Nine Months

di Nefer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NINE MONTHS

CAPITOLO I
James Potter è il mio fidanzato. Quando dico “fidanzato” intendo nel modo ufficiale, con tanto di festa di fidanzamento, una cosa che ha voluto mia madre a tutti i costi che io sinceramente ho trovato superflua. Comunque sia ho pensato che fosse carino da parte mia farla contenta.
Ormai io e James abbiamo diciannove anni. Sono passati due anni da quando mi ha chiesto di sposarlo. Ricordo ancora perfettamente quel giorno. Era l’ultimo anno ad Hogwarts. Si è inginocchiato davanti all’intera Sala Grande, durante il ballo di fine anno, e mi ha chiesto di sposarlo. Mi pare più che ovvio che gli abbia detto di sì!
Sono passati due anni… e ancora non abbiamo coronato il nostro sogno. Per vari motivi. Il principale è che lui ha iniziato a studiare per diventare Auror e io insegnante di Pozioni!
Ma ora siamo decisi più che mai a sposarci! Ed entro la fine di quest’anno! Nulla può impedircelo!
Ecco… siamo un po’ indecisi sulla data del matrimonio. Io vorrei una bella cerimonia all’aperto alla fine dell’estate. Lui invece vorrebbe la classica cerimonia, possibilmente in autunno.
Non so chi di noi due l’avrà vinta. Sirius, il suo migliore amico, dice che una cerimonia d’estate sarebbe bellissima. Ogni tanto quel ragazzo qualcosa di intelligente la dice!
Remus si è dichiarato assolutamente neutrale. Meglio chiedere consiglio a Charlotte che è già sposata da diversi mesi ormai…
Sì, vado a telefonarle! Meglio così…
Charlotte dice che alla fine l’avuta vinta lei! Mah… solo io non riesco ad abbindolare il mio fidanzato? Be’, tenterò questa sera quando mi porterà a cena fuori.

 - Lily, è arrivato James! – urlò la signora Evans dal piano di sotto.
Lily inciampò nel tappeto in bagno e per poco non finì a terra, mentre, nel contempo, cercava di legarsi i capelli con un elegante fermaglio nero.
 - A-arrivo! – gridò l’attimo dopo, affacciandosi appena fuori dal bagno. Si guardò allo specchio e si trovò ridicolmente penosa.
Forse un po’ di trucco avrebbe migliorato la situazione. Ecco il fard sulle sue guance, un leggero ombretto, mascara e un rossetto dal delicato colore pastello.
Ora si sentiva leggermente più umana e pronta ad uscire a cena con James.
Cercando di non cadere giù per le scale con le sue nuove scarpe col tacco, raggiunse il ragazzo all’ingresso. Salutò in fretta i genitori ed uscì con lui.
James le diede un lungo bacio carico di passione, come se non la vedesse da anni e non da quel pomeriggio.
Ma ovviamente Lily non ci pensò due volte a ricambiare il bacio! Poi si diressero verso la macchina.
 - Allora, dove mi porti? – chiese Lily.
 -Ad un ristorante d’eccezione… - disse James con un sorriso – Casa mia.
Lily sorrise – Mi piace questo ristorante.
James mise in moto la macchina. Era stata dura convincerlo a prendere la patente dei Babbani, ma alla fine, almeno su quello, Lily l’aveva avuta vinta. Lui continuava a sostenere che non ce ne fosse bisogno, dato che potevano entrambi Smaterializzarsi.
Lily gli aveva fatto gentilmente notare che non avrebbero potuto Materializzarsi in un ristorante di Babbani, tutte le volte che voleva.
Di fronte a tale realtà James aveva dovuto cedere.
Non solo, si era anche preso in affitto un appartamento nella periferia Babbana per stare il più vicino possibile a Lily. Un gesto che la ragazza aveva trovato davvero romantico, perché vedere James alle prese con la vita dei non maghi di tutti giorni le faceva provare una certa pena nei confronti del ragazzo.
Insegnargli ad usare il telefono era stata decisamente dura. I primi tempi ancora le mandava gufi per sentirla e allora era lei a telefonargli.
Grazie al cielo imparare ad usare i fornelli non era stato così difficile e li sapeva usare decisamente bene!
Per questo fu contenta di andare a cena da lui quella sera, non solo per i piatti cucinati, ma anche per… avere un po’ di intimità…
Era difficile quando sua madre le stava con il fiato sul collo. La signora Evans era una donna molto accondiscendente, ma anche molto all’antica. Adorava James ed era contenta del fatto che Lily stesse con lui, ma non tollerava i rapporti al di fuori del matrimonio.
Se solo avesse saputo che la prima volta di Lily era stata a diciassette anni… anzi ancora non li aveva compiuti.
D’altronde a Lily piacevano quelle scappatelle con James. Far credere alla madre che andavano in un posto affollatissimo mentre invece erano solo loro due nella casa di James.
I due ragazzi salirono fino al secondo piano, facendo a gara a chi arrivava prima. Vinse ovviamente James, ma solo perché Lily era decisamente impedita con i tacchi.
- Non vale! – esclamò raggiungendolo, ma rideva. James le diede un bacio e aprì la porta.  
 - Et voilà! – fece James indicandole il salottino dove c’era una tavolo elegantemente apparecchiato per due, con tanto di rose rosse e candela al centro.
Lily sorrise ed entrò. – Oh James! Che bello! – esclamò entusiasta.
Mangiarono e finita la cena Lily provò ad affrontare la questione “data del matrimonio”.
 - Sai, dovremmo decidere in fretta se vogliamo sposarci entro la fine di quest’anno. – disse la ragazza. Poi lo guardò con i grandi occhi verdi, imploranti –James, mi piacerebbe davvero tanto una cerimonia d’estate! Vorrei indossare un abito un po’ scollato, sai!-
 - E io vorrei indossare una cravatta e la giaccia senza dover sudare e somigliare alle cascate del Niagara! – disse di rimando James.
 - Non lo voglio in autunno! Fa troppo freddo! – replicò Lily corrucciando la fronte.
 - Nei primi di autunno non fa troppo freddo!
 - Gli alberi sono spogli, le foglie secche e gialle! È troppo triste!
Sapevano che di quel passo non avrebbero concluso nulla. E la serata era già rovinata!
Stettero per diversi minuti in silenzio, tenendosi il broncio, fino a che James non si arrese per primo.
 - Lily, non mi va di litigare. Perché dobbiamo rovinare questa serata così? – disse – Non possiamo riparlarne domani pomeriggio? Ti prometto che domani decideremo tutto!
Lily sospirò. James aveva ragione in fondo – D’accordo, ma devi promettermi che da domani inizieremo a pensare al matrimonio seriamente! – lo ammonì.
James annuì con fare solenne e le fece un sorriso. Lily si lasciò sciogliere da quel sorriso e non poté resistere alla tentazione di baciarlo.
L’attimo dopo erano già nel letto di James, ormai dimentichi del recente litigio…

Lily afferrò la sveglia con uno sbadiglio. Le cinque del mattino. Maledizione, si era addormentata.
Provò ad alzarsi, ma un braccio attorno alla sua vita, la teneva stretta.
Si voltò verso James, che aveva il viso affondato nel cuscino ed un espressione beata sul volto.
 - James… devo andare… - fece Lily cercando di togliersi il braccio del ragazzo di dosso.
 - Altri cinque minuti… - disse lui senza nemmeno aprire gli occhi.
 - James, se i miei si accorgono che non sono rientrata a casa mi uccidono! – finalmente Lily riuscì a togliersi di dosso il braccio di James.
Si alzò da letto e si affrettò a recuperare i suoi vestiti, sparsi per la stanza.
 - Uffa! – sbuffò James girandosi sulla schiena per guardarla.
Lily si era già rimessa il vestito nero e le scarpe. Diede un bacio a James – Ci vediamo questo pomeriggio. – gli disse.
Il ragazzo non la mollò – Un altro bacio! – implorò.
Lily, paziente, lo baciò di nuovo – Ora devo proprio andare. – disse – Alle otto devo essere a scuola per il tirocinio.
Si liberò gentilmente dalla sua stretta e riuscì ad andarsene.
Rientrata a casa si tolse le scarpe per fare meno rumore. Salì silenziosamente nella stanza che ancora divideva con la sorella.
Petunia era nel suo letto e le dava la schiena. Per fortuna anche lei dormiva. Lily indossò il pigiama e si mise sotto le coperte.
 - Lo so che sei stata da Potter! – sussurrò acida Petunia. Era sveglia a dispetto delle apparenze – Ti pare questa l’ora di rientrare? Pensa se lo viene a sapere la mamma!
 - Chiudi quella bocca, Petunia! E non azzardarti a dire qualcosa alla mamma! – replicò Lily furiosa. Si girò dall’altra parte e chiuse gli occhi.
Petunia non emise un fiato e si rimise a dormire.
La sveglia di Lily suonò alle sette. Troppo presto per i gusti della ragazza. Ma riuscì comunque ad alzarsi, con uno sbadiglio e a trascinarsi fino in bagno per prepararsi.
Molto più simile ad uno zombie, piuttosto che a Lily Evans, scese in cucina per fare colazione. Petunia continuava a lanciarle silenziose occhiatacce, mentre mangiava i suoi pancake.
Lily, semplicemente, la ignorò e, finita la colazione, salutò tutti per correre alla scuola di stregoneria e magia di Hogwarts, che era stata la sua scuola per sette lunghi anni in cui era successo di tutto.
Mentre viaggiava tranquillamente in macchina Lily si lasciò andare ai ricordi.
Era entrata lì che aveva undici anni. Aveva conosciuto in quella scuola le sue prime, vere migliori amiche: Angeline Carpenter, Isabel Pratt e Charlotte Bailey. Ai tempi della scuola erano inseparabili e lo erano tuttora, nonostante Charlie fosse sposata e Angy in America a finire gli studi lì.
Le mancava Angy. Era la sua amica più stretta ed erano due anni che non la vedeva. Il padre l’aveva mandata in America due anni prima, quando gli attacchi di Voldemort si erano intensificati, temendo per la sua vita.
Ma erano in continuo contatto e si sentivano ogni giorno.

Questa mattina ho avuto il tempo di fare due chiacchiere con Charlie e le ho raccontato che James non molla. È così testardo! Si è messo in testa che il matrimonio deve essere d’autunno e non vuole cambiare idea. Le ho raccontato anche la fatica che ho fatto ad andarmene questa mattina. Non voleva più lasciarmi!
Charlie si è lasciata sfuggire un’esclamazione di vittoria. Mi ha detto che è proprio su questo punto che devo giocare a mio favore. Devo far capire a James, che prima ci sposiamo e prima mi avrà tutta per lui. Su questo non ci avevo pensato. Charlie è davvero furba. Sarà così che riesce a convincere Dean in tutto?
Le ho chiesto cosa avrei dovuto fare se non avesse dovuto funzionare nemmeno così. Per prima cosa, mi ha detto, funzionerà di sicuro. Basta nominare il sesso e i ragazzi diventano dei docili agnellini in grado di saltare anche in un cerchio di fuoco, se poi James è un caso particolare e non si lascia abbindolare nemmeno così, l’unica cosa da fare è piangere e implorarlo, fino a che non ne avrà piene le scatole e allora per disperazione cederà.
Questo punto mi piace un po’ meno. Siamo entrambi molto orgogliosi e non voglio essere io la prima ad abbassarsi ad implorarlo. Ma come si dice: a mali estremi, estremi rimedi.
Eccomi arrivata a scuola. Varco i grandi cancelli e mi dirigo verso il portone. Nonostante sia maggio ormai, questa è solo la prima lezione da tirocinante. E chi mi sta facendo concorrenza per diventare professore di Pozioni?
Proprio lui, Severus Piton! Anche se so che la sua massima ambizione sia quella di diventare insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Mah! Dubito che Silente gli darà la cattedra così facilmente.
E proprio a me doveva venire a fare concorrenza quello? Oddio, voglio troppo il posto di insegnante di Pozioni! Come faccio? Piton è bravissimo in quella materia…
Mmmmh… meglio non pensarci troppo o non avrò la forza di partecipare alla lezione…
Oddio… ma se non penso alla cattedra di Pozioni, penso al matrimonio… ecco… sento che le forze mi stanno per abbandonare…

Lily si riscosse dai suoi pensieri non appena raggiunse l’aula di Pozioni. In quel momento un piccolo Elfo Domestico le corse incontro.
 - Signorina Evans! – gridò agitando un foglio di pergamena. – Il professor Silente manda questo!
Lily prese il foglio e lesse strabuzzando gli occhi. Il professore di Pozioni quel giorno non c’era e lei avrebbe dovuto sostituirlo, facendo lezione da sola.
Lily iniziò a sudare freddo. Lei? fare lezione da sola ad una trentina di ragazzini del secondo anno scalmanati? Ma non lo aveva mai fatto in vita sua!
 “Oddio… non so se sarò in grado di farlo” pensò.
Ma non c’era tempo per rimuginare sulla cosa, perché ormai le lezioni erano iniziate e non poteva più tirarsi indietro.
Si fece coraggio ed entrò. Trenta paia di occhi curiosi si focalizzarono seduta stante su di lei.
Deglutì, ma cercando di mantenere un’aria seria, raggiunse la cattedra e si voltò verso di loro.
Cielo quanto erano piccoli! Ma anche lei a dodici anni era così nanerottola?
Fece un sorriso sforzato, cercando di mantenere la calma. I ragazzini continuavano a fissarla in silenzio.
 - Emh… il professore oggi non può venire a fare lezione, per cui lo sostituirò io. – spiegò Lily, tormentandosi le mani l’una con l’altra.
Loro continuarono a fissarla in silenzio, fino a che una bambina non alzò la mano. Lily osservò i colori della sua divisa. Era una Grifondoro.
 - Come si chiama? – chiese.
 - Lily Evans.
Nella classe si levò un coro di – Benvenuta, professoressa Evans.
Che fece arrossire non poco Lily, ma che comunque sorrise compiaciuta – Grazie. – disse. Come inizio non era male.
Molto più sicura di se, chiese a che punto fossero arrivati con il programma e iniziò a spiegare un nuovo argomento.
La lezione andò alla grande. Finita l’ora i bambini la salutarono allegramente e la classe si svuotò.
Lily prese la sua borsa e raggiunse di corsa l’ufficio di Silente, dato che sul biglietto c’era scritto di andare da lui non appena finita la lezione.
 - Professore! – esclamò Lily trafelata – Professore, come ha potuto lasciarmi fare tutto da sola?
 - Scommetto che te la sei cavata egregiamente, Lily. – disse lui con un sorriso – Ho visto gli studenti uscire entusiasti da quell’aula.
Lily arrossì – Be’…  è stata una lezione molto facile. – disse, imbarazzata. – E loro sono stati bravissimi.
 - Tu sei stata bravissima. – la corresse Silente – Spero di rivederti domani per un altro giorno di tirocinio. – aggiunse.
 - Certamente, professore! – esclamò Lily raggiante – Grazie! Arrivederci! – esclamò uscendo dalla stanza e scontrandosi quasi con Severus Piton.
Lui la guardò con il solito cipiglio arcigno e per un attimo lei si sentì in soggezione. Pigolò delle scuse e corse via.
Il resto della mattinata lo passò al telefono con Izzie. Anche lei le diede dei buoni consigli su come convincere James. Era fidanzata da un anno con un ragazzo molto testardo di nome Sean e sapeva come andavano certe cose.
Le disse che gli uomini andavano presi per la gola, inoltre.
Quel consiglio illuminò Lily. Ma certo! Era libera fino all’ora di pranzo! Avrebbe potuto preparare qualcosa senza problemi. Ringraziò Izzie e si mise subito a lavoro, in cucina.
Con la magia avrebbe preparato tutto in un attimo, ma c’era una bella differenza tra qualcosa preparato con la magia e qualcosa fatto con le proprie mani.
Prese un libro di ricette vecchio, che apparteneva a sua madre quando era ragazza e optò per fare dei dolcetti al cioccolato, cosa che James adorava.
Mentre impastava, sbuffava, cercava di seguire la ricetta alla lettera, ripensò alla chiacchierata con Izzie e a come lei parlava di Sean.
Sembrava il principe azzurro caduto dal cielo. Eppure fino all’estate del loro settimo anno Izzie era stata fidanzata con Remus Lupin, l’altro migliore amico di James, e sembrava davvero innamorata. Cosa era andato storto tra loro? Perché si erano lasciati?
Lily non l’aveva mai saputo. Izzie e Remus avevano voluto tenere la cosa per se. Erano comunque rimasti molto amici e si volevano un gran bene.
Chi invece aveva del tutto tagliato i ponti erano stati Sirius ed Angy. Anche loro fidanzati ai tempi del settimo anno. Erano decisamente innamorati, ma poi lei se n’era dovuta andare e avevano deciso di chiudere per non soffrire a causa della distanza.
Da allora non si erano più sentiti…
Lily infornò i dolcetti. Avevano un aspetto delizioso ed erano tutti a forma di cuore.
Certo che se non avesse funzionato nemmeno così…
Le stava provando tutte. Izzie le aveva addirittura proposto lo “sciopero del sesso”. Altra ottima idea.
Ecco, si sarebbe rifiutata di fare l’amore con James fino a che lui non avesse ceduto e per sicurezza, nel caso poi lui cambiasse idea, fino al matrimonio.
Così era davvero costretta a sposarla il più presto!
Il telefono iniziò a squillare proprio quando aveva appena chiuso l’anta del forno. In casa non c’era nessuno a parte lei e così corse a rispondere.
 - Tesoro, passo a prenderti tra mezz’ora, così andiamo a pranzo fuori e finalmente discutiamo di questo matrimonio! – disse James dall’altra parte.
 - Perché invece non andiamo di nuovo a casa tua? – propose Lily maliziosa.
Faceva parte del piano essere maliziosa e fargli credere che avrebbe ceduto.
 - Ah! D’accordo! – fece James entusiasta.
Lily rimise giù la cornetta, soddisfatta. Il suo piano era appena iniziato. Voleva il matrimonio in estate e lo avrebbe avuto!
Mezz’ora dopo i dolcetti erano pronti e James, puntuale, era passato a prenderla.
Lily mise i dolci in una bella scatolina oro e rossa, i colori preferiti di James ovviamente, e corse da lui, lasciando un biglietto ai genitori, attaccato alla porta del frigorifero.

Dovrò fare una statua a Izzie e Charlie! A parte gli scherzi, credo proprio che farò loro un bel regalo.
I loro consigli si sono rivelati fantastici! Hanno funzionato alla perfezione! James si è trasformato in un cucciolo indifeso sotto i miei occhi, mentre dentro di me finalmente esultavo vittoriosa.
Quando ho tirato fuori quella scatola con i suoi colori preferiti e quando ha visto cosa conteneva, ha iniziato a guardarmi in adorazione.
E poi ovviamente ha provato a trascinarmi in camera e io mi sono categoricamente rifiutata e ho attaccato con la solfa dello “sciopero del sesso”. L’accostamento “sciopero” e “sesso” insieme lo hanno scioccato. L’adorazione è sparita dai suoi occhi sostituita dal disgusto per ciò che avevo detto.
Alla fine gli ho dato il colpo di grazia dicendogli che prima ci sposavamo e prima avremmo fatto di nuovo l’amore!
È rimasto in silenzio a lungo, rimuginando, mentre io ridacchiavo sotto i baffi.
Alla fine mi ha guardata e si è arreso. Ho evitato di mettermi ad urlare e saltare davanti a lui per lasciargli quel briciolo di dignità che gli era rimasta.
Ma l’ho baciato su una guancia, ringraziandolo. Anche se ringraziarlo mi sembrava una presa in giro, dato che lo avevo praticamente costretto io a cedere.
Il matrimonio sarà il venticinque luglio. Devo correre a chiamare Izzie, Charlie e Angy per dirglielo!
Ho vinto io! Lily Evans ottiene sempre quello che vuole!
CONTINUA

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ringraio per i commenti:

Potter92
cullen isabella
Bella Swan
Mikelina
Tosca91
vampirellafra

e tutte coloro che hanno commentato l'ultimo capitolo di french kiss!

CAPITOLO II

Adesso basta! Il mio matrimonio sta diventando un affare di stato. Io dico… BASTA! Non ne posso più! non ho fatto in tempo a comunicare la data a mia madre che lei si è subito montata la testa, iniziando a farneticare sul luogo, gli addobbi e il rinfresco. Ma quello che più mi ha fatto imbestialire è stata la sua proposta sul vestito. Ha detto che dovrò indossare il suo perché “si tramanda da generazioni nella nostra famiglia”.
 - Certo, dovremmo modificarlo un po’, perché è invernale in realtà, ma sono sicura che andrà benissimo. – ha detto.
Non ci ho visto più. Il vestito lo devo mettere io e lo scelgo io, che sia chiaro! Gliel’ho fatto notare nel modo più gentile possibile. Così gentile che alla fine si è messa a piangere e io mi sono sentita un mostro.
L’ho consolata e le ho detto, questa volta davvero gentilmente, che io avevo già scelto un abito.
Sì è calmata e in tono lacrimoso mi ha detto che non importa.
 - E’ solo un vecchio abito polveroso.
È davvero brava a farmi sentire in colpa…
Ma non cambio idea! Ho già visto il vestito che voglio e me ne sono letteralmente innamorata! Cielo! Ancora due mesi e mi sposo!
Lily Potter!
Ah! Quanto suona bene! Il mio nome e il cognome di James stanno benissimo insieme! Sembrano fatti apposta! Ora meglio che chiami le altre, ancora non ho comunicato loro la notizia!

La prima che Lily chiamò fu Angy. Fissò per un minuto abbondante la cornetta quando una voce atona le disse che il numero selezionato era inesistente.
Ma se fino al giorno prima funzionava perfettamente? Significava solo una cosa. Angy non abitava più lì e non aveva detto niente a Lily…
Lily rimise giù la cornetta. Non poteva crederci. Angy era sparita. Quasi non sentì il campanello che suonava.
Lentamente andò ad aprire e fissò per un attimo confusa l’alta ragazza davanti a lei. Aveva labbra carnose, occhi chiari e lunghi, lisci capelli scuri, con una bella frangetta para.
Lily spalancò la bocca, senza fiato e soprattutto senza parole.
 - Angy! – gridò poi.
La ragazza sorrise e l’abbracciò – La mia Lily! – urlò poi tenendola stretta.
 - Angy, sei proprio tu?! – boccheggiò Lily – Io… io non posso crederci… sei qui! Ma che ci fai qui?! – gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.
 - Mi sono trasferita! Ho trovato casa qui! – fece Angy.
 - Perché non me lo hai detto?! -
 - Volevo farti una sorpresa! E a quanto pare ci sono riuscita!
Lily sorrise e l’abbracciò di nuovo, decisamente euforica. Sorpresa migliore di quella non poteva fargliela.
 - Angy… non ci crederai mai… mi sposo il venticinque luglio! – gridò poi Lily.
 - Allora sono venuta giusto in tempo! – gridò di rimando Angy mentre si sedevano sul divano in salotto.
Lily non poté resistere alla tentazione di abbracciarla di nuovo. – Sei il regalo più bello che mi sia mai capitato! A proposito… ma stai ancora con quel Matt? – chiese poi non riuscendo ad evitare una smorfia.
Angy rise – Sono venuta ad abitare qui proprio con lui. Abbiamo deciso di provare a convivere.
Lily sospirò. Be’ certe cose non poteva cambiarle. E quindi le sarebbe toccato invitare anche Matt al matrimonio.
Lo aveva visto solo una volta e non le era stato tanto simpatico. Era bello, decisamente bello, ma così esageratamente sicuro di sé!

James aveva appena comunicato la data del suo matrimonio a Sirius, Remus e Peter. Si erano visti quella sera ed erano andati a prendere qualcosa da bere tutti insieme ad Hogsmeade.
 - “Sciopero del sesso”?! – esclamò Sirius strozzandosi con la sua Burrobirra.
 - Già… - sospirò James – Mi ha incastrato per bene…
Sirius, che fino ad allora aveva cambiato una ragazza a settimana, non riusciva a capacitarsi di come si potesse vivere senza sesso!
Remus invece rise divertito – Devo dire che è stata davvero furba! – disse.
Peter annuì con un sorriso.
James sospirò. In fondo non poteva farci nulla. Aveva dovuto accontentare Lily per forza. Presto sarebbero iniziati i frenetici preparativi per il loro matrimonio.
Non voleva ammetterlo, ma aveva una certa ansia…

12 luglio 1979.
Solo tredici giorni al mio matrimonio! Tredici! Vuol dire quasi due settimane! O meglio, più di una settimana, ma meno di due! È pochissimo!
Ormai è tutto pronto. Abbiamo dato gli inviti un mese fa. Il buffet è stato ordinato da non so quanto e il mio vestito è pronto. È bellissimo… proprio come lo volevo io…
Ma sto sognando? O è tutto vero?
Mi sposerò davvero! E Angy sarà la mia testimone! James ha ovviamente scelto Sirius! Ora che ci penso, Sirius non sa ancora che Angy è qui.
Mh… cosa accadrà quando si incontreranno? Credo che non sia una buona idea farli rivedere dopo tre anni il giorno del mio matrimonio.
La cosa migliore è organizzare qualcosa prima… tipo un pranzo tutti insieme.
Inviterò Remus, Sirius e Peter e Angy, Izzie e Charlie, ovviamente con Dean.
Sarà come ai vecchi tempi… lo spero. Oh maledizione! Non ho calcolato quel bellimbusto di Matt! Ma come ho fatto a non pensarci?
E vabbè… non posso farci nulla se ci sarà anche lui!
Allora ho deciso. A pranzo, domani. Un bel pranzo in giardino. È l’ideale! Dirò a Sirius di venire prima, con la scusa di aiutarmi a preparare tutto e così gli dirò che ci sarà anche Angy con il suo fidanzato, almeno si prepara psicologicamente. Ottima idea.

 - Sirius, James, aspettate! Quel tavolo mettetelo là! – disse Lily indicando il portico davanti la porta finestra.
I suoi le avevano gentilmente lasciato casa libera e non c’era stato bisogno di dire a Petunia di sparire. Non appena aveva saputo dell’arrivo degli “strambi” amici di Lily, aveva deciso lei che era meglio levare le tende e fare una scappata da un misterioso ragazzo che recentemente frequentava.
Lily lo aveva visto solo di sfuggita e non le era sembrato questo granché. Le ricordava tanto King Kong!
Sbuffando, James e Sirius trascinarono il tavolo dove aveva detto Lily. La ragazza soddisfatta ci mise la tovaglia e iniziò ad apparecchiare, ma si accorse di aver dimenticato le posate.
Pregò James di andarle a prendere. Era il momento migliore per parlare a Sirius. Lily fece per aprire la bocca, ma all’improvviso il campanello suonò.
Lily inciampò nella gamba del tavolo e finì lunga distesa. Sirius scoppiò a ridere.
 - Non preoccuparti, vado ad aprire io, mentre ti rimetti in sesto. – disse, rientrando in casa e dirigendosi verso la porta. Inutili i richiami di Lily che temeva di sapere chi ci fosse oltre quella porta.
Sirius l’aprì con un sorriso. Sorriso che gelò quando vide chi era ad essere appena arrivato.
Angy prese un respiro profondo – Ciao, Sirius. – disse accennando un sorriso.
Sirius non riusciva a parlare.
 - Angy. – un ragazzo raggiunse Angy e le prese una mano.
Era alto e con un bel fisico. La pelle abbronzata, gli occhi castano-dorati e un sorriso smagliante.
Sirius fissò sbigottito prima Angy e poi il ragazzo. Angy gli sorrise imbarazzata.
 - Matt, lui è Sirius, il mio vecchio compagno di scuola. – disse Angy.
Matt allungò la mano con un sorriso – Piacere! – disse.
Dopo un attimo di esitazione Sirius la strinse e si spostò per farli entrare. Non staccava gli occhi da Angy.
Lily arrivò trafelata.
 - Lily! Sei stupenda! – esclamò Matt, baciandola su entrambe le guance.
 - Grazie, Matt. – fece Lily, mentre James non era proprio entusiasta della confidenza che Matt si era preso con lei.
Ma fu lo stesso educato nel presentarsi. Lily guardò rigida Angy – Perché sei arrivata così presto? – le chiese sottovoce.
 - Mi dispiace, ha insistito Matt – fece Angy.
 - Ancora non avevo detto a Sirius di te…  
 - Ho notato…
Sirius era tornato in giardino e insieme a James aveva finito di sistemare la tavola. Lily si diede una manata in faccia. Che disastro…
Sirius schiaffò un tovagliolo accanto a un piatto. Un vecchio compagno di scuola, eh? Ecco che era lui!
Poco dopo arrivarono tutti gli altri. Izzie e Charlie riabbracciarono Angy, entusiaste. E anche Remus e Peter furono felici di rivederla.
Il pranzo, nonostante le preoccupazioni di Lily, proseguì bene. Dopo lo sgomento iniziale di Sirius, lui e Angy avevano iniziato a parlare tranquillamente e Lily era improvvisamente più calma.
Forse nessuno si sarebbe ammazzato e il suo matrimonio non si sarebbe trasformato in una strage. Per il momento poteva considerarlo salvo.
Quando se ne andarono tutti, e rimasero solo lei e James, si lasciò cadere stremata sul divano. Che giornata!
James si sedette accanto a lei e le cinse le spalle con un braccio – Be’, è andato tutto bene, in fondo… no? – disse.
 - Sì… - fece Lily. Guardò l’orologio – E’ meglio se vai ora. -
 - I tuoi tornano tra più di mezz’ora. – constatò lui.
 - Ricorda: “sciopero”!
Lily lo spinse verso la porta – Mancano solo dodici giorni, James. – disse dandogli un bacio. A malincuore James la salutò e se ne andò.
Eh sì, Lily gliel’aveva proprio fatta! E era pronto a scommetterci che c’era lo zampino di Izzie e Charlie. Quelle due ne sapevano sempre una più del diavolo!
Arrivato a casa si fece una doccia riposante, cenò velocemente e si mise a letto a guardare la tv. Aveva finito gli studi di Auror, almeno per quell’estate e il giorno dopo era libero di vedere Lily.
Certo… se non ci fosse stato quello “sciopero” di mezzo!

Domani! È domani! Oddio… domani sarò la signora Potter! Lily Evans in Potter! Anzi, Lily Potter e basta! Spero che vada tutto bene.. che non ci siano intoppi o altro. Non potrei tollerare che qualcosa vada storto proprio il giorno del mio tanto sognato e atteso matrimonio!
Ho paura di come verrà vestito Sirius, però. Spero non in jeans e maglietta! Oddio, forse è meglio che gli telefoni per assicurarmi di quello che indosserà…
Fatto…
Sirius mi ha ripetuto per almeno mezz’ora di non preoccuparmi e stare tranquilla, perché non verrà in jeans e maglietta. Ridendo mi ha detto che indosserà solo un paio di boxer. Non l’ho trovato affatto divertente.
Gli ho sbraitato contro per un quarto d’ora prima che lui mi tranquillizzasse dicendo di aver comprato uno splendido completo giacca e cravatta nero e di essere addirittura andato dal barbiere a farsi dare una spuntatina… ma giusto un po’…
Dopo cena mi ha chiamato James. Appena ho risposto mi ha detto testuali parole: - Tesoro, è nostra!
Non ho capito a cosa alludesse. O meglio, non l’ho capito subito. Poi me ne sono resa conto e ho cominciato ad urlare.
La settimana scorsa siamo andati a vedere una casa a Godric’s Hollow e me ne sono innamorata. L’agente immobiliare ci ha detto che ci avrebbe fatto sapere presto perché c’erano altre persone  in lista.
A quanto pare hanno rinunciato tutti e la casa… è NOSTRAAAA!
L’ho comunicato ai miei. Sono stati molto felici, ma la mamma ha iniziato a piangere, dicendo qualcosa del tipo: - La mia bambina è cresciuta!
Ultimamente piange troppo spesso…
Questa è la mia ultima sera da nubile. Angy, Izzie e Charlie hanno detto di avermi organizzato qualcosa di speciale. Passeranno a prendermi tra poco.
Anche i ragazzi hanno organizzato qualcosa a James. Ho detto a Sirius che se solo osa pensare alle spogliarelliste lo trucido!
Ah eccole! Sono arrivate! Saluto i miei e vado!

Lily afferrò la borsa e corse fuori di casa. Si fermò sorpresa nel vedere la macchina con il tettuccio decappottabile alla cui guida c’era Angy. Vicino a lei c’era Izzie e dietro Charlie.
 - E questa? – fece Lily salendo dietro.
 - È il regalo di Matt per il nostro primo anno di fidanzamento. – spiegò Angy mentre partiva. Scosse la testa – Ha esagerato. Non la volevo. Ma se non ci vado in giro si offende terribilmente.
 - Io la trovo fighissima! – esclamò Izzie con i capelli al vento. Alzò le braccia e urlò.
Le ragazze risero – Dove mi portate? - chiese poi Lily.
 - Vedrai! È una sorpresa. – disse Charlie.
Izzie accese la radio. Girl just want have fun di Cindy Lauper si diffuse nel l’aria. Tutte e quattro iniziarono a cantare e a muovere la testa al ritmo con la musica. Ben presto furono completamente prese dalla musica e sfrecciando per le strade di Londra cominciarono a cantare più forte, sotto lo sguardo divertito dei passanti e dei ragazzi che avevano la fortuna di godersi lo spettacolo.
Tutte risero, quando uno di loro, per guardarle, andò a sbattere contro un palo della luce, centrandosi mezza parte del viso. Il cane che stava portando a passeggio riuscì addirittura a liberarsi e a correre via.
 - Lo sai dove ti portiamo, Lily? - esclamò Angy sovrastando la musica.
 - A BALLAREEE!! – gridò Izzie agitandosi a tempo con la canzone.
 - Yuuuu! Sììì!! – gridò Charlie ridendo – Proprio così!
 - A ballare? Ma io non sono mai stata a ballare in vita mia! – esclamò Lily spalancando gli occhi, ma con un sorriso sulle labbra.
 - Be’, oggi ballerai! – fece Angy. Si fermò ad un semaforo e accanto a loro si fermò una macchina rosso fiammante.
Si voltarono tutte e quattro. Dentro c’erano cinque ragazzi molto carini che iniziarono a sorridere alle quattro e a fare occhiolini.
Angy rifece l’occhiolino e mandò loro un bacio. Poi fece rombare il motore della macchina, come a sfidarli a chi partiva prima. Controllò nello specchietto che non vi fosse nessuno dietro.
Il semaforo verde scattò. I ragazzi partirono a tutta velocità. Angy inserì la retro marcia e partì al contrario, poi girò e si rimise dritta, andando nella direzione opposta dei cinque.
Tutte e quattro scoppiarono a ridere di gusto.
 - Che scemi! - fece Izzie con le lacrime agli occhi –Davvero credevano che ci stavamo?
Charlie si stava rotolando sul sedile posteriore e Lily si era accasciata su di lei senza smettere di ridere.
Finalmente in lontananza videro l’insegna luminosa della discoteca…

I quattro Malandrini entrarono nel grosso pub e trovarono un tavolo libero.
 - James, esigo che questa sera tu ti ubriachi! – fece Sirius.
 - Sicuro! È la mia ultima sera da celibe! – esclamò James.
 - Grande! – fece Sirius e ordino subito da bere.
Poco dopo quattro giganti boccali di birra erano davanti a loro. Peter e Remus si fermarono a quel primo boccale, ma James e Sirius ci andarono pesante, ordinando anche altri cocktail, nonostante i rimproveri di Remus.
Poco dopo erano a casa di James e lui e Sirius, completamente ubriachi, ricordavano i vecchi tempi ad Hogwarts. Fin dal primo giorno che si erano conosciuti.
 - Ricordi quella volta che la McGranitt ci ha beccati a guardare sotto le gonne delle nostre compagne? – esclamò Sirius.
Lui e James scoppiarono a ridere.
 - Sì! Eravamo al primo anno!
Altre risate.
 - E la nostra prima punizione la ricordi? – continuò James.
 - Ah sì! Silente ci mise a pulire i bagni da cima a fondo! Fu allora che Mirtilla mi vide per la prima volta. – Sirius rabbrividì al solo pensiero.
Andarono avanti così per molto, finché non si sentirono male entrambi e dovettero correre in bagno contemporaneamente.
Remus guardò Peter – Bell’addio al celibato per James. - gli disse. Poi si alzò per aiutare i due amici. – Adesso basta, andate a letto entrambi! James, domani mattina ti sposi ti rendi conto!? E tu Sirius devi fare da testimone non so se rendo l’idea!

25 luglio 1979 ore 7,20
È il grande giorno. La cerimonia sarà alle dieci e io sono in piedi già dalle sette. Sono così nervosa che non riesco nemmeno a mangiare. Mamma mi ha dovuta letteralmente imboccare, mentre mi seguiva da una parte all’altra della casa. Credo di aver gridato come un’ossessa più di una volta. Prima ho cercato le scarpe che erano misteriosamente sparite… ora manca il vestito…
Dove diavolo è il mio vestito?! Perché non lo trovo? Maledizione! Mi sposo tra poco più di due ore.
Tra mezz’ora una ragazza sarà qui per acconciarmi i capelli. So già come li voglio. Ho sfogliato per giorni e giorni riviste di moda per trovarne una che mi soddisfacesse.
Per fare contenta mamma ho deciso di seguire la tradizione, ovvero quella di indossare una cosa nuova, una prestata, una vecchia e una azzurra. Perfetto allora. Gli orecchini sono vecchi perché appartenevano alla nonna, la collana me l’ha prestata Izzie, il vestito e le scarpe sono nuovi e la mia biancheria intima è di un azzurrino leggero. Credo che così possa bastare.
Ah ecco il vestito! È vero, lo avevo messo appeso all’armadio dei miei che è più grande di quello che ho nella mia camera. Oops… ex-camera. Dopo questa mattina non sarò più Lily Evans e quella non sarà più la mia stanza.
Meglio così! Mi sono davvero rotta di dormire con Petunia! Già è tanto che non l’ho ammazzata nel sonno! Sono felice di andarmene e di non abitare più sotto lo stesso tetto! E i miei stavano diventando troppo soffocanti…

7,37
Sto piangendo come una fontana, aggrappata a mamma dicendole che mi dispiace andarmene che non so come farò senza di lei. Sono davvero patetica, lo so. Ma che ci posso fare se mi è preso così all’improvviso? Questo matrimonio mi ha messo un’ansia! E se qualcosa non va bene?
Oddio! Deve andare TUTTO bene!
Mamma mi sta rassicurando. Dice che non devo preoccuparmi. È sicura che ogni cosa sarà perfetta. Mah, le credo allora…
Chissà James in che condizioni è?

 - James, alzati maledizione! – esclamò Remus tirando via le coperte – Ti sposi tra due ore! Alza quel culo!
Sirius era in cucina a bere caffè. Per lui riprendersi da una sbornia era davvero semplice, ma James era distrutto.
 - Lasciami stare, Remus… il mal di testa mi sta uccidendo! – gemette James.
 - Alzati! Sono le otto! Ti sei scordato del tuo matrimonio?! – gridò Remus.
James si mise seduto di scatto – Cazzo! Il mio matrimonio!
Saltò giù e corse a prepararsi.
Remus sospirò. James era davvero un caso disperato…
Lo sentì farsi la doccia e lo vide uscire di corsa dal bagno – Re-Remus! Le fedi! – gridò.
 - E’ tutto a posto, ce le ho io. – lo rassicurò Remus.
Più tranquillo James si asciugò i capelli cercando di renderli meno ribelli, almeno per quel giorno. Era praticamente impossibile. Pazienza! A lui tanto piacevano così.
Remus lo aiutò a mettersi come si doveva la cravatta, dato che lui ci si stava impiccando da solo.
Era così nervoso da non ricordare nemmeno in che verso si metteva. Remus lisciò la cravatta e la sistemò alla base del collo.
 - Rilassati, va bene? – gli disse – Sarà tutto perfetto.
 - Certo… se solo non avessi questo mal di testa… - si lamentò James.
Sirius gli lanciò un pacchetto di aspirine – Fanno miracoli. – gli disse con un sorriso smagliante.
James lo ringraziò e ne prese una senza nemmeno l’acqua. La masticò tranquillamente e la mandò giù. Sperava solo che facesse effetto presto.
Remus guardò l’orologio – D’accordo, andiamo. Dobbiamo essere lì prima.
 - No! Non posso! – gridò James.
 - Che cavolo stai farneticando!? Desideri sposare Lily da quando la conosci! – esclamò Sirius.
 - E’ che… e se mi lascia all’altare e scappa con qualcuno? Di solito nei film Babbani succede così… - fece James, sentendosi improvvisamente stupido.
Sirius e Remus si scambiarono un’occhiata paziente.
 - Sono stupidi film, James, tra l’altro fatti dai Babbani. – disse Sirius.
James annuì. Aveva ragione lui. – Andiamo. – disse improvvisamente più tranquillo.

 -Cavoli, Lily… quanto sei bella… - disse Angy guardandola con gli occhi spalancati.
Lily si guardò nel lungo specchio, mentre sua madre si scioglieva di nuovo in lacrime dicendo quanto fosse bella.
Fece un respiro profondo e sorrise al proprio riflesso. Era il momento. Si voltò verso la sua famiglia – Andiamo! – disse in tono entusiasta.

James si stava tormentando la cravatta. Sirius gli afferrò le mani e gliele fermò.
L’enorme giardino che avevano affittato era meraviglioso. Ovunque c’era ogni sorta di fiore ed erano circondati dal verde. Gli ospiti c’erano ormai tutti e sedevano sulle panche. Mancava solo la sposa ormai. James l’attendeva trepidante all’altare.
Ed eccola all’improvviso. James la guardò estasiato. Accidenti… era bellissima…
Il vestito era bello, ma addosso a lei lo era ancora di più. I capelli, legati in su ricadevano in morbidi riccioli, e il velo era fissato ad essi da un piccolo fermaglio a forma di giglio bianco.
I due si guardarono negli occhi e Lily sorrise raggiante. Stringendo il bouquet tra le mani, si incamminò verso James, con il cuore che le martellava nel petto.
Lo raggiunse, sempre guardandolo negli occhi. Lui le prese subito la mano. Le loro dita si intrecciarono.

 -Io, Lily, prendo te, James, come mio sposo… -
L’ho detto, finalmente! Sono la signora Potter ora…
CONTINUA

La canzone Girls just wanna have fun é in realtà uscita nel 1983 (anche se é stata scritta nel 1979) però fatemela passare… é troppo adatta alla serata di Lily e le altre!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccomi di nuovo qui!!! Prima di cominciare vorrei ringraziare per i commenti:

Lady Padfoot: Sì, Sirius ed Angy stavano insieme, ma nel primo capitolo ho detto che si erano lasciati perché Angy era andata a vivere in America. Quindi hanno preferito lasciarsi piuttosto che soffrire per la lontananza.

Vampirellafra: già… Angy si è impazzita XD

Lulu Cullen: Matt è stata una “bella” sorpresa per tutti, eh? grazie per la recensione!!! Bacioni!

Bella Swan: Sì, Angy si è comportata un po’ a cavolo con Sirius in questo capitolo! Speriamo che rimedierà…

MollY_gIaDa: grazie per il commento, sono felice che segui anche Nine Months!!!

Alohomora: ciao! Anche qui!! Mi fa tanto piacere!!!!!!

Niettolina: “grande scrittrice”?? Il mio ego si gonfia in una maniera vergognosa così, anche se so che ci sono scrittrici molto più brave di me! Grazie per i tuoi complimenti!!

Uzza Lunette: Mi fa piacere anche il commento su French Kiss!!! Non preoccuparti se non hai recensito tutti i capitoli, può capitare di notare una fanfic in ritardo!! Comunque accetterò anche ogni tua critica se ne avrai! Le critiche sono costruttive e servono allo scrittore a migliorare! Grazie ancora!

Renesmee Cullen: noooo non piangere per le coppie XD!!! Mi fai sentire un mostro così! Certo che leggerò le tue storie, perdonami se non le seguirò sempre, ma spesso sono fuori Roma per due o tre giorni e sono impegnatissima con lo studio! Ma cercherò di seguirle entrambe!!




CAPITOLO III
Il ristorante era bello almeno quanto il giardino in cui si erano sposati.
Seduta vicino al suo neo-marito, Lily guardava tutti con un sorriso raggiante. James le teneva la mano. Non l’aveva più lasciata da quando era finita la cerimonia.
Il ragazzo guardò Lily che regalava sorrisi a tutti e scherzava allegramente.
Cielo quant’era bella… ed ora era sua moglie…
Avrebbe condiviso con lei il resto della sua vita. Ogni mattina, ogni nuovo giorno di quella splendida vita che era appena iniziata, si sarebbe svegliato con lei accanto, con il suo dolce profumo che lo inebriava, guardando quegli splendidi occhi verdi spalancarsi. E avrebbe concluso ogni giornata sempre con lei accanto, stretta fra le sue braccia. Avrebbe sognato con lei e diviso tutto.
Sarebbero cresciuti insieme. Il loro cammino era appena iniziato e lo avrebbero percorso insieme… sempre e solo insieme.
Le strinse più forte la mano e lei si voltò verso di lui, sorridendogli. James ricambiò il sorriso e si perse nello sguardo di Lily.
Era splendido poterla guardare così, ammirarla e amarla…
 - Ti amo, Lily… - sussurrò James prima di baciarla.
Lily gli carezzò il volto – Anch’io ti amo, James… tantissimo…
Remus diede una gomitata a Sirius – Coraggio, sei tu il testimone… devi fare il discorso… - gli disse a bassa voce.
 - Io? – gemette Sirius strozzandosi quasi con il vino. Smise di dondolarsi sulla sedia e guardò Remus come se avesse appena detto qualcosa di molto brutto.
 - Dov’è il problema? – chiese Remus.
 - Io non mi sono preparato un discorso! – rispose Sirius.
 - Peggio per te, potevi farlo invece di impegnarti a far ubriacare James, ieri sera! Datti una mossa, Sirius.
 - Ma.. io…
 - E va bene, non posso costringerti… ma ricorda che non serve prepararselo… basta solo dire ciò che senti, ciò che viene dal cuore…
Remus si alzò per raggiungere Peter, piuttosto impacciato nell’aprire una bottiglia di vino.
Sirius guardò James e Lily che continuavano a scambiarsi le effusioni. Aveva ragione Remus: dov’era il problema? Lui, Sirius Black, non poteva vergognarsi di tutte quelle persone! Lui era fatto per parlare davanti a tutti! Non era MAI in imbarazzo.
Certo, lui era sempre preparato su tutto quello che faceva, di solito. Questa era una cosa nuova…
Allentò un po’ il nodo alla cravatta e si tirò su le maniche della camicia. Ok… era il momento del suo discorso.
Si alzò in piedi e si schiarì la voce per attirare l’attenzione. Vide Remus sorridergli dall’altra parte del tavolo e gli occhi di tutti i presenti puntarsi su di lui.
Sirius guardò James e Lily – James, sei il mio migliore amico da una vita. Con te ne ho passate e combinate tante. Gli anni a scuola sono stati i migliori della mia vita, grazie alla tua presenza. – poi cercando di dare un tocco teatrale al tutto si portò una mano al petto – I ricordi delle nostre malandrinate rimarranno sempre nel mio cuore – tutti i presenti risero, James compreso – Lily, so che non ti sono stato molto simpatico all’inizio, anzi, diciamo che mi detestavi con tutto il cuore, ed è normale, dopo tutte le cose che ti abbiamo fatto passare, ma sono contento che abbiamo imparato a conoscerci meglio perché sei davvero una persona speciale. Ora capisco perché James si sia innamorato di te… - Lily gli sorrise – Devo ammetterlo, all’inizio, quando vi siete messi insieme, non ero entusiasta. James ha iniziato a cambiare, è cresciuto, non partecipava quasi più alle nostre… scorribande e la cosa sotto, sotto mi dava fastidio e molto. Diciamo che per un periodo ho visto Lily come una sorta di rivale… ma più vi osservavo e più mi rendevo conto che eravate e siete davvero fatti l’uno per l’altra. Il modo in cui vi guardate. Vi basta uno sguardo e vi siete già detti tutto. Non avete bisogno di parole. E non è una cosa da tutti. E poi il modo in cui le vostre mani si incastrano così bene l’una nell’altra… James, hai davvero trovato la ragazza giusta. Lily, sono contento che tu abbia cambiato idea sul nostro conto all’ultimo anno. Non ho mai visto felice James come da quando sta con te. È per questo che vi auguro con tutto il cuore di essere felici per tutta la vita. – concluse Sirius.
Si guardò attorno. Forse aveva detto qualcosa che non doveva perché non fiatava nessuno. Lo guardavano tutti con gli occhi spalancati. Poi Lily si alzò e andò ad abbracciarlo – Grazie, Sirius. – disse commossa – E’ stato un discorso bellissimo.
Angy non aveva staccato gli occhi da lui per tutto il discorso, presa dalle parole del ragazzo. Non ricordava che Sirius fosse così profondo. Distolse lo sguardo da lui solo quando Matt le strinse la mano.
 - Spero che al nostro matrimonio ci sarà un testimone così… - le sussurrò lui con un sorriso.
 - Al nostro… matrimonio? – fece Angy sorpresa. Sposare Matt? Fino ad un mese prima lo avrebbe fatto senza pensarci, ma ora…
Lanciò un’occhiata a Sirius che si stava scambiando un abbraccio anche con James…
Ora non era più tanto sicura…

Dunque… odio il fotografo che ha assunto mamma…
Continua a starci in mezzo ai piedi e a scattare foto a raffica e soprattutto QUANDO NON SONO IN POSA! E quindi mi ritrae nei momenti peggiori. Ad esempio mentre sto mangiando il primo e mi sono appena messa la forchetta in bocca. Ma è normale fare una foto del genere? ‘Sto cretino! Ma a modo mio sono riuscita a fregarlo!

Lily afferrò James non appena vide il fotografo bazzicare dalle loro parti.
 - Sirius! Vieni! – gridò la ragazza.
Sirius li raggiunse – Sì?
 - Vieni, fai una foto con noi! – esclamò Lily sorridendo.
I tre si misero vicini, il fotografo li inquadrò. Lily fece un sorriso smagliante “Beccati questa, fotografo da strapazzo”.
Clic! Ora erano immortalati per sempre in quella foto.
Poi arrivò il momento del lancio del bouquet. Lily salì in piedi su una sedia. Tutte le ragazze non sposate si accalcarono dietro di lei. Charlie in disparte guardava la scena divertita. Izzie trascinò Angy in mezzo alla piccola folla. La ragazza non aveva affatto voglia di prendere il bouquet e non ci avrebbe nemmeno provato. Incrociò le braccia, intestardita.
Lily lanciò all’improvviso il mazzetto di fiori che finì praticamente in testa a Petunia, isolata da una parte, ed istintivamente lei lo afferrò. Lo guardò sorpresa.
Finita la cerimonia Lily e James dovevano correre a casa a cambiarsi e prendere le loro valige. Il piccolo viaggio di nozze che avevano organizzato li aspettava.
Cinque giorni nella magnifica e romantica Parigi. Gli invitati iniziarono ad andare via.
I due li salutarono tutti.
 - Fate buon viaggio e divertitevi, mi raccomando! – esclamò Angy.
 - Lily, oggi sei stupenda, mi ricorderò per sempre di te con questo vestito. – aggiunse Remus abbracciando la ragazza.
 - Grazie, Remus. – disse lei con un sorriso.
Poi sorrise a Sirius e tirò fuori dalla propria borsetta una penna, afferrò il braccio del Malandrino e ci scrisse sopra un numero telefonico.
 - E’ di Angy – sussurrò Lily – Fanne buon uso…
La signora Evans aveva iniziato a piangere e la signora Potter le diede qualche pacchetta sulla spalla per consolarla.
Lily diede un bacio alla madre e le disse che sarebbe tornata presto con uno splendido souvenir da Parigi, poi abbracciò la signora Potter.
Con lo sguardo cercò poi il padre, lo raggiunse e gli sorrise raggiante. Lui le carezzò il volto.
 - Sei meravigliosa, tesoro. Non sai quale onore sia stato per me accompagnarti all’altare oggi. – disse il signor Evans sorridendole.
 - Grazie, papà! – Lily lo abbracciò – Ti voglio bene!
Poi si voltò verso Petunia che per tutto il giorno non era stata amichevole con nessuno ed era stata sempre in allerta sapendo che la maggior parte degli invitati erano maghi, a parte i loro parenti ovviamente.
Lily sospirò, paziente. Almeno per quel giorno non potevano andare d’accordo?
Petunia continuava a guardarla con le braccia incrociate e le labbra strette. Lily accennò un sorriso di tregua.
Petunia esitò, poi le sue labbra si rilassarono – Fa’ buon viaggio, Lily. – disse a bassa voce. Era già qualcosa.
Lily decise di cancellare la distanza tra loro due e l’abbracciò – Grazie, Petunia! – esclamò.
Petunia era perplessa. Guardò il padre che le sorrise e allora ricambiò l’abbraccio di Lily.
 - Sì, ma non montarti la testa. – disse poi.
Lily le fece un sorriso – Mh… va bene… - disse scompigliandole i capelli.
Si voltò verso James. Cinque giorni a Parigi li attendevano…

Siamo appena tornati dal nostro viaggio. Sono qui, sola, seduta in una delle tante sedie dell’aeroporto, mentre James sta cercando di recuperare la mia valigia sparita misteriosamente. Dice che se usasse un Incantesimo di Appello sarebbe molto più facile ritrovarla.
Gliel’ho impedito dicendogli che l’aeroporto è piano di Babbani e cosa mi ha risposto lui? “Mi nasconderò in un angoletto dove non mi vedrà nessuno”.
E certo! Nessuno però vedrà una valigia svolazzante. Gli ho detto che chiedo seduta stante il divorzio se solo si azzarda a farlo.
E così eccolo a girare per tutto l’aeroporto mentre io me ne sto comodamente seduta a scrivere questa pagina di diario. È uno spasso vederlo sbuffare, arrabbiarsi e fare chilometri e chilometri all’interno dell’enorme edificio.
Ogni tanto si ferma a darmi un bacio e a dirmi che la recupererà presto. Mi viene quasi da ridere.
Mentre aspetto parlerò della nostra meravigliosa vacanza.
È stato tutto così… romantico! La città è romantica, l’albergo era romantico, James era romantico!
Abbiamo cenato persino in ristoranti romantici. Ovviamente il periodo di “sciopero” è finito. James è impazzito dalla gioia.
Mamma mia che serate in quella camera! E che marito premuroso che ho! Non potevo sposare persona migliore! Quanto lo amo! Ecco ora lo scrivo in grande:
JAMES TI AMO!
No no… ancora più grande… così:
JAMES TI AMOOOO!
Ora va meglio… sì sono soddisfatta… eccolo che torna, hanno trovato la mia valigia, meglio mettere via il diario. Sarà pure mio marito, ma ci sono cose che sono private…

 - Trovata! – disse James vittorioso, trascinandosi dietro la valigia della moglie.
 - Sapevo che ci saresti riuscito. – disse Lily baciandolo – Grazie! – prese la valigia e insieme uscirono dall’aeroporto dove li attendeva la macchina di James.
Stavano per entrare per la prima volta nella loro nuova casa. Certo, c’era ancora tutto da sistemare. Gli scatoloni erano ancora imballati. Solo il letto e i fornelli erano pronti. Però era casa loro e di nessun altro.
James parcheggiò davanti la saracinesca del piccolo garage. Lily guardò la casa con gli occhi  le brillavano. L’aveva sognata ogni notte quella casa. Era splendida, con un giardino enorme, come piaceva a lei.
Corse alla porta e vi infilò le chiavi, spalancandola.
 - Aspetta! Aspetta! – gridò James raggiungendola. Lily lo guardò confusa. Lui le sorrise e all’improvviso la prese in braccio.
Ah giusto! Lo sposo varca la soglia di casa con la sposa in braccio. Lily sorrise e gli cinse il collo con le braccia.
James oltrepassò la soglia e baciò Lily. Poi la mise giù. La ragazza entusiasta entrò nel salotto e spalancò gli occhi sorpresa. James la raggiunse e anche lui rimase senza parole.
Era tutto arredato alla perfezione. Non c’era traccia dei polverosi scatoloni. Ogni mobile e soprammobile era al suo posto.
Lily corse in cucina. Anche lì era tutto sistemato. Addirittura sul muro c’erano dei ganci con delle presine e un grembiule nuovo.
Attaccato al nuovo frigorifero c’era un biglietto.
 “Con affetto, per i novelli sposi, da tutti noi”.
A seguire vi erano le firme di Sirius, Peter, Remus, Izzie, Charlie, Dean e Angy. Lily lo fece leggere a James con un sorriso.
 - Sono matti – disse lui, ma sorrideva.

Oggi ho conosciuto la nostra vicina di casa. È una donna sui trent’anni, bassa e un po’ in carne, ma davvero graziosa. Ha un bambino di cinque anni che è stato attaccato alla sua gonna per tutto il tempo che lei è stata qui.
Si chiama Francis e il piccolino Thomas.
Lei è adorabile. Con una bella risata mi ha detto “Cara, sposarti così giovane, ma che ti è saltato in mente? Se potessi io tornerei indietro!”
Le ho assicurato che non mi pentirò mai di quello che ho fatto. Sono troppo felice di aver sposato James. Io e lui non litighiamo mai, le ho raccontato, e se succede facciamo immediatamente pace.
Perché le cose ora dovrebbero cambiare? Solo perché viviamo sotto lo stesso tetto?

Qualche mese dopo… settembre…
 - Lily! Dove diavolo sono i miei occhiali?! – fece James girando per tutta casa.
Lily, in cucina, preparava la colazione, canticchiando – Li hai lasciati ieri sul comodino in camera. – disse.
 - Ma non ci sono! Io mi ricordo di averli lasciati sul tavolino in salotto! Devi averli per forza spostati tu! – disse James raggiungendola.
Lily smise di spalmare la marmellata sul toast – Non credo. Sono sicura che li hai messi sul comodino!
 - Certo, allora sono andati a farsi una passeggiata! – esclamò James sarcastico.
 - Ehi, non c’è bisogno di alzare il tono. – fece Lily infervorandosi – Mi prendi per scema? Sono sicura di quello che dico!
 - E tu prendi per scemo me? Anch’io sono sicuro di quello che dico!
James guardò l’orologio – Sto facendo tardi al ministero! – sbuffò – E mi toccherà andarci senza occhiali! Ho anche una prova importante!
Afferrò le chiavi della macchina, frustrato.
 - Ma non mangi niente!?- gli chiese Lily.
 - Non ho tempo! – fu la secca risposta. L’attimo dopo lo sentì sbattere la porta.
Frustrata, Lily buttò i toast nel secchio e andò a prepararsi. Doveva essere presto a scuola. Il suo tirocinio continuava…

A cena non volava una mosca. Erano ancora tutti e due arrabbiati l’uno con l’altra. Mangiarono in silenzio, infilzando con rabbia il loro pollo. Un modo come un altro per sfogarsi.
Poi quasi automaticamente si ritrovarono in salotto per vedere la televisione. Si lasciarono cadere sul divano e James sentì qualcosa scricchiolare sotto il suo peso. Si alzò e sollevò un cuscino.
Attonito fissò i suoi occhiali mezzi incrinati. Lily li guardò a sua volta. Poi entrambi scoppiarono a ridere.
 - Siamo due stupidi! – esclamò lei coprendosi la bocca con le mani.
 - Già! Erano qui sotto il cuscino! – disse James. La guardò divertito, poi il suo sguardo si addolcì – Mi dispiace di essermela presa con te…
 - Dispiace anche a me… - fece Lily abbracciandolo – Non litighiamo più, ti prego…
Lo promisero entrambi e comunque non fu difficile mantenere la promessa perché erano così impegnati tra studi e lavoro da vedersi a malapena.
Inoltre il potere di Voldemort si stava ingrandendo sempre di più, e in gran segreto stava nascendo un gruppo volto ad ostacolarlo.
James ne era venuto a conoscenza al ministero, attraverso Alastor “Malocchio” Moody. Un Auror davvero in gamba che James stimava moltissimo.
Moody aveva sempre avuto un buon rapporto con James e alla fine gli aveva confidato di questo gruppo che si andava a formare.
Era costituito da molte persone ma c’era bisogno di un quartier generale abbastanza grande per tutti.
James trovò la soluzione, ma ciò significava parlarne con Sirius e non sapeva se Moody fosse d’accordo.
La vecchia casa dei genitori di Sirius era ormai deserta. Entrambi i genitori erano morti e anche Regulus, il fratello minore di Sirius, era morto l’anno prima. Era diventato un Mangiamorte, uno dei seguaci di Voldemort.
In quella casa non ci abitava nessuno, nemmeno lo stesso Sirius. Si sarebbe potuta trasformare in un quartier generale perfetto.
Sotto il consenso di Moody, James ne parlò all’amico e lui accettò entusiasta.
Fissarono una prima vera riunione per la fine di quella settimana. Lily seppe del progetto e volle entrare  a farne parte a tutti i costi…

James si guardò attorno, non capacitandosi di quanta gente vi fosse. Vi erano addirittura Albus Silente e suo fratello Aberforth.
Senza contare Sirius, Remus e Peter e altre quattordici persone tra cui lo stesso Moody, Frank e Alice Paciock, loro vecchi compagni di Hogwarts, e Hagrid. Tutti gli altri lavoravano al ministero.
Parlarono a lungo quella sera. il loro compito sarebbe stato quello di controllare le mosse di Voldemort e cercare di prevenire ogni suo attacco. Inoltre, a turno, avrebbero dovuto controllare la comunità Babbana per preservarla da ogni possibile aggressione da parte dei Mangiamorte.
 - Il nostro è un compito molto rischioso. – disse Moody guardando tutti, serio – Qui si rischia la vita. Chi di voi pensa di non potercela fare può andarsene già da ora.
Nessuno si mosse, né fiatò. Iniziarono a fare progetti anche per i turni di controllo e si diedero un nome. Il loro gruppo ora si chiamava Ordine della Fenice…
Finita la riunione, decisamente tardi, tutti stanchi si apprestarono a lasciare la casa.
 - State attenti quando state all’ingresso a non fare troppo rum… - Sirius si interruppe.
Qualcuno aveva appena fatto cadere il portaombrelli all’ingresso. All’improvviso si levarono delle grida terribili. Sirius chiuse gli occhi e sospirò.
 - Ma chi diavolo è?! – gemette James coprendosi le orecchie con le mani.
 - Mia madre… - rispose rassegnato Sirius.
Intanto il quadro, raffigurante sua madre, all’ingresso continuava a inveire contro tutti.
CONTINUA

Piccola precisazione: so che non può essere la casa di Sirius il quartiere generale dell'Ordine della Fenice, perché la madre di Sirius é morta nel 1985 e qui stiamo ancora nel 1979, ma quando scrissi questo capitolo non lo sapevo e non me la sono sentita di cambiarlo, perché altrimenti stravolgerei un po' la storia, quindi datemela per buona!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ringrazio tantissimo per i commenti:

Alohomora

Gattina_

Lulu Cullen

Vampirellafra

Niettolina

MollY_gIaDa

Luciana Menditegui

Germana

Ire89

Pazzarella_dispettosa

Grazie, ragazze! Siete fantastiche!! Vi adoro!
Scusate se non vi rispondo una per una ma vado di fretta!!



CAPITOLO IV

30  novembre 1979
Io e James avevamo deciso che in futuro avremmo avuto un bambino. Anzi più di uno. Ma molto più avanti, quando avremmo finito gli studi entrambi e soprattutto intorno all’età di venticinque anni.
Ora come ora siamo troppo giovani. Sfioriamo a malapena i vent’anni…
Be’… ho un ritardo di dieci giorni! Non voglio credere che sia quello che penso! Non proprio ora che il mio tirocinio va a gonfie vele, che siamo sempre più coinvolti nell’Ordine…
Maledizione! Com’è potuto succedere? Anzi quando è successo?
Oddio… forse quella sera, dopo la cena a casa di Charlie e Dean. Eravamo un po’ brilli sia io che James.
Accidenti! Accidenti! Esco… vado a comprare un test… è l’unica cosa da fare, anzi, chiamo Angy, ho bisogno del suo sostegno…

Lily e Angy erano appena uscite dalla farmacia.
 - Stai tranquilla, Lily… - la rassicurò Angy, mentre poco dopo, a casa, attendevano i risultati del test – E in fondo tu e James siete sposati, cosa c’è di male?
 - C’è che nessuno di noi due ha un lavoro fisso, che dobbiamo ancora finire gli studi e che posso dire addio alla cattedra di pozioni!
 - Mica è detto magari è neg…
 - Angy, è positivo! – gridò Lily sventolando il test sotto il naso dell’amica.
 - Oddio… Lily… sei incinta! – strillò Angy abbracciandola.
Lily iniziò a piangere e Angy si chiese se era gioia o disperazione.
 - Non farò mai l’i-insegna-ante-e… - fece Lily tra i singhiozzi e le lacrime – No-on po-otrò co-ontinuare gli stu-udiiiiiiiii! E poi a Ja-ames.. chi glielo-o di-iceeeee!
Lily era famosa per riuscire molto facilmente a raddoppiare le vocali quando piangeva. Angy le diede qualche pacca sulla schiena, cercando di calmarla.
Rimase tutto il giorno a casa con Lily e verso sera l’amica sembrava essersi ripresa. Anzi, dopo aver a lungo pensato, era riuscita persino a fare un sorriso e a dire che dopotutto lei lo voleva un bambino.
Angy si sentì enormemente sollevata e sorrise raggiante constatando che tempo nove mesi e sarebbe diventata zia.
Verso l’ora di cena decise che era arrivato il momento di andare. Matt sicuramente aveva iniziato a chiedersi che fine avesse fatto.
Proprio mentre usciva, incrociò James che tornava a casa e con lui c’era… Sirius.
Lui e Angy si guardarono e si scambiarono un timido saluto. James capì l’antifona e si dileguò in casa, andando a salutare Lily.
 - Come va? – chiese Angy.
Sirius si mise le mani nelle tasche dei jeans – Al solito, e tu?
 “Uno schifo, non faccio altro che pensare a te dal matrimonio” si ritrovò a pensare Angy, ma fece un sorriso tirato e disse – Tutto bene…
La conversazione era già arrivata ad un punto morto…
 - Ti va di andare a fare una passeggiata? – chiese all’improvviso Sirius.
 - Sì… - rispose Angy senza esitazione.

James entrò in casa e andò dritto a salutare Lily. La ragazza lo baciò e si disse “Ora o mai più”.
 - James… emh… dobbiamo parlare… - disse nervosa.
 - Certo, tesoro.
 - Forse è meglio che ti siedi.
Obbediente James si sedette sul divano.
 - Ecco… James… sono incinta… - disse piano Lily, facendosi piccola, piccola sul divano.
Per un attimo, un lungo attimo, James rimase in silenzio – Tu… cosa? – fece poi – Incinta? Com’è potuto accadere?
 - Io credo sia stata quella sera… dopo la cena da Charlie e Dean… ricordi? – fece Lily – Oh James, mi dispiace tanto…
 - Dispiacerti? Ma sei matta? Certo, forse è un po’ presto ma… avremo un bambino, Lily! Ci pensi?! – esclamò James improvvisamente entusiasta – Non è quello che volevamo? Tu non sei felice?
 - Sì… lo sono… ma come faremo a mantenere anche un bambino? Dovrò smettere di lavorare e… - fece Lily.
James le prese le mani – Andrà tutto bene, Lily… ce la faremo. Io lo voglio più di ogni altra cosa!
Lily sorrise, improvvisamente rincuorata – Anch’io…

Ho telefonato a mamma per darle la notizia…
Ha detto che è una cosa meravigliosa ed è scoppiata a piangere. Da quando mi sono sposata non fa altro che versare fiumi e fiumi di lacrime.
Poi mi ha passato papà che si è congratulato con me. Era davvero entusiasta.
Ora dovrò fare il giro di telefonate delle mie amiche. James lo ha già detto a Peter, Remus e Sirius. Erano tutti e tre molto felici
Dunque… Angy già lo sa… chiamo Charlie allora, in parte è grazie al buon vino fatto dai genitori di Dean se ora sono incinta!

 - Tesoro? – chiamò James tornando a casa dal lavoro quella sera.
Lily era in cucina, intenta ad infornare del pollo con patate. Sapeva che ci sarebbe stato a cena anche Sirius. Praticamente era come se si fosse sposato lui James. Stavano eternamente incollati l’uno all’altra e spesso si fermava a dormire da loro. A Lily non dispiaceva. Sirius era divertente e la faceva ridere.
James entrò in cucina e la baciò – Ciao, come stai? – le chiese.
 - Incinta – fu la risposta accompagnata da un bel sorriso. Ormai si era abituata all’idea nonostante lo avesse saputo solo da una settimana.
 - Tra poco arriverà Sirius – disse James togliendosi la giacca e buttandola sul divano.
 - James, per favore, nell’armadio – lo pregò Lily.
James riprese la giacca e andò a metterla nell’armadio.
 - Ah… ho invitato Angy – disse Lily con un sorriso furbo.
 - Lily, posso sapere che cosa stai combinando? – sospirò James.
 - Niente, perché?
 - La storia tra Angy e Sirius è finita, chiaro? Lei sta con un altro. Fine!
 - Certo, lo so – fece Lily calma buttando la pasta nella pentola.
James scosse la testa. Sapeva che Lily aveva in mente qualcosa e non gli piaceva affatto. Non le avrebbe permesso di far rimettere Angy e Sirius insieme.
C’erano stati troppo male tutti e due quando si erano lasciati e non voleva che accadesse di nuovo. Sirius di cattivo umore non gli piaceva affatto.
In quel momento suonarono alla porta. James andò ad aprire e rimase allibito nel ritrovarsi davanti Angy e Sirius che scherzavano tranquillamente.
 - Ciao, James! – fece Angy con un sorriso allegro.
Anche Sirius sorrideva. Diede una pacca sul braccio di James ed entrò. – Dov’è la futura mammina? – esclamò.
Lily uscì dalla cucina – Ciao! – disse con un sorriso. Sirius l’abbracciò – Complimenti, mamma- le disse.
 - Grazie!
 - Ho una cosa per te… ecco… - Sirius le porse un pacchetto.
Lily si illuminò – Ooooh! Per me? – esclamò. Lo scartò e si sciolse davanti ad un mini completino azzurro provvisto di camicetta e pantaloni. Era tutto così… piccolo… - Ma… non sappiamo ancora di che sesso sarà…
 - Sono sicuro che è maschio – fece Sirius.
 - Magari! – esclamò James con gli occhi che brillavano.
 - James sta già pensando di insegnargli a giocare a Quidditch – informò Sirius.
 - E farlo diventare come te ai tempi di Hogwarts? Spavaldo e menefreghista? Non se ne parla! – fece Lily rivolta a James – Stammi a sentire James Potter, nostro figlio imparerà cos’è la lealtà, la giustizia e la generosità, chiaro?
James ci pensò su – E anche come si prende un Boccino… - azzardò.
Lily sorrise, rassegnata, poi guardò Sirius – Grazie del regalo, è bellissimo!
 - Di niente! – fece lui.
Poco dopo la cena era pronta e tutti erano attorno al tavolo in cucina, a mangiare e chiacchierare allegramente.
Quando si fece tardi Sirius e Angy decisero di tornare a casa. Salutarono James e Lily e se ne andarono.
Angy salutò Sirius. Il ragazzo si mise le mani in tasca ed iniziò ad incamminarsi.
 - Ma… sei a piedi? – fece Angy.
 - La mia moto non partiva… - spiegò Sirius.
 - Hai una moto?
Sirius annuì – E vola anche.
Angy sorrise – Deve essere bella… senti, sali in macchina, ti accompagno io! Rischi di diventare un cubetto di ghiaccio prima di arrivare a casa!
Sirius si sedette sul sedile del passeggero – Mmh… non fa così freddo… - disse.
Angy si accorse che aveva ragione. All’improvviso… non faceva più freddo…
Mise in moto e partì, perplessa…
 - Ecco, quella è casa mia… - disse Sirius dopo un po’, indicando un appartamento in cima ad un palazzo. – Grazie del passaggio… - la guardò per un attimo, esitando – Vuoi salire? – chiese poi.
Lei sapeva che avrebbe dovuto dire di no. Che doveva rifiutare. Matt l’aspettava a casa.
“Di’ di no… coraggio, Angy” – Va bene. – disse infine spegnendo la macchina.
Salirono a casa. L’appartamento non era molto grande, ma confortevole e ben arredato.
Non ricordava che Sirius avesse gusto nelle cose.
 - Vuoi qualcosa da bere? – le chiese il ragazzo.
 - Solo acqua, grazie… - disse Angy.
Lui indicò il divano – Siediti. – le disse mentre spariva in cucina.
Angy si sedette sul divano. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, anzi, doveva andarsene subito ma non ci riusciva… le sue gambe non volevano muoversi.
Stava troppo bene dove si trovava, con quella sensazione famigliare e piacevole di tutte le volte che si trovava in compagnia di Sirius.
Era impossibile non sentirsi a proprio agio con lui.
Il ragazzo tornò con un bicchiere d’acqua e glielo porse. Angy lo prese, ringraziandolo. Lui si sedette sul divano, accanto a lei e quasi senza rendersene conto iniziarono a parlare e parlare.
Si raccontarono cosa avevano fatto in quegli ultimi due anni. Angy aveva studiato per diventare Guaritrice in America. Dopo un anno che si era trasferita aveva conosciuto Matt e si erano messi insieme.
Ora convivevano.
Sirius sembrò apparire indifferente quando Angy disse che si era “innamorata di Matt col tempo”.
Ma stranamente provò una punta di fastidio.
Cosa che provò Angy quando lui le raccontò di tutte le ragazze che aveva avuto fino a quel momento.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, come si suol dire e Sirius non era cambiato affatto.
Ma si era fatto più bello. Su questo non c’era dubbio. Il suo viso innocente, per quanto poteva esserlo lui, da ragazzo diciassettenne, liscio e morbido, ora aveva tratti più marcati e mascolini. Gli occhi erano sempre quelli. Splendidi e profondi. Era cresciuto. Era diventato un uomo.
D'altronde anche Angy era cresciuta e si era fatta più donna. Quella leggera spruzzata di lentiggini che aveva ai tempi della scuola erano sparite, il viso si era sfinato ed era meno da bambina…
La ragazza improvvisamente guardò l’orologio. Era mezzanotte. Forse era meglio tornare a casa… chissà se Matt l’aspettava…
Fece per alzarsi, ma improvvisamente Sirius le prese una mano. Angy lo guardò. I loro sguardi si incrociarono.
Lei sentiva il cuore nelle proprie orecchie. Un tamburo impazzito…
Cosa stava accadendo? Perché si sentiva così?
Fu un attimo. Sirius avvicinò al proprio viso al suo e la baciò. La baciò con passione, con voglia, impazienza…
Era esattamente come due anni prima. Lo stesso bacio… la stessa emozione… lo stesso sapore.
Incredibile non era cambiato affatto. Riusciva ancora a farle girare la testa e schizzare il cuore fuori dal petto.
Coinvolti, si ritrovarono stesi su quel divano ormai completamente dimentichi di ogni cosa, presi solo l’uno dall’altra come non mai…
Era bello riscoprire una tale sensazione dopo tanto… Matt non l’aveva mai fatta sentire così…

15 dicembre 1979
Sono entrata nella mia terza settimana e ne vado fiera. Sono incinta di quasi un mese. In queste tre settimane ho scoperto le “gioie della gravidanza”. Non sono più in grado di mangiare qualcosa senza andarla a rimettere subito dopo. Ogni, e dico OGNI, mattina ho la nausea e a malapena riesco a fare colazione. Mi sento sempre più stanca e assonnata. Seguire il tirocinio diventa sempre più difficile. La scorsa lezione ho contato diciotto sbadigli in meno di trenta minuti.
Mamma dice che la nausea ci sarà per almeno i primi tre mesi. Che strazio! Questo affarino ancora non è nato e già fa sentire la sua presenza! Eppure mi fa strano pensare che lui ci sia… la mia pancia è ancora piatta… eh ma il mio seno già è cresciuto di una taglia! James sembra contento… bah… gli uomini!
Ho sentito Angy oggi… a quanto pare lei e Sirius ultimamente si frequentano MOLTO spesso. Sembra felice, ma si sente terribilmente in colpa per Matt. Io dico che deve lasciarlo e mettersi con Sirius che è trenta volte meglio, ma a quella testona non entra in testa.
 “Ma, Lily… è più di un anno che stiamo insieme ormai… stiamo anche convivendo!”.
E allora? Mica te lo sei sposato! Lo puoi lasciare quando vuoi cara mia! E io dico, fallo il più presto possibile…
Ah che sonno… mi scappa uno sbadiglio… meno male che sono già sotto le coperte…
Mh… James mi sta abbracciando e baciando sul collo… ma che vuole? Ah, reclama attenzioni! D’accordo.. le avrà!
Tutto quello che sta per accadere ora è vietato ai minorenni!

Lily avrebbe volentieri fatto a meno di andare a pranzo dai suoi quel giorno. Non si sentiva affatto bene. La nausea non le era passata da quando si era alzata e sinceramente sentire sua madre chiocciare e vedere il muso della sorella non le andava…
Ma era da qualche giorno che non vedeva sua madre e non voleva farla rimanere male.
E così, lei e James, quella domenica si infilarono in macchina per andare a casa Evans.
Lily era avvolta in un grosso maglione fatto in casa, una sciarpa e un cappotto. Stava congelando.
 - James, non puoi accendere i riscaldamenti? – chiese.
 - Sono accesi, tesoro. – fece lui perplesso. – Senti tanto freddo?
 - Abbastanza… - Lily si strinse ancora di più nel cappotto.
 - Siamo quasi arrivati, resisti – disse James sorridendole.
Infatti poco dopo avevano già parcheggiato ed erano scesi dalla macchina. Lily fece una corsa verso il portone e suonò il campanello. Iniziò a saltellare, mentre aspettava che le venissero ad aprire, per cercare di sentire meno freddo.
James la raggiunse. La porta fu aperta da una raggiante signora Evans.
 - Tesoro! – esclamò abbracciando Lily.
 - Mamma! – fece lei, improvvisamente entusiasta. Poi entrò in casa e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo nel sentire quel confortevole calore. Si tolse la sciarpa e il cappotto. Il padre le andò incontro e la salutò con un bacio.
Lily lo abbracciò forte, mentre James salutava la signora Evans per poi salutare il signor Evans.
Petunia scese le scale svogliata. Lanciò un’occhiataccia a James e borbottò un ciao a Lily.
Lily contò fino a dieci prima di risponderle con un saluto atono.
Ma la voglia di prenderla a calci era forte.
Si sedettero tutti a tavola mentre. La signora Evans aveva cucinato divinamente, ma Lily non riuscì a gustarsi il suo pranzo.
 - Tesoro, ma non hai fame? – le chiese James prendendole la mano da sotto il tavolo.
 - Non mi sento molto bene… - sbuffò Lily – E’ una continua lotta tra me e lui… o lei… e non sono mai io a vincere, credimi…
James sorrise affettuosamente. Lily riusciva ad essere bella anche da scocciata. La ragazza si sforzò comunque di mangiare qualcosa, o sua madre sarebbe entrata nel panico attaccando una filippica sul fatto che non mandasse abbastanza nutrimento al bambino o qualcosa del genere…
Tuttavia, Lily poté notare, anche Petunia non aveva toccato granché il suo pranzo. Sicuramente era il nervosismo per la presenza di James e Lily. Faceva sempre così quando andavano a cena o pranzo lì.
Lily aveva ormai capito che Petunia non li avrebbe mai accettati.
Sentendosi osservata, Petunia sollevò lo sguardo dal suo piatto.
Lily accennò un sorriso. La sorella la guardò imbronciata e riabbassò lo sguardo. La rossa sospirò. Per lo meno lei ci aveva provato…
Il pranzo proseguì tranquillo, fino a che la signora Evans non mise a tavola una torta al rabarbaro. Lily aveva sempre amato quella torta ma all’improvviso, vedendola in quel momento, la nausea era diventata più forte. Riuscendo a sussurrare delle scuse, Lily si alzò e corse in bagno e poté dire addio per sempre al perfetto pranzo che aveva appena mangiato.
James attese paziente fuori dal bagno. Sentì lo sciacquone e la porta si aprì. Lily era bianca cadaverica.
 - Sarà meglio tornare a casa. – disse James calmo. Lily annuì.
 - Mi dispiace, mamma. – disse prendendo la giacca.
 - Non preoccuparti, cara – fece la signora Evans mettendole la sciarpa – Torna a casa e riposati…
Tornati a casa, Lily si mise a letto e James, da bravo maritino servizievole, le fece un tè e glielo portò. Ma quando salì in camera, Lily si era già addormentata.
James posò piano la tazza sul comodino e si sedette sul bordo del letto.
Guardò Lily dormire. Le carezzò una guancia. Cielo com’era bella la sua Lily.
Quante volte se l’era ripetuto? Miliardi… ma non si stancava mai di farlo…
Era bella… perché non pensarlo?
Le prese una mano. Era davvero fortunato ad averla al proprio fianco… senza di lei la sua vita sarebbe stata vuota…
CONTINUA…

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Eccomi di nuovo qui! Scusate il ritardo ma sto spesso fuori Roma!! Ringrazio per i commenti:

MollY_gIaDa

Niettolina

Pazzarella_dispettosa

Germana

Vampirellafra

Luciana Menditegui

Gattina_

Alohomora

Ire89

Per rispondere alla domanda di Vampirellafra… lo vedrai! Sorpresa! Ihihihih!

CAPITOLO V
Il mio primo Natale da sposata!
Che bello! E finalmente sono entrata nella mia quarta settimana! Evviva! Ho raggiunto il primo traguardo!
E inoltre, altri due mesi e potrò dire addio per sempre a queste stupide nausee… almeno spero…
Questa sera saranno a cena da noi tutti. E quando dico tutti intendo proprio TUTTI!
Sirius ormai è scontato, nemmeno lo nomino, poi ci saranno Remus e Peter, scontati anche loro, i miei genitori con Petunia (scoppio dalla gioia…), Charlie e Dean (I loro genitori abitano troppo lontano da qui e quindi non passeranno il Natale con loro), Angy e Matt (no, il bellimbusto no!), Izzie e Sean e la mamma di James.
Uau! Saremo tantissimi!! Ovviamente farò una cena con i fiocchi, sempre che le nausee me lo permettano…

 - James! – gridò Lily sbigottita – Cosa diavolo hai messo su quell’albero!?
 - Ma… Lily… avevi detto di appendere le palle all’abete e io l’ho fatto…
 - Ma… quelle sono le palle da Quidditch! Non ci vanno quelle palle! Ma queste! – Lily mise tra le braccia di James uno scatolone pieno di palline colorate – Ma dico io… cosa diavolo ti è saltato in mente!
Sbuffando la ragazza se ne tornò in cucina. Non solo non avevano fatto l’albero l’otto dicembre e si riducevano a farlo il ventiquattro stesso, ma James aveva anche il coraggio di appenderci la Pluffa e il Boccino… (i Bolidi se li era risparmiati o avrebbero distrutto l’intero e innocente abete). Era pura follia!
E poi dove diavolo aveva preso la Pluffa e il Boccino?
Lily controllò la torta che cuoceva nel forno. Stava venendo benissimo.
James intanto stava mettendo le vere palline all’albero. Ogni tanto lei controllava e alla fine fu soddisfatta di trovare un vero albero di Natale.
 - Così è perfetto! – esclamò Lily entusiasta.
 - Me lo sono meritato un bacio? – chiese James speranzoso.
Lily finse di pensarci su, poi sorrise – Sì! – disse.
James le si avvicinò, l’attirò in un abbraccio e fece per baciarla. Proprio in quel momento suonarono alla porta. I due rimasero immobili. Poi Lily si voltò verso la porta. Erano ancora le sei e l’invito era per le otto. Chi diavolo poteva essere?
La ragazza, sbuffando, andò ad aprire.
 - Mamma?! – esclamò poi perplessa.
 - Ciao, tesoro! Ho pensato che avessi bisogno di aiuto per preparare la cena! – disse la donna con un sorriso - così sono venuta prima!
In effetti a Lily non dispiaceva un aiuto. C’era ancora molto da fare e da sola non ce l’avrebbe mai fatta. A volte si chiedeva se la vera strega non fosse sua madre. Sapeva sempre tutto!
Le fece un sorriso raggiante – Grazie, mamma! Sei fantastica! – disse abbracciandola.
Poi vide Petunia arrivare con il solito broncio, seguita dal padre.
 - Ciao, Petunia – disse Lily.
 - Ciao… - borbottò Petunia, sorpassandola ed entrando in casa.
Lily la ignorò e salutò il padre.
Lui e James si misero seduti in salotto a parlare degli studi di quest’ultimo, mentre Lily e la signora Evans in cucina preparavano la cena. Petunia invece si era fermata sulla soglia della cucina, incerta.
 - Petunia, per l’amor del cielo! Cosa fai lì impalata? Vieni ad aiutarci! – esclamò la signora Evans.
Petunia obbediente si avvicinò alle due e iniziò anche lei a preparare.
Per le sette e mezza ogni cosa era pronta ed era semplicemente fantastica. Apparecchiarono la tavola e attesero l’arrivo del resto degli invitati.
I primi ad arrivare furono Charlie e Dean che salutarono allegramente tutti.
 - Lily! – gridò Charlie abbracciando la ragazza – Auguriiii!!
 - Char… gli auguri si fanno a mezzanotte… - le fece notare Lily.
 - Lascia stare… adora il Natale – disse Dean con un sorriso.
A seguire arrivarono Angy e Matt. Lui aveva il solito sorriso smagliante stampato in faccia, lei sembrava un po’ meno contenta di portarselo dietro.
Poi fu la volta di Remus, Peter, Izzie e Sean, la signora Potter e infine Sirius. Lui e Angy si scambiarono un sorriso complice, ma fecero finta si nulla e si salutarono appena.
 - Prego, mettetevi a tavola. – disse Lily con un sorriso.
La cena fu perfetta. Le pietanze erano fantastiche e tutti mangiarono di gusto, chiacchierando allegramente.
Attesero impazienti la mezzanotte e quando entrambe le lancette furono sul dodici, Charlie scattò in piedi e fece gli auguri a tutti.
Si scambiarono i regali. Lily fu la più fortunata di tutti perché ne ricevette doppi, anche se la maggior parte non erano per lei, ma per il futuro neonato.
Abitini e copertine di colori neutri, pieni di disegni per bambini. Erano tutti bellissimi. Lily ne aprì uno dopo l’altro, sempre più commossa.
 “Oddio… comincio a somigliare a mia madre… “ si ritrovò a pensare, mentre non riusciva a trattenere le lacrime.
Ringraziò tutti.
Strano, ma James non le aveva ancora dato il suo regalo. Gli altri anni aspettava sempre impaziente la mezzanotte ed era sempre il primo a darle il regalo.
 - Ora che hai visto tutti i regali, è il momento del mio… - disse all’improvviso James, con un sorriso.
Lily sorrise. Ah, ecco!
Lui la fece alzare dal divano – Vieni! – le disse prendendola per mano.
E la portò davanti la stanza degli ospiti. La porta era chiusa.
 - Chiudi gli occhi! – fece James.
Lily li chiuse, obbediente. Lo sentì aprire la porta e prenderle le mani, attirandola gentilmente nella stanza.
 - Perfetto, ora puoi aprirli!
La ragazza aprì gli occhi e rimase a bocca aperta, guardandosi attorno. Le pareti erano state ridipinte di un tenero giallino e a terra c’era una bella e morbida moquette.
Il letto singolo e il cassettone erano spariti e al loro posto vi erano una culla, un fasciatoio e un piccolo armadio. Alle pareti erano appesi quadri con disegni per bambini di ogni tipo. Delle tendine attaccate alla finestra completavano l’opera.
Infine, al centro della stanza vi era un pacco. Sempre più meravigliata, Lily lo prese e lo scartò. Trattenne il fiato.
La foto del loro matrimonio, ingrandita e incorniciata. C’erano loro due al momento del bacio…
Lily si voltò verso James.
 - Ti piace? – chiese lui.
 - Da matti! – gridò Lily saltandogli in braccio – James è una stanzetta bellissima! – lo baciò – Ma quando l’hai arredata?
 - Oggi, quando sei uscita! – rispose lui stringendola a sé.
 - James, ti amo! Ti amo da impazzire! – esclamò Lily baciandolo nuovamente.
Non poteva ricevere regalo migliore…
Quello era decisamente il Natale più bello che avesse mai passato!

31 dicembre 1979
Oggi siamo invitati a casa di Charlie e Dean. Passeremo il capodanno con loro. E così gli anni settanta se ne vanno… stiamo per entrare negli anni ottanta.
Questo sarà l’anno del nostro piccolo… o piccola… io ci spero che sia femmina. Ma so che James vuole un maschio. Va bene, tanto c’è sempre tempo per fare anche una bambina, no?

Ore 19
Ho appena saputo una notizia incredibile! Anche Petunia è incinta! Non posso crederci! Non posso crederci! A mamma è venuto un infarto! Un bambino fuori dal matrimonio non era quello che si aspettava, soprattutto da Petunia, la sua figlioletta modello!
Scommetto che il padre è King Kong! Sì, sì, è proprio lui! Non c’è dubbio Petunia frequenta solo lui in questo periodo!
Oh mio Dio! Ma che razza di mostro nascerà?
Ok.. so che non dovrei dire una cosa del genere… non è affatto carino da parte mia. È pur sempre mia sorella e quello che nascerà è mio nipote.
Però vedendo il padre non posso non pensare questo! Ma che razza di gusti ha Petunia?
Mah! Ora devo prepararmi! La cena da Charlie ci aspetta…
Vestito nero o vestito rosso strettissimo in vita?
Rosso… fintanto che sono ancora magra perché non mettere vestiti aderenti? E poi a James piace da matti questo vestito!

 - Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno… AUGURI!!
Lily si lanciò su James e gli diede un bacio carico di passione. Tutti si fecero gli auguri.
Era il 1980!
Angy uscì in giardino, incuriosita dai fuochi d’artificio che scoppiavano allegramente in cielo.
Subito la raggiunse Sirius.
 - Sai… è strano… due anni fa, in questo preciso momento ti chiedevo di sposarmi… - disse Sirius.
Angy non staccò gli occhi dai fuochi – Sirius… credo sia meglio non continuare a vederci così… - disse d’un tratto.
Sirius si voltò di scatto verso di lei – Cosa?!
Angy inspirò – Matt mi ha chiesto di sposarlo… gli ho detto di sì… aspettiamo un bambino… - si morse il labbro inferiore.
 - Cos… tu… - balbettò Sirius.
 - Matt ancora non lo sa… ma glielo dirò presto… - spiegò Angy – Mi dispiace, Sirius… - fece per rientrare in casa, ma Sirius le prese una mano.
Angy si voltò verso di lui, e per la prima volta poté vedere il dolore sul suo volto.
 - Non puoi, Angy… non puoi farmi di nuovo una cosa del genere…
Angy si sentì morire. Gli occhi le si riempirono di lacrime – Sirius…
 - Angy… ti amo ancora…
Angy si liberò dalla sua stretta – Mi dispiace… - sussurrò prima di correre via.
Frustrato Sirius si lasciò sfuggire un grido di rabbia, soffocato dallo scoppio di un fuoco d’artificio.

Ma ci siamo messe tutti sulla catena di montaggio? Anche Angy è incinta!
Devo dire che ci sono rimasta un po’ male. Speravo così tanto che si rimettesse con Sirius e invece sposerà Matt.
Il bambino di Angy nascerà circa un mese dopo il mio! Io lo trovo meraviglioso! Potranno diventare amici!
Sono tre sere che Sirius viene a dormire da noi.
Sono sicura che è distrutto, ma cerca di apparire vivace come al solito. E anche le sue battute stanno avendo un calo.
Accidenti, non so proprio cosa fare.
James mi ha detto che non mi sarei dovuta immischiare in questa faccenda e che non avrei dovuto cercare di farli rimettere insieme…

 - Te l’avevo detto, Lily! Non avresti dovuto! – urlò James.
Lily alzò gli occhi dal piatto che stava lavando – E perché! Sirius la ama ancora e sono sicura che anche…
 - Oh certo! Angy lo ama a tal punto da sposarsi con Matt e aspettare un figlio da lui!
 - Non lo ha voluto lei il bambino!
 - Sta facendo soffrire Sirius e non lo tollero! Chiaro?! Lo ha già fatto due volte e ora lo sta facendo una terza! A me sembra proprio che ad Angy non è mai importato un cazzo di Sirius!
 - Non parlare così di Angy! È la mia migliore amica!
 - E Sirius è il mio migliore amico! E Angy lo sta facendo soffrire! Se tu non ti fossi messa in mezzo…
 - Stai forse dicendo che è colpa mia? E comunque anche Angy soffre!
All’improvviso giunse loro la voce atona di Sirius – Ragazzi ho smesso di fumare la sigaretta e sono rientrato… potreste abbassare la voce?
Lily arrossì e tornò a lavare i piatti. James borbottò qualcosa ed uscì dalla cucina.
Quella sera, sotto le coperte, non si diedero nemmeno la buona notte. Spensero le luci e tra loro cadde un silenzio assoluto.
Lily sentì le lacrime bagnarle le guance. Detestava litigare con James…
Si asciugò le lacrime e chiuse gli occhi. In un attimo già dormiva.

La mattina dopo si svegliò tardi. Non aveva tirocinio quel giorno. Si accorse che James era già uscito. Fissò il posto vuoto accanto a lei e sospirò. Sul comodino le aveva lasciato un biglietto.
Lo aveva preso, sperando che dicesse che gli dispiaceva aver litigato con lei. Invece c’era scritto semplicemente che quella sera non tornava a cena perché avrebbe fatto un turno per l’Ordine.
Lily si lasciò sfuggire un altro sospiro e si decise ad alzarsi e a vestirsi.
Scesa in cucina trovò Sirius, intento ai fornelli.
 - Buongiorno… - le disse lui senza nemmeno l’ombra di un sorriso.
Anche Lily non sorrideva – Buongiorno…
Si lasciò cadere su una sedia, sbadigliando. Era distrutta. Per il litigio con James e inoltre le sue adorate nausee mattutine stavano tornando.
 - Vuoi mangiare qualcosa?- chiese Sirius.
Lily scosse la testa – Non mi sento molto bene…
Sirius si sedette davanti a lei, con una tazza di caffè – Mi dispiace… tu e James avete litigato a causa mia… - disse guardando la nera bevanda.
Lei scosse la testa – Non è così. È che io e James abbiamo idee molto diverse…
Cadde il silenzio. Sirius bevve un po’ di caffè. Poi Lily disse – Sirius… piuttosto, a me dispiace. Sono io che ho fatto di tutto per far tornare Angy con te… e guarda com’è finita…
 - Lily non è affatto colpa tua, chiaro? – fece Sirius – Anzi, ti ringrazio per averci provato, ma a quanto pare non è destino che io stia con Angy – sbuffò e tornò a bere il caffè.
Lily si alzò e andò a chiamare l’amica in questione. Le chiese se le andava di uscire. Angy accettò volentieri.
Poco dopo passeggiavano tra i negozi, con le mani in tasca, avvolte nei caldi cappotti e nelle lunghe sciarpe.
 - Lily… i nostri bambini cresceranno insieme… e andranno anche a scuola insieme… - disse d’un tratto Angy.
Lily sorrise – Già! – esclamò – Pensa se sono un maschio e una femmina! Poi magari si mettono insieme in futuro!
Le due risero e si fermarono davanti alla vetrina di un negozio pre-maman.
 - Tra pochi mesi non entreremo più nei nostri vestiti… - disse Lily.
 - Che tristezza… riuscirò a riprendere la mia linea, poi? – fece Angy.
Le due si guardarono e scoppiarono in un’altra risata.
 - A proposito, ma te l’ho detto che anche Petunia è incinta?
 - No! Davvero? A tua madre deve essere preso un colpo… spero che almeno il suo ragazzo sia bello!
 - Veramente somiglia a King Kong…
 - Oh Dio! No! Ma che gusti ha tua sorella?
 - E’ quello che mi sono chiesta anch’io, sai… dovranno sposarsi al più presto…
 - Ah, un matrimonio riparatore!
 - Sì, ma lei sembra felice. – disse Lily perplessa. – Oh! Angy… guarda quelle scarpine! – esclamò poi, illuminandosi – Sono bellissime…
 - Prendile, no? – fece Angy.
 - Sono azzurre… e se poi è femmina?
 - E chi l’ha detto che l’azzurro lo deve portare solo il maschio? – replicò Angy.
Lily si strinse nelle spalle – Preferisco aspettare…
Le due proseguirono la loro passeggiata, concludendola con una bella cioccolata calda con panna.
 - Spero di non sentirmi male… - fece poi Lily preoccupata.
Anche Angy si preoccupò – Oddio… anch’io… - fece.
Le due si guardarono – Le gioie di essere madri! – dissero all’unisono, prima di scoppiare a ridere per l’ennesima volta.

James si sentiva terribilmente in colpa per il litigio con Lily. E soprattutto per essersene andato così, lasciandole solo quel freddo biglietto.
Avrebbe dovuto far pace subito  invece il suo maledetto orgoglio…
Ora, mentre si trovava al Ministero, più di una volta era stato tentato di chiamarla o mandarle un gufo…
Ma ci ripensava all’ultimo momento.
Voleva chiarire con lei di persona. L’unico problema era che avrebbe dovuto aspettare fino al giorno dopo perché avrebbe finito tardi il suo turno per l’Ordine.
Sospirò. Chissà cosa stava facendo Lily? E chissà se era ancora arrabbiata con lui?

 - Ed è u-usci-ito di ca-asa lasciandomi qu-uel fre-eddo bigliettooooo! – fece Lily in lacrime, seduta sul divano in salotto.
Sirius le porse un fazzoletto. Lei lo prese e si soffiò rumorosamente il naso. Sapeva che prima o poi Lily sarebbe crollata.
Aveva letto da qualche parte che le donne incinte diventano più sensibili. Be’, stava vedendo con i suoi occhi che era vero.
La “vecchia” Lily non si sarebbe messa a piangere così per uno stupidissimo litigio.
 - Lily, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Sono sicuro che domani avrete già fatto pace. – cercò di rassicurarla.
 - E se lui no-on vo-ole-esseeeee?! – gridò Lily piangendo più forte.
 - Ma ti pare? Ha smosso mari e monti per averti ed ora secondo te butta tutto all’aria per un banale litigio? – disse Sirius passandole un altro fazzoletto.
Lily lo agguantò e non risparmiò nemmeno quello. Smise di piangere – Hai ragione, Sirius… - mormorò – Ma che mi è preso? Perché sono così stupida a volte?
Sirius le sorrise – Sono solo i tuoi nervi un po’ messi a dura prova in questo mese…
 - Sei settimane. – lo corresse Lily – Sono quasi due mesi, eh!
 - Di già! Non me ne ero reso conto! – esclamò Sirius.

Eh già… io sto per raggiungere il mio secondo traguardo e qui nessuno pare essersene accorto a parte me! E considerando che io me ne devo accorgere per forza, perché sono quella incinta, non è una bella consolazione.
È mezzanotte e James non è ancora tornato dal suo turno. Vorrei aspettarlo sveglia, per fare pace, ma mi si chiudono gli occhi…
Sono sfinita… ho un sonno… voglio dormire…
Sì sì… metto via il diario, spengo la luce e dormo…
CONTINUA

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Grazie, grazie, grazie e ancora grazie per i commenti a:

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CAPITOLO VI
Lily scese in cucina, quella mattina, tardi e rimase sorpresa nel vedere James ai fornelli.
 - Che ci fai qui? – gli chiese perplessa.
 - Mi sono preso un giorno di permesso… - disse James voltandosi verso di lei per tornare poi a guardare i fornelli. – Così, stiamo insieme, ti va?
Lily non rispose. Era ancora troppo sorpresa. James si voltò nuovamente verso di lei – Avevi altri impegni?
Lei scosse la testa – No, non ho nessun impegno – sorrise.
Anche James sorrise – Perfetto – disse – Stavo pensando che magari potremmo passare tutto il giorno a casa, solo io e te… - aggiunse.
Lily non poté non cogliere la malizia nelle sue parole – Certo, va bene!
Purtroppo i piani dei due non andarono esattamente così. Non avevano calcolato una cosa… anzi una persona: Sirius.
E nessuno dei due aveva il coraggio di dirgli che avevano bisogno di un po’ di intimità. Il ragazzo continuava ad aggirarsi per casa come uno zombie, lasciandosi andare a qualche sospiro di tanto in tanto.
Pensava sicuramente ad Angy. Con quale coraggio potevano mandarlo via? Che razza di amici sarebbero stati?
E così passarono parte della mattinata insieme a Sirius, cercando di farlo divertire in ogni modo, ma lui sembrava così apatico…
Lily iniziava a spazientirsi. D’un tratto squillò il telefono. La ragazza corse a rispondere, lasciando Sirius nelle mani di James.
Era Angy. Stava piangendo come una fontana. Aveva detto a Matt di essere incinta e lui l’aveva lasciata. Lily rimase di sasso. Non poteva crederci.
 - Quel gran bastardo! – sbottò.
James e Sirius si voltarono a guardarla.
 - Angy, smettila di piangere! È solo uno stronzo! Finalmente te ne sei resa conto! Vieni qua, non voglio che rimani sola a casa! E non preoccuparti… ora ci penso io a quello stronzo di Matt!
Lily rimise giù il ricevitore e si voltò verso Sirius e James. I due la guardarono preoccupati. Una strana luce aleggiava negli occhi di Lily. Pura rabbia, mista a qualcosa simile alla vendetta.
Bisognava farla pagare a Matt. Oh sì! Proprio così!
 - Cos’è successo? – chiese titubante Sirius.
 - Matt ha lasciato Angy non appena ha saputo che è incinta…
Sirius scattò in piedi – Dannato bastardo… - ringhiò.
 - Calma, Sirius… - fece Lily incrociando le braccia – Ho già in mente qualcosa per il caro Matt…

Mezz’ora dopo Angy era a casa Potter. Lily le aveva detto di portarsi l’occorrente per dormire da loro.
Era distrutta, come se fosse finita sotto un treno e poi precipitata dall’ultimo piano di un grattacielo.
 - Se n’è proprio andato? – chiese Lily.
Angy era seduta accanto a lei sul divano in salotto – Ha detto che tornerà a prendere le sue cose e che non ci devo nemmeno pensare ad implorarlo di rimanere… - tirò su col naso che poi nascose in un fazzoletto.
Sirius cercava di non darlo a vedere, ma fremeva di rabbia.
 - Io… - fece Angy - … non posso credere che mi abbia lasciata… come ha potuto? Ha avuto anche il coraggio di dirmi che se interrompo la gravidanza allora tornerà con me…
 - COSA?! – gridò Lily fuori di sé – COME DIAVOLO SI E’ PERMESSO?
Ora era ancora più furiosa e impaziente di mettere in atto la sua vendetta… anzi la vendetta da parte di Angy.
Matt aveva detto che sarebbe tornato quella sera a prendere le sue cose. Be’, al suo arrivo allora avrebbe trovato una bella sorpresa.
Una, anzi due, streghe furiose…
E un Sirius decisamente incazzato…

Lily e Angy entrarono nell’appartamento di quest’ultima. Matt non era ancora passato a prendere le sue cose.
Le due si guardarono attorno. Poi la porta dell’appartamento si aprì proprio in quel momento.
Matt entrò. Angy lo guardò stravolta.
Lui le lanciò un’occhiata in tralice  e andò dritto a prendere la sua valigia e a riempirla con i suoi vestiti. Questo fece perdere la pazienza a Lily.
 - Ehi, tu… facile comportarsi facendo finta che lei non ci sia, eh? – sbottò mettendosi le mani sui fianchi.
Matt le lanciò un’occhiataccia – Ma tu che vuoi? – chiese.
 - Angy, è la mia migliore amica e tu la stai facendo soffrire! Come puoi lasciarla ora che aspettate un bambino?
 - Io non sono il padre di quel bambino – disse Matt.
 - Cosa? – fece Lily, mentre Angy strabuzzava gli occhi.
Matt tirò fuori dei fogli dalla tasca
 - Non tocco Angy da un mese e qui è scritto che lei è incinta di due settimane! Chi è stato allora? L’arcangelo Gabriele?
Angy sbiancò. Due settimane… ma allora… due settimane prima lei…
 - Hai ritirato le mie analisi?! – sbottò poi – E non mi ha detto nulla?!
 - Già, e ho fatto bene, perché così ho scoperto che il bambino non è mio!
 - Facile inventare una cavolata per liberarsi delle responsabilità! – esclamò Lily tirando fuori la bacchetta.
 - Che diavolo vuoi fare con quella cosa? – fece Matt iniziando a preoccuparsi.
 “Traduco capelli…” pensò Lily e all’improvviso i capelli di Matt diventarono verdi.
 - Ora sei molto più affascinante così! – esclamò Lily scoppiando a ridere. Pensò un’altra formula e all’improvviso tutti i vestiti che Matt stava mettendo nella valigia si riempirono di buchi.
 - Maledizione! I miei vestiti! Hai idea di quanto siano costati? E i miei capelli? Che diavolo gli hai fatto?
 “Levicorpus!” pensò ancora più furiosa Lily.
Matt si ritrovò a testa in giù, sospeso in aria. Lily gli si avvicinò e si mise le mani sui fianchi – Ah, è dei tuoi vestiti e dei tuoi capelli che ti preoccupi, eh?
 - Tu sei matta! – ringhiò lui.
 - Te la sei cercata, Matthew caro… - fece Lily a denti stretti.
Gli puntò nuovamente la bacchetta contro e pensò un’altra formula. Tutti i vestiti di Matt sparirono, anche quelli che aveva addosso a parte gli slip. Dal nulla apparve un battipanni che iniziò a picchiarlo forte sul fondoschiena.
Lily iniziò a ridacchiare, mentre lui imprecava ad ogni colpo.
 - Fallo smettere immediatamente, dannata megera! – fece lui frustrato.
Quei colpi facevano davvero male. Ma Lily si stava godendo la scena e non era intenzionata  a smettere.
Dopo circa dieci minuti di colpi incessanti fece sparire il battipanni.
 “Liberacorpus”
Matt cadde a terra come un sacco pieno di patate. Si rialzò dolorante e la guardò con rabbia.
 - Sparisci, prima che faccia riapparire il battipanni! – lo minacciò Lily – Non farti più vedere! Mi fai solo che schifo!
 - Ma… i miei vestiti… - fece lui.
 - Non ci sono più! Ora vattene! – Lily gli puntò di nuovo la bacchetta contro e lui fu costretto a lasciare la casa… in mutande.
Lily scoppiò a ridere e si voltò verso Angy. La ragazza riuscì ad abbozzare un sorriso – Grazie, Lily, sei stata fantastica! – disse poi abbracciandola.
 - Figurati! Se lo meritava proprio! E poi sai da quant’è che avevo voglia di sculacciarlo a quel modo!? E ora andiamo a casa… tu ed io dobbiamo parlare di un po’ di cose… a partire da chi è davvero il padre di questo bambino…

Matt uscì di corsa dalla palazzina e subito fu investito dall’aria gelida della notte. Si strinse nelle spalle. Perché diavolo aveva parcheggiato così lontano?
Accelerò il passo e un improvviso ringhio minaccioso lo fece voltare. Un grosso cane nero lo guardava con rabbia. Il cane scoprì le lunghe zanne e ringhiò ancora.
Matt indietreggiò. Quel cane ce l’aveva proprio con lui.
Il cane scattò in avanti e cercò di azzannarlo, ma lui riuscì ad evitarlo e a correre via, con la bestia alle calcagna che abbaiava arrabbiato.
Matt riuscì a chiudersi in macchina, a mettere in moto ed andarsene.
Il cane lo inseguì ancora per un po’, abbaiando, poi stanco si fermò e tornò indietro, trotterellando soddisfatto. Era riuscito a mettere paura a quel fesso! A proposito… chissà perché era in mutande! Ma che gli aveva combinato Lily? Ah quella ragazza era terribile.
Scodinzolando il cane attraversò la strada. Peccato che proprio in quel momento una macchina stesse passando e non vedendo il nero cane, confuso con la notte per via del proprio manto, lo prese in pieno.
Subito la macchina si fermò e scese una donna.
 - Oh Dio! Ma che ho combinato?! – gridò portandosi le mani al volto.
Ecco, gli ci mancava solo una donna che lo investiva e che poi iniziava ad urlare istericamente per via dei sensi di colpa…

Angy e Lily tornarono a casa soddisfatte. La loro vendetta era compiuta. James le aspettava sveglio.
 - Posso sapere che avete combinato voi tre? – chiese.
 - Noi tre chi? Guarda che eravamo solo io e Angy, se poi vuoi contare anche i bambini, devi dire quattro – fece Lily.
 - Ma come… non c’era Sirius con voi? – disse James perplesso.
Lily e Angy erano più perplesse di lui – Sirius? – fece quest’ultima.
 - Ha detto che vi avrebbe raggiunte per darvi manforte… - spiegò James.
 - Oh no! Chissà ora che ha combinato!? – fece Angy inorridendo. Sirius era così impulsivo!
 - D’accordo… tranquille… vado a cercarlo… - disse James prendendo le chiavi della macchina.
Uscì di casa e si mise nell’auto. Accidenti a Felpato! Ma che gli era saltato in mente? Ora ne aveva sicuramente combinata un’altra delle sue!
E toccava sempre a James andare a recuperarlo! Sperava solo che non avesse fatto qualche sciocchezza tipo picchiare Matt o usare qualche fattura su di lui (a questo ci aveva già pensato Lily, ma James ovviamente non poteva saperlo).
Spazientito guidò per i vari isolati, ma sapeva che così non avrebbe mai potuto trovare Sirius. Così tirò fuori la bacchetta e la poggiò sul cruscotto.
 - Guidami – le disse.
La bacchetta iniziò a girare vorticosamente e all’improvviso punto a nord-est.
James seguì le indicazioni della bacchetta e alla fine, perplesso, si fermò davanti ad un veterinario notturno. Che diavolo ci faceva lì Sirius?
James scese dalla macchina e si avvicinò titubante all’ambulatorio e cercò di sbirciare al suo interno. Ma così non vedeva niente… ora con quale scusa entrava?

 “Ok… l’avevo intuito che questi due erano deficienti, ma ora ne ho la conferma…” pensò Sirius.
Sotto le sembianze di Felpato era steso sul tavolo, nell’ambulatorio del veterinario. Be’… la donna che lo aveva investito era davvero bella, non c’erano dubbi su questo! E non gli era affatto dispiaciuto quando lei lo aveva sollevato per caricarlo in macchina, e si era ritrovato strizzato contro il suo prosperoso seno.
Era stato tranquillo fino a che non aveva capito dove lei lo stava portando.
 “Cazzo, io ho bisogno di un medico per gli umani, non di un veterinario… oltretutto questo sembra tutto tranne un veterinario…” pensò Sirius osservando l’ometto basso e calvo che armeggiava con qualcosa.
All’improvviso l’uomo si voltò. Stringeva in mano un’enorme siringa contente un liquido giallo.
Se c’era una cosa che Sirius detestava più di ogni altra erano le siringhe. Non le poteva soffrire.
 “ Eh no… dannato nano… non provare a toccarmi con quella cosa…” iniziò a ringhiare cercando di apparire il più minaccioso possibile e pensando ad un modo per uscire da quella situazione.
D’un tratto la porta si spalancò.
La donna e il veterinario si voltarono. C’era un ragazzo sulla soglia. Indicò il cane nero.
 - Quello è il mio cane! – esclamò – Mi è scappato mentre lo portavo a passeggio!
 “Oddio James… che tempismo…”
 - Oh! Mi dispiace tantissimo per averlo investito! – esclamò la donna disperata – E’ che è nero e mi ha attraversato la strada all’improvviso!
 - Non si preoccupi, nessun problema. Lo porto dal nostro veterinario, eh! – fece James avvicinandosi al tavolo e facendo una specie di sorriso al veterinario che ancora stringeva in mano l’enorme siringa.
 - Non le dispiace, eh? – fece James.
 - Si figuri – disse quello mettendo via la siringa, sotto l’occhio vigile di Sirius.
Era salvo!
James sorrise ancora come un ebete al veterinario e alla donna, poi sollevò il cane.
 - Grazie ancora per averlo portato qui – disse alla donna prima di uscire in tutta fretta l’ambulatorio.
Una volta in macchina, Sirius poté riprendere le sue sembianze.
 - James! Mi hai salvato! Mi stava per ficcare quella siringa chissà dove! – esclamò abbracciando quasi l’amico.
 - Stai bene? Hai qualcosa di rotto? – gli chiese James preoccupato.
Sirius scosse la testa – Sono tutto intero… almeno credo… - rispose.
 - Sarà meglio andare in ospedale…
 - Non ci penso nemmeno! Andiamo a casa immediatamente! – esclamò Sirius intestardendosi.
James non poté che cedere e tornò a casa.
 - Ma cos’è successo? – chiese Lily quando li vide tornare.
Sirius zoppicava sorretto da James.
 - Sono stato investito! – rispose il ragazzo con un sorriso, come se niente fosse.
 - Investito? – fece Angy preoccupata – Ma stai bene? Che ci fai qui? Saresti dovuto andare all’ospedale! E come hai fatto ad essere investito?
 - Angeline, rilassati, sto bene. – disse Sirius con un sorriso – Mi ero trasformato in Felpato per mettere un po’ di fifa a Matt e una donna mi ha investito, non vedendomi. Tutto qui! Non è così terribile… a parte per il fatto che un veterinario sadico stava per infilzarmi con una siringa gigante! James mi ha salvato giusto in tempo!
Angy non sembrava convinta – Vorrei darti un’occhiata! Sai, sto per diventare una Guaritrice!
 - Oh… certo… va bene!
Lily e James si lanciarono un’occhiata. Era ora di levare le tende. Si presero per mano e in silenzio lasciarono i due soli nel salotto, davanti al caldo camino acceso…

Lily raccontò a James com’era andata da Matt. Il ragazzo per il troppo ridere era caduto dal letto, e non si era nemmeno rialzato, continuando a ridere.
 - L’hai sculacciato! – esclamò – E hai usato il Levicorpus su di lui! Come se non bastasse l’hai fatto uscire in mutande! Io stesso non avrei saputo fare di meglio! Sei stata grande tesoro! – risalì sul letto e la baciò.
 - Grazie! – disse lei con un sorriso – Sono la degna moglie di un Malandrino?
 - Sì! Ma devi ancora passare l’esame finale…
 - Ah sì? E quale sarebbe?
 - Devi riempirmi di coccole…
 - James! A volte sei così bambino! – disse Lily ridendo, ma lasciò comunque che lui si sdraiasse poggiando la testa sulle sue gambe. Iniziò ad accarezzargli i capelli ribelli.
James adorava quando Lily gli carezzava i capelli a quel modo. Era così rilassante…
Si lasciò sfuggire un sospiro felice e le sorrise.

Sono contenta di aver fatto pace con James. Detesto litigare con lui!
Oggi sono successe molte cose… devo dire la verità, mi dispiace per Angy, ma sono felice che sia finita con Matt perché lo odio! Ed ora c’è una possibilità che si rimetta con Sirius, anche perché se questo bambino non è di Matt… non può che essere del caro Sirius!
Oddio come sono contenta! Il destino o chi per lui ha dato loro un’altra possibilità! Anche se Angy non lo aveva dato a vedere era distrutta dopo aver perso l’altro bambino che aspettava da Sirius.
Accidenti ora dovranno iniziare a chiamarmi Dottoressa Stranamore! Se quei due si rimettono insieme è solo grazie a me!
Ho paura di non poter far nulla per Izzie e Remus invece. Anche perché Sean mi piace. È un ragazzo dolcissimo e Izzie se lo merita in pieno.
Non che Remus non sia dolce… anzi, io sarei più contenta di vedere lui al fianco di Izzie. Ma la mia amica ora è troppo felice con Sean…
Uff… James mi sta implorando di coccolarlo! Ma non dovrebbe essere il contrario? È proprio un bambino quando ci si mette! Sì, James, te le faccio le coccole! Abbi pazienza, finisco di scrivere qui!
Comunque mi è venuta un’idea… quando nascerà il bambino (o la bambina, io ancora ci spero) voglio tenere un diario su di lui/lei! Penso che sarebbe bellissimo! Potrei scriverci tutte le cose che fa, ma soprattutto come passa le giornate con noi e con tutti i nostri amici… così un giorno, quando sarà grande, potrà rileggerlo e vedere come siamo felici tutti insieme…
Ora uccido James! Mi si sta strofinando addosso peggio di un gatto…

La mattina dopo, domenica, Lily fu la prima ad alzarsi. Scese in cucina per preparare una bella colazione a tutti e poté notare, con piacere, che Angy e Sirius si erano addormentati in salotto, sullo stesso divano e abbracciati.
Lui aveva cerotti un po’ ovunque e un polso fasciato, ma sembrava stare bene. Angy dormiva beatamente appoggiata a lui.
Lily sorrise e andò in cucina. Si mise ai fornelli e preparò una splendida colazione. Il profumino svegliò i due ragazzi.
Angy e Sirius si guardarono negli occhi, rendendosi conto di essersi addormentati abbracciati. Arrossirono entrambi. Ma Angy fu la prima ad accennare un timido sorriso.
 - Sirius… ecco.. volevo dirti che mi dispiace… io ti ho fatto stare di nuovo male e non volevo. Ora puoi mandarmi a quel paese se vuoi… ma ecco… vedi… io ti amo… - disse. Il cuore le batteva fortissimo. Cosa avrebbe detto Sirius?
Il ragazzo fece quel sorriso così affascinante che lei amava tanto – Non ti manderò a quel paese… - disse a bassa voce prima di baciarla.
 - Ah… ecco… allora posso dirti quello che sto per dire… - Angy esitò – Credo proprio che questo bambino sia tuo… - si morse il labbro inferiore in attesa di una risposta.
Sirius la fissò per un attimo imbambolato – Mio? – riuscì poi a dire.
Angy annuì, preoccupata dalla reazione del ragazzo.
 - Oh! Allora ho ancora una possibilità di diventare papà! – esclamò lui.
Lei si illuminò – Tu… tu vuoi…
 - Certo che sì! – fece lui – Lo avrei voluto tre anni fa e lo voglio ancora adesso!
Angy lo abbracciò con così tanta foga che caddero dal divano – Non posso crederci! Che bello! Ti amo!
Lily si affacciò nel salotto e con una risatina disse – E’ pronta la colazione…
I due arrossirono capendo che aveva sentito tutto. Ma non avevano idea che fosse in cucina…
Si alzarono e andarono in cucina, sedendosi a tavola.
Lily sorrise allegramente ad Angy che ricambiò, raggiante. Poco dopo scese anche James.
Tutti e quattro fecero colazione insieme, parlando vivacemente di cosa avrebbero fatto quel giorno. Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi. Quando erano a Hogwarts, con le loro avventure giornaliere e felici.
Era bella quell’aria famigliare che aleggiava tra loro. Era qualcosa di indescrivibilmente tranquillo e anche un po’ malinconico.
Forse stava cominciando il meglio per tutti.
Lily guardò le persone a cui voleva più bene e fece un sorriso, se il meglio era quello allora non c’erano dubbi che fosse cominciato…
CONTINUA


Ahahaha, credevate davvero che avrei fatto sposare Angy e Matt!! Io odio il bellimbusto!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ragazze, vi ringrazio tantissimo per i commenti! Mi fanno sempre un sacco piacere!!!!
Grazie a:

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Alicetta96

CAPITOLO VII
Sono entrata nella mia ottava settimana, ovvero ho quasi concluso il secondo mese! Mi guardo allo specchio e vedo la mia pancia ancora piatta. Mi scoccia un po’… quando si inizierà a vedere che sono incinta? Ne vado così fiera! Tutti devono sapere che aspetto un bambino!
Mamma dice che quando era incinta di me, già al terzo mese si poteva notare. Mi ha presa in giro dicendomi che ero davvero grassottella da piccola! Ah che cattiva!
Ma è vero? Io non me lo ricordo… dovrei avere da qualche parte un album di foto… e anche James se n’è portato uno dalla sua vecchia casa paterna.
Non li ho mai sfogliati… è ora di fare un tuffo nei ricordi…

Sbuffando, in bilico su una scala traballante e chiusa nello sgabuzzino, Lily cercò i due album e finalmente li trovò. Trionfante uscì dalla stanzetta e andò dritta in salotto dove si lasciò cadere sul divano.
La loro adorata casa era tornata di nuovo vuota, ora che Angy e Sirius erano andati a vivere insieme nella casa della ragazza.
James al momento era al lavoro e quindi Lily poteva starsene tranquilla per conto proprio.
Guardò i due album. Decise di iniziare da quello di James. Aprì la prima pagina e vi era la foto di un piccolino appena nato in bianco e nero.
Era bellissimo con un nasino all’insù stupendo, gli occhi chiusi e le manine strette a pugno. Accanto c’era scritto, in una grafia elegante: James, a sole 23 ore.
Lily sorrise alla foto. Quello era suo marito quando era nato da ventitré ore. Era minuscolo.
Girò la pagina ed ecco una foto di James già ad un anno. Era in braccio ad un bell’uomo dall’aria allegra e i capelli spettinati. Era il padre di James.
Lily non lo aveva mai conosciuto. Era morto mentre frequentavano il settimo anno. Ma le sarebbe tanto piaciuto incontrarlo. Doveva essere una persona meravigliosa.
Notò, come i due genitori fossero già in età matura. Ecco perché James era il loro unico figlio ed era stato così viziato.
Erano comunque tutti e due bellissimi. La signora Potter sembrava così felice mentre stringeva James tra le braccia e il signor Potter lo guardava come se non avesse mai visto nulla di più bello al mondo.
 “Sarà così anche con il nostro bambino?” si chiese Lily con un sorriso.
Continuò a sfogliare l’album. Le foto si muovevano. I signori Potter la salutavano agitando le mani.
Arrivò alle foto in cui James aveva cinque anni: una faccia vispa, lentiggini e tanta birichineria. Ecco cosa caratterizzava James a quell’età e come si era visto anche negli anni a venire.
In una foto giocava a rincorrersi con il padre.
Lily continuò e si ritrovò, senza rendersene conto, agli undici anni di James.
Sorrise. Non ricordava che fosse così. Non portava ancora gli occhiali.
Ecco la foto il primo settembre, alla stazione di King’s Cross. Correva eccitato verso i binari, additando il treno.
Lily strabuzzò gli occhi quando si vide immortalata in un angoletto della foto, appiccicata ai suoi genitori, un po’ timorosa. Aveva due trecce e una grossa frangetta para.
E improvvisamente ricordò quel giorno. Fu subito odio con James.
Sorrise per l’ennesima volta. Continuò a sfogliare e all’improvviso una foto uscì dalle pagine cadendo a terra.
Lily la prese e la fissò stupita. Rappresentava lei e James che dormivano sul letto a baldacchino di quest’ultimo. Era il loro settimo anno.
Ma certo! Era quella volta che lui aveva avuto la febbre e lei lo aveva assistito tutta la notte. Alla fine non ce l’aveva fatta ed era crollata. Ma chi aveva fatto quella foto?
Be’… era davvero bella e sarebbe stata un’ottima idea farla incorniciare. Lily prese la giacca e uscì di casa.
Voleva farla incorniciare subito e poi, perché no, passare da James al ministero. Aveva proprio voglia di vederlo cinque minuti dato che non sarebbe tornato per niente a casa. Aveva l’ennesimo turno per l’Ordine della Fenice.
E fu proprio all’Ordine che Lily pensò. Stava sempre diventando più pericoloso per i suoi componenti. Gli attacchi dei Mangiamorte ai Babbani stavano aumentando. Per questo ora non facevano più le ronde da soli ma in coppia o, a volte, addirittura in tre o quattro.
Lily aspettava ogni notte James, sveglia, con l’ansia che cresceva minuto di più. E quando lui tornava, con il sorgere del sole, si gettava tra le sue braccia, enormemente sollevata nel vederlo senza nemmeno un graffio.
Quella sera James andava in ispezione con Sirius e Remus. Lily si sentiva molto più tranquilla quando stavano insieme quei tre.
Erano bravi a pararsi le spalle a vicenda.
Dopo aver fatto incorniciare la foto, raggiunse subito la cabina telefonica che portava al ministero. Sollevò il ricevitore e compose i numeri due, quattro, quattro, due e improvvisamente si sentì una voce dire:
 - Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore dichiarare il vostro nome e il motivo della visita.
 - Lily Potter. Sono qui per vedere mio marito James Potter – disse Lily decisa.
 - Grazie – disse la voce – Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla al vestito.
Nel contenitore dove di solito cadevano le monete, cadde una spilla quadrata. Lily la prese. Vi era scritto Lily Potter, visitatrice. Se l’appuntò alla maglietta. In quel momento la cabina iniziò a muoversi verso il basso. Stava entrando al Ministero. Un minuto dopo era nel grande atrio.
 - Ciao, Lily – la salutò il guardiano che ormai la conosceva bene.
Lily gli fece un sorriso – Ciao, Aaron! – disse lasciandogli la bacchetta.
Si incamminò poi verso gli uffici degli Auror ed entrò in quello che James divideva con un altro ragazzo.
Ma quando entrò fu sorpresa di non trovare quel ragazzo, ma un’avvenente bionda, seduta sulla scrivania di James, che scherzava e rideva con lui.
Lily si indispettì subito e guardò la bionda. Non c’erano dubbi. Aveva tutte le curve al posto giusto, come un seno e due gambe che Lily non avrebbe mai avuto. Inoltre era magrissima, mentre Lily non lo sarebbe stata ancora a lungo. E poi il modo in cui James rideva con lei…
Lily si schiarì la voce per attirare l’attenzione del marito. Lui e la bionda si voltarono verso di lei. James sorrise – Tesoro! – esclamò andandole incontro – Che sorpresa! – l’abbracciò e baciò, ma Lily rimase seria e rigida.
James sembrò non farci caso e indicò la bionda – Lei è Heraclea Theodore – disse – Hera, lei è mia moglie, Lily.
Un sorriso falsissimo comparve sulle labbra carnose e rosse di Heraclea.
 - Piacere, Lily. James non fa altro che parlare di te… ormai ti conosco come le mie tasche – disse con tono che alle orecchie di Lily apparve scocciato.
 - Invece a me James non ha mai detto niente di te. – replicò Lily fredda, ma facendo un sorriso altrettanto falso.
 - Heraclea è una mia nuova collega. – spiegò James notando solo in quel momento lo strano comportamento di Lily e chiedendosi, perplesso, cosa avesse. Non aveva tempo di chiederglielo, perché un ragazzo era venuto a chiamarlo dicendo che avevano bisogno di lui
 - Torno subito, tesoro. – disse a Lily, lasciando subito dopo la stanza
 - Non hai l’aria di essere un’auror. – fece Lily quando rimasero sole.
 - E tu non hai l’aria di essere una futura insegnante di Pozioni. – replicò Heraclea, tagliente – Anche se non credo che lo diventerai… sei incinta, no? Prima o poi dovrai interrompere gli studi – fece un sospiro teatrale e si guardò le unghie perfettamente limate e laccate di rosso.
Lily corrucciò la fronte. Ma come si permetteva quella di parlarle a quel modo. Certo, sapeva che non c’era paragone tra la minigonna mozzafiato che la bionda indossava e i jeans e maglietta indossati invece da Lily, ma che bisogno c’era di parlare così?
Come se non bastasse Heraclea proseguì – Personalmente non vorrei mai un figlio a vent’anni! Cioè, voglio dire… finisci di vivere praticamente. Un moccioso che ti sveglia alle quattro del mattino, non ti permette più di uscire con le amiche e divertirti…
Lily non riuscì a trattenersi – Ma fatti gli affari tuoi! – sbottò – Sono cavoli miei di quello che faccio! Ma come ti permetti di parlarmi così? Nemmeno mi conosci!
Heraclea non sembrò minimamente toccata dalle parole di Lily. La guardò con aria annoiata – Dico solo quello che penso. E sai che altro penso? Che James non ce lo vedo proprio come padre…
Lily serrò le labbra in un modo che ricordava tanto Petunia – Mio marito sarà un padre perfetto… - ringhiò.
 - Oh non lo metto in dubbio. Quello che dico io è che quel ragazzo è ancora così pieno di vivacità e voglia di divertirsi! Non credo che vorrà perdere tempo dietro un poppante… infatti questa sera esce a cena con noi… oops… non lo sapevi? – fece Heraclea guardando la faccia basita di Lily.
 - Non è vero! – esclamò lei. Sapeva che aveva un turno per l’Ordine. Che diavolo le stava raccontando quella bionda?!
 - Stai forse dicendo che mento? Puoi chiederlo agli altri Auror se vuoi…- Heraclea tornò a guardarsi le unghie con fare non curante.
Lily non sapeva che dire. Ma perché? Perché James non gliel’aveva detto? E perché non le aveva mai parlato di quella fascinosa bionda che ora sedeva sulla scrivania?
E all’improvviso le parole di Heraclea le crollarono addosso, travolgendola come una valanga gelida.
Non vorrà perdere tempo dietro un poppante… è ancora così pieno di voglia di divertimento…
Era vero. James si comportava ancora come un ragazzino. Era ancora legato alle marachelle e le serate divertenti con Sirius. Forse lui in realtà non voleva quel bambino…
Magari preferiva la bella Heraclea che non aveva intenzione di avere figli e che avrebbe mantenuto quella linea perfetta e non si sarebbe trasformata in una balenottera entro due mesi.
 - Eccomi… - fece l’oggetto dei suoi pensieri rientrando in quel momento nella stanza.
Cinse la vita di Lily con un braccio, ma lei si ritrasse. Gli rivolse un’occhiata a dir poco arrabbiata e marciò fuori dalla stanza senza dire niente.
Heraclea sorrise soddisfatta.
James corse dietro Lily, chiamandola.
 - Ma… Lily… che ti è preso? – fece il ragazzo confuso, raggiungendola.
Lei non rispose. Erano arrivati nell’atrio. Raggiunse Aaron e si fece restituire la bacchetta.
 - Lily, mi spieghi che cos’hai?
Lily raggiunse l’ascensore e fece un respiro profondo, poi si voltò verso James fulminandolo con lo sguardo.
 - Potevi dirmelo che andavi a cena fuori! E che quella biondona è la tua nuova collega! Gentile da parte tua farla sedere sulla scrivania! – sbottò all’improvviso – Te la tieni da parte per quando ti sarai stancato di me?
James la fissava sbigottito – Ma che diavolo stai dicendo? – esclamò cercando di moderare il tono della voce, ma aveva una gran voglia di urlare. Perché Lily stava dicendo tutte quelle sciocchezze?
 - Se vuoi lasciarmi, James, fallo subito! – concluse la ragazza.
 - Ma vuoi scherzare? – sbottò lui – Sei impazzita all’improvviso? Cosa cazzo stai dicendo?
 - La verità! Mi hai mentito! – e qui abbassò la voce – Hai detto che avevi un turno per l’Ordine e invece te ne vai in giro con i tuoi colleghi e… quella biondona!
 - Ma, Lily, è vero che ho un turno! Puoi chiederlo a Sirius se vuoi!
 - Certo e lui ti reggerebbe il gioco, no?
 - Ti giuro che è così! E ammetto che prima vado a mangiare qualcosa con gli altri, ma giusto il tempo di mangiare un boccone e poi vado subito via! Era per non farti scomodare a cucinare!
 - Ah, certo! Come no! E scommetto che fai così ogni volta che hai un turno e non torni a casa fino all’alba! Chissà quante volte hai mangiato insieme a quella! – continuò Lily sempre più arrabbiata.
Durante il loro monologo l’ascensore era sceso e andato almeno una decina di volte. Tornò giù per un’ennesima volta e le porte si aprirono.
 - Tu non lo vuoi questo bambino, James, vuoi ancora divertirti… - fece Lily prima di salire sull’ascensore.
James la guardò basito, mentre le porte si richiudevano. Poi si passò le mani tra i capelli.
Ma cosa diavolo le era successo così all’improvviso? Perché faceva così? Come poteva esserle saltato in mente che voleva lasciarla o che non voleva quel bambino?
Si trascinò verso il suo ufficio. Aveva una gran voglia di spaccare tutto quello che gli capitava a tiro. Non si era mai sentito così. Sentiva male al petto. Quello che gli aveva detto Lily, ogni singola parola, era stato peggio di una stilettata.
 - Tutto bene? – fece Heraclea fingendosi preoccupata.
 - Sì… uno stupido litigio… - disse lui.
 - Mi dispiace… forse… non avrei dovuto dirle che venivi a cena con noi?
James scosse la testa – Non preoccuparti, nessun problema, davvero…
Heraclea si morse il labbro inferiore – Andrai quindi a cena a casa?
 - No, penso proprio che verrò a cena con voi… - rispose lui. Lily era fuori di se. Anziché fargli trovare la cena pronta, come minimo gli avrebbe tirato addosso tutti i piatti.

Lily era davanti alla televisione, con un barattolo di cioccolata da spalmare in mano e un cucchiaino nell’altra. Stava guardando Via col vento e intanto piangeva come una fontana.
Ormai era convinta che James volesse lasciarla. Il fatto che era quasi mezzanotte e che lui non fosse tornato a casa nonostante lei avesse scoperto che andava a cena fuori, ne era una prova.
Non poteva sapere che James era andato veramente a quel turno e che Sirius e Remus erano con lui.
Il ragazzo camminava svogliato per le vie Babbane e ogni tanto si lasciava sfuggire un sospiro.
  - Si può sapere che diavolo hai? – chiese Sirius all’ennesimo sospiro.
 - Ho litigato con Lily – rispose James, cupo.
 - E allora? Litigate sempre ma finite poi col fare pace ogni volta, qual è il problema?
 - Questa volta è diverso. Mi ha detto un sacco di cose assurde. Tipo che voglio lasciarla… che non voglio il bambino e che voglio solo divertirmi… non crede che io oggi avevo un turno per l’Ordine solo perché sono andato a mangiare qualcosa con i miei colleghi…
 - E’ la gravidanza, James – disse Remus tranquillo – La rende nervosa. Teme che tu voglia lasciarla perché è incinta…
 - E’ una stupida allora! Io non voglio affatto lasciarla! E voglio tantissimo questo bambino! So che dovrà portarlo lei per nove mesi, ma l’ho concepito anch’io! È mio come è suo! E lo voglio! – fece James – Se n’è andata senza nemmeno chiarire. Ora crederà che sono in giro chissà dove a divertirmi… - fece un altro sospiro. Remus gli sorrise, incoraggiante – Si sistemerà tutto, dai…
 - Ehi, ragazzi… - disse Sirius all’improvviso guardandosi attorno sospettoso – C’è uno strano odore…
 - E’ vero… - convenne Remus.
James si guardò attorno. I suoi amici avevano ragione. Era un odore di bruciato, misto a quello del sangue. Ma non riusciva a capire da dove arrivasse…
All’improvviso sentirono delle grida, provenire da direzioni diverse e vide cinque case Babbane, in lontananza, andare a fuoco.
 - Merda! – esclamò James.
 - Presto! – gridò Sirius iniziando a correre.
Fuori dalle case c’erano degli uomini vestiti di nero e incappucciati, i Mangiamorte.
 - Remus, lancia l’allarme! – fece James.
Remus annuì e si fermò. Puntò la bacchetta verso il cielo e sparò un raggio luminoso. Ma sotto il suo sguardo sbigottito, il raggio fu coperto da un teschio nero enorme dalla cui bocca usciva un serpente. Il Marchio Nero di Voldemort.
Allora lanciò un’altra volta il segnale, ma quello continuava ad essere coperto dal Marchio Nero.
Ricominciò a correre per raggiungere Sirius e James.
 - Ragazzi, temo che dovremmo cavarcela da soli… - comunicò.
 - Voi andate a tirare fuori le persone intrappolate nelle case… io penserò ai Mangiamorte… - fece James.
 - Sei impazzito?! – esclamò Sirius – Non puoi andare contro di loro da solo!
 - Posso farcela! Sono solo in tre! – disse James – Andate! Forza!
 - No! Devi venire con noi! È chiaro!? – fece Remus.
James sbuffò – D’accordo…
Entrarono in una casa e si lanciarono su per le scale. Remus e Sirius si infilarono in stanze diverse alla ricerca di qualcuno intrappolato.
Solo quando riuscirono sul corridoio si accorsero che James non era con loro. E all’improvviso sentirono delle voci gridare incantesimi a tutto spiano, compresa quella di James.
 - Quello è un pazzo! – ringhiò Sirius – Che cazzo gli è saltato in mente!
Lui e Remus si lanciarono giù dalle scale. La casa era vuota non c’era bisogno che rimanessero.
Ma non riuscirono ad uscire, perché lo stipite infuocato della porta d’ingresso cadde, bloccando loro il passaggio.
 - Merda! – sbottò Sirius iniziando a lanciare getti d’acqua dalla bacchetta per spegnere il fuoco. Remus si unì a lui.
Intanto da fuori continuavano ad arrivare le grida dei Babbani e degli incantesimi lanciati dai Mangiamorte e James.
Quel dannato fuoco non si spegneva! Stava solo facendo perdere tempo ai due. All’improvviso Sirius gli mollò un calcio, tirandolo via.
Le grida erano d’un tratto cessate. I due uscirono in strada e quello che videro fece gelare loro il sangue.
Decine di Babbani morti. Donne, uomini… bambini, che avevano tentato la fuga. I Mangiamorte non vi era traccia e quel che era peggio era che anche James era sparito.
Sirius si guardò attorno con il respiro d’improvviso affannato. Dov’era James? Dove diavolo era?!
Remus guardava addolorato i Babbani morti. Poi, in mezzo a quei corpi, vide una figura che riconobbe all’istante.
 - JAMES! – gridò iniziando a correre.
Sirius seguì il suo sguardo e gelò.
James… era steso a terra e non si muoveva. Anche Sirius iniziò a correre e in un attimo raggiunse l’amico.
Lo afferrò per le spalle e, giacché era a faccia in giù, lo rigirò. Terrorizzato fissò i suoi vestiti macchiati di sangue.
 - James! James! – lo chiamò tenendolo tra le braccia – Cazzo, Remus! Lancia questo maledetto segnale! – ruggì poi guardando Remus che obbedì all’istante.
Sirius scosse appena James – James, merda… apri gli occhi ti prego… - fece poi – Cazzo non può essere morto!
Remus fissò le varie ferite che percorrevano il corpo di James. Si vedevano dai vestiti strappati.
Il corpo del ragazzo era rigido tra le braccia di Sirius e la testa ricadeva all’indietro contro il suo braccio. Remus non riusciva a muoversi.
Sirius continuava a chiamare James e a scuoterlo. Poi all’improvviso Remus afferrò il polso dell’amico – Il cuore batte ancora… - disse.
Sirius sembrò all’improvviso sollevato.
 - Ma è debole… - aggiunse Remus.
Sirius si alzò in piedi, prendendo James in braccio – Dobbiamo portarlo al San Mungo! – fece. Guardò James – Non azzardarti a morire! Capito?! – gli gridò. Poi si voltò verso Remus – Rimani tu ad avvertire gli altri?
Remus annuì – Fa in fretta… - disse poi in un sussurro – Ti prego…
Non avrebbe potuto tollerare che James morisse.
Sirius annuì e con uno schiocco si Smaterializzò. Remus si guardò attorno. Tutti quei corpi… quei bambini morti.
Il ragazzo si passo le mani tra i capelli, cercando di placare il tremore. Non erano riusciti a fare niente per salvarli…
E James… non sapeva nemmeno se ce l’avrebbe fatta…
CONTINUA

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mi sentivo troppo sadica a lasciarvi tanto tempo senza aggiornamento e quindi sono di nuovo qui! Grazie a tutte per i commenti! Vi adoro! A volte penso che siate troppo buone XD non sono così brava, cioè quando vedo in giro fics con 30 commenti a capitolo mi sento un po’ fallita XD!

Alicetta96
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Pazzarella_dispettosa
Cullen Isabella
Vampirellafra
Lulu Cullen
Niettolina
Francydenis
Alohomora
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MollY_gIaDa
IRE89
Renesmee Cullen

CAPITOLO VIII
Lily aprì gli occhi, assonnata. Si era addormentata sul divano con la televisione accesa.
Il suo volto era premuto contro il bracciolo. Si tirò su e si accorse che il suo collo era dolorante per la scomoda posizione in cui aveva dormito.
A svegliarla era stato il campanello. Qualcuno lo aveva appena suonato. Con uno sbadiglio guardò l’ora. Le nove di mattina.
Il campanello suonò di nuovo – Arrivo… - biascicò Lily trascinandosi verso la porta.
L’aprì e fissò sorpresa Remus – Ciao, Remus… - disse la ragazza.
Remus ricambiò appena il saluto e la guardò serio – Che succede? Che c’è? – chiese Lily corrucciando la fronte, preoccupata di colpo.
 - Posso entrare, Lily? – fece Remus.
Lily annuì e si spostò per farlo passare. Continuava a guardarla serio.
 - Remus… - mormorò Lily.
 - Siediti, Lily. – disse Remus.
Lily si sedette, senza staccargli gli occhi di dosso – Mi stai spaventando… - disse con voce tremante. Gli prese una mano – Remus, cosa diavolo è successo?
Poi si rese conto di una cosa… James non era rientrato all’alba… - Dov’è James?
Remus si sedette davanti a lei – Lily, questa notte… vedi eravamo in ispezione e… dei Mangiamorte hanno attaccato i Babbani. Siamo intervenuti e…
Lily lo guardò, terrorizzata. Remus non aveva la forza di andare avanti.
 - Dov’è James?! – ripeté Lily.
Remus si guardò le mani – Lo hanno ferito, Lily…
 - NO! – gridò Lily aggrappandosi all’improvviso a lui – Remus, ti prego… non dirmi che è morto! Remus!
 - No, Lily! – fece Remus sconcertato – Non è morto! Ma è ferito gravemente…
Lily iniziò a piangere. Remus la strinse a se e le carezzò i capelli.
 - Tranquilla, Lily… sono sicuro che se la caverà! – le disse.
 - Io… io voglio vederlo… - disse lei tra le lacrime.
 - Ma certo… vieni… - Remus si alzò e aiutò Lily a fare lo stesso, sorreggendola.
La ragazza all’improvviso si rese conto di non riuscire a stare in piedi da sola. Le gambe le tremavano e la testa le girava.
 - Ce la fai? – le chiese Remus preoccupato.
Lily annuì, ma continuò a tenersi a lui. Non era il momento di svenire… doveva vedere James!

Sirius si era addormentato su una delle sedie fuori dalla stanza di James. Era distrutto. Era stato sveglio tutta la notte, aspettando notizie positive sul suo migliore amico. E la risposta era sempre quella “Dobbiamo aspettare che superi la notte”, “Stiamo facendo il possibile… la prego di avere pazienza”.
Pazienza?! Avere pazienza?! Cos’era, uno scherzo?
Si era tormentato tutta la notte e alla fine era crollato. Ma fu bello, al suo risveglio, incrociare gli occhi di Angy. La ragazza sedeva accanto a lui. Gli prese la mano.
 - Sirius?
Lui la guardò con gli occhi ancora pieni di stanchezza – Ehi… - fece mettendosi a sedere meglio.
 - Come sta?
 - Non lo so… non l’ho ancora visto…
All’improvviso una voce risuonò nel corridoio – Sirius!
Sirius scattò in piedi quando vide Lily correre verso di loro.
 - Dov’è? Voglio vederlo!
Sirius la bloccò – Non si può ancora, Lily…
Lily si agitò – Perché? Cos’ha?! È vivo, vero? Rispondimi, Sirius!
Sirius rimase rigido – Non lo so… - riuscì a sussurrare.
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime e di rabbia. Gli diede uno spintone e si liberò dalla sua stretta.
 - VOI ERAVATE CON LUI! PERCHE’ NON AVETE IMPEDITO CHE ACCADESSE TUTTO QUESTO? – gridò dandogli un altro spintone.
Sirius la guardò calmo. Lily continuava a tempestarlo di spinte e pugni.
 - PERCHE’?!
Remus l’afferrò per un braccio – Basta, Lily, calmati…
Lily si divincolò. Ormai era in lacrime. La testa le girava sempre di più. Si appoggiò al muro e scivolò a terra.
Angy si inginocchiò subito accanto a lei. Lily tremava. Angy l’abbracciò.
 - Cosa farò se James muore? – fece Lily con voce tremante.
 - Lily, James non morirà… - disse Angy, tenendola stretta a se.
Non seppero quanto a lungo rimasero così abbracciate. Ma ogni minuto che passava, Lily si sentiva sempre peggio.
Poi, d’improvviso, la porta si aprì. La ragazza scattò in piedi.
Un Medimago li guardò – Siete dei parenti?
Tutti annuirono, in attesa.
 - Be’, ce l’ha fatta… - disse il Medimago – Ma ha perso molto sangue ed è piuttosto debole. Forse è il caso che non entriate tutti. Può entrare uno di voi.
Angy prese la mano di Lily – Vai tu… - le disse.
Lily annuì e quasi in tralice entrò nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Si fermò per un momento così, con la mano sulla maniglia. Incerta.
Fissò il letto su cui James giaceva. Poteva sentire il suo respiro lento e affaticato. Lily si avvicinò piano e fissò con le lacrime agli occhi il ragazzo.
Era terribile vedere il suo corpo ricoperto di fasciature, macchiate di sangue. Ed era così pallido.
Lily deglutì, cercando di ingoiare le lacrime. Si lasciò cadere in ginocchio e iniziò a piangere.
Strinse la mano di James, sperando che lui ricambiasse la stretta, ma non accadde. Lily poggiò la testa contro il bordo del letto.
Era stravolta…
Continuava ad ascoltare il respiro affaticato di James, aspettando che diventasse regolare. Ma quando lo sarebbe diventato?
E quando avrebbe aperto gli occhi?
Attese… per interminabili secondi, opprimenti minuti che divennero un’ora. E continuò ad attendere, fino a che non entrò una Guaritrice, annunciandole che l’orario di visita era finito.
Lily non voleva andarsene. Dovettero trascinarla via di peso Sirius e Remus. Insieme ad Angy la riaccompagnarono a casa.
Lily non parlava con nessuno di loro. Seduta sul divano fissava un punto imprecisato del pavimento.
Angy le aveva preparato il pranzo, ma Lily non aveva voglia di mangiare. Voleva solo vedere James e stare con lui, nient’altro.
Voleva solo lui…

Le pagine del suo diario rimasero vuote quel giorno. Non c’era nulla da scrivere. Nessun pensiero affollava la sua mente. Durante il resto della giornata era svenuta almeno un paio di volte.
Continuava a piangere, dicendo di voler vedere James. Angy faceva di tutto per starle vicino, arrivando a prometterle di accompagnarla di nuovo in ospedale quel pomeriggio.
Sirius e Remus non erano d’accordo. Credevano che Lily non fosse in condizioni di vedere ancora James, per la seconda volta in un solo giorno.
Angy non volle sentire ragioni e, dopo aver discusso a lungo con Sirius, senza di loro, salì in macchina con Lily.
L’orario di visite era appena iniziato. Lily aveva due ore intere da passare insieme a James. Entrò speranzosa nella stanza. Voleva trovarlo sveglio. Ma lui continuava a dormire…
Angy aspettava fuori. Era ancora turbata per la discussione avuta con Sirius. Detestava litigare con lui, ma che altro poteva fare? Voleva aiutare Lily, era la sua migliore amica.
Sospirò. Qualcuno si fermò davanti a lei. Sollevò lo sguardo e incrociò quello di Sirius. I due si guardarono in silenzio. Sirius era serio. Angy sapeva che non avrebbe ceduto per primo. Per questo avrebbe dovuto farlo lei. Per non prolungare a lungo quell’insensato litigio.
Gli prese una mano – Sirius, so che è una situazione difficile… ma cerchiamo di non litigare, d’accordo?
Sirius inspirò, ma non disse nulla. Guardò altrove. Angy sapeva che stava cercando di sopraffare il proprio orgoglio.
Lo vide alzare gli occhi al cielo e poi guardare di nuovo lei. Si chinò e l’abbracciò, affondando il volto nei suoi capelli.
Non disse niente, ma quell’abbraccio parlava chiaro. Angy lo ricambiò senza pensarci troppo.

Lily si era di nuovo lasciata cadere a terra, stringendo la mano di James. Attendeva ansiosa il suo risveglio. Ma quando l’orario di visita finì lui non aveva ancora aperto gli occhi. Nemmeno una volta da quando lei era arrivata.
Questa volta Lily fu più consenziente ad andarsene e quella sera Angy rimase a dormire da lei per non lasciarla sola…

Altre pagine vuote. Vuoto era quello che sentiva dentro di se. E lo avrebbe sentito ancora a lungo, fino a che James non avrebbe aperto gli occhi, fino a che non sarebbe tornato a casa.
Dormì poco durante la notte e la mattina era stravolta. Ma riuscì ugualmente ad alzarsi e a prepararsi per andare di nuovo in ospedale.
Ma le due ore che passò lì furono uguali al precedente. E tornò a casa, ancora una volta sconfitta.
Continuava ad ostinarsi a non voler mangiare e continuava a dormire poco. Erano tutti preoccuparti per lei e per il bambino. Non poteva continuare così ancora a lungo.

Sirius sedeva sulla sedia accanto al letto di James. Lo guardò – Cazzo, James… - disse in un soffio – Ma che ti è saltato in mente? Perché li hai affrontati da solo? James devi svegliarti, hai capito?! Lily è distrutta… si rifiuta di mangiare e di dormire e continuerà così fino a che non ti sveglierai… te ne rendi conto? James! Porca miseria, apri quegli occhi!
Si chiese se sarebbe stato utile scuoterlo o schiaffeggiarlo. Ma si trattenne dalla tentazione di farlo e lo fissò.
Quando si sarebbe svegliato?
Quel pomeriggio fu Lily ad andare a trovarlo. Aveva insistito così tanto che non avevano saputo dirle di no.
Gli teneva di nuovo stretta la mano, poggiando la fronte sul suo dorso. Teneva gli occhi chiusi e aspettava… e aspettava.
Improvvisamente sentì qualcosa sfiorarle i capelli. Sollevò la testa. James si era attorcigliato una ciocca dei suoi rossi capelli attorno ad un dito.
La guardò con la vista affaticata.
 - Ehi… - riuscì a dire in un sussurro.
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime – James! – esclamò prendendogli entrambe le mani. Scoppiò a piangere.
James ricambiò la stretta – No, piccola… non piangere…
 - Ho temuto che non ce la facessi… - singhiozzò Lily – Ho avuto così tanta paura…
 - Sssh… smettila di piangere…
 - James, mi dispiace… non volevo dirti tutte quelle cose al Ministero. Perdonami per non averti creduto… io sono stata una stupida!
 - Non importa… davvero…
 - Credevo… credevo che volessi lasciarmi.
 - Non lo farei mai… amo te e questo bambino…
James riuscì ad allungare il braccio per carezzarle i capelli. Le fece un sorriso, seguito da una smorfia di dolore per le fitte che gli venivano dalle ferite.
Lily gli afferrò la mano, preoccupata – Ti fanno così male?
Lui si rilassò – E’ tutto a posto… davvero…
Si guardarono negli occhi. Lily si chinò e lo baciò piano, delicata… temendo di fargli male.
Quanto aveva aspettato che si svegliasse. Ed ora eccolo lì…
Lily non riusciva a fermare le lacrime. Aveva davvero creduto di perderlo.
 - Ti amo, Lily…
 - Anch’io ti amo, James! Ti amo tanto! Non fare mai più  una stupidaggine simile! Capito?!
 - D’accordo, tesoro… non accadrà più… - e dopo un attimo di esitazione - … te lo prometto.

Sirius era impaziente di vedere James. Trascinò Angy al San Mungo e volendo fare le scale di corsa la prese in braccio, per non farla affaticare, anche se lei continuava a ripetergli che poteva benissimo farcela da sola.
Era così impaziente quel ragazzo!
Sirius raggiunse la stanza di James, e solo allora mise giù Angy. Bussò e senza aspettare risposta entrò.
 - James! – gridò fiondadosi sull’amico.
 - Ehi, Sirius…
Angy rimase sulla porta con un sorriso, a guardare quel bambinone del proprio fidanzato che si avventava su James, bombardandolo di domande:
 - Come ti senti? Stai bene? Ti fa male da qualche parte? Ma come hai potuto fare una cazzata simile?
 - Sirius, lascialo respirare… - scherzò Angy.
 - Una domanda alla volta per favore… - fece James – Non riesco a seguirle tutte… -  e sorrise.
Sirius lo guardò per un secondo corrucciato – Mi hai fatto stare in ansia. Non immagini nemmeno quanto… - ammise.
 - Mi dispiace, Sir… - disse James – Perdonami…
 - No, tu perdona me. Non sono riuscito ad impedire che…
 - Iniziamo con i sensi di colpa? Tu non c’entri niente, chiaro? Non avresti potuto fare nulla, è stata solo colpa mia. Capito?
Sirius annuì, ma non ne sembrava convinto – Guarisci, presto, d’accordo? Non riesco a vederti qui dentro… - disse poi.
 - Grazie, Sir…

Ho vissuto tre giorni di puro terrore. Mi vedevo già vedova e con un figlio a carico. Sola, senza James.
Pensandoci sono stata così male. Solo ora mi rendo conto del male che avrei potuto fare al bambino continuando a non mangiare e a dormire sempre meno.
Ora ho una fame terribile. Angy mi sta preparando qualcosa e dal profumino che sento è di sicuro qualcosa di buono! Le ho detto che avrei potuto benissimo cucinare da sola. Ma mi ha spinta sul divano in salotto, mettendomi una coperta sulle gambe e ordinandomi di riposare.
Ora sono enormemente sollevata, anche se James dovrà passare un’altra settimana al San Mungo. Non averlo qui per sette lunghi giorni sarà terribile.
Direi proprio che questo terzo mese non sia iniziato nel modo più fortunato. Tirerò un sospiro di sollievo quando finirà.
Guardo Angy in cucina. Canticchia mentre prepara il pranzo. Per lei invece è appena iniziato il secondo di mese. Sembra felice. E anch’io lo sono pensando che i nostri bambini cresceranno e giocheranno insieme.
Lei e Sirius stanno già pensando ad un nome. Io e James la questione nome non l’abbiamo mai accennata. Secondo me è troppo presto… ho ancora, contando questo, sette lunghi mesi per decidere. Se già comincio ora a pensare al nome, che farò tra due mesi?
Il mio bambino nascerà per i primi di Agosto. È un bel mese, anche perché io adoro l’estate. Altrimenti non avrei insistito per sposarmi in questa stagione.
Sbadiglio. Accidenti quanto sono stanca! Mi sa proprio che dopo pranzo mi metto a dormire un po’. Però alle quattro c’è l’orario di visita al San Mungo. Giuro che se non mi svegliano li uccido.


Lily corse su per le scale. Come si era aspettata, nessuno l’aveva svegliata! Per cui l’orario di visita era già iniziato da un pezzo.
Entrò nella stanza di James, trafelata. James le sorrise.
 - Ciao!
 - Scusa se ho fatto tardi – disse Lily baciandolo – Ma un certo qualcuno non mi ha svegliata!
 - Immagino che quel qualcuno siano Angy e Sirius – disse James ridacchiando.
Lily annuì imbronciata. – Li avevo pregati di svegliarmi, ma non l’hanno fatto!
I due si erano giustificati dicendo che dormiva troppo bene. Era andata su tutte le furie e aveva deciso che sarebbe andata a trovare James da sola, intimando loro di non seguirla.
Finito l’orario di visita, Lily salutò a malincuore James.
 - Senti, Lily… non è che la prossima volta puoi portarmi qualcosa di buono da mangiare? – chiese lui, mentre Lily afferrava la maniglia della porta.
 - Certo! Ti cucinerò personalmente qualcosa! – disse lei. – Ci vediamo domani… ti amo.
 - Idem. Ti amo.

 - Lily, Remus mi ha detto di James! Come sta?
Izzie era subito corsa a trovare Lily, non appena aveva saputo. Erano tutte e due in cucina, mentre Lily era intenta ad infornare biscotti per James.
 - Meglio… - rispose Lily. Si sedette a tavola, davanti a Izzie. – Se penso che avrei potuto perderlo… - le sue mani tremavano. Izzie le afferrò e le strinse forte.
 - Lily, è tutto passato ora… -  le disse.
Lily annuì e le fece un sorriso. Era vero, era tutto passato. James se l’era cavata. Non avrebbe potuto tollerare di vivere senza di lui…
Ora attendeva con impazienza che tornasse a casa. Le mancava da morire.
Le mancava il calore del suo corpo nel letto… i suoi abbracci e carezze…
Pochi giorni e lo avrebbe riavuto di nuovo con se… doveva solo avere pazienza
CONTINUA

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Chiedo perdono per il ritardo con cui ho pubblicato questo nuovo capitolo, ma da quando ho iniziato l'università non ho un attimo di respiro!!!
Ringrazio per aver commentato:

Niettolina

Pazzarella_dispettosa (figurati, anche io ho fatto dei casini per cancellare le recensioni in più, sono un'incapace con il computer! Quindi scusa per l'email!)

Alohomora

MollY_gIaDa

Sissi181

Renesmee Cullen


CAPITOLO IX

Non capisco proprio cos’abbia James contro i medici Babbani. Sono così bravi e sanno quello che fanno.
Perché dico questo? Dunque, sono andata a trovarlo oggi (e gli ho portato quella torta di mele che mi aveva tanto pregato di fargli). Mi sarei trattenuta per tutta l’ora di visita, ma all’improvviso, guardando l’orologio, mi sono accorta di essere in ritardo per la visita.

 - Oh cielo! Devo andare dalla ginecologa!
Lily scattò in piedi, inorridita.
James la guardò confuso – Che diavolo è?
 - Amore, è il medico delle donne. Ho una visita tra dieci minuti! Devo scappare! Torno domani! – esclamò Lily indossando la giacca. Baciò James e fece per andarsene.
 - Un momento… è un medico… Babbano? – fece James. Ora era lui quello ad essere inorridito.
Lily lo guardò perplessa – Sì… perché? – fece.
 - N-non puoi andare dai medici Babbani! Sono degli incapaci!
 - James, spero che tu stia scherzando!
 - Affatto! Pretendo che tu non ci vada!
 - Sei davvero pignolo! – esclamò Lily e senza aggiungere altro uscì dalla stanza.
In due parole James era riuscito a metterla di cattivo umore. Uscì dal San Mungo e si diresse alla macchina.
Be’, non si sarebbe fatta visitare da uno dei Medimaghi! Proprio no! La settimana prima avevano fatto nascere un bambino con tre teste!
Era assurdo! Le ci mancava solo un bambino con due paia d’occhi e stava a posto!
Sì, James era davvero assurdo a volte!

Sono tornata di buonumore! La dottoressa dice che il bambino è in ottima salute e sta crescendo forte!
Ancora non si sa il sesso, il piccolino, o la piccolina, è stato/a girato/a di spalle per tutto il tempo. Non importa. È solo il terzo mese! Ho ancora sei mesi, più questo!
Mh… oggi mi ha telefonata Angy. Hanno già deciso i nomi. Virginia se è femmina e Lawrence se è maschio.
Mah… per il mio bambino piacerebbe Reed se fosse maschio… chissà se James è d’accordo? Forse dovrei comprare uno di quei dizionari sui nomi…
Ehi! Mica male come idea! Sarebbe un grande aiuto per trovare il nome!
È ancora presto, sicuramente i negozi sono ancora aperti!

È un’ora che sfoglio questo dizionario… e nessun nome mi piace. Oh! E questo? Henry… carino… meglio di tutti gli altri, sicuramente…
Però mi sa troppo di perfettino… Henry. È quella N che non mi convince…
Meglio passare ai nomi femminili. Sono decisamente più belli.
Uffa… mi sento sola…
Credo proprio che inviterò Sirius, Angy e Remus a cena!

Lily corse ad aprire senza nemmeno togliersi il grembiule, quando suonarono alla porta.
 - Eccomi!
La spalancò – Ciao, ragazzi! – esclamò rivolta ai tre che le sorrisero.
 - Ciao, mia dolce Lily! – disse Angy – Guarda che ti ho portato!
 - Oh! La tua torta al cioccolato speciale! – esclamò Lily prendendo la teglia, mentre gli occhi le brillavano. Era ancora tiepida.
Fece accomodare gli amici in casa e andò a posare la torta in cucina. Angy vide il dizionario di nomi sul tavolino in salotto e lo prese. – Stai pensando ad un nome? – chiese poi.
 - Sì – rispose Lily – Ma sono così indecisa! Per la femmina mi piacerebbe Harriet e per il maschio Henry!
 - Ma che fantasia! – fece Sirius sarcastico.
 - Be’, è l’unico nome che mi piace davvero, sia al femminile che al maschile! – replicò Lily – Però Henry non mi convince… mh… speriamo sia femmina!
Tutti risero.
 - Voi come avete fatto ad aver già deciso?
 - Semplice. Sirius ha proposto il nome per il maschio e io per la femmina!
 - Spero tanto che sia maschio! – fece Sirius speranzoso. Angy gli mollò uno scappellotto.  
 - Non vorrai mica che diventi un dongiovanni come te, Sirius Black! – fece torreggiando su di lui.
Forse Angy era l’unica che riusciva a fare davvero paura a Sirius. Il ragazzo si fece quasi piccolo, piccolo sul divano – Ma certo che no, tesoro – pigolò.
Lily e Remus risero nel vederlo in quelle condizioni. Lily ebbe pena di lui e decise di salvarlo – Dai, andiamo a mangiare! Ho preparato il pollo, Sirius!
 - Ah! Lily, ti adoro! – esclamò lui, poi vide l’occhiataccia lanciatagli da Angy  - Ma lo sai che tu lo fai più buono, amore! – si affrettò ad aggiungere, scatenando le risate dei presenti.
E in quel momento Lily pensò al povero James. Tutto solo in quella stanza mentre loro erano lì a ridere. Si lasciò sfuggire un sospiro malinconico.
 - Mancano pochi, giorni, dai… - le disse Angy.
Lily le sorrise. Era incredibile come lei riuscisse a capirla così facilmente.

Merlino! Questa mattina James esce dall’ospedale e io ho avuto anche il coraggio di alzarmi tardi! Ma che razza di moglie sono?! Non solo! Sono anche qui a perdere tempo! Devo andare!

Lily era appena uscita di casa quando vide Remus e Sirius andarle in contro.
 - Ciao, Lily! Veniamo anche noi! – disse Remus.
 - Ragazzi! Ciao! – fece Lily con un sorriso.
 - Angy sarebbe voluta venire, ma l’ho lasciata a dormire. Ieri sera non stava molto bene. – disse Sirius.
Lily annuì. Fremeva dall’impazienza di riavere James a casa.
Trascinò quasi i due Malandrini fino all’ospedale e senza aspettarli corse fino alla stanza di James.
Il ragazzo era già vestito e l’aspettava, seduto sul letto.
 - James! – esclamò Lily baciandolo.
 - Tesoro, credevo ti fossi dimenticata di me! – fece lui ridendo.
 - Come potrei?! – Lily sorrise – Andiamo! Sono impaziente di riportarti a casa!
 - Lo vedo.
James si alzò, cercando di nascondere una smorfia di dolore alla ragazza, ma doveva sapere bene che non si poteva nascondere nulla a Lily Potter.
Lei lo guardò alzando un sopracciglio – James Potter, stai cercando di fare lo sbruffone?
 - Cosa? – fece lui.
 - E’ inutile che con me fingi… lo capisco quando non riesci a reggerti in piedi!
 - Non è affatto vero!
 - Ah no?! Be’ allora arrangiati! Sono sicura che puoi raggiungermi in macchina anche da solo! – sbottò Lily, lasciando la stanza e un James allibito.
Non c’era niente da fare. La sua adorata mogliettina era davvero terribile quando voleva.
 - Emh… Lily! Tesoro… - fece, sperando che tornasse indietro.
Ma parlò al vento. Lily era già arrivata al piano terra.
 - E James? – chiese Sirius.
 - Voleva tanto fare il macho e così gli ho detto che può scendere da solo – disse Lily incrociando le braccia.
Remus e Sirius scoppiarono a ridere. A volte Lily sapeva essere così terribile. L’espressione della ragazza si addolcì – Lo vado a recuperare tra un attimo… - disse con un sorriso.

 - Ecco, vieni! Siediti sul divano! – esclamò Lily. Aveva insistito per sorreggere James, benché, bene o male, riuscisse a camminare da solo.
 - Calma, Lily, sei troppo apprensiva. – disse lui, sedendosi, obbediente sul divano.
 - James! Non sono troppo apprensiva! Ho rischiato di perderti! Lo capisci?! – fece Lily, sedendosi accanto a lui.
 - Tesoro, ti ho già promesso che non accadrà più… la prossima volta starò più attento!
 - La… la prossima volta? Vuoi che dire che tornerai a fare turni per l’Ordine?
 - Sì, certo…
 - Io non voglio!
James la guardò corrucciando la fronte – Stai scherzando? Lily, l’Ordine è molto importante…
 - A me non interessa! Non posso rischiare di perderti! Aspettiamo un bambino, James! Vuoi lasciarmi vedova con un figlio a carico?! L’Ordine può farcela anche senza di te!
 - Lily… tu non capisci… i Mangiamorte hanno ucciso mio padre!
 - Ah… allora è per questo che fai parte dell’Ordine…
 - No! Non è solo per questo! Maledizione, Lily, perché non vuoi capire?! – gridò James frustrato. No, Lily non capiva affatto. Non capiva quanto fosse importante per lui quello che faceva, il suo far parte dell’Ordine.
Non solo lo faceva per vendicare il padre, ma anche per dare al loro bambino un futuro migliore. In cui non ci sarebbero stati morti innocenti.
Ma questo lei non lo capiva proprio.
 - Io cerco di capirti, James… ma a volte è così difficile… - mormorò.
James l’afferrò per le spalle – Lo faccio per noi! Per il nostro bambino! Vuoi che nasca in tutto questo? Vuoi che rischi la vita ogni volta che mette piede fuori casa? È questo che vuoi?
Lily aveva iniziato a piangere – No! – singhiozzò – Non voglio!
James la strinse subito a se – Mi dispiace, Lily… scusami, non volevo parlarti così… - le disse piano.
 - E’ che ho avuto così tanta paura, James… io sono persa senza te!
Lily si appoggiò contro il petto di James e cercò di frenare le lacrime. Il ragazzo le carezzò i capelli, poi le diede un bacio – Ti prego, non discutiamo più. Lo detesto. – disse poi.
 - Anch’io… - fece Lily.
E rimasero ancora così abbracciati.
 - Non mi perderai mai, Lily. Io e te staremo insieme per sempre…

Questo mi rassicura. Perché quando James è così romantico mi piace. E il suo abbraccio caldo è magnifico. Adoro essere stretta tra le sue braccia. Potrei rimanere così per sempre.
Anche se ora è tornato a casa, è ancora convalescente, per cui non va a lavoro ed tutto mio! Mi sono presa dei permessi anch’io per stare con lui.
Passeremo diversi giorni interamente insieme, solo per noi! Finalmente! Da quanto non stavamo così soli, io e lui?

Ma soli non era la parola più adatta.
La mattina dopo il ritorno di James, andarono a trovarli i signori Evans. Passarono tutta la mattina, mentre James, costretto da Lily a stare sul divano ben coperto, era leggermente imbarazzato dalla visita improvvisa dei due suoceri.
Ma cercava di sorridere e fare finta di niente e soprattutto di sgusciare via da sotto quel plaid con cui Lily lo costringeva a coprirsi.
Non c’era nulla di più imbarazzante di farsi trovare dai propri suoceri in certe situazioni.
Quando i due se ne andarono, Lily si sdraiò sul divano e si infilò sotto la coperta con lui.
Finalmente soli… ci volevano un po’ di coccole.
Proprio in quel momento suonarono al campanello. Era la signora Potter. In quei giorni aveva quasi fatto concorrenza a Lily per andare a trovare James. Quando aveva saputo quello che era successo al figlio, era corsa terrorizzata a trovarlo. Aveva già perso il marito in quel modo. Non avrebbe potuto tollerare di perdere l’unico parente che le era rimasto e per di più suo figlio.
Lily la lasciò entrare, con un sorriso.
La signora Potter andò a sedersi in salotto, dopo aver dato un bacio a James.
 - Come stai oggi? – chiese ansiosa.
 - Sto bene, mamma, davvero! – fece lui.
 - Ma si sono rimarginate tutte le ferite?
 - Mh… alcune no…
 - E ti hanno dimesso lo stesso?! Devono essere dei pazzi! – la signora Potter si agitò.
 - Mamma, stai calma. Mi hanno dimesso perché ormai sto bene e perché queste ferite si rimargineranno in pochi giorni. – fece lui paziente.
La signora Potter gli si avvicinò e gli mise una mano sulla fronte – Ma sei un po’ caldo… sei sicuro di stare bene?
Lui le prese la mano tra la propria – Ho detto che sto bene. – ripeté.
 - E’ che io… sono così preoccupata… io ho bisogno di te, James… lo so… sono una stupida, ma io… - gli occhi della donna si riempirono di lacrime.
 - Mamma, dai non fare così… - fece James – Sono vivo! Sto bene! Mi vedi che sto bene? – le fece un sorriso.
 - Ti voglio così bene, James! – disse lei abbracciandolo.
 - Anch’io te ne voglio.
La signora Potter se ne andò poco prima di cena. Lily aveva insistito perché rimanesse, ma la signora Potter l’aveva ringraziata con un dolce sorriso, dicendo che era giusto che restassero da soli, in santa pace.
 - D’accordo, ma mi farebbe davvero piacere se domani venisse a pranzo da noi! – disse Lily accompagnandola alla porta.
La signora Potter fece un sorriso – Ma certo, cara. – disse – Come sono contenta che James abbia sposato te, sei una ragazza d’oro.
Lily sorrise – Grazie, signora Potter…
Le due si abbracciarono, poi la madre di James se ne andò. Lily tornò dal ragazzo e si sedette accanto a lui.
 - Cosa vuoi che ti preparo? – chiese lei dolcemente, carezzandogli i capelli.
 - Mh… voglio magiare te… - sussurrò James, dandole un dolce, piccolo morso su una mano.
Lily rise e si chinò per baciarlo quando il campanello suonò nuovamente. Lei si tirò su con uno sbuffo e andò ad aprire.
 - Ciao! – Angy entrò abbracciandola, seguita da Sirius, che salutò a sua volta Lily, mentre Angy andava da James.
 - James! Che bello rivederti a casa! Come stai? – disse la ragazza.
 - Bene, grazie!
 - James, guarda che ti ho portato! – fece Sirius. Gli mostrò una bottiglia di Whisky Incendiario. – E’ la più vecchia annata che esista. L’ho trovata nella cantina dei miei!
  - Sei un grande, Sir! – esclamò James.
 - Volete rimanere a cena? – chiese Lily.
 - Certo! Ti aiuto a preparare! – fece Angy con un sorriso. Si alzò e andò in cucina con l’amica a cucinare, mentre Sirius e James iniziavano a parlare di cose di maschi.
Lily rovistò nel frigo e tirò fuori una piantina di insalata – Pulisci questa mentre faccio le uova strapazzate. – disse porgendola ad Angy.
La ragazza la prese e si mise a tagliarla. Lily mise a fare le uova.
Angy tagliava, tagliava e… - Ahi! Maledizione! – esclamò ritirando la mano di scatto.
 - Ti sei tagliata? – chiese Lily, avvicinandosi preoccupata.
 - Mh… sì… - borbottò Angy guardando il taglio sul suo indice. Bruciava.
 - Vado a prendere la bacchetta, te lo curo in un attimo… - disse Lily uscendo dalla cucina.
Quando tornò, trovò Angy accucciata a terra.
 - Angy?! Cos’hai? Stai male?
 - No… sto bene… davvero… - disse in un sussurro l’amica.
 - Vado a chiamare Sirius!
 - No, Lily! Non serve, asp…
Ma Lily era già corsa via. Sirius arrivò subito. Si chinò accanto ad Angy – Tesoro, stai male? Vuoi andare a casa? – chiese aiutandola ad alzarsi.
 - Sto bene. E’ stato solo un capogiro, può capitare. – disse lei – E non ho bisogno di tornare a casa, veramente.
 - Vieni a sederti di là. – fece Sirius autoritario – Ti dispiace, Lily?
 - Figurati! Andate pure!

Dopo cena Sirius insistette per andare via presto. Voleva che Angy si  mettesse a riposo.
La ragazza dovette cedere. Non appena furono in macchina accese i riscaldamenti. Quella sera faceva decisamente freddo.
 - Forse è meglio andare a Grimmauld Place. È più vicina – disse Sirius.
Angy non replicò. Qualsiasi luogo andava bene, purché si stesse al caldo.
Entrarono silenziosamente nell’ingresso. Ma al buio Angy urtò il portaombrelli e quello cadde.
 - SIRIUUUUUS! – il grido che si levò dal quadro fece sobbalzare entrambi.
Angy gridò spaventata e si aggrappò a Sirius – E’ tutto a posto! – fece lui, cercando di accendere le luci.
 - CONTINUI A PORTARE ESSERI SUDICI NELLA NOSTRA CASA! PRIMA MEZZO SANGUE E ORA SPORCHI IBRIDI! INFANGHI L’ONORE DELLA NOSTRA FAMIGLIA!
 - CHIUDI QUELLA BOCCA! – sbraitò Sirius, cercando di tirare le tende sul quadro.
 - IBRIDI NELLA MIA CASA! CHE VERGOGNA!
 - CHE TI PIACCIA O NO E’ LA MIA COMPAGNA! – fece Sirius.
 - MERLINO! SEI PROPRIO IL DISONORE DI QUESTA FAMIGLIA! IO NON TE LO AVREI PERMESSO! E…
Finalmente Sirius era riuscito a tirare le tende sul quadro. Le grida erano cessate all’istante.
Con sospiro il ragazzo si voltò verso Angy, rassegnato. Poi aggrottò la fronte, notando l’aria avvilita della ragazza.
 - Cosa c’è? - sussurrò
 - Se tua madre fosse stata in vita… non mi avrebbe mai voluta come nuora… - fece lei.
 - E allora? Sai che me ne importa di quello che pensa lei!
 - Ma a me importa, Sirius! Tu non capisci mai niente!
Angy lo superò, lasciandolo allibito, lottando contro le tende che cercavano di riaprirsi.
CONTINUA

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Innanzitutto… BUON ANNO A TUTTI!!!
Secondo poi, scusate per questo ignobile ritardo! Nonostante abbia la storia già pronta i vari impegni di lavoro e universitari mi impediscono di aggiornare spesso!! Detto ciò spero di non tardare così tanto con il prossimo capitolo! Mi impegnerò ad essere più veloce che posso!

Ringrazio tantissimo per i commenti
Vampirellafra
Niettolina
Sissi181
Alohomora
MollY_gIaDa
IRE89
Marty_youchy
Pazzarella_dispettosa

PS: per chi voleva saperlo o fosse interessato all’acquisto, il Whiskey Incendiario lo trovate su eBay ad un prezzo scontatissimo… approfittatene! XD

CAPITOLO X
Io non sono più così sicura di volere un bambino! Non credo che sarei una buona madre, non l’ho mai fatto in vita mia!
Occuparsi di un bambino è una cosa così seria!
Ho paura. Paura di far schifo come genitore! Paura di avere questo bambino perché FARA’ MALE!
Oggi a pranzo sono scoppiata a piangere come una deficiente. James è entrato nel panico, non capendo perché stessi piangendo.
Quando gliel’ho detto ecco cosa mi ha risposto:
 “Tesoro, sei incinta di quasi quattro mesi. E’ un po’ tardi per ripensarci, non credi?”
Ho pianto ancora più forte, bofonchiando qualcosa sul fatto che sto diventando “enorme”.
E lui mi ha detto che non è vero, che sono bellissima come sempre. Ma come faccio a competere con quello schianto di Heraclea?
Ormai è la collega fissa di James ed è sempre così dannatamente bella! Ed io? Mi guardo allo specchio e vedo solo una pancia che cresce.
È incredibile. Fino al mese scorso non vedevo l’ora che questo accadesse. Ora vorrei solo che sparisse.
Cosa c’è che non va in me?! Merlino… vedo tutto sfocato… sto piangendo di nuovo…

Mi vergogno terribilmente di quello che ho scritto! Ma come ho potuto pensare di non volere questo bambino?! Oggi sono andata di nuovo dalla dottoressa e ho sentito il cuore del piccolo battere.
Ho sentito dei brividi di emozione lungo la schiena nel sentire quel cuoricino così veloce, battere in sincronia con il mio.
È stato meraviglioso. E poi l’ho visto sul monitor… è così piccolo… ma così bello.
Io lo amo già e lo voglio con tutte le mie forze! Non penserò mai più di non volerlo!
Ancora non so se è maschio o femmina. Anche questa volta è rimasto girato di spalle. Che dispettoso!
Su piccolo, girati! Devo decidere un nome, sai?!

James rientrò da lavoro quella sera tardi. Trovò Lily addormentata in salotto.
Era stesa sul divano, davanti alla televisione accesa. Il telecomando era caduto sul tappeto.
Il ragazzo si avvicinò piano alla moglie e la guardò. Dormiva così beata che sarebbe stato davvero un peccato svegliarla. Così la prese in braccio, per portarla in camera.
Nel sonno, Lily poggiò la testa contro il suo petto, mugugnando un po’. James sorrise e la fece stendere sul letto e le rimboccò le coperte. Le diede un leggero bacio e si andò a preparare per poi raggiungerla sotto le coperte.
Lei si avvicinò inconsciamente a lui, cercando calore. James l’abbracciò e si ritrovò a pensare alla creaturina che stava crescendo nel grembo di Lily.
Già si notava un leggero rigonfiamento. Il bambino iniziava a farsi vedere. Chissà una volta nato come sarebbe stato. A chi avrebbe assomigliato?
Che carattere avrebbe avuto? Tante domande affollavano la mente di James. Ma solo una aveva risposta.
Lui era davvero felice di avere quel figlio?
Guardò il volto addormentato e rilassato di Lily. Sentì le sue esili braccia cingergli la vita, e il grembo della ragazza contro il proprio addome.
Sì… lo voleva davvero…

Lily si svegliò trovando un bigliettino di James. Era dovuto scappare a lavoro prima del previsto, ma le aveva preparato la colazione.
Il bigliettino si concludeva dicendo che amava da impazzire lei e il bambino.
Bastò quella semplice frase per allietare la giornata a Lily.
Finalmente le nausee stavano gradualmente passando.
Ormai gennaio lasciava posto a febbraio. Secondo i calcoli della dottoressa se non c’erano complicazioni o altro, il bambino sarebbe nato entro i primi dieci giorni di Agosto.
Lily guardò il calendario. Sembrava così lontano… in cinque mesi poteva ancora accadere di tutto! Veramente qualsiasi cosa! E una cosa era certa, se ancora riusciva a muoversi, aveva intenzione di andare al mare quell’estate, pancione permettendo.
Avrebbe costretto James a prendere una casetta al mare. Finalmente, ora che erano sposati, avrebbero potuto fare una bella vacanza insieme.
Lily sbadigliò. Incredibile, nemmeno si era alzata che aveva di nuovo sonno.
E si era accorta che anche solo fare un passo, o salire un gradino delle scale, era diventato terribilmente faticoso.
La dottoressa le aveva spiegato che il suo cuore ora doveva mandare sangue sia al suo corpo che al bambino e quindi lavorava il doppio di prima. Era normale che le donne incinte si affaticassero subito.
Certo, che bell’affare! L’uomo fecondava l’ovulo e il resto del lavoro, quello più complicato, toccava alle donne.
Lily sbuffò e si lasciò cadere sul divano, con una tazza di tisana in mano. Le era stato assolutamente vietato di bere caffè o tè. Ok, poteva rinunciare senza problemi al caffè, ma da perfetta inglese che era, rinunciare al tè pomeridiano, sarebbe stata dura.
Ma era un piccolo sacrificio che poteva fare…
Anche se sommato al resto delle cose che non poteva mangiare, non era poi un così piccolo sacrificio. Era enorme, a dir la verità!
Guardò il proprio riflesso nello specchio. Presto le sarebbe toccato uno shopping basato solo su abiti pre-maman.
I suoi pantaloni iniziavano ad andarle stretti.
Anzi, forse sarebbe stato meglio iniziare subito, prima di svegliarsi un giorno e di scoprire che nemmeno riusciva ad infilarsi una delle gambe dei jeans.
Chissà se Angy voleva accompagnarla?
Decise di farle una telefonata per chiederglielo. Le rispose l’amica. Sirius era andato a lavoro.
Subito notò di quanto risultasse nasale la voce di Angy.
 - Sono influenzata… - spiegò la ragazza, starnutendo subito dopo – Mi ha attaccato la febbre la figlia di Andromeda, la cugina di Sirius… siamo andati a trovarle ieri. Quella poverina aveva un febbrone! Sapevo che non dovevo starle così vicino, ma non ho potuto resistere… mi faceva troppa pena!
La figlia di Andromeda, Ninfadora, aveva tre anni, ed era assolutamente magnifica. Sirius stravedeva sia per lei che per la cugina.
E così aveva deciso di andarle a trovare, soprattutto per presentare Angy ad Andromeda e il marito Ted, e annunciare loro che presto Ninfadora avrebbe avuto un cuginetto, o una cuginetta, di secondo grado.
Andromeda era stata così entusiasta all’idea di un compagno di giochi per la sua bambina e si era congratulata con i due con testuali parole: - Finalmente hai deciso di mettere la testa a posto, Sirius! – ed era scoppiata a ridere.
Angy aveva passato la maggior parte del tempo con Ninfadora, raccontandole favole e parlando amorevolmente con lei. Era così tenera quella bambina!
A fine giornata, la piccola non voleva più lasciarla andare.
E così Angy si era svegliata quella mattina con la febbre. Sirius l’aveva accompagnata dal medico, prima di andare al lavoro.
 - Mi ha detto che non c’è nessun pericolo. Devo solo stare a letto fino a che non mi passa e stare attenta a non prendere freddo. Sai che novità! Questo lo so da me! – fece Angy stroppiando in modo buffo tutte le n e m.
Lily decise di andarla a trovare dopo lo shopping.
E così, dopo aver girato almeno un paio d’ore tra negozi, aver comprato vestiti e adorabili salopette pre-maman, puntò verso la casa dell’amica.
Angy abitava all’ultimo piano di un palazzo, nel quale, fortunatamente, c’era un ascensore perfettamente funzionante. Altrimenti Lily non sarebbe sopravvissuta alla salita.
Quando suonò alla porta, passò un minuto prima che Angy le andasse ad aprire. Aveva una faccia da far paura, sembrava appena passata in una centrifuga.
I lunghi capelli neri erano legati in una coda di cavallo scomposta e molte ciocche fuggivano via.
Indossava quella che sembrava essere una delle magliette di Sirius e che le faceva praticamente da vestito.
 - Ciao… - disse a Lily facendola entrare. Poi tornò a buttarsi sul letto, in camera.
Passando per la casa, Lily poté notare che il caos regnava sovrano. Né Sirius, né Angy erano due persone ordinate. Se poi si aggiungeva che la ragazza era in quello stato…
Lily la raggiunse in camera e si sedette sul letto.
 - Quanto hai? – chiese poi.
 - Trentotto… - borbottò Angy – Ninfa mi ha sistemata a puntino…
Si soffiò il naso e si infilò sotto le coperte.
 - Ti ho portato queste. – fece Lily, porgendole una scatola di merendine al cioccolato. Le preferite di Angy. Il volto dell’amica si illuminò.
 - Lily ti adoro! – esclamò – Ne avevo proprio voglia! Ma come facevi a saperlo?! – scartò subito il pacco e ne prese una, mangiandola di gusto.
La febbre non le toglieva l’appetito a quanto pareva. Peccato che nemmeno un quarto d’ora dopo era in bagno a rimettere tutto.
Tornò a letto, distrutta e Lily si offrì di prepararle un camomilla. Mentre aspettava che l’acqua bollisse, fece un po’ di ordine in quella casa, in cui sembrava essere passato un ciclone.
Finalmente non era più così disordinata. E finì di sistemare, proprio quando la teiera iniziò a fischiare. Un tempismo perfetto!
Riempì la tazza e la portò ad Angy. Ma l’amica si era addormentata.
Lily decise di attendere il ritorno di Sirius, per non lasciarla sola.
Il ragazzo arrivò poco dopo pranzo e si sorprese di trovarla lì.
 - Angy dorme. – disse Lily – Certo che potevi anche chiamarmi invece di lasciarla sola!
 - E’ che non volevo disturbare…
 - Voi non disturbate mai, ricordalo! Ora vado! Salutamela quando si sveglia!
 - Certo. Grazie, Lily – disse Sirius, togliendosi la giacca e accompagnando Lily alla porta.
Poi andò in camera da letto. Angy dormiva, con il volto leggermente corrucciato. Aveva la bocca appena aperta e respirava con quella dato che il suo naso era praticamente otturato.
La trovò buffa, ma tenera al contempo, con quelle guance arrossate. Le si sdraiò accanto e l’abbracciò.
 - Sirius… ho caldo… - biascicò subito dopo lei.

Ho fatto vedere le ecografie a James, tutta fiera. Le ha guardate a lungo, concentrato, sotto il mio sguardo impaziente.
Alla fine se n’è uscito “Ma che è questa roba?!”.
Sono esplosa. Ha davvero chiamato il nostro bambino “questa roba”? Non ci ho visto più e ho cercato di lanciargli diverse fatture prima che lui mi implorasse di fermarmi, chiedendomi scusa.
Così, più calma, gli ho spiegato che quelle erano le prime foto del nostro bambino.
 “Ma non sembra un essere umano…”
Altre spiegazioni, sul fatto che era solo il quarto mese e che sarebbe sembrato un vero bambino solo più avanti. Gli ho spiegato qual era la testa e la schiena, dato che per ora si vedono solo quelle. Spero si giri presto.
Alla fine James ha sorriso “E’ vero! Quella è proprio la testa!”.
Ho deciso. La prossima volta lo costringo a venire con me. Voglio che senta il battito del cuore di nostro figlio e non mi interessa se detesta i medici Babbani!

Lily si guardò allo specchio. Aveva indossato i suoi nuovi abiti pre-maman e ne andava così fiera. Sorrise al proprio riflesso e si pettinò i lunghi capelli rossi.
Poi scese in cucina. Finalmente domenica! Avrebbe potuto passare tutto il tempo che voleva con James.
Invece il ragazzo le diede un bacio in tutta fretta.
 - Scusami, tesoro! Devo scappare al Quartier Generale dell’Ordine! C’è un’emergenza!
 - James, è domenica!! – fece Lily sconcertata.
 - Lo so, amore, ma non posso non andarci, è davvero importante!
 - Cos’è successo?
James indossò la giacca e la guardò serio – Credo sia morto qualcuno di noi… - fece poi.
Lily spalancò gli occhi – Cosa? – fece in un soffio.
 - Sì, non so altro. Per questo sto andando.
 - Vengo con te! – fece perentoria Lily, in un tono che non ammetteva repliche.
 - Tesoro, non so quanto tempo ci vorrà. Potresti stancarti…
 - Sciocchezze! Sto benissimo! Andiamo, coraggio!

Poco dopo erano a Grimmauld Place. C’erano già tutti i componenti dell’Ordine. Presero posto in cucina attorno al grande tavolo.
Moody guardò tutti con aria grave.
 - Dunque… ieri, durante uno scontro con i Mangiamorte, è stata uccisa Marlene McKinnon. Ha combattuto valorosamente e non si è lasciata intimorire. Non è scappata nemmeno quando ne ha avuto la possibilità. – disse.
Tutti rimasero in silenzio. Era assurdo quello che stava succedendo. La situazione stava degenerando. I seguaci di Voldemort stavano avendo la meglio. Decine di Babbani uccisi.
James che quasi veniva ammazzato da loro. Ed ora Marlene era morta.
Solo due settimane prima avevano fatto una foto tutti insieme. E lei era lì, sorridente. Ora non avrebbe più sorriso.
 - Temo che la loro intenzione sia prenderci di mira e ucciderci tutti, per questo dovremmo prestare la massima intenzione a non divulgare quello che facciamo e chi siamo!
James strinse forte la mano di Lily quando Moody disse che i Mangiamorte avevano preso di mira tutti loro.
Lei ricambiò la stretta.
 - Dovremmo intensificare i turni. Siete disposti a raddoppiarli?
 - Sì! – disse subito Sirius, con sguardo determinato. Era stato fino a quel momento appoggiato al muro, con le braccia incrociate e non aveva fiatato come tutti.
Subito dopo il suo assenso arrivarono quelli degli altri. James fu l’ultimo ad acconsentire, dopo un attimo di esitazione.
Finita la riunione Moody lo prese da parte – Potter, cosa succede? Mi hai dato l’impressione che tu non fossi d’accordo.
 - Ecco… io… sto già molto fuori casa, lasciando Lily sola. Se i turni raddoppieranno non la vedrò per niente. E io non voglio lasciarla sola. Temo per la sua vita. I suoi genitori sono Babbani… e poi aspettiamo un figlio Moody. Non posso morire e lasciare Lily sola…
 - Andrà tutto bene, Potter. Sorveglieremo anche Lily. Non sarà mai sola.
James annuì, ma con poca convinzione e lanciò un’occhiata alla moglie che parlava con un’altra componente dell’Ordine.

 - Il primo turno tocca a Sirius e ai fratelli Prewett… - fece James mettendosi sotto le coperte con Lily.
 - Sei preoccupato per lui? – chiese lei spegnendo la luce.
 - Abbastanza… Sirius critica tanto me, ma anche lui è una testa calda. – disse James, abbracciandola.
 - Sono sicura che non accadrà niente di grave… - sussurrò Lily.
La mattina dopo andò a scuola per l’ennesimo tirocinio.
Fu imbarazzata dai continui complimenti dei professori per la sua bella pancia che iniziava a farsi vedere.
Si preparò per affrontare l’intera giornata ad Hogwarts. Fino a quel momento aveva lavorato solo di mattina, ma quel giorno si sarebbe fermata fino alla fine delle lezioni pomeridiane.
Si sentiva piuttosto agitata, perché avrebbe dovuto affrontare quasi tutte le classi. Ma era determinata. Non avrebbe permesso a Severus Piton di soffiarle il posto di insegnante solo perché era incinta.
Incrociò il suo ex compagno di scuola in un corridoio. Decise di essere educata e di salutarlo.
 - Buongiorno, Severus… - disse calma.
Lui si fermò e la squadrò.
 - Allora è vero che hai sposato Potter. – disse semplicemente.
Lily lo fissò seria. Era tanto che non parlavano. E in un certo senso le mancava il suo vecchio amico.
Si disse che del suo vecchio amico non era ormai rimasto nulla in quel corpo scarno e pallido. Severus era cambiato. Non potevano più essere amici.
 - Sì… - fece Lily – Aspettiamo anche un bambino…
 - Mh… si vede. Non credere che mi farò intenerire solo perché sei incinta, Evans. Riuscirò ad ottenere quella cattedra…
Lily corrucciò la fronte – Ma certo, non voglio la tua pietà, Severus! Perché io posso farcela benissimo con le mie forze! – iniziava a scaldarsi.
Nella sua visione buona del mondo, aveva davvero creduto che lui fosse cambiato, ma a quanto pareva non era così. Era il solito, imbronciato, presuntuoso. Serpeverde fino in fondo, insomma.
 - Be’, buona fortuna, allora, Evans. Ne avrai bisogno, credimi. – fece freddo lui.
 - Non ho bisogno di fortuna! Sono un abile pozionista e credo nelle mie capacità e…
Lily improvvisamente si portò una mano su una tempia e si appoggiò ad un muro. D’un tratto le girava così tanto la testa… ma che succedeva?
Tutto attorno a eli girava così vorticosamente.
 - Cos’hai? – fece Piton poco convinto.
 - Niente… io… sto bene… - Lily guardò l’orologio – Devo andare a lezione.
Sì staccò dal muro, ma non fece in tempo a fare un passo che cadde a terra svenuta.

James si lanciò nella scuola alla velocità della luce. Entrò nell’atrio e si guardò attorno, agitato. Aveva appena ricevuto un gufo dalla scuola che diceva che Lily si era sentita male.
Vide la McGranitt andargli incontro.
 - Professoressa! Dov’è Lily?! Ho fatto prima che potevo! Mi dispiace se ci ho messo tanto, ma…
 - Si, calmi, Potter. Lily è in infermeria. – disse la professoressa.
James non le diede il tempo di aggiungere altro. Si fiondò nell’infermeria dove trovò la moglie, seduta su uno dei letti.
 - Lily, tesoro! Stai bene?! – esclamò James raggiungendola.
Lily notò che era bianco cadaverico dallo spavento – Sì, James, tranquillo. Sto bene, davvero. È stato solo un mancamento.
 - Questa ragazza si è affaticata troppo. – intervenne Madama Chips – Ma dico, nelle sue condizioni affrontare un intera giornata di lezioni! Eh, no, signorina Evans… cioè volevo dire, signora Potter, non si può proprio fare!
 - Che intende dire, Madama Chips? – chiese Lily.
 - Che forse è meglio che riprenda gli studi dopo la nascita di questo bambino.
 - Ma… ma io non posso fermarmi proprio ora! Va tutto così bene! – esclamò.
 - Mi dispiace, signorina… signora Potter! Ma ho già mandato un avviso a Silente.
Lily capì che non poteva replicare. Affranta, lasciò che James l’aiutasse ad alzarsi e la sorreggesse, accompagnandola fuori dall’infermeria.
Lei non fiatava. Passò davanti a Piton che le lanciò un’occhiata indecifrabile.
A casa James la fece sdraiare sul divano e le mise il plaid sulle gambe. Lily ancora non aveva aperto bocca da quando erano usciti da scuola, ma lui aspettava che esplodesse da un momento all’altro.
Le mise vicino libri da leggere, cose da mangiare, il telefono, il telecomando e la pregò di rimanere a riposo, fino a che non tornava da lavoro. Con un bacio la salutò e andò via.
Una volta sola, Lily iniziò a piangere come una fontana. Il suo futuro da insegnante di pozioni ormai era svanito. Non aveva più speranze.
Non sarebbe mai diventata una professoressa. Accidenti… James si era dimenticato di lasciarle i fazzoletti vicino.
Si alzò e si trascinò in cucina a prendere dei tovaglioli per soffiarsi il naso.
Non riusciva a fermare le lacrime. Si rimise sul divano dove si addormentò, stremata.

Fu svegliata dal campanello circa un’ora dopo.
Andò ad aprire e si sorprese nel vedere Angy sulla soglia, insieme a Izzie e Charlie.
 - Ciao, ragazze… - fece lasciandole entrare – Ma tu non stavi male? – chiese poi ad Angy.
 - Sdo beglio…. – fece lei soffiandosi subito dopo il naso.
 - Tu, piuttosto, come stai? – chiese Izzie mentre si sedevano sul divano – Ci ha detto James che ti sei sentita male.
Lily annuì e i suoi occhi si riempirono di lacrime. L’attimo dopo stava già piangendo a dirotto – Non posso finire i miei-i stu-udiiiii!
Izzie si sedette accanto a lei e le cinse le spalle con un braccio – No, tesoro, non fare così…
 - Non diventerò ma-ai insegna-anteeee! – gemette Lily.
 - Ma certo che lo diventerai! Potrai riprendere gli studi una volta nato il bambino – disse Charlie incoraggiante.
 - Per allora sarà già diventato insegnante Piton… - fece Lily soffiandosi il naso.
 - Ah, già… Piton… - disse Izzie contrariata. – Be’, sono sicura che poi Silente vedrà quanto sei brava e prenderà sicuramente te!
Lily tirò su col naso, smettendo di piangere. Lei lo sperava con tutto il cuore. Ci teneva così tanto a diventare insegnate…
CONTINUA

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ringrazio per i commenti:
Vampirella
Niettolina
Alohomora
MollY_gIaDa

e mi chiedo… che fine hanno fatto tutti gli altri? O.o


CAPITOLO XI

E’ incredibile come in meno di una settimana io possa raggiungere le dimensioni di una balena. Ok, lo so che sto esagerando. Non è vero che sembro una balena. James me lo ripete in continuazione che ho le traveggole.
È solo il quarto mese e io mi sento già così…”grossa”! Merlino! Sono così stressata!
Io… ho bisogno di una pausa! Devo staccare un po’ da questa vita monotona e stressante. James ormai passa poche ore a casa. Non mi ricordo nemmeno quand’è l’ultima volta che siamo riusciti a stare insieme in santa pace!
Angy è nelle mie stesse condizioni. Il dramma di avere dei compagni che fanno parte dell’Ordine!
Continuiamo a passare le giornate da sole io e lei!
Ok, è vero che James e Sirius lo fanno per il bene dell’umanità e dei nostri figli e tutto il resto. Ma almeno la domenica non potrebbero passarla con noi? Ebbene, no! Continuano a lasciarci sole!
Ci sentiamo trascurate e loro non lo capiscono!
Siamo davvero, davvero arrabbiate con loro!

Lily e Angy erano sedute sul divano in salotto a casa di quest’ultima. Poggiavano i piedi sul tavolino e intanto guardavano annoiate la televisione, sorseggiando una tisana calda.
Sbadigliarono entrambe.
Era sabato sera, giorno e ora in cui di solito si usciva per andare a cena fuori e poi magari al cinema. Invece loro erano lì, abbandonate dai rispettivi compagni.
 - Sono stanca! Voglio fare qualcosa di divertente… di folle! – sbottò Angy mettendo giù i piedi e posando la tazza sul tavolino.
 - E cosa?
 - Non lo so, ma mi sono stancata di farmi trattare in questo modo da Sirius! Se solo ci fosse un modo per fargliela pagare lo farei! Tu no?
 - Be’… in fondo non vanno a divertirsi… - fece Lily, esitando.
 - Questo lo so. Ma potrebbero cercare di ritagliare un po’ di tempo per noi, no? – Angy si alzò e si avvicinò ad un mobiletto. Ne tirò fuori una bottiglia di prosecco – Facciamo vedere loro che ci divertiamo lo stesso!
 - Angy, non possiamo bere quella roba. – le fece notare Lily.
 - Lo so… - fece Angy stappando la bottiglia, poi andò a rovesciarne il contenuto nel lavandino – E’ giusto per far credere a Sirius e James che ci siamo ubriacate e farli impazzire!
Lily rise – Ottima idea!
Angy posò la bottiglia vuota sul tavolino. – Ecco qua!
Le due scoppiarono a ridere forte. In quel momento saltò la corrente e le due si ritrovarono al buio.
 - E’ la terza volta che succede questa settimana! – fece Angy con un sospiro e andò alla ricerca delle candele. Ne trovò qualcuna e l’accese, poi si sedette sul divano accanto a Lily.
Le due sbuffarono e chiacchierarono un po’.
 - Non ce la faccio ad aspettarli sveglia… - fece Lily dopo un po’.
 - Nemmeno io… mi si chiudono gli occhi! – fece Angy sbadigliando.
Poggiarono la testa sulla spalliera del divano. – Solo due minuti… poi li aspettiamo… non voglio perdermi le loro espressioni… - biascicò Lily prima di addormentarsi.
Fu svegliata poco dopo da un calore insolito e una vaga puzza di bruciato. Aprì gli occhi con uno sbadiglio, e si guardò attorno.
Sbarrò gli occhi, sbiancando. Si erano dimenticate le candele accese e… stava tutto prendendo fuoco. I mobili ardevano attorno a loro e anche la porta d’uscita. Erano circondate dalla fiamme.
Lily scattò seduta e scosse Angy – Angy! Svegliati! Santo cielo! Va tutto a fuoco! – urlò.
Angy si tirò su, assonnata. L’attimo dopo era perfettamente sveglia e fissava con terrore le fiamme – Oh! Cazzo! Le candele!
Lily iniziò ad agitarsi – Siamo bloccate qui! Come facciamo?! Dove possiamo andare?!
 - Io non lo so! Non ci sono scale antincendio qui! – fece Angy.
Le due si alzarono dal divano. Il calore stava diventando opprimente e il fumo aumentava sempre di più.
Iniziarono a tossire e cercarono di coprirsi naso e bocca con le mani.
 - Vieni! Nelle altre stanze ancora non è arrivato il fuoco! – fece Lily prendendo Angy per mano.
Si chiusero nella stanza che sarebbe dovuta diventare del bambino.
 - Non può andare a fuoco tutto! – gemette Angy – La nostra casa! Tutte le nostre cose!
 - Angy, dobbiamo trovare un modo per uscire da qui! – esclamò Lily, notando che il fumo iniziava ad entrare da sotto la porta. – Moriremo! Moriremo! – urlò poi passandosi le mani nei capelli e andando ad aprire la finestra. Si affacciò. Non passava a nessuno a cui chiedere aiuto e il telefono si trovava proprio in salotto.
 - Dobbiamo uscire dalla finestra! – fece poi Angy.
 - E come?! Siamo all’ultimo piano! – strillò Lily – Non voglio morire! Io devo far nascere questo bambino!
 - Non moriremo! Smettila! Io ora… raggiungo il telefono e chiamo i pompieri… e poi Sirius e James…
 - Non puoi tornare di là! È troppo pericoloso!
 - E’ l’unico modo, tu aspetta qui, Lily, capito?! – fece Angy.
Lily annuì e vide l’amica uscire dalla stanza e richiudersi la porta alle spalle.
Angy si coprì il volto con un braccio. Le fiamme erano aumentate, ma forse ce la faceva a raggiungere il telefono.
Corse in salotto e si lanciò sull’apparecchio, che ancora non era stato raggiunto dal fuoco. Per prima cosa chiamò i pompieri, poi riuscì a fare una breve telefonata a Grimmauld Place, prima che il fuoco raggiungesse i fili dell’elettricità, facendo saltare la linea.
Aveva risposto Sirius e tutto quello che era riuscito a capire era che era scoppiato un incendio.
Bianco cadaverico era corso da James.
 - Lily e Angy sono nei guai! – esclamò.
James scattò in piedi – Cos’è successo?!
 - C’è un incendio a casa mia! Sono bloccate lì!
 - Ma Lily sta bene?!
 - Non lo so… è caduta la linea!
 - Dobbiamo andare subito! – fece James.
Sirius annuì.
 - Veniamo con voi… - fece Moody.
Tutti gli altri annuirono.
 - Grazie… - disse James riconoscente.
L’intero Ordine della Fenice si Materializzò davanti casa di Sirius. Il ragazzo aprì la porta, ma dovette indietreggiare subito. Le fiamme erano arrivate fino lì.
Oltre le fiamme, in mezzo al salotto, poté scorgere una figura accasciata a terra. Era Angy. Stringeva ancora in mano il telefono e non si muoveva.
 -ANGY! – urlò Sirius. Si sarebbe buttato senza pensare attraverso il fuoco se gli altri non l’avessero trattenuto.
Iniziarono tutti a sparare getti d’acqua dalle loro bacchette per sopraffare il fuoco. Finalmente il passaggio fu libero.
Sirius entrò e corse da Angy – Angy! – fece prendendola in braccio e portandola fuori dalla casa in fiamme.
James si guardò attorno. Di Lily non c’era traccia – LILY?! – la chiamò disperato.

Lily era rimasta fino a quel momento in camera, rannicchiata in un angoletto e cercando di respirare il meno possibile il fumo.
Li dentro era diventata una cappa ormai e iniziava a mancarle l’aria. Si sentiva stordita.
All’improvviso sentì qualcuno chiamarla. Sembrava proprio la voce di James.
La ragazza tirò su la testa di scatto – JAMES! SONO QUI! – urlò.
Attese a lungo, ma non accadde nulla. Forse se l’era solo immaginata la sua voce.
D’un tratto la porta si spalancò ed entrò James. Quando riuscì a scorgerla corse da lei.
 - Oh Dio, tesoro! Stai bene?! – esclamò, sollevato.
Lily annuì iniziando a piangere. Non riusciva a muoversi dalla paura.
 - Stai tranquilla, ti porto fuori di qui!
Ma il fuoco ormai aveva ostruito l’intero corridoio. Erano bloccati in quella stanza. L’ultima in fondo al corridoio. Presto le fiamme avrebbero raggiunto anche quella.
James si guardò attorno. Doveva trovare subito un modo per uscire di lì. Lily aveva iniziato a tossire. Ormai non respirava più bene.
James corse alla finestra e tirò fuori la bacchetta
 - Accio scopa! – urlò puntandola verso il cielo scuro della sera.
Ce l’avrebbe fatta la sua scopa ad uscire dal magazzino e ad attraversare l’intero quartiere? Attese interminabili minuti, iniziando a perdere le speranze. Poi la vide arrivare. Era proprio la sua scopa.
L’afferrò al volo, quando lo raggiunse. Poi aiutò Lily ad alzarsi – Presto, dobbiamo sbrigarci.
La fece salire sulla scopa e si mise dietro di lei, tenendola salda con le braccia, poi si lanciò fuori dalla finestra, planando verso terra.
Appena in tempo. Proprio in quel momento anche l’ultima stanza prese fuoco.
Lily e James atterrarono sul suolo e lui lasciò subito andare la scopa, sorreggendo la ragazza.
Il resto dell’Ordine li raggiunse. Sirius stringeva ancora Angy.
 - State bene? – chiese poi.
 - Sì, e Angy?
 - Sì, anche lei.
In lontananza sentirono le sirene spiegate dei vigili del fuoco.
 - Sarà meglio non farci trovare tutti qui – disse Moody.
 - Sì, grazie per l’aiuto – disse James.
Il mago gli fece l’occhiolino con l’occhio buono, poi lui e gli altri si Smaterializzarono.
Oltre ai vigili del fuoco arrivò anche un ambulanza.
Lily e Angy furono visitate sul posto. Solo una leggera intossicazione da fumo, ma niente di grave.
Sollevato, James strinse a se Lily.
I vigili del fuoco riuscirono a spegnere il fuoco poco dopo, ma ormai era tutto perso.
 - La nostra casa… - fece Angy con voce roca e le lacrime agli occhi – La stanza per il bambino…
Sirius l’abbracciò – Non pensarci ora. L’importante è che tu stia bene. Andremo a stare a Grimmauld Place, fino a che non troveremo un’altra sistemazione…
E tutti e quattro rimasero lì, a fissare la casa di cui ormai non era rimasto nulla, se non le pareti nere e le macerie di quelli che un tempo erano stati i mobili…

Probabilmente la permanenza a Grimmauld Place sarebbe stata lunga, perché né Sirius e né Angy avevano i soldi per permettersi un’altra sistemazione.
Lei detestava stare lì. Odiava la madre di Sirius e persino Kreacher, l’elfo domestico. Era incredibilmente antipatico.
Disprezzava Sirius e Angy solo perché non era una Purosangue. In tutta risposta i due non lo trattavano granché bene. E per lo più gli ordinavano di stare rinchiuso nella sua “stanza” e di non infastidirli.
Ripresesi dallo spaventi, lei e Lily avevano ricominciato a fare piani per poter passare più tempo con Sirius e James.
 - Io penso che trattarli freddamente sia l’unico modo! – fece Angy – Niente più baci, carezze, e coccole… e soprattutto sesso! Più o meno come hai fatto tu per convincere James a sposarti in estate.
 - Eh, quello funziona sempre. – concordò Lily.
Quando James rientrò e Sirius venne a riprendersi Angy, le due stavano ancora confabulando.
 - Ciao, tesoro. – disse James togliendosi la giacca.
Lily nemmeno lo salutò e disse freddamente – Mettila nell’armadio.
James la guardò sorpreso, ma fece come lei gli aveva detto.
 - Allora, andiamo? – fece Sirius ad Angy.
 - Sì. – disse lei, fredda almeno quanto Lily.
Sirius corrucciò la fronte – Qualcosa non va? – chiese.
 - No, tutto a posto. Ciao, Lily, ci sentiamo domani. – Angy salutò Lily e lei e Sirius se ne andarono.
 - Lily, ma non c’è niente da mangiare? – chiese James dalla cucina.
 - Arrangiati! – fu la risposta della ragazza che salì in camera.
 - Ehi! Aspetta un momento!
James la seguì – Ho capito qual è il problema, sai?
 - Ah sì? E quale sarebbe?
 - Tu e Angy ce l’avete con  me e Sirius perché non stiamo quasi mai a casa! Ma non è colpa nostra, sai?! Non andiamo mica a divertirci! I turni per l’Ordine sono aumentati, lo sai anche tu!
 - Sì, ma a quanto pare Edgar Bones riesce a passare molto tempo con la sua famiglia e soprattutto con sua moglie incinta! – replicò Lily – A quanto pare solo tu e Sirius non avete mai tempo! E lo sai perché? Perché fate più turni di chiunque altro! Ma perché proprio voi? Fateli fare a chi non ha una famiglia di cui occuparsi! James, io voglio solo che passi almeno una domenica con me!
 - Lily, cerca di capire…
 - No! Non voglio capire! Farai così anche quando il bambino sarà nato! Così che non conoscerà mai veramente bene suo padre?!
 - Parli così, solo perché poi dovresti occuparti sempre di lui e non poter riprendere gli studi per diventare insegnante!
 - Ah, è questo che pensi, James?! Be’, sei davvero un cretino allora! – Lily afferrò il cuscino.
 - Dove vai ora?
 - Vado a dormire sul divano! – sbottò Lily.
 - Be’, non scomodarti! Ci vado io! – ringhiò James afferrando il proprio cuscino e senza aggiungere altro lasciò la stanza, sbattendo la porta.
Lily rimise il cuscino a posto e si lasciò cadere sul letto, furiosa. James era il solito stupido, testone.
Non capiva niente! Si tirò su le coperte e spense la luce.
Ma si girò e rigirò nel letto. Non riusciva a prendere sonno. Era così arrabbiata. Forse una camomilla le avrebbe fatto bene. Ma scendere in cucina significava passare per il salotto dove c’era James. Meglio evitare.
Così prese la bacchetta e fece apparire dal nulla una tazza piena di camomilla fumante.
Iniziò a sorseggiarla, mentre leggeva un libro che aveva iniziato da poco.
Ma il sonno non arrivava. Accidenti! Accidenti a James!
La tentazione di scendere e di affatturarlo dove non batte il sole era forte! Ma si trattenne e si rimise sotto le coperte. Finalmente riuscì ad addormentarsi.

Non è possibile. Non facciamo altro che litigare. Cioè, già ci vediamo poco, se poi quel tempo lo passiamo litigando…
No, non voglio pensarci. Questa mattina al mio risveglio se n’era già andato. Nemmeno un biglietto.
Fantastico. Non ho mangiato niente, non ho fame. Mi si è chiuso lo stomaco.
Oddio mi viene da piangere… sono una deficiente. Ma perché non capisce che io lo amo e che voglio passare più tempo con lui?!

La mia vicina ha appena suonato. Si chiama Sarah ed ha una splendida bambina di tre mesi di nome Claire.
Mi ha chiesto se posso tenergliela per un paio d’ore. Ha una commissione urgente da fare e la sua solita baby-sitter è occupata.
Ho accettato con entusiasmo. È un modo come un altro per fare pratica, no? Vediamo come me la cavo con i neonati!

Lily suonò alla porta della casa di Sarah. Le venne ad aprire la donna, vestita di tutto punto.
 - Ciao, cara! Grazie mille per essere venuta, sei stata gentilissima! Claire ora sta dormendo ma si sveglierà presto per mangiare, d’accordo?
 - Sì, certo… - fece Lily.
 - Oh cara! Tu a che mese sei?
 - Quarto…
 - Goditi questo mese allora, dal quinto sarà un inferno perché cominciano a tirare calci! Ora vado! Sono in ritardo!
Sarah se ne andò in tutta fretta, lasciando Lily ferma sulla porta, perplessa. Dunque… ricapitolando… i primi tre mesi erano uno schifo per le continue nausee e per gli alti rischi di perdere il bambino.
Il quarto finalmente si aveva un po’ di pace, e poi dal quinto di nuovo uno schifo?! Ma allora che diavolo c’era di bello nel diventare madri?!
Si aggirò titubante per la casa, guardando tutte le foto di Sarah e di suo marito. Davvero un bell’uomo!
Sembravano così felici e innamorati.
Ma solo lei aveva problemi con James? Da quando si erano sposati non avevano fatto nemmeno una foto insieme. Non avevano mai avuto il tempo…
Addirittura il tempo di una foto mancava loro… Lily prese una cornice sul caminetto. Raffigurava Sarah, suo marito e la piccola Claire.
Davvero uno splendido quadretto familiare.
Improvvisamente sentì un pianto venire dal piano superiore. Segno che Claire si era svegliata.
Andò a prendere la bambina, che vedendo un viso sconosciuto, non fu affatto contenta e iniziò a piangere di più.
 - Dai, non fare così, piccolina… - fece Lily portandola in cucina dove scaldò il latte – Ora ti do la pappa!
Le avvicinò il biberon alla bocca, ma Claire lo scanso, continuando a piangere.
Era una di quelle situazioni in cui Lily entrava nel panico. Non sapeva che fare! Non ne aveva idea!
Non capiva dove fosse il problema. Si lanciò sul telefono e chiamò Angy, per chiederle aiuto.
 - Hai provato a vedere se il pannolino è asciutto? – fece la ragazza.
 - Oh! Accidenti che stupida che sono! Non ci ho pensato! Grazie, Angy! Vado a cambiarla!
In effetti il problema era proprio il pannolino. E dopo aver passato un lungo quarto d’ora, cercando di capire come si mettesse quello pulito, Lily riuscì a cambiare Claire, che smise di piangere e bevve il suo latte, felice.
Ma non durò a lungo. Quaranta minuti dopo stava di nuovo piangendo.
Lily chiamò nuovamente Angy.
 - Sicuramente è stanca. Dovresti farla dormire.
 - Ma ha dormito poco fa!
 - Lo so, è normale! I bambini così piccoli in genere si svegliano solo per la poppata, poi si riaddormentano.
Lily decise di seguire il consiglio di Angy e scoprì che l’amica aveva ragione. Claire si addormentò, tranquilla tra le sue braccia.
Il silenzio regnò nella casa. Lily si sedette sul divano fissando quel fagottino che teneva in braccio.
Era bellissima… e così piccola… impossibile non innamorarsene.
Ma se ne andò con una certa ansia, quando tornò Sarah.
Si era appena resa conto che lei non sapeva minimamente come comportarsi con un bambino e sicuramente nemmeno James ne era capace.
Come avrebbero fatto ad occuparsi del loro?! Il fatto che quello fosse il loro primo bambino, non era una scusa. Anche Angy non ne aveva mai avuti e sapeva come comportarsi…
Be’, era anche vero che Angy aveva quattro fratelli più piccoli di lei, tra cui le gemelle che frequentavano il quarto anno ad Hogwarts.
Preoccupata, Lily chiamò la madre per sfogarsi con lei.
 - Non sarò mai una brava mamma! – gemette per telefono – Non so nemmeno come si mette un pannolino!
 - Tesoro, ma credi che genitori ci si nasca?! Pensi che io fossi capace quando sei nata tu?! Si impara con il tempo. Bisogna solo avere pazienza! Imparerai di sicuro! – la rassicurò la signora Evans.
 - No! Non è vero! A momenti nemmeno so tenerlo in braccio un bambino!
 - Lily, ora basta! Se sei così preoccupata, allora puoi seguire uno di quei corsi, pre-parto!
 - Cos…
 - Ma certo! Lì impareresti di sicuro qualcosa, ma è davvero fondamentale che con te ci venga anche James!
“Sì, certo, in un’altra vita allora…” pensò Lily.
 - Ce n’è uno proprio vicino casa tua. Perché non vai a dare un’occhiata?
 - Certo, mamma… lo farò. Grazie…
Lily rimise giù il ricevitore. James non sarebbe mai andato con lei. Prima di tutto perché era sempre così impegnato. Secondo perché odiava qualsiasi attività Babbana.
Era inutile anche solo tentare di accennarglielo. Tanto valeva andarci da sola. In fondo era lei quella preoccupata.
James invece sembrava così tranquillo. E certo! In fondo non era lui a dover portare un’altra persona nella propria pancia!
Dopo averci pensato a lungo, Lily decise di uscire e di andare a vedere… in fondo non doveva essere così male, no?
CONTINUA

Invito tutti ad andare a vedere gli account delle seguenti scrittrici. Sono le prime tre classificate ad un concorso che ho indetto sul forum di efp:
1° - Isy_264 (faFan): http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=49644
2° - HermioneForever92: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=57746
3° - Erato1984: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=79276

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 

Rieccomi, sopravvissuta nonostante l’intenso mese di studio (ho dato due esami e ne manca ancora uno!!!!!!!) che ancora deve finire… non ce la faccio più… non vedo l’ora starmene in pace per un bel po' senza dover studiare!!
Grazie per aver commentato il precedente capitolo a:


Pazzarella_Dispettosa: Ciao!! Quando ho scritto il capitolo anche io mi sono detta: “ma non si potrebbero smaterializzare? Non posso scrivere questo capitolo così!” Poi ho pensato anche: “Ma due donne incinte possono smaterializzarsi da sole?” Ho pensato che magari essendo in gravidanza non possono smaterializzarsi se non con Materializzazione Congiunta con qualcun altro. Questa è l’unica spiegazione logica che ho XD


Vampirellafra: grazie :D


Renesmee Cullen: anche io mi immagino Lily dolce *_____* l’adoro!!


Sissi181: Ordunque… ho pensato anche al fatto che Lily non avrebbe potuto far apparire la camomilla (quando ho scritto la storia ancora non era uscito il settimo libro), ma ho trovato una spiegazione logica anche a questo XD: il cibo non si può far apparire dal NULLA, ma ho pensato che in luogo in cui quel dato cibo c’è, lo si può semplicemente far apparire da una stanza all’altra. In parole povere la camomilla era in cucina, “si è preparata da sola” e Lily l’ha fatta apparire in camera.


Niettolina: tank you!!


Haley James Scott: grazie anche a te per il commento! Per la risposta “logica” (XD) alla domanda riguardo la materializzazione leggi quella che ho dato a pazzerella_dispettosa, per quanto riguarda le bacchette, ho pensato che per quanto un mago possa essere un mago, non debba vivere proprio in simbiosi con la propria bacchetta, ci saranno dei momenti in cui non l’ha con se, soprattutto se si trova in una città babbana, senza reali pericoli imminenti! Semplicemente Lily ed Angy non le avevano a portata di mano XD ma d’ora in poi non le lasceranno un momento, te lo assicuro (dopo la brutta esperienza che hanno avuto!!)


Marty_youchy: grazieeee :D


_Elizabeth: Ciao e benvenuta!!! Grazie per il tuo commento, sono contenta che Angy ti piaccia!! L’adoro anche io *________*!!!!


CAPITOLO XII

Mi chiedo con che coraggio io sia potuta andare a quel corso preparto… è sconvolgente!

Avrei dovuto capirlo già dal nome. Quale persona sana di mente chiamerebbe il suo corso “V.I.T.A. Vantaggioso Itinerario Tecnico dell’Amore”?!

Ma io dico: perché? Perché sono entrata lì dentro?! Quel posto è assurdo! Le pareti sono interamente dipinte di rosa e vi sono stampati, cuori, fiori e gattini! Da il voltastomaco! Non ho niente contro i gattini i fiori o i cuori, ma tutti così insieme sono davvero troppi!

Be’… avrei dovuto andarmene subito, appena entrata, ma una ragazza al bancone mi ha vista e mi ha sorriso. Che dovevo fare?

Mi sono avvicinata e le ho chiesto se potevo visitare il centro. Be’, potevo! Accidenti, potevo!

Ho iniziato a girare per le stanze ed ero sempre più sconvolta. C’era una sezione per ogni mese di gestazione. Sconvolgente!

Ad esempio per le mamme al sesto mese, c’erano stanze con la musica, perché a quel mese il bambino inizia a sentire i suoni.

Era tutto così! E tutto stramaledettamente rosa! Io detesto il rosa! Non solo è un colore troppo da ragazzina, ma poi non sta affatto bene con i miei capelli.

Cioè, capelli rossi con il rosa? È una cosa orribile! Oh Merlino! Speriamo che il nostro bambino non abbia i capelli rossi! Non ho niente contro i capelli rossi! Li amo, anche perché ce li ho io, ma gli renderebbero davvero la vita impossibile! Spero con tutto il cuore che abbia i capelli di James! Non saranno i più bei capelli del mondo, ammettiamolo, ma almeno hanno un colore classico.

Dunque per tornare al V.I.T.A., penso che non metterò mai più piede lì dentro. Al massimo mi trovo un altro corso, o faccio come ha detto la mamma: imparerò a mano a mano, occupandomi del bambino.

In fondo l’ho capito solo ora. Ogni piccolo è diverso dagli altri. È unico nel suo genere. Solo io e James potremmo davvero capire qual è il modo migliore per crescere il nostro piccolo…

Ah! Ho fatto un incontro lì che mi ha davvero sorpresa…


La ragazza al bancone sorrise a Lily, che si sentì come incastrata. Ora non poteva proprio andarsene.

- Salve… emh… posso dare un’occhiata in giro?

- Ma certo! – rispose gentilmente la ragazza.

Lily iniziò a girare, sempre più disgustata dalle pareti e dai quadri che vi erano appesi. Si fermava davanti ad ogni stanza, strabuzzando ogni volta gli occhi.

Girato l’angolo per poco non si scontrò con qualcuno. Indietreggiò e sollevò lo sguardo, stupita.

- Petunia! – esclamò – Che ci fai qui?!
Petunia era arrossita – Me l’ha detto mamma di venire qui… ma non mi piace… - borbottò

- Sì… - sospirò Lily – Anche a me l’ha detto. Io lo trovo shockante! Sarà meglio andarsene… che ne dici di… emh… andarci a prendere un tè insieme?

Nemmeno lei sapeva perché stesse tentando quell’approccio con Petunia. In fondo non si erano mai potute soffrire. Si trovavano insopportabili l’un l’altra. Però ora le cose erano diverse. Erano cresciute, magari maturate. Perché non provare ad andare d’accordo?

Petunia esitò, come se stesse per accettare – Vernon mi aspetta fuori… - disse infine.

Lily annuì. Certo… King Kong… come aveva fatto a non pensarci?

- D’accordo… - disse – Ci sentiamo, allora…

Petunia mugolò un sì, poi lasciò in tutta fretta il corso. Lily rimase ancora un po’ nei paraggi. Giusto per dare alla sorella il tempo di andarsene con quella sotto specie di essere umano. Non aveva affatto voglia di incontrarlo.

Dopo cinque minuti se ne andò anche lei, salutando gentilmente la signorina al bancone e dicendo che avrebbe pensato per l’iscrizione.

In realtà non aveva affatto bisogno di pensarci. Aveva già deciso. Non avrebbe mai più messo piede lì dentro.


James rientrò abbastanza presto quella sera. Solo che non degnò nemmeno di uno sguardo Lily e lo stesso lei. Seduta sul divano, continuò imperterrita a guardare la televisione.

Lui andò in cucina a mangiare qualcosa, poi torno poco dopo.

- Ne hai ancora per molto?

- Ma che vuoi?

- Sai, io dovrei dormire sul divano, ma se ci sei te è praticamente impossibile! Sono stanco, Lily, vorrei dormire…

- Ah, sei stanco? Immagino come ti ammazzi di lavoro con Heraclea! – esclamò Lily alzandosi di scatto.

- Ma come puoi essere così stupida?! – sbottò James.

- Io sarei la stupida?! Senti da che pulpito! – Lily salì le scale, imbestialita.

Ma arrivata a metà, mise male un piede e ruzzolò giù. James corse subito da lei.

- Lily! Ti sei fatta male?! Stai bene?!

Lei si mise seduta – Ohi ohi… il mio sedere… - si lamentò.

- Ti porto subito all’ospedale! – fece James prendendola in braccio.

- James, per una caduta così stupida non ne vale la pena!

- E se poi succede qualcosa al bambino?! È sempre meglio controllare!

Lily cedette. Ma solo se la portava in un ospedale Babbano. Anche James si vide costretto a cedere.

Fu visitata ed era tutto a posto.

- Visto? Che ti avevo detto? – fece Lily mentre tornavano a casa.

- Be’, ora sto più sicuro! – esclamò James – Sicuro che non solo te, ma anche lui… o lei… stia bene!

- Davvero… davvero ti sei preoccupato per il bambino? – fece Lily guardandosi le mani.

James frenò e si voltò verso di lei – Lily, ma vuoi scherzare?! Riattacchi con la storia che io non lo voglio?!

Lei non disse niente, continuando a guardarsi le mani.

- Lily, guardami per favore…

Lily sollevò gli occhi.

- Lo voglio, capito? Lo voglio, al tal punto da aver cambiato tutti i miei turni di lavoro e dell’Ordine, così da passare più tempo con te e, una volta che sarà nato, con lui… o lei…

Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime – Scusami, James… - disse con voce rotta – Sono la solita stupida… è che non stavi mai a casa…

- Ora ci sarò, d’accordo?

Lily annuì e lui le prese una mano.

- Ti amo, Lily. Sarei un pazzo a lasciarti! – disse serio.

La ragazza lo abbracciò – Anch’io ti amo, James!


Chi invece non aveva cambiato turni e soprattutto non aveva capito il motivo della freddezza della compagna, era Sirius.

- Mi spieghi che cos’hai?! – le chiese una di quelle poche sere che era a casa.

Lei alzò gli occhi al cielo. Sirius le si sedette accanto e le spense la televisione.

- Non stai mai con me… non ci tieni affatto a passare il tempo in mia compagnia… - fece Angy.

Sirius sospirò – Ma… Angy…

- Sì, lo so… l’Ordine… ma la vuoi sapere una cosa? James è riuscito a cambiare i turni e ora passa molto più tempo con Lily. Tu non ci hai nemmeno provato! Sirius, è troppo chiedere di passare un po’ di tempo con te?!

- Proverò, Angy. Te lo prometto. Tenterò in ogni modo di cambiare turni. Ma non sono sicuro di riuscirci, dato che lo ha già fatto James. Ok?

Angy annuì, ora molto più contenta. Baciò Sirius e si accoccolò tra le sue braccia.


Sirius non riuscì a cambiare turni, come aveva previsto. Lo disse ad Angy, e lei disse che era davvero dispiaciuta, ma che non importava. In fondo lui faceva magie, non miracoli!

Il ragazzo la ringraziò per aver capito.

- Ti prometto che cercherò di liberarmi per oggi pomeriggio. – le disse.

- D’accordo… - fece Angy, baciandolo prima di uscire.

Aveva deciso di andare a fare un po’ di shopping con Lily, per passare il tempo, intanto che gli altri erano all’ennesima riunione dell’Ordine.

Il tempo passò, lento e inesorabile per Sirius che continuava a lanciare sguardi ansiosi all’orologio.

Si proprio ansiosi. Erano ormai due ore che Angy era uscita… ma quando tornava?!

Intanto Malocchio continuava ad esporre piani di difesa per i turni e di attacco in caso di combattimento. Ma Sirius lo ascoltava a malapena… la voce di Moody era solo un ronzio di sottofondo per lui.

Poi, ecco che d’un tratto, il telefono che Angy aveva tanto insistito per avere, iniziò a squillare. Sirius si scapicollò a rispondere prima che svegliasse il quadro dormiente della madre.

- Pronto?! – fece con l’affanno.

- Sirius… - era Lily.

- Sì? Che c’è?

- Ecco… si tratta di Angy…

- Co… cos’è successo?


Sirius entrò a razzo nell’imponente struttura bianca Babbana, l’ospedale. Si guardò attorno, girando la testa a scatti, agitato.

Poi vide Lily andargli incontro – Dov’è? – le chiese subito.

- Vieni – fece Lily, conducendolo verso una stanza.

Dentro vi erano sei letti, di cui solo quattro erano occupati. Uno di questi da Angy.

Sirius fissò la flebo infilata nella mano della ragazza – Che diavolo è questa roba?! – esclamò – Levala! Ah i medici Babbani!

- Sirius… abbassa la voce… - fece Angy.

- Che cos’è successo? Perché sei qui? Stai male? – chiese poi il ragazzo.

- Sono svenuta… - fece Angy a bassa voce.

- Ma stai bene, ora, vero? Ti rimanderanno a casa?

- Sirius… il bambino non sta bene… - gli occhi di Angy iniziarono a riempirsi di lacrime – Rischio di perderlo…

- Cosa? No! Sicuramente si sono sbagliati! I medici Babbani non capiscono niente!

- Smettila, Sirius! Sanno benissimo quello che dicono! Ho un distacco della placenta.

Sirius non aveva idea di cosa fosse, ma il nome non prometteva nulla di buono.

- N-non è giusto! – fece Angy – Perché non posso avere nemmeno questo?

- Non parlare così, capito?! Andrà tutto bene! Non lo perderemo! Faremo tutto il possibile perché questo non accada!

- Hanno detto che posso tornare a casa. Ma che non devo fare sforzi e stare a riposo, fino a che non finisce il terzo mese…

- Dai, sono solo altre due settimane. Ce la possiamo fare!

Lui sembrava così fiducioso, ma Angy aveva già iniziato a perdere le speranze. Lo si vedeva dalla sua espressione. Stava facendo uno sforzo immane per non scoppiare a piangere.

Odiava piangere davanti a degli sconosciuti. Non voleva mostrarsi debole.

Passato il pomeriggio lì, per altri accertamenti, verso sera firmò per uscire.

Sirius, iperprotettivo nei suoi confronti, non la fece camminare nemmeno un attimo, portandola in braccio fino in macchina e poi dalla macchina, fino al letto, nella loro camera.

Angy si accoccolò sotto le coperte e cercò di dormire. Ma anche quando Sirius spense la luce, i suoi occhi rimasero sbarrati. Non riusciva a pensare ad altro se non al bambino. Non poteva perdere anche quello…


Lily afferrò un lembo del pigiama di James e lo tirò delicatamente.

- James… - sussurrò – James, svegliati…

Lui borbottò nel sonno e senza aprire gli occhi biascicò – Che c’è?

- Emh… James… ho fame…

A questo punto James si voltò verso di lei, aprendo finalmente gli occhi. Accese la luce e guardò la sveglia.

- Sono le tre del mattino… e tu hai fame? – fece.

Lily annuì.

- Be’, abbiamo tante cose da mangiare in cucina… se vuoi ti accompagno, possiamo farci un tè e…

- James… ho voglia di lasagne… - ammise Lily arrossendo.

- Lasagne?! – esclamò James – A quest’ora? Tesoro… sono un po’ impegnative da preparare ora…

Lily si morse il labbro inferiore. – C’è il market all’angolo che fa orario continuato… ha le lasagne pronte…

- Lily, è davvero tardi. Sono stanco e domani devo andare a lavoro – disse James, mentre lo sguardo di Lily si faceva sempre più implorante. – E va bene… - sospirò James alla fine. Si alzò e si vestì in fretta. Prese il portafogli – C’è altro che vuoi?

Lily ci pensò su – Mh… melanzane!

- Melanzane? – ripeté James sempre più allibito.

- Ah! E poi gelato ai frutti di bosco!

- D’accordo… faccio in fretta.

James uscì e si strinse nella giacca, rabbrividendo per l’aria fredda della notte.

Camminando lungo il marciapiede, raggiunse il market all’angolo. Voleva fare il più in fretta possibile. Sentiva davvero freddo.

Gelò quando vide che era chiuso. Il lunedì era giorno di riposo.

E ora? Era un bel guaio. Non aveva il coraggio di tornare da Lily a mani vuote. Aveva sentito dire che le voglie in gravidanza sono davvero terribili.

Si mise a pensare. Non poteva fare altro che andare a cercarne uno aperto. Sempre stringendosi nella giacca, si mise in marcia, sperando di non dover girovagare troppo…


Lily attendeva impaziente. Era ormai mezz’ora che James era uscito. Ma quanto ci metteva ad arrivare ad un negozio dietro l’angolo? E per fortuna che aveva detto che tornava presto!

La ragazza iniziò a mangiarsi le unghie. La sua voglia di lasagna, melanzane e gelato era insopportabile. Scese in cucina e iniziò a rovistare nella credenza. Ma non c’era niente che la soddisfacesse.

E intanto pensava che il bambino sarebbe nato con delle voglie enormi. Che poteva fare? James non tornava e lei aveva terribilmente fame. Inoltre non poteva nemmeno andare dai vicini, per via dell’ora.

Decise di distrarsi con la televisione. Attese paziente un’altra mezz’ora e finalmente James tornò.

Aveva tutto quello che Lily gli aveva chiesto. La ragazza corse da lui, con un sorriso. Gli strappò la busta di mano e andò in cucina – Ci hai messo un secolo!

- Il market all’angolo era chiuso per riposo settimanale… - fece James – Ho dovuto girare tutto il quartiere prima di trovarne uno aperto.

- Oh, Jamie! Grazie! – esclamò Lily baciandolo. Poi mise a fare le lasagne nel forno e a soffriggere le melanzane in una padella.

James si chiese come potesse mangiare quella roba a quell’ora. La osservò mentre si sedeva a tavola e iniziava a mangiare di gusto, finalmente contenta. Ah! Ci sarebbe proprio voluta una fotografia in quel momento! Era splendida.

James accettò un po’ di gelato, nonostante tutto il freddo che aveva preso. Lily mangiò anche quello senza tanti complimenti.

- Ora va meglio? – le chiese James.

Lily annuì – Sì! E scusami se ti ho svegliato! Non accadrà più! Promesso!

La sera dopo…

- Emh… James, svegliati… ho voglia di caffè d’orzo…

- Lily… noi non beviamo caffè d’orzo…

- Già… non è che andresti a comprarlo?


James entrò a Grimmauld Place, distrutto. Aveva una faccia assonnata. Angy, sdraiata sul divano, leggendo un libro, gli lanciò un’occhiata – Ciao, James! – disse.

In quel momento arrivò anche Sirius.

- Ciao – sospirò James lasciandosi cadere su una poltrona.

- Che faccia! Ma cos’è successo? – chiese Sirius.

- Sono due notti che Lily mi sveglia. Ha le voglie!

Angy ridacchiò – E di cosa?

- La prima sera di lasagne, melanzane e gelato!

Sirius iniziò a ridere, seguito a ruota da Angy. – Lasagne?! – esclamò poi il ragazzo e riprese a ridere.

- Sì, ridi, ridi. Voglio vedere quando Angy inizierà a svegliare te! – fece James.

Sirius smise di ridere e guardò la ragazza che assunse un’aria innocente, sorridendo.

- Non ci pensare nemmeno ad avere voglie notturne! – le intimò Sirius.

Poco dopo iniziarono ad arrivare gli altri membri dell’Ordine.

- Hai tutto quello che ti serve? – chiese Sirius ad Angy prima di sparire in cucina.

Sul tavolino, accanto al divano, vi era il telefono, un pacco di biscotti, del latte e una pila di libri. Lei annuì con un sorriso.

- D’accordo, allora vado – disse Sirius baciandola.

Sospirando, Angy prese il telefono e chiamò Lily. Si annoiava, aveva bisogno di fare due chiacchiere. Ma Lily non era a casa. Era andata a trovare sua madre.

Angy rimise giù il ricevitore. Si guardò attorno, tamburellando sulla copertina del libro, con le dita. Sbuffò.

Si annoiava! E iniziava anche ad avere sete e solo ora si era accorta di non avere l’acqua.

Accidenti! Detestava infastidire Sirius, durante una riunione dell’Ordine. Be’, magari poteva entrare silenziosamente in cucina, prendersi l’acqua e tornare in salotto. Era un’ottima idea.

Tirò via il plaid e si alzò. Raggiunse la cucina senza emettere il minimo rumore, e altrettanto silenziosamente vi entrò, per raggiungere la credenza con i bicchieri.

Tutti stavano discutendo animatamente, riguardo certi attacchi avvenuti ultimamente dei Mangiamorte. Nessuno aveva fatto caso ad Angy, che prese un bicchiere e lo riempì con l’acqua del rubinetto. Iniziò a bere.

- Angy! – esclamò all’improvviso Sirius.

L’acqua andò di traverso alla ragazza. Iniziò a tossire, mentre lui la raggiungeva.

- Che diavolo ci fai in piedi? Non devi muoverti!

- Ma… ma io… - provò a spiegare Angy, cercando di riprendere fiato.

- Prima ti ho chiesto se avevi tutto e mi hai detto di sì! Perché non stai più attenta?!

- Non mi sembra un reato venire a prendere un bicchiere d’acqua! – esclamò Angy infervorandosi.

- Nel tuo caso sì!

- Ah quanto la fai lunga per due passi!

- Che diventeranno quattro per tornare al divano!

- Sei davvero assurdo, Sirius Black! E ora che fai?! Lasciami! Mettimi giù, posso camminare da solaaaa!!

Ma Sirius non volle sentire altro. Tenendola in braccio la riaccompagnò in salotto dove la fece sedere sul divano.

- E non ti alzare più! – le disse.

Angy si accigliò – Nemmeno per andare in bagno? – chiese in tono di sfida.

Sirius sembrò pensarci – In tal caso mi chiami!

E se ne ritornò in cucina…

CONTINUA

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

Grazie per aver commentato a:

Niettolina


MollY_gIaDa


Edocast92


Pazzarella_dispettosa


Sissi181


_Elizabeth


Renesmee Cullen


Vampirellafra


Haley James Scott



*

CAPITOLO XIII

Levate le braccia al cielo ed esultate perché sono incinta di esattamente cinque mesi a partire da oggi! Evviva! Traguardo numero cinque raggiunto! Sono così soddisfatta e orgogliosa di me! Ah! Va tutto alla grande, anche con James. Dice di adorare la mia pancia. Mah! L’ho sempre saputo che non è granché normale. Ora ne ho la certezza assoluta. Però, sapendo che dentro vi è il nostro bambino, anch’io non posso fare a meno di adorarla!

Ma tira calci che è una bellezza! A volte fa un po’ male. Non credo che diventerà calciatore perché è uno sport che James odia (lo chiama la brutta copia del Quidditch) ma chissà che non diventi Cercatore… o Cercatrice? Continuo a sperare che sia femmina e lui o lei invece continua a dare le spalle.

Ormai tutti hanno iniziato a fare scommesse sul suo sesso. Sirius scommette che sia maschio. La mamma che sia femmina.

Remus e Sirius addirittura ci hanno scommesso diversi galeoni. Remus dice che sarà una bambina splendida che avrà i miei occhi e il carattere ribelle di James.

Ah! Finalmente Angy può muoversi. Certo, deve continuare a non fare sforzi e non può passare l’intera giornata in giro, ma almeno può mettere piede fuori casa. Lei e Sirius stavano per diventare pazzi. Lei perché era costretta a stare ferma. Lui perché doveva accorrere ad ogni ora per soddisfare le sue richieste.

Ieri è andata a fare le ecografie. È una bambina. Sì, Angy aspetta una bella bimba. Beata lei che già lo sa! Vorrei tanto saperlo anch’io! Ma questo qui non si decide a girarsi! E i calci me li becco tutti nella schiena! Oggi non riesco nemmeno a muovermi per quanto mi fa male. Mi sono svegliata questa mattina praticamente senza fiato. A James è preso un colpo. Credeva che stesse succedendo qualcosa di brutto al piccolo.

E certo, lui pensa subito a lui, mica alla povera moglie con la schiena a pezzi!

*

James entrò in camera, portando un vassoio stracarico. Vi era la colazione di Lily, ma lì per lì la ragazza pensò che fosse per un reggimento intero.

- James, mi spieghi dove me la metto tutta questa roba?

- Siete in due, quindi devi mangiare il doppio! – disse lui semplicemente posandole il vassoio sulle gambe e sedendosi accanto a lei. – Come va la schiena? Fa ancora male?

- Mh… un po’, ma va meglio di prima! Se la smettesse di darmi calci o se per lo meno si girasse, magari smetterebbe del tutto di farmi male! – sbuffò Lily – Domani ho un’altra visita, magari sono fortunata e si girerà!

- Così almeno saprò se il mio erede è maschio o femmina!

Osservò Lily che mangiava di gusto tutto quello che c’era nel vassoio. In un attimo la colazione era sparita.

- Complimenti, e per fortuna che non volevi mangiare tutto! – la prese in giro James.

- Mi è venuta fame mangiando… - si giustificò Lily.

James sorrise e prese il vassoio vuoto – Lascio questo in cucina e vado. Ma torno per prepararti il pranzo! – disse baciandola.

Lily lo guardò uscire dalla stanza e sospirò, sentendosi improvvisamente abbandonata. Magari poteva andarsene a fare un giretto con Angy, sempre che Sirius la lasciava uscire.

La chiamò e lei accettò con entusiasmo. Lily sentì Sirius borbottare in sottofondo. Ma Angy lo zittì prontamente e disse che era libera di fare quello che voleva.

Lily disse che comunque sarebbe passata a prenderla con la macchina così da non dover camminare troppo. Anche perché per quanto il suo mal di schiena fosse ormai del tutto sparito, non era saggio camminare a lungo e avere una ricaduta.

Poco dopo era a Grimmauld Place. Angy salutò allegramente un Sirius imbronciato e salì in macchina.

- Presto parti… è capace di sdraiarsi sul cofano pur di non farci partire… - disse Angy a denti stretti e facendo un sorriso a Sirius che ancora le guardava, indeciso se fermarle o no. Lily non se lo fece ripetere due volte. Ingranò la marcia e partì. Angy agitò una mano per salutare Sirius, poi tirò un sospiro di sollievo.

- E’ diventato un vero aguzzino! Mi sta continuamente col fiato sul collo. Non appena mi muovo sussulta e corre a prendermi in braccio! Un giorno di questi lo affatturo! – sbottò poi.

Lily rise – E’ solo preoccupato!

- Lo so e ne sono felice, perché vuol dire che ci tiene veramente… ma esagera! Comunque abbiamo scelto un altro nome. Virginia non ci convinceva più!

- Ah e quale avete scelto?

- Pandora! – rispose soddisfatta Angy

- Farete concorrenza ad Andromeda! – fece Lily – Pandora! Ma come vi è saltato in mente?!

- Perché? È un nome splendido! Non suona bene “Pandora Black”? Io lo adoro! Immagino già il suo primo giorno di scuola quando la McGranitt dirà “Black, Pandora”. Allora lei si sederà sullo sgabello e il cappello la manderà a Grifondoro!

- Angy, già pensi a quello che accadrà tra undici anni? – fece Lily ridacchiando.

- Tu non ci pensi mai come sarà il tuo bambino il suo primo giorno di scuola?

- Punto primo: potrebbe anche non avere poteri; punto secondo: non posso farmi film fino a che non so il suo sesso e probabilmente non lo saprò fino a domani.

- Speriamo sia maschio! Così si mette con la mia piccola Pandora da grande e almeno io e te diventiamo parenti!

- Ehi, ma io voglio una femmina! – protestò Lily, mentre parcheggiava.

Lei e Angy scesero. – Sarà maschio, te lo dico io…

- E da cosa lo capisci, scusa?

- Dal modo in cui ti muovi. Sembri un ippopotamo che ha appena cenato!

- Angy… ma vai a quel paese!

Angy scoppiò in una sonora risata – E poi vedremo se non ho ragione!

*

Il giorno dopo Lily sedeva nella sala d’attesa della ginecologa, in trepida attesa. Teneva una rivista tra le mani ma non la stava leggendo veramente.

La porta di aprì e la dottoressa la chiamò. Lily entrò. Era il momento della verità. Se il bambino si era girato, avrebbe scoperto di che sesso era. E lei era sicura che si fosse girato perché la sera prima aveva sentito un calcio all’altezza dell’ombelico.

Si sedette sul lettino, impaziente.

- Immagino che voglia sapere di che sesso è, vero? – fece la dottoressa con un sorriso.

Lily annuì, speranzosa.

- Ottime notizie – fece la donna guardando il monitor. – Sì è girato! Ed… non ci sono dubbi, è un maschietto!

Lì per lì Lily fu delusa. Ma giusto poco! L’attimo dopo era di nuovo euforica. Finalmente sapeva di che sesso era! Poteva iniziare a scegliere il nome con James!

Era sicura che il marito avrebbe fatto i salti di gioia sapendo che il bambino era maschio. Già se lo vedeva a cavallo di una scopa, come suo degno erede.

Lily tornò a casa, allegra. James stava preparando la cena.

- Ciao, tesoro! – la salutò quando entrò in casa – Com’è andata?

- James… è un maschio! – fece Lily con un sorriso.

James la fissò per un attimo imbambolato – Maschio? – fece poi.

Lily annuì.

- Sì! Evviva!! Lo sapevo! – esultò James - Sììì!!

Afferrò Lily per la vita e inscenò un balletto con lei, volteggiando per il salotto. Lily scoppiò a ridere, travolta da quell’improbabile ballo. Erano davvero buffi, anche perché James indossava un grembiule da cucina!

Il ragazzo la baciò – E’ fantastico! È maschio! Gli insegnerò a giocare a Quidditch!

- E io a fare le pozioni! – fece Lily.

- Be’, allora sarà perfetto! – esclamò James

- Impossibile non esserlo con un padre così fantastico…

- Per non parlare della bellissima e intelligentissima mamma… - aggiunse lui baciandola di nuovo e dolcemente. – Be’, il secondo dovrà essere per forza una femmina, così siamo contenti in due, ok?

- Perfetto! – disse Lily, sorridendo – Allora ci daremo da fare anche per la femmina.

- Puoi contarci! A proposito… che ne dici di iniziare a scegliere un nome? – chiese James tornando in cucina a finire di preparare la cena.

- Sì, certo… tu hai già pensato a qualcuno?

- Emh… sì… - fece James.

Lily si sorprese nel vederlo improvvisamente titubante.

- Mi piacerebbe chiamarlo come mio padre… - sussurrò subito dopo James senza staccare gli occhi dalla padella.

Lily sentì i propri occhi riempirsi di lacrime. Abbracciò James da dietro, poggiando la testa contro la sua schiena.

Lei sorrise – Harry è perfetto…

- Sì… - rispose James, mandando giù il groppo che gli si era formato in gola.

*

Come ho fatto a non pensarci?! Harry è fantastico! Ma certo! Io avevo pensato ad Henry, ma non mi convinceva granché… invece Harry è assolutamente perfetto!

James si è sciolto quando gli ho detto che mi piaceva davvero tanto. Mi ha baciata dicendomi che sono fantastica e che non poteva capitargli niente di più bello di me.

Be’ e a me non poteva capitare niente di più bello e semplicemente spettacolare di lui!

Quanto lo amo! Ehi, mi sta venendo un’idea…

Perché non chiamare il bambino Harry James? Fantastico! Il nome del nonno e del padre insieme… ma per ora non lo dico a James, voglio che sia una sorpresa…

*

- Visto? Avevo ragione io! – fece Angy dall’altra parte del telefono – E Sirius ci ha appena vinto dieci galeoni. Adesso lui e Remus stanno scommettendo a chi somiglierà. Remus continua a dire che avrà i tuoi occhi. Sirius invece che sarà tutto te al maschile! Mah! Su di noi invece c’è poco da scommettere. Abbiamo entrambi gli occhi chiari e i capelli scuri.

Sembrava annoiata da ciò. Odiava le famiglie in serie, quelle dove genitori e figli sono IDENTICI.

- Be’, saranno carini insieme a scuola, no? – fece Lily – Harry James Potter e Pandora… qual è il secondo nome?

- Non ridere… - fece Angy

- Non riderò…

- Sai quanto io e Sirius siamo megalomani, no?

- Angy, dimmi questo nome!

- Pandora Siria Angeline Black! – disse tutto d’un fiato Angy.

- E allora? Anche io ho scelto come secondo nome quello di James.

- Si ma non gli hai dato tre nomi aggiungendo anche il tuo!

- Solo perché sarebbe impossibile trasformarlo al maschile! Come dovrebbe venire? Lilo?!

Le due scoppiarono a ridere senza riuscire a smettere. Fino a che non intervenne Sirius, dicendo ad Angy che se rideva così forte avrebbe potuto fare male al bambino.

- Silencio! – esclamò Angy e non si sentì più volare una mosca – Ora mi hai stancato! Non posso nemmeno ridere! E che diamine! Ti ci voleva proprio un incantesimo del silenzio!

Lily rise. Quei due erano davvero buffi! Stette ancora un po’ al telefono con Angy, poi riagganciò per andare a preparare la cena. James sarebbe tornato da un momento all’altro.

Lily si legò i capelli in una coda e indossò il grembiule. Canticchiando pensò felicemente al nome che avevano scelto per il loro bambino.

Harry.

Le piaceva davvero tanto. Suonava così bene Harry Potter! Era un nome corto, ma forte. Sì, le piaceva decisamente. Ed ora anche lei pensò a quando lo avrebbero chiamato per indossare il Cappello Parlante.

In quale Casa sarebbe finito? Sperava tanto a Grifondoro! Ma anche Corvonero non era male!

Nel frattempo James era rientrato. Senza nemmeno togliersi la giacca andò dritto a baciare la moglie e ad abbracciarla.

- Ciao, come stai? – chiese inspirando il profumo dei capelli di Lily.

- Bene! – rispose lei con un sorriso.

- E… Harry? – chiese ancora James.

Il sorriso di Lily si allargò. Ora non era più “il bambino”, era Harry.

- Scalcia, come sempre, quindi credo che stia proprio bene! Vuoi sentirlo?

- Oh… sì, certo!

Lily gli prese una mano e se la poggiò sulla pancia. Per un attimo non accadde nulla. Poi il piccolo tirò un calcio. James sorrise. Ecco un altro calcio.

- E’… così… forte… - fece.

- Sì! E distrugge la mamma che è proprio stanca! – disse Lily.

- Allora vai a stenderti un po’! Ci penso io a finire qui! – fece James togliendole il grembiule e dandole un altro bacio.

- Grazie! Ne avevo bisogno! – disse Lily con uno sbadiglio. Andò in salotto e si stese sul divano a guardare la televisione. Quando James andò a chiamarla per la cena si era addormentata.

E lui non ebbe proprio il coraggio di svegliarla. Dormiva così beata!

*

Nel frattempo c’era anche chi non dormiva…

- Perché diavolo voi donne avete le voglie di sera?! – fece Sirius indossando i jeans.

Angy lo guardò con aria colpevole – Mi dispiace… - pigolò – Ma davvero ho una terribile voglia di ciliegie…

- Ma dimmi te dove le trovo le ciliegie a marzo! – replicò Sirius.

Angy si morse il labbro inferiore – Be’… allora non importa…

Sirius sospirò – Angy, mi dispiace. Ma lo sai anche tu che non vendono ciliegie di questo periodo…

- Potresti prendermi un bicchiere d’acqua? Ah e… emh… in salotto ci sarebbero dei cioccolatini…

- D’accordo!

Sirius uscì dalla stanza e Angy si lasciò ricadere sui cuscini. Niente ciliegie… avrebbe dovuto accontentarsi dei cioccolatini. Ce n’era qualcuno alla crema di amarena…

Sirius tornò con l’acqua e i cioccolatini. Angy lo ringraziò e prese subito uno dei cioccolatini all’amarena. Anche Sirius ne prese uno.

- Speriamo che non nasca una bambina con una voglia di ciliegia! – fece Angy.

- Pensa se le prende mezza faccia!

- Be’, almeno è originale!

I due iniziarono a ridere e continuando ad immaginarsi in quali altri posti sarebbe potuta sbucare quella voglia, finirono tutti i cioccolatini…

*

- Pandora ed Harry si siedon davanti al camino e si scambiano un bacino… - canticchiò Angy dando un’occhiata ad una maglietta bianca e rosa per neonato.

Lily, accanto a lei, ridacchiò e sollevò una tutina verde – Mh… non mi convince verde… - fece poi. – La prendo azzurra… o bianca?

- Accidenti che dilemma… - la prese in giro Angy – Mi piace di più verde. Prendila!

Lily ci pensò su ancora – Va bene! – disse infine – Certo che Sirius e James potrebbero anche venire a fare compre con noi! Non mi sembra giusto!

- Aspetta, James ha fatto quella stanzetta meravigliosa per il bambino… Sirius invece non ha fatto proprio niente!

Le due si diressero alla cassa, pagarono le cose che avevano preso ed uscirono, ritrovandosi nel grande centro commerciale.

Avrebbero voluto continuare le loro compere ma erano tutte e due stanche e decisero di tornare a casa.

- Che ne dite tu e James di fermarvi a cena da noi dopo la riunione dell’Ordine? – disse Angy.

Lily accettò volentieri e anche James quando glielo chiesero.

Solo che a tavola nessuno parlava. James e Sirius erano stranamente silenziosi. Di solito tormentavano le due con battute e scherzetti.

- Cos’è successo? – chiese Lily.

- Hanno ucciso Benjy Fenwick… - disse James – Quei bastardi stanno facendo fuori tutti!

- C’è dell’altro, vero? – chiese ancora Angy, rivolta a Sirius.

- Oh certo. Quell’idiota di mio fratello è morto. Sai… era un Mangiamorte… ma aveva così paura di Voldemort da non voler stare più con lui. E così lo hanno ucciso…

- Oh… Sirius.. io…

- Non c’è bisogno di dispiacersi. A me non dispiace per niente! Finalmente mi sono liberato di tutti loro! – disse Sirius alzando le spalle e iniziando a dondolarsi sulle gambe posteriori della sedia.

Angy non sapeva che dire. Non riusciva a capire se dicesse sul serio o no. Ora della sua famiglia, senza contare i cugini, non era rimasto più nessuno. E come erede maschio era rimasto solo lui.

Con un sospiro la ragazza fece per sparecchiare, ma Sirius la fermò.

- Lascia, farà Kreacher.

- Oh, ma no! Non importa! – fece Angy che era più felice se non aveva l’elfo tra i piedi.

Ma Sirius non le diede retta e chiamò Kreacher. L’elfo arrivò, borbottando come al solito.

- Kreacher, sparecchia e da una lavata ai piatti – fece Sirius senza nemmeno guardarlo.

- Per favore, Kreacher – aggiunse Angy – Grazie.

Kreacher iniziò a sparecchiare e a parlottare a mezza voce – La ragazza vuole essere gentile con Kreacher, ma a Kreacher non fa piacere per niente… è solo una Mezzo Sangue… una ibrido per giunta…

- La “ragazza” è la tua padrona e devi portarle rispetto! – sbottò Sirius guardandolo con disgusto – Azzardati di nuovo a chiamarla Mezzo Sangue o ibrido e…

- Sirius, non importa… - fece Angy. Pensava che non valesse la pena arrabbiarsi per via di un elfo mezzo scemo che parlava convinto di non essere sentito.

Sirius si alzò da tavola, imbestialito, e lasciò la cucina. James e Lily decisero che era proprio il momento di tornare a casa.

Angy li accompagnò alla porta, dove si sussurrarono dei saluti, per non svegliare il quadro della signora Black.

Nel frattempo Kreacher continuava a sparecchiare.

- Padrona! – fece disgustato – Ah se la vera padrona sapesse che Kreacher è costretto a chiamare la ragazza “padrona”! Kreacher non la vuole in casa… Kreacher vuole liberarsene…

CONTINUA

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



Ringrazio per aver commentato lo scorso capitolo:
Renesmee Cullen
Haley James Scott
Niettolina
Germana
Pazzarella_dispettosa
Vampirellafra
_Elizabeth
MollY_gIaDa

Un grazie gigantesco a tutte!!!!! Le vostre recensioni mi rendono sempre felice :D!!! Ora scappo, faccio la supplente in un asilo (i bimbi mi chiamano maeeeeeestraaaa! Che bellooooooooooooo!!!!!!!!!)


CAPITOLO XIV

Le giornate continuarono a trascorrere come al solito. Monotone e noiose per Lily ed Angy. Impegnative e faticose per Sirius e James.

L’aria stava diventando più calda e il cielo era quasi sempre sereno. Ormai l’inverno lasciava posto alla primavera.

Altri membri dell’Ordine della Fenice erano morti. I Mangiamorte stavano diventando sempre più forti.

Ormai Babbani, Maghinò, e streghe e maghi di origine Babbana non erano più al sicuro.

James temeva sempre di più per Lily. Quasi si rifiutava di farla uscire di casa. Ma lei era così caparbia. Non aveva intenzione di rimanere segregata.

Disse a James che sarebbe impazzita rimanendo lì dentro troppo a lungo. E poi lei voleva andare a trovare sua madre.

Ed ora che le giornate erano diventate così belle, il picnic della domenica era diventato quasi d’obbligo.

Riusciva sempre ad organizzare splendidi pranzi con tutti i loro amici.

Si ritrovavano la domenica, in grandi parchi, stesi sul prato a mangiare sandwich. A volte si univa a loro qualche membro dell’Ordine, ma per lo più erano sempre i soliti: Lily e James, Angy e Sirius, Charlie e Dean, Izzie e Sean e Remus. Peter era da un periodo che con qualche scusa li disertava.

Ultimamente era diventato così strano. Era spesso nervoso e distratto. Non aveva mai tempo per stare con loro.

Nessuno capiva il perché. Sghignazzando, Sirius e James avevano ipotizzato che si fosse trovato una ragazza.

Inutili i rimproveri di Angy e Lily che non volevano che Peter fosse preso in giro dai due.

Ormai che Lily e Angy fossero incinte era davvero, decisamente evidente!

La prima ormai era al sesto mese. La seconda al quinto.

Anche lì le prese in giro, ma affettuose, di James e Sirius si sprecavano.

- Tra poco il letto non reggerà più tutti e due! – esclamò Sirius ridendo forte con James.

Ma non rise più quando Angy disse di trovarsi scomoda e di aver bisogno di tutto il letto, costringendolo ad andare a dormire in un’altra stanza.

Anche Lily in effetti si trovava scomoda. Ma per amore di James non aveva il coraggio di cacciarlo via.

Nel frattempo lui aveva preso l’abitudine ad appoggiare l’orecchio sulla pancia della ragazza e parlare con Harry.

Lily lo trovava così buffo. E non si smentì nemmeno quando quella domenica sera, dopo una bella giornata in compagnia, si misero a letto.

- Ehi, Harry! – fece James – Ciao!

Lily cercò di trattenere le risate.

- Come va lì dentro? Come al solito immagino, non è che ci sia granché da fare! Sai, quando finalmente uscirai di lì, ti insegnerò tante cose! Sarà divertente! Imparerai a volare su una scopa un giorno… e giocherai a Quidditch… e magari entrerai in una famosa squadra e tutti ti conosceranno! Sarai il famoso Cercatore Harry Potter…

- James, basta! – fece Lily ridendo – Ancora non è nato e già gli metti in testa queste cose! E poi prima che diventi un giocatore famoso, sai quanto tempo passerà! E comunque io non voglio che diventi un famoso giocatore di Quidditch! Per lui ci vorrà un lavoro più dignitoso! Tipo… l’Auror! Sono sicura che gli piacerebbe!

- Mah… facciamo una cosa… lasciamo che sia lui a decidere… - disse James.

Lily sorrise – Ci sto!

James la baciò – Perfetto! Ora dormiamo! Buonanotte, tesoro!

La luce fu spenta e entrambi entrarono nel mondo dei sogni, mentre nel frattempo, da qualche parte a Londra, Voldemort e i seguaci facevano un’altra strage di Babbani…


Il tempo volò ancora. Le giornate ormai erano diventate afose con l’arrivo di giugno, mese che Lily aveva aspettato con impazienza per andare al mare.

Finalmente Sirius e James erano riusciti a liberarsi un po’ dal lavoro e la ragazza riuscì a trascinarli, insieme ad Angy, alla casa al mare che avevano affittato.

Partirono un lunedì mattina, piuttosto presto. Lily caricava le valigie in macchina, con gioia. Pensando al mare e al sole caldo e alle belle giornate che li attendevano.

Avevano invitato anche gli altri amici, ma loro avevano già prenotato per le loro vacanze.

Izzie e Sean sarebbero addirittura andati a Parigi.

- Parigi! Che meraviglia! – aveva esclamato Lily con gli occhi che brillavano.

- Ci andremo, te lo prometto… magari quando Harry avrà due o tre anni, eh… - aveva replicato James.

Lily era sembrata soddisfatta.

Per partire avevano affittato una macchina a nove posti, con un portabagagli gigantesco, così che le ragazze avrebbero avuto tutto lo spazio che volevano.

E infatti si presero un sedile per una e ci si stesero sopra, chiacchierando allegramente, mentre Sirius e James sedevano davanti, alternandosi alla guida.

Arrivarono alla casa più tardi del previsto, perché Lily e Angy continuavano a dover andare in bagno e se i due chiedevano se potevano resistere, entrambe scuotevano la testa e replicavano che era proprio urgente.

- Non potete capire! – esclamò Lily, quando James e Sirius si lamentarono che era la decima volta che si fermavano in poco più di un’ora – E’ impossibile resistere!

- I bambini occupano spazio, sapete? E schiacciano la vescica! Al momento siamo “leggermente” incontinenti! – aggiunse Angy – Quindi lamentatevi di meno! Non è colpa nostra!

Comunque sia, con gioia dei due ragazzi, finalmente arrivarono alla casa al mare.

I due scaricarono le valigie mentre Lily e Angy, senza voler aspettare un minuto di più, scendevano in spiaggia.

C’era abbastanza gente per essere solo i primi di giugno. Lily si avvicinò all’acqua e vi immerse subito i piedi dentro. Era fresca e piacevole e le onde si infrangevano piano a riva.

Angy la raggiunse poco dopo e inspirò l’aria che sapeva di salsedine.

- Ci voleva una vacanza! – esclamò Lily e Angy annuì.

- Sì, era proprio ora!

Lily volle fare il bagno prima di pranzo, Angy preferì rimanere a riva con Sirius a farle compagnia e a ricoprirla di complimenti su quanto il sole la rendesse bella.

- Sirius, sei un adulatore nato! Ci sai proprio fare! – esclamò Angy ridendo.

- Non dirmi che non ti piacciono i complimenti!

- Sì… ma solo quando sei tu a farmeli! – fece Angy con un sorriso.

Sirius fece per baciarla, ma lei all’improvviso esclamò – Oooooh!! La granita!!

Le era appena passato davanti un ragazzo che ne stava mangiando una alla menta.

Sirius si ritrasse, contrariato per il mancato bacio e si voltò a guardare il carretto delle granite che passava davanti a loro e proseguiva spedito.

Lo sguardo di Angy era voglioso – Ne vorrei una all’amarena… sì, ne ho proprio voglia…

Sirius si alzò e dovette rincorrere il carretto per un bel pezzo, prima di riuscire a raggiungerlo e a prendere una granita. Poi tornò indietro, sempre di corsa per non farla squagliare e la porse ad una Angy esultante.

- Grazie! – esclamò lei iniziando a bere dalla cannuccia. – Ne vuoi un po’? – chiese poi porgendogliela.

- Grazie… l’assaggio da te, però… - sussurrò Sirius baciandola – Ottima… - fece poi sorridendole.

Anche Angy sorrise. Quel gesto le ricordò il loro primissimo appuntamento al settimo anno, quando lei si offrì di fargli assaggiare una lecca lecca e allora lui la baciò, dicendo poi che era buonissima.

Quando uscì dall’acqua fu Lily a volere la granita e questa volta toccò a James correre dietro al carretto per accontentare la moglie.


Questa vacanza è stupenda! Ci stiamo divertendo tantissimo! E anche Harry pare gradire, perché scalcia più che mai! Soprattutto quando prendo una granita. Ho notato che scalcia di più quando prendo quella alla menta! Deve piacergli proprio!

Qui le giornate sono sempre bellissime! Abbiamo fatto proprio bene a prendere la casa al mare!

Fantastico! Davvero fantastico! E ci stiamo abbronzando così tanto! James è bellissimo tutto abbronzato! Ma che bel marito che ho! Sono fortunatissima! Anche il nostro bambino sarà bellissimo! Ci scommetto!!

Sto già progettando tante di quelle gite da fare insieme una volta che sarà nato! Sarà tutto così divertente! Solo due mesi! Manca così poco! Non posso credere che ne siano già passati sette! Sono volati! E sono successe tante di quelle cose! Sia belle che brutte!

Domani io e Angy abbiamo intenzione di farci una bella e lunga passeggiata sul bagnasciuga!

Oh che sonno… sarà meglio mettermi a dormire.


- Siete sicure di non voler che veniamo anche noi? – fece James, quando le due ragazze annunciarono di andare a fare una passeggiata.

- Di cosa avete paura? Che ci divori una medusa gigante? – fece sarcastica Angy.

- Oggi fa piuttosto caldo. Non credo sia una buona idea camminare sotto il sole… - disse Sirius sperando di convincerla a non andare.

- Sciocchezze! – replicò Lily – Non ci allontaniamo! Davvero, torniamo presto! Andiamo, Angy… oh, non fate quelle facce!

Lei e Angy si incamminarono sotto lo sguardo preoccupato dei rispettivi compagni.

- Perché non capiscono che non siamo malate terminali ma solo incinte? – fece Lily infastidita, legandosi i capelli in una cosa di cavallo.

Angy scosse la testa – Maschi! Valli a capire!

Osservarono dei bambini rincorrersi sul bagnasciuga, tirandosi l’acqua addosso e ridendo, divertiti.

- Anche Harry e Pandora giocheranno così un giorno – disse Lily entusiasta.

Si sedettero a riposare.

- Uff! Che caldo… - borbottò Angy – Mi sa che aveva ragione Sirius. Oggi si muore!

Un ragazzo e una ragazza poco distanti da loro si misero a giocare coi racchettoni. Il rumore regolare della palla che veniva colpita le accompagnò durante la sosta. Poi decisero di tornare indietro e sistemarsi all’ombra dell’ombrellone… e magari prendersi una granita!

Quando tornarono, sembrava che Sirius e James non le vedessero da decenni.

- Siete tornate!! Come state?! Volete l’acqua?! Ma quanto ci avete messo! – esclamò James.

- Per fortuna che tornavate presto, eh?! – aggiunse Sirius.

Angy e Lily si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere.


Quella sera, le due crollarono dalla stanchezza e mentre dormivano tranquille, Sirius e James si sedettero fuori, concedendosi un paio di birre.

Rimasero a rimirare il cielo parlando della prossima partita di Quidditch che ci sarebbe stata. Si sarebbe tenuta lì in Inghilterra e volevano vederla a tutti i costi.

- Nulla potrà fermarmi! Nemmeno Lily che borbotta infastidita! In che giorno si terrà? – fece James.

- Mi pare il trentuno luglio – rispose Sirius.

- Perfetto! Ci andrò di sicuro!

E dopo una chiacchierata e quella birra serale, andarono a letto anche loro.

La mattina dopo, se possibile, faceva ancora più caldo. Era soffocante. I due proposero di rimanere a casa col fresco e di andare solo sul tardi al mare. Ma Lily ed Angy insistettero per andare, affermando che in casa si annoiavano.

Prepararono le borse e si misero in cammino.

- Che ne dite di andare con la macchina? – propose James.

- E’ qui dietro l’angolo – disse Lily – Ci vorrà un attimo! A che serve la macchina?

E così andarono a piedi. Solo poco dopo Sirius si accorse che Angy era rimasta indietro. Si era seduta su un muretto e stava rovistando nella borsa alla ricerca di una bottiglia d’acqua.

Sirius la raggiunse – Cos’hai? – le chiese chinandosi davanti a lei.

- Non mi sento bene… - ammise Angy – Mi gira la testa…

- L’avevo detto io che faceva troppo caldo! – replicò lui – Accidenti come sei testarda! Torniamo a casa!

Mandò una voce a Lily e James per avvertirli, poi aiutò Angy ad alzarsi e tornarono a casa…


La vacanza per il resto proseguì tranquilla e si divertirono tanto.

Tornarono a Londra un po’ svogliati, con la mancanza della bella spiaggia e dei giorni belli appena passati.

E passò altro tempo e giugno lasciò posto a luglio. E anche luglio volò in un attimo.

Il trentuno ormai era vicino. James non era più nella pelle. Lui, Sirius, Remus e Peter, e anche Dean e Sean, avevano acquistato i biglietti per la partita da una vita.

La sera del trenta luglio, andò a letto, eccitato come un bambino e si addormentò di botto. Controvoglia anche Lily sarebbe andata con lui alla partita. La consolava solo il fatto che ci sarebbero state anche Angy, Izzie e Charlie a sorbirsi i loro compagni che urlavano come matti e incitavano la loro squadra preferita.

La partita si sarebbe tenuta il pomeriggio tardi, in un area protetta dai Babbani.

- Fortuna che abbiamo superato tutti l’esame di Materializzazione! – fece James mentre lui e Lily si preparavano – Altrimenti ci saremmo dovuti alzare questa mattina alle sei come minimo.

- Dove abbiamo appuntamento con gli altri?

- Ai cancelli dello stadio. Sei pronta?

- Sì!

Si presero per mano. James aveva insistito per fare la Materializzazione Congiunta convinto che farla da sola risultasse per Lily uno sforzo troppo eccessivo.

L’attimo dopo erano davanti ai cancelli dello stadio, dove c’erano già tutti ad aspettarli.

Si salutarono allegramente, le ragazze un po’ meno allegramente dei compagni, costrette a vedere la partita, a parte Angy, forse l’unica tra tutte ad apprezzare davvero il Quidditch, dato che per quattro anni era stata Cacciatrice a scuola.

Raggiunsero i loro posti. Lily e Angy si lamentarono per tutte le scale che dovettero fare, ma alla fine si lasciarono cadere sui sedili – lamentandosi anche di essi, che erano troppo duri – e non si mossero più.

James si sedette accanto a Lily, in impaziente attesa. Mancavano ancora una decina di minuti all’inizio della partita.

Lily sospirò. In fondo era solo una volta ogni tanto che potevano vedere una partita lì in Inghilterra. Come biasimare James?

La ragazza guardò annoiata il campo e improvvisamente sussultò per una fitta, molto simile ad un calcio del bambino…

Aggrottò la fronte. Ma quella non era il calcio di Harry… era diverso…

Decise di non dare peso alla cosa per cercare di godersi la presentazione delle due squadre. La partita iniziò e di tanto in tanto, ad intervalli regolari e sempre più frequenti quelle fitte continuavano.

Lily cercava di ignorarle. James era così felice di seguire la partita che non voleva disturbarlo. E poi di sicuro era una cosa stupida.

Ma erano così fastidiose quelle fitte! Cercò di mettersi in una posizione più comoda e fu allora che sentì il proprio sedile bagnato.

Con mano tremante si aggrappò alla maglietta di James. Lui si voltò a guardarla.

- Mi si sono rotte le acque… - pigolò Lily.

James strabuzzò gli occhi – Cosa?! – gridò – Adesso?! Qui?!

Lily annuì. Sembrava spaventata, ma anche impaziente.

- E che facciamo ora?! Oh Merlino! Io non so che devo fare! – fece James agitato. Si voltò verso Sirius, seduto al suo fianco – Lily sta per partorire!

Sirius scattò – Oh merda! – esclamò – Calmi, è tutto a posto!

- Decidete in fretta cosa dobbiamo fare, prima che io partorisca il bambino qui! – fece Lily di colpo arrabbiata.

Avvertiti gli altri decisero di lasciare lo stadio. James aiutò Lily ad alzarsi e la sorresse, mentre l’accompagnava giù per le scale.

- Non finiscono più! – sbottò Lily, rossa in volto e iniziando a sudare – Io me lo perdo qui! Aaah! – gridò di dolore e si piegò su se stessa.

James era pallido e allarmato. Sembrava lui quello che doveva partorire e non Lily.

- Ti fa male?! Dove ti fa male?! – chiese preoccupato.

- Sì, fa male, James! – disse Lily a denti stretti e riprendendo a scendere le scale.

Finalmente raggiunsero i cancelli.

- Dobbiamo andare in ospedale! – esclamò James, sempre più agitato, mentre Lily gli stritolava dolorosamente un braccio.

- Ad un ospedale Babbano! – fece la ragazza.

- Non credo proprio! Andremo al San Mungo!

- Non ci penso nemmeno!!

- Ma…

- Smettetela di discutere o Lily finisce col partorire qui! – li interruppe Angy – Andrete in un ospedale Babbano, punto e basta! Muoviti, James!

James annuì e, afferrata Lily, si Smaterializzò.

Fu una fortuna che in quel momento non ci fosse nessuno davanti l’entrata principale dell’ospedale, perché apparve proprio lì davanti.

Sorreggendo Lily, entrò velocemente nella struttura, e si guardò attorno, ansioso. La ragazza, aggrappata a lui, stava con i denti stretti e si accaniva sul povero braccio del marito.

James fermò un’infermiera – Mia moglie! Sta per partorire!

- Stia tranquillo – disse calma l’infermiera. Andò a chiamare la dottoressa di turno. A quanto pareva una bravissima ostetrica.


- Be’, lei non entra? – chiese la dottoressa a James, mentre entrava in una stanza dai muri candidi.

- Posso? – fece James, che credeva di dover rimanere fuori.

- Certamente – e senza aggiungere altro la donna entrò nella stanza.

James la seguì subito, e dopo aver indossato una specie di camice, raggiunse Lily. La ragazza sembrò felice di vederlo.

James le prese la mano.

- Ci ho ripensato! Non voglio che nasca! Per me sta bene dov’è! – fece Lily.

- Non si preoccupi, vedrà che andrà tutto bene – disse la dottoressa, con un sorriso rassicurante.

- Forse avrei dovuto fare quel corso pre….AAAH!

Lily stritolò la mano di James che non ci fece tanto caso, allarmato com’era dall’urlo dalla ragazza.

- Probabilmente ci vorrà ancora un po’ prima che il bambino nasca – disse la dottoressa visitando Lily.

La ragazza boccheggiò – Ancora un po’?! – gemette.

- Già. Ma non preoccuparti, se sei fortunata non dovremo aspettare molto. Ci sono donne che stanno in travaglio per ore!

Lily sbiancò. Travaglio? Ore? Quelle due parole messe vicine non le piacevano per niente.

Intanto il bambino continuava a darle fitte dolorose. La dottoressa li lasciò soli.

- Io non posso aspettare… - fece Lily con tono lacrimoso.

- Tranquilla tesoro, andrà tutto bene – fece James sedendosi accanto a lei.

Lily gemette. Un’altra contrazione.

Poi iniziò a sbuffare, cercando di trattenere le lacrime.

- Ho paura… - disse.

James le prese la mano – Non devi averne, sono qui…

Lily sorrise – Ti amo. Come sono contenta che sei con me!

Il ragazzo sorrise a sua volta e poggiò la fronte contro quella della ragazza, strofinando il proprio naso contro quello di lei.

- Anch’io sono felice di essere qui! Vedrò nascere nostro figlio! Ci pensi?!

Lily fece una risatina nervosa – Bé… io lo partorirò!

E ricominciò ad avere paura.

Quando le contrazioni cominciarono a divenire più frequenti, Lily fu portata in sala parto, pronta a dare alla luce il piccolo Harry.

James sentiva il cuore battergli all’impazzata nel petto.

Lily era agitata e impaziente al contempo.

La dottoressa la visitò subito.

- Direi che ci siamo quasi! – fece con un sorriso – Quando ti dico di spingere, spingi!

Lily annuì. Sentiva il sudore colarle lungo il viso. Continuava a tenere stretta la mano di James. Cielo, com’era contenta che lui fosse lì! Da sola non avrebbe retto.

In quel preciso istante la dottoressa le ordinò di spingere e lei lo fece e con tutte le sue forze, senza poter fermare un urlo.

La mano di James ormai era diventata viola, ma a lui non importava. Era troppo impegnato nell’incoraggiare Lily e ad accarezzarle i capelli con la mano libera.

Lei gli urlò di smetterla di accarezzarla perché le dava fastidio e di darle anche l’altra mano.

Tutto quel spingere e urlare le sembrò interminabile. Non aveva più fiato nei polmoni e la forza per spingere ancora.

Poi sentì la dottoressa esclamare – Eccolo!

E subito dopo il pianto assordante di una vocina di neonato. Lily aprì gli occhi che aveva tenuto serrati fino a quel momento.

Le veniva messo tra le braccia, avvolto in un lenzuolino, un piccolo bimbo dai pochi capelli neri e le minuscole manine chiuse a pugno.

Lily lo prese e lo guardò meravigliata. Non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. Gli occhi le si riempirono di lacrime. Sfiorò quel nasino e quelle labbra che un po’ si muovevano, mentre ancora piagnucolava sotto voce.

Poi la ragazza si voltò verso James, che era rimasto estasiato a fissare il piccolo. Non aveva occhi che per lui.

- Prendilo… - sussurrò Lily.

James lo prese tra le braccia, con il cuore che gli batteva all’impazzata. Si sorprese nel sentirlo così leggero.

Il piccolo smise all’istante di piagnucolare e si lasciò sfuggire un mugolio di piacere, accoccolandosi meglio tra le braccia del padre.

James prese una delle sue manine nella propria e la osservò. Poi sorrise a Lily, che piangeva, ma sorrideva al contempo.

- E’ bellissimo… - le disse e si chinò a baciarla.

- Sì, è stupendo… il nostro Harry James Potter…

- James hai detto?

- Sì, voglio che sia il suo secondo nome…

- D’accordo… - James guardò ancora una volta il bambino – Benvenuto Harry James Potter…

CONTINUA

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***



Ringrazio per aver commentato lo scorso capitolo:

Pazzarella_dispettosa

Niettolina (grazie anche per aver votato Angy :))

MollY_gIaDa

Vampirellafra

Haley James Scott

_Elizabeth


Scusate per il ritardo... esami! Esami! Esami!

 

 

CAPITOLO XV

È nato il mio piccolo! Non posso crederci! Dopo nove lunghi mesi l’ho finalmente potuto stringere tra le braccia!

Inutile dire che ho pianto! E anche James era così emozionato! Oggi sono venuti a trovarmi i miei…

Mia madre naturalmente si è messa a piangere e ha detto che Harry è bellissimo anche se non mi somiglia per niente!

Lo so già da me che Harry non mi somiglia affatto! È tale e quale al padre! Ho chiesto a James di portarmi la foto che lo ritraeva a sole ventitré ore dalla nascita e, raggiunto il nido, l’ho confrontata con Harry. Sono identici. È davvero impressionante…

Va bene, lo ammetto… mi scoccia! Avrei voluto che almeno un po’ somigliasse a me… non importa, almeno so che sarà un bel bambino, visto che ha ripreso dal papà!

Voglio andarlo a vedere, anche se sono le undici…

 

Lily si alzò e lasciò silenziosamente la stanza. Avvolta nella sua vestaglia verde raggiunse il nido e si fermò davanti al vetro oltre il quale c’erano tutti i piccoli. La luce nella stanza era spenta, ma riusciva a distinguere comunque Harry. Dormiva così beatamente. Lily sorrise, stringendosi nelle spalle.

Non si sarebbe stancata di pensare che era bellissimo e ne era orgogliosa perché era opera sua e di James.

Con un sospiro felice se ne tornò a letto.

Un paio di giorni dopo mamma e piccolo furono dimessi dall’ospedale, pronti ad andare a casa.

James venne a prenderli e subito prese Harry tra le braccia.

- Ciao, piccolo! – esclamò portandoselo davanti al volto.

Harry in quel momento aprì i grandi occhioni e lo guardò. Lily e James lo guardarono con meraviglia.

- Accidenti, Lily… ha i tuoi stessi occhi! – esclamò James.

Lily era raggiante, e salendo in macchina riprese Harry in braccio. Lui continuava a guardarla con quegli splendidi occhi verdi, così uguali ai suoi.

Si guardarono a lungo negli occhi, mamma e piccolo. Lily sorrise e diede un bacio sul nasino di Harry.

Arrivati a casa vide che c’era una coccarda azzurra affissa al portone.

- L’hai messa tu? – chiese a James che annuì energicamente e corse ad aprirle la portiera per farla scendere.

Entrarono in casa e una sorpresa Lily trovò ad attenderli tutti i loro amici, compresi i componenti dell’Ordine.

- Volevamo vedere il piccolo Harry! – esclamò Izzie sorridendo.

Tutti si fecero avanti e subito iniziarono i complimenti.

- Ooooh! È bellissimo!

- Accipicchia! È uguale a James!

- Ma ha gli occhi di Lily! Cielo, che belli!

Sirius e Remus si guardarono. Questa volta era stato Remus a vincere la scommessa. Il ragazzo si fece rendere i dieci galeoni che Sirius sganciò contro voglia.

Poi James prese in braccio Harry e si avvicinò a Sirius – Vuoi tenerlo?

- Io? – fece Sirius leggermente allarmato – Perché io?!

- Io e Lily vorremo che tu fossi il suo padrino – disse James.

Sirius li guardò sorpresi – Davvero? Io? Il padrino di Harry?!

Lily e James annuirono con un sorriso. Un po’ titubante Sirius acconsentì a prendere Harry in braccio, trattandolo come se fosse fatto di cristallo.

Il piccolo sbadigliò ma lo guardò incuriosito. Finalmente Sirius si rilassò e gli fece un sorriso che Harry contraccambiò con un altro sbadiglio.

- E’ stanco… - disse Lily riprendendolo in braccio. Si voltò verso Remus – Saluta zio Remus, Harry… - sussurrò poi al bambino.

- Zio Remus… - fece l’altro – Mi sa di vecchio… - e diede un buffetto sulla guancia di Harry.

Poco dopo tutti se ne andarono. Rimasero solo Remus, Sirius e Angy a cena. Le due ragazze erano in camera di Harry e lo osservavano dormire.

- Ha fatto male? – chiese Angy – Anzi, no! Non lo voglio sapere! – esclamò poi.

- Posso solo dirti che avevo una paura maledetta… ma che quando l’ho stretto tra le braccia… - Lily sorrise e guardò amorevolmente Harry, carezzandogli piano una guancia paffuta.

- Non posso credere che tra un mese toccherà a me… - fece Angy, pensando alla sua bambina in arrivo. – A proposito, Alice e Frank sono dispiaciuti di non essere venuti, ma Alice ha iniziato ad avere le doglie proprio il 30 ed è uscita dall’ospedale solo ieri!

- Allora anche il suo bambino è nato a fine luglio come Harry! – esclamò Lily – Che cosa buffa!

Quando si fece troppo tardi Remus, Angy e Sirius tornarono a casa.

Ben presto James e Lily scoprirono che avere Harry a casa era, sì bello, ma anche faticoso! Il piccolo li svegliò due volte durante la notte.

La prima volta si alzò Lily e per zittirlo decise di allattarlo. Harry si addormentò mentre ancora succhiava il latte.

La seconda volta Lily chiese con voce lamentosa – James… vai tu da Harry?

Senza rispondere, James si alzò e si trascinò fino alla camera del piccolo. Lo prese in braccio e si sorprese di come il bambino smise all’istante di piangere, una volta tra le sue braccia.

Lo guardò con i grandi splendidi occhi. James iniziò a passeggiare su e giù per la stanza, per farlo riaddormentare, ma Harry non gli staccava gli occhi di dosso. Erano spalancati e concentrati sul padre.

James a sua volta lo scrutava e non poteva fare a meno di sorridere, nonostante la stanchezza.

Ma essere lì, con il suo bambino, gli faceva dimenticare ogni cosa, tutto il mondo al di fuori e alla levataccia che lo aspettava quella mattina.

Perché era letteralmente rapito da Harry, perché lo aveva atteso per nove mesi e finalmente era lì tra le sue braccia e non si sarebbe mai stancato di guardarlo e ogni volta la sua fantasia galoppava. Pensava a quando sarebbe stato più grande e avrebbero giocato insieme a Quidditch, così come il padre di James faceva con lui.

O al giorno in cui sarebbe partito per il suo primo anno ad Hogwarts. E a quando lo avrebbero accompagnato in giro per Diagon Alley a fare compere.

C’era ancora tempo per tutto ciò, lo sapeva, ma non riusciva a frenarsi quando ci pensava. Carezzò la testolina del figlio che finalmente si era addormentato e gli diede un bacio sulla piccola fronte, poi lo mise nel lettino.

- Ora dormi… Harry… - sussurrò sfiorandogli una manina e tornandosene a letto.

Harry dormì fino alla mattina dopo, lasciando un po’ di riposo ai due neo genitori.

 

Dovette passare un mese prima che il bambino smettesse di svegliarli durante la notte. Finalmente divenne un angelo. Messo nella culletta, continuava a dormire fino al giorno dopo, svegliandosi solo per la poppata notturna, ma che Lily prevedeva.

Una sera a James e Sirius toccava l’ennesimo turno per l’Ordine. Con loro ci sarebbero stati anche Remus e Peter.

- Mi prometti che starai attento?! – fece Lily, mentre James si apprestava ad uscire.

- Te lo prometto, tesoro – disse James baciandola, poi diede un buffetto ad Harry, tra le braccia della moglie. – Ci vediamo domani! – le disse prima di richiudersi il portone alle spalle.

Lily sospirò e cercò di far addormentare il piccolo…

 

Angy aprì gli occhi e cercò Sirius nel letto, accanto a lei. Poi si ricordò che il ragazzo era ad un turno per l’Ordine e non sarebbe tornato prima dell’alba.

Angy guardò l’ora. Le quattro.

Si morse il labbro inferiore. A svegliarla erano state delle fitte precise e regolari.

La bambina era un po’ inquieta quella sera.

Angy si mise una mano sul ventre – Ehi piccolina, basta tirare tutti questi calci – disse alzandosi.

Visto che era sveglia poteva scendere in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.

Era arrivata alla porta quando improvvisamente sentì un liquido caldo bagnarle le gambe.

- Oh cazzo… - sussurrò passandosi le mani tra i capelli.

Le si erano rotte le acque. Perfetto… e ora? Era sola a casa!

Doveva telefonare subito a Lily e poi lanciare il segnale a Sirius. Non riuscì a fare un altro passo che una contrazione la costrinse a sedersi sul letto con un sussulto.

Si sentiva tutta la schiena sudata. Rialzandosi, si aggrappò al comò per rimanere in piedi. Fece qualche respiro prima di avventurarsi fuori dalla camera e per scendere le scale si aggrappò salda al corrimano con entrambe le mani.

Accese la luce del salotto e a piedi scalzi raggiunse il tavolino dove tenevano il telefono. Basita fissò quello che rimaneva dell’apparecchio, rotto.

- Ma che diavolo… - mormorò mentre un rivolo di sudore le colava lungo il viso. Le contrazioni le lanciavano delle fitte fastidiose.

- Kreacher non voleva rompere il feletono – fece una voce gracchiante alle sue spalle.

Si voltò e vide l’elfo avanzare nel suo sudicio straccio. Angy digrignò i denti.

- Che diavolo hai fatto?! – ringhiò, poggiandosi al tavolino.

- E’ stato un errore, mentre Kreacher spolverava…

- Errore un corno! Piccolo bastardo! Argh!

Angy si chinò per il dolore e strinse convulsamente la cornetta del telefono rotta.

E Kreacher disse sottovoce – La ragazza sta per dare alla luce un insulso ibrido, proprio qui, nella casa della padrona… Kreacher non può sopportarlo… Kreacher deve fare qualcosa…

- Sta’ lontano da me, dannato verme! – sbottò Angy rabbiosa – E’ un ordine, capito?!

- Kreacher non prende ordini dalla ragazza, perché lei no davvero la sua padrona. Lei no sposata con il padrone…

Angy gelò e aggrappandosi alla libreria cercò di allontanarsi il più possibile dall’elfo, guardandolo con disgusto.

Ma ad un’altra contrazione fu costretta a fermarsi e fu assalita da un’improvvisa paura. Il telefono era rotto, Sirius era via e lei stava per partorire da sola, con in casa quell’elfo pazzo.

Sentì un groppo in gola e gli occhi riempirsi di lacrime.

Doveva andare a prendere la sua bacchetta… che però si trovava sul comodino, in camera da letto. Doveva attraversare nuovamente il salotto e rifare le scale per raggiungerla.

Kreacher continuava a fissarla immobile in mezzo al salotto.

- Kreacher si occuperà della ragazza e del suo piccolo ibrido… - disse poi.

- Vattene! Stammi lontano!

Angy inciampò e per poco non cadde. Raggiunse la cucina e vi si chiuse dentro, a chiave. Poi si ricordò che gli elfi domestici potevano materializzarsi e che quindi non aveva fatto una cosa intelligente.

Ma si lasciò cadere su una sedia, tremante. Le lacrime le rigarono il viso. Si disse di stare calma, e di ragionare. Doveva tirarsi fuori da quella situazione. Pensò ancora alla sua bacchetta in camera da letto e si decise ad uscire dalla cucina. Il salotto era deserto… Kreacher non c’era più.

Angy cercò di raggiungere le scale più veloce che poteva e si trascinò faticosamente su per esse.

Arrivata in camera gelò nel scoprire che la sua bacchetta non c’era più. La cercò in ogni cassetto, ma era sparita.

- Kreacher ha preso la bacchetta della ragazza…

Angy si voltò appena in tempo per vedere Kreacher passare davanti la stanza per imboccare poi le scale.

Quel maledetto le aveva rubato la bacchetta! Ora era davvero fottuta.

Si lasciò cadere sul letto, cercando di non scoppiare a piangere, ma era davvero terrorizzata. Che intenzioni aveva quell’elfo? In fondo aveva appena detto che lei non era la padrona… quindi se provava ad ucciderla non avrebbe avuto rimorsi.

Strinse i denti ad un’altra contrazione. La sua bambina non poteva nascere così, senza aiuto…

 

- Sono un po’ in ansia… - ammise Sirius.

- Per cosa, scusa? – fece James.

- Angy, è a casa da sola… le ho detto di lanciarmi qualche segnale nel caso abbia bisogno di me…

- Allora non c’è nulla di cui preoccuparsi! – fece Peter.

- Lo so, ma… ho un brutto presentimento…

- Che ne dici di tornare a casa a controllare? – disse Remus gentilmente. – Puoi sempre tornare qui, dopo esserti accertato che è tutto a posto.

Sirius guardò Peter e James che annuirono.

- D’accordo! Grazie, ragazzi! Faccio in un attimo! – esclamò Sirius prima di Smaterializzarsi.

Riapparve esattamente nel Salotto di Grimmauld Place numero dodici. Si guardò attorno, poi sentì un urlo provenire dalla stanza al piano di sopra.

Allarmato corse su per le scale e si lanciò nella stanza trovando Angy seduta sul letto, che stringeva le lenzuola nei pugni. Le nocche le erano diventate bianche per quanto stringeva.

- Angy! – gridò Sirius correndo da lei.

- Oh! Sirius! Sirius, sei tu! – esclamò lei sollevata. Le lacrime le rigavano il volto – Sirius, mi si sono rotte le acque… e quel pazzo del tuo elfo domestico sta pensando a come farmi fuori… - tremava.

- Tranquilla… è tutto a posto, ora ci sono io e ti porto subito in ospedale… - fece Sirius, pensando a Kreacher con rabbia. – Perché non mi hai lanciato il segnale?!

- Kre-Kreacher mi ha preso… la bacchetta… - ansimò Angy, poi si lasciò sfuggire un grido a denti stretti.

- Questa me la pagherà! – sbottò Sirius fuori di se. Carezzò i capelli della ragazza per calmarla.

- Sono qui ora… stai tranquilla…

Fece per prenderla in braccio, ma lei urlò più forte. Poi cercò di trattenere i gemiti, respirando affannosamente.

- Angy… Angy dobbiamo andare in ospedale! – fece Sirius.

- Ma va?! Dai, non ci ero arrivata! – sbottò lei.

Il ragazzo la sollevò, lei urlò ancora.

- Mettimi giù! Subito!

- Ok… allora vado a chiamare una levatrice al San Mungo.

- Non puoi lasciarmi sola! – gemette Angy, spaventata.

Sirius prese la bacchetta e lanciò un patronus diretto alla casa di Lily, con un messaggio per lei.

La ragazza apparve pochi minuti dopo nella stanza, con Harry in braccio.

- Che succede? – fece allarmata. Poi vide l’amica sul letto, madida di sudore.

- Sta nascendo la bambina?! – esclamò Lily.

- Si, devo andare a chiamare una levatrice magica. Dovresti rimanere con Angy –

- Ma certo!

Sirius si Smaterializzò.

- Lily… ho paura! – gemette Angy, ansimante.

- E’ normale, Angy… ma stringi i denti! Presto avrai la tua piccola tra le braccia!

Lily si sedette accanto all’amica, prendendole una mano.

- Mi sono svegliata ed ero sola qui a casa… - fece Angy – Volevo chiamarti, ma Kreacher ha rotto il telefono e mi ha preso la bacchetta… per fortuna Sirius è venuto a controllare come andava… altrimenti che avrei fatto?!

- Ora stai tranquilla. Siamo qui e va tutto bene! Presto Sirius arriverà con la levatrice!

Infatti pochi minuti dopo il ragazzo riapparve con una donna di mezz’età al suo fianco.

- Eccoci! – esclamò trafelato.

Lily si alzò – Coraggio, Angy! – disse all’amica prima di uscire con Harry dalla stanza.

La levatrice visitò Angy.

Poi guardò la ragazza – Coraggio, figliola… non manca molto! La bambina sta per uscire, ma ha bisogno del tuo aiuto. Quindi devi spingere, chiaro?

Angy annuì, poi cercò la mano di Sirius e la strinse forte.

- Spingi! – disse la levatrice.

E Angy spinse con tutte le sue forze.

Angy prese un respiro profondo e spinse ancora, urlando tutte le maledizioni che le venivano in mente.

Non troppi minuti dopo Angy stringeva finalmente la piccola tra le braccia, avvolta in un asciugamano bianco.

La fissò con le lacrime che ancora uscivano dagli occhi senza fermarsi. La piccola invece pianse ancora un po’ per fare scena, poi si calmò.

Sirius si sedette accanto ad Angy – Accidenti… com’è piccola… - sussurrò.

Angy si voltò verso di lui – Non è bellissima? – fece con voce tremante.

- E’ stupenda… e tu sei stata bravissima – disse Sirius dandole un bacio sulla fronte e cingendole le spalle con un braccio.

Rimasero così, a guardare la piccola Pandora, tranquilla tra le braccia della mamma…

Sirius fu svegliato non molto dopo dal campanello. Sia lui che Angy si erano addormentati stremati, con la bambina tra loro.

Si alzò e andò ad aprire, accorgendosi che erano le prime luci dell’alba.

Spalancò la porta. Erano James e Remus, avevano appena finito il loro turno.

- Eravamo preoccupati, non sei più tornato.. – spiegò Remus. – Tutto bene?

Sirius fece un sorriso – Tutto bene, ad Angy si erano rotte le acque…

- Cosa?! Davvero? Quindi la bambina è nata! – fece James.

Sirius annuì – Volete vederla? – chiese poi.

- Certo! Ah! Aspetta… se la vedo prima di Lily è capace di ammazzarmi! – fece James – Torno subito, ci metto un attimo!- e si Smaterializzò.

L’attimo dopo era già di ritorno con Lily che teneva in braccio Harry, gli occhi che le brillavano.

Sirius andò a svegliare Angy e le chiese se se la sentiva di scendere a incontrare gli altri. Lei accettò volentieri e, presa in braccio Pandora, scese giù.

Lily le corse in contro – Uau! Com’è bella! – esclamò osservando i fini e lisci capelli scuri della bimba.

Angy sorrise.

- Complimenti, ragazzi! È una bambina bellissima! – fece Remus e James fu d’accordo con lui.

Harry guardò incuriosito la piccola.

- Hai visto? Hai una nuova cuginetta! – fece Lily.

Per un attimo il piccolo fissò ancora Pandora, poi, improvvisamente, sorrise.

- Oddio! Il suo primo sorriso! – gridò Lily agitandosi – E’ il suo primo sorriso!!

James corse – Davvero?! Ha sorriso! – esclamò.

- Visto? Pandora gli piace già – disse Angy sorridendo.

Harry sorrise ancora alla piccola, addormentata tra le braccia della mamma e agitò le manine verso di lei.

- Sì, gli piace decisamente. – disse Lily entusiasta – Diventeranno ottimi amici!

Pandora aprì gli occhi azzurrini e osservò Harry. Il piccolo le regalò un altro sorriso entusiasta, sotto lo sguardo allegro delle due mamme.

CONTINUA

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Per la serie: a volte ritornano. Lo so, è incredibile, non ci credo nemmeno io, ero convinta che non avrei mai continuato questa storia, ormai la davo per archiviata ed invece eccomi qua.
Sono passati sei anni da quando ho postato l'ultimo capitolo e parecchie cose sono cambiate. Credo, anzi spero, che il mio stile sia migliorato da allora e rileggendo i vecchi capitoli ho realizzato che molte cose non le scriverei così, se dovessi riscrivere questa storia dall'inizio. Tuttavia ci sono troppi ricordi legati e ci sono particolarmente affezionata e ho intenzione di lasciare i capitoli precedenti così come sono. Revisionerò solamente quelli sulla nascita di Harry e Pandora, avevo diciotto anni quando ho iniziato a scrivere questa fanfiction ed ero molto ignorante riguardo il parto e i primi mesi di vita di un bambino (che ad un mese ancora non interagisce col mondo esterno e di sicuro non si mette a sorridere ad altri bambini).
Che altro dire? Non so quanti dei miei vecchi lettori siano ancora qui, ma una parte di me spera di ritrovarvi tutti! Per quanto riguarda i nuovi, se ve ne saranno, spero possano apprezzare questa storia e che, se hanno voglia, mi lascino un commentino.
Un abbraccio a tutti.
Si torna in carreggiata!


CAPITOLO 16

Ancora mi sorprendo di quanto sia tutto così minuscolo in un neonato. Harry ha tre mesi ormai, eppure le sue manine sono ancora così piccine, al punto che faccio fatica a tagliargli le unghie e devo farlo spesso se non voglio che rischi di graffiarsi la faccia (una cosa comune a tutti i bambini, da quanto ho capito). Inizia ad essere molto più reattivo, più passa il tempo e più interagisce con noi. Quando James gli fa le smorfie, lui sorride e lo guarda osservandone il volto a lungo. Ci guarda ogni volta come se fosse la prima ed ogni volta James ed io ci innamoriamo un po’ di più. Ora, non perché sono la madre, ma trovo che Harry sia perfetto. I suoi occhi si fanno di un verde sempre più intenso, sfumando via via il colore incerto che hanno i bambini alla nascita. Ha poi quelle ciglia lunghe e scurissime che si posano sulle sue guance piene, quando dorme. Mi piace guardarlo dormire, sereno e ignaro dei problemi che affliggono il mondo lì fuori. È impossibile non sentirsi bene quando si è con lui, è facile dimenticare la guerra che imperversa nel mondo magico e anche in quello babbano.
Abbiamo tutti paura, gente innocente continua a morire e, nonostante tutti i nostri sforzi, sembra che non ci sia nulla di più che possiamo fare. James è così determinato, dice di voler creare un mondo migliore per il nostro Harry.
A volte è così convincente da rassicurarmi e riesce davvero a farmi credere che un giorno tutti noi usciremo da questa storia, sani e salvi, e che il male sarà estirpato come un’orribile radice. Voglio crederlo davvero.


Con l’arrivo di novembre, tornarono anche le piogge frequenti. A Londra era il mese più piovo di tutti e avere bambini così piccoli, in quei giorni, poteva risultare uno strazio. Molti inglesi avevano imparato a convivere con tale problema, molti uscivano senza ombrello e tanti altri portavano comunque a passeggio i loro piccoli. Ma con al proprio fianco due persone tanto apprensive come Sirius e James, a Lily ed Angy era concesso solamente andare a casa l’una dell’altra o in un centro commerciale. Era straziante per le neomamme passare il tempo in quel modo e spesso se ne lamentavano tra di loro.
 - La fanno facile, non devono stare loro tutto il giorno tappati in casa! -, sbottò Angy un giorno che era andata a trovare Lily. I bambini dormivano pacifici nelle rispettive carrozzine, lasciando alle due un po’ di quiete e tempo per parlare.
Ad Angy non andava giù l’idea di dover stare rinchiusa come una prigioniera, nella sua stessa casa, con quell’essere inquietante. Le cose con Kreacher non erano migliorate affatto, ed era per questo che la ragazza era spesso da Lily.
 - Ho dato un ultimatum a Sirius. Anche se minuscola, dobbiamo trovare un’altra casa, non possiamo continuare a vivere a Grimmauld Place, non mi fido di quell’elfo. Staremo in affitto i primi tempi, in qualche modo ce la caveremo.
Lily non poteva che essere d’accordo con lei, era arrivata addirittura a proporre agli amici di andare a stare momentaneamente da loro ed occupare la stanza degli ospiti, ma i due erano entrambi troppo orgogliosi per accettare.
La rossa si ritrovò a guardare sconsolata la pioggia che continuava a cadere scrosciante.
 - Non smetterà mai… -, con un sospiro volse di nuovo lo sguardo all’amica. – Resti a cena? James lavora fino a tardi oggi.
Angy annuì. – E Sirius ha un turno per l’Ordine. Questa situazione mi ucciderà, Lily, non riesco più a sopportare la preoccupazione ogni volta che è lì fuori.
Chi meglio della sua migliore amica poteva capirla dopotutto? Ogni volta che James era di turno per il Ministero o per l’Ordine viveva nell’angoscia assoluta, temeva di ricevere una telefonata, o un gufo, da un momento all’altro, che le avrebbero annunciato solo brutte notizie.
Con tutti i membri che stavano lentamente perdendo (famiglie rimaste senza un marito, un padre o un fratello), era impossibile non avere paura.
Strinse la mano dell’amica e le sorrise incoraggiante. Dovevano farsi forza a vicenda.
 - Sai che facciamo ora? Ci prepariamo una cena speciale, tutta per me e te e ci concediamo anche un bicchiere di vino. Sarà il nostro segreto -, dichiarò la rossa con un sorriso, strappando una risatina all’amica.
 - Ci sto, questa sera ci vuole proprio!
Si affaccendarono in cucina per un’ora, mettendosi all’opera per realizzare una cena con i fiocchi. Scherzarono e risero per tutto il tempo, ingaggiando una piccola e breve lotta con il cibo, giocando come due bambine.
Prepararono una Shepherd’s Pie degna di un programma culinario e anche un’Apple Crumble, giusto per non farsi mancare anche il dolce.
Per tutto il tempo Harry continuò a dormire e Pandora si svegliò solamente una volta. Angy prese quel fagottino di sua figlia tra le braccia e la cullò finché non si riaddormentò.
Le due amiche apparecchiarono la tavola, con tanto di candela al centro, e finalmente sedettero a mangiare.
 - Merlino, è divino. Siamo due cuoche fantastiche -, mormorò Angy dopo il primo boccone di Sheppherd’s Pie.
 - Pensi che dovremmo tenerne un po’ da parte per James e Sirius?
 - Mpf… farò questo sforzo, se proprio dobbiamo. Torneranno affamati, immagino. 
A fatica lasciarono due porzioni per i rispettivi compagni, si gustarono poi i meritati calici di vino ed infine mangiarono l’Apple Crumble. Anche di quella lasciarono un pezzo a James e Sirius.
 - Li viziamo troppo -, dichiarò Angy, strappando una risata a Lily, che annuì.
Eppure non si stancava mai di “viziare” James. Lui non pretendeva nulla, non aveva mai richieste particolari e bastava poco per farlo felice. Quando poteva passare del tempo con Lily e Harry sembrava poter toccare il cielo con un dito.
 - Sai, mi sono chiesta più volte se è il caso di andarsene da qui. Da Londra intendo -, esordì l’amica, mandando giù l’ultimo sorso di vino. – Non mi sento al sicuro, nessuno di noi lo è e… Pandora è ancora così piccola ed indifesa. A volte ho pensato che dovrei tornare in America. -, ammise,  - Ma Sirius non mi seguirebbe mai, questa è anche la sua battaglia ora, la nostra, ed io lo capisco. Non penso mi impedirebbe di andarmene con la bambina, ma soffrirebbe lontano da noi ed anche io soffrirei lontana da lui…
Lily annuì, guardandola con comprensione. Quante volte si era ritrovata davanti a quel dilemma, in quegli ultimi mesi, ma anche lei sapeva che James non l’avrebbe seguita e poi… non era da Lily Evans scappare.
- È solo che… ho paura…
Angy aveva appena dato voce ai suoi stessi pensieri. Lily le strinse la mano e la guardò.
 -Sei una persona forte, Angeline Carpenter. Affronteremo tutto questo insieme, l’una accanto all’altra, come abbiamo sempre fatto. Angy si morse le labbra ed annuì, inspirando a fondo. Il secondo dopo lei e Lily erano strette in un caldo abbraccio, cullandosi piano a vicenda.
 - Resta a dormire, facciamoci compagnia -, propose infine la rossa. Angy accolse di buon grado l’invito, dopotutto sia James che Sirius sarebbero rincasati l’indomani mattina.

Era l’alba quando una voce svegliò Lily. Lei ed Angy si erano addormentate nel suo letto, mentre i bambini dormivano pacifici nella stanza di Harry, quest’ultimo nel lettino e Pandora nella propria carrozzina.
Nel sentire la voce di James, Lily tirò su la testa, scacciando i capelli aggrovigliati dal viso, e cercando di metterlo a fuoco. Biascicò il suo nome con voce arrochita e lui sedette sul bordo del letto, carezzandole il viso e gettando un’occhiata preoccupata ad Angy.
 - Sei tornato presto… -, sussurrò Lily, la voce impastata dal sonno, dopo aver gettato un’occhiata alla sveglia.
James deglutì appena. Solo in quel momento sua moglie notò quanto fosse pallido e i suoi occhi rossi e contornati da occhiaie stanche. Lily si tirò a sedere, preoccupata.
 - Cos’è successo?
Aveva imparato a conoscere James a fondo, conosceva ogni suo silenzio, ogni suo sguardo ed ogni sua espressione. Doveva essere successa qualcosa che lo aveva scosso profondamente, perché non riusciva nemmeno a parlare. Fece cenno alla moglie di seguirlo fuori dalla stanza e lei scese subito dal letto, facendo attenzione a non svegliare Angy.
Si richiuse la porta alle spalle e una volta nel corridoio in penombra, guardò James con apprensione. Lui ricambiò lo sguardo, angosciato, deglutendo ancora. Sembrava stesse facendo una fatica immane per non cedere alle lacrime.
 - James… -, mormorò Lily prendendo il volto del marito tra le mani.
 - Si tratta di Sirius… -, riuscì finalmente a dire.
Lily avvertì una sensazione agghiacciante assalirla. Fu inevitabile pensare che il loro amico fosse morto, da come si stava comportando James tutto lasciava presagire quello, dopotutto così tanti membri dell’ordine ci stavano rimettendo la vita. Il secondo pensiero di Lily andò ad Angy che dormiva ignara nel suo letto.
 - Dio mio, James, non dirmi che…
 - No -, sussurrò lui con voce rotta, - Ma potrebbe non farcela…
La ragazza avvertì la gola secca, l’angoscia di James divenne anche la sua. Non c’erano parole per descrivere come si sentisse in quel momento e vedere il marito soffrire in quel modo la fece stare male il doppio.
 - Remus è al San Mungo con lui. Gli ho detto che lo avremo raggiunto… dobbiamo dirlo ad Angy…
Lily non fece nemmeno in tempo a chiedergli come fosse accaduto, la porta della loro stanza si spalancò ed Angy si trascinò in corridoio, gli occhi ancora pieni di sonno. Ci mise un po’ a mettere a fuoco James.
 - Ehi… non ti ho trovata a letto, pensavo fossi dai bambini -, disse a Lily, poi notò le loro espressioni e si crucciò appena. – Cosa succede?
La rossa le prese subito le mani. – Angy… Sirius è al San Mungo e…
L’espressione dell’amica mutò all’istante e divenne subito pallida. Cercò una risposta nello sguardo di James, stringendo convulsamente le mani di Lily.
 - P-perché?! -, esalò senza respiro.
 - C’è stato uno scontro, a sud-est di Londra… i Mangiamorte hanno attaccato le case popolari dei babbani. Sirius, Remus ed altri sono rimasti coinvolti. C’è stato il crollo parziale di una palazzina e Sirius è rimasto sepolto sotto le macerie… era già stato ferito da un incantesimo oscuro. È grave, Angy… molto grave… -, la voce di James andò ad affievolirsi sempre più.
La ragazza si ritrovò a barcollare, prontamente sostenuta dai due amici. Era sempre più pallida, il respiro corto.
 - Devo andare da lui… -, riuscì a dire flebilmente – Però la bambina…
 - Resto qui io, mi occuperò di Pandora -, disse Lily immediatamente, lanciando un’occhiata a James che annuì.
 - Ti accompagno al San Mungo, Angy -, disse infine il ragazzo.
Angy annuì e barcollò di nuovo in camera, per vestirsi velocemente.
Lily si avvicinò a James, in silenzio e gli sfiorò con delicatezza una mano. Lo sentì trattenere il respiro e lo vide deglutire per l’ennesima volta. Sapeva cosa stava passando. Sirius era il suo migliore amico, lo considerava un fratello e l’idea di perderlo lo stava semplicemente devastando, allo stesso tempo si sentiva in dovere di dimostrarsi forte. Un uomo non poteva cedere in quel modo, no?
Ma quando le braccia di Lily si strinsero attorno a lui e le mani delicate della ragazza affondarono nei suoi capelli, portandolo a fargli appoggiare la testa sulla spalla della moglie, ogni difesa di James crollò. Scivolò con le mani sulla schiena di Lily, strinse spasmodicamente la sua camicia da notte nei pugni e si abbandonò alle lacrime.
Lei gli accarezzò i capelli con dolcezza, gli sussurrò che sarebbe andato tutto bene, finché lui non si calmò. Si ricompose giusto in tempo per il ritorno di Angy, non voleva agitarla ancora di più facendosi trovare in quelle condizioni.
 - Andiamo… -, disse lei trafelata. Abbracciò per pochi secondi Lily e poi si smaterializzò con James, alla volta del San Mungo.

Nonostante avesse le gambe molli come gelatina e la vista offuscata, Angy riuscì a correre fino al reparto dove era stato portato Sirius, seguita da James.
Lì, in un corridoio pressoché deserto, Remus camminava avanti e indietro, senza sosta, sul volto la stessa angoscia di James. Era visibilmente provato dalle ore appena trascorse: i capelli scompigliati, i vestiti strappati e il volto sporco di sangue.
 - Oh Remus! -, gemette Angy, avvicinandosi a lui e sfiorandogli appena il viso, carica di apprensione.
 - Non è niente… -, rispose stancamente lui, prendendole la mano, - Non ho ancora notizie di Sirius, dobbiamo aspettare…
Angy annuì lentamente. Stava cercando di essere forte, a tutti i costi, Remus questo lo sapeva, ma alla fine la ragazza cedette e scoppiò in lacrime.
 - Ehi… ssshhh… andrà tutto bene… -, sussurrò il licantropo attirandola a se in un abbraccio.
Lei nascose il viso contro il suo petto e lo strinse con forza, singhiozzando convulsamente.

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