I'm in love with my best friend

di Ale_Larry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE I ***
Capitolo 2: *** PARTE II ***
Capitolo 3: *** PARTE III ***
Capitolo 4: *** PARTE IV ***
Capitolo 5: *** PARTE V ***
Capitolo 6: *** PARTE VI ***



Capitolo 1
*** PARTE I ***


2012
Conoscevo Louis da due anni ormai, era il mio migliore amico, e quell’estate lo costrinsi ad accompagnarmi al campeggio che ogni anno veniva organizzato dalla nostra comunità. Lì incontrò Eleanor, una ragazza. Da quando li vidi insieme, non so’ come sia stato possibile ma.. lo stomaco bruciò e quando li vidi baciarsi capii. Mi ero innamorato del mio migliore amico, ed avrei portato questo segreto con me nella tomba, non volevo rovinare nulla tra noi, non potevo sopportare di perderlo per.. una cotta, perché era quello che era, e sarebbe passata presto, o almeno credevo.
2014
“Ci vediamo stasera?” speravo mi dicesse di si, non avrei sopportare che mi dicesse di no, di nuovo, per quella, per la sua ‘ragazza’. Non la sopportavo, cercava in ogni modo di rendersi gentile, era troppo mielosa e non sapeva nemmeno cosa piacesse a lui.
“No stasera ho promesso a El di portarla al cinema” sospirai,
“Ma se neanche ti piace il cinema!” colpito e affondato,
“lo so Hazza ma devo”
“non è così che funziona una relazione” dissi sospirando “comunque se cambiassi idea sai dove trovarmi”, rispose con un sì ed io riattaccai. Mi aveva dato di nuovo buca per lei.. iniziarono a bruciarmi gli occhi ma mi costrinsi a non piangere. Avevo provato a dimenticarlo, a stare con altre persone, ragazze.. ma nulla, nessuno era interessante quanto lui. Erano passati ormai due anni, e da ormai lo stesso tempo io stavo male ogni volta che loro uscivano, andavano in vacanza insieme. Non sopportavo di vederlo con lei.
We’re not, no we’re not friends, not have we ever been
We just try to keep those secrets in our lives
And if they find out, will it all go wrong?
I never know, no one wants it to
19 maggio 2014, giovedì
Erano le 10:55 di mattina e non riuscivo ad alzarmi dal letto. Non avevo sentito Louis da quando era uscito con ‘El’, sicuramente avevano passato la notte assieme, a questo pensiero mi si strinse lo stomaco e mi sentii malissimo. Se solo lui sapesse, forse sarebbe cambiato qualcosa, forse se glielo avessi detto lui mi avrebbe detto che anche per lui era così e che vedermi con gli altri lo faceva star male come me, che vedermi buttare le mie relazioni a caso solo per non stare solo non era giusto, che aveva bisogno di me come io di lui, forse… erano tutte paranoie, non sarebbe mai successo. Eravamo migliori amici da quasi 5 anni, troppo tempo per accorgersene solo ora.
‘La verità, e la realtà, feriscono. Quindi mentiamo.. a tutti, ma specialmente, a noi stessi. –Grey’s Anatomy’
Ore 15:30 p.m
C’eravamo trasferiti a Londra insieme, poi lui era andato a vivere per conto suo, dicendo che Eleanor si infastidiva ad avere altre persone per casa quando stavano insieme- beh sarebbe potuta andarsene lei. Così si era trasferito, avevamo venduto casa e fatto metà per uno per comprarne due diverse. Ne avevo travata una con un prato dietro casa dove avevo fatto mettere una piccola piscina per l’estate, ed avevo portato una porta da calcio all’entrata principale, Louis amava il calcio ormai ci vedevamo solo per scambiare qualche passaggio prima che lui uscisse con lei. Stava cercando di allontanarlo e non capivo il perché, avevamo discusso una volta dicendo che lo conoscevo da più tempo e lei dicendo che lo amava aveva vinto, ma anch’io lo amavo, più di lei, più di quanto potesse immaginare, per questo lo stavo lasciando libero, volevo avesse il suo tempo. Temevo lei lo avesse capito, perché da quel giorno non lo aveva più lasciato una sera libero. Come non poteva capire quanto stavo male, come non poteva capire quanto lo amassi, eppure, non si accorgeva di come cambiavo espressone e tono quando parlava di lei, di quanto fossi geloso quando mi diceva che avrebbero passato il fine settimana o le vacanze fuori? Come non poteva vedere le lacrime nei miei occhi quando mi disse che erano stati insieme. Come non poteva vedere quanto io ci fossi sempre per lui, quanto ogni abbraccio era più forte per paura di perderlo. Quanto cadevo, quanto mi sbriciolavo ogni attimo di più ogni volta che nominava il suo nome..
“hey ma ci sei?” mi chiamò “stavo dicendo che stasera possiamo uscire e andare da Liam e Zayn al bar, Eleanor è fuori..”
“così la mammina ti ha dato la libera uscita?” calciai il pallone verso di lui,
“no sa che vedrò la partita con Niall”
“bugiardo” mi misi a ridere,
“si ma lei non lo saprà giusto Harold?” calciò verso di me, forte, io la parai e poi mi venne addosso buttandomi a terra ridendo e facendomi il solletico. Scoppiammo a ridere,
“smettila Lou non puoi approfittartene solo perché sei più grande”
“si che posso e lo farò”
So I could take the back road
But your eyes’ll lead me straight back home
And if you know me like I know you
You should love me, you should know
ore 20:43 p.m
Ero dentro il locale con Niall già da 20 minuti in attesa dell’arrivo di Louis, con noi c’era anche Ed, un ragazzo dai capelli rosso fuoco che Louis non sopportava molto, mi piaceva credere che lo detestasse perché io e lui andavamo molto d’accordo, mi piaceva credere che fosse geloso di noi..
“ah ce l’hai fatta ad arrivare!” esultò Niall. Finii di bere il sorso di birra e mi alzai per salutarlo.
“dov’eri finito?” quando lui si girò dietro di lui senza rispondere vedemmo tutti Eleanor, non potevo crederci.
“credevo avessi da fare stasera?” non mi importava di apparire scortese, stava sempre in mezzo,
“quando il mio Lou mi ha detto che usciva ho voluto unirmi, spero non vi dispiaccia..” disse con la sua voce irrimediabilmente troppo alta, e con un sorrisino fastidioso. ‘il mio Lou’ avrei voluto strozzarla seduta stante,
“prego” fece segno Ed ridendo sotto i baffi voltandosi verso di me, io alzai gli occhi al cielo, era l’unico che sapesse della mia ‘cotta’ per Louis e di quanto non sopportavo Eleanor.
-*-
Il pub si stava riempiendo e Liam e Zayn da quando eravamo lì si erano fermati giusto dieci minuti per i saluti e qualche battuta su ‘quanto quel posto non fosse adatto ad una ragazza’, ed io concordai, lei si strinse di più al braccio di Louis dicendo che non gli importava. Notai lui alzare gli occhi al cielo portandosi il bicchiere di birra alle labbra.
Ovviamente i miei amici sapevano delle mie, diciamo, preferenze ma non gli importava, l’unico con cui non avevo approfondito l’argomento era Lou, il mio Lou, sapevo ovviamente che neanche a lui importava ma..
“scusami”
Mi girai quando mi sentii toccare una spalla. Un ragazzo, alto si e no 1,85 o poco più, capello scuro e corto , si stava strofinando la nuca come  facevo io quando ero nervoso, era carino,
“ciao” risposi dopo un po’,
“mi chiedevo s-se ti andava un drink?” sorrise timido “mi chiamo Xander comunque” allungò una mano, la strinsi, ma prima che potessi dire qualcosa, qualcuno si intromise, era inevitabile non riconoscere la sua voce,
“sei cieco, non vedi che sta già bevendo” disse Louis sprezzante, o a me parve così,
“scusalo Xander, la mamma non lo lascia libero la sera” si ero brillo, e si volevo che lei sentisse, mi alzai “lo accetto volentieri, Harry, piacere mio”, gli sorrisi, la testa girava un po’, erano le 22 passate ormai. Ci avviammo al bancone e lui ordinò due drink che ci passò Zayn facendomi l’occhiolino e scuotendo la testa. Ci avviammo al suo tavolo e ci accomodammo,mi girai per cercare Louis, stava bevendo un altro bicchiere di non so cosa e quando alzò lo sguardo verso di me mi rigirai di scatto,
“scusa hai detto qualcosa?” chiesi sporgendomi sul tavolo, il ragazzo scosse la testa sgranando gli occhi, alzai il bicchiere verso di lui e mimai un grazie con le labbra. Il drink finì nell’arco di 15 minuti interrotto da una chiacchiera e l’altra, volevo di nuovo i suoi occhi addosso, mi stava ignorando lo sapevo, o forse i miei erano i deliri di un ubriaco innamorato,
“ti va di ballare?” urlai sopra la musica sporgendomi verso il suo orecchio. Mi ero avvicinato durante la conversazione sorridendogli un po’, ammiccando. Fece segno di sì e ci alzammo, c’era parecchia gente che ballava ma mi sentivo parecchio in imbarazzo, iniziammo a muoverci e lui mi mise una mano sul petto e si sporse verso di me, girai il viso d’istinto,
“tranquillo l’ho capito il tuo gioco” si stacco dal mio viso e mi guardò sorridendo, sembrava divertito, mi sporsi io stavolta poggiando le mani sulle sue spalle avvicinandomi,
“di che parli?”
“vuoi far ingelosire il tuo amico, e credo tu ci stia riuscendo dal momento che non scolla il suo sguardo da te da quando ci siamo alzati”
Sorrisi istantaneamente,
“anche adesso?” non potei non chiedere. Fece un cenno di si con la testa ed io buttai la testa indietro ridendo. Mi prese per mano e mi fece segno di seguirlo, ci dirigemmo verso il bagno, in effetti avevo una certa urgenza anche io. Quando entrammo la musica si attenuò,
“devi andare in bagno?” chiesi a lui, lui scosse la testa “beh io si” entrai in uno dei bagni dietro di me e liberai la vescica, che sollievo. Uscii poco dopo e vidi il ragazzo dallo specchio che mi sorrise, ricambiai, mi lavai le mani e le asciugai. Ritornai verso la porta del bagno ma lui mi fermò con una mano e mi tirò verso il muro. Sgranai gli occhi, non volevo baciarlo, le sue labbra mi toccarono appena, quando sentii la porta del bagno sbattere. Mi staccai dal bacio e vidi Louis fissarci, aveva gli occhi chiusi in due fessure e guardava lui e poi me,
“fuori da qui” disse rivolgendosi a lui. Il ragazzo guardò me pulendosi le labbra e sorrise,
“ti aspetto di là” uscì. Guardai Louis davanti a me che camminava avanti e dietro e sorrisi,
“si può sapere perché ci hai seguito al bagno?”
“non vi ho ‘seguito’” apostrofò “dovevo andarci anche io”
“prego” feci segno del bagno libero,
“ma che volevi fare è, in un bagno poi” lo disse inorridito, mi infastidì che potesse pensare questo di me,
“oh beh certo, molto meglio in campeggio a l’aria aperta”
“oh ma adesso che centra” disse esasperato,
“centra tutto Louis” adesso o mai più, ma ero impietrito, forse l’alcool che avevo in corpo mi diede un po’ di coraggio per andare verso di lui e prendere il suo viso tra le mani e baciarlo. Sentii il mio corpo formicolare e lui immobile, quando mi staccai lui era pietrificato e aveva i suoi occhi celesti sgranati, non era questa la risposta che mi aspettavo, ma almeno non mi aveva rifiutato. Non so perché ma iniziai a piangere, forse per l’alcool, perché ero stanco , uscii dal bagno piangendo e dirigendomi verso il tavolo degli latri prendendo il mio giaccone, Ed mi fermo con una mano sulla mia, era preoccupato
“stai bene?” mi chiese, non risposi “ti porto a casa?” si offrì, ma una voce alle mie spalle intervenne,
“ci penso io voi godetevi la serata” era stato Xander a parlare, lo seguii fuori verso la sua auto. Entrai e tirai su col naso asciugandomi le lacrime col dorso della mano, “stai bene?” mi chiese,
“si, non dovevi preoccuparti ci avrebbe pensato il mio amico ad accompagnarmi”
“non è un problema, volevo passare del tempo con te, sei simpatico. Allora dove ti porto?”
“a Primrose Hill, abito lì”
“okay”
Ore 00:03
Ho baciato Xander. La paranoia mi assalì appena rientrato in casa. Ero brillo quindi quel bacio non contava giusto, ma lo avevo allontanato lo avevo spinto via appena mi ero reso conto che.. era sbagliato che non era Louis. Cazzo…  avevo baciato un altro.
-*-
20 maggio 2014
Ore 06:52 a.m
Avevo baciato Louis Tomlinson. Avevo baciato il mio migliore amico per la miseria…
Avevo pianto un ora dopo aver baciato quel ragazzo ieri notte, Xander, non so perché, forse avevo voluto provare a dimenticare Louis, non che ci fossi riuscito dal momento che mi ero svegliato a l’alba… capita di sbagliare. Speravo solo di sentire Lou il prima possibile, avevo paura a chiamarlo. Deglutii a vuoto.
Non so quanto avrei dovuto aspettare Louis, ma ero certo che io l’avrei aspettato, avrei mandato avanti la mia vita, ma avrei aspettato lui a qualunque costo. La vita è amore, e senza di esso non si può essere completi. Mi ero imbattuto in relazioni senza sentimenti solo per soffocare, coprire ciò che provavo per lui, avevo detto basta. Avevo sperato mille volte che mi desse un segno che gli importasse, che fosse geloso di me, non era mai successo, avevo abbassato la testa ogni volta per la sua felicità, perché era questo l’importante, avrei sacrificato la mia felicità per la sua se solo me lo avesse chiesto. Il modo in cui mi stringeva quando mi abbracciava mi faceva tremare le ossa, il cuore in petto, mi faceva ribollire il sangue, quando mi sorrideva il mio mondo, semplicemente, si accendeva, era lui la mia luce. La luce che faceva muovere tutto. Il modo in cui mi trattava, quasi a prendersi gioco di me a volte, le carezze o i tocchi casuali mi facevano bruciare la pelle. Come potevo non definirlo amore questo se era tutto ciò che avevo. Le volte in cui avevamo dormito nello stesso letto a casa di amici per mancanza di posti e me lo ritrovavo puntualmente abbracciato a me la mattina, mi faceva sentire sveglio, con tutti i sensi.. mi spostavo prima che lui potesse svegliarsi, le volte in cui mi baciava le guance o le pizzicava chiamandomi ‘sweetcheecks’… il modo in cui mi guardava dopo. Quello era il mio mondo, mi perdevo mille volte nei suoi occhi così profondi che, quando guardava ‘lei’ impazzivo per il semplice fatto che i suoi occhi rubavano ogni suo gesto, vedevano la luce, invidiavo lei e non potei che chiedermi più volte, se fossi sparito se lui mi avrebbe cercato.
Friends just sleep in another bed
And friends don’t treat me like you do
Well I know that there’s a limit to everything
But my friends won’t love me like you
No, my friends won’t love me like you
Guardai nuovamente l’orologio sul mio comodino, erano le 07:41 a.m era ora di alzarsi, dovevo uscire avevo bisogno di aria, si, alzati da questo letto Styles.
Presi il mio paio di skinny neri e il maglione grigio da l’armadio, misi il foulard verde cachi tra i capelli e uscii. Vidi una macchina davanti il vialetto di casa ma era presto chi poteva essere. Quando si aprì lo sportello e scese il ragazzo del pub mi impietrii, che ci faceva qui:
“hey, buongiorno. Ti va di fare colazione?”
Avevo le chiavi della mia auto in mano, lui non lo conoscevo infondo ma, avevo bisogno di svagarmi e parlare con.. qualcuno. Mi ripromisi di chiamare Ed dopo la colazione, che accettai.
*
Ore 14:44 p.m
Scoppiai a ridere per una battuta stupida. Xander era un tipo apposto, sembrava divertente, mi faceva ridere e mi stava tirando su il morale,
“ti immagini la sua faccia quando gli dirà ‘hey mi piace il c…” si interruppe girandosi,
“cosa” dissi ancora ridendo puntando gli occhi nella sua stessa direzione. Louis e Eleanor davanti a noi erano appena usciti dallo Starbucks,
“Harry…” perché doveva salutarmi la ‘vedova nera’, così l’avevamo rinominata “vedo che sei in compagnia” Louis alzò gli occhi verso di me poi li posò sul ragazzo accanto, arrossì o almeno credetti,
“ciao” borbottai guardando lui, mi salutò con un cenno della testa,
“Louis mi ha detto che ti sei sentito poco bene ieri sera, ti trovo bene ora” ma che voleva?
“io.. ehm si s-sono, sto bene, più o meno..”
“si Harold adesso sta bene e abbiamo da fare scusate” Xander mi prese per mano e mi trascinò passando tra Louis e Eleanor, mi girai appena verso di lui sussurrando ‘Lou’ e vederlo alzare gli occhi nei mie; carichi di.. odio?
Mi lasciai trascinare via prima di permettermi di respirare e..
“non girarti” mi sussurrò. Ci stavo provando, ma fallii miseramente girandomi e guardando ciò che mi stordì il cuore, si stavano baciando. Lei era stretta al suo collo con il frappè in mano e lui aveva le braccia distese lungo i fianchi… non capii. Mi sentii strattonare e chiamare,
“Harry”
Mi rigirai, le lacrime iniziarono a scendere.
*
Nell’ultimo periodo era stanco. Lo vedevo. Diceva sempre che stava bene, che non era niente ma sapevo che era colpa sua.. di lei. Lo pressava. Ora io ero diventato forse un’altra preoccupazione, non volevo essere un ennesimo pensiero per lui.
Io lo vedevo con gli stessi occhi di due anni prima, quando capii che non ci sarebbe stato ritorno, per me era sempre bellissimo, con la felpa larga e tuta, con la barba poco curata perché non gli andava, spettinato (soprattutto quando era spettinato), quando era imbronciato. Non amavo nessuno più di Louis Tomlinson, non avrei amato e non avevo amato mai nessuno più di lui. Era la mia eccezione e pregavo ancora che si rendesse conto che forse io sarei potuto essere la sua. Forse se non ci fosse stata Eleanor di mezzo sarebbe stato diverso, forse, avrebbe accettato. Ma no, come potevo pensarlo, lui non era come me… lui l’amava. Lui aveva rinunciato alle serate con me per non ferire lei. Lui l’aveva portata alla nostra serata, lui l’amava e dovevo accettarlo.. prima o poi.
*
Ore 19:18 p.m
Ed, era venuto per tirarmi su dopo ieri sera. Gli raccontai della mattinata tra un trancio di pizza e l’altro, sbuffai
“è stato… non so spiegarlo ma non credo mi parlerà più” addentai il pezzo che avevo in mano,
“se ne sono accorti tutti al tavolo che è successo qualcosa, anche ..” schioccò le dita e mi indicò “come la chiami ora la ‘vedova nera’? beh lei comunque… secondo me vuole portartelo via..”
“beh non c’è voluto molto, l’ho aiutata in questo” buttai la crosta nel cartone “che fate stasera tornate al pub?”
“si ci vediamo da Lee e Zay alle 22. Vuoi venire?”
Ci pensai un attimo su,
“ci sarà anche Lou?”
“probabile” alzò le spalle con fare ovvio e morse la sua fetta di pizza,
“non lo so io, vorrei dargli spazio”
“avanti non state mica da soli, ti terrò lontano da lui”
Lo guardai per un momento prima di fare un cenno d’assenso con la testa, volevo vederlo senza lei intorno, dovevo parlargli.. senza lei intorno. Ma se non sarebbe venuto, avrei capito che dovevo lasciar perdere, ma insomma, come avevo chiesto io della sua presenza sicuramente lo aveva fatto anche lui, quindi se fosse venuto stasera magari.. ma no, no, speravo troppo.
Ore 22:58 p.m
Mi era bastato così poco, mi era bastato guardarlo baciare un’altra per capire ciò che provavo. Ed è assurdo, perché non prima? Perché ho dovuto aspettare di perderlo per capire quello che provavo?
E quello che non capivo era perché mi bastasse un bicchiere di baeilys per essere brillo e fare questi pensieri. Lui non c’era, o meglio, per gli altri che erano al tavolo ‘Louis stava solo facendo tardi’ , anche se io sapevo che non sarebbe più arrivato, per questo avevo ordinato un altro bicchiere. Per questo quando lo vidi avvicinarsi al tavolo, il liquido che stavo bevendo, per non risputarlo mi bruciò la gola, e se non fosse stato già abbastanza scuro, si sarebbe visto che stavo andando in fiamme sul viso;
“scusate il ritardo ragazzi” si accomodò vicino a Niall che gli batte una pacca sulla spalla.
“paga pegno Styles, ti eri sbagliato” Niall rise. Louis mi guardò per una frazione di secondo prima di scostare lo guardo e salutare Zayn e Liam avvicinatisi al tavolo.
*
Ore 01:47 a.m
Erano calde, umide e dolci. Appiccicose per via del drink, le mani erano sul mio petto e le mie erano sulle sue braccia a stringerlo a me. Mi staccai dalle labbra e vidi i suoi occhi nei miei, il verde dei miei si mischiò a l’azzurro cielo dei suoi che ora sembravano; sorpresi più preoccupati,
“Lou io…”
“merda di nuovo”
“cosa?”
Non capii a cosa si riferisse, al bacio, forse, ma stavolta era stato lui ha fiondarsi su di me e spingermi contro la porta dl bagno. Prima che potessi muovere un passo lui era già uscito lasciandomi solo. Ero stordito da l’alcool e da l’effetto delle sue labbra, era pura estasi. Dovevamo parlare non potevo più rimandare.

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Capitolo 2
*** PARTE II ***


21 maggio 2014 ore 09:51 a.m Quando aprii gli occhi stavo ancora dormendo in piedi, camminando per scendere al piano di sotto sbattei contro la porta, “ahi merda” mi massaggiai la spalla. Arrivato al piano di sotto mi diressi in cucina per del caffè, avevo bisogno di svegliarmi, appena presi la caraffa sentii il campanello della porta. Mi lamentai perché chiunque fosse, era troppo presto per me. Aprii la porta e socchiusi un poco gli occhi alla vista della luce, mi ci volle un po’ per mettere a fuoco.. poi la sua voce; “c-ciao.. cioè buon giorno, credo, ho portato la colazione..” alzò un busta dello Starbucks, lui entrò senza aspettare che lo invitassi, “Louis..” “si, oh tranquillo ti ho preso.. un po’ di tutto spero ti piacciano i cornetti ero in tilt stamattina e la discussione con … lasciamo perdere” “perché sei qui?” lo seguii fino alla mia cucina, assurdo che si sentisse così a suo agio a casa mia no, era forse logico dal momento che l’aveva frequentata spesso, “per la colazione” riversò il contenuto sul tavolo poggiandovi anche i bicchieri del caffè. Si mise a sedere al tavolo e bevve un sorso puntando gli occhi sul tavolo senza incrociare i miei. Non potei fare a meno di fare un mezzo sorriso quando mi sedetti di fronte a lui prendendo il caffè e un cornetto, “perché la discussione?” chiesi curioso, “come?” sembrò cadere dalle nuvole, “la discussione hai detto che hai discusso con… Eleanor immagino!” sbuffai un risolino, “non fare così, lei è una ragazza dolce, non lo merita..” “cosa non merita Lou..” Lui si alzò di scatto e mi diede le spalle. Mi alzai e provai ad avvicinarmi e allungare una mano per toccarlo, “Lou..” “non toccarmi” schiaffò la mia mano lontano e rimasi di pietra, gli occhi già a diventare lucidi, non riuscii a levargli gli occhi di dosso, lui era rosso in viso, “sei stato tu.. ieri sera a baciarmi” l’ultima parola mi morì in gola, era ubriaco dovevo saperlo che non contava che avrebbe negato, “lo so, credi che non lo sappia.. io sono felice con lei perché non lo accetti?” “perché non è vero, lo vedo sai, non sono cieco” “si è stanchi nelle relazioni” “dimmi solo una cosa.. io, quando ci siamo baciati l’altra sera e poi me ne sono andato, tu non mi hai respinto, perché?” “tu ti sei staccato prima e poi, beh mi hai preso in contropiede io non..” si portò le mani tra i capelli “è stato stupido venire qui..” “no “lo fermai per un braccio riportandolo davanti a me, le sue labbra erano così vicine, lo lasciai.. credevo scappasse invece non si allontanò.. “vorrei poterlo fare Harry..” si sporse verso di me e le sue labbra toccarono le mie, rimasi immobile per evitare una sua qualche reazione, per evitare che si allontanasse. Le sue labbra la mattina erano stupende sapevano di dentifricio e caffè.. in un momento mi ritrovai a stringere il suo viso tra le mani e ricambiare il bacio. Mi staccai quando me ne accorsi facendo un passo indietro… “scusa io… insomma tu non sei… giusto?” “2012 quando ho conosciuto El, ti ho visto fare il bagno e.. beh qualcosa si è scatenato, per questo quella sera l’ho baciata, dovevo sapere che era.. uno sbaglio” “da due anni, perché non.. non me lo hai detto?” “e perché tu non lo hai fatto?” “io non volevo perderti, eri fidanzato e quando l’ho detto agli altri tu sembravi.. insomma non mi parlasti per un giorno che avrei dovuto fare. Avevo il terrore di perderti, per questo ho accettato tutte le stronzate della ‘vedova nera’ che ha cercato di..” “di chi?” Merda.. “è uno stupido nomignolo che Xander gli ha dato” “il ragazzo del pub quello..Xavier?” “Xander” precisai, “o scusa a quanto pare sei molto..” Fu interrotto da uno bussare alla porta, ma cos’era una casa di appuntamenti? “chi è?” mi chiese lui, “non lo so, non sono un veggente” mi avviai per aprire… non poteva essere, “buongiorno tesoro ho portato la..” Si bloccò quando entrando vide Louis nel salotto dietro di me, “e tu che ci fai qui, non hai una specie di fidanzata..” “è la mia ragazza non ‘fidanzata’ e non sono affari tuoi..tu perché sei qui?” Xander sorrise, “a quanto pare per lo stesso tuo motivo, solo che io lo ammetto” Guardai Lou e infine Xander, mi passai una mano tra i capelli e poi sul viso, “chi vuoi che rimanga?” la domanda mi scosse soprattutto fatta da Louis, “cosa.. no io non ..” sbuffai, “fuori entrambi da casa mia” “cosa?” Louis sembrava stupito, Xander non molto, “non puoi cacciarmi io sono il tuo.. migliore amico a lui neanche lo conosci” disse puntando il dito verso il ragazzo accanto a me, mi girai anch’io, stavo per parlare ma lui lo fece prima, “sappi solo che lui è uno stronzo e non la lascerà mai per te.. io sono qui se vuoi” Mi lasciò la colazione in mano e se ne andò. Non passò molto dal discutere di nuovo con Louis sul perché quel ‘ragazzone da bar’ fosse venuto da me. Sorrisi inevitabilmente per la gelosia che mostrò senza accorgersene dal momento che quando glielo feci notare mi disse che ero pazzo. Se ne andò poco dopo dicendo che El lo avrebbe ucciso, così lo feci, d’istinto gli chiesi di lasciarla.. per me, “lasciala Lou, ti darò ancora tutto il tempo, tu lasciala ed io non vedrò Xander?” Mi guardò come se fossi pazzo, Xander aveva ragione, non l’avrebbe mai lasciata per me, per un noi… uscì e lo lasciai andare. * Ore 20:27 p.m Stavo parlando al tavolo con Ed, eravamo arrivati al pub per fare un aperitivo, gli altri ‘Lou e Niall’ sarebbero arrivati più tardi. Gli avevo detto che non avevo visto Lou e nè sentito, era ovvio che mi considerasse uno stupido se gli dicessi che gli avevo permesso di baciarmi di nuovo. Ed mi voleva bene, era come un fratello, non mi dava fastidio che cercasse di mettermi in guardia da Lou perché lo faceva a fin di bene, ma se avesse saputo quanto lo amavo e quanto ero disposto a dare per stare con lui, mi avrebbe ucciso. “sei un mio amico Harry e ti meriti il meglio. E se lui non capisce quello che vuole..” “sisi lo so, devo lasciar perdere” per ora. Quando dopo mezz’ ora vidi arrivare Niall cercai subito Louis dietro di lui, ma non c’era. Lui non c’era non era venuto. Iniziai la mia autodistruzione. Mi accorsi dove ero solo quando mi ritrovai il viso di Lou davanti gli occhi, “Harry che ci fai qui?” Forse feci un passo o due e mi ritrovai abbracciato a lui, ero ubriaco non ricordavo nemmeno di essere uscito dal pub ed aver preso l’auto, sapevo solo che era notte fonda, “non mandarmi via, fammi dormire con te ti prego” “sei ubriaco chi ti ha dato le chiavi dell’auto” “no-non mandarmi via ti prego Lou, non lo dirò a nessuno solo.. sono stanco” Mi sentii trasportare e accomodarmi su qualcosa di morbido, “resta qui ok, vado a prenderti una coperta”, gli strinsi le mani, “resta con me non lo dirò se non vuoi” “Hazza vado solo a prendere le coperte..” mi sdraiò, non ricordo altro. -*- Ore 08:34 a.m Mi svegliò un rumore di alluminiò che cadde a terra e mi lamentai, mi mossi per girarmi ma caddi a terra, “ahi” aprii gli occhi per guardarmi intorno, conoscevo quel salotto, merda, ero da Louis come.. “ti sei svegliato” mi guardò dalla porta della cucina, iniziò ad avvicinarsi “caffè, bevi ti farà bene”, lo presi ancora disteso a terra, mi misi seduto molto lentamente, girava ancora tutto. “m-mi dispiace io ero..ubriaco” “ha chiamato Ed gli ho detto che eri da me..” “oh” iniziai a bere il caffè, era forte, “perché ieri sera non sei venuto” “ero stanco” Lo guardai, abbassò lo sguardo, vidi solo la mia mano posarsi sul suo viso, non ebbi nemmeno il tempo di fermarmi, alzò gli occhi di scatto ma non si staccò. Mi ritrassi lentamente, “lo sai che avresti potuto fare un incidente” la sua voce si ruppe e guardai i suoi occhi diventare lucidi, “Lou sto bene” “no, eri ubriaco e guidavi, non voglio ti accada nulla” “perché, t’importa?” “si m’ importa dannazione, dimmi che non guiderai più così Harry, promettilo” “lo prometto Lou” alzai gli occhi su di lui e me lo ritrovai addosso ad abbracciarmi e piangere sulla mia spalla. Lo abbracciai più forte che potei, “mi dispiace” sussurrai sul suo collo, “non volevo farti preoccupare” lui si scostò asciugandosi gli occhi con il dorso della mano, “va bene, io..” “cosa?” “non so che fare Harry è complicato” “ho aspettato due anni Lou, prenditi il tempo che..” mi tappai la bocca con la mano, “non vomitarmi sul pavimento”, mi aiutò ad alzarmi e mi portò di corsa al bagno. We’re not friends, we could be anything If we tried to keep those secrets safe No one will find out if it all went wrong They’ll never know what we’ve been through Ore 11:56 a.m Stare ancora nella cucina con Lou a cucinare per pranzo era strano, era successo altere volte ma stavolta era diverso, perché lui sapeva. E quello che avevo immaginato sul fatto che lui potesse provare lo stesso era successo. “devi vedere Eleanor oggi?” non volevo indispettirlo ma volevo saperlo, “si io.. avevamo già organizzato per oggi” “dormirà da te?” “si” Le mani iniziarono a tremare e gli occhi a bruciare, “Harry.. io” “va bene, devo solo cercare di non pensare che passerai con lei le notti” Abbassai lo sguardo sul piano della cucina e mi sentii avvolgere le sue braccia attorno ai fianchi e il viso tra le spalle, strofinò il suo viso e io sorrisi appena, “vorrei avere il coraggio per..” “lo so. Andiamo piano, non c’è fretta” Mi staccai da lui con tutta la forza e mi avviai al tavolo per il pranzo. L’aveva chiamato, la ‘vedova nera’ per dirgli di uscire a pranzo, e lui aveva mentito, sarebbe stata la prima bugia, la prima delle tante che le avrebbe detto. Non sapevo in cosa mi stavo cacciano, sapevo solo che volevo stare con lui. Ore 22:01 p.m Ero davanti al pc da circa un’ora con la musica a palla nelle orecchie. Stavo facendo di tutto per non pensare alla serata che Lou avrebbe passato con lei. Ci eravamo salutati con preoccupazione-, io per la sua serata e lui per come sarebbe andata avanti tutta questa storia, nasconderci agli sguardi degli amici, della sua ragazza. Sarebbero iniziate le bugie, le chiamate e messaggi di nascosto. Tutto ciò prima o poi mi avrebbe distrutto e non potevo immaginare nemmeno quanto. Ma lo accettavo, per lui, per vederlo ridere, ridere davvero quando stavamo assieme, per vedere i suoi occhi azzurri illuminarsi del sole che portava dentro e che di rado faceva trasparire. Era tutta una restrizione quella storia, tutta una copertura per dei sentimenti che non potevano essere rivelati, non ora, era troppo presto per lui. La luce del cellulare lampeggio; messaggio da Ed: ‘perché non sei al pub? Stai bene?’ Messaggio per Ed ‘si sto’ bene. Sono a casa ho solo mal di testa per ieri. Ci sentiamo domani’ La musica non stava aiutando a scacciare dalla mente l’immagine di loro due insieme, magari che ridevano, magari che si toccavano; mi lamentai e lo stomaco bruciò. Avevo bisogno di sentire una voce calda, familiare, sapevo che era tardi ma decisi di chiamare comunque mia madre, avevo bisogno di lei adesso; -Pronto? -Ciao mamma… Stavo camminando nel buio e gli unici occhi che riuscivo a riconoscere erano quelli di Louis, gli unici che in quel momento non potevo avere. -*- 24 maggio 2014, martedì Erano le sei del mattino in punto, controllai la sveglia. Non avevo dormito granché. Non lo avevo sentito per niente il giorno prima, né una telefonata o un messaggio, niente. Era come se fosse sparito nel nulla e non potei che pensare al peggio. Più guardavo il soffitto più mi sembrava di impazzire. Presi il cellulare e feci il suo numero. Non mi interessava se stava dormendo, se era con lei, dovevo sentirlo. Sentii rispondere o almeno aprire la chiamata: -Lou…- solo silenzio - Lou ti prego parlami- C’era un silenzio glaciale solo un respiro pesante, avrei voluto mi parlasse, -senti volevo, volevo solo parlare con te. Non mi importa quello ch-che è successo con lei l’altra sera solo non tenermi a distanza non ancora ti prego… io- Attaccò. –io ti amo- sussurrai al telefono. Chiusi gli occhi e chiusi la chiamata. Non lo sentii per il resto della giornata. -*- 25 maggio 2014, mercoledì Ore 13:09 p.m Provai a chiamarlo per la centesima volta..provai, solo questo mi restava. Ma non rispose. Di nuovo. Lo stomaco mi fece male un po’ di più. La sera precedente non avevo mangiato benché ci fossero i miei a casa. Avevo parlato con lei, mia madre, lo sapeva da anni ma non credeva fossi arrivato a quel punto. Ci ero arrivato e come. Non c’era ritorno. Provai di nuovo dopo aver attaccato. Niente. Perché non voleva parlarmi? Che avevo fatto? -*- 26 maggio 2014, giovedì Ore 05:46 a.m Decisamente era presto per fare qualsiasi cosa logica, sicuramente era presto per chi si alzava, per me era tardi. Ero stato tutta la notte fuori dopo che mia madre se ne era andata dopo cena. Si, stavo rientrando adesso ma no, non ero davanti casa mia come uno zombie. Non sapevo nemmeno da quanto stavo fissando la porta, avevo un senso di nausea assurdo, volevo vomitare. Mi girai per tornare in auto, ma non ci arrivai nemmeno. Mi girava tutto e in quel momento riversai il contenuto del mio stomaco sul prato di Louis. Mi piegai sulle ginocchia fino a cadere a terra. Iniziai a tossire. Mi ritrovai a toccare la terra e strinsi l’erba nel mio pugno, e quando diedi un’altra boccata lo sferrai a terra imprecando. Se non volevo svegliarlo l’avrei fatto, che bella figura che ci avrei fatto, due volte da lui due volte ubriaco, complimenti Styles; “Harry..” ‘oh no’ sussurrai a bassa voce, “cazzo Harry..” sentii lui avvicinarsi e prendermi per le braccia e aiutarmi ad alzarmi. Non potei che aggrapparmi a lui ma rimasi piegato, “gira tutto” dissi “perché non mi rispondi?” chiesi girandomi verso di lui, i suoi occhi erano sbarrati e rossi. Ovviamente era perché si era svegliato con un ubriaco nel giardino, “avanti entra” “no voglio sapere… perché” Doveva vederlo. Il dolore, la tristezza nei miei occhi, volevo spiegazioni, perchè? “entra” mi lasciai convincere a portarmi dentro e a mettermi seduto sul divano. Mi presi la testa tra le mani e mi piegai in avanti. Dai miei occhi iniziarono a ascendere le lacrime ancor prima che lui parlasse. “come ti è venuto in mente eh” “sei arrabbiato?” “se sono, se sono arrabbiato, certo che lo sono. Mi avevi promesso che non avresti più guidato ubriaco” “di notte..” “cosa?” “ti ho promesso che non avrei mai più guidato ubriaco di notte, fuori è giorno stavo rientrando ora se.. se te lo chiedessi..” tirai su col naso. Poi alzai lo sguardo verso di lui, dovevo avere un aspetto orribile per essere guardato con pietà da Louis, odiavo quello sguardo da lui. “Harry..” “no, dimmi.. dimmi perché non mi hai cercato?.. che è successo l’altra sera con Eleanor? Louis ti prego…” la gola bruciava, stavo cercando di trattenere le lacrime e mi sentivo.. mi sentivo morire, sapevo ciò che avrebbe detto, ma volevo sentirlo da lui, “ci sono andato a letto” Quando lo disse mi sfuggì un singhiozzo fin troppo rumoroso e mi tappai la bocca facendo uscire altre lacrime. “..Harry” allungò una mano verso di me. Io mi alzai di scatto e lo allontana con uno schiaffo “non toccarmi” stavo tremando per il cielo, “che avrei dovuto fare, è la mia ragazza” sentii la sua voce affievolirsi un poco, avrei voluto tanto odiarlo, forse era l’alcool che mi faceva essere così debole perché scoppia a piangere. Mi sentii solo stringere dalle sue braccia, lo lasciai fare. “vieni ti porto ha fare una doccia calda mentre io ti preparo del thè caldo” continuando a sostenermi, dopo avermi distrutto, mi portò nel suo bagno e iniziò a spogliarmi come si fa con i bambini. Sentii aprire l’acqua della doccia. Continuavo a mantenere lo sguardo basso. Volevo seppellirmi, sprofondare nel pavimento. “io ti amo” sussurrai. Non seppi nemmeno se mi avesse sentito. Ero a pezzi, e così mi lascio nel suo bagno. * È difficile respirare quando ti manca l’aria o semplicemente quando il tuo cervello crede che ti manchi. Ed è difficile rimanere in piedi, sani, quando tutto ti crolla addosso, quando l’unica cosa che vorresti è stringerti in posizione fetale per affievolire un po’ il dolore ma non si può. Ma è altrettanto difficile cadere a pezzi quando la persona ti ha ridotto così è anche l’unica che potrebbe aggiustarti. Ma è così semplice. Basterebbe un soffio, un tocco sbagliato e potresti sbriciolarti solo per fargli pagare ciò che ha fatto. Ma.. non potrei mai ferirlo in questo modo, non quando lui l’ha fatto con me. Ero maceria in movimento, e lui mi guardava come si guarda un disastro, con compassione, paura. * Ore 16:38 p.m Mi ero appena svegliato da quella mattina e mi sentivo sballottato. Quando provai ad alzarmi per raggiungere Louis in cucina quasi caddi a terra se lui non mi avesse afferrato e fatto mettere seduto. Ora stavo bevendo del caffè.. “vuoi che ti riaccompagni io?” “no ho.. l’auto qua fuori. Riesco a guidare fino a casa” “devo ripeterti che non voglio che guidi da ubriaco..?” “che t’importa” “santo cielo smettila” si alzò dalla sedia davanti a me e si spostò su quella più vicina poggiando le sue mani sulle mie “mi importa e lo sai” alzai lo sguardo, “no sennò non te la saresti scopata dopo quello..” non finii la frase. Era possibile che mi stessi immaginando tutto io? Lui mi guardò frustato e corrugò le sopracciglia staccando il contatto delle mani, “che avrei dovuto fare secondo te eh sentiamo” “non andarci per prima cosa” “è la mia..” “lo so, la tua ragazza ma potevi dirle una qualsiasi stronzata o no.. quelle le riservi solo a me” Non feci in tempo a respingerlo che mi baciò. Giuro volevo respingerlo davvero, ma sentire di nuovo il sapore delle sue labbra.. risposi al bacio. Mi lamentai staccandomi da lui e riavvicinai subito il contatto delle labbra alle sue, la sua lingua si fece spazio e accettai. Mi aggrappai a lui con entrambe le mani sulle sue spalle e mi spinsi verso di lui. Mi passò la mano nei capelli, poi si staccò. “..no” protestai, “non meriti questo. Non me…” “no non dirlo, non mi importa di niente. Io voglio te” avvicinai la mia fronte alla sua “ te e solo te” Lo disse sussurrando, “Zay lo sa, di me e te” alzò gli occhi e li fece scontrare nei miei, “avevo bisogno di parlare con qualcuno” si staccò, “o-ok va bene non mi importa, sicuramente l’avrà detto a Liam” “già” sorrise “devi dirmi che devo fare” “non posso, potrei dirti che devi lasciare lei e stare con me, perché si insomma, è quello che vorrei, ma so che non lo faresti, quindi ti chiedo solo di non allontanarmi. Io starò bene, te l’ho detto, sono un ragazzo innamorato del suo migliore amico, ci sarò sempre quando lui chiamerà” mi sforzai a sorridere, “innamorato..” scosse la testa mentre lo disse “credevo fosse stato l’alcool ha farti parlare così in bagno” “credevo non mi avessi sentito” “avrei voluto non farlo” il cuore perse un battito, “credo proprio di dover andare ora” “aspetta, verrai stasera al pub?” mi guardò speranzoso, so che mi avrebbe fatto bene stare lontano da lui ma che avrei potuto fare? Forse se avesse sentito la mia mancanza.. scossi la testa e lui non rispose. Uscii di casa piangendo.

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Capitolo 3
*** PARTE III ***


27 maggio 2014, venerdì Ore 08:09 a.m Non ero andato al quel maledetto discopub la sera precedente, Ed lo sapeva ma mi aveva detto che Lou aveva passato la serata a guardare la porta d’ingresso. Ed io, avevo passato la sera a piangere sulla musica rivedendo alcune foto mie e sue. Se glielo avessi detto prima quello che provavo forse, se avessi intuito che lui provava lo stesso. Ma queste cose non si possono intuire subito, sarebbe troppo facile la vita così. Quello che mi stupì, fu sentire il trillo de cellulare che mi avvisava di un messaggio, lo presi controvoglia; Louis, non potei fare a meno di sorridere, -Buongiorno Hazza- Forse non avrei dovuto rispondere, lo volevo fare, era solo un messaggio, sapevo che se la sarebbe presa se non lo avessi fatto; -Buongiorno Lou- Semplice. So I could take the back road But your eyes’ll lead me straight back home And if you know me like I know you You should love me, you should know Da Louis; -Ieri sera ti aspettavo.. non sei venuto- A Louis; -te lo avevo detto. Mi sei mancato Lou- Da Louis; -Anche tu Haz, anche tu- Sapevo che non era la cosa giusta. Lui e io, soprattutto se lui era già.. impegnato, ma cavolo, io l’amavo, non lo avrei perso di nuovo. Nei miei momenti difficili lui c’era e c’era sempre stato, per amicizia, ma ora credo ci sia stato altro dietro. I suoi occhi erano la mia strada verso casa. Lui. Avrei fatto di tutto per tenerlo con me. Non avrei permesso a quella.. ‘donna’ di portarmelo via ancora. Sapevo che lui avesse delle, priorità, se così vogliamo chiamarle, che sua madre non sapeva di.. le sue tendenze, ma Jay mi odorava quindi se avesse saputo che io e suo figlio stavamo insieme non avrebbe fatto storie come per mia madre, anche se con lei era un altro discorso mia madre lo sapeva da anni. Sbuffai guardando il soffitto. Mi fece alzare il campanello che suonò.. guardai l’ora perché era decisamente presto. Il mio cuore iniziò a sperare che fosse Lou, batteva così veloce che rischiavo un infarto. Scesi in fretta le scale e andai alla porta pronto ad aprire… “Buooongioorno Harry!!” beh un infarto mi prese comunque, “Nicholas” si sporse verso di me e mi abbracciò. Nick Grimshaw, amico, fui la sua cotta per lungo tempo prima che lui partisse per L.A per inseguire il sogno radiofonico, “che ci fai qui?” “che c’è non sei contento di vedermi?” “si.. certo” “beh allora che aspetti, fammi entrare” entrò di suo senza invito. Avevamo mantenuto il nostro rapporto d’ amicizia, un po’ mi era mancato anche se a Louis non era mai stato particolarmente simpatico, ora capivo il perché. “allora che mi dici? Come va con il tuo amichetto?” bella domanda, “ancora non te lo sei..” “Nick!” lo ripresi. Lui alzò le spalle e si buttò sul divano “sai è bello rivederti, ma tieni per te i commenti su Louis, per favore” gli sorrisi. Lui scosse la testa e cambiò discorso. Era un bravo ragazzo in fondo. * 10 luglio 2012 Ero fuori di me, mi sentii spezzare il cuore quando lo ammise, Dio avrei voluto dirgli tutto in quel momento; “tu ci sei andato.. hai fatto sesso con lei?” “si qual è il problema” Iniziai a piangere senza un motivo apparente, che avrei potuto dirgli, mentii, forse non troppo, “il problema è perché non me lo hai detto, dannazione credevo fossimo amici e adesso mi vieni a dire che ci sei andato a letto e.. e non mi dici nulla” “non è stato nulla di che non prendertela” “invece me la prendo, perché credevo ci dicessimo tutto. Io ti ho sempre detto tutto sei il mio migliore amico credevo.. credevo valesse anche per te” “ed è così. Perché stai piangendo?” Già perché piangevo, forse perché sapevo che sarebbe successo ma tu non me lo hai detto imbecille, “perché credevo me lo dicessi prima e non dopo un mese che era successo” Mi allontanai da lui, dovevo prendere le distanze stava andando male, molto male. Lo avevo perso, niente sarebbe più andato bene. “vattene va via Louis” “ma che dici.. c’è la partita stasera. Riprenditi amico è stato solo sesso, avresti dovuto aspettartelo sennò perché sarei andato fuori con lei quel fine settimana..” Certo che lo sapevo, ed ero stato malissimo quel fine settimana, ma il fatto che non me ne parlò un po’ mi rassicurò. Sbagliavo … Dio quanto ti amo Lou, se solo potessi sapere. * Ore 14:08 p.m Dopo che Nick andò via chiamai Niall. Forse avrei dovuto aspettarmelo quando lo sentii agitato che già sapeva tutto. Me lo immaginai spettegolare con Zay e Lì davanti ad una pizza e birra. Ma almeno adesso, beh , non lo so… “davvero non è come credi” “scherzi. Tu e Louis gliela fate sotto il naso” “io e Louis non facciamo niente sotto il naso di nessuno smettila” “come vuoi. Quindi stasera verrai?” “si ma non solo. Nick è tornato in città quindi..” “vuoi fare ingelosire Louis tutto chiaro” Alzai gli occhi al cielo, “si va bè come vuoi, ci vediamo stasera” * Ore 19:52 p.m Okay probabilmente stavo facendo la cosa più idiota e stupida che potessi fare per provocare uno come Lou. Ma stavo comunque aspettando che Nick mi venisse a prendere per andare a cena e poi al pub. Infondo era un mio amico, non dovevo giustificarmi. Sentii bussare, era arrivato. Iniziamo la serata. Ore 23:00 p.m Si decisamente Lou non me l’avrebbe fatta passare. Mi fissava ogni volta che Nick mi poggiava una mano sul braccio quando parlava o rideva, e lui lo fulminava ed io ci bevevo su. Mi sentivo nel mezzo ma dopo tutto, era divertente vedere Louis geloso, per questo stetti al gioco. Nick stava raccontando delle sue esperienza a L.A e di quanto era bello la giù, mi aveva anche offerto di andare con lui la prossima volta ed io risposi semplicemente con un.. “ci penserò” “o avanti Styles non mi farai mica aspettare altri due anni prima di venire a trovarmi” scoppiò a ridere dandomi una pacca sulla spalla. Mi appoggiai già brillo a lui, chiudendo gli occhi e ridendo, sentivo addosso il suo sguardo e lo avrei evitato, o cercato di farlo, se non mi arrivò un calcio che mi fece scattare. Per complicarmi la situazione, avevamo anche incontrato Xander, Nick aveva colto l’occasione per conoscerlo e invitarlo al tavolo con noi. Ma hey, stavamo lì per divertirci. Zayn e Liam si erano avvicinati un paio di volte per portarci i drink e avevano notato, come me, un Louis nervoso che stava bevendo decisamente troppo. “scusate ma devo lasciarvi un attimo” mi alzai barcollando, e diedi una pacca a Nick avviandomi verso i bagni. Entrando mi avvicinai al lavabo e aprii l’acqua prendendone un po’per sciacquarmi il viso. Non mi accorsi nemmeno della porta che si apriva, se non quando mi sentii prendere per la maglia e sbattere contro la porta del wc, “che cazzo..” no, non finii la frase, stoppato da un paio di labbra fin troppo fine e da un ragazzo dalla figura minuta e bassa per avere quella forza, mi aveva colto alla sprovvista, come per il bacio. Ci misi un po’ per ricambiare mentre lui stringeva ancora le mani sulla mia maglia. Il bacio era irruento e possessivo, passionale e territoriale, ma non mi importava. Non mi importava nemmeno il fatto che fosse ubriaco e che fossimo nel bagno del locale dove tutti potevano entrare e vederci. Gli portai le mani a stringergli le spalle e avvicinarlo a me, si staccò ansimando, posai la mia mano sul suo viso e aprii gli occhi guardando i suoi.. aveva un cipiglio che lo rendeva ancora più adorabile, sorrisi. Lui si staccò e si guardò intorno, “stà lontano da Nick” “sei geloso e ubriaco, perché non vai a dirlo a ..” “l’ho fatto!” urlò, mi guardò ancora per un attimo e poi si avvio verso la porta. Gli bloccai il polso, “è no, stavolta non ti lascio andare per finire in paranoia” lo guardai mordersi il labbro e io feci lo stesso. Mi avvicinai a lui mentre lui arretrava verso la porta bloccandolo a l’angolo prendendogli il viso tra le mani e lo baciai di nuovo, più leggermente stavolta. Volevo che sapesse non doveva usare la forza, che ero suo, che non ci sarebbe stato nessun Nick o Xander tra noi. Restituì il bacio portando le mani nei miei capelli e li strinse. Quando sentii la sua erezione strusciare sulla mia, fui io a bloccarmi, arrossii violentemente quando ci staccammo. La porta si aprì sbattendo addosso a lui, “hey..” Si rivelò un ragazzo che si scusò blaterando qualcosa di incomprensibile ed entrò in uno dei bagni. Ora guardai il suo viso, rosso come il mio, “forse dovrei tornare a casa” disse lui. Stavolta non lo fermai. -*- 28 maggio 2014 sabato “Mi veniva da piangere, ma non ci riuscivo. Provavo solo un’amara stanchezza, una nausea triste. Quando ti senti giù, che più a terra non potresti.” –Charles Bukowski. Ore 08:52 a.m ‘lui non potrà mai stare con te! Tu non lo meriti. Sei malato!’ Mi svegliai di soprassalto e mi sentii il viso bagnato. Stavo piangendo. Mi girai verso la sveglia e vidi che non erano nemmeno le nove del mattino. Dannata Eleanor, anche nei sogni doveva tormentarmi. Mi passai una mano sul viso e nei capelli, ricordai con un sorriso il bacio di Lou della sera precedente nel bagno. Lei aveva torto, io lo meritavo, forse ora non stavamo insieme ma un giorno saremmo stati liberi. Ore 11:33 a.m “davvero Gem non so’ che dirti.. io fargli pressioni scherzi?! No di a mamma che no.. non se ne parla. In settimana verrò su perché ho bisogno di schiarirmi le idee. Si , ti voglio bene, ci vediamo” Mai dire a tua sorella che ti sei innamorato del tuo migliore amico, mai. Me la sarei subita due giorni, ma da una parte poteva aiutarmi. Tornare a casa da mia madre nel Cheshire avrebbe messo abbastanza distanza. Guardai il cellulare e accendendo lo schermo notai una letterina ‘ ti prego fa che sia Lou, fa che sia Lou’.. -Buon giorno Hazza!- “Lou..” sussurrai e sorrisi allo schermo del cellulare. Mi era arrivato mentre ero al telefono con Gemma, -Buon giorno Lou - Ora si che era un buon giorno, -con chi eri al telefono?- -che c’è mi controlli?- -eri con Nick?- Iniziai a ridere per la sua gelosia, -oppure è lì con te?- Sentii suonare alla porta, mi girai con un sussulto, andai verso la porta ed aprii. “Allora.. Nick è qui?” “cosa? No perché..” Appena risposi mi bloccò, “beh non mi importa se c’è” riappoggiò le sue labbra sulle mie, restituii il bacio stringendolo per i fianchi. Lui era tutto il mio opposto, istintivo, forte. Io ero tutto il contrario, il suo carattere era forte il mio troppo debole e sapevo che avrebbe finito per ferirmi ma non mi importava. Stavamo bene, stavo bene quando ero con lui, ridevo e mi sentivo a casa. E sentivo che per lui era lo stesso. Mi staccai dal bacio guardandolo in viso, “sei.. uhmm.. ubriaco hai bevuto per caso?” “cosa? No ..è solo mezzogiorno piccolo, che dici” Si girò di scatto dopo avermi chiamato con quel nomignolo, sorrisi facendo finta di nulla. Era dolce, a modo suo, ma senza volerlo mostrare troppo, “pensavo che potevamo pranzare assieme, ti va?” “certo!!” forse lo dissi con troppo entusiasmo perché lui alzò le sopracciglia e scosse la testa. Ma sorrise voltandosi di nuovo. Non chiesi il perché fosse qui, era qui, questo importava. “era Gemma al telefono comunque” “oh. Come stanno le donne di casa Styles?” “bene” sorrisi “allora che vuoi per pranzo?” “quello che vuoi? Sai che non so cucinare, e l’ultima volta che lo abbiamo fatto è stato un disastro” iniziò a ridere e io mi accodai a lui, “dai non era male il pollo” “certo” abbassò lo sguardo “comunque cucini tu!” Sapevo già come sarebbe finita. Lui aveva già la sua vita ed io ero un intruso, un intruso che lui accoglieva a braccia aperte certo. Avrei voluto fosse tutto più semplice e non fare caso agli sguardi dei nostri amici. Del modo in cui Zay mi guardava ne potevo fare a meno, ma come anche Lì e Niall. Ma quello che non sapevano era che, se pur era difficile, noi ce l’avremmo fatta. * 00:09 p.m Non pensavo facesse così male. Le bugie, il nascondersi, credevo fosse più semplice ignorarlo. Ma quando si mostravano davanti a gli occhi.. era tutto sbagliato. Ci saremmo fatti male. Entrambi. E per quanto credessi che insieme ce l’avremmo fatta, pensavo anche che insieme ci saremmo distrutti, e alla fine ricucire i pezzi sarebbe stato difficile. -*- 29 maggio 2014, domenica, Holmes Chapel Ore 12:08 a.m Avevo preso il primo treno del mattino per arrivare da mia madre che mi aspettava alla stazione. Ero ancora sotto sopra per la mancanza di sonno e inoltre mi sentivo stordito. Non riuscivo realmente a definire il mio stato ma, ero come fuori dal resto, mi ripresi quando mia madre mi poggiò la mano sulla spalla, “allora vuoi pranzare? Preparo il pranzo” “ok si” Avevamo parlato in macchina fino a casa con Robin, il compagno di mia madre ormai da tempo. Lui mi aveva consigliato di dargli tempo perché i maschi, secondo lui, non sono bravi ha fare scelte e spesso preferiscono che siano gli altri ha farle per loro. Dopo un’altra ora di macchina mi ero rinchiuso nella mia stanza per sonnecchiare un po’. Fino a l’arrivo di mia sorella che esultò dicendo ‘sapevo che tu e Louis vi sareste messi insieme’. E no, non poteva saperlo, eravamo si grandi amici ma mai avevamo dato ha vedere più di quello, o almeno credevamo. “quindi quanto resterai con noi caro?” mi voltai verso Robin con sguardo ancora assente perché lui mi guardò pensieroso, “credo, qualche giorno” Mia madre mi sorrise e diede una pacca a Robin, “non vorrai cacciarlo proprio ora che intende stare un po’ con noi?” “oh nono cielo, no. Questa è casa sua infondo” Sorrisi. Ero stanco, quindi mi ero.. cosa, nascosto o preso una semplice pausa? Forse una pausa suonava meglio se mi avessero chiesto spiegazioni. -*- 30 maggio 2014, lunedì Ore 07:54 a.m Mi svegliai nel bel mezzo di un incubo e entrai nel panico. Guardai l’orologio sul comodino, lunedì. Erano già due giorni che non vedevo né sentivo Louis. Mi sentivo così triste. Niente aveva più senso ormai, nemmeno lo stare da solo. * Ore 11:56 a.m “dovresti chiamarlo? O almeno mandargli un messaggio per fargli sapere dove sei?” “non mi ha nemmeno cercato ergo non gli importa..” “ma a te si!” “ma a lui no, so che è da idioti aspettare di mancargli ma vorrei solo che.. mi pensasse” Mi alzai dal divano, “dove vai?” “ha fare quattro passi” Uscii. -*- Sapevo che c’erano dei limiti nella nostra relazione, se così si poteva chiamare. E forse, adesso, a mente fredda, vedevo che nessun amico mi trattava come lui. Adesso, a mente fredda, posso dire che gli amici non dormono negli stessi letti come facevamo noi, o nello stesso sacco a pelo. Posso dire ora, che i sentimenti che provo per lui, non l’avevo provati per nessun altro. Con lui mi sentivo davvero felice, a casa. Sentivo di avere un obiettivo. Ora il mio posto preferito sono le su braccia, ora le labbra che sognavo la notte che mi baciavano erano le sue, ora gli occhi che mi davano il tormento erano i suoi. Sapevo che c’era un limite a tutto, ma speravo che noi non lo avessimo, o che lo avremmo superato insieme come un salto nel vuoto stringendoci la mano e dandoci forza. Ma se fossimo stati solo amici, e se mi trovassi a pensare che anche gli altri mi trattavano come lui, che anche gli altri mi amavano nel suo stesso modo allora si, lo avrei ammesso, ma non accettato. Avrei accettato ogni cosa mi desse, ogni sguardo di sfuggita, un sorriso rubato, il colore dei suoi occhi, i suoi abbracci. Avrei voluto passare ogni momento della giornata con lui, non mi importava il come, mi sarebbero bastati anche 5 minuti a dire il vero per sentirmi bene, bene davvero, era in grado di far splendere il mio giorno anche se nero, di farmi tremare non solo le gambe, ma anche il cuore con un solo tocco e lì, cavolo andavo del tutto in tilt. Louis Tomlinson era più di ciò che faceva vedere, era tutto per me. Nulla avrebbe potuto sostituirlo, perché lui, nel suo farmi stare peggio, mi faceva stare bene, nelle sue azioni più ridicole, era più puro di altri. Sembrava non volesse andarsene dalla mia mente nemmeno mentre dormivo. Ero ridicolo. Speravo semplicemente che per lui fosse lo stesso. Ma lui aveva lei, lei che amava più di me, lei che non avrebbe lasciato per me, lei che aveva lui, tutto di lui, più di come avrei mai potuto averlo io. A me sarebbero bastati anche 5 minuti di lui per colmare una vita. Era tardi ormai per tirarmi indietro da una cosa così forte. Lui si era preso tutto, il mio cuore gli apparteneva, ma prima di tutto la mia mente e se me lo avesse chiesto, anche il mio corpo sarebbe stato suo senza nessuna voglia di scappare. Senza tirarmi indietro. Gli avrei donato l’amore che mi tenevo dentro da anni e sarebbe esploso come un fuoco d’artificio, con la differenza che sarei rimasto accecato dalla luce dello scoppio. Sarei rimasto accecato, di nuovo, da ciò che provavo. Dirglielo mi aveva in parte liberato perché ora sapevo che ciò che provava anche lui, ma da una parte, avrei voluto non baciarlo mai quella volta nel bagno. * Messaggio da Ed: ‘amico dove sei finito? Fatti vivo’ Due chiamate perse da Nick, 3 da Ed, e altre dai ragazzi. Nessuna da Louis. Messaggi non letti 3; Zay ‘che cazzo di fine hai fatto?’ 2° messaggio da Liam ‘Haz, Ed dice che non ha tue notizie..’ 3° da Liam ‘ Harry?? Che diavolo..’ A Ed: ‘sono da mia madre. Sto’ bene’

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Capitolo 4
*** PARTE IV ***


1 giugno 2014, mercoledì La mia sistemazione che doveva durare un paio di giorni, si prospettò molto più lunga. Non mi andava di tornare a Londra. Qui stavo bene, c’era la mia famiglia, c’era la tranquillità.. ma non c’era Louis; quello che quella mattina mi colpì fu che non l’avevo ancora mai sognato e adesso, sentivo la sua voce così vivida,-Harry- Louis, nel sogno, mi scosse, non volevo, volevo che restasse ma lo odiavo,-Harry perché sei scappato?- gli sussurrai un ‘va via.. ti odio’ e sentii la sua mano staccarsi da me. Ero riuscito a allontanarlo anche nel sogno. Bene..’mi dispiace Lou, ti prego resta, non andartene, Lou… Lou’ avevo un disperato bisogno di lui anche nei sogni, ma nei sogni lui doveva restare per forza perché era un sogno, giusto appunto, ‘sono qui Haz non me ne vado’. Giurai di sentire a pelle le sue labbra sulle mie, mi sentii bruciare, sentii le sue braccia intorno al mio petto e il mio sonno tornò tranquillo… Friends just sleep in another bed And friends don’t treat me like you do Well I know that there’s a limit to everything But my friends won’t love me like you No, my friends won’t love me like you * Ore 13:27 p.m Non dovevo fare tardi, dormivo fino a tardi e il mal di testa mi perseguitava per tutto il giorno e in più, dormivo tutto il giorno. Guardai la sveglia ed era già ora di pranzo, mi sentivo..strano, come se mi fossi dimenticato qualcosa di importante, mi girai nel letto e notai il cuscino sgualcito accanto a me, strano non ricordavo di essermi spostato da quella parte. A tirarmi giù dal letto furono le risate che sentii di sotto, ma che succedeva.. Scesi le scale e allora sentii la sua voce; “ti giuro Gem tuo fratello era..” Mi fermai ha fissare la scena di mia sorella che rideva con Louis mentre mia madre tirava l’attenzione su di me. Ero, basito, che diavolo ci faceva qua? “ero cosa..” domandai, lui si girò verso di me, deglutì e vidi comunque i suoi occhi accendersi “allora..?” lo incitai, “Harry piantala, ci stava solo raccontando qualcosa di divertente” intervenne Gemma, ammonendomi, abbassai la testa e poi la rialzai per guardarlo. “ti sei perso il pranzo” disse mia madre “comunque ti abbiamo lasciato qualcosa al microonde noi andiamo di sopra” mamma e Gemma mi passarono vicino e mi diedero una pacca. “che fai non mangi?” “che ci fai qui?” chiesi secco, “sei sparito dalla circolazione. Ero preoccupato” e lo era? “allora perché non mi hai cercato?” “non mi avresti risposto” “e tu che ne sai? Non ci hai neanche provato” mi avvicinai a lui fronteggiandolo “non torno a Londra con te” “ed io non torno senza di te invece” mi sfuggì un sorriso e vidi lui restituirmelo. “sono un cazzone. Se vale ancora qualcosa mi sei mancato tanto…” mi prese le mani, mi avvicinai, “non attacca” oh ma chi vuoi prendere in giro, certo che attacca per questo l’ho baciato. Il bacio fu reciproco e temevo che non lo fosse. Si staccò, “non la passi liscia curly, mi hai lasciato e te ne sei andato senza avvertire. Ed è una settimana che non scopo quindi sono molto intento ha fartela pagare..” mi sussurrò facendomi rabbrividire, mi staccai per guardarlo in faccia, “davvero?” chiesi sorpreso, “grazie a te non riesco ha farlo funzionare bene ultimamente” Scoppiai a ridere, “non è divertente” si mosse a disagio e abbassai i miei occhi sui suoi pantaloni notando il rigonfiamento che stava crescendo, “a quanto pare con me non hai problemi è Lou”, fece una smorfia adorabile alzando gli occhi al cielo e lo baciai di nuovo. A ‘fanculo tutto, mi era mancato così tanto “vieni con me”. Lo presi per mano e salimmo fino alla mia stanza. * Uscii dalla lunga doccia e mi andai ha vestire in camera con ancora l’asciugamano legato intorno alla vita, entrai e vidi lui ancora a petto nudo sul letto, “pensavo di andare di sotto ma credo che rimarrò per lo spettacolo” Iniziai a ridere, arrossii, salii sul letto e gattonai fino a lui baciandogli prima il petto, sentendo la sua mano nei miei capelli bagnati, e poi baciai le sue labbra, “credevo non uscissi più” “mi rilassa stare sotto la doccia, con l’acqua tra i capelli..” sorrisi chiudendo gli occhi al suo tocco. Mi baciò le labbra, “ti aspetto di sotto” sussurrò, staccandosi e alzandosi dal letto. Mi vestii più in fretta che potei per raggiungerlo di sotto, anche perché, avevo una certa fame. Finita la cena, per le 21, ci siamo messi sul divano davanti la tv. Mi accoccolai vicino a lui poggiano la testa sulla sua spalla, lui mi avvolse con un braccio e mi iniziò ha fare i grattini sul mio. Chiusi gli occhi alzando il viso verso il suo collo e lo sfiorai con la punta del naso, ero così felice che fosse lì. Lo bacia, e sentii dopo le sue labbra tra i miei capelli che mi scapigliò con una mano, “stanno diventando lunghi non credi?” Aprii gli occhi, “a me piacciono.. a te no?” chiesi mettendo un leggero broncio, “si mi piacciono Haz.. mi piaci tu” sussurrò affondando il viso nei miei ricci, inspirai il suo odore dal suo collo, avrei voluto che tutto si fermasse così. “ ho bisogno di te Lou” “anch’io Haz.. ho bisogno di te” -*- 02 giugno 2014, giovedì Ore 09:00 a.m Mi svegliai di soprassalto. Allungai d’istinto un braccio per cercare Lou accanto a me ma sentii il posto vuoto. Entrai nel panico, “Lou..” sussurrai. Mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta della camera e mi guardai intorno, andai verso il bagno, bussai e aprii..era vuoto, “Lou..” iniziai ad ansimare e gli occhi si fecero lucidi. Come poteva essersene andato così senza salutare, scesi di corsa le scale e lo chiamai di nuovo, “Lou..Lou..” arrivato nel salotto sentii Robin e mia sorella con mia madre ridere e mi diressi verso la cucina, arrivai affannato “Lou..” mi si mozzò il respiro quando lo vidi in cucina davanti ai fornelli, sentii una lacrima sfuggirmi dagli occhi quando li chiusi, “Haz stai bene?”, non gli risposi ma lo andai ad abbracciare stringendolo forte. Okay potevo sembrare un ragazzino ma non mi importava, avevo avuto paura, “Loueh..” tirai su col naso, “sono qui piccolo” mi carezzò i capelli e me li baciò “volevo solo farti la colazione” scossi la testa, “credevo te ne fossi andato” affondai il viso nel suo collo. Mi sentii accarezzare la schiena. Avrei dovuto sapere che sarebbe rimasto, me lo aveva promesso, ma avevo la paura costante che mi abbandonasse. * Ore 20:27 p.m “mi è mancata la tua cucina Anne” “dovreste venire più spesso.. entrambi” Lou sorrise, “andrai ha trovare anche Jay dato che sei.. qui” “per Doncaster il viaggio è lungo, forse questo fine settimana prima di ripartire” mi guardò, no, non volevo che partisse “ma dovrò darle alcune spiegazioni” “capirà vedrai” lo rassicurò mia madre. Ore 23:32 pm “non voglio che parti” Lo dissi abbracciandolo di più mentre mi carezzava la testa, era bello stare così, non volevo finisse, “a E-Eleanor ho detto che andavo a trovare mia madre..” pronunciando il suo nome balbettò, ed io mi sentii spezzare, “Haz io..” “si certo, capito” “perché non torni a Londra io tornerò domenica” “non voglio tornare lì senza di te” “okay” -*- 06 giugno 2014, lunedì Ore 08:05 a.m Il treno da Doncaster a Londra partiva tra mezz’ora e noi eravamo appena saliti e ci eravamo sistemati ai nostri posti. Avevamo passato, almeno per quanto mi riguardava, i giorni più felici e di certo senza il pensiero che qualcuno ci poteva vedere e dare di matto. Bè a l’inizio con Jay era stato strano, soprattutto perché non riusciva a capire la situazione di Lou con Eleanor, ma mia madre aveva ragione; voleva solo che lui fosse felice e così fu. Sapevamo entrambi che il rientro a Londra sarebbe stato difficile dopo aver passato tanto tempo insieme, soprattutto per me; lui si era lasciato andare un po’ di più negli ultimi giorni, mi faceva piacere e questo mi faceva sperare che avrebbe lasciato presto lei. “sei pronto per il rientro?” mi chiese stringendomi la mano, “no per niente. Sarà tutto diverso” abbassai la testa. Sentii lui sospirare poi avvicinarsi e baciarmi tra i capelli, “mi farò mancare il meno possibile” mi sussurrò. Lo speravo, davvero, non volevo stessimo più lontani. Era stato difficile negli ultimi giorni attenerci ai soli baci, impossibile ma non eravamo andati molto oltre. Cercavo di farlo sentire più a suo agio possibile dal momento che era leggermente strano per entrambi. Ma ogni volta che lui mi toccava, era impossibile per me non sentire i brividi lungo la schiena e evitare il principio di un erezione, che avevamo imparato entrambi che era difficile evitare in certe occasioni. Ci abituammo a darci sollievo toccandoci, il contatto fisico negli ultimi due giorni era aumentato, e per lui era diventato snervante. Lo irritava non.. andare oltre. Gli avevo gridato addosso un paio di volte dicendo che non poteva prendersela con me, e poteva sempre fottersi la sua ragazza, e puntualmente scoppiavo in un pianto muto. In quei casi lui sgranava gli occhi e credo vedesse che avevo solo paura di perderlo. Ci scusavamo a vicenda e la sera dormivamo abbracciati. Il treno partì in perfetto orario ed io già sentivo la sua mancanza. Avevamo fatto qualche video chiamata con i ragazzi, Niall se la rideva alle mie spalle, alle nostre a dire il vero dicendo che secondo lui l’avevano capito tutti, così Louis si era innervosito e l’aveva mandato a quel paese. Zayn cercò di tranquillizzarlo e mentre io parlavo con Nick al telefono, sembrava preoccupato dalla mia fuga, non fece altro che commentare a voce alta con allusioni non poco esplicite. Avevo chiesto a Ed di venire a prendermi alla stazione e dopo varie suppliche Lou aveva accettato di farsi accompagnare a casa. * Ore 20:40 p.m Non riuscivo ancora a credere di avere Louis sul mio divano che mangiava patatine e vedeva la tv, sinceramente credevo che non l’avrei rivisto per un bel po’, ma quando me l’ero ritrovato di fuori con una pizza ero stato la persona più felice del mondo, anche se Nick un po’ meno.. e anche Louis nel vederlo lì. Ma dopo una sfuriata iniziale ed io che –praticamente- gli ero saltato addosso per la felicità si era tutto smaltito in baci e abbracci sul divano; “mi stai fissando curly.. e potrei eccitarmi” Arrossii.. “è quello il mio piano” gli sorrisi e lui, arrossì abbassando lo sguardo e poi riportandolo nei miei occhi, “resti qui stasera?” ci speravo “no..” lo sussurrò “devo, devo rientrare El viene da me più tardi. Io volevo solo vederti un po’ prima di.. lei” Il cuore, possibilmente anche il sangue, gelò. Scossi la testa in segno di assenso, mi sentii la sua mano sulla mia guancia e riacquistai i suoi occhi, “piccolo non fare così.. ti prego” “si ho capito” appoggiai completamente il mio viso nel suo palmo, “vorrei solo restassi qui..” “presto” -*- Non dormii bene quella sera senza di lui. Nella settimana precedente avevo imparato a dormire nelle sue braccia, imparando a memoria il suo respiro, ora, senza di lui, quella notte mi sembrò infinitamente lunga. Forse erano solo paranoie che mi facevo io, forse stavo pensando troppo per questo non dormii, ma sembrò mancarmi qualcosa, semplicemente mi mancava lui. Avevo preso l’abitudine di addormentarmi guardandolo, seguire i movimenti del suo petto che si alzava e abbassava; non ritrovarmelo affianco in piena notte mi aveva causato il panico. Mi aveva detto ‘presto’ quando gli avevo chiesto di restare, non sapevo bene cosa significasse o quanto presto sarebbe stato, ma sembrava come una promessa ed io gli credevo. Quella mattina quando mi alzai non lo cercai. Volevo che fosse lui, ancora una volta, ad aver bisogno di me. Forse sono stato sul punto di cedere qualche volta.. ma ci riuscii. Avevo bisogno di parlare anche con gli altri ragazzi, con Zayn, era quello più vicino a lui, probabilmente lo avrei trovato al suo appartamento nel pomeriggio, sempre meglio avvisare comunque.. -*- 9 giugno 2014 Ore 06:03 a.m Mi girai a guardarlo dormire nel posto accanto a me e ‘merda’ era l’unico pensiero sensato che riuscii ha fare. No, non lo avevo toccato, no, non ci eravamo baciati, eravamo semplicemente crollati, ma Xander Ritz sarebbe stato un problema molto grande quando Louis Tomlinson sarebbe venuto a sapere che aveva dormito nel mio letto e ‘merda’, sarebbe stata la fine. La sera precedente eravamo andati al pub come quasi ogni sera, lo facevamo per stare in compagnia con i nostri amici, per vederci, ma quando Louis entrò con lei, all’inizio ci risi su con Niall, ma quando lei gli si avvicinò per baciarlo la vista mi si offuscò e Xander intervenne in quel momento. Non lo vedevo da una settimana più o meno, quando si avvicinò però mi fece piacere parlare con lui e allontanarmi da quel tavolo. Louis ci aveva seguito con lo sguardo, io mi ero comportato normalmente con lui, da amico, ma quando tornai al tavolo e Xander mi seguì Louis ci incenerì con lo sguardo e, giuro, ne sarei potuto morire in quel momento. Ma l’avrebbe dovuto capire che per me lui era un amico, mentre lui stava con la sua ragazza al tavola a comportarsi da coppia innamorata, dopo il secondo drink inizia a essere triste e lui se ne accorse mi, chiese di uscire ma rifiutai; Vernon Howard diceva: “Imparare a vedere le cose come realmente sono, non come immaginiamo che sono” Ecco, io negli occhi di Louis ci vidi tristezza e scuse verso di me, poi rabbia quando si avvicinò Xander, e credo che lo avrebbe ucciso quando si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi di accompagnarlo a casa. Non so neanche perché accettai. Quando mi alzai per andare via Louis si alzò parandosi davanti, lo guardai shoccato, speravo dicesse qualcosa, scosse semplicemente la testa e quando Eleanor gli mise una mano sul fianco per farlo rimettere seduto, me ne andai dandogli una spallata. Xander si addormentò in macchina non sapendo dove fosse casa sua lo portai da me, ed eccoci qui… A Louis: Giuro che non è successo niente, ci siamo addormentati… Mi stavo suicidando, ma preferivo dirglielo io. La risposta arrivo subito. Da Louis: sono stato a letto con lei guardai lo schermo per un po’ senza capire, no, non era vero, non l’aveva fatto, no, in qualche modo non riuscivo a capire le sue parole ma le lacrime iniziarono a scendere, A Louis: Ti odio. Scoppiai a piangere e in quel momento non mi importava se si sarebbe svegliato il ragazzo accanto a me, per quanto iniziai a piangere mi mancò il respiro e iniziai a singhiozzare. Mi tirai a sedere e lo sentii muovere, “vattene” non mi importava come avrebbe fatto, “ma che..” “va via!!” gli urlai contro, girandomi. Lui sbarrò gli occhi e si alzò senza chiedere altro. Quando si alzò iniziai a mettere sottosopra il letto e a levare le lenzuola e buttare i cuscini a terra e urlai, per liberarmi, perché non ci credevo, non l’aveva fatto… lo odiavo. * Ore 19:39 p.m Avevo passato il pomeriggio sul divano passando in seguito al letto e infine di nuovo al divano.. piangendo. In realtà avevo anche chiamato Zayn per farmi dire se era vero che avesse passato la notte con Eleanor, credo che per pietà mi abbia detto di non saperlo.. mi rifiutavo di chiamare lui e farmi sentire in queste condizioni, non se ne parlava. Avevo chiamato Ed e mi ero sfogato con lui tenendolo due ore al telefono per spiegargli la situazione, era stato imbarazzante. Possibile che mi ero ridotto a sembrare una ragazzina alla prima cotta che mangia gelati e guarda la tv. Lui era diventato la persona più importante della mia vita, ed io non potevo dire lo stesso se alla prima sbornia andava a letto con… con la sua ragazza dopo tutto!?! Ero confuso e arrabbiato, ma se.. dannazione non aveva neanche detto di amarmi… ero stanco di nasconderlo, dal momento che aveva deciso di ferirmi doveva sapere fino in fondo quanto mi aveva ferito. Ci pensai poco, forse lo feci troppo in fretta ma, me ne pentii appena inviato il messaggio; A Louis: Se decidi di ferirmi sappi almeno che ti amo, ti ho amato.. ora ti odio. * 14 giugno 2014 (5 giorni dopo) But then again, if we’re not friends Someone else might love you too And then again, if we’re not friends There’d be nothing I could do, and that’s why “ Quando Louis, quando è iniziato a non importartene più niente di me, di te, dello stare bene insieme. Potevi almeno evitare di illudermi e ferirmi in questo modo non credi, dopotutto, credevo fossi il mio migliore amico, come hai potuto. Sai cosa però non potrai mai portarmi via, i miei ricordi, quello che abbiamo passato insieme in una settimana. Dio stavamo così bene, non credi? Le coccole sul divano, anche quelle mi sono immaginato? Forse. Ero così accecato.. da te. Non sono qui per cercare una risposta, ma solo per dirti che.. non devi più fingere. Va bene, le cose torneranno come erano prima.. di te. Siamo amici, tutto quello che è stato non importa, amici, amici... ok. È stato tutto così assurdo perché sai, credevo davvero tu avresti fatto, avresti lottato per noi, ma sappi che era vero. Io ti amavo.. e per quanto possa contare ora, non c’è stato niente con lui quella maledetta sera. Ma non credo avrebbe fatto molta differenza giusto.. sei stato tu ha tradirmi.. va bene così Lou, probabilmente il ricordo del mio amore per te lo porterò sempre nel cuore, tu sei il mio unico e solo amore temo. Ma prima di tutto sei stato il mio migliore amico ed è assurdo come è cambiato tutto così velocemente.. ci si vede Louis” “Harry...” * Ore 6:48 a.m Non dormivo da una settimana, non mi facevo una doccia, mi alzavo dal letto solo se era indispensabile, avevo anche smesso di rispondere al telefono, mi sentivo morto. Forse lo ero, mi facevo schifo eppure non riuscivo a reagire. Ero una scena patetica, avevo versato tutte le mie lacrime per le prime due notti e due giorni dopo aver scoperto.. la cosa. Era stato un suicidio dirgli di Xander, sapevo che ne sarei rimasto ferito, ma non credevo di morire così lentamente. Era stato come un colpo di pistola che ti perfora i polmoni e prima di morire dissanguato ti tortura, non riesci a respirare e ti brucia ogni respiro, ogni boccata d’aria è lancinante, alla fine senti freddo poi, lentamente muori. Io ero giunto alla fine finalmente, avevo freddo, stavo morendo. Almeno aveva smesso di far male. Non sapevo se era normale. Fino a 48 ore prima temevo che quel dolore non finisse mai, forse era il giusto tormento per aver desiderato lui più di tutti. Ascoltando i messaggi che lasciavano in segreteria, Niall era molto preoccupato e anche Ed. Zayn mi aveva chiamato lasciando due messaggi che dicevano sempre la stessa cosa : ‘Harry, lui è triste, si vede anche se non lo dice. Fatti vivo siamo preoccupati’. Poi attaccava. Non credevo che lui potesse essere triste, il suo divertimento lo aveva avuto, il massimo che eravamo riusciti ha farci era un lavoro di mano. Se mi permettevo di chiudere anche per solo due secondi gli occhi, sentivo il suo respiro pesante e il suo petto sotto il mio, il battito del suo cuore, la sua voce e le promesse sussurrate sotto le lenzuola, lì sarebbero rimaste, tra le lenzuola. Sapevo che ci avevamo provato almeno, io ci avevo provato, ma ciò non era bastato. Avevamo perso, io ci avevo perso; lui, il mio cuore, sarebbero sempre appartenuti a lui nel bene e nel male. Ma dovevo apparire forte per ciò che volevo fare, parlargli. Dovevo farlo uscire definitivamente dalla mia testa, dovevo sapere che lui stava bene anche senza di me. Mi doveva almeno questo, la sua felicità in qualche modo mi apparteneva. Dovevo alzarmi da quel letto. Forse tra poco lo avrei fatto. * Ore 17:27 p.m Ero davanti la sua porta, portavo gli occhiali da sole anche se, si sole, ce n’era davvero poco, bussai e iniziai a contare i secondi.. arrivai a 7, “Harry..” “posso entrare?” i suoi occhi erano sbarrati, sapevo che non si aspettava di vedermi, non davanti la porta di casa sua almeno, notai che aveva il giacchetto di Jeans non potei evitare, “scusa ti sto facendo tardare devi andare da Eleanor?” ero già entrato e gli davo le spalle mentre glielo chiesi, mi girai giusto in tempo per vedere il suo viso cambiare, scossi la testa senza lasciarlo rispondere, “Quando Louis, quando è iniziato a non importartene più niente di me, di te, dello stare bene insieme” vidi lui alzare lo sguardo su di me, sorpreso dalle mie parole. Mi levai gli occhiali e lo guardai nei profondi pozzi che mi fissavano, “Potevi almeno evitare di illudermi e ferirmi in questo modo non credi, dopotutto, credevo fossi il mio migliore amico, come hai potuto” vidi lui provare ad aprire bocca, ma si fermò quando feci un passo verso di lui, “Sai cosa però non potrai mai portarmi via, i miei ricordi, quello che abbiamo passato insieme in una settimana. Dio stavamo così bene, non credi? Le coccole sul divano, anche quelle mi sono immaginato? Forse. Ero così accecato.. da te. Non sono qui per cercare una risposta, ma solo per dirti che.. non devi più fingere. Va bene, le cose torneranno come erano prima.. di te. Siamo amici, tutto quello che è stato non importa, amici, amici... ok” feci una pausa per riprendere fiato, “ È stato tutto così assurdo perché sai, credevo davvero che tu l’avresti fatto, avresti lottato per noi, ma sappi che quello era vero per me. Io ti amavo.. e per quanto possa contare ora, non c’è stato niente con lui quella maledetta sera. Ma non credo avrebbe fatto molta differenza giusto.. sei stato tu ha tradirmi..” deglutii e vidi i suoi occhi tremare, erano così spalancati, così grigi quel giorno, vuoti azzarderei, “.. va bene così Lou, probabilmente il ricordo del mio amore per te lo porterò sempre nel cuore, tu sei il mio unico e solo amore temo. Ma prima di tutto sei stato il mio migliore amico ed è assurdo come è cambiato tutto così velocemente.. ci si vede Louis” rimisi gli occhiali e andai verso la porta rimasta aperta, la mia via di fuga, la porta di uscita dal mio Paradiso, “Harry..” Rimasi immobile, non volevo parlasse, non c’era da dire nulla, non doveva, strinsi a pugno le mani, la gola iniziò ha far male come se qualcosa la chiudesse. Credevo di aver superato tutto questo, “aspetta io.. io” smise di parlare. Non mi accorsi di quanto fosse vicino finché non mi toccò la mano e io mi mossi come scosso dalla corrente voltandomi. Era vicino e il suo viso era bagnato da lacrime. Non so chi si avvicinò a l’altro , ma ritrovai il sapore delle sue lacrime sulle mie labbra e le sue piccole mani tra i cappelli che mi attiravano a lui. Mi staccai, forse bruscamente data la sua espressione, “io.. io.. noi non siamo amici e non torneremo ad esserlo” le sue parole mi stupirono. I suoi occhi se pur rossi di pianto sembravano pieni di luce. I suoi occhi bagnati dalle lacrime erano rugiada di mattina, “non ci sono andato a letto, quella sera l’ho riaccompagnata a casa.. ero, troppo ubriaco per poter stare con lei” lo guardai negli occhi alla ricerca della verità, ma non poteva essere così facile, non di nuovo, mi aveva ferito così tante volte, scossi la testa e abbassai lo sguardo, “no, hey piccolo..” mi prese il viso e lo alzò verso di lui “no, okay è vero, credimi ti supplico, guardami, non ti sto’ mentendo” Disse l’ultima parola come se fosse una parolaccia, “si ma stai ancora con lei” dissi a denti stretti, ricacciando indietro il groppo e cercando di scostare i miei occhi dai suoi, “io.. amo te, lei non.. non provo niente per lei. Io ti amo e devi scusarmi perché riesco a distruggere tutto, come un virus ma ti prego credimi. Mi ami Harry, mi ami ancora vero?” Fui preso alla sprovvista, lo amavo ancora? Certo che si o non reagivo così non credi brutto idiota!scossi energicamente la testa in segno di assenso e lui avvicinò la sua fronte alla mia baciandomi, “okay..” mi prese per una mano e me la strinse “ti fidi Harry?” Alzai i miei occhi nei suoi, si mi fidavo e vidi che capì la risposta. Mi lasciai trasportare su nella sua camera. Mi mancava, mi era mancato per una settimana e volevo sentirlo, volevo sentirmelo addosso, volevo sentire il sapore delle sue labbra, volevo sentire le sue mani su di me, su ogni punto, non mi importava più niente adesso se non lui. Aveva ragione, no, non eravamo amici e non lo saremmo più stati dopo questo passo.

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Capitolo 5
*** PARTE V ***


Non so se avete presente quella sensazione di assoluta pace. Quella sensazione di quando guardate negli occhi la persona che amate e tutto si arresta per un attimo, va a rallentatore ed è assolutamente magico; sapete che arriverà il dolore ma in quel momento è tutto così..sei assolutamente assuefatto dalla sua presenza, dalle sue mani che ti guidano, dalle sue labbra che tutto perde importanza tranne voi. Bè è stato questo per me quella notte. Avevo dimenticato ogni cosa, il tempo, le liti e le urla, c’eravamo noi. Mi aveva portato in camera e aveva iniziato a baciarmi e spogliarmi, lo stesso feci io. Gli levai il giacchetto, la maglia e infine iniziai a slacciargli i pantaloni. Sentii un brivido lungo tutta la schiena. Era tutto così vivido nella mia mente; le sue labbra che mi percorrevano il petto, quasi ispezionandomi, si erano soffermate di più sul mio collo fino a mordermi il lobo dell’orecchio, mugolai stringendo le mie mani sulle sue spalle. Quando portò la sua mano sui miei boxer mi morsi il labbro inferiore e risentii le sue labbra sulla mia pancia e strinse la presa tra le mie gambe. Non lo fermai, avrei fatto di tutto. Quando ci levammo anche quell’ultimo ostacolo tra di noi, eravamo completamente nudi tra le lenzuola a lottare tra noi. Fu come fare la guerra e poi la pace, fu l’inferno e il paradiso. Nei gesti che facevamo c’era molta rabbia, che ad ogni bacio si trasformava in amore. Eravamo il mix perfetto di ciò che era stato fino ad adesso. Era sesso coperto d’amore, era qualcosa che credevo non provare mai. Quando mi prese, non staccò i suoi occhi dai miei a cui chiedeva scusa. Le sue labbra arrivarono a custodire una lacrima sfuggita dai miei occhi per il dolore, arrivarono a chiedere scusa per tutto; lo strinsi ancora più a me quando iniziò a muoversi. Fu lancinante, ma il pensiero che fosse lui e non qualcun altro alleviò un po’ il dolore, che fossero le sue labbra a baciarmi e le sue mani a toccarmi per distrarmi.. furono una distrazione più che gradita soprattutto quando iniziò a muoverle sulle mia lunghezza e andare a ritmo con le stoccate. “Lou” piegai la schiena a l’indietro e stringendo le mani tra le lenzuola stringendo gli occhi, mi lamentai sonoramente, sentii lui gemere vicino il mio orecchio, “Hazz” Cercai la sua mano, la strinsi forte quanto lui stringeva la mia. Le sue labbra mi baciarono il viso e quando aprii gli occhi incontrai i suoi fissi nei miei, rimasi incantato da lui, dai suoi occhi e dal suo viso: posso provare a descriverlo ma lascerei sicuramente qualcosa non detto, aveva le labbra più rosse del solito per via dei baci, le guance arrossate per lo sforzo e gli occhi.. Dio gli occhi erano incanto. I suoi occhi rispecchiavano il paradiso, se qualcuno mi avesse chiesto di dare una definizione o descrizione di paradiso sicuramente avrei raccontato dei suoi occhi in quel momento. Venni con i suoi occhi puntati addosso, se non ne fossi stato assuefatto probabilmente sarei morto da l’imbarazzo, ma vedere lui venire con me fu ancora più eccitante; le sue labbra socchiuse e i suoi occhi chiudersi nell’atto.. Quando si staccò mi lasciò vuoto, mi sentii scoperto e sensibile, avvertii una terribile sensazione di freddo, ma durò poco, il tanto che bastò per sentire di nuovo il suo corpo accoccolarsi al mio e le sue labbra sul mio collo. Portai una mano sulla sua schiena ed inizia ad accarezzarlo, sentii i brividi crescergli addosso, “Hai freddo?” “Non sono per il freddo Hazza” rise, e sentii le sue labbra schiudersi e il suo respiro caldo sul petto. Sorridi come un idiota. Ricordo che ci addormentammo così, ancora sporchi; quando riaprii gli occhi erano le tre del mattino, abbassai lo sguardo e lo vidi, stava dormendo abbracciato ai miei fianchi, sembrava così delicato, era così piccolo in quel momento, non potei fermarmi dal passargli una mano tra i capelli, lui si mosse e mormorò qualcosa di incomprensibile, “scusa non volevo svegliarti” dissi a bassa voce, “ma lo sai che parli nel sonno” iniziai a ridere, “scusa” Sentii il suo naso accarezzarmi il fianco e le sue labbra baciarmi, “Lou..” Non smise di baciarmi fino ad arrivare alle labbra, i suoi baci continuarono ed io non lo fermai. Fu meno doloroso, anche se il fastidio rimase, ma molto più piacevole. Lo facemmo per la seconda volta. -*- 16 giugno 2014 Era la seconda mattina di seguito che mi svegliavo col sapore di Louis sulle labbra e con la sua testa sul petto. Non riuscivo a staccarmene, ed ora mettere le distanze era diventata una cosa impossibile, come era diventato difficile fingere davanti gli altri che tra noi non ci fosse nulla, o almeno, davanti a lei. Mi sentivo leggermente in colpa per quello che facevamo in effetti, avrei preferito che la lasciasse piuttosto che stare così, ma non volevo costringerlo, avremmo finito per litigare e non volevo si allontanasse. Mi beavo di quei momenti come il miele delle api, dolce, liquido, soprattutto per chi sa apprezzarlo. Lui si mosse, strizzò gli occhi e arricciò il naso, fece un breve sorriso e poi si girò da l’altro lato e il respirò tornò sereno. Era come un bambino. Amavo il mio bambino. So che avrei dovuto svegliarlo per farlo andare via, ma non potevo ero completamente preso a contemplare lui, il suo viso e il suo petto che si alzava a ritmo del suo respiro e inspiegabilmente del mio. -*- 24 giugno 2014 Ore 11:29 a.m Casa era così vuota senza la voce acuta di Louis al mattino, senza il suo lamentarsi, senza la sua voce. Sembrava tutto così.. spento e cupo. Era una settimana che non ci vedevamo, beh almeno noi da soli, tranne se si poteva chiamare vedersi, gli incontri che facevamo nel bagno del pub di Zay e Liam, li stavamo facendo esasperare. Eleanor lo aveva costretto, a passare con lei più tempo dicendo che ormai stava più con me che con lei. Una sera la ragazza di Liam, Danielle, se ne era uscita dicendo che Louis riusciva a stare per più di una settimana senza vedere Eleanor ma non più di tre giorni lontano da me, ovviamente ciò mi fece piacere e ne sorrisi, ma cambiai subito discorso per via delle occhiate che tutti al tavolo ci rifilarono. Oggi dopo otto stancanti giorni era riuscito a liberarsi e ci saremmo visti per una passeggiata. Fuori c’era bel tempo e da questa mattina non riuscivo a smettere di sorriderne. Mi era mancato così tanto, anche se sapevo che avrei dovuto controllarmi per le vie della città. Eravamo due amici che uscivano assieme, questo dovevamo apparire, per quanto difficile fosse. Ci saremmo visti alle tre alla fermata dei bus, niente macchina, questa era stata la mia richiesta, almeno con la scusa dei sedili vicini mi sarei potuto attaccare a lui e toccargli la mano, magari per sbaglio, e avrei visto i suoi occhi illuminarsi per quel minimo tocco che c’era concesso, e poi sorridere, perché, per quanto fosse piccolo noi eravamo quello, rinchiusi in piccoli attimi carpiti dal tempo e nascosti solo per noi. Sapevo che questa storia per lui era stressante, nascondersi, ma quando stavamo insieme tutte le preoccupazioni, in quei momenti svanivano. Vedevo la stanchezza sul suo volto, ma quando mi sorrideva, giuro che non aveva rivali, era il più bel sorriso che avessi mai visto, quando mi sorrideva, i suoi occhi splendevano e in quella risata strappata mi regalava ancora un pezzo di se. Lo riconoscevo quando rideva per me, perché si regalava senza farlo sapere ad occhi indiscreti che ci scrutavano, anche davanti a gli altri, quello era il suo darsi a me giorno per giorno, ed io.. io lo prendevo e conservavo avaro e geloso. Era venerdì e mi stavo preparando per uscire con il mio ‘ragazzo’ che aveva a sua volta una ragazza e che aveva minacciato ogni amico che avevo intorno perché a lui non piacevano, eccetto quelli che avevamo in comune. Chissà che avrebbe detto se saprebbe che parlo ancora con quei ‘tizi’ che a lui non piacciono. Sorrisi allo specchio mentre cercavo di allacciarmi una camicia. Caro diario, giuro che ho provato. Ma non posso farne a meno. So che sarebbe meglio lasciar andare, lasciarlo andare; ho provato, ci provi ma alla lunga ti manca, e ci ricadi di nuovo. Ed è ancora più difficile dopo staccarsi. Ad ogni ritorno, ad ogni passo indietro che fai, la lontananza è sempre più pericolosa, e finisci per ferirti con le tue mani. Sai che è sbagliato, sai che non potrà mai essere e forse, è proprio per questo che è bello. Dedicare ad una persona il tuo tempo senza che l’altra lo sappia è un suicidio, dolce e amaro al tempo stesso, ti spiazza. È un vortice da cui non riesci ad uscire. Ero sul letto della mia stanza mentre scrivevo queste poche righe sul mio diario. La pancia iniziò a brontolarmi e sorrisi al ricordo della pancia di Louis, il momento di maggior finezza che aveva avuto ultimamente era stato un ‘ho fame’ detto dopo esser venuto. Ero scoppiato a ridere. Presi il cuscino dal posto accanto e mi coprii il viso, prima urlando e poi scoppiando a ridere. Avevo perso la testa per Louis Tomlinson e non ero stato meglio. La risata sembrò non volersi calmare; ok i fatti erano due: 1) stavo diventando davvero pazzo, 2) ero decisamente pazzo e folle. Lui era decisamente il mio diavolo, ma quando voleva sapeva portarmi in paradiso ed essere il mio angelo. I suoi occhi mi erano addosso anche quando non lo sapevo, riuscivo a riconoscere il tocco di quegli occhi dolci su di me nella folla, e il tocco delle sue mani sui miei fianchi quando mi trovava. Mi sentivo su un costante precipizio quando non era con me, tra il crollare e l’urlargli contro. Se anche mi stavo abituando a tutto ciò in modo lento, per evitare di bruciarmi, ma per lui il fuoco ne sarebbe valsa la pena, ma continuavo ad avere la paura costante che qualcuno vicino a LEI lo venisse a scoprire e lo allontanasse da me. Quando qualche sera prima un paio di ragazze erano entrate nel nostro bagno e ci avevano visti, lui mi guardò negli occhi e con i suoi blu puntati nei miei mi disse che non sarebbe più successo, avevamo abbassato la guardia e non doveva più accadere. * Quando entrammo nel pub dei ragazzi che ci stavano aspettando, entrammo con le nostre mani intrecciate e sorridenti entrambi. Un po’ di leggerezza, ma a quanto pare il mondo era contro di noi. Vidi Niall che appena ci vide dal tavolo iniziò a sbracciarsi e farci segno sulle nostre mani ed io da idiota le alzai sorridendo, ma quando spostammo l‘ultima coppia e arrivammo al tavolo trovammo El lì che rideva e si girò verso di noi. Sgranai gli occhi come anche Lou che sentii irrigidirsi, le mani iniziarono a sudare e quando il suo sguardo vi si posò sopra per un momento gli si smorzò il sorriso; poi accadde tutto in attimo, lei che si butta tra le braccia staccando le nostre mani, ed io che vengo tirato via. “Harry..” non seppi perché Eleanor stava venendo a salutarmi. Mi strinse con un braccio intorno al collo sorridente, fu un sussurrò “sta lontano dal mio ragazzo”, credo che mi uscì un “ma io lo amo” perché lei sgranò gli occhi e poi tornò a sorridermi dicendo, “ci sono cose più importanti di… del vostro stupido gioco” Quando torno da lui abbracciandolo, lui si voltò verso di me con occhi lucidi mi mimò un ‘ti amo’ a cui risposi con un ‘ti amo anch’io’ ed era vero. -*- 25 giugno 2014 Ore 14:25 p.m Dopo quella sera non mi dispiaceva più per lei, l’abbraccio che ci eravamo dati nel bagno per non farci vedere, i suoi pugni stretti contro la schiena e il suo odore addosso. Le nostre labbra umide dell’altro prima di uscire, i ti amo detti e la promessa, ancora una volta, che sarebbe finito tutto presto. ‘Harold mi stai ascoltando..’ ‘si Boo scusa. Si sono a casa dove vuoi che vada, se vieni dobbiamo parlare di una cosa.. Lou mi hai sentito’ ‘si ho sentito’ La sua voce mi sembrò strozzata ‘cerco di mandare El a casa e arrivo’ * Ore 20:39 p.m “che cazzo devi dirmi Harry” Louis sbattè i pugni sul tavolo facendo tremare i piatti ed io alzai di scatto la testa verso di lui. Aveva i pugni stretti e il labbro inferiore stretto tra i denti, “so’ tanto cosa vuoi dirmi. Lo so e sai perché.. perchè quea lsera ti ho visto. Ho visto il tuo sguardo Harry e a me non puoi mentire, lo so..” “sai cosa..” “che sei stanco. Stanco di tutta questa situazione e lo sono anch’io devi solo..” “Lou io..” “no devi solo darmi un altro po’ di tempo io..la lascerò ok. Ma non lasciarmi. So che è questo che volevi dirmi ma..” si alzò tremante. Lo guardai stupito, come poteva pensare che lo avrei lasciato, che non volevo concedergli altro tempo, “no.. Lou no” mi alzai e con calma mi avvicinai a lui, “no, non vuoi… cosa” “non volevo dirti questo, non volevo lasciarti. Si sono stanco, ma tu lo sarai due volte di più” gli carezzai il viso e lui si strinsi a me “volevo solo dirti che qualsiasi cosa accada io sono qui, e quanto è successo quella sera…” “ti amo Harry” non mi lasciò finire, lo strinsi ancora più forte a me, “vorrei tenerti qui con me Boo. Ti amo. Non dubitare mai di me” Mai. Non avrebbe mai dovuto farlo. Ci sarei sempre stato per lui non importava quanto soffrissi. Non doveva vedere quanto fossi debole, non potevo permettermelo. Lui era quello forte, lui era quello che stava portando il peso, ma lui più di me aveva bisogno di sostegno. Questo capii dai suoi occhi quando mi guardò. Aveva bisogno di me, e per quanto fosse diventato difficile il tutto, non lo avrei mai lasciato solo. Sarei stato per lui tutto se voleva; sarei stato la sua nave, il suo porto.. la sua casa. Louis giorno dopo giorno stava diventando un tassello importante della mia vita, era il tassello mancante per essere felice senza il quale non sarei stato in piedi, senza il quale ero incompleto. Senza di lui non ero niente e se fosse stato necessario avrei combattuto contro di lei. Ma lui mi amava, amava me e non lei. Lui era mio, mi apparteneva ed io appartenevo a lui, questo lei non poteva impedirlo né cambiarlo. Lei, non avrebbe mai potuto avere il mio Louis. Ormai non ero neanche più sicuro di poter vivere senza di lui, di poter respirare. Il mio tutto dipendeva da lui, andavo al suo ritmo e il minimo cambiamento per entrambi ci destabilizzava. Lo baciai inizialmente lentamente, in modo dolce, ma presto il bacio si fece più caldo più profondo e senza neanche chiedere le sue mani erano sotto la mia maglia. Avrebbe avuto tutto di me senza neanche doverlo chiedere, mai mi sarei tirato indietro di fronte al suo bisogno di me. Eravamo già stati troppo lontani per paura delle conseguenze ora non ce n’era più bisogno, in casa non esistevano ostacoli, paranoie, eravamo senza muri e senza blocchi. Avevo una sensazione strana addosso come se dovesse succedere qualcosa da un momento a l’altro. Ma lui era lì quindi non poteva essere nulla di brutto. “lo faccio io glielo dico” -*- 26 giugno 2014 Ore 11:49 a.m “ed io ti dico che il sale non l’hai messo” “sto cucinando io lo saprò o no” “sei impossibile Lou” alzai le braccia al cielo e scossi la testa. La mia cucina era messa sotto sopra ma era divertente vederlo ai fornelli “almeno assaggia per sicurezza?” “non ce né bisogno” mi sorrise e mi arresi. Dopo pranzo sarebbe tornato a casa sua e sembra che quello che aveva detto la sera precedente non fosse stato detto. Speravo che non facesse sciocchezze, ma al tempo stesso avrei voluto che glielo dicesse. -*- Mi svegliai di buon umore stranamente. Ieri Louis aveva passato tutto il resto della giornata con El, non sapevo cosa avessero fatto non lo avevo sentito per niente. Gli mandai il messaggio del buon giorno e nel mentre mi alzai per andare ha fare colazione. Mi vestii subito dopo aver finito, avevo promesso a Niall che oggi ci saremmo visti per stare un po’ tra noi, non era una brutta idea. Quando ripresi il cellulare la risposta di Louis ancora non c’era, forse dormiva ancora. Quando ricevetti il messaggio da parte del biondo che mi avrebbe aspettato alla caffetteria uscii e presi l’auto per raggiungerlo. Ore 12:23 “non lo so” scossi la testa alla domanda di Niall “forse deve solo ancora svegliarsi” “prova a chiamarlo?” “no se è con lei .. no, aspetterò” “ok ma..perchè non riflettiamo a pancia piena” Sorrisi, ed entrammo in una tavola calda. “tu sei perso amico, sei davvero.. spera solo che glielo dica al più presto per voi” feci un segno d’assenso con la testa ma comunque speravo non avesse fatto qualche stupidaggine, non volevo costringerlo ha fare nulla. Ore 18:30 “Niall il tuo frigorifero è…” “cosa, non voglio rimanere senza cibo. Che succederebbe se bloccassero le strade e rimanessi senza” Scoppiai a ridere. La leggerezza di Niall era qualcosa di cui avevo bisogno. Non avevo ancora sentito Louis non sapevo più che pensare. “ok credo che ora tornerò a casa” “ok ehm.. Louis lo sa che parti per L.A?” “dovevo parlargliene ma abbiamo finito per..” “ok evita i dettagli amico” sorrise “comunque se lo senti fammi sapere” “certo, grazie per la giornata Nì, dobbiamo ripetere magari insieme” “organizzo una partita per il fine settimana se vuoi” “ci conto. Ci sentiamo” Uscii da casa del biondino e mi avviai verso la mia auto, mi stavo preoccupando e per quanto non lo dessi a vedere fremevo dal sentire Lou. * Gli inviati altri tre messaggi e provai a chiamarlo. Perché non rispondeva. Girai per la via di casa e parcheggiai scendendo ed entrando in casa. Entrando mi levai il giaccone poggiandolo sul divano e andai verso la cucina sbuffando. Diedi un occhiata al telefono e c’erano due messaggi, accesi per ascoltare: primo messaggio: Harry sono la mamma richiama quando ascolti il messaggio. Secondo messaggio: Hazz sono Zay, senti hai sentito Lou non mi risponde fammi sapere. La prima persona ch richiamai fu Zay, se non aveva richiamato nemmeno lui era successo qualcosa, -Harry- -Ciao Zay, l’hai sentito?- -oh si, dice che.. beh forse dovresti chiamarlo e sentirlo tu- -c’ho provato ma non mi risponde che è successo?- -dice che a parlato con Eleanor, chiamalo o attaccato con lui 2 minuti fa- -ok grazie Broh- Appena riattaccai con lui feci il numero di Louis, che significa che aveva parlato con lei, -sto per parcheggiare nel tuo vialetto- riattaccò. Uscii dalla porta di casa e vidi la sua auto fermarsi e lui infine scendere, “si può sapere cosa..” Mi ritrovai le sue labbra sulle mie, “hai pianto?” le sue labbra erano salate e quando mi permisi di alzare i miei occhi nei suoi erano bagnati, “ora sto bene, entriamo ti và” Lo presi per una mano trascinandolo dentro, “dimmi che succede” “l’ho lasciata, voleva che partissi con lei per andare dalla sua famiglia e non ce l’ho fatta più” fece una risata isterica “io non potevo continuare capisci. Non potevo per noi, per te, lo so che hai detto che mi avresti dato tutto il tempo ma.. ero pronto” Fu il mio momento di interromperlo ma non lo baciai, lo strinsi forte al mio petto abbracciandolo e lui restituì la stretta. “Lou ma che hai fatto” scossi il viso tra i suoi capelli e lo sentii riprendere a piangere, “l’ho fatto per noi” si staccò e mi prese il viso, mi accorsi solo ora che ero io a piangere, lui mi asciugò le lacrime, “ora siamo liberi Harry” sorrisi e lo fece anche lui con gli occhi lucidi e le labbra salate… non so se lo saremmo mai stati davvero, liberi, ma almeno ora potevo stare con lui il tempo che mi aspettava senza dividerlo con lei. Lo baciai, e il sapore di quel bacio fu diverso, seppe di una lieve libertà strappata, di felicità tenue e vera e prepotente. Si staccò, “credo che tu debba prepararmi la cena... lasciarmi mi fa venire fame” “tutto quello che vuoi” Richiamai mia madre, voleva chiedermi se alla fine avessi sentito mio padre per andare ad L.A. adesso speravo che Louis mi dicesse di si e partisse con me. * “mi fido di te Harry. Ti amo” “te lo prometto un giorno saremo solo noi. Ti amo Boo e mi fido e mi fiderò per sempre di te”

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Capitolo 6
*** PARTE VI ***


La notte trascorsa con Louis era stata diversa. Era come se ora avessi avuto il vero lui e non quello da condividere, avevo sentito lui più mio, più sollevato in qualche modo, e anche se non glielo avevo detto ero contento della scelta che aveva fatto. Era un gran peso in meno. “buongiorno” La voce di Lou mi colpì accarezzandomi leggero l’orecchio mentre ero intento in cucina. Le sue braccia mi avvolsero, baciandomi prima la nuca scoperta, per aver tirato su i capelli per quanto possibile, poi appoggiando il viso tra le mie spalle, “ben alzato amore” mi pulii le mani e mi voltai per baciarlo “hai dormito bene?” “dormito è una parola grossa.. ma sì” mi sorrise ancora ad occhi chiusi “non mi è dispiaciuto non dormire, ma avrei voluto svegliarmi con te” “qualcuno doveva pur preparare il pranzo, non voglio mica farti morir di fame” Aprì gli occhi e mi fissò, mi sorrise di nuovo e i suoi occhi splenderono. Il cielo azzurro si specchiava lì, nel suo sguardo dolce su di me come una giornata d’estate, lo baciai non potei resistere a quelle labbra così rosa. Lui infilò una mano sotto la maglia tastandomi, “dovremmo tornare a letto” sussurrò, “dopo con piacere, prima mangia ti ho preparato qualcosa prima del pranzo nel caso ti fossi deciso ad alzarti” Si staccò guardando il tavolo, e dirigendovi incontro, “ho fame in effetti” risi, e lasciai che facesse la sua colazione. Era stranamente familiare la sensazione di averlo in giro per casa, e mi faceva sentir bene. Lui mi colmava ogni mancanza che avrei potuto avere in sua assenza. Riempiva i miei polmoni d’aria e il mio stomaco dalla fame, mi saziava e mi dissetava. Non avevo bisogno di nient’altro se non di lui con me. ‘sposami’ “curly stai bene.. perché mi fissi?” -*- Era sdraiato sul letto accanto a me, era ad occhi chiusi anche se sapevo che non dormiva. Lo osservavo da più di 20 minuti da quando avevamo finito di fare l’amore. Ripensavo a quello che avevo creduto di aver detto giorni prima. Aveva notato che ero strano, ma averlo vicino era così.. “mi stai fissando ancora” lo disse in tono monocolore, come se dovesse farmi notare una cosa ovvia, o una cosa che si stava ripetendo, “no ti osservo è diverso” “e che differenza c’è scusa?” “fissare sarebbe solamente usare gli occhi per guardarti con sufficienza, come qualcosa che vedo ma non gli d’ho importanza. Osservare, è cogliere ogni sfaccettatura della cosa che ha rapito il nostro sguardo e l’ha fatto suo, è guardare con occhi e mente ciò che abbiamo sotto i nostri occhi, è amare. Io ti osservo per capire ogni parte di te, per percepirne ogni movenza, ogni angolo e morbidezza, e farla mia. Come il rossore sulle tue guancie in questo momento..” “sei folle Styles” si girò nascondendo il viso nel cuscino. Mi avvicinai alla sua schiena e la baciai lentamente, percorrendone ogni centimetro. “sei ancora convinto di voler partire per andare da tua madre?” mi fermai, lui si voltò verso di me, “si, devo spiegargli .. la situazione. Devo dirgli che ho fatto una scelta” mi poggiò la mano sul viso ed io chiusi gli occhi al suo tocco, mi girai baciandogli il palmo, “tu che farai?” “sarò qui a casa ad aspettarti.. come sempre” -*- “Avanti Niall passa quella palla!!” urlai da metà campo, ero sudato e stanco, ma era tanto che non passavamo una mattinata come questa insieme… appena presa la palla iniziai a correre verso la porta dove c’era Zayn.. ma fui bruscamente interrotto da Louis… “Ahi” mi lamentai “ hey è fallo” dissi da terra.. “Liam..” “mi dispiace non ho visto nessun fallo” disse ridendo. Far fare lui da arbitro e in più compagno di Tomlinson non era stata una buona idea. Louis dopo aver tirato la palla in rete tornò indietro porgendomi la mano, “non fare il bambino” iniziò a ridere, “sei stato scorretto” misi il broncio, lui mi avvicinò dandomi una pacca sul sedere e facendomi l’occhiolino, “ragazzi una stanza” urlò Niall. Scoppiammo a ridere tutti.. “dai ultimo giro e dopo ho bisogno di cibo” “ok.. ma stavolta d’ho io il cambio a Zay per la porta” dissi dandogli il cinque ed effettuando il cambio “tutti pronti.. via” * Ore 1:05 a.m Eravamo stesi nel letto l’uno abbracciato a l’altro, io ad accarezzargli la schiena e lui steso, sul mio petto ad accarezzarmi il fianco. “sono stato bene oggi.. è stato divertente” “si lo è stato” sospirai e chiusi gli occhi, avrei voluto dirglielo ora, “Lou.. Lou sei ancora... sveglio” il suo respiro calmo era segno che si era addormentato “ti amo Lou” sussurrai guardando il soffitto, “vorrei tornare all’inizio Lou e dirti.. dirti la verità subito. Vorrei vederti sorridere davvero e non essere mai triste, vorrei potermi svegliare ogni giorno con te affianco e non.. non aver paura di.. di perderti. Se tu fossi sveglio adesso crederesti che io stia delirando ma, quando mi hai detto di averla lasciata e dopo abbiamo fatto l’amore, ti ho sentito mio completamente. Lou ti amo.. sposami” dissi l’ultima parola sussurrando. Questi erano i deliri di un pazzo a l’una del mattino. Sentii il corpo di Louis accanto al mio irrigidirsi, forse mi aveva sentito, forse no, stanotte non l’avrei saputo di certo. -*- 03 luglio 2014 Erano le 10 del mattino e stavo mettendo le prime frittelle sul tavolo quando sentii Louis tossire, quando mi voltai lui era arrossito e aveva un sorriso timido sulle labbra, gli ricambia il sorriso e poggiando il resto sul fuoco andai a dargli un bacio veloce. “scusa … si bruciano..” “si, no non ti preoccupare .. scusa ieri alla fine sono crollato ero stanco” “troppo movimento Boo?” iniziammo a ridere “hai fame?” “si” si accomodò al tavolo e prese il piatto, quando mi girai lo vidi guardarmi e appena se ne accorse arrossì e distolse lo sguardo sorridendo.. provai a provocarlo “so di essere uno schianto nudo ma, contieniti ho i boxer” gli feci l’occhiolino e lui rise, “ma per favore, non montarti la testa.” “vorresti dire che non mi guardavi per quello” levai le frittelle sul fuoco e misi l’altro impasto, mi girai e andai verso di lui, fermandomi davanti a lui chinandomi poi per un bacio, “c-che f-fai?” deglutì, io risi “non prendermi per il culo Styles” lo sentii ansimare, mi avvicinai ancora e mettendomi a cavalcioni su di lui, gemetti e gli baciai il collo, “oh Dio” sentii la sua erezione spingere contro la mia, continuai a baciarlo e sentii le sue mani posarsi sui miei glutei e stringere, spinsi il mio bacino avanti e gememmo insieme, “H-Harry credo che..che stia..” “cosa.. stai perdendo il controllo Tomlinson non è da te” “no Harry credo che qualcosa stia bruciando” mi fermai di colpo, “merda” mi alzai e.. avevo completamento dimenticato la padella sul fuoco. Sentii lo stronzetto ridere mentre io mi bruciai quasi una mano per buttare il tutto nel lavello e aprire l’acqua.. “credo che sia stato tu a perdere il controllo” stava piangendo per quanto rideva. La frustrazione della sua battuta, che era più che vera, stava lasciando spazio ad una risata eco della sua. -*- 18 luglio 2014, lunedì Il convivere con Louis mi creava ancora qualche problema di comprensione da come eravamo passati da essere migliore amici a questo.. rimaneva comunque il mio migliore amico, solo che adesso era anche il mio ragazzo. Delle volte rimanevo imbambolato a guardarlo aggirarsi per la cucina in pantaloncini e senza maglia, mi riprendevo solo al suo solito lancio di uno straccio sulla mia faccia.. arrossiva puntualmente. Finalmente mi ero deciso a chiedergli di restare stanzialmente da me dal momento che ormai dormiva qui, ma continuava a dire che, se le cose fossero andate male non aveva intenzione di rimanere senza casa –come se io gli avessi permesso di andarsene- ma comunque lui aveva ancora la sua casa e ogni tanto, dormivamo da lui, in modo che sistemassi il casino lasciato da lui. Ma non per queste erano tutte rose e fiori, litigavamo: *“la vuoi smettere” “non finche Mr. Styles mi spiega perché ha evitato di dirmi che si sente ancora con.. aspetta come lo chiami ‘Grimmy” “per questo” dissi indicando la sua reazione.* Queste discussioni avvenivano ad ogni messaggio da parte di Nick, ma poi, la nostra velocità di fare pace e la sua incapacità di vedermi col broncio, faceva si che tutto si sistemasse con qualche coccola che era preferibile delle urla, come adesso ad esempio, “sul serio, avanti andremo tutti e tre al cinema non è un problema” “no, mi sentirei a disagio andate tu e.. Sten?” “Stan, e non saresti a disagio, è simpatico e vuole conoscerti” “no grazie, preferirei comunque che tu restassi con me sotto le coperte” mi avvicinai mettendogli le mani sui fianchi e baciandolo, “n-non posso ormai glielo ho promesso” sbuffai a fior di labbra, lo baciai di nuovo, si stavo cercando di corromperlo, “ti prego” piagnucolai, alzai gli occhi nei suoi, notai le sue pupille dilatate, “m-mi dispiace” mi staccai sbuffando più forte e tornai a preparare il pranzo, “sai che preferirei restare” mi sentii abbracciare e avvolgere dalla sua piccola figura, “sai che è tanto che non vedo Stan. Prometto di non fare tardi così quando torno possiamo stare assieme..” mi baciò una spalla. Nel momento in cui lo dissi me ne pentii subito, “bè forse quando torni potresti non trovarmi o potrei non essere solo che ne puoi sapere” lui si gelò e si staccò subito, “che vorresti dire scusami? Cos’è una minaccia.. hai 5 anni?” “no, ti sto solo dicendo che come tu puoi vedere un amico posso farlo anch’io..” “oh no, non ci provare Harry, non è lo stesso, Nick Grimshaw o quel Alxander o chiunque,non metterà piede in casa mia è chiaro” “Xander…e comunque vorrà dire che usciremo” mi girai verso di lui alzando le spalle e portando la tovaglia sul tavolo, “si può sapere perché ti stai comportando così adesso” “perché, caro Louis, è una settimana che non stiamo da soli io e te e non..” gesticolai “lo sai..” “è questo, è per il sesso Styles ti pensavo più profondo e poi non è vero” “non è per il sesso.. è lo stare insieme in santa pace, quando è stato che ci siamo.. coccolati?” “Harry sembri un bimbo. Ti stai attaccando a del sesso serale è questo, siamo stati insieme anche ieri..” “si quanto 30 minuti perché il signor conte doveva uscire” “non è colpa mia se sei veloce ad eccitarti” Rimasi a bocca aperta, non potevo credere che lo avesse detto, ci rimasi male. “oh avanti non fare quella faccia sai che non intendevo quello…” “oh no certo tu parli e parli però non intendi mai quello che dici Louis giusto” “tu inizi e la colpa è mia..” “non capisci niente, vuoi uscire col tuo amichetto vai, magari fatti anche coccolare a fine serata.. e dato che ci sei fatti anche il pranzo e pulisciti la camera non sono la donna di servizio” urlai tornando in cucina sbattendo con la spalla alla sua.. -*- 4 agosto 2014, giovedì Ore 09:58 a.m “torno il 14, massimo il 15 a mattina se mamma mi lascerà andare” fece un piccolo sorriso e si girò verso il treno “non lasciarmi col broncio Harreh…” si avvicinò e mi baciò velocemente carezzandomi il viso, io sorrisi, “fa gli auguri a Lotts anche da parte mia quando la vedi oggi, chiama quando arrivi okay?!” “certo anche se temo che ci rimarrà male nel non vederti. Saresti potuto venire anche tu lo sai, non sarà un problema..” “lo so, stiamo insieme da mesi e Jay è così dolce… sali su quel dannato treno prima che cambi idea” “vorrei lo facessi, parti con me.. aspetterò un giorno in più e..” “Lou, hai detto che ero troppo appiccicoso ieri sera ricordi?” “non dicevo sul serio lo sai io… parlo a volte senza pensare” *chiamata al binario 28 per Doncaster* “ti aspetterò da mamma se vorrai raggiungermi… Ti amo” mi carezzò il dorso della mano e prese il borsone, “Ti amo” quando si girò per prendere il treno mi sentii mancare. Andava da sua madre ma la litigata di quella sera bruciava ancora. * Pranzare da solo fu deprimente e una tortura. Louis avrebbe già dovuto essere arrivato col treno e mandare un messaggio. Forse stava aspettando di arrivare a casa. Mi buttai sul letto, troppo grande da quando lo dividevo con lui, cercando di riposare un po’. -*- 05 agosto 2014 Se negli ultimi giorni non avessimo litigato così tanto probabilmente lui sarebbe rimasto fino alla data prestabilita l’8… le giornate senza lui erano silenziose, troppo. Avevo passato la mattinata con Niall e anche il pranzo, ma il rientro a casa fu disastroso. Lo sentivo ovunque eppure non c’era. Era partito dicendomi che mi avrebbe aspettato, per poi mandarmi un messaggio con scritto che forse avevamo bisogno di tempo e che stavamo facendo tutto troppo in fretta… L’avevo sentito questa mattina mandandogli il buon giorno e al mio rientro dicendogli che mi mancava da morire. Presi il cellulare buttato su letto accanto a me e gli scrissi ciò che stavo trattenendo dalla sera precedente: ‘Ti amo, non allontanarmi ancora’. Ero disperato lo ammetto, ma non potevo perderlo, avevamo già perso troppo e avremmo rallentato, lui se voleva poteva tornare al suo appartamento ma non gli avrei permesso di allontanarmi. La risposta arrivò subito, tremai nell’aprire il messaggio; da Lou: ‘non accadrà. Scusami per quello che ho detto. Ti amo..’ a Lou: ‘Ti amo, ti aspetto torna da me, torna da me ti aspetto. Sempre tuo Hazza.’ * Friends should sleep in other beds And friends should kiss me like you do And I know that there’s a limit to everything But my friends won’t love me like you No, my friends won’t love me like you Oh, my friends will never love me like you Ore 18:48 p.m Dovevo dirglielo , l’avrei già dovuto fare settimane fa ma … un messaggio e tutto si sarebbe risolto: a Lou: “ Lou ci sei.. devo dirti una cosa. Papà mi ha invitato a L.A, tra circa due settimane, sai pensavo che magari potresti venire con me.. fammi sapere, ti amo” -*- 08 agosto 2014 Ore 00:32 -Pronto.. -Lou, sei sveglio, scusa se ti chiamo a quest’ora so che è tardi ma volevo dirti una cosa -Cosa… -Io.. bè vedi io.. io ti amo Lou, da molto ormai -Mmmhmmmh -Sposami…- proseguì un minuto di assoluto silenzio se non fosse stato per il suo respiro, - Louis, c-ci sei… Sentivo il suo respiro attraverso il telefono, non sapevo dire se fosse sveglio o no, credevo di si comunque. -Mi manchi, buona notte. Riattaccai prima che potesse rispondermi. * 23:50 p.m Mi aveva evitato tutto il giorno, aveva a stento risposto al mio messaggio del buon giorno, ed ora non rispondeva alle chiamate ed hai messaggi. Avrei dovuto tacere, tenerlo per me ancora per un po’ almeno, l’avevo spaventato, mi avrebbe lasciato se mai mi avrebbe rivolto mai parola e se non lo avesse fatto sarebbe rimasto a Doncaster da sua madre. Lo stavo perdendo ed era solo colpa mia. Avevo forse usato l’unica cosa che lo avrebbe tenuto lontano per sempre. Sapevo che i miei sentimenti erano più.. più radicati dei suoi, io sapevo vedermi con solo lui affianco, ma non avevo tenuto conto del contrario; della sua immagine da ragazzo agli occhi altrui… ma se mi amava, poteva, lui poteva restare e infischiarsene. Si, gli serve solo tempo per riflettere, tutti si spaventerebbero su una cosa del genere. -*- “Louis ti prego. Chiamami ho bisogno di sentire la tua voce anche se solo per.. ti prego chiama. Jay dice sempre che sei fuori.. ma so che non vuoi parlarmi. So che non avrei dovuto dirti.. chiederti di.. se non ne vorrai più parlare, per il momento va bene, ma chiama o prenderò il primo treno e verrò a prenderti io” Aveva il diritto di essere sotto shock ma doveva rispondere diamine, erano due giorni che non lo sentivo, avrei preso il treno, se non mi avesse richiamato. -*- 10 agosto 2014 Avevo preparato il borsone per partire giusto qualche maglia e un paio di jeans. Uscii di casa entrando in macchina, quando alzai gli occhi per fare la retro marcia sul vialetto un taxi mi bloccò l’uscita… Louis. Rimasi in macchina di sasso, intravidi il sguardo dallo specchietto aveva gli occhi coperti da occhiali da sole, si avvicinò. Scesi da l’auto già pronto a protestare, “io non..” “si, ti sposo io.. si” sarei crollato in ginocchio davanti a lui se non si fosse precipitato a baciarmi e a stringersi a me, “ti amo così tanto” “ti amo Harry, scusa e ci ho messo molto a capire che dirti si era..” “ssh no, no va bene” le lacrime mi bagnarono il viso “ti amo” -*- 20 agosto 2014 “ci uccideranno” “sei davvero preoccupato allora Lou” “non.. dovresti esserlo anche tu, come credi che reagiranno. Siamo volati a Las Vegas per sposarci ed ora torniamo, tu non sei preoccupato” Iniziai a ridere era davvero preoccupato, “no non lo sono, non mi piacciono le cose in grande e si, ora che glielo diremo saranno un po’ arrabbiate ma organizzeranno una festa e gli passerà” “ti odio quando fai così” gli presi il viso tra le mani e lo baciai, “guarda che ti odio ancora” “bè è dura vivere con qualcuno che odi, a meno che non sappia fare del buon sesso allora..” mi diede una gomitata “ouch.. suoniamo o no, arrivare da mia madre e sapere che c’è anche Jay inizia ad innervosirmi” “ah bene..suona tu è casa tua” “di mia madre..” guardai il campanello ma prima che il mio dito arrivasse a suonare la porta si spalancò rivelando un gran sorriso sul volto alla porta; “ragazzi siete arrivati” “mamma..” balbettai e ci abbracciò entrambi. Erano le 10:06 di un sabato mattina, ora iniziavo a temere anch’io. “entriamo non rimaniamo sulla porta..” “Boo.. tesoro” Jay lo abbracciò forte e poi abbracciò me, “sono così contenta di vedervi insieme, cioè insomma… era bella Los Angeles, sicuramente, siete abbronzati…” “s-si molto, siamo stati da Papà per un po’ poi abbiamo fatto un giro.. perché non ci accomodiamo per parlare meglio” dissi, “tesoro sembri nervoso” mia madre mi accarezzò una guancia, “Harold..” quando mi girai, mia sorella mi saltò al collo e l’abbracciai forte, mi era mancata molto “come stai?” “si sto bene, tu che dici?” “tutto bene…” Dopo qualche minuto ci raggiunsero anche le sorelle di Lou, giù in cucina, lui mi guardò supplicandomi di finire la cosa il più presto possibile, a dirla tutta lo volevo anch’io. -*- 23 agosto 2014, ore 21:59 p.m “mamma sono le dieci di sera e mi chiami per sapere chi invitare, lo sai vero che tu e Jay avete invitato persino i prozii…no non dico che non mi importa della festa solo che, è una cosa nostra a Lou non piace molto sfarzo contenetevi..” “Chi è mia suocera? Salutamela.. sera Anne..” “sisi te lo saluto” alzai gli occhi al cielo, sbuffai. Louis sorrise avvicinandosi e iniziando a baciarmi il collo, “vieni a letto.. ora” mi sussurrò, “ehm mamma..no io, sta per cadere la linea” continuò a baciarmi percorrendo con la lingua il contorno della mascella e alzandosi sulle punte per prendermi il lobo, “si mamma ciao” attaccai non capendo l’ultima sua frase e presi il viso di Louis tra le mani per baciarlo. Lo spinsi verso il tavolo dietro di lui e lo alzai prendendolo in braccio “volevi andare a letto giusto” lui rise. “Ti amo piccolo.. ma credo che tua madre ti stia facendo diventare esaurito, ho paura per la tua salute mentale” “ed io mi chiedo perché Jay non ti tratti allo stesso modo” “sa che non sopporto queste cose.. ma quello che c’è di mezzo” mi baciò il collo e affrettai il passo verso la camera. Lo buttai di peso sul letto e poi mi abbassai su di lui per baciargli il petto fino al collo , “prima che lo dimentichi, domani devo fare dei giri su commissione di mia madre dal momento che venerdì sera verranno ad occuparsi della nostra casa fino alla festa di domenica” “queste cose devi dirmele dopo il sesso non prima” “si ma dopo sei intrattabile lo stesso” mi prese per le spalle e cambiò posizione, ed iniziò a pungolarmi, “ah si, tu credi? Ora lo vediamo” continuammo a ridere e lottare per un po’ finche le spinte dei nostri fianchi si trasformarono in un altro tipo di bisogno, ci facemmo trasportare da esso fino a ritrovarci nudi l’uno addosso a l’altro a raccontarci l’amore che sentivamo addosso. -*- -Mamma ho preso bicchieri, forchetta e piatti di plastica, si era tutto sulla lista..” il continuo parlare di mia madre di prima mattina mi faceva innervosire, soprattutto se ero dovuto uscire di casa e lasciare Lou nel letto ancora mezzo addormentato. “mamma hai detto che avresti parlato con Jay e vi sareste limitate, ma certo che ci fa piacere.. no sono alla cassa. Ci sentiamo” Pagai il più in fretta possibile per uscire dal supermercato e portai le buste in auto, prima di salire in auto controllai il cellulare e trovai due messaggi, uno di Lou che se la prendeva perché stavo facendo tardi, e l’altro di Niall che mi chiedeva per l’ennesima volta di come si doveva vestire per domenica.. non risposi a nessuno dei due e feci per salire; “Harry Styles, credevo fossi una leggenda ormai” riconobbi la voce, “Nick, come stai?” “io alla grande, tu invece che mi dici?” “fatto un po’ di spesa stavo tornando a casa..” “spesa grande a cosa si deve? Organizzi una festa?” “si mamma viene domani sera e resterà per il week-end” “che ne dici se ti accompagno a casa, è tanto che non ci facciamo una chiacchierata” “non credo sia il caso, non credo che Lou apprezzerebbe” “che c’è si è trasferito in definitiva e non vuole i tuoi amici in giro il tuo ragazzino” si fece una risata e la cosa mi urtò un po’, “mio marito, ci siamo sposati quindi, gradirei tu non facessi battute su di lui per quanto a volte può essere testardo..” la sua espressione tramutò nell’arco di pochi secondi, “sposati” lo disse con ribrezzo e la cosa mi infastidì “congratulazioni allora” “grazie, ora devo andare, stammi bene Nick” salii in macchina e uscii dal parcheggio e mi avviai verso casa, Louis non l’avrebbe presa bene se avesse saputo di questo incontro. * 24 agosto 2014, “hey ma quanto ci hai messo? Stavo per chiamare i servizi segreti” “scusa c’era la fila e poi, ho incontrato Nick mentre stavo salendo in macchina..” mi aspettavo già le sue urla e tutto, mi voltai per guardarlo e mi stava guardando a bocca aperta, “lo so io..” “e tutto questo tempo per due chiacchiere” mi stupii della sua tranquillità ma ci andai cauto “bè è stato più una mezza discussione e chiarimento” “a sono contento per voi, le discussione fortificano i rapporti..” mi passò vicino baciandomi le labbra e iniziò a tirare fuori la spesa, “perché non stai urlando come..” “come mio solito? Bè piccolo Haz non mi importa nulla di Grimshaw al momento sei mio marito, non può fare nulla più su questo..” lo disse con disinvoltura alzando le spalle come se fosse ovvio, “aspetta, ora sei tranquillo perché mi hai sposato” lo guardai sbalordito “sai vero che tra me e Nick non ci sarebbe potuto essere nulla nemmeno prima vero?” “lo spero bene, o avrei tagliato le palle prima a lui e poi a te.. anche se credo che mi sarebbero mancate” sorrise. Mi metteva i brividi quando era cinico e geloso. Scossi la testa e lo aiutai. * 28 agosto 2014, la piccola cerimonia era stata fantastica. Vedere le nostri madri felice e piangere era una cosa che si mi aspettavo, ma fu così strano. Tra abbracci e baci fu.. imbarazzante ma bello. Ci misero in posa per le foto con i parenti, le foto tra noi, Niall ci bagnò con lo spumante e gli restituimmo il favore. Mia madre e Jay avevano preso il servizio di catering per la cena. Rimanemmo tutti contenti e continuammo a ripetere di quanto fossimo alla fine contenti di avere i nostri lì. Alla fine la cerimonia fu abbastanza contenuta rispetto a quello che tutti temevamo. Solo che forse, ciò che avrei dovuto dirvi prima è che, fu tutto un dannato sogno. Un sogno fin troppo vivido per scacciarlo del tutto dalla mia testa. Io Harry Styles continuerò ad essere innamorato del mio migliore amico, Louis Tomlinson, senza che lui lo sappia. Tutto ciò che ho immaginato non potrebbe mai accadere anche se ora, sono nel bagno del locale di Zay e Liam, il giorno del suo compleanno, aspettando che Lou esca dal bagno; “Harry, stai bene?” Louis mi mosse una mano davanti gli occhi, “sogni ancora ad occhi aperti curly?” “già.. allora torniamo in sala” “si prima che Liam ci faccia fuori, è il suo compleanno guai a guastargli la festa..” “hai ragione non sarebbe giusto” ma forse, ciò che avevo immaginato, il bacio, la sua risposta e tutto il resto, se avessi fatto il primo passo magari.. “Louis io…” “si cosa..” i suoi occhi così blu mi guardavano e non mi uscì nulla solo un sussulto quando, un altro ragazzo del pub entrò vomitando nel lavandino, “è meglio andarcene Haz, vieni” mi prese per mano e mi portò fuori. Gliela strinsi di più e lui si volto sorridendomi passando tra la folla. Prima o poi glielo avrei detto, avrei detto tutto, lo amavo e lo avrei aspettato. Ma quel giorno non era oggi, non stasera. Solo, prima o poi… ************

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