oltre i propri sogni - l'avventura continua di sihu (/viewuser.php?uid=41975)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i nostri sogni non si possono fermare qui ***
Capitolo 2: *** L'approdo ***
Capitolo 3: *** non facciamoci notare e non perdiamoci di vista ***
Capitolo 4: *** che ti passa per la testa? ***
Capitolo 5: *** decisioni a colazione: ancora in città ***
Capitolo 6: *** un'isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze. ***
Capitolo 7: *** ancora contro Foxi: il vero pericolo di rivela. ***
Capitolo 8: *** duplice attacco ***
Capitolo 9: *** naufragio ***
Capitolo 10: *** in quattro su un'isola ***
Capitolo 11: *** ringraziamenti ***
Capitolo 1 *** i nostri sogni non si possono fermare qui ***
CAPITOLO 1
I nostri sogni non si
possono fermare qui
Ho
scritto la nostra storia sulla spiaggia di ogni isola dove sono stato
con i miei compagni. Nel vento che gonfiava le vele e guidava la nostra
nave, facendo sventolare fiera la nostra bandiera. Nella spuma delle
onde che si rincorrevano. Nello sguardo di ogni nemico che ho vinto. Mi
sembra così strano pensare ad un prima. Non ricordo quasi la
vita che facevo prima di incontrare l’uragano Rufy. Ricordo
solo il mio sogno e la mia determinazione. Battere l’uomo
dagli occhi di falco e diventare io lo spadaccino più forte
del mondo. Sogno ambizioso, vero? Avevo fatto una promessa a una cara
amica di infanzia e non l’avrei infranta per nulla al mondo.
Era tutto quello che mi rimaneva di lei, l’unico modo per
ricordarla nel modo che meritava.
Sorrido ancora
ripensando anche a un’altra certezza della mia vecchia vita
ormai infranta: non sarei diventato un pirata. Odiavo i pirati con
tutto me stesso, davo loro la caccia per sopravvivere e di sicuro non
volevo diventare uno di loro. Ma si sa, Rufy ottiene sempre quello che
vuole. Se decide una cosa insiste fin che non la ottiene. È
insieme il suo miglior pregio e il suo peggior difetto. Dipende da come
si vede la cosa. Se si è suoi compagni o suoi nemici. Io
preferisco decisamente la prima. Non c’è altra
persona che avrei seguito come capitano o dalla quale potrei prendere
ordini. Ripenso a questi ultimi anni insieme. Ho affrontato nemici a
non finire, difendendo gli ideali più strani sempre con lo
stesso fine, restituire il sorriso e la serenità ad un
amico. Non so più nemmeno io quante volte ho rischiato di
morire e quante ferire sono rimaste sul mio corpo. Non tengo
più nemmeno il conto di quante volte ho visto il mio
capitano o quello stupido cuoco feriti e quasi morti rialzarsi e
ricominciare a combattere con la forza della disperazione e della
determinazione. Questo ci accomuna, tutto il nostro equipaggio. La
voglia di non arrendersi. Abbiamo un obiettivo da raggiungere. O
meglio, ognuno di noi ha un suo obiettivo da raggiungere e sa che solo
insieme agli altri riuscirà a realizzarlo. Non ci fermeremo
fino a quel momento. Anche gli altri la pensano così.
Nessuno di noi si è mai tirati indietro davanti a un nemico.
Beh, quasi mai. Diciamo che Usup qualche volta ha rappresentato
l’eccezione fuggendo di fronte al nemico ma è poi
sempre tornato indietro per battersi in modo fiero.
Quante persone
abbiamo incontrato in questo nostro lungo viaggio. Alcune di loro mi
hanno aiutato e difeso, molti altri mi hanno tradito e si sono presi
gioco di me.
Tra poco in nostro
viaggio giungerà alla fine. I nostri sogni sono vicini
all’essere realizzati. Che ne sarà di noi dopo che
i nostri sogni saranno realtà? La paura che tutto possa
finire è tanta. La paura di non vedere più il suo
viso, la sua grinta. La paura di non poter più litigare con
lei e sentirla ridere come una bambina.
***
Il
capitano era sdraiato sulla polena, pensieroso. Ormai quello era il suo
posto da giorni. Tutti noi eravamo silenziosi e aspettavamo che lui
iniziasse il discorso. La tensione era nell’aria, tutti la
percepivano. Finiva dunque così la nostra avventura? Tutti
noi abbiamo raggiunto quel che ci eravamo prefissati. Ogni nostro sogno
era realtà. Rimaneva da capire che cosa sarebbe successo
ora. Spettava al capitano darci delle spiegazioni. Dentro di me speravo
mi chiedesse di rimanere. Che lo chiedesse a tutti. Ormai quella nave
era la mia casa e la mia famiglia, ed ero sicuro fosse lo stesso per
gli altri. In nessun posto mi sarei sentito più a mio agio
che lì. In nessun posto nel mondo avrei potuto trovare
persone migliori con cui dividere la mia vita di quelle che avevo al
mio fianco. Tutti, dal primo all’ultimo erano i miei fratelli
e le mie sorelle. Non riuscivo nemmeno ad immaginare a non averli
intorno, per quanto a volte fossero fastidiosi.
“Ragazzi”
Cominciò
il capitano infine con il capello di paglia che gli copriva gli occhi.
Ogni volta che doveva dire qualcosa di serio o di importante quel
cappello gli copriva sempre gli occhi. Come a voler sottolineare la
solennità del momento. Chissà se ero
l’unico ad averlo notato.
“Abbiamo
raggiunto tutti i nostri sogni e vissuto grandi imprese. Sconfitto
spadaccini, trovato il cuore dei mari, realizzato una mappa del mondo,
trovato il grande tesoro. Siamo cambiati, siamo cresciuti. Siamo
diversi eppure sempre gli stessi. In molti ci avevano detto che eravamo
solo degli illusi e dei sognatori e invece guardate un po’
dove siamo arrivati insieme. E ora? Possiamo tornare nel mare orientale
e ognuno di voi sarà libero di andare, oppure possiamo
continuare. Non vi impongo nulla, vi faccio solo una domanda. Mi
seguirete ancora? Ci sono ancora tanti mari da scoprire e tante
avventure che possiamo affrontare insieme. Da adesso non ci saranno
più sogni ambiziosi ma solo la nostra amicizia a tenerci
uniti. Per me non è poco e nemmeno per voi, lo so. Siamo
pirati, ognuno di noi lo è diventato malgrado tutti. I
pirati non sono fatti per stare a terra e i pirati non tradiscono mai
la propria bandiera. Che rispondete quindi?”
Era sceso dalla
polena ed era di fronte a noi. Ci fissava. Voleva vedere le nostre
reazioni.
Improvvisamente tutti
eravamo più allegri. Continuare questo nostro grande viaggio
insieme, era questo il nostro tesoro più prezioso, altro che
quello di Gold Roger. Questo viaggio mi aveva insegnato che non sono i
tesori materiali a rendere ricco un uomo se non hai persone con cui
condividerli. Un forziere pieno d’oro non è in
grado di sostituire nessuno dei miei compagni. Ne ora ne mai.
Le sue parole
però mi hanno sorpreso. Il nostro capitano è
cresciuto. Me ne sono reso onto all’improvviso. Non
è più il ragazzino irresponsabile ed egoista che
aveva iniziato questo viaggio pieno di sogni. O meglio, lo era ancora
ma in modo diverso. Era il Re dei Pirati ora. Tutti noi eravamo
così fieri di lui. Certo, combinava ancora un sacco di guai
ma noi gli volevamo bene anche per questo. Nel momento del bisogno
sapeva diventare una guida, un condottiero, una roccia a cui ognuno di
noi si aggrappava per andare avanti. Diciamo che era diventato anche
più responsabile nelle sue scelte e nei suoi atteggiamenti.
Assomigliava moltissimo ad Ace. La stessa Nami aveva riconosciuto che
ora si che sembrano fratelli. Quando lo avevamo conosciuto erano molto
diversi. Ognuno di noi si è aggrappato almeno una volta a
lui nel corso di questa grande avventura per mare e lui non ha mai
deluso le nostre aspettative. Ha sopportato dolori incredibili e ha
rischiato di rimetterci la pelle un sacco di volte per noi, ma non lo
ha mai fatto pesare. Anzi, ogni volta appena si riprendeva aveva il suo
solito sorriso e senza badare alla sue ferite ricominciava a pensare
alla prossima meta.
Dopo che ha
pronunciato quelle parole di colpo tutti ci siamo sentiti
più leggeri. Non c’era bisogno che nessuno di noi
parlasse. Ognuno di noi sapeva bene cosa avrebbero deciso gli altri
senza bisogno di parole. Alcuni lo chiamano sesto senso, per me
è solo conoscere così bene le persone che hai al
tuo fianco da capire quel che pensano dai loro gesti.
“Vado a
preparare la cena. È meglio partire verso l’ignoto
con la pancia piena.” dice Sanji accendendosi una sigaretta.
Non lo stavo guardando in faccia ma sapevo per certo che stava
sorridendo. Anche lui era cresciuto da quando ha lasciato quello strano
ristorante galleggiante in cui lavorava. È diventato molto
più deciso e sicuro di sé. Non ha mai smesso di
correre dietro a una bella donna ed era sempre il solito damerino. Ma
il fondo è bello vedere come le persone cambino senza mai
smettere completamente di essere quel che erano prima. Sarebbe
così strano vedere Rufy completamente responsabile e serio,
Sanji che non adula nessuna donna, Usup senza paura e senza le sue
bugie. Oppure Nami meno tirchia. Alla fine li preferisco come sono.
Ecco, ci sono ricascato. Non sono riuscito ad evitare di pensare a lei.
Il legame tra noi è sempre stato forte, nonostante le
battute acide e le litigate. In fondo era così solo
perché la conoscevo da molto tempo. Io e lei siamo stati i
primi a seguire Rufy. Che scemo che sono. Che stavo dicendo? Avrei
dovuto smetterla di mentire anche a me stesso. Non è per
quello che Nami occupava un posto speciale nel mio cuore. Forse sarei
dovuto andare da lei e dirle che ero felice di poter navigare ancora
con lei. Felice di poterla vedere ancora addormentata sulla sua
scrivania la mattina dopo una notte a disegnare carte, con i capelli
sparsi sul tavolo e una tazza di caffè ormai finito.
Sospirai guardandola andare verso i suoi mandarini con Nico Robin. Non
ero riuscito a dirle nulla nemmeno quella volta. La verità
è che mi mancava la forza, o forse il coraggio di aprirle il
mio cuore. Ebbene si, il prode Zoro, lo spadaccino più forte
del mondo è in grado di sterminare qualunque nemico intralci
il suo cammino ma non di mostrare i suoi sentimenti a Nami. Alla sua
Nami.
Tutti hanno lasciato
il ponte e sono tornati a occuparsi dei fatti loro. Il capitano
sembrava felice. Sul ponte eravamo rimasti soli ma non abbiamo parlato.
Lui guardava l’orizzonte e io riflettevo guardando anche io
il mare. Non sono mai serviti grandi discorsi tra noi per intenderci.
Nonostante siano molte le differenze tra noi ci sono anche molte
somiglianze e punti in comune. È come se una forza
più grande di noi ci accomunasse. È
l’unico che mi comprende quando tutti mi prendono per folle e
vice versa. Ha molta fiducia il me e riesce a capirmi al volo, senza
bisogno di sciocchi discorsi. È il mio migliore amico. Sono
convinto che il nostro incontro non sia stato un caso. È
stato il destino a volere che proprio un tipo strano come lui mi
salvasse la vita e mi convincesse a seguirlo. Penso che nessun altro a
parte Rufy ci sarebbe riuscito.
Ripenso a questi anni
insieme e sorrido da solo guardando l’orizzonte. La nostra
storia è cominciata anni fa, quando eravamo tante persone
con tanti sogni diversi, uniti per realizzarli. Persone così
diverse da sembrare destinate a fallire nei loro intenti. Ora quel
confine è sfumato in un unico essere che ha deciso di
partire verso l’ignoto, verso l’avventura. Non
siamo nove siamo un solo essere che va verso l’ignoto, verso
l’avventura. Ancora una volta, insieme. Saremo la ciurma di
cappello di paglia fino alla morte. Senza bisogno che nessuno lo dica
ad alta voce. Sarà così e basta. Sempre pronti a
litigare per ogni sciocchezza ma uniti nel momento del bisogno. Pronti
a difenderci l’un l’altro per poi riderne insieme e
bere come delle spugne. Ma di che vi stupite, siamo o non siamo pirati?
***
Oltre
l’orizzonte si vedeva un isola. Nami ci aveva avvertito che
tra poche ora l’avremmo raggiunta. Era così bella.
Nami, non l’isola è ovvio. Il mio pensiero vagava
oltre la realtà. Come la vorrei vicina a me, sentire le sue
dita sfiorare la cicatrice che mi attraversa il torace. Il ponte
si era animato di canti, urli di gioia e scherzi. Dovevo
riscuotermi da quei pensieri. L’avventura ci attendeva. Sul
ponte si poteva avvertire l’eccitazione e la trepidazione di
tutti. Attenzione a voi, la ciurma di Rufy cappello di paglia, il Re
dei Pirati era quasi pronta per sbarcare.
angolo dell'autrice:
l'idea di questa storia è nata da alcune frasi buttate
giù quest'estate al mare. ci ho lavorato parecchio su e alla
fine ho deciso che sarà Zoro l'unico narratore. ho deciso di
vedere il mondo con i suoi occhi perchè mi ha sempre
attirato come personaggio. non parla mai molto ma è nello
stesso tempo molto profondo. la storia quindi si base sugli affetti
più importanti per lui, quindi i suoi compagni, specialmente
Nami e Rufy.
ho pensato a lungo se lasciarla così o andare avanti. ho
anche fatto una bozza per il seguito ma prima di decidere se finirlo e
pubblicarlo voglio vedere che ne pensate dell'inizio.
grazie se siete arrivati a leggere fino a questo punto, vi chiedo solo
un ultimo favore. datemi un vostro parere, sia positivo che
negativo.
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Capitolo 2 *** L'approdo ***
CAPITOLO 2
L’approdo
Alla
fine siamo sbarcati. Certo, come al solito il nostro non è
stato un approdo tranquillo ma ormai siamo abituati. Non lo
è mai. Il baccano è cominciato quando eravamo
ancora al largo e l’isola era solo stata avvistata. Rufy era
eccitato all’idea di esplorare un isola nuova e non la
smetteva di saltellare su e giù per la nave insieme a
Chopper e Usup. Quei tre sono incorreggibili. Nonostante tutto il tempo
che è passato e le cose che hanno visto sono rimasti gli
stessi, specialmente Usup e Chopper così ingenui e puri.
Diciamo che Rufy è sempre il solito, rumoroso e
giocherellone ma è molto meno ingenuo. Aver sconfitto i
più forti e malvagi pirati in circolazione gli ha fatto
aprire un po’ gli occhi. A volte a fare macello insieme a
loro ci si mette anche quel dannato scheletro, li diventano quasi
fastidiosi.. anche idioti e infantili a dirla tutta. Davanti a un
nemico però si trasformano, diventano diversi, dei mostri
senza cuore che lottano fino allo stremo delle forze per raggiungere il
loro obiettivo, quasi delle macchine da guerra. Persino il dolce
Chopper, che poi trasformato ha molto poco di dolce. Ricordo che i
primi tempi sulla sua testa c’era una taglia ridicola,
qualcosa come 50 berry o giù di lì. Lui se ne
vergognava molto, pensava la marina si prendesse gioco di lui. In
effetti allora per la marina non era una minaccia ma un simpatico
animaletto che faceva da mascotte. Secondo loro l’avevamo
preso con noi sulla nave per coccolarlo, si può essere
così ciechi? Illusi, se ne sono resi conto da soli
però quanto è realmente pericolosa quella renna
dal naso blu. Ci sono molti marinai che tuttora si pentono di averlo
sottovalutato.
Nami continuava a
dare ordini e quello stupido cuoco la ascoltava con gli occhi a forma
di cuore. Non si è mai reso conto di quanto sia patetico.
Lui la chiama cavalleria, io malattia mentale. Capirei se fosse
realmente innamorato, ma lui corre dietro a tutte. È una
delle tante questioni, o meglio delle scuse per cui finiamo sempre per
litigare. Alla fine arrivare alle mani con il cuoco è
divertente. Nessuno dei due fa sul serio. È il nostro modo
per passare il tempo anche se nessuno lo ammetterebbe mai. In caso di
bisogno sappiamo collaborare e coprirci le spalle a vicenda. Diciamo
che è raro ma che succede. In questo momento però
vorrei fargli seriamente male, forse perché fa lo stupido
con Nami mentre io non riesco a dirle quello che provo. A volte mi
piacerebbe essere sfrontato come lui e riuscire a confessarle i miei
sentimenti. È più forte di me, non ci riesco. Non
saprei nemmeno da che parte iniziare. Ho passato anni ad allenarmi,
tenendomi tutto dentro, costruendomi una reputazione di combattente
spietato. I guerrieri più forti e determinati non possono
mostrare i loro sentimenti. Almeno, così la penso io. Per me
forza è nascondere i propri sentimenti per non farsi
travolgere, per non soffrire. Rufy è la dimostrazione
vivente che si può essere forti e spontanei ma io non ho mai
capito come sia possibile. Lui fa dei suoi sentimenti la ragione
più importante per cui combatte. Io però sento
che sarei ridicolo a comportarmi come quel dannato damerino con i
capelli biondi, ve lo immaginate? È un mio difetto, lo so
bene anche io. Nascondere i miei sentimenti non mi fa per nulla bene.
Per questo ringrazio di avere un migliore amico come Rufy. Nonostante
sia la persona più estroversa che conosco quando
è con me sa ascoltare i miei silenzi senza parlare. Riesce a
capire il mio stato d’animo solo standomi vicino. Grazie a
questa sua presenza costante e discreta sono riuscito ad aprirmi un
po’ con lui. È l’unico con cui mi
confido veramente. Di Nami però non gli ho mai parlato,
anche se sono sicuro che lui lo sa. Non c’è
bisogno di parole tra noi. Per questa ragione a volte lo adoro e a
volte lo odio.
Sul ponte solo io,
Franky e Nico Robin non abbiamo interrotto le nostre
attività quotidiane. Franky era alle prese con qualche
strana miglioria per la nave, nessuno di noi ha avuto il coraggio di
indagare più a fondo. Nico Robin stava finendo un libro, tra
i suoi progetti futuri c’era mettere per iscritto tutto
quello che aveva scoperto sul secolo buio. Nami la incoraggiava,
chissà se quelle due avrebbero anche scritto un libro sulle
nostre avventure, magari corredato di mappe delle isole che abbiamo
esplorato. La gente avrebbe apprezzato, la marina certamente No. Io
invece mi stavo allenando, come al solito. Chissà
perché tutti pensano che siamo fanatici. In particolar modo
io. A volte capita di incontrare delle vecchie conoscenze per mare e
tutti si stupiscono del fatto che mi alleni ancora. Persino i miei
vecchi compagni Johnny e Josaku. Come fanno a non capire?
Dovrò pur difenderlo questo dannato titolo che mi sono
guadagnato con tanta fatica, no? Mica posso permettere che il primo
sbarbatello che passa mi porti via il titolo.
Il baccano aumentava
sempre di più man mano che ci avvicinavamo
all’isola. Si trattava di un’isola abitata.
Già da lontano si potevano vedere case e grossi edifici. Non
sapevamo nulla di quell’isola. Nemmeno il suo nome. Nami
voleva fare un giro intorno prima di attraccare per vedere la
conformazione del territorio e le coste. Diceva che era per trovare il
punto migliore per ormeggiare la nave. Probabilmente le serviva anche
perché voleva disegnarla e metterla insieme alla sua
collezione di mappe del mondo. Aveva disegnato una mappa per
ogni isola che avevamo visitato e per ogni mare che avevamo solcato. Un
lavoro davvero enorme ed ammirevole di cui andava molto fiera. Diceva
spesso che era il suo tesoro. Il mio tesoro invece era guardarla di
nascosto mentre le disegnava. Così impegnata,
così bella. Molte volte il desiderio di avvicinarmi a lei e
darle un bacio sul collo era forte ma la paura di un suo rifiuto mi
aveva sempre fermato. Ero proprio senza speranza. Appoggiai i pesi che
usavo di solito per allenarmi e mi fermai a guardare i miei compagni.
Erano tutti intenti a fissare l’isola dove stavamo per
attraccare. Anche Nico Robin e Franky si erano uniti a loro, solo io
ero rimasto in disparte. Avevano gli occhi che brillavano, un
po’ come i bambini di fronte a un negozio di giochi o a un
vasetto di marmellata. Ognuno di loro fantasticava di già su
cosa avrebbe fatto una volta sbarcati sull’isola.
“Wow sembra
enorme!”
Dissero in coro Usup
e Brook prima di incominciare a intonare strane canzoni. Da quando lo
scheletro si era unito a noi i momenti canori erano aumentati con gran
piacere e divertimento di alcuni della ciurma e un po’ meno
di altri. Io rientravo nel secondo gruppo, inutile dire che Rufy era
nel primo. Nami invece non sembrava scocciata dal loro modo di fare ma
lo stesso si teneva in disparte e non partecipava ai loro cori assurdi.
Era una delle cose che non riuscivo a capire di lei. Gli piaceva in
chiasso che facevano o le dava fastidio?
“Già,
hai ragione. Zoro vieni a guardare anche tu..”
Mi chiamò
il capitano sorridente più che mai. Quando era
particolarmente felice per qualcosa mi chiamava perché io
andassi a condividere la sua gioia. Gli sorrisi in ricambio e mi
avvicinai per guardare anche io, non volevo deluderlo.
L’isola era molto più grande di quello che
sembrava da lontano. Doveva essere un importante nodo commerciale
perché si vedevano un sacco di mercantili e di persone
indaffarate a portare le loro merci da una parte all’altra
dell’isola. Sembravano tante formiche che si affaccendano
intorno al loro formicaio. Non sembravano esserci avamposti della
marina. Questo andava a nostro vantaggio, forse avremmo passato qualche
giorno tranquilli. Sarebbe stata una bella novità dopo tutte
quelle che ci erano capitate andando per mare.
“Chissà
quante ricette nuove potrò imparare!”
Cominciò a
fantasticare il cuoco sorridendo con un espressione idiota. Ero quasi
certo di averlo sentito blaterare a voce più bassa qualcosa
in proposito alle ragazze dell’isola. Era proprio
incorreggibile. Donne e cibo, non pensava ad altro.
“Spero ci
sia una libreria!”
Disse Nico Robin
cercando con lo sguardo la renna, sicura che sarebbe interessata anche
a lui. Quei due di solito sparivano per lunghe ore insieme a sfogliare
vecchi volumi di medicina o di storia. Era un’abitudine per
loro, un modo per conoscere a fondo un’isola nuova attraverso
i libri che vi si potevano trovare.
“Che bello!
Nico Robin posso venire con te a cercarla?”
Replicò
Chopper con gli occhi che emanavano tante scintille all‘idea
di una biblioteca piena di libri.
“Certo
Chopper!”
Rispose Nico Robin
sorridendo. Tra tutti lei era l’unica che era cambiata
completamente, o forse aveva cominciato a mostrarsi a noi per quella
che era veramente. La prima volta che l’avevamo incontrata
era nostra nemica. Dopo lo scontro con Crocodile nel regno di Bibi,
Rufy le aveva salvato la vita e lei per ripicca aveva deciso di
seguirci. Era stato difficile fidarsi da lei all‘inizio, ma
in poco tempo era diventata una di noi a tutti gli effetti. A Water
Seven poi tutti noi abbiamo capito quando teneva a noi e quanto noi
tenevamo a lei e abbiamo rischiato il tutto per tutto per lei. Abbiamo
anche affrontato un Buster Call pur di non perderla. Alla fine
è riuscita a lasciarsi il passato alle spalle e a vederci
come la famiglia che aveva perso tanto tempo prima per colpa del
governo. Vedendola ora sorrido all’idea che almeno
all’inizio ci aveva seguito per ripicca verso il nostro
capitano. La osservo mentre distoglie lo sguardo dall’isola e
fissa il capitano. I suoi occhi sono pieni di affetto, riconoscenza e
di una strana scintilla, sta stessa che ha negli occhi Rufy quando
guarda l’archeologa.
“Ormai ci
siamo quasi.”
Disse sicura Nami
guardandosi intorno. Stava controllando i venti e la costa, per
decidere il punto migliore per fermarsi. Era una navigatrice
impeccabile e non si faceva mai sfuggire neppure il minimo dettaglio.
Chiunque avesse solcato i sette mari sapeva che lei era la migliore.
“Non
sarà pericoloso ormeggiare la nave nel porto della
città? È una nave pirata dopo tutto.”
Feci notare io
fissando la costa in cerca di qualche segno della marina. Non ne avevo
notati ma era meglio non rischiare. In poco tempo i miei compagni
smisero di fantasticare e cominciarono ad occuparsi del problema. La
nostra nave era abbastanza conosciuta, per non parlare della bandiera.
Ormai tutti la conoscevano e ci riconoscevano anche a molte miglia di
distanza. Se l’avessimo lasciata in porto come nulla fosse di
sicuro ci sarebbe stato qualche problema. Era meglio che non si sapesse
che fossimo in città per evitare noie sia con la marina che
con altre ciurme pirata.
“Testa
d’alga ha ragione. Tra le altre cose la nostra bandiera
è inconfondibile.”
Disse Sanji, non
perdendo l’occasione per lanciarmi una frecciatina delle sue.
Sicuramente voleva istigarmi e cominciare uno dei nostri soliti litigi.
Per qualche strana ragione non mi andava di rispondergli come facevo di
solito. Ero più malinconico del solito per colpa di una
ragazza dai capelli rossi che profumava di mandarino. Mi fisso per un
po’ e quando vide che la mia risposta non arrivava fece una
faccia stranita prima di tornare a occuparsi della questione.
“Di che ti
preoccupi? Tutti hanno paura di noi. Siamo fortissimi no?”
Rispose Rufy sicuro.
Chi non lo conosceva poteva scambiarlo per spaccone o per uno sciocco,
il realtà aveva piena fiducia in noi. Aveva già
visto che non c’erano avamposti della marina ne navi
ormeggiate e in più conosceva le nostre capacità.
Certo, una parte di me sapeva che la sua frase era dettata anche da una
voglia incontenibile di andare alla scoperta dell’isola senza
occuparsi di nient’altro. Era il solito.
“Abbiamo
anche una taglia enorme sulla testa. Potrebbe fare gola ai cacciatori
di pirati.”
Spiegò
Nami mentre Franky si guardava intorno, annoiato dalla discussione. I
cacciatori di pirati erano l’ultimo dei suoi problemi,
più di una volta ne aveva affrontati. Le sue preoccupazioni
erano per la nave. Non sarebbe stato bello se la marina
l’avesse sequestrata, era il suo tesoro, la sua creatura, la
sua nave del sogno.
“Avete
ragione! Mamma mia che paura! Che facciamo ora?”
Disse la renna dal
naso blu cominciando a tremare di paura.
“Tranquillo
Chopper. Non c’è nulla da temere! Non
succederà nulla.. Vedrai!”
Lo
tranquillizzò Rufy tornando a fissare l’orizzonte
e lasciando a noi la questione ormeggio da sbrigare. A lui non faceva
differenza dove ormeggiassimo la nave, gli importava solo di arrivare
in fretta sull’isola e poterla girare alla ricerca di qualche
locanda.
“Rufy se la
marina vedrà la nostra nave non ci darà scampo.
Proveranno a catturarci..”
Continuò
Nami esasperata e infastidita dal nostro comportamento. Conoscevo bene
quel suo sguardo, pensava che tutti noi fossimo una manica di
irresponsabili. Era bella anche quando si arrabbiava con noi.
Chissà se ero l’unico a pensarla così
della ciurma. Cominciai a farmi mille domande. Forse anche altri della
ciurma erano interessati a lei, e se me l’avessero portata
via? Non sarei riuscito a sopportare la donna che amavo con un altro,
specie se avessi dovuto vederli insieme tutti i giorni. Sanji di sicuro
non era innamorato, faceva lo stupido come con tutte. C’erano
Chopper e Usup, ma nessuno dei due sembrava interessarsi alle donne .
Erano troppo impegnati a compiere gesti coraggiosi per entrare nella
storia della pirateria. Rufy era maturato molto, ma escludevo che si
interessasse a Nami. Erano solo amici, si conoscevamo da una vita.
Gettai uno sguardo a Nami e Rufy, sembravano così affiatati.
E se ci fosse di più tra loro? No, Rufy non poteva fare a me
una cosa del genere. Di sicuro aveva capito che a me piaceva la bella
navigatrice, e poi c‘erano quegli sguardi che gli avevo visto
scambiare con Nico Robin. Effettivamente ultimamente il capitano era
spesso lontano dalla sua adorata polena e nessuno riusciva a capire
dove si andasse a cacciare. Rimanevano solo Brook e Franky. Beh, il
primo era morto e il secondo un cyborg. In teoria non dovevano
interessarsi alla donne, almeno speravo.. Il mio umore in pochi secondi
era peggiorato notevolmente. Era bastato pensare alla mia Nami con un
altro dei miei compagni. La verità è che dovevo
decidermi, il mondo era pieno di uomini e prima o poi qualcuno si
sarebbe dichiarato. Avrebbe potuto conoscere qualcuno su
un’isola, durante una delle nostre soste. Magari proprio quel
giorno su quella strana isola avrebbe conosciuto qualcuno e se ne
sarebbe andata per sempre con lui, abbandonandoci. Il mio cuore sembro
non reggere quei pensieri e salto qualche battito per poi accelerare e
recuperarli poi. Dovetti aggrapparmi al parapetto per non perdere
l’equilibrio. Quella donna aveva davvero tutto quel potere su
di me?
Cercai di distrarmi e
tornai a guardare i miei amici, la discussione stava andando avanti.
“Beh, ma
è quello che fanno sempre. Giusto?”
Riprese Rufy
scrollando le spalle. Dal suo sguardo di intuiva che pensava che Nami
si stesse preoccupando troppo. Il capitano sapeva bene che era inutile
preoccuparsi troppo visto che di imprevisti a noi ne erano sempre
successi anche quando stavamo più che attenti. Alla fine
è normale quando sei un pirata, devi essere preparato a
tutto. Anche alle cose più strane e impossibili. Ricordai un
volta che Nami e Chopper cercavano me e Rufy. Eravamo a Water Seven e
io e il capitano eravamo rimasti incastrati rispettivamente in un
camino e in un palazzo, si è mai sentito incidente
più strano? Quel dannato cuoco ha riso come un matto quando
ha sentito la storia, quella volta anche Rufy mi ha dato una mano a
zittirlo.
“In fondo
non ci sono mai riusciti..”
Ammisi io
appoggiandomi con la schiena al parapetto della nave aggiungendomi alla
discussione. In molti ci avevano fermato, o almeno ci avevano provato.
Era giusto stare attenti ma alla fine eravamo la ciurma di cappello di
paglia, il re dei pirati. Io ero lo spadaccino più forte del
mondo e Sanji aveva rubato la fama al suo maestro Zeff piedi rossi, per
non parlare degli altri membri della ciurma. Un equipaggio di tutto
rispetto nonostante il numero esiguo. Dovevano avere paura loro di noi,
e girare al largo dalla Sunny. Anche perché in caso
l’avessero danneggiata non penso che Franky
l’avrebbe presa troppo bene. Era stato lui stesso a costruire
quella nave e l’amava sopra ogni altra cosa al mondo. A
ripensarci bene Franky era troppo innamorato della Sunny per pensare a
Nami.
“Si ma
è meglio non andare a cercare guai. Lasceremo la barca nel
molo dietro quel promontorio. Sarà riparata e non la
vedranno. Ricordate che non sappiamo nulla su questa isola.”
Concluse Nami
indicando un punto poco distante dal porto e protetto da sguardi
indiscreti e mettendo cos‘ fine alla discussione. Era anche
poco lontano dal porto, non ci sarebbe voluto molto per raggiungere la
città a piedi. Dalla ciurma arrivarono mugolii di assenso.
L’accordo era stato trovato, con largo anticipo rispetto al
solito. Non vi erano state nemmeno furiose litigate tra la navigatrice
e altri membri dell’equipaggio.
“Oh Nami,
le tue idee sono sempre così splendide e geniali. Sei la
luce dei miei occhi..”
Mormorò
quel dannato cuoco. Naturalmente lui doveva sempre farsi notare dalle
ragazze, non gli bastava assentire come tutti gli altri.
Sentì una rabbia incredibile montarmi dentro, avrei voluto
buttarlo a mare e tenere la sua testa a lungo sott’acqua
perché non respirasse ma Nami fu più veloce di
me. Non riuscì proprio a trattenere un sorriso perfido. In
un lampo Nami prese il suo bastone e lanciò una potente
scarica elettrica su Sanji prima di andare a controllare la rotta.
Mentre arrostiva il cuoco i nostri sguardi si erano incontrati, lei
sorrideva. Adoravo quella ragazza sempre di più, specie
perché aveva rimesso al suo posto quel damerino con la
cravatta. Chissà però se quel sorriso era rivolto
a me?
ANGOLO DELL'AUTRICE
come forse avrete
intuito ho deciso di continuare la storia, mi ci è voluto un
po' per trovare l'idea geniale ma ora l'ho trovata (anche senza andare
al mare.. XD!)
la storia
procederà con calma perchè in questo periodo
l'università mi porta via tantissimo tempo, spero di non
farvi aspettare troppo tra un aggiornamento e l'altro. vi chiedo da ora
di portare pazienza, vi prometto che farò del mio meglio per
ridurre i tempi.
veniamo ai
commenti..
giodan: grazie mille per la
fiducia e per il commento. spero che seguirai la mia storia e mi darai
ancora il tuo parere.
mai
valentine:
grazie mille, detto da te mi fa veramente piacere. ho letto una delle
tue storie e devo dire che anche tu scrivi benissimo!
giady92: grazie per il commento e
per averla messa tra i preferiti, spero di non averti fatto aspettare
troppo e che ti sia piaciuto anche questo.
neko: grazie per il commento.
sono felice che ti sia piaciuto il punto di vista della mia storia e
spero che ti piacerà anche il seguito.
rolochan105: grazie per il commento.
spero che questo capitolo ti piacerà anche se non sono
andata al mare a scriverlo. dunque anche tu sei un fan della coppia
zoro/nami? mi fa piacere.
neublackcrowfriend
(spero di avere scritto giusto! se non è così ti
prego di scusarmi!XD!): grazie mille per il
commento. spero che il seguito piaccia a te e anche a chi legge. sai,
la paura di deludere è tanta ma non abbastanza da fermarmi!
grazie a tutti
quelli che sono arrivati a leggere fino a qui. aspetto i vostri
commenti con critiche, pareri e recensioni!
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Capitolo 3 *** non facciamoci notare e non perdiamoci di vista ***
CAPITOLO 3
Non facciamoci notare e non
perdiamoci di vista
Un paio
d’ore dopo tutto era pronto per lo sbarco. Una volta
sistemata la nave, gettata l’ancora e controllato che ogni
cosa fosse in ordine scendemmo a terra. Il porto non era molto
distante, una piacevole camminata di venti minuti. Nessuno protesto per
la distanza, tranne Usup, come al solito. Per farlo smettere di
lamentarsi bastò la minaccia di un calcio del cuoco e fargli
sentire il rumore delle mie spade, come al solito. Ci trovavamo su
un’isola primaverile, non particolarmente fredda. Era
piacevole fare due passi e sentire una leggera brezza accarezzarti il
volto dopo tanto tempo sulla nave. Chiusi gli occhi e immaginai che
fossero le carezze di Nami. Riuscivo a distinguere chiaramente il suo
tocco vellutato e il profumo della sua pelle. Sapeva di mandarino e di
inchiostro, su di lei quei profumi facevano un effetto incredibile.
Quando riaprì gli occhi la sentì ridere forte,
una risata così pura e cristallina. Mi stupì che
la mia era stata solo una fantasia. Sembrava tutto così
reale, ma era solo stato frutto della mia testa. Lei era qualche passo
avanti a noi, bella da togliere il fiato. Non indossava altro che un
vestitino corto azzurro e i sandali. Si era anche messa un nastro
colorato tra i capelli. Era stupenda. Improvvisamente si
fermò e ci sbarrò la strada allargando le braccia.
“Ragazzi,
ascoltatemi!”
Disse lei decisa,
mostrandosi sicura di sé. Mi piaceva da impazzire anche quel
suo modo di essere autoritaria. Non l’avrei mai ammesso
davanti a lei ma non mi scocciava così tanto quando mi dava
un ordine, anche se per non darlo a vedere reagivo sbuffando e
dicendole di non essere il suo schiavo.
“Certo oh
mia Dea”
Mormorò
sognate il cuoco. Di nuovo lo odiai per quelle poche parola e la rabbia
mi assali.
“Ma questo
al posto del cervello ha la segatura?”
Mormorai a mezza voce
in modo che lui mi sentisse.
“Ti ho
sentito testa d’alga..”
Rispose lui cadendo
in pieno nel mio tranello. Volevo provocarlo e litigare con lui.
Sentivo il bisogno di tirargli un pugno in faccia, non per passare il
tempo ma per fargli pagare tutte quelle frasi fastidiose a Nami e
sfogare le mie frustrazioni per non riuscire a dire alla donna dei miei
sogni quanto era speciale.
“Stupido
pinguino!”
Risposi io per fargli
perdere le staffe, lui reagì preparandosi ad attaccare. Non
mi lasciai sorprendere e risposi cominciando io per primo la lotta.
Dovevo sfogarmi e Sanji era il modo migliore. Era una buona occasione
per tirare fuori tutta la rabbia, l’impotenza, la
frustrazione e la mancanza di coraggio che tenevo dentro o sarei
esploso.
“Ragazzi?
Lasciate parlare Nami prima che..”
Cercò
di avvisarci il capitano. Probabilmente Rufy voleva dire di lasciare
parlare Nami prima che ci friggesse, ma la ragazza fu più
rapida del capitano. La scarica di Nami colpì sia me che il
cuoco, lasciandoci a terra leggermente tramortiti. Ci guardò
con furia assassina prima di riprendere a parlare. Rufy dietro di lei
rideva, a pochi passi da Nico Robin.
“In
città non c’è la marina, ma cerchiamo
di non farci notare e di non perderci di vista. Almeno per oggi
rimaniamo in gruppo, intesi?”
Disse la ragazza
ritrovando una calma sorprendente. Mi chiesi come faceva. Passava dalla
rabbia alla calma i pochi secondi. Tutti annuimmo obbedienti, poco dopo
arrivammo in città. Durante il resto del tragitto non
riuscì a staccare gli occhi da Rufy e Robin. Camminavano
vicini e sembravano molto complici. Era così strano,
perché non me ne ero accorto prima? Gli altri sembravano non
farci troppo caso. Avrei dovuto fare qualche domanda al mio migliore
amico quella sera..
Quando arrivammo
nella piazza principale mi distolsi da quei pensieri e decisi di
godermi quell’isola. Chissà se c’era
qualche buon negozio di spade? Naturalmente tempo qualche minuto ognuno
andò per i fatti suoi provocando una crisi isterica alla
nostra navigatrice. Tutta i presenti si voltarono a guardarla,
smentendo anche il primo punto del suo discorso: non farsi notare.
ANGOLO DELL'AUTRICE
ed ecco il terzo
capitolo. come vi ho detto ho promesso di dare un seguito a questa
storia e vi prometto che arriverò fino alla fine, anche se
per i tempi non vi so dire molto. purtroppo gli esami e
l'università mi rallentano e sto lavorando in contemporanea
a un'altra storia che avevo cominciato prima di questa. se nonostante
tutte queste mie menate seguite la mia storia, la aggiungete ai
preferiti e la commentate siete davvero dei tesori.
questo capitolo
è davvero corto ma spero vi piaccia in ogni caso. vi do
qualche anticipazione sul prossimo capitolo, ci sarà una
bella chiaccherata tra Rufy e Zoro e il titolo sarà "cosa ti
passa per la testa?".
sono felice di
leggere i vostri commenti e se trovate qualcosa che non vi piace non
esitate a criticare. senza critiche non si migliora, no?
neko:
grazie mille per i complimenti! mi fa davvero piacere che sono riuscita
a far provare gli stessi sentimenti che prova Zoro, era il mio
obiettivo ma non ero sicura di avercela fatta. mi fa anche piacere
avere parzialmente cambiato anche le tue preferenze di coppie! XD
giodan:
grazie mille per il commento, sono davvero felice che ti piaccia! per
quanto riguarda le coppie, personalmente non sono per una coppia in
particolare ma per le storie in cui le coppie sono credibili e
affiatate (anche se le Nami/Rufy che ho letto fino ad ora mi sono
piaciute tantissimo). cmq, scrivendo questa storia sono partita da
Zoro, mettergli al fianco Nami mi è venuto spontaneo. per
quando riguarda kaya e tashigi, la prima non avrà un ruolo
rilevante mentre la seconda comparirà tra qualche capitolo.
per ora non posso dire altro XD anche se a pensarci bene ti ho
già detto molto!XD
RoloChan105:
mi fa piacere che ti piacciano le coppie, anche se come ho
già detto non l'ho fatto apposta. diciamo che è
stata la storia stessa a sceglierle. non sono pazza, è solo
che quando scrivo mi faccio prendere dall'istinto e rileggo poi quello
che viene fuori. XD sono davvero felice che la mia storia ti stia
piacendo! per quanto riguarda i tempi di pubblicazione, spero di
riuscire presto a stabilire qualcosa di fisso (un capitolo tutti i
venerdi o almeno ogni due venerdi) ma per il momento è dura.
XD
marie_92:
grazie mille per i complimenti e per il commento! mi fa piacere che ti
sia piaciuta quella scena, anche a me sono venuti un po' i brividi
scrivendola e poi rileggendola! XD
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Capitolo 4 *** che ti passa per la testa? ***
CAPITOLO 4
Che ti passa per la testa?
Il
pomeriggio era passato in un baleno e stava scendendo la sera. Quando
arriviamo in un posto nuovo il tempo passa sempre più
rapidamente rispetto a quando navighiamo. Penso sia a causa del fatto
che ci siano molte più cose da fare e da vedere. Di solito
quando arriviamo su un’isola nuova siamo anche bravissimi a
trovare un sacco di guai. O meglio, il nostro capitano era bravissimo a
trovare guai. Noi poi dobbiamo dargli una mano a risolverli. Ho perso
il conto di quanti draghi morenti, bambini, cavalli e vecchietti
abbiamo aiutato rischiando ogni volta di rimetterci la pelle a causa
della generosità del nostro capitano. Non riesce a rimanere
indifferente davanti a qualcuno che ha bisogno di aiuto e si fa sempre
in quattro per aiutarlo, il che è davvero strano per un
pirata. Rufy stesso è molto strano sia come pirata che come
persona, ma penso sia per questo che sia riuscito a convincere ognuno
di noi a seguirlo e a rimanere con lui fino a questo punto. Mentre
fissavo il sole tramontare realizzai che era meglio tornare alla nave,
si era fatto molto tardi. Di sicuro l’ora di ritrovo era
passata e i ragazzi erano tornati alla nave senza aspettarmi, lo
facevano sempre. Non avevo quasi fatto caso all’isola, preso
come ero nei miei pensieri. Non riuscivo a togliermi dalla testa Robin
e Rufy. Sembravano così complici, affiatati. Come avrei
voluto che tra me e Nami ci fosse lo stesso rapporto. Sospirai e mi
fermai per guardarmi intorno. Un albero che avevo già visto
mi riscosse dai miei pensieri. Perfetto, mi ero perso per
l’ennesima volta. I miei compagni mi prendevano in giro per
il mio scarso senso dell’orientamento, in realtà
loro non capivano. Non sono io quello sbagliato ma le isole e i posti
che visitiamo a essere terribilmente intricati!
Vagai per strade
tutte uguali per ore, fino a che non sentì delle urla.
Doveva essere Usup. A giudicare da come strillava doveva essere
inseguito da Nami. Chissà che aveva combinato quel fifone.
Seguendo le voci dei miei compagni di ritrovai alla nave.
Come previsto dovetti
sorbirmi una patetica ramanzina da parte del cuoco e di Franky.
Quest’ultimo mi stava facendo saltare i nervi e fui veramente
grato a Brook quando se lo portò via a cantare non so quale
canzone. Una pentola che emetteva strani rumori richiamò
l’attenzione di Sanji mettendo fine alla discussione sul mio
ritardo. Mi guardai intorno, erano spariti tutti. Mi lascia cadere su
una sedia e solo allora vidi che c’era anche Nami.
Probabilmente era sempre stata lì e aveva visto tutta la
discussione. Era così strano che non avesse detto nulla per
il mio ritardo, non mi aveva nemmeno preso in giro perché mi
ero perso. Stava leggendo un libro con una copertina verde, qualcosa
sulla navigazione in condizioni di emergenza. Quando mi vide
alzò gli occhi e per qualche secondo i nostri sguardi si
incontrarono.
“Non
credevo tornassi così presto.”
Scherzò
lei alludendo al fatto che di solito ci mettevo almeno il doppio del
tempo a ritrovare la strada. Era strana come presa in giro, di solito
sapeva essere molto più cattiva.
“Beh, una
certa mocciosa a pensato bene di friggere un cecchino. Le urla del
poveretto mi hanno richiamato..”
Le risposi stando al
suo scherzo. Sembrò stupita dal fatto che non me
l’ero preso per le sue parole. Mi sorrise e si
alzò per andare a cambiarsi per la cena.
“Si tratta
di un cecchino molto codardo! In ogni caso mi devi un
favore..”
Disse lei strizzando
un occhio. Rimasi per un po’ incantato a guardare la porta
dove fino a qualche minuto prima c’era Nami. A interrompere
il mio sogno ad occhi aperti fu quel dannato sopracciglio arrotolato
che avvisò che la cena era pronta. Una mandria di bufali
affamati si precipitò nella stanza, travolgendomi.
Dopo cena decisi di
andare un po’ sul ponte ad allenarmi. Lo facevo sempre quando
avevo bisogno di riflettere. Era una sera perfetta, di quelle che
è un peccato sprecare dormendo. Nella mia testa vorticavano
mille pensieri diversi. Pensavo a Nami, alle poche parole che ci
eravamo scambiati poco prima e a quanto fossi stato stupido. Eravamo
solo io e lei, poteva essere la mia occasione. Me l’ero
lasciata scappare come un imbecille. Cercai di smettere di pensare alla
navigatrice e mi tornò alla mente l’immagine di
Rufy e Robin. Avevo mille domande da fare al capitano ma non sapevo da
che parte iniziare. Non potevo andare da lui e chiedergli se gli
piaceva Robin, sarebbe stato troppo diretto. Certo, probabilmente lui
non si sarebbe fatto troppi problemi a farlo con me. Era tipico di Rufy
andare dritto al punto senza giri di parole, a volte era anche troppo
diretto. D’improvviso me lo trovai davanti, come spuntato dal
nulla.
“Non
è tardi per allenarsi?”
Disse il capitano
studiando quello che stavo facendo.
“Che dici?
Non sai che quando il sole è tramontato ci si allena
meglio?”
Buttai lì
io per sdrammatizzare. La verità è che avevo una
gran voglia di parlare con lui per chiedergli di Robin e raccontargli
dei miei sentimenti per Nami ma come al solito il mio orgoglio mi
impediva di parlare liberamente di quello che provavo, anche con il mio
migliore amico.
“Ah
si?”
Chiese lui dubbioso.
Aveva capito che c’era qualcosa che non andava in me ma non
intendeva costringermi a parlare.
“Certo, si
suda meno rispetto al giorno. Che c’è? Non mi
credi?”
Gli risposi io
cercando di essere convincente. La risposta sembrò non
bastagli.
“Certo che
ti credo. Ma penso ci sia altro, mi sbaglio?”
Rufy aveva centrato
in pieno il bersaglio, come al solito del resto. Il suo istinto non
sbagliava mai quando si trattava di combattere o di capire che un amico
era in difficoltà. Era davvero incredibile come riuscisse a
fare o dire la cosa giusta al momento giusto senza pensare anche quando
si trattava di capire qualcuno. Io ci riuscivo solo quando avevo le mie
spade tra le mani e un avversario di fronte.
“Sei fuori
strada, non ci sono pensieri fissi che mi tormentano!”
Risposi io di getto
lasciando cadere i pesi che tenevo in mano. Il tonfo fece volare via
alcuni uccelli marini che erano appollaiati sul corrimano della nave.
Lui non fece una piega, rimase dove si trovava a fissarmi intensamente.
“Ehi Rufy?
Hai capito? Non ho nulla che mi tormenta..”
Aggiunsi per cercare
di convincerlo. Era inutile. Rufy era di fronte a me e non si era
nemmeno mosso. Il suo comportamento mi mandava in bestia. Ancora una
volta era riuscito a vincere le mie difese e a capire che qualcosa non
andava.
“Ok, ho
capito.”
Rispose Rufy dopo un
po‘ di silenzio, calandosi il cappello sugli occhi. Aveva un
espressione impenetrabile.
“Che fai
ora?”
Chiesi vedendo che
non accennava a muoversi. Era una situazione davvero strana. Lentamente
raggiunse la polena e si sedette con le gambe incrociate come faceva
sempre.
“Me ne
rimango qui sulla polena a pensare. Ti da fastidio se ti guardo mentre
ti alleni?”
Chiese sedendosi
sulla polena. Incrociò anche le braccia e riprese a
fissarmi.
“No, ma
piuttosto.. Non sarai tu ad avere qualche segreto?”
Chiesi io dopo un
po’ guardandolo negli occhi. Era un po’ ormai che
mi girava in testa quell’idea. Rufy rispose mettendosi a
ridere.
“Segreti?
Non scherzare! Dovresti conoscermi abbastanza per sapere che non ho
segreti con nessuno! Che ti prende? Si può sapere che ti
passa per la testa?”
Chiese lui cercando
di tornare serio. Era vero, Rufy non aveva segreti. Non c’era
cosa che lo riguardasse di cui non fosse disponibile a parlare o di cui
si vergognasse. Qualsiasi cosa gli veniva chiesto Rufy rispondeva,
dicendo sempre la verità. Anche questo a volte aveva causato
non pochi problemi alla nostra ciurma.
“No,
è che io pensavo.. Niente, non importa. Mi sono
sbagliato.”
Dissi io cercando di
togliermi da quella situazione. Quello che pensavo era che Rufy fosse
innamorato di Robin. Quegli sguardi, quella confidenza.. Era strana.
Anche per un tipo semplice e diretto come lui.
“Avanti,
fai le domande giuste e avrai le risposte che cerchi. No?”
Insistette lui
cercando di imitare un vecchio saggio. Lo fissai per un po’
cercando di capire se era il caso di parlare o No. Alla fine mi decisi.
“E va
bene.. Robin”
Dissi io tutto
d’un fiato, curioso di vedere come avrebbe reagito lui.
“Robin? Che
centra lei?”
Rispose lui con una
tranquillità impressionante. Rimasi decisamente spiazzato.
Mi aspettavo che diventasse rosso e cominciasse a negare. Una tale
tranquillità e sicurezza non me la aspettavo.
“Beh,
nulla.. È che oggi, e anche ultimamente, mi sembrate
strani.. Affiatati..”
Continuai, cercando
di trattenere il mio stupore e non darlo a vedere.
“Era questo
che ti preoccupava?”
Chiese ancora lui con
la stessa calma. Improvvisamente cominciai a sentirmi terribilmente in
imbarazzo per avere tratto conclusioni del genere così in
fretta. Rufy e Robin, come avevo anche solo lontanamente pensare a una
cosa del genere?
“No, certo
che No. Solo ero curioso tutto qui! Pensavo lei ti piacesse, tutto
qui..”
Risposi io rosso in
viso. Ero felice che fosse sera, il mio imbarazzo sarebbe passato
inosservato più facilmente. Ero soprattutto felice non ci
fosse il cuoco nei dintorni. Non l’avrebbe smessa
più di rompere e prendermi in giro.
“Caro il
mio Zoro, tu sei innamorato!”
Rispose lui
spiazzandomi completamente. Improvvisamente mi sentì
avvampare, come poteva dire una cosa del genere? Non era vera. O
meglio, lo era.. Ma lui non lo sapeva. Non gliene avevo parlato. Non ne
avevo parlato con nessuno.
“Ma che
dici? A me non importa nulla di Robin.. È solo
un’amica. Io dicevo che eravate strani.. Davvero non mi
interessa di lei.. “
Cercai di
giustificarmi io pensando si riferisse a Robin. Quella testa di legno
aveva capito che ero preoccupato che a lui importasse di
Robin perché ne ero innamorato! A me non importava
di Robin, almeno non ne ero innamorato. Ero molto legato a lei ed ero
pronto ad aiutarla in qualsiasi momento ma allo stesso modo in cui
avrei fatto per tutti gli altri. Per Nami invece ero anche pronto a
dare la vita in qualsiasi momento.
“Ma io non
dicevo di Robin. È Nami la fortunata, vero?”
Continuò
lui tranquillo lasciandomi di sasso. Rimasi per qualche minuto buono
immobile, senza essere in grado di articolare qualcosa di sensato. Poi
mi ripresi e cercai di negare con tutte le mie forze. Ben presto
capì che era tutto inutile.
“Ma sei
impazzito? No davvero io.. Come lo hai capito?”
Dissi io realizzando
che parlarne a qualcuno non avrebbe potuto che farmi bene.
“Beh,
diciamo che è difficile non notare il tuo migliore amico
sempre dedito a pesi e spade perso a guardare la nostra
navigatrice..”
Disse lui sorridendo.
Mi diedi dello stupido, se Rufy era arrivato a capirlo allora anche
tutti gli altri dovevano averlo fatto. Forse anche Nami.
Chissà che risate che si facevano tutti quanti alle mie
spalle.
“Era
così evidente? Perché non mi hai chiesto nulla
prima?”
Chiesi io cercando di
scacciare quei pensieri fastidiosi.
“Dovevi
essere tu a parlarne. Non ti pare?”
Rispose lui guardando
la luna che brillava sul mare. La sua maturità mi colpiva.
Era cresciuto davvero molto da quando il nostro viaggio era iniziato.
Si può dire che quando l’ho conosciuto era poco
più che un ragazzino e ora invece era un uomo, persino quasi
responsabile. Si era preso cura di noi e ci aveva salvato moltissime
volte.
“Comunque
non hai più detto nulla su Robin. Non fare finta di
niente!”
Chiesi io ricordando
la calma allucinante con cui aveva reagito alle mie insinuazioni. Ci
doveva essere sotto qualcosa. Non gli importava nulla o forse anche io
ci avevo preso in pieno?
“Avanti che
vuoi sapere?”
Rispose lui
sospirando e mettendosi più comodo.
“Cosa?”
Chiesi io senza
capire. Non capivo a che si riferisse..
“Davvero
non sai nulla? Pensavo che quel pettegolo di Franky avesse messo
manifesti ovunque ormai..”
Disse ancora lui
voltandosi verso di me stupito. Di che diamine stava parlando? Stava
dicendo che gli piaceva Robin e che anche Franky lo aveva capito?
Guardai il mio amico, feci per aprire bocca ma la domanda non
uscì. Mi sembrava così strana, fuori dal mondo la
calma con cui aveva ammesso di amare Robin. Una parte di me lo
invidiava, avrebbe voluto essere altrettanto sciolto. Proprio mentre
stavo per chiedere ulteriori chiarimenti una voce risuonò
dalla cucina.
“RUFYYY!
VIENI IMMEDIATAMENTE QUI A LAVARE I PIATTI!”
Urlò il
cuoco. Dannato damerino, proprio ora doveva chiamarlo?
“Arrivo
Sanji!”
Rispose Rufy
scendendo dalla polena con un balzo. Si voltò verso di me e
sorrise.
“Scusa, mi
chiama Sanji. Aspettami qui che poi torno e continuiamo a parlare, va
bene?”
Disse andando verso
la cucina lasciandomi con mille domande. Ripensai ancora una volta agli
sguardi di pomeriggio. Avevo visto giusto, ma chissà se lei
sapeva o almeno sospettava. Volevo fare mille domande a Rufy.
Chissà se aveva pensato di dirlo a Robin, e come aveva
fatto. Avrei potuto chiederglielo prima che se ne andasse ma tutto
quello che gli risposi un banale. “Si, certo.” Poi
tornai ad allenarmi mentre aspettavo tornasse. Non rimasi solo a lungo.
“Ehy spugna
marina, che ci fai con quei pesi?“
Chiese il cuoco
curioso e impaziente di cominciare una nuova lite. Lo guardai in
cagnesco.
“Brutto
pinguino non hai niente di meglio da fare?”
Chiesi acido
domandandomi che ci facesse sul ponte. Forse dopo aver ordinato a Rufy
di lavare i piatti era andato via. Era strano che non fosse rimasto a
controllarlo. Di solito lo faceva sempre per paura che facesse danni o
rompesse qualcosa.
“Ragazzi la
smettete di litigare! Zoro? Ma non è buio?”
Ci riprese Nami.
Sembrava sorpresa di vedermi allenare. Perché diamine tutti
mi chiedeva la stessa cosa quella sera? Non potevano capire che se uno
si allena di sera, con il buio, su una nave è
perché vuole essere lasciato in pace?
“Ma nessuno
si fa i fatti propri su questa nave?”
Risposi io
continuando imperterrito i miei allenamenti. Sforzare al massimo i miei
muscoli era l’unico modo che conoscevo per impedire alla mia
mente di pensare. Era così vicina. C’erano mille
cose che avrei voluto chiederle, mille cose che avrei dovuto dirle ma
continuai ad allenarmi.
“Maleducato!
Sanji chi sta lavando i piatti?”
Mi
apostrofò lei voltandomi le spalle per parlare con il cuoco.
“Rufy e
Chopper!”
Rispose lui
accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata. Era
incredibile quando fiato avesse quando correva con tutte quelle dannate
sigarette.
“Ma non era
qui un minuto fa Rufy?”
Chiese Nami
voltandosi verso di me e guardandomi dritto negli occhi.
“Si,
stavamo parlando.”
Risposi io confuso da
quello sguardo e da quella vicinanza.
“Davvero?
Ti ha raccontato qualcosa di nuovo?”
Chiese lei facendosi
tutta orecchi. Anche Sanji si avvicinò curioso. Erano la
perfetta riproduzione del re e della regina dei pettegoli. Che cosa
volevano sapere su Rufy che non sapessero di già?
“Qualcosa
di nuovo?”
Chiesi io confuso
senza capire.
“Si, su
Robin! Lei non mi vuole dire nulla!”
Disse lei impaziente
di sapere gli ultimi pettegolezzi, un po‘ delusa di non
esserne al corrente.
“Come? Tu
lo sai?”
Chiesi io stupito.
Dunque anche lei sapeva dell’interesse di Rufy per
l’archeologa, e a quanto pareva anche il cuoco. Non capivo
che diamine centrasse Robin però. Che cosa non voleva dire a
Nami?
“Dove vivi
testa d’alga? Lo sa tutta la nave!”
Disse Sanji
rispondendo per Nami. Entrambi sembravano davvero seccati. Pensavano
che stessi nascondendo loro qualcosa, la verità è
che non capivo che stavano dicendo.
“Tutta la
nave sa che a Rufy piace Robin?”
Chiesi confuso e
stupito.
“È
senza speranza!”
Commentò
acido il cuoco, lasciandosi cadere seduto a terra.
“No
zuccone, tutta la nave sa che quei due stanno praticamente
insieme!”
Disse Nami con un
sorriso strano dipinto sul suo volto. Improvvisamente il mondo
sembrò fermarsi per qualche secondo. Che stava dicendo Nami?
Rufy e Robin? Era dunque questo che intendeva il capitano prima?
“Coosa?”
Fu tutto quello che
riuscì a rispondere, stupido come ero.
“Penso che
tu sia l’unico e non esserti accorto delle loro sparizioni
notturne in biblioteca.”
Spiegò
meglio lei. Sanji nel frattempo aveva assunto un espressione
decisamente afflitta.
“Rufy e
Robin?”
Ripetei io allibito.
Era tutto così strano. Non mi sembrava strano che al
capitano potesse piacere Robin, o che lei potesse essere a sua volta
interessata a Rufy. La cosa che davvero mi lasciava senza parole
è che quei due stessero insieme.
“Oltre che
stupido sei anche cieco!”
Disse ancora Sanji
con tono sarcastico.
“Dannazione,
te l’ho già detto. Vuoi essere fatto a
fette?”
Gli risposi
arrabbiato. Una bella litigata con lui era quello che mi ci voleva per
calmare i nervi e schiarirmi le idee.
“Calmi voi
due! Comunque si, Robin e Rufy. Va avanti da un paio di mesi ormai.
Almeno, noi lo abbiamo scoperto da qualche mese. Nessuno dei due vuole
dire nulla però.“
Raccontò
lei sconsolata. Le pesava non sapere tutti i dettagli. A quanto pare al
capitano non pesava che gli altri sapessero ma ci teneva comunque alla
riservatezza, e lo stesso valeva per Robin. Improvvisamente tutto mi
sembrò più chiaro. Anche il comportamento degli
altri membri della ciurma. Erano tutti intenti a cogliere sul fatto i
due innamorati. Che branco di pervertiti e di perditempo. Possibile che
non avessero di meglio da fare?
“Ma se
nessuno dei due dice nulla voi come lo avete scoperto? Voglio dire,
magari vi sbagliate..”
Chiesi io riflettendo
sulle parole di Nami. Diceva che loro sapevano da due mesi, ma potevano
anche avere frainteso. Rufy non aveva negato ma nemmeno confermato.
“No
testone, nessuno sbaglio. Franky li ha visti..”
Disse ancora Nami. Se
Franky li aveva visti voleva dire che era vero.
“Accidenti
è..”
Cominciai senza
riuscire a finire la frase. Era questo quello a cui Rufy si riferiva.
Non aveva detto nulla di preciso agli altri quindi sicuramente non ne
avrebbe nemmeno parlato con me più tardi.
“Sembra
impossibile vero? Come ha potuto la mia dea Robin scegliere quello
zuccone di gomma?”
Disse Sanji
andandosene svolazzando mormorando qualcosa su quanto era infelice e
ingiusta la vita e come il suo cuore fosse spezzato.
“È
senza speranza. Si può essere più
idioti?”
Disse Nami guardando
verso di me. Sentì di nuovo il suo sguardo su di me, una
sensazione impossibile da descrivere. La mia mente smise di funzionare
e di comporre frasi sensate.
“È
Sanji, no?”
Fu tutto quello che
riuscì a dirle mentre si allontanava verso la sua cabina.
Dannazione, era la seconda occasione che perdevo quel giorno. Potevo
dire qualcosa di simpatico, fare una battuta. Sarebbe stata
l’occasione per fare colpo su di lei e invece avevo rovinato
tutto con una frase banale. Maledicendo me stesso tirai un pugno al
corrimano della nave. Se Franky fosse stato nei paraggi sarebbero stati
dolori, ma per fortuna era da qualche altra parte. Esattamente come
prima Rufy sbucò dal nulla ed interruppe i miei pensieri.
“Rieccomi!
Beh, che c’è? Perché mi guardi
così?”
Chiese il capitano
con il suo solito modo di fare spontaneo e ingenuo. Probabilmente la
mia espressione doveva essere parecchio sorpresa. Possibile che non
indovinasse il perché?
“Tu e
Robin?”
Fu tutto quello che
riuscì a dire. Lascia perdere la discrezione e centrai
subito il punto. Volevo capire che era successo. Se era vero o se era
un’invenzione dei ragazzi. Ok, Nami mi aveva detto che sia
lui che Robin erano molto discreti e non dicevano nulla, ma in fondo io
ero il suo migliore amico. Doveva contare qualcosa, no? Era in obbligo
di raccontarmi tutto e io avevo tutto il diritto di fare domande del
genere.
“Non mi
dire che non ne sapevi nulla? Si può sapere su quale nave
vivi?”
Rispose lui
semplicemente e poi si mise a ridere. Quindi era tutto vero! Stava
davvero con Robin. Il capitano e l’archeologa, suonavano bene
quasi quanto lo spadaccino e la navigatrice. Come diamine avevo fatto a
non accorgermi di nulla? E soprattutto, se tutti lo sapevano come avevo
fatto a non capirlo dai discorsi degli altri? Nami mi stava proprio
dando alla testa, mi aveva reso quasi cieco. Incapace di vedere o
sentire altro se nei paraggi c’era lei. Dovevo fare qualcosa.
Dovevo parlarle o sarei impazzito.
“Non sono
un impiccione io!”
Risposi io,
sorridendo a mia volta. Effettivamente nella nostra ciurma quasi tutti
erano dei gran pettegoli, sempre pronti a farsi i fatti degli altri.
È anche vero però, che di solito anche io mi
accorgo di quel che succede, anche se non partecipo alle sedute di
pettegolezzo.
“Beh,
Franky si. Non sa nemmeno stare zitto! Ha raccontato tutto ad Usup e
nel giro di due minuti è diventato di dominio
pubblico.”
Spiego Rufy,
sospirando. Lo guardai a lungo, per cercare di capire se la cosa lo
infastidiva oppure No. Non sembrava avesse problemi ad ammettere la sua
storia con Robin, ma allora perché non lo avevano detto
subito a tutti invece di lasciare che lo scoprissero da soli? Non
capivo nemmeno se aveva voglia di parlarne con me o No, se mi stava
raccontando solo perché avevo chiesto oppure
perché volesse confidarsi.
“Non me lo
sarei mai aspettato, voglio dire..”
Risposi confuso.
Avrei voluto fargli almeno un milione di domande ma non sapevo se era
il caso. Voglio dire, Nami aveva detto che né lui
né Robin avevo raccontato nulla agli altri della ciurma.
Magari non voleva che nemmeno io sapessi nulla, non voleva dirmi nulla
per paura che andassi a raccontarlo a tutti come avevano fatto Franky e
Usup. Scacciai subito quell’ultimo pensiero. Rufy sapeva
benissimo quanto ero discreto e che non avrei mai spifferato al mondo
le sue confidenze, tanto meno se le confidenze erano su un argomento
tanto delicato.
“Cosa? Che
io mi innamorassi o che Robin ricambiasse i miei sentimenti?”
Chiese lui stupido
dalla mia domanda. Dalla sua espressione immaginai che non avesse
capito quello che intendevo. Mi stava guardando con
un’espressione stupita e innocente. Se fosse stato qualcun
altro sicuramente avrebbe frainteso e se la sarebbe presa. Rufy No.
Rufy non pensa mai male delle persone, pensa sempre che tutti siano
buoni. In molti nella sua vita si sono presi gioco di lui per questo
ragione, ma ciò non lo ha convinto a cambiare nulla del suo
atteggiamento. Penso sia per questo che quando incontra delle persone
che sono davvero sincere gli si affezionano tanto. Ho perso il conto
delle persone sparse per tutti i mari del mondo che venerano Rufy. Ce
ne sono alcuni persino tra le file della marina!
“No, nel
senso che non mi sembravi il tipo. Tutto qua.”
Mi spiegai meglio.
Rufy sorrise senza dire nulla. Non era strano che Robin ricambiasse i
sentimenti del capitano. Lui aveva sempre fatto molto per lei, come per
tutti. Era impossibile non affezionarsi a Rufy, senza contare che era
cresciuto molto e non era più un bambino. Fisicamente era
molto somigliante a Ace, molto di più di quando i due
fratelli si erano incontrati durante il viaggio per Alabasta. Non mi
sembrava nemmeno impossibile che si fosse innamorato. Oddio, era
strano, questo si. Ma era la stessa cosa che era successa anche a me.
La cosa che davvero mi stupiva e mi rendeva anche un pizzico invidioso
era che Rufy aveva avuto il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti
alla donna che amava, ed era stato premiato per questo. Io invece non
riuscivo nemmeno a dire qualcosa di intelligente e spiritoso in
presenza di Nami.
“Non ero il
tipo prima di rendermi conto di quanto Robin importasse nella mia
vita.”
Spiegò lui
facendosi un po’ più serio e scacciando tutti i
miei dubbi sul fatto che non voleva dirmi nulla. Le sue parole mi
incuriosivano. Anche io improvvisamente mi ero reso conto che passare
la mia vita a combattere non era più la mia sola ragione di
vita, che c’era anche altro, che c’era anche lei.
“E dopo che
te ne sei reso conto che hai fatto?”
Chiesi curioso di
sapere che aveva fatto lui. Ero alla ricerca di buoni consigli e
speravo che lui potesse darmeli. Mi sembrava così strano
parlare di problemi d’amore e di come conquistare una donna
con Rufy. Se qualcuno qualche anno fa me lo avesse detto gli avrei riso
in faccia.
“All’inizio
mi sono tenuto tutto dentro. Poi dopo l’ennesimo attacco
della marina schivato per poco ho deciso che dovevo dirle tutto.
Così le ho parlato. Non credere, è stata la cosa
più difficile del mondo.”
Mi
raccontò lui guardando l’orizzonte. Sembrava
ripensasse a qualcosa, forse a quel momento. Non doveva essere stato
semplice, specie fare i conti con la paura di essere respinti e delusi.
“E
lei?”
Chiesi impaziente di
sapere come era andata a finire.
“Mi ha
baciato, ha detto che mi avrebbe seguito in capo al mondo e che quando
sarei diventato il Re dei Pirati sarebbe stata al mio fianco. La mia
Regina..”
Mi
raccontò lui sorridendo in modo beato. Tutto quello che
desideravo era poter vivere un momento simile anche io con la mia
navigatrice. Stringerla tra le braccia e giurarle che nessuno avrebbe
più potuto farle nulla. Avevo sempre pensato che i
sentimenti come l’amore indeboliscono i guerrieri ma ora
stavo ascoltando Rufy, dalle sue parole si capiva che il momento
migliore della sua vita era stato scoprire di avere al suo fianco
qualcuno che lo avrebbe accompagnato nel realizzare il suo sogno.
Sapere di non essere solo, di lottare per qualcuno e non più
solo per un sogno o un ideale gli aveva dato più forza, gli
aveva permesso di arrivare fino in fondo. Mentalmente ripensai a quando
eravamo stati attaccati dalla marina prima di arrivare a Raftel Island.
Doveva essere stato Smoker con la spadaccina ad attaccarci se non
ricordavo male. Non era possibile, era stato secoli fa!
“Aspetta,
stai parlando dell’attacco di Smoker? Ma è stato 7
mesi fa! State insieme da così tanto?”
Chiesi stupito,
probabilmente per lo stupore la mia bocca aveva toccato terra. Come
diamine avevano fatto a stare insieme per così tanto
sfuggendo agli sguardi curiosi e impiccioni della ciurma?
“Siamo
stati attenti a non dare nell’occhio.“
Rispose Rufy
tranquillo, sembrava divertito dalla mia domanda. Anche io come tutti
pensavo fosse una cosa recente, di qualche mese. Non mi aspettavo
durasse così tanto. Improvvisamente realizzai anche che
probabilmente oltre ai due diretti interessati ero l’unico a
saperlo, così come ero l’unico a sapere come si
erano messi insieme. Franky, Nami e gli altri avrebbero ucciso per
sapere tutti quei particolari. Era una bella sensazione sapere di avere
potere su di loro e poterli ricattare ma non lo avrei mai fatto. Il mio
amico Rufy mi aveva fatto una confidenza e non volevo tradire la sua
fiducia.
“Perché
non dirlo alla ciurma? Di cosa avevate paura?”
Chiesi pensieroso. In
fondo che male c’era? Ok, la notizia avrebbe suscitato
curiosità e reso tutti delle vecchie comari ma in fondo era
prevedibile. Non capivo se la loro fosse mancanza di fiducia oppure se
c’era qualcos’altro sotto. Qualcosa che non
riuscivo a capire.
“Di nulla,
solo.. Era perché era fantastico avere qualcosa di solo
nostro, da difendere dal mondo, capisci? Trovare del tempo solo per noi
lontano da tutto e da tutti. Non che ora che tutti sanno sia meno
bello..”
Mi spiego lui
guardandomi negli occhi. Le sue parole mi fecero riflettere. Anche io
se avessi avuto una storia con Nami l’avrei tenuta il
più possibile riservata per non doverla dividere con
nessuno. Pensai a Rufy e Robin nascosti in qualche angolo della nave
per sfuggire a tutti gli altri. Soli e innamorati. Avrei dato qualsiasi
cosa per provare le stesse cose con Nami.
“Capisco.
Anche se penso che se Nami ti sentisse ti strozzerebbe.“
Gli feci notare io
ripensando alla reazione di poco prima della navigatrice, delusa di non
sapere nulla e alla ricerca di notizie fresche.
“Se fosse
per lei io e Robin avremmo dovuto raccontarle i dettagli..”
Rispose lui
mettendosi a ridere. Conoscendo Nami non doveva essere stato uno
scherzo. Probabilmente era andata da loro ed aveva insistito, magari
ricattandoli pure. Quando quella ragazza si metteva in testa qualcosa
era davvero testarda e determinata.
“Non lo
avete fatto?”
Chiesi ironico
mettendomi a ridere.
“E non ne
ho nemmeno intenzione.. Penso sia ora di dormire ora.”
Disse alla fine Rufy
sbadigliando e stiracchiandosi. Lanciò un occhiata furtiva
verso la biblioteca e poi sbadigliò ancora.
“Buona
notte capitano”
Risposi io prendendo
in mano i miei pesi e rimettendomi al lavoro.
“Notte
anche a te, lascia stare i pesi e vieni anche tu a dormire..”
Rispose lui andando
verso le cabine. La luca nella libreria era ancora accesa, Robin stava
lavorando al suo libro. Non potei fare a meno di chiedermi se Rufy
sarebbe andato da lei a darle la buona notte prima di dormire. Ancora
una volta lo invidiai. Lui poteva andare a dare la buona notte alla
donna che amava mentre io ero lì a torturarmi con mille
paranoie. Avrei voluto andare anche io da Nami, darle la buona notte
con un bacio e sussurrarle che era la mia regina. Mi riscosse dai miei
pensieri quando vidi che Rufy era ancora lì in attesa che
dessi cenni di vita.
“Finisco
questa serie e arrivo.”
Risposi indicando i
pesi e mettendomi all’opera. Lui scosse la testa e mi fece un
cenno che corrispondeva più o meno a un
ci-vediamo-dopo-se-sono-ancora-sveglio.
“Dovresti
parlarle, sai? Magari lei non aspetta altro..”
Disse quando
arrivò davanti alla porta. Rimasi un secondo zitto, alla
ricerca di una risposta ma quando aprì la bocca per
rispondere era già sparito nella stanza degli uomini.
ANGOLO
DELL'AUTRICE:
con mio grande
piacere sono riuscita a postare questo lungo capitolo a solo una
settimana dall'altro. faccio progressi, vero? spero abbiate apprezzato
il capitolo e che ci siano stati abbastanza colpi di scena! ora
però mi chiedo dove sono finiti tutti quelli che avevano
commentato il primo capitolo chiedomi di continuare la storia.. non vi
piace più la mia storia? mmm, forse ho sbagliato a
continuarla ma cmq ormai sono in ballo e la porto fino in fondo lo
stesso. non mi piace lasciare le cose a metà!
come al solito
invito tutti a commentare, anche quelli a cui qualcosa non è
andato a genio. è dalle critiche che si diventa migliori!
grazie cmq alle 11
persone che hanno la mia storia tra i preferiti e a chi commenta!
GIODAN: grazie per
il commento, lo scorso capitolo è stato condizionato da
troppi esami. questo è tornato a una lunghezza dignitosa. la
coppia Franky/Robin mi piace anche se loro sono molto diversi. in linea
di massima per me non ci sono coppie giuste e coppie sbagliate ma
coppie giuste per alcune storie e sbagliate per altre.
MARIE_92: ciao
bella! grazie mille per il commento! come vedi anche se sono in vacanza
con Ace e Rufy trovo il tempo di postare! rufy è un po'
contrariato perchè ho raccontato i dettagli di come si
è messo con Robin in pubblico. dice che se Nami li scopre
è finito XD! sono contenta che le coppie ti piacciano! XD
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Capitolo 5 *** decisioni a colazione: ancora in città ***
CAPITOLO 5
Decisioni a colazione: ancora
in città.
Passai
la notte a riflettere sulle parole di Rufy. Aveva ragione lui, dovevo
decidermi. In fondo passare tutto il mio tempo a torturarmi e a pensare
a lei non era peggio che un rifiuto, o almeno così speravo.
Quello stato di confusione mi stava uccidendo lentamente. Dovevo
sapere, sia in positivo che in negativo. Ripensai a Rufy e Robin. Non
doveva per forza andarmi male. Senza che me ne rendessi conto
arrivò l’ora di colazione e mi ritrovai intorno al
tavolo senza sapere bene come ci fossi arrivato. Intorno a me tutti
sembravano agitati, eccitati ma io non riuscivo a capirne la ragione. O
meglio, non me lo ricordavo. Mi sembrava di avere intuito che qualcuno
dovesse parlare per organizzare qualcosa ma il mio cervello non
riusciva dirmi nulla di più su chi e cosa. Nessuno fece caso
alle mie occhiaie o almeno nessuno me lo fece notare. Erano troppo
presi da quello che stavano decidendo, tranne Rufy. Lui se ne stava
seduto al tavolo a fare colazione come se niente fosse, ben deciso a
non smettere di mangiare se non per una buona ragione. I discorsi a lui
interessavano poco, così come le decisioni. Di solito
lasciava che ci pensassero gli altri. A lui importava solo mangiare,
scoprire posti nuovi e combattere. In quel momento l’unica
cosa che avrebbe potuto interrompere la sua colazione era un buster
call della marina.
“Aprite
bene le orecchie”
Disse ad un certo
punto Nami, battendo sul tavolo per attirare la nostra attenzione.
Tutti si girarono verso di lei in attesa di sentire quello che aveva da
dire. Anche io la fissai, tenendomi leggermente in disparte rispetto
agli altri. Era al centro dell’attenzione ma sembrava
completamente a suo agio. Quella mocciosa adorava essere considerata il
leader. Sospirai e appoggiai la testa indietro. In fondo ero innamorato
di lei anche per il suo carattere forte e deciso, non solo
perché era la donna più bella che avessi mai
visto varcare gli oceani.
“Certo
bellissima Nami. Tutto quello che vuoi! Sei così bella.. Oh
mia Dea!”
Mormorò
quello stupido damerino dal sopracciglio con la permanente. Aveva
un’espressione più idiota del solito. Non riuscivo
a capire se erano le poche ore di sonno a farmelo apparire
più stupido o se lo era per davvero.
“Dacci un
taglio Sanji!“
Lo zittì
Nami senza troppi complimenti, impaziente di arrivare al punto.
“Che
facciamo oggi? Andiamo ancora in città, vero? Ieri ci siamo
stati molto poco..”
Disse Chopper
eccitato. Improvvisamente ricordai. Nami voleva decidere cosa fare oggi
e come dividerci per andare in città per evitare di finire
come il giorno prima ognuno per i fatti propri. Avevano affrontato il
discorso quando non ero ancora riuscito a tornare alla nave, per questo
non lo ricordavo bene. Nami si schiarì la voce e poi riprese.
“Le cose a
cui pensare sono due. Abbiamo bisogno di rifornimenti e di
informazioni.”
Disse Nami scrutando
attentamente tutti i presenti.
“Informazioni?”
Chiese Rufy con
un’espressione stupita, interessandosi improvvisamente alla
conversazione.
“Certo
zucca vuota. È la prima volta che arriviamo su
quest’isola. Voglio scoprire più cose possibili.
Ci saranno molto utili in futuro.”
Gli spiegò
Nami sconsolata. Tutto inutile, Rufy non avrebbe mai capito. Nami
glielo ripeteva ogni volta che arrivavamo su un‘isola nuova.
Sorrisi tra me e me pensando che sicuramente alla prossima isola
sarebbe stata la stessa cosa.
“Già,
questo paese sembra abbia una storia molto antica.“
Aggiunse Robin con
espressione persa nel vuoto. La conoscevo abbastanza per sapere che
tutto ciò che riguardava il passato e la storia esercitava
su di lei un notevole interesse.
“Sarà,
ma la cosa più importante è pensare alle scorte.
Abbiamo finito armi e polvere da sparo.”
Fece notare Usup in
tono pratico. Sbuffai e mi lasciai cadere su una sedia. Mi annoiavo
terribilmente quando iniziavano a fare la lista della spesa. La
consideravo una perdita di tempo assurda.
“Abbiamo
bisogno anche di legname, corde e cola.”
Aggiunse Franky
preoccupato di rimanere senza materiale per le modifiche alla nave. La
sua più grande paura era di rimanere senza assi e corde e
non sapere come provvedere alla manutenzione di quella che definiva la
sua bimba.
“La
farmacia di bordo scarseggia. Non ho quasi più bande e
cerotti. Vista la velocità con cui i ragazzi si fanno male
penso sia il caso di provvedere.”
Disse Chopper
fissando me e Rufy. Effettivamente eravamo proprio noi due quelli che
si ferivano più spesso, seguiti a breve distanza da Sanji.
Avevo perso il conto di tutte le volte che noi tre eravamo andati
vicini a lasciarci le penne. Sono convinto che il giorno che ci
metteremo a contare tutte le cicatrici che abbiamo collezionato in anni
di scontri contro tutti i nemici possibili e immaginari avremo battuto
tutti i record. Ovviamente il titolo di sfregiato per eccellenza andava
a me, cose che capitano quando si combatte con le spade.
“E poi non
dimentichiamo le scorte di cibo e di acqua.”
Concluse Sanji
accendendosi una sigaretta.
“Ok, quindi
viveri, materiale per riparare la nave, armi e medicinali. Non
c’è altro?”
Chiese Nami
ricapitolando tutto il necessario. Tutti si misero a pensare che altro
poteva servire ma non venne in mente nient’altro a nessuno.
“No mia
Dea.”
Rispose Sanji con gli
occhi a forma di cuoricino. Era davvero patetico, solo io me ne rendevo
conto? Possibile che agli altri non desse nemmeno un po’
fastidio? Come faceva Rufy a sopportare che quel pagliaccio facesse il
cascamorto anche con la sua Robin? Se fossi stato al suo posto lo avrei
fatto a fettine, ma il capitano era troppo buono con gli amici. La
parte peggiore di sé la riservava solo ai nemici
più pericolosi.
“Ok, ci
penseranno Sanji, Chopper, Franky e Usup. Andrete in città
insieme e non vi dividerete, tutto chiaro?”
Chiese Nami
minacciosa. Voleva evitare che finisse come il giorno prima. Senza
contare che per provvedere a portare alla nave tutto il necessario ci
sarebbe stato bisogno che collaborassero.
“Certo.”
Rispose
all’unisono Franky, Chopper, Sanji e Usop ubbidienti.
“Veniamo
alle informazioni sull’isola. Possiamo pensarci io e Nami.
Gli altri ragazzi possono rimanere alla nave. Brook, Rufy, Zoro? Siete
d’accordo?”
Chiese ancora Nami
passando lo sguardo da Robin a Rufy, ancora alle prese con un biscotto.
Robin che stava fissando Rufy distolse lo sguardo alle parole di Nami e
annuì.
“Ok, nessun
problema. Userò il tempo per comporre una nuova
canzone.”
Rispose Brook
indicando il suo pianoforte. Quelle parole mi suonarono come una
minaccia. Ok, adoravo fare festa e bere come una spugna. Era anche
bello avere un musicista per animare le nostre serata e Brook era un
grande amico ma odiavo le sue nuove canzoni. Le peggiori erano quelle
che scriveva in coppia con Usup anche se la vera tragedia era quando ci
si metteva anche il cyborg con i suoi balletti. Franky infatti
inventava uno stupido balletto e pretendeva poi che tutti noi lo
ballassimo.
“Super,
così stasera potremo creare un balletto.”
Disse Franky
estasiato dando una pacca sulle spalle dello scheletro. Lanciai un
occhiata funerea a Rufy che mi sorrise in rimando, estasiato
all’idea del balletto.
“Oh no, le
mie dee in città da sole. Se sarete in pericolo
accorrerò io a salvarvi..”
Mormorò
Sanji inginocchiandosi davanti a Robin che lo guardava divertita. Rufy
lasciò perdere il biscotto per qualche secondo e
lanciò una brutta occhiata al cuoco. Mi sembro quasi stesse
per dire qualcosa ma poi tornò al suo biscotto. Per un
attimo avevo seriamente pensato che stesse per tirargli un pugno.
Probabilmente ci aveva pensato anche lui ma alla fine si era
trattenuto.
“Hai
ragione, non ho visto traccia della marina ma potrebbe essere
pericoloso. Rufy, Zoro verrete con noi. Brook te la senti di rimanere
qui da solo?”
Chiese Nami
fissandomi intensamente. Quello sguardo mi disarmò. Non
riuscì a dire nulla, così mi limitai ad annuire.
Era così strano. Perché aveva scelto me? Voglio
dire, perché avesse chiesto a Rufy di venire era ovvio. Ma
perché anche io? Forse anche lei nutriva un briciolo di
interesse nei miei confronti. Quel pomeriggio sarebbe stata la nostra
occasione. Ero deciso più che mai a parlarle. Niente avrebbe
potuto fermarmi oggi.
“Sicuro,
lavorerò con più calma alla mia
canzone.”
Disse Brook
sorridendo felice. Allo scheletro non pesava non scendere dalla nave
quando arrivavamo in un’isola nuova. Un po’ lo
capivo. Non sarebbe piaciuto nemmeno a me dover spiegare ad ogni nuova
persona che incontravo perché ero uno scheletro con
l’afro.
“Ok, allora
è deciso. Ci incontreremo alla nave al tramonto. Siate
puntuali!”
Disse minacciosa Nami.
“Guarda che
quello che si perde è Zoro!”
Disse Usup offeso. La
navigatrice non prese troppo bene quella sua osservazione e prese a
rincorrerlo per friggerlo con il suo bastone. Sospirai a fondo
guardando Nami rincorrere furibonda Usop. Quello che doveva essere il
giorno in cui avrei fatto il discorso più difficile della
mia vita iniziava proprio in modo strano.
ANGOLO DELL'AUTRICE:
e rieccomi con un'altro appuntamento con questa storia. lo so che
procede molto piano ma vi prometto che tra poco si entrerà
nel vivo della storia, il prossimo capitolo si chiamerà "un
isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze"
spero di avervi incuriosito
almeno un po'! nel frattempo ringrazio le 17 persone che hanno la mia
storia tra i preferiti e chiunque mi lasci un commento!
SMEMO92: sono contenta che la mia storia ti piaccia. anche a me piace
molto Zoro come narratore, in particolare mi piace il suo rapporto con
il capitano. si vede che sono molto legati. per quanto riguarda Rufy e
Robin, beh.. volevo dare un immagine di un Rufy un po' più
grande e maturo, anche se infondo è impossibile. XD!
MAI VALENTINE: ti ringrazio davvero tanto per i commenti che mi hai
lasciato in tutti i capitoli! sei stata davvero gentilissima! mi fa
piacere che la mia storia ti piaccia! ricevere dei complimenti
è sempre un ottimo incentivo ad andare avanti più
velocemente!
MARIE_92: eh si! grandissima spiaggia. Ace però è
dovuto scappare, dice che ha un appuntamento con Monkey D. Garp (io
quello se fa come gli dice Ace lo strozzo!) [scusa per la parentesi
Manga ma certe notizie mi sconvolgono..] grazie mille per il commento,
eh si! quei due stanno insieme ma Zoro era troppo preso dalla sua
navigatrice!!!
GIODAN: grazie mille per il commento e per i consigli. è
bello leggere che c'è gente che non se la prende troppo per
chi posta sempre in ritardo come me! XD per quanto riguarda la Sunny,
prima di scrivere avevo controllato la descrizione della nave su
Wikipedia. in pratica c'è la cabina degli uomini al primo
piano e quella delle donne al secondo più le varie stanze
tra cui la libreria. XD
grazie a chiunque sia arrivato a leggere fino a qui! ci leggiamo presto!
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Capitolo 6 *** un'isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze. ***
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CAPITOLO 6
Un
isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze.
Avevamo
lasciato la nave da circa un ora e camminavamo tranquilli per le vie
della città. Gli altri erano andati alla ricerca delle
provviste e del materiale che mancava. Sanji si era lamentato per la
divisione dei gruppi. Quel dannato damerino continuava a ripetere che
le ragazze dovevano andare con lui perché lui le avrebbe
protette. Che io e Rufy eravano solo due scimmioni e non eravamo
all’altezza. Stavo per dirgliene quattro ma Nico Robin mi ha
preceduto. L’archeologa è stata semplicemente
eccezionale. L’ha guardato in faccia e gli ha detto che era
gentile da parte sua ma che si sentiva al sicuro e protetta quando Rufy
era con lei. A quel punto il cuoco è diventato livido e non
ha più detto nulla. Guardava a terra pensieroso, mi faceva
anche un po’ pena. Alla fine lui non è un
pervertito come Brook. È solamente dannatamente cavaliere ed
incapace di resistere davanti a una donna. Per lui fare il cascamorto
con Robin e Nami è una cosa normale. Ha bisogno di tempo per
accettare che per la sua salute ora è meglio che la smetta
con Robin. Non so fino a quando durerà la pazienza di Rufy.
Spero che presto la smetta anche con Nami per paura di mie
ripercussioni. Vorrebbe dire che lei è la mia ragazza.
Improvvisamente mi venne caldo. L’idea di stare con Nami,
poterla baciare e sentirla vicina mi faceva sentire strano. Dovevo
trovare il coraggio e parlarle. Nella mia vita avevo affrontato
pericoli e avversari ben peggiori, non potevo lasciarmi abbattere. Era
mia occasione. Alzai la testa e vidi la navigatrice davanti a me. Era
uno spettacolo, come al solito le bastava pochissimo per mettere in
risalto la sua bellezza. Improvvisamente le voci di alcuni bambini mi
riportarono alla realtà. Decisi di lasciare i miei problemi
da parte, almeno per il momento e di tenere gli occhi aperti. Il
villaggio era davvero strano. Eravamo nella piazza principale e
c’era il mercato. Vidi da lontano Sanji intendo a scegliere
delle mele. Le persone ci passavano accanto senza notarci, era davvero
insolito. Di solito attiravamo l’attenzione, specialmente
quando c’era anche il capitano. Imboccammo una grande via che
sembrava portare fuori città. Alla nostra destra e alla
nostra sinistra c’era case, botteghe e locande.
C’era anche un sacco di gente ma era tutto molto tranquillo.
Non c’era nessuno della marina ne tanto meno bande di balordi
intenti a combinare guai.
“Non
trovate che sia strano?”
Dissi guardandomi
intorno sospettoso. O quell’isola era il paradiso per i
pirati oppure c’era qualcosa di strano.
“Di che
parli Zoro?”
Chiese Robin
guardandosi intorno anche lei. Probabilmente stava pensando quello che
pensavo io. Anche lei doveva avere notato l’eccessiva
tranquillità del posto.
“Beh,
quest’isola è veramente tranquilla. Troppo
tranquilla, non vi pare?”
Gli feci notare io.
Poco lontano da noi c’era una fontana e dei bambini stavano
riempiendo dei secchi d’acqua. Possibile che nessuno si fosse
accorto che eravamo pirati, che eravamo i pirati di cappello di paglia?
Normalmente ovunque andiamo tutti cercano di catturarci per riscattare
le nostre taglie. Era strano tutto quel disinteresse verso di noi.
“Già
è una noia!”
Commentò
Rufy guardandosi intorno insofferente. Non riusciva a sopportare la
calma. Il nostro capitano era fatto per combattere. Vidi Robin
prendergli una mano e strizzargli l’occhio. Rufy smise
all’instante di lamentarsi. Quella donna esercitava davvero
un notevole potere e un grande controllo su di Rufy.
“Si
può sapere che c’è di male se per una
volta non ci imbattiamo in nessun guaio?”
Chiese Nami
fulminando con lo sguardo il capitano.
“Nessuno,
ma comunque è strano.”
Ripetei io
guardandomi intorno. Mi chiedevo se quella calma fosse reale o fosse in
realtà una trappola. Non sarebbe stata la prima volta che
rischiavamo di lasciarci le penne in un’isola che
all’apparenza sembrava un vero paradiso. L’elenco
di tutte le volte che eravamo quasi morti o stati catturati dalla
marina era decisamente lungo.
“Vorrà
dire che terremo gli occhi aperti.”
Concluse
l’archeologa mettendo fine a quella piccola discussione.
“Dove
stiamo andando?”
Chiese Rufy curioso.
L’insofferenza di prima aveva lasciato posto a una
curiosità senza limiti. Era proprio incorreggibile. Ci
stavamo dirigendo sempre più fuori dal villaggio.
“Fuori
città.”
Rispose Nami
guardandosi intorno per trovare la strada giusta.
“E
perché? “
Chiese ancora il
capitano sempre più curioso seguendo la navigatrice che si
stava inoltrando in un boschetto.
“Si
può sapere perché non mi ascolti quando parlo?
Dobbiamo raccogliere informazioni sull’isola. Io voglio
prendere appunti per disegnarla e Robin vedere se ci sono siti
archeologici.”
Spiegò
Nami decisamente spazientita.
“Pensavo
volessi anche chiedere informazioni a qualche abitante
dell’isola.”
Dissi io, cosciente
che stavo giocando con il fuoco. La ragazza sembrava infastidita,
più dal fatto che non trovava la strada che dal capitano.
Era abituata alle domande di Rufy, lo conosceva da troppo per
arrabbiarsi per così poco.
“Lo abbiamo
già fatto ieri. Sono stata in un paio di negozi e ho
recuperato alcune cartine del posto.”
Mi spiegò
Nami indicando dei pezzi di carta che sporgevano dall’enorme
zaino che mi aveva ordinato di portare appena scesi dalla nave. Era
pesantissimo, doveva contenere tutti gli strumenti che usava per le sue
misurazioni.
“Io invece
mi sono informata con il gestore di un museo. C’è
un sito archeologico dall’altra parte
dell’isola.”
Disse Robin indicando
una collina che svettava tra le altre lasciando intravedere qualcosa di
bianco. Dovevano essere le rovine di cui parlava l’archeologa.
“Ci stiamo
dirigendo li quindi?”
Chiesi io guardando
le due ragazze. La collina in questione era dall’altra parte
dell’isola. Mi sembrava quasi impossibile che ci fosse
qualcuno in grado di andarci senza perdersi. Io di sicuro non ne sarei
stato capace.
“Si, una
volta arrivati ci divideremo. Io andrò alla rovine e Nami a
prendere gli appunti che gli servono su una collina vicina.”
Mi rispose Robin,
spiegandomi come ci saremmo organizzati. Sospettavo che quella
divisione fosse dettata anche da altri motivi di carattere
più personale ma tenni quella considerazione per me.
“Esattamente!
Uno di noi andrà con Robin e l’altro
verrà come me.”
Disse Nami in tono
pratico con un sorriso che le attraversava il volto. Sicuramente
prevedeva di sfruttare e dare ordini al poveretto che sarebbe dovuto
andare con lei. Una voce dentro di me mi urlava che ero un pazzo
suicida ma sarei stato contento di essere io quel poveretto. Io e lei
soli per un pomeriggio su una collina senza nessuno scocciatore
intorno. Era l’occasione giusta per parlarle dei miei
sentimenti o almeno provare a farle capire qualcosa. E poi non sarebbe
stato bello dividere Rufy e Robin.
“Bene,
allora Zoro verrà con te.”
Disse Rufy deciso.
Fissai il capitano per un po’ chiedendomi se lo avesse detto
per fare un favore a me o per stare solo con la sua bella. In entrambi
i casi non gli doveva essere pesato molto, specie a giudicare dal
sorriso che gli si era dipinto sul volto. Mi chiesi che gli stava
passando per la testa per poi arrivare alla conclusione che non lo
volevo sapere.
“Eh per
quale ragione?”
Chiese Nami con un
pizzico di malizia.
“Beh
perché voglio stare con la mia Robin è
ovvio.”
Rispose il capitano
con semplicità lasciando Nami di stucco. Non si aspettava da
lui che fosse così diretto. Io sorrisi, in fondo io mi
aspettavo una risposta del genere da lui. Non aveva nessun segreto con
la sua ciurma, specie con me e con Nami. Certo, a parte quelli
più intimi che riguardavano lui e Robin ma in fondo quello
era normale.
“La tua
Robin? Va bene, io andrò con Zoro.”
Rispose Nami confusa
dalla risposta di Rufy, non si aspettava dicesse una cosa del genere.
Non aveva pronta nessuna risposta. Si vedeva che le scocciava essere
presa impreparata. Robin invece rideva come una bambina. Più
la guardavo e più di stupivo da quanto fosse cambiata nel
corso degli anni. Il governo mondiale era solo un brutto ricordo.
“Ci vediamo
al villaggio. Ricordate che l’appuntamento con gli altri
è davanti alla nave.”
Ricordò
Robin salutandoci con alcune mani che aveva fatto fiorire da un tronco.
“Cercate di
essere puntuali..”
Disse Nami maliziosa.
Di nuovo mi stupì nel vedere che i due non avevano avuto
nessun tipo di reazione, non erano nemmeno arrossiti. Rufy aveva anche
fatto una boccaccia a Nami.
Io e Nami continuammo
per il sentiero, Nami voleva trovare il posto migliore per fare le sue
rilevazioni. La seguì senza protestare fino a che non
arrivammo su una collina di media altezza. Nel punto in cui eravamo
c’era una specie di terrazza naturale che dava
sull’oceano. La navigatrice si mise subito al lavoro con i
suoi strumenti strani. Io mi ero seduto e la guardavo incantato mentre
lavorava. Non so quanto tempo rimasi a guardarla, ad un certo punto la
sua voce mi riportò alla realtà.
“Wow, non
ti sei addormentato?”
Mi chiese Nami dopo
aver finito di prendere i suoi appunti fissandomi intensamente.
C’era qualcosa di strano e di nuovo nel suo sguardo. Era come
se mi avesse davanti per la prima volta.
“Lo trovi
così incredibile?”
Chiesi io fissandola
intensamente a mia volta.
“Onestamente
si! Dai.. Non te la prendere! Ti va un mandarino?”
Offrì lei,
prendendo uno dei suoi preziosi mandarini dal suo zaino e offrendomelo.
Lo fissai incerto per un po’ prima di prenderlo. Nami non li
offriva mai a nessuno, erano il suo tesoro. Mi chiesi se dovevo
interpretarlo come un buon segno oppure se preoccuparmi
perché me lo avrebbe messo in conto.
“Grazie,
hai intenzione di mettermelo in conto?”
Chiesi io sorridendo
e iniziando a sbucciarlo. L’odore che si diffuse
nell’aria era lo stesso che avevo sentito così
tante volte sulla pelle di Nami passandole accanto.
“No, in
fondo tu stai facendomi la guardia del corpo. Penso che tu te lo
meriti..”
Rispose lei
spiazzandomi. Quella sua frase mi aveva confuso, me lo meritavo
perché ero stato la sua guardia del corpo o me lo stava
offrendo per qualche altra ragione?
“Me lo
merito solo per questo?”
Buttai lì.
Nella mia mente vorticavano mille pensieri. Una vocina si chiedeva se
avesse fatto lo stesso anche con un altro della ciurma.
“Beh, No.
Certo che No..”
Disse lei confusa. Si
guardò intorno, incapace di dire altro. Il mio cuore
saltò numerosi battiti. Che intendeva dire con quel
“certo che no”?
Rimasi imbambolato a
riflettere su quelle parole mentre lei si avvicinò a me.
“Sai che
è veramente bello qui? La vista è
eccezionale.”
Aggiunse dopo un
po’ fissando l‘oceano.
“Se vuoi
possiamo stare ancora un po’ qui.”
Proposi io,
avvicinandomi alla sue spalle facendo piano. Non volevo spaventarla.
“Ma non
arriveremo tardi?”
Chiese Nami buttando
la testa all’indietro e appoggiandosi contro di me. Per
qualche secondo rimasi immobile poi presi coraggio e appoggia le mani
intorno alla sua vita. Mi aspettavo reagisse con qualche pugno come
faceva con il cuoco ma lei mi lasciò fare.
Sospirò e si accoccolò ancora di più
contro di me, appoggiando le sue mani sulle mie.
“Cosa
importa, a me basta stare qui con te.”
Dissi io raccogliendo
tutto il coraggio che possedevo. Lei per un po’ non rispose.
Lentamente si girò verso di me ma ad un certo punto la sua
attenzione fu attirata da qualcosa. Sbiancò
all’improvviso.
“Guarda
laggiù, nel porto!”
Disse Nami dopo un
po’, indicandomi il porto. Guardai dove mi indicava e
capì le sue preoccupazioni.
“Accidenti
quella è la nave di Smoker! Ma quello non si arrende
mai?”
Dissi io deluso per
quell’interruzione. Dannato Smoker, riusciva a scegliere
sempre i momenti peggiori per attaccare.
“Penso
proprio di no! Non penso si sia accorto della nostra presenza. La
nostra nave è nascosta. Speriamo che Rufy non ne combini
qualcuna delle sue.”
Disse Nami assumendo
un’aria preoccupata.
“È
meglio tornare.”
Proposi io
raccogliendo le mie spade e lo zaino di Nami. Ero deluso da
quell’interruzione ma sapevo anche che era inutile restare
lì. L’atmosfera era stata rovinata per non parlare
del fatto che bisognava avvertire gli altri prima che andassero a
sbattere contro la marina.
Attraversammo il
bosco il silenzio, a poca distanza l’uno
dall’altra. Nami sembrava persa nei suoi pensieri. Avrei
voluto sapere a che pensava, cosa le era passato per la testa prima
sulla terrazza ma tutte quelle domande mi morirono in gola.
“Comunque
è stato un bel pomeriggio.”
Disse Nami dopo un
po’ che camminavamo verso la nostra nave. Stavamo
attraversando il villaggio. Quella sua frase aveva interrotto il
silenzio che c’era tra noi due. Nami stava sorridendo.
“Lo pensi
davvero?”
Chiesi stupito di
sentirle dire una cosa del genere. Forse Rufy aveva ragione, avevo sul
serio qualche speranza.
“Certo!”
Confermò
lei con un bellissimo sorriso dipinto sul volto. Mi sentì le
gambe diventare molli, quel sorriso era bellissimo. Mi avvicinai e le
presi la mano. Nami si sorprese per quel contatto improvviso ma
ricambiò la stretta guardandomi dritto negli occhi. Ad un
certo punto sentì una voce familiare provenire da poco
lontano.
“Nasconditi!”
Dissi ad un tratto,
trascinandola dietro alcuni barili.
“Perché?”
Chiese Nami confusa.
“Tashigi.
È laggiù, se ci vede è
finita.”
Le dissi indicando la
spadaccina che accompagnava Smoker. Quella donna era fissata nel
cercare di catturare me almeno quanto il suo capo era fissato nel
catturare Rufy. Dannazione, non potevano trovarsi un hobby?
“Che noia
quella spadaccina. Mi spieghi perché
c’è l’ha con te? Ti cerca sempre..
“
Chiese Nami
infastidita dalla presenza della ragazza. La sua voce suonò
strana e nei suoi occhi vidi lampeggiare un lampo d’odio.
“Non ne ho
idea.”
Risposi io scuotendo
la testa. Avrei fatto volentieri a meno di incontrare quella seccatrice
in ogni isola ma non dipendeva da me.
“Scusate
avete visto per caso questo ricercato? È uno spadaccino che
va in giro con tre spade!”
Disse la ragazza ad
un negoziante. Il negoziante scosse la testa e tornò ad
occuparsi dei fatti suoi. Quelle parole fecero infuriare ancora di
più Nami.
“Eddai
guarda, è fissata. “
Sbottò
ancora lei. Sembrava quasi gelosa, era incredibile. Nami gelosa di me?
“È
un marine, è normale che cerchi di catturarci.“
Cercai di farla
ragionare io. Tentativo inutile.
“Lei
però cerca di catturare solo te!“
Protesto Nami
risentita.
“Accidenti
viene verso di noi.”
Esclamai io
guardandomi attorno per trovare una via di fuga prima che fosse troppo
tardi.
“Tranquilli,
ci pensiamo noi.”
Disse una voce alla
nostre spalle. Mi voltai e mi trovai di fronte uno strano tizio dai
capelli blu. Indossava una specie di mantello ed era accompagnato da un
altro uomo con i capelli più lunghi e biondi.
“Voi chi
siete? Della marina? Cacciatori di taglie? Del governo?
Pirati?”
Chiese Nami in tono
frenetico che tradiva la sua agitazione. Nei suoi occhi per qualche
secondo lessi il panico, poi la decisione. Era pronta a combattere se
necessario.
“Quante
domande, aspettate qui.”
Rispose
l’altro tizio allontanandosi con il primo. Si
avvicinò a Taschini e le disse qualcosa. Questa
sembrò pensarci per qualche istante poi annuì e
se ne andò.
“Ecco
fatto, è andata via.”
Disse il primo tizio
tornando verso di noi.
“Come avete
fatto?”
Chiesi loro
stupefatto. Mi chiedevo chi fossero e perché ci avessero
aiutato. Erano dei tipi veramente strani. Non sembravano né
pirati né cacciatori di taglie.
“Ho detto
loro che avevo visto il tuo amico su un’isola poco distante
da qui.”
Rispose uno dei due a
Nami.
“Grazie per
l’aiuto.“
Disse Nami in risposta
“Non
ringraziateci..”
Rispose
l’uomo misterioso scomparendo tra la folla.
Io e Nami ci
guardammo per qualche istante, poi alzammo le spalle. Era meglio
tornare subito alla nave dagli altri.
Ci ritrovammo tutti
davanti alla nostra nave. Gli altri erano tutti lì,
mancavano solo Rufy e Robin ma Nami non fece nessuna battuta. Era
troppo preoccupata. Dopo qualche minuto gli ultimi due dispersi
arrivarono e tornammo sulla nave. Solo allora notammo che la nostra non
era più l’unica nave ancorata. Alla sua destra
c’era un galeone e alla sua sinistra una vecchia conoscenza,
la nave di Foxi. Sicuramente cercavano l’ennesima vendetta
contro di noi. Ormai non tenevamo più il conto delle volte
che li avevamo affrontati e sconfitti. Era il galeone ad attirare la
nostra attenzione. Era enorme. Al suo fianco la nostra nave sembrava
minuscola. Sopra di esso si muovevano delle facce che mi sembrava di
conoscere. Certo, si trattava delle persone che avevamo incontrato in
città poco prima. Niente di preoccupante, sembrava gente a
posto anche se parecchio strani.
ANGOLO DELL'AUTRICE
grazie mille per
non avermi abbandonata e grazie alle 23 persone che tengono la mia
storia tra i preferiti. spero di non avervi deluso con il capitolo
nuovo! nel prox capitolo la storia entrerà nel vivo
dell'azione. non vi anticipo nient'altro.
grazie mille a
tutti quelli che hanno commentato!
GIODAN: grazie
mille! sono felicissima di sapere che pensi che la mia storia non sia
banale! che ne pensi di questo capitolo?
FRA_CHAN: grazie
mille per il commento, sono contenta che ti piaccia la mia storia e il
fatto che è narrata da Zoro in prima persona. diciamo che
è un modo per rendere la storia più interessante
e meno banale!
MAI VALENTINE: ora
poi sono entrata nel vivo, diciamo che da adesso in poi il tutto si
farà più frenetico e anche per me è
decisamente un piacere scriverla! prima che bella da leggere una storia
deve essere anche bella da scrivere per il suo autore, no? XD
SMEMO92: grazie
per il commento! per un attimo anche io ho avuto la tentazione di fare
reagire Rufy ma poi ho cambiato idea. alla fine oltre che il ragazzo di
Robin è anche il capitano e deve mantenere l'ordine e
l'armonia sulla sua nave. come vedi Zoro non è riuscito a
fare nessun discorso ma diciamo che i suoi gesti sono stati abbastanza
chiari, almeno spero.
MARIE_92: grazie
mille per il commento! spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
DESME: grazie
mille per il commento! spero che questo capitolo non sia stato una
delusione.
NICOROBIN92:
grazie mille per il commento e per i complimenti. in effetti non
è sempre facile scrivere in prima persona. devo rileggere
tante volte perchè capita che un lui riferito a Zoro ce lo
mettoXD! mi fa anche molto piacere le coppie ti piacciano e che abbia
notato che il capitano è cresciuto almeno un po' (anche se
in fondo è sempre lo stesso)XD spero che questo capitolo ti
sia piaciuto!
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Capitolo 7 *** ancora contro Foxi: il vero pericolo di rivela. ***
CAPITOLO 7
Ancora contro foxi: il
vero pericolo si rivela.
La
nostra nave scompariva al fianco di quel grande galeone. Sul ponte si
muovevano moltissime persone, almeno un centinaio o forse anche di
più. Sembravano indaffarati e avevano uno sguardo strano.
Tra loro distinsi chiaramente il tizio con i capelli blu e il
biondo con la coda. Anche gli altri stavano guardando il galeone
incuriositi e vigili.
“Accidenti
ancora quei due!”
Mormorò
Nami preoccupata guardando i due uomini muoversi sul galeone. Non
potevo darle torto, non sapevamo nulla di quei due. Potevano essere
cacciatori di pirati e volere la nostra testa. Non sembravano pirati,
sul loro albero maestro non vi era nessuna bandiera.
“Questa
volte non sono da soli. Quel galeone è gigantesco!”
Feci notare io
cercando di capire qualcosa di più sulla nave che avevo di
fronte. La osservai attentamente cercando un indizio che mi dicesse
qualcosa di loro ma non trovai nulla. Era un galeone del tutto anonimo,
fatta eccezione per le dimensioni decisamente fuori dal comune.
“Conoscete
i tizi che sono su quella nave?”
Chiese Robin passando
lo sguardo da me a Nami. Gli altri ci fissavano in silenzio, solo Usop
tremava. Quel dannato cecchino aveva paura di ogni minima cosa. Dopo
tutto non era detto che quei tipi fossero pericolosi. Forse gli stavamo
simpatici e non avevano cattive intenzioni. Certo, sarebbe stata la
prima volta che capitava una cosa del genere. Di solito quando
incontravamo qualcuno di strano e misterioso questi si rivelava un
nemico deciso a riscattare la taglia sulle nostre teste.
“Ci hanno
aiutati con quelli della marina. Smoker è arrivato
sull’isola.”
Disse Nami
spiegando brevemente come erano andate le cose. Notai che si
guardava intorno in modo frenetico, controllando l’orizzonte
e la direzione del vento in modo da essere pronti per
un’eventuale fuga improvvisa.
“Ancora il
marine fumoso? Che noia!”
Borbottò
Rufy scocciato e annoiato. Ovunque andavamo la marina ci dava la caccia
ma con Smoker era diverso. Sembrava fossimo diventati la sua ragione di
vita. O meglio, Rufy lo era. Io tutta via ero l’ossessione di
quella ragazza che lo accompagnava ovunque. Combattere contro di lei
era divertente, mi ricordava la mia amica di infanzia a cui avevo
promesso di diventare il miglior spadaccino del mondo e poi se la
cavava decisamente bene con la spada. Ultimamente però stava
capitando troppo spesso, cominciavo a stancarmi. Esattamente come il
mio capitano pensavo che sarebbe stato bello combattere contro qualcuno
di diverso, tanto per cambiare un po’.
“Brutto
marino vuoi dirci chi sono quei tizi?”
Chiese Sanji
arrabbiato. Lo guardai male e impugnai le spade. Chi si credeva di
essere per parlarmi in quel modo?
“E io che
ne so sopracciglio a spirale!”
Risposi io,
preparandomi ad attaccarlo prima che potesse farlo lui.
“Hai appena
detto che ti hanno dato una mano!”
Disse ancora lui,
dando inizio a un’altra delle nostre litigate sotto lo
sguardo dei nostri compagni. Brook, Rufy e Franky facevano il tifo,
incoraggiando a turno me o il cuoco. Chopper ci fissava preoccupato,
pensando che poi sarebbe toccato a lui rimetterci in sesto. Nami e
Robin parlavano tra loro, cercando di ignorarci. Usop invece scrutava
preoccupato l’orizzonte, sembrava quasi cercasse qualcosa.
“Non si
sono presentati!”
Risposi io ringhiando
con fare minaccioso.
“Eh,
ragazzi.. Abbiamo un altro problema.”
Disse Usop
richiamando l’attenzione di tutta la ciurma.
“Che
vuoi?”
Ringhiai io,
indispettito per l’interruzione. Quando discutevo con Sanji
solo Nami poteva interromperci.
“Foxi!”
Disse Chopper
indicando l’altra nave. Sembrava stessero preparandosi per
fare qualcosa. Probabilmente l’ennesimo attacco.
“Che
noia!”
Borbottò
ancora Rufy. Come svolta dalla monotonia degli attacchi di Smoker Foxi
non era un gran che. Effettivamente ci eravamo dimenticati di lui.
Anzi, non lo avevamo proprio considerato.
“Capo, non
sembra abbiano paura di noi.”
Osservò
uno degli uomini di Foxi, attirando l’attenzione del suo
capitano. Foxi sembrò non sentirlo. Era visibilmente
indispettito dal nostro disinteresse. Che potevamo farci se Foxi e la
sua banda anziché metterci paura ci facevano venire sonno?
“Già,
non ci stanno nemmeno guardando!”
Confermò
l’altro scagnozzo di Foxi. A quelle parole il capitano
divenne triste e cadde dalla polena della nave. Si poteva essere
più imbecilli di lui?
“Non
temete, tra poco tremeranno di fronte al potere della ciurma di
Foxi!”
Disse in tono
trionfale il capitano Foxi, rialzandosi e ritrovando il suo entusiasmo.
“Se lo dici
tu..”
Disse Franky
guardando di traverso Foxi e la sua nave.
“Come ti
permetti ragazzino?”
Ribatte Foxi
diventando rosso per la rabbia. Non sopportava di non essere preso sul
serio.
“Ma questi
chi sono? Amici vostri?”
Chiese Brook curioso.
Né lui né Franky avevano mai incontrato Foxi e
quindi non sapevano chi fosse.
“Diciamo
vecchie conoscenze.. “
Spiegai velocemente
io senza soffermarmi in troppi particolari. Non valeva la pena dire
altro su quel branco di buffoni. Gli avevamo già raccontato
qualcosa tempo prima durante una discussione sui nemici che avevamo
affrontato e vinto. Franky ci aveva chiesto chi fossero i nemici
più scarsi e ridicoli che avessimo mai incontrato e la pole
position era andata alla ciurma di Foxi.
“Che
vogliono da noi?”
Chiese ancora Franky
curioso e scocciato per l’interruzione allo stesso tempo.
Probabilmente si chiedeva perché dei tizi così
scarsi ci attaccassero credendo anche di poterci battere.
Effettivamente la cosa incuriosiva parecchio anche me, solo che il
mistero del galeone era più importante di capire come
funzionasse la mente di quel pazzo di Foxi.
“Sfidarvi!
Ti porterò via tutti i membri della tua ciurma cappello di
paglia.”
Urlò Foxi
in direzione di Rufy confare minaccioso.
“Che noia!
“
Rispose il nostro
capitano sbadigliando.
“Ma tu
cambiare battuta ogni tanto?”
Gli fece eco Usop con
fare coraggioso. Persino lui, di solito terrorizzato da ogni cosa non
aveva la minima paura.
“Non stanno
per nulla tremando di paura, capo.”
Fece notare ancora
l’uomo di fianco a Foxi che non sembrò
prenderla troppo bene. Non riusciva proprio a sopportare che la gente
non tremasse di paura vedendolo.
“Non
potete! Dovete accettare la nostra sfida!”
Ribatte lui,
insistente. Sembrava un bambino che voleva a tutti i costi le
caramelle.
“Ti ho
già detto che non ho voglia. Torna un altro
giorno.”
Ripete Rufy senza
scomporsi per poi girarsi e dargli le spalle.
“Brutto
ragazzino impertinente! Non sarà così semplice
liberarti di me.”
Urlò
ancora Foxi.
“Certo che
sono proprio noiosi!”
Osservò
Brook scuotendo la testa.
“Già,
dicevamo su quel galeone?”
Disse Robin
riportando la nostra attenzione sul discorso di poco prima.
“Che non
sappiamo nulla di loro. Tranne che due che sono su quella nave ci hanno
aiutato a fuggire dalla marina.“
Dissi io fissando
ancora la nave. I due tizi che avevamo incontrato in città
stavano parlando con un uomo grosso almeno il doppio di loro. Doveva
essere il loro capitano. Fatta eccezione di loro tre i resto delle
persone a bordo sembravano deboli, addirittura spaventate dai loro
stessi compagni. Era molto strano, c’era qualcosa che mi
sfuggiva. Forse si trattava di schiavi o di persone obbligate con la
forza a seguirli.
“Potrebbero
essere pirati o cacciatori di taglie. Pensate siano
pericolosi?”
Disse Robin
pensierosa osservando la nave. Sembrava stesse riflettendo su qualcosa.
Forse anche a lei non tornava qualcosa, esattamente come a me.
“Non lo so.
Certo devono odiare la marina.”
Risposi io
chiedendomi per quale ragione ci avessero aiutato. Sicuramente sapevano
chi eravamo, perché darci una mano e sparire senza nemmeno
presentarsi o dare spiegazioni?
Non sembravano dei
tipi raccomandabili ma perché non ci avevano ancora
attaccato? Dovevano essere ore che erano attraccati di fianco alla
nostra nave, era davvero strana quell’attesa.
“A
proposito della marina..”
Cominciò
Usop con una nota di preoccupazione della voce, sempre fissando
l’orizzonte.
“Che altro
c’è Usop?”
Chiese Sanji
spazientito dall’interruzione del cecchino.
“Penso si
stia avvicinando.”
Rispose il ragazzo
indicando delle navi in lontananza. Erano almeno una decina e mi
sembrava di vederne ancora in lontananza, dovevano aver chiamato i
rinforzi.
“Dannazione
sono loro! C’e anche Smoker e la spadaccina..”
Urlò
Chopper indicando una delle navi.
“Che barba!
Io odio quella dannata donna..”
Sibilò
Nami, visibilmente agitata. Non sopportava proprio Tashigi,
chissà per quale strana ragione. Dopo tutto a lei la
spadaccina non aveva mai fatto nulla.
“Calma
Nami. Piuttosto, che facciamo?”
Chiese Robin
sospirando.
“Direi che
è il caso di togliere le tende.”
Osservò
Nami, recuperando la sua lucidità. Quelle navi erano
veramente tante, affondarle tutte sarebbe stata una scocciatura
infinita e avrebbe richiesto tempo. Certo, non si trattava di navi
particolarmente forti ma erano comunque tante.
“Ma il
galeone misterioso? Potrebbero essere pericolosi..”
Osservò
Brook tornando a fissarlo. Quella nave era davvero un mistero, persino
per uno scheletro con l’afro.
“Una
ragione in più per andarcene prima che sorgano
problemi.”
Rispose Nami, decisa
a evitare scontri una volta tanto. Non era detto che avessero brutte
intenzioni ma era meglio non rischiare, non con la marina
così vicina. Mancava solo che Smoker contattasse un
ammiraglio e ci lanciassero contro un Buster Call.
“Dove
credete di andare? Non avete sentito quello che ho detto?”
Urlò Foxi,
ricordandoci improvvisamente la sua presenza. Dannazione, possibile che
quel babbeo non capisse che non avevano speranze contro di noi? Quasi
sicuramente non si era accorto che la marina si stava avvicinando.
“Oh
già! Ci siamo dimenticati quei tizi ridicoli!”
Disse Sanji
accendendosi una sigaretta scocciato.
“Come ti
permetti!”
Rispose Foxi
indispettito e offeso dalle parole del biondo.
“Che
facciamo capitano?”
Chiese Franky
guardando Rufy. Mi voltai prima verso il cyborg e poi verso il
capitano. Nei suoi occhi lessi la sua risposta ancora prima che Rufy
parlasse e sorrisi.
“Affrontiamo
Foxi e poi scappiamo prima che arrivi la marina. “
Rispose il capitano
dopo aver lanciato un occhiata alla navi della marina. Si stavano
avvicinando ma erano ancora abbastanza lontane. C’era
abbastanza tempo per mettere fuori combattimento Foxi e scappare.
“Non ci
vorrà molto a sistemare quei pagliacci.”
Osservò
Sanji aspirando a fondo.
“Avevo
giusto bisogno di fare un po’ di movimento!”
Aggiunsi io
divertito. Quei buffoni se l’erano proprio cercata.
“Beh,
vedete di muovervi.”
Disse Usop
riparandosi dietro a Franky. Lo guardai e sul suo volto lessi la
speranza di non dover combattere.
“Non ti
preoccupare. Questione di un attimo.”
Risposi io sicuro,
sarebbero bastati pochi minuti.
“Per una
volta testa d’alga ha ragione. Bastiamo noi tre. Voi pensate
a preparare la nave per la partenza.”
Aggiunse Sanji
preparandosi a dare a quegli scocciatori una lezione memorabile.
Non demmo loro il
tempo di attaccare la nostra nave, in pochi secondi fummo sul galeone
di Foxi. La nostra mossa li colse di sorpresa e li gettò nel
panico. Foxi tentò la sua mossa bloccante contro Rufy ma lui
la schivò con tranquillità. Probabilmente si
aspettava una mossa del genere. Foxi non si diede per vinto e
lanciò un altro attacco contro il capitano. Questa volta
Rufy non lo schivò ma lasciò che colpisse uno
specchio che teneva tra le mani. Il colpo di Foxi si riflesse sullo
specchio e lo colpì in pieno. Che babbeo, Rufy lo fregava
sempre allo stesso modo. Con il suo solito sorriso sulle labbra il
capitano lanciò un paio di colpi precisi contro il suo
avversario e poi si fermò per aspettare che facessero il
loro effetto. Nel frattempo io e Sanji avevamo sistemato gli altri.
Avevano tentato una debole difesa ma con scarsi risultati. Come se
bastasse qualche colpo di pistola per fermare la mia furia e quella del
cuoco.
“Ecco
fatto. Possiamo andare..”
Disse il cuoco dopo
aver sistemato l’ultimo scocciatore. Come previsto erano
bastati poco più di dieci minuti. Senza dire altro tornammo
alla nave, dove ci aspettavano gli altri. Non c’era tempo da
perdere, dovevamo andarcene.
“Bene..
Zoro! Sei ferito..”
Disse Nami fissando
il mio braccio sinistro che sanguinava. Uno degli uomini di Foxi mi
aveva colpito di striscio con un colpo di pistola.
“Non
è niente.. Solo un graffio.”
Risposi io cercando
di tranquillizzarla. In fondo non era nulla di grave, anzi. Era
solamente un taglietto.
“Vuoi che
ti medichi?”
Si offrì
Chopper preoccupato.
“Non
c’è bisogno.”
Risposi io sicuro.
Non mi ero nemmeno accorto subito che mi aveva ferito, la mira di quel
babbeo doveva essere davvero pessima.
“Giusto, tu
pensa al timone Chopper. Ci posso pensare io.”
Disse Nami decisa,
avanzando verso di me. Doveva avere dato indicazioni a tutti
perché ognuno correva da qualche parte facendo qualcosa.
Quella ragazza dettava legge sulla nostra nave a volte. Era in grado di
governare la Sunny fuori da ogni situazione e prevedere tempeste e
cambi climatici come nessun altro navigatore in tutto il grande blu
sapeva fare.
“Dai Nami
non c’è bisogno.”
Obbiettai io. Non era
il caso di preoccuparsi così tanto per un graffietto
superficiale.
“Non dire
sciocchezze. Devi essere in perfetta forma o non riuscirai a difendere
la nave. È il tuo compito, no?”
Rispose lei
trascinandomi sotto coperta. La lasciai fare. Sapevo bene che quando
Nami si metteva qualcosa in testa non c’era verso di farle
cambiare idea. Era terribilmente testarda.
“Ti
preoccupi troppo.”
Risposi io
sorridendo, mettendomi seduto dove mi aveva indicato lei.
“Forse hai
ragione. Sai, mi dispiace..”
Disse lei
disinfettando il mio braccio. Il suo tocco era delicato e gentile,
quasi avesse paura di ferirmi con quel pezzo di cotone che teneva in
mano.
“Ma non
è nulla, davvero.”
Dissi io, stranito da
tante attenzioni. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi. Era un sogno
essere solo con lei che si prendeva cura di me. Era anche un ottima
occasione per parlarle.
“Non per il
graffio, per oggi..”
Rispose lei
mettendomi un cerotto con la stessa cura con cui poco prima mi aveva
disinfettato la ferita.
“Oggi?”
Chiesi io confuso,
guardandola armeggiare con il mio braccio. Era piacevole sentire il suo
tocco delicato sul mio braccio. Le sue mani erano calde e morbide.
Improvvisamente realizzai che sarebbe stato bello ferirsi ancora solo
per essere curato da lei.
“Avrei
voluto che la marina non ci interrompesse.“
Disse lei guardandomi
negli occhi. Ricambiai il suo sguardo. Il mondo intorno a noi
scomparve. In quella stanza, su quella nave, nell’oceano
c’eravamo solo io e lei. Tutto il resto era sparito,
scomparso.
“Anche io.
C’era qualcosa che volevo dirti.”
Cominciai io
insicuro. Non sapevo da che parte cominciare e che parole usare. Sapevo
solo che dovevo dirle tutto. Non aveva senso aspettare ancora. Qualcosa
dentro di me mi diceva che era il momento giusto, che non ce ne sarebbe
stato un altro migliore.
“Era
importante?”
Chiese lei senza
staccare il suo sguardo da me, quasi avesse paura a interrompere quel
contatto visivo.
“Beh si..
Ma non sono bravo con le parole.”
Dissi io impacciato.
Era così dannatamente difficile. Da che parte dovevo
iniziare? Come dirle dei miei sentimenti senza sembrare stupito e
banale?
“A volte un
gesto vale più di mille parole.”
Rispose lei
sorridendomi. Sembrava stesse incoraggiandomi ad andare avanti.
“Un gesto
dici? Che ne pensi di un bacio..”
Dissi io senza
pensarci prima di baciarla. Le mie labbra si persero nelle sue. Potevo
finalmente assaporare il suo profumo, sentirla mia. In quel bacio misi
tutto il mio amore e tutti i sentimenti che provavo per lei. Quel bacio
valeva per tutte le parole che mi ero sempre tenuto dentro, per tutte
le notti che avevo passato insonni a pensarla, per tutte le volte che
mi ero perso a fissarla di nascosto.
“Oh
Zoro..“
Sospirò
lei ansimando. Potevo ancora sentire il suo sapore.
Quell’intensa fragranza di mandarino che la distingueva da
qualsiasi altra donna. Per quanto avevo sognato quel momento?
Improvvisamente la paura mi assalì. I dubbi si fecero
strada. La paura di essere rifiutato. Di rimanere solo, senza il suo
amore, incompleto e destinato all’infelicità
eterna.
“Mi
dispiace. Penso di avere rovinato tutto.”
Dissi io insicuro e
impacciato.
“Zitto
scemo!”
Rispose lei
buttandomi le braccia al collo e baciandomi ancora. Il quel momento
capì che lei era mia. Lo spadaccino e la navigatrice. Non
era più un sogno, era la realtà.
L’incontro di due anime che non potevano vivere separate, che
non potevano sognare altro che le completasse. Il tempo sembro fermarsi
permettendoci di vivere la nostra favola. Mi sentivo come mai prima
d’ora. Nemmeno battere l’uomo dagli occhi di falco
e diventare lo spadaccino più forte del mondo mi aveva dato
tanta gioia. Furono delle esplosioni a interrompere quel bellissimo
sogno. Come al solito c’era qualche scocciatore,
probabilmente la marina. Dannazione, ci aveva interrotto ancora. Due
volte in un giorno solo! La rabbia e la tentazione di affondare tutte
le loro navi si fece strada dentro di me e dovetti lottare con me
stesso per placare quell’istinto.
“Dannazione!
Deve essere la marina. Sta arrivando!”
Dissi io dirigendomi
verso il ponte seguito da Nami. Anche lei era decisamente arrabbiata e
spaventata per l’attacco allo stesso tempo.
“Rufy che
sta succedendo? È la marina?”
Chiese Nami al
capitano guardandosi intorno senza capire che era successo. Non si
vedeva nessuna nave della marina nelle vicinanze. Erano ancora tutte
troppo lontane per lanciare un attacco diretto.
“No, sono
ancora abbastanza lontani. Si tratta del galeone. Ci sta dando qualche
problema.”
Rispose il capitano
scrutando il mare, come in attesa di qualcosa. Il galeone era di fronte
a noi, immobile come quando io e Nami eravamo andati sotto coperta. Lo
guardai a lungo senza capire a cosa si riferisse Rufy. Mi chiesi se il
sole o il pomeriggio tra le rovine lo avessero fatto impazzire di colpo.
“Qualche
problema? Si può sapere di che stai parlando?”
Chiesi io confuso.
“Non noti
niente di strano?”
Chiese Rufy ironico,
preparandosi a respingere qualcosa. Qualche secondo dopo delle palle di
cannone piovvero sulla nave ma furono prontamente respinte da Rufy,
Sanji e Franky.
“Ma quelle
sono palle di cannone!”
Osservai io vedendole
esplodere in acqua e impugnando le mie spade per difendere la nave.
L’attacco arrivava dal galeone, alla fine si erano rivelati
nemici.
“Molto
bravo! Che dici di venire a darci una mano?”
Disse ironico Sanji,
troppo occupato a difendere la nave per pensare di dirmi qualcosa di
più cattivo. Per qualche secondo valutai l’idea di
rispondergli per le rime poi incrociai lo sguardo di Nami e cambiai
idea. Dovevo difendere la nave, non potevo permettere loro di fare del
male alla mia navigatrice.
ANGOLO
DELL'AUTRICE
grazie
mille per il vostro sostegno, i vostri commenti. davvero, siete
fantastici e mi fate scrivere moolto più velocemente! chiedo
scusa ma per Foxi sono davvero andata in crisi, non riesco a capire se
ci vada la i o la y. in alcuni siti compare in un modo in altri
nell'altro. chiedo scusa quindi se è sbagliato!
GIODAN:
grazie mille per i complimenti! mi spiace ma penso che sia abbastanza
chiaro che per Zoro e Tashigi non ci sarà spazio in questa
storia. lei era essenziale in quanto eterna rivale di zoro e sottoposta
di Smoker. XD spero continuerai a seguire la mia storia anche se
Tashigi non si mette con Zoro. XD
DESME:
grazie per il commento! visto quante novità in un capitolo
solo? finalmente un bacio e si sa qualcosa su quei due tizi.. XD
MAI
VALENTINE: grazie mille per il commento. beh, se la marina non rompe
non sarebbe la marina.. no? XD Robin e Rufy.. (Rufy: ehy tu! guarda che
c'è la legge sulla privacy! sihu: come se fosse un mistero..
guarda che lo hanno capito tutti!)
MARIE_92:
grazie per il commento! Smoker ti ha odiato per avergli distrutto la
nave, ma cmq ne ha trovata un'altra per inseguire Rufy e la ciurma.
quell'uomo è incorreggibile, dovrebbe trovarsi un hobby!
NICOROBIN92:
grazie per il commento! twilight non l'ho letto ma visto il successo
che ha avuto non può che farmi piacere il tuo commento! XD
eh si, Rufy è diventato grande anche se è rimasto
lo stesso incoscente di sempre! franky mascherato? carina come idea ma
cmq no, non si tratta del cyborg. XD
ROLOCHAN105.
grazie per il commento! visto che Zoro non ha perso tempo? XD
SMEMO92:
grazie mille per il commento! che dire, il capitolo penso abbia
risposto da solo a tutti i tuoi dubbi (o almeno spero!)XD cmq Nami non
era indifferente a Zoro ma cmq voleva fosse lui a fare il primo passo.
NEKO:
grazie mille per il commento! garantisco io per Rufy che stare con
Robin è stato tutt'altro che un sacrificio! XD
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Capitolo 8 *** duplice attacco ***
CAPITOLO 8
Duplice
attacco
“Ma
si può sapere che è successo qui?”
Chiesi mentre ero
intento a dividere a metà una palla di cannone proveniente
dal galeone misterioso. Alla fine si erano rivelati nemici, prevedibile
in fondo. Una giornata tranquilla senza nessuno che ci attacca non
è da noi, sarebbe persino noioso.
“Che razza
di domande fai, non le vedi le palle di cannone? Ci stanno attaccando
babbeo!”
Rispose il cuoco
calciando via l’ennesima palla di cannone. Non sembravano
degli sprovveduti, anzi. Erano molto forti, forse persino
più forti dei nemici che avevamo affrontato fino a quel
momento.
“Questo lo
vedo da me, volevo sapere perché brutto idiota!”
Sibilai io perdendo
la pazienza. Quel dannato cuoco non mi capiva mai al volo, era davvero
senza speranze.
“E io che
ne so!”
Ringhiò il
damerino senza prestarmi troppa attenzione.
“Non ci
hanno mandato nessuna lettera prima, te lo assicuro.”
Spiegò
Robin con una punta di ironia nella voce creando una rete di braccia a
protezione di Nami e Usup.
“Meno
chiacchere e più fatti, datevi da fare.”
Disse Usup
incitandoci senza muovere un muscolo per aiutarci. Era senza speranza,
anche se ormai non mi stupiva più la sua mancanza di
sicurezza. Sarebbe stato davvero sconvolgente vederlo partire
all’attacco sicuro e senza paura.
“Che ne
dici di darci una mano invece di tremare come al solito?”
Disse Sanji lanciando
un’occhiataccia al cecchino che si nascose dietro Nami. Non
che Sanji credesse davvero in una risposta positiva.
“Cosa?
Io?”
Balbettò
spaventato all’idea di respingere una palla di cannone.
“Fiato
sprecato.”
Sbuffai io tornando a
concentrarmi sui nemici. L’unico realmente felice di quella
situazione era il capitano, sembrava un bambino la mattina di natale
alle prese con i giocattoli nuovi. Questo tipo si situazione caricavano
Rufy in modo impressionante, adorava mettersi alla prova e combattere
con gente forte. Normalmente sarei stato dello stesso avviso ma quel
giorno qualcosa era diverso, la mia testa era persa in un campo di
mandarini con una certa rossa.
[*Sulla nave di Smoker*]
TASHIGI
sull‘attenti-“Smoker, quali sono gli
ordini?”
SMOKER
infastidito-“Che domande fai Tashigi? Distruggere Cappello di
Paglia e la sua ciurma! Che aspettate, fate fuoco!”
TASHIGI
stupita-“Agli ordini signore! Aspetti, sembra che qualcuno li
stia attaccando.”
SMOKER
sorpreso-“Come sarebbe a dire qualcuno li sta
attaccando?”
TASHIGI-“Si,
un grosso galeone. Non so chi siano.”
SMOKER-“Una
cosa è certa, non sono della marina. Bene, attaccate anche
loro.”
TASHIGI
preoccupata-“Cosa? Ma potrebbero esserci dei civili a
bordo..”
SMOKER
infastidito-“Sveglia Tashigi, le navi civili non sparano
colpi di cannone alle navi pirata!”
TASHIGI
confusa-“Non possiamo colpire due obiettivi insieme,
signore.”
SMOKER comincia a
perdere la pazienza-“Allora prima affondate questo galeone e
poi pensate a Cappello di Paglia.”
TASHIGI
confusa-“Ma pensavo fosse Cappello di Paglia il nostro
obiettivo principale..”
SMOKER cercando di
trattenersi-“Maledizione Tashigi mi farai venire il mal di
testa. Attaccate prima quel galeone perché è
più vicino!”
SOLDATO spaventato
dall‘ira di Smoker-“Smoker, signore.”
SMOKER sfogando la
rabbia sul poveretto-“Che vuoi anche tu soldato?”
SOLDATO
terrorizzato-“Abbiamo avvistato un galeone!”
SMOKER
stupito-“Un altro?”
SOLDATO
tremante-“Si signore, si tratta dei pirati di Foxy.
Sono stati sconfitti da Cappello di Paglia e i
suoi.”
SMOKER grattandosi la
testa-“È parecchio affollato questo tratto di
mare. Bene, cattureremo anche loro dopo aver preso Cappello di
Paglia.”
[***]
“Che
gli prende, hanno già finito?”
Chiese Rufy stupito e
deluso. Mi guardai intorno preoccupato. L’attacco era durato
poco, troppo poco. Che avessero qualcosa in mente per soprenderci?
“Si danno
già per vinti, strano.”
Commentò
Sanji incerto, anche a lui non tornava qualcosa. Si mise a fissare
l’orizzonte grattandosi perplesso la testa. Il galeone
misterioso stava allontanandosi, come inseguito da qualcosa.
“La marina
li sta attaccando.”
Osservò
Robin guardando l’orizzonte. Tirai un sospiro di sollievo.
Per qualche attimo avevo pensato stessero combinando qualcosa di strano
invece per fortuna era solo colpa della marina.
“È
la nostra occasione per andarcene.”
Disse Nami
controllando i venti e le correnti. Se la marina attaccava loro non
poteva attaccare anche noi. La sua idea era sfruttare quel galeone da
diversivo per prendere il largo nel più breve tempo
possibile.
“Ma non
sappiamo chi sono quei tizi!”
Osservò
Rufy un po’ deluso. Dal suo sguardo afflitto indovinai che
avrebbe voluto scoprire qualcosa di più su quei tizi e
combatterci ancora contro. Effettivamente quei tizi erano decisamente
misteriosi, perché mai la marina aveva lasciato perdere noi
per cercare di prendere loro? Dopotutto la taglia che pendeva sulla
testa della nostra ciurma era una somma da capogiro. Nami scherzava
spesso dicendo che prima o poi ci avrebbe consegnati e
l’avrebbe intascata. Usop commentava sempre che
l’unica ragione per cui non lo faceva era che la taglia
comprendeva anche lei. Inoltre mi chiedevo perché quei tizi
temessero la marina. Avevano attaccato noi come se fossimo una ciurma
qualsiasi e poi erano scappati di fronte alla marina. Era decisamente
strano.
“Il dubbio
ci tormenterà tutta la vita ma è meglio che
venire uccisi, non credi?”
Disse Nami ironica
riscuotendomi dai miei pensieri.
“Ma che
stanno facendo?”
Chiesi io guardando
il galeone nemico dando voce alla domanda che mi rimbombava in testa.
“Stanno
scappando. Grande, la marina li insegue.“
Rispose Usup, felice
di avere evitato uno scontro diretto. Era andava come aveva previsto
Nami.
“Bene,
questo ci darà un po’ di vantaggio.”
Disse Franky
sorridendo. Il galeone misterioso stava allontanando la marina nella
direzione opposta a quella che dovevamo prendere noi.
“Credete
che andrete tanto lontano?”
Mormorò
una voce conosciuta alle nostre spalle, Polluce. Questo poteva voler
dire solo una cosa, gli scocciatori della Foxy non erano stati
sistemati come credevamo.
“Ancora
voi? Non vi stancate proprio mai di fare brutte figure.”
Osservo Brook, anche
se era la prima volta che li incontrava il musicista aveva capito al
volo con chi avevamo a che fare.
“Zitto, ci
avete preso di sorpresa ma adesso vedrete.”
Minacciò
Foxy rosso in viso. Portava ancora i segni del combattimento di poco
prima con il capitano ma più che ogni altra cosa era ferito
nell’orgoglio.
“Rufy
dobbiamo andarcene. La marina potrebbe tornare.”
Disse Nami ignorando
completamente Foxy e la sua ciurma. Il comportamento della ragazza
mandò in crisi Foxy che si mise a dondolare avanti e
indietro stringendosi le ginocchia. Odiava essere ignorato, e ancora di
più lo mandava in crisi non essere preso sul serio.
“A quanto
pare prima dobbiamo dare un’altra lezione a questo buffone e
alla sua ciurma.”
Osservò
Sanji accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata. Era
incredibile quel cuoco da strapazzo, non sapeva combattere senza
fumare.
“Ma
Rufy..”
Provò a
farlo ragionare Usop. Tutto inutile, conoscevo bene Rufy e sapevo alla
perfezione cosa gli stava passando per la mente.
“Portiamo
la nave dietro il promontorio così la marina non ci
potrà bombardare e scendiamo a terra. Li affronteremo sulla
spiaggia. Tranquilla Nami, sarà questione di pochi
minuti.”
Disse Rufy facendo
scroccare le dita.
“Sei
sicuro? A me sembra che siano più cattivi.”
Osservò
Usop terrorizzato.
“A me
sembra siano più di prima.”
Commentò
Franky guardando la nave. Effettivamente sembravano almeno il doppio se
non il triplo di quelli che avevamo affrontato noi.
“Forse ce
n’erano ancora sotto coperta.”
Buttai lì
io con non curanza. Non importava quanti fossero, il loro destino era
segnato comunque.
“Non cambia
nulla, vinceremo noi lo stesso. Io penso a Foxy e voi alla ciurma,
intesi?”
Disse Rufy,
leggendomi nel pensiero.
“Va bene,
ma muoviti!”
Si
raccomandò Nami preoccupata che la marina tornasse e
riuscisse a catturarci.
Ci volle poco per
raggiungere la spiaggia dietro il promontorio. La preoccupazione
più grande di Rufy era che Foxy e i suoi potessero colpire
la nostra nave e renderci impossibile scappare poi dalla marina.
Sarebbe stata la nostra fine. Foxy e i suoi babbei con quella strana
maschera ci raggiunsero sulla spiaggia. Erano davvero molti
più di prima, erano almeno seicento e noi solo nove. I loro
volti erano sicuri e sorridenti, forse pensavano di avere in mano la
situazione solo perché erano così numerosi.
Illusi, non conoscevano il valore della ciurma al completo. Non ci
sarebbe stato scampo per loro. Tra le loro fila ritrovai alcuni volti
noti, tra cui Hamburg, Pickles e Big Pan. Io e il cuoco ci scambiammo
uno sguardo d’intesa. Quei tre dovevano ancora pagarcela per
le scorrettezze durante il Groggy Ring. Mi legai la mia solita bandana
e attesi che Sanji accendesse la sua sigaretta poi partimmo insieme
all’attacco contro quei tre. Tutto il resto della ciurma di
Foxy si lanciò contro i nostri compagni. Sanji si
guardò indietro preoccupato per i nostri compagni ma poi
torno a concentrarsi sul suo avversario. Non c’era nulla da
temere, erano tutti perfettamente in grado di battere quei buffoni.
Nami mi stava guardando da lontano mentre fulminava con il suo bastone
chiunque le si avvicinasse troppo, potevo leggere nei suoi occhi la
preoccupazione. Chopper era di fianco a lei e tremava. Sono sempre i
più preoccupati riguardo a uno scontro, ma non per questo si
tirano indietro. Nico Robin era insieme a Franky e Usop. Stava
combattendo da lontano sfruttando il suo potere, silenziosa e
impenetrabile come sempre, letale come solo una donna sa essere. Anche
Franky e Usop stavano combattendo. Il nasone tremava un po’
come suo solito. Questo suo modo di fare spiazzava sempre gli
avversari, anche i più forti. Lo stesso Rufy era rimasto
sorpreso dal modo di combattere di Usop quando lo aveva affrontato a
Water Seven e all’inizio aveva anche accusato molti colpi.
Brook invece era in disparte, solitario. Non gli piaceva avere troppa
gente intorno quando combatteva.
La spiaggia intorno a
noi ormai era ridotta a un campo di battaglia. C’erano uomini
a terra ovunque, tutti feriti. Anche i tre bisonti del Groggy Ring
erano a terra e ci sarebbero rimasti per un bel po’. il primo
a cadere era stato Hamburg, per sconfiggerlo erano bastati un paio di
calci ben assestati di Sanji. Gli altri due ci avevano dato
più problemi. Il cuoco si era preso Big Pan e io
l’altro. Durante il Groggy Ring avevo dovuto lasciare le mie
spade e non avevo potuto combattere ad armi pari contro quel mostro.
Combatteva con due spade e mi aveva dato un bel po’ da fare,
era terribilmente bravo a barare. Alla fine la tecnica a tre spade
aveva avuto ragione su di lui ed ero riuscito a finirlo dopo che lui mi
aveva colpito in pieno petto. La ferita era abbastanza profonda e
sanguinava parecchio ma non era nulla di troppo grave. Anche Sanji
aveva avuto qualche problema con Big Pan e ci aveva messo
più del previsto per finirlo, quel mostro era terribilmente
viscido. Insomma anche noi avevamo riportato qualche ferita. Chopper si
sarebbe dovuto dare da fare, come al solito. Gli altri della ciurma
avevano solo graffi superficiali, grazie tante. Il lavoro
più duro e pericoloso toccava sempre a noi e poi si
lamentano anche che siamo sempre feriti. Io e Sanji eravamo rimasti a
terra a riprendere le forze. Tutti fissavano il centro della spiaggia
dove Rufy e Foxy si stavano ancora affrontando, in particolare Robin
che era reduce da uno scontro con Polluce. Dopo il Davy Back Fight
Polluce aveva preso Robin in odio perché tutti la
consideravano più bella di lei. Oltre a essere bella Robin
però era anche forte e determinata e così Polluce
non aveva avuto scampo.
I due capitani
combattevano già da un po’. Rufy aveva perso il
frammento di specchio e così doveva cercare di non farsi
colpire dal raggio noro-noro. Foxy non gli dava scampo, e lo aveva
già colpito e bersagliato di colpi un paio di volte. Inutile
dire che Rufy non si era arreso e che aveva risposto usando il gear
second. Gli sguardi di Robin e Chopper si fecero più seri e
così anche quelli degli altri miei compagni. Sapevamo tutti
che il gear second era potente ma anche molto pericoloso per Rufy e che
ogni volta che lo usava rischiava di morire. Foxy era allo stremo delle
forze, non poteva competere con Rufy e il suo gear ma lanciò
lo stesso un ultimo attacco disperato lanciando Rufy lontano.
“Ho vinto,
ti ho sconfitto!”
Urlò Foxy,
cominciando a saltellare qua e là.
“Sei
sicuro?”
Gli chiese Rufy
rialzandosi e preparandosi a colpire. Ero sicuro che non poteva essere
stato sconfitto, non da quella mezza calzetta di Foxy.
“Oh
no!”
Fu l’unica
cosa che Foxy fu in grado di mormorare.
“Jet
missile gom gom”
Urlò Rufy
afferrandolo e lanciandosi contro di lui. Lo scontro era
definitivamente finito, Foxy e la sua ciurma non ci avrebbero dato
problemi per un bel po’.
ANGOLO DELL'AUTRICE CON
TANTISSIME SCUSE AI LETTORI:
innanzitutto
mi scuso con tutti voi, diciamo che è stato un mese
difficile e ho preferito lasciare da parte la storia per non scrivere
cose banali o frettolose.
mannaggia agli esami, all'università e alle feste. spero
riusciate a perdonarmi! grazie se nonostante tutto siete arrivati a
leggere fino a qui.
in questo
capitolo ho avuto un paio di problemi circa il pezzo che si svolge
sulla nave di smoker: questa storia è narrata dal punto di
vista di zoro e in quel momento non si trovava su quella nave. ho
optato per la soluzione di mettere solo i dialoghi con qualche
indicazione circa l'umore del personaggio. è meno scorrevole
ma non voglio cambiare stile di narrazione. probabilmente lo
userò ancora nei prossimi capitoli ma non vi svelo nulla di
più..
MARIE_92: grazie per il commento. beh, nonostante le interruzioni
questa volta sono riusciti a baciarsi! per ora il mistero del galeone
rimane ma ti anticipo che lo rivedremo prossimamente.. XD
MAI VALENTINE: grazie mille per i complimenti, per il galeone vi
terrò in sospeso ancora qualche capitolo.
GIODAN: grazie del commento, mi spingi a essere sempre più
precisa. nello scorso capitolo non sono entrata troppo in merito ai
personaggi perchè sapevo che lo avrei fatto in quello
successivo (vale a dire questo). per il resto tieni presente che non
solo i nostri eroi sono diventati più forti ma anche i loro
nemici.
STEFFA: grazie mille per il commento, spero che anche questo capitolo
ti sia piaciuto! Nami, Zoro, Rufy e Robin ringraziano.
FRA_CHAN: grazie per il commento e scusa se l'aggiornamento non
è stato esattamente alla velocità della luce. XD
SMEMO92: grazie per il commento, anche Zoro si è sorpreso di
essere riuscito a baciare la sua bella.. per saperne di più
sui nemici dovrai pazientare, ma niente paura. ci saranno altri colpi
di scena nel frattempo.
grazie a tutti e arrivederci al prossimo capitolo!
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Capitolo 9 *** naufragio ***
CAPITOLO 9
Naufragio
La
vittoria era nostra, anche l’ultimo nemico giaceva a terra
sconfitto. Rufy aveva riportato delle ferite, ma nulla di troppo grave.
Avrebbe riportato a casa la pellaccia anche questa volta. È
un osso duro il nostro capitano anche se tra noi era quello conciato
peggio. L’allegria generale contagiò tutta la
ciurma.
“Per
festeggiare potresti farmi vedere le tue mutandine, Nami..”
Propose Brook
dimostrandosi il solito maniaco. Prima che riuscissi ad avvicinarmi
abbastanza da fargli male la mia dolce Nami gli aveva già
lanciato una delle sue scariche. Normalmente provavo pena per i
poveretti colpiti da quell’arma diabolica ma in quel caso
Brook se l’era proprio meritato. Ok, forse ero un
po’ geloso ma nessuno poteva toccare la mia navigatrice. Non
ora che avevo capito che i sentimenti che io provavo per lei erano gli
stessi che lei provava per me.
Usup si
lasciò andare in una danza strana cantando le gesta del
prode capitano Usup sotto lo sguardo felice e festoso di Franky. Scossi
la testa, da un momento all‘altro il cyborg si sarebbe messo
a ballare insieme al cecchino. Rufy sorrideva, ancora a terra, mentre
Chopper lo medicava sommariamente sotto lo sguardo preoccupato di
Robin. La donna non aveva staccato gli occhi nemmeno un attimo dal
capitano, né durante lo scontro né tanto meno
ora. Anche Rufy fissava Robin, come a volerla tranquillizzare. Erano
proprio teneri. Rufy era così diverso dal ragazzino
determinato e infantile che avevo conosciuto e Robin non sembrava la
stessa donna gelida e menefreghista che tutti pensavamo essere quando
si unì a noi. Erano cambiate molte cose nel corso degli
anni, non sapevo nemmeno io dire con precisione se in bene o in peggio.
L’unica certezza riguardava Rufy e Robin, stavano molto
meglio insieme. All’improvviso un colpo di cannone scosse il
cielo e ci riportò alla dura realtà. La marina
stava arrivando. L’allegria dovuta alla fine della battaglia
ci aveva fatto dimenticare di Smoker e dei suoi.
“Che fine
ha fatto il galeone? Pensavo che la marina stesse inseguendo
loro!”
Osservò
Sanji guardandosi intorno. Prima che cominciassimo a combattere per la
seconda volta contro i pirati di Foxy la marina era impegnata a
inseguire l’altro galeone. Non potevano averlo preso in
così poco tempo, perché abbandonare
l’impresa?
“Sono
scappati, devono averli seminati.”
Commento Robin senza
staccare lo sguardo da Chopper che medicava Rufy. Nami a quelle parole
si mise a scrutare l’orizzonte. Grazie a qualche corrente il
galeone era riuscito a prendere il largo e la marina si stava dirigendo
ora verso di loro. Non c’era tempo da perdere. Probabilmente
avevano sentito il trambusto della battaglia contro Foxy e non volevano
perdere l’occasione per mettere le mani sulla famosa ciurma
di Cappello di Paglia visto che si erano appena fatti sfuggire
l‘altro galeone. Dopo tutto sapevamo bene che le nostre
taglie valevano un mucchio di soldi. Mi guardai rapido intorno. Oltre a
Rufy anche gli altri erano malconci, io compreso. Non eravamo in
condizione di combattere contro la marina, dovevamo scappare. Un
confronto diretto contro Smoker nelle nostre condizioni sarebbe stato
pericoloso. Quel dannato marine aveva il potere del fumo. Avevamo
ancora un po’ di vantaggio, saremmo riusciti a sfuggire
ancora una volta. La marina si illudeva, era lontano il giorno che ci
avrebbero catturato. Corremmo tutti in modo frenetico verso la nave.
Franky dava una mano a Rufy che non si riusciva quasi a muovere mentre
Chopper guardava preoccupato me e Sanji zoppicare a fatica verso la
nave. Robin e Nami correvano davanti a noi verso la nave. Non ci voleva
proprio la marina in un momento simile. Non appena fummo sulla nave
cominciarono ad arrivare colpi di cannone. Illusi una seconda volta,
pensavano davvero fosse così semplice affondare la nostra
nave? Grazie al calci di Sanji, alle mie spade, al corpo gommoso di
Rufy e alle armi di Franky i loro colpi andarono a vuoto. Eravamo
feriti certo, ma ancora in grado di difendere la nave da qualche
cannonata. In quel momento avrei fatto di tutto per difendere la mia
Nami ed ero sicuro che Rufy, nonostante le ferite era dello stesso
parere. Non avrebbe lasciato per nessuna ragione che la marina colpisse
la sua donna o i suoi compagni. Nonostante quello che sembrava Rufy era
un capitano responsabile e molto attento al bene della sua ciurma. Lo
aveva dimostrato tante volte, correndo pericoli e superando ostacoli
per portarci in salvo. La parola arrendersi non rientrava nel suo
vocabolario.
Nami stava dando
ordini a destra e a sinistra e tutti facevano quel che diceva come
tanti cagnolini obbedienti. Quella ragazza era tirchia e insopportabile
ma era il miglior navigatore che abbia mai solcato i mari. La marina
non aveva speranza di prenderci, ne ora ne mai specie se lei ci
guidava. Altre navi si aggiunsero a quella che ci stava bombardando.
Una di loro riuscì ad avvicinarsi più delle altre
tanto che riuscì a riconoscere chi c’era a bordo.
“Ehy, il
tizio fumoso e la spadaccina. Che ci fanno qua? Questa non è
la loro zona di mare..”
Osservò
Rufy stupito. Lo guardai allibito, non si era accorto che erano loro
che ci seguivano? Nonostante fosse cresciuto e maturato sotto sotto
rimaneva il solito Rufy per alcuni versi.
“Quello che
fanno sempre. Provano a prenderci!”
Rispose Franky
sorridendo.
“Ma come?
Non si sono ancora stufati?”
Chiese il capitano
sorpreso. Non potevo dargli torto. Era da prima che entrassimo nella
rotta maggiore che Smoker cercava di prenderci, senza mai esserci
riuscito. Anzi, una volta gli avevamo addirittura salvato la vita.
“No zucca
vuota è il loro mestiere.”
Rispose Nami perdendo
il controllo. Improvvisamente sentì il vento cambiare,
lasciò perdere Rufy e si mise sull’attenti. La
guardai incantato per la sua bellezza ma subito mi riscossi. Forse
c’era qualche corrente che poteva aiutarci a prendere il
largo e a seminare i nostri nemici.
“Poveri
illusi..”
Rispose Sanji
accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata.
“Presto,
barra a tribordo. La corrente ci farà allontanare da qui in
poco tempo!”
Ordinò
Nami a Brook. Lo scheletro, obbediente fece come la ragazza gli diceva.
Sapeva bene che Nami non sbagliava mai.
“Abbiamo
seminato le navi della marina!”
Disse Brook
guardandosi intorno dopo un po’. Tutti ci guardammo, eravamo
felici ma ci chiedevamo se fosse stato così semplice.
“È
un buon segno, no?”
Chiese prudente Usup,
guardandosi intorno preoccupato.
“Per
niente. Il vento si sta alzando. Stiamo finendo dritti in una
tempesta!”
Osservò
Nami guardando le nuvole e diventando di colpo più pallida.
Pensava che la corrente ci avrebbe portato in salvo e invece ci aveva
portato in una tempesta. Probabilmente la marina non aveva inseguito il
galeone misterioso perché non voleva correre rischi.
“Invertiamo
la rotta!”
Disse Nico Robin
preoccupata. Ne avevamo passate tante ma quella tempesta era davvero la
più brutta che avessi mai visto. Sarebbe stato terribilmente
difficile uscirne incolumi senza che la nave si danneggiasse.
“Non si
può. Ormai è troppo tardi.”
Rispose la
navigatrice appoggiandosi al parapetto spaventata. Tornare indietro
voleva dire affrontare la marina. Con tutta probabilità non
aspettavano altro che loro facessero dietro front.
“E
quindi?”
Chiese Usup tremando,
non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe successo.
“Speriamo
che dio ce la mandi buona!”
Rispose Nami pallida
come un lenzuolo.
Queste parole
avrebbero dovuto mettermi il allarme. I miei sensi mi stavano cercando
di fare capire che sarebbe successo qualcosa ma decisi di ignorarli.
Bisognava pensare alla fuga. I cannoni della marina non riuscivano
più a raggiungerci ma bisognava pensare alla nave e metterla
al sicuro dalla tempesta. Certo, la nostra nave era solida ma Franky
non ci avrebbe mai perdonato se avessimo lasciato che una tempesta
rovinasse la nave che aveva costruito per noi con tanto impegno e
devozione.
La tragedia si
consumò in meno di un attimo. Una grande onda si
abbattè sulla nave allagando il ponte e colpendo in pieno
Sanji che stava legando la vela. Il cuoco aveva cercato di opporre
resistenza ma la corrente lo stava trascinando via. Era troppo forte e
lui ancora troppo stanco dopo lo scontro di poco prima. Rufy
allungò una mano per cercare di prenderlo ma una seconda
onda lo colpì, trascinandoli via insieme. Tutti gli altri
erano riusciti a mettersi in salvo e Franky mi urlava di raggiungerli
sotto coperta. Restai immobile senza muovere un passo, non potevo. La
corrente stava trascinando via Rufy e Sanji sotto i miei occhi. Sapevo
bene che era un suicidio cercare di dare loro una mano, che la corrente
avrebbe preso anche me ma mi buttai lo stesso. Dovevo provarci. Le
imprese disperate erano sempre state il nostro forte. La nostra era una
ciurma affiatata, non potevo abbandonarli. Non potevo lasciare che il
mare si prendesse Sanji e Rufy. Che ne sarebbe stato di Robin se Rufy
fosse annegato? Che ne sarebbe stato di tutti noi senza Sanji e Rufy?
Eravamo una squadra, non potevo lasciarli soli. Lottai con tutte le mie
forze contro la corrente e li raggiunsi. Pensai di avercela fatta ma la
terza onda si abbattè sulla nave, trascinandomi via con
loro. Sentì l’acqua salata riempirmi i polmoni e
togliermi il respiro. Non avevo più aria. Stavo annegando.
Era dunque in un modo tanto stupido che finiva la vita dello spadaccino
più forte del mondo? Per un attimo vidi davanti ai miei
occhi il viso dell’uomo a cui avevo portato via il titolo.
L’uomo dagli occhi di falco. Se la stava ridendo per il modo
tanto stupido in cui ero morto. Non potevo dargli questa soddisfazione.
Dovevo vivere a tutti costi. La superficie era però
così lontana. Provai a raggiungerla la venni sbattuto ancora
più in profondità. Non riuscivo nemmeno a vedere
i miei compagni. Rufy, lui non poteva nuotare. Dovevo prenderlo o
sarebbe andato a fondo. Chissà se ci aveva già
pensato il cuoco. Ero in balia del mare, senza ossigeno e senza forze a
causa dello scontro. Lentamente sentì i miei riflessi
abbandonarmi e tutto divenne nero. Era dunque questa la fine? Bastava
dunque così poco per spazzare via la mia vita, la vita di un
uomo che aveva affrontato ben altri nemici ed insidie nella vita? Il
mio ultimo pensiero prima di perdere i sensi andò a Nami.
ANGOLO
DELL'AUTRICE
eccomi
di nuovo qui con un capitolo nuovo! dite la verità, non mi
aspettavate così presto? questo capitolo lo avevo
già scritto insieme al primo capitolo. l'idea iniziale era
di scrivere due storie e questo capitolo doveva essere il primo della
seconda storia ma poi ho deciso di unirle in una sola.
vabbè, chiacchere a parte. spero che questo capitolo vi sia
piaciuto. grazie mille ai 38 che hanno questa storia tra i preferiti.
vediamo ai vostri commenti, mi piace tantissimo leggerli!
GIODAN: grazie del commento. ti riferisci al modo di narrare? bhe,
è strano e forse poco scorrevole ma non volevo lasciare il
punto di vista di Zoro. ormai ho fatto una scommessa con me stessa,
voglio arrivare fino alla fine senza cambiare punto di vista. XD spero
che questo capitolo ti sia piaciuto anche se è
più corto di quelli precedenti. mi raccomando, aspetto i
tuoi commenti e le tue critiche che mi aiutano sempre a migliorare.
MAI VALENTINE: grazie mille per la tua comprensione e per il tuo
commento. mi fa piacere che la scena sulla nave di Smoker ti sia
piaciuta. spero che ti piaccia anche questo capitolo.
MARIE_92: grazie mille per il tuo commento! sai che ho riso anche io
come una matta mentre la scrivevo la scena sulla nave? più
che altro mi immaginavo le facce dei vari personaggi! XD spero che
questo capitolo ti sia piaciuto.
SMEMO92: grazie per il commento! beh, se il galeone non fosse
importante non lo avrebbero nemmeno incontrato, no? XD spero ti sia
piaciuto anche questo capitolo.
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Capitolo 10 *** in quattro su un'isola ***
CAPITOLO 10
in
4 su un isola
Intorno a me era tutto incredibilmente buio, riuscivo a sentire solo
dei rumori ma non capivo cosa fossero o da dove venissero. La cosa mi
urtava parecchio, non era da me perdere il controllo della situazione.
Era come se fossi in balia di qualcosa che non riuscivo a capire cosa
fosse. Ero ancora vivo oppure ero morto e quelli erano strani scherzi
di qualche entità superiore? All’improvviso una
forte luce mi accecò. Il sole, allora ero ancora vivo. La
tempesta era finita ed ora era tornata la calma. Il rumore che avevo
sentito poco prima quando ero ancora privo di sensi doveva essere il
rumore delle onde. Dei miei compagni non c’era traccia ed io
ero in mezzo al mare, a qualche centinaio di metri davanti a me
c‘era un‘isola che non avevo mai visto prima. La
mia unica speranza di salvezza era raggiungerla. Poco lontano
c’era un tronco che galleggiava sull‘acqua, forse
veniva dal relitto di qualche nave distrutta dalla terribile tempesta.
Mi aggrappai e cercai di raggiungere l’isola che vedevo di
fronte a me con tutte le forze che mi erano rimaste. Quando la
raggiunsi mi lasciai cadere sulla spiaggia e persi di nuovo i sensi,
stravolto dalla fatica. Rimasi privo di sensi a lungo, quando rinvenni
era pomeriggio inoltrato. Forse era addirittura passato un giorno dal
naufragio, non lo sapevo. Avevo perso completamente la nozione del
tempo. La ferite che mi ero provocato nello scontro con Pickles si
erano riaperte ed erano peggiorate e dovevo averne anche di nuove. Ero
sopravvissuto per miracolo. Immediatamente ricordai quello che era
successo e pensai ai miei amici, Sanji e Rufy. Era stato per aiutare
loro che mi ero lanciato sul ponte ed ero stato travolto dalle onde.
Che ne era stato dei miei compagni? Non potevano essere morti, No.
Quell’idea mi ripugnava a tal punto che non riuscivo nemmeno
a pensarci. Avevamo passato così tanto tempo e
così tante avventure insieme che il pensiero che non ci
fossero più era inaccettabile. Cercai di ricordare che era
successo dopo che l’onda aveva travolto anche me ma era tutto
molto confuso. Ero finito in acqua ma non avevo visto i miei amici,
quello riuscivo a ricordarlo. Avevo cercato con lo sguardo Rufy per
impedire che annegasse ma non lo avevo trovato. Mi alzai e mi guardai
intorno, ero finito su un’isola che sembrava deserta. Nelle
vicinanze non c’era alcuna traccia di anima viva. Sarebbe
stato un bel problema, per non parlare del fatto che non sapevo dove
fossero gli altri che erano rimasti sulla nostra nave. Probabilmente la
tempesta mi aveva trascinato lontano dalla nostra nave. Pensai a Nami.
Mi chiese se stava bene. Guardai verso l’interno
dell’isola e intravidi una figura tra gli alberi che veniva
verso di me. Cercai le mie spade, grazie al cielo non si erano perse
durante la tempesta, e mi preparai a difendermi. Dalla boscaglia emerse
una figura familiare.
“Abbassa
quelle spade, testa d’alga.”
Sussurrò
Sanji prima di cadere al suolo perdendo i sensi. Corsi verso di lui e
notai immediatamente che era conciato male. Cercai di scuoterlo per
farlo rinvenire, dovevo chiedergli di Rufy. Il capitano non poteva
nuotare, se non lo aveva aiutato lui allora per Rufy non
c’era nessuna speranza.
“Dannato
cuoco, sveglia! Rufy.. Mi senti? Dimmi di Rufy!”
Gli urlai nelle
orecchie con tutte le poche forze che mi rimanevano. Quel dannato
damerino non poteva lasciarmi solo, dopo tutto anche lui era un mio
compagno. Nonostante le nostre continue discussioni lo consideravo un
fratello, esattamente come tutti gli altri. Maledissi la sfortuna che
ci aveva fatto naufragare e il destino per non avere Chopper con noi.
Sicuramente lui sarebbe stato in grado di aiutare il cuoco mentre io
non sapevo da che parte cominciare.
“Ehy,
piano. Non sono mica sordo..”
Rispose Sanji aprendo
gli occhi. Si mise a sedere ma era ancora molto debole. La sua
espressione apparentemente fredda e sicura nascondeva un pizzico di
paura. Anni prima era naufragato su un’isola deserta con
Zeff, era stata un esperienza che lo aveva segnato. Non amava parlarle
ma sapevo bene che ancora oggi gli incubi lo tormentavano. Quello che
era successo, la tempesta, il naufragio e adesso l’isola lo
avevano riportato con la mente a quei momenti terribili.
“Come
stai?”
Chiesi io
preoccupato. Non glielo avrei mai detto apertamente la tenevo a quella
testa vuota. Ero io il solo con cui potesse litigare ed ero certo che
per lui valesse la stessa cosa.
“Sono stato
meglio. Dobbiamo andare..”
Rispose lui cercando
di alzarsi. Lo bloccai con una mano e Sanji ricadde indietro come una
bambola di pezza. Non era per niente in forma.
“Fermo,
dove vuoi andare in quelle condizioni? Prima mi sei svenuto tra le
braccia..”
Gli ricordai io,
preoccupato che potesse svenire ancora una volta. Lui mi
guardò infastidito, gli pesava parecchio non riuscire ad
opporsi a me.
“Dobbiamo
andare da Rufy!”
Disse lui con
fermezza, fissandomi a mo’ di sfida.
“Rufy?
È salvo?”
Esclamai io stupito.
Sanji colse l’occasione per alzarsi in piedi, prendendomi
alla sprovvista.
“L’ho
preso per un braccio e non l’ho mollato. La corrente ci ha
trascinati su quest’isola, a qualche miglio da qua.
È conciato male, peggio di noi due. Deve avere anche la
febbre.”
Spiegò lui
a testa bassa, la sua voce era terribilmente debole e tradiva
preoccupazione.
“Dannazione,
e perché lo hai lasciato solo?”
Gli urlai io,
dimenticandomi che anche Sanji era conciato male. Ero felice che il
capitano non fosse annegato. Per un attimo quando avevo visto Sanji
solo avevo temuto il peggio. Allo stesso tempo però ero
preoccupato per Rufy. Foxy lo aveva ridotto piuttosto male e il
naufragio doveva averlo indebolito, come aveva potuto lasciarlo solo se
stava davvero così male?
“Per
cercare aiuto. Ha bisogno di un medico ma sfortunatamente questa isola
è deserta!”
Spiegò
ancora Sanji battendo nervosamente un piede a terra.
“Come?”
Chiesi io stupito e
sconvolto. Non poteva essere come diceva il cuoco, un’isola
deserta era una condanna. Eravamo spacciati. Non avevamo con noi nulla
che ci indicasse una rotta da seguire, non avevamo nulla che
assomigliasse a una nave, non sapevamo dove fossero finiti i nostri
compagni e per di più eravamo feriti.
“Ci siamo
solo noi tre.”
Scandì
lentamente Sanji. La sua considerazione suonava come una sentenza
fatale che non lasciava nessuna speranza. Il suo volto era pallido e
tirato, me ne ero reso conto solo ora.
“Dannazione!”
Esclamai io. La
situazione non era per nulla buona. Dannazione, avevamo assoluto
bisogno di un medico. Non poteva finire così.
“Dobbiamo
andare da Rufy.”
Disse Sanji
incamminandosi verso la boscaglia dalla quale lo avevo visto arrivare.
Lo seguì senza parlare, entrambi eravamo immersi nei nostri
pensieri. Maledissi il destino, la sfortuna, la marina, foxy e quel
galeone misterioso. Camminammo così in fila indiana,
procedendo lentamente a causa delle ferite di entrambi fino che il
bosco terminò e Sanji si fermò improvvisamente.
Davanti a noi c’era di nuovo il mare.
“Eccolo.”
Indicò
Sanji. Davanti a me c’era Rufy. Era ancora peggio di quello
che temevo. Le numerose ferite che aveva sul corpo sanguinavano copiose
e non aveva ancora ripreso i sensi. Sanji lo aveva adagiato sulla
sabbia all’ombra di una palma, mettendogli sotto la testa la
sua giacca a mo’ di cuscino.
“È
conciato male.”
Osservai io
avvicinandomi a lui. Ripensai a tutte le volte che lo avevo visto
ridotto in quello stato dopo una battaglia. Mai mi ero preoccupato come
stato facendo ora, di solito c’era sempre Chopper pronto a
prendersi cura di lui. Ora, ridotto in quello stato il mio migliore
amico mi sembrava così indifeso, alla mercè di
qualsiasi nemico. Incrociai lo sguardo di Sanji e capii che anche lui
la pensava come me, non potevamo lasciarlo lì senza fare
nulla. Lui aveva sempre fatto tantissimo per noi.
“Te lo
avevo detto zucca vuota. Dobbiamo trovate un rifugio per la notte e
qualcosa per tenerlo al caldo. Ha la febbre alta e i brividi.”
Disse Sanji, notando
che il corpo del capitano era sudato e scosso da forti tremiti. Non
potevamo fare altro per lui che cercare di tenerlo al riparo e
aspettare che stesse meglio. Rufy era forte, ce l’avrebbe
fatta. Magari dopo una bella dormita si sarebbe ripreso come al solito,
pensai tra me e me.
“Laggiù,
quella è una grotta.”
Indicai io. Non era
troppo lontana e sarebbe stata il rifugio ideale per la notte. Il sole
di lì a poco sarebbe calato. Sapevamo che l’isola
era deserta ma non era una buona idea non trovarci un rifugio, potevamo
in ogni modo esserci degli animali feroci e tutti e tre avevamo bisogno
di riposo per riprendere le forze.
“Muoviamoci.”
Esclamò
Sanji prendendo cautamente Rufy in braccio. Ci accampammo alla meglio
nella grotta, non avevamo nulla con noi.
Passammo la notte
vegliando Rufy in silenzio, nessuno dei due aveva voglia di
parlare. Prima che facesse buio ero riuscito a rimediare
qualcosa da mangiare, nulla più di qualche radice e qualche
piccolo animale ma Sanji era riuscito ugualmente a preparare qualcosa
da mangiare. Provammo a fare mangiare qualcosa anche al capitano,
ancora privo di sensi ma non ci fu verso. Intorno notte inoltrata Rufy
sembrò migliorare, la febbre era sparita e lui stava
dormendo tranquillo. Io e Sanji ci scambiammo un occhiata e optammo per
andare a dormire anche noi, lasciando i problemi al giorno seguente.
Una bella dormita ci avrebbe rimessi in sesto. Nonostante le molte
domande e i tanti pensieri crollai addormentato in un attimo, la
stanchezza ebbe in sopravvento su di me.
La mattina dopo fu
Rufy il primo a svegliarsi. Lo trovammo seduto il riva al mare che
guardava l’orizzonte con un’enorme montagna di noci
di cocco al suo fianco. Doveva averle trovate nella vicina boscaglia.
“Buongiorno
capitano, vedo che stai meglio.”
Salutai io sedendomi
al suo fianco. Ero felice di vedere che stava meglio.
“Grazie a
voi due. Immagino che se fossi stato solo non c’è
l’avrei fatta.”
Rispose Rufy
sorridendo. Sorrisi anche io in risposta, Rufy riusciva sempre a
spiazzarmi ogni volta. Riusciva a far trasparire i suoi sentimenti e
quello che pensava con una facilità estrema. Non avevo mai
conosciuto un guerriero tanto forte e insieme tanto umile. Conosceva i
suoi limiti ma allo stesso tempo li sfidava continuamente, sicuro di
poter contare sull’appoggio di amici fidati. Mi ero chiesto
per molti anni se il giorno che avevo incontrato Rufy fossi stato molto
sfortunato o molto fortunato. Per molto tempo non avevo trovato
risposta ma guardando il passato dovevo riconoscere che non sarei stato
lo stesso senza di lui. Probabilmente sarei stato meno felice e forse
non sarei riuscito a realizzare i miei sogni.
“Gli amici
servono per questo, no?”
Disse Sanji
abbozzando un sorriso. Per qualche attimo restammo in silenzio a
guardare il mare. C’erano troppe cose da dire, da discutere.
Era meglio restare lì a guardare quel meraviglioso
spettacolo illudendosi ancora per qualche attimo che tutto andasse bene.
“E gli
altri? Secondo voi si sono salvati?”
Chiese Rufy
d’un tratto, rompendo il silenzio. Aveva dato voce alla
domanda che ronzava insistentemente nella mia testa dal giorno prima.
“Non
scherzare. Sono sicuro che stanno bene!”
Rispose Sanji. Anche
lui si stava chiedendo la stessa cosa. Nessuno di noi due aveva avuto
il coraggio di formularla la notte prima, mentre vegliavamo Rufy nella
grotta.
“Ho i miei
dubbi.”
Obiettai io
ripensando alla terribile tempesta. Il volto spaventato di Nami era la
mia ossessione. Cosa ne sarebbe stato della mia vita se lei fosse morta
in mare? Non ci potevo nemmeno pensare, non avrei potuto sopportare una
cosa del genere.
“Io No.
C’è Nami con loro. E la barca che ha costruito
Franky è solidissima.”
Disse Rufy ottimista,
era l‘unico di noi che riusciva a trovare un lato positivo in
qualsiasi situazione. Aveva piena fiducia nei nostri compagni. Forse
aveva ragione lui. Nei suoi occhi riuscì a leggere sicurezza
e determinazione ma anche un velo di malinconia. Sicuramente il
capitano stava pensando a Robin. Era preoccupato per lei quanto io lo
ero per Nami.
“Beh, Rufy
ha ragione. Speriamo solo ci vengano a cercare. Non abbiamo il log
pose. Non sapremmo trovarli.”
Osservò il
cuoco pensieroso. Lo guardai mentre cercava freneticamente nelle
tasche, alla ricerca di sigarette. Aveva ragione lui, era tutto nelle
mani dei nostri compagni. L’isola in cui eravamo capitati
sembrava fuori dal mondo, e anche dalle rotte delle altre navi. Da
quando eravamo lì non ne avevo ancora vista una.
“Non ci
lasceranno qui!”
Ribatte Rufy sicuro.
Di nuovo cadde il silenzio. Nessuno osava aggiungere altro ma nella
mente di ognuno di noi si faceva largo un terribile pensiero. Che ne
sarebbe stato di noi se i nostri compagni non ci fossero venuti a
cercare? Qualcosa improvvisamente attirò il mio sguardo. A
qualche centinaio di metri, sulla riva c’era qualcosa di
strano. Era una sorta di ammasso di legno, bagnato dal ritmico sbattere
delle onde.
“Che guardi
testa d’alga?”
Chiese il cuoco
richiamando la mia attenzione. La sua voce era piena di irritazione,
probabilmente non aveva trovato le sue sigarette e stava cercando di
sfogare i nervi litigando con me.
“Brutto
damerino non mi chiamare così.”
Risposi io
decisamente arrabbiato, non avevo intenzione di essere paziente con lui
solo perché era una delle uniche due persone che si
trovavano sull’isola con me.
“E tu
rispondi.”
Ringhiò
lui preparandosi ad attaccarmi, presi le mie spade per difendermi. Quel
cuoco da strapazzo non mi faceva nessuna paura.
“Sulla
spiaggia.. C’è del legno. “
Dissi io indicando un
punto poco lontano da noi, senza abbassare la guardia. Ero
perfettamente sicuro che il giorno prima non ci fosse nulla. Il mare
doveva averlo trascinato a riva di notte, forse erano relitti della
tempesta.
“Già
sembra una barca.”
Osservò
Rufy grattandosi la testa, ignorando completamente il litigio tra me e
Sanji. Io e Sanji ci guardammo pensierosi. Che ci faceva una barca su
un’isola deserta?
“Sarà
stata portata qui dalla corrente. Deve essere stata distrutta dalla
tempesta.”
Disse Sanji,
dimenticando la nostra discussione. Il suo sguardo era fisso su quel
relitto.
“È
un miracolo che non sia affondata.”
Commentai io
riflettendo, la nave infatti sembrava messa male. Se c’era
una nave allora forse c’era anche qualcuno o almeno forse
avremmo trovato qualcosa per sopravvivere.
“Hey, ma
c’è qualcuno!”
Disse Rufy notando
una figura umana. Guardai anche io nel punto che stava indicando il
capitano e notai una figura appoggiata a quello che rimaneva
dell’albero maestro.
“Come?”
Si stupì
il cuoco guardando meglio anche lui.
“Non
è possibile. Come ha fatto a non annegare?”
Chiesi io stranito.
La nave era in pessime condizioni, solo un miracolo poteva avere
permesso a una persona di arrivare sull’isola con quella.
“Sembra sia
legato alla barca!”
Disse Rufy
avvicinandosi. L’uomo misterioso era legato
all’albero maestro, per questo motivo la corrente non lo
aveva trascinato via.
“Legato
alla barca? Che strano. Mi sembra un viso familiare.”
Disse Sanji
pensieroso. Effettivamente era strano, che senso aveva legarsi alla
barca? Solo un pazzo o un incosciente avrebbe fatto una cosa del genere.
“Già
anche a me. Rufy dove stai andando?”
Dissi io cercando di
capire chi fosse quel tipo e che stesse facendo
quell’incosciente del mio capitano.
“A vedere
chi è!”
Rispose Rufy
semplicemente precipitandosi verso quel che rimaneva di quella barca.
“Sta
attento!”
Gli dissi io
alzandomi per seguirlo. Era imprudente lasciarlo andare da solo. Si
sarebbe messo di sicuro nei guai, come suo solito. Senza contare che
solo il giorno prima aveva rischiato di lasciarci le penne.
“Potrebbe
essere pericoloso!”
Gli raccomando Sanji
scuotendo la testa rassegnato.
“ACE!”
Urlò
all’improvviso il capitano. Io e il cuoco prima ci scambiammo
uno sguardo confuso poi ci precipitammo vicino alla barca dove Rufy
stava slegando suo fratello. Davanti a noi c’era il famoso
Ace pugno di fuoco, doveva avere ripreso conoscenza da poco tempo. Non
lo vedevamo da qualche anno ma non era cambiato molto, era Rufy ad
essere cambiato parecchio. Ace lo guardava stupito, incredulo che
quello fosse davvero il suo fratellino. Non mi ero mai accorto di
quanto fosse cresciuto Rufy fino ad ora che lo vedevo di fianco al
fratello, erano molto simili per non dire quasi uguali.
“Come? Che
ci fa qui?”
Chiesi io stupito
fissando confuso i presenti. Anche Sanji non sembrava credere a quello
che stava vedendo.
“Ma si..
Quello è proprio Ace.”
Osservò
Sanji dando una mano ad Ace ad alzarsi. L’unico che poteva
darci qualche risposta era proprio il ragazzo, non appena fosse stato
in condizioni di parlare.
“Ragazzi?
Che ci fate voi qui? Allora sono salvo..”
Disse Ace, ancora
leggermente sconvolto. Doveva essere stato sorpreso anche lui dalla
tempesta. Si doveva essere legato alla barca per non annegare, anche
lui aveva mangiato i frutti del mare e non poteva nuotare.
“Non direi
proprio amico.”
Risposi io,
disilludendo il ragazzo.
“Eh
No..”
Concordò
Sanji scuotendo la testa.
“Perché?
Rufy.. Che succede?”
Chiese Ace, guardando
confuso il fratello. A differenza di tutti noi Rufy era al settimo
cielo per avere incontrato il fratello, aveva già
dimenticato che la situazione era tragica. Il solito Rufy.
“Siamo
tutti naufragati per la tempesta su un’ isola.”
Spiegò
Rufy dando una pacca sulle spalle al fratello.
“Un’isola?
Oh No. Il mio log pose è distrutto..”
Osservò
Ace fissando sconsolato il log pose sul proprio polso, ormai
inservibile.
“Si,
un’isola.. Deserta!”
Precisai io, per
sottolineare quando la situazione fosse tragica.
“Un’isola
deserta? E come facciamo ad andarcene?”
Chiese Ace
realizzando improvvisamente la gravità della situazione.
Nessuno seppe dargli una risposta. Mi guardai intorno e realizzai
veramente tutto quello che stava accadendo. Non sarebbe servito a nulla
combattere, le mie spade erano inutili così come lo erano i
calci del cuoco e i colpi del capitano. Eravamo solo in quattro, su
un’isola deserta. Senza nessun log pose, nessuna
possibilità di orientarci. Non avevamo nemmeno un
imbarcazione e gli altri erano lontani in un punto imprecisato
dell’oceano inseguiti dalla marina e poi c‘era
quella strana ciurma. Si erano come dissolti nel nulla quando la marina
si era avvicinata ma non si sarebbero arresi così
facilmente, anche se non sapevamo ancora cosa volessero da noi. Mi
guardai intorno, nient’altro che mare e sabbia. Solo io, lo
stupido cuoco, quel rompiscatole di Rufy e suo fratello. Non so
perché ma non riuscì trattenermi dal sorridere.
Lo so, non c’è nulla sorridere in una situazione
come questa, ma non riuscì a farne a meno. Il fatto
è che ero sicuro che ne saremmo usciti, che avremmo trovato
gli altri e ripreso la nostra avventura. Insieme siamo riusciti a fare
grandi cose e ad affrontare molti nemici. Pensate un’isola
possa darci del filo da torcere? Sospirai. Mi ritrovai a pensare agli
altri, alla mia Nami, erano sicuramente tutti in pensiero per noi.
ANGOLO DELL'AUTRICE:
rieccomi qui, in questo
periodo riesco ad aggiornare più in fretta perchè
ho del tempo libero ma purtroppo da domani tornerò ai soliti
tempi. cercherò lo stesso di non farvi aspettare troppo!
ringrazio chi commenta la mia storia, chi la aggiunge ai preferiti (ben
39) e chi la legge senza commentare. XD
in questo capitolo
c'è una new entry, ACE. direte voi, era proprio necessario?
potevi non metterlo almeno in una storia? beh, forse avrei potuto non
metterlo però non sarei stata io! io adoro Ace e penso che
sia troppo poco usato nelle fic!
ROLOCHAN105: grazie
per il commento! diciamo che un pizzico di tragedie e di problemi ogni
tanto ci stannp bene! XD spero che ti sia piaciuto l'arrivo sull'isola.
NEKO: eh si, Zoro non
si poteva non salvare! beh, se morivano gli altri due non aveva
più senso la mia storia e Robin sarebbe rimasta sola!
diciamo che ne ho approffittato per aggiungere gente! grazie per il
commento e spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
MARIE_92: ma ciao
bella, penso di conoscerti abbastanza per sapere che sei
particolarmente felice per questo capitolo. diciamo che avevo in mente
l'arrivo di Ace fin dall'inizio ma non ho voluto dirti nulla in msn per
farti una sorpresa, piaciuta? XD
SMEMO92: grazie per
il commento, alla fine non sono stata così cattiva e li ho
spediti tutti sulla stessa isola deserta. tre uomini e una gamba? na,
meglio quattro uomini anche se quei quattro su quell'isola potrebbero
combinare di tutto XD
MAI VALENTINE: grazie
mille per il commento e per i complimenti! sono contenta che ti piaccia
la mia storia, un colpo di scena ci voleva, no? spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo! XD
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Capitolo 11 *** ringraziamenti ***
probabilmente quello che sto
scrivendo non vi farà piacere quindi arrivo subito al punto.
ho deciso che la mia storia si conclude così.
(l'autrice si
nasconde per evitare di essere colpita da una serie di oggetti grossi,
pesanti e pericolosi)
in questo periodo il
tempo per scrivere è pari a zero, quindi ho deciso di
seguire l'idea originale che avevo avuto per questa storia.
il mio primo progetto
prevedeva una "saga" composta da due storie: la prima "OLTRE I PROPRI
SOGNI- l'avventura continua" che si concludeva con il naufragio e
l'arrivo di ace e la seconda "OLTRE I PROPRI SOGNI- il naufragio" che
raccontava il seguito.
al momento non
riuscirei a postare il naufragio in tempi decenti quindi preferisco
sospendere e scrivere tutta il seguito e postarvelo tra qualche mese.
spero che nonostante
questo non mi cercherete di uccidere e che mi rileggerete ancora.
grazie mille a tutti
quelli che si sono appassionati a questa storia che è nata
quasi per caso in riva al mare.
grazie a quelli che
l'anno messa tra i preferiti, tra le storie seguite e che mi hanno
spesso commentato! GRAZIEEE
1 - Alhia
2 - Allen_Anne_Black
3 - andrea83_2007
4 - anjelik
5 - baracuda96
6 - Barby95
7 - dom89
8 - Egwine
9 - Elanor92
10 - fra_chan
11 - gengy
12 - giady92
13 - giodan : grazie mille per tutti i
tuoi commenti. penso che tu sia diventato il mio lettore preferito
proprio grazie alla tua sincerità. ho riletto la storia e
anche io ho avvertito che c'era qualcosa che non andava. spero che
prendendomi del tempo per riscrivere la prossima parte
riuscirò a far uscire qualcosa di bello. ci sarai ancora a
leggere la storia quando la posterò?
14 - HimeChan
XD
15 - hinayuki
16 - iorik2
17 - Jemanuele8891
18 - kikka
colle
19 - la
scrittrice
20 - ladyson
21 - lilli84
22 - Logan88
23 - lucia
lair
24 - Mai
Valentine:
grazie mille per il tuo commento! mi spiace ma penso che per scoprire
come se la caveranno ora che c'è ace dovrai aspettare ancora
un po'. per la prossima storia ho una sorpresa, ci sarà un
altro personaggio che narrerà insieme a zoro che ci
farà capire come se la passano sulla nave gli altri. spero
di leggere ancora tuoi commenti!
25 - Marie_92: grazie mille per il
commento! eh si, l'isola deserta è sempre l'isola deserta.
ha il suo fascino però, questo non si può
negare.. XD grazie per l'appoggio e per le chiaccherate in msn. spero
che leggerai ancora la mia storia.. XD
26 - martaxx
27 - medea78
28 - meli_mao
29 - musetto
30 - Nanni92
31 - naruto
hokage
32 - Neko:
grazie mille per i tuoi complimenti e per il tuo commento! nella
prossima storia prometto che i due fratelli daranno spettacolo e che si
scoprirà anche che fine ha fatto la nave misteriosa..
33 - NicoRobin92
34 - nuvia
35 - pan151
36 - RoloChan105 : grazie mille per il tuo
commento! eh si, zoro ha il pensiero fisso su nami. inoltre non mi
sento molto portata a raccontare di relazioni tra uomini per quanto mi
diverta a leggerne. stai tranquillo quindi, anche se i belli sono tutti
uomini non succederà nulla.. XD
37 - SHUN
DI ANDROMEDA
38 - Smemo92: grazie mille per il
commento! ti prometto che nella prossima storia i narratori
diventeranno due. uno sarà sempre zoro mentre l'altro
sarà uno dei menbri della ciurma rimasti sulla nave (non ti
dico chi sennò non c'è la sorpresa!)
39 - valemyni
40 - xelybacix
41 - xmirax
42 - Dubhe93
43 - Rue
meridian
prometto di tornare a
raccontarvi delle storie d'amore tra zoro e nami e tra rufy e robin,
aspettatemi!
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