Ad un passo da te

di _Fy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una giornata al mare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Credo che si inizi realmente a vivere la propria vita una volta usciti dalla scuola superiore; il mondo ti si apre davanti, ed ogni scelta che fai determinerà quello che vuoi diventare.

Credi sia la fine ed invece è solo l'inizio.

Invidio le persone che sanno già quello che vorranno diventare, che conservano i loro sogni e sono determinati a portarli avanti con grande fiducia.

Io mi sento indifesa e spaventata.

Desideravo vivamente che la scuola finisse, che i compiti e le interrogazioni giungessero al termine, che l'ansia terminasse e lasciasse posto ad un po' di serenità.

Ma ora è la vita ad interrogarmi.

Ed io, faccio scena muta.

 

Il suono dell'ultima campanella mi giunge ovattato; Matteo, mio compagno di banco, nonché mio migliore amico, mi scuote riportandomi alla realtà.

 

- Finalmente l'incubo è finito! Perché fai quella faccia? Non sei felice?

Mi sorride; un sorriso così aperto e sincero, che le guance si tendono e la pelle intorno agli occhi inizia a formare delle grinze.

 

- Aspettiamo a parlare, dobbiamo ancora vedere i risultati degli esami!

Scuote il viso con espressione contrita e mi prende il naso tra l'indice e il pollice stringendolo delicatamente.

- La solita pessimista!

Raccolgo le mie cose dal banco e lui mi imita.

Ha ragione; d'altronde, come potrebbe non averne? Matteo, non è solo il mio compagno di banco, nel tempo, è diventato anche il mio migliore amico.

Mi abbraccia di sorpresa ed io lo lascio fare, mi stringo a lui, appoggiando il mio viso sulla sua maglietta nera spiegazzata.

Lo sento sospirare e il suo fiato caldo si scontra con la pelle olivastra del mio collo provocandomi un brivido.

Si alza dalla posizione curva in cui la mia statura lo costringeva a stare e mi lascia un delicato bacio tra i capelli corvini.

-Andrà tutto bene, scimmietta.

Mi viene da ridere se penso all'appellativo che mi ha affibbiato.

Gli pizzico un fianco e sobbalza allontanandosi di qualche centimetro da me.

- Speriamo!

Ribatto sorridendo.

Scuote ancora il capo e il suo sorriso non si spegne.

Se solo ripenso a come ci siamo conosciuti; il primo giorno di scuola ero così spaventata, ero capitata in una classe in cui non conoscevo nessuno, non ero stata così fortunata come Francesca, la mia ex compagna di banco delle medie, che era finita nella stessa classe con ben due delle nostre amiche di scuola.

Mi ero rannicchiata sulla sedia, dopo aver scelto con cura il posto in cui avrei trascorso i miei 5 anni scolastici; terza fila, banco centrale, né da secchiona né da scansafatiche.

Lui mi si era seduto accanto, mi aveva sorriso intuendo il mio stato d'animo e aveva iniziato a parlare con me facendomi dimenticare tutte le paure inutili che affollavano la mia mente.

Da allora non è più andato via.

 

- Ehi ragazzi! Sempre ad amoreggiare voi due?!

Mi giro sentendo la voce vispa di Claudia, accanto a lui, il suo ragazzo, Mirko.

Sono una bella coppia; lei bassina, alta un metro e cinquantacinque, dieci centimetri in meno di me, capelli biondi con qualche sfumatura castana, lisci, dal taglio corto a caschetto. Gli occhi castani, tendenti al miele.

Magrolina ma ben proporzionata.

Pelle diafana.

Sembra quasi una bambola di porcellana.

Carattere mite e gentile.

Lui è il suo opposto; scontroso e irrequieto tuttavia è un ragazzo simpatico. Alto, occhi scuri dal taglio allungato; quando ride, assomiglia ad un personaggio di un manga giapponese.

Capelli leggermente lunghi e lasciati raccolti in una coda scomposta.

Possente ma non troppo, dava l'aria di essere un tipo da non stuzzicare.

- Dovresti saperlo che ormai non fanno altro quei due!

Esordisce Francesca, spuntando alle mie spalle.

Sobbalzo spaventata emettendo un piccolo gemito di paura.

- Mi vuoi ammazzare prima del previsto?

Scherzo portandomi teatralmente una mano sul cuore come a simulare un attacco cardiaco.

- Basta così poco? Buono a sapersi.

Mi giro dalla parte opposta sentendo la voce di Andrea.

Sbuffo arricciando il labbro con fare infastidito.

- Gentile come sempre.

Ribatto annoiata.

Sorride lasciando intravedere i suoi denti bianchi che risaltano facendo contrasto con la sua pelle scura, gli occhi grandi e neri come pozze di petrolio mi fissano maliziosi e un sopracciglio nero si arcua dandogli un'espressione beffarda.

Lo detesto!

Avanza verso di me e mi sovrasta con la sua altezza, sorride ancora più malizioso per poi colpirmi la fronte con le dita.

- Ehi!!

Lo spingo, poggiando le mani sul suo petto coperto da una camicia bianca, lo sento caldo e avverto le forma dei suoi pettorali sotto i polpastrelli.

Arrossisco e mi affretto ad eliminare il contatto.

- Invece voi state sempre a punzecchiarvi!

Francesca ride e si porta alle spalle di Andrea, lo stringe dai fianchi appoggiando la fronte sulla sua schiena, i capelli biondi le ricadono sul viso e la frangetta le copre totalmente gli occhi azzurri.

Sarebbero una bella coppia se lui non fosse così stronzo e poco incline ai rapporti duraturi.

- Ragazzi, ancora qui? La scuola si è quasi del tutto svuotata

Mi giro distogliendo l'attenzione dai due, e lì, appoggiato sullo stipite della porta, in tutto il suo metro e ottanta di splendore, c'è Alessandro.

Biondino, occhi azzurri come il mare in inverno, torbidi e profondi, fisico asciutto e definito, bocca sottile, carnagione chiara.

Il prototipo ideale del principe azzurro.

Arrossisco riscoprendomi incantata a fissarlo senza aver spiccicato nemmeno una parola.

- Andiamo?

Matteo reclama la mia attenzione; annuisco senza nessun particolare entusiasmo e mi lascio trascinare fuori.

Alessandro mi sorride e posa una mano sul mio capo accarezzandolo e scompigliandomi i capelli.

E' un gesto che riserva solo a me.

Sorrido e so di avere le guance tinte di un leggero color porpora. Mi succede sempre quando lui mi è così vicino.

Alessandro, non è solo un bel ragazzo, è gentile e altruista, non si vanta e non si mette troppo in discussione, è intelligente e ha le idee chiare su quello che vuole fare in futuro.

L'avvocato, come suo padre.

Forse è proprio questo che mi piace davvero di lui; la sua sicurezza.

E non ha bisogno di tirarla fuori con arroganza e spavalderia, al contrario, è un ragazzo pacato ma risoluto.

Qualità che a me mancano.

Capita spesso di amare qualcuno proprio per le qualità che mostra di avere, che non ci rispecchiano ma che sentiamo nostre.

Forse ad ultimarci non è sempre la nostra copia perfetta.

Ci dirigiamo nei corridoi della scuola, mi giro l'ultima volta verso la mia classe; la porta è socchiusa e si intravede la lavagna, posta vicino la finestra.

Matteo mi avvolge il braccio intorno alle spalle spingendomi verso il suo fianco e ancora una volta capisco che ha intuito il mio stato d'animo. Alzo lo sguardo e lo trovo intento a fissarmi, mi strizza l'occhio e sorride prima di riportare lo sguardo davanti a sé.

- Vi va di andare al mare dopo pranzo?

Propone Claudia.

- Io ci sto!

Si entusiasma Francesca.

- Tu vieni con noi, Andrea?

Continua.

Andrea abbozza un sorriso e annuisce.

- Grande! Ti passo a prendere, Greta?

Mi giro verso Matteo che mi ha rivolto la domanda; lo fisso indecisa non essendo sicura di voler passare un intero pomeriggio al mare insieme ad Andrea.

- E dai!

Mi incita intuendo la mia incertezza.

- Io ci sono volentieri.

Conferma anche Alessandro.

- E va bene...

Emetto con un sospiro.

Alessandro mi sorride ed io abbasso gli occhi imbarazzata.

- Interessante.

Il mio sguardo cade su Andrea che ha appena parlato.

Mi guarda anche lui e sembra quasi assente, il sorriso malizioso che lo caratterizza lascia il posto ad un'espressione impassibile.

I suoi occhi iniziano ad oscillare da me ad Alessandro, per poi passare a Matteo ed infine ancora su di me.

Le sue labbra si aprono di nuovo in un sorriso ed io lo guardo basita cercando di intuire quali pensieri abbiano affollato la sua mente.

Se c'è una cosa che non sopporto di Andrea, è il suo essere così enigmatico. Così diverso da Alessandro, che risulta così limpido, Andrea è un punto interrogativo costante.

Se Alessandro trasmette sicurezza, Andrea, al contrario, lascia solo dubbi.

- Andrea!!

Dal fondo del corridoio, una voce stridula richiama la nostra attenzione. Sento Francesca sbuffare e borbottare qualcosa e mi viene da ridere nel vederla così nervosa.

Roberta si sbraccia per farsi notare.

Come se fosse a km di distanza.

E' più piccola di noi di un anno ma i vestiti succinti che porta,così consoni ad un ambiente scolastico, la fanno apparire più grande.

Si avvicina con passo felpato, come a voler apparire seducente e minacciosa.

I suoi capelli rossi intrappolati in una coda alta, ondeggiano seguendo il ritmo dei suoi passi.

Gli occhi verdi si soffermano ad ispezionarci uno per volta.

Il sorriso lieve che disegna le sue labbra le danno un espressione beffarda.

 

"Oca!".

Penso.

Si ferma puntandosi davanti ad Andrea, spintonando Francesca con fare disinvolto per allontanarla.

- Andiamo?

Domanda con quella che dovrebbe essere una voce sensuale.

Sento la colazione risalirmi.

Andrea sorride sghembo e lei si aggrappa al suo braccio poggiandoci sopra i seni prosperosi.

- Ragazzi, ci vediamo oggi!

Saluta, prima di allontanarsi con la brutta copia di Jessica Rabbit al seguito.

 

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Capitolo 2
*** Una giornata al mare ***


Ti amo come si amano i tramonti,

in silenzio e da lontano.

 

 

Faccio scorrere la sabbia lucida tra le dita; mi piace la sensazione che mi trasmette, mi rilassa. Lascio che la mia mano vi si immerga completamente, poi la rialzo ed i granelli mi scivolano addosso facendomi il solletico.

Le onde del mare mi cullano mentre il chiacchiericcio dei miei amici, pur essendo assordante, si fa lontano.

Il sole è forte e mi brucia la pelle dell'addome.

Non mi sposto, mi piace.

- Accidenti! Mirko, mi hai sporcato tutto l'asciugamano di sabbia! Ma cosa hai al posto dei piedi?

Ridacchio sentendo la voce di Claudia che inveisce contro il suo fidanzato.

- Che saranno mai due granelli!

Sminuisce lui con convinzione.

- Due?! Ho sabbia in posti in cui non dovrebbe esserci la sabbia!

Mi mordo le labbra per trattenere le risa; conosco la mia amica e quel tono di voce non promette nulla di buono.

- Che spasso quei due!

Sobbalzo sentendo la voce di Alessandro così vicina a me. Serro gli occhi temendo di aprirli per poi scoprire che è solo la mia immaginazione.

- Già, sono proprio una bella coppia.

Sospira facendo una piccola pausa prima di parlare ancora.

- Dici che arriverà vivo per la fine della giornata?

Mi faccio coraggio ed apro gli occhi per concentrarmi sulla scena posta di fronte a me; Claudia, da prima stesa sul suo asciugamano rosa, si è posta in piedi, la faccia visibilmente alterata, punta un dito contro il petto del suo fidanzato. Nonostante lui la superi di gran lunga in statura, lei sembra dominarlo.

- Quei due litigano sempre per delle sciocchezze.

Bofonchio divertita.

- Come tutti i fidanzati.

- Non saprei, le coppie non sono tutte uguali.

Mi giro verso di lui aspettando una risposta.

- Penso che alcune di loro dissimulino davanti agli altri.

Ci penso un po' su; non che io abbia molta esperienza in questo campo. Fin da piccola, sono sempre stata abbastanza timida e impacciata nei confronti del genere maschile. Ho avuto le mie esperienze, di poco conto oserei dire, nulla di duraturo e importante.

Non ricordo tutti questi screzi.

Forse perchè mancava l'interesse nel voler discutere.

Forse non mi importava che l'altro capisse il mio punto di vista.

Forse è bello litigare solo con chi si ama.

- Ci sono coppie che sanno prendere decisioni mature senza questi intoppi.

- Io penso che il compromesso sia una cosa che si acquisti nel tempo. Quando stai con qualcuno, non puoi aspettarti che l'altro sia d'accordo con tutto quello che fai o vorresti fare e non puoi aspettarti che quest'ultimo cambi per te. L'amore è compromesso, pazienza, è la diversità che unisce, non che separa.

Sorrido rapita dalle sue parole.

Alessandro è sempre stato un ragazzo maturo, così diverso dagli altri.

Ed è per questo che mi piace, con lui mi sento protetta, al sicuro.

La sua maturità lo rende così trasparente che indovinare le sue intenzioni o il filo dei suoi pensieri, è facile.

Una goccia d'acqua mi colpisce il naso, poi un'altra e un'altra ancora; alzo gli occhi verso l'ombra grondante di acqua che mi ha coperta dal sole.

- Che discorsi da femminuccia.

Proferisce Andrea.

- Nessuno ti ha invitato a prenderne parte, infatti.

Rispondo alterata.

Ha rovinato il mio momento con Alessandro.

Mi guarda con il solito sorriso divertito sulle labbra carnose, si passa una mano tra i capelli scuri portando all'indietro la sua chioma folta e bagnata.

- E chi vuole farlo! L'amore è lontano dai miei pensieri, è roba per frustrati che vogliono dipendere da qualcuno!

Sto per ribattere quando è Alessandro a prendere parola.

- L'amore non è dipendenza, è sentirsi pieni con qualcuno accanto. Una sensazione di pienezza che non ti abbandona neanche quando l'altro non c'è. Non è l'amore che completa, l'amore ti arricchisce. Ne riparleremo quando avrai anche tu la tua prima cotta.

Alessandro sorride, alzandosi da terra.

- Ora vado a raggiungere gli altri in acqua.

Annuncia.

Mi sorride sghembo prima di dirigersi verso il mare.

- Che baggianate...

Sento bisbigliare da Andrea.

Non mi volto a guardarlo, mi concentro sulla sagoma snella e delineata di Alessandro.

E' così bello, i capelli biondi si muovono soavi spinti dal vento, il suo passo è leggero, le braccia ondeggino leggermente urtando sulla stoffa del costume nero che gli fascia le cosce tornite.

- Stai sbavando!

Mi giro di scatto e vedo Andrea che mi fissa con aria maliziosa.

- Ma che dici!

E quasi non urlo.

Ride di gusto e la voglia di sotterrarmi si fa prepotente.

- Piuttosto, dove hai lasciato la tua rossa?

- Chi? Roberta?

Arcuo un sopracciglio come se la domanda fosse ovvia.

Chi se non lei?

- Perchè quante altre ne conosci?

Mi fa un occhiolino e non ho bisogno che risponda a parole a questa mia ingenua domanda.

- Meglio non sapere.

Mormoro.

- Ragazzi, io ho fame. Dove abbiamo messo le patatine?

Matteo si avvicina a noi, anche lui grondante di acqua, mi sorride contento quando i suoi occhi incontrano i miei. Tuttavia, la sua espressione cambia non appena scorge Andrea accanto a me, ancora in piedi, ancora davanti al sole.

- Dovrebbero essere nella borsa blu.

Dice Francesca, senza batter ciglio, ancora sulla superficie del suo asciugamano giallo canarino, in perfetta sintonia con il suo costume due pezzi del medesimo colore.

Matteo si avvia verso la borsa, posta sotto l'ombrellone, per cercare. Ci impiega qualche minuto prima di trovare quello che cercava, poi si sposta verso il suo zaino, lo apre e vi estrae quello che sembra essere un telo mare verde tutto accartocciato.

Il solito disordinato.

Si avvicina verso di noi e si rivolge ad Andrea, ancora fermo accanto a me.

- Ti sposti?

Andrea arcua un sopracciglio sorpreso dal tono di voce con cui è stata posta la domanda.

Lo sono anche io ma non ci do molto peso; Matteo mi conosce bene, sa quanto poco sopporti Andrea, ed interpreto il suo gesto come un tentativo di salvataggio da quello zotico.

- Fai pure

Risponde secco.

- Vado al bar, qui mi annoio.

Continua poi.

Matteo lascia le patatine sul mio asciugamano per potersi sistemare bene accanto a me.

- Ciao piccola

Sussurra con voce dolce.

- Ciao

Giro la testa verso di lui, steso accanto a me, che mi fissa con un'espressione tenera sul volto.

Gli occhi castani sono resi più lucidi dopo il bagno in acqua, ed i capelli bagnati, gli si sono incollati sulla fronte.

Una gocciolina scende leggera partendo dalla tempia, sino al collo, per poi cadere verso le spalle.

- Ti stai seccando al sole, perchè non sei venuta a fare il bagno con noi?

- Non mi andava, si sta tanto bene qui. E poi l'acqua è fredda!

In lontananza, vedo Alessandro, completamente immerso nell'acqua.

Solo un attimo, prima di girarmi di nuovo verso il mio migliore amico.

E lo vedo, il luccichio che si accende nel suo sguardo, un attimo fugace, prima di essere investita dalla sua figura bagnata.

- Matteo!

Urlo.

Vorrei arrabbiarmi per lo shock termico al quale mi ha costretta a sottostare, ma non riesco a fare altro che ridere.

Lo abbraccio e, tutto sommato, apprezzo la leggera freschezza che ne ricevo.

- Sei uno stupido

Mi stringe più forte quasi soffocandomi.

- Ehi voi due, ci sono i bambini in spiaggia.

Mirko ci guarda con fare malizioso, Claudia al suo fianco, lo spintona intimandolo di smettere e Francesca, poco più distante, ride sotto i baffi.

Alessandro, dal canto suo, non ci presta alcuna attenzione; è rientrato velocemente dall'acqua, e quasi non me ne accorgevo, si è seduto sotto l'ombrellone ed è intento a leggere un libro, ancora tutto bagnato, mi chiedo come faccia a non bagnare le pagine.

Ha con se gli occhiali da riposo ed ogni tanto, prima di girare la pagina, se li sistema.

- Che vai pensando!

Urlo, mentre sento un discreto calore affiorarmi sulle guance.

Pizzico Matteo su un fianco costringendolo a spostarsi.

- Ahi!

Si lamenta.

Ritorna sul suo asciugamano, mi guarda offeso e mi fa una linguaccia.

Si sistema, sedendosi a gambe incrociate e recupera il pacco di patatine.

- Ficcanaso!

Si infila una generosa manciata di patatine in bocca prima di continuare a parlare.

- Veete sempe il male in tuffo.

Mi gratto la testa confusa.

- Mangia e zitto, non vedi che stai sputando nel pacco?

Inveisce Claudia.

Borbotta ma obbedisce.

Ragazzi, ma dove è andato Andrea?

Chiede Francesca all'improvviso.

Si alza di scatto, raccoglie i suoi lunghi capelli biondi in una coda alta, e si guarda intorno spaesata, si stropiccia gli occhi più volte, ancora chiusi a fessura per via del troppo tempo passato con il viso rivolto al sole.

- Ha detto che andava al bar.

Rispondo.

Sorride felice, agguanta un paio di occhiali da sole dalla sua borsa in paglia, posta accanto a lei, e si alza.

- Vado anche io, ho proprio bisogno di una cosa da bere.

Sorrido scuotendo il capo, come scusa, è proprio poco credibile.

Sgambetta tra i vari asciugamani, lamentandosi di tanto in tanto per la sabbia che scotta.

- Ci vediamo dopo allora.

La saluto con la mano e lei di rimando mi fa una linguaccia.

Sa essere così infantile alle volte, proprio come Matteo.

Sarà per questo che sono i miei migliori amici.

Ritorna, dopo nemmeno cinque minuti, con l'aria di una bambina che non ha ricevuto la bambola che voleva per Natale; ha il viso imbronciato, le braccia allacciate sotto il seno e tamburella un braccio con le dita laccate di smalto rosa.

- Che è successo? E la tua bibita?

- Non mi andava più

Claudia mi lancia un'occhiata, anche lei ha intuito che doveva essere successo qualcosa con Andrea.

- Almeno Andrea lo hai visto?

Chiede Matteo.

Mi giro per guardarlo torva; quando non si tratta di me, perde tutta la sua sensibilità.

- Si, era con una, non mi sembrava il caso di disturbarlo.

Bingo.

- Il solito Andrea, sempre con qualche ragazza alle calcagna.

Dice Mirko con un tono tra il divertito ed il fiero.

- Il solito stupido vorrai dire!

- Perchè ti scaldi tanto, Greta? E' il suo carattere, che ti frega?

Detesto Andrea, ci siamo sempre detestati. Fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati; il suo essere così arrogante, superficiale, spensierato, stronzo e maschilista, lo ha reso così irritante ai miei occhi. Non lo sopporto.

Anche oggi, nonostante facessimo entrambi parte della stessa comitiva, a malapena riuscivamo a rivolgerci la parola, se non per insultarci o provocarci.

E' il migliore amico di Mirko ed è per questo che ce lo siamo ritrovati tra i piedi.

- Non me ne frega nulla infatti, mi dà solo ai nervi il suo modo di fare quando sta con noi.

- Non sarà che infondo, infondo lui ti piace?

Mi provoca ancora.

Mi alzo di scatto come si mi avessero punta.

Matteo, al mio fianco, smette di ingozzarsi di patatine e mi fissa in attesa di una risposta.

- Lui? Quel cretino dotato di un solo neurone? Nemmeno se fosse l'ultimo uomo sulla faccia della terra.

Incrocio le braccia sotto il seno e metto su la mia miglior faccia schifata.

Che visione orrida.

- Che ne dite di una bella partita a carte?

Ci giriamo tutti verso Alessandro che ha parlato; si toglie gli occhiali da vista e lascia cadere il libro sulle sue gambe.

- Perchè no!

Risponde Claudia.

- Va bene, ma solo se rendiamo la partita interessante!

Conferma Mirko.

Alessandro annuisce, lasciando una veloce occhiata verso Francesca che è rimasta ancora nella stessa posizione di prima.

- Che ne dici, Frà?

Le chiede.

- Ok..

Capisco che le sue intenzioni erano quelle di deviare le menti di tutti da Andrea, probabilmente per Francesca, che sembrava davvero a terra.

Alessandro mi sorprende sempre di più.

-Giochiamo anche noi?

Chiedo a Matteo.

Ingoia quello che deve essere un grande boccone e annuisce con forza.

Ha le labbra tutte sporche di briciole ed olio, mi fa una grande tenerezza a volte, sembra un bambino.

- Andiamo allora!

Mi alzo e gli tendo la mano, lui la fissa, la prende e mi tira giù.

Il solito scemo.

 

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