ReggaeFamily
Tutto
è bene quel che finisce
(di
Soul_Shine)
Era
una nottata calda e il cielo stellato sembrava una cappa sulle nostre
teste, che aveva intrappolato l'afa della giornata appena trascorsa.
Era
tutto così surreale: io, Francesco, Sara, Fabiano e Marika
consumavamo una pizza su un basso muretto in cemento che contornava
una piccola piazzetta.
Quel
luogo mi ricordava tante sere di qualche anno prima, quando ancora
Samuele, Stefano e Jessica uscivano insieme a noi. Ormai erano
passati cinque anni e tante cose erano cambiate.
“Sara,
quindi ora cosa farai?” domandò Francesco con interesse
a mia sorella, mentre divorava la sua pizza.
“Stavo
pensando di iscrivermi a Lettere, cosa ne pensate? In fondo è
il mio sogno, anche se il Conservatorio non sarebbe male...”
spiegò lei.
Mia
sorella si era diplomata da una settimana con risultati eccellenti e
aveva tante passioni da inseguire: la scrittura era una di queste.
Lei
e Stefano non stavano più insieme da due anni ormai, ma quel
ragazzo era stato davvero importante per lei e l'aveva aiutata a
crescere, ad accettarsi e a maturare. Grazie a lui, mia sorella era
completamente cambiata e non aveva più paura di essere se
stessa, nonostante la timidezza non l'avesse abbandonata.
“Un
giorno passeremo di fronte alle vetrine delle librerie e ci troveremo
i tuoi best seller!” esclamò il mio ragazzo con aria
sognante.
“Caro
cognato, tu hai troppa fiducia in me” ribatté Sara.
Lui,
in tutta risposta, le diede un pizzicotto su una guancia.
Quei
due andavano d'amore e d'accordo; in particolare Francesco stravedeva
per mia sorella e la incoraggiava sempre.
Io
lo chiamavo scherzosamente “crocerossina” perché
non poteva fare a meno di soccorrere e aiutare le persone insicure e
in difficoltà.
La
nostra relazione procedeva abbastanza bene, con alti e bassi. Io non
ci potevo credere: eravamo sempre più uniti e mi sembrava un
sogno avere un ragazzo tanto speciale al mio fianco.
Francesco,
nonostante i suoi numerosi impegni, mi aveva promesso che saremmo
presto andati a vivere insieme; infatti stavamo ristrutturando
insieme una vecchia casa che aveva ereditato da qualche lontano
parente, ma il lavoro maggiore spettava a me perché lui andava
sempre di corsa.
Ormai
mi ero abituata al suo stile di vita.
Tutti
gli ripetevamo, in preda alla preoccupazione, di rilassarsi e
prendersi un po' di tempo per se stesso qualche volta, però
lui era felice e soddisfatto anche con poche ore di sonno al giorno.
Io
in fondo ero contenta per lui e rispettavo le sue decisioni. A star
fermo proprio non ce la faceva.
Io
intanto avevo trovato un lavoretto part time in un negozietto di
alimentari in attesa di qualcosa di meglio.
“Fra,
hai detto a quel coglione di Samuele che se non si dà una
mossa ci rifiutiamo di produrlo?” sbottò Fabiano mentre
masticava un boccone di pizza.
Marika
scosse la testa, rassegnata. “Il solito maleducato! Potresti
almeno finire di masticare prima di parlare?”
“Eh,
vabbè... che palle!”
“Ma
perché glielo devo dire io? Non lo puoi chiamare tu?”
sbuffò Francesco.
“No,
perché te ne occupi tu!”
“Mi
sono stancato di passare ore al telefono a rimproverarlo!”
“Perché,
che succede?” intervenni, non capendo la conversazione.
“Vuoi
sapere che succede? Da un anno ci sta dicendo di voler fare un EP e
finora ha registrato solo tre canzoni! Sembra non aver voglia di
concludere qualcosa, ma soprattutto ci sta facendo perdere tempo!”
saltò su Fabiano, infervorandosi.
“Dev'essere
l'effetto di quella schifo di ragazza che si ritrova” commentò
Sara.
“Ha
una ragazza?” si informò Marika, stupita.
“Sì,
ed è pessima. Lei è molto più piccola di lui,
avranno almeno otto o nove anni di differenza, e va in giro truccata
e vestita come una puttanella da quattro soldi.”
“O
forse vorrai dire non vestita” la corresse Francesco con
aria disgustata.
“Che
squallore! Però se esistono ragazze così è
perché ci sono uomini a cui piacciono!” disse la ragazza
in sedia a rotelle con una smorfia.
“Quelli
non sono uomini, sono maschi!” obiettò
Fabiano.
Cambiammo
quasi subito argomento: non ci andava di parlare di Samuele. Era
stato una delusione per tutti noi e ormai la nostra amicizia era un
capitolo chiuso delle nostre vite.
Quando
mi capitava di incontrarlo a qualche serata lo ignoravo.
“Ho
una proposta per voi!” annunciai a un certo punto con un enorme
sorriso.
Tutti
mi lanciarono occhiate curiose e interrogative.
“E
se andassimo tutti al mare per fare il bagno di notte? Si muore di
caldo oggi!”
Calò
il silenzio per qualche secondo, poi Sara e Marika cominciarono a
esultare, approvando la mia idea.
“Ma
non abbiamo il costume!” fece notare Fabiano.
“Andiamo
a prenderlo” sentenziò Francesco.
*
* *
Nuotare
era ciò che mi faceva sentire completa. Gli altri camminavano,
io nuotavo.
Mi
sentivo libera di muovermi, di esplorare, di cercare. Mi sentivo
viva.
L'acqua
salata bruciava sulla mia pelle, stringendomi in un abbraccio
protettivo. Là sotto io ero padrona.
Quando
riemersi, Fabiano era a un metro da me che mi seguiva e mi osservava
attentamente. Ormai sapevo com'era fatto: era iperprotettivo e si
preoccupava che potesse succedermi qualcosa di brutto; voleva
proteggermi ed era davvero dolce.
Quando
si metteva in gioco e si mostrava per quel che era, ovvero una
persona fragile e sensibile, lo amavo ancora di più.
Lui,
senza dire una parola, mi attirò a sé e mi strinse
forte tra le sue braccia.
Ormai
lo conoscevo da cinque anni, stavamo insieme da due, e capivo cosa
significavano quegli abbracci: si stava tenendo a me per restare a
galla, per chiedermi affetto e aiuto.
“Sei
l'unico motivo per cui non affondo” sussurrò a un
centimetro dal mio orecchio.
Un
brivido mi percorse la schiena.
Le
onde di quell'immensa distesa d'acqua avevano la stessa voce di
Fabiano, lo stesso sapore, lo stesso respiro caldo.
*
* *
Era
incredibile quanto Fabiano fosse cambiato da quando Marika era giunta
nella sua vita, stravolgendola. Quella ragazza aveva una forza e una
pazienza straordinarie: amava la vita nonostante fosse costretta su
una carrozzina ed era riuscita a trasmettere questo amore anche a
quel ragazzo.
Un
giorno avrei scritto un libro su di loro, ma per il momento sarebbe
andata bene anche una one shot su EFP. Ovviamente a loro insaputa.
Notai
che Mia aveva un sorriso ebete stampato in faccia ed era immersa nei
suoi pensieri, così nuotai verso di lei e la schizzai
leggermente per farla tornare in sé.
“Sara!
Ma sei scema?” si rivoltò lei, passandosi una mano sul
viso.
“A
che pensavi?”
“A
niente... che Mari è grandiosa.”
“Concordo!
Siamo fortunate ad averla conosciuta.”
“È
un'amica preziosissima, da cui c'è tanto da imparare.”
“A
proposito di amicizia,” esclamai, “ma Jessica l'hai più
sentita?”
Mia
scosse la testa. “Da quando sta con quello lì sembra
essersi dimenticata di me. Vabbè, io non prego nessuno, che si
arrangi!”
Già,
era una cosa tristissima.
Jessica
non si era trovata bene in Svizzera e, dopo circa un anno di
permanenza lì, aveva trovato un altro lavoro in Valle D'Aosta
e si era trasferita. Nonostante si trovasse nuovamente in Italia, non
aveva voluto far ritorno nel suo paese nemmeno per una vacanza e non
aveva più voluto vedere nessuno di noi.
Mia
aveva incassato anche quel colpo, ma continuava a starle vicino e a
chiederle come andavano le cose.
Finché
Jessica non si era fidanzata con Luca, che più che un ragazzo
era uno spettro che deambulava. Era proprio un'oscenità: pelle
e ossa, capelli neri e lunghi schiacciati in testa, trucco bianco per
sembrare ancora più cadaverico... era come se nella sua testa
fosse Halloween tutti i giorni! E, come se non bastasse, era
ignorante, tirchio e razzista.
Jessica
si era fatta fare il lavaggio del cervello da lui perché era
una ragazza estremamente vulnerabile e per colpa sua aveva mollato
tutte le amicizie.
Sinceramente
la cosa non mi stupiva: vedendo i suoi comportamenti precedenti con
Ignazio, non ci si poteva aspettare di meglio. Sbagliava e non se ne
rendeva conto finché non ci sbatteva il muso.
“Lasciala
perdere, ormai è irrecuperabile” consigliai a mia
sorella.
Perdere
un'amicizia era qualcosa di poco piacevole, ma Mia aveva tutto ciò
che le serviva per guardare avanti.
Uno
schizzo improvviso alle nostre spalle ci fece spaventare. Mia si
allontanò gridando, mentre io mi buttai sott'acqua contro ogni
istinto di sopravvivenza, per poi riemergere tossendo e
sputacchiando.
“Eheheheheheh...
sorpresa!” esclamò Francesco come un perfetto idiota,
scoppiando a ridere.
“Francesco!
Considerati un uomo morto!” minacciò mia sorella con
sguardo truce.
“Sorpresa?!
Adesso te la faccio vedere io la sorpresa!” aggiunsi io.
Poi
tutte e due prendemmo a inseguirlo, schizzandolo e minacciandolo di
morte.
La
finimmo a ridere fino alle lacrime come tre cretini, perché in
fondo non eravamo altro che questo.
Amavo
la mia famiglia.
Andando
avanti di questo passo, i futuri cenoni di Natale sarebbero stati
memorabili!
*
* *
Finalmente
ci ero riuscita!
Dopo
che i sensi di colpa mi avevano perseguitato per anni, ora avevo di
nuovo il mio bambino!
Mi
ero fatta mettere incinta in discoteca. Non sapevo chi era il padre,
ma capitemi, ero disperata e solo un figlio sarebbe stato in grado di
risollevarmi. Ora ero di nuovo felice.
La
gioia che avevo provato quando il medico aveva annunciato che era un
maschietto non la saprei descrivere a parole.
“Julieta,
come ti senti?” mi chiese dolcemente un'infermiera,
avvicinandosi al mio letto.
“Alla
grande!” risposi sinceramente, con un sorriso euforico.
“Bene,
mi fa piacere. Ora il bambino ha bisogno di essere allattato. Sei
pronta?”
Quelle
parole mi fecero tremare dall'emozione. Certo che ero pronta, avrei
fatto qualsiasi cosa per il mio piccolo.
Così
mi porsero quella meravigliosa creaturina in cerca di cibo e io lo
accolsi tra le mie braccia per la prima volta.
“Ciao
tesoro mio, amore di mamma! Ma quanto sei bello, e quanto sei
affamato! Benvenuto piccolino” mormoravo, mentre osservavo il
suo minuscolo visetto. “Sai, per te ho scelto un nome proprio
speciale! Sai quale?”
Il
bimbo, in tutta risposta, agitò i pugnetti serrati.
“Samuele.”
♥ ♥ ♥
Ora
parla Soul
Benissimo,
lettori!
Sono
Soul_Shine, un'assidua lettrice della nostra amatissima Kim e la
maggior parte di voi forse mi conoscerà, sia per le mie
storie, sia perché bombardo di recensioni Kim in ogni sua
singola storia!
Innanzitutto
la devo ringraziare per averci dato questa grande opportunità,
ovvero renderci attivi nella storia e lasciare a noi lo spazio per
raccontare la conclusione, facendo diventare Samuele un
fandom!
Sul
mio finale non ho molto da dire, se non che spero piaccia all'autrice
e agli altri lettori.
Ora
aspetto con impazienza le vostre storie, sono proprio curiosa di
vedere cosa ne verrà fuori! Sbizzarritevi!
Grazie
mille per la lettura e a presto! :3
Soul
♥
♥ ♥ ♥
Ora
parla Kim
Cari
lettori, che ne pensate del finale che Soul_Shine ha ideato per la
mia long “Samuele”?
A
me è piaciuto tantissimo, direi che da Julieta ci si poteva
aspettare soltanto che chiamasse suo figlio Samuele, anche se sa un
po' di ossessivo e di squallido.
Sono
veramente soddisfatta del suo lavoro, ma aspetto che anche gli altri
lettori di “Samuele” esprimano il loro parere, quindi
attendo recensioni!
A
presto, e spero che la mia raccolta vi piaccia.
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CHIEDO
AGLI AUTORI DI OGNI ONE SHOT DI NON AUTORECENSIRE QUI SOTTO.
Fate
finta che questi scritti siano pubblicati nel vostro profilo e che
quindi sia a voi proibito recensire. Siate corretti, vi prego. Se
volete rispondere alle recensioni che vi verranno fatte, potete
contattare privatamente l'utente che ve le ha lasciate, o magari dire
alla sottoscritta – via messaggio privato – esattamente
cosa volete che io inserisca come risposta da parte vostra. Please.
Ovviamente io non risponderò al vostro posto. La raccolta è
pubblicata nel mio profilo solo per una questione di comodità,
perché ho pensato che non avesse senso far pubblicare uno
storia su un “fandom sconosciuto” sul profilo di chi ha
scritto la suddetta, perché temo che sarebbe dispersivo per
chi seguiva “Samuele” trovare i vari finali nei vari
profili e perché – probabilmente – nessuno che non
conosce già la mia long (purtroppo i lettori e recensori erano
ben pochi) recensirebbe una storia su personaggi e su vincende che
non può conoscere.
Spero
di essere stata chiara, grazie a tutti per l'attenzione!
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