Pain of the Past

di Temari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Blinding Light ***
Capitolo 3: *** A Song of Power ***
Capitolo 4: *** Where's My Doppleanger? ***
Capitolo 5: *** The Hourglass Countdown ***
Capitolo 6: *** Prelude of the End ***
Capitolo 7: *** Dance of the Rampaging Grief ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


25/7/2011

Salve a tutti! =D

Dopo una pausa molto lunga e molte riflessioni su questa storia, ho deciso di continuarla - il motivo principale per cui mi ero fermata così all'improvviso è piuttosto semplice: nel frattempo che mi ero decisa a scrivere il nono capitolo, sono venuta a sapere che avrebbero stampato e pubblicato i quattro volumi del Gaiden in Italia... ed avendo iniziato questa fic tra l'altro per permettere a chi non aveva avuto l'occasione di leggere il Gaiden in internet, con l'uscita del suddetto in italiano, la storia avrebbe perso di originalità, considerato che mi ero prefissata di rimanere fedele al manga - pur aggiungendo del mio sotto forma della presenza di Sanzo&Co. e dei loro punti di vista.
In sostanza, mi pareva che continuare sarebbe risultato in qualcosa di, tutto sommato, noioso una volta che la stragrande maggioranza delle persone avrebbe avuto modo di leggere la vera e propria opera. ^^

Però, alla fine ho deciso di andare avanti comunque, visto e considerato che sono già a otto capitoli e in teoria non mancherebbe molto alla fine... =)
Ovviamente nel tempo che è passato il mio 'stile', se vogliamo chiamarlo così, è leggermente cambiato, quindi ho rivisto (e rivedrò) alcune cose,
 soprattutto per quanto riguarda questo primo capitolo della fic e il secondo, che sono quelli che al momento mi soffisfano meno; per gli altri si tratterà di piccoli cambiamenti di non molto conto, per ciò rimarranno pressoché uguali - motivo, questo, per cui ho deciso di non cancellare la storia in toto e ripostarla dall'inizio ma di sostituire a man mano che revisiono. ^^

Detto questo, vi lascio al primo capitolo revisionato.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari


Pain of the Past





 
- Prendi questo bicchierino di sakè.
Prego, lascia che te lo riempia fino all'orlo.
Passeggiera come una "tempesta di fiori",
la vita è un lungo, continuo addio. -

Masuji Ibuse
(tratto da Saiyuki Gaiden)


Prologue

 

        Che fosse successo tutto per colpa di Ukoku? 
        Che fosse stato a seguito del loro incontro e combattimento, che ora si trovavano in quella situazione? In un primo momento non erano giunti ad un'altra spiegazione ma, ragionando a mente fredda, quell'idea era parsa subito impossibile... Era passata una settimana dallo scontro con il monaco eretico, una settimana da quando avevano perso di vista Hazel, ed era improbabile che gli effetti del Muten Kyomion potessero protrarsi per così tanto tempo senza che il suo proprietario usasse il proprio potere per attivarlo da vicino.
        Così, senza una spiegazione, il Gruppo di Sanzo si era dovuto fermare nella cittadina più vicina: non potevano continuare il viaggio considerate le condizioni in cui versava Goku.

        Il tutto suonava più che strano: Goku era stato il primo a riprendersi in buona parte dal combattimento contro Ukoku, il che era comprensibile, considerata la sua natura e la velocità con cui guariva da qualsiasi ferita, ed insieme a Hakkai e Gojyo aveva fatto un buon lavoro nel tenere a bada Sanzo che, pur essendo ridotto molto peggio degli altri tre messi assieme, si ostinava a voler ripartire subito verso Ovest. Eppure, proprio quando il monaco biondo era stato abbastanza in forma da riprendere la strada, il più giovane dei quattro era crollato a terra davanti a Hakkai, senza un avvertimento o una parola... Si era stretto le mani alle tempie fasciate dal diadema ed era svenuto.
        Ora si trovava steso su uno dei letti delle due camere doppie che avevano preso in affitto, febbricitante ed agitato come mai lo avevano visto prima d'ora. Era così da tre giorni. Non avevano riscontrato nessun miglioramento, e la cosa cominciava veramente a preoccuparli tutti.
        Avevano il sospetto (una volta escluso il Muten Kyomion) che questo improvviso svenimento potesse avere a che fare con il dispositivo di controllo di Goku... Hakkai la pensava così e Sanzo aveva la stessa sensazione, però la tiara non si era rotta né incrinata, se ne stava lì sulla fronte sudata dell'eretco.
        Un oggetto dall'aspetto così innocuo che nascondeva perfettamente ciò che in realtà si agitava sotto la superficie.

        In definitiva, però, non si trattava che di congetture e non potevano fare altro, in quel frangente, se non spremersi le meningi e stare vicini al loro amico.



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Capitolo 2
*** Blinding Light ***


8/9/2011

Salve a tutti! =D
Ok, me la sono presa comoda per riscrivere questo capitolo, lo so, ma che volete... tanto nessuno se ne accorge, haha!! XD
In ogni caso, non ho molto da dire quindi direi di andare avanti con la storia vera e propria!

Ja ne,
Temari ;)


Pain of the Past






«In questo mondo posso credere solo a me stesso.»
«Se è così, ti sarà sufficiente aver fiducia negli occhi del tuo cuore.» -

(Genjo Sanzo & Sanbutsushin,
Gensomaden Saiyuki)



Chapter 1


        Si sentivano estremamente impotenti e, a peggiorare le cose, il sentire i lamenti uscire dalla bocca di Goku in una voce flebile e disperata procurava loro delle fitte allo stomaco—sembrava impossibile poter associare la parola 'disperazione' ad un ragazzo come il demone dagli occhi dorati. Con il passare delle ore, l'ipotesi di Hakkai riguardo al diadema aveva preso sempre maggiore credibilità - il fatto che Goku continuasse a ripetere nomi quali Konzen, Ken-nii, Ten-chan e Nataku avvaloravano i loro sospetti... E contribuivano a preoccupare i tre ancora di più: quei nomi li avevano sentiti da Homura, e anche Kanzeon Bosatsu li aveva usati riferendosi a Sanzo, Hakkai e Gojyo.
        Il nome che faceva pensare di più era 'Nataku': che tipo di legame poteva esserci fra Goku e l'ex Dio della Guerra che aveva sigillato Gyumaou?

        Hakkai e Gojyo avevano passato delle ore ad osservare il sonno irrequieto del più giovane dei quattro, in silenzio dallo stipite della porta (non era permesso loro di entrare se non in caso di necessità, ordine di Sanzo), e per tutto il tempo non avevano fatto altro che chiedersi cosa potesse vedere Goku dietro le palpebre chiuse.
        Sapevano che il loro amico non aveva ricordi precedenti alla sua prigionia, ma solo ora si rendevano veramente conto che c'era stato qualcosa, prima; qualcosa che era stato sigillato insieme alla parte demoniaca del ragazzo... E mentre lo guardavano agitarsi e lo sentivano chiedere perdono, chiedere aiuto e farfugliare frasi incomprensibili, avevano iniziato a domadarsi cosa si nascondesse nel passato di Goku che fosse così importante da venirgli nascosto, cosa fosse così angosciante e doloroso da farlo soffrire in quel modo, ora che stava tornando in superficie.
        Perché, poi, questo 'segreto' stava venendo dischiuso proprio ora?
        Era in qualche modo volere degli Dei, o si trattava di un evento che andava persino oltre la loro lungimiranza...?
        Dopotutto, il dispositivo del potere maligno di Goku non aveva forse origini divine, data la quantità di potere necessaria a materializzare la tiara?
        Non poteva certo essere così semplice interferire con quel genere di forza. Era anche vero, però, che non era mai giunta voce - né a Sanzo, né tantomeno ad Hakkai o Gojyo - che il sigillo imposto sulla memoria del giovane non si sarebbe potuto rompere, o che non avrebbe esaurito la sua funzione, prima o poi. Restava comunque il fatto che ora i tre del Gruppo non sapessero che fare per alleviare il dolore che Goku stava provando... Poiché non si trattava di dolore fisico, ma di qualcosa che andava molto più in profondità.

-x-

        All'interno della stanza in cui giaceva Goku, Sanzo se ne stava alla finestra intento ad osservare l'andare e venire degli abitanti di quel piccolo villaggio, lo sguardo più accigliato del solito che contribuiva a farlo sembrare un avvoltoio in attesa - o un leone di guardia così che nessun estraneo potesse mettere piede nel suo territorio -. In effetti questa seconda opzione era quella che si addattava maggiormente, poiché nemmeno a Gojyo e Hakkai era permesso entrare nella camera, a meno che Sanzo stesso non uscisse per qualche motivo—cosa che, a dire il vero, non era capitata molto negli ultimi tre giorni.
        Appoggiato al davanzale dell'unica finestra, il bonzo gettava ogni tanto un'occhiata al demone steso sul letto. In un recondito angolo della sua mente, Sanzo pensava che alla scimmia sarebbe piaciuto essere capitato in quel buco di cittadina che, a quanto pareva, era nel bel mezzo di un festival proprio in quel periodo... Anche se al monaco tutta l'allegria ed il chiacchiericcio della gente che passava per la strada sottostante non risultava altro se non irritante.
       
«Ci mancava solo questo casino, adesso. Come se tutte le maledette deviazioni che mi intralciano la strada normalmente non fossero già abbastanza!» Borbottò il biondo sottovoce, tirando fuori il pacchetto di Malboro rosse dalla veste ed accendendo una sigaretta con un moto vagamente stizzito. «È tutta colpa tua, dannato stupido! Non potevi stare più arrento a quel fottuto diadema?!» Ringhiò ancora il monaco, fissando Goku attraverso le palpebre ridotte a fessure.

        (Con chi sei arrabbiato, Sanzo?
        Veramente, intendo. Goku... O forse è un ammonimento rivolto a te stesso?)

         
«Ugh... Kon-Kon... Zen...» La voce del demone era flebile, carica di dolore e sofferenza.
         
«Ch'.» Fece Sanzo, schiacciando la sigaretta finita nel posacenere ed avvicinandosi a Goku. Posando per pochi secondi una mano sulla fronte fasciata dalla tiara dorata, il monaco la ritrasse quasi subito constratando che il ragazzino del gruppo aveva ancora la febbre molto alta; prese lo straccio ormai asciutto che era scivolato dalla fronte di Goku, lo bagnò con l'acqua fresca del catino appoggiato al comodino e la rimise al suo posto, sperando di abbassare un poco la temperatura cocente che stava divorando il corpo del demone.
        Fatto questo, Sanzo si abbandonò sulla sedia a poca distanza dal letto, passandosi poi le dita sugli occhi che gli bruciavano dalla stanchezza—da quando Goku aveva iniziato a stare male non aveva praticamente chiuso occhio, nonostante i rimproveri di Hakkai.
        In quell'istante, le parole che il demone dagli occhi verdi gli aveva rivolto tempo indietro, subito dopo lo scontro con il Seiten Taisei nel deserto, gli tornarono alla mente: 
«Vuoi diventare un peso?»
        Con uno schiocco della lingua contro il palato ed una scollata di spalle, Sanzo ricacciò la frase in un angolo della mente.
        Faticava a concentrarsi... In verità non gli sarebbe dispiaciuto dormire, ma i lamenti e le urla di Goku - sia fuori che dentro la sua testa - gli impedivano di rilassarsi abbastanza ed il puslare delle vene nelle tempie gli rimbombava nelle orecchie, trasformando il suo mal di testa in un'emicrania. A volte la connessione che lui e Goku avevano lo irritava, avrebbe voluto reciderla in maniera definitiva così da avere la sua mente solo per sé, senza intrusi o quel che era.

        (Restare solo con te stesso? ... In qualche modo, non credo ti piacerebbe.)

         
«No! Non ve ne andate...!!» Urlò all'improvviso Goku, alzando una mano dal materasso come se cercasse di raggiungere qualcosa... E poi
        Sanzo scattò in piedi immediatamente, gli occhi spalancati ed increduli (persino spaventati) fissi sul volto madido di sudore di Goku. "Silenzio. C'è silenzio! Niente urla, niente lamenti... Nulla."  Pensò con una crescente sensazione di sbagliato: c'era qualcosa che non andava, ne era sicuro. Quel cambiamento così repentino non gli piaceva... E tantomeno gli piaceva la strana vibrazione che aveva iniziato ad avvertire.
        Dietro di lui, proprio in quel momento, arrivarono Gojyo e Hakkai che, a quanto pareva, avevano sentito quella vibrazione quanto lui.
         
«Sanzo!»
         «Sanzo che succede...?»
         «Non lo s—»
        In quell'istante, una luce bianca li accecò e li avvolse, mentre nelle loro teste rimbombava il rumore di qualcosa che andava in frantumi.

        (L'ora è giunta, siete pronti a questo viaggio?)




«Le cose immutabili sono monotone, non credi?» -

(Kanzeon Bosatsu,
Saiyuki Gaiden)

 

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Capitolo 3
*** A Song of Power ***


10/9/2011

Salve gente! =D
Completata la revisione del 3° capitolo!

Ja ne,
Temari


Pain of the Past




«Questa storia è iniziata già da tempo... Da 500 anni.
Da quando il bambino della Terra è venuto al mondo.» -
 
(Kanzeon Bosatsu,
Gensomaden Saiyuki)
 

Chapter 2



        Nessuno dei tre sapeva cosa pensare—cos'era stato quel rumore?
        I muscoli, addestrati da anni di allenamento e continui attacchi a sorpresa, scattarono, pronti all'azione: erano preparati a qualunque evenienza, anche alla peggiore... Però nemmeno loro potevano immaginare con esattezza cosa si sarebbero potuti trovare davanti. Di tutte le cose strane ed insolite che avevano affrontato nel loro viaggio - ed erano state parecchie - in una situazione del genere non sapevano come comportarsi.
        Lì si trattava di Goku.
        Loro quattro si conoscevano da più di tre anni (Sanzo e Goku da sei, addirittura) e tutti si erano ritrovati a fare un salto nel passato degli altri in qualche occasione.
        Certo, mai in modo dettagliato, ma certi fatti 'base' erano di dominio pubblico all'interno di quello strano gruppo di ragazzacci: Hakkai era nato umano ma era diventato un demone dopo aver massacrato mille di quegli stessi esseri, aveva perso la donna che amava ed il suo sorriso raramente si poteva considerare genuino; Gojyo aveva avuto una madre che l'aveva sempre odiato perché era il simbolo vivente di un tradimento, aveva assistito quando suo fratello aveva ucciso quella donna piena di rancore e faceva il cascamorto con tutte per cercare di trovare un po' di quell'affetto negatogli da bambino; mentre Sanzo era il più giovane monaco insignito del più alto titolo del Buddhismo, aveva perso la persona a cui teneva di più a causa dei demoni ed era, sotto molti punti di vista, un bonzo senza Dio.
        Quelle erano cose note a tutti.
        Di Goku invece si sapeva solo che aveva trascorso cinque secoli in una prigione isolata, che in tutto quel tempo non era invecchiato di un giorno, che quel diadema dorato doveva sempre restare dov'era... E che non ricordava assolutamente nulla di quello che aveva preceduto la caverna in cima al monte Gogyo.
        In segreto però, tutti e tre non avevano potuto evitare di chiedersi «Chissà come mai...» e la domanda era sempre rimasta in quell'angolo quasi dimenticato delle loro menti.
        Dimenticata, fino a tre giorni prima.
 
        (Non è forse vero? A volte è meglio che certe cose rimangano ignote...
        Purtroppo però, questo non è il vostro caso.)
 
-x-
 
 
        La luce bianca era notevolmente diminuita, così ora potevano vedere di nuovo e rendersi conto che non si trovavano più nella scialba camera di una locanda anonima... No, quel posto non aveva nulla di scialbo. Quello che li circondava era un paesaggio a dir poco paradisiaco, elegante e splendente, con una luce che sembrava perennemente fissa sul primo pomeriggio. Un palazzo si stagliava a poca distanza, di fronte ai tre, di un candore abbacinante, con tetti, colonne ed infissi di un rosso scuro quasi lucido.
        Solo poche persone occupavano gli sfarzosi corridoi all'aperto. Tutti camminavano con passo veloce, secco, come se stessero scappando da qualcosa.
        «Dove siamo? Che succede...?» Si chiedevano ma nessuno li vedeva, nessuno li sentiva: erano come fantasmi.
        «Guardate!» Esclamò Gojyo, indicando un enorme portone.
        Gli altri due si voltarono in quella direzione. 
Le poche persone nelle vicinanze della porta dorata si scansarono, mentre un uomo, o meglio un Dio (con capelli scuri raccolti in uno chignon, un kimono verde scuro ed un chakra tondo in fronte), attraversava di fretta la soglia accompagnato da altri tre Dei vestiti da guardie. Al centro del 'corteo', un bambino vestito rozzamente con una maglia nera senza maniche e dei pantaloni grigi, con capelli color cioccolato ed un diadema dorato in fronte... Sanzo, Hakkai e Gojyo non riuscirono a trattenere un suono di sorpresa.
        Avrebbero riconosciuto quel bambino ovunque.
        Goku.
        Il gruppetto di Dei si diresse verso un'ala del palazzo sulla destra, dove una porta instoriata da ghirigori in metalli preziosi si stava aprendo grazie ad una forza invisibile; i tre del Gruppo di Sanzo decisero di seguirli.
        «Dove pensano di portare la stupida scimmia?!» Ringhiò il monaco biondo, lo sguardo irato.
 
        Quello che videro non appena misero piede oltre l'ingresso li lasciò a bocca aperta: quella lì davanti a loro era nientemeno che Kanzeon Bosatsu.
        «Ma che—» Commentò Gojyo, incredulo.
        «Il Mondo Celeste?!» Continuò Hakkai, altrettanto attonito. Ora con Goku c'era solamente l'uomo dal kimono verde, inginocchiato davanti alla Dea della Misericordia. Il ragazzino aveva una catena legata al collo e se ne stava seduto a gambe incrociate sul pavimento ricoperto dal sontuoso tappeto rosso, una smorfia di disappunto che gli distorceva il volto mentre si divincolava per liberarsi dalla presa del Dio.
        «Kannon-sama,» Disse rispettosamente il suddetto Dio, "sono qui per lasciare in custodia a voi questo animale proveniente dal Mondo Terrestre, come ordinatomi.»
        «Ehi, tu! Io ti ho seguito solo perché avevi promesso di darmi del cibo! Lasciami andare...!!» Esclamò il giovane demone, che però fu ignorato dalla maggioranza delle persone riunite nella sala: Goku non era altro che una scocciatura per quelle divinità.
        Kanzeon invece sembrava piuttosto interessata ed il suo sguardo non si era staccato dal bambino nemmeno per un attimo. «Va bene, lo terrò qui io. Ma non sono certo il tipo da prendermi cura di un moccioso, quindi... Se ne occuperà mio nipote Konzen.» 
      I tre invisibili spettatori infine spostarono la loro attenzione altrove, a quel nome. Alla destra di Kanzeon, un uomo dai lunghi capelli biondi, un chakra scarlatto al centro della fronte ed occhi viola. vestito con una tunica, dei pantaloni e dei sandali in tinta avorio, all'improvviso si voltò verso la donna con uno sguardo adirato ben noto a Sanzo, Hakkai e Gojyo. 
«Cos'è questa storia, vecchiaccia?!» Sbottò Konzen«Ti sembrano decisioni da prendere da sola?! Non ho intenzione di prendermi a carico un animale!»
        «... Come ti permetti di parlarmi con quel tono, ragazzino?» Rispose irritata la Dea, «Così ho deciso, e così sarà. Dovresti sapere che è inutile discutere con me.»
        Sotto gli occhi dei tre ospiti non invitati, Goku (passato inosservato durante il battibecco) si avvicinò a Konzen come trasfigurato e, completamente ignaro della rabbia repressa del Dio biondo, afferrò con la mano una ciocca di capelli, sorridendo alla sua espressione stupita. «Che belli...! Sembri il Sole!!» Disse.
        Poi, inavvertitamente, tirò la ciocca bionda, staccandola di netto e facendo scoppiare il Dio nonostante le sue ripetute scuse. «Guarda cos'hai fatto, razza di stupida scimmia!!»
        A quelle parole Sanzo represse a fatica il desiderio di avvicinarsi a quel Konzen e riempirlo di insulti: solo lui aveva il diritto di chiamare Goku in quel modo! Chi si credeva di essere quel tipo, per picchiare la stupida scimmia?!
        Era completamente dimentico del fatto che quel Dio lì davanti a lui - e a Gojyo e Hakkai - altri non era che la forma originale in cui la sua anima aveva albergato per innumerevoli anni.
        Gojyo, dal canto suo, non poté dire di essere irritato dall'uso dell'appellativo tanto noto: lui stesso aveva iniziato ad usarlo solo dopo aver sentito Sanzo (benché il ragazzino sembrasse veramente una scimmia ed il nomignolo venisse naturale). Non di meno, era strano sentirlo in quel luogo, in quel tempo.
        Mentre gli altri due erano impegnati ad osservare Konzen maltrattare Goku, Hakkai stava prestando attenzione a Kanzeon. L'ermafrodita stava a sua volta guardando suo nipote e il suo nuovo 'animaletto domestico' con grande interesse—la donna pareva divertirsi, Hakkai aveva il sospetto che essa provasse un perverso senso di soddisfazione nel vedere il Dio biondo arrabbiato ed attivo. La Dea aveva sepre fatto così anche con Sanzo, le poche volte che l'avevano vista durante il loro viaggio, e ora il demone aveva capito il motivo.
 
-x-

 
        (È tempo che vediate le origini di tutto.
        Un tempo in cui il potere era ancora integro e libero da vincoli.)
 
        Improvvisamente i tre vennero inghiottiti da una fortissima luce bianca, per la seconda volta, e quando scomparve, si accorsero di aver cambiato luogo.
        Al contrario di prima, ora i membri del gruppo di Sanzo si trovavano fra le montagne, nel Mondo Terrestre.
        Faceva piuttosto freddo lì - si trovavano molto a nord, benché loro non se ne rendessero conto - ed il vento soffiava, facendo muovere le rade nuvole nel cielo sopra le loro teste, tanto scuro da poter essere quasi nero. Le stelle erano poche e sparse, l'unica luce era quella della Luna.
        Una Luna piena. Quel luccichio opalescente era il solo ad illuminare la notte, ma non per molto.
        In quello stesso istante Sanzo, Hakkai e Gojyo vennero attirati da un fioco chiarore. Sotto i loro occhi, il picco della montagna vicina prese ad illuminarsi e con la luce - pulsante e cresciente - la terra ai loro piedi iniziò a tremare, a scuotersi ed uno strano suono riecheggiò, quasi fosse un canto, aumentando di volume in sincrono con quel chiarore pulsante ed il potere crescente che avvolgeva quella che sembrava una roccia dal colore non ben definito, ricoperta di sigilli.
        Sanzo, staccando gli occhi dalla luce, notò una strana iscrizione incisa nella montagna, subito al di sotto della roccia luminescente, e una cordicella simile a quelle che delineavano un luogo (od oggetto) sacro.
        Il monaco scosse impercettibilmente la testa, incredulo... Eppure la vibrazione che sentiva gli era ben familiare.  «Non può essere...» Disse, attirando l'attenzione degli altri che però continuarono a fissare la luce, che cresceva sempre di più—e con essa, il suono, la canzone.
        «Sanzo?» Chiese Hakkai, per una volta senza parole. Gojyo non disse nulla, si limitava ad ascoltare. Sanzo sapeva bene qual era la domanda che Hakkai voleva chiedergli, ma non era sicuro di voler dare voce ai suoi pensieri; sentiva un disperato bisogno di tenere per sé quell'informazione, come se fosse una confidenza fra lui e Goku.
        Solo tra loro due.
        Un segreto da non rivelare. E così non lo fece. «Aspettate e vedrete da voi.» Mormorò invece, e gli altri due non obbiettarono.
        Sentivano che il momento era vicino: il 'canto' aveva raggiunto un tono altissimo per celebrare l'imminente evento e così anche la luce, talmente forte da impedire la vista.
        Il potere - enorme - che prima pulsava attorno alla roccia, ora aveva preso a concentrarsi in un punto per poi penetrare all'interno. I tre spettatori respiravano a malapena... Pian piano, la roccia iniziò a creparsi (e qualche sigillo bruciò), poi il rumore secco che indicava la rottura definitiva riecheggiò tutt'intorno.
        Il bagliore regredì, mentre la voce della Terra ancora echeggiava evanescente. Infine, i tre poterono vedere che qualcosa - qualcuno - era all'interno della pietra.
        I respiri si mozzarono e gli occhi si spalancano nello stesso momento—tutti loro poterono vedere un bambino, all'apparenza di otto anni, sollevare lentamente lo sguardo verso la Luna che splendeva alta sopra di lui.
        Il suo viso rifletteva stupore, contemplazione, innocenza... I suoi occhi dorati bruciavano per il potere contenuto in quel corpo minuto: un potere tale, mai visto prima, che il mondo intero rispettava e temeva. La Natura stessa riconosceva quel piccolo essere come il suo maestro, come la sua guida. Il vento accarezzò quel corpo delicato e scattante, rassicurandolo come il tocco di una madre. 
        «... Goku...» Fu Sanzo a parlare, ma lo fece senza nemmeno rendersi conto d'aver aperto bocca e nessuno degli altri due si sentì di dire nulla in più.
 
        (Né umano, né demone, né Dio... Ma un eretico, un essere nato dalla forza stessa della Terra.)
 
        La luce bianca tornò allora a farsi vedere, ma i tre erano fin troppo meravigliati da ciò che avevano visto per chiedersi qualsiasi cosa.

 
«Senti, Hazel, tu conosci il Seiten Taisei...?» -
 
(Ukoku Sanzo,
Saiyuki Reload)

 

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Capitolo 4
*** Where's My Doppleanger? ***


2/12/2011

Salve a tutti! =D
Revisione del capitolo, completa ^^

Ja ne,
Temari


Pain of the Past
 


 

 



«Chissà se tu riusciresti
ad addossarti 
il peso della mia vita...» -
 
(Jikoku,
Saiyuki Reload)

 



 

Chapter 3


 

        Una volta dissipata la luce, i loro occhi impiegarono qualche secondo a riaggiustarsi al candore che di nuovo li accolse. Il sole del primo pomeriggio splendeva alto nel cielo azzurro privo di nuvole del Mondo Celeste, una forma indistinta ed in gran parte nascosta dalla finestra alla destra dei tre ospiti.
        Guardandosi intorno, Hakkai fu il primo ad accorgersi che si trovavano all'interno di una stanza.
        Era la stanza privata di Konzen—il Dio infatti era disteso sopra le lenzuola bianche del letto, con la testa poggiata ad un braccio, sul cuscino, e gli occhi chiusi. Il gruppo di 'terrestri' era incerto sul cosa facessero lì, ma il rumore di passi accorrere verso di loro diede loro una risposta: Goku corse dentro la stanza e si gettò a peso morto sul letto, finendo quasi addosso a Konzen, che si svegliò con una vena in evidenza sulla tempia.
        «Konzen! Konzen! Dammi un nome! Voglio un nome...! Così posso presentarmi a Nataku!» Disse il piccolo, tutto eccitato ed impaziente, tirando una manica della tunica avorio del Dio.
        Hakkai e Sanzo a quel nome alzarono un sopracciglio.
        Nataku? Il Principe Dio della Guerra?
        Il predecessore di Homura?
        «Lasciami in pace, scimmia... Te lo darò più tardi, un nome...» Fu l'unica risposta che ottiene dal Dio infastidito.
        «Ma io lo voglio adesso!!» Insistette Goku. Una leggera sensazione di calore si fece strada in Sanzo ad assistere alla scena: era così simile al ragazzino che aveva sempre avuto tra i piedi durante i primi tempi dopo il Monte Gogyo... Instintivamente quasi rispose lui, anziché il suo antenato.
        «E va bene! Saru. Il tuo nome sarà 'Saru'.» Disse Konzen e subito dopo si girò su un fianco e fece per tornare a dormire quando, da dietro, un cuscino lo colpì alla nuca; il gruppetto di spettatori osservò alquanto divertito, mentre il biondo sul letto scattò a sedere, irritato, voltandosi per sgridare il ragazzino.
        Le parole non lasciano le labbra, però, perché un singhiozzo sfuggì dal controllo del bambino che gli dava la schiena. Gli occhi viola di Konzen si addolcirono un po'. «... Goku.» Disse, sospirando, con un tono stranamente solenne. «Corto e semplice, così che anche una scimmia come te possa ricordarlo.»
        Sanzo, Gojyo ed Hakkai fissarono Konzen con stupore.
        Il monaco ricordava che quel nome era stata l'unica cosa riguardante il passato che Goku ricordava, eppure non avrebbe mai immaginato questo: era stato lui, implicitamente, a dargli quel nome.
 
        (Il potere di un nome è enorme. Darne uno ad una persona permette di avere un controllo incredibile su di essa.
        Ed un incredibile legame, difficile da spezzare.
        È un onore ed un greve peso da portare.)
 
-x-


        Il battito di ciglia successivo portò i tre del Gruppo ad un cambio di scena. Si trovavano in una stanza piuttosto spoglia, un ufficio.
        Lo scarso arredamento era composto da una scrivania di legno scuro - sulla cui superficie due o tre pile di documenti erano accatastate in equilibrio precario -, un vaso con dei fiori dai colori sgargianti in parte appassiti e quello che sembrava un timbro. Dietro la scrivania, c'era una sedia dall'alto schienale lavorato su cui stava seduto il Dio dai lunghi capelli biondi che, con un cipiglio tra l'annoiato e l'irritato leggeva il documento stretto fra le dita lunghe ed esili della mano.
        Sanzo si lasciò sfuggire un «Ch'.» di irritazione a sua volta, a quella vista, e Gojyo, accorgendosene, non riuscì a resistere dallo scoppiare a ridere facendo commenti sul Karma e le Dee sadiche.
        Un leggero bussare alla porta dell'ufficio di Konzen, fece sobbalzare i tre spettatori ed interruppe il lavoro del Dio biondo che disse solo, «Vieni avanti, Tenpou.»
        «Konzen.» Il nuovo arrivato entrò silenziosamente, lasciando la porta aperta dietro di sé.
        Hakkai sentì uno strano brivido percorrergli la schiena mentre i suoi occhi studiarono le fattezze di quello che presumeva essere il suo antenato: capelli castano scuro lunghi fino alle spalle con una frangetta che copriva l'occhio sinistro, occhi verdi dietro ad un paio di occhiali, un chakra tondo in fronte, uno strano camice da laboratorio sopra ad una camicia bianca e dei pantaloni neri, ai piedi delle ciabatte.
        Sorridendo allegramente al Dio di fronte a lui, Tempou domandò, 
«Come sapevi che ero io?»
        «... Sai benissimo che non sono molte le persone che si avvicinano a questo posto. E in ogni caso, sei l'unico di quei pochi che si prenderebbe la briga di bussare.» Rispose secco Konzen.
        Sanzo, Hakkai e Gojyo restarono lì ad ascoltare mentre i due iniziavano una discussione che riguardava il ruolo dell'armata Celeste; di come la sua esistenza fosse poco più di una farsa, dato che l'unica persona in tutto il Regno Celeste che possedeva il permesso di uccidere era il Principe della Guerra... Nataku, la 'bambola assassina'.
        Passarono molto tempo a discutere - le ore in quel posto sembravano non passare mai, perfino l'aria aveva la parvenza di essere immobile - fino a quando, in un momento di silenzio, Tenpou si guardò discretamente intorno, commentando il disordine che regnava nell'ufficio con un sorriso minuto. «È diventato decisamente più vivo, qui, dall'ultima volta che ci siamo visti.»
        «È tutta colpa di uno stupido animaletto...» Rispose sottovoce Konzen. Il Dio con gli occhi verdi stava per chidere delucidazioni, quando un rumore di piedi frettolosi si avvicinò alla stanza e, in meno di tre secondi, Goku si fiondò all'interno dell'ufficio con in mano un mazzo di fiori. Stava per rivolgersi a Konzen quando notò la nuova persona in piedi vicino alla scrivania.
        «Konzen...? Chi è lui?» Chiese, puntando un dito verso Tenpou, che gli si avvicinò abbassandosi per poterlo guardare meglio.
        «Ciao! Io sono Tenpou, ma tu puoi chiamarmi Ten-chan! E tu, come ti chiami?» Rispose lui con un sorriso. 
        «... Ten-chan...» Disse Goku, quasi tastando il modo in cui il nuovo nome gli scorreva sulla lingua. Gli piaceva, così come gli piaceva quella persona dall'aria gentile che gli sorrideva senza remore - al contrario di tutti gli altri che, quando lo vedevano, tentavano di incenerirlo con lo sguardo -.
        «Io sono Goku!» Lo disse con un'espressione talmente felice ed orgogliosa, che Konzen si lasciò scappare un sorriso. Il bambino venne poi distratto da una farfalla e, ancora con i fiori in mano, si mise a seguirla con uno sguardo ammaliato, dimenticandosi degli 'adulti' che continuavano ad osservarlo.
        Tenpou sorrise, un sorriso leggermente più accentuato del solito, e si rivolse nuovamente al suo amico biondo (ovviamente Konzen lo avrebbe picchiato se avesse saputo che lo riteneva un amico). «Goku... Una scelta davvero particolare, Konzen. Go: ciò che può essere compreso; Ku: ciò che non può essere visto con gli occhi.»
        I tre spettarori, rimasti in silenzio durante la conversazione, si guardarono a vicenda.
        Hakkai e Gojyo, dopo un momento di sorpresa, non poterono trattenere un piccolo sorriso: c'era da aspettarselo, che la persona in grado di trovare un modo di racchiudere l'essenza stessa del loro amico in un paio di semplici sillabe fosse stato Sanzo (o in quel caso, il suo antenato).
        Nei loro occhi, però, c'erano il medesimo pensiero e la medesima paura: Goku - il loro Goku, non questo bambino - era riuscito a percepire 'ciò che era invisibile agli occhi'? Che avesse scrutato nei loro animi, carpendo segreti nascosti ad altri...? Proprio lui che, nonostante il più delle volte sembrasse ingenuo, nascondeva dei segreti ben più oscuri dei loro e che a volte faceva commenti che parevano senza senso—ma che ora acquisivano tutt'altro spessore...
        Una parte dei loro cuori tremava.
        Il luogo che racchiudeva i loro peccati più neri, più deprecabili.
        La parte di loro stessi che tornava a tormentarli nei sogni; che li coglieva impreparati nei momenti di riflessione durante una giornata di pioggia.
        Quel 'mostro' che tutti loro celavano al mondo, ma che non poteva essere tenuto a bada da un dispositivo, perché faceva parte dell'essere umani.
        Già, perché gli esseri umani sono le creature più complesse tra quelle esistenti... Sembrava impossibile che esistessero persone tanto innocenti, pure, buone, benevole ed al contempo persone così vili, crudeli, pronte a tutto pur di raggiungere i propri scopi.
 
        E se Konzen avesse scelto un altro nome... Anche il loro Goku sarebbe potuto diventare qualcuno di molto diverso dal ragazzo che conoscevano?
        Un pensiero, questo, che in qualche modo li angosciava: non potevano immaginare la loro vita senza di lui e il realizzarlo li lasciò di stucco.
 
        (Il terrore che ve lo impedisce.
        Il terrore di rendervi conto a cosa sareste andati incontro senza quella creatura che vi è stata accanto e che vi ha fatto sentire vivi.)
 
        «Ehi!» Gojyo interruppe il silenzio che era calato sul gruppo, «Che ne è di me?» disse e agli sguardi vuoti di Hakkai e Sanzo, il mezzo demone chiarificò. «Cioè, abbiamo visto i vostri doppioni... E il mio che fine ha fatto??»
        «Oh... Non saprei Goj—» La risposta di Hakkai si congelò a metà insieme al suo sorriso quando l'ormai familiare luce dorata li investì, trasportandoli verso un'altra 'visione'.
 
-x-


        Quando la luce scomparve, Hakkai sorrise. «Beh, Gojyo, sembra che chiunque ci sta facendo vedere questo 'spettacolo' ti abbia sentito...»
        I tre erano nel bel mezzo di un corridoio, le cui pareti erano sempre candide e le colonne sempre rosse. Se prima Sanzo, Gojyo e Hakkai erano rimasti affascinati dal palazzo, a mano a mano che il tempo passava iniziavano a trovare il tutto noioso, monotono ed irritante: una purezza che, per quel poco che sapevano del Mondo Celeste, non aveva nulla a che fare con le persone che ci vivevano - con una sola, unica, vera eccezione -.
        I tre uomini erano voltati nella stessa direzione, quindi tutti poterono vedere un Dio avanzare verso di loro. Fu Gojyo questa volta che dovette trattenere il fiato dalla sorpresa, ed a ragione, perché quello che avevano davanti era senza ombra di dubbio l'antenato del mezzo demone, eppure era anche quello più irriconoscibile dei tre: corti capelli neri, occhi azzurri, un chakra dalla forma insolita che svettava sulla fronte, una sorta di collana con un teschio alato spuntava dalla giacca nera aperta di un uniforme e, al fianco, quella che sembrava una fiachetta di liquore legata alla cintura.
        Il Dio procedeva con fare arrogante, a grandi falcate, e in poco tempo si trovò davanti ai suoi osservatori.
        D'un tratto Sanzo si accorse che c'erano degli altri passi, nel corridoio, e che si stavano facendo strada verso di loro, così si voltò e gettò un'occhiata noncurate alle sue spalle... Ma finì per voltarsi completamente e fissare la persona che si stava avvicinando dall'altra parte. Dopo qualche secondo, decise di attirare l'attenzione di Hakkai. «Ehi, Hakkai... Non ti sembra familiare?» Chiese, fingendosi disinteressato.
        Hakkai (e quindi Gojyo) seguì lo sguardo di Sanzo e quando vide a chi il monaco si stesse riferendo, quasi non credette ai suoi occhi. La persona era sicuramente un altro Dio, anche se non aveva un chakra in vista. La pelle bianca, a scaglie, i capelli dello stesso colore e gli occhi rossi... Sì, erano estremamente familiari: Hakuryuu.
        Sotto i loro sguardi, i due Dei si avvicinarono l'uno all'altro, lo spazio che li separava sempre meno. Si incrociarono e, per un attimo, parve che non si conoscessero, poi—
        «Oi. Non dovresti salutare i tuoi superiori quando li vedi?» Chiese il Dio dagli occhi cremisi con tono autoritario.
        «... Ah, mi scusi.» Rispose il 'doppione' di Gojyo, «Buongiorno.» disse inchinandosi. «Arrivederci.» Concluse, girando le spalle per andarsene. Gojyo scoppiò a ridere borbottando il suo consenso con il comportamento dell'altro se stesso.
        «... Kenren Taisho.»
        «Che vuoi? Che rottura... Non sono poi così libero, sai?»
        «Che cosa ci fai con una bottiglia di sakè alla cintura?» Domandò imperioso il Dio dalla pelle bianca.
        «È il mio carburante.» Kenren ghignò beffardo, per poi voltarsi. «Ciao ciao.»
        Il gruppo di mortali decise di seguire Kenren - senza nemmeno chiedersi dove si stesse dirigendo - e quando lo strano essere divino sparì alla vista, lo sentirono parlare, quasi soprappensiero. «Il Gran Generale dell'Oceano dell'Ovest, Goujin... Quella personalità severa, la pelle pallida e gli occhi rossi... Anche se è un mio superiore, proprio non lo sopporto.»
        Dal nulla dei passi frettolosi risuonarono poco più avanti e qualcosa andò a sbattere contro Kenren a velocità considerevole.
        «Whoa!» Esclamò il Dio, preso di sorpresa.
        In contemporanea, un'altra voce saltò fuori da qualche parte vicino la vita di Kenren. «Ah!» Goku alzò lo sguardo sul soldato, sbottando un «Uh... Scusa!» mentre Kenren rimase a fissare il bambino con curiosità, senza dire nulla.
        Dopo non aver ricevuto risposta, il bambino fece per andarsene. 
«Okay, ciao!»
        «Oi, ragazzino.» Disse il Dio, tirando il suddetto ragazzino per i lunghi capelli castani.
        «Ahia! Ma che fai?!» Strillò Goku, indignato, massaggiandosi la testa.
        «Sei tu quello di cui Tenpou va sempre in giro a raccontare, che si chiama 'Goku' ed è in custodia a Konzen?» Domandò Kenren.
        «Eh? Zio, sei un amico di Ten-chan?»
        «Ehi, ehi! Non chiamarmi 'zio'!! Sono ancora giovane!» Sbottò Kenren.
        In quel momento, due guardie arrivarono di corsa, chiamando il soldato a gran voce e spiegando che Goku si era introdotto in quell'ala del palazzo senza permesso e dicendo che dovevano buttarlo fuori, ma Kenren li fermò.
        «No, va bene così...» Disse tranquillizzando le due guardie e quando queste gli chiesero se conoscesse il bambino, Kenren continuò con una faccia serissima. «Lui è il mio figlio segreto.» Disse, e se ne andò portando Goku con sé, lasciando le due guardie interdette.
        Dopo qualche altro minuto, i cinque si ritovarono all'esterno del palazzo; Kenren seduto su una roccia sotto ad un ciliegio e il ragazzino in piedi lì vicino.
        «Senti, che ci fai qui? Non dovresti stare nella residenza di Konzen?» Chiese Kenren, accendendosi una sigaretta.
        «Sì... Ma la prima volta che ho incontrato Nataku ero da queste parti, così sono venuto qui a cercarlo...» Rispose Goku, le mani sulla nuca.
        «Hai detto... Nataku? Cioè Nataku Taishi...?»
        «Sì! È mio amico! La prima volta non avevo ancora un nome, adesso che ce l'ho, voglio dirgli come mi chiamo!»
        «Ah... Un amico della bambola assassina.»
        A Sanzo e agli altri questa frase fece uno strano effetto. Nessuno di loro aveva mai avuto modo di vedere il vecchio Dio della Guerra, ma se ciò che Homura aveva detto loro corrispondeva a verità, allora anche Nataku doveva essere stato un eretico: una ragazzino sfruttato dagli Dei per portare a termine un compito che era loro proibito, uccidere.
        E Goku ne era diventato amico...
        "Tipico di quello stupido, farsi amici i personaggi più turbolenti e problematici..." Pensò Sanzo con una smorfia infastidita, sopprimendo però l'ultima parte di quel pensiero che sarebbe suonata qualcosa come 'esattamente come noi tre'. 
        Quando Kenren si alzò senza preavviso dalla roccia, Sanzo e gli altri rimasero a guardare mentre il Dio infilava le mani sotto le braccia di Goku. Iniziamente non capirono il motivo di quel gesto, poi notarono la sua espressione.
        «Che stai tentando di—?» Iniziò a dire Hakkai, quando il soldato rinunciò e lasciò penzolare le braccia ai fianchi, respirando affannosamente.
        «Non sei... Un po' troppo pesante...?» Chiese dopo aver ripreso fiato.
        «Huh?? Ah, sì.» Risponde Goku, sollevando un braccio esile e facendo oscillare gli anelli della catena al movimento. «È per colpa di queste.»
        «Queste catene—una di queste non pesa circa 20 chili...?!» Disse Kenren, completamente scioccato. Goku lo fissò non capendo.
        "... 20 Chili?!" Fu quello che passò per la testa degli spettatori. Inconsapevolmente si ritrovano a pensare all'incirca la stessa cosa di Kenren. "E Goku riesce a muoversi con tutto quel peso addosso?!"
        «Si può sapere che cosa diavolo—» Sbottò Kenren, ma venne interrotto dall'arrivo di una guardia che lo avvisò che il Principe Nataku era tornato dalla sua missione di soppressione del demone Gyumaoh.

-x-

 
        Quando Sanzo vide Nataku, in un certo senso, gli ricordò Goku... Eppure era anche molto diverso...
        Un bambino. Un ragazzino ingenuo.
        Un guerriero temuto. Il suo potere faceva tremare anche i soldati più esperti.
        Una marionetta controllata da uomini avari, vili.
        Un Dio che non aveva abbastanza carattere.
        Un debole.
        Goku e Nataku.
        Così simili eppure, per Sanzo, fortunatamente anche molto diversi.
 
        (La sentite? Sentite la sensazione di qualcosa di inarrestabile che si avvicina sempre più...?)
 
 


 



«C'è calore corporeo e respiro,
ma se non c'è la forza motrice, ovvero le emozioni,
non è poi diverso da un cadavere.
Per quanto hai intenzione di aspettare...?» -
 
(Kanzeon Bosatsu,
Gensomaden Saiyuki)
 

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Capitolo 5
*** The Hourglass Countdown ***


3/12/2011

Salve a tutti! =D
Revisione del 4° capitolo completa.

Ja ne,
Temari


Pain of the Past



 

 

- "La prima volta che ti ho visto sono rimasto colpito dalla tua bellezza.
Pensavo che se avessi riso, saresti stato anche più affascinante,
però... Il sorriso non ti si addice un granché." -
 
(Son Goku, Saiyuki Gaiden)

Chapter 4



          Sanzo, Gojyo e Hakkai passarono in rassegna molti altri ricordi... Giorni trascorsi in tranquillità e serenità.
        I loro antenati, col passare del rempo, si erano avvicinati sempre di più, il loro legame si era saldato, si era stretto e rafforzato. Quelle che erano state conversazioni forzate diventarono presto naturali; gli scherzi e le battute facevano da sottofondo leggero alle loro interazioni; ed anche i silenzi si traformavano in un amichevole e placido stare insieme, senza sforzo.
        Konzen, Tenpou e Kenren erano molto diversi fra loro. I tre avevano caratteri che potevano tranquillamente essere ai lati opposti di un triangolo, i loro modi di fare si scontravano con gli altri la maggior parte delle volte, eppure non mancavano mai di ritrovarsi nella stessa stanza ed il motivo era più semplice di quel che si potesse pensare.
        Semplice, sì. Al contempo però anche più complicato di quello che chiunque poteva comprendere.
        Era incredibile come uno scricciolo - o un cucciolo di scimmia - potesse riuscire a far gravitare intorno a sé personalità tanto diverse.
        E mentre i vari stralci di vita quotidiana scivolavano via fra le loro mani come acqua, i tre avevano finito per cessare di chiedersi il motivo della loro presenza lì: non lo avrebbero mai ammesso, ma tentavano, attraverso quella strana occorrenza, di catturare i segreti che fino a quel momento erano rimasti nascosti - inconsciamente -, erano profondamente avidi di carpire quelle parti del loro Goku che non avevano mai visto, che non avevano mai immaginato esistere.
        Si rendevanono conto, i tre 'adulti' del gruppo, che qualcosa di profondamente storto doveva essere successo al tempo in cui Goku viveva nel Mondo Celeste... Perché il ragazzino che avevano conosciuto loro era innocente - con la sua incrollabile, assurda, fiducia nella bontà di chi gli stava intorno -, ma assistendo a questi fotogrammi di vita, potevano assistere ad un Goku che guardava al futuro con una luce negli occhi dorati che il loro amico non aveva mai veramente avuto.
        Cinquecento anni rinchiuso in una prigione poteva togliere molte cose ad una persona, a maggior ragione se questa era un bambino.
        Per questo, Sanzo e Hakkai e Gojyo cercarono di assorbire più che poterono e fare in modo che i sentimenti loro mostrati non andassero perduti un'altra volta.

        (I ricordi sono importanti... Plasmano ciò che siamo.)


-x-

        Una nuova 'visione' li riportò per l'ennesima volta nella stanza di Konzen e Goku. Il Dio stava tentando di far andare il ragazzino a letto, data l'ora tarda (il sole che spesso aveva illuminato le visite dei Terrestri, ora era sceso oltre l'orizzonte), con scarso successo: Goku insisteva nel voler sentire una storia prima di dormire e Konzen non aveva nessuna intenzione di abbassarsi al ruolo di cantastorie.
        "Se vuoi una storia, perché non te ne leggi una dal libro che ti ha regalato Tenpou?" Chiese il biondo sbuffando infastidito e schivando il proiettile color cioccolato che gli si era gettato addosso.
        "Nooo~~ooo!! Leggimi una storia tu, Konen~!! Solo una, per favore!!" Pregò Goku con le mani unite sotto il mento e gli occhi chiusi.
        "Ti ho detto
"
        "Yo!!" Una voce interrouppe Konzen: Kenren e Tenpou si erano auto invitati ad entrare la stanza privata. "Ho voglia di bere un goccino... Che ne dite di andare fuori tutti insieme?"
        Konzen li guardò con fare irritato, mentre Goku li fissava incuriosito.
        Il Dio con gli occhi verdi si fece avanti, sorridendo, e aggiunse, "Nel Mondo Terreno c'è la luna piena stasera... E poi, i fiori di ciliegio sono ancora più belli di notte."
        Goku a quelle parole saltò su come si aspettava e, un sorriso da un orecchio all'altro, iniziò a saltellare da un piede all'altro tirando per la manica Konzen e urlando, "Andiamo! Andiamo! Su, Konzen, alzatiiii!!"
        Alla fine, la sua insistenza ebbe la meglio e scuotendo la testa, Konzen si alzò e si diresse verso la porta con glia ltri subito dietro, chiedendosi tra sé e sé cosa ci potesse mai essere di così affascinante in un giardino pieno di alberi che vedeva ogni dannato giorno; solo perché adesso era notte non voleva dire nulla.
        Da una parte, i tre osservatori, pensarono inconsciamente la stessa cosa—nessuno di loro (forse con la sola eccezione di Hakkai) butterebbe il suo tempo solamente per stare a guardare degli alberi di ciliegio in fiore; con la missione che dovevano compiere non avevano certo la possibilità di sprecare le giornate in quel modo.

        A pochi metri dal gruppetto di Dei, i tre del Gruppo avvertivano una strana sensazione farsi strada dentro di loro.
        "C'è qualcosa di decisamente... Sbagliato, in tutto questo." Disse ad alta voce Hakkai, mentre osservava attentamente Tenpou e Konzen bere sakè e parlare in tranquillità; più a lungo il suo sguardo rimaneva sulla scena di fronte a lui e più un senso di gelo gli penetrava nelle ossa.
        "... Penso di capire cosa intendi, 'Kai." Commentò a sua volta Gojyo, "E' come la calma prima della tempesta... E' tutto troppo calmo..." i suoi occhi scarlatti non lasciavano le figure di Kenren e Goku, entrambi appollaiati sui rami del ciliegio sotto cui gli altri due sedevano.
        I due demoni si lanciano un'occhiata e contemporaneamente si voltarono verso Sanzo - il monaco non aveva aperto bocca da parecchio tempo -, le fronti corrucciate, avrebbero voluto chiedere cosa c'era che non andava ma sapevano che sarebbe stata una domanda stupida: di cose che non andavano, in quel momento, ce n'erano davvero parecchie. Inoltre, le parole non avevano la forza di lasciare le labbra... Né Gojyo né Hakkai riuscivano a prevedere quale sarebbe potuta essere la reazione di Sanzo.
        In qualche modo, ai due sembrò di capire almeno in parte quale fosse il problema del loro 'leader': come loro, Sanzo era preoccupato per Goku.
        Perché, mentre loro erano tutti insieme, l'itan non era lì anche lui?
        Dov'era? Come stava?
        Era solo, o c'era qualcun altro con lui?
        Mentre questi pensieri affollavano le menti dei tre Terrestri, le voci di Kenren e di Goku li richiamarono all'attenzione: i due si erano messi a fare a gara di arrampicata sull'albero (una sfida persa in partenza per Kenren, nonostante le catene che pendevano dagli arti del ragazzino) fra battute e frecciatine. Ai piedi del ciliegio, una domanda di Konzen fatta una volta che gli altri due furono a distanza, mandò in frantumi il clima di tranquillità che aveva aleggiato fino a pochi minuti prima.
        "... Tenpou. Possono esserci due 'Dei della Guerra' contemporaneamente?" Il tono della voce di Konzen era estremamente piatto.
        "Come mi aspettavo, è a questo che stavi pensando in questi giorni." Rispose Tenpou, "Ci sono stati casi, in passato, dove si è ritenuto opportuno avere più di un Dio della Guerra... Se Goku venisse nominato Dio della Guerra insieme a Nataku, Ritouten - che ha sfruttato il prestigio di suo figlio per farsi una posizione - di certo non ne sarebbe affatto felice. Inoltre, come possibile 'futuro guardiano del Dio della Guerra' potresti essere visto anche tu come un pericolo, Konzen."
        Il discorso di Tenpou fu seguito da un lungo silenzio.
        "Il tutto comincia a prendere forma..." fu Sanzo a parlare, in un sussurro a stento udibile, rivolto più a se stesso che agli altri due che gli erano vicini.
        Adesso più che mai, i brividi iniziarono a farsi più insistenti e pian piano una voce prese a sibilare minacciosa nelle loro orecchie: promesse di dolore, morte, perdite, tradimenti. E al di sotto di tutto, le urla e le richieste di aiuto dell'unica persona che aveva dovuto portare un peso enorme sulle spalle per secoli.

        (Eppure, non potete fare altro che osservare.)

        "—Però, sapete, i fiori di ciliegio del Mondo Terrestre sono molto più belli di quelli che ci sono qui." La voce di Kenren ruppe il silenzio all'improvviso.
        "Perché, non sono gli stessi?" Chiese Tenpou, curioso.
        "Nah! La loro attitudine alla vita è completamente differente."
        "Ah si?" Intervenne Konzen, un piccolo sorriso che gli increspava le labbra. "Mi piacerebbe vederli..."
        In quel momento, il ramo sulla quale Goku era in piedi, si spezzò e il bambino scivolò all'indietro, finendo addosso al Dio biondo che si ritrovò schiacciato a terra dal peso complessivo delle catene. Kenren scoppiò a ridere rancorosamente, prendendo in giro Konzen, mentre Tenpou ridacchiò sotto i baffi. Fra gli spettatori, sia Gojyo che Hakkai risero nonostante tutto e Sanzo, come la sua contoparte, sfoggiò uno sguardo torvo.
        "Stupida scimmia!! Perché diavolo sei dovuto cadere sopra di me, con tutto lo spazio che c'era?!?" Si mise ad urlare Konzen.
        "Ma è colpa tua, Konzen!" Tentò di difendersi Goku.
        "COSA?!?!"
        "Beh, Konzen, se si tengono in considerazione le catene, Goku pesa più di 100kg. Era ovvio che il ramo si sarebbe rotto." Ragionò Tempou con un sorriso.
        Mentre il clima sotto a quei petali di ciliegio incantati tornò serena, Sanzo, Hakkai e Gojyo non poterono fare a meno di ripensare al loro Goku... Steso su quel letto, cosa stava vedendo?


-x-

        (Preparate i vostri cuori, viaggiatori, perché la parte più triste di questo racconto si accinge a venire scoperta.)

        La luce dorata, questa volta, depositò gli spettatori nuovamente negli appartamenti privati di Konzen, dove l'atmosfera di gran lunga più cupa rispetto quella che avevano sperimentato poco prima. Il biondo e Tenpou erano nel bel mezzo di una conversazione che sembrava essere il seguito di quella interrotta precedentemente, con il Dio in camice da laboratorio che con espressione seria esponeva all'altro dei fatti e delle supposizioni riguardanti a Ritouten, il padre di Nataku.
        "... Aspetta un attimo. Non stai lasciando fuori una parte importante della storia?" Interruppe Konzen, le sopracciglia aggrottate.
        "Non ci posso fare nulla. E' tutto quello che ho sentito. " Rispose Tenpou, "Tutto quello che ti dirò d'ora in poi è solo frutto di mie 'congetture'. Per quanto riguarda l'Imperatore e il segreto concernente Nataku... Probabilmente consiste nel fatto che è stato Ritouten stesso a crearlo." continua Tenpou, lasciando la sigaretta accesa a consumarsi nel posacenere. "Un 'fantoccio', un'arma. In giro si dice anche che sia frutto di un incrocio tra un Dio e un demone."
        "Una cosa simile non dovrebbe essere permessa..." Commentò Konzen.
        "Eppure è così. Il Mondo Celeste, al tempo, aveva un bisogno disperato di un Dio della Guerra. Anche se credo che sia stato proprio Ritouten a far in modo che fosse così."
        "Cos'hai... Detto...?" Konzen stentava a credere a quello che stava sentendo.
        "Credo che sia molto probabile. Un aumento di richieste per le battaglie, un esercito che non è in grado di stare al passo... E poi arriva il Dio della Guerra... Un po' troppo comodo, no?"
        "Così pare..."
        "Ritouten vuole vendicarsi dei ranghi più alti. Non sono sicuro di quali siano i suoi reali obbiettivi, ma sicuramente l'esistenza di qualcuno che possa minacciare la sua posizione diventando Dio della Guerra, ovvero 'Goku'—" Continuò Tempou, la sua espressione sempre più cupa. "E' qualcosa che tenterà di eliminare a qualsiasi costo. Anche arrivando ad usare Nataku."
        "Che... Cosa dici...?" Una voce appena udibile li interruppe all'improvviso ed tutti i presenti (compresi Sanzo e gli altri) si voltarono.
        "Goku!" Esclamò Konzen, che però non poté fare altro: l'espressione di incredulità del bambino il bloccò sul posto.
        "Che vuol dire? 'Eliminare la mia esistenza'? Non dici sul serio, vero?! Nataku non  potrebbe mai..." Goku non finì la frase, invece si voltò lasciando cadere il disegno che aveva in mano ed iniziò a correre.
        "—Goku! Quello stupido!"
        "Goku, aspetta!"
        Konzen e Tenpou subito tentarono di rincorrere il ragazzino, cercando di raggiungerlo prima che potesse arrivare alla sala dell'Imperatore Celeste dove Nataku e tutti i membri delle caste più alte e dell'esercito - compreso Kenren - erano riuniti. Sanzo, Hakkai e Gojyo si misero a correre dietro ai due Dei e dopo pochi minuti arrivano di fronte a delle porte spalancate. All'interno un brusio di voci accolse l'entrata frettolosa di Goku.
        "Nataku!" Goku gridò, attirando l'attenzione dell'altro ragazzino.
        "Tu..." Disse Nataku, mentre il piccolo demone si avvicinava e lo prendeva per un braccio.
        "Non è la verità, vero?!? Non è vero che mi ucciderai... eh, Nataku?!" Chiese Goku, disperato per una risposta.
        "Hahaha! A quanto pare qualcuno ha spifferato in giro un po' troppe cose, eh? E' stato Tenpou?" Intervenne Ritouten, avanzando fino a Nataku e poggiando una mano sulla spalla del Dio della Guerra. "Non ha importanza. Uccidilo. Qui e adesso."
        Nessuno dei compagni di Goku che osservavano la scena seppe cosa dire, o pensare. Era come se una clessidra avesse finalmente iniziato a far cadere i suoi granelli di sabbia, scandendo le ultime ore prima della fine.

        In quell'istante in cui tutto parve fluttuare davanti ai loro occhi, una voce - familiare eppure estranea - parlò
delle profondità delle loro menti, con una serietà ed una saggezza malinconica che li colpì nell'animo.

        ("Non vacillate. Lui ha bisogno di voi.")





- "Ero con tutte le persone a cui volevo bene,
e tutte stavano ridendo. Tutto qui.
Ma ho pensato, è tutto quello di cui ho bisogno.
Ora e per sempre." -
 
(Son Goku, Saiyuki Gaiden)

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Capitolo 6
*** Prelude of the End ***


11/4/2012

Salve a tutti! =D
Pur scettica sul continuare questa fic oppure no, considerato che come tutti sapere il Gaiden è ormai disponibile dappertutto e che quindi i fatti qui raccontati non sono nulla di nuovo, per lo meno il rivedere i capitoli già scritti ed adattarli al mio stile attuale credo sia per lo meno dovuto--in caso qualcuno inciampi in questa storia per sbaglio. XD
Per ciò, intanto godetevi la revisione del 5° capitolo di 'Pain of the Past'!

Ja ne,
Temari

Pain of the Past




- "... E così è iniziato. Non vi fermerò, nè vi salverò.
—Perché questa battaglia appartiene a voi soltanto." -
 
(Kanzeon Bosatsu, Saiyuki Gaiden)



Chapter 5


        "Goku."

        "..."
        "Goku, apri gli occhi... So che mi senti."
        "... Chi sei...? E dove sono?"
        "Heh, due domande a cui non è facile rispondere..."
        "Vuoi rispondere...?! Dove sono?"
        "Temo sia complicato da spiegare... Ora come ora, non rimane molto tempo per parlare, purtroppo. Dimmi, Goku, perché credi di essere qui? Ricordi cosa ti ha portato in questo luogo?"
        "Uhm, l'ultima cosa che ricordo è... Non lo... So..."
        "Vediamo di rinfrescarti la memoria
: è passata una settimana da quando vi siete imbattuti in Ukoku; vi siete fermati in una cittadina a pochi giorni di distanza dal confine tra Cina ed India"
        "Siamo in India?!"
        "Sì, Goku. Ricordi qualcosa, ora?"
        "... Una voce. Un sussurro, debole... Da quando ci è sfuggito quel bastardo, una voce mi chiama... Ma, chi è?"
        "Bene, molto bene. Ciò che dici è la verità, qualcuno che appartiene al tuo passato ha iniziato a chiamarti, ma il desiderio di conoscere l'identità di questa persona ti ha portato a sforzarti più del dovuto. Il sigillo ha ceduto ed ora stai rivivendo il tuo passato. E come te, anche i tuoi amici."
        "Sanzo e gli altri... Dove sono? Stanno bene?"
        "Stanno bene, ma loro hanno bisogno di vedere il passato da soli. Presto vi riunirete, non temere."
        "Ma... Perché?... Perché fa così male?"
        "La risposta è più semplice di quello che credi, Goku. Questi sono ricordi dolorosi. Alcuni sono belli, altri no... Ma sono comunque dolorosi. Riviverli ed assimilarli dopo la rottura del sigillo comporterà dei cambiamenti. Ma per il momento, chiudi gli occhi: non manca molto alla conclusione."
        "..."
        "E quando il tempo giungerà e sarai nuovamente , non disperare: voi siete legati per molte vite ancora a venire."

-x-

        'Uccidilo.'

        Per quanto fosse una parola così comune nella vita quotidiana del Gruppo di Sanzo, mai prima d'ora aveva avuto un peso tanto insostenibile; mai aveva provocato in loro il bruciante desiderio di attaccare alla cieca, urlando e gettandosi contro quell'essere spregevole che aveva appena ordinato l'eliminazione di una creatura tanto innocente qual'era Goku. Gojyo sentì le mani tremare dalla rabbia - sarebbe stato facile richiamare lo Shakujou e tagliare la testa a quel bastardo -, ma si rese conto che sarebbe stato completamente inutile: lì persone di nome 'Gojyo', 'Hakkai' e 'Sanzo' non esistevano... E anche se così non fosse stato, dei mortali come loro non avrebbero avuto molte chance contro le centinaia di Dei presenti.
        "... Odio essere qui..." Disse il mezzo demone. Gli altri due non risposero ma concordarono in silenzio.
        Nel frattempo, Goku e Nataku si fissarono, entrambi scioccati. Poi il primo serrò la mano e, girandosi d'improvviso, colpì Ritouten in pieno viso facendolo cadere a terra. "Bastardo! E' tutta colpa tua! Non devi dire cose così strane a Nataku!!" Accusò il ragazzino, facendo un passo in avanti ed alzando il pugno per colpire nuovamente il padre del suo amico; prima che Goku potessa fare altro, però, Nataku lo afferrò per il braccio e lo bloccò.
        "Sta' lontano da mio padre. Non importa cosa mi dica o cosa mi faccia; mio padre è la sola ragione per la quale esisto." Disse Nataku, mentre l'aura introno a lui si infensificò e diventò improvvisamente minacciosa. "Chiunque gli faccia del male, io lo uccido. Non importa chi sia." In pochi secondi, la spada del Dio della Guerra si materializzò nelle sue mani e si avventò contro Goku, quando dal nulla spuntò Kenren che, con la sua katana, bloccò il fendente di Nataku.
        "Ken-nii...!"
        "Scappa, Goku!" Disse Kenren, mentre tentava di resistere alla forza superiore del Dio della Guerra.
        "Hai deciso di intrometterti, Generale Kenren?!" Chiese Ritouten, visibilmente soddisfatto. "Ti ringrazio, mi hai fatto un favore. Uccidilo, Nataku, uccidi anche lui!"
        Non appena Ritouten finì la frase, Nataku non perse tempo e con un singolo fendente scaraventò Kenren lontano, addosso agli spettatori che ancora affollavano la sala del trono. Kenren sapeva benissimo di non essere all'altezza del Dio della Guerra - per quanto il moro fosse uno dei soldati più forti dell'Esercito Celeste, non rappresentava comunque un grande pericolo contro un avversario del genere -, ma le grida disperate di Goku che imploravano la fine di quella pazzia, non fecero altro che rafforzare la sua determinazione a far rinsavire il ragazzino che si trovava davanti.
        "Non posso lasciare che il ragazzino combatta con Goku! Non posso!!" Pensò Kenren, e i tre mortali poterono sentire la disperazione del Dio mentre, nonostante l'evidente svantaggio, continuava a respingere gli attachi di Nataku con la sola forza che il pensiero del dolore che Goku stava provando in quel momento gli donava.
        Il piccolo eretico non capiva perché stesse succedendo tutto quello... Lui e Nataku erano amici, no? E allora perché...? Goku non poteva fare altro che guardare Kenren perdere sempre più terreno a mano a mano che i minuti passavano; il  moro ansimava sempre di più e rialzarsi gli era sempre più difficile... Eppure continuava a farlo, si rialzava perché se si fosse dato per vinto, Nataku si sarebbe scagliato immediatamente contro Goku, e lui non se lo sarebbe mai perdonato.
        "... Mio Dio." Sussurrò piano Hakkai, una mano al petto.
        Ad ogni contrasto tra i due combattenti, la voce sempre più rotta di Goku iniziò ad indebolirsi; il senso di impotenza che si stava diffondendo nel suo piccolo corpo gli impediva di farsi sentire come avrebbe voluto, le lacrime che scendevano dagli occhi dorati, senza accennare a fermarsi. La vista di quello sguardo smarrito e disperato, non poté che catturare gli occhi di Sanzo, incatenandolo in una morsa di annichilimento
qualcosa dentro di lui gli urlava di fare, di agire, di non rimanere lì impalato; Goku aveva bisogno di lui.
        Sembrava fosse l'anima stessa di Sanzo a non riuscire a sopportare quella vista, e il monaco poteva sentire il suo corpo fremere, a stento capace di frenarsi dal correre in avanti. "Non dovrebbe vedere tutto questo..." E' il pensiero che ricorreva nella mente del biondo. "... Non voglio che veda questo... Perché non posso fare niente?!" Sentiva la rabbia salire, rivolta quasi più verso se stesso che non allo 'spettacolo' di fronte a lui.

        (A volte desiderare non è abbastanza, Sanzo, dovresti saperlo.)

        Nel frattempo, gli altri due componenti del Gruppo vennero distratti dalla battaglia quando, alle loro spalle, due uomini presero a commentare la scena con un rivoltante tono divertito, come se uno scontro all'ultimo sangue in cui si sa già il nome del perdente fosse un intrattenimento dei più pregiati. "Haha!!! Guarda qua che spettacolo: il Dio della Guerra e il generale Kenren!!" Disse uno, un ghino stampato in faccia.
        "Questo sì che è divertente!!" Rispose l'altro con altrettanto entusiasmo, sfregandosi le mani come uno scommettitore che pregusti la sua vincita.
        "... Mi fanno schifo! Guarda che musi..." Commentò Gojyo, il tono a malapena controllato, per poi girarsi verso i due - che ovviamente non potevano né vederlo né sentirlo - e sputargli in faccia. "Se avete intenzione di farvi una sega. sparite immediatamente da qui!"
        "Gojyo!" Lo rimbeccò Hakkai.
        "Oh andiamo, Hakkai! Non dirmi che non avresti voluto fare lo stesso!" Si difese il mezzo demone, sapendo benissimo che sotto sotto il suo amico non disapprova affatto il suo gesto. "E' solo che non è nel tuo stile!" Aggiunse con un ghino benevolo. Hakkai, suo malgrado, si voltò e sorrise a Gojyo prima di cogliere con la coda dell'occhio una figura comparire a poca distanza da loro: Tenpou.
        Il maresciallo stava cercando Goku, un brutto presentimento che gli stringeva la bocca dello stomaco in una morsa tutt'altro che confortevole. Poco dopo, il Dio dagli occhi verdi li notò: Kenren, ingaggiato in battaglia con Nataku, e Goku. "Che cosa...?!" Pensò Tenpou, prima di sentire la risata crudele e divertita di Ritouten.
        "Haha!! Bravo Nataku! Mi rendi fiero, figlio mio!!"
        "Ritouten
!!" Tenpou fissò il volto dell'uomo con odio. Un odio viscerale nato ancor prima dell'arrivo di Goku nelle loro vite: quell'uomo non gli era mai piaciuto ed ora, vederlo fare una cosa del genere a due delle persone a lui più care, gli faceva letteralmente ribollire il sangue.
        Il solo nome gli faceva salire la
bile in bocca. Senza pensarci un attimo, Tenpou allungò una mano, afferrò la spada di uno degli uomini davanti a lui - mormorando poche parole di scusa - e con due passi di rincorsa, si lanciò verso l'istigatore di tutto quello che stava accadendo; Ritouten gli dava le spalle e Tenpou sperava di prenderlo di sorpresa, sicuro che Nataku fosse troppo impegnato con Kenren. Il ragazzino invece, veloce come un lampo, si materializzò di fronte a Tenpou, bloccando con facilità il fendente diretto al padre e scaraventando il maresciallo contro il muro con una minima pressione sulla sua spada.
        "Ten-chan!!" Goku accorse, inginocchiandosi di fianco al suo amico. "Stai bene?!"
        "Heh, certo che sei stato imprudente; come al solito." Arrivò anche Kenren, che aiutò il suo 'superiore' dolorante a rialzarsi.
        "Ow ow ow... Beh, ho pensato che,
come prima cosa, avremmo dovuto eliminare la causa di tutto." Spiegò Tenpou con un piccolo sorriso ed una scrollata di spalle.
        "Lo sai che adesso non possiamo più tornare indietro..." Fece notare il il generale, serio in volto.
        "Non ne ho mai avuto intenzione." Rispose Tenpou, altrettanto serio e determinato.

        Ad interrompere la discussione arrivò la voce di Nataku che in un tono ben diverso da quello usato fino a prima, prese ad intonare la litania di un incantesimo, la forza che sprigionava tangibile ed in aumento. Nessuno nel Regno Celeste aveva mai visto con i propri occhi il potere del Dio della Guerra; la tremenda aura di Nataku fece tremare il suolo ed il candido pavimento di marmo si spezzò sotto quel peso.
        Gli osservatori involontari di quello spettacolo erano scioccati, pietrificati dal terrore.
        Kenren e Tenpou si resero conto ancora una volta che il Dio che avevano davanti era un qualcosa di diverso. "E' su una scala completamente diversa... Questo è il potere del Principe Dio della Guerra!" Fu ciò che pensarono i due, e con loro anche Sanzo, Hakkai e Gojyo capirono qual era il vero potenziale che Homura avrebbe potuto raggiungere - già perché Homura, pur solo un mezzo Dio, era stato tutt'altro che debole -.
        Il ragazzino abbassò di scatto la spada, e solo quel movimento fu sufficiente per mandare Kenren e Tenpou
a terra, tanta era la forza nascosta dietro quel minimo spostamento d'aria. Nessuno sapeva che fare, tutti restarono immobili ad osservare il principe Nataku far sfoggio dei suoi poteri.

        Nel frattempo, le guardie imperiali e i soldati dell'esercito dell'Ovest sparsi per i corridoi si affrettarono a raggiungere la sala del trono, dove i loro servigi erano richiesti per sedare una battaglia. All'entrata della sala, era appostato un gruppo di militari e quando
Konzen, ansimante, raggiunse infine il fulcro del subbuglio causato dall'entrata improvvisa di Goku, il Dio tentò di vedere al di là del mare di teste, inutilmente; decise quindi di rivolgersi ad una delle guardie, mentre questa impartì l'ordine di andare ad avvertire il Re dei Mari dell'Overst, Goujin. "Hey!"
        "Ah! Konzen Douji!!" Esclamò la guardia, ovviamente sorpresa di vedere un 'funzionario d'ufficio' davanti alla sala del trono dell'Imperatore.
        "Cos'è successo qui?!" Chiese Konzen, preoccupato.
        "Ecco... Durante l'udienza dell'esercito, il Principe Nataku ha ricevuto l'ordine di eliminare il generale Kenren, il maresciallo Tenpou ed un bambino di nome Goku..." La risposta lasciò il Dio dai lunghi capelli biondi impietrito, un senso di gelo gli invase le viscere mentre, meccanicamente, iniziava a farsi strada tra la folla che attorniava i catalizzatori di tutta quella morbosa attenzione.
        Dal canto loro, Tenpou e Kenren non avevano assolutamente il tempo di provare soggezione di fronte alla potenza di Nataku: erano impegnati a proteggere Goku mentre detriti del soffitto e delle mura della sala piovevano su di loro ad ogni fendente della spada del Principe; funzionari di corte, membri di famiglie altolocate, persino alcuni sodati, cercarono di scappare e di evitare di essere coinvolti. Le grida riempivano la stanza e riecheggiavano, rimbombando nei timpani di tutti. Da un lato, la calma fatta persona, Ritouten osservava suo figlio avanzare sempre più, costringendo i 'ribelli' ad arretrare.
        "Fermatelo, Ritouten!!" Gridò una voce alla destra del Dio. "Non potete lasciare che accada questo davanti all'Imperatore Celeste!!"
        "Perché no?" Rispose l'interpellato, con una freddezza che rasentava l'apatia.
        "Cos
!"
        "Ti ho chiesto, perché no?" Ritouten si voltò, sul suo viso un sorriso appena accennato che però non sminuì l'evidente soddisfazione che provava.
        A pochi passi da Ritouten, i tre del Gruppo di Sanzo - troppo impietriti per far altro se non guardare - videro Kenren finire ancora una volta a terra e venire affiancato dal piccolo Goku che cercò di aiutarlo a rialzarsi, incurante del fatto che Nataku si stesse avvicinando sempre più a loro, la spada pronta a colpire, ad eseguire quell'ordine. Quella sentenza.

        'Uccidilo.'

        Ritouten continuava a sogghignare maligno.
        Kenren tentò invano di convincere Goku ad andarsene da lì.
        Nataku accelerò il passo, riducendo la distanza.
        Goku, determinato, si voltò per fissare lo sguardo sul suo amico, senza arretrare di un passo.

        'Uccidilo.'

        La corsa di Nataku si interruppe bruscamente. La punta della spada toccò con un leggero -tic l'anello della catena dorata che pendeva dal collo di Goku ed il ragazzino eretico sorrise leggermente, vedendo lo sguardo pietrificato del Dio della Guerra, ed infine gli rivolse la parola, nella speranza di farlo tornare in sé.
        "Nataku. Il mio nome
" Sussurrò piano Goku. "è Goku. Piacere di conoscerti."
        Davanti agli occhi di Sanzo, Hakkai e Gojyo, Nataku abbassò la lama di qualche centimetro mentre i suoi occhi di un pallido oro si allargarono ed iniziarono a versare lacrime. La voce di Nataku era flebile, appena udibile mentre mormorava "G... O... Ku...", quasi con reverenza. Ma la felicità di Goku nel sentir pronunciare il suo nome all'amico venne presto schiacciata quando, nemmeno un battito di ciglia più tardi, quella stessa spada che era appena stata puntata alla sua gola venne sollevata nuovamente, e rivolta contro il suo stesso possessore.
        L'unica cosa che il cervello di Goku registrò, mentre osservava Nataku cadere a terra come a rallentatore, fu la sensazione del calore improvviso sulla guancia destra: il sangue del suo amico che gli scivolava lungo il volto pallido dallo shock.

        L'unica cosa che Gojyo registrò, osservando la scena, fu il sangue del giovane Dio che imbrattava il viso di Goku
un brivido gli percorse la schiena, al ricordo di un episodio simile della sua infanzia.
        L'unica cosa che Hakkai registrò, incapace di distogliere lo sguardo, fu la spada che penetrò la carne di Nataku
un brivido gli attraversò il corpo, mentre un nome prese forma sulla punta della sua lingua.
        L'unica cosa che Sanzo registrò, tenendo gli occhi fissi su Goku, fu come quello sguardo gli fosse fin troppo familiare
il ricordo di quella stessa espressione lo perseguitava da sempre, nel passato e nel presente.

        (Troppe volte avete dovuto vedere persone a voi care cadere davanti ai vostri occhi, senza poter fare nulla...
        Per quanto sia doloroso, questo non è stato che il preludio.)





- "... Forse non è il pugno in sé a far male...
Forse, quello che fa più soffrire...
E' non poter dire 'Fa male!'." -
 
(Kenren, Saiyuki Gaiden)

 

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Capitolo 7
*** Dance of the Rampaging Grief ***


24/6/2012

Salve a tutti! =D
Questo è il penultimo capitolo che avevo da revisionare... una volta rivisto anche il prossimo, valuterò se continuare la storia - in realtà una parte del capitolo 8 è già pronto da molto tempo, povero XD - oppure no, anche se quest'ultima opzione mi dispiacerebbe alquanto. ^^
Intanto godetevi questo capitolo!

Ja ne,
Temari

Pain of the Past





- " Se... Qualcuno per me importante—morisse,
non so dove andrebbero le loro anime.
Ma... A prescindere da dove vadano o da che forma prendano,
resteranno sicuramente dentro di me,
per sempre." -

(Son Goku, Saiyuki Reload Blast)



Capitolo 6



        "... Perché devo vedere tutto questo?"
        "Per poter affrontare il futuro. Un futuro prossimo. Per superare gli ostacoli che ancora vi bloccano la strada."
        "Ti prego, non credo di poterlo sopportare...!"
        "Sarà dura, questo non lo nego... Ma sei più forte di quel che credi..."

-x-

        Sulla sala del trono, che pochi decimi di secondo prima era nel caos, cadde un silenzio attonito. Tutti i presenti erano scioccati dall'immagine che si presentò davanti ai loro occhi: il Principe Nataku con la spada conficcata nel corpo dalle sue stesse mani.
        Il corpo del Dio della Guerra si accasciò a terra nel secondo che seguì e, mentre gli occhi di tutti osservavano l'inevitabile discesa,
solamente Goku rimase con lo sguardo fisso nel punto dove poco prima c'era stato il volto del suo amico. Il sangue sulla sua guancia si era già raffreddato e solo ora il ragazzino riuscì a percepirne l'odore pungente, il liquido si stava rapidamente solidificando ed era una sensazione più che spiacevole, eppure Goku non trovava la forza di alzare la mano e passarla sul viso. Aveva la sensazione che il suo cuore avesse smesso di battere.
        Il momento in cui il corpo di Nataku toccò il pavimento, tutti i presenti iniziarono ad urlare in sincrono, accorrendo e raccogliendosi intorno ai due ragazzi eretici. Nonostante l'ammasso di Dei, nessuno osò avvicinarsi al principe steso a terra, fino a che Kenren e Tenpou si fecero avanti. Il primo si affrettò a sollevare il ragazzino fra le braccia, guardandosi intorno in cerca di aiuto.
        "Hey! Voi, dottori...! Portate delle bende!!" Ordinò, ma i presenti nnon accennavano a rispondere. "MUOVETEVI!!"
        Ma nessuno sembrava sentire; tutti rimasero lì, a fissare la scena senza muovere un muscolo. Nataku stava rapidamente perdendo conoscenza, sentiva il sangue invadergli i polmoni, respirare era difficile ed ogni volta che tentava di parlare, l'unica cosa che usciva era un gorgoglio seguito dalla schiuma rossastra che gli soffocava le parole. Goku, fatti due passi per avvicinarsi al suo amico, vide il ragazzino annaspare... Una mano tesa che cercava un appiglio in quegli ultimi istanti di vita, fino a chiudersi intorno al polso del piccolo demone.
        "
Goku... Non da quella parte. Di qua..." Sussurrò Nataku, ma Goku non capiva di cosa l'altro stesse parlando.
        "Huh...?"
        "... Guarda, su quell'albero lì
in alto... C'è il nido di un uccello." Disse il principe, sorridendo nonostante la vista gli si fosse già annebbiata da tempo. "Lo vedi...?" La mano che stringeva il polso di Goku si allentò, e in un istante si appoggiò a terra, fredda e senza vita.
        Goku si abbassò, in ginocchio accanto a Kenren che ancora stringeva il corpo minuto del Dio della Guerra, ed allungò le mani per scuotere il suo amico, le lacrime che - da sole - sorgavano dagli occhi. Tenpou e Konzen restarono in silenzio, non sapendo nemmeno loro che fare.
        I tre del Gruppo di Sanzo, quasi in sincrono, fecero un passo in avanti, ma si bloccarono immediatamente: sapevano di poter fare anche meno dei loro antenati ed ancora una volta maledirono il fatto di non essere altro che spettatori, in quel luogo, in quel tempo.
        "Hey, Nataku... Dov'è...? Devi svegliarti e dirmelo..." Pregò Goku, disperato per una qualche risposta. "... Io non lo vedo..." Lo sguardo chiaramente disperato del giovane eretico non si staccò dal viso sporco di sangue del bambino che, per così tanto tempo, aveva cercato di raggiungere così da poterlo conoscere meglio... L'unica persona dell'intero Mondo Celeste che avesse la sua età e che fosse come lui, un eretico guardato dall'alto in basso... Sebbene Goku fosse un ragazzino ingenuo, certe occhiate, durante la sua permanenza, erano diventate comuni; quelle stesse occhiate che vedeva rivolte su di lui quotidianamente quando vagava per i corridoi, le aveva viste dirette anche contro Nataku
e non gli era piaciuto per niente, come d'altronde non gradiva che gli adulti guardassero così lui.
        Per questo, lì, inginocchiato a lato di Nataku, Goku sentiva la rabbia iniziare a crescere. Una rabbia contro tutti e nessuno, che non fece che aumentare quando Ritouten si fece avanti, brusco e noncurante, spingendo da parte chi gli bloccava la strada.
        "Lasciatelo." Ordinò con voce fredda a Kenren, avvicinandosi e prendendo in braccio il corpo del figlio che aveva sempre ritenuto nulla più di un'arma. "E' mio figlio."
        "Ritouten." Il tono di Tenpou era minaccioso, ma il Dio rispose quasi beffardo, voltandosi per lanciare un'occhiata al maresciallo.
        "Non preoccuparti. Questo può ancora in qualche modo servire."
        "BASTARDO!!" Gli urlò contro Kenren, infuriato e sbalordito dalle parole così spietate di Ritouten. "Sei stato tu a costringerlo a fare questo e ancora non lo capisci?! Non ha mai nemmeno avuto la possibilità di comportarsi come tutti gli altri ragazzini e giocare con i suoi amici!!" Il generale rivide nella sua mente il sorriso triste di Nataku quando, non molto tempo prima, il Dio della Guerra lo aveva ringraziato - con un pugno tutt'altro che scherzoso, pur intendendo essere tale - per essersi offerto di andare in missione al posto suo. "E nonostante tutto, non ti ha tradito
! Non capisci quanto soffre?!"
        Kenren ebbe appena il tempo di finire la frase che Goku, ormai determinato a farla pagare a quell'uomo orribile, scattò in avanti prendendo di sorpresa tutti e cercando di colpire Ritouten mentre si apprestava ad uscire dalla sala con Nataku. Il richiamo involontario di Konzen, però, attirò l'attenzione dell'uomo e delle sue guardie del pericolo, permettendo loro di entrare immediatamente in azione, prendendo l'eretico pern un capo della lunga chioma di capelli castani ed immobilizzandolo a terra.
        I tre amici del ragazzino subito cercano di aiutarlo, ma altri soldati comparirono loro davanti con le lance incrociate a bloccare il passaggio.
        "Arrestate questi ribelli!!" Ordinò perentorio Ritouten.
        "... Goku." Chiamò Konzen, allungando una mano fra le lance che lo bloccavano. "
GOKU!!"

        (Stolti esseri che giocano con il fuoco, senza sapere cosa possono finire per scatenare... La devastazione del Figlio della Terra.)

        Nel battito di ciglia che seguì, mentre il cuore per un momento sembra fermarsi fra un battito e l'altro, solo tre persone erano coscienti di quel che stava per accadere.
        Solo tre persone giunsero alla conclusione che questo era il vero punto di svolta, che quello che avrebbe seguito quell'attimo di stasi rappresentava la risposta a tutti gli interrogativi che potevano essersi posti da che conoscevano Goku.
        Dall'ordine di esecuzione dato a Nataku e per tutti i minuti successivi, l'energia racchiusa nell'esile corpo del ragazzino era andata aumentando a causa delle forti emozioni che si erano susseguite ed accumulate... Ma ora, quella forza - già di per sé straordinaria -, aveva subìto un cambiamento drastico: se prima l'aura di Goku poteva essere rappresentata di un rosso intenso dovuto alla rabbia, ora era diventata nera.
        Non stupì che il primo a percepire il cambiamento fosse Sanzo
da sempre era lui ad essere più in sintonia con tutto quello che era Goku- umore, appetito, pensieri - e subito dopo di lui, Hakkai e Gojyo... Tutti e tre sentirono i brividi involontari della paura scuotere i loro corpi. Anche gli altri Dei presenti nella sala sentirono qualcosa di strano, tuttavia loro non avevano idea del tipo di creatura di cui avevano appena causato il risveglio.
        "AAH!!!"
        Crack.
        Nella sala del trono, improvvisamente silenziosa, il suono del grido di Goku e quello del dispositivo di controllo che si rompeva riecheggiarono come il gong prima dell'esecuzione.
        Ancor prima che i frammenti del diadema toccassero terra, i soldati ed i funzionari di corte che avevano immobilizzato l'eretico vennero sbalzati all'indietro e vaporizzati senza nemmeno riuscire a comprendere ciò che era accaduto.
        Konzen, Tenpou, Kenren e Ritouten si chiesero cosa stesse succedendo, increduli. Il Gruppo di Sanzo, al contrario, lo sapeva bene... Eppure anche i tre mortali non poterono che restare stupiti perché, pur vero come era che non erano novellini quando si trattava di ciò che si trovavano davanti, la forza sprigionata da Goku era la più forte che gli avessero mai sentito liberare da quando lo conoscevano.
        Hakkai e Sanzo poterono solo annuire, quando Gojyo sussurrò che la forza che sentivano pesare sulle loro spalle in quel momento era quasi pari a quella che Goku aveva mostrato contro lo stesso Hakkai senza dispositivi, nemmeno un mese prima... Ciò che
probabilmente differenziava i due episodi, però, era l'esperienza: questo Goku non si era mai trasformato prima, questo Goku non era rimasto rinchiuso per cinquecento anni ed al contempo, questo Goku non era abituato a combattere quotidianamente, questo Goku... Aveva solo dieci anni.
        "Go... Goku...?" Disse uno dei tre Dei amici dell'eretico, o forse tutti e tre - non seppero dire chi avesse parlato, ma i loro cuori stavano provando lo stesso sentimento di smarrimento ed ansia.
        Pian piano la polvere che si era sollevata tutt'intorno, si depositò al suolo e Goku - da solo - rimase piegato su se stesso circondato dai (pochi) resti di coloro che lo avevano accerchiato solo un minuto prima. Lentamente, un muscolo alla volta, la schiena si raddrizzò e, sotto gli occhi sbalorditi di tutti, il volto che li guardò dall'alto in basso non era più quello del ragazzino dolce ed innocente che era arrivato a scombussolare l'aria stantia del Mondo Celeste
no, quello che videro era il volto schernitore di un demone; il demone più potente che la gran parte dei presenti avesse mai avuto davanti... Ed un potere immenso, racchiuso nel corpo apparentemente esile di un bambino tanto piccolo.
        Quello che avevano davanti non era altro che la vera forma dell'essere nato dalla Terra stessa.
        Un essere la cui potenza eguagliava quella del Cielo stesso: Seiten Taisei.
        "Cos'è stato?!" Chiese un Dio fra i presenti, preoccupato.
        "E' stato quel ragazzino a farlo?!" Chiese un altro.
        "
Che state aspettando?! Quel ragazzino è un eretico che ci porterà solo disgrazie!" Ordinò Ritouten, rapido nel prendere in mano la situazione nonostante l'evidente incredulità nei suoi occhi. "Catturatelo! Catturatelo immediatamente!!"
        "S-si signore!"
        Due guardie si avvicinarono a Goku, ancora inginocchiato a terra, e fecero per afferrarlo per la maglia nera che indossava intimandogli di seguirli quando, molto prima che i due potessero reagire, le mani del giovane eretico si sollevarono
recidendo di netto il braccio di una guardia ed il collo dell'altra con un minimo scatto del polso.
        Un brivido attraversò sia il vecchio che il nuovo Gruppo di Sanzo, alla vista dei freddi occhi dorati e del sorriso di scherno che increspava quelle labbra solitamente distese in una risata benevola.
        "... G... Goku..." Konzen non credeva ai propri occhi: il ragazzino vestito con quella maglia nera senza maniche e i pantaloni grigi non poteva essere Goku... Quell'essere doveva aver preso il posto della peste che gli aveva sconvolto la vita, perché il Goku che conosceva non avrebbe mai fatto del male a nessuno! Tempou e Kenren, induriti dalla vita militare, non sono disturbati dal sangue... Ma ad ogni modo, vedere il loro piccolo amico recidere parti del corpo altrui a mani nude e senza il minimo cambio di espressione non poteva che far
desiderare loro di distogliere lo sguardo.
        Solo una volta che i corpi delle due guardie toccarono terra, gli spettatori che affollavano la sala del trono ritrovarono la voce, inveendo contro 'il mostro' ed avanzando senza perdere tempo per cercare di catturare Goku prima che fosse troppo tardi.
        Da dietro un gruppo di soldati, Goujin - arrivato poco prima - tentò di richiamare gli Dei, senza venire ascoltato. "Fermi! Non avvicinatevi a lui imprudentemente!!"
        Quello che seguì ebbe il potere di far arretrare perfino Sanzo e i suoi due compagni, perché prima d'ora non avevano mai visto il Seiten Taisei in azione con così tante 'prede' a disposizione. Hakkai, osservando il crescente numero di vittime cadere vittima della superiorità schiacciante del Seiten Taisei, non poté fare a meno di chiedersi cosa sarebbe potuto accadere se Sanzo, un giorno, non fosse più stato in grado di sopprimere l'enorme potere del loro compagno... Soprattutto considerando come, ogni volta che la parte demoniaca veniva liberata, Goku diventava più forte (e con lui anche l
'altra sua metà).
        Mentre i soldati e le guardie dell'Esercito Celeste continuavano a morire per mano di Goku, il Gruppo di Sanzo si rese conto di essere a pochi passi dai loro antenati, impegnati a tentare di dare una spiegazione a ciò che stava succedendo proprio davanti ai loro occhi.
        "Che diavolo succede qui... Huh, Konzen...?" Chiese Kenren, lo sguardo fisso sul ragazzino al centro della stanza che si muoveva tanto in fretta che era difficile seguirlo con lo sguardo.
        "... Il diadema..." Arrivò la risposta a malapena sussurrata del Dio biondo.
        "Il diadema che Goku aveva in fronte... Quello era il suo dispositivo di controllo del potere maligno. Dato che i suoi poteri sono aumentati così all'improvviso, si deve essere rotto." Intervenne Tempou.
        "
Quindi quella..." Disse Kenren, sempre più stupito. "Stai dicendo che quella è la vera forma di Goku...!?"
        "... Ho letto qualcosa a riguardo in un libro, tempo fa... Di un essere che non era né umano né demone... E tantomeno un Dio. Un leggendario emblema del Caos, con un potere tale da equivalere quello dei Cieli..." Spiegò Tempou, le sopracciglia aggrottate per la preoccupante entità delle informazioni che stava condividendo con i suoi due compagni, informazioni che non avrebbe mai immaginato avrebbe usato per descrivere il ragazzino ingenuo che aveva avuto davanti solo poco tempo prima. "
Seiten Taisei."
        Al centro della sala era improvvisamente calato il silenzio e quando Sanzo e Konzen alzarono lo sguardo, restarono impietriti dallo spettacolo macabro che si trovarono davanti: il ragazzino eretico, immobile, con la maglia nera strappata (Sanzo, per la prima volta, vide il tatuaggio che i suoi compagni gli avevano descritto, occupare ora quasi per intero il tronco del piccolo corpo di Goku), ricoperto del sangue delle decine di Dei che giacevano ai suoi piedi, privi di vita o in procinto di morire, che osservava impietoso chi lo circondava.
        Ritouten, avvertendo lo sguardo del Seiten su di sé, prese ad ordinare agli uomini che stavano arretrando di proteggerlo - avevano visto di cosa era capace quell'essere, perciò stavano tentando di scappare - ma l'eretico aveva individuato la sua prossima preda e, con uno slancio, si avventò contro Ritouten, che però gli lanciò contro il corpo esanime Nataku, in un tentativo di farlo desistere... Inutilmente, perché Goku si scostò con un balzo, lasciando che il Dio della Guerra cadesse a terra senza preoccuparsene.
        Ritouten, sorpreso, non riuscì a scappare quando Goku gli si avventò contro, sollevando una mano, abbassandola sul viso del Dio e conficcandogli gli artigli nell'occhio destro, per poi ritrarre le dita intrise di sangue di scatto, portando con sé l'organo reciso e gettandolo sul pavimento per poi calpestarlo.
        "V... Vattene! Allontanati da me, mostro!!" Urlò Ritouten, una mano sulla ferita sanguinante, strisciando all'indietro e cercando di mettere distanza tra sé e la forma demoniaca di Goku che, impassibile ed annoiato osservava i patetici tentativi di fuga della sua preda.
        "
Adesso basta!" Intervenne Kenren, che non poteva più sopportare di vedere Goku massacrare tutti i soldati e i funzionari di corte in modo tanto spietato.
        "Kenren..." Pensano Tempou, Konzen, Gojyo, Sanzo e Hakkai capendo e condividendo i sentimenti del generale.
        "Non posso più restare a guardare. Questo non è quello che tu - o chiunque altro - voleva!!" Kenren tentò di far ragionare il suo amico. "... Se vuoi combattere, allora battiti con me, Goku!!"
        "Accidenti, Gojyo... Per quante volte tu possa finire male, rimani impulsivo..." Non poté che pensare Hakkai, ricordando la volta in cui, contro Rikudo, Gojyo aveva sfidato in Seiten Taisei allo stesso modo - finendo col ricevere un bel morso sul braccio -.
        Lentamente, Goku si voltò verso i sei che lo stavano fissando dall'altra parte della sala... Il sorriso che l'eretico rivolse loro era talmente felice - felice di avere nuove prede, di poter giocare ancora un po', di poter sentire altro sangue sulle mani - che tutti ebbero un tremito di paura che non riuscirono a reprimere perché, ancora una volta, sembrava impossibile che quello - quel mostro - fosse il loro Goku.
        "Whoa
~ Certo che avete proprio dato spettacolo, qui, eh?" La nuova voce distrasse i presenti dalla situazione che stavano affrontando. "... Vi consiglio di lasciar perdere. Non avreste nessuna speranza contro quel ragazzino, anche se probabilmente non serve che ve lo dica io..."
        "Kanzeon Bosatsu..." Disse Hakkai, osservandola superare un corpo privo di vita ed appoggiarsi al muro come se la sala del trono non fosse il luogo di un massacro.
        "Come puoi essere così tranquilla...?" Chiese Konzen, scioccato dall'atteggiamento disinvolto della Dea. "Non c'è un modo per riparare il dispositivo di Goku?!"
        "... Hn. Un modo?" Rispose Kanzeon, prima di staccarsi dal muro e avvicinarsi a suo nipote e agli altri. "Basta liberarsi di lui, tutto qui. Forza ragazzino, facciamola finita."
        "Fer
!"
        Prima che Konzen potesse finire, Goku si scagliò contro la Dea della Misericordia a tutta velocità, saltando per assalirla dall'alto; Kanzeon però, ben più vecchia ed esperta del giovane eretico, contrattaccò facilmente con un pugno che scaraventò Goku contro un muro per poi scivolare giù... Pochi secondi dopo, il ragazzino si rialzò in piedi come se nulla fosse e corse nuovamente verso Kanzeon che, con una smorfia, aspettò il momento giusto per afferrare il polso di Goku e bloccarlo al pavimento; stretto anche l'altro polso con una mano, la Dea alzò l'altra pronta a colpire.
        "Non avercela con me, Seiten Taisei."





- "Non importa dove ti trovi,
non importa come sei...
Continua a fiorire, fino al giorno in cui sparirai,
con l'orgoglio nel cuore." -

- Kenren, Saiyuki Gaiden -


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Pain 8
Salve gente! =D

Scusate per la lunga attesa ^^" mi odierete, haha! Bè, sono di nuovo qui!
Dunque, non voglio perdere tempo, quindi saluto coloro che hanno recensito il capitolo precedente, cioè soniacristina1989, Inuyasha_Fede, warashi e Red Robin: grazie mille!! ^__^

In quanto alla storia, dal prossimo capitolo dovrò tagliare qualcosa per non prolungare troppo le cose... dato che ho intenzione di arrivare a 10 (massimo 12) capitoli la fine non è molto lontana. =P

Ja ne,
Temari =D


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["L'intera storia del sentiero che decisero di percorrere

ormai forse solo io la conosco..."]

"Non avercela con me, Seiten Taisei."

Anche in quel momento, tutto sembra fermarsi di fronte alla prospettiva della morte di Goku; l'aria stessa è immobile - e l'odore pungente del sangue che imbratta il marmo bianco è reso ancora più forte - in attesa di quel colpo che, in un secondo, decreterà la fine del piccolo demone... i tre del Gruppo di Sanzo osservano, impietriti, quella mano dalla perfetta manicure scendere come a rallentatore verso il corpo inerte e pregano - per quanto ironico - che qualcosa o qualcuno intervenga a fermare quello che sembra inevitabile. In quello stesso attimo, Kenren fa un passo in avanti, la mano tesa, ma prima che possa finire anche una sola frase (prima che quel "Frema!" sia uscito completamente dalla sua bocca) è Konzen ad agire: con una velocità che coglie tutti di sorpresa, il Dio biondo arriva dietro a Kanzeon Bosatsu e le afferra il braccio pronto a colpire; i due si fissano per un intenso istante, viola contro viola, poi - per la seconda volta in pochi attimi - Konzen prende tutti di sprovvista colpendo con un pugno in pieno viso la Dea.

Il colpo è ovviamente piuttosto debole, essendo Konzen nulla più di un burocratico che si occupa delle scartoffie, ma serve comunque a portare un punto a suo favore. Kanzeon passa un dito leggermente contro la mandibola, non stacca gli occhi da suo nipote, la Dea... lo sta valutando, come se si aspettasse un gesto di scuse o un passo indietro; quando un secondo passa senza che nessuno dei due si sia mosso, la Dea della Misericordia ghigna - se per soddisfazione o derisione, non è chiaro (Conoscendola, direi entrambe) - e con un movimento tanto fluido quanto potente, un ginocchio va a finire contro lo stomaco di Konzen che, senza fiato, si piega in avanti e cerca di riprendere a respirare.

Kanzeon si risistema con eleganza un ciuffo di capelli corvini, per poi fissare il suo sguardo impassibile sul nipote.

"Heh, ne hai di palle per osare alzare le mani su di me, Konzen Douji." dice la Dea, prima di lanciare un sorriso carico di significati al biondo inginocchiato a terra. "Non pentirtene."

("Potrai essere il Sole di quel bambino?"
"... Wow... sei così luminoso...!")

"... No... io non sono il Sole. In verità --" pensa Konzen mentre si avvicina piano a Goku, ancora privo di sensi, e con una gentilezza mai vista prima allunga le braccia e stringe a sé il piccolo corpo, fremente di vita, e alza lo sguardo fiero e determinato verso Kanzeon. "Non lo farò."

Proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto, con Goku salvo dalla mano affilata della ghigliottina, il mondo intorno al gruppo sembra andare in frantumi... la risata maniacale di Li Touten, di cui tutti si erano scordati, rompe la pace che regnava solo pochi attimi prima e d'un tratto i 'ribelli' si rendono conto che i soldati dell'Esercito Celeste sono tutt'intorno.

"Stupido...!! Se decidi di proteggere quel ragazzino, verrai considerato un traditore. Coloro che vanno contro le leggi del Mondo Celeste verranno puniti con la morte! Finirai per morire prima di avere la possibilità di pentirti, Konzen Douji!!" sbotta Li Touten, una mano a coprire l'occhio destro ormai vuoto ma ancora sanguinante; un'aria di sfida e malvagio piacere nel pronunciare quelle parole.

"-- E' quello che dice lui. Che ne pensi, O Maresciallo Tempou?" chiede Kenren in tono leggero e fuori luogo, ma con la spada sguainata pronta a difendere il fianco destro di Konzen, che ancora stringe Goku a sé.

"Chissà?" risponde Tempou, tono altrettanto canzonatorio, mentre si posizione alla sinistra di Konzen. "Anche io sono uno stupido, quindi dev'essere un concetto che va al di là della mia comprensione..."

"Kenren... Tempou..." il Dio biondo non sa che dire, ma la sua domanda implicita non ha bisogno di essere detta.

" 'Se dobbiamo essere degli stupidi, tanto vale ballare', non era così?" commenta il maresciallo con un sorriso. Kenren si volta con un'espressione confusa.

"Che roba è? Non l'ho mai sentito prima..."

"Oh, è un detto del Mondo Terrestre." spiega brevemente il Dio dagli occhi verdi, prima di girarsi verso Konzen. "Konzen, ce la fai a correre portando Goku in braccio?"

Il biondo gli lancia un'occhiata di sbieco. "... Non insultarmi."

"Correre?! E dove vorreste fuggire!?! Le truppe dell'Esercito Celeste vi inseguiranno e vi staneranno dovunque andrete a nascondervi per eliminarvi!!" le minacce di Li Touten echeggiano risolute nella sala del trono devastata ma i tre Dèi a difesa di Goku non si lasciano intimorire. (Ormai sono determinati a portare a termine la loro utopia e chissà... per una volta, forse, Utopia è stata davvero resa reale... per qualche tempo)

"E' così eh...? Allora scommetteremo il tutto per tutto... e andremo in un posto dove non potrete seguirci!!" esclama Kenren, mentre lui, Tempou e Konzen iniziano a farsi strada attraverso le decine di soldati che si avventano su di loro.

I minuti passano lenti, tra ogni soldato che cade a terra e quello successivo sembra passare un secolo. I rumori della battaglia - se tre, no due, contro cento o più può essere definita tale - sono quasi assordanti, le grida, il cozzare di spade e il tonfo sordo di corpi trafitti da pallottole riempie la stanza; Tempou e Kenren sono indubbiamente tra i più abili di tutto l'Esercito Celeste, sono conosciuti e temuti... alcuni fra i più giovani esitano ad alzare la spada contro due dei loro 'idoli', molti fanno parte della loro stessa compagnia, hanno passato molto tempo con loro... li conoscono e vorrebbero evitare di combatterli... ma il Maresciallo e il Generale non hanno tempo da perdere, non possono permettersi di esitare a liberare la strada - perché non si trattava di salvare la propria vita, si trattava di salvare quella di Goku e i due non hanno dubbi: chiunque si metta sulla loro strada deve sparire il più in fretta possibile.

"Non ci devono essere sopravvissuti!! Uccideteli tutti!!" le continue grida di Li Touten fanno da sottofondo alla battaglia.

"--Fermatevi!!" arriva una nuova voce che, da un punto vicino ai due (ormai) ex-soldati, cerca di farsi strada. "Fermatevi immediatamente, Generale Kenren! Maresciallo Tempou!!" ordina Goujin.

Tempou vede di sfuggita il Dio-drago e, cambiando direzione, gli si avventa contro con la spada pronta a colpire; il fendente del moro viene abilmente bloccato dalla spada di Goujin ma Tempou approfitta dell'attimo di stallo per sferrare un calcio allo stomaco dell'altro, prendendolo di sorpresa, Goujin viene voltato velocemente e bloccato con la spada del maresciallo puntata alla gola. Le guardie e i soldati si bloccano di colpo, temendo di ferire il loro superiore.

"Maresciallo Tempou..."

"Mi dispiace di dover ricorrere ad un metodo così tipicamente malvagio..." dice Tempou con un piccolo sorriso. "--Ora, perché non aprite la strada per noi?"

"Stanno lentamente incamminandosi verso una strada senza uscita, vedete?... Ma che dico, dopotutto, questa parte della storia è oramai quasi giunta alla fine; tutto questo non è altro che l'atto finale di un qualcosa che è iniziato molto tempo fa..."

I tre 'traditori', il bambino eretico, il prigioniero e i tre spettatori involontari sono finiti tutti nello studio di Tempou.

Konzen è impegnato a bagnare la fronte di Goku con un panno per tentare di abbassare la febbre che era salita improvvisamente e che causava al piccolo demone - ancora trasformato - di ansimare pesantemente disteso dov'era sul divano; Kenren è nell'atrio dell'ufficio impegnato a fissare assi di legno a porte e finestre, e a barricare il loro 'rifugio' provvisorio; Tempou sta consultando vari libri alla ricerca di un modo per far stare meglio Goku.

Sanzo e gli altri sono alquanto perplessi. Non riescono a capire come mai Goku stia così male; quando il loro Goku si trasformava, certo perdeva il controllo, ma non ne subiva effetti negativi - fisicamente - anzi, l'enorme potere del Seiten Taisei  poteva addirittura guarirlo quando si trovava ad un passo dalla morte... "Come quella volta quando--" ma i tre non si soffermano oltre su quel ricordo spiacevole e tornano a concentrarsi su quel che sta succedendo davanti a loro. (Ah... quando smetterete di nascondervi alla vostra stessa mente?)

"Tempou, fa qualcosa! La febbre è salita ancora... se continua così...!" dice Konzen, evidentemente preoccupato per le sorti del ragazzino.

"Si si, lo so. Per questo sto passando in rassegna i libri..." risponde l'interpellato, con due volumi diversi in mano e altrettanti poggiati sulle ginocchia. "Dato che il potere del Seiten Taisei sta scorrendo liberamente, sta consumando la forza fisica di Goku. Dev'esserci un modo per farlo tornare normale, ma non si trova così facilmente."

Gojyo, a quelle parole realizza qualcosa. "Il diadema! Cosa aspetta quello stupido damerino biondo?!" Sanzo per tutta risposta molla un pugno intesta al mezzo-demone senza degnarsi di rispondere verbalmente.

"A quanto pare, Gojyo," interviene Hakkai incrociando le braccia al petto. "l'antenato di Sanzo non è in grado di produrre un diadema; non ancora, per lo meno. Inoltre, per quanto potente il Seiten Taisei sia, non ho mai visto che indebolisse fisicamente Goku... al contrario..." Hakkai si interrompe, pensieroso.

"Probabilmente il corpo di Goku, adesso, è troppo debole per sopportare il peso di una tale forza. Senza contare che è la prima volta che il diadema si rompe... abbiamo sentito noi stessi il tremendo potere che è stato liberato in quel momento; nulla di paragonabile alla prima volta che Goku si è trasformato poco dopo averlo liberato dal monte Gogyo." Sanzo sembra quasi parlare a se stesso ma il tono rende evidente che non è così. Prima che i tre possano discutere oltre, Kenren rientra nell'ufficio, avendo finito di barricare le porte.

"Goku non si è ancora svegliato?" chiede il generale.

"No." rispondono in sincrono Konzen e Tempou. "Che dire, proviamo questo?" dice poi Tempou, un libro intitolato 'Piacevole Magia Nera' in mano. " 'Bollire il sangue di una pecora e versarlo direttamente nello stomaco'."

"Cos'è, sei assetato di sangue per caso??" sbottano gli altri due, irritati ed increduli. Anche Sanzo e Gojyo involontariamente si voltano a fissare Hakkai, che però non presta loro attenzione pur sentendo i loro sguardi fissi su di lui.

"Stolti..." Goujin, che fino ad allora non aveva aperto bocca, osserva i tre inflessibile. "Dopo aver fatto tutto questo, pensate davvero di riuscire a scappare? Tutto il Mondo Celeste adesso è vostro nemico."

Tempou e Kenren lo fissano per qualche secondo, in silenzio, poi scoppiano a ridere divertiti. "Accidenti... è come se fossimo diventati dei terroristi, vero?" dice il primo. "Hahah!! Lo siamo!" dice il secondo.

Il Dio-drago non crede alle sue orecchie. "Non dovreste prendere questa faccenda così alla leggera!!!" sbotta con una vena che pulsa sotto la pelle bianca. "Cosa pensate di fare?"

L'umore torna serio, mentre Tempou accende una sigaretta con calma. "Ci inventeremo qualcosa."

Ma tutti nella stanza sanno che non ci sono molte possibilità: sia Tempou che Kenren sono abili soldati - sanno bene che essendo gli unici due in grado di combattere, le chance di successo sono poche... - ma tutt'intorno all'ala del palazzo nella quale si trovano, almeno un migliaio di soldati (solo una piccola parte dell'intero esercito) li stanno aspettando al varco e la strada che vogliono percorrere li porterà sicuramente ad attraversare gran parte dell'immenso Palazzo Reale. Sanzo, Hakkai e Gojyo cominciano ora ad intravedere la direzione più probabile che il tutto potrà prendere... e non piace a nessuno dei tre, perché se la loro idea è giusta, quella direzione porterà ad una sola fine... (Una sola fine, già...)

Passata qualche ora di calma, all'improvviso si iniziano a sentire rumori e grida provenire da fuori, dove i soldati dell'esercito sono appostati.

"A quanto pare hanno iniziato a darsi da fare lì fuori, eh? Staranno cercando di provocarci." commenta Kenren.

"Che sia tempo di mostrarsi un po', allora?" aggiunge Tempou, mentre entrambi si avviano alla porta che da nell'altra stanza. "Konzen, lasciamo a te Goku."

Il biondo annuisce. "Si. --State attenti." dice, e subito dopo la porta si chiude dietro i due soldati.

"... N... zen..." Goku sussurra appena, la febbre è alta e il piccolo è chiaramente spossato dall'immensa forza che gli scorre nelle vene. Kozen gli si avvicina e, inginocchiandosi accanto al divano baso, mette una pezza bagnata sulla fronte bollente.

"Konzen Douji..." Goujin rompe il silenzio.

"... Che c'è?"

"Questa è probabilmente la prima volta che ci parliamo."

"... Non ho mai avuto molto a che fare con le questioni militari." risponde Konzen, tamponando il viso sudato di Goku.

"Allora per quale ragione siete deciso a sfidare l'esercito? Se non aveste protetto il SeitenTaisei, non avreste avuto nulla da temere." chiede il Dio-drago.

"--Nessuna ragione. Ho solo deciso che se qualcosa mi da fastidio, dico che mi da fastidio. --Non importa quanto potente possa essere il nemico." dall'angolo della stanza, Sanzo non può fare a meno di trattenere un ghigno di orgoglio a quelle parole - dopotutto è un principio che si è sempre portato dietro, quello.

"... Allora vi chiederò questo: voi, cosa potete fare?" riprende Goujin dopo un momento. "L'Esercito Celeste vi dichiarerà eretici e nemici dell'Imperatore. Faranno tutto ciò che è in loro potere per eliminarvi."

"........." Konzen, voltato verso Goujin , non risponde. Nessuno dei due Dèi nota, dalla loro posizione, che Goku - o meglio il Seiten Taisei - ha ripreso conoscenza.

"Solo perché avete deciso di proteggere un bambino-- Non avete esperienza di guerra, Konzen; siete stato cresciuto sotto una campana di vetro. Cosa potete fare voi?" continua Goujin. "-- Tutto ciò che vi aspetta è l'annientamento."

"Potreste avere ragione..." lo sguardo di Konzen è deciso mentre dice ciò che pensa. "Ma ora è comunque troppo tardi per tornare indietro e non ho intenzione di farlo, anche se così non fosse." dietro Konzen, il Seiten è in piedi sul divano, ma solo Goujin e i tre spettatori se ne accorgono.

"?! Seten Taisei!!!" grida Goujin e Konzen si volta, trovandosi i febbricitanti occhi dorati puntati addosso. Il demone ansima pesantemente, debilitato, ma pur sempre pericoloso.

"... Goku..."

"-- Slegatemi, Konzen Douji! Lo combatterò io!!" ordina il soldato, tentando di liberarsi ma non spostando lo sguardo dal demone. "Non avete possibilità contro di lui! Vi ucciderà, Konzen! Le corde, sbrigatevi...!" Goujin tenta invano di attirare l'attenzione del Dio, che però sembra non sentirlo mentre i suoi occhi viola continuano a fissare Goku impassibili.

Il ragazzino è visibilmente dolorante; gli occhi dorati, feroci, sono poco più che fessure mentre le labbra sottili si tirano indietro scoprendo i denti - con i canini allungati, pronti a recidere la carne delle ossa - in un ringhio basso, come un animale ferito che tenta di difendersi fino all'ultimo respiro. All'improvviso, il Seiten balza in alto, coprendo la distanza fra sè e Konzen in un battito di ciglia. Un senso di dejà-vu investe Hakkai e Sanzo che, dalla loro posizione, rivedono la scena accaduta ormai molto tempo prima di un Goku trasformato che attacca un Sanzo avvelenato nel bel mezzo di un deserto... e per un secondo, il monaco si aspetta di vedere il suo antenato gettare via la Shoureiju e colpire Goku allo stomaco con un ginocchio... invece, Konzen resta immobile e non fa nulla per fermare il piccolo demone quando questo gli atterra sullo sterno, facendo finire entrambi a terra,  una mano in avanti che gli graffia una guancia con gli artigli. Il Dio e il demone restano lì immobili per un lungo momento, poi Konzen, la voce calma, interrompe il silenzio e tutti ascoltano intenti.

"... Quella volta... sei stato tu ad allungare la mano verso di me per primo, Goku." le mani di Konzen pian piano si sollevano e, con una delicatezza che sconcerta i tre spettatori, prendono il viso minuto di Goku avvicinandolo. "... E' una scocciatura, sai. Ora, per quanto possa provarci--" Konzen, messosi a sedere, poggia delicatamente la fronte contro quella del ragazzino. "--non posso più lasciare andare quella mano."

Non appena Konzen prononcia quelle parole, una strana luce dorata si forma intorno alla fronte di Goku e, una volta scomparsa, ciò che resta altro non sono che un nuovo diadema per il potere maligno e un Goku, tornato normale, svenuto tra le braccia di Konzen.

Dall'altra parte della porta, Tempou e Kenren stanno fumando una sigaretta in silenzio, entrambi danno le spalle al giardino che fino a poco tempo prima era occupato dai soldati dell'esercito. Sanzo, Gojyo e Hakkai hanno lasciato Konzen, Goujin e Goku per vedere cosa stavano facendo gli altri due e li hanno trovati così, in silenzio a fumare e ad ammirare i fiori di ciliegio.

"Kenren." Tempou interrompe la quiete.

"Mh?"

"Ti ricordi?" chiede il maresciallo. Un minuto di silenzio segue la domanda, come se Kenren stesse aspettando che l'amico elaborasse la frase.

"La prima volta che ci siamo visti, intendi?" chiede a sua volta, quando l'altro non aggiunge ulteriori dettagli.

"... Quello? Non me ne ricordo io stesso, a dire la verità."

"Bè, perché eri mezzo addormentato, ovviamente." risponde Kenren. "Ma se non ti riferivi a quello, allora è per caso quella volta che c'hai fatti sgattaiolare giù nel Mondo Terrestre per quel yakiniku party?" i tre spettatori si guardano con un sopracciglio alzato a questo.

"Ah, quello è successo." dice Tempou. "Non avrei mai immaginato che avresti davvero fatto pagare me per tutti... eravamo quindici vero? E tu hai mangiato per tre...ah, me la prendo ancora se ci penso."

"... Ok, allora di cosa stai parlando?" chiede Kenren, la testa gettata all'indietro.

"......" Tempou non risponde immediatamente, poi "Cos'era? Me ne sono scordato..."

"Senti tu..." incredulo, Kenren lascia cadere la testa in avanti in un gesto di resa.

"A dire il vero, va bene tutto." dice alla fine Tempou. "Fintanto che te ne ricordi, di qualsiasi cosa si tratti." con quelle parole, i due gettano via i mozziconi delle sigarette e tornano da Konzen.

" 'Fintanto che te ne ricordi...', ha detto." sussurra Sanzo, spostando lo sguardo dalla porta dietro cui sono scomparsi i due ex-soldati ai petali rosa degli alberi che, spinti da un vento leggero, volteggiano nell'aria. Quelle parole hanno colpito un nervo scoperto: il monaco ha sempre pensato che Goku fosse fortunato, a non ricordare nulla... spesso Sanzo si era scoperto a pensare che sarebbe stato bello dimenticare tutti i ricordi tristi e dolorosi, cancellare la vita avuta fino a quel momento e riconminciare senza il peso di un passato pieno di ombre ed incubi... tornare ad essere innocente, in un certo senso, ripartire da zero... ma da quando avevano iniziato questo 'viaggio' attraverso il passato di Goku - e il suo, i loro, passati - non ne era più sicuro, dopotutto Sanzo era chi era grazie al suo passato, pur oscuro e doloroso che fosse, e senza di esso... non avrebbe nessun appiglio e nessuno scopo per continuare a vivere... solo in quel momento, Sanzo si rende finalmente conto di quanto la sua presenza - e quella di Gojyo ed Hakkai - sia importante e vitale per Goku: senza di loro, lui non è nessuno, loro sono le uniche persone che possono attestare al fatto che una persona di nome 'Goku' abbia mai camminato su questo mondo.

"Sanzo... penso che dovremmo tornare di là anche noi." Hakkai interrompe le sue riflessioni e lui anuisce vagamente, senza prestare troppa attenzione.

All'interno dello studio di Tempou, Konzen sta ora spiegando a Goku - che ha da poco ripreso conoscenza - cos'è successo dopo che si è rotto il diadema. Konzen sta cercando di spiegare al bambino le motivazioni che hanno spinto Nataku a colpirsi da solo.

"-- Per spezzare le catene che lo intrappolavano." sta dicendo il biondo quando i tre mortali entrano nella stanza, passando come sempre inosservati. "E quello è stato il modo in cui ha deciso di farlo."

Goku fissa il pavimento con uno sguardo un po' triste un po' confuso. "... Non capisco. Io proprio non capisco..."

"No, immagino di no." continua Konzen. "... Ma sono quasi portato ad invidiarlo... Nataku ha avuto il coraggio di liberarsi, così, con la sua stessa mano. Quello che quel ragazzino ha fatto, il me stesso di qualche tempo fa sicuramente--"

"NO!" grida d'un tratto Goku, balzando davanti a Konzen e afferrando la maglia color panna. "Non devi! Non devi mai fare una cosa così!!"

"Goku." il Dio cerca di calmare il piccolo, che però sembra non sentirlo.

"Non voglio che succeda! Tu e Ten-chan e Ken-nii-chan non dovete andarvene così!" continua Goku, spaventato alla sola possibilità. "NON DOVETE! VI ODIERO' PER SEMPRE SE LO FATE!!!" urla Goku, e tutti i presenti rimagono  basiti finchè Konzen, con un piccolo sorriso, accarezza i capelli castani e lo rassicura.

"Non succederà, rilassati..."

"Davvero...?"

"Davvero. Perché non chiedi anche agli altri?" a quelle parole, Goku si volta verso Tempou e Kenren e li fissa con uno sguardo implorante che colpisce i tre spettatori per la sua assoluta innocenza.

"Per favore... non andate via... non lasciatemi come ha fatto Nataku, ok...?" dice Goku, la voce bassa e impregnata di lacrime a stento trattenute. "... Non importa dove vado, mi basta stare con voi. Andrò in qualunque posto andrete voi. Mi piacete tutti, quindi... quindi... state sempre con me, ok?"

"Dai qui." dice Kenren, prendendo il mignolo di Goku con il proprio e oscillandoli prima da una parte poi dall'altra. "Promesso!"

"Va tutto bene, Goku." dice Tempou, sorridendo. "Ti staremo sempre vicini."

E' in questo preciso momento che Sanzo, Hakkai e Gojyo vedono per la prima volta ciò che davvero è il loro legame. Osservando quelle quattro persone, quelle quattro anime, riescono ora davvero a vedere il filo rosso che li lega insieme; attraverso mille avversità, attraverso gli anni - i secoli - attraverso la vita e la morte. Se loro sono quello che sono, lo devono anche alla purezza e all'innocenza di questo bambino - né umano, né demone, né divino - che li ha voluti al suo fianco nonostante tutto e che, da solo, è stato in grado di dare un senso alla loro vita tanto quanto loro l'hanno dato alla sua. Per quanto diversi l'uno dall'altro, riescono a colmare i reciproci difetti stando insieme.



"D'ora in poi, agiremo per raggiungere il Mondo Terrestre.
Potrà succedere di trovarsi divisi, ma anche se succederà,
sicuramente alla fine noi tutti ci ritroveremo..."

- Konzen, Saiyuki Gaiden -

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