la mia battuta con uno spasmo sonoro.
-Il freno! Te l'ho detto che fare!
-Mi hai costretta a guidare, te l'ho detto che vado in panico!-  replica antipatica incrociando le braccia sotto il seno.
-Non ti ho costretto! Lo volevi anche tu... o forse non lo volevi e ho capito male ma è colpa tua se capisco sempre male!- sbotto privo di lucidità, puntandogli un dito addosso senza curarmi di come i suoi occhi siano specchio di totale incredulità.
Perché non mi sto riferendo alla guida ma ad altro ma lei non può saperlo.
-Quindi è colpa mia se siamo bloccati in mezzo al nulla!?- inveisce isterica e io grugnisco negandole il mio sguardo nel puntarlo da un altra parte, tornando a reggermi il naso in un vano tentativo di calma.
E' buio, solo qualche lampione a illuminare la strada deserta e io non so cosa diavolo fare a parte litigare con Lucy e cazzo non mi va di litigare con lei!
-Sai che ti dico  Dragneel? Me ne vado da sola!- la sento urlacchiare e lo spostamento d'aria che sussegue dopo mi informa che non sta per nulla scherzando. Resto fermo sobbalzando solo quando noto la sua figura apprestarsi a superare il selciato e puntare verso la carreggiata.
-Ei, no! Lu!- la richiamo scattando in avanti per raggiungerla rapidamente -E' pericoloso aspetta- guaisco in tono grave bloccandola per i fianchi e voltandola verso di me -Da sola nel cuore della notte non ti lascio andare da nessuna parte-  impreco premendo i palmi intorno alla sua vita  con fare rabbioso.
La paura che possa succederle qualcosa per colpa della mia stupidità inquina la mia lucidità.
-Inutile che potresti, tanto..- ma Lucy porta i palmi ai lati del mio viso -Natsu calmati! Non sto facendo nulla vedi? Sono ferma- mi fa notare, facendomi sentire anche un po' stupido.
-Che vuoi fare allora?- borbotta distogliendo lo sguardo dal mio e anche le mani come le mie, lasciandole i fianchi indietreggio appena.
-L'unica cosa è tornare a piedi e sperare che passi qualcuno- buffo stanco -Ma insieme!- puntualizzo ammonendola con l' indice.
-Sarà più di un ora di cammino- appura in un lamento.
-E che problema c'è?- le sorrido sciogliendo tutta la tensione che ci ha visto coinvolti fino a qualche minuto prima -Guarda che bella luna che c'è- indico con il mento nell'infilare le mani in tasca e avanzare verso la strada, sorriso che diventa più ampio quando lei mi affianca e -Nessuno- mormora ridente.

https://www.youtube.com/watch?v=dIh44qCd3-4

Do retta al tuo cuore, ti lascerò andare, ma poi non tornare perché fa più male.
Do retta al cammino, restarti vicino o correre lontano andando verso il mio distino.

-E' stato eccezionale, pura adrenalina eppure era una semplice flebo! Ma la mia prima flebo, capisci che intendo?- mi domanda tutta concitata e ridente, dai suoi occhi sgranati percepisco benissimo tutta la passione di Lucy per il suo lavoro e annuendo continuiamo a camminare, immersi tra le sue parole e dalla flebile luce dei lampioni. Non so nemmeno come abbiamo iniziato a parlare di questo argomento ma fatto sta che ne parla con così tanto amore che è impossibile interromperla.

Do retta al tempo che tutto lava, che fa sbiadire quanto mi amava.
Quanto mi odiava do retta a questo, alla prigione che ogni giorno costruisco, senza catene addosso è solo il bene che ora posso esprimere.
E ridere perché ho imparato solo adesso a vivere.

Si susseguono storie e racconti vissute tra le corsie ospedaliere, alcuni buffi altri tristi e le parole si smorzano appena al ricordo di chi non c'è l'ha fatta sotto ai suoi occhi -Non hai mai pensato di mollare? Vivere certe cose ti segna- le mormoro schietto ma lei scuote il capo, un sorriso affiora sulle sua labbra -E' proprio perché non voglio più vederle che continuo- e lo dice in un modo così coraggioso e determinato che un brivido mi fa tremare.
-Anche se ci ho pensato Natsu, a volte ci ho pensato- mi confessa poi quasi fosse una vergogna.
-Tutti abbiamo le nostra fragilità- alzo le spalle arrestando il passo nel fronteggiarla, le mani ancora in tasca e un ghigno dai tanti perché stampato in faccia.

Tu, se questo è il senso lo sai tu
quello che cerco non c'è più
restare uniti oppure persi in questa vita  e ricomincia quando è già finita.

-Non mi dire, anche Natu Dragneel ha delle fragilità?- scherza nel ghignare insistendo difronte al mio sorriso a labbra stirate -Pensavo che tu fossi l'eroe che salva sempre tutti!- fa scenicamente.
-Anche gli eroi hanno le loro fragilità- replico ritornando a camminare, lasciandomela dietro le spalle palesemente sorpresa.

Do retta a mio padre che dice di andare e di stare attento alle donne perché ti fanno cambiare
do retta al mondo e a un solo credo che ci governa come impazziti.

-Bolivia, Cile, Colombia- elenco una dopo l'altra -Mio padre ha visitato tutti questi paesi senza mai fermarsi un attimo- spiego a Lucy intenta ad ascoltarmi. Sarà più di mezz'ora che camminiamo  ormai eppure non abbiamo smesso un solo minuto di chiacchierare.
-La sua vita è straordinaria- continuo realmente strabiliato -Be a dodici anni potevo vantare più francobolli che carezze da parte sua, ma che importa giusto?- ridacchio miseramente facendo spegnere il sorriso sul volto di Lucy.
-Ti manca?- mi domanda.
-No, non sono più un moccioso ok? Ho capito cosa fosse per lui importante tanto tempo fa, non che io e Zeref non lo fossimo, ma una vita con noi non l'avrebbe mai reso felice quanto viaggiare- ammetto senza rancore o odio.
Forse solo con una punta di malinconia.
-I posti migliori sono le persone, Natsu- e mi spiazza, mi guarda con quegli occhi grandi e improvvisamente mi sento inerme e senza scudi, senza sentire la necessità di nascondere le mie fragilità dietro l'ennesimo sorriso.
-E tuo padre non ha visitato il posto migliore a mio parere- conclude e questa volta è il suo turno nel lasciarmi sorpreso.

Tu, dicevi non ci penso più, volevi il cielo sempre blu.
La notte è lunga un giorno e io non torno do retta ai guai che mi hai dato tu.

-I tuoi non progetti?- mi domanda accigliata -Si- le rispondo -Vedi, non c'è niente di meglio nel non avere progetti, preferisco affidare tutto alla sinergia karmika, prendo ciò che arriva- le spiego facendole scuotere il capo.
-Siamo ciò che vogliamo, fare progetti e realizzarli è un ottima prospettiva- replica ovviamente in disacordo con me.
-E tu ne hai realizzati Lu?-
-Alcuni si, alcuni sono in fase di costruzione e altri sono semplicemente scomparsi- mi spiega con tranquillità, sena la minima traccia di delusione sul volto.
-Parli dei progetti con Loki?- le domando ad impulso dandomi dell'idiota subito dopo, Lucy infatti si è rabbuiata di colpo e io ancora mi sto chiedendo il motivo del perché cavolo le ho chiesto di Loki!
Perché ? Idiota, idiota insensibile!
-Si- soffia guardandomi di sottecchi, sorride ma amaramente -Non va sempre come decidiamo di farla andare-
-Basta non perdersi e avere il coraggio di prendere altre strade, giusto?-
-Giusto- mi da ragione distogliendo lo sguardo per puntarlo verso il fondo della strada, sembra non voglia più parlare dell'argomento e io credo di aver già fatto una gaffe nel farle quel nome.
Chissà se Lucy prova qualcosa ancora per Loki, si sono lasciati per colpa di un trasferimento in fin dei conti ma è pur sempre passato un anno...

Persa in tutte le strade che portano sempre in un posto.
Come le persone, s'incontrano e vanno all'opposto
e vanno all'opposto.

Mi rendo conto di stare rimuginando troppo intensamente sui sentimenti di Lucy quando lo schiocco delle sua dita difronte ai miei occhi mi ridesta dal caos mentale in cui sono caduto.
-Natsu!- mi rimbecca e spostando lo sguardo su di lei la vedo osservarmi un po' scocciata -Su quale pianeta sei atterrato? Ti ho chiamato ben due volte!-
-Scusa, ero sovrappensiero- mi limito a rispondere -Che c'è?-
-Guarda- indica a palmo aperto verso un punto specifico  e incredulo osservo casa Redfox svettare a un centinaio di metri di distanza.
-Siamo arrivati- sibilo un po' sgomento.
-E' stata una sorpresa anche per me- mugugna basita.
E' possibile che eravamo così presi a parlare da non accorgerci dell'immediata vicinanza con la città? Probabilmente i nostri cellulari avranno ripreso il segnale già da un pezzo eppure a nessuno dei due è importato controllare.
-Siamo arrivati- ripeto con voce stanca ma sollevata, Lucy lancia un urletto gioioso nel prendere velocita, mi sorride avanzando verso il vialetto, lanciandomi uno sguardo oltre la spalla quando mi nota fermo in mezzo al marciapiedi.
-Che fai non vieni?- getta perplessa continuando comunque la sua traiettoria.
-Si, arrivo- mormoro con uno strano sapore in bocca che mi impasta la voce, perché un po' mi dispiace che questa serata sia già finita.


***


Incastro i pollici tra i lembi della maglietta col chiaro intento di levarla se non fosse per il rumore proveniente dalla porta, un lieve tocco con due dita dato contro la superfice e quel: -Posso?-  mormorato dall'altra parte.
-Certo- sbiascico sorpreso, trovandomela difronte l'istante dopo, in pantaloncini e canottiera Lucy taglia  la camera in due rapidamente, raggiungendo la specchiera che mi sta difronte.
-Scusa ho dimenticato qui la spazzola- dice nel darmi le spalle e afferrare l'oggetto in questione, ne afferra il manico con le dita e soppesandola con entrambe le mani mi lancia una rapida occhiata -Allora buona notte e scusa ancora- mormora accennando un sorriso cortese, fa per lasciarmi ma qualcosa le impedisce di farlo.
La mia voce.
-Lucy ecco...- soffio guardandola solo quando sento il suo sguardo interrogativo  addosso -Sai, potremmo dividere il letto per stasera- mormoro, non mi va di farla dormire sul divano e siamo troppo stanchi per non meritarci entrambi il letto.
E poi siamo amici giusto? Non c'è nulla di male nel dormire insieme.
Mugugna qualcosa che sa di totale incertezza -Non so se è una buona idea- sputa infine martoriando le setole della spazzola con le unghie.
-Se è per quello che è successo l'altra volta a Clover devi stare tranquilla io...- farfuglio distogliendo lo sguardo dal suo, non abbiamo più toccato l'argomento e per quanto i primi giorni volessi farlo ora mi sembra di affogare nella mia stessa saliva.
-No...non è per quello- minimizza ridacchiando.
La guardo e Lucy sembra in totale imbarazzo -E allora che problema c'è? Siamo amici no- infosso il collo nelle spalle sollevando i palmi verso l'alto e un rantolo esce tra le sua labbra -Già- soffia quasi stridulamente.
Che cos'è tutto questo disagio da parte di entrambi?
Sembra ancora titubante -Sai quanto me che il divano è scomodissimo e poi mica ti mangio-  insisto in uno sbuffo scostando le lenzuola come una sorta di invito.
-Un gentiluomo mi avrebbe concesso il letto e preso lui il divano- borbotta ma ghignando, i suoi piedi nudi battono contro le mattonelle fino a raggiungere l'altro bordo del letto e quando vedo che con le mani sposta le lenzuola dalla sua parte mi accorgo che Lucy ha accettato di dividere la camera per stanotte.
-Non vedo gentiluomini principessa- affermo asciutto afferrando i lembi della maglietta per sfilarmela di dosso e restare a petto nudo. Aspettandomi una replica al vetriolo, getto via l'indumento ridotto ad una palla stropicciata  restando solo in boxer ma arriva solo silenzio dall'altra parte, incuriosito la guardo e cazzo! La soddisfazione di vedere i suoi occhi incastrati tra i miei addominali  non ha prezzo!
Allora il mio corpo le fa ancora effetto...
Distoglie velocemente lo sguardo spazzolandosi i capelli, infilandosi poi tra le lenzuola che tira su fino al mento.
Ridacchio ma -Piantala e stai ben piantato nella tua parte di letto- mi ammonisce.
-E' strano  sai? Forse l'ultima volta che ho dormito nello stesso letto con una donna senza farci sesso, avrò avuto otto anni-  dico portando i palmi a reggere la nuca nel stendermi accanto a lei ma senza nemmeno sfiorarla.
-Lodevole da parte tua, sul serio- replica un po' acida spegnendo la luce, voltandosi poi su un fianco dandomi così la schiena -Notte- impone ma io me ne sto ad occhi spalancati a fissare i contorni della stanza illuminati da un lieve chiarore  proveniente dalle imposte semi aperte.
-Parlavo di mamma- sussurro ma forse Lucy già dorme.
Qualche secondo dopo percepisco il frusciare delle lenzuola e il suo respiro caldo vicino all'orecchio -Natsu- mi chiama in un sospiro e stranamente  il mio cuore perde un battito quando sento le sue dita cercare le mie, mi costringe a sciogliere la morsa e portare il braccio lungo il costato.
-Scusa se a volte faccio l'acida- me lo dice morbidamente, fottutamente seria e inclinando lo sguardo mi ritrovo a pochi centimetri da lei dato che stiamo dividendo lo stesso cuscino.
E'  curioso di come quel disagio di prima sia totalmente sparito ora che siamo così vicini
-Lucy...-
-Ti dispiace se dormiamo così?- mugugna accoccolandosi alla mia spalla -Sono così stanca- e in penombra scorgo un sorriso sul suo volto
-Certo, ma non ti lamentare se non opporrò resistenza quando mi salterai addosso a un certo punto della notte-  ghigno chiudendo gli occhi, sentendo un senso di pace sprigionarsi nel cuore.
Solitamente da quando conviviamo, la sua vicinanza mi eccita ma non adesso, stranamente ho solo voglia di dormire con lei poggiata sul mio corpo, era così tanto tempo che non mi sentivo sereno.
-Buona notte scemo-
E poi il buio e il suo profumo nelle narici come ultimo ricordo di questa folle nottata.

 

Angolino Daimler: Buona sera amici miei! Non sono morta ne scomparsa, sono ancora viva e vegeta anche se un po' acciaccata ma volevo dirvi che sto bene e che sopratutto non ho nessuna intenzione di mollare miele incompleta.
Il periodo è frenetico ma cerco di non trascurare la scrittura.
Chiedo scusa a tutti i lettori per il mega ritardo e spero di accelerare i tempi con l'uscita dei prossimi che, amici miei, saranno bellissimi! Il prossimo capitolo sarà tutto naluloso, promesso ;)
Un grazie speciale a _Page che mi ha aiutato tantissimo con questo capitolo, sopratutto nella pov Lucy e a Memy che è sempre al mio fianco.
Uno scusa a Nalufan e Fairy_ Tail_4ever che aspettavano questo capitolo con impazienza e nonostante i miei ritardi cronici, non mancano mai nel sostenermi.
Grazie a tutti!  Un bacione!

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Capitolo 12
*** Quella linea sottile tra amicizia e amore ***


-12-

-Quella linea sottile tra amicizia e amore-

(prima parte)


-Natsu:


Sollevo le palpebre, battendole un paio di volte prima di riacquistare completamente la vista abituando gli occhi alla luce del sole che fuori esce dalle finestre. E' giorno e di scatto reclino lo sguardo ma il mento resta posato sulla spalla nel notare la parte destra del letto vuota, Lucy si è già svegliata e il mio palmo scivola lungo la superfice ancora calda del materasso nel rotolare sul fianco e stiracchiare gambe e braccia.
Chiudo gli occhi e inspiro profondamente, l'odore di Lucy impigliato tra le pieghe del lenzuolo si intrufola nelle narici involontariamente, come il pensiero su di lei che prontamente viene a bussare nella mente. Non è qui vicino a me e la cosa mi disturba un po', arriccio il naso e mugugnando un lamento decido di sollevarmi e avanzare verso la cucina con la postura un po' storta e la camminata claudicante dovuta ai muscoli delle gambe ancora intorpiditi.
Il rumoreggiare di stoviglie proveniente in lontananza ipotizza la presenza di Lucy e rinvigorisce automaticamente i miei passi, con fare frettoloso ricopro gli ultimi metri che mi dividono da lei e spingendo la porta con un palmo mi ritrovo in cucina con il cuore a mille nel constatare che Lucy effettivamente sia ancora qui.
Ne intravedo solo la chioma bionda, il suo corpo è coperto quasi interamente dallo sportello aperto del frigorifero, Lucy se ne sta col busto piegato in avanti alla ricerca di qualcosa tra gli scomparti.
Canticchia allegra e solo ora mi accorgo della tavola imbandita e del dolce sfrigolare di padelle sul fuoco, ha preparato la colazione per entrambi.
-Buon giorno- sbiascico con la voce ancora impastata dal sonno registrando il suo in risposta fin troppo euforico, avvicinandomi a passi lenti poso un palmo sul tavolo mentre un ghigno mi colora il viso nel percepire profumo di bacon.
-Non dovevi- mormoro, anche se in realtà la cosa mi soddisfa a livelli eclatanti, spostando lo sguardo dalla pancetta a lei quando il tonfo dello sportello mi avvisa della sua prossima visione.
-Ecc...- sto per dire se non fosse per il quasi soffocamento con la mia stessa saliva che strozza le parole in gola e incastra il resto della frase tra le corde vocali, producendo solo una sorta di mugolio raschiato.
Perché forse avrò ancora gli occhi un po' cisposi e la vista appannata ma porca miseria sono sicuro che non me lo sto immaginando, che Lucy ecco...
-Volevo fare qualcosa per te- soffia dolce avanzando verso di me con una ciotola tenuta contro al petto  racchiusa dal braccio flesso e la frusta stretta tra le dita contratte a pugno dall'altro, in un ritmo cadenzato mescola il composto all'interno mantenendo il sorriso sulle labbra.
-Sto preparando i pan-cake, ti piacciono vero?- mi domanda poi gioiosa, inarcando un sopracciglio difronte al mio sguardo vitreo e -Natsu?- mi chiama interrogativa dopo istanti di totale assenza mentale da parte mia che come caduto in trans nemmeno respiro ma resto immobile con gli occhi puntati addosso a lei, precisamente sul suo grembiule perché per quanto possa essere folle, meraviglioso e assurdo al tempo stesso... Lucy indossa solo quello in questo momento.
-Natsu?- mi richiama con una punta di impazienza, ha i capelli raccolti in un crocchia scomposta e alcuni ciuffi sfuggono dalla costrizione incorniciandole il volto, rendendola  dolce e distratta ma per quanto io adori guardare il suo viso ultimamente, al momento non riesco a non scollare gli occhi dal suo corpo coperto appena da uno striminzito pezzo di stoffa.
Che cazzo succede? Sono forse morto nel sonno e questo è il paradiso?
-Non ti senti bene?- mi domanda spostandosi di lato e dandomi momentaneamente il suo profilo nel posare la ciotola sul tavolo che ci sta accanto. Il mio sguardo scivola istintivamente lungo il suo costato finendo per incastrarsi verso il basso dove una delle due perfette semisfere che formano il suo sedere, fa capolino appena al disotto dell'orlo del grembiule.
Mi schiarisco la voce forse un po' troppo energicamente -Si.. si- gracchio cercando di sollevare lo sguardo verso il suo, rimasto ad altezza petto dove i seni svettanti di Lucy sono a malapena contenuti nella costrizione della stoffa, una generosa scollatura svetta difronte a me catturando tutta la mia attenzione.
-E tu, ti senti bene?- formulo ancora sconvolto e uno spasmo mi fa contorcere le viscere già annodate tra loro quando famelica mi sorride.
-Mai stata meglio- sussurra sporgendosi verso di me -Sai ho una gran fame di carne- continua circondandomi il collo con le braccia nel premere il seno contro al mio torace e io a corto di fiato annaspo sorpreso, le mie mani scendono a catturarle i fianchi immergendo le dita tra le pieghe della sua pelle bollente.
-Carne? Non eri vegetariana?- mormoro stralunato ma quando Lucy, malandrina e perversa si lecca le labbra puntando le iridi verso il basso, precisamente tra i nostri corpi e sul mio inguine, non è difficile per me intuire di quale pezzo di carne intenda.
All'improvviso sento come un peso comprimere il petto e il fiato caldo di Lucy soffiare sulla mia faccia, si stringe meglio addosso a me schiudendo le sua labbra a cuore, la pressione sull'addome aumenta fino a mozzarmi quasi del tutto il fiato e il calore che precede il momento mi incendia il bassoventre regalandomi stilettate di dolorante piacere lungo tutto il corpo.
Poi finalmente sento la sua lingua scorrere sulle mie labbra, varcarne l'accesso e baciarmi... no aspetta.
Strabuzzo gli occhi nell'appurare che Lucy non approfondisce il bacio ma continua a leccarmi insistentemente le labbra spostandosi poi sullo zigomo.
Ma che?
Le lappate si fanno sempre più intense e numerose, fino a perdere il conto, poi all'improvviso, il viso di Lucy si dissolve e un ammasso di setole e peli bianchi prendono il suo posto.
-Plue...- sbiascico disgustato inclinando la faccia dall'altra parte, lontano dalle sue manifestazioni d'affetto mattutine, ma il cagnolone continua a sbavarmi addosso con tanto di guaiti festosi mentre io, a fatica, riesco a connettere il cervello e capire che stavo solo sognando.
Con una mano riesco ad allontanare il suo testone da me, borbottando un: -Via- cercando di non essere troppo duro, una strana frustrazione pulsa sotto pelle ma la scaccio via battendo le palpebre, questa volta per davvero, per riacquistare la vista.
Sento il profumo di Lucy investirmi a pieno e abbassando di poco lo sguardo mi accorgo di come lei, rannicchiata per metà sul mio petto, dorma ancora beatamente e completamente all'oscuro di questo contorto groviglio in cui siamo coinvolti.
Le sue gambe sono attorcigliate intorno alla mia mentre con un braccio mi circonda il ventre, non ne vedo il volto perché è affondato sull'addome e le sua labbra sono schiuse posate appena sulla pelle, ne percepisco la morbidezza e il respiro lento e regolare che fuori esce.
E' caldo, è strano.. è stupendo e follemente mi viene da sorridere, poi il ricordo di quel sogno torna a manifestarsi nella mente e i miei occhi rotolano un po' più giù, verso i miei boxer particolarmente stretti in un punto ben preciso.
No, non è solo la frustrazione a pulsare e buttando il capo indietro, affondo la testa nel cuscino digrignando i denti con fare pensoso. La mia mano si posa sulla spalla di Lucy e in un movimento circolatorio di polpastrelli le accarezzo la pelle bollente, di come siamo finiti incastrati in questo modo io non ne ho proprio idea, ricordo solo la sua mano intrecciata con la mia e poi più niente.
Nonostante faccia un gran caldo, stare abbracciati in questo modo è piacevole ma non so se per Lucy è lo stesso, è eccessivamente pudica e, anche se accettasse di buon grado questo nostro inconsapevole abbraccio, ci penserebbe la mia svettante erezione mattutina a farla diventare isterica.
Sospiro sollevando un po' il collo -Lu- la chiamo aiutandomi con le dita, le tasto una guancia con l'indice finché non mugugna, una smorfia infastidita le appare sulla faccia e -Lu- continuo schioccando la lingua finché non mi schiaffeggia le dita.
-..Iantala- sbiascica irritata e ad occhi chiusi  strusciando poi il naso contro il mio petto, un gesto spontaneo ma che si interrompe dal momento in cui  concepisce che non è la stoffa del lenzuolo  quella che si sfrega intorno alla punta del suo naso.
Lentamente solleva il capo verso di me, i suoi occhi ora sono spalancati e quel mio sorriso non serve a sciogliere quel terrore misto a perplessità che le balena nelle iridi.
-Buon giorno principessa- esclamo sarcastico in un ghigno, lei apre la bocca per dire qualcosa ma il mio indice va a posarsi tra le sua labbra -Shh non dire niente- la interrompo creandole stupore, aggrotta le sopracciglia e -Questo è stato il miglior non sesso della mia vita- sussurro teatralmente, ridendo di gusto nel vederle il broncio, apparso istantaneamente l'attimo dopo.
-Buon giorno idiota- replica piccata nel scostarmi le dita con le sue ma io gliele catturo prontamente intrecciandole alle mie, facendo scivolare il pollice lungo il suo palmo.
-Sei bella col broncio, sai?- e con il polpastrello le accarezzo l'interno della mano.
-Sei sempre così smielato al mattino?- borbotta  antipatica ma con il dito continuo a percorrere ogni curva del suo palmo senza che lei faccia nulla per impedirmelo -Dipende chi trovo nel mio letto- sussurro maledicendomi l'istante dopo.
Battuta idiota! Come me che ancora non riesco a mettermi in quella testaccia bacata che con Lucy così non funziona.
Infatti il suo viso si contrae in un posa semidisgustata, fa per spostarsi bruscamente ma non le do il tempo, in un gesto dettato dall'istinto le afferro il mento trascinandola verso di me.
-Non.Scappare.Ogni.Volta- sussurro quasi rabbioso ma contro me stesso, pollice e indice le circondano morbidamente la mascella e Lucy non sembra minimamente intimorita da questa mia "aggressività". Inclina il capo di lato lasciandosi accarezzare dal dorso della mia mano.
-E' colpa tua- soffia ad occhi socchiusi e forse è un impressione, ma Lucy sembra ansimante.
-Le tue battute mi mettono a disagio- afferma poi sincera e il magone che si crea nello stomaco mi fa venire la nausea ed arrestare i mie tocchi.
Lei non vuole questo da me e, nonostante quel quasi bacio sia servito a farmelo capire,  quando ho Lucy vicino finisco col ricascarci sempre. Il solo pensiero poi,  di metterla in difficoltà, mi fa sentire repellente... insomma per quante volte in cinque anni  l'ho messa in imbarazzo solo per farle un dispetto, senza curarmi del suo stato d'animo?
Anche se adesso non è l'intenzione di infastidirla a farmi dire queste cose... e sopratutto toccarla in questo modo.
-Scusa- mormoro e sollevando le braccia, lontano da lei, mi stiracchio come un gatto sbadigliando in maniera rumorosa, lei se ne sta ancora spalmata su di me a guardarmi un po' smarrita.
-Natsu...- la sento chiamarmi e guardandola mugugno interrogativo, inclina il capo di lato scrutandomi -Tu ci godi da morire ad imbarazzarmi, perché ti stai scusando?-
-Non ci godo!- esclamo quasi indignato per poi -Be forse la maggior parte delle volte mi diverte- ritrarre, inchiodato da quei suoi occhi al cioccolato, agganciati ai miei senza lasciarmi scampo.
Assume una posa scettica -Le cose sono cambiate ok? Prometto che non ti farò più battute imbarazzanti- incrocio le dita nel dirlo e Lucy sembra crederci un po'.
-Che ne dici di fare colazione, ora?- con due dita le pizzico una guancia strattonandola appena -Io ho voglia di pan-cakes...- aggiungo poi.
-Ho giusto il tempo per quella-  accetta mirando la sveglia posta sul comodino accanto,  il mio sguardo che storna verso la finestra e la vista attratta dai raggi solari che fanno capolino tra le persiane.
 -Fra un ora devo correre all'osped..- fa per spiegarmi ma la sua voce  sfuma fino a spezzarsi del tutto, attirando la mia istantanea attenzione su di lei e notare con esasperazione gli occhi di Lucy puntati ad altezza inguine, il mio ovviamente...
Cazzo... mi ero dimenticato del "problemino" , sto per mormorare qualcosa che sa di scuse, anche se non capisco di cosa dovrei scusarmi che lo scatto repentino di Lucy mi fa accigliare.
-Forse è il caso di alzarsi- farfuglia palesemente in panico sollevandosi col busto, indietreggiando con il sedere in modo brusco senza accorgersi di come un lembo di lenzuolo si sia fatalmente attorcigliato intorno alla sua caviglia.
-Lu!- ma non faccio in tempo, la mia esclamazione si mescola al tonfo da lei provocato, nel sollevarsi è finita col cadere sotto il letto ed è stato anche inutile tentare di sporgermi per afferrarla impedendo così l 'impatto micidiale.
-Cazzo stai bene?- le domando allarmato e con qualche ottava di troppo nel raggiungerla e stenderle la mano ma che le rifiuta, Lucy non mi guarda e rossa in faccia mi nega i suoi occhi, bassi li tiene inchiodati al pavimento.
-Tu e la tua ingombrante visione potete sparire dal mio campo visivo?- rantola con un filo di voce, roteando flebilmente un dito nell'indicarmi.
-Ma dai!- esclamo portando i palmi sui fianchi -E' fisiologico ! E' normale! -  e i suoi occhi si spostano finalmente su di me.
-Non è normale! Potevi dirmelo che mentre chiacchieravamo eri...- deglutisce come a cercare aria -Eri eccitato- soffiare poi con voce più bassa.
-Certo! Buon giorno Lucy e attenta all'oltraggiosa visione del mio alzabandiera!- bofonchio sarcastico creandole uno spasmo sonoro.
-Sei una bestia- sibila, preme i palmi sul pavimento facendo forza per sollevarsi da terra e, ignorando il suo grugnito di protesta, con le dita racchiuse intorno al suo braccio l'aiuto ad alzarsi
-E comunque le altre volte non mi eri sembrata così imbarazzata- ghigno a qualche centimetro dal suo viso.
 Ha la faccia arrabbiata ma è bella lo stesso.
-Perché le altre volte ero stata io a provocartela- afferma altezzosa e con le braccia incrociate al petto... e chi glielo dice che anche stavolta è colpa sua?
-Quindi non c'entra- continua indispettita nel conficcarmi l'indice in centro al petto, ritraendolo poi l'istante dopo.
Mi sento infastidito e quel suo sguardo sicuro pungola nel più profondo  il mio orgoglio
-Ho fatto un sogno spinto, ok?- sbraito senza alcun senso, almeno per lei che, inarcando un sopracciglio, mi guarda perplessa.
Ma  la perplessità svanisce dal suo viso per impossessarsi del mio quando un sorriso mellifluo le spicca tra le labbra, anzi il suo è piuttosto un ghigno e mostrandomi una fila di denti bianchi e perfetti, schiocca la lingua.
-Chi hai sognato?- e com'è che d'un tratto è così curiosa?
-Ne Natsu, chi? - insiste dato il mio mutismo e di scatto indietreggio -Ma sei affetta da bipolarità per caso?- riesco solo a tartagliare.
-Bipolarismo- mi corregge lasciandomi attonito e confuso, insomma fino a un momento prima era imbarazzata a morte e ora sembra peggio di Cana.
-E no, la mia è solo curiosità-
Le fa male frequentarla così tanto.
-Allora? Perché tutto questo mistero? -
Mi sento sottopressione e terribilmente indeciso sul da farsi... se le dicessi la verità potrebbe reagire male o peggio ancora marcare per i prossimi giorni una sua stupida rivalsa nei miei confronti.
-Perché non vuoi dirmelo?- soffia con sospetto avanzando verso di me, continuando a ghignare.
-Mira...- sillabo monocorde, sorprendendo me stesso per averle mentito, sparandole il primo nome che mi è venuto in mente.
-Mira?- ripete e d'un tratto quel ghigno sparisce, Lucy serra la mascella palesemente sorpresa immobilizzandosi di colpo.
-Si- le confermo basito dalla sua reazione spenta e quel suo: -Ah, capisco- sputato dalla bocca senza guardarmi mi trascina in un oblio di pensieri urlanti, tanto da confondermi e sovrastare tutto ciò che mi circonda ma non da lei.
Ha perso il sorriso e -Non voglio sapere altro!- afferma sollevando i palmi indignata ma sembra fingere e nel sorpassarmi abbassa lo sguardo.
Perché ho l'impressione che ci sia rimasta male? Sembra come infastidita.
-Colazione allora?- domando aumentando di livello il tono di voce nel sporgermi col busto verso il corridoio da dove Lucy è sparita ma -Sono in ritardo, faccio una doccia veloce e corro a lavoro- mi liquida, terminando il tutto con il rumoroso tonfo della porta del bagno sbattuta violentemente.
Sbuffo passandomi le dita sulla nuca, ho sbagliato nuovamente qualcosa con lei e senza darmi pace mi butto sul letto a braccia larghe.
Perché deve finire sempre a puttane? Forse farle il nome di una sua amica non è stata una grande idea...


***


Mi muovo a grandi passi stringendo il guinzaglio tra le dita e intimando a Plue di fare il bravo tramite una rapida coccola sul suo testone nel posizionarmi davanti alla reception e aspettare che un qualche addetto appari in mio soccorso da un momento all'altro.
Il mio sguardo vaga per l'atrio affollato, un via vai di gente composto per la maggior parte di pazienti e staff medico, si sussegue davanti alla mia vista dando vita a un una sonora confusione che mi circonda e riempie questo momento di attesa.
Venire in ospedale  a fare una visita a Lucy mi è sembrata una buona idea dopo il gelo di stamattina, è uscita di casa degnandomi appena di un: -ciao- freddo e frettoloso e la cosa non mi è piaciuta neanche un po'.  Avrei voluto correre e afferrarla per il polso, costringendola a guardarmi almeno, ma non l'ho fatto...
-Amico!- registro la voce che proviene da dietro al bancone della reception trovando il mio campo visivo occupato da una zazzera bicolore e familiare.
-Ei, Scorpio giusto?- mi ricordo sorridendogli, annuendo in risposta a quel suo: -L'amico di Lucy-
-Stavo giusto cercando lei, sai se potrebbe scendere un attimo?- gli domando speranzoso, se non ha da fare potremmo ritornare in quel parco a prenderci un caffè.
-Vedo subito se non è occupata in sala operatoria- replica tempestivo digitando sulla tastiera, gli occhi fissi sul monitor -E' libera! Te la chiamo subito-
-Dille che un paio di amici sono venuti a trovarla- lo blocco in tempo prima che le faccia il mio nome, poi gli sorrido un ultima volta spostandomi su un lato nell'aspettare che Lucy mi raggiunga.
Rimuginando sul fatto che questa sorpresa improvvisata possa farle piacere, la mia attenzione viene istantaneamente rapita dalla figura appena apparsa al mio fianco.
Alto, fisico curato, capelli rossi fuoco e sorriso smagliante da pubblicità al dentifricio... come dimenticarlo? Questa volta sopra al completo indossa un lungo camice bianco, in tinta con i denti direi.
Dan Straight. Il chirurgo che ci prova con Lucy e involontariamente stringo spasmodicamente le dita intorno al guinzaglio. Nonostante i pochi metri a dividerci, lui non sembra aver notato la mia presenza, troppo intento a firmare scartoffie e a sorridere all'addetta alla reception che, a occhi cuoriforme, incomincia a ridacchiare in risposta.
Fra un po' mi verrà il diabete.
Resto a fissarlo per un tempo indefinito almeno finché il suo sguardo non si posa casualmente sul mio, sussulta Dan nel mettermi meglio a fuoco allargando un sorriso nell'azzerare le distanze.
-Natsu, il quasi amico della nostra Lucy, giusto?- mi domanda retorico nel stringermi la mano a mo' di saluto.
-Giusto- rispondo nel mostrargli un sorriso plastico mentre dentro fremo dalla voglia di rispondergli male senza che ci sia un ovvio motivo.
Improvvisamente quel suo stupido "sorriso-perfetto-accalappia-donne" mi irrita terribilmente.
La sua stretta è sudaticcia e scostando le dita Dan subisce un secondo sussulto nel notare la presenza di Plue accanto alle mie gambe.
-Oh ma lui è il famoso cane di Lucy, vero?- esclama cogliendomi di sorpresa, puntando un dito contro Plue che ignaro di tutto, inclina il testone verso di me. I suoi occhioni al caramello sembrano chiedermi -Chi è questo imbecille?- ma io posso solo stringermi nelle spalle in un gesto di confortante mutismo prima di riportare l'attenzione su mister chirurgo.
-Me ne parla spesso, un pastore maremmano bianco- snocciola saccente, si china poi sulle ginocchia premendo bene i palmi sulle rotule  e -Ma ciao Pluto!- salutarlo in maniera festosa ma senza allungarsi per lasciargli una coccola.
-Plue- sibilo in maniera metallica senza non riuscire a guardarlo con una punta di indignazione, Dan solleva lo sguardo verso il mio tirando fuori il suo ridicolo sorriso.
Non credo che il suo sia un semplice lapsus, sono molto più convinto che in realtà non abbia mai ascoltato Lucy come si deve.
-Certo, Plue- si corregge  sollevandosi poi di scatto nel circondami le spalle con un braccio, un gesto  da me poco gradito ma immobile resto a sentire quello che ha da dire mister chirurgo, il suo tono sembra urgente -Sai Natsu, mi sembri un tipo piuttosto simpatico e soprattutto vicino a Lucy- snocciola con  parlantina lasciandomi appena sbalordito.
Vicino a Lucy... fino a qualche settimana fa questo appellativo era azzeccato solo per una questione di metrica dato che i nostri appartamenti sono uno sopra l'altro.
-Parlando con la dottoressa Lockser, ho saputo che per il momento coabitate anche  insieme- mormora abbassando appena la voce, come a nascondere un pettegolezzo scottante.
Ecco a cosa si riferiva con vicino... stupido, che avevo capito?
Intanto avanziamo per l'atrio, Plue che segue il mio passo, io che seguo a stento il filo logico di mister chirurgo.
Che cosa sta cercando di ottenere?
-Sono settimane che cerco di strapparle un appuntamento e no che si neghi, ma Lucy temporeggia- snocciola palesemente deluso -Che tu sappia, si vede con qualcuno?-
Sento la sua voce arrivare in ritardo e ritagliare prepotentemente uno spazio tra i miei pensieri quando ritorna a pulsare insistentemente nelle orecchie.
-Natsu, tutto bene?- mi domanda perplesso e -No- sibilo smarrito  per poi schiarire la voce, scrollare il capo e -Intendevo no, non si vede con nessuno- rispondere sincero ma confuso.
Sorride e un'ondata di acido mi invade la bocca della stomaco, di colpo si ferma fronteggiandomi nel posarmi i palmi sulle spalle.
-Allora devo chiederti un favore!- esclama un po' troppo sicuro di se innescando nella mia testa un principio di allarme.
-Potresti ecco, tenermela d'occhio...- bisbiglia osservandosi intorno furtivo l' istante dopo  -Non sono ancora riuscito ad uscire con lei e non vorrei, come dire, arrivare in ritardo- si stringe nelle spalle e nel dirlo serra appena i denti.
-Tenerla d'occhio-  ripeto freddamente.
-Questo è il mio numero-  soffia     Dan, un bigliettino da visita infilato tra indice e medio e prontamente messo a sicuro nella tasca destra dei miei jeans -Mandami un sms se noti qualcuno girarle attorno, ok?- non mi da tempo di replicare che una doppia e potente pacca arriva a colpirmi lungo le braccia tramite i suoi palmi.
Sorride soddisfatto e -Bene, scommetto che diventeremo grandi amici- dice... ma aspetta un momento, e io quando avrei accettato?
-Ora vorrai scusarmi ma mi aspettano delle tediosissime visite di controllo- mi liquida annoiato ruotando il capo contrariato -A presto, Nastu- mi saluta lasciandomi finalmente sprovvisto della sua compagnia.
-A mai più- mormoro io e sentendo addosso lo sguardo di Plue, abbasso il mio sfoggiando un ghigno sarcastico -Imbecille... crede davvero che sorveglierei Lucy per lui?- parlotto incrociando le braccia al petto nel stornare lo sguardo tra la gente che affolla l'atrio.
-Lucy non cederà mai alle avance confezionate di questo tizio, è troppo intelligente e poi non credo che si troverebbe a suo agio con uno a cui sudano le mani...- rifletto ad alta voce.
Ancora una volta mi sento fortemente osservato e attratto come il ferro dal magnete mi volto verso la forza attrattiva, è ancora Plue ma questa volta, seduto dritto e con il testone piegato da un lato, sembra trasudare una certa eloquenza da quegli occhioni al caramello.
-Non è certo per gelosia! Lucy è una mia amica e non vorrei mai che incappasse in un imbecille- mi giustifico forse con troppa veemenza sentendomi in difficoltà dato che Plue non molla la presa di posizione su di me -E tu dovresti appoggiarmi dato che ti ha sbagliato il nome- lo rimbecco puntandogli l'indice contro nel flettere le ginocchia, salvo poi lasciargli una coccola tra le orecchie quando, sconfitto dalla sua dolcezza, la mia severità cede inesorabilmente.
Sollevo lo sguardo per caso è finalmente vedo ciò che desideravo vedere da quando ho messo piede qui dentro: Lucy scende le scalinata a rampa rettilinea che invade un lato dell'atrio ospedaliero. Ha i capelli raccolti in  una coda alta che ondeggia nel movimento, il blu scuro della divisa l'avvolge tutta e il suo viso si distende nella piena sorpresa quando mi mette a fuoco tra la gente.
-Natsu- mormora nell'avvicinarsi mentre io ritorno con la postura dritta,  sento sollievo nel notare che non sembra arrabbiata o indispettita della mia presenza  -Che ci fate qui?- mi domanda ridente, piegando la schiena e afferrando Plue per il muso nel strusciare il naso contro il suo con dolcezza.
-Plue aveva voglia di caffè e ciambelle- spiego senza far trapelare l'ironia quando Lucy solleva gli occhi su di me.
-Plue aveva voglia di caffè- ripete ghignando con furbizia ed eloquenza.
-Già. Ah, io glielo detto che il caffè può far male al cuore ma non ha voluto sentire ragioni- borbotto stringendo le spalle -Quindi credo sia il caso di accompagnarlo- sentenzio di fronte al suo viso, ora perfettamente parallelo al mio.
-E' un modo per chiedermi se ho voglia di caffè anche io?- domanda abbozzando un sorriso che mi crea un inaspettato tuffo al cuore. Mi porto una mano tra i capelli, dietro la nuca, annuendo con imbarazzo.
-Direi che ho proprio bisogno di una pausa- conferma avvinghiandosi al mio braccio, avanzando insieme verso le porte tentenno nel proseguire solo una frazione di secondo, quando frugando nella tasca ed estraendo il bigliettino da visita di mister chirurgo, mi fermo davanti al bidone dei rifiuti posto proprio lungo la nostra traiettoria.
-Mmm?- mugugna interrogativa Lucy nell'inclinare il capo  verso di me.
-Niente, cartacce- spiego velocemente, gettando via quell'inutile pezzo di carta.

Il viale alberato del parco ci accoglie nel suo migliore abbraccio, le chiome spinte dal vento tiepido frusciano dolcemente e le risate dei bambini risuonano lungo la via, facendo eco a quelle più contenute degli adulti.
Piegando la gamba e sostenendomi su un ginocchio, sgancio il guinzaglio dal collare di Plue, lasciandolo libero di scorrazzare per i prati che costeggiano il selciato, arraffando poi il mio caffé dalla mano di Lucy che in attesa, sostava accanto a me.
-Ancora mi chiedo come fai a bere quella brodaglia priva di zuccheri- borbotta dando una sorsata al suo, insieme ci sediamo su una panchina e con la lingua caccia via quello sbuffo di panna rimasto depositato sulle labbra.
Incrocia le gambe -Non sono mai stato un tipo dolce- replico in un ghigno storto inclinando lo sguardo verso il suo.
Molto vicino al suo tanto da sentire il suo respiro mozzarsi di colpo quando con le labbra catturo il bordo del cartoncino, lasciando che il liquido nero mi invadi palato e gola senza mai scollare i miei occhi dai suoi.
Distoglie lo sguardo sorvegliando Plue a distanza -Come darti torto?- soffia asciutta, regalandomi un sorriso quando i nostri sguardi tornano ad incrociarsi.
-Allora, Dragneel- sillaba, scivolando meglio con le spalle contro lo schienale in assi di legno -A che cosa devo questa visita?- mi domanda sospetta creandomi un sussulto sorpreso.
-Vediamo, hai perso le chiavi di casa! Anzi no, hai dato fuoco alla casa!- suppone fingendosi seria nel gesticolare con le dita.
-Niente di tutto ciò- replico fintamente offeso -Volevo solo vederti- affermo spietato e diretto, lei rallenta i suoi gesti, come se ciò che avessi detto l'avesse turbata e la cosa mi lascia un senso di amaro in centro al petto e no, non è il caffè.
Ma -E' stato un gesto carino offrirmi il caffè- mi dice puntando un unghia laccata di rosa sotto al labbro, sorride e l'inquietudine si dissolve.
Non riesco mai a decifrare i suoi gesti, capire le sue sensazioni ma quando mi sorride, il senso di pace che si dirama nel petto annienta ogni dubbio.
A lei fa piacere avermi qui e punto e basta, il resto non ha più importanza.
Passiamo il tempo a parlare, un po' di tutto e un po' di niente: del recupero imminente della mia auto, del suo turno fino alle quindici, di Plue ed Happy, delle ciambelle con la glassa colorata e dell'ora legale e, di come siamo finiti a parlare di questo ultimo argomento, proprio non ricordo.
Lucy sussulta all'improvviso -Accidenti! Il tempo è volato- sobbalza dalla seduta -Devo tornare, grazie per il caffè! Ci vediamo a casa- mi saluta facendo per andare via ma la chiamo fermando la sua intenzione.
-Volevo chiederti scusa per stamattina- getto tutto d'un fiato -Ti avevo appena promesso di non metterti più in imbarazzo e invece per colpa del mio..- mi fermo nel parlare, lei che rossa in faccia mugugna un: -Tranquillo- ridacchiando isterica nel svolazzare una mano.
-Ora dovrei andare- gesticola ma mi sollevo raggiungendola -Aspetta, ecco volevo dirti anche una cosa- mugugno incerto ma convinto fino in fondo nell'essere onesto con lei.
-Dimmi- mi sprona appena spazientita dato il silenzio e la sua premura di tornare a lavoro.
-Il sogno spinto che ho fatto stamattina...-  mormoro a disagio  pasticciandomi le dita -Non era Mira, eri tu- confesso senza riuscire a guardarla in faccia.
Cazzo quanto è imbarazzante.
-Eri mezza nuda, coperta solo dal grembiule a cucinare pancake... ora capirai il perché mi sia svegliato in quel modo- butto fuori in un lamento, strofinando con fare nervoso i palmi sul tessuto in jeans che mi ricopre le cosce.
I miei occhi se ne stanno ancora incastrati altrove e il silenzio che arriva da Lucy di certo non mi aiuta a sentirmi meno  disagiato, probabilmente se la starà ghignando alla grande e con quel poco di orgoglio maschile che mi è rimasto, indirizzo lo sguardo verso il suo trovando qualcosa di così inaspettato da lasciami spiazzato.
-Lucy?- la chiamo in un mormorio perplesso ma lei non accenna a cambiare quella sua espressione persa su di me. Mi fissa ma al contempo sembra non vedermi, le sue guance sono rosse e gli occhi vitrei puntati nei miei sembrano suggerirmi che no, non l'ha presa molto bene.
A questo punto temo il peggio, come una sventola da parte sua e dritta sul mio lato destro del viso ma ancora una volta, Lucy è indecifrabile e quindi restiamo a guardarci in totale silenzio almeno finché non  deglutisce e -Hai sognato me nuda- tartaglia palesemente in difficoltà.
-Mezza nuda- preciso -Ma tranquilla! Non ti ho fatto nulla o almeno non ho fatto in tempo, Plue mi ha svegliato prima che tu potessi farmi un pom-
-Devo andare!- urlacchia in un rantolo sottilissimo.
Mi sento confuso, è come se con la mia dichiarazione le avessi scatenato il caos nel cervello, inebetito resto a guardarla muoversi in avanti, le sue gambe sembrano totalmente scollegate dalla vista e la cosa mi turba a livelli allarmanti quando noto con terrore quella flotta di ciclisti dirigersi rapidamente nella stessa traiettoria di Lucy.
Verrà travolta in pieno se non si scansa immediatamente da lì!
Succede tutto così in fretta, un attimo prima mi butto verso di lei e l'istante dopo mi ritrovo stringere Lucy tra le braccia premendomela contro al petto con tutta la forza che ho in corpo. Respiro il suo profumo e la paura provata mi fa tremare impercettibilmente le gambe e scattare l'impulso di afferrarle il viso in un palmo e avvicinarlo al mio -Tutto bene?- strepito allarmato.
-Sì.. grazie- mormora smarrita.
-Che paura- sussurro appoggiando la fronte contro la sua nell'esalare un sospiro, con un braccio la tengo stretta a me mentre con le dita dell'altra mano le accarezzo dolcemente il viso, tastandola delicatamente, esplorandola.
Ormai non riesco più resistere all'impulso di toccarla ogni volta che siamo così vicini.
-Natsu- mi chiama e sollevando le palpebre senza staccarmi dalla sua fronte incontro i suoi occhi grandi. Mi sta guardando negli occhi e io reggo il suo sguardo bellissimo per un attimo, o forse a lungo ma alla fine mi rendo conto di quello che sto ancora facendo.
-Oh- sussulto nel lasciarla libera.
-Ora dovrei andare davvero-
-Certo- mi porto una mano a reggere la nuca -Ci vediamo a casa- la saluto fingendo tranquillità  mentre il mio petto è ancora scosso dai fremiti del momento appena vissuto.
-Ci vediamo a casa-  ripete lei, sembra tornata lucida e voltandomi le spalle, avanza per la via lanciandomi un ultimo sguardo oltre la sua spalla.
Forse è il caso di recuperare Plue e tornare a casa.

***


-Lucy:


Insinuo una mano nella tasca interna della borsa sfilando con due dita il mazzo di chiavi contenuto all'interno. Sono le quattro e finalmente sono a casa, stanca stiracchio i muscoli del collo e prima di infilare le chiave nella toppa mi assicuro che la porta non sia già aperta. Il pomello in ottone che scatta sotto la mia pressione, mi avvisa che non mi occorrono le chiavi e sopratutto che  Natsu è in casa.
Be la cosa non dovrebbe stupirmi dato che prima di lasciarci ci siamo detti che ci saremmo incontrati a casa. Mi sento arrossire nel ripensare a quel momento al parco, le mie guance poi, prendono letteralmente fuoco se ripenso alla sua confessione sul sogno erotico... credo di non essermi mai sentita così imbarazzata e lusingata al tempo stesso.
La tensione nel doverlo affrontare ha lo stesso impatto di un pugno nello stomaco, orami averlo vicino mi crea troppa emozioni tutte insieme.
Ma che cavolo mi prende?
https://www.youtube.com/watch?v=AkgzJbAlfSY

Varco la soglia, il salotto è spoglio della presenza di Natsu ma è qualcos'altro a riempire la casa: note di chitarra, che leggere mi ronzano intorno facendo voltare il mio viso  verso la fonte da cui arrivano: lo studio di registrazione. Natsu sta suonando la sua chitarra e forse non dovrei disturbarlo ma filare dritta in camera.

-Che il tempo asciughi tutta l'acqua sopra i marciapiedi
che porti via dalle finestre tutte queste foglie e la felicità ti prenda come un vento caldo...

Un brivido mi scorre in mezzo alle scapole nel registrare una voce mescolarsi al suono di chitarra, Natsu sta cantando e di riflesso ritorno ad osservare la direzione da cui proviene la musica. Da questa distanza riesco a sentire poco, a mala pena, eppure qualcosa mi vibra dentro facendomi stare sulle spine.
Non ho mai sentito Natsu cantare e nelle ultime settimane è stata quasi un ossessione sapere come sarebbe stato sentirlo.
Abbandono la borsa sul bracciolo del divano, floscia finisce a rotolare sui cuscini.   I miei passi si muovono da soli finendo per fermarsi davanti al ciglio dello studio, non so come sono arrivata fin qui, ho continuato a camminare senza neppure vedere dove stavo andando. La porta è stata lasciata aperta e prima che possa affacciarmi all'interno, sento ancora la sua voce e quella vibrazione pari ad una scossa elettrica forte e travolgente.
Arriveranno altri segni sul tuo viso stanco
un'altra storia da inventare su un quaderno bianco  e la tristezza come il ghiaccio, si sta consumando...
Porto una mano a stringere la canottiera tra il solco dei seni. il mio cuore batte così forte che temo possa schizzarmi via da un momento all'altro ma è la sua voce dannatamente bella, intesa e roca al punto giusto a ridurmi in questo stato.
Da te a me c'è un universo da percorrere, forse per questo restiamo qui...
Un fremito mi scuote quando mi accorgo degli occhi di Nastu puntati addosso, senza che io me ne sia accorta mi sono proiettata all'interno della stanza mostrandogli così la mia presenza. Provo vergogna per essere stata così impicciona ma lui sembra sorridermi, seduto su una delle due poltroncine che arredano lo studio, continua a pizzicare con le dita le corde della sua chitarra guardandomi intensamente.
Non riesco a reggere oltre, con imbarazzo abbasso lo sguardo spostandolo altrove.
Ma tu non nascondere gli occhi mentre ti parlo,
tu non nascondere gli occhi mentre ti guardo da qui...
Sgrano gli occhi spostandoli rapidamente su di lui, il mio cuore batte a mille e la musica mi riempie orecchie e testa. Non è possibile, non può essere stato il mio gesto a ispirargli parole così belle ma quando vedo i  suoi ardenti agganciati ai miei, capisco che è proprio così.
Che tanto a gli altri non importa di noi.
Natsu da un ultima strimpellata, finalmente mi lascia libera dal suo sguardo nell' abbassarlo verso la chitarra e io a corto d'aria, mi ritrovo a boccheggiare, il cuore pompa veloce e la mia testa gira.
Ho la pelle d'oca, la voce di Natsu mi è entrata sotto pelle impossessandomi di tutte le mia facoltà, non ho mai provato niente di così forte in vita mia.
Cerco di riprendermi da questa strana atmosfera che si è venuta a creare, mi porto una mano a sistemare le ciocche dietro le orecchie nell'avvicinarmi a lui e sedermi accanto, Natsu si china con la schiena verso il tavolino che ha di fronte, scribacchia qualcosa su un quadernino già imbrattato di troppe parole dall'inchiostro nero.
-Scusa io non volevo impicciarmi- soffio mogia provando una fitta allo stomaco quando si volta verso di me per sorridermi radioso.
-Ogni tanto mi fa piacere avere qualche spettatore che non sia Happy- ammette strappandomi un sorriso pur sempre tirato, mi sento agitata.
-E' bellissima... tu, tu sei eccezionale- mi lascio sfuggire -Intendevo la tua voce, la tua voce è eccezionale- mi correggo balbettando, mentre avrei voglia di sotterrarmi dalla vergogna.
-Oh, grazie- esclama.
Con le dita torturo la stoffa della mia gonna lunga in cotone leggera -Perché non canti le tue canzoni ha un pubblico più vasto?- domando di getto, mordendomi l'interno della guancia l'istante dopo nell'essere stata così invadente.
Potrebbe avere qualche complesso, che ne so, paura del palcoscenico per esempio.
Ma si stringe nelle spalle -Non mi interessa, cantare mi rende libero e privo di catene, non sarei felice se dovesse diventare un lavoro-
Ancora una volta resto sorpresa e senza parole, infondo è la indole del suo carattere e non dovrei sorprendermi più di tanto.
Inclino il capo di lato -Resta pur sempre un peccato non far sentire la tua voce anche gli altri- ammetto sincera, le sue pupille si dilatano dalla sorpresa, poi sorride scuotendo il capo quando -Be, potresti sempre cantare al Fairy qualche volta- gli suggerisco maliziosa.
-Non se ne parla-
-Nemmeno se ne valesse davvero la pena?- mormoro supplichevole.
-Solo se fosse una questione di vita o di morte- cede, ritrovandoci a ridere insieme.
Si avvicina con le dita verso il mio volto, mi scosta i capelli mentre io ancora rido avvolta da questo bel momento.
-Stai scrivendo una nuova canzone?- domando curiosa, non preoccupandomi più della mia sfacciataggine nell'indicare il quadernino, inquadrato dallo sguardo di Natsu l'istante dopo.
-Avevo voglia di suonare e poi le parole sono uscite fuori da sole- mi spiega ripiegando il quaderno, infilando la penna all'interno -Ultimamente mi sento molto ispirato-
-E chi l'avrebbe detto che fossi un tipo romantico- commento in un ghigno facendogli storcere le labbra in una smorfia contraria.
-Quello che ho appena sentito era schifosamente romantico- insisto non dandogli possibilità di ribattere -Insomma tu chi sei? Che ne hai fatto del mio vicino di casa sboccato e buzzurro?- sbotto poi ridente, lui sta al gioco ruotando gli occhi al soffitto.
-Eri tu che vedevi altro- soffia fermandomi il cuore nel petto -E anche io vedevo altro- sussurra poi socchiudendo gli occhi  di verde brillante.
-Natsu Dragneel, chi sei tu?- gli domando sporgendomi verso di lui ma restando pur sempre ad una distanza di sicurezza -Non ascolti canzoni da "femmina" ma le tue sono dolci e romantiche, non ti sei mai innamorato ma scrivi parlando d'amore- sto sussurrando mentre lo guardo ammaliata.
-Ma io sono innamorato da sempre della stessa meravigliosa creatura - mi confessa e l'impatto è micidiale, come scottata mi ritraggo mentre un ridicolo senso di delusione avviluppa tutti i miei sensi.
-Ah, e chi è?- sputo fuori conficcando le unghia contro lo strato di pelle che ricopre la poltrona.
Ma perché cavolo glielo chiesto? Mi mordo un labro e il mio cuore subisce un impennata pazzesca quando sento le su dita tra i miei capelli, scostarmi le ciocche dall'orecchio per avvicinarci le labbra -E' la musica- soffia curandomi di sollievo.
Non che fossi gelosa, chiariamoci subito!
-Capisco- schiocco con la lingua e ci ritroviamo a guardarci, sento come una sensazione comprimermi lo stomaco e ancora una volta non riesco a sorreggere l'emozione che i suoi occhi mi suscitano.
-Cinque anni passati forzatamente insieme e nemmeno ci conosciamo- rifletto ad alta voce nel guardare il soffitto, un tentativo al quanto idiota pur di trovare una qualche distrazione.
-Adesso ne abbiamo l'occasione- lo sento esclamare, lo spostamento d'aria che ne sussegue mi avvisa che Natsu si è sollevato, la sua figura ora mi troneggia difronte e alzando il mento lo guardo interrogativa.
-Ti ho promesso che avremmo passato del tempo insieme- mi ricorda stendendo la mano verso di me ma che non afferro perché basita da quello che sta dicendo mi limito ad osservalo.
-E' ora che io mantenga la mia promessa-
-Pensavo l'avessimo già fatto- replico asciutta.
-Parlavo di un appuntamento tra amici ma solo io e te- ghigna ondeggiando le dita in un dolce richiamo -Un pomeriggio insieme per conoscerci come non abbiamo mai fatto- aggiunge poi notando la mia espressione persa.
Tentenno sul da farsi. Quando sono sola con lui mi sento sempre più in panico e non mi sembra una buona idea questo appuntamento, nonostante muori dalla voglia di dire di
-Ok-  e il soffio che mi esce dalle labbra è del tutto involontario. Mi sorprendo di me stessa, ho agito di pancia ma ormai ho accettato e non mi resta che sorridergli e  afferrare la sua mano nel sollevarmi.
-Va bene- confermo ufficialmente, in fondo la mia giornata lavorativa è finita e non c'è niente di male nel passare qualche ora con lui come amici.
 -E dove vorresti andare?- domando curiosa e in piena aspettativa.
-Questa uscita serve per conoscerci meglio, giusto?- mi chiede facendomi annuire -Allora vieni, voglio portarti in un posto- soffia incastrando le dita tra le mie, portandomi via con lui verso l'ignoto, in questo pomeriggio d'estate che so di per certo, ci riserverà tante sorprese...

ANGOLINO DAIMLER: Buon sabato amici miei, scusate ma oggi torno con Miele, l'ispirazione nel finire il cap è tornata prepotentemente ma prometto di aggiornare presto Per amore o per magia.
Questo capito sarà suddiviso in tre parti, spero che vi sia piaciuto data l'attesa fin troppo lunga.
Volevo ringraziare Yuki che in una recensione mi suggerì involontariamente l'input per la scena iniziale del sogno erotico di Natsu.
Un bacio e a presto!

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Capitolo 13
*** Quella linea sottile tra amicizia e amore (pt2) ***


-13-

-Quella linea sottile tra amicizia e amore-
Tu principessa ed io pirata

(seconda parte)


-Lucy:


La luce soffusa e pomeridiana filtra dalla vetrate donando tepore, diffondendosi per il locale e macchiando di sole porzioni di parquet. Mi guardo intorno vaga analizzando le varie scaffalature basse che mi circondando, scomparti in legno che richiamano lo stile spartano dell'intero negozio, creando una sorta di labirinto colorato dato la miriade di album discografici contenuti all'interno. Le mie dita ne percorrono i volumi in vinile e, pescandone uno a caso, un vecchio disco degli anni ottanta si mostra ai miei occhi curiosi. La copertina è di un verde pallido e con un polpastrello seguo le linee arancio scalfite sul cartone ruvido.
Ancora qualche istante di curiosa osservazione, poi rincastro il vinile nella fessura da dove l'avevo tirato fuori e stringendomi in un solitario abbraccio, mi guardo intorno interrogativa. Natsu mi ha trascinato in questo posto, un negozio che vende musica e, oltre a conoscere il suo nome, Sabertooth diceva l'insegna fuori, non mi ha spiegato alcunché lasciandomi in mezzo alle corsie per sparire poi verso il fondo dell'ala.
Mi ha detto di aspettare qui e che sarebbe tornato presto con una sorpresa ma ammetto che al momento provo solo uno strano disagio nel trovarmi in un posto a me sconosciuto. Mi sposto verso la sezione moderna quando i miei occhi rotolano lungo la postazione di cassa e si fermano su Natsu, è lì appoggiato contro la superficie del bancone, i gomiti ben puntellati contro al piano e uno sguardo ridente verso la commessa che si trova dall'altra parte.
Lei, altezza nella media, fisico formoso e caschetto azzurrino, quel fiore finto tra le ciocche corte le da un aspetto più femminile e dolce, come il suo sorriso che ampio, lo rivolge tutto a un Nastu concitato nel parlare.
Lui gesticola e lei sorride intrecciando un dialogo fitto.
Nel guardarli ancora un po' ho come l'impressione che si conoscano da tempo, la conversazione è complice e il mio stomaco si contrare ad ogni secondo che passa, Natsu mi ha portato in questo posto per conoscerci meglio ma per ora è con quella ragazza che sta passando il tempo e la cosa mi infastidisce.
Ormai ho abbastanza dignità da ammettere che  una piccolissima parte di me, prova gelosia per Natsu...
Dio, devo essere impazzita! Anzi no, sarà il caldo, gli ormoni e il suo sorriso da sballo a farmi pensare queste sciocchezze!
Immersa  nei miei deliri mi accorgo in ritardo di come Natsu abbia smesso di chiacchierare con la ragazza del bancone per dirigersi verso di me, fingo di stornare lo sguardo altrove e agitata, tiro fuori a caso qualche cd osservandone per finta la copertina. Il mio cuore tamburella quando il soffio caldo della sua voce mi sfiora la nuca.
-Ei, sono tornato- annuncia dietro le mie spalle e io gli rivolgo un'occhiata veloce abbozzando un sorriso impacciato, noto fugacemente che tra le mani rigira un piccolo i-pod.
-E' carino qui- mugugno imbarazzata ma pienamente sincera, le pareti tinte di arancio e la piccola zona relax  con poltroncine e servizio caffè situata in un angolo, mi danno un senso di ospitalità e calore.
-I proprietari di questo posto devono avere un debole per Sting Eucliffe- gli faccio notare poi sarcastica nel puntare il  mento di fronte a me, verso i poster in cui ritraggono il famoso cantante e che tappezzano buona parte delle pareti del locale.
-Letteralmente- sorride e mi acciglio ma mi coglie di sorpresa quando con le dita mi rinvia i capelli dietro le orecchie, tanto da farmi seccare la lingua e azzittire da qualsiasi perplessità pronta ad essere sputata fuori.
-Ti ho portata qui...- sussurra dietro le mie spalle, sento un fremito percorrermi la spina dorsale, i muscoli irrigidirsi e lo stomaco contrarsi quando posa le mani sulle mie spalle -Per farti scoprire un pezzetto del mio mondo...- continua in una frase lasciata metà. Dal canto mio riesco solo ad annuire inerme e totalmente preda del suo fascino.
Deglutisco e sollevando le labbra sto per farfugliare qualcosa ma Natsu, ancora una volta, soffia parole direttamente nel mio orecchio -Questo è un posto speciale e che mi fa sentire bene ma è solo la musica che mi aiuta a sentire dentro il silenzio che c'è fuori-  un paio di cuffie mi circondano morbidamente il collo e tremante di aspettativa punto la vista lungo la vetrata che proietta appena il nostro riflesso.  Natsu non è molto più alto di me, ma la sua figura sembra coprirmi interamente, il suo sguardo è perso lungo la linea del mio viso  inclinato, le sue mani ancora posate sulle casse delle cuffie -Il linguaggio della musica è un linguaggio che solo l'anima capisce e quindi è inutile perdersi in parole, potrei stare qua tutto il pomeriggio a raccontarti quanto per me sia importante scrivere ma tu non riusciresti mai capirlo davvero-
Sono confusa -Quindi  che vuoi fare?- sibilo senza trovare il coraggio di inclinare il viso per affrontare i suoi occhi.
-Ti porto con me, ma solo per tre minuti- dice e scommetto che sta sorridendo, le mie orecchie vengono coperte dalle cuffie e dopo un istante passato a boccheggiare, la musica si diffonde nella mia testa.

https://www.youtube.com/watch?v=cyRV7vSAYUc
L'impatto è forte, da farmi sobbalzare appena e schiudere le labbra.

La corsa con te in braccio fatta per le scale,
confondere lo zucchero al posto del sale
e ridere di niente che poi ci porta a foto di noi di un selfie venuto male...


La voce che mi riempie le orecchie non mi è del tutto sconosciuta, mi basta una frazione di secondo per intuire amaramente che non è di quella di Natsu che si tratta ma di qualche cantante famoso anche se al momento non riesco ad associare il timbro all'artista. Sono sicura però, di non aver mai sentito questa canzone.

La pioggia allunga il cocktail fatto per restare
ed il tuo mondo vola intanto il ghiaccio cade,
tu piano ti addormenti che poi, ti porto dentro se vuoi, mentre ti resto a guardare...


Sospiro quando sento le mani di Natsu scivolare lungo le mie, catturarne le dita prima con dolcezza e poi rudemente nell'intrecciarle tra loro e stringermi in un abbraccio che non lascia scampo.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare da un dolce dondolio, senza pensare a nulla inarco la schiena percependo i muscoli compatti del torso di Natsu e le mia labbra si piegano in un sorriso nel sentirlo rinvigorire la stretta sulle mia braccia.
E' tutto troppo forte: la musica che mi sconquassa il petto, il profumo di Natsu, le palpitazioni del mio cuore nell'approfondire man mano che il tempo scorre, il contatto con lui.
Una vampata di calore mi incendia il ventre quando sento il suo naso infilarsi tra la piega del mio collo, d'stinto reclino indietro la testa trovando appoggio sulla sua spalla solida.

Dimmi qualcosa, qualcosa che resta
senza far nulla che la scena è perfetta se quando ti guardo è giù tutto migliore.
Perdo le parole...


Mi piace stare tra le sua braccia, mi piace la sensazione che questa canzone mi sta suscitando e senza rendermi conto mi accorgo di stare sorridendo contro le sua labbra aperte nel medesimo sorriso, le nostre bocche sono così vicine ma Natsu abbassa il capo sfiorandomi la linea della mandibola.
Aveva ragione lui, le parole non servono a nulla e chiudendo gli occhi annullo tutto ciò che mi circonda tranne la percezione della sua presenza.

Prova con gli occhi a dirmi ciò che non riesci
quando il centro sei tu con i tuoi movimenti se quando capisco che esiste l'amore.
Perdo le parole

Natsu scioglie l'abbraccio ma solo per farmi voltare verso di lui, poggia le mani sullo scomparto dietro le mie spalle fissandomi con uno sguardo intenso. Gli sorrido portando una mano sul suo petto, sul suo cuore, quasi non sussulto nel percepire oltre al mio palmo di quanto gli batta forte.
Non ne capisco il motivo ma c'è altro che vorrei dirgli senza necessità di parole.
E' un : -Ho capito cosa mi volessi dire-  che silente gli trasmetto attraverso i miei occhi. La musica è un linguaggio che solo l'anima capisce e solo ora, ne comprendo appieno ogni parola.
E' Natsu ne sembra fiero nell'essere riuscito a trasmettermi il messaggio.

Perdo le parole.


La canzone sfuma nel finale fino a cessare del tutto e io ritorno a sentire il sottofondo, ovattato dalle cuffie che coprono ancora mie orecchie, propagarsi all'interno negozio. Provo quasi del dispiacere che sia finita. Privandomi della sensazione del corpo di Natsu sotto al mio palmo, con entrambi le mani mi sfilo via le cuffie passandogliele.
-Non era la tua voce- mormoro appena amareggiata, spero non abbia notato il mio disappunto, mi mordicchio un labbro negando il contatto visivo.
-Non canto le mie canzoni- dice con tono fermo e quasi mi scappa di fargli il broncio, vorrei iniziare una filippica su come stia sprecando il suo talento ma conosco benissimo la sua testa dura.
-Le faccio cantare a chi vuole condividerle anche con altri- mi spiega -E io volevo condividere questa con te, è un inedito sai? Sei una delle prime persone ad ascoltarla- afferma poi strizzando un occhio nel ghignare.
Avevo già capito che fosse sua, in qualche modo ho sentito Natsu tra quelle parole ma sgrano gli occhi quando mi confessa dell'inedito.
Non pensavo mi ritenesse così importante da farmi ascoltare una canzone scritta da lui e ancora sconosciuta, è stato un bel regalo ecco.
Mi fa sentire importante.
-Emm che ne pensi?- mormora grattandosi la nuca, sembra in imbarazzo ma ciò che mi sconvolge e che Natsu mi ha appena chiesto un parere... a me?!
Mugugno una serie di mugolii inarticolati almeno finché lo sguardo di Natsu si accartoccia in qualcosa tra l'interrogativo e il dispiaciuto, conseguito poi da uno sguardo spaventato dato il mio spasmo urlante nell'accorgermi che sta fraintendendo.
-No!- mi spingo in avanti scuotendo i palmi -E' bellissima, sul serio- porto poi le mani in mezzo al petto e -Mi ha toccato nel profondo- confesso addolcendo lo sguardo -Prima di questa sconsiderata convivenza non credevo fosse possibile che tu fossi capace di fare questo- ammetto facendogli inclinare il capo di lato nell'osservarmi interrogativo -Ma Natsu, tu hai il dono di entrare nel cuore delle persone tramite le canzoni che scrivi. Sei speciale...-
Mi guarda sorpreso ma poi la virgola di un sorriso gli deforma quelle labbra perfette e solo adesso connetto che cosa cavolo gli ho appena detto.
Sei speciale...
Mi sento avvampare, mi sono lasciata trasportare dall'esigenza di rassicurarlo e questa è stato il risultato. Tartaglio l'ennesima serie di mugugni ma Natsu, fortunatamente, interrompe questa sessione imbarazzante di monosillabi no-sense nel sporgermi verso di me, ammiccando senza ritegno.
-Uno a zero Heartphillia!- punta l'indice verso di me -Sono riuscito  a strapparti un complimento e parlo di un complimento vero!- soffia -Ora tocca a te, ma io sono un tipo tosto- soffia facendomi roteare gli occhi al cielo -Perché prendi sempre tutto come una competizione?- gemo esasperata -Non era  mica un'uscita per conoscerci meglio?- lo rimbrotto in un borbottio.
Ma non ricevo risposta se non la sua mano tesa verso di me -Andiamo dai, adesso tocca a te- mi sprona facendomi sorridere.
Afferro la sua mano con decisione, so già dove portarlo.


***


-Natsu:


-Pensavo avessi finito di lavorare per oggi...-   mi metto a constatare distratto nel guardarmi intorno pensoso, analizzando con gli occhi il misero e claustrofobico perimetro che mi circonda.
Scaffali in metallo e migliaia di confezioni mediche dal volume differente mi circondano, arriccio il naso nell'annusare una sacca di plastica contente del liquido bianco, rigettandolo poi nello scatolone da dove l'avevo pescato nell'interccettare dalle narici un odore antisettico tipico da strutture mediche.
-Infatti siamo qui per altro!- la sento gracchiare in lontananza. Nascosta dietro a quel separé, Lucy non mi ha dato nessuna spiegazione su quale motivo ci abbia portato qui: chiusi all'interno di uno stanzino dell'ospedale.
Ha farfugliato qualcosa sull'aspettarla  qui, dietro a questo pannello di plastica e io, a parte qualche brontolio, sto facendo come mi ha detto, aspettando "pazientemente" che sbuchi fuori.
I miei occhi rotolano lungo le etichette delle flaconi in vetro esposti sulla mia destra ma senza in realtà leggerne i contenuti, continuo a chiedermi cosa ci facciamo qui e sopratutto che cosa Lucy stia combinando là dietro. La giornata di oggi serviva a farci scoprire un pezzetto sconosciuto dell'altro e che Lucy lavori in ospedale, io già lo sapevo.
Sorrido sghembo, siamo soli chiusi in uno stanzino  e lei è dietro a un separé... è se sbucasse al di fuori in tenuta sexy da infermiera? Chiudo gli occhi scuotendo appena il capo nel tentativo di scacciare via l'immagine di Lucy infilata in una mise in fin troppo stretta e provocante prima che le pulsazioni dal mio basso ventre si facciano più forti e sopratutto evidenti.
Ma che cavolo di problemi ho ? Non bastano i sogni notturni, ora Lucy tormenta anche la mia immaginazione, sono senza speranze...
-Natsu...- la sento chiamarmi  in un mormorio, voltandomi di scatto noto che ancora non si è palesata -Ecco... mi prometti di non ridere?- continua e potrei giurare di scorgere della timidezza nel suo tono.
-Certo?- rispondo interrogativo inarcando un sopracciglio difronte alla sua richiesta.
Qualche istante dopo Lucy compare da dietro al separé, tiene lo sguardo chino verso il pavimento prima di sollevarlo verso di me e illuminarsi in un sorriso ironico, tra le mani stringe i lembi di quel vestito pomposo che ora indossa.
-Avevi promesso di non ridere-  mi riprende fintamente offesa difronte alle mie guance gonfie per lo sforzo di trattenere le risate mentre avanza verso di me fino a fronteggiarmi.
-Non sto ridendo- sghignazzo  -E che ecco...- stendo un palmo dall'alto al basso indicando il vestito rosa confetto con tanto di gonnellone e spalline anni 80 che indossa -Sei molto graziosa, davvero- esalo alla fine tentando di essere convincente.
-Ora mi spieghi il perché di questo?- domando replicando il gesto con la mano .
-E' per una buona causa- afferma.
-Ti sei addobbata come una del circo russo per una buona causa?- replico perplesso senza tralasciare sarcasmo, ma Lucy fa una smorfia agganciando le dita tra i lembi del gonnellone.
-Al suo cospetto, Lucy principessa della casata Heartphillia di Acalipya- annuncia mimando un inchino sotto al mio sguardo divertito.
-E tu sarai Ser Natsu Dragneel, cavaliere delle terre lontane di Fiore- mi avvisa poi dandomi la schiena per chinarla e frugare all'interno di uno scatolone.
-Aspetta, vuoi coinvolgere anche a me?- replico sorpreso sobbalzando quando Lucy mi sventola davanti al naso una calzamaglia e dei pantaloncini azzurrini a sbuffo  coordinati dall'immancabile cappello piumato.
-Principessa, io non metto quella roba- mi impongo senza nasconderle il tono inorridito nel puntare gli occhi  tra i tessuti di raso che stringe tra le mani.
-Non vuoi fare il principe?- mugugna perplessa, in risposta ridacchio -Non mi si addice- mento tentando di celare la totale disapprovazione nel vestirmi come un babbeo.
-Mmm- mugugna incastrando il labbro inferiore tra i denti -Forse c'è qualche altro costume là dentro- dice inclinando il volto verso lo scatolone di prima, io che la sorpasso intenzionato a trovare un qualcosa di meno imbarazzante.
-Non capisco che ci sia di male nel fare il principe- la sento borbottare interrogativa -A Loki piaceva farlo- continua poi. In silenzio continuo la mia ricerca,  di certo non serve evidenziarle le differenze abissali tra me e Loki, lui nella parte del principe scommetto che ci calzava a pennello.
Ghigno quando focalizzo il costume giusto -Trovato!- esulto avvertendo Lucy frusciare verso di me.
-Ma che?- esclama  spaventata quando di colpo mi sollevo di fronte a lei brandendo una sciabola di plastica, nell'atto le sfioro i capelli facendoglieli svolazzare appena.
-Ho trovato il costume- la informo ridente infilando l'arma nel cinturone appena allacciato intorno alla vita, bandana in testa e benda sull'occhio finiscono  l'opera e quando a pugni serrati sui fianchi mi mostro fiero  a lei, sputo un: -Che c'è?- a sopracciglia aggrottate nel vedere il viso di Lucy corrugato in una smorfia.
-Una principessa e un pirata? Non si è mai vista una coppia così-  commenta a mezza bocca ma io mi stringo nelle spalle -Ma io non sono un pirata qualsiasi!- protesto indignato.
-Salamander, il re dei mari- fingo un inchino teatrale -Andiamo mia donzella?- le domando porgendole il braccio come appoggio, strappandole un sorriso convinto.
Lei  mi circonda il braccio incastrandosi alla perfezione contro al mio fianco, insieme varchiamo la soglia proiettandoci lungo la corsia fino a raggiungere una stanza dalle vetrate rivolte proprio sul corridoio.  Mi fermo sbirciando all'interno e quello che vedo mi paralizza, Lucy non sembra accorgersi e staccandosi da me avanza verso la porta circondandone la maniglia con le dita.
-Natsu?- mi chiama ma è solo un eco lontano ciò che le mie orecchie registrano, poggiando una mano sul vetro osservo l'interno della stanzetta dalle pareti colorate e i giocattoli sparsi per il pavimento.
E' un'area giochi per bambini.
-Qualcosa non va?- il viso di Lucy è a pochi centimetri dal mio, preoccupata mi osserva ma -Tutto bene- sforzo un sorriso nel dirlo, i ricordi del passato mi avevano invaso il cuore.
Sembro convincerla poco ma -Andiamo?- la sprono negandole il contatto visivo nel fiondarmi verso la porta e sopprimere un sospiro.
-Yo! il temibile corsaro Salamander è giunto a caccia di bambini!- irrompo nella stanza ululando una sorta di eco piratesco. I bimbi all'interno, ad occhio e croce una decina, mi osservano divertiti ma l'arrivo di Lucy da dietro le mia spalle spalanca loro dei sorrisi radiosi.
-Lucy- la chiamano gioiosi accorciando le distanze velocemente.
-Bambini- li saluta lei dolce accogliendoli in un sorriso -Questo cialtrone di pirata è il mio amico Natsu- mi presenta rifilandomi un pugnetto sulla spalla.
-Sarà tu a raccontarci la storia oggi?- chiede un bimbo dalla bocca sdentata e il pigiamino a righe, la voce di Lucy mi raggiunge prima che possa rispondere -Kyle, cinque anni. Trapianto di midollo d'osseo. Perfettamente riuscito- conclude poi la frase con orgoglio.
-Sai Kyle, sono sicuro che Lucy sia molto più brava di me nel farlo-  esclamo io inoltrandomi nella stanza fino a raggiungerne il centro.
Lucy mi guarda di sbieco ma divertita dalla piega che sta prendendo la situazione -I libri di favole sono su quella mensola- mi spiega ma -Allora che sei venuto a fare?- mi rimbrotta una bimba occhialuta con tanto di treccine. Se ne sta ritta in piedi a braccia converse, il suo sguardo suscita diffidenza.
-Margaret sette anni, appendicite acuta- bisbiglia Lucy.
-Come cosa ci sono venuto a fare Maggy?- esclamo io portando i pugni sui fianchi nel gonfiare il petto -Non volevo di certo perdermi una delle storie della principessa Lucy, giusto?- ghigno poi in direzione di Lucy che rassegnata scuote il capo ridente.
-Invece oggi sarà proprio Natsu a raccontarcela, vero bambini?- li incita ignorando il mio sguardo terrorizzato, mi afferra per il braccio trascinandomi a sedermi sul pavimento accanto a lei, circondati dai bimbi in attesa della favola.
Mi schiarisco la voce gracchiando una risatina nervosa mentre i bambini mi scrutano con palese curiosità mista a noia, apro la bocca  e ne esce un rantolio ma la mano calda di Lucy mi preme su una spalla facendomi voltare verso di lei.
Incontro i suoi occhi scuri, a pochi centimetri dal mio viso Lucy tira una smorfia -Non c' è nemmeno una storia che ti viene in mente?- domanda un po' corrucciata mentre io batto la palpebra dell'occhio non coperto dalla benda. In qualche modo è come se lo sguardo di Lucy mi avesse risvegliato dallo stato di caos  in cui ero piombato.
Le sorrido al suono di un pensiero appena concepito -Sì, c'è ne una- replico sicuro di me, abbandonando il suo sguardo per rivolgerlo verso i bimbi e incominciare così, a raccontare la mia storia....


Il crepuscolo infiamma il cielo nel suo ultimo bagliore di giornata. L'atmosfera tinta di rosso, blu e indaco, ci accompagna nei nostri passi. E' ormai sera e io e Lucy camminiamo fianco a fianco per le strade di Magnolia, dopo la visita in ospedale ci siamo incamminati lungo Hargheon street senza una benché minima decisione sulla prossima meta. Il lampioni che costeggiano in alternanza il ponticello ci avvolgono di luce soffusa, il suo braccio è agganciato tra la piega del mio gomito, il suo corpo morbidamente poggiato al mio fianco ed è strano pensare che camminare così, insieme a lei, stia diventando una dolce abitudine.
Il mormorio della gente intorno a noi, mescolato al leggero scroscio dell'acqua torva che circonda le murate del ponte, rende questa camminata decisamente piacevole.
-Era bella quella favola- interrompe il silenzio Lucy, i miei occhi si incastrano nei suoi nel registrare l'affermazione, ridente si stringe nelle spalle -Ed è piaciuta molto anche ai bambini- sentenzia felice -Il drago innamorato di una stella-  parlotta poi  mentre io scosto lo sguardo da lei per puntarlo difronte ai miei passi.
-Non mi pare di averla mai letta- borbotta pensosa, con l'indice si tasta il mento tentando di ricordare a quale autore possa appartenere la mia favola ma -E' una storia che ci raccontava da bambini mia madre- la interrompo io, entrambi ci fermiamo e slegando il contatto le mie mani si portano sul muretto del ponte mentre lo sguardo finisce a vagare lungo l'orizzonte che mi è davanti.
-L'aveva inventata lei- continuo accennando un sorriso in direzione di Lucy, lei in un abbraccio solitario ricambia il mio sorriso, la sua espressione si fa più dolce e il mio cuore si scioglie.
-Era una persona fantastica e non lo dico perché era mia madre, lei era fantastica sul serio- continuo in un sospiro -Non avevamo tante cose da piccoli, abitavamo ad Ishigar hill e a parte un paio di scarpe nuove all'anno, io e Zef non ricevevamo altri regali da lei- le spiego senza alcun tipo di vergogna nel rilevarle le mie origini, mi volto verso Lucy la sua espressione rimane seria.
-Siamo cresciuti con niente ma lei è riuscita a darci tutto quello di cui avevamo bisogno. Papà non c'era mai e lei se ne faceva quasi una colpa... assurdo- ringhio poi con sdegno sbuffando una risata sarcastica.
-Parlami di lei- mi chiede accostandomi a me, la sua spalla colpisce la mia in modo leggero come a spronarmi.
-Sorrideva sempre e aveva una massa di ricci neri per capelli. Tantissimi capelli,  pensa che ogni volta che si chinava per lasciarmi un bacio finivo per fiondarci il naso e farmi solleticare le narici- ridacchio e Lucy mi asseconda, attenta segue per filo e per segno il mio fiume di parole.
-Le piaceva leggere e fare i dolci, profumava costantemente di torta alle mele, ne trovavo sempre una fetta sotto al naso ogni volta che mi vedeva giù, serviva a dirmi che sarebbe andato tutto bene- continuo senza rendermi conto di come io stia parlando di mia madre con qualcuno.
Non lo faccio mai.
-Sai ti sarebbe piaciuta un sacco conoscerla, scommetto che con lei saresti andata d'accordo fin da subito- ammetto in un ghigno che la fa ridere e scuotere il capo -E probabilmente mi avrebbe anche tirato le orecchie ogni volta che ti ho fatto un dispetto-
-Poco ma sicuro- afferma lei con soddisfazione, ci ritroviamo complici a sorridere insieme e io sento qualcosa all'altezza dello stomaco, qualcosa che preme fin sopra alla gola.
-Mamma è morta di cancro quando avevo dieci anni- le rivelo con voce ferma e priva di sentimento, i suoi occhi si sgranano, la sua bocca resta schiusa di mesto stupore e capisco dalla sua espressione vitrea a cosa sta pensando -Gli ultimi mesi prima che morisse, io e Zef abbiamo passato quasi tutti i nostri pomeriggi in ospedale-
Il senso di colpa che le leggo nelle iridi spalancate mi induce a interrompere quel suo rammarico -Natsu, non avrei mai dovuto portarti in ospedale og..- sta per dire ma non glielo permetto.
-Quello che fai per quei bambini è speciale-  la mia mano le tocca una guancia, apro il palmo e le dita arrivano a frapporsi tra le ciocche bionde, Lucy inclina il viso premendosi meglio contro la mia mano.
-Non mi piacciono gli ospedali ma forse se anni fa avessi incontrato una principessa tra i corridoi, forse oggi ne avrei addirittura un bel ricordo- soffio sorridendo.
-Come fai ad essere sempre così?- la voce di Lucy si incrina, i suoi occhi si riempiono di qualcosa che mi lascia spiazzato: lacrime e una le scivola via rigandole la guancia libera dalla mia presa.
-Va tutto bene- soffio asciugandola con il pollice.
-E' ingiusto che sia tu a consolare me-  sussurra e non registro nessuno accenno di pena nel suo tono di voce, ma solo conforto e la sensazione è calda, tanto da infiammarmi dentro.
-Lasci a quei bambini dei bei ricordi. Sei speciale Heartphillia- sentenzio orgoglioso, scosto le dita e Lucy sorride in uno sbuffo -Mi hai fatto un complimento vero, siamo pari- afferma scrollando le spalle facendomi ghignare nel scuotere il capo
 -La giornata non è ancora finita- la guardo di sbieco, lei inarca un sopracciglio incrociando le braccia al petto -Potrei ancora sorprenderti-
-E cosa altro vorresti fare?- domanda curiosa.
 -E' sera e io ho una gran fame- borbotto piegando il busto sui mattoncini del ponticello nel puntellarci meglio i gomiti -Andiamo a cena fuori- butto di getto cogliendo l'istante dopo un barlume di eccitazione dai suoi occhi.
-Affare fatto- schiocca la lingua ma -Decido io il ristorante- dice con una sicurezza che mi lascia inquieto ma non faccio in tempo a dire o pensare altro che Lucy mi afferra per il braccio caracollandomi verso l'uscita del ponte.


Camminiamo veloce  lungo il marciapiedi avvolti dalla penombra serale, ho la fronte imperlata di sudore perché non siamo riusciti a trovare un taxi per interi isolati e la determinazione di Lucy nel raggiungere il ristorante il prima possibile è stata più forte di qualunque cosa, anche del chilometro di distanza da Hargheon street a qui.
Ci fermiamo di colpo e un insegna al neon cattura il mio sguardo -Siamo arrivati?- chiedo interrogativo, i miei occhi ricadono sulla sua figura, ora ridente di soddisfazione.
-Non ti ricorda nulla questo posto?- replica in un ghigno e di riflesso torno ad indugiare sulla scritta al neon blu e che funge a intermittenza.
-Dovrebbe?- mugugno girandomi  di scatto verso di lei quando la sua mano mi colpisce il petto -Natsu!- mi rimbecca -E' il nostro primo incontro!- mi ricorda indicando con il palmo il ristorante mentre la mia bocca si schiude in sorpresa.
-Vero- noto solo ora -Vuoi mangiare qui?-  le domando sogghignando, lei annuisce prima di afferrarmi la mano e infilarsi tra le porte girevoli del locale, ci fermiamo nell'atrio prontamente accolti dal cameriere di sala che ci chiede se vogliamo accomodarci.
Pochi istanti dopo ci ritroviamo seduti ad un tavolino appartato all' angolo, la luce è soffusa e una candela troneggia nel centro dividendoci. Avrei preferito sedermi accanto a lei, odio queste formalità.
-Perché sei voluta tornare qui?- le domando, il suo viso è seminascosto dal menù, i suoi occhi restano incollati all'interno -Mi sembrava una bella idea rifare un tentativo- risponde prontamente stirando le labbra in un sorriso accattivante, tornando a guardarmi l'attimo dopo.
Lucy mi sorride, con le dita si rinvia i capelli e per qualche lungo istante ci limitiamo a guardarci, una strana combinazione di ansia ed eccitazione mi ribolle nel ventre.
Con scarso interesse studio il mio menù, una lunga selezione di secondi a base di carne fronteggia il mio sguardo distratto. L'arrivo tempestivo del cameriere mi fa distogliere lo sguardo e rivolgerlo verso Lucy, ordina del buon Bordeaux per entrambi e un qualcosa di vegetariano per lei.
-E per lei signore?- il cameriere volta lievemente il busto verso la mia direzione, la sua attenzione ricade sul mio viso e -Quello che ha ordinato la signorina- pronuncio richiudendo il menù  porgendoglielo prima che questi scompari lasciandoci soli.
Sento lo sguardo di Lucy addosso -Mmm?- mugugno passandomi una mano tra i capelli con fare vago -Che c'è? insisto notando il suo continuo scetticismo deformarle il volto.
-Hai ordinato vegetariano- puntualizza, una nota di malizia accentua le sue parole ma io scrollo le spalle -Volevo stare leggero- mento fingendo sicurezza.
Non so spiegare nemmeno a me stesso il perché ho deciso di non mangiare carne stasera, so solo che in quel momento mi è sembrato come se fosse sbagliato farlo proprio durante il nostro appuntamento.
Passiamo il resto della cena ad assaporare i nostri piatti e chiacchierare, i nostri occhi si cercano di continuo tra un assaggio e l'altro, a fatica cerco di staccarli dalle sue labbra quando Lucy le schiude per bere un sorso di vino. C'è qualcosa di sexy nelle sue azioni, qualcosa mina pericolosamente il mio autocontrollo e che Lucy sembra fare senza nemmeno accorgersi.
La guardo infilarsi la forchetta d'argento tra le labbra, la sua gola bianca si contrae in un lieve spasmo quando deglutisce e il mio stomaco si contorce mandando una violenta fitta al basso ventre. Stringo gli occhi urlando mentalmente contro me stesso di smetterla, non posso infiammarmi in questo modo per così poco...
-Non ti piace vero?- mormora catapultandomi alla realtà, i miei occhi si spalancano squadrandola perplesso prima di riabbassare lo sguardo verso il mio piatto quasi del tutto intatto, ma non è colpa del cibo il mio scarso appetito.
-Mi piace stare qui con te- replico sincero, arrossisce e un ghigno famelico mi solca il viso.
-Non lo trovi strano?- soffia senza guardarmi, punzecchiando un asparago con i denti della forchetta -Cinque anni fa abbiamo dato di matto in questo posto e ora...- lascia in sospeso la frase senza finire, ne sembra turbata.
E ora sto dando di matto lo stesso, ma tu non lo sai.
-E ora ci piace passare il tempo insieme- le dico invece, scrollando le spalle.
-Per te è sempre tutto così semplice- mi ammonisce in un sorriso, il suo braccio si distende lungo il tavolo, involontariamente mi sfiora le dita e la mia mano si muove da sola, intrecciandole con le sue.
-E' sempre stato complicato con te- le confesso sincero, le nostre mani continuano a toccarsi.
-Per via della mia ostilità- mugugna amareggiata ma scuoto il capo, i suoi occhi si illuminano di curiosità, un marrone dorato così acceso da non lasciarmi scampo.
-Non sono mai riuscito ad essere alla tua altezza e la tua perfezione mi faceva irritare- sussurro sentendo le sue dita stringere le mie.
-Non sono perfetta- protesta corrucciata.
-Ai miei occhi appari così- mugugno a mezza bocca -Sembra così facile amarti ma io non ci sono mai riuscito o forse non ho mai voluto-
Con il pollice le accarezzo la pelle morbida del dorso, i miei occhi fissano le nostre dita intrecciate -Dai un senso a tutto ciò che ti circonda, io a malapena do un senso a quello che dico- farfuglio.
-Stare accanto a te non è da tutti- scosto le dita quando mi accorgo di quello che stiamo facendo. Desideravo toccarla da quando ci siamo seduti e senza rendermene conto l'ho fatto, ma all'improvviso una fastidiosa sensazione di inadeguatezza si è innescata nella mia mente facendomi sentire strano, troppo diverso da Lucy per poter condividere qualcosa con lei.
Quella stessa sensazione che mi accompagna da cinque anni e che mi fa diventare un vero stronzo nei suoi confronti. Perché farla soffrire gonfiava il mio ego, perché disprezzarla mi faceva sentire meno imperfetto ma tutto ciò in questo momento mi fa sentire solo disgustato da me stesso.
Sposto il mio sguardo su di lei e qualcosa mi si spezza dentro -Scusa io ho rovinato tutto- gemo schifosamente in colpa ma Lucy non accenna a guardarmi.
-Averti vicino mi faceva sentire fuori posto- soffia piano -Ho sempre pensato che tu mi detestassi a causa delle nostre differenze, il problema invece era una perfezione che non esiste- solleva il mento regalandomi un sorriso caldo che fa sparire immediatamente il senso di disagio.
-Non sono perfetta, forse fuori ti sembro così ma dentro sono un tale casino che batto perfino te- strizza un occhio e la sua reazione mi sorprende talmente tanto da farmi sentire stupido per aver pensato quelle cose su di lei.
-Non credo che riusciresti mai a battere il mio caos- ghigno sporgendo il busto verso di lei nel poggiarmi con gli avanbracci sul tavolo.
E in risposta, Lucy si puntella sui gomiti premendo il viso tra i palmi -Be direi che l'unico modo per farti vedere le mie imperfezioni sia il finire più tardi possibile questa giornata- un fremito mi percorre le scapole -Anche se ciò vorrebbe dire sopportarti ancora per qualche ora- borbotta poi facendomi ridacchiare di gusto.
L' inadeguatezza provata prima sembra essere solo un ricordo e mai come adesso, mentre Lucy ride e ritorna a parlarmi, io mi sento al posto giusto, nel momento giusto e sopratutto con la persona giusta.


***


Tra le mani stringo due bicchieri di Cuba libre carichi di ghiaccio tritato, sollevando le braccia ad altezza petto tento di districarmi  dalla fiumana di gente che accalca la pista, cercando di non versarmi addosso i nostri cocktail prima di raggiungere i divanetti dove Lucy mi sta aspettando.
E' il nostro secondo giro di bevute, dopo la cena al ristorante abbiamo deciso insieme l'ultima tappa della nostra giornata insieme e l'idea di concludere la serata al Blu Pegasus ha messo d'accordo entrambi. La musica alta mi rimbomba in testa, la discoteca è un groviglio di persone questa notte e a fatica copro gli ultimi gradini che portano al soppalco dove è situato il privé.
Conosciamo Bob da parecchio tempo e per noi è una abitudine passare i sabato sera nel suo locale, tanto da riservarci sempre un tavolo nella zona più appartata del Blu Pegasus.
Scarto un paio di avventori prima di raggiungere Lucy con un sorriso, lei si volta verso di me sollevando i palmi con entusiasmo -Finalmente!- esclama raggiante.
-Non vedevi l'ora che tornassi, vero?- le dico fingendo una avance, lei rotea a gli occhi al cielo -Certo! Aspettavo il mio drink- bofonchia, ma senza mai smettere di sorridere, nel stendere il palmo verso di me. Le passo il drink, nell'atto avviene un sfuggevole contatto di dita, la sua pelle bollente contrasta il cristallo gelido del bicchiere.
Da un sorso al suo Cuba libre, getta la testa indietro leccandosi le labbra dopo aver deglutito. Ha i capelli un po' scompigliati e la gonna spiegazzata in più punti, non riesco a distogliere lo sguardo dal suo corpo accaldato e seducente.
Mi rendo conto di starmene ancora in piedi quando guardandomi si acciglia, ha le labbra lucide di alcool e io credo di non aver mai visto Lucy così bella.
-Che c'è?- domanda alzando la voce per contrastare la musica alta che si dirama per l'intero locale ma io scuoto il capo mescolando il mio cocktail con la cannuccia.
Forse dovrei dirle che mi prende quando mi guarda in quel modo... forse dovrei...
Forse.
Una presenza alla mia destra distoglie i miei pensieri su Lucy, la figura grassoccia e sgargiante di Bob fa capolino. Eccentrico come solo lui sa essere, si avvicina a noi probabilmente per salutarci dato che ancora non l'avevamo incrociato.
Preparo un sorriso di saluto, anche Lucy sembra sgomitare dal divanetto pronta ad accogliere Bob ma questi la degna di poche attenzioni, le sorride certo ma Bob sembra più intento a proseguire verso la mia direzione e fermarsi a pochi millimetri dal mio corpo.
-Ciao Bob- mastico  nervoso con un sorriso da colite congelato sul volto, la sua vicinanza fin troppo ravvicinata mi inquieta. Me ne resto dritto e col busto proiettato verso Lucy mentre Bob preme una mano sulla mia spalla, affondandoci le dita nel sporgersi verso il mio orecchio.
-Natsu- mi chiama roco soffiandomi alito caldo sul collo, innescandomi uno stato d'allerta da scappare a gambe levate.
-Non mi hai più chiamato- aggiunge in una nota maliziosa provocandomi una risata nervosa.
 Disperatamente cerco un contatto visivo in Lucy ma lei se la sghignazza, divertita dalla mia tragica situazione, ignora le mie mute richieste di aiuto.
-Certo, prenditi ancora del tempo, Bob ti aspetta- si congeda poi finalmente ma senza non lasciarmi una simpatica pacca sul didietro, di riflesso mi sporgo in avanti ingoiando un rantolo al contatto e stringendo spasmodicamente il mio bicchiere quasi a frantumarlo.
Ancora orripilato da quello che è appena successo, distorco la bocca in una posa semi disgustata salvo poi accartocciarla infastidito nel mettere a fuoco Lucy che se la ride senza dignità.
-Hai fatto colpo!- mi prende in giro rifilandomi addirittura un occhiolino,
-Questa faccenda è colpa tua- borbotto, ricordandole lo scherzetto al matrimonio di Levy e Gajeel - Bob mi perseguiterà ogni volta che metterò piede qua dentro- lamento afflosciandomi sul divanetto accanto a lei.
-Scusa- la sento mugugnare vicino al mio orecchio, con le mani mi circonda il braccio premendosi meglio su di me, voltandomi i nostri nasi si sfiorano e mi manca il fiato quando vedo le sua labbra schiudersi. Il suo profumo, un mix sensuale di rum e vaniglia, mi riempie le narici.
-Ammetti che sia maledettamente divertente?- sbiascica in una risata.
Non è ubriaca ma l'alcool finora ingerito serve a renderla più sciolta e disinibita, scuoto il capo forzando la posa offesa ma la mia barriera cede difronte a quel suo sorriso radioso.
Ghigno dandole vittoria, poggio il mio drink sul tavolino voltandomi poi verso di lei nel scostarle i capelli dal viso con una mano, l'altra si muove su di lei fermandosi sul suo ginocchio.
Noto con una certa soddisfazione che Lucy non sembra irrigidirsi o ritrarsi come fa solitamente quando la tocco in questo modo, continua a sorridermi e ciò mi spinge ad osare ed oltrepassare il limite.
-Hai qualche proposta per riparare al danno?- soffio perdendomi nei suoi occhi un po' arrossati.
Annuisce a pochi millimetri dalle mia labbra -Ho un'idea- sussurra.
Tipo pomiciare come ragazzini arrapati qui davanti a tutti?
-Vieni con me- aggiunge sfatando la mia di idea.
Urlacchia un : -Muoviti-  stringendomi una mano nel caracollarsi giù dalla scaletta e ignorando le mie domande.
Ci ritroviamo in mezzo alla pista affollata, la sua mano scivola dalla mia presa ma -Non vorrai ballare?- la fermo io prima che i suoi palmi si aggrappino alle mie spalle, Lucy si acciglia con le mani a mezz'aria.
-No?-  replica perplessa.
-Ecco non è il mio forte- spicciolo passandomi una mano sul coppino in imbarazzo, perché dirle che sono sensuale quanto una scopa quando ballo, forse è troppo imbarazzante perfino per me.
-Stai tranquillo, seguo un corso di ballo latino insieme a Levy da anni- tenta di tranquillizzarmi in un sorriso ma che di rincuorante a poco.
-Io ti ho avvisata- sospiro arreso -Non lamentarti dopo che ti avrò pestato un piede-
Preme le mani sul mio torace -Non puoi avere più di un talento- commenta
-Lo so, sono già bellissimo-
-Intendevo il canto- replica guardandomi di sbieco.

https://www.youtube.com/watch?v=kJQP7kiw5Fk

-Segui me- sentenzia poi nel intrecciare le dita con le mie e spingersi indietro, catapultandosi avanti qualche frazione di secondo dopo.

Si, sai che è da un po' che ti osservo, devo ballare con te oggi
Ho visto che i tuoi occhi mi stavano chiamando
mostrami la via che verrò...

Il suo viso è parallelo al mio, passa un palmo sul mio petto prima di stringere le dita sulla mia spalla e guidarmi in una danza lenta ma serrata al contempo. Muove i fianchi in maniera fluida e io mi lascio trascinare dalla sua passione, i nostri occhi si guardano, si cercano e io sono incapace di osservare altro che non sia il viso bellissimo di Lucy.

Tu, tu sei il magnete ed io il metallo, mi avvicino e preparo il mio programma.
Solo al pensiero mi batte forte il cuore.
Già, già inizia a piacermi più del normale, tutti i miei sensi stanno chiedendo di più .
La cosa va presa senza alcun fretta...

Deciso, la faccio girare su se stessa prima di schiantarmela addosso, lei sussulta  sorpresa, stira le labbra in un sorriso provocante di malizia. Scioglie la presa dal mio collo solo per afferrarmi le mani e portarle sui suoi fianchi che ora oscillano contro i miei, dandomi il permesso di stringerla forte per la vita e azzerare definitivamente le distanze.

Lentamente.
Voglio respirare il tuo collo lentamente.
Lascia che ti dica delle cose nell'orecchio.
Così se non sei con me, ti ricordi di me...

Lucy si volta nel mio abbraccio, ondeggia il sedere contro il mio pube e una fiammata di libido mi accende il ventre, con forza la ingabbio tra le mie braccia strette intorno al suo corpo.
Butta indietro la testa offrendomi la sua gola bianca da sfiorare con le labbra.
E' bollente, tutta calda e bollente, il profumo di vaniglia torna a pizzicarmi le narici, le sue dita si ingarbugliano con le mie pressate contro il suo addome teso. Inarca la schiena continuando a muoversi in modo seducente, strusciandosi su di me, non pensavo fosse così brava.

Lentamente.
Voglio spogliarti lentamente con un bacio.
Fermo sulle pareti del tuo labirinto
e farò del tuo corpo un intero manoscritto...

La musica rimbomba nelle orecchie, il mio cuore batte all'impazzata e il mio corpo sembra agire ormai da solo. Faccio girare Lucy tornando in prima posizione, mi circonda il collo con i palmi quando la sollevo nel stringerle i fianchi con le braccia, fino a pressare il mio torace contro i suoi seni. Non credo si possa definire un ballo il groviglio che ci vede al momento coinvolti, i suoi capelli ricadono sul mio viso solleticandomi le guance.

Voglio vedere i tuoi capelli ballare.
Voglio essere il tuo ritmo.
Voglio conoscere i tuoi preferiti...

La riporto con i piedi per terra, un altro paio di giravolte mescolate alle nostre risate.

Fammi oltrepassare le tue aree  di pericolo fino a farti urlare
ed a farti dimenticare il tuo nome...

Restiamo incollati, premo una mano sulla base della sua schiena negli ultimi attimi che la canzone ci offre. Vorrei che questo momento durasse in eterno, io e lei e la musica in mezzo.
Non ho mai sentito Lucy così viva come questa notte, il sangue mi ribolle nelle vene e la mia pelle freme al contatto con la sua.


Un passo alla volta, morbido e soffice. Ci incolliamo poco a poco.
Fino a farti urlare ed a farti dimenticare il tuo nome...

Non mi sono mai sentito così vivo e vorrei durasse ancora un altro po', solo un altro po'.

Lentamente...


ANGOLINO DAIMLER: Buona sera, volevo chiedere scusa a tutti i lettori per il tempo che ci ho messo pubblicare, spero che almeno il capitolo sia stato bello da leggere.
Grazie a tutti, come sempre!
Tanti auguri alla splendida Fairy_tail_4ever!

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Capitolo 14
*** Quella linea sottile tra amicizia e amore pt3 ***


-14-

-Quella linea sottile tra amicizia e amore-

(terza parte)

 

-Lucy:


Porto una mano sulla fronte, le dita tastano la pelle sudaticcia e accaldata e scostandomi le ciocche bionde appiccicate sul volto, sbuffo una risata.
-Che giornata- butto fuori in una frase piuttosto distorta, reclino il capo indietro poggiando il capo sul poggiatesta del posto passeggero ma inclinando il viso, i miei occhi rotolano lungo il tessuto che ricopre i sedili di questo vecchio taxi, vivaci si soffermano sulle gambe di Natsu.
E' seduto non poco distante da me, il suo ginocchio sfiora appena il mio, le gambe distese e distanziate tra loro fasciate dai jeans attirano la mia attenzione visiva. La vista cattura ogni suo particolare: l'addome piatto, la maglietta scura che ha deciso di indossare stamattina ma che ha ancora addosso il suo buon profumo, il petto ampio e solido, fino a risalire al suo viso.
La gola mi si contrae in un piccolo spasmo quando aggancio i miei occhi ai suoi,  mi sta guardando, no Natsu mi sta fissando, probabilmente da quando ha preso posto accanto a me ma io me ne rendo conto solo ora.
Il suo sguardo resta posato sul mio, non accenna a distoglierlo nemmeno quando sono io a farlo, imbarazzata inclino il viso verso il sedile.
Sorrido -Non farlo- sussurro in un filo di voce, forse è l'alcool che mi aiuta a dare voce al mio cuore che ha già perso un paio di battiti, e mi stava solo guardando...
Sento le sua dita tra guancia e collo, un tocco capace di farmi tremare impercettibilmente, in silenzio mi solleva piano il viso verso il suo in una muta richiesta di spiegazioni.
Ha la mascella serrata ora, i lineamenti del volto induriti ma quei dannati occhi restano la cosa più bella che abbia mai visto nonostante siano velati di contrarietà.
-Non guardarmi così... è sleale- insisto a pochi centimetri da lui.
-Sei tu ad essere scorretta- pronuncia in un ghigno ma poi sbuffa nel sciogliere il contatto e, allontanando la mano dalla mia guancia, porta le braccia al petto piegando il capo di lato nell'abbassare le palpebre.
Accigliata lo osservo una manciata di istanti prima di scuotermi dalla perplessità innescata dal suo mutismo -Perché?- sillabo con disappunto.
-Natsu- insisto ruotando il busto verso di lui nel premere i pugni sulle cosce. Solleva una palpebra regalandomi un misero spicchio di  verde smeraldo con cui confrontarmi.
Incurvo le labbra mostrandogli impazienza, sono tentata a prenderlo a pizzicotti se non si sbriga a dirmi qualcosa.
-Sfuggi ogni volta che provo a...- si interrompe emanando un sospiro, richiude gli occhi sibilando un ringhio sottile che mi lascia sbigottita -Niente- sfuma infine ritornando a guardarmi in maniera dolce.
-Niente Lu- schiude le labbra in un sorriso nel riempirsi il palmo del mio viso -Lascia stare- inclina  il capo di lato ammonendomi con un: -Ah!- a indice alzato quando provo a ribellarmi ed insistere a fargli vuotare il sacco ma Natsu non me lo permette.
-Non voglio rovinare questa serata- spiega, la sua mano ancora aperta sulla mia guancia e il busto un po' più vicino al mio petto.
-Non rovini niente, scemo- borbotto spazientita ma in un sorriso.
Fisso le sue labbra piegate in un sorriso accattivante, ho voglia di stringermelo addosso in maniera così irrazionale da non chiedermi nemmeno il perché di questa sfrenata esigenza di lui.
-Questo è uno di qui momenti...- sospira quando conficco le dita sul suo bicipite teso.
-Mmm- mugugno interrogativa contro il suo collo con le mie labbra aperte sulla sua pelle bollente, mi rendo conto solo ora di quanto desiderassi farlo da tempo, ancor prima della convivenza forzata.
Mi sta facendo impazzire e non riesco a fermarmi, il mio corpo sta cedendo alla tentazione e lui, che se ne resta fermo e  immobile senza impedirmi di non toccarlo con mani e bocca, di certo non aiuta la mia razionalità.
-Uno di quei momenti in cui non so che fare...- finisce lui mescolando la voce,  appena spezzata, al fischio sordo dell'aria che penetra dal finestrino semiaperto.
Percepisco una lieve stanchezza dal suo tono tanto da farmi scostare e deglutire amareggiata, la mia incertezza lo sta sfinendo.
E' ingiusto.
-No... non ti fermare- supplica in un ringhio ma mi distacco da lui premendomi contro la fiancata della portiera -Scusa, quella che ha rovinato tutto sono io- mormoro senza guardarlo.
Cala un silenzio pesante quanto un macigno, con le dita mi torturo lembi della gonna mentre il panico dell'insicurezza mi sfonda il petto.
Perché con Natsu è sempre così? Il mio cervello sa benissimo cosa fare con lui: stargli il più lontana possibile! Ma il mio cuore... no, scuoto il capo, il mio corpo, è il mio corpo a cedere a lui.
Sento un improvviso calore e puntando gli occhi su dorso della mia mano, trovo quella di Natsu posata sopra. Con fermezza ingarbuglia le dita alla mie e -Va tutto bene- soffia piano e il mio respiro affannato sembra calmarsi ad ogni secondo passato a guardare nei suoi occhi.
-Lu, senti io...- sta per dire non prima di averci pensato un po', sembrava combattuto, ma la dolce frenata che il tassista impone al veicolo arresta anche il nostro momento.
-Siamo arrivati- mormoro, l'autista ci da conferma nell'inclinare il collo verso di noi e -Signori siamo giunti a destinazione- annuncia reclamando poi i soldi per la corsa. Sto per frugare nella borsa ma -Tranquilla, ho ancora qualche spicciolo della vincita a poker- dice Natsu aprendo il portafoglio e porgendo una banconota da venti Jewels al tassista divenuto di colpo più garbato.
Annuisco e basta, accingendomi ad afferrare la levetta della portiera e sbilanciarmi fuori stancamente lasciando dentro al taxi tutte le sensazioni appena provate.
Inspiro l'aria spalancando poi gli occhi tenuti chiusi fino a quel momento, il rombo del motore sfuma da dietro le mie spalle fino a scomparire dietro l'angolo insieme alla vettura. Natsu si avvicina al mio fianco, le mani in tasca e il viso proiettato verso la residenza dei Redfox.
-Il nostro appuntamento è finito- dico in una alzata di spalle tentando di scacciare via il disagio agglomerato dentro di me.
-Così sembrerebbe- annuisce incrociando gli sguardi -Sono stato bene- ammette poi facendomi sorridere -Sono stata bene anche io- replico.
E' stato magico stare insieme a te, ma questo non glielo dico, mi limito ad osservare in silenzio il suo viso bellissimo baciato dalla luce della luna.
-E' il caso di entrare- mugugno indicando l'ingresso, gli volto le spalle ma -E se non fosse ancora finito?- lo sento tentennare, interrogativa e ormai a un passo dalla serratura lo guardo scettica.
Natsu si avvicina a me di scatto  -Ci manca ancora  un posto- afferma e potrei giurare di aver visto un pizzico di follia balenare in quelle iridi verdi.
Ignoro il fremito di allarme che serpeggia lungo la mia colonna vertebrale e -Natsu, è tardi e ormai siamo a casa dove vorrest...- ma non concludo la frase, le sua dita avvolgono il mio polso strattonandomi verso l'esterno della veranda.
-Natsu!- urlacchio concitata ma si degna di darmi risposta solo quanto ci fermiamo davanti alla veranda -Ti porto a vedere le stelle- mi risponde in un ghigno.
Perplessa batto le palpebre un paio di volte prima di focalizzare meglio la situazione ma è quando lo vedo intento ad inerpicarsi su per la grondaia che capisco le intenzioni di quel pazzo.
-Cosa? Non vorrai salire sul tetto?- sbraito sorpresa.
Natsu reclina il capo verso di me, i piedi ben piantati sulla parete- Sul tetto della veranda il cielo è uno spettacolo, vieni su- mi incita coprendo un paio di metri l'istante dopo.
-Io non vengo è pericoloso!-
-Muoviti- mi rimbecca, giunto ormai a destinazione si mette a carponi sulle tegole stendendo un palmo verso di me.
-Natsu- mugugno intimidita.
-Non avrai paura? Non siamo nemmeno tanti alti!- esclama realmente sorpreso.
-Ciò non toglie che potrei scivolare sulle tegole, rimbalzare sui cespugli e finire lungo la strada col rischio di essere investita da un auto- butto fuori tutto d'un fiato e in preda alla paranoia.
Natsu mi guarda in silenzio sbalordito  -Sai inefetti ho già visto qualcosa di simile-  appura poi lasciandomi sgomenta ma -In una puntata di Willy il coyote- chiarisce facendomi accartocciare la faccia in un misto di indignazione e offesa.
-Resti il solito stronzo-  impreco insultandolo,  avvicinandomi ala parete della casa.
-Non farmi diventare vecchio, Heartphillia!- continua canzonandomi mentre sbuffo piccata nell'infilare, in maniera piuttosto goffa e maldestra, un piede tra uno spazio l' altro della grondaia e la mani tra il fogliame che la ricopre.
Ma poi perché cavolo lo sto facendo? Sto scalando una parete solo perché lui mi ha detto di farlo, da quando sono così volubile?
A fatica riesco a raggiungere la sua mano, mi afferra saldamente e ammetto che nel contatto un po' di paura sparisce, Natsu mi solleva trascinandomi verso di lui e gattonando lo raggiungo fino a sedermi accanto rannicchiandomi su me stessa.
-Dai, non dirmi che non sei mai salita su un tetto prima d'ora- sbotta incredulo e non posso rifilargli un sguardo contrito -Perché me lo chiedi come se fosse una cosa normale arrampicarsi sui tetti?- borbotto.
-Io, Cana e Gray lo facevamo sempre quando andavamo al liceo- fa spallucce e sì, per lui è una cosa normale arrampicarsi sui tetti... scema io a chiederglielo.
-Guarda, non è stupendo?- soffia poi sollevando il naso al cielo, lo faccio anche io e i miei occhi si spalancano nel perdersi tra le miriadi di stelle che stanotte tappezzano il cielo.
Natsu aveva ragione, da quassù è uno spettacolo.
-E' stupendo- sussurro in un mormorio, poco distante da lui lo  sento rilassarsi, Natsu si sdraia con la schiena poggiando il capo tra gli avanbracci piegati a croce in una posa più comoda io invece fletto ancora di più le gambe conficcando le dita tra le tegole in una posa rigida, sono terrorizzata nel cadere.
Sembra accorgersene perché Natsu solleva appena la nuca nel storcere le labbra -Rilassati- comanda ma -Ho paura di cadere- insisto facendolo sbuffare.
Sento una vena di rabbia pulsarmi sulla fronte, sarei tentata di mollarlo qua da solo e tornarmene indietro ma sono totalmente pietrificata.
-Senti è stata una pess...- sto per borbottare gesticolando irritata ma le parole si fermano in gola quando Natsu si solleva appena, piazzandosi subito dopo dietro di me.
-Che stai facendo?- pigolo perplessa nel storcere il collo, l'attimo dopo sento le sue gambe circondarmi i fianchi, il suo petto contro la mia schiena contratta dalla sorpresa e le sue braccia stringermi l'addome.
-Ti tengo- getta -Così sei sicura di non cadere, ti rilassi e non mi metti l'ansia- ghigna e io ciondolo il capo -Ah! Grazie mio cavaliere!- lo sbeffeggio fingendo più stizza di quello che in realtà sto provando.
-Prego- replica schietto.
In realtà il mio cuore è in tumulto, la presa che Natsu ha imposto su di me è salda, è forte e io improvissamente non ho più paura di cadere ma -Ti sento ancora tesa. Te l'ho detto, con me sei al sicuro!- schiocca in un sorriso disarmante a pochi millimetri dal mio viso.
L'alcool ormai ha perso di effetto, annuisco tentando di essere convincente e sopra tutto convincere me stessa a restare indifferente quando Natsu mi tocca.
Ritorno ad osservare il cielo  -C'è da perdersi- lo sento esclamare facendomi sorridere dolcemente.
-Non è che una mappa- commento io -Basta solo saperla leggere- gli lancio un'occhiata furba quando lo sento mugugnare interrogativo.
Questa notte il cielo è tempestato di stelle così belle e lucenti che a me sembra quasi di poterne tracciare le costellazioni con le dita -Ecco quella è la costellazione della Lira, lì vedi? Dove c'è quel punto luminoso- indico con l'indice alternando lo sguardo su Natsu, i suoi occhi verdi seguono la giusta traiettoria - Quel puntino azzurro scintillante è Vega che insieme a Deneb e Altair...- spicciolo indicando le altre due stelle  -Formano il Triangolo estivo- concludo.
-Quella invece è la costellazione del Cigno e  più in là..- mi mordicchio un labbro nel assottigliare meglio lo sguardo e cercare -Più in la dovrebbe esserci quella dell'aquila- continuo almeno finché non mi sento osservata e reclinando il collo  mi ritrovo lo sguardo meravigliato di Natsu parallelo al mio.
-Non sapevo fossi un esperta di stelle- sillaba stupefatto.
Sorrido un po' imbarazzata  -Sai quando ero piccola ed eravamo solo io e mamma, Michelle non era ancora nata e papà era spesso fuori per lavoro, lei mi portava a vedere le stelle- gli spiego in un sospiro di dolce malinconia nel sollevare nuovamente il naso verso il cielo -L' esperta di stelle è lei, certe notti d'estate le passavamo a dormire fuori nel giardino, era il nostro piccolo segreto-
Ridacchio al pensiero di quei ricordi, istintivamente torno a guardare Natsu  -Tutto quello che so lo devo a lei, tutto quello che sono oggi lo devo a tutti loro- concludo scambiandoci un sorriso complice.
-Ti manca la tua famiglia?- chiede.
-Più di quanto voglia dimostrare- sospiro.
Mi rilasso contro il suo torace mentre lo sento sorridere -Non prendermi in giro- borbotto fintamente offesa.
-Fino a qualche tempo fa non avrei mai pensato che anche tu avessi una parte umana- commenta -Insomma, mi sembravi un blocco di ghiaccio ecco...- conclude.
-Be e che mi dici di te?-  obbietto sollevando il mento nel puntare i miei occhi nei suoi, la sorpresa colora il suo volto -Mi hai portata su un tetto a guardare le stelle, non pensavo fossi un tipo romantico- si limita al silenzio e la virgola di un sorriso deforma le mie labbra.
-Volevo solo farti vedere le stelle un po' più da vicino-
-Nah, scommetto che questa è una delle tue tecniche di seduzione- scherzo -Quante ne hai fatto capitolare così?- aggiungo ridendo di gusto a quel suo: -Ma piantala-  replicato nel  pizzicarmi una guancia con indice e medio.
-Non volevo sedurti ma..-
-... solo fare qualcosa di bello- concludo interrompendolo -E ci sei riuscito perfettamente- mormoro a fior di labbra -è bellissimo stare quassù-
-Già- annuisce poggiando il mento tra l'incavo del mio collo, quella che prima era solo una stretta per impedirmi di cadere, ora è un vero è proprio abbraccio.
Restiamo in silenzio, la paura di cadere si è dissolta definitivamente e anche il l'imbarazzo di starmene tra le sua braccia si è completamente sopito, la sensazione dei suoi muscoli compatti a contatto con la mia pelle è qualcosa di piacevole, gli stringo un polso accarezzandogli la pelle.
-Natsu- lo chiamo senza guardarlo -Grazie- sussurro.

 

***



Riafferro la sua mano un'ultima volta prima di poggiare saldamente la pianta del piede sul prato, siamo scesi dal tetto senza più dire una parola. Quando le mie dita perdono il contatto con quelle di Natsu non posso fare  a meno di provare una stretta allo stomaco alla consapevolezza che sia definitivamente finita questa giornata.
Mi stringo in un abbraccio solitario, l'aria notturna sferza il mio viso in una fresca carezza e, nel percorrere il vialetto che ci condurrà verso la porta d'ingresso, non faccio altro che ripensare a tutto ciò che è successo qualche attimo fa sul tetto, è stato tutto così intimo.
Natsu è dietro di me, sento i suoi passi calmi come se non avesse nessuna fretta di rientrare in casa, mi volto verso di lui quando apro la porta in una leggera pressione di polso.
E' notte, è buio ed è poca la luce che riflette sui nostri visi, poca come la distanza che ora ci divide, fattasi sempre più misera ad ogni millesimo di secondo che passa. Sorride con la fronte premuta contro la mia, la mie dita che vanno ad incastrarsi tra l'orlo della sua maglietta come a catturarlo per portarmelo ancora più vicino.
Ho bisogno di sentirmelo ancora addosso, ho voglia di lui e Natsu ha voglia di me, lo percepisco da come strofina la tempia contro la mia guancia, da come il suo fiato diventa sempre più grosso, da come contrae la mascella prima di schiudere le labbra e premerle contro le mie.
Il secondo dopo sento le sua braccia circondarmi la schiena mentre io sposto le mani tra i suoi capelli fiondando le dita tra le ciocche rosa, erano giorni che volevo farlo e nel sentire la sua lingua scorrere nella mia bocca, un fremito mi fa contrarre le cosce.
Si stacca, entrambi siamo colti dal fiatone, esigiamo di ossigeno ma senza la sua bocca non respiro, Natsu bacia divinamente.
Con il pollice mi accarezza la guancia nel premere la fronte contro la mia -Forse dovremmo rientrare...- sussurra con voce arrochita, per tutta risposta  le mie mani gli avvolgono il viso portando il suo sguardo ad abbassarsi verso le mie labbra per continuare a baciarmi senza sosta.
E' come una droga, non riesco a farne a meno.
Senza mai staccare le bocche ci caracolliamo all'interno della casa, nel semibuio ci muoviamo per il salotto raggiungendo la stanza da letto senza non incespicare sui nostri stessi passi o finire a sbattere contro qualche soprammobile.
Lui ridacchia contro le mie labbra,  i nostri movimenti sono frenetici e nervosi, acciecati dalla passione che ci vede coinvolti. Natsu mette le mani a coppa sotto il mio sedere, in un balzo mi porta sul suo petto, le mie gambe circondano istintivamente i suoi fianchi e continuando ad affondare la lingua nella sua bocca dannatamente esperta, mi lascio trasportare fino in camera da letto.
Mi accorgo di essere giunti a destinazione quando Natsu si siede a bordo del materasso, mi tiene ancora in braccio senza mai smettere di baciarmi ma il ritmo è cambiato: ora è qualcosa di lento, come se non fosse più il desiderio a comandare i nostri istinti.
C' è poca luce ma riesco comunque a vedere perfettamente i lineamenti del suo volto, con il palmo aperto gli lascio un'ampia carezza, dalla tempia allo zigomo. Natsu porta la mano sulla mia -Che c'è?- mi dice, negli occhi guizza un' accenno di preoccupazione.
-Dovremmo parlarne- mugugno infilando le mani sotto la sua maglietta facendole aderire contro la sua schiena liscia e perfetta.
-Di cosa?- soffia appena il tempo necessario di spostare la bocca sul mio collo iniziando  a far scorrere le labbra su e giù con ritmo lento e attento.
-Oh Dio- gemo dato l'effetto paradisiaco, lo sento ghignare tra l'incavo di collo e spalla e lasciarmi poi un morso leggero.
-Sei così buona... ho voglia di mangiarti- continua facendomi impazzire di desiderio.
Ma -Natsu- cerco di fermarlo in un mormorio poco coriaceo -Parlare di questo-  farfuglio nel deglutire, sento che sto per andare a fuoco ma quella parte di me, quella ragionevole che ancora per poco sembra farsi spazio nel mio corpo così caldo da sembrare febbricitante, ha bisogno di parlare con lui di questo. Adesso.
-Va bene- acconsente, sorridendo quando incastro i pollici tra i lembi della sua maglietta levandogliela l'istante dopo. L'addome scolpito di Natsu si presenta davanti ai miei occhi, mi mordo un labbro e le sue mani attorno alle mie natiche di certo non aiutano la mia sanità mentale a restare ancora tale.
Sento le sue dita scorrere lungo la mia pelle, Natsu lo fa lentamente fino a raggiungere il bordo in pizzo del reggiseno, un brivido mi fa inarcare appena la schiena ma quando percepisco la sua intenzione di volermi levare la canottiera, lo fermo bloccandogli i polsi.
Sgrana gli occhi restando con le mani a metà dalla mia schiena -Vorrei tenerla se non ti dispiace- lo avviso.
Lui accartoccia il viso in un espressione accigliata -Sai quanto me che una volta tolta questa entrambi non riusciremo a fermaci- sbuffo in un gesto eloquente con il mento -E prima dobbiamo parlare- insisto.
Mi fissa come se fossi del tutto impazzita, ipotesi dopotutto piuttosto verosimile, ma dura giusto un' alzata di spalle da parte sua , l'attimo dopo Natsu mi cince i fianchi con le braccia, baciandomi, come se in mezzo a tutta questa follia, fosse l'unica cosa sensata da fare.
E' un bacio lungo e lento, poi tuffa il capo in mezzo alla mia scollatura -Non vale a me l'hai tolta- lamenta in uno sbuffo mezzo smangiato ignorando totalmente ciò che ho detto pochi secondi fa -Dobbiamo pareggiare- sogghigna alzando gli occhi luccicanti di malizia verso i miei ma senza ottenere nulla.
-Togliti questa dannata canottiera o te la strappo di dosso- minaccia sofferente.
-Ma non abbiamo ancora iniziato a parlare-  obbietto piena di dubbi, respirando a fatica quando infila le mani sotto la dannata canottiera, iniziando ad accarezzarmi la pancia con le dita.
-Ok, possiamo parlare anche mentre andiamo avanti- sospiro arrendevole senza quasi nemmeno riuscire a finire la frase  dato la foga di Natsu nel spogliarmi.
Mi riempie il busto di baci, le mia dita si fiondano tra i suoi capelli, ne catturano le ciocche arrivando a tirarglieli con forza -Mi fai diventare matta- singhiozzo in un acuto mentre i suoi palmi si racchiudono prepotentemente intorno ai miei seni, ancora per poco protetti dal reggiseno.
-Non abbastanza a quanto pare- commenta notando di come ancora io stia cercando di trattenermi.
-E che io forse penso davvero troppo...- gli concedo prima di iniziare a ricoprire il suo collo di baci.
-Me ne sono accorto- dice ma senza rimprovero nella voce. Si alza dal letto sollevando anche me, girandosi mi sdraia sul lenzuolo bianco che ricopre il materasso, sovrastandomi subito dopo.
Sento una sua mano scivolare lungo la vite, lentamente sfila via dai miei fianchi la gonna, il tessuto morbido mi accarezza la pelle delle gambe, la sensazione scompare in un fruscio e subito dopo viene sostituita dalla consistenza ruvida dei jeans di Natsu.
Intrecciamo le dita e divaricando le cosce gli permetto di incastrarsi tra le mie gambe, il suo corpo aderisce perfettamente al mio, il suo torace schiacciato contro al mio petto non mi pesa affatto.
Sciolgo l'intreccio di dita allungando entrambe le mani verso il basso, senza indugiare afferro l'orlo dei suoi jeans cercando la fibbia della cintura.
Nell'armeggiare frettolosamente con la zip dei suoi jeans lo sento ansimare -Piccola adoro sul serio che stai prendendo iniziativa...- bloccandomi sollevo lo sguardo trovandolo a mascella serrata - Ma se vuoi ancora parlare ti consiglio di evitare di fare quello- soffia roco e a denti stretti.
E' su di giri, come me del resto, ma si sta preoccupando per me.
Le mie mani vanno ad imprigionargli il viso -Non c'è niente che non voglia fare stasera- affermo convita -Ma le cose cambieranno inesorabilmente dopo stanotte- mugugno.
-Sono già cambiate da tempo-  sussurra prima di ritornare a baciarmi con foga.
Si sfila via i jeans, sento il rigonfiamento sotto i suoi boxer spingere contro il mio pube, respiro pesantemente mentre l'eccitazione si allarga nel mio ventre creando piccoli spasmi di dolorante piacere.
Il mio reggisen0 vola via finendo in qualche punto remoto della stanza, mentre la sua bocca calda si racchiude intorno a un mio capezzolo gli infilo una mano nei boxer sibilando un gemito quando percepisco tra le dita la durezza calda e fremente.
Natsu mi rende viva, forse come mai nessuno è riuscito a fare, ma sono consapevole che ad essere così vivi ci si espone poi a un gran dolore...
Inarco la schiena aiutandolo a sfilarmi via le mutandine, si puntella sulle ginocchia e afferrandomi la mano mi trascina sul suo bacino, allaccio le gambe intorno ai suoi fianchi nel stringermelo addosso. Sono completamente nuda tra le sua braccia e non c'è niente di meglio al mondo.
Mi stringe forte, mi annusa la gola e -Mi fai impazzire- soffia ma tra i due quella sull'orlo della pazzia sono io. Mi sento letteralmente andare a fuoco.
Con un palmo premuto in centro al suo petto lo invito a distendersi, i miei baci tracciano una scia umida lungo il suo petto, il suo ventre fino ad arrivare all'orlo dell'intimo, incastro i pollici tra l'elastico tirandoli giù in uno strattone.
La sua erezione svetta difronte ai miei occhi, Natsu è terribilmente eccitato e quasi non ringhia quando  impugno la sua virilità con decisione, butta la testa indietro poi quando schiudo le labbra ma senza ancora toccarlo.
-Cazzo dai- geme disperato.
E senza più remore la mia bocca si fionda tra le sua gambe aperte, la lingua scorre in una prima lappata lungo la sua asta dura e gonfia, Natsu trema senza controllo e io, incoraggiata dai i suoi ansiti sempre più frenetici, insisto nel succhiare.
Ammetto che mi mancava provare certe emozioni.
Passano secondi forse minuti non mi rendo conto ma qualcosa mi distrae, tiro su il capo nell'aprire gli occhi finora rimasti chiusi e mettendo a fuoco pian piano nitidamente la sua figura, mi ritrovo appena spaesata nel vederlo  ridere.
-Perché ti fermi?- domanda nel notare di come la mia lingua non sia più attorcigliata lungo la sua fonte attuale di godimento, con le mani mi circonda il viso nell'inarcare un sopracciglio.
-Stai ridendo- sottolineo con un'espressione buffa ma -Beby mi stai facendo stare da Dio- afferma spostando le mani lungo i miei fianchi nel sollevarmi di colpo, in un gesto rapido mi riporta a cavalcioni su di lui -E' già tanto che non parte un applauso- aggiunge poi in uno schiocco di lingua.
-Scemo- 
Parte un bacio da parte sua, nella mia bocca c'è ancora il sapore del suo sesso ma non c'è nessun tipo d'imbarazzo.
-Insomma ho sempre pensato che fossi una frigidona- ammette quando si sgancia dalle mia labbra, in un dolce movimento rotatorio mi riporta stesa sotto di lui, nudi tra le lenzuola in un dolce sfregamento tra i nostri corpi.
-Natsu non c'è la faccio più- mormoro in preda al desiderio, le mia braccia sono circondate intorno al suo collo come le mie cosce aperte ben serrate lungo i suoi fianchi tesi. Spinge Natsu, ringhia, mi marchia di baci e morsi e poi schiocca un sorriso malizioso
-Manca una cosa- sbuffa con il fiatone, anche lui è in preda a certi istinti e credo che manterrà ancora per poco, anzi pochissimo, il controllo.
-Nel cassetto- singhiozzo.
Si solleva appena da me solo per allungare un braccio e spingersi verso l'angolo del letto accanto al comodino. Lo sento rovistare con le dita all'interno del cassetto, impreca qualcosa a denti stretti perché al buio è tutto più difficile trovare le cose ma io sollevo appena il busto baciandogli i pettorali ben pronunciati.
-L'hai trovati? sbiascico contro la sua pelle in una nota stanca, incomincio ad essere provata dalla snervante attesa.
-Si- l'involucro dorato del preservativo brutalmente strappato poi coi denti dato la foga con cui Natsu lo fa ma -Aspetta te lo metto io- lo fermo malandrina nel levargli dalle mani il condom e soffiarci dentro per permettermi un' apertura più comoda.
Levy usa la pillola come contracettivo e la presenza di questi preservativi è dovuta solo in casi straordinari, spero soltanto non siano scaduti ma non sollevo il dubbio con Natsu, credo che contorti, nudi e accaldati in questa posizione non basterebbe come scusante per farlo desistere.
Maneggio il condom con' agilità nonostante il buio, finito di srotorarlo fino alla base del suo pene intercetto il suo sguardo meravigliato
-Che c'è?-
-Niente e che pensavo fossi una frigidona- replica insinuandomi un principio di fastidio, assottiglio lo sguardo -Me l'hai già detto- sibilo inacidita -Ma se vuoi posso diventarlo- lo minaccio.
-Non ci pensare proprio- sentenzia baciandomi a stampo.
-Riesci ad infastidirmi anche in questi moment...- sto per sbottare arrabbiata se non fosse per quel suo scatto di bacino a tradimento. La mia frase termina in un ansito smorzato in un urlo soffocato nel sentirlo entrarmi dentro, Natsu ringhia in silenzio prendendo posto in me in maniera dolce ma urgente.
Restiamo a guardarci occhi negli occhi nel renderci conto di quello che è appena successo, sto tremando e uno stato di panico mi assale  il cuore ma poi Natsu mi avvolge il viso con le mani, mi sfiora le labbra con le sue che si increspano in un sorriso.
Va tutto meravigliosamente bene: le sue spinte urgenti, il suo profumo buono, i miei baci sensuali, il modo in cui mi sta facendo godere, il modo in cui stanotte in qualche modo ci stiamo amando.
Va tutto bene, sempre più complici tra queste lenzuola, sempre più in estasi senza più bisogno di parlare o di capire il come siamo finiti a concludere la serata così.
Va tutto bene, stiamo facendo l'amore e io non voglio più pensare a nient'altro se no a Natsu, che ora se ne sta sotto di me, assecondando i miei movimenti ondulatori, guardandomi in un modo così speciale da togliermi il fiato...

 

Angolo Daimler: perdonatemi i 2 anni di attesa, per chi segue ancora la storia spero di rimettermi presto al passo e concludere la storia!
Un bacione e buon Natale!

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Capitolo 15
*** Stammi vicino e tienimi lontano ***


-15-

-Stammi vicino e tienimi lontano-
 


-Natsu:


Un po' di marmellata resta appiccicata sul polpastrello ma in una leccata veloce di pollice il tutto finisce lungo il palato, la confettura si attacca poi sulle labbra e a poco serve passarci la lingua, quella sensazione zuccherosa alla fragola comunque resta.
-Wow- esclamo fiero del mio lavoro nel posare la fetta di pane tostato e marmellata sul vassoio, va a fare compagnia alla sua gemella accanto alla tazza di caffè e al succo di arancia.
Non so cosa Lucy preferisca al mattino, al momento mi sfugge anzi, non ne ho la più pallida idea di cosa le piaccia bere appena sveglia ma non ho molto tempo per rimuginarci su. Il mio sguardo si fionda nervosamente lungo il corridoio andando ad inquadrare la cornice della porta della stanza da letto, uno stato d'ansia mi colpisce in pancia, non vorrei mai che Lucy si svegliasse prima di riuscire nella mia sorpresa, ci tengo troppo a renderla felice.
Con le mani a pugno posate sui fianchi rimango fermo ad osservare la mia sorpresa per lei, la donna che mai avrei pensato nella vita avesse potuto scombussolarmi così tanto in una sola notte. Fare l'amore con Lucy stato pazzesco, folle e riduttivo definirlo bellissimo.
Un mio palmo aperto percorre ventre e petto coperti solo dal grembiule da cucina, il pensiero di come stanotte mi abbia completamente straziato di baci tutta la pelle mi infiamma, una sensazione di bruciante piacere invade la parte inferiore del mio corpo procurandomi dolore.
Se continuo a pensare alla scopata di stanotte rischio col farmelo diventare duro e non mi sembra il caso di svegliare Lucy con vassoio alla mano ed' erezione nelle mutande...
No direi proprio di no scuotendo il capo e reprimendo ogni impulso passionale.
Storco il naso nel ritornare a stornare lo sguardo verso il vassoio e fissare senza vederlo realmente un punto fisso. Il nero del caffè avviluppa un pensiero, questa sorpresa sembra mancare di qualcosa ma -Ho trovato!- esclamo a trentadue denti raggiungendo a passi frettolosi la porta d'ingresso aprirla di slancio e proiettarmi con busto e braccia verso il vaso di gerbere.
L'aria fresca del mattino invade i miei polmoni, raccolgo una boccata di ossigeno e con le dita vado a scegliere il fiore più bello del vaso, quello con i petali grandi e gialli che quasi mi sembra un girasole, che quasi mi ricorda Lucy e il suo sorriso ampio. Una leggera pressione  tra pollice e indice e spezzandone il gambo rubo un fiore a Levy ma non credo che la mia amica avrà qualcosa da ridire data la destinazione...
Sorrido visualizzando la gerbera posata tra le fette di pane e il succo, ora è tutto perfettamente perfetto e non aspettando altro mi sbarazzo del grembiule arraffando il vassoio per i manici e avviandomi a passi sicuri verso la stanza da letto dove la mia bella dorme ancora.
Io e Lucy abbiamo fatto sesso, ancora stento a crederlo, insomma dopo quel quasi bacio mi sembrava così irraggiungibile. Non riesco a non emettere un suono gutturale dalla gola nel ricordare a stanotte, a quello che abbiamo fatto, a Lucy nuda mentre urlava su di me e... scuoto la testa fermandomi un' istante alla soglia della porta. L'eccitazione nuovamente torna a formicolare in una zona precisa del mio corpo, ma che diavolo mi prende? Manco fossi un ragazzino arrapato e sopratutto, un dubbio che continua ad assalirmi da stamane,  perché non riesco a smettere di sorridere da quando mi sono svegliato?
Il dubbio sfuma nuovamente senza una risposta quando focalizzo il bozzolo di lenzuola in centro al letto, Lucy dorme rannicchiata su un lato, il suo viso sembra pienamente rilassato ed io non posso che pensare a quanto sia bella in questo momento.
Il suo volto è pulito, i capelli biondissimi scompigliati un po' e il corpo esile è avvolto nel bianco del lenzuolo, le sue forme trasparano attraverso il tessuto e cercando di non fare rumore appoggio piano il vassoio sul comodino facendomi spazio poi su quella poca porzione di materasso lasciata da lucy.
-Ei- soffio piano e ridente in un primo tentativo nel svegliarla -Lu- la chiamo piano e insistente sporgendo il viso verso il suo con l'intenzione di stamparle un bacio a fior di labbra in un romantico risveglio ma -Cazzo- urlo in maniera soffocata  portandomi immediatamente i palmi a coprire il naso ora accartocciato in un atroce dolore dato l'impatto micidiale con la fronte di Lucy.
-Oh mio Dio Natsu!- la sento strillare in un acuto colpevole ma dispiaciuto, nel svegliarsi di colpo deve aver sollevato il viso di scatto non calcolando la misera distanza che vi era dal mio naso a lei -Fammi vedere- implora allungando le braccia verso di me che ancora dolorante annaspo qualche: -Tranquilla non mi sono fatto nulla- falso.
Lucy racchiude il mio naso gonfio e pulsante di dolore tra pollice e indice -Non è rotto- dichiara in un sospiro di sollievo ignorando i miei lamenti dato la sua morsa non tanto delicata -Ma che ci facevi così vicino?- sbotta poi in un déjà vù già vissuto non molto tempo fà.
-Mi sembra chiaro che dobbiamo lavorare sulla sincronia- le faccio presente tastando con le dita il naso nell'ispirare sonoramente e scrollare la testa poi nel cercare di riprendermi dal shock appena subito, ignorando il suo sguardo perplesso.
Si mette seduta coprendosi con il lenzuolo e impedendomi la vista del suo corpo nudo.
-Buon giorno principessa- esclamo al suo indirizzo nel sorridere -Ti ho portata la colazione- e lo dico in un ghigno pressando un palmo sul bordo del materasso nel far leva col braccio e sporgermi verso di lei, voglio baciarla ma quando imprimo le mia labbra sulle sue, Lucy sembra quasi irrigidirsi e non rispondere al bacio.
Non era proprio così che mi ero immaginato il suo risveglio, trauma nasale a parte.
Ancora vicino a lei scosto solo il viso, quel tanto per inquadrare meglio il suo volto e studiare ogni piega da parte a parte -Cos'hai?- domando pungente nascondendole un principio di allarme che mi infilza in due il cervello.
Ha la faccia tirata ed evita i miei occhi e la cosa mi disturba parecchio ma -Nulla- soffia sgusciando via dalla mia morsa nel spingermi piano con la mano mentre l'altra è dedicata al lenzuolo stretto sul petto. Il mio sguardo si indurisce e cercando di non dare peso a una brutta sensazione che invade i miei pensieri, resto fermo ad osservala nel ruotare il busto e stare lì fermo, seduto sul materasso caldo dove Lucy mi ha appena lasciato da solo.
Si guarda intorno nervosa raccogliendo uno ad uno i suoi indumenti sparsi per il pavimento, infila la canottiera al volo senza curarsi di mettere il reggiseno sotto, poi gli slip e con la gonna stretta tra le dita in maniera nevrotica sembra bloccarsi a quel mio richiamo.
-Sei di fretta?- sillabo ina una domanda non domanda, ho un tono di accusa infatti perché la sua sembra una fuga e ciò mi sta facendo incazzare.
Indugia un po' nel guardami, le mia braccia sono conserte, il mio sguardo affilato -No, ho la giornata libera oggi- ammette rigirandosi tra le dita la gonna, poi piomba uno strano silenzio assordante quanto un urlo.
-Quella era per te- la informo quando noto il suo sguardo ricadere sul vassoio che sosta abbandonato sul comodino ma la sua gola si contrae in uno spasmo -Lucy che succede?- chiedo stanco dei suoi silenzi -Ieri notte noi...- sto per dirle quanto per me è stato meraviglioso ma non finisco la frase, Lucy sospira incassando le spalle.
-E' questo il problema? Quello che è successo stanotte?- insisto ma con voce piatta, sento come se il pavimento stesse per cedere da un momento all'altro.
-Non è un problema quello che è successo tra di noi- ma non serve a farmi sentire meglio, Lucy infatti mi guarda a stento e la sua voce è molle, priva di calore -Mi chiedo soltanto ora che cosa succederà tra te e me- soffia, quella gonna tra le mani sempre più aggrovigliata intorno alle sue dita.
-Non sei la scopata di una notte-  mi sollevo coprendo in un paio di passi la distanza che ci divide.
-Lo so che non è stata solo una scopata- replica e dal modo in cui lo dice ne percepisco la convinzione, allora qual' è il problema? Non capisco. Perché è così fredda se ha capito che le mie intenzioni non erano sporche stanotte?
-Anche perché l'abbiamo fatto quattro volte- sdrammatizzo ghignando sonoramente al ricordo -Quatto scopat- sto per aggiungere con tanto di dita a contarne le prestazioni se non fosse per la brusca intrusione della mano di Lucy sulla mia interrompendomi. Continuo a ghignare nel vederla imbarazzata a morte.
-Si ho presente quante volte l'abbiamo fatto- e quasi bisbiglia, le sue dita restano agganciate alle mie, in un movimento delicato le faccio intrecciare facendo scivolare il braccio verso il basso.
-Iniziamo una storia- butto sicuro e sincero, quello che voglio al momento è vivere qualcosa con lei ma Lucy ancora una volta serra la mascella.
-Non è così facile...- mormora facendomi strabuzzare gli occhi interrogativi.
-Io ti voglio e tu mi vuoi, basta questo- sbotto incredulo.
-Non basta solo questo-
-E che cosa vuoi di più?-
-Mi vuoi?- chiede e quasi non gli rido in faccia dato l'assurdità della domanda.
-Ti voglio da impazzire, perché tutte queste paranoie?-
-Come hai voluto tutte le altre?-  balzo da lei un passo indietro, non posso credere che mi stia già facendo una scenata di gelosia del genere ma -Natsu ho bisogno di capire- e mi irrigidisco quando il suo tono appare del tutto implorante.
No. non è gelosia, Lucy è in preda a qualc0s'altro ma che al momento non mi permette di comprendere.
-Con te è diverso- dico deciso e lo penso davvero, lei mi fa sentire diverso come mai nessun'altra finora, non so dare nemmeno io una spiegazione alla sensazione che provo ogni volta che stiamo insieme so solo che non mi sono mai sentito così vivo, in panico e fragile al contempo, così meravigliosamente bene.
Ma non riesco ad esprimerle a parole tutto quello che provo al momento, mi limito al silenzio. Mi incalza quando mi pone quella domanda a primo impatto strana.
-Cosa fai ogni volta dopo aver passato una serata con qualcuna?-
-Cosa?-
-Rispondi- insiste portando le mani intorno ai fianchi.
-Dove vuoi arrivare?- domando ancora ma Lucy attende una risposta ed è piuttosto eloquente quel suo cenno del mento -Preparo la colazione- sbuffo nell'aver capito dove volesse arrivare -Ma che c'entra?- sbotto battendo le mani sulle cosce.
E' vero, è una sorpresa che ho sempre fatto a tutte ma non capisco dove sia il problema.
-E che cosa pensi che ci sia di diverso con me allora-
Sono troppo arrabbiato per registrare il suo tono di voce fin troppo triste e non accusatorio, insomma era una sorpresa e lei con le sue accuse e paranoie sta rovinando tutto.
-Volevo solo fare qualcosa di bello- sbotto, porto poi indice e pollice tra il ponte del naso per inspirare rumorosamente nel tentare di darmi una calmata.
Ma serve a poco -Perché devi sempre rendere tutto così difficile?- e non mi accorgo di stare ringhiando, Lucy si scherma il petto con una mano come in un gesto di difesa -Insomma ieri sembravi un'altra persona mentre adesso sei ritornata la solita...- non concludo la frase, Lucy agita le mani in aria -Sono sempre questa Natsu! Io sono sempre la stessa come tu sei sempre lo stesso!- strepita.
-Io e te non ci siamo sopportati una vita, voglio solo farti capire che...- ma spezzo a metà quella sua frase che al momento poco mi importa della conclusione.
Stiamo litigando e mi sento terribilmente incazzato tanto da parlarle sopra -Allora se non mi sopporti come ci siamo finiti a quello?- domando rabbioso indicando con l'indice il letto sfatto.
Ammutolisce di colpo e la sua mancata risposta mi indigna a livelli tali da cercare con gli occhi i vestiti, raccattare poi jeans e maglietta, indossarli con lei sottofondo che mi chiede il perché mi stia vestendo -Sto facendo quello che stavi facendo tu, sto scappando- la informo sfilando indice e medio tra Converse e tallone una volta calzata.
Si è pentita di quello che è successo è la cosa mi spezza in due, tanto da volere andare via.
-Io non volevo scappare- Si giustifica, sento le sue mani sulle spalle che mi invitano a voltarmi.
-Non te ne andare arrabbiato-
-Lucy dimmi che cosa vuoi- le domando in ultimatum -Non vuoi una storia, non vuoi che vada via, non volevi andare via, cosa vuoi?- elenco spazientito, i suoi occhi diventano più grandi e quasi mi ci perdo, sono arrabbiato con lei ma non nego che avrei una gran  voglia di baciarla ora.
-Ieri mi sono lasciata andare ma stamattina da lucida ho pensato a noi, non potrebbe mai funzionare-
Sospiro tra me e me -Ti sei pentita e pensi sia stato un errore, ok- formulo metallico ignorando i suoi: -Non ho detto questo- come risposta.
-Eri in astinenza e volevi una bella ripassata allora?- insinuo maligno  senza pensare a ciò che dico, mi sento offeso e tradito.
-Brutto stronzo- Grida spingendomi via con rabbia e con i palmi fino a farmi indietreggiare verso la soglia della porta.
-Sai che ti dico? Vaffanculo!- esclamo al colmo dell'esasperazione voltandogli le spalle per dirigermi verso la porta e catapultarmi al di fuori di qui il più presto possibile, non ho più voglia di tutto questo.
Non sento i suoi passi raggiungermi, Lucy non cerca di fermarmi ma va bene, chissenefrega! Non merita la mia presenza, non merita le mie sorprese. Cerco di ignorare il dolore dentro al petto e la nausea che sale fino in gola per quello che le ho detto, non volevo e ora mi sento in colpa ma scaccio via anche quest'ultimo pensiero nel fiondarmi fuori e andarmene via da questo incubo che solo qualche ora fa mi sembrava il più bello dei sogni.
 

***

 

-Lucy:


Il mio pollice scorre verso il basso slittando contro la superfice piatta del mio Smartphone, corrucciata osservo l'ultimo accesso di WhatsApp di Natsu notando con frustrazione di come abbia ripetutamente ignorato il mio misero messaggio di scuse inviato ormai tre giorni fa, a poche ore dalla nostra litigata.
Oggi è il terzo giorno consecutivo che non ho sue notizie, è uscito di casa sbattendo la porta quella maledetta domenica in cui abbiamo discusso e si è ben guardato dal farsi vedere, Natsu non abita più in questa casa, almeno ufficiosamente. Tutta la sua roba è ancora qui ma è della sua presenza che questa casa è sprovvista, probabilmente dorme altrove ma io sono troppo vigliacca per andare a cercarlo direttamente. Un groppo poi mi sale in gola nel pensare che Natsu pur di evitarmi non sta nemmeno vedendo Happy e so quanto tiene al suo gatto, se è arrivato a chiudersi così  in se stesso e solo colpa mia e delle mie stupide paranoie.
In una leggera pressione di polpastrello blocco  la schermata del cellullare, il nero la inghiotte e  in un sospiro mi rannicchio sul divano abbandonando lo Smartphone accanto a me.
Ho provato a contattarlo subito dopo nonostante il dolore che mi aveva inferto, io in quel momento volevo solo chiarezza ma lui non ha capito niente e la situazione è precipitata, è stato un attim0: io che lo spingo lui che se ne va e la rabbia mi ha paralizzata impedendomi di fermalo. Ma dopo qualche minuto la rabbia si è trasformata in dolore, sono stata davvero egoista e pretendere da lui chissà quale sicurezza, l'ho messo in difficoltà ma l'esigenza di sapere che per lui la nostra storia non sarebbe stata al pari delle altre mi ha offuscato ogni tipo di pensiero rendendomi insopportabilmente paranoica.
Porto indice e pollice a sfregare gli occhi stancamente, sono giorni che mangio poco e dormo male e lui mi manca da impazzire a tal punto da piangere quando penso a come siamo riusciti a rovinare tutto, insomma la notte prima è stata un sogno bellissimo e io non mi sono per nulla pentita di quello abbiamo fatto al contrario di come Natsu pensa ma al mattino ogni mia certezza si è sgretolata.
Mi sono sentita al pari di tutte le sue altre storie con quel suo atteggiamento da romantico risveglio, mi sono sentita sullo stesso livello di tutte quelle sue ex del quale Natsu sembrava innamorato follemente ma scaricate dopo poco tempo  una ad una per i più futili dei motivi.
Mi stringo in un abbraccio solitario, forse avrei dovuto dirgli cosa provo per lui realmente, solo cosi avrebbe potuto capire il mio atteggiamento, so di averlo ferito a morte ma come faccio a dirgli che io me ne sono innamorata perdutamente?
Il mio sguardo ricade sconfitto verso il cellulare, Natsu non mi cerca e non ha risposto nemmeno ai miei messaggi, probabilmente a lui è già passata sia l'incazzatura che l'infatuazione verso di me. Non è quel tipo di persona che insiste quando le cose diventano troppo difficili e io sono troppo orgogliosa per andare in contro ad una strada a senso unico senza nessuno ad aspettarmi dall'altra parte.
Il trillo del citofono sconquassa ogni mio pensiero paranoico verso Natsu, le visioni di lui già nelle braccia di un'altra  mi si proiettano nel cervello facendo tamburellare il mio cuore in maniera veloce, dirigendomi verso la porta ricaccio dentro qualsiasi emozione triste cercando di apparire il più normale possibile.
L' immagine della porta d'ingresso scompare facendo spazio alla figura snella di Juvia, mi appare un sorriso sincero nel mettere a fuoco la mia amica e di conseguenza parte un abbraccio con tanto di schiocco di baci sulle guance.
-Che ci fai qui? Entra dai- la invito sorpresa, non aspettavo sue visite.
Juvia sfila gli occhiali da sole incastrati tra le ciocche cobalto dal capo posandoli poi insieme alla sua borsa su un tavolino d'arredamento -Juvia è venuta a trovarti, a parte di sfuggita in ospedale  non ci stiamo più vendendo- mi spiega facendomi annuire consapevole.
Nastu non è l'unico che si è chiuso in se stesso dopo il casino che è successo, praticamente sto uscendo di casa solo per andare a lavoro evitando con scuse banali le uscite al Fairy. E' paradossale di come voglia vedere Natsu da impazzire dato la sua mancanza micidiale ma al contempo stia evitando intenzionalmente di incontralo per caso, non so se riuscirei ad affrontare tutto con ostentata indifferenza.
Sono pronta a dimenticare quello che è successo tra di noi ? Non lo so...
-Juvia pensa che sei un po' triste e pensierosa in questi ultimi giorni, è forse successo qualcosa?- interviene Juvia riportandomi accanto a lei, i miei pensieri mi avevano momentaneamente estraniato dalla realtà.
-No tranquilla- mento in un sorriso tirato tentando il più possibile di apparire sincera ai suoi occhi preoccupati -Sono solo un po' stanca, questo caldo mi toglie energia- aggiungo sentendomi patetica, Juvia mi sorride in un cenno confortante ma sappiamo entrambe che sto mentendo spudoratamente e lei è molto buona con me nel non volere approfondire, rispettando i miei tempi.
-Per questo Juvia ha fatto in modo di farti avere la serata libera - mi informa unendo le mani a coppa, io batto le palpebre sorpresa mugolando qualche mormorio stringendomi poi nelle spalle -Non era necessario-  sussurro.
Avrei dovuto iniziare a lavorare fra qualche ora coprendo il turno notturno ma a quanto pare Juvia, agevolata dal suo ruolo di coordinatrice in ospedale, ha pensato bene di concedermi un giorno di ferie forzate.
-Ma questa non è l'unica sorpresa di Juvia- aggiunge trillante e potrei giurare di aver tradotto un qualche segnale terrificante in quei due occhioni blu ora un po' più scintillanti in mia direzione -Devi sapere che...- sta per raccontarmi se non fosse per l'improvvisa suoneria altisonante che piomba in mezzo a noi interrompendo Juvia. La vista rotola repentina sul display del cellulare e visualizzando il nome in chiamata sono costretta a rispondere chiedendo a Juvia un momento di attesa.
Mi allontano di qualche metro accostando il cellulare all'orecchio l'istante dopo aver accettato la chiamata -Capitano Clive- prorompo non troppo sorpresa, gli avevo lasciato il mio numero nel caso avesse avuto bisogno di contattarmi.
Dall'altra parte della cornetta il papà di Cana replica con voce calda e serena trasmettendomi un senso di tranquillità istantanea, ci mancava solo fosse successo una qualche altra catastrofe.
-Lucy ci tenevo personalmente a informarti che tutti i controlli opportuni sono stati effettuati- mi informa, il mio silenzio permane -E che quindi non sono più necessari i sigilli al tuo appartamento, tu puoi rientrare domani mattina-  conclude  lasciandomi a corto di parole, sopraffatta dalla notizia resto silente almeno finché i richiami di Gildart Clive mi ridestano.
-Lucy tutto bene?-
-Certo, perdonami ne sono sorpresa- balbetto in un mormorio accennando poi una lieve risata nevrotica.
-Hai visto, tutto si è aggiustato- dice in un tono un po' meno formale e questa volta mi strappa un sorriso sincero a labbra distese, sa di paterno tanto da scaldarmi il cuore.
La chiamata termina con i miei ringraziamenti, la voce di Gildart che mi saluta e un mio sospiro a comunicazione interrotta.
Dovrei essere felicissima, saltare di gioia e invece un senso di instabilità mi pervade tutta, mancavano quattro giorni alla conclusione di questa ultima settimana di convivenza con Natsu e invece  finirà esattamente oggi.
Scuoto il capo nel sorridere amaramente, in realtà è già finita da un pezzo solo che io non avevo smesso di sperare nel suo ritorno ora invece con la chiamata di Gildart, ora è tutto finito davvero.

 

***

 

-Natsu:


-Credi che sia qualcosa che abbia mangiato?-
-Non direi mangia appena da giorni-
Un mio occhio si schiude puntando la vista in direzione dei bisbigli appena registrati, ricurvo totalmente sul bancone del Fairy continuo a restare con la faccia ben spiaccicata contro il legno che ne ricopre la struttura ignorando Mavis e Zeref  distanti da me ma non abbastanza da non sentirli parlare della mia persona.
-Magari ha un qualche problema di salute imbarazzante e si vergogna a dirlo- squittisce Mavis curandosi bene dal coprirsi la bocca con la mano ma: -Vi sento- borbotto io un lamento tornando a chiudere gli occhi nell'azzittirli ma è solo una questione provvisoria, passano un paio di istanti e i due tornano a commentare il mio evidente malandato stato di salute supponendo di ogni e strappandomi un sospiro scocciato.
Non posso fargliene una colpa se si stanno preoccupando per me: sono piombato a casa loro tre giorni fa, parcheggiandomi sul loro divano e non fornendo a Zeref nessuna spiegazione se non un: -Non ne voglio parlare.
Le mie giornate trascorrono tra lo jogging sfrenato al mattino e lo zapping pomeridiano, alla sera mi rifugio qui al Fairy ma nonostante sia circondato da molta gente è sempre un senso di solitudine che mi fa compagnia impedendomi di reagire ai contatti esterni.
-Amore mio sai quanto voglia bene a Natsu ma sono tre sere di fila che muore su quel bancone e mi rattrista i clienti- commenta Mavis.
-Non so che fare è completamente chiuso in se stesso, forse dovremmo parlare con Lucy magari lei sa dirci cosa è successo- ma al suono di quel nome mi ridesto, sollevo il mento osservandoli torvo -Sto bene- sillabo meccanico non convincendoli neanche un po' ovviamente.
-Davvero ragazzi sto bene- mormoro nel tirarmi su con la schiena, le mia dita scivolano tra  i capelli spettinati in una fugace sistematina mentre il senso di colpa si fa largo tra stomaco e cuore, sono preoccupati per me e io li respingo solo a causa del mio malumore.
-Avete altre preoccupazioni più importanti al momento- commento aspro puntando l'indice contro il pancione di Mavis, dovrebbero pensare al bambino e non a me.
-Il cesareo è previsto tra due settimane- liquida la faccenda lei in un svolazzare di mano ma Zeref le cinge le spalle con le mani -Natsu ha ragione devi riposare ora, andiamo a casa-  ignora le flebili proteste della moglie spingendola delicatamente verso l'uscita non prima di avermi lanciato un'occhiata di ammonimento, un : -Natsu durerà poco questo tuo silenzio- nascosto tra i lineamenti tirati del suo volto mi fa serrare la mascella, Zeref mi sta concedendo solo un po' di tempo prima di costringermi con le cattive a vuotare il sacco ma io non sono ancora pronto ad affrontare la realtà.
Porto il palmo a reggere il volto nel puntellare il gomito, al contatto con la guancia sento quell'accenno di barba ispida punzecchiare i polpastrelli. Tutto sembra essersi fermato dal giorno in cui ho litigato con Lucy, ne sono passati ben tre in realtà ma io mi sento in balìa di me stesso, non ho più voglia di fare le cose.
-Sicuro che non vuoi mangiare?-  Mira mi sorride, al di là del bancone mi osserva senza rimproveri, lei è l'unica dalla quale non ho ricevuto interrogatori. Scuoto il capo in senso di diniego ma le sorrido.
-Ho poco appetito- mi limito a rispondere intanto lo Smartphone inizia a vibrare e con due dita lo sfilo dalla tasca dei jeans ignorando la vana speranza di chi possa essere.
Non credo che Lucy riproverà a cercarmi, l'ha già fatto ma io da stupido coglione orgoglioso ho ignorato i suoi messaggi, ero troppo incazzato in quel momento.
Me ne sono pentito troppo tardi, ormai sarebbe solo sciocco risponderle o forse è solo una scusa per nascondere la mia vigliaccheria: sono giorni che non mette piede al Fairy Tail probabilmente non vorrà vedermi manco morto e non riuscirei a sopportare un altro rifiuto da parte sua.
-Mi sta chiamando il tuo ragazzo-  affermo con ironia ad un Mira divenuta di colpo ridente, so che con Laxus non sono ancora quel livello ma scommetto che non manchi poi molto al livello successivo.
-Io non me ne starei chiuso in ufficio fino a quest'ora della sera sopratutto se c'è la più bella barista del mondo in servizio proprio ora- esordisco nell'osservare Mira scuotere la testa divertita.
-Fai meno lo spiritoso Dragneel- replica lui con voce piatta -Volevo informarti che l'audizione dei Grimore Heart è andato bene-
-Ne ero sicuro- rispondo senza esserne poi così sorpreso, i ragazzi hanno dato il massimo ieri durante il provino, il mio investimento su di loro è stata l'unica fonte di distrazione, l'unica cosa che mi ha impedito di non pensare a Lucy costantemente.
-Portali domani da me, firmeranno il contratto con la casa discografica che prevedrà per loro il primo singolo ufficiale da passare in tutte le radio-
-Contaci amico-
-Dragneel io e te non siamo amici- ci tiene a farmi sapere ma senza che io ne prenda in considerazione la veridicità, la chiamata si conclude e fissando il display sorrido -Che bella notizia- mormoro.
Ne sono felice davvero anche se la reazione non sembra quella di una persona al settimo cielo -I ragazzi hanno passato il provino- informo Mira nel percepire il suo sguardo su di me, c'è qualcosa che mi impedisce di esternare la totale felicità e quella cosa è Lucy.
E' l'unica persona con cui vorrei condividere questa notizia, la prima a cui ho pensato appena Laxus me l'ha detto.
-Lucy ne sarà felice- e scatta il magone alle parole di Mira ma -Già- mugugno.
-Ci teneva molto quella sera- continua -Dovrebbe essere la prima a saperlo no?- domanda pungente facendomi inarcare un sopracciglio in sua direzione, ho l'impressione che lo stia facendo apposta a pungolarmi così.
-Corri a dirglielo allora- insiste, con le mani è intenta a  passare uno straccio all'interno di boccali di vetro, il suo sguardo resta puntato sui cristalli il mio sempre più perplesso rimane a fissarla.
-Be' appena la vedrò- sto per mormorare se non fosse per il suo scatto repentino tanto da crearmi un sussulto, poggia i palmi sulla superfice del bancone guardandomi in tralice -Natsu corri adesso da Lucy a dirle quello che le devi dire prima che sia troppo tardi- ordina creandomi uno brivido lungo la schiena, è terrificante quando cambia umore così, passa dall'essere dolce ad un demonio in zero virgola tre secondi, chissà se Lax ne è al corrente?
-Per noi donne è importante sentirci dire certe cose- soffia dolce piegando il capo di lato come se  la metamorfosi in demone non fosse appena avvenuta sotto i miei occhi.
Il mio sguardo resta ancora incollato su di lei, la gola si contrae in piccoli spasmi e il sorriso furbo di Mira mi smuove qualcosa dentro.
Ero felice ma non lo sarò mai abbastanza se non posso condividerlo con lei.
Devo andare da Lucy ora, devo dirle quanto mi è mancata e quanto sono stato coglione a trattarla in quel modo, devo chiederle scusa e sopratutto dire che la voglio prima che sia davvero troppo tardi. Non voglio perderla.
-Perché sei ancora qui?- mi domanda lei mostrandomi i denti bianchi in un sorriso tirato scuotendomi dall'orgia di pensieri di cui ero preda.
Lo sgabello dietro le mia ginocchia quasi non casca data la foga con cui mi sollevo -Vado- esclamo scattando in piedi non badando più a niente se non a caracollarmi fuori dalla porta con un tale trasporto da colpire in piena spallata Grey colpevole di essere sulla mia stessa traiettoria.
-Natsu ma che...- mi sbraita contro azzittendosi basito quando le mie mani intrappolano le sua braccia -Sposala ok? Ami Juvia, lei ti ama e per le donne è importante sentirsi dire certe cose- ho il cuore a mille e mi sento obbligato a dire queste cose a Gray, penso di averlo capito solo ora di cosa sia davvero amare una persona e quando ami devi anche dimostrarlo.
-Ok sono giorni che sei strano, tu stai male ora andiamo a sederci e...-
-Non sono mai stato così bene- esclamo in un sorriso che è tutto un programma e -Sposala prima che sia troppo tardi- urlo lasciandomi Gray e la sua faccia sempre più perplessa dietro le spalle.
Amore aspettami sto arrivando.
 


Mi fiondo verso la porta d'ingresso ricoprendo la distanza in una sola falcata, un sospiro di sollievo trapela dalle labbra quando in uno scatto di polso la maniglia si abbassa garantendomi l'accesso senza usare le chiavi, Lucy è in casa.
Mi ritrovo all'interno e all'improvviso tutta la frenesia avuta finora sembra smaltirsi, mi guardo intorno vago ma non c'è bisogno che la cerchi per le stanze, Lucy sbuca all'improvviso dalla cucina, ha lo sguardo distratto verso il basso mentre con entrambe le mani si aggiusta un orecchino.
Si blocca nel mettermi a fuoco, poi posa le mani sul ventre e io le soffio: -Ciao- smorzando un po' tutta la tensione di cui siamo preda.  La osservo nel muovermi verso di lei, ha i capelli raccolti e un vestitino rosso che le fascia a pennello tutte le forme, rosso come il rossetto che ha sulle labbra e che smuove un po' quando ormai sono vicinissimo a lei.
E' bellissima stasera.
-Sei tornato- mormora scostando lo sguardo.
-Sì ecco ho ricevuto una chiamata fantastica- ghigno e lei torna a guardarmi ma -Si sono stata avvisata anche io- fa' lasciandomi momentaneamente spiazzato non solo perché non ho la minima idea di come faccia a saperlo, le uniche persone a conoscenza della notizia siamo io e Mira e non ho nemmeno informato i ragazzi ancora, ma anche la spietata freddezza con cui lo dice, pensavo ci tenesse davvero alla band.
-E' per questo che sei corso qua- continua tagliente ma il trillo del campanello mi scuote facendomi voltare di scatto la faccia verso la porta ma per poi ignorare il tutto l'stante dopo.
-Sì sono venuto di corsa ma volevo dirti anche altro- continuo nervoso, ora che ho Lucy davanti è molto più difficile esprimere i miei sentimenti.
-Natsu la porta, hanno suonato-
-Se è urgente chiameranno- taglio corto afferrandole la mano nel voltarla verso di me e impedirgli di andare ad aprire.
Secondo trillo sottofondo.
-Senti Lu è importante, quando abbiamo litigato io mi sono comportato da schifo e mi dispiace, ma voglio dirti...- digrigno i denti irritato nel registrare l'ennesimo trillo -Aspetta qui un attimo ok?- le intimo a denti stretti nel lasciarle la mano e dirigermi verso la porta. Liquido chiunque sia e ritorno da lei, è troppo importante per rimandare la questione.
Spalanco la porta pronto a richiuderla in un paio di frasi se non fosse per la persona che mi ritrovo davanti.
Completo elegante, mazzo di rose alla mano, capelli perfettamente pettinati e quel stupido sorriso perfetto da pubblicità del dentifricio: Dan Straight.
Strabuzzo gli occhi mentre l'intuizione collega le immagini di mister chirurgo dietro la porta di casa nostra e le manda al cervello collegando il tutto.
-Natsu- mi saluta goliardico e con tanto di pacca sulla spalla sorpassandomi nel varcare la soglia senza un mio invito.
- Me-ra-vi-gli-osa - la elogia monosillabico quando vede Lucy creando in me uno spasmo di acidità, nel richiuderla non posso evitare di schiantare la porta con una manata creando un tonfo così sonoro da far saltare lievemente mister chirurgo.
-Dan- mastico in un sorriso plastificato intanto che l'interdizione di Lucy lascia il posto ad un'occhiataccia tutta rivolta a me naturalmente.
-Qual buon vento ti porta qui?- soffio tentando di apparire casualmente interessato, tentando al contempo di mantenere il sorriso ma presumo che al momento sia lo stesso di It quello che aleggia sulle mia labbra.
-L'appuntamento con Lucy- mi spiega indicandola a palmo pieno. Solo ora noto che Lucy è in tiro: il vestitino elegante, i capelli raccolti, il trucco e i tacchi alti, agghindata per un'uscita insomma, che cretino me ne sono accorto solo ora, sento che il mio sistema nervoso sta per andare a farsi fottere quando vedo Dan chiaramente apprezzare quello che ha davanti.
-Quelle sono per me?- soffia lei tesa in un risolino nevrotico nel puntare fugacemente gli occhi verso il mazzo di rose che Dan ha ancora in pugno.
-Questi fiori costosi non valgono quanto te- vanta nel porgerglieli ma non ci vedo nulla di elegante in quella frase se non sottolineare il valore economico di quel regalo.
L'affermazione di Dan-pallone gonfiato mi fa storcere gli occhi al cielo, ok forse la mia gerbera strappata da un vaso nemmeno mio non  può  competere con il suo super mazzo di rose ma a Lucy non frega niente dei regali di lusso, lei è fatta di panna e cuore.
-Grazie non era necessario, vado a metterli in un vaso- mormora a testa bassa, il fatto che non mi sembri così entusiasta di quei stupidi fiori mi rallegra.
-Sì ma fai presto, ci aspettano al Fleuve d'etoiles ho prenotato per le nove- le dice nell'alzare di volume la voce mentre lei si appresta a raggiungere la cucina in un tacchettio dovuto ai tacchi alti.
-Il ristorante più costoso di Magnolia- ci tiene poi a farmi sapere nel sogghignare e fare una sorta di suono strascicato con la lingua.
-Immagino- replico secco degnandolo di poche attenzioni -Ti do una mano con il vaso- urlacchio a una Lucy assente dal nostro campo visivo ma la raggiungo subito l' istante dopo.
Quando varco la cucina me ne resto sulla fermo sulla soglia, lei è di spalle china sul lavandino, le rose buttate nel lavabo -Lu- la chiamo e quando si volta a guardarmi mi sento morire, i suoi occhi al cioccolato mi scrutano in un mix di sofferenza e desiderio.
-Non andare con lui- mormoro -Non... ti prego non andare con lui- sembra quasi una supplica a bassa voce la mia, i suoi occhi si fanno lucidi, le sua labbra si piegano verso il basso e io mi avvicino a lei tanto da prenderla per i fianchi e poggiare la fronte sulla sua.
Inspiro il suo profumo buono, Cazzo quanto mi è mancata -Tu vuoi stare qua con me- le bisbiglio ad occhi chiusi e quasi non tremo anche io quando la sento tremarmi tra le braccia.
-Natsu non è un gioco per me- sussurra sospirando forte quando con un palmo le racchiudo una porzione di viso -Lu devi ascoltare quello che ho da dirti, è importante- insisto nel puntare le pupille verso le sue.
Tentenna ma -Non posso sempre aspettare che ti giri bene- mi dice sciogliendo la morsa che ci vedeva legati -Dan mi sta aspettando- mugugna.
In un impeto di disperazione volto lo sguardo da un'altra parte, sto per insistere se non fosse per ciò che i miei occhi  intercettano in un lampo casuale.
-Perché la tua valigia è lì?- domando interrogativo notando il trolley chiaramente di sua proprietà, vi è accanto anche la scatola di cartone con all'interno tutta la cianfrusaglia inutile che Lucy portò qui ed è questo secondo elemento che mi fa balzare indietro e farmi incazzare a un livello tale da sbraitarle contro nel collegare il tutto.
-Vai ad abitare da lui?- ringhio così forte da non riuscire a contenere lo schifo che sto provando in questo momento, non ci credo che mi abbia rimpiazzato con il perfetto Dan in così poco tempo.
Lucy sembra osservarmi stralunata, mugugna un: -Che cosa diavolo stai dicendo?- ma io sono troppo fuori di me per ragionare-E io che credevo di essermi...- innamorato di te ma non concludo la frase -Goditi la serata e il soggiorno dal tuo mister chirurgo- sbotto invece creandole una smorfia disgustata.
-Non capisci mai niente come al solito, salti sempre alle tue cavolo di conclusioni- si limita a dire arraffando la borsetta e sorpassarmi senza più guardarmi, la scia del suo profumo mi resta nel naso ma le mie narici si dilatano a causa dell'ira di cui sono schiavo.
Registro il tonfo della porta d'ingresso, Lucy è uscita.
-A me dice che salto alle conclusioni- lagno ad alta voce senza che nessuno mi ascolti  -Intanto non mi ha dato mezza possibilità perché pensa sia impossibile stare con me!- sto strepitando e dal nervoso tiro un calcio alla palla di Plue facendola balzare in qualche punto remoto del corridoio ma non basta a placare l'odio che ho dentro.
Sono fuori di me così totalmente da farmi venire in mente un'idea distorta quanto malvagia quanto gratificante.
-Fleuve d'etoiles hai detto eh?- dico tra me e me in un ghigno maligno...

 

ANGOLINO DAIMLER- Buona sera amici, volevo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno recensito e anche solo letto il capitolo scorso di Miele, sono stata assente per ben due anni e non mi aspettavo una tale affluenza, non so davvero come esprimere la mia felicità e gratitudine nei vostri confronti! Intanto ecco a voi il quindicesimo capitolo sperando che sia all'altezza degli altri.
Un bacio grande, come sempre.

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Capitolo 16
*** stammi vicino e tienimi lontano pt2 ***


16

-Stammi vicino e tienimi lontano-
parte 2

 


Natsu:


Mi guardo intorno nervoso e interrogativo tentando di focalizzare uno ad uno i pochi  tavoli che il mio campo visivo riesce racchiudere prima che un tossicchiare, palesemente forzato, venga registrato dalle mie orecchie. Il mio sguardo da inclinato verso il fondo della sala torna di scatto a fronteggiare l'addetto all'accoglienza, un tizio tutto serio che non smette di guardarmi storto da quando ho messo piede qui dentro.
-Signore le torno a ripetere che senza una prenotazione non è possibile avere un tavolo- soffia con finta aria gentile, le sua labbra infatti sono stirate in una piega raggelante e non mi sfugge quel suo sguardo di totale rigetto in direzione dei miei jeans. Sì ok, so che presentarmi in un ristorante del genere con jeans e t-shirt non è il massimo dell'eleganza, se aggiungiamo i capelli spettinati e le Converse verde acido abbinate poi, non ho nessuna attenuante ma non ho avuto il tempo di cambiarmi, dovevo precipitarmi qui il più presto possibile per attuare al meglio il mio piano e nonostante la velocità credo che Lucy e il bamboccio Dan siano già al secondo.
-Ma io avrei bisogno urgentemente di un tavolo per due stasera, non potresti ricontrollare?- provo stirando le labbra in un sorriso urgente, come un cane che non molla l'osso insisto con tanto di tamburellamento di dita sul banco ma il mio addetto mi rifila uno sguardo scocciato.
-Ho già controllato due volte- sibila, con l'indice sistema meglio gli occhiali sul ponte del naso senza smascherare l'indignazione, una voce sottile poi mi raggiunge da dietro il collo sovrastando il vociare dei clienti.
-Natsu san per me non è un problema cambiare posto- nel reclinare il capo i miei occhi intercettano quelli grandi di Yuki, le sua dita sono aggrappate alla mia spalla in modo da permetterle alla bocca di avvicinarsi meglio al mio orecchio e da come sorride timida deduco la veridicità in quello che dice.
-Non abbiamo l'abbigliamento adeguato credo- mormora ridacchiando nervosa facendo riferimento a se stessa nel stendere un palmo lungo il suo corpo coperto dalla salopette in jeans.
-Qua è perfetto il tempo che l'addetto ci trovi un posto- la informo senza prestarle più attenzione quando l'aspro intervento del tizio non torna a infastidirmi le orecchie.
-Direttore di sala, prego- tende a sottolineare metallicamente senza non rifilarmi l'ennesima occhiataccia di puro disprezzo, in un tonfo chiude il registro stendendo un sorriso che sa di falsa cortesia  -Potrebbe provare da Mac Donald scommetto che lì troverà il posto adatto a lei- conclude  in un eloquente cenno del capo in segno di chiusura pensando di liquidare così la faccenda ma non ha ancora capito con chi ha che fare.
Natsu Dragneel ottiene tutto quello che vuole, sempre.
Ci spostiamo verso l'uscita ma prima di varcarne la porta mi giro verso di lei per nulla offesa o dispiaciuta nell'andare via da questo posto che, se non fosse per l'urgenza del mio caso mi sarei ben guardato da metterci piede e scommetto vivamente che neanche a Lucy piaccia stare qua: un ristorante di lusso dove i clienti vengono giudicati all'apparenza.
-Yuki aspetta un attimo qua- le dico accompagnando le parole in un gesto di mano, il mio palmo si posa alla base della sua schiena in una gentile richiesta di attesa.
-Senti bello- mi ripropongo nuovamente nel coprire la distanza in un paio di metri, lui gira gli occhi al cielo -Ancora lei- sbuffa al limite della pazienza.
-Dovrò chiamare la polizia se insiste- mi minaccia vanamente.
-Scommettiamo che mi trovi un  tavolo in cinquantacinque secondi?- ghigno pizzicando la lingua tra gli angoli delle labbra distese in un sorriso  nel trafficare con i pollici sul display del mio smartphone appena sfilato dalla tasca dei jeans.
-Le ho già ripetuto che siamo al compl...- ma la sua voce sfuma in un lieve tremolio soffocato quando gli occhi da dietro le lenti degli occhiali da vista intercettano la schermata di Instagram. La mia mano è ben salda intorno allo smartphone, il braccio teso in direzione della faccia di mister pomposo che di colpo sembra aver perso quella simpatia da pigna nel culo adottata dal mio ingresso qui dentro.
-Non c'è trucco, non c'è inganno- dico a mò di cantilena nel notare una fugace espressione di scetticismo iniziale.
-Se vuoi te ne faccio vedere altre- soffio con finta non nonchalance scorrendo l'indice tra le foto, intanto assumo una posizione più comoda nel poggiare il gomito sul banco e sporgermi verso il tizio, gli si sta gonfiando una vena del collo mentre rapidamente analizza lo schermo del cellulare spostando la visione in fondo alla sala verso Yukino  e riportare poi la vista sullo schermo nel concepire il che cosa gli sto mostrando.
-Pensa che figura di merda domani su tutti i social quando incominceranno a visualizzare le stories...- borbotto innescando in lui un principio di terrore che ha il sapore di licenziamento in tronco -Per non parlare poi dei giornali di gossip che riporteranno la notizia...-
Noto una crepa nel ghiaccio, mister pigna nel culo sembra vacillare dato le tre rughe di frustrazione appena formatosi sulla sua fronte ma continuo la messa in scena -Be' ma se qui non siamo i benvenut...- sto per concludere annullandogli di colpo la visione di Instagram nel infilarmi il cellulare in tasca  nel far finta di andarmene.
Ma -Ragazzo- formula lui,  schiocca le dita e dal tono freddo annuncia qualcuno, un cameriere che con fare repentino sbuca dal nulla da dietro le mie spalle -Fai accomodare i signori-  sentenzia senza non rifilarmi uno sguardo di odio misto a sofferenza tutto malamente camuffato da una finta cortesia, gli spunta un sorriso plastico e sono certo di avergli creato una sorta di spasmo violento quando lo colpisco sulla spalla in una amichevole pacca.
-Grazie amico- aggiungo e raggiungendo una sorpresa Yukino l'afferro per il polso trascinandomela dietro nel seguire in fretta il cameriere.
-Ma?- cerca di sillabare la mia accompagnatrice ma non dandole tanto retta i miei occhi incominciano a vagare vorticosamente tra i clienti seduti ai tavoli.
Il cuore subisce un' impennata pazzesca quando gli occhi mettono a fuoco chi stavo cercando, Lucy è seduta di spalle e ancora non ha notato la mia presenza ma fingo di non darle attenzione quando fintamente passo accanto al loro tavolo fingendomi sorpreso a quel : -Natsu?-  esclamato da un Dan sorpreso.
Ruoto il busto il tanto da permettere alla mia faccia di congiungere in linea di traiettoria con lo sguardo del bamboccio, sorride e -Anche tu qui?- formula senza nessun fastidio o perplessità nella voce ma totale sorpresa.
-Oh, Dan!- mi fingo stupito ignorando la potenziale aurea dal potere distruttivo che il mio corpo percepisce, in un occhiata veloce incrocio lo sguardo con Lucy visibilmente sorpresa e incazzata al tempo stesso, presumo abbia già intuito il motivo della mia presenza in questo posto.
-Ah già venivate qua a cena- continuo in pantomima battendo una mano sulla coscia, ignorando il: -Già- sibilato da Lucy.
-Vedo che sei in splendida compagnia- aggiunge poi Dan che da gentiluomo fa un cenno verso Yukino rimasta in silenzio e dietro le mie spalle ma io sono più preoccupato a studiare ogni minima piega che il viso di Lucy potrebbe adottare alla vista di una ragazza accanto a me, non sembra scomporsi più di tanto, infossa la faccia nel menù  ma -A nastu non manca mai la bella compagnia- borbotta riempiendo il mio ego.
Sapevo che si sarebbe ingelosita e quasi non ghigno.
-Non vorremo rubarvi altro tempo- conclude Dan colto da un improvviso guizzo di cortesia ma -Nessun disturbo anzi potremmo continuare insieme dato che siamo tutti amici- esclamo creando una singulto a Lucy, quasi non sputa i tre quarti di vino bianco appena ingerito dal suo calice.
-E' un tavolo da due- prova Dan palesemente contrario alla mia proposta ma quel suo innato buonismo non gli permette di essere sinceramente in disaccordo.
-E che problema c'è?- esclamo
Sento addosso gli sguardi di tutti, sala compresa, quando di scatto mi volto verso il tavolino parallelamente accanto al loro e, arraffato a due mani, lo trascino verso quello di Lucy creando uno stridio da pelle d'oca.
Anche il cameriere rimasto ad aspettarci e pronto ad accompagnarci ad un tavolo in fondo al sala resta basito, invano sono i suoi : -Signore quel tavolo è occupato- 
-Dagli pure il nostro- lo informo in una pacca sedendomi accanto a Dan ormai rassegnato ad una cena a quattro.
Yukino visibilmente perplessa prende posto accanto a Lucy, mi rivolge un' occhiata interrogativa ma non le do risposte.
-Vuoi presentarci la tua...- mormora Dan stendendo un palmo verso Yuki senza completare la frase dato la misteriosità di chi mi accompagna ma io formulo  un semplice: -Yukino- senza aggiungere altro.
-Siete amici da tanto con Natsu?- mormora lei ai due tentando di trasalire dalla situazione d'imbarazzo di cui l'ho fatta preda ma e Dan a sproloquiare, Lucy continua a rimanere in silenzio tombale e senza degnarmi di uno sguardo continua ad osservare meticolosamente il menù.
-Quindi abitate insieme?-  sento l'eco lontano della voce di Yuki riportarmi alla realtà, ero completamente focalizzato su Lucy tanto da non prestare attenzione all'intero discorso tra lei e Dan, replico con un balbettante: -Eh?- nel spostare lo sguardo verso di lei.
-Sì ma è solo provvisorio- ma è Lucy a replicare asciutta richiudendo il menu volge l'attenzione verso Dan -Ho scelto il secondo possiamo ordinare- lo informa facendolo annuire e sorridere a fior di labbra nel fare un cenno al cameriere.
-Prendiamo anche noi direttamente il secondo?- bisbiglia Yukino ottenendo approvazione da parte mia.
-Voi invece come vi siete conosciuti?-  interviene Dan chiedendo della natura del rapporto tra me e Yuki, lei prende parola radiosa -Io e Natsu ci conosciamo da una vita, lui è...- ma prima che, involontariamente, yuki mandi a puttane il mio piano la blocco -Io vivo letteralmente di musica e Yuki ha un negozio di dischi, ci siamo conosciuti lì-  dico non creando nessun cenno di stupore a Lucy.
-Sì, hai portato anche Lucy qualche giorno fa- appura lei riuscendo a coglierla impreparata -Mi ricordo di te- le dice sorridendo e Lucy annuisce abbassando lo sguardo quando intercetta il mio.
La mia mente ripercorre veloce il momento vissuto quel giorno e per un attimo le mie difese si abbassano, quando mi guarda in quel modo mi spezza in due. Ma la rabbia torna a montarmi nel petto al pensiero che per lei sia stato solo un errore.
-Non sapevo ti interessassi di musica- fa Dan al suo indirizzo.
-E non sai quante altre cose le piacciono- ghigno gelando Lucy sul posto mentre Dan non sembra cogliere il doppio significato delle mie parole.
-Bè spero mi dia tutto il tempo possibile per conoscerle tutte-  e quasi non mi esce un conato di vomito, insomma non che sia geloso eh!
Se sono qui è solo per fargliela pagare a Lucy.
La cena prosegue con l'arrivo in tavola dei nostri piatti, Dan continua blaterare del suo lavoro da cardiochirurgo, del suo servizio nel volontariato e delle medaglie vinte durante le competizioni di canoa. Lucy sembra poco impressionata e Yuki sorride cortese mentre io mi concentro sul mio piatto aspettando il momento migliore per colpire.
I miei occhi rotolano per casualità verso Lucy e in un guizzo mi accorgo di come mi stia osservando, velocemente tenta di non farsi notare ma ormai mi sono accorto e consapevole che stia solamente facendo finta di ignorarmi do il peggio di me nel gustare in maniera piuttosto viscerale la mia bistecca al sangue. So che le potrebbe dare  fastidio e quasi non la disgusto quando taglio la carne in modo da far scivolare il sangue lungo la porcellana del piatto.
-Sei un gran carnivoro- commenta in una risata  Dan assaporando poi una forchettata del suo piatto vegano, ci avrei scommesso le palle che Dan lo fosse.
-Non sai che ti perdi- sbiascico masticando un pezzo di carne.
 -Noi preferiamo non mangiare cadaveri- continua indicando Lucy.
-Heartphilia, continuando a scegliere gli stessi piatti ti perdi il meglio- la tiro in causa creandole uno sguardo infastidito.
-Mi piace mangiare le stesse cose-
-Che noia- ribatto.
-Sai è rassicurante e non ci sono cattive sorprese, l'ultima volta che mangiato qualcosa di diverso ho avuto l'indigestione-  replica acida.
Yuki sembra intuire  qualcosa da me e Lucy -Ho letto su una rivista che la carne è cancerogena- afferma in uno vano tentativo di riportare la cena in un clima che non sia da coltello tra i denti
Dan sembra annuire -Vari studi hanno afferm...-
Ma lo interrompo -Be eppure a me non sembra tanto male quello che ti ho dato da mangiare- sbotto creandole imbarazzo, i suoi occhi si dilatano osservandomi in tralice mentre annaspa qualche rantolo ma -Infatti è stato il dopo-  prende fiato poi stringendo convulsivamente il manico del coltello.
So che dovrei smetterla se non voglio ricevere una coltellata ma è più forte di me.
-Ti diletti nella cucina?- riprende la parola Dan al mio indirizzo.
-Sì, devi sapere che la sua specialità sono le colazioni- risponde Lucy al posto mio creandomi una smorfia.
-Il dopo era la colazione- affermo ma l'istante dopo mi ritrovo a combattere con l'atroce dolore che proviene dal mio povero stinco appena colpito dal tacco dodici di Lucy. Mi ha appena tirato un calcio sotto al tavolo, nascosto dallo sguardo di tutti. Mi mordo le labbra soffocando un urlo tra i denti nel cercare di camuffare le doloranti pulsazioni, intanto Yukino porta una mano sul viso nell'aver capito la situazione tra me e Lucy mentre Dan, totalmente ignaro continua a sorridere all'indirizzo della bionda.
Lucy beve d'un fiato tutto il contenuto del calice non curandosi dello sguardo perplesso di Dan a cui è sottoposta.
-Prendiamo altro vino?- esclama poi abbrancando per un gomito  un povero cameriere  di passaggio che quasi non sussulta dallo spavento.
-Tranquillo lo regge bene- lo rassicuro io con tanto di pacca.
Non so come andrà finire la cena ma so di per certo che il controllo di Lucy sta scricchiolando, presto la farò cedere e le rovinerò l'appuntamento.
-Adesso piantala- sputa scocciata facendole alzare l'incazzatura di un paio di tacche quando ghigno, mi sono sbagliato a quanto pare è a un passo dal crollare.
E ora di darle  il colpo finale.
-Rassicuravo Dan, per diventare calda devi farti almeno un paio di mojito... giusto?- e succede qualcosa, qualcosa che non mi aspettavo assolutamente.
Ero pronto a qualsiasi reazione rabbiosa da parte sua perfino ad una probabile coltellata ma Lucy non fa nulla di tutto questo spiazzandomi.
Piomba il silenzio e Lucy abbassa lo sguardo mentre gli occhi le si riempiano di totale sdegno, non l'ho mai vista così delusa e mortificata al tempo stesso tanto che non è soddisfazione il sentimento che al momento invade il mio cuore.
Mi sento una merda per averle fatto una battuta così schifosa.
-Dan mi è passata la fame, ti dispiace se saltiamo il dolce e andiamo via?- propone  con poca voce  in un sorriso appena accennato sollevandosi dalla sedia quando lui le risponde di sì.
Si congeda poi con un saluto veloce in direzione di Yukino, mi volta le spalle senza degnarmi di uno sguardo e si avvia verso l'uscita mentre Dan si scusa per la loro prematura dipartita augurandoci poi il buon proseguimento.
La fame è passata di colpo anche a me, sono riuscito nel mio intento, ho rovinato la serata a Lucy e ora dovrebbe essere un altro il mio stato d'animo, dovrei brindare e continuare la serata con yukino ma me ne resto in silenzio pungolando quel che resta della bistecca con la forchetta.
Mi sento uno schifo totale è questa la verità.
 

Con le mani in tasca annuisco di tanto in tanto a quello che Yukino dice, stiamo camminando lungo la strada che porta al suo palazzo in uno dei quartieri residenziali di Magnolia, dopo cena ho deciso di riaccompagnarla direttamente a casa.
L'aria sembra un po' più fresca del solito mi volto verso di lei quando mi afferra la manica della t-shirt con le dita in un lieve strattone -Vuoi salire su?- mi domanda ciondolando le chiavi di casa sua nell'altra mano, mi coglie un attimo impreparato anche se ovviamente non è la prima volta che mi ritrovo a passare le serate con lei a casa sua.
-Non mi sembra il caso- mormoro e il suo viso illuminato dalla luce di uno dei tanti lampioni che costeggiano il marciapiede si piega in una posa corrucciata.
-Natsu potremmo parlare di quello che è successo alla cena?- mi rimbrotta a braccia conserte sotto il seno ma io scuoto il capo -Te l'ho già ripetuto io e Lucy facciamo sempre così- minimizzo ma senza ovviamente farmi credere.
Soffia dalla bocca infatti, sta per dirmi qualcosa ma il suo viso ricade per caso verso il suo palazzo non distante da noi e ciò che la vista cattura in un frangente la fa sobbalzare e dimenticare istantaneamente  di ciò che voleva dirmi. Con le braccia sollevate si dirige verso il portone senza non imprecare mentre io ridacchio difronte alla scena.
-Sting Eucliffe che diavolo ci fai fuori nelle tue condizioni?!- la sento esasperare all' indirizzo del suddetto che, insolitamente avvolto da una coperta quattro taglie più grandi in pieno agosto, se ne sta seduto sugli scalini difronte la loro abitazione.
-Amore mi mancavi- sbiascica ridente e a occhi cuoriforme ma senza suscitarle dolcezza.
-Hai avuto la febbre a quaranta fino a ieri! Torna subito su!- lo rimbecca lei indicando l'attico che vetta sopra le nostre teste.
Continua una sorta di battibecco amoroso tra i due mentre resto a guardarli ridente, questi due sono l'emblema dell'amore e io sono davvero fortunato ad averli come amici.
Conosco Sting ormai da un decennio complice un'iniziale rapporto puramente professionale, ho scritto per lui molte canzoni diventate un successo grazie alla sua voce spettacolare e la stima reciproca è diventata col tempo amicizia.
-Amico come stai?- gli domando battendogli il pugno quando riesce a sottrarsi momentaneamente dalle "premure" della sua fidanzata.
-Acciaccato ma ancora in piedi- risponde sorridendo banalizzando la settimana da febbrone da cavallo appena passata -Ma adesso sto meglio- aggiunge sollevandosi, sostenuto prontamente da Yukino.
-Grazie per aver portato fuori Yuki, per colpa mia è rimasta tappata in casa una settimana intera- dice facendomi sentire una merda, non bastavano i sensi di colpa verso Lucy ora ci si mette il pensiero di come abbia usato Yukino, una mia amica, solo per i miei scopi.
La strategia al ristorante di tirare fuori il profilo Instagram di Yuki e le settecentomila foto che la ritraevano insieme al famosissimo Sting Eucliffe è stata un improvvisata del momento ma non mi sono comportato bene con lei, doveva essere una serata di svago  voluta sopratutto da Sting, è stato proprio lui a chiamarmi nel pomeriggio e chiedermi di far passare qualche ora fuori all'aperto a Yuki ma io ho pensato bene di portarla fuori a cena solo per far rovinare la serata a Lucy.
-Yuki scusa, questa serata è stato un disastro- mi scuso sinceramente conscio, mi sento in imbarazzo e con le dita mi gratto la nuca ma Yukino scuote la testa -Sono stata bene- mi dice sincera accarezzando il petto di Sting con un palmo.
Li lascio andare ma Yuki reclina il capo schioccando la lingua un attimo prima di varcare l'elegante portone d'ingresso -Mi piace Lucy, io non mollerei così facilmente l'osso a mister chirurgo-  ne suoi occhi balena una scintillante furbizia, ha intuito tutto fin dall'inizio.
Sorrido e con le mani in tasca me ne ritorno a casa, forse con Lucy è ormai troppo tardi per rimediare...
 

***

 

-Lucy:
 

Le mie dita massacrano il fazzolettino di carta usato prima per mangiare il gelato, Dan è stato molto gentile a volermi offrirmi il dolce lo stesso nonostante la disastrosa serata che ha dovuto passare per colpa di Natsu.
Quell'idiota, quel grandissimo idiota! Non posso ancora credere a quello che mi ha fatto poco fa, presentarsi durante il mio appuntamento apposta per rovinarmelo.
-Arrivati- sento dire a Dan, spegne il motore dell'auto e balzando fuori precede il mio tentativo di uscire da sola dal veicolo, gli sorrido quando mi afferra la mano aiutandomi a sollevarmi dal sedile.
-Mi dispiace per Natsu- mi affretto a dire sopraggiunti ormai davanti al vialetto di casa.
-Tranquilla è un ragazzo simpatico ma al nostro secondo appuntamento preferirei fossimo soli-
Incasso le spalle stringendomi la borsetta sul ventre, dovrei essere sincera con lui e senza temporeggiare troppo dirgli immediatamente che non ci sarà nessun secondo appuntamento.
Lo fisso ancora un po' e scommetto che altre al posto mio farebbero carte false pur di uscire con lui, io stessa qualche tempo fa prima di Natsu ovviamente...
E' stata Juvia a organizzare questa uscita stasera e io mi sono lasciata stupidamente convincere  come se uscire con Dan è la soluzione a tutti i miei problemi .Lui incarna sotto ogni aspetto il mio uomo ideale eppure stasera, scena disastrosa al ristorante con Natsu, non c'è stato un solo momento in cui io mi sia sentita coinvolta come quanto con qell'idi0ta dai capelli rosa.
-Dan ecco...- provo a formulare ma lui si avvicina ignorando la mia mano alzatasi in allerta a mo' di stop -Sono stata bene stasera davvero ma...-
-Potremmo stare meglio- soffia.
Faccio una smorfia nell'istante in cui Dan si protrae verso di me per baciarmi, giro il mento da un lato evitando la sua bocca ma sembra non bastare perché Dan insiste e tentando di divincolarmi incespico sui tacchi alti.
Questa serata potrebbe essere più disastrosa? 
-Dan davvero non mi sembra il caso- mormoro ma - Non accetto un no- sussurra e le sue labbra si spostano sulla mia mascella serrata. Riesco a liberarmi dal suo abbraccio ma solo per qualche istante, Dan mi riafferra con vigore stringendomi in maniera sempre più ferrea tanto da fami male.
Non so come uscire da questa situazione e l'insistenza di Dan incomincia a diventare qualcosa di sgradevole, con la coda dell'occhio noto una mano battere due colpetti sulla sua spalla. Seccato solleva la testa reclinandola e mollando finalmente la presa su di me -Che diav...- sta per dire se non fosse per il pugno appena ricevuto in pieno sulla mandibola. Dan ruota su se stesso crollando a terra l'istante dopo ma i miei occhi sgranati sono intenti a fissare Natsu davanti a me.
-Stai bene?- mi domanda scuro in faccia, deve aver assistito alla scena e ha deciso di intervenire alla Natsu..
Annuisco ancora incredula...
-Lui un po' meno mi sa- afferma poi indicando con l'indice l' esamine Dan ancora riverso a terra, mi inginocchio accanto a lui -Dan?- soffio ma credo con totale certezza che sia svenuto.
-Oh mio dio- esclamo sconvolta controllandogli l'stante dopo il battito in preda al panico crescente.
-Se la caverà- sento borbottare Natstu -Gli ho mollato un cazzotto, no l'ho ucciso- mi ritrovo a guardarlo smarrita rendendomi conto di quanta troppa attenzione stia dando a Dan, Natsu ha ancora sul viso quell'espressione cupa ma i suoi occhi verdi sembrano addolcirsi quando stende la mano verso di me, di riflesso gliela afferro.
-Non so cosa gli sia preso stasera- mormoro scansando con i piedi il corpo di Dan, sembra stia prendendo conoscenza dato i rantoli sottofondo.
Natsu mi attira verso di se -Non giudicare mai un cd dalla copertina- mi rimbecca.
-Non era un libro?- formulo accigliata non ricevendo risposta.
Me ne resto avvinghiata a lui mentre con le dita mi esamina i segni rossi lasciati da Dan sulle braccia riducendo gli occhi in due fessure sottili, con la punta del piede poi tocca la spalla di Dan in un paio  di colpetti.
-Meritavi di peggio- sibila  intimidendolo, l'istante dopo mi trascina via con lui.
-Aspetta- tento di tenere il passo -Non possiamo lasciarlo lì- gli faccio presente ma no perché mi importi qualcosa di Dan ma per puro spirito civico.
-Sarà in piedi tra un minuto, massimo che vada quelli della nettezza urbana lo raccoglieranno insieme al resto dei rifiuti- sentenzia senza diritto di replica.
Nessuno dei due aggiunge niente altro mentre attraversiamo il vialetto. Entrando in casa lo trascino in cucina costringendolo poi a farmi vedere la mano -Se pensi che questo basti per scusarti per quello che mi hai fatto a cena ti sbagli proprio di grosso- borbotto esaminando le nocche, notando il gonfiore raggiungo in una sola falcata il frigo.
-Lo sai che rischi di beccarti una denuncia?- farnetico sconvolta tirando fuori dal freezer una busta congelata di piselli battendola poi sul dorso della sua mano.
-Sei un' idiota incosciente- continuo fissando l'involucro verde della confezione ma resto come incantata quando porta le dita sulla mia guancia costringendomi a guardare il suo viso.
Mi sorride e sento le gambe tremare. Natsu è addossato contro lo stipite della cucina, i suoi occhi  dorati da maliziose aspettative si spostano dai miei alle mia labbra  -Scusa- mormora facendomi deglutire.
-E non parlo di scemo chirurgo- mugugna girando gli occhi -Ma di quello che ti ho fatto alla cena- e quasi non mi esce un gemito quando mi trascina sempre più vicino alla sua bocca, riesco a percepire il suo respiro sempre più pesante mentre col naso percorre i lineamenti dei miei zigomi.
-Ho visto la valigia e sono impazzito, pensavo che tu...-
-Non stavo andando da Dan, ritorno a casa mia. Gildart mi ha telefonato nel pomeriggio dandomi il via libera- lo interrompo mentre le mie mani gli accarezzano i capelli.
-Sono un coglione- afferma facendomi annuire -Io non ne sapevo nulla, Gildart non mi ha chiamato- mi spiega pacato poggiando il capo sul mio seno, sembra che tra le mia braccia si sia calmato di colpo.
-Perché sei tornato?-
-Perché volevo dirti che ti amo- mi incalza spiazzandomi.
-Natsu tu pensi di amarmi, è diverso- affermo con la morte nel cuore.
-Non puoi saperlo meglio di me- sbotta arraffandomi da sotto le cosce mi porta verso il tavolo, fa aderire il pube tra le mie gambe aperte una volta seduta.
-Iniziamo una storia-
-Ne abbiamo già parlato- mugugno laconica reclinando il collo nel permettergli di baciarmelo.
-Sei la donna più cocciuta che abbia mai conosciuto-
Iniziamo a baciarci intensamente, le mie mani vagano lungo il suo torace, lui si puntella con un palmo sulla superfice del tavolo mentre con la mano libera va a trafficare con la cintura dei suoi jeans.
-Ma ti farò cambiare idea- ghigna famelico premendo la sua virilità gonfia coperta solo dai boxer contro il mio inguine.
-Miele e limone- soffio in un attimo di tregua dalle sue labbra e -Io e te siamo come miele e limone- ripeto quando noto dai suoi occhi il totale smarrimento.
-Nel senso che insieme facciamo schifo?- si acciglia.
-Sì cioè no!- mi correggo, non era quello il senso che volevo far cogliere.
-Nel senso che insieme siamo incompatibili- la frase termina in un lamento nel percepire i polpastrelli di natsu massaggiarmi delicatamente la mia parte più intima, con due dita scosta le mutandine penetrandomi poi con l'indice senza nessun avviso.
-Non mi importa in questo momento- sussurra roco continuando il gioco di dita dentro di me, senza remore guaisco di piacere stringendomi forte Natsu addosso, i miei guaiti lo fanno impazzire  di eccitazione, lo sento da come respira forte a da quel verso che ogni tanto gli esce dalla bocca.
Sento l'intero corpo formicolare.
-A te importa in questo momento?- domanda poi fermandosi ma io mi mordo un labbro scuotendo la testa iniziando a muovere il bacino per darmi piacere da sola.
Le dita vengono presto sostituite da qualcosa di molto più grosso, inizio a gemere nel sentirlo dentro di me, Natsu si muove su e giù in maniera sempre più avida ed energica. Ho la schiena premuta sul tavolo  e le dita arpionate tra il tessuto della maglietta che ricopre la sua schiena, amo da impazzire quella sua parte del corpo.
E' tutto così folle, lo stiamo facendo vestiti sul tavolo della cucina, senza protezioni e la mia razionalità è andata a farsi fottere da un pezzo, solo lui riesce a farmi diventare completamente folle.
Dopo un numero imprecisato di spinte e baci sento l'orgasmo esplodere in me, Natsu si irrigidisce poco dopo uscendo da me in tempo.
Mi sollevo con la schiena restando seduta sul tavolo e con la gola rotta dagli spasmi del fiatone, cerco di dare una sistemata ai capelli mentre lui si pulisce con uno straccio.
-Ora non venirmi a dire che non è stato pazzesco- ridacchia in piena adrenalina buttando lo straccio nel cestino con tanto di strike.
-Con te tutto è pazzesco- mugugno sollevando il viso verso di lui quando mi afferra il mento tra le dita.
-Spero in senso buono- ridacchia e io storco il naso -Non abbiamo risolto nulla-
-Lo so ma che ne dici se ne discutiamo di là, in camera da letto magari?- mi provoca accarezzandomi le cosce.
-Non ti è già bastato?-
-Volevo coccolarti nel lettone-
Il mio viso si inclina di lato sorridendo a mezza bocca -Lo sai meglio di me che appena tocchiamo una superfice piatta succede il delirio-
-Sei tu che devi arrenderti alla idea- mi accarezza il viso e so che quello che appena successo è stata solo una deviazione, non risolverò i miei dubbi su di lui facendoci sesso, dovremmo parlare ma Natsu sembra poco incline all'idea. Ammetto che al momento non riesco a non dirgli di no, sono stati giorni difficili senza di lui.
Ritorniamo a baciarci quando qualcosa lo fa mugugnare contro la mia bocca, è il suo cellulare che inizia a trillare.
-E' zef- dice visualizzando il display ma l'istante dopo schiaccia le labbra contro le mie, i miei palmi spingono contro il suo petto facendolo allontanare appena.
-Rispondi- lo ammonisco creandogli una smorfia corrucciata ma ubbidisce non prima di avermi schioccato un bacio a stampo.
Mi ritrovo a guardarlo ridente, è così bello mentre mi sorride con il cellulare all'orecchio  ma poi succede qualcosa, il bellissimo viso di Natsu da ridente si trasforma in qualcosa di terribilmente serio tanto da farmi allarmare.
Sto in silenzio anche quando la chiamata viene interrotta.
-Dobbiamo andare in ospedale... Mavis sta male-
 

 

***

 

-Natsu:


Schiaccio ripetutamente il bottone che da al piano del reparto di ginecologia ma questo stupido ascensore è lentissimo e i miei nervi a fior di pelle non aiutano a reggere la situazione, sbuffo un'imprecazione ormai prossimo all'esaurimento nervoso.
Lucy è accanto a me, mi circonda il braccio con entrambi le mani -Natsu- mormora cercando di diffondermi un po' di calma.
-Conosco mio fratello, anche se non mi ha detto tutto al telefono ho capito benissimo che la situazione è grave- mastico nervoso.
Giunti a destinazione  intreccio le dita con quelle di Lucy balzando fuori dall'ascensore e proiettandoci lungo il corridoio.
-Di là- mi fa cenno e imboccando un corridoio allungo il passo nel mettere a fuoco  la figura di Zeref in lontananza.
-Natsu- mi chiama sgomento raggiungendomi, ha un espressione distrutta e gli occhi colmi di frustrazione, non mi sbagliavo quando al telefono ho percepito una brutta sensazione.
-Mavis?- domanda Lucy mentre io afferro la spalla di mio fratello nel vederlo sospirare.
-I medici dicono che è meglio farla partorire è in sala operatoria, dovrebbe arrivare Juvia a momenti- ci informa indicando la porta dietro le nostre spalle.
-Aveva il cesareo fra qualche settimana ma stanotte ha incominciato a star male, eravamo a letto e a un certo punto il materasso ha incominciato a inzupparsi di sangue e...- farfuglia agitato e poco lucidamente.
-Ok, ok  senti Zef andrà tutto bene capito?- cerco di scuoterlo, non può cedere mentre Mavis è su un letto operatorio, ha bisogno di lui ora.
Le porte alle nostre spalle si aprono, un infermiere fa capolino mostrando solo il viso coperto da cuffia e mascherina dando il permesso a Zeref di poter entrare, gli lancio un ultimo sguardo prima che scompaia all'interno poi porto una mano sulla bocca -Che diavolo succede- gemo.
L'istante dopo vedo Juvia arrivare frettolosamente, non ha il solito camice addosso ma una divisa blu, i capelli invece sono nascosti dalla cuffia. Non è  sola, un paio di infermieri sembrano seguirla a ruota e quando vede me e Lucy fermi difronte alla soglia della sala operatoria si ferma intimando gli altri di procedere.
-Juvia cosa succede?- chiede Lucy rimasta appena dietro la mia spalla mentre io rimango fisso ad osservare Juvia.
Ostenta tranquillità -Mi hanno appena informato, la situazione è complessa ma provvederemo a fare il possibile- spicciola.
-Quanto complessa?- domando gelido.
-C'è una sofferenza fetale in corso ma stiamo già provvedendo alla riuscita del parto, quella di Mavis è una gravidanza piuttosto complicata a livello clinico ma - Juvia continua ad usare termini medici e mi basta un secondo, quel secondo in cui, reclinando il collo, osservo il viso di Lucy fin troppo preoccupato per essere una situazione tranquilla, lei ha capito che non lo è.
-Juvia smettila io non sono un parente qualsiasi di un paziente qualsiasi- la interrompo facendola deglutire -Non devi cercare di calmarmi, lì dentro c'è la moglie di mio fratello e devo sapere la verità- insisto digrignando i denti cercando di non essere troppo duro con lei.
Mi osserva per lunghi istanti poi prende fiato  -Mavis è fuori pericolo, escludo che lei possa non farcela ma...- si interrompe rivolgendomi poi uno sguardo che mai credo nella vita potrò scordarmi -Il bambino ha una percentuale bassa di sopravvivenza, durante il travaglio ci sono state delle complicazioni che speravamo non arrivassero ma le avevamo ipotizzate per queste avevo deciso per il cesareo  ma ora non ci resta che il parto naturale- mi spiega rivolgendosi anche a Lucy che sembra annuire in accordo con lei.
Cerco di prendere aria dai polmoni nell'assorbire tutto quello che la mia migliore amica mi sta dicendo  -Farò di tutto per salvare entrambi, te lo prometto- mi dice combattiva prima di infilarsi la mascherina e sparire anche lei dietro le porte di metallo.
Mi accascio su un seggiolino, Lucy si china sulle gambe posandomi le mani sulle ginocchia, non mi dice nulla ma mi basta averla accanto per non impazzire del tutto.
Ma -Lucy devi andare là dentro- le ordino con la poca voce rimasta lei rimane un po' perplessa poi scuote il capo interdetta.
-Natsu io sono chirurgo in pediatria non posso occuparmi del parto, Juvia è la migliore ostetrica dell'ospedale. Conosco gli altri medici che sono accorsi  e ti posso assicurare che sono tutti degli ottimi dottori-
Mi spiega ma -Non hai capito- soffio afferrandole il viso con le mani -Andrà tutto bene ok? Io ne sono certo si parla di un Dragneel e quel bimbo fotterà tutti quando nascerà in piena salute ma...-
Fa gli occhi lucidi mentre annaspo - Ma se succede quello che...- inspiro col naso perché il pensiero che possa accadere davvero fa così paura da non riuscire nemmeno a pronunciare le parole -Mavis e Zeref ne usciranno così ditrutti che non potrebbero più riprendersi e dovrò essere io la forza di mio fratello. Dovrò mettere da parte il mio dolore per curare il loro ma non riuscirò ad essere forte se dovrà essere lui ad informarmi che...-
-Ho capito- mi dice lei asciugandosi una lacrima scivolata dagli occhi.
-Voglio saperlo solo da te-  annuisco sicuro.
Annuisce a sua volta tra le lacrime che continuano a scorrerle sul viso nel sollevarsi -Vado a preparami- soffia ma di scatto si avvicina, si piega con la schiena poggiando la fronte contro la mia -Andrà tutto bene- mormora afferrandomi il viso tra i palmi, facendomi chiudere gli occhi.
Resto ad occhi chiusi anche quando non sento più il contatto con Lucy, resto fermo seduto ad occhi chiusi.
Andrà tutto bene.

 

Non so quanto tempo sia passato, i minuti continuano a scorrere inesorabilmente, la parete bianca che ho difronte sembra in netto contrasto con il mio umore, la purezza della vernice non serve a rendermi più sereno e calmo. La consapevolezza che possa succedere qualcosa di terribile mi riempie il petto facendomi rimanere in uno stato d'ansia perenne.
Porto i pugni uniti tra mento e naso nel puntellare i gomiti sulle ginocchia, ci credo davvero quando dico che andrà tutto bene.
Andrà tutto bene.
Registro il metallo della porta cigolare, qualcuno sta per uscire da quella porta e all'improvviso mi accorgo che non è vero che sono pronto a tutto, se dovesse apparirmi la visione di Lucy piangente io non potrei reggere e avere un crollo nervoso e l'ultima cosa al mondo che vorrei è farmi vedere così dai suoi occhi.
Prendo un respiro lungo un infinità di tempo e Lucy sbuca fuori dalla porta a passi lenti, mi sollevo di scatto  ma la raggiungo lentamente nel focalizzare quel piccolo fagotto che ha tra le braccia, sono talmente confuso da non capirci niente.
Lei mi sorride dolce e a un palmo dal mio naso inclina appena il corpo di lato -Ti presento Augusta Dragneel- mi dice mostrandomi che dentro a quella pallottola di spugna si nasconde il corpicino di un bebè.
Sgrano gli occhi in direzione di Lucy che sorride senza non emozionarsi -E' andato tutto bene- sussurra suggerendomi di prenderla in braccio nel porgermela. Mi aiuta facendo in modo che io pieghi il braccio nella posizione corretta, è così minuscola che ho paura di romperla.
Mi fermo a guardare la meraviglia che ho tra le mani -Allora sei una femminuccia- esclamo ridente, ha la testolina tonda e la bocca corrucciata in una smorfia.
-Augusta hai detto?- domando a Lucy, poggia il mento sulla mia spalla annuendo stanca ma felice.
-Sapevo che ti avrebbero dato un nome terribile, importante ma terribile- scherzo -Ma tranquilla ci pensa zio Natsu, Aggy vale come diminutivo ufficiale?- le propongo e suppongo proprio di sì quando con la manina mi stringe un dito.
-Aggiudicato piccola-
Inizio a ciondolare dolcemente cullando Aggy, spostando di poco il mento do un bacio a fior di labbra a Lucy ancora stretta a me.
-E' andato tutto bene- sospiro.
Andrà tutto bene.
 

 

Angolino Daimler: Ciao amici sono riuscita a pubblicare il capitolo e ne sono davvero felice! Ci ho messo un po' troppo di quello che pensavo e mi dispiace ma spero che vi sia piaciuto, il prossimo sarà l'ultimo !!  Siete pronte a dire ciao a Lucy e Natsu di miele?

Volevo aprire un attimo una parentesi su quello che sta succedendo nel nostro paese attualmente, è un periodo buio ma so che ne usciremo più forti, nel fra tempo l'unica arma che abbiamo è stare a casa.
Impieghiamo questo tempo per passarlo con la nostra famiglia (perché a volte è davvero troppo poco il tempo che passiamo insieme a loro) e fare tutto quello che ci piace e ci fa stare bene.
Facciamoci compagnia a distanza con la lettura!
#andràtuttobene
Ringrazio tutti gli autori di efp che stanno pubblicando di recente rendendo le nostre giornate meno noiose, spero di aver contribuito anche io con questo nuovo capitolo !

Un grazie a chi mi segue e mi sostiene da sempre!
Tanti baci a presto!!

 

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