The Other Side

di Shirley Mei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Catene ***
Capitolo 2: *** Istinto ***
Capitolo 3: *** Follia ***
Capitolo 4: *** Accordo ***
Capitolo 5: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 6: *** Hungry ***
Capitolo 7: *** Amore ***
Capitolo 8: *** Not Live to Eat but Eat to Live ***
Capitolo 9: *** Il Mondo Esiste ***
Capitolo 10: *** Il Corpo e l'Ombra ***
Capitolo 11: *** Alba ***
Capitolo 12: *** Colui che sussurra mente ***
Capitolo 13: *** respects your brothers, fear god, honor the King ***
Capitolo 14: *** Nati dalla polvere ***



Capitolo 1
*** Catene ***


A Vera, la paziente
A Beatrcie, la dolce
A Alessandra, l'inarrestabile

 

CATENE
 

Il buio mi inghiottiva, ma allo stesso tempo mi liberava.
Mi soffocava penetrando nel mio respiro, ma allo stesso tempo mi donava aria nuova.
Mi rendeva debole, ma allo stesso tempo mi rafforzava.
Mi terrorizzava, ma allo stesso tempo mi inebriava e mi attraeva tra le sue braccia.


Spalancai gli occhi, annaspando in cerca di ossigeno.
Ero madido di sudore e gli occhi bruciavano come se stessero prendendo fuoco. Cercai di riprendermi e corsi in bagno.
Per un attimo...per un solo istante, ebbi l'impressione che nello specchio il mio viso si fosse improvvisamente mutato: nei miei occhi
si espandeva un lampo dorato, due occhi gelidi e privi di ogni emozione...i suoi occhi. Le mie labbra erano piegate in un ghigno gelido e senza pietà.
Pietrificato, chiusi gli occhi stringendo i pugni fino a far uscire il sangue con le unghie piantate nella carne. Quegli occhi...
Li riconobbi subito, erano quelli di quella creatura spaventosa che risiedeva dentro di me.
L'Hollow...nonostante il mio disprezzo, era comunque una parte di me che non potevo in nessun modo rinnegare o ben che meno ignorare.
Lo avevo costatato a mie spese, imparando a controllarlo grazie all'aiuto di Shinji e gli altri Vaizard.
Eppure non era in qualche modo bastato. Shinji mi aveva avvertito: io non ero come gli altri Vaizard. La mia natura umana influenzava in qualche modo il rapporto ed il controllo che avevo sul mio Hollow.
All'inizio non me ne ero reso conto, lo avevo sconfitto messo a tacere..."costretto" in qualche modo a darmi la sua forza controllando la sua maschera. Questa mi era servita èer sconfiggere Aizen, il pericolo era passato, ed avevo acquisito un potere inimmaginabile, più grande di quanto avessi mai potuto sperare.
Tuttavia, Shinji l'aveva definita "instabile", ed i sintomi dell'ultima battaglia stavano emergendo solo adesso. Come un virus invisibile, che si insidia dentro di te... ti consuma lentamente  senza che tu te ne accorga e poi ti uccide, prima che tu possa solo reagire.
Inoltre, più tempo passava e più la presenza di Zangetsu si faceva debole, mi era già capitato più volte di chiamare il suo nome senza ottenere nessuna risposta...solo il forte scrosciare di una pioggia invisibile...
Schiacquai il viso con l'acqua gelida, cercando in tutti i modi di ricordare il sogno, o meglio, l'incubo che avevo appena vissuto. Ma c'era solo un buio profondo...e...una voce, un sussurro.
"Sono qui...Re...sono qui"
Era come una cantilena ininterrotta e si rivolgeva a me.
Ero confuso, terribilmente. Questi sogni andavano avanti da mesi ormai, ed erano sempre più frequenti. Ero sempre più debole, stanco  e molte volte privo delle forze necessarie anche solo per correre o usare il mio Reiatsu. Nessuno se ne era reso conto, ma ormai non ero nemmeno sicuro di riuscire a tenerlo nascosto. Tutta quella debolezza mi umiliava, mi rendeva inutile e incapace di proteggere i miei compagni...era una cosa che mi faceva bruciare di rabbia.
"Rabbia..." pensai " Non è così che mi dovrei sentire..."
Tornai in camera incerto se riprendere o meno il sonno, quando improvvisamente squillò il cellulare. Un messaggio dalla Soul Society: un enorme gruppo di Hollow aveva attaccato per l'ennesima volta Katakura. Tirai un enorme sospiro di sollievo...in tutta quella sofferenza, c'era solo una cosa che mi faceva distrarre, ed era la caccia agli Hollow, anche se solo per pochi istanti, mi distogliva l'attenzione ai miei problemi.
Senza curarmi di nulla e facendo il più in fretta possibile raggiunsi il lotto segnalato salla Soul Society, passando per i tetti delle palazzine. Il vento gelido della notte mi passò tra i capelli, trascinando via il calore della mia camera da letto.
Ed ad ogni passo più vicino, il dolore diminuiva, l'adrenalina si scatenava nelle mie vene e fremente preparavo Zangetsu alla battaglia. Sarebbe sgorgato molto sangue...gli Hollow sarebbero caduti ai miei piedi come foglie contro un uragano. Avrei riso sopra i loro cadaveri inermi e...
Spalancai gli occhi e mi fermai. Cosa mi era successo? Per un attimo, la mia mente era stata controllata da qualcuno che non ero io. Mi ero sentito come un predatore pronto a sbranare la sua preda. Osservai il mio riflesso sulla lama di Zangestu...ancora quei lampi dorati.
"Non hai molto tempo..."
Una voce innaturalmente acuta e gelida mi pervase la mente...mi ritrovai ad osservare immobile il mio riflesso su uno specchio, circondato dall'oscurità. Ma non ero io...quella pelle pallida, i capelli argentati...quel viso che mi apparteneva ma al tempo stesso non era mio. Digrignai i denti, tanto forte da farmi male.
<< Tu!>> dissi carico di disprezzo.
" Non essere così ingenuo, Ichigo...hai sempre saputo che ero qui ad osservare...non ti rimano molto...devi scegliere, so non inizierai ad usare il tuo potere... ti consumerà dall'interno, fin nelle viscere..."
Il respiro mi si spense nei polmoni, un fuoco mi avvolse il petto << Mi stai uccidendo?>>
Una risata isterica e incontrollata si espanse nell'aria. Lo vidi avvicinarsi ed afferrarmi i capelli, sbattendo il mio capo sul suolo.
Le forze mi abbandonarono, era come se delle catene invisibili mi immobilizzassero.
" Dannato idiota! Te lo sei già dimenticato, maledetto Re?? Sei tu qui l'unico che prende le decisioni, per ora. Se c'è qualcuno che ti sta uccidendo...quello sei tu!! Ascoltami attentamente, tu..."
<< NO!>>
Mi risvegliai, l'illusione era scomparsa. Ero di nuovo sul tetto di un grande palazzo che sovrastava Karakura illuminata dalla luna. Avevo sognato? Ero svenuto? Era...davvero accaduto?
Zangetsu posava poco distante da me, adagiata sul cemento freddo. Mi ripresi e dopo qualche minuto ripresi la mia corsa. La mia mente era in subbuglio, tanto che dovetti fare la strada per tre volte prima di arrivare. Lì, incontrai Renji e Rukia. I due erano seduti sul muretto di una casa e mi osservarono con sguardo torvo.
<< Ehi! Mi sembrate troppo tranquilli...>> dissi << Non ci dovrebbero essere molti Hollow in questa zona?>>
<< Solto!>> Rukia mi diede un colpo secco alla tibia, facendomi piegare in due dal dolore << Lo sai da quanto tempo siamo qui? Sei in ritardo!>>
Guardai Renji con sguardo interrogativo e lui si strinse nelle spalle, sospirando << Abbiamo sgominato gli Hollow circa due ore fa...>>
<< Cosa?!>> "La mia illusione..." << Non è possibile...sono uscito di casa dieci minuti fa! All'una e un quarto...>>
Rukia mi si avvicinò piantando lo schermo del suo cellulare davanti al mio naso << Guarda ti stesso!>>  l'orologio segnava le tre e sedici minuti.
<< Io...non si che cosa sia successo...>>
<< E non è tutto...>> Renji incrociò le braccia al petto << Quando siamo arrivati, metà degli Hollow si è dileguata nel nulla...>>
<< Qualcuno li ha eliminati al vostro posto?>>
<< No...>> disse Rukia <>
<< Qualcosa o qualcuno li ha spaventati o non so, richiamati e sono tornati tutti nella loro dimensione>>
Non dissi nulla, chiedendomi se quello che mi era successo avesse qualche collegamento per quell'evento così assurdo.
Qualcuno aveva fatto scappare gli Hollow che avrei dovuto eliminare...
<< Ich...>>
il mio compito...
<<...igo!>>
le mie prede...
<< Ichigo!>>
Sussultai, risvegliato dalla voce di Rukia.
<< C-cosa c'è?>>
Renji e Rukia si scambiarono uno sguardo perplesso << Ti senti bene?>>
<< Certo!>> risposi << Stavo solo pensando a quello che è successo!>>
<< Mhn...>> Renji non sembrava avermi creduto.
<< Ichigo, è successo qualcosa mente venivi qui? Hai notato qualcosa di strano o insolito? Ti...ti è successo qualcosa?>>
Sbuffai esasperato << Che cosa sono quelle facce preoccupate! Eh?! Mi fate venire il voltastomaco! Non mi è successo nulla...devo aver guardato male l'orologio, tutto qui! E smettetela di fissarmi come se fossi pazzo!>>
<< Ehi!>> Renji mi afferrò per il kimono << Eravamo solo preoccupati, maledetto stronzo! Come ti permetti? Vuoi forse che ti dia una lezione?!>>
<> Rukia ci divise << Renji, noi dobbiamo tornare per fare il rapporto sulla missione, Ichigo, tu torna a casa e vedi di non fare ritardo per la prossima volta!>>
Sbuffai << Ma sentila...>>
Subito dopo Renji aprì il portale per la Soul Society, lo osservai attraversarlo accompagnato dall'immancabile farfalla nera, che lentamente si adagiava sulla sua spalla, cullata da una brezza invisibile.
Rukia fu pronta a seguirlo, ma poco prima di sparire si voltò verso di me.
<< Ichigo, dopo la sconfitta di Aizen, nell'Hueco Mundo è successo qualcosa...gli Hollow sono diventati più aggressivi e gli attacchi sul mondo umano si sono almeno triplicati...ma questo tu lo sai già. Deve essere faticoso per te tenere la situazione sotto controllo e proteggere  sia la tua famiglia che gli altri, stando anche dietro alla scuola. Sei...>> esitò un istante << ...sei sicuro che vada tutto bene?>>
Sorrisi, posando Zangetsu sulla mia spalla destra << Certo>>
Rukia ricambiò il mio sorriso e scomparve.
Dentro di me, inconsapevolmente...l'Hollow gioiva e si leccava i baffi. Aguzzando gli artigli e le zanne. Lentamente le sue spire velenose mi avrebbero catturato...sarei stato imprigionato, cullato sa una dolce illusione...doveva solo trovare una crepa dentro la mia anima...quella piccola increspatura. Trovata l'avrebbe squarciata, rendendola una ferita troppo grande per essere risanata...troppo dolorosa per essere dimenticata.
La mia debolezza.
E la creatura assaporava già la dolce e crudele vittoria...
Aspettava, aspettava...contando le sottili gocce di pioggia.

" Devi scegliere....Re..."
  



 

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Capitolo 2
*** Istinto ***


ISTINTO



Passarono altre lunghe notti.
Alcune piene di dolore, lacrime invisivili, vergogna...sangue.
Iniziai ad odiare il mio Hollow, poi i miei poteri e infine me stesso...
Poi, sopraggiunse il coraggio...non mi volevo arrendere, non potevo. Mi rassegnai, convincendomi di potermi ancora controllare...ma tutto
sarebbe cambiato di li a un'altra notte di incubi.


Buio.
Per quanto fosse fastidioso ammetterlo, inziavo ad abituarmici...tutto era più familiare adesso. La voce risuonò ancora, prepotente, acuta...ma ormai era solo
un semplice sussurro.

" Perchè cerchi sempre di dare la colpa a te stesso, Re? Non è stata una tua scelta avere questo potere, cerchi sempre di rinnegare ciò che sei veramente... e loro..." un'espressione carica di disprezzo avvelenò le sue parole "...fanno di tutto per trattenerti! Osserva, ti constringono a sorvegliare su questa città uccidendo dei miseri Hollow e illudendoti che sia un compito onorevole. Guarda come sei ridotto...lo Shinigami più potente controllato a vista come un criminale, messo in catene come una bestia selvaggia..."
<< Non sono mai stato loro prigionero... >>
" Non fisicamente, certo...ma non capisci Re? Sei come un lupo messo in gabbia!! Ti constringono ad essere obbidiente, a reprimere i tuoi istinti!!! A chinare il capo ed a obbedire al padrone!! Ma loro non sanno che l'istinto non si può cancellare...appena saranno abbastanza vicini, quando avranno l'illusione di averti messo le catene intorno al collo...tu sarai pronto e li sbranerai...il controllo sarà tuo Re...!"
<< Non succederà mai...io... >>

La sveglia risuonò nella camera facendomi sobbalzare. L'aria era fredda e la flebile luce del sole penetrava dalla tenda.
Era passata una settimana dal mio incontro con Rukia e Renji, i giorni iniziavano a confondersi tra di loro.
I battiti del mio cuore erano accelerati, respirai profondamente riprendendo il controllo. Anche se i sogni ora erano più nitidi, al tempo stesso
la mia forza stava lentamente scemando. L' Hollow aveva ragione...il mio potere mi stava consumando. Stanare gli Hollow di Karakura non
era sufficente, usare il mio potere contro di loro dava lo stesso effetto di una sola goccia d'acqua in mezzo a un deserto arido.
Dovevo trovare un modo di utilizzare il mio potere senza coinvolgelo...ma questo sarebbe stato come combattere senza una gamba o un braccio.
Lui era parte integrante della mia forza, soprattutto ora che Zangetsu non mi rispondeva più.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta << Sono Karin >>
Mi alzai dal letto ed aprì la porta girando la chiave << Cosa c'è? >>
Mia sorella poggiò le  mani sui fianchi con fare prepotente e alzando il naso all'insù << Cosa c'è? COSA C'E'?!? Sono dieci minuti che Yuzu ti chiama per la colazione!
Sei sordo per caso? Ho sentito suonare la tua sveglia un quarto d'ora fa!! >>
Mi grattai la nuca chiedendole scusa distrattamente << Mi preparo e scendo >>
Karin sbuffò e chiuse la porta sbattendola violentemente. Dopo di me, in quella casa Karin era quella con il Reiatsu più sviluppato, per questo doveva
aver notato qualche cambiamento in me, ma il mio essere indifferente l'aveva innervosita. Mi preparai controvoglia, atteggiamento che ormai utilizzavo
molto spesso e scesi di sotto. La clinica di cui si occupava il mio vecchio era già aperta, e potevo vedere un gran via vai di gente.
Yuzu era seduta sul tavolo impegnata a cosumare la colazione, non appena mi vise sorrise dolcemente << Fratellone! Buongiorno! >>
Due faccie della stessa medaglia le mie due sorelline << Ciao Yuzu...io vado >>
<< Ma...! >> si alzò di scatto posando le posate << Ichigo! Sono tre giorni che non mangi! Dai...siediti! >>
Sorrisi e le posai una mano sulla testa << Mangerò qualcosa a scuola eh? >> le scompigliai i capelli e presi la tracolla con i libri << Vado >>
<< Ah! Fratellone...magari quando torni ti taglio i capelli eh?>>
La guardai interrogativo e mi accarezzai i capelli...effettivamente si erano allungati..." Che strano..." pensai " L'ultima volta che mi ero guardato allo specchio..." spalancai gli occhi e strinsi i pugni con forza: ormai era da molto tempo che nel mio riflesso vedevo solo lui....
Percorsi la strada per la scuola assorto nei miei pensieri. Arrivato, vidi molti ragazzi che già si apprestavano ad entrare in classe, non me ne curai e li superai.
Improvvisamente delle voci attirarono la mia attenzione. Percorsi tutto il perimetro della scuola fino a raggiungerne il resto: quattro ragazzi dell'ultimo anno facevano i bulli contro un piccolletto del primo. Non era un evento straordinario, al contrario ultimante erano anche più frequenti. Il poveretto veniva spintonato
come se fosse fatto di carta.
<< Ehi! Hai capito o no? Vogliamo i soldi gamberetto! O vuoi che ti faccia mangiare in po' di polvere eh? >>
<< M-ma i-io n-non ho soldi! L-lo g-g-giuro! >>
Tutti risero << Ma guardatelo! Ehi! Non te la farai mica addosso eh? >>
<< Vuoi provare a vedere come ci si sente? >> accortesi della mia presenza tutti si voltarono verso di me. Uno dei quattro, con una sigaretta in bocca, mi si avvicinò a due centimetri dal naso << E tu chi diavolo sei?!?! Gira all'argo!! Qui non c'è niente da ved... >>
Lo presi per il colletto alzandolo di mezzo metro da terra << Non mi piace il fumo... >> lo scaraventai contro il muro facendogli perdere i sensi. Feci segno al piccoletto e lui scappò a gambe levate. Restai solo con i restanti tre, ancora increduli per la fine del loro compagno. Sbadigliai sonoramente grattandomi la nuca.
<< Che ne dite di sparire voi tre? >>
<< Bastardo! >> tutti insieme si prepararono ad attaccarmi << Non sottovalutarci! >>
Ruppi un paio di nasi ed incrinai qualche costola. In meno di un attimo erano già tutti a terra. Li guardai sprezzante, uomini come quelli erano ancora più inutili degli Hollow.
"Parassiti inuliti da eliminare..."
Mi avvicinai ad uno di loro che giaceva immobile, sarebbe bastata una piccola pressione con il mio piede sul suo petto e il suo cuore si sarebbe fermato, meno di un secondo.
"Nemmeno un battiro di ciglia..."
Alzai lentamente la gamba...
" Avere il controllo..."
<< Kurosaki! >>
Mi voltai di scatto, preso alla sprovvista. Ishida e Inoue mi fissavano, entrambi sembravano affaticati, molto probabilmente a causa di una corsa.
Li salutai con un cenno della mano, mentre Inoue si chinava su di loro << Ve la siete cercata eh? >> il suo tono era preoccupato, come sempre << Speriamo non si siano fatti troppo male... >>
<< Stanno bene >> mi rivolsi a Ishida << Come mi avete trovato? >>
Inuoue si alzò togliendosi la polvere dalla gonna << Abbiamo... >>
Ishida la interruppe << Un ragazzo ci ha avvertiti >>
Annuì e mi stiracchiai << Bene, torno in classe...ci pensate voi al resto vero? A dopo! >>
<< Cosa credi di fare lasciando il lavoro sporco  a noi eh? >> lo ignorai e mi allontanai.
Inuoue si avvicinò a Ishida << Cosa c'è? >>
<< Nulla...forza occupiamoci di questi qui... >>
<< Propongo di chiedere aiuto a Sado! >>


" Disgustoso, disgustoso, disgustoso, disgustoso!"
Corsi in bagno incapace di trattenere un conato di vomito...
"Stavo per uccidere un innocente, un innocente!"
 Non ero stato minimamente in grado di controllarmi, se Ishida non fosse arrivato...un ragazzo inoccente avrebbe perso la vita. Uscì dal bagno e con tutta la rabbia che avevo in corpo, battei il capo sullo specchio, incrinandolo. Il sangue caldo scivolò giù dalla mia fronte, prima lentamente poi sempre più copioso.
"Imperdonabile...IMPERDONABILE!"
Alzai gli occhi, ma come sempre, nello specchio non c'ero io...quel dannato sorriso, quella maledetta espressione soddisfatta.
<< ESCI DALLA MIA TESTA!!! >>
Colpì lo specchio con la mano destra, mandandolo in frantumi...osservai i frantumi ai miei piedi...ma intravedei solo frammenti del suo viso.
Sospirai osservando la mia mano sanguinare...
" Non fa male..."
Uscì da scuola diretto a casa. Non potevo tornare in classe, no, la verità era che non volevo...non ci riuscivo. La casa sarebbe stata vuota, e questo mi avrebbe aiutato a pensare. Barcollai per le vie..le persone mi guardavano incredule e molti mi chiedevano se avessi bisogno di aiuto, ed io rifiutavo ogni volta.
" Non dare la colpa a te stesso Ichigo..."
<< Sta zitto...la colpa è...è solo tua >>
" Lo sai che non è vero..." rise sempre più forte " In quel momento eri tu a voler uccidere quell'umano!" la risata si fece più acuta , per poi perdersi come un eco lontano.
<< Non è così...non è così... >>
Arrivai a casa ormai stremato, le forze mi avevano completamente abbandonato. Cercai in clinica delle bende e trovate mi chiusi nel bagno. Tentai di bendarmi, ma finì con il cadere a terra...poggiai la schiena al muro,e con lo sguardo offuscato osservai ancora il mio sangue che non accennava a fermarsi.
<< Perchè... >> sussurrai << Perchè non fa male? >>
Mi accasciai ormai privo di sensi.

" Dormi, Re... sogna un luogo dove sei padrone di te stesso, dove hai tu il controllo...perchè presto...la tua realtà diventerà la mia..."

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Capitolo 3
*** Follia ***


 

FOLLIA

Sobbalzai di soprassalto, qualcuno bussò alla porta del bagno.
Sentivo la testa pesante come un macigno e per un attimo non mi ricordai nemmeno dove fossi. Poi il mio sguardo si posò sulla mano e ricordai tutto: era completamente intrisa di sangue, ormai rappreso. La macchia rossa si era espansa perfino sul pavimento, tuttavia la ferita si era completamente richiusa, senza che potessi spiegarmi il come. Mi rialzai a fatica, sforzandomi di non cadere.
<< Ichigo! Insomma! >> riconobbi la voce di Yuzu.
<< Yuzu...c-cosa c'è? >>
La sentii tirare un lungo sospiro di sollievo, per quanto tempo ero rimasto svenuto?
<< Ichigo, sono quasi dieci minuti che busso! C'è del sangue per tutta la casa! Cosa ti è successo? >>
<< Yuzu, che ore sono? >>
<< Le quattro e mezza...ma cosa centra?! Non cambiare discorso! Mi hai fatto spaventare! Apri la porta!!  >>
Ricordai di essere arrivato a casa quella mattina poco dopo le otto, la cosa fu molto scioccante, dato che avevo la sensazione di aver dormito solo per pochi minuti. Stavo per aprire la porta, quando passai di fronte allo specchio. Ciò che vidi mi scioccò al punto da credere di stare ancora dormendo: per primo vidi che il mio volto era una maschera di sangue, che proveniva sicuramente dai tagli che avevo sulla fronte, ma la cosa che per un attimo mi tolse il respiro, fu il fatto di aver visto proprio il mio volto.
Finalmente, dopo quasi sei lunghi e strazianti mesi, il volto dell'Hollow era finalmente scomparso. Nessuno sguardo sprezzante, e nessun maledettissimo sorriso. Mi ripulii il viso, per non rischiare di essermi confuso.

Restai lì, a fissare il mio riflesso, dandomi dei pizzicotti sulle guance di tanto in tanto. La mia gioia fu tale che non potei fare a meno di cominciare a ridere, aprì la porta prendendo in braccio Yuzu e facendola roteare sulle mie braccia. La rabbia della mia cara sorella scomparve subito, iniziando invece a piangere dalla felicità.
<< Era da troppo tempo che non ti vedevo sorridere >>. Aveva detto così per giustificare le sue lacrime.
Fu il mio giorno più felice da chissà quanto tempo...forse addirittura da anni. Forse, esagerando, dal giorno della morte di mia madre.
Quella stessa sera proposi a tutta la mia famiglia di uscire per cena, facendo la gioia di mio padre. Assicurandomi però di far giurare a Yuzu di non rivelare a nessuno quello che aveva visto e semplicemente di dimenticarsene.

L'Hollow era scomparso e non mi importava scoprire il come o il perché. Quello poteva solo essere l'inizio di qualcosa che avrebbe sicuramente riportato tutto alla normalità.

La mia famiglia, i miei compagni, la mia città...li avrei protetti tutti. Era solo questione di tempo, tutto si sarebbe sistemato....

Dopo quel giorno ripresi l'abitudine di fare colazione con la famiglia, Yuzu ne fu più che felice. Perfino Karin sembrava essere di buon umore e adesso si lamentava di meno, sorridendo di più. Alcune notti mi svegliavo tremante, correvo subito in bagno per paura che fosse stato tutto un sogno e restavo minuti a guardarmi allo specchio.

Andrà tutto bene...” pensavo “Tutto si è sistemato, non tornerà mai più...”. Eppure...con il passare dei giorni, una sensazione sgradevole si apriva sempre di più dentro di me. Come una morsa nello stomaco, tentai di ignorarla, finché un giorno capitò qualcosa di inspiegabile.

La sveglia mi aveva appena destato dal sonno, un fragoroso suono di pioggia scrosciante attirò la mia attenzione e spostai la tenda: fuori imperversava un temporale terribile. Sbuffai sapendo che mi sarebbe toccata una lunga passeggiata tra le pozzanghere e la pioggia fredda. Scesi di sotto e dopo aver fatto colazione presi l'ombrello. Le mie sorelle mi aspettavano davanti la porta, ma non appena mi videro mi squadrarono con aria interrogativa. << Cosa c'è? >> chiesi.

Yuzu rise e Karin alzò gli occhi al cielo esasperata, indicando poi il mio ombrello

<< Che cosa te ne devi fare di quello? >>

<< Fuori c'è il temporale... >>

Yuzu rise ancora più forte mentre Karin spalancò la porta d'ingresso: fuori splendeva il sole e il cielo era sereno come una giornata di primavera. Restai letteralmente di sasso sbattendo più e più volte le palpebre.

<< Non è possibile... >> dissi << Pioveva! Ho sentito i tuoni fino a due minuti fa! Ho anche guardato fuori, c'erano pozzanghere e il giardino era pieno di fango!>>. Superai le mie sorelle uscendo fuori. Nemmeno una goccia d'acqua, le strade erano perfettamente asciutte come tutto il resto << Questo è... >>.

Karin mi diede una pacca sulla spalla << Hai sbattuto la testa Ichigo? >>.

<< Si fratellone, devi aver dormito male! Non avrai la febbre? >>.

Mi passai una mano sul viso, cercando di riprendermi << No sto...sto bene, credo >>. Ci dividemmo subito dopo. Ebbi il sentore che quell'episodio fosse solo il principio di quello che si sarebbe rivelata una giornata fuori da ogni schema. A scuola divenne tutto più confuso. Tutti sembravano incredibilmente tranquilli, a volte durante le lezioni avevo l'impressione di trovarmi solo in classe e le parole dei professori diventavano incomprensibili, come se parlassero un'altra lingua. Arrivò poi l'ora di ricreazione, mi diressi quindi sul tetto. Dove io e Keigo ci incontravamo per consumare il pranzo.

Lo incontrai proprio li, poggiato sulla ringhiera. che si avvicinava per salutarmi. Tuttavia qualcosa attirò la mia intenzione.... Appena oltre il muretto intravidi un Hollow alle sue spalle, pronto per attaccarlo.

<< A terra!! >>

Senza esitare un istante mi lanciai contro il mio amico buttandolo a terra. Mentre cercavo di rialzarmi vidi che gli Hollow si erano moltiplicati, diventando una ventina. Rialzai Keigo dalle spalle spostandolo dietro di me, la situazione era pessima.

<< Ichigo!>>

<< Resta dietro di me!>>

Gli Hollow si avvicinavano sempre di più, gli artigli affilati e le fauci pronte per divorare. Mi accorsi che dalle loro bocche uscivano sussurri e lamenti che mai prima di allora avevo udito.

Lo Shinigami ha paura...” dicevano “ Lo Shinigami non ci può fermare...lo Shinigami ha perso tutti i suoi poteri...”

<< Non è vero! >> gridai

Poverino...lo Shinigami non se ne accorto...lui non lo sa...ma noi lo sappiamo...si si...”

<< Ichigo, ascoltami!>>

<< Keigo, sta fermo!! Dobbiamo chiamare Ishida o Rukia...ci serve qualcuno! >>

Gli Hollow iniziarono a ridere, prima piano...poi sempre più forte.

Noi sappiamo che è diventato matto...poverino, poverino!”

<< Merda! >>

<< Scusa Ichigo, ma lo devo fare...>>

Non capendo quelle parole mi voltai verso Keigo, ma senza aver il tempo di reagire, un suo pugno mi colpì in pieno viso, scagliandomi al suolo. Tossì in cerca d'aria per il colpo ricevuto e per il dolore improvviso.

<< Che diavolo fai Keigo?! >>

<< Ti sei calmato adesso? >>

Mi rialzai << Che cosa dici? Tu puoi vedere gli Hollow no?! Guarda! Siamo circondati! >> indicai il terrazzo, che ora si presentava completamente vuoto.

<< Visto? Non c'è nessuno >>

Rimasi semplicemente senza parole. Non ebbi nemmeno la forza di ribattere o di chiedermi il perchè di quell'episodio. Semplicemente non era mai accaduto. Guardai Keigo e incapace di fare altro gli chiesi scusa. Per fortuna il mio amico era un tipo di animo leggero e dimenticò subito l'accaduto. Finito il pranzo si apprestò a tornare in classe.

<< Non vieni Ichigo? >>

Feci di no con il capo << Salto le altre ore, non mi sento bene>>

Keigo si strinse nelle spalle e mi lasciò da solo. Sospirai stremato, sorridendo tristemente al pranzo che mi aveva preparato la mia cara sorellina, dispiaciuto del fatto di non essere riuscito a mangiarlo. Mi sdraiai al suolo, ammirando il cielo. Il vento era piacevole, ed il sole mi scaldava dolcemente. Un silenzio surreale mi circondò, per un attimo credetti di trovarmi in paradiso. Dalla sala di musica si propagò leggermente il suono di un pianoforte, era una melodia che non conoscevo. Semplice, dolce,bella... ma sembrava racchiudere una grande malinconia.

Che tristezza...” pensai, “ Non avrò più occasioni come questa...”.

La melodia si interruppe proprio in quel momento, facendo tornare il silenzio. Quel terribile ed angosciante silenzio.

A fine giornata trovai Chad, Ishida e Inoue ad aspettarmi, tutti di fronte al cancello. Fu Ishida il primo a parlarmi, c'era qualcosa di strano in loro, ma cercai di far finta di niente.

<< Che hai fatto tutto il giorno? Hai perso tempo? >>

<< Chiudi quella bocca... >>

<< Abbiamo avuto notizie importanti da Rukia!! >> disse esuberante Inoue << Mooolto importanti! >>

Guardai Chad per una conferme e lui annuì.

<< Di che si tratta? >>

<< E' una cosa davvero seria, Kurosaki. A dire il vero, preoccupa non solo noi, ma molti Shinigami del quartiere alto >>

Ebbi una sgradevolissima sensazione e mi fermai, fissando Ishida negli occhi, aspettando che fosse lui a parlare.

<< In questi ultimi mesi l'attività degli Hollow è stata a dir poco inconsueta, per non dire fuori da ogni norma. Gli avvistamenti, gli attacchi...tutto si è almeno triplicato. Si è arrivati a contare più di mille avvistamenti in una sola giornata...>>

<< Mille?! >>

Annuì << Ma...la cosa strana, è che molti di loro, semplicemente appaiono senza poi fare nulla >> lo guardai interrogativo << E' difficile anche solo da spiegare, ecco...gli Hollow appaiono in gran numero, ma invece di attaccare le anime, vagano senza sosta per Karakura. Apparentemente non hanno una meta, si muovono in piccoli gruppi, a volte anche singolarmente, come se qualcosa li stesse chiamando. Ma gli Shinigami hanno scoperto che non è così... >>

Tutti per un attimo si incupirono evitando il mio sguardo, solo Ishida lo tenne fisso sul mio, con la solita freddezza che lo aveva sempre contraddistinto.

<< Ishida-kun...>> fece Inoue << Forse, forse è meglio aspettare che arrivi Rukia...no? >>

<< Cosa? >>

Allora anche Ishida abbassò lo sguardo, ma lo afferrai per le spalle, obbligandolo a guardarmi.

<< Ditemi quello che sapete! Se sono coinvolto in qualche modo, ne ho il diritto! >>

Lo vidi sospirare e guardarmi con un espressione che non mi aveva mai dato...tristezza? No...era... pietà. Fu una sensazione così sgradevole da farmi male al cuore.

<< Sei tu Kurosaki. Sei tu l'obbiettivo degli Hollow. Hanno percepito che il tuo potere è tanto forte e immenso, da condurli qui attirati come le api con il miele. Seguono la scia del tuo Reiatsu ciecamente, senza nemmeno rendersene conto. Perchè...>

Un terribile dubbio mi sopraffò la mente << Perchè Ishida? >> sembrava non voler continuare, << Dimmelo! >>

<< Perchè hanno capito che ne stai perdendo il controllo. Aspettano che tu lo scateni completamente, pur sapendo che questo li ucciderebbe...vogliono te, Ichigo. >>

Mi allontanai “ Lo sanno...” pensai “ Sanno che sto perdendo il controllo, non solo gli Hollow, anche gli Shinigami...adesso, adesso...”.

<< Ishida!! Cosa ti ha detto Rukia? Cosa vogliono fare? >>

<< Noi...non lo sappiamo>>

Era una bugia e lo capì immediatamente. Ma cosa poteva essere così terribile da essere nascosto? La cosa che temevo più di ogni altra, ciò per cui vivevo e per cui respiravo. Proprio in quel momento alle nostre spalle apparve un grande gruppo di Shinigami, tra cui Rukia il fratello Byakuya, Kenpachi...perfino Toushiro. Tutti gli Shinigami più potenti riuniti di fronte a me. Adesso era chiaro come il sole.

Vogliono privarmi dei miei poteri di Shinigami...”.

<< NO! >> gridai

<< Ichigo, ascolta... >> Rukia mi si avvicinò << Devi cercare di ascoltarmi, non sono qui per quello che credi. Credimi, non sei in te in questo momento...controllati, guardati intorno, niente di quello che vedi è reale, è una tua...>>

La voce di Rukia divenne ovattata, come se avessi perso l'udito. Non potevo perdere i miei poteri. Che ne sarebbe stato della mia famiglia? Mio padre, le mie sorelle...i miei amici! Chi li avrebbe protetti? Solo io ne ero in grado, solo io ero abbastanza forte. Immagini di morte terribili mi passarono di fronte. Yuzu e Karin trafitte dagli artigli degli Hollow, gridando il mio nome disperate...Chad e Ishida, con tutti i miei compagni di scuola a terra senza vita. No, non lo avrei mai permesso.

Scacciai la mano di Rukia che mi si era posata dolcemente sulla spalla.

<< Non mi toccare!! Sono i miei poteri! Voi non potete portarmeli via! Io devo proteggere...devo proteggere tutti!>>

In un attimo mi tramutai in Shinigami, brandendo Zangetsu << Voi, non potete fermarmi!>>

Sfruttando la mia velocità seminai tutti, nascondendomi all'interno di un palazzo abbandonato. Mi sedetti in un angolo buio, stringendo forte Zangetsu. Lo capì in quel momento, con quel poco di ragione che mi era rimasta: il mio tempo era finito. Il controllo sul mio potere era crollato, ed aveva infettato la mia mente: ero diventato pazzo. Se qualcuno non mi avesse fermato in tempo, sarei diventato una macchina di distruzione inarrestabile, e tutto quello per cui avevo combattuto si sarebbe dissolto per mia mano. Sollevai Zangetsu all'altezza del cuore, sforando con la lama la stoffa del mio vestito.

Se c'era qualcuno che potesse fermarmi, ero io. E l'unico modo...era di morire.

<< Piuttosto che distruggere tutto quello che amo... >>

Iniziai a spingere la lama, con lentezza, il sangue che lentamente prendeva a scendere...la mia vita, per quella di tutti gli altri...era giusto così. Poi, un unico affondo, un solo colpo.

Nessun dolore, nessuna paura.

Silenzio.

Inizia il gioco Re...”sorride la creatura, soddisfatta e orgogliosa “ Tutto comincia da qui...!” 

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Capitolo 4
*** Accordo ***


Accordo

 

 

 

Nella sua vita Ichigo non si era mai chiesto veramente come ci si sentisse a morire.
Nonostante la morte stessa fosse una presenza pressoché costante nella sua quotidianità di Shinigami, era qualcosa a cui non aveva mai dato attimi significanti di riflessione.
Da qualche parte, dentro di lui, vedeva la morte come un evento silenzioso, placido.
Chiudevi gli occhi e in un attimo ti dimenticavi del mondo e di essere stato vivo.

Niente di più.

 

Ora che però la viveva su di lui, tutto prendeva un vero significato.
Non era la tua scomparsa quello che davvero dava paura, piuttosto era quello che lasciavi da fare.
Quella sgradevolissima sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante, di aver lasciato qualcosa in sospeso...quella agitazione, nervosismo, ansia, che qualcosa stia aspettando te e che la tua presenza sia necessaria. Un gusto amaro lo attraversò mentre delle immagini, veloci, percorrevano il riflesso dei suoi occhi o della sua mente, non lo sapeva. Immagini confuse, che sembravano di un futuro vicino, anche se perso per sempre.
Yuzu che entrava nella camera del ragazzo, con le tende chiuse e la polvere che sovrastava ogni cosa. Si avvicinava lentamente al letto, accarezzando delicatamente le lenzuola, mentre lacrime silenziose gli percorrevano il volto.
Karin, che non parlava più con nessuno, con il sorriso che aveva rinnegato e rinchiuso dentro di se. Aveva perso definitivamente quella luce di vita che aveva visto nei suoi occhi.
E suo padre...sembrava essere così invecchiato...la barba incolta, quei suoi occhi, la sua espressione...quello, non era più su padre. Quell'uomo così insofferente, che non si dava pace, non poteva essere lui.

Ecco cosa avrebbe lasciato dietro di se Ichigo.

Occasioni perdute, sorrisi rinnegati, un futuro che da uomo normale non era riuscito ad accettare.

E lo aveva perso.

“ Va bene così...”pensò “ Vivendo, li avrei uccisi, il mio futuro è qualcosa che posso sacrificare, per loro...anche se dovessi andarmene, il mondo non smetterà di muoversi. Il tempo passerà, le stagioni cambieranno e senza niente ad ostacolarli...tutti andranno avanti. Anche sparendo, anche se non sarò al loro fianco... il loro tempo andrà avanti anche senza di me”

Improvvisamente iniziò a piovere. Di nuovo. Anche se aveva gli occhi chiusi, la avvertiva distintamente.
Ancora quella sgradevolissima pioggia che lo attraversava, non era la prima occasione e improvvisamente non poté fare a meno di chiedersi il perché.
Cosa lo legava a quel particolare evento atmosferico? Perché ogni volta che percepiva delle crepe nel suo animo, proprio la pioggia iniziava a cadere? Cosa rappresentava veramente per lui?

<< Che evento inaspettato...Re... >>
Un profondo gelo attraversò la sua schiena, percuotendolo. Aprì lentamente gli occhi, trovando la sua nemesi proprio di fronte a lui, capovolta a testa in giù. Era lui a rovescio o l'Hollow?
Si ritrovò a pensare che non aveva nessuna importanza.
<< Sparisci...non dovresti essere qui, non adesso >>
Da ribaltata, l'immagine dell'Hollow si spostò, diventando simmetrica a quella di Ichigo.
<< Curioso...dato che la tua morte è, sfortunatamente, legata ad essere anche la mia...>>
Ichigo notò qualcosa di diverso nella sua espressione: sembrava sofferente, nervoso...impaziente. Senza contare il fatto più curioso: nessun sorriso a increspagli le labbra.
Lo vide avvicinarsi, afferrarlo per la maglia e avvicinarlo a lui.

<< Non hai esitato un secondo a terminare la tua esistenza...tuttavia hai agito senza pensare alle conseguenze... >>.

L'Hollow fissò intensamente il suo sguardo su quello di Ichigo e sorrise << Non capisci? E' molto semplice: ora che sei “morto” il tuo potere prenderà il sopravvento sul tuo corpo, utilizzandolo come un burattino fino a che non ne sarà consumato. E' già successo qualcosa del genere.... >>.

Ichigò spalancò gli occhi, afferrando a sua volta il kimono della nemesi << Menti! >>

Sorrise ancora, più maleficamente << Non è importante che tu mi creda o no...succederà. Sta già iniziando... >> allungò una mano oltre la spalla di Ichigo, allargando le lunghe dita disegnando un cerchio sul vuoto << ...guarda tu stesso... >>. Ichigò si voltò.

Un'aureola di luce si materializzò proprio lì dove le dita lo avevano tracciato...da prima confuse, delle immagini iniziarono a comparire, divennero sempre più nitide...per Ichigo fu una visione raccapricciante, nonché umiliante.
Lui, o meglio, ciò che restava di lui e del suo essere, si dimenava nel suolo.
Un corpo attraversato da convulsioni terribili, che gli alzavano il petto e gli curvavano la schiena in modo innaturale. Dalle labbra non usciva alcun suono nonostante le terribili percussioni, ma invece sgorgava un liquido bianco, denso come fumo...quasi come fosse pelle. Sembrava che lo stesse divorando, formando sul suo viso la maschera di Hollow che credeva di aver imparato a controllare. Gli occhi erano spalancati, fissi sul vuoto, mentre il sangue scivolava attraverso lo squarcio del petto...tutti i suoi vestiti ne erano pregni, creando un immagine terribile.

<< No... >>

<< Visto Re? >> gli si avvicinò sussurrandogli nell'orecchio << il tuo sacrificio è stato inutile...>> la sua voce divenne improvvisamente rabbiosa, mentre una mano afferrò con forza il collo di Ichigo << la NOSTRA morte sarà inutile!! Non si concluderà nulla...nessuno verrà risparmiato ed il mio potere verrà consumato da un burattino di carne! >>.

Con lo sguardo ancora fisso sul suo corpo agonizzante, Ichigo percepì il sui respiro spezzarsi sotto le mani dell'Hollow.

<< Sei così inutile Ichigo...la tua sola esistenza mi ripugna...se solo avessi avuto io il controllo...tutto questo... >>

Ma non era questo quello che voleva Ichigo, la sua morte avrebbe dovuto risolvere tutto, non peggiorare tutto. Si liberò dalla presa dell'Hollow, lanciandosi verso lo specchio, ma l'immagine si dissolse subito in una nuvola di vapore. Ichigo cadde in ginocchio, mentre la pioggia divenne sempre più scrosciante.

<< No...non così...non per mano mia...no.... >> con il capo appoggiato al suolo, Ichigo si portò le mani alla testa, stringendo con forza i capelli mentre nello stesso momento, lacrime amare gli percorrevano il viso, nascoste dalla pioggia. La sua voce esplose in un grido misto di dolore, rabbia, sconforto...colpa.

Se avesse rinunciato ai suoi poteri...se avesse davvero sacrificato se stesso. Ma il tempo dei “se” era finito. Era morto ed ogni possibile soluzione era scomparsa insieme alla sua morte, aveva sbagliato ancora e niente poteva rimediare...o forse....
Ichigo si alzò, avvicinandosi all'Hollow afferrandolo per le spalle. Lo fissò negli occhi, stringendo i denti fino a farsi male.

“E' la mia ultima possibilità...”pensò.

<< Ti prego...>> disse << E' il tuo potere, controllalo e fermami! >>

L'Hollow sorrise, allontanando le mani del ragazzo << Oh? E' da quando sarebbe il mio potere? Adesso non lo vuoi più Re? Da quando pensi che io possa controllarlo? Eppure credevo che tu avessi calcolato tutto! >>

<< Ma tu devi fare qualcosa! Anche tu lo hai detto no? Non vuoi che il tuo potere sia sprecato così! Fai qualcosa! Risparmia la mia città, la mia famiglia! >>

Lo sguardo dell'Hollow divenne serio << Impossibile >>

<< Perchè!? >>

<< Anche ridotto in quello stato, il tuo subconscio non mi permette di prendere il sopravvento, creando il burattino che hai visto...anche da morto la tua stupidità non si è placata... >>

“Il mio subconscio?” improvvisamente Ichigo capì...l'Hollow si riferiva a lui! La poca coscienza che era rimasta a Ichigo era proprio lui! Ecco perché si trovava lì, ecco perché poteva assistere alla sua fine. Cosa poteva fare?
Se avesse deciso di non fare nulla, quel mostro che si sarebbe creato dalla sua morte avrebbe distrutto ogni cosa, ma se decideva di donare tutto se stesso al potere dell'Hollow, chi poteva dagli la certezza che proprio l'Hollow non avrebbe fatto lo stesso?

<< Merda...merda!! >> batté i pungi al suolo, Ichigo, inerme...spento. << Maledizione...>>

L'Hollow lo osservò mesto, in silenzio. Mentre un sorriso gli attraversò le labbra.

<< Forse c'è ancora qualcosa che posso fare... >>

Ichigo alzò lo sguardo, sorpreso << Cosa? >>

L'Hollow si sedette come sospeso nell'aria, inclinando il capo, sorridendo.

<< Troviamo un accordo, Re >> poggiò un gomito sul ginocchio << Di questo passo non risolveremo nulla...e per quanto mi faccia rabbia ammetterlo, nemmeno io voglio morire... >> indicò Ichigo << Non per causa tua....questa morte non porterà buoni risultati a nessuno... >>

Ichigo si alzò traballante, deglutì con forza stringendo i pugni << Che cosa vuoi? >>

L'Hollow si alzò lentamente, avvicinandosi << Vuoi vivere? >>

<< Voglio evitare di uccidere chi dovrei proteggere >>

Agitò la mano << Quello che ti pare...insomma, vuoi rimediare a questo tuo errore? >>

Abbassò lo sguardo << Si >>

Sorrise << Molto bene...allora stringiamo un patto. Io cercherò di salvarti, ma in cambio... >> l'Hollow posò una mano sul petto di Ichigo, all'altezza del cuore << ...tu non dovrai usare mai più i tuoi poteri da Shinigami >>

Ichigo sbottò << Perderò tutti i miei poteri? >>

Scosse la testa in segno di dissenso << Mettiamola così...in modo che tu possa capire... >>

Dal nulla, sulla mano dell'Hollow apparve Zangetsu, la fece roteare sulla mano, per poi fermarla a mezz'aria a pochi centimetri dal viso di Ichigo.

<< Rinuncia a questa.... >> Zangetsu prese a infrangersi, profonde crepe la percorsero piegando il suo metallo, sgretolandosi in una finissima polvere nera, fino a che non ne rimase nulla << ...e prendi questa... >> dalla sua schiena l'Hollow sguainò una Zangetsu bianca, del tutto simile a quella nera...eppure allo stesso tempo così diversa.

Ichigo afferrò il kimono adirato << Così tu avrai il controllo su di me! >>

L'Hollow lo allontanò << Non è così! Sono pronto a concederti il completo controllo sul mio potere, sarai completamente conscio su quello che farai e di come vivrai...l'unica differenza, è che il tuo potere sarà interamente legato a quello di un Hollow, non come un Shinigami ordinario. Avrai una forza superiore a chiunque... >>

<< Che cosa ci guadagni tu? Non hai sempre voluto essere superiore a me? Essere Re! E adesso vuoi darmi il pieno dominio sui tuoi poteri? >>

La nemesi rise con voce acuta, tanto da terrorizzare << Quanta premura...per prima cosa, continuerò a esistere e poi...non dovrò poi sottostare al vecchio... >>

Ichigo si morse il labbro. Come era arrivato a quella situazione? Perché all'improvviso si ritrovava a scegliere tra la sua morte o una vita con un potere instabile? Quella era chiaramente una trappola! C'era sicuramente un fine nascosto in tutta quella storia del patto...ma che fare allora?
L'Hollow rise di nuovo << Oh...Ichigo...Vuoi pure pensarci? Credi davvero che ci sia un'altra soluzione? Quanto sei ingenuo...oltre che stupido... >> con un veloce movimento della mano l'aureola di luce comparve di nuovo: ormai il corpo di Ichigo si era completamente mutato, come una belva ferita, pronta a sbranare e uccidere...strisciava al suolo cercando di raggiungere Zangetsu per brandirla << ...non c'è più tempo! >>

Maledizione!” Ichigo si avvicinò all'Hollow, fissandolo negli occhi << Tu...mi assicuri che non prenderai il sopravvento su di me? >>

Sorrise digrignando i denti << Sono pronto a giurartelo >>

Emise un verso di stizza, osservando la Zangetsu bianca “Perdonami, vecchio Zangetsu...”

Allungò una mano << Accetto >>

Il sorriso si allargò ancora di più, in un modo totalmente innaturale << Molto bene... >> capovolse Zangetsu verso la mano di Ichigo e non appena questo la afferrò per la guardia, delle catene si materializzarono, insieme ad una luce abbagliante. Come spire velenose le catene si legarono con forza al braccio di Ichigo, facendo poi lo stesso sul resto del corpo, Ichigo cercò di gridare ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. Tutto divenne confuso e la luce divenne sempre più forte.

<< Da questo momento … >> percepì la voce dell'Hollow lontana eppure chiara, come se sovrastasse ogni cosa <<... il mio potere, ti appartiene completamente, tutto cambierà... >>

La luce divenne insopportabile, ed Ichigo perse lentamente coscienza, perdendosi nel vuoto.

Non si era ancora reso conto, che presto quel potere tanto forte e incontrollabile lo avrebbe completamente inebriato, facendogli perdere la percezione di ciò che aveva davvero importanza. Ma in quel momento, nel suo cuore c'era solo la volontà di proteggere i suoi cari...tutto il resto sarebbe venuto dopo.

<< ...lunga vita al nuovo Re... >>

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Capitolo 5
*** La calma prima della tempesta ***


LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA

 

 

 

 

 

<< Che sete... >>.

Fu il primissimo, nonché banale, pensiero che gli attraversò la mente. Prima ancora di aver aperto gli occhi, prima di aver avuto
il tempo di ripercorrere gli avvenimenti appena trascorsi, quella fu la priorità assoluta nella mente di Ichigo.Un inconveniente banale, se messo
a confronto con quello che sarebbe successo di li a pochi giorni.

Eppure...quell'assurdo bisogno di dissetarsi non aveva assolutamente intenzione di andarsene. Le provò tutte, il ragazzo. Tossì, cercò di
deglutire, perfino di ignorare...ma era come se si fosse messo un pugno di sabbia in bocca e lo avesse ingoiato.

Mi toccherà alzarmi...” pensò, tentando di riaprire gli occhi, ma la luce del giorno non si vedeva, qualcosa lo bloccò “...alzarmi?”.

Ed ecco, come un fulmine a ciel sereno, tutti gli avvenimenti che fino a qualche ora primo lo avevano sconvolto tornarono rapidi alla
sua memoria. Scattò su, come una molla, ad una velocità impressionante e tale, che perse l'equilibrio e batté la fronte sul muro adiacente a lui.

<< Ah... >> sibilò, massaggiandosi il punto dolorante. Si guardò intorno, aspettando che i suoi occhi si abituassero alle tenebre. Ricordò
vagamente di essersi nascosto in un palazzo in rovina, di aver preso Zangetsu...e poi...di essere morto. Con grande amarezza ricordò
anche del suo patto stretto con qualcuno molto peggiore della morte.

Fece un lungo respiro, adagiò la schiena al muro ragionando a mente fredda: forse era stata tutta una illusione...ma come esserne certi?

La risposta non si fece attendere molto. Di fatto, proprio lì, accostata sul muro opposto al suo, una Zangetsu bianca
rifletteva la luce della luna. Era così immacolata e perfetta, da risultare completamente fuori luogo tra la polvere e le macerie di un
palazzo in decadenza. Con riluttanza, ma nessuna paura, Ichigo le si avvicinò inginocchiandosi accanto ad essa, sfiorandola
impercettibilmente con la punta delle dita. No, non poteva sbagliarsi, quella era Zangetsu, la sua Zangetsu. Per quanto diversa
si presentasse, l'avrebbe riconosciuta tra mille, ma mentre allungava una mano per brandirla, improvvisamente le forze lo abbandonarono.
Le ginocchia cedettero e lui fece appena in tempo a rallentare la sua caduta con gli avambracci piantati sul freddo cemento.
Respirava a stento e con dolore, strinse i denti e chiuse gli occhi, facendosi forza. Spostò lo sguardo su Zangetsu...ma questa era scomparsa.
A stento, strisciò sul pavimento sedendosi poggiando la nuca al muro. La luna gli illuminò i vestiti e il pavimento. La quantità di sangue
che aveva perso era raccapricciante...non c'era da stupirsi se si sentiva così debole. Chiuse gli occhi e sospirò, portandosi una mano alla gola.

<< Dio...che sete, per una volta quella dannata pioggia sarebbe potuta servire... >>.

Improvvisamente udì delle voci in lontananza, le riconobbe subito e qualche istante dopo apparvero Rukia e il
corpo umano di Ichigo, probabilmente guidato da Kon. I due si guardavano intorno, ma Ichigo notò che non riuscivano a
vederlo, probabilmente a causa della penombra.

<< Yo...Rukia... >> i due sobbalzarono spaventati e impreparati.

<< Ichigo...sei tu? >> chiese Rukia, con un sussurro.

Il ragazzo annuì, Rukia tuttavia si mantenne a distanza, muovendosi con prudenza, la mano poggiata
sull'elsa della sua Zampakuto.

<< Come ti senti? >> chiese la Shinigami dopo qualche istante di assoluto silenzio.

Per risposta Ichigo le sorrise << Cos'è quel tono preoccupato? Eh? Mi prendi per un moccioso? >>.

Rukia parve rilassarsi parecchio dopo quella risposta. Distese il viso e rilassò le spalle, sorridendo di rimando.
Fece segno a Kon di restituire il corpo ad Ichigo, e così fece, tornando poi nella Soul Society in un attimo.

<< Riesci sempre a causare scompiglio Ichigo, nel bene o nel male...non è vero? >>.

Ichigo, ancora a terra, strinse le spalle << Che ci vuoi fare... >>.

Rukia tornò seria, guardandolo negli occhi << Quanto ricordi di ciò che è successo? >>.

<< Poco e niente... >> sospirò Ichigo << Siete venuti in massa a prendermi, giusto? >>.

<< Sbagliato >> ribatté subito << Ero solo io >>.

La notizia, per quanto scioccante che fosse, non sconvolse più di tanto Ichigo, che si limitò a ridacchiare
amaramente. Qualche ora prima, la sua mente era così in subbuglio, che si sorprese di aver mancato solo nel
vedere decine di persone li dove in realtà c'era il nulla.

Tossì forte e si strofinò le tempie, sempre più esausto. Rukia lo notò, quindi si avvicinò aiutandolo ad alzarsi, sorreggendolo
per un braccio. Percorsero silenziosi fra le strade di Karakura tutto il tragitto fino alla casa di Ichigo.

<< Non c'è bisogno che ti dica che devi presentarsi quanto prima alla Soul Society >>.

<< Devono proprio essere infuriati, se sei tu a dirmelo. La cosa è grave >>.

<< Non più grave di qualche ora fa, da quello che posso constatare >>.

Ichigo ridacchiò << Sempre a parlare come una vecchia... >> la risposta fu una gomitata alla bocca dello stomaco.

<< Posso sempre cambiare idea e portartici adesso legato come un cane! >>.

<< Che male... >> bofonchiò il ragazzo <<...non c'era bisogno >>.

Nel frattempo erano arrivati a casa. I due si fermarono all'ingresso...doveva essere notte inoltrata, dato il silenzio.
Ichigo si fermò qualche istante a riprendere fiato, ma constatò che nonostante la temporanea debolezza, non era ridotto così male.

<< Verrò a prenderti domani mattina e avviserò gli altri. Nel frattempo, tu vedi di darti una sistemata >>.

Ichigo non rispose. Dava le spalle a Rukia e osservava l'insegna “Clinica Kurosaki”...e così restò qualche minuto, prima di parlare,
restando comunque di spalle.

<< Mi dispiace per tutto questo casino ma...domani si sistemerà tutto... >>.

Rukia abbassò lo sguardo, sorridendo mesta << Già...sicuramente >> si morse le labbra, chiuse un attimo gli occhi e poi li
riaprì decisa, verso la schiena di Ichigo << Ichigo...io... >>.

Ichigo si voltò e le diede un velocissimo buffetto sulla fronte << Sicuramente >> ripeté, guardandola deciso.
Detto questo, rientrò in casa, e così fece Rukia nella Soul Society, dopo aver guardato con sguardo cupo il suo cellulare.

Ichigo nel frattempo era corso in cucina e trangugiava il sesto bicchiere di acqua gelata.
Si asciugò le labbra e si avvicinò alla finestra, scrutando i tetti circostanti.

Uno, due, tre...dieci, diciassette, venti...ventidue. Così tanti solo per me...vero Rukia?”.

Gli Shinigami a sorveglianza della casa erano come ombre nella notte, ma forse proprio per questo non
urtarono minimamente l'animo di Ichigo.

Sapeva che, con ogni probabilità, quello del giorno dopo sarebbe stato il giorno peggiore della sua vita. Ne era quasi certo.
Chissà a quanto interrogatori, analisi, prove, accuse lo avrebbero sottoposto. Forse lo avrebbero privato della sua carica...o, ancora peggio,
lo avrebbero giustiziato come sarebbe dovuto succedere a Rukia.

Ma era incredibile come tutte queste possibilità non lo turbassero minimamente...anzi, era talmente tranquillo e pacato, che voleva
solo andare a dormine. Non si chiese il perché...forse si era semplicemente rassegnato. In fondo...come avrebbero potuto
non notare il legame che aveva creato con il suo Hollow? Lo avrebbero considerato tale e gli avrebbero dato la caccia...sempre se fossero
riusciti a prenderlo, naturalmente. Ma Ichigo era stanco...e non gli interessavano le possibilità, in quel momento.

Si portò il bicchiere freddo sulla fronte, osservandone le gocce scivolare giù.

<< Ho ancora sete... >>.

Un tuono si avvertì all'orizzonte e l'aria iniziò a profumare di pioggia...si preannunciava una tempesta.

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Capitolo 6
*** Hungry ***


HUNGRY



Gli occhi di Ichigo vagarono pigramente per la immensa stanza circolare. Era circondato da almeno un centinaio di uomini seduti in panche tutte poste in gradini sempre più alti, come le aule delle università che vedeva sempre in televisione. C'era buio, ed i volti dei suoi interlocutori erano avvolti dalla penombra. La cosa per qualche motivo lo divertì molto. A che scopo avvolgersi nell'ombra se avevavo tutti il volto già coperto? Ghignò divertito fino a quando, una mano si abbattè con violenza su una delle scrivanie, in un punto che non riuscì a individuare.
<< Kurosaki-san!! >> ringhiò con sdegnosa rabbia una voce << Questo suo comportamento è deprorevole, nonchè inopportuno! Ignorarci nel bel mezzo del suo processo atteggiandosi come se fosse estraneo ai fatti...crede forse che sia un gioco? >>.
Ichigo sospirò e cercò, per quanto possibile, di raddrizzare le spalle.
<< Certo che no, signore. Altrimenti perchè me ne starei seduto qui da più di sei ore? >>.

Ed era davvero così.
Quella mattina, appena svegliato, Ichigo fu scortato dai venti due Shinigami che quella stessa notte avevano sorvegliato la sua casa verso la Soul Society. Ed arrivati a destinazione lo avevano prima di tutto legato con delle strane catene. Appena le vide Ichigo non poté fare a meno di sorridere: erano sottilissime e corrose dalla ruggine, per spezzarle non avrebbe dovuto nemmeno sforzarsi. Tuttavia il suo sorriso fu ben presto sostituito da una smorfia di dolore. Non appena quelle catene infernali avevano sfiorato la sua pelle, quasi avessero preso vita, lo avvolsero con una morsa mortale, raddoppiando il loro peso ed il loro volume. Le forze lo abbandonarono e più lui si indeboliva più loro si rafforzavano,  ustionandolo e prosciugando il suo Reiatsu. Venne quindi scortato al cospetto del Comandante Yamato che, con voce solenne e pacata, lo informò di cosa era stato accusato e di cosa da li in avanti si sarebbe svolto. Così cominciò il vero inferno, un inferno che Ichigo non avrebbe mai potuto immaginare. Lo tennero per prima cosa in una stanza fredda, di un qualche tipo di laboratorio, connesso tramite sonde ad un macchinario simile ad un elettrocardiogramma. Li vi restò per svariate ore, immobilizzato da quelle stra maledette catene spoglio del suo kimono e di una qualsivoglia dignità. Monitorato, ogni mezzora circa, da una donna in camice bianco. Ormai stremato dalla sete che non gli dava pace dalla sera prima, Ichigo chiese che gli venisse concesso un bicchiere d'acqua, ma quella donna nemmeno gli avesse chiesto qualcosa di sconcio se ne andò senza emettere il minimo suono, il volto glaciale e marmoreo. Passarono quindi altre due terribili ore poi, finalmente, Ichigo poté lasciare quella orribile stanza. Ma non era affatto finita. Fu il turno dell'esame psichico e, sempre incatenato e rinchiuso, Ichigo fu sommerso da mille e mille domande e che fossero intime e personali non aveva importanza. Eppure, per quanto difficile e terribile che fosse quella situazione, nell'animo di Ichigo non riusciva a farsi strada ne rabbia ne disprezzo, ma solo un  lieve senso di estraneità. Era pacato, sereno...quasi docile. Tanto che alla sua ennesima richiesta, gli fu finalmente concesso un sorso d'acqua, che però non attenuò per nulla la sua sete. Anche l'esame psichico, dunque, trovò il suo epilogo e Ichigo fu portato in una cella, ad attendere. 
<< Accogliente... >> sentenziò ironico prima di gettarsi sul futon. Qualche minuto dopo accorse Rukia. Sembrava affannata e parlò ad Ichigo con un filo di voce. 
<< I tuoi esami sono andati bene Ichigo, non hanno rinscontrato niente di anomalo! >>.
Come punto da uno spillo Ichigo si drizzò, attento.
" Non se ne sono accorti..." pensò " Può ancora finire bene".
<< Adesso ti porteranno al tribunale degli Shinigami e...!! >>.
Rukia era sobbalzata spaventata ritrovandosi il volto di Ichigo addossato alle sbarre, sorridente e madido di sudore, notò anche che era incredibilmente pallido. 
<< Ma cos... >>.
Con un lieve sorriso e le braccia incatenate dietro la schiena Ichigo sussurrò << Rukia...Rukia!! T-ti prego...ho bisogno di b-bere...io, non so se riesco a resistere... >>. 
Dopo un momento di sconcerto Rukia annuì, anche se titubante. Ma non riuscì mai a soddisfare la richiesta di Ichigo che, prima che lei potesse tornare alla cella, era già stato condotto al tribunale. 

Ed ecco che passarono altre sei lunghissime ore in cui, in tutti i modi, i giudici cercarono di strappare dalle labbra del ragazzo una qualsiasi confessione. L'insofferenza si rese padrona di Ichigo, ormai al suo limite. 
<< Ho risposto a tutte le vostre maledettissime domande...non ho fatto nulla di male eppure vi ostinate a tenermi qui. Legato e incatenato come una belva, volete anche che lo faccia con un bel sorriso? >>. Sfoggiò allora un raggiante sorriso, a tutta la sala << Sono innocente >>.
<< È oltraggioso! Inconcepibile che nonostante tutto... >>.
Ma presto, la mente di Ichigo vagò oltre, lontano da quella confusione. Strinse e riaprì le mani più volte per cercare di attenuare il dolore. Stirò le gambe e lasciò cadere il capo in avanti. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla propria mente. Avvertì...nella sua nuca, uno strano prurito, che camminò via via verso il suo collo e poi alle sue orecchie. Divenne un brusio, flebile come uno sciame di farfalle, rendendosi man mano più assordante finché i suoni non si incastrarono tra loro come un puzzle, formando parole. Sussurri inquietanti che lo travolsero al punto che ebbe la sensazione che tutti potessero sentirli. Aprì gli occhi e si rese conto che non venivano dalla stanza. Si agitò sulla sedia, esasperato, anelando alle sue mani così da potersi tappare le orecchie.
<< Attento a quello che fai >> sbottò una guardia qualche passo dietro di lui. << È ora di tornare in cella >>. Era finita dunque. Che si fosse appisolato senza rendersene conto?
Ichigo voltò lo sguardo oltre la spalla, per guardare lo Shinigami e non appena i loro occhi si incontrarono la guardia impallidì terribilmente, indietreggiando di qualche passo. Batté i denti e tremò, paralizzato, come se si trovasse di fronte al più terribile dei suoi incubi.
<< Ehi... >> disse la guardia accanto << Ma che ti prende? >>.
L'altro indicò Ichigo, voltando gli occhi.
La guardia ispezionò Ichigo, senza reagire in alcun modo<< Beh? Che cosa c'è? >>.
Il primo Shinigami rivolse ancora la sua attenzione ad Ichigo, spalancando gli occhi << N-non è possibile...ho visto...credevo di... >>.
<< Adesso riprenditi. Dobbiamo riportarlo in cella >>.
Annuì la guardia, avvicinandosi tremante ad Ichigo che, divertito, lo guardò sorridente.
<< Non ti mangio sai? >> quelle parole suonarono strane alle orecchie di Ichigo, che ebbe l'impressione di pronunciarle con una voce che non era la sua.
Percorsero i vari corridoi che avrebbero condotto Ichigo alla sua cella, seguiti pochi minuti dopo da Renji, che accorse furibondo verso il ragazzo.
<< ICHIGO!!! >> ringhiò stringendolo per il kimono, sordo ai richiami delle guardie. Anche lui aveva un aria molto stanca e provata << Che cosa ti prende idiota?? Comportarti in quel modo...stava andando tutto bene e tu rovini tutto così? Non prenderla così alla leggera! Essere accusati di complicità con gli Hollow è ciò che di peggio ci può essere! >>.
Riprese fiato il rosso, stringendo le sue mani con ancora più forza.
Ichigo lo osservò, mesto, piegando la testa di lato << Renji...che loro credino che io sia innocente o meno non importa. La verità, per quella che  veramente è, la so solo io >>. 
Le mani di Renji allentarono lentamente la loro presa << E-eh? Che vuol dire...CHE CAZZO SIGNIFICA?!? CHE NON TI IMPORTA DI MORI... >>.
<< BASTA COSÌ!! >> proruppe una guardia riportando l'ordine << Un'altra parola e sarà imprigionato anche lei! Muoviamoci! >>.
Renji spinse via malamente Ichigo, allontanandosi con un verso di stizza.
Le sbarre della cella produssero un suono lugubre nel chiudersi e Ichigo, prima che le guardie lo abbandonassero, chiese per l'ennesima volta che gli portassero qualcosa da bere. Non importava che fosse acqua, sake, the...andava bene qualsiasi cosa. Ma quelle, mute, lo lasciarono.
Passò del tempo e fuori iniziò a piovere. Esasperato Ichigo si lanciò verso la piccola finestra della cella sperando che qualche goccia di pioggia arrivasse fino a li. Ma nulla. Non poteva nemmeno sperare di bagnarsi le mani, legate come erano.
Battè la fronte sulle fredde sbarre, stramazzando poi al suolo. 
Chiuse gli occhi e sospirò, cercando qualcosa che lo potesse distrarre.

<< Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani.
Se il cielo sarà sereno come lo sogno
ti regalerò un campanello dorato.

Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani.
Se ascolterai le mie preghiere
ti donerò del sake dolce.

Teru Teru Bozu, Teru Bozu,
portami il sole domani.
Se sarà nuvoloso...>>**

<< ...TI STACCHERÒ LA TESTA! >>.

Ichigo sobbalzò terrorizzato, trovandosi di fronte la sua nemesi, sorridente e vittoriosa, fluttuante proprio davanti a lui. Era raggiante come non mai e il ragazzo lo trovò a dir poco irritante.
<< Oh certo...almeno qualcuno se la passa bene. Giusto? >>.
<< Come? Non sei contento Re? Sei già salvo...quei tizi non hanno capito niente grazie a me e presto saremo liberi! >>.
Hichigo si avvicinò, lento, scrutando Ichigo dall'alto << Incredibile come ti hanno ridotto nonostante tutto il sangue che hai sputato per loro vero? Ti hanno costretto a pregarli per avere un misero sorso di acqua...>> ridacchiò vittorioso, afferandolo per i capelli e soffiando, ironico << Che crudeltà...povero Ichigo. E i tuoi amici? Tutti dietro le quinte pronti ad alzare le mani e a puntarti il dito contro >>.
Il ragazzo si divincolò, liberandosi delle mano gelide di Hichigo. 
<< Non montarti la testa!! Fino ad ora tu non sei stato di alcun aiuto! Se il vecchio Zangetsu fosse qui...!! >> tossì forte Ichigo, incapace di parlare con la bocca troppo secca. Tossì ancora e ancora, fino a sentire un forte sapore di sangue alla gola. Sospirò lentamente, con i polmoni in fiamme per lo sforzo. 
" Fa male..." pensò " Fa male!!".
Improvvisamente, colpendolo con un poderoso calcio ai reni, Hichigo fece voltare Ichigo supino, spezzandogli il fiato e forse una costola. Strinse gli occhi agonizzante.
Sentì l'aria svanire dai suoi polmoni, boccheggiando come un pesce fuor d'acqua.
<< Ma che cazzo ti prende brutto... >>.
Ma le parole gli morirono sulle labbra, letteralmente, poichè la Zangetsu bianca, puntava l'estremità della sua lama proprio sulla bocca di Ichigo, distante solo qualche millimentro. La percorse con lo sguardo Ichigo, fino alla mano della sua nemesi stretta sulla sua elsa. 
Gli occhi di Hichigo erano seri, glaciali, incastonati a quelli di Ichigo.
<< C-cosa vuoi fare? >>.
<< Che seccatura >>.
La lama di Zangetsu, notò Ichigo, iniziò a trasudare uno strano liquido grigio. Dense come un sospiro soffiato su uno specchio, le piccole particelle di vapore si unirono, scurendosi sempre di più man mano che si inglobavano l'una con l'altra. Alla fine, sull'immacolata lama di Zangetsu, risaltava un'unica goccia nera, densa e scura come il petrolio.
<< Prendi >> disse Hichigo << Starai meglio >>.
<< Non ci penso proprio!! Ehi per chi mi hai preso? Credi che mi fiderò di te come niente fosse? >>.
<< Ichigo... >> sussurrò l'altro poggiandogli l'indice sul cuore <<...questo non è più lo spirito di uno Shinigami, ricordi? Che cosa succede solitamente a uno spirito umano che raggiunge la Soul Society, mm? Lentamente, piano piano, perde tutti i bisogni fisiologici umani. Niente più fame, niente più spossatezza, niente più sete Ma...che cosa succede agli Hollow? Contrariamente agli Shinigami quei bisogni sono semplicemente sostituiti da altri che, se non soddisfatti, portano alla morte. Dunque... >> la goccia scura prese lentamente a scivolare, strisciando per il filo di Zangetsu << ...che cosa farai? >>.
<< No! >> si divincolò il ragazzo voltando la testa e serrando le labbra.
Si sganasciò dalle risate Hichigo, spalancando le labbra.
<< Ma guarda...il Re che fa i capricci!! Vuoi morire allora? Bene...muori!! Mi chiedo chi penserà allora alla tua amata famiglia quando arriverai per sterminarla! >>. 
<< Sei un dannato bastardo! >> sputò velenoso Ichigo << Un fottuto serpente!! Devi essere tu a morire!! Ti strapperò via il cuore con le mie mani!! >> si divincolò, tirando con forza le catene, tanto che gli penetrarono la carne << Devi essere tu a obbedirmi!!!! >>.
Gridò con una tale foga che il cuore gli si fermò. Spalancò gli occhi, avvertendo nelle sue orecchie i suoi ultimi battiti. Annaspò, sofferente e paralizzato. Capace solo di muovere gli occhi li roteò terrorizzato verso le sbarre, pregando che qualcuno arrivasse. I suoi compagni...i suoi amici...dove erano? 
Cercò di alzarsi, di gridare, ma il suo corpo non gli obbediva. Era per le catene? Per la debolezza? O per quei bisogni di cui parlava Hichigo? 
Sentì una gelida mano afferrarlo per le guance e voltarlo. 
La nemesi lo guardava disgustato.
<< Patetico >>.
La goccia era ormai a più di metà del suo percorso, lenta e inesorabile correva verso Ichigo, che terrorizzato non poteva fare altro che osservarla. 
Che cos'era? Veleno? Un qualche tipo di Reiatsu? O qualcosa di molto, molto peggio?
Era troppo tardi. La vide raggiungere l'estremità della lama e cadere. Strinse gli occhi, pronto al peggio.
Invece...che meravigliosa, bellissima sensazione provò Ichigo. Un tepore simile a un caldo abbraccio lo avvolse fin nelle viscere, rilassando ogni più piccola fibra del suo essere. Un sospiro profondo, lento e liberatorio proruppe dalla profondità della sua anima. Era come se avesse bevuto un nettare di vita. Ogni sensazione negativa scomparve: la paura, la stanchezza, la rabbia, lo sconforto. Tutte portate via da una mano invisibile. Ma più di tutte, notò finalmente Ichigo, era la sete che era scomparsa. Ma, stranamente, non si sentiva dissetato. Non era quella la sensazione più appagante. No...Ichigo si sentiva...sazio. Si, era quello che lo stava facendo sentire di nuovo bene. 
La fame era passata, la fame non c'era più....
La fame, fame, fame, fame. 
Ma...sarebbe tornata? Una parte di lui non la voleva, mentre l'altra la gridava a gran voce. La desiderava tanto che quasi non se ne stupì. La voleva solo per potersi sentire di nuovo sazio e appagato, poi ancora affamato...così fino all'infinito. Che bello sentirsi di nuovo bene... e forti anzi, più forti di prima! 
Si addormentò Ichigo, cullato dolcemente da quel tepore che parve quasi materno.

Le spire bianche si allentarono, stringendolo anzi con dolcezza.
" Ichigo..." sussurrò " Devi fidarti di me...io sono il tuo unico vero alleato. Quando lo capirai...troveremo il posto che ci spetta in questo mondo. Ed il posto che spetta agli altri". 

 

**Il Teru bōzu è protagonista di una famosa Warabe uta, un tipo di filastrocca infantile giapponese.Attualmente l'uso della bambola è diffuso tra i bambini giapponesi che la utilizzano per allontanare la pioggia, spesso prima di un picnic scolastico.

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Capitolo 7
*** Amore ***


AMORE

Hichigo provava amore.

Difficile crederci? Certo, naturalmente. Lui era un Hollow, una belva feroce senza anima e sentimenti, bramosa
di sangue e carneficine, affamato di gloria e battaglie. Non che non fossero cose vere, tuttavia sapeva
anche amare, a modo suo. Ed amava molte, moltissime cose, intensamente. Amava vincere, amava assaporare
la paura degli altri, amava ribaltare le regole del mondo. Vederlo sgretolarsi e scomporsi della sua logica, devastandosi.
Amava la sua capacità di vedere l'ordine solo in mezzo al caos, l'irrazionalità...e l'istinto. Amava avere il controllo. 

Ma non scandalizzatevi troppo, perché il meglio deve ancora arrivare. Quello che amava davvero era la libertà.
Si, la libertà era meravigliosa, proprio perché essere liberi voleva dire essere se stessi senza vincoli, senza restrizioni, senza catene.
Gli umani si riempivano troppo la bocca di quella parola senza assaporarne il vero significato. 
Cosa ne sapevano loro? Così fragili, così vulnerabili a tanti pericoli. Legati alle loro morali ai loro pregiudizi e alla loro voglia di bene.
Una vita breve come quella di un uomo quanta vera libertà può assaporare? Stupidaggini, stupidaggini!
Gli umani non ne sapevano niente, erano ciechi e incapaci. 
Hichigo odiava gli umani e odiava gli Shinigami in equal modo, convinti di poter essere giudici, guria e boia. 
Loro la "libertà" la limitavano soltanto, creando regole, creando confini, creando classi sociali.
Bastava guardare quel luogo putrido e stagnante che era la Soul Society. 
Che bello sarebbe stato poter strappare il cuore ad ognuno di quei patetici burattini dell'ordine...affondare le mani nei loro petti e prosciugarne l'anima; 
e visto che la libertà era di tutti, avrebbero anche potuto cercare di salvarsi, trovando certamente la morte. 
Eppure nonostante tutto il suo amore,nonostante la sua dedizione...Hichigo non era mai stato libero. MAI.
Nel momento stesso in cui era "nato", si era ritrovato costretto a chinare il capo a una forza più grande che non poteva sovrastare. 

Ichigo.

Oh...quanto lo aveva odiato, quanto lo aveva disprezzato! Tanto che, per un periodo, ebbe l'impressione che
quell'odio fosse tutto ciò che poteva provare. Nel suo cuore no, in tutto il suo essere c'era solo odio.
Scorreva nelle sue vene, lo nutriva, lo respirava. Perché era Ichigo l'unico che prendeva le decisioni,  che viveva davvero.
Seguito a ruota da Zangetsu, la sua ombra che lo seguiva come un cagnolino per servirlo e soddisfare tutti i suoi capricci.

Lui? Lui non era niente. Non aveva voce in capitolo, era solo il terzo incomodo. L'ultimo anello della catena.
Un parassita che viveva di briciole anelando per avere di più. Sognando il potere, il controllo, la libertà e la morte per tutti quelli che glie la negavano. 

Poi...qualcosa era cambiato.

Ichigo aveva acquisito un potere immenso rendendosi uno degli Shinigami più potenti mai esistiti.
L'unico problema, era l'involucro che conteneva tutto quel potere.
Inutile, debole spirito umano. Vincolato da legami futili e restrittivi. Ichigo ne aveva
centinaia di quei legami, fili sottili che intrecciati tra loro formavano una fitta ragnatela, che lo intrappolavano.
I suoi amici, la sua famiglia, gli Shinigami. 
L'odio, lentamente, mutò sempre di più, fino a diventare qualcosa di simile alla compassione. 
In fondo, si rese conto,  odiare quel piccolo essere umano avrebbe voluto dire odiare anche se stesso e non poteva esserci cosa più falsa al mondo.

Ichigo era stato ingannato, ma non poteva rendersene conto. Accecato da quella orribile bugia che gli uomini chiamavano "amicizia" aveva finito per trascurare se stesso, pur di poter proteggere gli altri.
Nessuno aveva capito ciò che stava accadendo, nemmeno Zangetsu. Solo Hichigo lo aveva compreso: il nuovo potere di Ichigo aveva bisogno di libertà, di spazio per crescere ma soprattutto di qualcuno in grado di controllarlo nella sua libertà. 

Lo spirito di Kurosaki aveva bisogno di rinnovarsi, di trovare un' altro percorso nella via verso la forza. 

Doveva farlo! Doveva spezzare, strappare per sempre tutti quei fili che lo soffocavano, immobilizzavano...che lo comprimevano! Ichigo doveva continuare a vivere, ma doveva liberarsi dalle sue debolezze terrene e materiali. 

Tuttavia in quanto essere umano aveva la necessità di quei legami, era la sua natura, il suo istinto, non poteva vivere senza. Come un cucciolo che cerca di continuo il conforto della madre. Aveva, insomma, il bisogno di amare e di essere amato.Decise quindi di attendere, con pazienza, che quella ragnatela si allentasse da sola, consumata dai dubbi e dalle paure. Allora, Hichigo avrebbe sostituito tutti gli altri. Sarebbe stato la sua unica fonte di conforto e fiducia. Se aveva bisogno di amare, allora avrebbe amato solo lui e l'unico amore che avrebbe ricevuto sarebbe stato il suo. Non avrebbe più avuto bisogno d'altro che non del suo potere e del suo Hollow. 

Attese il momento opportuno, pianificò ogni cosa fin nei più piccoli dettagli, calcolando ogni possibilità.
Ichigo era testardo e ci sarebbe voluto del tempo prima che potesse fidarsi completamente di lui. Ma ci sarebbe riuscito, perchè anche se per scopi diversi, anche Ichigo desidersva il potere almeno quanto lui. Tutto avrebbe preso la forma di un delizioso caos. 

Insieme potevano dar vita a qualcosa di straordinario...il solo pensiero gli faceva battere forte il cuore dall'eccitazione.

Avrebbe protetto e guidato il suo cucciolo indifeso, portandolo alla vera gloria.

E così, contrariamente a quello che tutti credevano, compreso l'Hollow stesso,  Hichigo si rese conto di essere estremamente ed inaspettatamente generoso. Non solo avrebbe condiviso con Ichigo la vita e il potere...ma anche la sua libertà.

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Capitolo 8
*** Not Live to Eat but Eat to Live ***


Not Live to Eat but Eat to Live


Un boato, profondo, si espanse per tutta la Soul Society. Come se la terra stesse respirando.
Le nuvole scomparvero dal cielo, le creature di terra e di cielo si zittirono, mentre l'aria, immobile, si caricava di elettricità.
Tutte le schiene di Shinigami e non si piegarono sotto il peso di una forza invisibile, imprecisata.
Silenzio.
Fu come quando, nel cuore della notte, ci si risveglia all'improvviso a causa di un incubo. Il corpo, ancora paralizzato per il forte shock, si rifiuta di muoversi e si ha la terribile sensazione di essere osservati da una forza maligna che vuole divorarti.
Rukia, rimasta in silenzio nella sede del Gotei 6 dal momento che Ichigo era stato ricondotto in cella, spalancò gli occhi terrorizzata e si afferrò il petto con una tale forza che temette di strapparsi il kimono. Piegò le ginocchia sui tatami, affannata. Guardò fuori e vide che tutti gli Shinigami del Gotei 6 erano nel suo stesso stato, compreso Renji che nel giardino sembrava sul punto di stramazzare a terra.
" Cos'è? " pensò in preda al panico, vagando con lo sguardo " Hollow? Arrancar? No...è molto, molto più forte" Un dubbio le balenò in testa, un terribile dubbio "A-Aizen??". Cercò di calmarsi, fece un lungo respiro e chiuse gli occhi, concentrandosi. Non era possibile che Aizen fosse riuscito a fuggire dalla sua prigione. Inoltre il Reiatsu era decisamente differente, non solo per come si presentava...ma per la sua vastità e potenza. 
"Possibile?" si chiese. Si concentrò, dando forza a tutte le sue possibilità, ma proprio non ci riuscì. Non riuscì a quantificare la mole di tutto quel potere. Era infinito.
Continuava ad espandersi a perdita d'occhio. Le sembrava di essere dentro l'oceano, in profondità. 
Urla disumane si levarono per tutta la Soul Society: fu il panico totale.
Tremante Rukia si alzò, reggendosi alla sua Zampakuto.
<< Resistete! >> gridò a tutti << Non lasciatevi sopraffare la mente da questo Reiatsu!!! >>. Ma la sua voce non era abbastanza forte per penetrare attraverso il muro di forza che si era creato tra lei e i suoi compagni.
Disperati, alcuni Shinigami presero a tirarsi i capelli, a battersi i pugni sul petto o a tapparsi le orecchie. 
<< È una follia... >> sentenziò Rukia inorridita. Uno spettacolo orribile che durò per pochi ma interminabili minuti, fino a che l'aria, come una frusta, sibilò forte. Come il suono di un fulmine che squarcia il sereno o di un ramo secco spezzato con rabbia.  Improvvisamente come era apparso, il Reiatsu se ne andò. Ci volle moltissimo tempo prima che tutti si riprendessero anche solo in parte.
<< Rukia>> chiamò Renji con un filo di voce << Come ti senti? >>.
Con la mano sinistra ancora stretta sul cuore, Rukia afferrò il braccio di Renji.
<< D-dobbiamo cercare il Capitano! >>.
Renji annuì << Non temere...l'ho intravisto un attimo fa correre verso il Seireitei. Ha detto di aspettare qui fino a nuovo ordine. Tutti i Capitani staranno di certo facendo lo stesso >>.
La Shinigami annuì tentando poi, inutilmente, di alzarsi. Un brivido terribile la attraversò per tutta la spina dorsale. Si osservò le mani e le vide tremare orribilmente, senza controllo. 
Si piegò su se stessa afferrandosi il ventre con le braccia. Era come se il Reiatsu di qualche istante prima stesse ancora fluendo dentro di lei. Riusciva ad immaginarselo scorrere nel suo sangue come veleno, mentre la divorava. Renji poggiò una mano sulla sua schiena, cercando di confortarla. 
La Shinigami strinse gli occhi, trattenendo a stento le grida di dolore.
<< Resisti ancora un po' Rukia. Passerà vedrai, sono solo gli effetti collaterali dei Reiatsu maligni >>.
Rukia annuì lentamente, mettendosi poi seduta. Il dolore andava man mano scemando.
<< Cosa è stato Renji? >> 
Il rosso scosse la testa, sconcertato << Non ne ho idea. All'inizio l'ho percepito come Hollow, ma poi ha iniziato ad espandersi così velocemente. È cambiato >>
<< Cambiato? >>
<< Si! Mi è entrato in testa e non ho capito più niente. Non distinguevo quello che avevo intorno. Era come essere chiuso in una stanza buia, isolato. Non sentivo più i miei pensieri >> rivivendo quei momenti terribili Renji non potè fare a meno di stringere i pugni. Scostando lo sguardo da quello di Rukia, si ritrovò anche lui a tremare << Non ricordo di...aver avuto mai tanta paura >>. Rukia deglutì sconcertata, non aveva mai sentito Renji dire parole simili, affermare di aver avuto paura per uno come lui era peggio di essere effettivamente sconfitti in battaglia. Allo stesso tempo, tuttavia, dimostrava quanto terribile fosse stato quel Reiatsu.
<< E poi...>> continuò Renji alzando lo sguardo in direzione del Seireitei, non aggiunendo però altro.
<< Poi? >> lo incalzò Rukia.
<< No...nulla >>.
Entrambi si voltarono verso il giardino del Gotei osservando, silenziosi, gli Shinigami ancora a terra che cercavano di riprendersi. Renji si alzò e incrociò le braccia, sospirando << Non oso immaginare la situazione dei distretti. Se noi siamo riusciti a mala pena ad uscirne indenni, immagina chi non dispone di un forte Reiatsu. Deve esserci il caos totale >>.
Rukia scattò a quelle parole << Ichigo!! >>
Il rosso la guardò confuso, Kurosaki non aveva forse un Reiatsu più che notevole?
<< Renji! Ichigo ha ancora le Kyūketsu* se il Reiatsu di prima è arrivato fino alla sua cella debole come era... >>.
Lo Shinigami sbiancò. Quelle maledettisime catene che utilizzavano per i prigionieri "speciali" non davano scampo e riuscivano ad abbassare il Reiatsu ad un livello così basso che bastava a mala pena a tenerti in vita. 
<< Dannazione >> sibilò a denti stretti << Il capitano Byakuya ha ordinato di non muoverci! >>.
<< Ma non possiamo star qui senza far nulla...morirà di sicuro! >>.
Renji si grattò il capo confuso, camminando avanti e indietro, agitato.
<< RENJI!! >>.
<< E va bene! >> sbottò << Ma andrò io a... >>.
La Shinigami lo interruppe subito.
<< Tu sei il vicecapitano! Vuoi disobbedire ad un ordine diretto? Non essere stupido. Andrò io >>.
Ancora traballante Rukia si rimise sulle proprie gambe, pronta a raggiungere Ichigo. Tuttavia, non ebbe modo di muovere il primo passo che la mano di Renji la afferrò decisa per una spalla, bloccandola.
<< No! Non ti lascerò andare, è troppo pericoloso! >>.
<< Pericoloso? Capisco che il Capitano sia severo ma, Ichigo... >>.
<< Non mi riferivo a quello! >> la stretta sulla spalla di Rukia si fece più forte, mentre gli occhi di Renji si riempirono di sconforto. 
<< Rukia tu...tu non hai notato nulla, poco fa? Giusto qualche attimo prima che quel Reiatsu si espandesse >>. La Shinigami abbassò lo sguardo, tentando di ricordare. Qualcosa di strano? Non ne aveva avuto il ben che minimo tempo! Era stata questione di millesimi di secondo! 
<< Non capisco... >>.
Questa volta Renji la afferrò per entrambe le spalle, incastonando i suoi occhi a quelli della compagna.
<< Pensaci bene Rukia! >>
<< I-insomma >> iniziò, cercando di ripercorrere passo per passo l'evento di qualche minuto prima << noi eravamo qui...il Reiatsu è arrivato ed è entrato subito nella nostra mente...poi si è allargato a dismisura. Il tutto in meno di qualche secondo! Che altro c'è? >>.
<< Non te ne sei accorta allora >>.
<< Maledizione Renji!! >> sbottò Rukia scostando malamente le mani poggiate sulle sue spalle << Di che diavolo stai parlando??? >>.
<< Proveniva dal Seireitei! >> sentenziò Renji, che, guardando gli occhi allibiti di Rukia non potè fare a meno di voltare lo sguardo 
<< I-io l'ho percepito. È stato meno di un battito di ciglia, ma in quel piccolissimo momento ho capito che l'epicentro del Reiatsu era proprio nel Seireitei >>.
<< N-non vorrai insinuare che... >>.
<< Si... >> rispose a tono grave << Ichigo >>.
Investita da un'ondata di collera, Rukia artigliò con forza il kimono di Renji, strattonandolo con furia.
<< Come puoi dire una cosa del genere?!? Ti rendi conto di cosa stai dicendo? Quel Reiatsu è stata una delle cose più malvagie e oscure che io abbia mai percepito, in tutta la mia vita! E tu vorresti farmi credere che apparteneva ad Ichigo? Era qualcosa ben oltre il suo livello...oltre perfino ad Aizen! >> 
<< Eppure sono sicurissimo. Sai anche tu che il suo Reiatsu sta perdendo il controllo >>
<< Ma i test sono stati negativi! >>
<< È qualcosa più in profondità, Rukia >> disse afferrandogli i polsi sottili, per allontanarla << Io l'ho visto. L'ho guardato negli occhi, dopo l'interrogatorio al Tribunale. Avevano una luce, che metteva i brividi. Gli sta succedendo qualcosa di orribile e non sto parlando di semplice shock post traumatico, dopo la battaglia con Aizen.  È...è dentro di lui, ed molto, molto pericoloso >>.
Le mani di Rukia scivolarono via lentamente da quelle di Renji. Lo sapeva, lo sapeva benissimo! Non era una stupida, anche lei se ne era resa conto. Tuttavia non riusciva, non poteva credere che la situazione di Ichigo fosse peggiorata fino a quel punto. Abbassò lo sguardo alle sue mani, percependo ancora dentro di lei alcune tracce di quel disgustoso Reiatsu. No...il ragazzo che conosceva lei non era capace di tanta malvagità. Si morse le labbra, fece un profondo respiro, e rialzò gli occhi su Renji, decisa.
<< Forse hai ragione tu, forse Ichigo sta cambiando e si sta perdendo in qualcosa più grande di lui. Eppure... >> strinse i pugni << Eppure non posso fare a meno di chiedermi cosa avrebbe fatto lui, se a noi fosse successa la stessa cosa. Mi chiedo, ci avrebbe segnalato ai Capitani? Ci avrebbe fatto rinchiudere, interrogare, analizzare? Ci avrebbe mai abbandonato in una cella...come abbiamo fatto noi, fino ad ora? Ichigo, con uno di noi, anche se fossimo diventati dei mostri orribili, cosa avrebbe fatto? >> sorrise mesta in quel momento << La risposta mi arriva così semplice che quasi non me ne sorprendo. Non è così anche per te, Renji? >>.
Ci fu silenzio per qualche istante. Renji aveva preso ad osservare il cielo, serio, con la mente che si era persa chissà dove. Infine sospirando rassegnato, sorrise anche lui, poggiando le mani ai fianchi.
<< Si...immagino già che avrebbe fatto quel deficente >> scosse il capo,ghignando << Anche così, riesce a superarmi anche così...ah ah! E va bene vai Rukia, ti copro io >>.
La ragazza annuì, sorridente mentre si avviava verso il Seireitei << Comunque non è detto che fosse quello di Ichigo. Puoi esserti sbagliato>>.
Detto questo corse via, perdendosi tra le strade. Rimasto solo Renji fece scivolare via il suo sorriso, sostituendolo con una smorfia di dolore. Si passò una mano sugli occhi tentando di alleviare l'emicranea creatasi e seguito del Reiatsu. 
<< Lo spero tanto, Rukia >> sospirò.

La situazione era caotica così come Renji se le era immaginata, notò Rukia. Decide di persone per strada giacevano al suolo prive di conoscenza o deliranti. I pochi Shinigami illesi giravano per le case dando sostegno a chi ne aveva più necessità. Proprio per questo non dovette stare particolarmente attenta a non farsi scoprire nel suo percorso verso le prigioni. Entrò nell'edificio e facendo attenzione camminò per i corridoi scuri, fino ai piani più bassi, dove i prigionieri più pericolosi erano collocati. Dentro le celle i criminali ancora coscienti si dimenavano in preda a quelle che sembravano allucinazioni. Gridavano come belve feroci, implorando aiuto, imprecando. Scorticandosi le mani nel prendere a pugni le sbarre o i muri, con la speranza di abbatterli. Uno di loro riuscì ad afferrare Rukia per la caviglia mentre lei distratta cercava la cella di Ichigo. Terrorizzata voltò lo sguardo verso il prigioniero, un un uomo anziano, pallido e scarno, gli occhi ribaltati per lo shock. I corti capelli scuri erano impastati di sudore e terra, così come lo era la barba che contornava una bocca distorta da una smorfia di dolore. 
<< È QUI!!! >> sputò l'uomo, contorcendosi e artigliando con ancora più forza Rukia << CI UCCIDERÀ!! UCCIDERÀ TUTTI E DIVORERÀ LE NOSTRE ANIME!! I SUOI OCCHI SONO OVUNQUE!!!!! >>.
<< Lasciami subito!! >> strattonando con forza Rukia si liberò e corse via. Doveva assolutamente raggiungere Ichigo!
Corse velocemente, più forte sempre più forte. Finchè, raggiunto il piano più passo della prigione, notò qualcosa di strano. Il silenzio. Non un solo fiato, non un solo rantolo di dolore. I suoi passi, per quanto leggeri, tuonavano come una tempesta nel freddo pavimento del corridoio. I prigionieri nelle celle erano immobili e silenziosi come statue. Freddi...si chiese se in realtà non fossero tutti morti.
Poi...un eco lontano la raggiunse. Un suono metallico. Battiti che si seguivano a ritmi regolari, come il ticchettio di un orologio. 
Sdin...sdin...sdin...sdin...sdin.
Camminò lentamente, seguendo il rumore e rendendosi poi conto che arrivava dalla cella di Ichigo.
<< Ichigo! >> chiamò la Shinigami correndo. Raggiunse le sbarre e vi guardò attraverso. C'era troppo buio e le ci volle qualche istante prima di scorgere il profilo di Kurosaki in mezzo all'oscurirà.
<< Sono qui Ichigo! Come stai? Mi senti? >> nessuna risposta << I-Ichigo?  >>. Che avesse perso anche lui i sensi?
Improvvisamente qualcosa colpì le sbarre, producendo ancora il suono metallico di qualche istante prima. L'oggetto rimbalzò a terra varie volte fino a posarsi sul pavimento della cella, appena sotto le sbarre. Rukia guardò e notò raggruppati nello stesso punto tanti piccoli anelli.
<< Trentadue... >> una voce profonda, malleabile e calda si espanse, avvolgendo le pareti e le tenebre. Rukia si guardò intorno svariate volte, intuendo solo dopo che la voce proveniva proprio dalla cella che le stava di fronte. 
<< Ma cosa...? >>.
Sdin! Un'altro anello aveva colpito le sbarre capitolando questa volta oltre la cella. 
<< Trentatrè... >> cantilenò la voce.
Rukia raccolse l'anello per esaminarlo. Questo non appena lo sfiorò le bruciò la pelle,  inspessendosi e mutando forma.
<< La Kyūketsu!! >> Erano tutti anelli della catena speciale! Ma spezzarla era impossibile, non esisteva essere vivente in grado di farlo! Erano formate di puro Reiatsu, più resistenti delle Zampakuto stesse.
<< Si chiama così allora...capisco, capisco >> proseguì la voce, << Scommetto che le ha tirate fuori Kurotsuchi vero? È tipico di lui >>.
<< Ichigo, sei tu? Che è successo? Come hai fatto a ... >>
<< A fare cosa Rukia?!?! >> il grido proruppe così forte nei corridoi che la ragazza temette che i muri potessero sbriciolarsi. Le si formò un groppo in gola e gli arti si paralizzarono.
Le mani di Ichigo si allungarono oltre l'ombra, illuminandosi lievemente alla luce delle candele. Tenevano strette l'ultima fila di anelli rimasti.
<< A fare, questo? >> con uno strattone tutti gli anelli si spezzarono cadendo e sparpagliandosi come perle di una collana preziosa. 
Rukia fece un passo indietro, scansando gli anelli. Dall'ombra della cella scorse due globi dorati.
<< Rukia... >> la voce ora era diversa, più tenue e tremante, quasi supplicante << Sono debole vero? Non sono ancora abbastanza forte...ma va bene si...va bene >> le sbarre della cella, producendo un suono orribilmente sinistro si piegarono, curvandosi su loro stesse. Esse continuarono a deformarsi finché non furono abbastanza larghe da formare una uscita.
<< Ci sono riuscito, ho trovato una soluzione. Così non dovrò mai più preoccuparmi della vostra incolumità. Finalmente vedo le cose da un altro lato. >> . 
<< Aspetta Ichigo. Noi possiamo trovarla insieme una soluzione, non vogliamo abbandonarti. Sei un nostro compagno, ti proteggeremo noi >>. In meno di un battito di ciglia Rukia si ritrovò addossata al muro alle sue spalle, Ichigo l'aveva travolta in modo così violento e veloce che il respiro le morì in gola.Una mano le copriva gli occhi, ed era una mano fredda, tremante che tuttavia scaturiva una forza incredibile. Avvertì la guancia di Ichigo sfiorare delicatamente la sua e le labbra del ragazzo vicino all'orecchio
<< Non sono io ad aver bisogno di protezione >> sussurrò, con una voce che pareva distorta, come se stessero parlando due persone insieme. La mano scivolò lenta dagli occhi, sfiorando le guance, il naso, le labbra, fino a posarsi sul collo.
Era Ichigo, sicuramente. Quel ragazzo che le stava davanti era certamente il giovane Shinigami che così tante volte l'aveva protetta, che così tante volte aveva combattuto con loro e per loro. 
E proprio perchè era certa che fosse lui e nessun altro, che il puro terrore la invase in tutta la sua anima. Aveva paura di quel ragazzo che le stava davanti, nonostante gli stesse sorridendo amabilmente. 
Ichigo allungò una mano, afferrandola per i capelli e piegandogli il viso. Sorrideva ancora. 
Una fitta atroce le attanagliò la nuca, un fuoco incandescente che le fece perdere la vista e l'udito. Spalancò la bocca per gridare, ma non ne udì uscire alcun suono. Sarebbe morta, lo sentiva.

Il buio la avvolse come una melma viscosa e profonda.

<< Lo sai come si dice,Rukia? Non vivere per mangiare...ma mangia per vivere! >>.
 

*Kyūketsu: letteralmente ''Succhia anima". È il nome che ho deciso di usare per battezzare le catene usate su Ichigo. 
 

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Capitolo 9
*** Il Mondo Esiste ***


Il Mondo Esiste
 

"Mamma"
"Cosa c'è amore? "
"Come mai ci sono così tante stelle?"
"Perchè, piccolo mio, quando ce ne andiamo, se siamo stati buoni, diventiamo stelle"
"E come mai?"
"Così possiamo guardare chi è rimasto indietro, e guidarli da noi quando sarà il momento, per restare insieme per sempre"
Il bambino annuì, corrugando tuttavia la fronte, dubbioso.
"Non sei convinto amore?"
"No, non è questo. Mi chiedevo cosa succede a chi non è stato buono".
La donna sorrise amabilmente, accarezzando i capelli del bambino.
"Vedi, quando è così...". Le parole della donna divennero mute, coperte dallo scrosciare della pioggia.
<< Ichigo >> chiamò una voce, che però non riconobbe come quella di sua madre. 
"Cosa? Mamma non riesco a sentirti"
<< Svegliati >>
"Mamma cosa succede a chi è stato cattivo?"
<< È ora, Re >>
"Mamma, io sono cattivo perché non sono riuscito a proteggerti e sei morta. Per questo non riesco a capire quale stella è la tua?"
<< SVEGLIATI!! >>
Ichigo aprì lentamente gli occhi, riemergendo da uno dei sonni più profondi in cui fosse mai caduto. 
Non voleva svegliarsi, stava troppo bene in quel dolce tepore del dormiveglia. Tra il sogno e la realtà. In bilico nel tempo...che bellissima sensazione. 
Nemmeno se la ricordava l'ultima volta che aveva dormito così bene, si sentiva rinato. Sbadigliò sonoramente e senza alcun ritegno, stiracchiando le gambe come un bambino. Tentò di fare lo stesso con le braccia, trovandole tuttavia scomodamente piegate e legate dietro la schiena. Il dolore e l'intorpodimento degli arti superiori gli fecero ricordare che era ancora in prigione, e che prima di addormentarsi aveva bevuto qualcosa di strano datogli da Hichigo. Il freddo pavimento della cella gli avevano fatto da materasso e la luce tenue delle candele da coperta. 
Fissò il soffitto per qualche minuto, assaporando il silenzio ed il tepore. 
<< Allora >> disse infine mettendosi seduto << Vuoi deciderti a dirmi cosa era quella roba che mi hai dato? >>.
Flebile e leggero come una nuvola di vapore apparve Hichigo, disteso anche lui sul pavimento. Le braccia incrociate sulla nuca, un ghigno soddisfatto stampato sulle labbra e gli occhi chiusi.
<< Ti interessa davvero? Ormai stai bene, anzi, meglio di prima! Che ti importa? >>. In quel momento Hichigo sembrava certamente la persona più felice del mondo, mancava solo che si mettesse a canticchiare. Si stiracchiò mettendosi più comodo. 
<< In ogni caso non vorresti saperlo, credimi >>.
Ichigo sbuffò, esasperato << E da quando ti importa qualcosa di me? Questi tuoi riguardi mi danno il voltastomaco. Tanto... >> voltò gli occhi alle sbarre, ai corridoi vuoti, al silenzio, alla sua solitudine <<...peggio di così non può andare >>. 
Aprendo gli occhi verso Ichigo, l'Hollow sospirò, mettendosi seduto proprio di fronte al ragazzo, le mani posate sulle ginocchia. 
<< Uscirai di testa, sappilo. Non mi prendo responsabilità >>.
La risposta di Ichigo fu una risatina sarcastica.
<< Te l'ho già detto prima, Ichigo. Ormai il tuo potere è legato interamente ad un potere Hollow. C'è un bisogno, a cui un Hollow non può sottrarsi. Ha il bisogno di evolversi. Negli Hollow ordinari questo bisogno è relegato ad un semplice istinto, lo seguono ciecamente perchè ormai sono ridotti ad essere semplici bestie. Per te è più complicato, perchè la combatti. Non lo comprendi e ti consuma >> Hichigo terminò, dando tempo ad Ichigo di assimilare le sue parole.
<< È tramite queste ''evoluzioni'' che nascono gli Hollow di classi superiori, come gli Arrancar? >>.
Hichigo annuì. A quel punto la domanda era chiara, sulla mente di Ichigo. Tuttavia aveva un peso troppo grande per riuscire a lasciare le sue labbra. Strinse gli occhi, con forza. Inspirò ed espirò svariate volte. Infine, con sguardo deciso, parlò. 
<< Che cosa fanno gli Hollow, per evolversi? >>
Per qualche motivo, le fiamme delle candele appese alle pareti tremarono, sospinte da una brezza invisibile.
<< Si divorano tra di loro >>.
In un primo momento Ichigo non capì, corrugando la fronte, confuso. 
Vagò per qualche istante con lo sguardo, pensieroso. Poi, inorridito, spalancò gli occhi.
<< Quello che ho bevuto...era...>>
<< Sangue di Hollow >>.
Un fortissimo senso di nausea si impossessò del ragazzo. 
<< Oh... >> non ebbe nemmeno le forze per aggiungere altro. La mente, semplicemente, gli si spense del tutto. Si trascinò lentamente verso le sbarre, poggiando la fronte su di esse. Seguirono lunghissimi minuti di assoluto silenzio. 
Hichigo lo osservava restando alle sue spalle aspettandosi che crollasse da un momento all'altro. Invece, minuto dopo minuto, il mutismo di Ichigo si prolungava. 
<<  Questo momento è quello decisivo. Guardati, guarda dove sei! Questo...è il frutto di tutto il tuo lavoro, di tutto il tuo combattere e di tutto il tuo sacrificio. Eppure, un' unica goccia di sangue, una sola, è la chiave per poter finalmente prendere in mano la tua vita. È giusto? È sbagliato? >> ancora silenzio << Il punto è che non sono queste le domande giuste. Chiediti piuttosto quando è stata, Ichigo, l'ultima volta che hai fatto qualcosa per te stesso? >>.
Un brusio si levò dalle altre celle, lieve ma incessante. Da che lo avevano portato in cella gli altri prigionieri si erano ritirati come topi nelle loro tane, tremanti. Hichigo li percepiva sussultare ogni qual volta Ichigo parlava. Anche in quel momento stavano commentando quanto quel poveraccio dal mondo umano fosse fuori di testa, convinti che stesse conversando da solo. Certo non sapevano che era con lui che conversava. 
Guardò ancora Ichigo e si sorprese nel vederlo tremare. Tremava? Le spalle gli si alzavano e abbassavano velocemente, la testa era scivolata più in basso. 
<< Pff... ah ah ah! >>
Hichigo sobbalzò. Stava ridendo! 
Il brusio delle altre celle si spense nuovamente. Con moderazione ed il fiato spezzato, Ichigo rise ancora e ancora.Le catene delle braccia che cozzavano tra di loro, frenetiche. Finchè, dopo un lungo sospiro, il ragazzo piegò il capo all'indietro, rivolgendolo al soffitto.
<< C'erano... >> sussurrò appena Ichigo << ...mentr'egli qua viveva questa vita "impossibile" tanti e tanti milioni di uomini sparsi su tutta la Terra, che vivevano diversamente* >>.
Ghignante Ichigo guardò l'Hollow.
<< Ti dice niente? No? Beh non importa...il mio sensei delle medie era fissato di questa roba >> abbassò lo sguardo, afflitto << Forse...forse anche io mi ero dimenticato che il mondo esisteva >>. Passò qualche istante.
<< Ehi! Hai detto che il mio potere si evolve, c'è un limite a quanto può crescere? È già cresciuto grazie a quel sangue? Potrò sempre controllarlo? >>.
Hichigo ghignò malignamente, passandosi la lingua sulle labbra.
<< Oh...Ichigo. Continui a farti le domande sbagliate >>
sospinto da una brezza invisibile l'Hollow prese a scomparire, diventando sempre più flebile << tuttavia stai cambiando direzione e questa, Re, è la strada giusta. Prova tu stesso! Ed assapora davvero il tuo potere >>. 
Domande? Dubbi? Paure? Ansie? Incertezze? 
Ichigo ne aveva eccome nella sua testa, di tutte queste cose. Tante che non riuscì a quantificarle.
Il punto però, era che non gli importava più. Era stanco, terribilmente, di ricevere bastonate dal padrone.
L'unica cosa che gli importava era la sua famiglia e la sua protezione. Oppure no? Non lo sapeva, non aveva voglia di pensarci o chiederselo. Avrebbe riaperto gli occhi e le orecchie per ascoltare ancora le voci del mondo.
Il come, tuttavia, era a lui che spettava ora. 
Per cominciare era ora di liberarsi dalle catene. La forza bruta non bastava, decise allora di amplificare il suo Reiatsu, quel tanto che bastava.
Chiuse gli occhi, concentradosi sul suo respiro e sul battito del suo cuore. Attese finchè le due cose non combaciassero perfettamente, infine espirò tutta l'aria dai polmoni, insieme al suo nuovo potere. 
Per un istante ebbe l'impressione che il suono del suo respiro si fosse ampliato all'infinito, come la voce di un gigante. Il petto gli si gonfiò ed avvertì l'adrenalina scorrergli nelle vene. Non si era mai sentito così...grande. Il suo potere continuava a crescere ed avvolgeva tutto ciò che incontrava, inglobandolo. Sensazioni non sue lo raggiunsero, come migliaia di voci che gridavano nella sua testa. Non ne ebbe paura e le zittì una ad una. Non avrebbe mai più avuto bisogno di ascoltare altro che la sua, di voce.
Nel frattempo il suo potere cresceva ancora e non riusciva a vederne la fine.
" Che strana sensazione " pensò sorridente "È come cadere nel vuoto".
Tutto d'un tratto avvertì la morsa delle catene scomparire. Con una punta di dispiacere ritirò il suo Reiatsu, tenendo però gli occhi chiusi. I sensi tornarono uno ad uno, anche se ovattati. Si sentiva leggermente stordito e disorientato. Aprì gli occhi ma tutto quello che vedeva si presentava sfocato e indefinito. Ciondolò la testa allegro, ebbro di tutto il potere che aveva respirato. Si guardò le braccia e le mani, finalmente libere anche se ancora segnate dagli anelli. Guardò sul pavimento cercando la catena e quando la trovò ghignò vittorioso, afferrandola. 
<< Eccoti maledetta >> si alzò barcollando e addossandosi alla parete opposta, buttandosi poi per terra, seduto. Notò che tutto il corridoio e le celle erano sprofondate nel silenzio, tuttavia dai piani superiori arrivavano suoni e voci concisi, a tratti inquietanti. Non se ne curò minimamente e rise. 
<< Mi sembra quasi di essere ubriaco >> rise a crepapelle e guardò la catena da vicino.
<< Mi hai fatto penare eh?  Guarda adesso come ti riduco... >>
Afferrò il primo anello e, senza il minimo sforzo, lo staccò.
<< E uno via!! >> rise contento.
E continuò imperterrito a staccare gli anelli, stordito.
Alla fine però le risate finirono, e fu più la rabbia questa volta a muovere le sue mani. Ad ogni anello il volto di un suo compagno compariva nella sua mente e come tutti quelli già staccati cadevano lontani da lui, abbandonandolo.
<< Quindici >> Urahara-san.
<< Diciotto >> Byakuya 
<< Venticinque >> Zangetsu
<< Ventisette >> Papà
<< Trenta >> Yuzu
<< Trentuno >> Karin 
Era così assorto e preso dalla sua collera, che non si era nemmeno reso conto che qualcuno stava correndo per il corridoio. Ne udì i passi, tuttavia non voleva prendere il conto e riprese a staccare gli anelli. 
<< Trentadue >> Mamma
Qualcuno si era fermato proprio davanti alla sua cella, ma Ichigo non voleva, non poteva non terminare la sua opera. Qualcuno lo stava chiamando? Non importava.
<< Trentatrè >> Rukia.
Questo anello capitolò oltre le sbarre. Lo seguì con lo sguardo e con un poco di sorpresa Ichigo notò che era proprio Rukia la fonte della voce. 
Sembrava spaventata e confusa. Come mai si trovava alle prigioni? La vide raccogliere l'anello e impallidire come un lenzuolo
<< La Kyūketsu! >> gridò la Shinigami. "Ma certo! Preoccupiamoci della catena che mi ha imprigionato! Tranquilla Rukia, io sto bene, un incanto! Oltretutto hanno un nome azzeccato"
Ichigo non mancò di farlo sapere a Rukia, che impallidiva sempre di più ad ogni parola di Ichigo, nemmeno stesse sentendo la voce di un demone. 
<< Ichigo, sei tu? Che è successo? Come hai fatto a ... >>
<< A fare cosa Rukia?!?! >> nel gridare aveva tirato fuori una voce che non sentiva sua. Arrivava dallo stomaco, ed era gutturale, quasi animalesca. Che importava della catena? Perchè ci teneva tanto? E lui? Che ne era di lui?
Allungò le mani e con uno strattone deciso spezzò tutti gli anelli.
<< A fare, questo? >> 
Ghignò nel vedere la faccia sconvolta della ragazza. 
Tuttavia la soddisfazione venne presto sostituita dal senso di colpa. Non voleva essere cattivo con lei. Non poteva sapere, non poteva capire che finalmente il mondo era tornato.
<< Rukia... >>  sussurrò, cercando di parlare con un tono più rassicurante <<  Sono debole vero? Non sono ancora abbastanza forte...ma va bene si...va bene >>
Era ancora parecchio intontito e la vista gli faceva ancora qualche scherzo. Camminò verso le sbarre, deciso che era il momento di liberarsi anche di loro. Liberò una minima parte del suo Reiatsu e le sbarre, come burro fuso, si piegarono su se stesse, liberandogli la strada.
Rassicurò Rukia, non c'era da temere, ormai aveva tutto sotto controllo. 
<< Aspetta Ichigo. Noi possiamo trovarla insieme una soluzione, non vogliamo abbandonarti. Sei un nostro compagno, ti proteggeremo noi >>.
"Ahh!!" gridò Ichigo nella sua mente. 
Quella parola, quanto odiava quella parola.
Proteggere? Proteggere!!! Nessuno, in quel mondo, aveva protetto più di lui.
Suo padre, le sue sorelle, Karakura, gli Shinigami, il Seireitei, Hueco Mundo.
Tutti esistevano ancora perchè lui li aveva protetti. Ma, come aveva detto Hichigo, qualcuno alla fine era stato lasciato indietro, messo da parte, dimenticato. 
Furente come non mai spinse Rukia, addossandola al muro. 
Quanto era terrorizzata, poverina, glie lo leggeva negli occhi. La capiva, tuttavia non voleva rassicurarla. Non gli importava più confortarla, fagli capire che non gli avrebbe mai fatto del male. Perchè adesso toccava a lui decidere prima per se stesso, e poi per gli altri. Era questo, il potere?
Avere il controllo sul destino degli altri. Indipendentemente che fosse buono o ingiusto.
Protezione? Lui non ne aveva mai avuto bisogno, erano gli altri piuttosto che la chiedevano, e così facendo gli avevano prosciugato metà della sua esistenza. 
Posò una mano sul viso di Rukia, accarezzandola biano con la guancia. Non si era mai sentito così audace e sicuro in tutta la sua vita. 
<< Non sono io ad aver bisogno di protezione >>.
Rukia tremò sotto il suo tocco. E lui sorrise, amabilemente verso la sua compagna, spostando la mano dai suoi occhi al suo collo, fino alla nuca, dove con uno strattone l'afferrò per i capelli corvini.
" Che strano..." pensò "Tutto d'un tratto ho di nuovo fame".
" È ora di andare a casa Re " proruppe la voce di Hichigo, nella sua testa.
" Si " rispose il ragazzo mentalmente.
Si perse per un momento negli occhi pietrificati di Rukia,  sembrava un coniglietto impaurito che temeva di essere divorato. A quel punto gli venne in mente un'altra frase che il suo sensei ripeteva in continuazione.
Rise tra se e se e spostò il suo Reiatsu sulla mano che teneva ferma Rukia. La ragazza si irrigidì terribilemente, come se fosse preda delle convulsioni. Spalancò le labbra ma non ne uscì altro che un gorgoglio incomprensibile. Infine chiuse gli occhi, riversando il capo all'indietro, priva di sensi. 
<< Non vivere per mangiare, ma mangia per vivere >>.
Sentì Hichigo ridere dentro la sua testa " Mi piace~" cantilenò l'Hollow.
<< Vero? >> ghignò soddisfatto Ichigo, iniziando a camminare per i corridoi.
Hichigo comparve ancora accanto a lui, seguendolo come un'ombra.
<< I piani alti avranno già chiuso tutte le vie d'uscite per il mondo umano. Il Seireirei è attualmente del tutto isolato. Che si fa? >> l'hollow sguainò la Zangestu bianca, porgendola ad Ichigo che sorridente l'afferrò, poggiandola sulle spalle.
<< Oh...vorrà dire che prenderemo il treno >>.
 

"... Ma ora, ecco, gli rientrava, come per travaso violento, nello spirito. L'attimo, che scoccava per lui, qua, in questa sua prigione, scorreva come un brivido elettrico per tutto il mondo, e lui con l'immaginazione d'improvviso risvegliata poteva, ecco, poteva seguirlo (il treno) per città note e ignote, lande, montagne, foreste, mari... Questo stesso brivido, questo stesso palpito del tempo..."


 

* molti riferimenti a questa storia sono da ricondurre alla storia di Pirandello "Il treno ha fischiato". Leggerla mi ha dato lo spunto e l'ispirazione ideale per scrivere questo capitolo, che mi ha dato parecchi problemi. Mi scuso infatti per il mio ritardo e vi ringrazio per la vostra pazienza, a presto. 
Chidory
 

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Capitolo 10
*** Il Corpo e l'Ombra ***


IL CORPO E L'OMBRA

 

"Mi guardai attorno; poi gli occhi mi si fissarono sull'ombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla; infine alzai un piede rabbiosamente. Ma io no, io non potevo calpestarla, l'ombra mia..."


Camminava lento per i corridoi, rincorrendo i suoi stessi passi. Hichigo gli stava dietro, silenzioso. Anche senza voltarsi sapeva che stava sorridendo. Lo percepiva dentro di lui, come se le loro menti fossero in qualche modo connesse. Sentiva la sua trepidazione, la sua impazienza, la sua soddisfazione. Fluivano così forte dentro di lui che, amalgamandosi nella sua anima, non capiva dove finissero i pensieri di Hichigo e dove iniziassero i suoi. Era una strana sensazione. Come essere in contatto con il proprio subconscio. Pensò per un attimo a Rukia e contrariamente a quello che credeva ogni singolo muscolo del suo corpo si rifiutò categoricamente di voltarsi indietro per tornare da lei. Trovò invece divertente come, a causa del suo Reiatsu, la prigione fosse caduta nell'anarchia più assoluta. Nel piano più basso i prigionieri erano solo svenuti ma nei piani superiori....oh, li era tutta un'altra storia.

Gridavano, piangevano, si contorcevano dal dolore o schiumavano di rabbia, letteralmente.

Ichigo si avvicinò ad una cella e subito il prigioniero, non appena ebbe incontrato il suo sguardo, lagnò come un bambino e gettandosi nella parete opposta si accucciò a terra, con la testa nascosta tra le gambe.

<< Pietà, pietà,pietà, pietà! >> iniziò a ripetere incessantemente, tra un singhiozzo e l'altro.

Hichigo divertito afferrò le sbarre e come un'animale feroce ringhiò << PIETÀ!! >> verso l'uomo che si terrorizzò al punto da crollare a terra.

L'Hollow rise compiaciuto, facendo poi lo stesso in tutte le celle che gli capitavano a tiro mentre risalivano.

<< PIETÀ!! PIETÀ!! >> gridava gioviale come un bambino.

Ichigo gli correva dietro, cercando di stare al suo passo.

<< Credevo non potessero vederti >>.

Hichigo rispose asciugandosi le lacrime che gli erano venute a furia di ridere.

<< E’ una cosa che posso controllare. Sono io a decidere >>.

Ichigo annuì, fece quindi un passo per continuare la sua scalata.

<< Aspetta! Aspetta ti prego!! >>.

La voce proveniva da una delle celle in fondo, nel lato destro alle spalle di Ichigo.

<< Strano... >> sussurrò Hichigo fluttuando verso la cella << Qualcuno ha ancora la testa a posto dopotutto >>.

Anche Ichigo fece dietro front, curioso. Se questa persona era ancora lucida significava che disponeva di un Reiatsu non indifferente. Sbirciò tra le sbarre e vide un uomo a terra, probabilemente dell'età di suo padre, in ginocchio, capelli lunghi e neri. Un occhio era bendato, segnato verticalmente da una cicatrice, mentre l'altro ancora sano era spalancato, implorante e sofferente. Anche se sveglio non era ancora del tutto lucido. Stava piangendo e si aggrappava agli stracci che aveva addosso come fossero la sua unica fonte di salvezza. Le labbra rotte e screpolate si allungarono in un sorriso non appena incontrò il volto di Ichigo.

<< Tu! >> si alzò in piedi, traballante, afferrando le sbarre.

Ichigo fu costretto ad allontanarsi a causa del cattivo odore.

<< Porta via anche me! Liberami! Sono qui da così tanto tempo che non ne ricordo nemmeno il motivo! Voglio vedere il sole....e la luce!! >> allungò una mano verso Ichigo, per afferrarlo << Ho bisogno della luce! Ma io non lo so! Non lo so cosa ho fatto! Non ho colpe >>.

Ichigo non rispose; restò in silenzio, ad ascoltare.

Il prigionierò allora ritentò, esasperato.

<< Farò qualsiasi cosa! Tu sei Kurosaki giusto? Tutti parlavano di te. Ti hanno portato qui senza motivo! Prorio come me! Siamo innocenti! Siamo uguali! >>.

Più veloce di un battito di ciglia la mano di Ichigo afferrò il collo dell'uomo attraverso le sbarre, alzandolo di mezzo metro senza il minimo sforzo. Questo annaspò sofferente, graffiando il braccio di Ichigo per liberarsi.

<< Uh~ ma guarda. Uguali eh? Ne siamo così certi zietto? Proviamo a vedere >>.

Senza dire nulla Hichigo si piazzò di fronte all'uomo, fissandolo intensamente negli occhi. Improvvisamente delle immagini presero a comparire nella mente di Ichigo. Ricordi di eventi passati.

Terminate le immagini, con un poderoso spintone Ichigo scaraventò l'uomo alla parete. Questo tossì, in cerca di ossigeno, voltandosi raggelato verso il ragazzo.

<< C-che cosa hai fatto? >>.

Le sbarre allora si aprirono, permettendo ad Ichigo di entrare.

<< Dunque...zietto, tu hai detto di aver dimenticato non è così? Lascia...che ti aiuti! >>.

Sguainando Zangetsu Ichigo trafisse la spalla sinistra dell'uomo, obbligandolo poi a mettersi in piedi, tirandolo su.

Grida disumane uscirono dalle labbra del carcerato.

<< Allora >> iniziò Ichigo, roteando la lama di Zangetsu  << Prima di tutto hai venduto tua moglie malata,lasciando che morisse in mano a uomini che nel frattempo si sono approfittati di lei. Ti sei beccato un extra per quello. Poi... >> affondando un altro colpo questa volta trafisse la spalla destra.

<< AHHHHH!!! BASTA, BASTA TI PREGO!! >>.

<< Silenzio!!! NON. HO. FINITO. >> roteò ancora la lama bianca, che pian piano si colorava di cremisi << Poi, hai preso tua figlia, te la ricordi? Aveva dodici anni, si? L'hai presa e vendevi anche lei, ogni giorno, ogni notte!! Per riempirti lo stomaco di sake! Finchè non hanno ammazzato pure lei >>.

Fece scivolare via la lama, lasciando che l'uomo, agonizzante, si afflosciasse a terra.

<< Ah...ahhhh!! >>.

Ichigo alzò un piede, poggiandoglielo sulla nuca e spingendolo a terra, schiacciandolo sul pavimento.

<< Chiedi perdono >> sussurrò << E vedremo se ti guadagnerai la mia libertà >>.

<< P-perdono >> biascicò.

<< Di nuovo! >>

<< Perdono >>

<< ANCORA!! >>

<< Uhh...chiedo...perdono >>.

Ichigo guardò l'Hollow che, soddisfatto e ghignante, annuì.

<< Sei fortunato zietto... >>.

Sollevato l'uomo alzò lo sguardo da terra, ma la sua felicità non durò che un soffio.

Di fatto Ichigo, dopo averlo tirato su per le spalle, lo trafisse per tutta la lunghezza di Zangetsu dritto sul cuore. Gli occhi dei due uomini si incatenarono, mentre la disperazione e il dolore crescevano nel carcerato.

<< ...adesso sei libero >>.

Denso sangue scuro uscì dalla bocca dell'uomo, inzaccherando il pavimento e gli abiti.

I carcerati della cella opposta, alla vista di quella scena orripilante, gridarono di disperazione e terrore, timorosi che i prossimi sarebbero stati loro.

Ichigo osservò l'uomo qualche istante ed il sangue che, sotto di esso, si stava pian piano espandendo. Sbattè le palpebre più volte, dondolò le braccia e guardò Hichigo, rimasto fino a quel momento immobile dietro di lui.

Hichigo ghignò, ed avvicinandosi afferrò la lama di Zangetsu,  stringendola forte. Tanto forte che presto il suo sangue la attraversò.

<< E’ la tua sentenza, Re >>.

Ichigo osservò l'immacolata lama di Zangetsu e sul suo metallo vide il  riflesso di ciò che era appena accaduto. Rivide l'uomo che pregava di essere salvato, ed una mano che con ferocia lo afferrava per il collo, E mentre guardava se stesso trafiggere il carcerato attraverso la lama di Zangetsu si ritrovò a provare uno strano senso di soddisfazione dentro di lui, quasi di euforia.

<< Apri gli occhi >>.

Nemmeno si era reso conto di averli chiusi, confuso guardò Hichigo, avvertendo uno strano brivido allo stomaco. Anche Zangetsu, ancora grondante di sangue.

Ichigo poggiò la schiena al muro e sorrise. Si guardò le mani e le vide tremare dall'eccitazione. Niente, poteva più ferirlo.

Si passò una mano sugli occhi e rise

<< Questo è... assurdo. Davvero incredibile. Tutto questo potere è sempre stato tuo? >>

L'Hollow scosse la testa, poggiando l'indice sul cuore del ragazzo.

<< Nostro, Ichigo. E si, lo è sempre stato>>.

Rise ancora, passandosi una mano sugli occhi.

Ripose Zangetsu sulle spalle e riprese a camminare.

Salì i gradini in silenzio, immerso nel buio...ascoltava l’eco dei suoi passi come la più dolce delle melodie. Non c’erano luci ne punti di riferimento, sapeva solo che doveva continuare a camminare e a salire, gradino dopo gradino, in alto verso l’uscita. E avrebbe rivisto il sole e il cielo e gli alberi e il verde. Era prigioniero solo da un giorno, ma era come se lo fosse stato per tutta la vita.

Ed eccolo, da lontano, un' arco di luce: l’uscita.

Chiuse gli occhi e fece il suo ultimo passo.

Quando emerse all’esterno fece un lungo e profondo respiro, come se fosse riemerso dal mare profondo. Riaprì gli occhi, la luce del sole lo abbagliò per i primi secondi, poi abituandosi si guardò intorno. Non c’era nessuno.

In lontananza, tuttavia, si udivano grida e schiamazzi, provenienti dal profondo della Soul Society.

<< C’è molta confusione >> disse Hichigo, poggiando il mento sulla spalla sinistra di Ichigo << Per adesso sono tutti impegnati con i soccorsi però se non ci muoviamo ci saranno presto alle calcagna >> iniziò a mangiarsi nervosamente l’unghia del pollice e Ichigo non poté fare a meno di notare quel gesto insolitamente “umano”.

<< Hai per caso paura? >>

L’hollow guardò Ichigo con tanto d’occhi, prima di scoppiare in una grossa risata fragorosa << PAURA??!? Questa...questa si che è bella!! >> si piegò in due, afferrandosi lo stomaco, gridò così forte che sembravano più grida di dolore che risate. Alzò lo sguardo su Ichigo dopo qualche secondo coprendosi la bocca con la mano << Dillo di nuovo ti prego! Ti scongiuro! >>.

Il ragazzo ghignò, scuotendo la testa << Lasciamo perdere >>.

Si voltò, riprendendo a camminare. Non era ancora certo di quale sarebbe stata la sua prossima mossa. A dire il vero si sentiva piuttosto confuso...era come se la sua mente si fosse improvvisamente svuotata di tutto ciò che prima la occupava. C’erano...molte più cose prima.

“Ma certo…” ricordò, improvvisamente “C’è...ci sono, Yuzu, Karin e...papà”. Sorrise teneramente al loro ricordo, dopotutto gli era rimasto ancora quel piccolo grammo di luce, dentro.

Ecco, loro sicuramente non lo avrebbero mai tradito. La famiglia serviva a questo. Certo si era dovuto allontanare, ma ora che finalmente era riuscito a controllare e acquisire tutto quel potere, non avrebbero più dovuto temere nulla. Ichigo alzò gli occhi al cielo e sorrise… << Si, capiranno >>.

<< Ne sei...così sicuro? >> il flebile sussurro di Hichigo parve quasi una carezza invisibile.

Il ragazzo si voltò, indignato << Non dire stronzate, chiaro? Non pensarle nemmeno! Sono l’unica cosa che mi rimane, e se ho fatto tutto questo >> indicò stesso e poi Hichigo << E’ solo per loro, PER LORO CAPITO!? Mi faranno entrare in casa mia e mi sorrideranno, e mi accetteranno, e se gli Shinigami proveranno a fare loro qualcosa io…! >>

<< Eppure! >> lo interruppe Hichigo, piegando la testa di lato << Saranno così preoccupati che inizieranno a fare domande, non è vero? >> rise, chiudendo gli occhi e iniziando a parlare con la voce distorta, acuta <<  “Dove sei stato, fratellone? Perché hai le mani sporche di sangue?”   Cosa gli dirai? Mn? Lo farai Ichigo? Gli dirai cosa sei diventato? >>

Il ragazzo rise, non aveva il minimo dubbio dentro di se, in fondo adesso era molto più forte, indipendente dal controllo degli Shinigami e della Soul Society. Non era un mostro...o almeno, non nell’aspetto.

<< Certo! >> rispose, sorridente

<< Oh! >> esclamò l’hollow << Impressionante, e...accidenti, immagino il tuo papino. Sarà proprio orgoglioso del suo ragazzo vero? Lui sai, così fedele a tutto questo >>. Allargò le braccia, ed una folata di vento lo attraversò, trascinando con se l’odore di sangue e terra.

<< So cosa stai facendo >> ghignò Ichigo, incrociando le braccia << Non mi spezzerai con le tue stupide supposizioni e te lo dimostrerò. E poi quel bastardo era solo feccia >>.

Hichigo spalancò gli occhi, euforico come non mai. Sorrise, leccandosi le labbra. << Sfida accettata,Re.  Ecco, sono proprio curioso...si! >> Alzò la mano sinistra, portandola proprio a un centimetro dal naso di Ichigo, congiunse l’indice e il pollice, sembrava volesse afferrare qualcosa nell’aria. Le spostò verso di se, come se stesse tirando un filo << Zac! >> esclamò, mimando con la mano destra il taglio di una forbice. Prima che Ichigo potesse fare domande al riguardo l’hollow, saltellando, si allontanò di qualche metro << Ti conviene fare in fretta >> sussurrò << Abbiamo visite! >> e, improvvisamente, scomparve.

Ichigo udì delle voci, e dei passi. Un gruppo di quindici, forse sedici Shinigami si stava avvicinando velocemente. Non ebbe tempo di evitarli, e questi, alla vista del ragazzo si paralizzarono. Per un breve momento sembrarono non credere ai loro occhi, evidentemente erano stati mandali li per sorvegliare e controllare la situazione delle prigioni, e con il caos che si era creato nel Seireitei l’ultima cosa che  si aspettavano un evaso.

<< Tu! >> gridò uno di loro, ridestando improvvisamente il gruppo e sguainando la zampakuto << Kurosaki Ichigo! Fermo dove sei! Non sei stato ancora rilasciato e evadere in questo modo può essere punibile con la morte. La Soul Society è attualmente isolata e non hai alcun modo di fuggire! Non opporre resistenza! >>.

<< C-come è riuscito a uscire? >> sussurrò uno di loro.

Ichigo valutò per un momento se valesse o meno la pena di affrontarli, decise di no e, afferrando Zangetsu, fendette l’aria con un unico colpo, che sibilò come un serpente.

<< FERMO!! >> gridò lo stesso Shinigami << Non hai sentito? Non puoi scappare! N-non... >>

Non ebbe modo di aggiungere altro. Li dove Zangetsu l’aveva tagliata, l’aria crepitò e si distorse. Piccole scintille crepitarono e, lentamente, uno spiraglio nero come il carbone si aprì: un passaggio per il mondo umano.

<< Impossibile!! >> esclamarono gli Shinigami.

<< Dobbiamo fermarlo! >> uno di loro, sfoderando la sua zampakuto, si scagliò contro Ichigo.

Alcuni suoi compagni cercarono di trattenerlo ma non furono abbastanza veloci. Lo Shinigami, ad un passo da Ichigo, ebbe appena il tempo di alzare il braccio, prima che un guizzo bianco attraversasse la coda dell’occhio. Provò una strana fitta alla spalla sinistra e quando, inorridito, voltò lo sguardo per capirne la fonte, notò con orrore che il suo braccio sinistro giaceva almeno cinque metri lontano da lui. Gridò in modo disumano, inginocchiandosi e stringendosi la spalla che grondava sangue, ininterrottamente.

Ichigo lo calciò nella schiena scaraventandolo lontano.

I compagni corsero in aiuto dello Shinigami ferito, guardando con orrore Ichigo.

<< Sei pazzo! >> gridò uno di loro.

Il passaggio era quasi aperto e Ichigo, nel sentire quelle parole sorrise e guardò gli Shinigami

<< Voi mi credete pazzo. Ma non è così, anzi è proprio il contrario. Sono guarito. Prima si, si che ero folle e cieco e muto. Ora non lo sono più!! Non capite? Guardatemi!  >> allargò le braccia in un gesto plateale, come a indicare qualcosa che avesse addosso, ma che gli altri non vedevano << Libero >>.

Non disse altro prima di attraversare il portale e ritrovarsi finalmente a Karakura. Era tardo pomeriggio, l’aria fresca e pulita. Fu come un toccasana. E pochi passi più avanti, eccola...casa sua.

Dovette trattenersi dal correre e dal scaraventarsi sulla porta con tutte le sua forze. Invece si fermò, fece un respiro e sorrise.

<< Sono a casa >> espirò, aprendo la porta.

L’immagine che si aprì davanti ai suoi occhi fu piacevolmente famigliare e calorosa. Yuzu davanti ai fornelli, intenta a preparare la cena, Karin seduta sul divano leggeva annoiata una rivista. Sarebbe stato tutto perfetto, se solo un minuscolo dettaglio non incrinasse quel momento perfetto. Ed era Isshin, la crepa più grande. In seguito avrebbe notato altri piccoli dettagli, come i movimenti lenti e stanchi di Yuzu nel maneggiare i coltelli e gli occhi di Karin, che se pur diretti alle parole della rivista, erano invece persi nel vuoto.

Suo padre, seduto sul tavolo, osservava il cellulare. Sembrava avesse appena letto qualcosa di incredibilmente importante...o terribile. A seconda di chi stesse guardando. Ma Ichigo conosceva bene suo padre e l’espressione di orrore mista a paura, che per un millesimo di secondo gli attraversò gli occhi, riuscì a intravvederla, anche se coperta subito dopo da una maschera che esprimeva solo sorpresa.

Chiuse velocemente il cellulare, stringendolo in mano, prima di alzarsi.

“Lo sa!” gridò Hichigo, nella sua testa. Ichigo tentò di ignorarlo.

Le sorelle, voltandosi, saltarono gioiose e corsero insieme ad abbracciare il fratello. Ichigo le strinse dolcemente a se, accarezzando i capelli di Yuzu con tenerezza e pizzicando il naso a Karin.

<< Fratellone! >> pianse Yuzu, commossa << Ero così preoccupata! Questa mattina...sei scomparso così all’improvviso! >>

Ichigo annuì, dispiaciuto << Scusatemi >>

Karin gli diede un leggero pugno sul braccio << Se proprio devi marinare almeno dillo prima, invece di darci tante rotture! >>

<< Avevo alcune cose importanti da sistemare >> e nel dire questo, Ichigo alzò lo sguardo verso suo padre. Che ora lo guardava con serietà e durezza. Sembrava agitato, e il suo sguardo vagava veloce tra le sue figlie e le mani del ragazzo, come se da un momento all’altro si dovessero stringere attorno al collo delle sue bambine. Come se stessero impugnando delle lame taglienti, invece che delle carezze.

Ichigo abbassò lo sguardo, sorridendo mesto. Non c’era niente di cui aver paura.

<< Tu non hai niente da dirmi? Oyaji*? >>

Isshin strinse la mascella e poi i pugni, con forza << Karin! Yuzu! Venite qui! >>

Le sorelle guardarono di sbieco il padre, imbronciandosi.

<< Ma che ti prende papà? Ichigo è tornato! >>

<< Si che hai? >>

Isshin strinse gli occhi, severo, e le ragazze per un attimo si guardarono, confuse. Ichigo allora, inginocchiatosi dietro di loro, poggiò le mani sulle loro schiene, spingendole verso il padre.

<< Fate come vi dice >> sussurrò. Doveva assecondarlo per il momento, se voleva ottenere la sua fiducia.

Yuzu e Karin, titubanti, guardarono per un momento Ichigo, prima di avvicinarsi al padre che, non appena divennero alla sua portata, le prese per i polsi trascinandole dietro di lui.

Ichigo, scosse la testa e sorrise, prima di rialzarsi facendo leva sulle ginocchia.

<< Ichigo >> disse suo padre, serio << non ho intenzione di fare giri di parole o stupidi giochi. Sono tuo padre e per questo ho il dovere di essere chiaro e sincero con te. So tutto, di quello che è successo. Certo, ne sono venuto a conoscenza tardi e onestamente avrei voluto accorgermene molto prima. Tuttavia, la Soul Society ha fatto il suo dovere e per quanto spiacevole, tu hai la responsabilità di dare conto a loro quando qualcosa che ti riguarda va storto >>

Ichigo non rispose, sprofondò le mani nella tasche e abbassò lo sguardo, aspettando che continuasse.

<< Ho seguito tutti gli avvenimenti che si sono seguiti dopo il tuo arrivo alla Soul Society. Fino a che… >> Isshin esitò un momento, deglutendo << Fino a almeno un’ora fa...quando qualcosa è andato storto. Non ho più ricevuto aggiornamenti, o rapporti. E ora, proprio un secondo prima che tu entrassi, mi viene detto che una forza terribilmente maligna ha devastato tutta la Soul Society, proprio un’ora fa. E nonostante tutte le uscite e le entrate alla Soul Society siano chiuse, tu sei qui. Come me lo spieghi? >>

Ichigo storse le labbra, infastidito  << Mi hanno imprigionato >>

<< Così come doveva essere. Ichigo, le scelte che hanno preso sono in base alle tue azioni e mio figlio non fugge dalle sue responsabilità, non è così?  >>

<< Non c’era motivo! Non c’è assolutamente nulla che non va! Guardami! >>

Isshin fece un passo avanti << E io ti credo Ichigo! Proprio per questo saresti dovuto restare e dimostrarlo a tutti senza scappare così! >>

Il ragazzo agitò le braccia << Dimostrare a chi? A chi importa di loro! Oyaji noi non abbiamo bisogno di loro! Sono solo un ammasso di codardi e traditori! Io non avrei mai...mai fatto subire le stesse cose ai miei compagni! Non abbiamo bisogno di loro! E comunque, dopo oggi loro... >>

<< Dopo oggi? >> lo interruppe, il padre << Perché? Cosa è successo? >>

Ichigo rise << Niente di così importante >>

Suo padre lo guardò negli occhi, intensamente, e qualcosa parve colpirlo intensamente, in quel momento. << Cosa è successo Ichigo? >>

<< Perchè non vuoi fidarti di me? >>

Isshin allargò le braccia << Certo che mi fido di te...sei sangue del mio sangue e qualcunque cosa succederà da qui alla mia morte ti vorrò per sempre bene. Ma se io non posso aiutarti, se qualcosa ti sta facendo del male e io, maledettamente, non posso aiutarti, allora lascia che sia la Soul Society a farlo, per me! >>

<< Io non ho bisogno di loro...sono libero oyaji...lo siamo tutti per sempre! Sono tornato qui per questo, così non ci daranno mai più fastidio! >>

Lo sguardo di Isshin si indurì << E da cosa sei libero adesso? Devi accettarlo Ichigo, qualcosa ti sta imprigionando ragazzo, ma non è di certo la Soul Society o gli Shinigami! Ascoltati, questo non sei tu!>>

<< Non mi lascerò trattare come un cane. Sono io a decidere adesso! >>

Prima che Isshin potesse rispondere, il cellulare segnalò un nuovo messaggio. Il padre aprì lo schermo e, dal nulla, apparve Hichigo alle sue spalle. Evidentemente, a parte Ichigo, non erano in grado di vederlo poiché ne le ragazze ne suo padre reagirono in alcun modo.

Hichigo stava leggendo il messaggio.

“ Cosa dice?” chiese Ichigo, nella sua testa.

L’Hollow ghignò, divertito “Dice che a causa della tua fuga e del tuo reiatsu sono morte un po’ di persone. Che non hanno più tue tracce e…” Hichigo alzò lo sguardo su Ichigo, sfoggiando un sorriso smagliate “...chiedono a tuo padre se ti ha avvistato!”

Ichigo guardò suo padre, trovandolo pallido come un lenzuolo, sembrava prossimo allo stramazzare a terra.

<< Oyaji >> chiamò Ichigo ed Isshin sobbalzò, alzando poi gli occhi, lentamente << Devi fidarti di me! Tu lo capisci vero? Sei mio padre...siete la mia famiglia! Ormai mi importa solo di voi. Dovete credermi, quello che ho fatto, non è niente! Loro sono già morti capisci? Tutti loro! Non sono come noi, non ha senso averne rimorso o cura! Oyaji… >> Ichigo allungò una mano, verso suo padre << Vieni con me! >>

Isshin abbassò di nuovo lo sguardo sul cellulare e chiuse gli occhi un istante. Prese un lungo, lunghissimo respiro e guardò suo figlio,con decisione.

“Mi dispiace” fu questo che Ichigo lesse negli occhi dell’uomo che si trovava di fronte.

Un attimo dopo Isshin inviò un mesaggio alla Soul Society segnalando la presenza di Ichigo nella loro casa.

<< Papà che cosa succede? >> sussurrò Yuzu.

“Pare che abbia vinto la scommessa” sibilò Hichigo

<< NOO!! >> gridò Ichigo, “Non è ancora finita!”

Tentò di avvicinarsi a suo padre, ma prima che potesse fare anche un solo passo, cinque possenti Shinigami, i più grossi che avesse mai visto, comparvero dal nulla devastando la cucina e rovesciando i mobili con la stessa forza di un terremoto. Lo immobilizzarono, buttandolo prima a terra e incatenandolo con una Kyūketsu: prima nelle braccia e poi intorno al collo. Queste gli ustionarono la pelle, lo strozzarono e per un secondo, lo accecarono.

“E’ finita!!!” gridò Hichigo “Liberati e andiamo via!! Con la forza che hai adesso è un gioco da ragazzi! Uccidili tutti!!!”

“N-no...non ancora! Non ancora!!”

Doveva tentare il tutto per tutto, se fosse stato tradito anche dalla sua famiglia, Ichigo sapeva che in lui non sarebbe rimasto altro che l’ombra dell’uomo che era stato fino al quel momento.

Gli Shinigami lo alzarono e Ichigo, dimenandosi con le mani legate dietro la schiena,tentò di resistere alla forza degli uomini che tentavano di trascinarlo via.

Le sue sorelle, confuse e spaventate, guardavano la scena protette dalle braccia del padre, che le manteneva a distanza.

<< Oyaji!! Non farlo Oyaji!!! >> gridava Ichigo, disperato << Non puoi farmi questo! Fidati di me, ti prego! Sono tuo figlio!! TUO FIGLIO!!! >>.

Isshin lo guardava negli occhi, ferito come non mai. Tuttavia, invece di correre in soccorso di suo figlio, chiuse gli occhi affranto, e voltò lo sguardo, stringendo le sue bambine.

Ichigo spalancò gli occhi, sotto shock, e per qualche secondo il suo mondo divenne un pozzo oscuro e melmoso.

E capì, finalmente, che non c’era più niente che potesse fare.

Liberò il suo potere, senza curarsi di controllarlo o reprimerlo.

Le catene si disintegrarono all’istante e gli Shinigami, scaraventati a terra, tentarono in un primo momento di scaraventarsi su Ichigo, che senza il minimo sforzo, li uccise uno ad uno con la sua Zangetsu bianca.

Isshin spinto contro il muro, guardava quella scena che sembrava essere nata da uno dei suoi peggiori incubi: il pavimento della sua casa, ridotto ad un’unica pozzanghera di sangue, le sue due figlie che piangevano e tramavano a terra, dietro di lui. E Ichigo, il suo Ichigo, troneggiante tra i cadaveri di cinque uomini innocenti.

Quell’uomo, con una forza terrificante, incalcolabile, mosse i passi verso di lui. Isshin, pur pietrificato dal terrore mosse un passo all’indietro, non trovando via di fuga nel freddo muro che gli parava la strada.

Ichigo si avvicinò moltissimo, ed allungò una mano verso il collo di suo padre. Ed Isshin, in quell’istante, credette davvero di trovarsi in un incubo orribile. Guardò l’uomo che si trovava di fronte, trovando nei suoi occhi una luce terrificante, maligna e mostruosa. E si rese conto, che il dolore più grande, straziante, era rendersi conto che quegli occhi, che quella presenza lo stavano terrorizzando più della morte. Ed appartenevano al suo bambino. Al suo piccolo prezioso Ichigo, che aveva visto nascere, crescere, ridere, piangere. Che aveva visto tra le braccia amorose e dolci di sua moglie. A cui aveva rimboccato le coperte, a cui aveva fatto i primi vaccini, orgoglioso nel vederlo stringere i denti mentre la siringa gli feriva la pelle.

Ed era proprio li, di fronte a lui, lo stesso Ichigo.

“Che cosa ho fatto?” pensò, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

La mano di Ichigo, allora, si arrestò.

Guardò l’uomo che era stato suo padre e si allontanò verso la porta, ritirando Zangetsu sulla sua schiena.

<< I-Ichigo! >> balbettò Isshin, cadendo in ginocchio. Il reiatsu di Ichigo sembrava avergli prosciugato le energie << Aspetta Ichigo...tu..tu sei...io >>

Il ragazzo si fermò proprio sotto lo stipite della porta, ne accarezzò il legno, lentamente.

<< Questa >> disse con freddezza << Non è più la mia casa...e voi, non siete più la mia famiglia >>.

Isshin guardò la schiena di Ichigo fino all’ultimo secondo prima di cadere a terra, immobilizzato. Pianse con disperazione e dolore, per ore e ore. E solo più tardi si sarebbe reso conto che, involontariamente, aveva dato inizio a un evento catastrofico.


“Ma aveva un cuore, quell’ombra, e non poteva amare; aveva denari, quell’ombra e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa, ma per pensare e comprendere ch’era la testa di un’ombra, e non l’ombra d’una testa”

 

In pochi minuti Ichigo raggiunse il tetto di un edificio, c’era silenzio e chissà come il mondo sembrava essersi fermato solo per lui.

Lo aveva fatto.

Aveva, infine, abbandonato quella casa.

Cosa gli restava ora? Niente. Chi c'era con lui, per lui? Nessuno. Poteva avere senso una vita vissuta solo per se stesso?

Una profonda tristezza invase l’animo di Ichigo, che stringendosi gli abiti all'altezza del cuore, guardò Hichigo negli occhi.

<< Tu non mi abbandonerai, vero? Non mi lascerai indietro perchè non ti servo più o perchè mi hai ingannato >> i suoi occhi, sofferenti come non mai, sembravano prossimi alle lacrime.

" Eccolo " pensò l'Hollow " Il piccolo Ichigo, intrappolato in un corpo da uomo ".

<< Come potrei... >> rispose, con un sussurro << Anche un ombra, per quanto grande e forte, ha bisogno del sole e di un corpo per esistere. Ed io, senza di te, non esisto Ichigo. Insieme, siamo più completi di quanto tu possa immaginare >>.

Il ragazzo annuì, guardandosi alle spalle. Vide la sua ombra e si chiese se unendosi ad essa si sarebbe finalmente sentito completo.

<< Un corpo... un ombra >>.

Si distese a terra, avvertendo le luci del tramonto colpirlo nel viso.

Chiuse gli occhi ed appoggiò la mano sinistra sul suo cuore. Chissà come poteva avvertirne i battiti, sul palmo della sua mano. Come delle carezze.

Desiderò con forza che non gli facesse più male e, aprendo gli occhi, vide Hichigo accanto a lui poggiagli una mano sul petto. Questa inspiegabilmente lo attraversò, ma non avvertì alcun dolore, solo una leggera sensazione di freddo.

Hichigo sorrideva << Lascia che porti io questo peso, per te >>.

Stretta sul palmo della mano e grande come il suo pugno, l'Hollow estirpò una luce dal petto di Ichigo, che avvertì il corpo alleggerirsi.

<< Riposa adesso, domani sarà un gran giorno >>

Ichigò annuì, tenendo fisso lo sguardo sulla luce. Poi, lentamente, le palpebre gli si abbassarono, e chissà come avvertì il battito di un cuore, risuonare attraverso la luce.



 

“Allora la sentii come cosa viva, e sentii dolore per essa, come se il cavallo e le ruote del carro e i piedi de’ viandanti ne avessero veramente fatto strazio. E non volli lasciarla più lì, esposta, per terra”.

 

*Oyaji: un modo un po’ rozzo di dire papà, usato soprattutto dai ragazzi

 

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Capitolo 11
*** Alba ***


Alba

 

<< AHHHHH!!! >> gridò Rukia, inorridita, aprendo finalmente gli occhi.

Un dolore, atroce, pulsava nelle sue tempie. Così che anche il più piccolo spiraglio di luce le feriva gli occhi, accecandola.

Tastò il pavimento intorno a lei trovandolo morbido, capì di essere adagiata su un futon. Delle mani la bloccarono sul pavimento e, quando l’ansia sembrò prossima allo scaturire in lei più forte che mai, una voce la tranquillizzò, con sicurezza.

<< Rukia, non ti agitare, va tutto bene sei al sicuro >>.

La shinigami voltò lentamente lo sguardo, faticando ancora molto ad abituarsi alla luce. Sentiva come se avesse corso dentro quel tunnel per giorni.

Riconobbe Renji inginocchiato al suo fianco e Byakuya poco più lontano.

<< Renji...Nii-sama...cosa, cosa è successo? >>

<< Vacci piano ok? >> sospirò Renji, allontanandosi e riprendendo posto accanto al futon << Come ti senti? >>.

La ragazza si portò una mano alla fronte, la testa che le doleva ancor più di prima.

<< Come se qualcuno mi avesse trafitto la nuca con un pugnale >>

Renji scosse la testa, sospirando << Temevamo non ti svegliassi più...dormi da due giorni ormai >>.

<< Due giorni… >> ripeté Rukia,con un sussurro. Ed ecco, improvvisamente e come un fulmine a ciel sereno tutti gli avvenimenti accaduti alle prigioni tornarono alla sue mente. Balzò seduta, scattando come una molla, incurante del dolore lancinante che quel movimento improvviso le procurò.

<< Ichigo!! >> gridò, ricevendo per risposta uno sguardo affranto da parte del compagno. Rukia si portò una mano sul cuore, e Renji capì subito quale era la domanda che aleggiava nella mente dell’amica. Strinse i pugni, e sembrò dovette dare fondo a tutte le sue forze, per riuscire a  formulare le parole che sospirò, tutte d’un fiato.

<< Nelle prigioni sono stati ritrovati venti corpi, erano tutti nello stesso piano della cella di Ichigo. Non presentavano ferite erano, semplicemente...vuoti. Penso non se ne siano nemmeno resi conto. Poi ne abbiamo trovato un' altro, pochi piani più in alto e...non è stato un bello spettacolo. Altri cinque shinigami, che hanno tentato di fermalo...non ce l’hanno fatta.Dei feriti non abbiamo un numero preciso...e non credo lo avremo presto >>.

“ Ventisei vittime…” pensò Rukia coprendosi la bocca, inorridita “Ichigo ha ucciso, ventisei uomini?”.

<< Rukia >> chiamò serio, la voce di suo fratello. La ragazza alzò tremante lo sguardo, sul suo Capitano, ancora incredula sulle parole appena udite << Avremo il tempo, più avanti, di compiangere i caduti. Adesso dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul problema più grande e sulla sua risoluzione. Per quello che ne sappiamo tu sei l’ultima ad averlo visto qui alla Soul Society, dobbiamo sapere cosa hai visto alle prigioni. Ogni dettaglio è fondamentale >>.

Rukia deglutì con forza e chiuse gli occhi. Doveva riprendersi, doveva combattere la paura e concentrarsi sul recupero del suo amico. Non poteva arrendersi, non doveva fermarsi.

Riaprì gli occhi, decisa.

<< Quando sono arrivata era ancora dentro la cella. Stava facendo a pezzi la Kyūketsu

a mani nude. Ho cercato di parlagli e lui, ha...ha piegato le sbarre >> il dolore alla testa aumentò all’improvviso, nel ricordare,si afferrò i capelli tentando di focalizzare i suoi ricordi   << Parlava di qualcosa, sul fatto che non dovesse più preoccuparsi della nostra incolumità...che aveva trovato una soluzione. Poi, mi ha afferrata per i capelli e...ah! >> gridò, stringendosi il capo << La mia testa >>.

<< Coraggio Rukia >> disse Renji, poggiandole una mano sulla spalla << Che altro? Ricordi come ti sembrava? Che idea ti ha dato? >>.

Rukia ricordò della sua sensazione, nel guardarlo negli occhi << Era pacato, tranquillo. Nii-sama! >> gridò verso il fratello, sapendo che presto avrebbe riferito le sue parole anche a tutti gli altri capitani << Ichigo non sembrava controllato da qualcosa. Nei suoi occhi c’era certamente lo stesso uomo che ci ha accompagnati fino ad oggi.  Era sempre lui però, però… >>

<< Sembrava avesse aperto gli occhi per la prima volta >> terminò Byakuya, serio.

Rukia annuì ed il fratello si allontanò subito dopo, convocando un assemblea dei capitani.

<< Il padre di Ichigo >> fece Renji, poggiando stancamente le braccia dietro di lui << Ha detto più o meno le stesse cose che hai detto tu. Diceva che quello era suo figlio, senza alcuna ombra di dubbio >>.

La shinigami spalancò gli occhi, sorpresa << Ichigo è riuscito a tornare nel mondo umano? >>.

<< Già...anche se per poco. È tornato a casa sua e Isshin-san... quel poveretto. Non si è ancora ripreso. Continua a disperarsi! A dire che è tutta colpa sua è che gli dispiace. Lo ripete di continuo… >> scosse la testa << Non lo biasimo. Quei poveri shinigami...morti per mano del figlio, proprio in casa sua >>.

Ci fu un momento di silenzio. Rukia ripensò a come il potere di Ichigo l’avesse intrappolata in quell’incubo terribile e rabbrividì all’idea di come sarebbe potuta finire se non fosse mai riuscita a sfuggirgli. Per un momento la sua decisione vacillò...poteva davvero salvare Ichigo da qualsiasi cosa gli fosse capitata? Ne avrebbe avuto la forza necessaria?

Si spaventò nel rendersi conto che non aveva risposta a quelle domande.

<< Dov’è? >> sussurrò la shinigami << Dov’è Ichigo, adesso? >>

Renji si portò una mano stretta a pugno sulle labbra, pensieroso. Restò in silenzio qualche secondo, prima di spostare lo sguardo su Rukia.

<< Non lo sappiamo >> disse << Lo abbiamo perso prima ancora di arrivare a Karakura. È...scomparso nel nulla >>.

 

~~~

Ichigo sentì un fracasso infernale intorno a lui e la cosa lo infastidì, terribilmente.

Era stufo di svegliarsi in modi e posti così assurdi; prima in un palazzo abbandonato, poi in una cella, che altro mancava?

Aprì pigramente gli occhi ed una voce meccanica si propagò nell’aria. Piegò la testa a destra e a sinistra distinguendo solo un' infinito fiume di persone che lo circondavano. Sbatté gli occhi confuso e diede un’occhiata anche a se stesso: era seduto su una panchina in metallo, indossava vestiti che non ricordava di aver mai posseduto e sulla sua testa era calata la visiera di un cappello da baseball.

Notò che le persone intorno a lui si muovevano frenetiche, e la maggiorparte di loro si trascinava dietro valigie o trolley da viaggio. Sembravano degli zombi con i para occhi, tutti fissi sui loro smartphone o con il naso all’insù verso i tabelloni pubblicitari. Un fischio, acuto, gli trapassò i timpani e alla fine capì: era in una stazione dei treni.

“Dormito bene?” disse una voce.

Ichigo voltò lo sguardo e vide Hichigo seduto proprio accanto a lui, le gambe incrociate e le braccia aperte, appoggiate sulla spalliera della panchina. Sorrideva e aveva l’aria più tranquilla di questo mondo.

<< Dove siamo? >> chiese il ragazzo, sfregandosi gli occhi. Sentì che le sue mani odoravano di...terra? No non era proprio terra, sembrava…

“Tokyo” rispose Hichigo, interrompendo i suoi pensieri.

<< Tokyo!? >> gridò il ragazzo, attirando l’attenzione di un paio di passanti << E come sono arrivato a Tokyo? Quando? >>.

Hichigo gnignò, scuotendo la testa << Ti ci ho portato io >>

<< Ma certo è ovvio! >> disse ironico, Ichigo, battendosi le mani sulle gambe << Ti spiacerebbe dirmi come? >>.

L’hollow spalancò gli occhi e poi scosse la testa, indignato << Chi pensi si sia occupato di far perdere le nostre tracce mentre tu facevi un bel sonnellino mn? Il sottoscritto, e tante grazie, stronzo! >>.

<< Argh! Smettila! Ho capito! >> Ichigo si tirò su a cercò l’uscita della stazione << Non ti facevo così piagnucolone >>.

Urtò vari passanti e salì un paio di rampe di scale prima di riuscire a farsi strada tra la gente.

<< Non mi piace >> disse il ragazzo, schioccando la lingua << nemmeno un po’ >>.

Tokyo era più rumorosa di quanto immaginasse, e affollata...terribilemente affollata, tanto che gli sembrava di soffocare in mezzo a tanta gente. Le insegne luminose lo accecavano, nonostante fosse mattino inoltrato. I profumi delle bancarelle e dei ristoranti ammassati ai lati della strada lo stordivano, ed il chiasso del traffico gli trapassava il cranio.

<< Dobbiamo fare tutto con ordine >> sussurrò l’hollow, prendendolo sotto braccio << È così che devi fare le cose se le vuoi fatte bene. Non lo sapevi? Eh? Non è questo il tuo stile? >>.

<< Nah >> rispose quello, guardando con orrore la mole di gente che si stava pian piano accumulano ai piedi di un semaforo.

Certo doveva ammettere che non era stata una cattiva idea; spostarsi in città avrebbe fatto si che gli shinigami faticassero a percepire il suo reiatsu.

Con la coda dell’occhio adocchiò un giornale, tenuto in mano da un tizio in giacca e cravatta, tirato a lucido come un manichino.

“Ehi ehi!!” pensò Ichigo, strabuzzando gli occhi. Afferrò il giornale strappandolo di mano al tizio; questo fece per ribattere ma non appena il suo sguardo incrociò quello di Ichigo, filò via come il vento e a testa bassa.

“Ma che giorno è??” evitò di urlare i suoi pensieri, così li tenne per la sua testa, certo che Hichigo potesse sentirli.

“Cos’é non sai più leggere?”

Ichigo attraversò la strada e buttò il giornale in un cestino, incredulo “Ci abbiamo messo tre giorni ad arrivare a Tokyo?!?! Mi prendi in giro??”

“Ti sbagli, ci ho messo solo una notte”.

Ichigo si fermò, guardandolo negli occhi “Sul giornale c’è scritto-”

“Ehi” l’hollow lo afferrò per le spalle, guardandolo intensamente. In qualche modo la vista di Ichigo si offuscò, i suoni scomparvero così come la folla che lo attornava. Per un momento ebbe l’impressione di galleggiare, la voce di Hichigo era potente e sovrastava ogni cosa.

“Siamo arrivati a Tokyo questa mattina, hai dormito solo per una notte, capito?”.

Ichigo annuì, lentamente “Si…ho capito”.

Le mani di hichigo scivolarono via lentamente dalle spalle di Ichigo, che dovette aspettare qualche secondo prima di tornale completamente lucido. Scolle la testa ed espirò, provando uno strano brivido lungo la schiena.

“Allora!” fece l’hollow, battendo le mani “Che si fa?”

La verità era che non aveva ancora ben chiaro il suo scopo da li in avanti.

Non gli interessava il controllo della Soul Society, tuttavia non aveva minimamente intenzione di vivere da fuggiasco. Quindi, quale era la soluzione più adatta?

“Forse…” pensò il ragazzo “Potrei trovare un modo per isolare per sempre la Soul Society…”.

<< Banale!! >> sbottò Hichigo, apparendo proprio a un centimetro dal naso di Ichigo << E comunque faresti più danni al mondo umano che a loro!! >>.

Il ragazzo storse le labbra e riprese a camminare con le mani sprofondate nelle tasche.

“Certo…” pensò “Gli hollow inizierebbero ad accumularsi e scoppierebbe il caos, ma nella Soul Society gli effetti sarebbero ridotti”.

Calciò una lattina che, rotolando, andò a finire sulla testa di un ragazzo, in divisa scolastica appartato insieme ad altri quattro tipi in un vicolo. Non avevano l’aria di essere esattamente dei “bravi ragazzi”, fumavano nonostante fossero chiaramente minorenni**, ed Ichigo potè scorgere dei coltellini, nascosti sotto le camicie.

“Patetici” pensò, prima di continuare per la sua strada

<< Ehi! >> fece uno di quelli, afferrando Ichigo per la spalla << Ehi bastardo dico a te! >>.

Il ragazzo si voltò lentamente, tirando appena su la visiera del cappello, il tipo doveva avere diciassette, forse diciotto anni. Puzzava di sake e tabacco; i capelli erano di uno strano colore, un misto tra viola e azzurro, segno di un tentativo di tingerli finito a male. Teneva il mento alto e mostrava i denti come un cane randagio.

<< Problemi? >> chiese Ichigo.

<< Mi prendi in giro? Colpisci il mio capo e ti permetti di andartene senza chiedere scusa? Ah? Dove sono le tue buone maniere? >>.

Il capo a cui si stava riferendo, era un tipo rintanato nelle retrovie, alto e rasato a zero. Aveva tanti piercieng sulle orecchie che non riuscì neppure a contarli, e teneva sulle spalle una mazza da baseball. Anche lui come l’altro, teneva il mento alto, e lo sguardo di sbieco.

<< Oh… >> fece Ichigo, sorridendo << Scusa, amico, ti avevo preso per un cestino dell’immondizia >>.

Gli altri tre, alzandosi da terra, lo insultarono e sputarono ai suoi piedi.

<< Adesso ti sistemiamo! >>. Prendendolo per il colletto, lo trascinarono nel retrobottega di un negozio di Ramen, spintonandolo contro il muro. Lo accerchiarono, tirando fuori i coltellini e alcune bottiglie trovate per terra << Tornerai a casa su una sedia a rotelle! >>.

Non era la prima volta che gli capitava; ohh ne aveva fatte tante di risse con tipi come quelli. Così tante che aveva perso il conto;

“Se per esempio…” pensò Ichigo, “Questo fosse l’esercito della Soul Society, come dovrei comportarmi?”

Hichigo rise sommessamente, dietro di lui.

<< Dovrei, colpire i più deboli, per primi? >> questa volta non si curò di nascondere i suoi pensieri, e ti teppisti lo guardarono confusi.

<< Parli da solo adesso, stronzo? >> uno dei tizi alzò la mano armata di coltellino, prima che potesse riabbassarla, Ichigo lo afferrò per il polso, la piegò in modo innaturale e, con uno strattone, la ruppe. Nell’aria si avvertì prima un sonoro crack e poi, le urla del ragazzo. Messo a tacere con un poderoso calcio allo stomaco.

<< MALEDETTO!!!! >> gridarono, i compagni.

<< Questo, da modo agli alleati di organizzarsi, di serrare le fila. Inoltre, bisogna considerare lo stato emotivo, la voglia di riscattare i compagni persi...dunque...forse. Colpire il generale, è la mossa giusta? >> guardò il tizio rasato e sorrise. Questo fece un verso simile a un grugnito, digrignò i denti e caricò con una forza inaudita su Ichigo.

<< Basta parlare!! >> gridò, schiumante di rabbia.

Ichigo scansò a pelo la mazza da baseball, tanto che avvertì lo spostamento d’aria sul naso, colpì il gigante sulle ginocchia, che stramazzò a terra, e con un pugno lo colpì dritto sul naso. Sentì le ossa del ragazzo frantumarsi sotto le sue nocche, piegandosi e sgretolandosi come burro.

Disperato il tizio si portò le mani sul viso, dove ora sgorgava copioso sangue vivo, misto a lacrime e saliva.

Infine, con una gomitata sul collo, Ichigo lo mandò definitivamente al tappeto, il tutto in meno di un battito di ciglia.

Il resto del gruppo, ancora incredulo, indietreggiò lentamente; lasciarono cadere i coltelli e le bottiglie.

<< Ecco, vedi? I sottoposti, senza le loro guide, si scoraggiano, perdono fiducia e soprattutto, una ragione per cui lottare. Che sia, difendere la propria casa o approfittare di qualcuno che può compensare alla tua mancanza di forza, o carisma >>.

<< Andiamocene!!! >> gridarono i ragazzi, incespicando e correndo via come il vento.

Ichigo ghignò, camminando lento. Le mani in tasca e il berretto calato sugli occhi.

<< Tuttavia, bisogna considerare altri elementi. Trattandosi di un gruppo che comprende un altissimo numero di membri, le probabilità che ci sia più di una figura di comando sono alte. E, dando la possibilità ad un gruppo di sopravvivere da l’occasione agli altri capi di preparare una rivincita...quindi… >>

<< EHI!!! >> sbottò l’hollow, spingendolo appena sulla schiena << Questa cosa inizia a diventare noiosa!! Qual’è il punto qui?!? >>.

Ichigo rise, scuotendo la testa. Fece un piccolo salto balzando, leggero come l’aria, sul tetto del negozio. Chiuse gli occhi e respirò a fondo, concentrandosi. Selezionò i suoni che lo raggiungevano, così come i profumi, le sensazioni. I reiatsu. Li isolò e, lentamente li esaminò uno ad uno. Sorrise quando, finalmente, localizzò il suo obbiettivo.

“ A ore sette” pensò “L’edificio grigio e blu”.

Scomparve una seconda volta, confondendosi nell’ombra. Riapparve un attimo dopo su delle scale di servizio del palazzo accanto. Steso pancia a terra, su un pianerottolo, si trovava uno shinigami; era agitato e sbirciava tra le fessure di ferro dei gradini le strade sottostanti.

“Ci ha seguiti?” chiese Ichigo, incrociando le braccia.

“Ne dubito” rispose l’hollow “Doveva essere già di guardia in questa zona ancora prima del nostro arrivo. Immagino abbiano dato a tutti gli shinigami presenti sul mondo umano l’ordine di cercarti”.

Ichigo sorrise soddisfatto, leccandosi le labbra.

“Ottimo. Questo mi aiuterà nella mia idea”.

Portandosi una mano sul viso, Ichigo tramutò dal nulla la sua maschera di hollow. La percepì leggera sul suo viso, come mai lo era stata. Era come se si fosse adagiata un piuma, sulla sua pelle. Piacevole e morbida come la seta.

Gettò a terra il cappello e si avvicinò, silenzioso come un’ombra.

<< Maledizione… >> sibilò lo shinigami, tra i denti << Forse mi sono sbagliato >>.

<< Oh no >> rispose una voce gutturale, distorta << Mi hai trovato >>.

Lo shinigami impallidì come un lenzuolo e prima ancora che potesse tirarsi su, la mano di Ichigo si strinse con forza sul suo collo. Lo alzò da terra come se fosse una piuma, e lo shinigami, boccheggiando, tentò di liberarsi dimenando le gambe e stringendo con forza il polso di Ichigo.

<< Devi fare una cosa per me. Devi mandare un messaggio alla Soul Society da parte mia, capito?  >>.

<< T-ti prego >> balbettò l’uomo, impallidendo sempre di più << N-non uccidermi, n-non r-iesco a… >>.

Ichigo avvicinò il volto dello shinigami al suo. Vide il riflesso dei suoi occhi in quello dell’uomo: neri e dorati, come globi di fuoco. Ne rimase ammaliato per qualche istante.

<< Ti ho fatto una domanda >> dissero, le labbra di Ichigo e per un momento il ragazzo non capì se fosse stato lui a parlare o Hichigo.

Lo shinigami, ormai prossimo allo svenire, trovò appena la forza di annuire, prima che Ichigo lo lasciasse cadere. Tossì con forza, afferrandosi la gola. Aveva le lacrime agli occhi e le vene sulle tempie pulsavano a fior di pelle.

Guardò Ichigo, tremante, le mani di fronte lui come a volersi proteggere.

<< Molto bene. Fai in modo che arrivi a tutti >> sussurrò Ichigo.

<< Q-qual'è il m-messaggio? >> balbettò.

Ichigo rise e la sua voce distorta suonò come un canto di terrore.

<< Tranquillo, saprai cosa dire! >>.

Afferrandolo per il kimono Ichigo lo attirò a se guardandolo dritto negli occhi. Penetrò nella sua mente, devastandolo con una mole immensa di reiatsu. Ne assorbì i ricordi, le sensazioni, tutto. Afferrò ogni sentimento positivo sradicandolo via insieme alle radici, e lasciò solo la paura.

La mente dell’uomo collassò, schiacciata dallo shock e dal terrore. Cadde a terra, gridando e afferrandosi i capelli biondi. Si dimenò nel suolo, piangendo e biascicando parole incomprensibili.

 

Ichigo lo colpì in modo che perdesse i sensi, lasciandolo li, a terra.

<< Uh uh~ >> cantilenò Hichigo, poggiandosi su Ichigo << Un messaggio di paura, interessante >>.

Ichigo rilasciò la sua maschera hollow, che scomparve come un respiro, e riafferrò il suo cappello.

<< Li avveleneremo dall’interno >> disse, esuberante << Spargeremo il terrore in modo tanto profondo che non sapranno nemmeno cosa aspettarsi e poi… >> schioccò le dita << Li faremo cadere pezzo per pezzo >>.

Hichigo rise, freneticamente e balzando di fronte a lui lo guardò negli occhi << Così mi viene voglia di abbracciarti! >>.

Il ragazzo scosse la testa << Non ci sperare! >>.

Scese le scale e drizzò lo sguardo << Ora, mangiamo. Poi...si ritorna a lavoro. C’è qualche hollow in zona? >>.

<< Tuuutti quelli che vuoi!! >>.

Camminarono per i vicoli, l’uno accanto all’altra. Hichigo, ad un tratto iniziò a fischiettare, Ichigo ci mise meno di un attimo a riconoscere le note di una filastrocca che cantava da bambino. Hichigo iniziò perfino a recitarla, evitando per sua fortuna di cantarla.

<< Kagome kagome ... L'uccello è nella gabbia! Quando, oh quando morirà? Nella notte dell'alba la gru e la tartaruga cadono . Chi è il mostro dietro?*** >>.

Ichigo rise, guardandolo storto << Non fa così!! Hai sbagliato quasi tutte le parole! >>.

L’hollow strinse le spalle, beffardo << Allora? Tanto alla fine è sempre l’oni a dover correre >>.

Ichigo ghignò ed abbassò lo sguardo, per un secondo. Poi, stirachiandosi, si tirò su

<< E’ proprio vero >>.

 

*In Giappone quando si è indecisi se scegliere uno tra due si fa spesso così; si punta con l'indice uno dopo uno l'altro dicendo "do, chi, ra, ni, shi, yo, u, ka, na, ka, mi, sa, ma, no, i, u, to, o, ri !" e si sceglie quello che si indica per ultimo pronunciando l'ultimo "ri !". "Dochira ni shiyou kana ?" significa "quale prendo?" e "kamisama no iutouri" significa "faccio come indica dio". Sarebbe l’equivalente delle nostre conte.

** in giappone è contro la legge fumare prima di aver raggiunto la maggiore età.

*** “Kagome Kagome” filastrocca usata dai bambini. Su wikipedia se cercate è disponibile anche un file audio dove ascoltare l’originale con tanto di traduzione.

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Capitolo 12
*** Colui che sussurra mente ***


Colui che sussurra mente

 

<< Andiamo? >> chiese Renji, incrociando le braccia.

Era arrivato al Gotei all’alba, per non perdere un solo secondo non aveva ne mangiato ne si era cambiato d’abiti. Eppure sapeva che avrebbe trovato Rukia già pronta sulla soglia; con lo sguardo serio e le braccia lunghe sui fianchi. Se fosse stato un giorno qualsiasi si sarebbe lamentato del fatto che, ogni qual volta doveva incontrarsi con lei, aveva sempre l’impressione di arrivare in ritardo. Però quello non era un giorno qualsiasi, diavolo, forse nemmeno si ricordava cosa voleva dire un giorno normale, specialmente in quelle settimane.

<< Si >> sospirò Rukia, avviandosi prima di lui.

Era stanca, come lui... come tutti.

Ichigo era scomparso da tre settimane lasciandosi dietro “briciole”, se così si potevano chiamare quei poveri shinigami moribondi. Lo schema era sempre lo stesso: uno shinigami di pattuglia segnalava un avvistamento, i rinforzi raggiungevano la zona e al posto del ragazzo trovavano uno shinigami in fin di vita.

Pareva volesse giocare con loro; l’impressione era che si facesse trovare di proposito solo per poter scappare all’ultimo secondo.

Gli indizi erano scarsi e i suoi movimenti imprevedibili. Si spostava in continuazione e mai nello stesso posto. Il primo avvistamento era avvenuto a Tokyo. Il secondo due giorni più tardi a Sapporo e, una settimana più tardi, in un piccolo paese della prefettura di Kagawa. Era snervante e gli Shinigami erano nervosi, oltre che spaventati, nessuno sapeva chi sarebbe stato il prossimo.

Ne Renji ne Rukia erano a conoscenza dello stato effettivo in cui erano riversati gli Shinigami ritrovati. L’accesso alle stanze del laboratorio era stato limitato e solo i Capitani avevano il permesso di varcarle. Non era trapelato assolutamente niente, eppure nell’aria si sentiva qualcosa, come l’odore aspro e amaro della paura. Impregnava la Soul Society come una nebbia velenosa. Tuttavia, quel giorno, l’attesa sarebbe finalmente finita.

“Non che io ne sia sollevata” pensò Rukia; al contrario aveva il terrore di varcare la soglia del laboratorio. Temeva che una volta assistito a quell’orrore la sua opinione su Ichigo sarebbe inesorabilmente cambiata. Tramutata in qualcosa che non avrebbe mai più potuto risanare. Voleva aggrapparsi con tutte le sue forze a quella piccola, minuscola speranza che le era rimasta.

Che Ichigo, nel profondo del cuore, era ancora Ichigo.

<< Sai >> proruppe improvvisamente Renji << Ho sentito che probabilmente ritireranno tutti gli shinigami di pattuglia sulla Terra >>

Rukia scosse la testa, incredula << Impossibile. Che ne sarebbe poi degli hollow? >>.

Renji alzò le spalle  << Sono solo voci >>.

Arrivarono al laboratorio e i due shinigami di guardia, dopo un breve controllo, li lasciarono passare.

C’era silenzio e i pochi scienziati che si muovevano per i corridoi erano fugaci e flebili come sussurri. Le luci erano abbassate e la temperatura era decisamente più bassa dell’esterno.

I due shinigami furono raggiunti da Akon, terzo in comando alla dodicesima divisione

<< Da questa parte >> disse, allungano delicatamente la mano

<< Ci sono novità? >> chiese Renji, affiancandolo. Perfino Akon aveva l’aria spossata. Sotto gli occhi si erano formate delle tenui sfumature violacee e dava l’impressione di essere molto più pallido.

Akon fece un mezzo sorriso, abbassando lo sguardo << Temo di no. Non ci siamo mai imbattuti in qualcosa del genere e stiamo dando fondo a tutte le nostre possibilità, tuttavia non avanziamo di un solo passo. In compenso il capitano Kurotsuchi è fuori di se dalla gioia e… >> Akon si fermò, assicurandosi che nessuno potesse sentire << Non ditelo in giro ma sembrerebbe che il comandante Yamamoto voglia chiedere l’assistenza di Urahara-san >>

Renji e Rukia spalancarono gli occhi per la sorpresa

<< E cosa ne pensa Kurotsuchi-san? >>

Akon agitò le mani poggiandosi l’indice sulle labbra << Lui non deve assolutamente saperlo! E’ un mezzo segreto in cui sono stato coinvolto. Il capitano non esiterebbe un momento a mozzarmi la testa, ma è innegabile abbiamo bisogno di più aiuto possibile >>.

Gli shinigami annuirono e promisero di mantenere il segreto. Superarono quindi una lunga serie di corridoi e infine giunsero di fronte ad una porta, anche questa sorvegliata da cinque shinigami.

<< Entrate pure >> disse Akon, fermandosi qualche passo più indietro << E preparatevi al peggio, credetemi >>.

Rukia ringraziò e aprì lentamente le porte << Con permesso >> sospirò.

La stanza era buia, illuminata da un’unica fioca luce posta sul soffitto. Al centro della stanza troneggiavano tre lettini, su ognuno dei quali era disteso uno shinigami. I poveretti erano collegati a un infinità di cavi e macchinari. Per ognuno di essi erano state sistemate almeno cinque flebo di una sostanza non ben definita.

Rukia si avvicinò, per osservarli meglio. Il suo cuore si strinse in una morsa gelida, disarmante.

I poveretti erano pallidi, scarni, quasi pelle e ossa. Le labbra viola e secche, la pelle tanto sottile da poterne intravedere ogni vena, ogni muscolo. Erano deboli e tra un respiro e l’altro pareva passare un’eternità.

Immobli, come statue, sembravano su un letto di morte.

<< Li conosci? >> chiese Rukia, a fior di labbra.

Con lo sguardo Renji indicò il primo shinigami. Era biondo, alto e dei tre sicuramente il più giovane.

<< Di vista >> fece Renji << Si è diplomato da poco dalla Shinōreijutsuin*. Gli altri non li ho mai visti >>.

<< Impressionante vero? >> una voce si alzò dall’ombra e da una porta laterale della stanza apparve il Capitano Kurostuchi. A differenza degli altri era a dir poco raggiante e sfoggiava sulle labbra un sorriso a trentadue denti. Come un bambino in un negozio di caramelle.

<< E tutto in pochissimi giorni, la velocità in cui si deteriorano è davvero incredibile! Molto, molto interessante! >>

Rukia strinse gli occhi << Sono svenuti? >>

<< Oh no,no! Sotto pesante anestesia, tutti e tre. Altrimenti non sarebbero sopravvissuti fino adesso. Pff lo so! Una vera noia vero? >>.

Kurotsuchi armeggiò con alcuni macchinari, borbottando di tanto in tanto di livelli e dati.

Renji e Rukia si scambiarono uno sguardo, afflitti. Rukia allora deglutì.

Ci sarebbe riuscita? Era in grado di chiedere cosa fosse successo a quei poveretti? No...la domanda giusta era: voleva saperlo? Una parte di lei le diceva di si, l’altra le gridava a squarciagola di fuggire il più lontano possibile e di chiudersi da qualche parte fino a che tutto quell’orribile incubo non fosse terminato. In ogni caso non dovette faticare molto per decidere, poiché fu Renji a toglierle il peso della scelta.

<< Cosa gli è successo? >> chiese, di fatto, tutto d’un fiato.

Il Capitano voltò lo sguardo, sfregandosi le mani << Oh, non vedevo l’ora che qualcuno me lo chiedesse >>.

Si avvicinò ad uno schermo, incrociando le braccia.

<< E’ un po’ difficile da spiegare, ma la metterò in modo semplice. Avete mai avuto a che fare con un sonnambulo? >>

Rukia aggrottò la fronte, incerta << Beh, non proprio >> rispose.

Kurotsuchi agitò la mano << Durante la fase del sonnambulismo, il soggetto vive in una specie di trans, uno stadio intermedio cioè tra sonno e veglia, durante il quale è completamente insensibile a qualunque stimolo ambientale. Loro sono in uno stato molto simile al sonnambulismo con alcune, cruciali, differenze.Sentono cosa gli accade intorno, percepiscono le nostre presenze, però sono intrappolati in una dimensione simile a una illusione o a un incubo. Si, forse incubo è la parola più adatta. Questa dimensione è talmente radicata nel loro cervello che è impossibile staccarsene. Di solito la cosa migliore da fare con un sonnambulo è lasciare che la fase del sonno passi così che non ci sia uno shock cruciale al momento del risveglio, per loro la cosa è inversa. Nella fase del dormi veglia soffrono le pene dell’inferno. Per questo sono sedati, continuano a sognare, ma almeno non si auto mutilano >>.

Rukia si strinse nelle proprie braccia, rabbrividendo << Come quello che è successo a me e ai prigionieri? >>

Il Capitano rise, agitando l’indice << Oh no!! E’ simile...ma molto, mooolto peggio. Il loro stesso reiatsu, fino all’ultima goccia, è stato prosciugato e quel poco rimasto è contaminato. Avvelenato, per la precisione e anche se non sono ancora riuscito a capire di che tipo di “veleno” parliamo, posso assicurarvi che è parecchio doloroso >>.

<< Però… >> disse Renji << Se percepiscono il mondo che li circonda, significa che si può comunicare con loro? >>

<< Non è sicuro >> sentenziò Kurotsuchi  << un paio hanno cercato di mozzarsi la lingua e quello lì di cavarsi gli occhi, il che certo non semplifica la questione interrogatorio vi pare? Ho proposto di analizzare direttamente il cervello ma come al solito...beh >> sospirò allargando le braccia << Non divaghiamo >>

<< Si meglio >> disse Rukia, scuotendo la testa << Nessuno di loro è abbastanza lucido da poter dire o...insomma fare qualsiasi cosa, senza soffrire fino a questo punto? >>.

Kurotsuchi ghignò afferrando una siringa e avvicinandosi al primo shinigami << Vogliamo provare? >>

<< A che serve? >> chiese Renji, indietreggiando inconsciamente

<< A “svegliarli” per così dire. Con il passare delle vittime la tecnica si è...affinata e l’unico con cui posso usare una dose sufficiente a non avvelenarlo è questo qui. Ho appena finito di metterla appunto. La scusa buona per testarla  >> indicò il primo Shinigami disteso sul lettino.

Renji storse il naso, infastidito << So che non dovrei dirglielo, ma non potrebbe evitare di parlare come se si trattassero di cavie da laboratorio? >>.

Le mani di Kurotsuchi si bloccarono e il suo sguardo si fece tanto serio da sembrare affilato come uno dei suoi bisturi.

<< C’è un motivo se gli uomini di scienza, come me, hanno il dovere di mantenere un atteggiamento distaccato >> abbassò nuovamente lo sguardo iniettando la misteriosa sostanza nel braccio dell’uomo, facendo segno subito dopo ad uno degli assistenti.

Questo, avvicinatosi, prese a legare lo shinigami al lettino, allacciando e stringendo spesse cinghie nere.

<< Forse mi sbaglierò, ma penso che anche due imbeccilli come voi potranno capirlo dopo aver visto questo >>.

Incrociò le braccia e si allontanò di un paio di passi << E poi, si >> aggiunse, con un sorriso << Ammetto che la cosa mi eccita lievemente >>.

I due shinigami ignorarono l’ultima frase e osservarono il ragazzo. In un primo momento non accadde nulla, poi, le dita delle mani iniziarono a stendersi, irrigidendosi. Lo stesso con le dita dei piedi. Il corpo fu scosso da tremiti orrendi, simili a convulsioni. Dalla sua bocca uscirono i primi lamenti, strozzati, come se qualcuno o qualcosa gli stesse stringendo il collo in una morsa d’acciaio.

Poi, i suoi occhi si spalancarono, quasi in modo innaturale. Nello stesso istante prese un lungo profondo respiro, come se fosse appena emerso dall’oceano. I suoi occhi vagavano sulla stanza, ma non erano fissi e davano l’impressione di perdersi nel vuoto. Prese ad agitarsi e a lamentarsi, in modo incontrollato.

Renji si avvicinò, non perdendo un solo secondo << Hidekuni-kun >> sussurrò chiamandolo.

Come punto da uno spillo lo shinigami si voltò verso Renji, gli occhi ancor più dilatati e terrorizzati.

<< Chi è? >> chiese il ragazzo, la voce spezzata e rauca << Chi parla? >>

<< Sono io, Renji >>

Lo shinigami tentò di allungare le mani, ma le cinghie lo impedirono << Renji-san!!! >> gridò, iniziando a piangere << Renji-san aiuto!! Dove mi trovo? Non vedo niente...c’è solo vuoto e fuoco...ho paura. Vogliono mangiarmi!!! >>

Improvvisamente piegò la schiena in modo innaturale, gridando come un pazzo.

<< NoOOoo!! Mi ha preso!!!! Mi ha preso...fa male!! Aiuto!! >>

Renji gli poggiò una mano sul braccio, incurante delle raccomandazioni di Kurotsuchi << Va tutto bene Hidekuni-kun! Sei al sicuro!! Cerca di pensare! Devi dirci che cosa ti è successo >>.

<< Waaa… >> pianse, il poveretto << Non lo so...non mi ricordo. Voglio andarmene da qui... >>

Anche Rukia si avvicinò, decisa, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla << Eri in ricognizione a Tokyo Hidekuni-kun, ricordi? Più cose ricordi e più ci sono probabilità di salvarti >>

Hidekuni, con il viso contratto dal dolore, cercò di pensare. Chiuse gli occhi, tremante << Si… si io,ero a Tokyo. Lo cercavo...stavo guardando in giro e poi… >>

spalncò nuovamente gli occhi, volgendoli in direzione di Renji << L’ho visto!! Mi ha preso alle spalle… >> strinse gli occhi, piangendo come un bambino << Era un mostro, orribile. Un hollow con il corpo da uomo! >>

<< Un hollow? >> sussurrò Kurotsuchi, prendendo appunti

<< Mi ha preso e...ho sentito la mia anima che scivolava via >> deglutì, madido di sudore, preda di un dolore tanto grande che Rukia sentì le proprie viscere contorcersi << Non si fermerà davanti a niente >> aggiunse, poco prima di gridare, questa volta, con una forza tale da spaventare anche Kurotsuchi

<< Vi prego!!!!! >> gridò il poveretto, piangendo e tirando le cinghie che lo immobilizzavano << Vi scongiuro qualcuno mi uccida!!! Per favore… >> singhiozzò.

<< Anestesia! Ora!! >> ordinò il capitano.

Gli assistenti presero a muoversi precisi e veloci.

<< Hidekuni-kun >> disse Renji, stringendogli con forza la mano << Ti giuro sulla mia vita che ti salverò, abbi solo un po’ di pazienza capito? Non ti abbandoneremo >>.

<< R-renji-san… >> mormorò, lo shinigami, prima di cadere di nuovo in un sonno profondo.

Solo in quel momento Rukia si rese conto di aver trattenuto il respiro. Poggiò la schiena alla parete più vicina, impallidendo.

<< Capitano >> disse << Lei ha detto che pur anestetizzati, sono comunque intrappolati in quell’incubo, giusto? >>.

Kurotsuchi sospirò, annuendo << E’ così >>.

Una nausea terrificante colpì lo stomaco della shinigami. Le mancò l’aria e prima che se ne rendesse conto corse fuori.

<< Rukia!! >> gridò Renji, correndole dietro << Fermati!! Dove stai andando?! >>

Rukia si arrestò, abbassando lo sguardo << Non lo so >> disse afflitta << Tutto ciò a cui stiamo assistendo è scaturito dalle mani di Ichigo. Questa cosa mi sconvolge, mi...spaventa.

Cerco di non pensarci, provo a guardare tutta questa situazione con occhi diversi, di concentrarmi su altro. Come posso credere anche solo per un secondo che tutto questo sia...opera sua? >>

Gli occhi le pizzicarono. No, non doveva piangere.

<< Forse non è proprio così >> aggiunse Renji, dopo un momento.

La shinigami alzò lo sguardo, confusa

<< Cosa vuoi dire? >>

Il compagno si morse le labbra, pensieroso << Non ne sono sicuro al cento per cento però...vieni come me. Dobbiamo parlare con una persona >>.

 

§-§-§-§-§-§-

 

“Tienili chiusi”

“Ti rendi conto di quanto sia assurda questa situazione?”

“Non più assurda di tante altre. Non sbirciare!”

“Lo so!”

“ Bene, adesso: respira a fondo”

Ichigo inspirò ed espirò, profondamente.

“Allora?”

“Siamo dentro a un congelatore?”

Sentì l’hollow ghignare, si lo sentì. Ed era come se fossero le sue labbra a piegarsi. Gli occhi erano chiusi ma nel suo corpo le sue sensazioni erano anche quelle di Hichigo. A volte faticava a distinguerle, era come una mano che spingeva dentro di lui.

“Apri gli occhi”

Così il ragazzo fece. Si ritrovò un un bosco, circondato dalla neve. Il vento soffiava, i pini intorno a lui si piegarono. Era il tramonto ed ebbe l’impressione di trovarsi in un mondo ricoperto d’argento.

“Indovina che ore sono” fece l’hollow, sedendosi sulla neve. Ichigo alzò un sopracciglio e guardò il sole, fermo sul crepuscolo.

“Le otto?”

Hichigo scosse la testa e ghignò “È mezzogiorno esatto”

Il ragazzo rise, estasiato << Davvero? Ma è bellissimo!! >>

“Un regalino”

Non sapeva come o quando erano arrivati in quel posto in chissà quale angolo della terra. Aveva smesso di chiederselo da almeno una settimana. Era molto più semplice lasciare che fosse Hichigo ad occuparsi dei suoi spostamenti. Andava a dormire e si risvegliava prima un giorno, a volte due giorni dopo. Ma non ne era sicuro. A volte la sua connessione con Hichigo era a livelli tanto alti che i loro pensieri spesso si fondevano in uno solo e per qualche secondo diventava un’entità completamente diversa, un unione che non aveva un nome, ma lo faceva sentire bene.

Forse era dovuto a tutto il sangue hollow con cui si era nutrito. Iniziava a piacergli sempre di più. Cadde a terra, lasciando che la neve gli rinfrescasse la schiena.

<< Che bell’atmosfera… >> sospirò, stiracchiandosi.

Improvvisamente, un lamento lo disturbò. Storse il naso e sbuffò, seccato.

<< Oh no… >> disse << Si è svegliata di nuovo >>.

L’hollow sorrise, tirandosi su. << Ci penso io >>.

<< Bravo >> Ichigo chiuse gli occhi e nella mente gli apparvero le immagini che vedevano gli occhi di Hichigo, una cosa che aveva imparato a fare di recente.

Vide gli alberi, la neve...e una figura in nero, accucciata vicino a un masso. Una shinigami, la loro ultima conquista. Una giovane con lunghi capelli castani e occhi scuri. Piangeva. Era imbavagliata e legata. Alla vista dell’hollow si ritrasse, terrorizzata.

Hichigo le sorrise, accucciandosi davanti a lei << Oh no, no tranquilla >> gli disse, accarezzandole la guancia << Non devi avere paura >>.

Le si avvicinò moltissimo, poggiandosi guancia a guancia con lei << Va tutto bene… >> le sussurrò, all’orecchio << Non proverai dolore >>.

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Capitolo 13
*** respects your brothers, fear god, honor the King ***


AVVISO IMPORTANTE A FINE CAPITOLO


respects your brothers

fear god

honor the King

 

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Puoi temere la verità come o più della morte.

Condividono il silenzio, i sussurri e la paura di chi non vuole guardare. Shirley Mei


La shinigami si ritrasse, strisciando via da Hichigo.

La neve si impastò tra i suoi lunghi capelli, insieme al fango. Incespicò per qualche passo, e ricadde a terra.

Ansimava dalla paura e, nonostante fosse imbavagliata, leggere nuvole di vapore si alzavano dalla sua bocca a ogni respiro.

Si voltò indietro, ma l’hollow era scomparso. Lo sentì ridere, ed il gelo del bosco parve come una tiepida carezza in confronto alla glacialità di quella voce.

Tentò di rialzarsi, ma qualcuno la afferrò con forza per i capelli. Il mondo intorno a lei vorticò per un decimo di secondo, credette di star fluttuando, poi la sua schiena si scontrò con forza inaudita al suolo.  

Gridò sommessamente, avvertendo un dolore atroce alle spalle e allo stomaco. Sbattè le palpebre, cercando di riprendere fiato e lo vide li, a un centimetro dal suo naso. Quella creatura terribile. Le si avvicinò, sfiorandole l’orecchio con le labbra.

<< Non sono bravo a dire le bugie, mn? Scusa, ma sai...questa è la parte più divertente! >>

Rise ed allungò una mano verso la sua fronte, mentre l’altra si strinse con forza sul suo collo. La shinigami spalancò gli occhi, tentò di dimenarsi ma il suo corpo era paralizzato. Quelle dita gelide si posarono sui suoi occhi, il mondo divenne buio e…

 

<< Aspetta >>

Per lunghi, interminabili secondi, non accadde nulla.

La shinigami, ormai in lacrime, cercava di capire da dove fosse giunta quella voce o se fosse solo stata frutto della sua mente.

L’istante dopo, la mano sul suo viso si mosse, ed il mondo riprese la sua luce. Si guardò intorno e riconobbe Kurosaki a qualche passo da loro. Era immobile, le mani sprofondate nelle tasche. Li fissava, o meglio, fissava l’hollow.

Questo si alzò lentamente, piazzandosi a pochi passi dal ragazzo. Non aprirono bocca, nemmeno un sussurro, eppure guardandoli negli occhi, sembrava che più di mille parole stessero attraversando le loro menti.

Alla fine, l’hollow posò uno sguardo disgustato sulla shinigami a terra, le calciò addosso della neve e si allontanò.

Ichigo scosse la testa,  sospirò  e, chinandosi sulla shinigami, la tirò su per le spalle.

<< Seguimi >> le ordinò. Camminarono qualche minuto, seguendo un piccolo sentiero che costeggiava gli alberi.

Si fermarono dopo dieci lunghi minuti di camminata e, indicandole un albero, Ichigo le disse di sedersi.

La donna obbedì e Ichigo le si sedette di fronte. Lentamente, allungò le mani e la liberò del bavaglio e della corda che le legava i polsi.

<< Chiaccheriamo un po’, ti va? Sono settimane che parlo solo con quell’esaltato e...beh, sai cosa si dice riguardo a stare troppo tempo con i pazzi >>.

La shinigami si massaggiò i polsi, mordendosi le labbra. L’umilizione per essere stata catturata tanto facilmente bruciava ancora viva in lei. Come poteva definirsi una shinigami? Aveva abbassato la guardia solo per un secondo, e quello dopo si era ritrovata dentro uno dei suoi peggiori incubi. Incatenata e alla mercé di un folle

<< Come ti chiami? >> la donna alzò lo sguardo, piena di astio.

Ichigo sorrise ed abbassò lo sguardo.

<< Puoi anche non dirmelo, ma a quel punto mi annoierei, la nostra chiaccherata terminerebbe e sarebbe di nuovo il turno del mio amico >>

La shinigami spalancò gli occhi, stringendo con forza le mani.

<< M-Mihiro >> balbettò.

Ichigo incrociò le braccia, soppesando la sua risposta << Mihiro-san eh...e quanti anni hai? Trecento? Quattrocento? Forse anche di più vero? Dopo un po ci si stanca a tenere il conto, immagino >>.

Allungando il braccio, Ichigo prese un rametto dall’albero e iniziò a fare scarabocchi sulla neve.

<< C-che cosa mi vuoi fare? >> Ichigo, la testa bassa fissa sulla neve, rise scuotendo la testa

<< Non te lo hanno detto? Mn? Non mi hanno dato questa soddisfazione? >>

Alzò per un momento lo sguardo sulla ragazza, e vedendola confusa ghignò, abbassando nuovamente il capo.

<< A quello ci arriveremo dopo. Ci sono ancora un paio di cose di cui vorrei discutere prima, ti va? >> il ragazzo si avvicinò, puntandole il rametto contro << C’è una cosa che mi ha fatto pensare molto ultimamente e ne volevo parlare con qualcuno, sai, per avere un’opinione. Cerca di starmi dietro ok? >>

Titubante, la donna annuì.

<< Bene! Allora: Mihiro-san, ti ricordi che una volta tu, proprio tu, eri un essere umano? >>

<< Io- >>

<< No no, non rispondere >> la interruppe Ichigo, alzando la mano << Certo che non te lo ricordi! E sai perchè? Perchè quando sei morta, più o meno mezzo secolo fa, e la tua anima è arrivata alla Soul Society, i tuoi ricordi su chi o cosa eri nel mondo umano sono… >> schioccò le dita, a un centimetro dal suo naso << Puf! Scomparsi tutti ok? Così! E lo so che la cosa può essere diversa di caso in caso. Se muori giovane o vecchio eccetera. Alcuni arrivano neonati alla Soul Society giusto? Comunque, tu sei morta più o meno alla mia età no? Sbaglio? >>

Mihiro aggrottò la fronte, annuendo lievemente << Credo di si. Ma tu come- >>

<< Va bene, ecco il punto. Mihiro-san, che cosa succede se tocchi il fuoco? >>.

La donna restò in silenzio, confusa.

Ichigo socchiuse gli occhi, piegando la testa << Ti sto perdendo sul più bello Mihiro-san. Stai attenta ok? È facile, cosa succede se tocchi il fuoco? >> allungò le mani, esortandola a rispondere.

<< T-ti bruci? >>

Ichigo rise, battendo una mano sul ginocchio << Esatto! Mihiro-san è semplice, sono cose che si insegnano ai bambini ancor prima di camminare!  Ora...immagina! >>

Le posò l’indice sulla fronte, proprio in mezzo agli occhi << Se io estirpassi dal tuo cervello questa infomazione, cosa succederebbe?  >>

<< S-se io mi dimenticassi che il fuoco...brucia? >>.

Ichigo ghignò prendendole la mano << Ti brucieresti, Mihiro-san. E non sarebbe bello giusto? Eppure, immagina cosa potrei fare, se avessi un potere simile. Se, per esempio, ti facessi dimenticare che cadendo dentro un lago, moriresti annegata. O che se, giocando con i coltelli, finiresti di sicuro per tagliarti >>.

La donna impallidì, scostando bruscamente la sua mano da quella di Ichigo.

Il ragazzi sospiró, annuendo << Sarebbe una cosa molto crudele vero? Terribile no? “Quale mostro farebbe una cosa simile?”. Anche io me lo chiederei, Mihiro-san. Ma è qui che le cose si fanno davvero interessanti >>.

Il ragazzo si alzò, camminando avanti e indietro, pensieroso << Ecco, mettiamo Mihiro-chan, che nella tua vita umana, sei stata una persona molto amichevole, in grado di accerchiarti di persone. Poi? Poi muori, e dimentichi tutto. Dimentichi chi sei, come sei. Così sei costretta a rivivere la tua nuova esistenza in solitudine. Magari in vita hai amato moltissimo qualcuno...e quando muori...te li dimentichi, vaneggiando così tutto il loro affetto, i loro insegnamenti. Non hai più niente >> Ichigo si fermò, pensieroso.

<< Niente fame, niente sete. Nessuno ha la possibilità di imparare dai propri errori...e si finisce per bruciarsi ancora, ancora e ANCORA!! >>

La donna sussultò, stringendosi le braccia. Ichigo si passò una mano sugli occhi, prima di alzarli al cielo.

<< È tutto alla rovescia, Mihiro-san. Sai cosa succede a chi ricorda? Diventa un hollow. Invece di beneficiare dei ricordi...questi ti consumano. Ti divorano e ti fanno marcire dentro. E la fame che provi è la fame più viscerale e profonda che ti possa colpire. Ma la cosa più triste è che, per quanto nessuno di voi maledetti idioti voglia accettarlo, è dall’essere umano che tutto nasce. Hollow, Espada, Shinigami. Siamo tutti foglie dello stesso ramo. Cadendo e morendo diventeremo solo altro nutrimento per la prossima mela, e che sia buona o marcia, non dipenderá mai da noi. È la verità >>.

Sospirò, riprendendo il suo posto seduto di fronte alla shinigami. Si passò pensieroso il pollice sulle labbra, scuotendo il capo.

<< Sembra una cosa molto ingiusta vero? E crudele...eppure è una cosa che succede fin dall’alba dei tempi. Lo sai, io non ho questo potere. Ma c’è qualcuno che lo ha, Mihiro-san. Lo sai chi è? Mn? >>

La donna non rispose, abbassando gli occhi. Ichigo sorrise e, prendendola delicatamente per il mento, le alzò il viso. La voltò prima a destra, poi a sinistra.

<< Sei una donna molto intelligente, Mihiro-san. Leale, forte, coraggiosa. Lo vedo dai tuoi occhi, riesco a sentirlo. E’ una cosa che ha sempre fatto parte di me, il cuore delle persone è come un libro aperto. Saremmo diventati buoni amici >>.

Ichigo si alzò, grattandosi il capo.

<< Il Re Spirito è nell’alto del suo palazzo. Protetto, indisturbato. Regola il flusso infinito di questa schifezza che noi chiamiamo vita. E io vorrei… >> piegò la testa di lato, silenzioso. Una, due, tre volte.

<< Io...voglio… >> la voce di Ichigo si distorse, mutando in maniera terribile. Incupendosi e sovrapponendosi ud una seconda.

Si voltò, e la shinigami non potè far altro che indietreggiare, inorridita: gli occhi di Ichigo erano spalancati e brillavano di una sinistra luce dorata. Le sue labbra erano piegate in un sorriso esaltato, folle.

<< Oh quante domande vorrei fargli!! >> gridò, afferrandosi la maglia all’altezza del petto << In quanti non vorrebbero trovarsi al cospetto di dio per chiedergli di tutte le stronzate che ha permesso eh??!! Che cosa ne pensi Mihiro-san? >>

La donna, tremante, serrò le labbra. Era solo un pazzo, un folle. Aveva sentito parlare molto di Kurosaki Ichigo, ma di quel ragazzo ormai non era rimasto più niente. Dell’eroe che aveva sconfitto Aizen e salvato il Seireitei, restavano solo i ricordi. Non c’era speranza alcuna. Alla Soul Society stavano solo perdendo tempo, dovevano fermarlo. Fece un lungo respiro, prendendo coraggio.

<< Stai solo cercando qualcuno a cui dare la colpa >> disse, la voce che le tremava. Ichigo la guardò curioso.

<< Tutto il tuo ragionamento è giusto, è così che funzionano le cose. Hollow, Shinigami...siamo tutti collegati. Ma...ma è nostra la colpa se sbagliamo! Non è per mano del Re Spirito se commettiamo errori. Io credo che dipenda solamente da noi, e tu! Tu sei solo un vigliacco che ha paura di quello che succederà! >>. Riprese fiato, tossendo << Tu >> boccheggiò, la donna << Vuoi prendere il posto di Dio, ma ricordati Kurosaki: Dio non ha paura! >>.

 

Ichigo spalancò la bocca, sbalordito. I suoi occhi tornarono normali abbandonando la luce dorata, così come la sua espressione.

Alle sue spalle, riapparve l’hollow spuntando da chissà dove. Prese Ichigo sotto spalle, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.

<< Lo so >> gli rispose il ragazzo, liberandosi dalla sua presa.

Si avvicinò alla shinigami, inginocchiandosi e abbassandosi alla sua altezza.

<< Hai ragione, Mihiro-san. Il Re Spirito non centra...e sai perchè?  >> con uno scatto feroce, afferrò con forza le guance della donna, avvicinandola << Perchè lui non, è, DIO! >> sibilò, tra di denti.

La spinse con forza a terra, facendola cadere sulla neve fredda.

<< La chiaccherata è finita >> sentenziò Ichigo, sguainando la sua Zampakuto << Hai il tuo destino nelle tue mani, giusto Mihiro-san? >> afferrandola per il colletto del kimono, Ichigo la alzò da terra, spingendola contro il tronco dell’albero << Posso ucciderti e lasciare il tuo corpo qui, a marcire. Oppure, fare quello che ho fatto a tutti gli altri. Ti strapperò via dal corpo ogni goccia di reiatsu, avvelenerò la tua mente lasciandoti in balia dei tuoi incubi peggiori, per l’eternità senza possibilità di fuggire.

Invocherai la morte ad ogni respiro. Morirai, divorata fin nelle viscere, ancora e ancora. Gli shinigami cercheranno di curarti, ti diranno che andrà tutto bene. Ma non sarà così...e ti terranno come cavietta da laboratorio. Non sapendo che l’unica cura che possano darti è la morte >> si avvicinò, sussurrandole a fior di labbra

<< Scegli >>

Mihiro chiuse gli occhi, con forza. Pensò a suo marito, Takuto. Si erano sposati meno di una settimana prima. Le aveva detto di non andare sul Mondo Umano, che sarebbe andato lui al suo posto, l’aveva pregata per giorni e giorni. Ma lei non glie lo aveva permesso. Era il suo compito, il suo lavoro, quello in cui credeva. Lui l’aveva baciata, con delicatezza.

“E’ per questo che ti amo”, così le aveva detto.

Le venne voglia di piangere, ma si trattenne. Sorrise invece, ed aprì gli occhi, decisa.

Anche Ichigo le sorrise, scuotendo la testa << Eh si, saremmo diventati proprio buoni amici >>.

 

Il vento soffiò con forza. Mucchi di neve caddero al suolo staccandosi dai rami dei pini, con un leggero tonfo. Il sole era ancora fermo sul crepuscolo, le prime stelle illuminavano la volta celeste.

Sotto un albero, il corpo di una donna giaceva immobile. La neve intorno a lei era fiorita in un rosso scarlatto. I fiocchi di neve le accarezzavano le guance, ormai fredde.

Ichigo si era allontanato di qualche metro e la guardava da lontano con le mani incrociate davanti alla bocca. Aveva trafitto la sua zampakuto sul terreno; e ne osservava rapito il sangue che scivolava sulla neve.

<< Il sangue degli hollow è amaro >> disse, sapendo che Hichigo lo stava ascoltando << Perchè quando sono morti erano pieni di amarezza e rimorso >>.

Passò l’indice sulla lama della zapakuto, sporcandoselo di rosso. Lentamente lo passò sulla neve, scrivendo il kanji 神, “Dio”.

Hichigo lo affiancò, sedendosi al suo fianco.

<< Lo sai >> continuò, il ragazzo << Ho capito perchè tu non hai un nome. Anzi, perchè non VUOI averne uno >>.

L’hollow sorrise, alzando il mento << Sentiamo >>

<< Sapere il nome di qualcosa...ti da un potere enorme. Puoi appartenerlo, controllarlo. Ma se qualcosa non ha un nome… è come se non esistesse. E’...libero >> .

L’hollow sorrise, sporcandosi a sua volta la mano di sangue, accarezzando la zampakuto << Mi hai beccato >>


AVVISO IMPORTANTE

 

[Angolo Autrice]

Salve a tutti! Grazie per aver letto! Ecco l’avviso: ho l’intenzione di aggiungere più avanti nella fic un personaggio Arrancar completamente nuovo. Mentre pensavo a come questo potesse essere mi è venuta un’idea e così ho pensato “Che diamine, proviamo!”. Così, metterò a disposizione nella fic un, e dico UN solo posto per un OC creato da voi lettori. Se vi dovesse interessare, la scheda oc è la seguente:

sesso

nome

età (o perlomeno, siccome parliamo di un arrancar, l’età con cui si rispecchia l’aspetto)

colore occhi

colore capelli

tipo di potere ( nome della zampakuto e forma originale dell'arrancar a seguito del rilascio di quest’ultima )

carattere

caratteristiche particolari (tipo particolare modo di vestire, cicatrici, vizi ecc)
 

 

Come già detto, il posto a disposizione per un OC è solo UNO. Se la cosa vi interessa, mandatemi pure la scheda OC compilata tramite commentino oppure con un semplice messaggio personale. Sceglierò e, nel prossimo capitolo, rivelerò il “vincitore”. Questo OC interagirà direttamente con Ichigo, ma non sono previsti risvolti romantici o affettivi.

Grazie ancora a tutti! Un abbraccio,

Shirley





 

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Capitolo 14
*** Nati dalla polvere ***


Nati dalla polvere

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Io non ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo,

e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero,

non più in me, ma in ogni cosa fuori


Dopo la sconfitta e la cattura di Aizen, il processo di reintegrazione dei Vizard alla Soul Society era stato lungo e tedioso, Shinji lo pensava spesso. Tuttavia, quando rivedeva i suoi compagni camminare per le strade del Seireitei, tra le fila e le mura di quella che era stata la loro casa, pensava che dopo tutto ne era valsa la pena. Alcuni di loro non erano voluti tornare, li capiva perfettamente e gli mancavano molto, soprattutto Hiyori, anche se era difficile ammetterlo  a se stesso.

In quei giorni così terribili poi, gli mancavano ancor più del solito e rimpiangeva di non aver voluto insistere di più, quando ne aveva avuta l’occasione. Erano stati insieme così a lungo, legati dal quel crimine che non avevano mai commesso. Braccati dalla Soul Society come i peggiori assassini. Si erano sostenuti a vicenda, incoraggiati, legati da quel demone interno che per dolore e potere, li aveva strappati via dalle loro case e dai loro amici.

Ma non era il momento di perdersi nei rimpianti e soprattutto nel passato. Uno degli Shinigami ritrovati nel mondo umano e rilegato nei laboratori faceva parte della sua Divisione, e ora che si era dato il permesso di informare gli Shinigami sugli ultimi avvenimenti, doveva trovare il modo di dire in quale stato pietoso si trovasse il loro compagno. Poggiò pensieroso la mano sul mento, osservando i due Shinigami venuti a trovarlo alla Quinta Divisione in fretta e furia, proprio mentre si adoperava nel suo compito.

<< Un Hollow con il corpo da uomo? >> chiese, inclinando il capo e facendo scivolare i lunghi capelli biondi sulla spalla destra.

<< Precisamente >> rispose Renji,ansimante << Non ne so moltissimo, tuttavia quando ho sentito quelle parole ho pensato subito… >>

<< Vizard >> terminò per lui Rukia, che lo aveva seguito a ruota.

Shinji si alzò, camminando a grandi passi per la stanza.

<< Come siete riusciti a parlare con quel Shinigami? >>

Renji e Rukia si scambiarono uno sguardo, incerti sul rivelare o meno i dettagli sull’ “esperimento” del capitano della Dodicesima Divisione sui poveri Shinigami caduti vittima di Ichigo.

<< Ecco >> fece Rukia, titubante <<  Kurotsuchi-san ha… >>

Con una smorfia, Shinji alzò una mano, interrompendola << D’accordo, d’accordo. Non aggiungete altro >> sospirò, incrociando le braccia << Questo significa che presto sarò convocato per un’assemblea. E’ un bene per voi che siate riusciti ad arrivare per primi, non credo che avrò più molto tempo >>

Li osservò, intuendo i loro dubbi.

<< Pensate che Ichigo sia in qualche modo controllato dal suo potere Hollow, non è così? >>

Gli Shinigami annuirono.

<< E cosa vi fa credere che invece non stesse semplicemente usando il suo potere di Vizard? >>

Leggermente scoraggiata, Rukia si morse il labbro. Sapeva dove voleva andare a parare.

<< Però >> fece Renji << Se non fosse così, si spiegherebbero molte cose non credi? >>

Shinji ghignò, scuotendo il capo << Da quello che ho constatato secondo i rapporti e secondo la tua stessa testimonianza, Rukia, Ichigo sembrava nel pieno delle sue capacità mentali quando lo hai visto. Certo, un po’ frastornato, ma capace di formulare frasi compiute e con un minimo di logica >> il suo sguardo si fece serio << Credetemi, se fosse stato davvero sotto il controllo del potere Hollow, ve ne saresti accorti >>.

Scoraggiati, i due abbassarono lo sguardo. Erano di nuovo punto a capo.

Rukia si morse l’unghia del pollice, frustrata << Tutto questo non ha senso...il suo reiatsu, il suo modo di comportarsi! Se non è controllato dal suo potere hollow allora cosa lo spinge? >>

Shinji, ripreso il suo posto dietro alla grande scrivania della stanza, incrociò le mani appena di fronte alle sue labbra.

<< Il vostro errore è pensare al potere hollow come a qualcosa di estraneo al potere di Ichigo. Non si tratta semplicemente di un contrapposto come il “bene” o il “male”, il “bianco” o il “nero”. L’Hollow e Ichigo sono la stessa entità, facce della stessa medaglia. Essenze gemelle che condividono un unico corpo. Quello che facciamo noi Vizard è isolare questa piccola frazione di potere, sfruttandola. Non gli diamo la possibilità di divenire un completo tutt’uno. Quando Ichigo ha rilasciato tutto quel reiatsu, dalla sua cella, deve aver compiuto un passo che lo ha legato alla parte più profonda del suo potere Hollow, inglobandola e accettandola di sua spontanea volontà >>

<< Una cosa del genere è possibile? >>

<< Per uno Shinigami qualunque? No. Verrebbe sopraffatto e si tramuterebbe in una semplice bestia Hollow bramosa di sangue ma...Ichigo, beh, lui è Ichigo. Non è SOLO uno Shinigami. E’ un umano che è ANCHE uno Shinigami e un Hollow. E quando unisci qualcosa che per la legge della natura stessa devono essere separate...ne nasce sempre qualcosa di terribile. Buona o cattiva, dipende dai punti di vista >>

Renji abbassò lo sguardo << Per questo motivo quando ha rilasciato tutto quel reiatsu, non siamo riusciti a identificarlo...perchè un potere simile, semplicemente, non è mai esistito fino adesso >>

Rukia strinse gli occhi, stanca e arrabbiata. Anche la sua ultima speranza era svanita: Ichigo non aveva agito secondo il volere di qualcun' altro.

Avevano sbagliato tutto, TUTTO. Il loro processo e piano di recupero si era svolto in modo completamente errato. I segreti, i pedinamenti, la cattura e le analisi. Avrebbe dovuto parlarne con Ichigo. Avevano dato per scontato che avrebbe accettato di sottoporsi a tutto quello senza conseguenza alcuna. Come avevano fatto ad essere così ciechi?

Aveva incontrato Isshin-san qualche giorno prima, ed era ancora devastato. Non sapeva se Ichigo gli avesse fatto qualcosa di simile agli altri Shinigami, ma di certo quel povero uomo non avrebbe resistito a lungo ridotto in uno stato così pietoso. Pallido, deperito.

Rifiutava ogni contatto e controllo ripetendo costantemente che voleva riavere suo figlio.

Si era presa perfino in considerazione l’idea di cancellargli la memoria, così come avevano fatto con le sorelle, ma poi come avrebbero potuto spiegagli la situazione attuale?

Intuendo le loro preoccupazioni, Shinji si rialzò, poggiando delicatamente una mano sulla spalla della donna.

<< Capisco perfettamente come vi sentite. Ichigo non è solo un compagno fidato, è anche un amico a cui devo molto. La situazione in cui si trova è difficile da comprendere, anche per me che condivido il suo essere Vizard. E questo può significare che come posso essere in ragione, posso essere anche in torto, nelle mie teorie. Consoliamoci sul fatto che per adesso, le sue azioni dalla sua fuga non siano state irreversibili >>.

Rukia alzò lo sguardo, e proprio mentre cercava con tutte le sue forze di tirare le sue labbra in un sorriso, uno Shinigami sfondò le porte della stanza in tutta fretta. Madido di sudore e il fiato corto, guardò il gruppo con gli occhi spalancati.

<< Vicecapitano! Kuchiki-san! >> boccheggiò, tra un respiro e l’altro << Il Capitano Byakuya...mondo umano! >> tossì, afferrandosi con forza il kimono. Doveva aver corso per tutto il Seireitei.

I due non se lo fecero ripetere due volte. Corsero velocemente verso il portale e, seguendo le indicazioni di uno Shinigami che li attendeva come da ordini, lo attraversarono.

Superato il portale, Renji e Rukia si ritrovarono nel fitto di una foresta innevata. Il silenzio e il freddo gli tolsero per un momento il respiro. C’era qualcosa in quel luogo che la terrorizzava.

<< Dove siamo? >> sussurrò, Renji.

Rukia scosse il capo, sfregandosi con forza le braccia e sospirando con forza, alzando una nuvola di vapore. Improvvisamente udirono dei passi e, nonostante il vento e la fitta neve che cadeva sopra le loro teste, intravidero la fioca luce di una lanterna. Questa si avvicinò sempre più velocemente, rivelando poi il viso di Isame Kotetsu, Vice capitano della Quarta Divisione.

Era pallida e visibilmente provata. I suoi occhi erano rossi ed era chiaro che avesse pianto.

I due Shinigami la raggiunsero, e la donna pareva impossibilitata a parlare. Chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro.

Quando li riaprì, sembrò aver recuperato parte della sua forza, o almeno quanto bastava per farle muovere le labbra.

<< Scusatemi >> parlare sembrava costarle una fatica assoluta << È stato trovato il corpo di un quarto Shinigami di pattuglia, e il Capitano Byakuya ha convenuto che anche voi foste presenti, anche se non ne capisco bene il motivo >>.

I due annuirono e la seguirono quando riprese a camminare.

<< Come mai sei qui? >> chiese Rukia, con cautela.

<< La Shinigami faceva parte della Quarta Divisione, era...era mia amica >> la voce le si spezzò, ma imperterrita continuò a camminare, decisa << C’è anche il Capitano Unohana. Abbiamo provato di tutto ma, non c’è stato niente da fare >>.

Camminarono per qualche minuto nell’assoluto silenzio, spezzato solo dai loro passi sulla neve alta e soffice, appena caduta. Perfino Unohana non aveva potuto niente.

Il vento ululò sinistramente e Rukia non poté fare a meno di chiedersi di nuovo in quale angolo sperduto della Terra si trovassero.

Improvvisamente apparvero altre due lanterne, protette dalle fronde di un albero. Insieme a loro, si stagliavano fieri i due Capitani. I loro volti erano eterei e apparentemente impassibili, ma Rukia sapeva che in realtà i loro animi erano scossi, forse anche più di loro.

Le si strinse il cuore quando, avvicinatasi, notò un corpo ai loro piedi.

Il Capitano Unohana, inginocchiatasi accanto al corpo, la teneva vicina in un modo tanto tenero e protettivo, che Rukia non poté fare a meno di commuoversi.

Si avvicinò ed era chiaro purtroppo, che la ragazza non aveva più traccia di vita in lei.

Era giovane, con lunghissimi capelli castani e una bellezza semplice ma rara. La bellezza tuttavia, era sovrastata dai terribili segni di morte che la pervadevano. Pallida, colpita dal gelo, mostrava una paurosa ferita da taglio sullo stomaco e vicino al cuore. I polsi erano segnati da lesioni provocate certamente da una corda, o qualcosa di simile. Sotto di lei, la neve si era tinta di un sinistro scarlatto, una pozzanghera grande almeno quanto lei. Il dettaglio più sinistro, tuttavia, era il kanji segnato col sangue tra le clavicole della Shinigami: “無”* (Mu) ovvero, “nessuno”.

In quell’istante, con i tenui singhiozzi di Isame alle sue spalle, Rukia capì il motivo per il quale Byakuya li aveva convocati.

<< Era una brava persona >> proruppe Unohana, mesta << Una Shinigami estremamente capace e generosa. L’unica cosa che le stava a cuore era il bene del prossimo >> con delicatezza e non mostrando alcun segno di fatica, la tirò su prendendola tra le braccia << Portiamola a casa >>.

Silenziosi gli Shinigami aprirono un passaggio per la Soul Society. Al loro arrivo, furono accolti da una piccola folla. La voce doveva essersi sparsa velocemente. Quando videro il corpo inerme tra le braccia del Capitano, un silenzio irreale attraversò l’intero gruppo, che lentamente si scostò, facendo strada.

Giunti alla sede della Quarta Divisione, Unohana dispose con delicatezza il corpo della Shinigami su di un lettino, sorridendole con dolcezza.

<< Non dovresti trovarti qui, mia cara. Perdonami >> le sussurrò.

In quelle poche parole Rukia riuscì a percepire la rabbia celata in esse, la attraversò, come un veleno per tutta la sua pelle.

Improvvisamente si levò un grido dalle porte della Divisione.

<< FATEMI PASSARE!! >> sbraitò, qualcuno << VI HO DETTO DI TOGLIERVI BASTARDI!!! È MIA MOGLIE!! MIA MOGLIE!!! >>

Si udirono dei tonfi e poi dei passi frenetici. In poco meno di un minuto, nella stanza entrò uno Shinigami che Rukia riconobbe far parte dell’Undicesima Divisione. Varcata la soglia e incurante della presenza dei due Capitani l’uomo, uno Shinigami alto, dai i corti capelli rossi e gli occhi verdi, si avvicinò traballante al corpo della giovane. Lo osservò per un’instante, prima di inginocchiarsi al suo fianco, tremante.

<< Mihiro… >> sussurrò, prendendole la mano e portandosela sul viso << Mihiro! >>.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre premeva la mano della moglie sulla sua guancia. Con l’altra mano le accarezzò la fronte, spostandole i capelli e mordendosi con forza le labbra.

<< Perchè la mia Mihiro? Perchè? >>.

I suoi occhi si posarono sul kanji segnato sul suo petto. Con profonda rabbia e disgusto, lo coprì con la sua mano. Poggiando poi la sua fronte su quella di Mihiro.

<< Ti amo tanto. Ti amo tantissimo Mihiro, capito? Più della mia vita >> le sue lacrime caddero sugli occhi della donna, che scivolando come una dolce carezza, finirono calde sulle lenzuola del lettino.

Improvvisamente, il corpo della Shinigami prese a brillare di una fioca luce. Il corpo, lentamente, prese a scomparire tramutandosi in leggere particelle di reiatsu.

L’uomo, scuotendo la testa, le afferrò il capo, stringendoselo al petto.

<< No… >> le sussurrò, baciandogli piano i capelli << Ti prego non ancora, non ancora! Resta con me >>.

La cullò dolcemente, mentre lentamente e come un sospiro di vento, il suo corpo svaniva, come la sua anima.

<< Mihiro >> sussurrò, prima che del suo corpo non restasse altro che il kimono.

Pianse con forza stringendo a se l’indumento, prima di scoprire con orrore che la scritta “無” era stata trascritta anche nella maglia bianca del shihakusho**, nello spazio tra le scapole.

Esplodendo in un grido di pura rabbia e disprezzo, l’uomo fece per scaraventarsi fuori dalla stanza.

<< UCCIDERÒ QUEL MALEDETTO BASTARDO!!!!! >> gridò con tutte le sue forze, sguainando la sua zampakuto << Giuro che lo farò a pezzi con le mie mani!! >>. Prima che potesse uscire, Byakuya gli si piazzò davanti.

Bastò un semplice sguardo del Capitano per far fermare l’uomo.

Questo lo guardò a lungo e Rukia realizzò, improvvisamente, che in quella stanza suo fratello sapeva forse meglio di chiunque altro come quell’uomo dovesse sentirsi.

<< Trova consolazione sul fatto che l’anima di tua moglie stia dando la possibilità ad un’altra vita di godere delle gioie che l’esistenza ha da offrire. Il tuo compito da ora in poi è fare in modo che il suo ricordo sia eterno >>

Convinto, ma anche visibilmente svuotato di ogni sentimento, l’uomo abbassò il capo e lentamente si trascinò fuori. Unohana, dopo un breve istante, uscì fuori seguita a ruota da Isame, che per quanto possibile, sembrava ancora più scossa. Anche Byakuya si allontanò, non prima di aver scambiato un profondo sguardo di intesa con la sorella.

Rukia abbassò lo sguardo sul kimono di Mihiro, e nel guardare il kanji, non poté fare a meno di provare un profondo senso di nausea nell’immaginare le dita di Ichigo che lo percorrevano.

“Niente” pensò “È questo che siamo diventati…”

Barcollò per un secondo, poggiando la schiena sul muro alle sue spalle.

Renji le si avvicinò, afflitto << Rukia >> disse << Q-questo non può essere… >>

Scuotendo il capo, Rukia sorrise, passandosi una mano tra i capelli << È inutile, Renji. Non possiamo più sperare. È finita. Ichigo, per quello che mi riguarda, è già morto nelle prigioni tre settimane fa >>. Il suo cuore ebbe un tremito nel pronunciare quelle parole. Stava cercando di dirle che in fondo aveva ancora speranza? No, non poteva essere.

Lo shinigami spalancò gli occhi, stupito. Per poi abbassarli, furente, stringendo con forza i pugni. Anche lui, a quel punto, parve esplodere e gridando un’imprecazione, corse fuori.

Rukia si lasciò scivolare al suolo, poggiandosi le mani sugli occhi.

Come, oh come avrebbe fatto a dirlo a tutti gli altri?

Chad, Ishida...Inoue?

Ancora una volta, il suo cuore parve stringersi e chiudersi in una morsa d’acciaio.

“Kaien-dono” pensò “Sta succedendo di nuovo...sto per perdere qualcuno, e non posso fare niente per evitarlo”

Chiuse gli occhi, ed ebbe l’impressione di sentire la stessa fredda, gelida pioggia di quel giorno.


*: Nel buddhismo Zen “Mu” è un termine che può essere tradotto approssimativamente come "nessuno" o "senza". Sebbene nella lingua giapponese si utilizzi tipicamente come prefisso per implicare l'assenza di qualcosa

**: La maggior parte del personale del Gotei 13 indossa l'uniforme standard chiamata shihakusho, una maglia bianca coperta da un kimono nero, degli hakama neri e una cintura bianca.


[Angolo Autrice]

Salve a tutti! Grazie per aver letto! Bando alle ciance e riveliamo il “vincitore” per il personaggio OC.

Ed è *rullo di tamburi* alice_kurosaki con la sua Cora Escarlata!

Naturalmente ringrazio tutti gli altri lettori che hanno inviato la loro scheda, è stato un trauma dover scegliere erano tutti OC molto interessanti. Grazie mille!

Spero che ad alice_kurosaki faccia piacere sapere che mi cimenterò in un disegno su Cora. Sono una completa dilettante in fatto di disegno, ma la sua scheda era così dettagliata che non ho resistito! ;)  Dunque grazie di nuovo a tutti e spero che la mia fic vi stia piacendo! A presto!

Shirley Mei

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