Questa è la mia scelta

di Rory__96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto come prima ma nulla come allora. ***
Capitolo 2: *** Tormenti ***
Capitolo 3: *** INCONTRI NOTTURNI ***
Capitolo 4: *** IMPREVISTI ***
Capitolo 5: *** Un cavallo e un cigno ***



Capitolo 1
*** Tutto come prima ma nulla come allora. ***


Era il primo settembre e come ogni anno lui si trovava nello stesso treno che lo avrebbe portato ad Hogwarts. Tutto sembrava uguale a un anno prima. Ma non era così. Un anno prima a salutarlo da quel treno c'era suo padre. Sua madre sorrideva, un anno prima. Lui era diverso, un anno prima. Ora suo padre era in una fredda cella di Atzkaban, sua madre ne era distrutta, lui ne era distrutto ma, come sempre, riusciva a mascherare ogni suo sentimento dietro un viso impassibile, dai tratti duri. Almeno davanti agli altri. Nessuno lo aveva visto piangere: lui doveva dare forza a sua madre, per lei avrebbe fatto tutto...aveva fatto tutto. Proprio così. Infatti proprio per far sì che a sua madre non succedesse nulla ora avvertiva un bruciore sul braccio sinistro. Un bruciore forte, segno che Lui li stava chiamando ma Draco, in quella circostanza, non era richiesto, non quella volta. Il suo posto ora era su quel treno per portare a compimento il compito che finalmente avrebbe ridato onore e prestigio alla sua famiglia, che avrebbe fatto smettere di piangere sua madre, che avrebbe posto fine al tormento di suo padre. Poco importava quello che lui provasse, tutto pur di non dover più rivedere le lacrime solcare il viso di sua madre. Compiere ciò che l'Oscuro Signore gli aveva ordinato lo avrebbe certamente distrutto dentro, Draco ne era consapevole. Era lacerato dai suoi pensieri e aveva voglia di fuggire..ma per dove?! Forse solo da se stesso o da quel sesto anno di Hogwarts che sarebbe stato il più difficile di tutti. Qualche vagone più distante c'erano due ragazze e un ragazzo che stavano chiacchierando: «Ginny sono certa che andrà bene, i G.U.F.O. saranno una passeggiata se iniziamo a studiare fin da subito. Ne sono certa.» «Luna non so come tu faccia ad essere così tranquilla! Io sono già in ansia! E per di più spero vivamente che abbiano rimpiazzato quell'orribile rospo della Umbridge con qualcuno di competente! Se solo la comunità magica non fosse così ottusa e bigotta ora ci sarebbe Lupin come insegnante di difesa contro le arti oscure!» «Su questo ti do pienamente atto, ma vedremo di cavarcela, in un modo o nell'altro.» Abbassando poi il tono di voce, così che il ragazzo seduto accanto a lei dovette farsi più vicino, continuò: «Le riunioni dell'E.S. potrebbero continuare comunque. Si sono dimostrate davvero utili lo scorso anno e ora come non mai dobbiamo essere sempre più uniti per quello che accadrà in futuro.» «Anche io penso che le riunioni dovrebbero continuare. Non possiamo starcene con le mani in mano! » rispose di rimando Neville Paciock che ascoltava ammaliato ogni parola proferisse la strana ragazza dai lunghi capelli biondi. Questa, conclusa la discussione, prese una rivista, "Il Cavillo", dalla strana borsa con le france che aveva in grembo, non senza aver prima posto sul naso degli strani occhiali rosa, più consoni ad un ballo in maschera che alla lettura. Draco stava parlando con Blaise quando vide qualcosa muoversi sulla sua testa nello scompartimento bagagli...capì! Doveva essere quel San Potter impiccione con le sue solite manie di protagonismo. Era colpa di Potter se ora suo padre era ad Azkaban e ora lui glielo avrebbe fatta pagare. Attese di essere arrivato alla stazione di Hogwarts prima di smascherarlo ma nel frattempo calibrò ogni parola, attento a far sì che non ascoltasse nulla di importante. Una volta scesi tutti dal treno agì. «Potter non ti hanno detto che è da maleducati origliare?! PIETRIFICUS TOTALUM!» Velocemente gli scoprì il volto e con un calcio ben assestato sentì il naso del grifondoro rompersi fragorosamente mentre del sangue iniziava a fuoriuscire copioso. Quello era solo un assaggio di ciò che gli avrebbe fatto! Lui era il ragazzo che aveva mandato in rovina la sua famiglia, era colui il quale aveva portato sua madre alla disperazione, era il motivo per il quale ora Draco aveva sul braccio un marchio che gli sarebbe rimasto a vita e ogni giorno che gli restava da vivere gli avrebbe ricordato quello che era diventato e qual era il suo compito. Un ruolo che lui non aveva scelto ma gli era stato imposto. Lui non aveva mai potuto scegliere nulla nella sua vita, aveva sempre sottostato alla volontà dei suoi genitori per renderli orgogliosi. Ma Potter aveva rovinato tutto fin dalla sua nascita! Lo odiava. «Questo è per mio padre e la mia famiglia e ora buon viaggio di ritorno Potter.» Sibilò a denti stretti il ragazzo biondo che con una mano tra i capelli si apprestava a darsi un contegno e ricomporsi dalla rabbia che gli aveva per un attimo sconvolto i marmorei tratti del viso. Corse fuori e fu allora che la vide. I lunghi capelli rossi le sferzavano il viso candido. I vispi occhi verdi erano leggermente socchiusi come a volersi sforzare di cercare qualcosa al di fuori del suo campo visivo. «Ron come puoi non sapere che fine ha fatto il tuo migliore amico?! » disse la ragazza rivolta al fratello, anch'esso con i capelli rossi, mano nella mano con Hermione che rispose alle parole della rossa: «Ginny dai non essere preoccupata, sicuramente Harry sarà già su una delle carrozze verso il castello con Dean e Seamus.» Ginevra Weasly storse un po' il muso per quanto udito : «Oddio! Meglio che non lo vedo Dean dopo il mondo in cui l'ho piantato qualche settimana fa...anche se prima o poi l'incontro sarà inevitabile alla torre di Grifondoro o nella sala grande. Allora incamminiamoci verso il castello. Ecco Hagrid!» Li vide dirigersi verso quell'energumeno mezzogigante che Silente si ostinava a tenere nel castello. Per di più da quando era diventato insegnante gli era persino toccato ascoltare cosa avesse da blaterare. Tanto per renderlo ancora più simpatico era anche amico di San Potter il paladino degli sfigati. Posò gli occhi su Ginny e pensò a quanto fosse stupido Potter a non notare quanto quella ragazza tenesse a lui...era così bella...BASTA! Cosa diavolo gli prendeva?! Lei era solo una babbanofila, traditrice del sangue, amica dello sfregiato. Non importava quanto potesse essere affascinante. Lui aveva ben altro a cui pensare.

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Capitolo 2
*** Tormenti ***


Doveva pensare a come agire. Davanti a sé aveva un intero anno ma ciò non voleva dire cullarsi sugli allori. Avrebbe dovuto agire in fretta...ma come poteva riuscire lui in qualcosa in cui neanche grandi maghi del calibro di Grindelwald erano riusciti?! Avrebbe dovuto meditare... _________________________________________________________________________ La sera dell'arrivo ad Hogwarts, in sala grande, la maggior parte degli studenti erano abbastanza eccitati e il chiacchiericcio si diffondeva in ogni parte del grande salone. Tutti sembravano intenti a conversare e gustare le prelibatezze cucinate dagli elfi. Tutti tranne uno. Draco se ne stava seduto senza proferir parola o mangiare alcunché. Il suo migliore amico, Blaise, tentò invano di fargli spiaccicare parola ma ciò non procurò altro che il malumore del biondo, il quale, dal canto suo, decise di tornarsene nel suo dormitorio prima ancora che arrivasse il secondo. _________________________________________________________________________ Corse fuori nei corridoi. Accelerò il passò senza rendersi conto che le lacrime erano iniziate a sgorgare da sole, copiose e incontrollabili. Ma cosa gli stava accadendo?! Stava sicuramente impazzendo. E la ragione la conosceva. Mai come allora avrebbe voluto parlarne con qualcuno, mai come allora avrebbe voluto non essere solo. Ma non poteva mettere in pericolo anche altre persone e poi il compito era il suo. Nessun altro avrebbe dovuto soffrire. _________________________________________________________________________ Il primo giorno di lezione scorreva per Draco all'insegna della monotonia. Il suo sguardo era sempre perso nel vuoto, perso chissà in quali pensieri. Talvolta le mani si chiudevano su se stesse, talmente serrate da far diventare le nocche bianche. «Ehi Dra tutto bene? Ti vedo distante anni luce, che ti succede?» «Fatti gli affari tuoi Blaise! Non importunarmi con queste stupide domande!» il biondo fece per allontanarsi lungo il corridoio diretto verso la lezione di pozioni, ma l'amico gli afferrò un polso e lo costrinse a fermarsi : «Draco sai che puoi fidarti di me.» il ragazzo sembrò quasi pronto a dire qualcosa ma dopo un attimo di esitazione tirò il braccio, si girò e andò via. _________________________________________________________________________ Quel giorno, la lezione di pozioni, i serpeverde l'avrebbero dovuta trascorrere insieme ai grifondoro... normalmente Draco avrebbe approfittato dell'occasione per divertirsi a spese dei ragazzi rosso oro, ma ora non era in vena neanche di ascoltare la lezione. Soprattutto non ora che ad insegnare vi era questo vecchio babbeo di Lumacorno. Sembrava l'ennesima ora di lezione priva di attrattiva quando qualcosa attirò la sua attenzione. «Felix Felicis. In grado di far risultare vittoriose qualsiasi imprese decidiate di compiere sotto l'effetto di tale pozione! È questo il premio per chi avrà preparato un distillato di morte vivente almeno accettabile entro la fine dell'ora!» Le parole di Lumacorno ancora gli rimbombavano in testa "riuscire in qualsiasi impresa"... doveva essere sua! Preparare tale pozione si dimostrò più complicato del previsto. Nelle istruzioni doveva esserci qualcosa che non andava. L'unico a sembrare del tutto a proprio agio, persino con un sorrisetto tronfio in viso era Potter! Sentì un moto di rabbia pervadergli il corpo. Ma proprio lui doveva sempre mettersi in mezzo?! Sembrava la sua ossessione. _________________________________________________________________________ Uscì dalla lezione più frustrato di prima, corse per i corridoi diretto verso la sua sala comune. Per quel giorno era stufo delle lezioni. Oltretutto per lui che senso aveva ormai cercare di fingere una qualche parvenza di interesse per lo studio?! ___________________________________________ Era perso in questi pensieri quando andò a sbattere contro qualcosa,o meglio, qualcuno che correva a perdifiato. «Sta attento razza di vill..ah Malfoy sei tu!» «Weasly quale onore. Si tratta così la gente dopo averla sgarbatamente spinta a terra?» si sorprese dal non essere infastidito dello scontro con la giovane che era ancora a terra e stava sistemando la gonna che nella caduta le si era alzata scorrendo metà coscia candinda, cosa che non sfuggì al giovane serpeverde. Ginny si abbassò per raccogliere i libri caduti nell'impatto. Lui si chinò e raccolse gli ultimi rimasti a terra. «Ecco Weasly e la prossima volta potresti anche scusarti.» disse con un ghigno divertito sul viso. Lei lo guardò di traverso «io scusarmi con te?! Preferirei buttarmi dalla torre di astronomia!» agitò la lunga chioma rossa mandando saette dagli occhi verdi e si girò per andarsene. La gonna si muoveva a ritmo di ogni passo ondeggiando sui fianchi mentre orgogliosa procedeva a passo spedito. Draco si trovò a contemplare per qualche istante quello spettacolo quando abbastanza scioccato da se stesso si diresse verso la sua stanza. ____________________________________________________________ Ginny era ancora rossa per quella caduta. Mannaggia, ma giusto addosso a Malfoy doveva cadere?! Per di più si sentiva umiliata per la gonna che le si era alzata. Era sicura che Draco l'avrebbe presa in giro fino allo sfinimento, anzi era sorpresa dal fatto che non glielo avesse già fatto notare. Forse non se n'era reso conto. E poi le aveva persino raccolto un libro..ma era davvero Draco quello che aveva incontrato?! Sembrava sempre lui tranne che per il suo comportamento strano fin da quando erano tornati ad Hogwarts. Non aveva ancora iniziato a punzecchiare con le sue solite battute indesiderate e infantili. Se ne stava per conto suo. Quell'aria misteriosa lo faceva apparire stranamente intrigante... «Ginny ma cosa diavolo stai pensando?! È di Draco che stiamo parlando! Lui intrigante?!» si trovò a pensare la giovane grifondoro. Ma poi continuò a rimuginarci su e dovette ammettere a se stessa che il ragazzo l'aveva davvero incuriosita. Aveva ancora chiari in mente l'immagine dei suoi occhi ghiaccio che si erano posati sui suoi mentre le ridava il libro caduto. Quei lineamenti marmorei alterati in un ghigno sghembo... basta indugiare in questi pensieri! Il professor Rufus sarebbe stato davvero infuriato del suo ritardo! _______________________________________________________ Era arrivata ora di pranzo e Draco iniziava ad avere fame sebbene non avesse per niente voglia di scendere in sala grande e dare giustificazioni a Blaise sul perché avesse saltato metà lezioni del mattino. Nonostante ciò il suo stomaco si ribellò prepotentemente e non poté fare altro che cedervi. _____________________________________________ Si sedette al suo solito posto e Blaise appena lo vide iniziò col suo interrogatorio: «Mi spieghi che ti prende?? Non ci siamo per tutta l'estate e tu neanche mi parli.» poi abbassando il tono della voce : «da quando casa tua è diventato il quartier generale di ..Lui... i miei non mi hanno più lasciato venire da te. Loro hanno presenziato ad ogni riunione ma io sono stato lasciato fuori. Ho capito che è per qualcosa che riguarda te e ora tu dovrai dirmelo!» In tutto quel monologo Draco aveva serrato i pugni e guardato innanzi a sé. Per un attimo il suo sguardo aveva indugiato sulla piccola di casa Wealsy al di là della stanza, constatando quanto fosse bello osservarla anche solo da lontano...rideva sinceramente e di gusto, era quasi come una boccata d'aria fresca in tutta quella oscurità. «Dra ma mi stai ascoltando?» Blaise lo riportò alla realtà. «Blai lo sai che non posso parlarne o lo avrei già fatto.» «Io sono tuo amico! Se non ti fidi di me chi potrà mai aiutarti?! Io ti vedo davvero in difficoltà amico! Non sei più tu! Parlami ti prego. Questo fardello che ti porti dietro da un'intera estate da solo, ora possiamo portarlo insieme.» Draco era indeciso sul da farsi. Prese la sua decisione. «Vieni, ti devo mostrare una cosa.» uscirono a passo svelto dirigendosi verso un corridoi più buio. «Ora guarda e non osare dirmi che questo non avrebbe sconvolto anche te!» sibilò a denti stretti il biondo dopo aver alzato velocemente la manica sinistra della divisa scoprendo ciò che nascondeva. Blaise lo guardò con occhi sgranati per qualche istante, poi Draco nascose ciò che aveva mostrato. «Draco come hai potuto non dirmi nulla?! Tu ora hai il marchio nero! Sei ufficialmente uno dei suoi! Ma perché così presto?! E come hai potuto non dire nulla a me?!» «Ho un compito. È pericoloso. Potrei morire. Non volevo farti affondare con me e la mia famiglia. Quello che devo fare Lui ha detto che devo farlo da solo.» «Quindi immagino che non vorrai dirmi di cosa si tratta.» Il biondo si passò una mano tra i capelli biondi scompigliandoli « Io vorrei ma non posso. Nessuno deve sapere. Io non ho scelta. Non l'ho mai avuta.» Detto questo sentì il bisogno di dover stare solo e corse via. Gli occhi gli bruciavano, la gola era annodata. ________________________________________________ Nei giorni seguenti i due ragazzi non parlarono ancora di questo. Blaise voleva aiutarlo ma non sapeva come fare. Draco per il momento cercava di non dover pensare al pericolo che stava per correre. Ciò che chiedeva erano solo dei giorni "normali" prima che tutto finisse.______________________Ciao a tutti!! Innanzitutto voglio chiedere perdono per il modo indegno con il quale è pubblicata la storia perché purtroppo la mia ostilità ai server mi porta a non capire come fare per pubblicare mettendo gli spazi -.- inoltre ora sto pubblicando tutto col cellulare ma domani vedrò di provvedere!! Buona lettura e, se potete, per piacere recensite!! Mi piacerebbe tanto poter leggere il vostro parere. A presto, spero. Un bacio ad ogni lettore.

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Capitolo 3
*** INCONTRI NOTTURNI ***


CAPITOLO TRE. "INCONTRI NOTTURNI"


Era sera, Ginevra Weasly se ne stava sdraiata sul letto a pensare.Aveva appena ricevuto un biglietto da Dean che le chiedeva di voler provare a ricominciare a frequentarsi. Sbuffò alla sola idea. Aveva lasciato Dean perché sebbene fosse dolce, gentile e carino, non riusciva a provare qualcosa di forte per lui. Lei sognava il grande amore, quello in grado di sconvolgerti vita, mente e cuore. Dean purtroppo ne era una pallida imitazione. Per quanto volesse cercare di amarlo non vi riusciva. Per di più da quando aveva iniziato a frequentare Dean, Harry era diventato stranamente inopportuno con la sua gelosia. Qualche anno prima avrebbe fatto carte false per le attenzioni che ora le riservava. Ma tutto era cambiato. Harry per lei era affine a un fratello. Se lo ritrovava in casa tante volte quanto i fratelli e aveva quasi finito per ritenerlo tale.

 
Le altre ragazze nei letti accanto il suo già dormivano. Erano le 11 passate e il coprifuoco era iniziato già da tempo. Aveva voglia di sgranchirsi un po' le gambe e prendere una boccata d'aria. Nonostante l'ora, pensò quindi che, se fosse stata attenta, nessuno l'avrebbe notata sulla torre di astronomia, lì le ronde non andavano mai a controllare. Non badò al suo abbigliamento tanto era sicura che non l'avrebbero vista.
Quando si trovò finalmente fuori inspirò la fresca aria notturna e fece apparire con un semplice tocco di bacchetta una piccola amaca bianca.
Stava per sdraiarsici su quando sentì qualcuno schiarirsi la gola alle sue spalle.
«Emh emh ma chi abbiamo qui?»
 
 I loro occhi si scontrarono, ghiaccio freddo iridescente contro un verde magnetico con dentro delle pagliuzze più scure. Il volto di Ginny era sorpreso, le labbra leggermente dischiuse, il fiato smorzato in gola. Lui aveva ancora quel sorrisetto sghembo sul volto. Ginevra posò il suo sguardo sul petto muscoloso del ragazzo messo in evidenza dalla canotta nera aderente sul quale aveva una camicia in tinta, a maniche lunghe, lasciata sbottonata. Sotto aveva solo un paio di boxer attillati anch'essi neri. I capelli normalmente pettinati erano scompigliati e disordinati. Draco invece era affascinato dal volto di lei, dalle sue labbra carnose e rosee. Il suo sguardo scese sull'abbigliamento di lei. Indossava una leggera vestaglina, di candido cotone bianco, che scendeva morbida fino a coprire metà coscia. Ai piedi solo dei calzini del medesimo colore. Erano gli antipodi.
 
La continuò a guardare e, senza distogliere lo sguardò, le si avvicinò.
Ginevra, dal canto suo, rimase impietrita con le spalle poggiate al muretto del balconcino non sapendo cosa fare, rispose solamente:
“Che ci fai tu qui?!”
“Weasly più garbata, potrei farti la stessa domanda.”
La ragazza mise il broncio senza sapere cosa rispondere e iniziò la mordersi insistentemente il labbro, cosa che non sfuggì al giovane Malfoy . Continuò a parlarle tenendo gli occhi sulle labbra di lei.
“io vengo qui per rilassarmi. Sono anni che questo è il mio rifugio e mai nessuno era venuto a disturbare  la mia quiete. Quindi sono io a doverti chiedere : cosa ci fai tu qui?”
Ma perché le aveva detto tutte quelle cose?! Calma Draco.
“Beh a dire la verità anche io sono venuta qui per rilassarmi e prendere una boccata d’aria. Non riuscivo a dormire. Ma ora me ne vado.”
“Per quanto mi riguarda puoi anche restare qui Weasly. Per una sera fare due chiacchiere non mi ucciderà.”
Ma cosa diavolo gli stava succedendo?! Perché aveva  invitato la sorella di Lenticchia a passare in po’ di tempo con lui?! Era andato lì per poter rilassarsi…eppure lei, il suo candore, la sua purezza, gli trasmettevano talmente tanta calma e quiete da voler fare in modo che quell’attimo non finisse mai. Era come una piccola nuvola bianca tra altre completamente nere. Una piccola Oasi.
La giovane era decisamente in imbarazzo ma, scioccando, oltre se stessa, anche Draco, si sedette sull’amaca prima evocata e iniziò a parlare:
“Se davvero non ti disturba allora resto un po’. Ma non iniziare come tuo solito a insultare o me ne farai pentire. Oibò, hai detto che vieni qui a pensare e stasera, se posso permettermi, su cosa deve riflettere sua grazia?”
Lui si avvicinò sedendosi accanto a lei.
“Io insultare?! Aaaah Ginevra  non mi conosci affatto. Ti ho detto che sono venuto qui per stare tranquillo, non mi va di alterarmi. Questo posto è speciale e magico allo stesso tempo. Guarda in alto. Guarda quante stelle. Solo qui si può ammirare un cielo come questo,  a quest’ora e senza che nessuno ci scopra.”
La ragazza si trovò a sperare che nessuno li scoprisse. Era sorprendentemente piacevole conversare con quel ragazzo per la prima volta. E inoltre non poteva proprio negarlo…era davvero stupendo alla luce della luna.
Alzò anche lei il capo e rimase ad ammirare quello spettacolo per un po’. Chinò il capo e incontrò gli occhi di lui.
“Perché sei così stranamente gentile con me stasera?”
Stranamente gentile, eh? Così mi offendi nell’orgoglio mia giovane compagna di avventure notturne.”
“ahahah avventure notturne non le definirei affatto. D’altronde ci siamo incontrati solo per caso anche se in effetti stiamo entrambi violando il coprifuoco. Spero solo che Hermione o qualche altro prefetto non ci trovi qui, potrebbero pensare chissà cosa vedendo me e te su un’amaca a quest’ora in abbigliamento…ammettiamolo, leggermente compromettente.” E  finito di parlare prese a sistemarsi la graziosa tenuta notturna in modo da coprire, seppur con scarsi risultati, la maggior parte di pelle possibile.
“Ginevra tranquilla, se qualcuno, chiunque sia, dovesse arrivare ora o più tardi penserei io a obliviarlo a dovere e mandarlo via.”
“Ma sei matto?!? È contro la legge!!” si animò la giovane.
“eheh credi davvero che una cosa tanto innocua, come far dimenticare di aver visto qualcosa a qualcuno, possa essere tanto terribile? Mettilo a confronto con i pettegolezzi . Preferisco di gran lunga sovvertire alle leggi. E poi anche tu mi sembri abbastanza incline a infrangere le regole o non saresti qui e scommetto che ti piace stare quassù con me.” Disse queste ultime parole sussurrandogliele nell’orecchio che procurarono alla ragazza leggeri brividi lungo la schiena e un tenue rossore sulle guance prima candide.
Egli, vittorioso di quel risultato, continuò:
“Scommetto anche che ti piacerebbe tornare qualche altra sera e magari passare altro tempo qui con me.”
Ginevra rispose prontamente: “Non temi un rifiuto? Sei così sicuro di te stesso? Mmh io non sono tanto sicura che mi piaccia stare qui con te.. ahahah ..Non ti annoi un po’?”
“Beh ogni tanto mi rifiuto da solo, tanto per combattere la noia.” Rispose mesto il giovane e aggiunse:
“Ma cosa direbbe il tuo ragazzo…Dean giusto? Cosa direbbe sapendoti qui con me?”
“Dean non è più il mio ragazzo!”
“Ah e lui lo sa? Perché ti guarda come se volesse mangiarti”
La ragazza si stava innervosendo.
L’animo nero e la naturale predisposizione del ragazzo per la malizia si fecero strada nella conversazione.
“e come dimenticarci di San Potter, non hai forse una cottarella per lui?!”
La ragazza si alzò di scatto con i pugni serrati. Lo guardò con disprezzo. Un disprezzo che ferì il giovane più di quante egli stesso avrebbe mai pensato e rispose:
“Harry e io siamo solo amici. Sembravi quasi simpatico fino a poco fa.” Si girò per andar via.
“No aspetta Ginevra. Non volevo farti arrabbiare era solo per scherzare.” Disse lui prendendole un polso.
Lei strattonò il braccio e tornò a sedersi:
“Odio quando mi si associa inevitabilmente per la ragazza di Harry. Si magari prima potevo avere una cotta per lui. Avevo undici anni per Merlino! Ora ne ho 15, non è forse arrivato il momento di smettere di considerarmi una bambina?” disse lei infervorata.
Daco era abbastanza divertito da quella risposta e soddisfatto dalle parole di lei. A quanto pare San Potter l’aveva persa. Che sciocco!
“Hai ragione Ginevra. Confesso che il mio era solo un modo per sapere se fossi impegnata o meno.”
“e cosa importa a te?!”  
“mi importa perché altrimenti non potrei fare questo.”
Lei non lo calcolò. Il gesto di lui arrivò inaspettato e allo stesso tempo sconvolse entrambi per ciò che avvertirono.
Draco posò le sue labbra su quelle di lei e mise la sua mano destra sulla guancia della giovane.
Fu un tenue bacio, si guardarono negli occhi. Entrambi emanavano scintille. Le loro bocche a contatto erano come infuocate. Un fuoco che pervase entrambi. Una strana elettricità scorreva nelle loro braccia. Si chinò ancora a baciarla ma con un ardore nuovo, incontrollato e senza senso. Come fuoco sulla pelle. Le loro labbra erano come scottate. Draco si alzò, fece quel sorrisetto furbo capace di far fare una capriola allo stomaco della giovane e le sussurò all’orecchio:
“Buonanotte Ginevra” pronunziò quel nome come accarezzandolo con le labbra. “ Ci ritroviamo qui domani sera.” Posò ancora le sue labbra su quelle di lei in modo tenue e poi scomparve nella notte.
 
 
 
Ciao a tutti e ben ritrovati!!
Spero che questo capitolo vi piaccia e, se vi va, vi invito a lasciare un piccolo commento, positivo o negativo che sia, per sapere cosa ne pensate. :D
A presto spero, e come sempre un bacio ad ogni lettore.

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Capitolo 4
*** IMPREVISTI ***


CAPITOLO QUATTRO
“IMPREVISTI”
 
Era sdraiata sul letto con le grosse cuffie- Hermione le aveva detto che si chiamavano così- sulle orecchie. L’amica le aveva regalato uno strano aggeggio per ascoltare musica babbana dentro il quale si mettevano degli strani dischi con un buco nel mezzo e, una volta chiuso l’apparecchio, riproduceva musica senza l’uso della magia. Hermione le aveva regalato molti di quei dischi e ogni volta che si erano viste durante l’estate si era ricordata di portargliene degli altri perché non si annoiasse. L’amica conosceva proprio bene i suoi gusti, si trovò a pensare Ginny.
Ma in quel momento un brano sembrava particolarmente adatto a descrivere i pensieri sconclusionati con cui la giovane Weasley si era svegliata…
 
<<Take me now baby here as I am
Pull me close, try and understand
Desire is hunger is the fire I breathe
Love is a banquet on which we feed
Come on now try and understand
The way I feel when I’m in your hands
Take my hand come undercover
They can’t hurt you now,
Can’t hurt you now, can’t hurt you now>>

 
Prima  che la strofa continuasse Ginny era saltata sul letto e si trovò a stonare amenamente –grazie al cielo le altre erano già scese per la colazione- sulle note di..
 
<<Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us.>> #

 
Si lasciò cadere rumorosamente sul letto rimbalzando e si perse nei suoi pensieri…
Ma lo aveva fatto sul serio?! Aveva davvero baciato Draco Malfoy?! Ma come aveva potuto fare una cosa talmente insensata?! E se qualcuno li avesse visti?! Non era da lei comportarsi in questo modo… eppure, in un attimo, lui aveva frantumato quelle barriere virtuali con un semplice bacio. Un bacio, che a ripensarci, la faceva ancora arrossire e sorridere sorniona. Si toccò le guance con le mani e le sentì bollenti. Il modo in cui lui l’aveva guardata, il suo tocco che emanava fuoco sulla pelle,  era differente da quello di qualsiasi altro… si era sentita davvero viva in quel momento! Come se ogni parte del suo corpo reagisse a quel contatto, come se lo attendesse da tempo immemore quando invece era stato qualcosa di totalmente imprevisto. Un fuoco le era salito da dentro e si era impossessato di lei.  La sera precedente, prima di addormentarsi, si era toccata le labbra con le dita come a voler capacitarsi di ciò che era accaduto, per quanto sbagliato che fosse, e ora stava rifacendo quello stesso gesto. In un solo angolo della sua mente sentiva come un campanello d’allarme… Un urlo la riscosse dai suoi pensieri.
 
 
 
Draco non era riuscito a chiudere occhio ripensando a ciò che aveva fatto. Perché, così facendo, lui non aveva solo baciato una persona, la cui famiglia, aveva effettivamente disprezzato per anni ma, peggio, aveva appena abbassato le sue barriere con una perfetta estranea che tra l’altro combatteva la sua stessa battaglia ma dalla trincea avversaria. In quel momento si sentiva terribilmente vulnerabile ma allo stesso tempo la voglia di cedere a quella magnifica tortura lo attirava irrimediabilmente. Le aveva persino dato appuntamento per la sera dopo… era stato troppo avventato? Quello sicuramente… cosa doveva fare? Per Merlino!! Di certo quella sera lui sarebbe stato lì ad aspettarla e non riusciva a credere che lei non avrebbe fatto altrettanto. D’altronde lo aveva visto quel luccichio negli occhi di lei…era sicuro che lei avesse voglia quanto lui di rivederlo. Nonostante ciò non riusciva a non pensare alle conseguenze che tutto ciò avrebbe avuto se qualcuno avesse saputo ciò. L’unico pensiero che riuscì a rasserenarlo fu il constatare che Ginny fosse solamente un piccolo diversivo per distrarre la mente da altre incombenze. Una si stava appena facendo largo nella sua mente e aveva bisogno d’aiuto. Doveva parlare con Blaise prima dell’inizio delle lezioni.
 
 
 
“GINEVRA MOLLY WEASLY MI SPIEGHI CHE RAZZA DI FINE AVEVI FATTO IERI SERA?!? PER LE MUTANDE DI MERLINO! SONO VENUTA A CERCARTI ALLA FINE DEL MIO TURNO DI RONDA E IL TUO LETTO ERA VUOTO!! MA SEI MATTA?!”
“Herm cara non è il caso di agitarsi tanto…ero solo andata a fare due passi…poi lo sai che Lavanda russa da morire e così mi era passato il sonno, affatturarla non mi sembrava una scelta saggia.”
“E dove saresti andata in piena notte?! Se ti avesse trovato qualche serpeverde avrebbe sicuramente fatto rapporto e ora saresti stata espulsa!” Hermione, sua migliore amica nonché fidanzata del fratello, era tutta rossa in volto per la foga con la quale aveva pronunciato il suo discorso.
“Bah.. non ci giurerei a dirla tutta…”
“cosa stai cercando di dirmi?”
“Ma niente Herm! Non fare sempre la sospettosa.” Disse Ginny tra il divertito e l’allarmato. Doveva dirle quanto accaduto? Mmh..e se lei lo avesse detto a Ron… ma Hermione era la sua migliore amica, non poteva nasconderle un segreto come quello.
“no no Ginny, qui c’è sotto qualcosa. Dai sputa il rospo! Tanto lo scoprirò comunque prima o poi, ti conviene dirmelo adesso.” La riccia fece una linguaccia divertita alla rossa. A quanto pare l’arrabbiatura aveva lasciato posto alla curiosità.
La rossa si mise le mani nei capelli, fece un lungo sospiro e parlò:
“se ti dicessi che ho fatto qualcosa di sconsiderato e…totalmente folle…potresti esimerti dal dirlo a mio fratello? E soprattutto a Harry. Non vorrei trovarmi due guardie del corpo qui giorno e notte.”
“Wow… ma allora deve essere successo qualcosa di importante o non parleresti così! Per Ron tranquilla, ci penso io. E Harry non saprà nulla. Ma ora forza, parla!”
“Tieniti forte… ho baciato Draco Malfoy.”
Non riusciva ancora a decifrare l’espressione di Hermione. Era un misto tra lo schifato e il sorpreso.  “Bleeeeeeah ma stai scherzando voglio sperare!!!”
“Emh no… e io lo definirei tutt’altro che bleeeeeah !” le fece il verso la rossa.
“non dirmi che ti è piaciuto! Per Morgana… ma com’è successo? Perché?”
Ginny riassunse brevemente quanto accaduto la sera precedente tralasciando il fatto che forse avrebbe accettato l’invito di rivederlo.
“Ginny , per quanto io mi fida di te e del tuo giudizio…è pur sempre di Malfoy che stiamo parlando…spero non vada avanti…non vorrei farti arrabbiare ora, ma magari è solo uno scherzo…non penso sia saggio fidarsi di lui. D’altronde suo padre è ad Azkaban anche a causa nostra. Questo chissà come lo fa sentire.  Stai molto attentata e tieni sempre a mente chi è suo padre.”
Qualcosa dentro Ginny si stava frantumando.
 
 
 
 “Ah Blaise ti ho trovato! Ho bisogno del tuo aiuto.”
“Neanche più il buongior…ehi ehi non tirarmi!” Draco tirò l’amico per il braccio e gli disse: “ho bisogno che mi aiuti a riparare una cosa. E mi raccomando, acqua in bocca.”
“Ma non sai più dire Reparo da solo?!” sbuffò Blaise. “Lo sai che sono suscettibile di prima mattina.”
“Come?! Prima eri tutto un ti aiuto di qua, ti aiuto di là” scimmiottò la voce del moro “ e ora ti tiri indietro?”
“Aaah ma vuoi aiuto per quello!!” il tono di Blaise si fece serio. “Dove hai detto che andiamo?”
“non l’ho detto. Andiamo nella stanza delle necessità.”
Arrivati dentro la stanza i ragazzi si trovarono davanti  un disordine stratosferico, mai visto prima…ma bastò a Draco concentrarsi pochi istanti perché un vecchio armadio gigantesco gli si materializzasse davanti.
“e che devi farci con questo coso orribile?”
questo coso orribile, come lo chiami tu, è un armadio svanitore. Zia Bella mi ha detto che erano molto in voga un tempo quando Tu-Sai-Chi era al culmine del suo potere. Servono a scomparire per un po’. Il giorno che sono andato da Magie Sinister con mia madre ho visto che lì ne hanno uno identico. Quindi si crea un passaggio tra dentro e fuori le mura del castello. Una volta riparato questo, gli altri potranno raggiungerci e io compirò la mia missione.”
“Arrivati a questo punto non potresti dirmi di che si tratta?” tentò Blaise.
Draco sbuffò rumorosamente e Blaise aggiunse : “Ok, fingi che non te l’abbia chiesto. Comunque per riparare questo armadio ci vorranno molti incantesimi e la cosa migliore credo sia andare in biblioteca.”
“Beh Blaise non credo che in biblioteca abbiano manuali del tipo come ripare armadi magici danneggiati dalle arti oscure.”
“Ma che genio” rispose sarcastico l’amico “ovvio che non sarà semplice, dovremo guardare nella sezione proibita e ci vorrà il permesso di un professore…ergo dovremo cercare in qualche modo di intruf..”
“Aspetta.” Draco era abbastanza risoluto “Non c’è alcun bisogno di intrufolarsi da nessuna parte. Ho io il modo. È giunta ora che accetti l’invito di Piton di andarlo a trovare nel suo ufficio.”
“scusa ma prima non stavi sempre da lui? È anche il tuo padrino. Pensavo ti fosse simpatico.”
“Prima che iniziasse ad essere strano. Non so più cosa pensare di lui dopo che lui e mia madre hanno parlato questa estate prima dell’inizio della scuola. So solo che è diventato stranamente protettivo, non che prima non lo fosse ma…lui sa quello che devo fare, sa cosa significa per me e …credo non voglia che lo faccia! Cioè.. lui è dalla nostra parte…almeno Tu-sai-chi si fida di lui.”
“io credo che tu ti fideresti di lui anche se Tu-Sai-Chi non lo facesse…perdinci!  ti ha insegnato tutto quello che sa sulla Legilimanzia, non è quel genere di cosa che si insegna a chiunque. Per quanto riguarda il resto del tuo discorso…Sei consapevole del fatto che se non mi dici cosa cavolo devi fare tutti questi ragionamenti sono solo aria al vento, vero?!” Blaise sembrava abbastanza irritato.
“meglio così” fu la sola risposta del biondo.
 
 
Uscirono dalla stanza delle necessità a si diressero verso l’aula di difesa contro le arti oscure. I corridoi erano affollati come ogni mattino, nonostante ciò Draco non riuscì a non notare una chioma rossa che, come di consueto, correva per le scale inciampando in ogni dove e contro chiunque arrabbattando un frettoloso “scusami”. Senza neanche pensarci due volte Draco prese la bacchetta e scrisse magicamente su di un foglietto “possibile che tu sia sempre in ritardo? Spero vivamente che stasera sarai puntuale. Ti attendo al solito posto alle 10 in punto. Cerca di essere puntuale almeno stasera! ” Il foglietto si trasformò in un piccolo uccellino di carta che volò nella borsa della giovane grifona la quale, a quanto pare, non sospettava nulla.
“Dra ma che fai dietro questa colonna?! Ti vuoi muovere? Ricordati che devi anche parlare con lui dopo la lezione.”
“Shhhhhhhhh!!” gli occhi del biondo lo fulminarono e Blaise alzò le mani in segno di resa:
“dai che non mi ha sentito nessuno. Muoviamoci comunque.”
 
 
Ginevra Weasley arrivò come sempre in ritardo a lezione.
“Mi scusi professoressa McGranitt, le assicuro che non si ripeterà.”
“Signorina Weasley è ciò che le sento ripetere da cinque anni ormai.”
Ginny abbozzò un sorriso forzato di scuse e andò a sedersi accanto a Luna. Quel giorno avrebbero fatto lezione insieme ai corvonero.
L’amica, quando la vide sedersi accanto a lei, che era rimasta sola in un banco in prima fila, le riservò uno dei suoi sorrisi più belli e poi continuò a prendere appunti sulla lezione.
Ginny fece cadere rumorosamente per terra il suo zaino ormai logoro, la professoressa la guardò alzando un sopracciglio ma non proferì parola in merito.
Allora la ragazza, ormai rossa in viso, prese bacchetta, libri, pergamena e piuma, fu allora che lo vide. Un uccellino di carta, Hermione li chiamava con dei nomi strani, origal…origas…Ah si origami!, sbucò fuori dal suo zaino e iniziò a volare per l’aula. Tutti si misero a ridere e la professoressa McGranitt si voltò furente per capire il motivo di tali risate:
“Cosa sta succedendo?!” più di venti paia di occhi si spostarono dall’esserino di carta in volo a Ginevra Weasley. “signorina Weasley! È lei l’artefice, presumo bene?! A quanto pare i suoi fratelli l’hanno contagiata a dovere per il gusto degli scherzi!!” la McGranitt era ormai rossa in viso, sebbene cercasse si mantenere un temperamento controllato.
“No…professoressa…io non so di cos…chi…davv..” Ginny cercava di dare una spiegazione anche se con scarsi risultati.
 “Suppongo che una settimana in punizione servirà a correggere queste sue nuove abitudini. Venga dopo nel mio ufficio per parlarne. E faccia scendere quell’uccello da lì!”
Ginny ormai era diventata dello stesso colore dei suoi capelli, non sapeva cosa fare, era come pietrificata. Luna fece scendere con la bacchetta il foglio che, una volta sul banco, si aprì rivelando il suo contenuto.
“Ginny chi è che devi vedere stasera alla solita ora?!
“Oh cavolo!”
“MMh credo tu debba raccontarmi un po’ di cose…”
“SIGNORINE! SILENZIO PER FAVORE!”
 
La McGranitt le aveva asseganto una punizione odiosa…avrebbe dovuto ripulire alla babbana tutte le sfere della Cooman nella torre di divinazione alle 9 ogni sera per tutta la settimana. Quell’aula circolare, in cui vi era un perenne odore di incenso e di fiori le dava alla testa.  Per di più lavare le sfere con un secchio d’acqua, il sapone e un panno di stoffa era il male minore…non sarebbe potuta andare all’appuntamento con Malfoy e non sapeva nemmeno come avvertirlo. E ora? Lui avrebbe pensato che lei non era andata volontariamente …oppure forse quello era un bene… sarebbe andata se non ci fosse stata la punizione? Ancora non lo sapeva… forse si, ma cosa poteva mai volere lui da lei?! Però non avvertirlo dopo quel biglietto non le sembrava cortese.  Bisognava ammettere anche che se lei era in quel pastrocchio era anche a causa sua!! Anzi, era SOLA causa sua! Non avvertirlo era il minimo. Così avrebbe imparato la lezione! E per di più lei non era certo una che gli moriva dietro! Che le importa di ciò che avrebbe creduto il figlio di un mangiamorte! O forse…le importava… non potè che pensare a ciò che aveva provato con quel semplice bacio… tutto era confuso. Dopo le lezioni pomeridiane Luna l’avrebbe aspettata in biblioteca per studiare e non aveva ancora idea di cosa le avrebbe detto.
 
Draco aspettò che tutti fossero usciti dall’aula di difesa contro le arti oscure prima di avvicinarsi al professor Piton.
“Draco, noto che finalmente ti sei deciso a venire.” Esordì impassibile.
“Si, perché ho bisogno del suo aiuto.”
“Mi era sembrato di capire che non lo volessi.”
“E’ diverso da ciò che lei crede. Devo riparare una cosa, per farlo ho bisogno di alcuni manuali custoditi nella sezione proibita. Ho bisogno del permesso di un professore.”
“Di cosa si tratta?”
“Non le importa.”
“Insolente! Certo che mi importa! Io posso e devo aiutarti!” i tratti di Piton non si erano distorti sebbene iniziasse a infuriarsi.
“Perché tanta insistenza?! Vuole farlo lei, non è così? Vuole la gloria, non è vero?! Beh io potrei anche farglielo fare, ma a mio padre non ci pensa?! Compiere la mia missione farà rinsavire il nome della mia famiglia! Pensavo sarebbe stato dalla mia parte?!”
“Draco tu non sai molte cose… io ho promesso a tua madre con un giuramento infrangibile che ti avrei protetto… che se tu non avessi potuto, avrei compiuto io stesso- e marcò quelle parole- l’atto che Lui ti ha detto di eseguire!”
“COME?! MIA MADRE AVREBBE FATO COSA?! LEI MENTE!”
“e invece no Draco. Lei non voleva che tu dovessi fare qualcosa che non vuoi fare sul serio.”
“CHI LE HA DETTO CHE NON VOGLIO?!!” ormai Draco urlava.
“non ora. Ne parleremo stasera nel mio ufficio.”
“no…stasera non posso…”
“Hai di meglio da fare, forse?! Alle 9 nel mio ufficio, Draco.”
 
 
Ginny e Luna stavano già studiando da un po’ quando Luna posò la piuma e  disse:
“Perché non mi hai detto che ti vedi con qualcuno? Pensavo che Dean fosse storia passata…”
“infatti non è Dean… è Draco Malfoy” Ginny si morse il labbro.
“Mmh vedo un sacco di nargigli nella tua mente, ti avranno messo in subbuglio la mente.”
“Emh forse…”
 
 
Quella sera i pensieri di Ginny e Draco viaggiavano sulle stesse frequenze.
Probabilmente non sarebbero potuti andare all’incontro e non sapevano se pensare che fosse un caso o un segno del destino e se prendere la cosa in modo positivo o negativo.
 
 
 
Erano entrambi in sala grande per la cena e i loro sguardi indugiavano frettolosamente l’uno sull’altra di tanto i tanto in modo quasi impercettibile. Quasi era il termine tecnico. Dietro due lenti tonde qualcuno aveva notato quelle occhiate che erano lanciate da un lato all’altro della sala grande e non ne era affatto felice.
All’uscita del salone:
“Ginny, posso parlarti due minuti?”
“Certo Harry, dimmi.”
I due si sedettero dietro due colonne su una panchina di pietra bianca.
“Ginny scusa la schiettezza ma… ti vedi con qualcuno?”
La ragazza divenne paonazza.
“Emh Harry non credo siano questi fatti che ti riguardano.” D’altronde che risposta avrebbe potuto dare?! Tra lei e Malfoy non c’era niente, si erano visti per caso una sola sera e molto probabilmente l’episodio non si sarebbe neanche ripetuto. Harry  si fece coraggio e continuò:
“aspetta, io devo dirtelo almeno una volta…Ginny…” prese un lungo respiro  “Ginny tu mi piaci. E anche tanto. So che per te non è lo stesso ma io dovevo dirtelo.”
“Harry …non sai quanto mi dispiace… tu per me sei come un fratello…”
“non devi aggiungere altro.” Il ragazzo aveva i tratti del volto pietrificati.
Lei non seppe mai che, voltatosi, il volto del giovane sarebbe stato rigato da calde lacrime.
 
 
 
 
Ginny era nella torre di divinazione, aveva quasi finito sotto l’occhio indagatore di Gazza. “Ho quasi finito, che ore sono?”
“Cosa vuoi ne sappia?! Muoviti e non schizzare Mrs Purr, si irrita quando la bagnano!”
La ragazza guardò l’orologio, erano già le 10 e 45…ormai aveva fatto tardi.
Ciò che Ginny non sapeva è che Draco in quel momento era nella stanza di Piton già da diverse ore.
 
 
“Draco io ti posso aiutare. Ucciderlo non sarà impresa facile, ma ciò che mi preoccupa di più sono le ripercussioni su… su di te.”
“Crede che non lo sappia?! Crede che ne sia felice?! Io non ho mai avuto scelta!”
“Lo so Draco, ma questa volta non sei solo.”
“Non è vero! LEI VUOLE SOLO LA GLORIA PER SE’!”
“Draco non dire sciocchezze! Almeno dimmi che piani hai, come vuoi agire.”
“Ancora non lo so… forse dopo potrei anche aver bisogno dei suo aiuto…per ora ho solo bisogno che firmi questo.” Gli passò davanti un foglio.
“vuoi cercare qualcosa nel reparto proibito. Cosa vuoi cercare? io posso aiutarti a trovarlo.”
“Non crede di essere pronto a dirle dei miei piani. Le basti sapere che devo riparare un oggetto danneggiato dalle arti oscure.”
“ma cosa? Di cosa stai parlando? Può essere pericoloso.”
Draco emise un lungo sospiro.
“E’ un armadio svanitore. Crea un passaggio da fuori e dentro il castello, ma va riparato.”
Piton rimase impassibile ma le sue mani strinsero i bordi dell’abito.
“E a cosa ti serve un passaggio?”
“beh non è ovvio no? Zia Bella vuole essere presente a quando compirò la missione.”
Piton era notevolmente a disagio, stava balbettando qualcosa per poi concludere: “Capisco. Ora vai. È tardi, sono già le 11 passate. Per il libro ripassa la settimana prossima, ti darò qualcosa io”. Draco si congedò.
 
 
Aveva ancora in mente le parole di Piton quando si ricordò del suo appuntamento con Ginny… Morgana! Erano già le 11 passate, in ritardo di un’ora quando lui stesso le aveva detto di essere puntuale. Si diresse nel luogo dell’incontro e non trovò nessuno. Si sedette sul muretto, si lasciò accarezzare dal vento freddo di settembre che gli spettinava i capelli. In quel momento fu assalito dai pensieri. Uccidere…marchio…nessuna scelta…destino segnato…sentì le lacrime scendere e allo stesso tempo asciugarsi col vento.
“Lo so, lo so, sono in un ritardo pazzesco ma non è il caso di piangere per questo, non credi?!” La rossa aveva il fiatone e si teneva il fianco con una mano.
 
 
 
#in caso non abbiate riconosciuto la canzone si intitola “Because the night” di  Patti Smith  e se qualcuno gradisce la traduzione della strofa citata è la seguente:
Prendimi ora qui come sono,
stringimi forte, cerca di capire
il desiderio è fame, è il fuoco che respiro
l’amore è un banchetto di cui ci nutriamo
vieni qui ora, cerca di capire
come sto quando sono nelle tue mani.
Prendimi la mano, vieni sotto le coperte
Non ti possono fare ora del male,
non possono, non possono farti del male ora
perché la notte è di chi si ama,
perché la notte è del desiderio
perché la notte è di chi si ama,
perché la notte è nostra.”



 
 
 Buonasera e ben ritrovati! Spero che questo quarto capitolo vi piaccia e vi diverta leggerlo almeno la metà di quanto ha divertito me scriverlo.
È un po’ più lungo del solito e confido che da ora saranno tutti di questa lunghezza, non di meno.
 Ringrazio meryforever91 per aver recensito lo scorso capitolo e che segue la storia. Grazie di cuore, davvero. Sono anche riuscita a pubblicare prima.
 Detto ciò, saluto tutti i lettori, anche quelli silenziosi e li ringrazio per essere qui a leggere ciò che scrivo, siete davvero preziosi per me.
Invito come sempre, chi volesse, a lasciare un commento.
Un bacio ad ogni lettore e alla prossima!

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Capitolo 5
*** Un cavallo e un cigno ***


CAPITOLO CINQUE
“UN CAVALLO E UN CIGNO”
Draco era immobile, di spalle. Si girò di scatto al suono di quella voce con gli occhi sgranati e la bocca aperta, l’ombra di un sorriso sul volto. Sentì il cuore prendere un ritmo diverso.
“sei venuta!”
“certo! Non potevo proprio mancare dopo quella figuraccia che mi hai fatto fare con quel bigliettino volante!! E per la cronaca, a causa tua, mi sono beccata una punizione dalla McGranitt! Ora mi devi un favore” e fece una linguaccia sedendosi sul muretto insieme a lui. Poi continuò:
“allora dimmi. Cosa ti turba per far scendere quelle lacrime? Hai ancora gli occhi arrossati”
“io piangere?! Ma cosa blateri! Vado via.”
“ma come! Mi hai detto tu che ci saremmo visti qui stasera.”
“Hai ragione, ma ormai è tardi, in più non sto tanto bene…questo non è un periodo semplice per me…” cavolo! No no no…non doveva raccontarle queste cose… ma lei sapeva trasmettergli una strana calma e un senso di tranquillità, come se nulla di male potesse accadergli in quel momento. Ciononostante non riuscì a continuare a parlare. Era già dura riuscire a prendere coscienza di ciò che stava accadendo nella sua vita, non ne parlava nemmeno con sua madre o Blaise, ora di certo non ne avrebbe parlato a lei.
Ginny sembrò quasi leggergli nei pensieri e così disse:
“Allora credo tu abbia bisogno di pensare ad altro ora, no?” le labbra si allargarono in un caldo sorriso, luminoso. Aveva un odore di rose, lei era come una rosa bianca in quell’oscurità. Gli piaceva quell’odore. Lo riportava con la mente a quando ero piccolo e restava per ore nella serra di sua madre, piena di rose. Nonostante i domestici e i giardinieri, Narcissa si occupava da sola delle sue rose. Era non solo un passatempo, ma una passione. E lui la guardava sempre prendersene cura. All’epoca era tutto diverso, lui era incosciente su ciò che è la vera vita. Ora quella serra era abbandonata a se stessa. Si ricordò di esserci entrato quella estate e non aver visto altro che piante incolte. Si ridiscosse da quei pensieri e sorrise per dire:
“hai proprio ragione. E si, questa è l’unica volta che mi sentirai ammetterlo.” rise per la prima volta quel giorno. “allora cosa vuoi fare, Ginevra?” alzò un sopracciglio con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Vuoi che usciamo a inseguire la fugace tentatrice?
“Ma di cosa stai parlando?” lei era perplessa.
“L’avventura, Ginevra” le sussurrò in uno orecchio. Prese poi a solleticarle il collo con una mano. Si trovò ad ammirare la sua pelle candida, liscia e vellutata.
Ginny arrossì leggermente a quel contatto e rise nervosa:
“ma siamo già fuori.” Era un po’ perplessa.
“Si ma credo tu non abbia mai volato di notte oltre le mura del castello.”
Lei era scioccata…doveva accettare? Non si fidava fino a quel punto…eppure aveva voglia di seguirlo.
“Mi farai ammattire!” rise anche lei “non ho altro da dirti che evocare la tua scopa e io la mia!” proferì coraggiosamente.
“Mi sciocchi così! Ah quanto coraggio grifondoro! Ma credo che una sola scopa possa bastare.” Aveva una strana espressione in viso. “Accio scopa!” la sua nuova Nimbus arrivò dopo qualche attimo e lui vi saltò su con un agile balzo mettendo in evidenza i muscoli sotto la camicia nera forse un po’ troppo attillata. Aveva un aspetto dionisiaco alla luce della luna e sebbene Ginny fosse solitamente più razionale, con lui perdeva il controllo. Draco gli tese la mano per farla salire insieme a lui.
“Ti sembrerà folle ma…ti fidi di me?”
Lei rise forte e di gusto:
“A questo punto non credo abbia importanza! Ma la prossima volta guido io!”
Afferò la mano di Draco e con un balzo si sedette.
“Dove mi porti?” la curiosità era fin troppo evidente nella sua voce.
“Lo scoprirai presto!” e schizzò a tua velocità. Volò in alto, sentirono il vento tra i capelli, quella sensazione di adrenalina febbricitante mentre lei si stringeva a lui. Inizialmente era stato solo un tocco lieve.
“Ti dispiace se …”
“Come scusa?”
“ti dispiace se mi tengo a te?” chiese la ragazza un po’ imbarazzata.
“Ma figurati. Anzi, mi fa piacere che finalmente mi abbracci.” Rise Draco “Mi chiedevo quando lo avresti fatto.” Aveva sul viso quel suo  sorriso sghembo.
“Ah Ah Ah… molto divertente pomposo di un serpever..AAAAAAH” non ebbe tempo di continuare la frase che lui accelerò bruscamente e la giovane dovette stringersi di più a lui per non cadere. Sentì sotto le mani gli addominali scolpiti di Draco, la fece arrossire e sentì il cuore battere con un nuovo ritmo.
“così impari a insultarmi!” disse ridendo il giovane. Era fin troppo felice in quel momento e il contatto con la ragazza lo intrigava troppo.
Sorvolarono il castello, attraversarono il lago Nero alla luce della luna e passarono la foresta proibita. Una volta oltrepassata questa, Draco si recò verso una piccola radura. Era magica a quell’ora della notte! Le lucciole producevano strani ma affascinanti giochi di luce. Gli alberi posti in maniera circolare creavano come una bolla in quel piccolo angolo di paradiso attraversato da un piccolo ruscello su cui si rifletteva tremolante la luna. Si sentiva solo il verso di qualche gufo insieme allo scorrere dell’acqua.
“Ma come hai trovato questo posto?” Chiese meravigliata Ginny una volta scesa dalla scopa. Fece un giro su se stessa, con la bocca aperta per lo stupore, per ammirarne la bellezza. Lui la guadava entusiasta. Aveva avuto voglia di stupirla e a quanto pare vi era riuscito.
“Mi piace vagare di notte, è tutto più speciale.” Poi evocò una soffice coperta rossa a quadri e vi si sdraiarono sopra a testa in su per ammirare le stelle.
“Qual è il tuo pensiero felice?” Chiese Ginny di botto.
“pensiero felice?”
“Si, il tuo pensiero felice. Se ti va di dirmelo, insomma. Quando impari a evocare un patronum è grazie a un pensiero felice. Io quando sono triste penso a qualcosa in particolare che mi possa far sentire meglio. Uno di quei ricordi che ti riscaldino il cuore e ti facciano sentire protetto da una strana felicità. Poi evoco il mio patronum e lo guardo finché non si dissolve come una nuvola di fumo.”
“aspetta!!Tu sai evocare un patronum?! Ma chi te l’ha insegnato? Quella è magia da M.A.G.O.!!”
Ginny si morse la lingua...accipicchia!! aveva parlato troppo senza pensarci!
“Lascia perdere come lo so…ma quindi qual è?”
“come faccio a saperlo se non ne ho mai evocato uno? Dai insegnami!”
“Non se ne parla proprio…”
“E perché? Che ti costa, dai”
Ginny sbuffò ma senza perdere il buonumore:
“E va bene! Come vuoi. Teoricamente non è complicato. Devi pensare  a qualcosa di veramente felice, un ricordo talmente potente in grado di colmarti. Una volta che avrai lasciato che esso scorra in te, potrai riuscirci. Ma hai bisogno di molta concentrazione. Inizialmente è dura, a me uscivano solo leggeri sbuffi di fumo.” Finì la grifondoro. Lui aveva ascoltato tutto pensando che oltre ad essere di una bellezza disarmante, quella ragazza doveva essere una strega eccezionale, era un anno più piccola di lui e era già riuscita in una magia di quel livello. Chissà chi doveva avergliela insegnata…forse i suoi fratelli, d’altronde ne aveva molti ma alcuni non vivevano più in Inghilterra, Lenticchia era una capra, forse i gemelli. Poi i suoi pensieri lo portarono all’anno precedente a quando lui e la Umbridge avevano trovato un mucchio di studenti ad allenarsi nella stanza delle necessità, con quel Potter a guidarli. Sempre lui di mezzo. A quanto pare doveva averle insegnato quella magia e chissà cos’altro ancora. Potter poteva essere suo nemico ma di certo sapeva che non era un imbecille, non lo aveva mai davvero considerato tale, anzi in cuor suo invidiava la sua naturale propensione per alcune materie come difesa contro le arti oscure.
Ginny attirò la sua attenzione parlando:
“Guarda come faccio io.” Chiuse gli occhi un breve istante che le permettesse di visualizzare qualcosa nella sua mente e pronunciò: “Expecto Patronum!” a gran voce. Un imponente cavallo argenteo si librò dalla bacchetta della giovane illuminando l’intera radura. Corse in quello spiazzale per poi dissolversi così com’era apparso.
“Wow…sai Ginevra è difficile lasciarmi senza parole…questa è una di quelle volte!”
“Allora visualizza nella tua mente qualcosa di felice e prova.”
“Non è semplice…” come faceva a spiegarle che non aveva neanche un ricordo abbastanza felice? Da quando Voldemort era davvero entrato nella sua vita tutto era buio.
“Tu a cosa hai pensato?”
“alla mia famiglia” sorrise dolcemente la ragazza “precisamente al nostro viaggio in Egitto. Dopo non ci sono state molte occasioni per viaggiare, ma quella volta eravamo tutti riuniti per fare qualcosa insieme.” Trasmetteva dolcezza solo a sentirla.
Draco chiuse gli occhi, pensò a sua madre e suo padre, ma non riusciva a visualizzare una vera immagine felice, era più come un ricordarne le sembianze. Provò ugualmente:
Expexto Patronum!” non accadde nulla. Niente di niente.
Si leggeva la delusione negli occhi di Draco.
“è normale le prime volte. Riprova ma cambia ricordo o intensificalo. Deve essere qualcosa di davvero potente.”
A cosa poteva pensare? Ricordare i suoi genitori non aveva fatto altro che incupirlo pensando a suo padre che era stato rinchiuso in una cella di Azkaban. Aveva avuto notizie da sua madre che Lui aveva fatto in modo che lo rilasciassero. Ciononostante non voleva dire che l’umiliazione sarebbe stata minore, anzi tutt’altro. Aprì gli occhi e vedendo il volto della ragazza si ricordo delle rose di sua madre. Di quella volta che da piccolo toccandone una si era punto e lei chinandosi bonariamente per sapere il motivo degli urli di Draco, aveva preso la sua manina paffuta di bimbo e, dandogli un bacio sul palmo gli aveva detto:
“va meglio adesso? Se mamma ti da un bacio passa tutto il dolore.” E gli aveva sorriso, come ora non faceva più. Permise a quel ricordo di colmarlo, di scorrere dentro ogni sua articolazione, prese un gran respiro e con tutta l’aria che aveva in corpo urlò:
EXPECTO PATRONUUUM!”
Ginny sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta. Era il suo solo secondo tentativo ma non c’erano sbuffi di fumo, o animali indistinti. A volare per la radura c’era uno splendido e maestoso cigno argenteo che andò a posarsi sul ruscello per poi scomparire.
“Formidabile Draco!” era davvero affascinata “e quindi un cigno, eh?”
Lui era raggiante, un sorriso gli illuminava il volto, aveva guardato esterrefatto la scena e ora quasi non sapeva cosa dire. Corse verso Ginny l’abbracciò sollevandola da terra, risero entrambi e poi la fece girare in aria.
“Draco ma cosa fai! Mettimi giù o ci faremo male entrambi!” ma lo disse ridendo, era orgogliosa anche lei del risultato e ora abbastanza rossa in viso per quella reazione.
“Ma vaaa, pensi che non ce la faccia a tenerti?” così dicendo la prese tra le braccia e lei si trovò a piedi sospesi dal terreno, le braccia intorno alle spalle di Draco e il viso a pochi centimetri dal suo. Il ragazzo poteva sentire il respiro di lei sul viso, occhi negli occhi non distolse lo sguardo.
Passarono degli attimi interminabili in cui nessuno disse alcunché o si muovesse. La presa del giovane era ben salda e lei non aveva affatto voglia di muoversi, ma anche se avesse voluto si sentiva pietrificata. Continuavano a specchiarsi uno negli occhi dell’altro. Lui sentiva il suo profumo, fu allora che parlò:
“hai un odore buonissimo, Ginevra Weasley, di rose. Potrei star qui a sentire il tuo profumo tutta la notte.”
Lei era imbarazzata e ogni volta che ciò accadeva sembrava facesse di tutto per divincolarsi da quella situazione per poi pentirsene. Rise nervosamente con le guance quasi più rosse dei suoi capelli.
“nessuno lo nota mai… è abbastanza lieve. Detesto quegli odori invadenti. Comunque ora che hai dato prova della tua straordinaria forza alzandomi”, lo canzonò lei, “potresti anche farmi scendere, non trovi?”
Lui la liberò a malincuore, ma non le lasciò la mano. Si guardarono negli occhi ancora qualche istante e Ginny pensò che se non avesse spostato lo sguardo il suo cuore sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro. Si poteva morire di batticuore?! Lui gli faceva un effetto intorpidente. Sicché la ragazza, volendo eliminare quell’imbarazzo appena creato disse:
“Vedi ora mi devi ben due favori.” E sorrise raggiante.
“Dio mio! Devo due favori a una Weasley! Il prossimo passo è il linciaggio.” Scherzò lui e iniziarono a ridere, lei gli diede un pizzicotto sul braccio a scherno come risposta.
“ah è così che la metti Weasley?! E guerra sia allora!” e ridendo le si fiondò addosso per farle il solletico.
“non è giusto così!!” riuscì a tuonare lei scossa dalle risa. Persero l’equilibrio e caddero a terra. Ginny si trovò ad essere schiacciata dal peso di Draco che la guardò in viso, vide il rossore delle sue guance e disse:
“Forse è arrivata ora di andare.” Aveva un sorriso sul volto, sarebbe voluto rimanere ma ormai era tardi.
Si scostò da lei e si sdraiò al suo fianco, guardò l’orologio e scattò in piedi.
“Merlino! Sono le tre passate!!”  come aveva fatto il tempo a trascorrere così velocemente davvero non sapeva. Ginny si alzò e insieme salirono sulla scopa per tornare al castello.
Questo volo fu diverso ma si tennero stretti egualmente.
Arrivati sulla terrazza dove tutto era iniziato lei scese dalla scopa e fece per andarsene ma Draco la fermò tirandole un braccio.
“Ehi Ehi aspetta, un minuto in meno o uno in più non cambierà nulla.”
“mmh veramente è proprio tardi ed è meglio che io vada…”
“così?”
“così come?”
“insomma senza nient’altro?”
Lei lo guardò accigliata con una espressione confusa in viso “spiegati meglio.”
“Va bene.” E sul viso del ragazzo comparve quel sorrisetto sghembo che faceva perdere il respiro alla giovane.
Ancora confusa Ginny vide Draco avvicinare il suo volto al suo. Adagiò le sue labbra su quelle di lei. Ciò che nessuno avrebbe mai immaginati fu la reazione di lei.
Avvolse velocemnete le sue braccia intorno al collo di lui, immerse le dita nei capelli biondi del ragazzo, al che a lui sfuggì un leggero risolino e l’attirò maggiormente a sé facendo aderire ogni parte del suo corpo con quello di lei, le porto una mano alla nuca e si impossessò dei suoi capelli. Divenne un bacio urgente, carico di desiderio, le loro lingue si incontrarono e si scontrarono più volte. Ginny sentiva fuoco ovunque. Sempre quello stesso fuoco che solo Draco sapeva generare in lei. Si fermarono ansanti, risero leggermente e lei gli baciò una guancia per sussurrargli all’orecchio:
“spero che questo saluto ti sia piaciuto. Buonanotte.”
“non vuoi che ti accompagni? Mi sentirei più sicuro se ti vedessi entrare nel dormitorio.”
“tranquillo, me la caverò benissimo sola” fece una linguaccia ma poi sul viso comparve un’espressione corrucciata.
“Che succede? Qualcosa non va?” Draco sembrava preoccupato, le riprese le mani.
“No tutto bene, anzi stasera è stata stupenda, davvero.” Draco le sorrise di risposta e chiese:
“Ma..?”
“ma adesso abbiamo complicato tutto… sai meglio di me come sono i rapporti tra le nostre famiglie… poi là fuori ora tutto è diverso…”
Draco sospirò chiudendo gli occhi e mettendo la fronte su quella di lei, le mani ancora intrecciate. Lui sapeva meglio di lei quanto tutto fosse complicato. Sentiva pulsare sotto la manica sinistra della camicia in modo martellante. Si sentiva frustrato. Lei si stava rivelando una vera sorpresa, in ogni senso. Non voleva più considerarla come una distrazione, era qualcosa di più. Nonostante ciò gli era impossibile sbilanciarsi. Non poteva andare oltre ma voleva. Non poteva voltare le spella a suo padre, sua madre. Non gli importava di ciò che aveva sul braccio. Non gli era mai importato sul serio. Ma ora tutto stava mutando. Innanzitutto Lui non avrebbe dovuto saperlo, o avrebbe mandato a monte la sua operazione. Quella missione che ora gli stava tornando alla mente…ma ancora aveva tempo. E una volta compiuta? Ginny non lo avrebbe più degnato di uno sguardo e ciò che c’è di peggio, forse un giorno si sarebbero travati a combattere l’uno contro l’altra.  Non ne avrebbe mai avuto la forza. Scacciò quel pensiero orribile e in quel momento così assurdo.
Tornò a concentrarsi su Ginny.
“Lo so…ma ora almeno cerchiamo di goderci quest’anno insieme.”
“la cosa migliore però è tenercelo per noi, sarebbe troppo complicato per tutti.”
Draco era confuso, sapeva che era la cosa giusta ma gli sembrava strano che lei fosse stata ad avere quell’idea. Se la sarebbe aspettata da lui ma non da Ginny.
“Ginevra?”
“Mmh?”
“non sei come mi aspettavo.”
“neanche tu.”
Risero entrambi, si staccarono per congedarsi.
 
 
 
Tornati ognuno nei propri dormitori, sia Draco che Ginevra non riuscirono a chiudere occhio.
Ginny aveva passato la notte ad ascoltare musica e il mattino si trovò con delle profonde occhiaie. Aveva pensato a Draco ovviamente. Aveva paura di tutto quello che stava accadendo, aveva paura di affezionarsi a lui e poi doverlo perdere. Era una storia impossibile. Nulla aveva senso. Draco pensava le medesime cose e non sapeva come uscirne. Ciò che entrambi non sapevano è la piega che le cose avrebbero preso nel corso di quell’anno, del tutto imprevedibile.
 
 
 
 
 
Ben ritrovati!! Spero possate perdonare l’enorme ritardo!
Per quanto non mi piaccia cercare scuse vi garantisco che questo ritardo è stato causato dalla linea che purtroppo non ho più avuto per settimane in casa e non sono riuscita a trovare una qualsiasi wifi disponibile, per di più se avessi pubblicato dal cellulare non sarebbero usciti gli spazi come per i capitoli uno e due.
Parlando di cose serie, per rimediare in settimana pubblicherò più capitoli.
Spero che questo non lo abbiate trovato noioso e io sono ora ansiosa di farvi leggere il seguito perché ci saranno molti colpi di scena e alleanze insolite.
Bando alle ciance!! Non vi rivelerò null’altro!!
Vi esorto a commentare numerosi e come sempre ringrazio tutti coloro i quali abbiano avuto la pazienza di leggere tutto.
A presto cari,
baci e alla prossima!
 
 
 

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