Un matrimonio davvero speciale!

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel giorno del mio matrimonio, mi addentravo in una selva tutt'altro che oscura ***
Capitolo 2: *** Matrimonio nell'acqua! ***
Capitolo 3: *** Una visita a sorpresa!! ***
Capitolo 4: *** Il sogno di sentirsi dentro un film! ***



Capitolo 1
*** Nel giorno del mio matrimonio, mi addentravo in una selva tutt'altro che oscura ***


Jared stava camminando nel grande giardino di quella villa, assaporando il dolce profumo dei fiori e la forte fragranza delle piante. Alle narici gli arrivò un forte odore di menta. Da qualche parte anche un odore di vaniglia.

Adorava quei profumi. Non sapeva se li sentiva perché era un dolce scherzo della sua immaginazione, perché si stava per sposare e pareva tutto bello, anche l’aria stessa gli sembrava profumata, oppure perchè all'eccentrico padrone della villa piaceva avere il pollice verde. In ogni caso era bello così.

Avrebbe tanto voluto percorrere quel cammino con Jensen, mano nella mano, o anche solo senza tenersi per mano ma camminare vicini, in mezzo a tutto quel verde, arrivare insieme all’altare, raggiungere insieme gli amici, gli ospiti, il prete…sarebbe stato fantastico…tuttavia erano concordi sul fatto che gli amici, i genitori e la famiglia ci tenevano a vedere un matrimonio almeno un po’ tradizionale, visto che il resto non lo sarebbe stato..e loro volevano almeno concedergli quello.

Perché sarebbe stato tradizionale solo a metà? Non solo per il fatto che si stavano per sposare nel giardino di una fantastica villa e non in una chiesa, ma soprattutto per il rito, sarebbe stato tradizionale solo a metà. Il rito sarebbe stata una cosa davvero speciale!
 

La villa era stata affittata per celebrare il loro matrimonio. Era costato molto affittarla solo per un giorno, ma Cas, Bobby, John, Jo e altri amici di Jared e Jensen tra cui anche una simpatica ragazza dai capelli rossi di nome Charlie, Matt e i due fidanzati Rob e Garth, avevano fatto una colletta di soldi ognuno per poter affittare quella villa.

Era stato davvero un bel gesto. A Jared e Jensen non importava del fatto della casa più di tanto, ma del gesto…di cosa significava! Tutti insieme i loro amici avevano speso ciascuno dei soldi per loro per il loro matrimonio. Un senso di unione, tutti insieme, per renderli felici.
 

La casa doveva pur di essere di qualcuno ed era di un certo tizio di nome Sebastian Rochè. Un ragazzone belloccio e ricco sfondato. Possedeva già numerose ville ed era proprietario anche di quella. Ci viveva lì dentro. Nel lusso più sfrenato. Era un bonaccione in fondo anche se lo nascondeva dietro una facciata da ragazzone strafottente e rubacuori.
 
 
Jared si fece strada tra le numerose piante dal lungo fogliame. Sembrava di essere nella giungla.

Sebastian era veramente un tipo eccentrico. D’altra parte era meraviglioso quel luogo per chi volesse disconnettersi dalla realtà. Bastava entrare nel giardino e ti scordavi di vivere in città.
 

Finalmente avvistò dei tavolini bianchi con ospiti annessi. Il cuore gli batteva come un tamburo, mentre si faceva largo per avvicinarsi.

















Note dell'autrice: 

vi avverto che questa storia potrebbe avere più capitoli - non so ancora quanti ma non molti - perchè voglio scrivere una serie di cose carucce :D ma tranquilli sarà piacevole da leggere :D anche perchè non sarà niente di scontato ^^

a presto <333

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Capitolo 2
*** Matrimonio nell'acqua! ***


Jared camminò in avanti per andare da loro. Vedeva quei tavolini bianchi, quella folla di gente, tutti lì per loro. C’era un tiepido venticello, l’aria era salubre, la respirò a fondo. Si sentiva emozionato. Sapeva che tutta quella gente era felice per loro, che pensavano alla sua felicità, e lui si sentiva proprio come tutti pensavano e si aspettavano che fosse.

Felice.

Non vedeva l’ora di riunirsi con Jensen e di condividere quella felicità con lui, di vedere quegli occhi verdi e la felicità nei suoi occhi, sapendo che era lui la causa.


Quando arrivò all’altare, Jensen era già lì, con le mani giunte, che lo guardava orgoglioso.

Jared sorrise, indovinando dalla sua postura rigida che cercava di mascherare il nervosismo e l’emozione.

Non vedeva l’ora di togliergli quei vestiti che indovinava essere un po’ troppo stretti.
 
Arrivò a fianco di Jensen, mentre tutti applaudivano.

Jensen lo guardò e Jared vide quegli occhi brillare.

Riconosceva il movimento degli occhi di Jensen, scattavano appena e sembrava si ingrandivano di più quando Jared lo raggiungeva mentre Jensen lo aspettava. Jared aveva imparato a riconoscere questa cosa come l’impazienza di Jensen di rivederlo, una certa frenesia nei suoi occhi e sollievo quando Jared tornava da lui, che Jared riconosceva nelle sue stesse pupille. Negli occhi di Jensen c’era il mondo, era così trasparente che Jared poteva vedere nei suoi stessi occhi l’amore che Jensen provava per lui, anche se poi entrambi avevano gli occhi a cuore quando guardavano l’un l’altro…e in fondo non era anche per questo che erano anime gemelle?
 
Jared sorrise quando si posizionò davanti a lui.

“Bene. Siamo qui riuniti in questa meravigliosa giornata di Maggio, per celebrare un’unione voluta da questi bei figlioli, ma soprattutto, cosa ancora più importante, da Dio.”

Jared e Jensen si sentivano un po’ imbarazzati. Avrebbero preferito saltare la parte in cui si metteva in ballo Dio e il fato, ma che bisognava farci? I preti erano i preti e ora con il fatto che si sapeva che erano anime gemelle….
 
Il prete andò avanti ancora un bel po’ a fare una filippica sull’importanza di quello che era successo nel mondo da svariati mesi, sulla rinascita di un Nuovo Mondo, sull’importanza che tutti pregassimo e ringraziassimo per quello che era capitato e sulla eventualità che Jared e Jensen venissero fatti santi per il regalo che avevano fatto all’umanità.

“Padre, vi prego, non ci faccia arrossire. Le assicuro che non siamo dei santi, soprattutto in cam…” cominciò Jensen.

“Jensen!” lo riprese Jared, facendogli un cenno di avvertimento.

Tutti risero, compreso il prete.

“Bene, io credo sia ora di dare inizio alla cerimonia!” disse il prete avvicinandoli ad una immensa piscina.
 


Sulla piscina c’era un altro altare riccamente decorato di bianco, sopra una sorta di ponticello in legno. Davanti all’altare, c’erano due botole spaziose quanto bastava per farci passare un corpo umano. Azionando una certa leva, Jared e Jensen sarebbero caduti in acqua con un tonfo e il rito sarebbe iniziato, ma prima c’era il rito iniziale da svolgersi.
 
“Cominci prima lei.” Disse il prete rivolgendosi a Jared.

“Bene.” disse Jared. Fece un sospiro e prese le mani di Jensen.

“Jensen…io voglio iniziare questo discorso, dicendoti…quanto mi rendo conto che la mia vita fin da subito è stata completamente non tradizionale.”

Jensen gli sorrise calorosamente.

“Di solito..i bambini crescono con la famiglia…ed eventualmente con i loro fratelli. Hanno solo loro come punto di riferimento..io invece..ho vissuto qualcosa di completamente diverso. Ho avuto e non ho avuto una famiglia. Ho avuto una famiglia perché anche se i miei genitori erano scomparsi e li ho creduti morti…mio padre John, il mio padre naturale, mi ha dato tutto l’amore di cui avevo bisogno…l’amore di un padre.” Disse Jared, volgendosi verso John sorridendo. “Allo stesso tempo, vivevo una vita alternativa..una doppia vita, in cui l’altra parte di me, non ha mai conosciuto famiglia all’infuori di te…fin da quando ero bambino, fin dall’età di tre anni, tu sei sempre stato il mio unico punto di riferimento, quando ero solo Sam e non Jared. Non conservavo nessun ricordo al di fuori della vita con te, nella mia testa non sapevo come ci si sentisse ad avere una figura paterna, perché quando ero con te smemorizzavo tutto…e tu sei stato per me un padre, un fratello, un amico..e anche il mio principe azzurro. Non mi hai mai abbandonato, sei stato il principe delle favole che si sogna da bambini, solo che tu non scomparivi quando mi addormentavo…ero io a scomparire…” disse mentre Jensen si asciugava gli occhi.

“Con te ho vissuto il sogno di un amore adolescenziale, sei stata la mia prima cotta e il mio primo e unico amore…con te ho vissuto i primi batticuori. Non pensavo di poter provare l’emozione, il brivido di innamorarmi di nuovo di te. Ho capito, quando ti ho incontrato veramente, quando ci siamo incontrati anche fisicamente davvero a Venezia, che è possibile innamorarsi di qualcuno per la seconda volta. Esiste una citazione che dice: che bello l’emozione della prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora. Per me era così….non ci ho messo molto a capire che i miei momenti di amnesia non erano una maledizione ma un regalo. Non due volte, ma tre sono state le volte che mi sono innamorato di te, ricambiato. È vero, tu avevi una brutta storia alle spalle e hanno cercato di metterti contro di me, ma la cosa bella è che tu non hai mai voluto farmi del male. Mi hai sempre protetto, perché è questo a cui siamo destinati. Proteggerci, amarci e salvarci a vicenda.”

Ci fu una pausa e poi Jared aggiunse:

“Io, Sam Jared Padalecki, prendo te Jensen Dean Ackles, come mio sposo e prometto di amarti e onorarti sempre e onorare per sempre questa promessa…in questa vita e nelle altre che verranno.” Disse Jared, mettendogli l’anello al dito.

La mano di Jared tremava quando infilò l’anello al suo dito così come tremava quella di Jensen.
 
Jensen prese poi un grosso respiro e parlò lui stesso:

“La mia vita..non è mai stata tradizionale…” disse Jensen facendo ridere tutti.

“Sei arrivato nella mia vita quando ero ancora un bambino. Non eri il mio fratellino. Non eri il mio amico immaginario. Sapevo da subito che eri molto di più di quello. Non eri un punto interrogativo per me, ma eri il punto esclamativo quando per la vita trovavo punti interrogativi alle mie domande. Eri la risposta alle mie domande. Quella risposta che non aveva bisogno di farsi capire e comprendere per spiegarsi, quella che parlava il linguaggio del cuore. Il linguaggio degli amanti. Amarti era naturale come respirare, spontaneo come provare gioia guardando un tramonto, io che ho sempre creduto che i tramonti li guardava solo chi era triste, ma tu riuscivi invece a far provare gioia guardandoli.”

Jared sentì le lacrime agli occhi, si mise due dita sulle labbra e parve ancora più tenero.

“Tu sei la tenerezza e la dolcezza in persona e io mi sento così…fortunato ad averti vicino e a poterti amare…sono così felice che tu sia con me e che tu abbia scelto me.”

Jared tirò ancora su con il naso.

“Ci siamo incontrati perché doveva succedere prima o poi. Le nostre anime erano già insieme prima di farlo, a dimostrazione del fatto che sei già di qualcuno prima ancora di incontrarlo..ed era solo questione di tempo prima che potessimo stare insieme anche nella vita terrena, perché così come le anime, anche i nostri corpi si attraggono.”

Sembrava che Jared volesse già saltargli addosso, ma il prete tossì per impedirglielo.

“Prima la promessa.” Disse.

Jared ridacchiò e Jensen si affrettò.

“Quindi, io Dean Jensen Ackles, prendo te Sam Jared Padalecki come mio sposo e prometto di amarti e rispettarti e restarti sempre accanto, in questa vita e nelle altre che verranno.” Disse infilandogli l’anello con tremori annessi da entrambe le parti.

“Io vi dichiaro marito e marito!”


I due sposi si baciarono finalmente e quando lo fecero, avvertirono un qualcosa di celestiale attorno a loro. Vibrazioni paradisiache come il canto di uccelli. Dovevano essere le loro anime che provavano gioia davanti a quell’unione.


“Bene, bene, siete carini, ma adesso devo chiedervi di restare un attimo ai vostri posti. Un cheese per la foto. Vado a prendere la macchina fotografica.” Disse il prete.

I due j si misero in posa ,ma vennero spaventati e interrotti dalle botole che si aprirono all’improvviso. Loro non sapevano quando sarebbe successo. Il prete aveva voluto coglierli di sorpresa!
 


Fu una cosa sorprendente e altamente rinfrescante. I due sposini finirono nell’acqua, inzuppati fradici. Il prete si limitò a scendere dal ponticello attraverso tutta quella geniale e complessa architettura in legno.

Quando l’ultimo gradino lo portò proprio lì davanti a loro – nel mentre anche gli altri ospiti si spostavano per scendere nel ripiano inferiore – andò da loro ergendo un grande boccale.
 
Jared e  Jensen fecero appena in tempo a risalire che quando riemersero, il prete passò una brocca piena di latte prima sulla testa di Jared e poi sulla testa di Jensen.

“E ora il rito è davvero finito.” Disse il prete.

Jared e Jensen completamente bagnati, strizzarono gli occhi, ma si abbracciarono subito. Fu il più giovane a prendere l’iniziativa di buttarsi tra le braccia del maggiore che rinsaldò la presa stringendolo forte, felice di stringere a sé quel corpo dolce e così suo, dopodichè entrambi si immersero di nuovo sott'acqua insieme per un romanticissimo bacio sott'acqua!
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

allora ragazzi ciaooooo volevo proprio che il matrimonio fosse una cosa SPECIALE e quindi ho scritto questo xd spero di essere riuscita a spiegarmi bene xd

l'idea della brocca di latte e del tuffo in acqua mi è sembrata una cosa spirituale, di rinascita, che mi sembrava bella da mettere <3

cmq le sorprese non sono finite <333

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Capitolo 3
*** Una visita a sorpresa!! ***


Jensen e Sam erano sul letto di quella villa che si sbaciucchiavano. Jensen era sopra di lui che lo baciava piano, saggiando la morbida consistenza delle sue labbra.

“Finalmente….siamo…sposati…maritino…” disse Jensen. A ogni parola corrispondeva un dolce bacio.

“Mmmmm…che bello.” sospirava Jared sotto i suoi baci.

“I miei baci o il matrimonio?” chiese Jensen tornando ad accarezzarlo sotto le coperte.

“Tutto.” Disse Jared, lasciandosi accarezzare, poi gli accarezzò delicatamente il braccio.

Fissò poi il suo sguardo in quello di Jensen.

Tornò a guardarlo con quella dolcezza.


Jensen amava quello sguardo. Dopo la pozione, quando lo guardava, vedeva in Sam come una nuova consapevolezza. Prima della pozione lo guardava come una persona che conosci da sempre, sempre con gli occhi dell’amore, certo, ma con quello sguardo…dopo la pozione, lo guardava  con gli occhi di una persona che aveva conosciuto l’amore della sua vita-  a 23 anni -  solo da un periodo breve, pochi mesi, un anno massimo..c’era quello sguardo di stupore, misto a esaltazione.

Jensen sapeva che era così perché anche se Sam lo conosceva da sempre, aveva provato la bellissima esperienza di riconoscerlo nuovamente una seconda volta e quindi di vederlo sotto un’altra luce. Per Jensen era lo stesso. Credeva di amare già totalmente Sam, di conoscerlo completamente, di sapere tutto di lui,  non avrebbe mai immaginato che avesse una parte nascosta, che era Jared…e esplorarla era stato come solcare i mari e gli oceani. Oltre a questo era così felice di aver fatto del bene all’amore della sua vita, aiutandolo a ritrovare sé stesso.

Gli anni con Sam erano stati stupendi ma sempre contornati da una vela di ombreggiatura perché sapeva che Sam non era completamente felice vivendo in quel modo. Era felice di aver insistito tanto per fargli ritrovare sé stesso. Spesso bisogna combattere con le persone che si amano, per convincerle ad amarsi. La felicità è così spesso negata che quando te la fanno intravedere, non ci credi e non la vuoi, per paura di alimentare la speranza e soffrire immensamente quando scoprirai che era solo un’illusione.
 
“A cosa pensi?” chiese Sam.

“Penso che ti amo da impazzire e che voglio renderti sempre felice.” Disse Jensen sorridendo. Non avrebbe più parlato con Jared del passato. Non voleva che gli tornassero in mente ricordi tristi, voleva solo che pensassero al futuro.

“Tu mi rendi già felice.” Disse Jared guardandolo. I suoi occhi brillavano in una maniera illegale. I suoi famosi puppy eyes.

Si baciarono ancora, quando qualcuno bussò alla loro porta.
 


“Sposini, siete vestiti?”

Jared e Jensen si guardarono, spalancando la bocca.

“Ehm, un momento!!” dissero,vestendosi in tutta fretta.
 

Jensen rimase a guardare Jared che di fretta si metteva il maglione e si infilava i jeans.

Aveva proprio un fisico da urlo, pensò, sorridendo.

Era davvero bello anche questo. Condividere insieme questo momento in cui un rompiscatole bussava alla loro porta mentre erano nudi e loro dovevano rivestirsi in fretta. Sì,perché era un momento di complicità buffa, cui loro solo alcuni anni fa, potevano solo sognare di provare, perché Sam non poteva essere visto da nessuno.
 
Aprirono la porta e Sebastian li squadrò sorridendo malizioso.

“Ci scusi, signor Rochè, liberiamo subito la casa.” Disse Jared, ma Sebastian lo frenò con un gesto della mano.

“C’è una cosa di cui dobbiamo discutere prima.”
 
 
 
 
 












Note dell'autrce: 

il momento si riferisce al mattino dopo! xd scusate se non l'ho specificato subito! La villa è quella in cui si sono sposati ^^  

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Capitolo 4
*** Il sogno di sentirsi dentro un film! ***


C’è una cosa di cui dobbiamo discutere prima” disse Rochè e Jared e Jensen boccheggiarono.

“Qualcuno ha fatto casino alla villa ieri? Hanno rotto qualcosa?” chiese Jared.

“Signor Rochè, la rimborseremo di tutto quanto…” disse Jensen, ma Rochè li interruppe con un gran sorriso.

“Dobbiamo parlare della casa, ma tranquilli, nessun danno è successo alla casa. Pensavo più a un cambio.” Disse Rochè, girando in tondo, divertendosi a infondere tanto mistero.

Un…cambio?” chiesero Jared e Jensen instupiditi.
 
“Vedete…io viaggio molto, sono un uomo a cui piace prendere il massimo dalla vita. Avventure, conoscenze, nuove culture, divertimento..non sto mai fermo e mi piace collezionare bene materiali per darmi un’impronta di..come si può dire? Terreno solido, visto che io non sono una persona solida. I beni materiali a cui mi riferisco sono piscine, ville…mi sposto continuamente e mi piace avere qualcosa che so che quando tornerò in quel posto, c’è qualcosa che mi appartiene. Mi piace lasciare un’impronta e anche qualcosa che mi aspetti quando tornerò, mi capite?”

“S-sì…” dissero Jared e Jensen non capendo dove volesse andare a parare.

“Però, ecco, mi sono reso conto che non deve essere per forza così, voglio dire, lasciare un’impronta.. avere qualcosa che ti aspetti…o che, pardon, quando tornerai, ti ricorderà di te e di quello che hai fatto…esiste un altro modo per fare questo…la cosa non deve essere per forza tua.”

Jared e Jensen erano sempre più perplessi. Rochè sorrise ampiamente e disse:

“Lascio la casa. La lascio a voi.
 
Jared e Jensen spalancarono la bocca esterrefatti.

“N-noi non abbiamo capito bene.” disse Jared.

“Lei vuole venderci la casa??”

“Tutt’altro. Non voglio per niente venderla. Ve la voglio regalare.
 
Jared e Jensen erano ancora più sbalorditi.

“Ma…perché??” chiesero.

“Consideratelo il mio regalo di nozze. In fondo il grande latin lover Rochè è anche un romanticone e non trovo niente di più romantico che vivere nella casa dove mi sono sposato! Pensateci. Ogni giorno scenderete in questo giardino e penserete: è qui che come un coglione ho fatto quel tuffo nell’acqua e mi sono fatto spruzzare una grande quantità di latte sopra la testa perché bo…volevo fare una cosa figa e strana!”

“Rochè..sul serio…non è giusto..lasci almeno che la paghiamo..” insistè Jensen.

“Non se ne parla. Che regalo sarebbe altrimenti? Se volevo proporvi una vendita, l’avrei fatto, ma non mi interessa. Sono pieno di soldi, non mi vergogno ad ammetterlo. Una vendita in più non mi gaserebbe o incuriosirebbe al punto da voler vendere questa casa, ma, un qualcosa di assolutamente disinteressato e altruistico, mi spinge a farlo! Non guardatemi così. Capita nella vita di ognuno di noi, che pensiamo in quell’istante: cavolo, questa è davvero una cosa profondamente disinteressata ed altruistica, mi farebbe proprio sentire bene farla. Ecco, quella è stata la mia illuminazione quando voi avete scelto questa casa. Sapete da quanto non percepivo un pensiero che fosse davvero altruistico e non su me stesso? No, non lo sapete, quindi non rovinate tutto.” Disse Rochè completamente gasato.
 
Jared e Jensen erano storditi. Non sapevano che dire.

“Voi mi piacete. Ho sentito di voi sui giornali e in televisione, inutile che stia qui a negare di non sapere chi siete. So cosa avete fatto ma questo non ha niente a che fare con quello che avete fatto. Ha più a che fare con…l’ispirazione.  Ecco. Voi miei cari ragazzi, ispirate  l’amore. Ho pensato che se dei ragazzi sono capaci, solo con la loro esistenza, a ispirare sentimenti tanto grandiosi, meritino come minimo di ricevere un regalo, anche se so che ovviamente per voi il regalo più grande è stare insieme. Lo so questo. Ma volevo anche io fare la mia parte in questa storia. Non ci sono stato, ma volevo comunque fare qualcosa che, alla fine di tutto, segnasse in minima parte anche me e penso con questo di esserci riuscito, no? …quindi tranquilli, alla fine, anche una cosa altruistica, fatta dal sottoscritto, si ricollega alla sua vena narcisistica.”

Jared e Jensen lo guardarono a bocca aperta. Quello sconosciuto non era neanche loro amico ma aveva detto tali belle parole per loro e quello che voleva fare…

“So che vi sentirete in debito con me…non vi dirò di non sentirvicisi, perché a quanto pare posso approfittarne. Vi dirò quindi che se proprio volete sdebitarvi, allora diventiamo amici.”

“Sul serio? La tua unica richiesta è solo questa?” chiese Jensen sorridendo.

“Ma sì! E non abbiate paura.Non mi sono preso una fantasmagorica cotta per voi! Ovviamente sì, ma non romantica, anche se, lo ammetto, sono un tipo a cui piace sperimentare. Questo è il mio numero. Solo aspettate almeno che il mio volo per le Canarie sia atterrato. Sul volo è vietato rispondere ai cellulari. cI vediamo…e godetevi la casa. Sono Sebastian, a proposito.” Disse Seb facendo l’occhiolino.

“Seb, GRAZIE!!” gridarono i due prima che il tizio sparisse.
 
Jared guardò Jensen che era ancora basito come lui.

“Dio mio, Jensen. è nostra. Questa casa è nostra!” disse Jared, abbracciando Jensen.
 
 
 
 

Epilogo



Erano stati Castiel e John i testimoni di Jared e Jensen al loro matrimonio, per un motivo molto semplice. Castiel era stato il migliore amico di entrambi, ma, Sam sapeva, che Castiel aveva fatto per Jensen molto di più. Non era stato solo un amico o un compagno di guerra come si suol dire, visto che erano insieme alla base dell’organizzazione criminale…Castiel c’era stato quando Jensen aveva perso la memoria. Lo sostenne e lo salvò, sia sulla nave, sia quando, l’organizzazione voleva ucciderli e tutto ciò sebbene anche Castiel aveva perso la memoria..e c’è stato anche dopo…li ha aiutati in ogni modo possibile, ma Jared sapeva, che non avrebbe potuto mai avere Jensen con sé, se Castiel non lo avesse aiutato particolarmente quel periodo a Venezia… quindi, sebbene adorasse Cas, aveva voluto lasciare che fosse lui il testimone di Jensen, era più giusto!

E poi lui aveva John. John che era stato per lui un padre in tutti i sensi, anche se non sapeva di esserlo…e perciò aveva avuto per lui delle attenzioni paterne che niente avevano a che vedere con l’obbligatorietà della figura genitoriale e proprio per questo era ancora più bello e più importante per Jared.

Quello che lui provava nei confronti di John era emozionante allo stato puro. Glielo raccontò un giorno a Jensen, prima del matrimonio.
 
Sai, Jensen, quello che provo per mio padre è grandissimo. Naturalmente gli volevo già bene prima, ma non sapevo che fosse mio padre e ora che lo so…quello che ha fatto per me assume un significato ancora più importante per me…ma non è solo questo! Per tutta la mia vita ho avuto un padre…ma continuavo a dimenticarmelo, perché poi tornavo a essere solo un’anima…è stato come una giravolta infinita…quando ci siamo incontrati a Venezia, ero nel periodo in cui sapevo ancora chi fosse, ma senza la benchè minima percezione che mi erano stati portati via dei ricordi e che sarebbe successo di nuovo…
È vero, l'ho vissuto ma nello stesso tempo è stato come non viverlo, come nel paradosso del gatto di Scrodinger  
 
tornare ad essere una persona intera mi ha riportato tutti i ricordi con lui con la sensazione di un uragano…o di una tempesta di sabbia…o d’acqua. È meraviglioso ricordarmi di lui e dei momenti che abbiamo passato insieme.

“Quindi anche con me è come se non mi avessi vissuto?” chiese Jensen baciandogli il collo dolcemente.

Jared si era girato verso di lui e aveva detto.

“Oh, no, Jensen, no…no, perché anche durante i momenti della mia vita in cui io ero separato da te, anche se non avevo memoria di te, è stato come se ti avessi sempre accanto…mi hai amato talmente tanto che questo amore restava con me anche quando tornavo a essere Jared, cioè ora. Per quanto ami mio padre, l’amore per te era infinitamente più potente. Sono una cattiva persona per questo?”chiese poi dubbioso.

“No, sei la mia anima gemella.” Disse Jensen sussurrando e baciandolo con sollievo. Jared era così speciale. Diceva sempre quello che voleva sentire, anche senza bisogno di chiederglielo.

Era speciale il suo Sam.
 
 
 
 
 
 
 
Sam
 
E questa è la vita da sogno che desideravo con te. La vita che immaginavo con le lacrime al cuore, con un pizzico di melanconia, ma quando ci pensavo mi arrecava solo gioia pensarci…e mi dicevo che tutto sommato potevo essere immensamente felice solo immaginandola, che solo il fatto di poterla immaginare con una persona che amavo veramente, mi rendeva così fortunato. Tante persone non hanno questa fortuna. Non devo pretendere altro mi dicevo.

Era questo che sognavo…passeggiare in strada con te mano nella mano…mentre i passanti ci guardavano con tenerezza…fare colazione al bar…farti assaggiare il mio panino…andare a fare spesa insieme o ad acquapark , sapendo che tutti potevano vedere quanto fossimo felici…
Non sarebbe stato possibile tutto questo senza di te.
Perché tu hai continuato ad amarmi e a credere in noi.

Non era facile credere ad una persona che nessuno potesse vedere. Tu l’hai fatto.

Io non avrei mai voluto che finisse

e sapevo

che se tu non avessi creduto in me,

non ci sarebbe stato niente che io avrei potuto fare,

per non farla mai finire…….
 

“Sammy, tesoro…” disse Jensen, scuotendolo dai suoi pensieri.

Erano al lunapark, seduti su delle sedioline.

“Cosa?” disse Sam, asciugandosi un occhio, velocemente. Non erano lacrime di gioia ma di felicità.

“Stavi piangendo.”

“Io…queste canzoni sdolcinate mi fanno venire in mente noi.” disse Sam vergognandosi sulle note di Don’t ever let it end.
 
So che se non fosse per te, non ci sarebbe nulla che potrei fare per non lasciarlo mai finire

Quelle parole che rimbombarono dalla radio, arrivarono proprio a puntino!

Jensen gli sorrise in una maniera dolcissima.

“Tu non puoi fare questo a me.” disse Jensen.

Jared si allarmò subito.

“Cosa? No, non hai capito..”

“Quando fai il romantico, ti amo ancora di più e siccome il mio cuore già ti ama follemente, potrei scoppiare da tanto amore.”

Jared mise il broncio. “Non sia mai..” disse mettendogli le braccia al collo.

“Sei il mio sole.” Eccolo che Jensen diceva quelle parole che ancora riuscivano a fargli tremare il cuore, ancora dopo tanto tempo.

“Andiamo a mangiare una ciambella alla nutella con le patatine?” chiese Jensen tirando fuori la lingua con fare invitante.

A Jared stava venendo l’acquolina in bocca.

“E poi ancora giostre e poi…”

“Fare l’amore in macchina sotto le stelle.” Disse Jensen baciandogli il collo e facendolo correre verso il chiosco.

Sam corse felice con i capelli che gli scompigliavano il viso.

Si chiese se stava correndo verso la felicità.

O con la felicità.
 
Io so che con te non finirà….il sogno di sentirsi dentro un film!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

Ragazzi! La frase che Jensen dice a Jared "sei il mio sole" la dice veramente il Jensen reale al Jared reale xd davvero! la frase originale ovviamente è "tu sei un sole, Jared" e no, non è detta in tono ironico, la twittò a Jared quando ha avuto il crollo ed è stato assente mi sembra nel 2014...ha voluto essere di conforto emotivo <333 non è dolce?? - vi giuro che è vero, lo so che sembra strano detto da jensen perchè non si lascia andare mai ad esternazioni così, ma è stato dolcissimo in quell'occasione <3 - e concordiamo tutti che Jared è il SOLE <333

Ragazzi!! Anche questa storia è giunta al termine! Amo questa saga e ho amato scriverla, spero si sia capito da come ho scritto su di loro, quindi è probabile che mi vedrete ancora scrivere su di loro, non ve ne libererete tanto facilmente ahha ma solo se troverò delle idee originali da scrivere, ovvio xd

per esempio mi sono resa conto di non aver scritto della madre di jensen...ed ho una cosuccia carina in mente..ma più avanti ^^

mi dispiace di non aver scritto di Castiel e Jo..ma c'erano!! xd avrei voluto scrivere qualcosa su loro come testimoni ma questa storia è stata pensata principalmente per scrivere il matrimonio dei j2 e della comparsa di rochè che spero abbiate apprezzato <333 non avevo voglia o testa per scrivere altro ahhah

La frase finale "il sogno di sentirsi dentro un film" è di Max Pezzali "COME MAI"

grazie per aver seguito e grazie anche a chi ha recensito anche questa storia <333333   Ps una cosa importante che stavo dimenticando!! Il fatto di aver scritto di Rochè e poi dopo aver scritto i pensieri di Sam /Jared e poi loro due al lunapark...non è stato un errore! Forse per dividere le scene avrei dovuto fare due capitoli separati, ci ho pensato, ma volevo specificare che non è stato per pigrizia che non l'ho fatto! :) ma perchè pensavo che il capitolo finale sarebbe stato proprio perfetto così...

se infatti io stessi vedendo un film, mi immagino la scena finale con rochè che dà a loro la casa e poi subito questo salto in avanti, trovo che ci stia alla perfezione e ho voluto che nella mia ff fosse così ^^

Separare i due momenti non sarebbe stata la stesa cosa, perchè volevo proprio che le scene fossero collegate ^^

a presto!!

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