Seasons Of Love

di IwillFindYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Quiet Moment ***
Capitolo 2: *** Be Happy ***



Capitolo 1
*** A Quiet Moment ***


Buon Pomeriggio a tutti!
Forse alcuni di voi si chiederanno come mai sto pubblicando un'altra storia, quando ne ho una già iniziata e incompiuta ormai da mesi. La verità è che al momento sono completamente bloccata con Take Me Home e nonostante abbia due capitoli gia scritti da pubblicare su quella storia, preferisco aspettare a ritrovare l'ispirazione per potrerla continuare come si deve. Quindi chiedo scusa a tutte quelle meravigliose personcine che hanno recensito TMH e vi prometto che la continuerò, dovesse essere l'ultima cosa che faccio.
Detto questo, vi spiego un po questo nuovo "progetto".
L'idea mi è venuta mentre guardavo la 5x21. Mi chiedevo cosa potrebbe essere successo tra la scena del bacio nel cimitero tra Killian ed Emma e la scena in cui entrambi si ritrovano davanti a Granny dopo il suo ritorno. Mi sono detta "perchè non scrivere una serie di One Shot dedicata alle scene mancanti?" E così, eccomi qui!
Premetto che le storie partono in realtà dalla 4x01, esattamente da dopo il piccolo bacio di Emma e Hook in cui lei gli chiede di avere pazienza con lei. Da qui in poi ogni one shot avrà una storia a sè. Devo ancora decidere se le scriverò in ordine cronologico, ma vi farò sapere.
Spero che l'idea vi piaccia e buona lettura!
 
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A Quiet Moment.
 
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"Vi va di andare a cena da Granny's?" è incredibile come Mary Margaret riesca a trovare il momento perfetto per dare alla sua famiglia quel assaggio di pace e normalità, anche quando Storybrooke è completamente assediata da mostri e creature magiche che attaccano ad ogni angolo della sperduta cittadina del Maine.

Emma invidia sua madre per quel suo modo adorabile e gioioso con il quale riesce sempre a contagiare chiunque la circondi, riuscendo sempre a dare un briciolo di speranza a chi ormai è più che rassegnato all'idea di poter vivere una vita più o meno tranquilla.

"Io ci sto. Sto morendo di fame." David sorride a sua moglie, prendendo il piccolo Neal tra le braccia per poi avviarsi verso la porta d'ingresso del loft, seguito da un Henry alquanto affamato. "Tu vieni?" Rivolge uno sguardo ad Emma, che è seduta a gambe incrociate sul divano davanti alla TV spenta ad osservare la sua famiglia e i loro sorrisi gentili e spensierati.

"No, io rimango qui. Credo che andrò a dormire presto, quel mostro di ghiaccio mi ha fatto venire il mal di testa." Le sue labbra sottili si curvano in un lieve sorriso di scusa e Snow e David si scambiano uno sguardo d'intesa, voltandosi poi verso l'uscita del appartamento.

"Beh, se cambi idea, sai dove trovarci." Il trio si chiude la porta alle loro spalle ed Emma stringe gli occhi, liberando un lungo sospiro e poggiando la testa sui cuscini dello schienale del piccolo divano.

Darebbe qualunque cosa per riuscire ad avere anche solo un po' della spensieratezza dei suoi genitori, ma purtroppo la vita le ha insegnato a stare perennemente in guardia, a mai rilassare le spalle nei momenti critici. E a Storybrooke i momenti critici sembrano non cessare mai.

"C'è sempre una crisi. impara a vivere la tua vita durante queste o potresti non viverla affatto."

La sua mente ama giocarle brutti scherzi ultimamente, riportandola fin troppo spesso a ripensare a due occhi blu come il più profondo degli oceani, al contrasto tra labbra morbide ed esigenti e mani gentili intricate dolcemente tra le ciocche bionde dei suoi capelli.

Le parole di Killian risuonano nella sua testa dalle prime ore di quella mattina, quando lei ha provato con scarso successo ad evitarlo e lui, con la sua solita irritante ed adorabile pazienza, le ha semplicemente consigliato di godersi i momenti tranquilli.

E sono proprio quei momenti di tranquillità, o la loro prospettiva, a spaventarla ancor più di tutte le crisi di Storybrooke. Sono la devozione e la speranza dei suoi occhi cobalti a terrorizzarla al punto di non volersi permettere un solo momento di pace. Perchè ciò la porterebbe a trascorrere più tempo con lui, perchè il suo cuore le dice di farlo, di viversi qualunque cosa ci sia tra lei e l'ex pirata, di fregarsene delle sue paure e buttarsi senza pensarci due volte.

Ma i muri insommortabili che si è costruita col passare degli anni attorno al cuore l'hanno portata a non fidarsi dei piccoli momenti di felicità, perchè ha imparato fin troppo bene che dopo la calma arriva la tempesta. E lei la tempesta non vuole vederla arrivare.

Un leggero colpo alla porta del loft la riporta bruscamente alla realtà, facendola sobbalzare tra i suoi pensieri confusi. Lancia uno sguardo veloce al orologio che segna le 21:25 ed infine si dirige verso l'ingresso, chiedendosi se Henry abbia deciso di abbandonare i suoi nonni da Granny's per guardare Harry Potter insieme a lei.

Quando finalmente apre la porta, le due iridi bluastre che hanno invaso ogni suo pensiero nelle ultime ore, le compaiono davanti chiare e brillanti come un cielo in piena estate. Le sue labbra piene si curvano in un leggero sorriso che le fa perdere un battito e ciò la destabilizza più di quanto voglia amettere.

"Hook.." Emma le rivolge uno sguardo confuso, la sua fronte corrugata in segno di interrogazione. "Che ci fai qui?" L'ex pirata innarca un sopracciglio, portando una mano dietro l'orecchio, in segno di imbarazzo. La sua espressione è tremendamente dolce ed Emma ha una voglia irrefrenabile di lanciarsi tra le sue braccia e baciare quelle labbra che nel giro di poche ore sono diventate una droga dalla quale non vuole più separarsi. Ma ancora una volta agisce contro la sua stessa volontà, rimanendo immobile davanti al ingresso, una mano poggiata sullo stipite della porta, l'altra casualmente posata sul fianco.

"Ho pensato di prendere in considerazione il tuo suggerimento di stamattina, anche se non so ancora cosa sia questo Netflix. Ero curioso e così, eccomi qui!" Le sue labbra si espandono, mettendo in mostra i denti perfetti e le piccole fossette che si formano sulle sue guance ogni volta che il sorriso raggiunge i suoi occhi.

Gli occhi della bionda si sgranano sorpresi ed un senso di panico comicia ad incresparsi lungo la sua spina dorsale, facendola rabbrividire. Emma apre leggermente la bocca per parlare, ma dalle sue labbra non esce alcun suono.

"Rilassati Swan." Lo sguardo del uomo diventa improvvisamente serio e il sorriso che ballava nel suo volto pochi secondi prima scompare, lasciando spazio ad un'espressione delusa e sconsolata. Porta la mano destra nello spazio tra i loro corpi, rivelando una pistola e il distintivo dello Sheriffo di Storybrooke. "Ti devono essere caduti quando quel pupazzo di neve gigante ci ha attaccati."

"Oh.." Emma prende la sua arma e il distintivo, sfiorando con la punta delle dita la mano di Killian. Improvvisamente, il panico che sembrava essersi impossessato del suo corpo viene sostituito dal senso di colpa e dalla rabbia.

Come può essere così meschina nei confronti del uomo che ha rinunciato a tutto pur di salvare lei ed Henry? Come può permettere ai suoi muri di impedirle anche solo di provare a vivere qualsiasi cosa il suo cuore provi per lui? Stanca di lottare contro sè stessa, decide finalmente di ignorare le paure e il panico che sembrano riaffiorare ogni volta che il mare infinito dei suoi occhi la fissano speranzosi e, quando lo vede fare un passo indietro per andarsene, la sua mano scatta istintivamente, afferrando quella di lui per impedirgli di andarsene.

"Aspetta." La sua voce esce in un sussurro, così leggero che ha paura che Killian non l'abbia nemmeno sentita. Il suo sguardo contornato da un leggero strato di eyeliner la osserva confuso e rassicurante al contempo. "Stavo.. Stavo per prepararmi una cioccolata calda. Ti va di farmi compagnia?" Cerca con tutte le forze di mantenere un tono impassibile, ma la sua voce la tradisce sporadicamente. E all'improvviso le sembra di tornare l'ingenua e timida quindicenne con una cotta per il ragazzo ribelle della scuola.

"Ne sei sicura? Voglio dire, non.."

"Sono sicura." Lo interrompe lei, lasciando la maniglia della porta per invitarlo ad entrare. Hook sembra esitare per qualche secondo, per poi decidersi ad entrare nel appartamento che Emma condivide con i suoi genitori. Quando si chiude la porta alle spalle, segue la bionda in cucina, prendendo posto su una delle sedie attorno al tavolo da pranzo, mentre lei raggiunge il cabinetto sopra al lavandino per prendere due tazze e preparare la cioccolata.
Nonostante sia rivolta con lo sguardo sul fuoco del fornello, riesce a percepire perfettamente i suoi occhi su di lei e il sospiro che sente uscire dalle sue labbra le fa capire che Killian è combattuto e non ha idea di cosa dire per smorzare la tensione che vi alleggia nella stanza.

"Dov'è Henry?" Chiede, poggiando il gomito sul legno del tavolo e posando il mento sulla mano, i suoi occhi sempre fissi sui movimenti di lei.

"è a cena da Granny's con David e Mary Margaret."

"E perchè tu sei rimasta a casa? Non eri in vena di socializzare?" La bionda alza le spalle, senza mai distogliere lo sguardo dalla cioccolata che comincia a riscaldarsi sul fuoco.

"Non ero dell'umore giusto per andare a cena fuori."

"Per colpa di quel ghiacciolo gigante? O per colpa mia?" Le parole del uomo le ragelano il sangue e il suo cuore comincia a martellarle così forte contro la gabbia toracica che ha paura che esploda da un momento al altro.

"Cosa? No! Non è colpa tua, non.."

"Swan." Emma decide finalmente di voltarsi verso di lui, trovando un lieve sorriso dipinto sulle sue labbra. I suoi occhi perennemente fissi sulle iridi verdi di lei. "So che stai cercando di evitarmi, lo hai ammesso questa mattina. Quello che non so è il perchè. E ti prego, non dire che mi eviti perchè ti senti in colpa nei confronti di Regina, perchè so che stai mentendo." La cioccolata è finalmente pronta e la bionda spegne il fornello, decidendo che la bevanda può aspettare ancora qualche minuto. "Ti dimentichi che per me sei un libro aperto. Tu sarai pure brava a capire quando qualcuno ti sta mentendo, ma anche io sono bravo a capire quando tu mi nascondi qualcosa."

Ti voglio più di ogni altra cosa e questo mi terrorizza a morte.

Sarebbe così semplice dirglielo. Sarebbe ancora più semplice fare il giro della minuscola cucina del loft e raggiungerlo per poterlo baciare, per fargli capire che nonostante quello che prova per lui la spaventi tremendamente, Emma vuole ignorare i suoi muri e lasciarsi andare. Eppure non ci riesce e ancora una volta si ritrova a non sapere che dire.

Un lungo sospiro lascia le sue labbra sottili e i suoi piedi si muovono involontariamente, portandola a sedersi di fronte a Killian che la scruta attentamente, in attesa di una sua reazione. I suoi occhi smeraldo fissano un punto indefinito sul tavolo di legno e le sue mani sono chiuse nervosamente in due pugni stretti. Riempe i polmoni di aria, per poi rilasciarla lentamente e alzare lo sguardo rivolgendolo nella direzione del ex-pirata.

"Non ti sto mentendo, ne tanto meno nascondendo quacosa. Non sono brava in queste cose. Sono un disastro nelle relazioni amorose e non so come comportarmi e vado nel panico e non.."

"Hey." La mano di Hook si estende lungo la larghezza del tavolo, raggiungendo quella della bionda che si lascia prendere, con sua sorpresa, senza esitazione. Osserva le sue piccole dita intrecciate tra quelle grandi di lui e non riesce a fare a meno di pensare che le piace il calore che la sua pelle emana a contatto con quella di lei. "Smettila. Pensi che io sappia come comportarmi o che non abbia paura? Ti ricordo che non mi trovo in una situazione come questa da quasi tre secoli." L'ironia nella voce del capitano la fa sorridere e la sua mano si ritrova a stringere con più forza quella di lui, quasi per paura di perdere quel contatto. Hook ricambia il sorriso ed i suoi occhi la fissano con tale intensità che il suo cuore sembra smettere improvvisamente di battere. "So come ti senti. So che sei spaventata e che probabilmente non appena uscirò dalla porta tu vorrai scappare via il più lontano possibile da me, ma voglio che ti sia chiara una cosa Swan." L'uomo sposta il peso del suo corpo sui gomiti, avvicinando il suo viso a quello di lei per quanto gli è possibile, senza mai distogliere lo sguardo dalle sue iridi verdi. "Io non vado da nessuna parte. Ho aspettato trecento anni per una vendetta che non ho mai portato a termine, posso aspettarne altrettanti per te, se mai deciderai di farmi entrare nel tuo cuore."

E forse sono quelle parole, o forse è la sua espressione trasparente come l'acqua più pura a convincerla che tutta quella paura che si porta dentro non ha senso di esistere. I muscoli del suo corpo si rilassano ed improvvisamente il suo cuore riprende a battere normalmente, come se non aspettasse altro che essere rassicurato da lui. Non ha bisogno di rispondergli, perchè il sorriso che balla dolcemente tra le sue labbra in quel momento vale più di mille parole.

"Ti va ancora la cioccolata?" Chiede lei, portando lo sguardo sulle loro mani ancora intrecciate, come fosse il gesto più naturale del mondo. Le labbra di Killian si curvano in un sorriso smagliante, facendo ripparire le fossette che lei tanto adora sulle sue guance.

"Assolutamente si."

E questa sera, Emma Swan si rende finalmente conto che i piccoli momenti di tranquillità la rendono più felice di quanto potesse immaginare. Ed il sorriso che il capitano è riuscito a disegnare sul suo volto, non ha intenzione di lasciare la sua espressione.

Le crisi di Storybrooke possono aspettare, perchè questa sera la sua unica preoccupazione sarà quella di godersi una tazza di cioccolata con panna e cannella in dolce compagnia.

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Capitolo 2
*** Be Happy ***


 
 
Hello my pretties!
Eccoci qui con un altra One Shot. Questa volta ho pensato di aver bisogno di una piccola scena tra Emma ed Henry, perchè non so voi, ma io avrei adorato avere una scena di questi due che parlano di Killian e del fatto che Henry sia d'accordo o meno del fatto che sua madre abbia perso la testa per Captain Hook. Quindi in questa OS Killian non sarà presente -fisicamente eheh- ma ovviamente la sua presenza sarà comunque avvertita. Spero con tutto il cuore che vi piaccia!
 
 
Be Happy.
 
Riesce ancora a sentire il formicolio sulle labbra leggermente arrossate, provocato dallo strusciare della barba ruvida che contorna il volto del ex pirata contro la sua pelle delicata.

Ripensa all'intensità di quel bacio e si sente mancare il respiro ancora una volta, come se la bocca del capitano fosse ancora sulla sua, ad assaporare quel istante come fosse l'ultimo che avrebbero condiviso.

Sfiora il labbro inferiore con la punta delle dita, incapace di distogliere mente e cuore dal modo in cui Hook l'ha fatta sentire viva dopo tanti anni, come se prima di quel momento lei fosse solo esistita, senza aver vissuto davvero.

Ha la testa tra e nuvole e il sorriso inebetito che ha dipinto sul volto non sembra avere alcuna intenzione di lasciare la sua espressione.

Maledetto Hook. Maledetto Hook e le sue labbra piene di desiderio, le sue mani gentili ed esperte, maledetti i suoi occhi oceanici.

Maledetta lei, che nonostante ci provi, non riesce a non pensare a lui e a quanto il contatto con la sua pelle stia diventando indispensabile nel giro di così poco tempo.

"Mamma? Hey!" La voce di Henry la distrae finalmente dai suoi pensieri stracolmi di baci e carezze. Quando la sua mente torna alla realtà si rende conto di essere al interno del maggiolone giallo, che è fermo nel bel mezzo di Main Street. Davanti a lei il semaforo è verde probabilmente da diversi minuti. Si volta verso il ragazzino che le siede accanto e la osserva con un'espressione confusa e divertita al contempo, le sopracciglia innarcate e le labbra distese in un sorriso enigmatico. "Stai bene?" Chiede infine, senza mai distogliere gli occhi dalla madre.

"Certo, benone. Ero distratta." Il figlio alza le spalle, riportando poi lo sguardo sulla strada che si estende davanti a lui. Emma copia i suoi movimenti e fa ripartire la macchina, proseguendo su Main Street per due isolati prima di voltare a destra.

"Allora.. Tu e Hook state insieme?" La domanda del ragazzo la coglie impreparata e si ritrova a frenare bruscamente sul lato destro della strada a doppio senso nella quale ha appena svoltato.

"Cosa? No! Noi non.." Le sue guance si tingono di un leggero rossore e le sue mani stringono con forza il volante. "Ugh! è complicato." Henry alza gli occhi al cielo ed infine rivolge uno sguardo interrogatorio alla madre.

"Perchè per voi adulti è sempre tutto complicato? Hook ti piace e lui ovviamente stravede per te. Cosa c'è di così complicato?"

"Non è così semplice, Henry. E poi cosa ti fapensare che a me piace Hook?"Il ragazzo innarca le sopracciglia e scoppia in una piccola risata divertita.

"Sul serio? Mamma, io avrò pure dodici anni, ma se due persone si baciano, credo che sia abbastanza chiaro che si piacciono." La temperatura corporea della bionda sembra alzarsi improvvisamente, le sue guance rosate ora sono probabilmente incandescenti come il fuoco ardente.

"Ok, ammetto che Hook mi piace. Ma questo non significa che stiamo insieme. Ci siamo baciati -un paio di volte- ma non stiamo insieme."

"E perchè non gli chiedi di uscire?" Emma riempe i polmoni d'aria, per poi rilasciarla in un lungo sospiro esasperato. Porta lo sguardo fuori dal finestrino, concentrandosi sul gioco di ombre che crea la luce dei lampioni tra gli alberi che adornano i marciapiedi.

"Henry.."

"No, ascoltami." Il ragazzino afferra la mano di sua mandre, i suoi occhi sempre posati su quelli di lei ed il suo sorriso ancora stampato sulle labbra. "So che papà ti ha ferita in passato e che nonostante tu lo abbia perdonato, hai ancora paura di fidarti delle persone. So anche che il fatto che lui non ci sia più rende le cose più complicate perchè hai il terrore di perdere le persone che ami, ma Killian stesso ti ha detto che lui è bravo a sopravvivere, e tu dovresti vivere di più nel presente piuttosto che preoccuparti del futuro."

"Lo sai che non è carino origliare vero?"

"Hey, ero uscito da Granny's per cercarti e vi ho sentiti parlare per puro caso, ma non è questo il punto. Il punto è che dovresti provare ad uscire con lui. Poi se non ti piace, lasci perdere e amici come prima. Ma almeno non vivrai con il rimpianto di non averci provato." Le labbra della bionda si stendono in un piccolo sorriso. Non ha idea di come possa essere così fortunata ad avere un ragazzino così premuroso ed intelligente nella sua vita, ma ringrazia il cielo che Henry sia riuscito a trovarla anni prima. La sua vita farebbe sicuramente schifo senza di lui.

"Ok. Posso farlo. Ma tu sei sicuro di essere d'accordo se io esco con un pirata?"

"Io voglio solo che tu sia felice. Che tu esca con un pirata o con una scimmia volante, non m'importa se so che sarai felice." Henry si avvicina alla donna, avvolgendo le braccia attorno al suo collo, posando il mento sulla sua spalla accogliente. "E poi, Killian sarà pure un pirata, ma ha dimostrato di tenere a te più di una volta. Ed è grazie a lui se siamo tornati dalla nostra famiglia, quindi credo che si meriti una possibilità." La bionda lascia un piccolo bacio tra i capelli castani di suo figlio, accarezzandole dolcemente la guancia. Infine, decide che l'indomani andrà da Hook e gli chiederà di uscire con lei. Infondo è ciò che il suo cuore vuole, nonostante la paura di lasciarsi andare la tormenti più spesso di quanto vorrebbe. Rimette il maggiolone in marcia e riparte, sentendosi improvvisamente più leggera, come se l'approvazione di suo figlio fosse tutto ciò di cui aveva bisogno per essere finalmente libera di viversi qualsiasi cosa possa nascere tra lei ed il capitano dagli occhi oceanici.

"Mamma?"

"Si?"

"Se Hook ti dovesse mai fare del male, lo sistemo io." La donna scoppia in una grande risata, divertita e sopraffatta dall'amore infinito che quel ragazzino le riserva. I loro sguardi si incrociano attraverso lo specchietto retrovisore e lei non riesce a fare a meno di stringere ancora una volta la sua mano.

"Credo che quella parte la lasceremo a tuo nonno, ragazzino."

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