L'anno delle Bestie Sacre di Nazuhi (/viewuser.php?uid=479725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- L'arrivo del Tuono ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Incursione notturna ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- La regina di ghiaccio e il demone ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Una giornata movimentata ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- I due fratelli ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Il demone e il koala ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Questione di forza ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Duello per un amico ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Una strana notte ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- Un'antica scoperta ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1- L'arrivo del Tuono ***
Capitolo
1- “L’arrivo
del Tuono”
Era
un caldo lunedì mattina di aprile ed il nuovo anno
scolastico
all'Accademia del duellante stava per riniziare. Il cielo era
azzurro, luminoso e limpido, con qualche scia bianca qua e
là, che
si muoveva lentamente sotto la spinta della brezza primaverile. Il
vento soffiava leggero tra le fronde degli alberi che circondavano
gli edifici, muovendo dolcemente le cime, mentre le onde dell'oceano
si inseguivano fino ad infrangersi sulla battigia della spiaggia o
sul muretto della banchina del piccolo porto. Quella mattina si
sarebbe tenuta la cerimonia di inizio anno, durante la quale il
cancelliere avrebbe tenuto un discorso di fronte a tutta la scuola,
per dare il benvenuto alle nuove matricole. Per questo motivo, anche
i vecchi studenti si erano dovuti svegliare presto, un po' a
malincuore.
-Accidenti!
Sono in un ritardo pazzesco! Se non riesco a raggiungere l'aula magna
in tempo, Crowler mi uccide!-esclamò la ragazza dai lunghi
capelli
castani, mentre agguantava in fretta e furia la giacca della divisa e
si precipitava a capofitto per le scale del dormitorio femminile,
cercando di non inciampare nel tappeto e rompersi l'osso del collo.
Era rimasta alzata tutta la notte per cercare nuovi indizi sulla
scomparsa degli studenti e si era addormentata solo poche ore prima
dell'alba. Ed adesso, con tante ore di sonno arretrato sulle spalle e
i capelli spettinati che non ne volevano sapere di stare al loro
posto, stava pregando una qualsiasi divinità,
affinché la facesse
arrivare in tempo per la cerimonia.
"Non
ho alcuna intenzione di beccarmi una strigliata subito il primo
giorno!" pensò, mentre entrava di corsa nell’atrio
dell’edificio principale, rischiando di travolgere
nell’impeto
della corsa alcuni studenti ritardatari.
“Poi,
Crowler non è l’unico di cui dovrei preoccuparmi
se arrivo in
ritardo…”
Ormai
si trovava a pochi metri dall'aula magna, quando inciampò e
cadde
lunga distesa nel bel mezzo del corridoio del piano terra, battendo
violentemente la faccia sul pavimento. Rimase diversi secondi
sdraiata in terra, cercando di non scoppiare a piangere dal dolore.
-Che
diamine...!-esclamò la ragazza, mentre si massaggiava la
fronte
ancora dolorante.
-Non
si corre nei corridoi!-fece una voce maschile. Il tono era pacato e
la studentessa sapeva bene a chi appartenesse. Infatti, come
alzò
gli occhi, si trovò di fronte Zane, a braccia conserte, come
faceva
sempre. La sua espressione era inespressiva, come sempre, e la
ragazza, come sempre, non capiva se fosse arrabbiato o meno e nemmeno
se la stesse rimproverando o avesse fatto una semplice osservazione.
-È
per questo che mi hai fatto lo sgambetto?!
-Questa
è bella! Perché mai dovrei farti cadere? Sei
solamente inciampata
in Faraone...-rispose l'altro, indicando il gatto terrorizzato che
stava correndo lungo il corridoio, miagolando disperato.-Comunque sei
in ritardo...
-Lo
so, non c'è bisogno che tu me lo dica! Secondo te
perché stavo
correndo?!-esclamò l'altra, mentre si rialzava e si
spolverava la
gonna della divisa.
-Avrei
preferito che tu non corressi. Se tu fossi cascata dalle scale, non
te la saresti cavata con un bernoccolo...
-Non
sono mica così imbranata!-esclamò
l’altra, accompagnando la frase
con una linguaccia.
-Sì
che lo sei. Ed è normale che mi preoccupi per te.
L'Obelisk
le sollevò una ciocca di capelli e avvicinò il
suo volto a quello
della studentessa, per osservare meglio l'ematoma.
-E’
proprio un bel bernoccolo…
-Non
mi porterai mica in infermeria, vero?!
-Perché?
Hai la testa così dura che è impossibile che tu
ti sia fatta
male...
-Come
siamo gentili!-esclamò l’altra, facendogli
l’ennesima
linguaccia. Poi entrò in aula, senza nemmeno aspettare il
Kaiser.
L'Obelisk la guardò per qualche secondo, leggermente
sorpreso, poi
accennò un mezzo sorriso e la seguì dentro. Ormai
era abituato al
caratteraccio della giovane e ai suoi improvvisi cambi
d’umore. In
fondo, era quasi un anno che la conosceva e dodici mesi erano
sufficienti per lui per imparare a conoscere una persona. Zane sapeva
quando la ragazza era seria e quando faceva solo finta; sapeva quando
era arrabbiata e sapeva anche cosa le frullasse per la testa. O,
perlomeno, lo sapeva nella maggioranza dei casi. Ed anche quel giorno
aveva capito il motivo per cui Yomi era in ritardo e la cosa non gli
piaceva molto. Aveva capito che la ragazza stava continuando a
cercare indizi sulla scomparsa degli studenti
d’elitè del
dormitorio blu, avvenuta pochi mesi prima. Da
quell’incidente,
tutti i dati sugli scomparsi erano diventati top secret ed
inaccessibili anche per un genio dell’informatica come Yomi.
Inoltre, anche l’area del dormitorio era diventata
inaccessibile
per chiunque, pena l’espulsione. L’edificio era
stato abbandonato
da tutti, persino da lui, e non era più permesso a nessuno
di
avvicinarsi, che fosse uno studente od uno del personale della
scuola. Nonostante tutti i divieti e le possibili conseguenze, la
studentessa del secondo anno continuava imperterrita la sua ricerca,
convinta che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori. E Zane
temeva che, continuando in questo modo, avrebbe finito con il farsi
espellere.
“Spero
solo che non si cacci nei guai… Se continua a ficcare il
naso in
cose che non la riguardano, potrebbe farsi male. Però,
qualsiasi
cosa le dica, sarebbe inutile; non credo che possa riuscire a fargli
cambiare idea. Su certe cose non ascolta proprio nessuno!”
pensò
il giovane del terzo anno, mentre la guardava salire le scale degli
spalti.
“E
se dovesse cacciarsi nei guai, io cosa potrei fare?”
I
due si misero velocemente a sedere, l'uno accanto all'altra, su due
poltroncine che l’Obelisk era riuscito a tenere occupate
mentre
aspettava la ragazza. La sala si stava riempiendo velocemente e nel
giro di pochi minuti sarebbe iniziata la cerimonia di inizio anno
scolastico. Gli ultimi ritardatari si stavano facendo largo nella
calca per prendere posto, mentre tutti gli altri studenti erano
già
seduti e stavano chiacchierando tra di loro, mentre aspettavano
l’inizio.
Non
appena si furono accomodati, Yomi iniziò a guardarsi
intorno, come
se stesse cercando qualcuno.
-Chi
stai cercando?-le chiese il Kaiser.
-Chumley...
Ormai sono settimane che non lo vedo e ho paura che sia ancora
depresso per come si sono svolti gli esami finali.
-Non
credo che sia venuto...
-Come
fai a saperlo?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Da
quello che mi hai raccontato sembra che abbia perso la voglia di
duellare, perciò non credo che oggi uscirà dalla
sua stanza e verrà
qui.
-Forse
dovrei parlarci...
-Non
credo che questa volta tu possa fare qualcosa. Deve trovare la forza
e la determinazione dentro di sè; non può
continuare a dipendere da
te e tu non puoi continuare a preoccuparti per lui.
-Non
posso mica abbandonarlo!-fece, risentita, Yomi.
-Non
sto dicendo questo; dico solo che non dovresti preoccuparti troppo
per lui...
La
studentessa fece per ribattere, quando fu interrotta dalla voce di
Crowler. Il vice-cancelliere stava cercando di riportare il silenzio
nell'aula, sopratutto tra gli studenti del primo anno, fin troppo
entusiasti per ascoltarlo. Al centro dell’aula si trovavano
già
tutti i professori, il cancelliere e tutte le altre persone che si
occupavano di far funzionare al meglio l’Accademia.
C’era anche
la donna a capo del Comitato Disciplinare. Yomi se la ricordava bene;
in fondo, era stato solo grazie al loro intervento se l’anno
prima
Makoto non era riuscito a fare del male ad altre persone.
“Però,
se non fosse stato per Crowler, non credo che sarebbero riusciti ad
intervenire in tempo e quel bastardo sarebbe riuscito a picchiare
anche Zane. Forse non è poi un così pessimo
professore… Ha un
pessimo carattere, questo è vero, ma presumo che ci sia di
peggio.
Però continuo a non capire come faccia Zane ad
adorarlo…”
L'uomo
dalla chioma bionda, intanto, aveva quasi raggiunto l'esasperazione,
quando Sheppard decise di intervenire e, preso il microfono e
schiarita la voce, esclamò:
-Ragazzi,
un attimo di attenzione!
Il
brusio scemò in un attimo e l'attenzione generale si
spostò verso
l'uomo pelato e tarchiato che era in piedi al centro della stanza.
-Bene,
adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, posso iniziare.
Innanzitutto, voglio dare il benvenuto ai nuovi studenti
dell’Accademia. Sono fiero di tutti voi e del fatto che tanti
promettenti duellanti siano stati ammessi in una delle scuole
più
prestigiose del mondo. Spero che continuerete ad impegnarvi e a
studiare sodo per raggiungere i vostri obiettivi. Mi aspetto molto da
tutti voi, soprattutto da coloro che hanno frequentato le nostre
scuole medie. Mi aspetto soprattutto serietà e correttezza.
A tal
proposito, voglio ricordarvi che in questo istituto esistono delle
regole molto rigide e che chiunque non le rispetti, sia che si tratti
di un Obelisk blu, sia che si tratti di uno Slifer rosso,
verrà
punito adeguatamente. In alcuni casi vi ricordo che è
prevista
persino l’espulsione e chi di voi verrà espulso
non potrà più
essere ammesso in questa scuola. Spero che il regolamento sia chiaro
a tutti! Comunque sia, se avete qualche dubbio potete sempre chiedere
a uno degli insegnanti o direttamente al sottoscritto. Gradirei,
inoltre, che cercaste di andare d’accordo tra di voi e che
cercaste
di risolvere qualsiasi alterco con un bel duello.
-Sheppard
non cambierà mai… Perché sprecare
tempo con un duello quando puoi
picchiarlo!-fece Yomi, sottovoce, per non farsi sentire da nessuno.
Purtroppo per lei, Zane l’aveva sentita benissimo, tanto che
le
diede un leggero pizzicotto sulla guancia per redarguirla.
-Ahia!
-La
violenza non porta a niente…
-Sei
veramente antipatico…-gli rispose la ragazza, mettendo il
broncio.
Zane
non ribatté e tornò a concentrarsi
sull’uomo cicciottello che si
trovava al centro della stanza e che, terminato il suo discorso,
stava passando di nuovo il microfono al vice-cancelliere.
-Bene
ragazzi, la cerimonia è finita, per oggi siete liberi di
fare ciò
che volete. Domani inizieranno le lezioni; cercate di essere
puntuali! Adesso dileguatevi!-strillò Crowler, lanciando
occhiatacce
ad un gruppo di Slifer seduti in prima fila. Detto questo,
consegnò
il microfono a Dorothy ed uscì dalla stanza, mormorando
qualcosa tra
sé e sé, insieme al resto del personale ed al
cancelliere.
Nella
stanza, gli studenti avevano iniziato a raggrupparsi tra di loro, per
decidere come trascorrere il resto del tempo che era rimasto. La
cerimonia era stata particolarmente veloce e nessuno si aspettava di
avere a disposizione quasi tutto il giorno.
-Se
l’avessi saputo, sarei rimasta a letto! Stanotte non ho
dormito
molto…-esclamò Yomi, stiracchiandosi le braccia.
-Vuoi
fare qualcosa in particolare? Abbiamo praticamente tutto il
giorno…
-Non
saprei. Ho talmente tanto sonno che vorrei solo dormire un
po’!
-Se
la metti così puoi venire a dormire in camera mia.
-Cosa
stai dicendo?!-esclamò l’altra, arrossendo di
colpo.
-Perché
no? Se vuoi dormire un po’ non è un problema per
me.
-Non
credo che sia una buona idea!-esclamò l’altra,
sempre più rossa.
-Yomi,
hai frainteso; non voglio fare sesso con te. Non ancora…
-Ah,
beh, meglio così…-balbettò
l’altra, in preda all’imbarazzo.
Aveva completamente frainteso ed aveva paura che il ragazzo potesse
pensare male.
-Stavo
solo dicendo che se vuoi dormire, per me non ci sono problemi.
Inoltre, sono curioso di vedere che espressioni fai mentre dormi.
E’
un lato di te che non conosco. Atticus diceva che sembravi un
angelo…
-E
lui come fa a saperlo?
-Ti
ha vista una volta che ti sei addormentata in biblioteca. Ti ha anche
scattata una foto per farmela vedere. Dovrei averla in camera, da
qualche parte…
-Quello
stupido me la paga cara! Gli conviene tornare il prima possibile!
-Quando
sei sveglia, invece…-fece l’altro, cambiando
discorso.
-Invece
cosa?
-Sembri
un demone…
-Zane!-esclamò
l’altra, andando su tutte le furie. Non le piaceva quando
anche il
fidanzato la chiamava con quel ridicolo soprannome che le avevano
affibbiato gli altri studenti. Dopo quella storia con Makoto e dopo
aver visto con i loro occhi l’indole violenta della
studentessa, i
ragazzi del suo stesso anno avevano iniziato a chiamarla
“l’Oni
dell’Accademia” e ben presto anche quelli
più grandi avevano
preso quella brutta abitudine. A Yomi non piaceva e non piaceva
nemmeno l’idea che Zane la chiamasse in quel modo. Nemmeno
per
prenderla bonariamente in giro. Era come se mettesse in luce solo la
sua parte peggiore e oscurasse tutti i pregi che aveva.
-Un
bellissimo demone, per essere precisi.
-Non
pensare che per farti perdonare basta che tu dica che sono bella!
Il
Kaiser sorrise divertito, poi, alzandosi, fece:
-Comunque
sia, sarebbe meglio che tu dormissi la notte, invece di fare le ore
piccole per cercare indizi che non esistono.
-Guarda
che io non cerco proprio niente…
-Pensi
che non me ne sia accorto?-chiese l’Obelisk, alzando il
sopracciglio in segno di disappunto. Non
dovresti trascurare la tua salute per cercare indizi sulla loro
scomparsa.
-Sono
sicura che prima o poi troverò qualcosa! Devo solo
continuare a
cercare…
-Non
credo che sia una buona idea.
-Perché?!-fece
esasperata l’altra.
-Non
ti fa bene alla saluta dormire poco. Hai bisogno di riposare!
-Lo
so, ma-
-Mi
piacerebbe che quest’anno tu non finissi in infermeria.
-Guarda
che non mi diverto ad andare in infermeria!
-Yomi…
-Sì,
ho capito! Vedrò di riguardarmi.
Detto
questo, anche la ragazza si alzò e, insieme, scesero le
scale delle
tribune ed uscirono dall’aula magna. Avevano deciso di
dirigersi al
negozio di carte, per vedere se potevano acquistare qualcosa. Fra non
molto sarebbero entrati nel vivo della vita accademica ed era sempre
meglio prepararsi a dovere, nel caso di test pratici a sorpresa o nel
caso in cui qualcuno decidesse di sfidarli. Dovevano sempre farsi
trovare preparati, soprattutto Zane. Quello sarebbe stato il suo
ultimo anno all’Accademia e, visto che era considerato da
tutti
come il miglior duellante di tutta l’isola, avrebbe dovuto
difendere il titolo di Kaiser con i denti. Sebbene fosse rispettato
da tutti, poteva capitare che qualche studente gli lanciasse una
sfida che non poteva permettersi di rifiutare o perdere.
I
due ragazzi erano quasi giunti in prossimità
dell’ingresso, quando
videro un gruppo di tre Obelisk e uno studente Slifer intenti a
discutere nel bel mezzo del corridoio.
“Una
rissa? Non è nemmeno iniziato l’anno e stanno
già facendo a
botte?” pensò la studentessa, mentre osservava i
quattro discutere
ad alta voce. Non capiva il motivo del litigio, ma aveva capito che
non si stava mettendo bene per il povero Slifer. Uno dei tre Obelisk,
un ragazzo dai capelli corti e scuri che Yomi non aveva mai visto,
aveva afferrato per il colletto lo studente del dormitorio rosso,
continuando a minacciarlo.
“Quel
tipo non l’ho mai visto. Probabilmente è uno del
primo anno… Se
è un Obelisk, significa solo due cose: o è un
figlio di papà o è
dannatamente bravo. Dal suo modo di fare arrogante, direi che
è
quasi sicuramente un figlio di papà che non è in
grado nemmeno di
allacciarsi le scarpe senza qualcuno che glielo faccia.”
Gli
altri due Obelisk, probabilmente anch’essi del primo anno,
stavano
ridacchiando, fieri di quello che stava succedendo, mentre lo Slifer,
un compagno di classe della ragazza, stava quasi per mettersi a
piangere dalla paura. Nonostante fosse un anno più grande,
non
riusciva a difendersi dagli altri tre.
-A
quanto pare non hanno ascoltato molto quello che ha detto
Sheppard…
Quanto odio i bulli!-fece la ragazza, rivolgendosi al fidanzato.
-Cosa
vuoi fare?-le chiese il Kaiser, leggermente preoccupato,
trattenendola per un braccio. Aveva una brutta sensazione e
conoscendo l’indole della studentessa, temeva che potesse
dare in
escandescenza e fare qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. In
fondo, iniziare l’anno facendosi coinvolgere in una rissa non
era
l’idea migliore.
-Lo
sai che non riesco a rimanere indifferente davanti a dei bulli da
quattro soldi…
-Qualsiasi
cosa tu voglia fare, ricordati cosa ti ho detto prima.
-“La
violenza non porta a niente”, giusto? Non
preoccuparti!-fece l’altra, sorridendo. Poi si
liberò dalla presa
di Zane e si avvicinò al gruppetto. Una volta giunta a pochi
passi
da loro, si schiarì la voce ed esclamò:
-Cosa
pensate di fare, razza di deficienti?!
I
tre Obelisk si voltarono di scatto, leggermente irritati per essere
stati interrotti. Lo Slifer, invece, sembrava sollevato di vedere la
compagna di classe. In fondo, si trattava sempre dell’Oni
dell’Accademia; se interveniva in suo favore, avrebbe evitato
di
essere picchiato dagli altri tre e probabilmente sarebbe stata lei a
picchiarli. In ogni caso, lui ne sarebbe uscito del tutto illeso ed
estraneo alla vicenda.
-E
tu chi saresti?-esclamò il ragazzo dai capelli corvini,
lasciando la
presa sullo Slifer e voltandosi sorpreso verso la studentessa.
“Sembra
sorpreso… Probabilmente non si aspettava di essere
interrotto da
una ragazza. Che idiota!” pensò Yomi, sogghignando
di fronte alla
reazione della matricola. Poi, fece:
-Non
ti hanno insegnato a portare rispetto ai tuoi senpai, moccioso?
-Moccioso?!
-Sei
del primo anno, no? Perciò sei un moccioso!
-Non
sei del primo anno?-fece l’altro, sempre più
sorpreso.
-Esattamente!
Ed anche il tizio che volevi picchiare è del secondo anno!
Perciò,
moccioso, non ti hanno insegnato a portare rispetto a chi è
più
grande di te?
-Certamente,
ma non ho alcuna intenzione di portare rispetto a uno stupido Slifer.
Ovviamente il discorso non vale per te, visto che sei una ragazza e
che sei un Obelisk, ma questo tizio ha osato toccarmi con le sue
luride mani, perciò-
-Perciò
cosa?! Solo perché è uno Slifer non significa che
hai il diritto di
maltrattarlo. E’ un essere umano e merita lo stesso rispetto!
-Non
vedo cosa possa interessare a te. E’ solo uno
Slifer…
-Invece
mi interessa! Inginocchiati e chiedigli subito scusa!
Il
ragazzo del primo anno alzò il sopracciglio, sorpreso da
quella
strana richiesta. Poi incrociò le braccia al petto.
-Allora?!
-Non
ci penso nemmeno!
-Ti
stai rifiutando?
-E’
solo uno Slifer. Se non fosse per Sheppard, non sarebbe nemmeno qui!
Al massimo deve essere lui a chiedermi scusa per aver respirato la
mia stessa aria!
-Moccioso!
-Yomi,
adesso basta. Non puoi costringerlo a fare come vuoi
tu…-fece Zane,
intromettendosi nel litigio, cercando di convincere la ragazza a
desistere. Si era accorto che si stava scaldando un po’
troppo ed
aveva paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
-Non
posso! E’ una questione di principio! Questo tipo mi
dà sui nervi!
-Lo
capisco, ma non puoi costringerlo a fare ciò che non
vuole…
-Dovresti
dare ascolto al Kaiser,
“senpai”…-commentò
l’altro. Il suo
tono era arrogante, come se si ritenesse superiore a tutti, una
specie di prescelto. Ed anche il tono con cui aveva pronunciato la
parola “senpai” era tutto tranne che serio;
sembrava quasi che la
stesse prendendo in giro. E Yomi non era molto disposta a passarci
sopra e chiudere un occhio.
-Adesso
hai passato il limite, moccioso! Ti sfido a duello e se ti rifiuti,
andrò a raccontare a tutta la scuola di quanto tu sia
codardo e
fifone!
“Santo
cielo! Solo un’idiota o un sempliciotto potrebbe cadere in
una
provocazione così penosa…”
pensò il Kaiser, mettendosi una mano
tra i capelli. Se la maggior parte delle volte non aveva problemi ad
intuire cosa frullasse nella testa della ragazza, certe volte
rimaneva completamente spiazzato da alcune sue uscite.
-Va
bene, accetto! Non so chi tu sia, ma se ti sconfiggo tutta la scuola
dovrà accorgersi del mio talento!-esclamò il
moro, puntando il dito
contro la studentessa.
-Perfetto!
Tra dieci minuti nell’arena… Vedi di esserci,
signor moccioso!
La
matricola sogghignò, senza aggiungere altro, poi si
voltò verso i
due amici e, dopo aver fatto loro cenno di seguirlo, si
allontanò.
-Dovevi
per forza sfidarlo?-chiese Zane, guardando leggermente contrariato la
fidanzata.
-Mi
sa che mi sono lasciata prendere un po’ troppo dalle
emozioni...-fece l’altra, sorridendo.
-L’ho
visto… Sai almeno chi hai sfidato?
-No.
L’Obelisk
del terzo anno la fissò per qualche secondo, poi, emettendo
un
sonoro sospiro di esasperazione, si mise una mano sulla faccia.
-Perché?
Chi sarebbe?-chiese la ragazza, cercando di mimare indifferenza. Se
fino a pochi secondi prima era sicura di quello che stava facendo,
adesso iniziava ad avere qualche dubbio.
-Chazz
Princeton… La matricola numero uno dell’Accademia.
-Stai
scherzando, vero? Oggi è il primo giorno
dell’anno; come fa ad
essere già il numero uno?
-Ha
frequentato le medie dell’Accademia ed era il migliore tra i
ragazzi. La sua è una famiglia molto ricca e influente;
possiede una
delle aziende leader nel mercato finanziario internazionale e, se non
sbaglio, uno dei suoi fratelli maggiori è anche un politico
molto
famoso. Ho sentito dire che la sua famiglia ha speso moltissimi soldi
per permettergli di avere le migliori carte in circolazione. So che
è
dannatamente bravo e, secondo alcuni insegnanti, potrebbe essere il
mio degno successore.
-Se
è bravo anche meglio! Le persone arroganti non le ho mai
digerite e
l’idea di un bel duello mi piace!
-Non
dovresti sottovalutarlo…
-E
tu non dovresti sottovalutarmi!
-Io
non ti sto sottovalutando; sto solo dicendo che devi fare
attenzione…
-Figuriamoci
se mi faccio battere da un moccioso con la puzza sotto il naso!
Detto
questo, la ragazza afferrò l’altro per un braccio
e lo trascinò
verso l’arena dei duelli. Una volta giunti dentro, videro che
i tre
Obelisk di pochi minuti fa erano già arrivati e stavano solo
aspettando loro. Il ragazzo dai capelli scuri come la notte si
trovava già al centro dell’arena, mentre i suoi
due amici erano
seduti in prima fila, pronti per godersi lo spettacolo. Oltre ai tre
del primo anno, non c’era nessun’altro. Ed in
fondo, a parte Zane
e lo Slifer, nessun’altro aveva assistito al diverbio tra la
ragazza e la matricola.
-Sei
in ritardo!-esclamò Chazz, con il solito tono arrogante con
cui si
rivolgeva a chi reputava inferiore.
-Sei
tu che sei in anticipo! Per caso non hai ancora imparato a leggere un
orologio, moccioso?
-Non
sono un moccioso!
-Finché
non ti decidi a portarmi il rispetto che merito, continuerò
a
chiamarti moccioso. Capito, moccioso?
-Bando
alle ciance! Duelliamo!
-Non
chiedo di meglio!
I
due accesero i propri dueling disks, inserirono il deck
nell’alloggio
e diedero il via alla partita, pescando ciascuno cinque carte.
-Se
non ti dispiace, “senpai”, inizio io!
Pesco!-esclamò Chazz,
mentre pescava la sua sesta carta.
-Mai
sentito il detto “prima le signore”?
-Ti
avrei fatta iniziare, se tu non avessi un pessimo
carattere…-le
rispose l’altro.
-Moccioso
arrogante…-mormorò la ragazza, lanciando
un’occhiataccia al suo
avversario.
La
matricola, intanto, stava osservando le carte che aveva in mano,
cercando di mettere a punto la strategia migliore. Non aveva idea di
cosa giocasse la sua avversaria, perciò avrebbe dovuto
giocare
cautamente, almeno finché non fosse riuscito a capire lo
stile di
gioco dell’altra.
“Anche
se è una Obelisk è solo una ragazza. Tutte le
ragazze sono Obelisk,
che siano brave o meno! Potrebbe essere una dilettante…
Però, se
va in giro con il Kaiser, potrebbe anche essere una duellante capace.
Non posso assolutamente sottovalutarla!”
-Posiziono
un mostro coperto ed una carta coperta. Poi termino il mio turno.
-Pesco!
Signor moccioso, ti presento uno dei miei mostri migliori! Evoco
“Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco.
Il
mostro dall’armatura rosso cremisi comparve dalla parte della
studentessa, brandendo una katana lucida e brillante come
l’acciaio.
-A
questo punto posso benissimo attaccarti… Vediamo un
po’ cosa hai
nascosto là sotto!-esclamò Yomi, lanciando
all’attacco il suo
mostro con un gesto della mano. Il samurai si lanciò in un
affondo,
distruggendo la carta coperta e il mostro che rappresentava.
-Non
crederai di esserti portata in vantaggio, vero?-fece Chazz, senza
riuscire a nascondere un sorriso.
-Non
crederai di essere più bravo di me, vero?-le fece eco la
ragazza.
-Per
caso mi stai prendendo in giro?!
-Perché
mai dovrei?
La
studentessa stava continuando a scimmiottare l’avversario,
facendolo innervosire.
-Sei
insopportabile! Chi ti credi di essere?!
-Questo
dovrei chiedertelo io?!-esclamò la ragazza, alzando
parecchio il
tono della voce.
-Io
sono Chazz Princeton, l’unico degno di succedere al Kaiser
quando
si sarà diplomato! Sono il numero uno! Nessuno
può sconfiggermi!
Yomi
lo fissò per qualche secondo, poi scoppiò in una
fragorosa risata.
Non era riuscita a trattenersi e si era accasciata a terra in preda
all’ilarità.
-Non
c’è niente da ridere!-esclamò
l’altro, arrossendo leggermente.
-Scusa,
ma è troppo divertente!-fece la ragazza, tra una risata e
l’altra.
Chazz
si stava innervosendo sempre di più. Non capiva
perché l’altra
stesse ridendo; non c’era niente di divertente in
ciò che aveva
appena detto. Per lui era una cosa seria e non sopportava che la
ragazza del secondo anno lo prendesse in giro.
-Non
c’è niente da ridere! Adesso muoviti a giocare!
-Yomi?-fece
Zane, avvicinandosi all’arena. Era leggermente preoccupato,
soprattutto perché era la prima volta che la vedeva ridere
così
tanto e temeva che si sarebbe sentita male.
-Lasciamo
perdere!-fece la studentessa, tra una risata e l’altra.
-Cosa
stai dicendo?!-disse Chazz, più irritato che sorpreso. Gli
sembrava
di essere finito al centro di un brutto scherzo.
-Sto
dicendo che mi è passata la voglia… Dovresti
esserne contento!-gli
rispose Yomi, mentre estraeva il deck dall’alloggio e
spegneva
l’apparecchio. Poi, come se niente fosse, scese
dall’arena e,
dopo aver scambiato mezza parola con l’Obelisk del terzo
anno, fece
per uscire dalla stanza.
-Ehi!
Aspetta un attimo! Cosa significa tutto questo?! Stai scappando, per
caso?!-esclamò la matricola, sempre più irritato.
-Io
non scappo, però preferisco lasciar correre… Sei
un moccioso
antipatico e arrogante, però ho l’impressione che
imparerai presto
dov’è il tuo posto.
-Cosa
significa?!
-Sai,
a pensarci bene, se io ti sfidassi a duello, mi comporterei da bulla,
esattamente come hai fatto tu con quello Slifer. In quanto
studentessa del secondo anno, dovrei dare il buon esempio, no? Ma se
preferisci, puoi considerarla come una resa… Comunque
sia, Chazz, la prossima volta che ti trovo a fare il bullo con
qualche altro studente del dormitorio rosso, ti prenderò a
calci in
culo!
Detto
questo, Yomi e Zane uscirono dalla stanza, lasciando da soli i tre
del primo anno, ancora sorpresi per l’improvvisa resa della
ragazza.
“Sono
proprio curiosa di sapere quanto realmente vale. Ha detto di voler
diventare il degno successore di Zane e sembrava molto convinto di
quello che diceva… Sarebbe un peccato se perdesse la voglia
di
duellare, solo per aver perso contro di me! Se è realmente
forte
come dicono, allora tanto vale aspettare un po’ e vedere
quanto
migliorerà!”
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2- Incursione notturna ***
Capitolo
2- “Incursione
notturna”
La
scuola era iniziata già da almeno un mese e, in tutto quel
periodo,
Yomi non aveva fatto altro che trascorrere tutti i momenti liberi che
aveva cercando indizi sulla scomparsa dei suoi amici. Ed aveva fatto
di tutto per evitare che Zane se ne accorgesse, arrivando anche a
mentirgli diverse volte. L’Obelisk non voleva che la ragazza
continuasse quelle indagini pericolose, ma la studentessa, dal canto
suo, non aveva la minima intenzione di rinunciare. Così, per
evitare
di farlo preoccupare più del necessario, aveva deciso di
mentirgli.
All’inizio si sentiva in colpa, ma con il passare del tempo
mentire
era diventato via via più facile, tanto che adesso non se ne
rendeva
nemmeno conto. Le veniva quasi naturale, come respirare o camminare.
Inoltre, a causa di quelle ricerche, non aveva molto tempo da
trascorrere insieme all’altro, perciò, con il
passare dei giorni,
stava iniziando a trascurarlo sempre di più. E non si
trattava solo
del Kaiser. Da quando era riniziato l’anno scolastico, la
ragazza
non aveva ancora visto né sentito Chumley, né
aveva cercato di
mettersi in contatto con lui. Il giovane del dormitorio rosso si era
praticamente rinchiuso in camera e Yomi si era quasi dimenticata
della sua esistenza.
Quella
sera di inizio giugno, la studentessa del secondo anno aveva deciso
di dare di nuovo un’occhiata al dormitorio abbandonato e
magari,
con un po’ di fortuna, cercare di intrufolarsi dentro.
“Se
non c’è nessuno, potrei anche farlo…
Forse dentro posso trovare
qualcosa di interessante.” pensò la giovane. Poi
prese quei pochi
oggetti che le sarebbero serviti, il porta-deck, che si
fissò alla
vita, si infilò gli stivaletti blu e fece per uscire dalla
stanza,
quando il suo palmare iniziò a squillare. Estrasse
l’apparecchio
dalla tasca e rispose alla chiamata. Sullo schermo del dispositivo
apparve il volto del fidanzato, impassibile come sempre.
-Cosa
vuoi?-chiese la ragazza, leggermente scocciata.
-Volevo
solo chiederti se stasera eri libera. E’ una bella serata e
potremmo stare un po’ insieme.
-Scusami,
ma stasera sono stanca.
-Hai
detto la stessa cosa anche ieri sera. E la sera prima e quella prima
ancora.-fece l’altro, cercando di nascondere il suo
disappunto.
-E
quindi? Sono solo stanca…
-Sei
sicura che vada tutto bene?-chiese Zane. La sua espressione si era
fatta preoccupata e non riusciva a nasconderlo.
-Sì,
è solo stanchezza!
-D’accordo…
-Allora
ci vediamo domani…
La
ragazza stava per chiudere la comunicazione, quando il Kaiser disse:
-Yomi…
-Cosa
c’è?
-Buonanotte…
Detto
questo il volto dell’altro scomparve e lo schermo
tornò ad essere
nero.
“Che
strano, mi sembrava che volesse dirmi qualcosa… Forse non
era
niente di importante e comunque posso sempre chiederglielo
domani!”
pensò la giovane, mentre appoggiava il dispositivo sul
comodino.
Aveva deciso di non portarselo dietro, per non essere disturbata e
non rischiare di essere scoperta in un luogo in cui non avrebbe
dovuto esserci. Dopo essersi assicurata di aver sistemato tutto e
aver preso tutto l’occorrente, uscì dalla stanza,
cercando di fare
il minimo rumore possibile e si diresse verso il dormitorio
abbandonato.
Una
volta giunta là, si fermò per qualche secondo di
fronte
all’edificio, in preda ai ricordi. Sembrava che fosse
trascorso un
secolo dall’ultima volta che era stato abitato, invece di
qualche
mese. La struttura era decadente, con calcinacci sparsi qua e
là,
con i vetri delle finestre rotti e le porte sfondate. La polvere
copriva tutto quanto e la facciata anteriore era coperta
dall’edera.
Il vecchio dormitorio era stato recintato con palizzate e catene, per
impedire l’accesso agli studenti, ed una serie di cartelli
avvertivano del pericolo di crollo. Era rimasto lì, in preda
alle
intemperie e ai segni del tempo. Persino l’erba del giardino
che lo
circondava era cresciuta selvaggia. In fondo, nessuno si occupava
più
di tenere in ordine quel luogo. Era stato abbandonato da tutti, sia
dai suoi abitanti, sia dal personale della scuola. Nessuno si
avvicinava più a quel luogo; avevano tutti paura che potesse
accadere qualcosa di brutto, come se fosse un luogo maledetto che
doveva essere evitato a tutti i costi. Per Yomi, invece, era un luogo
che conservava tantissimi ricordi piacevoli, ricordi a cui non voleva
rinunciare e che la legavano a persone che non voleva abbandonare.
-Sono
sicura che prima o poi li troveremo tutti quanti… Prima o
poi
torneranno, ne sono sicura!-mormorò la ragazza, mentre
distoglieva
lo sguardo dall’edificio fatiscente. Poi fece qualche passo
avanti,
tra l’erba alta, si diede un’occhiata intorno e,
una volta
essersi accertata che nessuno la stesse spiando, scavalcò la
recinzione ed entrò nell’edificio.
L’interno
era ancora più desolato dell’esterno. I mobili e
tutti gli altri
oggetti erano ancora tutti lì, dove si trovavano prima
dell’incidente. Nessuno li aveva spostati e sulla loro
superficie
si era depositata una spessa coltre di polvere. I corridoi erano
ingombrati da assi di legno e sedie rotte e, di tanto in tanto, sul
pavimento, si trovavano cocci di porcellana e schegge di vetro.
-Che
tristezza…-commentò la ragazza, guardandosi
intorno e illuminando
le pareti con la torcia elettrica che si era portata dietro.
-Principessa…
Lo
spirito della carta di Duel Monster era comparso al suo fianco,
spaventandola non poco. La studentessa non era ancora abituata alle
apparizioni improvvise del samurai, nonostante ormai fossero passati
diversi anni.
-Yuki,
quante volte devo dirti di non comparire in questo modo!
-Sono
desolato…-fece l’altro, inchinandosi.
-Lascia
perdere… C’è qualcosa che non va, vero?
La
creatura fece un cenno d’assenso con la testa, poi aggiunse:
-Sento
una strana energia provenire da questo posto…
-Una
strana energia? In che senso?-chiese l’altra, mentre entrava
nella
sala da pranzo. I tavoli da pranzo erano ancora imbanditi, come se
stessero ancora aspettando degli ospiti che non sarebbero mai
arrivati.
-Non
ve lo so dire… E’ troppo debole e non riesco ad
avvertirla del
tutto.
Yomi
lo fissò per qualche secondo, senza rispondere. Poi si
avvicinò ad
uno dei tavoli apparecchiati e spostò i piatti e i
bicchieri, in
cerca di un segno di qualsiasi genere.
-Se
i tavoli sono ancora apparecchiati, allora è vero che sono
scomparsi
durante il pomeriggio… A quanto pare Sheppard ha detto la
verità!
-Non
vi fidate di lui?-chiese lo spirito, mentre cercava di afferrare un
piatto, senza riuscirci. Non aveva forza sufficiente per potersi
materializzare nel mondo degli umani e diventare tangibile. In fondo,
era pur sempre uno spirito.
-Non
più di tanto… So che non dovrei diffidare di lui,
ma dopo quello
che ho scoperto l’altro giorno non so se posso fidarmi o no.
-Vi
riferite alle cartelle degli studenti?-chiese ancora l’altro.
-Già…
Ha fatto scrivere che si trovano all’estero per degli studi,
per
evitare troppi problemi con i giornalisti, ma a me la cosa puzza! Non
mi piace come stia cercando di insabbiare l’incidente.
E’ come se
avesse paura o riconoscesse che in parte è colpa
sua…
-Capisco…
“Vorrei
davvero potermi fidare di lui, ma non ne sono sicura. Se è
coinvolto, si spiegherebbero diverse cose!”
-Principessa!-esclamò
Yukimura, alzando un braccio per richiamare l’attenzione
della
duellante.
-Cosa
hai trovato?
-Qui
c’è una foto…
Detto
questo, lo spirito si fece da parte per lasciare che la ragazza
vedesse ciò che aveva trovato. Appoggiata in terra a faccia
in giù,
c’era una cornice di legno. Intorno c’erano dei
pezzi di vetro,
come se la cornice fosse caduta e si fosse rotta. Yomi si
chinò e la
sollevò, per vedere cosa ci fosse sull’altro lato.
La foto che vi
si trovava dentro raffigurava l’amico dai capelli castani,
l’idolo
del dormitorio femminile.
-Atticus…-mormorò
Yomi, mentre la raccoglieva e la osservava da vicino. Stava
sorridendo, come faceva sempre, con il pollice sollevato e la solita
espressione stupida che ogni tanto faceva. In un angolo c’era
persino la sua firma ed una breve dedica.
-Che
idiota…
-Volete
portarla con voi?-fece lo spirito.
-No,
se qualcuno la vedesse potrebbe pensare che mi sia intrufolata qui
dentro. Soprattutto Zane…-rispose la studentessa, rimettendo
la
foto al suo posto. Poi si alzò e dopo aver dato
un’altra occhiata
intorno, uscì dalla stanza e continuò con
l’esplorazione.
Controllò
tutto il piano terra e il primo piano, compresi i corridoi e le varie
stanze, senza trovare niente di niente. Era come se fossero realmente
scomparsi nel nulla. Non c’era assolutamente niente che
potesse
indicarle dove si trovassero o cosa era successo loro.
“Non
c’è niente… E’ come se
fossero scomparsi nel nulla!”
-Forse
sarebbe meglio se controllaste anche la camera del vostro
amico…-commentò Yukimura, mentre seguiva la
ragazza. La Obelisk si
fermò all’improvviso e si voltò verso
lo spirito.
-A
chi ti riferisci?
-A
Yusuke Fujiwara. Se non mi ricordo male, ha iniziato a comportarsi in
modo strano poco prima che scomparissero.
-Adesso
che ci penso, è stato anche il primo a scomparire. Forse in
camera
sua posso trovare qualcosa…
Detto
questo, Yomi si voltò dalla parte opposta e finì
di percorrere il
corridoio, finché non si trovò di fronte alla
camera da letto
dell’amico dai capelli verdi. La studentessa provò
ad aprirla, ma
la porta era chiusa a chiave e non si spostò nemmeno di
mezzo
millimetro. Provò, quindi, a spingere un po’
più forte, ma non si
mosse.
-E’
chiusa! Forse riesco a scassinarla…-mormorò tra
sé e sé, mentre
prendeva una forcina che aveva tra i capelli. Passò circa
dieci
minuti ad armeggiare intorno alla serratura, finché non
sentì uno
scatto secco, segno che la porta si era finalmente aperta. Poi
entrò
all’interno, seguita dallo spirito e facendo attenzione a
dove
metteva i piedi.
-C’è
qualcosa…-mormorò il samurai, mentre vagava
incerto tra i vetri
rotti e i libri sparsi sul pavimento.
-Ne
sei sicuro?-chiese la Obelisk con noncuranza, mentre si avvicinava
alla scrivania. Sul tavolo c’erano un sacco di fogli, la
maggior
parte dei quali scritti a mano.
“Questa
è la sua calligrafia…” pensò
la ragazza, mentre afferrava i
fogli e li sfogliava lentamente. In mezzo ai compiti, c’erano
anche
alcuni strani disegni; erano perlopiù cerchi e triangoli ed
altre
strane linee che si incontravano e dipartivano l’una
dall’altra.
Ogni tanto, accanto a quei disegni, c’erano anche degli
appunti,
perlopiù poche parole, scritte nell’alfabeto
latino.
“Non
capisco cosa ci sia scritto… Se fosse stato giapponese non
ci
sarebbero stati problemi, ma questo… Non capisco nemmeno che
lingua
sia! Forse inglese o francese…”
-Yuki!-esclamò,
poi, cercando di richiamare l’attenzione dello spirito.
-Ditemi!
La
ragazza gli porse gli strani disegni, chiedendoli se era in grado di
tradurli. Yukimura li osservò attentamente per diversi
minuti, poi
li riconsegnò alla padrona, scuotendo la testa.
-Mi
dispiace, ma l’unica lingua che riesco a comprendere
è la vostra.
-Capisco…-mormorò
l’altra.
-Se
vi portate dietro quei fogli, potete cercare di tradurli con i libri
che ci sono in biblioteca. Oppure potete cercare in Internet.
Inoltre, anche quelle figure sono molto strane…
-Hai
ragione…-fece l’altra. Poi piegò i
fogli in quattro e li infilò
nel porta-deck.-Guardiamo se c’è altro…
Detto
questo, si diresse verso il letto. Aveva visto, con la coda
dell’occhio, qualcosa che brillava nel buio della stanza. Una
volta
che si fu avvicinata, illuminò la parete dietro alla testata
del
letto e vide una cornice di compensato ricoperta di fotografie. Ce
n’erano diverse che ritraevano anche lei, mentre in tante
altre
erano raffigurati Atticus e Zane. Erano state appese con alcune
puntine da disegno. Accanto alla cornice, proprio sopra il letto,
c’era uno specchio ovale, con una cornice laccata in rosso
sangue.
Doveva essere quello l’oggetto che aveva brillato nel buio.
Sul
vetro c’era una scritta in inchiostro indelebile,
anch’esso rosso
sangue. La calligrafia era sempre quella di Yusuke, ma questa volta i
caratteri sembravano quasi tirati via, come se avesse avuto fretta di
scrivere. Ed anche questa volta, le lettere erano quelle
dell’alfabeto latino.
-Non
sapevo che Yusuke conoscesse le lingue
straniere…-mormorò Yomi,
illuminando lo specchio.
-Non
capisco perché non abbia scritto in
giapponese…-fece lo spirito di
Duel Monster, mentre si avvicinava alla padrona. La ragazza scosse la
testa, aggiungendo che non ne aveva idea.
-Forse
è meglio se vi scrivete anche questi caratteri; potrebbero
sempre
dirci qualcosa su dove siano finiti tutti.-disse. Yukimura,
voltandosi verso la padrona. La studentessa fece un cenno
d’assenso,
poi estrasse il taccuino e la penna che si era portata dietro e si
appuntò la nuova scritta. Aveva appena finito di ricopiarla,
quando
il samurai richiamò la sua attenzione.
-Principessa…
Lo
spirito era al centro della stanza, inginocchiato sul pavimento e
stava fissando qualcosa che si trovava in terra. Non appena la
ragazza si fu avvicinata, le indicò un insieme di segni e
linee che
erano stati incisi sulle assi di legno del pavimento. La maggior
parte di esse erano coperte da libri e fogli vari e non si poteva
capire cosa fossero o cosa rappresentassero senza spostare niente.
-Sono
dei segni…?-fece la ragazza, mentre spostava un libro dopo
l’altro,
cercando di fare attenzione a non ferirsi con i vetri rotti. A mano a
mano che spostava i libri, il disegno appariva sempre più
chiaro e
familiare.
“Questo
disegno… Sono sicura di averlo già
visto!” pensò Yomi,
afferrando poi i fogli che aveva trovato sulla scrivania e iniziando
a sfogliarli velocemente, finché non trovò
ciò che stava cercando.
-Ero
sicura di averlo già visto…
-E’
lo stesso disegno…-commentò Yukimura, osservando
prima il disegno
sul foglio e poi il pavimento.
-Sembra
che sia stato inciso da qualcuno…-fece la ragazza,
inginocchiandosi
di fronte al disegno e sfiorando con un dito le linee.
-Pensate
che sia stato Yusuke Fujiwara?
-Non
lo so… Comunque, è stato sicuramente lui a
disegnarlo sul foglio.
Forse stava cercando qualcosa…
-Comunque
sia, sono sicuro che troveremo qualcosa cercando su Internet o in
biblioteca.
-Lo
spero…-commentò l’altra, alzandosi in
piedi ed osservando un
altro po’ gli strani simboli che aveva trovato.
I
due diedero un’altra occhiata veloce alla stanza e, non
trovando
nient’altro, decisero di uscire e tornare al piano di sotto.
La
Obelisk era appena ritornata al piano terra ed aveva quasi deciso di
uscire da lì, quando lo spirito del samurai si
bloccò
all’improvviso, indicando un punto imprecisato alla sua
destra.
-Cosa
c’è?-chiese la ragazza, illuminando il punto
indicato dal mostro.
-C’è
qualcosa…
-Qualcosa?
Ehi, si può sapere di cosa stai parlando?! Non mi dirai mica
che c’è
un fantasma, vero?!-esclamò l’altra, iniziando a
balbettare dalla
paura. Aveva una vera e propria fobia per i fantasmi e non aveva
alcuna intenzione di incontrarne uno in quel luogo, al buio e da
sola.
-Non
vi preoccupate, mi stavo solo riferendo a quell’energia a cui
ho
accennato prima, quando siamo entrati qui dentro. Adesso l’ho
avvertita chiaramente e credo di aver capito da dove
proviene…
Detto
questo, la creatura di Duel Monster si allontanò dalla
padrona ed
imboccò uno stretto corridoio che si apriva accanto alle
scale e che
non avevano ancora controllato. Yomi lo seguì, un
po’ titubante.
Aveva ancora paura che qualcosa potesse comparire
all’improvviso,
facendola spaventare a morte.
“Quanto
odio gli edifici abbandonati! Non credo che ci sarei mai entrata da
sola se non avessi avuto scelta… Inoltre, detesto ammetterlo
ma
sono contenta che ci sia anche Yuki! Con lui, sono abbastanza sicura
che nessun fantasma verrebbe a spaventarmi. Ma anche se
c’è lui,
continuo a non sentirmi al sicuro.” pensò, mentre
seguiva lo
spirito all’interno di uno stretto corridoio.
La
studentessa non aveva nemmeno fatto tre metri, quando
rabbrividì
all’improvviso. Aveva appena avvertito una corrente di aria
fredda
provenire da davanti a sè, segno che fra non molto ci
sarebbe stata
un’uscita.
-Che
strano, non ricordavo che qui ci fosse un’uscita…
Anche le pareti
sono diverse…-mormorò tra sé e
sé, illuminandosi un po’
intorno con la torcia. Le pareti del corridoio si stavano facendo
sempre più irregolari ed anche il pavimento stava lasciando
il posto
alla pietra nuda. Era come se di punto in bianco finisse
l’edificio
e iniziasse un lungo cunicolo scavato nella roccia.
-Principessa,
ci siamo!-fece Yukimura, voltandosi verso la ragazza. Yomi
affrettò
il passo e raggiunse lo spirito, curiosa di vedere dove avesse
condotto quello strano corridoio. Non appena raggiunse il samurai e
illuminò lo spazio intorno a sé, vide che si
trovava in una ampia
grotta, scavata nella roccia. Quel luogo era talmente umido che dal
soffitto gocciolava, di tanto in tanto, un po’ di acqua. Al
centro
della grotta c’era una specie di arena, con degli strani
disegni
scolpiti tutt’intorno.
“Ancora
disegni? Non capisco cosa possano significare… E non capisco
chi
possa essere stato a tracciarli. Dubito che sia opera di Yusuke! Da
solo non avrebbe mai potuto farcela…”
-Questo
posto è veramente strano e sono abbastanza sicura che prima
non ci
fosse…-commentò la Obelisk, illuminando il luogo
con la torcia.
-Avete
ragione; nemmeno io l’ho mai avvertito… Comunque,
credo che ci
troviamo qualche metro sottoterra.
-Ne
sei sicuro?-chiese l’altra, leggermente sorpresa, voltandosi
verso
lo spirito.
-Il
corridoio che abbiamo appena percorso scendeva molto lentamente, ma
scendeva.
-Mi
chiedo chi possa essere stato a costruire un posto del
genere…-fece
la ragazza, dopo diversi minuti di silenzio. Detto questo, scese
all’interno dell’arena e si diresse verso il suo
centro. Era
perfettamente circolare ed i disegni sulla sua circonferenza si
ripetevano regolari, mentre quello al centro era molto simile a
quelli che aveva trovato poco prima in camera di Yusuke.
-Principessa…
-Tutti
questi simboli… Mi fanno venire in mente una specie di
rituale…
-Un
rituale?
-Bè,
sì… Ma forse mi sto sbagliando…
-O
forse no…-commentò il samurai, avvicinandosi alla
ragazza. La
giovane lo guardò per qualche minuto, poi
illuminò di nuovo i
simboli, pensierosa.
Dopo
pochi minuti, sentì una voce spettrale sussurrare qualcosa
in una
lingua sconosciuta. Era una voce profonda e suadente allo stesso
tempo e sembrava che continuasse a ripetere sempre la stessa frase.
“Ma
cosa diavolo…?” pensò la giovane,
guardandosi nervosamente
intorno. Poi si voltò verso lo spirito e chiese:
-Hai
sentito qualcosa?
Il
samurai scosse la testa.
-Ne
sei sicuro?!-insistette Yomi.
-Sì…
Perché me lo chiedete?-fece lo spirito, preoccupato. La
ragazza
mormorò di lasciar perdere, poi si guardò un
altro po’ intorno,
illuminando tutti gli angoli che poteva con la sua torcia elettrica.
“Forse
è solo la stanchezza… Magari mi sono immaginata
tutto! Deve essere
così… E’ assurdo che abbia sentito
delle voci; non ha il minimo
senso! Il mio cervello deve avermi giocato un brutto tiro, tutto
qui!”
-Forse
è meglio se usciamo di qui… Mi è pure
venuto di nuovo il mal di
testa!-disse, poi, portandosi una mano sulle tempie cercando di
placare i forti dolori che, di punto in bianco, le erano venuti.
Yukimura la guardò un po’ preoccupato, poi fece un
cenno d’assenso
e seguì la ragazza fuori dalla grotta, lungo il corridoio
che
portava dentro l’edificio. Una volta di nuovo
all’interno del
dormitorio abbandonato, Yomi diede un ultimo sguardo al salone
d’ingresso e poi decise che era giunta l’ora di
uscire.
“Questo
posto dà i brividi; sembra quasi infestato… Ma
alla fine ho
trovato qualcosa di interessante e, con un po’ di fortuna,
potrei
anche scoprire cosa è successo! Piuttosto, non capisco come
mai
nessuno se ne fosse accorto a suo tempo, quando hanno fatto le prime
indagini. Quegli strani simboli in camera di Yusuke e quella grotta
non potevano passare inosservati… Che qualcuno stia cercando
di
insabbiare tutta la vicenda?! Forse Sheppard è
coinvolto…”
La
ragazza era appena uscita dall’edificio e stava per
scavalcare la
recinzione, quando si sentì chiamare da una voce femminile.
Alzò lo
sguardo e vide una ragazza, in piedi vicino ad un albero, a pochi
metri di distanza da lei. Aveva i capelli biondi e lunghi fino ai
fianchi, lisci come la seta, e gli occhi chiari. Era una bella
ragazza, dal seno prosperoso e di poco più alta di Yomi.
“Perfetto!
Beccata in pieno… A giudicare dalla divisa, direi che
è una
studentessa. Forse è del primo anno… Comunque
sia, sono nei guai!”
-Principessa,
era meglio se lasciavate che controllassi che non ci fosse nessuno
prima di uscire…-fece lo spirito di Duel Monster.
-Già,
hai ragione…-mormorò la duellante, mentre
scavalcava la recinzione
e cercava di allontanarsi con noncuranza dall’edificio. Aveva
deciso di far finta di nulla; se era fortunata l’altra non
l’avrebbe riconosciuta e non avrebbe potuto spifferare tutto
ai
professori.
-Aspetta!-esclamò
l’altra ragazza, avanzando di qualche passo in direzione
della
studentessa del secondo anno.
-Cosa
vuoi?
-Ecco…
Tu cosa ci facevi là dentro?
Yomi
si voltò verso la ragazza, lanciandogli
un’occhiataccia.
-Potrei
chiederti la stessa cosa…-fece poi.
-Io
non mi trovavo al suo interno… Forse non sai che
è contro il
regolamento entrare all’interno del dormitorio abbandonato.
-Hai
intenzione di andarlo a dire ai professori?-chiese la Obelisk del
secondo anno, squadrando la biondina.
-Dipende
da cosa mi risponderai…
-Te
provaci e passerai un brutto quarto d’ora!-fece Yomi,
sorridendo
cinicamente.
-Li
conoscevi?-chiese l’altra, senza farsi intimidire dalle
minacce
dell’altra studentessa.
-E
se anche fosse?
-Tu
sai cos’è successo, vero?-insistette la bionda,
avanzando un altro
po’.
-No,
non so proprio nulla, altrimenti non sarei venuta qui in piena
notte…
Detto
questo, Yomi cercò di allontanarsi di nuovo
dall’edificio, ma fu
fermata di nuovo dalla voce della ragazza.
-Se
hai scoperto qualcosa, ti prego di dirmelo!
-Io
non devo dirti proprio niente! Non sono mica una stupida; qualsiasi
cosa ti dica, tu andrai a riferirlo ai professori!
-Perché
dovrei fare una cosa simile?!-esclamò l’altra,
leggermente
irritata.
-Perché
non dovresti? Vedi
che non hai un motivo per non farlo...-commentò la ragazza
del
secondo anno. Poi, si voltò di nuovo e fece per andarsene,
quando fu
bloccata da una voce, questa volta maschile, che le era molto
familiare. Proveniva dal vialetto che conduceva all’edificio
abbandonato e sembrava che si stesse avvicinando.
-Alexis,
scusami per-
Dal
vialetto comparve l’Obelisk del terzo anno. Non appena vide
Yomi,
si bloccò con la bocca semi-spalancata dallo stupore.
-Yomi?
Cosa ci fai qui?
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Capitolo 3 *** Capitolo 3- La regina di ghiaccio e il demone ***
Capitolo
3- “La
regina di ghiaccio e il demone”
Zane
si era avvicinato di qualche passo in direzione delle due ragazze,
sorpreso che Yomi si trovasse lì e non in camera sua. Gli
aveva
detto che era troppo stanca per uscire di camera e lui si era fidato,
ma adesso era lì, di fronte a lui, e non sembrava che fosse
uscita
da pochi minuti. Lo studente era più sorpreso che arrabbiato
e non
capiva per quale motivo la fidanzata gli avesse mentito.
-Cosa
ci fai qui?-chiese dopo qualche minuto, volgendosi verso la
studentessa del secondo anno.
-Dovrei
chiederti la stessa cosa!-esclamò stizzita Yomi, incrociando
le
braccia al petto.
-Non
mi sembra di averti detto che preferivo restare in
camera…-mormorò
l’altro, abbassando gli occhi.
-Bè,
ma non mi sembra che tu abbia perso tempo!
Detto
questo, la ragazza del secondo anno fece per passare oltre, quando
l’altro l’afferrò per un polso,
costringendola a fermarsi.
-Aspetta!
-Cos’altro
vuoi?!
-Non
sei entrata nel dormitorio, vero?-chiese il Kaiser.
-Non
sono affari tuoi…
-Yomi!
-Non
sono affari tuoi!-esclamò l’altra, al colmo
dell’esasperazione.
-E lasciami andare!
Zane
la guardò per qualche secondo, poi lasciò la
presa e si spostò da
una parte per lasciarla passare.
-Non
capisco cosa ti stia succedendo
ultimamente…-mormorò, abbassando
lo sguardo.
Yomi
gli lanciò un’occhiataccia, ma non rispose. Poi si
voltò
dall’altra parte e si allontanò
dall’edificio abbandonato,
lasciando indietro gli altri due studenti.
-Mi
dispiace, non vorrei che fosse colpa mia. Forse è stata una
pessima
idea chiederti di raggiungermi…-fece la studentessa dai
capelli
biondi, rivolgendosi al giovane del terzo anno. Zane scosse la testa
e aggiunse:
-Non
preoccuparti, Alexis. Non credo che sia questo il vero
problema… E’
da quando è scomparso tuo fratello che lei si comporta in
questo
modo. Sta cercando di isolarsi di nuovo, ma finché non
decide di
farsi aiutare, non c’è niente che io possa
fare…
-Scommetto
che era molto legata a mio fratello…-mormorò la
ragazza,
incrociando le braccia al petto.
-Molto,
nonostante non lo avesse mai ammesso. E’ per questo motivo
che non
riesce a darsi per vinta.
-Non
è l’unica…
-Non
dovreste sforzarvi troppo. Tutte e due. Potrebbe essere
pericoloso…
-Lo
so, ma, non posso rimanere calma sapendo che mio fratello è
scomparso chissà dove. E sono sicura che è
ciò che prova anche
lei… Io voglio sapere dov’è e sono
disposta a tutto per
scoprirlo.
Zane
la guardò per qualche secondo, poi fece:
-Ricordami
che ti devo un favore…
Detto
questo, l’Obelisk girò i tacchi e si
allontanò velocemente dalla
radura, diretto verso gli edifici principali.
“Chi
l’avrebbe mai detto che fosse diventato
così…” pensò Alexis,
mentre osservava l’altro allontanarsi.
***
-Stupido
Zane!-esclamò la ragazza, mentre camminava spedita lungo il
vialetto. Era su tutte le furie e nessuno, in quel momento, avrebbe
potuto farla placare.
-Principessa…-disse
lo spirito di Duel Monster, comparendo al suo fianco e cercando di
stare al suo passo.
-Yuki,
non è il momento adatto!
-Ma
i disegni-
-Ho
detto che questo non è il momento adatto!-esclamò
l’altra,
voltandosi verso il samurai cremisi. In cuor suo sapeva che non
avrebbe mai dovuto prendersela anche con lo spirito, ma quando
perdeva le staffe finiva che iniziava ad inveire contro tutti e
tutto.
“Quando
insiste è proprio insopportabile… Non capisco che
problema ci sia
se cerco qualche indizio! A lui non gli importa niente di tutti gli
studenti scomparsi? Nemmeno dei nostri amici?”
-Io
credo che sia solo preoccupato…-fece lo spirito di Duel
Monster,
comparendo di nuovo al suo fianco e cercando di far ragionare la
ragazza.
-Io
credo che sia solo uno stupido! Uno stupido, finto, schifoso
idiota!-esclamò l’altra, alzando sempre di
più la voce.
-Non
ti sembra di stare esagerando?-chiese una voce alle sue spalle.
L’Obelisk del terzo anno si trovava dietro di lei, a pochi
metri di
distanza, ed aveva il fiato corto, come se avesse corso per
raggiungerla. Yomi gli lanciò un’occhiataccia, poi
si voltò
dall’altra parte e continuò per la sua strada.
-Yomi!
-Non
voglio vederti!
-Perché?-chiese
l’altro, aggrottando le sopracciglia. Non capiva
perché si stesse
scaldando così tanto; non era da lei.
-Perché
mi fai schifo!
-Schifo?
Perché dovrei farti schifo?
-Vattene
e non fare domande!
Il
Kaiser la fissò sorpreso per diversi istanti, poi
incrociò le
braccia al petto e, senza guardare la ragazza, mormorò:
-A
volte non riesco proprio a capirti…
Detto
ciò, si voltò e si allontanò lungo il
vialetto. Yomi lo guardò
per un po’ allontanarsi, poi si voltò
dall’altra parte,
trattenendo a stento le lacrime.
-Principessa…-sussurrò
il samurai, comparendo di nuovo al suo fianco.
-Sono
una persona orribile…-mormorò la studentessa,
stringendosi un
braccio dal nervoso.
-Non
dite così…
-Invece
è vero! E adesso sparisci anche tu!
Detto
questo, la ragazza si voltò e continuò a
camminare spedita lungo il
vialetto, verso il pontile del piccolo porticciolo. Lo spirito di
Duel Monster si era dissolto, come aveva ordinato la studentessa,
conscio del fatto che in quel momento più che dei suoi
consigli
aveva bisogno di chiarirsi con l’altro studente.
Yomi,
intanto, era appena giunta sulla banchina del porto, di fronte al
faro che illuminava il mare ed indicava la via alle navi in transito
durante la notte. Era una struttura alta, forse una delle
più alte
nella zona vicino alla costa, ed emetteva fasci di luce ad
intermittenza. Anche quella sera era in funzione, come sempre. La
ragazza si era seduta con la schiena appoggiata all’edificio
e lo
sguardo rivolto verso il mare. Aveva le gambe raccolte e la testa
appoggiata sulle ginocchia, con la mente persa altrove.
Dopo
diversi minuti, sentì la presenza di qualcuno alle sue
spalle e si
voltò. Non appena vide di chi si trattava, sentì
gli occhi
inumidirsi, tanto che fu costretta a distogliere lo sguardo per non
farsi vedere.
-Ti
sei un po’ calmata o vuoi farmi un’altra
scenata?-chiese il
Kaiser, con il solito tono pacato.
-Sei
stupido o cosa? Mi sembrava di averti detto che non voglio
vederti…-mormorò Yomi, continuando a tenere basso
lo sguardo, per
non farsi vedere dall’altro.
-Prima
vorrei sapere il motivo.
-Non
c’è un motivo; non voglio vederti e basta!
-Perché
non riesco a crederti?
-Non
sono affari miei se non mi credi!
Zane
la guardò per qualche secondo, poi sospirò e si
inginocchiò
accanto a lei. Le mise una mano sulla spalla, cercando di farla
girare, ma l’altra scostò bruscamente il braccio
del ragazzo,
aggiungendo che non doveva toccarla.
-Perché
fai così? Ho fatto qualcosa di male?-chiese il Kaiser, che
continuava a non capire il motivo del comportamento della fidanzata.
-Prova
a pensarci!-esclamò l’altra, alzando di nuovo la
voce.
-Sei
arrabbiata perché ti ho rimproverata? Se è
così, mi dispiace, ma
ultimamente sono preoccupato per te e non voglio che ti cacci nei
guai. Lo sai che rischi di essere espulsa se ti dovessero beccare
mentre ti trovi dalle parti dell’edificio abbandonato, no?
-Sì,
lo so, ma non è quello il problema!
-E
allora qual è?
-Non
te lo dico!
-Se
non me lo dici, come posso rimediare?-fece l’altro, alzando
il
sopracciglio sinistro, in segno di disappunto.
-Sono
problemi tuoi…-mormorò l’altra,
nascondendo la testa tra le
gambe. Zane la guardò per qualche minuto, poi si tolse la
giacca
della divisa e la appoggiò sulle spalle della studentessa.
Yomi alzò
lo sguardo, sorpresa, e prima che potesse chiedere il motivo di quel
gesto, l’Obelisk fece:
-Stasera
fa freddo; se non ti copri a modo, rischi di ammalarti…
-Io
non la voglio!-esclamò l’altra, stizzita.
-E
io non voglio che tu ti ammali. Per me, la tua salute è
più
importante di qualsiasi altra cosa…
-Razza
di cretino…-mormorò la ragazza, stringendosi
nell’indumento.
-Oggi
siamo in vena di complimenti?-chiese l’altro, con una leggera
punta
di sarcasmo.
-E’
colpa tua… E’ tutta colpa tua…
-Scommetto
che le preferisci con i seni grossi….-aggiunse dopo un po'.
-Cosa
stai dicendo?-fece l’altro, guardandola sorpreso.
-E’
più bella, più educata, con un carattere migliore
del mio…
Scommetto che preferisci lei a me…
-Ti
riferisci ad Alexis, vero?
-Alexis…
Persino il suo nome è più bello del
mio…
-Yomi,
hai frainteso tutto!
-Ho
frainteso?! Allora spiegami cosa ci facevi insieme a lei!
Perché
dovevi vederti con lei?! Spiegamelo!-esclamò la studentessa,
alzando
finalmente lo sguardo verso il fidanzato. Era arrabbiata, molto
arrabbiata. Zane la guardò per qualche secondo, senza sapere
cosa
rispondere. Poi fece:
-E’
la sorella minore di Atticus ed è al suo primo anno in
Accademia.
Non so perché mi avesse chiesto di vederci, ma probabilmente
era là
per il tuo stesso motivo. Hai pensato che ti stessi tradendo?
La
studentessa lo fissò in silenzio.
-Non
ho alcun motivo per tradirti. E non lo farei mai, per nessun motivo
al mondo.-sospirò lui.
-Pensi
che possa crederti?!
-Quello
che dovrebbe dubitare sono io, visto che mi avevi detto che saresti
rimasta in camera tua!-esclamò l’altro, alzando
improvvisamente la
voce. Yomi lo fissò leggermente sorpresa.
-Io
non riesco a capire cosa ti stia succedendo in questi giorni. La
ricerca degli studenti scomparsi si sta trasformando in una
ossessione e non mi piace. Ultimamente stai allontanando tutti
quanti, sia me, sia Chumley che qualsiasi altra persona. Non puoi
continuare in questo modo. E non puoi dubitare di me per qualsiasi
cosa! Se non ti fidi di me, allora le cose tra noi non potranno mai
funzionare. Io ti voglio bene, ma… Lasciamo
perdere…
Detto
questo, Zane si alzò in piedi e, dopo aver dato
un’occhiata alla
ragazza, si allontanò di nuovo, verso la struttura
principale. Yomi
lo guardò allontanarsi, continuando a stringere la divisa
dell’altro.
-Accidenti…
“Se
lui preferisse lei a me, non potrei dargli torto. Io sono una persona
orribile. Continuo a trattarlo male e, nonostante tutto, lui continua
a starmi accanto. Io non lo merito… Forse sarebbe meglio se
smettessimo di frequentarci… Continuiamo a litigare, per
qualsiasi
cosa, ed ultimamente non riusciamo più a comunicare come
prima.
Forse è davvero meglio lasciar perdere…”
-Se
ci lasciamo, tornerò ad essere di nuovo sola…
-E’
questo il motivo per cui stai insieme a lui?-fece una voce femminile
alle sue spalle. Yomi alzò gli occhi e si trovò
di fronte la
ragazza bionda e prosperosa di prima.
-Che
diavolo vuoi?-fece la studentessa del secondo anno, con fare stizzito
e voltandosi dall’altra parte.
-Niente.
Stavo solo facendo una passeggiata e ti ho vista da lontano…
-In
questo momento non ho molta voglia di parlare con te…
-Il
modo in cui ti stai comportando non è giusto nei suoi
confronti…-continuò Alexis.
-Questi
non sono affari che ti riguardano…
-Se
stai insieme a lui solo per paura di rimanere da sola, allora
dovresti lasciarlo subito. Lui ti vuole bene sul serio e non
è
corretto prenderlo in giro.
-Stai
cercando di averlo tutto per te?!-sbottò l’altra
ragazza, alzando
gli occhi verso la matricola.
-No.
Per me è solo un amico, niente di più…
-Se
così fosse, perché gli hai chiesto di vederti?
Cosa dovevi dirgli?!
-Volevo
solo sapere se tu avevi scoperto qualcosa…-le rispose la
bionda,
incrociando le braccia al petto. -Sapevo che stavi indagando sulla
loro scomparsa, nel dormitorio femminile lo sanno praticamente tutte,
e anch'io voglio scoprire la verità.
-Se
volevi sapere cosa avevo scoperto, l’avresti chiesto a me,
no?
Perché chiederlo a Zane?!
-Tu
non sai quali voci circolano sul tuo conto, vero?
-Non
m’interessa; tanto saranno le solite stupide voci!-fece Yomi,
con
fare stizzito, voltandosi dall’altra parte.
-Dicono
che sei violenta e pericolosa, perciò ero un po’
timorosa a
rivolgerti la parola. Ammetto che è stato sciocco da parte
mia
credere a quelle ridicole voci di corridoio, ma-
-Senti,
non capisco cosa tu voglia da me, ma non ho alcuna voglia di starti a
sentire, perciò sparisci!
Detto
questo, la studentessa del secondo anno, si voltò
dall’altra
parte, intenzionata ad ignorare l’altra ragazza. Alexis,
però, non
aveva molta voglia di dargliela vinta. Infatti, raccogliendo tutto il
coraggio che aveva, decise di sfidare la poca pazienza che si diceva
avesse il demone dell’Accademia ed andare fino in fondo alla
faccenda.
-Invece
dovresti! Sto cercando di aiutarti…
-Perché
dovresti farlo?! Non siamo nemmeno amiche…
-Questo
è vero, ma so che Zane ti vuole molto bene e so che anche tu
glielo
vuoi, perciò voglio fare qualcosa per aiutarvi.
Yomi
la fissò per qualche secondo, poi, distogliendo lo sguardo,
mormorò:
-Si
vede che sei sua sorella… Anche Atticus avrebbe detto una
cosa
simile.
-Io
non sono come mio fratello; mi sento solo responsabile del vostro
litigio e voglio rimediare, niente di più!
-Responsabile?
Cosa ti fa pensare che tu sia responsabile del nostro litigio?
-Perché
so che ti ha dato fastidio vederci insieme… Probabilmente
avrebbe
dato fastidio anche a me e mi dispiace che sia successo!
“Come
se il motivo reale fosse quello… Credo che prima o poi
avremmo
finito con il litigare; era solo una questione di tempo. E la colpa
è
mia! Ho continuato a calpestare i suoi sentimenti e me ne sono
infischiata di lui per tutto questo tempo. Sono un’egoista!
Ho
pensato solo a me stessa e ho fatto di tutto per stare bene con la
mia coscienza, senza pensare a come si sarebbero potuti sentire le
persone che ho intorno.”
-Sei
proprio una brava ragazza… Non mi stupirebbe se lui si
innamorasse
di te.
-Anche
tu saresti una brava persona, se solo tu fossi un po’
più sincera
con te stessa…
-Io
sono sincera e non ho certo bisogno delle ramanzine di una mocciosa!
Detto
questo, Yomi si alzò e si allontanò dalla
banchina, diretta verso
gli edifici principali. Una volta giunta di fronte al dormitorio
Obelisk, si fermò qualche secondo davanti
all’ingresso, indecisa
se entrare o meno. Era consapevole di dover chiarire subito con il
ragazzo e che più tempo perdeva, più difficile
sarebbe stato
ricucire il loro rapporto, ma non sapeva cosa dirgli né come
dirglielo.
“Dovrei
chiedergli scusa per essermi arrabbiata, per avergli mentito e per
aver dubitato di lui, ma non so come fare. Questa volta ho
decisamente esagerato… Comunque sia, devo almeno rendergli
la
giacca o domattina non avrà niente da mettersi!”
Poi
fece un sospiro profondo ed entrò all’interno
dell’edificio.
L’atrio era completamente deserto e non c’era
nessuno ancora in
piedi. La ragazza non era sorpresa di non vedere nessuno; sebbene
fosse quasi estate era comunque mezzanotte passata e la maggior parte
degli studenti si erano già ritirati nelle proprie stanze
per
riposare. Dopotutto il giorno dopo ci sarebbe stata lezione.
Cercando
di non disturbare gli altri studenti e cercando di fare più
silenziosamente possibile, salì le scale in punta di piedi e
attraversò il corridoio del primo piano, fino alla stanza
del
ragazzo. Una volta giunta di fronte alla porta, la studentessa si
fermò, titubante.
“Bene,
ci siamo! Dovrei bussare, no? E se sta già dormendo? Forse
lo
disturbo… Potrei cercare di parlargli domani mattina!
Però sono
arrivata fin qui, sarebbe ridicolo tornare indietro. Potrei provare a
bussare e se non risponde me ne vado… No, meglio se ci
rifletto su!
Posso sempre parlarci domani!” pensò la giovane,
mentre fissava la
porta di legno della stanza, indecisa su cosa fare.
-Principessa,
non vorrete mica arrendervi proprio adesso?-chiese lo spirito del
samurai, comparendo all’improvviso al suo fianco. Era
leggermente
deluso per il comportamento della ragazza ed aveva deciso di
intervenire, nonostante rischiasse di farla andare su tutte le furie
per essersi intromesso di nuovo nei suoi affari.
-Yuki!
Ti ho già detto che questi non sono affari tuoi!
Sparisci!-strillò
Yomi, nera dalla rabbia per l’intromissione inaspettata ed
indesiderata, voltandosi di scatto verso la creatura, che, nel
frattempo, era scomparsa di nuovo.
-Perché
devi sempre essere così rumorosa?-chiese Zane, comparendo
all’improvviso sulla porta della sua stanza. Doveva aver
sentito
gli urli della ragazza ed era uscito per impedirle di svegliare tutto
il dormitorio.
-Cosa
ci fai qui?-chiese, poi.
-Bè…
Ecco…
-Lascia
perdere, me lo spieghi dopo. Intanto entra…
Detto
questo, afferrò la studentessa per un braccio e la
trascinò
all’interno della stanza, chiudendo la porta dietro di
sé.
-Allora,
perché sei venuta fin qui?-disse, poi, voltandosi verso la
ragazza.
-Dovevo
renderti la giacca.-rispose l’altra, porgendogli prontamente
l’indumento. L’Obelisk lo afferrò e lo
posò sullo schienale
della sedia, poi si voltò di nuovo verso la giovane e
aggiunse:
-Tutto
qui?
-Non
mi ringrazi nemmeno?!-fece l’altra, risentita per
l’atteggiamento
freddo del giovane. Si aspettava di essere ricevuta un po’
più
calorosamente ed il modo in cui l’aveva trattata faceva
supporre
che fosse molto più arrabbiato e deluso di quanto avesse
creduto lei
fino a quel momento.
-Dopo
il modo in cui mi hai trattato?-le rispose l’altro, con
noncuranza,
cercando di non incrociare lo sguardo della studentessa.
Yomi
si morse il labbro. Sapeva che aveva torto e che non avrebbe dovuto
continuare ad avere quell’atteggiamento altezzoso nei
confronti
dell’altro ragazzo. Era lei ad aver sbagliato per prima e non
si
sarebbe dovuta meravigliare se l’altro avesse deciso di
trattarla
con freddezza.
-Se
non hai nient’altro da dirmi, allora puoi anche
andare…-fece il
Kaiser, avviandosi verso la porta.
“Devo
scusarmi… Devo farlo in tutti i modi! Ma come faccio?! Non
riesco a
chiedergli scusa, sebbene sia consapevole che la colpa sia mia.
Perché non sono capace di mettere da parte il mio orgoglio
in una
situazione come questa? Che razza di stupida…”
-Allora?-fece
l’altro, indicando, con un cenno della mano, la porta aperta.
Yomi
lo fissò per qualche altro secondo, poi si
inginocchiò
all’improvviso, prostrandosi fino a sfiorare il pavimento con
la
fronte.
-Mi
dispiace! Scusami! E’ tutta colpa mia; non dovevo comportarmi
come
ho fatto, non dovevo mentirti e non dovevo dubitare di te! Mi
dispiace talmente tanto!-esclamò, continuando a tenere bassa
la
testa.
Zane
si bloccò, sorpreso e imbarazzato. Poi richiuse la porta e
si
avvicinò alla ragazza.
-Mi
dispiace di averti trattato male! E’ colpa mia, mi dispiace!
Non
volevo essere cattiva, né mentirti o accusarti
ingiustamente!-continuò l’altra, senza avere
nemmeno il coraggio
di alzare gli occhi e guardarlo in volto.
-Yomi…-mormorò
l’altro, inginocchiandosi di fronte a lei e mettendole una
mano
sulla spalla, per farle alzare la testa. La studentessa scosse il
capo, continuando a tenerla premuta contro il pavimento.
-Mi
dispiace! Anche se forse adesso mi odi… Mi dispiace comunque!
-Accetto
le tue scuse, ma adesso alzati.
-Mi
dispiace…-mormorò l’altra, alzando lo
sguardo verso il ragazzo.
-Lo
so, ho capito. Non c’è bisogno di ripeterlo
così tante volte.
-Però…
-Stasera
sei un più strana del solito. E’ successo qualcosa?
-Io
non sono strana e non è successo
niente…-commentò la studentessa.
Zane le prese il volto con entrambe le mani, avvicinandosi fino a
sfiorarle il naso.
-Io
non potrei mai odiarti, ma vorrei che tu ti fidassi di me e che tu
non mi mentissi. Su qualsiasi cosa…
-Mi
dispiace…
Il
Kaiser sorrise e la baciò a lungo. Poi si rialzò
e si diresse di
nuovo verso la porta, chiudendola a chiave.
-Cosa
stai facendo?-chiese l’altra, leggermente sorpresa.
-Chiudo
la porta a chiave…
-Perchè?
-Non
puoi uscire da questa porta. Non adesso, perlomeno…-fece
l’altro,
mentre riponeva la chiave su un tavolino bianco che si trovava
lì
vicino.
-E
chi l’avrebbe deciso?-continuò la ragazza, alzando
il
sopracciglio. Non era riuscita a nascondere il suo disappunto,
né
nei suoi modi di fare, né nel tono della sua voce.
-Non
puoi gironzolare per il dormitorio a mezzanotte. Crowler sta facendo
il suo giro d’ispezione, per controllare che tutti gli
studenti
siano nelle proprie stanze. Se ti vedesse, andrebbe su tutte le furie
e potrebbe anche decidere di espellerti.
-E
da dove dovrei passare?!
-Puoi
passare dalla finestra…-le rispose il Kaiser, indicando la
finestra
che si apriva sulla stanza.
-Stai
dicendo che dovrei saltare di sotto?
-Personalmente
preferirei che tu non lo facessi, ma l’alternativa sarebbe
che tu
rimanga qui a dormire. Non so quanto tempo passerà prima che
il
vice-cancelliere ritorni in camera sua e non voglio rischiare che ti
becchi, perciò non vedo alternative. Ovviamente devi
decidere tu, ma
sappi che non ti farò passare dall’ingresso
principale. Non voglio
che tu sia espulsa…
Yomi
lo fissò per qualche secondo pensierosa, poi, sospirando,
fece:
-Immagino
di non avere altra scelta che rimanere qui, per stanotte. Non ho
voglia di mettermi a fare la teppista saltando dalle
finestre… E se
lo facessi, tu ti preoccuperesti!
Zane
sorrise leggermente, poi fece:
-In
tal caso, puoi dormire sul mio letto. Io dormirò sul
divano…
-Anche
tu puoi dormire sul letto, no?
-Non
voglio metterti a disagio…
-Guarda
che io non ho nessun problema a dormire insieme al mio
ragazzo…
-Ne
sei sicura?-chiese il Kaiser, sorpreso.
-Perché
non dovrei?
Il
ragazzo non rispose e appoggiò la schiena alla porta. Yomi
lo guardò
per qualche secondo, pensierosa, poi si sedette sul letto, si tolse
le scarpe e la giacca e fece:
-E’
più di mezzanotte; è meglio se riposiamo.
-Ne
sei sicura?-chiese, di nuovo, l’altro studente.
-Per
me non è un problema. Basta che tu tenga le mani ferme
mentre dormo!
-Io
non faccio proprio niente contro la tua volontà.
Detto
questo, l’Obelisk fece il giro e si sedette
sull’altro lato del
letto. Allungò una mano e sfiorò i lunghi capelli
castani
dell’altra, poi le accarezzò delicatamente il
volto.
-A
dir la verità, mi piacerebbe che tu dormissi con me tutte le
volte…-aggiunse dopo un po’.
-Se
vuoi possiamo-
-Ora
non è il momento per parlarne. E’ tardi e domani
ci sono le
lezioni…-disse l’altro, interrompendo la ragazza
del secondo
anno. Poi si alzò e si diresse verso
l’interruttore per spegnere
la luce. Una volta che il buio calò nella stanza,
ritornò verso il
letto e scivolò sotto le coperte, di fianco alla
studentessa. Si
sdraiò accanto a lei, cingendole i fianchi con le braccia ed
attirandola a sé, finché non avvertì
il contatto con il suo corpo.
Yomi si raggomitolò, facendosi più piccola di
quanto non lo fosse
realmente, così da occupare meno spazio possibile, e
affondò il
volto nel petto dell’altro. Zane le accarezzò la
testa,
dolcemente, come era solito fare quando erano soli, finché
non si
addormentarono, l’una nelle braccia dell’altro.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4- Una giornata movimentata ***
Capitolo
4- “Una
giornata un po’ movimentata”
Agosto
e le vacanze estive erano ormai alle porte e gli studenti
dell’Accademia, dopo aver sostenuto i tanto temuti esami di
fine
trimestre, si stavano godendo gli ultimi giorni di scuola
sull’isola,
prima di poter tornare a casa dalle famiglie. Le giornate si erano
allungate parecchio e anche il clima si era fatto ancora più
torrido, tanto che gli studenti preferivano trascorrere il loro tempo
in spiaggia, piuttosto che all’interno del campus.
Quel
giorno Yomi era stata chiamata dal cancelliere. Al telefono
l’uomo
non aveva detto granché, eccetto che doveva vederla
urgentemente, e
la ragazza non aveva fatto domande. Sebbene non avesse la
più
pallida idea del motivo che si celava dietro quella chiamata, non si
preoccupava più di tanto. Sapeva che non aveva fatto niente
di grave
e, dopo essere stata rimproverata da Zane qualche mese prima, aveva
anche smesso di gironzolare intorno al dormitorio abbandonato. Per
quanto riguardava Alexis, la ragazza aveva promesso che non ne
avrebbe fatto parola con nessuno e Yomi le aveva creduto.
Così,
quella mattina del 31 luglio, la studentessa del secondo anno si
stava dirigendo verso l’ufficio di Sheppard, senza sapere del
perché l’uomo volesse vederla.
Una
volta giunta di fronte alla porta della stanza, bussò
leggermente ed
entrò, senza nemmeno attendere una risposta da parte del
cancelliere.
-Volevate
vedermi?-fece, una volta entrata.
L’uomo
pelato era in piedi, accanto alla poltrona, con le spalle rivolte
alla porta e lo sguardo fisso sulla vetrata che si trovava dietro
alla scrivania. Stava osservando interessato un puntino blu e rosa
che si trovava proprio di fronte all’ingresso della scuola e
non si
era ancora accorto che la giovane era appena entrata.
-Dovrei
comprarle un furgoncino nuovo…-mormorò, tra
sé e sé, continuando
a guardare fuori dalla finestra.
-Cancelliere?-fece
Yomi, cercando di attirare l’attenzione dell’uomo.
Ci riuscì,
tanto che Sheppard sussultò leggermente, girandosi di scatto
verso
la sua studentessa.
-Yomi!
Da quanto tempo sei qui?
-Sono
appena entrata… Piuttosto, volevate dirmi qualcosa?
-Ah,
sì! Menomale che sei venuta subito! Ho bisogno che tu mi
faccia un
favore…-disse l’uomo, mentre si avvicinava alla
scrivania.
-Un
favore?-chiese Yomi, tirando inconsciamente un sospiro di sollievo.
Era abbastanza sicura che nessuno avesse scoperto della sua
incursione notturna al dormitorio abbandonato, ma, in fondo, non ne
era certa e il dubbio che qualcuno avesse potuto vederla aveva
continuato a tormentarla per tutto il tempo.
-Si
tratta di Chumley…-continuò l’altro.
-Chumley?
Cos’è successo?
-Non
si è mai presentato a lezione e non ha sostenuto il test di
fine
trimestre. Probabilmente non ha digerito il fatto di essere stato
bocciato l’anno scorso, nonostante tutto il suo
impegno…
-In
effetti, da quando ha saputo di essere stato bocciato, ha iniziato a
chiudersi in camera sua, cercando di evitare tutti gli altri
studenti. E so anche che non è mai andato a
lezione…
-Se
continua così sarò costretto a bocciarlo di nuovo
e questa volta
non potrà più ripetere l’anno qui. Per
questo vorrei che ci
parlassi tu. Sei sua amica; sono sicuro che sapresti come aiutarlo!
-Non
vedo come potrei aiutarlo… Da quando è riniziato
l’anno, non
l’ho ancora visto, né l’ho mai chiamato.
L’ho praticamente
abbandonato, perciò non vedo come potrei essere
d’aiuto.
Probabilmente mi odia pure…
-Finché
non ci provi, non puoi saperlo! Se è veramente tuo amico,
sono
sicuro che capirà.
-Non
sarebbe meglio se ci parlaste voi professori?
-Non
credo che questo sia un problema che noi professori possiamo
risolvere. Se si rifiuta di venire a lezione è
perché non si fida
di noi e, in questo momento, lui ha bisogno di parlare con una
persona di cui si fidi. E’ per questo motivo che ho chiesto a
te…
-E
se non si fidasse nemmeno di me?
-Allora
non saprei proprio cosa fare…
-Io
non sono la persona più
adatta…-continuò, imperterrita, la
ragazza. Era certa di non essere la persona più adatta per
quell’incarico delicato.
-Sei
la nostra unica speranza! L’ultima cosa che voglio
è cacciare un
bravo ragazzo come Chumley… Ti prego, Yomi!-insistette il
cancelliere.
-Va
bene, ho capito. Cercherò di fare del mio meglio, ma non le
posso
assicurare niente.
Detto
questo, la ragazza fece per uscire dall’ufficio, quando
l’uomo la
fermò e disse:
-Ho
saputo che tuo fratello si è segnato per l’esame
di ammissione che
si terrà fra qualche settimana.
-Jaden
non è una testa calda come me, non si preoccupi!
-Lo
so bene; i tuoi genitori me lo hanno già detto…
-Davvero?-chiese
l’altra, sorpresa.
-E’
un ragazzo interessante…
-Può
darsi… Comunque sia, non è detto che
sarà ammesso in Accademia;
lo studio non è mai stato il suo forte. Adesso devo
andare… Con
permesso!-fece la ragazza, inchinandosi leggermente. Poi
uscì dalla
stanza. Sheppard sorrise leggermente, poi ritornò ad
osservare il
puntino rosa e blu che, nel frattempo, continuava a fare la spola tra
il magazzino e il furgoncino, trasportando faticosamente scatoloni e
casse ricolme di cibo in scatola.
Yomi,
nel frattempo, aveva appena finito di svoltare l’angolo alla
fine
del corridoio e stava per scendere le scale, quando si sentì
chiamare per nome. In fondo alla rampa, appoggiato con le spalle al
muro e le braccia conserte, c’era il Kaiser. La stava
fissando,
talmente accigliato che la ragazza iniziò a domandarsi cosa
avesse
combinato di grave.
-Eri
da Sheppard?-chiese Zane, continuando a rimanere appoggiato al muro.
-Sì,
perché?-fece, a sua volta, la Obelisk, mentre scendeva le
scale.
-Non
ti sarai mica fatta beccare?
-No,
non preoccuparti… Mi ha solo chiesto un favore.
-Yomi-
-Zane,
ti ho già detto che ho abbandonato quelle ricerche. Dovresti
fidarti…-lo interruppe l’altra, fermandosi di
scatto a pochi
gradini di distanza da lui. Il giovane distolse lo sguardo, senza
aggiungere altro.
-Riguarda
Chumley…-continuò poi, mentre finiva di scendere
i restanti
scalini.
-Chumley?-chiese,
sorpreso, l’altro studente.-Perché?
-Vogliono
che lo convinca a frequentare di nuovo le lezioni. Dopo che
è stato
bocciato, si è praticamente rinchiuso in camera ed esce
giusto per
mangiare. I professori e il cancelliere sono preoccupati, ma non
hanno intenzione di intervenire, perciò hanno chiesto a me.
Ma
nemmeno io so cosa fare…
-Dubito
che tu possa convincerlo…
-E’
quello che penso anch’io. Tra le altre cose, ho la sensazione
che
mi detesti…
-Non
essere ridicola! Non credo proprio che ti odi; probabilmente ha solo
bisogno di rimanere da solo per un po’.
-Ma
io l’ho abbandonato! Ero talmente concentrata sulla ricerca
degli
studenti scomparsi che mi sono dimenticata di lui. E di te…
-Non
dovresti continuare a pensarci. Per quel che mi riguarda, ti sei
già
fatta perdonare…
Detto
questo, il ragazzo accennò un sorriso e si scostò
dalla parete,
facendo qualche passo in avanti.
-C’è
una cosa che vorrei darti…-fece, poi.
-Una
cosa?
-Ne
riparliamo dopo…
-Perché?!
Non è giusto, mi hai incuriosita!-protestò
l’altra, alzando
leggermente la voce.
-Per
qualche ora non sarà la fine del mondo; cerca di portare
pazienza
una volta ogni tanto.
Zane
si chinò e le baciò la fronte, poi le
scompigliò i capelli e si
allontanò dalla Obelisk, lasciandola in mezzo al corridoio,
curiosa
di sapere di cosa parlasse il Kaiser e indispettita per essere stata
lasciata sulle spine.
-Che
antipatico…-mormorò Yomi, mentre lo guardava
allontanarsi. Poi
sospirò e, cercando di dimenticarsi del ragazzo, si
allontanò dalla
parte opposta, per dirigersi verso il dormitorio rosso.
Scese
fino al piano terra e attraversò tutto l’atrio,
uscendo
dall’edificio principale. Si incamminò sul
vialetto sterrato che
portava all’edificio degli Slifer e, in una decina di minuti,
fu
davanti alla vecchia catapecchia. Il dormitorio era sempre lo stesso;
la struttura era talmente malandata che sembrava dovesse cadere da un
momento all’altro. Alcune tegole del tetto erano saltate ed
erano
cadute sul terreno sottostante, mentre un pezzo della gronda si era
staccato dalle fascette in rame che lo reggevano e penzolava su un
lato. Yomi fece un sospiro profondo, poi decise di andare a bussare
alla camera dell’amico, sperando di riuscire a parlarci e a
convincerlo a tornare a lezione. Salì la scala esterna che
portava
al piano superiore dell’edificio, facendo attenzione ad
evitare i
gradini marci, e si diresse alla stanza da letto. La ragazza
ricordava benissimo quale era e, una volta giunta di fronte, diede
qualche colpo alla porta, senza tanti convenevoli. Da dietro, una
voce debole e piagnucolosa biascicò qualcosa sul fatto che
non ci
fosse nessuno.
-Chumley,
sono Yomi. Aprimi!-esclamò la Obelisk, ignorando
completamente le
lamentele dell’altro.
-Yomi?-chiese,
sorpreso, l’altro. La voce si era fatta più forte
e chiara, segno
che il ragazzo si era avvicinato un po’ alla porta.
-Esatto!
Adesso aprimi, devo parlarti!
-Vattene,
non voglio vederti…-mormorò l’altro, da
dietro la porta.
-Devo
parlarti!
-Se
stai cercando di convincermi a tornare a lezione, ti avverto subito
che è tempo perso. Non ho alcuna intenzione di farlo! Ormai
non ha
alcun senso continuare a impegnarsi…
-Ti
stai sbagliando! Non è tempo perso e tu hai ancora diverse
possibilità!-esclamò Yomi, alzando sempre
più il tono della voce.
-Perché
vuoi illudermi? Ormai non ho speranze; non sono mai stato portato per
duellare. Io non sono come te, io non ho alcun talento! Tu sei
bravissima, intelligente, hai un carattere forte e una
volontà di
ferro, non ti fai scoraggiare da niente… Io non sono come
te,
perciò tu non puoi capirmi.
-Chumley…-insistette
l’altra.
-Mi
dispiace che tu ti stia preoccupando per me, ma ormai ho deciso che
finirò l’anno in questo modo, perciò
gradirei che tu non cercassi
di farmi desistere.
-Non
se ne parla! Io non accetto una decisione del genere senza nemmeno
vederti in faccia! Aprimi e parliamone insieme!-strillò la
ragazza,
sempre più nervosa per il comportamento testardo
dell’amico.
-Non
c’è niente di cui parlare; non è una
decisione che spetta a te.
Adesso vattene!
Yomi
fece per ribattere, poi ci ripensò e non disse niente.
Continuò ad
osservare la porta chiusa, cercando di trovare il modo migliore per
farlo ragionare e farlo, perlomeno, uscire dalla stanza.
“Sono
mesi che si è chiuso qui dentro… Deve esserci un
modo per farlo
uscire, ne sono sicura! Devo capire dove sta il problema e farlo
ragionare. Non può trascorrere il resto dell’anno
chiuso in camera
e farsi bocciare! Se non riesce a passare, sarà costretto ad
abbandonare per sempre l’Accademia e rinunciare ai suoi
sogni. In
quanto sua amica, è una cosa che non posso lasciargli fare.
Anche a
costo di essere odiata, non posso rimanere ferma e lasciare che si
rovini con le sue stesse mani! In questo caso, è mio dovere
intromettermi nei suoi affari e fargli capire che sta sbagliando. E
per farlo devo solo trovare un modo per entrare in camera
sua…”
pensò, mentre si guardava intorno, alla ricerca di un modo
per
intrufolarsi all’interno della stanza. Controllò
lo stipite della
porta e la serratura, valutando quanto potesse essere facile
scassinarla.
-La
serratura è vecchia e potrei benissimo scassinarla con una
forcina…
Però, se lo facessi, Crowler andrebbe su tutte le furie. Una
volta
scassinata, diventa inutilizzabile e non posso danneggiare un oggetto
della scuola, per quanto possa essere malridotto. Sarebbe meglio
trovare un altro modo per entrare…-mormorò tra
sé e sé, alzando
lo sguardo al tetto. Poi percorse il corridoio esterno in lungo e in
largo, due o tre volte, osservando attentamente il tetto e cercando
di trovare una via alternativa.
-Ma
certo! La finestra! Posso passare da lì!-esclamò,
ad un certo
punto, bloccandosi di scatto di fronte alla porta di un’altra
camera. Poi diede una rapida occhiata al tetto e al parapetto del
corridoio, valutando la distanza tra i due.
“Dovrei
riuscire a farcela! Se riesco a salire sul tetto, poi mi basta
scendere dall’altra parte ed entrare dalla finestra. Con
questo
caldo sono sicura che sia aperta! Una volta entrata in camera,
dovrà
ascoltarmi per forza!” pensò, certa di riuscire
nel suo intento.
Poi salì sul parapetto e, cercando di mantenere
l’equilibrio per
non cadere di sotto e farsi male, si diede lo slanciò e, con
un po’
di fatica, si issò sul tetto malridotto del dormitorio rosso
e si
mise in piedi sulle tegole rotte, cercando di non inciampare. Stava
per dirigersi verso l’altro lato della costruzione, quando un
urlo
catturò la sua attenzione. Sotto di lei, di fronte
all’edificio,
c’erano due studenti, probabilmente matricole, che stavano
cercando
di attirare la sua attenzione in tutti i modi possibili.
-Ehi,
tu! Si può sapere cosa stai facendo?!-strillò uno
dei due, affinché
la ragazza potesse sentirlo.
-Non
sono affari tuoi, nanerottolo!-gli rispose la studentessa, senza
nemmeno degnarlo di uno sguardo.
-Come
ti permetti! Guarda che lo sto dicendo per te! Se cadi da
lassù,
potresti anche farti male!
-Ti
ripeto che non sono affari tuoi! Adesso vedi di sparire!
Detto
questo, Yomi fece per passare dall’altra parte, quando
un’altra
voce la bloccò in bilico sul tetto.
-Yomi,
scendi subito da lassù!
Era
una voce calma, quasi gentile, ma che non nascondeva una leggera
punta autoritaria. La ragazza sapeva a chi apparteneva e sapeva anche
che avrebbe dovuto obbedire se non voleva passare dei grossi guai.
-Professor
Banner…?
L’uomo
era in piedi, accanto ai due studenti, insieme a Faraone che, come
sempre, si trovava tra le sue braccia. Nonostante stesse sorridendo
come sempre, Yomi sapeva bene che era su tutte le furie e che quel
suo sorriso non rifletteva i suoi veri pensieri.
-Yomi,
se non vuoi passare dei guai, scendi subito da
lassù!-continuò
l’uomo, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non
posso! Devo fare una cosa!-provò a protestare la studentessa.
-Una
cosa?-chiese l’altro, leggermente sorpreso.
-Non
si preoccupi, non mi farò male!
-Non
m’interessa! E’ pericoloso e se ti succedesse
qualcosa la colpa
ricadrebbe sulla scuola, perciò scendi subito da
lassù.
-Non
si preoccupi, farò in fretta!
-Se
non scendi subito, dovrò riferire tutto a Sheppard. Potresti
anche
essere espulsa…
-Le
ho già detto che farò in fretta!
-Non
è questione di quanto tempo ci metti; è
pericoloso salire su un
tetto! Scendi!-le intimò l’uomo, alzando
leggermente la voce. Yomi
lo fissò per qualche minuto, poi decise che sarebbe stato
molto più
saggio obbedire ed evitare ripercussioni sulla sua carriera
scolastica. In fondo, se anche Banner si era arrabbiato significava
che l’aveva combinata grossa. Così
ritornò sui suoi passi e scese
dal tetto, delusa di non essere riuscita nel suo intento. Il
professore la raggiunse al primo piano della palazzina e,
afferrandole un orecchio la trascinò fino alla caffetteria,
per
farle una lavata di capo di cui non si sarebbe dimenticata troppo in
fretta. Dopo averle spiegato una trentina di volte quanto sarebbe
potuto essere pericolo, decise di lasciarla andare a patto che il
giorno dopo le consegnasse un tema di dieci pagine sulle conseguenze
del suo gesto, giusto per essere sicuro che la studentessa avesse
realmente capito la gravità delle sue azioni. Yomi gli
lanciò
un’occhiataccia, ma preferì non ribattere per non
far indispettire
ulteriormente l’uomo.
Dopo
essersi congedata dall’insegnante, decise che avrebbe passato
un
foglio sotto la porta di Chumley, sperando che quest’ultimo
lo
avrebbe letto. Prese un foglio da un blocchetto che si trovava su uno
dei tavoli della caffetteria e scrisse qualche breve riga, in cui si
scusava per averlo trascurato e lo pregava di ritornare a lezione o,
perlomeno, di parlare con lei, perché era certa che
“tutto si
sarebbe risolto nel modo migliore”. Appena finito di
scrivere, uscì
dalla stanza, ripercorse il corridoio esterno che portava alle camere
del primo piano, si fermò di fronte alla stanza
dell’amico e
infilò il foglio sotto la fessura dell’uscio. Poi
bussò e si
allontanò, lanciando un’occhiata alla porta della
stanza, nella
speranza che il ragazzo notasse il pezzo di carta ripiegato in
quattro e decidesse di leggerlo.
La
ragazza ritornò sul vialetto che portava agli edifici
principali,
diretta di nuovo verso l’ufficio del cancelliere per
comunicargli
che la sua missione non era andata a buon fine e che non aveva potuto
fare niente per parlare a voce con l’amico e convincerlo a
tornare
a lezione. Era ormai in prossimità dell’imponente
ingresso, quando
lo spirito del samurai rosso cremisi comparve al suo fianco, con
un’espressione talmente spaventata che sembrava avesse visto
un
fantasma. E, come sempre, la sua apparizione improvvisa
spaventò non
poco la studentessa, che, dalla paura, lanciò uno strillo,
attirando
l’attenzione dei pochi studenti che si trovavano nelle
vicinanze.
-Yuki,
perché diavolo devi sempre apparire in questo modo e quando
sono in
mezzo ad altre persone?!-sibilò la ragazza, a bassa voce,
affinché
nessuno, eccetto lo spirito, potesse sentirla.
-Sono
desolato…
-Allora,
cosa vuoi?
-Ho
avuto una sensazione di pericolo e ho pensato che fosse meglio venire
a dare un’occhiata…-mormorò lo spirito,
abbassando lo sguardo in
terra.
-Yuki?-fece
Yomi, perplessa. Era la prima volta che vedeva il samurai fare
un’espressione così terrorizzata e la cosa non la
faceva stare
tranquilla. Lo spirito di Duel Monster si sfiorò il braccio
sinistro, continuando a tenere lo sguardo basso, come ad evitare
quello della sua padrona.
-C’è
qualcosa che non va? Devo preoccuparmi?-insistette l’altra,
alzando
leggermente la voce in preda all’ansia. C’era
qualcosa di strano
nel mostro e Yomi non riusciva a capire cosa potesse averlo turbato
tanto. Era sempre stato un tipo pacato e riflessivo, che non si
faceva prendere troppo dalle emozioni e che rifletteva sempre su
ciò
che gli accadeva intorno. Per certi versi era esattamente il tipo di
consigliere di cui aveva bisogno lei.
-Mi
è sembrato di avvertire l’oscurità
intorno a voi, ma
probabilmente mi sono sbagliato… Adesso non avverto
più niente,
perciò non dovete preoccuparvi.
-Non
riesco a capirti…-mormorò Yomi, leggermente
confusa.
-L’oscurità
che ho avvertito era molto potente e avrebbe anche potuto farvi del
male se si fosse materializzata nel vostro mondo. Per questo motivo
sono uscito; volevo proteggervi. Però, non appena mi sono
materializzato, quell’energia è sparita del tutto.
Potrei essermi
sbagliato, ma era talmente forte e nitida che ne dubito
fortemente.-continuò lo spirito, cercando di nascondere la
sua
ansia. La studentessa, però, se n’era accorta.
-Vuoi
che faccia qualcosa? Io non capisco cosa tu abbia avvertito,
perciò
non so come comportarmi…
-Non
preoccupatevi, ci penseremo noi a proteggervi. L’unica cosa
che vi
chiedo di fare è portarci sempre con voi, così,
nel caso in cui voi
siate in pericolo, possiamo intervenire e proteggervi. Vi chiedo solo
di non lasciare il vostro deck, per nessuna ragione al mondo.-le
rispose Yukimura, scuotendo leggermente il capo.
-D’accordo…
C’è qualche altra cosa che devo fare?
-E’
sufficiente così; anche se non possiamo materializzarci in
questo
mondo, siamo forti a sufficienza da proteggervi
dall’oscurità. Voi
potete continuare la vostra vita di sempre…
-Hai
un bel coraggio a dire una cosa del genere dopo avermi detto che
c’è
qualcosa o qualcuno che vuole farmi fuori!-protestò la
ragazza,
incrociando le braccia al petto, con fare stizzito. Il samurai
abbozzò un sorriso, poi si inchinò e scomparve
nel nulla,
esattamente come tutte le altre volte, lasciando la ragazza da sola
con i suoi pensieri.
“Forse
quello che ha detto Yuki ha a che fare con tutto quello che
è
successo negli ultimi mesi. Se così fosse, non mi
sorprenderei più
di tanto! Ultimamente stanno accadendo un sacco di cose
assurde…
Prima scompaiono degli studenti nel nulla e nessuno è in
grado di
dare una spiegazione logica alla loro scomparsa, anzi la faccenda
è
stata volutamente insabbiata. Poi trovo tutti quei simboli sul
pavimento della stanza di Yusuke e quando provo a cercare qualcosa su
Internet o in biblioteca non viene fuori niente di niente. Sembra che
nessuno sappia cosa siano e non fanno parte di nessuna religione o
setta. L’unica cosa che sono riuscita a fare è
stato tradurre
quella strana frase in latino, ma non mi dice niente di nuovo.
«L’uomo
dal nero mantello risorgerà
dall’oscurità»
Non capisco a cosa si riferisca e non capisco nemmeno cosa voglia
dire… Anche quella strana caverna che ho scoperto sembra
spuntata
fuori dal nulla! Adesso che ci penso, quella volta che mi sono
intrufolata nel dormitorio abbandonato ho avvertito una voce; non ho
capito cosa mi stesse dicendo, però sono abbastanza sicura
di averla
sentita. Yukimura, però, non ha avvertito niente…
Che strano!
Questa storia è veramente assurda…”
La
giovane stava riflettendo su ciò che era successo negli
ultimi mesi,
mentre camminava per il corridoio dell’edificio principale,
diretta
verso l’ufficio di Sheppard. Doveva ancora riferirgli il suo
insuccesso e non aveva molto tempo per preoccuparsi di ciò
che le
aveva detto il samurai.
-Forse
sto solo diventando paranoica…-mormorò tra
sé e sé, mentre
svoltava l’angolo e si fermava di fronte alla porta
dell’ufficio.
Bussò ed aspettò che l’uomo
all’interno le desse il permesso
per entrare; poi oltrepassò la porta, che si richiuse alle
sue
spalle.
-Yomi?!
Che strano, non è da te entrare in questo modo!-fece
Sheppard,
mentre si voltava verso la studentessa. Si trovava in piedi, dietro
la scrivania, con le braccia incrociate dietro la schiena.
-Perché?-domandò
la ragazza, confusa per quella affermazione.
-Di
solito entri senza aspettare alcuna risposta… Comunque sia,
com’è
andata con Chumley?
-Male;
ho cercato di parlarci per convincerlo a tornare a frequentare le
lezioni, ma non mi ha voluta neanche vedere. Così ho cercato
di
salire sul tetto ed entrare dalla sua finestra, ma-
-Sei
salita sul tetto?!-la bloccò Sheppard, spalancando gli occhi
dalla
sorpresa.
-Forse
era meglio se non dicevo niente…-mormorò Yomi,
tra sé e sé.
-E’
pericoloso; potevi farti male!-continuò l’uomo
grassoccio,
sbattendo violentemente i palmi delle mani sul piano della scrivania.
-Infatti
sono scesa subito…
-Non
avresti dovuto nemmeno salirci.-commentò l’altro,
portandosi una
mano sulla fronte. Poi, guardando di nuovo la sua alunna,
continuò:
-Non
cambierai mai; dovresti evitare di metterti in pericolo inutilmente.
Se ti fosse successo qualcosa, ci saremmo ritrovati la stampa
accalcata all’ingresso. La notizia di un incidente, anche
lieve, in
una delle scuole migliori di tutto il mondo, avrebbe attirato i media
come lucciole. Ed in questo momento l’ultima cosa di cui
abbiamo
bisogno è altra pubblicità gratuita. Dopo la
scomparsa degli
studenti, abbiamo attirato anche fin troppa attenzione…
-A
proposito di quella storia, avete scoperto qualcosa?-chiese Yomi,
interrompendo bruscamente il cancelliere.
-Non
ancora, ma sono sicuro che prima o poi qualcosa salterà
fuori.
Dobbiamo solo avere fiducia!
-Capisco…
-Yomi,
tu sei in grado di comunicare con gli spiriti di Duel Monster, vero?
Il
cancelliere si voltò verso la ragazza, fissandola talmente
tanto
negli occhi che Yomi si sentì, per un breve istante,
intimorita.
-Sì,
perché me lo chiede?
-Se
avverti qualcosa fuori dal normale, gradirei che tu mi avvertissi.
Posso contare sul tuo aiuto?
-Certo…
-Perfetto,
allora puoi andare!-fece il cancelliere, accompagnando la frase con
un gesto della mano. Yomi fece un breve inchino e, pensierosa,
uscì
dalla stanza. Appena fuori dall’ufficio, Yuki ricomparve al
suo
fianco, chiedendole il motivo per cui non aveva riferito
all’uomo
ciò che aveva scoperto negli ultimi mesi.
-Non
so se posso fidarmi di lui… La storia è ancora
troppo contorta e
io non ho nessuna certezza che Sheppard sia innocente.
-Dubitate
di lui?
-Non
proprio. In cuor mio so che è una brava persona, che ama
realmente i
suoi studenti, ma potrebbe essere indirettamente coinvolto. In fondo,
non capisco perché mi abbia chiesto di aiutarlo…
Potrebbe aver
intuito che ho fatto qualche ricerca per conto mio e forse sta
cercando il modo per smascherarmi. Devo essere cauta e non posso
fidarmi di nessun’altro!
-Io
penso che possiate fidarvi del cancelliere. O, quantomeno, potete
fidarvi del vostro Zane!
-Cosa
c’entra Zane adesso?!-esclamò l’altra,
innervosita che lo
spirito avesse tirato in ballo il fidanzato.
-Secondo
me dovreste raccontargli tutto quello che avete scoperto…
-Non
se ne parla! Finirebbe con l’arrabbiarsi
inutilmente… O con il
preoccuparsi… Gli ho detto che stavo svolgendo delle
ricerche e per
ora è sufficiente! Non c’è bisogno che
sappia anche cosa ho
scoperto.
-D’accordo,
fate come credete…
Detto
questo, il samurai dall’armatura rossa come il fuoco
scomparve di
nuovo, lasciando la padrona sola e immersa nei suoi pensieri
più
profondi.
“Adesso
che ci penso… Zane doveva darmi qualcosa, o
sbaglio?”
All’improvviso
si era ricordata della breve conversazione avvenuta qualche ora
prima, così estrasse il dispositivo dalla tasca e
chiamò il
ragazzo.
-Hai
già finito?-chiese lo studente del terzo anno, non appena
comparve
sullo schermo del palmare.
-Sì
e non è andata bene…
-Mi
dispiace, ma te l’avevo detto.-fece l’altro.
-Hai
intenzione di girare il coltello nella piaga ancora per
molto?!-esclamò l’altra, stizzita.
-No,
stavo solo riflettendo ad alta voce. Scusa…
-Lascia
perdere! Piuttosto, sbaglio o dovevi darmi una cosa?
-Ah,
sì, hai ragione. Se vieni un attimo in classe mia, te la do.
-Uhm,
ok, vengo subito…
Detto
questo, la ragazza non aspettò nemmeno che l’altro
replicasse,
chiuse la conversazione e si avviò verso l’aula in
cui le aveva
dato appuntamento il Kaiser. Una volta giunta là, vide che
Zane la
stava già aspettando fuori dalla stanza, appoggiato al muro.
Non
appena la vide, si scostò e la raggiunse.
-Vedo
che ci hai messo poco…-mormorò l’altro,
non appena si fu
avvicinato.
-Ero
da Sheppard… Allora cosa dovevi darmi?!-chiese Yomi, curiosa
di
sapere cosa le dovesse dare il ragazzo.
-Che
donna impaziente…
-Che
uomo antipatico!
L’Obelisk
la ignorò e, sorridendo leggermente, fece:
-Sai
che giorno è oggi?
-Mi
sono dimenticata qualcosa?-chiese, a sua volta, la studentessa.
-Direi
di sì…
-Non
capisco dove vuoi arrivare…-commentò
l’altra, confusa e
leggermente irritata dai giri di parole dell’altro studente.
-Oggi
è il tuo compleanno… Non dirmi che te lo sei
dimenticato?
-Non
è vero, me lo ricordavo!-mentì la Obelisk,
arrossendo per la
vergogna. In quei giorni era stata talmente impegnata, che si era
completamente dimenticata che, proprio l’ultimo giorno di
luglio,
compiva 17 anni.
-Lo
immaginavo… Comunque, tanti auguri!-fece l’altro,
porgendole un
piccolo pacchetto, avvolto in una carta blu e bianca e decorato da un
lungo fiocco color argento. Yomi lo prese delicatamente e
iniziò a
rigirarselo tra le mani, incerta se aprirlo o meno. Poi alzò
lo
sguardo al ragazzo e borbottò:
-Non
dovevi regalarmi niente di niente…
-E’
solo un piccolo pensiero. Non fare la difficile e aprilo!
-Come
vuoi…-mormorò l’altra, rossa
dall’imbarazzo, mentre iniziava a
scartare il pacchetto sotto gli occhi attenti del Kaiser.
-Ti
piace?-chiese Zane, impaziente di sapere cosa ne pensasse la ragazza.
Tra le mani della studentessa brillava un oggetto, grande poco
più
di una ventina di centimetri e dalla forma allungata come una matita.
Era di legno, laccato in un rosso cupo e decorato, probabilmente a
mano, con tanti piccoli fiorellini blu scuro, e dalla sua cima
pendeva un piccolo origami a forma di cicogna e dello stesso colore
della notte. Si trattava di una bacchetta cinese, una di quelle che
si utilizzavano per raccogliere e fermare i capelli in una crocchia
quando davano fastidio. Yomi fissò prima l’oggetto
che aveva in
mano e poi l’altro Obelisk, incerta su cosa dire.
-So
bene quanto tu sia poco femminile, ma quando l’ho visto non
ho
potuto fare a meno di pensare a te. Hai i capelli molto lunghi e ho
visto che d’estate, per raccoglierli, li attorcigli sempre
intorno
alle matite, perciò ho pensato che potesse tornarti utile. E
sono
sicuro che ti doni molto!
-Non
so cosa dire…
-Non
ti piace?-fece l’altro, leggermente preoccupato.
-No,
anzi! E’ veramente bellissimo! Non credo di aver mai avuto
niente
di così bello in vita mia…
-Menomale…-sospirò
Zane.
-Immagino
che ti sia costato tanto…-commentò
l’altra, stringendo l’oggetto
al petto.
-Non
più di tanto e comunque ne valeva la pena, se sono riuscito
a
renderti felice.
-Non
era necessario che tu mi facessi il regalo. Mi basta averti
accanto…
-Immaginavo
che l’avresti detto, ma farti il regalo di compleanno era una
cosa
a cui tenevo parecchio. Prova a mettertelo; voglio vedere se ti sta
bene…
Yomi
lo guardò per qualche secondo, poi raccolse i capelli
intorno alla
bacchetta e, dopo aver fatto diversi giri, li fissò alla
nuca. La
cicogna in carta di riso le pendeva da un lato della testa e si
muoveva seguendo i suoi movimenti, oscillando di qua e di
là, come
mossa dal vento, mentre il rosso del legno stagliava sul castano
scuro dei capelli della ragazza.
-Sei
bellissima…-mormorò il Kaiser, sorridendo di
fronte all’imbarazzo
della fidanzata.-Dovresti tenerli raccolti in questo modo
più
spesso! Sembri una geisha…
-Una
geisha?! Tra tutte le cose che potevi dirmi proprio
quella?!-esclamò
l’altra, puntandogli un dito contro il petto e tendendosi
verso il
suo volto, con fare minaccioso.
Zane
sorrise di fronte alla sua reazione, poi
l’abbracciò
improvvisamente e mormorò:
-Comunque
sia, buon compleanno!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5- I due fratelli ***
Capitolo
5- “I
due fratelli”
-Hai
intenzione di andare a vedere gli esami di ammissione domani?-fece
Zane, mentre riordinava le magliette nel suo armadio, dando le spalle
alla ragazza. I due Obelisk si trovavano nella camera dello studente,
nell’edificio del dormitorio blu. Settembre era ormai alle
porte e
con la fine dell’estate sarebbero anche giunti i tanto temuti
esami
d’ammissione e il secondo periodo dell’anno
scolastico.
-Mi
piacerebbe, ma Sheppard mi ha vietato di allontanarmi
dall’isola.-gli
rispose Yomi, sdraiandosi di schiena sul letto dell’altro.
-Perché?-chiese
l’altro, voltandosi sorpreso.
-Non
lo so…-gli fece l’altra, alzando le spalle.
-Se
vuoi posso andare a dare un’occhiata al posto tuo.
-Lo
faresti davvero?
-Per
me non è un problema. Inoltre sono curioso di vedere come se
la
cavano le future matricole, tuo fratello compreso.-le rispose Zane.
-Allora
grazie!
-Figurati.
Detto
questo, lo studente prese una grossa scatola che si trovava su uno
degli ultimi ripiani dell’armadio e la posò in
terra, vicino al
letto.
-Cosa
c’è lì dentro?-chiese Yomi, curiosa.
Aveva notato lo sforzo
fisico che aveva fatto l’altro e si stava chiedendo cosa ci
fosse
dentro di pesante.
-Appunti…
-Appunti?
-Di
due anni fa…-precisò l’Obelisk, aprendo
la scatole e dando
un’occhiata dentro, per controllare che non ci fosse niente
di
importante.
-Li
hai tenuti tutti?-lo squadrò l’altra, alzando il
sopracciglio.
-Pensavo
che mi sarebbero potuti essere utili, ma adesso ne ho fin troppi e
non so più dove metterli. Credo che mi toccherà
buttarli via, però
un po’ mi dispiace…
-Non
capisco perché li hai tenuti…
-Scommetto
che tu li avresti buttati via, dico bene?
-Se
non servono, perché tenerli?
Zane
sorrise alla fidanzata ma senza rispondere, poi prese la scatola, se
la issò in braccio, cercando di non perdere
l’equilibrio sotto il
suo peso, e si diresse verso la porta.
-Vuoi
una mano?-gli fece la ragazza, mettendosi a sedere.
-No,
ce la faccio anche da solo. Aspettami pure qui…-le rispose
l’Obelisk. Poi uscì dalla stanza, lasciando la
porta leggermente
aperta.
-Che
testone! A volte non riesco davvero a
capirlo…-mormorò Yomi,
girandosi dall’altra parte, in modo da dare le spalle
all’ingresso.
“Adesso
che ci penso, ormai è passato più di un anno da
quando l’ho
conosciuto. Sono cambiate tantissime cose in questo periodo di tempo
ed anche io sono cambiata tantissimo. No, forse dovrei dire che sono
tornata quella di una volta… Loro sono riusciti a fare
breccia
nella mia armatura e io dovrei solo ritenermi fortunata. Non tutti
hanno la fortuna di riuscire a gettarsi il passato alle spalle e a
riniziare da capo. Ho avuto la fortuna di conoscere delle persone
fantastiche che mi hanno sostenuto e mi hanno aiutato a superare i
miei complessi e le mie paure. Dovrei davvero ritenermi
fortunata...”
Ormai
erano dieci minuti che si trovava da sola nella camera, quando il suo
sguardo cadde sul comodino del ragazzo. In fila, una accanto
all’altra, c’erano tre portafoto, rettangolari e
dalla cornice
bianco lucido. Erano tutte e tre rivolte verso la parete, in modo da
nascondere le foto che contenevano ad occhi indiscreti.
“Non
credo di averle mai viste prima d’ora. E non mi sorprende il
fatto
che le abbia girate! E’ talmente riservato che scommetto
trovava
fastidioso che chiunque potesse vedere i suoi preziosi
ricordi.”
pensò, mentre si alzava e si avvicinava al mobiletto,
curiosa di
vedere cosa contenevano. Le girò e, con sua grande sorpresa,
vide
che erano vuote.
-Non
contengono nessuna foto… Questo è davvero strano!
Perché dovrebbe
tenere tre cornici vuote? Non ha senso nemmeno per il suo assurdo
modo di pensare…-mormorò tra sé e
sé, mentre rimetteva gli
oggetti al loro posto. In quello stesso momento, l’Obelisk
rientrò
nella stanza.
-Che
stai facendo?-fece Zane, sorpreso di vedere la ragazza in piedi di
fronte al comodino.
-Niente,
stavo solo guardando queste cornici. Pensavo che ci avessi messo
delle foto e invece sono vuote…
-In
realtà, fino a qualche tempo fa
c’erano…-la interruppe l’altro,
mentre richiudeva la porta alle sue spalle.
-Davvero?
E perché l’hai tolte?
-Mi
mettevano tristezza quando le guardavo. Alla fine, però, non
ho
bisogno di ricordi fittizzi; mi bastano quelli che conservo qui
dentro.-disse Zane, indicandosi la parte sinistra del petto. Yomi lo
guardò per qualche secondo, senza rispondere, poi
abbassò gli
occhi.
-Ho
detto qualcosa di sbagliato?-chiese l’altro, notando la
strana
reazione della ragazza.
-Mi
stavo solo chiedendo se non fosse un po’ triste…
Anche se
conservi quei ricordi nel tuo cuore, credo che tenere delle
fotografie sia ugualmente importante. Almeno sei sicuro che non
dimenticherai…
-Guarda
che non l’ho buttate, le conservo ancora in un cassetto
segreto. Le
ritengo solamente troppo personali per lasciarle in bella mostra in
camera. Tutto qui!
-Dovevo
immaginarlo…-fece l’altra, sbuffando. Poi,
incrociò entrambe le
braccia al petto e disse:
-Comunque,
domani dovrai seguire attentamente l’esame e tenermi
informata
costantemente su tutto quello che succede. D’accordo?
-Non
preoccuparti, sono sicuro che tuo fratello riuscirà ad
essere
ammesso.-commentò l’altro, accennando un sorriso.
-Non
sono mica preoccupata!
-Bugiarda…
Yomi
lo squadrò per qualche secondo, poi, cercando di fare finta
di
nulla, continuò:
-Bè,
comunque, sono sicura che anche tuo fratello riuscirà a
passare
l’esame…
-Lo
spero per lui.
-Dovresti
avere più fiducia in lui!-lo rimproverò
l’altra, mettendosi
entrambe le mani sui fianchi.
-Tu
non lo conosci; Syrus non è un bravo duellante e continuo a
pensare
che questo non sia il posto adatto a lui. Non vorrei che abbia deciso
di iscriversi qui solo per seguire le mie impronte; sarebbe il suo
errore più grande.
-L’ha
già fatto? Intendo, fare una cosa solo perché
l’hai fatta tu…
Zane
la fissò per qualche secondo, pensieroso; poi si
grattò la testa e
disse:
-L’ha
sempre fatto. Quando eravamo più piccoli, faceva tutto
quello che
facevo io e cercava di emularmi in ogni cosa. Voleva essere come me,
sempre e in tutto. Non mi è mai importato il fatto che
continuasse a
fare ciò che facevo io, però non ho mai capito
perché lo facesse
dal momento che siamo due persone diverse. Siamo completamente
diversi, abbiamo gusti diversi e modi diversi di porci, non ha senso
che cerchi di fare ciò che faccio io. Dovrebbe piuttosto
trovare una
via tutta sua. E’ per questo che non sono mai stato convinto
della
scelta che ha fatto. E, ad essere sincero, spero davvero che venga
bocciato…
-Non
dovresti pensare a una cosa del genere. Sei suo fratello; se non hai
fiducia te in lui, non l’avrà
nessun’altro.
L’Obelisk
si lasciò scappare una risatina.
-Guarda
che è un discorso serio e importante! Oggi sei veramente
antipatico!-sbottò l’altra, infastidita.
-Lo
so, scusami. Stavo solo pensando che tu sei davvero una persona
migliore di me e non riesci ancora a rendertene conto.
-Io
non sono migliore di nessuno e di certo non sono migliore di te.
-Forse
no, ma hai delle qualità che vorrei avere io. Mi piacerebbe
avere
con Syrus lo stesso rapporto che condividi con tuo fratello; sono
sicuro che risolverebbe gran parte dei nostri problemi.
-I
tuoi problemi con tuo fratello sono dovuti al fatto che insisti con
il non comunicare con lui. Se non ci parli chiaramente, non puoi
pretendere di appianare le vostre divergenze.
-Ormai
è passato talmente tanto tempo che non credo abbia senso
iniziare a
farlo ora…
-Non
sono assolutamente d’accordo, ma non posso costringerti a
fare ciò
che non vuoi.
-Yomi…
-Ricordati
di tenermi informata su quello che succederà
domani…
Detto
questo, la studentessa del secondo anno salutò il ragazzo
con un
gesto della mano ed uscì dalla stanza, lasciandolo da solo.
“Sono
veramente fortunato ad avere una ragazza come lei! E’ molto
più
saggia ed intelligente di quanto dimostri, anche se qualche volta
è
intrattabile. Ma posso sopportare tutti i suoi difetti peggiori se
questo significa poter continuare a camminargli
accanto…” pensò
Zane, mentre osservava dalla finestra la studentessa uscire dal
portone dell’edificio Obelisk.
***
Erano
trascorsi due giorni dalla fine dell’esame
d’ammissione e dalla
pubblicazione dei risultati. Gli studenti ammessi avrebbero dovuto
raggiungere l’isola nel giro di poche ore e il giorno dopo
sarebbero dovute riniziare le lezioni. Quella mattina, Yomi stava
correndo verso l’edificio Slifer, per avvertire Chumley dei
nuovi
compagni che, di lì a poco, sarebbero dovuti arrivare.
Qualche ora
prima aveva visto atterrare un elicottero ed aveva immaginato che
fosse quello che trasportava i nuovi studenti e, eccitata
all’idea
di poter rivedere il fratello, aveva deciso di condividere la sua
gioia con l’amico del dormitorio rosso.
“Sono
sicura che sarà contento all’idea di avere nuovi
compagni! Magari
è la volta buona che riesco a tirarlo fuori da camera
sua… Spero
che si degnerà perlomeno di ascoltarmi. Forse, questa volta
riesco
pure a parlarci faccia a faccia, invece che attraverso la
porta!”
pensava, mentre saliva velocemente i gradini che portavano al piano
superiore del piccolo edificio fatiscente e si dirigeva verso la
stanza dell’amico. Poi, senza nemmeno bussare, la
spalancò,
strillando il nome dell’amico.
Dentro,
proprio in piedi di fronte all’ingresso, con sua grande
sorpresa,
trovò due ragazzini con la divisa rossa, spaventati per il
suo
brusco ingresso. Uno dei due era molto familiare, con i soliti
capelli castani e spettinati che ricordava, e i grandi occhi marroni
che la fissavano tra lo stupito e il contento. L’altro era
molto
più basso, con un paio di occhiali sul naso e dei voluminosi
capelli
azzurrognoli e sembrava terrorizzato dalla sua presenza.
-Jaden?-fece
Yomi, non appena riconobbe il ragazzo castano che aveva di fronte.
-La
conosci?-chiese il ragazzo dai capelli azzurrognoli, indicandola e
rivolgendosi verso l’altro studente.
-Bè,
sì, lei è-
-Jaden!
Non ci credo! Che bello rivederti! Sono veramente
contenta!-esclamò
la studentessa, interrompendolo e saltandogli al collo, facendogli
quasi perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento.
-Che
invidia! Siamo qui da poco più di un’ora e sei
già popolare tra
le ragazze…-mormorò l’altro Slifer,
sospirando rumorosamente.
-Ti
sbagli Syrus, lei è solo mia sorella!-fece il castano,
rivolgendosi
all’amico.
-Sorella?
Hai una sorella?
-Una
sorella maggiore, per la precisazione.-disse Yomi, mentre si separava
dal fratellino.
-Davvero?!-esclamò
l’altro, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
-Il
mio nome è Yomi. Yomi Yuki. Tu, invece,
sei…?-continuò l’altra,
tendendogli la mano in segno di saluto.
-Eh,
ecco… Mi chiamo Syrus Truesdale… Molto
piacere!-fece l’altro,
rosso in volto dall’imbarazzo, accompagnando la frase con una
serie
di goffi inchini. Yomi si lasciò sfuggire una risatina, di
fronte
alla goffaggine della matricola. Poi rivolgendosi verso Jaden,
iniziò
a tempestarlo di domande su come aveva trascorso l’anno
precedente.
-Ho
fatto le solite cose… Piuttosto, sono veramente eccitato
all’idea
di essere qui! Dovresti sapere cosa mi è successo durante
l’esame
di ammissione!
-Credo
di saperlo; hai duellato contro Crowler, vero?
-Come
fai a saperlo?! Eri tra il pubblico?
-No,
ma una persona che era presente mi ha raccontato tutto…
-Quindi
sai già come si è svolto?! Che peccato; avrei
tanto voluto
raccontartelo io!-esclamò l’altro, leggermente
deluso.
-Ehi!-fece
Chumley, affacciandosi dal letto a castello e guardando accigliato il
gruppetto.-Se avete voglia di chiacchierare, potete anche uscire di
qui! Non ho alcuna voglia di sentirvi parlare di stupidaggini con il
solito tono pieno di speranza che hanno i mocciosi. Ho sonno e voglio
riposarmi, perciò sparite!
-Che
tipo…-mormorò Syrus, lanciandogli
un’occhiataccia.
-Chumley,
non puoi continuare così. Prima o poi dovrai tornare a
lezione!-esclamò Yomi. L’altro studente non
rispose e si voltò
dall’altra parte, tornando a dare le spalle al gruppetto. La
ragazza lo guardò per qualche secondo, leggermente
preoccupata, poi
decise di lasciar perdere e, rivolgendosi agli altri due, chiese:
-Allora,
come vi sembra la vita in Accademia?
-E’
fantastica! Se tutti i professori sono come Crowler, ci sarà
da
divertirsi! Inoltre, anche il dormitorio dove siamo stati messi
sembra divertente! E il rosso è un colore bellissimo!
-Se
lo dici tu… Io avrei preferito passare un po’
più inosservato. E
poi ricordati cosa ha detto Bastion; siamo nel dormitorio dei
peggiori duellanti di tutta l’isola.-commentò
Syrus, continuando a
guardarsi la divisa rosso fiammante. Yomi lo fissò per
qualche
secondo, poi, cercando di consolarlo, fece:
-Non
dovete dare troppo peso alle voci di corridoio! Se vi impegnate,
potrete diventare Obelisk senza problemi!
-Ne
sei sicura?-chiese l’altro, con un filo di voce.
-Io
ero una Slifer l’anno scorso, ma sono riuscita a passare al
dormitorio blu senza problemi. Sono sicura che con l’impegno
chiunque possa riuscirci!
-Perché
li stai illudendo?! E’ una cosa cattiva da parte tua
continuare a
dare loro false speranze. Lo sai benissimo che non è vero;
gli
Slifer rimangono Slifer per sempre! Tu sei sempre stata allo stesso
livello di un Obelisk; sei molto più intelligente della
maggior
parte degli studenti ed hai un talento fuori dal comune per i duelli.
Hai sempre ottenuto il massimo dei voti in tutto e ti sei sempre
classificata ai primi posti durante i test. Anche se eri una
Slifer... Non puoi dire che siccome tu ci sei riuscita, chiunque
può
farcela! Tu sei su un piano completamente diverso da noi; lo sei
sempre stata! Per quanto ti sia grato di tutto l’aiuto che mi
hai
dato l’anno scorso, non hai alcun diritto di dire una cosa
del
genere. Non puoi continuare a parlare come se tu potessi capire la
situazione in cui ci troviamo! Perciò sarebbe molto meglio
se tu la
smettessi di consolarci; anche se lo stai facendo per noi. E’
inutile illudersi e continuare ad
impegnarsi…-mormorò Chumley,
continuando a dare le spalle ai tre studenti.
“Si
è intromesso… Questo significa che non ha ancora
rinunciato del
tutto! Se l’avesse fatto non avrebbe avuto alcun interesse a
mettere in guardia mio fratello e Syrus; invece è
intervenuto
subito. Sono sicura che in cuor suo sappia bene che ciò che
ha detto
non è vero, ma deve essere troppo scoraggiato per
ammetterlo.
Probabilmente ha anche paura di fallire di nuovo e preferisce non
rischiare. Se non rischia, non dovrà nemmeno soffrire se non
ottiene
ciò che vuole, però… Mi chiedo che
senso abbia vivere senza
rischiare e mettersi in gioco.” pensò Yomi,
guardando l’amico
che continuava a dare loro le spalle.
-Vi
conoscete?-chiese Syrus, guardando prima il ragazzo-koala e poi la
studentessa che si trovava al suo fianco.
-Siamo
amici…
-Eravamo
amici…-commentò Chumley, girandosi per un attimo
verso il
gruppetto.
-Perché
dici così? Ho fatto qualcosa di
sbagliato?!-esclamò l’altra,
alzando la voce irritata. Non le piaceva ciò che stava
succedendo e
non le andava giù che l’altro rompesse la loro
amicizia senza
nemmeno darle una spiegazione di qualunque tipo. Lo Slifer non
rispose e continuò a fissare la parete del muro.
-Bè…
A questo punto direi che possiamo anche iniziare a dare
un’occhiata
a questo posto!-esclamò Jaden, cercando di allentare la
tensione.
Poi afferrò Syrus per un braccio e lo trascinò
fuori. Nella camera
rimasero solo il ragazzo-koala e la Obelisk. L’atmosfera si
era
fatta pesante e il silenzio tombale che si era venuto a creare di
certo non aiutava ad alleggerirla.
-Chumley,
io-
-Yomi,
per favore… Ti sono grato per ciò che stai
cercando di fare, ma
non ce n’è bisogno. Davvero…
La
ragazza fece per ribattere, quando Slifer iperattivo si
affacciò di
nuovo alla porta, intromettendosi tra i due.
-Sorellona,
muoviti!-fece, impaziente di iniziare l’esplorazione
dell’isola.
Yomi lanciò un’ultima occhiata allo studente
cicciottello sdraiato
sul letto ed uscì dalla stanza, seguendo le due matricole
lungo il
corridoio esterno dell’edificio.
-Allora…
Come sono gli altri studenti?-chiese Jaden, dopo diversi minuti di
silenzio, mentre camminavano lungo il sentiero sterrato che portava
verso gli edifici principali.
-Jaden,
sei proprio insensibile…-lo rimproverò Syrus, con
un filo di voce.
-Non
preoccuparti, va tutto bene!-lo rassicurò Yomi.
-Ne
sei sicura? Non mi sembra che tra voi due vada tutto bene…
-Sono
sicura che non lo pensava realmente. Il problema di Chumley
è la sua
mancanza di fiducia in se stesso e nelle altre persone.
L’anno
scorso è stato bocciato e questa è la sua ultima
possibilità, però
è dall’inizio dell’anno che non viene a
lezione e né io, né
gli insegnanti sappiamo cosa fare. Lui si è sempre
impegnato, ma non
ha ancora ottenuto nemmeno mezzo risultato e questo l’ha
scoraggiato. Però, forse in parte è colpa
mia…
-Sono
forti?-chiese Jaden, interrompendo la sorella e voltandosi verso di
lei.
-Chi?
-Gli
studenti…
-Non
stavi ascoltando, vero?-fece Syrus, sospirando rumorosamente.
-Certo
che sì, ma secondo me vi state fasciando la testa per nulla.
Sono
sicuro che gli passerà; se volesse realmente mollare
l’avrebbe già
fatto!
Yomi
lo fissò per qualche secondo, poi accennò un
mezzo sorriso. Alla
fine le era mancato quel suo modo di fare spensierato.
“E’
incredibile come sappia sempre cosa dire e come risollevarmi il
molare. Se non ci fosse stato lui, non credo nemmeno che sarei
arrivata fin qui! Quella volta è stata una fortuna
incontrarlo… E’
stato davvero un colpo di fortuna!”
-Se
proprio vuoi saperlo, ci sono delle persone contro cui vale la pena
duellare.
-Tu
sei in grado di sconfiggerli?-insistette l’altro studente,
fermandosi di scatto.
-Chissà!
-Non
li hai mai affrontati?
-Non
proprio…
-E
chi sarebbero?
-Sono
un ragazzo del terzo anno e due ragazzi del primo anno.
-Due
ragazzi del primo anno?-chiese Syrus, sorpreso.
-Sono
entrambi Obelisk blu e, nonostante siano solo delle matricole, sanno
davvero il fatto loro. Anche se uno dei due ha un pessimo
carattere…
-E
quello del terzo anno?-chiese di nuovo Jaden, eccitato
all’idea di
affrontarli a duello.
-Sa
il fatto suo…-gli rispose la ragazza, tagliando corto.
-Io
sono un po’ preoccupato… Ho paura di non essere
all’altezza.-mormorò il quattrocchi, sospirando
rumorosamente.
-Devi
avere fiducia in te stesso! Questo non è
l’atteggiamento più
adatto per affrontare questa scuola, altrimenti finisci come
Chumley…
Se non hai fiducia te in te stesso, non l’avrà
nessun’altro!-lo
rimproverò Yomi.
-Questa
è la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere.
Nessuno
ha mai avuto fiducia in me prima d’ora…
-Syrus!
Devi smetterla con questo atteggiamento negativo. Pensa a tutti i
duellanti che possiamo sfidare!-esclamò il castano, mettendo
un
braccio intorno al collo dell’altro, con fare amichevole.
-Tu
la fai facile, Jaden, ma io non sono come
te…-mormorò l’altro,
mentre si divincolava. Ad un certo punto, l’altro Slifer
lasciò la
presa e si voltò all’improvviso verso
l’edificio principale del
campus. Syrus e la ragazza si scambiarono un’occhiata,
chiedendosi
cosa gli fosse preso di punto in bianco.
-Sento
odore di duelli…-commentò l’altro,
cercando di non mostrarsi
troppo emozionato. Il suo sorriso, però, tradiva le sue
reali
emozioni.
-Odore
di duelli?-chiese Syrus, alzando il sopracciglio in segno di
disappunto. Jaden non rispose e continuò a fissare
l’edificio.
Poi, all’improvviso e senza dire niente, iniziò a
correre verso un
punto preciso, lasciando la sorella e l’amico a guardarsi
straniti.
-Credo
che sia meglio seguirlo…-commentò Yomi,
voltandosi verso Syrus e
indicando la figura del fratello minore rimpicciolirsi sempre
più.
L’altro studente fece un cenno d’assenso con la
testa e si
affrettò a raggiungere il castano, che, nel frattempo, aveva
quasi
raggiunto l’ingresso dell’Accademia. Sebbene lo
Slifer dai
capelli azzurrognoli conoscesse l’altro ragazzo da poco
più di
qualche ora, aveva già capito che si trattava di una persona
fuori
dal comune ed era per questo motivo che aveva deciso di seguirlo.
Vederlo duellare contro Crowler gli aveva dato la speranza che stava
faticosamente cercando da anni e finalmente era riuscito a trovarla.
In cuor suo era consapevole che il suo impegno era niente in
confronto al talento di Jaden, ma il suo buonumore e il suo ottimismo
riuscivano a fargli credere in sé stesso, per una volta
nella sua
vita.
Giunti
all’interno, seguirono l’istinto e il naso dello
Slifer fino
all’arena dei duelli. Una volta entrati, i due del primo anno
rimasero senza parole dalla sorpresa. Il luogo era magnifico e
solenne. L’arena era di ultima generazione e la tecnologia
della
Kaiba Corp era la migliore che potessero desiderare. Da quanto era
emozionato, Jaden si lasciò sfuggire un fischio di
ammirazione,
tanto forte da attirare l’attenzione delle tre persone
presenti.
-Cosa
ci fate qui?! Non sapete che quest’arena può
essere usata solo
dagli Obelisk?!-fece una voce maschile, proveniente dalle prime
sedute degli spalti.
-E
tu chi saresti?-chiese, a sua volta, il castano dalla divisa rossa.
Il ragazzo moro lo squadrò dall’alto in basso,
indeciso se
ignorarlo o divertirsi un po’ alle sue spalle.
-Come
ti permetti, Slifer?! Lui è Chazz Princeton, lo studente
migliore di
tutta l’Accademia!-esclamò un altro ragazzo,
sempre Obelisk, con
uno strano taglio di capelli e un paio di occhiali da vista sul naso.
-Ragazzi,
non c’è bisogno di sprecare fiato con degli
incompetenti! Tu sei
quello che ha sconfitto Crowler agli esami di ammissione, dico bene?
-Già,
sono proprio io! Il numero uno di questa Accademia!
-Tu?
Il numero uno? Ma se sei solo uno Slifer!-esclamò
l’altro,
scoppiando poi a ridere sguaiatamente.
-Sei
sempre il solito…-fece Yomi, intromettendosi tra i due e
lanciando
un’occhiataccia all’Obelisk del primo anno.
L’Obelisk scattò
subito in piedi, cercando di nascondere l’agitazione che la
vista
della studentessa più grande gli aveva procurato. Non gli
piaceva
avere a che fare con il suo pessimo carattere e, inoltre, da quella
volta che aveva duellato contro di lei continuava a sentirsi a
disagio tutte le volte che la incrociava nei corridoi, tanto che
aveva iniziato ad evitarla e a cambiare strada tutte le volte che la
vedeva di sfuggita.
-Yomi…
Non sapevo che ci fossi anche tu. Vedo che adesso preferisci
frequentare due stupidi idioti del dormitorio
rosso…-mormorò poi.
-Chazz,
devo ricordarti del nostro ultimo discorsetto? Mi sembrava di averti
detto che se ti avessi visto di nuovo fare il bulletto, ti avrei
preso a calci in culo…
-Io
non sto facendo niente di male. Ho solo detto ciò che penso!
Non mi
risulta che in questa scuola ci sia il divieto di esprimere la
propria opinione.
-Certo
che no; il mio è stato solo un avvertimento. Ti conviene
iniziare ad
essere un po’ più umile, se vuoi continuare a non
avere problemi.
Tu forse non lo sai, ma quando mi arrabbio posso diventare
più
terrificante di un demone…-commentò
l’altra, incrociando le
braccia al petto e guardando di sottecchi l’Obelisk del primo
anno.
Chazz impallidì, poi, cercando di apparire il più
tranquillo
possibile, alzò le spalle, aggiungendo che la cosa non lo
preoccupava minimamente. La ragazza lo fissò per diversi
secondi,
poi, senza dire nient’altro, afferrò Jaden per il
colletto della
giacca ed uscì dalla stanza, seguita da Syrus. Appena fuori
dalla
stanza, mollò la presa sul fratellino che, nel frattempo,
aveva
iniziato a protestare sul fatto che la sorella si fosse intromessa
proprio sul più bello.
-Uffa!
Stavo per convincerlo a duellare! Perché ti sei intromessa?
Sarebbe
stato divertente…
-Non
capisco perché hai tutta questa fretta di
duellare… L’anno è
appena iniziato e hai tutto il tempo per sfidare chi vuoi!
-Lo
conosci?-chiese Syrus, intromettendosi.
-E’
una delle due matricole di cui vi ho parlato. Si chiama Chazz
Princeton ed è realmente uno dei migliori studenti del primo
anno.
La sua famiglia è molto ricca e influente e se non ricordo
male ha
due fratelli più grandi. Lui è il tipico figlio
di papà, viziato,
con la puzza sotto il naso, che considera il resto
dell’umanità
come feccia della peggior specie e che si ritiene graziato dagli dei.
In poche parole è un grandissimo idiota!
-Scommetto
che sarebbe interessante duellare contro di
lui…-commentò Jaden,
avviandosi verso l’atrio dell’edificio. Gli altri
due lo
seguirono.
-L’hai
già affrontato?-chiese il castano, voltandosi verso la
studentessa.
-Una
volta, ma ho dato forfeit quasi subito…
-Perché?!-esclamò
Jaden, sorpreso dall’affermazione della sorella.
-Non
è facile spiegarlo… Aveva detto una cosa molto
divertente e ho
deciso di perdonarlo e chiudere un occhio.
-Una
cosa divertente?
-Molto
divertente… Bè, comunque cercate di non farvi
coinvolgere in risse
stupide. Non siete i benvoluti qui dentro e ci sono persone come
Crowler o Chazz che cercheranno qualsiasi pretesto per buttarvi
fuori.
Detto
questo, Yomi salutò i due Slifer con un cenno della mano e
si
allontanò lungo il corridoio.
“Spero
davvero che quei due non si caccino in qualche guaio! Forse dovrei
dare loro un’occhiata, giusto per essere sicura che vada
tutto
bene. Però non credo che sia giusto nei loro confronti. In
fondo,
non hanno due anni e sono in grado di cavarsela anche da soli.
Comunque sia, sono sicura che quest’anno ci sarà
da divertirsi!”
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Capitolo 6 *** Capitolo 6- Il demone e il koala ***
Capitolo
6- “Il
demone e il koala”
Erano
passati già diversi giorni dall’inizio del nuovo
semestre e
l’arrivo dei nuovi studenti. Yomi aveva trascorso quei giorni
insieme ai due nuovi studenti del dormitorio rosso e aveva fatto del
suo meglio per farli sentire a proprio agio. Sentiva di doverlo fare,
in quanto sorella maggiore e studentessa del secondo anno. Zane,
invece, la pensava in maniera differente e continuava a ripeterle che
avrebbe dovuto lasciarli stare e permettere loro di fare le giuste
esperienze. Su questo punto non sarebbero stati mai d’accordo
e,
alla fine, avevano deciso che ognuno avrebbe fatto ciò che
riteneva
giusto. Per questo motivo, la ragazza aveva iniziato a frequentare
molto più spesso il dormitorio Slifer, molto più
di quanto avesse
fatto l’anno precedente.
Una
di quelle mattine, la studentessa del secondo anno decise di saltare
le lezioni e far di nuovo visita all’amico Slifer, per
cercare di
riallacciare i rapporti con lui e provare ad aiutarlo a tornare a
duellare.
-Chumley,
sono Yomi. Ho bisogno di parlarti…-fece la ragazza, dopo
aver
bussato alla porta della stanza. Erano le dieci inoltrate e, oltre a
lei, il dormitorio era completamente deserto.
-Non
c’è nessuno…-mormorò una
voce da dietro la porta. Yomi si
spazientì del tutto di fronte alla testardaggine del ragazzo
e, per
tutta risposta, tirò un calcio alla porta di legno,
facendola
tremare.
-Oh
andiamo, non penserai che sia una cretina totale?! So benissimo che
ci sei e vedi di aprirmi!
-Ti
ho già detto che non ho voglia di vederti…-fece
l’altro.
-Se
non mi apri, butto giù la porta a suon di calci!
-Non
lo farai…
-Mi
stai mettendo alla prova? Ti ricordo che Banner non
c’è e quindi
non può impedirmelo! Avanti, aprimi!
Il
ragazzo non rispose, né accennò ad aprire la
porta di legno.
-Chumley!
-Perché
insisti così tanto?-chiese l’altro, con un filo di
voce. Il tono
era talmente basso che era quasi impercettibile e Yomi faceva molta
fatica a capire cosa stesse dicendo.
-Perché
siamo amici! Tu sei uno dei miei più cari amici e non ho
alcuna
intenzione di lasciarti rovinare la tua stessa vita in questo modo!
-…
-Io
so come ti senti, ci sono passata anche io qualche tempo fa e so che
non è una bella sensazione. Però, a tua
differenza, io non avevo
amici che potessero sostenermi e aiutarmi e ho finito con il fare
cose di cui mi sono pentita e di cui mi vergogno tutt’ora.
Non
avevo nessuno e mi sono sentita abbandonata da tutto il mondo; mi
sentivo come se nessuno potesse capirmi e come se a nessuno potesse
importare qualcosa di me, ma mi sbagliavo di grosso. Credevo di
essere sola, però-
La
porta si aprì di scatto e il volto tondo e paffuto del
ragazzo-koala
fece capolino dallo spiraglio, interrompendo bruscamente la Obelisk.
-Entra…-fece,
poi, aprendo un po’ di più per permetterle di
entrare.
-Com’è
che hai cambiato idea così in fretta?-chiese
l’altra, mentre
richiudeva la porta alle sue spalle e si voltava verso
l’amico, che
nel frattempo si era sdraiato di nuovo sul suo letto.
-A
te non piace raccontare le tue cose ai quattro venti, no?
-Quindi
hai avuto solo un po’ di compassione nei miei confronti?
Detto
questo, Yomi si sedette sulla sedia, appoggiandosi allo schienale e
incrociando le braccia al petto, in attesa di una risposta da parte
del ragazzo che non arrivò. Chumley si sporse dal letto a
castello,
incerto su come rispondere, ma, alla fine, preferì restare
zitto.
-Vuoi
parlarmi?-chiese l’altra, fissandolo a lungo.
-Io
vorrei solo che tu smettessi di cercare di convincermi a tornare a
lezione. So che sono stati i professori a chiederti una cosa del
genere, ma voglio che tu capisca che non ho alcuna intenzione di
tornare a frequentare.
-Mi
dispiace, ma non posso farlo. E’ vero che sono stati i
professori a
chiedermi di convincerti a tornare alle lezioni, ma non lo faccio
perché me l’hanno chiesto loro. Lo faccio
perché ti voglio bene e
perché sei un mio prezioso amico. Non voglio che tu rinunci
al tuo
sogno, solo perché ti sei convinto di non avere speranze.
Credimi,
so bene quello che stai provando ed è per questo che non
voglio che
tu abbia le stesse brutte esperienze che ho avuto io. Sto cercando di
proteggerti da te stesso, tutto qui! E vorrei che tu mi
ascoltassi…
-Come
fai a capirmi?
Yomi
lo fissò per qualche momento, poi sospirò
rumorosamente e rispose:
-Probabilmente
avrei dovuto parlartene a modo un po’ di tempo fa…
Non è stato
corretto da parte mia non essere chiara su questa cosa e mi dispiace.
Mi sono sempre fidata di te e avrei voluto parlartene prima, ma
credevo che se tu avessi saputo a modo del mio passato ti saresti
allontanato. E non volevo farti preoccupare con i miei problemi,
né
coinvolgerti con i miei fantasmi.
-Stai
parlando del motivo per cui facevi duelli clandestini? Me ne avevi
accennato, una volta…
-Me
lo ricordo… Non ti ho mai raccontato tutta la storia,
però.
-Intendi
raccontarmela ora?-chiese l’altro, voltandosi verso il muro,
così
da dare le spalle alla ragazza.
-Prima
o poi avrei dovuto farlo. Sarebbe stato meglio se l’avessi
fatto
prima, ma ormai è andata così.-rispose Yomi. Poi,
lanciando
un’occhiata all’amico, continuò:
-C’è
stato un periodo nella mia vita in cui mi fu vietato di duellare.
All’epoca avevo tra sì e no una decina di anni e
quando mi dissero
che avrei dovuto rinunciare ai duelli per un po’, pensai che
non
sarebbe stata la fine del mondo. Amavo i duelli, però avevo
capito
che si trattava dell’unico modo per evitare che altre persone
si
facessero del male.
-Del
male?-chiese l’altro, stupefatto, mettendosi a sedere sul
letto,
con le gambe penzoloni.
-Le
persone contro cui vincevo finivano quasi sempre in ospedale, privi
di senso. E quelle volte che non venivano ricoverate perdevano di
punto in bianco tutte le loro energie. All’inizio non capivo
il
motivo, ma poi Pegasus mi disse che la causa ero proprio io e i miei
poteri. Avevo la capacità di assorbire l’energia
vitale delle
altre persone e lo facevo sistematicamente mentre duellavo, senza
nemmeno rendermene conto. Per questo motivo, per evitare che la
situazione peggiorasse, mi vietarono di duellare. All’inizio
pensai
di poter gestire la situazione, ma poi…
-E’
successo qualcosa?
-Tre
anni fa Seto Kaiba mi disse che avrebbe potuto risolvere il mio
problema e mi chiamò per testare un prototipo.
L’esperimento fu un
fiasco totale e mi disse che non avrebbe potuto fare di meglio e che
mi sarei dovuta rassegnare all’idea di abbandonare i duelli
per il
resto della mia vita. Da quel giorno iniziai a cadere in una
disperazione profonda. Iniziai a credere di essere maledetta,
abbandonata dal mondo, che nessuno potesse capirmi e cose simili.
Iniziai ad odiare le altre persone, soprattutto quelle che duellavano
felici e contenti e questa mia insofferenza si trasformò
presto in
rabbia e violenza. Ero diventata un demone che desiderava solo
scaricare le proprie frustrazioni sugli altri; mi faceva sentire bene
e per un attimo mi sentivo anche più felice, ma alla fine
non si
trattava di vera felicità. Iniziai a prendere parte alle
risse e a
duelli tra bande rivali. Non facevo parte di nessuna gang, ma mi
divertivo a passare da una all’altra a seconda di chi fosse
il mio
avversario o a ciò che mi promettevano per il mio aiuto. Non
m’importava di chi avesse ragione o torto, o di chi avesse il
diritto a occupare una certa zona; l’unica cosa che mi
interessava
era duellare contro avversari forti. Il mio ingresso in questo mondo
ha segnato l’inizio della mia fine; le cose non hanno fatto
che
peggiorare e io non mi resi conto del pericolo che stavo realmente
correndo.
-A
quel tempo andavi ancora alle medie, vero? Immagino che i tipi che ti
cercavano fossero più grandi…
-Sì,
ma non era quello il problema. Anche se erano più grandi,
anche se
ero una ragazza, loro avevano realmente paura di me e se potevano
cercavano di starmi alla larga. Se potevano evitare di incontrarmi
erano molto più contenti… Alla fine,
però, non ne potevano fare a
meno; io gli servivo per avere la meglio su un altro gruppo di
teppisti, perciò mi venivano a cercare promettendomi soldi,
carte
rare, nuovi avversari, e io accettavo.
-Hai
accettato anche soldi?-fece l’altro, sorpreso. Yomi si mise a
ridere, poi scosse la testa.
-Sì,
ma non li ho mai conservati. Quei soldi provenivano da estorsioni,
droga e roba simile, io li accettavo ma non li ho mai tenuti per me.
Li donavo al mio vecchio orfanotrofio…
-Orfanotrofio?
Quindi sei stata adottata? Jaden non è tuo fratello?-chiese
Chumley,
sporgendosi dal letto.
-No…
Io sono stata adottata quando avevo circa quattro anni e non so
nemmeno chi siano i miei genitori. Ho sempre vissuto in orfanotrofio
fin da quando posso ricordare.
-Non
me l’avevi mai detto…-mormorò il
ragazzo, risentito.
-Lo
so… Non ho mai pensato che potesse essere qualcosa di cui
valeva la
pena di parlare. Per me la mia famiglia adottiva è sempre
stata la
mia vera famiglia, sebbene non condivida con loro nessun legame di
sangue. Per questo motivo, non ho mai detto a nessuno questa mia
cosa.
-Nemmeno
al Kaiser?
-In
realtà, lui lo sa, ma non perché avessi voluto
dirglielo. Mi è
scappato detto, una volta, e se l’è presa
perché non ne avevo mai
fatto parola prima d’allora. Il motivo per cui non
l’ho mai fatto
era soprattutto perché non l’ho mai ritenuta una
cosa importante.
Comunque, dedicarmi ai bambini orfani era il mio modo per pulirmi la
coscienza e pretendere di non essere una brutta persona. Se ci penso
è ridicolo! Mi facevo pagare per fare del male a dei
perfetti
sconosciuti e poi donavo quegli stessi soldi a dei bambini
sfortunati. Ero decisamente un’ipocrita, ma non ci ho mai
fatto
caso se non molto più tardi. Ho trascorso diverso tempo in
questo
modo, poi, un giorno, mentre tornavo da scuola mi si
avvicinò un
tizio vestito da sera, con tanto di bastone e cilindro, dicendomi che
lui poteva aiutarmi a trovare avversari sempre più forti e
fu così
che iniziai i duelli clandestini. Non avevo idea di chi fosse quel
tizio, né cosa ci guadagnasse dal farmi partecipare a quel
genere di
duelli, ma sicuramente non lo faceva per beneficienza. Fu una
carriera molto breve, qualche mese non di più. Poi, qualcuno
dei
miei vecchi avversari decise di prendersi una rivincita nei miei
confronti e aggredì un mio compagno di classe, riducendolo
in fin di
vita. Chiunque sia stato deve aver pensato che fosse un mio amico o
il mio ragazzo e voleva farmi soffrire. Dopo quell’incidente,
decisi di smettere con quella vita e abbandonai tutto. Qualcuno,
però, non fu d’accordo e una sera mi
accoltellò per strada,
lasciandomi in fin di vita in un vicolo. Me la sono andata a cercare;
la colpa è mia per aver giocato con il fuoco e essermi fatta
coinvolgere con gente poco raccomandabile.
-Avresti
dovuto raccontarmela prima…
-Mi
dispiace, ma non volevo coinvolgerti. Per colpa di quello che ho
fatto alle medie, ho messo in pericolo troppe persone e non volevo
che potesse succedere qualcosa anche a te. Prima Shun, poi
Zane…
Non volevo che il prossimo fossi tu, tutto qui.
Chumley
la guardò per qualche secondo, pensieroso. Non sapeva bene
cosa
dire; era la prima volta che l’amica gli raccontava una cosa
del
genere e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire. Dopo qualche
minuto di silenzio, si decise ad azzardare una domanda.
-Mi
hai raccontato la tua storia perché hai paura che possa fare
come
hai fatto tu?
-Non
essere ridicolo; tu non sei una cattiva persona e non farai mai una
cosa del genere. Io so bene che tu non farai mai del male a nessuno,
ma non voglio che inizi a credere di essere stato abbandonato,
perché
io ci sarò sempre. E non voglio nemmeno che tu rinunci ai
tuoi
sogni, solo perché non riesci ad ottenere i risultati che
hai
sperato, perché so che in te c’è del
potenziale e sarebbe sciocco
non sfruttarlo.
-I
professori non la pensano allo stesso
modo…-commentò l’altro,
abbassando lo sguardo.
-Invece
la pensano allo stesso modo, altrimenti non mi avrebbero mai chiesto
di convincerti a tornare a lezione. Non lo ammetteranno mai,
soprattutto Crowler, ma sanno che tu puoi ottenere dei risultati se
continui ad impegnarti. Hai solo bisogno di più tempo, ma
puoi
farcela!
-E’
inutile, io non ho talento e non sono portato, ma grazie lo stesso.
Mi fa piacere sentirti dire una cosa del genere… Grazie
davvero!
Detto
questo, Chumley scese dal letto a castello.
-Cosa
hai intenzione di fare? Tornerai a lezione?-chiese la ragazza,
alzandosi in piedi.
-Non
credo, ma grazie per esserti preoccupata. Grazie a te, ho capito che
non ha senso continuare a piangere e a lamentarmi; non è
così che
cambierò la situazione. Ho deciso di provare a cercare la
mia strada
e il mio modo di duellare, anche se per adesso non ho ancora
intenzione di tornare a lezione. Può darsi che prima o poi
riprenderò a frequentare, ma per adesso non mi sento
pronto…
-Chumley…
-Non
preoccuparti, non ho intenzione di trascorrere l’anno senza
fare
niente. Inoltre, credo che vivere insieme a tuo fratello inizi a
farmi bene. Il suo ottimismo e la sua passione per i duelli stanno
riaccendendo quella fiammella che si era spenta nella mia anima.
E’
veramente contagioso!
-Sono
contenta di sentirtelo dire!-esclamò l’altra,
sorridendo
all’amico. Chumley fece per aggiungere qualcosa, quando la
porta
della stanza si aprì di scatto ed entrarono Jaden e Syrus.
-Siete
già tornati?-fece lo Slifer grassoccio, voltandosi verso i
due
compagni di stanza.
-Accidenti!
Questa situazione è veramente assurda!-sbottò lo
Slifer iperattivo,
buttandosi a peso morto sul proprio letto.
-E’
successo qualcosa?-gli chiese Yomi. Jaden la fissò per
qualche
secondo e poi affondò la faccia sul cuscino, mormorando
parole
incomprensibili. La ragazza lo guardò interrogativa, poi si
volse
verso Syrus, sperando che almeno l’altro ragazzo avesse
voglia di
spiegare cosa fosse successo.
-Siete
nei guai, vero?-fece Chumley, spostando lo sguardo da un ragazzo
all’altro.
-Nei
guai?! Cosa avete fatto?
-Credo
che sia per quello che è successo ieri sera…-le
rispose il
ragazzo-koala, continuando a lanciare sguardi furtivi agli altri due.
-Cosa
avete fatto?!
-Ci
siamo intrufolati al dormitorio abbandonato per verificare le voci
che girano sul suo conto. Lì abbiamo trovato Alexis che ci
ha messi
in guardia, ma siamo entrati lo stesso. Ad un certo punto abbiamo
sentito delle grida e quando siamo giunti nella stanza da cui
provenivano abbiamo visto un tizio grosso e brutto che aveva rapito
Alexis per sfidare Jaden. Tuo fratello ha accettato la sfida,
l’ha
sconfitto e siamo fuggiti da lì. Stamani una donna dal
berretto
verde, credo che fosse del Comitato Disciplinare, è venuta
qui e li
ha portati con sé da Sheppard. A questo punto, ho paura che
li
abbiano beccati, ma non capisco perché solo loro due. In
fondo,
eravamo presenti anche io e Alexis...
La
risposta di Chumley era stata sufficientemente esauriente per la
Obelisk, la quale aveva perfettamente capito in che guaio si erano
cacciate le due matricole.
-Fammi
capire bene, sei entrato nel dormitorio abbandonato?! Ma
l’hai
letto il regolamento?! Non puoi fare come cavolo ti pare,
Jaden!-esclamò Yomi, afferrando il fratello per la parte
posteriore
del colletto della divisa ed alzandolo di peso dal letto.
-Sorellona,
mettimi giù! E non è colpa mia! E’
Crowler che cerca sempre un
modo per cacciarmi!-protestò il castano, divincolandosi e
cercando
di liberarsi dalla presa ferrea della sorella.
-Non
mi sembra che sia stato Crowler a mandarti là dentro! Mi
sembrava di
averti detto che dovevi evitare di farti notare, no?!
-Ero
solo curioso!
-Non
è una scusa!-lo interruppe l’altra, tirandogli un
orecchio.-Come
fai a non capire la gravità della tua situazione?! Per colpa
tua,
dovrò pregare Sheppard di chiudere un occhio!
-Non
ce n’è bisogno. Abbiamo ancora una
possibilità per evitare di
essere espulsi!-esclamò Jaden.
-Una
possibilità?-chiese la ragazza, sorpresa, lasciando andare
improvvisamente il fratellino.
-Esattamente!
Crowler ha detto che se riusciamo a vincere un Tag Duel chiuderanno
un occhio sulla faccenda.
-Un
Tag Duel? Quindi duellerete a coppia?-chiese l’altra,
lanciando
un’occhiata a Syrus. La matricola dai capelli azzurrognoli
era
rimasta in silenzio per tutto il tempo, continuando a fissare il
pavimento della stanza, immerso nei suoi pensieri.
-Già!
E ovviamente vinceremo!-esclamò Jaden, sorridendo alla
sorella e
facendo un gesto con le dite in segno di vittoria.
-Tu
hai fin troppa fiducia in te stesso…-commentò
Yomi. Poi, dopo
qualche secondo di silenzio, afferrò Chumley per un braccio
e fece
per uscire dalla stanza.
-Dove
stai andando?-le chiese Jaden, sorpreso e curioso allo stesso tempo.
-Da
Sheppard! Voglio vedere se riesco a sistemare questa faccenda. Noi
due facciamo i conti più tardi!
Detto
questo, i due ragazzi del secondo anno uscirono dalla camera e si
diressero verso gli edifici principali.
-Cosa
vuoi fare?-chiese Chumley, dopo diversi minuti di silenzio.
-Voglio
chiedere spiegazioni a Sheppard. E voglio provare a convincerlo ad
annullare il duello.
-Hai
paura che possano perdere?
-Esattamente…
-Secondo
me stai esagerando. Tuo fratello è veramente forte, non
credo che
avrà grossi problemi.
-Ti
ricordo che sarà Crowler ad organizzare il duello. Non mi
meraviglierebbe se chiamasse dei professionisti e, per quanto mio
fratello sia forte, non è all’altezza di gente che
si guadagna da
vivere duellando. Credimi, io so bene quali siano i suoi limiti!
-Bè,
ma non è detto che Crowler lo faccia. Ti stai preoccupando
per
niente!
-Il
motivo non è solo quello. Sono preoccupata anche per
Syrus… Lui
non vuole partecipare a questo duello, glielo puoi leggere in faccia!
Se duella in quelle condizioni, dubitando pure di se stesso,
perderanno di sicuro e questo non posso permetterlo!
-Forse
hai ragione… Inoltre, non capisco perché solo
loro due. Eravamo
presenti anche io e Alexis, avrebbero dovuto punire tutti e quattro,
no?
-Non
se lo scopo era punire solo Jaden… Ti ricordo che dietro a
tutto
questo c’è Crowler e che sta cercando di liberarsi
di mio fratello
dal primo giorno di scuola. Per quanto sia un buon insegnante, non
riesco a sopportare queste sue ripicche assurde!
Una
volta giunti di fronte all’ufficio del cancelliere, i due
entrarono
senza nemmeno bussare. Dentro trovarono Alexis e Sheppard parlottare
tra di loro.
-Yomi,
Chumley, cosa ci fate voi due qui?-chiese il cancelliere, sorpreso di
vedere i due studenti del secondo anno.
-Siamo
qui per la storia del Tag Duel di Jaden e Syrus. Vorrei che ci
ripensasse e che annullasse tutto.-gli rispose la ragazza, andando
subito al punto. Sapeva che non aveva molto senso girarci intorno; se
voleva ottenere una cosa, avrebbe dovuto essere chiara fin da subito.
-Così
siete qui per lo stesso motivo…-mormorò
l’altro, grattandosi la
testa.
-Anche
tu sei qui per lo stesso motivo?-chiese la Obelisk del secondo anno,
voltandosi verso l’altra studentessa.
-Mi
sento responsabile per ciò che è successo. In
fondo, sono
intervenuti per salvare me; non credo che sia giusto che siano puniti
solo loro due.
-Se
è per questo, non è giusto che anche io rimanga
impunito. Ero
presente e ho violato il regolamento esattamente come Jaden e Syrus,
anzi io sono del secondo anno e non ho attenuanti.-si
affrettò ad
aggiungere lo Slifer, avanzando di qualche passo verso la scrivania
dell’uomo.
-Ragazzi,
mi fa piacere che vi siate preoccupati per quei due, ma non posso
fare niente…
-Perché?!-esclamò
Yomi, cercando di mantenere i nervi saldi e non mettersi ad urlare di
fronte a Sheppard.
-Gli
insegnanti hanno già preso una decisione e non possiamo
tornare
indietro. Comunque sia, sono sicuro che sapranno cavarsela!
-Come
fa ad essere così sicuro?! Jaden potrebbe farcela senza
problemi, ma
Syrus no! Quel ragazzo non ha fiducia in se stesso e non è
in grado
di duellare in queste condizioni. Sbaglierebbe di sicuro e i suoi
errori potrebbero portarli entrambi alla sconfitta. Non possiamo
costringerlo a duellare!
-Capisco
le tue preoccupazioni, ma come ti ho già detto non posso
fare nulla.
Io ho fiducia in loro e sono sicuro che sapranno cavarsela
egregiamente, perciò vorrei che vi fidaste anche voi tre.
-E
se perdono? Ha davvero intenzione di espellerli?
-Se
succede, non avrei altre alternative. Tuttavia, sono sicuro che non
accadrà! Io ho fiducia in quei ragazzi e tu dovresti averne
molta di
più.
-Almeno
mi permetta di duellare al posto di Syrus! Lui non può
farcela!-insistette la ragazza del secondo anno, sporgendosi verso il
cancelliere.
-Non
capisco perché ti preoccupi così
tanto…-commentò l’uomo,
guardandola accigliato.
-Mi
sembra ovvio!
Sheppard
la fissò per diversi secondi, cercando di capire dove
volesse andare
a parare la studentessa. Poi, all’improvviso, ebbe una
illuminazione.
-Credo
di aver capito, ma non devi preoccuparti. Syrus non è un
bambino
indifeso e non lo aiuterai di certo continuando a proteggerlo in
questo modo. Inoltre…
Sheppard
si bloccò all’improvviso, poi, voltandosi verso
gli altri due,
chiese loro di uscire e lasciarli soli. Chumley e Alexis si
scambiarono un’occhiata, poi fecero un piccolo inchino ed
uscirono
dall’ufficio.
Non
appena i due furono usciti, il cancelliere continuò il
discorso che
aveva interrotto.
-Scommetto
che hai saputo che Syrus è il fratello minore di Zane e
scommetto
che sai anche che il loro rapporto ha qualche problema, vero?
Yomi
fece un cenno d’assenso, ma non aggiunse altro.
-Se
stai cercando di fare ciò che avrebbe dovuto fare Zane, stai
sbagliando. Sono problemi che non ti riguardano e sarebbe bene che tu
evitassi di farti coinvolgere. Syrus ha già un fratello e
non ha
bisogno di una sorella.
-Sta
dicendo che non dovrei aiutarlo?
-Sto
dicendo che non dovresti comportarti da sorella maggiore. Syrus non
ha bisogno di qualcuno che lo tenga chiuso sotto una campana di
cristallo; ha solo bisogno di acquisire fiducia in se stesso e questo
potrà avvenire solo quando riuscirà a camminare
senza qualcuno che
lo tenga per mano.
-Quindi,
fin’ora ho sbagliato?
-Syrus
soffre di diversi complessi e proteggerlo non è il modo
migliore per
aiutarlo a superarli. Parte di quei complessi sono stati causati
dalla figura di suo fratello e finché non capisce che lui
non è
Zane e che non ha senso che continui a cercare di emularlo, non
potrà
migliorare. Comunque sia, questo duello sarà un ottimo banco
di
prova per verificare le sue capacità. Durante il duello
dovrà
contare sulle sue forze ed avere fiducia in sé stesso e in
Jaden, se
vuole vincere. Per questo motivo, non posso sostituirlo con nessuno
di voi, né te, né Alexis. Capisci?
-Sì,
ho capito…-mormorò la ragazza.
-Non
preoccuparti, sono sicuro che riusciranno a superare la prova!
Yomi
fissò il cancelliere per qualche secondo, poi fece un
piccolo
inchino ed uscì dalla stanza.
“Dovrebbe
essere Zane a risolvere i suoi problemi con suo fratello, ma sono
sicura che non lo farà. Io, però, non ho alcun
diritto di
intromettermi. Sheppard ha ragione; non sono affari che mi
riguardano, non dovrei intromettermi tra loro due. Però
questo non
significa che non posso cercare di aiutarlo a vincere il
duello.”
pensò, mentre attraversava velocemente il corridoio, decisa
a
raggiungere le due matricole del dormitorio rosso.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7- Questione di forza ***
Capitolo
7- “Questione
di forza”
Yomi
era appena giunta in vista del promontorio che si trovava vicino al
dormitorio rosso, quando si imbatté in Alexis e Chumley. I
due erano
fermi in piedi sul ciglio del promontorio e stavano osservando
qualcosa che si trovava sotto di loro.
“Sta
succedendo qualcosa…” pensò Yomi,
mentre osservava i due. Poi si
avvicinò velocemente e, non appena si trovò a
pochi metri da loro,
si schiarì la voce per attirare l’attenzione dei
due amici.
-Yomi?
Hai già finito di parlare con Sheppard?-le chiese la
studentessa del
primo anno, non appena si fu voltata verso la ragazza.
-Bè,
sì, è stata una chiacchierata molto breve. Non
sono riuscita né a
fargli cambiare idea sul duello, né a convincerlo a cambiare
il
partner di Jaden.
-Hai
cercato di lasciare Syrus fuori da questa storia?-chiese, a sua
volta, Chumley.
-Sì,
ma non ho avuto molta fortuna. Piuttosto, come se la sta
cavando?-chiese l’altra, indicando con un gesto della testa
le due
matricole che stavano duellando pochi metri sotto di loro. Sembrava
che il duello avesse raggiunto il suo climax e che di lì a
poco
sarebbe terminato.
-Non
bene. Ha commesso un errore già durante il suo primo
turno.-le
rispose Alexis.
-Un
errore?
-Ha
attaccato ignorando la carta coperta che Jaden aveva posizionato al
turno prima. Aveva evocato “Patroid” e con il suo
effetto avrebbe
saputo che la carta coperta era “Annulla Attacco” e
avrebbe
evitato di attaccare.
-E’
stato un errore grave. A dir la verità, non mi sorprende
più di
tanto…
-Come
mai?-chiese Chumley, guardando sorpresa l’amica.
-So
che Syrus non è un granché come duellante. Anzi,
dovrei dire che lo
sarebbe se avesse più fiducia in sé stesso.
E’ un po’ come te;
si fa prendere dall’ansia o dalla smania di dimostrare di
essere
bravo e commette errori gravi.
-Lui
cosa ne pensa?-fece Alexis.
-Come
mai ti interessa?-chiese a sua volta Yomi, lanciandole
un’occhiataccia che la Obelisk del primo anno
ignorò.
-Gliel’hai
riferito?
-Non
ancora. E non so se è il caso di dirglielo. In fondo, non
sono cose
che mi riguardano, no? E’ un problema che riguarda loro
due…
-In
effetti hai ragione.-commentò la matricola, tornando a
concentrarsi
sui due Slifer che si stavano sfidando. Jaden era appena riuscito a
distruggere il mostro dell’amico e ad infliggergli dei danni.
Syrus, dal canto suo, sembrava che avesse perso tutta la sua voglia
di duellare; era seduto in terra, a gambe incrociate, come se avesse
appena deciso di gettare la spugna ed arrendersi.
-Syrus?
Che stai facendo?-fece l’altro Slifer, sorpreso per la
reazione
dell’amico.
-E’
inutile; sei troppo forte, non potrei mai sconfiggerti!
-Ma
che dici?! Non puoi mica arrenderti! Se non ci provi non potrai mai
saperlo!-protestò Jaden, cercando di convincere Syrus ad
alzarsi per
continuare il duello.
-Ti
dico che è inutile! Io non sono bravo; non posso vincere!
“Lo
sapevo; non potrà mai affrontare un Tag Duel con un
atteggiamento
simile. Se si dà per vinto così in fretta, non ha
alcuna
possibilità di vincere un duello importante come quello. E
sono
sicura che anche lui sia consapevole di
ciò…” pensò Yomi,
mentre osservava la matricola dai capelli azzurri deprimersi sempre
più.
-E’
assurdo…-mormorò Chumley.
-Chumley?
-E’
assurdo che si arrenda in questo modo! Come può gettare la
spugna
così in fretta, senza nemmeno provarci?!-continuò
l’altro. Poi,
sporgendosi verso l’amico dai capelli azzurri e usando quanta
più
voce avesse in corpo, iniziò ad urlare:
-Non
puoi arrenderti! Puoi farcela se continui ad avere fiducia in te
stesso! Tu non sei inutile come lo sono io; puoi ancora vincere! Hai
sentito, Syrus?!
La
matricola alzò lo sguardo verso il compagno di camera,
abbozzò un
mezzo sorriso e si alzò, pronto a continuare il duello.
-Chumley
ha ragione… Preparati Jaden; d’ora in avanti
farò sul serio!
-Come
vuoi, non vedo l’ora!-gli rispose l’altro studente,
al colmo
dell’eccitazione.
-Com’è
che ti sei messo ad urlare? Non è da
te…-commentò Yomi,
rivolgendosi all’amico del dormitorio rosso che si trovava al
suo
fianco.
-Io
sono inutile e non sono capace di fare niente, ma Syrus può
farcela
se crede in se stesso. Credo che sia giusto cercare di tirarlo un
po’
su di morale.-le rispose il ragazzo-koala, sorridendo leggermente.
-Tu
non sei inutile. Devi solo trovare la tua strada, tutto qui! Ognuno
di noi ha una propria via da trovare e percorrere e il fatto che tu
non ottenga risultati significa solo che non hai ancora trovato la
tua. Se continui a cercare, prima o poi la troverai.
-Yomi…
-Sei
molto più saggia di quello che sembrerebbe, sai? Il
soprannome di
demone non ti si addice per niente.-commentò Alexis.
-Dici?
Posso anche essere terrificante se voglio…
La
ragazza del primo anno non ribattè; si limitò a
sorridere. Sapeva
che la studentessa del secondo anno non diceva seriamente e sapeva
anche che non aveva bisogno di farglielo notare. Yomi era fatta
così
e, di certo, non sarebbe stata lei a farle cambiare idea.
“Non
mi aspettavo che Chumley alzasse la voce pur di tirare su di morale
Syrus. Non è da lui comportarsi in questo modo; mi ha
sorpreso!
Forse sta iniziando a capire che rimanendo a guardare non ottiene
nulla e forse troverà di nuovo la voglia di duellare. Anche
se penso
che il merito sia anche di altre persone, come Jaden e Yomi. Quei due
riuscirebbero a cambiare chiunque. La passione che mettono nei duelli
è incredibile!” pensò la studentessa
dai lunghi capelli biondi,
mentre osservava il ragazzo dalla divisa bianca e rossa.
Accennò
inconsciamente un sorriso, poi tornò a concentrarsi sul
duello;
sembrava che Syrus avesse trovato di nuovo la voglia di duellare.
-Preparati
Syrus! Il mio prossimo turno sarà
decisivo!-esclamò Jaden, mentre
osservava il suo mostro ritornare alla sua postazione dopo aver
scagliato un attacco ai LP dell’avversario.
-Non
ci contare, Jaden! Sono pur sempre in vantaggio e mi è
sufficiente
pescare la carta giusta per vincere. Pesco!-fece
l’avversario.-Attivo
“Anfora dell’avidità” che mi
permette di pescare altre due
carte…
Pescò
altre due carte e, dopo averle guardate, la sua espressione
cambiò
di colpo. Sembrò gelarsi all’improvviso, come se
avesse visto un
fantasma. Persino il sorriso che aveva fino a qualche secondo prima
scomparve.
-Cosa
ha pescato?-chiese Yomi, a bassa voce, come se stesse ragionando con
sé stessa.
-Forse
una buona carta…-commentò Chumley, non celando la
sua fiducia
nelle capacità del compagno di stanza. Era fiducioso che il
ragazzino occhialuto avesse pescato una carta con cui ribaltare le
sorti della partita. Per lui era quasi fondamentale che Syrus
vincesse; doveva trovare una cosa in cui credere e la vittoria
dell’amico sarebbe stata la sua ancora di salvezza. In fondo,
se
poteva vincere Syrus, perché lui non avrebbe potuto farlo? A
dispetto di quanto aveva detto poco prima, in cuor suo sapeva che se
poteva farcela l’altro, avrebbe potuto farcela anche lui.
-Non
saprei… La sua espressione è
strana.-ribattè Alexis.
-Allora
non sono l’unica ad averlo notato.-commentò
l’altra studentessa,
lanciando una rapida occhiata all’amica del primo anno e poi
tornando a osservare il fratello minore, il quale era impaziente che
Syrus terminasse il suo turno.
-Syrus!
Muoviti!-esclamò lo Slifer, agitando il braccio in direzione
dell’amico. L’altra matricola, però,
sembrava che fosse troppo
immerso nei suoi pensieri per accorgersi di ciò che gli
stava
accadendo intorno. Il suo sguardo era fisso su una di quelle
misteriose carte che aveva appena pescato e che nessuno riusciva a
capire cosa fosse.
-Syrus?
Che hai?-insistette l’altro.
-Ah,
niente Jaden, non preoccuparti!-esclamò l’altro,
in fretta e
furia, come se si fosse svegliato di soprassalto da un brutto incubo.
Era come se la voce dell’amico lo avesse riportato
violentemente
alla realtà e si fosse appena reso conto di trovarsi di
nuovo nel
bel mezzo di un duello. Poi, cercando di riprendere in mano la
situazione, aggiunse le due carte appena pescate a quelle che aveva
in mano, e proseguì con il suo turno.
-Attivo
“Polimerizzazione”, grazie alla quale posso fondere
“Gyroid”
e “Steamroid”, entrambi nella mia mano, per evocare
tramite
fusione “Steam Gyroid”.
Un
mostro meccanico, molto simile ad un treno umanoide, munito di strani
arti che ricordavano delle ruote, comparve sul terreno di gioco.
Aveva 2200 punti di attacco e, in termini di forza, superava di molto
“Sparkman” e “Avian”, i due
mostri sul terreno di Jaden.
-Vai
“Steam Gyroid”, attacca “Avian Eroe
Elementale”!-esclamò
Syrus, lanciando all’attacco il suo mostro. Il treno umanoide
si
scagliò contro il mostro avversario, colpendolo con un getto
di
vapore e distruggendolo all’istante. I LP di Jaden scesero a
quota
2800.
-Bella
mossa, ma non credere di avermi messo in
difficoltà!-esclamò lo
Slifer iperattivo, sorridendo emozionato all’amico.
-Questo
lo vedremo! Termino il mio turno.
-Tocca
a me; pesco!-fece l’altro, pescando una carta dal deck. Poi,
dopo
aver dato un’occhiata alle carte che aveva in mano e sul
terreno,
continuò:
-Visto
che hai evocato un mostro fusione, credo che sia giusto renderti pan
per focaccia! Attivo “Polimerizzazione”, grazie
alla quale posso
fondere “Clayman”, che ho in mano, e
“Sparkman”, che ho sul
terreno, per evocare “Gigante del Tuono Eroe
Elementale”.
L’eroe
che aveva sul terreno scomparve in un vortice di colori e, al suo
posto, comparve un uomo enorme, grosso quanto una montagna, con gli
arti sproporzionati rispetto al resto del corpo. In testa portava un
casco che gli lasciava scoperto solo la parte inferiore del volto,
celando la sua vera identità.
-Credo
proprio che il duello sia già
deciso…-commentò Alexis, non appena
il nuovo mostro fece la sua comparsa.
-Davvero?-chiese
Chumley.
-“Gigante
del Tuono” ha un effetto particolare; Syrus non ha nessuna
carta
coperta e non può annullarlo.-gli rispose Yomi, senza
distogliere
gli occhi dal campo. La ragazza conosceva molto bene gli effetti dei
mostri del fratello; era stata lei ad aiutarlo a costruire quel deck
e parte dei mostri li avevano acquistati insieme. Poteva benissimo
dire che quegli eroi rappresentavano il loro legame.
-Attivo
l’effetto di “Gigante del Tuono”. Una
volta per turno, posso
distruggere un mostro il cui attacco originale sia uguale o inferiore
all’attacco del mio eroe. Mi dispiace, ma scelgo di
distruggere il
tuo “Steam Gyroid”!
Il
mostro sul lato di Jaden iniziò a condensare
l’energia elettrica
intorno alle mani, finché non riuscì a creare una
sfera di
elettricità, che scagliò contro il treno di
Syrus, distruggendolo e
lasciando vuota la sua parte di campo.
-A
questo punto evoco anche “Burstinatrix Eroe
Elementale” e con
questi due mostri in campo, posso attaccarti senza problemi e
chiudere la partita. “Gigante del Tuono”,
“Burstinatrix”,
attaccatelo direttamente e azzerate i suoi LP!
L’eroe
creò di nuovo una sfera di energia elettrica, mentre la
donna
vestita di rosso fuoco scagliava sfere fiammeggianti, colpendo la
matricola del dormitorio rosso in pieno e facendo scendere i suoi LP
a zero.
-Accidenti,
lo sapevo che eri troppo forte…-mormorò Syrus,
accasciandosi a
terra. Non sembrava che avesse preso troppo male la sconfitta;
probabilmente, in cuor suo, se l’aspettava.
-Guarda
che non sei andato male! L’ultima tua mossa è
stata fenomenale,
dico davvero! Piuttosto, si può sapere che razza di carta
avevi
pescato? Era buona?-fece l’altro, mentre si avvicinava
all’amico.
Poi, senza nemmeno aspettare una risposta, gli prese le carte che
aveva in mano, per vedere cosa avesse pescato di così
particolare.
-“Vincolo
di potere”? Avevi una carta così forte in mano e
non l’hai
utilizzata? Perché non l’hai fatto?
-Io
non posso usare questa carta; mio fratello me l’ha
proibito!-esclamò Syrus, irritato dal comportamento
dell’amico.
-Te
l’ha proibito? E perché mai?-chiese
l’altro, sempre più
confuso. Non capiva di cosa stesse parlando l’altro e non
riusciva
a seguirlo. Ad essere sincero, non sapeva nemmeno che Syrus avesse un
fratello; fino a quel momento era sempre stato convinto che fosse
figlio unico.
-Non
sono affari che ti riguardano! Lo sapevo che non potevo farcela! Io
sarò solo un peso per te; non ha senso che partecipi al
duello!
Detto
questo, si alzò in fretta e furia, strappò le
carte di mano
all’altro Slifer e corse via, lungo il sentiero che conduceva
al
dormitorio rosso. Chumley, dopo aver visto la reazione
dell’amico,
decise di corrergli dietro, per assicurarsi che non succedesse niente
e per confortarlo un po’. Sapeva meglio di chiunque altro
cosa
poteva provare in quel momento la matricola dai capelli azzurrognoli;
in fondo non era trascorso molto tempo dalla volta in cui aveva
dovuto fare i conti con la sua incompetenza. La disperazione che
aveva provato nel momento in cui aveva capito che avrebbe ripetuto
l’anno era ancora fresca nella sua mente e nella sua anima.
Era
l’unica persona davvero in grado di capire come poteva
sentirsi
l’altro Slifer in quel momento ed era l’unico che
potesse davvero
tirarlo su di morale. Per questo motivo aveva deciso di corrergli
dietro.
-Chumley…-mormorò
Yomi, mentre seguiva con lo sguardo l’amico allontanarsi
nella
stessa direzione della matricola.
-Secondo
te cos’è successo?-le chiese Alexis,
anch’essa molto preoccupata
per la situazione.
-Non
ne ho idea, ma forse mio fratello potrà spiegarcelo.-le
rispose
l’altra. Poi, insieme, si diressero verso il sentiero che
conduceva
alla piccola spiaggia sottostante. Jaden si trovava ancora
lì, con
lo sguardo fisso sulla onde dell’oceano, e sembrava che ci
fosse
qualcosa che lo turbasse.
-Cos’è
successo?-chiese la studentessa del primo anno, non appena si fu
avvicinata allo Slifer.
-Non
lo so… Tra le carte che aveva in mano c’era
“Vincolo di Potere,
ma non l’ha usato. Quando gli ho chiesto il motivo, mi ha
detto che
suo fratello gli ha proibito di usarla. Non capisco il motivo di
tutto ciò… Non ha senso! Perché suo
fratello dovrebbe fare una
cosa del genere?
Alexis
e Yomi si scambiarono uno sguardo preoccupato. Sapevano entrambe
quale fosse il problema e di chi fosse la colpa, ma non sapevano se
fosse il caso di spiegarlo anche allo Slifer o lasciar correre.
-Sai
Jaden, Syrus ha un fratello maggiore che studia in questa Accademia.
E’ un Obelisk del terzo anno ed è il miglior
studente di tutta
l’isola, tanto che è stato soprannominato
“Kaiser” da tutti
gli altri. Il suo nome è Zane ed è veramente un
ottimo duellante.
Se ha detto una cosa del genere a Syrus, deve esserci stato un
motivo.-fece Alexis.
-E’
davvero così bravo?
-Sì,
ma non pensare nemmeno all’idea di sfidarlo. E’
forte, molto
forte e anche se vuoi sfidarlo per aiutare Syrus alla fine non sono
cose che ti riguardano, perciò dovresti rimanerne fuori.-si
intromise Yomi. Sapeva bene cosa stesse frullando nella testa del
fratello e voleva evitare che facesse sciocchezze di cui si sarebbe
potuto pentire. Soprattutto non voleva assolutamente che duellasse
contro Zane.
-Perché
dovrei? Tu faresti la stessa cosa, no?
-Questo
non significa che tu possa farlo. Non sono cose che ci riguardano;
sarebbe meglio rimanerne fuori.
-Scommetto
che vuoi essere tu a sfidarlo…-commentò
l’altro, mettendo il
broncio.
-Non
ci penso nemmeno! Jaden, anche se sei suo amico, non hai nessun
diritto per intrometterti. Lo capisci, vero?
-No,
non lo capisco. Syrus ha bisogno di una mano e se questo fantomatico
fratello non ha intenzione di aiutarlo, vorrà dire che lo
farò io.
Per farlo devo capire un po’ meglio cosa sta succedendo e
l’unico
modo che ho è sfidare a duello questo Zane. Sorellona, lo
avresti
fatto anche tu!
-Sì,
ma- Lasciamo perdere…-mormorò l’altra,
mettendosi una mano tra i
capelli, certa che qualsiasi cosa avesse detto, il fratellino non
l’avrebbe ascoltata. In fondo, Jaden era fatto
così; non ascoltava
mai nessuno, nemmeno lei, e faceva sempre di testa sua.
“La
cosa positiva è che il più delle volte, sebbene
segua il suo
istinto, fa la scelta giusta. Spero che anche questa volta non si
sbagli! Mi preoccupa molto di più la reazione che potrebbe
avere
Syrus, piuttosto di quella di Zane, sebbene nemmeno a lui piaccia
quando qualcuno mette becco nei suoi affari. Forse dovrei parlarci e
spiegargli cosa sta succedendo. Lui non sa niente di questo Tag Duel
e non sa nemmeno che una sua scelta potrebbe influire sulla vita del
fratellino. Questa situazione ci sta sfuggendo sempre più di
mano e
se non corriamo ai ripari, rischiamo che succeda
l’irreparabile.
L’ultima cosa che voglio è che perdano il duello e
vengano
espulsi. Sheppard ha detto di non intromettermi, ma io non riesco a
rimanere a guardare senza fare niente. Jaden ha ragione; io farei
esattamente la sua stessa cosa.” pensò la ragazza,
mentre
osservava il fratello minore, il quale continuava a chiedere
informazioni ad Alexis riguardo questo misterioso Kaiser.
-Vado
a vedere come sta Syrus…-fece dopo qualche minuto. Poi,
senza
nemmeno aspettare una risposta dagli altri due, si diresse lungo il
sentiero che portava al dormitorio rosso, ma, una volta giunta di
fronte alla struttura fatiscente, passò oltre, senza nemmeno
fermarsi.
Giunta
in prossimità degli edifici principali, si fermò
ed estrasse di
tasca il dispositivo, con il quale contattò il fidanzato.
-E’
successo qualcosa?
Il
volto del ragazzo era comparso sullo schermo, impassibile come
sempre. Solo il tono della voce tradiva la sua preoccupazione; di
solito, quando Yomi lo chiamava, non erano mai buone notizie.
-Ho
bisogno di parlarti.
-Cos’hai
combinato?
-Io
non ho fatto proprio niente; si tratta di Syrus!-esclamò
l’altra,
leggermente irritata.
-Syrus?
Zane
sembrava piuttosto sorpreso di sentire il nome del fratello;
probabilmente non se l’aspettava. Dopo qualche secondo di
silenzio,
il Kaiser fece:
-D’accordo,
vieni in camera mia.
Detto
questo, chiuse la conversazione, lasciando la studentessa con il
dubbio di averlo indispettito.
-Credo
proprio che si sia arrabbiato…-mormorò tra
sé e sé, mentre
riponeva l’apparecchio in tasca. Poi, senza perdere tempo, si
diresse velocemente verso l’edificio degli Obelisk.
Una
volta giunta di fronte alla stanza del ragazzo, iniziò a
bussare
ripetutamente alla porta, finché l’altro non venne
ad aprirle.
-Finalmente
hai aperto!-esclamò la studentessa, non appena la porta si
aprì e
il volto dell’altro fece capolino fuori.
-Non
c’è bisogno di bussare in quel
modo…-commentò Zane, leggermente
irritato per i modi bruschi della ragazza.
-Non
c’era nemmeno bisogno che tu mi riattaccassi il telefono in
faccia.-ribattè lei. Poi entrò nella stanza e si
accomodò sul
divanetto, mentre l’Obelisk richiudeva la porta alle sue
spalle.
-Abbiamo
un problema!-iniziò Yomi, dopo diversi minuti di silenzio,
interrompendo il flusso di pensieri di Zane sul perché la
fidanzata
avesse insistito nel venire. Aveva aspettato che il ragazzo si fosse
accomodato accanto a lei, prima di iniziare quello che sarebbe stato
un lungo e difficile discorso.
-Quale?
-Io
te lo racconto, ma tu devi promettermi che non ti arrabbierai,
d’accordo?
-Hai
detto che riguarda mio fratello; ha combinato qualcosa?-chiese
l’altro, ignorando completamente la domanda
dell’altra. In quel
momento era molto più preoccupato per ciò che era
successo e di cui
non ne era ancora a conoscenza.
-L’altra
sera mio fratello, Syrus e Chumley sono entrati nel dormitorio
abbandonato. Alexis mi ha detto che l’hanno fatto solo per
salvare
lei e anche i ragazzi me l’hanno confermato. Però,
non so come,
Sheppard e i professori ne sono venuti a conoscenza e hanno convocato
solo Jaden e tuo fratello. Come punizione, hanno proposto loro di
prendere parte ad un Tag Duel; se vincono, potranno rimanere in
Accademia; se perdono, saranno espulsi.
-Sono
entrati nel dormitorio abbandonato? Non gliene avrai parlato,
vero?-chiese l’altro, fissandola impassibile. Il tono della
voce,
però, tradiva il fatto che fosse leggermente arrabbiato,
anche se
per la ragazza non era chiaro con chi ce l’avesse.
-Io
non gli ho detto proprio niente! Non so come abbiano fatto a venirne
a conoscenza, ma sono sicura che non sia stato Chumley a
parlargliene.
-Lui
non sa che è vietato avvicinarsi?
-Non
credo. Ti ricordo che è rimasto dentro alla sua stanza fino
all’altro giorno.
Zane
la guardò per qualche altro secondo, poi si
grattò la testa con
fare pensieroso.
“E
io che pensavo che avesse fatto di nuovo a botte con qualcuno! Devo
smetterla di preoccuparmi per niente; Yomi non è una ragazza
violenta e, da quando può duellare di nuovo, ha smesso di
alzare le
mani su chiunque. E’ diventata molto più matura di
prima, perciò
non vedo perché dovrei continuare a trattarla come se fosse
ancora
irresponsabile e immatura. Comunque sia, non mi aspettavo di certo
che il problema fosse Syrus; mi ha sorpreso non poco.”
-Il
problema sarebbe questo? Non capisco cosa dovrei fare…-disse
lo
studente, dopo un po’.
-No,
il problema è che tuo fratello non è in grado di
duellare. Sono
appena tornata dalla spiaggia, dove ho visto un duello tra Jaden e
Syrus, e tuo fratello ha commesso un errore dietro l’altro.
Ho
cercato di convincere il cancelliere a sostituirlo con un altro
duellante, ma non ha voluto sentire ragioni.
-La
cosa non mi sorprende. Syrus non è mai stato portato per i
duelli e
questa scuola non è mai stata il suo posto. Se viene
espulso,
significa che-
-Guarda
che la colpa è soprattutto tua! Perché gli hai
vietato di usare
“Vincolo di Potere”?!-esclamò
l’altra, interrompendolo
bruscamente, tanto che il Kaiser le lanciò
un’occhiataccia.
-Te
l’ha detto lui?
-No,
ha farfugliato una cosa del genere a mio fratello, ma non ha dato
ulteriori spiegazioni.
-Il
motivo per cui gli vietai di usarla è perché non
era ancora in
grado di duellare rispettando gli avversari. E non lo è
nemmeno ora.
L’episodio a cui fa riferimento mio fratello è
successo quando
andava ancora alle elementari. Quella volta stava duellando contro un
bullo della sua scuola, prendendolo in giro e sottovalutando le sue
capacità; in poche parole si è preso gioco di lui
e, per questo, ha
rischiato di perdere. Intervenni quasi subito, mettendo fine al
duello e impedendo che quel tipo si prendesse la carta di mio
fratello. Per cercare di fargli capire che aveva sbagliato a
comportarsi in quel modo, gli dissi che fino a quando non fosse stato
in grado di comportarsi come un vero duellante non avrebbe avuto
alcun diritto ad usare “Vincolo di Potere”. Sono
stato io a
regalargli quella carta e l’ultima cosa che volevo era che
l’usasse
per infierire su un avversario, per quanto fosse stato arrogante e
cattivo.
-Uhm…
Quindi non glielo stai vietando per ripicca?
-Perché
avrei dovuto?
Yomi,
per tutta risposta, alzò le spalle.
-Comunque
ho l’impressione che Syrus non abbia capito cosa intendessi
quel
giorno…-continuò Zane, distogliendo lo sguardo
dalla ragazza che
aveva di fianco e spostandolo sulla finestra vicino al letto. Era
leggermente aperta ed una brezza serale muoveva le tende
azzurrognole.
-Spiegaglielo!
-Non
è così facile. Io non sono come te e Syrus non
è come tuo
fratello.
-Sei
tu che stai complicando la situazione…-borbottò
Yomi, incrociando
le braccia al petto.
-Non
capisco perché insisti tanto.
-Jaden
ha detto che vuole sfidarti a duello per aiutare Syrus a trovare di
nuovo fiducia in se stesso. E io non voglio che lo faccia!
Perciò
l’unico modo per evitarlo era che tu risolvessi le cose con
tuo
fratello, ma non lo vuoi fare.
-Perché
vuoi impedirglielo?
La
studentessa lo fissò negli occhi per qualche secondo, poi
arrossì
leggermente.
-Non
voglio che duelliate. Se tu perdessi, gli altri studenti direbbero
che l’hai lasciato vincere perché è mio
fratello, quando invece
sarebbe una vittoria meritata. Non voglio che prendano di mira anche
lui! E’ già successo alle elementari per colpa mia
e non voglio
che succeda anche qui in Accademia.
-Quindi
pensi davvero che possa perdere?-chiese l’altro, inarcando il
sopracciglio.
-Potrebbe
succedere…
-Adesso
mi hai fatto venire voglia di metterlo alla prova.
-Non
puoi farl-
La
ragazza non riuscì a finire la frase, perché
l’altro l’abbracciò
improvvisamente, attirandola a sé. Il volto della ragazza
era
sprofondato nel petto dello studente, tanto che poteva sentirlo
alzarsi e abbassarsi seguendo il ritmo del respiro. Yomi
protestò
leggermente, ma non oppose molta resistenza; per quanto cercasse di
negarlo, le piaceva quella posizione e le piaceva rimanere in ascolto
dei battiti del suo cuore. Era la prova della sua esistenza; senza
quei piccoli e brevi momenti avrebbe creduto di star vivendo un
bellissimo sogno. Il calore del suo corpo e il respiro che le
solleticava il collo erano, invece, prove tangibili che il loro
rapporto era qualcosa che esisteva e non una sua finzione.
-Se
vincessi non ci sarebbe alcun problema, no?-le sussurrò
l’altro
nell’orecchio.
-La
fai sempre facile…
-Non
la faccio facile; ho solo un buon motivo per non perdere.
***
Nda: di solito non lascio commenti in fondo ai
capitoli a meno che non sia strettamente necessario - e questa
è una di quelle volte. Come alcuni di voi sanno, i primi
otto capitoli e mezzo di questa ff furono scritti oltre un anno e mezzo
fa e il mio stile di allora non è paragonabile a quello
attuale (basta leggere le ultime cose che ho scritto e credo si possa
notare). Un tempo usavo le linee al posto delle virgolette basse, il
lessico era parecchio più lineare, poche descrizioni ed
altri difettucci che con la pratica ho corretto (e il romanzo che
pubblicherò a breve mi ha aiutato molto), ma non
è di questo che vorrei parlarvi, anzi chiedervi. In breve
(lo so, tendo ad essere logorroica), rileggendo i vecchi capitoli mi
sono accorta che utilizzare i nomi del doppiaggio rendeva strana la
lettura. Mi spiego: Yomi e gli altri OC hanno nomi giapponesi, il
calendario scolastico segue quello giapponese, i modi di fare e la
cultura sono palesemente giapponesi, MA i nomi dei personaggi sono
inglesi. Capite che non ha molto senso, perciò sto
riflettendo se sostituire i nomi inglesi con quelli originali e qui
entrate in gioco voi lettori. Cosa preferite? I nomi del doppiaggio
anche a discapito del senso logico perché li trovate
più immediati e non avete difficoltà a capire di
chi parlo (nel caso ci sia qualcuno che non ha visto la versione
originale) o i nomi giapponesi per uniformare il racconto e renderlo
coerente (farei comunque in modo di rendere chiaro anche a chi ha visto
la versione italiana di chi sto parlando)? Tenete presente che
l'eventuale modifica avverrà comunque dal capitolo 10 in
poi, e poi tempo permettendo cambierò anche i capitoli
precedenti e il prequel di questa ff. Qualsiasi suggerimento
è ben accetto nei commenti :3
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8- Duello per un amico ***
Capitolo
8- “Duello per un amico”
-Allora,
lo conosci o no?!-esclamò il castano, sporgendosi verso la
sorella.
Yomi
e Jaden si trovavano nel negozio di carte, seduti ad un tavolino e
con un modulo da compilare davanti. Il ragazzo stava giocherellando
con una penna a sfera, mentre aspettava che la studentessa del
secondo anno rispondesse alla sua doma che c’era ne aveva
approfittato per tempestarla di domande. Voleva sapere chi fosse
questo fantomatico Kaiser e quanto potesse essere forte ed era certo
che la sorella sapesse molte più cose di quello che voleva
far
credere.
-Potrei
anche conoscerlo, ma non capisco perché ti interessa tanto!
-L’hai
mai visto duellare?
-Perché
lo vuoi sapere?
-Voglio
sfidarlo per aiutare Syrus e volevo rendermi conto di che tipo di
avversario è. Voglio capire di cosa potrebbe essere capace,
tutto
qui. Perché non vuoi darmi una mano? Mica ti ho chiesto la
luna!
-Non
saprei come aiutarti; non mi ricordo di averlo mai visto duellare.
-Sei
incredibile! E’ il miglior studente dell’Accademia
e tu non hai
mai visto uno dei suoi duelli?!
-Non
è uno che si mette in mostra, tutto qui!
-Se
lo dici tu…-mormorò l’altro, tornando a
concentrarsi sunda. Le
aveva chiesto di raggiungerlo per aiutarlo a riempire la richiesta
per un duello ufficiale e giàl foglio che doveva compilare.
“Jaden
sta diventando veramente insistente con questa storia, ma non posso
dirgli che stiamo insieme. Non capirebbe! Uno come lui è
troppo
ottuso per capire queste cose; potrebbe fraintendere o peggio farsi
un’idea sbagliata. Chissà cosa penserebbe quella
sua testa vuota!”
pensò la ragazza, mentre osservava il fratello minore
borbottare tra
sé e sé mentre scarabocchiava sul foglio.
-Secondo
te va bene così?-chiese lo Slifer, mostrando il foglio alla
sorella.
Prima che Yomi potesse anche solo vedere cosa aveva scritto, una mano
alle sue spalle strappò di mano il foglio allo studente.
-Cosa
state facendo voi due?-fece una voce stridula e dall’accento
straniero. Crowler era comparso all’improvviso alle spalle
dei due
ragazzi e stava sventolando il foglio con fare scocciato.
-Sto
cercando di compilare la richiesta per un duello ufficiale.
-Un
duello ufficiale? E contro chi sarebbe?
-Contro
Zane Truesdale. E adesso me lo ridia, per favore!
-Contro
il Kaiser?! Non hai nessuna speranza di sconfiggerlo! Lui è
il
miglior studente di questa scuola ed uno Slifer come te non
può
batterlo! Rassegnati!
-Questo
lo dice lei e adesso mi ridia quel foglio!
-Non
ci penso nemmeno!-esclamò il professore. Poi
stracciò il modulo in
mille pezzi e, dopo averli gettati, uscì dal negozio come se
nulla
fosse.
-Che
tipo… Adesso cosa faccio?!
-Potresti
rinunciare.-suggerì la ragazza.
-Non
ci penso nemmeno! Quel duello è fin troppo importante per
Syrus e
non posso rinunciare. Inoltre voglio vedere di cosa è capace
questo
Kaiser.
Detto
questo, il ragazzo si alzò dalla sedia ed uscì di
corsa dal negozio
di carte, senza nemmeno aspettare la sorella. Yomi gli andò
dietro,
curiosa di sapere cosa avrebbe escogitato il fratello per avere il
suo duello contro Zane. Sapeva che lo avrebbe ottenuto; Jaden
otteneva sempre quello che voleva ed era proprio questo che la
preoccupava. Sarebbe stato capace anche di rischiare
l’espulsione
pur di incontrare l’Obelisk e visto l’odio che
Crowler covava
verso lo Slifer non era una buona idea sfidare il Comitato
Disciplinare due volte.
“Mi
conviene controllare che non faccia stupidaggini. Almeno
finché non
avrà rinunciato al duello. Se penso che tutto questo poteva
essere
evitato se Zane si decideva a parlare con Syrus mi
innervosisco.”
pensò la giovane, mentre seguiva la schiena del fratello
districarsi
per gli affollati corridoi dell’edificio principale del
campus.
I
due uscirono velocemente e si diressero verso il vialetto che portava
ai vari dormitori e alla spiaggia. La studentessa non aveva la
più
pallida idea di cosa frullasse nella testa dell’altro
studente, ma
aveva deciso di seguirlo tutto il giorno e assicurarsi che non
facesse una sciocchezza delle sue. Giunti in prossimità del
bivio
che portava al dormitorio blu, i due si scontrarono con Chumley. Il
ragazzo-koala si trovava seduto su un ramo di un albero e stava
osservando le proprie carte e, dalla sorpresa di vedere i due
fratelli di corsa, rischiò quasi di cadere di sotto.
-Dove
state andando?-fece lo Slifer cicciottello dopo essersi seduto di
nuovo sul ramo, affacciandosi di sotto e guardando il compagno di
stanza.
-Dal
Kaiser.
-Dal
Kaiser? Perché?
-Voglio
sfidarlo per quella storia di Syrus. Adesso scusami ma devo andare!
Detto
questo, Jaden salutò l’amico con un gesto della
mano e riniziò a
correre verso il dormitorio blu, lasciando indietro la sorella.
Chumley lanciò un’occhiata al ragazzo, poi scese
dal ramo
dell’albero e, rivolgendosi verso l’amica del
secondo anno,
chiese:
-Che
storia è questa?
-Meglio
lasciar perdere…
L’amico
la fissò confuso.
-In
sostanza, Jaden vuole sfidare Zane per aiutare Syrus ha superare le
sue paure e non ha alcuna intenzione di rinunciare. A volte
è
proprio una testa vuota!
-Se
la metti così, è meglio controllare che non
combini qualche
stupidaggine, no?-fece Chumley, sorridendo all’amica. Yomi
ricambiò
il sorriso e si incamminò con l’altro lungo il
vialetto che
portava al dormitorio blu. Giunsero appena in tempo per vedere lo
Slifer tornare indietro, fradicio fino al midollo e visibilmente
arrabbiato.
-Cosa
hai fatto?-chiese la sorella, alzando il sopracciglio. Jaden
mugugnò
un “niente!” a denti stretti e tirò a
dritto, in direzione del
dormitorio rosso. Gli altri due studenti si scambiarono
un’occhiata
confusa e lo seguirono, decisi ad andare fino in fondo a quella
storia. Ormai non potevano più fare finta di niente; erano
stati
coinvolti e non riuscivano più a rimanere indifferenti.
-Posso
sfidarlo in qualsiasi momento, vero?-chiese lo Slifer del primo anno,
rivolgendosi alla sorella. I tre erano nella stanza delle matricole
del dormitorio rosso e Jaden si stava asciugando i capelli bagnati
dalla secchiata d’acqua degli Obelisk blu; sembrava essersi
calmato
un po’ rispetto a prima ed era tornato a concentrarsi sulla
sua
missione.
-Vuoi
sapere se hai bisogno di un permesso speciale, giusto?
Lo
Slifer fece un cenno d’assenso. Yomi sospirò,
grattandosi la
testa; in quel momento avrebbe voluto tanto che suo fratello non
fosse così cocciuto.
-Non
ce n’è bisogno per un incontro non ufficiale.
Volendo potresti
sfidarlo in qualsiasi momento, sempre che lui sia d’accordo.
-Pensi
che non accetterà solo perché sono uno Slifer?
-Non
ho mai detto questo. A Zane non interessano queste cose; se sei un
duellante che merita la sua attenzione, accetta ogni sfida.
-Davvero?-chiese
l’altro, sorpreso, grattandosi il mento.-Allora come mai non
ti ha
mai sfidata? Tu sei sempre stata forte; hai persino vinto vari tornei
quando eri più piccola.
-Semplicemente
perché non ce n’è mai stato bisogno.
Piuttosto, che fine ha fatto
Syrus?
La
ragazza si era appena accorta dell’assenza del ragazzino con
gli
occhiali. Credeva di averlo trovato seduto sul proprio letto, magari
nascosto sotto le coperte, invece non c’era.
-Già,
che fine ha fatto?-mormorò Jaden, guardandosi intorno. Non
si era
reso conto dell’assenza dell’amico,
finché la sorella non
gliel’aveva fatto notare.
-Ha
lasciato un biglietto…-fece il ragazzo-koala, attirando
l’attenzione degli altri due. Jaden si avvicinò
all’amico e gli
strappò letteralmente il foglio di mano, per poter leggere
cosa
c’era scritto.
-“Mi
dispiace per tutti i guai che ho causato… Non posso
farcela… Ho
deciso che me ne andrò; non cercate di fermarmi”!
-Sta
cercando di andarsene?!-esclamò Yomi, preoccupata. Che lei
sapesse
l’unico modo per poter andarsene dall’isola era
essere espulso;
nessuno poteva andarsene a meno che non possedeva una barca privata
e, di certo, Syrus non l’aveva.
-Penso
proprio di sì. Dobbiamo assolutamente fermarlo!
Detto
questo, Jaden gettò l’asciugamano sopra il letto
ed uscì dalla
stanza, seguito da Chumley e dalla sorella.
Arrivarono
sul promontorio che dava sull’oceano che il sole aveva
già
iniziato a tramontare, tingendo il cielo e le nuvole di un rosso
intenso che tendeva sempre più al violetto e al blu scuro;
fra meno
di un’ora il sole sarebbe calato dietro
all’orizzonte, lasciando
il suo posto alla luna pallida e smorta.
-Forse
è meglio se ci dividiamo…-commentò
Yomi, rivolgendosi agli altri
due duellanti, non appena finirono di percorrere lo stretto passaggio
che scendeva sotto la scogliera.-Voi due andate da quella parte; io
vado di là.-continuò, indicando due punti
opposti. Jaden fece un
cenno d’assenso e, senza aggiungere nient’altro,
iniziò a
correre verso la direzione indicata dalla sorella, insieme a Chumley.
Non
appena fu sola, la ragazza del secondo anno fece:
-Yuki,
riesci a percepire dove si trova?
Lo
spirito del samurai rosso fuoco comparve al suo fianco e, dopo aver
fatto un profondo inchino in segno di rispetto, chiese:
-Vi
riferite a quel ragazzino con i capelli celesti e gli occhiali da
vista?
-Esattamente.
-Non
è facile individuarlo in mezzo a tutte queste
persone… Utilizza un
deck basato sui “roid”, giusto?
-Sì.
Cerca di fare presto; potrebbe essersi cacciato in un brutto
guaio!-rispose l’altra, leggermente spazientita. Yukimura
fece un
cenno d’assenso, come a volerla tranquillizzare, poi
scomparve nel
nulla, lasciandola da sola.
“Speriamo
che Yuki faccia in fretta e che Syrus non sia nei guai. Se gli
succede qualcosa, mio fratello andrà di matto. E sono sicura
che
anche Zane impazzirebbe, nonostante sembri che non sia interessato.
Quel testone…”
La
ragazza appoggiò la schiena alla roccia nuda ed
incrociò le braccia
al petto, in attesa che il suo mostro le comunicasse i risultati
della sua ricerca.
Dopo
qualche minuto, il samurai ricomparve e le indicò un punto
che si
trovava a metà strada tra il faro del porto e il luogo dove
si
trovava lei, più o meno dove dovevano trovarsi il fratello e
l'amico
del dormitorio rosso.
-Dovrebbe
trovarsi in quella insenatura laggiù e non credo che se la
stia
cavando bene. “Steam Gyroid” dice che salire su una
zattera e non
saper nuotare sono due cose che non vanno molto d'accordo. Non so
cosa volesse dire, però...-aggiunse lo spirito, scuotendo la
testa
con aria confusa.
-Io
credo di saperlo. Meglio se ci sbrighiamo!
-Non
volete avvertire vostro fratello?
-Non
c'è tempo.
Detto
questo, la ragazza iniziò a correre nella direzione che le
aveva
indicato lo spirito di Duel Monster. Una volta giunta lì,
trovò
Chumley, Jaden e Syrus con l'acqua alle ginocchia e fradici fino alla
punta dei capelli; su un promontorio, proprio sopra i tre ragazzi,
c'erano Zane e Alexis e sembrava che suo fratello e il ragazzo del
terzo anno stessero discutendo. Yomi sapeva bene quale fosse il
problema e si augurava che il fidanzato le desse ascolto e rifiutasse
la sfida dell'altro; in cuor suo, però, sapeva che non
sarebbe mai
successo. Zane non avrebbe mai rifiutato una sfida, neanche se
l'avesse pregato in ginocchio.
-Ragazzi,
dovreste uscire dall'acqua!-esclamò poi, ignorando
volutamente
l'Obelisk.
-Non
adesso! Prima devo sistemare questa faccenda ed ho intenzione di
farlo sfidando il Kaiser. Hai sentito, Zane?!-fece Jaden, ignorando
la sorella e puntando il dito verso lo studente migliore
dell'Accademia. Yomi si grattò la testa, lanciando
un'occhiataccia
prima la fratello e poi al fidanzato: le sue paure stavano per
concretizzarsi e sperava davvero che il buon senso di Zane avesse
prevalso sulla sua voglia di duellare contro la promettente
matricola.
-Vuoi
davvero sfidarmi?-chiese l'Obelisk, sorridendo eccitato.
-Ehi,
aspettate un attimo! Jaden, non sfiderai Zane; non è una
buona idea,
te l'ho già detto.-esclamò la studentessa del
secondo anno,
intromettendosi tra i due.
-Ma
perché?! Ti ho già detto che devo farlo, no? È
l'unico modo per aiutare Syrus!-protestò il fratello,
agitando i
piedi nell'acqua e finendo con lo schizzare ancora di più i
compagni. Yomi gli lanciò un'occhiataccia, poi
entrò nell'acqua e
lo afferrò per la giacca, ribadendo che non avrebbero
duellato.
-Sei
crudele!
-Non
m'interessa; tu non duelli contro di lui. Punto.
-Lo
dici solo perché vuoi tenerlo tutto per te!
-Io
non- Oh, insomma, smettila con questa storia!-ribatté la
ragazza,
strattonandolo ancora di più.
-Yomi,
potresti evitare di intrometterti?-fece Zane, interrompendo il
teatrino dei due fratelli Yuki. Non era scocciato, ma non aveva
digerito molto che la studentessa avesse cercato di impedire il loro
duello. Sapeva il motivo per cui si opponeva, ma non riusciva
comunque a tollerarlo. Per lui quel duello era molto importante,
tanto quanto lo era per Jaden e Syrus.
Yomi
lo fissò, con un'espressione delusa e arrabbiata allo stesso
tempo,
poi lasciò la presa sul colletto della giacca del fratello
minore e,
incrociando le braccia al petto, borbottò:
-Va
bene, fate come cavolo vi pare. Tanto il mio parere non conta niente.
-Non
è così e lo sai bene.-ribatté il
giovane del terzo anno.
-Lasciamo
perdere; con te è inutile discutere.
-Potrei
dire la stessa cosa, ma voglio mettere in chiaro le cose dopo il
duello. Per quanto riguarda te, Jaden, seguimi in un posto un po'
più
asciutto e comodo e avrai il tuo duello.
Detto
questo, Zane scomparve lungo il sentiero che riportava alla parte
superiore dell'isola, seguito da Alexis. I tre studenti del primo
anno uscirono dall'acqua e risalirono il sentiero, seguendo lo Slifer
iperattivo, contento di aver ottenuto il permesso per duellare contro
il migliore di tutta l'Accademia.
-Sorellona,
sbaglio o avevi detto di non conoscerlo?-fece Jaden, dopo qualche
minuto di silenzio, mentre risaliva lo stretto sentiero di ghiaia che
portava al piccolo porto dell'isola.-Prima ho avuto l'impressione
contraria.
-Se
ti avessi detto che lo conoscevo, tu avresti voluto che organizzassi
il duello. Io non voglio che voi due duelliate.
-Probabile,
ma non capisco perché ti opponi così tanto. Tanto
non perderò!
-Ne
sei davvero così sicuro?
-Perché
me lo chiedi? Pensi che possa perdere?
-Zane
è forte, molto forte...
-L'hai
sfidato?
-No,
ma l'ho visto fare sul serio e ti posso assicurare che non
scherza.-mormorò la ragazza, stringendosi nelle spalle. Le
tornò in
mente il duello tra Zane e Makoto, quello che aveva disputato per
vendicarla, ed un brivido le percorse la schiena. Quello forse era
stata l'unica volta in cui il ragazzo aveva fatto davvero sul serio
contro qualsiasi altro studente.
-Avresti
dovuto dirmelo, sai?
-Non
potevo farlo, semplice.
-Giuro
che non ti capisco...-borbottò il minore, tra sé
e sé.
-Lascia
perdere...-tagliò corto l'altra. Erano appena giunti al molo
e i due
studenti del dormitorio blu li stavano aspettando.-Vedi quanto meno
di impegnarti.
-Non
me lo faccio ripetere due volte!
Il
ragazzo afferrò il dueling disk che gli porgeva
l'amico-koala e lo
fissò al braccio, poi, dopo aver controllato di avere il
deck, si
diresse verso il centro del molo e si posizionò di fronte a
Zane.
Alexis, nel frattempo, si avvicinò al gruppetto, curiosa di
vedere
come sarebbe terminato il duello tra lo studente più forte
della
scuola e la matricola più promettente.
-Se
sei pronto, possiamo dare il via al duello.-esclamò
l'Obelisk,
accendendo il proprio dueling disk e pescando le sue prime cinque
carte.
-Non
vedo l'ora!-fece l'altro di rimando, pescando la propria mano. Diede
una rapida occhiata alle carte e non riuscì a fare a meno di
sorridere. La fortuna non l'aveva abbandonato neanche quella volta.
“Perfetto,
adesso sì che diventerà lo zimbello di tutta la
scuola! Come se
quello che è successo alle elementari non fosse
più che
sufficiente.” pensò la ragazza, fulminando con lo
sguardo il
fratellino, che, nel frattempo, aveva già messo in campo i
propri
mostri.
-Perché
ti sei opposta?-chiese Alexis, destandola dai suoi pensieri.
-Sono
abbastanza sicura che non siano affari tuoi.-le rispose l'altra, con
noncuranza.
-Ovviamente,
ma non me l'aspettavo da parte tua.
-Non
voglio che duellino, tutto qui.
-Questo
lo avevo capito, ma ho l'impressione che il motivo non sia il tuo
rapporto con Zane. O sbaglio?
-Gli
studenti e i professori tendono ad avere la lingua lunga e non voglio
che circolino strane voci su uno di loro due. In qualsiasi modo si
concluda questo duello, mio fratello rischia di essere preso di mira
dai soliti bulli ed io non voglio che accada. Tutto qui...
-Lo
immaginavo...-commentò la ragazza del primo anno, alzando
leggermente le spalle. Poi entrambe si voltarono verso i due
studenti, i quali stavano continuando il loro duello. Zane era
riuscito ad evocare “Cyber Drago Gemello”
già al suo primo turno
e ne aveva approfittato per infliggere una buona dose di danni
all'avversario, facendo piazza pulita del suo campo e di buona
metà
dei suoi LP. In quel momento Jaden era davvero in
difficoltà, ma il
sorriso di eccitazione, che non sembrava voler scomparire dal volto
del ragazzo, confermava le aspettative dei suoi amici: lo Slifer si
stava realmente divertendo e non sembrava intenzionato a mollare.
Probabilmente era la prima volta che si trovava ad affrontare un
avversario così tosto e l'idea di poterlo sconfiggere lo
faceva
letteralmente sorridere.
-Lo
sapevo, mio fratello è troppo forte anche per Jaden. Non
riuscirà
mai a vincere...-mormorò Syrus, a bassa voce. Yomi gli
lanciò uno
sguardo e fece:
-Sei
suo amico, non dovresti dubitare di lui.
-Lo
so, ma mio fratello ci andrà pesante e Jaden potrebbe
perdere la
voglia di duellare. Se accadesse, lui...
-Pensi
che Zane sia cattivo a comportarsi in questo modo?
-Non
saprei; non riesco a capirlo come vorrei. Vorrei che fosse
più
simile a te...
-Io
non sono una buona sorella, nonostante quello che puoi pensare. Il
mio rapporto con Jaden sembra così perfetto solo grazie al
carattere
di mio fratello; tu sei diverso e con te sarebbe tutt'altro che
roseo. Comunque sia, non è carino desiderare che il proprio
fratello
sia diverso; lui è fatto così e tu dovresti
solamente accettarlo e
cercare di capirlo. E Zane dovrebbe fare la stessa cosa nei tuoi
confronti.
-Come
faccio a capirlo? A volte sembra quasi che non abbia emozioni...
-Lo
so, ma lo fa solo perché è molto riservato.
-Riservato?
Ne sei sicura?
-Fidati!
Io l'ho visto arrabbiarsi e preoccuparsi come una qualsiasi altra
persona, sebbene lo faccia solo quando qualcuno a cui vuole bene
è
in pericolo.
-Strano;
non è da lui...
Yomi
si voltò leggermente sorpresa e lo fissò per
qualche secondo, poi,
ritornando ad osservare i due sfidanti che si scambiavano attacchi e
contrattacchi, chiese:
-Hai
mai cercato di capirlo? Invece di soffermarti solo sull'apparenza?
-Sì,
ma non riesco davvero a capire cosa gli frulli in testa... La colpa
è
sua che non riesce a spiegarsi.
-Ti
sbagli, la colpa è di entrambi. Tu non ti sei mai realmente
sforzato
per capirlo e lui non si è mai sforzato per farsi capire; se
continuate a tenere entrambi questo atteggiamento non andrete da
nessuna parte. Zane non è cattivo, è solo un po'
impacciato.
Syrus
la guardò per qualche secondo, poi estrasse pensieroso la
carta
“Vincolo di Potere” dal deck e iniziò a
guardarla, come se in
quel rettangolo di carta si nascondessero le risposte ai suoi
problemi.
-Secondo
te perché mi ha vietato di usare questa carta?-le chiese,
dopo
qualche secondo di silenzio, mostrandole la carta magia. Yomi
alzò
le spalle.
-Perché
non lo chiedi a lui?
-L'ho
già fatto, ma mi ha detto che non potrò usarla
fino a quando non
gli dimostrerò di meritarla. Ma non riesco a capire cosa
volesse
dire...
-Prova
a chiederglielo; sono sicura che sia disponibile a spiegartelo di
nuovo. Oppure potresti ragionarci sopra e cercare di darti una
risposta. Ricordati che tu e Zane siete due persone diverse e che il
vostro modo di pensare è agli antipodi; non ha senso che tu
cerchi
di immedesimarti in lui.-fece la ragazza del secondo anno, sorridendo
alla matricola. Poi tornò a guardare il campo da gioco;
Jaden era
riuscito ad evocare “Mudballman” in posizione di
difesa e
sembrava alquanto impaziente di giocare il suo prossimo turno.
“Probabilmente ha in mente una strategia infallibile per
chiudere
la partita; quell'espressione è inconfondibile.”
Zane,
intanto, aveva pescato la sua carta e stava osservando la mano e il
terreno per elaborare la strategia migliore.
-Dato
che sono trascorsi due turni, si attiva l'effetto di
“Differente
Capsula Dimensionale” e posso aggiungere la carta che avevo
rimosso
alla mia mano.-fece il ragazzo, osservando attentamente l'espressione
dell'avversario.
-Oh
cavoli! Non vedevo l'ora che tu l'attivassi!
-Vuoi
davvero sapere di cosa si tratta?
-Mi
sembra ovvio! Quella è la tua carta più forte o
sbaglio?
Il
Kaiser accennò un sorriso, quasi divertito dall'espressione
dell'avversario, poi fece:
-Sei
un ottimo avversario e devo dire che è stato divertente
duellare
contro di te. Sei riuscito a farmi dare il massimo ed è
stato
divertente renderti il favore.
-Puoi
ben dirlo! E cerca di dare il massimo fino in fondo!
-Come
vuoi! Evoco specialmente un terzo “Cyber Drago”
grazie al suo
effetto ed attivo “Defusione” che mi permette di
far tornare
“Cyber Drago Gemello” che ho sul terreno nel mio
Extra Deck e di
evocare i mostri-materiale da fusione utilizzati. Perciò
riporto sul
terreno i due “Cyber Drago” che ho fuso
precedentemente.
-Adesso
userai quella carta, vero?-chiese Jaden, sempre più
impaziente. La
sua eccitazione era palpabile e sembrava che non riuscisse
più
contenerla; voleva vedere a tutti i costi quanto era forte il suo
avversario e se veramente si meritava il titolo che gli avevano dato.
“Scommetto che sarà una carta assurda! Questo Zane
è veramente
forte, forse anche più di mia sorella!”
-Se
proprio ci tieni a vederla, ti accontento. Attivo la carta magia
“Vincolo di Potere”, grazie alla quale posso
fondere i miei tre
“Cyber Drago” sul terreno ed evocare tramite
fusione “Cyber
Drago Finale”.
I
tre serpenti meccanici scomparvero in un turbine di colori e
lasciarono il posto al mostro più forte dell'Obelisk, il
drago
cibernetico a tre teste. La carta di Duel Monster ruggì
minacciosa
verso lo Slifer, spalancando le ali meccaniche, così da
sembrare
ancora più grosso.
-Era
ora...-commentò Jaden, sorridendo leggermente nervoso.
-Grazie
all'effetto di “Vincolo di Potere”, il mio mostro
raddoppia i
suoi punti di attacco originali e sale a 8000.
-Non
è un po' rischioso?-chiese Chumley, voltandosi verso l'amica
del
secondo anno, in attesa di una risposta.-Se non riesce a chiudere in
questo turno, perderà per l'effetto di “Vincolo di
Potere”, dico
bene?
-E'
un rischio che non esiste; mio fratello ha già pianificato
tutto e
vincerà in questo stesso turno. Lui sa sempre cosa fare e se
ha
scelto di usare quella carta è perché ha
riconosciuto il valore di
Jaden e vuole onorarlo dando il meglio di sé. Almeno
credo...-gli
rispose Syrus, lanciando uno sguardo deciso al fratello maggiore.
-Vedi
Syrus, stai imparando a conoscerlo!-commentò Yomi, dando una
sonora
pacca sulla spalla del ragazzino occhialuto.
-”Cyber
Drago Finale”, attacca
“Mudballman”!-esclamò Zane, ordinando
alla sua creatura di sferrare un attacco.
-Anche
se riesci a distruggere il mio mostro, i miei LP sono
intoccabili!-fece Jaden, di rimando.
-Se
fossi in te non ne sarei così sicuro. Quando il mio mostro
attacca
un altro in posizione di difesa si attiva il suo effetto, il quale mi
permette di infliggere la differenza tra i suoi punti di attacco e la
difesa del mostro con cui combatte ai tuoi LP. E questo chiude
definitivamente la nostra partita!
Seguendo
gli ordini dello studente del terzo anno, le tre teste del drago
meccanico crearono delle sfere di energia e le scagliarono contro il
mostro di roccia e fango dello Slifer, distruggendolo in mille pezzi
e azzerando i Life Points della matricola.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9- Una strana notte ***
Capitolo
9- Una strana notte
Il
duello tra il Kaiser e lo Slifer si era appena concluso con la
vittoria dello studente del terzo anno, a dispetto delle speranze che
i compagni di dormitorio della matricola. Yomi, nonostante si
aspettasse che il risultato non potesse che essere quello, era
rimasta comunque piuttosto sorpresa; sebbene fosse passato poco
più
di un anno dall'ultima volta che aveva visto il fratellino all'opera,
non si aspettava che desse così tanto filo da torcere al
fidanzato.
Le sue capacità erano migliorate moltissimo negli ultimi
tempi e la
cosa le aveva fatto piacere; per lei, Jaden era sempre stato un punto
di riferimento, quasi un modello da seguire nonostante fosse il
più
piccolo tra i due, e vederlo migliorato fino a quel punto non poteva
che renderla orgogliosa.
“E'
diventato decisamente più bravo rispetto all'ultima volta
che
abbiamo duellato. Se non mi impegno, potrebbe anche superarmi e
diventare più bravo di me; non posso di certo
permetterglielo!”
Jaden,
intanto, si era già alzato in piedi e si stava spolverando
alla
meglio i pantaloni grigi, mentre rispondeva ad una serie di domande
dell'amico occhialuto e ringraziava Chumley per i complimenti. La
ragazza, alla vista del fratellino sorridere spensierato, non
riuscì
a fare a meno di sorridere anch'essa.
«Vedo
che non sei più preoccupata...» fece Zane,
avvicinandosi alla
ragazza e guardando i tre studenti del dormitorio rosso parlottare
tra loro.
«Non
più e credo di essermi preoccupata fin troppo. Forse dovrei
smettere
di vederlo come un bambino...»
«Dovresti
pensare un po' più a te stessa; credevo di avertelo
già detto.»
«Lo
so, ma...» la ragazza esitò per qualche secondo.
«Meglio lasciar
perdere...»
Zane
le lanciò uno sguardo impassibile; sebbene avesse compreso a
grandi
linee cosa frullasse nella testa della studentessa in quel momento,
decise comunque di non chiedere ulteriori spiegazioni. Sapeva che
gliene avrebbe parlato prima o poi, quando avrebbe trovato le parole
giuste per farlo.
«Wow,
è stato davvero un duello emozionante! Sei davvero un
avversario
temibile, Kaiser!» esclamò Jaden, voltandosi verso
lo studente più
grande e distogliendolo dai suoi pensieri.
«Lo
stesso vale anche per me. Il tuo modo di duellare è
totalmente
diverso da quello di tua sorella e ammetto che è stata una
sorpresa.»
«Aspetta
un attimo! Quindi voi due avete già duellato
insieme?!» fece Jaden,
fissandoli con aria confusa; non capiva cosa stesse succedendo.
«No,
ho solo visto tua sorella duellare e so bene quanto sia forte. L'anno
scorso ha persino sconfitto due degli studenti migliori della scuola;
è una duellante veramente capace, ma credo che tu lo sappia
meglio
di me» rispose, impassibile, l'altro. Jaden lo
fissò, poi
grattandosi la testa fece:
«Non
hai voglia di sfidarla? Se sei consapevole di quanto sia forte, non
capisco perché non hai ancora duellato contro di
lei...»
«Semplicemente
perché stiamo insieme e non voglio mettere a rischio il
nostro
rapporto.»
A
sentire quella frase Jaden strabuzzò gli occhi, mentre Syrus
divenne
rosso dall'imbarazzo e iniziò a balbettare parole sconnesse.
Poi i
due si scambiarono uno sguardo e, in coro, strillarono:
«Perché
non ce l'avete detto?!»
«Non
vedo perché avremmo dovuto dirvelo...»
commentò l'altro,
impassibile. Poi, come se niente fosse, si voltò e si
incamminò
lungo il molo, in direzione degli edifici scolastici e dei dormitori.
Subito dopo che se ne fu andato, Yomi sentì gli sguardi
delle due
matricole fissi su di lei, come se si aspettassero qualche
spiegazione.
“Lo
sapevo che non era una buona idea dirglielo! Jaden non capisce queste
cose e di certo non si aspettava che io stessi con un ragazzo; lui e
l'amore sono due concetti opposti e incompatibili. Syrus, invece, non
capirebbe per altri motivi: suo fratello non è il tipo da
avere
relazioni. In che guaio mi ha cacciata?!”
«Sorellona?»
chiese lo Slifer, attirando la sua attenzione e distogliendola dai
suoi pensieri. «Cosa significa questa storia?»
«Jaden,
non fare il fratello geloso.»
«Non
sto facendo il fratello geloso, è solo che non capisco cosa
tu ci
possa trovare nell'amore. E' noioso e da femminucce, e tu sei un
eroe» replicò il fratello, incrociando le braccia
al petto e
annuendo convinto. Gli altri presenti si scambiarono un'occhiata
confusa; nessuno tranne Yomi aveva realmente capito cosa stesse
dicendo lo Slifer.
«Ancora
con questa storia? Non sono un eroe, non dopo tutto quello che ho
fatto alle medie.»
«Per
me sei un eroe, come Burstinatrix.»
«Jaden,
al massimo si dice eroina.»
«Quanto
sei fiscale...» commentò il ragazzo, ridacchiando
tra sé e sé.
Yomi lo fulminò con lo sguardo, poi sospirò,
passandosi una mano
sulla faccia.
«Con
te è inutile discutere. Tanto quanto lo è farlo
con Zane...»
Detto
questo, la ragazza si allontanò lungo il molo, senza neanche
aspettare gli amici e il fratello. Non aveva molta voglia di parlare
con loro o dare loro spiegazioni sulla sua vita privata. Era
riservata, tanto quanto lo era Zane, ma a differenza del fidanzato
parlare di quelle cose la metteva sempre a disagio, soprattutto
davanti al fratello. Non capiva neanche cosa volessero da lei.
Arrabbiata
per tutto quello che era successo, si diresse verso il dormitorio
degli Obelisk, per litigare anche con Zane. Non ne aveva molta
voglia, ma aveva ancora meno voglia di chiudere un occhio sullo
scherzetto che le aveva giocato. Dire quelle cose imbarazzanti e poi
lasciarla lì, in balia degli altri studenti, non
è stato affatto
simpatico da parte sua. E Yomi non aveva intenzione di perdonarlo
tanto facilmente.
Era
immersa in questi e altri pensieri, quando un'improvvisa fitta alla
testa la costrinse a fermarsi. Si portò una mano sulle
tempie,
premendo più forte che potesse nella speranza che il dolore
sparisse. Avvertiva come una serie di aghi trafiggerle il cranio,
fino ad arrivare al cervello e proseguire oltre. Era una sensazione
insostenibile, al punto che dovette sedersi in mezzo al vialetto in
attesa che il dolore smettesse. Non riusciva a pensare o a muoversi;
riusciva solo a respirare con gran fatica e a premere il più
forte
possibile sulle tempie. Se non fosse stata abituata al dolore era
certa che si sarebbe messa a piangere come una bambina, ma aveva
sofferto fin troppo e quella fitta alla testa, per quanto potesse
essere forte, non era paragonabile alla ferita che le era stata
inflitta al fianco. Quella volta il dolore era stato tale da farle
perdere i sensi.
Prese
un respiro e tentò di alzarsi; il dolore era sempre
lì, pronto a
ricordarle che lui non era ancora andato via e che era in agguato
nella sua testa. Si accasciò di nuovo al suolo, premendo
sulle
tempie tanto da conficcare le unghie nella carne; un rivolo di sangue
scorse lungo il profilo delle mani, fino a cadere a terra. Si morse
il labbro e chiuse con forza gli occhi, cercando di non pensare al
dolore. Rimase in questa posizione per diversi minuti, poi la fitta
sparì all'improvviso, nello stesso modo con cui era apparsa.
«Che
diavolo è successo?» disse tra sé e
sé. Quella era la prima volta
che si sentiva così male, tanto da non riuscire neanche a
respirare.
Non era mai stata un tipo debole e non aveva mai sofferto di mal di
testa, perciò cos'era quella fitta? Scosse la testa, come a
impedire
a quel pensiero di tornare a tormentarla, e si asciugò gli
occhi
lucidi. Alla fine il dolore era stato così forte da farle
versare
qualche lacrima.
«State
bene, principessa?» fece lo spirito di Duel Monster,
comparendo al
suo fianco. La ragazza annuì, ma non disse nulla.
«Volete che
faccia qualcosa?» continuò il samurai
dall'armatura cremisi,
alzando lo sguardo sulla padrona. Yomi scosse di nuovo la testa e gli
fece cenno di sparire. Lo spirito annuì e scomparve di nuovo
nel
nulla.
«Tutto
questo non è normale...» mormorò lei,
riprendendo il cammino in
direzione del dormitorio. «Che abbia una qualche strana
malattia?
Forse dovrei farmi visitare di nuovo da Fontaine, anche se dubito che
riesca a capire cosa sia.»
Con
queste domande senza risposta per la testa entrò nel
dormitorio
degli Obelisk e si diresse verso la camera del fidanzato. Intorno a
lei c'era un via vai di studenti che la guardavano incuriositi; non
era vietato, ma era comunque un fatto raro che una ragazza entrasse
nel dormitorio maschile e nessuno di loro aveva idea del motivo per
cui si trovasse lì. La ragazza ignorò i mormorii
che ben presto
iniziarono a circondarla e tirò a dritto, incurante di tutte
le voci
che il giorno dopo si sarebbero diffuse nella scuola.
Non
le piaceva molto la sua nuova sistemazione; preferiva di gran lunga
il vecchio dormitorio, con le sue stanze ampie e luminose e la mensa
piccola e poco frequentata. Le era sempre piaciuto mangiare
lì, in
compagnia di poche e fidate persone e lontana dagli sguardi
indiscreti della maggior parte degli altri studenti. In quel piccolo
edificio si sentiva più sicura e protetta, proprio
perché era
piccolo e raccolto, quasi come la casa di una famiglia allargata. Era
un pensiero buffo, il suo, sopratutto perché non aveva mai
fatto
realmente amicizia con nessuno degli altri studenti, eccetto Zane,
Atticus e Yusuke; era strano considerare il vecchio dormitorio una
specie di seconda casa. Però conservava dei bei ricordi e le
piaceva
vederlo sotto quella luce; per questo motivo le si stringeva il cuore
alla vista dell'edificio abbandonato su se stesso e sul punto di
crollare.
Si
bloccò a metà scale, con una mano poggiata sul
corrimano di legno
chiaro. Adesso che ci pensava quell'edificio era cambiato molto da
quando era ancora in funzione e pieno di vita. Quella stanza
circolare e scavata nella roccia che aveva trovato qualche mese
addietro insieme a Yukimura era come apparsa dal nulla, in un luogo
dove prima c'era solo nuda roccia. Adesso che ci pensava, le fitte
dolorose alla testa avevano iniziato a diventare più
frequenti
proprio subito dopo quella strana esplorazione, e negli ultimi mesi
si presentavano quasi ogni giorno. Era una strana coincidenza, troppo
strana anche per il suo scetticismo. “Forse le due cose sono
connesse, ma in che modo?” pensò. Non c'era alcuna
spiegazione
scientifica, non era possibile che una stupida grotta potesse
provocarle il mal di testa. Scosse la testa, ridacchiando tra
sé e
sé per l'idea sciocca che le era venuta in mente e riprese a
salire
le scale. Doveva farsi visitare, non c'era altra scelta; una volta
avuti i referti avrebbe pensato alle probabili cause. O avrebbe
lasciato che se ne occupassero i medici. Alla fine, questo era tutto
quello che doveva fare.
«Cosa
ci fai tu, qui?!» sbraitò una voce alle sue
spalle. Yomi si voltò
il giusto per incrociare lo sguardo indispettito di Chazz fissarla.
Lo squadrò per qualche secondo e continuò per la
sua strada, decisa
a ignorare il ragazzo.
«Come
ti permetti di ignorarmi?!»
«Taci,
marmocchio, o ti scuoio vivo» replicò lei,
lanciandogli un'occhiata
gelida. Chazz deglutì, leggermente a disagio, ma non si
lasciò
intimorire più di tanto e sostenne il suo sguardo.
«Questo
non è il dormitorio delle ragazze»
continuò, cercando di mantenere
i nervi saldi. Era difficile, visto che non aveva dimenticato
l'umiliazione che aveva subito da parte della ragazza il primo giorno
di scuola, né quella subita da parte del fratello. Se contro
Yomi se
l'era cavata grazie all'abbandono di lei, contro Jaden aveva perso e
pure malamente. Da quel giorno, era diventato lo zimbello della
classe e tutti quelli che fino al giorno prima erano disposti a
baciare la terra su cui camminava gli avevano voltato le spalle. Era
stato abbandonato da tutti e la colpa era di Jaden e, in maniera
indiretta, pure di sua sorella.
«Quello
che faccio non sono affari tuoi, moccioso, e se non sbaglio non
è
vietato entrare nel dormitorio maschile. Adesso sparisci, non ho
molta voglia di discutere con te!»
«Io
invece ne ho! Anzi, ho una gran voglia di sfidarti a duello e
sconfiggerti!»
«Chazz,
ti consiglio di lasciar perdere o potresti perdere per l'ennesima
volta.»
«Come
se tu potessi sconfiggermi!»
«Non
sapevo che ti piacesse così tanto perdere...»
ribatté lei,
accennando un sorriso cinico. «O devo ricordarti della
sconfitta che
ti ha inflitto mio fratello? Quel “Kuriboh Alato LV
10” te le ha
suonate di santa ragione, o sbaglio?»
«Taci,
demone!» sbraitò lui, alzando di parecchio il tono
della voce.
Molti studenti che si trovavano nelle vicinanze accorsero per vedere
cosa stesse succedendo e, non appena si resero che Chazz aveva
attaccato briga con Yomi, iniziarono a confabulare tra loro,
scommettendo sui vari esiti del litigio. In molti, soprattutto del
secondo e del terzo anno, erano certi che la ragazza avrebbe finito
con il pestare a sangue la povera matricola ed alcuni erano
già
pronti ad intervenire, mentre altri corsero a chiamare il Kaiser,
l'unica persona in tutta l'Accademia che potesse fermare la Obelisk.
«Ah,
giusto, ti brucia ancora perché il tuo robottone da
combattimento da
figlio di papà è stato letteralmente massacrato
da un
mostriciattolo peloso e insignificante. Dico bene, Chazz?»
«E
tu pensi davvero di essere così forte?! Ti devo ricordare
che hai
gettato la spugna dopo neanche mezzo secondo che era iniziato il
duello? Avevi paura, per caso?»
Yomi
strinse le labbra in una nota di stizza. Non aveva digerito molto
l'allusione dell'altro studente e in quel momento si malediceva per
aver abbandonato la sfida che lei stessa aveva lanciato. L'aveva
fatto perché lo aveva reputato un tipo interessante e gli
sarebbe
dispiaciuto sconfiggerlo, ma in quel momento avrebbe preferito di
gran lunga averlo bastonato un po', almeno avrebbe iniziato a
portarle il rispetto che meritava. “Perché non
l'ho sconfitto
quando potevo?” si chiese. “Ho davvero rinunciato a
vincere per
fargli un favore? Devo essermi rammollita parecchio...”
«Vuoi
che ti picchi?» gli fece, incrociando le braccia al petto.
«Ricorri
alla violenza perché non hai altri mezzi per ribattere, di'
la
verità!»
«Se
continui così ti troverai con un occhio nero, te l'assicuro,
Chazz.»
Il
ragazzo fece per ribattere, ma ci ripensò. Fece spallucce e
passò
oltre, lanciando un'occhiataccia alla studentessa, sguardo che Yomi
ricambiò.
«Ti
conviene fare attenzione, senpai» mormorò lui.
«Fossi
in te penserei a come sconfiggere mio fratello»
ribatté lei,
sorridendo compiaciuta. Chazz fece un gesto di stizza e
proseguì
oltre, facendosi largo tra la folla che si era radunata e cercando di
ignorare le risatine che gli venivano rivolte.
«Che
avete da guardare, filate via!» sbraitò Yomi,
rivolgendosi alla
folla e gli studenti si affrettarono a togliere il disturbo. Rimase
solo Zane, in piedi vicino al muro. Aveva assistito a buona parte
della scenata, perché casualmente si trovava nei paraggi
quando era
iniziata la lite. Aveva preferito non intervenire, almeno
finché la
situazione non fosse degenerata.
«Sei
stato qui tutto il tempo?» gli chiese la ragazza, non appena
lo
vide. Lo studente annuì, ma non disse nulla; il suo volto
era
impassibile come sempre. «Quel tipo mi fa saltare i
nervi...»
continuò lei, come se volesse scusarsi.
«Sei
stata brava» disse lui.
«Dici?
A dirla tutta, avevo una mezza idea di picchiarlo sul serio, ma poi
ho preferito lasciar perdere.»
«Non
sarebbe stata una buona idea... Piuttosto, posso sapere cosa ci fai
qui?»
«Non
posso nemmeno venire a trovarti?» fece lei, lanciandogli
un'occhiata
maliziosa.
«Non
se devi attaccare briga con le matricole.»
Yomi
scoppiò a ridere.
«Stavo
parlando seriamente...» commentò lui, sospirando.
«Ti
preoccupi troppo, non ti fa bene» replicò la
ragazza, prendendolo
sottobraccio e incamminandosi con lui lungo il corridoio, in
direzione della sua stanza.
«Allora
evita di cacciarti nei guai.»
«Io
non mi caccio nei guai» replicò lei. «E
comunque qualcuno deve pur
dare una lezione a quel bastardo.»
«E
devi essere tu, dico bene?»
«Non
devo essere io. Siete voialtri a non farlo, perciò non vedo
alternative» ridacchiò Yomi. Zane
sospirò e aprì la porta della
sua stanza. La ragazza entrò dentro e lui richiuse la porta.
Si
sedette sulla sedia e squadrò la ragazza che si era
già stesa sul
letto e si stava stiracchiando le braccia. Da quando la conosceva non
aveva mai capito perché si stendesse sui letti degli altri
come se
fosse il suo.
«Mi
cercavi, vero?»
«Sì»
fece lei, fissando il soffitto.
«E
cosa volevi dirmi?»
Yomi
scattò su a sedere, fulminandolo con lo sguardo.
«Mi hai lasciata
da sola a gestire una brutta situazione.» Zane
accennò un sorriso.
«Non sto scherzando, Zane! Dovevi proprio raccontare loro che
stiamo
insieme?»
«Non
c'è nulla di male, no?»
«Dici
così perché non hai visto la faccia di mio
fratello» borbottò
lei, incrociando le braccia al petto. «Adesso devi
scusarti...»
«Davvero?»
replicò lui, sollevando il sopracciglio. «Allora
tu dovresti
scusarti per aver tentato di mettere becco nei miei problemi con
Syrus.»
Yomi
divenne rossa dalla vergogna e tentò di negare
ciò che aveva appena
detto il fidanzato.
«Ti
sbagli, io non ho fatto nulla.»
«Credi
davvero che non me ne sia accorto?»
La
ragazza distolse lo sguardo, quasi imbarazzata. Quella conversazione
stava diventando seccante e il timore di averlo fatto arrabbiare per
l'ennesima volta si insinuò dentro di lei. Iniziava a
credere che il
suo unico scopo nel mondo fosse quello di far arrabbiare o deludere
le persone, Zane prima di tutti, e che forse se non si erano ancora
lasciati era per una strana forma di pietà che il ragazzo
provava
per lei. In fondo, chi mai avrebbe voluto stare con una persona che
si intrometteva negli affari altrui e che cercava di piegare il mondo
ai suoi capricci? Tutto quello che aveva fatto era cercare di
cambiare il rapporto tra Zane e Syrus in un modo fin troppo simile al
rapporto che c'era tra lei e Jaden e quando aveva visto che non ci
sarebbe mai riuscita aveva cercato di prendere il posto di Zane. Un
comportamento subdolo e viscido, il suo, e non si sarebbe sorpresa
più di tanto se l'Obelisk avesse deciso di lasciarla
definitivamente. Era l'ennesimo atteggiamento infantile che non era
riuscita a tenere dentro di sé.
«Scusami»
sussurrò, dopo vari secondi di silenzio. Quella parole le
era
costato molto, ma era un prezzo che avrebbe pagato volentieri
più e
più volte se fosse stato utile a mettere un cerotto al loro
rapporto
un po' travagliato.
Zane
si lasciò andare ad un lungo e profondo sospiro, poi
accennò un
sorriso.
«Non
ce n'è bisogno, dico davvero. So come sei fatta e so anche
che avevi
tutte le buone intenzioni di questo mondo, perciò non mi
arrabbierò.»
«Non
volevo mancarti di rispetto...»
«Non
l'hai fatto, se è quello che temi. E credo che alla fine sia
servito
tutto quello che è successo, soprattutto per Syrus. Prima ho
visto
qualcosa di diverso nel suo sguardo e credo che sia merito tuo e di
tuo fratello.»
«Quindi
non sei arrabbiato?» chiese lei, sollevando lo sguardo dalle
proprie
mani e puntandolo sul volto del giovane.
«Ti
conosco fin troppo bene e so cosa ti passa per la testa.»
Sorrise
leggermente e si alzò, sedendosi accanto alla fidanzata.
«Ti voglio
bene anche per questo tuo lato un po'... diciamo infantile.»
Yomi
ricambiò l'occhiata con una linguaccia, poi si
lasciò andare ad una
risata. Sentiva la tensione e tutte le sue preoccupazioni svanire,
come se quel sorriso fosse stato sufficiente a toglierle ogni dubbio
e paura. Si sentiva quasi sciocca per quello che le era venuto in
mente. Preoccuparsi così tanto non era da lei,
chissà cosa le stava
succedendo in quei giorni? Forse era l'arrivo di Jaden o forse era il
fatto che sentiva sempre più la mancanza di Yusuke e
Atticus, o
addirittura la depressione di Chumley. Qualsiasi cosa fosse, aveva
reso i suoi pensieri un po' più grigi e fin troppo spesso si
affacciava nella sua mente l'idea che fosse solo un'ipocrita egoista
che si approfittava degli altri per raggiungere i suoi scopi.
Allungò
entrambe le braccia e abbracciò il ragazzo, all'improvviso.
Sentì
il suo corpo sussultare e irrigidirsi, quasi come se non se lo fosse
aspettato.
«Yomi...»
mormorò lui, appoggiando la sua mano destra sul fianco della
ragazza.
«Solo
un po'...»
Zane
annuì in silenzio e ricambiò l'abbraccio,
appoggiando il mento
sull'incavo tra la spalla e il collo di lei e attirandola
più vicina
al suo corpo.
«In
questo periodo sei strana, sai?» le disse, a bassa voce. Lei
rispose
stringendosi un po' di più, quasi a volersi nascondere tra
le sue
braccia.
«Scusami...»
«Non
ce n'è bisogno, io sono qui anche per questo. Per
tutto il tempo che vorrai...»
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Capitolo 10 *** Capitolo 10- Un'antica scoperta ***
Capitolo
10- Un'antica scoperta
Era
già dicembre e la vita all'Accademia scorreva tranquilla
come
sempre. Ormai erano trascorsi tre mesi da quando Judai era arrivato
all'isola, ma a Yomi sembrava che fosse passata solo qualche
settimana. Da quando il fratellino aveva fatto la sua rumorosa
apparizione le giornate della ragazza si erano trasformate del tutto
e, dopo mesi passati a tormentarsi per la scomparsa dei due amici,
aveva finalmente trovato un po' di pace. Per certi versi non ci
credeva nemmeno lei, ma la presenza di Judai era stata sufficiente
per riportare la gioia e l'allegria nella sua vita e in quella di
altre persone. Era stato grazie a Judai se Hayato era tornato
finalmente a lezione, ed era sempre stato grazie al fratellino se i
rapporti tra Sho e Ryo si erano distesi un po'. Ed era sempre grazie
alla caparbietà e all'innocenza di Judai se anche Manjoume
aveva
smesso di atteggiarsi a divinità scesa in terra.
Quest'ultimo
soprattutto aveva passato dei brutti momenti all'Accademia del Nord e
ne era tornato parecchio cambiato, sebbene lui continuasse a negare
ogni cosa. Se non fosse stato per i tre fratelli Ojama – gli
strani
spiriti di Duel Monster che si era portato dietro – lei non
sarebbe
mai venuta a conoscenza di tutta la storia. I tre gliel'avevano
raccontata qualche giorno dopo che il ragazzo era ritornato
all'Accademia, pregandola di non rivelarla a nessuno e lei li aveva
accontentati. Dopo quella chiacchierata, però, aveva capito
cosa
fosse successo al ricco figlio di papà e aveva iniziato a
provare
pietà nei suoi confronti. Alla fine aveva capito che non era
come
voleva apparire agli altri, e stranamente aveva finito con il
prenderlo in simpatia; forse si stava addirittura affezionando a quel
tipo altezzoso e spocchioso.
Quella
mattina, la ragazza si era precipitata al dormitorio rosso al sorgere
del sole, per svegliare il fratello e i due amici. Aveva appena
ricevuto una lettera importante e voleva condividerla con loro prima
che con chiunque altro.
«Cosa
diavolo ci fai qui, a quest'ora?» le chiese Judai,
sbadigliando
sonoramente. Si era seduto sulla sponda del letto da soli pochi
minuti e non sembrava che avesse voglia di ascoltarla; probabilmente
nella sua testa c'era spazio solo per le lenzuola del letto.
«Ho
una notizia da darvi» ripeté lei, un po' meno
emozionata della
prima volta. Non le piaceva ripetere le cose troppe volte.
«Quindi
ascoltatemi bene.»
«Qualsiasi
cosa fosse non poteva aspettare?»
«No»
sbottò stizzita Yomi. «Sei proprio antipatico, lo
sai?»
«Lo
sai che ho sempre sonno, perché sei venuta così
presto?»
«Non
vuoi sapere la buona notizia? Guarda che riguarda tua
sorella» disse
Yomi. «Anzi, in realtà sarebbero due, ma una non
posso dirtela per
il momento. Dovrai aspettare questa sera.»
«Veramente
vorrei dormire...»
La
ragazza lo fulminò con lo sguardo, poi lo afferrò
per uno orecchio,
tirandolo. Il ragazzo iniziò a gemere dal dolore e a
pregarla di
lasciarlo andare.
«Ti
ascolto, ti ascolto, ti ascolto» strillò. Yomi lo
lasciò andare,
fissandolo torva. «Ok, d'accordo, dimmi tutto.»
«Il
dottore ha detto che sono completamente guarita»
esclamò lei,
mostrando al fratello, a Sho e a Hayato la lettera che la
professoressa Ayukawa le aveva appena consegnato. Sulla cima del
foglio c'era il simbolo di una nota clinica di Domino City e subito
sotto il logo della Kaiba Corp. «Dice anche che d'ora in poi
non
dovrò fare alcun controllo. Sono guarita. Del
tutto!»
Sho e
Hayato si scambiarono qualche sguardo perplesso.
«Perché?
Eri malata?» chiese il ragazzo dagli occhiali, scendendo dal
letto e
osservando da più da vicino la lettera che la ragazza teneva
tra le
mani.
«Non
proprio» rispose lei, «ero solo stata pugnalata al
fianco.»
«Solo?!
Come fai a parlarne come se fosse una cosa da nulla?!»
«Sho,
non c'è bisogno di farne una tragedia. Ho solo rischiato di
morire,
ma ora sto bene.»
Il
ragazzino la guardò sconcertato, poi si lasciò
andare ad un
profondo sospiro.
«Mio
fratello almeno lo sa?»
«Se
ti riferisci alla ferita, sì. Se ti riferisci alla lettera,
non
gliel'ho ancora detto; sono venuta prima qui.»
«Non
dovrebbe saperlo prima di noi?» si intromise Hayato,
sporgendosi dal
suo letto. «E' il tuo ragazzo e ultimamente sembrate essere
parecchio in sintonia. Non dovresti rovinare tutto come fai di
solito.»
Yomi
aggrottò le sopracciglia, offesa dalle insinuazioni
dell'amico
cicciottello. «Non è mica colpa mia se ogni tanto
litighiamo. La
colpa è anche sua e della sua testa dura»
borbottò. «No, va bene
così, credimi. Glielo dirò, ma prima volevo dirlo
a mio fratello.»
Spostò di nuovo lo sguardo su Judai, il quale continuava a
sbadigliare grattandosi la pancia. «Allora? Nulla di
dire?»
«Tornerai
a duellare?»
«Quello
potevo già farlo prima, anche se non abbiamo mai capito il
motivo.»
«Intendo
come facevi un tempo» puntualizzò lui,
stropicciandosi gli occhi.
«Prima duellavi praticamente sempre, ma fino ad adesso dovevi
trattenerti per evitare ricadute, dico bene? Se adesso il medico dice
che sei guarita del tutto, significa che potrò vederti
duellare di
nuovo come facevi un tempo.»
«Bè,
sì. Devo riprendere il ritmo, ma non credo ci saranno dei
problemi.
Venire qui è stata la scelta migliore che potessi
fare.»
«E
pensare che non volevi neanche metterci piede»
commentò il fratello
minore, ridendo tra sé e sé.
«Lo
sai che detesto obbedire a quel bastardo di Kaiba...»
«Hai
conosciuto il leggendario Kaiba?!» strillò Sho,
scattando di nuovo
in piedi. «Perché non me l'hai mai
detto?»
Yomi
fece spallucce, distogliendo lo sguardo dall'amico. «E' un
tipo
odioso e manipolatore, non vale la pena conoscerlo.»
«Ma è
il rivale di Yugi Muto!»
«Sì,
ma Yugi è cento volte più simpatico.»
«Non
dirmi che hai conosciuto pure lui?!»
«Dai,
Sho, non fare quella faccia» si intromise Judai, dando una
sonora
pacca sulla schiena dell'amico. «Pure io l'ho conosciuto. Mi
ha dato
“Kuriboh Alato”, ricordi?»
«Sì,
ricordo che me l'avevi già accennato»
commentò l'altro, lanciando
ai due fratelli occhiatacce. Poi sospirò e si rimise a
sedere sul
bordo del letto. «Certo che voi due siete proprio
fortunati!»
«Io
forse, ma mia sorella non lo è così tanto. Pensa
che questo, al
momento, è l'unico posto dove può duellare senza
fare del male alle
persone.»
«E
perché?» chiese Sho, guardando prima l'amico, poi
la ragazza.
Entrambi scossero la testa, aggiungendo che nessuno lo sapeva.
«La
mia è una situazione strana» disse Yomi, dopo
qualche secondo di
silenzio. «Andava tutto bene finché non ho
partecipato ad un torneo
regionale. Durante quell'evento i miei avversari sono stati
ricoverati tutti in ospedale, senza alcun motivo apparente. Erano
semplicemente svenuti alla fine del duello. Secondo Crawford, il
presidente della Industrial Illusion, io mi nutrivo dell'energia dei
miei avversari senza rendermene conto. Per questo fui costretta a
smettere di duellare. Le cose, poi, peggiorarono e per vari motivi,
tra cui l'aggressione che ho subito, sono stata mandata qui, dove ho
scoperto di poter duellare senza problemi. Nessuno ha mai capito il
motivo, ma forse oggi verrà svelato l'arcano
mistero.»
«Oggi?»
chiesero i tre ragazzi, quasi in coro.
«Esatto!
Ma non posso dirvi nulla di più. Incrociate le dita e
sperate per
me!»
Salutò
i tre ragazzi e senza dire altro si fiondò fuori dalla
stanza, senza
lasciare loro il tempo di farle qualche altra domanda. Fosse stato
per lei avrebbe detto tutto al fratello e ai due amici, ma il
cancelliere era stato categorico: nessuno doveva essere a conoscenza
di quell'incontro, nemmeno le persone di cui si fidava più
di tutte.
Nemmeno Ryo. Sospirò, scuotendo la testa. Non le piaceva
nascondere
qualcosa al fidanzato, ma non aveva altra scelta. Era la cosa
migliore per evitare un'isteria di massa e gli stessi problemi che si
erano presentati l'anno precedente. In fondo, le persone che stavano
giungendo all'isola erano tutto fuorché dei perfetti
sconosciuti.
“Spero solo che abbiano delle buone notizie”
pensò, mentre
attraversava di corsa il vialetto che conduceva al dormitorio
Obelisk. Doveva ancora mostrare la lettera del medico a Ryo e poi
correre all'ufficio di Samejima, per incontrare i due uomini.
Le
ritornò alla mente la conversazione che aveva avuto poco
prima con
il cancelliere. La professoressa Ayukawa l'aveva buttata di sotto dal
letto che il sole doveva essere sorto da solo qualche ora. Dalle
imposte ancora socchiuse della sua stanza penetrava un tenue raggio
roseo che illuminava malamente il letto e l'armadio a parete. La
donna le aveva detto di prepararsi il prima possibile con il solito
sorriso cordiale dipinto sulle labbra, poi era uscita, richiudendo la
porta dietro di sé: Il primo pensiero di Yomi fu di
chiedersi in
quale guaio si fosse appena cacciata, ma il sorriso dolce e gentile
della professoressa aveva fatto evaporare tutti i suoi dubbi. Il
motivo per cui l'aveva svegliata doveva essere ben diverso,
altrimenti non le avrebbe sorriso in quel modo. Si era già
arrabbiata con lei, l'anno precedente, e Yomi ormai sapeva bene quale
espressione aspettarsi. Sospirò e si vestì il
più velocemente
possibile, poi scese al piano di sotto. Qui, mentre mangiava la sua
solita brioche ripiena di cioccolata, la professoressa l'aveva messa
al corrente della situazione e le aveva consegnato le due lettere che
le erano state inviate. Una era del medico che l'aveva presa in cura
dopo l'incidente, in cui in sostanza le diceva che era guarita;
l'altra era di Seto Kaiba in persona, nella quale le comunicava che
sarebbe giunto sull'isola in tarda mattinata.
«Il
cancelliere Samejima vuole parlarti riguardo a quella seconda
lettera, il prima possibile» le aveva detto, sorridendole.
«Sembra
che ci siano buone notizie!»
«Riguardo
a cosa?»
«Riguardo
al motivo per cui non puoi duellare. Seto Kaiba ha continuato con le
ricerche e insieme al signor Crawford sembra che abbia trovato
qualcosa. Forse la soluzione non è più
così lontana!»
«Lei
dice?»
«Dovresti
avere più fiducia...»
«Non
è quello, è solo che dopo quello che mi
è successo ho smesso di
fidarmi di Kaiba. Il più delle volte riesce solo a
deludermi.»
«Non
lo hai molto in simpatia, vero?»
Yomi
aveva scosso la testa. «Lo trovo arrogante e testardo. E non
ho mai
digerito il fatto che mi abbia spedita qui contro la mia
volontà.»
«Ma
alla fine gli sei grata per averti iscritta. Dico bene?»
«Non
proprio, ma gli sono grata per non avermela data vinta» aveva
replicato la ragazza, accennando un mezzo sorriso. «Ma non lo
perdonerò mai.»
La
professoressa Ayukawa aveva riso di gusto ed anche Yomi si era
lasciata andare ad una risata. Poi, insieme, erano uscite dal
dormitorio dirette verso l'edificio principale.
Una
volta qui, il cancelliere le aveva detto più o meno le
stesse cose
che le aveva riferito Ayukawa, pregandola di non dire nulla al
nessuno, almeno finché i due uomini non fossero partiti di
nuovo.
«Arriveranno
tra una mezz'oretta circa, quando gli studenti saranno ancora a
letto, perciò cerca di non fare ritardo» si era
raccomandato
l'uomo, alla fine.
«Lei
sa di cosa vogliono parlare?» gli aveva chiesto la ragazza,
ignorandolo. «Riguarda la mia condizione, ma cosa di
preciso?»
«Il
signor Kaiba mi ha detto solo che hanno svelato il mistero, ma
vogliono parlarne direttamente con te. Non so altro, ma dai suoi
discorsi posso assicurarti che il merito sia del signor Crawford.
Nell'ultimo anno ha viaggiato molto per alcuni scavi e forse ha
trovato qualcosa di interessante.»
«Negli
scavi?»
«Chissà,
il gioco di Duel Monster è molto antico, come tu ben sai, e
forse
anche i tuoi poteri lo sono. Non saprei che dirti, il signor Kaiba
è
stato parecchio vago e non ho ancora avuto il piacere di parlare
direttamente con Crawford.»
«Bè,
l'unica cosa che m'interessa al momento è capire come poter
tornare
a duellare. Il prossimo anno sarà l'ultimo qui, in
Accademia, e dopo
vorrei diventare una professionista, perciò se esiste una
soluzione
definitiva vorrei conoscerla.»
«Lo
saprai presto» l'aveva rassicurata l'uomo, sorridendole. Yomi
aveva
ricambiato ed era uscita dalla stanza. Voleva mostrare la lettera del
medico al fratello e al fidanzato, prima che arrivassero i due
uomini, ed era proprio nel dormitorio rosso che si era diretta.
Con
questi pensieri in testa, uscì dal dormitorio blu e si
diresse di
nuovo verso l'edificio principale. La conversazione con Ryo era stata
molto breve – forse troppo – ma, al momento, non
aveva nulla da
dirgli. Gli aveva mostrato la lettera e gli aveva detto per filo e
per segno ciò che le aveva scritto il medico, rassicurandolo
sulle
sue condizioni. Il ragazzo sembrava quasi felice di sentirlo, e per
un breve attimo Yomi ebbe la sensazione che stesse addirittura
sorridendo. Era difficile da dirlo anche per lei, però,
perché
l'espressione perennemente impassibile dell'Obelisk le impediva di
capirlo fino in fondo, ma quella volta era abbastanza certa che fosse
sollevato dal saperla del tutto guarita.
Varcò
l'ingresso dell'edifico principale e si diresse nell'ufficio del
cancelliere, esattamente come aveva fatto mezz'ora prima. Una volta
di fronte alla porta, si fermò per prendere fiato e calmare
i nervi
a fior di pelle, ed entrò.
Non
ebbe neanche il tempo di salutare i presenti che due braccia
muscolose la circondarono, abbracciandola.
«Yomi!
Ne è passato di tempo!» esclamò una
voce maschile, la stessa a cui
appartenevano le due braccia che la stavano quasi stritolando.
«Mokuba...
Lasciami...» mormorò lei, cercando di
divincolarsi. Non amava
particolarmente essere abbracciata dal fratello minore di Kaiba,
soprattutto in modo così caloroso.
«Ah,
giusto, dimenticavo che stai con quel tipo»
commentò l'altro,
lasciandosi sfuggire un ghigno divertito e allontanandosi dalla
ragazza. Yomi arrossì leggermente e lo fulminò
con lo sguardo.
«Non
credevo che saresti venuto anche tu...»
«Non
potevo perdere l'occasione di vederti.» Mokuba le
lanciò l'ennesimo
ghigno divertito e si allontanò verso i divanetti
dell'ufficio, sui
quali era seduto il fratello maggiore e il presidente della
Industrial Illusion.
«Giovane
Yomi, è un po' che non ci vediamo» la
salutò Crawford,
accompagnando la frase con un gesto della mano. «Oggi siamo
venuti
con delle buone notizie!»
«Il
cancelliere me l'ha accennato poco fa» replicò la
ragazza,
inchinandosi ai due in segno di saluto. «Ma non mi ha detto
cosa
avete scoperto.»
Crawford
si lasciò sfuggire una risata cristallina, poi le fece cenno
di
avvicinarsi e sedersi di fronte a loro. «La storia
è un po' lunga,
è meglio se ti siedi.»
«Avete
buone notizie, dico bene? Potrò duellare anche fuori da
quest'isola,
vero?»
«Siediti,
così possiamo parlarne con più
tranquillità» disse Crawford. Yomi
annuì in silenzio e prese posto di fianco al cancelliere. Di
fronte
ai due c'erano Crawford e Seto Kaiba, mentre dietro al fratello c'era
Mokuba, in piedi appoggiato al piano della scrivania. Tra i due
divanetti in pelle nera c'era un tavolino da fumo in vetro, con sopra
un vaso pacchiano di ceramica bianca e azzurra e due grossi fiori
colorati di plastica.
«Allora?»
chiese Yomi, dopo vari minuti di silenzio in cui aveva guardato, a
turno, i tre uomini di fronte a lei. Crawford annuì, poi si
schiarì
la voce e iniziò il lungo discorso.
«La
storia è un po' complicata e per raccontarla
dovrò andare un po'
indietro nel tempo» disse. «Risale tutto a circa un
annetto fa,
forse qualcosa meno, durante uno dei miei soliti scavi. Se ben
ricordi, quando ci siamo lasciati l'anno scorso, avevamo deciso di
tenerci in contatto per qualsiasi cosa. Io non avrei potuto fare
molto, se non assoldare qualche esperto per cercare di venire a capo
del problema. Un anno fa sembrava che quel dispositivo su cui
lavorava la Kaiba Corp fosse l'unica cosa che potesse permetterti di
duellare, ma qualsiasi cosa facessimo non sembrava voler funzionare.
Per un po' lasciai tutto nelle mani del giovane Kaiba e tornai ai
miei scavi. E' stato durante uno di quelli, prima che il cancelliere
mi contattasse per dirmi che avevate scoperto che potevi duellare
senza problemi su quest'isola, che ho trovato un oggetto molto
strano.»
«Un
oggetto?» chiese la ragazza, confusa.
«Un
artefatto antico, per la precisione.» Crawford si
voltò verso
Mokuba e le fece un cenno con la testa. Il giovane annuì e
si
allontanò, dirigendosi verso l'altro angolo dell'enorme
stanza. «Mi
trovavo qui in Giappone, su un'isola disabitata in mezzo all'oceano,
e stavamo scavando in un antico sito che sembrava risalire a ben
prima che i primi giapponesi mettessero piede nel Paese.»
«Stai
dicendo che risale agli Ainu?»
«Oh,
ma che ragazza ben informata che sei!» esclamò
l'altro, sorpreso.
«Esattamente, a giudicare dai vasi e altri oggetti di argilla
che
abbiamo trovato sembrava proprio un sito Ainu. L'unica cosa che non
quadra è un singolo oggetto, quello che più di
tutti mi ha colpito
e che ho portato qui appositamente per te.»
Mokuba
era appena ritornato con in mano una pesante valigia, grande quasi
quanto il tavolino su cui l'aveva posata. Il presidente della
Industrial Illusion si avvicinò e la aprì,
mostrando il contentuo
al cancelliere e alla ragazza. Avvolta da morbidi panni di raso
bianco c'era una vecchia spada giapponese dalla lama ricurva e
arrugginita vicino all'impugnatura. Era completa di elsa, impugnatura
e fodero di legno, e se non fosse stato per gli evidenti segni del
tempo sulla lama, la ragazza avrebbe creduto che fosse stata forgiata
da poco.
«Questo
è ciò di cui vi parlavo» disse l'uomo
dai capelli bianchi,
indicandola con un dito. «L'unico tassello che non
quadrava.»
«Questa
spada?» chiese Yomi, sollevando interdetta il sopracciglio.
«Perché
mai?»
«Per
vari motivi, il primo tra tutti è che stando alla datazione
sembra
risalire all'epoca in cui l'uomo ancora costruiva strumenti di selce
in mezzo alla natura selvaggia. Il carbonio 14 dice che questa spada
ha oltre quattordici mila anni e a quell'epoca è assai
improbabile
che ci fosse un insediamento umano su quell'isolotto.»
«Gli
Ainu non potrebbero averla trovata da qualche parte?»
«Alquanto
improbabile, ma è possibile. Questo, però, non
cambia il fatto che
nessuno può averla forgiata. Non avevano le conoscenze per
farlo.»
«Quindi
è una OOPart» commentò Yomi, chinandosi
sulla spada. Non
s'intendeva molto di katana, ma quella aveva una linea che le piaceva
molto.
«Una
cosa?» fece Mokuba, strabuzzando gli occhi. Seto si
lasciò sfuggire
un grugnito di disapprovazione, ma non disse nulla.
«Out
of Place Artifact» spiegò lei,
«in sostanza un oggetto che si
trova fuori posto o che risale ad un periodo in cui non sarebbe
potuto essere costruito.»
«Esattamente»
annuì Crawford, «e tutt'ora non abbiamo capito
cosa sia, a chi sia
appartenuto e perché si trovasse in quell'isola. Ma non
è questo,
quello che c'interessa.» Yomi sollevò lo sguardo
sull'uomo,
facendogli segno di proseguire. «Quando ritrovai questa spada
non
capii nemmeno cosa potessi avere davanti. Mi limitai a inviarlo ai
laboratori per l'analisi e finii persino on il dimenticarmi della sua
esistenza. Poi i miei dipendenti mi inviarono i risultati e fu solo
in quel momento che iniziai a credere di aver scoperto qualcosa di
interessante. Così iniziai a fare ricerche su ricerche,
visitai
altri siti sparsi in tutto il mondo, e cercai di venire a capo di
quella strana storia. Non scoprii molto, eccetto un'antica leggenda
tramandata da alcune tribù di Ainu a nord dell'isola
giapponese di
Hokkaido. Mi raccontarono di un'antica regina, ammantata di nero e
armata di una spada lucente come l'argento, in grado di fermare
giganteschi mostri e scongiurare la fine del mondo. La trovai una
storia interessante e anche molto familiare, perciò non
appena
tornai dal viaggio mi misi al computer e cercai tra tutti i resoconti
dei miei viaggi qualcosa di simile. Fu una ricerca lunga e
infruttuosa, e arrivai persino al punto di arrendermi e lasciar
perdere. Leggende e miti simili a quello che mi avevano raccontato
gli Ainu esistevano in tutte le culture di questo mondo e con tutti
gli scavi che avevo seguito non era facile stabilire quali fossero
simili per caso e quali perché effettivamente legate. Nel
frattempo
venni a conoscenza del fatto che tu avessi scoperto di poter duellare
senza problemi, qui sull'isola, e fu questa notizia a farmi accendere
la lampadina. Ebbi un vero e proprio colpo di genio e mi misi subito
all'opera per verificare la mia teoria.»
«Che
sarebbe?»
«Quest'isola
è questa la chiave di tutto. Insieme al segreto che
nasconde»
concluse Crawford, sorridendo fiero.
«Quale
segreto?» insistette la ragazza, voltandosi verso il
cancelliere.
«La
leggenda della regina che si oppone a giganteschi mostri è
molto
simile ad un'iscrizione che ho scoperto in un antico scavo su
quest'isola, ormai oltre dieci anni fa. Ignoro ancora il collegamento
tra quest'isola e gli Ainu, ma forse neanche esiste, tuttavia le
similitudini ci sono e sono molto forti. La regina di cui parla la
leggenda è raffigurata sempre vestita di nero e armata di
spada,
esattamente come è rappresentata nei bassorilievi che ho
rinvenuto
qui. Per quanto riguarda i mostri che dicono sia in grado di fermare,
le somiglianze diventano sempre più forti. Gli Ainu parlano
di tre
mostri, uno dalle fattezze di drago in grado di controllare le fiamme
del sottosuolo, uno in grado di provocare enormi tempeste di fulmini
e tuoni; il terzo, invece, era in grado di richiamare le anime dei
morti dall'oltretomba e usarli come esercito personale. Questi tre
mostri sono gli annunciatori della fine del mondo, della distruzione
e della sua rinascita. E queste tre figure sono identiche a quelle
che rinvenni qui sull'isola. Sono le tre Bestie Sacre, le tre carte
più potenti che abbia mai creato e che sono conservate in
una
caverna sotto l'Accademia.»
«Proteggere
quelle tre carte è l'unico motivo per cui è stata
fondata questa
scuola» fece Seto, all'improvviso. Era rimasto in silenzio
per tutto
il tempo, sbuffando solo di tanto in tanto come se fosse scocciato da
tutti quei discorsi.
«Hai
davvero creato delle carte potenzialmente letali?» chiese
Yomi,
sollevando il sopracciglio con disappunto. Crwford si passò
una mano
tra i lunghi capelli bianchi e distolse lo sguardo, leggermente in
imbarazzo. Lo sguardo corrucciato della studentessa lo metteva a
disagio.
«Meglio
sotto forma di carte che ancora nei bassorilievi, credimi»
disse,
dopo un po'. «Se fossero rimasti imprigionati nella pietra
delle
tavole dove le ho trovate avrebbero causato molti più
danni.»
«L'Accademia,
tra l'altro, è nata con il solo scopo di proteggere quelle
carte e
impedire che vengano utilizzate. Se venisse liberato il potere di
quelle carte, la fine del mondo potrebbe essere molto più
vicina di
quello che pensiamo» proseguì Seto. Si
alzò in piedi e si avvicinò
alla finestra che dava sull'ingresso dell'edificio, diede una rapida
occhiata di sotto e ritornò sui suoi passi.
«Nessuno sano di mente
attaccherebbe apertamente una scuola che pullula di duellanti. E' il
posto più sicuro del mondo.»
«Aspettate,
fatemi capire bene» lo interruppe la ragazza,
«Avete trovato questa
spada su un'isola sperduta e credete che sia la stessa di cui parlano
le leggende degli Ainu su questa fantomatica regina, giusto?»
Crawford e Seto annuirono all'unisono. «E credete che sia la
spada
che la leggenda siano collegati a queste tre carte pericolose che
avete trovato qui, dieci anni fa?»
«Non
lo crediamo, ne siamo certi» puntualizzò Seto, con
il solito tono
che non ammetteva repliche. Quando Crawford mi ha contattato
raccontandomi ciò a cui era giunto, ho iniziato a fare
ricerche su i
materiali che avevamo raccolto dalle tre tavolette e su ciò
che mi
aveva inviato e che era stato raccolto dalla spada. Ho effettuato
delle analisi comparative e risulta che siano composte dalla stessa
sostanza sconosciuta.»
«Metallo?»
chiese Yomi.
«No,
qualcosa di intrinseco. Non è facile da spiegare, ma
è come se la
spada avesse la stessa anima delle tre Bestie Sacre. Entrano in
risonanza tra loro. E, giusto per essere chiari, non credo che un
oggetto possa avere un'anima.»
«Dopo
quello a cui hai assistito non dovresti essere così
scettico» lo
riprese Crawford, accompagnando la frase con una risatina sommessa.
«Ma comunque è qui che arriviamo alla parte
interessante di tutta
la storia. La spada e le tre Bestie Sacre sono in risonanza tra loro,
come se la loro anima fosse simile. Il motivo per cui la spada emetta
quest'energia non ci è dato saperlo, ma considerando
ciò che ci
avete comunicato voi mesi fa, la nostra conclusione è che
anche la
tua anima – o i tuoi strani poteri – siano in
sintonia con le tre
Bestie Sacre.»
Non
appena terminò di pronunciare quelle parole, un silenzio di
tomba
scese nella stanza. Nessuno dei presenti si arrischiava a
interromperlo e dare voce ai propri pensieri. Si limitavano a
scambiarsi qualche sguardo fugace, in attesa che qualcun altro
decidesse di fare la prima mossa.
«Quindi
state dicendo che posso duellare solo perché queste tre
carte,
questi tre mostri, esistono?» chiese Yomi, dando finalmente
voce ai
suoi pensieri. La sua voce era roca, quasi sussurrata, ma nel
silenzio della stanza sembrava un grido disperato.
«E'
quello che pensiamo...»
«Quindi
non ho alcuna possibilità di duellare al di fuori di
quest'isola...»
«Non
lo sappiamo» la interruppe Seto. «Dobbiamo ancora
verificare la
nostra teoria. Ed è per questo che abbiamo portato con noi
la spada.
Male che vada ti daremo il permesso di tenerla con te.»
«Il
test lo faremo nei sotterranei dell'isola, dove sono custodite le tre
carte» aggiunse Crawford, sorridendo alla ragazza come a
volerla
tranquillizzare. «Il cancelliere, invece, si
occuperà dell'altra
faccenda.»
«Quale
faccenda?»
Crawford
e Samejima si scambiarono un'occhiata, poi il cancelliere
sospirò,
portandosi una mano sulla testa.
«Non
so se è un caso o meno, ma ieri notte ho ricevuto
comunicazioni
preoccupanti. Sembra che un gruppo di duellanti stiano cercando le
tre carte delle Bestie Sacre e dobbiamo prendere provvedimenti per
proteggerle. Per liberarle dalla prigione in cui si trovano servono
sette chiavi e queste sette chiavi posso essere vinte solo in duello,
perciò devo scegliere sette duellanti a cui affidarle. E
devo farlo
il prima possibile.»
«Ma
questo non ci interessa al momento» si intromise di nuovo
Crawford,
prendendo Yomi per un braccio e avviandosi verso la porta,
«ora
dobbiamo solo concentrarci sul risolvere il nostro problema e venire
a capo del mistero. Perciò, giovane Yomi, sei requisita per
il resto
del giorno. Fratelli Kaiba, venite anche voi!»
Seto e
Mokuba si scambiarono uno sguardo eloquente e si incamminarono dietro
ai due, il maggiore con la solita aria di chi non vorrebbe avere a
che fare con eventi strani e fuori dall'ordinario ma che, suo
malgrado, si ritrova sempre coinvolto, il minore con la pesante
valigia contenente l'artefatto appresso e un sorriso forzato dipinto
sul volto.
Non
appena Samejima fu di nuovo solo, si avvicinò ad un cassetto
nascosto della scrivania ed estrasse una scatola di legno quadrata e
laccata di nero e oro. La aprì con una piccola chiave e ne
osservò
a lungo il contenuto, poi sospirò e la richiuse.
Lanciò l'ennesimo
sguardo alla finestra e si lasciò sfuggire un sospiro. La
situazione
aveva preso una strana piega e lui non era più sicuro di
star
facendo la cosa giusta; era certo che alla fine di quella faccenda
gli avrebbero revocato la presidenza dell'Accademia. “Sono
proprio
un pessimo preside” pensò, mentre dubbi e
incertezze si agitavano
nel profondo del suo cuore. “Prima l'incidente con la classe
di
élite, adesso questi cavalieri delle ombre... La
tranquillità, in
questa scuola, ormai è solo un'utopia.”
***
Nda: Come avevo già accennato, da
questo capitolo inizierò ad utilizzare i nomi giapponesi. Di
seguito riporto brevemente chi è chi, per
comodità di chi potrebbe non saperlo.
Judai: Jaden
Sho: Syrus
Ryo: Zane
Hayato: Chumley
Ayukawa: Fontaine
Samejima: Sheppard
Crawford: Pegasus
Manjoume: Chazz
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