Lost in the echo di truelovealways96 (/viewuser.php?uid=866632)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lost and insicure ***
Capitolo 3: *** Here without you ***
Capitolo 4: *** Let's hurt tonight ***
Capitolo 5: *** Never give up ***
Capitolo 6: *** Back to the start ***
Capitolo 7: *** Hold on ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PROLOGO
Tre anni. Sono passati tre anni da quando Mystic Falls è tornata ad essere
una città come tante con l'unica eccezione di ospitare creature
sovrannaturali.
Tre anni. Sono passati tre anni da quando Elena e Bonnie sono tornate a
vivere entrambe, senza che la vita dell'una implicasse la morte dell'altra.
Fu un colpo di fortuna, la giusta pista, le giuste conoscenze e il giusto
incantesimo. Seguirono giorni di attesa, la paura di perderle entrambe,
litigate furiose tra Enzo e Damon.
Ognuno in cuor suo cercava di preservare la vita della propria ragazza anche
se a Damon toccava la posizione più difficile perchè se da un lato vi era la
donna della sua vita, dall'altra vi era Bonnie che era diventata con il
tempo più di una migliore amica. Con lei aveva condiviso una delle
esperienze più dure della sua vita, l'Altro Lato sarebbe stato ancor più
devastante senza di lei.
Sembrava che le loro vite stessero prendendo finalmente una piega positiva.
Le ragazze avevano ripreso il college, Elena e Damon stavano vivendo il loro
sogno d'amore e lei stava vivendo al meglio la sua seconda vita da umana.
Bonnie stava imparando che l'amore può sempre bussare alla porta anche
quando non te l'aspetti, Enzo invece stava costruendo una casa per loro.
Stefan e Caroline, più incasinati che mai, con i loro alti e bassi, con le
gemelle e Alaric di mezzo, stavano vivendo come due adolescenti alle prime
armi.
La perfetta trama di un teen drama se non fosse che siamo a Mystic Falls e
prima o poi le cose belle finiscono.
Sono passati tre anni dall'ultima battaglia ma...è passato poco più di 1
anno da quando Damon è scomparso.
Sì, scomparso, sparito.
Ed ecco che l'oscurità torna nell'anima di ognuno che si ritrova di nuovo al
punto di partenza.
Non puoi scappare dal tuo destino, ti seguirà ovunque.
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Capitolo 2 *** Lost and insicure ***
chapter 1
E' tardo pomeriggio, Settembre è ormai alle porte e l'aria si sta
riempiendo man mano di quei profumi che preannunciano l'autunno. Elena è
seduta come suo solito sul davanzale della finestra del pensionato dei
Salvatore e guarda cadere le gocce di pioggia sul vetro lasciando scie e
disegni strani. Con il dito cerca di percorrerle e le si disegna un
piccolo sorriso sul volto, le sembra di tornare bambina per qualche
secondo, ma quella tenera visione sbiadisce subito quando la voce di
Caroline la fa tornare alla realtà.
"Elena, ehi..io e Stefan usciamo a fare un giro, perchè non vieni anche
tu?" Esordisce con uno dei suoi soliti sorrisi mentre fa capolino in
quella che ormai è diventata la stanza di Elena.
"No, Care, ho da studiare per gli esami di settembre..e piove.." Si limita
a rispondere alzando e avvicinandosi alla scrivania per prendere dei
libri. In realtà è solo una scusa, l'università e lo studio sono l'ultimo
dei suoi pensieri ma apprezza lo sforzo della sua amica che cerca di
tirare a tutti il morale. Il suo mondo è di nuovo fermo e questa volta non
basterà una serata in compagnia per dimenticare tutto.
"La pioggia non ti ha mai fermato Elena, dai, ho chiamato anche Bonnie, vi
farà bene stare insieme." La bionda continuava ad insistere, sapeva quando
fosse difficile ma ormai era passato un anno e prima o poi avrebbero
dovuto convivere tutti con l'idea che forse non sarebbe più tornato. Il
suo Damon non sarebbe più tornato.
La pioggia non era solo una condizione atmosferica per Elena, racchiudeva
i ricordi felici dell'infanzia perduta e gli ultimi minuti passati con
lui.
La mora sospirò, poggiando le mani intorno allo schienale della sedia per
poi rivolgersi verso di lei.
"Domani andiamo a fare colazione insieme, io te e Bonnie come ai vecchi
tempi, promesso."
"Lo so che cerchi di sviare la situazione e sappiamo entrambe che domani
non ci sarà nessuna colazione, come le altre volte." Caroline la lasciò
quasi senza parole, effettivamente ricorreva spesso a questo stratagemma.
A volte riusciva ad annullare quella sensazione di vuoto nel petto e a
comportarsi come una ragazza qualunque ma bastava un singolo rumore, una
canzone, un paesaggio, per farla ripiombare in quel mare di emozioni e
sentimenti che la stavano divorando. Cercò di tirarsi fuori dalla
questione sfoggiando un sorriso e avvicinandosi a lei per abbracciarla.
Questa volta la bionda rimase di sasso e non potè fare altro che
ricambiare la stretta, avrebbe dovuto dire qualcosa ma le parole le
morirono in gola. Sapeva quanto stessero soffrendo e odiava non poter fare
niente, sperava che il tempo guarisse le ferite ma non basterebbe nemmeno
un secolo a guarire ferite che non vogliono essere ricucite.
"Questa volta ci sarà, prometto. Salutami Bonnie." Elena mormora al suo
orecchio per poi staccarsi e tornare a sbirciare tra appunti e libri vari.
"Vengo a svegliarti e guai a te se non esci di casa." Care le puntò un
dito contro abbozzando un sorriso e poi la lasciò chiudendo la porte.
In quel momento Elena avrebbe voluto avere i sensi da vampiro per sapere
cosa si stessero dicendo Stefan e Caroline, sentiva solo un forte mormorio
ma non riusciva a scandire le parole, lasciò perdere e andò a sedersi sul
letto.
Si guardò intorno. Era la camera di Damon, Care e Bonnie erano riuscite a
sistemarla un pò ma rimaneva sempre la camera del suo amore, il suo odore
era impregnato ovunque e forse proprio quelle pareti la mantenevano in
vita, le davano la speranza che un giorno lui potesse tornare.
Si stende affondando la testa nel cuscino e si allineano le immagini di
quel giorno. Odia ricordare ma la maggior parte delle volte lo fa per
immaginare un finale diverso o alla ricerca di particolari che le siano
sfuggiti. L'ultima volta che lui l'aveva lasciata era stata malissimo a
tal punto da farsi cancellare i ricordi, questa volta non voleva, doveva
affrontare tutto e doveva tenere in mente l'amore che li univa. "Per
favore, non andare via, non lasciarmi" quelle parole si ripetevano in loop
nella sua mente ogni volta che lasciava che il ricordo del suo amato la
invadesse come la marea.
Caroline aveva organizzato un pic-nic per lei, Stefan, Damon ed
Elena, perchè non passare una serata insieme? E quale miglior location
di un lago? Quando la bionda prendeva una decisione era impossibile
farle cambiare idea nonostante i due fratelli fossero poco entusiasti
della cosa.
"Hai davvero sentito Stefan e Caroline farlo ieri sera?" Esordì Elena
mentre lei e Damon camminavano mano nella mano verso le rive del lago
dopo essersi allontanati dall'altra coppia.
"Hai aspettato che ci allontanassimo da loro per chiedermelo vero? Di
tutto ciò che ti ho detto in una giornata hai sentito solo quello? Sei
sempre la solita, e ti mancano i tuoi sensi da vampira ammettilo."
Risposte Damon ridendo fragorosamente.
"Mi stai dando dell'impicciona? E' solo che è sempre strano, vorrei
ricordarti i nostri precedenti e il fatto che viviamo sotto lo stesso
tetto. Se non siamo noi qui siete voi nel nostro dormitorio al college
ed è eternamente divertente." Elena ammicca appoggiando la testa sulla
spalla del ragazzo.
"Calcolando che sono andato a letto con la biondina secoli fa e che tu
hai avuto il tuo epic love con Stefan, la situazione è imbarazzante ma a
chi importa eh?" Damon si ferma prendendola tra le braccia e dandole un
bacio sulla fronte.
"Sai sempre come zittirmi tu." Lei alza il viso ricercando le labbra del
moro in un dolce e casto bacio.
"Ti conosco." Mormorò Damon prima di prolungare il bacio.
In quel momento un forte tuono squarciò il cielo ma ai due non sembrava
importare, le note del loro "promettimi che sarà per sempre"
echeggiavano tra le prime gocce di pioggia che bagnavano i loro volti.
Le loro labbra trovavano pace nel toccarsi e si volevano, si volevano da
morire. Quando la passione li abbandonò per farli tornare alla realtà,
Damon la strinse forte tra le braccia.
"Dobbiamo tornare indietro, la bionda non poteva guardare le previsioni?
Ti bagnerai tutta!" Da quando Elena era tornata umana la sua apprensione
era aumentata, aveva paura che qualsiasi cosa potesse farle male e non
poteva sopportare di starle lontano. Voleva proteggerla dal mondo e per
questo eveva deciso di rimanere un vampiro, ma la questione era ancora
dolente e dura da affrontare.
La ragazza scoppiò a ridere quando sentì nominare Caroline, quei due
sarebbero sempre stati cane e gatto, si stringe al ragazzo e iniziarono
a incamminarsi.
Ma..
Un urlo. Un urlo li bloccò all'istante. Poi un secondo ed un terzo
giunsero alle orecchie dei ragazzi. Damon si girò subito verso la radura
alle loro spalle, proveniva da lì. In pochi secondi furono raggiunti da
Stefan e Caroline che avevano sentito anche loro quel suono penetrante.
"Damon dovremmo controllare.." Disse il biondino corrugando la fronte.
Damon guardò Stefan e poi Elena incorniciandole il viso con le mani.
"Rimani qui con Caroline, non fare di testa tua!" Le fece un occhiolino
e uno dei suoi sorrisini, la ragazza si limitò ad annuire e lo baciò
velocemente.
Caroline guardò Stefan preoccupata, lui le sfiorò il viso con la mano e
poi seguì il fratello verso la radura. Le due amiche si dirissero verso
le auto, pioveva ancora e stare li non le avrebbe di certo aiutate.
Elena fremeva, aveva paura che potesse succedere qualcosa e Caroline
dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per calmarla e cercare di
distrarla, quelle urla non erano per niente normali.
Nel frattempo Damon e Stefan si erano divisi per cercare meglio. Fu
Damon quello che scoprì il mistero, c'era una donna che giaceva vicino
ad un albero, doveva essere sicuramente lei, aveva urlato lei. Le si
avvicinò rendendosi conto che era ancora viva, aveva del sangue sul
volto, ma qualcosa lo colpì alla schiena.
Numerose volte.
Il suo corpo iniziava a non rispondere ai suoi comandi e la sua mente si
stava annebbiando.
Erano tranquillanti.
Cadde a peso morto sul suolo.
Ma non rimase lì.
Qualcuno lo iniziò a tirare per le gambe e lo caricò su un furgone.
Quella donna? Si alzò subito dopo e un ragazzo biondo le si avvicinò
porgendole un panno per asciugarsi dalla pioggia e pulirsi il viso.
"Pulisciti Kate, sembri davvero mezza morta" La ragazza dai lunghi
capelli corvini rise e si pulì il viso per poi rispondere al ragazzo:
"Oh fratellino, sempre spiritoso. Sono stanca di fare da esca. La
prossima volta tocca a te".
Il ragazzo sbuffo incrociando le braccia senza risponderle.
Stefan si aggirava ancora nella radura quando decise di raggiungere il
fratello, venne catturato subito da alcune voci e si diresse verso
quelle in pochi istanti in tempo per vedere le porte posteriori del
furgone aprirsi e due tizi che buttavano dentro il corpo addormentato di
suo fratello insieme a quello di altri vampiri.
Subito si diresse verso di loro spingendoli via contro gli alberi ma
venne accerchiato da i due ragazzi che si difendevano piuttosto bene ai
colpi infieriti, la pioggia complicava il tutto. Il ragazzo estrasse uno
stiletto e la ragazzina una siringa di verbena e si scagliarono contro
di lui. Il vampiro approfittando della sua distrazione in seguito ad un
colpo subito prese la ragazza tirandola per il collo e riuscì a
far cadere la siringa per terra. Le vene del suo viso iniziarono a
gonfiarsi e gli occhi si tinsero di una tinta rossiccia.
"Non mi interessa chi siete o cosa volete datemi mio fratello e la
lascio vivere"
"Povero illuso, vinceremmo comunque noi. Puoi sempre unirti a loro se
vuoi" Il ragazzo senza nessuna paura si avvicinò a lui, non lo temeva.
"Non ho paura di te, tra qualche anno sarete solo una leggenda."
Stefan non capiva. Cosa voleva dire? Chi erano questi due? Cosa
volevano? Un milione di domande si affollarono nella sua mente. Lasciò
la ragazza e corse a prendere il fratello tra le braccia, ancora
incosciente, per portarlo via.
Una scarica di tranquillanti raggiunsero la sua schiena e cadde a terra
come suo fratello.
"Luke, su, carichiamo anche lui, e andiamo via da qui! Sono fradicia!"
Kate si strinse nella giaccia indicando al fratello il furgone.
"No, soccomberebbe il primo giorno, sarebbe inutile, sali, arrivo
subito!" La ragazza rimase stranita dal suo commento ma si limitò ad
annuire.
Il ragazzo si avvicinò a Stefan e gli portò due dita sulla fronte,
chiuse gli occhi e mormorò delle parole sicuramente in qualche lingua
dell'Est Europa. In quel momento i ricordi di Stefan degli ultimi
momenti svaniscono, così come i volti dei due. L'ultimo ricordo? Damon
nel furgone e poi buio. Il ragazzo lo lasciò nella pioggia battente e
andò via.
Nel frattempo dall'altra parte del lago le ragazze provavano a chiamare
i rispettivi ragazzi senza risposta, era passata più di mezz'ora e
nessuno dei due si fece vivo.
Elena saltò giù dall'auto. "Ora vado a cercarli."
Sbattè lo sportello dell'auto ma fu fermata dall'amica più veloce di
lei. "Sono preoccupata quanto te, ma non sappiamo perchè stanno
tardando, potrebbe esserci qualsiasi cosa..e.." non se la sentì di
continuare. "E io sono umana, Caroline so ancora come difendermi,
smettetela di trattarmi come se vivessi sotto una campana di vetro. Ti
starò accanto ogni secondo, te lo prometto ma ho una strana sensazione
che mi attanaglia lo stomaco, andiamo a cercarli ti prego!"
Le parole della ragazza suonarono come un urlo di disperazione e la
bionda in cuor suo sapeva che l'altra aveva ragione.
"Va bene andiamo."
Le due si incamminarono nella selva, Caroline cercava di captare
qualcosa, ma con quella pioggia incessante non riusciva a distinguere
molto.
Poco dopo trovarono Stefan, Caroline si inginocchiò vicino a lui e
iniziò a scuoterlo e riprese i sensi lentamente.
"Che diavolo è successo Stefan?" Elena si avvicino ai due ancora
spaventata per lo stato in cui l'avevano trovato e...senza Damon.
Il ragazzo spalancò gli occhi e si mise a sedere guardandosi intorno. Le
due ragazze lo guardarono confuse.
"Io..Damon..lui, l'hanno portato via. Io non..mi ricordo." Si prese la
testa tra le mani nella sua mente vi era solo una visione sbiadita di
Damon che veniva portato via perchè non li aveva fermati?
Da quella sera, molte cose cambiarono. Elena per settimane non parlò a
Stefan, lo incolpava in qualche modo della scomparsa del suo fidanzato e
Stefan si dannava ogni giorno. Stefan e Damon erano distruttivi nei
propri confronti ma avrebbero sacrificato tutto per il bene dell'altro.
Stefan ancora una volta si ritrovava bloccato. Aveva fallito come
fratello, co
Ognuno perse qualcosa quella sera, Damon non era mai stato un santo ma
di certo era entrato nei cuori di tutti, a volte aveva uno strano modo
di dimostrare affetto ma sapeva essere la migliore persona del mondo.
Aveva solo paura di non essere abbastanza come non lo era stato in
passato. Ma Damon era sparito.
I ragazzi tornarono nella radura per i giorni a seguire ma non vi era
nessuna pista da seguire.
Nessun avvenimento strano.
Mystic Falls non era mai stata così tranquilla.
1 anno e mezzo da quella sera. Elena aveva provato a darsi una
spiegazione ma non la trovava, era tutto così irreale.
Dall'altra parte della città Stefan, Bonnie e Caroline erano seduti
intorno ad un tavolo con una tazza di caffè tra le mani. Parlavano del più
e del meno, Bonnie stava elencando tutte le cose da comprare per la nuova
casa e Stefan ogni tanto faceva qualche battuta sentendosi totalmente
estraneato dalla situazione.
Caroline non faceva altro che parlare delle gemelle e far vedere ai due
foto di come stavano crescendo, le avevano sempre intorno e sapevano
quanto fosse vero ma a Care poco importava. In qualche modo erano andati
avanti, il senso di colpa seguiva Stefan ovunque, ma faceva i conti con
lui quando era da solo, Bonnie si sfogava con Enzo e cercava di soffocare
la mancanza tra lo studio e i progetti futuri. Alaric per l'ennesima volta
aveva perso il suo migliore amico e nemmeno questa volta aveva potuto
dirgli addio, le bambine lo aiutavano molto anche se nel suo piccolo non
aveva mai smesso di cercare. Caroline come sempre si trovava nella
posizione peggiore, quella di colei che vedeva i suoi amici e il suo
ragazzo soffrire ancora dopo un anno e mezzo e non sapere cosa fare, certo
lo nascondevano bene ma era pur sempre un vampiro e una donna, notava
tutto.
"Mi aspettavo di vedere anche Elena." Fu Bonnie a introdurre la questione.
"Sai quanto la pioggia la metta di cattivo umore e a suo dire stava
studiando. Domani la tiriamo dal letto e facciamo colazione insieme."
Rispose Caroline sorseggiando la bevanda, Stefan sospirò. "Dovremmo fare
qualcosa per distrarci, forse un viaggio o una festa.."
Era davvero Stefan a parlare? Proprio lui? Le due ragazza lo guardarono
stranite.
"Okei, cosa hai fatto del mio ragazzo? Dove lo hai buttato?" Disse Care
spalancando gli occhi. I tre scoppiarono a ridere e il ragazzo continuò.
"Sappiamo bene perchè Elena non vuole mai uscire e sappiamo bene perchè
improvvisamente crolla il silenzio in ogni conversazione, ma..per quanto
detesti ammetterlo, credo sia ora di andare avanti, Damon è mio fratello
ma per più di un anno abbiamo girato a vuoto e forse dovremmo farlo per il
suo..e per il nostro bene ."
Fu Bonnie a prendere la parola. "Elena non accetterà mai di lasciarlo
andare e nemmeno io..e nemmeno tu Stefan, ma possiamo provare ad andare
avanti, potremmo organizzare una festa, alcolici, musica, invitare un pò
di gente random, potremmo semplicemente comportarci da ragazzi.." Sapeva
che l'amico aveva ragione ma le risultava difficile lasciare andare Damon,
aveva cercato di localizzarlo molte volte con i suoi incantesimi ma ogni
volta era un buco nell'acqua. Si trovava in qualche posto nascosto dalla
magia oppure di lui non era rimasto più niente. Quando la ragazza seppe
della scomparsa del ragazzo, Enzo fu il suo unico punto di riferimento.
Damon aveva un miliardo di difetti ma c'era stato per lei e gli voleva un
gran bene, tanto che a volte il suo ragazzo mostrava un pò di gelosia nei
loro confronti, le mancano anche quei momenti che finivano sempre con
delle risate.
"Ottima idea, penso io a tutto." Disse la bionda con un sorriso a 32
denti, forse questo era il momento giusto.
Dopo 1 anno e mezzo era arrivato il momento di provare a voltare pagina.
Angolo autrice: Ciao ragazzi, eccoci alla fine del primo capitolo che è
molto introduttivo e spiega cos'è successo 1 anno e mezzo fa. Cosa sarà
successo a Damon in questi mesi? Chi sono quei ragazzi? Il capitolo si
chiude con la volontà da parte dei ragazzi di andare avanti, ma..sarà
così? Non vi resta che seguire la storia! Alla prossima!
-Stefania.
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Capitolo 3 *** Here without you ***
I
preparativi per la festa continuavano, Caroline era
inarrestabile, dirigeva ogni cosa dal suo smartphone e nel frattempo
decideva
cosa lei, Elena e Bonnie avrebbero dovuto indossare.
Era stato difficile convincere Elena riguardo la festa, ma alla fine
Care
l’aveva avuta vinta e aveva così costretto le amiche ad andare in giro
per i
negozi.
Elena di certo non era entusiasta della cosa ma decise di appoggiare
le idee e
le decisioni dei suoi amici, almeno in quel modo forse sarebbe
riuscita a
distrarsi anche se ne era poco convinta.
“Abbiamo comprato praticamente tutto ciò che era esposto nei negozi”
esordì
Bonnie una volta rientrate a casa Salvatore con decine di buste, la
maggior
parte delle quali appartenevano a Caroline.
“Devo ricordarti che oltre alla festa tra poco iniziano i corsi? Non
possiamo
di certo girare con gli abiti della stagione scorsa, no? Ed a voi due
una
puntatina dal parrucchiere di certo non farebbe male.” Rispose
Caroline con un
tono leggermente ironico ed infastidito, anche se era orgogliosa di se
stessa
nell’aver fatto uscire le sue migliori amiche.
Entrambe le amiche la guardarono male dopo il suo ultimo commento, ma
Caroline
continuava a sorridere loro sapendo di avere ragione.
“Ehi, cos’hanno i nostri capelli?” Domandò Elena prendendo una
magliettina da
una delle buste e lanciandogliela contro, accennando alla fine un
lieve
sorriso. Non l’avrebbe ammesso mai, ma quella mattinata era stata un
toccasana
per lei.
“Prima cosa, i capelli lunghi a spaghetti stile Raperunzel non vanno
più di
moda. Seconda cosa, Bonnie devi farti crescere i capelli o Enzo
inizierà ad
avere dei forti dubbi sulla sua sessualità e terza cosa, non meno
importante,
questa maglietta costa 40 dollari ed il fatto che non l’abbiamo pagata
non vuol
dire che devi lanciarla, chiaro?!” Quando ci si metteva, Caroline era
di una
sincerità demoralizzante, ma tutto ciò che faceva e diceva era per il
bene
delle ragazze, e loro lo sapevano.
“Quanto amore, Care!” disse Bonnie fissandola male, per poi scoppiare
a ridere,
seguita sia da Elena e poi Caroline.
“Bonnie, mi sa che domani ci tocca andare dal parrucchiere!”
sintetizzò Elena
tra una risata e l’altra.
“Agli ordini, tanto paga Care! Cavolo, tutta questa roba farà prendere
un colpo
ad Enzo, non so se mi farà entrare nella sua auto!” aggiunse infine
Bonnie,
lasciando che le risata delle tre amiche concluda quel piccolo
teatrino.
Finirono così di scaricare la roba e rientrarono in casa Salvatore
apparentemente vuota, anche se Caroline con i suoi “poteri” da vampiro
percepì
subito la presenza di Stefan, intento a leggere in camera sua. Era una
cosa che
faceva spesso ultimamente, ma anche chiudersi dentro di se era una
cosa che
faceva e che spaventava non poco Caroline, poiché non sempre riusciva
ad
abbattere i muri che il suo amato alzava. Le uniche che riuscivano ad
aiutare Caroline
nel suo intento erano le gemelline con la loro sola presenza, ma
proprio in
questo periodo si trovavano in vacanza con Alaric, quindi le armi in
suo
possesso scarseggiavano, al momento.
Bonnie ed Elena, stremate, si buttarono sul divano e si misero comode,
togliendosi giacca e scarpe, che non sopportavano più.
“Non ho mai odiato così tanto camminare come oggi. Non sono più
abituata a
certi ritmi.” Disse Elena chiudendo per un attimo gli occhi e
respirando a
pieni polmoni l’aria di Casa Salvatore, l’aria di casa sua, l’aria che
Damon
stesso respirava prima della sua scomparsa.
Bonnie si limitò semplicemente ad annuire, sentendo man mano i muscoli
del
corpo rilassarsi. Care comparve quasi subito dietro di loro con
bevande fresche
e qualcosa da sgranocchiare per le sue amiche che ne necessitavano.
Stefan, nel frattempo, era intento a leggere le vecchie pagine
consumate dei
suoi diari, che racchiudevano di per se la sua lunga esistenza. In un
flash si
ricordò di come Damon lo prendeva sempre in giro per questa sua strana
abitudine, trattenendo poi le risate rievocando la lista di battute
che il
fratello era solito fare a riguardo.
Immaginò, così, che se Damon fosse stato lì gli avrebbe impedito di
deprimersi,
prendendogli i diari e chiedere così dove si trovasse il suo agognato
Bourbon.
Per non permettere alla tristezza di assalirlo, spostò i suoi pensieri
su
qualcosa di più piacevole e del tutto sorprendente: la sua proposta di
organizzare una festa a casa Salvatore. Conoscendolo e conoscendo
Damon, si
sapeva che era più una sua prerogativa quella di avere idee di quel
genere, e
di fatti ne rimase sorpreso lui stesso per primo, non avendo nemmeno
la minima
idea di ciò che Caroline aveva in servo per la serata ne tanto meno di
quante
persone sarebbero venute.
Caroline. La sua Caroline.
In quel periodo era fantastica, ed ogni giorno era un po’ più leggero
da
affrontare grazie alla sua sola presenza. Negli ultimi mesi aveva
sempre
qualcosa da fargli fare, come gite nei week-and o girare posti che da
poco
aveva scoperto o fargli fare da babysitter alle gemelline.
Insomma, l’idea della festa era stata un po’ un pretesto per poterla
ringraziare del suo amore e della pazienza che aveva con lui.
E negli ultimi tempi c’è n’era voluta molto, considerando anche che
aveva
pensato di lasciare Mystic Falls e partire, ritenendo che sarebbe
stato un bene
per tutti.
In quel caso però, fu Elena a distoglierlo da quest’idea del tutto
malsana.
8 MESI PRIMA
“Vuoi davvero andartene? Non ci pensi a Caroline?” Un’Elena furiosa
urlava a
squarciagola, incrociando le braccia e cercando di polverizzare
Stefan con lo
sguardo.
Era stata quella la reazione della ragazza quando il vampiro le
aveva
comunicato della sua decisione di andarsene da Mystic Falls e
partire per un
po’.
Ovviamente non era per niente d’accordo, perché anche se per un
periodo
aveva ritenuto proprio Stefan responsabile della scomparsa di Damon,
di certo
non voleva che reagisse ed agisse in quel modo.
Dopotutto sapevano entrambi che scappare dai problemi non era mai
stata una
vera soluzione, anzi, delle volte poteva solo peggiorare la
situazione.
“Elena. Per favore, ne ho già discusso con Caroline e, … è
d’accordo. Tutta
questa situazione ci sta uccidendo. MI sta uccidendo. Non sappiamo
cosa sia
successo, non sappiamo dove sia Damon o se sia ancora vivo… Io… non
riesco a
vivere in questa casa. Non riesco a vivere con questo peso.
Perché Caroline lo capisce e tu no, Elena?” Iniziò a spiegare
Stefan,
avvicinandosi piano ad un’Elena furiosa ed indispettita.
“E perché tu non capisci me, Stefan? Potrebbe saltare fuori
qualcosa oppure
saremo costretti a vivere nel mistero per l’eternità. Non lo so, non
lo
sappiamo. Ma so che scappare non è la soluzione, perché ci sono
passata. Tre
anni fa, ricordi? Quando pregai Alaric di soggiogarmi per cancellare
i ricordi
che avevo di Damon? Stavo scappando, anzi sono scappata, perché il
dolore era
incessante e non riuscivo più a respirare, non riuscivo a sopportare
l’idea di
non rivederlo mai più. Ed ora.. Ora mi sento come se mi avessero
strappato il
cuore, come se insieme a Damon avessero rapito anche lui.
Sono stanca di perdere le persone Stefan, e non posso perdere anche
te. Ho
bisogno di te.” Le lacrime scivolavano lungo il viso di Elena che a
modo suo
stava cercando di far capire al vampiro cosa provasse e cosa sarebbe
successo
se anche lui sarebbe uscito dalla sua vita. Entrambi sapevano di
poter contare
sull’altro, entrambi sapevano che non importava quante volte
avrebbero litigato
o per quanto tempo non si sarebbero parlati, alla fine ci
sarebbero
sempre stati l’una per l’altro, perché il loro legame andava oltre
l’amore o
l’amicizia. L’uno era l’ancora dell’altra, e questa cosa non sarebbe
mai
cambiata.
Stefan tagliò lo spazio che vi era tra i due e l’abbraccio forte,
cercando
di consolarla e di tranquillizzarla, perché vederla in quello stato
gli
spezzava il cuore.
“Dopo tutti questi anni riesci ancora ad avermi in pugno, Gilbert.
Penso che
Damon potrebbe uccidermi per questo.”
Tra le lacrime, Elena rise. “Penso che ne sarebbe capace, si, sarà
sempre
geloso del nostro rapporto. Sai, proprio quella sera… toccammò
quest’argomento
e ti definì, con molto sarcasmo, il mio epic love.”
“Il tuo cosa?!” Domandò Stefan staccandosi appena dall’abbraccio
per
guardare la ragazza in viso.
Lei annuì e dopo essersi asciugata le lacrime, aggiunse “Abbiamo
passato
così tanto tempo a rinnegare il passato, ma quello esiste e fa parte
di noi,
Stefan. E Damon lo sapeva, come lo sa anche Caroline. Tu eri, sei, e
sarai
sempre una parte importante di me.
Ma, su una cosa si è sbagliato. Ciò che ha detto sull’epic love, o
vero
amore, o come vogliamo chiamarlo.. E’ lui, sarà sempre lui ed io lo
aspetterò,
anche se quando tornerà forse sarà vecchia e decrepita, lo aspetterò
sempre.”
Per Stefan era strano sentir dire quelle cose da Elena, non perché
fosse
geloso o ferito, ma perché da quando Damon era scomparso la ragazza
si era
chiusa così tanto in se stessa da non parlare dell’argomento più con
nessuno,
anche se la notte dava sfogo al suo dolore con urla e pianti che
raggiungevano
i preoccupati Caroline e Stefan.
D’altronde anche lui aveva reagito così, dandosi la colpa di ciò
che era
successo e senza parlare con nessuno dell’accaduto, lasciando che il
dolore lo
consumasse dentro. Di notte, i primi tempi, era solito tornare nel
bosco, nel
luogo in cui era successo tutto e cercava e ricercava indizi che non
trovava
mai.
L’unica fortuna è che con il tempo anche il loro rapporto stava
andando via
via migliorando. Elena si era pentita di ciò che gli aveva detto ed
avevano
chiarito la situazione, rendendosi conto che ciò che era uscito
dalle loro
bocche era solo il forte dolore e la paura di non rivedere più
Damon.
Elena aveva ragione, pensò Stefan una volta solo con i suoi
pensieri nella
sua stanza, scappare non sarebbe mai stata la scelta giusta, anzi,
non sarebbe
mai potuta essere una scelta.
I
giorni volarono ed ecco che arrivò quello della
tanto agognata festa.
Il soggiorno dei Salvatore era completamente invaso dagli invitati,
come aveva
potuto constatare Elena spiando dalle scale prima ancora di scendere
al piano
inferiore.
Sia lei che gli altri conoscevano benissimo le doti organizzative di
Caroline ,
ma restarono comunque sorpresi di vedere una postazione per il barman,
una
tavola super imbandita e perfino un DJ che avrebbe movimentato di
certo la
serata.
In un primo momento sarebbe voluta correre in camera sua e
nascondersi,
lasciandosi abbandonare ai ricordi di una festa che molti anni prima
si svolse
in quella casa, ed al ricordo di lei che scendeva quella scalinata a
braccetto
di Damon. Erano quelli i momenti in cui pensava che la festa non
sarebbe stata
poi un’ottima idea, ma quando sentì le urla di Caroline, intenta a
litigare con
qualcuno al telefono, non ebbe scelta ed si appoggiò al corrimano,
intenta a
scendere le scale, quando Stefan gli comparve di fianco.
“Pensi anche tu che c’è tutta Mystic Falls alla festa, di sotto?”
domandò,
affiancandola allo stesso scalino.
“Caroline the machine. Impossibile fermarla.” Disse Elena ridacchiando
appena,
per poi voltarsi a guardare Stefan facendosi seria.
“Stefan, pensi sia la cosa giusta da fare?”
Lui la osservò in silenzio per un lungo minuto, preso alla sprovvista
e
sorpreso dalla sua domanda.
“E’ una festa Elena, ne abbiamo bisogno, e se lo dico io è così.
Avresti dovuto
vedere la faccia di Caroline e Bonnie quando l’ho proposto, non
credevano alle
loro orecchie. Se ci fosse stato Damon sarebbe scoppiato a ridermi in
faccia
vietandomi di invitare gli scoiattoli alla festa, forse perché mi
davano alla
testa o qualcosa del genere.”
Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere, concordando sul fatto
che si, di
certo quella sarebbe potuta benissimo essere una delle battute che
Damon amava
tanto fare.
Non appena le loro risate raggiunsero le orecchie di una troppo
indaffarata
Caroline, proprio quest’ultima li richiamò all’ordine.
“Ehi, voi due, che fate lì impalati? C’è molto da fare ancora, quindi
scendete
e venite a darmi una mano.” Li esortò coprendo con una mano il
telefono per non
farsi sentire dall’altro capo, tornando poi a litigare con chi di
dovere.
Risposero in coro un ‘Si signora” trattenendo ancora le risate e
scattarono,
scendendo rapidamente le scale e raggiungendo così la bionda, in
attesa di
ordini.
Il pomeriggio l’avevano già trascorso a girare per la casa avanti ed
indietro,
spostando mobili e sistemando la casa in modo da essere un ritrovo
accogliente
e non una cupa casa di vampiri. Ci fu anche un momento in cui Caroline
avrebbe
voluto sgozzare Enzo, momento che gli altri amici avevano trovato del
tutto
esilarante, dato che il vampiro aveva rifiutato il suo aiuto visto che
sosteneva di ‘ essere venuto alla festa solo per gli alcolici e per
vedere
Bonnie ballare ubriaca sul tavolo.’
Poche ore e la festa cominciò, tutto andò come Caroline aveva
preannunciato,
c'era tantissima gente, alcol a fiumi e tanta musica.
Le ragazze avevano indossato uno dei vestiti comprati giorni prima e
si stavano
divertendo, i loro pensieri erano rimasti chiusi in un cassetto
nascosto nella
loro mente. Stefan stava ballando con Caroline e Bonnie cercava in
tutti i modi
di far ballare Enzo al centro della pista con l'aiuto di Elena, ma lui
inizialmente si rifiutava di ballare con quel tipo di musica che
definiva
assordante e di poco stile, nella sala risuonavano le canzoni di
Avicii mixate
dal DJ.
La serata si consumava tra una nota e un cocktail, Elena decise di
allontanarsi
per qualche momento in modo da bere qualcosa. Avvertì i suoi amici con
un cenno
e si dirisse verso il bancone ordinando un gin tonic. Mentre aspettava
il suo
drink le si avvicinò un ragazzo, lo conosceva solo di vista e non gli
diede
molta importanza iniziando a giocare con i capelli che aveva raccolto
in una
coda di cavallo alta ma le ricadevano sulla spalla.
"Ehi, tu sei una delle organizzatrici di questo delirio vero?" Il
ragazzo, biondo, occhi marroni, jeans attillati e maglietta bianca la
guardò
dalla testa ai piedi appoggiandosi sul bancone e fissandola con uno
sguardo
innocente. Elena si voltò verso di lui mordendosi appena il labbro.
"In realtà è la mia amica Caroline ad aver organizzato tutto." Il
barman le porse il drink e lei lo prese ringraziandolo. Il ragazzo
approfittò e
ordinò un mojito.
"Io sono Alan, piacere.." Allungò la mano e la ragazza ricambiò la
stretta. "Elena." si limitò a dire per poi sorseggiare la bevanda.
"Di poche parole eh? Se non ti va di parlare potremmo sempre ballare o
sfruttare una delle belle camere della villa.." Disse il ragazzo
sfiorandole appena il braccio.
"Io credo proprio di no." Elena tirò via il braccio guardandolo con
disappunto.
"Fai la preziosa eh? Dai.." Il ragazzo continuò sfiorando nuovamente
il braccio della ragazza e scendendo con la mano sul suo fondoschiena.
"Smettila!" La ragazza lo spinse via e in quel momento si avvicinò
Enzo che aveva assistito all'ultima scena, prese il ragazzo per un
braccio e lo
guardò dritto negli occhi. "Lasciala in pace, prendi il tuo drink e
torna
a ballare." Il ragazzo come un automa si limitò ad annuire ed eseguì
l'ordine del vampiro che si voltà verso Elena.
"Enzo..grazie ma me la sarei cavata anche da sola." Per quanto avesse
apprezzato il suo gesto, sapeva ancora come difendersi.
"Oh lo so Elena, avevo solo sete e mi intralciava la strada il
mostriciattolo." Disse rivolgendosi poi al barman per un bicchiere di
bourbon.
"Certo.." la ragazza sorrise appena, sapeva che in fondo, nonostante
il carattere scontroso, Enzo era pronto a difenderla e ad aiutarla,
aveva
rivoluzionato il mondo di Bonnie e si era dimostrato un buon amico
soprattutto
dopo la scomparsa di Damon.
Enzo le sorrise appena bevendo un sorso del liquore, rimase appoggiato
al
bancone mentre la ragazza si unì ai suoi amici nella pista.
Li osservò con un sorriso, in realtà i suoi occhi erano solo per lei,
Bonnie.
La streghetta gli aveva rubato il cuore, l'anima e l'aveva vista
soffrire così
tante volte che avrebbe dato la vita pur di farle assaporare la
felicità. Aveva
costruito una casa per lei, voleva un futuro con lei, una vita intera.
1 anno e 3 mesi fa.
"Bonnie, dove vai? Piove a dirotto!"
"Lasciami andare Enzo!"
"No! Non vai da nessuna parte!"
Enzo la prese tra le braccia stringendola a sè, passandole la mano
tra i
capelli. I suoi singhiozzi riempivano l'aria e soffocava le lacrime
contro la
camicia del ragazzo. Un nodo allo stomaco. Li attanaglia entrambi.
Bonnie non
riesce a darsi una spiegazione e nemmeno Enzo, che soffre nel vedere
la sua
amata star male.
"Io devo fare qualcosa, non può essere sparito, nel nulla. Stefan
non
vuole più cercare...non può gettare la spugna, sono passate poche
settimane.."
La voce infranta dalle lacrime esciva lentamente dalla gola della
ragazza
che nel distaccarsi dall'abbraccio stringeva il colletto della
camicia del
vampiro. Quella era una delle poche volte in cui Enzo non sapeva
cosa dire, non
aveva idea di cosa li avrebbe aspettati e di cosa fare per
rimediare.
"Bonnie, lo so che è difficile ma non abbiamo niente in mano. La
tua
magia non funziona, i tuoi incantesimi non riescono a trovarlo,
state girando a
vuoto da giorni e condivido la scelta di Stefan, per quanto la cosa
mi
meravigli. Forse non c'è niente che possiate fare.." Quelle parole
sono
dure anche per lui da pronunciare e ancora di più per Bonnie da
sentire.
"Io, mi sento inutile e lui è chissà dove. Elena non esce da giorni
di
casa, non vuole parlare con noi..non vuole parlare con nessuno.
Sembra che il
mondo si sia fermato quel giorno e se anni fa mi avessero detto che
la
scomparsa di Damon avrebbe portato a tutto questo non ci avrei mai
creduto.
Quando l'Altro Lato cadde a pezzi, lo affrontammo insieme, giorno
dopo giorno,
ognuno era l'ancora dell'altro e quella volta mi sacrificai per
farlo tornare
da Elena. Io non ho nessun interruttore da premere per spegnere la
mia umanità.
Non è un santo ma è il mio migliore amico, e mi ha lasciato di
nuovo."
Quelle parole furono accompagnate da uno sguardo ferito e
dispiaciuto,
tratteneva a stento le lacrime e quando non ce la fece più corse in
camera
chiudendosi nella stanza. Il tempo man mano sembrò rimarginare la
ferita, ma il
senso di colpa la seguiva, anche lei stava gettando la spugna?
Dopo mesi, Bonnie ancora si chiedeva ogni tanto dove fosse il moro, se
fosse
ancora vivo. Rimaneva una grande incognita e non si sarebbero mai dati
pace
nonostante sfoggiassero i migliori sorrisi e cercassero di gettarselo
alle
spalle. Si allontanò dal gruppo per prendere un pò d'aria dirigendosi
verso il
grande terrazzo della villa, si appoggiò al muretto mentre la sua mano
teneva
il bicchiere di vino e lo portava alla bocca lentamente. Si sentiva
accaldata e
l'aria fresca alleviava la sensazione, il resto dei partecipanti si
trovava nel
grande salone e a nessuno sarebbe saltato in mente di salire fin
lassù, tranne
che ad Enzo ovviamente. Si avvicinò a lei con il suo passo felpato
tenendo le
mani nelle tasche dei pantaloni per poi estrarle e poggiarle attorno
alla vita
della mora che sussultò leggermente al tocco.
"Ti ho spaventata?" mormorò lui al suo orecchio.
"Ero pensierosa tutto qui, credo che mi devi una cena, sono ancora
sobria
e vestita e non sono su un tavolo!" ribattè la ragazza posando il
bicchiere e voltandosi verso di lui.
"Effettivamente sei stata brava, ti stai divertendo? Prima ti ho vista
con
le tue amiche, davvero ballerine provette." ridacchiò Enzo
stringendola
lentamente a sè.
"Stai criticando il nostro modo di ballare? Prima che il mondo di
vampiri,
streghe e licantropi ci sconvolgesse eravamo delle semplici ragazzine,
andavamo
a scuola, limonavamo nei bagni del liceo e puntualmente ci piaceva
sempre lo
stesso ragazzo. Delle liceali normali. Avresti dovuto conoscermi a
quel
tempo."
"Mi piaci di più ora, che non vai al liceo, che non limoni nei bagni e
che
ti piaccio solo io."
"Sei geloso, dovrei esserlo anche io? Ti ho vista con Elena prima.."
Il ragazzo si spostò appena appoggiandosi di schiena al muretto del
terrazzo.
"Un ragazzo la stava importunando e da bravo gentiluomo ho
semplicemente
allontanato il mostriciattolo."
Bonnie corrugò la fronte assumendo un espressione preoccupata.
"Un ragazzo? Voleva farle qualcosa?" Iniziò con delle domande a
raffica ma Enzo poggiò le sue mani sulle spalle e la fermò.
"Sta benissimo, era soltanto uno scocciatore, niente di chè,
tranquilla
Bon."
Lei annuì e si strinse al ragazzo. "Sono apprensiva, tutti lo siamo
con
Elena, si è chiusa in se stessa. E per quanto cerchi di non darlo a
vedere,
ogni tanto si assenta. Ci sono giorni in cui sembra la vecchia Elena e
altri in
cui non esce dalla sua camera. Negli ultimi mesi sembrava che le cose
stessero
migliorando e invece. Ci abbiamo provato a farle conoscere qualcuno
all'università, ma l'argomento ragazzi è chiuso per lei."
"Bon, l'hai detto tu stessa. Sembra la vecchia Elena, ha sofferto
molto e
se ho imparato a consocerla un pò, posso dirti che ci vorrà molto
tempo ancora,
soprattutto perchè spera sempre in un suo ritorno e la speranza non
l'abbandona
mai. E' tutto sempre inaspettato, come noi. Ora perchè non torniamo
dagli
altri?"
"Questa festa ti sta piacendo eh?"
"In realtà mi piace vederti ballare con questo vestito, devo
ringraziare
la Barbie."
Ammiccò con un sorriso e la tirò via dentro per tornare alla festa.
Gli altri ballavano ancora. C'erano anche degli amici universitari
delle
ragazze, Stefan si era allontanato appena per bere qualcosa e
osservava le
ragazze, Bonnie si aggiunse a loro e lui venne affiancato da Enzo.
"E' bello vederle ridere." Stefan esordì porgendo un bicchiere di
whiskey al moro che lo prese e ne bevve un sorso.
"Si, se lo meritano. E lo meriti anche tu." Rimasero entrambi
sorprese dalle parole di Enzo, non erano mai andati d'accordo ma in
questi anni
avevano imparato a conoscersi. Stefan annuì con un sorriso e alzò il
bicchiere
verso l'altro che imitò il suo gesto ed insieme bevvero.
La serata passò così velocemente che quando iniziarono a vedere le
prime
persone andarsene si resero conto che erano già le 2 del mattino.
Nonostante la pista fosse ancora piena, le tre ragazze si
allontanarono andando
a sedersi in un angolo dove erano allestiti dei divanetti.
"Non ballavo così, da..secoli. Domani avrò dei piedi gonfissimi,
maledette
scarpe." Disse Caroline togliendosi le scarpe.
"Sei stata brava, molte persone sono ancora qui, e sono quasi sicura
che
qualche coppietta è appartata in giro per la casa." Aggiunse Elena,
facendo
ridere le altre.
"Manderemo i ragazzi a fare la ronda, ci vuole la freddezza di Enzo e
l'imbarazzo di Stefan per queste cose." Bonnie con il suo intervento
fece
ridere ancor di più le ragazze.
"Vi prego basta, la testa mi scoppia e se continuate a farmi ridere
non la
finisco più. Sono una povera umana io."
"Non giocarti la carta dell'umana Elena, voi due avete retto anche fin
troppo l'alcol, a quanti festini non sono stata invitata?"
"Ma dai! Io ed Elena siamo delle brave ragazze. Enzo ancora sta
aspettando
di vedermi ballare sul tavolo."
"Facciamolo! Saliamo su un tavolo e balliamo, dai!" Elena si tolse le
scarpe e porse le mani alle amiche. "Daiiii, sono abbastanza brilla
per
farlo."
"Quest'idea mi sembra così folle che mi piace!" Disse Caroline
alzandosi e prendendo la mano di Elena, Bonnie fece lo stesso.
Le tre amiche si fecero largo di nuovo tra la folla e salirono su un
tavolo al
lato della sala iniziando a muoversi a ritmo di musica.
//Rihanna ft. Calvin Harris - This is what you came for//
Enzo e Stefan ancor vicino al bancone rimasero sorpresi a guardare le
ragazze
che ballavano spudoratamente sul tavolino, intorno a loro si creò
subito una
cerchia di ragazze che le incitavano a continuare. Per quanto fossero
gelosi,
decisero di rimanere ancora in disparte e lasciarle divertire. Erano
delle
ragazzine ancora e un pò di divertimento poteva solo giovarle, e poi
questo era
il senso della festa no?
Alle 5:00 del mattimo la casa era vuota. Ognuno era andato via, i 5
amici
giacevano sfiniti sui divanetti, soprattutto le ragazze che non
avevano fatto
altro che bere e ballare.
"Dovremmo sistemare" Disse Elena con la voce impastata dal sonno.
"Penso che dovremmo andarcene a letto, cerchiamo le nostre scarpe e
andiamo di sopra" mormorò Caroline abbracciata a Stefan.
"Noi invece togliamo il disturbo, non sono più abituata a questi
ritmi.." Disse Bonnie arrotolata tra le braccia di Enzo.
I due vampiri ridacchiavano vedendole completamente distrutte dalla
festa.
Bonnie si alzò e con lei anche Enzo e recuperarono le loro cose.
"Si certo, scappate voi due." La bionda inveì contro di loro
puntandogli il dito contro.
"Buonanotte ragazzi.." Dissero i due ragazzi prima di dirigersi verso
la porta.
Stefan, Elena e Care gli augurarono la buonanotte e si alzarono anche
loro.
Elena sembrava barcollare così Stefan la sorresse.
"Forse è il caso che ti aiuti a salire su, non credi?" Il ragazzo la
tenne tra le braccia, mentre Care si avvicinò a loro.
"Si forse è meglio, ha bevuto abbastanza. Ti raggiungo subito." La
bionda schioccò un bacio sulla guancia del ragazzo ed Elena quasi
disgustata li
guardo facendo una faccia buffa.
"Ehw..rimandate a dopo le effusioni e comunque ce la faccio da sola."
"Si certo Elena, andiamo." Stefan ed Elena si avviarono verso le
scale, Caroline si mise a cercare i suoi tacchi, Enzo e Bonnie erano
ormai
nell'atrio pronti ad uscire.
I due ragazzi non si sarebbero mai aspettati di assistere a quella
scena.
Enzo aprì la porta per far uscire la sua dama, ma gli venne quasi un
colpo nel
vedere appoggiato al muro...
Bonnie rimase quasi senza fiato, riuscì solo a pronunciare il suo
nome.
"Damon!"
ANGOLO AUTRICE: Okei, dovrò farmi perdonare, per un mese e mezzo
quasi non
ho pubblicato più nulla ma tralasessione autunnale e l' inizio
dell'università
ho avuto davvero poco tempo libero. Spero che continuiate a seguirmi
e che la
storia vi stia piacendo.Chene dite del colpo di scena finale?
Avete suggerimenti? Ogni critica è ben accetta, sia positiva che
negativa
ovviamente. Buonanotte folks.
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Capitolo 4 *** Let's hurt tonight ***
3
"Damon.."
Il tempo si fermò. Tutto sembrava muoversi a rallentatore, uno scherzo
del destino.
Quel nome appena sussurrato cambiò tutto. Lo sguardo stupito di Bonnie e
quello sorpreso di Enzo non lasciarono dubbi.
"In carne ed ossa Bon Bon." Fu la risposta del moro dagli occhi di
ghiaccio.
Il ragazzo era lì davanti a loro, poggiato sullo stipite della
porta che si teneva un fianco con una mano. Il respiro veloce e irregolare
non gli impedì di sfoggiare uno dei suoi soliti sorrisi sghembi.
I capelli scompigliati, la barba incolta, una maglietta bianca sporca e
strappata e un paio di pantaloni grigi sporchi di fango e strappati alle
caviglie.
La ragazza si portò automaticamente le mani sul viso incredula, la voce le
morì in gola.
Tutto ciò che potè fare fu avvicinarsi, sfiorò appena il suo petto
rendendosi conto che era davvero lui e lo abbracciò, il ragazzo ricambiò
la sua stretta, poggiando il mento sulla testa della mora.
Bonnie soffocò le lacrime stringendo in una mano la maglietta del ragazzo
che cercava di calmarla con delle leggere carezze sulla schiena. Enzo li
guardava intenerito scambiando un'occhiata con Damon che ricambiò con un
sorriso.
Stefan si irrigidì di colpa sentendo la voce di Bonnie nominare suo
fratello e lo stesso accadde a Caroline, ne ebbero la certezza quando
udirono la voce di Damon.
Ma non serviva l'udito da vampiro per rendersi conto di cosa stava
succedendo. Quel sussurrò non arrivò ad Elena ma a raggiungerla fu la voce
di Damon.
Il grande salone affacciava proprio sull'atrio e a tutti bastò
semplicemente voltarsi per assistere alla scena.
Elena fece cadere le scarpe che reggeva tra le mani, lo sguardo si fissò
sul ragazzo, su quel ragazzo che aveva rapito la sua anima senza più
lasciarla andare, quel ragazzo che l'aveva lasciata mesi fa e non era più
tornato da lei. Rimase immobile, mentre gli altri iniziarono ad avanzare
verso il moro che stringeva l'amica
Ogni domanda trovò risposta in pochi secondi. Damon era conciato piuttosto
male, Stefan avanzò lentamente raggiungendo Bonnie che nel frattempo si
staccò dall'abbraccio, Enzo indietreggiò avvicinandosi a Caroline che
portò una mano sul petto intenerita dallo sguardo del suo fidanzato
accendersi, ritrovando quella luce che da tempo non percepiva più, una
lacrima le scivolò sulla guancia e con una mano la scacciò velocemente
rimpiazzandola con un bel sorriso che rappresentava al meglio la felicità
che raggiunse non solo il suo cuore ma quello di tutti in quella stanza.
"Mi fate entrare..o volete ammirare ancora la mia bellezza?"
Non era per niente cambiato, spiritoso, ironico e sarcastico come al
solito, tanto da far sbucare una risata sulla bocca di tutti. Stefan posò
una mano sulla sua spalla, il moro la seguì con lo sguardo per poi
incrociare quello di suo fratello, si scambiarono un dolce sorriso e poi
il più piccolo lo strinse in una presa ben salda, temeva fosse solo un
sogno. Strinse gli occhi per bloccare le lacrime che si affacciarono agli
occhi del ragazzo.
"Sei..tornato.." Il ragazzo riuscì a mormorare poche parole, gli sembrava
tutto così assurdo e con la mente si ritrovò ad anni prima quando vissero
una scena molto simile. La storia si stava ripetendo, mancava solo una
bottiglia di bourbon a coronare il tutto. Quella volta Damon era appena
tornato dall'altro Lato, entrambi ricordano quell'abbraccio come se fosse
ieri.
L'abbraccio durò a lungo, sotto lo sguardo di tutti, il tempo sembrò
fermarsi. Il minore si distaccò dal fratello e sorreggendolo lo condusse
in casa. Lo sguardo del biondino si posò sulle ferite che il ragazzo
riportava chiedendosi quale fosse la causa e cosa fosse successo in quei
mesi ma cercò di domare le domande che affollavano la sua testa, non era
il momento.
Mentre tutti si affrettavano a cercare di capire cosa fosse successo e a
constatare lo stato fisico del moro, lì c'era Elena che aveva
indietreggiato di qualche passo, incapace di reagire.
Lo guardava rapita, il suo inconscio credeva ancora che si trattasse di un
sogno, un bellissimo sogno, il suo fidanzato era tornato, le sue preghiere
erano state ascoltate e il suo desiderio esaudito.
Nonostante tutto rimase ferma, le braccia stese lungo i fianchi e gli
occhi fissi su di lui.
Lui si fermò con lo sguardo su di lei e le sorrise, sognava di farlo da
mesi, giorni infiniti. Stefan capì subito le intenzioni del fratello e
lasciò la presa, il moro avanzò lentamente verso Elena.
Dolci lacrime sfiorano le guance della ragazza.
"Non sei reale."
"Sono io Elena, sono Damon.."
"Sei tornato."
"Sono tornato."
"Mi hai abbandonata.."
"Non ti lascerò mai più, Elena."
Quel breve scambio di battute li separava. La voce tremante di Elena
incontrò quella roca di Damon che aveva un nodo alla gola.
Nessuno sapeva ciò che era successo, nessuno conosceva la sua storia e
sicuramente il suo arrivo era più che inaspettato. Nonostante l'inferno
che aveva vissuto, per l'ennesima volta, l'amore della ragazza lo aveva
aiutato ad affrontare tutto.
"Mi hai abbandonata, Damon, mi hai lasciata sola!" Elena ci stava
provando, voleva fare la dura, era arrabbiata con sè stessa per non averlo
cercato abbastanza e con lui per averla lasciata. Il suo cuore si stava
riempiendo di emozioni insostenibili, era tutto troppo forte e pesante per
lei, voleva resistergli ma allo stesso tempo non aspettava altro. La sua
vita stava iniziando ad avere di nuovo un senso, il suo cuore tornava a
battere. Damon sorrideva appena, poteva solo immaginare cosa stava
provando in quel momento la sua ragazza. Le si posizionò davanti e le
sfiorò il viso con il dorso della mano. Al suo tocco, la ragazza crollò e
finì tra le sue braccia.
E le immagini iniziarono a riempire la mente di entrambi.
Il loro primo sguardo. Il loro primo bacio. La loro prima carezza. Il loro
primo litigio. Un film di momenti intensi e indimenticabili.
Le lacrime si susseguirono veloci seguite dai singhiozzi, la ragazza si
aggrappò alla maglietta del moro come a volerlo trattenere, aveva paura
che potesse lasciarla nuovamente. Aveva attraversato l'inferno cercando di
vivere senza di lui. I ragazzi li guardavano inteneriti, Stefan strinse a
sè Caroline e lo stesso fece Enzo con Bonnie, erano stati fortunati, dopo
tutto non avevano mai dovuto affrontare ciò che avevano vissuto Elena e
Damon, il loro era davvero un epic love. Stefan è stato il grande amore di
Elena, ma Damon è stata la sorpresa più bella della sua vita.
Elena è stata una sfida per Damon.
Damon è stato una sfida per Elena.
Nonostante il destino avverso, il loro amore era cresciuto, scavalcando
gli ostacoli che la vita gli poneva. Nessuno aveva creduto in loro
all'inizio ma in quel momento non c'erano dubbi, il loro amore poteva
superare tutto.
Nessuno osò staccarli o intromettersi in quell'abbraccio.
Nessuno osò rovinare quel momento.
Furono loro a distaccarsi lentamente e a fissarsi così intensamente da far
venire i brividi.
"Ora sono a casa."
Queste furono le parole pronunciate dal ragazzo che appoggiò la fronte su
quella di Elena, entrambi chiusero gli occhi assaporando ancora quel
contatto che da troppo gli era mancato.
Si separono solo per qualche secondo, quando Stefan guidò suo fratello
in salotto per farlo sedere ma fu subito raggiunto da Elena.
Non si staccavano gli occhi di dosso. Le domande si fiondarono su Damon
che si sentì quasi impotente di fronte a tutte quelle richieste ma sapeva
di dover dare una spiegazione. Elena invece si limitava ad accarezzargli
il viso che portava ancora i segni di lotta ormai quasi guariti.
"Ragazzi.." Elena alzò una mano verso di loro e in seguito li guardò
scuotendo appena la testa.
"Le spiegazioni arriveranno, ora.."
La ragazza poggiò una mano su quella del ragazzo che continuava a
stringersi il fianco e gliela spostò leggermente alzando la maglietta,
quel gesto fece avvicinare Stefan e Bonnie.
"Hanno..hanno sparato dei proiettili di legno..ho cercato di..ma.." Le
parole erano alquanto sconnesse, il ragazzo sembrava ancora scosso.
Per quanto le domande continuassero ad affollarsi nella mente, Stefan si
bagnò appena le labbra e si piegò poggiando le ginocchia per terra.
"Che ti hanno fatto?"
Mormorò il ragazzo che non ebbe risposta, suo fratello si limitò ad
abbassare lo sguardo.
"Questo ti farà male.." continuò.
A giudicare dal suo sguardo quasi smarrito, probabilmente quel dolore era
niente in confronto a ciò che aveva subito o che era successo. Damon si
limitò ad annuire e stringeva a mano di Elena, in realtà lei l'aveva
afferrata per non lasciarla più.
Con un abile gesto, Stefan infilò l'indice e il pollice all'interno della
ferita ed estrasse delle schegge di legno impregnate di sangue. Una
smorfia di dolore attraversò il volto di Damon che riprese a respirare
normalmente dopo il gesto del fratello. Il ragazzo esaminò la zona per
assicurarsi di averle tolte tutte e in pochi secondi la ferita iniziò a
rimarginarsi anche se molto lentamente.
"Forse è il caso che ti nutra..sembri molto debilitato."
Propose Bonnie che incontrò subito lo sguardo consenziente di Damon e si
offrì successivamente di andare a prendere qualche scorta giù in cantina
insieme ad Enzo. Damon non parlava, si limitava a guardarsi intorno come a
voler fotografare con la mente ogni volto, ogni angolo, ancora non credeva
di essere riuscito a scappare da lì.
Ognuno fremeva nel capire, ma nessuno gli dava fretta, vedere il moro in
quella condizione era un novità anche per loro.
Passò una mezz'oretta prima che Damon iniziasse a riprendersi, bevve un
paio di sacche di sangue con voracità e subito le ferite si rimarginarono
come al solito. I ragazzi sedevano nel grande salotto dove tutto era
rimasto bloccato a poco prima. Quel silenzio li stava logorando mentre
l'alba di un nuovo giorno li sovrastava.
"Stavate festeggiando.."
La voce di Damon raggiunse tutti che immediatamente si sentirono in colpa
per la festa, per tutto. Elena e Stefan si guardarono appena e la ragazza
prese la parola.
"Damon, era..una festa..inutile."
Gli altri mimarono un "si" in coro ma il ragazzo accennò un sorriso.
"Ragazzi sono stato via più di un anno, non dovete giustificarvi. E'
normale che siate andati avanti..Io vi capisc-"
Caroline era rimasta in disparte tutto il tempo ma si intromise
interrompendo il ragazzo.
"In realtà qui non è andato avanti nessuno, Damon..il loro mondo, il
nostro mondo non è andato avanti." La ragazza gli sorrise appena e si
strinse al suo ragazzo che le accarezzò dolcemente una gamba.
"Cos'è successo, Dam..?" La tanto attesa domanda arrivò proprio da Elena
che tra tutti non aveva posto ancora la domanda direttamente.
Il vampiro rimase leggermente spiazziato dalla domanda, o forse di più
dalla persona che la fece.
"Elena, forse è il caso che lui riposi..e forse ce lo meritiamo anche noi.
Ne parliamo domani.." disse Bonnie notando lo sguardo del ragazzo che
subito scosse la testa.
"So che.. è quello che, giustamente volete sapere."
Il ragazzo prese un bel respiro e si bagnò le labbra con la lingua. In
quel momento iniziò il racconto che avrebbe portato scompiglio anche nella
vita degli altri.
"Quella sera è indelebile nella mia mente, ricordo una ragazza e poi un
dolore irradiarsi in tutta la schiena, mi sono svegliato in una cella.
Nella quale sono rimasto fino ad oggi.
Eravamo in 10, ognuno era chiuso in una cella singola, sembrava una
Augustine 2.0."
Il suo sguardo si posò su Enzo, che subito si irrigidì al ricordo di
quell'esperienza. Bonnie notò subito il cambiamento di umore del ragazzo e
strinse la sua mano nel tentativo di rassicurarlo da qualsiasi pensiero
gli stesse attraversando la mente.
"Poco dopo il mio arrivo si presentò a noi quella che era a capo di tutto,
la dottoressa Smith. Con tono saccente ci spiegò che eravamo lì per un
grande progetto. Disse che era inutile negare l'esistenza di vampiri,
streghe e licantropi e l'unica cosa possibile era sfruttare il tutto a
proprio vantaggio. Voleva trovare la cura per ogni male, riuscire a
scoprire il segreto dell'immortalità.
La struttura era isolata da un incantesimo e nessuno avrebbe mai potuto
localizzarla anche perchè di giorno funzionava come un normale laboratorio
di analisi. Collaborava con una congrega, ogni tanto quelle streghe
venivano a farci visita durante le torture e si divertivano con le nostre
menti già distrutte. Non erano in molte, anzi c'era anche un ragazzo tra
loro. Tutt'ora non mi è chiaro del perchè collaborassero.
Ogni giorno era un esperimento diverso, una tortura diversa. Lì sotto
tutto era ricoperto di verbena per renderci deboli, anche se avessimo
voluto scappare...non avremmo potuto. Non ne avevamo le forze."
Gli sguardi inorriditi dei ragazzi si scontrarono con quello di Damon che
stava ricordando quell'orrore. Elena si strinse a lui lasciando scivolare
una lacrima che cercò di scacciare prima che lui se ne accorgesse. Damon
la strinse appena lasciandole un bacio tra i capelli. Bonnie portò una
mano sulla bocca come a voler soffocare qualche gemito, aveva provato ogni
incantesimo e non aveva funzionato, non era riuscita nemmeno ad aggirare
un incantesimo di protezione. Iniziò a sentirsi ancora più in colpa, provò
a mascherare quella sensazione riportando l'attenzione sul racconto di
Damon.
"Il loro era un obiettivo onorevole in fin dei conti." Disse ironicamente
sospirando appena, nonostante le ferite fossero ormai guarite si sentiva
ancora piuttosto debole.
C'era una ragazzina tra i vari collaboratori, fresca fresca di laurea,
Katie. Con la scusa di controlli e stronzate varie, veniva sempre lì. Le
facevamo pena. O almeno fu quello che pensai, poco dopo invece capìì.
Conosceva uno dei ragazzi che era stato rinchiuso, Evan. Mi raccontò che
si erano conosciuti prima che lui venisse trasformato in un vampiro, solo
pochi anni prima ma per proteggerla, aveva deciso di scappare. I mesi
passavano e in qualche modo lei era il nostro unico contatto con il mondo
esterno. Alcuni le chiesero di liberarci ma anche se lo avesse fatto prima
di oggi, non saremmo riusciti a scappare ridotti come eravamo."
I ragazzi pendevano dalle labbra di Damon e cercavano di mettere insieme
i pezzi. Stefan lo guardava pieno di compassione, per quanto il loro
rapporto fosse burrascoso e contraddittorio lui non aveva mai vissuto una
cosa del genere e per suo fratello era già la seconda volta. Non sarebbe
mai riuscito a convivere con quelle torture, con quel peso interiore. Non
faceva altro che chiedersi come ci riuscisse Damon, come riuscisse ad
affrontare tutto. Caroline notò lo sguardo di Stefan che iniziava ad
assentarsi e a cadere nel vortice dei suoi pensieri, la ragazza strinse
appena il suo braccio e gli prese la mano stringendola vigorosamente.
"L'incubo non volgeva mai al termine, anzì la situazione peggiorò qualche
mese fa quando un gruppo di vampiri ha pensato bene di uccidere l'intera
famiglia della Smith e per vendetta il suo piano umanitario è diventato un
piano per levarci tutti di torno. Non voleva più servire la scienza bensì
se stessa per vendicarsi.
Così ci annunciò che avrebbe trovato il modo per uccidere tutti i vampiri
al mondo."
Damon sentiva lo sguardo di tutti su di sè. Caroline portandosi la mano
tra i capelli scosse leggermente la testa e interruppe il ragazzo.
"Un modo per uccidere tutti i vampiri al mondo?"
Il peggior scenario si fece strada nella mente di tutti. Damon annuì
emettendo un altro sospiro e passò in rassegna i volti quasi storditi
dalle sue parole dei ragazzi per poi continuare.
"Inizialmente credemmo stesse delirando, ma le torture non smisero mai
anzi, alla verbena si aggiungevano altre strane misture chimiche e ci
nutrivano a stento. La ragazzina, Katie, per un periodo non tornò da Evan,
inutile aggiungere che pensavamo al peggio. Una settimana fa la vedemmo
entrare nel seminterrato insieme alla Smith.
Testa bassa, occhi spenti, assecondava il suo capo e non aveva nemmeno il
coraggio di guardarci, la dottoressa con grande orgoglio annunciò che
aveva trovato un modo per creare un virus e che presto saremmo stati
testati tutti e lasciati in libertà per diffonderlo.
Ripensandoci, la Augustine mi sembra un parco divertimenti in confronto
alle torture subite dalla Smith e dai suoi scagnozzi. Credevamo di essere
spacciati e mi ci sono trovato così tante volte al capolinea che iniziavo
a sentire già il gusto della morte. La Smith non risparmiò nessun
particolare. Iniziò ad elencarci tutti i possibili effetti di quel virus e
già iniziavo a sentirne il manifestarsi al solo pensiero."
Una lacrima scivolò lungo la guancia del vampiro centenario. Una singola
lacrima che si infranse sulla bocca. Alzò lo sguardo verso i suoi compagni
mostrando le iridi velate da uno strato di lacrime che tentò di soffocare
inutilmente. Calde lacrime si susseguirono silenziose e seguì un profondo
silenzio. Nessuno aveva visto mai Damon piangere, almeno non così
apertamente. Nessuno lo aveva visto ridotto in quel modo. Damon Salvatore
aveva sepolto l'ascia di guerra con la sua armatura. La stessa Caroline
che non aveva mai provato molta simpatia per l'uomo sentì lo stomaco
stringersi in una morsa, gli occhi di Bonnie ed Elena già lucidi,
lasciarono andare delle lacrime che rigarono i loro visi. Enzo accarezzava
la schiena della sua ragazza con lo sguardo basso e Stefan fissava il
vuoto, non sentiva nemmeno più la mano della sua ragazza che stringeva la
sua.
Poco dopo Damon si passò entrambe le mani sul viso e si schiarì la voce
sforzandosi per continuare.
"Due giorni fa Katie è piombata improvvisamente nel seminterrato dove
eravamo e ha distribuito a tutti noi delle sacche di sangue dicendoci che
il giorno seguente saremmo stati portati tutti di sopra per essere
testati, ci intimò di non toccare le sbarre ricoperte di verbena e di
conservare le energie. Con grande velocità ci spiegò in modo semplice come
fare per uscire partendo dalla sala centrale in cui probabilmente ci
avrebbero portato e che lei avrebbe trovato un modo per mandarci un
segnale e darci il via per agire. Evan, come tutti noi, era rimasto
sbalordito, sapevamo che lo stava facendo per lui, ma in quel momento
pensare che c'era ancora qualcuno che non si era arreso mi dava speranza.
Seguimmo le sue istruzioni e come predetto da lei al calare della notte ci
hanno portato nella sala centrale. Poco dopo è arrivato il suo avviso, un
improvviso blackout durato pochi minuti dandoci la possibilità di prendere
alla sprovvista tutti i medici e collaboratori vari e scappare. Le
indicazioni di Katie sono state utili ma è scattato una sorta di allarme e
ci siamo ritrovati di nuovo in trappola. Fortunatamente è arrivata lei in
nostro soccorso facendoci segno di seguirla verso un'entrata secondaria
per raggiungere l'esterno."
La voce del ragazzo si arrestò nuovamente. Passò la mano sul viso
nuovamente, quei momenti erano così vividi, era successo solo poche ore
prima e dopo un sospiro riprese.
"Mentre ci stava spiegando come fare per raggiungere la città...siamo
stati raggiunti da alcuni colpi di fucile, Katie è stata presa in pieno e
la stessa sorte è toccata anche a noi ma siamo riusciti a scappare. Lei è
rimasta li, con Evan..è morto insieme a lei.
Ha sacrificato sè stessa per aiutarci, se non fosse stato per lei non
sarei uscito di li..e non sarei arrivato fino a quì."
Il moro abbassò la testa, passandosi la lingua sulle labbra, gli altri non
proferivano parola, cosa avrebbero potuto mai dire? Damon era
letteralmente scappato dall'inferno. Il ragazzo con un pò di fatica si
alzò e raggiunse una delle grandi finestre della villa dando le spalle
agli altri, il sole si stava alzando lentamente e illuminava la tenuta.
"Ora è tutto finito Damon. Non possono farti più nulla. Devi solo andare
avanti." Disse Elena alzandosi e raggiungendolo.
Stefan si portò entrambe le mani nei capelli ancora sconcertato da quel
racconto, la sua mente stava metabolizzando e processando il tutto, lo
sguardo vuoto e triste di suo fratello lo preoccupava ancora di più.
"Sei al sicuro, sei a casa. E' finita, e poi ci siamo noi qui con te.."
Aggiunse Bonnie nel tentativo di supportare le parole della ragazza, Enzo
la guardava leggermente contrariato, certe esperienze non ti abbandonano
mai e lui lo sapeva bene, in più non potevano lasciare una pazza con un
virus tra le mani a piede libero. Fu Caroline ad esprimere quello che lui
stesso stava pensando.
"Dire che è finita mi sembra azzardato, l'ho sentita solo io la parte del
'virus contro i vampiri', non sappiamo cosa hanno in mente quei criminali
e con cosa sia fatto questo virus e c'entrano addirittura delle streghe.
La pace a Mystic Falls è durata a lungo eh?" disse ironica, le sue bambine
stavano per tornare con Alaric e metterle in pericolo era l'ultimo dei
suoi pensieri.
"Care, non correre.." Stefan le poggiò una mano sulla spalla che lei
scostò sbuffando e si alzò raggiungendo la postazione del barman e tirò
fuori una bottiglia di vodka.
"La bionda ha ragione. Posso capire Damon alla perfezione ma di certo
andare avanti, dimenticare e chiuderla qui non è la cosa giusta." Aggiunse
Enzo, sottraendosi appena dallo sguardo confuso di Bonnie ed Elena.
Damon rimaneva in silenzio ad ascoltare quella che aveva tutte le premesse
per diventare una discussione di fuoco.
"Ragazzi, non è il caso di parlarne in questo momento. Siamo ancora tutti
abbastanza scossi dalla situazione, Damon è ancora debole e abbiamo
bisogno di tempo per capire e decidere il da farsi, tutti!" Sentire quelle
parole provenire da Stefan stupì tutti.
Gli occhi di ghiaccio del moro raggiunsero tutti in pochi secondi. Il suo
sguardo si indurì di getto. Quella tristezza tornò a celarsi dietro il suo
sguardo fermo.
"Io, vi ringrazio per il supporto ma non c'è niente da metabolizzare e
capire..non me ne starò con le mani in mano. Tornerò lì a distruggere quel
virus. Nessun vampiro morirà per mano di quella stronza, Katie ed Evan non
si sono sacrificati per niente."
Elena indietreggiò inciampando quasi nei suoi stessi passi.
"Cosa?"
Angolo autore: ED ECCOCI QUAAAA alla fine del terzo capitolo. SONO
IMPERDONABILE, non aggiorno da secoli, ma la vita universitaria mi tiene
molto impegnata e ho avuto qualche problema nel decidere tutta la trama
da seguire avevo varie idee, ma ho dovuto scegliere quelle più coerenti
per l'idea iniziale della storia che avevo. Ecco svelato tutto ciò che è
successo, ovviamente ci sarano ancora flashback e dettagli da svelare.
Il gruppo è diviso in due parti, chi vorrebbe lasciar perdere tutto e
chi invece vuole distruggere questo virus, soprattutto Caroline che
ovviamente ha paura per le sue bambine. Man mano la storia si chiarirà
sempre di più. So di non essere una scrittrice e mi scuso già da ora per
qualche errore, l'ho riletta varie volte ma potrei aver saltato
qualcosa. Vi auguro un buon 2017 (anche se in ritardo). Baci, Stefania.
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Capitolo 5 *** Never give up ***
aggiunta
Un libro accompagnava l'attesa di Elena, nelle ultime ore erano successe
così tante cose che lei stessa stentava a crederci. Alzò lo sguardo dalle
pagine biancastre per rivolgerle alla figura di Damon che dormiva
profondamente nel letto. Coperto fino a metà busto dal lenzuolo, Damon
riposava beatamente o almeno questa era l'impressione che la sua donna
aveva guardandolo, ci aveva messo davvero tanto ad addormentarsi, era
piuttosto sconvolto e quelle poche ore di sonno erano state scosse spesso
da lamenti da parte del ragazzo.
Le sembrava tutto così surreale. Non era nemmeno passata mezza giornata
dal suo ritorno, non faceva altro che pensare a ciò che il moro aveva
raccontato e alla sua volontà di tornare lì per cercare vendetta e
distruggere il virus. Temeva la reazione del ragazzo, tutto ciò che lei
voleva in quel momento era stare tra le sue braccia e dimenticarsi di
tutto.
Pensava che l'incubo della Augustine fosse lontano e irraggiungibile, non
credeva ancora alle sue orecchie. Una lacrima si affacciò sul suo viso e
la scacciò via velocemente come era abituata a fare. Lasciò il libro sulla
poltrona e uscì dalla stanza, per poco non le venne un infarto scorgendo
la figura di Stefan appoggiata al muro proprio fuori la stanza.
"Oddio, Stefan, che ci fai qui fuori?" Mormorò la ragazza poggiando una
mano sul petto ancora agitata.
"Scusa, non volevo..dorme ancora?" Disse il ragazzo scuotendo la testa e
poggiando le mani sui fianchi.
Elena annuì e piegò appena la testa di lato scrutandolo, strano che glielo
chiedesse in fondo poteva scoprirlo da solo. "Che hai?" Arrivò subito al
dunque poggiando la mano sul suo braccio.
Gli occhi verdi del vampiro la guardarono intensamente, Stefan tirò un
sospiro e appoggiò la testa al muro.
"Non posso credere che sia tornato." Si limitò a dire mordendosi il labbro
superiore. Elena lo conosceva bene ormai e sapeva che c'era altro sotto.
"Già, sono così sollevata, non posso nemmeno immaginare tutto ciò che ha
dovuto subire in questi mesi. Ho passato la mattinata ad osservarlo
dormire, era piuttosto agitato.."
"Immagino, sarà distrutto mentalmente. Se solo non avessi smesso di
cercarlo.."
Elena corrugò la fronte. "Stefan, non..non dirlo. Non è colpa tua, non è
colpa di nessuno. Per favore, l'importante è che ora stia bene e sia qui
con noi.."Scosse la testa e si avviò verso le scale per scendere al piano
di sotto, le risultava difficile dire quelle parole perchè lei stessa si
sentiva in colpa.
"Come fai a dirlo? Non ho mai visto Damon in quel modo, era distrutto, non
era lui, non l'ho mai visto così." Riprese il ragazzo seguendola
lentamente per le scale.
"Non voglio pensarci ora, voglio aspettare che si svegli..e da lì
inizieremo ad affrontare tutto."
"Non avrei mai dovuto smettere di cercarlo. Mi sono arreso, di nuovo e lui
non si è mai arreso con me, anche quando il nostro rapporto era spezzato,
non ha mai rinunciato a me. Se solo avessi cercato più a fondo, se solo
avessi preso in considerazione più piste e invece no, non ho fatto altro
che piangermi addosso."
"Basta Stefan!" La voce della donna si alzò oltre il normale, fulminò il
suo ex con lo sguardo.
"Avrei dovuto darti ascolto, mi dicevi di continuare, mi proponevi piani e
idee nuove, abbiamo girato quasi tutti gli Stati Uniti, abbiamo cercato
aiuto eppure non abbiamo pensato che potevamo trovarci davanti ad una
situazione del genere. Mi dispiace.." continuò il ragazzo. Il senso di
colpa lo divorava.
"E io ti ho odiato così tanto per aver rinunciato, per avermi fermata, per
avermi fatto scontrare con la realtà. Ti ho odiato perchè avevi rinunciato
a lui. Vuoi sentirti dire questo? Perchè si, Stefan, se solo avessimo
cercato più a fondo l'avremmo trovato. Siamo riusciti a spezzare il legame
tra me e Bonnie e non siamo riusciti a scoprire cosa succedeva in quel
dannato laboratorio? E odio me stessa perchè forse ero troppo impegnata a
piangere, a lasciarmi andare al dolore. E odio tutto questo, ho odiato
vederlo in quel modo, vedere come nei suoi occhi non ci fosse nient'altro
che dolore, disperazione e vendetta. Ho odiato il modo in cui ha affermato
con fermezza che sarebbe tornato lì per distruggere tutto e odio qualsiasi
conseguenza tutto questo avrà, perchè Dio o qualsiasi altra entità sia
sopra di noi non ha intenzione di lasciarci in pace e io vorrei solo
quello e a volte mi pento quasi di essermi fatta trascinare in tutto
questo perchè.."
Elena si fermò, stava buttando fuori tutto d'un fiato tutto quello che la
sua mente aveva elaborato in quelle ore, non si accorse nemmeno che il suo
viso era rigato dalle lacrime e che lo sguardo di Stefan si fece più
intenso e cupo.
"Perchè se non fossimo mai entrati nella tua vita, ora sarebbe diverso.."
continuò Stefan, annuendo amaramente.
La ragazza si passò nervosamente le mani tra i capelli.
"Io..io, non intendevo quello."
Elena cercò di rimediare ma ormai aveva tirato fuori la patata bollente,
in realtà non pensava davvero quelle cose perchè aveva vissuto delle
esperienze indimenticabili e quei due vampiri avevano lottato per lei più
di qualunque altro. La ragazza non ebbe il tempo di replicare, furono
sorpresi da Bonnie e Caroline che entrarono in quel momento in salotto.
"Vi sentite da fuori, e non l'ho sentito solo io!" Sbottò Caroline
indicando poi anche Bonnie che continuò il discorso della bionda."Cosa è
successo?"
"Opinioni contrastanti, niente di che." Stefan rispose scrollando le
spalle e si avviò verso il piano di sopra.
"Stefan!" Esclamò Caroline, ma il vampiro ormai già aveva raggiunto il
piano superiore.
A volte non sapeva come gestirlo, in questi anni avevano costruito un
rapporto molto forte ed erano stati fondamentali l'uno per l'altra ma per
quanto Caroline cercasse di assecondarlo e capirlo spesso era difficile
trovare un punto d'incontro.
Elena sbuffò e si fiondò sul divano stringendo la testa tra le mani, fu
subito raggiunta dalle sue amiche che le si sedettero accanto.
"Credevo che la situazione tra voi si fosse calmata, negli ultimi mesi
avevate ritrovato la vostra amicizia.." Disse Bonnie poggiando la borsa
sul tavolino e guardando Elena in cerca di spiegazioni.
"Lo credevo anche io, ma appena si parla di Damon non riusciamo a trovare
nessun punto di accordo. Lo vedo, sta male perchè si incolpa di non aver
fatto abbastanza e vedendolo in questo stato la cosa si è amplificata,
aggiungici che i pericoli sono tornati a farci visita e poi mettiamoci
anche che quando devo non sto zitta ed ecco la litigata perfetta. Damon è
il nostro punto debole."
Caroline si morse appena il labbro e poggiò una mano su quella della
ragazza.
"Ora, Damon è tornato, dovreste fare fronte comune per aiutarlo a superare
tutto, non certo rivangare il passato."
"Caroline...forse eravamo troppo occupati a star male che a cercarlo."
"Elena, Caroline ha ragione, ormai pensare a cosa avremmo potuto fare non
ci aiuta per niente. Prendiamo oggi come un nuovo inizio."
Bonnie poggiò la mano su quella di Caroline ed Elena ancora strette.
"Ormai siamo pronte a tutto" continuò con una piccola risata per smorzare
la tensione.
***
Damon si era svegliato da pochi minuti, quei pochi minuti che gli erano
bastati per captare qualche brandello di conversazione. Stefan ed Elena
stavano discutendo e lui era l'argomento principale. Si passò una mano sul
viso, rendendosi subito conto di quale fosse l'argomento della
conversazione, sospirò appena cercando di prendere contatto con la realtà.
Si sentiva confuso, aveva dormito più del previso, ormai doveva essere
primo pomeriggio. Il suo sguardo cadde sulla poltrona accanto al letto e
sul libro posato lì, Elena era rimasta tutto il tempo lì accanto a lui.
Gli si dipinse un sorriso lieve, si tirò su appoggiando poi la schiena sul
cuscino. Si sentiva sicuramente meglio anche se la sua mente gli giocava
brutti scherzi, come se certe immagini gli piombassero davanti agli occhi
e non riuscisse a rimuoverle.
Stefan era salito al piano superiore intento a raggiungere la sua camera
ma passò davanti quella di Damon, si fermò e lanciò appena uno sguardo,
Damon si era svegliato e stava seduto sul letto. Il più giovane dei
fratelli lo osservò attentamente, sembrava quasi che il suo sguardo fosse
perso, decise comunque di disturbarlo, magari lo distraeva un pò.
"Ehi, sei sveglio."
Damon venne riportato alla realtà con quelle parole e si voltò verso il
fratello.
"Si, da pochi minuti. Credo che ne avessi davvero bisogno..di una bella
dormita, intendo." Sorrise, per poi invitarlo ad entrare con un movimento
della mano. "Che fai lì impalato, entra."
Stefan annuì e varcò la soglia della camera. "Come ti senti? Ieri eri
abbastanza, ehm..sconvolto..e debole" Disse per poi sedersi sul bordo del
letto.
"Ora, molto meglio, credo che ormai ci voglia solo un pò di tempo no?"
Stefan annuì poggiando una mano sulla sua gamba e dandogli qualche pacca.
"Di tempo ne hai quanto ne vuoi, e non sei solo."
"Lo so, senti..potrei aver ascoltato qualche pezzo della discussione tra
te ed Elena.." Mormorò il vampiro dagli occhi di ghiaccio per poi
fissarlo. "Non ho mai pensato che tu avessi rinunciato a me, o che Elena
lo avesse fatto.." Cercò lui di mettere in chiaro prima che la situazione
potesse degenerare tra loro due.
"Damon, non è il caso di parlarne ora, devi ancora riprenderti..poi ne
parliamo." Stefan fece per alzarsi, ma Damon riuscì a fermarlo per un
braccio.
"Ehi, bro, non trattarmi come un malato, sono un vampiro e dopo quelle
sacche di sangue di ieri e una dormita sono come nuovo. Mi dispiace che tu
ed Elena litighiate.."
"Noi, non litighiamo, è solo che non la pensiamo sempre allo stesso modo.
Ogni tanto la tensione di questi mesi riemerge, ma non è niente che non si
possa risolvere."
"E ovviamente sono io il centro della questione, mi sento quasi
lusingato." Ridacchiò il moro cercando di sollevare l'umore del fratello,
che sembrava più distrutto di lui. "Voglio solo che tu sappia che voi
siete stati il motivo per cui non ho smesso di lottare."
Stefan sorrise a quelle parole, era davvero stupito, Damon non era il tipo
che lasciava trasparire i suoi sentimenti così. "Sai, se tu volessi
parlare con qualcuno di quello che è successo, da solo, se volessi
sfogarti, io sono qui."
"Non ce n'è bisogno, va tutto bene." Damon gli fece un occhiolino. "Ora
scendiamo dagli altri" si alzò per sistemarsi la maglia stropicciata e i
capelli davanti allo specchio e lo invitò a seguirlo
Stefan accennò un sorriso e lo seguì, in realtà si aspettava qualche
parola in più ma conosceva Damon, la cosa non lo sconvolse più di tanto.
***
La prima giornata di libertà di Damon stava volgendo al termine, era
quasi ora di cena, sedeva col suo bicchiere di bourbon nel grande
soggiorno della villa. Osservava ogni angolo dell'abitazione, gli erano
mancati anche gli alcolici, assurdo.
"Finalmente, riesco a beccarti un momento da solo, sei più richiesto di
Brad Pitt e George Clooney messi insieme." Bonnie piombò improvvisamente
buttandosi sul divano dove sedeva Damon.
Il ragazzo scoppiò in una risata genuina. "Stai insinuando che sono meglio
loro di me? Potrei legarmela al dito questa!" disse divertito sorseggiando
la sua bevanda.
"Bhè, forse più affascinanti di te."
"EHI" Damon le diede un leggero colpo sul braccio, facendo ridere la
ragazza.
"Sempre più permaloso Salvatore. Mi sei mancato sai?" Mormorò la ragazza
tornando seria.
Il ragazzo sorrise e la attirò tra le sue braccia lasciandole un bacio tra
i capelli. "Anche tu streghetta, anche tu, soprattutto il tuo scarso senso
dell'umorismo. Noto con piacere che siete rimasti tutti uniti, durante la
mia assenza, infatti è troppo popolata questa casa!" Ridacchia nuovamente
il vampiro, cercando di spostare il discorso su altro.
"Era l'unico modo per affrontare il tutto. Ma, basta con i ricordi tristi!
Dobbiamo recuperare tutto il tempo perduto." Sorrise lei fregandosi il
bicchiere e bevendone un sorso, strizzò gli occhi, quella roba era davvero
forte.
Poco dopo anche Elena li raggiunse. "Non posso lasciarti solo due secondi
che già ti trovi un'altra ragazza?"
"Sono irresistibile, lo so" Alzò le spalle con un ghigno mentre Bonnie si
alzò per fare spazio ad Elena.
"E chi lo sopporterebbe tutti i giorni?! E' ora che torni dal mio ragazzo,
quello vero. Buonanotte piccioncini." Simulò con le labbra dei baci mentre
raccoglieva le sue cose e si avviava verso la porta, le sembrava davvero
che le cose potessero prendere il verso giusto, li salutò con un cenno e
abbandonò la villa.
I ragazzi salutarono la strega e il moro avvolse in un abbraccio la sua
ragazza che ridacchiando chiese: "Siamo davvero soli? Quasi non ci
credo.."
"Questa casa è sempre stata un porto di mare, comunque si siamo soli, in
teoria sopra ci sono Caroline e Stefan, impegnati a fare non so cosa.."
"Oddio, non farmi pensare a cosa stanno facendo! Risparmiami quella
visione!"
Entrambi scoppiarono a ridere e la ragazza colse occasione per stringersi
ancora al ragazzo.
"Non voglio lasciarti più andare."
"Non vado da nessuna parte Elena, non ti lascio più, te l'ho promesso. Non
riuscirei a sopravvivere nemmeno io questa volta." Damon finì il suo
bourbon e poggiò il bicchiere sul tavolino accanto al divano.
"Io non oso nemmeno immaginare quello che hai subito..."
"Non c'è niente da immaginare, ora..voglio solo dimenticare tutto
e..dovremmo iniziare a pensare a qualcosa per quel virus, un piano,
qualsiasi cosa, ogni ora che passa è decisiva. Anche se, credo che quella
stronza si stia riprendendo ancora dalla nostra fuga, non era nemmeno
presente, ora che ci penso. La cosa buona è che non ho trovato nessuna
notizia di sparizioni o eventi strani in rete o nei notiziari, quindi.."
Il tono del ragazzo si fece immediatamente più duro, iniziò a parlare
senza sosta, non era mai stato uno di tante parole, quello sorprese molto
la ragazza.
Elena aveva quasi dimenticato di quel particolare, effettivamente dovevano
cercare di uscirsene con un piano al più presto, non era per niente da
sottovalutare la furia omicida di quella donna, anche dal momento in cui
ne sapevano così poco dei suoi passi successivi.
"Certo..ora stringimi forte." Damon non se lo fece ripetere più volte, la
attirò nuovamente tra le sue braccia e la strinse dolcemente, le lasciò
vari baci sui capelli e sul collo. Lui aveva bisogno di lei e allo stesso
tempo lei aveva un disperato bisogno di sentirlo vicino e non lasciarlo
più andare.
***
"Rilassati su.." Mormorò Caroline al suo ragazzo mentre si accingeva a
massaggiargli la schiena. Stefan ruotava appena il collo godendosi quel
tocco angelico.
"Cosa farei senza di te?" Disse voltandosi appena verso la bionda.
"Avresti i nervi ancora più tesi!" Rispose lei schietta, lasciandogli dei
baci sul collo. "Va un pò meglio?" Domandò lei posando le sue labbra tra i
capelli del vampiro.
"Si, molto meglio.." Il ragazzo si voltò verso di lei prendendo le mani
della bionda tra le sue e vi posò dei dolci baci.
"Siamo romantici, Signor Salvatore?"
"Sta mettendo in dubbio le mie doti, Signorina Forbes?"
"Oh, certo che no, solo che mi mancavano certe cose, ti vedo più sereno e
sono davvero contenta."
Stefan annuì e attirò la ragazza tra le sue braccia. "Diciamo che mi sento
più positivo..anche se forse la salita è appena iniziata."
"Ora che Damon è tornato le cose possono solo migliorare.." Sospirò la
ragazza, il suo pensiero si portò su ciò che aveva raccontato Damon,
l'idea di quel virus non le si toglieva dalla mente. Da un lato sapeva che
stava succedendo tutto troppo in fretta e c'era bisogno di metabolizzare
il tutto ma dall'altro odiava stare con le mani in mano.
Smith Labs - Fuori Mystic Falls.
Adelaide Smith, 45 anni, capelli corti biondo platino, occhi verdi, eleganza
da far invidia, era una normale biologa, proprietaria di un grosso
laboratorio di analisi fuori Mystic Falls, verso Richmond per l'esattezza.
La sua vita era cambiata vent'anni prima quando sua sorella di pochi anni
più piccola di lei, Margaret, gli aveva confessato di essersi innamorata di
uno stregone e di aspettare non uno ma ben due figli da lui. Sua sorella si
trasferì con suo marito e i suoi due gemelli a New York voleva farli
crescere lontani da quella cittadina, ma non si liberò mai completamente di
quel mondo.
Quando i ragazzi finirono il liceo e scoprirono i loro poteri decisero di
abbracciare il proprio destino e di tornare a casa per riscoprire le loro
origini.
Adelaide era cambiata da quando aveva appreso dell'esistenza di un mondo
soprannaturale che credeva esistesse solo nelle favole, vampiri, streghe,
lupi mannari, erano solo l'inizio di tutto.
Adelaide aveva provato a trarre qualcosa di buono da quella verità e aveva
deciso di fare delle ricerche sui vampiri, scoprendo più dettagli di quanto
pensasse, iniziò a pensare di sacrificare quegli esseri per un bene
superiore. Voleva scoprire il segreto dell'immortalità, voleva trovare una
cura per tutto, per questo aveva fatto rapire dei vampiri da tutto lo stato
della Virginia e aveva chiesto aiuto ad una congrega di streghe, soprattutto
a due persone in particolare: i suoi nipoti.
I suoi nipoti avevano ereditato i poteri dal padre e avevano accettato di
aiutare la zia, nonostante l'opinione contraria dei propri genitori.
Ma...
Un giorno accadde qualcosa difficile da rimuovere dai ricordi.
Era appena tornata a casa insieme ai nipoti dal laboratorio. trovarono la
porta d'ingresso spalancata e lo scenario che si aprì ai loro occhi fu
raccapricciante.
La donna trovò i suoi genitori, sua sorella e suo cognato in una pozza di
sangue.
Ricordava ancora le sue urla soffocate e i pianti isterici dei suoi due
nipoti, a volte le sembrava di non riuscire a rimuoverli dalla testa.
In casa vi erano delle telecamere nascoste, quelle avrebbero forse aiutato
la polizia a risolvere il caso, ma la bionda decise di far sparire tutto e
prendere i filmati, voleva scoprire lei l'assassino.
Il caso fu archiviato come irrisolto ma lei che studiava i vampiri da sempre
ormai sapeva riconoscere i segni di uno e aveva un punto di partenza, i
filmati. Passò ore a guardare quei filmati cercando di scorgere qualcosa. I
nastri riprendevano una figura e alcuni tratti del viso dell'assassino,
purtroppo l'unica telecamera del salotto lo aveva ripreso di spalle e pochi
erano i momenti in cui si voltava. Aveva pochi elementi a disposizione ma
voleva vendicarsi al più presto.
Il suo piano così cambiò totalmente, quello che voleva essere un modo per
aiutare gli altri scoprendo il segreto dell'immortalità divenne una vendetta
personale e iniziò a sperimentare sui "suoi" vampiri per riuscire a creare
un virus.
Aveva ben in mente le proprietà di quell'arma, doveva portare ad una morte
lenta, causare dolori lancinanti e soprattutto il virus doveva diffondersi
tra quelle criature anche con il solo respiro, nel giro di poche ore il
malcapitato sarebbe diventato una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare.
La donna pensava a tutto quello seduta alla scrivania del suo grande studio
al terzo piano della grande struttura. Pensava agli ultimi anni, pensava ai
cambiamenti. La scrivania era piena di fogli strappati e matite spezzate, la
rabbia stava prendendo il sopravvento. Quel piano così perfetto le stava
scivolando tra le mani.
Ancora non riusciva a spiegarsi come quel gruppo di vampiri fosse riuscito a
scappare, sapeva che quella ragazzina Katie aveva un debole per uno dei
vampiri ma non credeva che questo potesse creare guai, aveva messo bene in
guardia la ragazza e sembrava aver accettato i patti. I sotterranei non
apparivano in nessuna cartina e la struttura era completamente isolata con
la magia, era a prova di bomba quel posto. Se solo fosse stata lì non
sarebbe successo nulla, il giorno prima avrebbero dovuto somministrare il
virus ai vampiri per testarlo e lei invece stava giocando a fare la
cacciatrice.
Il virus era pronto, doveva solo essere somministrato e testato.
Improvvisamente entrarono due ragazzi nel suo studio, distogliendo la
dottoressa dai suoi pensieri. Uno dei due bussò lentamente alla porta
attirando l'attenzione di Miss Smith.
"Lucas, Katherine, che ci fate qui?"
I ragazzi trasalirono, non era un buon segno quando la loro zia li chiamava
con il nome completo.
"Ehm, volevamo sapere se potevamo esserti d'aiuto, dovremmo organizzarci per
catturare altri vampiri?" Disse la ragazza, avanzando lentamente. Era più
piccola di qualche secondo eppure era la più intraprendente, Luke, era più
timido, ma anche più potente e spietato della sorella. Avevano fatto squadra
insieme ad altri "agenti" per catturare i vampiri destinati agli
esperimenti.
"No, avete fatto abbastanza. Dovevate tenere tutto sotto controllo fino al
mio arrivo e invece, torno e niente più vampiri. Metà delle guardie morte,
il sistema di sorveglianza danneggiato e voi che non sapete darmi uno
straccio di spiegazione. La ditta di sorveglianza stamattina ha risolto
tutto, ho parlato con le altre streghe e hanno potenziato gli incantesimi.
Voi non mi servite a nulla."
La donna alzò notevolmente il tono della voce e gli indicò la porta.
"Zia..per favore..sai quanto tutto questo sia difficile anche per
noi.."Provò Lucas a controbbattere ma lo sguardo inferocito della donna lo
bloccò. Lei, continuava ad indicare la porta.
"FUORI" pronunciò quell'ordine con fare violento e i nipoti subito
eseguirono l'ordine.
Li lasciò andare e poco dopo scese nei sotterranei ma non nella zona dove vi
erano le celle che per mesi avevano ospitato quei vampiri, bensì una zona
più nascosta, vi era una sola cella, e vi era una doppia porta: una più
grande di metallo e poi una con le sbarre.
Aprì la prima porta e poi si avvicinò alle sbarre cingendole con le mani.
Nella cella vi era un uomo, legato ad una sedia, ai suoi lati vi erano degli
spiragli di luce proveniente da un paio di finestre poste sulla parte alta
del muro.
"Pensavo ti fossi dimenticata di me." La figura aprì la bocca, era
leggermente in ombra, la stanza era illuminata solo da quelle due finestre
ma ormai il sole stava calando. Aveva delle catene per tutto il corpo, anche
questa cella trasudava verbena da ogni pietra.
"Non ti ho dato il permesso di parlare" Disse duramente la donna stringendo
le labbra.
"Che paura! Pensi che con un pò di verbena e qualche catena mi fermerai?"
Ringhiò l'uomo.
La donna si avvicinò al muro e spinse un bottone accendendo la luce in
quella piccola cella, così da avere una visuale sull'uomo. Era sulla
quarantina, capelli chiari e occhi castani. Aveva dei tagli sui polsi da cui
sgorgava sangue, era palesemente un vampiro.
"Credo di averti già fermato. Ci ho messo più di un anno, ma ti ho trovato e
ti ho fermato." Ribattè lei sarcastica poggiandosi al muro.
"Sai, non credevo che un'umana potesse avere così tanto spirito di
iniziativa e di forza, mi hai preso in giro per bene. Sai, nei miei 207 anni
di vita non ho mai incontrato qualcuna come te, mi interessavi e invece mi
hai preso in giro." L'uomo simulò una faccia triste per poi scoppiare in una
fragorosa risata che si strozzò in un colpo di tosse, le forze lo stavano
abbandonando.
"E' stata una passeggiata, sai, una volta che ho capito chi fossi, fingermi
la povera donzella in difficoltà non è stato difficile.." Fece spallucce lei
sedendosi su una sedia e accavallando le gambe.
"Quindi mi hai avvicinato così che potessi conoscermi meglio, hai finto
anche quando ti ho soggiogato vero?" Le chiese assumendo un tono più serio.
"Intendi, quando hai detto che stavi iniziando a provare qualcosa per me e
poi me lo hai fatto dimenticare? Oh Ryan Willis, ti sono dietro da mesi,
faceva tutto parte del mio piano. Sai inizialmente volevo solo ucciderti,
poi mi è stato fatto notare che la sofferenza sarebbe stata una morte più
dolorosa. E così ti ho avvicinato, ho cercato di capire i tuoi punti
deboli.."
"E poi mi hai fatto innamorare di te, tre mesi cambiano la vita di tutti,
perfino la mia, mi hai ingannato, hai aspettato che abbassassi la guardia e
mi hai sparato una dose di verbena nel collo mentre mi baciavi. Se questo
non è tradimento, non so cos'è? Sai la cosa che mi ha sorpreso è stato
l'esercito che ti portavi dietro e...sono stato così stupido a non
sospettare di nulla."
"Non potevo rischiare che tu uccidessi anche me per completare l'opera."
Aggiunse sarcastica lei, passando una mano tra i capelli.
"Mi dispiace per quello che ho fatto, io, ero fuori controllo in quel
periodo." Ryan provò a giustificarsi ma fu tutto inutile. Quella donna era
piombata nella sua vita stravolgendola completamente, sentiva qualcosa per
lei ma era tutto una bugia.
"Voglio che tu stia zitto, li hai lasciati a morire e ad affogare nel loro
stesso sangue, non meriti voce in capitolo. Ogni volta che ti guardo negli
occhi rivedo quella scena. E meriti altrettanta sofferenza. Sai, avevo a
disposizione solo uno stupido filmato e un'immagine sgranata ma in quel
periodo hai ucciso più di una singola persona, hai devastato più di una
singola famiglia. Sei stato poco furbo a lasciarti così tante tracce dietro.
Ho solo messo insieme i pezzi, utilizzato un pò di magia e forse infranto
qualche legge, ma ora sei dietro le sbarre pronto a soffrire."
"E sentiamo come vorresti farmi soffrire? Vuoi lasciarmi qui? Non puoi
trattenermi qui a lungo, sono su questa terra da più di duecento anni e tu
sei solo una povera umana." Ringhiò verso di lei, ma era troppo debole per
effettuare un vero movimento.
"Credimi, quando inizierò a fare ciò che ho in mente desidererai davvero di
essere morto prima." Concluse lei per poi alzarsi e andar via da lì.
Aveva perso le sue cavie e probabilmente ora il suo segreto era stato
divulgato ma aveva ancora un asso nella manica e poteva attuare la sua
vendetta più grande, uccidere l'assassino della sua famiglia con l'arma da
lei creata.
HELLOOOO GUYS!!
Eccoci alla fine del capitolo! Ho voluto dare un pò di spazio al trio
magico ma soprattutto ad una storyline parallela, cioè quella della
dottoressa Smith. Inizialmente volevo usarla solo come villain di
passaggio, ma come ogni villain e personaggio che si rispetti c'è bisogno
di un background e così la mia testolina ha partorito(?) questo. Spero si
sia capita la storia della Smith e i suoi piani futuri.
Veniamo alla new entry, Ryan Willis, questo vampiro è frutto della mia
immaginazione, pensavo di usare qualche personaggio già esistente ma
volevo aggiungere un tocco personale al tutto. Abbiamo anche scoperto chi
sono quei Luke e Katie ( del primo capitolo che avevano rapito Damon e
fatto dimenticare il tutto a Stefan, ne vedremo delle belle in futuro,
potrebbero trovarsi faccia a faccia...(OPS SPOILEEEER!!!), sono i nipoti
della Smith e sono degli stregoni.
Questi saranno capitoli di passaggio e saranno molto ricchi di tensione
anche se vedremo un lato dei nostri personaggi che non sempre traspare
nella serie tv.
Spero di non aver combinato un casino e che il capitolo vi sia piaciuto!
A prestoooo!
-Stefania.
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Capitolo 6 *** Back to the start ***
4
Le prime luci dell'alba illuminavano villa Salvatore dove
gli ultimi avvenimenti avevano alterato lo stato di monotonia che regnava
ormai da mesi. Un profondo silenzio assaliva lo stabile dove tutti
dormivano, tranne Damon. Damon era sul terrazzo ad osservare il sole
sorgere. Non aveva chiuso occhio tutta la notte, non che i vampiri
dormissero granchè ma da quando era tornato, e ormai erano tre giorni,
quella sensazione di angoscia non lo abbandonava, continuava a sognare
quelle torture. Appena provava a chiudere gli occhi tutto si schiariva nella
sua mente e smetteva di essere un lontano ricordo, prendeva forma e
diventava quasi realtà. Nella cella non era abituato a dormire, i suoi erano
più dei crolli continui, crollava dopo le immense torture per il dolore; la
stanchezza e la distruzione psico-fisica lo avevano segnato ma ogni sogno
era devastato dagli incubi. La sua mente lo stava torturando, la notte non
riusciva a dormire e il giorno spesso si isolava, si perdeva nei suoi
pensieri, cadeva in una sorta di limbo. I suoi demoni non lo lasciavano in
pace e così anche quella notte aveva abbandonato il letto prima degli altri.
Fortunatamente era riuscito a dormire qualche ora, la presenza di Elena al
suo fianco aveva reso il tutto meno doloroso ma non era per niente sereno,
temeva che lei potesse accorgersi di qualcosa. Infatti, la donna non era per
niente stupida e percepiva la sua tensione, quella mattina lo sentì
svegliarsi con l'affanno così come la mattina precedente, lo vide alzarsi e
lasciare la stanza. Tutti cercavano di mostrarsi sereni e tenersi occupati
ma Damon sapeva. Sapeva che neanche loro erano tranquilli e che avevano
paura di affrontare la realtà.
Negli ultimi anni avevano ritrovato tutti la serenità, nonostante la sua
scomparsa, ognuno era andato avanti, ci aveva provato e ora venivano
catapultati nuovamente in quella vita che ormai sembrava appartenere al
passato, fatta di pericoli e paure. Damon si sentiva in colpa ma la cosa
più sconvolgente era che Damon aveva paura. Si, il freddo ed egoista Damon
Salvatore aveva assaporato tante volte la paura ma non aveva mai lasciato
che prendesse il sopravvento. Le cose stavano cambiando e la sensazione
che non sarebbero mai tornate completamente come prima lo assaliva.
Appoggiato alla ringhiera del terrazzo i pensieri offuscavano la sua mente
e il tempo passava senza sfiorarlo minimamente.
Elena dormiva profondamente, poteva sentire il suo respiro regolare ma in
realtà si era riaddormentata da poco, stanca delle lacrime, della
frustrazione e dell'impotenza. Neanche per lei era stata facile. Aveva
perso e ritrovato il suo amore così tante volte che l'idea di perderlo
nuovamente la devastava. Elena iniziava a capire cosa intendesse il suo
amato anni prima quando si definiva egoista, le pareva scontato da dire ma
l'amore l'aveva portata a scoprire lati di se stessa che non credeva
esistessero.
La ragazza ci aveva provato ardentemente, aveva provato a parlare con lui
dell'accaduto ma dopo la sua iniziale confessione con il resto del e
qualche allusione alla faccenda aveva chiuso bruscamente l'argomento.
Il giorno prima Elena aveva cercato di comportarsi come sognava di farlo
da mesi. Damon le aveva organizzato una cenetta con i fiocchi ed entrambi
avevano provato a dimenticare gli ultimi mesi. Elena lo aveva accarezzato,
coccolato e le sembrava quasi di rivivere in sogno ogni scena. I due presi
dalla passione avevano fatto l'amore, le sembrava di sentire ancora il
sapore del suo amato sulle sue labbra e dentro di lei.
Quel momento lo avevano sognato entrambi per mesi.
"Sei sicura?" Mormorò Damon sfiorando il petto della ragazza. "E'
passato tanto tempo, io ti capisco se.."
"Da quando parli così tanto?" Lo zittì Elena posando l'indice sulle sue
labbra per poi sfiorare la sua guancia.
(https://67.media.tumblr.com/c0ba7ce64c54785188e044888c5674fa/tumblr_nb86qyUtmJ1rp4im3o1_500.gif)
"Non aspetto altro Damon." Continuò la ragazza per poi allontanarsi e
avvicinarsi al letto, quel letto che aveva sopportato ogni suo grido,
ogni sua lacrima, ogni suo lamento, ogni suo incubo. Abbassò la cerniera
del suo vestito e lo fece cadere a terra insieme alla biancheria intima.
"Così mi fai impazzire, Gilbert." Damon con la sua velocità da vampiro
si fiondò avanti a lei spingendola sul letto contenendo il più possibile
la sua energia dato la fragilità della ragazza ormai umana. Elena
rimbalzò appena sul materasso soffice e si portò le braccia dietro la
nuca godendosi lo spettacolo. Damon appoggiò le ginocchia ai lati delle
gambe della ragazza e si tolse la maglietta che si ritrovò dopo pochi
millisecondi a sbattere contro il muro e in seguito tirò via la cintura
dai pantaloni. Dopo questi rapidi gesti si piegò portando la sua figura
sul corpo di Elena, li separavano pochi centimetri, il ragazzo si faceva
forza con le braccia per mantenersi in quella posizione mentre la
ragazza lo guardava estasiata. La piccola umana sfiorò ancora con la
mano il suo petto percorrendolo fino al collo. Il vampiro non perse
tempo ed annullò le distanze iniziando a baciarla con passione, le loro
labbra si nutrivano a vicenda e le loro lingue giocavano a rincorrersi.
La situazione in poco tempo si capovolse e Elena si ritrovò a cavalcioni
sul ragazzo, si staccò da lui e prese a sbottonargli i pantaloni e li
abbassò insieme ai boxer lasciando scoperte le intimità. Lasciò una scia
di baci sul ventre del suo ragazzo mentre i loro sguardi si incrociavano
e sorridevano imbarazzati come se fosse stata la prima volta.
Nel momento in cui i loro corpi iniziarono ad appartenersi
completamente, le distanze e gli ultimi mesi sparirono nei meandri della
loro mente.
Le loro mani non si lasciavano un secondo, fremevano per toccarsi, con
la paura di non trovarsi più, volevano assaporarsi anche loro, così come
il resto dei loro corpi.
Il ricordo di quel momento così intimo si interruppe quando a far
capolino sul terrazzo fu Caroline che rimase alquanto sorpresa nel vedere
Damon lì.
"Oh, credevo di essere l'unica sveglia ma mi sbagliavo."
Mormorò, stringendosi nella vestaglia di raso e affiancando il vampiro che
accennò un leggero sorriso e si strinse nelle spalle.
"Non ho dormito molto, sono qui già da un po', mi mancava l'aria fresca
del mattino."
Caroline si morse un labbro sentendo parlare il ragazzo e sospirò appena
notando il suo sguardo, la bionda capì subito che c'era altro sotto.
"L'alba ha un certo fascino ma ti facevo più tipo da tramonto."
Damon abbozzò una risata scuotendo appena la testa.
"Pensavo che ormai l'avessi capito che sono un uomo dalle mille sorprese,
o forse non sei abituata a questo genere di cose, sai con mio fratello..."
Il moro iniziò a punzecchiarla e Care fece una smorfia e gli diede una
pacca sulla spalla.
"Dovresti farti due domande dato che avete in comune la maggior parte
delle vostre conquiste. Elena è un esempio, io ero più un tuo giocattolino
da controllare e usare, meno male che è durato poco." Puntualizzò la
bionda che scrollò le spalle.
"Touchè" Sorrise Damon passandosi la lingua tra le labbra per inumidirle,
la brezza mattutina le stava increspando.
"Elena dorme?" Alla domanda, il moro corrugò la fronte.
"Care, puoi scoprirlo da sola se Elena dorme, da ciò che ricordo sei
ancora un vampiro, perchè non arrivi al dunque e alla domanda che vuoi
farmi ma che non sai se farmi o meno?"
La vampira rimase spiazzata dalle parole del ragazzo, in effetti la sua
testolina stava tramando qualcosa ma voleva tastare il terreno prima di
agire, assunse un'aria leggermente colpevole e alzò gli occhi al cielo.
Aveva parlato con Stefan e nemmeno lui, in quei pochi giorni, era riuscito
a far uscire qualcosa dalla bocca di Damon, in realtà non ci aveva provato
molto, anche lui preferiva non pensare a quella situazione.
"Sempre così acido al mattino, eh?"
Damon sbuffò incrociando le braccia e si voltò in modo tale da averla
completamente di fronte per spronarla a parlare.
"Va bene, non si può essere gentili in questa casa, pensavo alla
conversazione dell'altro giorno e non ci vuole molto a capire che non hai
chiuso per niente occhio anche questa notte. La cosa ti tormenta ancora e
qui tutti preferiscono evitare l'argomento, compreso te. Oggi, Alaric
torna con le bambine, sai, pensavo di parlare con la baby-sitter per
tenerle qualche giorno in modo tale da non catapultarle di nuovo in questa
realtà fatta di gente che vuole la loro famiglia morta!"
La vampira sembrava voler mantenere la calma ma iniziò a gesticolare
velocemente e ciò fu un allarme per Damon che si rese conto dello stato di
preoccupazione della donna, per quanto non fossero andati mai molto
d'accordo, sapeva riconoscere alcuni suoi comportamenti. Con la sua presa
salda fermò le mani della bionda che smise subito di parlare e rimase con
la bocca semi chiusa, sgranando i suoi occhi chiari.
"Care, calmati.." Si limitò a mormorare Damon mentre la ragazza
regolarizzava i suoi respiri e abbassò la testa in senso di resa.
"Sono preoccupata e il modo in cui gli altri evitano l'argomento mi rende
furiosa e tu ovviamente hai le tue ragioni per non pensarci..e io non so
cosa fare."
"Così sveglierai tutti, calmati. Comunque cosa ti dice che io non ci stia
pensando? Ho vissuto lì dentro per un anno e mezzo è ovvio che ci stia
pensando. Solo..che non so cosa fare neanche io. Forse il vecchio me non
avrebbe perso tempo a tornare lì dentro e a fare l'eroe della situazione o
forse se ne sarebbe fregato altamente e avrebbe condiviso quanto più tempo
possibile con la sua ragazza. Ma questo Damon, questo..me è così cambiato.
Io non so più chi sono. Un tempo non volevo che gli altri vedessero il
buono in me per non dover soddisfare le loro aspettative ora..ora mi sento
perso. E tornare qui mi ha fatto sentire così amato, così atteso e non me
lo aspettavo. Volevo provare a lasciarmi tutto alle spalle ma non sono
abituato a rompere col passato."
Le parole uscirono lente dalla bocca del vampiro, lente e dolorose. Non
abbassava mai la corazza, tanto meno con Caroline che lo guardò sorpresa
senza riuscire a pronunciare una singola parola.
Non aveva mai visto Damon così vulnerabile, o almeno era capitato così
poche volte che quella confessione così a bruciapelo la sconvolse.
In così pochi giorni aveva visto Damon così cambiato, per un momento aveva
pensato che fosse solo una sua copia riuscita male ma poi quello sguardo
così perso la fece tornare alla realtà. Anche lei conosceva quella
sensazione, quando si trasformò in un vampiro quella sensazione sembrava
non volerla abbandonare, si mescolava alla fame, alla vendetta e ad un
milione di sensazioni amplificate. Il moro si accorse di aver lasciato
trasparire troppo di se e cercò di ricomporsi schiarendo la voce per poi
continuare.
"Risolveremo la questione, non stanno evitando l'argomento, stanno
cercando solo di proteggermi in qualche modo, prevedo una bella lite con
Elena. Ha fatto di tutto per farmi sentire a casa eppure mi sembra di non
ricordare nemmeno cosa sia la felicità." Finì con una risata poggiando la
schiena contro la ringhiera.
Caroline piegò la testa di lato e ridacchiò insieme al ragazzo. "Niente
che una bella chiacchierata con le amiche non possa risolvere. Lei ti ama
e non c'è bisogno che te lo dica io e questi mesi sono stati davvero duri
per lei, ti vorrebbe sotto una campana di vetro e credimi faresti lo
stesso con lei così come io lo farei con Stefan. L'amore ci acceca, e vale
anche per i vampiri dal cuore di pietra."
La bionda spostò l'argomento su altro, percepiva a pieno le sensazioni di
Damon e si rese conto che forse era meglio smorzare la tensione. Vide gli
occhi dell'uomo illuminarsi quando iniziò a parlare di Elena e le si formò
un sorriso sulle labbra.
"Da quando sei così psicologa Barbie? Spero che valga anche con te il
segreto professionale."
La bionda scrollò le spalle. "Questa conversazione non è mai avvenuta. Ci
vediamo dentro." Gli fece l'occhiolino e poi entrò dentro lasciando il
ragazzo ad ammirare il panorama.
****
Dall'altra parte della città un altra ragazzo e un altro ragazzo
condividevano un panorama, Bonnie ed Enzo abbracciati sul piccolo
divanetto in veranda a guardare il sole sorgere. Quei due condividevano
anche i silenzi, quelli più profondi. Erano stati giorni duri per tutti,
Bonnie si sentiva in colpa per non aver trovato prima Damon, per aver
lasciato perdere, per aver rinunciato, Enzo invece..Enzo non faceva che
pensare alla sua di detenzione, era un pensiero che aveva tenuto lontano
per tanto tempo e che era piombata nuovamente nella sua testa.
"Ehi, mi rendi gelosa così." Esordì Bonnie cercando di smorzare la
tensione che avvertiva nei muscoli del suo amato.
"Eh? Scusami, hai ragione. Sono un pò pensieroso ma questa notte è stata
fantastica.." Le posò dei dolci baci sul collo arrivando fino
all'attaccatura dei capelli.
"Mi corrompi eh? Siamo tutti un pò pensierosi ultimamente, questa storia
del virus ha scosso tutti. Ieri ho parlato con Elena, è stato abbastanza
straziante. L'ho sorpresa in un mare di lacrime. E' l'unica ad aver
ceduto, Stefan e Caroline non sanno cosa fare e Damon sembra avvolto da
una barriera. Non vuole toccare l'argomento, ho paura che stia tramando
qualcosa, è da lui.." Sospirò mordendosi appena il labbro.
"Il Damon che conoscevo non avrebbe perso tempo e sarebbe andato lì,
avrebbe raso tutto al suolo, virus e personale compreso." Enzo la sorprese
con quella risposta e girò il viso verso di lui corrugando la fronte.
"Sai che non è più quel Damon di un tempo, è cambiato. Ed è un bene che
cerchi la via più giusta ma questo suo chiudersi non è di certo positivo."
Scuote la testa la strega mentre intreccia la sua mano con quella
dell'amato. "Anche tu sei cambiato Enzo e non credo che prenderesti quella
strada."
"Forse non ucciderei tutti ma distruggerei ogni cosa, pur di non lasciarmi
sottrarre questo mio angolo di felicità." Il ragazzo le depositò un tenero
bacio tra i capelli, ciò fa sorridere la ragazza che chiude gli occhi e si
gode il dolce gesto.
"Ho paura che voglia tornare lì dentro senza dirlo a nessuno e il fatto
che una volta sia scappato non implica che ci riesca una seconda volta.
Ieri Elena, era a pezzi e ha la mia stessa paura. "
"Forse Damon sente gli occhi di tutti addosso, preoccupati più del fatto
che non faccia cazzate che del virus in sè."
Bonnie abbassò appena la testa, e se fosse davvero così? Ovviamente tutti
temevano questo virus, anche perchè ne sapevano ben poco ma ciò che
temevano di più era la reazione di Damon per questo non toccavano
l'argomento e cercavano di far finta di nulla tenendosi tutto per se. La
sua mente ritornò per un attimo al giorno prima, lo sguardo perso di Elena
le si era stampato nella mente.
Il giorno prima Bonnie si era recata alla tenuta Salvatore, la sua
idea era quella di parlare con Damon e forse spillare qualche
informazione da lui, ma il suo piano andò in fumo in quanto quella volta
c'era solo Elena, in realtà la ragazza se ne rese conto quando trovò il
portone aperto e una serie di lamenti provenienti dal salone la
raggiunsero. Elena appena si accorse dell'arrivo dell'amica cercò di
asciugarsi le lacrime e di ricomporsi ma Bonnie non era di certo stupida
e si avvicinò a lei preoccupata.
"Ehi, che succede? Si tratta di Damon?" Il pensiero della strega si
rivolse subito al suo migliore amico ma l'amica negò con un movimento
della testa per poi alzare gli occhi verso l'alto e passarsi le mani
sulle guancie per spazzare via le lacrime e asciugare il volto.
"Va tutto bene, è solo un pò di tensione, niente di che."
"Elena, sai che non puoi mentirmi perchè me ne accorgo. Gli altri dove
sono?"
"Stefan e Caroline sono usciti per comprare dei regali alle bambine che
tornano domani e sappiamo bene quanto lo shopping sia terapeutico per
Caroline, Damon invece è andato a fare la spesa."
Bonnie guardò stranita Elena, quando nominò il ragazzo.
"E' andato a fare la spesa? Mi stai prendendo in giro?"
Elena accennò una risata e attirò le ginocchia al petto stringendole.
"Non scherzo, ha detto che voleva prepararmi una cenetta, voleva
sorprendermi, fare qualcosa per me. Ma io me ne accorgo che è assente,
che evita l'argomento. E ho paura Bonnie. Stanotte non ha chiuso occhio,
l'ho sentito agitarsi nel letto, lamentarsi, fino a quando non ha deciso
di alzarsi. Non mi parla di quello che lo turba."
Bonnie strinse a sé Elena accarezzandole i capelli e dondolandosi
lentamente.
"O mio dio, non credevo che..cioè l'ho visto traumatizzato, ovviamente è
rimasto segnato da questa esperienza, considerando che non è la prima
volta che finisce nelle mani di questa gente. Ha bisogno di presenze."
"E io ci sono per lui, e ci sono tutti per lui, forse noi stessi abbiamo
paura di affrontarlo ma finge che tutto sia assolutamente meraviglioso,
che vada tutto bene. Non appena lo guardo in maniera più apprensiva è
come se partisse in quarta per evitare che mi preoccupi o che gli chieda
qualcosa. Lo conosco, so com'è fatto, fa tutto da solo ma non è solo. Mi
sono addirittura meravigliata di come ci abbia raccontato tutto, ha
abbassato la guardia e non è da lui." La mora pianse tra le braccia
dell'amica, Bonnie sospirò lentamente scossa dalle parole di Elena, la
situazione era più grave di quanto immaginasse. La lasciò sfogare
cercando lei stessa di trattenere le sue emozioni e dopo aver preso un
bel respiro cercò di tranquillizzarla, le prese il viso tra le mani e la
costrinse a guardarla.
"Elena, dai, non fare così, le cose si sistemeranno anche stavolta e
troveremo un modo per annientare questo virus e tutta la cavalleria al
seguito. Forse dovresti assecondarlo, ha vissuto un'esperienza
traumatica e ne avremo ancora per molto, vuole recuperare il tempo
perso. Fatti bella, metti un bel vestito, un paio di tacchi e un velo di
trucco e cadrà ai tuoi piedi. Ne avete bisogno."
"So che lui vuole un pò di normalità, ma vorrei anche affrontarlo."
Elena si coprì il viso con le mani per poi voltarsi verso l'amica.
"Una cosa alla volta, ora che ne dici se scegliamo il vestito?"
"Cosa farei senza di te eh?" Elena strinse in un abbraccio Bonnie che
ricambiò avvolgendola dolcemente tra le braccia.
Dopo pochi secondi la mora ritornò alla realtà riprendendo il discorso che
avevano interrotto, si spostò appena sistemandosi meglio nell'abbraccio
dell'uomo per poterlo guardare direttamente.
"Forse se aveste preso tutti la cura a quest'ora la cosa non ci
interesserebbe."
"Non apriamo argomenti già chiusi. Ne abbiamo parlato a lungo.."
La ragazza interruppe di nuovo il ragazzo impedendogli di terminare la
frase.
"Abbiamo chiuso l'argomento perchè voi eravate determinati a volerci
proteggere, e parlo di te, di Damon, di Stefan e anche di Caroline.
Capisco Caroline che..ha agito per difendere le sue bambine da un mondo
che di tranquillo e ingenuo non ha niente e forse anche Stefan che ha
voluto seguire il volere della sua amata ma..te e Damon non vi ho mai
capiti. Se solo Damon avesse preso la cura, se fosse diventato umano, non
sarebbe mai stato rapito."
"Probabilmente sarebbe successa qualche altra cosa Bonnie. Io, ti amo e
non ho bisogno di diventare umano per rendermene conto. Magari tra qualche
anno farò questo passo per noi ma per ora, devo essere un pò egoista."
"Per proteggermi. Parli come Damon." Sbuffò la mora.
"Per questo vai così d'accordo con entrambi."
Il ragazzo accennò una risata stringendola di più a se per addolcire lo
sguardo imbronciato della ragazza e dopo qualche secondo di pausa e un
profondo respiro riprese a parlare sorprendendo la donna ad ogni parola.
"Prima che mi confrontassi con la realtà, non ti avevo mai preso in
considerazione -ridacchiò alzando appena gli occhi al cielo- sei stata
inaspettata, una meravigliosa sorpresa, non avevo mai considerato l'idea
che tu potessi sconvolgermi la vita. Quando mi sono reso conto che ti
stavo lentamente portando alla morte, mi sono tornati in mente tutti i
momenti passati insieme, tutte le litigate, le corde rotte, le risate, le
urla e il tuo sorriso. Quello non l'ho mai dimenticato e nonostante ti
stessi proteggendo da un pò, mi sono ripromesso che non avrei mai smesso
di farlo. Il mio non è mai stato un no ad una vita con te, anche se
invecchiare mi spaventa un pò, sai potrei perdere il mio talento con la
chitarra, e non solo, e il mio accento che ti piace tanto ma rinuncerei a
tutto questo pur di non lasciarti più. Per farlo ho bisogno di te viva e
dopo la scomparsa di Damon, l'idea di un nuovo pericolo in agguato non ha
fatto che allontanarmi ancora di più dall'idea di prendere la cura e tu
non hai mai voluto considerare l'idea di diventare un vampiro. Forse sono
egoista e onestamente non importa, ma sono perdutamente innamorato di te e
posso sopportare anche questo."
Le labbra di Bonnie si gettarono su quelle di Enzo che indietreggiò la
testa leggermente colpito dall'impetuosità della donna. Un bacio
appassionato che sembrò scaricare via la preoccupazione per quei momenti
così difficili, così pieni di interrogativi difficili da affrontare.
Bonnie aveva sempre saputo le ragioni del rifiuto di Enzo e per quanto non
le condivideva totalmente, l'idea che qualcuno fosse finalmente disposto a
fare tutto questo per lei la faceva sentire privilegiata, una principessa
e considerato il suo passato non era esattamente abituata a questo tipo di
sensazioni. Enzo l'aveva messa al primo posto così tante volte da averne
perso il conto.
L'argomento cura era stato toccato anche tre anni prima, quando Elena si
risvegliò dal sua coma profondo grazie alla strega.
Profonde discussioni avevano interrotto la calma da poco ristabilita a
Mystic Falls.
"Non puoi pensare solo a te stesso Damon! Prima che Kai lanciasse
l'incantesimo mi avevi promesso che avresti preso la cura, che avremmo
vissuto una lunga vita insieme. Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Ormai
queste discussioni andavano avanti da giorni ed Elena non riusciva a
farlo ragionare.
"E' successo che tu sei stata vittima di un incantesimo, è successo che
sei stata in coma e che non hai visto come abbiamo affrontato la cosa,
non hai visto come stavo IO! Non posso permettere che ti succeda
qualcosa, non posso nemmeno lontanamente pensare a vivere senza di te.
E..se restare un vampiro mi permette di proteggerti, allora la risposta
sai qual è."
"Sei sempre il solito egoista Damon, hai troppa paura di perdermi e te
ne freghi di quello che pensano gli altri. Hai sempre fatto così, da
quando ti conosco, hai sempre fatto il possibile per proteggermi da
qualsiasi cosa. Mi hai dato il sangue per paura che potessi morire
durante il sacrificio per la trasformazione di Klaus, mi hai più volte
rinfacciato il fatto che su quel ponte ho implorato Stefan di salvare
Matt e non me, perchè tu non riesci a distaccarti da me!"
Damon si pietrificò a quelle parole.
"Da quando proteggere la persona che si ama è un reato?"
Quella volta la discussione si interruppe in quel modo, con un
Damon ferito che si allontanò sbattendo la porta e infilandosi nella sua
Camaro per intraprendere un giro per schiarirsi le idee e scaricare la
tensione e con una Elena che crollò sulla poltrona sentendosi in colpa
per aver agito in quel modo, per aver, insomma, per aver rinfacciato il
passato al suo uomo. E' vero che lui gliel'aveva promesso, che avrebbe
voluto vivere la sua vita da umano, da banale umano solo per iniziare
davvero a vivere la vita che aveva sempre desiderato con lei ma è anche
vero che l'avrebbe fatto per lei, per Elena, che il motivo era
semplicemente lei. Lui aveva una paura terribile di perderla perchè
voleva viverla quella vita perfetta da umano ma aveva bisogno di
proteggerla ancora un pò.
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"Io pensavo che lo volessi anche tu Care, insomma credevo fosse il tuo
desiderio più grande tornare umana." Stefan si rigirava il bicchiere
ormai vuoto tra le mani con lo sguardo basso seduto al tavolo della
cucina di casa Salvatore mentre Caroline era intenta a preparare da
mangiare alle ragazzine.
"Non ho mai detto di non volerla prendere, solo non ora." Alzò le spalle
disponendo gli ingredienti sul bancone per preparare della pasta.
"E perchè non ora? Caroline, la normalità è tornata tra noi e ormai sono
mesi che non avvertiamo un pericolo, sono mesi che tutti e quattro
viviamo davvero come una famiglia, potremmo davvero esserne una e magari
avere un figlio tutto nostro."
"La normalità? Sono rimasta incinta senza nemmeno averlo deciso di due
bambine, incredibili, meravigliose, bellissime che hanno dei poteri
magici e la loro vera madre è morta per mano di suo fratello il giorno
del suo matrimonio. Perdonami se in questo non ci vedo niente di
normale." La bionda buttò tutto fuori non rendendosi conto forse di star
esagerando, poggiò le mani sui bordi del bancone e prense un respiro.
Stefan senza dire una parola la affiancò ma la vampira non gli lasciò
prendere la parola.
"Ti Amo, Stefan Salvatore. E un figlio da te sarebbe l'emozione più
grande che possa mai provare così come sposarti e vivere come due
persone normali, ma ho scelto di abbracciare questa vita, anche se forse
mi è stata un pò imposta, e non posso e non voglio tirarmi indietro. Ti
chiedo di aspettare. Di aspettarmi."
Il ragazzo annuì e prense le mani della ragazza stringendole dolcemente,
accarezzò il dorso con i pollici e le baciò entrambe per poi rivolgersi
alle iridi chiare di Caroline.
"So che da quando siamo entrati nella tua vita, noi vampiri..le streghe,
le congreghe, gli originali, i licantropi..bhè ti abbiamo sconvolta.
Abbiamo rotto la tranquillità, la serenità che ti avvolgevano, che
avvolgevano quel vulcano in eruzione pieno di idee dai lunghi capelli
biondi con cui credevo di non poter mai costruire nulla perchè non ti
avevo letto ancora negli occhi e non avevo voglia di andare oltre. Va
bene, rispetto la tua volontà, lo faremo quando sei pronta."
Stefan invidiava la forza di quella ragazza, aveva vissuto cose che
qualsiasi altra persona non avrebbe mai sopportato, ma lei aveva sempre
camminato a testa alta e si sentiva questa volta di assecondare la sua
richiesta. Contrariamente a Damon ed Enzo che volevano proteggere le
loro donne, questa volta la cosa era completamente diversa. Stefan non
aveva bisogno di proteggerla perchè la sua donna aveva già tutto chiaro
in mente e aveva due bambine da proteggere e crescere, non perchè Stefan
non fosse una priorità ma perchè oltre che essere la sua ragazza e
futura moglie, Caroline era anche una mamma e si sa, cosa non farebbe
una mamma per i propri figli?
La mattinata era ormai passata e il sole splendeva alto nel cielo,
nonostante settembre fosse arrivato il calore estivo continuava ad essere
avvertito dagli abitanti della piccola città. Casa Salvatore come sempre
era affollata, quello era un giorno speciale, le bimbe di Caroline
sarebbero ritornate a casa dopo la lunga vacanza con il loro papà e
Alaric, bhè lui, non stava più nella pelle, aveva saputo del ritorno di
Damon e voleva vederlo. Il loro rapporto era sempre stato molto tumultuoso
ma lo considerava un vero amico, certo non poteva giustificare ogni sua
azione passata, ma gli voleva bene. Caroline aveva provato a spiegargli
qualcosa per telefono ma era piuttosto complicato riassumere il tutto in
poche parole, aspettava il suo arrivo ma soprattutto delle sue bambine,
gli erano mancate da morire e l'idea di doversi allontanare da loro
un'altra volta la rattristava. Era l'unico modo per proteggerle, aveva
chiamato la baby sitter di fiducia, Claire, che ormai si occupava delle
bambine da quasi tre anni e aveva inventato una scusa abbastanza
plausibile per affidarle le bambine per qualche giorno. La bionda sperava
che tutto si risolvesse in poco tempo, voleva che le ragazze
vivessero nella normalità. Quella normalità di cui aveva dimenticato il
sapore.
La bionda era nella camera delle ragazze per sistemarla, voleva che la
trovassero perfetta anche se ci avrebbero dormito solo per una o forse due
notti. Si avvicinò a uno dei loro pigiamini che erano ordinati e piegati
sul bordo del letto e lo avvicinò al viso per annusarlo e poi lo strinse
al petto. In quel momento entrò nella camera Stefan che scorse la donna
fare quel gesto così tenero e materno, si voltò per allontanarsi e
lasciarla da sola ma ovviamente Caroline si era accorta della sua
presenza.
"Non andare." Il ragazzo si fermò e girò lo sguardo verso la ragazza che
nel frattempo si era voltata verso di lui, in pochi secondi la raggiunse e
cinse la sua vita con le braccia.
"Sono qui. Tra poco le riabbraccerai." Mormorò lui all'orecchio della
donna e ricevette come risposta un profondo respiro.
"Staranno qui per poco." Il tono sommesso della bionda arrivò dritto al
cuore del ragazzo che le posò le mani sulle spalle.
"Forse dovresti partire con loro per qualche giorno invece di affidarle
alla baby sitter." Caroline si voltò verso di lui aggrottando le
sopracciglia.
"Stefan..se ho deciso di affidarle a Claire è perchè hanno bisogno di
stare lontano da noi, e in quel noi c'entro anche io. Alaric è d'accordo."
"Finirà tutto presto."
"Sai, penso a quando mi proponesti di prendere la cura, ricordi cosa ti
dissi? Che avevo bisogno di avere un vantaggio sull'oscurità del mondo
perchè dovevo proteggere le mie bambine. Solo ora mi sto rendendo conto
che l'oscurità segue me ovunque vada."
"Ehi, smettila!" Stefan le prese il viso tra le mani e la guardò dritto
negli occhi. "Smettila di incolparti. In questi anni sei stata una madre
meravigliosa e continuerai ad esserlo. Devi solo crederci, ci è rimasto
solo questo, credere che le cose si sistemino. Perchè deve andare così. Ho
vissuto per mesi col senso di colpa per aver lasciato andare di nuovo
Damon, ho creduto di non aver lottato abbastanza e invece ora è qui, certo
abbiamo un'altra sfida da affrontare ma è qui e lo sono anche le tue
bambine. Oggi pensa a passare una giornata meravigliosa con loro, goditi
la festa e poi domani portale al parco, a mangiare un gelato."
La bionda sorrise dolcemente alle parole del ragazzo e strinse le sue mani
per poi baciarle.
"Sono così fortunata ad averti, Stefan Salvatore."
"Lo so." Ridacchiò il ragazzo per poi attirarla tra le sue braccia e
avvolgerla in un bacio appassionato.
***
"Non andare dai." La supplica di Damon giunse alle orecchie della donna
che tornò in camera con solo un asciugamano a cingerle il corpo dopo la
doccia. Nonostante Damon si fosse alzato presto aveva portato Elena in
camera in tarda mattinata per distrarla dalle domande che aveva iniziato a
fare sul perchè quella notte si fosse agitato. Lei dopo un'oretta l'aveva
abbandonato per farsi una doccia, Caroline l'aveva incastrata con i
preparativi della festa.
"Se tu la notte dormissi di più, ora non saresti uno straccio."
"Ehi. Vorrei solo passare del tempo con te." Damon si portò sulla
difensiva alzandosi a sedere sul letto e appoggiando la schiena sul
cuscino.
"Lo voglio anche io, è solo che è quasi ora di pranzo e mi hai attirato
con una trappola qui per farti coccolare e io ho promesso a Caroline di
aiutarla con i preparativi per la festa e con le bambine quando
torneranno."
"Vuoi dirmi che non ti sono piaciute le mie coccole? Potrei sempre farle a
qualcun'altra."
La ragazza gli lanciò contro un cuscino. "Non sei divertente mio caro
Salvatore, dovresti farti una doccia e sistemarti un pò, sicuramente nel
pomeriggio arriveranno anche Enzo e Bonnie per salutare le bambine, forse
anche Tyler e Matt, non gliel'ho chiesto a Caroline, in realtà. Con tutta
questa storia del virus non ho pensato molto agli altri.." Ammise la
ragazza mentre si infilava il reggiseno e un paio di mutandine.
Damon iniziò a sentire il pericolo nelle parole di Elena, sospirò appena
sperando che non riprenda con le domande o le frecciatine. Venne salvato
in calcio d'angolo dalla voce di Caroline che chiedeva alla sua ragazza di
raggiungerla.
Elena si infilò di corsa un paio di Jeans e un top e si avvicinò a Damon
posandogli un dolce bacio sulle labbra. "Ci vediamo tra poco giù."
L'uomo ricambiò il bacio e dopo aver aspettato che la ragazza uscisse
decise di alzarsi. Sistemò un pò il letto sgualcito e controvoglia si
diresse verso il bagno, aprì l'acqua nella vasca e mentre questa si
riempiva fece nuovamente capolino nella stanza, si avvicinò alla sua
cassettiera, aprì uno dei cassetti ed estrapolò un foglio infilato sotto
una pila di maglioni.
Lo stense sul piano superiore del mobile e sospira appena. Il foglio
ritraeva la pianta del laboratorio della Smith, c'erano scritte, frecce,
appunti, note, aveva tutta l'aria di essere l'abbozzo di un piano. Tutte
quelle notti insonni nella cella avevano scatenato sempre di più la voglia
di vendetta e la sua mente stava elaborando un piano per tornare in
quell'inferno.
La mente dell'uomo si riempì nuovamente di quei ricordi macabri tanto da
spaventare chiunque.
La parte più difficile sarebbe stata parlarne agli altri. Decise di
rimettere via la mappa e un paio di fogli con varie indicazioni fuori che
erano allegati a quest'ultima e si avviò verso la vasca per rilassarsi, o
almeno provarci.
***
In poco più di un paio d'ore casa Salvatore si era popolata, come suo
solito, Enzo e Bonnie erano arrivati prima di tutti, gli ultimi arrivati
erano proprio Matt e Tyler ma Caroline non aveva perso tempo ad assegnare
ad ognuno di loro un compito per completare i preparativi per la festa di
bentornato. All'appello mancavano solo Alaric e le bambine, l'uomo aveva
deciso di passare prima per casa sua per posare alcuni bagagli, sistemare
un pò le bambine e farsi una doccia. Erano state via per un paio di
settimane, per volontà di Alaric che da un lato voleva lasciare un pò di
spazio a Caroline e Stefan e dall'altro non vedeva l'ora di passare del
tempo con le piccole.
Caroline non vedeva l'ora di riabbracciarle, erano pur sempre le sue
bambine per quanto inaspettate e queste due settimane erano state
interminabili per lei.
Damon stava sistemando insieme ad Enzo su una scala il festone di
bentornato mentre dal basso Bonnie si accertava che fosse dritto, Elena li
guardava divertita mentre sistemava i dolci sul tavolo. Caroline affiancò
Stefan che guardava il tutto con un sorriso sincero sul volto.
"Mi mancava vederti così sereno." Il ragazzo le sorrise avvolgendole la
vita con il braccio.
"A me mancava esserlo" Le posò un dolce bacio sulla fronte. "E' sereno, è
tranquillo, ha addirittura stretto la mano di Matt e Tyler e sappiamo bene
che non c'è mai stata questa grande amicizia, forse mi hanno rifilato il
gemello di Damon."
La bionda accennò un sorriso, reso un pò amaro dal ricordo della
conversazione di quella mattina con Damon, non era il caso di turbare
ulteriormente Stefan.
Dopo qualche minuto i ragazzi furono sorpresi dal suono del
campanello. Come promesso arrivarono allo scoccare delle 16:00. la
bionda corse subito ad aprire e ad abbracciare le bambine che non ebbero
nemmeno il tempo di fiatare.
Tutti si avvicinarono alle ragazzine e ad Alaric che sorrise nel vederli
tutti lì.
"Ovviamente il comitato di benvenuto non è per me, vedo troppi palloncini
rosa." Ci scherzò su chiudendo alle sue spalle il grande portone e
iniziando a salutare i vari ragazzi. Damon si trovava vicino ad Elena, era
rimasto rapito dalle piccole, l'ultima volta che le aveva viste avevano
poco più di un anno e ora, sembravano così cambiate. Il suo sguardo fu
rapito poi da quello di Alaric che lo raggiunse.
"Non volevo crederci quando Care me l'ha detto, sono contento di vederti,
amico." Alaric gli porse la mano, Damon sorrise e lo guardò.
"Mi sei mancato anche tu." Ridacchiò e gli strinse la mano per poi
attirarlo in un dolce abbraccio.
I ragazzi sorrisero inteneriti alla scena mentre le bambine si staccarono
da Caroline e iniziarono a salutare tutti.
Il resto della giornata passò tra dolci, palloncini e coriandoli.
Sembravano così uniti, spensierati, il pericolo era ancora là fuori ma
nessuno ci stava pensando.
Le bambine erano al centro dell'attenzione di tutti, ridevano, giocavano e
raccontavano con gioia tutte le cose che avevano fatto con Alaric.
"Io proporrei un brindisi."
Esordì Caroline, prendendo un bicchiere di champagne e mettendosi al
centro del salotto.
"Per cosa?" Domandò Elena, stretta tra le braccia di Damon.
"Per tante cose, alla famiglia per esempio"
"Direi che sono più che d'accordo." Stefan raggiunse la sua donna e gli
altri si alzarono.
"A Damon." Iniziò Bonnie.
"Alle nostre bambine" continuò Alaric facendo un occhiolino a Caroline.
"All'amore" riprese Enzo.
"All'amicizia" dice Tyler.
"Ai cambiamenti" continuò Matt alzando il bicchiere.
"Alle sorprese, quelle della vita, quelle che ti colgono quando sei a
terra e ti cambiano la vita, te la consumano e te la rendeno speciale."
mormora Elena, guardando intensamente Damon.
"Alla vita." Continuò Stefan, gli altri accennarono una risata. "Avanti,
avete detto tutti cose poetiche, che ho detto di male?"
"Tecnicamente sei morto, fa un pò strano" Dice Bonnie ridendo.
"E non è nemmeno l'unico" riprese Tyler facendo ridere anche gli altri.
Dopo questa piccola parentesi da cabaret fu il turno di Damon, che guardò
tutti e alzò anche lui il calice.
"Non volevo essere scontato come quel mangia-scoiattoli di mio fratello,
ma devo perchè è la verita, io brindo a voi."
I ragazzi sorpresi e inteneriti alzarono i bicchieri, ma Damon non perse
tempo per ricordargli di tenere a bada le smancerie.
Brindarono tra loro e vennero sorpresi dalle bambine che si infilarono tra
le gambe dei ragazzi, tanto che Elena perdendo per un attimo l'equilibrio
si rovesciò il contenuto del bicchiere sulla maglietta, il bicchiere cadde
a terra rompendosi.
" E noi? " Dicono le bambine in coro facendo scoppiare tutti a ridere.
Elena non perse tempo e raccolse il bicchiere in frantumi per poi
allontanarsi per prendere un tovagliolo e pulirsi, Damon si avvicinò. "Ti
sei fatta male?" chiese apprensivo notando che il bicchiere si era rotto.
"No no, mi sono solo buttata tutto addosso." Disse lei incurante di una
piccola ferita che il vetro rotto le aveva fatto alla mano.
"No Elena ti sei fatta male. Stai perdendo sangue dalla mano." Puntualizzò
il vampiro.
La ragazza alzò la mano e notò che c'era un piccolo graffio da cui stava
uscendo un rivolo di sangue, accennò un piccolo sorriso.
"Non è niente, ehi..va tutto bene"
Lo sguardo di Damon si era pietrificato quasi, gli era appena tornata in
mente una delle tante torture che gli infliggevano. Poteva sentire ancora
il bisturi aprirgli le membra, strinse appena gli occhi rendendosi conto
di essersi perso nuovamente nei ricordi. Elena si accorse del cambiamento
di umore ma lo associò alla sua preoccupazione per lei.
"Non è niente, ci metterò un cerotto e domani non si vedrà già niente, ora
è meglio se vado a cambiarmi, torno subito." Gli schioccò un bacio sulle
labbra e si diresse di sopra lasciando gli altri a far festa. Il ragazzo
annuì passandosi una mano sulla fronte, prese un bel respiro e buttò giù
il contenuto del bicchiere tutto d'un sorso.
La mora entrò nella sua camera, in realtà era la camera di Damon ma da
qualche anno era diventata sua di diritto.
"Dovei sistemare i miei vestiti prima o poi." Mormorò iniziando a cercare
qualcosa di pulito, i suoi vestiti sono sparsi e confusi insieme a quelli
di Damon, non che ultimamente le servisse fare ordine data l'assenza del
ragazzo, spesso utilizzava i suoi vestiti per sentirlo vicino. Si avvicinò
alla cassettiera e aprì il primo cassetto cercando un altro top. Dopo
averne trovato uno che stesse bene sui suoi jeans lo infilò. Stava per
chiudere il cassetto quando la sua attenzione venne attirata da qualcosa
di bianco in fondo al cassetto, spostò il resto dei vestiti di lato e tirò
fuori il tutto. Andò verso la scrivania e aprì i fogli, dopo pochi secondi
si rese conto di cosa stava guardando. Era una mappa e c'erano dei fogli
con degli appunti. Gli occhi le si riempirono subito di lacrime.
Damon stava organizzando un piano per tornare lì e non ne aveva parlato
con nessuno. I suoi sospetti erano fondati, lo sapeva.
"Ehi amore, perchè ci stai mettendo così tanto?" Damon irruppe nella
stanza e si avvicinò alla ragazza portando le mani sulle sue spalle, lei
si voltò e gli sventolò i fogli sotto al naso.
"Quando credevi di dirmelo?"
Lasciò cadere i fogli e scappò dalle braccia di Damon.
"Elena aspetta!!"
ECCOCI ALLA FINE DI QUESTO NUOVO CAPITOLOOO!
Come al solito i miei tempi sono lunghissimi, lo so e avete ragione se
mi odiate, stiamo entrando nel vivo della storia e spero che stiate
seguendo in tanti infatti ringrazio chi ha lasciato una recensione e
anche chi legge in silenzio, grazie, davvero grazie!! Lasciate qualche
recensione, così da permettermi di capire se vi sta piacendo o meno, le
critiche sono sempre costruttive, anche se sono alle prime armi, siate
buoniiii ahahaha.
Il capitolo è pronto da un pò solo che ogni volta cerco di fare il punto
della situazione per non lasciare al vento nessun dettaglio.
Questo finale imminente mi distrugge anche se in quanto discepola di
Julie e Shonda Rhimes non vedo l'ora ci sia un altro pò di dramma prima
della fine della serie, sì sono un po' masochista.
Buona lettura, guys!
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Capitolo 7 *** Hold on ***
capitolo 5
"Aspetta cosa, Damon?" Elena si fermò poco fuori dalla porta della camera
del ragazzo.
"Posso spiegarti, tutto, dammi un secondo."
"Spiegarmi cosa?! Stavi mettendo su un piano da solo per tornare in quel
posto infernale senza dire niente a nessuno? Se non l'avessi scoperto che
cosa avresti fatto?" Elena era totalmente infuriata, iniziò a battere i
pugni sul petto dell'uomo che rimaneva passivo ai suoi colpi, si limitò a
guardarla colpevole, poi le fermò le mani stringendo appena i polsi.
"Non c'è nessun piano Elena! E' solo una pianta..e ci sono alcuni appunti
sopra, non riuscivo a stare con le mani in mano. "
"E invece di parlarne con noi, hai iniziato a vedertela da solo? Dimmelo
in faccia Damon, se non ti avessi scoperto saresti andato lì senza dirci
niente?" Disse lei allontanandosi dal ragazzo e tirando via le mani dalla
stretta.
"Certo che no Elena, la morte la conosco troppo bene da starle alla larga!
Lo so, state cercando di proteggermi evitando l'argomento e comportandovi
come se nulla fosse successo, ma non è così." Riprese il vampiro scuotendo
la testa.
"Il tuo ritorno ci ha sconvolti, ci ha sconvolti la tua storia, Damon! Sei
tornato da soli tre giorni, stiamo ancora cercando di metabolizzare il
tutto e abbiamo cercato in tutti i modi di non farti sentire sotto
pressione, abbiamo cercato di proteggerti! Io non posso credere che tu
abbia pensato solo alla tua vendetta...Sei sempre il solito egoista, non
cambierai mai." La rabbia della ragazza era incontenibile, scese di corsa
al piano di sotto rischiando addirittura di cadere.
Il vampiro rimase colpito dalle parole della donna, non era un gesto
egoista il suo, non questa volta e il fatto che lei lo pensasse lo feriva
ancor di più, dopo qualche secondo di pausa riprese il suo discorso.
"Non è una vendetta, Elena, perchè non ci arrivi?" Il vampiro la segui,
entrambi si ritrovarono al piano di sotto, un'intera platea di persone li
guardava increduli.
Ovviamente tutti avevano ascoltato la conversazione tra i due, non serviva
un super-udito per rendersi conto di quello che stava succedendo. Caroline
non perse tempo e fece un cenno ad Alaric, entrambi portarono le bambine
nella loro camera, non dovevano assistere a quella che aveva tutta l'aria
di essere l'ennesima litigata in quel salotto Damon raggiunse di
nuovo Elena tirandola per un braccio.
"Lasciami andare! Devi lasciarmi andare!" Urlò lei, subito Stefan si
avvicinò ponendosi tra i due.
"Che diavolo sta succedendo?"
Elena non perse tempo e porse ciò che aveva trovato al vampiro più
giovane.
"Succede che il tuo fratellino gioca a fare il detective."
Damon strinse i denti senza proferire parola. Bonnie si avvicinò al trio
aggrottando la fronte, rivolse il suo sguardo verso il moro dagli occhi di
ghiaccio.
"Tu non andrai lì..non ci pensare nemmeno per scherzo."
Elena riprese la parole agitando le braccia presa ancora dalla rabbia e
dalla frustazione: "E credevo che tu stessi bene, volevo convincermi che
tu stessi bene ma sapevo che mi nascondevi qualcosa, non è mai un buon
segno quando ti chiudi in te stesso."
"Cosa ti aspettavi Elena? Che tornassi e che fossi il solito Damon di
sempre? Io, non aspettavo altro e ci ho provato, credimi ci ho provato, ma
improvvisamente la mia mente mi faceva sentire fuori posto, certe scene mi
si presentano davanti agli occhi senza che possa fermarle!" Urlo il
vampirò quasi disperato. "Ho cercato di essere il ragazzo che conoscevi,
perchè volevo esserlo io in primis ma...io non ci riesco. Ho ancora dei
conti in sospeso e volevo proteggervi da me stesso, non è una vendetta la
mia. Delle persone sono morte per salvarci, una persona in particolare ha
sacrificato la sua di vita cosicchè io potessi tornare qui! Non posso
lasciar perdere, non posso far sì che quella stronza la passi liscia, deve
soffrire, così come abbiamo sofferto tutti noi per tutti quei mesi. Mentre
voi eravati troppo occupati a compiatirmi e a cercare di far sembrare
tutto perfetto, ho fatto qualche ricerca, ho trovato la pianta del
laboratorio e mi sono reso conto che in nessuna di quelle che ho trovato
figurano i sotterranei e così ho dovuto far riferimento ai miei ricordi
per riuscire a ricostruire il posto. Ve ne avrei parlato, volevo avere un
punto di partenza, non c'è nessun piano, sono solo i miei ricordi. Ricordi
che sono frammentati, la mia mente cerca di tenermeli all'oscuro per poi
farli riemergere nel momento meno opportuno. .Non vorresti mai immaginare
le cose che mi hanno fatto. Io ho bisogno di chiudere questo capitolo
della mia vita e finchè è viva non posso farlo."
Il ragazzo si appoggiò al muro scivolando su di esso lentamente, guardava
il vuoto. Ecco che il grande muro che aveva sempre alzato stava cadendo.
Il grande e cattivo Damon Salvatore aveva abbassato la guardia. In quella
cella lo avevano distrutto, avevano annientato ogni suo punto di forza e
ci aveva provato a fare il forte, il solito ottimista ed egoista ma quella
parte gli stava stretta in quegli ultimi giorni.
Elena rimase agghiacciata dallo sfogo di Damon, nessuno si aspettava una
simile reazione, a sentirlo furono anche Care e Alaric, appena tornati
dalla stanza delle bambine. Seguì un grande silenzio.
Il ragazzo scivolò fino a terra e appoggiò la testa all'indietro, perso
nei ricordi, perso in quelle mura di cui sentiva ancora l'odore di
verbena. Sentiva ancora il bisturi squarciargli la pelle, le misture
chimiche bruciargli la gola, sentiva il suo sangue uscirgli dalla bocca,
il respiro corto, le torture psicologiche da parte di quelle streghe.
"Mi, mi..dispiace, io..so che non posso saperlo e non posso
immaginarlo..ma ti prego, non chiuderti..non chiuderti. Lasciami entrare
in te, solo così posso aiutarti."
La ragazza si inginocchiò accanto a lui, poggiò le mani sulle sue e le
strinse forte, cercando di distoglierlo dai suoi pensieri.
Stefan raggiunse i ragazzi e poggiò una mano sulla sua spalla
stringendola. Non riusciva a pronunciare nemmeno una singola parola, gli
occhi gli si inumidirono.
In realtà, Stefan quel ragazzino lo conosceva, gli sembrava di essere
tornato indietro di decenni, quando ancora erano umani e ignari del loro
futuro.
"Damon, ti prego.." Mormorò ancora la mora cercando di attirare su di sè
l'attenzione del ragazzo.
Quest'ultimo sbattè appena le palpebre riprendendo contatto con la realtà.
Si guardò intorno notando le facce sconvolte degli altri.
"Sto bene, io..ehm, scusate..ho bisogno d'aria." Disse frettolosamente,
alzandosi e tenendosi al muro per non perdere l'equilibrio, era ancora
sconvolto, come una furia si precipitò fuori. Stefan interpretò subito lo
sguardo e i pensieri di Elena e si recò fuori insieme a lui.
La ragazza fu raggiunta dalle amiche che le si strinsero ai lati.
Enzo andò a versarsi insieme ad Alaric un bicchiere di bourbon per
scaricare la tensione, Matt e Tyler li seguirono cercando di capire
qualcosa in più sulla situazione, Caroline aveva omesso molti dettagli
quando li aveva avvertiti.
"Non è più lui." Mormorò Elena in preda alle lacrime.
"Smettila, Elena...è solo un lato di lui che non lascia mai vedere a
nessuno. Ha cercato di sembrare felice e tranquillo, ma avevamo ragione a
pensare che non stava per niente bene." La strega si asciugò il viso dalle
lacrime mentre pronunciava quelle parole.
"Non dobbiamo farci prendere dal panico, Stefan è con lui ora e.."
Caroline cercò invano di rassicurare le due ragazze, ma Elena prese subito
la parola.
"Quella stronza deve pagare per ciò che ha fatto." Disse fermamente
asciugandosi le lacrime e prendendo alcuni respiri profondi.
***
"Damon, fermati!" Stefan afferrò il fratello per un braccio.
"Lasciami solo" Rispose lui fermandosi e tirando via il braccio dalla
stretta del più piccolo.
"Allora condividerò la solitudine con te, non voglio che tu stia da solo.
Non sei solo e voglio che te lo faccia entrare in quella testa!"
"Io, non riesco a fuggire da quello che è successo, non credo di essere
più così forte come ero prima. Per superare la mia permanenza alla
Augustine ho dovuto spegnere i miei sentimenti e perdere la mia umanità.
Ora ricordo bene perchè ho dovuto farlo, certo, era l'unico modo per
lasciare Enzo alle mie spalle e non morire entrambi ma, non avrei
resistito con tutti quei ricordi forti nella mia mente. E' come se
stessero prendendo il sopravvento e.." Il ragazzo strinse gli occhi come
per volerli respingere, Stefan mise le sue mani sulle sue spalle e cercò
di rassicurarlo.
"Calmati, ora, prendi un bel respiro. Sei lontano da lì e ti prometto che
non ti accadrà più niente."
"Non ne sapete niente voi, non ne sai niente tu. Io non voglio più
sentire.." Mormorò Damon, improvvisamente nella sua mente si fece largo
una convinzione, la sua espressione facciale cambiò a tal punto da far
intendere tutto a Stefan.
"NO! Damon, non farlo, spegnere l'umanità non è la soluzione a questo."
"E perchè no? Se non sento niente, non soffro e posso uccidere quella
stronza senza rimorsi."
"Sai bene che non funziona così e che non è così facile riaccendere
l'umanità."
"Non dire cazzate, ci siete tu ed Elena e Bonnie..e riuscirete sicuramente
ad inventarvi qualcosa."
"Damon! Ti prego, per una volta, ascoltami. Usa quella rabbia, quella
frustrazione e quel dolore per rimetterti in piedi, non lasciarli andare,
usali per fare la cosa giusta. Ti prometto che la troveremo, gliela faremo
pagare e distruggeremo quell'arma infernale, tu fidati di me. Non lasciare
andare la tua umanità, ti supplico."
Disse Stefan allo stremo delle forze, non poteva permettere che il ragazzo
spegnesse l'umanità e lasciasse andare tutto ciò per cui aveva lottato
così tanto.
Damon non voleva ascoltarlo, era deciso, sarebbe stato tutto più facile ma
in quel momento gli vennero in mente gli anni passati e come l'amore per
Elena lo avesse sottratto dall'inferno e gli avesse fatto vedere il mondo
con occhi diversi. Non poteva arrendersi, lo doveva a Stefan e lo doveva
ad Elena.
"Va bene." Mormorò il moro, passandosi le mani sugli occhi e cercando di
opporsi alla sua mente. "Non so per quanto potrò resistere ancora,
cercherò di farlo più a lungo possibile."
Stefan si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte. "Superemo anche
questa, non arrenderti. Ti prego non arrenderti." Damon lo strinse a sua
volte cercando di reprimere quell'istinto di sopravvivenza che stava
emergendo.
***
"Le bambine si sono addormentate" Disse Alaric a Caroline, porgendole un
bicchiere di vino. "Gli ho rimboccato le coperte, dormono profondamente.
Tu stai bene?"
"Per niente, sono preoccupata per la piega che tutta questa situazione
prenderà."
L'umano annuì e prese un respiro profondo. "Possiamo fare l'unica cosa in
cui siamo bravi, lottare. Domani mattina chiamerò la baby sitter e le
porterò le bambine, devono stare il più lontano possibile da questa casa."
"Si, l'ho già informata, dobbiamo solo dirle quando porteremo le bambine.
E' assurdo, sono appena tornate, sei appena tornato e ti abbiamo
catapultato di nuovo in queste storie."
"Ehi, stai parlando con un professore di Storia con la passione per
l'occulto, non di un professore qualsiasi." Ridacchiò Alaric cercando di
alleviare la tensione e strinse appena la bionda tra le sue braccia, per
quanto lui avesse voluto creare una famiglia con lei, la ragazza si era
sottratta a quest'idea molto tempo prima. Ovviamente non poteva fargliene
una colpa, doveva vivere la sua vita, l'aveva sacrificata per far nascere
le sue, le loro bambine ed era diventata la loro mamma e ovviamente quella
ragazza sarebbe sempre stata una parte fondamentale della sua vita.
Caroline scoppiò a ridere alle parole dell'uomo lasciandosi stringere, gli
infondeva sempre molta sicurezza.
Elena fissava nervosamente la mappe dei sotterranei, fu raggiunta da Enzo
che scolò l'ennesimo bicchiere di bourbon.
"Così le consumerai." Disse lui allungando l'occhio sui vari scarabocchi.
"Quella era l'idea." Sospirò lei passandosi le mani tra i capelli.
"Non essere arrabbiata con lui, Elena." Si limitò a dire il vampiro
stringendo appena le labbra.
"Non potrei mai avercela con lui. Credevo solo di riuscire a gestirlo.."
Il tono di Elena era basso e sommesso, scoraggiato.
"L'ho odiato per tanto tempo perchè mi ha lasciato letteralmente a marcire
tra le fiamme senza preoccuparsi del mio stato e per tanti altri motivi.
Ma so anche cosa si prova a subire quelle torture e io stesso le ho subite
per più di qualche mese, le ho subite per anni, fino quasi a scordare il
mio nome e la mia vera identità. Non è facile, è una strada in salita, una
salita ripida, molto ripida. Hai i sentimenti accesi e le emozioni sono
amplificate e senti tutto al massimo, compresi il dolore e la frustrazione
e vorresti spegnerli, radere tutto al suolo ma non lo fai, almeno non
subito perchè è l'unica cosa che ti è rimasta."
La ragazza strinse le labbra, si sentiva male per non aver agito subito,
per non aver fatto nulla e per aver fatto troppo poco. Il ragazzo continuò
posando una mano sulla sua spalla, stringendola delicatamente. "Ma Damon
non è solo, ha te e Stefan, e Bonnie..bhè ha una squadra piuttosto grande
dietro. Non disperare" le fece un occhiolino e andò verso la sua ragazza
che nel frattempo conversava con Matt e Tyler, i due non sapevano niente
del virus e lei cercò di rassicurarli, invano, dato che neppure lei era
sicura di niente.
"Tornare in città, è stato un grande errore, non voglio essere trascinato
nuovamente in tutto questo." Sbottò Matt incrociando le braccia.
"Matt non fare il melodrammatico." Sbuffò Tyler per poi rivolgersi a
Bonnie. "Quindi questo virus colpisce solo i vampiri?"
Bonnie annuì stringendo un braccio intorno a quello di Enzo che l'aveva
raggiunta. "Damon ha detto che c'erano solo vampiri e che il suo scopo era
di annientare i vampiri quindi dovrebbe avere effetto solo su di loro. Ma
ne sappiamo ben poco, avete visto lo stato di Damon in questo momento e
credo che ne sappia ben poco anche lui. In teoria tu non dovresti aver
problemi in quanto licantropo."
Tyler nella sua mente tirò un grande sospiro di sollievo ma cercò di
mascherare il tutto, non era il caso di mostrare felicità quando gli altri
stavano letteralmente cadendo a pezzi.
"Hai detto anche che quella tizia ha iniziato la sua vendetta perchè un
vampiro ha ucciso la sua famiglia, la cosa non mi sorprende e non mi sento
nemmeno di incolparla." Disse Matt rivolgendosi a Bonnie che aveva
spiegato per bene la situazione. era completamente indifferente alle
opinioni degli altri. Tyler gli riservò un'occhiataccia.
"Matt, sei sempre molto superficiale, vorrei ricordarti che se non fosse
stato per noi vampiri a quest'ora saresti sotto qualche metro di terra da
un pezzo." Disse sarcastico Enzo avvicinandosi al ragazzo che indietreggiò
appena. Bonnie strinse con forza il braccio di Enzo per trattenerlo.
"Enzo, fermo...non ne vale la pena. Matt, credevo che certi discorsi li
avessimo abbandonati qualche anno fa. Non dico di dimenticare i torti
passati ma di andare avanti e così stanno le cose, non siamo più al liceo.
Ora se ci scusi, il mio fidanzato vampiro e io andiamo ad accertarci se il
mio migliore amico, vampiro anche lui, stia meglio." Con molta classe
Bonnie liquidò Matt che rimase in silenzio lasciandoli andare. Enzo
strinse a sè la sua donna mormorandole nell'orecchio dei complimenti che
la mora accettò con un sorriso.
Matt nel frattempo si strinse nelle spalle sentendo su di sè lo sguardo
contrariato di Tyler.
"Smettila di guardarmi in quel modo, Tyler, sappiamo benissimo che lo
pensi anche tu e non hai il coraggio di dirlo."
"Dovevi fare il moralista anche stasera Matt? Credevo che il punto di
passare qualche giorno qui a Mystic Falls fosse quello di staccare la
spina. Non credo fosse il caso di dire certe cose tutto qui." Alzò le
spalle, il moro, allontanandosi.
Damon e Stefan rimasero per un pò fuori al cortile, seduti sull'erba a
godersi il tramonto, il moro non riusciva ancora ad affrontare gli altri
dentro, aveva bisogno di un pò di pace.
Il silenzio venne interrotto da una timida Elena che si avvicinò
lentamente, i due si girarono allo stesso momento avendone percepito la
presenza. Damon le rivolse un debole sorriso, Elena non meritava quei suoi
crollI e le sue insicurezze.
"Ehi..." Si limitò lei a dire quasi come se cercasse il permesso del suo
amato. Stefan comprese subito la situazione e si alzo poggiando una mano
sulla spalla di Damon.
"Io vado entro, se serve qualcosa..chiamami." Fece un occhiolino ad Elena
sfiorandole il braccio e li lasciò. La mora si sedette accanto al ragazzo
che la osservava dolcemente.
"Mi dispiace!" Dissero all'unisono facendo sorgere su entrambi i volti un
sorriso sincero.
"Inizia tu, vai" Propose Elena sorridendogli.
"Devo scusarmi per prima." Iniziò lui mordendosi il labbro, non era per
niente abituato alle scuse. "Ho difficoltà a gestire le mie emozioni
ultimamente. Ho difficoltà a gestire molte cose, in effetti." Elena scosse
la testa spostandosi i capelli dietro le orecchie.
"Credevo che farti dimenticare di tutto e andare avanti fosse la risposta
ai tuoi problemi, invece non è così. Mi dispiace, Damon, hai ragione, io
non ne so niente di quello che hai vissuto laggiù, non posso nemmeno
immaginarlo ma posso aiutarti ad affrontarlo. Possiamo affrontarlo
insieme, credi in me, credi in noi. Credi a quel futuro che mi promettesti
anni fa."
"Io non ho mai smesso di credere in noi o di amarti, Elena, non pensare
nemmeno ad una cosa del genere." Esplose Damon voltandosi verso di lei e
prendendole il viso tra le mani. "Tu sei la mia vita, sei la cosa migliore
che potesse capitarmi e mi hai salvato. Mi salvi sempre, mi hai salvato
dal primo momento in cui mi hai guardato, hai visto la luce in me, hai
visto qualcosa in me e mi hai tirato fuori dalle tenebre, non potrò mai
ringraziarti abbastanza per questo, per amarmi. Sei tu la mia luce, Elena
Gilbert." Il tono spezzato del vampiro raggiunse il cuore della ragazza
che lasciò scivolare una lacrima sul suo viso, Damon la asciugò con un
pollice per poi accarezzare la guancia della donna.
"Io...io.." La donna non si aspettava quelle parole, sapeva che lui la
amava e gliel'aveva dimostrato tante volte, ma non era mai stato così
aperto, quella parte così fragile la spaventava ma allo stesso tempo le
permetteva di vedere un Damon più umano, più vulnerabile che aveva bisogno
di lei. Si gettò subito sulle labbra del ragazzo accarezzandole con un
dolce ma deciso bacio.
Stefan rientrò nella villa e subito la sua amata Caroline si fiondò tra
le sue braccia, fu subito accerchiato dagli altri e li rassicurò riguardo
le condizioni di Damon.
"E' con Elena ora, si è calmato, ma avevo scordato quanto fossero
pericolosi i sentimenti di Damon."
Bonnie avanzò con il busto non riuscendo a capire dove volesse arrivare il
vampiro.
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire, che era vicino al volerli spegnere e io non posso permettere
che questo accada." Il verde intenso degli occhi di Stefan si scontrò con
quelli di Bonnie che li sgranò scuotendo la testa.
"Non possiamo più rimandare, dobbiamo escogitare un modo per entrare in
quei laboratori senza farci scoprire, prendere la donna, costringerla a
parlare e distruggere qualsiasi cosa sia laggiù" Disse convinta Caroline,
aveva paura di quelle che sarebbero state le conseguenze se non fossero
riusciti ad annientare quel virus, non era disposta a perdere le sue
bambine.
"Uouo, Care, non è così facile.." Intervenne Alaric che sventolò una mano
contrariato. "Di certo non sarai tu ad andare lì." Lo sguardo di
disappunto di Rick si incontrò con quello di Stefan che in cuor suo era
più che d'accordo, non avrebbe mai permesso alla bionda di correre un
pericolo di quel genere.
"Abbiamo un punto di partenza no?" Enzo ruppe la tensione prendendo gli
schizzi di Damon e la mappa e li poggiò sul tavolino al centro del
salotto, invitando gli altri ad avvicinarsi con un gesto.
"Solo io penso sia una missione suicida?" Sbottò Matt stringendo le mani
ai fianchi. La sua mente gli diceva di andar via prima che fosse troppo
tardi e fosse risucchiato di nuovo nel dramma dei Salvatore, ma qualcosa
lo tratteneva, gli altri si limitarono ad ignorarlo o a rivolgergli delle
occhiatacce.
Stefan posò il dito sulla mappa "L'ideale sarebbe entrare con l'inganno,
non sappiamo cosa ci aspetta, calcolando la fuga di Damon e degli altri
vampiri, la Smith potrebbe aver rinforzato la sicurezza del laboratorio e
non parlo solo a livello di magia ma anche a livello di guardie. E loro
hanno il coltello dalla parte del manico, Damon ha detto che la notte in
cui sono scappati avrebbero dovuto testare il virus quindi due sono le
possibilità: o sono in cerca di vampiri su cui testare il virus, o stanno
tramando qualcosa." Si posò una mano sulla fronte cercando di chiarirsi le
idee, Caroline gli sfiorò la spalla con una mano, serrando le labbra.
"E che inganno potremmo usare?" Intervenne Rick massaggiandosi il meno con
la mano.
"Uno di noi farà da esca, e con noi intendo o io o Stefan, che siamo gli
unici vampiri capaci di gestire una situazione del genere, uno li distrae
e l'altro agisce. Facile." Puntualizzò Enzo che si volto alla ricerca
dello sguardo di Bonnie, la donna sedeva sulla poltrona con lo sguardo
perso, stava pensando. Aveva la fronte corrugata, gli si era formata
quella piccola smorfia sul mento che Enzo sapeva riconoscere bene.
Caroline sospirò appena sentendo il divieto di Enzo, non voleva di certo
andare nella tana del lupo, ma tutti cercavano di proteggerla per via
delle bambine, soprattutto Rick e glielo doveva.
Seguirono pochi secondi di silenzio, interrotti da Tyler. "Piano più
stupido di questo, non esiste."
Stefan alzò le sopracciglia inclinando la testa di lato "E sentiamo, cosa
proponi?" Domandò incrociando le braccia.
Ty fu preso alla sprovvista "Non ne ho idea, ma è una missione suicida."
Il ragazzo guardò Matt, rendendosi conto che il biondo non aveva poi così
torto. "Insomma, se vi somministra il virus che fate? Non ne sapete nulla,
non sapete nemmeno se ci sia una cura!"
Altri secondi di silenzio seguirono a quella domanda, nessuno ebbe il
coraggio di rispondere. Quella tensione fu interrotta dalla voce di Bonnie
che si alzò dal divano e si schiari appena la voce.
"Andrò io. Non sono un vampiro, sono una strega, quindi il virus su di me
non dovrebbe avere effetto. Sappiamo che la Smith è aiutata da un gruppo
di streghe, questa sarà la mia copertura. Fingerò di aver incontrato Damon
per la mia strada e che mi ha chiesto aiuto raccontandomi tutta la storia,
le dirò di averlo ucciso e di volermi unire alla loro crociata. Ovviamente
non dirò di essere una Bennet, non sappiamo di che congrega si tratti e se
scoprono chi sono, scopriranno anche il mio legame con Elena e con i
Salvatore. Mi infiltrerò e scoprirò cosa vogliono fare e vi aggiornerò."
In quei minuti di silenzio aveva escogitato un piano che la vedeva
protagonista, ovviamente era da perfezionare ma poteva funzionare, tutti
la guardarono sorpresi. Enzo sgranò gli occhi e la prese per un braccio.
"No, Bonnie Bennet, ascoltami tu non andrai proprio da nessuna parte." lo
sguardo del vampiro si indurì di getto.
In quel momento Elena e Damon fecero il loro ingresso, in tempo per
sentire il piano della strega.
"Tu farai cosa?" Disse incredulo Damon che le si avvicino scuotendo le
mani. "No, no, no, ho già detto di no?"
La strega sospirò chiudendo gli occhi, si passò una mano tra i capelli
scuri e poi riaprì gli occhi fissando i due ragazzi.
"Ormai ho deciso."
CIAAAAAOOOO!
VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA. Sono impredonabile, lo so. Questo secondo
semestre è stato molto stressante e ho finito da poco la sessione estiva
così ho deciso di riprendere la storia, sperando che chi mi seguiva sia
ancora lì. Che ne pensate del capitolo? Che ve ne pare del corso della
storia? Ecco che ci stiamo avvicinando al nocciolo della storia, in
questo capitolo sono andata ancora più affondo con il personaggio di
Damon, ciò non sempre traspare nella serie tv ma io immagino così i suoi
pensieri in una situazione del genere, in fondo questo è il motivo per
cui sono innamorata del suo personaggio. Mi scuso per il carattere un pò
melodrammatico, ma sono una discepola di Shonda Rhimes e amo queste
cose. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione se
volete, ovviamente sono ben accette le critiche, ma siate buone è la mia
prima esperienzaaa!
A proposito, non ho potuto commentare con voi la fine della serie
quindi lo farò qui brevemente. Sono abbastanza soddisfatta del finale
anche se credo abbiamo fatto un mega riassunto di tutto, chiudendo
troppo velocemente certe cose..(ehm..il Delena ad esempio, ma vabbè) ma
è una serie che mi ha accompagnato per tutta l'adolescenza, avevo 14
anni quando iniziai a vederla in streaming e ora che ne ho 21 credo mi
abbia insegnato delle cose.
Chi mi segue sa anche quanto sia legata alla musica, la trovo una droga
molto potente e soprattutto qualcosa di fondamentale. La storia ha il
nome di una canzone e anche i vari capitoli. Di solito li scelgo per via
del significato del testo e del capitolo in questione ma a volte è anche
l'istinto che mi spinge a fare delle scelte. In questo periodo c'è stato
un brutto avvenimento, quale la morte di Chester Bennington, leader dei
Linkin Park e per quanto non ci sia un nesso con TVD, questa storia si
chiama come una delle sue canzoni, canzoni che mi hanno accompagnata
negli anni e continuano a farlo, i cui testi sono arte. Quando iniziai a
scrivere cercavo un titolo che potesse riassumere la storia e Lost in
the echo tuonava nelle mie orecchie. Rest in Peace, Chester.
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