~Frammenti di vita~

di Kodocha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Meglio del sushi ***
Capitolo 2: *** 2. Gelosia?! ***
Capitolo 3: *** 3. Ranma Saotome ***
Capitolo 4: *** 4. Film horror ***
Capitolo 5: *** 5. Vent'anni ***
Capitolo 6: *** 6. Un'insolita proposta ***
Capitolo 7: *** 7. Il grande giorno ***
Capitolo 8: *** 8. Sari ***



Capitolo 1
*** 1. Meglio del sushi ***


Seduto sulla panca del solito gazebo, ti giri e rigiri tra le mani la cintura nera tanto agognata, vinta quel giorno stesso in seguito alla prova di karate.
Nonostante i duri allenamenti degli ultimi tempi hai dovuto faticare un bel po' per riuscire a battere il tuo avversario, ma alla fine, sotto gli occhi increduli dei tuoi compagni e del Sensei, sei riuscito a stenderlo con un pugno sferrato, dritto e potente, in pieno stomaco.
«Akito»
​Quella voce, allegra e vivace, ti ridesta dai pensieri.
Ti volti, trovando la furia dai capelli ramati, conosciuta anche con il nome di Sana Kurata, correre nella tua direzione.
Deglutisci; la prova più dura sta per iniziare adesso, altro che incontro di karate.

Ti raggiunge, si piega in due, appoggiando le mani sulle ginocchia e, dopo aver ripreso fiato, ti formula la fatidica domanda «Allora? Com'è andata?»
Non le rispondi, ti limiti ad alzarti e a porgerle la cintura.
In fondo sei sempre stato un tipo di poche parole e lei lo sa, ti conosce meglio di chiunque altro.
Sana prende quel pezzetto di stoffa tra le mani «Sapevo che ce l'avresti fatta» sorride, l'accarezza delicatamente con i polpastrelli ed infine te la restituisce, cambiando notevolemente espressione  «Allora... di cosa dovevi parlarmi?» chiede, dondolandosi sui talloni.
Ha le gote arrossate e la voglia di rinfacciarglielo per sdrammatizzare un po' la situazione è tanta, ma sai che, considerando il calore che avverti sul tuo di viso, non stai messo meglio di lei.
Deglutisci nuovamente, ripassando mentalmente il discorso che ti sei preparato: "Quello che volevo dirti è che ti voglio bene, te ne voglio da sempre e mi piacerebbe che tu diventassi la mia ragazza".
Sai bene che non è la dichiarazione d'amore migliore del mondo, ma non sei riuscito a fare di meglio.
Inspiri ed espiri, stringi con forza i pugni lungo i fianchi e... «Ti va di andare a mangiare del sushi?»
Ti maledici, trattenendoti dall'impulso di prenderti a schiaffi da solo.
Possibile che ti risulti così difficile esprimerle i tuoi veri sentimenti?

«E' questo quello che volevi dirmi?» domanda lei, incredula, sbattendo più volte le palpebre.
Certo che no.
«Sì»
IDIOTA.
La vedi tremare e di sicuro non è per il freddo «Razza di imbecille e io che...» infila una mano nella tasca della gonna e tu, conoscendola, sai fin troppo bene cosa sta per sfilare da lì dentro; il suo fidato piko.
Per la tua incolumità, prima che possa fare qualcosa, con uno scatto fulmineo le posi le mani sui fianchi, l'attiri a te e la baci.
Ti affretti ad assaporare quelle labbra, consapevole che da lì a breve ti colpirà con un calcio rotante sulla testa, proprio come il giorno precedente sul terrazzo della scuola e ti sorprendi quando invece le sue braccia circondano il tuo collo, tanto che per un attimo temi che stia tentando di strangolarti.
Timore che svanisce non appena la senti ricambiare il bacio.
E il cuore comincia a betterti all'impazzata, come se tutto ciò che hai sempre desiderato si stia avverando in questo preciso istante.

«Non... non dovevamo andare a mangiare del sushi?» mormora poi, ponendo fine a quel breve ma intenso contatto.
Prendendo una buona dose di coraggio le afferri il viso tra le mani e, costringendola a guardarti negli occhi, a tua volta mormori «In fondo tu sei meglio del sushi, Kurata»
Quest'ultima trasalisce appena, arrossisce ed infine ti sorride, felice come una bambina circondata da una marea di dolciumi.

Paragonare una ragazza al tuo piatto preferito... e poi dicono che non sei un tipo romantico.

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Capitolo 2
*** 2. Gelosia?! ***


«Kurata, non credi che quella gonna sia troppo corta?»
«Hayama, è la divisa scolastica. Smettila di fare il geloso»
Il tuo sopracciglio sinistro scatta all'insù.
Geloso? Ma per chi ti ha preso?
«Ti pare che possa mai essere geloso di te?» borbotti e nel mentre, da perfetta persona coerente quale sei, fulmini un povero malcapitato che si è voltato per guardarla.
«Non cercare di negare l'evidenza»
«Kurata, te lo ripeto per l'ultima volta: io non sono affatto geloso!»
«Meglio così, perchè...» sorride maligna e sai che ciò non promette nulla di buono «Oggi devo vedermi con Nao! Sai, avevo un po' di timore al pensiero di dirtelo, ma visto che...»
«E perchè devi vederti con lui?» l'interrompi, più acidamente di quanto avessi voluto.
Ovviamente la tua è pura curiosità, nulla di più.
«E' da tanto che non passiamo un po' di tempo insieme, così abbiamo pensato di...»
«E dove si terrà questo fantomatico incontro?» l'interrompi, di nuovo.
«Certo che per non essere geloso ne fai di domande, eh!» sghignazza «Comunque ci vediamo al bar "Sweet" per prendere un gelato»
Inspiri ed espiri profondamente.
Devi mantenere la calma, in fondo si tratta solo di uno stupido gelato.

«Capisco»
«Sarà sicuramente divertente!» ti provoca.
«Sicuramente!» ringhi e, quando senti la sua risata, il nervosismo non può far altro che aumentare «Cos'hai da ridere, Kurata?»
«Sei così buffo quando fai il geloso»
«Io - non- sono - geloso!» scandisci bene ogni singola parola, prima di aumentare il passo e lasciarla lì... piegata in due dalle risate.


Ovviamente il fatto che tu abbia deciso di fare la solita corsa pomeridiana nei pressi del bar dove la tua ragazza e quella fatina dai capelli tendenti al lilla hanno un appuntamento è solamente un caso.
Così com'è un puro caso che ti sia fermato per riprendere fiato proprio dietro un palo posto a pochi metri di distanza dal tavolino dove loro due sono intenti a conversare amichevolemente.
Un po' troppo amichevolmente per i tuoi gusti.
Sbuffi come una pentola a pressione, mentre le persone che ti passano accanto ti guardano in modo strano, manco fossi un maniaco.
E' vero, in fin dei conti stai spiando una ragazza... ma è la tua ragazza, dannazione!
Vedi Kamura insistere nel voler pagare lui il conto.
Certo e da quando in qua è così gentile?
E' chiaro che lo faccia solo per far colpo su di lei.
Senti il sangue ribollire nelle vene, in particolar modo quando il loro saluto si trasforma in un "dolce" abbraccio.
Seccato, sgusci fuori dal tuo nascondiglio e ti avvicini
 a passo spedito nella loro direzione.
«Hayama, che ci fai qui?» ti chiede Sana, fingendo di mostrarsi sorpresa dalla tua comparsa.
«Mi trovavo da queste parti»
Ed in fondo è la verità; stavi facendo una corsa e per puro caso sei finito fuori a quel bar e ci sei rimasto per tutta la durata del loro incontro, ma solo per riprendere fiato.
«Ciao Hayama» ti saluta la fatina.
«Kamura» ringhi.
Ti avvicini alla tua ragazza, cingendola per la vita, giusto per marcare il territorio «Allora vi siete divertiti?»
Entrambi si lanciano un'occhiata divertita «Molto!» rispondo in coro.
«Molto?» chiedi, cercando di nascondere il tuo fastidio, ma con scarsi risultati.
«Proprio così»
«Bene, ora la mia ragazza» scandisci bene le ultime due parole, accompagnando il tutto con una breve pausa strategica, per rendergli chiaro il concetto «Si divertirà con me, quindi sei pregato di levarti dai piedi»
Sana scoppia a ridere, seguita subito dopo da Kamura.
«Si può sapere che diavolo avete da ridere?» sbotti.

«Scusaci Nao, ora dobbiamo andare!» esclama Sana, tra una risata e l'altra «Ci vediamo sabato, non vedo l'ora di conoscere Sakura»
«Sakura?» domandi, perplesso.
Lei annuisce, ghignando «Già, la ragazza di Nao, abbiamo pensato di fare un'uscita a quattro»
Trasalisci.
Questa proprio non te l'aspettavi.
Certo che però potevano informarti, avresti evitato un bel po' di rogne.

«Beh, allora vi lascio soli» afferma Kamura, alzando una mano a mò di saluto «A sabato» e, continuando a sghignazzare, si volta e se ne va.
Rimani in silenzio, cercando di trovare una scusa plausibile per giustificare il tuo comportamento, ma nulla, la tua mente sembra essere in totale black-out.
«E così non sei geloso, eh?»
«No» la prendi per mano «Andiamo?»
«Certo...» ricambia la stretta «Gelosone»

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Capitolo 3
*** 3. Ranma Saotome ***


Dopo aver subito la noiosa lezione di chimica del professor Daichi, approfitti dell'ora di ricreazione per ascoltare un po' di musica con gli auricolari, cercando di ignorare le estenuanti chiacchiere di Tsuyoshi riguardanti la sua "crostatina alla ciliegia".
In realtà avresti preferito di gran lunga sfruttare questa pausa per trascorrere del tempo insieme alla tua ragazza, magari in cortile, lontani da tutto e tutti, ma lei sembra troppo impegnata a parlare animatamente con la sua amica Hisae.
Senza saperne il motivo, abbassi il volume della musica per poter ascoltare la loro conversazione.
E poi chiami Tsu "pettegolo".
«Allora, che ne pensi di Ranma Saotome?»
Ranma Saotome? E chi diavolo sarebbe?
«E me lo chiedi? Lo trovo fantastico!»
Avverti una vena pulsarti pericolosamente sulla fronte.
«Non immagini quanto invidio quell'Akane!» afferma Hisae, sospirando «Anche se in tutti quegli anni non ha mai trovato il coraggio per dichiararsi a lei... che baka!»
«Ma non è un baka» lo difende a spada tratta quella che dovrebbe essere la tua ragazza «E' solo timido»
Certo, costui che non riesce a dichiararsi è un timido, mentre a te non fa altro che darti dell'idiota da anni per non aver avuto il coraggio di dichiararti prima di riuscire a prendere la cintura nera di karate.
«E poi il fatto che la salvi sempre, ogni qual volta si trovi in difficoltà, è di per sè una dichiarazione» si porta le mani sul viso, assumendo una patetica aria sognante «Ha rischiato la vita così tante volte per salvarla»
Come se tu non l'avessi mai fatto.
Si è forse dimenticata di quella volta in cui è scappata in montagna e tu, nonostante la valanga, hai rischiato la vita per salvarla?
O di quella volta quando un camion stava per investirla?
«E poi è così forte...»
Più di te che ormai sei diventato secondo dan?
«E bello...»
Devi per caso ricordarle che tutte le ragazze dell'istituto sarebbero pronte a fare carte false per uscire con te?
«Insomma, lo adoro!»
E no, questo è davvero troppo.
Ti alzi, battendo le mani sul banco e attirando, di conseguenza, l'attenzione di tutti i tuoi compagni di classe, inclusa lei.
La fulmini, furioso, e senza neppure darle tempo di proferire parola te ne vai, uscendo dall'aula.
T'incammini lungo il corridoio e, pochi attimi dopo, senti qualcuno afferrarti per la manica della camicia  
«Si può sapere cosa ti è preso?»
Ti strattoni dalla presa, voltandoti e fulminandola per l'ennesima volta «Non ti riguarda, Kurata»
«Ti sei per caso svegliato dalla parte sbagliata del letto, Hayama?» 
«Ripeto, non ti riguarda»
«E invece mi riguarda eccome» ribatte, incrociando le braccia al petto «Sei il mio ragazzo, è naturale che mi preoccupi per te»
«Faresti meglio a preoccuparti di quel Ranma, non credi?» chiedi sarcastico, le dai le spalle e torni ad incamminarti.
La senti ridere di gusto, ma non te ne curi affatto, o almeno finché non la senti urlare «Ranma è un personaggio del manga che leggiamo io ed Hisae, se vuoi te lo presto!»
Continui a camminare, cercando di mostrare nonchalance, mentre ti dai dell'idiota non solo per aver frainteso tutto, ma anche per aver fatto una scenata di gelosia degna di una quattordicenne isterica.

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Capitolo 4
*** 4. Film horror ***


E' da circa un quarto d'ora che, disteso sul prato del liceo Jimbo, ascolti le lamentele della tua ragazza.
«No ma dico, ti rendi conto?» continua a camminare avanti e indietro e a gesticolare come una forsennata, sotto gli sguardi divertiti degli altri alunni «Prendermi in giro perchè a diciasette anni preferisco guardare  i cartoni animati piuttosto che i film horror?! Ma come si permettono?»
In effetti anche per te non è del tutto normale, ma per la tua incolumità preferisci tacere.
«Ma sai una cosa? Oggi guarderò un film horror, alla faccia loro»
«Kurata!» la chiami, tirandoti su a sedere «L'ultima volta che hai provato a guardare un film horror, che tra l'altro hai deciso di interrompere dopo i primi cinque minuti nei quali non era successo praticamente nulla, non hai dormito per un'intera settimana, ricordi?»
«Non era successo nulla?» ti guarda sconvolta, manco avessi detto di aver visto un polipo volante «Quel tipo camminava da solo lungo quel corridoio, con una strana musichetta in sottofondo! Era chiaro che da li a poco sarebbe uscito qualcuno da qualche porta per ucciderlo»
Ti porti la mano sulla faccia, con fare disperato «E sentiamo, quale film hai intenzione di vedere?»
«Non lo so, deciderò oggi»
«Ti ricordi che oggi sarai sola a casa, vero?»
Sai che lei non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma in quel momento è chiarmanete sbiancata.
«N-non fa nulla...» deglutisce «Lo guarderò lo stesso!»
«Vuoi che ti faccia compagnia?»
«No» ti risponde, decisa, incrociando le braccia sotto al seno «Posso farcela, che credi? Non sono mica una bambina!»
Scrolli le spalle «Come vuoi, Kurata»

E' ormai pomeriggio inoltrato e la tua preoccupazione ha raggiunto livelli inimaginabili.
Fuori è in atto un temporale e sai che questo, insieme ad un film horror, non è l'ideale per una fifona come Sana.
Così, senza neppure rendertene conto, nonostante piova a dirotto, ti ritrovi a correre verso la sua abitazione.

Arrivato a destinazione, bagnato fradicio, noti tutte le luci della villa spente.
Provi a suonare il campanello ma non funziona.

Fantastico, è saltata anche la corrente, la troverai sicuramente morta d'infarto.
Prendi la chiave di riserva nascosta sotto una statuetta a forma di rana, la infili nella toppa ed apri la porta d'ingresso.

«Kurata,sono io, dove sei?» chiedi, camminando lentamente, aiutato dal display del cellulare che ti fa luce.
«H-Hayama?»
La sua voce è rotta dal pianto e ciò ti fa preoccupare ancora di più.
«Dove sei?»
«In soggiorno»
La trovi rannicchiata in un angolino, con la coperta tirata fino sopra la testa e le ginocchia al petto.
Ti siedi accanto a lei, stringedola forte a te, come a volera rassicurare, come per farle capire che ora ci sei tu lì con lei e non deve più avere paura di niente.
«Sei tutto bagnato» constata, appoggiando il capo sulla tua spalla.
«Fa nulla»
«Ma prenderai un malanno così, andiamo in camera di Rei, ti presto qualcosa di suo e...»
«Ho detto che non fa nulla, non preoccuparti»
«Perchè sei venuto?» ti chiede poi, dopo svariati minuti di assoluto silenzio.
«Film horror e temporale non sono un buon abbinamento per te» le baci la fronte «Mi sono preoccupato»
Si stringe ancora più forte a te, infilando il viso nell'incavo del collo «Grazie, Aki»
Continui ad accarezzarle dolcemente i capelli, finchè non sei sicuro che si sia tranquillizzata del tutto.
«Quando tornano tua madre e gli altri?»
«Credo che non torneranno prima di cena»
«Prendi, fai tu luce» le porgi il telefono e la prendi in braccio, incamminandoti verso la rampa di scale.
«Dove vuoi andare?»
«In camera tua»
«A fare cosa?»
Dal sorriso malizioso che le ha arricciato gli angoli della bocca è chiaro che già sia a conoscenza delle tue intenzioni, ma come sempre deve recitare la parte della bambina ingenua.
«Ho sfidato le calamità naturali per venire in tuo soccorso, dovrai pur ringraziarmi in qualche modo, non credi?» 
Lei scoppia a ridere «Sei sempre il solito Aki!»
Come se le dispiacesse...

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Capitolo 5
*** 5. Vent'anni ***


«Hayama, raccontami una barzelletta»
Ti chiede Tsu, facendoti voltare verso di lui.
«Una barzelletta?» ripeti, indignato.
Annuisce, sistemandosi nervosamente il nodo della cravatta «Sono troppo agitato, ho bisogno di distrarmi»
«E la chiedi proprio a me?»
«Sei il mio testimone, Akito, devi aiutarmi!»
Sbuffi platealmente, alzando gli occhi al cielo «Se avessi saputo che rientrava tra i compiti del testimone, col cavolo che avrei accettato la tua proposta»
«Andiamo, conoscendo Sana te ne avrà raccontate almeno un centinaio»
Un migliaio per la precisione e tutte rigorosamente squallide.
«Si, ma mi rifiuto di ripeterle» affermi lampidario.
Okay, è il tuo migliore amico, ma non puoi di certo abbassarti a questi livelli a causa sua... che vada a prepararsi una camomilla se è così agitato come dice!
Non ricevendo alcuna risposta ti volti nuovamente nella sua direzione, trovandolo impegnato a fissare un punto preciso dinnanzi a sè.
Segui il suo sguardo, trovando le damigelle intente a percorrere la navata e la tua attenzione si posa inevitabilmente su di lei, ignorando completamente le altre persone presenti in quel posto.
Bella come non mai, con quelle due pozze color cioccolato velate dall'emozione, i capelli semi raccolti, il viso leggermente truccato e con indosso un lungo vestito color lavanda che le fascia perfettamente il corpo.
In un certo senso hai come l'impressione che sia stata messa in rilievo, mentre il resto viene miseramente retrocesso.
Arrossisci involontariamente quando posa il suo sguardo su di te, regalandoti uno di quei suoi sorrisi che anche con il passare del tempo ti provocano sempre una piacevole tachicardia.
Scuoti appena il capo, cercando di riprendere un certo contengo, mentre continui a chiederti come sia possibile che nonostante la tua età riesca a farti imbarazzare con così poco, proprio come quando eravate poco più che due bambini.
Continui a fissarla, finchè non si posiziona sul lato opposto al tuo insieme alle altre due damigelle, Fuka ed Hisae.
«Hai visto? Non sono caduta» ti sussurra soddisfatta.
Ghigni divertito, ripensando alle sue estenuanti preoccupazioni sul cadere davanti a tutti a causa dei trampoli che porta ai piedi.
«Per ora» la provochi, facendole gonfiare le guance, indispettita.
Pochi minuti dopo vi è l'ingresso di Aya, vestita con un abito bianco lavorato in pizzo, mentre due bambine dietro di lei tengono i lembi del lungo strascico.
E' molto bella, ma in questo momento non puoi fare a meno di constatare che non lo sarà mai quanto quella ragazza che alla tenera età di undici anni è riuscita a stravolgere completamente la tua esistenza, facendoti provare emozioni e sensazioni che prima di allora non sapevi nemmeno che esistessero.
Durante la vostra relazione, che va ormai avanti da otto lunghi anni, spesso ti sei chiesto come sarebbe stata la tua vita se non l'avessi mai incontrata e tutte le volte hai avvertito un gran senso di vuoto e di angoscia invaderti.
E' la tua ancora di salvezza, la tua felicità, il tuo mondo e lo sai, anche se non gliel'hai mai detto chiaramente a causa della tua eccessiva timidezza.
Nel porgere le fedi al cerimoniere, i tuoi ricordi tornano inevitabilmente al giorno in cui Tsu ti ha confessato di voler chiedere ad Aya di sposarlo, mostrandoti l'anello che aveva acquistato per la proposta che ci sarebbe stata da lì a poco.
In quell'occasione, con la tua innata delicatezza, gli desti del completo idiota, visto che trovavi alquanto assurdo e decisamente frettoloso sposarsi a soli 20 anni, eppure in questo momento non sai cosa daresti per essere al suo posto.
Ti mordi un labbro imbarazzato per i tuoi stessi pensieri, pensieri che non sono assolutamente da te, ma come sempre quando si tratta di Sana, emerge quella parte della tua personalità che non credevi nemmeno di possedere.
«Ed è con immenso piacere che vi presento il signor e la signora Sasaki»
Le parole del cerimoniere ti riportano alla realtà.
Batti le mani, applaudendo come il resto degli invitati, mentre i due neo-sposini si scambiano dolci effusioni.
E improvvisamente, mentre vengono ricoperti da chicchi di riso, focalizzi l'immagine di voi due durante il vostro giorno.
Lei bellissima nel suo abito bianco.
Tu, che somigli vagamente ad un pinguino.
Voi due, insieme, felici come non mai.
Ad un tratto la voglia di posare nuovamente gli occhi su di lei è troppo forte; ti volti, trovandola intenta a fissarti con quel suo splendido sorriso stampato sul volto.
Sorridi anche tu.
Forse venti anni non sono troppo pochi per sposarsi.

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Capitolo 6
*** 6. Un'insolita proposta ***


«Allora, ti piace?»
Le chiedi, davanti alla villetta situata a pochi metri dal mare che hai deciso di acquistare.
«E' molto bella, ma...» la scruta attentamente «Non credi che sia troppo grande per una sola persona?»
In effetti non ha tutti i torti, ma lei non sa che non è affatto tua intenzione andarci ad abitare da solo.
Fa qualche passo in avanti, superandoti, per poterla osservare più da vicino «Credo che per te vada meglio un bilocale, risparmieresti anche un mucchio di soldi»
Respiri profondamente, quasi per trovare il coraggio sufficiente che ti spinga a pronunciare quelle parole «Io invece credo che...» avverti un nodo alla gola che ti costringe a fermarti per qualche secondo «Per una coppia di sposi sia l'ideale»
Sana si volta verso di te, corrucciando la fronte «Ma Aya e Tsu posseggono già una casa e poi mi era sembrato di capire che stessimo cercando una casa per te»
Rotei gli occhi al cielo.
Certo, tu non sarai bravo con le parole, ma lei non compensa di certo con il suo essere estremamente tarda di comprendonio.
Sospirando, scavi nella tasca interna della tua giacca «Mi riferivo a noi due» continui, porgendole l'anello che hai scelto di darle per la proposta «Semmai deciderai di accettare, ovviamente»
Anche questa volta, proprio come quel giorno in cui la paragonasti al tuo piatto preferito, sai che non è la dichiarazione d'amore migliore al mondo, ma purtroppo anche con il passare degli anni non sei affatto migliorato in questo genere di cose.
Schiude le labbra sorpresa, mentre i suoi occhi s'illuminano e le sue gote si tingono lievemente, rendendola ancora più ammaliante del solito.
«Era di mia madre» mormori, mettendo fine a quell'imbarazzante silenzio che si è andato a creare.
"Ti prego, dì qualcosa" pensi, provando inutilmente a regolare i battiti impazziti del tuo cuore.
Si porta le mani sul viso, ma dalla sua bocca non esce alcuna parola e ciò ti intimorisce un bel po'.
La paura che non possa sentirsi ancora pronta per un simile passo è forte, ma mai forte quanto la voglia svegliarsi al mattino con lei accanto, di rincasare da lavoro e trovarla intenta a cucinarti qualcosa, rischiando nella maggior parte delle volte un'intossicazione alimentare, e di addormentarti con il suo capo appoggiato sul tuo petto dopo aver fatto l'amore.
Ti mordi il labbro inferiore, dondolandoti nervosamente sui talloni, incerto su cos'altro dire o fare.
Forse dovresti inginocchiarti, proprio come in quei film a dir poco smielati che lei stessa ti costringe a vedere.
Ti guardi intorno per assicurarti che non ci sia nessun'altro oltre a voi due, ma proprio mentre stai per farlo, si getta tra le tue braccia, imprigionando le sue labbra alle tue, in un bacio mozzafiato.
La stringi forte a te e ricambi con lo stesso trasporto, sperando che questo gesto valga come una risposta positiva.
Ti stacchi ansante da lei «Lo devo interpretare come un "sì"?» le chiedi appoggiando la tua fronte sulla sua.
Ti sorride timidamente, con gli occhi velati dall'emozione «Il linguaggio non verbale non fa proprio per te, vero Hayama?»
«Sai com'è, preferirei sentirmelo dire»
«Prima l'anello» dice, porgendoti la mano sinistra.
Sospiri, divertito, infilandole quel cerchietto d'oro all'anulare «Lo so, è un po' vecchio ma...»
«E' pefetto» t'interrompe, sollevando la mano per poterlo ammirare meglio.
Sorridi, compiaciuto, prima di formulare la fatidica domanda «Allora, vuoi avere l'onore di diventare la signora Hayama?»
E la sua espressione passa dall'entusiasta al perplesso in una frazione di secondo.
«Ma non dovresti dire "mi concedi l'onore di diventare mia moglie?"»

«Ma mi hai visto?» ti indichi dall'alto in basso, ghignando con fare malizioso «L'onore non può essere che tuo, Kurata» concludi, con il solo scopo di sdrammatizzare questa situazione che sta diventando decisamente troppo pesante ed imbarazzante per i tuoi gusti.
«Possibile che tu non riesca ad essere romantico nemmeno in queste occasioni?» borbotta, tentando di nascondere un sorriso divertito.
 «Lo sai che queste cose non fanno per me» borbotti, grattandoti dietro la nuca.
«Lo so» sorride, girando l'anello intorno al dito «E' davvero bellissimo»
«Il fatto che quest'anello ti piaccia è chiaro, com'è anche chiaro il fatto che il linguaggio non verbale non faccia proprio per me, quindi...» le appoggi le mani sui fianchi e l'attiri a te «Vuoi sposarmi, si o no?»
Ti fissa così intensamente da farti contorcere lo stomaco «Certo che ti sposo» afferra il tuo viso tra le mani «Credo di non aver fatto altro che desiderare questo momento da quando mi hai paragonata ad un piatto di sushi, circa otto anni fa» conclude, per poi alzarsi in punta di piedi e baciarti dolcemente, rendendoti, ancora una volta, il ragazzo più felice al mondo.

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Capitolo 7
*** 7. Il grande giorno ***


"Voglio che il nostro matrimonio si svolga nel luogo dov'è iniziato tutto"
Nonostate oramai tu sia consapevole del fatto che colei che a breve diventerà tua moglie, si accontenti di cose estremamente semplici purchè abbiano un significato simbolico ed affettivo, quando quel giorno di diversi mesi fa ti ha espresso questo suo desiderio, una parte di te era convinta che scherzasse, visto che trovavi alquanto insolito scegliere come luogo in cui celebrare un matrimionio un vecchio gazebo situato al centro di un parco pubblico.
Ed ora invece eccoti qui, in occasione del vostro grande giorno, in piedi sotto a quella piccola costruzione in legno addobbata a nozze, con Tsuoyoshi sulla tua sinistra, in veste di testimone, e l'immancabile Maro sulla destra, con indosso un mini smoking, con un piccolo cuscino tra le zampette, sopra il quale vi sono le fedi nuziali. 
Il resto degli invitati è seduta su delle sedie poste a pochi metri di distanza da te: in prima fila ci sono la signora Misako con un copricapo a forma di torta nuziale, Natsumi ed infine tuo padre.
Quest'ultimo alza un pollice, mimandoti un "ci siamo quasi", parole che non fanno altro che aumentare notevolmente la tua agitazione.
Affondi i denti nel labbro inferiore, muovendoti continuamente sul posto «Tsu, ricordi quando al tuo matrimonio mi hai chiesto di raccontarti una barzelletta?»
«E tu mi hai mandato a quel paese? Sì lo ricordo» borbotta, storcendo il naso.
«Non ti ho mandato a quel paese» ribatti.
«Non l'hai detto chiaramente, ma era sottinteso»
Decidi di non obbiettare, perchè sai che ha perfettamente ragione.
«Comunque sia, ora tocca te»
«Mandarti a quel paese?» domanda, perplesso.
Rotei gli occhi al cielo «No, raccontarmi una barzelletta»
 «Non ci penso nemmeno» incrocia le braccia al petto ed alza il mento con fare altezzoso «Tu non l'hai fatto con me ed io non lo farò con te»
Ti volti verso di lui, fulminandolo  «Ci tieni a vedere Aya vestita da damigella, vero?»
«Che domande! Certo che ci tengo, l'abito che le hanno scelto le sta...»
«Allora sbrigati o non vivrai abbastanza a lungo per poterla ammirare»
Deglutisce, visibilmente intimorito dalla tua minaccia «Ok, fammi pensare» si picchietta il mento con le dita un paio di volte «Ogni mezz'ora passa un camello...»
Fai un cenno con il capo, incitandolo a continuare, ma dalla sua bocca non esce nulla «E allora?» chiedi spazientito.
«Due!»
Ci metti qualche secondo buono per capire la sua stupida battuta, prima di portarti una mano tra i capelli con fare disperato, mentre lui se la ride di gusto.
«E' divertente, vero?»
Fai per rispondergli, ma per sua fortuna l'entrata delle damigelle te lo impedisce.
"Ci siamo quasi" ti ripeti mentalmente, mentre avverti l'ansia salire alle stelle.
«Ora è il turno della sposa»
Ti sistemi il nodo della cravatta con fare nervoso «Lo so»
«Rilassati, agitarsi non serve a nulla»
«Non sono agitato»
«Si che lo sei»
«Sta zitto Tsu!» 
Chiudi gli occhi, inspirando ed espirando profondamente un paio di volte e quando li riapri vedi il tuo futuro venirti incontro, sotto al braccio di un "occhiali da sole" particolarmente sofferente, manco la stesse accompagnando al patibolo.
La guardi ed hai la sensazione che il tempo si sia fermato solo ed esclusivamente per lei: per quel suo corpo perfetto, messo in evidenza dall'abito bianco a sirena che indossa, per le sue gote leggermente arrossate, per quegli occhi che si sono illuminati appena hanno incontrato i tuoi, ma soprattutto per quel sorriso... radioso, splendente, tanto da togliere il fiato.
E' senza dubbio lo spettacolo più bello al quale hai mai assistito.
«E' bellissima» ti sussurra Tsu, riportandoti alla realtà.
«Lo so»
«Anzi, è a dir poco splendida e...»
«Sasaki, torna a posare lo sguardo su tua moglie prima che ti cavi gli occhi»
Lo senti borbottare qualcosa, sicuramente di poco carino, ma decidi di non dargli peso... hai cose decisamente più importanti a cui pensare.
«Trattamela bene» esclama Rei, tirando su con il naso «O dovrai vedertela con me»
«Farò del mio meglio»
Ti dedica un ultimo sguardo minaccioso, prima di lasciare la presa dal braccio di Sana, permettendole di posizionarsi accanto a te.
Ti schiarisci la voce con un colpo di tosse, mentre avverti un lieve calore invaderti il viso «Non mi dispiaci affatto, vestita così intendo»
Ti sorride, facendo aumentare notevolmente la tua tachicardia, tanto che per un momento temi che il cuore possa schizzarti via dal petto da un momento all'altro «Ti ringrazio, anche tu non mi dispiaci affatto Hayama»
Sorridi anche tu «Pronta a diventare la signora Hayama?»
«Prontissima!»
Ti chini verso di lei, con l'intenzione di baciarla, ma te lo impedisce facendo un passo all'indietro «Non ancora, Hayama»
Sbuffi sonoramente, provocando l'ilarità degli invitati, tra cui il cerimoniere, visibilmente divertito dalla tua impazienza «Credo che sia meglio iniziare subito» 
Quando quest'ultimo termina la funzione con un «E ora puoi baciare la sposa» non te lo fai ripetere due volte; le cingi la vita con le mani, l'attiri dolcemente a te e la baci.
La senti sorridere sulle tue labbra, mentre avverti tutta la tensione accumulata in questi ultimi giorni affievolorsi, dando spazio ad un gran senso di appagamento e felicità, forse mai provato prima, o almeno non in maniera così intensa.
Ti stacchi ansante da lei, giusto il tempo per riprendere un po' di fiato e appoggi la tua fronte sulla sua «Lo confermo, sei decisamente meglio del sushi, signora Hayama»

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Capitolo 8
*** 8. Sari ***


«Sono felice che tu sia qui»
Le sorridi, senza distogliere lo sguardo da quel  pargoletto rosa dai capelli rossicci e gli occhi ambrati, che continua a fissarti con insistenza tra le braccia della madre.
«Ti somiglia molto, non trovi?»
Annuisci ed allunghi una mano per accarezzarle il viso, ma nel mentre lei ti stringe il mignolo, suscitando in te un'emozione del tutto nuova, mai provata prima d'ora.
«E' forte...»
«Ma che dici Akito, è solo una neonata» ti rimbecca divertita, scompigliandole il piccolo ciuffo di capelli.
«Avrà ereditato anche la forza dal padre» insisti, facendole scuotere il capo in segno di rassegnazione «Vuoi prenderla in braccio?»
Trasalisci, indietreggiando «Non credo di esserne capace» mormori spaventato, sperando che lasci cadere lì la questione.
«Avanti quante storie, dovrai farlo prima o poi» tenta di convincerti, porgendotela con delicatezza  «Adesso vai da papà, sei contenta?» le chiede, manco potesse risponderle o anche solamente capirla.
Titubante, l'accogli tra le tue braccia, facendo attenzione a non farle del male, visto che è così  piccola che temi possa rompersi da un momento all'altro.
La guardi accoccolarsi sul tuo petto e non puoi fare a meno di pensare che sia la cosa più bella che ti sia capitata in tutta la tua vita.
«E' incredibile, vero?»
La voce di Sana ti ridesta dai pensieri.
Alzi lo sguardo per incontrare il suo e, a tua volta, le chiedi
 «Cosa?»
«Vedere qualcuno per la prima volta e già volerle un mondo di bene» 
Sorride, contagiando anche te.

 «Già»
«Dobbiamo ancora scegliere il nome!» sospira poi, lasciandosi andare sul lettino dell'ospedale  «Credevo che l'illuminazione mi sarebbe arrivata dopo averla vista e invece nulla!»
«Sari» mormori, attirando subito la sua attenzione. Ti schiarisci la voce con un colpo di tosse, mentre avverti un lieve calore invaderti il viso «Mi piacerebbe chiamarla così»
«Sari?» ripete, picchiettandosi il mento con le dita «Sari Hayama...»
«Se non ti piace possiamo sceglierne un altro e...»
«E' perfetto!» esclama, entusista come una bambina in procinto di scartare i regali la mattina di Natale.
Fai per risponderle, ma il tonfo della porta che si apre di colpo te lo impedisce.
«Siamo venuti a vedere la bambina» esordisce Tsu, avanzando verso di te, seguito subito dopo da Aya, Fuka, Rei, la signora Misako, Nat e tuo padre. 
«E' bellissima» constatano in coro, guardandola con adorazione «E' la fusione perfetta tra Sana ed Akito» continua Aya, accarezzandole in capo.
«Lei e Shin saranno un coppia perfetta» shignazza Tsuyoshi, irritandoti più del dovuto.
«Come scusa?» sbraiti, facendolo indietreggiare.
«Sì insomma... Aya e Sana avevano fantasticato sull'idea di farli fidanzare... ma... ma io non c'entro nulla, giuro!» balbetta impaurito, agitando freneticamente i palmi delle mani.

Avverti una vena pulsarti sulla fronte, mentre un'insensata gelosia si fa spazio dentro di te «Sasaki, tieni tuo figlio alla larga da mia figlia»
«Akito Hayama!» ti richiama tua moglie, fissandoti tra l'incazzato e il divertito «Smettila di spaventare le persone. Inoltre, che tu voglia o no, prima o poi anche lei avrà un fidanzato e...»
«Non se ne parla, diventerà suora!» la interrompi, ricevendo un cenno d'assenso da parte di occhiali da sole e forse questa è la prima volta che andate d'accordo su qualcosa.
«Sciocchezze! Piuttosto...» allunga le braccia verso di te «Ora ridammi Sari, ho voglia di coccolarla»
«Scordatelo, l'hai tentuta in grembo per nove mesi, ora tocca me!»
Sgrana occhi e mascella, intanto che gli altri se la ridacchiano di gusto «Mi stai forse dicendo che hai intenzione di tenere nostra figlia tutta per te, per i successivi nove mesi?»
«Proprio così!»
«Ma dovrai lasciarla prima o poi, ad esempio quando dovrai andare a lavoro oppure...»
Smetti di ascoltarla e presti nuovamente l'attenzione su Sari che, nonostante in quella stanza regni il caos più totale, dorme beata tra le tue braccia.
A quanto pare ha il sonno pesante, una caratterisca che ha ereditato dalla madre e speri vivamente che non sia l'unica.
E sorridi, quando noti che continua a stringerti il dito anche durante il sonno, come se in certo senso fosse già legata a te, proprio come tu lo sei di lei.
«...agli allenamenti di karate, o quando...»
Ti pieghi verso di lei e le posi un bacio sulla fronte, incurante degli sguardi increduli degli altri che, in tanti anni, non hanno mai avuto la fortuna di vederti così affettuoso nei confronti di qualcuno.
«...o al bagno...»
Non sai ancora se riuscirai ad essere un buon padre, l'unica cosa di cui sei estremamente convinto è che faresti di tutto per rendere lei e sua madre le due donne più felici al mondo.
«INSOMMA AKITO, TI DECIDI A DARMI MIA FIGLIA?»

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