E. J.x Becky

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Pizza ai reni ***
Capitolo 3: *** A spasso ***
Capitolo 4: *** Ultimo giorno? ***
Capitolo 5: *** E. J.x Becky ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Eyeless Jack si sistemò la maschera, prese il bisturi e uscì con le mani in tasca, pronto per la notturna caccia. Camminò sempre sul lato più buio delle strade, cercando di farsi notare il meno possibile. Quando fu in periferia, decise di entrare in una casa e assaggiare finalmente un rene italiano.
Quello era il primo giorno che passava in Italia, più precisamente a Napoli. Ce n’erano di cose da vedere, anche per un senz’occhi.
Jack finì con la sua preda, constatando che le persone, qualunque fosse la loro nazionalità, si comportavano allo stesso modo quando giungeve la loro ora. Uscì di nuovo, non ancora sazio. Strada facendo, si chiese se sarebbe stata una buona idea mettere qualcuno di quei succulenti organi da parte per poi farsi una pizza ai reni. Ne avrebbe parlato con Jeff, in vacanza con lui. Non che si aspettasse un consiglio dal killer, ma almeno avrebbero avuto un nuovo argomento di conversazione.
E. J. entrò in una seconda casa. Stavolta dovette lottare un po’ di più, ma tutto filò lo stesso liscio come l’olio. “Ancora una e poi a letto” pensò mentre si dirigeva all’albergo. Dopo qualche isolato si fermò a fare la conta delle abitazioni per scegliere in quale entrare. Si immobilizzò. Si sentiva osservato. Si guardò intorno, ma per strada non c’era nessuno. Si accorse allora di una ragazzina che lo fissava con occhi sgranati dalla sua finestra.
Cazzo, mi ha visto. Beh, ora so chi è la mia ultima vittima.
Jack si diresse verso la finestra. La ragazza indietreggio, sempre con la stessa espressione. Il killer ora era nella stanza. Si rese conto che sul volto della tipa non v’era dipinta paura. Era incredula, ma non spaventata. Jack ne fu sorpreso. La ragazza girò intorno a lui, toccò per un attimo la sua felpa e tornò di fronte a lui. Eyeless Jack le tappò subito la bocca. Non erano urla di orrore che tratteneva. Anzi, gli sembrava che stesse dicendo “Sei reale! Esisti! Mi stai toccando!” Il resto era incomprensibile. Jack decise di andare a capo di quella storia.
“Ora io ti lascio” sussurrò. “Ma tu non urli, altrimenti rinuncio a soddisfare la mia curiosità e ti uccido subito.”
La ragazza annuì, sorridente. E. J. la spinse sul letto.
“Come fai a sapere chi sono?”
“So tutto su di voi! Ma soprattutto su di te, mio amore!”
“Sssh, non urlare. Come, scusa?!”
Ma ora la ragazza si era zittita e lo contemplava tutta felice. Jack la fissò a sua volta: come conosceva tutti loro? Perché lo aveva chiamato mio amore?
“Io sono Becky” si presentò lei, come se lui le avesse chiesto il nome.
“D’accordo, Becky, come cavolo fai a conoscerci?”
“Su internet ci sono tutte le vostre storie.”
“Ah …”
“Ma basta parlare di cose futili. Vieni a farti un selfie.”
“No, io …”
Becky prese lo stesso il suo cellulare e scattò centinaia di foto in pochi secondi.
“Ehi, no, ferma! Metti via quel coso!”
La ragazza lo accontentò, tanto il materiale ce l’aveva. Cercò di abbracciarlo.
“Non credo tu abbia capito appieno chi sono.”
“Lo so perfettamente! Sei Eyeless Jack, figlio di Chernabog! Ti piacciono i reni e finalmente sei mio!”
“Ti ho detto di non urlare. Perché sarei tuo?”
“Perché io ti amo!”
“Mi … ami?”
“Sì, tantissimo!”
Jack non seppe che rispondere. Si lasciò abbracciare mentre rimuginava sull’accaduto. Becky lo distrasse dai suoi pensieri: “Perché sei a Napoli?”
“Vacanza in Italia.”
“Da solo?”
“No, c’è anche Jeff.”
Becky lo lasciò per battere le mani e strillare piano, emozionata: “Sì! Lo sapevo! Yaoi!”
“Chi altro sa di noi?”
“Migliaia di fans sparsi in tutto il mondo.”
Il killer fu colpito da quella prospettiva. Doveva avvisare gli altri.
“Questa visita è durata fin troppo” fece E. J. prendendo il bisturi.
“Il tuo bisturi! Hai già ucciso, vero? È pieno di sangue!”
“Sì, e visto che sei una mia fan dovrebbe essere un onore per te morire per mano mia.”
“Certo, ma … vivere è meglio. E poi hai bisogno di me.”
“Perché?”
“Beh … ti posso informare su ciò che sa la gente normale di voi …”
“Ben può reperire queste informazioni.”
“Ma è diverso dal nostro punto di vista!”
“…”
“E poi dove la trovi qualcuna che ti vuole il bene che ti voglio io?”
“… Sai fare la pizza?”
Stavolta fu Becky a restare senza parole.
“So come si fa, ma a farla proprio io non ci ho mai provato.”
“Voglio una pizza ai reni.”
“Significa che non mi uccidi?”
“Per ora. Ma non fare la Nina!”
Becky cercò di contenersi: il suo E. J. l’aveva risparmiata e voleva mangiare qualcosa cucinato da lei.
“Torno domani con i reni” si congedò il killer.
“Ti aspetto, Jack!”
La ragazza si stese, non riuscendo a chiudere occhio. Da lì a ventiquattro ore aveva un appuntamento con il suo adorato, che le aveva praticamente chiesto di preparare una cena romantica.

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Capitolo 2
*** Pizza ai reni ***


Per tutto il giorno la ragazza non fece altro che pensare al suo amato cannibale. Passò la giornata a contemplare le foto fatte con il cellulare che dimostravano che, sì, Eyeless Jack era reale ed era stato in camera sua, le aveva parlato, sarebbe tornato per mangiare. A quel punto si chiese come fare a cucinare senza che nessuno in casa se ne accorgesse. Scrollò le spalle: avrebbe chiuso la porta. Se qualcuno intendeva alzarsi per controllare … peggio per lui.
Eyeless Jack uscì presto, quella sera. Doveva raccogliere più reni del solito, ma voleva anche allontanarsi da Jeff. Aveva raccontato tutto, a lui e agli altri su Skype. Slenderman allora aveva ordinato a Ben di vedere quanto si sapesse su di loro, aveva raccomandato prudenza e aveva terminato la videochiamata. Da allora Jeff non era più stato zitto.
E. J. svoltò un vicolo, si guardò intorno ed entro furtivamente in un condominio. Quattro reni potevano andare, ma meglio abbondare. Uccise sei persone, deponendo l’ultimo rene nel frigo portatile proprio mentre la figlia di una vittima dava l’allarme. Il killer corse via con il suo ingombrante contenitore per diversi isolati. Finalmente si fermò, riprese fiato e cercò di orientarsi per ritrovare la casa di Becky. Jeff lo vide mentre imboccava per la terza volta la strada sbagliata.
“Jack!”
“Jeff …”
“Vai all’appuntamento, eh?”
“Non è un appuntamento!”
“Ti incontri con una persona in un certo luogo a una certe ora: è un appuntamento!”
“Ok …” si arrese E. J. massaggiandosi gli angoli delle orbite.
“Posso assistere? O è una cosa intima?”
“Senti, quella è come Nina, ok?”
“Va bene.”
I due killer trovarono l’abitazione giusta dopo mezz’ora.
“Ora so che regalarti a Natale: un GPS.”
Perché me lo sono portato dietro?” si domandò Jack. Ad alta voce disse: “Ecco, questa è la casa.”
Entarono dalla finestra, lasciata aperta apposta per loro.
“Oh, mamma! Jeff the killer!”
“Jeff, Becky. Becky, Jeff” li presentò velocemente E. J. “Qui ho i reni” aggiunse, visto che la ragazza li guardava persa in sue fantasie.
“Ehm … sì” si riscosse Becky. “Venite in cucina.”
Jack posò il frigo portatile sul tavolo. Becky riprese ad appiattire l’impasto con il mattarello. Jeff guardò poco interessato i vari ingredienti, passò all’osservazione del resto della stanza e stava per uscire, ma …
“Fermo! Non puoi mandare a dormire nessuno qui!” lo bloccò Becky.
“Perché?”
“Nel mio quartiere non puoi uccidere nessuno.”
“Se, se …”
“Faccio una pizza anche a te.”
“Va bene.”
La ragazza finì di stendere la pasta.
“Aspetta, aspetta” fece E. J. “Voglio tagliare i reni nel sugo, così il sangue si mischierà alla salsa.”
“Jack, ti fai venire le voglie? Sei in cinta, per caso?” scherzò Jeff.
“Se lo fosse ce lo avresti messo tu, vero?”
Jeff fissò basito Becky. Sia la ragazza che il cannibale scoppiarono a ridere per la sua espressione.
“Vado a guardare un po’ di TV.”
Il killer li lasciò soli in cucina. I due si ripresero dalla ridarella.
“Ok, Jack, taglia i reni.Tanto io non avrei comunque messo la salsa sulla mia pizza.”
Eyeless Jack spezzettò i reni, facendo colare il sangue nella salsa, e li mise in una ciotola. Becky usò il mestolo per versare la salsa su una sola pizza, mise panna e olio su entrambe, poi su quella rossa cosparse i reni, sull’altra ci mise i wurstell. Successivamente le infornò.
“Ecco, fra una mezz’oretta sono pronte.”
“Raggiungiamo Jeff.”
Il killer stava guardando uno di quei film horror in bianco e nero che mandano di notte. Jack e Becky si sedettero vicino a lui. Più che seguire il film, la ragazza osservava le due Creepy. Spostò piano la mano, facendola finire su quella del cannibale. E. J. la tolse senza badarci, intrecciandola con l’altra sul suo addome, e si stese comodamente.
“Ho bisogno di bere” affermò Jeff a un certo punto.
“In frigo ci sono le birre” rispose Becky, desistendo dal tentare un’altra manovra.
“Beh, vammele a prendere.”
“Vacci tu.”
“Vuoi forse andare a dormire prima di cena?” domandò il killer mentre giocherellava con Colty.
Becky immaginò che Jeff la assalisse e Jack la difendesse. Magari sarebbe intervenuto a parole.
“Anche a me va una birra” fu tutto quello che disse.
Delusa, la ragazza andò a prendere le birre. La consegnò a Jeff, che se la scolò subito.
“Mi ringrazi con un bacino?” domandò a E. J.
“Cos-? No!”
“Perché?”
“Ahaha! Ora sai cosa provo con Nina” lo derise Jeff.
Becky si trattenne dal mandarlo in un certo posto solo perché doveva sfornare le pizze. Lasciò la birra a Jack e andò in cucina. Tornò qualche minuto dopo.
“Chi ha ordinato una pizza ai reni?”
“Io” rispose E. J.
“Quindi questa deve essere sua, signore.”
“Il servizio fa schifo, niente mancia” scherzò Jeff.
“Allora dividerà la pizza con me.”
“Ci sto.”
Jeff tagliò la pizza a tranci con Colty, Jack con il suo bisturi. Becky mangiò contenta: la pizza era venuta bene e le due Creepy erano abbastanza amichevoli con lei. Finì la sua parte, bevve la lattina di Coca che si era portata e si stese sonnolenta contro Eyeless Jack, che continuò a mangiare come se niente fosse. La ragazza si addormentò.
“Go to sleep. Ahahaha!”
“Zitto, scemo!” lo rimproverò piano il cannibale dandogli una gomitata.
“Che c’è? Difendi la tua ragazza?”
“No, è che non voglio essere assillato. Meglio che dorma.”
“Io qui ho finito. Torniamo all’hotel?”
“Sì, vai. Ti raggiungo subito.”
Jeff si calò giù dala finestra. E. J. si alzò piano, portò i piatti sporchi in cucina e spense il televisore.
“Jack, domani torni?” domandò Becky con gli occhi socchiusi.
“Sì” promise il cannibale.
“Posso venire con voi?”
“Sì, forse.”
“Grazie, Jack. ‘Notte.”
“’Notte.”
La ragazza si girò dall’altra parte, addormentandosi all’istante. Jack seguì l’amico.

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Capitolo 3
*** A spasso ***


A mezzanotte in punto Eyeless Jack passò a prendere Becky.
“Sono così felice, Jack! Che facciamo? Dove andiamo? Chi vuoi …?” domandò la ragazza appena furono in strada.
“Zitta!” esclamò E. J.
Becky obbedì.
“Tu conosci questa città meglio di me. Dov’è più facile uccidere senza essere notati?”
La fan gli prese la mano e disse: “Seguimi.” Jack si lasciò condurre.
Becky era consapevole di non essere pronta ad un omicidio, anche come causa indiretta, quindi non ci pensava proprio a indicare al cannibale un luogo adatto ai suoi scopi.
“Ti piacciono i negozi, Jack?” gli chiese passando per via Napoli.
“Mh, carini …”
Lei si attardò a osservare le vetrine ancora aperte, lui non le diede fretta.
“E il mare? Ti piace il mare?”
“Sì, ma …”
Attraversarono.
“Lo vedevo anche da lì” protestò E. J.
“Sì, ma più vicino è meglio.”
Becky si appoggiò al parapetto. Lo stesso fece Jack.
“È romantico …” sospirò la ragazza.
“…”
“Jack …”
“Mh?”
“Io … ti piaccio?” domandò Becky super agitata
“Sei ancora viva” fu la sibillina risposta del cannibale.
“Lo prendo come un sì.”
Trascorse qualche minuto di silenzio.
“Non mi stai portando a uccidere qualcuno.”
“Già.”
“Allora fammi da guida.”
“Con piacere.”
La ragazza gli mostrò le bellezze del suo quartiere, concludendo il tour nella Caffetteria Colombo. Lì i due si sedettero tranquilli e ordinarono un caffè. Non ci volle molto per l’attesa, che passò in silenzio.
“Buono” fu il commento di Jack dopo che ebbe bevuto un sorso dalla sua tazza.
“Il migliore” fece Becky.
“Allora … Ben si è accertato di questa diffusione delle nostre storie. Ma perché vi interessiamo tanto?”
“Beh, non tutti, ma per la maggior parte siete fighi.”
“Siamo assassini.”
“Non comuni, però.”
“Ok. E che intedete farci? Cioè …”
“Io ti voglio sposare. Insomma, vi adoriamo. Avreste migliaia di complici.”
“Non ci servono. Sai, forse questa cosa non è poi così importante.”
“Non ti importa di me?” domandò Becky con occhi da cucciolo.
“Perché mescoli le due cose?”
“Allora ti importa!” esclamò poi raggiante.
E. J. riprese a sorseggiare il suo caffè. La fan fece lo stesso.
“Dopodomani parto” buttò lì il cannibale.
“Cosa? M- ma …” balbettò la ragazza, non sapendo come continuare.
“Non ti aspettavi che sarei rimasto per sempre qui.”
“No, ma così presto …”
“Che ore sono?”
“Le due” rispose Becky dopo un rapido consulto al suo orologio. “Perché?”
“Possiamo stare insieme altre quattro ore. E altre sei domani sera” spiegò noncurante Jack finendo il suo caffè.
Becky lo guardò stupita, poi un sorriso illuminò il suo volto. Si alzò e abbraccio Jack, ripetendo: “Grazie, grazie, grazie! Ti amo!”
“Che altro hai da farmi vedere?” domandò il cannibale, impassibile.
“Oh, tante cose.”
La visita riprese. La ragazza camminò instancabile con E. J. e gli raccontò tutto ciò che sapeva sulla sua città. Alla fine tornarono al mare. Jack si stese sull’erba, subito imitato da Becky, in attesa dell’alba.
“È piacevole stare con te, Jack.”
“Sei una buona guida.”
“Grazie” disse la fan arrossendo compiaciuta.
Si avvicinò di più al cannibale e si sollevò su un gomito per osservarlo.
“Jack … se domani passi un’altra notte con me e … la mia compagnia non ti infastidisce … mi porti con te in America?”
“Non hai parenti e amici qui?”
“Se ne faranno una ragione. E comunque posso venirli a trovare, no?”
“Sì … se non ti fanno fuori alla magione.”
“Con te vicino non ho paura” affermò Becky fiduciosa.
Jack rimase in silenzio. Si sedettero non appena spuntò il sole. La ragazza poggiò la testa sulla spalla di E. J., che non disse nulla.
“Ora io devo tornare in albergo e tu a casa” fece il cannibale alzandosi.
Aiutò la fan a rimettersi in piedi.
“A stasera allora” salutò Becky.
Ma nessuno dei due si mosse. La ragazza alzò piano le mani verso la maschera di Eyeless Jack e gliela alzò, lentamente. Lui non protestò. Sembrava paralizzato. Le loro bocche si avvicinarono sempre più finché si incontrarono. Quel momento durò pochi secondi, o un’eternità. Quando si staccarono, E. J. le posò le mani sulle spalle. Sorrideva.
“Ti passo a prendere alla stessa ora.”
Le diede un veloce bacio fra gli occhi, si sistemò la maschera e si diresse verso l’albergo, che trovò per pura fortuna. Del resto anche Becky camminava con il cervello in folle e le ali ai piedi. Si stese al letto pensando al suo Jack e lo sognò.
“Ehi, Jack, hai fatto tardi. Sempre con la mocciosa?” domandò Jeff sprezzante.
“Mh. Tanto domani è il nostro ultimo giorno qui.”
“Oh, e piangerai lacrime nere? Oppure devo dire a Slendy che non hai saputo resistere al fascino di Napoli?”
“Piantala, Jeff!”
“Jack e Becky ai giardinetti! A darsi i bacetti! Prima son baci, poi l’anellino, poi Jack spinge il passeggino!”
“Jeff, giuro che se continui ti faccio fuori.”
“Ok, ok. Calmo. L’argomento sei innamorato non si tocca.”
“Tsk. Innamorato io!”
Eyeless Jack si chiuse in camera, chiedendosi quanto fosse vera la sua ultima affermazione.

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Capitolo 4
*** Ultimo giorno? ***


Eyeless Jack passò a prendere Becky alle ventitre, per trascorrere più tempo con lei.
“Dove vuoi andare oggi?” gli chiese la ragazza.
“Stanotte faccio quello che vuoi tu … entro certi limiti.”
“Figo! Grazie! Ho un paio di domande da farti.”
“D’accordo” fece E. J. prendendola a braccetto.
“Allora, com’è la vita alla magione?”
“Beh, è complicata. In senso buono. Appartiene a Slenderman e ai Proxy, anche se dà rifugio alle altre Creepy. Noi non ci passiamo molto tempo perché la compagnia non è delle migliori e …”
“Però sei qui con Jeff.”
“Sì … nessuno lo voleva e mi è toccato.”
Becky però immaginava che la causa fosse un’altra.
“Ed è come un covo segreto più che una casa” concluse E. J., ignaro delle fantasie della fan.
“Okay … che mi dici degli Slender, soprattutto di Smexy?”
“Ti interessa Offenderman?” domandò sorpreso Jack.
“Sì. Lo trovi strano?”
“Sì. Insomma, sei una donna …”
“Ah … beh, diciamo che non ci tengo a un incontro ravvicinato, però mi piace.”
Il cannibale riprese la parola: “Per me il migliore è Slenderman. Riesce a mantenere il controllo e a farsi obbedire, cosa non da poco considerando la gente che tratta. Nonostante sia il padrone di casa non lo si vede molto in giro, non è un tipo da compagnia. Poi c’è Trenderman … boh, non ci ho mai parlato.”
“Bravo, mantieni il tuo stile.”
“Splendorman è una rottura. Quando arriva deve sempre abbracciarci tutti, gettare brillantini e regalare palloncini. È totalmente diverso da noi, eppure continua a frequentarci. Venendo a chi ti interessa, è una versione più alla mano di Slenderman. Non è serio come lui, ma quando smette di scherzare lo capisci. Ti basta?”
“Per ora sì” rispose Becky, prendendolo per mano.
Jack non ricambiò la stretta né si divincolò.
“Mi racconti qualcosa di te?”
“Per esempio?”
“Quanti anni hai esattamente?”
“Una ventina?”
“… Non lo sai?”
“Beh, sono diventato così verso i diciannove anni … non so se invecchio, è presto per scoprirlo.”
“Oh … ehm, ok. Non fare domande, rispondi e basta: sei mai stato in Inghilterra?”
“Una volta, quando ero piccolo, ma non ricordo molto."
“Bene. Come fai a vedere se, beh, non hai gli occhi?”
“Non ho occhi umani …”
“Sei un po’ vago.”
“È che non ho mai fatto visite mediche dopo … l’evoluzione.”
Mi sto giustificando con lei?” si chiese Jack stupito.
“Sai di chi sono figlio, lui …”
“Di puttana!” lo interruppe allegramente una voce.
E. J. e Becky si girarono a fissare Jeff, che li aveva pedinati.
“Che ci fai qui?” domandò il cannibale.
“Ero solo curioso di sapere come passavi questa notte.”
“Ok. Hai visto che sto chiacchierando, ora smamma.”
“Perché?”
“Sei geloso?” intervenne Becky.
“Cos-? Di che?”
“Che Jack sta con me e non con te.”
“Ma che ti viene in mente?! Io sono etero!”
“Se lo dici tu” fece la ragazza, giusto per accontentarlo.
“Jack, io uccido un altro po’ e vado all’aeroporto. Ti aspetto lì o salgo da solo?”
“Aspetta, verrò. Ora però vattene.”
Finalmente il killer si decise a lasciare in pace i due. E. J. sospirò stancamente.
“Di che parlavamo?”
Ma Becky lo guardava tristemente.
“Non riesco a rassegnarmi al fatto di perderti così presto ora che so che esisti e … mi parli.”
“Ricollegandoci a cosa ha detto Jeff … Becky, ti devo confidare una cosa … che penso ti farà piacere …”
“Sei bisex?”
“Eh?”
“Niente, scusa. Continua.”
“Penso che, se vuoi, puoi imbarcarti con noi.”
La fan urlò felice. Jack sorrise dietro la maschera nel vederla così contenta.
“Così vi conoscerò tutti! Ma perché questa decisione?”
“Perché … perché …”
“Ti piaccio?”
“Probabil …”
Becky lo tenne stretto per un attimo, poi gli prese la mano e iniziò a correre.
“Vieni! Torniamo as casa mia! Devo fare la valigia!”
“Prendi un cappotto pesante. Ci infiltreremo nel portabagagli dell’aereo e lì fa freddo.”
Quella premura fece arrivare la felicità della ragazza alle stelle.

Un paio di ore dopo erano all’aeroporto. L’orologio segnava appena le due.
“Non è un po’ presto?” chiese Becky.
“No. Il volo delle cinque l’avrei preso se tu non venivi.”
“Oh.”
Jeff andò loro incontro.
“Allora vieni anche tu …”
“Deluso?”
“No. Magari Slendy mi permette di ucciderti.”
I tre aspettarono nascosti l’occasione giusta per nascondersi nel portabagagli. Durante il viaggio si divertirono a frugare fra varie borse e valigie. Becky però pensava anche all’immensa fortuna che le era toccata. Jack ogni tanto la guardava, e lei gli sorrideva arrossendo.

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Capitolo 5
*** E. J.x Becky ***


Era già trascorso un mese dal suo arrivo alla magione. Pian piano tutti si erano abituati a Becky, e lei a tutti. Eyeless Jack era diventato sempre più gentile nei suoi confronti. Becky sospettò che stesse cominciando a provare ciò che provava lei ed era super felice della cosa.
“Jack?” lo chiamò un giorno che erano nel giardino, soli.
“Sì?”
“Ecco … mi sono stabilita qui e credo che ci resterò per sempre …”
“L’avevo capito” disse E. J. con un sorriso.
“E volevo sapere se sarò una semplice amica o qualcosa di più” continuò lei, tesa.
“Oh. Tutto qui?”
“Beh, sì” rispose la ragazza.
“A questo posso rispondere facilmente.”
Il cannibale si chinò su di lei e la baciò. Lei ricambiò arrossendo, traboccante di gioia. Jack si staccò piano, ammirando gli occhi luminosi, il sorriso da innamorata e i capelli mossi dal vento.
“C- credo di aver capito” si sforzò a parlare Becky.
“Se ti servono ripetizioni sono disponibile.”
La fan avvampò ancora di più.
“Passeggiata?” propose Jack.
Becky annuì, prendendolo per mano.
“Hai esaurito tutte le tue domande in questi giorni?” volle sapere il ragazzo dopo un po’.
“Più o meno.”
“Davvero? Chi non hai ancora stress … ehm … intervistato?”
“Oh, le altre Creepy sono in secondo piano.”
E. J. la guardò scettico.
“Non ti staccavi da Kage e Painter …” le ricordò.
“Che c’entra? Sono solo amici. Fidanzati, per giunta. Ed è questo che mi chiedevo.”
“Cosa?”
“Hai già avuto una ragazza?”
“No. Immagino che avrei potuto filare con Jenny, se …”
“Non avesse fatto parte di una setta” concluse Becky per lui.
“Sì.”
“Ma in quel caso non ti avrei mai conosciuto.”
“Non ne sono sicuro.”
“Mh?”
“Sì, beh, pensa a tutti gli amori felici, quelli che durano per sempre. Credi che se, non so, Dina non fosse diventata Judge Angel non avrebbe mai incontrato Helen?”
“Non saprei …”
“Io credo che ognuno segue il proprio destino, e qualcosa li ha fatti incontrare. Kage ci ha raccontato una leggenda molto carina sugli innamorati.”
“E me la racconti?”
“Non ricordo il nome giapponese, ma tradotto è il filo rosso del destino. Si dice appunto che un filo rosso è legato al dito di ogni uomo e lo unisce alla sua donna. A volte i fili sono ingarbugliati e gli amanti devono affrontare molte fatiche prima di stare insieme.”
“È una leggenda davvero romantica. E noi due siamo legati?”
“Boh. Ma spero di sì.”
“Anche io, Jack. Tanto.”
I due proseguirono la passeggiata in silenzio.
Quella sera, e da allora tutti i giorni, si sedettero sempre insieme, sia durante i pasti che per guardare la TV. Ben presto le altre Creepy si resero conto che nella magione c’era una nuova coppia. Nina chiese allora a Jeff se gli andava di fare un’uscita a quattro con loro.
“No, Nina. Noi non siamo fidanzati!”
“Certo, non lo siamo finchè non mi regali l’anello e …”
“Uff, vattene!”
“Ehi, Becky, tu e Jack uscireste con me e Jeff?”
“Certo. Ma non dareste nell’occhio?”
“Non se troviamo un locale abbastanza buio.”
Alla fine il locale fu trovato, ma Jeff aveva ignorato l’invito, Nina era rimasta con lui e Jack e Becky erano andati da soli, passando una bella serata insieme.
Trascorsero i giorni e le settimane.
Becky cercava di aiutare Jack nelle sue cacce, ma si rifiutò di uccidere o rimanere coinvolta nell’omicidio. Per il resto si coccolavano come tutte le coppiette di questo mondo ed erano contentissimi della loro vita.

FINE




***Angolo Autrice***
E finisce così.
A me piace tanto la leggenda del Unmei no akai ito
A breve andrà in onda un altro Creepy show.
Bye!

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