Miraculous difficulties

di Yumemiru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


'Driiiin' la campanella, segnava la fine di un'altra giornata di scuola e l'inizio del weekend; Adrien e Nino, si erano trattenuti un po di più a scuola, per organizzarsi per un'eventuale uscita e da lontano, venivano spiati da Marinette e Alya, le quali ascoltavano attente la conversazione. "Marinette dai puoi farcela" la spronò la mora. "Si posso farcela" tentò di autoconvincersi lei; ma non appena si alzò e lo vide, le gambe le cedettero sotto il peso del suo corpo, attirato a terra dalla gravità. A quel punto, Alya prese l'amica e la trascinò con sé al cospetto dei due ragazzi e a quel punto disse: "Ho sentito che per questo fine settimana avete in mente qualcosa. Possiamo unirci a voi?". "Certamente" risposero i ragazzi all'unisono. La conversazione, però, fu interrotta da un dolce canto accompagnato dal pianoforte, che attirò i quattro come una calamita, a tal punto da portarli ad andare a curiosare: nell'aula di musica sedeva una ragazza dall'aspetto etereo: con pelle chiara, capelli albini e gli occhi di un intenso blu vestita con un leggero abito bianco, il cui tocco delicato risuonava per tutta la scuola. Conclusa la performance Marinette, Alya, Adrien e Nino la accompagnarono con un applauso modesto ma caloroso; a quel punto successe qualcosa di impensabile: dama bianca alzò lo sguardo verso il piccolo gruppo e dopo poco si alzò in piedi compiendo uno scatto, a dir poco felino, verso Adrien. "Da quanto tempo!! Quanto mi sei mancato..!" disse lei. "Katherine...!" esclamò il biondo stupito quanto confuso, emozione, quest'ultima condivisa anche dagli altri spettatori alla scena. "Che ci fai qui?!?" aggiunse. "Per uno scambio culturale con una vostra compagna una certa...Chloè se non sbaglio" rispose lei. Nel frattempo Marinette, era sbiancata in viso e il cuore le mancò qualche battito; stava per collassare, per terra, ma fu tempestivamente sorretta da Alya e Nino, che la accompagnarono fuori lontana da quella scena.

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Capitolo 2
*** 2 ***


"Per come si è gettata tra le braccia di Adrian, deve essere una sua vecchia conoscenza" disse Marinette al suo kwami, asciugandosi per l'ennesima volta le lacrime, che le colavano sulle guance. "Oltretutto passeranno un sacco di tempo insieme...!Non so che fare Tikki...sto con un piede nella fossa" aggiunse. Le faceva troppo male ripensare al fatto che, proprio al suo amato, era stato assegnato il compito di farle la guida, per la scuola e di aiutarla a rimettersi in pari, con gli argomenti. "Marinette...sono sicura che non durerà molto questo scambio. Inoltre pensala così: non hai più Chloè intorno" tentò di consolarlo lo spiritello. La ragazza dai capelli corvini accennò un sorriso, che però era abbastanza forzato; la giornata, per quel colpo di scena, le aveva scatenato un vortice di emozioni negative, che le aveva anche prosciugato le forze. "Io vado. Buonanotte Tikki" disse con un tono affettuoso. "Buonanotte Marinette. Ricorda che ci sarò sempre" le rispose lo spiritello. Stavano per coricarsi quando....'Toc toc' qualcuno bussò alla botola che dava sulla terrazza. Marinette, prima fece nascondere il suo kwami e poi andò ad aprire all'ospite misterioso. Davanti a lei balzò una figura felina che lei già ben conosceva. "Chat! Che cosa ci fai qui?" esclamò la corvina. "Sono venuto a farti visita principessa."disse lui. "Scusa ma...non sono dell'umore...e poi stavo andando a letto" continuò lei. A quel punto, Chat Noir non poté fare a meno di notare gli occhi arrossati di lei, così le andò incontro e l'abbracciò. Marinette, non fece cenno di opposizione ne tanto meno si scostò, come solitamente faceva, per questo il biondo, rimase di sasso; la cosa o la situazione che turbava la ragazza, doveva esser davvero grave, data la sua insolita mansuetudine. "Dimmi cosa è successo" gli sussurrò lui all'orecchio con una certa preoccupazione. "Scusa ma..." iniziò lei "....non ne ho voglia di parlarne" concluse lui. I due, rimasero in quella posizione qualche istante, senza mai muoversi e dopo poco Marinette inziò a parlare: "A scuola c'è un ragazzo... d..di cui.....s....sono....innamorata ecco.... e... è un momento complicato insomma...molto complicato. Mi piacerebbe passare più tempo con lui ma per vari motivi indipendenti da me non posso... " "Che ti importa hai già me no? Non ti basto forse?" disse Chat per tentare di consolarla mentre le accarezzava la testa. "Scemo" rispose lei con tono leggermente scocciato ma anche divertito e divincolatasi dall'abbraccio si sedette sul letto. "È lui comunque che ci perde a non trovare  il tempo per passarlo con una così piacevole compagnia e non è tutto dire" aggiunse lui dopo essersi accomodato sul letto accanto lei facendole l'occhiolino. "Grazie Chat..." disse lei "...mi ha fatto piacere alla fine parlane con qualcuno" aggiunse. "Allora in quanto tuo personale 'strizzacervelli' verrò a farti visita più spesso. Ora vado. Buonanotte principessa." la salutò lui. "Buonanotte Chat." lo salutò lei con un sorriso. Chat, uscì dalla botola della terrazza, da dov'era entrato e solo quando fu sparito nell'oscura notte, Tikki sbucò fuori dal nascondiglio. "Cos'erano quegli occhi dolci Marinette?" disse lo spiritello solleticando il collo della sua protetta. "Cosa? Che occhi dolci?" rispose Marinette ignara della sua reazione. "Dai andiamo a dormire. Questa volta sul serio" concluse la ragazza. Intanto a Villa Agreste, Adrien era rientrato dalla finestra sotto le vesti di Chat. Annullata la trasformazione, si preparò, anche lui, per andare a dormire. Plagg, prima che Adrien potesse coricarsi, si lamentò: "Ho fame!!! Voglio del Camembert!!!" "Shhh! Fa silenzio o sveglierai tutti!!" lo zittì Adrien che, poco dopo, ne tirò fuori una fetta dal comodino. "Ti sei trattenuto prima eh. Dal saltarle addosso intendo. Percepisco queste cose sai?" disse Plagg divorando la fetta di formaggio. "Plagg!!! Io sono innamorato di Ladybug Marinette per me è solo un'amica." contestò lui. "Si perché sulle amiche si fanno certi pensieri....mentre le si abbraccia." replicò il kwami. "N..non è così!" contestò nuovamente il ragazzo. "Allora perché sei arrossito?" aggiunse infine lo spiritello. Il ragazzo allora si specchiò rimanendo stupito della reazione che il suo corpo aveva avuto nel ricordare quei pensieri. "Buonanotte Plagg" disse salutandolo repentinamente. " 'Notte" salutò in risposta.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Passarono i giorni, poi le settimane. La presenza di Katherine era sempre più irritante, per Marinette, oltre che frustrante. Ormai si era circondata di molti amici, per lo più maschi attratti dalla sua bellezza, senza però lasciare un minuto di pace al povero Adrien; si era oltretutto fatta cambiare di posto con Nino, incantandolo con le sue 'doti naturali' e suscitando il forte disappunto di Alya che, come Marinette, dovette arrendersi. Katherine, era apparentemente l'incarnazione della perfezione: bella, buona, buoni voti, ricca, carattere pacato e socievole, tutte qualità che suscitavano ammirazione, non solo da parte degli studenti, ma anche degli insegnanti. "È passato ormai un mese. Quanto durerà mai questo scambio?" sospirò Marinette ad Alya. "Che cosa? Preferiresti davvero che tornasse Chloè?" le chiese l'amica con un accenno di stupore. "No cioè...è vero che Katherine non mi tormenta in alcun modo però....almeno quando c'era Chloè potevo passare un po di tempo con Adrian"  le rispose la corvina. Purtroppo, a causa dell'agenda piena che il ragazzo aveva sempre avuto, era difficile trovare dei momenti da trascorrerci insieme, ma non impossibile, cosa che però ora era diventata. "Pensa positivo: almeno puoi prenderti una pausa dalla tua intensa attività di stalking" disse sghignazzando la bruna. "Alya!!" la rimproverò Marinette "qualcuno potrebbe sentire..." aggiunse. "Hahhahahaha. Sei proprio forte! Dai torniamo in classe la pausa sta per finire" concluse Alya. La mattinata si concluse serenamente, ma all'uscita, dopo aver salutato tutti i suoi compagni, Marinette si sentì strattonare dietro per la giacca: era Katherine. Era la prima volta da quando era arrivava che si rivolgeva direttamente a lei, infatti qualcosa non la convinceva. "Mi dispiace di non essermi presentata prima come su deve: piacere Katherine" disse la visione angelica porgendole la mano. "Marinette" disse presentandosi la corvina ricambiando la stretta di mano. "Ti va di chiacchierare un po?" le propose Katherine. "Certo perché no." le rispose Marinette. 'Magari poi non è così male se faccio uno sforzo per conoscerla' pensò la corvina mentre si sedeva su una panchina lì vicino assieme alla sua compagna. "Tu e Adrien vi conoscete da tanto tempo?"chiese Marinette per rompere il ghiaccio. "Si dalla scomparsa di sua madre dopo poco che mi fui trasferita qui dalla Germania; lo conobbi esattamente al funerale di lei; i nostri genitori erano molto legati... ma nonostante lo conosca da così tanto tempo Adrien parla molto spesso di te talvolta con una particolare luce negli occhi che non gli ho mai vsito prima..." disse Katherine. "D....davvero..?" domandò la corvina rimanendo piacevolmente stupita da tali parole. "Si anche se a dir la verità sono un po gelosa tenendo conto di quello che provo per lui..." aggiunse l'albina. "....e....cosa provi per lui?" chiese Marinette un po intimorita dalla risposta che la sua compagna stava per darle. "Sono innamorata ovviamente" le rispose la ragazza con un angelico sorriso. Quelle parole diventavano pietre che, nella testa di Marinette, le venivano lanciate addosso da quella ragazza che, sotto l'aspetto angelico nascondeva il diavolo in persona. "Heiii Marinette!!!" la richiamò Katherine dal suo stato di catalessi per poi proseguire il racconto: "purtroppo sempre per motivi di lavoro dei miei genitori, son dovuta tornare in Germania. Per ora sono tornata grazie a questo scambio, però mio padre vorrebbe accordare un matrimonio combinato con il padre di Adrian così che io possa rimanere qua, sempre che però Adrien sia d'accordo - altro colpo alla sprovvista che Marinette dovette subire in silenzio- "per questo vorrei chiederti di aiutarmi a conquistare il suo cuore" le chiese supplichevole prendendole le mani. Marinette era veramente combattuta, ma a quello sguardo non poté resistere. "O...ok" sibilò a malincuore la ragazza alla sua compagna, la quale non appena udì la risposta affermariva, manifestò la sua gioia calorosamente. In quel momento, la macchina dell'albina arrivò per portarla a casa, così, dopo aver salutato la sua nuova amica, si diresse verso la vettura parcheggiata di fronte alla scuola. "E anche quest'altra è fuori gioco" sibilò dopo aver chiuso lo sportello con voce cupa e meschina, innaturale rispetto a quello che mostrava di solito alla gente.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Fortunatamente, nonostante Katherine fosse una tortura giornaliera, la pena era addolcita dalle costanti visite di Chat, le quali crearono il pretesto per la nascita di un nuovo sentimento, forte: lei nei confronti di lui, lui nei confronti di lei che, però, era interpretato da entrambe le parti come un volersi bene forte e reciproco, quasi fraterno.
Quella sera, però, la visita del biondo ebbe tutt'altro esordio....
Come ogni sera, Chat bussò alla botola 
 e Marinette gli aprì.
 "Bonsoir mademoiselle" disse il biondo prendendole la mano e portandola alla bocca.
"Buonasera gattino" disse la corvina ritraendo la mano per fare un buffeto al ragazzo.
"Novità?" dissero all'unisono scoppiando poi in una risata per la coincidenza.
Iniziarono a parlare del più e del meno: problemi che li affliggevano, per cui si supportavano a vicenda, ma anche cose più leggere; giocarono ai videogiochi dove Marinette stracciò plurime volte Chat e il tempo volò a tal punto da farsi notte fonda.
Ad un certo punto, la madre di Marinette, Sabine, sentendo dei rumori provenienti dalla camera della figlia e notando l'ora tarda, andò ad accertarsi che stesse dormendo. Marinette, sentendola arrivare, repentinamente spense la luce e temendo che potesse dare in escandescenze per la presenza di Chat in camera sua, lo nascose assieme a lei sotto le coperte, cosicché la madre credesse che lei stesse dormendo e che non ci fosse nessun'altro con lei.
Non appena Sabine arrivò in camera, non notando nulla di strano, tornò di sotto a vedere ancora un po la televisione, ma non poteva immaginare cosa in realtà stesse succedendo sotto le coperte della figlia....
Marinette, dopo che si fu nascosta anche lei sotto le coperte, rimase incantata di fronte al viso di Chat e lo stesso fece lui: i loro respiri erano vicini e caldi, lei sentiva quello di lui, lui quello di lei; si persero negli occhi l'uno dell'altra: lui in un immenso cielo blu, lei in uno sconfinato prato.
Anche dopo che la madre di Marinette se ne fu andata, i due rimasero statici come se il tempo si fosse fermato. Dopo qualche eterno istante, il gatto avvicinò il suo corpo a quello della ragazza in cerca di maggiore contatto sollevandole una gamba e ponendosela sul fianco, aderendo perfettamente al corpo di lei.
"Mari...." sussurrò Chat con voce morbida e sensuale accarezzandole le labbra.
La distanza tra i due si fece sempre più breve....
"Mari...." sussurrò nuovamente Chat.
"Chat...." sussurrò in risposta Marinette.
 ....fino a quando le labbra non si unirono in un tenero bacio e in tanti baci a seguire.
La dolcezza poco dopo fu sostituita dall'ardore: l'aria si fece calda, bollente come i corpi dei due ragazzi che si muovevano al ritmo e alla crescita della passione.
Le labbra presero fuoco baciando con avidità come mosse dalla fame....le mani mosse dalla cupidigia, accarezzarono freneticamente ogni centimetro del corpo del partner.
La mano di lui, scivolò sotto la maglia del pigiama di lei, per accarezzare la morbida e rosea pelle del fianco.
In quel momento si resero conto di quello che provavano: non era un semplice volersi bene fraterno come all'inizio pensavano, era qualcosa di più....era amore.
Chat accolse pienamente quei sentimenti, ma Marinette rimase titubante. Certamente era sicura di essere innamorata anche di Chat, ma nei suoi pensieri rimaneva sempre Adrian.
"Ti amo" sussurrò Chat all'orecchio di Marinette.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Ecco l'aveva detto. Era il punto di non ritorno. Anche lo stesso Chat non si capacitava di esser riuscito a dirglielo. Pensava di provare solo quel genere di sentimento solo per Ladybug. Ormai il dado era tratto. Il cuore della ragazza mancò di un battito. Era piacevolmente sorpresa da quella confessione, ma non volle farsi prendere dalla situazione. Voleva e doveva ragionarci a freddo.
Non era giusto mettersi con lui avendo sempre per la testa qualcun'altro.
"Chat..." sussurrò Marinette rompendo quel silenzioso istante.
"Dimmi Principessa." la esortò Chat.
"Perdonami...." rispose lei rattristandosi.
"Hei, hei Marinette cosa succede?" lui preoccupato mentre, con una dolce e leggera carezza le asciugava una lacrima fuggente.
 "...non voglio prenderti in giro....io amo anche un'altra persona....quindi...anche se mi scoccia chiederlo...puoi...aspettare un po...? Giusto per chiarirmi le idee...." concluse timidamente lei.
 "L’attesa è una catena che unisce tutti i nostri piaceri." le sussurrò il biondo, con voce calda, dopo averla afferrata per una mano e per il fianco avvicinandola a sé.
"C...che vai farfugliando....? Scemo...." balbettò la ragazza arrossendo dopo essersi liberata dalla presa di Chat.
"Non stavo 'farfugliando' cose senza senso" disse lui mettendole un giocoso broncio "stavo citando Montesquieu" concluse.
Marinette, grazie alla comica scenetta offertale da Chat, si risollevò dal precedente momento di confusione e sorrise, divertita da quel lato infantile del ragazzo, che sempre la metteva di buon umore.
"Ma qui c'è un gattino che ha studiato." commentò Marinette gettandosi su Chat per fargli il solletico il quale, trattenendo a stento le risate, supplicò la ragazza di porre fine a quel dispetto: " M...Mari hahahaha s...sveglierai i tuoi se continui hahaha d...dopo si che son dolori hahahaha" disse il biondo tra una risata e l'altra.
"Okok per oggi sarò clemente." disse la, ragazza, con goffa aria di superiorità cessando l'azione dispettosa nei confronti dell'amico.
 "Dai ora fammi dormire che domani ho scuola." aggiunse Marinette.
"Okok principessa. Però, prima di andare, dimmi il nome del ragazzo che rischia di rubarmi il primato del tuo cuore, nonché amore." esordì Chat.
Marinette era combattuta, ma soprattutto imbarazzata, anche se dopotutto di Chat di poteva fidare.
Il nome, però, faticava ad uscire, a differenza di tutte le altre parole che Marinette farneticava, in quel momento, nel tentativo di dire qualcosa di sensato.
Chat intanto, era lì che si dondolava sulla ringhiera della terrazza, mentre attendeva ansioso la risposta, ma Marinette non riusciva a proferire parola, non sensata perlomeno.
"Tranquilla principessa non ho la necessità di saperlo subito" disse lui, avendo notato il disagio di lei, tentando di calmarla .
"O...ok.." balbettò lei in preda all'imbarazzo per una tale aassurda situazione.
"Sappi che però farò di tutto per conquistarti" disse Chat gonfiando il petto, con il suo solito fare, che riusciva sempre a strapparle il sorriso.
"Che sei diventato un uccello adesso? Non sei più un gatto?" disse Marinette prendendo in giro il ragazzo, il quale rise alla battuta della ragazza.
"Buonanotte principessa" la salutò il ragazzo.
"Buonanotte gattino" lo salutò in risposta lei.
"Ah Marinette" disse per richiamare l'attenzione di lei.
"In questo periodo ho un po di cose da fare nella mia vita privata e può darsi che non ce la faccia a venire." aggiunse.
"Tranquillo anche io ho dei progetti da svolgere a scuola" lo rassicurò lei.
"Ok. Ciao di nuovo principessa" la salutò nuovamente lui baciandole la fronte.
"Ciao stupido gattino" lo salutò lei.
Dopo che si furono salutati, Chat sparì, come suo solito, nei meandri di Parigi e Marinette, restò a fissarlo finché non sparì dietro un edificio. A quel punto, la corvina ritornò in camera e si coricò o perlomeno tentò, infatti, non riuscì a prendere sonno a differenza di Tikki, che non sembrava per niente turbata dall'accaduto, nonostante avesse assistito a tutta la serata. Pensava e ripensava a quello che era successo con Chat, proprio lì, dove ora era sdraiata e per tutta la notte faticò a prendere sonno.
Così, scese per uno spuntino notturno.
In seguito, si mise sul divano a leggere un libro e finalmente, dopo qualche pagina, riuscì ad addormentarsi.
Anche Adrien, dal canto suo, non riuscì a chiudere occhio. Nella sua testa il ragazzo, riavvolgeva la scena in cui era saltato addosso a Marinette, come un video in continuo loop, a causa di Plagg che, continuava a ricordargli ciò che era successo, canzonandolo.
Quel ricordo, fu anche la causa per cui non riuscì a calmare il 'bollente spirito' che continuava a dargli problemi, rendendo i pantaloni del pigiama, sempre più attillati.
Solo dopo che il kwami si fu addormentato, Adrien riuscì a trovare un po di tranquillità per poter riposare.

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Mancavano solo pochi minuti all'inizio della lezione. Marinette, come suo solito, era in ritardo. Questa volta, fu a causa degli avvenimenti della sera prima, per cui si era dimenticata di mettere il cellulare in carica.
Così, dopo i ripetuti schiamazzi a vuoto della madre, Tikki strattonò la ragazza con tutta la forza che aveva per svegliarla.
A quel punto, la corvina aprì gli occhi e con calma scese dal letto, ma solo quando lesse l'orario dall'orologio appeso su una parete della sua camera, corse a prepararsi con velocità fulminea e sempre con tale velocità, dopo aver consumato una breve colazione, si diresse correndo verso la scuola.
La campanella stava suonando così, Marinette affrettò il passo fino al momento in cui non raggiunse la porta della classe.
Con gioia la ragazza poté constatare che la professoressa non era ancora arrivata, perciò posò la cartella a terra e si fermò giusto il momento per riprendere fiato dopo la corsa. Il processo di affluenza di ossigeno al suo cervello, però, fu interrotto da una voce che non si sarebbe aspettata di sentire in quel momento.
"Marinette Dupain-Cheng sempre in ritardo tu?" la schernì Chloè con tono e aria di superiorità.
"Già di ritorno? Come mai?" la riprese Marinette, non avendo forze e fiato per replicare in maniera più aggressiva. 
"Lo scambio è finito cara. Ma dove vivi?" ribattè la bionda con tono pungente.
"Allora perché lei è sempre qui?" replicò la corvina indicando Katherine, che già di primo mattino era già stretta al braccio di Adrien.
"Oh. Io mi sono definitivamente trasferita." disse l'albina con aria pacata il suo solito sorrisetto angelico.
Quell'affermazione destò non poco stupore nella classe che fu manifestato da un'esplosione di gioia collettiva da parte dei suoi nuovi compagni.
Marinette, era troppo stanca e negativamente sorpresa, a differenza della sua classe, per poter replicare in qualsiasi modo, così si limitò a sedersi in silenzio accanto ad Alya.
"Scusa Mari, quando sono arrivata erano già sedute lì, non ho potuto fare nulla per spostarle." si scusò la bruna.
"Tranquilla Alya tanto io e lei siamo nella stessa barca ora come ora." disse la corvina sorridendo all'amica.
A quel punto, Miss Bustier entrò in classe.
I ragazzi si ammutolirono e si alzarono in piedi.
"Buongiorno ragazzi" li salutò la donna;  "Seduti prego".
"Allora" iniziò "tra poco inizierà il periodo della 'scuola aperta', dove presenteremo la scuola e le attività che svolgiamo in essa agli studenti che potrebbero rappresentare le future generazioni che frequenteranno l'istituto. Quindi, ogni classe sarà responsabile di organizzare un evento con un budget di 550 euro e avrete tempo fino a lunedì per proporre le vostre idee." concluse.
Detto questo la lezione procedette come al solito e al suono della campanella della ricreazione la classe si riunì per buttare giù le prime idee nonostante il poco tempo a disposizione.
Marinette, in quanto rappresentante di classe, andò alla lavagna per segnare le varie proposte dei compagni.
"Potremmo fare una mostra d'arte" propose Nathanaël.
"Oppure un piccolo concerto" propose Ivan.
"O una rappresentazione teatrale" propose Rose.
"Anche una caffetteria è un idea!" esclamò Mylene.
"O Una sfilata di moda perché no?" propose speranzosa Chloè mantenendo impassibile la sua espressione. "Così potrete indossare vestiti decenti." aggiunse.
Il precedente entusiasmo venne smorzato da quest'ultima idea.
"Stai scherzando?!" esclamò la maggior parte dei ragazzi all'unisono "Non faremo i pagliacci su una passerella!" conclusero.
"Adrien caro tu cosa dici?" chiese in cerca di approvazione voltandosi verso di lui.
"Purtroppo devo dar ragione agli altri Chloè non può essere considerata un'attività scolastica." disse lui declinando le speranze della bionda.
"Mi hai tolto le parole di bocca Adrien. Chloè dobbiamo restate coi piedi per terra" tentò di farla ragionare Katherine.
A quel punto la bionda andò su tutte le furie.
"Non ho chiesto il tuo parere bambolina da strapazzo! Peggio per voi! Mi tiro fuori da questa cosa! Non averte il mio aiuto!" urlò adirata correndo verso il bagno seguita da Sabrina.

Intanto, da qualche parte nella grande Parigi, in una stanza buia, man mano si fece largo la luce attraverso una vetrata raffigurante una farfalla. Al cento di essa, stava in piedi un uomo vestito di scuro, dalla figura slanciata, il quale aveva percepito le emozioni negative emanate da Chloè.
"Rabbia. Delusione data dalle persone care. La formula perfetta per seminare il caos." disse Papillon. Una candida farfalla allora si posò sulla sua mano; dopo che le fu infusa dell'energia negativa dal suo detentore, volò verso il posto in cui era situata la sua preda.
"Vola da lei piccola akuma e oscura il suo cuore" disse l'uomo roteando in aria il bastone.

Chloè era chiusa in bagno, con Sabrina che tentava di consolarla dall'altra parte della porta, quando l'akuma arrivò posandosi sugli occhiali della bionda per poi venire completamente assorbita da essi.
Una voce familiare le catturò l'attenzione.
"Idealizator ci incontriamo di nuovo sotto un'altra forma. Ti do il potere di concretizzare i tuoi pensieri così che tu possa realizzarli sempre e per vendicarti di coloro che non li approvano. Tu sai già cosa voglio in cambio." concluse.
"Certamente Papillon." esclamò la ragazza.
 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***


"Forse...abbiamo un po esagerato. Anche se si trattava di Chloè." disse Marinette dispiaciuta, non potendo credere lei stessa a quello che stava dicendo.
"Ma anche lei ha esagerato!!" esclamarono i ragazzi "...anche se effettivamente è vero." aggiunsero pentiti.
"Vado a vedere come sta." si propose Adrien.
Inutile dire che fu seguito da Katherine.
A quel punto, un urlo fece gelare a tutti il sangue: era Sabrina.
L'urlo fu seguito, subito dopo, da un'esplosione proveniente dal bagno, così Marinette e Adrien, seguiti da Alya, pronta a filmare ciò che stava succedendo e da Katherine, che non si decideva a staccarsi da Adrien nemmeno in momenti di tale pericolo, si affacciarono a controllare cosa stesse succedendo.
Però, non appena furono usciti dalla classe, Adrien e Katherine furono presi di mira da una pioggia di dardi infuocati.
"Ragazzi attenti!!" urlò Marinette gettandosi su di loro prima che potessero venire colpiti.
Subito dopo la corvina sentì un bruciore lancinante al polpaccio.
"Marinette tutto bene?!" le chiese preoccupato Adrien notando la ferita sulla gamba.
La corvina, non fece in tempo a rispondere che, Adrien e Katherine, furono imprigionati e portati al cospetto del loro carceriere.
"Adrien!!!" urlò colma di preoccupazione la corvina mentre il biondo veniva portato via.
"Nessuno oserà mai impedirmi di realizzare i miei progetti!" esclamò la ragazza, con rabbia.
Quelle parole, fecero scattare qualcosa, in Marinette, che le fece capire chi fosse quella persona: era Chloè, ed era stata akumizzata.
"Attuare il piano di emergenza questa non è un'esercitazione. Ripeto: questa non è un esercitazione." disse il preside attraverso l'altoparlante.
Mentre la scuola veniva evacuata, nell'attesa dell'arrivo di Ladybug e Chat Noir, Marinette si separò dalla folla chiudendosi in una classe adiacente.
"Dobbiamo fare qualcosa!!" esclamò la corvina facendo uscire il suo kwami dalla borsetta.
"Ma Marinette...la tua gamba." disse il kwami preoccupato per la sua protetta.
"Non c'è tempo!!" esclamò la corvina.
"Tikki trasformami." disse e in men che non si dica si trasformò in Ladybug.
Conclusa la trasformazione, la coccinella, socchiuse la porta per controllare se la strada fosse libera, ma non appena si sporse fuori dall'uscio, delle palle di fuoco si scagliarono fitte su di lei, costringendo la corvina, a rifugiarsi nuovamente in classe.
Dopo essersi munita del proprio yoyo come scudo, uscì classe, proteggendosi dai dardi, che le venivano lanciati dalla creatura creata da Chloè.
"Come mai tutta sola? Il tuo gattino ti ha abbandonata?" la schernì la bionda.
Quelle parole toccarono in particolar modo la coccinella, che stava avendo difficoltà a fronteggiare Chloè, non potendo concentrarsi ne avvicinarsi a lei; anche Adrien, seppur in silenzio, dovette sopportare il dolore causato da quelle parole, non essendo in grado, in quel momento, di aiutare la sua amata Ladybug.
Ad un tratto, la bionda scagliò due dardi provenienti da direzioni diverse e in quel momento, Ladybug ebbe un idea: con il suo yoyo deviò i due dardi, uno in direzione della gabbia, per liberare coloro che vi erano imprigionati, uno verso Chloè, così da creare un diversivo.
Il piano sembrò funzionare fino a quando, una terza palla di fuoco le fu scagliata contro, coperta dal fumo creato dalla precedente, prendendola in pieno e tramortendola; intanto, grazie al suo intervento, i ragazzi riuscirono a uscire dalla gabbia e a fuggire, ma soprattutto Adrien grazie al marasma generale, riuscì a separarsi da sguardi indiscreti.
"Plagg trasformami!" esclamò il ragazzo facendo uscire il kwami allo scoperto e in men che non si dica, il corpo del biondo fu avvolto dalla tuta di pelle, trasformandosi in Chat Noir.
Intanto, Chloè si era avvicinata a Ladybug, che era rimasta bloccata sotto il macigno scagliatole a tradimento poco fa, per toglierle il miraculous; la coccinella però riuscì a scamparla, grazie all'intervento di Chat, che riuscì a far allontanare la bionda.
Il gatto, provò a spostare il macigno, ma non riuscendoci fu costretto ad utilizzare il suo potere.
"Cataclisma!!" urlò il felino per poi poggiare la mano sul dardo, liberando la sua compagna.
"Alla buon ora gattino temevo che non venissi più a questo punto." lo prese in giro Ladybug.
"Mi dispiace my Lady ho avuto un contrattempo." si scusò lui "adesso sistemiamo quella quattr'occhi." aggiunse facendo l'occhiolino.
"Quattr'occhi a chi?!?!?!" disse piena di collera la bionda la quale proiettò verso di loro una scarica di fulmini che furono prontamente schivati.
"L'akuma deve essere negli occhiali." informò la corvina il suo compagno.
"Ricevuto ma dobbiamo sbrigarci. Il mio tempo sta per finire." le rispose il biondo.
Detto questo Chat, creò un diversivo, per permettere a Ladybug, di usare la sua arma segreta.
"Lucky Charm." esclamò la corvina ritrovandosi poi un oggetto tra le mani.
"Un fucile?! Che cosa dovrei farci non questo?!" si domandò stupita per l'inusuale oggetto che le era stato fornito.
"Vai a caccia?" le chiese Chat in vena di spirito nonostante la situazione critica.
"Non posso mica ammazzarla!!!!" lo rimproverò la coccinella ".....anche se..." aggiunse borbottando.
"Cosa?" chiese il felino non avendo capito le ultime parole.
"N...nulla nulla." balbettò la corvina agitando la mano.
"Intanto cerca di capire a cosa serve io continuo a distrarli." disse il biondo scattando nuovamente verso il nemico.
Ladybug, esaminò a fondo il fucile, ma solo quando aprì la canna, notò che al suo interno non c'erano delle comuni cartucce.
"Sono tranquillanti!!!" esclamò la ragazza "ora so che devo fare!" aggiunse.
La corvina, posizionò il fucile così da ammortizzare il rinculo e sparò in direzione di Chloè: il primo colpo purtroppo non andò a segno, così subito dopo sparò anche il secondo, questa volta colpendola in pieno.
Pochi istanti dopo, il sedativo fece effetto così, la bionda cadde in un sonno profondo e Ladybug riuscì a prendere, senza pericolo, l'oggetto akumizzato, per poi romperlo e liberare la farfalla nociva.
"Niente più malefatte piccola akuma." disse la ragazza catturando la farfalla nera all'interno del suo yoyo "Ciao ciao farfallina." la salutò dopo averla purificata.
"Miraculous Ladybug!" esclamò infine lanciando il fucile in aria e portando nuovamente tutto alla normalità.
"Ben fatto." si congratularono gli eroi l'uno con l'altra; fu solo allora che Chat Noir notò una chiazza rossa all'altezza del polpaccio della sua compagna.
"Sei ferita...?" chiese allarmato il felino.
"È solo un graffio." sminuì lei anche se effettivamente le faceva male.
"Controllo io velocemente i dintorni col poco tempo che mi è rimasto. Tu vai pure a medicarti." disse Chat.
"Grazie...alla prossima allora." lo salutò lei allontanandosi.
Non appena la corvina fu uscita dall'edificio, si rifugiò dietro un cespuglio nel giardinetto dietro la scuola, dove annullò la trasformazione.
In quel momento però le venne in mente Adrien.
'E se lo avessi ferito scagliando il macigno sulla gabbia invece di avrelo liberato?'
Questo pensiero, martellava la testa della ragazza la quale sentì pizzicare gli occhi, per le lacrime, che iniziarono a bagnarle le guance, così, in preda alla preoccupazione, corse più velocemente che poteva verso l'entrata della scuola; il dolore alla gamba non era nulla, in confronto a quello creato dal terribile cruccio di quel momento.
Marinette aveva appena varcato la soglia d'ingresso della scuola che, troppo assorta per prestare attenzione davanti a sé, andò a urtare contro qualcuno, cadendo entrambi per terra.
"M...mi scusi. Si sente bene?" disse la corvina portandosi la mano alla testa.
"Ma chi si vede! Salve principessa." la salutò il felino.
"Chat!!" esclamò la ragazza stupita.
"Hai...per caso visto Adrien?" chiese la corvina.
"N...no perché?" balbettò lui.
"Prima....un macigno infuocato si è scaraventato sulla gabbia....dove....lui..." tentò di spiegare lei le parole presero il posto dalle lacrime trasformandosi in pianto.
"Shh....va tutto bene. Sono sicuro che lui sta bene. Non piangere." tentò di consolarla lui stringendola a sè.
Quel momento, però, venne interrotto dal suono del miraculous di Chat Noir, che esalava l'ultimo respiro.
"È meglio che tu vada." disse Marinette liberandosi dall'abbraccio.
"Alla prossima Purr-incipessa." la salutò lui e prima che lei potesse ricambiare il saluto, il biondo sparì nell'immensa Parigi; Marinette così, proseguì la ricerca di Adrien per tutta la scuola, ma non riuscì a trovarlo.
La corvina, scoraggiata, decise di tornare a casa ma, quando arrivò all'entrata della scuola, lo vide: era illeso e in perfetta forma.
"Marinette!" esclamò il ragazzo correndole incontro e prima che lei potesse emettere un suono o muovere un muscolo, lui l'abbracciò "Sono contento di vedere che stai bene." aggiunse lui stringendola a sè.
"Che ci fai ancora qui? Ah e la gamba??" le chiese il biondo preoccupato.
"B...beh" iniziò la corvina arrossendo "volevo assicurarmi che tu...cioè volevo dire tutti stessero bene. Ah la gamba non è nulla." rispose lei.
"Ti accompagno!" propose il biondo.
"N...non è necessario n...non è poi così tanto....lontano." balbettò lei imbarazzata più che mai.
"Insisto!" continuò lui.
Detto questo, il biondo, non dando alla corvina il tempo di rispondere, la prese in braccio scortandola, prima fuori dalla scuola, poi a casa, attirando non poco l'attenzione dei compagni e dei passanti.
Varcata la soglia di casa Adrien, fece scendere Marinette dalle sue braccia.
"Dove tieni la cassetta del pronto soccorso?" le chiese lui.
"In bagno ma perché?" gli domandò lei.
"Faccio in un lampo te intanto siediti." gli rispose il biondo.
Così, dopo qualche istante, il biondo tornò dal bagno con del disinfettante, delle garze e delle fasciature e con tocco delicato afferrò la gamba ferita della corvina posandosela sulle gambe.
"C...che fai?" domandò imbarazzata lei.
"Ti medico, è il minimo che possa fare per ringraziarti per avermi salvato." rispose lui arrossando lievemente "Ora brucerà un po." aggiunse versando il disinfettante su tutta la bruciatura.
Marinette, al contatto del liquido con l'ustione, emise un gemito di dolore che, poi pian piano, si attenuò dopo che la ferita poi fu fasciata.
"G...grazie ancora." balbettò la corvina.
"Allora a domani." la salutò il biondo con voce calda e morbida "e non esitare a chiamarmi se tu mai avessi bisogno." aggiunse.
"A....a dom....domani." lo salutò lei imbarazzata più che mai.
Così il biondo sparì dietro la lignea porta della casa della corvina.
'Accidenti...!' pensò il ragazzo, appoggiatosi al muro, arrossendo dalla testa ai piedi.

 

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Capitolo 8
*** 8 ***


Quella sera, il cielo era coperto da qualche nube, che nascondevano allo sguardo, le già poche impercettibili stelle che si potevano intravedere, nel cielo di Parigi. Marinette, era avvolta un una coperta di cotone, stesa sulla piccola sdraio di ferro battuto del suo terrazzo, con la musica di Jagged Stone alle orecchie, mentre ripensava alla giornata che era appena trascorsa e soprattutto ad Adrien: ai suoi occhi e alla sua voce rassicuranti, al suo tocco delicato e per colpa di quei pensieri senza accorgersene la sua faccia assunse man mano un colorito vermiglio. Intanto, al suo fianco si era avvicinato Chat, che con passo felpato, si avvicinò alla ragazza, la quale, nonostante i ripetuti richiami da parte del biondo, non accennava a considerarlo nemmeno un po. Chat, stizzito dalla mancanza di attenzione da parte della corvina, decise di manifestare la propria presenza posizionandosi dietro di lei, per poi farle tirare un bello spavento, facendola cadere dalla propria sdraio. "Chat!!! Cosa ti dice il cervello?!" lo rimproverò la corvina infastidita dalla spiacevole sorpresa. "Hahahahaha...avresti dovuto vedere la tua reazione....hahahahaha." sghignazzò il gatto. "Comunque che ci fai qui?" chiese Marinette sospirando pesantemente. "Avevo voglia di vedere se stavi bene, sai dopo oggi..." rispose Chat portandosi la mano guantata alla nuca arrossendo. Di fronte a quella scena, la rabbia della corvina si spense sostituendosi man mano ad una calda e piacevole sensazione, a cui nemmeno lei riusciva a dare una spiegazione, ma di una cosa era certa: era piacevole e appagante. "Tutto bene grazie." la corvina sorridendo dolcemente "...e grazie per oggi." Il felino, incantato dalla visione di quel sorriso, arrossì nuovamente assumendo, questa volta, il colorito di un peperone; questo repentino cambiamento, fu notato dalla corvina, la quale, poggiò delicatamente il dorso della soffice mano sulla fronte di Chat, facendolo sussultare. "P...per cosa principessa?" balbettò il felino ritornando alla realtà. "Per aver salvato Adrien." rispose la corvina. "Te lo avevo detto che stava bene hahahaha" le sorrise il biondo. "Eh già hahahahaha" ribadì Marinette. "È una persona tanto importante per te?" le chiese Chat ammiccando. "Beh....si lo è." confermò Marinette "Inoltre..." Chat Noir nell'udire quelle parole, ebbe un tuffo al cuore. Quella ragazza lo faceva impazzire come nessuna mai aveva fatto; ma in quel momento, dovette controllarsi e concentrarsi su quello che la ragazza gli voleva dire. "Inoltre?" la spronò il biondo. "....i....inoltre....b...beh....." balbettò la corvina indugiando "...lui....sarebbe il ragazzo di cui son innamorata." disse poi tutto d'un fiato la ragazza. Nella testa di Chat, dopo questa confessione, fu travolto un turbine di emozioni: gioia, confusione ma anche stupore e molte altre, che però dovette continuare a controllare, per evitare di svelare la sua copertura e soprattutto perché Marinette stava riprendendo il discorso. "Ed è proprio per questo motivo che sono andata nel panico quando oggi pensavo di averlo perso." continuò la corvina con tono malinconico "Ad ogni modo...grazie infinite Chat!" disse poi gettandosi su di lui per abbracciarlo. Il felino ancora con la testa fra le nuvole per la confessione di prima non fece in tempo a prestare nuovamente attenzione al discorso che fu sorpreso dalla reazione inaspettata e insolita della ragazza che lo portò a cadare rovinosamente per terra. "Chat scusa!!! Stai bene?" chiese preoccupata Marinette. "Ahi ahi che male." si lamentò il biondo "Allora è vero che gli angeli cadono giù dal cielo!" "S...scemo..." balbettò la corvina alzandosi di colpo. "Anche se me lo sarei aspettato più leggero questo angelo." rise il felino. "Ah si eh....?" borbottò infastidita la corvina buttandosi nuovamente giù a peso morto sul biondo e non muovendosi più. In quella posizione passarono i minuti e la ragazza non fece cenno di spostarsi; Chat allora decise provare a spostare la ragazza ma non appena la voltò, notò che si era addormentata. Avevi bisogno di riposare così tanto?" ridacchiò ancora una volta il felino prendendo la corvina in braccio e portandola in camera sua, con molta cura e attenzione, in modo da non svegliarla. Dopo che Chat ebbe adagiato Marinette sul morbido letto, si diresse nuovamente verso la botola, per poi uscire silenziosamente e dirigersi verso casa sua. Nonappena mise piede in camera sua, Adrien, annullò la trasformazione e si gettò a peso morto sul proprio letto sprofondandoci. "Oggi è stata una giornata intensa. Eh già intensa e sfiancante!" esclamò il biondo. "Soprattutto per me che devo stare dietro a un adolescente come te." si lamentò Plagg. "Plagg!!" esclamò contrariato il biondo. "Più che altro Romeo...ora che sai i sentimenti di quella ragazza che hai intenzione di fare?" domandò il kwami interessato dall'argomento. "Sai Plagg? Non ne ho idea." disse Adrien frustrato coprendosi il viso con il braccio e scivolando lentamente in un sonno profondo.
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Chiedo perdono per la secolare assenza a tutti voi che seguite questa e le altre storie ma sto avendo un brutto....orribile periodo di blocco. Detto questo spero che vi sia piaciuto il nuovo capitolo ^^' È tutto passo e chiudo!

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