Uno strano scherzo del destino

di Nerd_Girl_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Un incontro sgradevole ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Delitto e castigo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Cicatrici e dubbi ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Un incontro sgradevole ***


Uno strano scherzo del destino


Capitolo 1 Un incontro sgradevole
 

Era un giorno come tanti, nelle Terre del Branco, tutti gli animali facevano tranquillamente le loro cose, ignari dell’intruso che si avvicinava pian piano verso di loro.
Una misteriosa figura strisciava in mezzo all’erba alta, calpestandola ad ogni suo passo e lasciando un’enorme scia dietro di sé. Continuò ad avanzare verso un punto in cui pascolava con tutta calma un branco di zebre; il suo stomaco brontolava al solo vederle; erano ormai parecchi giorni che non riceveva un pasto decente, ma lei non ci fece caso: presto, avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti!
Ad un certo punto si era fermata ad una minima distanza tra lei e loro: aveva messo gli occhi su una zebra giovane e ben formata, l’ideale bocconcino da arraffare! Così, affilò gli artigli e assunse la posizione d’attacco.
Stava quasi per attaccare quando qualcosa, o qualcuno, la inchiodò violentemente a terra, sollevando un gran nuvolo di polvere, intorno a loro. Quando la nuvola si fu diradata del tutto, riaprì pian piano gli occhi e vide di fronte a sé un cucciolo di leone maschio della sua età, più o meno, dal manto dorato, con un ciuffo di criniera rossa sulla testa e con il marchio di un leone che ruggisce sulla spalla sinistra: era lui, lo aveva riconosciuto subito, era il principe Kion!
Ma lui, invece, non sembrava conoscerla affatto e le disse, con un’aria furiosa:
“Che cosa ci fai tu qui, nelle Terre del Branco, straniera?!?”:
“Straniera?!?” La leoncina si era sentita molto offesa nel sentirsi chiamare a quel modo. “Straniera io?!? Guarda che l’unico vero straniero qui, sei tu, mio caro principino!!!”:
“Ma che stai dicendo?”:
“So benissimo quel che sto dicendo!!! Poiché, una volta, ben prima che tu nascessi, io vivevo qui, insieme alla mia famiglia!”:
“Alla tua famiglia?!? Ma non sarai per caso...”:
“Si, sono la figlia di Zira, la leonessa che è rimasta fedele a Scar, fino all’ultimo e nel caso tu non lo sapessi, il mio nome è Vitani!”
A quella frase, Kion parve quasi inorridito nello scoprire con chi aveva a che fare. Ma cercò di non dare a vedere la sua sorpresa e disse:
“Va bene... Ora ascoltami bene, Vitani, se è proprio questo il tuo nome.” Era ormai evidente che Kion non si fidava affatto di lei. “Io non ti voglio fare del male, basta solo che tu torni da dove sei venuta e non rimetti più zampa qui. Ok?”:
“Uh, io direi proprio di NO!” Urlò Vitani, molto arrabbiata. “Dalle mie parti, moriamo di fame e non abbiamo niente da poter mettere sotto i denti!”:
“Non m’importa, tu non puoi cacciare qui, dato che sei una di quei leoni che mio padre ha esiliato! Quindi, ti consiglio vivamente di andartene subito, altrimenti...”:
 “Altrimenti cosa mi fai, principino? Mi sputi una palla di pelo in faccia, per caso?”
Kion era così arrabbiato che avrebbe tanto voluto farle vedere quanto fosse potente il Ruggito degli Anziani per farle abbassare la cresta e farla perciò battere in ritirata, ma si ricordò che non poteva usare il ruggito contro un essere così piccolo e indifeso, soprattutto contro una femmina!
Ma provò comunque a metterle paura.
“… altrimenti, sarò costretto a utilizzare il mio potente ruggito!!!”
Vitani non sembrò affatto terrorizzata dal suo avvertimento, anzi, scoppiò a ridere.
“Ohh, sono molto spaventata, principino! Scommetto che è meno potente di quello di un micetto!”:
“Invece ti dico che è molto potente!”:
“Ah, si? Provamelo, allora!”
Sebbene la tentazione di usarlo fosse così tanta, Kion cercò comunque di mantenere la calma e provò a controbatterla a parole, ma non ebbe il tempo di parlare, che ricevette a tradimento una sonora zampata sulla faccia, che lo fece cadere a terra.
“Scusami tanto, principino!” Disse Vitani, correndo verso il branco di zebre. “Mi sarei intrattenuta volentieri per vedere il tuo “Potente ruggito”, ma sai com’è. Il pranzo mi aspetta!”:
“Oh no, tu non avrai proprio niente, mia cara!” Disse Kion, rimettendosi in piedi e cominciando a correre verso di lei.
Vitani corse velocemente verso la zebra che aveva scelto come spuntino, ma proprio mentre stava per balzarle addosso e azzannarla, una scia gialla e a pois neri le corse davanti, facendola cadere a terra.
“Ci hai provato, ma ti è andata male!” Disse Fuli, il cucciolo di ghepardo femmina.
La leoncina, non appena riprese i sensi, si trovò circondata da lei, da un cucciolo di ippopotamo, un cucciolo di tasso del miele, un cucciolo di airone e da Kion. Formavano tutti e cinque un cerchio intorno a lei, che le impediva di fuggire.
“Sei in trappola, esiliata!” Disse Ono:
“Ormai non puoi più fuggire!” Disse Beshte:
“A meno che non ti arrendi!” Disse Banga:
“Io arrendermi? Già mai!” Disse Vitani, con un chiaro tono di sfida:
“Allora sarai costretta ad assaggiare la furia della Guardia del Leone! Io ti avevo avvisata!!” Disse Kion:
“Non mi fate paura, nessuno di voi!!”:
“Te ne faremo fra poco, carina!” Disse Fuli:
“Ben detto, Fuli! Avanti, Kion, usa il Ruggito degli Anziani!” Disse Ono:
“Già, fai capire alla signorina qui presente che con la Guardia non si scherza!” Disse Banga:
“Veramente, ragazzi, io... non posso! Ho promesso a me stesso che non avrei mai utilizzato il ruggito per fare delle cose brutte!” Disse Kion:
“Ma Kion, usarlo contro un leone esiliato, ergo un nemico delle Terre del Branco, non mi pare affatto una cosa brutta!” Disse Banga:
“E invece lo è, Banga! Lo è eccome! E io mi sono promesso di non utilizzarlo per queste cose per cercare di non diventare come Scar! Per questo non posso usarlo contro di lei... Oh! Ehi, ma... dov’è andata?”
Solo in quel momento la Guardia del Leone si accorse che Vitani era scappata. Ma niente poteva sfuggire alla vista di Ono, il quale la avvistò subito mentre correva, in direzione delle Terre di Nessuno.
“Kion, sta andando verso le Terre di Nessuno!” Disse:
“Vado a fermarla!!!” Disse Kion, preparandosi all’inseguito.
Ma Fuli lo bloccò, dicendoli:
“Perché? Dopotutto, se ne sta solo tornando dalle sue parti, non era quello che volevi?”:
“Si, ma voglio darli un’importante lezione: ovvero, che chiunque si fa beffe della Guardia, non la passa mai liscia!!!”:
“Vuoi che ti aiutiamo a riprenderla?” Chiese Beshte:
“No, non importa! Lo farò da solo!”:
“Se è quello che credi, allora buona fortuna!” Disse Fuli, non tanto convinta.
Kion si lanciò all’inseguimento di Vitani. L’inseguimento durò per qualche minuto, lei stava sempre davanti a lui, sfrecciava sopra e intorno agli alberi e alle rocce, cercando di far perdere le sue tracce.
Ad un certo punto, Kion riuscì ad avvicinarsi a lei e a fermare la sua corsa, prima che potesse attraversare il fiume che divideva il confine delle Terre del Branco con le Terre di Nessuno. Lui la bloccò nuovamente a terra, ma stavolta Vitani lo sorprese ribaltando la posizione, facendo stare lui sotto e lei sopra, ma non si limitò solo a questo: cominciò a morderlo e a graffiarlo con tutta l’energia che aveva in corpo. Kion, per quanto fosse ben deciso a tenerle testa, non riusciva a rispondere per bene ai suoi colpi. Cominciò pian piano a esaurire le forze e alla fine, lei gli dette il colpo di grazia lanciandoli una zampata in faccia, quella zampata fu talmente micidiale che riuscì a farlo stramazzare al suolo, ormai totalmente privo di forze, oltre a farli uscire un rivolo di sangue dalla faccia.
Vitani gli si avvicinò e gli disse, con tono sprezzante e superbo:
“Forse non sei così incredibile, come mi era stato raccontato! E ora, addio, principino!”
Detto questo, salì su un tronco e una volta arrivata alle Terre di Nessuno, sparì tra le rocce.
Kion la vide mentre spariva in quella zona arida e capendo di aver fallito nel suo intento, chiuse gli occhi per concedersi un po’ di riposo e per cercare di dimenticare quello che gli era appena successo. Ma venne risvegliato poco dopo dalle grida dei suoi compagni, che si avvicinarono a lui e cercarono di tirarlo su.
“Kion, ma che ti è successo?” Chiese Banga, notando il sangue che gli rigava la faccia:
“E’ stata lei a fartelo, vero?” Chiese Fuli, piena di collera. “Ma perché non ci hai permesso di aiutarti a fermarla! Se avessimo lavorato insieme, ora non ti ritroveresti in questo stato!”:
“Si, hai ragione Fuli. Mi dispiace davvero tanto!” Ammise Kion, con aria talmente dispiaciuta da intenerire il cuore del ghepardo.
Infatti, lei subito dopo lo guardò con un’aria comprensiva e disse:
“Ragazzi, portiamo Kion da Rafiki! Lui guarirà le sue ferite!”:
“Ma Fuli, e l’esiliata? La lasciamo andare via così?” Chiese Banga, a dir poco sconcertato:
“Non ha nessuna importanza, Banga! L’unica cosa che importa davvero è portare al più presto Kion a farsi curare!”:
“Oh, giusto.”
E così, la Guardia del Leone fece dietrofront verso la Rupe dei Re, lasciandosi alle spalle le ombrose e desolate Terre di Nessuno.

Nota: salve a tutti! Questa è la prima raccolta che pubblico! Come potete ben vedere, ho deciso di inserire all'interno della mia storia la coppia KionxVitani, senza offesa a chi shippa la coppia KopaxVitani! Spero vivamente che vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Delitto e castigo ***


Capitolo 2 Delitto e castigo
 

Nelle aride Terre di Nessuno, dove ovunque vi erano solamente rocce, alberi secchi o morti e persino ossa di animali, il figlio maggiore di Zira, Nuka, stava cercando incessantemente sua sorella Vitani: aveva guardato tra le rocce, dentro le caverne (finendo, addirittura, ad essere punto da uno scorpione) e persino al fiume, ma in nessuno di quei posti era riuscito a trovare almeno una traccia di lei. Se non fosse riuscito a trovarla prima del tramonto, sua madre si sarebbe MOLTO arrabbiata... e sua madre in queste situazioni diventava più spaventosa di un bufalo che ti da la carica!
“Uff, sono così ARCISTUFO di ricevere sempre compiti così mediocri dalla mamma!” Aveva iniziato a dire fra se e se, pieno di frustrazione nei confronti del genitore. “ 'Nuka, bada al fratellino prediletto!', 'Nuka, bada alla sorellina rompiscatole!', 'Nuka, sta attento che i topi non arraffino il nostro cibo!'… Grr!! E’ solo perché Scar non mi ha scelto come suo erede, che mi tratta come un essere inferiore! Ma un giorno gli e lo dimostrerò: le dimostrerò che io sono degno di essere l’essere di Scar e non quella pulce insignificante di Kovu!! Tra me e lui non c’è proprio paragone: lui è solo un mocciosetto viziato, mentre io sono forte, intelligente e soprattutto coraggioso!!!”
In quel preciso istante, sentì un leggero fruscio proveniente da un cespuglio di rovi, li vicino. A quel punto, pensando che fosse sua madre che stava venendo da lui per avere notizie di Vitani, si buttò a terra, tutto tremante, piagnucolando frasi del tipo:
“Ti prego, mamma! Non farmi del male!! O - ok, lo ammetto, ho perso di vista Vitani, ecco l’ho detto! M - ma ora, ti prego, non mi picchiare, per favore!!! Ti giuro che non riaccadrà mai più - uhuhuh...”
Ma al posto della madre, apparve Vitani, la quale si mise a ridere a più non posso alla vista del fratello in quello stato.
“Ahahahah! Piantala di piagnucolare, Nuka, sono io! La tua amata sorellina Vitani!” Disse, ancora ridendo sotto i baffi.
Appena la vide, Nuka si ricompose all’istante e lanciò uno sguardo furioso, e allo stesso tempo imbarazzato, alla sorella, dicendo:
“Ah, ma guarda che l’avevo capito che eri tu, piccola peste! Stavo solo fingendo di essere spaventato per prenderti un po' in giro, tutto qui.”
Vitani non gli aveva creduto neanche un po’, poi Nuka, per cambiare discorso, le disse:
“Senti, ma dove diavolo ti eri cacciata!?! E’ tutto il giorno che ti cerco, se la mamma avesse scoperto che eri sparita... Brrr, non oso nemmeno pensarci!”:
“Tranquillo, mio ingenuo fratellone, ora sono qui e non diremo assolutamente nulla alla mamma. Va bene?”:
“D’accordo!”:
“Bene. Ora andiamo da lei, stupidino!”
Se c’era una cosa che Nuka detestava della sorella erano le sue battutine taglienti, infatti, in quel momento le avrebbe mollato volentieri una bella zampata, ma preferì trattenersi dal farlo, non perché aveva paura di farle male: più che altro, non voleva che poi Vitani, in preda alla rabbia, andasse a spifferare il suo piccolo segreto alla mamma!
“Allora... almeno potresti dirmi dove sei stata?” Chiese, pieno di curiosità:
“Ecco, ero affamata e perciò... sono andata a cacciare nelle Terre del Branco.” Rispose Vitani:
“Nelle Terre del Branco?!?” Aveva esclamato Nuka, abbastanza shockato:
“Parla piano, Nuka! Vuoi che la mamma, o qualcun altro, ti senta?”:
“Scusa! Comunque, come ti è saltato in mente di andare li? E se ti avessero scoperta?”:
“Te l’ho detto, avevo molta fame! E poi, io, a differenza tua, non ho paura di correre il rischio!” Disse Vitani, con aria superiore:
“Ok.” Disse Nuka, facendo finta di non aver sentito l’ultima frase. “Ma ti hanno scoperta, vero?”
Vitani, colta alla sprovvista da quella domanda, deglutì nervosamente, ma cercò di non darlo a vedere e disse:
“Scoperta io? Ma figurati! Cosa te lo fa pensare?”:
“Non lo so, forse i segni di graffi che hai sulla pelliccia?”
La leoncina si guardò il corpo e notò i segni che li avevano lasciato gli artigli di Kion, durante la lotta. A quel punto, capì che continuare a fingere ormai era inutile e sputò il rospo.
“E va bene, lo ammetto: sono stata scoperta mentre cercavo di cacciare una zebra e me ne sono dovuta andare. E tutto per colpa del principe Kion e della sua stupida Guardia del Leone!!”:
“Uo – uo – uo, frena un attimo, sorella!” Disse Nuka, sempre più interessato alla storia. “Ho sentito bene? Hai per caso detto “principe Kion” e “Guardia del Leone”?!?”:
“Siii! L’ho detto, Nuka!” Disse Vitani, a dir poco seccata nel ricordare la cosa. “Lui e la sua Guardia del Leone mi aveva scoperta e mi aveva persino messo con le spalle al muro, ma per fortuna, ho approfittato di un loro attimo di distrazione per filarmela e tornare a casa. Ma quell’ostinato del principe Kion mi ha inseguita e mi ha impedito di attraversare il fiume, inchiodandomi a terra. A quel punto, ho ingaggiato una lotta con lui e penso tu possa immaginare come sia andata a finire.”:
“Ehm... ha vinto lui?”:
“No, stupido! Io, essendo più grande e più forte di quel mociosetto reale, l’ho battuto e me ne sono andata dalle Terre del Branco.”:
“Da come sei ridotta, sembra quasi che ad avere la meglio sia stato lui.”:
“Ti sbagli, caro fratellone: gli ho lasciato come ricordo un bel segno sulla guancia, che quando l’ho lasciato, buttava sangue a fiotti!”:
“Caspita, sei davvero molto forte, sorellina! Saresti una perfetta erede per Scar, peccato che tu sia una femmina! Ahahahah!!!”
Vitani avrebbe tanto voluto mollare una potente zampata al fratello, ma si trattenne dal farlo, non perché avesse paura di farli male: ma perché in quel momento avevano trovato la loro madre.
Zira era impegnata a dare lezioni al piccolo Kovu su come essere un leone forte e spietato, facendoli cacciare una libellula che svolazzava in mezzo a loro. Appena la libellula si posò finalmente su una roccia, Kovu si mise in posizione d’attacco e dopo due secondi, fece un balzo e afferrò al volo l’insetto tra le zampe anteriori. Dopo un po’ le aprì, permettendo alla libellula di volare via.
“Kovu!” Gridò Zira, evidentemente furiosa della cosa. “Non devi lasciarla andare!”
E dicendo così, appena ebbe l’insetto a tiro, lo schiacciò brutalmente con una zampa, lasciando un liquido a dir poco vischioso e schifoso a terra. Dopodiché, si avvicinò furibonda al figlio, dicendoli:
“Che cosa ti avevo detto, poco fa? Non devi mai, e dico MAI, avere pietà di chi è più debole di te: quante volte ti ho detto che gli esseri inferiori devono solo essere abbattuti?!?”:
“Ma mamma, non aveva fatto nulla di male!” Protestò Kovu, cercando di farsi capire dalla madre. “E poi era così bella...”:
“Non mi interessa se era bella oppure no, Kovu! Tu dovevi abbatterla e basta! Quando capirai che devi obbedirmi senza discutere?!?”
In quel momento, a Nuka scappò da ridere. Zira se ne accorse e, dimenticando quello che voleva insegnare a Kovu, si avvicinò lentamente e minacciosamente verso il figlio maggiore e gli disse, con tono a dir poco furioso:
“Lo trovi divertente, Nuka?”
A quel punto, Nuka tacque del tutto, molto intimidito dallo sguardo arrabbiato di sua madre e sfoggiando un sorriso innocente, le disse:
“No, no, assolutamente, mamma! Anzi, ammiro molto quello che fai per Kovu, dico davvero!”
Il giovane leone non era molto convincente, per fortuna lo sguardo di Zira si spostò subito dopo sulla sua unica figlia femmina. Dopodiché, sul suo viso si formò un sorriso e disse, con molta dolcezza:
“Vitani, piccola mia! Dato che sei molto esperta, ti dispiacerebbe mostrare a tuo fratello come bisogna comportarsi con i più deboli?”
Vitani gonfiò il petto, piena di orgoglio e disse:
“Certo, mamma!”
Nuka, di nascosto da tutti, fece una smorfia di disgusto.
La leoncina si avvicinò a un minuscolo topolino che passava di li, per caso, in cerca di cibo; lei lo puntò e dopo essersi trovata un punto sicuro per non essere vista, assunse la posizione d’attacco e dopo due secondi, balzò e lo afferrò con le zanne. Dopodiché, cominciò a scuoterlo forte per qualche minuto, poi lo sputò a terra e cominciò a graffiarlo con entrambe le zampe anteriori, facendo in tal modo sgorgare fiumi di sangue.
Vitani portò trionfante il corpicino ormai senza vita della bestiola e lo gettò a terra, ai piedi di sua madre, la quale le lanciò un sorriso compiaciuto e disse:
“Bravissima, Vitani! Sei talmente forte e piena di grinta che praticamente tutti ti dovrebbero temere, persino Simba e i suoi disgustosi figlioletti!”
A quella frase, Nuka era scoppiato a ridere, e stavolta più forte di prima.
“Nuka, stai ridendo, per caso?” Disse Zira, abbastanza scocciata:
“Si, rido mamma! Perché sappi che hai detto una grossa sciocchezza, riguardo a Vitani, ahahahah!” Rispose Nuka, ridendo ancora di più:
“Ma che diavolo stai dicendo?!?”
Vitani aveva capito subito che Nuka stava per rivelare il loro segreto e cercò di far capire al fratello di smetterla subito di parlare con dei gesti, che, ovviamente lui non riuscì a comprendere.
“E’ semplice: Vitani ha avuto uno scontro col principe Kion e lui l’ha ridotta proprio male! Ops...”
Solo in quel momento, Nuka si era reso conto di averla combinata grossa! Infatti, Zira lo guardò con occhi pieni di rabbia ed esclamò:
“Che cosa?!? Vitani ha lottato col principe Kion?”
A quel punto, Vitani pensò che era meglio svignarsela al più presto e così cominciò a indietreggiare in silenzio, per scappare a nascondersi da qualche parte. Ma sua madre la batté sul tempo, dicendole:
“Vitani, che cos’è questa storia?”
La leoncina si guardò bene dal raccontare una menzogna a sua madre: ormai il segreto era stato scoperto e una bugia avrebbe solo peggiorato ancora di più le cose.
“Ecco... la verità è che... sono stata a cacciare nelle Terre del Branco!” Disse, non riuscendo a guardare dritta negli occhi sua madre per la paura:
“Tu cosa?!?”:
“Avevo molta fame e ho cercato di cacciare una zebra, ma il principe Kion e la sua Guardia del Leone me lo ha impedito e sono dovuta scappare via, tutto qui!”:
“Vitani, non mi mentire, Nuka mi ha detto che ti sei anche addirittura scontrata con il principe Kion, è vero?”:
“Si, è la verità.”
A quel punto, Zira le dette una sonora e potente zampata sulla faccia, talmente forte che la fece cadere a terra, alzando un bel polverone. Dopo poco, Vitani si rialzò a fatica dal suolo e si premette la parte lesa con una delle zampe anteriori, inoltre cercò di nascondere una lacrima che gli stava scivolando lungo il viso.
“Sei una stupida, Vitani!!” Gridò Zira, con tutta la rabbia che aveva in corpo. “Come ti sei permessa di sgattaiolare nelle Terre del Branco?!? Lo sai che a noi esiliati ci è assolutamente proibito di stare la!”
Poi si voltò, in direzione di Nuka.
“E quanto a te, ti avevo detto di badare a tua sorella, mentre io cercavo di addestrare tuo fratello a essere un grande leone, ma non l'hai fatto!”
E nel dire così, aveva alzato la zampa e stava quasi per colpire il figlio, quando Vitani la fermò, dicendo con una voce quasi rotta dal pianto:
“Ma almeno ho vinto lo scontro con il principe Kion!”
La zampa si era bloccata a mezz’aria, rimase così per un po’ poi l’abbassò pian piano e a quel punto la leonessa tornò a rivolgersi alla figlia.
“E così, tu avresti vinto lo scontro col principe Kion, eh?” Disse, non molto felice della cosa:
“Si, mamma! L’ho battuto!” Disse lei, con una fitta di orgoglio nella voce.
Zira la guardò così per un po’, poi le dette un’altra zampata, stavolta dalla parte opposta.
“Non avresti dovuto limitarti solo a batterlo, avresti dovuto ANNIENTARLO! Distruggerlo! Renderlo così in fin di vita da poterlo tranquillamente uccidere!!!”
Non appena Vitani si fu ripresa da quella seconda zampata ed ebbe ascoltato per bene quelle parole, rimase a dir poco sbalordita, oltre che affranta: come poteva pretendere sua madre che avrebbe potuto uccidere Kion, un leone della sua stessa età? Non aveva ancora la forza sufficiente per farlo e poi, ad essere sincera, le aveva fatto talmente pena ridotto a quel modo che, anche se avesse potuto, non se la sarebbe sentita lo stesso di finirlo! Ma non osò rivelare questo piccolo particolare alla madre.
“Mi sono sbagliata su di te, Vitani. Sei una rammollita, ancora peggio di tuo fratello, Kovu!” Disse Zira, senza alcuna remora.
Dopo aver detto quelle parole, si diresse verso alcune leonesse cacciatrici, per vedere quello che erano riuscite a prendere.
Non appena sua madre si fu allontanata, Kovu, che aveva assistito all’intera scena, si avvicinò alla sorella per confortarla.
“Ehi, Vitani! Non te la prendere per quello che ti ha detto la mamma. Se ti fa stare meglio, sappi che tu per me sei una leonessa molto forte e piena di grinta!” Disse Kovu, abbozzando un sorriso:
“No, Kovu, ha ragione lei: io non sono affatto forte e piena di grinta. Non ancora!” Disse Vitani, per nulla rincuorata dalle parole del fratello.
Nuka si avvicinò alla sorellina e le disse:
“Vitani... ehm... volevo solo dirti... ecco... che ho apprezzato tanto il fatto che tu abbia impedito alla mamma di picchiarmi! Davvero, sei stata davvero gentile! Se vuoi, posso mettere una buona parola per t...”
Ma non finì in tempo la frase, che Vitani gli tappò al volo la bocca con la zampa.
“No, grazie! Ormai ho deciso di impegnarmi a fondo e di diventare appieno una vera e propria leonessa forte e piena di grinta!!”
E dicendo così, si allontanò dai suoi fratelli e andò a stendersi sopra una roccia abbastanza distante da loro che riusciva a dare uno scorcio delle Terre del Branco e si mise ad ammirare il sole che stava pian piano per volgere al tramonto. Poi, pensò fra se e se, guardando in direzione delle terre dei suoi nemici con aria di sfida:
“Lo prometto: diventerò abbastanza forte da poter sopraffare qualunque leone! Perciò stai bene attento, principe Kion: questa volta ti ho voluto risparmiare, ma la prossima volta che ci rivedremo (se mai accadrà), ti prometto che farò di tutto per annientarti!!!”

Nota: ecco qua un nuovo capitolo!!! In questa parte mi sono voluta incentrare su Vitani e su quello che le è accaduto al suo rientro nelle Terre di Nessuno. Il prossimo capitolo, invece, si incentrerà su Kion. A presto!!! 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Cicatrici e dubbi ***


Capitolo 3 Cicatrici e dubbi
 

Nelle rigogliose Terre del Branco, dove ovunque gli animali vivevano in pace e in armonia, all’interno della sede della Guardia del Leone, Rafiki stava curando le ferite di Kion, appena tornato alla base, insieme ai suoi compagni, dopo quella disavventura.
Il vecchio e saggio mandrillo era intento a spalmare un po’ di succo di baobab sulle cicatrici che ricoprivano la pelliccia dello sventurato leoncino, le stesse che gli avevano lasciato gli artigli di Vitani. Al solo ricordo di quelle potente unghiate, Kion si sentì rabbrividire.
Da un lato, il resto della Guardia del Leone assisteva paziente e in silenzio al medicamento del loro giovane leader, tranne Banga, il quale si sfregava le zampe anteriori nervosamente e addirittura sudava peggio di un facocero in piena estate. Ad un certo punto, non ne poté più di tutto quel silenzio e disse, con tutta l’ansia e l’agitazione che aveva in corpo:
“Allora, Rafiki? Kion ora sta bene? Si riprenderà, vero?”:
“Ma certo che si riprenderà, Banga, stai tranquillo!” Rispose Rafiki, con molta tranquillità. “Le cicatrici non sono così gravi e profonde come possono sembrare, ti assicuro che ne ho viste di ben più peggiori!”:
“Davvero?”:
“Sicuro! Quelle che ha Kion spariranno entro due giorni, massimo tre.”:
“Fiuuu, meno male!” Disse Banga, tirando un gran sospiro di sollievo.
“Ma torniamo a noi,” Cominciò a dire Rafiki. “Mi stavate raccontando che Kion ha avuto uno scontro contro un leone delle Terre di Nessuno, giusto?”:
“In realtà, Rafiki, il leone in questione era una lei!” Disse Kion, assumendo uno sguardo seccato al solo ricordo della cosa:
“Già, ma te ne ha comunque suonate di santa ragione, per essere una ragazza!” Disse Banga.
A quella frase, Fuli lanciò un’occhiataccia al tasso del miele, il quale capì che la sua amica si era chiaramente offesa, essendo anche lei una ragazza e per rimediare al danno fatto, disse:
“Ehm, quello che volevo dire è... chi se l’aspettava che una leoncina delle Terre di Nessuno fosse così forte?”:
“Ahahah, a dir la verità, Banga, anche se non sembra i leoni delle Terre di Nessuno sono davvero molto forti! Non a caso, Scar gli ha scelti come suoi seguaci proprio per questo motivo!” Disse Rafiki:
“Wow, questo è davvero increBangadibile!” Esclamò Banga, stupito da quella rivelazione:
“Comunque sia, la cosa che più mi ha sconvolto è stato scoprire che quella leoncina non era un’esiliata qualsiasi! Ahi!” Disse Kion, agonizzando dal bruciore provocato dal tamponamento del succo di baobab sulla ferita alla guancia:
“Oh, scusami tanto, Kion!” Disse Rafiki, cominciando a tamponare un po’ più leggermente le foglie con il succo di baobab. “Dicevi? Che quella leoncina non era un’esiliata qualsiasi?”:
“Esatto!”:
“E chi era, allora?”:
“Era Vitani, la figlia di Zira!”
Al sentirsi nominare quei due nomi, Rafiki parve quasi talmente paralizzato da tale rivelazione che gli cadde dalla mano il frutto di baobab, che si spaccò in mille pezzi al contatto con il suolo. Tutti i membri della Guardia del Leone rimasero a fissarlo senza più fiato: era ovvio che quello che il mandrillo avrebbe presto detto a loro, non sarebbe stato nulla di piacevole da ascoltare!
Dopo pochi minuti, Rafiki riprese la parola.
“V – Vitani?!? L – la figlia di Zira, hai detto?” Disse, balbettando per lo shock:
“Si, me lo ha detto proprio lei!” Disse Kion.
A quell’affermazione, Rafiki si fece sempre più nervoso di prima e la cosa non passò inosservata agli occhi dei membri della Guardia del Leone.
“Rafiki? C’è qualcosa che non va?” Chiese Fuli, preoccupata dello strano comportamento del mandrillo:
“Già, sembri nervoso come i miei zii Timon e Pumbaa quando sono in astinenza da insetti!” Disse Banga.
Rafiki ancora non osava aprire bocca: continuava a camminare avanti e indietro per tutta la grotta per riflettere sulle parole di Kion, poi finalmente si fermò e disse:
“Te l’eri davvero vista brutta, Kion! Si può quasi dire che è un miracolo che tu sia qui a raccontarlo!”:
“Ehm, che intendi dire con questo, Rafiki?” Cominciò a dire Ono, alquanto perplesso dalle parole del mandrillo:
“In pratica, sua madre Zira, dato che Scar aveva scelto suo figlio Kovu come suo erede, da quel momento ha iniziato ad addestrare sia lui sia gli altri suoi due figli a diventare dei veri e propri assassini spietati! E sebbene lei si concentri principalmente di più su Kovu, ad essere sinceri, lui non è così abbastanza pericoloso da poter fare del male neanche a una mosca: non ancora, almeno!”
Kion e gli altri membri della guardia rabbrividirono a quell’ultima frase: sapevano bene che Kovu, essendo stato scelto come erede dallo stesso Scar, si stava esercitando a diventare un essere crudele e spietato come il suo predecessore! Il solo pensiero di poter fronteggiare, in futuro contro quella sorta di Scar 2.0, li metteva non poca paura.
“Lo stesso si può dire del suo fratello maggiore, Nuka! Il quale però, a differenza di Kovu, non è innocuo perché ancora innocente, ma perché è un vero e proprio imbranato!”
A quella frase, tutti si misero a ridere: da come lo aveva appena descritto a loro, Rafiki, Nuka appariva a tutti loro così sfortunato che quasi li faceva pena.
“Invece, Vitani, ahimè, è molto simile a sua madre: ovvero è scaltra, astuta e spietata almeno quanto lei! Per questo motivo, Zira, sebbene Scar non l’avesse scelta come sua erede, ha voluto comunque addestrare la figlia ad essere una spietata cacciatrice, non solo per renderla una forte seguace, ma anche perché possa aiutare il fratello a diventare ancora più forte e più spietato di lei!”:
“Hevi Kabisa!” Esclamò Kion, shockato da quella rivelazione.
Solo in quel momento, il leoncino e i suoi amici capirono il pericolo che costituiva Vitani: anche se era solamente una leoncina più o meno della stessa età di Kion, era già incredibilmente molto più forte di lui e lo aveva dimostrato durante la lotta contro il giovane principe. Kion  si riteneva proprio fortunato ad essere riuscito almeno a sopravvivere a quell’essere! Eppure, in quel momento fece caso a una cosa: se Vitani era davvero spietata quanto Zira, allora per quale motivo l’aveva risparmiato? Perché non l’aveva fatto fuori, già che c’era? Questa cosa non riusciva affatto a comprenderla e decise di farsi aiutare a trovare una risposta dal saggio mandrillo.
“Ehm, Rafiki, io non capisco una cosa!” Chiese:
“Che cosa non capisci, Kion?” Disse Rafiki:
“Tu ci hai appena detto che Vitani è scaltra e spietata almeno quanto la madre, ma se è davvero così cattiva come dici, per quale motivo non mi ha ucciso, oggi?”:
“Ehi, è vero!” Esclamò Fuli. “Non è da un leone delle Terre di Nessuno comportarsi in un modo così misericordioso, come mai lei lo ha fatto?”:
“Già, perché lo ha fatto, Rafiki? Tu di sicuro lo sai!” Disse Beshte.
Rafiki si era sempre distinto fra tutti gli animali delle Terre del Branco proprio per via della sua grande saggezza ed esperienza, ma quella volta parve che avesse perso momentaneamente entrambe le cose, poiché l’unica cosa che riuscì a dire al leoncino fu soltanto:
“Non lo so, ragazzi. Sinceramente, non riesco a spiegarmelo neanche io.”
Sia Kion sia i suoi amici erano rimasti a dir poco allibiti dalle parole del vecchio mandrillo: li lasciò proprio senza parole vedere che stavolta il loro saggio amico non aveva la risposta pronta da darli!
“Beh, se volete il mio parere, si tratta senza alcun dubbio di un tranello!” Disse Fuli, convinta di quel che diceva:
“Ne sei sicura, Fuli?” Chiese Ono, alquanto perplesso:
“Ma certo, Ono! Riflettiamoci un attimo: qui si sta parlando di un leone delle Terre di Nessuno, in poche parole, di un essere dal quale bisogna mettersi costantemente in guardia!”:
“E con questo, che vuoi dire?” Chiese Beshte, che ancora non capiva dove voleva andare a parare il ghepardo:
“Insomma, quello che sto cercando di dire è che quell’atto misericordioso da parte di quella Vitani non è altro che un subdolo stratagemma: sicuramente lo avrà fatto perché Kion possa pensare bene di lei e quindi abbassare la guardia la prossima volta che tornerà!”:
“Zuka Zama! A questo non ci avevo minimamente pensato!” Esclamò Banga:
“E’ ovvio che tu non ci abbia pensato!” Disse Fuli, prendendosi la rivincita di quella cosa sgradita che aveva detto il tasso del miele sulle femmine, poco fa:
“Uhm, si, una cosa del genere non è affatto improbabile. Tu cosa ne pensi, Kion? Fuli potrebbe avere ragione?” Chiese Ono:
“Ecco... io non saprei! Piuttosto, sentiamo cosa ne pensa Rafiki!” Rispose Kion:
“Tutto è possibile, Kion! Con questo non voglio dire che Fuli abbia ragione e neppure che abbia torto, ma solo che la verità può essere più di una!” Rispose pazientemente Rafiki.
Sebbene la risposta del vecchio mandrillo fosse saggia e giusta, Kion non ne fu comunque soddisfatto! Voleva a tutti i costi sapere il vero motivo per cui quella leoncina delle Terre di Nessuno avesse voluto risparmiargli la vita, ma in quel momento capì che nessuno, neppure Rafiki, gli avrebbe mai detto qual’era la verità.
“E ora, lasciamo solo Kion: ha bisogno di un bel po’ di riposo.” Disse Rafiki, avviandosi verso l’uscita della grotta:
“Ha ragione Rafiki. Forza ragazzi, mentre Kion riposa, noi faremo il perlustro seriale delle Terre del Branco!” Disse Fuli, imitando quello che aveva fatto il mandrillo:
“Affermativo!” Disse Ono, spiegando le ali e volando in direzione dell’uscita:
“Arriviamo, Fuli!” Disse Beshte:
“A dopo, Kion! Mentre noi perlustriamo il territorio, tu cerca di non procurarti altre cicatrici, eheheh! Ok?” Disse Banga, ridendo:
“Eheheh, lo farò, Banga!” Disse Kion, ridendo anche lui.
Non appena il tasso del miele uscì dalla grotta, Kion si ritrovò completamente solo, con i suoi pensieri.
Aveva tantissime domande per la testa che lo stavano letteralmente facendo impazzire: perché una leoncina delle Terre di Nessuno, per di più figlia di Zira, l’aveva quasi ridotto in fin di vita ma poi l’aveva lasciato stare? L’aveva fatto per pura compassione, oppure aveva ragione Fuli: ovvero, voleva solo fargli credere una cosa del genere per poi approfittarsi di lui quando sarebbe ritornata? Perché Rafiki, che aveva sempre la risposta ad ogni domanda, quella volta non era riuscito a darli una risposta precisa, lui, l’animale più vecchio e saggio di tutte le Terre del Branco? Kion sapeva bene che tutte queste domande non avrebbero mai trovato risposta. Almeno per il momento.
Stava ancora riflettendo su tutto questo, quando qualcosa catturò la sua attenzione...
Aveva notato una cosa particolare dipinta sui muri della grotta, a fianco dei dipinti che raccontavano la storia della sua famiglia. Con le poche forze che aveva, Kion si alzò a fatica e si diresse pian piano verso quella parete dipinta; non appena si fu avvicinato ad essa, cominciò a osservarla, incuriosito.
Su quella parete era dipinta la storia di come suo padre, il Re Simba, una volta aver sconfitto Scar ed essersi ripreso il trono che gli spettava, aveva bandito Zira, la sua famiglia e il branco di leoni, seguaci del malvagio zio. C’erano rappresentate delle figure di leoni in fuga dalla Rupe dei Re e Kion poté perfettamente distinguere tra di loro quella di Vitani, per via degli occhi blu come il cielo.
Il leoncino si soffermò a guardarla a lungo, dapprima con stupore, poi con una chiara aria di sfida.
“Vitani, io non so quali fossero le tue reali intenzioni, oggi,” Pensò fra se e se. “ma sappi che se il tuo vero intento era quello di ingannarmi, con me non attacca! Io sono buono ma non sono mica stupido! Ti assicuro che se oserai rimettere zampa qui, nelle Terre del Branco (se mai succederà), ti darò una di quelle lezioni che non dimenticherai mai, parola di capo della Guardia del Leone!”

Note: ecco il capitolo incentrato su Kion!!! A quanto pare, da entrambe le parti vi è aria di guerra, ma soprattutto di sfida! Come si evolverà, a questo punto, il rapporto tra i due leoni? Lo sapremo solo nel prossimo capitolo, a presto!!!

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