frozen heart

di nihaltali99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 un nuovo incarico ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2: in missione ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3: una scelta difficile ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4: i Postulanti ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5: incontro furtivo ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6: che cos'è un bacio? ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7: L'allievo ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8: Amore proibito ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9: Segreti ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10: Esci dalla mia mente! ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11: La verità ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12: Bacio traditore ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13: Rimorso ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14: La bambina nella foresta ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15: Innocence (songfic Rekla/Rator) ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16: Wish you were here ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17: L'assassino ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18: Desiderio di vendetta ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 19: Rivelazione scioccante ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 20: Sensi di colpa ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 21: Nessuna Emozione ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Tarik e Talya avevano deciso di viaggiare per tutto il Mondo Emerso, non lo avevano mai visto completamente, soprattutto Tarik che era sempre vissuto nelle Terre Ignote. Era stato in quel periodo che Talya era rimasta incinta, quando lei gli aveva rivelato la bella notizia lui quasi era svenuto dall'emozione e dalla felicità; al momento del parto si trovavano nella Terra della Notte, un'anziana curatrice e la sua aiutante, una ragazza dai ricci biondi sui 20 anni, aiutavano Talya.
Tarik era rimasto fuori dalla stanza e ad ogni urlo della moglie si tappava le orecchie sempre più agitato, non appena senti' i primi vagiti del bambino entrò senza neppure pensare.
"E' una bambina!" esclamò soddisfatta la curatrice, Talya era molto stanca, abbandonata sul letto senza forze, la curatrice le mise tra le braccia la bambina, che già giocava con i capelli della madre con le sue piccole dita. Tarik si avvicinò curioso come un bambino alla moglie, la bacio' sulla fronte e poi bacio' anche la testolina della figlia "E' bellissima" disse commosso, fissò i suoi piccoli occhi verdi, accarezzo' le sue piccole orecchie leggermente appuntite e giocherello' con i pochi capelli blu che aveva, la moglie sorrise intenerita "Come volete chiamarla?" chiese la ragazza bionda "Taliah" risposero ad una voce.
La bambina era ancora tutta sporca "Non preoccupatevi, la pulisco io" disse la ragazza prendendola fra le braccia e la portò nell'altra stanza, la puli' in fretta, poi da un cassetto prese degli abiti neri, abiti da assassina, li indosso velocemente, contenta di levarsi quegli orribili panni femminili, l'unica nota di colore in quegli abiti neri erano dei bottoni rossi sul corpetto, simbolo della guardia dei veleni. Tiro' fuori da una tasca un biglietto che lasciò in bella vista su un tavolo, poi prese Taliah e scomparve nell'ombra.
Raggiunse la Casa dopo qualche ora e sorridente spinse il pesante portone del tempio di Thenaar, trovò ad aspettarla un uomo vestito con una lunga tunica rossa, la suprema guardia, il capo della Gilda degli assassini, Yeshol "Hai portato a termine la missione?" chiese serio, lei gli porse la bambina e Yeshol sorrise soddisfatto, ma più che un sorriso era un ghigno "Ottimo lavoro Rekla, davvero perfetto!" lei chinò il capo "Questo e altro per Thenaar!" disse con convinzione. Yeshol guardò la bambina che aveva fra le braccia, sorrise "Benvenuta Sheireen, benvenuta nella Gilda".
Tarik andò nell'altra stanza per vedere sua figlia, ma con orrore vide che era sparita e con lei la ragazza bionda, trovò un biglietto su un tavolo, lo lesse
- Noi non dimentichiamo figlio di Nihal! Tua madre uccise il nostro capo ed ora noi uccidiamo tua figlia, non potrai seppelirla, come noi non potemmo fare con il nostro signore. -
seguiva il simbolo della Gilda come fosse una firma, Tarik sbianco', urlò e pianse disperato, poi cadde a terra privo di sensi.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 un nuovo incarico ***


L'inizio della giornata era segnato dal suono continuo di una campanella,Taliah sobbalzo' e cadde dal letto "Ahia!" disse tastandosi la testa e trattenendo un moto di rabbia, non si era ancora abituata a quell'aggeggio infernale, nonostante avesse vissuto da sempre nella Casa.
Aveva le coperte attorcigliate attorno alle gambe, infatti quando si alzò per poco non cadde, qualcuno bussò alla porta "Taliah! Apri muoviti!" era la voce di Rekla, la guardia dei veleni "arrivo! Dammi il tempo di vestirmi!" biascico', la senti' sbuffare, male molto male, quando Rekla era arrabbiata era intrattabile. Si vesti' in fretta e nemmeno si pettino', uscì dalla stanza con i capelli che sembravano la criniera di un leone, a quella vista Rekla inorridi' "Taliah sei una guardia! Dovresti dare il buon esempio agli altri assassini! Non puoi presentarti così!" la ragazzina la guardò sarcastica "E chi se ne importa degli altri! Che pensino ciò che gli pare! Non mi interessa!" rispose gelida "Be' dovrebbe invece! Se vuoi che ti assegnino un'assassino devi fare una buona impressione!" la rimprovero' Rekla e lei sbuffo' "Daccordo! Se ci tieni così tanto lo farò dopo essermi lavata" disse strizzando l'occhiolino "E poi conciata così non sei molto minacciosa" disse Rekla e risero entrambe, poi la bionda le passò una boccetta con un liquido violaceo "Forza bevi!" disse ficcandogliela in bocca; era quello il motivo per cui la guardia dei veleni veniva a svegliarla regolarmente, l'unico caso in tutta la Gilda, perché le avevano detto di avere una strana malattia e che per servire al meglio Theenar doveva prendere una dose di quel liquido ogni mattina, Rekla era lì per assicurarsi che la prendesse.
Arrivarono alla piscina comune molto presto, non c'era quasi nessuno, Taliah ringrazio' Theenar, odiava spogliarsi in pubblico, il suo corpo per lei era una cosa privata che di certo non voleva condividere con i suoi compagni. Buttò la testa sott'acqua, era un modo per schiarirsi le idee, completamente avvolta dall'acqua era sola con i suoi pensieri. Uscì fuori,reindosso' la divisa nera, l'unica nota di colore erano i bottoni azzurri, simbolo della guardia degli incantesimi, era una guardia nonostante i suoi miseri 16 anni, sistemo' il caschetto nero dei suoi capelli, era un caschetto molto strano, era corto dietro e lungo davanti. Finalmente con i capelli in ordine corse nel refettorio comune.
Si sedette in un tavolo accanto a Rekla, un'altra guardia dai capelli neri ed occhi scuri come l'ebano, sui 30 anni, le si piazzo' di fronte, bottoni verdi decoravano la sua divisa, Rator, guardia delle armi "Ancora qui mostriciattolo?" le chiese con cattiveria, indicando i suoi occhi innaturalmente gialli, perché erano tutti certi che in natura un colore del genere non esistesse, uno degli effetti della sua malattia "Perché dovrei andarmene!? Sto così bene qui a darti fastidio!" disse lei in tono seccente, ma lui non demorse "Non capisco cosa ci faccia qui un'incapace come te!" lei non era mai stata una grande sopportatrice e quindi cedette, sbatte un pugno sul tavolo, poi apri' la mano contro di lui e mormorò una strana litania, all'improvviso Rator si sentì soffocare e attraversare il corpo da tremiti violenti, cadde a terra "Basta! Smettila strega!" le urlò, ma lei continuava con crudeltà, godendo ad ogni suo lamento, quando Rekla vide che Rator stava per morire intervenne chiudendole la mano in un pugno e gli occhi della ragazza, che fino ad un momento prima brillavano di una luce rossastra, ritornarono al loro colore originario "Adesso basta, l'hai punito abbastanza" le disse e l'assassino punto' a Taliah uno sguardo omicida "Ne vuoi ancora?" chiese lei per niente intimorita e lui digrignando i denti abbassò lo sguardo "Me la pagherai mostro!" pensò.
Dopo la colazione fu' chiamata nello studio della suprema guardia, Yeshol, per un incarico. "Ho una missione per te Taliah" aveva iniziato lui "Devi uccidere il generale della Terra della Notte, sta dando fastidio alle truppe di Dohor. L'accampamento si trova a due giorni di cammino da qui, è un'impresa difficile, ma sono sicuro che ci riuscirai e poi ci sarà Rekla ad aiutarti" lei chinò il capo e si portò un pugno al petto come il saluto degli assassini "Si mia guardia! Partirò sta sera stessa!" rispose e se ne andò.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2: in missione ***


Taliah e Rekla erano nel tempio di Theenar a pregare, era una specie di rito obbligatorio prima di partire per una missione. Rator si avvicinò silenzioso "Non hai nient'altro da fare!?" disse Rekla irritata "Scusa, non ti scaldare! Volevo solo parlarti un attimo in privato!" Rekla sbuffo' "Scusa Taliah, arrivo subito" lei fece le spallucce "Non preoccuparti non mi interessano le vostre faccende! E tu che hai da fissare, vuoi un'altra lezioncina!?" disse Taliah rivolta alla guardia delle armi "Non perdo tempo con te, strega!" rispose ironico e lei gli lanciò un'occhiataccia, Rekla intervenne "Smettila Rator! Dimmi perché mi volevi parlare e fai anche in fretta!".
Andarono in una stanza appartata e non appena entrarono lei lo sbatte' contro il muro "Sei impazzito!? Lo sai che cosa è in grado di fare!!! Se si innervosisce...perché non lo capisci!?" lui le portò un dito alla bocca "Abassa la voce! Se ci sente siamo finiti!" lei abbassò lo sguardo "Ehi! Che hai?" il tono della sua voce si era leggermente addolcito, lei lo fisso' negli occhi "E se non dovessi farcela!? Se non riuscissi a tenerla sotto controllo!?" lui le sorrise "Yeshol ti ha affidato questa missione! Sa che sei in grado di farcela...e poi anche io ne sono sicuro" lei ridacchio', poi a sorpresa lo prese e lo bacio' "Ti amo" gli disse e lui rispose baciandola a sua volta "Sta attenta!".
Dopo un attimo di esitazione Rekla tornò l'assassina impassibile di sempre e Taliah non si accorse del sorriso che si scambio' con Rator. Quindi uscirono dal tempio e si incamminarono. Non si fermarono fino alla mattina dopo, si fermarono in una locanda a riposare, Taliah, nonostante non fosse stanca, si butto' nel letto per dormire, doveva recuperare energie, si addormento' quasi subito.
- Era buio intorno a lei, non riusciva a vedere nulla, poi una luce bluastra le apparve davanti, prese a espandersi e pian piano ne emerse una figura, era molto piccola, un bambino a quanto pareva, riccioli blu gli scendevano sulla fronte e le orecchie erano appuntite, fisso i suoi occhi verdi in quelli gialli di lei "Aster" disse Taliah e subito si inginocchio' e portò un pugno al petto, lui sembrò sorriderle "Perché ti inginocchi? Noi siamo uguali dopo tutto? O meglio tu sei come lei, come Nihal" le disse e lei lo guardò confusa, ma allo stesso tempo sconcertata "Come colei che vi uccise?" lui sorrise di nuovo "No! Lei non mi uccise, mi liberò" Taliah non capiva, quello che le diceva non aveva alcun senso, lui si guardò intorno preoccupato "Non ho molto tempo! Comunque sono qui per avvisarti" lei scosse la testa senza capire "Avvisarmi?" lui annuì "Ricorda chi è il vero nemico" disse e scomparve. Taliah si sentì precipitare, una serie di immagini le scorrevano davanti, vide una donna che partoriva, il neonato che veniva portato via, ma non riusciva a scorgere il volto del rapitore, infine i genitori disperati per la perdita -
Taliah si svegliò madida di sudore "E' solo un sogno! Solo un sogno!" si ripeteva, eppure non era così convinta, si alzò e uscì di corsa, aveva bisogno di aria, sbatte' contro varie persone che gioiose attraversavano la piccola città, era il giorno del mercato e Taliah fu sommersa da una massa di gente, alla fine si arrese e rientrò nella locanda, trovò Rekla già pronta a proseguire il viaggio.
Arrivarono alla meta il giorno dopo, o meglio la notte dopo. Entrarono furtive nell'accampamento e si diressero sicure verso la tenda centrale, Taliah entrò silenziosa come un gatto si avvicinò alla vittima puntandogli il pugnale sotto al collo, il generale del campo sobbalzzo' "Chi sei!?" le urlò "Aiuto!" provò a gridare, lei gli fece segno di stare zitto e lui la guardò con aria di sfida, non poteva muoversi o lo avrebbe sgozzato "Dohor ti porta i suoi saluti" gli disse e lo uccise, fece il rito tipico degli assassini e raccolse un po' del sangue della vittima in una boccetta, uscì dalla tenda "Hai fatto?" chiese Rekla, lei annuì "Bene andiamocene prima che scoprano il cadavere" disse e se ne andarono.
Sulla strada del ritorno si fermarono nella stessa locanda del giorno prima, Taliah aveva ancora paura di rifare gli stessi sogni e decise di uscire, per sua fortuna in giro non c'era anima viva. Giro' per un po' senza una meta, poi senti' delle voci e le segui' incuriosita. Arrivo' ad una casetta, sembrava in rovina, chi vi abitava doveva essere molto povero, sul prato davanti alla casa stava una donna in lacrime, piangeva disperata, un ragazzo di massimo 18 anni la consolava "Andrà tutto bene! Non piangere mamma" le diceva abbracciandola "Perché proprio la mia bambina! Perché lei doveva essere malata!?" il ragazzo cerco di sorriderle "Guarirà vedrai", Taliah non ne capiva il motivo, ma si sentiva attratta da quel ragazzo, il suo modo di agire così dolce le piaceva, fissava i suoi capelli castani e i suoi occhi nocciola rapita, poi i loro sguardi si incontrarono, ma durò solo un secondo, al primo battito di ciglia lei scomparve.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciaooooo! Eccomi qua! Scusate! So che come capitolo fa un po' pena, ma ero di fretta e non è venuto benissimo, spero comunque che vi sia piaciuto lo stesso! :) Non chiedetemi da quale parte della mia mente contorta è uscita la coppia Rekla e Rator! Be' bacioni e alla prossima! E recensite!!!! ;)

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3: una scelta difficile ***


Meriph, si svegliò di colpo, aveva sentito degli urli e dei violenti colpi di tosse, si era alzato immediatamente ed era corso da lei. La ragazzina piangeva spaventata, era madida di sudore e tremava, lui si sedette sul suo letto e l'abbraccio' "Va tutto bene Emily, tranquilla ci sono io" le disse dolcemente e finalmente lei smise di agitarsi "Ho fatto un incubo" dichiarò "Il solito?" chiese lui, la ragazzina scosse la testa "No, questa volta era più reale, mi sembrava di morire per davvero" disse lei tristemente e appoggio' la testa al suo petto, lui l'accarezzo' "Non morirai sorellina, te lo prometto!" lei fisso i suoi occhi verdi in quelli nocciola di lui, abbozzo' un sorriso "Mi piacerebbe crederci" Meriph le asciugo' una lacrima appena caduta "E allora credici! Ti voglio bene" la bacio' sulla fronte "Ora dormi ok!?" Emily annuì poco convinta, in quel momento entrò la madre e anche lei la consolo' con varie paroli dolci, Meriph le guardò con amore, erano tutta la sua vita, sopratutto Emily, la sua sorellina di 11 anni, lui ne aveva appena 18.
Sua madre e sua sorella si assomigliavano molto, stessi capelli biondi, stessi occhi verde intenso e lo stesso dolcissimo viso; non appena Emily si fu' addormentata sua madre uscì, aveva bisogno di un po' d'aria, lui la segui'.
La trovo' a piangere nel giardino "Mamma, tutto bene?" la donna trasali' "Perdonami non ti avevo sentito" il ragazzo le si sedette accanto e l'abbraccio' "Andrà tutto bene! Te lo prometto" le ripeteva all'infinito, anche se sapeva che era una pietosa bugia, sua sorella era ammalata, peggiorava di giorno in giorno, sarebbe morta, era solo questione di tempo "Perché lei!? Perché proprio la mia bambina doveva essere malata!?" sua madre piangeva disperata e lui non aveva idea di come consolarla, poi gli venne in mente l'unica disperata soluzione: offrirsi alla Gilda come postulante.
Era una scelta terribile, ma era l'unica possibile, aveva sentito parlare di un certo Lonerin che era stato salvato con il sacrificio della madre, lui aveva la febbre rossa e l'unico modo per guarirlo era sacrificarsi come Postulante; se lui era vivo, anche Emily lo sarebbe stata. L'unico problema era convincere la madre a lasciarglielo fare, perché ne era certo, una volta entrato nella Gilda non ne sarebbe più uscito.
Ad un certo punto notò una strana figura nascosta dietro un albero lì vicino, la figura affacciò la testa, Meriph vide il viso di una ragazza, doveva avere all'incirca 16 anni, un viso bellissimo si ritrovò a pensare, un caschetto nero le circondava il volto, per un attimo soltanto i loro occhi si incrociarono, quelli di lei erano di un giallo irreale, mentre i suoi erano color nocciola, ma fu solo un istante, Meriph sbatte' le palpebre e lei spari', tant'è che si chiese se l'avesse vista davvero.
Il mattino dopo Meriph uscì di casa molto presto, non voleva vederle distrutte per il suo addio e poi le aveva già salutate la notte prima, aveva lasciato solo un biglietto dove spiegava ciò che avrebbe fatto. Lungo la strada incontro' altre persone, che come lui andavano verso la morte, in particolare vide un'anziana signora, che faticava a camminare e decise di aiutarla per tutto il viaggio, ad ogni passo la incoraggiava, ma in realtà cercava di sopprimere la paura che sentiva. Arrivarono al tempio, si presentò a loro imponente, minaccioso e terribile, Meriph sospirò "Ci siamo finalmente", il cuore gli martellava all'impazzata, fissò un'ultima volta le stelle, forse non le avrebbe più riviste, spinse il pesante portone ed entrò. Ad aspettarli Yeshol in persona e due assassine al suo fianco, una ragazza circa sui 20 anni, che aveva una cascata di ricci biondi, come sua sorella, ma certo non aveva il suo stesso viso dolce, inoltre aveva gli occhi azzurri e non verdi, l'altra invece era...Meriph si stropiccio' gli occhi, non poteva crederci, la stessa ragazza che aveva visto la notte prima, adesso era lì davanti a lui, nei panni di un'assassina.
Taliah si accorse che uno dei futuri postulanti la stava fissando, lo riconobbe subito e quasi fu dispiaciuta di trovarlo lì, distolse lo sguardo imbarazzata.

NOTE DELL'AUTRICE:
e finalmente ecco svelato il misterioso ragazzo! Allora vi è piaciuto Meriph? ;) Finalmente lui e Taliah si sono per così dire incontrati!!! :) Be' se volete sapere come va a finire dovete continuare a seguire la mia storia e soprattutto recensire! Ahahah XD ;) Bacioni e al prossimo capitolo! ;)

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4: i Postulanti ***


Meriph fissava la ragazza meravigliato, era davvero bella, il viso aveva per lui una dolcezza incredibile, nonostante l'espressione d'odio lo rovinasse ma era un'assassina e agli assassini interessava soltanto uccidere. Come avrebbe fatto uno come lui a fare colpo su una come lei? E sopratutto, perché avrebbe dovuto farlo?
La vecchina che aveva aiutato durante il breve viaggio lo riscosse dai suoi pensieri, tremava terribilmente, era stanca e non si reggeva in piedi, infatti era convulsamente aggrappata al suo braccio, aveva paura di essere scelta e di non essere scelta allo stesso tempo. Come non comprenderla? Anche lui si sentiva diviso in due dalla paura e aveva in testa una confusione senza limiti. "Tranquilla, ci penserà il destino, deciderà lui cosa è giusto per noi, il destino non sbaglia mai! Non farti problemi adesso" provò a sorriderle incoraggiante e comprensivo, anche lei sorrise, ma era muta e quando provò a ringraziarlo, lui dovette interpretare quello che diceva leggendolo sulle sue labbra.
Taliah era un po' confusa, quel ragazzo stava andando a morire ed infondeva coraggio agli altri, li consolava. La ragazza non aveva mai visto un cosa del genere, quanta dolcezza e bontà spirava da quel ragazzo, lei non sarebbe mai stata in grado di fare una cosa simile, sentiva un nodo stringersi alla bocca dello stomaco senza saperne il motivo. Era forse preoccupata per lui? E perché poi? Non si era mai sentita così strana in vita sua.
Yeshol la riscosse incominciando il suo solito noiosissimo discorso di "accoglienza" per i Postulanti "Benvenuti!" inizio', ma fu l'unica cosa che ascoltò, perse la pazienza quasi subito e guardava un punto a caso nell'aria impassibile, riprese l'attenzione solo quando ormai la suprema guardia stava per scegliere il Postulante.
Meriph vide Yeshol avvicinarsi, li studiava uno per uno come se fossero semplici bestie, una ragazza che era lì con loro fu quasi palpeggiata, mentre cercava di stringere i denti per non mettersi nei guai perdendo le staffe. Arrivò anche il suo turno, la suprema guardia lo studio' da capo a piedi, in effetti aveva un bel fisico, molto probabilmente adatto a lavori forzati, poi gli sollevò il mento con due dita, quasi disgustato, e gli girò il volto da un lato all'altro; Meriph era arrabbiato ed indignato, nessuno lo aveva mai trattato così, poi la suprema guardia disse "Lui è perfetto. Tu portalo nel suo nuovo alloggio e spegagli come funziona qui" indicò la ragazza bellissima dai capelli neri, che impassibile gli si avvicinò, lo afferrò per un polso e gli girò il braccio dietro la schiena e lo pungolo' con un pugnale per farlo avanzare. Dopo aver cacciato con la forza gli altri, Rekla abbassò una manovella e una scala spuntò da dietro la statua di Theenar e Taliah spinse il nuovo Postulante nelle viscere della Gilda.
Meriph era ancora sconvolto da quello che era successo, quando poco prima che il passaggio si chiudesse senti' una voce gridare "Vi prego lasciatelo andare! Lasciate mio figlio! No! Dov'è!?" urlava a più non posso, Meriph con dolore riconobbe la voce di sua madre, ma era ormai troppo tardi, il passaggio si chiuse e senti' solo che la costringevano ad andarsene. Una lacrima gli rigo' il viso e la paura di morire lo invase, ma si ricordò in un istante come soffriva sua sorella e la determinazione vinse.
Il contatto con lei gli fece uno strano effetto, aveva notato che non appena lo aveva visto piangere la sua presa si era fatta più debole, il coltello non lo punzecchiava e gli aveva fatto quella che doveva essere un accenno di carezza, così decise di rompere il ghiaccio, per distrarsi "Come ti chiami?" la domanda gli uscì dalla labbra spontanea, lei si irrigidi' "Fa silenzio! Non ti è permesso di parlare con un assassino, men che meno con una guardia!" gli disse e lui ridacchio' "Devo ubbidirti, eppure sono più grande di te!" lei spinse la punta del pugnale facendola penetrare nella carne attraverso i vestiti, gli aveva fatto solo un graffietto, ma in tanto aveva chiarito il concetto "Fa silenzio ho detto!" lui rimase un attimo interdetto, ma obbedi' al comando "Ecco! Bravo, così" gli disse lei e quasi si penti' di avergli fatto male.
Lo portò in una specie di lavanderia, lì vide altri Postulanti intenti a lavorare, vide un assassino con una frusta in mano che usava contro chiunque smettesse di lavorare anche per un secondo. Una giovane donna smise per un istante di lavare i vestiti degli assassini, aveva le mani consumate a furia di strofinare, l'assassino la prese per i capelli e le diede un paio di frustate "Torna a lavorare stupida!" le gridò in faccia tirandole uno schiaffo, la donna tornò subito a lavorare terrorizzata.
Meriph lo guardò con disgusto e Taliah se ne accorse "Muoviti non ho tutto il giorno!" e di nuovo lo graffio', poi chiamò l'assassino che subito si portò un pugno al petto e abbassò il capo "Hai visto come ti ha guardato!? Devi farti rispettare da loro!" lui annuì, prese Meriph e gli tirò un forte pugno nello stomaco che gli mozzo' il fiato. Inaspettatamente a Taliah si strinse il cuore a quella vista, congedo' l'uomo con un cenno "Adesso hai capito che non scherziamo!?" lui non la guardò nemmeno, non voleva credere che fosse così crudele, ma dopo tutto era un'assasina, cosa si aspettava?
Taliah gli gettò degli abiti da Postulante che lui indosso' subito, poi lo condusse al dormitorio. Una volta lì lo spinse fino ad una squallida brandina "Tu dormirai qui! Vedi di ricordartelo" lui annuì "Per oggi, essendo appena arrivato, non hai compiti, ma da domani comincerai a lavorare! Da questo momento se qualcuno ti fa una richiesta tu obbedisci senza discutere! Chiaro?" Meriph annuì di nuovo "Inoltre non ti è permesso di parlare con nessuno, solo con i Postulanti e non nelle ore di lavoro. Un'ultima cosa; per oggi a meno che non ti vengano dati ordini rimarrai in questa stanza! Per l'orientamento ti darò una pianta della Casa che dovrai imparare entro oggi" detto questo stava per andarsene, ma notò che il Postulante indossava una collanina, era solo un laccetto di cuoio con una piccola pietra colorata appesa "E non ti è permesso possedere oggetti" disse e cercò di prenderla, ma lui vi mise una mano sopra "No! Questa no!" disse agitato indietreggiando "Qualsiasi ordine ti venga fatto devi obbedire senza controbattere! Te ne sei già dimenticato?" lui abbassò il capo "Ti prego questa no! È l'unico ricordo che ho di mia sorella prima che si ammalasse!" gli occhi gli si inumidirono, Taliah lo aveva sentito parlare di sua sorella con sua madre la prima volta che lo aveva visto e adesso percepiva quanto lui tenesse a lei e quanta paura avesse di perderla, allora era per sua sorella che faceva tutto questo? Taliah non riusciva ad immaginare una cosa del genere, sacrificarsi era già strano, ma farlo per amore era inconcepibile per lei, l'amore non esisteva, o forse no? "L'ha fatta lei?" chiese, il ragazzo annuì tristemente, Taliah sospirò, non sapeva neanche perché lo faceva "Nascondila, se te la vedrà qualcun'altro te la prenderà!" non gli diede neanche il tempo di ringraziarla che era già sparita tra il dedalo di corridoi della Gilda.

NOTE DELL'AUTRICE:
eccomi qua finalmente! ^-^ Scusate!!! In realtà dovevo pubblicarlo prima, ma mi si era cancellato il testo e l'ho dovuto riscrivere! :/ Vi mando un mega bacio, vi invito a recensire e alla prossima! ;)

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5: incontro furtivo ***


Meriph studiò la mappa che gli era stata data fino a sera tarda, con sorpresa notò che era stranamente piccola, forse erano rappresentate solo le aree accessibili ai Postulanti, ma perché eliminare tutto il resto? C'era per caso qualcosa che la Gilda nascondeva? Informazioni che sarebbero risultate pericolose persino nelle mani di un semplice postulante? "Ma che sto dicendo!?" pensò, scosse la testa e tornò a concentrarsi sulla cartina.
Ad un certo punto entrarono uno ad uno gruppetti di Postulanti, notò che erano molto stanchi, esausti e con uno sguardo perso nel vuoto, qualcuno si voltò a guardarlo per curiosità, ma non più di un rapido sguardo, qualcuno gli passò accanto e gli sussurrò un sottile "Buona fortuna". Cominciarono a sdraiarsi ognuno nella propria branda fino a riempire l'intero dormitorio, notò che il letto accanto al suo era vuoto, si rattristo', avrebbe voluto parlare con qualcuno, un altro minuto solo e sarebbe impazzito, annegando nel ricordo del viso di quella bellissima assassina. Ma perché gli importava tanto di quella ragazza? Forse perché quel viso così angelico riusciva a far scomparire per un attimo soltanto il dolore che provava per sua sorella, ma poi si ricordava che cosa nascondeva quel volto, come era veramente quella ragazza e la sua testa entrava in confusione, dolore su dolore.
Ad un certo punto vide entrare correndo una ragazza, era molto giovane, doveva avere la sua età, lunghi capelli castani e ondulati le scendevano sulla schiena come una cascata, due occhi azzurro cielo ed una spruzzata di lentiggini sul viso. Era una Postulante e chi sa per quale motivo si affrettava in quel modo. Un assassino la fermò trattenendola per un braccio "Sei in ritardo! Cosa ci facevi in giro dopo il coprifuoco!?" lei lo guardo' per niente intimorita, tanto cos'altro potevano farle? "Perdonatemi! Mi sono attardata nelle cucine, non succederà più" disse umilmente, l'uomo sorrise beffardo "Credi di cavartela così!? Non mi interessa se sono solo pochi minuti di ritardo! Un ritardo è un ritardo!" disse e le tirò un forte schiaffo ed un pugno nello stomaco, lei soffocco' appena un gemito, ma non si ribellò "Ora va al tuo posto! E vedi che non ricapiti o sarà peggio!" la ragazza annuì e corse verso la sua branda, si sdraio' e riempì il posto vuoto accanto a Meriph. "Tutto bene?" chiese lui, lei annuì "Si...grazie" poi si voltò verso di lui "Tu sei nuovo?" Il ragazzo rispose "Si" lei gli sorrise tristemente "Tu perché sei qui?" Meriph sospirò "Mia sorella" e lei concluse "il mio fidanzato" sorrise perdendosi tra i ricordi "Comunque io sono Maya" disse sorridendo rassicurante "Meriph" anche lui sorrise, ne aveva bisogno.

La mattina dopo non fu delle migliori e neanche i giorni seguenti; venivano svegliati prestissimo e subito messi a lavorare, da mangiare solo un pezzo di pane raffermo e poi di nuovo a lavorare in un ciclo infinito, almeno a pranzo e a cena gli davano una strana zuppa, aveva un saporaccio ma era sempre meglio del pane. I ritmi di lavoro erano serrati e finalmente Meriph capiva perché fossero sempre tutti esausti.
Ogni giorno lui si sentiva completamente spaesato, allora c'era Maya, lei lo aiutava spesso, lo indirizzava sui propri compiti, a volte lavorava al posto suo se lui non riusciva "No ti prego...non ce n'è bisogno!" le diceva ogni volta "Shhh...tranquillo anche per me all'inizio è stato difficile" rispondeva lei e Meriph si rassegnava. Diventavano ogni giorno più amici, e ad entrambi dispiaceva quando uno di loro veniva punito, Maya era come una sorella maggiore per lui.
Però il ragazzo continuava a sognare e vedere ovunque Taliah, era ormai diventata un'ossessione, sentiva in qualche modo bisogno di lei e si stupiva lui stesso che fosse così. Ogni volta che la vedeva rimaneva incantato a guardarla, poi quando lei si voltava verso di lui le sorrideva e Taliah arrossiva cercando di nascondere il viso tra le mani, poi gli ordinava balbettando "Torna a lavoro!" e se ne andava. "Non pensarci nemmeno" gli aveva detto una sera Maya "A che cosa?" le aveva chiesto confuso "Sai a cosa mi riferisco, alla guardia degli incantesimi, non provarci, finirebbe male" lo aveva avvisato e a modo suo protetto, ma che senso aveva rimandare l'inevitabile? Nessuno, perciò forse poteva diventarle almeno amico, prima della fine.

Aspetto' che gli altri dormissero, che anche gli assassini che li sorvegliavano dormissero, poi sgattaiolo' fuori. Erano ormai diverse notti che lo faceva, andava sul tetto del tempio. Aveva scoperto il passaggio per il tetto il primo giorno, mentre studiava la cartina lo aveva notato, ma non gli era interessato molto; poi però la mancanza del vento, del cielo, delle stelle, della luna, del mondo esterno si era fatta opprimente. E così aveva deciso, tanto se lo avessero preso e sarebbe morto prima del tempo non sarebbe cambiato poi molto.

Taliah non riusciva a prendere sonno, si girava e rigirava nel letto senza risultati "Basta!" pensò ed usci' dalla stanza con la sua tenuta da assassina. Faceva insolitamente caldo e per la prima volta la Gilda le parve opprimente, aveva bisogno d'aria. Si diresse verso il tempio di Theenar, ma quando stava per uscire aprendo il pesante portone, sentì un rumore alle sue spalle, un rumore di passi concitati, no era troppo rumoroso per essere un'assassino, lanciò il pugnale che aveva alla cintola verso il rumore. Si senti' un grido soffocato, dalla voce doveva essere un ragazzo, gli si avvicinò, al buio non vedeva nulla. Poi con la poca luce che filtrava dalle finestre riconobbe il Postulante che l'aveva tanto colpita, come aveva detto di chiamarsi? Meriph forse?
Il ragazzo ridacchio', il pugnale si era conficcato nel muro del tempio e tratteneva un lembo della sua camicia tenendolo bloccato "Wow! Hai una mira incredibile! Come hai fatto!?" esclamò eccitato, lei si avvicinò minacciosa, il suo viso era ad un soffio da quello di lui "Ma di che diavolo blateri!?" disse svellando il pugnale "Ti ho mancato!" Meriph degluti', lei lo guardo' seria "Cosa ci fai qui!?" lui prese coraggio "Vuoi vedere?" Taliah lo guardò confusa, ma mantenendo il suo atteggiamento freddo e distaccato, anche se si sentiva molto agitata "Che cosa?" lui le sorrise e le prese una mano "Vieni" le intimo', lei fremette a quel contatto, se fosse stata più decisa forse avrebbe già punito per bene quell'insolente e lo avrebbe riporato al dormitorio, ma non poteva, non riusciva a resistere, e così si lasciò guidare.
Le fece salire dei ripidi scalini ricoperti di polvere e ragnatele, era strano, eppure non aveva mai visto quel passaggio, forse era dismesso, si lo era. Lo segui' titubante fino all'uscita, non appena mise il naso fuori il vento le volteggio' attorno, leggero e fresco, uscì, era...non poteva crederci...sul tetto della casa. Era qualcosa di inquietante e meraviglioso allo stesso tempo per lei, era un posto nuovo, che mai aveva visto, ed ecco che in pochi giorni un ragazzo lo aveva trovato; guardò il cielo notturno meravigliata dalla bellezza delle stelle, poi la voce di Meriph la riscosse "Ti piace?" le chiese e lei annuì "E qui che stavo andando. L'unico pezzo di paradiso in questo inferno" le rivelò il ragazzo.

NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi qua! :) Lo so e' un orario vergognoso! Ma quando mi viene l'ispirazione devo assolutamente scrivere!!!! ^-^ Spero davvero che vi sia piaciuto! E finalmente i nostri eroi si sono incontrati per bene! :) Allora che ne pensate del nuovo personaggio? ;) Recensite in tanti!
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite o tra le preferite e chi recensisce sempre! ;) Bacioni

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6: che cos'è un bacio? ***


"Inferno? Perché?" chiese Taliah, Meriph la guardò come fosse una bambina un po' ingenua "E me lo chiedi?" la ragazza arrossi' di colpo "Scusami è vero!" Meriph ridacchio' "Tranquilla non mi sono offeso" Taliah arrossi' ancora di più, scusa gli aveva detto? Lei non si era mai scusata con nessuno, nemmeno con le sue vittime, eppure lo aveva appena fatto con un semplice postulante, perché?
"Attenta a non scivolare il tetto è po' ripido!" non le fece in tempo a dire Meriph che lei mise il piede su una tegola che subito cedette, scivolò e per poco non cadde di sotto, ma una mano l'afferro' "Presa!" Meriph la aiutò a sollevarsi, il cuore le batteva forte per lo spavento "Stai bene?" le sussurrò, i visi vicinissimi, uno ad un soffio dall'altro, lei si stacco' di colpo "Ehm si grazie!" disse fredda. Si sedette duardando il cielo stellato, un po' perché era magnifico, un po' per sfuggire agli occhi di lui, quegli occhi che sapevano leggerle dentro, che le impedivano di essere se stessa e che la facevano sentire costantemente in imbarazzo. Meriph le si sedette accanto, il suo cuore riprese a battere forte, questa volta non per la paura, una stella cadente passò in quel preciso momento "L'hai vista? Esprimi un desiderio!" le disse sorridendo Meriph, lei lo guardò confusa "E perché dovrei farlo?" il ragazzo la guardò stupito "Scherzi!?" Taliah scosse la testa "No perché dovrei?" il ragazzo ridacchio' "Be' ecco è una cosa che si fa quando si vede una stella cadente, e la gente crede che i desideri si possano realizzare davvero" questa volta fu Taliah a ridere "Che cosa stupida" Meriph rispose alla risata "Lo è in effetti, ma ormai lo fanno tutti, è come ritornare bambini per un secondo, solo i bambini credono che tutto sia possibile" la ragazza lo fissò "Nella Gilda non ho mai visto un bambino che credesse in qualcosa diversa dal culto" Meriph sorrise triste "Quindi tu non hai mai avuto un sogno? Un desiderio che non riguardi tutto questo?" Taliah scosse la testa "No, i sogni sono stupidaggini, non si basano su nulla di certo! Sono falsi, non esistono, come l'amore! Infatti non capisco come tu possa crederci" Meriph sorrise "Io sono convinto che esistano, perché mi danno una speranza, perché mi permettono di credere in qualcosa, di poter essere un umano e non un involucro vuoto" si guardarono negli occhi "C'è una differenza?" chiese lei "Si, è abissale" disse lui "Tu dici che l'amore esiste...fammi un esempio" dice lei con sufficienza "D'accordo...be' ci sono molti modi di amare...e molti tipi di amore...ad esempio io amo mia sorella, per questo sono qui" le risponde con quel sorriso disarmante, già sua sorella, Taliah non credeva nell'amore, non lo capiva, lo stesso Aster aveva detto "L'amore è effimero" perciò per lei era facile credere che fosse così, eppure quel ragazzo amava e quel sentimento gli dava addirittura la forza di offrire la sua vita per quella di sua sorella, un gesto del genere la sconvolgeva, c'era forse qualcosa di più? Si, c'era e lui la chiamava amore. Taliah rimase senza parole, e come controbattere, abbassò lo sguardo e fissò imbarazzata le punte degli stivali "Be' direi che è meglio andare" disse ad un certo punto Meriph, Taliah annuì "Si" , poi il postulante fece qualcosa di inaspettato, qualcosa di proibito, si avvicinò a lei, Taliah pote' sentire il suo respiro sul suo collo "Va a dormire adesso" gli comandò, lui si avvicinò di più, le sue labbra si appoggiarono delicate sulla guancia di lei, meglio non spingersi oltre per ora "Ai tuoi ordini" sussurrò, la ragazza rimase sorpresa perché sapeva che sotto quel "Ai tuoi ordini" si nascondeva un "Ti amo" lo leggeva chiaramente nei suoi occhi, poi si voltò verso di lui che nel frattempo se ne stava andando "Aspetta...cos'era quello?" lui si girò e sorrise "Quello cosa?" Taliah arrossi' "Quella cosa che mi hai dato..." lui ridacchio' "Un bacio" Taliah rimase confusa "Che cos'è un bacio?" Meriph sorrise di nuovo "Se domani notte torni te lo spiego" adesso anche Taliah sorrideva "Com'è bello il suo sorriso" pensa Meriph.

Rekla bacio' di nuovo Rator, erano abbracciati l'uno all'altra, nella stanza della guardia dei veleni, Rator smise di baciarla "Mi prometti che dirai a Yeshol che lasci l'incarico?" chiese e Rekla cambiò subito espressione, si rabbuio' "Ne abbiamo già parlato, ho promesso, non mi posso rifiutare" Rator si fece serio "Perché no?" Rekla abbassò lo sguardo "Yeshol non vuole che altri lo sappiano! Lei è pericolosa potrebbe distruggerci...ma è anche l'unica che potrebbe resuscitare Aster senza morire e rendendo Aster immortale" lui la guardò sconvolto "Quindi è questo che vuole fare?" Rekla annuì "Ma per farlo gli serve un corpo" lui rimase nuovamente sconvolto "E di chi?" lei sorrise grave "Mi dispiace perché in qualche modo credo di volere bene a Taliah, ma...per farlo serve un Marvash" Rator la guardò confuso "E dove sta il problema? Lei non è un Marvash" lei abbassò di nuovo lo sguardo "Lei no...ma suo fratello si" lui capi' che la situazione era davvero grave e che la sua Rekla non poteva rifiutare, ma almeno sperava che non acconsentisse ad occuparsi di Dubhe, in qualche modo sentiva che le sarebbe sfuggita di mano "Ma almeno di' di no all'addestramento di quell'assassina" la bionda si mise a ridere "Ma quello non è un problema! Non è la prima allieva che mi affidano!" gli disse dandogli un bacio allegra "Lo so ma lei era allieva di Sarnek, lo sai che non sarà facile, lei ci odia e tu hai già i tuoi problemi" disse lui e lei gli sorrise "Non preoccuparti ho tutto sotto controllo!"

NOTE DELL'AUTRICE: ciao a tutti!!!! ^-^ era un po' che non aggiornavo eh? Comunque spero vi sia piaciuto! ;) Bacioni e recensite in tanti! :)

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7: L'allievo ***


Taliah si svegliò sorridendo, per la prima da tempo la sveglia non la spavento', era serena, felice, ma allo stesso tempo preoccupata, sentiva una strana sensazione dentro di lei, paura, coraggio, timidezza, orgoglio, una tempesta di emozioni contrastanti che in fondo le piaceva "Che cos'è? Sto male?" si chiedeva e nel frattempo aveva una voglia infinita di vedere Meriph.
Rekla bussò in quel momento, Taliah apri' la porta ecome al solito segui la compagna fino alle terme e prese la sua medicina, ma poco prima di entrare nelle piscine svolto' a destra verso i dormitoi degli assassini comuni "Che stai facendo?" domandò Taliah confusa "Vado a prendere la mia nuova allieva! Uhhh che gioia!" Rekla fece un sorriso con finto entusiasmo, Taliah scoppio' a ridere "Deve essere una grande scocciatura se hai quella faccia! Fortuna che io non ne ho uno!" Rekla le rivolse un sorriso furbetto "Ah si!? Be' almeno io non sono stata convocata da Yeshol per chi sa che guaio hai combinato!" Taliah sbianco' "Come convoca...?" Rekla rise "Tranquilla! Se non hai fatto niente di male che problema c'è?" Taliah si sforzo' di ricambiare il sorriso che l'amica le indirizzava, ma riusciva a pensare solo a una cosa: un guaio lo aveva combinato, proprio quella notte...con Meriph. Spero' che non si trattasse di quello e si diresse alle terme. Come sempre si lasciò ricoprire dall'acqua che l'avvolgeva accogliente, rimase così per qualche minuto, poi uscì di corsa e si precipitò nel refettorio, neanche lei sapeva perché andava così di fretta, aveva bisogno di distrarsi in qualche modo.
In mensa si sedette accanto a Rekla e alla sua nuova allieva, si soffermo' non tanto sull'aspetto fisico, quanto sul tatuaggio che aveva sul braccio, quando lo vide innorridi', non era un tatuaggio, ma una maledizione. La ragazza era piuttosto nervosa e sembrava fosse disgustata da tutto ciò che la circondava, Taliah si chiese perché si fosseunita a loro se non voleva stare lì, la guardò troppo intensamente e lei se ne accorse "Che hai da guardare!?" sbotto' lei, Taliah arrossi' lievemente "Cosa!? Da quando arrossisco!?" pensò imbarazzata e indignata allo stesso tempo "Dubhe! Ma come ti permetti! Ti ricordo che sei solo una semplice assassina! Ti conviene cambiare atteggiamento con le guardie! Chiedi scusa!" Rekla era fuori di se, Taliah non l'aveva notato prima, chi sa quanto l'aveva provocata quella ragazzina insolente "Si! Mammina!" rispose Dubhe seccente, Rekla stava per esplodere, ma di certo non poteva ucciderla nel refettorio della Casa, Taliah si intromise prima che l'amica perdesse la pazienza "Non fa niente! Comunque se ti interessa Dubhe mi stavo solo chiedendo perché fossi qui, ti ho guardata e non sembri molto contenta" la ragazza sorrise ironica "Be' certo! Vedi ho preso una bella fregatura! L'accordo era di rubare dei semplici documenti, ma eccomi qui! Perché qui è l'unico posto che può curare questo!" lo disse quasi sputandoglielo in faccia e prese ad indicare il tatuaggio sul braccio, Taliah la guardò impassibile "Allora sarai solo un peso morto se non ti piace quello in cui crediamo! E comunque sei molto stupida cara" scoppio' a ridere "Quel sigillo non ha cu..." Rekla le tirò un calcio da sotto il tavolo e le parole le morirono in gola, l'occhiataccia di Rekla era chiara "Sta zitta!" diceva; Dubhe rimase confusa, fece per dire qualcosa, ma si blocco' alzando le spalle come per dire "Siete pazze!" Taliah prese il pane e cominciò a mangiucchiarlo senza voltarsi verso le sue compagne.
Taliah si diresse verso lo studio di Yeshol, se ne era quasi dimenticata, bussò, una voce profonda la invitò ad entrare. Cominciò a mangiucchiarsi le unghie nervosa "Siediti prego" disse tranquillamente Yeshol e le indicò una sedia davanti alla sua scrivania "Si...subito" disse lei un po' agitata, l'unica persona capace di farle paura era proprio la suprema guardia "Taliah, ti ho fatta chiamare per una questione molto importante..." sorrise, ma alla ragazza sembrava piuttosto falso come sorriso "...penso che per te sia arrivato il momento di diventare una guardia a tutti gli effetti..." non la stava rimproverando, strano "...penso che dovresti occuparti di un allievo" Taliah rimase spiazzata, era strano che una guardia avesse 16 anni, figuriamoci avere un allievo "Un...un allievo mio signore?" chiese sconvolta "Certo! Penso sia arrivato il momento! Non credi anche tu?" disse Yeshol con il solito falso sorriso "Certo!...come desidera mia guardia" rispose la ragazza titubante, poi si alzò e dopo aver fatto il saluto degli assassini fece per andarsene "Aspetta! Non vuoi almeno qualche informazione?" Yeshol sorrise, Taliah annuì distrattamente, quei sorrisi le mettevano solo inquietudine "Si chiama William, lo puoi trovare nella palestra...è lì che gli ho detto di aspettarti" un altro sorriso, Taliah rifece il saluto "Grazie per l'opportunità...non la deludero'" disse "Lo spero".

Taliah percorreva i corridoi verso la palestra, era molto eccitata, non aveva mai avuto un allievo, ma era anche in parte spaventata, l'addestramento vero e proprio degli assassini avveniva dai 16 anni in poi e Taliah non era sicura di sapersi imporre ad un coetaneo. Era a pochi passi dalla palestra, fece un respiro profondo e cercò di non far trasparire emozioni dal suo viso e dal suo atteggiamento, sembrando impassibile. Entrò tranquilla, si guardò attorno, molti assassini si esercitavano, al suo passaggio molti la salutavano portandosi un pugno al petto, non sapeva chi fosse William ma sentiva di non averlo ancora visto. Ad un certo punto vide un ragazzo un po' più alto di lei, capelli neri e riccioli gli incorniciavano il viso, due occhi scuri puntati solo sull'esercizio che stava facendo, si allenava in solitudine, si disse che era lui. Il ragazzo era concentrato e non si accorse della figura minuta che gli toccò una spalla, sobbalzo' "Scusa, non ti avevo vista" disse leggermente in imbarazzo, Taliah lo guardò divertita "Male, se sei un assassino non dovresti spaventarti così facilmente! Comunque...sei tu William?" il ragazzo la squadro' da capo a piedi, sembrava sorpreso "Si sono io...sei Taliah? La guardia degli incantesimi?" la ragazza sbuffo' "Secondo te che cosa significano i bottoni azzurri che ho sul corpetto!?" William parve ancora più sorpreso e più in imbarazzo, il ragazzo si affrettò a fare il saluto degli assassini portandosi sgraziatamente un pugno al petto "Perdonatemi mia guardia, io non pensavo...ehm...non credevo...mi spiace" esclamò balbettando, Taliah rise "Ci sarà del duro lavoro da fare! E non farti ingannare dalla mia età ok? Fossi in te ragionerei sul perché nonostante sia così giovane sia la guardia degli incantesimi!" il ragazzo annuì "A proposito posso chiarti Will? William è troppo lungo" disse lei e sorrise "Certo! Va benissimo".
Taliah cercò di ricordare il suo addestramento e di trasmettere quello che Rekla aveva insegnato a lei. Si allenarono fino all'ora di pranzo, Will era molto portato e Taliah era contenta che nonostante il loro primo incontro l'ascoltava con devozione, ogni tanto si interrompeva o distraeva a guardarla e lei si sentiva strana come quando era Meriph a guardarla, cominciava a trovarlo carino "Ma che diavolo mi sta succedendo!? Io non sono così!" pensò, Will la fissò un'altra volta "Smettila di guardarmi e lavora" il ragazzo arrossi' lievemente e tornò al suo esercizio "Scusa" sussurrò e Taliah scosse la testa "Smettila di scusarti! Sei un assassino!" il ragazzo arrossi' di nuovo "E' che sei molto carina..." sussurrò tra se e se, ma la ragazza lo senti' lo stesso e gli lanciò un'occhiataccia "Cioè volevo dire...mi incuriosivano i tuoi occhi...Perché sono gialli?" Taliah si innervosi' "Non sono affari tuoi!" ringhio' forse con troppa cattiveria, di certo non poteva dirgli della sua malattia, Will fece le spallucce "Ok calmati! Non te lo chiedo più!" Taliah si rilasso'. Poco dopo entrarono un gruppetto di iniziati e cominciarono subito ad attirare l'attenzione, Will si distrasse per l'ennesima volta, sembrava agitato solo vedendoli, Taliah nel frattempo si era tolta il corpetto con i bottoni colorati per il caldo e adesso sembrava un'iniziata come gli altri "Will concentrati e ignorali!" lo rimprovero', uno di loro si avvicinò "Will! Che fai hai bisogno di un aiutino da questa bambina!" Taliah non batte' ciglio, anzi lo guardava divertita "Peter! E tu non puoi girare senza i tuoi tirapiedi!?" gli rinfaccio' Will, i due amici di Peter lo guardarono con sguardo assassino, la ragazza si avvicinò a Taliah "Ahahah ma guarda! La ragazzina è deboluccia eh? E gli occhi! Perché sono gialli!" la ragazza era il doppio di Taliah nonostante avessero la stessa età, Taliah sbuffo' "Scusa come hai detto di chiamarti?" chiese e la ragazza rise emettendo strani grugniti "E perché dovrei dirlo a te!? Comunque mi chiamo Molly! E tu chi sei la fidanzata di Will?" si misero a ridere tutti e tre, Peter, Molly e l'altro ragazzo Drew. Will si mise in mezzo tra Taliah e il gruppo "Smettetela! Non vi conviene mettervi contro di lei" li avvertì, ma non lo ascoltarono, anzi ridacchiarono senza ritegno, Will guardò Taliah e lei gli fece cenno di non preoccuparsi, poi fissò Molly "Molly eh? Che nome minaccioso! Sto tremando!" disse ironica, la ragazza divenne rossa di rabbia "Ah si vuoi vedere se ti faccio paura!?" le si avvento' contro, ma Taliah si sposto all'ultimo secondo e la ragazza si schianto' a terra, si rialzo' come una furia e tirò un pugno verso la mascella di Taliah, ma lei lo schivo' e le assesto un violento colpo allo stomaco, Molly rimase tramortita e Taliah ne approfitto' e tirò un calcio, Molly lo bloccò e la tirò a terra, ma la ragazza le passò sotto le gambe e dopo essersi alzata le tirò un forte colpo alla schiena e Molly cadde a terra urlando, Peter allora fece per scagliarsi contro Taliah, ma Will si mise in mezzo e cominciarono a picchiarsi, Drew si mise ad aiutare Peter, Taliah rimase a guardare come il suo allievo se la cavava, mentre Molly rantolava sul pavimento. Ad un certo punto Taliah si stanco' della situazione, Will era bravo, ma contro due non poteva farcela, allungò una mano, gli occhi divennero rossi e Peter e Drew rimasero immobilizzati, Molly provò ad alzarsi "Sta giù!" ordinò la giovane guardia e la ragazza annuì terrorizzata, poi Taliah si diresse verso Peter e Drew. Will ansimava esausto, Taliah gli sorrise "Ottimo lavoro! Ma si può migliorare" disse e sivvoltò verso i due ragazzi immobili "Voi due idioti dovete disturbare ancora la mia lezione!? Sono Taliah la guardia degli incantesimi, perciò la prossima volta guardate bene chi avete davanti! Se vi interessa posso anche uccidervi se ci interromperete un'altra volta e se oserete mancarmi di rispetto!...ma soprattutto se adesso non implorate pietà...vale anche per te Molly!" disse senza scomporsi, ma con un sorriso spietato sulle labbra, i tre ragazzi presero all'improvviso a soffocare, rantolavano e singhiozzavano senza ritegno, Drew e Molly cominciarono ad implorare, ma Peter no "Ti prego smettila!" imploravano, Taliah fece un ghigno crudele "Peter non sta implorando!" disse implacabile, Peter resisteva e adesso i suoi amici supplicacano lui, Peter non era tipo che si faceva umiliare "Peter sto aspettando!" ringhio' Taliah "No!" Peter strinse i denti, Will mise una mano sul braccio di Taliah "Adesso basta! Hanno imparato, ma così li uccidi!" provò a convincerla, ma lei aveva gli occhi inniettati di sangue, come se non fosse più se stessa, ma ci fosse un'estranea nel suo corpo "Peter!" gridò Molly ormai quasi morta, Peter allora si convinse, con lo sguardo carico d'odio sussurrò "Pietà" Taliah sorrise "Non ho sentito! Cos'hai detto!?" il ragazzo urlò di frustrazione "Pietà! Pietà ho detto!" in quel momento l'incantesimo si sciolse e i ragazzi presero a boccheggiare in cerca d'aria "E ora andatevene!" gli occhi della ragazza tornarono gialli e si posarono sull'ultima cosa che avrebbero voluto vedere, Meriph stava davanti alla porta, la guardava sconcertato e scuotendo la testa, indietreggio' e scappò via, una lacrima rigo' il viso di Taliah "Meriph" sussurrò "Scusa Will, riprenderemo domani, devo andare" disse e corse dietro al postulante.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) che confusione eh!? Taliah e il nuovo allievo o Taliah e il postulante? Che ne pensate? Recensite! ;)
bacioni!^-^

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8: Amore proibito ***


Prese a correre come non aveva mai fatto, non le importava più di nulla, voleva solo raggiungerlo. Voleva scusarsi, voleva chiarire, ma cosa doveva chiarire? Dopotutto era un'assassina ed era normale che si comportasse così. Non lo sapeva, ma sentiva il bisogno di farlo, di convincerlo che non era un mostro. E se invece lo fosse? Se invece era davvero malvagia, davvero un mostro? Scosse la testa con decisione, doveva pensare solo a cosa gli avrebbe detto. Lo vide davanti a lei "Meriph" sussurrò di nuovo, lui la senti' e rallento' leggermente, Taliah lo raggiunse piangendo, quando aveva incominciato a piangere? Non lo sapeva. Gli mise una mano sulla spalla per fermarlo "Meriph ti prego" disse mordicchiandosi il labbro, lui si voltò, finalmente poté guardarlo negli occhi, ma vi trovò solo sofferenza, per un tempo che a loro parve interminabile rimasero così, a fissarsi, poi lei abbassò lo sguardo "Mi dispiace che tu l'abbia visto" disse, da come il ragazzo l'aveva guardata aveva percepito l'orrore che trasmetteva e comprese che nonostante tutto aveva sbagliato, ma le era successa una cosa simile, mai si era sentita in colpa per qualcuno "No, dispiace a me" rispose il ragazzo in tono grave "Meriph cosa ti aspettavi!? Sono un'assassina, è questo il mio modo di essere, se cancellassi le parti di me che non mi piacciono, che procurano solo male, non sarei più io. Forse sto sbagliando, non capisco nemmeno perché sia qui a scusarmi con te...non mi ero mai sentita così..." sospirò Taliah "Così come?" chiese lui "Così in colpa" mormorò la ragazza, Meriph scosse la testa e sbuffo' "Certo! E fai bene ad esserlo!" rispose alzando la voce, forse usò un po' troppa cattiveria, ma era troppo arrabbiato in quel momento "Che male ti avevano fatto quelli!?" disse ancora con più rabbia "Come puoi accussare me e difendere loro!? Hai ragione, quello che hanno fatto non meritava una reazione così violenta...Ma come puoi difenderli!? Forse sarà proprio uno di loro a ucciderti! Forse ti faranno anche soffrire, forse non sarà rapido e indolore! Perché quando viene scelto un iniziato che deve ancora mostrare il suo valore, tortura la vittima in modo crudele! E tu li difendi! Perché!? Perché loro e non me!?" glielo disse quasi urlando, con le lacrime agli occhi, sentendo quasi il suono del suo cuore che si stava rompendo "Perché!? A me non importa di loro! A me importa di te! Di quello che fai tu!" Meriph rispose con rabbia, ma già la sua voce si addolciva "Perché?" sussurrò lei, il ragazzo sospirò "Perché ti amo...e non importa delle conseguenze...adesso mi importa se dovrò morire, perché adesso ho te!" lo disse velocemente, la sua voce correva, quasi avesse paura di fermarsi, di dire la verità, Taliah sorrise quasi senza accorgersene "Io non so cosa sia l'amore..." Meriph abbassò lo sguardo sconsolato, Taliah gli prese delicatamente il volto tra le mani "Ma credo debba essere come quello che provo per te" il ragazzo sorrise, le accarezzo' il viso, si avvicinò e appoggiò le labbra sulle sue, stringendola a se con forza. Il sapore delle labbra di lui era il più buono che Taliah avesse mai sentito e gli sembrava di potersi unire a lui, di essere uno e non due "E' questo un bacio?" domandò con ancora le labbra di lui che sfioravano le sue, Meriph sorrise "Qualcosa del genere...è così che si dimostra l'amore" disse e la bacio' nuovamente, ma a differenza di prima Taliah, che era stata inizialmente titubante, si lasciò andare completamente, si sentiva finalmente libera, dopo tanto tempo, credeva di poter volare.

Camminarono mano nella mano fino alla stanza di lei, nascondendosi spesso per non essere visti dagli altri assassini, baciandosi in ogni momento di pausa, ridendo come non avevano mai fatto. Entrarono sbattendo la porta e contro il legno lui prese a baciarla, lentamente le sue mani sfiorarono la pelle nuda di lei, la pancia che sbucava appena dalla camicia, il collo bianco che ricopriva di piccoli baci, respiro' a fondo l'odore della sua pelle che lo faceva impazzire. Taliah lasciò che la spogliasse, mentre lei faceva lo stesso con lui, si sdraiarono sul letto desiderandosi l'un l'altra, si accarezzavano all'inizio con timidezza, quasi spaventandosi, poi i gesti divennero naturali, nonostante fosse la prima volta per entrambi, pian piano divennero più sicuri, la paura e la timidezza sparirono, lasciando il posto solo ai loro cuori che si rincorrevano cercandosi e unendosi per diventare un'unica entità. Non parlarono, nessuna parola poteva descrivere quello che provavano in quel momento, riuscivano a sussurrarsi timidi "Ti amo" e anche quelli erano nulla in confronto a cosa provavano l'uno per l'altra. Dopo un po' si addormentarono, Taliah appoggiò la testa sul petto di Meriph e lasciò che il battitto del suo cuore la cullasse mentre lui le accarezzava i capelli con dolcezza.

Quando si svegliarono era ormai pomeriggio inoltrato, si alzarono e si vestirono in fretta, preoccupati, erano spariti per ore, e se qualcuno li avesse scoperti?
 Comunque la scena aveva un non so che di comico e incominciarono a ridere come pazzi, senza motivo, solo per sorridere ancora per un po', mentre lui si vestiva lei gli saltò addosso ridendo e cominciò a fargli il solletico, Meriph rise "Smettila smettila! Ti prego!" supplico' tra una risata e l'altra "Sei pazza!" lei rise ancor di più "E una cosa con cui dovrai fare i conti molte volte!" disse regalandogli un tenero bacio. Uscirono con circospezione e si diedero un rapido bacio prima di separasi.

Non appena Meriph entrò nella lavanderia per il suo turno di lavoro, il sorriso che aveva sulle labbra gli scomparve in un istante quando incrocio' lo sguardo severo di Maya "Dove sei stato?" indago', lui cercò di assumere l'aria più innocente e indifferente possibile "Che intendi dire? Ho lavorato come sempre" Maya lo guardo' storto "Abbiamo gli stessi turni, Meriph. Ripeto la domanda: Dove sei stato!?" il ragazzo cercò di rilassarsi, ma non ci riusci' "Maya non essere sciocca! E poi perché ti importa tanto?" chiese, la ragazza gli si avvicinò e gli accarezzo' una guancia "Meriph, io ti voglio bene e non voglio vederti morire prima del tempo e in modo orribile...ti prego...so da chi sei stato! Finirà male per te e per lei" lui le sorrise grave "Grazie, ma se c'è qualcosa che rende felici i miei ultimi giorni di vita è proprio lei...e...ora che l'ho trovata non posso lasciarla andare" Maya non fu affatto contenta della sua risposta "Spero solo che tu sappia cosa stai facendo" disse amara.

Taliah si buttò nel letto esausta, finalmente quell'assurda giornata era passata, aveva bisogno di riposo perché avrebbe passato metà della nottata sul tetto con Meriph.
Si addormento' quasi subito, ma il suo sonno non fu affatto tranquillo, presto si ritrovò circondata da strani vapori che le davano fastidio al naso e le facevano lacrimare gli occhi. Lentamente si formò la figura di un mezzelfo, inizialmente lo scambio' per Aster, ma si disse che la figura era troppo alta e troppo femminile per essere lui, quando finalmente l'immagine divenne chiara, Taliah riconobbe sconcertata il volto di Nihal al quale si sentiva in qualche modo legata. "Ciao! Come sei diventata bella, nonostante tu nascondi il tuo vero aaspetto perfettamente, non puoi evitare di somigliare a me e a tuo padre" Taliah la guardò confusa, di certo non si aspettava le parlasse con così tanta confidenza "Cosa intendi per nascondere il mio aspetto?" Nihal fece le spallucce "Evita quella schifezza che ti da la tua amica e chiamare amica quell'arpia è davvero strano" di nuovo la ragazza non capiva "Rekla? Perché arpia?" Nihal rise "Mi sembra evidente! Ti ha strappata alla tua famiglia solo perché Yeshol credeva potesse essere utile una Sheireen nel suo assurdo esercito" Taliah strabuzzo' gli occhi "Ma che!?" Nihal si guardò intorno preoccupata "Uhmpf! Il mio tempo sta finendo! È stato un piacere conoscerti nipote" disse e la sua immagine pian piano cominciò a svanire "Aspetta! Che vuol dire Nipote!? Cosa sai della mia famiglia?" Nihal sorrise "E tu cosa sai?" Taliah ci penso' su, effettivamente non molto, le era stato detto che l'avevano abbandonata e che erano successivamente stati assasinati in circostanze misteriose, tutti le davano risposte confuse, nessuno sembrava volerne parlare, perciò lei aveva rinunciato ormai da tempo, la mezzelfo sorrise comprensiva "Vai in un villaggio della Terra della Notte di nome Arvia, cerca un'indovina di nome Fabiha. Non posso dirti altro" Taliah cercò di assimilare le ultime indicazioni, ma le risultava difficile "Un'ultima cosa...proteggi tuo fratello ti prego, i Marvash non hanno mai un destino felice" disse Nihal e senza lasciare che la ragazza potesse ribattere scomparve.
Taliah si svegliò di soprassalto, madida di sudore.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Lettori silenziosi e non! :) Ed ecco finalmente il capitolo (forse e spero ^-^") più atteso! Spero che Magicadark007 apprezzi la mia scena lime dato che non sarò mai in grado di descriverle bene come lei! ;) Comunque vi mando tanti bacioni! E vi invito a recensire! ;)
PS: mi sa che con Nihal il mistero si infittisce! ^-^

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9: Segreti ***


Taliah si alzò dal letto terrorizzata, quel sogno l'aveva completamente sconvolta. Qualche tempo prima le era apparso Aster e adesso Nihal. Poi quelle parole, entrambi la avvertivano che non doveva fidarsi di nessuno, che stava succedendo qualcosa, ma che cosa?

Corse a perdifiato fino al tetto, aveva bisogno di vedere Meriph, non appena lo vide appoggiato alla parete del tempio mentre l'aspettava gli corse in contro e gli gettò le braccia al collo "Hey piano! Che succede!?" disse lui ridendo, noto' che tremava leggermente e affondava il viso sul suo petto "Tutto bene?" chiese dolcemente, poi le sollevò il mento con le dita e la bacio' delicatamente sulle labbra, erano vicinissimi, le labbra si sfioravano, ma lei non riusciva a tranquillizzarsi. Appoggiò le sue mani su quelle di lui e cominciò ad accarezzarle "Ho avuto un incubo" mormorò lei, Meriph la guardò sorpreso "Non pensavo che un'assassina avesse paura di un incubo" le disse ridendo, Taliah lo guardò seria "Non è un semplice incubo! Ho visto..." la ragazza si mordicchio' un labbro "Visto cosa?" chiese lui "Nihal" sussurrò appena, lui rimase un attimo confuso "Ma lei è..." la ragazza lo interruppe "Morta! Lo so! È questo il problema" abbassò lo sguardo sconsolata, Meriph le accarezzo' il viso e di nuovo la bacio' con dolcezza, si stacco' piano, non sapeva cosa fare, lei aveva paura, stava male e lui non riusciva a farla stare meglio, si sentiva impotente, esattamente come quando la sua sorellina stava male e lui non poteva fare niente per lei "Parliamone sul tetto ok?" disse Meriph e lei annuì.
Salirono sul tetto della Gilda e si sedettero nello stesso punto della notte prima "Allora cosa è successo?" chiese lui rompendo il silenzio che si era creato "Mi ha detto delle cose che...non capisco non può essere!" disse Taliah scuotendo la testa, il ragazzo era sempre più confuso "Taliah dimmelo" insistette "Ha detto che sono sua nipote, mi ha chiamata Sheireen e dice che la Gilda mi ha strappata alla mia famiglia, che mi stanno facendo qualcosa!" lo disse velocemente, terrorizzata, una sola notte aveva spazzato via tutto ciò in cui credeva, il solo pensiero che la tanto amata Gilda, la sua casa, l'avesse tradita, era intollerabile ed era come essere pugnalati al cuore "Che genere di cose ti stanno facendo!?" chiese il ragazzo sconvolto, Taliah scosse la testa "Se solo lo sapessi! Mi ha detto solo di andare in un villaggio in cerca di un'indovina" sorrise amara "Allora va da lei, potrà dirti ogni cosa, così saprai la verità" Meriph provò a sorriderle per darle coraggio, ma la sua espressione era più tristedi quello che si ssarebbe immaginato "Non so se voglio farlo" rispose lei scuotendo nuovamente la testa "Perché?" le domandò il ragazzo confuso "Ho paura di scoprire qualcosa di orribile, che mi allontanerebbe dalla mia famiglia, la mia attuale famiglia intendo, la Gilda. So che non puoi capire, che odi tutto questo, ma io ci sono vissuta per anni, mi hanno cresciuta, io non sono niente al di fuori di tutto questo" confesso' con tristezza, Meriph le sorrise e le prese il viso tra le mani "C'è molto di più in te" disse e la bacio' con la stessa passione e desiderio di quel pomeriggio e come quel pomeriggio si ritrovarono sdraiati e pian piano nudi. Il vento soffiava con forza sui loro corpi, tremavano infreddoliti e cercavano di coprirsi in qualche modo, ma era un fatto di poco conto in confronto a quello che provavano. Si baciavano di continuo, un amore vero, così puro, non lo avrebbero mai potuto immaginare. La preoccupazione era ormai scomparsa, in quel meraviglioso momento non c'era posto per nient'altro a parte il loro amore. La posizione delle stelle cambiò di poco e i due giovani si accorsero che era quasi l'alba e che dovevano lasciarsi, si rivestirono tra un bacio e l'altro, Taliah guardo' il cielo, le sarebbe piaciuto vedere l'alba, per davvero "La vedrai un giorno e...forse ci sarà anche Meriph" si disse, il pensiero di poterlo perdere si fece strada insistente nella sua mente, lo scaccio' via, aveva altro a cui pensare.

L'indomani Rekla bussò alla sua porta come ogni mattina, le apri' di controvoglia. Come sempre le diede la solita boccetta dal contenuto violaceo, Taliah la prese tra le dita incerta sul da farsi, ricordava bene le parole di Aster "Ricorda chi è il vero nemico!" ma soprattutto quelle di Nihal "Se fossi in te non prenderei quella roba che ti da la tua amica!" Rekla la guardò con sospetto "C'è qualche problema!?" chiese leggermente minacciosa "No, nessuno!" rispose la giovane scuotendo vigorosamente la testa, alla fine prese la boccetta e la bevve "Ma che fai! Sputala!" disse una strana voce femminile nella sua testa, si guardò intorno per capire chi avesse parlato, ma a parte Rekla non c'era nessuno, in ogni caso la guardia dei veleni era sua amica e voleva fidarsi, così ingoio' la pozione "Stupida!" la sgrido' la voce, ma lei non ci bado'.
Mentre camminavano per i corridoi della Gilda c'era un silenzio irreale e Taliah ne approfitto' per fare la tanto temuta domanda "Cosa sai dei miei genitori?" Rekla sbianco', cercò immediatamente di ricomporsi "Perché me lo chiedi?" Taliah non rispose, rimase semplicemente in attesa di ciò che le avrebbe detto, Rekla si arrese "Te l'ho detto tante volte! I tuoi genitori ti hanno abbandonata e poco tempo dopo sono morti!" esclamò nervosa la guardia dei veleni "Come sono morti?" insistette Taliah "Assassinati da dei briganti" disse lapidaria Rekla, sperando di chiudere li il discorso "Ah...capisco...e perché mi hanno abbandonata?" chiese ancora la ragazza, la bionda era molto agitata, ma ugualmente la prese per mano e la fisso' dritto negli occhi "Taliah, io non so perché ti abbiano abbandonata, ma adesso siamo noi la tua famiglia, noi ti abbiamo cresciuta, noi ti vogliamo qui" le sorrise, non poteva mentire, Taliah si convinse che era stato tutto solo un sogno, che il passato era passato "Mi volete qui perché vi servo?" disse Taliah con rabbia, le parole erano uscite dalla sua bocca, ma non era stata lei a dirle, non avrebbe mai voluto dirle, era come se qualcuno avesse preso per un momento il suo corpo e avesse agito per lei. Rekla la guardò incredula "Scusa! Io non volevo dirtelo! Io...scusa! Non so cosa mi sia preso!" si affrettò a scusarsi la ragazza "Eh brava! Scusati con quell'essere!" di nuovo la voce, la scaccio' in fretta "Tranquilla non importa!" disse sorridendo Rekla e Taliah rispose al sorriso "Vuoi sapere perché ieri Yeshol mi ha convocata!?" le chiese raggiante, Rekla rise "Perché?" Taliah assunse un'aria spavalda "Mi hanno assegnato un allievo!" esclamò soddisfatta, ma non si aspettava una reazione così negativa da parte di Rekla "Ma è grandioso!" si finse entusiasta "Scusa! Ora devo andare!" disse e scappò via lasciando Taliah sola e confusa.

Rekla era fuori di se, non era mai stata così arrabbiata "Ha scoperto tutto! Ha scoperto tutto!" si diceva sconvolta. Non le importava se non era stata convocata, entrò come una furia nello studio di Yeshol. "Che significa!?" urlò, Yeshol alzò gli occhi da quello che stava leggendo "Come scusa!?" disse tranquillamente, Rekla era furiosa "Perché le hai affidato un allievo!?" disse gridando, la suprema guardia sbuffo' "Prima di tutto abbassa la voce! E poi chi ti ha autorizzata ad entrare!?" chiese lui, Rekla digrigno' i denti "Ma smettila! Sai benissimo che è già difficile tenerla sotto controllo! E tu le dai una responsabilità come quella!?" Yeshol la guardò severamente "Deve fidarsi di noi! E il miglior modo per farlo è darle noi la nostra fiducia!" disse chiaramente "E poi non voglio discuterbe con te! La decisione è presa!" Rekla non demorse, ma abbassò la voce "Me lo ha chiesto ancora...mi ha chiesto della sua famiglia...sembrava sapesse la verità e poi..." Yeshol la guardò sconvolto "E poi...?" Rekla degluti' "Non voleva prendere il veleno, per poco non lo sputava...se non lo prendesse e scoprisse il suo aspetto!? Che cosa succederà!?" Yeshol scosse la testa "Non lo so. L'importante adesso è occuparci del ragazzino, ho già evocato lo spirito di Aster, resta solo il corpo da trovare!"

NOTE DELL'AUTRICE:
Nel prossimo capitolo si svelerà la verità! ;) spero di non avervi delusi con questo capitolo! ^-^ Be' non ho molto da dire! Bacioni e al prossimo aggiornamento :)

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10: Esci dalla mia mente! ***


San uscì di casa molto presto sbattendo la porta. Per l'ennesima volta aveva litigato con suo padre, sempre per lo stesso stupido motivo. Il pomeriggio precedente Tarik lo aveva visto usare la magia, una ragazzina, sua amica, si era sbucciata un ginocchio e dato che al ragazzo piaceva parecchio, l'aveva aiutata. Suo padre era furioso, lo aveva sgridato urlandogli in faccia e facendogli fare una pessima figura davanti alla ragazzina che, data la paura che aveva provato nei confronti di Tarik, aveva chiuso la loro amicizia. Come ogni volta San ci soffriva e si chiudeva sempre di più in se stesso, con l'odio che sentiva emergere dalla sua parte più oscura e profonda, che cresceva di giorno in giorno con lui. In oltre nessuno lo voleva, era diverso, in qualche modo era malvagio, crudele. Le sue amicizie duravano massimo una settimana, o per colpa sua o per colpa di suo padre. Avrebbe voluto semplicemente essere come tutti gli altri, normale, non voleva quelle spaventose orecchie a punta, non voleva quei ridicoli capelli blu e persino gli occhi erano diversi, verdi certo, ma non era un verde naturale, sembravano in qualche modo luminescenti. Cerco' di calmarsi, odiava litigare con le uniche persone che lo amavano davvero, suo padre era accecato da un odio insensato, odiava Sennar, suo padre, perché era convinto che fosse solo colpa sua se sua madre era morta e dato che suo padre era un mago, la magia diventava automaticamente un male. San lo capiva e gli dispiaceva disobbedirgli, ma la magia era parte di lui, un'amica, una compagna, non poteva rifiutarla.

Cammino' per le vie di Salazar in silenzio, sentendosi immensamente solo, ad un certo punto vide la sua amica vicina alla sua bancarella preferita come ogni mattina, per comprare la solita sciarpa, Flirya si chiamava, aveva lunghi capelli rossi e ricci e gli occhi verde scuro, semplicemente bellissima per San. Le si avvicinò incerto sul da farsi, non sapeva se era ancora arrabbiata e aveva paura, il cuore gli batteva all'impazzata. Non si capacitava nemmeno che una creatura così perfetta fosse diventata sua amica. Ricordava la figuraccia che aveva fatto durante il loro primo incontro. Lui aveva come al solito un cappuccio calato sul volto per nascondere il suo aspetto, da cosa non lo aveva mai saputo. Flirya stava comprando una sciarpa in una bancarella, mentre lui stava camminando tranquillo. Ad un certo punto si scontrarono per errore e San si era subito scusato totalmente in imbarazzo, lei però con sua sorpresa ci rise su ed intenerita dalla sua timidezza gli era diventata amica.
San la prese per il braccio "Flirya aspetta!" lei lo guardo' infastidita e cercò di andarsene "Lasciami San!" disse con freddezza "Flirya ti prego, mi dispiace per quello che hai visto, ma io non sono come lui" le disse quasi piangendo "Tu lo sai" aggiunse "No San, non lo so! La verità è che non ci conosciamo che da pochi giorni! E poi io non voglio frequentare uno come te" gli disse acida, a San si spezzò il cuore "Ma...ma perché? Che ti ho fatto?" chiese, lei scosse la testa "Non farmi dire cose che ti possono fare male" San si innervosi', il suo odio cresceva, strinse la presa sul suo braccio "Ahi! Mi fai male!" disse lei leggermente spaventata, San la guardò con odio, un lampo rossastro attraverso' il suo sguardo "Dillo!" sibilo', la ragazza tremo', ma si ricompose subito "Non solo sei un mago, ma sei anche un mostro!" gli disse acida e cattiva, San strinse ancora di più la presa, fino a farle scricchiolare le ossa, era un odio che neanche lui capiva, veniva dal profondo, dalla sua natura malefica, dalla sua anima nera "Certo! Capisco! Tu sei meglio di me giusto!? Tu che giudichi le persone in base al loro aspetto!" disse e rise, con una risata talmente malvagia che faceva gelare il sangue, soprattutto se a farla era un ragazzino di appena 12 anni "San! Lasciami! Mi fai male!" Flirya si lamentava e già incominciava a piangere, il venditore di stoffe e sciarpe della bancarella si avvicinò e staccò San dalla ragazzina "Hey! Cosa volevi fare!?" lo rimprovero' duramente, il ragazzo era fuori di se "Non stavo facendo niente! È colpa sua!" gli urlò e fece per gettarsi su di lei, si sentiva strano, come se una forza più grande di lui lo sopraffacesse, il venditore lo blocco' di nuovo "Sta calmo ragazzino!" disse severamente, poi si rivolse a Flirya "Che cosa ti ha fatto?" chiese, la ragazza guardò San e gli fece un sorrisetto malizioso "Voleva picchiarmi!" esclamò fingendosi traumatizzata "Bugiarda!" urlò il ragazzino e nuovamente il venditore lo trattenne "Bugiarda! Bugiarda!" continuò a gridare "Calmati!" gli impose l'uomo "Sei pazzo! Come tuo padre! Che ha paura di tutto e tutti! È pazzo! Siete pazzi!" gli rinfaccio' Flirya "Lui non è pazzo!" urlò il ragazzino. Nel frattempo si era radunata una piccola folla che lo guardava con disprezzo e disgusto, Tarik si fece largo tra la gente "Che sta succedendo!" esclamò "San" mormorò, notò la faccia furiosa del figlio, le lacrime che gli salivano agli occhi, ma che non osavano scendere giù per quelle candide guance per orgoglio. Noto' la ragazzina del giorno prima, fissava San con uno sguardo odiosamente compiaciuto, non ci voleva molto ad ipotizzare cosa fosse successo, come accadeva sempre suo figlio veniva preso in giro e successivamente accusato di aver fatto chi sa cosa, gli si strinse il cuore, non gli importava che avessero litigato, era suo figlio e doveva proteggerlo.
Il venditore gli si avvicinò "E' suo figlio!?" chiese "Si perché?" rispose tranquillo, si avvicinò a San e si mise tra lui ed il venditore "Perché stava per picchiare questa povera ragazzina!" esclamò l'uomo indispettito, Tarik rise, guardò le braccia del figlio completamente coperte di macchie violacee ed erano molto arrossate, il venditore lo aveva stretto talmente forte che lo aveva riempito di lividi "Lui stava per picchiare quella!? Guardala come sta sogghignando divertita!" disse infuriato Tarik "Ma cosa dice!" cercò di dire il venditore, ma lui lo interruppe "E lei! Lei come si permette di mettere le mani addosso a mio figlio! E poi non vada ad accusarlo di autolesionismo!" l'uomo rimase ammutolito "Guardi! Guardi le sue braccia! È solo un ragazzino e guardi cosa gli ha fatto vigliacco!" Tarik era fuori di se, prese San e mostrò i lividi a tutti, ma non servi' perché per la gente quel ragazzino era solo uno scherzo della natura "San andiamocene! Qui non siamo graditi!" disse serio Tarik, prese per mano il figlio e se ne andò, passo' davanti a Flirya e la fulmino' con lo sguardo, la ragazzina tremo' terrorizzata e lui le fece uno strano sorriso, trattenendo a stento una risata.

Non appena furono lontani San si permise di piangere e si strinse al padre, cercando rifugio tra le sue braccia, Tarik gli passò una mano tra i capelli con dolcezza "Mi dispiace, è stata colpa mia, non dovevo sgridarti davanti a lei ieri" mormorò, San sollevò lo sguardo "Non importa, mi piaceva è vero, ma se non fosse stato per te non avrei mai scoperto chi è veramente" si stacco' dal padre, vergognandosi di quell'attimo di debolezza "Secondo te esisterà qualcuno che veda oltre il mio aspetto, che non mi consideri un mostro, uno scherzo della natura?" chiese tristemente, Tarik annuì e gli scompiglio' i capelli "Come tua madre non vide in me un mostro, tu troverai colei che saprà leggerti il cuore" disse e San sorrise, o meglio rise "Leggere il cuore!? Mecabro!" scherzo', Tarik si finse offeso "Ecco hai rovinato tutto!" risero entrambi, felici di essersi riappacificati "Hey ti va se ci alleniamo con la spada?" chiese il padre, San fece un sorriso enorme, amava allenarsi con lui, perché in quei momenti erano davvero uniti.

Si allenarono per ore, ed ogni volta che le spade si incrociavano sembrava che stessero parlando tra di loro. Svolgevano i movimenti in perfetta armonia.
All'improvviso una strana e flebile voce si insinuo' nella mente di San, che però pian piano si rafforzava "Scappa! Corri via da qui! Così li ucciderai!" la voce sembrava disperata e continuava a pregarlo, il ragazzo si innervosi' e cominciò a calare fendenti sempre più forti "Ti prenderanno! Devi andartene! E i tuoi genitori moriranno! Sei tu che li stai uccidendo!" disse ancora la voce e San continuava a combattere dominato dalla furia, suo padre cercava di farlo rilassare, ma San non lo sentiva, come se Tarik muovesse le labbra e da esse non provenisse alcun suono "Non lasciare che mi riportino in vita! Io non voglio essere ciò che ero! San devi salvarti! Va via! Così li uccidi!" la voce continuava imperterrita "Come avresti ucciso quella ragazzina se non ti avessero fermato! In modo diverso, ma li ucciderai!" San era sconvolto, non capiva più nulla e continuava ad aumentare la forza dei suoi assalti "Non è vero!" mormorò "Lo è, lo sai! Tu sei malvagio come te lo impone la natura, come lo fui io! Ascoltami ti prego! San vattene! Così li stai uccidendo!" disse la voce supplicando "No!" mormorò il ragazzo e man mano cresceva di intensità "No!" era quasi un urlo "San smettila! Calmati! Non così forte!" provava a dire il padre, ma era inutile, il ragazzo non lo ascoltava, mulinava la sua spada per ucciderlo "San! San! Fuggi! Fuggi! San! Così li uccidi!" la voce era sempre più forte, ma confusa, come se ce ne fosse più di una. Il ragazzo stava impazzendo "Basta!" supplico' gridando, per errore feri' il padre alla gamba, era solo un graffio, ma per lui era un orrore inaccettabile "Sono davvero un mostro" pensò, gettò la spada disgustato, si buttò in ginocchio per terra, si portò le mani alle orecchie "Basta! Basta! Va via! Esci! Esci dalla mia mente! Esci!" urlava impazzito, le lacrime uscivano a fiotti e continuava a ripetere la stessa cantilena "Esci dalla mia mente! Esci dalla mia mente!"
Tarik non sapeva che fare, lo abbracciò con tutte le forze, lo tenne stretto a se "Va tutto bene, stai tranquillo, è tutto ok, San ci sono io qui" ma tutto sembrava inutile, il ragazzino non smetteva di piangere, fu allora che gli venne in mente suo padre ed uno dei pochi incantesimi che gli aveva insegnato, in quel momento non c'era spazio per l'odio, suo figlio aveva bisogno di lui. Recitò l'incantesimo del sonno e San si addormento' finalmente, se così si può dire, sereno. Ogni tanto era scosso da piccoli tremiti, ma erano pochi e duravano poco. Lo prese in braccio e gli diede un piccolo bacio sulla testa, aveva avuto paura, una tremenda paura di perderlo.
Si diresse zoppicando verso casa.

NOTE DELL'AUTRICE:
Chiedo umilmente perdono, è vero in questo avrei dovuto svelarvi tutto! Prometto che nel prossimo si saprà la verità! :) ;) Bacioni e ci vediamo nelle recensioni! ^-^

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11: La verità ***


Magari a volte è un bene allontanarsi un po'
Può sembrare un salto enorme, ma io lo affrontero'
Nella neve gelida ritrovo il posto che
Nessuno mi ha lasciato ormai, ma apparteneva a me
D'ora in poi troverò la mia vera identità
Scoprirò scoprirò cosa sia la libertà
Rimango qui soltanto io
Lascero' lascerò che il tempo non sia un problema mio
{All'alba sorgero', Frozen il regno di ghiaccio, Martina Stoessel}

Il cervello di Taliah era in confusione totale. Passavano i giorni, eppure lei non voleva andare ad Arvia, era terrorizzata, e se la verità l'avrebbe fatta soffrire, se avesse distrutto chi era veramente, tutta la sua vita sarebbe stata sconvolta?
A volte la Gilda le era sembrata soffocante, come se lei non fosse fatta per quella vita, ma non conosceva nulla all'infuori di essa. Solo Meriph le aveva mostrato un'altra opzione, un'altra vita, una via di fuga.
Era passato un mese da quando Nihal le aveva parlato e le sembrava che non fosse stata l'unica volta. Sentiva spesso una voce dentro la sua testa, non capiva cosa fosse, ma c'era e le diceva cosa fare. Questo non le piaceva affatto, proprio a lei che odiava che la comandassero.
Ogni mattina era sempre più imbarazzante il suo incontro con Rekla. Prendeva la pozione, ma ogni volta la voce entrava nella sua testa e Taliah aveva non poche difficoltà a bere il contenuto della boccetta. "Perché sei così stupida!?" le diceva indignata ogni volta "Sta zitta! Io non tradiro' la mia famiglia!" le rispondeva lei "Non è la tua famiglia!" le urlava in risposta la voce "Shhh! Zitta!".

Però non era solo la voce a insistere, anche Meriph faceva la sua parte. "Taliah devi farlo! So che è difficile e che hai paura, ma non vedi quanto stai soffrendo. Se tu sapessi la verità sarebbe tutto più semplice" Taliah ogni volta abbassava la testa imbarazzata "Io non ci riesco, mi...mi dispiace" come sempre lui la baciava e la consolava "Non devi scusarti di niente, lascia che il cuore ti guidi un po'" lei annuiva e subito seguiva la voce "Ha ragione sai. Devi andare, io non posso dirti nulla, mi è proibito, ma quell'indovina può aiutarti davvero. Ascoltalo ti ama davvero, lo sento e sono felice per te piccola mia" e Taliah sorrideva a quei dolci nomignoli che la strana presenza le affibbiava e la ragazza si convinceva sempre di più che fosse proprio Nihal, ma non era sicura.

Non aveva ancora deciso, quando arrivo' la giusta occasione; Yeshol la convocò nel suo studio per la prima missione del suo allievo, Will, era ormai pronto per l'esame finale. Per sua fortuna la missione era in un villaggio della Terra della notte, anche se lontano da Arvia.
Rekla si era dimostrata molto contrariata e aveva criticato più volte la decisione della suprema guardia, ma Yeshol era stato irremovibile e lei aveva dovuto sottostare alla sua decisione "Finirà male me lo sento" aveva sussurrato con stizza, ma Taliah l'aveva sentita lo stesso "Avanti cosa vuoi che succeda e poi perché non provi a fidarti di me per una volta" Rekla aveva scosso la testa "D'accordo" ma Taliah non fu affatto felice di quella risposta.

La missione era semplice, Will avrebbe dovuto uccidere una semplice sacerdotessa che predicava il culto di Theenar, ma in modo diverso dalla Gilda e prima che corrompesse tutta la popolazione doveva essere eliminata per la sua eresia.
Il villaggio dove viveva si chiamava Lamira e il tempio si trovava al suo centro. Taliah era molto triste, questo viaggio l'avrebbe tenuta lontana dalla Gilda per qualche giorno e non sapeva se quando sarebbe tornata avrebbe trovato Meriph ancora vivo "Non preoccuparti andrà tutto bene" sussurrò la voce "Lo spero anch'io" disse Taliah tristemente "Hai detto qualcosa?" chiese Will mentre camminavano "Cosa...io no...come ti permetti di rivolgerti in questo modo!?" Taliah si innervosi' notevolmente "Io...perdonami mia guardia" disse Will umilmente, come al solito la trattava con il massimo rispetto e con ammirazione, ma ogni tanto si distraeva e prendeva confidenza con lei, Taliah si sentiva in imbarazzo perché quel suo sguardo così fedele e pieno di ammirazione la attirava e sentiva di preciso che ogni qual volta la chiamava "mia guardia" voleva dirle "ti amo". Lei pensava a Meriph, ma quel ragazzo le piaceva, in fondo, molto in fondo le piaceva; si sentiva terribilmente confusa perché amava Meriph alla follia, ma ogni volta che vedeva Will lo desiderava, per lei era un problema perché credeva che non fosse giusto nonostante non sapesse nulla dell'amore.
Ad un certo punto Will si fermò nei pressi di un villaggio "Ci conviene fermarci per la notte, perdonami se ho allungato un po' la strada, ma non c'erano strade abbastanza nascoste e dovevamo passare inosservati" disse, Taliah sorrise "Non scusarti, anzi hai avuto un'ottima idea" Will arrossi' come un peperone e abbassò lo sguardo, Taliah questa volta rise "Un assassino non arrossisce William" così dicendo lo fece arrossire ancora di più "Chiedo scusa" mormorò e Taliah rise "Sei troppo tenero! Cerca di tenermi testa!" gli disse sorridendo e Will la guardò esterrefatto "Cosa c'è!? Devi portarmi rispetto, ma devi anche dimostrarmi di essere un vero Vittorioso" disse lei finalmente smettendo di pensare il peggio per Meriph e godendosi l'aria fresca della notte, andare sul tetto della Casa era molto emozionante, ma non era la stessa cosa.
Ad un certo punto, mentre camminavano per una delle vie secondarie del villaggio, Will la guardò rosso in viso "Che c'è!?" chiese lei di botto, Will abbassò lo sguardo e si gratto' la nuca "Ehm...dovremmo cambiarci, insomma vestiti così daremo molto nell'occhio" Taliah intuì il suo pensiero e si chiese lei stessa dove avrebbero potuto cambiarsi senza essere visti e senza, soprattutto, vedersi tra loro. Individuo' un cespuglio nel giardino di una casa "Senti...li andrà benissimo, tu fai la guardia e io mi cambio, io faccio la guardia e tu ti cambi" disse lei e sorrise, mentre lui annuì distrattamente. Si cambiarono in fretta e appena lei uscì dal cespuglio con un vestito da donna Will rimase sbalordito, sembrava solo una semplice ragazza, ma bellissima "Wow!" esclamò un po' più sicuro di se, questa volta fu lei ad arrossire "Non avevi detto che un assassino non arrossisce mai!?" le disse ridendo, Taliah gli diede un pugnetto sulla spalla "Finiscila! Mi da già fastidio questo vestito! Mi prude dappertutto!" lui rise e strappò un sorriso anche a lei "Ehi! Guarda laggiù c'è una locanda! Andiamo?" disse lui tra una risata e l'altra "D'accordo" sorrise maliziosa.
Entrarono nella locanda e subito l'oste li accolse benevolmente nonostante l'ora, era molto tardi, ma in tempo di guerra un po' di soldi non si rifiutano mai. "Avete due stanze singole?" chiese Taliah, l'uomo scosse la testa "Ho poche stanze purtroppo e me ne è rimasta solo una" Taliah fissò Will preoccupata "Ma tanto voi siete una coppia giusto? Qual'è il problema?" chiese l'oste, i due ragazzi furono entrambi imbarazzati "No no no! Lui non è! Lui...noi!" cercò di spiegare Taliah, ma lui si avvicinò e le mise un braccio attorno alle spalle "Ma cosa va a pensare signore? Lei è mia sorella! La mia dolce sorellina" disse e le schiocco' un bacio sulla guancia, l'uomo rimase un attimo confuso, ma poi alzò le spalle e li accompagno' all'unica stanza rimasta. Taliah pagò l'uomo e i due ragazzi si chiusero dentro, poi lei guardò l'unico letto preoccupata "Tranquilla io dormo per terra" le disse lui mettendole una mano sulla spalla "Grazie...a proposito ottima interpretazione" rispose lei e lui sorrise "Grazie".
In quel momento bussò una cameriera, era una ragazza molto giovane, all'incirca di 14 anni, dai modi molto gentili ed aggrazziati "Scusate se vi ho disturbati, ma volevo portarvi un cuscino e una coperta, dato che siete due ed il letto è uno solo" Taliah prese il cuscino e la coperta e le sorrise riconoscente "Grazie mille, posso chiederti una cosa?" domandò "Certamente" disse la ragazzina sorridendo "Come si chiama questo villaggio?" la ragazza trattenne a stento un risata, Taliah alzò gli occhi al cielo "Si chiama Arvia" rispose lei "Grazie" disse Taliah infastidita, poi le sbatte' la porta in faccia.
"Arvia", quel nome le risuono' nella testa più volte e il suo cuore prese a battere all'impazzata, doveva assolutamente parlare con quell'indovina, si girò verso Will "Domani partiremo verso pomeriggio" lui la guardò confuso "Perché?" chiese "Perché l'ho deciso io e basta! Non discutere!" Will lasciò perdere, lei aspettò che dormisse e uscì di nascosto.

Taliah girovago' confusa per le strade senza meta, ad un certo punto senti' dei rumori, si guardò in torno senza capire da dove venisse, si disse che se lo era immaginato e prosegui, ma quegli strani rumori persistevano, afferrò il pugnale che aveva nascosto tra le pieghe del vestito, fece per lanciare, con velocità e precisione come era abituata a fare "No ferma! Ti prego!" gridò una voce e Taliah si fermo' appena in tempo, una ragazzina uscì dal suo nascondiglio "Che stai facendo!? Perché mi segui!?" chiese Taliah arrabbiata "Perdonami! Non volevo spaventarti!" Taliah rimase sorpresa "Ma io non ho paura" la bimbetta sorrise "Si che hai paura! Lo sento! Come ho sentito che stavi per uccidermi!" Taliah la guardò stupita "Ma di che parli?" la luce della luna illumino' la ragazzina, aveva lunghi capelli neri e lisci, gli occhi scuri e una falce di luna tatuata sulla fronte "So che cerchi risposte...so che mi cerchi" disse leggermente maliziosa "Ma che...chi sei?" chiese l'assassina spazientita "Mi chiamo Fabiha e dato che so che domani non avrai il coraggio di venire da me sono venuta io!" esclamò ridente "Tu...sei sei ...l'indovina?" Taliah rimase scioccata "Si! Sei sorpresa!? Be' non è colpa mia se i morti mi parlano...no! Sta zitto! Phos basta! No che non puoi! Va bene! Va bene glielo dico!...uffa! Perdonami! Allora Nihal il tuo amico Phos ti manda i suoi saluti!...ecco sei contento!? Grazie!" Taliah la guardò confusa "Ma a chi parli? Nihal non..." la ragazzina sbuffo' "Certo che c'è! A proposito vi porgo i miei saluti eroina!" disse e abbozzo' un buffo inchino sotto lo sguardo interrogativo dell'assassina "E' dentro di te non la senti?" chiese e Taliah annuì, certo che la sentiva, la sentiva da un mese ormai "Anche tuo fratello sente Aster" la ragazza scosse la testa "Frena un attimo! Io ho un fratello" Fabiha sorrise "Ma certo, tuo fratello si chiama San, tuo padre è Tarik, figlio della Sheireen Nihal e del mago Sennar" Taliah cadde in ginocchio, sapeva che era così, ma sentirselo dire era diverso "Cosa è successo?" chiese piangendo, lei si avvicinò e le poggio' una mano sulla fronte, gli occhi brillarono di una luce gialla, calda, benevola e così Taliah seppe, vide come era nata, vide quella giovane donna prenderla e portarla via per sempre dalla sua famiglia, Rekla, condannandola a una vita da assassina a ciò che forse non sarebbe mai stata. Pianse senza ritegno, versando tutte le lacrime che aveva, la ragazzina l'abbraccio' "Mi dispiace ma tu dovevi saperlo, per adempiere al tuo destino, so che è terribile, ma non puoi sottrarti" Fabiha piangeva, perché davvero trovava ingiusto tutta quella guerra inutile tra due entità che colpivano anche il resto del mondo "Come lo fecero i primi, come lo fecero Nihal e Aster, voi Marvash e Sheireen dovete combattere e solo uno potrà sopravvivere, tu o tuo fratello" Taliah scosse la testa "No! No! No! Taci! Basta!" si tappava le orecchie e piangeva disperata "Mi dispiace, Taliah tu sei la centesima Sheireen e in te vivono tutte le Sheireen che hanno abitato questo mondo, soprattutto quella che ti ha preceduta, è così anche per tuo fratello, il Marvash" anche Fabiha pianse, disperata riuscendo a sentire tutto ciò che la ragazza provava, Nihal taceva, ricordava bene cosa aveva provato quando Reis le rivelò il suo destino, ci si sentiva perdute, private della propria identità, destinate alla morte.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 12: Bacio traditore ***


Taliah era ancora stesa a terra rannicchiata su se stessa, mentre piccole lacrime le rigavano il viso. Fabiha le accarezzo' la testa dolcemente "Taliah reagisci, non puoi cambiare ciò che sei, ma non devi lasciarti andare" disse la ragazza. L'assassina alzò lo sguardo su di lei, smise di piangere, ma non disse una parola. L'indovina la aiutò ad alzarsi, erano passate ore ed era quasi l'alba, il suo compagno si sarebbe presto accorto della sua assenza. "Forza! Devi tornare dal tuo amico o si preoccupera'" disse Fabiha "Non mi importa!" mormorò Taliah finalmente aprendo bocca "So che hai bisogno di tempo, ma devi reagire" continuò l'indovina. Taliah annuì, dopo tutto aveva ragione, ma a lei non importava più niente, la sua intera vita era stata una menzogna, nessuno si era preoccupato per lei per davvero, tranne forse Meriph. E chi era lei? Che cos'era realmente? E suo fratello? Davvero avrebbe dovuto ucciderlo?
Scosse la testa con violenza, non voleva neppure pensarci. Aveva bisogno di non pensare, di annullarsi, mai come in quel momento aveva bisogno di Meriph. Così si lasciò guidare dalla strana ragazzina fino alla locanda dove aveva lasciato Will.
"Solo una cosa non capisco..." disse all'improvviso Fabiha "Che cosa?" chiese Taliah invitandola a proseguire "Perché continui a nascondere il tuo aspetto? Insomma adesso a nessuno importa più uccidere i mezzelfi" Taliah la guardò sorpresa, ma di cosa parlava? Aveva sscoperto che sua nonna era una mezzelfo, ma lei non ne aveva neanche l'aspetto, cosa intendeva dire?
"Come?" Fabiha la guardò con uno sguardo leggermente divertito "Vuoi farmi credere che non sai di prendere una pozione per cambiare aspetto!?" Taliah scosse la testa "No, io..." ma non pote' dire altro; erano arrivate davanti alla locanda. "Be' è stato un piacere!" disse la ragazzina, Taliah si voltò verso di lei "Grazie anche per..." si bloccò di colpo, era scomparsa.

Tornò da Will silenziosamente, ma l'assassino la percepi' comunque. "Dove sei stata?" chiese, Taliah sobbalzo' spaventata "Non pensavo fossissveglio, mi hai fatto prendere un colpo!" disse lei sforzandosi di ridere "Taliah...non mi hai risposto" il ragazzo la fisso' serio "Dove sei stata?" la ragazza si mordicchio' il labbro nervosa, non aveva assolutamente voglia di raccontare tutto e rivivere quell'orribile nottata "Non sono affari tuoi" mormorò, lui si avvicinò e le prese il viso tra le mani "Taliah se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo" lei arrossi' fino alla punta delle orecchie, fisso' le sue labbra morbide e piene e si accorse di desiderare che la baciassero. No, non poteva. Da una parte si sentiva distrutta per ciò che aveva scoperto con l'indovina e sentiva di avere bisogno di lui, della sua dolcezza, di braccia sicure dove rifugiarsi, dall'altra pensava a Meriph e a come lo avrebbe distrutto se lo avesse fatto, ma aveva bisogno di lui. "No, non posso!" si disse, gli appoggiò le mani sui fianchi, sfilo' il suo pugnale dalla cintola e lo sbatte' contro al muro puntandoglielo alla gola. "Ho detto che non sono affari tuoi! Chiaro!?" sibilo' ed il suo allievo annuì confuso.

Si misero in viaggio la mattina stessa. Non scambiarono parola per tutto il tempo, Taliah era persa nel suo stato di disperazione e in un certo senso follia data la confusione che le creava, mentre Will era troppo imbarazzato per parlarle dopo la reazione di quella mattina. Ad un certo punto però si fece coraggio. L'amava troppo per doverla vedere soffrire senza poter fare nulla. "Taliah..." cominciò, ma lei non lo degno' di uno sguardo, così si corresse "Mia guardia..." balbetto', lei si voltò verso di lui, fissò i suoi occhi gialli, erano così affascinanti, gli tolsero il fiato e dovette trovare il coraggio di continuare "Mi spiace per quello che è successo prima, volevo solo aiutarti, non ci stavo provando, mi dispiace che tu abbia frainteso" Taliah sorrise "Non fa niente. Comunque non preoccuparti non sono arrabbiata con te, ho dei problemi per conto mio" Will annuì e sorrise a sua volta.
Finalmente arrivarono a Lamira ed utilizzarono l'intero pomeriggio per spiare la loro vittima. Scoprirono anche il segreto che la sacerdotessa nascondeva; il suo attendente era un bambino della morte. La madre era morta di parto tanti anni prima e il padre lo aveva abbandonato, se non fosse stato per la sacerdotessa che lo aveva cresciuto per nove anni, sarebbe rimasto a vivere sulla strada e la Gilda lo avrebbe scoperto. Si chiamava Julo, era piuttosto triste come bambino, evidentemente sapeva cosa gli sarebbe successo se fosse finito nelle mani degli assassini.
"Perfetto! Questa è un'ottima occasione per te!" disse Taliah a Will con un sorriso furbo sulle labbra "Se riuscirai ad uccidere la sacerdotessa e catturare il bambino, Yeshol sarà molto riconoscente."

Agirono di notte, nel silenzio. Decisero che sarebbero entrati insieme, ma che Taliah sarebbe interventa solo in caso di necessità. Will era molto nervoso, poco prima di entrare Taliah gli strinse la mano "Hey! Andrà tutto bene! Sta tranquillo, anche io ero nervosa la prima volta, ma se hai fiducia in te ce la farai" disse e sorrise, anche lui abbozzo' un sorriso.
Entrarono nel tempio mentre la donna stava ancora pregando. Non era molto alta, aveva i capelli lunghi e scuri e qualche ciocca grigia, gli occhi erano chiusi mentre si concentrava nella preghiera, qualche ruga le percorreva il viso, era una persona buona, non meritava di morire. Taliah si rese conto solo in quel momento di cosa Will avrebbe fatto, non voleva che succedesse, era la prima volta che non voleva assolvere i compiti della Gilda, fu tentata di fermarlo, ma un terrore pure le attanaglio' le viscere. Se lo avesse fatto, non sarebbe più potuta tornare indietro e avrebbe lasciato Meriph nella Casa a morire, la sua immagine agonizzante si insinuo' crudelmente e prepotentemente nella sua mente. No, non lo avrebbe mai permesso.
Will stava per colpire, ma il bambino che era entrato in quel momento lo fermò urlando e la sacerdotessa si sottrasse al colpo fatale. "Siete qui per lui! Vero!?" chiese la donna frapponendosi tra il bambino e l'assassino. Will sorrise "Purtroppo anche per te" si lancio' su di lei e per quanto la donna si sforzasse di lottare, lui la sgozzo'. Il bambino urlò e fece per attacare l'assassino, ma Will, se pur senza volere, lo avrebbe ucciso. Taliah si lanciò su di lui e lo atterro' tenendolo fermo, ma lo sottovaluto', il bambino era più sveglio del previsto, le sfilo' il pugnale dalla cintola e la pugnalo' al fianco. Taliah urlò di dolore e Will si gettò urlando su Julo, lo legò subito perché non facesse altri danni, gli assesto' un calcio all'altezza dell'addome "Lurido verme!" ringhio', corse da Taliah e le sollevo la testa appogiandogliela alla sua spalla. "Taliah! No! Taliah ti prego non lasciarmi!" ma lei non capiva più nulla, stava morendo, Will conosceva un po' di magia, così provo un incantesimo su di lei, non servi' a molto, ma almeno bloccò l'emorragia. Taliah era molto pallida, Will era disperato, non sapeva cosa fare, così con le lacrime agli occhi appoggiò le labbra sulle sue con disperazione, continuava a baciarla mentre il suo cuore si spezzava a metà tra la felicità per quel bacio e tra la disperazione per ciò che stava accadendo.
Taliah si abbandonò a lui che continuava a cullarla e a stringerla a se. Non si accorse che quello era un bacio traditore, che con quel bacio tradiva Meriph. Poi tutto scivolò nel buio.

NOTE DELL'AUTRICE:
Buahahah! 3;) vorreste sapere cosa succederà!? ;) Be' nada spoiler! 3;) Bacioni e alla prossima! ^-^

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13: Rimorso ***


Taliah senti' piccole stillettate di dolore infliggersi per tutto il corpo, soffriva terribilmente. Senti' qualcuno muoversi vicino a lei, apri' gli occhi piano, ma la luce la investì accecandola, così sbatte' le palpebre un paio di volte per abituarsi. Fece per alzarsi, ma il dolore e una forte presa la costrinsero a letto "Cosa fai? Sei ancora troppo debole per alzarti!" esclamò una voce che Taliah trovava familiare "Sono contenta che tu sia viva, ho temuto che..." provò a dire, ma non riusci' a terminare la frase, Taliah lo riconobbe finalmente, era Will "Grazie mille per non avermi permesso di morire" sussurrò debolmente "Mi hai curata tu, non è vero?" chiese, lui le strinse una mano ed annuì leggermente imbarazzato. Taliah si chiese perché lo fosse, quando vide un ragazzino legato ed imbavagliato in un angolo della stanza in cui si trovavano, probabilmente erano in una locanda, sembrava molto spaventato, gli occhi erano rossi di pianto e continuavano a fissare i due ragazzi con odio, così lei ricordo' cos'era successo la notte prima e che Will l'aveva baciata. Certo lui non sapeva nulla di Meriph, non era colpa sua, ma di Taliah e questo non le dava pace, un dolore profondo le si diffuse in tutto il petto e divenne ancora più grande quando si rese conto di desiderare un altro dei suoi baci e un'altra delle sue carezze, in quel momento non le bastava solo stringergli la mano "Oh Meriph, cosa ti ho fatto, cosa ti sto facendo?" pensò.
"Non essere imbarazzato" gli disse, lui annuì e si schiari' la voce "Riguardo a quello che è successo ieri notte...io ti ho...be' lo sai, ma mi dispiace, sono stato alquanto inopportuno" Taliah distolse lo sguardo "Non importa, non sono offesa" disse "Non mi pento di averlo fatto, non voglio dire che non volevo farlo, perché sarebbe una bugia. Tu mi piaci sul serio, ma se non ricambierai lo capirò e me ne farò una ragione" continuò Will, lei lo fissò con gli occhi lucidi "No, io..." lei non pensava, non si rendeva conto di ciò che stava per fare, si alzò a sedere con molta fatica e lo bacio', le piaceva la sensazione delle sue mani sulla sua schiena e le piaceva il sapore delle sue labbra, ma era solo passione, nonaamore lo sapeva. "Sei una stupida! Potresti non avere più tempo per stare con Meriph! E tu lo butti via così!? Sai quanto darei per riavere il tempo che ho sprecato lontana da Sennar!? Perché fai così!?" disse Nihal arrabbiata "Perché ho paura!" le risposte mentalmente, ed era vero, era terrorizzata dall'idea di perderlo, perché sapeva che prima o poi Meriph sarebbe morto e cercava in tutti i modi di dimenticarlo, con dolore, ma si convinse che era nulla al confronto con quello che avrebbe provato vedendolo immobile e freddo nella fossa comune. Così continuava a baciare Will mentre lacrime calde le rigavano il viso che lui premurosamente asciugava "Perché piangi?" le chiedeva e lei si sforzava di sorridere "Perché sono felice" menti'. Si sentiva un mostro, non solo per quello che faceva a Meriph, ma anche per il modo meschino con cui si serviva di Will, che al contrario di lei la amava davvero.

Lungo il viaggio di ritorno si comportarono come se fossero fidanzati senza preoccuparsi del ragazzino che era costretto a viaggiare con loro, ma Taliah chiudeva gli occhi ed immaginava che fosse Meriph a coprirla di attenzioni e non Will, ma poi scuoteva la testa e cercava di scacciare via il ricordo di Meriph.
Quando si accamparono per la notte, Taliah decise di allontanarsi per un po' e una volta trovato un posto dove nessuno l'avrebbe sentita, pianse e pianse ancora, fino a finire le lacrime "Oh Meriph ma che cosa mi hai fatto? Perché non riesco a dimenticarti? Perché non sono più quella che ero?" sussurrò al vento, senza ovviamente ricevere risposta.
Ripartirono la mattina dopo molto presto e arrivarono al tempio nel primo pomeriggio.

Poco prima di entrare lui le disse "So che non potremmo stare insieme, perciò per me va bene se voui nascondere tutto, ti assicuro che non lo saprà nessuno" le sorrise e lei annuì distrattamente "Ok, certo" rispose.
Spinsero il pesante portone e furono dentro. Immediatamente Taliah ebbe una fitta al cuore, Meriph era lì davanti a lei, mentre puliva il tempio insieme ad un'altra postulante sotto la sorveglianza di un assassino che non appena vide Taliah si inginocchio' con il saluto tipico degli assassini e costrinse i postulanti a fare lo stesso. Meriph la guardò e le rivolse un semplice sorriso che in quel momento per lei equivaleva a ricevere una pugnalata, si sforzo' di non rispondere e distolse lo sguardo. L'assassino le chiese del bambino che Will trascinava con forza "Abbiamo trovato un bambino della morte ed il mio allievo lo ha catturato" disse Taliah cercando di non pensare allo sguardo fisso che Meriph le indirizzava, l'assassino si rivolse a Will "I miei complimenti, mi era stato detto che era la tua prima missione e oltre ad averla compiuta con successo hai anche catturato un bambino della morte, davvero un ottimo lavoro" disse congratulandosi.
Dopo un po' Meriph notò il modo in cui l'allievo di Taliah la stava guardando, come se fosse sua, come se la desiderasse, avrebbe voluto prenderlo a pugni, ma non poteva, lo guardo' con uno sguardo di fuoco che si traformo' in uno sguardo interrogativo quando lo rivolse a Taliah, ma lei cercò di non guardarlo "Ma che diavolo le è preso!?" penso. Will notò lo strano comportamento del postulante "Che hai da guardare!? Torna a lavoro!" gli disse Will sgarbatamente, ma Meriph sostenne il suo sguardo con aria di sfida, non disse una parola, ma i suoi pugni stretti per la rabbia furono sufficienti, Will, come ogni assassino perfetto avrebbe fatto e come le regole della Gilda dettavano, fece per punirlo picchiandolo, ma Taliah si mise in mezzo "Non c'è bisogno. Sta calmo! Non sprecare il tuo tempo con uno stupido postulante un po' orgoglioso!" disse, Will si calmo' "Ti è andata bene per questa volta, ma la prossima ti insegnero' io il rispetto per un Vittorioso" lo sbeffeggio', Taliah non lo odiava, era cresciuto come lei, in quella crudele casa di assassini dove dalla nascita venivi addestrato all'omicidio; se non ti veniva insegnato nient'altro, alla fine diventavi inevitabilmente un assassino crudele, e Taliah si sentiva in colpa per avervi partecipato.
Meriph però non si arrese, nessuno poteva permettersi di guardare l'unica sua ragione di vita in quel modo. Taliah era Sua, sua e di nessun altro, esattamente come lui era Suo, si appartenevano l'un l'altra e Meriph non poteva permettere che qualcuno gliela portasse via. Fece per gettarsi su di lui, ma lei lo blocco' "Che stai facendo!? Vuoi metterti nei guai!?" gli sussurrò, ma l'assassino che sorvegliava i due postulanti, li osservò, Taliah senti' il cuore battere all'impazzata, doveva punirlo o sarebbe stato molto peggio, così con un groppo in gola lo colpi' in più punti. Lui non reagiva, lasciava che lei lo picchiasse, mai le avrebbe fatto del male, anche se fosse stato in grado di fermarla non lo avrebbe fatto, continuava solo a guardarla con tristezza rendendosi conto di averla persa per sempre.
"Meriph non guardarmi così, ti prego" pensava lei, mentre ad ogni colpo che gli infieriva credeva di poterne sentire il dolore "Perché lo hai fatto!? Perché!?" gli chiedeva con lo sguardo disperata. Si fermò e se ne andò senza voltarsi indietro, con il cuore che le martellava nel petto e le provocava un dolore atroce, con le lacrime agli occhi, sentondosi morta.

Quella notte non andò a trovarlo; doveva restare un ricordo.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Spiegatemi una cosa...ma perché mi sento stron...bola!!! XD ???
Meriph e Taliah: perché lo sei!!!!!! ;(
Io: Hey!!!! Che cosa!!!!???? Guardate che non ho ancora deciso se uccidervi o meno...quindi comportatevi bene! ;(
Meriph e Taliah: uffa! Siiiii mamma!!!! :(
Io: bravi i miei personaggi! :3 ;)
Comunque spero che questo capitolo deprimente e più triste di quello di prima...
Taliah: dove io sono quasi morta! -.-"
Io: Silenzio!!!!! ;(
Dicevo...spero che vi sia piaciuto! ;) Bacioni e al prossimo aggiornamento! :)
PS: recensite please!!!!! D: XP ^-^

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 14: La bambina nella foresta ***


San era ancora sconvolto per ciò che era successo. Nonostante fossero passati giorni, aveva ancora paura di quella voce che ogni tanto si faceva sentire nella sua mente.
Quella mattina aveva voglia di distrarsi, così uscì di casa quando i suoi ancora dormivano. Si diresse verso la fattoria di un contadino e raggiunse la stalla. Era chiusa a chiave, ma San era un piccolo prodigio con la magia, nonostante il padre gli proibisse di esercitarla. Così appoggiò una mano sulla serratura, chiuse gli occhi e si concentrò, senti' un breve scatto e seppe di avercela fatta. Spinse silenziosamente la pesante porta di legno e fu dentro.
Se fosse stato cieco non avrebbe avuto problemi a vedere. Aveva un potere incredibile, appoggiò la mano sul terreno sotto i suoi piedi chiudendo gli occhi, poteva sentire ogni cosa muoversi attorno a lui, tramite le vibrazioni che chiunque emette spostandosi, riusciva a sentire persino il contadino nella casa lì di fianco che dormiva beato. "Dorme, perfetto" pensò e sorrise.
Si alzò e si diresse verso il box* dove stava rinchiuso FoalSauro. Non appena lo vide, il possente animale lo riconobbe immediatamente ed usci' il muso da dietro le sbarre di metallo per salutarlo. "Ciao anche te" disse il ragazzo sorridendo e accarezzandogli il muso. Era un cavallo bellissimo, il suo manto aveva lo stesso colore rossiccio delle volpi, lucido nonostante qualche graffio che si procurava a causa del padrone incapace. Era particolarmente alto come cavallo, raggiungeva il metro e settanta al garrese* e questo lo rendeva piuttosto imponente.
San era l'unico di cui l'animale si fidasse. Era sempre sulla difensiva, perché era stato sempre maltrattato dagli umani, soprattutto dal suo attuale padrone, che lo picchiava per farsi ubbidire. Con San era diverso, lui gli aveva donato l'amore e il rispetto che un animale del genere merita.
San apri' il box ed entrò, accarezzo' il cavallo dandogli qualche pacca sulla spalla, poi si accorse di una ferita sulla zampa anteriore che prima non aveva notato. In effetti Foal cercava di non appoggiarci il peso sopra. San impreco' sotto voce "Quel verme me la pagherà!" disse rivolto al contadino. Poi appoggiò la mano sulla ferita, ma il cavallo si ritrasse spaventato "Tranquillo, voglio aiutarti...ti ho mai fatto del male?" chiese il ragazzo senza ovviamente ricevere risposta, ma Foal parve tranquillizzarsi, così San riprovo' più lentamente, questa volta con più successo; la sua mano si illumino' di una luce azzurrina e la ferita scomparve. "Ecco fatto" disse soddisfatto e Foal abbassò il muso su di lui riconoscente.
San aveva un legame speciale con gli animali, sembrava quasi che lo capissero e quasi sempre lo ascoltavano. Per questo motivo non prese né la sella né la testiera, semplicemente Foal lo seguiva ubbidiente, mentre passavano accanto agli altri box dove stavano rinchiusi capre, mucche e polli. Uscirono e si ritrovano davanti ai campi del contadino, San portò il cavallo davanti ad una staccionata, vi si arrampico' sopra e poi salì sulla groppa di Foal.
Reggendosi alla criniera lo guidò per uno stretto sentiero di terra, fino a che non videro i margini dell'antica foresta della Terra del Vento stagliarsi di fronte a loro. Lanciò l'animale al galoppo e furono dentro. San adorava cavalcare, era un modo per non pensare a tutti i suoi problemi, per far finta che per qualche ora la sua anima nera volasse via.
All'improvviso senti' un pianto, credette di esserselo immaginato, ma persisteva e noto' che anche il cavallo si stava innervosendo. Lo fermò e scese, poi cercò di seguire la voce, mentre il cavallo gli stava dietro in allerta. Ad un certo punto qualcosa gli arrivò addosso e San la getto' a terra, poi si rese conto che il pianto veniva proprio da lei, da quella bambina che gli era appena arrivata addosso.
Era piccolissima, non doveva avere più di due anni, era anche piuttosto graziosa, con un paio di codini castani ed una spruzzata di lentigini proprio sotto i suoi occhi azzurri. Le si avvicinò e un po' titubante le accarezzo' la testa, la bimbetta rimase immobile sotto il suo tocco "Cosa è successo piccolina? Perché piangi?" chiese dolcemente San, lei alzò i suoi piccoli occhi su di lui "Tu sei cattivo o buono? Pelché la mia mamma no vuole che parlo con le pelsone cattive" disse con con il tono tipico dei bambini lei, San sorrise, in realtà non lo sapeva, se lo era chiesto spesso, ma non aveva mai avuto una risposta, così chiese "Tu come mi vedi?" la bambina ci penso' un po' su "Tu sembli buono" San sorrise di nuovo, almeno lei aveva smesso di piangere, ma era ancora triste "Allora me lo dici il tuo nome?" chiese gentilmente "Io sono Toph...mi sono pelsa" disse lei sul punto di piangere di nuovo, San le asciugo' una piccola lacrima che scendeva solitaria giù per le gote "No, non piangere, troveremo la tua famiglia, ti aiuterò io va bene?" la bambina sorrise e lo abbracciò, San rimase impietrito, indeciso sul da farsi, poi lentamente e un po' titubante ricambio' l'abbraccio. "Cosa stavi facendo prima di perderti?" domandò San dopo essersi sciolto dall'abbraccio, Toph abbassò lo sguardo "Elo qui con mia solella pel giocarrre, ma poi lei non l'ho plu' vista" San era indeciso, che cosa doveva fare?
"Tu vivi a Salazar?" chiese e la bambina annuì, la prese in braccio un po' sgraziatamente "Ok, allora innanzitutto andiamo a Salazar a cercare i tuoi genitori e poi insieme troveremo tua sorella" la bambina sorrise compiaciuta "Va bene" rispose.
Si avvicinarono al cavallo che nel frattempo si era messo a brucare dell'erba. Non appena vide Toph si mise subito sulla difensiva "Tranquillo Foal lei è una nostra nuova amica" disse San e il cavallo tornò tranquillo, se lo diceva San, allora doveva essere vero. "Allora Toph, lui è FoalSauro, ma tu puoi chiamarlo solo Foal" la bimba annuì felice "Ci saliamo sopla?" domandò poi preoccupata "Si, certo, ma non devi avere paura, lui è un bravo cavallo" disse San per rassicurarla e diede un pacca affettuosa sulla spalla dell'animale "E' vero Foal?" chiese ridendo e il cavallo lo spinse col muso, San scoppiò a ridere facendo sorridere anche la piccolaToph. "Vuoi accarezzarlo?" domandò San con dolcezza e lei annuì, poi piano piano appoggiò la mano sul muso di Foal e poté sentire il calore dell'aria che buttava respirando e osservare i suoi grandi occhi scuri, rimase incantata, incapace di muoversi "E' dolcissimo" mormorò e San le sorrise "Lo so, ma non dirlo ad alta voce o lo offenderesti, lui è un grande guerriero possente" disse ridendo e Toph rise con lui.

Mentre tornavano a Salazar sulla groppa di Foal, sentirono un voce provenire da poco lontano "Toph! Toph! Dove sei!?" gridava. Era una voce femminile, giovane "Credo di aver trovato tua sorella" disse San facendo fremere di gioia la bambina.
La raggiunsero poco dopo. Era una ragazzina di dodici anni, esattamente come San, la pelle chiarissima, gli occhi azzurro ghiaccio e i capelli erano bianchi, li teneva legati in una treccia. Si girò verso di loro e non appena vide la sorellina non fece caso né a San né al cavallo, gli strappò letteralmente Toph dalle braccia. "Oh Toph! Piccola stai bene!? Ti sei fatta male!? Dov'eri!? Mi sono spaventata da morire!" continuava ad assalire la bambina di domande mentre la accarezzava e baciava di continuo "Sto bene! Glazie! Lui mi polta da te" disse sorridendo Toph ed indicò il ragazzino sul cavallo "Ciao!" disse San richiamando l'attenzione della ragazza, poi scese da Foal e si avvicinò a lei, che teneva Toph stretta tra le braccia, lo guardò con aria diffidente "Non ti fidi?" chiese San con un sorriso e Toph disse "Gualda che lui è buono! Lui mi polta da te!" la ragazza sorrise per lo strano modo di parlare della sorella e il suo sguardo su San si addolci' leggermente "Grazie per avermela riportata" disse e il ragazzo rispose con un semplice "Non c'è di che" poi le allungò la mano "Comunque io sono San" la ragazza rimase a fissare la sua mano indecisa sul da farsi "E tu sei...?" disse ridendo il ragazzo invitandola a priseguire, lei strinse la mano titubante "Yue" disse, San sorrise "Che bei nomi, Yue e Toph" Yue arrossi' leggermente "Grazie" mormorò "Be' visto che siete a piedi...vi va se io e Foal vi accompagnamo?" propose il ragazzo e Toph strillo' "Si!" felicemente "Io...io non saprei" balbetto' Yue e Toph le tirò i capelli "Dai! Dai! Plego! Plego!" supplico' facendo il labbruccio "Dai non pluoi temele Foal, lui è buono" mormorò la piccola, Yue sospirò "Ok" disse e San sorrise "Bene, vieni che ti aiuto a salire" disse gentilmente. San fece salire prima Toph e poi Yue, che non appena senti' le sue mani addosso non pote' fare a meno di arrossire e fece lo stesso quando San si sistemo' dietro di lei.
Per San era bello poter stare con loro, perché per lui era difficile farsi accettare, poi Yue era così bella, scosse la testa scacciando quegli stupidi pensieri "Ma allora sei proprio stupido! Ti avevo detto di andartene da qui e tu fai addirittura nuove amicizie!?" disse la voce dentro la sua testa arrabbiata, che ormai San aveva imparato a identificarla come Aster "Sta zitto Aster!" mormorò innervosito "Hai detto qualcosa?" chiese Yue, lui arrossi' di colpo "No, no, niente tranquilla!" esclamò, Aster sbuffo' "Sono stato un dodicenne per tutta la vita e adesso non riesco a tenerti testa!" disse un po' innervosito, San sorrise divertito.

Box*: parte di stalla dove vengono rinchiusi i cavalli o a volte altri animali
Garrese*: osso che si trova sulla schiena del cavallo, tra le scapole, si usa come punto di riferimento per misurare l'altezza di un cavallo.

NOTE DELL'AUTRICE:
Hey! Hey! Hey! ;) eccomi qua! :) spero di essermi fatta perdonare per i capitoli tristi, con questo super dolcioso :3 Ma solo io trovo che San sia troppo tenero!?!? :3
Comunque mi dispiace deludere chi già scippa la coppia San/Yue perchénon ci sarà poi molto tra loro due, forse solo un bacio, ma nulla di serio, perché...nada spoiler!!!! 3;)
In ogni caso tenete d'occhio queste due sorelle pucciose :3 perché saranno super importanti, soprattutto Toph, per il seguito della fanfiction! ;)
Bacioni a tutti! :)

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15: Innocence (songfic Rekla/Rator) ***


(Da leggere ascoltando la canzone "Innocence" di Avril Lavigne)

Innocence

Waking up I see that everything is ok
The first time in my life and now it's so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling

Rekla per la prima volta nella sua vita si svegliò felice, si girò e vide Rator, l'uomo che amava, dormire accanto a lei. Per una volta le sembrò che tutto fosse perfetto, che sarebbe andata per il meglio, per una volta non pensava ne a Thenaar, ne alla Gilda, ne ai suoi compiti. Per il momento esisteva solo Rator. Lo osservò mentre dormiva placidamente, ssembriamo tutti più giovani quando dormiamo? Per Rator era così, sembrava solo un ragazzo. Manteneva sempre uno sguardo serio, concentrato, sapeva che si sarebbe svegliato al minimo suo movimento, ma non le importava, passò una mano tra i suoi capelli scuri e poi gli accarezzo' il viso, a quel tocco lui apri' gli occhi "Ciao" boffonchio' con la voce impastata dal sonno. Rekla sorrise "Ciao" rispose, non si era mai sentita così felice, ma si sentiva come una ragazzina alla sua prima cotta, si sentiva stupida, ma non lo era, semplicemente non aveva mai trovato qualcuno che le desse una vera ragione per vivere. Pensò alle piccole cose che rendono la vita felice, secondo le altre persone erano tante, tra le più innocenti e pure, ma per i Vittoriosi doveva esistere solo il culto di Thenaar. Per la prima volta nella sua vita, Rekla non era convinta che Thenaar fosse così importante, perché adesso c'era lui. Si strinse a lui e lo bacio' dolcemente, con un piccolo bacio pieno di innocenza ed ingenuità.

This innocence is brilliant,
I hope that it will stay
This moment is perfect, please don't go away,
I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by

Rator ricambio' il bacio e si mise sopra di lei facendola fremere di eccitazione. Nonostante la sua età, quella notte era stata la sua prima volta. Non si era mai concessa a nessuno, il suo corpo apparteneva a Thenaar e nessuno poteva toccarlo. Ma...quando aveva visto Rator per la prima volta era involontariamente arrossita e aveva sentito il desiderio irrefrenabile di baciarlo, quella per lei era una passione insana, che la allontanava dal culto, ma per quanto si sforzasse di essere dura con lui, Rator era sempre più gentile e ad un certo punto non fu più in grado di resistergli e quella notte, finalmente, dopo tanto tempo, l'aveva fatta sua.
Rator le accarezzo' il corpo nudo e lei lo sentiva rinascere sotto le sue dita esattamente come la notte prima, lei semplicemente lo stringeva a se sentendosi per una volta un essere puro, non più un'assassina. Il loro amore era qualcosa di innocente, forse l'unica innocenza nella loro vita, qualcosa di puro e bellissimo "Quest'innocenza è meravigliosa" sussurrò lei mentre lui le baciava dolcemente ogni centimetro di pelle "Vorrei che restasse per sempre" continuò e questa volta lui la bacio' sulle labbra "Non andare via, trattienila e resta con me" sussurrò di nuovo, Rator sorrise, un altro piccolo bacio "Non vado da nessuna parte" disse e appoggiò nuovamente le labbra sulle sue, questa volta con più passione, con forza, Rekla affondo' le dita tra i suoi capelli e lo trattenne perché quel bacio rimanesse per sempre.

I found a place so safe, not a single tear
The first time in my life and now it's so clear
Feel calm I belong, I'm so happy here
It's so strong and now I let myself be sincere
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling

Finalmente Rekla aveva trovato un posto sicuro, lontano dalle preoccupazioni, lontano dalla sua allieva impertinente che non voleva ragionare, lontano dalla Sheireen che presto si sarebbe rivoltata contro la Gilda stessa, lontano da quel piano folle di Yeshol di riportare in vita Aster nel corpo di quel ragazzino, semplicemente lontano da tutto.
Li', mentre Rator la plasmava tra le sue mani, lei si sentiva felice come mai era stata. C'era un'innocenza così forte tra loro, che Rekla non era capace di essere la guardia dei veleni che tutti temevano, era solo se stessa, una donna sola e confusa che finalmente aveva trovato uno scopo per vivere qualcuno a cui donarsi completamente e da cui ricevere l'amore più grande. Non avrebbe mai voluto cambiare nulla, era la più bella delle sensazioni. Senza volerlo qualche lacrima le rigo' il viso "Perché piangi?" chiese Rator premurosamente asciugandogliele "Perché sono felice" disse lei con un sorriso, lui ridacchio' "E quindi piangi?" Rekla annuì e lui la bacio' "Ma io voglio vederti sorridere" le disse, poi le diede un piccolo bacio sulla fronte "La mia piccola scema" mormorò intenerito dandole un altro dolce bacio.

It's the state of bliss you think you're dreaming
It's the happiness inside that you're feeling
It's so beautiful it makes you wanna cry

Era talmente felice, ma allo stesso tempo insicura, forse un po' spaventata, che le sembrava di sognare. Era la felicità che sentiva crescerle dentro che le dava la forza di reagire, di ricambiare le attenzionidi Rator, nnonostante si sentisse un po' in imbarazzo, arrossi' leggermente "Piccola mia ti imbarazzi?" chiese lui sorridendo, ma lei non rispose distogliendo lo sguardo, non era più se stessa, si sentiva solo una ragazzina ingenua, ma felice. Rator sorrise "Sei bellissima quando arrosisci" disse lui, Rekla lo attirò a se e lo bacio' con passione. Erano uniti l'uno all'altra ed era bellissimo, talmente bello da fargli venire da piangere.

This innocence is brilliant,
I hope that it will stay
This moment is perfect, please don't go away,
I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by

Si completavano a vicenda, non potevano essere più felici di questo, l'unica innocenza che avrebbero potuto conoscere due come loro, cresciuti senz'amore, aveva trovato l'amore più grande, l'innocenza più forte e bella, la loro perfezione; loro due insieme. Lo tenevano stretto il loro amore, perché non avevano nulla di più prezioso. "Non lasciarlo andare via!" disse Rekla riferendosi al loro amore "Mai!" rispose Rator convinto. Si baciarono ancora e ancora finché non furono i loro doveri a separarli.

NOTE DELL'AUTRICE:
Allora!? Vi è piaciuta questa sorpresina dolciosa!? :3 Finalmente sono tornati i nostri Rekla e Rator <3!!!! Devo dire che in realtà non dovevano neanche esistere come coppia nella fanfiction, ma mi sono affezionata a loro sempre di più, perciò ecco i nostri piccoli pucciosi!!! XD :3 Spero che il capitolo vi sia piaciuto! :)
Bacioni ^-^

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16: Wish you were here ***


I can be tough, I can be strong
But with you, it's not like that at all
There's a girl that gives a s**t
Behind this wall, you just walk through it

And I remember all those crazy things you said
You left them running though my head
You're always there, you're everywhere
But right now I wish you were here
All those crazy things we did
Didn't think about it just went with it
You're always there, you're everywhere
But right now I wish you were here

Damn, damn, damn, what I'd do to have you here, here, here
Damn, damn, damn, what I'd do to have you near, near, near
I wish you were here

{Wish you were here, Avril Lavigne}

Taliah era sempre più malinconica e taciturna. Nonostante Will le riservasse il massimo delle attenzioni, ma non era lui che voleva. Ma di avvicinarsi a...No! Non voleva nemmeno nominarlo! Non lo avrebbe mai sopportato. Meriph doveva restare un ricordo, il più bel ricordo che avesse, ma pur sempre un ricordo.
Una sera gli scrisse addirittura una lettera che ovviamente fini' accartocciata per terra vicino alla cassapanca della sua stanza.

- Caro Meriph,
Non so cosa si debba dire in questi casi, lo sai che sono un disastro nel cercare di essere gentile! Sai, ancora non mi capicito che una persona così pura e bella come te abbia potuto scegliere me. Perché? Perché Meriph vuoi proprio me? Io non ti merito! Io non sono come te, io non metto mai i bisogni degli altri davanti ai miei. Non so nemmeno chi sono davvero. Se è vero che sono la Sheireen...dovrei salvare il mondo giusto? E allora perché aiuto chi vuole distruggerlo? Forse questa volta dovrò essere io a morire, non il Marvash, non mio fratello.
Perché parlo di questo? Che ti può importare? Forse ho solo bisogno di sfogarmi
Mi dispiace davvero per quello che ho fatto. Ti sto facendo molto male. Tu non meriti questo.
Ho paura! Non voglio perderti! Non sopporteri vederti morire! Per questo cerco di dimenticarti. Ma tu non puoi essere dimenticato o cancellato. Come si può dimenticare chi ti ha reso umano!? Chi ti ha insegnato ad amare!? Chi ti ha insegnato a vivere!?
Lo sai che solo tu sei riuscito a farmi sentire meno orribile. Può sembrare stupido quello che dico, ma è vero; io sono un mostro e solo tu sei riuscito a vedere oltre, a farmi capire che potevo essere chi volevo, che non dovevo essere per forza un'assassina.
Il mio cuore era congelato. Tu lo hai sciolto. Ti am... -

"Stupida!" aveva gridato in preda alla frustrazione. Di certo non poteva dire di amarlo, le faceva troppo male e scrivere "ti amo" era per lei dolorosissimo. Dopo aver gettato la lettera che credeva la peggiore e la più stupida mai scritta al mondo, si era raggomitolata nel suo letto nascondendo il viso tra le mani e si era messa a piangere.
Le mancava terribilmente. Era lì, eppure a volte sembrava che non fosse così. Lo vedeva ovunque, eppure non c'era. "Vorrei che fossi qui!" aveva sussurrato mentre le lacrime le scendevano a fiotti e sentiva il sapore del sale sulle labbra.
Non poteva più vivere in questo modo, ma non poteva neppure tornare da lui. E Will? Che avrebbe detto? Sicuramente sentendosi tradito in quel modo si sarebbe vendicato. No, non poteva fare niente per Meriph e per se stessa.

Inoltre in quei giorni pensava anche alla Gilda, alla sua "famiglia" che le aveva sempre mentito. Era intrattabile e più crudele del solito. Continuava a parlare agli altri assassini in modo provocatorio e chiunque si azzardava a replicare rischiava di morire soffocato con gli incantesimi che lei lanciava.
Poi successe il peggio, proprio durante il pranzo mentre mangiava seduta da sola.
Rekla si avvicinò, ma non appena fece per sedersi Taliah le lancio' uno sguardo di fuoco. "Qualcosa non va? È da parecchi giorni che sei così arrabbiata!" disse con l'intento di farla sorridere, ma fu un pessimo tentativo; Taliah la odiava, non aveva fatto altro che mentirle, lei la considerqva come un'amica, la sua unica amica, ma da quando aveva scoperto la verità non era più così. "Vattene!" sibilo' la ragazza, ma Rekla si sedette comunque di fronte a lei "Ho detto di andartene!" continuò con gli occhi ridotti a due fessure, la guardia dei veleni la guardò confusa facendo le spallucce "Perché?" Taliah ribolliva di rabbia, "perché" le aveva chiesto "perché", ma come era possibile che non si rendesse conto di ciò che le aveva fatto. La giovane assassina continuò "Come osi chiedermi perché!?" disse alzando notevolmente la voce, Rekla ancora non capiva "Già perché?" chiese con non curanza, Taliah si alzò di scatto attirando l'attenzione di tutti su di loro "Tu mi hai mentito! È tutta la vita che menti! Mi hai fatto credere che i miei genitori mi odiassero!" Rekla cominciò ad agitarsi, la interruppe "Ma è così!" Taliah sbatte' un pugno sul tavolo con forza facendo trasalire Rekla "No! Non è vero! Tu mi hai strappata a loro! Tu...bugiarda!" Taliah si mise ad urlare, gli occhi divennero rossi e si lanciò contro la guardia dei veleni con tutta la forza e l'odio che aveva e per quanto Rekla tentasse di difendersi, Taliah sembrava una bestia inferocita che non poteva essere fermata. Presto il pavimento si riempi' di sangue e anche se vari assassini cercavano di intervenire non riuscivano a controllare Taliah e a separarla da Rekla, mentre gli altri cercavano di contenere Dubhe che solo alla vista e all'odore del sangue (soprattutto essendo di Rekla) rischiava di trasformarsi in bestia.
Ad un tratto Taliah si sentì afferrare e sbattere a terra, poi qualcuno le legò velocemente i polsi tenendola ferma; Rator aveva salvato Rekla. Tutta la furia che l'aveva dominata fino a quel momento scomparve quasi del tutto e lei continuava a contorcersi e dibattersi per liberarsi, ma inutilmente. Rator ordinò a due semplici assassini di metterla in una cella e a quanto Taliah ebbe modo di capire, lì Yeshol sarebbe venuto a punirla. Non le importava, ormai lei odiava la Gilda e fare qualcosa, qualsiasi cosa contro di essa era fantastico per lei.

La sbatterono mentre era ancora legata dentro una cella nelle prigioni della Casa. Era piccola e sporca, l'odore di marcio le saliva alle narici nauseandola e la puzza di chiuso era anche peggio, ma sicuramente non aiutava la scarsa quantità di luce. Dopo qualche ora senti' la porta aprirsi e la luce che entrò le feri' gli occhi costringendola a chiuderli. Credeva che sarebbe stato Yeshol, ma non era il suo passo e nessuna guardia entrò con la figura misteriosa, poi si rese conto che era un postulante dal modo in cui la guardia lo trattava "Fa presto verme! La Suprema Guardia non ama aspettare!" disse spingendolo dentro, poi si richiuse la porta alle spalle. Taliah si accorse subito di conoscere quel postulante, era Meriph.
Meriph le si avvicinò stancamente, si inginocchio' e cominciò a slacciare i nodi che la legavano in silenzio "Che ci fai qui?" chiese Taliah meravigliandosi della sua voce un po' roca "Mi hanno mandato a rendertipresentabile per la Suprema Guardia" disse lui con non curanza, poi prese a medicarle le ferite che si era procurata combattendo con Rekla e non sembrava che gli importasse più qualcosa di lei "Mi ha dimenticata?" si chiese Taliah e questo le fece male. Meriph la guardava come se fosse la prima volta che la vedesse in vita sua, come se avesse cancellato tutto quello che era successo, ma Taliah notò anche rabbia e dolore dietro quello sguardo e si sentì terribilmente in colpa per avergli fatto tanto male. "Sai dire solo questo?" Chiese con rabbia lui "Che ci fai qui?...Non sai dire nient'altro?" continuò con disprezzo, Taliah si sentì pugnalare da quel suo sguardo, adesso neanche lui vedeva più il bene in lei, involontariamente qualche lacrima le scese giù per le gote "Perdonami" sussurrò piangendo "E' tardi" rispose lui freddamente. Taliah cominciò a piangere e singhiozzare terribilmente, Meriph non sapeva perché lo aveva lasciato e non sapeva la terribile verità che le aveva rivelato la veggente al villaggio, era uno dei motivi per cui non gli aveva inviato la lettera, perché aveva scritto di cose che lui non conosceva. Meriph si sentì stringere il cuore, nonostante tutto quello che gli aveva fatto lui l'amava e l'avrebbe sempre amata più di ogni altra cosa al mondo; così, anche se non avrebbe voluto farlo, le scosto' alcune ciocche di capelli dal viso e glielo prese tra le mani, poi la bacio'.
La bacio' con forza per farle capire che lui c'era, nonostante tutto, c'era, e lei si sentì finalmente, per un attimo soltanto, felice. Quanto le erano mancate le sue labbra! Ora che finalmente la stava baciando avrebbe voluto che non si staccasse mai e che quel bacio fosse infinito. Poi lui si stacco' e la guardò serio "Perché hai attaccato Rekla in mensa? Perché vuoi che ti facciano del male? Che cos'hai?" chiese, ma Taliah non rispose, non riusciva a dire la verità, le risultava terribilmente diffice "E poi..." Meriph esitò "...Chi è quell'assassino?" Taliah lo guardo' tristemente, sapeva a chi si riferiva, ma anche se le risultava difficile parlò, perché lui meritava di sapere "William...è il mio allievo...io l'ho usato per cercare di dimenticarti, ma non ci sono riuscita" lo sguardo del ragazzo parve indurirsi "Perché!?" chiese, la ragazza fece per rispondere, ma in quel momento entro' l'assassino che faceva di guardia alla sua cella "Tu! Basta così! La Suprema Guardia sta per arrivare! Legala per bene, che non faccia scherzi!" disse con tono di disprezzo, Meriph annuì e la incateno' alla catena che era incastrata nel pavimento come gli aveva ordinato successivamente l'assassino. Poco prima di andarsene le sussurrò all'orecchio "Quel bacio non cambia niente!"

Yeshol entrò poco dopo seguito da altri due Vittoriosi. Le si piazzo' davanti, mentre uno dei due assassini le prese la testa a forza e la costrinse a guardare negli occhi la Suprema Guardia. "Sono molto deluso da te, sai Taliah?" disse come se fosse davvero preoccupato, o come se gli importasse qualcosa di lei, la ragazza lo guardo' con aria di sfida, Yeshol la ignoro' "Ora dimmi...perché hai aggredito una tua sorella?" chiese, Taliah non rispose, la Suprema Guardia fece un solo gesto e l'altro assassino le tiro' un violento calcio all'altezza dello stomaco che la fece rimanere senza fiato "Rispondi Taliah...non vorrai farti male" disse Yeshol con un finto tono apprensivo, la ragazza si sforzo' di ubbidire "Non è mia sorella!" disse, un altro calcio, "Lei è tua sorella! Come noi siamo tuoi fratelli! Non è così!?" continuò Yeshol, ma lei resistette "No!", un altro calcio arrivò con più forza, "Non è così!?" chiese di nuovo Yeshol "No!" rispose lei e fu nuovamente punita "Io ho un solo fratello, si chiama San! Ma a causa vostra non ho potuto conoscerlo!" l'assassino questa volta le diede anche un pugno in faccia, sputo' un po' di sangue dalla bocca e si chiese a che cosa fosse servito renderla presentabile, era solo una stupida farsa, volevano farla impazzire!?
Yeshol si avvicinò e la fisso negli occhi "Tu non hai nessuno oltre noi! La tua unica famiglia è la Gilda! Allora...ripeto la domanda: Perché hai aggredito una tua sorella!?" Taliah lo guardo' con odio "Perché lei mi ha strappata dalla mia famiglia...perché tu vuoi servirti di me, ma io non te lo permettero' più!" disse fiera e approfitto' della vicinanza dei loro visi per sputargli in faccia. La Suprema Guardia si ritrasse disgustato e i due assassini la picchiarono ancora. Yeshol decise di andarsene "Passerai la notte in cella, vediamo se domani cambierai idea!" decretò prima di uscire seguito dai due vittoriosi, ma appena mise un piede fuori dalla cella un vento fortissimo e violento invase la stanza e una voce di donna parlò "Hai paura Yeshol!?" chiese beffarda la donna, lui rimase pietrificato, incapace di muoversi, lui non aveva paura di niente, eppure... Lui aveva gia sentito quella voce, ricordava anche quando l'aveva sentita, era stato il giorno della caduta del Tiranno, del suo padrone, del suo caro amico, e ricordava di una voce in particolare che lui aveva imparato ad odiare, la voce di quell'assassina crudele "Nihal" mormorò in preda al terrore puro "Non è possibile!" disse poi, si voltò, al posto di Taliah c'era una donna legata, una mezzelfo. I due assassini indietreggiarono terrorizzati e Yeshol rimase pietrificato a guardarla "E' così Yeshol! Tu non puoi fermare la Sheireen! Trema, perché arriverà presto la tua fine" disse Nihal con un sorriso vittorioso sulle labbra, la Suprema Guardia indietreggio' battendo i denti senza riuscire più a controllarsi, poi il vento smise di soffiare, avvolse Nihal e lei scomparve; Taliah era tornata. La ragazza svenne, aveva usato troppe energie involontariamente, ma Yeshol credette che si fosse presa gioco di lui e così disse pieno di rabbia "Portatela nella sala delle torture! L'interrogatorio non è ancora finito!"

NOTE DELL'AUTRICE:
Wow! La nostra Taliah si sta ribellando! Direi che era ora! XD :D
Ma quanto sono stronbola!!!!??? 3XD La relazione con Meriph è praticamente andata in fumo e come se non bastasse Yeshol la fa torturare!!!! Yeeeee!!!!! Che felicità!!!!! XD
Taliah: poi si chiedono perché dei bravi e poveri personaggi ammazzano i propri creatori!!! -.-"
Io: non è mai successo! ù.ù
Taliah: posso sempre cominciare io! 3;)
Io: 0.o
Bene! Invoco il vostro aiuto! E Magicadark007 non scommettere prosciutti su chi vincerebbe tra me e Taliah e vieni ad aiutarmi!!!!!! D: Comunque...bacioni a tutti e alla prossima! ;)

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17: L'assassino ***


Un assassino si era presentato nella sala delle torture dove stava per essere torturata la guardia degli incantesimi. L'assassino aveva un importante messaggio per Yeshol e rimase confuso nel vedere una sua compagna, addirittura una guardia, fosse incatenata proprio in quella terribile stanza. Una volta davanti alla suprema guardia si inginocchio' portandosi un pugno al petto e lanciò un rapido sguardo confuso alla ragazza legata su una tavola di pietra, Yeshol notò la sua confusione e gli spiegò con un falso tono di apprensione "Non preoccuparti! La nostra sorella Taliah è stata infettata dai Perdenti e perciò è necessario che soffra per poter tornare ad essere una Vittoriosa" l'assassino rimase comunque confuso e lo stupi' ancor di più il terrore, che era evidente, Yeshol aveva per quella ragazza, ma nonostante i dubbi non chiese nulla, riferì soltanto il suo messaggio. "Abbiamo identificato il Marvash mio signore. E intendiamo catturarlo al più presto" disse e la suprema guardia fece un sorriso agghiacciante "Perfetto! Tu non mi deludi mai Danar, per questo sarai tu a compiere la missione, scegli un compagno e partite immediatamente! Quello stupido ragazzino non ci sfuggira'! E mi raccomando, mi serve vivo!" disse sprezzante Yeshol e Danar lo salutò con il saluto tipico degli assassini rispondendo semplicemente "Si, mia guardia" poi se ne andò. A quel punto Yeshol si girò soddisfatto verso la guardia delle torture "Dopo pulisci i tuoi arnesi; dobbiamo preparare un'accoglienza perfetta per il nostro caro amico San!" disse con una risata cattiva che contagio' Leshar, la guardia delle torture, che a detta di tutti era l'uomo più sadico di tutto il Mondo Emerso. A sentire il nome di suo fratello, Taliah, che era rimasta priva di sensi fino a quel momento, apri' gli occhi di scatto e cominciò a contorcersi e dibattersi come se fosse impazzita, cominciò a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo "No! San no! Lasciatelo stare! Vi prego non fategli del male!" continuava ad urlare più forte che poteva dibattendosi cercando inutilmente di liberarsi e di raggiungerlo per poterlo proteggere, mentre gli altri assassini tentavano di tenerla ferma "San, San, San" mormoravano all'unisono lei e Nihal come una cantilena, poi qualcuno le premette una pezza bagnata con uno strano liquido dall'odore pungente e immediatamente Taliah perse i sensi.

Danar era la guardia del mimetismo, i bottoni della sua casacca erano gialli. Era un ragazzo sui venticinque anni con un talento innato per il mimetismo. Era l'assassino più silenzioso dell'intera Gilda, nessuno riusciva mai a sentirlo arrivare, inoltre gli bastava ben poco per potersi nascondere perfettamente in qualsiasi luogo. Danar aveva la pelle di un colore abbastanza ambrato, gli occhi nocciola e i capelli scuri, era ritenuto attraente dalla maggior parte delle donne che abitavano la Gilda, postulanti comprese. Era il modello del perfetto assassino, ma in realtà non credeva realmente negli obbiettivi della Casa, se avesse potuto se ne sarebbe andato molto tempo prima, ma due motivi glielo impedivano; la consapevolezza, essendo nato e cresciuto nella Gilda, di non essere assolutamente capace di vivere una vita normale, e il secondo, il più importante per lui, sua sorella, Azula. Azula era un'assassina semplice, ma pur sempre un'ottima Vittoriosa, lei credeva a tutto quello che le era stato insegnato sulla Gilda e sul mondo, che Danar era certo fossero tutte frottole, ma lei era così ingenua e non avrebbe mai lasciato la sua tanto amata Gilda e Danar non avrebbe mai lasciato lei.
Decise, visto che lei adorava andare in missione, di portarla con lui.

San stava passeggiando insieme a Yue, ridevano e scherzavano come se si conoscessero da sempre, eppure si erano incontrati per la prima volta solo qualche settimana prima. Yue era sempre gentile con lui e non le dava affatto fastidio il suo strano aspetto. Si distesero su un prato all'ombra di una quercia, San ad un certo punto disse "Sai che questa è l'amicizia più lunga che io abbia mai avuto?" Yue pensò che stesse scherzando "Ah davvero!?" chiese ridendo, San fece un sorriso triste "Si purtroppo" la ragazza smise immediatamente di ridere "Ogni volta succede qualcosa, tutti mi temono come se fossi un mostro, forse anche per il mio stupido aspetto, e io mi ritrovo solo" confessò lui tristemente, Yue gli strinse la mano e gli disse delle parole di conforto che però lui non ascolto' per niente perché in quel momento altro lo distraeva, una piccola vibrazione del terreno, un piccolo e quasi impercettibile movimento, qualcosa che veniva lanciata, che arrivava verso di lui, anzi verso di lei. Sgrano' gli occhi e gettò a terra Yue proprio prima che un pugnale la colpisse in pieno petto. Il pugnale si piantò nel tronco della quercia dietro di loro.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Sono finalmente riuscita ad aggiornare! :) Comunque il capitolo doveva essere più lungo, ma preferivo interromperlo qui per poi allungare quello dopo! ;)
Bacioni e alla prossima! :3

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18: Desiderio di vendetta ***


Danar si diresse nella palestra sicuro che avrebbe trovato la persona che cercava, infatti non appena entrò riconobbe immediatamente i lunghi capelli neri e gli occhi furbi e verdi di sua sorella. Si fermò ad osservarla mentre si allenava, era capace di incantare con i suoi movimenti precisi e perfetti, in un'inquietante eppure affascinante danza mortale. Azula non si accorse di lui e continuò ad allenarsi tranquillamente.
"Cosa pensi di fare contro di me pivellina!?" la provocò uno dei suoi avversari che si allenava con lei "Oh ma smettila! Sai che non puoi battermi, Zuko!" rispose lei ridendo al ragazzo che subito assunse un falso broncio "Be' la speranza è l'ultima a morire!" disse ridendo e subito gli si affianco' una ragazza della stessa età "Per questa volta mi schiero con te tesoro!" disse sicura di se, mentre Azula si preparava ad affrontare due avversari "Questo è tradimento May!" la rimprovero' senza smettere di sorridire Azula e per tutta risposta la ragazza alzo le spalle "Fidanzato batte migliore amica!" disse strizzandole l'occhiolino e poi schiocco' un rapido bacio sulle labbra di Zuko, a Danar fece un certo effetto, fino a quel momento data la loro straordinaria somiglianza, stessi capelli e occhi scuri, persino stessa corporatura e un poco anche gli stessi lineamenti, li aveva creduti fratelli. In quel momento si avvicinò un'altra ragazza, portava una lunghissima treccia castana e i suoi occhi nocciola scuro spiccavano sul suo viso pallido, raggiunse il gruppetto di amici camminando sui palmi delle mani e rimettendosi in piedi semplicemente con un salto. "Prova a battere anche me Azula!" disse Tay Lee strizzandole l'occhiolino e la ragazza annuì convinta, così iniziarono a combattere.
Era un susseguirsi di parate e affondi, per Azula non era facile, ma non si arrese; May era micidiale nel lancio dei coltelli e non era semplice schivarli senza evitare che le scimitarre di Zuko la colpissero, come se non bastasse Tay Lee era una delle guardie più dotate della Gilda, nonostante fosse molto giovane come Taliah, anche se preferiva frequentare i suoi vecchi amici piuttosto che le altre guardie che le sembravano terribilmente noiose. Tay Lee combatteva a mani nude, conosceva a memoria ogni singola parte del corpo umano e ogni suo punto più vulnerabile e le bastavano poche mosse per immobilizzare qualcuno. Azula grondava di sudore, ma non demordeva, vide un coltello arrivare nella sua direzione, si abbassò proprio mentre Zuko stava calando una delle sue scimitarre, Azula sorrise vittoriosa, il pugnale rimbalzo' sulla lama della spada e colpi' in pieno May che quasi non si accorse di nulla, se fosse stato un coltello vero lei sarebbe morta, ma era un pugnale da allenamento e non poteva farle più di un graffio, rimasero per un attimo tutti perplessi senza capire cosa fosse successo, poi Tay Lee disse con entusiasmo "May eliminata!" segui' uno sbuffo da parte della ragazza "Ma tu da che parte stai?" chiese divertita alla guardia che per tutta risposta fece le spallucce. Lo scontro riprese con più foga di prima e proprio quando sembrava che Azula stesse per soccombere la situazione si ribalto' completamente; Azula aveva imparato a conoscere Tay Lee e sapeva che prima di attaccare faceva sempre un passo, ma era talmente veloce che nessuno era in grado di accorgersene, ma lei ed Azula erano cresciute insieme, come poteva lei non notare un particolare apparentemente trascurabile eppure così importante? Così non appena vide Tay Lee fare un piccolissimo passo capi' subito che stava per colpire; con l'elsa di uno dei suoi pugnali colpi' Zuko sulla fronte spingendolo contro la guardia in modo da frapporre il suo corpo tra lei e Tay Lee, così le piccole dita veloci della ragazza colpirono il povero Zuko invece di Azula e il ragazzo si ritrovò a terra incapace di muovere un muscolo paralizzato com'era e la giovane assassina approfittò del disorientamento di Tay Lee, che non capiva come mai avesse sbagliato bersaglio, le puntò un pugnale alla gola e se non fosse stato un allenamento l'avrebbe già sgozzata. La guardia sgrano' gli occhi sorpresa "Zuko, Tay Lee...siete fuori!" disse Azula con un sorriso vittorioso sulle labbra "Wow, complimenti Azula, sei migliorata moltissimo! Ottimo lavoro!" la ragazza si congratulo' con lei e subito dopo si senti' qualcuno applaudire, Azula si voltò di scatto e riconobbe immediatamente suo fratello, Danar le sorrise "Brava sorellina, forse dovrei cominciare a temerti" non fece in tempo a finire la frase che Azula gli gettò le braccia al collo e lo strinse a se "Tranquillo, non ti farei mai del male!" gli disse lei facendogli l'occhiolino, lui ridacchio' e poi la portò via per parlare della nuova missione che Yeshol gli aveva affidato.
"Allora, che volevi dirmi?" chiese lei eccitata mentre camminavano per i corridoi della Gilda e senza che Azula lo sapesse stavano raggiungendo il tempio "È una sorpresa" rispose lui enigmatico, così si ritrovò la ragazza tra le braccia che subito dopo aver sbuffato cominciò a guardarlo sbattendo le lunghe ciglia scure e facendo il labbruccio "Ti prego! Dai dimmelo!" Danar si staccò da lei ridendo "No! Non funziona così!" le disse "Ma fratellone!" Azula provò a protestare ma Danar fu irremovibile "Niente ma!...aspetta e vedrai!" concluse.
Non appena giunsero nel tempio la ragazza rimase confusa "Aspetta...perché siamo qui?" chiese e Danar le sorrise "Ho deciso di portarti in missione con me" Azula rimase immobile, incapace di parlare, con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro "Be' dì qualcosa" la sprono' il fratello, lei lo abbracciò forte e lo strinse a se "Grazie! Non posso crederci!" lui le accarezzo' il viso e le diede un bacio sulla fronte, amava vederla felice, per questo motivo quando poteva la portava con se in missione, perché lei adorava uscire dalla Gilda, nonostante l'amasse più di se stessa, ma era nulla in confronto alla gioia che provava nello scoprire il mondo.
Spinsero insieme il pesante portone e uscirono.

Dopo un lungo viaggio arrivò finalmente il momento di agire, Azula non stava più nella pelle e anche Danar era positivamente agitato, ma non sapevano che ciò che stavano facendo era sbagliato, a loro era stato insegnato solo ad uccidere, perciò come potevano capire che stavano agendo nel male, che rapire un bambino per resuscitare un uomo malvagio avrebbe potuto causare una catastrofe? Ovviamente non sospettavano nulla e si prepararono con impazzienza allo scontro.
Trovarono il ragazzino, San, in compagnia di una ragazza più o meno della stessa età, mentre passeggiavano. Ai due fratelli bastò un semplice sguardo per capire che quella ragazza doveva morire, dopotutto non volevano testimoni e lei era d'intralcio. Così approfittarono che i due ragazzini si erano seduti per terra, tranquilli, senza sospettare niente, e colpirono. Azula lanciò un pugnale contro la ragazzina, ma San chi sa come l'aveva percepita e si era gettato sulla sua giovane amica per proteggerla, facendo conficcare il pugnale nel tronco della quercia dietro di loro, Azula impreco' a mezza voce. I due ragazzini schizzarono in piedi e i due assassini scesero dagli alberi dove si erano nascosti e si presentarono a loro con sguardi minacciosi, San faceva da scudo col suo corpo a quell'insulsa ragazzina e impediva così che le venisse fatto del male, ma non sapeva che il loro vero obbiettivo era lui "Chi siete!? Che cosa volete da lei!? Perché volevate ucciderla!?" chiese San gridando cercanso di essere in qualche modo minaccioso, ma ai due fratelli non faceva affatto paura, anzi sembrava piuttosto ridicolo, Danar sorrise sprezzante "Non è lei che vogliamo...ma te ragazzino!" gli disse con un sorriso che faceva gelare il sangue, San si blocco' terrorizzato, eppure Aster lo aveva avvertito che qualcuno lo stava cercando e che presto avrebbe fatto del male alle persone che amava, ma non poteva permetterlo, Yue era la sua unica amica e in fondo sentiva di provare qualcosa per lei, non poteva permettere che la uccidessero, si morse il labbro nervoso, non aveva idea di cosa fare, "Perché!?" chiese all'assassino "Perché a noi assassini serve il tuo corpo..." disse Danar e il ragazzo rabbrividi' "Ma non preoccuparti, non ti uccideremo...per ora" disse con uno strano tono inquietante, San degluti. In quel momento Azula lanciò un altro pugnale e San seppe che non ce l'avrebbe fatta a fermarlo, la lama emise un sibilo acuto mentre tagliava l'aria, poi trovo strada facile verso il petto di Yue, ma l'orrore che San si aspettava accadesse non avvenne, anzi successe qualcosa di incredibile; la lama si fermò poco prima di conficcarsi, come se qualcosa l'avesse trattenuta a mezz'aria e poi il piccolo graffio che la punta della lama le aveva inferto si rimargino' e non rimase neanche un piccolo segno, come se non fosse mai esistito. Tutti rimasero per qualche secondo a guardarla esterefatti "Ma che diavolo...!?" esclamò Azula contrariata, San si voltò verso Yue "Come hai fatto?" domandò confuso "È...complicato...te lo spiegherò dopo" disse titubante, il ragazzo fece per replicare, ma Danar lo interruppe "Ora basta giochetti! Adesso facciamo sul serio!" disse e con un suo cenno del capo si avvento' insieme alla sorella su San.
Il ragazzino cercò di difedersi come poteva con la magia con l'aiuto di Yue, che non potendosi ferire dato che il suo corpo respingeva qualsiasi arma, gli faceva da scudo, ma non erano abbastanza forti contro due assassini, non ce l'avrebbero fatta. Ad un tratto San senti' chiaramente la voce di Aster nella sua mente "Lascia fare a me" disse e il razzino si fido' ciecamente, lasciò che il Marvash si impadronisse di lui, lasciò che fosse Aster ad agire per lui; così un lampo violaceo parti' dalle sue dita, uno degli incantesimi più oscuri e potenti, il lampo oscuro o anche detto il lampo mortale. Danar fu colpito in pieno petto, fu sbattuto all'indietro sul terreno e si senti attraversare il corpo da una dolorosissima scossa elettrica e gli parve di prendere fuoco, sentiva ogni parte del corpo bruciare terribilmente. Azula emise un urlo disumano "Mostro!" gli gridò contro e subito si avvento' sul ragazzino, ma San era già sparito insieme a Yue, Aster li aveva portati via.
Azula si getto' su Danar in lacrime e lo strinse forte a se "Tttti pppprego...nnon lasciarmi...iiio ho ssolo te!" disse tra i singhiozzi con la voce incrinata dal pianto, sapeva che sarebbe morto, sapeva che non c'era cura a quell'incantesimo "No, io non ti lascerò, vivrò sempre in te, farò in modo di esserci!" mormorò debolmente con un filo di voce, poi tossi, Azula continuava ad abbracciarlo e a piangere senza ritegno, poi gli prese il volto fra le mani e lo guardo' con uno sguardo addolorato "Danar...no ti prego" lui si sforzo' di sorridere, ma il dolore che provava era immenso, lei se ne accorse, era inutile che continuasse a lottare, perciò per non farlo soffrire ancora, si costrinse a dire con dolore "Puoi lasciarti andare se vuoi, non avere paura, sii coraggioso...ti voglio bene Danar" mormorò, lui annuì e disse le sue ultime parole "Ti voglio bene Azula" poi chiuse gli occhi per non aprirli mai più. Dopo un poco Azula lo scosse "Danar?" chiamò "Danar?" nessuna risposta, lo scosse nuovamente "Danar!" gridò, ma si rese conto che era inutile, lui era morto "Danar!" gridò piangendo piena di rabbia e si strinse a lui, poi disse determinata "Ti troverò San! E giuro a Thenaar che ti vendichero' fratello! Che io soltanto potrò uccidere quell'insulso ragazzino!" e con la vendetta e l'odio nel cuore, seppelli' il fratello e si incammino' verso la Gilda.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ragazzi...vi supplico di perdonarmi! Mi dispiace! Sto piangendo anche io e...non capisco perché diavolo abbia scritto questa scena, ma era necessaria...ehm poi capirete! :'( Vi chiedo ancora scusa e vi prego di non prendervela con il povero San, perché in realtà è stato Astet (sotto mio comando 3XD) ad ucciderlo! ;) :( Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto! ^-^ Volevo aggiungere che la frase "Puoi lasciarti andare se vuoi, non avere paura" l'ho presa dal film Colpa delle stelle, metre la frase "Sii coraggioso" l'ho presa da Divergent! ;)
Bacioni a tutti e alla prossima! :3

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 19: Rivelazione scioccante ***


Taliah riprese i sensi e non appena realizzò dove si trovasse la prese un terrore puro, anche se cercava di sforzarsi di non mostrarlo, non poteva apparire debole di fronte a quelli che ora considerava a tutti gli effetti suoi nemici. Vide entrare una giovane guardia che subito si portò un pugno al petto quando vide Yeshol "Tay Lee, grazie per essere venuta" disse la suprema guardia in tono scocciato ed impaziente "Che c'è? Non vedi l'ora di vedermi soffrire?" chiese Taliah seccente e subito ricevette un doloroso pugno sullo zigomo da Leshar che di certo non era un tipo che ci andava leggero. Yeshol continuò come se niente fosse "Ho bisogno che controlli le sue condizioni di salute in modo da capire quanto possiamo spingerci senza ucciderla" disse in tono serio, come se torturare una persona fosse la cosa più normale del mondo "Si mia guardia" rispose semplicemente la ragazza, si avvicinò a Taliah leggermente nervosa, conosceva perfettamente ogni singola parte del corpo umano, perciò non era un compito difficile per lei, ma la presenza di Yeshol la metteva in soggezione. Si scosto' qualche ciuffo che le cadeva sugli occhi, fece un respiro profondo e cominciò; tastava il corpo di Taliah con due dita e riusciva a capire perfettamente le sue condizioni, "Non penso che abbia alcun problema, sta benissimo" disse quando stava ormai per finire "Forse potrete spingervi quanto vorrete" aggiunse, ma questa volta a voce più bassa date le occhiate di fuoco che la guardia degli incantesimi le lanciava. Poi quando cominciò a tastarle il ventre la sua espressione cambiò "Cosa c'è!?" chiese impaziente Yeshol, Tay Lee degluti', non sapeva se poteva rivelare un dettaglio del genere, era troppo pericoloso e soprattutto assolutamente non decoroso per una guardia che mai si sarebbe dovuta trovare in una situazione simile, "Allora!?" la esorto' Yeshol, la ragazza prese coraggio "È incinta!" disse tutto d'un fiato, Taliah sgrano' gli occhi "Che cosa...?" mormorò sconvolta "Non può essere!" esclamò, in questo modo rischiava che prima o poi scoprissero Meriph, ma soprattutto che cosa avrebbero fatto a quel povero bambino, il suo bambino, quasi non poteva credere a quelle parole, le venne da piangere e mentre piccole lacrime le scendevano lungo il viso, dimenticò per un momento lo spavento e la tristezza per lasciare il posto ad un briciolo di felicità, lei e Meriph avrebbero avuto un figlio, un piccolo sorriso le si formò sulle labbra. Yeshol rimase un attimo sorpreso, ma poi assunse un'espressione di crudele entusiasmo "Può tornarci molto utile, perché se le torture non dovessero bastare..." disse afferrando il mento della ragazza per costringerla a guardarlo negli occhi, lo strinse con forza in modo da farle male "Be' sapremo come ricattarti" un ghigno crudele glisi disegno' sulle labbra, Taliah per un istante tremo'. Dopo poco cominciarono a torturarla, frustandola o bruciandola con ferri roventi, e nonostante le grida che lanciava per il dolore atroce, la ragazza si costringeva a non cedere "Farai quello che la Gilda ordina?" chiedeva Yeshol e lei continuava a rispondere con un secco "No!" Yeshol dava il segnale a Leshar che continuava a provocarle dolore. "Chi è il padre!?" ora la domanda era cambiata, vedendo che non collaborava, la suprema guardia aveva deciso di minacciarla dicendole che avrebbe ucciso la persona che amava, per questo voleva che gli dicesse chi era, ma lei non lo avrebbe mai fatto. Leshar si fermò per un momento, se avesse continuato senza darle un po' di tregua avrebbe rischiato di ucciderla, Yeshol si era avvicinato con sguardo truce "Tanto troverò il modo di farti desistere!" disse, poi infilò un coltello in una delle tante ferite che si era procurata e lo rigiro' per provocarle dolore, Taliah urlò "Basta!" mormorò, "Vi prego basta!" era esausta, non poteva resistere ancora "Oh mia cara, ma può finire tutto, basta che collabori" disse in tono viscidamente mieloso "No, no, no..." mormorò "Taliah, mi costringi a farti del male, lo capisci? Sarebbe così facile collaborare..." aggiunse, ma Taliah non desisteva "No?" chiese la suprema guardia, assunse un falso sguardo triste "Mi costringi purtroppo...Leshar, uccidi il bambino" disse semplicemente, sarebbero bastati pochi colpi ben assestati allo stomaco e Taliah lo avrebbe perso, Leshar fece per avanzare "No! Vi prego! No! Lui non c'entra! Prendetevela con me!" gridò la ragazza in preda alla disperazione, la suprema guardia fermò per un istante Leshar in modo che lei dicesse ciò che Yeshol voleva "D'accordo! Farò ciò che volete!" disse senza pensare, l'uomo sorrise truce "Non ho sentito bene" la esorto' a ripetere "Avete vinto!" gridò, "Farò ciò che volete!" mormorò tristemente.

L'avevano trascinata in cella letteralmente, lei non era in grado di camminare e i due assassini che la conducevano volevano divertirsi e quindi la bastonavano ogni volta che cadeva o che non riusciva a proseguire. La sbatterono in cella e uno dei due, con l'alito che puzzava di alcol, le si gettò addosso cercando di spogliarla, ma l'altro, con un po' più di buon senso, se così si poteva dire, lo convinse a desistere "Lasciala stare, ci siamo divertiti abbastanza" disse ridendo, così la lasciarono in pace, "Ti è andata bene per questa volta" disse l'assassino ubbriaco "Però quanto sei bella" commentò e la bacio' mentre Taliah cercava di respingerlo, l'altro lo tirò via "Dai smettila che siamo in ritardo agli allenamenti!" disse ridacchiando, "Uffa! Da quando sei responsabile!?" commentò sbuffando l'ubbriacone, poi finalmente uscirono e si chiusero' la porta alle spalle.
Dopo un po' arrivò Will, entrò nella cella spingendo Meriph che era venuto lì per curarla. Will si abbassò su di lei e le prese il viso tra le mani e la bacio' mentre lei non era in grado di opporsi, seduta sul pavimento e appoggiata al muro senza forze "Mi dispiace per quello che ti hanno fatto..." mormorò "Fatti forza" disse accarezzandola, lei lo guardo' con disgusto "E se ti dispiace allora perché non hai fatto niente per fermarli?" disse con voce flebile ma pungente "Be' non posso certo mettermi contro Yeshol!" disse con non curanza, Taliah "Tu eri lì, avresti potuto dire qualcosa,... ma certo hai ragione, non potevi metterti contro di lui" disse sarcastica riferendosi allo scontro avuto con Rekla, avrebbe potuto sicuramente difenderla, inventare qualche scusa per evitarle tutto questo, e poi soprattutto dato che sapeva cosa aveva intenzione di fare Yeshol, ma non aveva fatto nulla non era intervenuto, Meriph lo avrebbe fatto, ma aveva il turno in lavanderia e aveva saputo di quello che era successo molto dopo. Meriph strinse i pugni e si trattenne dallo strangolarlo per le stupidaggini che aveva detto e soprattutto per quel bacio che doveva essere suo "Vigliacco!" mormorò a mezza voce, fortunatamente Will non lo senti', "Sono contento che tu abbia capito" disse Will, mentre invece Taliah non aveva capito per niente perché non l'avesse difesa "Ci vediamo domani, ho dei compiti da svolgere" disse facendo per andarsene, poi fisso Meriph negli occhi, gli risultava piuttosto antipatico quello stupido postulante che lo sfidava ogni volta con quelle occhiatacce e quel modo così sbruffone di rispondere "E tu non dire una parola di quello che hai visto, chiaro!?" gli disse serio "Non preoccuparti, non dirò a nessuno che limonavi invece di fare il tuo dovere" disse Meriph con un sorriso sprezzante, il pugno arrivò più veloce e più forte di quanto pensasse, ma non emise neanche un fiato, non gli avrebbe mai dato una soddisfazione simile "Ricordalo la prossima volta che ti rivolgerai a me in quel modo! E domani farai il turno doppio!" disse arrabbiato prima di andarsene.
Meriph si avvicinò a Taliah e si inginocchio' accanto a lei cominciando a curarla e cercando di non imprecare immaginando quanto dolore doveva aver provato "Meriph, mi dispiace, Will è solo un cretino, non volevo baciarlo" mormorò la ragazza tristemente "Non dire niente" disse lui, non voleva giustificazioni in quel momento, poi all'ennesima ferita che curavae sentendo i ppiccoli gemiti che lei emetteva, sbotto' "Ma cosa ti hanno fatto!? Perché!? Cosa vogliono da te!?" chiese, Taliah rispose con sguardo basso "Vogliono che ritorni ad essere quella che ero e che obbedisca agli ordini" Meriph continuò "E tu cos'hai risposto? Di no vero?" chiese "No, ho ceduto, ho dovuto farlo" mormorò lei con le lacrime agli occhi, Meriph rimase sorpreso, lei era così forte, come era possibile "Per proteggere me?" domandò ancora, lei scosse la testa "Allora perché?" continuò il ragazzo, ma Taliah non disse nulla, mentre le lacrime cominciarono a scendere, eppure lui meritava di sapere, doveva sapere, ripensava ancora a quello che aveva detto Tay Lee, non riusciva a crederci, lei che non sapeva nemmeno badare a se stessa, come si sarebbe presa cura di un bambino? Degluti' prendendo coraggio, aveva paura che Meriph si sarebbe arrabbiato e che l'avrebbe lasciata, dando la colpa di tutto a quella povera creatura, "Meriph, ho dovuto proteggerlo!" mormorò, il ragazzo la guardò confuso "Chi?" domandò, lei sospirò "Sono incinta,... di te!" disse tutto d'un fiato e non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. Meriph rimase sconvolto, non si sarebbe mai potuto immaginare una cosa del genere, però poi si scolse, la sua ragazza, la persona che amava di più al mondo, stava per dargli un figlio, sorrise commosso, stava per diventare padre e in quel momento non riusciva a pensare ai problemi che lo circondavano, soprattutto il fatto che presto lo avrebbero ucciso come sacrificio a Thenaar, "Di' qualcosa ti prego" disse Taliah, lui le prese il volto tra le mani perché lo guardasse negli occhi "Amore mio, è meraviglioso!" mormorò sorridendo, poi la bacio', come mai aveva fatto prima.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Finalmente sono riuscita ad aggiornare (dopo secoli! XD), be' spero vi sia piaciuto il capitolo e questa sorpresona! ;) Tranquilli che al prossimo dirò che fine hanno fatto San e Yue! ;) Bacioni a tutti! :3

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 20: Sensi di colpa ***


“L’ho ucciso!” continuava a ripetere San ansimando, lo mormorava di continuo, quasi come se fosse stata una cantilena. Si odiava, come aveva potuto fare una cosa del genere, perché a chiunque lo circondasse capitava qualcosa di brutto!? Non riusciva a spiegarselo, forse era colpa della sua orrenda anima nera, quell’opprimente sensazione di odio nel petto e quell’insaziabile sete di sangue che lo divorava costantemente dall’interno.
Sussultò, Yue gli aveva accarezzato una spalla, ma lui era così preso dai suoi pensieri che non se ne era quasi accorto. “San, tu non l’hai ucciso…non volutamente almeno, sei stato costretto, se…se non lo avessi fatto ora saremmo noi a…” cercò di dire, ma la ragazza era ancora troppo sconvolta per dire una frase completa “Se non lo avessi fatto ora quella ragazza avrebbe ancora il suo compagno…chi se ne importa di chi era e cosa stava per fare, io non avevo il diritto di ucciderlo” ribatté lui senza neanche guardarla, mentre con rabbia e nervosismo strappava ciuffi d’erba dal prato dove era seduto attorno alla fattoria del proprietario di Foal; era lì che Aster li aveva portati dopo l’attacco degli assassini, il primo luogo che era venuto in mente a San e che in quelle circostanze il mezzelfo aveva reputato perfetto. “San, non l’hai ucciso tu, sono stato io, tu non hai colpe…ok?” chiese il mago pacatamente e con un accenno di preoccupazione nella voce. Il ragazzino ci mise un po’ di tempo a rispondere, non aveva voglia di parlare, ma sapeva che Aster non era uno che si arrendeva facilmente, lo avrebbe tartassato di inutili discorsi per convincerlo di essere innocente, ma San non si sarebbe mai convinto, era colpevole tanto quanto Aster e di certo non avrebbe sopportato la sua compassione “Si, forse hai ragione, ma non ti ho fermato e questo non me lo perdonerò mai” disse San con rabbia, la spirale di omicidi era iniziata, senza neanche saperlo Aster aveva svegliato il Marvash che era in San che fino ad allora era rimasto in qualche modo in parte assopito; presto avrebbe divorato San pezzo per pezzo, come aveva già fatto ad Aster e a tutti gli altri Marvash, presto del ragazzo buono e gentile che era non sarebbe rimasto più nulla, nessuno avrebbe potuto salvarlo, perché nessuno si sarebbe interessato ad uno come lui, nessuno lo avrebbe mai amato, chi potrebbe mai amare un mostro? Questa era la terribile eredità di Freithar, morte e distruzione, tutto ciò che rappresentava il suo animo corrotto.
“San è ridicolo, è colpa mia, smettila di autocommiserarti!” esclamò il mezzelfo nervosamente, non sapeva cosa dire, non era mai stato bravo ad aiutare le persone, non era riuscito a salvare se stesso, era arrivata Nihal a liberarlo con la morte, l’unica soluzione possibile, come poteva salvare quel ragazzino!? “Aster, è stata la mia mano ad agire o sbaglio? È colpa mia, non puoi farci niente e nemmeno io” disse semplicemente. Yue nel frattempo cercava di consolarlo, ma lui non l’ascoltava neppure, guardava un punto indefinito all’orizzonte, aveva ancora fame, il suo corpo esigeva altro sangue da versare, era questo il fatto che più lo disgustava, aveva provato piacere nell’uccidere quell’uomo e ora al solo pensiero della vista del sangue gli veniva voglia di vederne ancora, sangue bollente appena sgorgato da una ferita, magari provocata da lui, magari sul candido collo di Yue, magari avrebbe gioito nel vederla stesa al suolo agonizzante, mentre lui affondava le mani nella sua gabbia toracica fino a toccarle il cuore, per poi strapparglielo dal petto. San scosse la testa violentemente, gli venne un conato di vomito, cosa diavolo gli stava succedendo!?
“San ti prego parlami!” mormorò la giovane scuotendolo leggermente, lui si riscosse “Vattene!” gridò, la ragazza rimase sorpresa “Che cosa…?” domandò contrariata, “Mi hai sentito, vattene!” ripeté lui “Non voglio fare del male anche a te” aggiunse poi. La ragazza sospirò “Avrai anche ucciso, ma questo non ti rende diverso da ciò che eri prima, è stato un incidente e ciò non ti fa diventare un assassino, io so che non mi faresti mai del male” gli disse in tono rassicurante sorridendogli “E poi non potresti nemmeno se lo volessi, io non posso ferirmi, non so per quale motivo, ma è così da quando sono nata, forse questo strano potere è la ragione dei miei bizzarri capelli bianchi” disse con non curanza. San sorrise, lei cercava di tirargli su il morale e ci stava riuscendo perfettamente, “Hai ragione, perdonami, è che io a volte non riesco a controllarmi, come se il mio corpo non rispondesse, mi dispiace se sono stato sgarbato, la mia bocca parla sempre a sproposito” mormorò con sguardo basso “Sta tranquillo, a parte l’urlo di prima, non mi hai neanche parlato quindi…” Yue si strinse nelle spalle e gli sorrise, poi improvvisamente arrossì e San non ne capì il motivo. La ragazza agì troppo in fretta perché lui potesse fermarla, gli afferrò il viso tra le mani, si sporse in avanti e lo baciò. San rimase stupito, non credeva che sarebbe mai successa una cosa del genere tra loro, ed ecco che era addirittura lei a fare il primo passo. Ricambiò il bacio dopo un po’ tanto era intontito, ma quando lo fece no credette di essersi mai sentito più felice in tutta la sua vita. Aster proruppe in un’espressione di disgusto, per lui l’amore non esisteva, ma dopotutto non lo aveva mai conosciuto per davvero, aveva creduto che il suo amore con Reis fosse eterno, indistruttibile, ma non era così, Reis non lo aveva mai amato, almeno non quanto lui aveva amato lei, a Reis importava solo di se stessa, questo Aster non era riuscito a capirlo e nemmeno, soprattutto, ad accettarlo.
Dopo aver passeggiato insieme per un po’ di tempo decisero che era meglio tornare a casa o le loro famiglie si sarebbero preoccupate. “Sei sicura che vuoi restare con me? Tutti quelli che mi stanno intorno o si feriscono o vanno in contro a morte certa” mormorò San insicuro, Yue lo baciò nuovamente “Sì, sono più che sicura” disse con un sorriso, poi corse via verso casa, senza lasciargli il tempo di replicare. “Wow” mormorò il ragazzo imbarazzato, si passò una mano tra i capelli nervosamente e la vide sparire tra una delle vie dell’enorme città di Salasar, poi quando l’ebbe persa di vista se ne andò anche lui verso casa.

“Perché hai fatto tardi?” Tarik non gli diede neanche il tempo di entrare che subito lo riprese in modo severo, sapeva di esagerare, ma non poteva farne a meno, dopo che la Gilda gli aveva portato via la sua prima figlia, era rimasto sconvolto dal dolore di quella perdita e aveva giurato a se stesso che se avesse avuto un altro figlio non avrebbe mai permesso che gli venisse strappato via, per questo motivo era così apprensivo, ma San non poteva capire, non sapeva nemmeno dell’esistenza della sorella, come poteva immaginare una simile causa per quelle reazioni eccessive?
San sbuffò “Scusa papà, ho avuto un contrattempo” mormorò distrattamente evitando di guardarlo, suo padre gli avrebbe letto la verità negli occhi e San non poteva dirgli di quello che era successo nella radura, non voleva coinvolgerlo in quella storia e soprattutto non voleva vedere la sua reazione quando avrebbe scoperto che aveva ucciso un uomo con la magia, così decise di omettere quella parte dal suo resoconto della giornata e di raccontargli di quello che era successo con Yue, nonostante fosse molto imbarazzato, qualcosa doveva pur dirgli e Tarik avrebbe riconosciuto una bugia già alla prima parola pronunciata. “Che genere di contrattempo ti ha trattenuto?” chiese, il ragazzo andò in cucina senza rispondere, sapendo che lì avrebbe trovato sua madre e che questo avrebbe trattenuto il padre dal fare troppe domande per non far preoccupare la moglie. “Amore mio!” esclamò sua madre vedendolo arrivare, gli andò in contro e lo abbracciò dolcemente, dandogli un bacio sulla fronte “Mamma, ti prego non sono un bambino” bofonchiò lui imbarazzato cercando di riprendere ossigeno dopo quell’abbraccio stritolatore “Perdonami è che ero così preoccupata, hai tardato di più di un’ora, che ti è successo?” domandò ansiosamente Talya, mentre continuava ad accarezzarlo, San si spinse via, era stata una pessima idea andare da lei, se avesse cominciato anche lei con il suo interrogatorio, non ne sarebbe uscito vivo, “Già, magari a te lo dice” commentò Tarik. Poco prima San aveva deciso di dire una parte di verità al padre, forse era il momento “Ero con una ragazza” mormorò, l’espressione di felice stupore della madre lo fece arrossire più di quanto non lo fosse già “Con la ragazza dai capelli bianchi?” chiese il padre, San annuì e finalmente Tarik si aprì in un sorriso, aveva visto giusto, quella ragazza teneva davvero a suo figlio, era contento che finalmente avesse trovato un’amica vera e forse qualcosa di più “Be’ allora abbiamo risolto il mistero” disse lui facendogli l’occhiolino, San rimase stupito da una simile reazione “Davvero me la sto cavando con così poco?” pensò. “Tesoro non sai quanto sono contenta per te” disse Talya sorridendogli, il figlio arrossì nuovamente, “Le hai fatto vedere i tuoi poteri?” domandò subito preoccupato il padre “No!” esclamò di slancio, forse con un po’ troppa fretta, Tarik alzò un sopracciglio “Non sto mentendo papà, non sa niente, a parte per il mio ridicolo aspetto crede che sia normale e basta” disse San arrabbiato, possibile che non gli credesse mai? Anche se questa volta aveva tutte le ragioni per non farlo. Non appena San cominciò ad arrabbiarsi, il Marvash cercò nuovamente di riemergere, strane voci si insinuarono nella sua mente, voci disperate che parlavano di morte e di dolore, di sangue. San strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, quelle voci dovevano sparire, chiuse gli occhi con forza e la sua bocca si piegò in una smorfia di dolore, ma non emise neanche un fiato. Tarik gli prese una mano e gliela strinse “San, va tutto bene?” domandò in tono apprensivo, il ragazzino si riscosse, “Sì, va tutto bene” disse rapidamente “Scusate, sono stanco, vado a dormire” comunicò prima di andarsene “San devi mangiare” provò a dire Talya, ma a lui non importava, non poteva metterli in pericolo, doveva andare via da quella stanza, la madre lo seguì e lo abbracciò da dietro “Tesoro mio, io e tuo padre vediamo che stai soffrendo per qualcosa, perché non vuoi dircelo?” San rimase voltato in silenzio, come poteva dirle la verità, “Ti prego San, non sappiamo come aiutarti” mormorò Talya, “Non potete, nessuno può” concluse lui tristemente.

NOTE DELL’AUTRICE:
Non posso crederci! Dopo secoli ho aggiornato! Vi chiedo scusa come sempre per le lunghissime attese, (lo so nel frattempo siete diventati scheletri XD) ma avevo un sacco di materie da recuperare e la montagna di compiti che ci danno ogni giorno mi ha impedito di essere attiva! Mi dispiace un sacco! :’( Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di trovarvi in molti nelle recensioni! ;)
Bacioni e alla prossima :3

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 21: Nessuna Emozione ***


Il ciondolo le pendeva tra i seni, freddo, graffiava la sua pelle candida, ma cos’era quel piccolo fastidio paragonato all’orrore che aveva vissuto? Il bambino che portava in grembo era come se non lo percepisse più, eppure era l’unico modo per proteggerlo. Aveva dovuto minacciare un mago del consiglio per ottenere un simile incantesimo, ma d’altronde lei stessa era una maga di estremo talento, aveva saputo fronteggiarlo al meglio. E ora eccola lì, che aspettava un figlio non più suo, spezzare il legame materno era l’unica via per evitare che la magia del talismano imposto da Yeshol attaccasse anche lui. Non sapeva come avesse fatto a trovare un talismano elfico di tale valore, eppure le cose stavano così; il capo della Gilda si era impossessato di un manufatto antichissimo capace di sopprimere la personalità di una persona e di piegarla al proprio volere e Taliah adesso non esisteva più.

Passavano settimane e Meriph faticava sempre di più a mantenere la parola data, come poteva accettare di aver ritrovato la donna che amava e averla persa nuovamente subito dopo, proprio ora che stavano per diventare genitori. Quella notte, l’ultima in cui Taliah era ancora in sé, gli aveva fatto promettere di dimenticarsi di lei, un attimo dopo avergli detto che era incinta di lui. Meriph sapeva che era l’unico modo per proteggerlo, ma a che scopo?
Lui era un inutile postulante, destinato a morire entro poco tempo, un destino che lui stesso aveva scelto per sé, perciò se doveva morire…perché anche Taliah doveva sparire, mentre loro figlio, se fosse stato graziato dalla Suprema Guardia, sarebbe sicuramente diventato un assassino!?
No, non poteva accettarlo, non ne era in grado… e poi non era più sicuro di voler morire. Scosse la testa, due mesi e non aveva ancora uno straccio di piano. Si diresse avvilito verso la stanza di Taliah, nonostante la promessa, si prendeva cura di lei. Era riuscito con la sua astuzia a fare in modo di essere scelto come servitore personale della Guardia degli Incantesimi, nonostante la ragazza fosse ormai un automa aveva comunque bisogno di qualcuno che la assistesse data la sua condizione e a quanto pareva, o meglio come aveva dato modo di credere Meriph, L’unica in grado di aiutarla era Maya. Eppure la ragazza aveva obbiettato dicendo che non era abbastanza forte da sorreggere una donna incinta e che quindi era più opportuno che se ne occupasse il suo amico Gerard, padre amorevole che si trovava lì solo per salvare i suoi piccoli figliuoli malati. Rator non ci era cascato neanche un po’, ma per quanto gliene importava accettò senza lamentarsi, distratto com’era dal pensiero della sua Rekla alle prese con un assassina ribelle e marchiata in giro per le Terre Ignote.
< Su muoviti, “Gerard” > disse in tono ironico e seccato Rator, spingendo rudemente Meriph che si riscosse dai suoi pensieri e lo guardò confuso < Be’? Che hai da guardare? Non ti chiami Gerard? > chiese la Guardia delle Armi. Il ragazzo si maledisse mentalmente quando scosse la testa, per poi annuire vigorosamente < S-si, certo che si > disse impacciatamente e per tutta risposta Rator scoppiò a ridere sotto lo sguardo spaventato e sgomento di Meriph. < Sei proprio un pessimo bugiardo, so perfettamente che quello non è il tuo nome, non era difficile capirlo > cominciò la guardia e zittì immediatamente Meriph che cercava invano di protestare < Quando qualcuno ti chiama impieghi un po’ di tempo a girarti e poco fa mi hai dato la riprova, ma comunque non temere, non ti farò punire, mi stai simpatico > . Il postulante fece un sospiro di sollievo, ma si chiese comunque perché quella guardia fosse relativamente gentile con lui, quando sapeva che con Taliah era crudele e insopportabile. < Vedi, trovo la tua stupidità vagamente divertente. Credi davvero che non si accorgerà nessuno che sei tu il padre? > disse con noncuranza gustandosi la faccia sconvolta di Meriph < Porco Theenar! Come diavolo… !? > sbraitò meravigliandosi nel vedere Rator restare impassibile. < Bestemmi anche… è un vero peccato che tu debba morire, sei uno spasso, comunque non mi importa nulla di questa storia, ma… capisco in parte quello che provi e quindi non ti ostacolerò e né ti aiuterò, solo ti farò il favore di non parlarne con nessuno > disse serio. Erano circa sei o sette mesi che Rekla era incinta, lei stessa non poteva crederci, pensava di essere ormai sterile data l’età avanzata, ma quella pozione ringiovanente era a dir poco miracolosa, soprattutto con gli ultimi accorgimenti che gli aveva apportato. Era riuscita a nascondere piuttosto bene quel fatto incredibile, coprendo la pancia con vestiti larghi e pesanti, ma Rator sapeva che non poteva fingere a lungo, contro Dubhe sarebbe stata molto più vulnerabile e lui temeva il peggio. Per questi motivi non appena si era accorto dell’amore che Gerard, o qualunque fosse il suo nome, metteva nel prendersi cura di Taliah, non aveva potuto non notare che anche lui soffriva per la sua ragazza e il suo bambino. Non sarebbe mai riuscito a tradirlo.
< Grazie > mormorò confuso Meriph e finalmente giunsero a destinazione. < Tornerò tra qualche ora > dichiarò Rator vedendo come Meriph corse subito da Taliah e il ragazzo gli sorrise riconoscente senza poter nascondere il suo turbamento per quella strana situazione.

La Guardia degli Incantesimi non lo degnava di uno sguardo, lasciava che si occupasse di lei dandogli un ordine ogni tanto, al ragazzo si strinse il cuore, lei non esisteva più ed era inutile continuare a lottare, eppure lui non voleva arrendersi. Meriph la guardò, i capelli le erano cresciuti e le ricadevano sulle spalle morbidi e lucenti, ci passò la mano accarezzandoli e lei lo guardò contrariata bloccandogli il braccio. < Cosa fai? Non capisci che queste attenzioni sono inutili? Sei patetico se continui a sperare in qualcosa che non ci sarà mai > disse gelida e lui sospirò < Io devo sperare, Non smetterò mai di farlo > lo sguardo sicuro e deciso di Meriph l’avrebbe messa in soggezione in altre circostanze, ma non in quella situazione. < Perché? > chiese senza mutare espressione < Perché ti amo (stimerò chiunque riconosca la citazione! Scallison for ever! *^*) > la risposta uscì spontanea dalle sue labbra, ma lo sguardo irato di Taliah lo raggelò < Tu continui a ripeterlo, ma nulla è cambiato e siamo ancora qui > Meriph sapeva che non pensava davvero quelle cose anche se non poteva non essere ferito da parole simili. < Vattene > disse lei impassibile e a nulla valsero le suppliche di Meriph, uscì completamente distrutto, doveva fare qualcosa e subito.

Il primo problema da risolvere era il talismano, doveva trovare il modo di disattivarlo. In condizioni normali avrebbe provato a sfilarglielo in un attimo di distrazione, ma da quello che Maya era riuscita a sentire, in quanto era l’unica tra i postulanti a sapere come ottenere informazioni senza essere scoperti, Yeshol aveva imposto un incantesimo sul ciondolo che avrebbe ucciso Taliah non appena avesse cercato di toglierlo. Perciò l’unico modo era convincere Yeshol a rimuoverlo, ma non ci sarebbe mai riuscito, avvicinarsi a lui era pressoché impossibile… a meno che…avrebbe potuto mettere un’erba nel suo cibo e non appena si fosse sentito male lo avrebbe minacciato di non dargli l’antidoto fin quando non avesse rotto l’incantesimo, ma…dove trovare le erbe? E come evitare l’intervento di altri assassini?
Si faceva troppi problemi, ma in fin dei conti non era un piano così insensato, magari poteva chiedere aiuto a quella guardia, ma gli aveva esplicitamente detto che non lo avrebbe ostacolato, ma neanche aiutato. Proprio mentre si scervellava invano, la soluzione arrivò improvvisa, o meglio lui ci sbattè contro < Chiedo scusa! > disse abbassando il capo di fronte a quell’assassino. < Ancora tu!? > esclamò lui…quella voce…Meriph alzò lo sguardo su di lui e subito riconobbe la persona che più odiava su tutto il Mondo Emerso e Sommerso; Will.
< Tu! Lurido ammasso di pulci! Ti diverti a provocarmi, ma ti insegno io come ci si comporta! > Will lo afferrò per il bavero sbattendolo al muro e fece per tirargli un pugno. < Fermo! > gridò Mer facendolo adirare ancor di più. < Osi dirmi di fermarmi!? > Will caricò nuovamente il pugno, ma il ragazzo riuscì a bloccarlo per un soffio. < So come aiutarti con la tua ragazza! > gli disse e l’assassino bloccò il pugno a mezz’aria < Non urlare cane! Qualcuno potrebbe sentire > si guardò intorno e lo lasciò < Su parla pezzente > sussurrò guardandolo con rabbia. Meriph si sistemò la casacca e si costrinse a comportarsi in modo da non farlo arrabbiare, nonostante volesse solo spaccargli la faccia, il suo nuovo piano prendeva forma nella sua mente. Lo guardò e sorrise furbescamente < Voglio che però tu la smetta di torturarmi, oppure non ti dirò nulla > disse, Will lo guardò sprezzante < E cosa ti fa credere che abbia bisogno del tuo aiuto > il postulante non tardò a ribattere < Il fatto che la mia faccia sia tutta intera > gli porse la mano < Allora, affare fatto? > l’assassino si arrese, non aveva molte soluzioni, strinse la sua mano. “Bravo, stupido idiota” pensò Mer.

< È strano ciò che mi chiedi > disse Yeshol distogliendo finalmente lo sguardo dal tomo che stava leggendo per poi fissare il giovane assassino tremante al suo cospetto. Erano parecchi minuti che Will esponeva la “sua” idea, o quello che Meriph gli aveva detto di dirgli, ma la Suprema Guardia non lo aveva degnato di uno sguardo, tant’è che il ragazzo si chiedeva se lo stesse ascoltando seriamente. < Be’ ecco, credo che una missione sia l’ideale per lei, potrebbe ritornare ad apprezzare le nostre abitudini > disse poco convinto, ma l’uomo lo liquidò in fretta < Adesso hai un altro maestro, non è più affar tuo > disse. Will strinse i pugni, era un codardo si, ma non fino a quel punto, non era solo Taliah a rischiare, ma anche loro figlio, o così credeva < È lei che mi ha reso ciò che sono! E mi sembra il minimo aiutarla a ritornare quella di un tempo! > il tono della sua voce era molto più alto e questo fece irritare Yeshol < Apprezzo la tua…fedeltà > disse infastidito e si alzò girandogli intorno, Will deglutì. < Ma ritengo che Taliah non sia ancora pronta per simili cose, potrebbe ribellarsi > concluse la Suprema Guardia < Scusate se mi permetto di contraddirvi, ma è impossibile…voglio dire improbabile che succeda dato che è sotto il potere del talismano e inoltre credo che affiancarla sarebbe un’ottima opportunità per dimostrarvi il mio valore > disse titubante, a capo chino. Yeshol parve soppesare quelle parole < D’accordo. Ho saputo di un vecchio sacerdote che alloggia in un villaggio qui vicino e dice di predicare il vero culto di Theenar. Insomma capisci bene che un eretico del genere non può vivere sporcando il buon nome del nostro padrone > cominciò e Will annuì < Certamente mia guardia > disse sentendo un grosso peso levarsi dal petto. < Stavo giusto riflettendo su a chi affidare questo compito, è molto semplice e potrebbe essere un ottimo “nuovo inizio” per Taliah > constatò Yeshol. Il giovane assassino ringraziò Theenar mentalmente e scambiati altri convenevoli si congedò incrociando i pugni al petto. Will sorrise, presto Taliah sarebbe stata salva.

ANGOLO DELL’AUTRICE :
Salve a tutti! :D sono molto felice di aver potuto aggiornare. Erano secoli che i miei piccolini erano bloccati :3
Taliah e Meriph: ti odiamo nel profondo -.-“
Hey! Cattivi :’( Va be’ comunque, che ne pensate di questo capitolo? Quante sorprese eh? Taliah è soggiogata dallo stesso talismano che compare nelle Leggende, Rekla è incinta e Will e Meriph organizzano un piano INSIEME! XD Tralascio il fatto che Will ha il prosciutto sugli occhi :P
Will: Cosa?
Meriph: eheheheh 3;)
E niente spero vi sia piaciuto il capitolo, bacioni e alla prossima :3 ;) <3 PS: se trovate delle X è perché mentre scrivevo mi ero dimenticata il nome di Rator, ho corretto il capitolo ma qualche X potrebbe essermi sfuggita :P

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