About Arthur & Molly

di AceDPortogas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** About Trains, School and Other Stuff ***
Capitolo 2: *** About Muggles, Tournaments and New Knowledge ***
Capitolo 3: *** About Eudora, Jealuosy and Scarves ***
Capitolo 4: *** About Dating, Feelings and Families ***
Capitolo 5: *** About War, Rings and First Times ***
Capitolo 6: *** About Weddings and Other Surprises ***



Capitolo 1
*** About Trains, School and Other Stuff ***


Partecipante 1:  AceDPortogas
Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)
Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia
Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio
Avvertimenti: Missing Moment
Rating: Giallo
NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.
Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.
Titolo storia: About Arthur & Molly


About Trains, School and Other Stuff
 

Nel cielo azzurro di Londra il sole splendeva, facendo alzare la temperatura ben oltre la media stagionale; una bambina dai capelli rossi sorrideva mentre guardava in alto, con la mano sulla fronte per proteggersi dai raggi. Quel giorno sarebbe iniziata una nuova avventura, un’avventura che sarebbe durata sette anni e che avrebbe deciso il suo futuro ed il cuore le batteva all’impazzata al solo pensiero.
«Ehi, sorellina, sveglia!» l’undicenne si riscosse, disturbata dalle grida di due ragazzi identici dal naso piuttosto grande che le facevano cenni, agitando le braccia.
Molly si girò verso i giovani con aria interrogativa, quasi infastidita.
«Stiamo per partire, devi entrare!»
Con uno slancio, la ragazzina si protese verso la porta del treno, quello fischiò e cominciò a muoversi lentamente, ma non fu l’ultima a salire sulla locomotiva.
Un ragazzino piuttosto alto dai capelli rosso fuoco e con il viso completamente coperto di lentiggini, correva nella disperata speranza di riuscire a salire sul mezzo di trasporto.
Aveva le gambe lunghe ed i suoi passi lo portarono a raggiungere il vagone in fretta, afferrò la maniglia e con enorme sforzo si issò verso la porta un secondo prima che questa si chiudesse alle sue spalle, per poi cadere rumorosamente sopra Molly, rimasta immobile ad osservare la scena dell’inseguimento.
«Ehi, bello, neanche siamo a scuola e già ci provi con nostra sorella?»
Il ragazzino alzò lo sguardo con la faccia rossa quanto i suoi capelli. In piedi, davanti a lui, due gemelli sui tredici anni, lo guardavano minacciosi con le mani sui fianchi; uno di loro, impossibile dire quale tanto si somigliavano i due, batteva con insistenza il piede destro a terra con fare intimidatorio.
L’undicenne restò immobile per quelle che parvero ore, incapace di muoversi, finché Molly lo riportò alla realtà.
«Stanno scherzando, tranquillo!» disse mentre si spostava verso destra per liberarsi dal corpo ancora inerme del rosso.
«Sì, amico, era uno scherzo, nessuno dotato di un briciolo di amor proprio ci proverebbe mai con nostra sorella», i due sghignazzarono all’unisono, mentre Molly, di nuovo in piedi, sferrava un calcio allo stinco sinistro del fratello che aveva parlato.
«Ahia, Molly, dannazione!»
«Ben ti sta» rispose facendogli la linguaccia.
«Comunque io sono Fabian Prewett, e questo bruttone al mio fianco, che si fa picchiare dalle bambine, è mio fratello Gideon, e quella col carattere di un angioletto è la nostra sorellina Molly.»
«Pia- piacere, sono Arthur Weasley» si presentò il ragazzino, mentre si alzava aiutato da Fabian.
«Devi iniziare quest’anno, vero? Io e Gideon siamo al terzo anno e non hai una faccia conosciuta.»
Arthur si limitò ad annuire col capo.
«Mmm, un Weasley, eh? Credo ci sia stato un Weasley nella nostra famiglia… forse il marito della prozia Edna?» chiese Gideon con aria seria.
«Non ne sono sicuro, Gid, forse il marito della cugina Mathilda…» rispose Fabian.
«Abbiamo una cugina di nome Mathilda?» ribatté il fratello con aria scioccata.
«Ma sì, di terzo grado: la figlia del prozio Barnabas!»
«Lasciamoli stare, possono andare avanti per ore…» disse Molly, trascinando Arthur per il braccio verso un vagone libero.
«In che Casa sono i tuoi fratelli?» chiese tutto d’un fiato Arthur. Sembrava in imbarazzo, ma la ragazzina non ci fece caso e rispose prontamente.
«Grifondoro. Se il Cappello Parlante non mi smista anche a me lì, mi prenderanno in giro a vita. Tu in che Casa vorresti capitare?» chiese fissandolo dritto negli occhi azzurri.
Arthur sostenne lo sguardo per alcuni secondi, poi si concentrò sul paesaggio che scorreva velocissimo fuori dal finestrino.
«Mia madre vorrebbe Serpeverde» scoprendo Molly perplessa, si affrettò ad aggiungere «è una Black, sai… Mio padre invece non ha opinioni, per lui va bene qualsiasi cosa» fece spallucce l’undicenne.
«E tu dove vuoi essere smistato?»
«Grifondoro» disse di getto facendosi rosso, ipnotizzato dagli occhi nocciola della ragazzina che erano di nuovo fissi nei suoi.
«Allora forse saremo nella stessa Casa! Dobbiamo solo aspettare» Molly gli sorrise.
«Mi sta venendo un po’ fame, hai visto il carrello dei dolci, per caso?» chiese Molly dopo alcuni minuti di silenzio.
«Mmm, no. Vuoi un’Ape Frizzola?» domandò Arthur frugando tra le tasche, dalle quali ne uscì fuori una fotografia perfettamente immobile.
«Arthur, perché non si muovono?» Molly era sbalordita e raccolse l’istantanea da terra per mostrala all’amico.
«È babbana! L’ho raccolta quando sono stato a Londra pochi giorni fa, affascinante, vero? Io collezione cose babbane. A casa ho anche un accennino!» esclamò entusiasta il ragazzino.
«Cos’è un accennino?» Molly era visibilmente divertita dalla foga che il rosso mostrava per gli oggetti babbani.
«I Babbani lo utilizzano per accendere le cose!» esclamò senza fiato Arthur.
«Oh, molto ingegnoso da parte loro»
«Vero? Lo penso anch’io. E non è finita qui, hanno anche una scatola in cui guardano dentro le persone muoversi si chiama talev…»
Arthur fu bloccato a metà frase dall’entrata di un ragazzina dai capelli neri come il carbone, tagliati corti che gli arrivavano all’altezza delle orecchie.
«Ah, Molly, eccoti qui! Gideon ti cercava non so per cosa… blaterava di mutande viola» disse la nuova arrivata.
Molly scattò in piedi come una molla.
«Devo andare, Arthur, ci vediamo dopo, ok? Finiamo di parlare di aggeggi babbani: mi devi spiegare bene della scatola che si muove.»
Il ragazzino annuì sorridendo e rimase solo nel vagone ammirando il paesaggio fuori dal finestrino e mangiando di tanto in tanto un’Ape Frizzola.
Dopo quelle che per Arthur furono due ore infinite, finalmente andò ad indossare la divisa scolastica richiesta dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Perse di vista sia Molly sia i suoi fratelli; appena sceso dal treno fu investito da uno sciame di ragazzi, tutti con la stessa faccia, cercò più volte di intavolare un discorso con qualcuno di loro, ma senza successo.
Tutti i ragazzini del primo anno furono accolti dalla nuova professoressa di Trasfigurazione, la McGranitt: una strega dai capelli corvini e gli occhi verdi, con un cipiglio abbastanza severo, li scrutò uno ad uno e li fece entrare nella Sala Grande del castello in fila ordinata.
«Ora vi chiamerò in ordine alfabetico e il Cappello vi smisterà.»
Arthur riuscì finalmente ad individuare la testa fulva che spiccava tra le altre, ma era abbastanza lontana da lui, così si limitò ad attendere il proprio turno, pregando di finire in Grifondoro.
«Acton Tracy» urlò la professoressa.
Una figura minuta si avvicinò allo sgabello al centro della Sala e vi sedette sopra.
Proprio in quel momento Molly notò Arthur che si stagliava in tutta la sua altezza verso le ultime fila del gruppo, cercò di fargli un cenno, ma il ragazzino sembrava concentrato sullo Smistamento.
«Tassorosso!» annunciò il cappello.
«Dolohov Antonin» risuonò per la Sala.
Appena poggiato il Cappello sul capo dell’enorme undicenne dagli occhi piccoli e neri, quello gridò «Serpeverde».
Dopo alcuni Corvonero, un altro paio di Serpeverde e Tassorosso e pochi Grifondoro, tra cui un certo Dedalus Lux che aveva l’aria di essere un ragazzino davvero eccentrico, la professoressa chiamò il nome di Molly.
Gideon e Fabian dal tavolo Grifondoro cominciarono ad applaudire appena fatto il suo nome e continuarono per tutto il tempo dello Smistamento della sorella, sotto lo sguardo imbarazzato di Molly; Arthur osservava la scena col cuore in gola.
La ragazzina si sedette sullo sgabello con le ginocchia tremanti, sperava con tutta se stessa di capitare nella stessa Casa dei fratelli. Chiuse gli occhi e aspettò la decisione.
«Grifondoro!»
Il tavolo oro e rosso esplose in un’ovazione di gioia e i fratelli Prewett si alzano in piedi fischiando e battendo le mani fino a farsi male. La professoressa McGranitt, però, li azzittì quasi subito con un’espressione soddisfatta in volto.
«Randall Ennius» lo Smistamento continuò.
«Tassorosso!»
Toccò poi a Cora Robbins, Grifondoro e a Sharp Job, Serpeverde.
Il tempo passava e le mani di Arthur sudavano sempre più in attesa del suo turno, ormai erano rimasti davvero in pochi e il ragazzino poteva sentire il battito del proprio cuore farsi più veloce man mano che i minuti scorrevano.
«Weasley Arthur!»
Il rosso si fece avanti piano, con le guance imporporate d’imbarazzo: aveva tutti gli occhi puntati addosso, se li sentiva e in particolare sapeva che lei lo stava osservando.
«Mmm, vediamo un po’» cominciò il Cappello e ad Arthur venne quasi un infarto, ma finalmente il verdetto arrivò e la tavolata dei Grifondoro esplose di nuovo.
Arthur si alzò e si andò a sedere alla destra di Molly, sollevato.
La ragazzina gli sorrise appena lo vide avvicinarsi e gli butto le braccia al collo.
«Ce l’abbiamo fatta, Arthur!» gli sussurrò felice.
Arthur rimase spiazzato dal gesto, un profumo di fragole lo avvolse completamente, ricambiò l’abbraccio goffamente, assolutamente certo di essere arrossito fin sopra la punta delle orecchie, di nuovo.

I primi giorni ad Hogwarts furono piuttosto movimentati e per nulla facili. Arthur si ritrovò oberato di compiti già dal primo fine settimana e passò gran parte del sabato in Biblioteca: Trasfigurazione sembrava scritta in una lingua sconosciuta per il rosso; mentre era rimasto incantato dalla prima lezione da Difesa Contro le Arti Oscure e se la cavava anche in Incantesimi.
All’ora di cena l’undicenne, sfinito da Pozioni, chiuse finalmente i libri, promettendosi di chiedere l’indomani a Molly quelle cose ancora oscure nella sua mente.
Alla tavola dei Grifondoro in Sala Grande, Molly parlava fittamente con Phoebe, una ragazzina del primo anno della loro Casa; ad Arthur, Phoebe stava simpatica anche se parlava un po’ troppo per i suoi gusti e ogni tanto aveva delle uscite un po’ acide, specie in presenza dei ragazzi.
«Ciao, ragazze» si annunciò sedendosi vicino Molly.
La ragazzina era silenziosa, sembrava essere di cattivo umore e appena Arthur raggiunse il tavolo del Grifondoro si zittì all’istante.
«Tutto bene?» chiese curioso a Molly, sotto lo sguardo attento di Phoebe.
«Oggi hai studiato con Eudora?» quel tono non piaceva ad Arthur… aveva qualcosa di minaccioso.
«Chi?» chiese con cautela.
«Eudora Collins, alta bionda… ci condividiamo il dormitorio… mi avevi detto che avremmo dovuto studiare Pozioni insieme, ora sono indietro col programma!» disse tutto d’un fiato.
«Ma… ma… ecco, non abbiamo studiato insieme! Eravamo nei banchi vicini in Biblioteca e pensavo di finire Pozioni domani, oggi avevo capito aiutassi Phoebe con le selezioni per Quidditch».
Molly si sentì subito una stupida, stava facendo una scenata e non sapeva neanche il perché.
«Oddio, che sciocca! Mi ero dimentica di aver rimandato a domani!» cercò di rimediare come meglio poteva, gli sorrise con l’amaro in bocca. Doveva darsi una calmata… cos’era tutta quella agitazione per una stupida materia? Il programma era ancora esiguo e in un giorno avrebbe potuto recuperare tutto.
«Ci saranno anche Edwin e Alec con noi domani… anche loro non hanno capito nulla di Pozioni», Arthur lo aveva promesso loro, guardando le loro facce basite subito dopo la prima lezione di Pozioni: facce che somigliavano alla sua appena si parlava di calderoni e fiale.
«Ma insomma! Abbiamo fatto una sola lezione, siete così scemi da non capire neanche la differenza tra l’Aconitum Napellus e l’Aconitum Lycoctonum!» sentenziò Phoebe afferrando una patata arrosto con la forchetta.
Arthur divenne rosso fin sopra le orecchie.
«Ecco, veramente… poi il professore ci ha detto di scrivere tre pagine di pergamena sulle erbe di base delle Pozioni… e lì abbiamo dei dubbi… tutto qui».
«Arthur, non ti devi giustificare! Phoebe esagera sempre. Domani studieremo tutti insieme!» disse sorridendo, le stavano simpatici Edwin ed Alec, Grifondoro come lei, ma perché nel profondo la cosa le dava fastidio? Perché inconsciamente desiderava studiare sola con Arthur?
Scacciò immediatamente quei pensieri e si concentrò sul dessert affogando nel budino le sue preoccupazioni senza senso.
Con il passare del tempo le cose migliorarono per Molly e Arthur.
Arthur, con l’aiuto di Molly, riuscì a superare i suoi mille dubbi su Pozioni, anche se aveva bisogno del suo aiuto costantemente, ma per bilanciare la cosa, Molly chiedeva spesso delucidazioni ad Arthur per Difesa Contro le Arti Oscure.
Trasfigurazione fu un’impresa per entrambi, ma Phoebe era la migliore del corso e dopo vari brontolii e smorfie aiutava tutti più o meno volentieri.
A fine anno tutti avevano passato gli esami, grazie anche alle preghiere di Alec ed Edwin che, entrambi Nati Babbani, facevano questi riti prima di ogni esame in Sala Comune (Phoebe, Purosangue, rimaneva sconvolta ogni volta che li vedeva con le mani congiunte a occhi chiusi che invocavano non si sa quale divinità inventata).
Ad Arthur quel gruppo piaceva molto ed erano tutti abbastanza uniti.
Si lasciarono con la promessa di entrare nella squadra di Quidditch l’anno successivo (tutti tranne Molly, che definiva il Quidditch un gioco per ‘zucconi’), specie Phoebe che non era riuscita a diventare Portiere quell’anno e aveva giurato vendetta sul Capitano della squadra, accusandolo di nepotismo.
Molly salutò Alec, Edwin, Arthur e Phoebe e cercò tra la folla i due gemelli.
Individuò Gideon in un attimo, mentre era a due centimetri dal viso di una Corvonero, il fratello si accorse dello sguardo della ragazzina e subito la raggiunse.
«Era la tua ragazza quella?»
«Cosa? Chi?» rispose facendo il vago Gideon.
«Non fare il finto tonto!»
«No, non era la mia ragazza, contenta?»
«Sì, quella non è la tua ragazza, come dire che Molly non ha una cotta per Arthur!» urlò Fabian apparso alle loro spalle.
«Ma a me non piace Arthur!» gridò diventando rossa in viso.
«Eh, sorellina, quante cose hai da imparare sull’amore» sospirarono Gideon e Fabian, raggiungendo i genitori appena apparsi tra la folla.

 


Note S.Elric/Queila:
Siamo nel 1960, Arthur e Molly hanno 11 anni e frequentano il primo anno, mentre Gideon e Fabian ne hanno 13 e frequentano il terzo anno. Non abbiamo trovato notizie precise sulla nascita dei due gemelli, così abbiamo immaginato fossero più grandi, se così non dovesse essere prendetela come licenza poetica ^^.
Abbiamo aggiunto nomi noti nello Smistamento per donare credibilità alla storia. Era il primo anno di insegnamento della McGranitt, anche qui non abbiamo trovato notizie su quando in effetti avesse iniziato… così abbiamo pensato di inserire anche lei. Piccolo chiarimento sulle preghiere: mi sembra ovvio, ma specifichiamo per essere corrette. Per preghiere intendiamo insomma quelle che tutti gli studenti normali/Babbani fanno (chi non ne ha fatte?), Alec ed Edwin sono Nati Babbani e queste cose, abbiamo immaginato, le potessero fare ^^ e Phoebe, da brava Purosangue, non ne capisce molto.


Ehilà! Benvenuti ♥

Qui Queila e AceDPortogas che vi parlano! Questo primo capitolo introduce un po’ i nostri protagonisti, che ne pensate? Non credete che Arthur sia un dolciotto? E di Fabian e Gideon? Queila ha una cotta segreta per Gideon, quindi non siete cattivi con lui… (E anche AceDPortogas sotto sotto, quindi vedete di rigare dritto u.u)

Allora, bando alle ciance, questa è una storia un po' particolare, perché è stata scritta in comune accordo da AceDPortogas e da Queila, a turno secondo la tecnica del Round Robin (che consiste, sostanzialmente, nel scegliere un genere di storia, un fandom, personaggi etc e poi iniziare a scrivere un capitolo per scrittrice, a turno. La difficoltà in tutto questo è di riuscire ad amalgamare bene la storia, cosa che noi speriamo di aver fatto al meglio!)
Questo primo capitolo è stato scritto da Queila (che vi invito ad andare a trovare ~ AceDPortogas) mentre il prossimo capitolo è stato scritto da AceDPortogas.
Che dirvi, se non che speriamo che la storia vi piaccia?

Ora vi salutiamo, vi invitiamo a recensire (per favore, siate clementi, è il nostro primo esperimento in queste storie interattive^^) e vi mandiamo un bacione.
A presto,
Queila e AceDPortogas ☺

Questa storia partecipa al “Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.” Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.

 

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Capitolo 2
*** About Muggles, Tournaments and New Knowledge ***


Partecipante 1:  AceDPortogas
Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)
Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia
Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio
Avvertimenti: Missing Moment
Rating: Giallo
NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.
Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.
Titolo storia: About Arthur & Molly


About Muggles, Tournaments and New Knowledge

Molly e Arthur si sentirono spesso quell’estate, tanto che i loro genitori si lamentavano spesso e volentieri per il via vai dei gufi dei due nelle loro case, nonostante entrambe le famiglie fossero ampiamente abituate ad una “stranezza” del genere.
Arthur le raccontò di un viaggio fatto, insieme ai fratelli più grandi e al padre, in un parco lunatico babbano, luogo dove quest’ultimi erano soliti andare a divertirsi. Le raccontò delle montagne russe che, a discapito del nome, non assomigliavano per niente a delle montagne! Anzi, erano degli strani aggeggi di metallo, che a lui avevano ricordato un treno, dove bisognava sedersi e allacciare una specie di cintura di ferro, poi questa macchina sarebbe partita, prima lentamente poi sempre più velocemente, facendo degli strani percorsi.
“I Babbani sono fantastici! Sembrava di essere su una scopa!” aveva scritto il ragazzino, lanciandosi poi nella descrizione di una ruota panoremica, attrazione che, a suo dire, era stata molto meno divertente ma comunque interessante.
Molly, invece, gli raccontò di un viaggio fatto in Francia con la propria famiglia, dove aveva avuto modo di visitare i più importanti centri di interesse storico magico e gli raccontò delle prodezze dei due gemelli che, in territorio francese, si erano lanciati alla conquista di qualche ragazza, ottenendo però un bel due di picche.(1)
Ovviamente non mancarono neanche lettere da parte di Edwin, Alec e Phoebe, anche se quest’ultima era sempre un po’ restia a chiacchierare con il giovane Weasley e non perdeva mai occasione per ricordargli che, se non avesse finito tutti i suoi compiti entro settembre, lei non avrebbe mosso un dito per aiutarlo.

Settembre arrivò veloce e con lui anche l’inizio della scuola, i cinque ragazzi si ritrovarono presto sul treno, tutti insieme, a raccontarsi delle vacanze e delle splendide avventure che avevano vissuto in quei mesi. Phoebe si lanciò poi in un’animata discussione riguardante il Quidditch, affermando che quell’anno sarebbe entrata a far parte della squadra di Grifondoro a qualsiasi costo!
Arrivati ad Hogwarts ci fu la Cerimonia dello Smistamento, del quale unico fatto notabile fu lo smistamento di Bellatrix Black, lontana cugina di Molly e ancora più lontana cugina di Arthur, una strana ragazzina dagli scarmigliati capelli neri, occhi scavati e aspetto macabro ed inquietante.
Con il passare dei giorni, iniziarono a girare voci su questa strana ragazzina che, si diceva, amasse torturare le lucertole e i topolini che trovava in giro, con i metodi più disparati e crudeli, aveva poi una fobia quasi totale per i Nati Babbani ed era assolutamente convinta che essi, insieme ai Babbani, fossero minacciosi e tramassero nell’ombra per scardinare la società magica. Presto quelle voci vennero azzittite da un’indispettita Professoressa McGranitt e la ragazzina venne semplicemente considerata un po’ matta e venne isolata.
Presto arrivò la tanto agognata selezione per la squadra di Quidditch e i cinque amici, cui si era aggiunta anche Annabell Littleton, ragazzina del loro anno e compagna di dormitorio di Molly, si riunirono tutti esaltati, pronti ad entrare in squadra.
Violet McAlister, nuovo capitano della squadra dei Grifondoro e battitrice, era una corpulenta ragazza del quinto anno, un po’ scorbutica e molto severa, cui era stato affidato anche il compito di fare da Prefetto per la propria casata.
La giovane richiamò il silenzio attraverso un semplice incantesimo, prima di iniziare a parlare in modo forte e chiaro, permettendo a tutti di sentirla.
«Buongiorno, Grifondoro! Tutti quanti sappiamo perché siamo qui, quindi tagliamola corta: impegnatevi, rispettate le regole e siate i migliori e verrete presi nella squadra; disobbedite ai miei comandi e siete fuori!» esclamò, enfatizzando il concetto indicando le tribune con un gesto secco della mano.(2)
«Ora, ascoltatemi bene perché non mi ripeterò: verrete divisi in piccoli gruppi, ogni gruppo dovrà giocare contro di me, Joshua e i gemelli Prewett, chi ci colpirà maggiormente, sarà nella squadra» disse, indicando i componenti della vecchia squadra di Grifondoro: Joshua Taylor, anch’esso battitore e Fabian e Gideon Prewett, cacciatori, che molto probabilmente avrebbero avuto un posto assicurato anche quell’anno.
La selezione durò tre ore e, quando fu finita, la ragazza annunciò la composizione della nuova squadra: Joshua Taylor sarebbe stato il secondo Battitore, Fabian e Gideon Prewett, insieme al giovane Dedalus Lux, Cacciatori, Cora Rollins, Cercatrice e Ethan Wilson, ragazzo del quarto anno, Portiere.
Phoebe, Arthur e Bilius, fratello di quest’ultimo, rimasero parecchio delusi della loro esclusione dalla squadra ma, almeno per quanto riguarda i due ragazzi, si rassegnarono presto.(3)
Ottobre arrivò velocemente e, con esso, anche la prima partita: Grifondoro contro Tassorosso, vinta per duecentocinquanta a cento dai rosso-oro.
Tutto sommato il secondo anno si rivelò particolarmente noioso e, così, anche il terzo, durante il quale unica nota positiva fu il fatto che i due avevano preso a studiare materie più interessanti, quali Cura delle Creature Magiche e Divinazione, materie preferite dalla giovane Molly e Babbanologia, materia che il giovane Weasley non avrebbe perso per niente al mondo.(4)
Fu, invece, il quarto anno dei due Grifondoro ad aprirsi con una sorpresa totalmente inaspettata: quell’anno, dopo secoli dall’ultima edizione, sarebbe stato restaurato il Torneo Tre Maghi, al quale avrebbero potuto partecipare tutti gli studenti dal quinto anno in su.
Si diceva che l’ultima edizione, svoltasi nel 1805, ormai più di un secolo prima, fosse stata un totale fallimento perché gli studenti di Durmstrang e di Hogwarts avevano semi-distrutto Beauxbatons, scuola allora designata ad ospitare il torneo. Per questo motivo, nonostante quell’anno non vi fossero stati morti nel Torneo, la scuola francese ne aveva categoricamente escluso una nuova edizione.

Molly era entusiasta del Torneo, contagiata dai giovani fratelli, che già miravano a diventare i prossimi Campioni di Hogwarts, sfidandosi anche in lunghi duelli per designare quale tra i due fosse il più forte senza, tuttavia, riuscire mai a prevalere sull’altro.
Arthur, invece, era leggermente più restio nei confronti del Torneo: certo, gli sarebbe piaciuto raggiungere la “gloria, fama e ricchezza” che sembrava promettere a colui che avrebbe alzato quel splendido calice turchino al cielo, ma la paura di perdere le persone a lui care era sempre stata più forte della fama di gloria. Era sempre stato un ragazzo coraggioso, dietro la sua timidezza e il suo arrossire, si nascondeva un animo buono, gentile ed attaccato alla famiglia, ma allo stesso tempo era una persona che avrebbe fatto di tutto pur di proteggere coloro che amava, persino rischiare la vita, ma non riusciva proprio a concepire perché, per una semplice competizione, dei giovani maghi e streghe quali erano loro, avrebbero dovuto rischiare la vita così inutilmente.
Nonostante questi pareri contrastanti, i due erano seduti l’uno accanto all’altro, al tavolo della loro Casata, pronti ad accogliere i giovani aspiranti campioni.
Il Preside di Hogwarts, Albus Silente era un uomo di mezza età, con folti capelli castani, leggermente brizzolati e una lunga barba che gli arrivava fino a metà petto. Era un uomo veramente straordinario, era intelligente, coraggioso e furbo ed era stimato da chiunque l’avesse mai conosciuto.
L’uomo si alzò dal suo scranno e si avvicinò lentamente al leggio posto di fronte al tavolo dei professori, mentre accanto al posto a tavola riservato al Preside, apparivano due nuove sedie, antiche e riccamente intarsiate.
La Sala ammutolì, mentre si accingeva a cominciare ed il Preside sorrise nel notare quanto i suoi alunni pendessero letteralmente dalle sue labbra, in fermento per l’inizio di quel famoso Torneo.
«Buonasera, ragazzi miei, e scusate questo pover uomo se vi ha fatto attendere a lungo per quanto aspettavate con ansia!» iniziò, percorrendo con i suoi occhi cristallini l’immensa Sala, abbracciando con lo sguardo i propri studenti «Come vi avevamo anticipato, quest’anno si svolgerà il Torneo Tre Maghi e questa sera vi sarà la cerimonia d’apertura, ma prima di parlarvi del Torneo, permettetemi di accogliere i nostri importanti ospiti»
«Salutiamo con un caloroso applauso il Preside dell’Istituto Durmstrang, Vladislav Nielsen ed i suoi fieri allievi!» disse, mentre Apollyon Pringle, il vecchio e burbero custode della scuola, apriva il portone della Sala Grande con un colpo di bacchetta.
Una delegazione di una ventina di studenti fece il suo ingresso nella Sala, seguiti da un uomo anziano, dall’aspetto burbero e irascibile, con lunghi capelli corvini, leggermente brizzolati e pelle pallida, provata dal freddo del Nord.
I ragazzi si schierarono davanti al preside di Hogwarts e, mettendosi in riga, si misero sull’attenti, con le braccia lungo i fianchi, per poi inchinare appena il busto di fronte a Silente in segno di saluto e rispetto.
Nel frattempo, il loro Preside andò a salutare il collega, con una compostezza tale da essere inumana, stringendogli la mano con energia e vigore, accomodandosi poi sullo scranno posto alla sinistra del Preside, mentre i suoi allievi venivano posti al tavolo dei Serpeverde.
Il Preside rivolse un caldo sorriso a tutti loro, prima di annunciare nuovamente: «e ora accogliamo Madame Maxime, la Preside dell’Accademia femminile di Beauxbatons e le sue splendide allieve!».
Le porte vennero nuovamente aperte e una maestosa donna, alta più di due metri, entrò nella sala, seguita da una ventina di ragazze, vestite con sgargianti miniabiti beige, lunghi fino alle ginocchia e impreziositi da delle splendide stole in pelliccia bianca.(5)
Anch’esse si disposero di fronte al Preside e fecero un lieve inchino all’uomo, volgendosi poi alla Sala e salutando anch’essa, successivamente si diressero al tavolo dei Corvonero, accomodandosi accanto a loro.
Nel frattempo, la maestosa donna si era avvicinata al Preside e si era lasciata fare il baciamano dall’uomo, mentre tutta la sala aveva gli occhi puntati sulla sua bellezza: aveva lunghi capelli neri e lisci, raccolti in un’elaborata acconciatura sulla testa, che ne lasciava cadere solo qualcuno qua e là, era vestita in modo elegante e impeccabile, fasciata in un bel tubino rosso, che ne metteva in mostra il fisico longilineo, senza andare tuttavia nell’indecenza e rimanendo molto elegante.
Quando anche la donna si fu accomodata, il Preside prese nuovamente parola: «Ed ora che siamo tutti accomodati, permettetemi di spiegare brevemente in cosa consiste questa magnifica opportunità, prima che siamo tutti troppo stanchi dal banchetto.
«Il Torneo Tre Maghi, come tutti sappiamo, è una competizione che vede sfidarsi tre studenti scelti dalle tre scuole qui riunite per aggiudicarsi il titolo di “Campione”. A chiunque vinca questa sfida viene promessa eterna gloria ma, proprio per questo, tengo a ricordarvi che le prove a cui sarete sottoposti non saranno facili, dovrete affrontare le vostre più grandi paure in questo torneo e rischierete anche la vita.»
Mentre il Preside parlava veniva portato un immenso calice in pietra alle sue spalle, in modo che fosse ben visibile da tutti.
«Per questo motivo noi Presidi vogliamo che ci pensiate bene prima di decidere di iscrivervi, perché una volta gettato il vostro nome nel Calice di Fuoco, posto alle mie spalle, non potrete tornare indietro.»
Lasciò un po’ di tempo alla Sala per assimilare le proprie parole poi sorrise e aggiunse: «Tra una settimana verranno scelti i campioni. Ed ora… Buon appetito, ragazzi miei!» a quelle parole, le pietanze comparvero in gran quantità sui tavoli. E, mentre l’uomo tornava al proprio posto, i commensali presero a mangiare e a discutere animatamente su quanto detto dal Preside.

Esattamente una settimana dopo, la Sala era nuovamente gremita e trepidante, i tavoli erano scomparsi e, al loro posto, erano comparse delle lunghe panche, disposte lungo le pareti, mentre al centro della Sala era posto il Calice di Fuoco.
I professori erano tutti al proprio posto, mentre il Preside si accingeva ad estrarre i nomi dei tre campioni che si sarebbero sfidati e tutti, dal primo all’ultimo studente, attendeva con ansia quel momento.
«Buonasera, ragazzi miei, è con grande piacere che sono qui ad annunciarvi i nostri campioni!» si avvicinò lentamente al Calice, la cui fiamma prese a mutare colore, “sputando” poi un fiore rosso, che volò tra le mani del mago.
«La campionessa di Beauxbatons è Amaryllis Roux» gli studenti esultarono mentre una bella ragazza del quinto anno – sotto l’invidia delle compagne – si alzava e si avvicinava al Preside: aveva dei corti e ricci capelli neri, occhi azzurri, fisico asciutto e un’eleganza immane, tanto che parecchi ragazzi di Hogwarts le sbavavano – letteralmente – dietro.
La ragazza venne condotta nella Sala dei Trofei, dove avrebbe atteso gli sfidanti, mentre il Preside si accingeva ad estrarre il secondo nome.
«Il campione di Durmstrang è Andrey Novikov!» un giovane ragazzo, sì e no del settimo anno, si avvicinò al Preside con passo deciso e rigido, mantenendo in viso un leggero sorriso di compiacimento.
«Ma quelli di Durmstrang che problemi hanno?» sussurrò Gideon ai compagni lì accanto.
«Si sono mangiati una scopa, Gid!» gli rispose il fratello, scatenando le risate dei compagni, fortunatamente prontamente attutite.
Nel frattempo il Calice aveva nuovamente virato di colore e, in un attimo, ne fuoriuscì l’ultimo nome. I due gemelli si guardarono in faccia, eccitati, mentre tutta la Sala tratteneva il fiato in trepidante attesa.
«La campionessa di Hogwarts è Alexandra Prince» i Serpeverde esultarono, mentre il capitano della loro squadra di Quidditch si alzava, sorridente, andando a raggiungere il preside.
I tre presidi si congedarono anch’essi e gli studenti vennero lasciati liberi, in attesa che scattasse il coprifuoco, di fare ciò che volevano.
Le Case di Hogwarts, esclusa ovviamente Serpeverde, non furono particolarmente contente della scelta del Calice e con esse anche i due gemelli Prewett, che desideravano veramente partecipare tuttavia, per loro, ogni scusa era buona per far festa, perciò coinvolsero tutta la Sala Comune dei Grifondoro in una festa che durò tutta la notte o, almeno, fino a che la McGranitt non se ne accorse e non decise di togliere cento punti alla sua Casa, mettendola anche in punizione.

Nei mesi successivi strane voci iniziarono a girare: si diceva che alcuni studenti stessero organizzando una sorta di “organizzazione” clandestina che inneggiava alla violenza e all’odio nei confronti dei Babbani e dei Nati Babbani. Essi, capitanati da alcuni ragazzi di Durmstrang e composti principalmente dagli studenti della suddetta scuola e da Serpeverde – non mancavano tuttavia esponenti delle altre Case –, credevano che gli unici maghi degni di essere chiamati tali fossero i cosiddetti “purosangue”, persone di discendenza magica, mentre pensavano che tutti gli altri fossero solo feccia.
Durmstrang era famosa per la capacità di forgiare il carattere, la durezza del clima e dei professori, ma nessuno, che non ne fosse studente, era in grado di comprendere fino a che punto lo fosse.
Il Preside imponeva ai propri studenti lo studio delle Arti Oscure, costringendoli ad utilizzare i propri compagni come cavie e sottoponendoli a duri e rigidi allenamenti per migliorarne la forza fisica e mentale, non tralasciando torture di ogni sorta. Tutto ciò veniva fatto per poter capire chi, tra quei giovani, fossero i più determinati, spietati e promettenti maghi e, una volta individuati, questi sarebbero entrati a far parte del suo gruppo di fedelissimi, pochi e – a suo dire – fortunati ragazzi che avrebbero avuto l’opportunità di crescere e diventare potenti, per poi servire il nascente Lord Voldemort, conosciuto ai più come Tom Riddle.(6)
Strani incidenti ed attentati vennero commessi ai danni dei Nati Babbani, scritte inneggianti l’odio verso di essi iniziarono a comparire in ogni dove, senza mai riuscire a trovare i responsabili e la situazione andava lentamente degenerando nel caos, tanto che i Presidi di Hogwarts e Beauxbatons avevano pensato di sospendere il Torneo, dissuasi tuttavia dal terzo Preside, senza comprendere che lui fosse uno dei responsabili degli attacchi.
Tra gli studenti questa strana organizzazione iniziava a diventare famosa, coadiuvati dalla nuova edizione della “Gazzetta di Hogwarts”, fondata, scritta e divulgata da una Corvonero del terzo anno, Rita Skeeter. Ma, nonostante questo giornale fosse spesso finito tra le mani dei professori, nessuno di questi sembrava credere a quanto scritto, vista la pessima fama della ragazzina di raccontare frottole, coadiuvati anche dalle numerose pagine dedicate interamente al gossip.
E così, all’alba di dicembre, i professori non erano riusciti ancora a cavare un ragno dal buco e, a peggiorare la situazione già di per sé preoccupante, si aggiungeva anche l’imminente Ballo del Ceppo, tradizione propria del Torneo, che avrebbe visto scendere in pista centinaia di ragazzi in preda ad una crisi ormonale, costringendo i professori ad aumentare notevolmente le già strette misure di sicurezza adottate.
Molly era entusiasta di partecipare al Ballo del Ceppo e aveva già selezionato il vestito adatto, decidendo anche l’acconciatura che avrebbe fatto e gli accessori; l’unica cosa che le mancava, come i fratelli non smettevano di ricordarle, era un accompagnatore.
«Vedrai sorellina che troverai un ragazzo» le aveva detto Gideon una sera, sorridendole.
«Sai, Lolly Molly, dicono che Pringle sia ancora disponibile!» aggiunse il fratello, ridendo. La ragazza per tutta risposta gli tirò un sonoro scappellotto, ma prima che potesse dire qualcosa, il gemello affermò: «Ma no, Fabie, cosa vai a pensare! Non andrà di certo con Pringle! Deve solo aspettare che il suo fidanzatino la inviti» disse con fare teatrale.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, sapendo dove volesse andare a parare il fratello e sbuffò, mentre il gemello di questo continuava: «Hai proprio ragione Gid, quando ha intenzione di invitarti il tuo caro Arthurino?».
«Si chiama Arthur!» sibilò la ragazza, infastidita «e non è il mio fidanzato!».
«Certo, certo, sorellina… Convinta tu!» le rispose Gideon «A quando le nozze?» chiese.
«Idiota!» mormorò la ragazzina, sottovoce, prima di alzarsi e dire: «Io vado a dormire, vedete di non combinare disastri voi due!».
«Noi?!» chiesero i due all’unisono «per chi ci hai preso, sorellina?»
«Per Gideon e Fabian Prewett, i miei fratelli» rispose lei, con un mezzo sorriso, avviandosi al proprio dormitorio «Buonanotte, ragazzi!»
«Notte, Lolly Molly!» risposero i due ridendo.

La ragazza entrò nel proprio dormitorio e si guardò intorno: Phoebe, Eudora e Annabell non erano ancora rientrate, perciò decise di concedersi un lungo bagno rilassante, prima di mettersi a letto.
Entrò nella vasca e, lasciandosi scivolare appena al di sotto della superficie dell’acqua, si mise a pensare a quanto detto dai due fratelli, constatando che non avessero proprio tutti i torti: le sarebbe piaciuto andare con il ragazzo al Ballo e, si disse, se lui non l’avesse invitata, l’avrebbe fatto lei già il giorno dopo!
I suoi sogni di gloria vennero però distrutti da un fulmine dai capelli biondi che, quasi investendola mentre stava andando a letto, le disse con voce euforica «Arthur mi ha invitata al Ballo!», il primo pensiero della giovane Grifondoro fu quello di ucciderla seduta stante, ma pensandoci bene si disse che passare la vita ad Azkaban non era molto produttivo, così guardò sorridente l’amica mentre le raccontava come il ragazzo l’avesse invitata e, quando Eudora le chiese con chi sarebbe andata lei al ballo, rispose il primo nome che le venne in mente: «Dedalus Lux».
Quando le raccontò tutto, Phoebe si disse pronta ad aiutarla ad uccidere la loro compagna, ma la ragazza la fece desistere dai suoi intenti. Non riuscì, tuttavia, a trattenerla dal lanciare una fattura al povero Arthur, ignaro del vero motivo della furia della Banshee.
In quel periodo, Molly ebbe la premura di evitare il giovane, cosa resa molto ardua dal fatto che frequentassero le stesse lezioni e fossero compagni di banco, ma con ottimi risultati.
La sera del Ballo, la rossa si preparò con cura: sistemò i propri capelli ribelli in un’elegante crocchia, indossò il proprio vestito - un abito rosso scuro, con scollo a cuore, impreziosito da un prezioso ricamo sul corpetto e sui fianchi ed ampia gonna a balze, insieme a delle scarpe con un leggero tacco - e ornò la propria figura con pochi ed eleganti accessori: un fermaglio in pietre preziose nei capelli, abbinato ad un bel braccialetto ed una collana.
Scese in Sala Grande insieme a Phoebe e si diresse alla ricerca del proprio cavaliere, Dedalus (che aveva invitato dopo la chiacchierata con la bionda) l’aspettava con aria svogliata appena accanto la soglia della Sala, indossava un eccentrico abito blu, con papillon e ricami gialli. I due entrarono e si accomodarono al proprio tavolo, dove – purtroppo per lei – si sedettero anche una raggiante Eudora e un silenzioso e agitato Arthur e, dopo un’abbondante cena e l’apertura delle danze da parte dei tre campioni, i due si congedarono, sparendo tra la folla.
Molly sbuffò e, poggiando le braccia sul tavolo, incrociò le mani tra di loro e vi poggiò sopra il mento, ascoltando con aria svogliata le chiacchiere di Dedalus e le imprecazioni della giovane Phoebe, che meditava di sabotare la loro compagna, sotto lo sguardo divertito di Edwin, il suo cavaliere (e segreto sostenitore della coppia Molly/Arthur).
Ad un certo punto il ragazzo, probabilmente conscio di star annoiando la propria dama, decise di chiederle di ballare, sotto lo sguardo stupito degli altri tre commensali. La rossa sorrise, lusingata da questa improvvisa premura nei suoi confronti e si lasciò condurre sulla pista da ballo dal coetaneo.
Ballarono a lungo, fino a che non videro una piangente Eudora correre fuori dalla Sala, diretta chissà dove: aveva il vestito bruciacchiato e annerito in più punti ed i capelli completamente in disordine «Penso che Phoebe si sia vendicata realmente» disse a bassa voce il compagno e la ragazza annuì, non potendo trattenere un sorriso.
La serata passò velocemente e Molly e Dedalus scoprirono di avere in comune più di quanto avessero mai pensato così, una volta tornati al castello dalle vacanze natalizie, iniziarono a frequentarsi finché, un giorno, lui non la baciò, scatenando la gelosia nel giovane Weasley.
I due si misero insieme e la loro relazione durò fino alla fine dell’anno scolastico quando, dopo un violento litigio, si lasciarono, decidendo di comune accordo fosse meglio rimanere amici.
Il Torneo nel frattempo passava liscio, nonostante i continui attacchi dei futuri “Mangiamorte”, e si concluse con la vittoria schiacciante del giovane Andrey, sotto lo sguardo fiero del proprio Preside.
Numerose amicizie si erano formate quell’anno: Molly aveva conosciuto una giovane di Beauxbatons, Apolline Bourgeois – futura signora Delacour – con la quale tenne i contatti per un annetto, prima di perderli per i troppi impegni; Arthur aveva fatto amicizia con un giovane di Durmstrang, Marko Dahl, morto in circostanze mai chiarite nell’estate successiva, numerosi studenti di Hogwarts e di Beauxbatons erano diventati pupilli del Preside di Durmstrang, tra i quali spiccavano Bellatrix Black che, nonostante la giovane età, era considerata la più promettente del gruppo; Augustus Rookwood e Igor Karkaroff, studenti del settimo anno, conosciuti per la bravura nei duelli e per la spietatezza.(8)

 
NdAceDPortogas:
1. A mio parere, Molly potrebbe provenire da una famiglia abbastanza agiata (non ricca come i Malfoy, ma abbastanza abbiente) e questo potrebbe far sì che si creino contrasti tra i due giovani ed i genitori di lei.
2. Per creare il carattere di Violet ho pensato ad un incrocio tra i caratteri di Hermione Granger (per quanto riguarda la sua parte studiosa, riflessiva e ligia alle regole), Oliver Baston (per quanto riguarda la sua mania per il Quidditch) e Dolores Umbridge (per il rispetto ferreo delle regole).
3. I componenti della squadra sono stati estratti totalmente a caso, mentre i due gemelli Prewett sono voluti nella loro posizione di cacciatori, dal momento che metterli come battitori mi pareva scontato, essendo gli zii di Fred e George, tuttavia ho voluto renderli giocatori di Quidditch perché io li immagino come dei ragazzi molto sportivi e amanti del Quidditch, in particolare (come quasi tutti i maghi).
Per quanto riguarda Bilius Weasley, Arthur dovrebbe avere almeno un fratello e, visto che il secondo nome di Ron è Bilius, ho pensato fosse probabilmente il nome del fratello del padre.
4. Ovviamente le materie preferite sono inventate ma, per quanto riguarda Molly, mi piace pensare che Charlie abbia preso dalla madre nella sua passione per i draghi e, per quanto riguarda la Divinazione, l’ho attribuito al fatto che anche da adulta tenda a credere facilmente a ciò che legge (basta ricordare gli articoli di Rita Skeeter) e la immagino come un’inguaribile romantica che potrebbe benissimo appassionarsi di una materia che le permette di predire il suo futuro.
5. Ovviamente so che le divise di Beauxbatons dovrebbero essere azzurre, ma ho pensato che, come spesso dimostrato, le ragazze di questa scuola sono un po’ vanitose e superbe perciò mi pare possibile che periodicamente la divisa cambiasse, per seguire le mode (se si considera anche il fatto che Parigi è una delle capitali della moda mondiale).
6. L’idea del Torneo Tre Maghi serve proprio per creare questa organizzazione e per “inizializzare” i futuri Mangiamorte alla conoscenza delle ideologie di Voldemort (perché, francamente, non me lo vedo al nascere della sua “carriera” a fare propaganda per raccogliere seguaci).
7. Come detto sopra, a mio avviso Molly proviene da una famiglia abbastanza benestante e quindi può permettersi vestiti del genere.
Link del vestito: http://image.nanopress.it/donna/fotogallery/979X0/154627/abito-da-sposa-rosso-con-corpetto-ricamato.jpg
8. Il cognome di Apolline Delacour è inventato, dal momento che non ho trovato fonti sul suo vero nome, per quanto riguarda Igor Karkaroff e Augustus Rookwood, non si sa che età abbiano, pertanto ho deciso di inserirli come studenti del settimo anno (ovviamente Igor frequentava Durmstrang).

Ehilà! Ciao a tutti!

Vi ricordate di noi? Speriamo di sì...

Allora, che dirvi di questo capitolo? Se non che AceDPortogas ha scritto delle note chilometriche e per questo vi chiede perdono? Beh, innanzitutto si può dire che sia ricco di dettagli e che AceDPortogas ha potuto introdurre numerosi elementi che le piacerebbe sviluppare nei prossimi capitoli e che permetteranno ad entrambe di creare una storia avvincente e molto molto particolare!

Poi beh, possiamo solo sperare che, fin qui, la storia vi sia piaciuta e che vogliate leggere il prossimo capitolo, scritto da Queila, che AceDPortogas vi invita nuovamente ad andare a trovare.

Vorremmo inoltre ringraziare FloxWeasley per averla recensita (perdonaci per il ritardo nella risposta T.T) e averla messa nelle seguite, Pussapapussa, Rosalie CK Muto e SweetLady98 per averla messa nelle seguite e _gaiuccia_ per averla messa tra le ricordate. 

Ora vi salutiamo, vi invitiamo a recensire e vi mandiamo un bacione.

A presto,
AceDPortogas e Queila ♥

Questa storia partecipa al “Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.” Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.

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Capitolo 3
*** About Eudora, Jealuosy and Scarves ***


Partecipante 1:  AceDPortogas
Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)
Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia
Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio
Avvertimenti: Missing Moment
Rating: Giallo
NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.
Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.
Titolo storia: About Arthur & Molly

About Eudora, Jealuosy and Scarves
 
L’estate tra il quarto e quinto anno fu strana e piuttosto infelice tanto per Molly quanto per Arthur. La ragazza era piuttosto afflitta dalla rottura con Dedalus che, seppur presa di comune accordo, l’aveva cambiata e resa più consapevole del suo corpo e dei suoi sentimenti. In lei andava crescendo una battaglia tra cuore e cervello. Nei momenti d’intimità con Lux, che non erano mai andati oltre il baciarsi, spesso le era capitato di immaginare un’altra persona stretta tra le sue braccia e quando si erano lasciati, aveva più volte fantasticato su come sarebbe stato avere una relazione non di semplice amicizia con codesta persona. Quando le prendevano questi momenti, si rifugiava in una coppa di gelato e per questo era ingrassata quasi cinque kili, cosa che Gideon e Fabian non mancavano di ripeterle gentilmente ogni giorno.
Si sentiva spessissimo con Phoebe, i cui problemi, invece, riguardavano il Quidditch e l’entrare finalmente nella squadra Grifondoro, cosa cui aspirava da ben quattro anni; mentre le lettere con Arthur scarseggiavano, tanto che il loro numero si aggirava intorno allo zero.
Il ragazzo aveva fatto avanti e indietro tutta l’estate tra il San Mungo e casa perché il fratello maggiore aveva contratto il Vaiolo di Drago e lì aveva incontrato spesso Eudora Collins, il cui nonno era stato punto dalle spine di una misteriosa pianta velenosa Amazzonica. Da dopo il Ballo del Ceppo non si erano quasi mai parlati: Arthur era impegnato a controllare i suoi attacchi d’ira sempre più frequenti nell’ultimo periodo del quarto anno, ora tenuti sotto controllo, per pensare alle ragazze, ma ora che era tornato il ragazzo placito di sempre, notava con piacere che Eudora era proprio una bellezza: alta, bionda e dagli occhi verde-azzurro.
Nei pomeriggi passati al San Mungo, Arthur si scoprì interessato a tutto quello che la ragazza gli raccontava anche se lei non gli prestava molta attenzione quando lui, preso da parlantina irrefrenabile, commentava qualche aggeggio babbano. In quei momenti pensava sempre a Molly: sembrava essere l’unica interessata ai suoi deliri sugli accennini e sulle televirioni, e una piccola scossa di rabbia lo scuoteva, placata immediatamente dal ricordo del dolce sorriso della rossa.
Con un po’ di buona volontà, Molly riuscì a rimettersi in forma per il primo settembre, anche se il gelato la chiamava ogni volta che un ciuffo rosso faceva capolino nei suoi pensieri.
«Ti sei fatta bella per lui?» la canzonò Gideon appena arrivati alla stazione di King’s Cross.
«Lui chi?» fece spallucce Molly, superando il fratello.
«Lo sai di chi parlo» ribadì Gideon affiancandosi di nuovo alla piccola di famiglia.
«No, invece…»
«Sì, parlo di quello che sta flirtando con Eudora Collins a tre metri da te…» indicò il ragazzo dei capelli rossicci.
Molly si voltò di scatto e vide la scena più pietosa della sua vita: Eudora che dava un buffetto sulla spalla ad Arthur, rosso come un peperone, mentre sghignazzava come solo un’oca può fare.
«Ci dispiace, sorellina, davvero» questa volta fu Fabian a parlare con fare dispiaciuto e sincero.
«Vuoi che lo andiamo a picchiare?»
«Non ce n’è bisogno» disse Molly mentre la gola le si serrava, con il respiro mozzato dallo shock.
«Guarda che gli facciamo togliere gli occhiali prima!» Molly non capì chi dei due gemelli parlò; a quel punto chiuse gli occhi, il cuore e i pensieri e si fiondò sul muro tra il binario nove e dieci, salì sul treno e si rinchiuse al bagno esprimendo la sua rabbia in lacrime e desiderando con tutta se stessa un cucchiaino e una coppa di gelato.
Non sapeva cosa si sarebbe aspettata dal quinto anno, ma aveva passato l’estate a fantasticare su un rapporto che non sarebbe mai nato, ora ne era consapevole. A lui piacevano le bionde, non le rosse, a lui piacevano le alte e non le ragazze bassine, a lui piacevano stupide e oche, a lui, semplicemente, non piaceva Molly e Molly, da quel giorno, decise che non le sarebbe più piaciuto Arthur.
Arthur diede il suo primo bacio il primo settembre del quinto anno. Fu un bacio leggero e veloce: Eudora lo attirò a sé proprio quando la squadra di Quidditch dei Corvonero sfrecciò loro accanto. Il rosso ebbe l’impressione che quel bacio fosse quasi sbagliato, anche se una vera ragione per quel pensiero non c’era (la scoprì solo due anni dopo, in una giornata uggiosa di gennaio).
I voti del quinto anno di Molly subirono un’impennata notevole, già brava in quasi tutte le materie, quell’anno risultò la migliore in tutti i corsi e prese tutti i G.U.F.O. con la valutazione più alta. Passò tutti i weekend e la pause possibili in biblioteca a studiare, evitando scrupolosamente ogni contatto umano, specie con una certa persona e la sua ragazza bionda. L’unico svago che si concedeva erano le partite di Quidditch dei Grifondoro, non che le piacessero, ma Phoebe era finalmente entrata in squadra e minacciava di schiantarla se non avesse assistito ad ogni competizione e Molly non desiderava finire in infermeria.
Fu l’ultimo anno di Gideon e Fabian. Molly non seppe mai i loro punteggi del M.A.G.O, ma assistette alla sfuriata della madre quando ricevettero le loro lettere coi voti, prima di essere cacciata fuori dalla stanza dai due fratelli.
Per Arthur il quinto anno fu piuttosto duro. I suoi voti precipitarono. Ebbe buoni risultati in Difesa e Babbanologia, ma il resto rasentava la decenza, se non fosse stato per l’aiuto di Edwin e Alec, sarebbe stato bocciato in tutti i G.U.F.O.; Molly non gli parlava, o meglio, Molly non parlava con nessuno eccetto che con Phoebe e qualche battuta con Dedalus. Arthur diede la colpa agli ormoni e all’adolescenza, anche se ci rimase piuttosto male non essere più considerato di punto in bianco da quella che lui considerava la sua migliore amica. Con Eudora le cose erano stabili, lei lo trascinava sempre in posti pieni zeppi di persone durante le loro gite ad Hogsmeade, e insisteva per vedere tutte le partite di Quidditch, tifando più per i Corvonero che per i Grifondoro a detta di Arthur, cosa che la ragazza smentiva vivamente ogni volta.
L’ultimo giorno dell’anno scolastico, Arthur, mano nella mano con Eudora, salutò Molly promettendole di scriverle quell’estate, ricevendo in risposta un piccolo cenno con il capo.
«Tanto a lei piace Dominick Rizzle, il capitano della squadra di Quidditch dei Corvonero, sta con lui solo per farlo ingelosire» disse distrattamente Phoebe a Molly, quando la coppia si allontanò.
«Per quando mi riguarda le potrebbe piacere anche Albus Silente, a me non frega nulla» ma un sorriso quasi sadico spuntò sul viso della rossa.
Quell’estate Arthur scrisse a Molly un paio di volte, senza, però ottenere risposta. Si era lasciato con Eudora e la prima persona a cui lo comunicò fu proprio la rossa, seguita da Edwin e Alec. Lo aveva mollato lei con una lettera, ma ad Arthur importava poco e nulla, anzi non si dispiacque quasi per niente, si sentì sollevato da un peso. Nell’ultimo periodo gli era mancata Molly più che mai.
Aveva viaggiato su un treno babbano quell’estate, frequentato da veri Babbani, glielo aveva scritto nella seconda missiva all’amica appena tornato, ma alla rossa non sembrava interessare e quel silenzio lo straziava, gli faceva male più di mille lettere d’addio di Eudora. Un’altra cosa che lo fece preoccupare fu un episodio alquanto strano che Alec gli scrisse in lettera. Secondo l’amico, a Diagon Alley e nella vicina Notturn Alley, si aggiravano strane figure con maschere nere: Alec li aveva visti con i propri occhi mentre si attardava prima di tornare a casa. E uno di loro lo avrebbe additato come “Mezzosangue” dietro gli sghignazzi degli altri mascherati. Arthur era abbastanza preoccupato della questione perché, in effetti, al San Mungo aveva sentito strane voci su maghi Schiantati senza alcun motivo apparente e su Babbani trovati senza memoria che vagavano per Londra. Aveva scritto anche di questo a Molly, ma ovviamente il suo parere a riguardo non lo seppe.
Molly aveva letto le lettere in Arthur molte volte, forse troppe volte per potersi definire disinteressata al ragazzo, come vantava di essere da mesi, ingannando solo se stessa. Era saltata dalla gioia alla prima: quella bionda si era tolta di mezzo, non che a lei importasse più di tanto, ma la sua influenza su Arthur era cattiva: infatti il ragazzo era calato in tutte le materie. Si preoccupò molto della seconda lettera (la parte riguardante Alec) e lo disse ai fratelli i quali promisero di tenere orecchie e bacchette all’erta per ogni evenienza. Fu indecisa per giorni se rispondergli o meno, abbozzò anche un paio di lettere, ma nulla che la soddisfacesse. Alla fine passò una settimana e ci rinunciò del tutto: sarebbe stato da sciocchi rispondere sette giorni dopo. Si sentì in colpa per tutti gli ultimi giorni di vacanza e il suo cuore non la smetteva di palpitare ad ogni nuovo arrivato, nella speranza, chissà per quale ragione, che fosse Arthur a farle visita perdonandola per quella sciocca mancanza.
Non parlò con Arthur fino al secondo giorno di inizio lezione, la professoressa McGranitt stava spiegando un complicatissimo incantesimo per trasfigurare un tavolo in un cane.
«Ti senti meglio?» chiese lei senza guardandolo negli occhi, ma realmente preoccupata della sua fuga dal tavolo Grifondoro avvenuta due sere prima.
«Sì, grazie… ho esagerato con il pudding, ho bevuto una pozione disgustosa per far riprendere il mio stomaco, ma ora tutto ok. Grazie»
«So quanto ti piace» rispose alzando lo sguardo con naturalezza e arrossendo mentre posava gli occhi in quelli di Arthur che la scrutavano.
«Tu stai bene?» chiese lui gentilmente, sorridendole.
«Sì, grazie.»
«Ti ho scritto… e bhe… ecco…»
«Weasley, Prewett, silenzio!» la professoressa McGranitt li interruppe infuriata, mettendo fine a quella conversazione mai più portata a termine.
Il resto dell’anno filò liscio, senza tornei o nuovi fidanzati per entrambi. Il cuore di Molly sussultava ad ogni respiro di Arthur, facendo capire alla ragazza che non lo aveva dimenticato né sarebbe stato così facile come avrebbe voluto.
Cominciarono ad avvenire fatti sempre più strani e a sparire Babbani in modo misterioso. Il primo fu il caso di un gelataio della periferia nord di Londra che, chiuso il negozio, non ritornò mai a casa. I Babbani diedero la colpa alla crisi di mezza età, ma tra i maghi giravano strane voci e Molly e Arthur notarono che Silente si assentava sempre più spesso dal castello; per questo mantennero contatti via gufo con i gemelli per aggiornamenti costanti.
Arthur migliorò in molte materie, grazie all’aiuto dell’amica ritrovata e capì a poco a poco che l’amicizia non gli bastava più.
Lo comprese un giorno di fine giugno quando si stavano preparando per gli esami di fine sesto anno.
Molly stava ripassando con Phoebe sulle sponde del lago nero e si mordicchiava il labbro, concentrata sulla pozione da imparare: Arthur la trovò adorabile, diventò rosso come un peperone e l’aria divenne secca, bollente. Si alzò e tornò al suo dormitorio dove si confessò con Edwin ed Alec.
«Amico, era ora che te ne accorgessi» fu l’unico commento dei due, lasciando Arthur non po’ spiazzato e pieno di dubbi.
Passarono gli esami ed entrò l’estate, e il rosso era sempre più intenzionato ad ammettere i suoi sentimenti con la diretta interessata, ma al sol pensiero gli si drizzavano i capelli e le gambe gli tremavano senza freno: non ce l’avrebbe mai fatta, ne era fermamente convinto.
Quell’estate fu particolarmente calda, ma per Molly fu oltremodo soffocante.
Attendeva con trepidazione le lettere dell’amico, dietro continue prese in giro dei fratelli.
Frasi come ‘No, niente aggiornamenti da Arthurino, ci dispiace’ o ‘Molly, oggi il tuo ragazzo non si è fatto sentire… non è che ha un’altra?’ erano all’ordine del giorno e puntualmente Molly urlava come un’aquila contro Gideon e Fabian e andava a rifugiarsi in camera sua, sospirando al pensiero di rivederlo e contando i giorni per l’inizio delle lezioni.
Quando arrivò settembre Arthur era un fascio di nervi: appena vide Molly salutarlo sul treno, ebbe una gran fifa, tanto da scappare in bagno per la vergogna.
Dopo averla raggiunta nello scompartimento, si sentì le guance andare a fuoco.
Le sedeva vicino con le gambe che si sfioravano e quel contatto gli fece abbassare gli occhi per la vergogna: si sentiva in fiamme dalla testa ai piedi.
«Passata una buona estate, Arthur?» chiese Phoebe ridendo sotto i baffi.
«Sì, grazie… tu?» rispose il ragazzo incapace di alzare lo sguardo.
«Bene, sì, bene… meglio di quella di Molly comunque…»
«Perché?»
«L’ansia la divorava…» disse ammiccando verso l’amica.
Molly le diede un calcio all’altezza della caviglia «Ma che dici, Phoebe?»
«Hai paura degli esami, non dovresti sei la migliore in quasi tutti i corsi!» disse lui tutto d’un fiato.
Phoebe sbuffò e alzò gli occhi al cielo, Molly si limitò ad annuire in modo poco convincente.
Arrivati in Sala Grande, raggiunsero subito Alec, Edwin e Diana, la nuova ragazza di Edwin, ma Arthur a cena non toccò quasi nulla: aveva lo stomaco occupato dalle farfalle e non riusciva ad inghiottire, al suo fianco c’era Molly che non gli toglieva gli occhi di dosso.
La ragazza aveva capito che qualcosa non andava… Arthur si era fatto rosso come un peperone da quando l’aveva vista e non aveva cambiato tonalità per tutto il viaggio: che avesse capito i suoi sentimenti e non ricambiava? Le aveva rivolto due parole contate sul treno, forse non voleva illuderla, sospirando d’amarezza si fiondò sul budino al cioccolato.
Le prime settimane di lezione furono un inferno: avevano compiti che sembrava non finissero mai, il primo sospiro di sollievo lo presero nel weekend libero a Hogsmeade in ottobre.
Arthur in quel periodo sembrava sempre agitato e distratto… finì molte volte in infermeria nei primi mesi di scuola: nel suo cervello c’era posto solo per Molly e si dimenticava di spegnere il fuoco sotto il calderone, di mettere i paraorecchie nelle serre con le Mandragole e di stare attento agli Incantesimi che volavano durante la lezione di Difesa. La notte dormiva male, immaginava ogni sera scenari diversi per la sua dichiarazione, programmava le parole, le pause e i sospiri, ma ogni volta non riusciva ad attuare i suoi piani.
Poco prima di Natale era talmente agitato che si alzò dal letto e girovagò per il castello nella speranza di schiarirsi le idee. Ovviamente fu trovato dal custode, Pringle, che lo sottoposte a severe punizioni che gli procurarono ferite doloranti: camminò male per giorni, in quel periodo, però, Molly fu molto apprensiva, e Arthur si beò di quelle attenzioni, arrivando a desiderare che durassero per tutta la vita.
Le vacanze di Natale arrivarono e passarono (nel frattempo un villaggio babbano era stato attaccato, senza gravi conseguenze e Silente era di nuovo scomparso per molti giorni) e il ragazzo ancora non aveva avuto il coraggio di dichiararsi.
Si era imposto di farlo prima di San Valentino; ogni giorno rimandava a quello dopo senza avere mai il coraggio di prendere di petto la situazione.
Molly non sopportava più Arthur e i suoi silenzi. Spesso la chiamava per poi dimenticarsi quello che voleva dirle, in un paio di occasioni le aveva dato appuntamento vicino al lago senza presentarsi, porgendole scuse assurde su Nargilli e Thestral. Diventava rosso appena lei le rivolgeva lo sguardo e non riusciva a pronunciare una sillaba in sua presenza. Non capiva cosa stesse succedendo e Phoebe non aiutava. L’amica, infatti, sbuffava appena si nominava Arthur, dichiarandosi seccata dalla situazione e definendo i due ‘bambini imbranati’. Molly ormai aveva la certezza che il ragazzo avesse capito i suoi sentimenti e che facesse di tutto per evitare di parlarne per non ferirla.
La situazione cambiò l’ultimo giorno di gennaio.
Faceva un freddo cane, e anche se domenica, tutti gli studenti erano al caldo nel castello, godendosi il calore delle centinaia di camini presenti nella scuola.
Arthur era in Biblioteca e non stava studiando: aveva chiuso i libri quasi subito, troppo distratto da un certo piano che gli frullava in mente da giorni.
Aveva visto nei film babbani uomini che si dichiaravano con fiori, cioccolati e c’era sempre una musica romantica di sottofondo e il ragazzo stava pensando di realizzare una scena del genere per la sua dichiarazione.
Molly, invece, era nella Sala Comune dei Grifondoro, intenta a leggere il manuale avanzato d’Incantesimi per gli studenti del settimo anno, non aveva visto Arthur per tutto il giorno e gli mancava, anche se non voleva ammetterlo con se stessa, tormentata da quel pensiero, decise di uscire un attimo a schiarirsi le idee.
Appena varcato il portone l’aria fredda e pungente la colpì in pieno volto.
Le fece bene: respirò a pieni polmoni e si sentì leggermente meglio, le era sempre piaciuto l’inverno e il freddo, si perse nei ricordi della sua infanzia, quando da piccola giocava a palle di neve con Gideon e Fabian e puntualmente perdeva, sorrise al pensiero.
Uno starnuto la riportò alla realtà.
Arthur la guardava impietrito, con le gote arrossate dal vento, si strinse le braccia intorno al corpo senza accorgersene.
«Sei uscita senza sciarpa, Molly… gelerai.»
Stava per rispondere che no, non sarebbe gelata, che a lei il freddo piaceva, ma Arthur le mise la sua sciarpa oro e rossa intorno al collo e subito si ubriacò del profumo di lui.
«Gra-grazie» farfugliò.
Restarono in silenzio per vari secondi poi la ragazza decise di parlare.
«Che stavi facendo qui fuori da solo?»
«Pensavo a come procurami uno sfereo» disse lui arrossendo.
«Un cosa?» lei lo guardava incuriosita con il cuore in gola.
«I Babbani lo usano per ascoltare la musica…» rispose senza pensarci, pentendosene un secondo dopo.
«Oh, e a cosa ti serve?»
Il ragazzo rimase spiazzato da quegli occhi che lo fissavano senza tregua, improvvisamente sentì caldo nel gelo.
«Beh, ecco… in verità… ecco» non sapeva assolutamente come dirlo.
«Mi sembra di aver visto un film babbano in cui un uomo si dichiarava a una ragazza e prima di farlo accendeva una specie di rettangolo quadrato, però mi sembra che lo chiamasse stereo e non sfereo…» affermò portando la testa di lato.
Arthur sorrise leggermente, non seppe come le sue gambe si mossero, ma a un certo punto si ritrovò faccia a faccia con Molly.
«Hai le mani fredde?»
Lei annuì mentendo.
Era in fiamme.
Completamente persa negli occhi azzurri di lui lucidi per l’emozione.
«Molly, io, ecco devo parlarti…» prese coraggio.
«Sì, lo so, Arthur» lo interruppe lei con la voce strozzata.
«Il problema è che non trovo le parole…» ammise abbassando lo sguardo a terra.
Alzata la testa di nuovo trovo Molly che ancora lo fissava con intensità, propensa a non smettere, il ragazzo di avvicinò piano con le mani intrecciate in quelle di lei.
Il fiato di lui le pizzicava sulla pelle, il suo profumo la inebriava, Molly si mise sulle punte e annullò la distanza tra di loro.
Arthur capì finalmente cosa c’era di tanto sbagliato nei baci di Eudora: semplicemente non erano di Molly. E mentre le loro labbra si univano, il ragazzo ebbe la sensazione di aver trovato il luogo che avrebbe chiamato casa d’ora in poi.
Il cuore di Molly batteva all’impazzata mentre Arthur la baciava. Nulla poteva essere paragonato a quel momento, perdendosi in fiati e sospiri si staccarono solo quando cominciò a piovere, prima leggermente e poi sempre più forte.
«Ti va di mangiare? Dovrebbe essere ora di cena.»
Molly annuì radiosa, lui le sfiorò il naso in un bacio leggero e le prese la mano, trasportandola con dolcezza fino al banchetto.
Arrivarono in Sala Grande a cena iniziata e si sederono con gli altri come nulla fosse.
Il giorno dopo Arthur le chiese di uscire e Molly accettò, tutti si aspettavano quella risposta e nessuno fece domande quando cominciarono a mostrarsi in pubblico come fidanzati: se lo aspettavano tutti da anni.

 

Note S.Elric/Queila:
Dunque che dire? Abbiamo inserito la punizione si Arthur perché se ne parla nella saga, a quel tempo il custode non era Gazza, ma un certo Pringle (come scritto). 

 
Ehilà! Ciao a tutti!

Per la serie “A volte ritornano” eccoci qui!

Che ne pensate di questo terzo capitolo?
Cosa ne dite di Eudora e di Phoebe? E Molly e Arthur? È stato tenero il modo con il quale si sono fidanzati, vero? E Arthur così impacciato è dolcissimo, vero?

Ancora una volta, vorremmo ringraziare tutti quelli che ci seguono, che l'hanno messa tra le preferite, le ricordate o che l'hanno recensita ^^ siamo davvero felicissime!

Ora vi salutiamo, vi invitiamo a recensire (siamo davvero curiose di conoscere le vostre opinioni^^) e vi mandiamo un bacione.

A presto,
AceDPortogas e Queila ♥

Questa storia si è classificata quarta al “Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.” Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.
Ha vinto un banner (che potrete trovare alla fine del primo capitolo) e il premio speciale.

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Capitolo 4
*** About Dating, Feelings and Families ***


Partecipante 1:  AceDPortogas
Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)
Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia
Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio
Avvertimenti: Missing Moment
Rating: Giallo
NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.
Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.
Titolo storia: About Arthur & Molly


About Dating, Feelings and Families
 
I primi appuntamenti tra i due ragazzi furono particolarmente difficili: entrambi molto nervosi e agitati dalla nuova situazione, non sapevano come comportarsi l’uno con l’altro e per questo risultavano molto impacciati, nonostante fossero amici da anni. Ma il culmine lo toccarono quando festeggiarono insieme il San Valentino che, sfortunatamente, cadeva anche di sabato ed il Preside aveva deciso di organizzare una gita ad Hogsmeade per dare l’opportunità ai propri studenti di divertirsi un po’ (nei limiti del legale e della decenza, s’intende).
Arthur era agitatissimo ma, sotto la guida di Phoebe, cui aveva chiesto aiuto e che, stranamente, aveva accettato di buon grado, aveva organizzato la giornata nei minimi dettagli: avrebbe regalato alla giovane Molly un mazzo di girasoli, i fiori preferiti della ragazza, insieme a dei deliziosi cioccolatini, sarebbero poi partiti alla volta della piccola cittadella, dove avrebbero preso un tè da Madama Piediburro e avrebbero fatto un giro per i negozietti, per concludere la giornata con una sana passeggiata.
Ma qualcosa era andato storto: tanto per cominciare, quando la giovane aveva aperto la scatola di cioccolatini, questa si era rilevata vuota e il ragazzo si ritrovò a maledire nella propria mente il giovane Alec, amante dei dolci, che perennemente faceva fuori tutto ciò che trovava nel suo passaggio. Molly non se la prese per una stupidata del genere, anzi, si disse che fosse meglio così, visto che non voleva ingrassare nuovamente.
Si avviarono poi alla volta del paesello e, giunti alla Sala da tè si erano ritrovati circondati da una mandria di ragazzini che si sbaciucchiavano in ogni angolo possibile immaginabile (e anche non possibile e non immaginabile) e un silenzio imbarazzante erano calato inesorabilmente su di loro. Inoltre, la cameriera, evidentemente alle prime armi, era inciampata solo lei sa dove e aveva versato del tè bollente addosso al giovane.
«Oddio! Scusami, non volevo!» esclamò la ragazza, di un anno o due più grande dei giovani, facendo per pulire i pantaloni ad Arthur, tramite uno straccio, facendolo arrossire all’inverosimile e facendogli balbettare qualcosa che somigliava a un “non preoccuparti, non fa niente”.
Una volta allontanati dal locale, avevano iniziato a passeggiare e, visto il malumore di Molly, il giovane si fece coraggio e le chiese cosa non andasse.
«Cosa succede?! Mi chiedi cosa mi succede?! Quella cameriera ti ha fatto gli occhi dolci davanti a me!» disse infervorata.
«Ma quali occhi dolci, Molly? era solo inciampata! è stato un gesto molto gentile da parte sua v-voler aiutare» le rispose, nuovamente arrossendo al ricordo del suo gesto.
«Sì, aiutare … come no!» rispose, incrociando le braccia, seccata.
«Ho capito … tu … s-sei gelosa!» disse sottovoce, mentre il suo viso diventava sempre più rosso.
«Ma certo che sono gelosa, troglodita!» rispose lei con più enfasi «e te lo devo anche dire!» sbuffò.
Lui, contrariamente a ogni previsione e ad ogni cosa razionale, si mise a ridere «Maddai Molly! Pensi che guarderei un’altra? A m-me piaci tu e lo sai!» disse, balbettando.
A quel punto anche lei sorrise e l’abbracciò, dandogli un leggero bacio sulle labbra «Anche tu mi piaci, Arthur».
Il resto dell’appuntamento passò liscio, fortunatamente ed il loro rapporto nei mesi successivi andò lentamente evolvendosi.
I mesi passavano lenti e, con l’arrivo di giugno, arrivarono anche le prime paure e le prime ansie per gli imminenti esami.
«E se andassero male?» chiedeva Molly in apprensione «non posso deludere i miei genitori con i miei voti, dopo quelli di Fabian e Gideon!»
«Lolly Molly, tranquilla, vedrai che andrà bene! Sei la migliore del corso, come potrebbe andarti male?!» rispondeva tutte le volte il giovane, quasi meccanicamente.
Ed Arthur aveva ragione: finiti gli esami, la giovane aveva ottenuto il massimo dei voti in Incantesimi, Cura delle Creature Magiche e Pozioni, mentre nelle altre materie aveva preso “Oltre ogni previsione”.
Arthur, invece, era riuscito a prendere il massimo dei voi in Babbanologia, Incantesimi e Astronomia, cavandosela anche in Pozioni, materia in cui lui era negato, con un Accettabile, grazie all’aiuto di Molly.
Lasciare Hogwarts per i due ragazzi fu molto difficile, piangeva loro il cuore abbandonare il luogo dove avevano vissuto per sette anni, dove avevano visto nascere il loro amore e dove avevano fatto tante amicizie, ma erano anche desiderosi di iniziare quella nuova avventura insieme.

I primi tempi al di fuori di Hogwarts per i due Grifondoro furono particolarmente strani e difficili. Arthur era riuscito a realizzare il proprio sogno: lavorare presso l’ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani, dove era stato assunto come apprendista poco dopo il suo diploma, mentre la giovane Molly, nonostante i suoi genitori fossero più che contrari a ciò, decise di fare praticantato presso il Paiolo Magico, allora considerato uno dei migliori pub del Mondo Magico, per poter imparare a cucinare.
I due gemelli, al contrario dei genitori della ragazza, si dissero più che contenti di questa scelta e si offrirono volontari più e più volte come cavie per gli esperimenti culinari della sorellina che, ovviamente, non si faceva mai pregare per preparare qualcuno dei suoi nuovi manicaretti ai due Auror.
Nel frattempo, i due ragazzi iniziarono ad uscire sempre più spesso insieme, tanto che quasi ogni momento libero lo passavano insieme e, un giorno, sotto l’insistenza delle famiglie dei due, decisero che fosse arrivato il momento di rendere ufficiale il loro rapporto.
Loro stessi non sapevano come definire quel rapporto complicato, fatto di battibecchi, lettere scritte nella notte, baci e di nuovo litigi; si amavano e questo era un dato di fatto, anche se non se l’erano mai detti a parole, ma c’era sempre qualcosa che li rendeva impacciati l’uno con l’altro.
E di certo il fatto che i due gemelli non perdessero occasione per giocare scherzi al giovane Arthur o per far arrossire la sorellina non aiutava affatto.
Per Arthur, il primo incontro con la famiglia di Molly fu alquanto traumatico: Molly abitava nella periferia di Hastings, una città a quasi due ore da Londra e a circa quattro ore da Ottery St Catchpole, città nella quale abitava la famiglia Weasley. La casa della giovane era quasi totalmente isolata, come la maggior parte delle case dei maghi, al fine di poter utilizzare liberamente la propria magia ed era bella, con bei mobili in mogano, non eccessivamente ricca, ma neanche umile, dal momento che essa era appartenuta alla nonna paterna della giovane, Lucretia Black.
Il padre della ragazza, Reed Prewett, era un uomo abbastanza severo e non vedeva di buon occhio l’infatuazione – a suo dire – della figlia nei confronti di un Weasley, considerato indegno di poter pretendere la mano della giovane (nonostante i due si stessero solamente frequentando, almeno per il momento), mentre la madre, Sheila era di più larghe vedute e, nonostante lei stessa storpiasse un po’ il naso a certi comportamenti della figlia, era ben contenta che la ragazza avesse trovato un bravo ragazzo con cui sistemarsi.(2)
Nonostante Molly avesse avvisato il ragazzo su quanto il padre fosse severo, il giovane si disse pronto ad incontrare la famiglia di lei, in fondo avrebbe comunque dovuto farlo prima o poi, se avesse voluto sposarla e prima lo avesse fatto, meglio sarebbe stato per tutti, si disse.
E continuava a ripeterselo come un mantra, mentre si preparava e si smaterializzava davanti alla casa della giovane che, appena lo vide arrivare, uscì di corsa, correndogli incontro.
«Arthur, finalmente! Sei in ritardo di mezzora, pensavo non saresti più venuto!» gli disse.
«M-ma l’appuntamento era alle otto!» balbettò lui, intimorito.
«E no, caro mio, era alle sette e mezza e te l’avevo anche ricordato questa mattina via gufo!»
«Scusami, Molly cara, è che ero leggermente nervoso e …»
«Tranquillo, Arthur, andrà tutto bene» lo interruppe lei, prendendogli una mano con un sorriso e lui sorrise di rimando, stringendola appena.
«Sei pronto?» gli chiese lei e lui annuì, affermando: «Come dicono i Babbani: Via il dente, via il dolore!».
Lei rise ed i due s’incamminarono alla volta della casa della ragazza e, mentre si avvicinava ad essa, il giovane iniziava a dubitare delle sue stesse parole e stava pensando che, se tutto quello non l’avesse fatto per la ragazza di cui era innamorato, sarebbe già scappato a gambe levate, in barba al suo coraggio Grifondoro!
Si limitò invece a seguire la rossa, lasciandosi condurre all’interno della villa e dando ad un elfo il proprio cappotto, mentre la ragazza urlava: «Mamma, Papà! Arthur è arrivato!».
Poco dopo i due interpellati uscirono dal salottino, mentre sopra le loro teste iniziava a sentirsi lo scalpiccio di piedi e, dopo pochi secondi, i due gemelli li raggiunsero di gran carriera.
«Ehilà, Weasley! Ti sei fatto vedere!» iniziò uno dei due, che il ragazzo non riuscì ad identificare.
«Pensavamo te la fossi già data a gambe!» continuò l’altro, scoppiando a ridere insieme al fratello.
«Gideon, Fabian!» il padre della ragazza li richiamò all’ordine, con sguardo severo, mentre si avvicinava al giovane e gli porgeva la mano, che venne prontamente stretta «E così tu sei il ragazzo che frequenta mia figlia» disse, con voce atona.
«Sì, signor Prewett. Sono Arthur Weasley, è un piacere conoscerla!» rispose il ragazzo, iniziando a sudare freddo sotto gli occhi inquisitori dell’uomo.
«Reed Prewett» affermò l’uomo, lasciando la possibilità alla moglie di fare la conoscenza del giovane.
«Piacere, Arthur, io sono Sheila, la mamma di Molly. Sono contenta di conoscere finalmente il ragazzo di cui la mia bambina parla tanto!» gli disse, stringendogli la mano con calore.
«Piacere di conoscerla, Signora» le rispose lui, arrossendo alle parole della donna.
«Oh, chiamami Sheila, non sono poi così vecchia da essere chiamata signora!» fece lei con un gesto della mano, come a scacciare una mosca fastidiosa.
I sei si ritirarono nel salottino della villa e, mentre attendevano che l’elfo li chiamasse a cena, un fastidioso silenzio si propagò per la stanza, aumentando la già non poca tensione del giovane.
«Allora Arthur, Molly ci ha detto che lavori al Ministero della Magia» iniziò Sheila «cosa fai di preciso?» chiese.
Il ragazzo si voltò verso la bella donna dai capelli vermigli, come la figlia «Al momento lavoro come praticante presso l’ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani» rispose.
«Interessante, sei appassionato di cose dei Babbani?» chiese nuovamente la donna.
«Sì, li trovo fantastici!» esclamò il giovane, con fervore, iniziando ad argomentare le proprie ragioni «trovo che siano molto ingegnosi e che alcuni dei loro oggetti siano veramente utili e particolari, sono stati in grado di sopperire alla mancanza di magia in una maniera incredibile!».
«Hai quindi intenzione di continuare a lavorare lì?» chiese il signor Prewett.
«Sì, sarebbe il mio sogno» esclamò il giovane, contento.
«E credi che con un lavoro del genere saresti in grado di mantenere una famiglia e di dare a mia figlia tutto quello che desidera?» chiese l’uomo, retorico.
«Sì, Signor Prewett. Non permetterei mai a sua figlia di vedersi mancare qualcosa» esclamò il ragazzo.
«Papà! Arthur fa un lavoro di tutto rispetto ed è ben pagato e stimato per i suoi lavori! Non è certo un trafficante!» esclamò la giovane, arrabbiata per il comportamento del padre.
«Reed, Molly ha ragione, non c’è nulla di male nel lavorare per il Ministero, anche tu e i gemelli lavorare come Auror!» esclamò Sheila, dando man forte alla figlia.
La discussione venne interrotta dall’arrivo dell’elfo della famiglia che annunciò, con molta umiltà, la cena, che si consumò in un clima imbarazzante per i due giovani, con i continui scherzi da parte dei gemelli e le frecciatine neanche troppo velate al povero Arthur.
«Allora Arthurino, quando chiederai la mano alla nostra sorellina?» chiese uno, facendolo arrossire e balbettare qualcosa di incomprensibile «ma Lolly Molly, sbaglio o sei ingrassata ultimamente? Non è che tu e Arthurino state combinando qualcosa che non va?» chiese l’altro, impertinente, guadagnandosi un calcio negli stinchi dalla sorellina e un’occhiataccia dal padre.
Arthur (e segretamente anche Molly) fu molto sollevato, quando finalmente poté andarsene da quella casa, non senza aver riscontrato parecchi problemi ovviamente, quali delle ciocche leggermente bruciacchiate, insieme ad altre che si ostinavano pericolosamente a cambiare colore ogni pochi secondi (dovuto a dei incantesimi attuati in contemporanea dai due gemelli che, testuali parole, “non ritenevano il rosso, un colore molto chic”), una botta sul c-ehm fondoschiena dovuto ad una caduta che, non si sa come, i due gemelli erano riusciti a fargli procurare e un alto bisogno di camomilla per distendere i nervi o, in alternativa, un po’ di Fire Whisky per dimenticare.
I due si salutarono sulla soglia della casa di lei, promettendosi di scriversi e dandosi appuntamento per quel venerdì, serata nella quale la giovane avrebbe dovuto conoscere i genitori di Arthur.
Dopo un debole bacio sulla guancia, il giovane si smaterializzò e, arrivato a casa, si gettò nel proprio letto completamente vestito e si addormentò, nonostante i propri capelli sembrassero una di quelle insegne al neon di cui aveva tanto sentito parlare e che, da quel momento, non avrebbe amato più tanto.
Quando, due giorni dopo, la cara Molly si presentò sulla soglia di casa Weasley, non riusciva a credere ai propri occhi e si disse che, sì, avrebbe amato vivere in una casa del genere: allegra, appariscente e leggermente asimmetrica, molto rumorosa e caotica, ma dove ogni cosa gridava la parola “famiglia”.
I genitori e i fratelli di Arthur, tutti maschi, erano sempre allegri ed erano molto divertenti: riuscivano con una semplice parola a farti sentire a casa e, in poco tempo, la giovane si ritrovò a ridere e a scherzare degli aneddoti che Bilius, il fratello più grande, le raccontava sull’infanzia del fidanzato, facendolo arrossire fino alle punte delle orecchie e facendola intenerire.
La madre del giovane, Cedrella Black, s’interessò a tutto della ragazza, dai gusti nei libri al lavoro che faceva, passando per tutte le sfumature del suo carattere e la povera Molly si ritrovò tempestata di domande, mentre Septimus Weasley, il padre di Arthur, era un uomo più tranquillo e taciturno, molto simile nel carattere al giovane, ma non per questo meno partecipe alla conversazione o meno interessato.
La giovane venne condotta dall’allegra famigliola nel “covo” di Arthur e del padre, dove questi tenevano tutte le foto scattate nelle città babbane e dove il giovane aveva raccolto numerosi oggetti babbani. Rimase oltremodo affascinata da tutto ciò e fu felice quando, finalmente, il ragazzo poté mostrarle tutti quegli oggetti di cui le raccontava da ormai più di sette anni, con sguardo felice e orgoglioso, che le fece provare una strana sensazione alla bocca dello stomaco e che la fece arrossire.
Quando qualche ora più tardi, la giovane aveva dovuto tornare a casa, l’aveva fatto con tristezza e controvoglia, ma aveva salutato tutti con calore e gentilezza, dando poi un bacio al fidanzato e ringraziandolo per la splendida serata.

La frequentazione tra i due continuò imperterrita e, presto, entrambi iniziarono a sentire di desiderare di più dall’altro, di desiderare un futuro insieme e, sentivano, che quella fosse la strada giusta.
Nemmeno loro si ricordano tutt’oggi chi dei due disse per primo “ti amo”, ma nessuno dei due avrebbe mai dimenticato quello che era successo nei giorni e nei mesi successivi…
 

NdAceDPortogas:
1. Teoricamente Molly e Arthur avrebbero dovuto sposarsi quasi subito e Molly avrebbe dovuto fare la casalinga ma, a mio parere, deve aver pur imparato a cucinare da qualche parte e deve aver fatto qualche lavoro prima di sposarsi.
2. Il nome Reed deriva dall’antico inglese e significa “dai capelli rossi” ed è, ovviamente, un riferimento alla caratteristica peculiare dei Weasley che, tuttavia, non viene ritrovata nel padre di Molly.

 
Ehilà!
Eccoci di nuovo qui ^^

Cosa ne dite di questo quarto capitolo?
Vi piace come abbiamo sviluppato il carattere di Arthur e Molly e delle loro famiglie? E cosa ne pensate di Gideon e Fabian e delle disavventure del povero Arthur? AceDPortogas si è divertita un mondo a crearle! XD

Ancora una volta, vorremmo ringraziare le 7 persone che ci seguono, chi l'ha messa tra le preferite, le ricordate e chi l'ha recensita ^^ siamo davvero felicissime!

Ora vi salutiamo, vi invitiamo a recensire (siamo davvero curiose di conoscere le vostre opinioni^^) e vi mandiamo un bacione.

A presto,
Queila e AceDPortogas ♥

Questa storia si è classificata quarta al “Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.” Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.
Ha vinto un banner (che potrete trovare alla fine del primo capitolo) e il premio speciale.


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Capitolo 5
*** About War, Rings and First Times ***


 

Partecipante 1:  AceDPortogas

Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)

Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia

Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio

Avvertimenti: Missing Moment

Rating: Giallo

NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.

Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.

Titolo storia: About Arthur & Molly




 
Dopo il passo del ‘ti amo’, Molly sentiva un bisogno che cresceva in lei ogni volta che i suoi occhi incontravano quelli di Arthur. Per ogni bacio ne desiderava un altro e dopo ogni carezza ardeva dalla voglia di stringerlo a sé; il suo cuore sussultava al minino sfiorarsi e oramai una vita senza Arthur era impensabile per la giovane.
Erano usciti da Hogwarts da non molto, eppure la giovane si considerava adulta e consapevole della propria vita, vita in cui Arthur era un tassello principale, l’unico che sembrava capirla fino in fondo.
Il ragazzo negli ultimi tempi aveva notato dei cambiamenti nel modo in cui Molly si comportava. Le sembrava più viziata, più bisognosa di attenzioni e un certo senso più decisa ad ottenere quello che voleva, e Arthur in un modo o nell’altro cedeva sempre, impotente di fronte al sorriso sfrontato della fidanzata per il quale avrebbe scalato una montagna a mani nude.
Nell’ultimo periodo, poi, sentiva il suo corpo reagire ad ogni bacio, abbraccio e sguardo che si scambiavano, stavano insieme da un po’ e l’attrazione fisica dei due era percepibile e da alcuni comportamenti di Molly, Arthur era certo che la ragazza provasse le sue stesse sensazioni. Non l’avrebbe mai costretta a fare nulla: il momento giusto sarebbe arrivato anche per loro e sarebbe stato il più naturale e genuino possibile.
In un pomeriggio afoso, Arthur andò a far visita a Molly, erano passati giorni dall’ultima volta che si erano incontrati e il ragazzo voleva mostrarle l’ultimo oggetto babbano che era riuscito a procurarsi tramite un conoscente che frequentava una Babbana.
Quando bussò si sorprese nel trovare la porta aperta, entrò in punta di piedi. In salone non c’era nessuno, posizionò la mano all’interno della giacca, pronto a tirar fuori la bacchetta per ogni evenienza.
Sentì dei passi provenire dal piano di sopra.
«Molly?» chiamò.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi la ragazza apparve dalla cima delle scale.
«Oh, Arthur, sei tu!»
«C’era la porta aperta e sono entrato.»
«Sì, scusa colpa mia! Ero in giardino a potare la magnolia e un dannato Gnomo mi ha fatto cadere, ero tutta sporca di fango, sono entrata in casa in fretta…» rispose mentre scendeva le scale. Lo salutò con un leggero bacio sulla labbra.
Arthur notò che la ragazza aveva del fango vicino la guancia sinistra e alcune macchie che le sporcavano il vestito.
Rise alla scena di lei che cadeva per colpa di uno Gnomo.
«Cosa c’è di divertente?» domandò in tono serio, ma ridendo sotto i baffi.
«Rideresti anche tu se i ruoli fossero invertiti…»
«No, non credo» rispose, mettendosi le mani sui fianchi.
«Sì, invece.»
Si avvicinò alla giovane e cominciò a solleticarle la pelle sui fianchi, Molly cominciò a ridere.
«Vedi? Adesso ridi anche tu.»
«Smettila dai…» pregò, continuando a ridere di gusto, mentre cercava di bloccargli le mani.
Continuarono così per alcuni minuti fino a quando persero l’equilibrio e Arthur si ritrovò sopra Molly che gli stringeva i polsi.
«Mmm… mi ricorda qualcosa questa scena» scherzò lei.
«Io e il mio pessimo coordinamento» rispose lui diventando serio di colpo.
Cominciarono a baciarsi prima con delicatezza poi con più passione.
Molly gli liberò le mani che adesso vagavano sul corpo della giovane, desiderose di approfondire il contatto.
«Sono sola in casa» disse la rossa tra un sospiro e un altro.
Il corpo di Arthur reagì in un attimo, la prese per mano e l’aiutò ad alzarsi. La baciò su una guancia, poi scese sul collo fino alla clavicola e all’inizio del seno, lei lo condusse su per le scale e poi nella sua camera.
C’era entrato altre volte in quella stanza, ma stavolta era completamente diverso.
Ripresero a esplorarsi e a scoprirsi sdraiati sul letto, finché divennero un solo corpo e un solo respiro.
Nei mesi successivi molti furono gli sconvolgimenti nel mondo dei maghi.
Il 1969 fu ricordato da tutti come quello delle “grandi sparizioni”, un Babbano la settimana era dichiarato disperso e i maghi che si facevano più di una domanda su questi avvenimenti erano internati al San Mungo. Fabian e Gideon non portavano buone notizie a casa e non dicevano neanche tutta la verità ad Arthur e Molly per non spaventarli, ma i due fidanzati avevano capito che la situazione era più grave di quel che volevano far pensare. Il Ministro della magia invitava alla prudenza, ma non all’allarmismo, che avrebbe scatenato solo panico inutile; Albus Silente compariva sempre più spesso sulla Gazzetta del Profeta e annunciava che qualcosa bolliva nel pentolone, ma che altri accertamenti andavano eseguiti. Giravano voci che il famoso mago cercasse reclute per spiare in segreto alcuni maghi e tenere al sicuro quanti più Babbani possibili, ma Arthur e Molly non ne ebbero mai la certezza, almeno non in quel periodo.
Il Mondo dei Maghi, anche con le dovute rassicurazioni, era terrorizzato.
In pochi uscivano di casa per fare compere, cominciarono a girare manufatti strani, complessi e a dir poco inutili che servivano solo ad arricchire le tasche degli imbroglioni e a gettare ancora più nel panico la gente onesta.
Inoltre si cominciò ad assegnare un nome e un volto agli autori dei misfatti, classificando i Maghi Oscuri autori di queste sparizioni col soprannome di “Mangiamorte”, appellativo da loro stessi creato; questi giravano spesso di notte e con delle maschere per non farsi riconoscere. I Mangiamorte erano capeggiati da un ex studente di Hogwarts, un mago brillante, il cui nome non veniva mai nominato per il terrore che procurava, quasi come se il solo appellativo ne procurasse la presenza fisica.
In molti lo definirono Colui-che-non-deve-essere-nominato, altri, come Silente e gli Auror più coraggiosi, lo chiavano col soprannome che lui stesso aveva inventato: Lord Voldemort.
Molly e Arthur erano in gran pena per la situazione: Fabian e Gideon erano in prima linea per combattere questo male e anche i fratelli di Arthur sembravano pronti alla guerra. Molly aveva lasciato il suo lavoro al Paiolo Magico, sotto la continua pressione del padre, ma anche del fidanzato, preoccupati per la sua incolumità. Arthur, dall’altro canto, era stato promosso e ora era un impiegato del Ministero stipendiato e pronto a metter su famiglia, se non fosse stato per l’aria d’incertezza che aleggiava per tutto il Mondo Magico.
I due si vedevano sempre meno, restii a frequentarsi troppo al di fuori delle proprie abitazioni; il più delle volte Arthur andava a casa di Molly, quando il lavoro non era troppo soffocante e quando la situazione sembrava tranquilla, ma si vedevano solo per cinque minuti nella maggior parte dei casi.
Molly odiava non vederlo, odiava dover aver paura, odiava i Mangiamorte e più di una volta aveva annunciato ai fratelli di voler dare una mano per salvare il suo futuro e quello di Arthur.
Di tutta risposta i fratelli la chiudevano in camera senza bacchetta, ripetendole che quello era un lavoro da uomini addestrati e non da ragazzine innamorate.
Così, dopo aver vagliato varie possibilità, si era decisa a tutti i costi di andare a vivere con Arthur: se doveva scoppiare una guerra, almeno loro due sarebbero stati insieme contro tutti e tutto, rimaneva solo spiegarlo ai suoi genitori, a quelli di Arthur, ad Arthur e anche a Fabian e Gideon.
Anche il fidanzato aveva formulato pensieri molti simili.
Il ragazzo era oberato di lavoro oltre ogni misura da quando aveva attenuto la nuova carica lavorativa, incontrava Molly pochi minuti a settimana e non riusciva ad andare avanti così.
Da qualche settimana aleggiava per la sua mente una certa proposta da fare alla giovane: l’amava, lei era l’unico balsamo che curava le ferite di questa situazione oscura. Non sapeva proprio come affrontare il discorso, però… ci aveva messo mesi (qualcuno direbbe anni) a dichiararsi a Molly e per un passo impegnativo come quello del matrimonio come minimo avrebbe impiegato secoli ma, nell’incertezza del presente, lei era l’unica cosa che aveva e che avrebbe voluto per il futuro: Arthur aveva compreso che Molly era la sola ragione per la quale valeva vivere.
Con l’arrivo del 1970 le cose peggiorarono notevolmente: il Ministro della Magia era morto e il dipartimento degli Auror distrutto, ormai Voldemort aveva preso il potere e gli unici che lo combattevano erano pochi maghi clandestini che si nascondevano, tra cui Fabian e Gideon che avevano offerto il loro aiuto ad Albus Silente e all’Ordine della Fenice.
E dopo l’annuncio della morte dei fratelli per mano di due Mangiamorte, Arthur capì che era giunto il momento di chiedere a Molly di sposarlo e di andare a vivere insieme, sicuro del fatto che anche lei volesse fare il grande passo con lui.
Una domenica di febbraio si presentò a casa Prewett col suo vestito migliore, portando un grande mazzo di girasoli da presentare alla ragazza. Nella tasca della giacca aveva una piccola scatolina che gli bruciava più delle fiamme di Ardemonio, mettendolo ancora di più in agitazione.
Ad aprire fu la madre di Molly.
«Oh, Arthur, entra pure» lo invitò.
Appena messo piede dentro casa, Arthur capì che qualcosa non andava: il salotto era pieno di scatole, i mobili coperti di lenzuola e Molly piangeva ai piedi del camino, appena vide il ragazzo gli corse incontro abbracciandolo forte.
«Oh, Arthur, grazie al cielo sei qui!»
Molly lo stringeva così forte da fargli quasi male, ma il ragazzo ricambiò l’abbraccio tenendola stretta a sé e inspirando il dolce profumo dei suoi capelli.
«Cosa sta succedendo?» chiese dopo un attimo.
«Ce ne andiamo…» rispose Molly molto scossa.
Arthur si allontanò dalla stretta per guardarla fissa negli occhi.
«Co-cosa?» esclamò il ragazzo.
«Da mia sorella, abita in Spagna, andiamo da lei finché le acque non si calmano… Fabian e Gideon sono d’accordo» a rispondergli fu la mamma di Molly, anche lei molto provata e con gli occhi rossi e lucidi, segno che aveva pianto molto.
«Io non li lascerò qui, mai!» urlò poi Molly, facendo sospirare il padre rimasto in silenzio fino a quel momento.
Arthur era abbastanza sconvolto e i suoi piani, ancora una volta, erano stati stravolti; per qualche minuto non riuscì a dire nulla né a muoversi, a malapena respirava.
Ripensò al sorriso di Molly, alle battute dei due gemelli, alle serate trascorse davanti al camino a fare progetti sul futuro e a tutti le notti passate a pensare a Molly e al loro futuro insieme. Nessuno avrebbe cambiato i suoi progetti: era deciso a fare la proposta alla ragazza anche contro la volontà del signor Prewett o di Voldemort stesso!
Strinse i pugni e indurì la voce.
«Signor Prewett, mi permetta di sposare sua figlia, la terrò al sicuro. Lei e i suoi fratelli.» Disse tutto d’un fiato, sotto gli occhi lucidi di Molly che trattenne il fiato speranzosa.
Il silenzio calò sulla stanza, nessuno fiatava.
«No.»
«Ma papà! Noi ci amiamo!»
La ragazza aveva raggiunto il padre di fronte al caminetto e lo guardava fisso negli occhi in segno di supplica.
«No, non pensare a Fabian e Gideon, pensa solo a Molly. Non entrare anche tu nell’Ordine e non seguire i passi di Silente, se mi prometti questo, potrai sposarla… solo così sarete in salvo, almeno in parte.»
Nessuno si aspettava quella risposta, Molly aveva paura di parlare, timorosa di peggiorare la situazione. Lasciò la decisione ad Arthur, si fidava cecamente di lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa per stargli accanto.
Il Weasley rifletté per alcuni minuti, poi annuì leggermente.
Prese la scatola dalla tasca e s’inginocchiò davanti a Molly, sull’orlo delle lacrime.
«Molly, non posso darti molto, ma ti prometto che avrai il mio amore per sempre. Mi vuoi sposare?»
Ormai in lacrime, la ragazza si buttò sul giovane facendolo atterrare sul pavimento e piangendo sul suo petto.
«Qui non potrete vivere… sanno che Fabian e Gideon sono dell’Ordine, non è sicuro usare questa casa.» Il signor Prewett aveva parlato dopo alcuni minuti, quando Molly ad Arthur si erano rialzati.
«Andremo da me, i miei sono già d’accordo. Abbiamo rinforzato le difese della casa e messo incantesimi lungo tutto il sentiero che porta all’abitazione» dichiarò il giovane, stringendo la mano della futura sposa.
Pochi giorni dopo la proposta Molly ricevette la visita di una strana coppia di vecchietti sulla sessantina.
La rossa uscì in giardino per accoglierli.
«Non capisco perché la donna l’ho dovuta fare io!» era stato Gideon a parlare, mentre si sistemava la gonna del vestito blu.
«Ma te lo chiedi pure, fratellino?»
«Taci, che ti riempio il letto di muco di drago se rifiati»
«Quando siamo permalosi…» scherzò Fabian, carezzando la guancia al gemello che mimò un conato di vomito.
Il battibecco fu interrotto dalla futura sposa che andò ad abbracciarli, li aveva riconosciuti al primo colpo d’occhio.
«Sei radiosa, sorellina!» esclamarono all’unisono i fratelli.
«Cosa ci fate qui? Mi siete mancati da morire!»
Molly li abbracciò entrambi in una stretta da mozzare il fiato, emozionatissima di vederli dopo tanto tempo anche se con aspetto diverso.
«Non facciamo troppo i sentimentali ora… siamo in pena per Arthur, sopravvivrà allo shock di vederti in bianco?» scherzò Fabian dopo aver dato un leggero bacio sulla fronte della piccola di famiglia.
«Spero di sì, non vorrei diventare vedova prima del previsto!» sorrise Molly.
«Verrete al matrimonio, vero?» riprese la ragazza.
«Siamo qui giusto per confermare l’invito, ma al matrimonio sarò un uomo anch’io» annuì Gideon.
«Promettetemelo!»
«Promesso!» dissero in coro.
«Quanto potete trattenervi?»
«Non molto, ci dispiace… ma intanto beviamo un tè in santa pace!»
Molly annuì e li condusse all’interno tremante d’emozione e speranzosa nel futuro: una volta passata la tempesta sarebbero stati tutti felici, di nuovo.
 

Note S.Elric/Queila:
 
La Prima Guerra Magica inizia nel 1970, abbiamo comunque inserito vari campanelli d’allarme durante tutta la storia, quindi non potete essere sorpresi se siamo arrivati al “conflitto”. Vorrei precisare due cosette: Fabian e Gideon fanno parte dell’Ordine delle Fenice! Infatti appaiono nella famosa foto :), attenzione però, Molly e Arthur all’epoca non ne erano membri, sono nella Seconda si sono uniti.
Abbiamo pensato che questo potesse essere un pretesto plausibile.


Ehilà gente, come va??
Scusate per l'enorme ritardo nell'aggiornamento T.T
Fa caldo, vero? A proposito di caldo, come vi è sembrato il capitolo? che ne pensate dell'intimità di Arthur e Molly, abbiamo aspettato troppo?
Fateci sepere ogni vostra opinione, saremo davvero grate di ricevere qualsiasi commento! 

Un bel grazie ad Ace che si prodriga sempre nel fare banner stupendi, il quinto capitolo è stato scritto da Queila...

Ace e Queila vi ringraziano e vi salutano.

Ci vediamo la prossima settimana con il sesto e ultimo capitolo!


Questa storia si è classificata quarta al “Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.”Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.
Ha vinto un banner (che potrete trovare alla fine del primo capitolo) e il premio speciale.

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Capitolo 6
*** About Weddings and Other Surprises ***


Partecipante 1:  AceDPortogas

Partecipante 2:  S.Elric (sul forum), Queila (su EFP)

Fandom o genere della storia : Harry Potter, Genere: Romantico, Sentimentale, Commedia

Personaggi: Molly Weasley, Gideon Prewett, Fabian Prewett, Arthur Weasley, Nuovo Personaggio

Avvertimenti: Missing Moment

Rating: Giallo

NdA: La storia si svolge durante gli anni scolastici di Arthur e Molly e parla di come si sono conosciuti e innamorati. I capitoli sono in tutti 6 e ogni capitolo ha le proprie note (scritte da chi ha fatto il capitolo, come specificato) in fondo, i capitoli dispari (1, 3 e 5), sono stati scritti da S.Elric, e quelli pari (2, 4 e 6) da AceDPortogas.

Abbiamo deciso di comune accordo che la storia verrà pubblicata sul profilo di AceDPortogas.

Titolo storia: About Arthur & Molly

 


About Weddings and Other Surprises

 
Le settimane successive per Molly e Arthur furono molto impegnative, tra fiori da scegliere, inviti da preparare e vestiti da provare.
Sheila e Cedrella, le madri di Molly e Arthur, si erano dette più che entusiaste nell’aiutare con i preparativi per il matrimonio, un po’ per distogliere i propri pensieri dall’imminente partenza l’una e dal recente lutto l’altra, un po’ per passione nei dettagli. Così, in una bella giornata di fine febbraio, la giovane si era ritrovata in uno dei più rinomati atelier di abiti da sposa del Mondo Magico ed era stata letteralmente sommersa di abiti di tutti i tipi: con lo strascico, a sirena, stile impero, stile principesco, dal colore rosso, verde, viola, giallo e di svariate altre tonalità. Quell’anno, si diceva andasse di moda il verde ma lei, Grifondoro convinta, si disse assolutamente contraria ad indossarne uno di tale colore.
Phoebe, sua damigella d’onore, s’impuntò affinché provasse per primo un vestito corto al ginocchio, di un bel viola acceso ma, quando la ragazza uscì dal camerino con sguardo infuriato e mani sul fianco, capì che doveva restare più sul classico.
Sheila fece provare alla figlia un bel vestito rosso e bianco, con scollo a cuore e taglio a sirena, impreziosito sotto il seno e sotto i fianchi da un’elaborata greca in pietre preziose, il vestito andava poi ad aprirsi e a mostrare un’elaborata sottoveste in pizzo bianco.(1)
«Sei bellissima, amore!» esclamò la donna, vedendola uscire dal camerino con passo incerto e sguardo dubbioso, posizionandosi poi davanti allo specchio.
«Sheila ha ragione, Molly, è stupendo!» esclamò Cedrella, guardandola sorridente «cosa ne pensi?» le chiese la donna.
«Io… non mi convince… è troppo elaborato, mi piace il rosso, ma lo vorrei meno marcato... e poi vorrei provarne un paio bianchi…» disse la giovane, guardandosi poco convinta.
«Perfetto, Signorina! Allora venga con me!» disse la donna, accompagnandola di nuovo nel camerino, dal quale uscì cinque minuti dopo con un bel vestito bianco in pizzo, che le fasciava perfettamente il corpo, era stupendo indossato da lei: aveva un corpetto interamente decorato con fiori e dettagli vari, che andava aprendosi leggermente in vita, in una gonna composta da quattro sottili strati di pizzo bianco, che andava terminando con un leggero strascico. Una sottoveste leggera impediva di vedere al di sotto del vestito.(2)
Molly s’emozionò notevolmente quando si vide allo specchio e quasi scoppiò a piangere dall’emozione «È bellissimo!» sussurrò, quasi senza parole.
«Sei meravigliosa!» esclamò Phoebe, guardando l’amica, orgogliosa di quanto fosse bella. Sheila e Cedrella ormai piangevano dall’emozione.
«Pensi che potrebbe essere quello giusto?» chiese la commessa.
La giovane provò ad immaginarsi percorrere il giardino di Casa Weasley con quel vestito e, seppur l’idea non le dispiacesse, volle provare un vestito che aveva visto in camerino qualche momento prima.
L’ultimo vestito che indossò fu un abito a sirena bianco, con ampia gonna e fiori rossi sparsi per tutto il vestito, aveva uno scollo a cuore ed un’unica spallina impreziosita da fiori rossi, vi era poi la possibilità di “agganciare” al vestito una seconda gonna, aperta sul davanti, che andava a costituire l’ampio strascico dell’abito.(3)
La ragazza si rimirò a lungo, ma si disse che non era come se l’era immaginata: quando l’aveva visto lì, su quella gruccia anonima, l’aveva letteralmente adorato e, seppur non le stesse male e fosse veramente bella con quell’abito indosso, non riusciva a sentirlo completamente suo, non riusciva ad innamorarsene.
«Cosa ne pensi?» chiese nuovamente la commessa.
«Non lo sento mio» disse la giovane «penso che … penso di voler riprovare l’altro!» disse e, questa volta, quando uscì nuovamente, la commessa le acconciò i capelli con un bel fermaglio di fiori bianchi e rossi, e le mise un bel velo con un lungo strascico.(4)
Quando si vide nuovamente in quella veste, la giovane non poté evitare di piangere ed i presenti capirono subito quale fosse il verdetto.
Venne poi il turno di scegliere i vestiti delle damigelle e delle madri: Phoebe avrebbe indossato un elaborato vestito rosso con scollo a cuore, una decorazione a fascia in vita e uno spacco sul davanti all’altezza delle ginocchia che rendeva sfasata la gonna, mentre Annabell ed Eudora, le altre due damigelle della ragazza che, per inciso, non aveva interamente deciso lei (dal momento che, se fosse stato per lei, non avrebbe nemmeno invitato Eudora) avrebbero indossato un semplice vestito lungo in chiffon rosso.(5)
Sheila scelse per sé un tailleur viola, coordinato ad una borsetta in tinta, mentre Cedrella scelse un abito rigorosamente verde e argento.

I successivi compiti della sposa furono molto meno difficili: scrisse tutti gli inviti, iniziò a confezionare le bomboniere, dei deliziosi cestini portaoggetti bianchi, che vennero poi riempiti con numerosi confetti, costrinse il fidanzato e gli amici Edwin, Dedalus e Alec a piantare nel giardino centinaia e centinaia di girasoli, che dividevano in due ali perfette il prato e che lasciavano un corridoio centrale, dove la sposa avrebbe fatto il suo percorso verso l’altare, scelse il suo bouquet, che venne composto da fiori gialli, rossi e bianchi e decise il menù che avrebbe composto il pranzo nuziale.
Arthur, nel frattempo, aveva scelto il suo abito, di uno strano blu elettrico, aveva acquistato gli anelli, predisposto un immenso gazebo nel giardino della casa, aveva applicato alla casa tutti gli incantesimi di protezione di cui era a conoscenza, insieme agli amici e ai due padri, aveva scelto tutte le canzoni che sarebbero state suonate (a cui non mancavano musiche rigorosamente Babbane) e, infine, aveva allestito tutta la sala da cerimonia secondo i gusti della futura moglie e dell’isterica damigella d’onore (che, per inciso, era quasi peggio della sposa).
E, infine, era finalmente arrivato il tanto agognato giorno del matrimonio.

Molly era agitatissima e, insieme a lei, lo era sua madre che, mentre le acconciava i capelli, faceva il trucco e sistemava il vestito, non smetteva di ripetere quanto fosse bella, quanto le volesse bene, quanto le sarebbe mancata una volta sposata e quanto fosse cresciuta.
Molly, dal canto suo, non riusciva più a ricordare le proprie promesse e credeva di non essere in grado di muovere neanche solo un passo, figurarsi tutto un giardino!
Fu con l’arrivo dei due gemelli che la giovane finalmente si tranquillizzò e rise di tutto cuore: Fabian e Gideon avevano mantenuto la loro promessa, certo, erano entrambi al matrimonio ed erano entrambi uomini, bisogna precisarlo, ma il furbo Fabian aveva rubato i capelli da un’allegra famigliola dai capelli rossi e, precisamente, dal padre e dall’allegro figlioletto di quattro-forse cinque anni, così ora, la giovane poteva prendere in braccio il suo tanto amato fratellone.
«Mi spieghi perché hai dovuto rubare i capelli a un bambino di cinque anni?!» chiese Gideon, contrariato e umiliato.
«Perché sono state le prime persone dai capelli rossi che ho trovato e poi … ho sentito che i padri single sono considerati sexy!» gli rispose Fabian, facendogli l’occhiolino e facendo scoppiare a ridere la sorella.
«Me la pagherai, Fabian! Ricorda le mie parole!» esclamò il bambinetto, incrociando le braccia, nervoso, ma orgoglioso del fratello.

Nel frattempo, Arthur non era certo più tranquillo, mentre accompagnava, aiutato dagli amici e dai genitori degli sposi, gli ospiti ai propri posti. Pensava e ripensava a tutto quello che aveva dovuto preparare per il matrimonio ed era quasi certo avesse dimenticato qualcosa.
Mezz’ora più tardi, Dedalus, il suo testimone, venne a chiamarlo, dicendogli fosse arrivato il momento.
Il rosso andò davanti all’altare e chiuse gli occhi, respirando profondamente per calmare quel cuore che rischiava minacciosamente di volargli fuori dal petto, ma li riaprì poco dopo, quando la marcia nuziale iniziò, e rimase senza fiato: nel suo campo visivo apparve lei, perfetta come poche, che camminava nella sua direzione, tesa e insicura nei movimenti, ma perfettamente bella. Il viso dolcemente impreziosito da un velo di trucco, incorniciato dal lungo velo, il vestito che le fasciava elegantemente le forme longilinee ed i suoi splendidi capelli lasciati sciolti, ad esclusione di un paio di ciocche che erano state tirate all’indietro, acconciati con degli splendidi fiori freschi, la rendevano una visione eterea, perfetta ai suoi occhi innamorati.
Molly, dal canto suo, si aggrappava al padre come ad un’ancora e doveva seriamente farsi forza per mettere un piede davanti l’altro e raggiungere lentamente l’altare, dove il suo amato la guardava affascinato come poche volte.
Il padre dovette sostenerla più volte lungo il percorso, notando quanto le sue forze fossero deboli e quanto fosse emozionata, tanto che pensò stesse per svenire.
Arrivato davanti al giovane, Reed diede un bacio sulla fronte della figlia e consegnò la sua mano al ragazzo, guardandolo negli occhi con fare serio, prima di allontanarsi verso il suo posto, mentre la cerimonia iniziava.
Fu una funzione emozionante e bella, dalla quale si percepiva tutto l’amore che i due ragazzi provavano l’uno nei confronti dell’altro e, in quel momento, tutti si resero conto che sì, un matrimonio in tempo di guerra non era poi una così gran frivolezza.
Dopo lo scambio dei voti e il bacio tra gli sposi, iniziò un’allegra festa, in puro stile Weasley, nella quale gli sposi vennero monopolizzati da tutti i parenti e gli amici, facendo foto su foto e ringraziando tutti per il loro intervento nella cerimonia, la giovane venne a lungo ricoperta di complimenti per il suo abito e, persino i loro vecchi insegnanti di Hogwarts, sopraggiunti al matrimonio, avevano fatto le congratulazioni ai due ragazzi.
Vi fu poi il lancio del bouquet che, sotto la sorpresa di tutti, venne preso da un’esuberante Phoebe che doveva aver bevuto veramente tanto, dal momento che stava facendo un ballo di incerta provenienza insieme ad Edwin, anche lui un po’ brillo.
Al momento del taglio della torta, i due gemelli si esibirono in svariate magie, che illuminarono quasi a giorno il tendone e che andarono decorando tutta la zona intorno al tavolo della torta, rigorosamente a sette strati, ricoperta di pasta di zucchero e con un cuore di fragole, crema e pan di spagna.
Quando la festa terminò, Molly e Arthur erano stremati e anche parecchio affamati, dal momento che non erano stati in grado di mangiare niente in tutta la giornata, fatta eccezione per una fetta di torta, visto il fatto che come tentavano di avvicinarsi al loro tavolo vi era uno zio/prozio o parente mai conosciuto che voleva parlare con i due giovani.
Gli ultimi ad andarsene furono i genitori della ragazza che, con sue immense lacrime, partirono immediatamente per la Spagna, ed i fratelli Prewett, l’uno nervoso e l’altro con uno strano sorriso ebete sulla faccia ed un angolo della camicia stranamente sporco di rossetto.
«Promettete di venirci a trovare?» chiese Molly, prima che se ne andassero.
«Certo, sorellina, dobbiamo controllare se Arthur è ancora vivo!» rispose Fabian, allegro.
«E vedere se riusciamo ad ucciderlo noi» continuò Gideon, abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
«Voi non uccidete proprio nessuno!» esclamò la giovane, con le mani sui fianchi, ma con un sorriso allegro sul viso.
«Ciao, sorellina!» esclamarono i due, mentre si smaterializzavano.

La prima cosa che fecero i due ragazzi una volta rientrati in casa fu quella di farsi un bel panino pieno di prosciutto, per poi ritirarsi finalmente sazi nella nuova camera che i genitori di Arthur avevano predisposto per loro, ben lontana dalla propria.
Arthur le sorrise, per poi darle un dolce bacio sulle labbra, che andò lentamente approfondendosi fino a ché i loro abiti non iniziarono ad ammassarsi in angoli indefiniti della stanza.

Il giorno dopo Molly si alzò di prima mattina e si mise a preparare la colazione per lei, Arthur ed i genitori del ragazzo, ben felice di aiutare.
I due novelli sposi poi, insieme al padre del ragazzo, si curarono di sistemare tutto il giardino, far sparire tavoli e sedie e di smontare tutto ciò che avevano predisposto per il matrimonio.

Lentamente i due novelli sposi iniziarono a creare una propria routine, fatta di baci al mattino prima di andare al lavoro, amorevoli pranzi preparati con cura dalla giovane Molly e chiacchierate interminabili riguardanti la propria giornata.
Cedrella aveva insegnato a Molly a ricamare e a fare a maglia, mentre Septimus le aveva insegnato come curare il giardino e come disinfestarlo da quei gnomi insopportabili che più di una volta l’avevano morsa.
I genitori della ragazza si premuravano di scriverle almeno una volta ogni due settimane, visti i tempi che correvano, per sapere come stesse procedendo il loro matrimonio e come stesse la figlia; per quanto riguardava i fratelli, invece, spesso andavano a trovarla sotto mentite spoglie e restavano a chiacchierare con lei e con il marito e Molly, in quei momenti, riusciva ad allontanare tutte le preoccupazioni del mondo esterno e riusciva nuovamente a sentire unita la sua famiglia.
Oltre a queste piccole soddisfazioni familiari, Molly aveva anche incontrato una strega, di qualche anno più giovane, che frequentava ancora Hogwarts e che abitava al di là della collina, Pandora Knight, cugina di secondo o terzo grado di Phoebe. Era una ragazzina strana, che se n’era sempre stata un po’ sulle sue anche ad Hogwarts, ma aveva un’intelligenza e una voglia di creare che era spettacolare! Era anche una ragazza veramente molto bella: con i suoi occhioni azzurri, i capelli biondi e quel viso solare e gentile, ma era spesso scansata dai coetanei, considerata troppo “strana” per stare con loro.(6)
Molly, invece, la trovò molto dolce e simpatica, anche se spesso si trovava a parlare di esseri strani e inesistenti, quali Nargilli e Gorgosprizzi. L’aiutò perciò molto volentieri nello svolgere i suoi compiti per le vacanze pasquali e fu più che felice di avere una figura femminile quasi della sua età con cui parlare.

Giorni dopo, quando ormai la ragazza era partita per Hogwarts, la giovane iniziò a sentirsi strana e, in una calda mattinata di inizio aprile, mentre era impegnata nel curare le piante del giardino (ora quasi sgomberato dai girasoli e dagli gnomi), svenne. Cedrella, che le era accanto, accorse immediatamente da lei e, constatate le sue condizioni, chiamò a gran voce il marito. E, nonostante poco dopo si fosse ripresa, la trasportarono con urgenza al San Mungo, dove venne fatta visitare da uno dei migliori Medimaghi di tutto l’ospedale.
Arthur venne fatto chiamare con urgenza e si precipitò immediatamente al capezzale della moglie.
«Lolly Molly, come stai?» chiese, preoccupato e parecchio pallido.
«Tranquillo, Arthur, è stato solo un colpo di sole... » tentò di giustificarsi la giovane, ma il Medimago l’interruppe.
«No, Signora Weasley, non è stato un colpo di sole» le disse «lei è incinta».
Quello che successe a seguito di quell’affermazione fu molto confuso: Cedrella urlò dalla felicità, Septimus esultò, Arthur svenne come un sacco di patate e lei rimase interdetta.
«Incinta?» chiese, mentre un praticante faceva rinvenire il marito.
Il Medimago annuì «Sì, di quattro settimane, aspetta un figlio o una figlia» continuò.
«Un maschio, sicuramente, i Weasley nascono tutti maschi da generazioni ormai» rispose con fare pacato Septimus, mentre la moglie annuiva.
Alla giovane venne raccomandato di non fare sforzi, di stare attenta a non affaticarsi e di presentarsi ogni due settimane per dei controlli.

Quando tornarono a casa, Arthur era ancora leggermente scioccato e non aveva ancora accennato a dire una parola, la moglie ne fu molto spaventata, così iniziò con voce tremolante.
«Arthur… tu… non ne sei felice?» chiese.
«Felice? Io sono euforico!» rispose lui, prendendo la giovane in braccio e facendola girare sul posto «questo bambino è la cosa più bella che potessi donarmi! Io… non sai quanto gli voglio già bene! Non sai quanto sono felice! Non vedo l’ora di vederlo gattonare per tutta la casa o di vederlo distruggerci qualche mobile! Voglio essere con lui quando volerà sulla sua scopa per la prima volta e voglio accompagnarlo ad Hogwarts! Questo bambino o questa bambina è la cosa più bella che potrei desiderare dalla mia vita, dopo te» disse, baciandola euforico.
Lei rise, liberatoria, e corse immediatamente a scrivere ai propri genitori e ai propri fratelli, per renderli partecipi della meravigliosa novità.

I mesi si susseguirono tranquilli, mentre piacevoli novità andavano oscurando ciò che accadeva al di fuori della loro vita coniugale: a dicembre, Edwin e Phoebe si sarebbero sposati, mentre Eudora era riuscita ad ottenere quel posto nelle Holyhead Harpies che sognava e voci mormoravano che si stesse frequentando con Alec, il quale aveva trovato un posto di lavoro presso il Ministero, qualche piano più in basso di Arthur.
Fabian e Gideon, nonostante la guerra che imperversava e i morti che essa causava, si fermavano spesso da loro per discutere riguardo al futuro nipotino e, in una bella serata di fine ottobre, ad ormai pochi mesi dalla nascita del bambino, i due coniugi, i gemelli e i genitori di Arthur si riunirono e si misero a discutere riguardo al nome per il piccolo, che avevano scoperto essere un maschio.
Nomi dei più disparati iniziarono a volare per la stanza, vennero proposti Aaron, Alexander, Bruce, Chase, Christian, Fabian e Gideon – che di certo non potevano mancare –, Denis e molti altri, ma nessuno sembrava convincere la giovane. Lei voleva fosse un nome bello, poetico e unico, pertanto non avrebbe scelto il nome dei due gemelli – non come primo nome, almeno.
All’improvviso nella sua mente apparve un nome che, fin da quando era bambina, aveva sognato di dare a suo figlio: «William» disse, quasi meccanicamente e, quel nome, piacque a tutti. La discussione sul nome del bambino morì lì e si concentrarono sull’organizzazione della cameretta del piccolo, che sarebbe stata posta accanto a quella dei genitori, e sul suo corredo.

Erano le cinque di mattina del 29 novembre del 1970, quando le acque di Molly decisero di rompersi, con netto anticipo rispetto alla nascita prevista per il piccolo. La ragazza venne portata subito al San Mungo e fu dopo ore di travaglio e una mano spezzata per il giovane Arthur che venne alla luce il piccolo William Arthur Weasley: un tenero bambino di tre kili e mezzo, con un mucchio di lentiggini, occhi azzurri e una chioma indistinta di capelli rossi.
Per Arthur e Molly, quella, fu la cosa più bella che avessero mai visto in vita loro e Molly si disse che sì, avrebbe sopportato quella pena anche altre cento volte, pur di rivivere quella splendida emozione.
I due genitori si guardarono negli occhi, mentre la loro famiglia entrava nella stanza, e, stringendo il piccolo tra le braccia, si diedero un caldo bacio, consapevoli che, nonostante la guerra che imperversava fuori da quella stanza e dei pericoli che avrebbero percorso ogni giorno, quello non era l’epilogo del loro amore, era solo un nuovo, meraviglioso inizio.

 

NdAceDPortogas:
 
1. Primo vestito da sposa provato da Molly
2. Secondo vestito da sposa provato da Molly
3. Terzo Vestito da sposa provato da Molly
4. Velo
5. Vestito scelto per Phoebe
6. Come spero si sia capito, questa misteriosa ragazza è la futura madre di Luna che, secondo questo link, dovrebbe chiamarsi Pandora, il resto è inventato.

 

 
Ehila! Ciao a tutti!
 
Cosa ne pensate di questo capitolo? Troppo sdolcinato? Non abbiamo reso giustizia ad Arthur e Molly?
Finalmente, dopo mille peripezie, ce l’hanno fatta a sposarsi e ad avere un figlio! ^^
 
Beh, che dire, ora che siamo alla fine di questa storia?
Grazie a tutti coloro che l’hanno messa – o la metteranno – tra le seguite, le ricordate, le preferite, a chi l’ha recensita e a chi l’ha semplicemente letta silenziosamente.
Grazie a Queila che mi ha permesso di pubblicarla sul mio account e grazie alle giudiciE del contest ormai concluso, per averci permesso di fare questa esperienza.
 
Ora, prima di concludere questo nostro spazietto autrici infinito, vi lascio con una piccola curiosità relativamente ai banner, che penso non abbiate notato: i colori utilizzati nelle scritte e, talvolta, nello sfondo dei banner vanno progressivamente scurendosi nel corso dei capitoli, partendo da un bianco accecante e sfociando, in quest’ultimo capitolo, in un bel rosso, ciò per indicare il progressivo aumento dei sentimenti dei due ragazzi, dal nulla fino all’amore.
Tutto qui, una piccola curiosità della quale volevo rendervi partecipi…
 
Grazie mille a tutti e alla prossima,
AceDPortogas e Queila ♥

Questa storia si è classificata quarta al 
“Contest Round Robin– Perché due mani in più servono sempre.” Indetto da grazianaarena sul forum di EFP e portato a termine da milla4.
Ha vinto un banner (che potrete trovare alla fine del primo capitolo) e il premio speciale.

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