Coelum - la rinascita dell'infinità

di sapphic petal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Lettera ***
Capitolo 2: *** I Prescelti ***
Capitolo 3: *** Nuovi Arrivati ***
Capitolo 4: *** La Profezia ***
Capitolo 5: *** Il Tour ***



Capitolo 1
*** La Lettera ***


Coelum
 

“Chirone!”, il centauro si voltò udendo il suo nome e vide una ragazza minuta corrergli incontro con i capelli tinti con i sette colori dell’Arcobaleno scompigliati dal vento. Non appena gli fu vicina poggiò le mani sulle ginocchia e si piegò prendendo respiri profondi.
Dopo aver preso circa una decina di respiri si rimise dritta e premette una mano su un fianco, avvicinando con quella libera un pezzo di carta color sabbia al centauro.
“Questa… questa è una comunicazione urgente” disse la ragazza, una figlia di Iride, con il fiatone. Dal Campo Giove.”
Chirone si accigliò e prese velocemente la lettera, chiusa con un sigillo color sangue che portava in rilievo un’aquila dalle ali spiegate. Ruppe il sigillo senza esitazione e aprì la lettera leggendo velocemente le parole scritte in nero.

 
Chirone, come avrai ben notato in quest’ultima settimana gli dei sono stati molto assenti, e in più il nostro nuovo augure questa mattina ha letto dei presagi ben poco rassicuranti.
Afferma che un’antica forza si sta risvegliando e sta acquistando sempre più potere. È ancora incerta la sua identità, ciò che è certo è che non abbiamo molto tempo per scoprirlo e fermarla.
Abbiamo mandato dei semidei da voi, dovrebbero essere quasi giunti lì.
Dobbiamo agire in fretta, un nuovo pericolo incombe su di noi.
 
Reyna Avila Ramirez-Arellano
 

Chirone chiuse la lettera velocemente con fare preoccupato e, dopo aver fissato il vuoto per un paio di secondi con la mente offuscata da mille pensieri che seguivano uno dietro l’altro, si rivolse alla ragazza. “Talullah” la chiamò e la ragazza alzò velocemente la testa per guardare il centauro. “Avvisa gli altri. I romani stanno arrivando.”
 

 
 
 
Aloha, sexy people!
Vi do il benvenuto in questa nuova avventura! Sì, lo so, come prologo non è esattamente il massimo, chiedo scusa per questo, ma spero che in ogni caso abbia stuzzicato un tantino la vostra curiosità!
Senza ulteriori indugi vi spiego un tantino le regolucce per questa storiella :)

Number one!
Ho bisogno di:
- 4 semidei greci;
- 4 semidei romani;
- 4 semidei (greci o romani che siano) cattivi;
Scrivetemi nella recensione sesso, genitore divino, se è greco o romano e schieramento :)
Number two!
Non accetto Mary Sue/Gary Stu e figli dei Tre Pezzi Grossi. Sorry people, ma tanto ci sono infinite divinità meravigliose, perciò non sarà certo un problema, no?
Number three!
Gli OC saranno scelti da me e vi prego di non offendervi se il vostro non dovesse essere preso. Io vi voglio bene.
Number four!
Avete tempo fino all’11 luglio per inviarmi tutte le schede!
Ed ora, signori, a voi la scheda! (i campi in corsivo sono facoltativi)
 
Nome:
Secondo nome:
Soprannome:
Cognome:
Età:
Genitore divino, famiglia mortale e rapporti:
Greco o Romano:

Buono o cattivo?:
Aspetto fisico:
Descrizione psicologica: (dettagliata, per favore!)
Storia:
Arma:
Poteri: (non esagerate, please)
Cosa ama?:
Cosa odia?:
Relazione con altri OC: (potete mettervi d’accordo :) )
Orientamento sessuale:
Prestavolto:
Altro:

 

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Capitolo 2
*** I Prescelti ***


I Prescelti

 
Buon pomeriggio, semidei!
Sono finalmente qui con la selezione degli OC di questa storia! Prima cosa di tutto, non prendetevela se i vostri personaggi non hanno superato la selezione. Comunque faranno delle comparse, non preoccupatevi :)
Poi vi prego di non sparire, altrimenti spariranno anche i vostri pargoli :D
Se volete venire a stalkerarmi e chiedermi informazioni vi lascio i miei due contatti! Ask: @IsabelDeLafayette Twitter: @lafbaguettee
Credo di aver finito, vi lascio alla lista. *rullo di tamburi*

 
Greci


 
Alan Griffiths, figlio di Persefone, eterosessuale di Lady Of Castamere
 



Luxury Renèe Poirot, figlia di Eros, eterosessuale e omoromantica di V e n o m



Alexander Townsend, figlio di Clio, panromantico di Pendragon



Dexia Young Lee, figlia di Astrea, eterosessuale, di Aiko_Miura_36



Lorcan Tony Cunningham, Indeterminato, bisessuale, di Sabaku No Konan Inuzuka



Romani



Deanne Lewis, figlia di Mania, eterosessuale di Kaira Jackson



Lucas Hilbert, figlio di Cloalcina, bisessuale di _little_sweet_things_



Aurea Andromeda Lancaster, figlia di Aurora, eterossessuale di auryborely1998



Exikaya Lumier, figlio di Aquilone, bisessuale di DarkDemon



Reagan Meredith Towers, figlia di Bellona, lesbica, di Camillas


Villains



Gypsy Muriel Handy, figlia di Emera, eterosessuale di _Littles_


Kaspar Ostergaard, figlio di Vittoria, asessuale, di Saroyan



Quinn Elizabeth Manning, figlia di Moros, bisessuale, mio OC



Nathaniel Knox, figlio di Fortuna, eterosessuale mio OC



Deianee Maeve Lilithfille
, figlia di Ecate, bisessuale, di Briciole_Di_Biscotto

 

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Capitolo 3
*** Nuovi Arrivati ***


Luxury Renèe Poirot

 
Luxury era seduta sulle scale di pietra dell’arena con le gambe a cavalcioni e guardava con un ghigno divertito il suo fidanzato, Alan Griffiths, che faceva pratica con il suo pugnale. Il povero manichino davanti a lui accusava i numerosi colpi perdendo di tanto in tanto qualche arto.
La figlia di Eros si esibì in un fischio ammirato e il suono fece fermare Alan che si girò a guardarla. Aveva i capelli scuri appiccicati alla fronte dal sudore che scendeva in piccole gocce lungo il suo viso, il suo collo fino a scendere sotto la canotta bianca che indossava. “Accidenti, Allie, non ti piaceva per niente quel manichino!” disse Luxury. Alan si accigliò.
“Non chiamarmi Allie.” borbottò. Il ghigno di Luxury divenne più ampio e più malandrino. Alan odiava i soprannomi che Luxury gli affibbiava e lei amava infastidirlo.
“Preferisci Lulu?un’occhiataccia da parte del figlio di Persefone. Lannie?” Alan storse il naso. “Griffy?
Alan sbuffò. “Preferisco Alan, grazie.”
Luxury alzò gli occhi al cielo  e si alzò. La brezza estiva le smuoveva delicatamente la gonna color pesca che le arrivava fino a metà coscia e i capelli biondi, che le oscuravano la visuale a causa delle ciocche che si stanziavano prepotenti davanti ai suoi occhi verdi bottiglia.
Prese un elastico color sangue che aveva intorno al polso e iniziò a legare i suoi capelli in uno chignon disordinato mentre si avvicinava al Alan. Una volta accanto a lui incrociò le braccia al petto, squadrandolo dal basso verso l’alto e poi scuotendo il capo.
Mon Dieu, Allie sei così rigido! lo rimproverò, anche se nel suo tono si poteva percepire lo scherzo. “Devi essere più rilassato quando pugnali qualcuno. Dentro e fuori con fluidità, rilassati un po’!” suggerì molleggiando sulle gambe.
Alan la guardò perplesso. “Luxury hai mai pugnalato qualcuno?” chiese. Luxury lo guardò con un’espressione indecifrabile poi si guardò intorno, come a vedere se ci fosse qualcuno in agguato, e poi si avvicinò al viso di Alan. Avvicinò le labbra all’orecchio del ragazzo senza problemi, essendo alti uguali.
“Ciò che accade in Belgio resta in Belgio.” dichiarò. Alan la guardò, cercando di capire se stesse scherzando o meno, ma Luxury non gli diede il tempo di pensarci troppo perché posò le mani sulle sue spalle, che erano tenute rigidamente alte, e premette per abbassarle leggermente. “Devi essere più sciolto, mon amour. Non puoi essere così rigido nei combattimenti. Devi essere libero e aggraziato…” e detto ciò si esibì in un delicatissimo grand jetè e ritornò a terra con la grazia di una farfalla. “Come una gazzella.” terminò, mettendo le mani sui fianchi.
“Peccato che mi manchino i tuoi otto-“ iniziò, ma Luxury lo fermò, alzando nove dita. Novesi corresse. “anni di danza.”
“Non c’è bisogno di essere una ballerina per essere sciolto, Lulu.” poi sorrise divertita. “Devi, come si suol dire, toglierti il proverbiale bastone dal culo.” e poi scoppiò a ridere, mentre probabilmente Alan, che era leggermente arrossito, stava riconsiderando la loro intera relazione.
“Sei assurda.” affermò Alan mentre Luxury ancora rideva.
Luxury smise di ridere e spalancò gli occhi. “AAAWW Allie! È la cosa più dolce che tu mi abbia mai detto!” affermò per poi buttare le braccia intorno al collo del ragazzo schioccandogli un bacio sulla guancia.
Prima che Alan potesse replicare sentirono una voce squillante ripetere in continuazione, come un disco rotto, “I CAPOCABINA VADANO IMMEDIATAMENTE ALLA CASA GRANDE. STANNO ARRIVANDO DEI ROMANI!”
“Romani?” chiese Alan confuso, guardando la figlia di Eros. Luxury, in tutta risposta, sorrise ampiamente e saltellò battendo le mani.
“Oh, dei, che bello! Nuove persone!” disse eccitata. “Andiamo, Nanetto Lannie!L
Luxury non aspettò nemmeno il suo ragazzo che si avviò correndo verso la Casa Grande.
“Ha parlato il gigante!” replicò Alan.
La figlia di Eros si voltò, continuando a camminare all’indietro, e si puntò gli indici verso il viso. No, ha parlato la piccola quindicenne che è alta quanto il suo ragazzo diciassettenne!”
 

Exikaya Lumier

 
Exikaya si guardava intorno, studiando le chiome degli alberi che venivano mosse dal vento leggero causando un rilassante fruscio. Adorava la natura e il vento e notando come il sole illuminasse perfettamente la sommità degli alberi non poté far altro che prendere in mano la vecchia polaroid che teneva appesa al collo e puntarla in alto, premendo il piccolo pulsante producendo un click. Dopo pochi secondi un piccolo rettangolino venne sputato fuori dalla macchinetta. Exikaya lo prese, agitandolo e soffiandoci sopra.
Lentamente comparve l’immagine delle chiome verdi brillanti con i raggi del sole che filtravano fra i piccoli spazi. Bellissimo.
Exikaya era così preso dalla foto che non si rese conto che i suoi altri compagni si erano fermati, e di conseguenza andò a sbattere contro Reagan Towers.
“Scusami Reagan mi ero distratto e-” ma Reagan lo fermò agitando una mano con noncuranza. Exikaya annuì, facendo per rimettere la foto in tasca ma all’improvviso comparve una biondina al suo fianco e guardò la fotografia.
“Che bella foto Exi! Certo che hai talento!” si complimentò con un sorriso. Il figlio di Aquilone sorrise riconoscente.
“Grazie Rea.” rispose e poi mise via la foto, guardando l’ingresso in legno davanti a lui che recava incise delle lettere in greco.
Non era mai stato al Campo Mezzosangue ed era molto curioso di visitare questo luogo greco e confrontarsi con gli altri semidei.
“Guardate che l’ingresso non vi mangia mica!” esclamò Luke Helbig, nocxtando come i suoi compagni stessero fissando l’ingresso senza muoversi minimaente, ed aprì le danze entrando nel Campo Mezzosangue.
Exikaya lo seguì ed entrò nel Campo Mezzosangue. Non appena entrarono nel Campo si ritrovarono un ragazzo davanti a loro.
“Buongiorno!” esclamò. “Voi dovete essere i romani di cui si parla tanto.” dedusse mettendo le mani sui fianchi e guardando tutti i nuovi arrivati interessato.
“Proprio noi.” confermò Reagan annuendo.
“Lorcan Cunningham, piacere di conoscervi gente!” si presentò con un grande sorriso sulla faccia. “Suppongo che vogliate vedere Chirone. Venite!” disse e guidò il gruppo attraverso il Campo.
Exikaya si guardò intorno durante tutto il tragitto, osservando i vari semidei greci che si allenavano, parlavano tra di loro, svolgevano vari lavori… la maggior parte di loro fissava con curiosità il gruppo di romani e il figlio di Borea iniziava a sentirsi un po’ a disagio a causa di tutte quelle paia di occhi fissi su di loro.
Ringraziò mentalmente ogni singola divinità esistente quando la loro guida si fermò davanti ad una grande casa blu e bussò.
La porta si aprì e mostrò un ragazzo sui sedici anni dai disordinati capelli ricci e due occhi azzurri limpidissimi. I suoi occhiali neri erano scivolati leggermente sul naso e nella mano destra stringeva un libro dalla copertina blu petrolio che recava scritto sul dorso il titolo in caratteri dorati.
“Alexander!” lo salutò Lorcan, dandogli una pacca sulle spalle. Il ragazzo, Alexander, ricambio il saluto e poi si rivolse ai romani.
“Buongiorno compagni! Io sono Alexander Townsend, piacere.” Rivolse un generoso sorriso gentile a tutti loro, che non durò molto in quanto svanì non appena un centauro comparve alle sue spalle. Chirone.
“Figliolo, credo che non ci sia tempo per le presentazioni. Abbiamo molto di cui parlare.” Disse serio, accarezzandosi la barba. Alexander annuì e si spostò, lasciando spazio ai semidei romani per entrare.
 
 

Deianee Maeve Lilithfille
 
 
La pazienza di Deianee si era decisamente esaurita. Non capiva perché tra tutti dovesse essere proprio lei la povera martire da sacrificare per rimanere insieme a Gypsy Handy nel covo. Gli altri tre componenti del gruppo erano partiti per recuperare un manufatto importante per la riuscita della loro missione, e a lei era toccato il compito di sorvegliare il covo e la figlia di Emera.
Era sul punto di trasformarla in un insetto e schiacciarla e lo avrebbe fatto, se solo non fosse stata una parte importante del piano.
La figlia di Ecate in quel momento era seduta su una sedia e aveva i piedi incrociati sul tavolo, mentre sulle sue gambe coperte da degli shorts e delle calze a rete c’era in bilico un librone. Sul tavolo erano poggiati dei fogli e una penna, che utilizzava per scrivere ciò che trovava di utile nel grosso volume, e accanto ad essi un piatto di patatine fritte da cui ne prendeva una di tanto in tanto per mangiarla lentamente.
In tutto ciò, di fronte a lei, era seduta Gypsy, con i capelli di quell’irritante rosa pastello che le cadevano disordinati sulle spalle, che osservava ogni singolo suo movimento.
Deianee cercava di ignorarla, concentrandosi più che poteva sul grosso vecchio librone, ma non riusciva a non sentire gli occhi marroni della ragazzina che la esaminavano.
Ad un certo punto chiuse il libro di scatto, voltandosi completamente verso la sua compagna non tanto desiderata. “Mi spieghi che problemi hai, Handy?” sputò fuori le parole con un tono aspro e velenoso.
Gypsy, in tutta risposta, inclinò la testa di lato con fare innocente e sorrise divertita. “Che ho fatto?” chiese fingendo un’innocenza che non le apparteneva.
Deianee agitò una mano in aria con fare infastidito. “Questo tuo fissare costantemente le persone.”
“Mi piace!” esclamò Gypsy, allungando una mano e prendendo una patatina dal piatto di Deianee.
“A me no. Smettila.” Rispose la figlia di Ecate. Poi aggiunse “Di fissare, parlare e giocare con quelle maledette bambole.”
Gypsy guardò le sue bambole delle Monster High e non rispose. Deianee sospirò e riaprì il libro, ritornando a leggere tutto sul Grande Padre. Purtroppo la tranquillità non durò a lungo, ma non ci sperava nemmeno tanto comunque.
“Ian.” Chiamò Gypsy. La figlia di Ecate chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. “Ian.” La ignorò di nuovo. “Iaaaaaaan!”
“Non puoi ucciderla. Ricordalo.” Iniziò a ripetere questa frase come fosse un mantra.
“Agente 00G ad Agente 00D. Mi ricevi 00D?” la big bubble umana non demordeva.
“Sono sicura che non sia poi così importante per la missione…”
“Che vuoi, ragazzina?” Deianee richiuse nuovamente il libro, arrendendosi al fatto che con quella figlia di Emera in giro non sarebbe riuscita a fare nulla.
Gypsy spinse una bambola verso di lei. “Vuoi giocare?” chiese.
“Mi prendi in giro?” fu la risposta di Deianee.
Gypsy la guardò confusa. “No. Guarda, ti ho dato la strega!” disse indicando la bambola. Deianee alzò gli occhi al cielo esasperata ma, prima che potesse di nuovo rivolgersi alla ragazza con un commento acido, un lampo di luce catturò la sua attenzione.
Deianee si alzò e si diresse velocemente verso la struttura di pietra simile ad un abbeveratoio per uccellini, seguita immediatamente da Gypsy.
Deianee vide un gruppo di ragazzi davanti a quella che riconobbe come la porta del Campo Mezzosangue e sorrise compiaciuta. “Giusto in tempo, come avevo previsto.” disse e mosse una mano sopra la fonte, facendo spegnere quella luce violastra e “spegnendo” le immagini che venivano proiettate.
“Cosa?” chiese Gypsy.
“I romani sono arrivati al Campo Mezzosangue.” Spiegò con un sorriso glaciale.
“Interess- ah!Gypsy lasciò cadere le bambole e si strinse i polsi. Dallo spazio fra le sue dita scendevano dei rivoli rosso scuro che scivolavano sulla sua pelle fino a toccare il pavimento. Deianee guardò l’orologio appeso sul muro. Le tre in punto. Come al solito.
Si avvicinò al tavolo e prese uno strofinaccio, lanciandolo poi contro la ragazza. “Non fare macello, Handy.”
 
 
Aloha!
Che l’avventura abbia inizio, semidei!
Vabbeh in questo capitolo non è che ci sia così tanta avventura e ne sono consapevole ma vi prometto che già dal prossimo si inizierà ad entrare più nel dettaglio :3
Infatti come avrete notato sono rimasta molto sul vago perché non voglio svelare tutte le mie carte adesso u.u
Ho deciso di fare tre pov a capitolo per ora. Un greco, un romano e un cattivo :)
Dopo aver finito i capitoli di presentazione non sono sicura di come strutturerò i pov ma vabbeh.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ho reso bene i vostri personaggi, se c'è qualcosa che non vi piace... insomma, tutto quello che volete!
Se poi avete domande o volete semplicemente venire a salutarmi potete trovarmi su
ASK: @IsabelDeLafayette
Vado parecchio di fretta quindi scusatemi!
Al prossimo capitolo!


Lafayette.

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Capitolo 4
*** La Profezia ***


♣ Alexander Townsend ♣


Alexander era raggomitolato su una poltrona con le gambe incrociate e un libro su Elisabetta I d’Inghilterra in equilibrio sul ginocchio. Sul bracciolo della poltrona di cui si era impossessato era appollaiato Lorcan Cunningham, che dondolava avanti e indietro le gambe con fare infantile, e giocava distrattamente con i disordinati capelli ricci del figlio di Clio.
Tutti i Capo Cabina erano seduti un po’ ovunque, sia su sedie, divani e poltrone che sul pavimento, e guardavano incuriositi i romani. Alcuni bisbigliavano fra di loro, interrogandosi sui correnti eventi, levando un brusio intenso.
Chirone diede due colpi di tosse per zittire tutti e attirare l’attenzione. “Semidei! Come ben saprete le forze del male si sono nuovamente svegliate-” il centauro fu interrotto da un grugnito di Lorcan.
“E quando mai!” sbuffò per poi lasciarsi cadere con fare melodrammatico addosso ad Alexander, che ridacchiò e gli poggiò il suo libro in faccia. La scena scatenò risolini divertiti da quasi tutti i semidei, eccezion fatta per quelli più brontoloni, chiaramente.
Seduta in braccio al suo ragazzo, Luxury Poirot puntò un indice verso la poltrona dove i due ragazzi erano seduti. “Non per essere indelicata ma che ci fa lui qui?”
Lorcan schioccò le dita. “Alexander?” disse da sotto il libro scuro.
“Lorcan non credo che-” ribatté il figlio di Clio.
“Alexander?” disse di nuovo Lorcan.
Alexander rise e poi sospirò esasperato. “Non essendo riconosciuto, per quanto gli riguarda può essere anche un Capo Cabina. Perciò, per sicurezza, partecipa a tutte le riunioni.” spiegò, poi portò le mani a coprire le orecchie di Lorcan. “Abbiamo provato a liberarci di lui ma è peggio di una cimice.”
“Guarda che ti sento.” borbottò Lorcan. Il figlio di Clio mormorò un leggero ops.
Chirone si schiarì la voce. “Ad ogni modo!” disse spazientito. “L’augure del Campo Romano ha avuto delle premonizioni riguardo ad un nuovo imminente pericolo. Il nostro Oracolo” e indicò Rachel Elizabeth Dare, seduta pensierosa per terra, ”non ha ancora ricevuto alcuna profezia dal divino Apollo, ma contiamo che arrivi presto questo momento. Nel frattempo…” e gesticolò verso il gruppo di romani compresso su un divanetto. Una ragazzina bionda, che si era presentata come Aurea Lancaster, diede due pacche sulla spalla ad un ragazzo dai capelli rossi e lunghi, che si alzò un po’ goffamente.
“Io-” disse con voce tremante e poi tossi piano. “Io sono Ichabod York, augure del Campo Giove. Ho ricevuto dagli dei visioni di una figura che si innalzava dal mare e che parlava di tornare a casa. Ho visto il cielo farsi più scuro e inghiottire il mondo e la figura che avevo visto in precedenza ridere seduto su un trono di stelle.”
Alexander si acciglio e si morse il labbro con fare pensieroso, tamburellando nervsamente le dita sul suo libro, cosa che infastidì Lorcan la cui faccia era ancora sotto il volume.
“Che ti prende?” mormorò Lorcan afferrando il libro e poggiandolo per terra, lontano dalla sua faccia e dalle mani del figlio di Clio.
Alexander scosse il capo. Non ne sono sicuro, non posso scatenare il panico per un semplice sospetto, si disse, e così rispose al suo amico. “Solo un’idea.”
Non appena ebbe detto queste parole, però, Rachel si alzò in piedi e spalancò gli occhi, mentre una nebbiolina verde iniziò ad uscirle dalla bocca, avvolgendola.


✴ Deanne Lewis ✴


Deanne aveva appena finito di ascoltare, di nuovo, la premonizione di Ichabod York, e cercava di capire chi potesse essere questa figura che siedeva su un trono di stelle.
Ogni ipotesi che le veniva in mente le sembrava più assurda ma allo stesso tempo plausibile, e questo la spaventava.
Non ebbe poi così tanto tempo per pensarci in ogni caso, perché l’Oracolo del Campo Mezzosangue si alzò in piedi di scatto e venne circondata da una densa nuvola verde. Lei e gli altri romani scattarono subito in posizione di combattimento, ma Ichabod alzò una mano per fermarli e obbligò i suoi compagni a fare un passo indietro.
Rachel avanzò di qualche passo fino a posizionarsi al centro della stanza e ogni volta che espirava un rantolo le usciva fuori dalla gola. Si annunciò come spirito dell’antico oracolo di Delfi e portavoce del dio Apollo per poi iniziare a parlare in rima.

“Tutto ciò che si rompe si può riparare,
il freddo infinito sta per tornare,
affamato di vendetta tutto inghiottirà,
e sul suo antico trono nuovamente siederà.
La fine è vicina, possiamo solo aspettare,
questo a meno che degli eroi decidano di lottare.
L’etere splendente sul mondo scenderà,
a noi i prescelti valorosi mostrerà,
e se il duro incarico loro accetteranno,
impensabili sfide davanti a loro attenderanno.
Uniti e con i piedi per terra dovranno rimanere,
o ciò che otterranno sarà una morte amara come il fiele.”


Le gambe di Rachel cedettero e rovesciò gli occhi all’indietro, cadendo per terra. Chirone l’afferrò appena in tempo e si fece aiutare da alcuni semidei a posizionarla sulla suo dorso equino.
Quella profezia sconvolse Deanne, che rimase pietrificata a guardare la nebbiolina che si diradava lentamente. A riscuoterla dai suoi pensieri fu una voce femminile.
“Oh, cavolo.” Esclamò la ragazza dai tratti asiatici. ”Se è chi penso che sia siamo fregati.” Decretò facendo schioccare la lingua.
“A chi ti riferisci?” chiese Luke inarcando un sopracciglio, non apprezzando particolarmente gli indovinelli.
La risposta, tuttavia, non arrivò dalla ragazza. “Urano.” Rispose uno dei ragazzi che aveva messo su uno spettacolino prima, quello con il leggero accento inglese il cui nome doveva essere Alexander, in un tono di voce che sembrava più un sussurro a se stesso.
Come sospettavo, pensò Deanne, mordendosi l’interno della guancia.
“Il pianeta?” chiesa una biondina.
Il ragazzo sui cui era seduta, presumibilmente il suo fidanzato, sospirò e disse lentamente, scandendo bene le parole “Il dio primordiale, Luxury.”
Luxury agitò con noncuranza la mano. “Ah, quello.”
“Dovremmo combattere contro il cielo. Fantastico.” Sospirò la figlia di Mania, passandosi una mano fra i corti capelli color mogano, e quando notò che aveva attirato l’attenzione di tutti su di lei abbassò la testa, fissando lo sguardo sul pavimento.
“Beh, Caligola una volta dichiarò guerra al mare e ordinò ai suoi soldati di lanciare spade, lance e tutto quel ben di dio bellico in acqua.” disse Alexander e Deanne capì che stava tentando di allegerire la tensione. Deanne alzò la testa e spostò lo sguardo su di lui, vedendo il ragazzo steso su di lui, Lorcan, iniziare a premergli ripetutamente il dito sul naso mentre diceva “Maledizione chi ha aperto Wikipedia?”



✖ Nathaniel Knox ✖



Nathaniel era appena rientrato nel covo insieme a Quinn Manning e Kaspar Ostergaard e si era lasciato cadere senza alcuna grazia su una sedia accanto a Gypsy, che siedeva leggermente imbronciata con i polsi fasciati da delle bende inzuppate di sangue, lanciando sul tavolo un fazzoletto color petrolio con un sorriso vittorioso.
Deianee afferrò il fazzoletto con cura e lo guardò attentamente, aprendolo piano per osservare il liquido dorato di cui era macchiato.
“È…” disse piano, incredula.
Quinn annuì soddisfatta. “Ci puoi scommettere.”
Gypsy, che fino a quel momento era rimasta a guardare i suoi polsi bendati con sguardo critico e spento, alzò di scatto il capo e sembro rianimarsi. “Come avete fatto?”
Il figlio di Fortuna sorrise allegro e poggiò i gomiti sul tavolo, incrociando le braccia e sporgendosi in avanti. “Be’, il destino era avverso alla nostra povera vittima,” disse guardando Quinn, figlia di Moros, dio del destino avverso, “la fortuna era con il nostro gruppo,” e si diede due leggeri colpi sul petto, “Praticamente la vittoria era dalla nostra parte!” e infine guardò Kaspar, figlio di Vittoria, e scoppiò a ridere.
Kaspar grugnì infastidito e lasciò la stanza, rintanandosi probabilmente in camera sua. ”Musone!” gli urlò dietro Nathaniel, ridendo sempre di più.
“Ma che simpaticone.” replicò Deianee, continuando a studiare il fazzoletto di raso.
Gypsy gli diede un colpetto sul braccio. “A me è piaciuta.” Poi fece scivolare una bambola nella sua direzione, e il ragazzo la prese e la studiò, emettendo un verso d’approvazione.
“Però, è carina.” disse.
“Peccato che non sei il suo tipo, Nat.” Gli disse.
Il figlio di Fortuna si posò una mano sul petto con fare ferito. “Scusami? Gee, io sono il tipo di tutti. Non vorrei peccare di vanagloria, ma sono bello, talentuoso e simpatico. Tutti mi vorrebbero.
“Ma anche no.” Replicò Quinn, poi si avvicinò a Deianee e le mise un braccio intorno alle spalle. “Ripetimi a cosa serviva il sangue di Afrodite?”
La figlia di Ecate lasciò il fazzoletto e girò lentamente la testa verso la figlia di Moros. ”Ricordi la storia della nascita di Afrodite?”
Quinn annuì. “Quando lo fecero a pezzi una piccola parte del suo sperma cadde in mare e creò la spuma marina, dalla quale nacque Afrodite.”
Nathaniel ridacchiò. “Le persone si fanno il bagno nello sperma di Urano.”
Deianee chiuse gli occhi esasperata e prese un respiro profondo, evidentemente contando fino a dieci prima di parlare di nuovo. “Qui dentro c’è intrinseca l’essenza di Urano.” Disse indicando il fazzoletto.
“Che schifo.” Disse Gypsy. “Però è figo.”
Deianee si alzò e prese il pezzo di stoffa e il suo libro. “Vado a studiare nel dettaglio la procedura per l’incantesimo.”
Quinn le sorrise maliziosa. “Vengo ad aiutarti.”
“Vi direi prendetvi una stanza ma non credo che ce ne sia bisogno.” Disse Nathaniel.
“Chiudi il becco, Knox.” Risposero Quinn e Deianee, facendo ridere Gypsy.




Aloha!
Guardate un po’ chi è tornato! All’una di notte vi porto il capitolo nuovo. Amatemi eh.
Scusate se ho tardato, mi si è cancellato il capitolo tre volte, e w.
Dunque qui si scoprono un po’ di altarini, soprattutto sull’identità del nostro nuovo nemico e su che cosa volevano trafugare i cattivi!
Spero vi sia piaciuto e al solito scusatemi per gli errori! Se avete critiche prego, parlate pure, servono a migliorare e le accetto volentieri! :3
Per quanto riguarda le recensioni… non riesco a rispondere ora, ma le ho lette e amate tutte. Siete fantastici! A queste risponderò. Giuro.
Se poi avete domande o volete semplicemente venire a salutarmi potete trovarmi su
ASK: @IsabelDeLafayette
Ok, adesso devo scappare. Alla prossima!

Lafayette.

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Capitolo 5
*** Il Tour ***


♣ Dexia Young Lee ♣



Chirone aveva dismesso tutti i semidei e quasi tutti si erano dispersi in men che non si dica. Dexia notò che i romani si erano alzati dal divano un po’ incerti, visto che essendo estranei non sapevano chiaramente come muoversi.
Così si avvicinò a loro con un grande sorriso e allungò una mano. “ciao! Io sono Dexia Young Lee, figlia di Astrea.”
I romani si presentarono uno a uno con un po’ di diffidenza, eccezion fatta per il ragazzo dai capelli blu, Exikaya, che era stato gentile e ben disposto, e una ragazzina bionda, Aurea, che si era presentata piena di eccitazione di conoscere nuova gente.
Dexia si voltò a destra, vedendo Lorcan ancora su Alexander e quest’ultimo che minacciava di buttarlo a terra se non si fosse mosso. La figlia di Astrea puntò un dito contro di loro. “Alexander Townsend e Lorcan Cunningham. Se ve lo state chiedendo sì, sono sempre così.
In quel momento Lorcan scattò in piedi e mise la mani sui fianchi, guardando nella direzione di Dexia e i romani. “Chi mi ha invocato?” chiese.
“La vera domanda è perché lo avete invocato.” replicò Alexander, alzandosi in piedi e stringendo il suo libro al petto. La testa di Lorcan scattò verso il ragazzo, mettendo una mano sul cuore e fingendo di essere stato mortalmente ferito.
“Questo è scortese.” gli disse. ”Tra noi è finita.”
“Come soffro.” Rispose Alexander sporgendo il labbro inferiore all’esterno. Dexia, Exikaya e Aurea ridacchiarono a quella scena, mentre gli altri sembravano più confusi.
Sempre così.” ripetè nuovamente Dexia, per rendere chiaro il concetto. “In ogni caso… vi va di fare un giro del Campo? Saremmo molto felici di accompagnarvi!” sorrise calorosamente.
Chi sarebbe molto felice?” chiese Lorcan e Alexander lo colpì sul petto.
Felicissimi. assicurò Alexander. “Vi piacerà il Campo, vi troverete benissimo!”
“Se non morite a causa di questa nuova minaccia prima.” disse con disinvoltura Lorcan.




◼ Luke Hilbert ◼



Luke pentì immediatamente di essersi presentato come figlio di Cloalcina.
Mentre tutti ascoltavano le spiegazioni date dal figlio di Clio e la figlia di Astrea, lui era distratto da una voce petulante che non faceva che porgli domande assurde sulla sua discendenza divina.
“Ok quindi controlli il sistema fognario, giusto?” chiedeva Lorcan, immobile accanto a lui. Luke annuì, e per la prima volta si rese conto che non era lui ad essere irritante. “Allora anche i coccodrilli e i serpenti che si nascondono nelle fogne sono tuoi soggetti?”
Luke sbuffò e si allontanò leggermente da Lorcan. “Vai a chiederglielo.” Brontolò, cercando di concentrarsi sulla voce allegra di Dexia. Lorcan si riavvicinò a lui.
“Sarebbe figo, però!” disse Lorcan. “Immagina di odiare qualcuno e volergli fare un brutto tiro.” Per qualche ragione, Luke non trovò così difficile immaginare questa situazione. “Questo qualcuno va al bagno e tutti sanno che al bagno siamo più vulnerabili-“ Luke emise un lamento esasperato. “Guarda che è vero! Wiki! È vero che in bagno siamo più vulnerabili?”
Alexander Townsend smise di parlare e diresse la sua attenzione a Lorcan. “Verissimo. È lì che preferiscono colpire i serial killer, infatti. Prendi Psycho di Hitchcock.”
“Wikipedia ha parlato.” decretò Lorcan. “Dicevo…immagina questa persona che si siede sul gabinetto e poi oh sento qualcosa toccarmi il didietro… OH! È un serpente!
Luke si passò una mano fra i capelli biondi. “Bella idea!” esclamò. “E visto che mi sento buono… ti consiglio di farla in una bottiglia d’acqua da ora in poi.”
“Ma questa era una minaccia!”
“Allora non sei stupido come pensavo.”
“…però significa che puoi davvero controllare le creature delle fogne?” chiese Lorcan dopo un prolungato silenzio. Luke aveva una risposta pronta per distruggerlo, ma la voce di Dexia lo fermò.
“Be’, ragazzi, il tour è finito. Sono sicura che sarete molto stanchi per il lungo viaggio,” stanchi? Ci siamo solo spostati dall’altra parte degli Stati Uniti. Stanchi. Figurati, pensò Luke, ma non disse nulla per una volta. “Potete tornare nella Casa Grande per riposarvi e ci vediamo questa sera al falò!”



◈ Gypsy Handy ◈



“Continua a sanguinare?” chiese distrattamente Nathaniel tirandola fuori dai suoi pensieri. Per gli ultimi quindici minuti Gypsy aveva continuato a fissare i polsi avvolti frettolosamente da un precario bendaggio ormai sporco di sangue. Lei annuì piano e Nathaniel si alzò, dirigendosi verso un mobile a aprendo la piccola anta nera.
Le dita erano sporche di un velo rossastro e la ragazza provò un moto di rabbia verso sua madre perché quella maledizione era colpa sua.
Nel sangue che sgorgava dalle vene blu del braccio percepiva la sofferenza di tutte quelle persone che, ancora così piccola, aveva ucciso senza esitazione e senza rimorso, suo padre in primis. Queste sue azioni spietate disgustarono Emera, soprattutto quando lei rese chiaro che non provava dispiacere in ciò che aveva fatto, così che maledisse la ragazza, costringendola a sanguinare dai polsi ogni giorno allo stesso momento, per un’ora intera.
Nathaniel si sedette di fronte a lei, prendendole le mani e avvicinando i polsi a lui, svolgendo piano le bende che le avvolgevano la pelle e rivelando dei tagli di circa dieci centimentri che riversavano sangue. Il figlio di Fortuna non battè ciglio dinanzi a quello spettacolo ben poco piacevole e sostituì le bende sporche con delle pulite, questa volta rosa e con dei disegnini colorati disegnati. “Dove hai trovato queste bende?”
Nathaniel si strinse nelle spalle, assicurando per bene le bende intorno all’avambraccio di Gypsy. “Mentre tornavamo le ho viste e ho pensato che ti sarebbero piaciute.”
Gli occhi di Gypsy si illuminarono. “Aw Natie! Le hai rubate per me?”
Il ragazzo le diede un buffetto sulla guancia. “Tutto per la mia bambolina.” E ammiccò in modo seducente, sebbene avesse un proposito scherzoso rispetto alle altre volte.
La figlia di Emera si lanciò contro il ragazzo e schioccò un bacio sulla sua guancia, con gli occhi ancora scintillanti di gioia, e poi ritornò a guardare le bende con un sorriso enorme. Sanguinare dal polso non era esattamente il massimo, ma quelle bende avrebbero reso l’esperienza più gradevole.
Ad un tratto un lampo di luce catturò la loro attenzione e i due si voltarono, vedendo che nella piccola fontana magica usata da Deianee qualcosa si era agitato.
Gypsy assunse un’espressione eccitata e curiosa e si alzò, saltellando fino alla fonte. “Problemi in paradiso!” urlò deliziata.



Aloha!
Ecco a voi il nuovo capitolo, un obbrobrio in cui non si va avanti con la trama! Lo so è tutto un botta e risposta stupido ma volevo iniziare a creare qualche rapporto tra i personaggi e stabilire delle dinamiche. Dal prossimo ritornerà l’azione.
Spero che in ogni caso vi sia piaciuto. Fatemelo sapere, adoro le vostre recensioni e ancor di più quando ci sono delle critiche perché voglio migliorare.
Al solito se avete domande o volete semplicemente venire a salutarmi potete trovarmi su
@IsabelDeLafayette
Alla prossima!

Lafayette.

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