Break the Ice

di SHineRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza ***
Capitolo 2: *** Sesshomaru ***
Capitolo 3: *** I ***
Capitolo 4: *** N ***
Capitolo 5: *** E ***



Capitolo 1
*** Partenza ***


 

Partenza

 

Tradita, ecco come mi sento. Non mi sarei mai aspettata una notizia del genere. Il mio demone, il mio, si è accoppiato con.. con.. Non posso crederci! E io che pensavo che provasse qualcosa verso di me. Pensavo che oltre il semplice affetto o simpatia ci fosse anche dell'amore per me! Ma niente! LO odio, lo odio! E non mi ha detto niente! Non mi ha presa nemmeno con lui!
Le lacrime escono a più non posso, non resco a fermarle. Perché non mi ha detto nulla? Valgo davvero così poco per lui? Sono in mezzo al bosco, e verso lacrime amare. Accanto a me c'è Jakotsu che cerca di consolarmi.
-Dai su, non fare così! Vedrai andrà..- ma non finisce la frase, accorgendosi che nulla potrà andare per il verso giusto. Il mio pianto aumenta e l'aria viene a mancarmi a causa dei singhiozzi..
-Che.. cosa.. ho fatto... di.. di male?- chiedo tra i singhiozzi agrappandomi a Jakotsu e stringendo il suo kimono femminile.
-...- lui non dice nulla, e mi abbraccia cercando di calmarmi, sa che in questo momento sto provando un dolore incredibile e le parole non mi servono quasi a nulla.
Guardo l'invito che ho tra le mani. Lo rileggo altre duecento volte e lo rigiro tra le mie piccole mani come se quel pezzo di carta scottasse. Jakotsu lo prende dalle mie mani con forza per poi farlo a pezzettini minuscoli.
-BASTA RIN! IL MONDO NON GIRA SOLO INTORNO A LUI!- grida ad un tratto. Cerco di fermare le lacrime, ma inutile. Jakotsu aumenta l'abbraccio, cercando di confortarmi, e mi propone una cosa che mi sembra a dir poco impossibile.
-Perché non cominciamo una nuova vita?- lo guardo confusa non capendo. 

 

E' incredibile, l'idea di una nuova vita sembra interessante. Ma purtroppo sono ancora legata a lui. E lasciare questo posto significherebbe abbandonare lui, e ad essere sincera non voglio.
-Terra chiama Rin. Pronto ci sei?- mi chiede Jakotsu sventolandomi la mano davanti alla faccia.
-Si ci sono. Dimmi che c'è?- esclamo alquanto adirata.
-Bhà, nulla di che, volevo solo farti notare che i tuoi komoni sono trascinati dalla corrente d'acqua, davvero una sciocchezza, non ti preoccupare.- esclama facendo sventolare la sua mano accompagnato dalla sua solita espressione da menefreghista. Poso il mio sguardo sul ruscello e noto che i miei kimoni stanno galleggiando verso non si sà dove.
-AAHH!!- esclamo iniziando a rincorrere quei kimoni che se ne vanno via da me cullati dalla corrente d'acqua. Dopo aver ripreso un kimono comincio a sentirmi strana, come se qualcuno mi stesse osservando, ma scrollo le spalle pensando che sia soltanto una mia impressione. 
-JAKOTSU! NON STARTENE LÌ IMPALATO COME UNO SPAVENTAPASSERI E AIUTAMI!- esclamo urlandogli contro. Davvero, una mano non farebbe del male a nessuno. Soprattutto da Jakotsu, quello per dare una mano a qualquno devi pregare trent'anni. Ma dato che io e lui siamo come fratello e sorella ci aiutiamo senza giri di parole.


Alzo lo sguardo al cielo. Ormai è sera, e io mi trovo nel cuore del bosco. Verso lacrime come una stupita, pensando e ripensando a Sesshomaru, chiedendomi del perché lui debba sposarsi con quella donna. Perché non potevo essere io?
 Non so cosa fare. Raccolgo le mie idee e faccio i punti della situazione:
Punto 1: Lui mi ha abbandonato per più di tre anni e non si è più fatto vivo.
Punto 2: Ha deciso di sposarsi.
Punto 3: Ho constatato che lui, non prova nulla per me, e mi sono illusa ingenuamente.
Lo so, ho solo tredici anni, ma mi sono innamorata del demone che mi ha cresciuta per più di cinque anni. Che male c'è? Mi dicevo sempre.
Ecco il mle. Io sono una misera umana, lui, un bellissimo demone ambito da tutte le demone donne del mondo. Io semplice umana, che gli sta appresso come un cangnolino al guinzaglio.
Forse l'idea di Jakotsu non è tanto cattiva. Mi dirigo verso il villaggio, ma mi sento continuamente osservata, ma non ci penso più di tanto.
Entro dentro la mia capanna, che ormai condivido con Jakotsu.
-Hey! Hai pianto di nuovo, vero?- mi chiede asciugando le ultime lacrime con i suoi pollici. Era ovvio che lo avrebbe notato dato che i miei occhi erano rossi e gonfi. 
-Non voglio accettarlo!- lo abbraccio, ho bisogno di affetto. Affetto che Sesshomaru non mi ha più donatop da tre anni. Anche se in questo momento vorrei che Jakotsu si trasformasse magicamente in Sesshomaru.
-Rin. Ricorda che puoi ricominciare la tua vita da capo.- mi dice lui ricambiando la stretta.
-Come?- gli chiedo non capendo. Lui dice di ricominciare tutto, ma come? E' tecnicamente impossibile fare una cosa del genere!
-Kagome, se non sbaglio, è venuta dal futuro, ma ha deciso di ricominciare una nuova vita nell'epoca Sengoku, no? Noi potremo fare lo stesso.- mi dice sorridendo. Spalanco gli occhi capendo a cosa alludeva.Lui vuole che ce ne andiamo nel futuro! Ma come ho fatto a non capire prima?
-Allora?- mi guarda curioso. Sta aspettando una risposta. E ora che gli dico? Senza accorgermene annuisco. Credo che sia meglio per tutti, Sesshomaru non si sentirà più obbligato a venire al villaggio e potrà vivere la sua vita tranquilla e serena con quella demone. 
-Allora chiederemo domani a Kagome di riattivare il pozzo.- mi dice sorridendo.
-No.- esclamo alzando un po' la voce. Volevo andarmene da quel posto. Per la prima volta volevo scappare. Io Rin, che non scappavo neanche quando Sesshomaru combatteva contro tutti quei demoni. Ora l'unica cosa che volevo fare era proprio quello di scappare. Fuggire il più lontano possibile da lui.
-Come?- mi guardò confuso.
-Perché non le chiedi questa sera se lo può riattivare?- chiedo speranzosa.
-D'accordo. Ora vado a chiederglielo. Tu inizia a preparare le tue cose.- mi dice.
-Che cosa? Ti ricordo che nel mondo di Kagome non si indossano Kimoni.- gli dico con un ghigno.
-Già! Oh bhè, ci arrangiamo! Vado e torno!- esclama uscendo dalla capanna.
Mi chiedo come sarà la mia vita nel futuro. Sto per fare una cosa di cui mi potrei pentire. Ma pentirmi di cosa? Alla fine Sesshomaru ha la sua vita, ed io ho la mia. Non posso aspettare all'infinito un suo ritorno, anche perché sono un'umana, ed io prima o poi morirò. Voglio godermi la vita, almeno quel poco che ho. 
Tanto se io ci sono o no non importa a nessuno. Gli unici che mi stanno accanto sono Jakotsu, Bankotsu e Hakudoshi. Gli unici che passano le giornate con me, che mi ascolta, mi accudiscono, mi coccolano. 
Un simpatico animaletto si avvicina a me e, con il suo dolce muso, lo sfrega contro la mia guancia, in segno d'affetto. E' una volpe del deserto.
-Hai fame tesoro?- le chiedo, e la vedo annuire, così mi alzo, prendo alcuni biscotti che mi ha dato Kagome e li do all'animaletto.
-Sai che non so ancora che nome darti? Vediamo.- inizio a pensare ad un nome per l'animaletto.
-Vediamo... ti piace Kasumi?- mi fa di no con la testa.
-Hai ragione, non convince neanche me. Che ne dici di... Karin?- le chiedo ancora, e lei scuola la testa in segno di negazione.
-Mmm... Akira?- nemmeno questo le piace.
-Sei maschio?- scuote la testa. E allora se non è maschio, perché nessuno dei nomi le piace?.
-Che ne dici di Artemide?- mi sembra che l'animaletto ci stia pensando. Poi scuote la testa nuovamente. E' come se stesse aspettando che io pronunci il suo vero nome.
-Sakura?- le chiedo lei scuote la testa.
-Hikari?- chiedo ancora, e lei annuisce con decisione.
-Per caso.. questo è il tuo vero nome?- le chiedo curiosa e la vedo annuire mentre sorride dolcemente.  Le sorrido di rimando e le dò un'altro biscotto mentre Jakotsu entra nella capanna e mi prende per un braccio.
-Allora?- gli chiedo sedendomi sul mio letto e prendendo Hikari in braccio. Si accoccola per bene, in modo da avere un sonno comodo.
-Questa sera stessa partiremo. Vuoi che venga qualcuno con noi?- mi chiede sendendosi d'avanti a me.
-Si. Voglio che vengano anche Hakudoshi e Bankotsu. Voi tre siete gli unici a qui importi qualcosa di me.- dico con una lacrima agli occhi. Hikari fa un mugulio come per dire “ Ti stai dimenticando di me” e io sorride.
-E non dimentichiamo la nostra dolce Hikari!- le sorrido regalandole un bacio sulla fronte.
-Finalmente le hai dato un nome! Sentirlo chiamare 'piccola' era uno strazio! Mi sentivo male io per lei!- esclama Jakotsu tra l'annoiato ed il felice.
-Quando dobbiamo andarcene?- gli chiedo mentre prendo una piccola coperta che ho cucito apposta per Hikari per poi coprirla con essa.
-Tra qualche minuto. Adesso andiamo. Non abbiamo molto da prendere.-
-Hai preso la tua spada?- gli chiedo.
-Si- mi risponde semplicemente.
-E allora andiamo.- inizio a camminare piano in modo da non svegliare Hikari che nel frattempo si era addormentata tra le mie esili braccia.
Finalmente arriviamo al Pozzo mangia Ossa. Devo dire che un po' di paura cel'ho per Non mi sono mai avvicinata a quel pozzo per più di un tre metri.
Kagome aveva pronunciato delle formule, e il pozzo, anche se per un attimo, si illuminò.
-Ecco fatto! Ora potete passarci.- ci esclama contenta del suo lavoro.
-Kagome, ti prego di non dire niente a nessuno.- le dice Jakotsu a bassa voce, poco dopo ci raggiungono anche Hakudoshi e Bankotsu.
-Hakudoshi!- esclamo felice di vederlo. Lui si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia.
-Forza andiamo, se no vomito!- ci aveva 'avvertiti' Jakotsu.
Salutammo tutti Kagome, e poi noi cinque ci buttammo nel pozzo mangia ossa.

Ovviamente appena arrivati, e usciti dal tempio di Kagome, ci ritrovammo in mezzo alla strada.
-Dove siamo?- chiedo.
-Non ne ho la più pallida idea.- esclama Jakotsu facendomi spuntare un gocciolone in testa.
-Bravo! Ma adesso, dove andremo a dormire?- chiede Bankotsu.
-Non lo so.- e Jako ci fa spallucce.


Ormai sono passate quattro ore, e ci stiamo sistemando in una capanna molto grande e spaziosa. Scopro che in realtà non è una capanna, ma una villa. Questa casa l'abbiamo avuta con le maniere forti, non mi è piaciuto il modo di fare di Jako e di Banko, ma il fine giustifica i mezzi. Abbiamo un posto per dormire.
In breve i due fratelli hanno ucciso la famiglia che abitava in questa villa, il che mi ha dato molto fastidio. La casa ha due piani. Al piano di sotto ci sono delle camere chiamate 'salotto' e 'cucina'. E poi c'è un lungo corridoio, e delle scale a chiocciola che portano al piano di sopra, dove ci sono quattro camere da letto, un bagno per ogni stanza, e un corriodoio largo si e no quattro metri.
Jako mi dice di scegliere la stanza che voglio, e così faccio. La stanza che scelgo è tutta di rosa. Mi fa venire il volta stomaco. Ma come si fa a stare in una stanza tutta rosa? Bhè l'avrei modificata col tempo, per il momento va bene.
Così, tutti e cinque ci sistemiamo e infine, una volta ogniuno nella propria stanza, ci addormentiamo.
Certo, loro, si addormentano, non di certo io.
Mi metto a guardare Artemide.
-Pensi che abbia fatto bene ad andarmene da lì?- le chiedo sperando in una sua risposta, che non tarda ad arrivare. Infatti la vedo annuire, prima di addormentarmi.


Il giorno dopo mi sveglio per colpa di una cosa che continua a suonare ininterrottamente. La guardo. Ci sono delle cifre sopra.
Indica le 7:20. Ma che cos'è questo coso? E come si fa a farla smettere? Non la sopporto! La guardo attentamente e noto che ha un bottone in cima. Curiosa vado ad appoggiare il mio dito sopra al bottone, e con mia somma felicità, la cosa smette di suonare. Così mi rimetto a dormire accanto ad Hikari.
Bankotsu entra nella mia stanza e mi sveglia per dirmi che la colazione è pronta. Mi alzo dal letto e prendo Hikari in braccio, e così ci dirigiamo verso la cucina.
-Ho scoperto che qui, prima di mangiare dicono una cosa tipo 'Itadakimasu'.- ci dice Jako facendo una faccia strana.
-Davvero? Che cosa strana.- esclama Hakudoshi.
-Già, e dopo che mangiano dicono 'Gochisousamadeshita'. Per memorizzare questa parola ci ho messo un'ora.- esclama affranto.
-In pratica hai sforzato la tua materia grigia.- dice Banko.
-Materia grigia?- ripeto io non capendo cosa significhi quella parola.
-In poche parole è il cervello. Ho scoperto che qui i ragazzi della tua età vanno a scuola. Esistono cinque tappe. Asilo, elementari, medie, liceo e università. E dato che tu hai tredici anni devi andare alle medie. Ma per il momento non andrai da nessuma parte, comincerai tra una settimana.- mi informa lui.
-Ah, ok.- esclamo continuando a mangiare.
-Poi Rin, vatti a cambiare, così facciamo un giro della città. Così potremo orientarci meglio.- non è una cattiva idea. Una volta finito di mangiare vado su, in camera mia, apro l'armadio e ci guardo dentro. Che kimoni strani. Forse sono questi quelle cose che Kagome chiama 'vestiti'. Prendo una maglietta bianca a maniche corte, pantaloncini che arrivano fino a metà coscia blu, e qualcosa con qui coprire le mani nude. Metto delle scarpe bianche. Però.. niente male questi vestiti. Mi giro e guardo la mia piccola volpe del deserto.
-Hikari, che ne pensi?- le chiedo, e la vedo sorridere.
-Lo devo prendere come un si?- chiedo ancora, e lei annuisce.
La prendo in braccio e scendo le scale. Mi avvicino a Hakudoshi che mi guarda con gli occhi spalancati.
-C-che c'è?- chiedo timidamente.
-N-niente- lo vedo fare una faccia indifferente, per poi proseguire in avanti.

-Siete pronti?- grida Banko da sotto.
-Sii!- esclamiamo all'unisolo. Scendiamo le scale a chiocciola e ci avviamo verso la porta, dove ci stanno aspettando Jako e Bankotsu.
-Forza andiamo.- Bankotsu mi prende la mano e mi tira verso di sé. Jakotsu apre la porta, prende delle cose che non so cosa siano e usciamo.
-Jako cosa sono quei cosi rumorosi che hai in mano?- gli chiedo avvicinandomi a lui, ma Bankotsu continua a tenermi la mano.
-Ho scoperto, che gli umani entrano dentro le loro case con questi cosi, che si chiamano chiavi. Le usano per vari motivi, come per esempio aprire la macchina, una cosa chiamata garage, oppure locali dove i mortali si incontrano.- mi spiega lui. Sinceramente di tutte le parole che ha detto non ne ho capita nemmeno una. Infatti lui se ne accorge e mi dice che mi spiegherà il loro significato dopo.


Sono passate due ore da quando andiamo in giro, e ci siamo fermati in un parco.
Tutti ci guardano, donne, uomini, bambini, e anche gli animali.
Una ragazza più o meno della mia età si avvicina a me.
-Ciao- dice lei rivolgendosi a me.
-Ciao.- gli dico sorridendo.
-Io sono Nabiki, e tu?- chiede porgendomi la mano, io l'afferro e gli sorrido.
-Io mi chiamo Rin. Piacere di conoscerti.-
-E' un piacere anche per me.-











Questa storia l'ho modificata, aggiungendo e tagliando alcune parti. 
Teoricamente dovrebbe essere un pò più... decente, rispetto a prima. Nel caso ci fossero errori vi prego di farmeli notare. 
Spero che lasciate qualche recensione, anche se piccolina! :3

Sayounara ^.^

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Capitolo 2
*** Sesshomaru ***


Sesshomaru


Ormai sono passati quattro anni da quando ho lasciato il villaggio della saggia Kaede. Vivere a Nerima non era poi così male, anzi, era fantastico il futuro.
Dopo che alcuni vicini si resero conto della sparizione della vecchia famiglia, quelli che Jakotsu e Bankotsu avevano ucciso a sangue freddo, avevamo avuto piccoli problemi con la polizia, ma fortunatamente tutto si era risolto per il meglio. Avevo cominciato a frequentare la scuola e tutto andava per il meglio. Mi ero fatta nuovi amici e mi ero integrata abbastanza velocemente.
Jakotsu e Bankotsu avevano trovato lavoro grazie ad un demone che viveva tra gli umani, come fossero riusciti a trovarlo questo ancora non riuscivo a spiegarmelo, ma era un bene dato che in casa rientrava una grande quantità di soldi.
Hakudoshi ha cominciato la scuola superiore, trovandosi in poco tempo anche una ragazza, che devo dire è molto bella ma anche simpatica.
Tre anni fa mi sono iscritta, insieme a Nabiki a due corsi, uno di Kung-Fu, sotto richiesta di Jakotsu, dato che dovevo difendermi in qualche modo dai mal fattori, e ad un corso di danza Hip-Hop, sotto richiesta di Bankotsu, che tutt'ora frequento.
Il demone che avevano conosciuto, Kuroki se non sbaglio, fece in modo che Bankotsu e Jakotsu risultassero i miei genitori. Quindi Io ed Hakudoshi ora eravamo i loro figli, ovviamente questo era solo una stupida etichetta, perchè alla fine ci comportiamo come dei vecchi amici.


Mi guardo allo specchio, pensando e ripensando. Sesshomaru non era venuto a cercarmi neanche una volta, e questo non feceva altro che rattristarmi. Valevo davvero così poco per lui? Non gli importa davvero nulla di me?
Probabilmente se la stava spassando come un porco con quella dannata di Kagura. Ma va bene così, che se la tiri pure con quella donna, tanto non m'interessa più. Spero che tu abbia tanti figli maschi, dannato demone.
Il flusso dei miei penssieri vienne interroto da Hakudoshi che è entrato nella mia stanza come un'uragano, facendo sbattere la porta contro il muro.
-Rin! Smuovi le tue natiche da quella sedia e vieni giù. La colazione è pronta.- dice guardandomi, e solo allora mi rendo conto di essere coperta soltanto da un misero asciugamano. Non mi imbarazzai per nulla dato che ci ero abituata alle entrate micidiali del mio caro fratellino, ma un pò di delicatezza non gli avrebbe fatto male.
-Potresti anche bussare.- gli dico leggermente acida, lui fa spallucce come se ciò che gli ho detto non lo interessi minimamente. Ma bene, grazie. Se ne andò chiudendo con delicatezza la porta.
Mi tolgo l'asciugamano che mi copriva ed indosso subito l'intimo, che era bianco con il pizzo nero. Prendo un maglietta senza maniche nera, pantaloni neri ed un paio di converse nere alte. Per dare un pò di colore al mio outfit decido di indossare una camicetta di jeans lunga fin sotto il sedere ed abastanza larga, cosicchè io mi possa muovere liberamente senza fatica.
Decido anche di truccarmi e di farmi la piastra, così almeno i miei capelli avrebbero smesso di darmi fastidio, dato che puntavano in tutte le direzioni possibili.


Dopo essermi preparata decido di andare di sotto e mangiare una sana colazione preparata da Bankotsu, e menomale che tre anni fa prese il corso di cucina, altrimenti a quest'ora sarei magra come uno stecco.
-Buongiorno cara, tutto bene?- mi chiede Jakotsu porgendomi un bicchiere con del succo d'arancia. Io annuisco soltanto, la voglia di parlare era davvero sotto zero. Stupido Sesshomaru. Ma io dico, in quattro anni non è stato capace di.. non chiedo di venirmi a prendere, ma almeno di interessarsi.
Sospiro rendendomi conto che avevo iniziato nuovamente con la fase "Sesshomaru ti benedirò il culo se torni e mi riprendi con te". Da quando mi ritrovo in questo mondo devo dire che il mio linguaggio è andato a farsi fottere, e se Sesshomaru sentisse il modo in cui parlo penso che mi ucciderebbe.
-Rin, tutto bene?- mi chiede Bankotsu che probabilmente aveva notato il mio malumore.
-Si, sto bene- i tre si voltano verso di me e mi guardano con un cipiglio.
-Non ti crediamo- dicono in coro per poi riprendere a mangiare. Ma grazie, ancora una volta.
-Oggi è sabato, e non vai a scuola. Cosa farai di bello?- mi chiede Jakotsu proprio come una mamma curiosa.
-Prima cosa che voglio fare è quella di spaccare il culo a Kuno Tatewaki. Quel dannato è entrato nello spogliatoio mentre mi stavo cambiando per l'ora di educazione fisica.- gli rispondo, un moto di rabbia mi stava risalendo se ripenso a quel porco che mi toccava le spalle con malizia.
-Non mi sembra tanto grave da ucciderlo.- dice Hakudoshi spalmando della marmellata alle fragole sulla sua fetta di pane.
-Mi ha scattato delle foto quel demente-rispondo e addento un cornetto con rabbia. Bankotsu radrizza la schiena ed assottiglia lo sguardo.
-Dove dicevi che abita questo stupido insetto mia cara Rin?- eh no eh! Quello che lo deve fare a fette sono io!
-Non ti preoccupare, ci penserò io. Posso cavarmela.- dico fecendogli l'occhiolino, tanto per non farlo preoccupare.





-Come sarebbe a dire che se n'è andata?- chiese prendendo il fratellastro per il colletto, avvicinando i loro visi ed assottigliando lo sguardo.
-Sesshomaru, lascia stare Inuyasha, ti spiegherò tutto.- disse Kagome cercando di aiutare il marito. Sesshomaru lasciò la presa sul mezzo demone, facendolo cadere rovistosamente a terra e si concentrò sull'umana che gli era davanti agli occhi.
-Parla-
-Rin non si trova più nel villaggio. E' stata una sua decisione andarsene.- disse Kagome aiutando il marito a rimettersi in piedi. Sesshomaru assottigliò, se possibile, ancor di più lo sguardo.
-Dov'è?- chiese. Kagome tremò leggermente nel sentire la sua voce così agghiacciante. Aveva fatto una promessa a Jakotsu e Rin, non poteva infrangerla.
-Ti conviene parlare se non vuoi che il tuo amato mezzo demone patisca le pene dell'inferno- disse il demone facendo alcuni passi nella direzione di Inuyasha, estraento Bakusaiga.
-Nel futuro- disse facendo arrestare i passi di Sesshomaru. Il demone sgranò impercettibilmente gli occhi, ed una nuova ondata di rabbia lo travolse.
-Spiegati donna-
-Ha deciso di andarsene dopo che ha ricevuto la lettera per il tuo matrimonio con Kagura- spiegò Kagome rilassandosi anche se di poco. Inuyasha era salvo, ma non era stata in grado di mantere la promessa fatta a Rin. Vide Sesshumaru sgranare gli occhi.
-Io non ho nulla a che fare con Kagura. Quella demone è morta. Non posso sposarmi con un dannato cadavere!- ringhiò Sesshomaru frustrato da tutta quella stupidità. Kagome non sapeva cosa fare.
-E la lettera?- chiese lei cercando di capire il punto della situazione.
-Probabilmente è stato uno scherzo di quella stupida volpe che ho salvato. Portami da Rin.- disse Sesshomaru autoritario. Non sapeva neanche lui perché sentì quell'impulso di dare delle spiegazioni.
-Non posso- rispose Kagome in un sospiro. Venne fulminata dallo sguardo di Sesshomaru, metaforicamente.
-Il pozzo si potrà riattivare soltanto tra qualche ora. Ma non è questo il punto. Posso riattivarlo soltanto due volte. E se tu ritornassi senza Rin, sarai costretto a rinunciare a lei per sempre.- disse Kagome, facendo insinuare la paura nel cuore di Sesshomaru. Quindi, se lui falliva, e ritornava senza Rin, non sarebbe stato in grado di rivederla mai più.
Ma poi perché si preoccupava tanto? Rin avrebbe scelto sempre lui, giusto?


Kagome riuscì ad aprire il pozzo e lui ci saltò dentro senza perdere altro tempo. Quando uscì fuori dal pozzo, trovandosi in uno strano tempio, decise di non perdere altro tempo e seguì attentamente l'odore di Rin, che a malapena era rioconoscibile ed arrivò in uno strano posto dove vi erano degli oggetti dalle forme strani.
Individuò fin da subito due giovani, un ragazzo abbastanza bruttino ed una ragazza che da dietro gli ricordava Rin. Si spostò sull'altro muretto per avere una visuale migliore della ragazza, dato che l'odore era inconfondibile. Ed ebbe la conferma che sì, quella era Rin, la sua piccola, ma ormai grande, Rin.






-Smettila di scherzare Tatewaki, e dammi quelle dannate foto!- gli dico autoritaria. Potevo anche usare le maniere forti ma voglio vedere fino a che punto possa arrivare quel dannato rompipalle.
-Dolcezza, tu credi davvero che io ti dia le foto senza chiederti nulla in cambio?- mi chiede fcendomi l'occhiolino. Quant'è disgustoso quel ragazzo. Mi fa venire la pelle d'oca. Sbuffo per poi riprendere a riparlare.
-Vedo che con le buone non lo capisci- lo minaccio facendo qualche passo verso di lui, guardandolo con un'aria di sfida.
-Facciamo così gioiellino, se tu mi sconfiggerai io ti darò le foto, ma se io ti sconfiggo, tu passerai tre notti con me, e sai cosa voglio dire con questo, bocconcino- di nuovo quel dannato occhiolino! Mi vengono i brividi se solo immagino le sue mani che mi toccano, eh no che schifo!
Cominciamo così a combattere, lui con quel dannato pezzo di bambù tra le mani ed io a mani nude. Tutto ciò che potevo fare era tirargli qualche pugno e calcio ben assestato, mentre lui si rialzava in piedi cercando di colpirmi in qualche modo. Ovviamente falliva miseramente ogni volta, finendo per rotolare vistosamente a terra.
Continuiamo così per un'ora, fin quando la fatica non si fece sentire. Ero esausta così come quel donnaiolo. L'infame però non si dava per vinto anzi, sembrava più ambizioso e sicuro che mai. E solo allora mi resi conto di cosa gli passasse per la testa. Io ero stanca ed avevo una fame pazzesca, e lui era ancora pieno di energie. Questo significava solo una cosa, e cioè, sarei dovuta andare a letto con lui. Un brivido di disgusto mi percorse la schiena e chiusi gli occhi per un momento, per riprendermi.
-Mossa sbagliata dolcezza- dice mettendosi in posizione d'attacco ed io chiusi gli occhi pronta per ricevere il colpo di grazia che non arrivò mai. Riapro piano gli occhi ritrovandomi il viso di Sesshomaru a pochi centimetri dal mio e un Kuno incosciente per terra.
Un attimo...
Sesshomaru..
-S-sesshomaru?- chiesi come se stessi cercando una conferma. Lui mi guardò con ancor più curiosita e mi tocca la spalla.


-Sei cresciuta- dice inerme. E porca miseria! Ci rivediamo dopo sette anni e tu mi dici soltanto che sono cresciuta? Sul serio grazie, non lo avevo notato, sei stato gentile a rimarcare questa cosa che io ritenevo fosse banale!
Non dico nulla e Sesshomaru lancia un'occhiata a Kuno un'ultima volta prima di voltarsi verso di me.
-Non hai detto che ha delle cose che ti appartengono?- chiede cercando di nascondere qualsiasi emozione. Io come risvegliatami, saltai sul corpo, ormai incosciente di Kuno e presi le foto. Le guardo attentamente, quasi esaminandole. Erano cinque foto, non erano nè poche ma nè molte. Due foto erano di me che ero in intimo, la terza era mentre mi toglievo il reggiseno per indossarne un'altro, e quì le mie tette erano in bella vista. E ad essere sincera, vado molto fiera dei miei seni, grandi e sodi come due meloni. Guardo la quarta, dove il mio sedere era praticamente il principale ingrediente. E la quinta, era di me che succhiavo un lecca-lecca. E questa dove e quando l'aveva scattata quel dannato?
-Sei cresiuta. Molto.- aggiunge Sesshomaru e noto che effettivamente, anche lui le ha viste, tutte. Dio che vergogna! Ma perché doveva vederle anche lui? Perché? Già è abbastanza imbarazzante il fatto che Kuno le avesse viste, ma ora che anche Sesshomaru-
-Dovresti bruciarle. Nessuno deve vederle.- dice Sesshomaru interrompendo tutti i miei pensieri. Ma quanto sei carino a preoccuparti per me dopo sette anni che non ti sei degnato neanche della tua presenza!
-S-i lo farò. Perché siete qui?- chiedi cercando di cambiare argomento.
-Mi sembra ovvio.- certo per te deve essere ovvio, non certo per me!
-Ha un posto dove stare?- chiedo ancora. Certo, avevo sperato che fosse venuto per me, ma probabilmente mi sto sbagliando. Devo ricordarmi che Sesshomaru odia gli umani, certo io sono un'eccezione, mai mai si abbasserebbe ad amare una creatura come un'umano. E poi che razza di pensieri mi faccio? Lui è sposato con Kagura!
-No- mi riprendo velocemente e cerco di ricordare che razza di domanda gli avessi fatto, per poi rispondere senza rimuginare sulla mia futura proposta.
-Vieni da me. Casa nostra è abbastanza grande, putroppo non ci sono stanze in più, mai potrai dormire nella mia di stanza. Piuttosto che saperti gironzolante per la città preferisco sapere che sei a casa mia. Allora, accetti?- chiedo e lui non rispose. Sapevo che era il suo modo per dire "Si, va bene"











Ebbene, dopo tre anni mi sono degnata di postare il secondo capitolo!
La storia all'inizio doveva essere diversa, ma ho deciso di cambiarla. 
Quì, la nostra Rin ha 17 anni, e sembra essere cambiata anche di molto. Per chi non lo sapesse in questa storia appariranno anche i personaggi di Ranma 1/2. Ovviamente non mancheranno Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku, Shippou e il resto della compagnia bella! Ma loro faranno la loro comparsa nei capitoli più avanti! ( Che tra l'altro sono già pronti)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che possiate lasciare qualche recensione, tanto per farmi felice anche se un pochino!
Mi scuso per i miei errori osceni grammaticali, ma non ho esattamente tutto il tempo del mondo per controllarli. E nel caso ce ne fossero vi pregherei di farmeli notare, così potrò aggiustarli!

P.S: Quando vedrete il colore di un paragrafo che cambia ad un grigio sappiate che è raccontato in terza persona e narra gli avvenimenti dal punto di vista di Sesshomaru.  
Bye Bye :3

 

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Capitolo 3
*** I ***


Indecisione


Il cuore sta battendo come se fosse impazzito, e ad essere sincera tutt'ora credo che la figura di Sesshomaru che mi cammina davanti sia un miraggio creato dal mio cervello. Come se il mio subconscio volesse giocare dei brutti scherzi. Ma il perché lui fosse qui a Nerima, nel futuro, mi è ancora sconosciuto. Insomma, non ce lo vedo Sesshomaru a viaggiare nel tempo senza uno scopo ben preciso! Stiamo parlando del demone più potente di tutti i secoli dopotutto!
Sesshomaru cammina davanti a me come se avesse tutto il tempo del mondo, come se non si stesse affatto sbrigando.
-Mi scusi se sono insistente, ma potrei sapere del perché lei sia venuto qui?- gli chiedo nuovamente. Non posso farci niente, ero e rimango la solita curiosona. Voglio sempre sapere tutto, e le mezze verità non mi soddisfano mai. Sesshomaru non mi degna neanche di uno sguardo – come se fosse una cosa nuova hmpf- e non mi risponde. Sarebbe da stupidi se insistessi ancor di più, dato che dal suo silenzio posso dedurre tranquillamente che non abbia la minima voglia di rispondere o di parlare. E va bene, non farò più nessuna domanda, tanto al gioco del silenzio posso giocarci benissimo anche io!


Sesshomaru si ferma d'un tratto, probabilmente si era reso conto di non sapere la strada che portava a casa mia. Si gira, con una lentezza estenuante se posso aggiungere, verso di me.
-Dove abiti?-ecco appunto. Lui non sapeva la strada, altrimenti perché fermarsi? Ad essere onesta avrei voluto che mi prendesse tra le sue forti e muscolose braccia e sussurrarmi un "Ti amo, Rin" per poi baciarmi con passione. Ma ahimè, qui stiamo parlando di Sesshomaru, il ghiacciolo più resistente del mondo. La cui freddezza non ha limiti. Sospiro, interamente distrutta dai miei stessi pensieri, e gli dico soltanto "seguimi".


Apro il cancello della villa e faccio entrare Sesshomaru per primo, così che io possa chiuderlo alle nostre spalle. Noto che Hikari mi stava aspettando proprio davanti all'entrata di casa e le sorrisi.
-Heilà piccolina! Hai fatto la brava?- le chiedo accarezzandole la testa. Lei sorride ed annuisce scodinzolando. Hikari faceva sempre così, quando uscivo di casa lei aspettava pazientemente il mio ritorno, non staccando gli occhi dal cancello neanche una volta. Jakotsu mi raccontò di quando si era preso un colpo pensando che la volpe fosse probabilmente morta stando seduta. Che poi, come può un'animale morire stando seduto?
Apro la porta di casa e mi ritrovo difronte a Hakudoshi e Jakotsu che litigavano.
-Ti ho detto di alzare la tavoletta del water quando pisci! Quello che pulisce sono io non tu!- urla Jakotsu agitando le mani. Hakudoshi si limita a fare spallucce.
-Per quel che mi frega potrei anche fare i miei bisogni per terra, dato che pulisci tu- questi se non litigano almeno tre volte a settimana non si sentono per nulla a loro agio.
-Guarda che io non sono la vostra serva specie di cannuccia tritata!-
-Cannuccia tritata? Nell'ultimo periodo scarseggi parecchio-
-Taci infame!-
-Senti, potresti rispiegarmi il motivo della lite?-
-Tu che pisci sulla tavoletta! Quel coso dannato lo devi alzare!- ripetè, mi fa quasi pena.
-Quanto la fai difficile-
-Guarda che se la prossima volta succede ancora ti stacco quelle orecchie da elfo che ti ritrovi ai lati degli occhi, chiaro?- bravo Jakotsu, sei migliorato per quanto riguarda le minacce, peccato che siano poco convincenti. Sorrido leggermente e lancio un'occhiata a Sesshomaru, inespressivo come sempre. Mi schiarisco la gola attirando l'attenzione dei due.
-Piccola mia!- grida Jakotsu abbracciandomi forte, come se fossi appena tornata da una guerra e non mi avesse visto da secoli.
-Tu..tu sei il mio raggio di sole in questa casa tenebrosa!- mi dice baciandomi le guance e facendomi ridere.
-E tu... te ne puoi andare aspramente a 'fanculo!- dice rivolgendosi questa volta ad Hakudoshi, il quale fece spallucce infischiandosene altamente di Jakotsu. Sesshomaru spinse Jakotsu lontano da me e lo guardò storto.
-Oh, Sesshomaru.. che piacere vederti dopo... quanti anni sono? Oh si! Sette anni!- dice con un'aria arrogante. Sesshomaru assottigliò lo sguardo puntando i suoi occhi in quelli di Jakotsu, come se fosse sul punto di ucciderlo.
-Jako, vorrei parlarvi di una cosa importante. Dov'è Bankotsu?- chiedo facendo sedere Sesshomaru sul divano presente nel soggiorno. Il demone si guarda intorno con aria sospetta ma si rilassò quando mi prendo posto accanto a lui.
-E' in cucina, sta preparando la cena. Tra poco verrà anche lui. Ma dimmi, com'è andata con Kuno? Ti sei ripresa le foto?- chiede cercando di evitare l'argomento "Sesshomaru", sapevo benissimo che gli dava fastidio la presenza di Sesshomaru.
-Si, erano soltanto cinque foto, nulla di preoccupante, il problema è che sono estremamente esplicite. Fortunatamente Sesshomaru è intervenuto, altrmineti a quest'ora sarei nel letto di quell'idiota- dico sorridendo e porgendo le foto a Jakotsu, che le esamina con estrema attenzione. Guardo Sesshomaru e noto che stava guardando Jakotsu con insistenza, come se volesse incenerirlo con lo sguardo.
-Però! Le tette ti sono cresciute a dismisura! Capirai la felicità del tuo ragazzo quando farete l'amore per la prima volta!- dice sorridendo, Sesshomaru scatta in avanti ma feci in tempo a fermarlo. Jakotsu non aveva notato nulla e continuava a guardare le foto, mentre il demone aveva posato lo sguardo duro su di me.
-Ti sei accoppiata?- arrosì violentemente. Ma come cazzo può farmi una domanda del genere?
-No. Lui si riferiva al futuro, quando avrò un ragazzo.- rido nervosamente. Noto le sue spalle rilassarsi e sorrisi. Che fosse preoccupato che io avessi un ragazzo? Nah, non credo.
Bankotsu arrivò dalla cucina, e si sedette accanto a Jakotsu dopo avermi dato un bacio sulla guancia. Anche Hakudoshi, che intanto se l'era svignata in cucina, fece la sua entrata.
-Di cosa volevi parlarci piccola?- chiede Bankotsu dolcemente. Se c'era una cosa che adoravo di lui era l'infinita dolcezza con cui mi parlava e trattava.
-Ecco, Sesshomaru è venuto, non sò per quale motivo. E dato che non ha un posto dove stare mi chiedevo se potevamo accoglierlo a casa nostra.- proposi. Vedo Jakotsu guardarmi seriamente, Hakudoshi aprire leggermente la bocca e Bankotsu pietrificarsi.
-No- risponde Hakudoshi dirigendosi verso le scale. Io mi rattristo ed abbasso lo sguardo ma Jakotsu prese a parlare.
-Beh.. potrebbe dormire qui sul divano..-
-Pensavo che potesse dormire nella mia stanza, non penso che resterà per molto tempo.-
-Assolutamente no. Può rimanere qui, dormire, mangiare eccetera. Ma non potete dormire nella stessa stanza.- dice Bankotsu con voce ferma. Lo guardo incredula. Perché faceva così adesso?
-Perché?-
-Rin, non.. non guardarmi con quegli occhi.. non..non cederò!- dice evitando di guardare i miei occhi da cerbiatto triste e sull'orlo del pianto.
-Jako sta facendo quegli occhioni... rendimi cieco!- mi guardò un'altra volta e sospirò.
-Va bene, può dormire nella tua stanza. Ma sappiate che al minimo rumore che sentirò provenire dalla tua stanza non esiterò a buttarlo fuori, dovessi morire! Intesi?- mi alzo saltellando e lo abbraccio per poi baciargli la guancia.
-Grazie papi!- dico prendendo la mano di Sesshomaru e tirandolo verso la mia stanza.


Apro la porta e faccio entrare prima Sesshomaru e poi anche Hikari, la quale si siede comodamente sul mio letto. Anche lei nel tempo era cresciuta, ed ora era molto più grande, superava anche un cane in altezza e grandezza.
-Prima di tutto dobbiamo cambiarle i vestiti, altrimenti attirerebbe troppi sguardi!- dico aprendo la porta della mia stanza-armadio costruita da Jakotsu.
Per fortuna ho anche degli abiti maschili, dato che sono solita a fare piccole scappatelle notturne da casa per andare a qualche concerto, che quindi potevo darle tranquillamete a Sesshomaru. Gli diedi dei pantaloni da ginnastica grigi, che si stringevano alla fine, creando leggermente l'effetto 'pallone'. E gli diedi una maglietta nera larga.
-Indossi pure questi, sono molto comodi. Io esco dalla stanza, si cambi pure.- Uscì ed aspetto davanti alla porta chiusa che Sesshomaru si cambiasse. Dopo dieci minuti rientro e se con indosso le sue vesti tradizionali era uno schianto, beh con questi faceva furore!
-Ora le spiegherò un pò di cose, in questo modo lei riuscirà ad evitare ogni sorta di problema. E se mai dovesse non capire cosa sia un'oggetto può tranquillamente venire a chiedermelo. Ora, la porta accanto a quella che ho aperto prima è il bagno. Di sotto c'è la cucina, il salotto, un'altro bagno, e la terrazza che da sul giardino. Il salotto è la stanza dove tutti si recano per guardare la TV oppure semplicemente per chiaccherare, la terrazza è più o meno la stessa cosa se si esclude la TV. Ah, non si spaventi per quanto riguarda Hikari, questa volpe è molto dolce e può fidarsi di lei. Questo è il letto nel quale potrà dormire tranquillamente, per me tirerò fuori un futon o un sacco a pelo. Ora la lascerò con Hikari, la prego di aspettarmi qui. Tornerò tra un'oretta- gli dico correndo fuori dalla stanza e appena vedo Bankotsu gli salto sulle spalle.
-Prestami la tua carta di credito! Ti prego!- lo imploro baciandogli la guancia.
-Vuoi comprare dei vestiti per Sesshomaru?- mi chiede abbracciandomi.
-Si. Non può andare in giro con i suoi vestiti.-
-Va bene, ma stai attenta.- mi dice allungandomi la sua carda di credito ed io annuisco scoccandogli un'altro bacio sulla guancia prima di correre fuori dalla villa in un batter d'occhio.






Sesshomaru si guardò intorno esaminando con cura tutto ciò che lo circondava. Pochi oggetti presenti nella stanza riusciva a riconoscerli, ma per il resto... tabù.
Il suo sguardo si posò su Hikari, la quale stava sonnecchiando sul letto abbracciando il cuscino di Rin.
Curiosò un'altro pò in giro ed entrò nella stanza-armadio, così l'aveva definita Rin. Studiò tutti i capi e scosse la testa quando vedeva cose troppo corte, troppo trasparenti oppure troppo scollate per i suoi gusti. In un angolino notò una pila di stoffe colorate ben piegate che lui riconobbe fin da subito. Erano i kimoni che aveva regalato a Rin.
Pensava che crescendo, Kaede le avrebbe svelato il vero significato del suo gesto, invece eccola nel futuro. Insomma, tutti sanno che regalare un kimono è segno di corteggiamento!
Ma dedusse che Kaede non gli avesse detto nulla, altrimenti Rin sarebbe rimasta al villaggio ed avrebbe aspettato il suo ritorno. Se solo avesse saputo delle intenzioni della sua piccola se ne sarebbe altamente infischiato del suo obiettivo, per il momento, e sarebbe andato per riprendersi la piccola. Sospirò. E solo in quel momento notò che Hikari era accanto a lui e lo stava guardando curiosa.
-Dannata immortalità.- la volpe lo guardò attentamente, come a scrutarlo, e Sesshomaru s'infastidì.
-Che hai da guardare?- ma la volpe non fece nulla. Continuò a guardarlo come se volesse scoprire il significato nascosto della frase che Sesshomaru aveva detto qualche minuto prima.
-Rin dovrebbe avere all'incirca diciassette anni. Non le resta molto da vivere.- disse il demone sospirando sedendosi per terra con le gambe incrociate. La volpe si avvicinò a lui, per poi sedersi accanto al demone.
-Sto perdendo solo tempo. Dovrei ritornarmene da dove sono venuto per cercare quella dannata immortalità e darla a Rin, ma se me ne vado non potrò più ritornare. Dannati umani e dannata la vostra vita breve.- sospirò il demone. Non sapeva cosa lo avesse spinto ad aprirsi con una volpe, ma fatto sta che le aveva rivelato le sue vere intenzioni. Tutti quegli anni aveva cercato un metodo per prolungare la vita di Rin, ma il suo sbaglio fu quello di immergersi completamente nella sua ricerca tanto da dimenticarsi che doveva trovare la piccola Rin. Sesshomaru si voltò verso la volpe e la guardò come se cercasse una risposta.
-Dovrei.. smettere di cercare? Oppure devo continuare?- poi si diede dello stupido mentalmente per chiedere consigli ad un'animale. Sbuffò sonoramente prima di ritornarse nella stanza di Rin e sedersi sul letto, aspettando pazientemente il suo ritorno.


Forse era meglio se stesse semplicemente con Rin. Decise di rimanere nel futuro, accanto a Rin. Se non poteva darle l'immortalità, era meglio se continuasse a starle accanto e lasciarsi andare all'amore. Dopotutto, Rin non aveva tutto il tempo che aveva lui. Sesshomaru poteva vivere per altri settecento anni, ma Rin.. Rin ne aveva davvero pochi se messi a confronto con i suoi.





Dannato Tatewaki! Se lo prendo lo spenno vivo! Una persona normale e sana di mente non cercherebbe di baciare una ragazza per strada, come se fosse una cosa da niente!
Ma Kuno doveva essere il solito donnaiolo maniaco, ed ora che Happosai si era aggiunto alla compagnia "Sessualmente-frustrati-per-Rin" le cose stavano prendendo una piaga diversa.
Di male in peggio, insomma.
Ero riuscita a mettere K.O Kuno, ma quel dannato ometto disgustoso mi si è attaccato al seno come la colla. Gli tiro un pugno facendolo rotolare per terra e cominciai a correre. Cerco di fare attenzione, e di non rivinare tutte le buste che mi sto portando appresso, ma avevo dimenticato la velocità di Happosai, che mi affiancò in un batter d'occhio.
-Piccola, perché non vuoi passare un pò di tempo con questo dolce vecchietto che ti vuole un mondo di bene?- mi chiese fingendo di asciugarsi le lacrime inesistenti. Dannato vecchio, se potessi chiederei a Sesshomaru di farti a fette!
-Và al diavolo!- gli dico correndo più velocemente. Una volta davanti al cancello cerco subito le chiavi sperando che io riesca ad entrare prima che arrivi il vecchio, peccato che i Kami non fossero dalla mia parte.
Il vecchio abbracciò il mio sedere e comincia a palparlo con insistenza. Grido non riuscendo più a trattenere il disgusto che provo, ed in un batter d'occhio il vecchio era a dieci metri di distanza, incosciente per terra. Sento qualcuno prendermi per il polso e trascinarmi dentro la villa, e quando mi giro mi resi conto che era Sesshomaru. Sorrisi pensando che fosse venuto in mio soccorso proprio nel momento giusto e mi liberai della sua morsa sul mio polso, per poi intrecciare subito le mie dita con le sue. Lui si ferma e mi guarda con uno sguardo indecifrabile, per poi girarsi e continuare il tragitto che portava alla mia stanza.


Sesshomaru era seduto con le gambe incorciate sul letto, ed io ero seduta davanti a lui mostrandogli cosa gli avessi comprato. Avevo aquistato tutto il necessario, scarpe, magliette, camice, pantaloni, jeans, calzini e boxeri. Ovviamente ne avevo comprate poche per vedere se avevo azzeccato le misure e mi stupì vedendo che gli andavano tutte bene.
Devo dire che i miei gusti sono fantastici, e mi stupisco di quanto lui sia così sexy. Gli porsi il pigiama che gli avevo comprato e gli dissi di indossarlo mentre andavo a preparare qualcosa da mangiare. Qui non poteva cibarsi con il suo solito "cibo per demoni",ma doveva adattarsi, anche se di poco, a questa vita molto diversa dall'epoca Sengoku.


Mi diressi giù in cucina e vidi Jakotsu intento a prepare lo spuntino di mezzanotte.
-Il solito cara?- mi chiede tirando fuori un'altro piatto per poi metterci dentro delle brioche.
-Sì, per due- dico sorridendogli. Jakotsu si arrestò per qualche secondo per poi riprendere a mettere del cibo anche nel piatto di Sesshomaru.
-Sai Rin.. penso che sia il momento di fare alcune chiacchiere... importanti- dice finendo di mettere le brioche nei due piatti.
-Certo. Di cosa si tratta?- gli chiedo sedendomi sull'isola.
-Vedi, tu stai crescendo. E, come ogni essere umano, sentirai dei bisogni. Non bisogni normali, come mangiare, pisciare e dormire. Ma bisogni.. sessuali, ecco! Tu hai sempre provato una certa attrazione per Sesshomaru, ma vivendo sotto lo stesso tetto e nella stessa stanza... ti vedrai, come dire... intrappolata. Più tempo passerai con Sesshomaru più tu comincerai a bramare quel corpo, che ad essere sincero è uno schianto! Questo era il motivo principale per cui Bankotsu non voleva che tu dormissi nella stessa stanza con lui, lui ti ha visto crescere e ti considera come la sua vera figlia, ed è molto protettivo nei tuoi confronti. Ora, l'unico consiglio che posso darti è questo: Se vedi che non ricambia, mettiti l'animo in pace, è inutile seguire una persona fedelmente se per quest'ultima tu non vali niente. Perché alla fine quella che ci resterà male e sarà costretta a soffrire sarai tu. Io, nè Bankotsu proprio come Hakudoshi, non possiamo obbligarti di non passare del tempo con il tuo bel demone, ma non vogliamo neanche vederti soffrire come qualche anno fa. Se vedi che lui ricambia allora buttatici! Ma se lo vedi tentennare da qualche parte, ritirati immediatamente! Ora, tieni e vai a sfamare quel demone dai pettorali Sexy!- mi disse porgendomi i due piatti. Li prendo e risalì nella mia stanza pensando, e ripensando a ciò che mi ha appena detto Jakotsu. Quindi, se esistesse una possibilità, dovrei provarci?
Ma ne vale la pena? Cosa sono io per Sesshomaru?

Devo essere razionale questa volta, e devo dire che no. Non posso rischiare. Lui è sposato. Non può di certo immischiarsi con una stupida umana.Raccolgo quel poco coraggio che mi è rimasto ed entro nella stanza. 









Heilà!
Questa volta ho una domanda moolto importante. 
Ci saranno delle scene un pò spinte nei capitoli a seguire.. ora cambio lo stato della storia da Arancione a Rosso oppure lo lascio così?
Ve lo sto chiedendo per sapere se le scene spinte le aggiungo oppure no.
Sono davvero indecisa, e aspetto che siate voi a dirmi cosa fare. 
Nel caso io non riceva nessun feedback lascerò la storia incompleta, anche perché se non ricevo proprio nessun tipo di "aiuto" da parte vostra mi sembra inutile continuare a scrivere. 


 

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Capitolo 4
*** N ***



Nerima
 

Una volta entrata nella stanza vedo Sesshomaru seduto sul letto con la schiena dritta e sguardo glaciale. Il solito insomma, anche se avrei preferito che non sembrasse così dannatamente distante. Sospiro porgendogli il piatto con le brioche. Lo vedo mentre esamina inespressivo i dolcetti, probabilmente non sapeva cosa fossero.
-Sono delle brioche. Sono molto buone, assaggiale!- gli dico con un sorriso forzato. Lui le guarda per alcuni secondi, indeciso sul da farsi, se mangiarle oppure rifiutarle. Alla fine ne prenderne una e l'assaggia. Inutile dire che aspettai il suo verdetto che, puntualmente, non arrivò. Alla fine sorrido compiaciuta nel vedere che l'aveva mangiata tutta, anche se lentamente.
-Chi era quell'essere?- ecco cosa gli stava passando per la testa! Ed ecco il motivo del suo sguardo perforatorio! Cerco di trattenere un'altro sorriso riuscendoci.
-Happosai. Un vecchio maniaco. E' un suo vizio quello di attaccarsi ai sederi ed al seno delle donne. Nonostante sia un vecchio donnaiolo devo dire che come combattente è.. accettabile- dico addentando anche io la mia prima brioche per quella sera, mentre lui stava già cominciando la seconda.
-Hm- non era esattamente ciò che mi aspettavo da lui. Avrei preferito portare avanti una normale conversazione con Sesshomaru, ma mi rendo conto che è quasi impossibile. Per lui è già uno sforzo aprire la bocca!
-Come mai ti conosce?- chiede ancora. Devo dire che mi piace il fatto che si stia interessando della mia vita, ma il ricordo di lui impegnato con qualcun'altro mi colpisce come un treno. Sospiro, per la ventesima volta in un giorno solo.
-Nella scuola che frequento ci sono Akane e Ranma, due persone fantastiche devo dire, e sono i miei migliori amici. Lui è una specie di nonno per loro, anche se i due non lo sopportano minimamente. Lo picchiano ogni giorno. A volte mi fa davvero pena, ma altre vorrei soltanto farlo affogare, soprattutto quando mi tocca. Mi ha conosciuto mentre ero a casa di Ranmna ed Akane per un proggetto scolastico.- dico addentando ora la mia seconda brioche. Ma poi mi chiedo, perché mai mi sento in dovere di dirgli tutte queste cose? Lo vedo esitare per qualche secondo. Probabilmente voleva chiedermi anche del ragazzo del parco, quindi decido di rispondere.
-Per quanto riguarda il ragazzo che hai steso questo pomeriggio, Kuno Tatewaki, è un'idiota fissato con le ragazze, solo che il suo è sempre un'amore non corrisposto. Ha una fissa per Akane e la Ragazza con il codino che non è altro che Ranma, ma questo te lo spiegherò in un'altro momento. E poi, quando sono arrivata lì ha cominciato a perseguitarmi come la morte. Cerca sempre di baciarmi, quell'idiota. Prova in tutti i modi ad attirare la mia attenzione attraverso stupidi giochi, fallendo miseramente ogni volta. E... grazie per avermi.. ehm.. salvata. E grazie ancora per essere intervenuto in entrambi.. gli scontri, se così posso definirli.- gli dico posando i piatti sulla mia scrivania, li avrei portati in cucina e lavati più tardi, ora volevo continuare la mia chiaccherata con Sesshomaru. Chiacchierata... meh.. più che altro parlo io dato che lui sembra essere la personificazione di un muro.
-Domani ti mostro Nerima, è un posto fantastico, devo ammetterlo, spero ti piaccia, proprio come piace a me. Ti avviso però , quì non ci sono demoni, e se ce ne sono, sono davvero pochi e la maggior parte di loro sono umanizzati. Ora vado un attimo nella mia stanza-armadio per cambiarmi, tu puoi metterti a dormire.- concludo dirigendomi verso la mia meta. Chiudo la porta alle mie spalle e mi spoglio, per poi infilarmi nel mio pigiama, che era costituito da un misero pantaloncino, che sembravano più una mutanda che un pantaloncino, ed una magliettina la cui spallina mi ricadeva sempre lungo il braccio. Dopo di che mi dirigo verso il bagno per svolgere la mia solita routin, una doccia veloce e rinfrescante, mi lavo i denti e spalmo sul mio corpo una crema idratante al cioccolato.
Ritorno nella mia stanza e vedo Sesshomaru steso sul letto con gli occhi chiusi, probabilmente si sarà addormentato, anche se non mi risultava che i demoni avessero bisogno di dormire. Faccio spallucce e mi accoccolo nel mio sacco a pelo, proprio acconto ad Hikari, per poi cadere tra le braccia di Morfeo.






Quando riapro gli occhi mi stiracchio piano. Controllo la sveglia per vedere l'ora, e vedo che sono le otto del mattino. Rendendomi conto che oggi è domenica mi rimbocco le coperte fin sopra la testa e mi accoccolai contro quel corpo freddo ma che spirigionava calore. Sento una mano circondarmi le spalle e qualcosa, molto soffice che mi sta riscaldando la schiena. Mi stringo ancor di più a quel corpo e mi beai delle piccole carezze che stavo ricevendo, per poi scivolare nuovamente nel regno dei sogni, con un sorriso sulle labbra.


Quando mi sveglio, per la seconda volta, la sveglia segnalava le dieci e mezza del mattino, cerco di cambiare posizione ma qualcosa me lo sta impedendo. Apro piano gli occhi e vedo un paio di labbra a tre centimetri dalle mie. Evito di urlare e prendo a contemplare quelle labbra per attimi che mi sembravano infiniti. Vorrei toccarle e baciarle. Vorrei morderle fino a farle sanguinare. Vorrei-
-Mi stai fissando.. le labbra- dice Sesshomaru facendomi sobbalzare. E solo in quel momento mi rendo conto che mi trovavo nel letto, tra le sue braccia. Ma come ci ero finita? Che fosse stato lui? Ma poi, perché mai avrebbe fatto una cosa del genere?
-Per caso.. mi ci sono infilata io?- gli chiedo guardandomi intorno nervosamente.
-No. Ti ci ho portata io. Se dormi per terra rischi di svegliarti con il mal di schiena.- bella scusa bocconcino! Vorrei tanto prenderti su questo letto, farti mio e forse- per tutti i Kami devo darmi una regolata! Lui è sposato ed io sono una misera umana senza speranze.


-Io vado a cambiarmi, e tu dovresti fare lo stesso.- gli dico passandogli un paio jeans ed una maglietta nera, gli passo anche dei calzini e le scarpe da ginnastica che gli avevo comprato.
Entro nella stanza armadio, cercando di sfuggire da questa situazione imbarazzante, e comincio a frugare tra i vestiti cercando qualcosa di decente.
Opto per un pantalone nero ed una camicetta leggera a quadri senza maniche, rosso e nero. E decido di indossare le mie converse rosse e di legare i capelli in una coda alta. Per quanto riguarda il trucco non faccio molto, soltanto un pò di eyeliner, mascare ed uno strato sottile di rossetto dal colore rosso, tanto per dare un pò di colore alle mie labbra. Bussai dall'interno della stanza-armadio per poi chiedere a Sesshomaru se si fosse vestito, rispondendomi con un secco "Si".
Quando esco mi imbambolai alla vista che mi si presentava davanti. Era a dir poco stupendo. Anche con un'abbigliamento classico rimaneva sempre una meraviglia guardarlo, sopratutto con la sua coda poggiata sulle spalle large, che porco gatto avrei voluto sbatterlo lì in piedi!
Immagini di noi due mentre facevamo cose sconce mi attraversano la mente facendomi arrossire fino alla punta dei piedi. Lui si avvicina ed io indietreggio fino a toccare con la schiena il muro freddo e duro. Lui mi annusa. Si avete capito bene, non è la mia immaginazione.
-Non hai la febbre.- ma grazie captain obvious!
-Perché sei rossa?- e cosa dovrei risponderti? Che stavo pensando a come sarebbe bello la vista di te mentre mi stai sopra? O mentre mi stai tra le gambe? Oppure ancora mentre ci sto io tra le tue di gambe? A quei pensieri arrossisco ancor di più e comincio a balbettare cose sconnesse e senza senso, mentre la distanza tra noi due stava diminuendo drasticamente. Respiro profondamente e cercai con tutte le mie forze di fare una frase, con abbia senso.
-Andiamo a mangiare, probabilmente la colazione è già pronta.- dico prendendolo per il polso e trascinarlo giù per le scale. Avevo disperatamente bisogno di un contatto con lui, di qualsiasi tipo. Ed afferrarlo per il polso è stata una genialata, meh... non mi soddisfa completamente ma va comunque bene! Almeno ora avevo l'onore di toccare la sua pelle – senza rischiare di essere fatta a fettine sottili!
Arrivata in cucina faccio sedere Sesshomaru alla mia destra e gli metto nel piatto un paio di dorayaki, tanto per vedere se sono di suo gradimeno, e lo stesso faccio per me.
-Rin, ha chiamato il preside- dice ad un tratto Bankotsu continuando a mangiare i suoi dorayaki. Io mi pietrifico. Stavo cominciando a sudare freddo, perché sapevo esattamente perché quello svitato avesse chiamato casa. Oh Kami, ce l'avete per caso con me?
-Devi smetterla di fare a pugni con Kuno.- mi rimprovera Hakudoshi addentando la sua di frittela. Perché quello era un rimprovero, vero?
-Se un'idiota maniaco cercasse di toccarti il sedere e di portarti a letto con ogni mezzo credimi, faresti la stessa cosa che faccio io!- gli dico nervosamente per poi bere un pò di succo d'arancia.
-Certo, ma almeno fallo fuori dalle mura scolastiche. Sei già stata sospesa il mese scorso, non vorrai che succeda anche adesso.. un'altra volta- dice Bankotsu leggendo un giornale. Da quando lo ha visto fare da un tizio in televisione lo fa anche lui, nonostante non ci capisca un tubo su quello che c'è scritto dato che parlava di economia e politica.
-Se devi proprio dare consigli di vita lascia che te ne dia uno anche io- lui mi guarda e mi fa un cenno con il capo, dandomi il suo consenso.
-Gira il giornale. Lo stai tenendo al contrario.- gli dico seria per poi scoppiare a ridere insieme a Jakotsu. Hakudoshi accenna ad un sorriso mentre Sesshomaru era imasto impassibile. Certo che ha prorpio un cuore di ghiaccio! Un sorriso non ha mai paralizzato nessuno!
-Comunque sia. Buttando nel cestino questa storia di Kuno, fosse per me potresti anche ucciderlo per quel che me ne frega, Happosai? Ti dà ancora dei grattacapi quel don giovanni?- mi chiede Jakotsu sorseggiando il suo tè. Sospiro e gli faccio di si con la testa.
-Quel maniaco, se lo prendo lo faccio a fettine minuscole!- aveva ringhiato Hakudoshi addentando una brioche. Sorrisi, pensando che se mai fossi stata in pericolo potevo contare sulla mia famiglia. Vorrei che anche Sesshomaru ne facesse parte, vorrei che lui mi stesse accanto tutto il resto della mia poca vita. Vorrei.. lui, solo e soltando lui. Mi basterebbe la sua presenza accanto a me. Mi alzo, cautamente da tavola e ritorno nella mia stanza. Avevo lasciato Sesshomaru con quei tre, mi preoccupai in un primo momento dopo di che mi calmai. Sesshomaru poteva cavarsela anche senza di me.





Sesshomaru li guardò, quasi studiandoli uno per uno. Il primo a parlare fu proprio Jakotsu.
-Senti bel fustone se non la smetti di guardarmi con quello sguardo non mi tratterrò dal buttarti fuori dalla stanza di Rin!- cercò di minacciarlo. Ma Sesshomaru lo ignorò e continuò a fare ciò che faceva sempre, e cioè studiare il nemico.
Ma come poteva considerarli dei nemici se si erano presi molta cura della sua Rin? In fondo, loro sono come i suoi genitori, l'hanno vista crescere e trasformarsi in una donna.
Sesshomaru ringraziò chiunque ci fosse nell'alto dei cieli per avergli impedito di vedere Rin crescere, altrimenti avrebbe maledetto il mondo umano. Non voleva vedere con i suoi occhi come il tempo passasse velocemente per l'umana, anche se ne era consapevole.
Sapeva che Rin non aveva molti anni da vivere, sessant'anni erano come un paio di giorni ai suoi occhi. E ne aveva avuto conferma quando aveva intrapreso quel viaggio per cercare l'immortalità. Gli era sembrato che avesse cominciato da un paio di giorni, ma in realtà erano già trascorsi sette anni.
Anni che a Rin dovevano essere sembrati interminabili.
-So che tu vuoi sapare cose riguardanti su Rin. Ma se tu non dai voce ai tuoi dannati pensieri non saprò che risposta darti!- sbuffò allora Bankotsu.
-Rin è in pericolo?-
-Se ti stai riferendo ad attacchi di demoni no, non è in pericolo, ma se ti stai riferendo a Kuno e Happosai, si lo è.- disse Jakotsu continuando a mangiare. Sesshomaru tese i suoi muscoli e guardò il demone davanti a se.
-Spiegati-
-Kuno e Happosai sono piuttosto.. appiccicosi, soprattutto verso le bellissime e morbide forme della nostra Rin. Quei due sono in grado di scendere a compromessi col diavolo stesso pur di avere l'occasione di toccare il suo corpo. Quindi ti direi di stare ben attento se non vuoi che ti si soffi da sotto il naso la tua compagna.- bastò questo per far accendere in Sesshomaru la peoccupazione mista a gelosia, e rientrò nella stanza di Rin trovandola a coccolare quella volpe.
Si rilassò in automatico vedendo che era lì, davanti i suoi occhi ed era sana e salva, lontano da mani sospette.






Lo guardai leggermente divertita e gli dissi che un giorno ci sarebbe bastato a vedere Nerima. Così, dopo aver preso le chiavi di casa, cellulare, bottiglia d'acqua e due pananini, li metto dentro il piccolo zainetto in pelle. Entrambi uscimmo dalla villa, inoltrandoci nelle strade semi vuote della città.
Lo portai al parco, nel centro dove vi erano tutti i negozi, gli feci vedere dove si trovava la mia scuola e lasciai il più bello all'ultimo. Lo porto nel parco naturale di Nerima, che racchiudeva qualche ricordo dell'epoca Sengoku, lì vi era una cascada, ed ero sicura che sarebbe piaciuto al demone.


Putroppo, come al solito d'altronde, i Kami non sono mai dalla mia parte. Ed ecco Kodachi, la sorella di Tatewaki. Ma tu guarda! Proprio oggi dovevi rompermi le scatole? Spero soltanto che non mi noti. Prendo la mano di Sesshomaru e cerco di portarlo il più lontano possibile da Kodachi, che sicuramente non si farà nessuno scrupolo a provarci con Sesshomaru.


Tipregoignoramitipregoignoramitipregoignora-


-Rin! Ma che bella sorpresa!- appena sento la sua voce mi pietrifico sul posto, mentre Sesshomaru mi guarda confuso non capendo il mio comportamento.
-Cosa ci fai da queste parti?- mi chiede con un sorriso talmente falso.
-Potrei farti la stessa domanda.- le rispondo non riuscendo a trattenere una risata nervosa. Se osa mettere le mani su Sesshomaru la spenno viva!
-Ma ciao bel fustone!- o mio dio! I suoi metoti di corteggiamento sono anche peggio dei miei!
-Mi chiamo Kodachi Kuno, chiamata anche Rosa Nera!- tende la mano verso di lui e lo vedo come la guarda disinteressato.
-Se hai finito io me ne andrei- dice stringendo la mia mano e tirandomi nella parte opposta. Kodachi, come al solito, non demorde e fa un salto fino ad arrivargli davanti.
-Ma come?! Osi ignorare una donna come me?- chiede offesa ed indignata.
-Si- mi trattengo dal ridere finendo per tossire rumorosamente, tanto che Sesshomaru mi poggia la mano sulla schiena tirandomi dei colpetti leggeri.
-Perché non lasci perdere questa specie di maschiaccia? Io sono molto più adatta per stare al tuo fianco.- gli dice poggiando una mano sul suo petto con una voce sensuale. Tsè, stupida se credi che-
Aspetta...
Una mano.. ha poggiato la sua mano...
voce sensuale?!
Mi giro di scatto verso i due e vedo che Kodachi lo sta quasi per biaciarlo, ma la spingo con talmente tanta forza da farla rotolare a tre metri distanza. Lei si rialza e mi guarda con rabbia.
-Dannata!- dice agitando il suo nastro. E quello da dove l'ha tirato fuori?
Riesco a schivare tutti i suoi attacchi e alla fine la lego sia alle mani che ai piedi con il suo stesso nastro, e per chiudere in bellezza le faccio un bellissimo fiocco alle mani.
-Non toccarlo mai più o altrimenti non mi limiterò a legarti!- la minaccio, quasi ringhio per quanto sono arrabbiata. Prendo la mano di Sesshomaru e faccio intrecciare le nostre dita proprio davanti agli occhi di Kodachi e lo trascino il più lontano possibile da quella serpe.


-Però. Sei davvero intrepida.- dice guardandomi. Io mi giro dall'altra parte ormai rossa in volto. Sapessi anche cosa mi passa per la testa ogni volta che mi tocchi!
-Tsk!- sbuffo continuando ad evitare il suo sguardo. Rivolgo il mio sguardo al cielo e vedo Happosai appollaiato su un ramo, proprio sopra la mia testa. Cerca di saltare e prima che atterri su di me gli assesto un piede in faccia, facendolo rotolare accanto a me.
-Happosai-
-Rin, ho bisogno del tuo aiuto!- dice sedendosi a gambe incorciate voltato verso di me. Lo guardo curiosa.
-Tatewaki Kuno mi sta cercando, dicendo di voler eliminate tutti i suoi rivali in amore!- mi spunta un'enorme gocciolone sulla testa e mi rialzo. Non ho la minima intenzione di aver a che fare con quei due idioti. Che se la sbrighino da soli!
-Scordatelo.- lui mi afferra per il sedere ma prima che io possa reagire Sesshomaru gli ha già tirato un calcio, facendolo rotolare di tre metri. Ringrazio Sesshomaru con un sorriso e comincio a camminare nella direzione opposta del vecchio.
-MA MIA DOLCE RIN!-
-Niente da fare.- dico andandomene seguita da Sesshomaru. 













Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite!
Ringrazio anche coloro che hanno recensito! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Vorrei farvi una piccola domanda, non pensate che Kodachi somigli un poco a Kagura?
Dovrei aggiungere un pò più di azione? 
Ma sopratutto, se vi è piaciuto il capitolo, che cosa ha attirato la vostra attenzione?
Vi sto facendo queste domande perché così potrò sapere anche cosa piace a voi ed in questo modo potrò migliorare i capitoli a venire!

Nel caso ci fossero errori di qualsiasi natura vi pregherei di farmeli notare!
Grazie ancora per coloro che seguono questa storia!

Bye Bye :3

 

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Capitolo 5
*** E ***


Egoista

Una volta ritornati alla villa chiesi a Bankotsu di preparare qualcosa per me e Sesshomaru, dato che avevamo saltato la cena. Nonostante mi sia sentita bene in sua presenza non potevo non essere triste. Lui era impegnato con una demone, mentre io, una misera umana, non ero altro che una specie di figlia per lui.
Non mi piace essere considerata, soprattutto da parte di Sesshomaru, come un cucciolo umano che deve essere protetto. Riesco a difendermi anche con le mie sole forze, non ho bisogno della sua protezione.
Vorrei essere qualcosa di più per lui, ma a quanto pare non è possibile. Quando ero bambina ero accecata da quell'ammirazione che mi portava a seguirlo e scegliere sempre lui, trasformandosi con il tempo in amore, ma alla fine lui mi ha abbondonata in un villagio per poter mettere sù famiglia. Ha pensato solamente a se stesso, non calcolando minimamente i miei sentimenti. Dire che mi sento tradita è un'eufemismo.
Lo amo, questo è vero, ma non posso permettere di lasciarmi abbindolare così facilmente.
Cosa voglio?
Voglio stargli accanto, nel bene e nel male. Voglio svergliarmi ed addormentarmi con lui al mio fianco, proprio come ora. Ma mi rendo subito conto che tutto ciò che sto chiedendo è semplicemente troppo.
Dopo aver mangiato mi cambio velocemente e mi butto nel letto, esausta e con la mente confusa ed annebbiata chiudo gli occhi. Dico a Sesshomaru di non preoccuparsi e che può dormire anche lui nel letto, dato che starò a debita distanza dal suo corpo. Con mille pensieri che mi occupano la mente cado tra le braccia di Morfeo.


A svegliarmi fu la sveglia, che suonava incessantemente, e con forza la scaravento contro il muro, rompendola in mille pezzi senza neanche rendermene conto. In un primo momento sospiro sollevata e mi ributto nel letto, ma realizzando cosa avessi appena fatto spalanco gli occhi in preda al panico.
-MA NOO! E' LA QUINTA SVEGLIA CHE DISTRUGGO IN DUE SETTIMANE!- grido, tanto che comincio a credere che la mia voce abbia raggiunto anche l'America, ma non m'interessa dato che devo sbrigarmi per arrivare a scuola. Mi alzo velocemente dal letto e mi chiudo in bagno. Mi lavo il viso ed i denti e mi affretto ad indossanre l'uniforme del liceo. Con la velocità pari a quella di un ghepardo prendo la cartella e corro fuori.
-IO ESCO!- grido prima di chiudere la porta di casa alle mie spalle.


Arrivo davanti all'istituto giusto prima che il cancello chiuda, e mi butto sulle spalle di Ranma.
-Heilà!- lo saluto baciandogli la guancia con fare affettuoso. Io e Ranma siamo diventati amcici grazie ad Akane, e mi stupì di trovarci molte cose in comune. Quando gli raccontai che venivo dal passato, precisamente dall'epoca Sengoku, fu il pirimo oltre ad Akane, che mi credette fin da subito e mi chiese di raccontargli della vita che avevo lì. Da allora diventammo inseparabili e corre in mio aiuto ogni volta che sono in difficoltà, tra relazione che c'era tra noi era quello di un fratello ed una sorella, e devo dire che mi piace.
-Ciao anche a te Rin!- mi saluta con un sorriso.
-Akane?- gli chiedo guardandomi intorno. Avevo notato l'assenza di Akane, dato che Ranma stava praticamente da solo, e sapevo benissimo che lei non era il tipo che marinava la scuola.
-Si sta azzuffando con Kuno- dice con fare ovvio.
-Non hai provato a fermarla?-
-Ci ho provato. Ma quella stupida non vuole saperne nulla. Ho provato anche a darle una mano, ma mi ha tirato un calcio nel sedere dicendomi che non le servivo, e così me ne sono andato.- dice scrollando le spalle. Akane, a volte mi ricorda della mia determinazione. E la ammiro moltissimo anche per la sua forza sovrumana, quasi maschile.
-Dov'è?-
-Sul retro-
-Vado a darle una mano!- dico cominciando a correre verso il luogo dove Akane si trovava. Ranma mi affianca quasi subito.
-Rin, vai in classe, mi occupo io di Tatewaki-
-Ho un conto in sospeso con lui. Tu vai avanti, io ti raggiungo dopo!- e detto questo lo lasciai indietro mentre stavo scorgendo la figura di Akane e Kuno che si stavano picchiando. Faccio un salto e atterro sulla testa di Kuno con forza, facendogli perdere l'equilibrio. Colpisce la faccia contro il terreno sporco e si rialza più infuriato di prima.
-CHI HA OSATO..Piccola dolce Rin! Mi sei mancata lo sai mia sposa?- dice cercando di abbracciarmi. Mi sposto facendogli lo sgambetto, e sbatte nuovamente la testa contro terra. Mia sposa? E da quando di grazia? Fosse per me, lo prenderei per il colletto, lo trasporterei nell'epoca Sengoku, lo butterei tra i demoni e mi godrei la scena dove e come viene sbranato. Certo che da questo punto di vista sono davvero sadica!
-Rin... Io sono il tuo uomo e tu sei la mia donna. Permetti a questo uomo di fortificare la nostra relazione con un dolce pegno d'amore! Donati a me piccola!- dice ancora prendendomi le mani e tirandomi verso di sè, facendo scontrare i nostri petti. Gli stampo la suola delle mie scarpe sulla sua fronte e volò dritto sul tetto del liceo.
-Stai bene Akane?- le chiedo aiutandola a rialzarsi.
-Si. E' stato Ranma a dirti dove mi trovassi?- mi chiede mentre si ripulisce la divisa scolastica. Annuisco con un sorriso e la prendo per un braccio.
-Andiamo, sta per suonare!- e comincio a trascinarla verso la nostra classe.


Matematica... mphf.. sai che divertimento! Tutti quei numeri mi stavano facendo venire il mal di testa, tanto che comincio a credere che sarebbe scoppiata da un momento all'altro!
Decido di posare lo sguardo sulla finestra e spalanco gli occhi spaventata e sorpresa. Appollaiato su un ramo vi era Sesshomaru in tutta la sua splendezza, e guardava proprio nella mia direzione!
Ma cosa ci faceva lui qui? Mi aveva seguita?
Lui mi guarda con uno sguardo indecifrabile, e restammo così per minuti indeterminati.
A ridestarmi dal mio stato in trans fu la campanella, che segnalava la fine della quarta ora. Continuo a guardarlo ancora con curiosità fin quando qualcuno non sbattè violentemente le mani sul mio banco.
Alzo lo sguardo curiosa di vedere chi era e vidi Kuno con un segno violaceo sulla fronte e sul naso. Ridacchio divertita pensando che ero stata proprio io a creare quell'opera d'arte.
-Rin... Tu lo sai che sarai mia, vero?- mi chiede avvicinando il suo viso al mio. Lo guardo divertita per poi correre e saltare giù dalla finestra. Faccio un paio di capriole in aria e atterro con i piedi sull'erba senza vacillare.
-Se proprio ci tieni seguimi!- dico con una punta di sfida. Ora voglio divertirmi e nessuno me lo impedirà, neanche quel dannato preside!
Comincio a correre senza fermari e noto, con piacere, che Kuno mi stà seguendo. Mi fermo quando imbocco un vicolo chiuso e decido che questo sarà il luogo dove avverrà l'incontro con Tatewaki. Lo aspetto, battendo la punta del piede destro a terra impaziente, ci sta mettendo troppo!
Arriva dopo alcuni secondi e tira fuori una canna di bambù.
Sul serio ha intenzione di battermi con quello?
Ghigno sapendo che la vittoria era nelle mie mani.
-Se ti sconfiggo, tu sarai mia per sempre. Ed accetterai di diventare mia moglie!- dice mettendosi in posizione d'attacco.
-Se invece vincessi io, mi lascerai in pace. E la smetterai con quest'assurda idea del matrimonio!- dico mentre mi scaglio contro di lui. Riesco a colpirlo un paio di volte, fino a quando la sua canna di bambù mi colpisce la schiena. Gemo di dolore ma mi rialzo in fretta e cerco di sferrargli alcuni pugni, anche se a vuoto. La sua velocità è impressionante, anche se leggermente più lenta della mia. Riesco a colpirlo alla spalla destra ma sò che non è abbastanza. Cerco velocemente con lo sguardo qualcosa che mi possa aiutare e noto con piacere che c'è un'asta abbastanza lunga proprio dietro di me. Mi accascio a terra e con una capriola all'indietro riesco ad afferrarla. Corro verso Kuno e cerco di colpirlo, ma la mia asta e la sua bambù si scontrano, creando un leggero suono che mi infastidisce. Salto e con una capriola riesco a colpirlo proprio sulla spalla destra con forza. Colpendo il braccio destro sò per certo che i suoi attacchi saranno più deboli, dopo tutto è proprio con quel braccio, che è più forte della sinistra, che riesce a sincronizzare e fortificare i suoi attacchi. Lo sento gemere ed inginocchiarsi.
-Kuno, dovresti arrenderti. Non ho voglia di ridurti a pezzettini soltanto per un tuo stupido desiderio da ragazzino.- dico cominciando a camminare verso l'istituto scolastico, ma un suo movimento, segno che si sta rialzando, mi fa arrestare sui miei stessi passi.
-Non è uno stupido desiderio da ragazzino! Io ti amo e desidero ardentemente che tu diventi mia moglie! Non mi arrenderò fin quando tu non sarai mia!- dice riprendendo a correre verso di me, con l'intento di colpirmi. Sospiro rassegnata e allo stesso tempo divertita dalla sua ambizione.
-Kuno... TRA ME E TE NON CI SARA' MAI NULLA!- grido colpendogli la faccia con l'asta. Nonostante sia riuscita a colpirlo, la sua canna di bambù mi toccò il fianco con forza. Feci una smorfia di dolore ma mi trattenni dal gridare.
-Sai.. è proprio il tuo carattere che mi attrae, oltre all'aspetto.- disse risprendendo la corsa con l'intento di colpirmi un'altra volta con la sua canna. Ero pronta a stenderlo una volta per tutte e finire questa pagliacciata, ma una striscia verde gli tagliò in quattro pezzi la canna che teneva tra le mani, facendole cadere a terra rumorosamente. Kuno sgranò gli occhi guardando la sua arma, ormai distrutta e giacente per terra.
Quella striscia luminosa...
Sesshomaru?!
Appena lo pensai lui apparve proprio davanti a me e Kuno lo guardò curioso e con aria di sfida.
-Chi sei?- chiese alzando il tono della voce e guardando con astio Sesshomaru.
-Potrei farti la stessa domanda.- rispose Sesshomaru con tono pacato. Gli osservo la schiena imponente e mi ritrovai ad arrossire non appena immagini poco caste di noi due si fecero strada nella mia mente.
-Io sono il futuro marito di Rin! Ora levati di mezzo essere immonde!- dice cercando di tirare un calcio mirando alla faccia di Sesshomaru che prontamente lo prese per la caviglia e lo scaraventò a cinque metri di distanza. Kuno ritentò di colpirlo ma venne di nuovo sconfitto senza il minimo sforzo.
-Tu, microbo impertinente, credi di essere all'altezza di Rin?- sgrano gli occhi. Meh, aveva da lavorare un pò sul linguaggio volgare. Ma come insulto, devo ammetterlo, calzava perfettamente a Kuno.
-RIN E' MIA!- grida Tatewaki con rabbia guardando negli occhi il demone. Sesshomaru ringhia ed io mi spavento un poco. Che volesse ucciderlo per davvero?
-Spiacente deludere le tue fantasie ma Rin non ti appartiene. Lei non sposerà mai un debole come te. Mettiti l'animo in pace se non vuoi che io ti tolga la vita.- dice prendendomi in braccio e volando via. Sentì Kuno gridare il mio nome ma non me ne preoccupo più di tanto.
Da quando sarei diventata un'oggetto?
Nonostante ero infuriata per come quei due mi avessero categorizzato arrossisco vistosamente.
Il mio cuore prese a battere velocemente e forte, tanto che cominciavo ad avere paura che il suo udito fine potesse sentirlo.
Avevo anche paura che il mio cuore potesse uscire dal petto con violenza e cerco di rilassarmi.


Mi ritrovo sdraiata sul letto nella mia stanza a pancia in giù mentre Jakotsu mi cura le ferite che ho ricevuto da Kuno, e Sesshomaru era seduto comodamente a gambe incrociate accanto a me, godendosi la scena.
Ogni volta che Jakotsu passava qualche unguento sulle ferite leggermente aperte rilasciavo un gemito strozzato, chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore, cercando di affievolire quella bruciatura che sentivo. Pensavo che ci sarebbero stati soltanto dei lividi, e non mi ricordo di essere stata graffiata.
-Questo Kuno deve essere proprio determinato nell'averti! Pensavo che avrebbe tremato dinanzi a Sesshomaru, ma a quanto pare il suo amore per te va oltre i confi-Ouch!- Apro un'occhio per vedere cosa fosse succeso e noto un bernoccolo gigantesco sulla testa di Jakotsu, mentre le lacrime gli stavano solcando le guance. Sesshomaru gli ha sicuramente tirato un pugno, poco ma sicuro.
-Non dire sciocchezze inutile demone.- volto la testa verso di lui e gli sorrido.
-Grazie Sesshomaru!- gli sorrido calorosamente. Lui mi guarda per poi distogliere lo sguardo.
-Tu lo stai ringraziando per avermi colpito? Rin sei incredibilmente sadica!- esclama Jakotsu fintamente offeso, io ridacchio un poco prima di cominciare a tossire.
-L'ho ringraziato per l'aiuto che mi ha dato con Kuno! Certo che oggi sei incredibilmente irritabile! Hai le tue cose?- gli chiedo cercando di trattenere un sorriso.
-Tsé! Dovresti essere grata che non sto quì a farti la parentela! A proposito Rin, penso che dovrai ricomprare un bel pò di biancheria. Happosai ha rubato la tua mentre stavo cucinando.- dice facendomi un massaggio rilassante alle gambe, che erano indolenzite da tutto quel correre e saltare. Ci penserò in un altro momento al vecchio, per ora vorrei solo godermi il massaggio.
-Hmh- rispondo soltanto beandomi delle mani di Jakotsu sulle mie gambe. Rilascio un gemito di piacere e sento Jakotsu ghignare.
-Ti piace eh?- mi chiese con malizia. Gli rispondo con un'altro gemito, leggermente più acuto dato che aveva aumentato la pressione delle sue dita sulla mia pelle.
-Jakotsu hai delle mani d'oro!- gli dico tra un gemito e l'altro. Sento Jakotsu slacciarmi il reggiseno e versare un pò d'olio al cocco sulle mie spalle, e riprese a massaggiarle. Gemo ancor più forte ma Jako si arresta subito. Non riuscivo ad aprire gli occhi e lo pregai di riprendere il suo lavoro. Presto percepisco le sue mani nuovamente sulle mie spalle e rilascio un sospiro..
-Continua.. Potresti.. un pò più forte?- cerco di chiedergli tra un sospiro e l'altro. Lui aumenta la pressione sulle mie spalle e lo sento fare dei movimenti circolari e precisi, che stavano alleviando il dolore.
-Di più... ti prego..- sospiro ancora schiudendo di poco le labbra. Mi sento prendere per le spalle e vengo girata con forza, dopo di che mi ritrovo con un paio di labbra incollare alle mie.



 

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