Theo e Dimitri Holiday Specials (Italian Translation)

di zaynseyes_
(/viewuser.php?uid=420965)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Concorso coppia più bella- Dimitri e Theo ***
Capitolo 2: *** Halloween ***
Capitolo 3: *** Giorno del Ringraziamento ***
Capitolo 4: *** Concorso coppia preferita- Dimitri e Theo ***
Capitolo 5: *** Capodanno ***
Capitolo 6: *** San Valentino ***
Capitolo 7: *** Dimitri Ivanov ***
Capitolo 8: *** Festa del papà ***
Capitolo 9: *** Dimitri Ivanov (2) ***
Capitolo 10: *** San Valentino (2) ***
Capitolo 11: *** Fare il genitore- Theo e Thalia ***
Capitolo 12: *** Pasqua ***



Capitolo 1
*** Concorso coppia più bella- Dimitri e Theo ***


"Che diavolo mi metto?" mormorai, cercando all'interno dei cassetti.

"Theo, stai per caso programmando i vestiti che tu metterai per il tuo appuntamento?" chiese Thalia apparendo improvvisamente dallo stipite della porta.

NO!" esclamai girandomi per guardarla, combattendo contro il rossore che mi si stava formando sulle guance "Perchè dovrei affaticarmi così tanto per cercare dei vestiti carini per un appuntamento con Dimitri? E comunque questo non è neanche un appuntamento, stiamo solo uscendo"

"Voi due uscite sempre e tu a malapena lo consideri come tuo fidanzato." disse lei ridendo "Sei così cattivo con il povero Dimitri, non c'è da meravigliarsi se suo fratello ti odia"

"Galen è fottutamente inquietante" grugnì. Quel ragazzo mi fissava costantemente, tanto che una volta il signor Ivanov aveva dovuto perfino prendere il mocciosetto dalle spalle e portarlo fuori dalla stanza per farlo smettere di osservarmi.

"Solo con te. A lui piacciono tutti." rispose lei prendendo le sue difese, avvicinandosi e sedendosi sul bordo del mio letto "Perchè non indossi la maglietta che ti ha dato la mamma di Dimitri?"

Sua mamma possedeva una compagnia di vestiti e a volte me ne regalava qualcuno. Non era straluccicanti.come quelli che dava a Dimitri, ma erano comunque un pò più colorati di quelli che normalmente indossavo io.

"No, indosserò i vestiti che ho sempre indossato." borbottai "Sto solo uscendo fuori con Dimitri, non c'è motivo per cui dovrei vestirmi in modo 'speciale'"

Afferrai una comune maglietta grigia e la indossai. Avevo già addosso dei pantaloni neri ed i capelli avevano la mia solita acconciatura.

Thalia alzò gli occhi al cielo "Si vabbè, fai come vuoi. Oliver arriverà tra poco, quindi tu e Dimitri fareste meglio ad andarvene prima che lui vi veda. Dio non voglia che qualcuno riconosca Dimitri come tuo fidanzato" mi guardava con uno sguardo negli occhi che diceva di sapere qualcosa che io non sapevo. Si alzò e mi fece l'occhiolino prima di uscire dalla mia stanza.

Stavo per uscire anch'io, ma poi mi fermai e sospirai. Afferrai la sciarpa preferita di Dimitri e me l'avvolsi intorno al collo.

Improvvisamente suonò il campanello ed io mi bloccai sul posto. Scossi la testa e mi girai, uscendo dalla camera e scendendo le scale. Perché ero ancora così nervoso quando ero con Dimitri? Insomma, uscivamo insieme già da mesi!

"Ehy, tu non sei Dimitri!" afermai quando Oliver apparì in cucina con mio padre.

"La fai sembrare come se fosse una cosa cattiva" rispose lui.

"No, non lo è. Pensavo solo che lui fosse già arrivato"

"Lo conosci Dimitri, lui deve essere sempre favolosamente in ritardo." disse alzando le spalle "Scommetto che è nato pure in ritardo"

"È molto probabile, però non è nemmeno da lui arrivare così in ritardo" dissi controllando l'ora sul telefono.

"Forse se lo è dimenticato?" suggerì Oliver con un'alzata di spalle.

"Purtroppo non credo di essere così fortunato" dissi sospirando.

"I miei sentimenti sono veramente in frantumi, piccolo Theodore"

Sobbalzai e mi girai verso il tavolo della cucina. Dimitri era seduto lì disinvoltamente, accanto mia mamma.

"Da quanto tempo sei lì?!" esclamai.

"Da circa dieci minuti. Tua mamma ha mandato Thalia a vedere a che punto eri. Sono stato informato del fatto che ci hai messo un bel pò per prepararti" disse lui, un ghigno divertito comparse sul suo volto. Si girò poi verso Oliver "A proposito piccolo futile personaggio, sono nato davvero in ritardo. Per la precisione, una settimana dopo rispetto a quello che pensavano tutti. Inoltre hai detto bene quando hai affermato che sono sempre favolosamente in ritardo"

"Sei così inesorabilmente irritante" disse Oliver.

"Ma almeno sono importante, a differenza tua" rispose lui mentre il suo ghigno cresceva.

"Questo ragazzo sta affondando la nave Tholiver" disse Oliver rivolto verso di me con un cipiglio.

"Nessuno può affondare Tholiver" lo rassicurai dandogli delle pacche sulla spalla.

"Beh, uscirò con tua sorella visto che mi piace più di te" affermò Oliver prima di uscire dalla cucina.

Ricordandandomi dello sguardo di Thalia poco prima, fissai Dimitri e mia madre "Siete degli indioti. Io ero già pronto, stavo solo aspettando che arrivasse Dimitri"

"Thalia cara, mi aveva detto che eri senza maglietta e che borbottavi furioso contro i tuoi vestiti"

"Thalia è rimbambita, adesso andiamo" dissi avvicinandomi a lui e strattonandolo dalla sedia.

"Ciao ragazzi, divertitevi" ci salutò mia madre.

"Dimitri, assicurati che Theo non faccia niente di stupido" gli raccomandò mio padre.

"Papà, hai davvero chiesto ad un ragazzo che indossa glitter sui capelli di farmi da babysitter? Hai dei seri problemi" dissi, alzando un sopracciglio verso di lui.

"Però sei tu quello che esce con il ragazzo che indossa glitter sui capelli. Divertitevi!" ci spinse letteralmente fuori da casa, richiudendo la porta dopo averci fatto uscire.

"Li odio" grugnì seguendo Dimitri in macchina.

"La tua famiglia è meravigliosa e divertente. Mi piace" disse uscendo dal vialetto di casa mia.

Come al solito Dimitri aveva la riproduzione casuale sul suo iPod che, collegato alle casse, riempiva l'abitacolo di tutti i generi di musica, ma oggi non potevo di certo lamentarmi. Stava risuonando una canzone dei Billy Talent, che erano assolutamente il mio gruppo preferito.

"Quindi, dove andremo per questa uscita?" chiesi dopo un paio di minuti.

"Piccolo Theodore, sai perfettamente bene che non stiamo uscendo, come abbiamo fatto le altre volte, adesso stiamo andando ad un appuntamento. Perché non lo chiami per quello che è?" chiese, guardandomi divertito.

"Dove stiamo andando?" chiesi nuovamente.

Dimitri ridacchiò "Lo vedrai quando arriveremo"

Era vestito in un modo davvero scandaloso, che era un qualcosa di normale per lui. Aveva dei pantaloni viola; una bizzarra camicia che faceva venire il mal di testa solo a guardarla per l'esplosione di colori, di forme e di modelli rappresentati; una maglietta rosa sotto la camicia; una sciarpa azzurra intorno al collo; migliaia di braccialetti; unghia smaltate di un nero glitterato e i suoi capelli alzati nel solito ciuffo viola.

Parcheggiò vicino ad un ristorante e "Siamo arrivati!" affermò contento.

"Cenaremo e basta?" dissi per niente sorpreso. Nulla rendeva Dimitri più felice di un appuntamento semplice, anche se fosse stato un clichè.

"Beh, cenare non sarà tutto quello che faremo stasera. Avevo pensavo che questo poteva considerarsi un buon inizio di serata" disse lui, prendendomi la mano mentre entravamo nel ristorante.

"Un tavolo per due?" ci chiese un cameriere asiatico. Noi annuimmo e lui ci guidò verso un tavolo. Dopo aver dato un'occhiata all'aspetto di Dimitri, l'uomo prese le ordinazioni delle bibite e si allontanò, prendendo quelle richieste.

"Volevi qualcosa di più stravagante?" mi chiese Dimitri posando il menu sul tavolo, portando la sua attenzione su di me. La sua sciarpa gli risaltava molto gli occhi, facendoli sembrare quasi una bufera di neve pura.

"No," dissi non alzando lo sguardo dal mio menu "questo va bene"

Lui allungò la mano e tolse il menu via dal mio viso, guardandomi nei miei occhi verdi. Un ghigno danzava sulle sue labbra.

"Piccolo Theodore, oggi sei così contenuto. È come se non vorresti essere qui con il mio favoloso me" disse.

Ripresi il menu e me lo rimisi davanti al viso nascondendomi dietro di esso, non facendomi osservare da lui e dai suoi dannati occhi. Volevo essere davvero lì con lui, con Dimitri Ivanov, mi ero profondamente innamorato di lui.

Ma non potevo essere sempre così sdolcinato tutte le volte! Ero un uomo, dannazione, ed un uomo non si comportava come una ragazzina innamorata.

Il cameriere ritornò con i nostri drink e prese le nostre ordinazioni. Afferrò i nostri menu sul tavolo e si allontanò per comunicare allo chef quello che avevamo ordinato.

"Adesso non hai un menu dove puoi nasconderti," disse Dimitri, puntellando i gomiti sul tavolo e appoggiando il suo mento sul palmo della mano "e ne sono davvero felice. Il tuo viso è troppo bello per essere nascosto, tesoro"

Arrossì e sorseggiai il mio drink, i miei occhi fissi sul tavolo. Dimitri riusciva sempre a farmi arrossire.

Allungò il suo lungo e muscolo braccio e mi alzò il mento, in modo che i miei occhi potessero guardare i suoi. Si chinò sul tavolo e mi baciò.

Quando ci staccammo dal bacio lui ghignò compiaciuto vedendomi arrossire. Spostò la sua mano, raggiungendo la mia sul tavolo, intrecciando poi le nostre dita insieme.

Distolsi lo sguardo verso la finestra vicina al nostro tavolo, odiando il ghigno divertito che gli si era incollato sul viso. Aveva sempre quel ghigno.

Senza accorgermene, il mio pollice stava disegnando dei piccoli cerchi sul dorso della sua mano. Il cameriere ritornò, posando i piatti sul tavolo. Dimitri stava lasciando la mia mano per afferrare la forchetta, ma io gliela strinsi più forte, non volendo disperdere il calore che essa emanava.

A differenza del ghigno che ancora aleggiava sul suo viso, gli occhi di ghiaccio di Dimitri si addolcirono e strinse leggermente la mia mano. Afferrò la forchetta con la mano libera e incominciò a mangiare.

Io feci lo stesso e mangiammo insieme in un piacevole silenzio. Quando finimmo, finalmente alzai lo sguardo su Dimitri.

"Come sta andando il disegno che stai facendo?" chiesi. Ogni tanto aveva qualche ispirazione. Quando incominciava a disegnare, lasciava il mondo fuori, fino a quando la bozza che stava immaginando non era completamente finita.

"L'ho quasi finito. Devo solo aggiustare delle cose e poi l'avrò completato." rispose lui "Come sta andando con la classe di economia?"

Alzai gli occhi al cielo "Questa è un argomento noioso, Dimitri"

"No, sono davvero curioso. Dopotutto vuoi andare all'universitá per insegnare economia" disse.

"Sta andando tutto bene" risposi perciò, lasciando cadere lo sguardo. Forse lui non ci aveva mai fatto caso, ma quando voleva poteva essere davvero una persona molto riflessiva.

Il cameriere ritornò un'ultima volta, posando il conto sul tavolo. Io cercai il portafoglio con la mia mano libera, ma Dimitri dopo avermi notato mi prese il polso.

"Niente di tutto questo," disse "pago io"

"Hai pagato tu l'ultima volta, adesso pago io" cercai di convincerlo.

Lui si chinò su di me e mi baciò, passionalmente e intensamente. La mia testa non riusciva a pensare lucidamente e si concentrò solo sul bacio.

Lui si allontanò e mi lasciò il polso, prendendo il portafoglio e posando i soldi sul tavolo. Io cercai di riacquistare la mia stabilitá, ma nel frattempo Dimitri mi aveva già portato fuori dal ristorante.

"Pagherò la prossima volta" dissi severamente dopo essere entrato in auto.

"Ed io sono la Regina della California" disse.

"La California non ha una Regina" dissi confuso.

Dmitri sorrise "Esattamente"

"Idiota." mormorai "Vedrai, la prossima volta pagherò io! Di certo non sarai tu a fermarmi"

Parcheggiò la macchina e si girò verso di me, alzando il suo sottile sopracciglio verso di me "Oh piccolo Theodore, stai incominciando ad odiarmi di nuovo? Sarà meglio che aggiusti tutto" si lasciò andare ad un drammatico sospiro, prendendomi il viso fra le mani e dandomi un breve bacio.

Io avvolsi le braccia intorno al suo collo spingendolo più vicino a me, volendo sentire il suo corpo più a contatto con il mio. Lui si girò sul suo sedile, premendo le mani contro il finestrino ai lati della mia testa, in modo che il suo corpo non sarebbe caduto sul mio.

Ruppe il bacio e "Per quanto mi piacerebbe continuare, purtroppo il film inizierà fra un paio di minuti" disse con il fiatone e le labbra lucide. Si chinò ancora una volta e mi diede un bacio a stampo prima di spingersi fuori dall'auto.

Io feci lo stesso, rendendomi conto solo adesso che effettivamente Dimitri aveva parcheggiato vicino al cinema. Mi prese la mano e mi guidò verso il locale.

"Cosa stiamo per vederci?" chiesi.

"'We're The Millers', oggi ho voglia di film fatti male" disse pagando i nostri biglietti e trasportandomi verso il banco degli snack.

"Dimitri, abbiamo già mangiato" gli ricordai seccato. Come poteva mangiare così tanto e restare sempre magrissimo?

"Sto percependo dell'odio qui!" disse contento, baciandomi "Oltretutto, sai che non riesco a vedere un film senza le mie adorate caramelle alla frutta"

"Per essere così magro, sei davvero grasso" dissi.

"Se questo avesse avuto un senso, adesso sarei offeso" disse.

"Dimitri!"

Entrambi ci girammo ed io impallidì appena vidi un ragazzo, più o meno della nostra età e per di più attraente, venire verso di noi. Rivolse a Dimitri un brillante sorriso.

"Non ti ho più visto dopo la festa di Kim." disse arrossendo un pò "Come stai?"

"Meravigliosamente bene. Tu come stai, Alexaiver?"

"Sto bene. Ehi, ti va di uscire insieme qualche volta? Sai, mi manchi" chiese, il suo rossore diventava più intenso e i suoi occhi dicevano che lui e Dimitri non erano stati solo amici.

"Ah, purtroppo non posso. Il mio cuore è stato rapito da questo favoloso ragazzo qui presente," disse lui indicandomi "appartengo completamente al mio piccolo Theodore"

Il ragazzo mi guardò, come se mi avesse visto solo adesso, e nei suoi occhi vidi una lieve gelosia e delusione. Cercai di mantenere un'espressione neutra, a dispetto della gelosia che sentivo.

"Oh ciao! Sono Xavier" disse.

"Theo" dissi, stringendo più forte la presa sulla mano di Dimitri. Lui era mio.

"Credo che questa conversazione sia conclusa, scusaci Alexaiver dobbiamo andare" disse Dimitri.

"Dimitri...puoi chiamarmi quando vuoi." disse Xavier, guardandolo con nostalgia "Mi manchi davvero tanto"

"Una storia davvero straziante, ma ho paura che adesso siamo in ritardo per il nostro film. Addio" disse agitando le sue lunghe dita verso Xavier e trascinandomi all'interno del cinema.

Ci sedemmo ed io osservai lo schermo del cinema con il broncio sul viso. Dimitri mi mise un braccio sulle spalle, avvicinandomi a lui e baciandomi la guancia.

"Percepisco un piccolo mostriciattolo verde" disse ridacchiando.

"Sei stato a letto con quel ragazzo" affermai recisamente.

"Siamo stati intimi un paio di volte. Abbiamo avuto il nostro primo rapporto sessuale a quindici anni e poi un paio di volte l'anno scorso" disse Dimitri scrollando le spalle. Questo era un'altra caratteristica di Dimitri: era aperto su tutto.

"È attraente" dissi.

"Lo è," confermò lui annuendo "ma non è te e pertanto non sono interessato a lui"

"Certo" mormorai. Come non poteva esserlo? Dimitri era conosciuto come un ragazzo che si adattava a tutte le relazioni, ma erano mesi che uscivamo insieme e non avevamo fatto ancora nulla di sessuale. Sicuramente gli mancava la sua vecchia vita.

"Dubita che le stelle siano ardore, dubita che il sole ruoti intorno alla sua sfera, dubita che la verità sia vera, ma dubbio non avere del mio amore"* (Amleto Atto 2, Scena 2) sussurrò al mio orecchio, il suo respiro mi fece venire i brividi. Le sue labbra incontrarono le mie un attimo dopo, gentili e rassicuranti.

"Ti amo, piccolo Theodore. Amo solo te" mi rassicurò quando si staccò dalle mie labbra.

"Sta zitto e guardati il film" dissi, contento del fatto che non poteva vedere la mia faccia rossa nel buio del cinema. Ero stato stupido ad essere stato così geloso. Dimitri era così fedele quando era in un rapporto, non avevo nulla di cui preoccuparmi.

Continuò a tenere il braccio intorno alle mie spalle mentre io appoggiai la testa sul suo petto. Guardammo poi il film, ridendo durante le varie scene.

Avevo imparato anche ad amare gli appuntamenti semplici. Passando del tempo insieme, vicini. A coccolarci durante un film al cinema o solo tenerci per mano mentre cenavamo. Era una cosa molto carina.

Quando il film finì, ci dirigemmo verso la macchina di Dimitri. Lui guidò fino a casa mia, parcheggiando nel vialetto.

Feci per uscire dalla macchina, ma lui mi afferrò il braccio e mi tirò indietro. Lo guardai curiosamente mentre lui si spostava, cercando qualcosa nei sedili posteriori.

"Guarda" disse, riapparendo con in mano qualcosa avvolta nel giornale.

Tolsi di torno il giornale e i miei occhi si spalancarono leggermente. Guardai in basso al bellissimo ritratto su cui Dimitri stava lavorando.

"L'ultimo passo era quello di dartelo. Adesso è completo!" disse, battendo le mani gioiosamente "Quanto è favoloso!"

"Grazie" dissi quasi sussurrando, guardando il bellissimo ritratto che aveva fatto di noi due. Era così perfetto e realistico.

Mi avvicinai e lo baciai, le mie labbra si muovevano furiosamente e vogliosamente sulle sue. Lui aggrappò la mia maglietta, spingendomi più vicino di quanto non fossi.

Ci staccammo dal bacio "Ti amo Dimitri" dissi sinceramente, baciandolo di nuovo.

"Spero che tu abbia gradito il nostro appuntamento, tesoro" disse ghignando.

"A me piacciono sempre i nostri appuntamenti" dissi uscendo dalla macchina e tenendo saldamente fra le mani il ritratto.

Mi salutò e mise a moto la macchina, uscendo dal vialetto. Lo guardai fino a quando la sua macchina sparì dalla mia vista, lasciando poi che comparisse sul mio viso un enorme sorriso. Niente poteva rendermi più felice di un appuntamento semplice con Dimitri.

______________________

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Halloween ***


"Dobbiamo farlo per forza?" chiesi miseramente, seppellendo il viso fra le mani.

"Si, dobbiamo farlo per forza. Dai piccolo Theodore, ci sarà da divertirsi!" disse Dimitri.

"Dimitri, stiamo portando quella piccola peste del tuo fratellino a fare 'dolcetto o scherzetto'" affermai, alzando la testa e lanciandogli un'occhiata eloquente.

"Non essere un tale guastafeste, tesoro" disse lui facendomi alzare e avvolgendomi le braccia intorno alla vita. Lo fissai quando incominciò a ghignare.

Indossava una felpa di Pikachu e dei brillanti jeans gialli. Tolsi di torno delle ciocche di capelli che gli erano caduti sulla fronte.

"Dov'è il tuo ciuffo?" chiesi.

Lui alzò le spalle "Aspetto che mia madre torni a casa con il gel per i capelli"

"Ma ce l'hai già del gel" dissi confuso, indicando la bottiglietta viola posata sulla credenza.

"Ma io ho bisogno di un gel speciale, tesoro." disse baciandomi "Insomma, non posso mica uscire con un banale ciuffo viola il giorno di Halloween"

"A volte penso che con il tuo modo di vestire, sia ogni giorno Halloween" borbottai.

"Che crudele. Le tue parole mi hanno ferito, piccolo Theodore" disse, il suo sorriso sempre più grande.

"Dimitri"

Lui lanciò un'occhiata oltre le sue spalle quando sua madre lo chiamò. La signora Ivanov entrò nella stanza e porse a Dimitri una busta di plastica con dentro il gel appena comprato.

Lui lasciò la presa su di me e afferrò la busta "Grazie mille, cara madre"

"No, grazie a voi per aver accettato di portare Galen a fare 'dolcetto o scherzetto'. A me e tuo padre dispiace tanto di non poterlo portare noi in giro, ma avevo promesso ad Alek di accompagnarla alla casa stregata stasera, ed è lontana da qui circa un'ora, e tuo padre non può proprio uscire con la caviglia slogata" disse lei, con il volto corrucciato.

Ieri Dimitri mi aveva chiamato, allegramente, per dirmi che l'avrei aiutato a portare il suo fratellino a fare 'dolcetto o scherzetto'. Suo padre era caduto dalle scale e si era slogato la caviglia e aveva pregato Dimitri di portare fuori Galen, in modo che il bambino non ci fosse rimasto male per essere rimasto a casa il giorno di Halloween.

"Nessun problema," disse Dimitri agitando la sua mano in modo sbrigativo "a me e al piccolo Theodore non dispiace uscire con quel favoloso bambino"

"Beh grazie comunque, a tutti e due, Significa molto per noi" disse sinceramente prima di lasciare la stanza.

Dimitri prese il gel dalla busta e si avvicinò allo specchio, modellando attentamente i suoi capelli. Lo guardai, un pò affascinato. Non avevo mai visto Dimitri prepararsi per uscire, pensavo che si svegliasse automaticamente con quell'aspetto da pazzo.

Osservai le sue mani che lavoravano accuratamente sui suoi capelli. Resistetti all'impulso di ridere mentre lo guardavo curvare una ciocca di capelli giù dal suo ciuffo. Lo sapevo che lo faceva apposta! Così poi poteva dare quel rapido colpo con la testa per portare la ciocca lontana dal suo viso, dando perciò maggiore credibilità ai suoi comportamenti teatrali.

Si girò verso di me, io alzai un sopracciglio "Solo tu puoi riuscire a trovare questi tipi di gel"

Il suo ciuffo adesso era di un giallo elettrico. Ghignò e lentamente si avvicinò a me, spingendomi sul suo letto. Il suo viso pericolosamente vicino al mio. Sentì il mio cuore sbattere più forte contro il mio petto, come ogni volta che ci ritrovavamo così vicini.

"Papà! Guarda come sono vicini Dimitri e Theo!"

Mi alzai, quasi sbattendo la testa contro quella di Dimitri. La voce agitata di Galen mi aveva spaventato a morte. Dimitri invece, con tutta la sua tranquillità, ridacchiò e si spostò da me, mettendosi seduto.

"L'ho notato," disse il signor Ivanov, lanciando al figlio un'occhiata di disapprovazione "ma infondo si stanno frequentando, Galen. Quando le persone si fidanzano, stanno sempre vicine." aggiunse sottovoce in modo che solo noi potessimo sentirlo "Sebbene io e tua mamma ti consigliamo di non diventare troppo intimo con qualcuno prima del matrimonio, Dimitri. Mantieni sotto controllo gli ormoni"

Frettolosamente misi una mano sopra la bocca di Dimitri, prima che potesse rispondergli. Sicuramente i suoi genitori sapevano che lui non era più vergine, ma Alek mi aveva detto che  rifiutavano di ammetterlo. Non avevo bisogno che Dimitri si vantasse della sua vita sessuale con suo padre, che era spaventato proprio di questo. Il signor Ivanov probabilmente mi avrebbe cacciato fuori di casa nella paura che Dimitri diventasse di nuovo sessualmente attivo.

Osservai Galen e dovetti ammettere che il moccioso era abbastanza adorabile. Era vestito come Edward Elric e stringeva a sè una borsa dove mettere le caramelle.

"Sei pronto per andare Dimmy?" chiese Galen.

"Certo amore" rispose lui alzandosi e tirandomi con sè.

"Non lasciare che apra nemmeno una caramella fino a quando non ritorni a casa, da me" ci avvertì suo padre, probabilmente preoccupato che il piccolo ne ingerisse troppe.

"Non preoccuparti padre caro," assicurò Dimitri andando verso Galen e prendendogli la mano con fermezza "Andiamo, dai"

Galen annuì con entusiasmo ed io li seguì fuori casa. Dimitri ci guidò verso la casa dei vicini e il marmocchio si posizionò di fronte alla porta, suonando il campanello.

"Galen! Dimitri!" disse la vicina con allegria dopo aver aperto la porta, prendendo con una mano un pugno di caramelle e posandogliele poi nella borsa del piccolo "Condividile un pò con tuo fratello e tua sorella" aggiunse lei, facendogli l'occhiolino.

"Lo farò, signora Spencer! Lo giuro" disse Galen al settimo cielo.

"Buon Halloween ragazzi!" ci salutò lei, agitando la mano mentre ci allontanavamo dal suo vialetto.

Galen si liberò dalla stretta di Dimitri, in modo da poter controllare e vedere quante caramelle aveva accumulato. Dimitri scivolò più vicino a me, prendendomi la mano.

"Hai mai fatto 'dolcetto o scherzetto' quando eri piccolo?" chiese.

"I nostri genitori erano abituati a vestirci ogni anno allo stesso modo. Immagino che dei gemelli non possano vestirsi ad Halloween in maniera differente. Thalia ed io ci vestivamo da pirati, vampiri e una volta anche da Buzz e Woody" dissi, ridendo al ricordo.

"E tu eri Woody?" chiese.

Annuì "Si, avevo anche uno stivale con su scritto 'Andy' sul fondo. Ai miei piaceva che uscissimo tutti insieme per Halloween." dissi alzando gli occhi al cielo "Ho smesso di fare 'dolcetto o scherzetto' quando avevo più o meno dodici anni. Adesso siamo troppo vecchi Dimitri"

"Che assurdità! Non si è mai vecchi per delle caramelle gratis!" esclamò lui.

Lo guardai nei suoi stretti jeans, la sua felpa di Pikachu e il suo ciuffo giallo elettrico. I suoi occhi ghiaccio erano raggianti, determinati a brillare più dei suoi vestiti e dei suoi capelli.

"Forse mi potrò godere Halloween, solo per una notte" dissi, avvicinandolo a me.

"Mi assicurerò che tu lo faccia, piccolo Theodore" disse lui, ghignando e chinandosi per baciarmi.

 

____________________

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Giorno del Ringraziamento ***


"Questo sarà davvero molto imbarazzante" dissi imbronciato, guardando fuori dalla finestra.

"Oh, non rendere tutto così catastrofico Theo" disse papà.

"Gente, dovreste proprio smetterla di godere del mio dolore. Almeno oggi, che è il giorno del Ringraziamento!" dissi, il mio broncio sempre più accentuato.

"Nah" rispose mamma.

"Grazie tante madre" brontolai.

Sospirai mentalmente quando mio padre arrivò al vialetto di casa Ivanov. I genitori di Dimitri infatti, ci avevano invitato ad unirci con loro per la cena di Ringraziamento. Thalia, invece, stava trascorrendo il giorno con nostra zia in modo da sfuggire a questa, non poco, cena imbarazzante. Il che però aveva anche un lato positivo, come ad esempio il fatto di non dovergli spiegare che Dimitri ed Alek fossero fratello e sorella.

Uscimmo fuori dalla macchina ed io imprecai nel momento in cui arrivammo di fronte alla porta e suonammo il campanello. Il signor Ivanov aprì la porta e ci accolse in casa.

"Buongiorno signor Ivanov" disse papà, tendendogli la mano.

"Alexei" lo corresse lui, stringendogliela in segno di saluto.

Ci condusse verso la sala da pranzo dove un tavolo era già apparecchiato ordinatamente. Alexei fece un cenno verso di esso.

"Per favore, prendete posto dove preferite" disse cordialmente.

Noi obbedimmo ed educatamente ci sedemmo. Potevo sentire nell'aria un delizioso odore di cibo che mi fece addirittura brontolare lo stomaco. Guardai Alexei camminare verso le scale che portavano al piano superiore.

"Ragazzi! Scendete giù!" chiamò.

Tornò indietro quando sentì dei rumori di passi sulle scale. Poco dopo apparì Galen ed Alexei aprì le braccia verso di lui. Galen perciò corse verso il padre, ridacchiando quando quest'ultimo lo fece dondolare fra le sue braccia, dandogli poi un bacio sulla guancia.

"Spero che tu sia affamato" disse.

"Sto letteralmente morendo di fame, papà!" disse Galen, avvolgendogli le braccia intorno al collo.

Alexei lo trasportò fino al tavolo e lo fece sedere su una sedia. Il moccioso mi guardò con disprezzo.

"Ciao Theo" disse.

"Ciao Galen" dissi, resistendo alla voglia di ruotare gli occhi.

Posai lo sguardo su Alek quando entrò nella stanza ignorandomi, ovviamente. Si diresse al tavolo, sedendosi vicino a Galen.

"Alek, sai se tuo fratello sta disegnando?" chiese Alexei.

"Non ne ho idea papà, la sua porta era chiusa" rispose prontamente Alek.

"Per favore vai a chiamarlo, anche se sta disegnando. è il giorno del Ringraziamento e Theo e la sua famiglia sono qui" disse Alexei.

Alek si alzò ed uscì dalla stanza. Ritornò dopo pochi minuti e Alexei le lanciò un'occhiata curiosa.

"Si era addormentato, adesso l'ho chiamato. Scenderà tra un momento o l'altro" disse. sedendosi di nuovo al suo posto.

Dimitri entrò nella sala da pranzo un paio di minuti dopo, sembrando molto assonnato. Il suo ciuffo viola era leggermente scompigliato e la sua maglietta arancione era tutta stropicciata.

"Assomigli a uno cono stradale stanco di una lunga giornata in strada" gli dissi.

"Ciao anche a te, piccolo Theodore." mi salutò lui, strofinandosi gli occhi per eliminare le ultime tracce di sonno "E ciao anche a voi famiglia del piccolo Theodore, è magnifico avervi tutti qui, anche se purtroppo manca il mio tesoro Thalia"

"Ciao Dimitri" salutò mia mamma con un raggiante sorriso.

"Dimmy, siediti vicino a me" esclamò Galen dando delle pacche alla sedia vuota vicino a lui.

"Ma certo, mio caro" disse lui. Si avvicinò a me, mi fece alzare dalla mia sedia e mi condusse verso l'altra parte del tavolo. Si sedette vicino a Galen, costringendomi a farmi sedere vicino a lui.

"Se non te ne fossi accorto, io ero seduto lì" dissi indicando la sedia, oramai vuota, vicino a mia mamma.

"E adesso sei seduto qui" disse, baciandomi la guancia.

"Stai bene? Sembri esausto" dissi, notando le occhiaie sotto i suoi occhi.

"Sto bene. Ieri ho speso tutta la notte per fare un paio di disegni" disse poggiando la testa sulla mia spalla. Io di riflesso, gli accarezzai la schiena e gli diedi un bacio fra i capelli.

"Ciao!" disse la mamma di Dimitri facendo il suo ingresso nella sala da pranzo "Jared e Amelia, giusto? Piacere, io sono Eva"

Mamma e papà, educatamente, strinsero la mano che la donna porgeva loro. Poco dopo lei e Alexei sparirono in cucina per tornare poi con dei vassoi che poggiarono sul tavolo. Guardai avidamente tutto quel buon cibo, tanto che il mio stomaco brontolò rumorosamente per la fame.

"Dimitri, hai dormito ieri?" chiese Eva, lanciando un'occhiata al suo assonnato figlio.

"No madre cara, temo di no" rispose Dimitri.

"Dimitri! Non fare così, hai bisogno di dormire" disse lei severamente.

Finalmente i suoi genitori si sedettero con noi. Anche Dimitri si mise a sedere, prendendo la mia mano nella sua e con l'altra quella di Galen. Osservai come Galen, Alek, Alexei ed Eva incominciarono a stringere le mani di tutti i presenti ed io, per non essere di meno, li copiai.

Chinammo tutti la testa ed io ascoltai confuso Alexei pronunciare qualcosa in Russo. Dimitri mi lasciò la mano quando suo padre finì di parlare.

"è ora del tacchino" disse lui con un sorriso, afferrando il piatto con l'arrosto e mettendoselo un pò nel piatto. Ne diede un pò a Galen e mi passò poi il tacchino. Riempimmo tutti i nostri piatti di cibo e incominciammo a mangiare affamati.

"è davvero delizioso" disse mia madre ad Eva.

"Grazie," rispose lei con un sorriso "ma purtroppo non possono prendere tutto il merito. Alek mi ha aiutato con la maggior parte del cibo!"

"Io e Dimitri abbiamo fatto il dolce!" disse Galen orgoglioso, sorridendo al fratello.

"Certo che l'abbiamo fatto e sarà il dolce più buono che voi abbiate mai mangiato nella vostra vita" aggiunse Dimitri, facendogli l'occhiolino.

"Sono felice che abbiate accettato di unirvi a noi per la cena" annunciò Alexei, rivolto ai miei genitori.

"Beh, grazie a voi per averci invitato" rispose mio padre con gratitudine.

"Voi avete sempre Dimitri in giro per casa vostra, spero che si sia comportato bene" disse Eva nervosamente.

"Diavolo, la metà delle volte m piace più lui che Theo" rispose papà.

Dimitri ridacchiò mentre guardava mio padre "Beh, devo dire che anche il piccolo Theodore è abbastanza affascinante!"

"Dimitri, devo proprio comprarti un bavaglino. Guarda, ti sei sporcato di nuovo!" disse Eva.

"Quanto sei cretino" dissi, prendendo un tovagliolo e asciugando la macchia di sugo che aveva sulla maglietta.

"Sono veramente grato di avere il mio piccolo Theodore che si prende cura di me" disse quando finì di pulirgli la maglietta.

"Oh, oh! Mamma, posso dire di cosa sono grato? L'ho scritto sulla mano ma nè Alek nè Dimitri se ne sono accorti!" disse Galen.

"Vai Galen" disse, regalandogli un dolce sorriso.

Galen alzò lo sguardo e sorrise verso Dimitri e "Sono grato per mio fratello!" disse baciandogli la guancia. Si girò verso Alek e "E anche per mia sorella!" aggiunse baciandole la guancia "E per mia mamma e mio papà! E..." gettò uno sguardo su di me e giurai di aver visto il piccolo inghiottire letteralmente il suo orgoglio "E sono anche grato che tu rendi felice il mio fratellone, Theo"

"Sei un tale zuccherino, tesoro" disse Dimitri scompigliando i capelli di Galen.

"Ti voglio bene Dimmy" disse il piccolo abbracciandolo.

"Ti voglio bene anch'io mio favoloso fratellino" rispose affettuosamente Dimitri, ricambiando l'abbraccio.

Galen fece una risatina e si girò verso Alek, abbracciando anche lei "E voglio bene anche a te Alek!"

La sorella gli sorrise e avvolse un braccio attorno al suo esile corpo, baciandogli la guancia "Anch'io te ne voglio, Galen"

Dimitri fece scivolare un braccio intorno alla mia vita e mi diede un bacio sulle labbra. Quando ci separammo, gli regalai un dolce sorriso e ritornai a mangiare. Finimmo di cenare, parlammo per un pò e poi venne il momento del dolce.

Quando fui così pieno tanto da pensare che potessi esplodere da un momento all'altro, mi appoggiai allo schienale della sedia, allontanandomi dal cibo avanzato sul tavolo. Dimitri posò di nuovo la sua testa nella mia spalla ed io gli avvolsi un braccio intorno al corpo.

"Oh, Dimitri si è addormentato su di te" disse Eva con un sospiro.

Guardai in basso sorpreso e vidi che Dimitri stava davvero dormendo. Risi e gentilmente lo scossi.

"Ehi, sveglia" dissi io.

"Hm?" pronunciò lui aprendo lentamente gli occhi. Si sedette in maniera composta "Scusa tesoro, mangiare tanto non mi rende esattamente molto sveglio"

"Perchè voi due non andate un pò al piano di sopra?" propose Alexei.

"Dai, andiamo" dissi, alzandomi e tirando con me il mio fidanzato.

Salimmo le scale, entrammo nella camera di Dimitri e ci sdraiammo insieme sul suo letto. Lui tenne la sua testa sul mio petto ed io ne approfittai per giocare con i suoi capelli, non preoccupandomi nemmeno di stargli rovinando il ciuffo.

"Sono molto contento che tu abbia passato la sera con noi, tesoro" disse, facendo scivolare le dita fra le mie.

"Anch'io. Ti amo Dimitri" dissi.

"E io amo te, piccolo Theodore. Sono sinceramente grato per il fatto che tu sia sempre con me" disse lui con un onesto sorriso.

"Si, si, si. Il clichè della gratitudine. Adesso sono stanco di tutto quel cibo e tu assomigli molto ad uno zombie, quindi facciamoci un pisolino" affermai.

"Questa è una fantastica idea" disse, le sue palpebre si arresero e velocemente si chiusero. Si rannicchiò contro di me ed io avvolsi un braccio intorno al suo corpo, stringendomelo il più possibile a me.

 

Dimitri si era addormentato in neanche due minuti. Gli sorrisi e permisi ai miei occhi di chiudersi. Quando scivolai anch'io nel sonno, il sorriso continuò a rimanere sul mio viso. Ero davvero grato per Dimitri.

 

 

_____________________

Più continuo con questi due più mi sale il diabete. Aiuto, mi serve davvero un'ambulanza.

Perchè non regaliamo una bella recensione per i Thimitri? Dai, se lo meritano tutto ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Concorso coppia preferita- Dimitri e Theo ***


Guardai fuori dalla finestra. Oggi ero proprio di pessimo umore. Volevo solo rannicchiarmi sotto le coperte e non alzarmi più dal letto.

"Theo?"

Mi voltai quando la porta della mia stanza si aprì ed apparì sulla soglia Thalia, entrando senza neanche chiedere il permesso. Io mi sdraiai sul letto, afferrando le coperte e rotolandomi sopra di esse continuamente, fino a quando non diventai un tacos umano.

"Lasciami solo" riuscì a pronunciare dalla profondità delle mie coperte.

"Theo, avanti. Oliver sta per arrivare, perchè non stai un pò con noi? Potremmo giocare a biliardo e tu potrai vincere Oliver fino a quando non sarà in debito con te per il resto della sua vita" disse.

"No, voglio stare solo. Lasciami in pace Thalia" borbottai.

"Va bene, va bene. Ma se cambi idea, noi siamo nel seminterrato" disse infine, uscendo dalla camera.

Chiusi gli occhi, desiderando di potermi addormentare, ma per quanto lo volessi il sonno non arrivava.

Il telefono vibrò, facendomi sobbalzare di sorpresa. Lo pescai fuori dalla tasca e me lo portai all'orecchio.

"Si?"

"Piccolo Theodore," disse Dimitri contento "cosa stai facendo?"

"Sto diventando un tacos umano" dissi.

"Avvolto nelle coperte, huh?"

"Si, comodo e al caldo"

"Beh piccolo Theodore, mi onoreresti della tua presenza?" chiese lui.

"No," ringhiai "oggi voglio stare da solo, Dimitri. Per favore lasciami in pace"

"Mi hai ferito nel profondo del cuore" disse con un teatrale sospiro.

Sospirai mentalmente, realizzando che stavo gettando il mio malumore su di lui quando invece Dimitri non aveva fatto niente di sbagliato. Poteva essere incredibilmente irritante, ma non si meritava di certo la mia rabbia.

"Scusami Dimitri. Senti, adesso voglio solamente starmene da solo okay? Possiamo uscire anche domani" dissi.

"Okay, va bene allora. Immagino che resterò qui seduto, tristemente solo, per tutto il lunghissimo giorno" disse.

Troppo stanco per sentirmi in colpa, alzai le spalle "Hai tuo fratello, gioca con lui" e senza aspettare una risposta, riattaccai.

Abbandonai la testa contro il cuscino, scivolando ancora di più sotto le coperte, ancora più lontano. Al sicuro e al caldo nel mio groviglio di coperte, chiusi gli occhi e lasciai che la mente vagasse all'interno di una lieve nebbia che era a metà strada tra la veglia e il sonno.

Qualcuno mi scrollò ed io grugnì infastidito, strizzando gli occhi "Thalia va via. Ho detto che non voglio stare con voi, ragazzi" sbottai.

"Oh, sei di cattivo umore piccolo Theodore" affermò Dimitri.

Gemetti di nuovo, irritato, facendo sprofondare la testa contro il cuscino "Che ci fai qui? Come sei arrivato così velocemente? Eravamo al telefono solo due minuti fa"

"Quindici, in realtà." mi corresse lui "Dopo che abbiamo riattaccato, mi sono vestito e sono venuto qui"

"Davvero?" chiesi sorpreso "Quindici minuti?" mi ero davvero assopito.

"Davvero." disse, togliendomi dolcemente le coperte di dosso per vedere il mio viso nascosto dalle innumerevoli coperte "Adesso mi puoi spiegare cosa diavolo stai facendo, tesoro?"

"Te l'ho detto: sto diventando un tacos umano." dissi, togliendo di torno la sua mano e rimettendomi le coperte addosso, coprendomi "Non è un semplice periodo, questo è chi sono davvero"

"Invece sono sicuro che questa sia solo una cosa passeggera. Perchè sei di pessimo umore?" chiese lui.

"Ieri non ho potuto dormire." mormorai "La mancanza di sonno mi rende altamente irritabile e  non riesco neanche a dormire per fare un pisolino"

"Perchè non hai potuto dormire?" chiese togliendomi di nuovo le coperte.

Sospirai e mi strofinai gli occhi stanchi rotolando sul letto, in modo di avere la schiena poggiata sul materasso "Incubi" biascicai.

"Morire, dormire, sognare forse: ma qui è l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte?" disse.

"È Amleto?" chiesi. Questo ragazzo aveva una fottuta citazione per tutto.

"Ovvio." disse annuendo "Amleto temeva di uccidersi per diversi motivi, primo tra questi quello della paura dei sogni dopo la morte. Quando sei vivo ti svegli dagli incubi, ma quando sei morto puoi rivivere quegli incubi per l'eternità"

"Tu e la tua stupida ossessione per Amleto" mormorai.

"Trasforma quel cipiglio in un sorriso!" disse allegramente, chinandosi e baciandomi.

"Perchè sei venuto qui? Voglio stare da solo" dissi.

"Oh, abbiamo qui il Signor Scorbutico" disse, ghignando.

"Tu non vuoi davvero starmi attorno in questo momento" dissi, girandomi dall'altra parte.

Lui mi costrinse a girarmi di nuovo verso di lui "Ho un fratellino di sette anni, piccolo Theodore, so gestire l'irritabilità" mi assicurò.

"Voglio stare da solo" affermai.

"Peccato," disse contento "perchè adesso sei chiuso in camera con me, il tuo favoloso ragazzo, amore"

Esitai prima di scrollare le spalle "Va bene. Se non mi lasci in pace, almeno sta zitto mentre cerco di dormire." aggiunsi più casualmente che potei "Potresti anche sdraiarti qui con me, se vuoi"

"Devi prima srotolarti da tutte quelle coperte, mio meraviglioso piccolo tacos di un fidanzato" disse.

Alzai gli occhi al cielo prima di lottare contro il mucchio di coperte per liberarmi. Dimitri si sdraiò vicino a me, spingendomi fra le sue braccia e coprendo poi i nostri corpi con le coperte.

Sollevato del fatto che Dimitri fosse lì, poggiai la testa sul suo petto. Lui, al solito, giocò con i miei capelli, baciandomi la tempia. Averlo lì vicino, mi calmò notevolmente e mi rese meno impaurito di avere degli incubi.

"Adesso dormi, piccolo anziano scorbutico" disse.

"Dimitri ti amo" dissi, la mia voce più grave per il sonno. Si comportava come se non gli importasse di nulla, ma avevo il presentimento che lui sapesse che io volevo che venisse qui. Qualcosa mi diceva che lui sapeva anche che volevo abbracciarlo mentre dormivo.

"Tutti mi amano, tesoro" disse ghignando, ma c'era dell'affetto nei suoi occhi e questo mi fece sorridere ampiamente mentre mi addormentavo al sicuro fra le sue braccia.

_______________________________

Lo so, capitoli molto corti però purtroppo io posso solo aggiungere qua e lá qualche frase o descrizione per non modificare troppo l'originale, più di questo non posso :c

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento♥

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capodanno ***


Suonammo il campanello e il signor Ivanov ci fece entrare in casa. Ci sorrise e ci guidò fino al salotto, dove Dimitri era pigramente sdraiato lungo il divano.

"Ehy" lo salutai.

Lui alzò lo sguardo su di me "Piccolo Theodore, che sorpresa"

"Sorpresa? Ma se ci hai invitati tu" dissi.

"Ah, effettivamente è vero" si alzò, sistemandosi la maglietta, colorata dei più selvaggi colori del mondo. Mi avvicinò a sè e mi baciò.

"Ehy Dimitri" salutò Thalia quando lui si allontanò dalle mie labbra.

"Ciao Thalia cara" disse, prendendole la mano e baciandole il dorso.

"Ehy tu, smettila" dissi, colpendogli il braccio.

"Stavo solo facendo la persona educata, piccolo Theodore" affermò lui ghignando.

"Dove sono i tuoi fratelli?" chiesi, guardandomi intorno alla stanza. Di solito Galen stava sempre con Dimitri.

"La mia cara sorella passa la notte a casa di una sua amica per festeggiare il nuovo anno, il mio fratellino invece si unirà a noi tra poco. Ha fatto un pisolino, in modo che non getti la spugna stasera e che resti sveglio fino a tardi." disse "Credo che si sia già svegliato, scenderà le scale a breve"

Come aveva appunto detto Dimitri, sentimmo i rumori di passi sulle scale e un minuto dopo vedemmo Galen apparire in salotto, con un'espressione scontrosa sul viso. I suoi capelli erano in disordine e indossava un pigiama di Buzz Lightyear, il personaggio di Toy Story.

"Ciao tesoro" disse Dimitri, aprendo le braccia.

Galen si tuffò tra di esse, lasciando che Dimitri lo abbracciasse. Avvolse le braccia intorno al suo collo.

"Papà mi ha svegliato!" disse arrabbiato.

"Non volevo, davvero" affermò il signor Ivanov entrando nel salotto, con un'espressione colpevole sul viso.

Galen gli fece la linguaccia e seppellì il viso contro la spalla di Dimitri. Il fratello maggiore ridacchiò e gli baciò la guancia.

"Ogni anno la stessa storia." mi informò "Galen cerca di farsi un pisolino per restare sveglio fino a tardi e poi si alza sempre particolarmente irritato"

"Lo prendo io" disse il signor Ivanov, tendendo le braccia verso Galen.

"No, no, no! Voglio stare con Dimmy!" esclamò Galen.

"Ci sono i miei amici in questo momento, tesoro. Vai con papà" disse Dimitri passando il piccolo al padre.

"Andiamo" affermò il signor Ivanov, lottando per tenerlo fermo tra le sue braccia mentre usciva dalla stanza.

"Dov'è Kim?" chiese Thalia curiosamente.

"Per strada, mi ha appena mandato un messaggio." rispose Dimitri mentre con un colpo secco al capo tolse, davanti al viso, una ciocca di capelli "Dov'è il vostro piccolo futile personaggio secondario?"

"Oliver doveva andare a casa di un suo cugino" dissi.

La signora Ivanov entrò nel salotto con Kim a seguito e ci porse dei bicchieri di vino prima di lasciare di nuovo la stanza.

"Tua mamma ha appena dato del vino ai dei minorenni" dissi, guardando il bicchiere e alzando un sopracciglio.

"Oh si! Voi ragazzi non siete mai stati a casa di Dimitri a Capodanno, prima d'ora." disse Kim "I suoi genitori ci lasciano bere e, fino a quando non dovete guidare fino a casa, non gli importa se vi ubriacate o meno"

Ne presi un sorso, guardando con la coda dell'occhio Dimitri mentre sorseggiava disinvoltamente il suo bicchiere di vino. Non avevo mai visto Dimitri ubriaco, non potevo neanche immaginare come potesse sembrare.

"Se stai sperando che si ubriachi, stai solo sprecando tempo. Saresti sorpreso nel vedere quanto Dimitri sia tollerante all'alcool. Ha partecipato a molte feste, Theo" disse Kim ridendo.

"Kimberly cara, non vado ad una festa da un pò di tempo" disse Dimitri, ghignando e sorseggiando dell'altro vino.

"Okay, non importa, eri solito andare alle feste abbastanza spesso e comunque in entrambi i casi la tua tolleranza all'alcool è molto alta" disse Kim scrollando le spalle.

Dimitri mi mise un braccio sulle mie spalle e mi portò più vicino a lui "Sono di alta classe, non una persona da quattro soldi"

Sbuffai "Si certo, 'di alta classe' è definitivamente la tua descrizione" dissi sarcasticamente, indicando i suoi vestiti.

"Sei per caso geloso del fatto che tu non sia favoloso quanto me?" chiese, baciandomi.

"Ovvio, sto annegando dalla gelosia" dissi alzando gli occhi al cielo.

La serata proseguì e noi giocammo a 'Carte Contro l'Umanità' fino a quando arrivò quasi la mezzanotte. Il signor Ivanov accese la televisione e Galen, prendendo la mano del padre, la guardava meravigliato.

"Mancano due minuti!" disse Kim con entusiasmo.

Il signor Ivanov si avvicinò porgendoci un bicchiere di champagne. Dimitri mi tirò più vicino a lui mentre guardavamo insieme lo schermo.

"10," iniziammo tutti "9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, BUON ANNO!"

Guardai i genitori di Dimitri baciarsi, sorridendo e abbracciando Galen.

"L'inizio del nostro nuovo anno insieme è appena iniziato" disse Dimitri, alzandomi la testa in modo da essere di fronte a lui.

Lentamente si chinò, premendo dolcemente le sue labbra sulle mie. Io approfondì il bacio avvicinandolo, più di quanto non fosse, al mio corpo. Quello era stato il modo migliore per iniziare l'anno.

"Ti amo" affermai, allontanandomi leggermente dalle sue labbra.

"Ti amo anch'io piccolo Theodore. Buon Anno" disse, tirandomi di nuovo vicino a lui e annullando i pochi centimetri che ci separavano, riprendendo il bacio da dove l'avevamo interrotto.

 

______________

Un altro capitolo è stato postato!

Volevo solo avvertirvi che ho  iniziato a tradurre un'altra storia, sempre della stessa autrice, e mi farebbe piacere se gli deste un'occhiata e mi diceste che ne pensate. Questo è il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3046758

Un bacioo :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** San Valentino ***


"Questo è stupido" dissi facendo il broncio.

"Penso che sia carino, invece" disse Thalia.

"Oh Theo, sii carino con Dimitri, in fondo ti ha preparato una cenetta romantica" disse mia madre.

"Odio il giorno di San Valentino" le ricordai. Era solo una stupida festa creata per vendere bigliettini sdolcinati e cioccolatini.

"Smettila di fare la peste. Adesso vai a casa sua e fingi di poterlo sopportare" disse Thalia, tirandomi l'orecchio.

"Va bene" grugnì, afferrando le chiavi della macchina e uscendo di casa.

Arrivai a casa di Dimitri, un paio di minuti dopo, e suonai il campanello. Con mia grande sorpresa, fu Alek ad aprirmi la porta e a farmi entrare in casa.  Di solito erano i suoi genitori ad accogliermi.

"Dove sono i tuoi genitori?" chiesi, appunto.

"Fuori, a cena. Sto facendo da babysitter a Galen visto che tu e Dimitri siete...occupati" rispose lei, guardandomi con disinteresse.

Galen ci sbirciò, da dietro. La ragazza quando lo vide lo sollevò tra le sue braccia, dando poi un calcio alla porta per chiuderla.

"Dimitri è in cucina." disse lei. Portò poi la testa di Galen contro la spalla e gli coprì l'altro orecchio con la sua mano libera "E tu sai com'è fatto, Theo. Ti avverto solo di non andare a letto con mio fratello, sono sicura che te ne pentirai." aggiunse freddamente "Non provare ad essere romantico o cose del genere. Se non hai intenzione di rompere con lui, almeno abbi la dignità di non andarci a letto"

Quando finì il suo discorso, tolse la mano dall'orecchio di Galen e lui di conseguenza, alzò la testa e "Alek, odio quando non mi fai ascoltare quello che dici!" piagnucolò.

"Andiamo, vediamoci un film" disse Alek, ignorando il fratello.

Il viso di Galen si illuminò "Con i popcorn?"

Alek annuì "Certo!"

Il fratellino sorrise felice e gli avvolse le braccia intorno al collo. Lei mi lanciò un'occhiata ammonitrice prima di lasciare la stanza, trasportando con sè Galen.

Entrai in cucina e Dimitri mi guardò allegramente. Io invece lo osservai completamente inorridito.

"Cosa stai indossando?" riuscì finalmente a chiedere.

Aveva uno sgargiante maglione rosa con dei jeans verde limone. Invece del suo solito ciuffo, aveva innalzato la parte anteriore dei suoi capelli in alto con le punte ricoperte di viola, ovviamente. Con questa acconciatura, il castano naturale dei suoi capelli cadeva alla perfezione.

"Buonasera piccolo Theodore" disse invece lui, ignorandomi. Si avvicinò e mi alzò il mento, piazzando un soffice bacio sulle mie labbra.

"Dimitri, non mi è mai piaciuto il giorno di San Valentino" gli dissi per la miliardesima volta.

"Ah, ma io si, piccolo Theodore" rispose lui con un affascinante sorriso.

"Perchè?" gemetti "Non c'è bisogno che ci sia un giorno speciale per dimostrare quanto si ami una persona"

"è come la festa della mamma. Tu ami tua madre ogni giorno, naturalmente, ma in quel giorno puoi dare più importanza a quell'amore" disse facendo spallucce.

"Suona come se hai intenzione di lasciarmi per tua mamma" dissi.

Lui ghignò "Io amo mia madre, piccolo Theodore, ma non è il mio tipo. In più hai visto mio padre: chiunque cerchi di portare sua moglie via da lui, diventa ufficialmente un suo nemico"

Mi afferrò la spalla e mi obbligò a sedere al tavolo "Ho cucinato la cena, tesoro" disse, prendendo qualcosa dal forno e posandolo davanti a me.

Sbirciai e sospirai "Dimitri, è solo una lasagna" affermai.

"Ah! Ma è una lasagna fatta dal tuo meraviglioso fidanzato, solo per te" disse, sedendosi di fronte a me e versando ad entrambi del vino, nel bicchiere.

"Vino?" chiesi alzando un sopracciglio.

"I miei genitori non hanno nessun problema a farmi godere un bicchiere di vino ogni volta che voglio. Dubito che gli importi se condivido l'esperienza con il mio ragazzo" disse, il ghigno ritornò prontamente sul suo viso.

Sospirai ancora una volta e incominciai a mangiare, ammettendo malvolentieri che Dimitri aveva cucinato davvero del buon cibo. Sorseggiammo il nostro vino e parlammo con disinvoltura per tutta la cena.

"Ti piacerebbe salire in camera mia, tesoro?" propose lui, alzandosi e tendendomi la mano.

Presi la sua mano nella mia e lui mi guidò verso la sua stanza. Dopo essere entrati, chiuse la porta a chiave e mi trasportò fino al letto.

"Sarei piuttosto rattristato se mio fratello o mia sorella ci interrompessero" disse lui facendomi l'occhiolino.

"'Ci interrompessero'?" chiesi sospettoso.

"Non fare pensieri perversi, piccolo Theodore." si avvicinò ancora di più al letto, si tolse il maglione e si sdraiò sul letto. Poggiò poi le mani dietro la testa e mi sorrise "Mi piacciono le cose semplici, se ricordi bene. Nel giorno di San Valentino preferisco fare le coccole piuttosto che fare sesso"

Sospirai e mi avvicinai anch'io al letto, sdraiandomi e strisciando fino ad arrivare vicino a lui. Dimitri mi avvolse le braccia intorno al corpo, abbracciandomi contro il suo petto nudo.

"So che a te non piace San Valentino, ma sono contento che tu sia stato al gioco" disse, baciandomi.

"Ho davvero apprezzato questa serata, Dimitri. So che hai fatto un sacco di fatica per preparare la cena." dissi sentendomi in colpa. Poteva sembrare un idiota senza cuore talvolta, ma sapevo che ci teneva "Scusa, io invece non ti ho fatto niente"

"E lo ripeto di nuovo, tesoro: sei stato al gioco. Sono grato per questo" affermò onestamente.

"Ti amo. E non lo sto dicendo solo perchè il calendario dice che devo farlo." dissi, facendo correre lentamente la mano sul suo petto muscoloso "Lo sto dicendo perchè lo penso davvero"

"Ti amo. E lo sto dicendo perchè il calendario dice che devo farlo e perchè è molto molto vero" disse ghignando e baciandomi.

Sorrisi leggermente e mi accoccolai di più contro il suo corpo. Cominciò a giocare con i miei capelli, come era solito fare, ed io con le dita tracciai dei piccoli cerchi sul suo petto. Restammo sdraiati, semplicemente soddisfatti di essere insieme.

 

 

__________________________

Buonasera miei bei fanciulli e mie meravigliose donzelle,

capitolo cortissimo purtroppo :c

Volevo solo rubarvi cinque secondi della vostra vita per informarvi, ancora una volta (si, sono una rompiballe), che ho scritto una One Shot. Vorrei davvero avere qualche vostra considerazione, visto che è la prima volta che scrivo qualcosa e non so se è abbastanza decente ahaha. La storia la troverete sul mio account se volete ^-^

Ah, vi lascio un piccolo spoiler: il prossimo capitolo tratterà di un evento abbastanza particolare nella vita di Dimitri ;)

Comunque, al solito, se vi è piaciuto commentatee!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dimitri Ivanov ***


Ansimando pesantemente, Dimitri Ivanov e Kayden Henderson, crollarono uno vicino all'altro sul letto. Kayden si girò sul fianco, ammirando il corpo di Dimitri.

"Ti piace quello che stai vedendo?" chiese Dimitri ghignando.

"Lo sai che mi piace" rispose Kayden, sporgendosi in avanti e baciandolo. Il suo corpo era piacevolmente dolorante e il suo cuore batteva violentemente contro il petto. Dimitri aveva di certo i suoi difetti ma era davvero un dio del sesso, per la sua età.

Kayden si accovacciò contro il corpo di Dimitri. Quest'ultimo gli avvolse un braccio attorno al corpo e restarono poi in silenzio, cercando di riprendere fiato e calmare i loro cuori che battevano forte. Kayden si era goduto ogni secondo di menzogne con Dimitri. Il ragazzo voleva uscire così tanto con lui ma Dimitri lo rifiutava ogni volta che glielo chiedeva, quindi per adesso si accontentava del sesso, sperando che pian piano Dimitri si sarebbe innamorato di lui.

"Credo che sia ora di rivestirci" disse Dimitri, sedendosi sul letto. Kayden malvolentieri lo copiò e incominciò anche lui a raccogliere i suoi vestiti sparsi sul pavimento.

"Dimitri...vorresti essere il mio ragazzo?" chiese Kayden.

Lui sospirò, chinandosi e sistemando il letto in disordine "Kayden, caro, ne abbiamo parlato un sacco di volte di questo. Sai già la mia risposta. Hai sempre saputo la mia risposta"

"Dimitri, so che potremmo funzionare come coppia." disse lui disperatamente "Lo so e basta. Dammi solo una possibilità"

"Non frequento qualcuno se prima non provo dei forti sentimenti per quella persona. Tristemente, mi mancano quei sentimenti per te" rispose Dimitri, guardandosi allo specchio e sistemandosi i capelli. Le ciocche viola del suo ciuffo gli si erano afflosciate sul capo, unendosi perciò con il colore naturale dei suoi capelli.

Kayden ammirò quanto fosse bello il ragazzo. Certo, i suoi vestiti erano strani ma a lui non importava. Amava la parte folle di Dimitri. In realtà amava tutto di lui.

Eccetto la sua testardaggine quando si trattava di uscire con lui.

"Dimitri, per favore, dacci solo una chance" provò ancora una volta Kayden, cercando di aggrapparsi alla piccola pazienza che gli era rimasta riguardo questo argomento.

"Kayden, non provo dei sentimenti di amore nei tuoi confronti. Te l'avevo già detto molto prima che facessimo l'amore." disse, lanciando uno sguardo indietro al ragazzo e facendo ritornare poi il suo sguardo sullo specchio "Le mie scuse, ma non posso costringermi a provare qualcosa per te, caro"

Kayden strinse i pugni e si avvicinò infuriato, facendolo ruotare verso di sè "Guardami quando mi parli!" esclamò. Prese un profondo respiro "Ti amo Dimitri"

"Sfortunatamente, non posso contraccambiare la tua dichiarazione." disse Dimitri "Sono veramente dispiaciuto Kayden, ma questo non ti è certo nuovo. Forse dovremmo smetterla del tutto di vederci"

"No!" esclamò lui, alzando la voce. Afferrò la maglietta di Dimitri, avvicinandolo a sè "Tutto quello che ti chiedo è una possibilità! Non essere uno stronzo insensibile!" adesso stava urlando.

Dimitri sospirò "Di nuovo, le mie scuse. Non sto cercando di essere insensibile, Kayden. Semplicemente non sento nulla verso di te, in quel modo"

"Invece potresti, se solo tu ci provassi cazzo!" Kayden gli stava gridando in faccia.

La porta della stanza di Dimitri scricchiolò e il fratellino sbirciò timidamente all'interno. Le urla lo avevano terrorizzato. Kayden lanciò di sfuggita uno sguardo al bambino, facendo poi tornare rapidamente lo sguardo su Dimitri.

"Non mi rifiutare più!" sbottò.

"Non ti amo" disse, incontrando con disinvoltura gli occhi del ragazzo.

Dimitri urlò di dolore quando il pugno di Kayden si scontrò con il suo petto. Sentì il fratello sussultare e sperò che il bambino lasciasse la stanza il più velocemente possibile. Le cose si stavano mettendo male.

"Kayden, calmati." disse, indietreggiando e portandosi una mano al petto "Non c'è bisogno di usare la violenza"

"La violenza è quella che ci vuole, adesso, Sei un tale insensibile bastardo Dimitri, tu usi solo le persone! Te la farò pagare per questo!" gridò Kayden, avanzando verso di lui. Lo colpì di nuovo, questa volta sulla mascella. La testa di Dimitri scattò velocemente di lato e il suo corpo sobbalzò di dolore. Kayden erano un ragazzo veramente forte.

"Papà!" urlò Galen impaurito "Papà!"

Kayden nel frattempo lo colpì di nuovo, entrando violentemente in contatto con il viso di Dimitri. Sotto il suo pugno, sentì l'incrinatura del naso del ragazzo dolorante sul pavimento.

Dimitri rimase senza fiato per il dolore, allontanandosi e inciampando quando vide del sangue sgorgare dal suo naso. Kayden lo tirò sù e lo sbattè contro il muro, afferrandogli i capelli e sbattendogli la testa contro la parete per ben due volte.

Quando finì, Dimitri si prese fra le mani la testa palpitante. Potè sentire i suoi genitori correre su per le scale e Galen che continuava a strillare, chiamando il padre. Barcollò di lato, cadendo sul letto, il suo naso in quel momento era una grande agonia. Si sentiva molto, molto stordito.

 Alexei e Eva aprirono del tutto la porta e cacciarono un urlo di terrore. Del sangue stava gocciolando dal viso di Dimitri, sporcandogli la maglietta. Il ragazzo si stava tenendo, tremando, sul letto.

"Che è successo?" chiese Alex terrorizzata e confusa, apparendo dal corridoio.

Eva prese Galen, che singhiozzava, e lo passò ad Alek "Vai, portalo nella tua stanza e chiudi la porta a chiave" disse, spintonandola fuori dalla mia camera prima che potesse vedere il fratello minore insanguinato.

"ALLONTANATI DA LUI!" ruggì Alexei a Kayden.

"Non è come pensi!" cercò di difendersi Kayden, alzando le mani innocentemente "Mi stava usando!"

Dimitri gemette per il dolore al naso. Perse poi la presa del letto e cadde rovinosamente sul pavimento, crollando vicino ad esso.

"Dimitri!" gridò sua madre, correndo verso di lui "Dimitri tesoro, non chiudere gli occhi." paura attraversò il suo corpo mentre lo sorreggeva contro di sè "Dimitri, apri gli occhi!"

Il ragazzo, prendendo il consiglio della madre, si obbligò a mantenere gli occhi aperti. Suo padre nel frattempo stava urlando qualcosa in Russo a Kayden. Stava gridando così forte che la stanza quasi tremava. Kayden invece indietreggiava, guardandolo spaventato.

"Adesso il mio meraviglioso viso è rovinato." riuscì a dire Dimitri "I nasi storti non sono attraenti"

Eva intanto accarezzava delicatamente i capelli del figlio, fermandosi quando si lamentò. Aveva un bernaccolo nella parte posteriore della testa. Lui si accasciò ancora di più contro la madre, quasi perdendo i sensi, e lei lo capì immediatamente, sorreggendolo ancora una volta conto di sè.

"Dimitri, resta con me. Non chiudere gli occhi." disse duramente. Alzò lo sguardo verso il marito "Caccia quel bastardo fuori di casa e vieni ad aiutare Dimitri!" sbottò.

Alexei aggirò Kayden e tuonò un "Esci fuori da casa mia!"

"è stata colpa sua!" esclamò lui "Usa le persone solo per il sesso!"

"Smettila di mentire su mio figlio! VATTENE DA QUESTA CAZZO DI CASA!” gridò.

Kayden, capendo che il padre di Dimitri poteva picchiarlo a sangue solo con il pensiero, corse via dalla stanza. Alexei ascoltò il rumore dei suoi passi fino a quando sentì chiudere la porta di casa, cadendo poi di fianco a Dimitri.

“Ti ha fatto male alla testa?” chiese, in preda al panico.

“Diciamo che ha fatto provare alla mia testa quanto fosse solido il muro.” mormorò debolmente lui “è stato un’esperienza abbastanza spiacevole”

“Dimitri, resta sveglio!” gridò Alexei quando Dimitri incominciò ad accasciarsi di nuovo. Attentamente alzò in piedi il ragazzo e lo sollevò tra le sue braccia, in stile nuziale. Si girò verso la moglie “Dobbiamo portarlo in ospedale, immediatamente”

Eva balzò in piedi e uscì dalla stanza, bussando rumorosamente alla porta di Alek . Lei l’aprì, spaventata.

“Che sta succedendo mamma? Che è successo?” chiese. Sbirciò oltre le spalle della madre e sussultò alla vista del fratello quasi incosciente “Che è successo a Dimitri?!”

“Non guardare!” esclamò Eva, nascondendo Dimitri dalla vista di Alek. “Non guardarlo Alek, non è una vista piacevole. Lo stiamo portando all’ospedale, tu tieni d’occhio Galen” chiuse poi la porta di Alek prima che la ragazza potesse farle qualche altra domanda. In quel momento non avevano tempo per parlare.

Alexei trasportò Dimitri giù per le scale e fuori di casa. Lui e Eva delicatamente lo caricarono in macchina e quest’ultima si sedette vicino a lui, tenendolo in posizione verticale mentre Alexei guidava fino all’ospedale.

“Resta sveglio.” disse, accarezzandogli leggermente la schiena. Deglutì e scacciò via le emozioni che minacciavano di soffocarla da un momento all’altro “Dimitri, starai bene. Ti chiedo solo di restare sveglio”

Dimitri lentamente abbassò lo sguardo verso i suoi abiti zuppi di sangue “E pensare che mi piaceva questa maglietta” farfugliò, cercando di forzare un ghigno “Che tale disgrazia”

“Smettila di scherzare!” esclamò Alexei.

“Non gli urlare contro.” disse Eva, tirando Dimitri più vicino a sé “è ferito, non sgridarlo!”

“Questo non è un gioco! Dimitri, ti stiamo portando all’ospedale, non c’è niente su cui scherzare!” affermò Alexei.

“Il mio naso storto non è uno scherzo” disse, la sua voce diventò più debole mentre chiudeva gli occhi.

“Dimitri!” disse sua mamma allarmata, scuotendolo “Dimitri, apri gli occhi!”

Alexei accelerò, entrando nel parcheggio dell’ospedale. Tirò Dimitri fuori dalla macchina e, sorreggendolo, si precipitò dentro l’edificio.

 

********

Parecchie ore dopo Dimitri seguì i suoi genitori dentro casa. Sua madre lo aiutò a salire le scale e delicatamente lo fece sdraiare sul suo letto, togliendogli i capelli dal viso. Guardò tristemente il suo naso fasciato.

“Cerca di riposare. Ci spiegherai tutto domani, ti voglio bene Dimitri” disse, baciandogli la fronte.

“Buonanotte, madre cara” mormorò lui, chiudendo gli occhi. Il naso gli faceva male, ma non era arrabbiato con Kayden.

La porta di camera sua venne aperta ed aprì gli occhi giusto in tempo per vedere il suo gatto saltare sul letto. Hugo si strusciò contro il suo petto e Dimitri gli accarezzò il pelo.

“Il mio naso è condannato ad essere per sempre deforme.” informò il gatto “Ma tu mi amerai lo stesso, non è vero Hugo?”

“Meow”

“Sapevo di poter contare su di te” Dimitri sorrise debolmente e chiuse gli occhi. Sapeva che i suoi genitori fossero furiosi con Kayden ma lui non aveva intenzione di perseguitarlo per questo. Anche se il ragazzo se lo fosse meritato, ormai era successo e adesso era tutto finito. Decidendo che avrebbe dovuto discutere con i suoi genitori nella mattinata, ignorò il leggero palpitare del naso e si abbandonò al sonno. 

 

 

____________________

Perdonate l'immenso ritardo! Questi giorni sono stati pesantissimi tra la scuola e il resto quindi....pardon moi!

Ed ecco spiegato la sua esperienza traumatica. Avete visto? Il nostro Dimitri non perde l'ironia nemmeno in momenti del genere ahahah

Baci a tutti e se avete sentito la mia mancanza (no okay, la mancanza di Dimitri) inviatemi una piccola recensione!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Festa del papà ***


Alexei Ivanov sentì il suono di qualcuno che correva giù per le scale e lanciò un'occhiata a sua moglie. Eva sorrise e fece spallucce.

"Si sono svegliati" disse semplicemente.

"E che la festa del papà abbia inizio" disse Alexei sorridendole.

Dimitri e Alek apparirono sulla soglia. Lui sorrise e si inginocchiò, accogliendoli a braccia aperte. I due bambini, di cinque e sei anni, corsero fra le sue braccia, abbracciandolo.

"Buona festa del papà!" disse Alek, dandogli un bacio sulla guancia.

"Grazie" rispose Alexei.

"Buona festa del papà." disse anche Dimitri con un sorriso, ma poi aggrottò le sopracciglia curiosamente "Ma papà, non capisco. Perchè c'è un festa per i papà?"

"Dimitri," disse Eva sospirando "questo è un pò rude da parte tua"

Dimitri scosse la testa "No! Amo papà ogni giorno, perciò perchè c'è un giorno specifico per lui? Oggi dovrei amarlo ancora di più?"

Alexei sorrise leggermente a suo figlio e si alzò con in braccio Dimitri, baciandogli la guancia. Dimitri rivolse la sua espressione confusa al padre.

"Tu ogni giorno ami me e la mamma, ma non sempre lo dimostri, Oggi è il giorno dove puoi farlo. E per la festa della mamma, puoi dimostrare a lei quanto le vuoi bene. Capito?" disse lui.

Dimitri annuì lentamente "Credo di sì. Okay, va bene, ti voglio bene" disse, avvolgendo le sue piccole braccia intorno al collo di Alexei.

"E anch'io ti voglio bene," rispose il padre, sorridendogli. Guardò poi in basso verso Alek e si inginocchiò, poggiando Dimitri per terra "vi voglio bene entrambi"

"Andiamo, dai. Dobbiamo vestirci. Oggi porteremo papà fuori a pranzo" disse Eva. Lanciò un'occhiata a Dimitri e si morse il labbro, per poi guardare il marito "Alexei, ho dei vestiti da fargli indossare oggi a Dimitri, ma...non lo so se li indosserà. Lo sai com'è fatto"

"Lascialo indossare quello che vuole." disse Alexei facendo spallucce "Se indosserà i vestiti che gli hai comprato allora va bene, se non li indosserà, va bene lo stesso"

Eva annuì e accompagnò i bambini al piano di sopra per vestirli. Scesero un paio di minuti dopo e Alexei alzò lo sguardo su di loro, osservando i suoi meravigliosi bambini.

Alex stava indossando un vestito bianco con un cardigan rosso. I suoi capelli erano sciolti e vi era una fascia per capelli che li teneva lontano dagli occhi. Sapeva già che quando sarebbe cresciuta, sarebbe diventata bella come sua madre.

Dimitri invece lo sorprese. Il bambino, colorato normalmente, indossava dei pantaloncini blu e una camicia a quadri bianca. I suoi capelli cadevano sulla fronte, pettinati attentamente dalla madre, anzichè del suo solito modo disordinato di sistemarsi i capelli. Mancavano i suoi soliti colori super brillanti e i suoi abbinamenti più improbabili.

"Voi due siete bellissimi" disse Alexei.

"Grazie papà. Conservavo questo vestito per oggi!" disse Alek, balzando verso di lui e abbracciandolo.

"Sei una bambina così carina" affermò il padre, ricambiando l'abbraccio e sorridendo.

"Andiamo prima che facciamo tardi" disse Eva, prendendo la mano di Dimitri nella sua, visto che  sapeva che lui, in un modo o nell’altro, era sempre in ritardo per tutto.

Guidammo verso il ristorante più carino della città ed entrammo, sedendoci ad un tavolo. Dimitri si mise vicino ad Alexei, mentre Alek e Eva si sederono di fronte ai due. Incominciarono a scrutare attentamente il menu e Alexei osservò il bambino vicino a sè.

"Ehi, Dimitri?"

Dimitri alzò lo sguardo dal suo menu ""Si, padre?"

"Perchè non stai indossando i tuoi soliti vestiti colorati?" chiese Alexei.

"Perchè oggi è il tuo giorno," rispose Dimitri "quindi ho indossato dei vestiti carini per te. Perchè voglio dimostrarti che ti voglio bene, papà"

Alexei si sentì veramente toccato dalla sua risposta così sincera "Dimitri, non hai bisogno di fare questo. Ti voglio bene con i tuoi colori super brillanti." disse, sporgendosi e baciandogli la guancia "Ma apprezzo davvero quello che hai fatto. Ti voglio bene, piccolo uomo"

 

********

"Dimitri! Sbrigati!" chiamò Eva.

Alexei si guardò intorno, risvegliandosi dal ricordo di dodici anni fa. Alek fece il suo ingresso nella cucina con accanto Galen.

"Buona festa del papà, papà!" disse Galen, correndo verso di lui.

Alexei lo prese, lo alzò fra le sue braccia e gli diede un bacio sulla guancia "Grazie Galen!"

"Dimitri!" chiamò di nuovo Eva "Quel ragazzo è in ritardo per ogni cosa. è nato tardi e probabilmente sarà in ritardo persino al suo funerale!"

"è nato tardi, ma dici che è sempre stato il più facile." disse Alexei ridendo "Forse sarà sempre in ritardo, ma lui è sempre stato quello facile"

"Terribilmente dispiaciuto. Un favoloso aspetto come il mio richiede tempo." spiegò Dimitri, entrando in cucina "Buona festa del papà, caro padre!"

"Grazie Dimitri" rispose lui.

Alek si avvicinò e lo abbracciò "Buona festa del papà." disse con un sorriso "Ti voglio bene"

"Ti voglio bene anch'io" rispose, sorridendo ampiamente alla ragazza.

Il suo sorriso crebbe a dismisura quando vide che Dimitri indossava dei pantaloncini di un rosa brillante e una maglietta verde abbottonata. Dimitri gli rivolse un pigro sorriso, i suoi capelli tirati su nel suo solito ciuffo.

"Sbrighiamoci prima che facciamo tardi, per favore" annunciò Eva, accompagnando i ragazzi e il marito fuori dalla porta.

Guidarono verso il ristorante dove ogni anno pranzavano, sin dalla prima festa del papà che avevano festeggiato. Alexei ricordava ancora quell'anno con affetto: Alex era ancora una bambina e Eva era da poco incinta di Dimitri.

Alexei non riusciva ancora a rendersi conto di essere il padre di tre meravigliosi e amorevoli bambini. Sorrise ad ognuno di loro e si sedettero insieme al tavolo. Persino Galen, il piccolo che non avevano previsto. Non avrebbe abbandonato nessuno dei suoi bambini per niente al mondo.

"Di nuovo, buona festa del papà, padre" disse Dimitri, consegnandoli una busta con dentro una carta.

"Grazie, Dimmy" disse, mettendogli un braccio sulla spalla e baciandogli la guancia.

"Beh, ovviamente dovevo dimostrare il mio affetto per te. Dopotutto, non solo non sarei mai nato senza di te, ma a quest'ora non sarei nemmeno a questo livello di favolosità." disse, indicando se stesso "Ogni ragazzo ha bisogno di un padre in cui può riporre la sua fiducia"

Alexei sorrise orgogliosamente a Dimitri "Ti voglio bene. Sia a te che a tua sorella e tuo fratello"

 

"E posso assicurarti che noi tutti ritorniamo il tuo affetto." rispose lui con un sorriso sincero "Ti voglio bene papà"

 

 

________________

Ehii,

spero abbiate gradito il capitolo.

Alla prossima :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Dimitri Ivanov (2) ***


"Oh dio, è bellissimo" sussurrò Alexei Ivanov, osservando il piccolo bambino tra le braccia della moglie.

"Darà sicuramente dei problemi" disse Eva Ivanov con uno stanco sorriso, guardando in basso verso il neonato. Era nato una settimana dopo. Un minuto prima lei era seduta sul divano mentre guardava la televisione, sentendosi benissimo, e l'attimo dopo il bambino stava per venire così velocemente che non sapevano neanche se sarebbero riusciti a farla partorire in ospedale.

"Non credo che assomigli ad un Mikhail" disse Alexei, sollevando la mano e accarezzando delicatamente la guancia del bambino. Avevano deciso che volevano chiamare loro figlio Mikhail, ma qualcosa riguardo quel nome sembrava che non si adattasse al bambino.

"No, infatti" confermò Eva, lanciandogli un'occhiata curiosa.

"Più come....Dimitri" disse infine Alexei.

"Dimitri." pronunciò Eva, sorridendo "E se li combinassimo insieme? Dimitri Mikhail?"

"Penso che ci stia alla perfezione." disse Alexei contento "Benvenuto nel mondo, Dimitri Mikhail Ivanov"

                        ****

"Mitri!" affermò Alek, strisciando più vicina al fratello.

"Dimitri," la corresse Alexei, scandendo lentamente il nome del bambino "si chiama Dimitri"

Alek alzò lo sguardo senza espressione verso il padre e "Mitri!" ripetè.

Alexei rise e si sedette vicino il piccolo. Dimitri alzò le braccia verso il padre e Alexei lo prese in braccio, baciandolo.

"Dimmy" disse Alek, prima di piegarsi su di lui e baciargli la guancia.

Lui ridacchiò e le sorrise. Alexei sospirò e sorrise anche lui. Non era un tradizionale diminuitivo Russo, ma presuppose che fino a quando Alek ne fosse felice, il diminuitivo sarebbe stato a pennello su Dimitri.

                          ****

"Madre," iniziò Dimitri, avvicinandosi alla donna. Le sue mani e i suoi vestiti erano pieni di glitter e la vernice era schizzata lungo la sua maglietta e i suoi pantaloni "ho finito la mia vernice!"

"Lo vedo." affermò Eva, ridendo "Sei veramente...favoloso"

"Favoloso?" chiese il piccolo.

Eva annuì sollevandolo e facendolo sedere sul bancone, afferrando poi un panno e passandolo sulla sua mano "Significa...beh, significa che sei unico e molto alla moda. è una cosa buona" spiegò, baciandogli la guancia.

"Favoloso." ripetè lui, sorridendo "Sono favoloso!"

"Si, lo sei" rispose sua mamma, ridendo di nuovo.

Dimitri sorrise leggermente, piacendogli questa nuova parola. Guardò in basso verso i suoi brillanti vestiti e il suo sorriso crebbe a dismisura. Era veramente favoloso.

                         ****

"Moe!" Dimitri inseguì il gatto che correva nel salotto. Lo prese e lo sollevò fra le sue braccia.

"Dimitri, stai attento con Moe" disse Alek, sbirciando il fratello.

"Lo sono" rispose Dimitri con noncuranza, sedendosi sul pavimento con il gatto sulle gambe.

"Papà non sarà felice se fai del male a Moe." disse Alek "Moe è il gatto di papà e lui lo ama"

"Moe è mio" disse Dimitri, mantenendo le braccia intorno il gatto.

Alek scosse la testa "No, Moe è il gatto di papà"

"è il mio gatto" affermò ancora una volta lui.

Alexei entrò nella stanza, notando Dimitri e Moe. Rise e si avvicinò ai due, accarezzando energicamente il pelo del gatto.

"Papà, dì a Dimitri che Moe è il tuo gatto" gli disse, insistentemente. Non le piaceva quando il fratello pensava che se voleva qualcosa, questo automaticamente diventava suo.

"Moe è il gatto di famiglia," spiegò Alexei "e sembra che preferisca Dimitri"

"E quindi Moe è mio" concluse Dimitri, sorridendo alla sorella.

"Moe è tuo, e di tua sorella, e mio, e di mamma" disse Alexei, scompigliando i capelli del piccolo.

"Il mio gatto" affermò Dimitri, abbracciando Moe.

                        ****

Un tuono rimbombò nel buio della notte e Dimitri sobbalzò, rimproverandosi mentalmente. Non era più un bambino, non doveva spaventarsi.

Una piccola palla di pelo sfrecciò da sotto il letto e lui si inginocchiò, sollevando Hugo tra le sue braccia. Il piccolo micio miagolò pateticamente e si accucciò contro Dimitri.

"Stanotte puoi dormire sul mio petto, Hugo" disse lui, sdraiandosi e posando il gatto sul suo petto. Lo accarezzò gentilmente, cercando di rilassarsi quando arrivò un altro tuono. Il micio tremò contro di lui e il ragazzo continuò ad accarezzargli il pelo.

"Non essere spaventato, caro." disse, offrendo un sorriso al gatto "è solo un temporale, non ti buttare giù"

Hugo si raggomitolò sul petto di Dimitri mentre lui continuava ad accarezzarlo. Era un caldo e confortevole peso e Dimitri decise che non gli importava se il gatto dormisse su di lui. Hugo poteva dormire sul suo petto ogniqualvolta voleva, specialmente durante i temporali.

                        ****

Dimitri si sedette sul letto e la ragazza, Liz, gli si sedette vicino. Lei si girò e le loro labbra si unirono di nuovo, questa volta più intensamente.

Gli mise una mano sulla coscia, facendola scorrere più in alto. Dimitri sentì il suo battito cardiaco aumentare, il suo corpo teso e ansioso.

Mosse le sue mani, toccandola, e avvicinandola a sè mentre le loro labbra lavoravano insieme. Lei lentamente fece correre la sua mano sopra e sotto la coscia, pericolosamente vicina.

Dimitri guardo in basso, impotente, verso il suo corpo che reagiva al suo tocco, ma poi capì che tutto questo era perfettamente normale. Gli esseri umani avevano l'istinto di mandare avanti la specie. Il sesso era normale. Quello che stavano facendo era basato sull'istinto, non sul peccato.

Si girò anche lui verso di lei, baciandola più profondamente. E così i vestiti vennero tolti, l'involucro del preservativo cadde frettolosamente sul pavimento e affondò dentro di lei e Dimitri si sentì così dannatamente bene e i rumori che producevano era musica per le sue orecchie e questo era normale, era istinto e voleva di più, molto di più e non era un peccatore, era un umano.

                        ****

Dimitri afferrò le mani di Galen quando il piccolo traballò incerto sui propri piedi. Quest'ultimo alzò lo sguardo su Dimitri e sorrise.

"Dimmy, su!" disse.

Dimitri lo afferrò, tenendolo cautamente fra le braccia. Sorrise al bambino e poco dopo distolse lo sguardo su di lui, notando la Alek guardarlo con sguardo furioso. Di tutta risposta Dimitri ghignò e baciò la guancia di Galen.

"Sei un bambino meraviglioso" disse, trasportando il piccolo fuori dalla stanza.

"Ti voglio bene, Dimmy" disse Galen, rannicchiandosi contro il fratello.

Dimitri ci pensò su, prima di annuire e "Ti voglio bene anch'io" disse, perchè sapeva che queste parole erano serie per lui e voleva utilizzarle solo quando le pensava davvero. Decise che voleva davvero bene al bambino che teneva fra le sue braccia. Gli voleva tanto bene.

                        ****

Dimitri guardò i suoi genitori entrare nell'ufficio del preside. Corsero verso di lui, controllandolo e guardando il nuovo livido sul suo viso.

"Oh Dimitri" sussurrò sua madre.

"Mi spiace che sia successo questo." disse il preside, alzandosi "Un professore ha visto dei ragazzi picchiare Dimitri nello spogliatoio. Adesso sono stati sospesi. L'insegnante ha detto che lo chiamavano 'eccentrico mostro' e 'frocio'"

"Tutti termini affettuosi, insomma" disse Dimitri con un ghigno.

"Dimitri, non è divertente!" disse arrabbiato il padre. Odiava vedere Dimitri ferito. Odiava che Dimitri fosse vittima di bullismo.

Parlarono con il preside un pò più a lungo, prima di andarsene con Dimitri. Alexei fermò il ragazzo quando si avvicinarono alla macchina, e lo guardò nei suoi gelidi occhi.

"Dimitri, non ascoltare chi ti dice quella merda. Non sei un mostro. Non sei frocio. Sei selvaggio e stravagante e noi ti amiamo proprio per questo e voglio che ignori tutto quello che ti dicono e che ami te stesso per quello che sei" disse suo padre fieramente.

"Lo faccio già." risposi, sorridendo trionfante "Dopotutto, io sono così e non cambierò per nessuno. Sono Dimitri Mikhail Ivanov e sono favoloso"

 

 

 

_______________

Doveva PER FORZA finire in questo modo ahahah

Un bacio e...alla prossima! 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** San Valentino (2) ***


"Dimitri," dissi con orrore "i tuoi capelli"

"Problemi, piccolo Theodore?" chiese lui, entrando nella mia stanza "Pensavo che il colore si abbinasse favolosamente per il giorno di San Valentino!"

"No," risposi scuotendo la testa "hai cambiato stile! Non hai più il ciuffo"

I suoi capelli cadevano normalmente sulla fronte, ma le punte erano colorate di rosa. Sembrava-- attraente, in realtà. Ma non era la sua usuale acconciatura, perciò era strano.

"Ah si, quello. Sentivo che oggi fosse necessario un cambiamento!" disse "E poi questo gel non sostiene tanto quanto l'altro gel. Temo che non possa sostenere la mia solita acconciatura"

"Non avrei mai pensato che mi sarebbe mancato il tuo stupido ciuffo" dissi, abbracciandolo.

"Ami il mio ciuffo!" affermò baciandomi "Buon San Valentino, tesoro!"

Dimitri indossava dei pantaloni bianchi e una maglietta viola con le maniche rosa. La V della sua maglietta era bassa, facendogli intravedere il petto.

Allungai la mano, facendo correre le dita sul suo petto esposto, sentendo la pelle liscia sotto il mio tocco. Dimitri mantenne le braccia intorno a me, un ghigno sul viso.

"Pronto per andare, piccolo Theodore?" chiese.

Dimitri, essendo un amante degli appuntamenti semplici, aveva deciso di venirmi a prendere e portarmi a casa sua. Apparentemente aveva cucinato per me, stasera.

"Si, sono pronto" dissi, avvolgendomi la sua sciarpa intorno al collo.

Mi prese per mano e mi guidò verso la sua macchina. Guidò verso casa sua, con della musica Russa che si diffondeva nell'abitacolo della macchina. Dimitri cantò felice il testo delle canzoni e, anche se non potevo capirlo, restai semplicemente seduto ad ascoltare la sua splendida voce.

Uscimmo dalla macchina solo quando arrivammo e mi fece entrare dentro casa. Ci dirigemmo in cucina, dove potei sentire l'odore squisito di cibo.

"I miei genitori non sono a casa. Mio padre ha portato mia madre fuori a cena e a ballare" disse Dimitri mentre galantemente mi faceva sedere su una sedia.

Mi sedetti "E tua sorella e tuo fratello?"

"Sono di sopra. La mia affascinante sorella non ha nessun appuntamento, perciò si occuperà di Galen, stasera" rispose Dimitri, sembrando troppo divertito.

"Quindi, cosa mi hai cucinato per cena?" chiesi.

"Ho fatto la pasta con i granchi" disse, posando sul tavolo diverse varietà del mio piatto preferito.

"Granchi?" chiesi.

"Si. L'altro giorno avevi accennato quanto desiderassi questo piatto" disse, dandomi un bacio sulla guancia.

"Wow, mi hai ascoltato davvero" affermai.

"Certo che dò ascolto al mio piccolo Theodore!" rispose. Posò poi delle candele al centro della tavola e dopo aver oscurato le luci della cucina, le accese, per rendere l'atmosfera più romantica.

Lasciò la stanza e ritornò poco dopo con un piccolo bouquet di fiori e una scatola di cioccolatini con sopra cucito un orsacchiotto.

"L'hai fatto tu l'orsacchiotto?" chiesi stupito.

"Ho avuto un aiuto da parte della mia cara madre" ammise.

Lo baciai, sorridendogli "Anch'io ho un regalo per te" dissi, balzando in piedi, diretto verso il corridoio. Presi il regalo malamente incartato dalla tasca della mia giacca, lo portai in cucina e glielo porsi a Dimitri.

Lui lo scartò e battè la mani entusiasta "È favolosa." disse, prendendo tra le mani la sciarpa rosa. La scambiò con quella che indossava, annuendo in approvazione "Grazie, mio adorabile piccolo Theodore! La amo! Oh giusto!"

Lasciò nuovamente la stanza per poi ritornare con un piccolo disegno incorniciato. Eravamo noi due, seduti vicini, mentre ci tenevamo per mano. Come tutti gli altri disegni di Dimitri, era assolutamente splendido e realistico.

"Lo amo" affermai, prendendolo e guardandolo. Amavo quando mi regalava i suoi disegni. Sapevo quanto tempo ed energia ci metteva per farli.

Si sedette e insieme incominciammo a mangiare. Si mise a ridere quando spezzai la gamba del gambero e la carne schizzò su di lui. Ridemmo, parlammo e semplicemente ci godemmo il cibo e la nostra compagnia.

Quando finimmo di mangiare, ci dirigemmo in salotto. Accese il camino e ci sedemmo di fronte ad esso. Dimitri avvolse le braccia intorno al mio corpo.

"Ti amo. Grazie per la cena" dissi baciandolo.

"Buon San Valentino, piccolo Theodore. Sono felice di passarlo con te. Ti amo, tesoro" concluse, baciandomi amorosamente. Sorrisi nel bacio, accoccolandomi contro di lui e aggrovigliando le dita tra i suoi capelli.

"Ah! Tu, idiota!" esclamai disperato quando ci allontanammo l'uno dall'altro. Il suo gel per capelli mi si era appiccicato sulle mani, facendole diventare rosa.

"È meraviglioso!" disse ridendo e baciandomi di nuovo.

Alzai gli occhi al cielo "Idiota" dissi, poggiando la testa sul suo petto. Lui giocò delicatamente con i miei capelli ed io sorrisi, nonostante le mani colorate di rosa.

 

_______________

Aaaw, ma che sono quei due? Mi fanno venire il diabete.

Non mi fa affatto bene tradurre queste one shot, sono troppo per il mio povero cuore.

Anyway, credo che questa fosse una delle ultime storie di Dimitri e Theo che l'autrice abbia pubblicato. Quindi adesso, non solo dovete aspettare pazientemente il prossimo capitolo, ma dovete anche aspettare che lo traduca ahahah. No okay, adesso che è finita la scuola mi dedicherò di più alle traduzioni, giuro.

Un bacionee♥

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Fare il genitore- Theo e Thalia ***


"Theodore! Thalia!" Amelia chiamò, guardandosi attorno.

"Cosa abbiamo fatto per meritarci dei gemelli?" chiese miseramente Jared Light, sbirciando dietro il divano per un qualche segno dei suoi bambini scomparsi.

"Colpa tua," affermò Amelia "Dannazione, dove sono andati?"

"AH!"

Entrambi sobbalzarono al suono dell'urlo. Si girarono a guardarsi prima di correre verso la camera dei gemelli.

Theo e Thalia erano seduti sul pavimento. Si stavano tirando i capelli l'un l'altro continuando a gettare degli urli mentre lo facevano.

"Non ci credo di aver detto di essere emozionato ad avere due gemelli." grugnì Jared, avvicinandosi ai bambini e separandoli "Ehi! Questa è una cosa cattiva! Non farlo!"

"Cattiva! Crudele!" disse Theo indicando Thalia.

"Crudele!" rispose Thalia, indicando il fratello.

Amelia si inginocchiò di fronte a loro "Siete sgattaiolati fuori dal vostro posto dei giochi, di nuovo" disse. Il loro posto dei giochi era semplicemente una zona recintata nella cucina dove Jared e Amelia gettavano dentro dei giochi in modo che i bambini non si facessero male mentre i genitori preparavano la cena. Sfortunatamente i due avevano capito come scavalcare la recinzione subito dopo aver imparato a camminare.

Theo si sedette sul pavimento "Fame"

Thalia si sedette vicino a lui, il loro litigio apparentemente dimenticato "Fame"

"Vai a finire la cena, mi occupo io di loro" rispose Jared con un sospiro, sedendosi tra i due bambini.

Amelia annuì e lasciò la stanza. Jared rivolse la sua attenzione nuovamente ai bambini mentre incominciarono a giocare con i loro mattoncini.

"Perchè stavate litigando?" chiese loro.

"Teo è cattivo" affermò Thalia.

"Talia è cattiva, papino" rispose l'altro.

Jared rise perchè i due bambini non riuscivano neanche a pronunciare correttamente i loro rispettivi nomi. Scosse la testa.

"Ascoltate, voi due vi volete bene giusto? Thalia, tu vuoi bene al tuo fratellino?"

"Voglio bene a Teo!" rispose lei, abbracciandolo.

"Ti voglio bene anch'io" rispose Theo, ricambiando l'abbraccio.

Jared sorrise a quella vista "Non siate cattivi l'un l'altro, okay?"

Loro annuirono e ridacchiarono, sollevando i loro mattoncini. Jared li aiutò a costruire una torre di blocchi, nessuno dei due che litigava.

Sapeva che i due erano destinati a litigare tra loro, come erano sempre soliti fare i fratelli. Ma sperava che le cose migliorassero quando sarebbero cresciuti.

****

La porta di casa si aprì e si richiuse con un tonfo. Amelia e Jared sospirarono rumorosamente perchè una porta sbattuta quando i ragazzi ritornavano a casa non era mai una cosa buona.

"Che è successo?" Amelia chiese ai bambini quando entrarono in salotto.

"Non me lo vuole dire!" rispose Thalia.

"Theodore, è successo qualcosa?" chiese Amelia. Theo guardava il pavimento con un foglio tra le mani.

"Mi hanno messo in punizione" mormorò lui.

"Theodore! Perchè sei stato messo in punizione?" domandò Amelia "Thalia non ha mai avuto problemi a scuola!"

"Perchè Thalia è perfetta!" sbottò lui, lanciando il foglietto della detenzione verso la madre "Mi hanno messo in punizione perchè non mi volevo cambiare per fare educazione fisica!" piazzò una mano sul petto e tirò giù la maglietta, facendo intravedere la cicatrice che era nascosta al di sotto. I suoi occhi poi si fecero lucidi e spintonò i suoi genitori, correndo su per le scale e sbattendo la porta di camera sua.

"Oh no" grugnì Jared.

"Non lo sapevo! Lo giuro. Non voleva dirmi perchè fosse così arrabbiato" rispose Thalia imbronciandosi.

"Va bene, Thalia. Non è colpa tua. Mi dispiace. Non avrei dovuto paragonarlo a te in quel modo. Adesso vado a parlargli" rispose Amelia.

Salì le scale e bussò alla porta di Theo. Entrò poi nella stanza, dove Theo stava fissando il muro con le lacrime che lentamente gli scendevano dalle guance.

"Non voglio che nessuno la veda" pronunciò lui con voce strozzata.

Amelia gli si sedette accanto e gli circondò le spalle con il braccio, portandolo più vicino a sè "Lo so, Theo." rispose dolcemente. Si ricordava della prima volta che aveva visto il taglio sul petto di Theo, dopo l'incidente. Ne era rimasta inorridita e affranta "Chiamerò la scuola e sistemerò tutto. Non sei nei guai"

"Non sono bravo quanto Thalia" disse lui, seppellendo il viso tra le mani.

Lei gli accarezzò la schiena "No, Theo, non avrei dovuto dire quello che ho detto. Ti sei sempre comportato bene. E Thalia può prendere dei voti migliori in qualche materia, ma indovina un pò? Tu sei stato l'unico ad aiutarla con la storia." rispose lei sorridendo "Voi due siete bravi in cose differenti. Siete entrambi dei ragazzi intelligenti ed educati"

Theo si asciugò le lacrime "Mamma? è brutta?" sussurrò, strofinandosi il petto.

Lei gli allontanò la mano dal corpo "No, Theo, non lo è. Va bene se non sei pronto per fargliela vedere agli altri"

Thalia bussò la porta ed entrò in camera. Si avvicinò al fratello e lo abbracciò energicamente.

"Ehi Theo, giochiamo a Mario Kart così posso stracciarti" pronunciò con un sorriso.

Theo ricambiò con un sorriso incerto "Nu-uh, sarò io a stracciarti Thalia!"

Amelia baciò la guancia di Theo e si alzò. Sapeva che non avrebbe potuto tirarlo su di morale come invece faceva Thalia. Poteva solo fare del suo meglio per rassicurarlo che la sua cicatrice non lo avesse rovinato.

Lasciò la stanza e scese le scale, dirigendosi verso Jared che la guardava ansiosamente.

"Allora?" chiese.

Amelia scosse tristemente la testa "Ci vorrà un pò affinchè lo accetti"

Jared le si avvicinò e le mise un braccio sulle spalle "Lo aiuteremo. Lo aiuteremo a lavorarci su. Prometto che lo faremo"

Amelia annuì "Si, lo faremo. Rimane sempre il mio bellissimo figlio, anche con quella dannata cicatrice. Ci assicureremo che lo sappia sempre"

****

"Theo, davvero, non sei un bambino! Non obbligarmi a metterti il guinzaglio. Smettila di allontanarti" disse Jared, facendogli cenno di avvicinarsi.

"Papà!" si lamentò "Theo "Sto bene!"

"Ci sono un sacco di persone. Avanti, non vogliamo perderti" rispose lui.

Theo si avvicinò alla sua famiglia. Quella sera avevano deciso di andare fuori a cena e, visto che avevano dovuto parcheggiare lontano dal ristorante, dovettero camminare lungo l'affollato marciapiede.

"Si, dai Theo, non perderti" disse Thalia, afferrandogli il retro della maglietta "Mi assicurerò che non si allontani, papà!"

"Questo è il perchè ti portiamo con noi" rispose Jared quando ricominciarono nuovamente a camminare.

"Sei così cattiva con me. Questo è perchè mi manca Oliver quando non è nei paraggi. Lui si comporta bene con me" rispose Theo accigliandosi.

"Forse a lui lo lascerei allontanarsi" rispose Amelia.

"Vi odio tutti" il broncio di Theo crebbe a dismisura.

Ignorarono Theo e continuarono a camminare lungo il marciapiede. Theo osservò con disgusto tre adolescenti mentre gli passava accanto, vestiti con vestiti stretti e luccicanti.

"Mamma, sono strani" mormorò lui a sua madre, raggiungendola.

"Theodore! Noi non giudichiamo le persone." rispose severamente Amelia "Le persone hanno diverse forme di espressione. Forse loro pensano che tu sia strano perchè non sei vestito come loro"

Thalia rise "Mamma ha ragione, Theo. Non dovresti giudicare le persone!"

"Scusa, scusa" rispose lui con un sospiro.

"Tu, assicurati che tuo fratello non giudichi nessuno," Jared disse a Thalia spintonandola leggermente "Voi due dovete controllarvi a vicenda"

"Sissignore!" rispose Thalia, facendo il saluto militare.

Arrivarono al ristorante ed entrarono. Un cameriere li fece sedere ad un tavolo e loro afferrarono i menù, dandogli un'occhiata.

"Quindi, c'è qualche persona che vi piace a scuola?" chiese Amelia, sollevando lo sguardo sui suoi bambini.

"A Theo piace una ragazza" rispose la sorella, ghignando.

Theo arrossì "è solo molto carina! Tutto qui!"

"Aleksandra!" cantò Thalia.

"Sta zitta Thalia!" il rossore sulle guance di Theo crebbe.

"Smettila di prendere in giro tuo fratello. E tu, Thalia?" chiese Amelia, alzando un sopracciglio.

"Nessuno," rispose lei, scuotendo la testa "Dopo essere cresciuta con Theo, gli uomini mi disgustano"

"Questa è la mia ragazza" affermò Amelia sorridendo.

"Mamma!" Theo incrociò le braccia al petto "Voi siete così cattivi con me. Voglio Oliver"

"Thalia, stai lontana dagli uomini. Sei troppo buona per loro." disse Jared "E Theo, per amor del cielo, quando si tratta di ragazze pensa con il cervello, non con il p-"

"Cena!" pronunciò Amelia, dando a Jared una gomitata così forte da farlo gemere "Quello che voleva dire tuo padre, a entrambi, è di essere intelligenti. Non lasciate che un ragazzo o una ragazza vi faccia fare qualcosa che non volete fare"

"Sono così a disagio" affermò Theo.

"Sono così a disagio" affermò Thalia.

"Sono così affamato" rispose Jared, afferrando nuovamente il suo menù.

"Ne ho abbastanza di voi" rispose Amelia con un sospiro.

Jared lanciò un'occhiata a Theo, puntandogli severamente un dito contro "Tu, controlla tua sorella. Non voglio ragazzi che le ronzino intorno. è troppo bella e odio questo"

Amelia puntò un dito contro Thalia "Tu, controlla tuo fratello. Non voglio che si metta nei guai con le ragazze. Avere degli adolescenti mi terrorizza"

"Credo che vi abbiamo già inculcato in testa di essere rispettosi e intelligenti" disse Jared.

"Lo siamo!" esclamò Theo.

"Basta preoccuparsi così tanto" concluse Thalia, agitando la mano con noncuranza.

"Gemelli. Non posso gestire due adolescenti alla volta. Non possiamo neanche tentare di incolpare il più grande" disse miseramente il padre.

"Ce la faremo" lo rassicurò Amelia, dandogli delle pacche sulla spalla e lanciando un'occhiata ai due adolescenti davanti a loro che stavano sorridendo innocentemente.

****

 

"Mamma, puoi sistemarmi i jeans? Si sono strappati" disse Thalia, andando dalla madre con un paio di pantaloni nelle braccia.

"Certo, stasera li cucirò. Dov'è tuo fratello?" chiese, afferrando i jeans di Thalia.

"Theo e Dimitri sono nella sua stanza" rispose Thalia.

"Cosa stanno...facendo?" chiese la madre.

Thalia roteò gli occhi "Mamma, davvero, Theo non ha intenzione di fare sesso con Dimitri. Sono piuttosto sicura che il pensiero del sesso lo terrorizzi. Stanno solo giocando a carte sul pavimento"

"Li spii tutto il tempo, non è vero? Ti avevo detto di tenerli sott'occhio" disse Jared avvicinandosi alla moglie e alla figlia.

"Si, si, li sto spiando" rispose Thalia.

"Non metterti con nessuno. Ti vieto di stare con qualcuno. Non potrei sopportare entrambi i miei bambini in una relazione. Theo è troppo stupido per spiarti" affermò Jared.

Thalia arrossì "Non ho intenzione di mettermi così presto con qualcuno!"

"Bene. Non hai bisogno di relazioni per essere felice," rispose Amelia "I fidanzamenti possono essere carini ma se non ne vuoi una, non c'è bisogno di averla per forza. Stai bene anche da sola, Thalia"

"Sono contenta di avere la vostra approvazione per rimanere single" rispose lei, alzando il pollice verso l'alto.

Si sentirono dei rumori di passi lungo le scale prima che apparissero Theo e Dimitri. Quest'ultimo stava facendo ruotare le chiavi della macchina intorno le dita.

"Te ne stai già andando, Dimitri?" chiese Amelia.

"Sfortunatamente, devo fare ritorno. Mia madre richiede la mia presenza a cena" rispose lui con un drammatico sospiro.

"Ciao!" disse Amelia. Lei e Jared lo salutarono con la mano mentre usciva di casa.

"Parlando di cena, mangeremo presto? è così difficile oppormi a Dimitri con lo stomaco vuoto. Vorrei tappargli la bocca con il nastro adesivo" affermò Theo.

"Ceneremo presto. Dimitri va bene per te e tu vai bene per lui" rispose Amelia.

Theo inarcò un sopracciglio "Come?"

"Beh, lui ti tira fuori da quel guscio. Ti allontana dalla tua zona di timidezza e dentro nuove cose." fece spallucce "E riconosco un bambino viziato quando ne vedo uno. Dimitri mi piace un sacco e penso che abbia dei bravi genitori, ma quel ragazzo è viziato marcio. Tu lo stai aiutando a vedere quei piccoli lati negativi di se stesso"

"Perchè noi non abbiamo cresciuto un bambino viziato," disse Jared, dando delle pacche sulla spalla di Theo "Guardati, tu che sei una buona influenza"

"Lui è una buona influenza. E così anche Thalia." rispose la madre sorridendo "Siete entrambi dei bravi ragazzi. Io e vostro padre siamo molto orgogliosi di voi. Mi sento sicura nel vedervi lasciare le scuole superiori in autunno"

"Beh, questo perchè abbiamo dei bravi genitori" affermò Thalia.

"Leccapiedi" rispose Theo.

Jared circondò le loro spalle con le sue braccia "Siete entrambi dei piccoli mocciosi. Non cambiate mai"

"E tu sei quello che ha pianto quando ha scoperto che era padre di una coppia di gemelli." pronunciò Amelia ridendo "Eri così spaventato di non riuscire a crescerli bene. Guarda come sono diventati!"

Jared grugnì "Non ne parliamo nemmeno, Amelia"

Theo e Thalia risero. Jared sospirò ma poi ci regalò un sorriso. Era contento di averli. E anche Amelia.

Erano diventati dei bravi ragazzi. Avevano delle buone influenze sulle persone che li circondavano e Amelia e Jared non potevano esserne più orgogliosi.

 

 

 

______________

EHILà!

Finalmente l'autrice ha postato il capitolo! Ed io da brava ragazza ((sì, chi ci deve mai credere lol)) ho cercato di tradurlo nel più breve tempo possibile ;)

Questo capitolo in generale mi è piaciuto molto, l'ho trovato molto dolce e avvincente e mi ha fatto amare ancora di più i genitori di Thalia e Theo. Credo che l'autrice abbia fatto bene a dare particolarmente attenzione a queste due figure, che sono spesso sottovalutate in molte storie.

E ovviamente sono al settimo cielo per essere tornata a scrivere dopo un'eternità di Dimitri e Theo, anche se solo per qualche battuta :c

E dulcis in fundo, sono contenta anche di aver postato questo capitolo e ((magari)) avervi strappato un piccolo sorriso! 

Mi siete mancate, gnaw <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Pasqua ***


"Ciao Theo" mi salutò Alek quando entrai nella stanza. Dimitri mi aveva invitato a casa sua per mangiare dei dolci con la sua famiglia il giorno di Pasqua. Aveva detto che i suoi genitori durante il fine settimana cucinavano sempre dei dolci.

"Ciao Alek" mi sedetti sul divano.

Lei alzò lo sguardo su di me, dispiaciuta "Galen è un pò...su di giri. I miei genitori sono davvero bravi a mantenere la credenza sul coniglio di Pasqua e tutto il resto. Ed io e Dimitri ieri sera abbiamo guardato con lui Le 5 Leggende, il che è stato il più grande errore della nostra vita. Penso che anche Dimitri se ne penta"

"Perchè?" chiesi confuso.

"Vedrai" rispose lei con un sospiro.

Sentì dei rumori di passi e alzai lo sguardo su Dimitri e Galen mentre entravano nel soggiorno. Galen stava saltellando su e giù con entusiasmo, tenendo la mano di Dimitri nella sua.

"Coniglio di Pasqua, hop hop hop!"

"Oh" esclamai, rivolgendomi ad Alek.

"Sì, 'oh'. Ha un giorno intero che grida quella frase" disse miseramente.

"Piccolo Theodore!" disse Dimitri allegramente. Lasciò la mano di Galen e mi si avvicinò, chinandosi e baciandomi.

"Cosa diavolo è successo ai tuoi capelli?" esclamai con orrore.

Lui ghignò "Sono piuttosto favolosi, ne sono consapevole"

Il suo ciuffo era verde, rosa e giallo. Ogni colore sfumava nell'altro, mentre tutti insieme scendevano giù nel ciuffo, quasi a formare una bandiera a righe orizzontali.

"Sei così strano" grugnì.

Mi si sedette accanto, facendo scivolare un braccio sulle mie spalle e portandomi vicino a sè. Mi baciò la guancia.

"Su questo non posso discutere. Ma da tutta questa storia otterrai i deliziosi dolci dei miei genitori, non puoi lamentarti, tesoro"

"Ieri ti ha fatto visita il coniglio di Pasqua, Theo?" chiese Galen, saltando su sulle gambe del fratello.

"Sì, grazie a Dio. Non so cosa avrei fatto se un coniglio gigante non avesse fatto irruzione a casa mia e non mi avesse lasciato uova ovunque"

"Anche a me mi ha lasciato dei regali!" esclamò lui "Ho ricevuto delle bellissime miniature di anime. Dimitri ha detto che domani possiamo giocarci"

"Ci divertiremo tantissimo! Dovresti unirti a noi, piccolo Theodore." Rispose lui "Ah, adesso che mi ricordo! Ho un regalo per te"

Sollevò Galen e lo sistemò sul pavimento. Corse via dalla stanza, tornando solo qualche minuto dopo con in mano una foto incorniciata. Me lo porse ed io la presi.

Sorrisi quando osservai il coniglio di Pasqua che aveva disegnato. Stava indossando i miei vestiti, tenendo tra le mani un uovo degli stessi colori dei capelli di Dimitri. Mi chinai su di lui e lo baciai.

"Grazie" dissi con un sorriso.

"So che ti piace la mia arte" rispose, ghignando.

"è vero" affermai, annuendo. Dimitri aveva davvero molto talento. Amavo quando mi disegnava qualcosa. Avevo appeso al muro tutti i disegni che mi aveva regalato. Aveva anche iniziato a incorniciarli per me, in modo che non dovessi cercare di trovare la cornice giusta. 

"Dolci" annunciò il signor Ivanov entrando in soggiorno. Galen balzò su dal divano, correndo verso di lui e saltellando lungo tutto il percorso. Suo padre lo acchiappò, ridendo e facendolo girare attorno.

"Coniglio di Pasqua, hop hop hop!" disse Galen, agganciando le braccia intorno al suo collo.

"Non gli faremo vedere quel film mai più" pronunciò Alek a Dimitri prima di uscire dalla sala.

"Sfortunatamente, devo dare ragione alla mia affascinante sorella maggiore con quella decisione" rispose lui, prendendomi per mano mentre entravamo in cucina.

Il tavolo era pieno di dolci a tema pasquale, incluso una torta a forma di coniglio. Dimitri ci porse dei piatti e tutti uscimmo nel portico di casa, sedendoci. Dimitri si sedette, poggiando la schiena contro il muro della casa con le ginocchia sollevate. Mi poggiai contro le sue ginocchia e incominciai a mangiare. La torta era buonissima, quasi paradisiaca.

Nel frattempo parlavamo con la famiglia di Dimitri. Quando finimmo, Dimitri mi prese per mano e mi guidò su fino alla sua stanza.

"Guardiamo Le 5 Leggende. Questa volta però senza Galen. Amo quel meraviglioso bambino ma non abbiamo bisogno che ci citi ogni singola parola del film più di quanto faccia" disse lui, inserendo il film.

Si sdraiò e aprì le braccia nella mia direzione. Mi rannicchiai perciò contro di lui, mettendomi comodo tra le sue braccia. Lui sorrise e mi baciò prima che il film iniziasse.

"Scusa, non ti ho regalato nulla" dissi.

"Non voglio nient'altro che la tua presenza" mi rassicurò lui, abbracciandomi e avvicinandosi a sè.

Restammo sdraiati in un silenzio confortante, stretti a guardare il film, saziati dai dolci. Sorrisi leggermente. Il mio ragazzo poteva vestirsi in modo a dir poco scandaloso ma il suo amore per le cose semplici mi rilassava sempre. Anche a Pasqua non era differente, ed ero contento di restare sdraiato qui con lui, in quel modo.

 

 

 

_________________

Ciao bella gente! Vi erano mancati i due piccioncini? ;)

Aspettavo da tanto un capitolo a loro dedicato e quando ho visto l'aggiornamento sono saltata su per la sedia ahahaha

Purtroppo non ho potuto tradurlo immediatamente, visto che sono impegnata anche in altre traduzioni. Ad ogni modo, adesso dobbiamo aspettare il prossimo-- a dir poco raro-- aggiornamento ;c

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3034177