Total Drama - Blood

di nini_maw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter One ***
Capitolo 3: *** Chapter two ***
Capitolo 4: *** Chapter Three ***
Capitolo 5: *** Chapter Four ***
Capitolo 6: *** Chapter Five ***
Capitolo 7: *** Chapter Six ***
Capitolo 8: *** Chapter Seven ***
Capitolo 9: *** Chapter Eight ***
Capitolo 10: *** Chapter Nine ***
Capitolo 11: *** Chapter Ten ***
Capitolo 12: *** Chapter Eleven ***
Capitolo 13: *** Chapter Twelve ***
Capitolo 14: *** Chapter Thirteen ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Che te ne pare Chef? La trovi abbastanza pericolosa questa meraviglia?" Chris guardava entusiasta lo schermo del suo computer, il quale mostrava un enorme burrone ricoperto di ghiaccio lungo i pendii, con un lago al centro ed una foresta che diventava sempre meno fitta verso l'esterno. Non sembrava pericolosa, se non fosse per la troppa calma e l'inesistenza di una qualunque corrente d'aria. Perfettamente immobile.

Hatchet guardò a lungo l'immagine per poi ghignare malignamente. Aveva aiutato personalmente Chris a sistemare il luogo, si era impegnato per cercare le migliori trappole mortali. Sarebbe stato uno spasso, l'edizione che avrebbe guadagnato più ascolti. Si sa, la gente ama il sangue, e ce ne sarebbe stato in abbondanza. 

"Ma la cosa più bella saranno loro, i nostri amati concorrenti." Un sorriso sadico comparve sul volto del conduttore, già pregustava ciò che sarebbe accaduto, immaginava tutti i sentimenti che sarebbero nati inizialmente e che poi sarebbero stati spazzati, per la sopravvivenza. Sarebbero andati ignari verso il dolore e la morte.

Sullo schermo comparvero i volti dei ventiquattro concorrenti di prima generazione, McLean li guardava e sembrava prendere appunti mentali riguardo ciò che avrebbe potuto fare, quando la voce di Chef lo riscosse: "Ma Chris, li conoscono tutti quelli lì, sono roba vecchia, inutile." Disse Hatchet con disappunto. "Hai ragione, per questo ho preparato nuova carne, dodici ragazzi, completamente sconosciuti al mondo dello spettacolo. Ma non temere, i vecchi ragazzi non mancheranno, anzi, svolgeranno un ruolo fondamentale. Sarà incantevole!" Esclamò entusiasta McLean.

"Signore, l'istituto è pronto, solo le stanze sono da sistemare ulteriormente" Un assistente basso e grasso entrò correndo nella stanza per informare il suo capo, che non si degnò neppure di ringraziarlo, bensì lo spinse via malamente per oltrepassare la soglia della porta. Aveva intenzione di recarsi personalmente sul luogo, d'altronde odiava fare affidamento sugli altri, preferiva piuttosto rendere tutto esattamente come la sua mente malsana prevedeva. Era tutto stupendo, stava andando esattamente com'era previsto. Come al solito nessuno poteva rovinare i piani di McLean.  

Mancava un'ultima cosa da controllare, per questo qualche ora dopo Chris si trovava, insieme ad alcuni assistenti, all'interno di una gabbia posizionata nel burrone. "Devo testare le mie trappole, di conseguenza ora verrete tutti gettati nel lago, buona fortuna" Lo disse con il sorriso sulle labbra, per poi premere una leva e far cadere i malcapitati all'interno di quella trappola mortale. Inizialmente c'erano urla e imprecazioni che però vennero presto soffocate da un cupo silenzio che sapeva di morte. Un odore di sangue pervase tutto il luogo, fino ad entrare nelle narici del conduttore che inspirò soddisfatto.

"Ora è perfetto" Disse a se stesso.






ANGOLO AUTRICE MOLTO MOLTO PAZZA
Ehm... Allora, premetto che mi sono sempre detta "Ma perchè scrivere una storia ad OC quando ne è pieno il fandom?", ma poi, ho riflettuto, e credo che questo tipo di storia sia assurda, e molto diversa, vi consiglio di partecipare solo se siete pronti ad affrontare la morte, sarà abbastanza dura.
Di conseguenza, se vi interessi entrare in questo circolo mortale, inviatemi ilvostro OC (ci sono solo 12 posti) via messaggio privato, specificando:

Nome e cognome-
Carattere-
Aspetto fisico e abbigliamento-
Capacità-
Fobie e paure-
Passioni-
Breve storia-
Orientamento sessuale (per favore facciamo qualcosa di originale (: )-
Tre concorrenti della prima edizione che preferiscono-

Vi aspetto
Nini

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Capitolo 2
*** Chapter One ***


Un autobus parcheggiò all'interno di un piccolo giardino, per poi aprire le portiere e lasciar scendere alcuni ragazzi.

Ad attenderli c'era Chris, che sorridendo alla telecamera esclamò "Benvenuti! Ad entrambi, ragazzi e spettatori, sono il vostro amato Chris e questa è, probabilmente, l'ultima nonchè più bella stagione del vostro reality preferito!" Prese una pausa e diede un'occhiata ai concorrenti, ma evidentemente qualcosa non andava perchè gridò: "Chef! Vieni qui immediatamente! Quanti sono i nostri ragazzi? Sono quattordici! Io ne ho richiesti solo dodici! Ma perchè qui dentro non si fa mai ciò che chiedo?!" 
Hatchet non sembrava turbato, al contrario, era particolarmente sollevato. Si avvicinò con cautela al presentatore per poi sussurrargli pianissimo "Chris, è una mia piccola sorpresa, pensa un po', ora ne hai quattordici, ma stranamente, ad entrare nell'arena saranno solo in dodici. Non trovi che sia una cosa meravigliosa?" Quando ebbe finito un sadico sorriso comparve sui loro volti, sarebbe stato fantastico.

"Ma ora, vi presenteremo i nostri cari ragazzi." Riprese Chris, poi rivolgendosi a due ragazzi che erano mano nella mano disse "Loro sono Zoey e Michelangelo, non trovate che siano stupendi?" quasi ghignò finendo la frase. I due, dal canto loro, si guardarono negli occhi, si diedero un bacio veloce e, rivolgendosi al pubblico a casa esclamarono: "Che bello! Siamo qui insieme! Anche se in competizione per un milione di dollari!"

Chris li sorpassò e proseguì le presentazioni, questa volta si trovava davanti ad una ragazza con i capelli castani raccolti in una cipolla, che, non dandogli tempo di parlare, disse freddamente "Io sono Pam, non ho bisogno di presentazioni dettagliate, mi farò conoscere subito."

McLean indispettito dal comportamento della ragazza la scansò e si avvicinò ad un ragazzo dai lineamenti delicati e con gli occhi color nocciola. "Lui è Théo", sentendosi chiamato in causa il moro alzò lo sguardo e sorrise alla telecamera. "Ma passiamo avanti, loro sono Cerise,  Viktoria e Joseph." Questa volta Chris indicò rispettivamente due ragazze, una dal fisico scolpito e l'altra dalla pelle abbronzata e dalle curve accentuate, infine un ragazzo con i capelli corvini e una maglietta con la bandiera degli Stati Uniti. Joseph alzò lo sguardo e assunse un'espressione un po' scocciata, Cerise non degnò di uno sguardo la telecamera, mentre Viktoria si mostrò solare e allegra, salutando con la mano.

La telecamera a quel punto inquadrò un ragazzo molto bello, con i capelli castani che presentavano riflessi rossicci, guardò la telecamera e, con un sorriso sghembo, esclamò: "Io sono Peter Hoffman, state attenti, ne combinerò delle belle!" 

Chris soddisfatto proseguì: "Lei invece è Jenny!" la ragazza scacciò con un gesto menefreghista le telecamere per poi far roteare in aria un coltello e riprenderlo al volo. "Interessante..." sussurrò una ragazza dai capelli corti e neri. "Quest'altra qui è Shauni, tenetela d'occhio!" disse allegro il conduttore.
"Tanto a che vuoi che serva tutto questo?Nessuno si ricorderà di noi da subito." borbottò un ragazzo con gli occhi ghiacciati. "Grazie per il commento, Stephen" sibilò McLean.

"Me non mi presenti? Eh, Chris? Come puoi dimenticarti di me? Io sono sempre presente! Guardatemi tutti, so fare la verticale!" Una ragazza bassa e con lunghi capelli biondi iniziò a saltellare per poi mettersi a testa in giù e fare la linguaccia agli spettatori. "Felicity! Non hai bisogno di presentazioni, credo che ti abbiano inquadrata subito." Il presentatore iniziava a stufarsi, le presentazioni non sarebbero di sicuro state il punto cult del nuovo show, così, con fare alquanto svogliato si avvicinò agli ultimi due ragazzi, presentandoli: "Dunque, loro sono Glen e Jack." I due reagirono in modo completamente diverso, il primo commentò sarcasticamente "Ma che gentile McLean, presentarmi per ultimo", mentre il secondo abbassò lo sguardo diventando tutto rosso per l'imbarazzo.

"Perfetto siete tutti, è arrivato il momento di mostrarvi gli alloggi per questa prima settimana." Dichiarò il conduttore.
"Alloggi? Ma scusa, Chris, siamo o non siamo ad A Tutto Reality? Non dovremmo avere sudicie baracche ed essere divisi in squadre?" Replicò con disappunto Pam.
La frase provocò un'occhiata d'intesa fra Chris e Chef, il primo si limitò a rispondere: "Ma certo, siete ad A Tutto Reality, solo che quest'anno la stagione sarà un po' diversa, ma niente di che, solo avrete una settimana di riposo per conoscervi, solo per mettervi a vostro agio, naturalmente." 

"Non mi convince molto... soprattutto lo sguardo che hanno avuto quei due..." Disse molto piano Shauni. "Come scusa?" Le chiese Théo, che fino a quel momento era stato completamente assorto nei suoi pensieri. La corvina si limitò a scrollare le spalle e voltarsi dall'altro lato. 

"Uffa! Perchè siete tutti così seri? Ci divertiremo da morire!" Esclamò Felicity, prima di iniziare a canticchiare senza senso. "Sì, proprio da morire." Sottolineò a maleficamente Chris a Chef.

"McLean non mi va di perdere tempo, ci possiamo muovere? Lo zaino pesa!" Disse Stephen girandosi di schiena per mostrare il carico, effettivamente aveva l'aria di essere particolarmente pesante. Chris lo zittì con una mano, poi schioccò le dita e comparvero quattro assistenti che prelevarono i bagagli per poggiarli su di un carrellino di metallo.

"Ora non avrai di che lamentarti, dico bene?" Ridacchiò Glen, ricevendo in risposta uno sguardo freddo dal castano.
"Ragazzi dai, non iniziate a litigare, dovete essere tutti amici qui dentro." Chris era diverso, se n'erano accorti tutti, lo trovavano troppo calmo e distaccato, non era il solito; ma nessuno aveva il coraggio di esprimere il comune dubbio.

Il conduttore fece cenno di seguirlo e i ragazzi si trovarono ad attraversare il giardino, alla fine del quale c'era un'incantevole villa, in marmo bianco. "Non hai badato a spese, eh?" Cerise pose la domanda retorica a bocca aperta, con gli occhi verde scuro che tentavano di cogliere ogni minimo particolare dell'edificio che aveva davanti.
"Incantevole, semplicemente incantevole, non trovi Michelangelo?" Chiese Zoey al ragazzo che annuì allegro.

Chris assaporò a lungo la frenesia che si trovava all'interno degli animi dei giovani, dopodichè li condusse all'interno della villa. "Allora, per questi primi due giorni avrete diritto al totale relax, in seguito vi spiegherò cosa accadrà. Alloggerete momentaneamente al terzo piano. Ci sono otto camere, non mi interessa minimamente come vi suddividerete, a dirla tutta, da questo momento io non ci sarò, tornerò al termine del tempo prestabilito." Neanche il tempo di finire la frase che Chris già si era volatilizzato.

"Ditemi che sta scherzando. Non sarò stato l'unico a capire che c'è qualcosa che non quadra, no?" Chiese Joseph al gruppo. Nessuno rispose direttamente, qualcuno annuì, altri erano totalmente presi dai propri pensieri.

"E se anche fosse? Non facciamoci troppi problemi e approfittiamone, ci viene con me a visitare le stanze?" La proposta di Viktoria attirò l'attenzione del gruppo che, alla ricerca delle scale, ebbe modo di esplorare il piano terra. C'erano una sala da pranzo e una cucina molto ampie e in comunicazione, un salotto con tanto di divani imbottiti e televisione e infine due bagni, maschile e femminile.

Lungo le scale c'erano diverse foto, in prevalenza il soggetto era un burrone, con pareti di ghiaccio. Le inquadrature prevedevano anche la visualizzazione di diversi dettagli, come alberi, piante, piccole grotte e un grande lago centrale.

"Sembra incantevole, guardate, è stupendo. Sarebbe fantastico farci un giro!" Esclamò entusiasta Zoey. "Bellezza, sai che probabilmente sarà il luogo dove ci disputeremo il milione di dollaricon le solite sfide alla Chris? Io penso che a quel punto non ti piacerà così tanto!" Disse Jenny acidamente. 

Fino al terzo piano i ragazzi restarono in silenzio, quel luogoli metteva a disagio. Si sentivano osservati, ed era plausibile, ma cosa che li turbava era un vago e gelido sentore di morte, che li aveva avvolti dall'ingresso nella villa. Persino Felicity non saltellava più.

Fortunatamente la tensione si sciolse quando arrivarono alle stanze, dovevano pur mettersi d'accordo. "Se volete mi occupo io delle divisioni, sono bravo in questo" Si propose Joseph con un sorriso. Da quel momento tutti riniziarono a respirare regolarmente. 

"Allora, siamo quattordici, le stanze otto, chi vuole dormire da solo?" Alla domanda del corvino la mano di Glen si alzò automaticamente. "Perfetto, ora vediamo, Michelangelo, Zoey, presumo che voi vogliate satre insieme..." I due annuirono felici, provocando uno sbuffo sarcastico da parte di Pam, che disse: "Non l'avrei mai detto, guarda! Io prendo la stanza in fondo, tu, capelli scuri occhi chiari, Viktoria giusto? Vieni con me?" Quest'ultima annuì e seguì Pam. 
Le due si fermarono interdette sulla soglia. "Vi sembra normale che su questa porta ci sia incisa la parola Sopravvivere?" chiese Viktoria, destando la curiosità di Peter, che commentò: "Interessante! Guardate ci sono parole per ogni stanza!"

"Non sono molto invitanti... Ci sono la stanza Combattere, Cercare,  Difendere..." Commentò Théo, un brivido gli attraversò la schiena.
"Scusate ma, sinceramente, non può fregarmene di meno! Vogliono solo metterci paura prima delle sfide, che guarda caso, saranno la solita cacchiata, lo conosco bene McLean!" Esplose Cerise, per poi dirigersi furente verso la stanza Morire e sbatterne la porta. Shauni le corse dietro, assicurandosi la stanza con la mora.
"Non mi interessa granchè, ma la stanza singola che prenderò sarà la Difendere, ciao a tutti." Salutò Glen, prima di scomparire dietro la porta.

Joseph si riscosse un attimo, ancora sorpreso dagli ultimi avvenimenti, per poi riprendere il discorso: "Facciamo il punto della situazione. Allora, nella stanza Morire abbiamo Cerise e Shauni; in quella Difendere Glen; nella Sopravvivere Viktoria e Pam. Zoey e Michelangelo, vi va bene la Cercare?" I due acconsentirono e restarono ad ascoltare le decisioni successive. "Jack e... Théo, giusto? La Rischiare, ok?" Senza una parola i due si avviarono, Jack di tanto in tanto alzava lo sguardo per sbirciare il compagno, ma poi lo abbassava subito, con il timore di essere scoperto.

"Posso andare con Stephen?" Chiese Peter, destando lo sguardo basito del ragazzo dagli occhi di ghiaccio che fino a quel momento era rimasto in disparte, sapendo che sarebbe stato l'ultimo a venir scelto. Joseph annuì, indicò la Combattere  e continuò: "Nell'altra singola starò io, le ultime due ragazze avranno la Cacciare." Jenny non battè ciglio, mentre Felicity esplose in un urlo di gioia ed esclamò "Amo cacciare!" Joseph si diresse verso la sua camera: Perdere.


-Ore 2.45, Sala degli Schermi-
Soddisfazione. In una parola poteva venir riassunta quella giornata per Chris. I concorrenti erano perfetti, e il piccolo ritocco di Chef era stata una piacevole sorpresa.
Li avrebbe tenuti lì per una settimana circa, poi sarebbe iniziato il vero reality, prima doveva farli legare, doveva far innamorare il pubblico. E poi avrebbe distrutto tutto. Un piano impeccabile. Fissò gli schermi, erano tutti addormentati.
Guardava i ragazzi, così ignari, così sicuri che il premio massimo della sfida sarebbe stato il milione, quando invece era la vita che avrebbero dovuto guadagnarsi a tutti i costi.

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Capitolo 3
*** Chapter two ***


-Rischiare-

'Caro diario, è solo un giorno che lo conosco ma già sembra incantevole. Con i suoi stupendi occhi nocciola che mi impediscono di guardarlo per troppo tempo... Ma sicuramente lui non è 'come me'. Lo so, resterò per sempre solo. Non mi resta che continuare a fantasticare su di lui però... Théo, che bel nome...' Jack stava scrivendo sul suo diario, quando un movimento provenne dal letto accanto al suo. Subito il biondo chiuse ciò che di più personale aveva per nasconderlo sotto il cuscino. 
Erano circa le sei, per questo Théo fu stupito nel vedere il compagno di stanza già sveglio, così gli chiese: "Ehi Jack, Come mai in piedi così presto?" L'altro arrossì subito e, abbassati gli occhi azzurri, rispose pianissimo: "Io no, niente, cioè, torno a dormire, ciao..." E detto questo si infilò tutto sotto le coperte. 'Che scemo che sono! Non riesco nemmeno a parlargli decentemente.' Si disse, per poi chiudere gli occhi tentando di riaddormentarsi.
Théo lo guardò un attimo, poi si voltò scrollando le spalle, si chiedeva come mai Jack non riuscisse a parlargli, non gli era sembrato di essere stato scontroso nei suoi confronti.


-Morire-

"Che palle sono già sveglia! Per una volta che potevo recuperare sonno!" Scattò in piedi Cerise, non curandosi minimamente della povera compagna, che tra stiracchiamenti e sbadigli si tirò su. "Devi essere sempre così scontrosa, Cerise?" La domanda inaspettata di Shauni fece sollevare il sopracciglio destro dell'altra che rispose con uno sbuffo.
"Secondo me dovresti evitre di vedere tutto questo come una perdita di tempo. Frena la tua impulsività e non fare cattiva impressione sugli altri, sennò credo proprio che te ne andrai subito." Le disse Shauni tranquilla, mettendosi a gambe incrociate fuori dalle coperte. Cerise che si stava avviando verso la porta si fermò. "Non ho bisogno di consigli, stammi lontana e fatti gli affari tuoi." Concluse prima di sbattersi la porta alle spalle e recarsi in bagno.
Shauni la guardò allontanarsi pensando che sarebbe stato duro affrontare i primi i giorni con una ragazza così, ma lei sarebbe riuscita ad aiutarla, ci sapeva fare con la gente.


-Difendere-

Con infinita calma Glen si sistemò seduto sul letto, da sotto le coperte cacciò dei fogli e delle matite, per poi iniziare a disegnare. Dopo circa cinque minuti aveva gli schizzi completi degli altri ragazzi. Li rimirò con attenzione, di tanto in tanto aggiungeva o cancellava qualcosa. Quando si ritenne soddisfatto si alzò in piedi e li appoggiò alla parete. Tutti in fila sembrava quasi che lo guardassero, Glen sorrise, poi avvicinandosi aggiunse un piccolo commento ad ognuno.
Ora aveva una Pazza Felicity, una Scontrosa Cerise, due Innamorati Zoey e Michelangelo, un Timido Jack, un Perfetto Leadership Joseph, una Particolare Shauni, un Silenzioso Théo, una Gioiosa Viktoria, un Duro Peter, un Distaccato Stephen, una Ribelle Jenny e un'Acida Pam.


-Sopravvivere-

"Pam, ehi Pam! Sei sveglia?" Chiese Viktoria dall'ingresso della stanza. Dal letto della castana provenne qualche borbottio, che piano piano si trasformò in una lenta lista di insulti. "Non prendertela dai! Sono già le sette! Io sono in piedi da un'ora! Dovremmo andare dagli altri a fare qualcosa di bello, no?" Si giustificò Viktoria avvicinandosi al letto della compagna, che dal canto suo le urlò contro: "Sono le sette, tesoro! Le sette! Siamo in vacanza, al minimo dovrei alzarmi alle nove! Non osare fare mai più una cosa simile! E comunque questa canottiera è oscena." Detto questo la scansò via e, una volta balzata in piedi si diresse alla valigia per prendere i suoi abiti e andarsi a vestire.
Viktoria era rimasta sul letto, un po' delusa, voleva solo essere amica di Pam, dove stava sbagliando?


-Combattere-

Peter e Stephen erano entrambi svegli e consapevoli di essere in due ad aver smesso di dormire. "Cos'è che ti ha portato qui?" Improvvisa arrivò la domanda di Peter, tanto che Stephen dovette aspettare qualche secondo prima di formulare una risposta. "Niente in particolare." Si decise ad affermare alla fine. Peter sbuffò: "Come sei noioso! Avrei fatto meglio a non sceglierti, così magari ora stavo tranquillo a chiacchierare con qualcuno!" "E a te, cosa ti ha spinto a venire qui?" Stavolta fu Peter a rimanere sconvolto per un po' per poi esclamare: "Scusa, ma perchè dovrei dirtelo io, quando tu giochi all'uomo del mistero?" Stephen alzò le spalle e si mise a fissare il vuoto, non sapeva nemmeno lui perchè si trovasse lì, magari voleva una pausa dalla sua vita, o magari voleva crearne una nuova, fattostà che passò i seguenti dieci minuti a riflettere sulla domanda del compagno.
Peter iniziava ad annoiarsi sul serio, così decise di andare a fare un giro, magari avrebbe incontrato qualcuno con cui passare del tempo.


-Cacciare-

Jenny aprì piano gli occhi, e tutto si aspettava tranne di trovarsi quelli azzurri e spalancati di Felicity ad un palmo dal naso. La rossa urlò e l'altra scoppiò a ridere. "Avresti dovuto vedere la tua faccia! Ahahah! Come sei divertente Jenny!" Quest'ultima guardò di traverso la bionda per poi poggiare il mento sul palmo della mano e girarsi verso il muro. "Eddai Jenny Jennina! Vuoi venire a saltare con me sul letto? Anzi no! Idea migliore: organizziamo un festa, invitiamo tutti e poi e poi... mettiamo tanti dolci così diventeremo tutti più buoni!" Felicity parlò così velocemente che la compagna rimase a bocca aperta per un po' per riuscire a riformulare le informazioni. Ma non ebbe tempo di rispondere che Felicity le aveva sfilato da sotto il cuscino un coltello. "E questo cos'è? Cos'è? Cos'è?" Le chiese rimirandolo con gli occhi pieni di meraviglia. Jenny scattò in piedi, glielo sfilò abilmente di mano e poi le rispose "Non sono fatti tuoi, questa è la MIA roba, che NON si tocca, capito Fel?" 
A sentire quel soprannome la bionda iniziò a correre come una matta e con voce stridula canticchiava: "Ho una nuova amica, la mia amica si chiama Jenny, Jenny mi vuole bene, Jenny mi chiama Fel..." Questo fece sorridere la rossa, era da un po' che non aveva un'amica, troppo. Felicity era così diversa da lei, così ingenua, la rendeva allegra, nonostante tutto, magari sarebbero diventate amiche.


-Perdere-

I panni perfettamente ripiegati e puliti vennero riposti con cura da Joseph nell'armadio. Il ragazzo si osservò nello specchio all'interno dell'anta, i capelli corvini erano un po' spettinati, mentre gli occhi castani brillavano. Trovava stupendo che gli altri già si fidassero di lui, d'altronde il gioco di squadra era il suo forte, questo pensava Joseph mentre guardava i panni impilati nei ripiani, tutti immobili e sistemati da lui, tutti esatamente dove diceva lui, tutti esattamente come diceva lui. "Sì, come IO voglio..." sussurrò rivolto al suo riflesso.


-Cercare-

"Buongiorno amore mio" Susurrò Michelangelo a Zoey che con un sorriso si voltò a baciarlo. "Buongiorno a te..." Rispose la ragazza, per poi proseguire: "Sai per caso che ore sono?" Michelangelo annuì e con le dita segnò il numero sette. Zoey socchiuse gli occhi, era presto, maledettamente presto. Quando avrebbero recuperato il sonno accumulato per buona parte della notte? Avevano solo tre giorni. 
"Era da un pezzo che non stavamo così tanto insieme, vero?" Chiese alla sua fidanzata il ragazzo, ripensando alle ore trascorse a coccolare il suo tesoro quella notte. Zoey annuì ancora, poi prese la mano del ragazzo fra le sue e se la passò sui capelli ricci color cioccolato dai riflessi rossi."Sei bellissima..." Le disse Michelangelo. Zoey puntò i suoi occhi in quelli azzurro cielo del ragazzo e poi lo baciò dolcemente.



"Ma cos'è quest'odorino? O mio Dio! Ma sono cupcakes!" Urlò Felicity saltellando non appena entrata in cucina, subito seguita da Jenny. Ai fornelli c'era Théo, che con abile cura stava preparando i dolcetti. Si voltò verso le due ragazze e sorrise, per poi dire: "Spero vi piacciano..." Felicity spalancò gli occhi e la bocca per poi esclamare qualche ottava più in alto rispetto alla sua voce normale: "Scherzi?! Io AMO i cupcakes! Jenny dovevamo scendere prima! Ci ha rubato l'idea del party" Jenny scosse la testa con espressione fintamente sconsolata, sorridendo un po', dopodichè si fiondo accanto a Théo per rubargli un cupcakes e infilarselo tutto in bocca. "Complimenti, davvero..." Gli disse leccandosi le dita. 

Il ragazzo scoppiò a ridere insieme a Felicity, e insieme riuscirono a far cedere anche la rossa. Ed era mentre ridevano che Joseph entrò, restò un attimo fermo sulla soglia con un sopracciglio alzato, poi chiese: "Ehm... Che succede qui? Cosa state facendo?" In risposta Théo si scansò leggermente riuscendo a far intravedere al corvino i dolci. Quest'ultimo si leccò i baffi e propose di apparecchiare per tutti, Felicity acconsentì felice, mentre Jenny si appoggiò al muro scocciata rifiutandosi. Joseph e Théo alzarono le spalle, poi iniziarono a sistemare la tavola, con Felicity che estraeva da non si sa dove assurde decorazioni per appoggiarle un po' ovunque.
Dopo dieci minuti buoni entrarono Zoey e Michelangelo mano nella mano, che felici della sorpresa si accomodarono e iniziarono a chiacchierare con Viktoria, arrivata poco prima di loro. Piano piano arrivarono tutti, eccetto Cerise che, a detta di Shauni si era rinchiusa in bagno e non era più uscita.

"Bravo Théo" Commentò ad un tratto Stephen, facendo girare tutti verso di lui, che, con espressione stupita, domandò: "Che c'è?" "Niente, è che non sembri il tipo da... ehm... complimenti..." Rispose Shauni un po' a disagio. "Ragazzi! Ha detto solo la sua! Che problema c'è? Almeno ha parlato un po', sapete, sono dell'idea che dovremmo conoscerci meglio." Esclamò Viktoria, trovando subito l'acconsentimento di una Felicity raggiante e saltellante.

"Io avrei un'idea, lo facevo a scuola con i miei compagni alle elementari. Può sembrare banale ma è molto carina come cosa..." Intervenì ad un tratto Zoey, proprio in quel momento una voce disse: "Sì, ok, vediamo cos'è, ma non girarci così tanto intorno, mi dai solo i nervi." Cerise era appena entrata e trovo subito ad accoglierla il commento di Glen: "Buongiorno a te, Cerise, amo il tuo modo di rapportarti, davvero, sempre così gentile..." La ragazza dal canto suo gli ringhiò contro e si sedette in un angolo.

"Dicevi Zoey?" Cercò di sciogliere la tensione Théo. La riccia continuò un po' timorosa: "Allora, ognuno di noi scrive una domanda qualunque su un foglietto, poi ad estrazione li leggiamo, uno per volta rispondendo tutti. Vi va?" Felicity balzò in piedi saltellando e battendo le mani. Jenny, Cerise e Peter sbuffarono, ma alla fine acconsentirono tutti, recandosi in salotto, dove si disposero in cerchio. "Mi occupo io del materiale, aspettatemi." Si propose Peter uscendo dalla stanza.
Pochi minuti dopo era di ritorno e, trovando tutti esattamente come quando era uscito, nonchè rigorosamente in silenzio (eccetto Felicity che stava frugando nei cassetti), esclamò: "Un po' di vita ragazzi! Un altro giorno e dovremo competere per il milione, godiamoci questa specie di pausa!"  Nessuno rispose e ciò lo fece sbuffare, poi con svogliatezza consegnò i materiali. "Fel vieni, si inizia." A sentire il soprannome dalla bocca di Jenny, la bionda si precipitò al suo fianco con un sorriso enorme. "Quindi... dobbiamo scrivere una domanda, qui.. in anonimo... e poi pescarle a caso e... rispondere?" Chiese Jack con un filo di voce. "Oddio, sì biondino! E parla più forte, fatti capire!" Gli gridò contro Pam, facendolo rannicchiare con le gambe vicino allo stomaco e un'espressione spaurita in volto. Stephen guardò male la ragazza poi disse: "Muoviamoci su, quasi nessuno ha voglia di stare qui."

Stranamente nessuno si era tirato indietro, la curiosità verso gli altri era stata troppo forte, persino più forte della sete di vittoria o della timidezza. Erano pur sempre ragazzi.
"Bene bene bene bene bene! Avete finito veo? Finito finito!" Felicity aveva appena finito di scrivere che subito iniziò a correre intorno agli altri cercando di sbirciare. "Ma che vuoi? Stammi lontana!" Le disse sgarbatamente Cerise.

"Felicity siediti dai, ora iniziamo, chi vuole fare per primo o prima?" Chiese Shauni, ma dentro sapeva già chi avrebbe risposto, lo vedeva dal piccolo tic che avevano assunto le sue mani dopo la domanda, e infatti, Michelangelo si offrì  lesse: "Cos'è la cosa che preferite, in generale? Ehm... Io credo Zoey." La ragazza gli rivolse uno sguardo dolce per poi annuire lasciando intendere che fosse la stessa cosa per lei. "Io amo i party!" Gridò Felicity entusiasta, ricevendo il commento sarcastico di Glen: "Non l'avrei mai detto, guarda, per la domanda... credo disegnare, sì, disegnare. Voi altri?" Mano a mano tutti dissero la loro, Jenny disse di adorare moto e coltelli, Joseph e Jack la musica, Cerise correre, Peter parlò del suo interesse verso la guerra, Pam dell'amore verso il suonare il pianoforte, Shauni invece amava fare fotografie, Stephen preferiva lettura, teatro e cinema, Théo la compagnia e Viktoria ballare.

"Insomma, siamo un gruppo molto misto, non trovate?" Commentò Michelangelo alla fine. "Gruppo? Gruppo dici? Tesoro, non siamo una squadra, non siamo un gruppo, lo capisci o no che dovremo sfidarci per vincere un milione di dollari?!" Disse Pam aggressiva, Zoey la guardò imbronciata, così come Peter che sbuffò sonoramente.
"Andiamo avanti ragazzi, dai." Tentò di far riappacificare i compagni Joseph. Il suo intervento fu abbastanza utile, dal momento che un po' di tensione si sciolse. "Ora pesco io! Io! Io! Guardatemi, sto scegliendo il biglietto! Yee!" Esclamò Felicity entusiasta, per poi andare a leggere: "Descrivetevi in un aggettivo... uhm... io sono... Felice! Sì, sì! Felice! Super felice, perchè io sono Felicity!" Concluse con una capriola all'indietro.

Shauni scoppiò a ridere, contagiando anche gli altri, era la prima volta che ridevano tutti, nessuno escluso. Felicity era riuscita ad unirli.
Andarono avanti per tutta la mattinata, si conobbero un po' di più, ma nessuno fu totalmente sincero, mancavano alcune cose. Poi, l'ultima domanda, e, probabilmente la più dura.

Lesse Glen: "Parlate della vostra famiglia. No mai. Mi rifiuto" "Sottoscrivo." Disse Cerise, per poi aggiungere: "Tanto è l'ultima domanda, possiamo anche saltarla. E poi è ora di pranzo, decidete chi deve cucinare e chiamatemi quando è pronto." Detto ciò uscì dalla stanza e si diresse in giardino, dove iniziò a correre, sotto lo sguardo indagatore di Shauni.

"Bene, fuori uno, chi prepara da mangiare? Io ho già fatto questa mattina..." Esclamò Théo dopo due interminabili minuti di silenzio. "Ehm... faccio io, se vi va bene, naturalmente, no ok... magari non volete... non fa nulla..." Jack sussurrò a testa bassa, trovando però l'inaspettato appoggio di Stephen, che gli disse: "Va bene. Ciao." Poi si diresse in camera, seguito dagli altri ragazzi, eccetto Felicity che restò con Jack.

"Jackie, Jackie... Ehi, Jack! Perchè non parli? E se lo fai sussurri? Eh Jackie? Ci sei? MI senti? Rispondimi dai!" Felicity andava avanti così da quando erano rimasti soli, ma il biondo non le rispondeva, si curava di cuocere con cura la carne, stando in silenzio con i suoi pensieri. "Ah! Ho capito! Non parli perchè hai paura!" A quell'affermazione il sangue gli si gelò nelle vene, si voltò piano verso Felicity con un espressione di puro terrore, per poi chiederle: "Co-cosa... hai detto... scu-scusa?" Felicity si rabbuiò un attimo assumendo un'espressione pensierosa, che scomparve un attimo dopo, per far posto ad uno splendido sorriso. Jack l'aveva abbracciata e le stava dicendo: "Non mi vuole bene nessuno, non piaccio a nessuno, non ho mai avuto nessuno su cui contare..." Felicity sorrise e gli disse: "Non è vero! Tu sei mio amico e io ti aiuterò, ma aspetta, in cosa devo aiutarti?" Jack scoppiò a ridere per poi esclamare: "Va bene così Felicity, anche solo farmi ridere è stupendo. Grazie." Fino all'ora di pranzo i due restarono a chiacchierare, era da molto che il biondo non riusciva a parlare, ma Felicity era perfetta, perchè trovava il lato buono in ogni cosa e potevi stare certo che non avrebbe raccontato nulla a nessuno. La ragazza, dal canto suo, era contenta, aveva trovato due amici in una sola mattinata, non poteva andare meglio di così.


-Cacciare-

Jenny giocava con il coltello, lo lanciava in aria e lo riprendeva, quando ad un tratto, lo prese male e il sangue iniziò a scorrere lento da un piccolo taglio sulla mano. I ricordi iniziarono a venire su, piano piano...

'Tanta pioggia, la mamma si allontana, io la chiamo ma lei continua dritta, non mi dice nemmeno ciao. Ora c'è solo papà, ma non mi aiuta, mi fa del male, tanto male. Così io che faccio? La bulla, sono forte, non mi basta. Molto facile rubare borse, molto, troppo. Ma non sempre va come si vuole. Per questo mi macchio. Sangue ovunque, cosa ho fatto? Sono un mostro. E poi... Scoperta, costretta ad essere rinchiusa...'

Una sola lacrima scende, Jenny non sa se sia dolore o rabbia, ma di sicuro non è un bene, così scatta in piedi si pulisce con il dorso della mano, asciuga il sangue e corre fuori, ha bisogno di aria fresca.


Un pranzo vero e proprio non ci fu, Jack e Felicity avevano sistemato i piatti e il cibo, ma nessuno aveva mangiato contemporaneamente, c'era chi era arrivato subito e chi, essendo ultimo aveva dovuto  sparecchiare, compito che toccò a una Pam furibonda.


Erano circa le tre, Shauni era tranquilla a fissare le fotografie lungo le scale, le sembravano assurde, il luogo strano ma le inquadrature perfette. Sembravano magnetiche. Arrivò fino alla fine del muro e, dalla finestra, scorse Glen, seduto su un ramo, intento a disegnare. "Ehi Glen, che ci fai lì?" Gli chiese curiosa la ragazza. Il biondo si girò stupito e le rispose sarcasticamente "Sono diventato uno scoiattolo, sai?" Shauni scosse la testa, poi, una volta trovato un ramo abbastanza resistente, ci saltò sopra e raggiunse Glen. "Wow! Non l'avevo mai fatto prima! Meraviglioso, davvero meraviglioso!" Esclamò entusiasta Shauni, Glen la guardò freddo e le disse: "Nessuno ti ha invitata, ragazza." "Non ho bisogno di ordini, e poi,da come sei seduto, vedo che in realtà avevi voglia di parlarmi." Ribattè Shauni. Glen cambiò subito posizione e poi le domandò: "E così studi il comportamento della gente? Interessante, mi saresti utile..." "E in cosa, di grazia?" "Vieni con me." Le ordinò Glen.  Shauni non battè ciglio e lo seguì nella sua stanza. Una fila di disegni era appoggiata alla parete,  la ragazza si riconobbe subito e commentò: "Sarei particolare, quindi?" Glen annuì e poi le spiegò: "Voglio avere tutti ordinati, però non sono bravo come te nell'analisi delle persone, sei disposta ad aiutarmi nel completare i disegni?" A Shauni brillarono gli occhi, finalmente qualcosa di più divertente da fare. "Ci sto!" Furono le sue ulime parole.


'Correre, correre' Cerise pensava solo a questo mentre il vento le sferzava il viso. 'Cosa vuole McLean? Farci affezionare gli uni agli altri? Bastardo.' Si fermò di colpo e gridò al cielo: "Ma io devo vincere, DEVO."



Nessuno cenò quella sera, ognuno se ne stava per i fatti suoi, ma sapevano che l'ora di andare a dormire era vicina, e per dodici di loro sarebbe stato terribile, nessuno aveva voglia di vedere gli altri. Ma era una cosa che non potevano evitare.
A sommarsi a ciò, c'era una strana ansia, un'inquietudine palpabile, che li attanagliava tutti. Non si sentivano più al sicuro, era come se ora sarebbe potuta accadere qualunque cosa che li avrebbe potuti ferire. 
Erano combattuti fra il voler sentirsi sicuri in compagnia e la voglia di riflettere da soli. Ma alla fine scoccò la mezzanotte e tutti si rintanarono nelle proprie stanze.



-Ore 1.15, Sala degli Schermi-
Chris era felicissimo, i ragazzi iniziavano a conoscersi e a rapportarsi. Sarebbe stato più duro così, proprio come voleva lui. E l'indomani si sarebbe scatenato il panico. Il giorno seguente sarebbe iniziato il vero reality, o perlomeno avrebbero iniziato a capire cosa sarebbe accaduto realmente.
Una risata sadica proruppe dalle sue labbra, gli occhi si fecero sottili e maligni. Sangue, dolore e sangue.







ANGOLO AUTRICE
Ehilà! E siamo al capitolo numero due, vi è piaciuto?! Spero tanto di sì, mi ci sono impegnata molto.
Il prossimo capitolo farà da ponte tra questo e il resto della storia, non temete, stiamo arrivando alla parte bella (muhahahah)!
Dunque, per il prossimo capitolo mi servirebbero i voti, quindi, scrivete, via messaggio privato il nome di due concorrenti, un maschio e una femmina.
In più, ditemi se volete particolari rapporti fra il vostro OC ed altri personaggi.
Baci
Ciau
Nini

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Capitolo 4
*** Chapter Three ***


Jenny, Jack, Stephen e Viktoria erano seduti al tavolo della cucina, ma, eccetto Viktoria, nessuno era in vena di conversare. La corvina era a disagio, avrebbe tanto voluto parlare un po', ma non aveva coraggio. Jenny era seduta con espressione strafottente, Jack era in un angolino immerso nei pensieri e Stephen dava l'impressione di essere lì solo per evitare di avere contatti con Peter in camera. "Ehm... ragazzi... io mi sto annoiando un po'... che ne dite di fare qualcosa tutti insieme?" Si decise a chiedere titubante Viktoria. Jenny la guardò sarcastica e le disse :"Scusami, ma cosa dovremmo fare tutti insieme?" "Bo non saprei... qualcosa di semplice ma non inutile e scontato... tipo... poker! Volete?!" Esclamò Viktoria con una luce felice negli occhi. Cosa poteva essere di tanto grave? Era semplicemente una partita a carte. Fu grazie a questo pensiero che alla fine si decisero tutti a giocare, andando, però, a chiamare anche Peter e Pam. Viktoria si sentiva orgogliosa, era riuscita a farli giocare tutti insieme, per una volta non c'erano diffidenza o antipatie, solo determinazione a non perdere, e ovviamente, una voglia pazza di partecipare. Il poker era pur sempre un gelido gioco d'azzardo, dove conoscere l'avversario e le sue mosse era essenziale.


-Rischiare-
Théo era buttato sul letto ed era intento a leggere Madame Bovary, adorava quel romanzo, era circa la quinta volta che ne assaporava le pagine. Aveva passato buona parte della mattinata leggendo, era tranquillo, quando ad un tratto, qualcuno gli rubò il libro di mano ed esclamò: "Come fai? Eh? Io non riesco a leggere, poi metto il broooooncio!" Felicity stava girando e rigirando il libro, poi lo buttò sul letto e scattò verso un esterrefatto Théo, che durante tutta la scenata della bionda era rimasto a bocca aperta. "Théo! Chiudi la bocca! Potrebbe entrarci qualche cupcakes!" Disse battendo le mani Felicity. Théo la guardò un attimo poi arricciò il naso e le chiese: "Scusami, ma perchè sei venuta qui?" La ragazza interruppe i saltelli a piè pari che stava facendo per puntare gli occhi azzurri in quelli nocciola dell'altro. "E me lo chiedi anche? Io sono amica di Jack! E lui... Ops no! Questo non dovevo... Cioè... Facciamo festa?" Da un atteggiamento abbastanza serio Felicity era tornata la solita, iniziando a decorare le pareti con finti nastri. A sentire ilnome del compagno di stanza Théo si rabbuiò un attimo, magari sapeva qualcosa in più su di lui, doveva riuscire a farla parlare. "Felicity! Sai, anch'io sono amico di Jack! D'altra parte dormiamo nella stessa camera!" Tentò di recuperare il discorso il ragazzo, l'altra allora si mise seduta accanto a lui e, dopo un'assurda analisi con la lente d'ingandimento, esclamò felice: "Bhè, Jack ha paura! Soprattutto di te, gli piaci così tanto che... oh no.. ho parlato davvero troppo." Felicity concluse la frase coprendosi la bocca con una mano, per poi correre via. 'E così piaccio a Jack? No, impossibile, si dev'essere inventata tutto...' Si disse Théo, per poi buttarsi pesantemente a pancia in su sul morbido materasso, non era esattamente sicuro di ciò che pensava.


-Difendere-
Glen e Shauni erano insieme da quando si erano svegliati. Si erano trovati particolarmente in sintonia dopo il primo incontro e poi, avevano i disegni del ragazzo da sistemare. "Secondo me dovremmo cambiare leggermente il disegno di Stephen, lo hai fatto troppo chiuso, cambia l'inclinazione della testa e un pizzico l'orientamento dei piedi." Disse Shauni rimirando il disegno del castano. Glen si mise subito all'opera e in un attimo, eccolo pronto. Agli occhi di chiunque sarebbe parso perfettamente uguale, ma per una come Shauni era tutto completamente diverso. "Ora, aggiungi ad ognuno le stanze, i compagni e l'orientamento sessuale. Con queste informazioni dovremmo riuscire a capire quali saranno le prime alleanze." Disse poco dopo, funzionava, il loro piano funzionava, stavano preparando un quadro completo dei compagni, così sarebbe stato facile anticiparne le mosse. 


"Pam, mi faresti un favore?" Chiese Peter con nonchalance alla ragazza, stavano ancora giocando a poker e il castano stava finendo i soldi. Pam annuì e Peter le domandò se avesse voglia di andare a prendergli i soldi. Con uno sbuffo lei si alzò dal suo posto e si avviò verso le camere. Riteneva strano che Peter si fosse fidato così di lei, d'altronde era la cattiva lì, non aveva premure per nessuno, e puntava solo a vincere. 'Oooops... Non so quale sia la camera di quello lì... Come faccio? Entrerò a random, tanto non c'è nessuno.' Si disse Pam appena arrivata davanti alle porte, non molto decisa si diresse verso la Rischiare. Non c'era nessuno all'interno, i letti erano disfatti, ma non le sembrava la camera di Peter, stava girando i tacchi per uscire quando, sotto un cuscino notò una copertina nera. Sembrava un quaderno, Pam ripensò a Heather durante la permanenza all'Isola, a quando aveva letto in diretta il diario di Gwen. Sorrise sorniona e, controllatasi un'ultima volta intorno si precipitò a prendere l'oggetto. Era ben tenuto, nero e con la copertina di pelle. Iniziò a sfogliare le pagine, non trovando nulla di interessante, riuscendo solo a capire di essere finita nella camera di Jack e Théo, fino a quando, una pagina con un piccolo cuore, nero, abbastanza evidenziato. Pensando di aver trovato grandi segreti la ragazza lesse il testo attentamente, poi, arrivata verso le ultime righe, il quaderno le cadde di mano. Alzò lo sguardo e fissò il muro a bocca aperta. "Zio..." sussurrò. Raccolse il diario in fretta e lo rimise al suo posto, poi si precipitò al piano di sotto. Non le importava dei soldi di Peter, adesso doveva fare il tifo per Jack.


"Ragazzi io esco, ho preso abbastanza, se continuo rischio di perdere." Si congedò in fretta Stephen, ritirando la vincita e avviandosi in giardino. Dalla finestra di camera sua aveva scorto un albero che sembrava l'ideale per leggere. Camminò per una manciata di secondi, aveva la testa fra le nuvole e la testa bassa, così non si accorse di Cerise che, correndo, gli era piombata addosso. "Cosa cacchio...?!" Chiese la ragazza quando riuscì a rialzarsi massaggiandosi la testa, poi guardò Stephen, ancora per terra, mentre cercava di raccogliere i soldi che gli erano caduti e il libro che si era portato. Quando si accorse che Cerise lo stava fissando alzò lo sguardo e incrociò gli occhi verde scuro della ragazza. "Scusa, non volevo fermarti..." Si giustificò il ragazzo, ricevendo in risposta lo sguardo gelido di Cerise che gli rispose brusca: "Peccato che tu lo abbia fatto, ora levati, e non tornare a rompere!" "Miss simpatia! La trovo particolarmente solare oggi!" Ribattè Stephen, un po' offeso dalla risposta riservatagli. "Come hai detto, scusa?" Si voltò di scatto la ragazza, incatenando lo sguardo con quello del ragazzo. Restarono così parecchi secondi, la mora digrignava i denti e stringeva i pugni conficcandosi le unghie nella carne, l'altro restava impassibile. Si sfidavano nel reggere lo sguardo e nessuno aveva intenzione di mollare, per nessun motivo avrebbero mostrato debolezza. Alla fine, contemporaneamente, esclamarono entrambi: "Sappi che non mollo facilmente io." A quel punto non resistettero più, partì tutto da un piccolo inarcamento delle labbra, che sfociò in una risata. Stephen e Cerise avevano trovato qualcuno con cui parlare alla pari, qualcuno che non li ignorasse, qualcuno che non si arrendesse davanti alla determinazione o alla freddezza che li caratterizzava. 


"Avete visto Felicity in giro?" Chiese ad un tratto Jenny, era in vantaggio rispetto agli altri, si sentiva abbastanza sicura di sè, ma poi il pensiero di non aver ancora visto Felicity nei dintorni la allarmò. "Veramente no, Jenny, e non è l'unica, Michelangelo e Zoey non si vedono da ieri sera..." Sussurrò Viktoria. Dopo le sue parole tutti si guardarono intorno, era plausibile per Felicity, ma di sicuro non per i due fidanzatini. "Sentite interrompiamo la partita, anche se può sembrare assurdo detto da me, dobbiamo cercare gli altri." Esclamò Peter, poi continuò: "E dov'è finita Pam? Sono circa cinque minuti che se n'è andata!" "Io sono qui, e non so nemmeno quale sia la tua camera, di conseguenza non ho i tuoi soldi. Ora però hai ragione, cerchiamo gli altri, mancano anche Glen, Shauni e quell'altro tizio... quello che ci ha divisi il primo giorno..." Disse Pam entrando nella stanza. "Joseph! Manca anche lui!" Era stata Viktoria a parlare, ora era ancora più intenzionata a cercare gli altri. "Bene, dividiamoci. Mancano Cerise, Stephen, Felicity, Glen, Shauni, Joseph e Théo... Allora, io vado con Viktoria in giardino, Jenny tu vai con Peter, occupatevi dell'interno della villa; chi resta...? Jack tu vai da solo, controlla le camere. Ci vediamo lì fra cinque minuti." Pam aveva organizzato tutto e ora si dirigeva insieme alla compagna di stanza all'esterno. Odiava dover pensare agli altri, ma al tempo stesso la inquietava il fatto di non trovare più i suoi compagni.


"Senti, a me non va' di stare qui con te, quindi muovimaoci." Jenny camminava spedita ignorando totalmente Peter che, in risposta all'affermazione esclamò: "Che noia che sei! Qui non c'è nessuno di interessante, state tutti zitti oppure incazzati! Mi sono rotto, cerca da sola, prendiamo strade diverse e vediamoci al punto stabilito." Peter girò i tacchi e se ne andò. Jenny era combattuta tra il leggero disprezzo che provava verso quel ragazzo e la felicità di poter cercare Felicity da sola. Aveva bisogno di quella deliziosa ragazza spumeggiante capace di farla sorridere.


Dopo aver cercato in salotto Peter aveva deciso di recarsi in bagno. Non era tanto per l'interesse nel trovare uno dei ragazzi, piuttosto voleva sciacquarsi il viso, iniziava a stancarsi dalla noia. Volle il caso che, recatosi davanti al lavandino, vide il riflesso di Théo, intento a leggere sui gradini freddi di marmo. Era così assorto da non essersi nemmeno accorto dell'arrivo di Peter, che esclamò: "Fuori uno, mister cupcakes è stato trovato. Penso di aver svolto abbastanza il mio lavoro." Théo si riscosse un attimo, in realtà non leggeva, aveva la testa altrove, pensava a tutto quello che era successo nei vari giorni trascorsi alla villa. "Di cosa parli, scusa?" Chiese guardandolo un po' stupito, perchè mai avrebbero dovuto cercarlo? "Ordini del capo, Pam dice che siamo in troppi a mancare all'appello, quindi ci vuole tutti riuniti di sopra." Rispose Peter avviandosi fuori dal bagno, subito seguito da un Théo che si chiedeva perchè costasse tanto avere un po' di privacy.


"Perchè questi deficienti non riescono a stare un attimo fermi e traquilli?! Ci vuole tanto a chiudersi nelle stanze o stare con gli altri?!" Pam era furibonda, erano cinque minuti che lei e Viktoria giravano a vuoto nel giardino. "Ehm... Secondo me volevano solo stare un po' per i fatti loro... anche tu non ami la compagnia d'altronde..." Viktoria aveva paura di parlare con Pam, la compagna aveva sempre da ridire su tutto e, difatti non macò il suo acido commento: "Nessuno ti ha chiesto di commentare, Viky. Fammi il favore di chiudere la bocca e non commentare." "No, adesso basta. A tutto c'è un limite. Sono stata gentile con te, mi sono mostrata disponibile e... questa è la mia ricompensa?! Scusa ma non ci sto! Basta trattarmi così!" Esplose Viktoria, fermandosi di colpo. Pam si girò con calma glaciale, "Cosa hai detto?" le chiese fredda. Viktoria la fissò negli occhi, ribolliva di rabbia, odiava essere trattata come uno straccio, Pam aveva superato il limite. Così le si fiondò addosso e la spinse per terra, iniziando a tirare graffi e pugni. Pam non rimase ferma, anzi, rispose con forza. Fu così che vennero trovate da Cerise e Stephen, sporche di fango, rosse dai graffi, con lividi e capelli spettinati. "Complimenti, non vi si può lasciare un attimo soli ed ecco il risultato!" Cerise le squadrò da capo a piedi, si fece aggiornare circa le decisioni prese, poi, insieme a Stephen e le due ragazze si avviò all'interno della villa.


Jack camminava cauto al terzo piano, aveva paura di disturbare le persone che si potevano trovare lì. Con calma si avvicinò alla Cercare, la stanza di Zoey e Michelangelo. Appoggiò l'orecchio contro la porta, ma non fece in tempo a sistemarsi bene, che la porta si aprì da sola. La stanza era vuota. 'Dove sono finiti?' Si chiese il biondo, era dalla sera precedente che nessuno li aveva visti. Iniziava a preoccuparsi. Poi, un rumore mprovviso alle sua spalle. Jack si voltò di scatto trattenendo il fiato. Si rilassò solo quando vide che erano Glen e Shauni, appena usciti dalla Difendere i due furono stupiti di trovarsi davanti Jack, che si limitò a dire loro di aspettare. Sarebbe stata Pam a spiegare bene la faccenda, e lui era ancora troppo agitato dal non aver trovato i due innamorati.


"Fel! Felicity...?! Dove sei? Sono Jenny, sei qui?" La rossa si aggirava per le scale. Non le importava degli ordini di Pam, voleva trovare Felicity e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, neppure sotto torchio, le mancava la ragazza. Il flusso di pensieri della ragazza venne interrotto da un urlo felice: "Jeeennyyy! Mi hai trovata! Mi sono nascosta dove sapevo che solo tu avresti potuto trovarmi! Perchè sai, tu sei la mia migliore amica! Yei! Mi conosci, ti conosco, lallala!" Concluse canticchiando e saltando intorno a Jenny, che sorridendo le chiese di seguirla di sopra. Felicity non se lo fece ripetere due volte.


-Perdere-
Joseph non era uscito mai quel giorno. Nel suo letto si era limitato a riposare e a pensare. Aveva bisogno di trovarsi una squadra, o almeno qualcuno su cui poter fare affidamento. Aveva subito bocciato l'idea di legare con Felicity, Pam, Jenny o Cerise. La prima era totalmente pazza, le altre tre troppo furbe e determinate. Jack, Glen, Théo e Stephen gli sembravano troppo silenziosi, Zoey e Michelangelo erano impossibili da dividere. Restavano Shauni, Viktoria e Peter. La più facile da avvicinare sembrava Viktoria, e inoltre era anche carina. Immerso nei pensieri non si accorse che ormai erano passate le undici e lui era ancora in pigiama. Ebbe giusto il tempo di vestirsi prima che Pam facesse irruzione nella stanza urlandogli di muoversi.


"Siamo tutti, meno due, ovvio... Siete proprio sicuri di non aver visto Michelangelo e Zoey?" Pam stava scrivendo i nomi dei presenti su un foglio mentre parlava. "Può essere che ce li siamo persi?! Dove possono essere finiti quei due idioti?!" Nessuno sapeva cosa rispondere. "Fel... tu nemmeno li hai incontrati? Sei stata in giro tutta la mattina..." Chiese Jenny alla bionda, che, con aria un po' rattristata scosse la testa, facendo sbuffare la rossa. "E adesso...? Se dovessimo sparire tutti?" Domandò Jack con la voce che gli tremava. "Non dire così, a Chris serviamo per il reality, magari li ha semplicemente mandati a casa..." Tentò di sdrammatizzare Stephen.


"Esattamente ragazzi! Li ho mandati a casa! I vostri cari compagni stanno viaggiando verso casa, ora!" La voce di Chris si diffuse nella stanza, facendo sobbalzare tutti i presenti. "Vi prego, recatevi in salotto, devo... parlarvi." Proseguì dopo un minuto di pausa.

La tensione era palpabile. Shauni si guardava intorno alla ricerca di qualcuno che fosse tranquillo, ma non trovò nessuno che non si mordicchiasse le unghie, muovesse nervosamente una gamba o un braccio o che fosse seduto tranquillamente. Nessuno sapeva cosa aspettarsi, Chris era imprevedibile, ma la sua voce, così fredda,era quella che li aveva stesi. Mai era stato così il presentatore.        

Passarono diversi minuti, Chris assaporava l'alone di terrore che stava creando. I ragazzi così tesi che non potevano neanche minimamente immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco lo rendevano entusiasta. Nell'ultimo periodo il suo sadismo era aumentato, si era stufato di quelle stupide, noiose sfiducole da quattro soldi. Voleva divertirsi con il sangue, con il dolore, voleva analizzare la mente umana e il crollo che poteva subire.

"Cari, carissimi ragazzi... Ora vedrete un delizioso video in diretta, offerto dalla ditta McLean. Buona visione" Concluse con un ghigno Chris, poi, dal nulla, comparve una proiezione sul muro davanti ai ragazzi. Nell'inquadratura c'era una stanza metallica, sul fondo si poteva scorgere un enorme pentolone d'acciaio, all'interno c'era un liquido verde. "Acido..." Sussurrò Shauni. "Ma cosa ha intenzione di fare quel pazzo?!" Gridò Pam nervosa. Poi, sul muro apparvero due figure, appese al soffitto con una corda dall'aria resistente. Le due figure in questione vennero presto riconosciute. Zoey e Michelangelo penzolavano sul catino pieno di acido, ad un passo dalla morte. "Mostro! Cosa credi di fare? Ma... co-cosa...?" Peter tremava tutto, questo era troppo persino per uno duro come lui. Ad un tratto la voce di Zoey: "Chris? Chris mi senti? Perchè devi farci questo? Siamo giovani... Perchè noi... Perchè?!" Le lacrime cominciarono a sfociare dagli occhi della ragazza. Michelangelo non riusciva a reagire, il pensiero della more era troppo forte: rivedeva tutta la sua vita scorrergli davanti, e poi vedeva come finiva, una firma su dei fogli, il volersela spassare ad un reality con la propria ragazza. E la fine. Semplicemente tutto terminava con la morte. La fine sua e della cosa più importante che avesse. Forse fu il pensiero di Zoey appesa con lui a riscuoterlo, fattostà che trovò il coraggio di gridare a pieni polmoni: "Sei un vigliacco bastardo! Mi senti? Questa è una pazzia! Almeno salva lei. Fai cadere me, ma salvala. Ti prego, è ancora giovane!" Zoey a quel punto pianse ancora più forte, non riusciva a realizzare che stesse accadendo tutto a lei. E chi aveva mai pensato alla morte prima di allora?

Ma Chris non ha mai avuto pietà o compassione. Così, sotto lo sguardo di dodici poveri giovani spettatori, fece scendere con calma la corda. I piedi dei ragazzi si avvicinavano sempre più all'acido. Le lacrime cadevano dentro la bacinella. Poi, a poco a poco, le urla di dolore pervasero la stanza. In molti si voltarono, era uno spettacolo orribile. Zoey e Michelangelo abbracciati venivano fatti scendere a poco a poco, di modo che la tortura risultasse infinita. Toccò prima alle gambe, poi al busto e poi dei due non rimase nulla, se non l'eco delle urla e il ricordo dei volti sfigurati dal dolore.


"Benvenuti ragazzi. Benvenuti a Total Drama Blood"







ANGOLO AUTRICE
Heilà gente!! Non so come ho fatto ma sono riuscita a pubblicare, nonostante il sonno che mi si porta via. 
Se siete arrivati fino a qui vi ringrazio, ci ho messo per scrivere questo capitolo. Da ora siamo ufficilamente in gioco.
Siete pronti a rischiare il tutto per tutto?
Spero che non ci siano errori troppo gravi e che non sia troppo corto...
Per il nostro prossimo incontro mi serve solo sapere le ship che preferite e le amicizie che vi piacciono/piacerebbero.
Un bacio!
Nini

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Capitolo 5
*** Chapter Four ***


Un'improvvisa ventata fece chiudere la porta della Difendere, sigillandola. Due disegni caddero, e le allegre facce di Zoey e Michelangelo finirono a terra, senza guardare mai più la luce.


Shauni non riusciva a reggersi in piedi. 'Acido, acido, acido...' Solo questa parola rimbombava nella sua mente, era pallida e Glen cercava di sostenerla. Théo era paralizato, avrebbe voluto gridare ma la sua gola era incapace di produrre alcun suono. Jack stava tremando tutto, ciò attirò l'attenzione di Stephen che gli si avvicinò piano accanto, gli mise una mano sulla spalla e tentò di rassicurarlo, non gli piaceva per niente vedere il biondo in quello stato. Felicity non sembrava più lei: il sorriso era scomparso dal suo viso, fissava ancora il muro dov'era stato proiettato il video. Jenny, accanto a lei, non mostrava particolari sentimenti, esattamente come Cerise e Pam: erano tutte e tre immobili, un'espressione glaciale nascondeva i loro comuni pensieri. Si chiedevano il perchè di tutto quello e, in fondo in fondo, trovavano triste e ingiusta la morte dei due ragazzi. Peter, seduto sul divano, si era ripreso poco dopo. La morte non lo spaventava, era cresciuto conoscendo la guerra, arrivando ad amarla, non faceva differenza per lui una morte in più o una in meno. Viktoria era terrorizzata, gli occhi si muovevano freneticamente dal muro agli altri ragazzi, si mordicchiava le unghie, ma poi non ce a fece più e scoppiò a piangere. Non riusciva a sopportare tutto quello. Aveva fatto amicizia con Zoey e Michelangelo, vederseli morire davanti agli occhi, senza poter far nulla per intervenire l'aveva distrutta. Joseph era in un angolo, non capiva a cosa puntasse Chris mostrando loro la morte dei compagni, e poi l'annuncio che aveva fatto... 'Total Drama Blood...?' Mentre tentava di darsi una spiegazione plausibile si accorse di Viktoria, sembrava il momento giusto per avvicinarla, così, con cautela, andò verso la ragazza e le cinse le spalle con un braccio.


"Vedo che avete gradito lo spettacolo, ragazzi!" La voce di Chris proveniva da un altoparlante situato sul soffitto. Cerise guardò male l'oggetto e ringhiò: "Cosa pensi di fare bastardo?" Il presentatore rise sadicamente, poi, aspettando appositamente una manciata di minuti, si decise a dare spiegazioni: "Sentite, siete ad A Tutto Reality, logico. Ma quest'anno sarà leggermente diverso, sapete, il mio vecchio show non riscuote più molto successo, quindi, ho deciso di renderlo più... divertente!" "Per te il divertimento cosa sarebbe McLean? Eh? La morte? Sei pazzo! Ma ti fermeranno, oh sì, ci riusciranno, e noi torneremo a casa!" Théo aveva trovato il coraggio di parlare, cosa che fece indispettire Chris che, prontamente, ribattè: "Non siete certo voi a decidere, avete firmato e... ops! Temo di avervi bloccati qui dentro... che sbadato che sono, devo aver accidentalmente serrato le porte e le finestre!" "Maledetto..." Sussurrò Jenny a denti stretti, fissando con odio l'altoparlante. "Non mi interessano i vostri commenti, che sia chiaro! Da domani pomeriggio inizierà il reality, avete ancora un giorno di tempo per fare ciò che più vi aggrada, solo, oggi alle quattro vi voglio tutti qui." Concluse Chris. Un suono metallico lasciò intendere che la comunicazione era stata sospesa.
 
"Ragazzi, non dobbiamo abbatterci! Chris non può averla vinta così! Combattiamo per noi stessi!" Dopo un lungo silenzio Joseph era riuscito a farsi valere, d'altronde aveva bisogno della fiducia di tutti. "Solitamente odio sottostare agli altri, ma fino ad adesso i piani di questo qui ci hanno aiutati, quindi, conta su di me!" Esclamò Peter tirando un pugno in aria. "Dove credete di andare con questi ideali di libertà e collaborazione? Scusate ma temo che non abbiate capito cosa volesse dirci quel bastardo: siamo qui per morire." Disse Pam gelida, buttandosi su una poltrona e sistemandosi i capelli castani. "Giusto... Mi dispiace molto, ma da adesso, ognuno per sè, arriveremo ad ucciderci fra noi probabilmente, non mi va' di rischiare. Ci conosciamo già troppo bene." Era stato Glen a parlare, che, non appena Shauni era riuscita di nuovo a stare in piedi, si era avviato verso la porta, un attimo prima di sparire aggiunse: "Fareste bene a chiudervi nelle vostre stanze fino alle quattro come me." Joseph sbuffò, ma poi, aiutata Viktoria, si avviò come tutti gli altri verso il terzo piano.


"Ma cosa?! La porta è... bloccata?!" Davanti alla porta della Difendere c'era Glen furioso. Non riusciva ad entrare e tutti i suoi bagagli erano stati buttati fuori. "Sarà sicuramente stato Chris... Vieni a stare da me, sono l'unico con la camera singola." Si propose Joseph riuscendo a convincere il biondo che, a malicuore, si avviò verso la Perdere. Ma un attimo prima di entrare, Shauni gli sussurrò pianissimo: "I disegni Glen, mancano i disegni..."


-Rischiare-
Théo era nel suo letto a rimuginare sugli ultimi avvenimenti. Le morti lo avevano stravolto, ma ancora di più il sapere di essere finito in quella trappola. Ma la cosa che più lo opprimeva era il ricordo di quando aveva tentato il suicidio, da quel momento aveva escluso la morte come possibilità di uscita dai guai. Aveva continuato tranquillo la sua vita, e ora, gli veniva detto che avrebbe dovuto combattere per poter vivere. Era qualcosa di inconcepibile. Un rumore lo riscosse, Jack si era girato verso di lui e lo fissava con i suoi occhi azzurri. 'Jack... figuriamoci se i miei problemi potevano finire qui...' Pensò Théo, non riusciva ad immaginare il biondo nel reality, contro tutti e gravemente a rischio. Si era affezionato a lui in quei pochi giorni, e poi, la rivelazione di Felicity aveva solo aumentato il sentimento verso il ragazzo. Era il tipo di persona che si affeziona e poi non molla, resta fedele. Prima di essere condotti alla morte aveva intenzione di parlargli. "Jack, ascolta..." Iniziò, poi, tormentandosi le mani, riuscì a continuare: "Allora... Cioè, da domani saremo tutti contro tutti... ed ecco... io... ho parlato con Felicity e lei..." Jack sbiancò, il respiro divenne irregolare. 'Felicity... cosa?' Pensò mentre una lacrima gli solcava la guancia. Poi uscì dalla stanza correndo, non gli importava più di niente, voleva solo scappare, e neppure le parole di Théo che gli chiedeva di aspettare un attimo riuscirono a fargli cambiare idea.


-Perdere-
"Ti ringrazio Joseph, sei stato molto gentile a lasciarmi venire a stare qui da te." Disse Glen sistemando la sua roba ai piedi di un piccolo letto. Joseph si limitò ad alzare le spalle, ora che non era più solo sarebbe stato complesso studiare e pianificare. Fortuna che aveva sistemato e nascosto tutti i suoi appunti poco prima della chiamata di Chris. "Senti, devo ammettere che sei abbastanza particolare, due giorni fa ti sei reso disponibile e accomodante con tutti e oggi ti sei lamentato per un piccolo cambio di programmi..." Esclamò ad un tratto Glen facendo girare Joseph di scatto. "Scusa, cosa vorresti dire con questo?" Chiese il corvino, una goccia di sudore freddo gli scivolò lungo il collo, cosa voleva insinuare quel ragazzo? Quest'ultimo scrollò le spalle e spiegò: "Nulla, solo io e Shauni riteniamo che tu non sia questo." Concluse indicandolo.


-Morire-
'I disegni... Come facciamo ora? Se li trovasse qualcuno...' Da quando era entrata in camera Shauni non faceva altro che spremersi le meningi per trovare una soluzione. Adesso che Glen era in una camera doppia poi, sarebbe stato tutto ancora più complesso. Oltre quello c'era da contare che non si trattava del solito reality, ma di una sfida di sopravvivenza, lei e il suo alleato avevano assolutamente bisogno di una visuale completa degli altri, o potevano anche scordarsi di riuscire a salvarsi. Di tutt'altro spirito era Cerise, vedeva tutto questo come una sfida ancora più grande. Sarebbe finalmente riuscita a dimostrare che non si sarebbe arresa, ma che avrebbe vinto. A tutti i costi. Per Lawrence, per lui e nessun altro.


-Sopravvivere-
Pam e Viktoria non si erano nemmeno guardate in faccia da quando erano entrate in stanza. Entrambe ancora memori della litigata e consapevoli di un'imminente vendetta. Sapevano bene che il cambio di modalità di gioco significava solo rivalsa sull'altra. In fin dei conti Viktoria non aveva fatto granchè, la sua colpa era solo essersi stufata di Pam e averle risposto. Quest'ultima al contrario non era riuscita a sopportare che la compagna si fosse ribellata. Non avevano per niente voglia di stare in stanza insieme, ma d'altronde cos'altro potevano fare? Alle quattro Chris avrebbe dovuto dire loro chissà cosa, avevano bisogno di riprendere la calma prima del fatidico incontro. Viktoria aveva una ragione per essere felice dell'incontro, però. Avrebbe visto Joseph, si era dimostrato così gentile con lei, aveva intenzione di appoggiarsi al ragazzo se mai ce ne fosse stato il bisogno. Inoltre lo trovava carino, chissà se lui pensava lo stesso...


-Cacciare-
Jenny giocava con il suo coltello, la aiutava a calmarsi, a far sfumare i pensieri negativi. Ma in questo momento ce n'erano troppi ad affollare la sua mente. Primo fra tutti quello di Felicity. Cosa poteva quella solare ragazza contro tutto quello che stava accadendo? Aveva bisogno di qualcuno che la potesse supportare e che fosse in grado di proteggerle le spalle. Jenny non riusciva a capacitarsene eppure, ormai, era sicura di tener a Felicity in maniera assurda. Fu questo a farle decidere di occuparsene, l'avrebbe protetta e aiutata, non sarebbe potuto accadere nulla alla bionda finchè ci fosse stata. Felicity era ancora un po' scossa, non aveva mai affrontato la morte così da vicino e il suo subconscio cominciava ad elaborare ciò che sarebbe accaduto. Felicity vedeva la morte degli altri e di se stessa, non era pronta, no che non lo era. Iniziò a piangere piano, il palloncino che aveva in mano si sgonfiò a poco a poco, e chi lo dice che gli eterni positivi non piangono?


-Combattere-
Peter stava facendo le flessioni sotto lo sguardo sarcastico di Stephen che ad un tratto esclamò: "Non vorrei interromperti, ma sono dell'idea che così ti stancherai solo, inutilmente per di più." Peter si voltò verso il compagno, fino ad un attimo prima era stato a cercare di trovare una strategia per avere un'alleanza, senza però mettersi a rischio. Si alzò in piedi e si mise a sedere sul letto, per poi dire: "Continuo ad essere dell'idea che qui sia tutto un'eterna noia! E comunque, mi alleno per scaricare lo stress e per non perdere il fisico." Stephen osservò il compagno, in effetti era in forma, allenato al punto giusto e abbastanza teso. Non aveva mai visto il ragazzo come un nemico, si riteneva in grado di poterlo battere, ma ora, vedere i muscoli pronti ad ogni scatto lo fece mettere in pensiero. Iniziò a realizzare quanto pericoloso potesse essere fidarsi di qualcuno in quel momento. Ognuno si batteva per vivere, a nessuno importava di avere amici ora, se non per le alleanze. I due ne avrebbero anche potuta creare una, ma alcuno garantiva loro che sarebbero capitati nella stessa squadra, se ce ne fossero state, e allora avrebbero avuto un grave svantaggio entrambi. 


E poi... le quattro. Ci fu una campana a decretare lo scoccare dell'ora. I cuori dei ragazzi persero tutti un colpo.


"Be rivisti! Da quanto tempo, ragazzi miei!" Rise Chris sadico non appena furono tutti nella stanza. Questa volta non c'era alcun microfono, bensì il presentatore stesso che, scortato da diversi uomini armati, era comodamente seduto in poltrona sorseggiando succo di pomodoro. "Dunque dunque. Non ho intenzione di starvi a spiegare cosa accadrà ora. Per questo mi limiterò a dirvi lo stretto indispensabile." Disse Chris per poi riprendere fiato osservando i concorrenti e continuando: "Siete pregati, no, scusate, obbligati, ad andare a votare in quella cabina lì tre concorrenti del primo cast. Su veloci!" "Scusa, McLean, ma io vorrei sapere cosa dovremmo fare esattamente..." Esclamò Peter sbuffando. Il conduttore non lo degnò di uno sguardo, bensì li fece mettere in fila, tutti pronti ad entrare per il voto.

Dopo circa cinque minuti erano tutti seduti, in attesa di ulteriori informazioni. Shauni e Glen discutevano a bassa voce del da farsi, la ragazza cercava di studiare il comportamento degli altri, in maggioranza trovava agitazione, ma era prevedibile, vista la situazione. La cosa che però inquietò i due fu il notare che alcuni erano tranquilli, se non soddisfatti. Felicity si era ripresa, grazie anche a Jenny che, non appena accortasi della bionda che piangeva, l'aveva abbracciata. Ora saltellava accanto alla rossa, abbastanza curiosa di sapere cosa sarebbe successo a breve. In un angolo stava Stephen, accanto a Jack; ripensava a ciò che era accaduto poco prima. 
'Stephen si stava recando al punto d'incontro quando dei singhiozzi provenienti dal bagno lo incuriosirono. Dentro trovò Jack che, non rivelando il motivo del suo pianto, si tirò su e aiutato da Stephen si fece forza per tornare dagli altri.'
Non aveva ancora capito perchè piangesse, si chiedeva cosa gli passasse per la testa e, in fondo in fondo, iniziava ad interessargli quel ragazzo biondo e costantemente fragile. Quest'ultimo non riusciva a credere che Felicity lo avesse potuto tradire, ora non sapeva proprio cosa fare con Théo, non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia, cosa che già stava accadendo, impedendo a Jack di notare le occhiate furtive che gli venivano lanciate dal castano. Pam non guardava un punto preciso nella stanza, si limitava a sorridere malignamente pregustando la vendetta su Viktoria che, dal canto suo, si limitava ad arrotolarsi i capelli neri sulle dita, guardando di tanto in tanto Joseph, che, stando al suo gioco si faceva beccare guardandola molto spesso.

"Perfetto, ora vi comunicherò a cosa sono serviti questi voti. Fino a domani starete con uno dei ragazzi da voi scelti, non dirò altro, muhahahah!" Esclamò Chris dopo aver dato un'occhiata ai voti. "Chef! Portami i ragazzi!" Ordinò schioccando le dita, a quel punto nella stanza entrarono dodici dei ragazzi del primo cast. "Sorridete, non fatemi fare brutte figure!" Ridacchiò sadicamente Chris, poi continuò: "Qui c'è l'elenco delle assegnazioni, consultatelo e dividetevi. Ah, un'ultima cosa: domani vi voglio qui allo stesso orario di oggi." Così come era arrivato sparì in un attimo il conduttore. "Bene, iniziamo, siamo segnati in ordine alfabetico, quindi... Cerise, ti è stata assegnata Gwen." La dark guardò dall'alto in basso la ragazza, sbuffò e poi le si avvicinò dicendole: "Scusa, ordine di Chris." "Andiamo avanti, Felicity tu... Izzy." Continuò Joseph facendo scattare in piedi le due ragazze che iniziarono a fare capriole. "Ma chi ha avuto questa malsana idea?" Chiese Glen avvicinandosi all'elenco e dicendo: "Il prossimo sono io, Lindsay sei con me." "Cosa devo fare? Non sto mica con te! A casa c'è Tyson che mi aspetta!" Glen si battè una mano in fronte, solo ora si pentiva del suo voto. "Dai ragazzi, non dilunghiamoci troppo. Allora, Jack con Trent, Jenny tu hai Courtney, io... Alejandro." Tentò di procedere Joseph, una volta visto il compagno di questo tutti fecero un passo indietro. "Che c'è? Mi credete come Alejandro? Bha, passiamo oltre. Pam, Peter e Shauni siete rispettivamente con Heather, Duncan e Noah." "Senti Joseph, siamo in grado di farcela anche da soli, non siamo degli incapaci." Commentò Stephen, ricevendo un'occhiata gelida dal ragazzo che girò i tacchi e, seguito da Alejandro si dileguò. Ora il foglio era poggiato sul tavolino di legno al centro della stanza, grazie a questo alla fine anche Stephen, Théo e Viktoria vennero uniti agli altri ragazzi, per l'esattezza il primo con LeShawna, il secondo con Bridgette e la terza con Geoff.

-Sala degli schermi-
"Che meraviglia, non trovi Chef?" Chiese sadicamente il presentatore al cuoco che ghignò e rispose: "Tutto perfetto Chris, come al solito. Ora non ci resta che aspettare domani perchè inizi il vero spettacolo!" "Ma Chef! Domani è lontano... hai capito cosa intendo, vero?" Scoppiarono entrambi a ridere malignamente. Si sarebbero davvero divertiti, specie dopo aver visto il legame che stavano instaurando tra loro i ragazzi.


Durante il pomeriggio i ragazzi passarono il tempo con gli ex concorrenti, su ordine di Chris non potevano assolutamente separarsi.
Glen e Shauni erano insieme sull'albero del loro primo incontro. Non erano ancora riusciti a parlare faccia a faccia di tutti gli ultimi avvenimenti. Inoltre non avevano più i disegni con tutti gli appunti e di sicuro non avrebbero avuto tempo e modo per rifarli.  Un altro problema erano Noah e Lindsay, nessuno garantiva ai due ragazzi che avrebbero tenuto la bocca chiusa. Perciò Glen e Shauni non fecero altro che lanciarsi occhiate cercando di comunicare così, avevano urgente bisogno di parlare, questa poteva essere l'ultima volta in cui si sarebbero potuti vedere prima del reality.

Joseph era in compagnia di Alejandro, la scelta di Chris gli avrebbe causato solo grane. Vederlo con quel ragazzo avrebbe solo fatto insospettire gli altri ragazzi, memori del comportamento del latino. "Sai, trovo che io e te siamo piuttosto simili, lo vedo dal tuo sguardo." Disse ad un tratto Alejandro guardando Joseph che, alzando un sopracciglio, gli chiese: "Ma tanto, cosa ti importa di me? Non ci vedremo più da domani."

Viktoria camminava sorridente accanto a Geoff, da quando erano rimasti soli la ragazza non aveva fatto altro che chiedergli della storia con Bridgette, e il festaiolo non aveva esitato nel raccontarle molti retroscena. Tutto era andato avanti tranquillamente fino a quando non avevano incontrato Joseph e Alejandro. Geoff non aveva degnato di uno sguardo i due, mentre Viktoria era arrossita e aveva sussurrato un 'ciao' a Joseph che, anche se un po' controvoglia, le aveva risposto allegramente per poi continuare dritto per la sua strada. Ciò causò il sorriso sotto i baffi di Alejandro e un po' di preoccupazione da parte di Geoff.

Cerise e Stephen avevano deciso di passare insieme il pomeriggio, inoltre per Gwen e LeShawna non era un sacrificio stare insieme. "Steph, iniziano a girare strane voci riguardo il fatto che noi due passiamodel tempo insieme..." Disse Cerise ridacchiando e contagiando il compagno che esclamò: "Poveri illusi! Ma cosa vuoi che ne sappiano di noi? D'altronde è difficile vedere la verità dietro due come noi, dico bene 'Miss-non-amo-nessuno'?" Cerise gli fece la linguaccia da finta offesa e poi rispose a tono: "Sì, alquanto difficile, ragazzo amante ragazzi!" Gwen e LeShawna guardavano stranite i due, come potevano scherzare così sapendo che erano ad un passo dalla morte?

"Ehi amico, che hai?" Trent si era accorto da subito del fatto che Jack non stesse bene, non aveva parlato per niente e si trascinava pesantemente per camminare. Il biondo non alzò neppure la testa, la domanda del chitarrista aveva solo fatto tornare i suoi occhi lucidi, ma non aveva intenzione di piangere, o  perlomeno non davanti a Trent. Fu grazie a questi pensieri che riuscì a mettersi dritto e a dire al compagno: "Sto bene, da ora cercherò di vincere, aiutami Trent." Quest'ultimo sorrise e gli diede una pacca sulla spalla, in realtà sapeva cosa aveva fatto il ragazzo, ma era a conoscenza del disagio che alcune domande provocano.

"Non potremmo andare da Geoff, eh Théo...? Mi manca tantissimo..." Era da un po' che Bridgette stava cercando di implorare il ragazzo, che però era chiuso nel suo mondo. "Eddai! Almeno presta attenzione! Non sei molto di compagnia, potessi me ne andrei..." Si lamentava la surfista. "Senti, nessuno ti ha chiesto di stare qui." Le disse freddo Théo, aveva altri problemi, molto più gravi delle voglia di vedere il proprio ragazzo da parte di Bridgette, doveva riuscire a risolvere le cose con Jack il prima possibile, ma non sapeva proprio come fare.

"Ahah! E così sapresti garantirmi una strategia vincente?" Peter e Duncan discutevano della sfida da molto tempo ormai. Il punk aveva intenzione di garantire la vittoria al ragazzo, l'avrebbe presa più personalmente, ovvio, però trovava molto simile Peter a se stesso, ciò gli dava una motivazione in più.

"Perchè devo stare con voi?! Ma che problemi ha Chris? Tra una sgorbutica e due matte cosa dovrei fare?" Courtney era esasperata, era l'ennesima volta che Felicity lanciava coriandoli e nastri per far saltare Izzy in mezzo ad essi, i capelli dell'ispanica ne erano pieni. Ma d'altronde doveva per forza restare con Jenny. 'Maledetto Chris!' Pensò a denti stretti Courtney. A Jenny non importava delle sue lamentele, non avrebbe perso un attimo del tempo che le restava per stare con Felicity.

"Senti, non ho per niente voglia di stare qui con te, e personalmente non mi importa nulla che tu viva o muoia. Quindi, evita di fissarmi, non ti dirò niente nè ti darò dritte per le sfide." Disse Heather a Pam incrociando le braccia vicino al petto. "Nessuno ti ha chiesto commenti. Io faccio quello che mi va, sia chiaro." Rispose a tono Pam, suscitando l'odio di Heather che, guardandola storto, si girò dal lato opposto e iniziò a limarsi le unghie. 'Grazie tante Chris, potevi eviatre di appiopparmi quest'arpia...' Fu questo l'ultimo pensiero di Pam, perchè un attimo dopo il solito altoparlante squillò.

"Scusatemi, mi sto annoiando a morte e, visto che sono le sette, anticipiamo tutto. Vi voglio ora in cucina. Rapidi rapidi!" La notizia del conduttore non fece altro che allarmare ulteriormente i ragazzi.

"Perfetto, vedo che siete tutti. Chef, a te l'onore." Disse Chris non appena arrivò nella stanza. Il cuoco, allora, esclamò: "Ai vecchi: formate le squadre. Vi chiamerò uno ad uno, e deciderete in quale tavolo, e di conseguenza in quale squadra, dovranno stare i vostri 'pargoli'." Dopo quest'informazione alcune occhiate di panico si diffusero fra i ragazzi. Erano nelle mani degli ex concorrenti, potevano solo sperare di essere entrati nelle loro grazie.

"Anche stavolta si andrà per ordine alfabetico, Alejandro, a te!" Dopo questa frase il conduttore preferì lasciare la stanza, preferiva osservare gli avvenimenti dalla sua comoda poltrona. 

Alejandro non esitò neppure un attimo, i tavoli erano quattro e lui ordinò: "Joseph tavolo tre, d'altronde è quella la stagione in cui sono arrivato io." Joseph annuì e prese posto. Bridgette non sapeva cosa fare, ma poi si decise e chiese a Théo di accomodarsi al tavolo due, il ragazzo non fece una piega, sperando in cuor suo che Trent mandasse Jack da lui. "Jenny giusto? Numero uno, il numero dei migliori!" Esclamò Courtney entusiasta, provocando lo sbuffo di Ducan che disse semplicemente: "Quattro." Peter e Jenny andarono ad accomodarsi, c'era un concorrente per ogni tavolo, la vera sfida iniziava ora. "Viktoria, vai al quattro, ok?" Geoff era un po' titubante, non voleva deludere la ragazza, però non poteva lasciarla ad Alejandro. "Bene, tocca a noi... Cerise, hai preferenze?" Chiese Gwen, ricevendo in risposta un'alzata di spalle, così decise da sola, mandandola con Théo. "L'odio che ho nei tuoi confronti mi motiva a mandarti al quattro, non so nemmeno precisamente perchè." Heather era più acida del solito, neppure Alejandro aveva osato avvicinarsi all'asiatica. Pam la guardò male, ci sarebbe stat Viktoria con lei. "Ahahah! Ahahah! Tocca a me! Vai dalla tua amica, sarete pazze insiemeeee!" Gridò Izzy allegra, facendo spuntare il sorriso sul viso sia di Felicity che di Jenny. "Uhm... Stephen... Dove ti metto?" Lo sguardo di LeShawna scorreva veloce sui volti dei ragazzi, non si fidava particolarmente di nessuno, ma alla fine, anche se a malincuore, disse: "Tavolo tre." Stephen si avvicinò a Joseph, non sapeva quali sorprese avrebbe potuto riservargli. "Tocca a noi, Lindsay." Sussurrò Glen alla bionda che, stupita esclamò: "Cosa? Che devo fare?" Il ragazzo le rispiegò cosa stava accadendo, dopodichè Lindsay disse orgogliosa: "Ho capito! Quindi sceglierò in base al numero di boccette di smalto nuove che ho portato con me, solo una purtroppo, Chris mi ha sequestrato tutte le altre..." Concluse singhiozzando la ragazza. Glen guardò stranito Felicity e Jenny, sarebbe stata una lunghissima convivenza. "Tavolo tre, ti spiegherò dopo i miei motivi." Annunciò Noah a Shauni che si diresse a testa bassa verso i nuovi compagni. A quel punto gli occhi di Théo brillarono, restava un solo posto, al suo tavolo, e Jack era l'ultimo rimasto. Il suo cuore fece un salto quando vide il biondo avvicinarsi, quest'ultimo però non lo guardò nemmeno, gli bruciava ancora il discorso della mattina.

"Finalmente! Ma quanto ci vuole per scegliere? Mi si sta raffreddando la vasca idromassaggio!" La voce di Chris riscosse i ragazzi, che erano intenti a scrutare i compagni di squadra. "Un'ultima cosina, scegliete una persona per tavolo, questa sorteggerà il colore di uno zaino. Ma ne parleremo domani mattina. E, un'ultima cosa, voi vecchi non passerete la notte qui."


Nessuno aveva chiuso occhio. Chris aveva detto loro che avrebbe anticipato le cose, ergo, il reality sarebbe iniziato quella stessa mattina, e infatti...

"Tutti in piedi! Forza!" Chef girava per il terzo piano battendo due pentole fra loro. "Ottimo modo per svegliarsi." Disse sarcasticamente Glen, appena uscito dalla  Perdere con Joseph. "Muoviamoci, non vorrei trovare altre sorprese di Chris!" Viktoria si era fiondata per le scale, seguita a ruota da tutti gli altri.

"Tutti pronti, ma che meraviglia. Ora, avete venti minuti di tempo per decidere e prendere un oggetto, uno solo, da portare con voi, muoversi! Non ho tutta la mattinata a disposizione!" Chris appareva alquanto euforico, cosa molto rara. "Se abbiamo l'oggetto con noi o non dobbiamo prenderlo, aspetteremo gli altri qui, vero?" Chiese Peter, ricevendo in risposta un sì. E venti minuti dopo eccoli tutti pronti, già divisi nelle squadre stabilite, ognuno con l'oggetto in mano. Per quanto riguardava il rpimo gruppo, Felicity aveva una busta di palloncini azzurri, Jenny l'immancabile coltello e Glen un blocco con matita per disegnare. Nel secondo c'erano Théo con il romanzo Madame Bovary, Cerise con un ciondolo portafoto e Jack con il diario stretto al petto. Al numero tre si potevano trovare Joseph, Shauni e Stephen rispettivamente con un mp3, una macchinetta fotografica e un piccolo libretto. Nell'ultimo gruppo, invece, Peter aveva scelto una pistola, destando i sospetti degli altri, Pam un vinile e Viktoria una foto.

"Interessante..." Sussurrò Shauni, in quel momento avrebbe tanto voluto poter parlare con Glen, insieme avrebbero fatto altre analisi... e invece... erano stati divisi. 
"Ci siamo quasi, un'ultima cosa, per l'estrazione di ieri, gli zaini erano, rosso per la squadra uno, giallo per la due, verde per la tre e blu per la quattro. Chef consegna ai ragazzi il materiale." Disse Chris con una luce impaziente negli occhi. Iniziava ad assaporare ciò che sarebbe accaduto, e la cosa lo rendeva felice da matti. 

"Ma cosa...?! Chris, cosa ce ne facciamo di qualche medicina?" Jenny aveva aperto lo zaino e ora lo guardava insoddisfatta. "Ogni zaino ha i suoi vantaggi, ricordatevelo sempre." Sussurrò Chris con calma. "Perfetto, armi. L'ideale per poter andare avanti." Pam osservava con cura il contenuto del suo zaino, si sarebbe proprio divertita, l'unico problema era avere Viktoria nella stessa squadra. "Che fortuna! Cibo, di ogni genere! Di sicuro non moriremo di fame!" Escamò entusiasto Théo, anche Cerise era abbastanza soddisfatta. "Coperte? No dico, stai scherzando?! A loro le armi, a quelli il cibo e noi... coperte?!" Joseph era interdetto, il freddo non era mai stato un grande problema per lui. Neppure Stephen sembrava particolarmente entusiasta, avrebbe di gran lunga preferito un po' di cibo.

Un rumore assordante e un fumo biancastro interruppero la scena. I ragazzi si accasciarono a terra e degli assistenti prelevarono i corpi per posizionarli su alcune barelle e trasportarli all'esterno.


Tanta luce, troppa. Fu questo il primo pensiero dei concorrenti quando riaprirono gli occhi. Erano in una radura, ma ognuno vedeva solo i propri compagni. Intorno a loro c'erano molti alberi, ma dietro si aprivano gigantesce pareti rocciose. Erano nel burrone. Uno zaino colorato al loro fianco, l'oggetto scelto in una mano, e nell'altra una pergamena mai vista prima.




ANGOLO AUTRICE
Heilà! Come va? Spero bene :3
Che ne pensate? Vi è piaciuto il capitolo? Mi ci sono impegnata molto e ho impiegato diversi giorni per scriverlo, abbiate pietà xD
Ora è iniziato il reality, siete pronti?! Su chi puntate?
Spero vi sia piaciuto, che non ci siano orrori di grammatica e che vi piacciano i personaggi.
Se volete qualcosa in particolare per il vostro OC fatemi sapere!
Ciau
Nini

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Capitolo 6
*** Chapter Five ***


REGOLE
-Non è consentito portare nulla con sè, eccetto un oggetto prestabilito;
-Se venisse sorpreso un ragazzo che porti un oggetto di troppo, egli verrà immediatamente prvato della propria vita assieme ad un'altra persona estratta a sorte;
-Fino allo scioglimento delle squadre è vietato separarsi dai propri compagni;
-Una volta nel burrone non è consentito tirarsi indietro;
-Se si desidera si potrà uscire una sola volta dal luogo, per un giorno, che si passerà esclusivamente con il proprio 'tutore';
-Per una sola volta nel gioco saranno i 'tutori' a decidere di un'eliminazione;
-Si svolgeranno da una a tre sfide ed è severamente vietato sottrarsi ad esse;
-Al termine di queste la squadra perdente o gli ultimi due classificati saranno sottoposti a votazione per decretare chi non debba più restare;
-Qualunque ordine non eseguito sarà punito con la morte.


Questo recitava ogni pergamena, in aggiunta c'era anche una piccola poesia.


"Buongiorno ragazzi. Vi trovate nel campo da gioco. Dovreste conoscerlo già. Ogni squadra è situata ad un estremo. Squadra uno voi siete ad nord, due ovest, tre est e quattro sud." La voce di Chris risuonava nel baratro, diffondendosi ovunque e andando ad allarmare i ragazzi. "Dunque, dal momento che sono una persona buona inizieremo il reality alla vecchia maniera: con una sfida!" Continuò ghignando il presentatore. "Dovrete raggiungere il lago centrale, del quale non conoscete l'esatta ubicazione; l'ultima squadra ad arrivare perderà e... poi si vedrà!" Concluse dopo una pausa ad effetto.


-1-
"Perfetto, no davvero, perfetto! Come facciamo ad arrivare ad un maledetto lago senza uno straccio di mappa o una bussola?!" Era da un po' che Jenny imprecava andando avanti e indietro e tirando calci alle pietre. Felicity guardava la compagna con la testa inclinata da un lato, come un gatto. Glen, dal canto suo, malediceva Lindsay per averlo messo insieme alle due mentre controllava accuratamente gli oggetti presenti nello zaino. C'erano il suo blocco e i palloncini di Felicity oltre ai diversi medicinali offerti da Chris. Antibiotico, disinfettante, tachipirina, bende, cerotti, mercuro cromo e una strana boccetta nera. Il ragazzo se la rigirava tra le mani attratto, si chiedeva cosa potesse essere, non un'etichetta ad identificarla. "Muoviamoci, non ce la faccio più a stare qui, Glen, prendi lo zaino e muoviti." Ordinò Jenny iniziando ad avviarsi verso la foresta. Il biondo si infilò veloce la boccetta in tasca e, mettendosi lo zaino in spalla esclamò: "Arrivo Jenny, ma evita di darmi ordini." La rossa non si voltò nemmeno, chiamò Felicity e, non appena assicuratasi della sua presenza, affrettò il passo. La bionda non capiva il perchè del comportamento duro di Jenny, ciò la rendeva alquanto pensierosa, ma non al punto di evitare di fare capriole di tanto in tanto. Il trio camminava tranquillo, senza sapere di essere osservato e seguito con estrema cautela.


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"Non mi interessa se siete stanchi, non mi interessa se non siete in buoni rapporti momentaneamente, non mi interessa se non mi sopportate. L'unica cosa che conta è che ora vi muoviate, perchè di sicuro non rischierò la vita per voi due sfaticati." Cerise non sopportava i due compagni di squadra, camminavano pianissimo, specie Jack, che aveva una costante espressione rassegnata. La ragazza avrebbe tanto voluto fare il percorso di corsa, ma con quei due risultava davvero impossibile. Théo era completamente estraniato dalla situazione circostante, da quando aveva aperto gli occhi stava cercando un modo per risolvere la situazione con Jack, ma ogni passo in più che faceva lo convinceva del fatto che fosse impossibile riuscire anche solo a parlare. "Se non fosse per quella maledette regole..." Imprecò a denti stretti Cerise, per poi aggiungere: "Guardate, facciamo una cosa, se adesso voi affrettate il passo non vi toccherà alcun turno di guardia questa notte, ci state?" Théo alzò lo sguardo e disse freddo: "Non è il sonno il problema." Cerise alzò gli occhi al cielo scoraggiata, non sarebbero riusciti ad arrivare se lo spirito avesse continuato ad essere quello. "No, hai ragione, così rischiamo solo di finire nei guai." Inaspettatamente Jack aveva espresso il suo pensiero e, dopo un respiro profondo, aveva aumentato velocità, venendo subito affiancato da una Cerise più motivata. Théo, rimasto indietro, scosse la testa, come a voler scacciare i pensieri, per poi recuperare il tempo perso e raggiungere gli altri.


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"Dovremmo iniziare ad avviarci, sennò rischiamo di non arrivare più." Disse Joseph caricandosi lo zaino con le coperte in spalla. Nessuno aveva parlato fino a quel momento, Shauni sembrava particolarmente a disagio, non conosceva bene nessuno dei due compagni. Con Glen avevano solo stabilito che Joseph fosse un ragazzo perfezionista, tendente al ruolo di leader e dal quale guardarsi le spalle; di Stephen, invece, avevano detto ben poco, ovvero della sua tendenza ad isolarsi e dello strano rapporto stretto con Cerise. La ragazza temeva entrambi, non sapeva cosa aspettarsi dai ragazzi, avrebbe avuto paura ad addormentarsi sapendoli proprio accanto a sè. "Sì, andiamo." Stephen si era appena alzato da terra e stava pulendosi i pantaloni. Non trovava un nesso tra lui e i due compagni, non avevano mai avuto modo di parlare prima di allora, sarebbe stato duro riuscire ad andare avanti per un po'. Joseph si riteneva fortunato, al contrario degli altri due. Aveva notato il rapporto tra Shauni e Glen, e la ragazza sembrava davvero acuta, mentre Stephen si stava avvicinando a Cerise, e ciò sarebbe potuto tornargli molto utile, dato che la ragazza sembrava essere una degna avversaria. "Avete ragione... andiamo e cerchiamo di arrivare prima degli altri..." Sussurrò Shauni avviandosi con calma, seguita dai due ragazzi.


-4-
"Stai lontana, capito?" "Scusami, tesoro, ma nessuno ti ha chiesto di avvicinarti!" "Ma cosa...? Pam non dire cose insensate! Da quando ti sei proposta di portare lo zaino è logico che io non ti stia lontanissima!" "Tanto lo so che temi per la tua vita, Viktoria, e fai bene." Nemmeno l'essere finite nel baratro della morte aveva reso più docili Viktoria e Pam che, da un'oretta buona, non facevano altro che gridarsi contro. "No, adesso basta! Tutta la mattina a sentire le vostre cretinate, non ne posso più! Ma perchè? Perchè in squadra con 'ste due?" Peter aveva raggiunto il limite, era snervante doversi sorbire le due per tutta la mattinata. "Nessuno ti ha chiesto di intervenire, idiota." Disse Pam gelida rivolgendosi al ragazzo. Viktoria si limitò ad alzare la testa con sguardo superiore e girarsi. Ciò fece imbestialire Pam che sbraitò verso la corvina, da quel momento ripresero a litigare. Peter si portò le mani alle orecchie e sbuffando disperato affrettò il passo. Sarebbe stata dura con quelle due arpie, il ragazzo malediceva ancora la sera della formazione delle squadre. Quando ad un tratto..."Co-co-cos'è quello...?!" La voce piena di terrore di Viktoria allarmò i compagni, facendoli fermare giusto in tempo perchè non andassero a finire dritti dentro un fiume di lava bollente. 


-1-
Era accaduto tutto nel più totale silenzio, i tre ragazzi non si erano accorti di nulla, e dall'ombra erano spuntati fuori sei lupi. Il manto grigio e sfoltito, le costole ben visibili e i denti in mostra lasciavano intendere che non mangiassero da molto. "Allora, manteniamo la calma... muovetevi lentamente, al primo albero che trovate non esitate ad arrampicarvi." Era stato Glen a suggerire il piano che ora stavano tutti cercando di mettere in atto. "Fel! Fel veloce, arrampicati!" Jenny cercava di incitare la compagna che, ancora sui primi rami, era stata accerchiata da alcuni lupi che tentavano di morderle le gambe. "Jenny-Jenny, ho paura." Esclamò la bionda mentre cercava di salire sui rami superiori, ma ad un tratto, sbagliò ad appoggiare un piede e ruzzolò a terra, esattamente al centro del branco. Jenny gridò, un po' per la rabbia, un po' per la paura, prima di lanciarsi giù dall'albero con il coltello pronto a colpire. Neppure Glen era riuscito a restare semplicemente a guardare, e si era precipitato giù, incurante del pericolo che così avrebbe corso. "Non vi faccio niente, voi non fate niente a me... è uno scambio equo, no?" Tentava di sdrammatizzare Felicity, sapendo bene che però non sarebbe servito a nulla. Appena scesi sia Glen che Jenny erano stati presi di mira da un paio di lupi. Il ragazzo aveva solo lo zaino come arma di difesa, Jenny il suo coltello. L'unica possibilità che avevano era la fuga. Ma come potevano anche solo pensare una cosa simile, visto che ad inseguirli sarebbe stato un branco di predatori affamati?


-2-
"Che palle! Ma quanto è lontano 'sto lago?!" Era da più di un'ora che Cerise, Jack e Théo camminavano e per ora non c'era traccia del luogo da Chris citato. "Calma Cerise, nessuno sa dire quanto sia grande questo posto..." Disse con tranquillità Théo, facendosi strada tra la flora che andava infittendosi. "Scusate... ma non vi sembra strano che tutto d'un tratto ci ritroviamo in mezzo a così tante piante?" Chiese ad un tratto Jack. Alla sua domanda i compagni si guardarono intorno circospetti. "In effetti è un po'... inquietante..." Sussurrò Théo, cercando di stringersi un po' più al gruppo. Ma Cerise non sembrava intenzionata a fare altrettanto, infatti si allontanò sbuffando ed esclamando: "Non avete ancora capito che siamo in una foresta? Nelle foreste ci sono le piante!" "Ok... nelle foreste ci sono le piante, ma non credo che quella possa essere definita tale... Cerise ti sconsiglio di muoverti!" La voce di Théo era incrinata, lui e Jack paralizzati dal terrore. Cerise ingoiò il groppo che aveva in gola e lentamente si voltò.


-3-
"Forza! Dovremmo essere quasi arrivati, intravedo una luce più forte!" In testa al gruppo, Joseph si era offerto di fare da vedetta. Fino a quel momento il paesaggio era stato sempre lo stesso, solo ora iniziava a cambiare. Alla radura luminosa e verdeggiante iniziò a presentarsi un terreno privo di acqua o piante. Deserto. "Dove siamo finiti?!" Chiese Shauni allarmata, d'altronde non avevano acqua o cibo con loro, fortuna riservata al gruppo due. Fino a quel momento la fame non era stata un gran problema e sul terreno precedente non mancavano pozze d'acqua. "Siamo nei guai, guai seri." Affermò Stephen guardandosi attentamente intorno. "Senza alcuna fonte per dissetarci non andremo molto avanti. Guardate che sole! Magari uno di noi dovrebbe andare a recuperare dell'acqua dalle pozze." Propose Joseph, ricevendo subito il dissenso di Stephen: "Non ci tengo a disobbedire alle regole, e poi, se ora tornassimo indietro perderemmo tutto il vantaggio acquistato fino a questo momento." "Ha ragione. Prima continuiamo, prima arriviamo. Forza Jos, forza Steph, non può essere tanto lontano." Tentò di incoraggaiare i compagni Shauni.


-4-
"Fantastico, no davvero. Ci mancava solo questa. Grazie McLean, grazie davvero." Da un quarto d'ora i ragazzi erano stati costretti a fermarsi. Non sapevano come attraversare il fiume lavico e intorno a loro non vedevano nulla in grado di aiutarli. "Sentite, magari prima vediamo quant'è profondo..." Tentò di proporre Peter, ma venne ascoltato solo da Viktoria che in risposta annuì. "Allora, aiutami a spostare quella pietra. Buttiamola nel fiume e vediamo di quanto affonda." Mentre diceva ciò Peter si era avvicinato a un gruppo di massi, e ne stava indicando uno alla corvina. Non senza sforzi, alla fine, i due riuscirono a trascinare e buttare la pietra che scomparve piano piano. "Allora, la buona notizia è che quelle sono pietre laviche, la cattiva è che questo coso è più profondo di quanto pensassimo. Pam, ci sei?" Alla domanda la ragazza spostò lo sguardo sui due compagni e chiese: "Se provassimo a buttarne diverse dentro? Così in superficie almeno una dovrebbe arrivare." "Giusto, iniziamo a darci da fare."



"Non ci credo! Secondi! Dopo tutto quello che abbiamo passato!" Jenny zoppicava furiosa verso la squadra tre, comodamente seduta sulle sponde del lago. "Glen! Che hai fatto? Stai bene, vero?" Shauni corse incontro al ragazzo abbracciandolo con forza; quest'ultimo sorrise e la rassicurò: "Tutto ok, solo dei lupi che tentavano di guadagnarsi un pasto." Felicity aveva gli occhi e il morale a terra. Si sentiva responsabile di ciò che era accaduto, se non fosse scivolata adesso non avrebbero quelle ferite, specialmente Jenny. 

'Circondati, ormai erano circondati. "Jenny, ascolta, forse riusciamo a salvarci. Dipende da quanto sei dispsta a dare." La voce di Glen rimbombava in mezzo agli alberi. "Tutto!" Fu l'unica risposta da parte della ragazza. "Ascolta, è difficile ma devi provare. Adesso io inizio a correre, loro mi inseguiranno, aiuta Felicity ad alzarsi, falla scappare, poi torna da me. Mi serve il tuo coltello." Aveva esposto Glen, la rossa aveva annuito. Tutto era avvenuto in pochissimi secondi. Ma l'andare ad aiutare Glen e la corsa di quest'ultimo contro tutti i lupi era costata uno squarcio sul polpaccio a Jenny e dei graffi sull'addome al ragazzo.'

Dopo che Felicity, Glen e Jenny ebbero raccontato la loro avventura l'unico commento fu il 'wow' di Joseph, che poi si preoccupò di narrare anche cosa era accaduto a loro: "Ad un tratto è cambiato tutto. Prima c'erano l'erba, i fiori, le pozze. Poi è diventato tutto arido, non sapevamo cosa fare, tornare indietro per un po' d'acqua o sperare di arrivare in tempo? Grazie a Steph abbiamo optato per la seconda e ora, eccoci qui!" Finito di parlare Joseph dette una pacca a Stephen che sorrise debolmente. 


"Ahi! Fai male!" Si lamentava Glen mentre Shauni, con il permesso del gruppo del ragazzo, si occupava di sistemargli le ferite con il disinfettante. "Ma come? Uno forte come te che si lamenta per un po' di disinfettante?" Lo prese in giro lei, ricevendo una linguaccia in risposta. "A proposito... scoperto qualcosa?" Domandò la ragazza dopo un attimo a bassa voce. "No nulla... Jenny e Felicity sono esattamente come le avevamo inquadrate, inoltre oggi ho avuto la prova del fatto che se alla biondina accadesse qualcosa Jenny diventerebbe una furia. Ma altro non so dirtelo, sei tu la psicologa qui." Rispose ridacchiando Glen. Shauni lo guardò dritto negli occhi, adorava passare il tempo con Glen, la faceva stare bene, e poi loro due si capivano molto bene. La ragazza sbattè le palpebre una volta e distolse lo sgaurdo. 'Ma cosa vado a pensare? Sveglia Shauni sei in un reality, qui rischi di morire anche per mano sua.' Pensò prima di comunicare al ragazzo le sue teorie: "Joseph è molto interessante, gli piace avere tutto sotto controllo, dobbiamo stare attenti. Stephen invece... non so, ha avuto buone idee, ma resta comunque nel suo mondo, dovrei stare più attenta a come si muove." Glen annuì, poi poggiò la mano su quella della ragazza e sussurrò: "Ce la faremo Shauni, vedrai che riusciremo a sopravvivere."


"Non è messa bene." "Nessuno ha chiesto commenti." Sibilò fredda Jenny in risposta a Joseph, che si era avvicinato alla rossa curioso di vedere se fosse riuscito a capire qualcosa in più su di lei. "E così sei ridotta in questa maniera perchè hai voluto salvare a tutti i costi quella lì?" Chiese il corvino alla rossa che, smettendo per un attimo di fasciarsi il polpaccio rispose: "Non è affar tuo quel che faccio. Levati di torno." Poi si alzò e zoppicando andò a riporre il mercuro cromo e le fasce in più nello zaino, accanto a Felicity. La bionda sembrava davvero sul punto di scoppiare a piangere. Jenny se ne accorse subito e fece una cosa che, a quanto ricordasse, mai le era capitato di fare in vita sua: abbracciò Felicity e le sussurrò: "Ehi, non è colpa tua, poteva cadere Glen, potevo cadere io. Non pensare mai che sia colpa tua, Fel."


Stephen sfogliava il piccolo libro che era riuscito a portarsi da casa, lo faceva star bene immergersi e rivivere le cose che più gli piacevano. Alzò un attimo lo sguardo, giusto in tempo per scorgere tre figure che si avvicinavano. Il ragazzo assottigliò gli occhi e riuscì a capire che si trattava di Cerise, Jack e Théo. Non appena scorse la figura minuta del biondo gli si scaldò il cuore, stava bene, era ancora vivo. 

"Ora che arriviamo, non una parola su quello che abbiamo trovato, chiaro? In futuro potrebbe salvarci la vita." Disse piano Cerise ai due compagni  poco prima di arrivare dagli altri.

'Cerise si era voltata con infinita calma. Dietro di sè aveva trovato una serie di cadaveri di animali in putrefazione. La pelle di essi era come caduta, così come quasi tutto il resto del corpo. Sembrava che ciò che teneva uniti i pezzi si fosse sciolto, lasciando crollare il corpo. Il punto era, chi o cosa poteva essere stato? "Cerise, la pianta. Guarda le foglie, sono sporche di sangue e si muovono impercettibilmente." Era stato Jack a trovare la soluzione, consigliando, inoltre, alla ragazza di muoversi lentamente per tornare da loro.'

I tre vennero  bene accolti, nonostante tutti sapessero che il loro arrivo significasse la sconfitta della squadra quattro. "A voi cos'è successo?" Chiese Joseph curioso facendo accomodare tutti in cerchio accanto al lago. Cerise, Jack e Théo si scambiarono un'occhiata veloce, che non passò inosservata a Shauni e Stephen. "Nulla, ci siamo persi nel bosco..." Si decise a parlare Cerise, gli altri due compagni si limitarono ad annuire. Ma nonostante il dubbio comune, nessuno fece domande. Stephen si limitò a guardare negli occhi Cerise che non riuscendo a sostenere lo sguardo fu costretta ad abbassarlo. Ma sapeva che alla prima occasione avrebbe dovuto parlare con il ragazzo.

Non passò molto tempo, e ormai doveva essere mezzogiorno, visto che i ragazzi iniziavano ad avere fame, quando arrivò anche la squadra quattro. La delusione  e l'ansia sui loro volti una volta scoperto di essere gli ultimi era qualcosa di incredibile. Erano arrivati così in ritardo a causa del tempo necessario per spostare le pietre per attraversare il fiume e di un ennesimo battibecco tra Viktoria e Pam, scaturito dall'indecisione sulla strada da prendere.

"Lo sapevo, lo sapevo dall'inizio che con voi due in mezzo ai piedi non sarei mai riuscito ad arrivare almeno secondo." Peter era molto frustrato. Era colpa delle due ragazze se adesso stava rischiato la vita, solo colpa loro, e allora perchè avrebbe dovuto pagarne il prezzo anche lui? Pam lo guardava sprezzante, lo considerava un debole fifone. Aveva un po' di paura, sapeva di non essere molto simpatica agli altri, ma poteva comunque fare qualcosa ai voti, forse. Avrebbe fatto in modo che Viktoria venisse uccisa, in un modo o nell'altro. E se non per votazione sarebbe stata lei stessa ad assaporane il sangue. L'unico scopo che si prefissava per ora era la vendetta sulla corvina. Quest'ultima era terrorizzata, aveva una paura folle. Ora sì che era ad un passo dalla morte. Dal suo posto Joseph era rimasto ad osservarla dall'inizio, ora gli sembrava il momento buono per mostrarsi gentile e disponibile, così le si avvicinò. "Non temere, ci sono le regole sulla pergamena, voteremo noi e tu sei simpatica. Nessuno dovrebbe avere qualcosa contro di te, eccetto Pam. Capito Viky?" La ragazza alzò lo sguardo verso Joseph, una lacrima le scivolò lungo la guancia, venendo subito raccolta dal pollice del ragazzo. Ciò la fece sorridere, ora aveva un briciolo in più di speranza e sapeva che Joseph ci sarebbe stato.


"No dico, vi sembra un reality questo?! Siete qui per morire e vi mettete a chiacchierare tranquillamente?! Vedrò come fare per punirvi il prima possibile. Mi sto annoiando." Tornò a disturbare la voce di Chris ad un tratto. "Sono le due e mezza, avete perso la concezione del tempo o cosa?! Tra poco sarà finito il primo giorno!" Sembrava abbastanza irato, cosa che fece allarmare i concorrenti che si guardarono agitati cercando gli sguardi degli altri. "Non voglio dilungarmi ulteriormente. Alla squadra tre, che è arrivata prima, spetta una cartina, alla squadra uno una bussola, alla due un bel niente e alla quattro... l'eliminazione." Dal cielo cadde una specie di piccolo cestino con i due oggetti citati da Chris, che vennero giustamente consegnati ai leggittimi proprietari. 

"Peter! Pam! Viktoria!" Al sentire i loro nomi pronunciati dal conduttore, i tre rimasero paralizzati, la salivazione divenne inesistente e per alcuni secondi respirare fu l'azione più faticosa. "Siete pronti per la prima votazione? Spero tanto di sì. Ora arriveranno due assistenti che allestiranno un piccolo confessionale da utilizzare esclusivamente per le votazioni." Continuò Chris e, dopo due minuti, ecco i suoi uomini eseguire gli ordini.

"Scusa se chiedo, ma dobbiamo votare tutti?" Chiese coraggiosamente Théo. "Ma certo! E sennò che gusto c'è?" Rise McLean per poi schioccare le dita e ordinare: "Voi tre sulla graticola. Prima del verdetto potete esprimere alcuni pensieri per massimo due minuti. Naturalmente verranno trasmessi in onda, ne avete bisogno?"


-Pam-
"Che schifo, già qui... bha... colpa di Viktoria. Ma tanto lei lo sa, o se ne va adesso o la faccio sparire io dopo." Disse la ragazza concludendo con un ghigno.


-Peter-
"Si sa già cosa penso! Ma potete giurarci che se ci resto secco, da angelo, diavolo o quel che sia, a quelle due la faccio pagare!" Esclamò il ragazzo particolarmente arrabbiato.


-Viktoria-
"Ma cosa ho fattodi male? Cosa per meritarmi la morte? Non ce la faccio... Joseph ti prego... salvami..." Singhiozzò la ragazza tristemente.


"Perfetto, e ora, ai voti!"




ANGOLO AUTRICE
Hi! Inizio dicendo che avrei voluto pubblicare ieri sera ma la connessione ha deciso di saltare e quindi non ho potuto.
Bene, ora i ragazzi sono entrati nel gioco. Se volete specificare quando volete che il vostro OC vada dal tutore potete tranquillamente farlo, altrimenti vedrò io.
Per l'eliminazione, dovete votare uno dei tre della squadra quattro (notare che è una frase piena di numeri, ne mancano due al cinque! Sto zitta xD), solo tramite MP.
Alla prossima!
Nini

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Capitolo 7
*** Chapter Six ***


'Non posso farcela... votare, chi? Scegliere di una morte... no... chi sono io per giudicare?' Théo si tormentava da quando Chris li aveva iniziati a far votare. Si trovava più o meno a metà fila, il cuore a mille e i pensieri a ruota libera. Davanti a lui Peter, lo sguardo impassibile, ma dentro una tempesta, e la consapevolezza di poter morire a breve. Continuando avanti c'erano Jenny, Felicity, Glen e Pam. La bionda e la rossa si tenevano per mano, volevano darsi forza a vicenda; il ragazzo assumeva un atteggiamento freddo e guardava un punto indefinito nel vuoto; Pam, invece, si era posizionata prima, molto sicura di sè. L'ultimo della fila era Jack, aveva paura e tremava, Stephen, appena davanti a lui, era tormentato dal tutto, trovava profondamente sadico dover decidere della morte di qualcuno. Shauni si mordicchiava le unghie nervosa, quanto avrebbe voluto Glen accanto a lei. Viktoria aveva ancora gli occhi rossi per il pianto, Joseph tentava di rassicurarla. Cerise si rigirava la collana portafoto tra le mani, tormentandosi le labbra con i denti, non era eccessivamente agitata, ma neppure troppo tranquilla.

"Bene, con il voto di Jack siamo al completo, curiosi?" Chiese Chris ridendo sadicamente. I ragazzi erano stati divisi, da una parte il trio a rischio, dall'altro il resto di loro. Questi ultimi guardavano i compagni un po' in ansia, a breve uno dei tre se ne sarebbe andato per sempre, a causa del voto di ognuno. La tensione era palpabile.
Chris guardò compiaciuto i concorrenti, poi si decise a parlare: "A ricevere più voti... e quindi a venire eliminata è..." Prese una pausa gustandosi le espressioni dei tre a rischio.

Viktoria aveva riniziato a piangere lentamente, gli altri due avevano uno sguardo impassibile.

"Pam! Sei... fuori, ma non dal gioco, dalla vita!" Si decise a concludere il presentatore, per poi schioccare le dita, gesto a cui conseguì l'arrivo di due assistenti che prelevarono la ragazza, che scalciava infuriata lanciando insulti e piangendo dal rabbia e delusione. 

"Ma ora viene il bello!" Detto questo, Chris schiacciò il pulsante di un telecomando che aveva in mano. In quel momento il laghetto che c'era prima si rialzò leggermente dal terreno, mentre tutto intorno andava formandosi un fossato. I ragazzi, allibiti, si allontanavano sempre più, andando verso l'esterno. Alla fine della trasformazione c'era un enorme lago, con al centro un piccolo isolotto, Pam sopra di esso. 

"Dividetevi, andate ognuno verso la zona dalla quale siete arrivati, forza, non abbiamo tutto il giorno!" All'ordine le squadre si divisero velocemente, avevano il terrore di disubbidire all'uomo. Inoltre un pizzico di curiosità aleggiava tra loro, chissà cosa sarebbe successo a Pam, che disperata si era lasciata cadere sulle ginocchia, stringendo il fango nelle mani, serrate a pugno. 

A quel punto gli assistenti consegnarono ad ogni ragazzo un fucile. Un brivido li percorse tutti, mentre titubanti ricevevano le armi. "Co-cosa...?" Chiese Jack tremando. "Calma, ora vi spiego. Ognuno di voi ha un fucile, dieci sono caricati a salve, uno contiene un proiettile. Siete obbligati a sparare, anche perchè non potrete mai sapere se sia vostro il fucile caricato realmente." All'affermazione di Chris, tutti iniziarono a sudare freddo. 'Che bestia, così saremo noi a uccidere...' Pensò Cerise indignata, guardando male il fucile. "Chi si sottrae... verrà ucciso a sua volta. Sta a voi scegliere." Disse ghignando il presentatore. "Non è possibile... non è possibile..." Sussurrò agitato Stephen, tenendo a stento il fucile. 

"E ora... puntate, al mio via sparate." Esclamò McLean soddisfatto. "No! No non puoi farmi questo! No! Non posso morire! Cazzo ho solo sedici anni, sei un bastardo!" Urlava Pam, ormai stava avendo un esaurimento nervoso. I ragazzi la guardavano un po' impietositi, d'altronde niente di quello era giusto, però meglio che a lei, piuttosto che se stessi. 

I fucili erano tutti puntati, persino Jack e Felicity si erano rassegnati all'idea, aiutati dai loro compagni. E poi, il fatidico 'VIA', tra le suppliche urlate in lacrime da Pam, e il ghigno di Chris. Undici colpi si udirono, ma solo uno era quello vero, e andò a segno, conficcandosi dritto nella testa della ragazza. Un rivolo rosso le sgorgò dal buco, mettendola per sempre a tacere. 


Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Pam non vide mai più la luce.


Un urlo liberatorio proruppe dalla gola di Viktoria, nonostante tutto era la ragazza con cui si era rapportata di più, anche se in modo negativo. La ragazza scoppiò a piangere buttandosi a terra, mentre Peter tentava di farla tirare su. Felicity continuava a tenere gli occhi chiusi, cosa che aveva fatto dal momento in cui aveva puntato il fucile. Jenny le mise una mano sulla spalla e l'abbracciò. Glen guardava preoccupato Shauni, che era svenuta quando il corpo della ragazza era entrato nel suo campo visivo. Fortunatamente Joseph e Stephen si stavano occupando di soccorrerla. Théo si era subito voltato, non ce la faceva a guardare il corpo steso di Pam, stessa cosa Jack. Cerise fissava il cadavere, non riusciva a capacitarsi di quello che era appena successo.

In ognuno la consapevolezza di aver potuto uccidere la compagna, in ognuno il dubbio atroce di poter essere un assassino.

"Ora siete in undici, perfetto. Aggiungo una piccola cosa, tenetela a mente. Un modo per salvarsi c'è. Dovete solo trovare alcune cose. Vi spiego meglio. In ognuna delle quattro aree sono stati nascosti tre pezzi di puzzle, ovviamente tre per ogni squadra. Se riuscite a raccogliere tutti quelli del vostro team, siete salvi e potrete uscire." Disse Chris, accendendo un barlume di speranza negli occhi dei ragazzi. "Per questo dovrete continuare a stare nel vostro luogo, per avere una possibilità in più." Concluse ghignando il conduttore, dopodichè abbandonò la zona.

"Per oggi che ne dite di restare tutti insieme?" Gridò ad un certo punto Joseph a tutti gli altri. Nessuno obiettò e tutti decisero di radunarsi nell'area della squadra quattro, d'altronde erano solo in due a farne parte. Vista la grandezza del lago, ci volle buona parte del primo pomeriggio per arrivare nel luogo stabilito, una volta lì, nessuno parlò granchè. Verso l'imbrunire, però, la fame iniziò a farsi sentire. Per Jack, Théo e Cerise non era un problema, visto il contenuto del loro zaino. Gli altri però dovettero arrangiarsi, optando per andare alla ricerca di qualche pianta e pescare. Di sicuro il poco messo sotto i denti non bastava a saziarli, ma almeno l'appetito sembrava essere diminuito.

"Dovremmo organizzare dei turni di guardia, magari di due persone..." Propose Joseph ad un tratto, era seduto accanto a Viktoria, ancora scossa per l'accaduto. "Mi offro io, Steph, vuoi stare con me?" Si propose Cerise avviandosi accompagnata dal ragazzo verso il piccolo falò esterno, che avevano precedentemente acceso. "Perfetto..." Sussurrò Joseph mentre, aiutato da Shauni, sistemava le loro coperte e si sistemava su di esse insieme a Viktoria. Shauni, invece, invitò Glen con lei, il ragazzo accettò subito e si diresse verso la ragazza. Gli altri guardarono i quattro sbuffando, avrebbero passato la notte al freddo e scomodamente senza le coperte.
"Cerise... avanti parla." Disse Stephen puntando gli occhi ghiacciati in quelli verde scuro della ragazza, che, tornando al suo atteggiamento ribelle, rispose a tono: "Che devo dirti? Siamo undici perchè Pam è morta e ora siamo messi uno peggio di un altro. Non ci sentiamo da... ieri, mi pare. Tu fai la corte a quel biondino in squadra con me, che, mettiamolo in chiaro, sbava dietro a quell'altro. Joseph è sempre più inquietante, e... ah giusto! Quasi dimenticavo, stiamo per morire tutti!" Stephen alzò un sopracciglio, a quel punto Cerise sbuffò e, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, sussurrò: "Non ci siamo persi... abbiamo trovato una cosa... ma vista la nuova regola non dovrebbe interessarvi." Abbastanza soddisfatto, Stephen sorrise alla ragazza per poi dire: "Ok, non approfondirò, anche se sono molto curioso. Ma... inoltre... dici davvero che Jack sbava dietro Théo?" Cerise ridacchiò rispondendogli: "Assolutamente, non credo tu abbia speranze!" Il ragazzo finse di mettere il broncio, mentre la castana rideva allegra.

"Fel, sicura di stare bene?" Chiese preoccupata Jenny alla compagna che sembrava essere tornata quella di sempre: nonostante fosse notte si divertiva con capriole e saltelli. Jenny era stupita, come faceva ad esser già tornata così allegra? Non sentiva il peso di quello che era accaduto? La rossa scosse la testa, accennò un sorriso e  iniziò a sciogliere la fasciatura alla gamba, era ora di medicare la ferita. Una volta scoperta, a Jenny venne da vomitare, non si era richiusa e c'era del pus tutto intorno. Alla fine la ragazza si fece coraggio e iniziò a disinfettare il taglio, ad ogni passaggio bruciava e Jenny digrignava i denti dal dolore.

Felicity nel frattempo aveva raggiunto Jack, che se ne stava mogio mogio lontano dagli altri. Quando vide la ragazza le chiese un po' duro: "Che vuoi?" La bionda si fermò e con un'espressione da cucciolo ferito disse: "Sei mio amico, no? Io sono qui per te." Jack sbuffò e, alzandosi in piedi, esclamò: "Non sei mia amica, le amiche non dicono i segreti agli altri." Felicity si portò una mano alla bocca stupita, tentando di mettere in fila due parole per potersi scusare, ma ormai Jack si era allontanato, deciso a parlare una volta per tutte con Théo.

Stesi nelle coperte, Shauni e Glen si raccontavano delle ultime cose accadute. La ragazza era pallida, non era abituata a tutto questo. E poi il pensiero di aver potuto uccidere Pam la tormentava, senza darle tregua. Glen si chiedeva quale potesse essere la cosa migliore da fare, ma in alcuni casi non servono parole, basta anche uno sguardo. E infatti ci fu. Un meraviglioso sguardo, gli occhi incatenati e i pensieri che per un attimo si interrompevano. "I-io credo che ora sia meglio... cioè è tardi... poi magari ci tocca... notte." Sussurrò Shauni incerta, per poi voltarsi e chiudere gli occhi, cullata dalla buonanotte di Glen, che al contrario non riusciva ad addormentarsi. Aveva il cuore a mille e il pensiero della ragazza così vicina a lui lo mandava ai pazzi.

Peter rimirava le armi nello zaino, le stava pulendo e ordinando con cura. Dopo la morte di Pam si sentiva più a rischio, riteneva che tenere sempre uno strumento di difesa, oltre alla sua pistola, fosse necessario. Quando ebbe finito si infilò un coltello nella cintura e poi, sistemato lo zaino sotto la testa prese sonno, per l'esattezza era un dormiveglia.

"Senti, Vicky, io temo che alla prima occasione Peter tenti di farti fuori... devi stare attenta capito?" Alle parole di Joseph, Viktoria tremò un attimo, poi chiese: "Tu non puoi fare niente per aiutarmi?" Joseph sorrise dentro di sè, pensando 'Perfetto, si fida.' Poi, con calma, le disse: "Io potrei... ma non lo conosco, non posso prevedere le sue mosse, e inoltre devo stare attento a Jenny e Cerise, sono concorrenti forti e potrebbero mettere a rischio tutti noi." Viktoria alzò lo sguardo pensierosa e poi esclamò: "Se lo pensi tu, è probabile che anche Peter sia della stessa idea! Se riuscissimo a far uccidere quelle due da lui... allora poi saremmo entrambi al sicuro!" Gli occhi della ragazza brillavano allegri, Joseph era alquanto soddisfatto, andava tutto per il meglio. "Sì, è un ottimo piano, ma ne riparleremo domani, buonanotte Vicky" Sussurrò il ragazzo, per poi stringere a sè Viktoria e chiudere gli occhi. 'Non credevo sarebbe stato così facile.' Pensò malignamente un attimo prima di addormentarsi.

Jack camminava insicuro verso Théo, lo aveva visto prima accomodarsi in disparte, vicino ad un masso abbastanza grande. "C-ciao..." Balbettò Jack, arrivato accanto al compagno che, tornando alla realtà, risultò perplesso nel trovarsi davanti il biondino. "Ciao... come mai qui?" Chiese Théo facendo posto accanto a sè a Jack. Quest'ultimo prese un gran respiro e poi rispose tutto d'un fiato: "Allora senti, quello che ti ha detto Felicity, cioè sai com'è lei, no? E poi, siamo in squadra insieme ma... no, mi sto perdendo... non sono bravo con le parole, scusa..." Jack abbassò lo sguardo, si sentiva male, aveva combinato un macello, a partire da quando aveva parlato con Felicity, per concludere con il momento in cui aveva deciso di andare da Théo. Mentre Jack parlava, il moro rifletteva, si chiedeva cosa provasse per quel ragazzino timido e timoroso, doveva ammettere che fosse molto carino, con i capelli biondi sempre spettinati e gli occhi azzurro chiaro. Aveva avuto poche occasioni per parlargli, in tutte queste gli era parso simpatico, solo così timido... e poi c'era il fatto del diario che lo rendeva abbastanza misterioso. Nel complesso non era male, per niente male. "Non riesco... scusa..." Disse Jack scoraggiato alzandosi. "No, aspetta. Jack, ascolta, quello che Felicity ha detto..." Iniziò il moro avvicinandosi al biondo, che arrossì subito. Per un attimo si guardarono intensamente negli occhi, poi Théo prese coraggio e diede un lieve bacio sulle labbra a Jack, che per un attimo restò immobile, per poi abbracciare il compagno. In quel momento dal masso dietro di loro spuntò Felicity che, battendo le mani e canticchiando, si unì all'abbraccio dicendo: "Che bello! Visto che sono tua amica, Jack?"


L'ultimo turno di guardia era toccato a Viktoria e Joseph, che ora si stavano impegnando nello svegliare tutti. Il sole era spuntato da poco, l'aria iniziava a riscaldarsi e i ragazzi, ancora intorpiditi si stiracchiavano pronti per la nuova giornata.

"Ci tocca dividerci... auguri a tutti." Furono le ultime parole, prima che ogni squadra tornasse nella sua area, alla ricerca dei pezzi che li avrebbero potuti salvare.


-1- 
Per Glen era stato duro separarsi da Shauni, ma alla fine avevano concordato di provare a vedersi nel corso della notte, al confine delle loro due zone. Da quando erano partiti Felicity si era mostrata più attiva del solito, tenendo piccoli spettacolini con tanto di canzoni e particolari salti. Jenny, invece, aveva preferito camminare cauta, con il coltello pronto ad essere utilizzato. I tre procedevano lentamente a causa della ferita della rossa, che sembrava essere leggermente migliorata. Avevano intenzione di utilizzare la bussola per battere palmo dopo palmo tutta l'area. Prima o poi sarebbero saltati fuori quei maledetti pezzi.


-2-
"Cosa avete voi due? Ieri non potevate vedervi e oggi conversate tranquillamente?" Disse Cerise con disappunto osservando i compagni, che si limitarono ad alzare le spalle. "Senti, secondo me dovremmo segnare il percorso di ieri, però con qualcosa familiare solo a noi." Propose Théo mentre frugava in un cespuglio. "Sì, hai ragione. Raggiungiamo il confine di pietre." Accettò decisa Cerise. Jack e Théo si guardaronoun attimo negli occhi, poi insieme alla ragazza si avviarono cauti al muro di pietre poco distante da loro.


-3-
"Dovrebbe essere semplice per noi, buona parte dell'area è arida. Sarebbe meglio perlustrare il confine del burrone." Esclamò Joseph osservando la mappa che Chris aveva loro consegnato. Era da un po' che i tre camminavano, ma il sole che batteva sulle loro teste non faceva altro che rallentarli. "Hai ragione, ma con questo caldo rischiamo di morire assiderati prima dell'arrivo." Ribattè Shauni. "Non preoccuparti, nello zaino c'è una tasca impermeabile, l'ho riempita d'acqua, è poca ma dovrebbe bastare fino alle pozze." Disse Joseph allegro, per poi continuare: "Steph, sarebbe gradita un po' di partecipazione!" Il ragazzo alzò un attimo lo sguardo, poi proseguì con uno sbuffo.


-4-
"Corri Peter! Ne ho trovato uno!" Viktoria teneva entusiasta un pezzo di puzzle tra le mani. Il ragazzo accorse subito, guardandola soddisfatto, non era inutile come credesse, allora. "Brava, ora muoviamoci a trovare gli altri due, così saremo salvi." Esordì Peter con un sorriso. Viktoria annuì contenta, magari sarebbe riuscita a sopravvivere. Subito pensò a Joseph, chissà come stava...


-1-
Grazie a Glen, che si era arrampicato su diversi alberi, c'era un pezzo di puzzle in più. Jenny e Felicity si erano congratulate con il ragazzo, che però sembrava preoccupato. Se loro uscivano, nessuno gli garantiva l'incolumità di Shauni. "Glen! Muoviti, dobbiamo arrivare alla parete!" Giunse da lontano la voce di Jenny. Il ragazzo corse verso le compagne,ma mise un piede male, scivolò e con lui anche la boccetta che teneva nascosta in tasca. Il biondo si preoccupò subito di riprenderla e nasconderla, proprio un attimo prima che arrivasse Felicity chiedendo: "Glennino! Ma cosa hai fatto? Cadi?" Poco dopo accorse Jenny zoppicando, che propose: "Magari facciamo una pausa, è da un po' che camminiamo." "Va bene! Benissimo! Benissimissimo!" Disse saltellando allegra Felicity, mentre Glen e Jenny si preoccupavano di organizzare il pranzo.


-2-
"Io ho fatto, a che punto siete voi?" Chiese Jack avviandosi cauto verso una parete di pietre che separava una radura da una specie di strana giungla. In quel momento Cerise lo raggiunse esclamando: "Finito anch'io! Théo, dove sei?" Il ragazzo arrivò poco dopo, in mano aveva alcune strane ciliegie. "Ho trovato queste, potrebbe tornarci utile il loro succo, che ne dite?"Chiese mostrando i frutti ai compagni. "Sì,va bene. Ora possiamo cercare i pezzi. Direi di iniziare da qui. Staremo abbastanza distanti gli uni dagli altri, ma non troppo sennò Chris ci uccide. Letteralmente." Disse Cerise sistemandosi lo zaino in spalla, dopo aver riposto il raccolto di Théo ed estratto un po' di frutta secca da mangiare in quel momento.


-3-
"Dove siamo? Non ne posso più..." Si lamentò Shauni camminando a fatica. Tutti e tre avevano la fronte imperlata di sudore, il caldo e l'afa erano terribili. "Basta. Ferimiamoci un attimo per favore." Si buttò a terra Stephen distrutto. Shauni lo seguì un attimo dopo, mentre Joseph si preoccupò di trovare un modoper far bere tutti senza sprecare acqua. "A-aspettate un attimo... mi pare di vedere qualcosa..." Disse Stephen concentrato, osservando un buco nel terreno, era ancora steso e stava cercando di capire cosa fosse ad attirare la sua attenzione. Ci volle un po', ma alla fine, il ragazzo riuscì ad infilare una mano nella crepa e a tirare fuori un pezzo di puzzle. "Non ci credo! Che fortuna! Steph sei un grande!" Lo acclamò Shauni allegra abbracciandolo, mentre Joseph sorrideva soddisfatto. "Perfetto, ora sì che possiamo riposarci. Inoltre dovrei parlarvi di alcune cose... per poter sopravvivere." Esclamò Joseph accomodandosi accanto ai compagni e passando lo zaino con l'acqua a tutti.


-4-
Viktoria e Peter erano arrivati al fiume di lava, senza aver trovato altri pezzi. Fortunatamente riuscirono a superarlo grazie alle pietre della volta prima. Doveva essere passato da un po' mezzogiorno, dal momento che le loro pance iniziavano a farsi sentire. "Vik, hai tenuto un po' del pesce di ieri, vero?" Chiese Peter dubbioso, aveva fatto la proposta alla ragazza la sera precedente. Naturalmente anche lui si era preoccupato di mettere da parte del cibo, ma voleva testare la fiducia della ragazza. "Certo, come mi avevi detto tu, però ne ho solo uno... dobbiamo dividercelo." Disse Viktoria indicando lo zaino in spalla a Peter, che lo aprì subito, lasciando alla ragazza il compito di cercare il loro pranzo. "Bene, anche se freddo è buono." I due masticavano lentamente, sapevano che mezzo pesce non poteva riempire loro lo stomaco, per questo tentavano di rendere più lento il tutto, quasi a volersi illudere di una quantità maggiore di cibo. "Senti Vik... sono dell'idea che per vincere si dovrebbero eliminare Cerise e Jenny... magari con l'aiuto di Joseph..." Sussurrò ad un tratto Peter. 'Esattamente come aveva detto lui...' Pensò Viktoria sbalordita e assumendo un'espressione leggermente preoccupata, che però, subito si trasformò in un sorriso che stava a testimoniare la sua partecipazione al piano. Dentro di sè pensava a Joseph, ora sì che srebbe stato fiero di lei.


-1-
"Perchè non tengo mai la bocca chiusa?" Si malediceva Jenny dalla cima di un albero. Un attimo prima infatti aveva detto agli altri di ritenersi fortunati in quanto non si erano ancora visti lupi, e nel giro di pochi secondi erano iniziati gli ululati. "Lo sai che Chris lo fa di proposito. Datti pace." Commentò Glen seduto qualche ramo più in alto. Felicity era invece accanto alla rossa, questa volta non avrebbe combinato danni, sarebbe rimasta seduta e tranquilla. "Non abbiamo nemmeno finito di mangiare quelle radici maledette!" Imprecò a denti stretti Jenny. "Senti, hai rotto, senon fosse per la tua gamba ora ce ne saremmo belli che andati! Sai, non ci vuole molto a muoversi sugli alberi!" Esclamò Glen scocciato, ricevendo in cambio un insulto dalla ragazza. "Non siamo bloccati, io aiuto Jenny, tu vai da solo, ok?" Propose Felicity allegra. I due compagni alzarono un sopracciglio, avevano pensato a quella soluzione, ma per Jenny era ugualmente rischioso. Alla fine però cedettero e così, piano piano, iniziarono ad arrampicarsi tra i diversi alberi con l'intento di raggiungere un posto più sicuro.


-2-
"Aiutatemi! Ragazzi, sono rimasta bloccata!" La voce di Cerise fece subito accorrere Théo e Jack che, non appena vista la compagna con le gambe su due massi molto distanti e un braccio che teneva stretto un ramo per non cadere, scoppiarono a ridere. "Ma come, la grande Cerise immobilizzata così?" Rise Théo avvicinandosi alla ragazza, che ringhiando disse: "Stai zitto, se non fosse per me a quest'ora non avremmo questo, prendi Jack!" Il biondo si precipitò ad afferrare l'oggetto lanciatogli da Cerise, che si rivelò essere un pezzo di puzzle. "Ora però liberatemi, non ce la faccio più!" Si lamentò la castana. "Sì, ora arrivo." Disse Théo cercando di far scendere la ragazza. "Poggia un piede lì, dai che ce la fate!" Esclamò Jack sorridendo, mentre Cerise gli faceva la linguaccia. Una volta scesa scoppiò a ridere, contagiando i due compagni, erano rare le volte in cui ridevano tutti insieme.


-3-
"Non è giusto, la cartina ci mostra solo la nostra area e qualche scorcio delle altre!" Joseph cercava di capire qualcosa in più della mappa di Chris, che però si limitava a quelle poche informazioni. Poco prima i ragazzi si erano confrontati riguardo le impressioni che avevano degli altri e su possibili necessità di alleanze per i voti, ovviamente nessuno era stato totalmente sincero. "Già è tanto se ne abbiamo una, accontentiamoci." Replicò Shauni mentre fotografava il paesaggio che aveva intorno. La rilassava trovare le giuste inquadrature e tenere con sè ricordi così tangibili dei luoghi che visitava. "Se smettessi di stare appresso a quella macchinetta magari riusciresti a darci una mano." Commentò Stephen facendo sbuffare la ragazza. "Finalmente sei tornata tra noi! Stavamo pensando, noi siamo qui, più o meno. Se raggiungessimo il confine dell'area nord avremmo più probabilità di trovare del cibo. Che ne pensi?" Espose Joseph indicando mano a mano i punti sulla mappa. 'Confine nord? Glen...' Fu il pensiero di Shauni che, dopo un attimo, accettò.


-4-
"Quindi? Dobbiamo trovare il modo di contattare Joseph?" Chies Viktoria rimettendosi in marcia. Peter annuì pensando a come sarebbe stato facile vincere avendo alleati nelle schiere nemiche. Viktoria invece vedeva realizzato il piano di Joseph, e dopo questo la loro vittoria. Sì perchè avrebbero vinto insieme, di questo era sicura la ragazza. "Siamo arrivati, ora che si fa?" Davanti ai ragazzi c'era l'imponente parete del burrone. "Adesso... adesso continuiamo a cercare, quando calerà la sera riposeremo, domani mattina ci occuperemo di Joseph, capito?" Esordì Peter mentre con una mano percorreva la ruvida superficie della parete. "Pensa un po'... siamo così vicini... ma così lontani..." Sussurrò il ragazzo estasiato, sotto lo sguardo indagatore di Viktoria. "Dai Peter, andiamo." Esclamò la ragazza dopo un attimo iniziando ad avviarsi, subito seguita dal compagno.



ANGOLO AUTRICE
Personalmente l'ultima parte non mi piace per nulla,
mentre l'inizio l'ho adorato!
Mi spiace per Kikka, ma Pam è stata votata più volte...
Ora che c'è questa nuova regola cosa pensate che accadrà?
Fatevi sentire :D
Nini
P.S. Ancora scusa per l'ultima parte e per eventuali errori...
P.P.S. Dal prossimo capitolo penso che li rileggerò tutti per sistemare gli errori.

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Capitolo 8
*** Chapter Seven ***


-1-
"Secondo me sta peggiorando..." Constatò Glen osservando la ferita di Jenny. I tre ragazzi erano riusciti ad arrivare presso un albero abbastanza grande e ora stavano riposando, o meglio, assistendo Jenny. "Non sono graditi commenti, già lo so come sono messa..." Disse a denti stretti la rossa. "Jenny... sicura di stare bene? Sembri sudata..." Chiese preoccupata Felicity alla compagna che, velocemente, si passò una mano sulla fronte, imperlata di goccioline di sudore. 'Febbre...' Fu l'unico pensiero di Jenny. Anche Glen sembrava essere arrivato alla stessa conclusione, per questo si affrettò ad estrarre l'antibiotico dallo zaino, offrendolo alla ragazza. "Non ho bisogno di aiuto, faccio da sola." Jenny appariva alquanto brusca, era stressata perla situazione in generale, e ora si aggiungeva la febbre. "Scusami, eh. Volevo solo aiutare." Rispose di rimando Glen sbuffando. Felicity nel frattempo aveva solo osservato tutta la scena, il cuore carico di paura per la situazione di Jenny.


-2-
"Jack, Théo! Venite qui!" Richiamati dalla voce della compagna, i due ragazzi si affrettarono a raggiungerla. Cerise osservava il pezzo di puzzle con attenzione, aveva la forma di uno spicchio e vi era una specie di disegno sopra. Il colore dominante era il verde, di due tonalità diverse, divise da una catenella grigia. "Non vorrei fare ipotesi troppo azzardate, ma a me sembra la nostra area..." Le parole di Cerise attirarono l'attenzione dei due compagni, che iniziarono a scrutare con più attenzione il pezzo. "In effetti..." Sussurrò Jack. "Ragazzi, magari se riusciamo a trovare anche quelli degli altri, non solo impediremo loro la vittoria, ma soprattutto avremo una mappa." Esclamò Théo concentrato. "Da dove salta fuori questo lato determinato e da antagonista, eh?" Chiese Cerise ridacchiando. "Però non è una cattiva idea, in fondo in fondo..." Aggiunse poco dopo la castana. Jack non era il tipo da strategia antagonista, ma alla fine fu costretto a rassegnarsi e accettare il nuovo piano.


-3-
Joseph, Stephen e Shauni stavano ancora riposando, il caldo li aveva davvero distrutti. "Jos, spiegami ancora una volta. Ora noi andiamo a nord, prendiamo il cibo e poi? Torniamo semplicemente qui?" Chiese ad un tratto Stephen, facendo sbuffare il compagno che, un po' scocciato, rispose: "All'incirca Steph, noi andiamo su, prendiamo il cibo e studiamo l'altra squadra, non mi fido di Jenny." Stephen annuì non molto convinto, mentre Shauni iniziava a realizzare che quel piano avrebbe potuto mettere in pericolo Glen. Così, senza indugiare, esclamò: "Oh no! Che male! La pancia, ho delle fitte terribili!" Detto questo portò le mani al ventre massaggiandoselo, un'espressione di puro dolore sul volto. Stephen e Joseph le si avvicinarono subito, un po' preoccupati un po' stupiti, d'altronde la ragazza era stata bene fino a pochi attimi prima. "Shauni... ma non è roba di voi donne, vero?" Chiese Joseph titubante, Shauni si limitò a scuotere il capo, replicando: "Lo stomaco, è lo stomaco a farmi male." "Vista la situazione... dovremmo aspettare che tu ti riprenda, con questo sole camminare ti farebbe solo stare peggio." Disse Stephen mentre sfogliava il suo piccolo libro. Joseph strinse i denti, più tempo passava, meno probabilità avevano di riuscire a spuntarla.


-4-
"Dai Viktoria, non fermarti! Ci siamo quasi!" Peter cercava di incitare la ragazza, ormai distrutta dai quaranta minuti passati a correre per arrivare nella zona est. "Ti prego... Peter... un attimo..." Ansimò la ragazza senza fiato, una mano appoggiata contro la parete del burrone. Il ragazzo sbuffò, era abituato a correre ma a quanto pareva la compagna no, così ci avrebbero messo troppo tempo. "E va bene... ma cinque minuti al massimo." Concesse riluttante un attimo dopo. Poi si accomodò a terra rigirandosi la pistola tra le mani. Se l'avesse uccisa ora avrebbe avuto un pensiero in meno, però la ragazza era in intimità con Joseph, non poteva farla morire ora. Viktoria guardava il compagno di sottecchi, era attenta ad ogni suo movimento, le parole di Joseph l'avevano resa molto più sospettosa. "Non ti preoccupare, cinque minuti non mi servono, camminiamo un po', poi riniziamo a correre." Propose Viktoria mettendosi dritta e sistemandosi la canottiera. "Perfetto." Esclamò Peter balzando in piedi e rimettendo a posto la pistola.


-1-
"Non guardatemi così, ce la faccio a camminare." Esclamò dura Jenny accennando un passo su un ramo. "No no no. Assolutamente no. Ora tu stai ferma lì e noi ne approfittiamo per fare un po' di pausa. Non credo che gli altri si trovino più avanti di noi." Constatò Glen scuotendo la testa. Jenny emise un sonoro sbuffo, per poi riaccomodarsi sull'albero. Felicity le si avvicinò e le si sedette accanto, iniziando a gonfiare un palloncino azzurro, che poi lasciò volare via. Jenny sorrise debolmente, la bionda era sempre la solita. L'oggetto sfiorò la testa di Glen, che ne approfittò per rispedirlo in direzione delle ragazze. Fu così che i tre iniziarono a giocare, si lanciavano il palloncino a vicenda, ridendo ogni volta che si rischiava di farlo cadere o di precipitare giù dall'albero. Il loro divertimento fu però interrotto da un mugolio più acuto da parte della ferita, che si stava stringendo forte la ferita. "Jenny ferma, controllo io." Propose Glen e la rossa annuì, mentre Felicity, lasciato andare il palloncino, le strinse la mano per darle coraggio. Il taglio non era messo bene, si era riaperto ed era pieno di pus. "Temo... temo che frà un po' male, stringi i denti." Disse Glen prendendo il disinfettante dallo zaino. Non appena il liquido venne a contatto con la pelle, Jenny gridò così forte che degli uccellini su un albero lì vicino volarono via spaventati.


-2-
I tre ragazzi camminavano cauti accanto alla parete del burrone. Si stavano dirigendo a sud, avevano pensato che, essendo Peter e Viktoria in due, sarebbe stato più facile passare inosservati. L'aria iniziò a farsi più secca, il terreno più duro. E poi gli alberi diminuirono in maniera impressionante, davanti agli occhi dei tre una piana di pietre attraversata da un fiume di lava, del quale vedevano ben poco. "Wow..." Sussurrò a bocca aperta Cerise. "Devo ammettere che mi ritengo fortunato a stare in mezzo alla vegetazione di là." Esclamò Théo osservando accuratamente il paesaggio. "Ci sarà poco da cercare... il pezzo dovrebbe essere facile da trovare..." Disse Jack avviandosi verso l'interno dell'area sud. Ma non fece in tempo a fare due passi che Cerise gli piombò addosso facendolo cadere. "Ma che...?!" Chiese stupito il biondo. "Sei matto o cosa?! Siamo in territorio nemico! Cautela Jack! Cautela!" Gli sussurrò Cerise arrabbiata ad un soffio dal volto. Il ragazzo annuì piano, per poi essere liberato dalla compagna. "Tu non sei stupido come lui, vero? No perchè se così fosse sono davvero in svantaggio." Esclamò sarcastica Cerise rivolgendosi a Théo, che si limitò a sbuffare. 


-3-
"Shauni ti prego dimmi che stai meglio. Così siamo sempre più vicini alla morte. Riprenditi se vuoi vivere." Joseph era esasperato, da più di un'ora erano fermi per il mal di stomaco della ragazza, che non accennava a migliorare. "Tu non startene lì per i fatti tuoi, partecipazione Stephen!" Sentitosi chiamare in causa dal compagno, il castano alzò gli occhi da terra e alzò un sopracciglio. "Che vuoi che faccia, scusa? Quella è distrutta dal dolore e tu stai sclerando. Preferisco il mio mondo." Disse Stephen sarcastico. Per calmarsi Joseph inspirò profondamente, poi sorrise ed esclamò: "E va bene, riposati Shauni e Steph divertiti. Io intanto faccio un giretto con l'mp3." E infilate le cuffiette si allontanò un po'. "Lo so che stai fingendo." Sussurrò ad un tratto Stephen. Shauni spalancò gli occhi, poi accortasi dell'espressione stupita che aveva dipinta sul volto, si affrettò nel tornare a quella solita e chiedere: "Ma cosa dici? Perchè mai dovrei mentire?" Stephen ridacchiò e le rispose: "Ma per Glen, logico. Stai attenta a Jos però, se ti scopre rischi parecchio. Io ti posso dare copertura, ma non troppo a lungo." Shauni era esterrefatta, ingoiò la saliva, ma la bocca era secca e poi annuì ringraziando il compagno. Era così evidente di lei e Glen? Ognuno assorto nei propri pensieri, i ragazzi non si erano più rivolti la parola, quando ad un tratto delle voci attirarono la loro attenzione.


-4-
"Ti dico che è per di qua!" "Ci siamo già passati idiota, dobbiamo andare dritti!" "Ma sei proprio testardo! Fidati Peter, ancora qualche metro e li troviamo." Viktoria e Peter litigavano da quando erano arrivati ad est, ognuno forte delle proprie idee (totalmente in contrasto). "Basta, mi sono stufata. Ora io vado dritta, e se li trovo. Ah, se li trovo di vengo a massacrare!" Esclamò Viktoria seguendo la sua strada, mentre Peter le imprecava contro. 

"Ma guarda guarda. Che senso dell'orientamento pazzesco. Peter vieni immediatamente qui, li ho trovati!" Disse sarcastica Viktoria non appena ebbe visto le facce sorprese di Joseph, Stephen e Shauni. Il ragazzo fu costretto a raggiungerla, non degnandosi però di dire niente. "Scusat un attimo, che ci fate voi qui?" Chiese Joseph ancora a bocca aperta. "Niente di che, alleanze." Rispose Viktoria con nonchalance avvicinandosi pericolosamente al ragazzo. "E perchè dovremmo accettare, scusate?" Domandò Stephen con un sorrisino sarcastico sul volto. "Perchè noi, abbiamo queste." Mentre diceva ciò, Peter estrasse le armi dallo zaino. Gli occhi di Joseph brillarono. Stava andando tutto secondo i piani. "Io accetto." Esclamò subito il corvino. Stephen alla fine acconsentì, così come Shauni. Fu per questo che Joseph non dilungò ulteriormente e si occupò di spiegare il piano ai due nuovi alleati. "Perfetto. Io e Viktoria ci metteremo in viaggio a breve, giusto il tempo di riposarci dalla corsa." Dichiarò Peter buttandosi a terra stanco. Viktoria annuì e stava per fare lo stesso, quando venne presa per un polso da Joseph e trascinata abbastanza lontano dagli altri perchè non potessero sentire. "Ascolta Vicky..." Iniziò piano. Per tutto il discorso la ragazza pendette dalle sue labbra, alla fine però assunse un'espressione spaventata. "No... aspetta... io non credo... cioè..." Balbettò insicura. Joseph alzò brevemente gli occhi al cielo, poi tento di rassicurarla con voce calda: "Pensa un po', se tu riesci, allora io e te potremo stare insieme e amarci di più." A quelle parole la ragazza esplose di gioia e strinse forte Joseph, felice della dichiarazione promise: "Certo, per noi. Lo farò, puoi scommetterci." Joseph l'abbracciò a sua volta e, curandosi di non essere visto, sorrise malignamente. Tutta la scena non era sfuggita a Shauni, ora sì che aveva paura, soprattutto dopo la spiegazione del piano. Era sicura che stavolta ci sarebbe scappato il morto.


-1-
"Mi raccomando Felicity, non farti vedere o sentire. Ci metterai un attimo. Devi solo prendere dell'acqua e delle radici da mangiare." Glen aveva deciso di mandare la bionda a prendere il necessario per poter continuare a vivere, e di restare lui con Jenny. La ferita della rossa aveva bisogno di un occhio attento come il suo. Felicty annuì decisa, capiva l'importanza del suo compito, per questo in pochi balzi era già scappata via. "Glen..." Sussurrò ad un tratto Jenny. Il ragazzo non alzò neppure lo sguardo, si limito ad uno "hm" quasi accennato. "Non è carina? Quando ride, quando salta, quando canta... è così... bambina..." Continuò Jenny. A quel punto Glen la guardò negli occhi e disse freddo: "Hai la febbre. Stai zitta, così rischi di non fare figuracce." Jenny annuì e socchiuse gli occhi. "Però... se io me ne vado...?" Aggiunse alla fine la ragazza in un sussurro. "Niente. Non succede niente." Con queste parole per Glen la conversazione era finita. Anche se inconsciamente non voleva pensare alla possibile morte di uno di loro. Sarebbe stato più duro solo in due. Poco dopo il ragazzo udì un fruscio, ed ecco comparire Felicity, le guance arrossate dalla possibile corsa appena fatta, con in mano le cose richieste. La bionda si precipitò subito da Jenny, ma venne fermata un attimo prima che svegliasse la compagna dalla voce di Glen: "Ferma. Sta dormendo. Piuttosto, prendi alcune bende e mettici dell'acqua sopra. La febbre sta salendo." Felicity si affrettò nell'eseguire le istruzioni di Glen, per poi appoggiare con cura quanto preparato sulla fronte della rossa.


-2-
"Preso, muovetevi a tornare indietro. A questo punto chissene la segretezza, correte più veloce che potete." Escalmò Cerise prima di fiondarsi correndo verso ovest percorrendo la strada a ritroso. "Dai Jack, ce l'abbiamo fatta." Disse allegro Théo al compagno, che annuì poco convinto, iniziando poi a correre seguito dal moro. Non dovettero fare molta strada, avevano trovato il pezzo molto vicino al confine. A breve infatti erano di nuovo coperti dagli alberi. Si fermarono un attimo per riprendere fiato, poi Cerise comunicò: "Siamo stati bravi. Ora abbiamo la garanzia che quei due non usciranno di qui." "Io trovo che sia un cosa un po' cattiva..." Esitò Jack, ma subito lo sguardo infuocato di Cerise lo fece ammutolire. "Silenzio." Ordinò ad un tratto Théo, i movimenti dei compagni si bloccarono. In questo modo furono in grado di udire tutti distintamente il rumore di passi affrettati. "Dicevi prima? Siamo stati bravi? Vedo..." Commentò acidamente Théo. Cerise lo guardò furibonda per poi esclamare: "Nascondetevi! Non fatevi assolutamente vedere. Se siamo in pericolo... sapete dove andare. Ma fatelo solo in caso di estrema necessità." Dopo le parole della ragazza i tre si dileguarono dietro i cespugli.


-3-
"Dobbiamo aspettare il segnale. A quel punto andiamo da Viktoria e Peter." Esordì Joseph scrutando l'area dritta davanti a sè. Shauni sbuffò, da circa mezz'ora il suo mal di pancia era misteriosamente sparito, ora era costretta a rendersi partecipe. Temeva molto per Glen, ma anche per la propria vita. Doveva trovare un modo per salvare entrambi, ma l'unico era incontrarsi. Sarebbe stato impossibile visto il piano della squadra, eppure sentiva che in qualche modo Stephen l'avrebbe aiutata. La ragazza aveva capito, in quel poco tempo passato insieme, che in realtà era una bravissima persona. "Potresti, magari... evitare di fissarmi?" Chiese ad un tratto il castano, sentandosi addosso gli occhi di Shauni. Quest'ultima si riscosse subito e ridacchiò. Stephen invece pensava a Cerise, la sua amica era in pericolo ora. Ma magari il suo carattere forte sarebbe riuscito a salvarla. Sicuramente, lei doveva farcela. "Jos, è quello che stai aspettando?" Stephen puntava il dito verso un punto impreciso sopra le cime di alcuni alberi. Gli occhi del corvino si fecero grandi di gioia. Il suo piano era appena andato a buon fine. Un ghigno momentaneo gli si dipinse sul volto, poi tornò ad essere quello di sempre, ordinando: "Forza, si va a sud. Da Viktoria... e Peter." Shauni e Stephen sbuffarono insieme, poi, raccolto lo zaino, seguirono il loro leader.


-4-
Viktoria e Peter erano rimasti fermi per poco, avevano da attraversare metà burrone, e avevano poco tempo. Erano riusciti a correre e raggiungere il confine ovest in due ore, ma ora erano distrutti. "Non possiamo fermarci ora. Forza Vik." Ansimò Peter. La ragazza annuì, poi estrasse un coltello dalla giacca di jeans. Peter sorrise soddisfatto, iniziando ad avviarsi cauto nella radura ovest. Il tutto era osservato da Cerise, Jack e Théo, perfettamente mimetizzati, tutti e tre tesissimi, pronti a scattare al minimo segnale. Peter e Viktoria si avvicinarono ad un piccolo albero e iniziarono a tagliarne i rami, con molta calma, cercando di fare meno rumore possibile. "Quanti?" Chiese tranquilla Viktoria, ricevendo in risposta le due mani aperte di Peter. Poco dopo venti tronchi erano ai piedi dei ragazzi. "Io cerco le pietre, tu occupati dei tronchi." Propose la ragazza tornando al confine delle due aree. Peter intanto si occupava di far cadere alcuni piccoli alberi. Quando si rincontrarono avevano tutto il necessario per il loro piano. "Forza Vik, secondo  Joseph siamo vicini a loro. Conta cinquanta passi e inizia." Decretò Peter, per poi dare alla ragazza un tronco e cinque rami. La corvina, invece, consegnò due pietre al compagno che si avviò subito nella direzione opposta a quella di lei. 

Cerise non capiva cosa stessero facendo i due, ma di sicuro niente di bello. Per questo, una volta riuscita ad attirare l'attenzione di Jack gli fece cenno di mettersi in alto, più al riparo possibile, e di comunicare di fare altrettanto a Théo. Fortunatamente i tre fecero in tempo a mettersi in salvo un attimo prima che Viktoria e peter, sistemati tronchi e rami in cerchio, dessero fuoco al tutto. Erano circondati. Le fiamme ancora basse iniziarono ad allungare le braccia su tutte le cose più vicine, per questo in poco tempo l'unica cosa che si riusciva a vedere era il fuoco, ovunque. "Saltate, siamo abbastanza vicini alla fine di questo muro d'inferno!" Esclamò tossendo Cerise, lanciandosi poi giù dal precedente riparo. Ma i calcoli non erano stati fatti molto bene e infatti si trovò il passaggio sbarrato dal fuoco, in un attimo Jack e Théo le erano accanto. "E ora? Che si fa? Siamo bloccati. Moriremo qui." Disse Jack ansioso. Théo spostava lo sguardo frettoloso da una parte all'altra del cerchio infuocato. Erano stati troppo tranquilli, avrebbero dovuto fare più attenzione. E ora eccoli, bloccati.

"Perfetto Vik, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Fuori tre in un colpo solo!" Esclamò entusiasto Peter battendo il cinque alla compagna, che però non si mostrò così entusiasta. Era arrivato il momento. Doveva fare quello che Joseph le aveva chiesto, per lui, per sè, per il loro amore. Con infinita calma Viktoria si avvicinò a Peter accostando le labbra all'orecchio del ragazzo e sussurrandogli: "Sai... Joseph è davvero geniale, ma non può avere troppi amici..." Detto questo, con gesto fulmineo la corvina estrasse il coltello dalla giacca piantandolo nel collo di Peter. Il sangue schizzò ovunque, macchiando la ragazza, che si scansò più in fretta che potè. Peter cadde nell'erba ormai rossa e vischiosa, gridando e portandosi le mani al coltello. Ma le forze ormai gli mancavano, il respiro era mozzato dal sangue che colava lungo la faringe. Stava annegando nel suo stesso sangue. Viktoria non riusciva a guardare il ragazzo in volto. L'ultima cosa che sentì fu il suo: "Traditrice..." Sussurrato un attimo prima di esalare l'ultimo respiro.

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Peter non vide mai più la luce.

Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo, a terra il corpo di Peter, immerso in una pozza di sangue, gli occhi socchiusi e un'espressione sprezzante sul volto. "Ho... l'ho ucciso... sono un'assassina... ma cosa ho fatto...? Cosa...? No! No! Chi sono? Non sono me stessa, dov'è Viktoria? Viktoria è buona! Viktoria..." Dallo sconforto, all'isteria, per finire con un pianto disperato, a poco a poco la ragazza crollò a terra. Stringeva convulsamente la terra, le unghie le dolevano. Le mani sporche di sangue, ormai arrivato ovunque, la fecero solo disperare ulteriormente. Era un'assassina, solo questo riuscva a pensare. Ancora si chiedeva perchè avesse fatto tutto quello, quando l'immagine del volto di Joseph invase la sua mente. La sua voce le riempì le orecchie, il suo profumo era ovunque. "Forza, forza Vicky. Lo hai fatto per lui. Per te e per lui. Ora sarete felici." Cercò di darsi coraggio tirandosi in piedi. Le gambe le tremavano, non riuscì a guardare ancora Peter. Voltò la testa e piano piano iniziò a camminare. La sua area la aspettava. Lo zaino pesava molto più del solito.








ANGOLO AUTRICE

Ehilà gente che ha coraggio di leggere ancora Blood! Mi scuso per il tempo che ci ho messo per scrivere, ma il rinizio della scuola è qualcosa di assurdamente distruggente! (?)
Ora, sono dubbiosa riguardo una cosa, sto trattando abbastanza tutti i ragazzi? Fatemi presente se metto troppo in risalto qualcuno.
Vorrei tanto che non fosse così, ma non si sa mai. Siate sinceri.
Il finale è qualcosa in cui mi sono impegnata da matti, spero sia uscito come volevo che apparisse.
Mi spiace per Peter, ma non era destino. Mi scuso con l'autrice e spero che nonostante questo continui a seguire la storia.
Il prossimo capitolo forse sarà diverso, ma non spoilero nulla, naturalmente tutto dipende dalle idee che vinceranno e dal mio livello di sadismo.
Altro da dire? Penso di no.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi!
Nini

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Capitolo 9
*** Chapter Eight ***



-4-
"Chris, esco." La voce distrutta di Viktoria riecheggiò nella piana rocciosa. "Ma bene bene. Sei la prima. Ora ti mando qualcuno." Commentò il presentatore sadicamente. La ragazza annuì piano, il volto rigato dalle lacrime, gli abiti ancora macchiati del sangue di Peter. Già Peter, le ultime parole del ragazzo non facevano altro che rimbombarle nella mente. Poco dopo due assistenti la raggiunsero per poi condurla sull'elicottero dal quale erano scesi.
"No, no che non ti aiuto! Sei una traditrice, subdola! Non voglio avere a che fare con te mai più! Stammi lontana!" Geoff era furioso e indignato. Per colpa di Chris doveva trascorrere la giornata con quella ragazza, ma non ci sarebbe mai riuscito. "N-no... io... Geoff... ti prego..." La ragazza era a terra, il capo basso e la voce tremante. "La sai una cosa? Se non fosse per McLean me ne sarei già andato. La gente come te mi fa schifo!" Con queste parole il festaiolo si voltò dando le spalle alla ragazza. Ma in fondo non era solo colpa sua, ma di quel gioco crudele e malato, nato solo per cinismo e guadagno personale.


-3-
"Jos, io ho fame, sta facendo sera..." Disse Shauni massaggiandosi lo stomaco. Accanto a lei Stephen cercava di pescare qualcosa, ma sembrava che quella sera fossero scomparsi tutti i pesci del lago. "Uff... sono in ritardo..." Sussurrò Joseph, dentro si chiedeva dove fosse finita Viktoria, magari non era riuscita ad affrontare Peter, oppure erano rimasti bloccati, oppure... no troppe possibilità. Scuotendo la testa per scacciare i pensieri, il ragazzo si accomodò accanto ai compagni. "Sentite, non sappiamo che fine abbiano fatto quei due, però il segnale è arrivato. Magari dovremmo sistemare gli altri, senza aspettare." Iniziò sospirando Joseph. Un brivido corse lungo la schiena di Shauni, affrettare le cose significava anticipare la morte di Glen. Stephen invece pensava a Cerise, sapeva che nemmeno un muro di fiamme sarebbe riuscito a fermarla, eppure era passato davvero troppo tempo. "Mi state ascoltando?" Domandò il corvino un po' seccato, da quando avevano messo in atto l'ultima strategia sembrava che ai due compagni non importasse molto di lui. "Ti stiamo ascoltando." Rispose distaccato Stephen, facendo sospirare l'altro, che però continuò: "Possiamo prenderli di sorpresa, con il buio. Ci state?" "No." La voce di Shauni lasciò tutti increduli, come poteva pensare di opporsi a Joseph, lo stesso che tranquillamente aveva usato altri per sistemare tre persone? "Cosa hai detto, scusa?" La voce che ostentava calma, era tradita da un piccolo tic al piede, che Shauni notò subito. "Ho detto no. Ne hai già fatti fuori tre. Per ora basta. Se non ti sta bene uccidimi pure, cos'ho da perdere?" Sussurrò la ragazza ad un soffio dal volto di Joseph, un'espressione di sfida sul volto. Quest'ultimo prese un grosso respiro, poi esclamò: "E va bene. Per oggi fermi, ma domani nessuno, e ripeto nessuno, impedirà l'avanzamento della strategia." Stephen sbuffò, fino a quel momento aveva seguito il dibattito dall'esterno, non gli piaceva la piega che stavano prendendo gli eventi, ma dentro parteggiava per Shauni. 


-2-
"Fuck." Cerise andava avanti con le imprecazioni da quando aveva constatato che non c'erano vie di uscita, le fiamme non avevano risparmiato un millimetro intorno a loro. "Moriremo qui... chi l'avrebbe mai detto?" Disse sarcastico Théo. A quelle parole Cerise si voltò furibonda, gridandogli: "No, noi non moriremo qui. Noi non perderemo. Io non perderò. Mai." Théo la guardò sarcastico: "Abituati alla sconfitta." La ragazza gli lanciò uno sguardo assassino. "Venite qui!" La voce di Jack riscosse i due, impedendo a Cerise di replicare alle parole di Théo. "Cosa c'è?" Chiese scocciata la ragazza. "So che può sembrare un idea da matti, però, se proviamo ad attraversare le fiamme qui non dovremmo farci troppo male. Guardate, le vampate sono meno intense." Spiegò Jack facendo scorrere lo sguardo sui compagni. "Bravo Jack, per ora è l'unica soluzione possibile. Da brava persona quale sono, andrò prima io." Esclamò Cerise dando una pacca sulla spalla al biondo che si limitò a sorridere. Un attimo dopo la ragazza era scomparsa tra le fiamme. Mentre attraversava quell'inferno Cerise non fece altro che pensare al fatto che sarebbe potuto finire tutto, per un semplice errore. "Bravo Jackie." Sussurrò soddisfatto e allegro Théo al ragazzo, stavolta però, Jack arrossì. "Noooooo! Lawrence!" L'urlo di Cerise fece tornare alla realtà i due ragazzi che si stavano guardando negli occhi. La voce della ragazza era piena di dolore, sembrava sul punto di scoppiare a piangere, ma al tempo stesso appariva infuriata. "Cosa...?" Chiese Théo con un filo di voce. "Nelle fiamme, muovetevi idioti! La mia foto! Oddio... oddio... no ora svengo..." Cerise era riuscita a superare la barriera, ma con una capriola avventata le si era sfilata la collana, che era finita nelle fiamme. Gli occhi le bruciavano, quella foto era tutto quello che contasse per lei. "Vado io, raggiungimi appena puoi." Dopo queste parole Théo si era lanciato nel fuoco. Faceva davvero caldo, la pelle bruciava e la vista si appannava, nonostante ciò riuscì a distinguere la sagoma un po' sfocata del ciondolo della compagna. Lo raccolse in fretta e si precipitò fuori da quell'inferno. Subito Cerise gli si fiondò addosso urlando in prede all'ansia: "La mia foto, l'hai presa, vero? Dimmi che l'hai presa, se non sei riuscito giuro che non rispondo delle mie azioni!" "Calmati, è qui." Tossicchiò Théo scocciato, aveva attraversato tutto quello e si permetteva pure di trattarlo così? E mentre Cerise stringeva al cuore il ciondolo un po' annerito, anche Jack li raggiunse. "Stai bene?" Chiese subito Théo avvicinandosi al biondo, che annuì piano, per poi dire: "Cerise, hai fatto rischiare Théo per quel ciondolo, credo che tu ci debba delle spiegazioni." La ragazza alzò la testa a guardarli, qualche lacrima, un sorriso e degli occhi accesi. 


-1-
Jenny aprì piano gli occhi, Glen era seduto accanto a lei, lo sguardo vigile fisso nel bosco, Felicity le stringeva una mano e aveva la testa poggiata sul suo petto. "Qu-quanto è passato?" Chiese con la bocca ancora impastata dal sonno. Glen si girò a guardarla ed esclamò sarcastico: "Buonasera Bella Addormentata, fatto un buon sonnellino? A quanto pare potrò diventare medico una volta uscito di qui." Jenny alzò un sopracciglio, poi abbassò lo sguardo su Felicity e la scosse piano: "Ehi Fel, Fel mi senti?" La bionda si stiracchiò un po', poi, accortasi di Jenny balzò in piedi e iniziò a canticchiare battendo le mani: "Jenny si è svegliata, Jenny si è svegliata!" La rossa ridacchiò, poi si rivolse a Glen: "Seriamente, quanto tempo è passato?" Il ragazzo scosse la testa, a far intendere che non fosse importante saperlo in quel momento. "Piuttosto, niente corse o salti, meglio se eviti di camminare." Commentò indicando la gamba della compagna, che assunta un'espressione sbalordita, esclamò: "Cosa?! Stai scerzando, vero?! Ma così non potremo muoverci!" "Non si discute, caso chiuso. Ci muoveremo con calma, non preoccuparti." La mise a tacere Glen. Felicity annuì alle parole del ragazzo, sapeva che per Jenny sarebbe stato rischioso sforzare la gamba con il taglio. "Inoltre, a quanto pare, possiamo separarci, ma entro i limiti dell'area. Ho una cosa da fare. Torno il prima possibile." Si congedò Glen poco dopo saltando giù dall'albero. "Ma che gli prende a quello?" Chiese sbuffando Jenny. Felicity alzò le spalle, poi si fiondò accanto alla rossa stringendola e sussurrandole: "Mi sei mancata Jenny!"

Un passo, due passi, tre passi... e Glen si allontanava sempre più dalla sua squadra. Nelle ultime ore gli era balenata in mente una teoria sull'identità della boccetta nera. Si appostò cauto dietro un cespuglio, aveva già avvistato quella tana di conigli da un po' di tempo, un po'gli dispiaceva, ma doveva tentare. Così estrasse delle bacche appena raccolte dalla tasca dei jeans neri, fece una piccola incisione con le unghie su di esse e verso una goccia del liquido su di esse, stando attento a non entrarvi in contatto. Veloce e silenzioso lasciò i frutti davanti all'ingresso della tana, non ci volle molto perchè i conigli, attirati dall'odore della bacche non uscissero, e ne assaggiassero. Tempo due minuti e degli animali non era rimasto che il cadavere. "Lo sapevo!" Esclamò entusiasta Glen, ora sì che aveva un vantaggio sugli altri. Poi il pensiero corse a Shauni, doveva aiutarla, d'altronde era sola con Joseph e Stephen, per niente al sicuro. Il punto era, come tovarla? Come avvicinarla? Non avevano mezzi per comunicare e lui non poteva attraversare il confine o sarebbe morto. Poteva solo sperare che in qualche modo alla ragazza venisse in mente di allontanarsi, nel paggiore dei casi avrebbe fatto un viaggio a vuoto. "Shauni, Shauni... ti prego... ti prego..." Sussurrò un attimo prima di prendere un grande respiro e iniziare a camminare verso est.


-3-
"Ma cosa...?!" Shauni si grattò la testa un attimo, gli era venuto in mente Glen, così, all'improvviso. Sentiva che c'era qualcosa di più importante sotto la sua immagine, ma non capiva cosa. 'Magari... ma no cosa dico, non esistono queste cose... eppure...' Alla fine, convincendo la sua parte terrena e assecondando quella sognatrice, Shauni decise di avvicinarsi il più possibile a Glen, ovvero andando a nord. 'Ma chi me l'ha fatto fare? Quelli mi uccidono...' Aveva fatto pochi passi e già la sua convinzione iniziava a cedere. Però l'idea di rinunciare a quella sensazione, quella che le diceva che Glen la stava cercando, troppo rischioso. E in un attimo era scomparsa, correndo attraverso l'arida piana. 

"Ma dov'è finita quella?!" Da dieci minuti buoni Stephen e Joseph cercavano la compagna, che però non aveva lasciato tracce. "Non può andare lontano, c'è la regola che lo vieta." Decretò Stephen decidendosi finalmente ad abbandonare la ricerca. Joseph avrebbe voluto strangolarlo, anzi strangolarli tutti e due, si trovava con due incompetenti che non facevano altro che ostacolarlo. "Rilassati Jos, tornerà." Sbuffò Stephen, non ne poteva più di pensare a quei due, avrebbe tanto voluto che si ignorassero l'un l'altro rendendo meno faticosa la permanenza.


-2-
"Chi mi garantisce che non spiffererete niente a nessuno?" Chiese Cerise un po' dubbiosa, ricevendo in risposta lo sbuffo di Théo, la ragazza stava girando intorno all'argomento da un bel pezzo. "E va bene... va bene..." Si rassegnò infine buttandosi a sedere sull'erba. Il tramonto iniziava a colorare il cielo, proprio come quella sera, l'aria era frizzante, proprio come quella sera. Cerise prese un grande respiro, i ricordi tornarono tutti.

'Una ragazzina corre e salta intorno ad un ragazzo più grande, è felice. "Forza fratellone, stavolta li batti tutti! Tu vinci sempre! Il mio Lawrence non perde mai!" Esclama stritolandolo in un abbraccio. "Ma certo Cer, io vincerò, per te!" Le dice sorridendo e scompigliandole i capelli con fare affettuoso.'

Cerise ingoia il groppo che ha in gola, i flashback continuano a scorrerle davanti.

'Dagli spalti la ragazzina osserva le moto pronte per iniziare a correre, i motori ruggiscono, la tensione è palapabile. Solo Lawrence nella sua mente. Il ragazzo è su una moto blu, il casco ha scritti sopra due nomi, Lawrence e Cerise appunto, è stata proprio la ragazzina a divertirsi con i pennarelli. E poi, la gara inizia.'

Un respiro più profondo, la voce trema.

'Il ragazzo guadagna subito posizione, è tra i primi. Tutto perfetto. Gli occhi di Cerise brillano,il suo fratellone non dice mai bugie, ed ora sta vincendo per lei. Ancora un giro e Lawrence si ritrova primo,l'adrenalina alle stelle, il vento sul volto, il pensiero alla sua sorellina e alla vittoria per lei.'

Ma non ci si può fermare proprio ora, Cerise è costretta a continuare.

'Ad un soffio dal traguardo, ad un soffio dalla vittoria, ecco che una ruota gira troppo. La curva viene presa male. La moto sbanda, il passeggero vola fuori dalla pista. Cerise trattiene il fiato, niente in bocca, non c'è saliva, non ha voce. Non grida, non piange. Vede solo Lawrence che viene lanciato chissà dove, il casco scivola dal suo capo, e la ragazzina è sicura che gli occhi del fratello le dedicassero il loro ultimo sguardo. Il casco si fracassa, i nomi vengono distrutti. I medici arrivano in ritardo, ma Cerise sa che è tutto inutile, ha sentito dentro di sè quando il cuore di Lawrence ha smesso di battere.'

Solo una lacrima scivola a bagnare la foto, dove un ragazzo sorridente punta gli occhi verdi alla telecamera.


-1-
"Fel... la sai una cosa?" Chiede Jenny mentre accarezza la spalla della compagna. Felicity scuote la testa e punta gli occhi in quelli neri della compagna, che continua tormentandosi il piercing sul labbro: "Ti ho sognata... eri lontana però, hai presente i burroni? Eri dal lato opposto al mio... non potevo raggiungerti." La bionda la guarda interrogativa, ma Jenny scuote semplicemente la testa, non è tipa da dichiarazioni, e Felicity non è tipa da riceverne. "Jenny... se tu morissi... io ci ho pensato mentre stavi male, però... cioè... io che farei?" Chiede Felicity prendendo alla sprovvista la compagna che ribatte: "Io non morirò, io non ti lascerei mai da sola. Se però la mia morte significasse la tua salvezza, allora sta certa che non esiterei a lasciarti vivere." Felicity abbassò lo sguardo, e solo allora Jenny si rese conto di aver detto quelle cose, le guance le si colorarono, mentre cercava una frase per mettere a posto tutto. "Io... oddio Fel, cioè non pensare... che casino..." Farfugliò la rossa a bassa voce, venendo interrotta da Felicity, che le diede un bacio sulla guancia dicendole: "Tranquilla Jenny."

Glen camminava da un bel pezzo, stava per decidersi a tornare indietro quando gli parve di scorgere una figura lungo il confine. Gli occhi gli brillarono un attimo, cercando di mettere a fuoco l'identità della persona, anche se era praticamente certo che fosse Shauni, e infatti...

"Oddio Glen!" Esclamò la ragazza correndogli incontro non appena lo scorse. Era ad un passo dal superare il confine, ma la voce del biondo la fermò in tempo: "No Shauni! Se passi di qua muori, stessa cosa vale per me. Siamo confinati." Lei annuì piano, mentre pensava a quanto le fosse stato utile il suo sesto senso. "Mi sei mancato..." Si decise a sussurrare con lo sguardo basso, prendendo alla sprovvista Glen, che non sapendo cosa fare si avvicinò ancora di più al confine, allungando una mano fino a stringere quella della ragazza. Per diversi secondi i due si limitarono a fissarsi negli occhi. Poi un rumore li riscosse, facendoli tornare alla realtà. "Senti io... ho una cosa per te. Non mi sento sicuro a lasciarti con quei due... ecco tieni, è veleno." Disse Glen estraendo la boccetta dalla tasca e versandone un po' in una fiala. "Dovrebbe bastarti..." Sussurrò consegnandola ad una Shauni esterrefatta. "Ma io... non sono in grado di..." Balbettò a disagio la ragazza, la mano di Glen arrivò subito sulla sua spalla a confortarla. Bastò uno sguardo, non servirono parole, e come un tacito accordo, i due si dileguarono ognuno nella propria area.


-4-
Viktoria aveva avuto il tempo di lavarsi, cambiarsi e mangiare tranquillamente. I suoi pensieri andavano tutti a Joseph, le mancava tanto, specie ora che aveva bisogno di conforto, anche se era stato proprio il ragazzo a farle macchiare l'anima. Ma ogni volta che il volto di Peter le tornava in mente la ragazza cercava di scacciarlo. La presenza di Geoff non era di aiuto, il biondo se ne stava in un angolo, lanciandole di tanto in tanto occhiate glaciali. A questo punto avrebbe preferito tornare dentro, ma avrebbe dovuto aspettare il giorno successivo, pensava sospirando.


-3-
"Ma dove cazzo eri finita? Mi spieghi?" Non appena Shauni era tornata Joseph l'aveva apostrofata bruscamente, non ne poteva più di quella ragazzina. E come la solito Stephen si era dovuto subire la scenetta, fino a quando... "Oddio... Jos... questa non ti piacerà..." Il ragazzo si diresse verso Stephen che scrutava il lato opposto del lago, dove Cerise, Jack e Théo stavano tranquillamente bevendo e riposandosi. "Ma cosa...? Non dovrebbero essere... morti?!" Gli occhi lanciavano scintille, ma il ragazzo riusciva a tenere un atteggiamento calmo. "A quanto pare la tua bella non è così brava." Esclamò Stephen, finalmente con il cuore in pace. "Non è finita qui, ora ci penso io." Sussurrò malignamente il corvino, facendo rabbrividire Shauni, che strinse forte la fiala di veleno in tasca.


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Dopo il racconto di Cerise nessuno aveva fiatato. Ma non c'era nulla da dire per non sembrare banali o scontati, e poi non sembrava che la ragazza necessitasse di parole di conforto, anzi, si era rinchiusa in se stessa stringendo la foto di Lawrence. Jack e Théo avevano finalmente capito molto della loro compagna, ora sarebbe stato davvero più facile andare avanti. "Sentite... io mi allontano un attimo..." Disse ad un tratto Cerise, per poi alzarsi e scomparire dalla loro vista. "Chi l'avrebbe mai detto, ah?" Chiese retoricamente Théo, mentre Jack si limitava ad annuire. Rifletteva su come sarebbe stato perdere qualcuno a cui si tenga così tanto, e il pensiero andò a Théo, cosa avrebbe fatto se mai fosse morto? "Senti... sai che prima o poi moriremo, vero?" Chiese in un soffio il biondo, attirando subito l'attenzione del compagno, che sorridendo debolmente gli rispose: "Prima o poi tutti muoiono, chi normalmente e chi perchè il fato lo rinchiude in un burrone." Jack ridacchiò, poi si avvicnò di più al compagno e gli domandò: "Non è che prima di morire mi dai un altro bacio?" Gli occhi nocciola di Théo si illuminarono e le sue labbra si poggiarono su quelle di Jack. Questa volta fu un bacio più lungo e più intenso, carico di promesse e pensieri. "Ma proprio qui dovete fare certe cose?" Li interruppe Cerise dopo unpo', era arrivata da poco e stava ridendo. I due compagni arrossirono, ma alla fine si lasciarono contagiare dalla risata della ragazza.


-1-
"Finalmente qui, Glen. Dove sei stato?" Chiese Jenny non appena vide il ragazzo saltare sull'albero. "Da nessuna parte." Si limitò a rispondere il biondo. "E che palle! Un p' di partecipazione sarebbe gradita." Sbottò scocciata Jenny. "Piuttosto, ora tu provi a vedere come va se cammini." Ordinò Glen, ricevendo in risposta un insulto di Jenny, se c'era una cosa che odiava era che le si dicesse cosa fare. "Dai, fai la brava! Se sei viva ora è solo grazie a lui!" Esclamò Felicity tirando la compagna per un braccio. "E va bene va bene..." Si rassegnò alla fine Jenny, mentre Glen borbottava qualcosa del tipo: "Lei la ascolti però..." Il vero problema però era scendere dall'albero. Nonostante non fosse troppo alto con la gamba in quello stato sarebbe stato doloroso e molto complesso. "Ancora uno sforzo, ancora uno e sei giù!" Da terra Felicity incitava Jenny che, aiutata da Glen, tentava di scemdere tra mille e mille imprecazioni. Toccata terra fu tutto più facile, anche se dopo il tempo di inattività, sembrava quasi che la gamba si fosse dimenticata come ci si muovesse. Era come insegnare ad un bambino a camminare. "Come impari in fretta." Glen non faceva altro che provocare la rossa con pungenti battutine sarcastiche, che ricevevano sempre insulti come risposte. "Aspettate, credo di... Aiutatemi, portatemi lì!" Ordinò ad un tratto Jenny con una strana luce euforica negli occhi. Con calma Felicity e Glen l'aiutarono a raggiungere un grosso masso che fungeva da tana per qualche animale. Arrivata la rossa si chinò come meglio potè e, infilata un mano sotto il masso estrasse un piccolo pezzo di puzzle. "Non ci credo! Siamo a due! Ma è magnifico!" Battè le mani Felicity. Anche Glen accennò un piccolo sorriso, magari ce l'avrebbero fatta.


-3-
"Ragazzi! Ragazzi! Siamo qui!" Gridava Jospeh cercando di farsi vedere dai concorrenti del gruppo due. Lui, Shauni e Stephen avevano raggiunto l'isoletta dove in precendenza era morta Pam e, fradici e infreddoliti, tentavano di comunicare. Finalmente si videro a vicenda e pochi minuti dopo eccoli tutti insieme, al centro del lago. Cerise aveva raccomandato di non fidarsi, d'altronde non sapevano se potesse essere stata una loro macchinazione l'incendio che li aveva quasi uccisi.

"Da quanto tempo!" Escalmò Stephen accogliendo Cerise con la propria coperta. La ragazza sorrise e sussurrò: "Grazie al cielo siamo vivi... dovresti saperne qualcosa, dico bene?" Stephen le fece segno di stare in silenzio e la castana annuì. "Vado a dare una mano a Jack." Le disse il ragazzo allontanandosi, mentre Cerise scuoteva la testa e ribatteva: "Stai sicuro che non gli interessi, non perdere tempo, o resti solo fottuto." Ma Stephen la ignorò deliberatamente, per poi accostarsi a Jack, che un po' a disagio cercava lo sguardo di Théo, che però lo rassicurò, facendogli intendere di non doversi preoccupare.

"Théo! Capiti giusto a proposito, volevo parlarti di una certa cosa..." Joseph si era subito fiondato dal castano che, rimanendo sulle sue, aveva chiesto: "E cosa, di grazia?" Joseph accennò con la testa a Stephen e Jack e sussurrò: "Quei due... io vedo come si guardano... e poi non penso sia un caso che sia stato proprio Steph ad accogliere il biondino." Nella mente di Théo era ancora viva l'immagine del bacio, no, era impossibile che Jack lo tradisse, i suoi occhi erano sempre così sinceri e le sue parole... "Io non vorrei metterti dubbi inutili in mente, però osserva come ride Jack, osserva gli occhi di Stephen, osserva come i due abbiano fatto in fretta a mettersi vicini a chiacchierare." Le parole di Joseph non potevano essere smentite, stava accadendo tutto ciò. Ma Théo non riusciva nemmeno a pensare che una cosa così fosse possibile.

Shauni osservava tutto da un angolo, aveva capito il gioco di Joseph, ma avvicinarsi a tutti poteva risultare troppo sospetto. Doveva agire da sola. Il pensiero volò subito al veleno. Chi le impediva di liberarsi di un enmico così potente? Nessuno. Furono questi pensieri che lasciarono alla mente della ragazza di architettare un piano.
Ma le parole riescono a fare tante cose, le parole fanno più male dei gesti a volte. Le parole riescono a convincerti di cose assurde. E le parole stregarono Théo, lo resero dubbioso e arrabbiato, arrabbiato per essersi fidato. In ogni attimo passato con Jack andava a sostituirsi il ragazzo che parlava tranquillocon Stephen.

"Devo parlarti, se non ti dispiace." Fredde parole provenivano dalla bocca di Thèo, quando on calma si era avvicinato a Jack, che spaventato dalla loro durezza, si era avvicinato cauto al ragazzo. Isolati dagli altri, il castano aveva iniziato: "Allora, io non gioco con la gente, ciò non fa di me un giocattolo però. Hai capito? Non puoi fare doppiogioco Jack!" Quest'ultimo lo aveva guardato stupito, replicando: "Ma cosa stai dicendo?" Théo lo apostrofò sarcastico: "Di te e Steph, vi vedo. Sei solo un bugiardo." Gli occhi di Jack si erano riempiti di lacrime. Ecco che tutto finiva, Théo non capiva che fosse tutto per lui? Il biondo vide tutte le persone che lo avevano abbandonato piano piano. Ora Théo si aggiungeva, e perchè? Perchè stava semplicemente parlando con una persona. "Che fai? Piangi? Patetico." Le parole colpirono Jack come pugnali, facendolo scappare via, lontano da Théo e lontano dagli altri, il diario stretto in mano. E solo quando se ne fu andato a Théo tornò un briciolo di lucidità. Cosa aveva fatto? Non aveva prove, aveva accusato ingiustamente la persona che si stava dedicando a lui? I sensi di colpa lo assalirono di colpo, ma ormai era troppo tardi. Jack se n'era andato e di sicuro non avrebbe voluto parlare di nuovo con lui.

"Che hai combinato tu?" Cerise guardava storta Stephen, che, mordicchiandosi le unghie, aveva lo sguardo fisso a terra. "Ma io... stavo solo parlando..." Tentò di giustificarsi il ragazzo. "Sì sì, parlando. Eppure guarda che hai combinato. Ma non sei mica tu a doverteli subire in squadra, no?" Commentò acida Cerise. E se in esterno mostrava solo un'interesse strategico, dentro le dispiaceva per quei due. Capitati nel posto sbagliato e al momento sbagliato. "Piuttosto, dimmi ciò che devi." Ordinò la ragazza decisa. Ma le parole di Stephen arivarono troppo tardi. Ormai erano finiti nella tela del ragno. Scappare ora significava condannarsi a morte, restare significava rischiare oltre ogni modo. A Cerise si gelò il sangue nelle vene, erano finiti.

"Io ho preparato da mangiare... è una simil-zuppa, spero vada bene." Esclamò Shauni distribuendo i piatti. Un attimo prima la fiala si era rovesciata in quello di Joseph, e la ragazza aveva avuto cura di non farsi vedere. Ma la prudenza non è mai troppa...

"Senti, facciamo che distribuisco io i piatti, hai già cucinato, non mi va che ti affatichi ulteriormente." Alle parole di Joseph, Shauni era stata costretta a tirarsi indietro. Se avesse insistito non avrebbe fatto altro che aggravare i sospetti su di lei. Quanto a Jospeh, non si fidava della ragazza, preferiva occuparsi lui del "fato" di quella sera. Il piatto avvelenato era in mezzo agli altri. Ma ormai mischiati a Shauni era impossibile decretare quale fosse. Assassina. Sarebbe stata un'assassina. E impedire che i ragazzi mangaissero avrebbe solo aggravato i sospetti su di lei. L'unica cosa da fare ora era incrociare le dita, e sperare che il piatto andasse a Joseph.

Lo sguardo basso, il diario stretto al petto, Jack lanciava occhiatine fugaci a Théo. Era distrutto, si chiedeva come potesse essere accaduto tutto così in poco tempo. Un attimo prima erano lì, felici a baciarsie ora eccoli, divisi da un muro invisibile. 

Il terrore ben mascherato negli occhi, la foto accanto al cuore, Cerise fissava il piatto davanti a sè, timorosa di fare qualunque cosa. Le parole di Stephen l'avevano inquietata e non poco.

Un po' di rassegnazione e un po' di timore, occhi che corrono su tutti i seduti, Shauni ha paura, non sa cosa accadrà, ma non ha un buon presentimento. Non può fare altro che maledire Glen e la sua decisione di affidargli il veleno. Ora era nei guai, con se stessa, però.

Un'espressione vittoriosa e un sorriso sarcastico, Joseph sa di aver vinto, uno qualunque lì in mezzo stava per lasciarli, a lui non importava minimamente chi. Aveva subito scartato sè, ma solo perchè era riuscito a fare un piccolo segno sul piatto che Shauni voleva riservargli, evitandolo così per se stesso. Il problema er ache aveva perso di vista il suddetto, ma non era un suo problema ormai.

Sensi di colpa a non finire, voglia incolmabile di tornare da Jack, Théo guardava dubbioso ilcibo, aveva lo stomaco bloccato e il sorrisino di Jospeh non lo aiutava di certo. Ma ormai era fatta, probabilmente l'indomani sarebbero riusciti a chiarire, ma no, cosa c'era da chiarire? Era finita, punto. Jack non sarebbe mai tornato.

Incertezza, dubbi, timori, sensi di colpa anche se lievi. La consapevolezza di aver fatto una cosa sbagliata. Stephen iniziava a stare male, non avrebbe mai voluto che accadesse tutto ciò. Eppure eccoli ora, in cerchio, a mangiare, ognuno rivale dell'altro.

Quasi contemporaneamente, in accordo magari, tutti portarono il cibo alla bocca.

Fiato sospeso e... niente. Per un attimo non accadde nulla e poi...




ANGOLO AUTRICE
Ragazzi scusate, sono distrutta. Non so che macello ho combinato ma spero apprezziate lo stesso.
Mi spiace di non aver trattato molto Viktoria, ma nel capitolo precedente è stata molto presente,
sto cercando di mettere tutti in risalto.
Mi scuso per la sospensione del finale, ma non mi andava di concludere tutto ora,
ci sono già abbastanza novità, no?
Mi fiondo a dormire, notte!
Nini

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Capitolo 10
*** Chapter Nine ***


Un tonfo.

Un attimo dopo aver inghiottito il boccone, Jack si era accasciato a terra, il respiro irregolare. "Cosa... cosa...? Rispondi, rispondimi! Che ti succede?!" La voce rotta dal pianto di Théo che gli si era fiondato subito addosso. Shauni aveva trattenuto il fiato fino a quel momento, ora era era incredula, le mani a coprire la bocca. Di tutti i presenti perchè proprio Jack? Perchè proprio lui? Si sentì il cuore pesare, era stata lei, lei e la sua fretta a condannare quel povero ragazzo, che a breve li avrebbe lasciati.

"No... no... non è possibile. Jack... Jack cos'hai...? Ti prego rispondimi, parla! Jack!" Il capo del biondo poggiato sul grembo, gli occhi pieni di lacrime, Théo non riusciva a crederci, come poteva essere successo? Perchè c'era del veleno nel piatto di Jack? Un pensiero veloce, un solo nome: Joseph. Doveva aver macchinato tutto lui per forza, a partire da quando avevano parlato.

"Th-Théo..." Cercò di dire Jack, ma il castano tentò di convincerlo, invano, a non parlare. "P-perchè... perchè piangi, per-perchè... sei qu-qui...? Tu... a-avevi det-detto... che... che..." La voce smorzata, ma decisa a continuare. Théo puntò gli occhi in quelli di Jack, cosa aveva combinato? Si era lasciato illudere da false parole, ed ora che Jack stava morendo non poteva fare nulla. Non avevano chiarito, non avevano proprio parlato. Perchè ora stava accadendo tutto questo? Théo maledisse il fato, il mondo e tutta quella vita. "Jack, ascolta, tu, cioè, è colpa mia, tutta colpa mia. Non sarebbe dovuto succedere niente di tutto questo. Scusami, scusami..." Singhiozzava Théo, ma il biondo sorrise debolmente, chiedendo: "Al-allora... n-non... ce l'hai... con m-me...?" Il ragazzo scosse il capo, passando il palmo della mano lungo la guancia del biondo. "B-bene... io... mi mancherai... ad-addio... Théo... ci rin-rincontreremo... un giorno... fo-forse..." E con queste parole Jack chiuse gli occhi, una mano stretta in quella del castano, l'altra sul diario.

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Jack non vide mai più la luce.

"No, no, no... Jack, Jack no. Non te ne andare... Jack... cosa faccio io ora? Cosa?!" Esclamò disperato Théo. Poi, un'idea. Non seppe mai se ne fosse davvero valsa la pena oppure no. Fatto sta che, prese il piatto di Jack, portandosi il suo cibo alla bocca. I tentativi di Cerise di fermarlo furono inutili, la ragazza non riusciva a credere ai propri occhi, tutto quello che stava accadendo era assurdo. Théo non sentiva ragioni, voleva solo andare dal suo Jack, a farsi perdonare. E inoltre, prima o poi sarebbe morto comunque, no? Tanto valeva smettere di soffrire subito. Un attimo prima di ingoiare Théo pensò a quando, da ragazzino, aveva tentato il suicidio, la storia si ripeteva, ma stavolta niente lo avrebbe lasciato scappare dalla morte, che lo accolse mentre il ricordo delle labbra del biondo poggiate sulle sue gli lasciava donare un ultimo sorriso a Jack.

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Théo non vide mai più la luce.


-2-
"Assassini." Una parola e Cerise si era tuffata in acqua, allontanandosi in fretta e senza voltarsi indietro. Voleva mettere più distanza possibile fra lei e i suoi nemici. Non aveva ancora analizzato bene ciò che era accaduto. Aveva bisogno di solitudine. Poche bracciate ed era a riva, si spinse oltre correndo, finendo, così, tutte le energie. Quando si sentì abbastanza al sicuro si lasciò scivolare a terra distrutta. "Cos'è una condanna? Ho fatto qualcosa a un qualche ente superiore che si sta vendicando?" Chiese acida, non riusciva a dare un senso a quanto era appena accaduto. Continuava a rivedere Jack e Théo accanto a lei, quando all'inizio non si parlavano, quando finalmente avevano fatto pace, quando li aveva beccati a baciarsi, quando aveva visto la rabbia dell'uno sull'altro, e infine, quando erano morti, vicini vicini. Cerise strinse i pugni fino a lasciare il segno delle unghie sul palmo. Perchè proprio loro? Ora era da sola. Vincere l'unico obiettivo.


-3-
"Ma guarda un po', sono morti. Doveva esserci qualcosa nel cibo a quanto pare." Disse Joseph con aria sarcastica, indicando i corpi dei due ragazzi. Shauni non respirava più, le gambe non la reggevano, non riusciva a guardare da nessuna parte. In parte ciò era dovuto al senso di colpa, in parte alla fobia per i cadaveri. Poi incontrò lo sguardo di Stephen, era vuoto. Completamente vuoto, come se tutte le emozioni fossero state risucchiate al suo interno e una maschera di gesso avesse preso il loro posto. Più o meno era così, il ragazzo era rimasto sconvolto dalla morte di Jack e da quella di Théo, tutto in così poco tempo poi. In parte si sentiva responsabile, in parte avrebbe voluto sprofondare, in parte si chiedeva il perchè di tutto, in parte non sapeva minimamente cosa fare. "Dico bene, Shauni?" Chiese dopo una pausa ad effetto Joseph, la ragazza sentì il terreno crollarle sotto i piedi. Era finita, ora Joseph avrebbe rivelato a Stephen che il veleno le apparteneva. "No. Non può saperne nulla. Casualmente dev'essere finito qualcosa nel piatto di Jack. Storia chiusa." La voce piatta di Stephen fece sbuffare il compagno. "I-io... credo che... magari... torniamo nell'area..." Propose Shauni con un filo di voce mentre, con le gambe che tremavano, iniziava ad entrare in acqua. "Ti aiuto io." E subito Stephen le fu accanto, nonostante le parole di Joseph non se la sentiva di lasciarla sola. Quest'ultimo lanciò un ultimo sguardo ai cadaveri ghignando, era stato fin troppo facile.


-1-
I tre ragazzi erano ancora emozionati per aver trovato il pezzo. Ignari di tutto quello che stava accadendo nel resto del burrone, avevano deciso di andare al lago per fare rifornimento la mattina seguente. Nel frattempo si erano sistemati su un altro albero. Naturalmente salire era stato persino più difficile che scendere per Jenny, ma alla fine ce l'avevano fatta, e ora riposavano. "Ti fa meno male, vero?" La voce di Felicity riscosse Jenny, che annuì piano in risposta. "Allora Glen è stato davvero bravo!" Esclamò entusiasta la bionda, facendo subito ribattere la compagna: "Sì, ma non facciamogli montare la testa. Sono anche io ad avere un fisico pazzesco, ammettiamolo." Il ragazzo inarcò un sopracciglio, indicando lo zaino dei medicinali con la testa e facendo sbuffare Jenny. "Non è il momento di pensarci, secondo me siamo in vantaggio sugli altri, ancora un ultimo sforzo, ovvero l'ultimo pezzo, e siamo salvi. Che cosa pazzesca, no?!" Disse Glen ad un tratto, gli occhi persi nel cielo. Innumerevoli stelle illuminavano quella distesa blu senza fine. Al ragazzo venne in mente Shauni, ma subito cancellò l'immagine della ragazza, era da innamorati sdolcinati pensare le ragazze guardando il cielo. Felicity diede una gomitata a Jenny, che stava osservando l'espressione sognante sul volto del compagno. "Dimmi Fel...?" Chiese piano la rossa. "Le stelle, sono bellissime." Sussurrò la ragazza, a quel punto anche Jenny alzò lo sguardo rimanendo estasiata. "Davvero bellissime."


-4-
"Ho fino a domani pomeriggio, vero?" Chiese titubante Viktoria a Geoff, che non si degnò di risponderle. "Eddai! Ti prego, smettila di ignorarmi! Non ne posso più!" Sbottò nervosa ad un tratto la ragazza. Il biondo la guardò irato: "perchè dovrei degnarmi di rispondere ad una subdola assassina?" Viktoria sbiancò, lasciandosi cadere a terra, sopraffatta dai ricordi.


La notte porta consiglio. La notte ti rende te stesso. La notte comprende.


"Bensvegliati, bensvegliati ragazzi! Da quando vi ho portati qui sono già morte quattro persone, nessuno di voi ha qualche senso di colpa?" La sadica voce di Chris svegliò i concorrenti da un altoparlante. "Ora, però, ricordiamo i loro nomi. Pam, Peter, Jack e Théo."
"Vi siete rinfrescati la memoria? Spero di sì, perchè ho due cose da comunicare, la prima è che Viktoria ha utilizzato il bonus, rientrerà questo pomeriggio, proprio quando si svolgerà la seconda sfida. Preparatevi." Concluse Chris.


-3-
'Peter?' Pensò Shauni interdetta, poi però ogni pezzo tornò al proprio posto. Joseph manovrava il gioco dall'inizio. In quel momento non era con lei e Stephen, strano. "Senti, le cose successe ieri sera... ecco..." Cercò di dire la ragazza al compagno, che però la zittì con un gesto della mano, aggiungendo: "Non mi interessa. Quel che è stato, è stato." E se fuori appariva così, dentro Stephen era distrutto. Un pochino ce l'aveva con Shauni, ma sapeva che anche Joseph doveva aver combinato qualcosa. La scelta era fra uno dei due, di chi fidarsi? Assorto nei pensieri, quasi non si accorse dell'arrivo di Joseph. "Eccomi qui! Ho pensato di andare a prendere del pesce, avete sentito Chris? Oggi c'è la sfida." Aveva esclamato il ragazzo, poi si avvicinò a Shauni, offrendole il cibo, che la ragazza rifiutò. "Cos'è? Paura di mangiare dopo ieri sera?" Sibilò Joseph con un'occhiata provocante. La ragazza si era fatta forza, aveva prese un grosso respiro e si era alzata esclamando: "No, semplicemente non ho fame." Nemmeno Stephen si degnò di mangiare, lo stomaco bloccato. "Vabè, mangerò io..." Sbuffò Joseph, nascondendo un sorriso maligno e pensando a quanto bene stessero andando le cose.


-2-
Cerise mangiava lentamente una barretta ai cereali, assporando le parole di Chris. Una sfida, l'occasione perfetta per mandare a casa qualcuno. Aveva solo bisogno dell'immunità. Al sentire i nomi dei compagni morti le tornarono in mente i volti di Jack e Théo, ma subito scacciò il pensiero, riflettendo piuttosto su Peter, quando li aveva lasciati? Con uno scatto si tirò a sedere, controllando ancora una volta di aver preso il diario e il libro degli ex compagni. Tirò un sospiro di sollievo quando riconobbe le due copertine al tatto. Insieme alla collana erano le uniche cose a cui tenesse davvero in quel momento. Sistemandosi la camicia la ragazza continuò a camminare verso l'interno della sua area. Doveva andare nell'unico luogo sicuro che ci fosse ancora. E magari mettere qualche trappola, la prudenza non è mai troppa. Pochi secondi, uno scatto, e Cerise era scomparsa all'interno del muro di pietre.


-4-
"Veloce Viktoria, raccatta la tua roba, dobbiamo iniziare a trasferirti!" La voce di Chris si intrufolò prepotente nei sogni della ragazza, svegliandola. Geoff era rimasto nel suo angolo tutto il tempo. Iniziava a sentirsi in colpa, un pochino gli dispiaceva per Viktoria, era stata fregata da Joseph, eppure ciò non toglieva che avesse ucciso Peter a tradimento. Ma nonostante tutto, meritava davvero quel suo atteggiamento? "Senti, non ce la faccio a trattarti sempre così, quindi una cosa te la dirò. Non farti imbrogliare, Viktoria ricordati sempre di usare la TUA testa, non quella di Joseph." Le parole di  Geoff colpirono Viktoria come uno schiaffo.


-1-
"Conduttore deficiente. Dimmi tu se è il modo. Bha." Borbottava Jenny zoppicando. Guardare le stelle per buona parte non aveva giovato a  nessuno dei tre. "Ancora una sfida?! Ma non mi va di votare!" Si lamentava Felicity saltellando da un piede all'altro accanto alla compagna. "Oddio Fel! Fermati un attimo, mi gira la testa!" Jenny era alquanto nervosa, con quel poco di sonno una sfida non ci voleva proprio. A quelle perole Felicity interruppe i saltelli, e gurdò la compagna con un espressione triste. Subito Jenny le si avvicnò, scompigliandole i capelli con la mano, non le piaceva vederla imbronciata. Glen sbuffò, non amava particolarmente quegli scambi affettivi fra le due. E inoltre ora dovevano prepararsi alla sfida, avrebbero dovuto impegnarsi. "Muovetevi, nella sosta al lago mangeremo e sistemermo le provviste, in più dovrò dare un'occhiata al taglio." Decretò il ragazzo, lo zaino già in spalla. "Eccoci, eccoci..." Borbottò Jenny al pensiero della ferita. "Pensate un po'! Magari siamo così fortunati da trovare anche l'ultimo pezzo!" Esclamò entusiasta Felicity seguendo i due compagni con piccoli saltelli a piè pari.



-Ore 11.22, Sala degli Schermi-
Chris era comodamente seduto a sorseggiare del succo di pomodoro, i pensieri si rincorrevano. 'Cercate cercate, combattete, scannatevi, vincete, perdete. Regalatemi colpi di scena. Ma sappiate che solo uno esce da qui. Toglietevi dalla mente di salvarvi, perchè io non ho mai messo tre pezzi di puzzle in ogni area.'










ANGOLO AUTRICE

Allora, inizio col dire che con questo capitolo ho davvero combattuto. 
Le idee erano già ben edefinite, ma non riuscivo a scrivere, e poi, sono combattuta a causa di Théo.
Mi scuso infinitamente con Diego, anche se ne abbiamo già parlato.
Non mi piace come l'ho reso e poi la sua dipartita magari è uscita male. 
Mi spiace per Jack, d'altronde era uno dei miei OC, ma prima o poi sarà il turno di tutti, no?
La morte che ho deciso per questi due mi ha lasciata senza parole, però mi intrigava troppo.
Scusatemi, magari proprio non ve li aspettavate questi due a lasciarci, insieme per giunta!
Per quanto riguarda Viktoria, prometto che dal prossimo capitolo sarà più presente.
Ho qualche dubbio riguardo Glen e Stephen, vi sarei grata se mi comunicaste le vostre impressioni.
Sto cercando di approfondire Shauni e Joseph, come per sopra, vi sarei molto grata se lasciaste commenti.
Altro da dire? Spero che nonostante tutto non sia uscito uno schifo.
Inoltre mi scuso per la lunghezza minima del capitolo, cercherò di farmi perdonare.
Alla prossima (non so quando riuscirò a scrivere, ho due gite e questo fine settimana non ci sono).
Nini





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Capitolo 11
*** Chapter Ten ***


"Quanti giorni sono passati? Due, tre? Come avete fatto a diminuire così?!" Rise sarcastica Jenny. Da poco tutti i ragazzi erano arrivati al lago, in effetti erano in anticipo, ma nessuno ci fece troppo caso. 
"Vedo che la tua gamba non è ancora guarita." Ribattè pungente Cerise, ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte della rossa. Felicity aveva gli occhi lucidi, non aveva ascoltato l'avviso di Chris, e solo ora vedeva che all'appello mancava Jack, il suo Jack. "D-dov... è?" Chiese quasi singhiozzando. Jenny si accorse solo in quel momento della bionda e, scansato bruscamente Glen, si precipitò ad abbracciarla e a sussurrarle: "Shh... non preoccuparti, ora sta di sicuro meglio, con Théo, no?" Felicity tirò rumorosamente su con il naso annuendo, doveva farsene una ragione: prima o poi sarebbero morti tutti quelli a cui voleva bene, persino lei stessa.

Glen guardava Shauni da quando erano arrivati, la ragazza non riusciva a far incrociare i loro occhi, tenendoli bassi, e questo fece riflettere il biondo. Magari non avrebbe dovuto darle il veleno, iniziava a capire solo ora, Shauni doveva aver pensato di eliminare il maggiore pericolo per la loro salvezza, ma i piani dovevano essere andati storti. E poi, un attimo, gli occhi d'ebano di Glen si incontrarono in quelli verde smeraldo di Shauni, l'unica cosa che poteva leggervisi era un disperato senso di colpa.

La mente di Joseph cercava di analizzare e catalogare più informazioni possibili. Per ora era arrivato a: gamba inaffidabile per Jenny, niente appoggio per Cerise, per Glen Shauni e viceversa, di Felicity non gli importava granchè, non la considerava pericolosa. Mancava solo Stephen, ma lui appariva così distante, quasi che non fosse lì presente, questo sarebbe stato un grosso impiccio per Joseph, ma al tempo stesso un vantaggio. Aveva bisogno di conoscere i punti deboli di tutti, per poterli lavorare e plasmare a suo piacere, ma d'altro canto, se il compagno fosse rimasto neutro, allora non avrebbe potuto dare aiuto a nessuno, senza distinzioni.

Stephen si avvicinò cauto a Cerise, arrivatole abbastanza vicino le sussurrò: "Senti, ora sei sola, e guardami, neanch'io posso fare affidamento sulla mia squadra. Io credo che sia venuto il momento di fidarci di più. Ci stai?" Un espressione sarcastica e indignata si disegnò sul volto della ragazza, le sarebbe venuta voglia di sputare tutto il suo disgusto, il suo disprezzo in faccia a quel ragazzo che tanto diceva di esserle amico. Per ora vedeva in lui solo la disperata voglia di sopravvivere, nessun interesse verso di lei, come d'altronde era sempre stato. Il pessimismo che le impregnava l'animo le impediva di ragionare razionalmente, non riusciva a fidarsi di nessuno, per questo rispose acidamente: "E perchè mai dovrei? Guardati, fingi sia con Shauni che con Joseph. Non sono un tuo strumento." Stephen rimase colpito dalle parole della castana, come poteva anche solo pensare una cosa simile? Credeva davvero che l'unica cosa ad importargli fosse la vita? 

"Bene arrivati, bene arrivati! Cari ragazzi, che piacere vedervi tutti insieme, soprattutto in vista della deliziosa sfida che sto per proporvi. Si dividerà in due parti, nella prima potrete vincere un piccolo attrezzo che vi faciliterà la seconda. Ma ora, penso che per la nostra Viky non ci siano problemi nel rientrare un po' in anticipo, vero?" La voce di Chris arrivò improvvisa, interrompendo tutti i pensieri dei ragazzi. Al termine dell'annuncio si sentì un rumore metallico in aria, ed ecco, un attimo dopo, Viktoria scendere da un piccolo elicottero tramite una scaletta. Il volto a terra, i movimenti lenti e rassegnati, lo zaino pesante sulle spalle. La visone della ragazza mise nel cuore dei concorrenti una pesantezza straordinaria, la consapevolezza di ciò che sarebbe suuccesso a tutti, si fece strada negli animi, alla fine si sarebbero semplicemente rassegnati, lasciandosi vivere senza speranze, solo per sopravvivenza.

Joseph si avvicinò immediatamente a Viktoria e, abbracciandola, le sussurrò soavemente: "Bravissima, tutto va' come dovrebbe. La nostra felicità è vicina." Solo allora la ragazza alzò gli occhi velati di lacrime, non le importava di nulla, non le importavano le parole di Geoff, tutto quello di cui ora avesse bisogno erano le forti e rassicuranti braccia di Joseph a stringerla. E, quando la corvina rispose all'abbraccio, un ghigno soddisfatto si disegnò sul volto del ragazzo. Da lontano Shauni osservava la scena attentamente, ne aveva l'assoluta certezza, Viktoria si era occupata di Peter, in quanto pedina troppo scomoda, solo per volere di Jospeh, da quanto quel ragazzo li manovrava come marionette?

"Procediamo immediatamente, dunque, la prima parte della sfida è semplice, dovrete semplicemente trovare un Chris d'oro, come quelli della seconda stagione, nascosto sul fondo sabbioso del lago. Buona fortuna." Con queste parole si concluse il discorso di Chris.

In un attimo Cerise fu in acqua, non aveva intenzione di esitare ulteriormente, aveva necessariamente bisogno di un vantaggio, anche se minimo.  L'acqua era gelida, ma la ragazza non si lasciò intimorire, procedendo decisa, bracciata dopo bracciata, per raggiungere il fondo, che però sembrava non arrivare mai.

"Direi che è il momento di andare, forza Viky, puoi farcela." Un ultima stretta vigorosa e Viktoria e Joseph si erano diretti verso le sponde del lago.  Il ragazzo era entrato subito e, dopo un brivido per il freddo, si era immerso completamente sott'acqua. Inizialmente non era riuscito a scorgere nulla, un po' per le alghe, un po' per la sabbia, ma successivamente gli occhi si erano abituati.

Viktoria si sentiva più sicura, d'altronde il nuoto era la sua passione, nonchè punto di forza, sarebbe stata una passeggiata. Il contatto con l'acqua la fece subito stare meglio, ora sì che credeva di più in una vittoria. I muscoli risposero subito ai comandi, nonostante i giorni di inattività, e in poco tempo Viktoria era tornata la bravissima nuotatrice di prima: la vista perfetta, i movimenti coordinati e calibrati, il fiato lungo e una resistenza impressionante.

Shauni esitò un attimo, aveva solo immerso la punta del piede in acqua, ma già una strana insicurezza aveva preso possesso di lei. Non era mai stata particolarmente brava nel nuotare, e adesso, con i pensieri che la tormentavano, sarebbe stato davvero difficile anche solo sperare in una vittoria. Eppure la ragazza riuscì a farsi forza, prese un grande respiro e si lasciò andare in acqua, non le importava più nulla, non pensava a nulla.

Glen aveva osservato Shauni fino a quel momento, aveva notato la sua incertezza e non si fidava nel lasciarla andare sola, fu per questo che nell'istante stesso in cui lei si era buttata aveva fatto lo stesso, lasciando che il proprio corpo venisse totalmente sommerso entrando in un altro ambiente. Era abbastanza determinato nel trovare il premio, gli avrebbe fatto davvero comodo un aiutino.

"Pronta Fel?" Jenny guardava intensamente la compagna, che annuì senza esitare. "Al mio tre. Uno... due... e..." Il tre venne scandito dallo schiocco dell'acqua che accoglieva le due ragazze. Sott'acqua Jenny cercò subito Felicity, individuandola subito grazie alla massa di capelli biondi che fluttuavano pigri. Un sorriso le si disegnò sul volto, anche questa volta erano insieme, e anche questa volta poteva proteggerla ed aiutarla al meglio, l'unico impiccio sarebbe stato la gamba, ma bastava stringere i denti.


Ansimando Cerise si era tirata fuori dall'acqua, nel fango sporco, alla ricerca di aria fresca. I quattro minuti in apnea le avevano lasciato i polmoni in fiamme, senza aver trovato ciò che Chris aveva chiesto. "Maledizione..." Imprecò a denti stretti. "Che c'è? Già stanca?" La voce di Stephen fece voltare di scatto la ragazza, che, assunta un'espressione seria ribattè: "Non dovresti essere in acqua tu?" Il ragazzo si guardò i vestiti, ad evidenziare il fatto che fossero ancora asciutti, poi fissò gli occhi in quelli di Cerise e accennò un sorriso sghembo. "Se sei ancora qui per l'alleanza vedi di starmi lontano, ho già detto di no." Ruppe il silenzio la castana poco dopo abbassando lo sguardo. Stephen le si avvicinò, si accomodò nel fango e sussurrò: "Non sei in condizione di rifiutare il mio aiuto, in tutti i sensi."

Joseph nuotava appena sotto il pelo dell'acqua, aveva intenzione di esaminare il fondo prima di spendere le enrgie per un lunga e mirata immersione. Inoltre da quella posizione poteva tenere sotto controllo gli altri, magri captando informazioni utili circa il premio.

Viktoria procedeva  tranquilla, l'apnea non era mai stato un problema per lei, anzi, sott'acqua riusciva a pensare anche meglio. E infatti i pensieri non facevano altro che ronzarle in testa. Prevalentemente la assillavano le parole di Geoff, pensare con la sua testa... era chiaramente un riferimento a Joseph, eppure la ragazza non riusciva a vederlo come una persona cattiva. Piuttosto come il suo salvatore, le era sempre stato d'appoggio, perchè avrebbe dovuto diffidare di lui? Il flusso di domande si interruppe quando, sotto alcune pietre, un oggetto attirò l'attenzione di Viktoria.

Shauni si muoveva concentrata, scrutando attentamente il fondale, stava facendo diverse immersioni, procedendo totalmente a caso. Non le importava granchè del vantaggio, in realtà non le importava di nulla. Dopo quello che aveva fatto magari meritava la morte. Ad un tratto però, mentre risaliva per prendere fiato, si scontrò con una persona. Glen. Il ragazzo la prese per un braccio, trascinandola in superficie. Una volta fuori assunse un'espressione interrogativa e le chiese molto direttamente: "Cos'hai fatto?" Shauni abbassò lo sguardo, incapace di proferir parola. Gen allora sbuffò: "Senti, ora tu parli, è colpa del veleno, vero?" A quelle parole la ragazza smise per un attimo di respirare, il ricordo dei corpi senza vita di Jack e Théo le invase la mente. Il biondo capì di aver centrato in pieno e per un attimo si pentì delle proprie parole. Per questo le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, cercando di infonderle sicurezza. Per un attimo Shauni rimase immobile, poi però si lasciò andare e ricambiò. Rimasero così per vari secondi, dopodichè Glen sembrò tornare alla realtà, staccandosi imbarazzato. "Dovremmo darci da fare, no?" Disse un attimo prima di scomparire sott'acqua, lasciando una Shauni ancora stupita a riflettere su quanto appena successo.

"Bene, Viktoria si guadagna il premio, ovvero, dieci minuti." L'affermazione di Chris lasciò sbigottiti i concorrenti. Ma subito Chris riprese a spiegare: "Dovrete scalare una parete, chi prende la bandiera in cima per primo vince l'immunità. Inoltre, tutto intorno alla parete abbiamo messo un tappeto gonfiabile con alcuni pali appuntiti metallici, se cadete sperate di atterrare sul morbido." Con una risata sadica Chris concluse la conversazione.

Viktoria si avvicinò a Joseph e gli sussurrò: "Ti lascio lo zaino con le armi, con me porto due coltelli. Ti aspetto." Il ragazzo annuì, e mentre la ragazza si dirigeva verso la parete, si congedò da Shauni e Stephen dicendo: "Ho una cosa da fare... torno subito." I due compagni si scambiarono uno sguardo preoccupato, cos'altro aveva in mente?

Nell'ombra degli alberi dell'area ovest Joseph ghignò: "Ma come, tutto così facile?"

Passati i dieci minuti Viktoria si trovava già a metà strada, stava quasi per lasciarsi andare, ma poi, al suono della campana che aveva scandito il tempo si era ripresa, decisa a battere gli altri.

Cerise aveva osservato attentamente la parete da tutte le angolazioni possibili, non c'erano punti più semplici per arrampicarsi, alla roccia scivolosa si alternava quella friabile, sarebbe stata dura. Ma il pensiero di ciò che portava al collo diede forza alla ragazza. Così iniziò la scalata, per il suo Lawrence.

Shauni e Stephen procedevano cauti e, stranamente, si trovavano sempre alla stessa altezza. "Segno del destino?" Chiese ironicamente Stephen, facendo voltare la corvina che si passò un polso sulla fronte ed esclamò: "Tieniti il fiato per dopo Steph!"

"Muoviti! La tua bella ce la fa anche da sola!" Jenny guardava contrariata Glen, che non aveva fatto altro che osservare Shauni, un po' preoccupato. Il ragazzo annuì in fretta e iniziò ad arrampicarsi, seguendo le due compagne. Quando ad un tratto, una mano appoggiata male, una gamba sulla quale non poter contare, e Jenny precipitò giù. Felicity gridò con quanto fiato avesse in corpo. Glen trattenne il respiro. La rossa percepiva solo l'aria sulla pelle, quei pochissimi secondi le sembrarono i più lunghi della sua vita. Poi, morbido. La cosa che avvertì fu la superficie del materasso, e non potè far altro che sorridere sollevata. Ad un passo da lei un enorme palo, il pensiero di esser stata così vicina alla morte le invase la morte, e, in un attimo crollò a terra, priva di sensi. "Felicity! Ferma! Non buttarti! Pensa a Jenny, lei vorrebbe vincere, andiamo a prendere la bandiera e salviamoci." Le parole di Glen riuscirono a far calmare la bionda che, non appena vista Jenny cadere, stava per lasciarsi fare lo stesso. Annuì più decisa ed esclamò: "Ora si va a vincere, poi torniamo da Jenny e dopo faremo una festa!" Glen sorrise, poteva ancora contare su di lei.

Viktoria procedeva spedita, quando la voce di Joseph la riscosse: "Viky! Sono qui, aspettami!" La ragazza si fermò un attimo, aspettarlo o no? Magari per una volta avrebbe dovuto pensare solo a se stessa. Fu questa convinzione a spingerla a continuare la scalata, sotto lo sguardo esterrefatto di Joseph. 'Si mette così? Non vuoi collaborare? E va bene.' Pensò il ragazzo, dopodichè iniziò ad arrampicarsi e, una volta accertatosi di non essere osservato, esclamò: "Aiuto! Viky! Ti prego, aiuto!" Si portò una mano alla spalla, mentre Viktoria, preoccupatissima, si muoveva agile per raggiungerlo, temeva per lui, nonostante tutto. "Oddio, Jos! Che hai?!" Gli chiese appena arrivata, il ragazzo si limitò a stringere la mano sulla spalla, facendo annuire Viktoria. Quest'ultima si posizionò sotto il braccio del compagno, per sotenerlo, dopodichè riprese la scalata. Joseph sorrise compiaciuto.

Fu proprio lui ad arrivare per primo in cima, eppure non si diresse alla bandiera, anzi, aspettò che Viktoria iniziasse ad issarsi, prima di avvicinarlesi. La prese per la camicia di jeans alzandola leggermente e, con un ghigno, le sussurrò ad un soffio dalle labbra: "Game over, se non mi ascolti non mi servi. Addio, cagnolino." Un bacio velenoso e freddo, ed ecco che la ragazza precipitò nel vuoto. Non ci fu il morbido ad attenderla, solo il perfetto e spietato calcolo di Joseph. La punta del palo le si conficcò nella schiena, fuoriuscendole dal ventre. Il sangue iniziò a schizzare ovunque, non risparmiando nulla. L'unica cosa che Viktoria avvertiva era il dolore, tanto dolore, amplificato dalle voci di Peter, Geoff e Joseph che le ronzavano in testa. Cercò di dibattersi, ma sapeva bene che non sarebbe servito a nulla, ormai il suo destino era stato scritto. Alcune lacrime le solcarono il volto, mentre le sue urla richiamavano l'attenzione degli altri. Dall'alto, Joseph osservava impassibile la scena. Era una cosa che andava fatta, non le serviva più quella ragazza, specie ora che sembrava non voler più collaborare.


Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Viktoria non vide mai più la luce.


"Il gioco è finito: abbiamo sia un vincitore che un eliminato."







ANGOLO AUTRICE
Inizio con il dire che mi dispiace immensamente per il ritardo.
Oltre alla scuola mi ci è voluto diverso tempo per sviluppare gli eventi riguardanti la morte presente nel capitolo.
A tutto questo aggiungete il fatto che il caro pc, ieri sera, abbia deciso di cancellare le ultime cose che avevo scritto.
Personalmente non credo che questo sia uno dei migliori capitoli, mi spiace.
Alla prossima
Nini

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Capitolo 12
*** Chapter Eleven ***


"Cosa...?" Stephen era rimasto impietrito davanti al corpo impalato di Viktoria. Dopo le grida e l'annuncio di Chris era immediatamente sceso giù, per capire cosa fosse accaduto. Dall'alto della parete, Joseph ghignava soddisfatto, stringendo tra le mani la bandiera, simbolo di una schiacciante vittoria.

Qualche secondo, e Stephen venne affiancato da Shauni, che, diventata subito bianca come un cadavere, aveva trattenuto a stento un conato di vomito, per poi rimettere tutto ciò che potesse avere nello stomaco in quel momento. Il compagno le fu subito vicino, reggendole la fronte e aiutandola a mettersi a terra senza farsi male, viste le gambe che ormai non la reggevano più.

"Fel, fermati!" Jenny era riuscita a fermare la compagna e a coprirle gli occhi un attimo prima che fosse troppo tardi, risparmiandole così la cruda scena. La bionda non oppose resistenza, sentendosi al sicuro tra le braccia di Jenny.

Un attimo dopo arrivò anche Glen che, vista Shauni, le si precipitò incontro, scansando quasi malamente Stephen, che si limitò a sbuffare.

Ultima a raggiungere il gruppo fu Cerise, sul viso di questa non passò neppure un'emozione. Era la vita lì dentro. Sopravvivere agli altri l'unica regola. Si scansò una ciocca di capelli dal viso e, poggiando le mani sui fianchi, si decise ad analizzare meglio ciò che aveva davanti.

Il corpo di Viktoria giaceva scomposto a circa metà del palo. Tutto intorno era solo sangue, in alcuni punti già secco. Un rivolo di questo usciva dalla bocca della ragazza, mentre gli occhi erano spalancati verso il cielo. La sofferenza sembrava esser stata dipinta sul suo volto.

"A quanto pare avete capito come stanno le cose, ne sono felice! Per oggi niente votazioni, ci ha già pensato il vostro amico a pareggiare i conti." La voce di Chris fece voltare i ragazzi verso l'alto della parete, alla ricerca di Joseph. Il ragazzo era comodamente seduto a terra mentre, guardando gli altri concorrenti, pensava 'Che idioti, è così semplice. E fra poco un altro ci lascerà, ma che... peccato'

Cerise strinse i pugni e digrignò i denti. A quanto pareva Joseph continuava a mietere tranquillamente vittime, senza nessuno a contrastarlo. Non poteva andare avanti così, dovevano unire le forze per poterlo mettere a tacere per sempre. Il punto era: come convincere gli altri a fidarsi?

"Per oggi abbiamo finito la riunione di gruppo. Liberi di andare." Con queste parole la voce meccanica dell'altoparlante lasciò soli i ragazzi.

"Va un po' meglio?" Chiese Glen non appena Shauni si fu tirata su, le gambe ancora tremanti. "S-sì..." Balbettò a bassa voce la ragazza, mentre si appoggiava al petto del biondo per sorreggersi. Quel contatto fece tremare entrambi, che però, nonostante l'imbarazzo, rimasero immobili, per attimi che sembrarono loro infiniti.

"Posso guardare ora? E ora? Jenny? Jenny rispondi! Posso posso posso?" Dopo pochissimi minuti Felicity era tornata quella di sempre, facendo sorridere Jenny, che tentava ancora di persuaderla dal guardare. "Basta! Ora ce ne andiamo! Romeo muoviti, troverai dopo altro tempo per la tua Lady!" Esclamò Jenny ormai esasperata dalla compagna. Le sue parole riscossero Glen e Shauni che, come tornando sul pianeta Terra, si separarono in fretta, rossi come due peperoni. "Arrivo..." Disse Glen rivolgendosi a Jenny, per poi sussurrare a Shauni: "Ci rivedremo molto presto, sta' tranquilla."

Mentre il ragazzo si allontanava verso la sua area, Shauni era rimasta immobile, incapace di muoversi. Fino a quando la mano di Stephen sulla propria spalla l'aveva riscossa. Il ragazzo aveva indicato con il mento in direzione di Joseph, che aveva un'espressione sadicamente allegra sul volto mentre seguiva con lo sguardo Jenny, Felicity e Glen. "Non vorrei fare il gufo, ma non mi sento per nulla sicuro..." Sussurrò nell'orecchio della corvina. Quest'ultima sentì un improvviso buco all'altezza del petto. Ripensò a tutto quello che era successo fino ad allora a causa di Joseph, il volto di Glen le invase la mente, le gambe cedettero di nuovo, la nausea tornò a farsi strada in lei. Glen stava rischiando la vita, e lei non poteva fare nulla per impedirlo.

"Ottima cerimonia, ora, se non vi spiace, tolgo il disturbo." Con queste parole Cerise si era dileguata verso nord. Aveva intenzione di rifugiarsi nel luogo scoperto insieme a Jack e Théo, ora che gli intrighi si facevano più fitti la cosa migliore le sembrava quella di tenersi a debita distanza dal fautore di tutto quel caos. Sentiva il vento sferzarle la pelle, la velocità la stava gasando sempre più. E quando finalmente arrivò al muro di pietra si fermò, prendendo una grossa boccata d'aria, per poi scoppiare a ridere. Una risata amara e liberatoria. "Guarda come mi sono ridotta! Guarda Lawrence! Sto ridendo perchè rischio di morire insieme ad altri cinque adolescenti!" A poco a poco la risata divenne isterica, Cerise sembrava davvero uscita di senno.

Ancora in cima alla parete, Joseph osservava i ragazzi che si allontanavano. Seguendo i passi di tre in particolare. Pregustando ciò che sarebbe accaduto. Avvicinandosi alla vittoria. Si leccò le labbra con fare famelico, sussurrando: "Ancora uno..."

"Non tormentarti, non possiamo fare nulla, se ci dividiamo moriremo." Stephen tentava di convincere e consolare Shauni, che però si era lasciata scivolare a terra, reagendo apaticamente a tutte le parole che le scivolavano addosso. Però sapeva che Stephen aveva ragione, erano bloccati. Potevano solamente restare a guardare.

C'era troppo silenzio nell'area ovest, Jenny, Felicity e Glen procedevano circospetti, sentendosi costantemente minacciati, senza saper però spiegarsi il perchè di tale sensazione. "Magari dovremmo saltellare!" Se ne uscì ad un tratto Felicity, facendo voltare i due compagni verso di sè, sui loro volti un totale sbigottimento. La bionda sentiva come fosse pesante l'aria in quel momento, aveva voglia di farli sorridere tutti, era nel suo DNA. Così iniziò a saltellare allegramente a destra e a sinistra, canticchiando di tanto in tanto. Un sorriso perennemente stampato sul volto. Jenny e Glen non poterono fare a meno di ridere un minimo. E così tutti e tre ripresero la camminata con più leggerezza, Felicity saltellando, Jenny e Glen andando a passo veloce.

Successe tutto in fretta. Troppo velocemente per potersene capacitare. Eppure successe.

Un crack a preannunciarlo, uno swish a renderli tutti partecipi, un tonfo a mostrare la verità in tutta la sua cruda nudità.

"Noooooo!" Un grido e si era subito gettata a terra, accanto al corpo tremante appena caduto. Il respiro rotto dai singhiozzi, il sangue che iniziava ad uscire dalle labbra, gli occhi velati dalle lacrime. "Shhh... shh... è tutto ok, tutto ok..." Ripeteva Jenny più per convincere se stessa. Tra le sue braccia Felicity aveva un pugnale conficcato nell'addome. Glen era paralizzato, non si aspettava minimamente nulla di tutto quello, e inoltre si chiedeva come fosse possibile che un pugnale fosse spuntato all'improvviso dal nulla. Felicity iniziò a singhiozzare più forte, i polmoni in cerca d'aria, di sicuro non avrebbe mai pensato alla morte in questo modo. Eppure, da eterna ottimista qual era, riusciva ad essere felice, perchè accanto a sè aveva Jenny, la sua Jenny che ora le diceva che doveva solo resistere un altro po', e tutto sarebbe andato bene.

Frustrazione, sofferenza. Principalmente queste due emozioni agitavano l'animo di Jenny mentre sorreggeva Felicity, sapendo perfettamente quale fosse la verità, ma ostinandosi nel volerla offuscare in tutti i modi. Vedeva chiaramente il sangue che sgorgava dal punto in cui il pugnale si era conficcato, piano piano la macchia si allargava, andando a macchiare quel corpo così angelico. Ma nessuna espressione, nessuna lacrima, andavano a manifestarsi sul volto della rossa. "Jenny... Jenny mi fai un favore?" Riuscì a biascicare sottovoce Felicity, aprendo gli occhi azzurri per poterli fissare in quelli della compagna, che si limitò ad annuire decisa. "Pall-coff coff- palloncino..." Tossì la bionda, mentre altro sangue le scivolava lungo il labbro. A quella richiesta Jenny avrebbe tanto voluto rispondere con un bel pugno contro un muro, ma si fece forza e, voltandosi verso Glen, lasciò intendere di volere i palloncini della ragazza. Come una bolla di sapone, uno di questi, andò a posarsi accanto alla testa di Felicity, che si limitò a sorridere. "Ricordati... di sorridere... okay...?" Disse la bionda un attimo prima di chiudere gli occhi sul mondo e sulla realtà.

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Felicity non vide mai più la luce.

Solo quando sentì il cuore della compagna che smetteva di battere, Jenny si abbassò sul volto di questa, lasciò un bacio veloce sulle sue labbra e, mentre si rialzava con infinita calma, una sola lacrima le scivolò lungo la guancia.

Inspirò con forza, si voltò verso Glen e ordinò: "Fiori. I più belli che tu possa trovare." Il ragazzo annuì velocemente e, due minuti dopo, eccoli di nuovo presso il corpo della compagna. Jenny ebbe cura di sfilare il pugnale ormai incrostato di sangue dall'addome di Felicity, lanciandolo in un punto imprecisato dietro di sè. Poi si dedicò con calma e cura infinite nel poggiare i fiori sulla bionda. Quando ebbe finito la osservò un'ultima volta, il suo angelo era caduto, non sarebbe potuta andare avanti ora, ma ancora una cosa la teneva legata a ciò che la circondava: la vendetta. Oh sì. Felicity avrebbe avuto la sua vendetta.

"Finalmente..." Osservò con cipiglio Stephen quando Joseph scese dalla sua postazione. Shauni non ebbe coraggio di guardarlo in viso, provava solo disprezzo verso di lui in quel momento. Se fosse accaduto qualcosa a Glen avrebbe cercato un'alleanza, e lo avrebbe eliminato per sempre. Ormai doveva essere successo tutto quello che doveva, Joseph non aveva motivo di aspettare ancora nel suo angolino, tanto valeva darsi da fare per sistemare l'ultima grande nemica in gioco: Cerise. Gli serviva solo un pretesto per condurre il suo team da lei.

"Guarda con quale cura hanno realizzato questo meccanismo. Dovevano avere la certezza di prendere almeno uno di noi." Disse fredda Jenny mentre osservava attentamente quanto trovato intorno al luogo dell'omicidio. "Gli unici ad avere armi sono Shauni, Stephen e Joseph. Non serve nessun ragionamento particolare per capire come stanno le cose." Continuò sistemandosi il coltello ad altezza vita. Glen la osservò attentamente, sembrava davvero decisa, e se lui non l'avesse seguita sarebbero morti entrambi per le stupide regole di Chris. "Ho giurato vendetta." Sussurrò infine la rossa.




ANGOLO AUTRICE
Lapidatemi, strangolatemi, squartatemi, fate ciò che volete! 
Mi scuso infinitamente per il ritardo di circa un mese (?)
Non ho avuto tempo per nulla. NULLA.
Spero tanto che non accada più...
Per il resto, nonostante sia corto, spero vi piaccia.
Alla prossima
Nini

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Capitolo 13
*** Chapter Twelve ***


Come un lupo a caccia, Jenny fiutava l'aria e cercava tracce nella notte. Glen, poco distante, la seguiva senza lamentarsi, anche se la noia che provava fosse palese. Si domandava ancora perchè avesse deciso di seguire la ragazza in quella missione suicida senza obiettare. Certo, c'era la regola di Chris, secondo la quale i componenti di una stessa squadra non potessero separarsi, eppure Glen avrebbe potuto sfruttarla per costringere Jenny a fare ciò che desiderava. Ma d'altronde era probabile che la rossa sarebbe morta, piuttosto che abbandonare la sua vendetta, portandosi, così, nella fossa anche Glen. E mentre il flusso di pensieri scorreva libero nella mente del ragazzo, questo si trovò bloccato di colpo dalla compagna. “Shhh...” Sussurrò Jenny voltandosi con l'indice poggiato sulle labbra. Glen annuì per poi impegnarsi nello scorgere qualcosa o catturare qualche suono. Un “crock” fece perdere un battito ad entrambi i ragazzi, che subito si acquattarono dietro un cespuglio, mentre un'ombra iniziava ad avvicinarsi di soppiatto al loro nascondiglio.
 

“Riposiamo ancora una notte, dopodichè vedremo cosa fare. Considerando che abbiamo ancora dei nemici e un pezzo di puzzle da trovare, io propongo di cercare il pezzo in mattinata, nel pomeriggio, invece, ci avvicineremo all'area di Cerise, per vedere come vanno le cose lì.” Dicendo questo, Joseph aveva allungato un sacco a pelo a terra e ci si era comodamente accomodato dentro avendo cura di nasconderci un coltello da lancio pronto per ogni evenienza. Infilate le cuffiette si era immerso nel suo mondo, congedandosi con un “buonanotte” biascicato a Stephen e Shauni. Questi, una volta scambiatosi uno sguardo sospettoso, si erano a loro volta sistemati per la notte. “Ho la pancia che brontola... Quant'è che non mangiamo? Mi sembrano mesi...” La voce di Stephen sorprese improvvisamente Shauni, i cui occhi iniziavano a chiudersi. “Sinceramente non mi interessa, Steph. Dopo tutto quello che è accaduto e che sta accadendo, la fame non la sento quasi più.” Rispose la ragazza sbuffando annoiata. Parlare con Stephen era l'ultima cosa al mondo di cui avesse voglia in quel momento. “E va bene, ho capito. Ti lascio in pace.” Ribattè brusco il castano dopo aver notato che Shauni si girava per dargli le spalle. “Grazie...” Sussurrò la corvina, ma non potè udire risposta, visto che il mondo dei sogni già la trascinava a sé.
 

Si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, la fronte sudata. Aveva avuto un altro incubo. Ormai la maggior parte delle volte in cui sognava, rivedeva i cadaveri degli ex-concorrenti. Questa volta c'era il corpo di Viktoria impalato, tutt'intorno un vero lago di sangue. Shauni si ritrovava a passarci dentro, facendo una fatica enorme per muovere i piedi. E poi, una volta arrivata davanti a Viktoria, questa si era come risvegliata e, con il sangue che le schizzava fuori dalla bocca ad ogni parola, le aveva gridato contro: “Tutta colpa tua! Sono morta perchè non hai ucciso Joseph! Hai fatto morire due innocenti al posto suo!”
 

Shauni si alzò in piedi, aveva bisogno di aria fresca. Avendo cura di non svegliare i due compagni iniziò ad allontanarsi, dapprima con calma e poi, una volta raggiunta una distanza che le pareva sufficiente, iniziò a correre. Sapeva di non poter oltrepassare il confine, e questo la faceva sentire un po' in gabbia, ma era meglio di niente girare tutta l'area. Quando si fermò per riprendere fiato, la ragazza notò di non aver fatto molta strada. 'Poco male' si disse 'così non mi tocca stancarmi troppo al ritorno.' Un sussurrò la fece voltare di scatto, le era parso di vedere qualcosa dietro un cespuglio, così, cauta, iniziò ad avvicinarsi.
 

Cerise aveva impiegato parecchio tempo per prendere sonno, appoggiata con la testa sullo zaino e con la foto di Lawrence stretta tra le mani. Finalmente era riuscita ad acquietarsi, stava lentamente scivolando nel mondo dei sogni, quando un rumore la riscosse, facendola mettere subito a sedere. Cerise strinse gli occhi per riuscire a vedere meglio nel buio: fortunatamente era solo un coniglio. La ragazza si concesse un sospiro di sollievo, ormai sapeva che le stavano dando la caccia, non poteva permettersi di abbassare la guardia. 'Strano però...' pensò Cerise 'solitamente qui non vengono gli animali... loro... sanno.' Con fanciullesca curiosità, la ragazza inziò a seguire con lo sguardo il coniglietto, che si addentrava sempre più in un intrico di rami. Si muoveva agilmente, tutto in lui era armonioso, per Cerise era quasi ipnotico osservarlo. Si perse così tanto nei suoi movimenti, da non rendersi conto di aver iniziato a seguire fisicamente l'animale. Ma ad un tratto un fianco del coniglio sfiorò una foglia di un verde marcio, malato. La bestiola iniziò ad urlare e a contorcersi, ma così facendo si ritrovò in mezzo ad altre di quelle foglie. Sotto gli occhi inorriditi di Cerise, il coniglio si stava come sgretolando, scomponendo. La pelle ormai era caduta, il sangue si spargeva, mentre i tendini cedevano e i muscoli crollavano. In pochi secondi non si udì più nulla. Dell'animale restavano solamente pezzi separati l'uno dall'altro, come disciolti. Nonostante avesse già visto i risultati una volta, Cerise non potè fare a meno di mettersi una mano davanti alla bocca. Sbattè le palpebre e fu come tornare alla realtà. La ragazza guardò davanti a sé, stava per finire nello stesso cespuglio dove era andato il coniglio, ma si era fermata in tempo, grazie al “sacrificio” di quest'ultimo. Con infinita calma la castana tornò indietro. Nonostante tutto, un piccolo sorriso le spuntava sul volto, ora aveva la certezza di essere al sicuro.
 

Il cuore di Jenny pulsava a mille, sentiva i passi che si avvicinavano a lei e Glen. Aveva già il coltello pronto nella mano, ancora pochi secondi e... “Chi c'è? Chi siete?” La voce di Shauni interruppe i pensieri di Jenny. 'Solo lei...' Pensò sbuffando la rossa. Stava per fare cenno a Glen di uscire, ma lui si era già precipitato fuori, un'espressione entusiasta sul volto, che però era scomparsa appena arrivato davanti a Shauni. Quando Jenny entrò in scena, trovò i due notevolmente a disagio, entrambi guardavano a terra, e un lieve rossore ricopriva le loro guance. La rossa sbuffò sonoramente: “Piccioncini, evitiamo queste scenate. Piuttosto, tu capiti proprio a fagiolo.” Shauni alzò gli occhi stupita, mentre Jenny continuava con un sorriso inquietante: “Ora ci porti dai tuoi. Ho urgente bisogno di un favore.”
 

L'aver incontrato Shauni proprio in quel momento aveva dato da riflettere a Glen, visti gli ultimi avvenimenti il ragazzo iniziava a rivalutare tutte le relazioni che si erano instaurate fra i vari concorrenti, prima tra tutte quella sua e di Shauni. Gli tornò in mente l'episodio del veleno, ripensò a Felicity stesa a terra in una pozza di sangue... la sua fiducia e il suo amore verso la ragazza iniziarono a vacillare.
 

Non ci volle nulla a capire che ormai era solo, aveva sentito sia Shauni che Stephen allontanarsi nonostante la musica nelle orecchie. Joseph immaginava che prima o poi tutto sarebbe venuto allo scoperto, eppure lo faceva sentire strano non avere più i due cagnolini da tenere sotto controllo accanto a sé. “Poco male” Sussurrò. Alzò le spalle al buio e si rimise a sonnecchiare. Probabilmente i due sarebbero tornati in mattinata, e allora i suoi piani avrebbero continuato a scorrere regolarmente. Sorrise alla notte un attimo prima di scivolare nelle braccia di Morfeo, e fu proprio quella sicurezza che lo tradì, non facendolo preparare al risveglio che avrebbe avuto il mattino dopo.
 

Stephen sentiva che qualcosa sarebbe successo a breve, così aveva preferito allontanarsi il più possibile da Joseph e da Shauni. Si era spinto verso l'area sud, trovando riparo verso le rocce del confine. Ne aveva abbastanza di piani e segreti. A lui importava solo di trovare qualcuno con cui sopravvivere e allo stesso tempo non guardarsi le spalle, al momento. L'unica sembrava essere Cerise e, anche se non sembrava propensa ad un'alleanza, magari avrebbe ugualmente accettato per l'amicizia che li aveva legati. “Ti prego fa che sia così...” sussurrò Stephen guardando il cielo.
 

“Punto primo, non mi va di avere questo peso sulle spalle. Mi è già successo. E punto secondo, ti consiglio di aspettare domani mattina, al buio temo che sia meglio di un gatto, quello lì.” Shauni, Jenny e Glen discutevano da un po'. Tutti e tre erano d'accordo, ognuno a modo proprio, che Joseph fosse il responsabile di molti degli omicidi, e di conseguenza, che bisognasse farlo fuori. Eppure questo pensiero era solo nelle parole di Jenny, la quale stava venendo bruciata internamente dal fuoco della vendetta; gli altri due ragazzi non osavano pronunciarsi esplicitamente. “Non ti sto chiedendo consiglio, ragazzina, mi serve solo un accompagnatore fino al mio amichetto.” Sputò Jenny fredda. “Come vuoi. Ma sono disposta ad accompagnarti solo domani, e, soprattutto, io non assisterò. E spero neanche Glen.” Ribattè Shauni, voltandosi verso il ragazzo che annuì, ma senza prestare troppa attenzione a quello che stava accadendo. “Perfetto, alle cinque ci muoveremo, faremo turni di un'ora durante la notte, non accetto obiezioni.” Esclamò Jenny un attimo prima di sistemarsi al posto di guardia. 'Una notte, una sola notte e tutto sarà sistemato.'
 

La figura di Jenny si stagliava nella luce rossa dell'alba. La ragazza era seduta su un masso, e si rigirava il coltello fra le mani. Pensava a Felicity, a come una sola persona era stata in grado di farla stare così bene. Ma ogni cosa bella ha una fine, anzi, tutto ha una fine, e questo Jenny lo sapeva. Dei rumori alle sue spalle la riscossero, facendola voltare e incrociando, così, lo sguardo di Glen. Shauni, invece, era ancora addormentata a terra. “Lo sai che non voglio immischiarmi, sei ancora in tempo per ripensarci. Magari potremmo trovare un modo più sicuro...” Iniziò il ragazzo, mentre si passava le mani sui pantaloni per pulirli un minimo da terra e foglie. “No, è così che deve andare.” Fu l'unica secca risposta di Jenny. Questa lanciò un ultimo sguardo a Glen, poi scese dal masso con un salto e si avvicinò alla compagna ancora addormentata. “In piedi, Shauni.” Si limitò ad ordinare. Questa, ancora intorpidita, iniziò a sbadigliare e a stiracchiarsi mentre apriva piano gli occhi. Una volta seduta chiese: “Ma che ore...?” Jenny però non le lasciò il tempo di finire la domanda, limitandosi a lanciare a lei e Glen del cibo non identificato. Vedendo le loro espressioni titubanti, la rossa sbuffò e spiegò: “Sono radici, le ho prese mentre dormivate. State tranquilli, di sicuro non sono io quella che rende il cibo pericoloso.” Parlando, Jenny aveva lanciato uno sguardo a Glen, che, con un sorriso sghembo, aveva replicato: “Non so di cosa tu stia parlando.” Poi erano rimasti in silenzio a mangiare, ognuno con i propri pensieri. Pochi minuti e avevano finito le radici, in effetti la fame si faceva sentire. Sistemandosi il coltello in vita, Jenny stava dando gli ultimi ordini: “Shauni, mi basta che mi porti dove sono i tuoi compagni, poi vattene e fai quel che vuoi. Se dovesse esserci Stephen, portalo con te. Glen... a te non ho nulla da dire, per me puoi anche restare qui.” “Verrò, verrò, ma me ne starò in un angolino per non creare disturbo.” Ribattè il ragazzo. A quel punto, senza bisogno di parole, i tre si avviarono.
 

Un rumore. Appena udibile, ma pur sempre evidente. Joseph si destò di scatto, sicuro di non essere al sicuro. Il cielo era un tripudio di colori caldi, lo spazio attorno a lui era deserto. Il ragazzo estrasse il coltello e balzò in piedi, pronto a qualunque cosa gli si fosse parata davanti. Nonostante il sorriso sghembo che gli decorava il volto, una goccia di gelido sudore gli aveva dato un brivido attraversandogli la schiena.
 

Comunicando a gesti, Jenny, Glen e Shauni si erano dati le ultime indicazioni prima di dividersi. Jenny avrebbe attuato il suo piano affrontando Joseph, Shauni si sarebbe allontanata il più possibile; stessa cosa per Glen. Eppure, un po' per la curiosità, un po' per una strana forza che li attirava in quel luogo, questi utimi finsero di allontanarsi in direzioni opposte per poi acquattarsi dietro dei cespugli, luogo dal quale avevano un'ottima visione della scena che stava per compiersi.
 

Jenny trasse un lungo respiro, dopodichè, con decisione, uscì dal sentiero dal quale era arrivata con Shauni. Davanti a sé aveva una piccola radura riparata dagli alberi e, al centro, Joseph. Questo sorrideva e aveva un coltello in mano. “Buongiorno, cara.” le disse con ironia “Com'è andata la nottata, dormito bene senza la tua ragazza accanto? Devo ammettere che la solitu-” Non fece in tempo a finire la frase che Jenny già gli era saltata addosso, una furia cieca negli occhi. Joseph, leggermente sorpreso, cadde a terra, il coltello scivolato di mano. “Come osi?! Come ti permetti anche solo di pensare a lei?!” Urlò Jenny infuriata seduta a cavalcioni di Joseph. Il ragazzo ridacchiò poi, con un gesto fulmineo, disarcionò la rossa e recuperò il coltello. In un attimo erano in piedi l'uno di fronte all'altra, ansimanti e con i coltelli in mano.
 

Shauni tratteneva il fiato, la luce negli occhi di Jenny la preoccupava non poco e, al tempo stesso, sapeva che Joseph non era un avversario comune.
 

Glen osservava attento la scena, il gioco si stava facendo davvero interessante.
 

Stephen camminava da ore, distrutto dalla fame e dalla fatica; stava pensando di lasciarsi cadere a terra e abbandonare tutti i suoi progetti, quando, finalmente, scorse il confine dell'area nord. Un sorriso gli illuminò il volto, era arrivato finalmente, tutto si sarebbe risolto. Ma la stanchezza era troppa e il ragazzo si trovò a terra, svenuto.
 

Un sordo ringhio fuoriuscì dalle labbra di Jenny. “Non c'è bisogno di scaldarsi tanto!” La canzonò Joseph, provocando la ragazza che, in un lampo, era tornata all'attacco. “Sappi che con me la vittoria è difficile da ottenere, non sono una delle tue marionette!” Sputò Jenny mentre prendeva di striscio la spalla dell'altro. Un filo rosso si disegnò sulla maglietta di Joseph, facendo sorridere la ragazza. Ma il corvino non ci fece nemmeno caso, approfittando dell'attimo di distrazione di Jenny per farle lo sgambetto. Questa si ritrovò a terra, subito Joseph le fu sopra, conficcandole il coltello nella vecchia ferita e, quindi, riaprendola. Jenny gridò di dolore, ma riuscì ugualmente a sfuggire alla presa del ragazzo e a rimettersi in piedi. “Tu... bastardo...” Biascicò tra i denti, mentre il sudore le imperlava la fronte. Ma non poteva finire così, assolutamente no. Jenny si morse forte le labbra per il dolore alla gamba e si preparò al nuovo attacco. Joseph, invece, appariva estremamente rilassato, nonostante quel piccolo sconvolgimento dei suoi piani, le cose stavano andando ugualmente nel verso giusto.
 

Cerise si svegliò di scatto, avvertiva una strana tensione nell'aria, qualcosa di importante stava accadendo.
 

Quando Joseph aveva squarciato la gamba di Jenny, poco c'era mancato che Shauni si mettesse a gridare. Il combattimento iniziava ad essere intenso e lei non era sicura di poter reggere un simile spettacolo. Così aveva deciso di allontanarsi di qualche passo, tornando al punto dove precedentemente aveva salutato Glen e Jenny. Fu così che notò uno zaino a terra, curiosa lo raccolse e lo aprì; all'interno vi erano i medicinali che appartenevano agli altri due. Shauni si chiese perchè lo zaino fosse rimasto lì, dopodichè se lo mise in spalla e tornò alla sua postazione di osservazione, poggiando l'oggetto appena trovato ai suoi piedi.
 

Questa volta Jenny non attaccò impulsivamente, ma ragionò su ogni gesto, premeditando le mosse del suo avversario e facendosi trovare sempre pronta a difendersi e contrattaccare. Dopo svariati colpi da ambo i ragazzi ci fu una piccola pausa nella quale i due si osservarono ancora una volta. Jenny contava, oltre allo squarcio sulla gamba, un profondo sfregio che partiva dalla spalla e arrivava fino al polso destro e svariati graffi su viso, petto e addome. Joseph non era messo meglio: zoppicava anche lui a causa di due tagli slabbrati sulla coscia sinistra, aveva un taglio dalla tempia al mento dal quale sgorgava ancora sangue e, infine, la maglia era inzuppata di rosso all'altezza del basso ventre.
 

Glen continuava a scrutare per nulla impressionato la battaglia che si stava svolgendo sotto i suoi occhi, sapeva che ormai era prossima alla cnclusione, serviva solo il colpo decisivo. “Forza Jenny...” Sussurrò concentrato.
 

“Ci siamo... ragazza, ecco... l'ultimo atto. E... pensare che... che potevi restare... in vita un altro...p-po', se... solo non fossi così... impulsiva.” Disse Joseph ansimando, ma sorridendo ugualmente. “Zitto e combatti.” Sussurrò Jenny con moltissimo sforzo. Joseph accennò un piccolo inchino derisorio, per poi assumere un'espressione folle e malvagia, non meno inquietante della furia negli occhi della rossa. Gridando all'unisono i due si lanciarono l'uno contro l'altra.
 

Cerise annusò l'aria, poi trattenne il fiato.

Glen si sporse leggermente, poi trattenne il fiato.

Shauni chiuse gli occhi, poi trattenne il fiato.

Stephen si svegliò all'improvviso, poi trattenne il fiato.

Sembrava che persino l'aria fosse in attesa di qualcosa.
 

Poi...

Un unico urlo di dolore. A terra due corpi avvolti in un abbraccio mortale e ricoperti di sangue. “Cr-cre...di d-d-davvero... di... ave-aver v-vinto... eh? M-m-mi spiace... tan-tanto... p-per te... S-s-sai... io... io... n-non so-sono... come... come d-dire u-una... per-persona c-c-corretta... C-conosci... il-il... vel...veleno... d-dico... bene?” Con queste parole biascicate e tossite all'orecchio di Jenny, Joseph morì, il sorriso ancora stampato sul volto.
 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Joseph non vide mai più la luce.
 

Jenny si sollevò piano. Aveva avuto la sua vendetta, poco le importava del veleno che l'avrebbe uccisa. Vedere il suo coltello piantato al centro del petto di Joseph la riempiva di gioia. “Ora va... tutto bene... vero, Fel?” Disse al cielo, per poi ricrollare a terra.
 

Contemporaneamente Glen e Shauni balzarono fuori dai loro nascondigli. Nonostante il lieve stupore nel trovarsi entrambi lì si avvicinarono subito a Jenny. Glen la scosse leggermente ricevendo in risposta solo un lamento rauco. “Oh, cazzo!” Esclamò il ragazzo “Lo zaino, mi serve lo zaino! Forse c'è l'antidoto, deve esserci! Jenny apri quei fottuti occhi! Non puoi morire così! Non te lo permetto!” Shauni si accostò al corpo morto di Joseph, vicino alla mano aveva ancora il coltello; se lo avvicinò al volto e notò una sottile strisci di liquido nerastro che ancora lo sporcava. Spalancò occhi e bocca: era lo stesso veleno che aveva usato lei. “Cosa fai lì impalata?! Aiutami a bloccare la circolazione e a cercare quel dannato zaino!” Ordinò Glen con rabbia. Shauni sussultò ma, scossa da un conato di vomito, crollò a terra. Glen sbuffò esasperato, maledicendo la debolezza della compagna. Ad un tratto Jenny aprì leggermente gli occhi e sussurrò a mezza voce: “Glen... tranquillo... n-non voglio... p-più... vivere... Va-vado da... Fel... l-la mia... Fel”
 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Jenny non vide mai più la luce.





ANGOLO AUTRICE IPER-RITARDATARIA
*si butta a terra in lacrime*
Scusatemi tanto!!! Davvero davvero non so come chiedere perdono!
Non ci sono scusanti per quasi un anno di assenza! 
Ho avuto tanti problemi e tanto da fare...
Ma mi mancava scrivere, mi mancava questa storia, così oggi mi sono detta. "Forza Nini, niente scuse, hai tanto tempo libero stamattina!"
E quindi... rieccomi qui...
Odiatemi quanto volete, ne avete tutti i diritti!
Se ci sono errori vi chiedo scusa, ma non ho nemmeno riletto per fare più velocemente il tutto.
Ora magari inizio a scrivere anche i prossimi capitoli, in modo da finire di pubblicare il prima possibile
Grazie comunque a tutti quelli che ancora mi sostengono <3

Nini


 

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Capitolo 14
*** Chapter Thirteen ***


Il corpo di Jenny ai suoi piedi, Shauni in ginocchio e scossa dai conati lì accanto, Glen si chiedeva come avessero fatto le cose a precipitare in tal modo e in così poco tempo. La sua mente era ancora confusa, il pensiero di Jenny morta gli era inconcepibile, eppure era questa la dura realtà.

Dopo un'abbondante manciata di minuti Shauni riuscì a rimettersi in piedi mentre, scossa da singulti, tentava di pulirsi la bocca.

“Io... davvero scusa... non immaginavo...” biascicò.

A quelle parole Glen le lanciò un terribile sguardo freddo ammonendola al silenzio. La ragazza abbassò gli occhi e diede una scrollata ai vestiti sporchi di polvere. Muovendo il giubbotto di pelle avvenne, però, una cosa alquanto curiosa: si udì il rumore di qualcosa che cadeva e si infrangeva.

Entrambi i ragazzi portarono immediatamente lo sguardo a ciò che era scivolato a terra per restare sbalorditi subito dopo.

“Tu...” ringhiò Glen con gli occhi che lanciavano scintille.

 

'Sembra che sia finito... chissà cosa poi...' Stephen si guardava intorno con circospezione, probabilmente non c'era nessuno, ad eccezione di Cerise, nell'area Nord, ma la cautela non era mai troppa in un posto simile. Con calma si mise in piedi, lanciò un'ultima occhiata dietro di sé, trasse un respiro profondo e si avviò verso l'interno dell'area Nord. 'Se non sono morto fino ad ora vuol dire che posso farcela.'

 

“Ahahahahah! E così è successo! Mi chiedo proprio di che si tratti, visto che anche l'aria era preoccupata! Ahahahah! L'aria si... preoccupa!” Cerise rideva dall'alto di una roccia che aveva scovato nell'intrico di piante dove si era trovata costretta a nascondersi. Dopo aver riso un'altra volta al cielo si lasciò cadere seduta, incrociò le gambe e chiuse gli occhi. Estrasse la fotografia di Lawrence dallo zaino e riaprì gli occhi. Non c'era più ragione nelle pupille, solo una freddezza inquietante e pericolosa.

 

“Per tutto questo tempo io mi sono fidato! E tu, invece... Maledetta doppiogiochista!”

A terra, in frantumi, giaceva la boccetta dell'antidoto al nero veleno che aveva provocato la morte di ben tre ragazzi. Il liquido bianco andava spandendosi sul terreno a poco a poco, era ormai inutilizzabile.

“N-n-on l'avevo io... ti g-g-giuro... G-glen... ti preg-” tentava di dire singhiozzando.

“No che non ti credo! Era nella tua tasca! Chissà da quanto tempo c'è! Magari lo hai preso addirittura il giorno della cena! Avresti potuto salvare tutti! E invece no! Lo tenevi solo per te! Egoista, falsa... assassina! Ecco cosa sei, un'assassina!” Glen era balzato in piedi e, avvicinandosi pian piano a Shauni, continuava a rovesciarle addosso un fiume di parole accusatorie. Non riusciva a credere a tutta quella storia, ma era troppo evidente per far finta di nulla.

“Glen ti p-prego... c-cred-dimi...”

“Finiscila! Non voglio vederti mai più! Vattene! Non meriti di stare qui!” furono le ultime parole che Shauni potè sentire prima di correre via.

Glen la guardò furente ancora una volta per poi sfogare tutta la sua rabbia in un urlo liberatorio al cielo.

 

'Che strano posto... non si muove nulla qui...'

Camminando molto lentamente, Stephen non faceva altro che guardarsi attorno. Ovunque c'erano strane piante che non aveva mai visto in vita sua, erano d'un verde acido e spento, sembravano malate, ma al tempo stesso estremamente vive. Il ragazzo procedeva stando attendo a non toccarle, non gli ispiravano fiducia e non ci teneva ad avere contatto con esse se non costretto a farlo. Gli tornarono in mente i ragazzi dell'area Nord: Jack, con quello sguardo timido e dolce... così bello; Théo, che mai aveva sopportato; e Cerise, forse l'unica “amica” che si era fatto lì. Il pensiero di quest'ultima lo spingeva ad attraversare quell'oscura giungla, il sapere che avrebbe incontrato qualcuno che stava dalla sua parte lo motivava. Non gli importava quanto tempo avrebbe impiegato, l'avrebbe trovata a qualunque costo.

Cerise venne riscossa dalla sua posa meditativa a causa di strani fruscii e scricchiolii che le sembrava di avvertire. Piegò la testa da un lato e, con estrema calma e in religioso silenzio, si accucciò come un gatto che fa la posta ad un uccellino. Si acquattò sulla roccia, coperta da alte piante che sorgevano lì davanti e si preparò a saltare addosso a chiunque le fosse sbucato davanti.

 

Le sembrava di aver corso per chilometri, non aveva più fiato, le bruciavano i polmoni e le dolevano i muscoli delle gambe.

'Ok Shauni, può bastare' disse a se stessa e, nell'attimo in cui si fermò, crollò a terra esausta. Tentando di riprendere fiato si asciugava le lacrime e pensava a quanto era appena accaduto. Sapeva di non aver mai preso, e neppure visto, quella fialetta, quindi come faceva ad essere nella sua tasca? Era sicura che qualcuno l'avesse imbrogliata, magari infilandogliela in tasca in un momento di distrazione... ma chi poteva essere stato? L'unico nome che le veniva in mente era quello di Joseph... era lui il più subdolo, nonché l'unico con cui fosse sempre stata a “stretto contatto”. Certo, c'era anche Stephen nella sua squadra, ma di lui non riusciva proprio a sospettare, era troppo distante da tutti i giochetti che gli altri concorrenti preparavano nell'ombra.

'E se invece...?' continuava a domandarsi.

 

Glen aveva trascinato il corpo di Jenny dietro alcuni cespugli, non gli andava che il corpo restasse lì in bella vista, meritava almeno una sottospecie di “sepoltura”.

“Scusami Jenny, se avessi tempo e non fossi in questo maledetto posto, ti sistemerei meglio e ti porterei dei fiori.” disse dopo aver ben nascosto il cadavere. Prese il coltello della rossa, precedentemente recuperato dal petto di Joseph, e glielo posò sul petto. Mentre eseguiva il tutto gli venne da pensare a quanto utile era stata la presenza della ragazza in quel posto. Aveva dato coraggio a tutti, manteneva sempre il sangue freddo, sapeva combattere in maniera a dir poco ottima... era una grande persona, meritava tutta la sua stima. Eppure non una lacrima, non un singhiozzo sfuggirono a Glen, quel gioco mortale non era finito e lui non si sarebbe mai lasciato andare prima della conclusione.

“Addio, Jenny.”

 

“Come hai fatto a trovarmi?” chiese fredda Cerise dalla cima della sua roccia.

Inaspettatamente, dal sentiero era sbucato fuori Stephen,cosa che aveva fatto quindi leggermente tranquillizzare Cerise.

Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, ce l'aveva fatta! Era riuscito a scovare Cerise.

“Allora? Rispondi! Chi altri sa di questo posto?” continuava a domandare la castana con tono leggermente irritato.

Dopo un attimo di sbigottimento, Stephen esclamò: “Oddio Cerise! Quanto sono felice di vederti sana e salva! Tranquilla, ci sono solo io e... oddio non puoi capire quante ne abbiamo passate! Un incubo, è stato un vero incubo! E...”

Cerise storse la bocca in una smorfia a metà noia e sarcasmo.

“Arriva al dunque.” Lo interruppe.

Stephen si zittì un attimo, poi riniziò: “Sì, hai ragione. Arrivo al dunque. Siamo rimasti in sei ormai: io, tu, Shauni, Joseph, Glen e Jenny. Io sono scappato e, stranamente, non sono ancora morto. Ho pensato di venire da te perché non mi fido più degli altri, specie di Joseph, e speravo in un'alleanza per sopravvivere.”

Il ragazzo parlava senza fare pause, provocando, così, un sonoro sbuffo da parte di Cerise.

“Ti prego fermati, grazie. Dimmi solo un'altra cosa, prima c'è stato un momento... strano. Sai per caso cos'è successo?”

Stephen la guardò con un sorriso sghembo: “Quindi non era solo una mia sensazione... è davvero successo qualcosa, bene. Non so dirti, Cerise. L'unica cosa di cui sono a conoscenza è che Joseph ha fatto fuori l'allegra Felicity, quindi suppongo che Jenny si sia data subito da fare per sistemare la faccenda. Altro non so.”

La ragazza annuì pensierosa, uno dei nemici più forti era sicuramente morto, che si trattasse di Joseph o Jenny per lei non faceva differenza.

 

“Scendi da lì, dai su! Così posso abbracciarti, è da tanto che non ci vediamo!” Esclamò per l'ennesima volta Stephen.

“Ti ho detto di no! Sono pericolosa! Vai via!” Continuava a ripetere Cerise.

“No che non lo sei!”

“Steph, davvero, vai via, non possiamo allearci, siamo soli in questo gioco e tu lo sai. Quindi non far finta di nulla o sarò costretta a mandarti via con la forza!”

“Se non scendi tu, salgo io.”

Stephen iniziò ad arrampicarsi sulla roccia, non era particolarmente difficile, anzi, stava procedendo abbastanza spedito, fino a quando...

“Stephen! NO!”

 

'E adesso che faccio? Anche se scoprissi la verità sull'antidoto Glen non mi crederebbe... Ormai è tutto finito...'

Ancora una lacrima sul pallido volto della ragazza.

'Ma non posso lasciarmi andare così... sono ancora in gioco...'

Shauni tirò su col naso.

'Ora basta, rialzati, Shauni, e combatti.'

Una volta in piedi la ragazza prese la borsa che non si era mai tolta di dosso e che conteneva la sua preziosa macchinetta. Estrasse quest'ultima e cercò una foto in particolare nella galleria.

La osservò un'ultima volta, poi scagliò via l'oggetto.

Lasciò cadere la borsa e riprese a correre.

Prima di spegnersi definitivamente, lo schermo incrinato della macchinetta riprodusse per l'ultima volta l'unica foto ritraente Glen e Shauni abbracciati.

 

L'urlo di Cerise arrivò troppo tardi. Stephen aveva messo la mano su una manciata di foglioline che erano riuscite a crescere sulla roccia e, nel giro di pochissimi secondi, un dolore pungente gli invase tutto l'arto.

Bastò uno sguardo alla mano per farlo gridare e mollare la presa. Il ragazzo cadde in un cespuglio continuando ad urlare come un ossesso. Ormai non aveva più una mano, era come sgretolata, anche se si potevano distinguere chiaramente, in una pozza di sangue, tutte le parti che l'avevano composta: la pelle come disciolta, i tendini, le ossa, i muscoli...

Cerise guardava orripilata la scena, il volto contratto in un'espressione disgustata. Il suo amico si stava sgretolando sotto i suoi occhi.

Stephen si muoveva convulsamente all'interno del cespuglio, peggiorando così la situazione. A poco a poco sentiva tutto il corpo distruggersi, scomporsi. E più si agitava, più le piante lo avvolgevano.

Ormai non gridava più, non aveva una bocca.

Nel giro di un minuto di lui non restava che un mucchietto sanguinolento di interiora e frammenti di corpo.

 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Stephen non vide mai più la luce.

 

Cerise chiuse gli occhi, ingoiò quanto il suo stomaco voleva far uscire ed esclamò: “Chris, io esco!”

 

“Cari concorrenti, siete ormai solo in due, quindi preparatevi, domani ci sarà l'ultima sfida!” gracchiò la voce di Chris da un altoparlante.

 

Shauni e Glen guardarono il cielo.









ANGOLO AUTRICE
*si butta in ginocchio* 
Perdono! Chiedo umilmente perdono! Lo so che è passato quasi un anno dall'ultimo aggiornamento, ma non avevo per nulla ispirazione!
Scusatemi davvero!

Spero che questo capitolo ( e scusate se è un po' corto) possa farmi perdonare un minimo (l'ho scritto tutto questa mattina, dopo un'improvvisa voglia di scrivere che spero non mi passi!)
A questo punto della storia i concorrenti sono ormai solo in tre, siamo agli sgoccioli.
A tutti i lettori chiedo, quindi, di votare per la sfida che si terrà fra Shauni e Glen.
Mandatemi un messaggio privato con scritto il nome di chi volete che muoia (entro domani sera), così potrò andare avanti con la storia.

Grazie tante e scusatemi ancora!

Nini

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