L'amore del Dio degli Inganni

di Sharazad_90_
(/viewuser.php?uid=604544)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sorte di un Dio ***
Capitolo 2: *** Lady Sigyn ***
Capitolo 3: *** Strategie ***
Capitolo 4: *** Dubbi ***
Capitolo 5: *** Amare verità ***
Capitolo 6: *** Scelte ***
Capitolo 7: *** Il ballo ***
Capitolo 8: *** Nozze ***
Capitolo 9: *** Notti di Nozze ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La sorte di un Dio ***


 "Odio e amo.
 Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento"
                    CATULLO     


Strana sorte quella del Dio degli Inganni..
Essere temuto da tutti, ma non essere amato da nessuno era per lui al tempo stesso un piacere e una maledizione, un onore e un pesante fardello.
Ma a Loki, signore delle menzogne e dei tranelli, tutto questo non dispiaceva, anche se avvolte, nel suo più profondo e celato intimo, una parte di lui, che spesso restava in silenzio, invidiava la vita semplice e priva di inganni degli altri asgardiani.
In cuor suo il Dio pensava che doveva essere bello essere amato per quello che si era, anche se da un solo essere in grado di accettarlo nonostante la sua ambigua natura, che il Dio non poteva e non voleva assolutamente celare.
Ma Loki sapeva benissimo che a lui il lusso si essere amato non era concesso.
Anche se apertamente non se ne sarebbe mai lamentato con anima viva, era consapevole di essere condannato dalla sua stessa maledizione per tutta l'eternità.



Nota dell'autrice: Salve a tutti ! Spulciando qua e là su internet mi sono imbattuta nella figura di Sigyn, Dea della Fedeltà e moglie di Loki, purtroppo completamente ignorata dai film della Marven. Mi è sembrato un paradosso che la Dea della Fedeltà fosse così fedele e devota al Dio degli Inganni e non potevo non scriverci qualcosina su! Ho cercato di rimanere fedele il più possibile alla personalità e al carattere della Dea norrena (anche se su di lei si trova ben poco!) ma molti avvenimenti sono di mia invenzione. Spero si non avervi annoiato fin ora e aspetto i vostri commenti!

P.S. L'inizio è molto breve, perchè ho voluto scavare un pò nella psiche di Loki, ma vi prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi e pieni di avvenimenti. Buona lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lady Sigyn ***


E' una creatura che trabocca di poesia,
poesia tradotta in realtà.
Lei vive di ciò che i poeti sanno solo scrivere.

Thomas Hardy


Poi, senza che il Dio se ne rendesse nemmeno conto, nella sua vita era comparsa lei: Lady Sigyn, damigella d'onore di sua madre Frigga.Strana e fragile creatura aveva in se qualcosa di indomito che la rendeva diversa da tutte le dame che il principe aveva conosciuto fino ad allora.
Loki non avrebbe mai potuto dimenticare la prima volta che aveva visto la fanciulla. 
Era stato durante una di quelle interminabili udienze in camera di sua madre. Mentre le altre dame in sua presenza erano intimidite ed impacciate come se temessero qualcosa, Sigyn lo aveva guardato dritto negli occhi senza distogliere lo sguardo da lui  e alla sua domanda: -Sei la nuova dama di compagnia di mia madre?- , la donna aveva risposto con voce ferma e senza esitazioni: -Si, mio signore! - .
Il solo fatto che la dama non lo temesse o che comunque anche se lo facesse sapesse nasconderlo molto bene aveva incuriosito la mente già di per sè abbastanza curiosa del Dio.
Era forse riuscito finalmente a trovare una sua pari? Una donna che non aveva paura di lui e che poteva tenergli testa? 
Loki questo ancora non lo sapeva, ma da quel giorno iniziò ad osservare la donna con una certa attenzione.
In comune con il Dio degli Inganni inoltre la fanciulla aveva un certo interesse per le arti magiche, cosa molto rara per le donne asgardiane, ma non era stato solo questo ad attirare ancor di più su di se lo sguardo vigile del principe.
Mentre la maggior parte delle fanciulle di Asgard erano leggere e frivole, interessate solo ai bei vestiti e alle prodezze di Thor, Sigyn era diversa in tutti i suoi comportamenti. Silenziosa e discreta, quando voleva la ragazza diventava anche vivace e allegra, ma mai sciocca o superficiale, e la si incontrava spesso nella polverosa biblioteca del grande palazzo, seduta sotto qualche ombroso albero secolare, sempre 

con un voluminoso libro tra le mani, o mentre ritornava da lunghe passeggiate a cavallo, altro passatempo che la fanciulla amava. Con molta probabilità era stata proprio questa sua diversità a catturare l'interesse di Loki, anche se forse il vero motivo era un'altro: la ragazza non sembrava mostrare nessun tipo di interesse per i due principi ereditari. E a Loki non piaceva non essere considerato.




Nota dell'autrice: Ed ecco finalmente che anche il personaggio di Sigyn entra in scena. Ho cercato di renderla abbastanza "interessante" e "non comune" in modo da poter giustificare l'interesse del Dio degli Inganni nei suoi confronti. Spero che abbiate apprezzato e aspetto con impazienza le vostre opinioni! Al prossimo capitolo ^-^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Strategie ***


"I nostri cuori e i nostri destini vanno in direzione opposta,
tanto che i nostri calcoli vengono sempre capovolti:
i progetti sono i nostri, ma non i risultati..."

SHAKESPERE


Era un caldo pomeriggio di sole e ad Asgard la vita procedeva tranquilla.
Mentre le altre fanciulle del palazzo riposavano stremate dal gran caldo, Sigyn si era recata, come era sua abitudine ogni volta che poteva, nella sua ala preferita del palazzo: la biblioteca.
La fanciulla infatti, pur non disprezzando la compagnia delle sue amiche, era un essere solitario e quando il chiacchiericcio  delle altre dame la infastidiva non vedeva l'ora di poter stare un pò sola per conto suo.
Era lì, nella vasta e quasi inutilizzata biblioteca del palazzo, tra tutti quei vecchi volumi impolverati, che la ragazza di sentiva veramente a proprio agio. 
Come avrebbe mai potuto immaginare che, in quell'afoso pomeriggio mentre i suoi occhi vagavano attentamente su tutti quei vecchi e ingialliti tomi, le tre Norne (*) avevano già  messo in moto il meccanismo che avrebbe cambiato per sempre la sua vita? 
Improvvisamente però il suo sguardo attento cadde sul posto dov'era solita sedersi.
Lì qualcuno aveva lasciato un libro. La giovane donna si chiese chi fosse l'artefice di quell'azione ma, non riuscendo a darsi una risposta, incuriosita si avvicinò. Dalle pagine del libro faceva capolino un biglietto accuratamente ripiegato e la calligrafia con cui era scritto, così svolazzante e decisa, simile al volo di una farfalla, catturò subito la sua attenzione.
Il biglietto era breve, ma quelle poche e semplici parole bastarono per far battere il cuore della giovane e appassionata donna: "Leggi questo, mia dolce Sigyn, ma in un luogo dove tutti possano godere della tua bellezza". 
La fanciulla, leggendolo, arrossì inconsapevolmente e decidendo di dar ascolto al consiglio fornito da quella mano sconosciuta, strinse il libro contro il cuore e uscì dalla biblioteca.


Da dietro il suo nascondiglio, Loki sorrideva compiaciuto. Aveva finalmente attirato la sua attenzione.


Il Dio però era all'oscuro di un dettaglio. Lady Sigyn era già promessa. E presto avrebbe dovuto sposarsi.



Nota dell'autrice: Ed ecco che la storia sta cominciando a prendere vita. Spero che non la troviate banale e che i personaggi non vi sembrino scontati. Voglio che tra loro tutto proceda con una certa "calma", soprattutto perchè così penso che si addica al carattere di Loki^-^ Detto ciò aspetto con ansia le vostre opinioni. Buona lettura. 


(*) Norne: Sono tre divinità norrene che secondo la leggenda "tessono" nel loro telaio l'arazzo del destino di ogni uomo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Dubbi ***


"Aveva questo modo di proteggere i suoi 
sentimenti sotto strati di cinismo e ironia: a
volte ci riusciva così bene da farli languire
nell'ombra finchè erano perduti"

(A. De Carlo)


Non passava giorno in cui lady Sigyn non ricevesse qualche piccola attenzione dal suo ammiratore segreto.
Avvolte trovava una rosa sotto la quercia dove era solita sedersi, avvolte dei bizzarri biglietti, scritti sempre con la medesima calligrafia svolazzante e decisa, che la fanciulla si divertiva a decifrare.
La giovane si interrogava spesso sull'identità del suo misterioso corteggiatore e la sua arguzia e il suo spirito di osservazione l'avevano condotta al giovane Dio degli Inganni.
Troppo spesso l'aveva visto sgattaiolare via dalla biblioteca pochi minuti prima che lei vi entrasse, troppo spesso i loro sguardi si erano incrociati tra la folla, durante i vari banchetti e le cerimonie, senza potersi lasciare per parecchi minuti e troppo spesso il giovane si recava nelle camere della madre, dove sapeva di trovare la fanciulla, anche con le scuse più banali.
La fanciulla, in cuor suo, era al tempo stesso lusingata e intimorita da quelle attenzioni. Non che gli importasse della dubbia fama che Loki avesse a corte. Sigyn non era il tipo di donna a cui importassero le chiacchiere o le maldicenze dei cortigiani, ma spesso notava in Loki una scostanza e una freddezza che era tipica della sua natura, ma che la ragazza ancora non aveva avuto modo di conoscere.
Non si era mai esposto apertamente con lei, non aveva mai cercato di rimanere solo in sua compagnia e anzi quando la incrociava nel corridoio o in giardino insieme alle altre dame la ignorava del tutto, anche se la fanciulla era certa che durante le cene o le occasioni ufficiali si accertasse con lo sguardo della sua presenza.
La realtà era che nessuno era in grado di sapere cosa si celasse nel cuore e nella mente del Dio degli Inganni e in quel momento Sigyn poteva meno degli altri. 
La ragazza sapeva soltanto che in lui vi era qualcosa di magnetico che la attirava nello stesso modo in cui una falena viene attratta dalla luce. Ma come la falena anche la fanciulla aveva paura di rimanere bruciata e nonostante tutte le notti trascorse in bianco a meditare se l'interesse del giovane principe fosse veramente sincero o se si trattasse soltanto di una sua ennesima macchinazione, Sigyn non era ancora riuscita a darsi una risposta. Così, mentre questo dubbio continuava a crescere dentro di lei ogni giorno di più, con lui cresceva anche l'attrazione nei confronti del giovane Dio che, col trascorrere del tempo, diventava sempre più forte e inevitabile.


Loki, ritto nel terrazzo della sua stanza con le braccia incrociate sul petto, ammirava il cielo stellato che si stendeva sulla dorata città di Asgard. Sul suo volto un'occhio attento avrebbe intravisto un leggero sorriso appena accennato. Tutto stava procedendo a meraviglia. Avrebbe avuto Sigyn. Ma prima si sarebbe gustato il sapore della sua conquista.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Amare verità ***


"Amo. Non amo.
Son folle, non son folle"

Anacreonte 



La convocazione di Frigga, quel pomeriggio, non sembrò strana ai due principi ereditari.
Spesso la madre preferiva parlare privatamente con i suoi due figli degli avvenimenti importanti, quindi i due ragazzi si recarono serenamente al cospetto della genitrice.
La regina era splendida ed imponente mentre sedeva nella sua specchiera.
Dietro di lei, lady Sigyn le spazzolava silenziosamente i lunghi capelli. 
Lo sguardo di Loki si posò subito su di lei. Ogni volta che la vedeva il Dio la trovava sempre più incantevole. Aveva incominciato ad amare inconsapevolmente e senza nemmeno rendersene conto, il modo in cui la ragazza si muoveva, in cui arrossiva e abbassava gli occhi accarezzandosi i folti capelli color dell'ebano quando si sentiva in imbarazzo, arrivando addirittura a pensare che la fanciulla avesse modi ed atteggiamenti aristocratici innati degni di una regina. Loki però non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Il Dio infatti non era in grado di vedere i pregi degli altri. 
Quello era un privilegio riservato solo per se stesso. Il suo sguardo non sfuggì alla madre degli Dei che si affrettò a congedare la ragazza, che uscì dalla stanza a capo chino, tenendo gli occhi bassi. Quel comportamento non passò inosservato al giovane principe, che non potè evitare di seguirla con sguardo ansioso.
Non era da lei comportarsi così, pensò, ma la voce di sua madre lo distolse dai suoi ragionamenti.
-Miei cari figlioli- esordì Frigga con voce materna.
-Vi ho convocato qui per comunicarvi che presto una delle mie dame di compagnia si sposerà- .
I due principi rimasero indifferenti alla notizia. Il matrimonio di una dama di compagnia era per loro cosa di poco conto e Loki sembrò addirittura infastidito. 
Odiava le cerimonie formali e i banchetti che ne seguivano e non potè trattenere una smorfia che non passò inosservata alla madre.
Thor sembrò invece più entusiasto. Lui, a differenza del fratello minore, adorava i banchetti dopo le cerimonie ufficiali.
-E chi si sposa madre?- chiese sinceramente curioso.
Frigga posò il suo sguardo su Loki. Non voleva perdersi nessuna delle sue reazioni.
-Si sposa la più giovane delle mie ancelle. Lady Sigyn.- rispose infine non staccando gli occhi da quelli del giovane Dio.
Loki sembrò non afferrare subito le parole che la madre aveva appena pronunciato, ma i suoi lineamenti si indurirono impercettibilmente e il suo sguardo divenne di ghiaccio. La regina notò quel cambiamento nel figlio ma rimase in silenzio.
-Non sapevo nemmeno che fosse promessa!- commentò dopo qualche secondo Thor con voce squillante.
-E tu Loki lo sapevi?- .
Il Dio non rispose. Era rimasto immobile al suo posto con lo sguardo perso nel vuoto.
-Loki!!- lo chiamò allora con voce più alta il biondo principe.
-Che ti succede fratello?- chiese poi sinceramente preoccupato.
Solo allora Loki sembrò svegliarsi dal suo stato di trans, rivolgendo al fratello e alla madre uno sguardo confuso, ma ricomponendosi subito. Non era sua consuetudine mostrare agli altri le proprie emozioni.
-No, Thor non lo sapevo.- disse soltanto con un filo di voce. Poi si rivolse alla madre: -Scusatemi madre- e uscì dalla stanza senza aspettare risposta.
Thor lo guardò sconvolto. Non lo aveva mai visto in quelle condizioni.
-Che gli succede madre?- chiese a Frigga dopo qualche minuto.
-Non saprei figlio mio- mentì la donna, che in realtà aveva capito tutto.



Loki si era diretto a passo spedito in giardino.
Suo malgrado la notizia dell'imminente matrimonio di Sigyn lo aveva sconvolto e un turbine di emozioni gli laceravano il petto, emozioni che non aveva mai provato e a cui non sapeva dare un nome.
Si vergognava di se stesso, della sua fragilità, ma nonostante tutto non riusciva a calmarsi.
No, questa volta non voleva calmarsi. Avrebbe ottenuto Sigyn, non l'avrebbe lasciata ad un'altro, anche se questo avrebbe significato ricorrere all'unica arma che possedeva: l'inganno. 
Loki diede un pugno sonoro alla quercia sotto la quale si era rifuggiato per restare da solo con i suoi pensieri. 
-Che io sia maledetto se non è vero che la amo con tutto me stesso! (*)- quelle parole gli uscirono così spontanee che non si rese nemmeno conto di averle pronunciate e voltandosi di scatto si diresse nuovamente a palazzo. Non sapeva ancora come, ma in un modo o nell'altro avrebbe ottenuto ciò che voleva.



(*)Cit rubata al mio amato Shakespere, ma che secondo me calza a pennello^-^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scelte ***


"In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro   nell’abisso"

(Paulo Coelho)


Sigyn, non appena uscì dalla camera della regina, corse in giardino a rifugiarsi sotto la sua ombrosa quercia.
Quando la regina l'aveva convocata quella mattina non era riuscita a nascondere lo stupore, ma mai avrebbe immaginato il motivo di quel colloquio.
Frigga, con la sua solita aria materna, l'aveva fatta accomodare accanto a se e prendendola per mano sussurrò quelle parole che ora rimbombavano nella testa della fanciulla: - Mia cara lady Sigyn, ho appena ricevuto una lettera di vostro padre. Io e lui riteniamo che sia giunto per voi il momento di sposarvi.-
La ragazza, udendo quelle parole, guardò interdetta la sua sovrana.
Sposarsi ora? Ma perchè?
Sapeva che fin dall'infanzia suo padre l'aveva promessa a Theoric, un'abile guerriero proveniente da una nobile casata, ma per lei quella specie di "contratto" non era mai esistito realmente, anzi sperava di riuscire a convincere suo padre a sciogliere quella promessa. Era un uomo buono e non avrebbe mai sacrificato sua figlia. Perchè ora la regina le parlava in quel modo? 
Poi un'illuminazione, simile ad un lampo, squarciò la mente di Sigyn. La regina sapeva. Sapeva dell'interesse di Loki per lei. E allora le fu tutto molto più chiaro.


Il primo impulso di Sigyn fu quello di mettersi a gridare. Non avrebbe mai permesso, neanche ad un membro della casata reale, che decidessero per lei, che comandassero sulla sua vita. Poi però si trattenne. Gridando non avrebbe risolto nulla.
-Maestà- disse dopo qualche minuto, con una tale autorità nella voce da lasciare Frigga stupita, -Credo che quando realmente sarà giunto oer me il momento di sposarmi, mio padre avrà la delicatezza di comunicarlo direttamente alla sottoscritta. Non che mi infastidisca la vostra intromissione, ma non ne capisco il motivo-.
Frigga capì immediatamente dove la sua dama voleva andare a parare. Era una fanciulla molto sveglia e decise di essere sincera con lei.
-Mia cara Sigyn- iniziò con un tono di voce ancora più dolce e affettuoso, stringendole con più forza la mano.
-Mi sembra chiaro che ormai avrai capito che mio figlio Loki nutre un certo interesse per te.-
A quelle parole Sigyn trasalì. Non pensava che la regina mettesse voce ai suoi pensieri o almeno non in modo così palese.
Frigga notò lo stupore della fanciulla, ma decise ugualmente di proseguire.
-Io voglio bene a Loki. E' mio figlio. Ma Sigyn, da donna a donna, credi veramente che lui ti renderà felice?- .
Gli occhi di Sigyn si spalancarono per lo stupore. Aveva mal giudicato la regina. Non era preoccupata per il figlio, ma per lei.
-Loki è un'essere capriccioso, mi duole dirlo perchè è mio figlio e lo amo- continuò la madre degli Dei, accarezzando la guancia della sua ancella.
-E' attratto da ciò che non può avere. Per questo, mia cara, devi sposare Theoric e dimenticarti di lui. Loki sarà la tua rovina!- .
Sigyn abbassò gli occhi non riuscendo a reggere più lo sguardo di Frigga su di lei.
-Ma io lo amo...- sussurrò appena senza nemmeno accorgersene.
La regina le afferrò di nuovo la mano, con fare materno.
-E anche lui prova qualcosa per te- ammise e quella conferma fu per Sigyn più dolorosa di una pugnalata. Ora che sapeva con certezza che Loki la amava doveva dimenticarsi di lui. -E' palese. Ma sappi che nella sua scala dei valori lui metterà sempre se stesso al primo posto-. 
Poi porse alla fanciulla la sua spazzola. Voleva che le pettinasse i capelli. L'ancella prese posto dietro di lei e iniziò a spazzolarle la lunga chioma dorata. -Con lui vivrai sempre con un piede nella favola e uno nell'abisso!- aggiunse dopo qualche minuto di silenzio la sovrana guardando il pallido riflesso di Sigyn proiettato nel suo specchio. -Non è meglio un'avvenire sicuro con un marito che mette te al primo posto?- .
L'annuncio che i due principi erano arrivati fece in modo che quell'ultima domanda restasse senza risposta e Sigyn, con la morte nel cuore, scappò in giardino ignorando lo sguardo di Loki che la seguiva come un'ombra.


Se fosse stata una donna veramente saggia Sigyn avrebbe dato subito ascolto all'avvertimento di Frigga, ma purtroppo non lo era ancora abbastanza.
Di sicuro era meglio un'avvenire tranquillo con un marito che la rispettava e dei figli ad una distruttiva e folle passione con il Dio degli Inganni, su questo la fanciulla non aveva dubbi.
In cuor suo però Sigyn sentiva di amare il Dio con tutta se stessa e sperava che grazie al suo amore lui potesse cambiare. Era certa ora più che mai che anche Loki provasse dei sentimenti per lei. Lo aveva letto nei suoi occhi più di una volta.
Con nuova risolutezza Sigyn alzò lo sguardo. Avrebbe lottato per quell'amore, non si sarebbe lasciata comandare e sarebbe stata lei stessa l'artefice del suo destino.
-Devo parlare con Loki!- esclamò ad un tratto e con passo deciso si diresse a palazzo.
 

Loki però era scomparso. Sigyn lo aveva cercato senza sosta per tutta la mattina, ma del Dio degli Inganni non vi era traccia ne nel palazzo ne nelle viuzze di Asgard.
La fanciulla, anche se profondamente in imbarazzo, decise alla fine, di chiedere informazioni al principe Thor. Era l'unico modo per ottenere informazioni, si disse, mentre si recava nel giardino dove era sicura di trovare il Dio alle prese con i suoi allenamenti.
Thor infatti era lì, in compagnia dei suoi tre guerrieri e di lady Sif.
Sigyn si accostò al giovane principe mormorando il suo nome e il Dio sentendosi chiamare si avvicinò immediatamente.
-Lady Sigyn- disse lasciando trapelare il suo stupore.
-Posso esservi utile?-.
Com'era diverso da suo fratello, pensò Sigyn prima di rispondere. Il suo volto era un libro aperto, facile da decifrare. La fanciulla si decise finalmente a parlare. 
-Principe mi dispiace disturbarvi- iniziò con un pò di esitazione.
-Ma è da questa mattina che sono alla ricerca di vostro fratello ma non sono riuscita ancora a trovarlo. Voi sapete dove si trova?-
-Cercavate Loki?- chiese Thor stupito e Sigyn abbassò lo sguardo ancora più imbarazzata. Il Dio percepì lo stato d'animo della fanciulla e decise di non metterla ancora di più a disagio con altre domande.
-Mi dispiace lady Sigyn- disse semplicemente.
-Dopo il colloquio con nostra madre Loki ha lasciato Asgard e non sappiamo ne dove si è recato ne quando farà ritorno-.
Sigyn a quelle parole sentì la terra sprofondare sotto i suoi piedi. Loki aveva lasciato Asgard! Tutto era perduto!
-Vi ringrazio principe!- si affrettò a rispondere con un'inchino allontanandosi da lui.
Non voleva che Thor si accorgesse della sua disperazione.
Thor la guardò rientrare a palazzo e, incominciando ad intuire qualcosa, provò una gran pena per la giovane.
-Oh Loki, non avrai forse perso la tua unica occasione di essere amato?- mormorò tra se prima di tornare dai suoi compagni.


Sigyn vagava senza meta per il vasto corridoio dorato del palazzo di Asgard.
La notizia della partenza del principe Loki l'aveva sconvolta ancor di più di quanto lei stessa pensasse fosse possibile. Ora ne era certa. L'interesse che pensava Loki provasse per lei era stato solo un suo ennesimo inganno e lei vi era caduta nello stesso modo in cui un'ingenuo coniglio cade nella trappola di un'astuto cacciatore.
Avrebbe dovuto dare subito ascolto alle parole di Frigga, non avrebbe dovuto illudersi.
Loki non aveva provato mai niente per lei. Era stata soltanto il suo ennesimo passatempo, una distrazione per rompere la noia delle sue interminabili giornate.
Assorta nei suoi pensieri la giovane non fece caso alla voce che la chiamava alle sue spalle, finchè questa non si fece più insistente.
-Sigyn, figlia!-.
La fanciulla fece appena in tempo a voltarsi che già si ritrovò tra le braccia affettuose di lord Iwadi.
-Padre!- mormorò ricambiando l'abbraccio. -
-Voi qui!-.
-Figlia sei incantevole!- la voce di lord Iwadi era carezzevole come sempre, anche se la giovane notò nuove rughe e segni di stanchezza sul suo volto. Suo padre, pensò Sigyn a malincuore, era ormai anziano.
-Sono venuto non appena la regina Frigga mi ha convocato- incominciò a spiegare il lord sciogliendo l'abbraccio che lo teneva ancora stretto alla figlia.
-Ha molto a cuore il tuo matrimonio- commentò poi con un moto d'orgoglio nella voce. Sigyn sorrise amaramente. Se solo il vecchio avesse saputo la verità! Se solo avesse immaginato che la sua unica figlia fino a quella mattina era disposta addirittura  a fuggire con il Dio degli Inganni pur di rimanere al suo fianco infischiandosene del suo stesso onore, l'avrebbe forse ripudiata? La giovane schacciò quei pensieri. Era inutile tormentarsi. Loki era ormai lontano e cercò di fingersi allegra.
-Sono contenta padre che vi trovate qui- disse sincera.
Il padre le accarezzò una guancia.
-Sono io quello felice Sigyn!- rispose con dolcezza.
-Sono ormai vecchio e non sai la gioia che mi darai non appena ti vedrò sposata e al sicuro con Theoric. Sono felice che stai per sposarti con un uomo onesto e leale come lui!-.
Sigyn si sentì vacillare a quelle parole, tuttavia sorrise e sorrise ancora.
-Si padre- disse con voce incolore.
-Theoric sarà uno sposo perfetto!-.
La donna aveva ormai preso la sua decisione. Avrebbe sposato Theoric. All'amore avrebbe preferito una vita sicura e tranquilla, priva di menzogne.
E trattenendo a stento le lacrime che rischiavano di tradirla Sigyn ripensò un'ultima volta al sorriso beffardo del Dio degli Inganni.




Nota dell'autrice: Salve a tutti^-^ Capitolo più lunghetto stavolta, ma ho voluto dare spazio alle figure di Frigga, di Thor e del padre di Sigyn. In questo capitolo è totalmente assente Loki . Dove sarà finito? Presto (forse) si scoprirà^-^ Ringrazio sempre di cuore chi sta seguendo la storia e aspetto ansiosa i vostri commenti! Al prossimo aggiornamento!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il ballo ***


“Le parole contengono falsita'
e artifizi. E' nello sguardo
il linguaggio del cuore.”

(Shakespere)





Loki era tornato a corte, ma nessuno, neanche il grande e potente Heimdall che conosceva ogni cosa, sapeva dove si fosse recato in quei suoi giorni di assenza.
Ora però era lì, beffardo e terribile, nel grande salone addobbato in modo impeccabile per il ballo in onore del fidanzamento di lady Sigyn.
La donna percepiva il peso del suo sguardo su di sé.
C'era qualcosa in quegli occhi, di solito così bravi a celare menzogne e segreti, che lasciavano Sigyn del tutto pietrificata.
Cos'era? Rancore? Gelosia? Lussuria? Odio?
Sigyn non lo sapeva e ne aveva paura. Il Dio, al contrario, sembrava compiaciuto di quell'effetto che aveva su di lei.
La fanciulla lo intuiva dai suoi mezzi sorrisi appena accennati su di quel viso di solito illeggibile.
Nonostante cercasse di non farci caso Sigyn notò che il principe controllava ogni suo più piccolo movimento con quel suo sguardo vigile e terrificante, non perdendola mai di vista.
Il ballo invece, contro ogni previsione della giovane, procedeva alla perfezione e lei era meravigliosa nel suo abito color argento che metteva in risalto il vitino sottile. 
Theoric non aveva ancora fatto ritorno dalla sua missione ai confini del regno di Asgard, ma questo non aveva turbato minimamente l'umore della futura sposa.
Meno fosse stata costretta a fingere una felicità che non sentiva e meglio sarebbe stato per lei, pensava.
Tutti si congratulavano, tutti cercavano la sua compagnia e lei si sforzava di essere gentile e amabile con ogni invitato, anche se dentro di se si sentiva morire.
Solo Loki non le aveva rivolto la parola. Per tutta la sera aveva continuato ad osservarla in silenzio. Un silenzio che però nascondeva mille parole non dette.
-Basta!- pensò improvvisamente la donna.
-Devo andare via da qui!- 
E con incedere regale e deciso si diresse verso l'ampia terrazza, non sapendo che il Dio degli Inganni era già alcuni passi dietro di lei.
Dall'alto del suo trono Frigga aveva osservato la scena e contrariata silenziosamente scosse la testa in segno di disappunto.





Quella sera il cielo di Asgard era simile ad un manto nero ricoperto di luccicanti stelle.
Lady Sigyn ammirò per qualche minuto quello spettacolo imponendo ai suoi pensieri di restare in silenzio e sentendosi piccola di fronte a tutta quella magnificenza.
Inconsapevolmente i suoi occhi ad un certo punto però si soffermarono  su un'unica stella, la cui brillantezza faceva impallidire le altre, che sembravano guardarla con invidia.
La fanciulla quella notte non poteva neanche immaginare che, secoli dopo, a quella stella sarebbe stato dato il nome di colui che amava: Lokabrenna, la torcia di Loki (*).
-Il cielo è meraviglioso stasera non è vero lady Sigyn?- .
Quella voce, di cui la ragazza capì subito l'appartenenza, la distolse dai suoi pensieri facendola voltare.
Loki era lì, ritto di fronte a lei, con le mani dietro la schiena.
-Si, mio principe- rispose soltanto cercando di camuffare la sua agitazione. Era la prima volta che si trovava da sola con il giovane principe e la fanciulla ebbe l'impressione che in quel momento fosse la cosa più sbagliata.
Loki rise sotto i baffi. Aveva intuito l'imbarazzo di lei e ne era segretamente compiaciuto.
-Non pensavo di suscitare in voi tanto turbamento- rise.
Lady Sigyn, prima che lui finisse quell'insinuazione, tornò a rivolgere il suo sguardo al cielo stellato. Non voleva dare assolutamente a vedere  al principe che realmente era così e quindi preferì far finta di non aver udito.
-Perchè siete scappata via?- la interrogò allora Loki avvicinandosi di più a lei, sinceramente incuriosito.
-Pensavo che di solito balli e feste piacessero alle nobildonne- .
-Evidentemente non mi conoscete abbastanza mio signore- rispose allora la donna con un sorriso divertito.
Il Dio udendo quella risposta, e pensando che era realmente quella fosse la verità, sorrise a sua volta.
Dopo qualche minuto di silenzio però le rivolse un'altra domanda: -Non è che per caso invece stavate scappando da me?- .



Quella domanda lasciò Sigyn spiazzata. La giovane donna però, nonostante la sua inesperienza, intuì che il silenzio era la peggior risposta da dare al giovane e altezzoso principe e armandosi di tutto il suo coraggio lo guardò fisso in quei suoi occhi di ghiaccio.
-Non stavo scappando da voi, vostra altezza- rispose con voce falsamente tranquilla.
Poi, con aria di sfida, rivolse lei una domanda: -Voi invece perché vi siete preoccupato di seguirmi?- .
Questa volta fu Sigyn a lasciare Loki senza parole.
Il Dio non si immaginava una tale provocazione da lei e rise divertito.
-Allora se non volete essere seguita mia cara lady Sigyn, rinunciate al vostro potere di attrarmi e io rinuncerò alla mia volontà di seguirti (*)- rispose però dopo qualche minuto di silenzio con quella sua voce carezzevole e calda.
Sigyn non poteva credere a quello che aveva appena udito. Non le sembrava possibile che Loki si stesse esponendo così apertamente. Ma perché lo stava facendo solo adesso? Pensò irritata. Ormai era troppo tardi. L'indomani lei si sarebbe sposata anche se con un uomo che non amava e che conosceva appena.
-Non rinuncio a niente mio signore- disse soltanto inchiodando il suo sguardo nocciola negli occhi verdi del principe che, nel buio della notte, ardevano come braci.
-Semplicemente perché penso di non aver nessun potere su di voi- .
Poi tornò a contemplare le stelle.
-Siamo così diversi noi due. Come il giorno e la notte- .
Quelle parole le sfuggirono di bocca, ma era ormai troppo tardi. Loki le aveva udite. Il Dio rise di nuovo e poggiò la fredda e affusolata mano su quella calda e morbida di lei che stringeva la ringhiera.
Sigyn, suo malgrado, tremò a quel contatto e sperò che lui non se ne fosse reso conto.
-Ma anche il giorno e la notte, seppur per breve tempo, si incontrano e si amano- disse soltanto e Sigyn non comprese appieno quelle parole.
Lo fece solo quando il Dio sollevò le mani e il cielo incominciò a cambiare colore.
La donna sgranò gli occhi quando vide il sole e la luna avvicinarsi nella notte così tanto da sembrare quasi che si stessero sfiorando.
Loki guardò lo stupore sul bel volto di lei e rise. Rise ancora e ancora.
-Nulla è impossibile lady Sigyn- e mentre pronunciava quelle parole l'attirò a se, sfiorandole leggermente il mento con il dorso delle dita.
-Bisogna solo scegliere chi si vuole amare, mia cara (*) - le sussurrò quindi  nell'orecchio con voce rotta di desiderio, facendola tremare di nuovo.
Poi, senza che nemmeno lei se ne rendesse davvero conto, la baciò.



Quello che all'inizio a Sigyn era sembrato un bacio delicato si trasformò ben presto in qualcosa che la fanciulla non riuscì più a controllare e intrecciò le lunghe dita nei capelli color della notte del Dio, perdendosi completamente. 
Loki la stringeva a se con sempre più foga e lei, inconsapevolmente, ricambiò quella stretta con lo stesso ardore.
-Sono felice che stai per sposarti con un uomo così onesto!- .
Quelle parole squarciarono la mente della fanciulla come un fulmine, riportandola alla realtà.
Erano le parole che suo padre le aveva rivolto soltanto pochi gioni fa.
Sigyn allora si scostò bruscamente dal principe ansimando.
-Non posso!- disse soltanto guardando Loki che la osservava contrariato.
-Addio principe Loki- .
E fuggì via nella notte scura, non notando lo sguardo divertito sul bel volto del Dio degli Inganni.




Nota dell'autrice: Ed eccoci finalmente arrivati al capitolo di svolta^^ Finalmente assistiamo ad un vero e proprio dialogo tra i due e spero con tutto il cuore che sia il più credibile possibile!
Alcune piccole precisazioni:

- “Lokabrenna” è il nome che i vichinghi davano alla stella Sirio e vuol dire letteralmente “la torcia di Loki”. Appena ho scoperto questo piccolo particolare l'ho voluto per forza inserire nella storia^^

 -Le citazioni con l'asterisco sono una del mio amato e adorato   Shakespere, mentre l'altra di Cicerone.
Adoro inserire citazioni nei dialoghi e spero non vi infastidisca^^ Inoltre non so il perché ma in Loki trovo qualcosa di fortemente “shakspiriano” quindi le sue citazioni secondo me dette da lui hanno un so che di intrigante^^


Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Nozze ***


“…e da allora sono perche’ tu sei, e da allora sei, sono e siamo, e per amore saro’, sarai, saremo.”

 (William Shakespeare)


Un pallido sole, entrando dall'ampia finestra lasciata aperta sul giardino fiorito, quella mattina, donava ai capelli di lady Sigyn riflessi dorati.
Era infine giunto il giorno delle nozze, ma la fanciulla, ancora incredula, viveva il tutto come un sogno dalla quale sperava ancora di potersi risvegliare.
Le ancelle l'avevano aiutata ad indossare una veste color oro semplice ma che metteva in risalto il fisico snello e leggiadro della giovane.
I capelli erano stati lasciati sciolti ed ora le incorniciavano il bellissimo volto, che quel mattino, sembrava ancor più pallido.
Lady Sigyn ammirò il suo riflesso nell'ampio specchio della sua camera e in quel frangente si paragonò ad una vergine pronta per essere immolata a qualche divinità che non conosceva e che del suo sacrificio non sapeva che farsene.
Bussarono alla porta e un'ancella andò ad aprire.
-Chi era?- chiese Sigyn con voce indifferente.
-Nessuno mia signora!- rispose l'incredula fanciulla.
-Ma sul pavimento c'era questa lettera indirizzata a voi- .
La giovane donna la aprì tremando.

“Non sempre ciò che appare corrisponde a verità.
Quando ke illusioni svaniranno sarà tutto molto più chiaro, ma sappi che sarò più vicino di quel che sembra. Non temere.
In cuor mio so chi hai scelto realmente e anche io ho ormai preso la mia decisione.”


Il biglietto non conteneva alcuna firma, ma Sigyn capì subito chi l'aveva mandato e chiudendo gli occhi lo strinse al petto.
“Loki, perché non ti ho chiesto di portarmi via con te?” mormorò tra se lady Sigyn, mentre le ancelle le comunicavano che ormai era giunta l'ora di andare.



Oro oro oro. Tutto ad Asgard era oro. Lady Sigyn se ne rese conto solo quella mattina mentre, con un' incedere fiero degno di una regina, si dirigeva verso l'altare, preceduta dal padre che portava la spada che lei avrebbe dovuto donare al suo futuro sposo. (*)
La donna non aveva mai compreso fino ad allora quanto tutto quell'oro la infastidisse. 
Tutti quelli che erano lì e la fissavano con curiosità erano talmente perfetti, talmente uguali e talmente abituati a recitare  con estrema  maestria la parte a loro assegnata, da sembrare a Sigyn solo una massa di ipocriti.
“Ora comprendo il perché ho involontariamente donato il mio cuore a Loki. E' lui l'unico Dio veramente “vero” tra tutti questi fantocci perfettamente uguali tra loro” , pensò la giovane mentre porgeva la mano esitante al suo promesso, che la aspettava in piedi accanto ad Odino.
Theoric le rivolse un sorriso gentile, ma nei suoi occhi c'era un qualcosa, una strana scintilla, che la donna fin ad allora aveva visto solo negli occhi di un' altro uomo. Cercò di non pensarci e rivolse la sua attenzione al padre degli Dei.
Nonostante tutta la sua buona volontà, per tutta la durata del rito, la fanciulla rimase impietrita, cercando tra tutti quei volto conosciuti e non l'unico che davvero voleva vedere in quel momento, ma di lui però non vi era nemmeno l'ombra.
“Con quell' ultimo biglietto ha solo voluto schernirmi un'ultima volta!” pensò allora trattenendo le lacrime che rischiavano di tradirla.
Solo quando Odino le fece cenno di porgere la sua spada sembrò destarsi.
Theoric le porse la sua e quando le loro due lame si furono intrecciate solo allora la fanciulla capì che era ormai tutto finito. Non poteva più tornare indietro.
Fu allora che successe una cosa che la lasciò senza fiato.
Un raggio di sole, rimbalzando sulle lame appena congiunte, rivelò un' altro volto che non era quello del suo sposo.
Ma fu tutto troppo veloce e Sigyn pensò di averlo solo immaginato.
Theoric, voltandosi verso di lei, le depositò un casto bacio sulla fronte.
“Siamo finalmente uniti, mia cara. Per tutta l'eternità!” le mormorò nell'orecchio con voce ricca di sottintesi  e la donna sentì il sangue gelarle nelle vene, ma nonostante ciò lo seguì senza esitazioni nell'ampia sala dove li attendeva il banchetto allestito per celebrare le loro nozze.




Nota dell'autrice: Salve a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui^^
Mi pare giusto dover precisare che, essendo Loki e tutti gli altri delle divinità vichinghe,per il rito del matrimonio tra Sigyn e Theoric mi sono ispirata al rito dello scambio delle spade, tipico proprio dei matrimoni vichinghi, a mio parere bellissimo e molto suggestivo!
Per chi conosce la mitologia norrena sa già dove sto andando a parare, ma spero comunque che il capitolo sia di vostro gradimento^^ Aspetto i vostri commenti^^

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Notti di Nozze ***


Loro non erano amanti. Erano l'amore. -Jeanette Winterson- I raggi della pallida luna, filtrando dalla finestra lasciata aperta sulla notte asgardiana, donavano alla pelle color dell'alabastro di Sigyn una luce quasi surreale, ma la fanciulla, distesa sull'ampio letto della camera che d'ora in poi avrebbe dovuto dividere con marito e coperta soltanto da una leggera vestaglia da notte, non sembrava farci assolutamente caso. Il banchetto per le nozze, a suo parere, si era concluso troppo in fretta e in men che non si dica la giovane si ritrovò nelle sue nuove stanze circondata da ancelle che la aiutavano a prepararsi per la notte. Sigyn le lasciò fare. Sentiva come se il suo stesso corpo non le apparteneva più e si maledisse cento volte per non essere stata in grado di opporsi a quell'unione. Poi, quando anche le ancelle la lasciarono sola, la pervase la paura e iniziò a tremare. Non voleva, con tutte le sue forze, concedersi a Theoric, ma era consapevole purtroppo che quello era un suo dovere che anche le altre spose, prima di lei, consenzienti o no, avevano ottemperato. All'improvviso però, nel ben mezzo della disperazione, un'idea le balenò nella mente, squarciando i suoi pensieri come un fulmine. Il suo corpo, si, quello glielo avrebbe concesso, ma il suo cuore, la sua mente e la sua anima, quelli no non glieli avrebbe mai donati. E assaporandosi questa piccola piccolissima vendetta Sigyn continuò ad attendere il suo sposo che ancora tardava. Il cigolio della porta distolse la giovane dai suoi pensieri. Theoric, ritto dinanzi a lei, la guardava con uno strano sorriso sul bel volto da soldato, ma Sigyn decise di non lasciarsi intimidire e ricambiò quello sguardo tenendo ben ritta la testa. L'uomo gli voltò le spalle e riempiendo un calice di vino lasciato lì appositamente per loro, glielo porse sempre non cancellando dal suo viso quell'enigmatico sorriso. Alla fanciulla sembrò che si divertisse a prolungare il suo tormento e un'ondata di rabbia si impadronì di lei. Decise tuttavia di mantenere la calma e accettò il boccale con un sorriso. -Un brindisi a noi, mia sposa!- sussurrò allora Theoric sollevando la coppa e ricambiando il suo sorriso, ma Sigyn bevve il suo vino senza proferir parola. L'uomo si sedette allora sui bordi dell'ampio letto, fissandola con sguardo indagatore. -Come mai mia moglie non sembra felice?- le domandò curioso. La donna decise di essere sincera. A che le sarebbe servito mentire? -Come posso essere felice, mio signore, se vi conosco appena?- . Theoric, udendo quella risposta, non nascose un piccolo ghigno. -Preferivate forse che ci fosse stato qualcun altro al mio posto?- le chiese allora con finto disinteresse. -Ho sentito voci riguardo una vostra amicizia con il Dio degli Inganni- . La fanciulla rimase impietrita. Come faceva Theoric a sapere? Però per niente al mondo voleva farsi cogliere in fallo e quindi, raccogliendo tutte le sue forze, cercò di mostrarsi indifferente. -Voci, mio signore, per l'appunto! E quale uomo con un po' di sale in zucca darebbe credito a delle voci?- Il marito sembrò divertito dalla sua risposta e lasciando del tutto Sigyn stupida si avvicinò lentamente a lei sovrastandola con il proprio corpo e schiacciandola contro il materasso. -Quindi non avreste voluto che fosse stato lui a baciarvi in questo modo?- le sussurrò all'orecchio facendola tremare, prima di depositarle un bacio sul caldo collo. Sigyn trattenne a malapena un gemito, ma non rispose. L'uomo sorrise contro le sue labbra e continuò la sua dolce tortura depositandole bramosi baci sull'orecchio e sulla linea della mascella. Solo quando si fece strada tra le pieghe della sua gonna la donna si ricordò della sua vendetta e bloccando le mani del marito sulla propria coscia, con fare di sfida, gli mormorò all'orecchio sorprendendolo: -Sappiate solo una cosa mio signore e marito, dove giace la mia mente lì giace il mio cuore (*) e la mia mente stanotte non è qui con voi- . Quando ebbe finito di parlare la giovane giurò a sé stessa di aver visto un lampo di puro amore e desiderio attraversare gli occhi del suo sposo, che con ancora più urgenza le scostò la vestaglia per farla finalmente sua. Sigyn non seppe mai se lo avesse solo immaginato o se quell'episodio corrispondesse alla realtà. Sapeva soltanto che, una volta che sia il marito sia lei (dovette ammettere a se stessa che, contro ogni sua previsione, Theoric era stato stranamente dolce e attento nei suo riguardi) furono soddisfatti un'improvvisa sonnolenza si impadronì di lei. Ma quando il marito ebbe l'impressione che lei stesse già dormendo lo sentì avvicinarsi per premerle un delicato bacio sulla fronte e questo gesto la lasciò così stupita da convincerla a fingere che stesse veramente dormendo. Fu allora che udì la voce del principe Loki mormorarle con dolcezza nell'orecchio:- Quello che i tuoi occhi vedranno al loro risveglio sarà il tuo vero amore. I nostri cuori sono così vicini che col tuo cuore e con il mio cuore, si può costruire un unico cuore. Buona notte moglie mia- ma Sigyn per la paura di rompere qualche strano incantesimo, quella notte, preferì continuare a tenere gli occhi ben chiusi, mentre due familiari e snelle braccia continuavano a stringerla e a cullarla. Note dell'autrice: Buona sera a tutti! Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e mi scuso per la lunga attesa! Ebbene siamo quasi alla fine ormai dato che manca solo l'Epilogo alla fine della storia. Come vi avevo già accennato in precedenza mi sono attenuta alla mitologia norrena per scrivere le nozze di Sigyn e Loki e non vedo l'ora di sentire le vostre opinioni a proposito. Prima di salutarvi volevo precisare che le due citazione con l'asterisco sono una di Katie Hickman e l'altra del mio amato adorato Shakespeare. Detto ciò aspetto i vostri commenti!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogo ***


Un amore caduto e ricostruito, cresce forte, leggiadro, grande più di prima. -Shakespeare Sigyn cuciva nel terrazzo delle sue camere nel palazzo di Asgard, quando i gridolini di Vali e Narfi, che giocavano vicino a lei, la fecero sorridere. Molte cose erano cambiate in quegli anni. Loki aveva tradito il suo re, cercato di prendersi il trono e quasi distrutto la Terra ed ora si trovava in qualche parte nell'Universo a meditare la sua prossima vendetta. Molte cose erano cambiate ma, Sigyn lo sapeva, il loro amore non sarebbe cambiato mai. Ferito, braccato o agonizzante Loki avrebbe trovato sempre il modo per tornare da lei, anche se solo per una notte, come era già avvenuto in passato. E lei sarebbe stata sempre lì ad attenderlo. -Perchè mi sei fedele Sigyn?- le aveva chiesto il marito una notte, mentre si preparava ad andare via e Sigyn aveva riso prima di rispondere. -Ma io non sono fedele a te mio signore! Io sono fedele al mio cuore!- . Loki aveva riso a quella risposa, con uno di quei suoi rari sorrisi sinceri che gli nascevano dal cuore e che la moglie tanto amava. -Non potevo scegliere sposa migliore!- aveva poi sussurrato prima di baciarla e sparire nella notte buia, lasciandola con ancora il sapore dei suoi baci sulla pelle. -Mamma, mamma, papà quando torna?- La domanda dei suoi figli distolse Sigyn dai suoi pensieri. Gentilmente la donna si alzò e lanciando un'ultima occhiata a Sirio, che splendeva più vivamente quella sera, accarezzò le guance dei suoi due bambini. -Tornerà presto ne sono sicura piccoli! Avete visto come luccica la sua stella stasera? Questo è un segno che papà è vicino! Ma intanto, mentre fate il bagno, volete raccontata la storia di quando tagliò i capelli di lady Sif?-. E, prendendoli per mano, li condusse dentro. Il Dio degli Inganni, nascosto dietro una colonna, attendendo il calar della notte per non essere visto mentre si recava dalla sua famiglia, si gustava la scena. Di molte cose si era pentito nel corso dei secoli, ma di una cosa andava del tutto fiero. Di aver sposato la sua Sigyn, seppure con l'inganno. Fine. Grazie per aver seguito la storia!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3335131