Preda

di Lady Neko Kadar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gatto provocatore ***
Capitolo 2: *** Azioni e reazioni ***
Capitolo 3: *** Incitazioni particolari ***



Capitolo 1
*** Gatto provocatore ***


Preda


Gatto Provocatore


 
Primo giorno dell’ultimo ritiro della squadra maschile di pallavolo del Karasuno a Tokyo prima del torneo primaverile.
Ormai i “nuovi arrivati”, i giocatori del liceo Karasuno, avevano familiarizzato con le altre squadre che si conoscevano da più tempo. Alcuni membri del Nekoma e del Karasuno si erano legati fin dalla prima partita di allenamento ma durante i ritiri non solo si erano consolidati quei legami, ma se ne erano creati altri con i membri delle altre squadre.
Quello che solitamente creava più legami, sia in positivo che in negativo, era il capitano del Nekoma Kuroo  e aveva un modo tutto suo per farlo. Tutti i ragazzi del ritiro (tranne quelli del Karasuno) sapevano ormai che Kuroo si divertiva a provocare la gente, soprattutto se sconosciuti; si divertiva a vedere come reagivano e spesso si fissava con una “preda” (come la chiamavano i membri del Nekoma) in particolare. Dato che gli piaceva studiare reazioni diverse, Kuroo sceglieva sempre “prede” diverse tra loro. Fin dalla prima partita contro il Karasuno aveva puntato il serioso Tsukishima e alla fine era riuscito ad avvicinarlo, diventando persino il suo mentore (almeno lui si definiva così) nella difesa e il biondino era migliorato anche grazie a lui. Ma questo era l’ultimo ritiro che avrebbero fatto tutti insieme aveva intenzione di puntare qualcun’altro. Non era stato difficile in realtà trovare la prossima vittima, qualcuno di molto differente da Tsukki, il quale era in grado di rispondergli spesso con sarcasmo e una punta di cinismo. Questa volta voleva qualcuno che non sarebbe stato in grado di controbattere, che si imbarazzava facilmente. Il capitano del Nekoma dunque aveva scelto come preda il timido asso del Karasuno.
Quella sarebbe stata la sua ultima opportunità di infastidire il grande e grosso Azumane, essendo entrambi al terzo anno e all'ultimo ritiro e anche se si fossero incontrati sul campo per la famosa "battaglia della discarica", non avrebbe sicuramente avuto il tempo e la testa per provocarlo come si deve. Aveva quindi pochi giorni per potersi divertire con il timido ragazzo tra una partita e l'altra; in realtà era già da un po' di tempo che aveva iniziato a osservarlo, da dentro il campo a fuori sembrava una persona completamente diversa. Fuori era timido, insicuro, "un idiota tanto spaventoso all'apparenza quanto mollaccione" come lo aveva definito una volta Daichi durante una loro chiacchierata, ma la potenza delle sue schiacciate era ineguagliabile nel Karasuno e l'aria concentrata che assumeva durante le partite lo rendeva totalmente diverso dal ragazzo pauroso che appariva fuori dalla linea di campo. Quale era il vero Azumane Asahi? Inoltre Kuroo aveva notato anche come la sua determinazione fosse aumentata in seguito allo scontro in aria con il piccolo Hinata, era entrato in una sana competizione con lui sentendo il suo ruolo minacciato. Era un tipo interessante e studiarlo da vicino lo attirava.

 
 Era l'ora degli allenamenti individuali e Kuroo era stato costretto da Yaku a cercare Lev, il quale era fuggito dai suoi allenamenti sulle ricezioni. Il capitano del Nekoma trovò il loro gigante nella seconda palestra, dove si allenavano i membri del Karasuno. Lev era seduto a terra a chiacchierare con Hinata in un momento di pausa; Kuroo si avvicinò silenziosamente ai due e da dietro tirò l'orecchio a Lev.
 << Yaku ti sta aspettando nell'altra palestra e sembra irritato. Sai che non è un bene far spazientire la mamma. >> disse, incurante dei lamenti di dolore dell'altro.
<< Ti conviene sbrigarti o ti spetterà una pessima punizione. >> concluse. Lev scattò in piedi, con aria spaventata e, dopo aver salutato Hinata, corse verso la terza palestra, forse. Hinata, che sembrava terrorizzato da Kuroo, fu richiamato da Kageyama per riprendere gli allenamenti sulla veloce e Kuroo rimase solo. Per sua fortuna vide l'asso del Karasuno fermo in un angolo della palestra, stava bevendo e riprendendo fiato e sembrava parecchio stizzito. Kuroo non poteva lasciarsi sfuggire quest'occasione. Con la scusa di passargli accanto per uscire dalla palestra, gli si fermò vicino.
<< Abbiamo un asso arrabbiato qui. >> disse con il suo solito sorrisetto. Asahi, che non si era neanche accorto della presenza di Kuroo alle sue spalle, trasalì e fece un salto, girandosi verso il suo interlocutore.
Asahi si sorprese di vedere Kuroo, non avevano mai avuto troppa confidenza, il capitano del Nekoma chiacchierava molto di più con Daichi e Tsukishima.
<< Non pensavo di spaventarti così tanto. Non sembra ma sono un tipo tranquillo, più o meno. >> riprese Kuroo.
<< Ah... Io non sono spaventato, né arrabbiato. >> disse Azumane, senza riuscire a nascondere la sua espressione confusa.
<< Eppure lo sembravi quando mi sono avvicinato. >>
<< N-no, non è rabbia... >> Asahi si morse il labbro inferiore, era il caso di annoiare qualcuno che conosceva appena con i propri dubbi? Quando ci provava con i suoi amici rischiava qualche pugno o sgridata, anche se sapeva benissimo che quello era il loro modo di spronarlo e spesso ci riuscivano, ma come avrebbe reagito Kuroo?
<< Ehi, non farti problemi con me. Se ti va di parlare di qualche problema, puoi farlo tranquillamente con me. Magari posso sfruttare queste informazioni contro di te durante le partite. >> disse Kuroo, come se avesse letto sul viso di Asahi i suoi pensieri. Asahi spalancò gli occhi alle ultime parole, però paradossalmente quella schiettezza lo convinse a parlare.
<< Sono solo un po' irritato. Tutti gli altri migliorano a vista d'occhio qui, io non faccio altro che allenarmi sui servizi ma un'alta percentuale di essi fallisce miseramente. In partita non so neanche se mi conviene provarci o fare un servizio di sicurezza. Sto diventando impaziente. >>
Kuroo ascoltò con attenzione e a fine discorso fece un ghigno.
<< È davvero un'informazione interessante da sfruttare in partita. >>
<< N-non vorrai davvero farlo?! >> Asahi spalancò gli occhi con terrore, chiedendosi come poteva aver confidato tutto a un avversario inquietante come lui.
<< Forse. >> il ghigno non abbandonò il viso di Kuroo.
<< Azumane, i tuoi servizi sono migliorati molto dal primo ritiro. La vostra squadra ha iniziato a migliorare grazie al rischio; all'inizio facevate schifo, ma più continuate a rischiare, più migliorate. Ora, davvero vuoi mollare tutto? Non vuoi farti battere dal piccoletto, giusto? Allora non smettere di rischiare. >>
Per tutto il discorso Asahi non staccò gli occhi da Kuroo. Sentiva che aveva ragione e che era inutile lasciarsi prendere dallo sconforto, abbattersi non lo avrebbe do certo aiutato a migliorare.
<< Senti, io e Yaku stiamo provando ad allenare quel gigante rammollito di Lev, potresti darci una mano domani? Sia con i servizi, così ti alleni anche tu, sia con le schiacciate, le tue sono molto potenti. >>
<< Non vi state già allenando con l'asso del Fukurodani? >>
<< Sì ma lui per un po' si allena solo con il suo alzatore, inoltre sta insegnando nuove tecniche al vostro piccoletto e poi è giusto che Lev non si abitui a un solo schiacciatore, per quanto forte possa essere. Allora ci stai? >>
Asahi annuì, non era male allenarsi con la difesa del Nekoma, tutti i dubbi precedenti erano scomparsi e voleva solo migliorare anche grazie al loro aiuto.
<< Perfetto, allora a domani Bei Capelli. >> così salutò Kuroo, passando una mano sulla testa di Asahi e se ne andò. Asahi rimase per un po' a fissare il vuoto di fronte a sé, ripensando a quelle parole e senza rendersene conto arrossì.

 
Il pomeriggio dopo Asahi si fermò sulla porta della terza palestra. Non era così sicuro di entrare, temeva che Kuroo fosse impegnato con altro ed effettivamente era così. Nella palestra già si stavano allenando Bokuto e Akaashi per conto loro e Kuroo e Yaku stavano allenando (o torturando agli occhi di Asahi) Lev. Asahi stava per rigirarsi ma sentì qualcuno chiamarlo.
<< Dove scappi, Barbetta? >> Kuroo gli si era avvicinato in un batter d'occhio, prese il timido asso e lo trascinò dagli altri due compagni di squadra, poi indicò Lev.
<< Vedi questo tizio? Bombardalo di pallonate più che puoi. >> disse ad Asahi, il quale si spaventò per la povera vittima.
Si misero in posizione: Azumane a servizio, Kuroo e Lev in ricezione e Yaku accanto al gigante per controllarlo. Asahi si sentiva incredibilmente teso nonostante fosse un allenamento. Era la prima volta che faceva allenamento individuale con membri di un'altra squadra, per di più molto più forte, e si sentiva sotto pressione, inoltre anche la presenza dell'asso del Fukurodani a pochi passi da loro lo agitava senza motivo. Alzò la palla tra tutte queste tensioni e questo lo portò a sbagliare la battuta, facendo finire la palla sulla rete.
< < S-scusate tanto! Chiedo scusa!  >> Asahi era notevolmente nel panico ma fu bloccato da Kuroo.
<< Se ti agiti così con noi, come ti comporterai in una partita ufficiale? Soprattutto con quella squadra di cui mi ha parlato Sawamura, quella con l'alzatore dal servizio fenomenale. >>
<< L'Aoba Johsai. >> rispose con amarezza Asahi.
<< Sta rilassato Folta Chioma, pensa solo al servizio. >>
"Deve cambiare soprannome ogni volta?" pensò Asahi, mentre il suo volto mostrò un'espressione poco sicura che Kuroo ovviamente notò.
<< Se vuoi ti faccio qualche coccola per farti rilassare. >> concluse con l' immancabile ghigno. Asahi restò qualche secondo a pensare a quella frase, per poi arrossire, agitarsi e balbettare.
<< N-no, non ce n'è bisogno. S-sto bene. >>
A quella reazione ovviamente Kuroo scoppiò a ridere.
<< Ha trovato un'altra preda. >> sussurrò Yaku a Lev dopo aver osservato l'intera scena.
I servizi successivi andarono meglio, qualcuno faceva punto, molti erano quelli ricevuti da Kuroo e Lev, o almeno quest'ultimo ci provava a riceverli, ma era un disastro e Yaku ormai era senza voce per tutti i rimproveri fatti. Ad Asahi sembrava un po' di rivedere Hinata e Kageyama, anche se Yaku aveva una più vasta gamma di insulti rispetto al loro alzatore e non si faceva scrupoli a picchiare il grande Lev. Asahi ammirava molto il libero del Nekoma, era piccolo ma forte e coraggioso, così come Nishinoya. Asahi invece non aveva molto coraggio; la prima volta che vide Lev così alto e con quell'aria intimidatoria, pensò gli sarebbe stato il più lontano possibile e ora si stava allenando proprio con lui a causa di Kuroo Tetsurō.
Quando Bokuto finì i suoi allenamenti con Akaashi, si avvicinò a Kuroo, chiedendogli in continuazione di murarlo; nel frattempo erano arrivati anche Hinata e Tsukishima. Asahi capì che il suo allenamento era finito e lasciò la palestra nel trambusto generale. Quando Kuroo si scrollò di dosso l'amico, si guardò intorno per cercare Azumane, ma con dispiacere si accorse che era già sparito.

 
A cena Asahi si sedette accanto a Sugawara e Daichi come spesso faceva. Lui variava i posti o con i suoi compagni del terzo anno o con Nishinoya, che lo trascinava al tavolo per chiacchierare con lui e Tanaka. Quei due erano talmente vivaci che spesso gli veniva il mal di testa a seguirli, ma si divertiva a vederli, erano l'anima giocosa e sempre allegra della squadra. Ammirava come quei due non si perdessero mai d'animo, il loro sorriso (soprattutto quello di Nishinoya) era in grado di risollevare il morale della squadra in un batter d'occhio. Questo gli ricordava un po' l'asso della Fukurodani, anche lui riusciva a trascinare la squadra sempre in positivo, sia con la grinta, l'eccitazione e gli attacchi potenti, sia nei momenti di "depressione", spingendo il resto della squadra a tirare fuori il meglio di sé. Sarebbe voluto essere un asso come lui. Daichi spesso lo metteva a confronto con gli assi delle altre squadre per farlo svegliare un po'. Probabilmente se non fosse per i suoi compagni di squadra, lui non sarebbe mai stato l'asso.
Il flusso di pensieri negativi fu interrotto da Kuroo che si sedette proprio accanto ad Asahi, il quale inizialmente si sorprese, poi ricordò che spesso Kuroo e Daichi passavano i pasti insieme a chiacchierare come due vecchi capitani già in pensione (così almeno li vedeva lui).
Dopo qualche scambio di parola tra i due capitani, a cui Asahi non  fece molta attenzione, il pensieroso asso del Karasuno si sentì bussare sulla spalla, si voltò e vide Kuroo fissarlo.
<< A cosa pensi? Hai un'espressione così seria, sembri anche più spaventoso del solito. >> disse il capitano del Nekoma. Asahi sentì Sugawara sghignazzare da dietro le sue spalle.
<< Ah... Niente di importante. >> rispose Asahi, abbassando lo sguardo sulla cena e riprendendo a mangiare, era come se volesse fuggire dallo sguardo indagatore di Kuroo.
<< Azumane, perché hai questo look? Tu sei un ragazzo molto timido, insicuro e buono, anche troppo per i miei gusti. Perché vuoi apparire diverso da quello che sei? >> chiese Kuroo. Asahi alzò il viso verso l’altro e rispose senza pensarci troppo.
<< Non voglio apparire come ciò che non sono. >>
Kuroo rimase un po' perplesso.
<< Allora perché quest'aria da delinquente con tanto di capelli lunghi e pizzetto? >>
Asahi si toccò il mento.
<< Semplicemente mi piace, non c'è un motivo. Mi piacciono così è li tengo così... >> restò un attimo in silenzio.
<< Inoltre i capelli lunghi sono molto utili, possono nascondere le lacrime quando non si vuole mostrarle. >> concluse l'asso.
Kuroo fece un piccolo sorriso.
<< Quindi è un modo per nasconderti. >>
<< Non è il motivo principale per cui porto i capelli lunghi, ma aiutano molto. >>
<< Non hai alcun motivo per nasconderti. >> concluse Kuroo, per poi cercare di alleggerire il discorso.
<< Probabilmente sarai pieno di ragazze con questo look selvaggio e l'animo dolce.  >>
Asahi arrossì di botto.
<< V-veramente le mie compagne di classe non hanno molta considerazione di me perché sono eccessivamente insicuro e ansioso e quelle che non conosco mi stanno lontane perché credono che io sia un pluribocciato delinquente e spaventoso. >> rispose imbarazzato.
<< Una volta una ragazza ci provò, era una piena di borchie e teschi, di quelle attratte solo dai “cattivi ragazzi”. Asahi si spaventò e scappò. >> s’intromise Daichi, ridendo e facendo ridere gli altri due ragazzi, mentre la povera vittima sembrava volesse sprofondare sotto il tavolo.
<< Non posso farci niente se non mi piace quel genere di persona. >> cercò di giustificarsi Asahi.
<< Il problema è che tu sembri quel genere di persona. >> rispose Sugawara. Azumane sospirò e sentì un braccio di Kuroo posarsi sulle sue spalle.
<< Ma a noi vai bene così, Cuore di Vetro. Così c'è più gusto a prenderti in giro. >> disse il capitano del Nekoma, passando poi le mani sulla testa di Asahi per spettinarlo scherzosamente. L'asso del Karasuno non aveva la più pallida idea di come comportarsi a quelle prese in giro di Kuroo; con i suoi compagni era abituato ma non con lui. 




Ciao a tutti, sono approdata anche in questo fandom e forse nel modo peggiore. Se qualche mese fa qualcuno mi avesse che avrei iniziato a seguire un anime sulla pallavolo lo avrei preso per pazzo e se questo qualcuno mi avesse anche detto che ci avrei scritto una fanfiction su una coppia crack, gli avrei consigliato di cambiare spacciatore. E si, non amavo molto i rare pairings, però con Haikyuu ho iniziato ad adorare questa coppia di scemi (anche se la mia OTP resterà la AsaNoya… sì, sono strana) e dato che non esiste materiale su di loro ho deciso di crearmelo da sola.
Tranquilli, la storia è molto breve, spero di non venir linciata da voi per la ship. Avevo tanta paura a pubblicare questa cosa proprio perché tanto, troppo crack ma alla fine qualcuno mi ha convinto a tentare.
Ok, al prossimo capitolo e spero che un pochino vi sia piaciuto.
 
Lady Neko Kadar



 

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Capitolo 2
*** Azioni e reazioni ***


Azioni e reazioni
 
 
La sera del giorno dopo arrivò presto, troppo presto.
Questa volta Asahi era rimasto nella seconda palestra, non sapeva se l'invito di Kuroo fosse esteso anche per i giorni seguenti alla prima volta e non se la sentiva di presentarsi lì da solo. Non fece in tempo a fare un paio di servizi che sentì una voce chiamarlo, destando l'attenzione del resto della squadra.
Kuroo era praticamente venuto a prenderlo.
<< Che stai facendo qui? Ti stiamo aspettando nell'altra palestra. >>
<< I-io credevo che non ci fosse bisogno di me. >> rispose piano Asahi.
<< Non ci pensare neanche! Se credi che io ti lasci in pace così facilmente ti sbagli di grosso. >> Tetsurō prese Asahi per la maglietta è se lo trascinò dietro, sotto gli occhi attoniti dei compagni.
 

<< COSA? Ti alleni con il libero del Nekoma? Perché non me lo hai detto? >> la voce cristallina di Nishinoya fu talmente forte da catturare l'attenzione degli altri ragazzi nella mensa. Asahi si guardò intorno e, imbarazzato per quell'improvvisa attenzione su di loro, fece cenno al più piccolo di sedersi.
<< È il loro capitano che mi ha invitato, non pensavo mi sarei allenato anche con il loro libero, anzi in realtà Yaku si occupa principalmente delle ricezioni di Lev. >>
<< Anche io voglio allenarmi con voi! >> piagnucolò quasi Nishinoya.
<< Anch’io! >> lo seguì Tanaka, seduto accanto al piccolo libero.
<< N-non sono io a decidere, dovreste chiedere a Kuroo. >> cercò di calmarli Asahi.
<< Ti piaccio così tanto che non puoi fare a meno di nominarmi, vero Folta Chioma? >>
Quella voce e soprattutto quelle parole fecero raggelare il sangue ad Asahi, in contrasto con le sue guance di un rosso acceso.
<< Kuroo-san, possiamo allenaci anche noi con voi? >> chiese Nishinoya con entusiasmo, mentre Tanaka guardava Kuroo con espressione perplessa a causa di quello che aveva appena detto ad Asahi.
<< Certamente... Anzi, potremmo fare una breve partita tre contro tre. Che ne pensate? >>
I due ragazzi del secondo anno gridarono "sì" all'unisono, Asahi invece era ancora sconvolto dalle prime parole di Kuroo, ma non ebbe il tempo di riprendersi perché Kuroo si abbassò a livello del suo viso e gli sussurrò nell'orecchio.
<< Domani non farti venire a prendere. Ti aspetto. >> e si allontanò, salutando gli altri due ragazzi con un cenno della mano. Asahi aveva gli occhi spalancati e la bocca socchiusa, immobile.
<< Tutto bene, Asahi-san? >> chiese Tanaka, senza ricevere risposta dall'altro.

 
Effettivamente non ci fu davvero bisogno che qualcuno andasse a prendere Asahi il giorno dopo, poiché Nishinoya lo stava letteralmente trascinando nella terza palestra.
A quella scena Kuroo non poté trattenersi.
<< È incredibile come uno scricciolo riesca a trascinare un uomo grande e grosso come te, Azumane. >>
<< L'entusiasmo di Nishinoya smuove le montagne. >> rispose Asahi.
<< Allora le formazioni per la partita saranno: Yaku, Lev e Tasta di monaco e poi noi tre. >> il capitano del Nekoma si avvicinò a Noya e Asahi, posando le mani sulle loro spalle.
<< Faremo un solo set perché abbiamo poco tempo prima che qualcuno ci venga a disturbare. >> Kuroo sottolineò quel "qualcuno" con la voce e guardò Bokuto che stava strillando da qualche parte nella palestra.
Nishinoya era gasatissimo all'idea di giocare contro Yaku e non gli staccava gli occhi di dosso già prima della partita, mettendo un po' a disagio il libero del Nekoma.
Asahi invece non si sentiva a proprio agio a giocare accanto a Kuroo; quel ragazzo lo metteva in soggezione, inoltre avevano pattuito che proprio Asahi sarebbe stato il primo a servire. L'asso del Karasuno cercò di mantenere la calma, il suo servizio era stato buono ma fu facilmente intercettato da Yaku; col passare del tempo Asahi si rilassò, concentrandosi solo sulla palla e cercando di migliorare ogni suo errore. Noya, oltre a studiare ogni minimo movimento di Yaku, provava ad alzare la palla ad Asahi e nonostante le posizioni assurde che assumeva nel palleggio, molte andavano a segno e Asahi era riuscito anche a fare qualche punto, rendendo Noya orgoglioso delle sue strampalate alzate.
La partita però terminò con un 25 a 27 per la squadra Lev-Yaku-Tanaka. Asahi chiese mille volte scusa a Kuroo per i propri errori e aver portato la squadra a perdere.
<< Era solo una partitella, non devi preoccuparti. Pensa solo a migliorare. >> gli disse, tirandogli una guancia per farlo tacere. Come previsto l'asso del Fukurodani si avvicinò a Kuroo, iniziando a infastidirlo come al solito e il capitano del Nekoma mollò la presa da Asahi. Quest'ultimo guardò i due ragazzi scherzare, sentiva qualcosa di strano dentro, ma non capiva cosa, una sorta di misterioso fastidio. Nishinoya lo svegliò.
<< Asahi-san, andiamo ad allenarci con le alzate? >>
Azumane non poteva rifiutare una richiesta di Noya, così annuì e raggiunsero i loro compagni di squadra.

 
Ormai mancavano pochi giorni alla fine del ritiro, tutti i ragazzi sembravano dispiaciuti di questo ma Asahi non sapeva cosa provare. Allenarsi con squadre fortissime come quelle di Tokyo era bellissimo e stimolante, mai avrebbe immaginato un'occasione del genere quando era al suo primo anno nel liceo Karasuno, ma quasi non vedeva l'ora di staccare la spina dalla persecuzione di Kuroo. Sia negli allenamenti, sia nei momenti di relax sentiva gli occhi neri del capitano del Nekoma puntati addosso e quel suo sorrisetto beffardo ormai lo sognava anche di notte.
Asahi era appena uscito dal bagno del dormitorio e stava per dirigersi in camera, quando incontrò Kuroo nel corridoio; era appoggiato al muro e sembrava stesse aspettando qualcuno.
<< Se cerchi qualcuno, qui non c'è più nessuno. Sono l'ultimo a lavarmi visto che ci metto più tempo. >> disse cordialmente Asahi.
<< Infatti aspettavo te. >> Kuroo si staccò dalla parete e si avvicinò ad Asahi, osservandolo a lungo. Asahi ricambiò lo sguardo con aria interrogativa.
<< Ero curioso di vederti con i capelli sciolti, siamo in camere separate e a colazione li porti già legati. >> Kuroo alzò una mano e prese una ciocca dei capelli di Asahi.
<< Per mangiare sono scomodi sciolti. Praticamente li tengo giù solo a letto e in doccia. >> Azumane si scostò leggermente, per allontanarsi dalla mano di Kuroo. Erano soli, gli altri tutti nelle camere e quella situazione risultava pesante per Asahi e divertente per Kuroo.
<< Quindi per vederti più spesso con i capelli sciolti, dovrei infilarmi in doccia con te o nel tuo letto. >> il solito sorriso malizioso stampato sulla faccia.
<< I-io dovrei andare a letto. Gli altri potrebbero pensare che io mi sia sentito male. >> cercò di fuggire Azumane, ma Kuroo gli prese il braccio.
<< Sai, mi piace molto chi porta i capelli lunghi. E anche chi arrossisce. >> e lasciò la presa. Asahi sputò in fretta un buonanotte e si nascose a letto, cercando di calmare il respiro e il battito cardiaco.

 
L'ultimo giorno di ritiro Asahi si stava recando in palestra, quando sentì tre giocatori del Nekoma chiacchierare tra loro.
<< A quanto pare Kuroo ha scelto una nuova preda. >> iniziò il discorso Yamamoto.
<< Ah davvero? E chi sarebbe? >> chiese Lev.
<< Certo che sei proprio cieco per non averlo notato. >>
<< Questa volta è quel tipo spaventoso ma timido del Karasuno, il loro asso. >> spiegò Inuoka.
<< Ah sì, quello con la barbetta. Ci siamo allenati insieme e Hinata mi ha raccontato un po' di lui... >> rifletté Lev.
<< Certo che se lo è scelto proprio timido. >> continuò Inuoka.
<< Pare che si diverta tanto a farlo imbarazzare. Diventare la preda di Kuroo è terribile. Però era divertente quando lo era questo spilungone. >> l'asso del Nekoma indicò Haiba, il quale fece un’espressione imbronciata.
<< Non è così piacevole essere presi di mira dal capitano! >>
<< Chissà se si stancherà mai di provocare e studiare le reazioni altrui. >>
<< Ehi perditempo, volete saltare gli allenamenti? >> i tre furono interrotti da Yaku e lo seguirono in palestra.
Asahi aveva ascoltato tutto e rimase sconvolto, Kuroo si era divertito a sue spese, con le sue debolezze. Tutto ciò che gli aveva detto erano menzogne per ridere delle sue reazioni. Non si era mai sentito così preso in giro.
Fine prima parte degli allenamenti. Asahi chiamò Kuroo e gli chiese di parlargli in privato, così rimasero nel cortile del dormitorio da soli.
Per Asahi non era facile, di solito subiva in silenzio o lasciava correre ma questa volta non voleva farlo, voleva affrontare Kuroo.
<< Oggi non mi sembri molto in forma. È la tristezza che sta per finire il ritiro? >> scherzò Kuroo ma Asahi restò serio e impassibile e ciò fece preoccupare il capitano.
<< Ho sentito che sono diventato uno delle tue tante "prede". Ti sei divertito abbastanza a prendermi in giro? >> Asahi non sapeva con quale coraggio riusciva a essere così duro, non era da lui. Kuroo rimase imperturbabile.
<< Dove l'hai sentito? >> chiese semplicemente.
<< I tuoi compagni spettegolano. >>
<< Quei chiacchieroni... Non te la sarai presa? Era solo qualche battuta innocente, non mi sembri un tipo permaloso. >>
<< A me non sembravano così innocenti. >
<< Ah, ti riferisci a quelle... Ma era davvero così bello vedere uno come te arrossire e balbettare in quel modo. >>
Asahi strinse i pugni, si stava arrabbiando, ma cercò di mantenere la calma, Kuroo però se ne accorse.
<< Pensavi fossi serio? Che stessi flirtando con te? >>
Asahi non rispose, abbassò lo sguardo e si morse le labbra.
<< Davvero lo hai pensato? >> Kuroo si portò una mano alla bocca, cercando di trattenersi dal ridere.
<< Nessuno ci ha mai provato davvero con me e ho creduto che tu lo stessi facendo con me... Ci sono cascato. >> ammise in un sussurro il più timido. Kuroo tornò serio.
<< E magari ti piaceva anche. >> Asahi rimase nuovamente in silenzio ma tutto di lui dava un senso di colpevolezza.
<< Non voglio mai più essere la tua "preda", per favore. >> disse all'improvviso Asahi. La sua voce non era più dura come prima, si stava trattenendo. Non diede il tempo a Kuroo di rispondere che se ne andò, lasciando Tetsurō immobile. Nessuna delle sue prede aveva reagito così, nessuno si era mai innamorato di lui.
La sfortuna volle che la prima partita dopo pranzo fosse Karasuno-Nekoma e i componenti di entrambe le squadre avevano capito che qualcosa non andava. Asahi sembrava seccarsi molto di più quando veniva murato da Kuroo che dagli altri e Kuroo non dava segni di soddisfazione quando bloccava le schiacciate dell'asso degli avversari, ancora peggio quando riceveva i suoi servizi. Quelli più preoccupati erano i compagni di Asahi, i quali non lo avevano mai visto innervosirsi in quel modo; provarono a chiedergli se stesse bene, ma l'asso brontolò un sì.
Gli allenamenti erano terminati, così come il ritiro. Per il Karasuno era il momento di ripartire e tutti i giocatori si stavano salutando. Kuroo si guardò attorno, alla fine si avvicinò a Daichi.
<< Dov'è Azumane? >>
<< Ha fatto un saluto veloce a tutti ed è andato nel pullman, ha detto che non si sentiva molto bene. >>
<< Ho capito. >>
<< Kuroo, è successo qualcosa tra te e Asahi? Sai, l'ho trovato molto strano oggi, soprattutto giocando contro di te e la tua squadra. >>
<< Credo di aver esagerato un po' con lui. Chiedigli scusa da parte mia. >> Kuroo posò una mano sulla spalla dell'altro capitano.
Sul pullman Daichi si sedette accanto ad Asahi.
<< Stai meglio ora? >>
<< Un po' >> rispose Asahi, senza rivolgere lo sguardo all'amico accanto a lui.
<< Kuroo mi ha detto di chiederti scusa da parte sua. Che cosa è successo? >>
<< Nulla di tanto importante da essere raccontato. >>
<< Non è vero. Tu difficilmente ti arrabbi con qualcuno e quando lo fai è sempre qualcosa che reputi grave. >>
Asahi finalmente staccò gli occhi dal finestrino ma guardò di fronte a sé per evitare lo sguardo di Daichi. Temeva che potesse capire tutto anche solo guardandolo negli occhi. E per fortuna era Daichi e non Suga, con lui sarebbe stato anche peggio nascondere ciò che provava.
<< Non sono arrabbiato con Kuroo, ma con me stesso che ho preso fin troppo seriamente qualcosa che non lo è mai stato. >>
Daichi diede una pacca sulla spalla all'amico.
<< Kuroo è così, forse quello è il sul modo di intraprendere relazioni sociali, ma non è cattivo. >>
Asahi annuì ma questo non lo fece stare meglio.


 
Finalmente le vacanze invernali prima dell'inizio del torneo nazionale. I membri del Nekoma e del Fukurodani decisero di approfittare delle vacanze per fare un ritiro, questa volta a Miyagi ospitati dalla Karasuno e approfittarne per festeggiare il loro approdo alle nazionali.
Quando le due squadre incontrarono i loro ospitanti, ci fu il caos: Yamamoto abbracciò Tanaka e Nishinoya come se non si fossero visti da anni; Lev iniziò a prendere in giro Hinata per non essere cresciuto nonostante le vittorie e il piccoletto cercava quasi di attaccar briga; Bokuto, dopo aver salutato Hinata, andò a infastidire Tsukishima; infine i nervi di Daichi che stavano per saltare.
<< Ciao. >>
Quel saluto fece rabbrividire Asahi che stava guardando la scena in disparte, come per nascondersi. Tetsurō però lo aveva trovato e gli si era avvicinato. Asahi sperava tanto che Kuroo lo avrebbe lasciato in pace, ma così non sembrava.
<< Stasera vorrei parlarti al dormitorio, quando tutti saranno a letto. >>
<< Mi dispiace, io ho casa vicino e preferisco dormire lì. >>
<< Aspetta, un ritiro non è un ritiro se si dorme a casa propria. E poi avevamo deciso di stare tutti insieme. >>
<< Lo so, per questa volta preferisco così. >>
Kuroo sorrise, forse conosceva un modo molto efficace per incastrarlo.
<< Nishinoya... >> Kuroo chiamò il libero del Karasuno, il quale si avvicinò, seguito da Tanaka e Yamamoto.
<< Sapevi che Azumane non vuole fermarsi a dormire? >>
<< Cosa? Perché Asahi-san? >> chiese il più piccolo, guardando il suo amico, il quale sembrava quasi terrorizzato poiché aveva capito il gioco di Kuroo, ma non poteva cedere.
<< Bhè, casa mia è vicina e sto bene lì, agli allenamenti ci sarò. Voglio solo dormire a casa. >>
<< Non ci pensare neanche! Dobbiamo stare tutti insieme! Che ritiro sarebbe senza il nostro asso? >>
<< Che ritiro sarebbe senza l'asso figo? >> sussurrò Kuroo, ma non abbastanza piano da non farsi sentire da Asahi, il quale si girò verso di lui con gli occhi spalancati. Non fece in tempo a rispondere che Tanaka si aggiunse.
<< Giusto Yuu! Non puoi lasciarci di nuovo! >>
<< Io non vi sto lasciando! Voglio solo dormire a casa mia! >>
<< Oggi vuoi dormire a casa tua, domani non vorrai allenarti la mattina, dopodomani fingerai di stare male e infine te ne andrai. Questo è il primo passo per abbandonarci. Proprio ora che siamo al torneo nazionale vuoi lasciare la squadra senza asso? Vuoi infrangere così il nostro sogno? Va bene, dormi pure a casa tua. Grazie per averci illuso. >> Sugawara aveva ascoltato tutto il discorso e si aggiunse anche lui per convincere Asahi; sapeva benissimo che il modo migliore era puntare sul sentimentalismo sdolcinato e melodrammatico che Asahi amava tanto.
<< Va bene, dormirò con voi. >> annunciò Asahi dopo un forte sospiro, ormai rassegnato. Noya saltò felice, Tanaka si complimentò con Suga e Kuroo sorrise soddisfatto.

 
Il primo giorno avevano deciso di passarlo in festeggiamenti. La gente guardava in modo strano quell'enorme gruppo di ragazzoni confusionari che si aggirava per la città, tra negozi vari (soprattutto sportivi), il negozio di Ukai (provocando le ire del coach), karaoke con duetti improbabili e improponibili e altro fino a sera, continuando nel dormitorio con il tanto cibo che avevano comprato e che le manager e i ragazzi più bravi in cucina avevano preparato. Sembrava nessuno volesse andare a letto ma si era fatto troppo tardi e l'indomani avrebbero iniziato gli allenamenti presto.
Asahi fu l'ultimo a lavarsi come sempre, sulla porta della camera c'era Kuroo ad aspettarlo.
<< Andiamo in cucina. >> disse il capitano, incamminandosi. Arrivati lì, Kuroo si mise seduto, Asahi restò in piedi a fissare il frigorifero, sembrava titubante per un qualche misterioso motivo.
<< Ti saresti perso una gran bella festa e tanto ottimo cibo a casa tua. >> disse Kuroo. Asahi fece un verso di assenso, poi aprì il frigorifero e prese una bottiglia.
<< Vuoi un po' di latte? >> chiese, prendendo un bicchiere.
<< Eh? Ah, sì. >> Kuroo osservò l'altro mentre versava il latte nei bicchieri e lo serviva.
<< Sai, saresti una moglie perfetta, ho visto come aiutavi le ragazze in cucina. >>
<< Non ti avevo chiesto di smetterla con le battute? >> la voce di Asahi era bassa e titubante.
<< Lo so, ma è nella mia indole, non posso trattenermi. >> Kuroo giocò un po' col bicchiere, facendo cadere una goccia sul tavolo, Asahi prontamente prese un tovagliolo e asciugò. Kuroo restò per un attimo a fissare il viso di Asahi così vicino, poi riprese a parlare.
<< Sono davvero dispiaciuto per averti ferito. È un vizio che non riesco a togliermi. Mi diverto a studiare le diverse reazioni delle persone, a scommettere cosa faranno a ogni provocazione... Ci sono così tante reazioni: chi si arrabbia ma gli passa subito, chi risponde male, chi tace, chi risponde con lo  stesso tono o con maggiore sarcasmo come Tsukishima ad esempio, e poi ci sei tu che ti imbarazzi all'estremo. >>
<< N-non posso farci nulla, sono fatto così. >> Asahi teneva gli occhi bassi, riusciva a imbarazzarsi anche soltanto perché qualcuno gli stava facendo notare che si imbarazzava spesso.
<< Nessuno ti chiede di cambiare Asahi... Vedi, io mi stanco subito delle "prede", bastano due giorni che non le vedo e perdo l'interesse, certo non smetterò mai di fare qualche battuta alle persone che mi hanno dato la giusta soddisfazione, ma non più allo scopo di studiarle, ma solo perché ho voglia, come con Tsukishima ad esempio, che è stato la mia preda precedente. Con te è stato diverso. Non ho mai smesso di pensare a te Asahi. >> Kuroo si alzò e raggiunse Asahi che stava appoggiato al piano cucina. Ora erano uno di fronte l'altro; Kuroo aveva uno sguardo molto, troppo serio e Asahi si sentiva decisamente a disagio, sentiva i muscoli del corpo "farsi molli" e decise di posare il bicchiere di latte sul piano prima che potesse scivolargli dalle mani.
<< Pensavo a te, al tuo modo di arrossire, a come balbetti e gesticoli per rispondere alle mie provocazioni, a come spalanchi gli occhi quando sei sorpreso, a come un ragazzo alto, grosso e dall'apparenza spaventosa possa essere adorabile e ho fatto tanti altri pensieri che è meglio non dire a voce alta. Sì, mi divertivo come sempre alle tue reazioni, ma ogni volta sentivo qualcosa nel petto e purtroppo me ne sono accorto troppo tardi... >> lo sguardo di Kuroo si abbassò sul petto di Asahi.
<< Forse inconsciamente stavo davvero flirtando con te... >>
Asahi non aveva la forza di rispondere e restò in silenzio con lo sguardo confuso, ma il silenzio tra i due stava durando troppo.
<< I-io non capisco... >>  disse con voce tremante.
<< Magari questo ti farà capire. >> posò una mano sul collo di Asahi, coperto dai lunghi capelli sciolti e lo spinse verso di sé per baciarlo. Come notato da Kuroo, Asahi spalancò gli occhi per la sorpresa, ma quando davvero si rese conto di quello che stava accadendo, si staccò bruscamente dalle labbra di Kuroo e si girò, coprendosi parte del viso con una mano. Kuroo notò che il ragazzo stava tremando, era un buono o cattivo segno quello?
<< Tu mi piaci. >> sussurrò il capitano del Nekoma; per Asahi la voce sussurrata di Kuroo risultava ancora più seducente.
<< N-non va bene. >> balbettò Azumane, senza guardare il volto dell'altro.
<< Perché? >>
<< Troppi motivi... Siamo due ragazzi, più la distanza, i club, le squadre avversarie... >> Asahi iniziò una lista di cose avverse che aveva l'impressione di non finire mai ma Tetsurō lo bloccò.
<< Il primo punto non ha più importanza ora come ora, per la distanza esistono i telefoni, internet, i mezzi di trasporto e le vacanze e per quanto riguarda le squadre nel campo ci comporteremo da persone mature e giocheremo come abbiamo sempre fatto, nulla interferirà con le partite. >>
<< Io non credo sia possibile... È troppo strano. >>
<< Andiamo, sei stato tu il primo a innamorarti di me! >>
<< Ma era diverso prima. >>
Kuroo era stanco di non vedere gli occhi di Asahi, che fuggivano come stava fuggendo l'asso, gli afferrò il mento e lo costrinse a guardarlo negli occhi, poi si avvicinò al suo collo, sfiorandolo appena con le labbra.
<< Andiamo Azumane, si vede benissimo che ancora ti piaccio. >>
E a confermare quelle parole fu proprio il corpo di Asahi che sembrava contrarsi sotto i brividi di piacere provocati dal contratto con le labbra di Kuroo.
<< Visto? >> sussurrò ancora Kuroo, sorridendo malizioso.
Asahi cercava disperatamente di mantenersi lucido.
<< Non sarà un altro dei tuoi scherzi? >> questa volta l'asso guardò l'altro negli occhi e il suo sguardo sembrava supplicare Kuroo.
<< Non mi spingerei mai così oltre in uno scherzo, almeno che la vittima non sia Bokuto. Ma tu non sei Bokuto, sei quell'asso timidone ma stupendo del Karasuno, con dei bellissimi capelli lunghi che accendono tutte le mie fantasie erot... >>
<< Ho capito. >> quasi gridò Asahi, troppo imbarazzato per sentire il resto della frase. Kuroo rise, ma non di scherno.
Asahi guardò il capitano negli occhi per un po', poi fece un grosso respiro e lentamente avvicinò il volto a quello dell'altro. Capite le intenzioni di Asahi, Kuroo non lo fece di certo aspettare e annullò la distanza tra le loro labbra, baciandolo con passione crescente.
Restarono a chiacchierare un paio d'ore prima di decidere che era ora di andare a letto.
 
FINE



Avrei dovuto dirlo prima che erano due capitoli ma me ne sono completamente dimenticata (calcolate che ho dimenticato anche che font ho usato per il primo capitolo). Ma non disperate (?), c’è ancora un piccolo capitolo extra abbastanza idiota, quindi non è completamente finita.
Intanto spero che vi sia piaciuta, potrei anche pensare di pubblicare altro su di loro. Intanto fatemi sapere se questa storia piace o no e ci salutiamo la prossima volta col piccolo extra.
Ultima cosa ma più importante di tutte grazie per aver letto il primo capitolo, apprezzato e recensito!

Lady Neko Kadar




 

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Capitolo 3
*** Incitazioni particolari ***


 
MINI-CAPITOLO EXTRA: Incitazioni particolari


 
 
I due non avevano discusso sul confessare o no agli altri che avevano deciso di frequentarsi ma entrambi avevano atteggiamenti differenti. Asahi restava riservato. Aveva solo detto a Suga e Daichi (costretto dai due amici poiché l'alzatore aveva capito che c'era qualcosa di diverso nel loro amico) che si stava frequentando con una persona che conoscevano ma che non voleva rivelare il nome perché era presto e aveva bisogno di vedere prima come sarebbe andata. Inutile dire che erano partite le scommesse e che i due, soprattutto Sugawara, studiavano Asahi in ogni sua relazione col prossimo. Kuroo invece non faceva nulla per nascondere la situazione.
 
Partita d'allenamento Karasuno-Fukurodani. Il Nekoma si trovava dietro zona di campo del Karasuno e avevano appena finito di discutere della loro precedente partita. Kuroo buttò un occhio nel campo. Bokuto fece una delle sue potenti schiacciate, Asahi riuscì a riceverla piegandosi e rimandando la palla ai compagni. Questi gridavano "nice recive" come sempre facevano a una buona ricezione ma si sentì una voce fuori dal coro dire "nice ass". Tutto si bloccò, la palla cadde a terra. Asahi rimase pietrificato mentre tutti si girarono verso Kuroo. Tetsurō fece finta di nulla, continuando a sorridere malizioso. Le facce di tutti erano fin troppo sorprese, forse quelle di Daichi e Suga più di tutti. Asahi si riscosse, andò dal coach Ukai e chiese di essere sostituito per qualche minuto. Ukai si riprese dalla sorpresa e acconsentì. Asahi uscì dal campo, prese Kuroo per la maglia e lo trascinò in un angolo della palestra.
<< Sei matto vero? >>
Solo in quel momento Kuroo riuscì a vedere il viso rosso del ragazzo e non poté trattenersi dal provare a baciarlo ma Asahi si scostò appena in tempo.
<< Sì, lo sei. >>
<< Che male c'è? Ti ho solo fatto un complimento... Vorrei vederti ricevere più spesso, sai? >>
Asahi portò una mano sul viso, sospirando.
<< Non volevi che gli altri lo sapessero? >> chiese Kuroo, improvvisamente serio.
<< Per me era troppo presto dirlo agli altri, se poi non stessimo bene insieme? Se poi appena vai Tokyo incontrassi qualcuno migliore di me e decidessi di lasciarmi tramite telefono, o peggio via mail? E se... >>
All'ennesimo "e se" Kuroo fece tacere quel gigante insicuro con un breve bacio. Si staccò appena per parlare.
<< Smettila con questi complessi, tu non puoi immaginare quanto tu mi piaccia, perciò piantala. Non succederà nulla di grave nell'imminente futuro, Mr. Catastrofe. >>
Asahi annuì per poi tornare sulle labbra di Kuroo, avvicinandolo di più a sé. Purtroppo la tosse di qualcuno fece loro ricordare  di essere in una palestra piena di ragazzi e solo in quel momento si accorsero che la partita non era stata ancora ripresa e che tutti li stavano fissando dall'inizio della loro discussione.
Silenzio imbarazzante. Asahi avrebbe voluto sotterrarsi e neanche Kuroo aveva voglia di scherzare. Stava per gridare di farsi gli affari loro quando si sentì urlare.
<< Hey hey hey bro! Bel lavoro! >> Bokuto non poté trattenersi.
<< Grazie, potreste tornare a giocare ora? >>
Tutti si mossero per riprendere la partita. Kuroo accarezzò i capelli di Asahi.
<< Vai a giocare anche tu. >>
Asahi acconsentì ma per tutto il tempo degli allenamenti si sentì troppo al centro dell'attenzione.



Ok, è altamente breve e idiota questa cosa. Ho preso spunto da un’immagine DaiSuga che forse conoscete, in quel caso Suga ha una sorta di lapsus mentre ho pensato che un tipo come Kuroo non si farebbe problemi a urlare cose sconvenienti e a vantarsene anche.
Ok, questo era definitivamente l’ultimo capitolo di “Preda” (in realtà esiste anche una R18 ma non avrò mai il coraggio di pubblicarla).
Spero davvero vi sia piaciuto, grazie mille a tutti voi che avete letto, a chi a recensito, a chi mio ha sopportato con tutti i miei dubbi e le mie insicurezze su questa storia.
Magari ci rivediamo alla prossima storia, ne ho alcune in “magazzino”, sia su questa folle ship, sia su un’altra più tradizionale, devo solo prendere il coraggio per pubblicarle.
Grazie ancora, alla prossima.
Lady Neko Kadar


 

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