L'anno delle Bestie Sacre

di Nazuhi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- L'arrivo del Tuono ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Incursione notturna ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- La regina di ghiaccio e il demone ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Una giornata movimentata ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- I due fratelli ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Il demone e il koala ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Questione di forza ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Duello per un amico ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Una strana notte ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- Un'antica scoperta ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- L'arrivo del Tuono ***


Capitolo 1- “L’arrivo del Tuono


Era un caldo lunedì mattina di aprile ed il nuovo anno scolastico all'Accademia del duellante stava per riniziare. Il cielo era azzurro, luminoso e limpido, con qualche scia bianca qua e là, che si muoveva lentamente sotto la spinta della brezza primaverile. Il vento soffiava leggero tra le fronde degli alberi che circondavano gli edifici, muovendo dolcemente le cime, mentre le onde dell'oceano si inseguivano fino ad infrangersi sulla battigia della spiaggia o sul muretto della banchina del piccolo porto. Quella mattina si sarebbe tenuta la cerimonia di inizio anno, durante la quale il cancelliere avrebbe tenuto un discorso di fronte a tutta la scuola, per dare il benvenuto alle nuove matricole. Per questo motivo, anche i vecchi studenti si erano dovuti svegliare presto, un po' a malincuore.
-Accidenti! Sono in un ritardo pazzesco! Se non riesco a raggiungere l'aula magna in tempo, Crowler mi uccide!-esclamò la ragazza dai lunghi capelli castani, mentre agguantava in fretta e furia la giacca della divisa e si precipitava a capofitto per le scale del dormitorio femminile, cercando di non inciampare nel tappeto e rompersi l'osso del collo. Era rimasta alzata tutta la notte per cercare nuovi indizi sulla scomparsa degli studenti e si era addormentata solo poche ore prima dell'alba. Ed adesso, con tante ore di sonno arretrato sulle spalle e i capelli spettinati che non ne volevano sapere di stare al loro posto, stava pregando una qualsiasi divinità, affinché la facesse arrivare in tempo per la cerimonia.
"Non ho alcuna intenzione di beccarmi una strigliata subito il primo giorno!" pensò, mentre entrava di corsa nell’atrio dell’edificio principale, rischiando di travolgere nell’impeto della corsa alcuni studenti ritardatari.

Poi, Crowler non è l’unico di cui dovrei preoccuparmi se arrivo in ritardo…”
Ormai si trovava a pochi metri dall'aula magna, quando inciampò e cadde lunga distesa nel bel mezzo del corridoio del piano terra, battendo violentemente la faccia sul pavimento. Rimase diversi secondi sdraiata in terra, cercando di non scoppiare a piangere dal dolore.
-Che diamine...!-esclamò la ragazza, mentre si massaggiava la fronte ancora dolorante.
-Non si corre nei corridoi!-fece una voce maschile. Il tono era pacato e la studentessa sapeva bene a chi appartenesse. Infatti, come alzò gli occhi, si trovò di fronte Zane, a braccia conserte, come faceva sempre. La sua espressione era inespressiva, come sempre, e la ragazza, come sempre, non capiva se fosse arrabbiato o meno e nemmeno se la stesse rimproverando o avesse fatto una semplice osservazione.
-È per questo che mi hai fatto lo sgambetto?!
-Questa è bella! Perché mai dovrei farti cadere? Sei solamente inciampata in Faraone...-rispose l'altro, indicando il gatto terrorizzato che stava correndo lungo il corridoio, miagolando disperato.-Comunque sei in ritardo...
-Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica! Secondo te perché stavo correndo?!-esclamò l'altra, mentre si rialzava e si spolverava la gonna della divisa.
-Avrei preferito che tu non corressi. Se tu fossi cascata dalle scale, non te la saresti cavata con un bernoccolo...
-Non sono mica così imbranata!-esclamò l’altra, accompagnando la frase con una linguaccia.
-Sì che lo sei. Ed è normale che mi preoccupi per te.
L'Obelisk le sollevò una ciocca di capelli e avvicinò il suo volto a quello della studentessa, per osservare meglio l'ematoma.
-E’ proprio un bel bernoccolo…
-Non mi porterai mica in infermeria, vero?!
-Perché? Hai la testa così dura che è impossibile che tu ti sia fatta male...
-Come siamo gentili!-esclamò l’altra, facendogli l’ennesima linguaccia. Poi entrò in aula, senza nemmeno aspettare il Kaiser. L'Obelisk la guardò per qualche secondo, leggermente sorpreso, poi accennò un mezzo sorriso e la seguì dentro. Ormai era abituato al caratteraccio della giovane e ai suoi improvvisi cambi d’umore. In fondo, era quasi un anno che la conosceva e dodici mesi erano sufficienti per lui per imparare a conoscere una persona. Zane sapeva quando la ragazza era seria e quando faceva solo finta; sapeva quando era arrabbiata e sapeva anche cosa le frullasse per la testa. O, perlomeno, lo sapeva nella maggioranza dei casi. Ed anche quel giorno aveva capito il motivo per cui Yomi era in ritardo e la cosa non gli piaceva molto. Aveva capito che la ragazza stava continuando a cercare indizi sulla scomparsa degli studenti d’elitè del dormitorio blu, avvenuta pochi mesi prima. Da quell’incidente, tutti i dati sugli scomparsi erano diventati top secret ed inaccessibili anche per un genio dell’informatica come Yomi. Inoltre, anche l’area del dormitorio era diventata inaccessibile per chiunque, pena l’espulsione. L’edificio era stato abbandonato da tutti, persino da lui, e non era più permesso a nessuno di avvicinarsi, che fosse uno studente od uno del personale della scuola. Nonostante tutti i divieti e le possibili conseguenze, la studentessa del secondo anno continuava imperterrita la sua ricerca, convinta che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori. E Zane temeva che, continuando in questo modo, avrebbe finito con il farsi espellere.

Spero solo che non si cacci nei guai… Se continua a ficcare il naso in cose che non la riguardano, potrebbe farsi male. Però, qualsiasi cosa le dica, sarebbe inutile; non credo che possa riuscire a fargli cambiare idea. Su certe cose non ascolta proprio nessuno!” pensò il giovane del terzo anno, mentre la guardava salire le scale degli spalti.
E se dovesse cacciarsi nei guai, io cosa potrei fare?”
I due si misero velocemente a sedere, l'uno accanto all'altra, su due poltroncine che l’Obelisk era riuscito a tenere occupate mentre aspettava la ragazza. La sala si stava riempiendo velocemente e nel giro di pochi minuti sarebbe iniziata la cerimonia di inizio anno scolastico. Gli ultimi ritardatari si stavano facendo largo nella calca per prendere posto, mentre tutti gli altri studenti erano già seduti e stavano chiacchierando tra di loro, mentre aspettavano l’inizio.
Non appena si furono accomodati, Yomi iniziò a guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcuno.
-Chi stai cercando?-le chiese il Kaiser.
-Chumley... Ormai sono settimane che non lo vedo e ho paura che sia ancora depresso per come si sono svolti gli esami finali.
-Non credo che sia venuto...
-Come fai a saperlo?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Da quello che mi hai raccontato sembra che abbia perso la voglia di duellare, perciò non credo che oggi uscirà dalla sua stanza e verrà qui.
-Forse dovrei parlarci...
-Non credo che questa volta tu possa fare qualcosa. Deve trovare la forza e la determinazione dentro di sè; non può continuare a dipendere da te e tu non puoi continuare a preoccuparti per lui.
-Non posso mica abbandonarlo!-fece, risentita, Yomi.
-Non sto dicendo questo; dico solo che non dovresti preoccuparti troppo per lui...
La studentessa fece per ribattere, quando fu interrotta dalla voce di Crowler. Il vice-cancelliere stava cercando di riportare il silenzio nell'aula, sopratutto tra gli studenti del primo anno, fin troppo entusiasti per ascoltarlo. Al centro dell’aula si trovavano già tutti i professori, il cancelliere e tutte le altre persone che si occupavano di far funzionare al meglio l’Accademia. C’era anche la donna a capo del Comitato Disciplinare. Yomi se la ricordava bene; in fondo, era stato solo grazie al loro intervento se l’anno prima Makoto non era riuscito a fare del male ad altre persone.

Però, se non fosse stato per Crowler, non credo che sarebbero riusciti ad intervenire in tempo e quel bastardo sarebbe riuscito a picchiare anche Zane. Forse non è poi un così pessimo professore… Ha un pessimo carattere, questo è vero, ma presumo che ci sia di peggio. Però continuo a non capire come faccia Zane ad adorarlo…”
L'uomo dalla chioma bionda, intanto, aveva quasi raggiunto l'esasperazione, quando Sheppard decise di intervenire e, preso il microfono e schiarita la voce, esclamò:
-Ragazzi, un attimo di attenzione!
Il brusio scemò in un attimo e l'attenzione generale si spostò verso l'uomo pelato e tarchiato che era in piedi al centro della stanza.
-Bene, adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, posso iniziare. Innanzitutto, voglio dare il benvenuto ai nuovi studenti dell’Accademia. Sono fiero di tutti voi e del fatto che tanti promettenti duellanti siano stati ammessi in una delle scuole più prestigiose del mondo. Spero che continuerete ad impegnarvi e a studiare sodo per raggiungere i vostri obiettivi. Mi aspetto molto da tutti voi, soprattutto da coloro che hanno frequentato le nostre scuole medie. Mi aspetto soprattutto serietà e correttezza. A tal proposito, voglio ricordarvi che in questo istituto esistono delle regole molto rigide e che chiunque non le rispetti, sia che si tratti di un Obelisk blu, sia che si tratti di uno Slifer rosso, verrà punito adeguatamente. In alcuni casi vi ricordo che è prevista persino l’espulsione e chi di voi verrà espulso non potrà più essere ammesso in questa scuola. Spero che il regolamento sia chiaro a tutti! Comunque sia, se avete qualche dubbio potete sempre chiedere a uno degli insegnanti o direttamente al sottoscritto. Gradirei, inoltre, che cercaste di andare d’accordo tra di voi e che cercaste di risolvere qualsiasi alterco con un bel duello.
-Sheppard non cambierà mai… Perché sprecare tempo con un duello quando puoi picchiarlo!-fece Yomi, sottovoce, per non farsi sentire da nessuno. Purtroppo per lei, Zane l’aveva sentita benissimo, tanto che le diede un leggero pizzicotto sulla guancia per redarguirla.
-Ahia!
-La violenza non porta a niente…
-Sei veramente antipatico…-gli rispose la ragazza, mettendo il broncio.
Zane non ribatté e tornò a concentrarsi sull’uomo cicciottello che si trovava al centro della stanza e che, terminato il suo discorso, stava passando di nuovo il microfono al vice-cancelliere.
-Bene ragazzi, la cerimonia è finita, per oggi siete liberi di fare ciò che volete. Domani inizieranno le lezioni; cercate di essere puntuali! Adesso dileguatevi!-strillò Crowler, lanciando occhiatacce ad un gruppo di Slifer seduti in prima fila. Detto questo, consegnò il microfono a Dorothy ed uscì dalla stanza, mormorando qualcosa tra sé e sé, insieme al resto del personale ed al cancelliere.
Nella stanza, gli studenti avevano iniziato a raggrupparsi tra di loro, per decidere come trascorrere il resto del tempo che era rimasto. La cerimonia era stata particolarmente veloce e nessuno si aspettava di avere a disposizione quasi tutto il giorno.
-Se l’avessi saputo, sarei rimasta a letto! Stanotte non ho dormito molto…-esclamò Yomi, stiracchiandosi le braccia.
-Vuoi fare qualcosa in particolare? Abbiamo praticamente tutto il giorno…
-Non saprei. Ho talmente tanto sonno che vorrei solo dormire un po’!
-Se la metti così puoi venire a dormire in camera mia.
-Cosa stai dicendo?!-esclamò l’altra, arrossendo di colpo.
-Perché no? Se vuoi dormire un po’ non è un problema per me.
-Non credo che sia una buona idea!-esclamò l’altra, sempre più rossa.
-Yomi, hai frainteso; non voglio fare sesso con te. Non ancora…
-Ah, beh, meglio così…-balbettò l’altra, in preda all’imbarazzo. Aveva completamente frainteso ed aveva paura che il ragazzo potesse pensare male.
-Stavo solo dicendo che se vuoi dormire, per me non ci sono problemi. Inoltre, sono curioso di vedere che espressioni fai mentre dormi. E’ un lato di te che non conosco. Atticus diceva che sembravi un angelo…
-E lui come fa a saperlo?
-Ti ha vista una volta che ti sei addormentata in biblioteca. Ti ha anche scattata una foto per farmela vedere. Dovrei averla in camera, da qualche parte…
-Quello stupido me la paga cara! Gli conviene tornare il prima possibile!
-Quando sei sveglia, invece…-fece l’altro, cambiando discorso.
-Invece cosa?
-Sembri un demone…
-Zane!-esclamò l’altra, andando su tutte le furie. Non le piaceva quando anche il fidanzato la chiamava con quel ridicolo soprannome che le avevano affibbiato gli altri studenti. Dopo quella storia con Makoto e dopo aver visto con i loro occhi l’indole violenta della studentessa, i ragazzi del suo stesso anno avevano iniziato a chiamarla “l’Oni dell’Accademia” e ben presto anche quelli più grandi avevano preso quella brutta abitudine. A Yomi non piaceva e non piaceva nemmeno l’idea che Zane la chiamasse in quel modo. Nemmeno per prenderla bonariamente in giro. Era come se mettesse in luce solo la sua parte peggiore e oscurasse tutti i pregi che aveva.
-Un bellissimo demone, per essere precisi.
-Non pensare che per farti perdonare basta che tu dica che sono bella!
Il Kaiser sorrise divertito, poi, alzandosi, fece:
-Comunque sia, sarebbe meglio che tu dormissi la notte, invece di fare le ore piccole per cercare indizi che non esistono.
-Guarda che io non cerco proprio niente…
-Pensi che non me ne sia accorto?-chiese l’Obelisk, alzando il sopracciglio in segno di disappunto. Non dovresti trascurare la tua salute per cercare indizi sulla loro scomparsa.
-Sono sicura che prima o poi troverò qualcosa! Devo solo continuare a cercare…
-Non credo che sia una buona idea.
-Perché?!-fece esasperata l’altra.
-Non ti fa bene alla saluta dormire poco. Hai bisogno di riposare!
-Lo so, ma-
-Mi piacerebbe che quest’anno tu non finissi in infermeria.
-Guarda che non mi diverto ad andare in infermeria!
-Yomi…
-Sì, ho capito! Vedrò di riguardarmi.
Detto questo, anche la ragazza si alzò e, insieme, scesero le scale delle tribune ed uscirono dall’aula magna. Avevano deciso di dirigersi al negozio di carte, per vedere se potevano acquistare qualcosa. Fra non molto sarebbero entrati nel vivo della vita accademica ed era sempre meglio prepararsi a dovere, nel caso di test pratici a sorpresa o nel caso in cui qualcuno decidesse di sfidarli. Dovevano sempre farsi trovare preparati, soprattutto Zane. Quello sarebbe stato il suo ultimo anno all’Accademia e, visto che era considerato da tutti come il miglior duellante di tutta l’isola, avrebbe dovuto difendere il titolo di Kaiser con i denti. Sebbene fosse rispettato da tutti, poteva capitare che qualche studente gli lanciasse una sfida che non poteva permettersi di rifiutare o perdere.
I due ragazzi erano quasi giunti in prossimità dell’ingresso, quando videro un gruppo di tre Obelisk e uno studente Slifer intenti a discutere nel bel mezzo del corridoio.

Una rissa? Non è nemmeno iniziato l’anno e stanno già facendo a botte?” pensò la studentessa, mentre osservava i quattro discutere ad alta voce. Non capiva il motivo del litigio, ma aveva capito che non si stava mettendo bene per il povero Slifer. Uno dei tre Obelisk, un ragazzo dai capelli corti e scuri che Yomi non aveva mai visto, aveva afferrato per il colletto lo studente del dormitorio rosso, continuando a minacciarlo.
Quel tipo non l’ho mai visto. Probabilmente è uno del primo anno… Se è un Obelisk, significa solo due cose: o è un figlio di papà o è dannatamente bravo. Dal suo modo di fare arrogante, direi che è quasi sicuramente un figlio di papà che non è in grado nemmeno di allacciarsi le scarpe senza qualcuno che glielo faccia.”
Gli altri due Obelisk, probabilmente anch’essi del primo anno, stavano ridacchiando, fieri di quello che stava succedendo, mentre lo Slifer, un compagno di classe della ragazza, stava quasi per mettersi a piangere dalla paura. Nonostante fosse un anno più grande, non riusciva a difendersi dagli altri tre.
-A quanto pare non hanno ascoltato molto quello che ha detto Sheppard… Quanto odio i bulli!-fece la ragazza, rivolgendosi al fidanzato.
-Cosa vuoi fare?-le chiese il Kaiser, leggermente preoccupato, trattenendola per un braccio. Aveva una brutta sensazione e conoscendo l’indole della studentessa, temeva che potesse dare in escandescenza e fare qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. In fondo, iniziare l’anno facendosi coinvolgere in una rissa non era l’idea migliore.
-Lo sai che non riesco a rimanere indifferente davanti a dei bulli da quattro soldi…
-Qualsiasi cosa tu voglia fare, ricordati cosa ti ho detto prima.
-“La violenza non porta a niente”, giusto? Non preoccuparti!-fece l’altra, sorridendo. Poi si liberò dalla presa di Zane e si avvicinò al gruppetto. Una volta giunta a pochi passi da loro, si schiarì la voce ed esclamò:
-Cosa pensate di fare, razza di deficienti?!
I tre Obelisk si voltarono di scatto, leggermente irritati per essere stati interrotti. Lo Slifer, invece, sembrava sollevato di vedere la compagna di classe. In fondo, si trattava sempre dell’Oni dell’Accademia; se interveniva in suo favore, avrebbe evitato di essere picchiato dagli altri tre e probabilmente sarebbe stata lei a picchiarli. In ogni caso, lui ne sarebbe uscito del tutto illeso ed estraneo alla vicenda.
-E tu chi saresti?-esclamò il ragazzo dai capelli corvini, lasciando la presa sullo Slifer e voltandosi sorpreso verso la studentessa.

Sembra sorpreso… Probabilmente non si aspettava di essere interrotto da una ragazza. Che idiota!” pensò Yomi, sogghignando di fronte alla reazione della matricola. Poi, fece:
-Non ti hanno insegnato a portare rispetto ai tuoi senpai, moccioso?
-Moccioso?!
-Sei del primo anno, no? Perciò sei un moccioso!
-Non sei del primo anno?-fece l’altro, sempre più sorpreso.
-Esattamente! Ed anche il tizio che volevi picchiare è del secondo anno! Perciò, moccioso, non ti hanno insegnato a portare rispetto a chi è più grande di te?
-Certamente, ma non ho alcuna intenzione di portare rispetto a uno stupido Slifer. Ovviamente il discorso non vale per te, visto che sei una ragazza e che sei un Obelisk, ma questo tizio ha osato toccarmi con le sue luride mani, perciò-
-Perciò cosa?! Solo perché è uno Slifer non significa che hai il diritto di maltrattarlo. E’ un essere umano e merita lo stesso rispetto!
-Non vedo cosa possa interessare a te. E’ solo uno Slifer…
-Invece mi interessa! Inginocchiati e chiedigli subito scusa!
Il ragazzo del primo anno alzò il sopracciglio, sorpreso da quella strana richiesta. Poi incrociò le braccia al petto.
-Allora?!
-Non ci penso nemmeno!
-Ti stai rifiutando?
-E’ solo uno Slifer. Se non fosse per Sheppard, non sarebbe nemmeno qui! Al massimo deve essere lui a chiedermi scusa per aver respirato la mia stessa aria!
-Moccioso!
-Yomi, adesso basta. Non puoi costringerlo a fare come vuoi tu…-fece Zane, intromettendosi nel litigio, cercando di convincere la ragazza a desistere. Si era accorto che si stava scaldando un po’ troppo ed aveva paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
-Non posso! E’ una questione di principio! Questo tipo mi dà sui nervi!
-Lo capisco, ma non puoi costringerlo a fare ciò che non vuole…
-Dovresti dare ascolto al Kaiser, “senpai”…-commentò l’altro. Il suo tono era arrogante, come se si ritenesse superiore a tutti, una specie di prescelto. Ed anche il tono con cui aveva pronunciato la parola “senpai” era tutto tranne che serio; sembrava quasi che la stesse prendendo in giro. E Yomi non era molto disposta a passarci sopra e chiudere un occhio.
-Adesso hai passato il limite, moccioso! Ti sfido a duello e se ti rifiuti, andrò a raccontare a tutta la scuola di quanto tu sia codardo e fifone!

Santo cielo! Solo un’idiota o un sempliciotto potrebbe cadere in una provocazione così penosa…” pensò il Kaiser, mettendosi una mano tra i capelli. Se la maggior parte delle volte non aveva problemi ad intuire cosa frullasse nella testa della ragazza, certe volte rimaneva completamente spiazzato da alcune sue uscite.
-Va bene, accetto! Non so chi tu sia, ma se ti sconfiggo tutta la scuola dovrà accorgersi del mio talento!-esclamò il moro, puntando il dito contro la studentessa.
-Perfetto! Tra dieci minuti nell’arena… Vedi di esserci, signor moccioso!
La matricola sogghignò, senza aggiungere altro, poi si voltò verso i due amici e, dopo aver fatto loro cenno di seguirlo, si allontanò.
-Dovevi per forza sfidarlo?-chiese Zane, guardando leggermente contrariato la fidanzata.
-Mi sa che mi sono lasciata prendere un po’ troppo dalle emozioni...-fece l’altra, sorridendo.
-L’ho visto… Sai almeno chi hai sfidato?
-No.
L’Obelisk del terzo anno la fissò per qualche secondo, poi, emettendo un sonoro sospiro di esasperazione, si mise una mano sulla faccia.
-Perché? Chi sarebbe?-chiese la ragazza, cercando di mimare indifferenza. Se fino a pochi secondi prima era sicura di quello che stava facendo, adesso iniziava ad avere qualche dubbio.
-Chazz Princeton… La matricola numero uno dell’Accademia.
-Stai scherzando, vero? Oggi è il primo giorno dell’anno; come fa ad essere già il numero uno?
-Ha frequentato le medie dell’Accademia ed era il migliore tra i ragazzi. La sua è una famiglia molto ricca e influente; possiede una delle aziende leader nel mercato finanziario internazionale e, se non sbaglio, uno dei suoi fratelli maggiori è anche un politico molto famoso. Ho sentito dire che la sua famiglia ha speso moltissimi soldi per permettergli di avere le migliori carte in circolazione. So che è dannatamente bravo e, secondo alcuni insegnanti, potrebbe essere il mio degno successore.
-Se è bravo anche meglio! Le persone arroganti non le ho mai digerite e l’idea di un bel duello mi piace!
-Non dovresti sottovalutarlo…
-E tu non dovresti sottovalutarmi!
-Io non ti sto sottovalutando; sto solo dicendo che devi fare attenzione…
-Figuriamoci se mi faccio battere da un moccioso con la puzza sotto il naso!
Detto questo, la ragazza afferrò l’altro per un braccio e lo trascinò verso l’arena dei duelli. Una volta giunti dentro, videro che i tre Obelisk di pochi minuti fa erano già arrivati e stavano solo aspettando loro. Il ragazzo dai capelli scuri come la notte si trovava già al centro dell’arena, mentre i suoi due amici erano seduti in prima fila, pronti per godersi lo spettacolo. Oltre ai tre del primo anno, non c’era nessun’altro. Ed in fondo, a parte Zane e lo Slifer, nessun’altro aveva assistito al diverbio tra la ragazza e la matricola.
-Sei in ritardo!-esclamò Chazz, con il solito tono arrogante con cui si rivolgeva a chi reputava inferiore.
-Sei tu che sei in anticipo! Per caso non hai ancora imparato a leggere un orologio, moccioso?
-Non sono un moccioso!
-Finché non ti decidi a portarmi il rispetto che merito, continuerò a chiamarti moccioso. Capito, moccioso?
-Bando alle ciance! Duelliamo!
-Non chiedo di meglio!
I due accesero i propri dueling disks, inserirono il deck nell’alloggio e diedero il via alla partita, pescando ciascuno cinque carte.
-Se non ti dispiace, “senpai”, inizio io! Pesco!-esclamò Chazz, mentre pescava la sua sesta carta.
-Mai sentito il detto “prima le signore”?
-Ti avrei fatta iniziare, se tu non avessi un pessimo carattere…-le rispose l’altro.
-Moccioso arrogante…-mormorò la ragazza, lanciando un’occhiataccia al suo avversario.
La matricola, intanto, stava osservando le carte che aveva in mano, cercando di mettere a punto la strategia migliore. Non aveva idea di cosa giocasse la sua avversaria, perciò avrebbe dovuto giocare cautamente, almeno finché non fosse riuscito a capire lo stile di gioco dell’altra.

Anche se è una Obelisk è solo una ragazza. Tutte le ragazze sono Obelisk, che siano brave o meno! Potrebbe essere una dilettante… Però, se va in giro con il Kaiser, potrebbe anche essere una duellante capace. Non posso assolutamente sottovalutarla!”
-Posiziono un mostro coperto ed una carta coperta. Poi termino il mio turno.
-Pesco! Signor moccioso, ti presento uno dei miei mostri migliori! Evoco “Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco.
Il mostro dall’armatura rosso cremisi comparve dalla parte della studentessa, brandendo una katana lucida e brillante come l’acciaio.
-A questo punto posso benissimo attaccarti… Vediamo un po’ cosa hai nascosto là sotto!-esclamò Yomi, lanciando all’attacco il suo mostro con un gesto della mano. Il samurai si lanciò in un affondo, distruggendo la carta coperta e il mostro che rappresentava.
-Non crederai di esserti portata in vantaggio, vero?-fece Chazz, senza riuscire a nascondere un sorriso.
-Non crederai di essere più bravo di me, vero?-le fece eco la ragazza.
-Per caso mi stai prendendo in giro?!
-Perché mai dovrei?
La studentessa stava continuando a scimmiottare l’avversario, facendolo innervosire.
-Sei insopportabile! Chi ti credi di essere?!
-Questo dovrei chiedertelo io?!-esclamò la ragazza, alzando parecchio il tono della voce.
-Io sono Chazz Princeton, l’unico degno di succedere al Kaiser quando si sarà diplomato! Sono il numero uno! Nessuno può sconfiggermi!
Yomi lo fissò per qualche secondo, poi scoppiò in una fragorosa risata. Non era riuscita a trattenersi e si era accasciata a terra in preda all’ilarità.
-Non c’è niente da ridere!-esclamò l’altro, arrossendo leggermente.
-Scusa, ma è troppo divertente!-fece la ragazza, tra una risata e l’altra.
Chazz si stava innervosendo sempre di più. Non capiva perché l’altra stesse ridendo; non c’era niente di divertente in ciò che aveva appena detto. Per lui era una cosa seria e non sopportava che la ragazza del secondo anno lo prendesse in giro.
-Non c’è niente da ridere! Adesso muoviti a giocare!
-Yomi?-fece Zane, avvicinandosi all’arena. Era leggermente preoccupato, soprattutto perché era la prima volta che la vedeva ridere così tanto e temeva che si sarebbe sentita male.
-Lasciamo perdere!-fece la studentessa, tra una risata e l’altra.
-Cosa stai dicendo?!-disse Chazz, più irritato che sorpreso. Gli sembrava di essere finito al centro di un brutto scherzo.
-Sto dicendo che mi è passata la voglia… Dovresti esserne contento!-gli rispose Yomi, mentre estraeva il deck dall’alloggio e spegneva l’apparecchio. Poi, come se niente fosse, scese dall’arena e, dopo aver scambiato mezza parola con l’Obelisk del terzo anno, fece per uscire dalla stanza.
-Ehi! Aspetta un attimo! Cosa significa tutto questo?! Stai scappando, per caso?!-esclamò la matricola, sempre più irritato.
-Io non scappo, però preferisco lasciar correre… Sei un moccioso antipatico e arrogante, però ho l’impressione che imparerai presto dov’è il tuo posto.
-Cosa significa?!
-Sai, a pensarci bene, se io ti sfidassi a duello, mi comporterei da bulla, esattamente come hai fatto tu con quello Slifer. In quanto studentessa del secondo anno, dovrei dare il buon esempio, no? Ma se preferisci, puoi considerarla come una resa… Comunque sia, Chazz, la prossima volta che ti trovo a fare il bullo con qualche altro studente del dormitorio rosso, ti prenderò a calci in culo!
Detto questo, Yomi e Zane uscirono dalla stanza, lasciando da soli i tre del primo anno, ancora sorpresi per l’improvvisa resa della ragazza.

Sono proprio curiosa di sapere quanto realmente vale. Ha detto di voler diventare il degno successore di Zane e sembrava molto convinto di quello che diceva… Sarebbe un peccato se perdesse la voglia di duellare, solo per aver perso contro di me! Se è realmente forte come dicono, allora tanto vale aspettare un po’ e vedere quanto migliorerà!”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Incursione notturna ***


Capitolo 2- “Incursione notturna


La scuola era iniziata già da almeno un mese e, in tutto quel periodo, Yomi non aveva fatto altro che trascorrere tutti i momenti liberi che aveva cercando indizi sulla scomparsa dei suoi amici. Ed aveva fatto di tutto per evitare che Zane se ne accorgesse, arrivando anche a mentirgli diverse volte. L’Obelisk non voleva che la ragazza continuasse quelle indagini pericolose, ma la studentessa, dal canto suo, non aveva la minima intenzione di rinunciare. Così, per evitare di farlo preoccupare più del necessario, aveva deciso di mentirgli. All’inizio si sentiva in colpa, ma con il passare del tempo mentire era diventato via via più facile, tanto che adesso non se ne rendeva nemmeno conto. Le veniva quasi naturale, come respirare o camminare. Inoltre, a causa di quelle ricerche, non aveva molto tempo da trascorrere insieme all’altro, perciò, con il passare dei giorni, stava iniziando a trascurarlo sempre di più. E non si trattava solo del Kaiser. Da quando era riniziato l’anno scolastico, la ragazza non aveva ancora visto né sentito Chumley, né aveva cercato di mettersi in contatto con lui. Il giovane del dormitorio rosso si era praticamente rinchiuso in camera e Yomi si era quasi dimenticata della sua esistenza.
Quella sera di inizio giugno, la studentessa del secondo anno aveva deciso di dare di nuovo un’occhiata al dormitorio abbandonato e magari, con un po’ di fortuna, cercare di intrufolarsi dentro.

Se non c’è nessuno, potrei anche farlo… Forse dentro posso trovare qualcosa di interessante.” pensò la giovane. Poi prese quei pochi oggetti che le sarebbero serviti, il porta-deck, che si fissò alla vita, si infilò gli stivaletti blu e fece per uscire dalla stanza, quando il suo palmare iniziò a squillare. Estrasse l’apparecchio dalla tasca e rispose alla chiamata. Sullo schermo del dispositivo apparve il volto del fidanzato, impassibile come sempre.
-Cosa vuoi?-chiese la ragazza, leggermente scocciata.
-Volevo solo chiederti se stasera eri libera. E’ una bella serata e potremmo stare un po’ insieme.
-Scusami, ma stasera sono stanca.
-Hai detto la stessa cosa anche ieri sera. E la sera prima e quella prima ancora.-fece l’altro, cercando di nascondere il suo disappunto.
-E quindi? Sono solo stanca…
-Sei sicura che vada tutto bene?-chiese Zane. La sua espressione si era fatta preoccupata e non riusciva a nasconderlo.
-Sì, è solo stanchezza!
-D’accordo…
-Allora ci vediamo domani…
La ragazza stava per chiudere la comunicazione, quando il Kaiser disse:
-Yomi…
-Cosa c’è?
-Buonanotte…
Detto questo il volto dell’altro scomparve e lo schermo tornò ad essere nero.

Che strano, mi sembrava che volesse dirmi qualcosa… Forse non era niente di importante e comunque posso sempre chiederglielo domani!” pensò la giovane, mentre appoggiava il dispositivo sul comodino. Aveva deciso di non portarselo dietro, per non essere disturbata e non rischiare di essere scoperta in un luogo in cui non avrebbe dovuto esserci. Dopo essersi assicurata di aver sistemato tutto e aver preso tutto l’occorrente, uscì dalla stanza, cercando di fare il minimo rumore possibile e si diresse verso il dormitorio abbandonato.
Una volta giunta là, si fermò per qualche secondo di fronte all’edificio, in preda ai ricordi. Sembrava che fosse trascorso un secolo dall’ultima volta che era stato abitato, invece di qualche mese. La struttura era decadente, con calcinacci sparsi qua e là, con i vetri delle finestre rotti e le porte sfondate. La polvere copriva tutto quanto e la facciata anteriore era coperta dall’edera. Il vecchio dormitorio era stato recintato con palizzate e catene, per impedire l’accesso agli studenti, ed una serie di cartelli avvertivano del pericolo di crollo. Era rimasto lì, in preda alle intemperie e ai segni del tempo. Persino l’erba del giardino che lo circondava era cresciuta selvaggia. In fondo, nessuno si occupava più di tenere in ordine quel luogo. Era stato abbandonato da tutti, sia dai suoi abitanti, sia dal personale della scuola. Nessuno si avvicinava più a quel luogo; avevano tutti paura che potesse accadere qualcosa di brutto, come se fosse un luogo maledetto che doveva essere evitato a tutti i costi. Per Yomi, invece, era un luogo che conservava tantissimi ricordi piacevoli, ricordi a cui non voleva rinunciare e che la legavano a persone che non voleva abbandonare.
-Sono sicura che prima o poi li troveremo tutti quanti… Prima o poi torneranno, ne sono sicura!-mormorò la ragazza, mentre distoglieva lo sguardo dall’edificio fatiscente. Poi fece qualche passo avanti, tra l’erba alta, si diede un’occhiata intorno e, una volta essersi accertata che nessuno la stesse spiando, scavalcò la recinzione ed entrò nell’edificio.
L’interno era ancora più desolato dell’esterno. I mobili e tutti gli altri oggetti erano ancora tutti lì, dove si trovavano prima dell’incidente. Nessuno li aveva spostati e sulla loro superficie si era depositata una spessa coltre di polvere. I corridoi erano ingombrati da assi di legno e sedie rotte e, di tanto in tanto, sul pavimento, si trovavano cocci di porcellana e schegge di vetro.
-Che tristezza…-commentò la ragazza, guardandosi intorno e illuminando le pareti con la torcia elettrica che si era portata dietro.
-Principessa…
Lo spirito della carta di Duel Monster era comparso al suo fianco, spaventandola non poco. La studentessa non era ancora abituata alle apparizioni improvvise del samurai, nonostante ormai fossero passati diversi anni.
-Yuki, quante volte devo dirti di non comparire in questo modo!
-Sono desolato…-fece l’altro, inchinandosi.
-Lascia perdere… C’è qualcosa che non va, vero?
La creatura fece un cenno d’assenso con la testa, poi aggiunse:
-Sento una strana energia provenire da questo posto…
-Una strana energia? In che senso?-chiese l’altra, mentre entrava nella sala da pranzo. I tavoli da pranzo erano ancora imbanditi, come se stessero ancora aspettando degli ospiti che non sarebbero mai arrivati.
-Non ve lo so dire… E’ troppo debole e non riesco ad avvertirla del tutto.
Yomi lo fissò per qualche secondo, senza rispondere. Poi si avvicinò ad uno dei tavoli apparecchiati e spostò i piatti e i bicchieri, in cerca di un segno di qualsiasi genere.
-Se i tavoli sono ancora apparecchiati, allora è vero che sono scomparsi durante il pomeriggio… A quanto pare Sheppard ha detto la verità!
-Non vi fidate di lui?-chiese lo spirito, mentre cercava di afferrare un piatto, senza riuscirci. Non aveva forza sufficiente per potersi materializzare nel mondo degli umani e diventare tangibile. In fondo, era pur sempre uno spirito.
-Non più di tanto… So che non dovrei diffidare di lui, ma dopo quello che ho scoperto l’altro giorno non so se posso fidarmi o no.
-Vi riferite alle cartelle degli studenti?-chiese ancora l’altro.
-Già… Ha fatto scrivere che si trovano all’estero per degli studi, per evitare troppi problemi con i giornalisti, ma a me la cosa puzza! Non mi piace come stia cercando di insabbiare l’incidente. E’ come se avesse paura o riconoscesse che in parte è colpa sua…
-Capisco…

Vorrei davvero potermi fidare di lui, ma non ne sono sicura. Se è coinvolto, si spiegherebbero diverse cose!”
-Principessa!-esclamò Yukimura, alzando un braccio per richiamare l’attenzione della duellante.
-Cosa hai trovato?
-Qui c’è una foto…
Detto questo, lo spirito si fece da parte per lasciare che la ragazza vedesse ciò che aveva trovato. Appoggiata in terra a faccia in giù, c’era una cornice di legno. Intorno c’erano dei pezzi di vetro, come se la cornice fosse caduta e si fosse rotta. Yomi si chinò e la sollevò, per vedere cosa ci fosse sull’altro lato. La foto che vi si trovava dentro raffigurava l’amico dai capelli castani, l’idolo del dormitorio femminile.
-Atticus…-mormorò Yomi, mentre la raccoglieva e la osservava da vicino. Stava sorridendo, come faceva sempre, con il pollice sollevato e la solita espressione stupida che ogni tanto faceva. In un angolo c’era persino la sua firma ed una breve dedica.
-Che idiota…
-Volete portarla con voi?-fece lo spirito.
-No, se qualcuno la vedesse potrebbe pensare che mi sia intrufolata qui dentro. Soprattutto Zane…-rispose la studentessa, rimettendo la foto al suo posto. Poi si alzò e dopo aver dato un’altra occhiata intorno, uscì dalla stanza e continuò con l’esplorazione.
Controllò tutto il piano terra e il primo piano, compresi i corridoi e le varie stanze, senza trovare niente di niente. Era come se fossero realmente scomparsi nel nulla. Non c’era assolutamente niente che potesse indicarle dove si trovassero o cosa era successo loro.

Non c’è niente… E’ come se fossero scomparsi nel nulla!”
-Forse sarebbe meglio se controllaste anche la camera del vostro amico…-commentò Yukimura, mentre seguiva la ragazza. La Obelisk si fermò all’improvviso e si voltò verso lo spirito.
-A chi ti riferisci?
-A Yusuke Fujiwara. Se non mi ricordo male, ha iniziato a comportarsi in modo strano poco prima che scomparissero.
-Adesso che ci penso, è stato anche il primo a scomparire. Forse in camera sua posso trovare qualcosa…
Detto questo, Yomi si voltò dalla parte opposta e finì di percorrere il corridoio, finché non si trovò di fronte alla camera da letto dell’amico dai capelli verdi. La studentessa provò ad aprirla, ma la porta era chiusa a chiave e non si spostò nemmeno di mezzo millimetro. Provò, quindi, a spingere un po’ più forte, ma non si mosse.
-E’ chiusa! Forse riesco a scassinarla…-mormorò tra sé e sé, mentre prendeva una forcina che aveva tra i capelli. Passò circa dieci minuti ad armeggiare intorno alla serratura, finché non sentì uno scatto secco, segno che la porta si era finalmente aperta. Poi entrò all’interno, seguita dallo spirito e facendo attenzione a dove metteva i piedi.
-C’è qualcosa…-mormorò il samurai, mentre vagava incerto tra i vetri rotti e i libri sparsi sul pavimento.
-Ne sei sicuro?-chiese la Obelisk con noncuranza, mentre si avvicinava alla scrivania. Sul tavolo c’erano un sacco di fogli, la maggior parte dei quali scritti a mano.

Questa è la sua calligrafia…” pensò la ragazza, mentre afferrava i fogli e li sfogliava lentamente. In mezzo ai compiti, c’erano anche alcuni strani disegni; erano perlopiù cerchi e triangoli ed altre strane linee che si incontravano e dipartivano l’una dall’altra. Ogni tanto, accanto a quei disegni, c’erano anche degli appunti, perlopiù poche parole, scritte nell’alfabeto latino.
Non capisco cosa ci sia scritto… Se fosse stato giapponese non ci sarebbero stati problemi, ma questo… Non capisco nemmeno che lingua sia! Forse inglese o francese…”
-Yuki!-esclamò, poi, cercando di richiamare l’attenzione dello spirito.
-Ditemi!
La ragazza gli porse gli strani disegni, chiedendoli se era in grado di tradurli. Yukimura li osservò attentamente per diversi minuti, poi li riconsegnò alla padrona, scuotendo la testa.
-Mi dispiace, ma l’unica lingua che riesco a comprendere è la vostra.
-Capisco…-mormorò l’altra.
-Se vi portate dietro quei fogli, potete cercare di tradurli con i libri che ci sono in biblioteca. Oppure potete cercare in Internet. Inoltre, anche quelle figure sono molto strane…
-Hai ragione…-fece l’altra. Poi piegò i fogli in quattro e li infilò nel porta-deck.-Guardiamo se c’è altro…
Detto questo, si diresse verso il letto. Aveva visto, con la coda dell’occhio, qualcosa che brillava nel buio della stanza. Una volta che si fu avvicinata, illuminò la parete dietro alla testata del letto e vide una cornice di compensato ricoperta di fotografie. Ce n’erano diverse che ritraevano anche lei, mentre in tante altre erano raffigurati Atticus e Zane. Erano state appese con alcune puntine da disegno. Accanto alla cornice, proprio sopra il letto, c’era uno specchio ovale, con una cornice laccata in rosso sangue. Doveva essere quello l’oggetto che aveva brillato nel buio. Sul vetro c’era una scritta in inchiostro indelebile, anch’esso rosso sangue. La calligrafia era sempre quella di Yusuke, ma questa volta i caratteri sembravano quasi tirati via, come se avesse avuto fretta di scrivere. Ed anche questa volta, le lettere erano quelle dell’alfabeto latino.
-Non sapevo che Yusuke conoscesse le lingue straniere…-mormorò Yomi, illuminando lo specchio.
-Non capisco perché non abbia scritto in giapponese…-fece lo spirito di Duel Monster, mentre si avvicinava alla padrona. La ragazza scosse la testa, aggiungendo che non ne aveva idea.
-Forse è meglio se vi scrivete anche questi caratteri; potrebbero sempre dirci qualcosa su dove siano finiti tutti.-disse. Yukimura, voltandosi verso la padrona. La studentessa fece un cenno d’assenso, poi estrasse il taccuino e la penna che si era portata dietro e si appuntò la nuova scritta. Aveva appena finito di ricopiarla, quando il samurai richiamò la sua attenzione.
-Principessa…
Lo spirito era al centro della stanza, inginocchiato sul pavimento e stava fissando qualcosa che si trovava in terra. Non appena la ragazza si fu avvicinata, le indicò un insieme di segni e linee che erano stati incisi sulle assi di legno del pavimento. La maggior parte di esse erano coperte da libri e fogli vari e non si poteva capire cosa fossero o cosa rappresentassero senza spostare niente.
-Sono dei segni…?-fece la ragazza, mentre spostava un libro dopo l’altro, cercando di fare attenzione a non ferirsi con i vetri rotti. A mano a mano che spostava i libri, il disegno appariva sempre più chiaro e familiare.

Questo disegno… Sono sicura di averlo già visto!” pensò Yomi, afferrando poi i fogli che aveva trovato sulla scrivania e iniziando a sfogliarli velocemente, finché non trovò ciò che stava cercando.
-Ero sicura di averlo già visto…
-E’ lo stesso disegno…-commentò Yukimura, osservando prima il disegno sul foglio e poi il pavimento.
-Sembra che sia stato inciso da qualcuno…-fece la ragazza, inginocchiandosi di fronte al disegno e sfiorando con un dito le linee.
-Pensate che sia stato Yusuke Fujiwara?
-Non lo so… Comunque, è stato sicuramente lui a disegnarlo sul foglio. Forse stava cercando qualcosa…
-Comunque sia, sono sicuro che troveremo qualcosa cercando su Internet o in biblioteca.
-Lo spero…-commentò l’altra, alzandosi in piedi ed osservando un altro po’ gli strani simboli che aveva trovato.
I due diedero un’altra occhiata veloce alla stanza e, non trovando nient’altro, decisero di uscire e tornare al piano di sotto.
La Obelisk era appena ritornata al piano terra ed aveva quasi deciso di uscire da lì, quando lo spirito del samurai si bloccò all’improvviso, indicando un punto imprecisato alla sua destra.
-Cosa c’è?-chiese la ragazza, illuminando il punto indicato dal mostro.
-C’è qualcosa…
-Qualcosa? Ehi, si può sapere di cosa stai parlando?! Non mi dirai mica che c’è un fantasma, vero?!-esclamò l’altra, iniziando a balbettare dalla paura. Aveva una vera e propria fobia per i fantasmi e non aveva alcuna intenzione di incontrarne uno in quel luogo, al buio e da sola.
-Non vi preoccupate, mi stavo solo riferendo a quell’energia a cui ho accennato prima, quando siamo entrati qui dentro. Adesso l’ho avvertita chiaramente e credo di aver capito da dove proviene…
Detto questo, la creatura di Duel Monster si allontanò dalla padrona ed imboccò uno stretto corridoio che si apriva accanto alle scale e che non avevano ancora controllato. Yomi lo seguì, un po’ titubante. Aveva ancora paura che qualcosa potesse comparire all’improvviso, facendola spaventare a morte.

Quanto odio gli edifici abbandonati! Non credo che ci sarei mai entrata da sola se non avessi avuto scelta… Inoltre, detesto ammetterlo ma sono contenta che ci sia anche Yuki! Con lui, sono abbastanza sicura che nessun fantasma verrebbe a spaventarmi. Ma anche se c’è lui, continuo a non sentirmi al sicuro.” pensò, mentre seguiva lo spirito all’interno di uno stretto corridoio.
La studentessa non aveva nemmeno fatto tre metri, quando rabbrividì all’improvviso. Aveva appena avvertito una corrente di aria fredda provenire da davanti a sè, segno che fra non molto ci sarebbe stata un’uscita.
-Che strano, non ricordavo che qui ci fosse un’uscita… Anche le pareti sono diverse…-mormorò tra sé e sé, illuminandosi un po’ intorno con la torcia. Le pareti del corridoio si stavano facendo sempre più irregolari ed anche il pavimento stava lasciando il posto alla pietra nuda. Era come se di punto in bianco finisse l’edificio e iniziasse un lungo cunicolo scavato nella roccia.
-Principessa, ci siamo!-fece Yukimura, voltandosi verso la ragazza. Yomi affrettò il passo e raggiunse lo spirito, curiosa di vedere dove avesse condotto quello strano corridoio. Non appena raggiunse il samurai e illuminò lo spazio intorno a sé, vide che si trovava in una ampia grotta, scavata nella roccia. Quel luogo era talmente umido che dal soffitto gocciolava, di tanto in tanto, un po’ di acqua. Al centro della grotta c’era una specie di arena, con degli strani disegni scolpiti tutt’intorno.

Ancora disegni? Non capisco cosa possano significare… E non capisco chi possa essere stato a tracciarli. Dubito che sia opera di Yusuke! Da solo non avrebbe mai potuto farcela…”
-Questo posto è veramente strano e sono abbastanza sicura che prima non ci fosse…-commentò la Obelisk, illuminando il luogo con la torcia.
-Avete ragione; nemmeno io l’ho mai avvertito… Comunque, credo che ci troviamo qualche metro sottoterra.
-Ne sei sicuro?-chiese l’altra, leggermente sorpresa, voltandosi verso lo spirito.
-Il corridoio che abbiamo appena percorso scendeva molto lentamente, ma scendeva.
-Mi chiedo chi possa essere stato a costruire un posto del genere…-fece la ragazza, dopo diversi minuti di silenzio. Detto questo, scese all’interno dell’arena e si diresse verso il suo centro. Era perfettamente circolare ed i disegni sulla sua circonferenza si ripetevano regolari, mentre quello al centro era molto simile a quelli che aveva trovato poco prima in camera di Yusuke.
-Principessa…
-Tutti questi simboli… Mi fanno venire in mente una specie di rituale…
-Un rituale?
-Bè, sì… Ma forse mi sto sbagliando…
-O forse no…-commentò il samurai, avvicinandosi alla ragazza. La giovane lo guardò per qualche minuto, poi illuminò di nuovo i simboli, pensierosa.
Dopo pochi minuti, sentì una voce spettrale sussurrare qualcosa in una lingua sconosciuta. Era una voce profonda e suadente allo stesso tempo e sembrava che continuasse a ripetere sempre la stessa frase.

Ma cosa diavolo…?” pensò la giovane, guardandosi nervosamente intorno. Poi si voltò verso lo spirito e chiese:
-Hai sentito qualcosa?
Il samurai scosse la testa.
-Ne sei sicuro?!-insistette Yomi.
-Sì… Perché me lo chiedete?-fece lo spirito, preoccupato. La ragazza mormorò di lasciar perdere, poi si guardò un altro po’ intorno, illuminando tutti gli angoli che poteva con la sua torcia elettrica.

Forse è solo la stanchezza… Magari mi sono immaginata tutto! Deve essere così… E’ assurdo che abbia sentito delle voci; non ha il minimo senso! Il mio cervello deve avermi giocato un brutto tiro, tutto qui!”
-Forse è meglio se usciamo di qui… Mi è pure venuto di nuovo il mal di testa!-disse, poi, portandosi una mano sulle tempie cercando di placare i forti dolori che, di punto in bianco, le erano venuti. Yukimura la guardò un po’ preoccupato, poi fece un cenno d’assenso e seguì la ragazza fuori dalla grotta, lungo il corridoio che portava dentro l’edificio. Una volta di nuovo all’interno del dormitorio abbandonato, Yomi diede un ultimo sguardo al salone d’ingresso e poi decise che era giunta l’ora di uscire.

Questo posto dà i brividi; sembra quasi infestato… Ma alla fine ho trovato qualcosa di interessante e, con un po’ di fortuna, potrei anche scoprire cosa è successo! Piuttosto, non capisco come mai nessuno se ne fosse accorto a suo tempo, quando hanno fatto le prime indagini. Quegli strani simboli in camera di Yusuke e quella grotta non potevano passare inosservati… Che qualcuno stia cercando di insabbiare tutta la vicenda?! Forse Sheppard è coinvolto…”
La ragazza era appena uscita dall’edificio e stava per scavalcare la recinzione, quando si sentì chiamare da una voce femminile. Alzò lo sguardo e vide una ragazza, in piedi vicino ad un albero, a pochi metri di distanza da lei. Aveva i capelli biondi e lunghi fino ai fianchi, lisci come la seta, e gli occhi chiari. Era una bella ragazza, dal seno prosperoso e di poco più alta di Yomi.

Perfetto! Beccata in pieno… A giudicare dalla divisa, direi che è una studentessa. Forse è del primo anno… Comunque sia, sono nei guai!”
-Principessa, era meglio se lasciavate che controllassi che non ci fosse nessuno prima di uscire…-fece lo spirito di Duel Monster.
-Già, hai ragione…-mormorò la duellante, mentre scavalcava la recinzione e cercava di allontanarsi con noncuranza dall’edificio. Aveva deciso di far finta di nulla; se era fortunata l’altra non l’avrebbe riconosciuta e non avrebbe potuto spifferare tutto ai professori.
-Aspetta!-esclamò l’altra ragazza, avanzando di qualche passo in direzione della studentessa del secondo anno.
-Cosa vuoi?
-Ecco… Tu cosa ci facevi là dentro?
Yomi si voltò verso la ragazza, lanciandogli un’occhiataccia.
-Potrei chiederti la stessa cosa…-fece poi.
-Io non mi trovavo al suo interno… Forse non sai che è contro il regolamento entrare all’interno del dormitorio abbandonato.
-Hai intenzione di andarlo a dire ai professori?-chiese la Obelisk del secondo anno, squadrando la biondina.
-Dipende da cosa mi risponderai…
-Te provaci e passerai un brutto quarto d’ora!-fece Yomi, sorridendo cinicamente.
-Li conoscevi?-chiese l’altra, senza farsi intimidire dalle minacce dell’altra studentessa.
-E se anche fosse?
-Tu sai cos’è successo, vero?-insistette la bionda, avanzando un altro po’.
-No, non so proprio nulla, altrimenti non sarei venuta qui in piena notte…
Detto questo, Yomi cercò di allontanarsi di nuovo dall’edificio, ma fu fermata di nuovo dalla voce della ragazza.
-Se hai scoperto qualcosa, ti prego di dirmelo!
-Io non devo dirti proprio niente! Non sono mica una stupida; qualsiasi cosa ti dica, tu andrai a riferirlo ai professori!
-Perché dovrei fare una cosa simile?!-esclamò l’altra, leggermente irritata.
-Perché non dovresti? Vedi che non hai un motivo per non farlo...-commentò la ragazza del secondo anno. Poi, si voltò di nuovo e fece per andarsene, quando fu bloccata da una voce, questa volta maschile, che le era molto familiare. Proveniva dal vialetto che conduceva all’edificio abbandonato e sembrava che si stesse avvicinando.
-Alexis, scusami per-
Dal vialetto comparve l’Obelisk del terzo anno. Non appena vide Yomi, si bloccò con la bocca semi-spalancata dallo stupore.
-Yomi? Cosa ci fai qui?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- La regina di ghiaccio e il demone ***


Capitolo 3- “La regina di ghiaccio e il demone


Zane si era avvicinato di qualche passo in direzione delle due ragazze, sorpreso che Yomi si trovasse lì e non in camera sua. Gli aveva detto che era troppo stanca per uscire di camera e lui si era fidato, ma adesso era lì, di fronte a lui, e non sembrava che fosse uscita da pochi minuti. Lo studente era più sorpreso che arrabbiato e non capiva per quale motivo la fidanzata gli avesse mentito.
-Cosa ci fai qui?-chiese dopo qualche minuto, volgendosi verso la studentessa del secondo anno.
-Dovrei chiederti la stessa cosa!-esclamò stizzita Yomi, incrociando le braccia al petto.
-Non mi sembra di averti detto che preferivo restare in camera…-mormorò l’altro, abbassando gli occhi.
-Bè, ma non mi sembra che tu abbia perso tempo!
Detto questo, la ragazza del secondo anno fece per passare oltre, quando l’altro l’afferrò per un polso, costringendola a fermarsi.
-Aspetta!
-Cos’altro vuoi?!
-Non sei entrata nel dormitorio, vero?-chiese il Kaiser.
-Non sono affari tuoi…
-Yomi!
-Non sono affari tuoi!-esclamò l’altra, al colmo dell’esasperazione. -E lasciami andare!
Zane la guardò per qualche secondo, poi lasciò la presa e si spostò da una parte per lasciarla passare.
-Non capisco cosa ti stia succedendo ultimamente…-mormorò, abbassando lo sguardo.
Yomi gli lanciò un’occhiataccia, ma non rispose. Poi si voltò dall’altra parte e si allontanò dall’edificio abbandonato, lasciando indietro gli altri due studenti.
-Mi dispiace, non vorrei che fosse colpa mia. Forse è stata una pessima idea chiederti di raggiungermi…-fece la studentessa dai capelli biondi, rivolgendosi al giovane del terzo anno. Zane scosse la testa e aggiunse:
-Non preoccuparti, Alexis. Non credo che sia questo il vero problema… E’ da quando è scomparso tuo fratello che lei si comporta in questo modo. Sta cercando di isolarsi di nuovo, ma finché non decide di farsi aiutare, non c’è niente che io possa fare…
-Scommetto che era molto legata a mio fratello…-mormorò la ragazza, incrociando le braccia al petto.
-Molto, nonostante non lo avesse mai ammesso. E’ per questo motivo che non riesce a darsi per vinta.
-Non è l’unica…
-Non dovreste sforzarvi troppo. Tutte e due. Potrebbe essere pericoloso…
-Lo so, ma, non posso rimanere calma sapendo che mio fratello è scomparso chissà dove. E sono sicura che è ciò che prova anche lei… Io voglio sapere dov’è e sono disposta a tutto per scoprirlo.
Zane la guardò per qualche secondo, poi fece:
-Ricordami che ti devo un favore…
Detto questo, l’Obelisk girò i tacchi e si allontanò velocemente dalla radura, diretto verso gli edifici principali.

Chi l’avrebbe mai detto che fosse diventato così…” pensò Alexis, mentre osservava l’altro allontanarsi.

***

-Stupido Zane!-esclamò la ragazza, mentre camminava spedita lungo il vialetto. Era su tutte le furie e nessuno, in quel momento, avrebbe potuto farla placare.
-Principessa…-disse lo spirito di Duel Monster, comparendo al suo fianco e cercando di stare al suo passo.
-Yuki, non è il momento adatto!
-Ma i disegni-
-Ho detto che questo non è il momento adatto!-esclamò l’altra, voltandosi verso il samurai cremisi. In cuor suo sapeva che non avrebbe mai dovuto prendersela anche con lo spirito, ma quando perdeva le staffe finiva che iniziava ad inveire contro tutti e tutto.

Quando insiste è proprio insopportabile… Non capisco che problema ci sia se cerco qualche indizio! A lui non gli importa niente di tutti gli studenti scomparsi? Nemmeno dei nostri amici?”
-Io credo che sia solo preoccupato…-fece lo spirito di Duel Monster, comparendo di nuovo al suo fianco e cercando di far ragionare la ragazza.
-Io credo che sia solo uno stupido! Uno stupido, finto, schifoso idiota!-esclamò l’altra, alzando sempre di più la voce.
-Non ti sembra di stare esagerando?-chiese una voce alle sue spalle. L’Obelisk del terzo anno si trovava dietro di lei, a pochi metri di distanza, ed aveva il fiato corto, come se avesse corso per raggiungerla. Yomi gli lanciò un’occhiataccia, poi si voltò dall’altra parte e continuò per la sua strada.
-Yomi!
-Non voglio vederti!
-Perché?-chiese l’altro, aggrottando le sopracciglia. Non capiva perché si stesse scaldando così tanto; non era da lei.
-Perché mi fai schifo!
-Schifo? Perché dovrei farti schifo?
-Vattene e non fare domande!
Il Kaiser la fissò sorpreso per diversi istanti, poi incrociò le braccia al petto e, senza guardare la ragazza, mormorò:
-A volte non riesco proprio a capirti…
Detto ciò, si voltò e si allontanò lungo il vialetto. Yomi lo guardò per un po’ allontanarsi, poi si voltò dall’altra parte, trattenendo a stento le lacrime.
-Principessa…-sussurrò il samurai, comparendo di nuovo al suo fianco.
-Sono una persona orribile…-mormorò la studentessa, stringendosi un braccio dal nervoso.
-Non dite così…
-Invece è vero! E adesso sparisci anche tu!
Detto questo, la ragazza si voltò e continuò a camminare spedita lungo il vialetto, verso il pontile del piccolo porticciolo. Lo spirito di Duel Monster si era dissolto, come aveva ordinato la studentessa, conscio del fatto che in quel momento più che dei suoi consigli aveva bisogno di chiarirsi con l’altro studente.
Yomi, intanto, era appena giunta sulla banchina del porto, di fronte al faro che illuminava il mare ed indicava la via alle navi in transito durante la notte. Era una struttura alta, forse una delle più alte nella zona vicino alla costa, ed emetteva fasci di luce ad intermittenza. Anche quella sera era in funzione, come sempre. La ragazza si era seduta con la schiena appoggiata all’edificio e lo sguardo rivolto verso il mare. Aveva le gambe raccolte e la testa appoggiata sulle ginocchia, con la mente persa altrove.
Dopo diversi minuti, sentì la presenza di qualcuno alle sue spalle e si voltò. Non appena vide di chi si trattava, sentì gli occhi inumidirsi, tanto che fu costretta a distogliere lo sguardo per non farsi vedere.
-Ti sei un po’ calmata o vuoi farmi un’altra scenata?-chiese il Kaiser, con il solito tono pacato.
-Sei stupido o cosa? Mi sembrava di averti detto che non voglio vederti…-mormorò Yomi, continuando a tenere basso lo sguardo, per non farsi vedere dall’altro.
-Prima vorrei sapere il motivo.
-Non c’è un motivo; non voglio vederti e basta!
-Perché non riesco a crederti?
-Non sono affari miei se non mi credi!
Zane la guardò per qualche secondo, poi sospirò e si inginocchiò accanto a lei. Le mise una mano sulla spalla, cercando di farla girare, ma l’altra scostò bruscamente il braccio del ragazzo, aggiungendo che non doveva toccarla.
-Perché fai così? Ho fatto qualcosa di male?-chiese il Kaiser, che continuava a non capire il motivo del comportamento della fidanzata.
-Prova a pensarci!-esclamò l’altra, alzando di nuovo la voce.
-Sei arrabbiata perché ti ho rimproverata? Se è così, mi dispiace, ma ultimamente sono preoccupato per te e non voglio che ti cacci nei guai. Lo sai che rischi di essere espulsa se ti dovessero beccare mentre ti trovi dalle parti dell’edificio abbandonato, no?
-Sì, lo so, ma non è quello il problema!
-E allora qual è?
-Non te lo dico!
-Se non me lo dici, come posso rimediare?-fece l’altro, alzando il sopracciglio sinistro, in segno di disappunto.
-Sono problemi tuoi…-mormorò l’altra, nascondendo la testa tra le gambe. Zane la guardò per qualche minuto, poi si tolse la giacca della divisa e la appoggiò sulle spalle della studentessa. Yomi alzò lo sguardo, sorpresa, e prima che potesse chiedere il motivo di quel gesto, l’Obelisk fece:
-Stasera fa freddo; se non ti copri a modo, rischi di ammalarti…
-Io non la voglio!-esclamò l’altra, stizzita.
-E io non voglio che tu ti ammali. Per me, la tua salute è più importante di qualsiasi altra cosa…
-Razza di cretino…-mormorò la ragazza, stringendosi nell’indumento.
-Oggi siamo in vena di complimenti?-chiese l’altro, con una leggera punta di sarcasmo.
-E’ colpa tua… E’ tutta colpa tua…
-Scommetto che le preferisci con i seni grossi….-aggiunse dopo un po'.
-Cosa stai dicendo?-fece l’altro, guardandola sorpreso.
-E’ più bella, più educata, con un carattere migliore del mio… Scommetto che preferisci lei a me…
-Ti riferisci ad Alexis, vero?
-Alexis… Persino il suo nome è più bello del mio…
-Yomi, hai frainteso tutto!
-Ho frainteso?! Allora spiegami cosa ci facevi insieme a lei! Perché dovevi vederti con lei?! Spiegamelo!-esclamò la studentessa, alzando finalmente lo sguardo verso il fidanzato. Era arrabbiata, molto arrabbiata. Zane la guardò per qualche secondo, senza sapere cosa rispondere. Poi fece:
-E’ la sorella minore di Atticus ed è al suo primo anno in Accademia. Non so perché mi avesse chiesto di vederci, ma probabilmente era là per il tuo stesso motivo. Hai pensato che ti stessi tradendo?
La studentessa lo fissò in silenzio.
-Non ho alcun motivo per tradirti. E non lo farei mai, per nessun motivo al mondo.-sospirò lui.
-Pensi che possa crederti?!
-Quello che dovrebbe dubitare sono io, visto che mi avevi detto che saresti rimasta in camera tua!-esclamò l’altro, alzando improvvisamente la voce. Yomi lo fissò leggermente sorpresa.
-Io non riesco a capire cosa ti stia succedendo in questi giorni. La ricerca degli studenti scomparsi si sta trasformando in una ossessione e non mi piace. Ultimamente stai allontanando tutti quanti, sia me, sia Chumley che qualsiasi altra persona. Non puoi continuare in questo modo. E non puoi dubitare di me per qualsiasi cosa! Se non ti fidi di me, allora le cose tra noi non potranno mai funzionare. Io ti voglio bene, ma… Lasciamo perdere…
Detto questo, Zane si alzò in piedi e, dopo aver dato un’occhiata alla ragazza, si allontanò di nuovo, verso la struttura principale. Yomi lo guardò allontanarsi, continuando a stringere la divisa dell’altro.
-Accidenti…

Se lui preferisse lei a me, non potrei dargli torto. Io sono una persona orribile. Continuo a trattarlo male e, nonostante tutto, lui continua a starmi accanto. Io non lo merito… Forse sarebbe meglio se smettessimo di frequentarci… Continuiamo a litigare, per qualsiasi cosa, ed ultimamente non riusciamo più a comunicare come prima. Forse è davvero meglio lasciar perdere…”
-Se ci lasciamo, tornerò ad essere di nuovo sola…
-E’ questo il motivo per cui stai insieme a lui?-fece una voce femminile alle sue spalle. Yomi alzò gli occhi e si trovò di fronte la ragazza bionda e prosperosa di prima.
-Che diavolo vuoi?-fece la studentessa del secondo anno, con fare stizzito e voltandosi dall’altra parte.
-Niente. Stavo solo facendo una passeggiata e ti ho vista da lontano…
-In questo momento non ho molta voglia di parlare con te…
-Il modo in cui ti stai comportando non è giusto nei suoi confronti…-continuò Alexis.
-Questi non sono affari che ti riguardano…
-Se stai insieme a lui solo per paura di rimanere da sola, allora dovresti lasciarlo subito. Lui ti vuole bene sul serio e non è corretto prenderlo in giro.
-Stai cercando di averlo tutto per te?!-sbottò l’altra ragazza, alzando gli occhi verso la matricola.
-No. Per me è solo un amico, niente di più…
-Se così fosse, perché gli hai chiesto di vederti? Cosa dovevi dirgli?!
-Volevo solo sapere se tu avevi scoperto qualcosa…-le rispose la bionda, incrociando le braccia al petto. -Sapevo che stavi indagando sulla loro scomparsa, nel dormitorio femminile lo sanno praticamente tutte, e anch'io voglio scoprire la verità.
-Se volevi sapere cosa avevo scoperto, l’avresti chiesto a me, no? Perché chiederlo a Zane?!
-Tu non sai quali voci circolano sul tuo conto, vero?
-Non m’interessa; tanto saranno le solite stupide voci!-fece Yomi, con fare stizzito, voltandosi dall’altra parte.
-Dicono che sei violenta e pericolosa, perciò ero un po’ timorosa a rivolgerti la parola. Ammetto che è stato sciocco da parte mia credere a quelle ridicole voci di corridoio, ma-
-Senti, non capisco cosa tu voglia da me, ma non ho alcuna voglia di starti a sentire, perciò sparisci!
Detto questo, la studentessa del secondo anno, si voltò dall’altra parte, intenzionata ad ignorare l’altra ragazza. Alexis, però, non aveva molta voglia di dargliela vinta. Infatti, raccogliendo tutto il coraggio che aveva, decise di sfidare la poca pazienza che si diceva avesse il demone dell’Accademia ed andare fino in fondo alla faccenda.
-Invece dovresti! Sto cercando di aiutarti…
-Perché dovresti farlo?! Non siamo nemmeno amiche…
-Questo è vero, ma so che Zane ti vuole molto bene e so che anche tu glielo vuoi, perciò voglio fare qualcosa per aiutarvi.
Yomi la fissò per qualche secondo, poi, distogliendo lo sguardo, mormorò:
-Si vede che sei sua sorella… Anche Atticus avrebbe detto una cosa simile.
-Io non sono come mio fratello; mi sento solo responsabile del vostro litigio e voglio rimediare, niente di più!
-Responsabile? Cosa ti fa pensare che tu sia responsabile del nostro litigio?
-Perché so che ti ha dato fastidio vederci insieme… Probabilmente avrebbe dato fastidio anche a me e mi dispiace che sia successo!

Come se il motivo reale fosse quello… Credo che prima o poi avremmo finito con il litigare; era solo una questione di tempo. E la colpa è mia! Ho continuato a calpestare i suoi sentimenti e me ne sono infischiata di lui per tutto questo tempo. Sono un’egoista! Ho pensato solo a me stessa e ho fatto di tutto per stare bene con la mia coscienza, senza pensare a come si sarebbero potuti sentire le persone che ho intorno.”
-Sei proprio una brava ragazza… Non mi stupirebbe se lui si innamorasse di te.
-Anche tu saresti una brava persona, se solo tu fossi un po’ più sincera con te stessa…
-Io sono sincera e non ho certo bisogno delle ramanzine di una mocciosa!
Detto questo, Yomi si alzò e si allontanò dalla banchina, diretta verso gli edifici principali. Una volta giunta di fronte al dormitorio Obelisk, si fermò qualche secondo davanti all’ingresso, indecisa se entrare o meno. Era consapevole di dover chiarire subito con il ragazzo e che più tempo perdeva, più difficile sarebbe stato ricucire il loro rapporto, ma non sapeva cosa dirgli né come dirglielo.

Dovrei chiedergli scusa per essermi arrabbiata, per avergli mentito e per aver dubitato di lui, ma non so come fare. Questa volta ho decisamente esagerato… Comunque sia, devo almeno rendergli la giacca o domattina non avrà niente da mettersi!”
Poi fece un sospiro profondo ed entrò all’interno dell’edificio. L’atrio era completamente deserto e non c’era nessuno ancora in piedi. La ragazza non era sorpresa di non vedere nessuno; sebbene fosse quasi estate era comunque mezzanotte passata e la maggior parte degli studenti si erano già ritirati nelle proprie stanze per riposare. Dopotutto il giorno dopo ci sarebbe stata lezione.
Cercando di non disturbare gli altri studenti e cercando di fare più silenziosamente possibile, salì le scale in punta di piedi e attraversò il corridoio del primo piano, fino alla stanza del ragazzo. Una volta giunta di fronte alla porta, la studentessa si fermò, titubante.

Bene, ci siamo! Dovrei bussare, no? E se sta già dormendo? Forse lo disturbo… Potrei cercare di parlargli domani mattina! Però sono arrivata fin qui, sarebbe ridicolo tornare indietro. Potrei provare a bussare e se non risponde me ne vado… No, meglio se ci rifletto su! Posso sempre parlarci domani!” pensò la giovane, mentre fissava la porta di legno della stanza, indecisa su cosa fare.
-Principessa, non vorrete mica arrendervi proprio adesso?-chiese lo spirito del samurai, comparendo all’improvviso al suo fianco. Era leggermente deluso per il comportamento della ragazza ed aveva deciso di intervenire, nonostante rischiasse di farla andare su tutte le furie per essersi intromesso di nuovo nei suoi affari.
-Yuki! Ti ho già detto che questi non sono affari tuoi! Sparisci!-strillò Yomi, nera dalla rabbia per l’intromissione inaspettata ed indesiderata, voltandosi di scatto verso la creatura, che, nel frattempo, era scomparsa di nuovo.
-Perché devi sempre essere così rumorosa?-chiese Zane, comparendo all’improvviso sulla porta della sua stanza. Doveva aver sentito gli urli della ragazza ed era uscito per impedirle di svegliare tutto il dormitorio.
-Cosa ci fai qui?-chiese, poi.
-Bè… Ecco…
-Lascia perdere, me lo spieghi dopo. Intanto entra…
Detto questo, afferrò la studentessa per un braccio e la trascinò all’interno della stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
-Allora, perché sei venuta fin qui?-disse, poi, voltandosi verso la ragazza.
-Dovevo renderti la giacca.-rispose l’altra, porgendogli prontamente l’indumento. L’Obelisk lo afferrò e lo posò sullo schienale della sedia, poi si voltò di nuovo verso la giovane e aggiunse:
-Tutto qui?
-Non mi ringrazi nemmeno?!-fece l’altra, risentita per l’atteggiamento freddo del giovane. Si aspettava di essere ricevuta un po’ più calorosamente ed il modo in cui l’aveva trattata faceva supporre che fosse molto più arrabbiato e deluso di quanto avesse creduto lei fino a quel momento.
-Dopo il modo in cui mi hai trattato?-le rispose l’altro, con noncuranza, cercando di non incrociare lo sguardo della studentessa.
Yomi si morse il labbro. Sapeva che aveva torto e che non avrebbe dovuto continuare ad avere quell’atteggiamento altezzoso nei confronti dell’altro ragazzo. Era lei ad aver sbagliato per prima e non si sarebbe dovuta meravigliare se l’altro avesse deciso di trattarla con freddezza.
-Se non hai nient’altro da dirmi, allora puoi anche andare…-fece il Kaiser, avviandosi verso la porta.

Devo scusarmi… Devo farlo in tutti i modi! Ma come faccio?! Non riesco a chiedergli scusa, sebbene sia consapevole che la colpa sia mia. Perché non sono capace di mettere da parte il mio orgoglio in una situazione come questa? Che razza di stupida…”
-Allora?-fece l’altro, indicando, con un cenno della mano, la porta aperta. Yomi lo fissò per qualche altro secondo, poi si inginocchiò all’improvviso, prostrandosi fino a sfiorare il pavimento con la fronte.
-Mi dispiace! Scusami! E’ tutta colpa mia; non dovevo comportarmi come ho fatto, non dovevo mentirti e non dovevo dubitare di te! Mi dispiace talmente tanto!-esclamò, continuando a tenere bassa la testa.
Zane si bloccò, sorpreso e imbarazzato. Poi richiuse la porta e si avvicinò alla ragazza.
-Mi dispiace di averti trattato male! E’ colpa mia, mi dispiace! Non volevo essere cattiva, né mentirti o accusarti ingiustamente!-continuò l’altra, senza avere nemmeno il coraggio di alzare gli occhi e guardarlo in volto.
-Yomi…-mormorò l’altro, inginocchiandosi di fronte a lei e mettendole una mano sulla spalla, per farle alzare la testa. La studentessa scosse il capo, continuando a tenerla premuta contro il pavimento.
-Mi dispiace! Anche se forse adesso mi odi… Mi dispiace comunque!
-Accetto le tue scuse, ma adesso alzati.
-Mi dispiace…-mormorò l’altra, alzando lo sguardo verso il ragazzo.
-Lo so, ho capito. Non c’è bisogno di ripeterlo così tante volte.
-Però…
-Stasera sei un più strana del solito. E’ successo qualcosa?
-Io non sono strana e non è successo niente…-commentò la studentessa. Zane le prese il volto con entrambe le mani, avvicinandosi fino a sfiorarle il naso.
-Io non potrei mai odiarti, ma vorrei che tu ti fidassi di me e che tu non mi mentissi. Su qualsiasi cosa…
-Mi dispiace…
Il Kaiser sorrise e la baciò a lungo. Poi si rialzò e si diresse di nuovo verso la porta, chiudendola a chiave.
-Cosa stai facendo?-chiese l’altra, leggermente sorpresa.
-Chiudo la porta a chiave…
-Perchè?
-Non puoi uscire da questa porta. Non adesso, perlomeno…-fece l’altro, mentre riponeva la chiave su un tavolino bianco che si trovava lì vicino.
-E chi l’avrebbe deciso?-continuò la ragazza, alzando il sopracciglio. Non era riuscita a nascondere il suo disappunto, né nei suoi modi di fare, né nel tono della sua voce.
-Non puoi gironzolare per il dormitorio a mezzanotte. Crowler sta facendo il suo giro d’ispezione, per controllare che tutti gli studenti siano nelle proprie stanze. Se ti vedesse, andrebbe su tutte le furie e potrebbe anche decidere di espellerti.
-E da dove dovrei passare?!
-Puoi passare dalla finestra…-le rispose il Kaiser, indicando la finestra che si apriva sulla stanza.
-Stai dicendo che dovrei saltare di sotto?
-Personalmente preferirei che tu non lo facessi, ma l’alternativa sarebbe che tu rimanga qui a dormire. Non so quanto tempo passerà prima che il vice-cancelliere ritorni in camera sua e non voglio rischiare che ti becchi, perciò non vedo alternative. Ovviamente devi decidere tu, ma sappi che non ti farò passare dall’ingresso principale. Non voglio che tu sia espulsa…
Yomi lo fissò per qualche secondo pensierosa, poi, sospirando, fece:
-Immagino di non avere altra scelta che rimanere qui, per stanotte. Non ho voglia di mettermi a fare la teppista saltando dalle finestre… E se lo facessi, tu ti preoccuperesti!
Zane sorrise leggermente, poi fece:
-In tal caso, puoi dormire sul mio letto. Io dormirò sul divano…
-Anche tu puoi dormire sul letto, no?
-Non voglio metterti a disagio…
-Guarda che io non ho nessun problema a dormire insieme al mio ragazzo…
-Ne sei sicura?-chiese il Kaiser, sorpreso.
-Perché non dovrei?
Il ragazzo non rispose e appoggiò la schiena alla porta. Yomi lo guardò per qualche secondo, pensierosa, poi si sedette sul letto, si tolse le scarpe e la giacca e fece:
-E’ più di mezzanotte; è meglio se riposiamo.
-Ne sei sicura?-chiese, di nuovo, l’altro studente.
-Per me non è un problema. Basta che tu tenga le mani ferme mentre dormo!
-Io non faccio proprio niente contro la tua volontà.
Detto questo, l’Obelisk fece il giro e si sedette sull’altro lato del letto. Allungò una mano e sfiorò i lunghi capelli castani dell’altra, poi le accarezzò delicatamente il volto.
-A dir la verità, mi piacerebbe che tu dormissi con me tutte le volte…-aggiunse dopo un po’.
-Se vuoi possiamo-
-Ora non è il momento per parlarne. E’ tardi e domani ci sono le lezioni…-disse l’altro, interrompendo la ragazza del secondo anno. Poi si alzò e si diresse verso l’interruttore per spegnere la luce. Una volta che il buio calò nella stanza, ritornò verso il letto e scivolò sotto le coperte, di fianco alla studentessa. Si sdraiò accanto a lei, cingendole i fianchi con le braccia ed attirandola a sé, finché non avvertì il contatto con il suo corpo. Yomi si raggomitolò, facendosi più piccola di quanto non lo fosse realmente, così da occupare meno spazio possibile, e affondò il volto nel petto dell’altro. Zane le accarezzò la testa, dolcemente, come era solito fare quando erano soli, finché non si addormentarono, l’una nelle braccia dell’altro.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Una giornata movimentata ***


Capitolo 4- “Una giornata un po’ movimentata


Agosto e le vacanze estive erano ormai alle porte e gli studenti dell’Accademia, dopo aver sostenuto i tanto temuti esami di fine trimestre, si stavano godendo gli ultimi giorni di scuola sull’isola, prima di poter tornare a casa dalle famiglie. Le giornate si erano allungate parecchio e anche il clima si era fatto ancora più torrido, tanto che gli studenti preferivano trascorrere il loro tempo in spiaggia, piuttosto che all’interno del campus.
Quel giorno Yomi era stata chiamata dal cancelliere. Al telefono l’uomo non aveva detto granché, eccetto che doveva vederla urgentemente, e la ragazza non aveva fatto domande. Sebbene non avesse la più pallida idea del motivo che si celava dietro quella chiamata, non si preoccupava più di tanto. Sapeva che non aveva fatto niente di grave e, dopo essere stata rimproverata da Zane qualche mese prima, aveva anche smesso di gironzolare intorno al dormitorio abbandonato. Per quanto riguardava Alexis, la ragazza aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola con nessuno e Yomi le aveva creduto. Così, quella mattina del 31 luglio, la studentessa del secondo anno si stava dirigendo verso l’ufficio di Sheppard, senza sapere del perché l’uomo volesse vederla.
Una volta giunta di fronte alla porta della stanza, bussò leggermente ed entrò, senza nemmeno attendere una risposta da parte del cancelliere.
-Volevate vedermi?-fece, una volta entrata.
L’uomo pelato era in piedi, accanto alla poltrona, con le spalle rivolte alla porta e lo sguardo fisso sulla vetrata che si trovava dietro alla scrivania. Stava osservando interessato un puntino blu e rosa che si trovava proprio di fronte all’ingresso della scuola e non si era ancora accorto che la giovane era appena entrata.
-Dovrei comprarle un furgoncino nuovo…-mormorò, tra sé e sé, continuando a guardare fuori dalla finestra.
-Cancelliere?-fece Yomi, cercando di attirare l’attenzione dell’uomo. Ci riuscì, tanto che Sheppard sussultò leggermente, girandosi di scatto verso la sua studentessa.
-Yomi! Da quanto tempo sei qui?
-Sono appena entrata… Piuttosto, volevate dirmi qualcosa?
-Ah, sì! Menomale che sei venuta subito! Ho bisogno che tu mi faccia un favore…-disse l’uomo, mentre si avvicinava alla scrivania.
-Un favore?-chiese Yomi, tirando inconsciamente un sospiro di sollievo. Era abbastanza sicura che nessuno avesse scoperto della sua incursione notturna al dormitorio abbandonato, ma, in fondo, non ne era certa e il dubbio che qualcuno avesse potuto vederla aveva continuato a tormentarla per tutto il tempo.
-Si tratta di Chumley…-continuò l’altro.
-Chumley? Cos’è successo?
-Non si è mai presentato a lezione e non ha sostenuto il test di fine trimestre. Probabilmente non ha digerito il fatto di essere stato bocciato l’anno scorso, nonostante tutto il suo impegno…
-In effetti, da quando ha saputo di essere stato bocciato, ha iniziato a chiudersi in camera sua, cercando di evitare tutti gli altri studenti. E so anche che non è mai andato a lezione…
-Se continua così sarò costretto a bocciarlo di nuovo e questa volta non potrà più ripetere l’anno qui. Per questo vorrei che ci parlassi tu. Sei sua amica; sono sicuro che sapresti come aiutarlo!
-Non vedo come potrei aiutarlo… Da quando è riniziato l’anno, non l’ho ancora visto, né l’ho mai chiamato. L’ho praticamente abbandonato, perciò non vedo come potrei essere d’aiuto. Probabilmente mi odia pure…
-Finché non ci provi, non puoi saperlo! Se è veramente tuo amico, sono sicuro che capirà.
-Non sarebbe meglio se ci parlaste voi professori?
-Non credo che questo sia un problema che noi professori possiamo risolvere. Se si rifiuta di venire a lezione è perché non si fida di noi e, in questo momento, lui ha bisogno di parlare con una persona di cui si fidi. E’ per questo motivo che ho chiesto a te…
-E se non si fidasse nemmeno di me?
-Allora non saprei proprio cosa fare…
-Io non sono la persona più adatta…-continuò, imperterrita, la ragazza. Era certa di non essere la persona più adatta per quell’incarico delicato.
-Sei la nostra unica speranza! L’ultima cosa che voglio è cacciare un bravo ragazzo come Chumley… Ti prego, Yomi!-insistette il cancelliere.
-Va bene, ho capito. Cercherò di fare del mio meglio, ma non le posso assicurare niente.
Detto questo, la ragazza fece per uscire dall’ufficio, quando l’uomo la fermò e disse:
-Ho saputo che tuo fratello si è segnato per l’esame di ammissione che si terrà fra qualche settimana.
-Jaden non è una testa calda come me, non si preoccupi!
-Lo so bene; i tuoi genitori me lo hanno già detto…
-Davvero?-chiese l’altra, sorpresa.
-E’ un ragazzo interessante…
-Può darsi… Comunque sia, non è detto che sarà ammesso in Accademia; lo studio non è mai stato il suo forte. Adesso devo andare… Con permesso!-fece la ragazza, inchinandosi leggermente. Poi uscì dalla stanza. Sheppard sorrise leggermente, poi ritornò ad osservare il puntino rosa e blu che, nel frattempo, continuava a fare la spola tra il magazzino e il furgoncino, trasportando faticosamente scatoloni e casse ricolme di cibo in scatola.
Yomi, nel frattempo, aveva appena finito di svoltare l’angolo alla fine del corridoio e stava per scendere le scale, quando si sentì chiamare per nome. In fondo alla rampa, appoggiato con le spalle al muro e le braccia conserte, c’era il Kaiser. La stava fissando, talmente accigliato che la ragazza iniziò a domandarsi cosa avesse combinato di grave.
-Eri da Sheppard?-chiese Zane, continuando a rimanere appoggiato al muro.
-Sì, perché?-fece, a sua volta, la Obelisk, mentre scendeva le scale.
-Non ti sarai mica fatta beccare?
-No, non preoccuparti… Mi ha solo chiesto un favore.
-Yomi-
-Zane, ti ho già detto che ho abbandonato quelle ricerche. Dovresti fidarti…-lo interruppe l’altra, fermandosi di scatto a pochi gradini di distanza da lui. Il giovane distolse lo sguardo, senza aggiungere altro.
-Riguarda Chumley…-continuò poi, mentre finiva di scendere i restanti scalini.
-Chumley?-chiese, sorpreso, l’altro studente.-Perché?
-Vogliono che lo convinca a frequentare di nuovo le lezioni. Dopo che è stato bocciato, si è praticamente rinchiuso in camera ed esce giusto per mangiare. I professori e il cancelliere sono preoccupati, ma non hanno intenzione di intervenire, perciò hanno chiesto a me. Ma nemmeno io so cosa fare…
-Dubito che tu possa convincerlo…
-E’ quello che penso anch’io. Tra le altre cose, ho la sensazione che mi detesti…
-Non essere ridicola! Non credo proprio che ti odi; probabilmente ha solo bisogno di rimanere da solo per un po’.
-Ma io l’ho abbandonato! Ero talmente concentrata sulla ricerca degli studenti scomparsi che mi sono dimenticata di lui. E di te…
-Non dovresti continuare a pensarci. Per quel che mi riguarda, ti sei già fatta perdonare…
Detto questo, il ragazzo accennò un sorriso e si scostò dalla parete, facendo qualche passo in avanti.
-C’è una cosa che vorrei darti…-fece, poi.
-Una cosa?
-Ne riparliamo dopo…
-Perché?! Non è giusto, mi hai incuriosita!-protestò l’altra, alzando leggermente la voce.
-Per qualche ora non sarà la fine del mondo; cerca di portare pazienza una volta ogni tanto.
Zane si chinò e le baciò la fronte, poi le scompigliò i capelli e si allontanò dalla Obelisk, lasciandola in mezzo al corridoio, curiosa di sapere di cosa parlasse il Kaiser e indispettita per essere stata lasciata sulle spine.
-Che antipatico…-mormorò Yomi, mentre lo guardava allontanarsi. Poi sospirò e, cercando di dimenticarsi del ragazzo, si allontanò dalla parte opposta, per dirigersi verso il dormitorio rosso.
Scese fino al piano terra e attraversò tutto l’atrio, uscendo dall’edificio principale. Si incamminò sul vialetto sterrato che portava all’edificio degli Slifer e, in una decina di minuti, fu davanti alla vecchia catapecchia. Il dormitorio era sempre lo stesso; la struttura era talmente malandata che sembrava dovesse cadere da un momento all’altro. Alcune tegole del tetto erano saltate ed erano cadute sul terreno sottostante, mentre un pezzo della gronda si era staccato dalle fascette in rame che lo reggevano e penzolava su un lato. Yomi fece un sospiro profondo, poi decise di andare a bussare alla camera dell’amico, sperando di riuscire a parlarci e a convincerlo a tornare a lezione. Salì la scala esterna che portava al piano superiore dell’edificio, facendo attenzione ad evitare i gradini marci, e si diresse alla stanza da letto. La ragazza ricordava benissimo quale era e, una volta giunta di fronte, diede qualche colpo alla porta, senza tanti convenevoli. Da dietro, una voce debole e piagnucolosa biascicò qualcosa sul fatto che non ci fosse nessuno.
-Chumley, sono Yomi. Aprimi!-esclamò la Obelisk, ignorando completamente le lamentele dell’altro.
-Yomi?-chiese, sorpreso, l’altro. La voce si era fatta più forte e chiara, segno che il ragazzo si era avvicinato un po’ alla porta.
-Esatto! Adesso aprimi, devo parlarti!
-Vattene, non voglio vederti…-mormorò l’altro, da dietro la porta.
-Devo parlarti!
-Se stai cercando di convincermi a tornare a lezione, ti avverto subito che è tempo perso. Non ho alcuna intenzione di farlo! Ormai non ha alcun senso continuare a impegnarsi…
-Ti stai sbagliando! Non è tempo perso e tu hai ancora diverse possibilità!-esclamò Yomi, alzando sempre più il tono della voce.
-Perché vuoi illudermi? Ormai non ho speranze; non sono mai stato portato per duellare. Io non sono come te, io non ho alcun talento! Tu sei bravissima, intelligente, hai un carattere forte e una volontà di ferro, non ti fai scoraggiare da niente… Io non sono come te, perciò tu non puoi capirmi.
-Chumley…-insistette l’altra.
-Mi dispiace che tu ti stia preoccupando per me, ma ormai ho deciso che finirò l’anno in questo modo, perciò gradirei che tu non cercassi di farmi desistere.
-Non se ne parla! Io non accetto una decisione del genere senza nemmeno vederti in faccia! Aprimi e parliamone insieme!-strillò la ragazza, sempre più nervosa per il comportamento testardo dell’amico.
-Non c’è niente di cui parlare; non è una decisione che spetta a te. Adesso vattene!
Yomi fece per ribattere, poi ci ripensò e non disse niente. Continuò ad osservare la porta chiusa, cercando di trovare il modo migliore per farlo ragionare e farlo, perlomeno, uscire dalla stanza.

Sono mesi che si è chiuso qui dentro… Deve esserci un modo per farlo uscire, ne sono sicura! Devo capire dove sta il problema e farlo ragionare. Non può trascorrere il resto dell’anno chiuso in camera e farsi bocciare! Se non riesce a passare, sarà costretto ad abbandonare per sempre l’Accademia e rinunciare ai suoi sogni. In quanto sua amica, è una cosa che non posso lasciargli fare. Anche a costo di essere odiata, non posso rimanere ferma e lasciare che si rovini con le sue stesse mani! In questo caso, è mio dovere intromettermi nei suoi affari e fargli capire che sta sbagliando. E per farlo devo solo trovare un modo per entrare in camera sua…” pensò, mentre si guardava intorno, alla ricerca di un modo per intrufolarsi all’interno della stanza. Controllò lo stipite della porta e la serratura, valutando quanto potesse essere facile scassinarla.
-La serratura è vecchia e potrei benissimo scassinarla con una forcina… Però, se lo facessi, Crowler andrebbe su tutte le furie. Una volta scassinata, diventa inutilizzabile e non posso danneggiare un oggetto della scuola, per quanto possa essere malridotto. Sarebbe meglio trovare un altro modo per entrare…-mormorò tra sé e sé, alzando lo sguardo al tetto. Poi percorse il corridoio esterno in lungo e in largo, due o tre volte, osservando attentamente il tetto e cercando di trovare una via alternativa.
-Ma certo! La finestra! Posso passare da lì!-esclamò, ad un certo punto, bloccandosi di scatto di fronte alla porta di un’altra camera. Poi diede una rapida occhiata al tetto e al parapetto del corridoio, valutando la distanza tra i due.

Dovrei riuscire a farcela! Se riesco a salire sul tetto, poi mi basta scendere dall’altra parte ed entrare dalla finestra. Con questo caldo sono sicura che sia aperta! Una volta entrata in camera, dovrà ascoltarmi per forza!” pensò, certa di riuscire nel suo intento. Poi salì sul parapetto e, cercando di mantenere l’equilibrio per non cadere di sotto e farsi male, si diede lo slanciò e, con un po’ di fatica, si issò sul tetto malridotto del dormitorio rosso e si mise in piedi sulle tegole rotte, cercando di non inciampare. Stava per dirigersi verso l’altro lato della costruzione, quando un urlo catturò la sua attenzione. Sotto di lei, di fronte all’edificio, c’erano due studenti, probabilmente matricole, che stavano cercando di attirare la sua attenzione in tutti i modi possibili.
-Ehi, tu! Si può sapere cosa stai facendo?!-strillò uno dei due, affinché la ragazza potesse sentirlo.
-Non sono affari tuoi, nanerottolo!-gli rispose la studentessa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
-Come ti permetti! Guarda che lo sto dicendo per te! Se cadi da lassù, potresti anche farti male!
-Ti ripeto che non sono affari tuoi! Adesso vedi di sparire!
Detto questo, Yomi fece per passare dall’altra parte, quando un’altra voce la bloccò in bilico sul tetto.
-Yomi, scendi subito da lassù!
Era una voce calma, quasi gentile, ma che non nascondeva una leggera punta autoritaria. La ragazza sapeva a chi apparteneva e sapeva anche che avrebbe dovuto obbedire se non voleva passare dei grossi guai.
-Professor Banner…?
L’uomo era in piedi, accanto ai due studenti, insieme a Faraone che, come sempre, si trovava tra le sue braccia. Nonostante stesse sorridendo come sempre, Yomi sapeva bene che era su tutte le furie e che quel suo sorriso non rifletteva i suoi veri pensieri.
-Yomi, se non vuoi passare dei guai, scendi subito da lassù!-continuò l’uomo, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non posso! Devo fare una cosa!-provò a protestare la studentessa.
-Una cosa?-chiese l’altro, leggermente sorpreso.
-Non si preoccupi, non mi farò male!
-Non m’interessa! E’ pericoloso e se ti succedesse qualcosa la colpa ricadrebbe sulla scuola, perciò scendi subito da lassù.
-Non si preoccupi, farò in fretta!
-Se non scendi subito, dovrò riferire tutto a Sheppard. Potresti anche essere espulsa…
-Le ho già detto che farò in fretta!
-Non è questione di quanto tempo ci metti; è pericoloso salire su un tetto! Scendi!-le intimò l’uomo, alzando leggermente la voce. Yomi lo fissò per qualche minuto, poi decise che sarebbe stato molto più saggio obbedire ed evitare ripercussioni sulla sua carriera scolastica. In fondo, se anche Banner si era arrabbiato significava che l’aveva combinata grossa. Così ritornò sui suoi passi e scese dal tetto, delusa di non essere riuscita nel suo intento. Il professore la raggiunse al primo piano della palazzina e, afferrandole un orecchio la trascinò fino alla caffetteria, per farle una lavata di capo di cui non si sarebbe dimenticata troppo in fretta. Dopo averle spiegato una trentina di volte quanto sarebbe potuto essere pericolo, decise di lasciarla andare a patto che il giorno dopo le consegnasse un tema di dieci pagine sulle conseguenze del suo gesto, giusto per essere sicuro che la studentessa avesse realmente capito la gravità delle sue azioni. Yomi gli lanciò un’occhiataccia, ma preferì non ribattere per non far indispettire ulteriormente l’uomo.
Dopo essersi congedata dall’insegnante, decise che avrebbe passato un foglio sotto la porta di Chumley, sperando che quest’ultimo lo avrebbe letto. Prese un foglio da un blocchetto che si trovava su uno dei tavoli della caffetteria e scrisse qualche breve riga, in cui si scusava per averlo trascurato e lo pregava di ritornare a lezione o, perlomeno, di parlare con lei, perché era certa che “tutto si sarebbe risolto nel modo migliore”. Appena finito di scrivere, uscì dalla stanza, ripercorse il corridoio esterno che portava alle camere del primo piano, si fermò di fronte alla stanza dell’amico e infilò il foglio sotto la fessura dell’uscio. Poi bussò e si allontanò, lanciando un’occhiata alla porta della stanza, nella speranza che il ragazzo notasse il pezzo di carta ripiegato in quattro e decidesse di leggerlo.
La ragazza ritornò sul vialetto che portava agli edifici principali, diretta di nuovo verso l’ufficio del cancelliere per comunicargli che la sua missione non era andata a buon fine e che non aveva potuto fare niente per parlare a voce con l’amico e convincerlo a tornare a lezione. Era ormai in prossimità dell’imponente ingresso, quando lo spirito del samurai rosso cremisi comparve al suo fianco, con un’espressione talmente spaventata che sembrava avesse visto un fantasma. E, come sempre, la sua apparizione improvvisa spaventò non poco la studentessa, che, dalla paura, lanciò uno strillo, attirando l’attenzione dei pochi studenti che si trovavano nelle vicinanze.
-Yuki, perché diavolo devi sempre apparire in questo modo e quando sono in mezzo ad altre persone?!-sibilò la ragazza, a bassa voce, affinché nessuno, eccetto lo spirito, potesse sentirla.
-Sono desolato…
-Allora, cosa vuoi?
-Ho avuto una sensazione di pericolo e ho pensato che fosse meglio venire a dare un’occhiata…-mormorò lo spirito, abbassando lo sguardo in terra.
-Yuki?-fece Yomi, perplessa. Era la prima volta che vedeva il samurai fare un’espressione così terrorizzata e la cosa non la faceva stare tranquilla. Lo spirito di Duel Monster si sfiorò il braccio sinistro, continuando a tenere lo sguardo basso, come ad evitare quello della sua padrona.
-C’è qualcosa che non va? Devo preoccuparmi?-insistette l’altra, alzando leggermente la voce in preda all’ansia. C’era qualcosa di strano nel mostro e Yomi non riusciva a capire cosa potesse averlo turbato tanto. Era sempre stato un tipo pacato e riflessivo, che non si faceva prendere troppo dalle emozioni e che rifletteva sempre su ciò che gli accadeva intorno. Per certi versi era esattamente il tipo di consigliere di cui aveva bisogno lei.
-Mi è sembrato di avvertire l’oscurità intorno a voi, ma probabilmente mi sono sbagliato… Adesso non avverto più niente, perciò non dovete preoccuparvi.
-Non riesco a capirti…-mormorò Yomi, leggermente confusa.
-L’oscurità che ho avvertito era molto potente e avrebbe anche potuto farvi del male se si fosse materializzata nel vostro mondo. Per questo motivo sono uscito; volevo proteggervi. Però, non appena mi sono materializzato, quell’energia è sparita del tutto. Potrei essermi sbagliato, ma era talmente forte e nitida che ne dubito fortemente.-continuò lo spirito, cercando di nascondere la sua ansia. La studentessa, però, se n’era accorta.
-Vuoi che faccia qualcosa? Io non capisco cosa tu abbia avvertito, perciò non so come comportarmi…
-Non preoccupatevi, ci penseremo noi a proteggervi. L’unica cosa che vi chiedo di fare è portarci sempre con voi, così, nel caso in cui voi siate in pericolo, possiamo intervenire e proteggervi. Vi chiedo solo di non lasciare il vostro deck, per nessuna ragione al mondo.-le rispose Yukimura, scuotendo leggermente il capo.
-D’accordo… C’è qualche altra cosa che devo fare?
-E’ sufficiente così; anche se non possiamo materializzarci in questo mondo, siamo forti a sufficienza da proteggervi dall’oscurità. Voi potete continuare la vostra vita di sempre…
-Hai un bel coraggio a dire una cosa del genere dopo avermi detto che c’è qualcosa o qualcuno che vuole farmi fuori!-protestò la ragazza, incrociando le braccia al petto, con fare stizzito. Il samurai abbozzò un sorriso, poi si inchinò e scomparve nel nulla, esattamente come tutte le altre volte, lasciando la ragazza da sola con i suoi pensieri.

Forse quello che ha detto Yuki ha a che fare con tutto quello che è successo negli ultimi mesi. Se così fosse, non mi sorprenderei più di tanto! Ultimamente stanno accadendo un sacco di cose assurde… Prima scompaiono degli studenti nel nulla e nessuno è in grado di dare una spiegazione logica alla loro scomparsa, anzi la faccenda è stata volutamente insabbiata. Poi trovo tutti quei simboli sul pavimento della stanza di Yusuke e quando provo a cercare qualcosa su Internet o in biblioteca non viene fuori niente di niente. Sembra che nessuno sappia cosa siano e non fanno parte di nessuna religione o setta. L’unica cosa che sono riuscita a fare è stato tradurre quella strana frase in latino, ma non mi dice niente di nuovo. «L’uomo dal nero mantello risorgerà dall’oscurità» Non capisco a cosa si riferisca e non capisco nemmeno cosa voglia dire… Anche quella strana caverna che ho scoperto sembra spuntata fuori dal nulla! Adesso che ci penso, quella volta che mi sono intrufolata nel dormitorio abbandonato ho avvertito una voce; non ho capito cosa mi stesse dicendo, però sono abbastanza sicura di averla sentita. Yukimura, però, non ha avvertito niente… Che strano! Questa storia è veramente assurda…”
La giovane stava riflettendo su ciò che era successo negli ultimi mesi, mentre camminava per il corridoio dell’edificio principale, diretta verso l’ufficio di Sheppard. Doveva ancora riferirgli il suo insuccesso e non aveva molto tempo per preoccuparsi di ciò che le aveva detto il samurai.
-Forse sto solo diventando paranoica…-mormorò tra sé e sé, mentre svoltava l’angolo e si fermava di fronte alla porta dell’ufficio. Bussò ed aspettò che l’uomo all’interno le desse il permesso per entrare; poi oltrepassò la porta, che si richiuse alle sue spalle.
-Yomi?! Che strano, non è da te entrare in questo modo!-fece Sheppard, mentre si voltava verso la studentessa. Si trovava in piedi, dietro la scrivania, con le braccia incrociate dietro la schiena.
-Perché?-domandò la ragazza, confusa per quella affermazione.
-Di solito entri senza aspettare alcuna risposta… Comunque sia, com’è andata con Chumley?
-Male; ho cercato di parlarci per convincerlo a tornare a frequentare le lezioni, ma non mi ha voluta neanche vedere. Così ho cercato di salire sul tetto ed entrare dalla sua finestra, ma-
-Sei salita sul tetto?!-la bloccò Sheppard, spalancando gli occhi dalla sorpresa.
-Forse era meglio se non dicevo niente…-mormorò Yomi, tra sé e sé.
-E’ pericoloso; potevi farti male!-continuò l’uomo grassoccio, sbattendo violentemente i palmi delle mani sul piano della scrivania.
-Infatti sono scesa subito…
-Non avresti dovuto nemmeno salirci.-commentò l’altro, portandosi una mano sulla fronte. Poi, guardando di nuovo la sua alunna, continuò:
-Non cambierai mai; dovresti evitare di metterti in pericolo inutilmente. Se ti fosse successo qualcosa, ci saremmo ritrovati la stampa accalcata all’ingresso. La notizia di un incidente, anche lieve, in una delle scuole migliori di tutto il mondo, avrebbe attirato i media come lucciole. Ed in questo momento l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è altra pubblicità gratuita. Dopo la scomparsa degli studenti, abbiamo attirato anche fin troppa attenzione…
-A proposito di quella storia, avete scoperto qualcosa?-chiese Yomi, interrompendo bruscamente il cancelliere.
-Non ancora, ma sono sicuro che prima o poi qualcosa salterà fuori. Dobbiamo solo avere fiducia!
-Capisco…
-Yomi, tu sei in grado di comunicare con gli spiriti di Duel Monster, vero?
Il cancelliere si voltò verso la ragazza, fissandola talmente tanto negli occhi che Yomi si sentì, per un breve istante, intimorita.
-Sì, perché me lo chiede?
-Se avverti qualcosa fuori dal normale, gradirei che tu mi avvertissi. Posso contare sul tuo aiuto?
-Certo…
-Perfetto, allora puoi andare!-fece il cancelliere, accompagnando la frase con un gesto della mano. Yomi fece un breve inchino e, pensierosa, uscì dalla stanza. Appena fuori dall’ufficio, Yuki ricomparve al suo fianco, chiedendole il motivo per cui non aveva riferito all’uomo ciò che aveva scoperto negli ultimi mesi.
-Non so se posso fidarmi di lui… La storia è ancora troppo contorta e io non ho nessuna certezza che Sheppard sia innocente.
-Dubitate di lui?
-Non proprio. In cuor mio so che è una brava persona, che ama realmente i suoi studenti, ma potrebbe essere indirettamente coinvolto. In fondo, non capisco perché mi abbia chiesto di aiutarlo… Potrebbe aver intuito che ho fatto qualche ricerca per conto mio e forse sta cercando il modo per smascherarmi. Devo essere cauta e non posso fidarmi di nessun’altro!
-Io penso che possiate fidarvi del cancelliere. O, quantomeno, potete fidarvi del vostro Zane!
-Cosa c’entra Zane adesso?!-esclamò l’altra, innervosita che lo spirito avesse tirato in ballo il fidanzato.
-Secondo me dovreste raccontargli tutto quello che avete scoperto…
-Non se ne parla! Finirebbe con l’arrabbiarsi inutilmente… O con il preoccuparsi… Gli ho detto che stavo svolgendo delle ricerche e per ora è sufficiente! Non c’è bisogno che sappia anche cosa ho scoperto.
-D’accordo, fate come credete…
Detto questo, il samurai dall’armatura rossa come il fuoco scomparve di nuovo, lasciando la padrona sola e immersa nei suoi pensieri più profondi.

Adesso che ci penso… Zane doveva darmi qualcosa, o sbaglio?”
All’improvviso si era ricordata della breve conversazione avvenuta qualche ora prima, così estrasse il dispositivo dalla tasca e chiamò il ragazzo.
-Hai già finito?-chiese lo studente del terzo anno, non appena comparve sullo schermo del palmare.
-Sì e non è andata bene…
-Mi dispiace, ma te l’avevo detto.-fece l’altro.
-Hai intenzione di girare il coltello nella piaga ancora per molto?!-esclamò l’altra, stizzita.
-No, stavo solo riflettendo ad alta voce. Scusa…
-Lascia perdere! Piuttosto, sbaglio o dovevi darmi una cosa?
-Ah, sì, hai ragione. Se vieni un attimo in classe mia, te la do.
-Uhm, ok, vengo subito…
Detto questo, la ragazza non aspettò nemmeno che l’altro replicasse, chiuse la conversazione e si avviò verso l’aula in cui le aveva dato appuntamento il Kaiser. Una volta giunta là, vide che Zane la stava già aspettando fuori dalla stanza, appoggiato al muro. Non appena la vide, si scostò e la raggiunse.
-Vedo che ci hai messo poco…-mormorò l’altro, non appena si fu avvicinato.
-Ero da Sheppard… Allora cosa dovevi darmi?!-chiese Yomi, curiosa di sapere cosa le dovesse dare il ragazzo.
-Che donna impaziente…
-Che uomo antipatico!
L’Obelisk la ignorò e, sorridendo leggermente, fece:
-Sai che giorno è oggi?
-Mi sono dimenticata qualcosa?-chiese, a sua volta, la studentessa.
-Direi di sì…
-Non capisco dove vuoi arrivare…-commentò l’altra, confusa e leggermente irritata dai giri di parole dell’altro studente.
-Oggi è il tuo compleanno… Non dirmi che te lo sei dimenticato?
-Non è vero, me lo ricordavo!-mentì la Obelisk, arrossendo per la vergogna. In quei giorni era stata talmente impegnata, che si era completamente dimenticata che, proprio l’ultimo giorno di luglio, compiva 17 anni.
-Lo immaginavo… Comunque, tanti auguri!-fece l’altro, porgendole un piccolo pacchetto, avvolto in una carta blu e bianca e decorato da un lungo fiocco color argento. Yomi lo prese delicatamente e iniziò a rigirarselo tra le mani, incerta se aprirlo o meno. Poi alzò lo sguardo al ragazzo e borbottò:
-Non dovevi regalarmi niente di niente…
-E’ solo un piccolo pensiero. Non fare la difficile e aprilo!
-Come vuoi…-mormorò l’altra, rossa dall’imbarazzo, mentre iniziava a scartare il pacchetto sotto gli occhi attenti del Kaiser.
-Ti piace?-chiese Zane, impaziente di sapere cosa ne pensasse la ragazza. Tra le mani della studentessa brillava un oggetto, grande poco più di una ventina di centimetri e dalla forma allungata come una matita. Era di legno, laccato in un rosso cupo e decorato, probabilmente a mano, con tanti piccoli fiorellini blu scuro, e dalla sua cima pendeva un piccolo origami a forma di cicogna e dello stesso colore della notte. Si trattava di una bacchetta cinese, una di quelle che si utilizzavano per raccogliere e fermare i capelli in una crocchia quando davano fastidio. Yomi fissò prima l’oggetto che aveva in mano e poi l’altro Obelisk, incerta su cosa dire.
-So bene quanto tu sia poco femminile, ma quando l’ho visto non ho potuto fare a meno di pensare a te. Hai i capelli molto lunghi e ho visto che d’estate, per raccoglierli, li attorcigli sempre intorno alle matite, perciò ho pensato che potesse tornarti utile. E sono sicuro che ti doni molto!
-Non so cosa dire…
-Non ti piace?-fece l’altro, leggermente preoccupato.
-No, anzi! E’ veramente bellissimo! Non credo di aver mai avuto niente di così bello in vita mia…
-Menomale…-sospirò Zane.
-Immagino che ti sia costato tanto…-commentò l’altra, stringendo l’oggetto al petto.
-Non più di tanto e comunque ne valeva la pena, se sono riuscito a renderti felice.
-Non era necessario che tu mi facessi il regalo. Mi basta averti accanto…
-Immaginavo che l’avresti detto, ma farti il regalo di compleanno era una cosa a cui tenevo parecchio. Prova a mettertelo; voglio vedere se ti sta bene…
Yomi lo guardò per qualche secondo, poi raccolse i capelli intorno alla bacchetta e, dopo aver fatto diversi giri, li fissò alla nuca. La cicogna in carta di riso le pendeva da un lato della testa e si muoveva seguendo i suoi movimenti, oscillando di qua e di là, come mossa dal vento, mentre il rosso del legno stagliava sul castano scuro dei capelli della ragazza.
-Sei bellissima…-mormorò il Kaiser, sorridendo di fronte all’imbarazzo della fidanzata.-Dovresti tenerli raccolti in questo modo più spesso! Sembri una geisha…
-Una geisha?! Tra tutte le cose che potevi dirmi proprio quella?!-esclamò l’altra, puntandogli un dito contro il petto e tendendosi verso il suo volto, con fare minaccioso.
Zane sorrise di fronte alla sua reazione, poi l’abbracciò improvvisamente e mormorò:
-Comunque sia, buon compleanno!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- I due fratelli ***


Capitolo 5- “I due fratelli


-Hai intenzione di andare a vedere gli esami di ammissione domani?-fece Zane, mentre riordinava le magliette nel suo armadio, dando le spalle alla ragazza. I due Obelisk si trovavano nella camera dello studente, nell’edificio del dormitorio blu. Settembre era ormai alle porte e con la fine dell’estate sarebbero anche giunti i tanto temuti esami d’ammissione e il secondo periodo dell’anno scolastico.
-Mi piacerebbe, ma Sheppard mi ha vietato di allontanarmi dall’isola.-gli rispose Yomi, sdraiandosi di schiena sul letto dell’altro.
-Perché?-chiese l’altro, voltandosi sorpreso.
-Non lo so…-gli fece l’altra, alzando le spalle.
-Se vuoi posso andare a dare un’occhiata al posto tuo.
-Lo faresti davvero?
-Per me non è un problema. Inoltre sono curioso di vedere come se la cavano le future matricole, tuo fratello compreso.-le rispose Zane.
-Allora grazie!
-Figurati.
Detto questo, lo studente prese una grossa scatola che si trovava su uno degli ultimi ripiani dell’armadio e la posò in terra, vicino al letto.
-Cosa c’è lì dentro?-chiese Yomi, curiosa. Aveva notato lo sforzo fisico che aveva fatto l’altro e si stava chiedendo cosa ci fosse dentro di pesante.
-Appunti…
-Appunti?
-Di due anni fa…-precisò l’Obelisk, aprendo la scatole e dando un’occhiata dentro, per controllare che non ci fosse niente di importante.
-Li hai tenuti tutti?-lo squadrò l’altra, alzando il sopracciglio.
-Pensavo che mi sarebbero potuti essere utili, ma adesso ne ho fin troppi e non so più dove metterli. Credo che mi toccherà buttarli via, però un po’ mi dispiace…
-Non capisco perché li hai tenuti…
-Scommetto che tu li avresti buttati via, dico bene?
-Se non servono, perché tenerli?
Zane sorrise alla fidanzata ma senza rispondere, poi prese la scatola, se la issò in braccio, cercando di non perdere l’equilibrio sotto il suo peso, e si diresse verso la porta.
-Vuoi una mano?-gli fece la ragazza, mettendosi a sedere.
-No, ce la faccio anche da solo. Aspettami pure qui…-le rispose l’Obelisk. Poi uscì dalla stanza, lasciando la porta leggermente aperta.
-Che testone! A volte non riesco davvero a capirlo…-mormorò Yomi, girandosi dall’altra parte, in modo da dare le spalle all’ingresso.

Adesso che ci penso, ormai è passato più di un anno da quando l’ho conosciuto. Sono cambiate tantissime cose in questo periodo di tempo ed anche io sono cambiata tantissimo. No, forse dovrei dire che sono tornata quella di una volta… Loro sono riusciti a fare breccia nella mia armatura e io dovrei solo ritenermi fortunata. Non tutti hanno la fortuna di riuscire a gettarsi il passato alle spalle e a riniziare da capo. Ho avuto la fortuna di conoscere delle persone fantastiche che mi hanno sostenuto e mi hanno aiutato a superare i miei complessi e le mie paure. Dovrei davvero ritenermi fortunata...”
Ormai erano dieci minuti che si trovava da sola nella camera, quando il suo sguardo cadde sul comodino del ragazzo. In fila, una accanto all’altra, c’erano tre portafoto, rettangolari e dalla cornice bianco lucido. Erano tutte e tre rivolte verso la parete, in modo da nascondere le foto che contenevano ad occhi indiscreti.

Non credo di averle mai viste prima d’ora. E non mi sorprende il fatto che le abbia girate! E’ talmente riservato che scommetto trovava fastidioso che chiunque potesse vedere i suoi preziosi ricordi.” pensò, mentre si alzava e si avvicinava al mobiletto, curiosa di vedere cosa contenevano. Le girò e, con sua grande sorpresa, vide che erano vuote.
-Non contengono nessuna foto… Questo è davvero strano! Perché dovrebbe tenere tre cornici vuote? Non ha senso nemmeno per il suo assurdo modo di pensare…-mormorò tra sé e sé, mentre rimetteva gli oggetti al loro posto. In quello stesso momento, l’Obelisk rientrò nella stanza.
-Che stai facendo?-fece Zane, sorpreso di vedere la ragazza in piedi di fronte al comodino.
-Niente, stavo solo guardando queste cornici. Pensavo che ci avessi messo delle foto e invece sono vuote…
-In realtà, fino a qualche tempo fa c’erano…-la interruppe l’altro, mentre richiudeva la porta alle sue spalle.
-Davvero? E perché l’hai tolte?
-Mi mettevano tristezza quando le guardavo. Alla fine, però, non ho bisogno di ricordi fittizzi; mi bastano quelli che conservo qui dentro.-disse Zane, indicandosi la parte sinistra del petto. Yomi lo guardò per qualche secondo, senza rispondere, poi abbassò gli occhi.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?-chiese l’altro, notando la strana reazione della ragazza.
-Mi stavo solo chiedendo se non fosse un po’ triste… Anche se conservi quei ricordi nel tuo cuore, credo che tenere delle fotografie sia ugualmente importante. Almeno sei sicuro che non dimenticherai…
-Guarda che non l’ho buttate, le conservo ancora in un cassetto segreto. Le ritengo solamente troppo personali per lasciarle in bella mostra in camera. Tutto qui!
-Dovevo immaginarlo…-fece l’altra, sbuffando. Poi, incrociò entrambe le braccia al petto e disse:
-Comunque, domani dovrai seguire attentamente l’esame e tenermi informata costantemente su tutto quello che succede. D’accordo?
-Non preoccuparti, sono sicuro che tuo fratello riuscirà ad essere ammesso.-commentò l’altro, accennando un sorriso.
-Non sono mica preoccupata!
-Bugiarda…
Yomi lo squadrò per qualche secondo, poi, cercando di fare finta di nulla, continuò:
-Bè, comunque, sono sicura che anche tuo fratello riuscirà a passare l’esame…
-Lo spero per lui.
-Dovresti avere più fiducia in lui!-lo rimproverò l’altra, mettendosi entrambe le mani sui fianchi.
-Tu non lo conosci; Syrus non è un bravo duellante e continuo a pensare che questo non sia il posto adatto a lui. Non vorrei che abbia deciso di iscriversi qui solo per seguire le mie impronte; sarebbe il suo errore più grande.
-L’ha già fatto? Intendo, fare una cosa solo perché l’hai fatta tu…
Zane la fissò per qualche secondo, pensieroso; poi si grattò la testa e disse:
-L’ha sempre fatto. Quando eravamo più piccoli, faceva tutto quello che facevo io e cercava di emularmi in ogni cosa. Voleva essere come me, sempre e in tutto. Non mi è mai importato il fatto che continuasse a fare ciò che facevo io, però non ho mai capito perché lo facesse dal momento che siamo due persone diverse. Siamo completamente diversi, abbiamo gusti diversi e modi diversi di porci, non ha senso che cerchi di fare ciò che faccio io. Dovrebbe piuttosto trovare una via tutta sua. E’ per questo che non sono mai stato convinto della scelta che ha fatto. E, ad essere sincero, spero davvero che venga bocciato…
-Non dovresti pensare a una cosa del genere. Sei suo fratello; se non hai fiducia te in lui, non l’avrà nessun’altro.
L’Obelisk si lasciò scappare una risatina.
-Guarda che è un discorso serio e importante! Oggi sei veramente antipatico!-sbottò l’altra, infastidita.
-Lo so, scusami. Stavo solo pensando che tu sei davvero una persona migliore di me e non riesci ancora a rendertene conto.
-Io non sono migliore di nessuno e di certo non sono migliore di te.
-Forse no, ma hai delle qualità che vorrei avere io. Mi piacerebbe avere con Syrus lo stesso rapporto che condividi con tuo fratello; sono sicuro che risolverebbe gran parte dei nostri problemi.
-I tuoi problemi con tuo fratello sono dovuti al fatto che insisti con il non comunicare con lui. Se non ci parli chiaramente, non puoi pretendere di appianare le vostre divergenze.
-Ormai è passato talmente tanto tempo che non credo abbia senso iniziare a farlo ora…
-Non sono assolutamente d’accordo, ma non posso costringerti a fare ciò che non vuoi.
-Yomi…
-Ricordati di tenermi informata su quello che succederà domani…
Detto questo, la studentessa del secondo anno salutò il ragazzo con un gesto della mano ed uscì dalla stanza, lasciandolo da solo.

Sono veramente fortunato ad avere una ragazza come lei! E’ molto più saggia ed intelligente di quanto dimostri, anche se qualche volta è intrattabile. Ma posso sopportare tutti i suoi difetti peggiori se questo significa poter continuare a camminargli accanto…” pensò Zane, mentre osservava dalla finestra la studentessa uscire dal portone dell’edificio Obelisk.

***

Erano trascorsi due giorni dalla fine dell’esame d’ammissione e dalla pubblicazione dei risultati. Gli studenti ammessi avrebbero dovuto raggiungere l’isola nel giro di poche ore e il giorno dopo sarebbero dovute riniziare le lezioni. Quella mattina, Yomi stava correndo verso l’edificio Slifer, per avvertire Chumley dei nuovi compagni che, di lì a poco, sarebbero dovuti arrivare. Qualche ora prima aveva visto atterrare un elicottero ed aveva immaginato che fosse quello che trasportava i nuovi studenti e, eccitata all’idea di poter rivedere il fratello, aveva deciso di condividere la sua gioia con l’amico del dormitorio rosso.
Sono sicura che sarà contento all’idea di avere nuovi compagni! Magari è la volta buona che riesco a tirarlo fuori da camera sua… Spero che si degnerà perlomeno di ascoltarmi. Forse, questa volta riesco pure a parlarci faccia a faccia, invece che attraverso la porta!” pensava, mentre saliva velocemente i gradini che portavano al piano superiore del piccolo edificio fatiscente e si dirigeva verso la stanza dell’amico. Poi, senza nemmeno bussare, la spalancò, strillando il nome dell’amico.
Dentro, proprio in piedi di fronte all’ingresso, con sua grande sorpresa, trovò due ragazzini con la divisa rossa, spaventati per il suo brusco ingresso. Uno dei due era molto familiare, con i soliti capelli castani e spettinati che ricordava, e i grandi occhi marroni che la fissavano tra lo stupito e il contento. L’altro era molto più basso, con un paio di occhiali sul naso e dei voluminosi capelli azzurrognoli e sembrava terrorizzato dalla sua presenza.
-Jaden?-fece Yomi, non appena riconobbe il ragazzo castano che aveva di fronte.
-La conosci?-chiese il ragazzo dai capelli azzurrognoli, indicandola e rivolgendosi verso l’altro studente.
-Bè, sì, lei è-
-Jaden! Non ci credo! Che bello rivederti! Sono veramente contenta!-esclamò la studentessa, interrompendolo e saltandogli al collo, facendogli quasi perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento.
-Che invidia! Siamo qui da poco più di un’ora e sei già popolare tra le ragazze…-mormorò l’altro Slifer, sospirando rumorosamente.
-Ti sbagli Syrus, lei è solo mia sorella!-fece il castano, rivolgendosi all’amico.
-Sorella? Hai una sorella?
-Una sorella maggiore, per la precisazione.-disse Yomi, mentre si separava dal fratellino.
-Davvero?!-esclamò l’altro, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
-Il mio nome è Yomi. Yomi Yuki. Tu, invece, sei…?-continuò l’altra, tendendogli la mano in segno di saluto.
-Eh, ecco… Mi chiamo Syrus Truesdale… Molto piacere!-fece l’altro, rosso in volto dall’imbarazzo, accompagnando la frase con una serie di goffi inchini. Yomi si lasciò sfuggire una risatina, di fronte alla goffaggine della matricola. Poi rivolgendosi verso Jaden, iniziò a tempestarlo di domande su come aveva trascorso l’anno precedente.
-Ho fatto le solite cose… Piuttosto, sono veramente eccitato all’idea di essere qui! Dovresti sapere cosa mi è successo durante l’esame di ammissione!
-Credo di saperlo; hai duellato contro Crowler, vero?
-Come fai a saperlo?! Eri tra il pubblico?
-No, ma una persona che era presente mi ha raccontato tutto…
-Quindi sai già come si è svolto?! Che peccato; avrei tanto voluto raccontartelo io!-esclamò l’altro, leggermente deluso.
-Ehi!-fece Chumley, affacciandosi dal letto a castello e guardando accigliato il gruppetto.-Se avete voglia di chiacchierare, potete anche uscire di qui! Non ho alcuna voglia di sentirvi parlare di stupidaggini con il solito tono pieno di speranza che hanno i mocciosi. Ho sonno e voglio riposarmi, perciò sparite!
-Che tipo…-mormorò Syrus, lanciandogli un’occhiataccia.
-Chumley, non puoi continuare così. Prima o poi dovrai tornare a lezione!-esclamò Yomi. L’altro studente non rispose e si voltò dall’altra parte, tornando a dare le spalle al gruppetto. La ragazza lo guardò per qualche secondo, leggermente preoccupata, poi decise di lasciar perdere e, rivolgendosi agli altri due, chiese:
-Allora, come vi sembra la vita in Accademia?
-E’ fantastica! Se tutti i professori sono come Crowler, ci sarà da divertirsi! Inoltre, anche il dormitorio dove siamo stati messi sembra divertente! E il rosso è un colore bellissimo!
-Se lo dici tu… Io avrei preferito passare un po’ più inosservato. E poi ricordati cosa ha detto Bastion; siamo nel dormitorio dei peggiori duellanti di tutta l’isola.-commentò Syrus, continuando a guardarsi la divisa rosso fiammante. Yomi lo fissò per qualche secondo, poi, cercando di consolarlo, fece:
-Non dovete dare troppo peso alle voci di corridoio! Se vi impegnate, potrete diventare Obelisk senza problemi!
-Ne sei sicura?-chiese l’altro, con un filo di voce.
-Io ero una Slifer l’anno scorso, ma sono riuscita a passare al dormitorio blu senza problemi. Sono sicura che con l’impegno chiunque possa riuscirci!
-Perché li stai illudendo?! E’ una cosa cattiva da parte tua continuare a dare loro false speranze. Lo sai benissimo che non è vero; gli Slifer rimangono Slifer per sempre! Tu sei sempre stata allo stesso livello di un Obelisk; sei molto più intelligente della maggior parte degli studenti ed hai un talento fuori dal comune per i duelli. Hai sempre ottenuto il massimo dei voti in tutto e ti sei sempre classificata ai primi posti durante i test. Anche se eri una Slifer... Non puoi dire che siccome tu ci sei riuscita, chiunque può farcela! Tu sei su un piano completamente diverso da noi; lo sei sempre stata! Per quanto ti sia grato di tutto l’aiuto che mi hai dato l’anno scorso, non hai alcun diritto di dire una cosa del genere. Non puoi continuare a parlare come se tu potessi capire la situazione in cui ci troviamo! Perciò sarebbe molto meglio se tu la smettessi di consolarci; anche se lo stai facendo per noi. E’ inutile illudersi e continuare ad impegnarsi…-mormorò Chumley, continuando a dare le spalle ai tre studenti.

Si è intromesso… Questo significa che non ha ancora rinunciato del tutto! Se l’avesse fatto non avrebbe avuto alcun interesse a mettere in guardia mio fratello e Syrus; invece è intervenuto subito. Sono sicura che in cuor suo sappia bene che ciò che ha detto non è vero, ma deve essere troppo scoraggiato per ammetterlo. Probabilmente ha anche paura di fallire di nuovo e preferisce non rischiare. Se non rischia, non dovrà nemmeno soffrire se non ottiene ciò che vuole, però… Mi chiedo che senso abbia vivere senza rischiare e mettersi in gioco.” pensò Yomi, guardando l’amico che continuava a dare loro le spalle.
-Vi conoscete?-chiese Syrus, guardando prima il ragazzo-koala e poi la studentessa che si trovava al suo fianco.
-Siamo amici…
-Eravamo amici…-commentò Chumley, girandosi per un attimo verso il gruppetto.
-Perché dici così? Ho fatto qualcosa di sbagliato?!-esclamò l’altra, alzando la voce irritata. Non le piaceva ciò che stava succedendo e non le andava giù che l’altro rompesse la loro amicizia senza nemmeno darle una spiegazione di qualunque tipo. Lo Slifer non rispose e continuò a fissare la parete del muro.
-Bè… A questo punto direi che possiamo anche iniziare a dare un’occhiata a questo posto!-esclamò Jaden, cercando di allentare la tensione. Poi afferrò Syrus per un braccio e lo trascinò fuori. Nella camera rimasero solo il ragazzo-koala e la Obelisk. L’atmosfera si era fatta pesante e il silenzio tombale che si era venuto a creare di certo non aiutava ad alleggerirla.
-Chumley, io-
-Yomi, per favore… Ti sono grato per ciò che stai cercando di fare, ma non ce n’è bisogno. Davvero…
La ragazza fece per ribattere, quando Slifer iperattivo si affacciò di nuovo alla porta, intromettendosi tra i due.
-Sorellona, muoviti!-fece, impaziente di iniziare l’esplorazione dell’isola. Yomi lanciò un’ultima occhiata allo studente cicciottello sdraiato sul letto ed uscì dalla stanza, seguendo le due matricole lungo il corridoio esterno dell’edificio.
-Allora… Come sono gli altri studenti?-chiese Jaden, dopo diversi minuti di silenzio, mentre camminavano lungo il sentiero sterrato che portava verso gli edifici principali.
-Jaden, sei proprio insensibile…-lo rimproverò Syrus, con un filo di voce.
-Non preoccuparti, va tutto bene!-lo rassicurò Yomi.
-Ne sei sicura? Non mi sembra che tra voi due vada tutto bene…
-Sono sicura che non lo pensava realmente. Il problema di Chumley è la sua mancanza di fiducia in se stesso e nelle altre persone. L’anno scorso è stato bocciato e questa è la sua ultima possibilità, però è dall’inizio dell’anno che non viene a lezione e né io, né gli insegnanti sappiamo cosa fare. Lui si è sempre impegnato, ma non ha ancora ottenuto nemmeno mezzo risultato e questo l’ha scoraggiato. Però, forse in parte è colpa mia…
-Sono forti?-chiese Jaden, interrompendo la sorella e voltandosi verso di lei.
-Chi?
-Gli studenti…
-Non stavi ascoltando, vero?-fece Syrus, sospirando rumorosamente.
-Certo che sì, ma secondo me vi state fasciando la testa per nulla. Sono sicuro che gli passerà; se volesse realmente mollare l’avrebbe già fatto!
Yomi lo fissò per qualche secondo, poi accennò un mezzo sorriso. Alla fine le era mancato quel suo modo di fare spensierato.

E’ incredibile come sappia sempre cosa dire e come risollevarmi il molare. Se non ci fosse stato lui, non credo nemmeno che sarei arrivata fin qui! Quella volta è stata una fortuna incontrarlo… E’ stato davvero un colpo di fortuna!”
-Se proprio vuoi saperlo, ci sono delle persone contro cui vale la pena duellare.
-Tu sei in grado di sconfiggerli?-insistette l’altro studente, fermandosi di scatto.
-Chissà!
-Non li hai mai affrontati?
-Non proprio…
-E chi sarebbero?
-Sono un ragazzo del terzo anno e due ragazzi del primo anno.
-Due ragazzi del primo anno?-chiese Syrus, sorpreso.
-Sono entrambi Obelisk blu e, nonostante siano solo delle matricole, sanno davvero il fatto loro. Anche se uno dei due ha un pessimo carattere…
-E quello del terzo anno?-chiese di nuovo Jaden, eccitato all’idea di affrontarli a duello.
-Sa il fatto suo…-gli rispose la ragazza, tagliando corto.
-Io sono un po’ preoccupato… Ho paura di non essere all’altezza.-mormorò il quattrocchi, sospirando rumorosamente.
-Devi avere fiducia in te stesso! Questo non è l’atteggiamento più adatto per affrontare questa scuola, altrimenti finisci come Chumley… Se non hai fiducia te in te stesso, non l’avrà nessun’altro!-lo rimproverò Yomi.
-Questa è la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere. Nessuno ha mai avuto fiducia in me prima d’ora…
-Syrus! Devi smetterla con questo atteggiamento negativo. Pensa a tutti i duellanti che possiamo sfidare!-esclamò il castano, mettendo un braccio intorno al collo dell’altro, con fare amichevole.
-Tu la fai facile, Jaden, ma io non sono come te…-mormorò l’altro, mentre si divincolava. Ad un certo punto, l’altro Slifer lasciò la presa e si voltò all’improvviso verso l’edificio principale del campus. Syrus e la ragazza si scambiarono un’occhiata, chiedendosi cosa gli fosse preso di punto in bianco.
-Sento odore di duelli…-commentò l’altro, cercando di non mostrarsi troppo emozionato. Il suo sorriso, però, tradiva le sue reali emozioni.
-Odore di duelli?-chiese Syrus, alzando il sopracciglio in segno di disappunto. Jaden non rispose e continuò a fissare l’edificio. Poi, all’improvviso e senza dire niente, iniziò a correre verso un punto preciso, lasciando la sorella e l’amico a guardarsi straniti.
-Credo che sia meglio seguirlo…-commentò Yomi, voltandosi verso Syrus e indicando la figura del fratello minore rimpicciolirsi sempre più. L’altro studente fece un cenno d’assenso con la testa e si affrettò a raggiungere il castano, che, nel frattempo, aveva quasi raggiunto l’ingresso dell’Accademia. Sebbene lo Slifer dai capelli azzurrognoli conoscesse l’altro ragazzo da poco più di qualche ora, aveva già capito che si trattava di una persona fuori dal comune ed era per questo motivo che aveva deciso di seguirlo. Vederlo duellare contro Crowler gli aveva dato la speranza che stava faticosamente cercando da anni e finalmente era riuscito a trovarla. In cuor suo era consapevole che il suo impegno era niente in confronto al talento di Jaden, ma il suo buonumore e il suo ottimismo riuscivano a fargli credere in sé stesso, per una volta nella sua vita.
Giunti all’interno, seguirono l’istinto e il naso dello Slifer fino all’arena dei duelli. Una volta entrati, i due del primo anno rimasero senza parole dalla sorpresa. Il luogo era magnifico e solenne. L’arena era di ultima generazione e la tecnologia della Kaiba Corp era la migliore che potessero desiderare. Da quanto era emozionato, Jaden si lasciò sfuggire un fischio di ammirazione, tanto forte da attirare l’attenzione delle tre persone presenti.
-Cosa ci fate qui?! Non sapete che quest’arena può essere usata solo dagli Obelisk?!-fece una voce maschile, proveniente dalle prime sedute degli spalti.
-E tu chi saresti?-chiese, a sua volta, il castano dalla divisa rossa. Il ragazzo moro lo squadrò dall’alto in basso, indeciso se ignorarlo o divertirsi un po’ alle sue spalle.
-Come ti permetti, Slifer?! Lui è Chazz Princeton, lo studente migliore di tutta l’Accademia!-esclamò un altro ragazzo, sempre Obelisk, con uno strano taglio di capelli e un paio di occhiali da vista sul naso.
-Ragazzi, non c’è bisogno di sprecare fiato con degli incompetenti! Tu sei quello che ha sconfitto Crowler agli esami di ammissione, dico bene?
-Già, sono proprio io! Il numero uno di questa Accademia!
-Tu? Il numero uno? Ma se sei solo uno Slifer!-esclamò l’altro, scoppiando poi a ridere sguaiatamente.
-Sei sempre il solito…-fece Yomi, intromettendosi tra i due e lanciando un’occhiataccia all’Obelisk del primo anno. L’Obelisk scattò subito in piedi, cercando di nascondere l’agitazione che la vista della studentessa più grande gli aveva procurato. Non gli piaceva avere a che fare con il suo pessimo carattere e, inoltre, da quella volta che aveva duellato contro di lei continuava a sentirsi a disagio tutte le volte che la incrociava nei corridoi, tanto che aveva iniziato ad evitarla e a cambiare strada tutte le volte che la vedeva di sfuggita.
-Yomi… Non sapevo che ci fossi anche tu. Vedo che adesso preferisci frequentare due stupidi idioti del dormitorio rosso…-mormorò poi.
-Chazz, devo ricordarti del nostro ultimo discorsetto? Mi sembrava di averti detto che se ti avessi visto di nuovo fare il bulletto, ti avrei preso a calci in culo…
-Io non sto facendo niente di male. Ho solo detto ciò che penso! Non mi risulta che in questa scuola ci sia il divieto di esprimere la propria opinione.
-Certo che no; il mio è stato solo un avvertimento. Ti conviene iniziare ad essere un po’ più umile, se vuoi continuare a non avere problemi. Tu forse non lo sai, ma quando mi arrabbio posso diventare più terrificante di un demone…-commentò l’altra, incrociando le braccia al petto e guardando di sottecchi l’Obelisk del primo anno. Chazz impallidì, poi, cercando di apparire il più tranquillo possibile, alzò le spalle, aggiungendo che la cosa non lo preoccupava minimamente. La ragazza lo fissò per diversi secondi, poi, senza dire nient’altro, afferrò Jaden per il colletto della giacca ed uscì dalla stanza, seguita da Syrus. Appena fuori dalla stanza, mollò la presa sul fratellino che, nel frattempo, aveva iniziato a protestare sul fatto che la sorella si fosse intromessa proprio sul più bello.
-Uffa! Stavo per convincerlo a duellare! Perché ti sei intromessa? Sarebbe stato divertente…
-Non capisco perché hai tutta questa fretta di duellare… L’anno è appena iniziato e hai tutto il tempo per sfidare chi vuoi!
-Lo conosci?-chiese Syrus, intromettendosi.
-E’ una delle due matricole di cui vi ho parlato. Si chiama Chazz Princeton ed è realmente uno dei migliori studenti del primo anno. La sua famiglia è molto ricca e influente e se non ricordo male ha due fratelli più grandi. Lui è il tipico figlio di papà, viziato, con la puzza sotto il naso, che considera il resto dell’umanità come feccia della peggior specie e che si ritiene graziato dagli dei. In poche parole è un grandissimo idiota!
-Scommetto che sarebbe interessante duellare contro di lui…-commentò Jaden, avviandosi verso l’atrio dell’edificio. Gli altri due lo seguirono.
-L’hai già affrontato?-chiese il castano, voltandosi verso la studentessa.
-Una volta, ma ho dato forfeit quasi subito…
-Perché?!-esclamò Jaden, sorpreso dall’affermazione della sorella.
-Non è facile spiegarlo… Aveva detto una cosa molto divertente e ho deciso di perdonarlo e chiudere un occhio.
-Una cosa divertente?
-Molto divertente… Bè, comunque cercate di non farvi coinvolgere in risse stupide. Non siete i benvoluti qui dentro e ci sono persone come Crowler o Chazz che cercheranno qualsiasi pretesto per buttarvi fuori.
Detto questo, Yomi salutò i due Slifer con un cenno della mano e si allontanò lungo il corridoio.

Spero davvero che quei due non si caccino in qualche guaio! Forse dovrei dare loro un’occhiata, giusto per essere sicura che vada tutto bene. Però non credo che sia giusto nei loro confronti. In fondo, non hanno due anni e sono in grado di cavarsela anche da soli. Comunque sia, sono sicura che quest’anno ci sarà da divertirsi!”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Il demone e il koala ***


Capitolo 6- “Il demone e il koala


Erano passati già diversi giorni dall’inizio del nuovo semestre e l’arrivo dei nuovi studenti. Yomi aveva trascorso quei giorni insieme ai due nuovi studenti del dormitorio rosso e aveva fatto del suo meglio per farli sentire a proprio agio. Sentiva di doverlo fare, in quanto sorella maggiore e studentessa del secondo anno. Zane, invece, la pensava in maniera differente e continuava a ripeterle che avrebbe dovuto lasciarli stare e permettere loro di fare le giuste esperienze. Su questo punto non sarebbero stati mai d’accordo e, alla fine, avevano deciso che ognuno avrebbe fatto ciò che riteneva giusto. Per questo motivo, la ragazza aveva iniziato a frequentare molto più spesso il dormitorio Slifer, molto più di quanto avesse fatto l’anno precedente.
Una di quelle mattine, la studentessa del secondo anno decise di saltare le lezioni e far di nuovo visita all’amico Slifer, per cercare di riallacciare i rapporti con lui e provare ad aiutarlo a tornare a duellare.
-Chumley, sono Yomi. Ho bisogno di parlarti…-fece la ragazza, dopo aver bussato alla porta della stanza. Erano le dieci inoltrate e, oltre a lei, il dormitorio era completamente deserto.
-Non c’è nessuno…-mormorò una voce da dietro la porta. Yomi si spazientì del tutto di fronte alla testardaggine del ragazzo e, per tutta risposta, tirò un calcio alla porta di legno, facendola tremare.
-Oh andiamo, non penserai che sia una cretina totale?! So benissimo che ci sei e vedi di aprirmi!
-Ti ho già detto che non ho voglia di vederti…-fece l’altro.
-Se non mi apri, butto giù la porta a suon di calci!
-Non lo farai…
-Mi stai mettendo alla prova? Ti ricordo che Banner non c’è e quindi non può impedirmelo! Avanti, aprimi!
Il ragazzo non rispose, né accennò ad aprire la porta di legno.
-Chumley!
-Perché insisti così tanto?-chiese l’altro, con un filo di voce. Il tono era talmente basso che era quasi impercettibile e Yomi faceva molta fatica a capire cosa stesse dicendo.
-Perché siamo amici! Tu sei uno dei miei più cari amici e non ho alcuna intenzione di lasciarti rovinare la tua stessa vita in questo modo!
-…
-Io so come ti senti, ci sono passata anche io qualche tempo fa e so che non è una bella sensazione. Però, a tua differenza, io non avevo amici che potessero sostenermi e aiutarmi e ho finito con il fare cose di cui mi sono pentita e di cui mi vergogno tutt’ora. Non avevo nessuno e mi sono sentita abbandonata da tutto il mondo; mi sentivo come se nessuno potesse capirmi e come se a nessuno potesse importare qualcosa di me, ma mi sbagliavo di grosso. Credevo di essere sola, però-
La porta si aprì di scatto e il volto tondo e paffuto del ragazzo-koala fece capolino dallo spiraglio, interrompendo bruscamente la Obelisk.
-Entra…-fece, poi, aprendo un po’ di più per permetterle di entrare.
-Com’è che hai cambiato idea così in fretta?-chiese l’altra, mentre richiudeva la porta alle sue spalle e si voltava verso l’amico, che nel frattempo si era sdraiato di nuovo sul suo letto.
-A te non piace raccontare le tue cose ai quattro venti, no?
-Quindi hai avuto solo un po’ di compassione nei miei confronti?
Detto questo, Yomi si sedette sulla sedia, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia al petto, in attesa di una risposta da parte del ragazzo che non arrivò. Chumley si sporse dal letto a castello, incerto su come rispondere, ma, alla fine, preferì restare zitto.
-Vuoi parlarmi?-chiese l’altra, fissandolo a lungo.
-Io vorrei solo che tu smettessi di cercare di convincermi a tornare a lezione. So che sono stati i professori a chiederti una cosa del genere, ma voglio che tu capisca che non ho alcuna intenzione di tornare a frequentare.
-Mi dispiace, ma non posso farlo. E’ vero che sono stati i professori a chiedermi di convincerti a tornare alle lezioni, ma non lo faccio perché me l’hanno chiesto loro. Lo faccio perché ti voglio bene e perché sei un mio prezioso amico. Non voglio che tu rinunci al tuo sogno, solo perché ti sei convinto di non avere speranze. Credimi, so bene quello che stai provando ed è per questo che non voglio che tu abbia le stesse brutte esperienze che ho avuto io. Sto cercando di proteggerti da te stesso, tutto qui! E vorrei che tu mi ascoltassi…
-Come fai a capirmi?
Yomi lo fissò per qualche momento, poi sospirò rumorosamente e rispose:
-Probabilmente avrei dovuto parlartene a modo un po’ di tempo fa… Non è stato corretto da parte mia non essere chiara su questa cosa e mi dispiace. Mi sono sempre fidata di te e avrei voluto parlartene prima, ma credevo che se tu avessi saputo a modo del mio passato ti saresti allontanato. E non volevo farti preoccupare con i miei problemi, né coinvolgerti con i miei fantasmi.
-Stai parlando del motivo per cui facevi duelli clandestini? Me ne avevi accennato, una volta…
-Me lo ricordo… Non ti ho mai raccontato tutta la storia, però.
-Intendi raccontarmela ora?-chiese l’altro, voltandosi verso il muro, così da dare le spalle alla ragazza.
-Prima o poi avrei dovuto farlo. Sarebbe stato meglio se l’avessi fatto prima, ma ormai è andata così.-rispose Yomi. Poi, lanciando un’occhiata all’amico, continuò:
-C’è stato un periodo nella mia vita in cui mi fu vietato di duellare. All’epoca avevo tra sì e no una decina di anni e quando mi dissero che avrei dovuto rinunciare ai duelli per un po’, pensai che non sarebbe stata la fine del mondo. Amavo i duelli, però avevo capito che si trattava dell’unico modo per evitare che altre persone si facessero del male.
-Del male?-chiese l’altro, stupefatto, mettendosi a sedere sul letto, con le gambe penzoloni.
-Le persone contro cui vincevo finivano quasi sempre in ospedale, privi di senso. E quelle volte che non venivano ricoverate perdevano di punto in bianco tutte le loro energie. All’inizio non capivo il motivo, ma poi Pegasus mi disse che la causa ero proprio io e i miei poteri. Avevo la capacità di assorbire l’energia vitale delle altre persone e lo facevo sistematicamente mentre duellavo, senza nemmeno rendermene conto. Per questo motivo, per evitare che la situazione peggiorasse, mi vietarono di duellare. All’inizio pensai di poter gestire la situazione, ma poi…
-E’ successo qualcosa?
-Tre anni fa Seto Kaiba mi disse che avrebbe potuto risolvere il mio problema e mi chiamò per testare un prototipo. L’esperimento fu un fiasco totale e mi disse che non avrebbe potuto fare di meglio e che mi sarei dovuta rassegnare all’idea di abbandonare i duelli per il resto della mia vita. Da quel giorno iniziai a cadere in una disperazione profonda. Iniziai a credere di essere maledetta, abbandonata dal mondo, che nessuno potesse capirmi e cose simili. Iniziai ad odiare le altre persone, soprattutto quelle che duellavano felici e contenti e questa mia insofferenza si trasformò presto in rabbia e violenza. Ero diventata un demone che desiderava solo scaricare le proprie frustrazioni sugli altri; mi faceva sentire bene e per un attimo mi sentivo anche più felice, ma alla fine non si trattava di vera felicità. Iniziai a prendere parte alle risse e a duelli tra bande rivali. Non facevo parte di nessuna gang, ma mi divertivo a passare da una all’altra a seconda di chi fosse il mio avversario o a ciò che mi promettevano per il mio aiuto. Non m’importava di chi avesse ragione o torto, o di chi avesse il diritto a occupare una certa zona; l’unica cosa che mi interessava era duellare contro avversari forti. Il mio ingresso in questo mondo ha segnato l’inizio della mia fine; le cose non hanno fatto che peggiorare e io non mi resi conto del pericolo che stavo realmente correndo.
-A quel tempo andavi ancora alle medie, vero? Immagino che i tipi che ti cercavano fossero più grandi…
-Sì, ma non era quello il problema. Anche se erano più grandi, anche se ero una ragazza, loro avevano realmente paura di me e se potevano cercavano di starmi alla larga. Se potevano evitare di incontrarmi erano molto più contenti… Alla fine, però, non ne potevano fare a meno; io gli servivo per avere la meglio su un altro gruppo di teppisti, perciò mi venivano a cercare promettendomi soldi, carte rare, nuovi avversari, e io accettavo.
-Hai accettato anche soldi?-fece l’altro, sorpreso. Yomi si mise a ridere, poi scosse la testa.
-Sì, ma non li ho mai conservati. Quei soldi provenivano da estorsioni, droga e roba simile, io li accettavo ma non li ho mai tenuti per me. Li donavo al mio vecchio orfanotrofio…
-Orfanotrofio? Quindi sei stata adottata? Jaden non è tuo fratello?-chiese Chumley, sporgendosi dal letto.
-No… Io sono stata adottata quando avevo circa quattro anni e non so nemmeno chi siano i miei genitori. Ho sempre vissuto in orfanotrofio fin da quando posso ricordare.
-Non me l’avevi mai detto…-mormorò il ragazzo, risentito.
-Lo so… Non ho mai pensato che potesse essere qualcosa di cui valeva la pena di parlare. Per me la mia famiglia adottiva è sempre stata la mia vera famiglia, sebbene non condivida con loro nessun legame di sangue. Per questo motivo, non ho mai detto a nessuno questa mia cosa.
-Nemmeno al Kaiser?
-In realtà, lui lo sa, ma non perché avessi voluto dirglielo. Mi è scappato detto, una volta, e se l’è presa perché non ne avevo mai fatto parola prima d’allora. Il motivo per cui non l’ho mai fatto era soprattutto perché non l’ho mai ritenuta una cosa importante. Comunque, dedicarmi ai bambini orfani era il mio modo per pulirmi la coscienza e pretendere di non essere una brutta persona. Se ci penso è ridicolo! Mi facevo pagare per fare del male a dei perfetti sconosciuti e poi donavo quegli stessi soldi a dei bambini sfortunati. Ero decisamente un’ipocrita, ma non ci ho mai fatto caso se non molto più tardi. Ho trascorso diverso tempo in questo modo, poi, un giorno, mentre tornavo da scuola mi si avvicinò un tizio vestito da sera, con tanto di bastone e cilindro, dicendomi che lui poteva aiutarmi a trovare avversari sempre più forti e fu così che iniziai i duelli clandestini. Non avevo idea di chi fosse quel tizio, né cosa ci guadagnasse dal farmi partecipare a quel genere di duelli, ma sicuramente non lo faceva per beneficienza. Fu una carriera molto breve, qualche mese non di più. Poi, qualcuno dei miei vecchi avversari decise di prendersi una rivincita nei miei confronti e aggredì un mio compagno di classe, riducendolo in fin di vita. Chiunque sia stato deve aver pensato che fosse un mio amico o il mio ragazzo e voleva farmi soffrire. Dopo quell’incidente, decisi di smettere con quella vita e abbandonai tutto. Qualcuno, però, non fu d’accordo e una sera mi accoltellò per strada, lasciandomi in fin di vita in un vicolo. Me la sono andata a cercare; la colpa è mia per aver giocato con il fuoco e essermi fatta coinvolgere con gente poco raccomandabile.
-Avresti dovuto raccontarmela prima…
-Mi dispiace, ma non volevo coinvolgerti. Per colpa di quello che ho fatto alle medie, ho messo in pericolo troppe persone e non volevo che potesse succedere qualcosa anche a te. Prima Shun, poi Zane… Non volevo che il prossimo fossi tu, tutto qui.
Chumley la guardò per qualche secondo, pensieroso. Non sapeva bene cosa dire; era la prima volta che l’amica gli raccontava una cosa del genere e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire. Dopo qualche minuto di silenzio, si decise ad azzardare una domanda.
-Mi hai raccontato la tua storia perché hai paura che possa fare come hai fatto tu?
-Non essere ridicolo; tu non sei una cattiva persona e non farai mai una cosa del genere. Io so bene che tu non farai mai del male a nessuno, ma non voglio che inizi a credere di essere stato abbandonato, perché io ci sarò sempre. E non voglio nemmeno che tu rinunci ai tuoi sogni, solo perché non riesci ad ottenere i risultati che hai sperato, perché so che in te c’è del potenziale e sarebbe sciocco non sfruttarlo.
-I professori non la pensano allo stesso modo…-commentò l’altro, abbassando lo sguardo.
-Invece la pensano allo stesso modo, altrimenti non mi avrebbero mai chiesto di convincerti a tornare a lezione. Non lo ammetteranno mai, soprattutto Crowler, ma sanno che tu puoi ottenere dei risultati se continui ad impegnarti. Hai solo bisogno di più tempo, ma puoi farcela!
-E’ inutile, io non ho talento e non sono portato, ma grazie lo stesso. Mi fa piacere sentirti dire una cosa del genere… Grazie davvero!
Detto questo, Chumley scese dal letto a castello.
-Cosa hai intenzione di fare? Tornerai a lezione?-chiese la ragazza, alzandosi in piedi.
-Non credo, ma grazie per esserti preoccupata. Grazie a te, ho capito che non ha senso continuare a piangere e a lamentarmi; non è così che cambierò la situazione. Ho deciso di provare a cercare la mia strada e il mio modo di duellare, anche se per adesso non ho ancora intenzione di tornare a lezione. Può darsi che prima o poi riprenderò a frequentare, ma per adesso non mi sento pronto…
-Chumley…
-Non preoccuparti, non ho intenzione di trascorrere l’anno senza fare niente. Inoltre, credo che vivere insieme a tuo fratello inizi a farmi bene. Il suo ottimismo e la sua passione per i duelli stanno riaccendendo quella fiammella che si era spenta nella mia anima. E’ veramente contagioso!
-Sono contenta di sentirtelo dire!-esclamò l’altra, sorridendo all’amico. Chumley fece per aggiungere qualcosa, quando la porta della stanza si aprì di scatto ed entrarono Jaden e Syrus.
-Siete già tornati?-fece lo Slifer grassoccio, voltandosi verso i due compagni di stanza.
-Accidenti! Questa situazione è veramente assurda!-sbottò lo Slifer iperattivo, buttandosi a peso morto sul proprio letto.
-E’ successo qualcosa?-gli chiese Yomi. Jaden la fissò per qualche secondo e poi affondò la faccia sul cuscino, mormorando parole incomprensibili. La ragazza lo guardò interrogativa, poi si volse verso Syrus, sperando che almeno l’altro ragazzo avesse voglia di spiegare cosa fosse successo.
-Siete nei guai, vero?-fece Chumley, spostando lo sguardo da un ragazzo all’altro.
-Nei guai?! Cosa avete fatto?
-Credo che sia per quello che è successo ieri sera…-le rispose il ragazzo-koala, continuando a lanciare sguardi furtivi agli altri due.
-Cosa avete fatto?!
-Ci siamo intrufolati al dormitorio abbandonato per verificare le voci che girano sul suo conto. Lì abbiamo trovato Alexis che ci ha messi in guardia, ma siamo entrati lo stesso. Ad un certo punto abbiamo sentito delle grida e quando siamo giunti nella stanza da cui provenivano abbiamo visto un tizio grosso e brutto che aveva rapito Alexis per sfidare Jaden. Tuo fratello ha accettato la sfida, l’ha sconfitto e siamo fuggiti da lì. Stamani una donna dal berretto verde, credo che fosse del Comitato Disciplinare, è venuta qui e li ha portati con sé da Sheppard. A questo punto, ho paura che li abbiano beccati, ma non capisco perché solo loro due. In fondo, eravamo presenti anche io e Alexis...
La risposta di Chumley era stata sufficientemente esauriente per la Obelisk, la quale aveva perfettamente capito in che guaio si erano cacciate le due matricole.
-Fammi capire bene, sei entrato nel dormitorio abbandonato?! Ma l’hai letto il regolamento?! Non puoi fare come cavolo ti pare, Jaden!-esclamò Yomi, afferrando il fratello per la parte posteriore del colletto della divisa ed alzandolo di peso dal letto.
-Sorellona, mettimi giù! E non è colpa mia! E’ Crowler che cerca sempre un modo per cacciarmi!-protestò il castano, divincolandosi e cercando di liberarsi dalla presa ferrea della sorella.
-Non mi sembra che sia stato Crowler a mandarti là dentro! Mi sembrava di averti detto che dovevi evitare di farti notare, no?!
-Ero solo curioso!
-Non è una scusa!-lo interruppe l’altra, tirandogli un orecchio.-Come fai a non capire la gravità della tua situazione?! Per colpa tua, dovrò pregare Sheppard di chiudere un occhio!
-Non ce n’è bisogno. Abbiamo ancora una possibilità per evitare di essere espulsi!-esclamò Jaden.
-Una possibilità?-chiese la ragazza, sorpresa, lasciando andare improvvisamente il fratellino.
-Esattamente! Crowler ha detto che se riusciamo a vincere un Tag Duel chiuderanno un occhio sulla faccenda.
-Un Tag Duel? Quindi duellerete a coppia?-chiese l’altra, lanciando un’occhiata a Syrus. La matricola dai capelli azzurrognoli era rimasta in silenzio per tutto il tempo, continuando a fissare il pavimento della stanza, immerso nei suoi pensieri.
-Già! E ovviamente vinceremo!-esclamò Jaden, sorridendo alla sorella e facendo un gesto con le dite in segno di vittoria.
-Tu hai fin troppa fiducia in te stesso…-commentò Yomi. Poi, dopo qualche secondo di silenzio, afferrò Chumley per un braccio e fece per uscire dalla stanza.
-Dove stai andando?-le chiese Jaden, sorpreso e curioso allo stesso tempo.
-Da Sheppard! Voglio vedere se riesco a sistemare questa faccenda. Noi due facciamo i conti più tardi!
Detto questo, i due ragazzi del secondo anno uscirono dalla camera e si diressero verso gli edifici principali.
-Cosa vuoi fare?-chiese Chumley, dopo diversi minuti di silenzio.
-Voglio chiedere spiegazioni a Sheppard. E voglio provare a convincerlo ad annullare il duello.
-Hai paura che possano perdere?
-Esattamente…
-Secondo me stai esagerando. Tuo fratello è veramente forte, non credo che avrà grossi problemi.
-Ti ricordo che sarà Crowler ad organizzare il duello. Non mi meraviglierebbe se chiamasse dei professionisti e, per quanto mio fratello sia forte, non è all’altezza di gente che si guadagna da vivere duellando. Credimi, io so bene quali siano i suoi limiti!
-Bè, ma non è detto che Crowler lo faccia. Ti stai preoccupando per niente!
-Il motivo non è solo quello. Sono preoccupata anche per Syrus… Lui non vuole partecipare a questo duello, glielo puoi leggere in faccia! Se duella in quelle condizioni, dubitando pure di se stesso, perderanno di sicuro e questo non posso permetterlo!
-Forse hai ragione… Inoltre, non capisco perché solo loro due. Eravamo presenti anche io e Alexis, avrebbero dovuto punire tutti e quattro, no?
-Non se lo scopo era punire solo Jaden… Ti ricordo che dietro a tutto questo c’è Crowler e che sta cercando di liberarsi di mio fratello dal primo giorno di scuola. Per quanto sia un buon insegnante, non riesco a sopportare queste sue ripicche assurde!
Una volta giunti di fronte all’ufficio del cancelliere, i due entrarono senza nemmeno bussare. Dentro trovarono Alexis e Sheppard parlottare tra di loro.
-Yomi, Chumley, cosa ci fate voi due qui?-chiese il cancelliere, sorpreso di vedere i due studenti del secondo anno.
-Siamo qui per la storia del Tag Duel di Jaden e Syrus. Vorrei che ci ripensasse e che annullasse tutto.-gli rispose la ragazza, andando subito al punto. Sapeva che non aveva molto senso girarci intorno; se voleva ottenere una cosa, avrebbe dovuto essere chiara fin da subito.
-Così siete qui per lo stesso motivo…-mormorò l’altro, grattandosi la testa.
-Anche tu sei qui per lo stesso motivo?-chiese la Obelisk del secondo anno, voltandosi verso l’altra studentessa.
-Mi sento responsabile per ciò che è successo. In fondo, sono intervenuti per salvare me; non credo che sia giusto che siano puniti solo loro due.
-Se è per questo, non è giusto che anche io rimanga impunito. Ero presente e ho violato il regolamento esattamente come Jaden e Syrus, anzi io sono del secondo anno e non ho attenuanti.-si affrettò ad aggiungere lo Slifer, avanzando di qualche passo verso la scrivania dell’uomo.
-Ragazzi, mi fa piacere che vi siate preoccupati per quei due, ma non posso fare niente…
-Perché?!-esclamò Yomi, cercando di mantenere i nervi saldi e non mettersi ad urlare di fronte a Sheppard.
-Gli insegnanti hanno già preso una decisione e non possiamo tornare indietro. Comunque sia, sono sicuro che sapranno cavarsela!
-Come fa ad essere così sicuro?! Jaden potrebbe farcela senza problemi, ma Syrus no! Quel ragazzo non ha fiducia in se stesso e non è in grado di duellare in queste condizioni. Sbaglierebbe di sicuro e i suoi errori potrebbero portarli entrambi alla sconfitta. Non possiamo costringerlo a duellare!
-Capisco le tue preoccupazioni, ma come ti ho già detto non posso fare nulla. Io ho fiducia in loro e sono sicuro che sapranno cavarsela egregiamente, perciò vorrei che vi fidaste anche voi tre.
-E se perdono? Ha davvero intenzione di espellerli?
-Se succede, non avrei altre alternative. Tuttavia, sono sicuro che non accadrà! Io ho fiducia in quei ragazzi e tu dovresti averne molta di più.
-Almeno mi permetta di duellare al posto di Syrus! Lui non può farcela!-insistette la ragazza del secondo anno, sporgendosi verso il cancelliere.
-Non capisco perché ti preoccupi così tanto…-commentò l’uomo, guardandola accigliato.
-Mi sembra ovvio!
Sheppard la fissò per diversi secondi, cercando di capire dove volesse andare a parare la studentessa. Poi, all’improvviso, ebbe una illuminazione.
-Credo di aver capito, ma non devi preoccuparti. Syrus non è un bambino indifeso e non lo aiuterai di certo continuando a proteggerlo in questo modo. Inoltre…
Sheppard si bloccò all’improvviso, poi, voltandosi verso gli altri due, chiese loro di uscire e lasciarli soli. Chumley e Alexis si scambiarono un’occhiata, poi fecero un piccolo inchino ed uscirono dall’ufficio.
Non appena i due furono usciti, il cancelliere continuò il discorso che aveva interrotto.
-Scommetto che hai saputo che Syrus è il fratello minore di Zane e scommetto che sai anche che il loro rapporto ha qualche problema, vero?
Yomi fece un cenno d’assenso, ma non aggiunse altro.
-Se stai cercando di fare ciò che avrebbe dovuto fare Zane, stai sbagliando. Sono problemi che non ti riguardano e sarebbe bene che tu evitassi di farti coinvolgere. Syrus ha già un fratello e non ha bisogno di una sorella.
-Sta dicendo che non dovrei aiutarlo?
-Sto dicendo che non dovresti comportarti da sorella maggiore. Syrus non ha bisogno di qualcuno che lo tenga chiuso sotto una campana di cristallo; ha solo bisogno di acquisire fiducia in se stesso e questo potrà avvenire solo quando riuscirà a camminare senza qualcuno che lo tenga per mano.
-Quindi, fin’ora ho sbagliato?
-Syrus soffre di diversi complessi e proteggerlo non è il modo migliore per aiutarlo a superarli. Parte di quei complessi sono stati causati dalla figura di suo fratello e finché non capisce che lui non è Zane e che non ha senso che continui a cercare di emularlo, non potrà migliorare. Comunque sia, questo duello sarà un ottimo banco di prova per verificare le sue capacità. Durante il duello dovrà contare sulle sue forze ed avere fiducia in sé stesso e in Jaden, se vuole vincere. Per questo motivo, non posso sostituirlo con nessuno di voi, né te, né Alexis. Capisci?
-Sì, ho capito…-mormorò la ragazza.
-Non preoccuparti, sono sicuro che riusciranno a superare la prova!
Yomi fissò il cancelliere per qualche secondo, poi fece un piccolo inchino ed uscì dalla stanza.

Dovrebbe essere Zane a risolvere i suoi problemi con suo fratello, ma sono sicura che non lo farà. Io, però, non ho alcun diritto di intromettermi. Sheppard ha ragione; non sono affari che mi riguardano, non dovrei intromettermi tra loro due. Però questo non significa che non posso cercare di aiutarlo a vincere il duello.” pensò, mentre attraversava velocemente il corridoio, decisa a raggiungere le due matricole del dormitorio rosso.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- Questione di forza ***


Capitolo 7- “Questione di forza


Yomi era appena giunta in vista del promontorio che si trovava vicino al dormitorio rosso, quando si imbatté in Alexis e Chumley. I due erano fermi in piedi sul ciglio del promontorio e stavano osservando qualcosa che si trovava sotto di loro.
Sta succedendo qualcosa…” pensò Yomi, mentre osservava i due. Poi si avvicinò velocemente e, non appena si trovò a pochi metri da loro, si schiarì la voce per attirare l’attenzione dei due amici.
-Yomi? Hai già finito di parlare con Sheppard?-le chiese la studentessa del primo anno, non appena si fu voltata verso la ragazza.
-Bè, sì, è stata una chiacchierata molto breve. Non sono riuscita né a fargli cambiare idea sul duello, né a convincerlo a cambiare il partner di Jaden.
-Hai cercato di lasciare Syrus fuori da questa storia?-chiese, a sua volta, Chumley.
-Sì, ma non ho avuto molta fortuna. Piuttosto, come se la sta cavando?-chiese l’altra, indicando con un gesto della testa le due matricole che stavano duellando pochi metri sotto di loro. Sembrava che il duello avesse raggiunto il suo climax e che di lì a poco sarebbe terminato.
-Non bene. Ha commesso un errore già durante il suo primo turno.-le rispose Alexis.
-Un errore?
-Ha attaccato ignorando la carta coperta che Jaden aveva posizionato al turno prima. Aveva evocato “Patroid” e con il suo effetto avrebbe saputo che la carta coperta era “Annulla Attacco” e avrebbe evitato di attaccare.
-E’ stato un errore grave. A dir la verità, non mi sorprende più di tanto…
-Come mai?-chiese Chumley, guardando sorpresa l’amica.
-So che Syrus non è un granché come duellante. Anzi, dovrei dire che lo sarebbe se avesse più fiducia in sé stesso. E’ un po’ come te; si fa prendere dall’ansia o dalla smania di dimostrare di essere bravo e commette errori gravi.
-Lui cosa ne pensa?-fece Alexis.
-Come mai ti interessa?-chiese a sua volta Yomi, lanciandole un’occhiataccia che la Obelisk del primo anno ignorò.
-Gliel’hai riferito?
-Non ancora. E non so se è il caso di dirglielo. In fondo, non sono cose che mi riguardano, no? E’ un problema che riguarda loro due…
-In effetti hai ragione.-commentò la matricola, tornando a concentrarsi sui due Slifer che si stavano sfidando. Jaden era appena riuscito a distruggere il mostro dell’amico e ad infliggergli dei danni. Syrus, dal canto suo, sembrava che avesse perso tutta la sua voglia di duellare; era seduto in terra, a gambe incrociate, come se avesse appena deciso di gettare la spugna ed arrendersi.
-Syrus? Che stai facendo?-fece l’altro Slifer, sorpreso per la reazione dell’amico.
-E’ inutile; sei troppo forte, non potrei mai sconfiggerti!
-Ma che dici?! Non puoi mica arrenderti! Se non ci provi non potrai mai saperlo!-protestò Jaden, cercando di convincere Syrus ad alzarsi per continuare il duello.
-Ti dico che è inutile! Io non sono bravo; non posso vincere!

Lo sapevo; non potrà mai affrontare un Tag Duel con un atteggiamento simile. Se si dà per vinto così in fretta, non ha alcuna possibilità di vincere un duello importante come quello. E sono sicura che anche lui sia consapevole di ciò…” pensò Yomi, mentre osservava la matricola dai capelli azzurri deprimersi sempre più.
-E’ assurdo…-mormorò Chumley.
-Chumley?
-E’ assurdo che si arrenda in questo modo! Come può gettare la spugna così in fretta, senza nemmeno provarci?!-continuò l’altro. Poi, sporgendosi verso l’amico dai capelli azzurri e usando quanta più voce avesse in corpo, iniziò ad urlare:
-Non puoi arrenderti! Puoi farcela se continui ad avere fiducia in te stesso! Tu non sei inutile come lo sono io; puoi ancora vincere! Hai sentito, Syrus?!
La matricola alzò lo sguardo verso il compagno di camera, abbozzò un mezzo sorriso e si alzò, pronto a continuare il duello.
-Chumley ha ragione… Preparati Jaden; d’ora in avanti farò sul serio!
-Come vuoi, non vedo l’ora!-gli rispose l’altro studente, al colmo dell’eccitazione.
-Com’è che ti sei messo ad urlare? Non è da te…-commentò Yomi, rivolgendosi all’amico del dormitorio rosso che si trovava al suo fianco.
-Io sono inutile e non sono capace di fare niente, ma Syrus può farcela se crede in se stesso. Credo che sia giusto cercare di tirarlo un po’ su di morale.-le rispose il ragazzo-koala, sorridendo leggermente.
-Tu non sei inutile. Devi solo trovare la tua strada, tutto qui! Ognuno di noi ha una propria via da trovare e percorrere e il fatto che tu non ottenga risultati significa solo che non hai ancora trovato la tua. Se continui a cercare, prima o poi la troverai.
-Yomi…
-Sei molto più saggia di quello che sembrerebbe, sai? Il soprannome di demone non ti si addice per niente.-commentò Alexis.
-Dici? Posso anche essere terrificante se voglio…
La ragazza del primo anno non ribattè; si limitò a sorridere. Sapeva che la studentessa del secondo anno non diceva seriamente e sapeva anche che non aveva bisogno di farglielo notare. Yomi era fatta così e, di certo, non sarebbe stata lei a farle cambiare idea.

Non mi aspettavo che Chumley alzasse la voce pur di tirare su di morale Syrus. Non è da lui comportarsi in questo modo; mi ha sorpreso! Forse sta iniziando a capire che rimanendo a guardare non ottiene nulla e forse troverà di nuovo la voglia di duellare. Anche se penso che il merito sia anche di altre persone, come Jaden e Yomi. Quei due riuscirebbero a cambiare chiunque. La passione che mettono nei duelli è incredibile!” pensò la studentessa dai lunghi capelli biondi, mentre osservava il ragazzo dalla divisa bianca e rossa. Accennò inconsciamente un sorriso, poi tornò a concentrarsi sul duello; sembrava che Syrus avesse trovato di nuovo la voglia di duellare.
-Preparati Syrus! Il mio prossimo turno sarà decisivo!-esclamò Jaden, mentre osservava il suo mostro ritornare alla sua postazione dopo aver scagliato un attacco ai LP dell’avversario.
-Non ci contare, Jaden! Sono pur sempre in vantaggio e mi è sufficiente pescare la carta giusta per vincere. Pesco!-fece l’avversario.-Attivo “Anfora dell’avidità” che mi permette di pescare altre due carte…
Pescò altre due carte e, dopo averle guardate, la sua espressione cambiò di colpo. Sembrò gelarsi all’improvviso, come se avesse visto un fantasma. Persino il sorriso che aveva fino a qualche secondo prima scomparve.
-Cosa ha pescato?-chiese Yomi, a bassa voce, come se stesse ragionando con sé stessa.
-Forse una buona carta…-commentò Chumley, non celando la sua fiducia nelle capacità del compagno di stanza. Era fiducioso che il ragazzino occhialuto avesse pescato una carta con cui ribaltare le sorti della partita. Per lui era quasi fondamentale che Syrus vincesse; doveva trovare una cosa in cui credere e la vittoria dell’amico sarebbe stata la sua ancora di salvezza. In fondo, se poteva vincere Syrus, perché lui non avrebbe potuto farlo? A dispetto di quanto aveva detto poco prima, in cuor suo sapeva che se poteva farcela l’altro, avrebbe potuto farcela anche lui.
-Non saprei… La sua espressione è strana.-ribattè Alexis.
-Allora non sono l’unica ad averlo notato.-commentò l’altra studentessa, lanciando una rapida occhiata all’amica del primo anno e poi tornando a osservare il fratello minore, il quale era impaziente che Syrus terminasse il suo turno.
-Syrus! Muoviti!-esclamò lo Slifer, agitando il braccio in direzione dell’amico. L’altra matricola, però, sembrava che fosse troppo immerso nei suoi pensieri per accorgersi di ciò che gli stava accadendo intorno. Il suo sguardo era fisso su una di quelle misteriose carte che aveva appena pescato e che nessuno riusciva a capire cosa fosse.
-Syrus? Che hai?-insistette l’altro.
-Ah, niente Jaden, non preoccuparti!-esclamò l’altro, in fretta e furia, come se si fosse svegliato di soprassalto da un brutto incubo. Era come se la voce dell’amico lo avesse riportato violentemente alla realtà e si fosse appena reso conto di trovarsi di nuovo nel bel mezzo di un duello. Poi, cercando di riprendere in mano la situazione, aggiunse le due carte appena pescate a quelle che aveva in mano, e proseguì con il suo turno.
-Attivo “Polimerizzazione”, grazie alla quale posso fondere “Gyroid” e “Steamroid”, entrambi nella mia mano, per evocare tramite fusione “Steam Gyroid”.
Un mostro meccanico, molto simile ad un treno umanoide, munito di strani arti che ricordavano delle ruote, comparve sul terreno di gioco. Aveva 2200 punti di attacco e, in termini di forza, superava di molto “Sparkman” e “Avian”, i due mostri sul terreno di Jaden.
-Vai “Steam Gyroid”, attacca “Avian Eroe Elementale”!-esclamò Syrus, lanciando all’attacco il suo mostro. Il treno umanoide si scagliò contro il mostro avversario, colpendolo con un getto di vapore e distruggendolo all’istante. I LP di Jaden scesero a quota 2800.
-Bella mossa, ma non credere di avermi messo in difficoltà!-esclamò lo Slifer iperattivo, sorridendo emozionato all’amico.
-Questo lo vedremo! Termino il mio turno.
-Tocca a me; pesco!-fece l’altro, pescando una carta dal deck. Poi, dopo aver dato un’occhiata alle carte che aveva in mano e sul terreno, continuò:
-Visto che hai evocato un mostro fusione, credo che sia giusto renderti pan per focaccia! Attivo “Polimerizzazione”, grazie alla quale posso fondere “Clayman”, che ho in mano, e “Sparkman”, che ho sul terreno, per evocare “Gigante del Tuono Eroe Elementale”.
L’eroe che aveva sul terreno scomparve in un vortice di colori e, al suo posto, comparve un uomo enorme, grosso quanto una montagna, con gli arti sproporzionati rispetto al resto del corpo. In testa portava un casco che gli lasciava scoperto solo la parte inferiore del volto, celando la sua vera identità.
-Credo proprio che il duello sia già deciso…-commentò Alexis, non appena il nuovo mostro fece la sua comparsa.
-Davvero?-chiese Chumley.
-“Gigante del Tuono” ha un effetto particolare; Syrus non ha nessuna carta coperta e non può annullarlo.-gli rispose Yomi, senza distogliere gli occhi dal campo. La ragazza conosceva molto bene gli effetti dei mostri del fratello; era stata lei ad aiutarlo a costruire quel deck e parte dei mostri li avevano acquistati insieme. Poteva benissimo dire che quegli eroi rappresentavano il loro legame.
-Attivo l’effetto di “Gigante del Tuono”. Una volta per turno, posso distruggere un mostro il cui attacco originale sia uguale o inferiore all’attacco del mio eroe. Mi dispiace, ma scelgo di distruggere il tuo “Steam Gyroid”!
Il mostro sul lato di Jaden iniziò a condensare l’energia elettrica intorno alle mani, finché non riuscì a creare una sfera di elettricità, che scagliò contro il treno di Syrus, distruggendolo e lasciando vuota la sua parte di campo.
-A questo punto evoco anche “Burstinatrix Eroe Elementale” e con questi due mostri in campo, posso attaccarti senza problemi e chiudere la partita. “Gigante del Tuono”, “Burstinatrix”, attaccatelo direttamente e azzerate i suoi LP!
L’eroe creò di nuovo una sfera di energia elettrica, mentre la donna vestita di rosso fuoco scagliava sfere fiammeggianti, colpendo la matricola del dormitorio rosso in pieno e facendo scendere i suoi LP a zero.
-Accidenti, lo sapevo che eri troppo forte…-mormorò Syrus, accasciandosi a terra. Non sembrava che avesse preso troppo male la sconfitta; probabilmente, in cuor suo, se l’aspettava.
-Guarda che non sei andato male! L’ultima tua mossa è stata fenomenale, dico davvero! Piuttosto, si può sapere che razza di carta avevi pescato? Era buona?-fece l’altro, mentre si avvicinava all’amico. Poi, senza nemmeno aspettare una risposta, gli prese le carte che aveva in mano, per vedere cosa avesse pescato di così particolare.
-“Vincolo di potere”? Avevi una carta così forte in mano e non l’hai utilizzata? Perché non l’hai fatto?
-Io non posso usare questa carta; mio fratello me l’ha proibito!-esclamò Syrus, irritato dal comportamento dell’amico.
-Te l’ha proibito? E perché mai?-chiese l’altro, sempre più confuso. Non capiva di cosa stesse parlando l’altro e non riusciva a seguirlo. Ad essere sincero, non sapeva nemmeno che Syrus avesse un fratello; fino a quel momento era sempre stato convinto che fosse figlio unico.
-Non sono affari che ti riguardano! Lo sapevo che non potevo farcela! Io sarò solo un peso per te; non ha senso che partecipi al duello!
Detto questo, si alzò in fretta e furia, strappò le carte di mano all’altro Slifer e corse via, lungo il sentiero che conduceva al dormitorio rosso. Chumley, dopo aver visto la reazione dell’amico, decise di corrergli dietro, per assicurarsi che non succedesse niente e per confortarlo un po’. Sapeva meglio di chiunque altro cosa poteva provare in quel momento la matricola dai capelli azzurrognoli; in fondo non era trascorso molto tempo dalla volta in cui aveva dovuto fare i conti con la sua incompetenza. La disperazione che aveva provato nel momento in cui aveva capito che avrebbe ripetuto l’anno era ancora fresca nella sua mente e nella sua anima. Era l’unica persona davvero in grado di capire come poteva sentirsi l’altro Slifer in quel momento ed era l’unico che potesse davvero tirarlo su di morale. Per questo motivo aveva deciso di corrergli dietro.
-Chumley…-mormorò Yomi, mentre seguiva con lo sguardo l’amico allontanarsi nella stessa direzione della matricola.
-Secondo te cos’è successo?-le chiese Alexis, anch’essa molto preoccupata per la situazione.
-Non ne ho idea, ma forse mio fratello potrà spiegarcelo.-le rispose l’altra. Poi, insieme, si diressero verso il sentiero che conduceva alla piccola spiaggia sottostante. Jaden si trovava ancora lì, con lo sguardo fisso sulla onde dell’oceano, e sembrava che ci fosse qualcosa che lo turbasse.
-Cos’è successo?-chiese la studentessa del primo anno, non appena si fu avvicinata allo Slifer.
-Non lo so… Tra le carte che aveva in mano c’era “Vincolo di Potere, ma non l’ha usato. Quando gli ho chiesto il motivo, mi ha detto che suo fratello gli ha proibito di usarla. Non capisco il motivo di tutto ciò… Non ha senso! Perché suo fratello dovrebbe fare una cosa del genere?
Alexis e Yomi si scambiarono uno sguardo preoccupato. Sapevano entrambe quale fosse il problema e di chi fosse la colpa, ma non sapevano se fosse il caso di spiegarlo anche allo Slifer o lasciar correre.
-Sai Jaden, Syrus ha un fratello maggiore che studia in questa Accademia. E’ un Obelisk del terzo anno ed è il miglior studente di tutta l’isola, tanto che è stato soprannominato “Kaiser” da tutti gli altri. Il suo nome è Zane ed è veramente un ottimo duellante. Se ha detto una cosa del genere a Syrus, deve esserci stato un motivo.-fece Alexis.
-E’ davvero così bravo?
-Sì, ma non pensare nemmeno all’idea di sfidarlo. E’ forte, molto forte e anche se vuoi sfidarlo per aiutare Syrus alla fine non sono cose che ti riguardano, perciò dovresti rimanerne fuori.-si intromise Yomi. Sapeva bene cosa stesse frullando nella testa del fratello e voleva evitare che facesse sciocchezze di cui si sarebbe potuto pentire. Soprattutto non voleva assolutamente che duellasse contro Zane.
-Perché dovrei? Tu faresti la stessa cosa, no?
-Questo non significa che tu possa farlo. Non sono cose che ci riguardano; sarebbe meglio rimanerne fuori.
-Scommetto che vuoi essere tu a sfidarlo…-commentò l’altro, mettendo il broncio.
-Non ci penso nemmeno! Jaden, anche se sei suo amico, non hai nessun diritto per intrometterti. Lo capisci, vero?
-No, non lo capisco. Syrus ha bisogno di una mano e se questo fantomatico fratello non ha intenzione di aiutarlo, vorrà dire che lo farò io. Per farlo devo capire un po’ meglio cosa sta succedendo e l’unico modo che ho è sfidare a duello questo Zane. Sorellona, lo avresti fatto anche tu!
-Sì, ma- Lasciamo perdere…-mormorò l’altra, mettendosi una mano tra i capelli, certa che qualsiasi cosa avesse detto, il fratellino non l’avrebbe ascoltata. In fondo, Jaden era fatto così; non ascoltava mai nessuno, nemmeno lei, e faceva sempre di testa sua.

La cosa positiva è che il più delle volte, sebbene segua il suo istinto, fa la scelta giusta. Spero che anche questa volta non si sbagli! Mi preoccupa molto di più la reazione che potrebbe avere Syrus, piuttosto di quella di Zane, sebbene nemmeno a lui piaccia quando qualcuno mette becco nei suoi affari. Forse dovrei parlarci e spiegargli cosa sta succedendo. Lui non sa niente di questo Tag Duel e non sa nemmeno che una sua scelta potrebbe influire sulla vita del fratellino. Questa situazione ci sta sfuggendo sempre più di mano e se non corriamo ai ripari, rischiamo che succeda l’irreparabile. L’ultima cosa che voglio è che perdano il duello e vengano espulsi. Sheppard ha detto di non intromettermi, ma io non riesco a rimanere a guardare senza fare niente. Jaden ha ragione; io farei esattamente la sua stessa cosa.” pensò la ragazza, mentre osservava il fratello minore, il quale continuava a chiedere informazioni ad Alexis riguardo questo misterioso Kaiser.
-Vado a vedere come sta Syrus…-fece dopo qualche minuto. Poi, senza nemmeno aspettare una risposta dagli altri due, si diresse lungo il sentiero che portava al dormitorio rosso, ma, una volta giunta di fronte alla struttura fatiscente, passò oltre, senza nemmeno fermarsi.
Giunta in prossimità degli edifici principali, si fermò ed estrasse di tasca il dispositivo, con il quale contattò il fidanzato.
-E’ successo qualcosa?
Il volto del ragazzo era comparso sullo schermo, impassibile come sempre. Solo il tono della voce tradiva la sua preoccupazione; di solito, quando Yomi lo chiamava, non erano mai buone notizie.
-Ho bisogno di parlarti.
-Cos’hai combinato?
-Io non ho fatto proprio niente; si tratta di Syrus!-esclamò l’altra, leggermente irritata.
-Syrus?
Zane sembrava piuttosto sorpreso di sentire il nome del fratello; probabilmente non se l’aspettava. Dopo qualche secondo di silenzio, il Kaiser fece:
-D’accordo, vieni in camera mia.
Detto questo, chiuse la conversazione, lasciando la studentessa con il dubbio di averlo indispettito.
-Credo proprio che si sia arrabbiato…-mormorò tra sé e sé, mentre riponeva l’apparecchio in tasca. Poi, senza perdere tempo, si diresse velocemente verso l’edificio degli Obelisk.
Una volta giunta di fronte alla stanza del ragazzo, iniziò a bussare ripetutamente alla porta, finché l’altro non venne ad aprirle.
-Finalmente hai aperto!-esclamò la studentessa, non appena la porta si aprì e il volto dell’altro fece capolino fuori.
-Non c’è bisogno di bussare in quel modo…-commentò Zane, leggermente irritato per i modi bruschi della ragazza.
-Non c’era nemmeno bisogno che tu mi riattaccassi il telefono in faccia.-ribattè lei. Poi entrò nella stanza e si accomodò sul divanetto, mentre l’Obelisk richiudeva la porta alle sue spalle.
-Abbiamo un problema!-iniziò Yomi, dopo diversi minuti di silenzio, interrompendo il flusso di pensieri di Zane sul perché la fidanzata avesse insistito nel venire. Aveva aspettato che il ragazzo si fosse accomodato accanto a lei, prima di iniziare quello che sarebbe stato un lungo e difficile discorso.
-Quale?
-Io te lo racconto, ma tu devi promettermi che non ti arrabbierai, d’accordo?
-Hai detto che riguarda mio fratello; ha combinato qualcosa?-chiese l’altro, ignorando completamente la domanda dell’altra. In quel momento era molto più preoccupato per ciò che era successo e di cui non ne era ancora a conoscenza.
-L’altra sera mio fratello, Syrus e Chumley sono entrati nel dormitorio abbandonato. Alexis mi ha detto che l’hanno fatto solo per salvare lei e anche i ragazzi me l’hanno confermato. Però, non so come, Sheppard e i professori ne sono venuti a conoscenza e hanno convocato solo Jaden e tuo fratello. Come punizione, hanno proposto loro di prendere parte ad un Tag Duel; se vincono, potranno rimanere in Accademia; se perdono, saranno espulsi.
-Sono entrati nel dormitorio abbandonato? Non gliene avrai parlato, vero?-chiese l’altro, fissandola impassibile. Il tono della voce, però, tradiva il fatto che fosse leggermente arrabbiato, anche se per la ragazza non era chiaro con chi ce l’avesse.
-Io non gli ho detto proprio niente! Non so come abbiano fatto a venirne a conoscenza, ma sono sicura che non sia stato Chumley a parlargliene.
-Lui non sa che è vietato avvicinarsi?
-Non credo. Ti ricordo che è rimasto dentro alla sua stanza fino all’altro giorno.
Zane la guardò per qualche altro secondo, poi si grattò la testa con fare pensieroso.

E io che pensavo che avesse fatto di nuovo a botte con qualcuno! Devo smetterla di preoccuparmi per niente; Yomi non è una ragazza violenta e, da quando può duellare di nuovo, ha smesso di alzare le mani su chiunque. E’ diventata molto più matura di prima, perciò non vedo perché dovrei continuare a trattarla come se fosse ancora irresponsabile e immatura. Comunque sia, non mi aspettavo di certo che il problema fosse Syrus; mi ha sorpreso non poco.”
-Il problema sarebbe questo? Non capisco cosa dovrei fare…-disse lo studente, dopo un po’.
-No, il problema è che tuo fratello non è in grado di duellare. Sono appena tornata dalla spiaggia, dove ho visto un duello tra Jaden e Syrus, e tuo fratello ha commesso un errore dietro l’altro. Ho cercato di convincere il cancelliere a sostituirlo con un altro duellante, ma non ha voluto sentire ragioni.
-La cosa non mi sorprende. Syrus non è mai stato portato per i duelli e questa scuola non è mai stata il suo posto. Se viene espulso, significa che-
-Guarda che la colpa è soprattutto tua! Perché gli hai vietato di usare “Vincolo di Potere”?!-esclamò l’altra, interrompendolo bruscamente, tanto che il Kaiser le lanciò un’occhiataccia.
-Te l’ha detto lui?
-No, ha farfugliato una cosa del genere a mio fratello, ma non ha dato ulteriori spiegazioni.
-Il motivo per cui gli vietai di usarla è perché non era ancora in grado di duellare rispettando gli avversari. E non lo è nemmeno ora. L’episodio a cui fa riferimento mio fratello è successo quando andava ancora alle elementari. Quella volta stava duellando contro un bullo della sua scuola, prendendolo in giro e sottovalutando le sue capacità; in poche parole si è preso gioco di lui e, per questo, ha rischiato di perdere. Intervenni quasi subito, mettendo fine al duello e impedendo che quel tipo si prendesse la carta di mio fratello. Per cercare di fargli capire che aveva sbagliato a comportarsi in quel modo, gli dissi che fino a quando non fosse stato in grado di comportarsi come un vero duellante non avrebbe avuto alcun diritto ad usare “Vincolo di Potere”. Sono stato io a regalargli quella carta e l’ultima cosa che volevo era che l’usasse per infierire su un avversario, per quanto fosse stato arrogante e cattivo.
-Uhm… Quindi non glielo stai vietando per ripicca?
-Perché avrei dovuto?
Yomi, per tutta risposta, alzò le spalle.
-Comunque ho l’impressione che Syrus non abbia capito cosa intendessi quel giorno…-continuò Zane, distogliendo lo sguardo dalla ragazza che aveva di fianco e spostandolo sulla finestra vicino al letto. Era leggermente aperta ed una brezza serale muoveva le tende azzurrognole.
-Spiegaglielo!
-Non è così facile. Io non sono come te e Syrus non è come tuo fratello.
-Sei tu che stai complicando la situazione…-borbottò Yomi, incrociando le braccia al petto.
-Non capisco perché insisti tanto.
-Jaden ha detto che vuole sfidarti a duello per aiutare Syrus a trovare di nuovo fiducia in se stesso. E io non voglio che lo faccia! Perciò l’unico modo per evitarlo era che tu risolvessi le cose con tuo fratello, ma non lo vuoi fare.
-Perché vuoi impedirglielo?
La studentessa lo fissò negli occhi per qualche secondo, poi arrossì leggermente.
-Non voglio che duelliate. Se tu perdessi, gli altri studenti direbbero che l’hai lasciato vincere perché è mio fratello, quando invece sarebbe una vittoria meritata. Non voglio che prendano di mira anche lui! E’ già successo alle elementari per colpa mia e non voglio che succeda anche qui in Accademia.
-Quindi pensi davvero che possa perdere?-chiese l’altro, inarcando il sopracciglio.
-Potrebbe succedere…
-Adesso mi hai fatto venire voglia di metterlo alla prova.
-Non puoi farl-
La ragazza non riuscì a finire la frase, perché l’altro l’abbracciò improvvisamente, attirandola a sé. Il volto della ragazza era sprofondato nel petto dello studente, tanto che poteva sentirlo alzarsi e abbassarsi seguendo il ritmo del respiro. Yomi protestò leggermente, ma non oppose molta resistenza; per quanto cercasse di negarlo, le piaceva quella posizione e le piaceva rimanere in ascolto dei battiti del suo cuore. Era la prova della sua esistenza; senza quei piccoli e brevi momenti avrebbe creduto di star vivendo un bellissimo sogno. Il calore del suo corpo e il respiro che le solleticava il collo erano, invece, prove tangibili che il loro rapporto era qualcosa che esisteva e non una sua finzione.
-Se vincessi non ci sarebbe alcun problema, no?-le sussurrò l’altro nell’orecchio.
-La fai sempre facile…
-Non la faccio facile; ho solo un buon motivo per non perdere.

***

Nda: di solito non lascio commenti in fondo ai capitoli a meno che non sia strettamente necessario - e questa è una di quelle volte. Come alcuni di voi sanno, i primi otto capitoli e mezzo di questa ff furono scritti oltre un anno e mezzo fa e il mio stile di allora non è paragonabile a quello attuale (basta leggere le ultime cose che ho scritto e credo si possa notare). Un tempo usavo le linee al posto delle virgolette basse, il lessico era parecchio più lineare, poche descrizioni ed altri difettucci che con la pratica ho corretto (e il romanzo che pubblicherò a breve mi ha aiutato molto), ma non è di questo che vorrei parlarvi, anzi chiedervi. In breve (lo so, tendo ad essere logorroica), rileggendo i vecchi capitoli mi sono accorta che utilizzare i nomi del doppiaggio rendeva strana la lettura. Mi spiego: Yomi e gli altri OC hanno nomi giapponesi, il calendario scolastico segue quello giapponese, i modi di fare e la cultura sono palesemente giapponesi, MA i nomi dei personaggi sono inglesi. Capite che non ha molto senso, perciò sto riflettendo se sostituire i nomi inglesi con quelli originali e qui entrate in gioco voi lettori. Cosa preferite? I nomi del doppiaggio anche a discapito del senso logico perché li trovate più immediati e non avete difficoltà a capire di chi parlo (nel caso ci sia qualcuno che non ha visto la versione originale) o i nomi giapponesi per uniformare il racconto e renderlo coerente (farei comunque in modo di rendere chiaro anche a chi ha visto la versione italiana di chi sto parlando)? Tenete presente che l'eventuale modifica avverrà comunque dal capitolo 10 in poi, e poi tempo permettendo cambierò anche i capitoli precedenti e il prequel di questa ff. Qualsiasi suggerimento è ben accetto nei commenti :3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- Duello per un amico ***


Capitolo 8- “Duello per un amico”


-Allora, lo conosci o no?!-esclamò il castano, sporgendosi verso la sorella.
Yomi e Jaden si trovavano nel negozio di carte, seduti ad un tavolino e con un modulo da compilare davanti. Il ragazzo stava giocherellando con una penna a sfera, mentre aspettava che la studentessa del secondo anno rispondesse alla sua doma che c’era ne aveva approfittato per tempestarla di domande. Voleva sapere chi fosse questo fantomatico Kaiser e quanto potesse essere forte ed era certo che la sorella sapesse molte più cose di quello che voleva far credere.
-Potrei anche conoscerlo, ma non capisco perché ti interessa tanto!
-L’hai mai visto duellare?
-Perché lo vuoi sapere?
-Voglio sfidarlo per aiutare Syrus e volevo rendermi conto di che tipo di avversario è. Voglio capire di cosa potrebbe essere capace, tutto qui. Perché non vuoi darmi una mano? Mica ti ho chiesto la luna!
-Non saprei come aiutarti; non mi ricordo di averlo mai visto duellare.
-Sei incredibile! E’ il miglior studente dell’Accademia e tu non hai mai visto uno dei suoi duelli?!
-Non è uno che si mette in mostra, tutto qui!
-Se lo dici tu…-mormorò l’altro, tornando a concentrarsi sunda. Le aveva chiesto di raggiungerlo per aiutarlo a riempire la richiesta per un duello ufficiale e giàl foglio che doveva compilare.

Jaden sta diventando veramente insistente con questa storia, ma non posso dirgli che stiamo insieme. Non capirebbe! Uno come lui è troppo ottuso per capire queste cose; potrebbe fraintendere o peggio farsi un’idea sbagliata. Chissà cosa penserebbe quella sua testa vuota!” pensò la ragazza, mentre osservava il fratello minore borbottare tra sé e sé mentre scarabocchiava sul foglio.
-Secondo te va bene così?-chiese lo Slifer, mostrando il foglio alla sorella. Prima che Yomi potesse anche solo vedere cosa aveva scritto, una mano alle sue spalle strappò di mano il foglio allo studente.
-Cosa state facendo voi due?-fece una voce stridula e dall’accento straniero. Crowler era comparso all’improvviso alle spalle dei due ragazzi e stava sventolando il foglio con fare scocciato.
-Sto cercando di compilare la richiesta per un duello ufficiale.
-Un duello ufficiale? E contro chi sarebbe?
-Contro Zane Truesdale. E adesso me lo ridia, per favore!
-Contro il Kaiser?! Non hai nessuna speranza di sconfiggerlo! Lui è il miglior studente di questa scuola ed uno Slifer come te non può batterlo! Rassegnati!
-Questo lo dice lei e adesso mi ridia quel foglio!
-Non ci penso nemmeno!-esclamò il professore. Poi stracciò il modulo in mille pezzi e, dopo averli gettati, uscì dal negozio come se nulla fosse.
-Che tipo… Adesso cosa faccio?!
-Potresti rinunciare.-suggerì la ragazza.
-Non ci penso nemmeno! Quel duello è fin troppo importante per Syrus e non posso rinunciare. Inoltre voglio vedere di cosa è capace questo Kaiser.
Detto questo, il ragazzo si alzò dalla sedia ed uscì di corsa dal negozio di carte, senza nemmeno aspettare la sorella. Yomi gli andò dietro, curiosa di sapere cosa avrebbe escogitato il fratello per avere il suo duello contro Zane. Sapeva che lo avrebbe ottenuto; Jaden otteneva sempre quello che voleva ed era proprio questo che la preoccupava. Sarebbe stato capace anche di rischiare l’espulsione pur di incontrare l’Obelisk e visto l’odio che Crowler covava verso lo Slifer non era una buona idea sfidare il Comitato Disciplinare due volte.

Mi conviene controllare che non faccia stupidaggini. Almeno finché non avrà rinunciato al duello. Se penso che tutto questo poteva essere evitato se Zane si decideva a parlare con Syrus mi innervosisco.” pensò la giovane, mentre seguiva la schiena del fratello districarsi per gli affollati corridoi dell’edificio principale del campus.
I due uscirono velocemente e si diressero verso il vialetto che portava ai vari dormitori e alla spiaggia. La studentessa non aveva la più pallida idea di cosa frullasse nella testa dell’altro studente, ma aveva deciso di seguirlo tutto il giorno e assicurarsi che non facesse una sciocchezza delle sue. Giunti in prossimità del bivio che portava al dormitorio blu, i due si scontrarono con Chumley. Il ragazzo-koala si trovava seduto su un ramo di un albero e stava osservando le proprie carte e, dalla sorpresa di vedere i due fratelli di corsa, rischiò quasi di cadere di sotto.
-Dove state andando?-fece lo Slifer cicciottello dopo essersi seduto di nuovo sul ramo, affacciandosi di sotto e guardando il compagno di stanza.
-Dal Kaiser.
-Dal Kaiser? Perché?
-Voglio sfidarlo per quella storia di Syrus. Adesso scusami ma devo andare!
Detto questo, Jaden salutò l’amico con un gesto della mano e riniziò a correre verso il dormitorio blu, lasciando indietro la sorella. Chumley lanciò un’occhiata al ragazzo, poi scese dal ramo dell’albero e, rivolgendosi verso l’amica del secondo anno, chiese:
-Che storia è questa?
-Meglio lasciar perdere…
L’amico la fissò confuso.
-In sostanza, Jaden vuole sfidare Zane per aiutare Syrus ha superare le sue paure e non ha alcuna intenzione di rinunciare. A volte è proprio una testa vuota!
-Se la metti così, è meglio controllare che non combini qualche stupidaggine, no?-fece Chumley, sorridendo all’amica. Yomi ricambiò il sorriso e si incamminò con l’altro lungo il vialetto che portava al dormitorio blu. Giunsero appena in tempo per vedere lo Slifer tornare indietro, fradicio fino al midollo e visibilmente arrabbiato.
-Cosa hai fatto?-chiese la sorella, alzando il sopracciglio. Jaden mugugnò un “niente!” a denti stretti e tirò a dritto, in direzione del dormitorio rosso. Gli altri due studenti si scambiarono un’occhiata confusa e lo seguirono, decisi ad andare fino in fondo a quella storia. Ormai non potevano più fare finta di niente; erano stati coinvolti e non riuscivano più a rimanere indifferenti.
-Posso sfidarlo in qualsiasi momento, vero?-chiese lo Slifer del primo anno, rivolgendosi alla sorella. I tre erano nella stanza delle matricole del dormitorio rosso e Jaden si stava asciugando i capelli bagnati dalla secchiata d’acqua degli Obelisk blu; sembrava essersi calmato un po’ rispetto a prima ed era tornato a concentrarsi sulla sua missione.
-Vuoi sapere se hai bisogno di un permesso speciale, giusto?
Lo Slifer fece un cenno d’assenso. Yomi sospirò, grattandosi la testa; in quel momento avrebbe voluto tanto che suo fratello non fosse così cocciuto.
-Non ce n’è bisogno per un incontro non ufficiale. Volendo potresti sfidarlo in qualsiasi momento, sempre che lui sia d’accordo.
-Pensi che non accetterà solo perché sono uno Slifer?
-Non ho mai detto questo. A Zane non interessano queste cose; se sei un duellante che merita la sua attenzione, accetta ogni sfida.
-Davvero?-chiese l’altro, sorpreso, grattandosi il mento.-Allora come mai non ti ha mai sfidata? Tu sei sempre stata forte; hai persino vinto vari tornei quando eri più piccola.
-Semplicemente perché non ce n’è mai stato bisogno. Piuttosto, che fine ha fatto Syrus?
La ragazza si era appena accorta dell’assenza del ragazzino con gli occhiali. Credeva di averlo trovato seduto sul proprio letto, magari nascosto sotto le coperte, invece non c’era.
-Già, che fine ha fatto?-mormorò Jaden, guardandosi intorno. Non si era reso conto dell’assenza dell’amico, finché la sorella non gliel’aveva fatto notare.
-Ha lasciato un biglietto…-fece il ragazzo-koala, attirando l’attenzione degli altri due. Jaden si avvicinò all’amico e gli strappò letteralmente il foglio di mano, per poter leggere cosa c’era scritto.
-“Mi dispiace per tutti i guai che ho causato… Non posso farcela… Ho deciso che me ne andrò; non cercate di fermarmi”!
-Sta cercando di andarsene?!-esclamò Yomi, preoccupata. Che lei sapesse l’unico modo per poter andarsene dall’isola era essere espulso; nessuno poteva andarsene a meno che non possedeva una barca privata e, di certo, Syrus non l’aveva.
-Penso proprio di sì. Dobbiamo assolutamente fermarlo!
Detto questo, Jaden gettò l’asciugamano sopra il letto ed uscì dalla stanza, seguito da Chumley e dalla sorella.
Arrivarono sul promontorio che dava sull’oceano che il sole aveva già iniziato a tramontare, tingendo il cielo e le nuvole di un rosso intenso che tendeva sempre più al violetto e al blu scuro; fra meno di un’ora il sole sarebbe calato dietro all’orizzonte, lasciando il suo posto alla luna pallida e smorta.
-Forse è meglio se ci dividiamo…-commentò Yomi, rivolgendosi agli altri due duellanti, non appena finirono di percorrere lo stretto passaggio che scendeva sotto la scogliera.-Voi due andate da quella parte; io vado di là.-continuò, indicando due punti opposti. Jaden fece un cenno d’assenso e, senza aggiungere nient’altro, iniziò a correre verso la direzione indicata dalla sorella, insieme a Chumley.
Non appena fu sola, la ragazza del secondo anno fece:
-Yuki, riesci a percepire dove si trova?
Lo spirito del samurai rosso fuoco comparve al suo fianco e, dopo aver fatto un profondo inchino in segno di rispetto, chiese:
-Vi riferite a quel ragazzino con i capelli celesti e gli occhiali da vista?
-Esattamente.
-Non è facile individuarlo in mezzo a tutte queste persone… Utilizza un deck basato sui “roid”, giusto?
-Sì. Cerca di fare presto; potrebbe essersi cacciato in un brutto guaio!-rispose l’altra, leggermente spazientita. Yukimura fece un cenno d’assenso, come a volerla tranquillizzare, poi scomparve nel nulla, lasciandola da sola.

Speriamo che Yuki faccia in fretta e che Syrus non sia nei guai. Se gli succede qualcosa, mio fratello andrà di matto. E sono sicura che anche Zane impazzirebbe, nonostante sembri che non sia interessato. Quel testone…”
La ragazza appoggiò la schiena alla roccia nuda ed incrociò le braccia al petto, in attesa che il suo mostro le comunicasse i risultati della sua ricerca.
Dopo qualche minuto, il samurai ricomparve e le indicò un punto che si trovava a metà strada tra il faro del porto e il luogo dove si trovava lei, più o meno dove dovevano trovarsi il fratello e l'amico del dormitorio rosso.
-Dovrebbe trovarsi in quella insenatura laggiù e non credo che se la stia cavando bene. “Steam Gyroid” dice che salire su una zattera e non saper nuotare sono due cose che non vanno molto d'accordo. Non so cosa volesse dire, però...-aggiunse lo spirito, scuotendo la testa con aria confusa.
-Io credo di saperlo. Meglio se ci sbrighiamo!
-Non volete avvertire vostro fratello?
-Non c'è tempo.
Detto questo, la ragazza iniziò a correre nella direzione che le aveva indicato lo spirito di Duel Monster. Una volta giunta lì, trovò Chumley, Jaden e Syrus con l'acqua alle ginocchia e fradici fino alla punta dei capelli; su un promontorio, proprio sopra i tre ragazzi, c'erano Zane e Alexis e sembrava che suo fratello e il ragazzo del terzo anno stessero discutendo. Yomi sapeva bene quale fosse il problema e si augurava che il fidanzato le desse ascolto e rifiutasse la sfida dell'altro; in cuor suo, però, sapeva che non sarebbe mai successo. Zane non avrebbe mai rifiutato una sfida, neanche se l'avesse pregato in ginocchio.
-Ragazzi, dovreste uscire dall'acqua!-esclamò poi, ignorando volutamente l'Obelisk.
-Non adesso! Prima devo sistemare questa faccenda ed ho intenzione di farlo sfidando il Kaiser. Hai sentito, Zane?!-fece Jaden, ignorando la sorella e puntando il dito verso lo studente migliore dell'Accademia. Yomi si grattò la testa, lanciando un'occhiataccia prima la fratello e poi al fidanzato: le sue paure stavano per concretizzarsi e sperava davvero che il buon senso di Zane avesse prevalso sulla sua voglia di duellare contro la promettente matricola.
-Vuoi davvero sfidarmi?-chiese l'Obelisk, sorridendo eccitato.
-Ehi, aspettate un attimo! Jaden, non sfiderai Zane; non è una buona idea, te l'ho già detto.-esclamò la studentessa del secondo anno, intromettendosi tra i due.
-Ma perché?! Ti ho già detto che devo farlo, no?
È l'unico modo per aiutare Syrus!-protestò il fratello, agitando i piedi nell'acqua e finendo con lo schizzare ancora di più i compagni. Yomi gli lanciò un'occhiataccia, poi entrò nell'acqua e lo afferrò per la giacca, ribadendo che non avrebbero duellato.
-Sei crudele!
-Non m'interessa; tu non duelli contro di lui. Punto.
-Lo dici solo perché vuoi tenerlo tutto per te!
-Io non- Oh, insomma, smettila con questa storia!-ribatté la ragazza, strattonandolo ancora di più.
-Yomi, potresti evitare di intrometterti?-fece Zane, interrompendo il teatrino dei due fratelli Yuki. Non era scocciato, ma non aveva digerito molto che la studentessa avesse cercato di impedire il loro duello. Sapeva il motivo per cui si opponeva, ma non riusciva comunque a tollerarlo. Per lui quel duello era molto importante, tanto quanto lo era per Jaden e Syrus.
Yomi lo fissò, con un'espressione delusa e arrabbiata allo stesso tempo, poi lasciò la presa sul colletto della giacca del fratello minore e, incrociando le braccia al petto, borbottò:
-Va bene, fate come cavolo vi pare. Tanto il mio parere non conta niente.
-Non è così e lo sai bene.-ribatté il giovane del terzo anno.
-Lasciamo perdere; con te è inutile discutere.
-Potrei dire la stessa cosa, ma voglio mettere in chiaro le cose dopo il duello. Per quanto riguarda te, Jaden, seguimi in un posto un po' più asciutto e comodo e avrai il tuo duello.
Detto questo, Zane scomparve lungo il sentiero che riportava alla parte superiore dell'isola, seguito da Alexis. I tre studenti del primo anno uscirono dall'acqua e risalirono il sentiero, seguendo lo Slifer iperattivo, contento di aver ottenuto il permesso per duellare contro il migliore di tutta l'Accademia.
-Sorellona, sbaglio o avevi detto di non conoscerlo?-fece Jaden, dopo qualche minuto di silenzio, mentre risaliva lo stretto sentiero di ghiaia che portava al piccolo porto dell'isola.-Prima ho avuto l'impressione contraria.
-Se ti avessi detto che lo conoscevo, tu avresti voluto che organizzassi il duello. Io non voglio che voi due duelliate.
-Probabile, ma non capisco perché ti opponi così tanto. Tanto non perderò!
-Ne sei davvero così sicuro?
-Perché me lo chiedi? Pensi che possa perdere?
-Zane è forte, molto forte...
-L'hai sfidato?
-No, ma l'ho visto fare sul serio e ti posso assicurare che non scherza.-mormorò la ragazza, stringendosi nelle spalle. Le tornò in mente il duello tra Zane e Makoto, quello che aveva disputato per vendicarla, ed un brivido le percorse la schiena. Quello forse era stata l'unica volta in cui il ragazzo aveva fatto davvero sul serio contro qualsiasi altro studente.
-Avresti dovuto dirmelo, sai?
-Non potevo farlo, semplice.
-Giuro che non ti capisco...-borbottò il minore, tra sé e sé.
-Lascia perdere...-tagliò corto l'altra. Erano appena giunti al molo e i due studenti del dormitorio blu li stavano aspettando.-Vedi quanto meno di impegnarti.
-Non me lo faccio ripetere due volte!
Il ragazzo afferrò il dueling disk che gli porgeva l'amico-koala e lo fissò al braccio, poi, dopo aver controllato di avere il deck, si diresse verso il centro del molo e si posizionò di fronte a Zane. Alexis, nel frattempo, si avvicinò al gruppetto, curiosa di vedere come sarebbe terminato il duello tra lo studente più forte della scuola e la matricola più promettente.
-Se sei pronto, possiamo dare il via al duello.-esclamò l'Obelisk, accendendo il proprio dueling disk e pescando le sue prime cinque carte.
-Non vedo l'ora!-fece l'altro di rimando, pescando la propria mano. Diede una rapida occhiata alle carte e non riuscì a fare a meno di sorridere. La fortuna non l'aveva abbandonato neanche quella volta.

Perfetto, adesso sì che diventerà lo zimbello di tutta la scuola! Come se quello che è successo alle elementari non fosse più che sufficiente.” pensò la ragazza, fulminando con lo sguardo il fratellino, che, nel frattempo, aveva già messo in campo i propri mostri.
-Perché ti sei opposta?-chiese Alexis, destandola dai suoi pensieri.
-Sono abbastanza sicura che non siano affari tuoi.-le rispose l'altra, con noncuranza.
-Ovviamente, ma non me l'aspettavo da parte tua.
-Non voglio che duellino, tutto qui.
-Questo lo avevo capito, ma ho l'impressione che il motivo non sia il tuo rapporto con Zane. O sbaglio?
-Gli studenti e i professori tendono ad avere la lingua lunga e non voglio che circolino strane voci su uno di loro due. In qualsiasi modo si concluda questo duello, mio fratello rischia di essere preso di mira dai soliti bulli ed io non voglio che accada. Tutto qui...
-Lo immaginavo...-commentò la ragazza del primo anno, alzando leggermente le spalle. Poi entrambe si voltarono verso i due studenti, i quali stavano continuando il loro duello. Zane era riuscito ad evocare “Cyber Drago Gemello” già al suo primo turno e ne aveva approfittato per infliggere una buona dose di danni all'avversario, facendo piazza pulita del suo campo e di buona metà dei suoi LP. In quel momento Jaden era davvero in difficoltà, ma il sorriso di eccitazione, che non sembrava voler scomparire dal volto del ragazzo, confermava le aspettative dei suoi amici: lo Slifer si stava realmente divertendo e non sembrava intenzionato a mollare. Probabilmente era la prima volta che si trovava ad affrontare un avversario così tosto e l'idea di poterlo sconfiggere lo faceva letteralmente sorridere.
-Lo sapevo, mio fratello è troppo forte anche per Jaden. Non riuscirà mai a vincere...-mormorò Syrus, a bassa voce. Yomi gli lanciò uno sguardo e fece:
-Sei suo amico, non dovresti dubitare di lui.
-Lo so, ma mio fratello ci andrà pesante e Jaden potrebbe perdere la voglia di duellare. Se accadesse, lui...
-Pensi che Zane sia cattivo a comportarsi in questo modo?
-Non saprei; non riesco a capirlo come vorrei. Vorrei che fosse più simile a te...
-Io non sono una buona sorella, nonostante quello che puoi pensare. Il mio rapporto con Jaden sembra così perfetto solo grazie al carattere di mio fratello; tu sei diverso e con te sarebbe tutt'altro che roseo. Comunque sia, non è carino desiderare che il proprio fratello sia diverso; lui è fatto così e tu dovresti solamente accettarlo e cercare di capirlo. E Zane dovrebbe fare la stessa cosa nei tuoi confronti.
-Come faccio a capirlo? A volte sembra quasi che non abbia emozioni...
-Lo so, ma lo fa solo perché è molto riservato.
-Riservato? Ne sei sicura?
-Fidati! Io l'ho visto arrabbiarsi e preoccuparsi come una qualsiasi altra persona, sebbene lo faccia solo quando qualcuno a cui vuole bene è in pericolo.
-Strano; non è da lui...
Yomi si voltò leggermente sorpresa e lo fissò per qualche secondo, poi, ritornando ad osservare i due sfidanti che si scambiavano attacchi e contrattacchi, chiese:
-Hai mai cercato di capirlo? Invece di soffermarti solo sull'apparenza?
-Sì, ma non riesco davvero a capire cosa gli frulli in testa... La colpa è sua che non riesce a spiegarsi.
-Ti sbagli, la colpa è di entrambi. Tu non ti sei mai realmente sforzato per capirlo e lui non si è mai sforzato per farsi capire; se continuate a tenere entrambi questo atteggiamento non andrete da nessuna parte. Zane non è cattivo, è solo un po' impacciato.
Syrus la guardò per qualche secondo, poi estrasse pensieroso la carta “Vincolo di Potere” dal deck e iniziò a guardarla, come se in quel rettangolo di carta si nascondessero le risposte ai suoi problemi.
-Secondo te perché mi ha vietato di usare questa carta?-le chiese, dopo qualche secondo di silenzio, mostrandole la carta magia. Yomi alzò le spalle.
-Perché non lo chiedi a lui?
-L'ho già fatto, ma mi ha detto che non potrò usarla fino a quando non gli dimostrerò di meritarla. Ma non riesco a capire cosa volesse dire...
-Prova a chiederglielo; sono sicura che sia disponibile a spiegartelo di nuovo. Oppure potresti ragionarci sopra e cercare di darti una risposta. Ricordati che tu e Zane siete due persone diverse e che il vostro modo di pensare è agli antipodi; non ha senso che tu cerchi di immedesimarti in lui.-fece la ragazza del secondo anno, sorridendo alla matricola. Poi tornò a guardare il campo da gioco; Jaden era riuscito ad evocare “Mudballman” in posizione di difesa e sembrava alquanto impaziente di giocare il suo prossimo turno. “Probabilmente ha in mente una strategia infallibile per chiudere la partita; quell'espressione è inconfondibile.”
Zane, intanto, aveva pescato la sua carta e stava osservando la mano e il terreno per elaborare la strategia migliore.
-Dato che sono trascorsi due turni, si attiva l'effetto di “Differente Capsula Dimensionale” e posso aggiungere la carta che avevo rimosso alla mia mano.-fece il ragazzo, osservando attentamente l'espressione dell'avversario.
-Oh cavoli! Non vedevo l'ora che tu l'attivassi!
-Vuoi davvero sapere di cosa si tratta?
-Mi sembra ovvio! Quella è la tua carta più forte o sbaglio?
Il Kaiser accennò un sorriso, quasi divertito dall'espressione dell'avversario, poi fece:
-Sei un ottimo avversario e devo dire che è stato divertente duellare contro di te. Sei riuscito a farmi dare il massimo ed è stato divertente renderti il favore.
-Puoi ben dirlo! E cerca di dare il massimo fino in fondo!
-Come vuoi! Evoco specialmente un terzo “Cyber Drago” grazie al suo effetto ed attivo “Defusione” che mi permette di far tornare “Cyber Drago Gemello” che ho sul terreno nel mio Extra Deck e di evocare i mostri-materiale da fusione utilizzati. Perciò riporto sul terreno i due “Cyber Drago” che ho fuso precedentemente.
-Adesso userai quella carta, vero?-chiese Jaden, sempre più impaziente. La sua eccitazione era palpabile e sembrava che non riuscisse più contenerla; voleva vedere a tutti i costi quanto era forte il suo avversario e se veramente si meritava il titolo che gli avevano dato. “Scommetto che sarà una carta assurda! Questo Zane è veramente forte, forse anche più di mia sorella!”
-Se proprio ci tieni a vederla, ti accontento. Attivo la carta magia “Vincolo di Potere”, grazie alla quale posso fondere i miei tre “Cyber Drago” sul terreno ed evocare tramite fusione “Cyber Drago Finale”.
I tre serpenti meccanici scomparvero in un turbine di colori e lasciarono il posto al mostro più forte dell'Obelisk, il drago cibernetico a tre teste. La carta di Duel Monster ruggì minacciosa verso lo Slifer, spalancando le ali meccaniche, così da sembrare ancora più grosso.
-Era ora...-commentò Jaden, sorridendo leggermente nervoso.
-Grazie all'effetto di “Vincolo di Potere”, il mio mostro raddoppia i suoi punti di attacco originali e sale a 8000.
-Non è un po' rischioso?-chiese Chumley, voltandosi verso l'amica del secondo anno, in attesa di una risposta.-Se non riesce a chiudere in questo turno, perderà per l'effetto di “Vincolo di Potere”, dico bene?
-E' un rischio che non esiste; mio fratello ha già pianificato tutto e vincerà in questo stesso turno. Lui sa sempre cosa fare e se ha scelto di usare quella carta è perché ha riconosciuto il valore di Jaden e vuole onorarlo dando il meglio di sé. Almeno credo...-gli rispose Syrus, lanciando uno sguardo deciso al fratello maggiore.
-Vedi Syrus, stai imparando a conoscerlo!-commentò Yomi, dando una sonora pacca sulla spalla del ragazzino occhialuto.
-”Cyber Drago Finale”, attacca “Mudballman”!-esclamò Zane, ordinando alla sua creatura di sferrare un attacco.
-Anche se riesci a distruggere il mio mostro, i miei LP sono intoccabili!-fece Jaden, di rimando.
-Se fossi in te non ne sarei così sicuro. Quando il mio mostro attacca un altro in posizione di difesa si attiva il suo effetto, il quale mi permette di infliggere la differenza tra i suoi punti di attacco e la difesa del mostro con cui combatte ai tuoi LP. E questo chiude definitivamente la nostra partita!
Seguendo gli ordini dello studente del terzo anno, le tre teste del drago meccanico crearono delle sfere di energia e le scagliarono contro il mostro di roccia e fango dello Slifer, distruggendolo in mille pezzi e azzerando i Life Points della matricola.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Una strana notte ***


Capitolo 9- Una strana notte


Il duello tra il Kaiser e lo Slifer si era appena concluso con la vittoria dello studente del terzo anno, a dispetto delle speranze che i compagni di dormitorio della matricola. Yomi, nonostante si aspettasse che il risultato non potesse che essere quello, era rimasta comunque piuttosto sorpresa; sebbene fosse passato poco più di un anno dall'ultima volta che aveva visto il fratellino all'opera, non si aspettava che desse così tanto filo da torcere al fidanzato. Le sue capacità erano migliorate moltissimo negli ultimi tempi e la cosa le aveva fatto piacere; per lei, Jaden era sempre stato un punto di riferimento, quasi un modello da seguire nonostante fosse il più piccolo tra i due, e vederlo migliorato fino a quel punto non poteva che renderla orgogliosa.
E' diventato decisamente più bravo rispetto all'ultima volta che abbiamo duellato. Se non mi impegno, potrebbe anche superarmi e diventare più bravo di me; non posso di certo permetterglielo!”
Jaden, intanto, si era già alzato in piedi e si stava spolverando alla meglio i pantaloni grigi, mentre rispondeva ad una serie di domande dell'amico occhialuto e ringraziava Chumley per i complimenti. La ragazza, alla vista del fratellino sorridere spensierato, non riuscì a fare a meno di sorridere anch'essa.
«Vedo che non sei più preoccupata...» fece Zane, avvicinandosi alla ragazza e guardando i tre studenti del dormitorio rosso parlottare tra loro.
«Non più e credo di essermi preoccupata fin troppo. Forse dovrei smettere di vederlo come un bambino...»
«Dovresti pensare un po' più a te stessa; credevo di avertelo già detto.»
«Lo so, ma...» la ragazza esitò per qualche secondo. «Meglio lasciar perdere...»
Zane le lanciò uno sguardo impassibile; sebbene avesse compreso a grandi linee cosa frullasse nella testa della studentessa in quel momento, decise comunque di non chiedere ulteriori spiegazioni. Sapeva che gliene avrebbe parlato prima o poi, quando avrebbe trovato le parole giuste per farlo.
«Wow, è stato davvero un duello emozionante! Sei davvero un avversario temibile, Kaiser!» esclamò Jaden, voltandosi verso lo studente più grande e distogliendolo dai suoi pensieri.
«Lo stesso vale anche per me. Il tuo modo di duellare è totalmente diverso da quello di tua sorella e ammetto che è stata una sorpresa.»
«Aspetta un attimo! Quindi voi due avete già duellato insieme?!» fece Jaden, fissandoli con aria confusa; non capiva cosa stesse succedendo.
«No, ho solo visto tua sorella duellare e so bene quanto sia forte. L'anno scorso ha persino sconfitto due degli studenti migliori della scuola; è una duellante veramente capace, ma credo che tu lo sappia meglio di me» rispose, impassibile, l'altro. Jaden lo fissò, poi grattandosi la testa fece:
«Non hai voglia di sfidarla? Se sei consapevole di quanto sia forte, non capisco perché non hai ancora duellato contro di lei...»
«Semplicemente perché stiamo insieme e non voglio mettere a rischio il nostro rapporto.»
A sentire quella frase Jaden strabuzzò gli occhi, mentre Syrus divenne rosso dall'imbarazzo e iniziò a balbettare parole sconnesse. Poi i due si scambiarono uno sguardo e, in coro, strillarono:
«Perché non ce l'avete detto?!»
«Non vedo perché avremmo dovuto dirvelo...» commentò l'altro, impassibile. Poi, come se niente fosse, si voltò e si incamminò lungo il molo, in direzione degli edifici scolastici e dei dormitori. Subito dopo che se ne fu andato, Yomi sentì gli sguardi delle due matricole fissi su di lei, come se si aspettassero qualche spiegazione.

Lo sapevo che non era una buona idea dirglielo! Jaden non capisce queste cose e di certo non si aspettava che io stessi con un ragazzo; lui e l'amore sono due concetti opposti e incompatibili. Syrus, invece, non capirebbe per altri motivi: suo fratello non è il tipo da avere relazioni. In che guaio mi ha cacciata?!”
«Sorellona?» chiese lo Slifer, attirando la sua attenzione e distogliendola dai suoi pensieri. «Cosa significa questa storia?»
«Jaden, non fare il fratello geloso.»
«Non sto facendo il fratello geloso, è solo che non capisco cosa tu ci possa trovare nell'amore. E' noioso e da femminucce, e tu sei un eroe» replicò il fratello, incrociando le braccia al petto e annuendo convinto. Gli altri presenti si scambiarono un'occhiata confusa; nessuno tranne Yomi aveva realmente capito cosa stesse dicendo lo Slifer.
«Ancora con questa storia? Non sono un eroe, non dopo tutto quello che ho fatto alle medie.»
«Per me sei un eroe, come Burstinatrix.»
«Jaden, al massimo si dice eroina.»
«Quanto sei fiscale...» commentò il ragazzo, ridacchiando tra sé e sé. Yomi lo fulminò con lo sguardo, poi sospirò, passandosi una mano sulla faccia.
«Con te è inutile discutere. Tanto quanto lo è farlo con Zane...»
Detto questo, la ragazza si allontanò lungo il molo, senza neanche aspettare gli amici e il fratello. Non aveva molta voglia di parlare con loro o dare loro spiegazioni sulla sua vita privata. Era riservata, tanto quanto lo era Zane, ma a differenza del fidanzato parlare di quelle cose la metteva sempre a disagio, soprattutto davanti al fratello. Non capiva neanche cosa volessero da lei.
Arrabbiata per tutto quello che era successo, si diresse verso il dormitorio degli Obelisk, per litigare anche con Zane. Non ne aveva molta voglia, ma aveva ancora meno voglia di chiudere un occhio sullo scherzetto che le aveva giocato. Dire quelle cose imbarazzanti e poi lasciarla lì, in balia degli altri studenti, non è stato affatto simpatico da parte sua. E Yomi non aveva intenzione di perdonarlo tanto facilmente.
Era immersa in questi e altri pensieri, quando un'improvvisa fitta alla testa la costrinse a fermarsi. Si portò una mano sulle tempie, premendo più forte che potesse nella speranza che il dolore sparisse. Avvertiva come una serie di aghi trafiggerle il cranio, fino ad arrivare al cervello e proseguire oltre. Era una sensazione insostenibile, al punto che dovette sedersi in mezzo al vialetto in attesa che il dolore smettesse. Non riusciva a pensare o a muoversi; riusciva solo a respirare con gran fatica e a premere il più forte possibile sulle tempie. Se non fosse stata abituata al dolore era certa che si sarebbe messa a piangere come una bambina, ma aveva sofferto fin troppo e quella fitta alla testa, per quanto potesse essere forte, non era paragonabile alla ferita che le era stata inflitta al fianco. Quella volta il dolore era stato tale da farle perdere i sensi.
Prese un respiro e tentò di alzarsi; il dolore era sempre lì, pronto a ricordarle che lui non era ancora andato via e che era in agguato nella sua testa. Si accasciò di nuovo al suolo, premendo sulle tempie tanto da conficcare le unghie nella carne; un rivolo di sangue scorse lungo il profilo delle mani, fino a cadere a terra. Si morse il labbro e chiuse con forza gli occhi, cercando di non pensare al dolore. Rimase in questa posizione per diversi minuti, poi la fitta sparì all'improvviso, nello stesso modo con cui era apparsa.
«Che diavolo è successo?» disse tra sé e sé. Quella era la prima volta che si sentiva così male, tanto da non riuscire neanche a respirare. Non era mai stata un tipo debole e non aveva mai sofferto di mal di testa, perciò cos'era quella fitta? Scosse la testa, come a impedire a quel pensiero di tornare a tormentarla, e si asciugò gli occhi lucidi. Alla fine il dolore era stato così forte da farle versare qualche lacrima.
«State bene, principessa?» fece lo spirito di Duel Monster, comparendo al suo fianco. La ragazza annuì, ma non disse nulla. «Volete che faccia qualcosa?» continuò il samurai dall'armatura cremisi, alzando lo sguardo sulla padrona. Yomi scosse di nuovo la testa e gli fece cenno di sparire. Lo spirito annuì e scomparve di nuovo nel nulla.
«Tutto questo non è normale...» mormorò lei, riprendendo il cammino in direzione del dormitorio. «Che abbia una qualche strana malattia? Forse dovrei farmi visitare di nuovo da Fontaine, anche se dubito che riesca a capire cosa sia.»
Con queste domande senza risposta per la testa entrò nel dormitorio degli Obelisk e si diresse verso la camera del fidanzato. Intorno a lei c'era un via vai di studenti che la guardavano incuriositi; non era vietato, ma era comunque un fatto raro che una ragazza entrasse nel dormitorio maschile e nessuno di loro aveva idea del motivo per cui si trovasse lì. La ragazza ignorò i mormorii che ben presto iniziarono a circondarla e tirò a dritto, incurante di tutte le voci che il giorno dopo si sarebbero diffuse nella scuola.
Non le piaceva molto la sua nuova sistemazione; preferiva di gran lunga il vecchio dormitorio, con le sue stanze ampie e luminose e la mensa piccola e poco frequentata. Le era sempre piaciuto mangiare lì, in compagnia di poche e fidate persone e lontana dagli sguardi indiscreti della maggior parte degli altri studenti. In quel piccolo edificio si sentiva più sicura e protetta, proprio perché era piccolo e raccolto, quasi come la casa di una famiglia allargata. Era un pensiero buffo, il suo, sopratutto perché non aveva mai fatto realmente amicizia con nessuno degli altri studenti, eccetto Zane, Atticus e Yusuke; era strano considerare il vecchio dormitorio una specie di seconda casa. Però conservava dei bei ricordi e le piaceva vederlo sotto quella luce; per questo motivo le si stringeva il cuore alla vista dell'edificio abbandonato su se stesso e sul punto di crollare.
Si bloccò a metà scale, con una mano poggiata sul corrimano di legno chiaro. Adesso che ci pensava quell'edificio era cambiato molto da quando era ancora in funzione e pieno di vita. Quella stanza circolare e scavata nella roccia che aveva trovato qualche mese addietro insieme a Yukimura era come apparsa dal nulla, in un luogo dove prima c'era solo nuda roccia. Adesso che ci pensava, le fitte dolorose alla testa avevano iniziato a diventare più frequenti proprio subito dopo quella strana esplorazione, e negli ultimi mesi si presentavano quasi ogni giorno. Era una strana coincidenza, troppo strana anche per il suo scetticismo. “Forse le due cose sono connesse, ma in che modo?” pensò. Non c'era alcuna spiegazione scientifica, non era possibile che una stupida grotta potesse provocarle il mal di testa. Scosse la testa, ridacchiando tra sé e sé per l'idea sciocca che le era venuta in mente e riprese a salire le scale. Doveva farsi visitare, non c'era altra scelta; una volta avuti i referti avrebbe pensato alle probabili cause. O avrebbe lasciato che se ne occupassero i medici. Alla fine, questo era tutto quello che doveva fare.
«Cosa ci fai tu, qui?!» sbraitò una voce alle sue spalle. Yomi si voltò il giusto per incrociare lo sguardo indispettito di Chazz fissarla. Lo squadrò per qualche secondo e continuò per la sua strada, decisa a ignorare il ragazzo.
«Come ti permetti di ignorarmi?!»
«Taci, marmocchio, o ti scuoio vivo» replicò lei, lanciandogli un'occhiata gelida. Chazz deglutì, leggermente a disagio, ma non si lasciò intimorire più di tanto e sostenne il suo sguardo.
«Questo non è il dormitorio delle ragazze» continuò, cercando di mantenere i nervi saldi. Era difficile, visto che non aveva dimenticato l'umiliazione che aveva subito da parte della ragazza il primo giorno di scuola, né quella subita da parte del fratello. Se contro Yomi se l'era cavata grazie all'abbandono di lei, contro Jaden aveva perso e pure malamente. Da quel giorno, era diventato lo zimbello della classe e tutti quelli che fino al giorno prima erano disposti a baciare la terra su cui camminava gli avevano voltato le spalle. Era stato abbandonato da tutti e la colpa era di Jaden e, in maniera indiretta, pure di sua sorella.
«Quello che faccio non sono affari tuoi, moccioso, e se non sbaglio non è vietato entrare nel dormitorio maschile. Adesso sparisci, non ho molta voglia di discutere con te!»
«Io invece ne ho! Anzi, ho una gran voglia di sfidarti a duello e sconfiggerti!»
«Chazz, ti consiglio di lasciar perdere o potresti perdere per l'ennesima volta.»
«Come se tu potessi sconfiggermi!»
«Non sapevo che ti piacesse così tanto perdere...» ribatté lei, accennando un sorriso cinico. «O devo ricordarti della sconfitta che ti ha inflitto mio fratello? Quel “Kuriboh Alato LV 10” te le ha suonate di santa ragione, o sbaglio?»
«Taci, demone!» sbraitò lui, alzando di parecchio il tono della voce. Molti studenti che si trovavano nelle vicinanze accorsero per vedere cosa stesse succedendo e, non appena si resero che Chazz aveva attaccato briga con Yomi, iniziarono a confabulare tra loro, scommettendo sui vari esiti del litigio. In molti, soprattutto del secondo e del terzo anno, erano certi che la ragazza avrebbe finito con il pestare a sangue la povera matricola ed alcuni erano già pronti ad intervenire, mentre altri corsero a chiamare il Kaiser, l'unica persona in tutta l'Accademia che potesse fermare la Obelisk.
«Ah, giusto, ti brucia ancora perché il tuo robottone da combattimento da figlio di papà è stato letteralmente massacrato da un mostriciattolo peloso e insignificante. Dico bene, Chazz?»
«E tu pensi davvero di essere così forte?! Ti devo ricordare che hai gettato la spugna dopo neanche mezzo secondo che era iniziato il duello? Avevi paura, per caso?»
Yomi strinse le labbra in una nota di stizza. Non aveva digerito molto l'allusione dell'altro studente e in quel momento si malediceva per aver abbandonato la sfida che lei stessa aveva lanciato. L'aveva fatto perché lo aveva reputato un tipo interessante e gli sarebbe dispiaciuto sconfiggerlo, ma in quel momento avrebbe preferito di gran lunga averlo bastonato un po', almeno avrebbe iniziato a portarle il rispetto che meritava. “Perché non l'ho sconfitto quando potevo?” si chiese. “Ho davvero rinunciato a vincere per fargli un favore? Devo essermi rammollita parecchio...”
«Vuoi che ti picchi?» gli fece, incrociando le braccia al petto.
«Ricorri alla violenza perché non hai altri mezzi per ribattere, di' la verità!»
«Se continui così ti troverai con un occhio nero, te l'assicuro, Chazz.»
Il ragazzo fece per ribattere, ma ci ripensò. Fece spallucce e passò oltre, lanciando un'occhiataccia alla studentessa, sguardo che Yomi ricambiò.
«Ti conviene fare attenzione, senpai» mormorò lui.
«Fossi in te penserei a come sconfiggere mio fratello» ribatté lei, sorridendo compiaciuta. Chazz fece un gesto di stizza e proseguì oltre, facendosi largo tra la folla che si era radunata e cercando di ignorare le risatine che gli venivano rivolte.
«Che avete da guardare, filate via!» sbraitò Yomi, rivolgendosi alla folla e gli studenti si affrettarono a togliere il disturbo. Rimase solo Zane, in piedi vicino al muro. Aveva assistito a buona parte della scenata, perché casualmente si trovava nei paraggi quando era iniziata la lite. Aveva preferito non intervenire, almeno finché la situazione non fosse degenerata.
«Sei stato qui tutto il tempo?» gli chiese la ragazza, non appena lo vide. Lo studente annuì, ma non disse nulla; il suo volto era impassibile come sempre. «Quel tipo mi fa saltare i nervi...» continuò lei, come se volesse scusarsi.
«Sei stata brava» disse lui.
«Dici? A dirla tutta, avevo una mezza idea di picchiarlo sul serio, ma poi ho preferito lasciar perdere.»
«Non sarebbe stata una buona idea... Piuttosto, posso sapere cosa ci fai qui?»
«Non posso nemmeno venire a trovarti?» fece lei, lanciandogli un'occhiata maliziosa.
«Non se devi attaccare briga con le matricole.»
Yomi scoppiò a ridere.
«Stavo parlando seriamente...» commentò lui, sospirando.
«Ti preoccupi troppo, non ti fa bene» replicò la ragazza, prendendolo sottobraccio e incamminandosi con lui lungo il corridoio, in direzione della sua stanza.
«Allora evita di cacciarti nei guai.»
«Io non mi caccio nei guai» replicò lei. «E comunque qualcuno deve pur dare una lezione a quel bastardo.»
«E devi essere tu, dico bene?»
«Non devo essere io. Siete voialtri a non farlo, perciò non vedo alternative» ridacchiò Yomi. Zane sospirò e aprì la porta della sua stanza. La ragazza entrò dentro e lui richiuse la porta. Si sedette sulla sedia e squadrò la ragazza che si era già stesa sul letto e si stava stiracchiando le braccia. Da quando la conosceva non aveva mai capito perché si stendesse sui letti degli altri come se fosse il suo.
«Mi cercavi, vero?»
«Sì» fece lei, fissando il soffitto.
«E cosa volevi dirmi?»
Yomi scattò su a sedere, fulminandolo con lo sguardo. «Mi hai lasciata da sola a gestire una brutta situazione.» Zane accennò un sorriso. «Non sto scherzando, Zane! Dovevi proprio raccontare loro che stiamo insieme?»
«Non c'è nulla di male, no?»
«Dici così perché non hai visto la faccia di mio fratello» borbottò lei, incrociando le braccia al petto. «Adesso devi scusarti...»
«Davvero?» replicò lui, sollevando il sopracciglio. «Allora tu dovresti scusarti per aver tentato di mettere becco nei miei problemi con Syrus.»
Yomi divenne rossa dalla vergogna e tentò di negare ciò che aveva appena detto il fidanzato.
«Ti sbagli, io non ho fatto nulla.»
«Credi davvero che non me ne sia accorto?»
La ragazza distolse lo sguardo, quasi imbarazzata. Quella conversazione stava diventando seccante e il timore di averlo fatto arrabbiare per l'ennesima volta si insinuò dentro di lei. Iniziava a credere che il suo unico scopo nel mondo fosse quello di far arrabbiare o deludere le persone, Zane prima di tutti, e che forse se non si erano ancora lasciati era per una strana forma di pietà che il ragazzo provava per lei. In fondo, chi mai avrebbe voluto stare con una persona che si intrometteva negli affari altrui e che cercava di piegare il mondo ai suoi capricci? Tutto quello che aveva fatto era cercare di cambiare il rapporto tra Zane e Syrus in un modo fin troppo simile al rapporto che c'era tra lei e Jaden e quando aveva visto che non ci sarebbe mai riuscita aveva cercato di prendere il posto di Zane. Un comportamento subdolo e viscido, il suo, e non si sarebbe sorpresa più di tanto se l'Obelisk avesse deciso di lasciarla definitivamente. Era l'ennesimo atteggiamento infantile che non era riuscita a tenere dentro di sé.
«Scusami» sussurrò, dopo vari secondi di silenzio. Quella parole le era costato molto, ma era un prezzo che avrebbe pagato volentieri più e più volte se fosse stato utile a mettere un cerotto al loro rapporto un po' travagliato.
Zane si lasciò andare ad un lungo e profondo sospiro, poi accennò un sorriso.
«Non ce n'è bisogno, dico davvero. So come sei fatta e so anche che avevi tutte le buone intenzioni di questo mondo, perciò non mi arrabbierò.»
«Non volevo mancarti di rispetto...»
«Non l'hai fatto, se è quello che temi. E credo che alla fine sia servito tutto quello che è successo, soprattutto per Syrus. Prima ho visto qualcosa di diverso nel suo sguardo e credo che sia merito tuo e di tuo fratello.»
«Quindi non sei arrabbiato?» chiese lei, sollevando lo sguardo dalle proprie mani e puntandolo sul volto del giovane.
«Ti conosco fin troppo bene e so cosa ti passa per la testa.» Sorrise leggermente e si alzò, sedendosi accanto alla fidanzata. «Ti voglio bene anche per questo tuo lato un po'... diciamo infantile.»
Yomi ricambiò l'occhiata con una linguaccia, poi si lasciò andare ad una risata. Sentiva la tensione e tutte le sue preoccupazioni svanire, come se quel sorriso fosse stato sufficiente a toglierle ogni dubbio e paura. Si sentiva quasi sciocca per quello che le era venuto in mente. Preoccuparsi così tanto non era da lei, chissà cosa le stava succedendo in quei giorni? Forse era l'arrivo di Jaden o forse era il fatto che sentiva sempre più la mancanza di Yusuke e Atticus, o addirittura la depressione di Chumley. Qualsiasi cosa fosse, aveva reso i suoi pensieri un po' più grigi e fin troppo spesso si affacciava nella sua mente l'idea che fosse solo un'ipocrita egoista che si approfittava degli altri per raggiungere i suoi scopi.
Allungò entrambe le braccia e abbracciò il ragazzo, all'improvviso. Sentì il suo corpo sussultare e irrigidirsi, quasi come se non se lo fosse aspettato.
«Yomi...» mormorò lui, appoggiando la sua mano destra sul fianco della ragazza.
«Solo un po'...»
Zane annuì in silenzio e ricambiò l'abbraccio, appoggiando il mento sull'incavo tra la spalla e il collo di lei e attirandola più vicina al suo corpo.
«In questo periodo sei strana, sai?» le disse, a bassa voce. Lei rispose stringendosi un po' di più, quasi a volersi nascondere tra le sue braccia.
«Scusami...»
«Non ce n'è bisogno, io sono qui anche per questo. Per tutto il tempo che vorrai...»

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- Un'antica scoperta ***


Capitolo 10- Un'antica scoperta


Era già dicembre e la vita all'Accademia scorreva tranquilla come sempre. Ormai erano trascorsi tre mesi da quando Judai era arrivato all'isola, ma a Yomi sembrava che fosse passata solo qualche settimana. Da quando il fratellino aveva fatto la sua rumorosa apparizione le giornate della ragazza si erano trasformate del tutto e, dopo mesi passati a tormentarsi per la scomparsa dei due amici, aveva finalmente trovato un po' di pace. Per certi versi non ci credeva nemmeno lei, ma la presenza di Judai era stata sufficiente per riportare la gioia e l'allegria nella sua vita e in quella di altre persone. Era stato grazie a Judai se Hayato era tornato finalmente a lezione, ed era sempre stato grazie al fratellino se i rapporti tra Sho e Ryo si erano distesi un po'. Ed era sempre grazie alla caparbietà e all'innocenza di Judai se anche Manjoume aveva smesso di atteggiarsi a divinità scesa in terra. Quest'ultimo soprattutto aveva passato dei brutti momenti all'Accademia del Nord e ne era tornato parecchio cambiato, sebbene lui continuasse a negare ogni cosa. Se non fosse stato per i tre fratelli Ojama – gli strani spiriti di Duel Monster che si era portato dietro – lei non sarebbe mai venuta a conoscenza di tutta la storia. I tre gliel'avevano raccontata qualche giorno dopo che il ragazzo era ritornato all'Accademia, pregandola di non rivelarla a nessuno e lei li aveva accontentati. Dopo quella chiacchierata, però, aveva capito cosa fosse successo al ricco figlio di papà e aveva iniziato a provare pietà nei suoi confronti. Alla fine aveva capito che non era come voleva apparire agli altri, e stranamente aveva finito con il prenderlo in simpatia; forse si stava addirittura affezionando a quel tipo altezzoso e spocchioso.
Quella mattina, la ragazza si era precipitata al dormitorio rosso al sorgere del sole, per svegliare il fratello e i due amici. Aveva appena ricevuto una lettera importante e voleva condividerla con loro prima che con chiunque altro.
«Cosa diavolo ci fai qui, a quest'ora?» le chiese Judai, sbadigliando sonoramente. Si era seduto sulla sponda del letto da soli pochi minuti e non sembrava che avesse voglia di ascoltarla; probabilmente nella sua testa c'era spazio solo per le lenzuola del letto.
«Ho una notizia da darvi» ripeté lei, un po' meno emozionata della prima volta. Non le piaceva ripetere le cose troppe volte. «Quindi ascoltatemi bene.»
«Qualsiasi cosa fosse non poteva aspettare?»
«No» sbottò stizzita Yomi. «Sei proprio antipatico, lo sai?»
«Lo sai che ho sempre sonno, perché sei venuta così presto?»
«Non vuoi sapere la buona notizia? Guarda che riguarda tua sorella» disse Yomi. «Anzi, in realtà sarebbero due, ma una non posso dirtela per il momento. Dovrai aspettare questa sera.»
«Veramente vorrei dormire...»
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, poi lo afferrò per uno orecchio, tirandolo. Il ragazzo iniziò a gemere dal dolore e a pregarla di lasciarlo andare.
«Ti ascolto, ti ascolto, ti ascolto» strillò. Yomi lo lasciò andare, fissandolo torva. «Ok, d'accordo, dimmi tutto.»
«Il dottore ha detto che sono completamente guarita» esclamò lei, mostrando al fratello, a Sho e a Hayato la lettera che la professoressa Ayukawa le aveva appena consegnato. Sulla cima del foglio c'era il simbolo di una nota clinica di Domino City e subito sotto il logo della Kaiba Corp. «Dice anche che d'ora in poi non dovrò fare alcun controllo. Sono guarita. Del tutto!»
Sho e Hayato si scambiarono qualche sguardo perplesso.
«Perché? Eri malata?» chiese il ragazzo dagli occhiali, scendendo dal letto e osservando da più da vicino la lettera che la ragazza teneva tra le mani.
«Non proprio» rispose lei, «ero solo stata pugnalata al fianco.»
«Solo?! Come fai a parlarne come se fosse una cosa da nulla?!»
«Sho, non c'è bisogno di farne una tragedia. Ho solo rischiato di morire, ma ora sto bene.»
Il ragazzino la guardò sconcertato, poi si lasciò andare ad un profondo sospiro.
«Mio fratello almeno lo sa?»
«Se ti riferisci alla ferita, sì. Se ti riferisci alla lettera, non gliel'ho ancora detto; sono venuta prima qui.»
«Non dovrebbe saperlo prima di noi?» si intromise Hayato, sporgendosi dal suo letto. «E' il tuo ragazzo e ultimamente sembrate essere parecchio in sintonia. Non dovresti rovinare tutto come fai di solito.»
Yomi aggrottò le sopracciglia, offesa dalle insinuazioni dell'amico cicciottello. «Non è mica colpa mia se ogni tanto litighiamo. La colpa è anche sua e della sua testa dura» borbottò. «No, va bene così, credimi. Glielo dirò, ma prima volevo dirlo a mio fratello.» Spostò di nuovo lo sguardo su Judai, il quale continuava a sbadigliare grattandosi la pancia. «Allora? Nulla di dire?»
«Tornerai a duellare?»
«Quello potevo già farlo prima, anche se non abbiamo mai capito il motivo.»
«Intendo come facevi un tempo» puntualizzò lui, stropicciandosi gli occhi. «Prima duellavi praticamente sempre, ma fino ad adesso dovevi trattenerti per evitare ricadute, dico bene? Se adesso il medico dice che sei guarita del tutto, significa che potrò vederti duellare di nuovo come facevi un tempo.»
«Bè, sì. Devo riprendere il ritmo, ma non credo ci saranno dei problemi. Venire qui è stata la scelta migliore che potessi fare.»
«E pensare che non volevi neanche metterci piede» commentò il fratello minore, ridendo tra sé e sé.
«Lo sai che detesto obbedire a quel bastardo di Kaiba...»
«Hai conosciuto il leggendario Kaiba?!» strillò Sho, scattando di nuovo in piedi. «Perché non me l'hai mai detto?»
Yomi fece spallucce, distogliendo lo sguardo dall'amico. «E' un tipo odioso e manipolatore, non vale la pena conoscerlo.»
«Ma è il rivale di Yugi Muto!»
«Sì, ma Yugi è cento volte più simpatico.»
«Non dirmi che hai conosciuto pure lui?!»
«Dai, Sho, non fare quella faccia» si intromise Judai, dando una sonora pacca sulla schiena dell'amico. «Pure io l'ho conosciuto. Mi ha dato “Kuriboh Alato”, ricordi?»
«Sì, ricordo che me l'avevi già accennato» commentò l'altro, lanciando ai due fratelli occhiatacce. Poi sospirò e si rimise a sedere sul bordo del letto. «Certo che voi due siete proprio fortunati!»
«Io forse, ma mia sorella non lo è così tanto. Pensa che questo, al momento, è l'unico posto dove può duellare senza fare del male alle persone.»
«E perché?» chiese Sho, guardando prima l'amico, poi la ragazza. Entrambi scossero la testa, aggiungendo che nessuno lo sapeva.
«La mia è una situazione strana» disse Yomi, dopo qualche secondo di silenzio. «Andava tutto bene finché non ho partecipato ad un torneo regionale. Durante quell'evento i miei avversari sono stati ricoverati tutti in ospedale, senza alcun motivo apparente. Erano semplicemente svenuti alla fine del duello. Secondo Crawford, il presidente della Industrial Illusion, io mi nutrivo dell'energia dei miei avversari senza rendermene conto. Per questo fui costretta a smettere di duellare. Le cose, poi, peggiorarono e per vari motivi, tra cui l'aggressione che ho subito, sono stata mandata qui, dove ho scoperto di poter duellare senza problemi. Nessuno ha mai capito il motivo, ma forse oggi verrà svelato l'arcano mistero.»
«Oggi?» chiesero i tre ragazzi, quasi in coro.
«Esatto! Ma non posso dirvi nulla di più. Incrociate le dita e sperate per me!»
Salutò i tre ragazzi e senza dire altro si fiondò fuori dalla stanza, senza lasciare loro il tempo di farle qualche altra domanda. Fosse stato per lei avrebbe detto tutto al fratello e ai due amici, ma il cancelliere era stato categorico: nessuno doveva essere a conoscenza di quell'incontro, nemmeno le persone di cui si fidava più di tutte. Nemmeno Ryo. Sospirò, scuotendo la testa. Non le piaceva nascondere qualcosa al fidanzato, ma non aveva altra scelta. Era la cosa migliore per evitare un'isteria di massa e gli stessi problemi che si erano presentati l'anno precedente. In fondo, le persone che stavano giungendo all'isola erano tutto fuorché dei perfetti sconosciuti. “Spero solo che abbiano delle buone notizie” pensò, mentre attraversava di corsa il vialetto che conduceva al dormitorio Obelisk. Doveva ancora mostrare la lettera del medico a Ryo e poi correre all'ufficio di Samejima, per incontrare i due uomini.
Le ritornò alla mente la conversazione che aveva avuto poco prima con il cancelliere. La professoressa Ayukawa l'aveva buttata di sotto dal letto che il sole doveva essere sorto da solo qualche ora. Dalle imposte ancora socchiuse della sua stanza penetrava un tenue raggio roseo che illuminava malamente il letto e l'armadio a parete. La donna le aveva detto di prepararsi il prima possibile con il solito sorriso cordiale dipinto sulle labbra, poi era uscita, richiudendo la porta dietro di sé: Il primo pensiero di Yomi fu di chiedersi in quale guaio si fosse appena cacciata, ma il sorriso dolce e gentile della professoressa aveva fatto evaporare tutti i suoi dubbi. Il motivo per cui l'aveva svegliata doveva essere ben diverso, altrimenti non le avrebbe sorriso in quel modo. Si era già arrabbiata con lei, l'anno precedente, e Yomi ormai sapeva bene quale espressione aspettarsi. Sospirò e si vestì il più velocemente possibile, poi scese al piano di sotto. Qui, mentre mangiava la sua solita brioche ripiena di cioccolata, la professoressa l'aveva messa al corrente della situazione e le aveva consegnato le due lettere che le erano state inviate. Una era del medico che l'aveva presa in cura dopo l'incidente, in cui in sostanza le diceva che era guarita; l'altra era di Seto Kaiba in persona, nella quale le comunicava che sarebbe giunto sull'isola in tarda mattinata.
«Il cancelliere Samejima vuole parlarti riguardo a quella seconda lettera, il prima possibile» le aveva detto, sorridendole. «Sembra che ci siano buone notizie!»
«Riguardo a cosa?»
«Riguardo al motivo per cui non puoi duellare. Seto Kaiba ha continuato con le ricerche e insieme al signor Crawford sembra che abbia trovato qualcosa. Forse la soluzione non è più così lontana!»
«Lei dice?»
«Dovresti avere più fiducia...»
«Non è quello, è solo che dopo quello che mi è successo ho smesso di fidarmi di Kaiba. Il più delle volte riesce solo a deludermi.»
«Non lo hai molto in simpatia, vero?»
Yomi aveva scosso la testa. «Lo trovo arrogante e testardo. E non ho mai digerito il fatto che mi abbia spedita qui contro la mia volontà.»
«Ma alla fine gli sei grata per averti iscritta. Dico bene?»
«Non proprio, ma gli sono grata per non avermela data vinta» aveva replicato la ragazza, accennando un mezzo sorriso. «Ma non lo perdonerò mai.»
La professoressa Ayukawa aveva riso di gusto ed anche Yomi si era lasciata andare ad una risata. Poi, insieme, erano uscite dal dormitorio dirette verso l'edificio principale.
Una volta qui, il cancelliere le aveva detto più o meno le stesse cose che le aveva riferito Ayukawa, pregandola di non dire nulla al nessuno, almeno finché i due uomini non fossero partiti di nuovo.
«Arriveranno tra una mezz'oretta circa, quando gli studenti saranno ancora a letto, perciò cerca di non fare ritardo» si era raccomandato l'uomo, alla fine.
«Lei sa di cosa vogliono parlare?» gli aveva chiesto la ragazza, ignorandolo. «Riguarda la mia condizione, ma cosa di preciso?»
«Il signor Kaiba mi ha detto solo che hanno svelato il mistero, ma vogliono parlarne direttamente con te. Non so altro, ma dai suoi discorsi posso assicurarti che il merito sia del signor Crawford. Nell'ultimo anno ha viaggiato molto per alcuni scavi e forse ha trovato qualcosa di interessante.»
«Negli scavi?»
«Chissà, il gioco di Duel Monster è molto antico, come tu ben sai, e forse anche i tuoi poteri lo sono. Non saprei che dirti, il signor Kaiba è stato parecchio vago e non ho ancora avuto il piacere di parlare direttamente con Crawford.»
«Bè, l'unica cosa che m'interessa al momento è capire come poter tornare a duellare. Il prossimo anno sarà l'ultimo qui, in Accademia, e dopo vorrei diventare una professionista, perciò se esiste una soluzione definitiva vorrei conoscerla.»
«Lo saprai presto» l'aveva rassicurata l'uomo, sorridendole. Yomi aveva ricambiato ed era uscita dalla stanza. Voleva mostrare la lettera del medico al fratello e al fidanzato, prima che arrivassero i due uomini, ed era proprio nel dormitorio rosso che si era diretta.


Con questi pensieri in testa, uscì dal dormitorio blu e si diresse di nuovo verso l'edificio principale. La conversazione con Ryo era stata molto breve – forse troppo – ma, al momento, non aveva nulla da dirgli. Gli aveva mostrato la lettera e gli aveva detto per filo e per segno ciò che le aveva scritto il medico, rassicurandolo sulle sue condizioni. Il ragazzo sembrava quasi felice di sentirlo, e per un breve attimo Yomi ebbe la sensazione che stesse addirittura sorridendo. Era difficile da dirlo anche per lei, però, perché l'espressione perennemente impassibile dell'Obelisk le impediva di capirlo fino in fondo, ma quella volta era abbastanza certa che fosse sollevato dal saperla del tutto guarita.
Varcò l'ingresso dell'edifico principale e si diresse nell'ufficio del cancelliere, esattamente come aveva fatto mezz'ora prima. Una volta di fronte alla porta, si fermò per prendere fiato e calmare i nervi a fior di pelle, ed entrò.
Non ebbe neanche il tempo di salutare i presenti che due braccia muscolose la circondarono, abbracciandola.
«Yomi! Ne è passato di tempo!» esclamò una voce maschile, la stessa a cui appartenevano le due braccia che la stavano quasi stritolando.
«Mokuba... Lasciami...» mormorò lei, cercando di divincolarsi. Non amava particolarmente essere abbracciata dal fratello minore di Kaiba, soprattutto in modo così caloroso.
«Ah, giusto, dimenticavo che stai con quel tipo» commentò l'altro, lasciandosi sfuggire un ghigno divertito e allontanandosi dalla ragazza. Yomi arrossì leggermente e lo fulminò con lo sguardo.
«Non credevo che saresti venuto anche tu...»
«Non potevo perdere l'occasione di vederti.» Mokuba le lanciò l'ennesimo ghigno divertito e si allontanò verso i divanetti dell'ufficio, sui quali era seduto il fratello maggiore e il presidente della Industrial Illusion.
«Giovane Yomi, è un po' che non ci vediamo» la salutò Crawford, accompagnando la frase con un gesto della mano. «Oggi siamo venuti con delle buone notizie!»
«Il cancelliere me l'ha accennato poco fa» replicò la ragazza, inchinandosi ai due in segno di saluto. «Ma non mi ha detto cosa avete scoperto.»
Crawford si lasciò sfuggire una risata cristallina, poi le fece cenno di avvicinarsi e sedersi di fronte a loro. «La storia è un po' lunga, è meglio se ti siedi.»
«Avete buone notizie, dico bene? Potrò duellare anche fuori da quest'isola, vero?»
«Siediti, così possiamo parlarne con più tranquillità» disse Crawford. Yomi annuì in silenzio e prese posto di fianco al cancelliere. Di fronte ai due c'erano Crawford e Seto Kaiba, mentre dietro al fratello c'era Mokuba, in piedi appoggiato al piano della scrivania. Tra i due divanetti in pelle nera c'era un tavolino da fumo in vetro, con sopra un vaso pacchiano di ceramica bianca e azzurra e due grossi fiori colorati di plastica.
«Allora?» chiese Yomi, dopo vari minuti di silenzio in cui aveva guardato, a turno, i tre uomini di fronte a lei. Crawford annuì, poi si schiarì la voce e iniziò il lungo discorso.
«La storia è un po' complicata e per raccontarla dovrò andare un po' indietro nel tempo» disse. «Risale tutto a circa un annetto fa, forse qualcosa meno, durante uno dei miei soliti scavi. Se ben ricordi, quando ci siamo lasciati l'anno scorso, avevamo deciso di tenerci in contatto per qualsiasi cosa. Io non avrei potuto fare molto, se non assoldare qualche esperto per cercare di venire a capo del problema. Un anno fa sembrava che quel dispositivo su cui lavorava la Kaiba Corp fosse l'unica cosa che potesse permetterti di duellare, ma qualsiasi cosa facessimo non sembrava voler funzionare. Per un po' lasciai tutto nelle mani del giovane Kaiba e tornai ai miei scavi. E' stato durante uno di quelli, prima che il cancelliere mi contattasse per dirmi che avevate scoperto che potevi duellare senza problemi su quest'isola, che ho trovato un oggetto molto strano.»
«Un oggetto?» chiese la ragazza, confusa.
«Un artefatto antico, per la precisione.» Crawford si voltò verso Mokuba e le fece un cenno con la testa. Il giovane annuì e si allontanò, dirigendosi verso l'altro angolo dell'enorme stanza. «Mi trovavo qui in Giappone, su un'isola disabitata in mezzo all'oceano, e stavamo scavando in un antico sito che sembrava risalire a ben prima che i primi giapponesi mettessero piede nel Paese.»
«Stai dicendo che risale agli Ainu?»
«Oh, ma che ragazza ben informata che sei!» esclamò l'altro, sorpreso. «Esattamente, a giudicare dai vasi e altri oggetti di argilla che abbiamo trovato sembrava proprio un sito Ainu. L'unica cosa che non quadra è un singolo oggetto, quello che più di tutti mi ha colpito e che ho portato qui appositamente per te.»
Mokuba era appena ritornato con in mano una pesante valigia, grande quasi quanto il tavolino su cui l'aveva posata. Il presidente della Industrial Illusion si avvicinò e la aprì, mostrando il contentuo al cancelliere e alla ragazza. Avvolta da morbidi panni di raso bianco c'era una vecchia spada giapponese dalla lama ricurva e arrugginita vicino all'impugnatura. Era completa di elsa, impugnatura e fodero di legno, e se non fosse stato per gli evidenti segni del tempo sulla lama, la ragazza avrebbe creduto che fosse stata forgiata da poco.
«Questo è ciò di cui vi parlavo» disse l'uomo dai capelli bianchi, indicandola con un dito. «L'unico tassello che non quadrava.»
«Questa spada?» chiese Yomi, sollevando interdetta il sopracciglio. «Perché mai?»
«Per vari motivi, il primo tra tutti è che stando alla datazione sembra risalire all'epoca in cui l'uomo ancora costruiva strumenti di selce in mezzo alla natura selvaggia. Il carbonio 14 dice che questa spada ha oltre quattordici mila anni e a quell'epoca è assai improbabile che ci fosse un insediamento umano su quell'isolotto.»
«Gli Ainu non potrebbero averla trovata da qualche parte?»
«Alquanto improbabile, ma è possibile. Questo, però, non cambia il fatto che nessuno può averla forgiata. Non avevano le conoscenze per farlo.»
«Quindi è una OOPart» commentò Yomi, chinandosi sulla spada. Non s'intendeva molto di katana, ma quella aveva una linea che le piaceva molto.
«Una cosa?» fece Mokuba, strabuzzando gli occhi. Seto si lasciò sfuggire un grugnito di disapprovazione, ma non disse nulla.
«Out of Place Artifact» spiegò lei, «in sostanza un oggetto che si trova fuori posto o che risale ad un periodo in cui non sarebbe potuto essere costruito.»
«Esattamente» annuì Crawford, «e tutt'ora non abbiamo capito cosa sia, a chi sia appartenuto e perché si trovasse in quell'isola. Ma non è questo, quello che c'interessa.» Yomi sollevò lo sguardo sull'uomo, facendogli segno di proseguire. «Quando ritrovai questa spada non capii nemmeno cosa potessi avere davanti. Mi limitai a inviarlo ai laboratori per l'analisi e finii persino on il dimenticarmi della sua esistenza. Poi i miei dipendenti mi inviarono i risultati e fu solo in quel momento che iniziai a credere di aver scoperto qualcosa di interessante. Così iniziai a fare ricerche su ricerche, visitai altri siti sparsi in tutto il mondo, e cercai di venire a capo di quella strana storia. Non scoprii molto, eccetto un'antica leggenda tramandata da alcune tribù di Ainu a nord dell'isola giapponese di Hokkaido. Mi raccontarono di un'antica regina, ammantata di nero e armata di una spada lucente come l'argento, in grado di fermare giganteschi mostri e scongiurare la fine del mondo. La trovai una storia interessante e anche molto familiare, perciò non appena tornai dal viaggio mi misi al computer e cercai tra tutti i resoconti dei miei viaggi qualcosa di simile. Fu una ricerca lunga e infruttuosa, e arrivai persino al punto di arrendermi e lasciar perdere. Leggende e miti simili a quello che mi avevano raccontato gli Ainu esistevano in tutte le culture di questo mondo e con tutti gli scavi che avevo seguito non era facile stabilire quali fossero simili per caso e quali perché effettivamente legate. Nel frattempo venni a conoscenza del fatto che tu avessi scoperto di poter duellare senza problemi, qui sull'isola, e fu questa notizia a farmi accendere la lampadina. Ebbi un vero e proprio colpo di genio e mi misi subito all'opera per verificare la mia teoria.»
«Che sarebbe?»
«Quest'isola è questa la chiave di tutto. Insieme al segreto che nasconde» concluse Crawford, sorridendo fiero.
«Quale segreto?» insistette la ragazza, voltandosi verso il cancelliere.
«La leggenda della regina che si oppone a giganteschi mostri è molto simile ad un'iscrizione che ho scoperto in un antico scavo su quest'isola, ormai oltre dieci anni fa. Ignoro ancora il collegamento tra quest'isola e gli Ainu, ma forse neanche esiste, tuttavia le similitudini ci sono e sono molto forti. La regina di cui parla la leggenda è raffigurata sempre vestita di nero e armata di spada, esattamente come è rappresentata nei bassorilievi che ho rinvenuto qui. Per quanto riguarda i mostri che dicono sia in grado di fermare, le somiglianze diventano sempre più forti. Gli Ainu parlano di tre mostri, uno dalle fattezze di drago in grado di controllare le fiamme del sottosuolo, uno in grado di provocare enormi tempeste di fulmini e tuoni; il terzo, invece, era in grado di richiamare le anime dei morti dall'oltretomba e usarli come esercito personale. Questi tre mostri sono gli annunciatori della fine del mondo, della distruzione e della sua rinascita. E queste tre figure sono identiche a quelle che rinvenni qui sull'isola. Sono le tre Bestie Sacre, le tre carte più potenti che abbia mai creato e che sono conservate in una caverna sotto l'Accademia.»
«Proteggere quelle tre carte è l'unico motivo per cui è stata fondata questa scuola» fece Seto, all'improvviso. Era rimasto in silenzio per tutto il tempo, sbuffando solo di tanto in tanto come se fosse scocciato da tutti quei discorsi.
«Hai davvero creato delle carte potenzialmente letali?» chiese Yomi, sollevando il sopracciglio con disappunto. Crwford si passò una mano tra i lunghi capelli bianchi e distolse lo sguardo, leggermente in imbarazzo. Lo sguardo corrucciato della studentessa lo metteva a disagio.
«Meglio sotto forma di carte che ancora nei bassorilievi, credimi» disse, dopo un po'. «Se fossero rimasti imprigionati nella pietra delle tavole dove le ho trovate avrebbero causato molti più danni.»
«L'Accademia, tra l'altro, è nata con il solo scopo di proteggere quelle carte e impedire che vengano utilizzate. Se venisse liberato il potere di quelle carte, la fine del mondo potrebbe essere molto più vicina di quello che pensiamo» proseguì Seto. Si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra che dava sull'ingresso dell'edificio, diede una rapida occhiata di sotto e ritornò sui suoi passi. «Nessuno sano di mente attaccherebbe apertamente una scuola che pullula di duellanti. E' il posto più sicuro del mondo.»
«Aspettate, fatemi capire bene» lo interruppe la ragazza, «Avete trovato questa spada su un'isola sperduta e credete che sia la stessa di cui parlano le leggende degli Ainu su questa fantomatica regina, giusto?» Crawford e Seto annuirono all'unisono. «E credete che sia la spada che la leggenda siano collegati a queste tre carte pericolose che avete trovato qui, dieci anni fa?»
«Non lo crediamo, ne siamo certi» puntualizzò Seto, con il solito tono che non ammetteva repliche. Quando Crawford mi ha contattato raccontandomi ciò a cui era giunto, ho iniziato a fare ricerche su i materiali che avevamo raccolto dalle tre tavolette e su ciò che mi aveva inviato e che era stato raccolto dalla spada. Ho effettuato delle analisi comparative e risulta che siano composte dalla stessa sostanza sconosciuta.»
«Metallo?» chiese Yomi.
«No, qualcosa di intrinseco. Non è facile da spiegare, ma è come se la spada avesse la stessa anima delle tre Bestie Sacre. Entrano in risonanza tra loro. E, giusto per essere chiari, non credo che un oggetto possa avere un'anima.»
«Dopo quello a cui hai assistito non dovresti essere così scettico» lo riprese Crawford, accompagnando la frase con una risatina sommessa. «Ma comunque è qui che arriviamo alla parte interessante di tutta la storia. La spada e le tre Bestie Sacre sono in risonanza tra loro, come se la loro anima fosse simile. Il motivo per cui la spada emetta quest'energia non ci è dato saperlo, ma considerando ciò che ci avete comunicato voi mesi fa, la nostra conclusione è che anche la tua anima – o i tuoi strani poteri – siano in sintonia con le tre Bestie Sacre.»
Non appena terminò di pronunciare quelle parole, un silenzio di tomba scese nella stanza. Nessuno dei presenti si arrischiava a interromperlo e dare voce ai propri pensieri. Si limitavano a scambiarsi qualche sguardo fugace, in attesa che qualcun altro decidesse di fare la prima mossa.
«Quindi state dicendo che posso duellare solo perché queste tre carte, questi tre mostri, esistono?» chiese Yomi, dando finalmente voce ai suoi pensieri. La sua voce era roca, quasi sussurrata, ma nel silenzio della stanza sembrava un grido disperato.
«E' quello che pensiamo...»
«Quindi non ho alcuna possibilità di duellare al di fuori di quest'isola...»
«Non lo sappiamo» la interruppe Seto. «Dobbiamo ancora verificare la nostra teoria. Ed è per questo che abbiamo portato con noi la spada. Male che vada ti daremo il permesso di tenerla con te.»
«Il test lo faremo nei sotterranei dell'isola, dove sono custodite le tre carte» aggiunse Crawford, sorridendo alla ragazza come a volerla tranquillizzare. «Il cancelliere, invece, si occuperà dell'altra faccenda.»
«Quale faccenda?»
Crawford e Samejima si scambiarono un'occhiata, poi il cancelliere sospirò, portandosi una mano sulla testa.
«Non so se è un caso o meno, ma ieri notte ho ricevuto comunicazioni preoccupanti. Sembra che un gruppo di duellanti stiano cercando le tre carte delle Bestie Sacre e dobbiamo prendere provvedimenti per proteggerle. Per liberarle dalla prigione in cui si trovano servono sette chiavi e queste sette chiavi posso essere vinte solo in duello, perciò devo scegliere sette duellanti a cui affidarle. E devo farlo il prima possibile.»
«Ma questo non ci interessa al momento» si intromise di nuovo Crawford, prendendo Yomi per un braccio e avviandosi verso la porta, «ora dobbiamo solo concentrarci sul risolvere il nostro problema e venire a capo del mistero. Perciò, giovane Yomi, sei requisita per il resto del giorno. Fratelli Kaiba, venite anche voi!»
Seto e Mokuba si scambiarono uno sguardo eloquente e si incamminarono dietro ai due, il maggiore con la solita aria di chi non vorrebbe avere a che fare con eventi strani e fuori dall'ordinario ma che, suo malgrado, si ritrova sempre coinvolto, il minore con la pesante valigia contenente l'artefatto appresso e un sorriso forzato dipinto sul volto.
Non appena Samejima fu di nuovo solo, si avvicinò ad un cassetto nascosto della scrivania ed estrasse una scatola di legno quadrata e laccata di nero e oro. La aprì con una piccola chiave e ne osservò a lungo il contenuto, poi sospirò e la richiuse. Lanciò l'ennesimo sguardo alla finestra e si lasciò sfuggire un sospiro. La situazione aveva preso una strana piega e lui non era più sicuro di star facendo la cosa giusta; era certo che alla fine di quella faccenda gli avrebbero revocato la presidenza dell'Accademia. “Sono proprio un pessimo preside” pensò, mentre dubbi e incertezze si agitavano nel profondo del suo cuore. “Prima l'incidente con la classe di élite, adesso questi cavalieri delle ombre... La tranquillità, in questa scuola, ormai è solo un'utopia.”

***

Nda: Come avevo già accennato, da questo capitolo inizierò ad utilizzare i nomi giapponesi. Di seguito riporto brevemente chi è chi, per comodità di chi potrebbe non saperlo.

Judai: Jaden

Sho: Syrus

Ryo: Zane

Hayato: Chumley

Ayukawa: Fontaine

Samejima: Sheppard

Crawford: Pegasus

Manjoume: Chazz

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