30 days to fall in love

di _MartyK_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1/Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1/Prologo ***


Per Yoongi, alias Suga dei BTS, la vita era sempre la stessa, come un nastro cinematografico che gira e rigira in continuazione, proiettando sempre il solito film.
Le canzoni, il nuovo album, le fan e i concerti erano i suoi unici pensieri.
Aveva sacrificato l'intera adolescenza per raggiungere i propri obbiettivi, per diventare una star a tutti gli effetti, e invece in quel momento si trovava lì, disteso inerme sul suo minuscolo letto, a pentirsene per la prima volta. Già, si pentiva di essere diventato famoso. E maledetto il giorno in cui gli comunicarono che era stato ingaggiato come trainee alla BigHit.
Tutto diventò un inferno: la lista di cose da non fare era molto lunga.
Non poteva avere un cellulare, non poteva vedere i genitori, non poteva avere una fidanzata, non poteva permettersi distrazioni e doveva pensare solamente al canto e alla danza. Letteralmente.
Fu costretto persino ad abbandonare gli studi, l'agenzia non si prendeva la responsabilità di pagare l'università.
Era un periodo deprimente, quello. Ma per fortuna aveva degli amici che lo sostenevano e supportavano sempre.
Dopo anni di duro lavoro al training ecco che i Bangtan Boys debuttarono con No more dream. Beh, che dire? La vita cambiò completamente: si ritrovava un sacco di ragazze che urlavano a gran voce il suo nome ed era verso i primi posti nelle classifiche dei ragazzi coreani più belli.
Doveva essere la pace dopo la guerra, la luce dopo le tenebre, e invece no.
Quella vita lo stava consumando pian piano, lo stava opprimendo così tanto che doveva fare qualcosa per staccare la spina.

- A che pensi hyung?- Jungkook gli si avvicinò, buttandosi a peso morto sul suo letto e facendolo sussultare leggermente.

- Uh? Niente... mi annoio- rispose semplicemente. Con la coda dell'occhio notò che aveva suscitato l'interesse degli altri ragazzi.
Rise sotto i baffi, soddisfatto.

- Yoongi, questa è la tipica faccia da culo di uno che sta progettando qualcosa di altamente malefico- fece Namjoon.

- Io direi qualcosa di altamente illegale- s'intromise Jimin con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
A quel punto il ragazzo si tirò su a sedere e si strofinò le mani.

- Che ne dite di uscire da qui e cazzeggiare un po'?- propose come se niente fosse. Jin rivolse un'occhiata perplessa a Taehyung, mentre gli altri avevano uno sguardo pensieroso in volto.

- Ma non ci è permesso- il solito Hoseok onesto e pauroso. Yoongi gli sventolò una mano davanti agli occhi, con fare disinvolto.

- Usciamo un po' e poi ritorniamo, nulla di che- scrollò le spalle. Sapeva che convincere quei sei nanetti era un'impresa enorme, ma mai si era immaginato di ricevere risposte negative da tutti.

- E che palle che siete! Fanculo, vado da solo- borbottò infilandosi una felpa pescata a caso dall'armadio e avvicinandosi all'unica finestra che illuminava la stanza.
Era notte, l'ondata di aria gelida gli scompigliò i capelli e quasi gli congelò il naso, se ne fregò. Con un rapido gesto si sedette sul davanzale e saltò giù, atterrando (per fortuna) sui suoi stessi piedi.
I ragazzi rimasero sbalorditi da ciò che aveva appena fatto, insomma, chiunque sapeva che Yoongi era quello pigro del gruppo.
Si precipitarono verso la finestra e controllarono che quel pazzoide stesse a posto senza nulla di rotto, o chi avrebbe sentito il loro manager?!

- Come va?- urlò Taehyung mettendo le mani a mo' di megafono. La testa azzurra rispose con un elegantissimo dito medio e corse senza una meta precisa.
A malincuore anche gli altri decisero di seguirlo, così uno ad uno si lanciarono dalla finestra e cercarono di raggiungerlo.

Seoul, come tutte le grandi città, di notte non è che fosse proprio sicura. Si poteva notare come i locali più innocui e normali di giorno si trasformassero in night club e kiss room di notte. Inoltre girare senza scorta non avrebbe fatto bene.
Si infilarono in un vicolo cieco poco illuminato, vi erano delle auto parcheggiate. Sul volto di Yoongi comparve un sorrisetto malvagio.

- Vediamo come stanno messe- esordì saltando sul cofano di una di esse e cominciando a tirare pugni e calci. Gli altri, dapprima preoccupati e poi divertiti, lo imitarono e presero a calci tutte le auto che si ritrovavano davanti. Namjoon bucò addirittura le gomme.
Tra urla e schiamazzi, combinarono un vero e proprio casino e uscirono da lì con assoluta nonchalance, diretti verso altri posti poco affollati.
Corsero a perdifiato per le strade, chi canticchiando alla meno peggio Crooked di G-Dragon e chi assalendo la schiena del compagno a causa della stanchezza: quella giornata era stata pur sempre estenuante.
D'un tratto Taehyung vide delle bombolette spray posate sul marciapiede, davanti ad un garage. I suoi occhi brillarono e il suo sorriso quadrato andò da guancia a guancia, mostrando denti perfettamente bianchi.

- Uuuh bomboletteee!- urlettò imitando la voce di una bambina di cinque anni. Si allontanò dal gruppo e andò verso il garage.
Gli altri, ovviamente, furono costretti a seguirlo e a dargli retta. Il moro prese una di quelle che erano per terra e cominciò ad imbrattare il garage con scritte da idioti e faccine sfacciate.

- Non credi di star esagerando?- fece preoccupato Jungkook. Perchè sì, anche se era il più piccolo la parte razionale del suo cervello si stava facendo sentire.

- Ma sentitelo! Forza, che aspettate?!- esclamò Yoongi allargando le braccia, come a voler invitare gli altri a fare quello che faceva il loro amico. Passarono il tempo così, a colorare muri troppo chiari, a dare vita ad uno sfondo inanimato che poi così inanimato non era, godendosi appieno quello scorcio di libertà che avevano a disposizione.
Jungkook addirittura disegnò un pene gigante con occhi e bocca sorridente. I ragazzi a quella visuale scoppiarono in una fragorosa risata.

- Amico, ti manderemo a fare cartoni animati per bambini- fece Jimin, ridacchiando con quella sua vocina stridula.
Il Fato volle che la festa durasse poco, perchè si sentirono in lontananza le sirene della polizia.
Jin sgranò gli occhi e stette immobile, come se avesse visto un fantasma.

- La polizia! Correte, svelti!- li avvisò poi, prendendo Namjoon per il braccio e fuggendo via. Gli altri lo inseguirono, solo Yoongi rimase a guardare sconvolto i fari dell'auto che si avvicinava sempre di più a loro. Taehyung gli si avvicinò e lo prese per le spalle, scuotendolo leggermente.

- Che cazzo fai, corri!- esclamò soltanto. Il ragazzo sbattè le palpebre un paio di volte, per poi decidersi a dar retta al compagno.
Vennero inseguiti dai poliziotti per parecchi metri, i ragazzi non si arresero così facilmente e continuarono a correre finchè potevano.
Jimin si bloccò, respirando a fatica e posando le mani sulle ginocchia. Ben presto anche gli altri si fermarono, troppo stanchi per andare oltre.

- Mani in alto!- esordì uno degli uomini, lanciando loro un'occhiata minacciosa. I ragazzi fecero come era stato loro detto.
Yoongi, se proprio doveva ammetterlo, se la stava facendo leggermente addosso.
Per non parlare di Hoseok, che stava quasi per scoppiare a piangere.
Jungkook era a testa bassa e Taehyung inviava sguardi intimidatori a tutti i poliziotti presenti.
Namjoon aveva la classica faccia di quello che si sentiva colpevole e responsabile, Jimin si mordeva a sangue il labbro inferiore e Jin faceva andare gli occhi di qua e di là, cercando di svignarsela.

- Chi è il responsabile delle scritte sui muri e dei danni alle auto?- domandò freddo uno degli uomini. Namjoon fece per parlare, ma venne zittito da Yoongi.
Non poteva permettere che fosse sempre il leader a prendersi la responsabilità di tutto, non questa volta. Sapeva di aver commesso la più grande cazzata della sua vita e che ora c'era di mezzo pure la sua carriera, ma voleva dire le cose come stavano.

- Sono io- e lo disse con più fermezza possibile. Il poliziotto assottigliò gli occhi, scrutandolo da capo a piedi, per poi scribacchiare qualcosa sulla sua agenda. Si avvicinò con sicurezza verso di lui.

- Sei in arresto per atti di vandalismo- lo prese per il polso e lo sbattè contro l'auto della polizia, allacciandogli le manette.

- Che?!- Jungkook era così sbalordito che non si trattenne dall'esclamare qualcosa di insensato, come era solito fare.

- Ma noi siamo Idol! Non possiamo permetterci di fare carcere!- a lui si unì Hoseok, il labbro inferiore che tremolava. Jimin gli dette una gomitata al fianco, facendolo gemere lievemente per il dolore.

- Una volta tanto sta' zitto e fatti mangiare dalla paura- sibilò a denti stretti.

- Non me ne importa, questo ragazzo ha infranto la legge e deve essere punito- rispose il poliziotto, fermo nel suo ragionamento.
Namjoon di nascosto tirò il suo cellulare fuori dalle tasche dei jeans e compose il numero del loro manager.
''E ora vediamo che dice il capo'' fu il suo ultimo pensiero.





* * *





Trenta giorni di volontariato. Era questo l'accordo che ci fu tra il loro manager e il poliziotto. Certo, i Bangtan Boys non si erano mai azzardati a commettere errori del genere, eppure quelli dell'agenzia erano preparati anche in questo.
Bastarono poche parole, in particolare carriera e vendetta per far sì che la polizia si arrendesse a quelli che stavano più in alto di loro.
ll magico potere delle case discografiche, disse tra sè un Yoongi soddisfatto. Visibilmente soddisfatto.

- Hyung, quel sorrisetto...- lo ammonì Namjoon, puntandogli l'indice accusatorio.
Hoseok mise in pausa lo stereo e si avvicinò alla testa azzurra con un asciugamano al collo.

- Ho sentito il nostro manager parlottare con gli altri. I bodyguards, le truccatrici eccetera- precisò quest'ultimo, stravaccato sul divano della sala prove.

- Okay e..?- Jungkook era esitante.

- Avrò un mese di totale libertà! Cioè, ci rendiamo conto? Me ne starò per i fatti miei senza che la stampa o qualcun'altro mi rompesse le scatole, sono troppo felice!- esclamò saltellando tutto contento, tirando fuori il suo sorriso da zuccherino. I compagni però non erano della stessa idea.

- Yoongi, sicuro che il manager intendeva questo?- mamma Jin all'attacco.
La testa azzurra gli rivolse un'occhiata esasperata e allargò le braccia, come a voler sottolineare quanto fosse ovvio il fatto che tutto era andato per il verso giusto.

- Min Yoongi, ho un messaggino per te!- Parli del diavolo e spuntano le corna, disse tra sè il più grande.
La porta della stanza era spalancata e fuori non si sentiva una mosca volare, segno che stavano origliando.
Il ragazzo era tranquillo, con le braccia conserte e un sorriso strafottente a dipingere la sua sfacciataggine. Sicuramente si sarebbe complimentato con lui per aver infondato fiducia nei cuori dei poliziotti... in qualche modo.

- Lavorerai come garzone in un ristorante per un mese intero-



***
Hola amigos!! Io boh... forse ho visto per troppo tempo l'MV di Run xD e uhm... sono un'amante delle cose dolci e zuccherose (non a caso ho scelto Yoongi XD) per cui sarà molto piccipù (SPOILEEER forse...). Di solito non pubblico ff che non ho ancora completato, ma avevo voglia di farlo... quindi addio XD spero vi piaccia e se volete lasciatemi un commentino :) baci a tutti _MartyK_ ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Lavorerai come garzone in un ristorante per un mese intero!- esclamò il suo manager.
Yoongi non fece nulla, non si mosse. Semplicemente sgranò gli occhi e storse la bocca in una smorfia. Gli altri fissavano l'uomo accigliati.

- Ma non avevi detto che era volontariato?- fu la prima cosa che fuoriuscì dalla bocca della testa azzurra. L'altro si mise a ridere.

- Da quando in qua gli Idol puliscono le toilette pubbliche, scusa?- rispose a tono, con un'altra domanda.
In effetti non aveva tutti i torti, e poi pulire e mettere a posto il cesso del loro dormitorio già bastava e avanzava.
Non era diventato un Idol per poi fare l'idraulico nella vita di tutti i giorni.

- Comincerai domani mattina presto, alle otto in punto. Preparati, questa sarà la tua ultima notte coi BTS- annunciò poi serio, salutando tutti con un'alzata di mano regale e abbandonandoli a loro stessi.
Yoongi sprofondò nel divano, lasciando cadere la testa all'indietro. Namjoon gli si sedette accanto.

- Te la caverai- disse e gli mise una mano sulla spalla. Il compagno gli lanciò un'occhiata pietosa.

- Dici che non sono fottuto, vero?-

- In che senso?- Jungkook e gli altri si misero attorno a lui, chi facendogli compagnia sul divano e chi sedendosi per terra.

- Voglio dire, la mia carriera è finita per aver imbrattato uno stupido garage e aver ammaccato qualche auto?-
Hoseok si lasciò sfuggire un sorriso e tirò una pacca affettuosa alla schiena dell'amico.

- Tranquillo, ha detto che sono trenta giorni- scrollò le spalle.

- Ce la farai a muovere il culo per così poco tempo- si unì Taehyung, ridacchiando.

- Il problema non è muovere il culo, è alzarlo da qui!- precisò Yoongi.
Jin gli lanciò un'occhiata esasperata e si schiacciò una mano in fronte. Davvero, proprio a lui doveva venir la voglia di scorazzare in piena notte? Che spreco.
Jimin si diresse verso lo stereo e lo accese, facendo partire la musica.

- Ragazzi, continuiamo- li incitò. I compagni si misero in posizione, fecero per iniziare a ballare, ma si accorsero che Yoongi mancava all'appello.

- Tu non provi?- domandò il leader. Il ragazzo scosse con enfasi la testa.

- Vado a prepararmi, mi servirà un casino di tempo per metabolizzare tutto questo- annunciò.
Abbandonò la sala prove e si arrampicò sul suo letto, Jimin voleva dormire sempre sotto. Prese la sua valigia e cominciò a riempirla di magliette, jeans e scarpe di ogni genere. Lasciò i bracciali e le collane, per quanto adorasse quegli aggeggi voleva farne a meno.
Non ci mise molto a prepararsi, considerando che fece la valigia in modo svogliato e non si curò nemmeno di piegare i vestiti.
Era ancora incredulo che quel demone dannato che si ritrovava come manager fosse così sadico da arrivare al punto di accontentare un poliziotto e rovinargli l'intera esistenza.
Almeno si sarebbe sbarazzato dei paparazzi per un bel po' di tempo, si ritrovò a pensare.
Si buttò a peso morto sul letto e mise le mani dietro la testa, rivolgendo lo sguardo al soffitto. Era un tantino agitato, sembrava che il manager non avesse l'intenzione di dirgli tutti i particolari di quel nuovo lavoro. Sospirò e si coricò su di un fianco, lo sguardo perso nel vuoto più totale.
Non aveva sonno e non dormì neppure quando fu raggiunto dagli altri.

Dormiveglia, ecco il suo stato.







* * *







 Isabel era una ragazza piuttosto anonima, normale. Con un lavoro normale e una casa normale.
Beh, forse la casa non era poi così normale, dato che era un buco.
La porta d'ingresso, subito dopo il salotto con divano e Tv, dietro un minuscolo e stretto corridoio dove vi erano camera da letto e bagno. Stop.
La cucina era così piccola che non era manco in grado di chiamarla come tale.
D'altronde non è che guadagnasse tanto lavorando come cuoca in una tavola calda che sta per fallire.
Di clienti non ne avevano mai avuti tanti, credeva che l'idea di cucinare piatti coreani e inserire qualcosa di italiano fosse carina, ma la gente non la pensava allo stesso modo.
Aveva origini italiane, certo, da parte di qualche bis o trisnonno, ma era pur sempre mezza italiana.
Forse la cucina non faceva per lei, forse la pasta al sugo faceva davvero schifo, però resta il fatto che non sapesse cosa fare in alternativa.
Avrebbe campato di stenti, ne era certa.



Quella mattina si svegliò verso le sei.
I flebili raggi solari che penetravano le persiane della finestra andarono a scontrarsi con il suo volto pallido, quasi cadaverico, finendo per farla svegliare.
Sbadigliò in un modo non proprio femminile e si stiracchiò, per poi alzarsi e dirigersi in bagno. Non aveva nulla di femminile, a volte le capitava persino di russare.
E poi era piuttosto ridicola con quel pigiamino estivo rosa con gli orsacchiotti.
Si guardò allo specchio e fece una smorfia, lavò i denti e si cambiò. In frigo non era rimasto nulla di decente, giusto un litro di latte e una mela.
Decise di fare colazione con quelli, mentre accendeva la Tv e faceva zapping col telecomando.
La sua vita era noiosa, in tutti gli ambiti. Soprattutto in quello sentimentale.
Non aveva una relazione da secoli e le stava bene così. Non le piaceva impegnarsi, beccarsi occhiate gelose e cose del genere, era stata da sempre una ragazza con l'esigenza di difendere i propri spazi.
Verso le sette e mezza prese le chiavi e uscì di casa. Il tragitto casa-lavoro era abbastanza lungo e in più non poteva permettersi una macchina.

L'aria a Gennaio era gelida come le acque dell'Atlantico e, nonostante l'orario, c'era un bel via vai di macchine e mezzi pubblici.
Le mancavano i tempi del liceo, a volte ci pensava e non poteva far altro che rimpiangerli.
Studiava tanto, dava sempre il meglio di sè, e invece era finita a stare incollata quindici ore al giorno per sei giorni su sette in un locale.
Avrebbe dovuto divertirsi, fregarsene del giudizio altrui e uscire più spesso. Peccato.

Aprì il ristorante e girò il cartello da 'chiuso' ad 'aperto'.

- Ma buongiorno!- esclamò con finto entusiasmo. Non c'era anima viva.
Mise le posate sui tavoli e raddrizzò le sedie, per poi dirigersi in cucina. Le stoviglie erano a posto e tutto era splendente, si chiese che cavolo poteva fare per ammazzare il tempo. Prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, giusto?
Dopo svariati minuti in cui si impegnava a far oscillare a destra e sinistra i mestoli, sentì uno strano vocio e il suono del campanello.
In cucina venne raggiunta da Myung Jae e Yoo Jin. Okay, Yoo Jin era un tipo carino e a posto, quasi il suo migliore amico, ma Myung Jae...
Solo al sentir pronunciare il suo nome le salivano in gola tutti i succhi gastrici presenti nel suo stomaco.
L'essere più narcisista, spregevole, opportunista e antipatico sulla faccia della terra. Una ragazza (o meglio, un insolito esemplare femminile di homo erectus, perchè per evolversi in homo sapiens sapiens ancora ce ne voleva) che si ritrovava a fare la cameriera e che esaltava il proprio fascino dichiarando di essere meglio di un qualsiasi membro di una qualsiasi girlband presente in Corea.
Orrenda con le ragazze, spietatamente dolce e gentile con i bei ragazzi. La classica gnocca senza cervello.

- Isabella, sei arrivata in anticipo!- esordì con quella voce stridula che si ritrovava in corpo.
Erano passati due anni da quando lavorava in quel locale e quella pazza ancora doveva imparare a pronunciare il suo nome.

- Isabel- la corresse con uno sbuffo.

- Sei così disperata da non voler far altro che lavorare? Wooow- Myung Jae ridacchiò e si scostò i capelli che le andavano davanti agli occhi, portandoseli dietro la schiena.

- Già, sono così disperata da arrivare in anticipo e finire in anticipo, in modo da non sorbirmi quella tua faccia da culo- disse sarcastica l'altra, sbuffando un ghigno.
Yoo Jin le si avvicinò per darle il cinque e lei accettò.

- Sfigati- bofonchiò con un'occhiata truce.
Il sogno di Isabel era vederla calva, senza neanche un capello. Se li tingeva così spesso che nemmeno un Idol raggiungeva i suoi livelli.
Il mese scorso si era fatta bionda, ora aveva i capelli ramati. Sembrava appena uscita dal salone di bellezza.
Ad interrompere il quotidiano battibecco fu il loro capo, nonchè il responsabile della reception, che dette loro un avviso.

- Ragazzi, calmi e tranquilli, sta per venire il nuovo garzone- disse con nonchalance.
Yoo Jin scrollò le spalle con indifferenza, mentre Myung Jae si era preparata i suoi filmini mentali.
'Chissà se è carino', 'ditemi che lo è' e 'fa che sia un modello', i suoi pensieri frequenti.
In cucina si presentò uno strano tizio con una valigia. Isabel lo squadrò da capo a piedi con un'espressione scettica in volto.

Alto, più alto di lei, i capelli azzurri, una felpa grigia e dei jeans ad effetto invecchiato. A completare l'elegantissimo outfit c'erano delle sneakers prive di lacci.
Quale idiota viene in una normalissima cucina con una valigia?!
Era come se qualcuno lo avesse scaricato lì e gli avesse detto: 'da oggi in poi lavorerai e dormirai qui'.
Eppure le sembrava di conoscerlo, lo aveva già visto da qualche parte. Forse era il sosia di un famoso attore, oppure aveva fatto da controfigura, cose del genere.
Lo credette fino a quando Myung Jae non si tappò la bocca con la mano e gli puntò l'indice accusatorio.
Gli occhi erano spalancati così tanto che sembrava il personaggio di un anime.

- Oh mio Dio!- si lasciò sfuggire, la voce era ovattata.

- Tappati le orecchie- l'avvisò Yoo Jin. Isabel lo imitò.

- Oh. Mio. Dio!- si mise ad urlare a squarciagola e saltò in braccio a quel ragazzo, che fu costretto a ricambiare la stretta per non cadere all'indietro.

- Ma tu sei Suga dei Bangtan Boys!- esclamò senza smettere di urlare ogni parola che pronunciava.
Suga chi? Quel tizio che rappava in quel gruppo di sette ragazzi? Quello che facevano vedere costantemente su MTV? Ecco perchè le era sembrato familiare.
Sta di fatto che, in ogni caso, in quel locale non era nessuno. E ci tenne a precisarlo.

- Myung, famoso o non famoso, in questa cucina lui non è nessuno. E' solo il nuovo garzone- disse, ferma nel suo ragionamento.
La ragazza alzò un sopracciglio e roteò gli occhi al cielo.

- Parla per te- sibilò tra i denti. Yoo Jin le lanciò un'occhiata assente, di ghiaccio.

- Pronto, stiamo parlando di Suga!- disse esasperata, allargando le braccia. Il diretto interessato ridacchiò alla conversazione, mostrando così la sua prima emozione.

- Cos'è, ti fa ridere avere una fan della tua stessa età che ti gironzola intorno? Bene, prendi questo e pulisci- Isabel si avvicinò al ragazzo con le mani sui fianchi.
Non erano passati neanche dieci minuti e già lo detestava. Prese una scopa e il secchio e glieli rifilò nelle mani.

- Qui è un porcile e tu vieni pagato per renderlo la suite di un albergo. Fa' il tuo dovere- disse severa.

- Di solito accogli così i principianti?-
Wow, la sua prima domanda (sarcastica tra l'altro) ad una sconosciuta antipatica, la cosa si faceva allettante.
Myung Jae ammiccò nella sua direzione e sfarfallò le ciglia. Era fiera di lui forse?

- Di solito accolgo così chi mi sta sulle scatole. Sta' zitto e pulisci!- disse di rimando la mora, impegnata a tirare alcuni ingredienti dal freezer per farli scongelare.

- Guarda che tu non sei mica il capo!- s'intromise Myung Jae. Solita a salire sul carro dei vincitori, ovviamente.

- E' l'unica che sa cucinare qualcosa di decente, quindi è il capo- Yoo Jin tirò uno scappellotto in testa alla ragazza.
Yoongi dal canto suo sbuffò e andò a riempire il secchio d'acqua. Si ritrovò a distanza ravvicinata con Isabel.
La ragazza si voltò e quasi si spaventò a vederlo davanti al lavandino, tutto indaffarato.

- La prossima volta avvisa, non comparire all'improvviso- borbottò mettendo il broncio. Il ragazzo le regalò uno dei suoi splendidi sorrisetti costruiti da star.

- Sei debole di cuore?- le chiese alterando la voce.

- Rischio un infarto- lo scimmiottò l'altra.

- Credevo fossi innamorata di me- sospirò fintamente la testa azzurra.

- Oh certo, come Jack e Rose di Titanic- Yoongi storse il naso.

- Ma poi lui è morto-

- Appunto- Isabel sorrise soddisfatta e gonfiò il petto, orgogliosa di sè. Lanciò un'occhiata al secchio del ragazzo.

- Sta traboccando. Chiudi l'acqua, Grande Puffo- gli tirò una spallata e guardò i suoi capelli con ribrezzo.
Yoongi assottigliò gli occhi e rispose solo dopo che la ragazza si allontanò da lui.

- Yah! Come... come osi!- alzò un pugno all'aria e digrignò i denti, della serie 'ti faccio vedere io!'.
Poggiò il secchio per terra e ci immerse dentro la scopa, per poi passarla sul pavimento. Non sarebbe stato facile, non con una come Isabel.
Quasi quasi gli sarebbe piaciuto se fosse stata come Myung Jae.
Si sentì prendere per il braccio e notò che era proprio lei.

- Io e te andremo molto d'accordo- esordì con voce incredibilmente sensuale. Per non parlare del continuo aegyo che gli faceva.
Beh, forse non gli sarebbe piaciuto averne un'altra nella sua stessa condizione.
La congedò con un 'scusa ma sono impegnato' e un bel sorriso cordiale, sperando che capisse che in realtà non gli interessava in quel senso.


I primi clienti si fecero vivi verso mezzogiorno e capì di essere spacciato.

- Suga, muoviti e passami il basilico!- urlò la mora. Il ragazzo manco sapeva com'era fatto, il basilico. Prese una spezia a cavolo e gliela passò.

- Quello è prezzemolo, ho detto basilico, idiota!- la ragazza gli tirò piano una ciocca di capelli.

- Scusa se ho passato l'infanzia e l'adolescenza a mangiare pizze surgelate!-
Aveva un'ottima dose di sarcasmo, ed esibirla con lei la trovava una bella sfida.

- Scusa se non mi interessa! Vai in frigo e prendimi le bottiglie di pomodoro, hanno ordinato spaghetti e polpette- continuò l'altra con gli ordini.
Il ragazzo fece smorfie alle sue spalle e fece come gli era stato detto, questa volta senza commettere errori.

- C'è mancanza di personale, ecco perchè va male- constatò avvicinandosi ad Isabel.

- Suga, non è il momento di criticare-

- Yoongi- la corresse lui. La ragazza lo guardò in cerca di spiegazioni.

- Mi chiamo Yoongi- abbozzò un sorriso e le porse la mano.
Isabel la guardò con un'espressione mista tra il disgustato e il perplesso, fino a quando non si rese conto che, effettivamente, non si erano ancora presentati.

- E io Isabel. Benvenuto all'inferno- sorrise enigmaticamente e gliela strinse.
Lo sguardo accattivante e le labbra incurvate in un sorriso diagonale non promettevano nulla di buono, e di questo Yoongi se n'era accorto benissimo.



***
Ciao di nuovo! Ecco il secondo capitolo di questa 'cosa' che ha partorito la mia mente. Spero vi piaccia :) baci a tutti _MartyK_ <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Da quando Yoongi aveva messo piede in quel ristorante, i clienti si facevano vivi più spesso e Isabel sparava ordini a raffica persino ai muri.
Era sempre nervosa, correva da un angolo all'altro senza mai fermarsi, e a peggiorare le cose ci si mettevano alcune stalker (dubitava fossero fan normali) che non facevano altro che tentare di entrare in cucina e rovinare il bel faccino del loro idolo.
Si chiedeva davvero se fosse stato mandato lì per pubblicità negativa o cose del genere, un qualcosa del tipo: 'Hey! Vedete questo posto? Bene, non vi azzardate ad andarci'.
Per fortuna il loro capo faceva da bodyguard, in un certo senso, e aveva categoricamente vietato ad ogni essere umano di avvicinarsi alla cucina.

Questo fino a quando, un bel giorno, non si presentarono sei ragazzi per ora di cena. Erano tutti incappucciati dalla testa ai piedi, con tanto di mascherina sul viso. Domandarono se fossero rimasti posti liberi, il capo rispose in modo un po' preoccupato, ma loro non parvero farci caso e presero posto.

Yoo Jin aprì piano la porta della cucina, pregando tutti i santi in Paradiso che non emettesse alcun cigolio sospetto.

- Quindi io devo andare a prendere le ordinazioni di quei tizi lì?- fece impaurito. Myung Jae lo scimmiottò ridacchiando, beccandosi una tirata di capelli da parte di Isabel.

- Che saranno mai, i Men in Black?- chiese sarcastica, affiancando l'amico. E in effetti avevano più o meno la stessa altezza e parlottavano in modo sospetto.

- Devo chiamare la polizia?- bisbigliò il corvino all'orecchio della ragazza. In risposta ricevette una pacca sulla spalla.

- Non dire sciocchezze, ci avrebbe già pensato il capo. Ora vai lì e ti comporti da persona normale- lo spinse fuori dalla stanza, non prima di avergli rifilato nelle mani penna e block notes.
Si avvicinò con cautela al tavolo, sfoggiando uno dei suoi più tirati e falsi sorrisi.
Non era un tipo che giudicava le persone a primo impatto, sia chiaro, ma quelli gli facevano raggelare il sangue.
Addirittura si chiese mentalmente se fossero assassini, drogati e simili.

- Buonasera signori, volete ordinare?- domandò con quanta più calma possibile. Uno dei tizi si levò il cappellino da baseball, mostrando una chioma biondo platino.

- Cucinate italiano?- Yoo Jin annuì.

- Che c'è di buono?- fece un'altra voce.

- Uhm facciamo un sacco di cose. Le lasagne, i ravioli ripieni, linguine allo scoglio...- venne bloccato da uno di loro.

- Cosa c'è dentro ai ravioli?- chiese scrutandolo come se avesse fatto qualcosa di sbagliato.

- Dipende. Prosciutto crudo, ricotta e spinaci, funghi porcini- prese ad elencare l'altro. Un ragazzo si alzò in piedi con un pugno puntato in aria.

- Funghi porcini!- urlò. Il cameriere sobbalzò per lo spavento.

- Voglio quelli!- disse poi calmandosi.

- Bene, poi?-

- Per me, Jin e Jungkook la lasagna- disse la testa bionda. Yoo Jin annuì e continuò ad annotare.

- Io e Jimin prendiamo i ravioli col prosciutto-

- Perfetto!- il corvino esibì un altro dei suoi sorrisi tirati e fece per girare i tacchi, quando si sentì prendere per il braccio.

- Senta, è possibile incontrare il garzone?- chiese quello che doveva essere Jungkook. Gli altri trattennero a stento delle risate.

- Beh, è una richiesta piuttosto insolita...- Yoo Jin si grattò la nuca, imbarazzato.

- Siamo suoi amici-

- E va bene- sorrise ancora e filò direttamente in cucina. Si lasciò scappare uno sbuffo per la tensione.

- E' stato così faticoso?- domandò Isabel, non staccando gli occhi dai fornelli. Yoongi lavava i piatti sporchi.

- Vogliono parlare con Yoongi- annunciò. La testa azzurra si voltò verso di loro con uno sguardo interrogativo.

- Non fare gli occhi dolci, nemmeno noi sappiamo perchè ti vogliono- ridacchiò la mora.

- Hanno detto che sono tuoi amici- si unì Yoo Jin. Il ragazzo parve rifletterci un attimo, per poi sorridere beffardo.
Fece per uscire dalla cucina, ma si bloccò non appena fu davanti alla porta. Puntò lentamente lo sguardo su Isabel.

- Posso andare, vero?-
La ragazza assottigliò gli occhi e incrociò le braccia al petto.

- Credi che sia Satana? Certo che puoi-





- Si può sapere che ci fate qua?- sbottò sedendosi accanto a loro. Namjoon gli intimò di parlare a bassa voce.

- Siamo in incognito. E comunque volevamo sapere come te la stai spassando- ridacchiò.

- Sono passati quattro giorni da quando sei rinchiuso qui dentro- Taehyung mostrò il classico sorrisetto quadrato.

- Che gentile, li stai pure contando- Yoongi si mise una mano al petto, con fare teatrale.

- Parlando seriamente... hyung, davvero, come te la passi?- domandò Jimin tutto interessato alla conversazione.
Yoongi lasciò cadere la testa all'indietro e chiuse gli occhi.

- Una merda- bofonchiò. Hoseok gli puntò un dito contro.

- E' vero! Guarda, hai pure le occhiaie- disse passando un pollice sulla sua guancia. L'altro si levò prontamente di dosso la mano del compagno.

- Dove stai dormendo?- chiese Jungkook.

- Secondo te?- Yoongi fece una smorfia. Mamma Jin mise una mano sulla sua schiena, massaggiandogliela.

- Voi invece?-

- Oh le solite cose, sai. Gli show, le canzoni, il nuovo album. Uno strazio- scrollò le spalle Taehyung.

- Capisco- il ragazzo annuì, non sapendo cos'altro dire. Esitò un attimo e poi parlò.

- Sentite, io devo andare o quella pazza mi prenderà per le orecchie- annunciò. Jimin si alzò in piedi all'improvviso, facendo perdere un paio di battiti a tutti gli altri.

- Una ragazza? Come si chiama? E' bella?- domandò con un sorrisetto malizioso. La testa azzurra sventolò una mano davanti ai suoi occhi, con fare disinvolto.

- Ah non vi interessa. Diciamo soltanto che è guardabile- rispose alzando gli occhi al cielo. Salutò i suoi amici con una mano e sparì in cucina.

- Tradotto significa che è gnocca- bisbigliò Jimin all'orecchio di Jungkook.





* * *





- Chi erano?- chiese Isabel.
Controllava che si cuocesse la pasta, ma in realtà con la coda dell'occhio fissava insistentemente Yoongi.
Il ragazzo si guardò bene le spalle prima di parlare: Myung Jae stava seduta in un angolo a limarsi le unghie e a canticchiare qualcosa di molto lontano da una normale canzone. O era lei che aveva una voce da far pietà, oppure ascoltava pessima musica oltre ai BTS.
Si avvicinò alla ragazza, mettendole una mano davanti all'orecchio e facendosi più vicino al suo viso.
Isabel dal canto suo stava immobile al suo posto, trattenendo il respiro. Perchè le stava così attaccato? Che voleva?

- Erano i Bangtan Boys- sussurrò sorridendo. La mora serrò la mascella e sbattè il mestolo sulla superficie in marmo del tavolo.

- Prego?-

- Non urlare, Myung Jae potrebbe sentirti- Isabel lanciò un'occhiata veloce prima alla ragazza e poi a lui.

- E' nel suo momento da diva di Hollywood, non sentirà nulla- assicurò.

- Che ci fanno quelli qui dentro? Perchè non li hai cacciati?- continuò poi, tirando un leggero spintone alla spalla del ragazzo.

- Non ne ho idea, magari volevano farmi una sorpesa- borbottò l'altro e si grattò il braccio.
Isabel non ne era per niente convinta e anzi, la sua ipotesi stava trovando conferma.
Yoongi era davvero venuto lì per far brutta pubblicità al locale, come se già non ne avesse di per sè.

- Ti tengo d'occhio- assottigliò gli occhi e mise il broncio, per poi incominciare ad impiattare la cena.

- Certo che questi qui hanno un frullatore al posto dello stomaco- rise Yoo Jin.
La testa azzurra gli lanciò un'occhiata supplichevole, come a volergli intimare di non nominare i ragazzi.
Isabel riempì di piatti le braccia del corvino e lo fece andare verso i tavoli.

- Serve aiuto?- Myung Jae si era risvegliata dal suo stato di trance. Yoongi e l'altra si scambiarono uno sguardo d'intesa.

- No bella addormentata, fa pure come se non ci fossimo-
La rossa scrollò le spalle indifferente e continuò ad oziare.

- Tu vieni con me- si rivolse poi al ragazzo. Lo prese per il braccio e insieme uscirono dal retro del locale.

Era buio, i cassonetti emanavano una puzza tremenda di spazzatura e in più non c'era un lampione nelle vicinanze. Non si vedeva quasi nulla, menomale che l'interno era illuminato da una lampada. Anche se la luce era fioca.
Giurò che prima o poi avrebbe comprato quella nuova.

- Mi dici cosa state architettando tu, i tuoi amici del cazzo e il tuo manager?!- sbottò non appena si rese conto che le uniche anime presenti erano soltanto le loro.
Yoongi alzò un sopracciglio.

- Di che stai parlando?-

- Non rispondermi con un'altra delle tue stupide domande!- digrignò i denti, minacciosa. Il ragazzo si portò le mani avanti in segno di innocenza.

- Senti...- fece per fiatare.

- No, senti tu! Sappi che questo è un locale di merda, che mi faccio il culo da mattina a sera tutti i giorni dell'anno e che se proprio mi dovete mandare in rovina, fatemelo sapere con chiarezza-
Ad ogni parola che pronunciava, il suo corpo si faceva più vicino a quello di Yoongi e le lacrime minacciavano di solcarle il viso. Il ragazzo deglutì a vuoto.

- I-io... non è nulla di tutto questo- si limitò a biascicare.

- Non ho studiato così tanto per cucinare un po' di sbobba a dei nullafacenti- Isabel abbassò il capo e tirò un sospiro di sollievo.

- Ti capisco- si ritrovò a dire l'altro.
La ragazza alzò lo sguardo e lo puntò sul viso del compagno, avvolto nella penombra.
In quel preciso istante ebbe come la sensazione di volerle raccontare tutto di lui.
Per quanto potesse essere antipatica, voleva infonderle fiducia, in qualche modo, voleva dirle che, sì, anche lui si era trovato nelle sue stesse condizioni.
Anche lui ha dovuto sudarsi il successo, facendo qualche lavoretto manuale per pagarsi gli studi e affrontando venti ore al giorno di lezioni di canto e danza; anche lui soffriva quando gli insegnanti gli dicevano che non avrebbe mai sfondato, che non aveva talento e che poteva pure mollare tutto; anche lui si pentiva di essere riuscito ad entrare in agenzia.
Voleva dirglielo, davvero, ma non lo fece. Il suo sguardo malinconico valeva più di mille parole, e di questo Isabel se ne accorse.

- Menomale- disse e gli fece segno di entrare.
Arrivati in cucina, vennero travolti da un caloroso abbraccio da parte di Yoo Jin e del capo.

- Congratulazioni!- esclamò tutto pimpante.

- I BTS hanno detto che era tutto buonissimo e che ritorneranno sicuramente!- urlò Yoo Jin saltellando e aggrappandosi alle spalle di Isabel.

- Che?!- s'intromise Myung Jae. I ragazzi sorrisero furbi.

- Ci sono stati i BTS?- domandò preoccupata, fissando ognuno di loro con una faccia da cane bastonato.

- E voi non mi avete detto nulla?!- continuò, alzando il tono di voce.

- Isabel, sai cosa fare- l'avvisò Yoo Jin.

- Anche tu- la ragazza si rivolse a Yoongi e si tapparono le orecchie.

- Tu, brutto bastardo che non sei altro! C'erano i tuoi hyung e hai avuto il coraggio di non dirmi nulla, neanche un piccolo accenno all'argomento- indicò la testa azzurra e iniziò a piagnucolare.

- Non volevamo fare una pessima figura- ridacchiò il corvino. Myung Jae gli lanciò uno sguardo infuocato. Stava per dichiarare guerra, se lo sentiva.

- I Bangtan Boys! Dico, sapete almeno di chi stiamo parlando?! E voi state lì, normalissimi, come se fosse il solito muratore grasso e cesso alla ricerca di un po' di ramen fritto-

- Myung, la gente non è come te che sta appresso alle tendenze del momento- Isabel incrociò le braccia al petto.

- Questo è puro sadismo! Io me ne vado- annunciò e abbandonò la cucina, non prima di essersi strusciata a Yoongi ed avergli ammiccato.
Sculettò sul suo tacco quindici e se ne uscì con un gelido 'arrivederci'.
La scia del suo Chanel n°5 inondava le narici dei presenti che quasi quasi diventava pure visibile.

- I piatti dove quei nani hanno mangiato non li vuole lavare, però- bofonchiò Yoo Jin in modo annoiato.

- Tranquillo ci penso io- Yoongi alzò una mano e sorrise.

- Davvero? Se vuoi puoi andare a riposare- gli consigliò Isabel. Il ragazzo scosse la testa.

Nel frattempo l'altro se n'era andato, rimasero loro due soli. Un'altra volta.

- Un momento... ma tu dove stai dormendo?- chiese scettica. Yoongi roteò gli occhi al cielo, la risposta era ovvia persino ad un neonato.

- Secondo te? Su uno dei tavoli- disse e indicò la sala. La ragazza sgranò gli occhi. Ecco perchè se lo ritrovava bello puntuale ogni giorno.
Sospirò e si morse il labbro inferiore, indecisa se proporglielo o no.

- Se hai bisogno, chiamami- gli mise una mano sulla spalla. Sperò vivamente che avesse capito cosa intendeva dire.
Andò verso la porta che separava quella stanza dalla sala, osservò i tavoli dall'oblò e poi si voltò nuovamente verso di lui.

- Cerca di riposare- biascicò e lo abbandonò a se stesso.





* * *





Okay, erano le undici di sera e fuori faceva un freddo cane. A peggiorare le cose, come se non bastasse, c'era un temporale peggiore del diluvio universale.
E Min Yoongi aveva una fottuta paura dei tuoni e dello scricchiolio di piatti e bicchieri in lavastoviglie.
Per non parlare del lavandino gocciolante.
Aveva provato a posare la testa sul tavolo e chiudere gli occhi, ma tutto in lui lo distraeva. Si ricordò delle parole di Isabel e, a malincuore, fece l'unica cosa coerente che avrebbe potuto fare.
Uscì dal ristorante con cappotto e valigia e si diresse verso l'abitazione della ragazza.
Sapeva dove abitava perchè parecchie volte aveva provato a seguirla in caso di bisogno, ma mai aveva avuto il coraggio di chiederle ospitalità.
Suonò il campanello e se la ritrovò davanti con magliettina e pantaloncini. Arrossì all'inverosimile.

- Ti prego, salvami-



***
Ehilààà!!! Avrei dovuto pubblicare tipo 2-3 giorni fa, sorry T.T, oggi aggiorno :) ringrazio infinitamente jungkookie16 e guardianfallenangel che hanno recensito i precedenti capitoli, le meravigliose persone che seguono la storia e tutti quelli che leggono silenziosamente ^^ grazie, grazie di cuore a tutti <3 baci _MartyK_

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Isabel era appena tornata a casa.
Premette un interruttore capitatole a caso ed accese il lampadario del salotto. Andò direttamente in bagno a farsi una doccia e a mettersi il pigiama, fuori c'era un tempaccio.
Il getto d'acqua calda si scontrò con la sua schiena e il suo primo pensiero fu Yoongi.
Sì, insomma, si chiedeva se sarebbe mai riuscito a prendere sonno con tutti quei tuoni che c'erano. Doveva ammetterlo, quel ragazzo non era poi così male.
Si faceva i cavoli propri e se gli dicevi qualcosa lui ubbidiva: certo, a parte quando si trattava di farsi passare gli ingredienti per un qualche piatto, in quel caso era di pessimo aiuto. Ma infondo non era colpa sua.
E mentre pensava tutte queste cose, si accorse di essere in mega ritardo per la serata del dolce far niente. Non seppe quanto tempo passò con la testa sotto l'acqua. Indossò l'accappatoio e corse in camera a mettersi il pigiama, i capelli li avrebbe asciugati in un secondo momento.
Dopo neanche due secondi da quando aveva acceso l'asciugacapelli, sentì il campanello suonare più e più volte.

- Arrivo, arrivo!- urlò mettendosi un asciugamano in testa. Aprì e si ritrovò davanti ad un Min Yoongi bagnato fradicio da capo a piedi.
Sgranò gli occhi nel vederlo in quello stato.

- Ti prego, salvami- le disse mostrando un sorrisetto imbarazzato.

- Oh mio Dio, entra- Isabel si fece da parte e il ragazzo entrò dentro.
Notò che aveva la valigia con sè, per caso voleva rimanere a casa sua per sempre?!
Scosse la testa come a voler scacciare i cattivi pensieri, era ovvio che sarebbe stato solo per quella volta, e Yoongi ci tenne a precisarlo fin da subito.

- So che è scortese presentarsi in queste condizioni a casa di una donna, ma non ho avuto altra scelta. Posso stare qui, vero? Solo per questa notte, me ne andrò domani mattina. Promesso-

- Tranquillo, fa' come se fossi a casa tua- biascicò la ragazza. Yoongi la guardò ancora un po' e deglutì.

- Per caso ho... interrotto qualcosa?- chiese imbarazzato. Isabel ridacchiò.

- Mi stavo asciugando i capelli. Forza, vatti a fare una doccia che sei tutto bagnato! Il bagno è in quell'angolino lì-
La ragazza gli levò il cappotto e lo appese all'appendiabiti. Passò una mano sui suoi capelli e glieli scompigliò affettuosamente.

- Aigoo guarda qua! Ma non hai un ombrello?!- Yoongi abbozzò un sorriso.

- Vado a lavarmi. A dopo- fece per dirigersi in bagno, ma si bloccò. Terrorizzato, si voltò verso Isabel.

- Tu... non hai un ragazzo, vero?-
Isabel scoppiò a ridere, tappandosi la bocca per cercare di smettere.

- Tranquillo, se lo avessi ti avrebbe già terminato- disse e gli fece l'occhiolino.




Mentre il ragazzo era in bagno, la mora accese il televisore e preparò il divano, per poi dirigersi in cucina. L'orologio segnava le 23:45.
Si chiese se fosse troppo tardi per preparare la cena.

- Yoongi, vuoi che ti prepari qualcosa nel frattempo?- gli domandò urlando. Quello ci mise un po' a rispondere.

- Non fa niente!- disse di rimando.

- Oh avanti, si vede che non tocchi cibo da un po'!-

- Fa' come vuoi-
Decise di friggere del riso e preparare un'insalata mista. Quando Yoongi la raggiunse era tutto pronto.

- Accomodati- la ragazza gli indicò il posto vicino a lei.
Incominciarono a mangiare in religioso silenzio, le posate che sfioravano i piatti era l'unico rumore che si sentiva.
Isabel lo fissava di sottecchi e non potè fare a meno di pensare che con quei capelli acquamarina tutti bagnati e arruffati era adorabile. Persino il modo in cui si ingozzava era tenero e dolce.

- Sai, non smetterò mai di ringraziarti- bofonchiò tra un boccone e l'altro. La ragazza sventolò una mano con disinvoltura.

- Per me non è un problema, zitto e mangia- disse e rise.

- Beh, i principi con cui mi hanno cresciuto i miei genitori non dicono di presentarsi senza preavviso a casa di una ragazza- borbottò sarcastico.

- Non sono una chiusa di mente. Perchè due amici non potrebbero passare del tempo insieme chiusi in casa?-

- Vai a dirlo alla gente- il ragazzo roteò gli occhi al cielo con una smorfia.

- Della gente me ne frega poco e niente- Yoongi rise sotto i baffi.

- Credevo mi odiassi- disse ad un tratto. Isabel alzò un sopracciglio, sorpresa.

- Se ti avessi odiato ti avrei fatto entrare?-
La testa azzurra parve rifletterci un attimo.

- Giusto-
La conversazione finì lì. Continuarono a mangiare in silenzio, la Tv era a basso volume, ma Isabel si accorse lo stesso di ciò che stavano trasmettendo.

- Uh guarda, ci sei tu- ridacchiò.

- E' una vecchia registrazione- disse l'altro.
Mangiava senza mai fare una pausa, neanche una piccola piccola. Un boccone seguiva l'altro, semplice.

- Ma poi non ti senti male?- chiese scettica lei. Yoongi alzò lo sguardo dal piatto e lo puntò sul suo viso. Smise di masticare per un secondo.

- Ci sono abituato- scrollò le spalle. Isabel annuì pensierosa.

- Perchè non mi parli un po' di te?- fece dopo un po'.

- Stai flirtando con me per caso?- la mora assottigliò gli occhi.

- Pura ed innocente curiosità-

- Sì, certo-

- E dai, altrimenti falla tu una domanda a me- Yoongi incrociò le braccia al petto e mise un finto broncio.

- E dove siamo, in un talk show per adolescenti?-

- Può essere- Isabel sospirò affranta e si mise un dito sulle labbra.

- Dunque vediamo... hai la ragazza?- chiese con finto interesse.

- Perchè sempre questa domanda?!-

- E' quello che le tue fan vogliono sapere- scrollò le spalle l'altra.

- No, non ce l'ho- disse e ghignò.

- Davvero?-

- Credi che se l'avessi avuta mi avrebbe lasciato venire qui?- Isabel chiuse gli occhi irritata.

- Un punto a tuo favore. Ora tocca a te-

- Uhm... ti piacciono i dolci?-

- A chi non piacciono?-

- La smetti di fare domande? Devi rispondere e basta-
Isabel gli puntò le bacchette contro.

- Attento a come parli, garzone!- esclamò. Il ragazzo abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore, borbottando un flebile 'scusa'.

- Stavo scherzando- rise l'altra.

- Come ti sembro e come pensi che possa essere in realtà?- le domandò Yoongi, prendendola in contropiede.
La mora si chiese che razza di domanda potesse essere quella.

- Ti conosco da poco, non sono in grado di dare un giudizio obiettivo-

- Non mi dici nemmeno come ti sono sembrato a pelle?- ridacchiò l'altro. Isabel sbuffò.

- Antipatico. Il classico Idol pieno di soldi che guarda la gente dall'alto in basso, come a dire: 'guardate, ammirate e venerate'. Sì, insomma, qualcosa del genere- borbottò incerta. Yoongi dischiuse la bocca in un misto tra il sorpreso e il deluso.

- A parte che noi Idol non siamo pieni di soldi- ci tenne a precisare. Isabel rise sarcastica.

- E che mi dici delle fan, degli album e delle visualizzazioni su youtube?- domandò, quasi a sfidarlo.

- La maggior parte degli incassi va alla casa discografica. Funziona sempre così, più è potente, più trae profitto. Quando diventerò uno dei più famosi allora potrò dire di essere ricco- spiegò. L'ultima frase la disse con aria sognante e a Isabel fece tenerezza.

- Te lo auguro- sorrise. Yoongi aveva uno sguardo esitante, invece.

- Che c'è?-

- Non mi hai ancora detto come pensi che possa essere nella realtà- borbottò come se niente fosse. Isabel sbuffò in una risata.

- Non ne ho idea. Forse... dolce?-
Il ragazzo le regalò uno dei suoi sorrisi da zuccherino.

- Dopotutto non a caso mi chiamo Suga- alterò il tono di voce, sfarfallando le ciglia.

- Che schifo di aegyo- Isabel si mise una mano davanti agli occhi.

- Allora lo conosci!- esclamò l'altro.

- L'avrò sicuramente sentito da Myung Jae- si difese lei.
Si presero in giro per una manciata di minuti, fino a quando la ragazza non si alzò da tavola e cominciò a sparecchiare.

- Lavo i piatti, tu intanto controlla se c'è qualcosa di interessante in televisione- l'avvisò.

- Posso lavarli io, se vuoi-

- Taci. E' già tanto se lo farai per un mese-
La testa azzurra tolse il disturbo e si sedette sul divano, facendo zapping col telecomando.
Era rigido, troppo imbarazzato per rilassarsi sul divano di una quasi estranea. Cercò di non pensarci e di focalizzare la sua attenzione su un paio di pubblicità non proprio interessanti.

- Cos'è, ti interessano gli assorbenti?- lo punzecchiò Isabel dalla cucina. Yoongi arrossì all'inverosimile.

- N-no- balbettò. - E' solo che non c'è niente- si giustificò.
Venne raggiunto dalla ragazza, che si buttò a peso morto accanto a lui, facendolo sussultare leggermente.

- Rilassati, mica ti mangio- disse e gli intimò di poggiarsi allo schienale. Yoongi fece come gli aveva detto.
Stettero seduti immobili a guardare una commedia romantica di serie B, d'altronde non c'era chissà cosa a mezzanotte e passa.
Il ragazzo era piuttosto annoiato, avrebbe preferito parlare con lei e magari prendersi in giro. Si lasciò scappare uno sbadiglio e subito dopo si bloccò, chiedendosi se Isabel lo avesse sentito. Con sua grande sorpresa notò che lo aveva preceduto e che stava già sonnecchiando... sulla sua spalla.
Il respiro gli si bloccò all'istante, non seppe cosa fare. Svegliarla o lasciarla fare? Non era abituato a ragazze che gli dormono addosso.
Anzi, sarebbe più corretto dire che non era abituato alle ragazze in generale. Nemmeno si ricordava quando era stata l'ultima volta che aveva avuto una fidanzata, forse al liceo, forse in una vita passata. Ne aveva mai avuta una?!
Ma poi, perchè stava pensando alla sua situazione sentimentale se la conosceva da appena quattro giorni?
Stava impazzendo senza una ragione plausibile, questo è certo.
Fece per posare una mano sulla sua spalla e scuoterla, ma la ragazza si svegliò autonomamente. Aggrottò le sopracciglia non appena si rese conto dove aveva poggiato la testa.

- Scusa scusa scusa- bofonchiò con la voce impastata dal sonno.

- Non avrei dovuto neanche presentarmi in queste condizioni- continuò indicando il pigiama.

- Tranquilla, sei solo stanca-
Isabel annuì, massaggiandosi la tempia.

- Allora... io vado a dormire- annunciò.

- Io resto qui- rispose l'altro.

- Vuoi dormire sul divano? Non se ne parla proprio! Va' a riposarti in camera mia, stai più comodo- gli consigliò lei. Yoongi scosse la testa.

- Non fa niente, veramente. Resto qui-
Isabel non aveva voglia di continuare. Per quanto fosse testarda, aveva un sonno che se avesse continuato a parlare sarebbe crollata un'altra volta a dormire.

- Allora buonanotte-

- Notte- Attraversò il breve corridoio e notò la valigia poggiata contro il muro.
Non sarebbe finita lì, se lo sentiva. Non è vero che quella sarebbe stata l'unica volta.



***
annyeong! eeeeeeheheheheheheh *faccino malizioso* non sarà l'unica volta muahahah (SPOILEEER.......) ho visto quei nuovi video sul canale ibighit e... boh, non ci ho capito un tubo HAHAHA Jungkook è così emo-coccoloso che... aaaawwww! *w* e poi... Jimin e le vasche da bagno, fatelo smettere!!! XDXD non so voi, ma io sono curiosissima di sapere che cavolo hanno in mente o.O anyway spero che anche questo capitolo vi piaccia ^^ baciiiiiii _MartyK_ <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Come previsto, quella non fu l'unica volta che Yoongi si presentò a casa sua. Al diavolo le buone maniere coreane.
La sera dopo venne con la scusa di non gradire la solitudine. Passarono il tempo davanti al televisore e parlarono (con sua grande sorpresa) fino a notte fonda.
Il sabato disse che i suoi amici non potevano fargli compagnia per i troppi impegni e che l'unico essere umano con cui aveva rapporti civili era lei.
La situazione andò avanti così per circa cinque o sei giorni. Ma a Isabel non dava affatto fastidio.
Anzi, si era abituata a vederlo gironzolare per casa con quel suo faccino curioso, e le piaceva quando cercava di entrare di più nella sua vita facendo continuamente domande. Certo, a volte erano un po' troppo personali e lei non rispondeva, però... gradiva la sua compagnia, ormai non poteva negarlo.

Una domenica si fece vivo verso le cinque del pomeriggio. Isabel stava infornando dei biscotti al cioccolato, chissà perchè le era venuta voglia di dolci.
E poi il campanello suonò.
Non si curò di guardare dallo spioncino, sapeva che l'unico che andava a farle visita era lui.

- Ancora tu!- esordì, chiaramente sarcastica. Yoongi ridacchiò a testa bassa ed entrò.

- Sai, dovresti farti degli amici- constatò l'altra.

- I BTS sono troppo impegnati e i giornalisti li stanno tartassando di interrogatori riguardo la mia temporanea scomparsa- spiegò lui. Isabel annuì lentamente e incrociò le braccia al petto.

- Cos'è, vorrebbero sapere se stai frequentando qualcuno?-

- Siamo Idol, è normale- Yoongi scrollò le spalle.

- Siete Idol, la normalità nemmeno la conoscete. Dimmi un po', non hai altri amici all'infuori dei Ragazzi a prova di proiettile?- chiese curiosa lei.

- Ripeto, sono un Idol- il ragazzo rispose come se fosse ovvio.

- Oh giusto. Scusa, soffro lievemente di Alzehimer-

- Ho notato. Come fai ad avere un amico famoso e non impazzire?- ridacchiò la testa azzurra.
La ragazza, che si stava dirigendo verso la cucina, girò improvvisamente i tacchi e gli puntò l'indice accusatorio dritto sul naso.

- Chi ti ha detto che siamo amici?!- precisò.

- E comunque per me resti una persona comune come tante altre, ecco perchè non impazzisco- concluse e gli fece l'occhiolino.
Yoongi rise e scosse la testa affranto. Certo che quella ragazza era stramba.

- Aigoo come dovrò fare con te!- esclamò allargando le braccia in un gesto fintamente disperato.
Si mise a sedere sul divano (ergo, si buttò a peso morto su di esso. Era pur sempre Suga) e, come di routine, fece zapping col telecomando.
A volte pensava allo strano rapporto che stava nascendo tra lui e Isabel, e la prima cosa che gli veniva in mente era l'immagine di una coppietta che battibecca, si punzecchia, ma che infondo si vuole bene. E forse era proprio così.
Nel frattempo la ragazza lo raggiunse con un vassoio stracolmo di biscotti e due tazze di the fumanti.

- Tadà!- esordì con un sorriso sornione che andava da guancia a guancia. Yoongi sgranò gli occhi alla vista dei dolci.

- Li hai fatti tu?- domandò.

- No, l'uomo nero- replicò sarcastica l'altra. Gli si sedette accanto e addentò un biscotto, per poi portarsi alla bocca la tazza di the e bere il contenuto.
Yoongi la fissava con sguardo sognante.

- Che c'è?- chiese curiosa.

- Vorrei prenderne uno, davvero, ma non posso. Sto a dieta- rispose il ragazzo, lasciandosi sfuggire uno sbuffo. Isabel cercò di non ridere.
Insomma, stava bevendo, non era educato sputare in faccia alla gente del the che usciva dal naso. Anche se, ad ammetterlo, le era capitato un paio di volte.
Ma a chi non capita?!

- Stai scherzando? Sei più stecco di uno stuzzicadenti, sembri malnutrito e ora viene fuori che stai a dieta!- sbottò incredula. La testa azzurra, dal canto suo, annuì.

- Te l'ho detto, non posso-
Isabel sorrise enigmaticamente.

- Sei in libertà per trenta giorni, non penso ti farà male fare uno strappo alla regola- disse e Yoongi parve pensarci un attimo.

- Al diavolo, hai pienamente ragione!- esclamò.
Prese il vassoio e se lo mise sulle gambe, incominciando ad ingozzarsi di biscotti e bevendo un sorso di the di tanto in tanto. La ragazza lo guardava ridacchiando.

- Con questo non significa che tu debba divorare qualsiasi cosa commestibile come se non ci fosse un domani, eh- lo avvisò.



Mangiarono e si punzecchiarono per parecchio tempo, più o meno fino a quando il sole non calò del tutto e la sera prese il posto del giorno.
Dopo aver pulito, Isabel stette con lo sguardo perso per un po'. Aveva le gambe al petto, circondate dalle braccia. Yoongi si trovava in imbarazzo, non gli erano mai piaciuti i loro momenti di vuoto. Se fosse stato per lui, avrebbe blaterato continuamente, anche a costo di sparare cazzate. Non parlare con Isabel era... strano. E si sentiva tremendamente a disagio.

- A che pensi?- fu la prima domanda decente che gli attraversò la mente. Isabel si voltò verso di lui con uno sguardo malinconico. Borbottò qualcosa di incomprensibile, quasi un gemito.

- A volte le cose non vanno come vorresti- si ritrovò a dire, senza pensarci.
Un paio di secondi dopo realizzò ciò che aveva detto e dischiuse la bocca. Si era ripromessa di non accennare a Yoongi neanche una minima sciocchezza riguardo la sua vita privata, e guarda un po' che gli era andata a dire! Cioè, non è che non volesse parlargli della sua vita, dei suoi dilemmi eccetera, era solo che... si conoscevano da troppo poco tempo. Non voleva affrettare le cose.

- In che senso, scusa?-
Ormai il danno era fatto, giusto? Non le restava altro che dirglielo.

- Ho fatto un corso di estetica. Sono un'estetista in realtà, la cucina non c'entra niente con me, capisci? E invece eccomi qui, a vivere in dieci metri quadrati e campare di stenti- biascicò sospirando. Yoongi abbassò il capo.
Non conosceva questo lato di Isabel, e forse avrebbe fatto meglio a non conoscerlo. Apprezzava il fatto che si fosse confidata con lui, il problema era che non aveva consigli da darle.
Pensava che essere un Idol era tutto nella vita, e invece era proprio il contrario. Non serviva a niente, era uno scansafatiche e ancora doveva imparare a distinguere il basilico dal prezzemolo.
Aveva bisogno di gente allegra, non di qualcuno che gli ricordasse quanto facesse schifo la sua vera vita.

- Perchè non ti sei aperta un centro di estetica?- continuò con le domande. Isabel gli inviò un'occhiata scettica.

- Mi hai guardata? Non posso neanche permettermi un'auto!- Yoongi si morse il labbro inferiore.
Decise che l'unica cosa da fare era rivelarle qualcosa su di lui. Si alzò dal divano e si diresse verso l'appendiabiti, tirando fuori da una tasca del suo giacchino una foto. Ritornò al suo posto e la mostrò alla ragazza.

- Questo ero io a diciott'anni- esordì visibilmente imbarazzato.
Aveva i capelli neri come la pece, gli occhi piccoli e scuri, il naso troppo piccolo e a patata e tanti, tantissimi brufoli ad inondargli il viso.

- Davvero?- Isabel era sconvolta. Yoongi annuì. Non voleva offenderlo, ma stava seriamente pensando che probabilmente la faccia che aveva davanti era rifatta.

- Eri-eri...- biascicò e si bloccò subito, non sapendo che dire. La testa azzurra ridacchiò e le intimò di continuare.

- Avanti, dillo- disse e rise. La ragazza alzò gli occhi al cielo e gli lanciò un'occhiata di compassione.

- Io lo dico, poi però non offenderti. Eri proprio un cesso!- sbottò e scoppiò a ridere. Yoongi spalancò la bocca.

- Non credevo l'avresti detto sul serio, oddio!- disse e rise anche lui. Stavano ridendo così forte che furono costretti a tenersi la pancia.
Smisero asciugandosi qualche lacrima dagli occhi.

- Scusami, ma eri inguardabile. Ammettilo che sei rifatto!- fece lei e gli diede un buffetto sulla guancia.

- No, non lo sono. I brufoli se ne sono andati col tempo e uhm... il naso si è magicamente abbellito- disse e sorrise.

- Magicamente, certo-

- Quello che cercavo di dirti è: ogni volta che ti senti triste guarda questa foto, pensa com'ero qualche anno fa e ridi un po'-
Isabel gli regalò un sorriso sincero, di cuore.

- Grazie allora-

- Invece ora come sono?- le chiese con uno sguardo altezzoso.

- Scendi dal piedistallo, Jennifer Aniston- lo frenò lei.

- Deduco che sia bello- continuò lui, gonfiando il petto.

- Quando finirai di pavoneggiarti con l'unico essere di sesso femminile presente in questa casa, fammi uno squillo- l'avvisò e andò un attimo in bagno.
Yoongi la guardo male.

- Ah, comunque sempre meglio di prima- disse prima di chiudersi a chiave.





* * *





Lunedì non era un bel giorno. Anzi, lo odiava con tutta se stessa.
Non aveva per niente voglia di andare a servire i soliti grassocci del piano di sopra, così chiamò (a malincuore) Myung Jae e le chiese se poteva sostituirla solo per la mattinata, promettendole che avrebbe fatto il turno di sera.
Inutile dire che questa si lagnò blaterando qualcosa a proposito della tinta dei capelli, della manicure e della ceretta, le cosiddette 'cose da femmine'. Isabel la liquidò con un 'se non ti presenti per le otto in punto al ristorante dirò al capo di farti licenziare'.
La rossa (per non dire bionda, mora, corvina, testa verde eccetera) non era una che si arrendeva facilmente e dette ancora un po' del filo da torcere alla povera Isabel, anche se alla fine ne uscì vittoriosa.
Sapeva che per quanto Myung potesse essere noiosa e gatta morta, se mancava qualcuno doveva per forza occuparsi della cucina. La manicure l'avrebbe rimandata ad un altro giorno.

Passò la giornata a pulire casa, fece la spesa e cose da casalinga disperata, come la serie Tv.
La sera non tardò ad arrivare, così si preparò e uscì di casa, diretta verso il posto di lavoro. Appena entrata si sorbì gli sguardi maliziosi dei clienti.
Davvero vomitevoli, pensò con una smorfia. Salutò il capo e si chiuse in cucina, annunciando il suo arrivo a Yoo Jin e Yoongi. Quasi gli fece tenerezza il modo in cui ubbidiva e aiutava il corvino.

- Credevamo non venissi più- esordì.

- Scusate, ho fatto un po' di ritardo- rispose velocemente e si fiondò ai fornelli. Yoongi le si avvicinò.

- Perchè non sei venuta?- provò a fare conversazione. Isabel lo liquidò, era piuttosto nervosa.

- Nulla, non mi andava- ammise, poi si rivolse a Yoo Jin.

- Quali sono gli ordini di oggi?-
Il ragazzo le passò i foglietti su cui aveva appuntato i desideri dei clienti. Isabel si ritrovò a sbuffare.

- Carne, sempre carne. Quasi quasi divento vegana- sbottò facendolo ridere. - Suga, vai lì e prendimi le fettine. Poi prendi il pane grattugiato e le uova- continuò.
La testa azzurra fece una smorfia, sentirsi chiamare Suga pure a lavoro lo irritava e non poco. Prese l'occorrente e poggiò il tutto sbattendolo sul bancone.

- Yah! Fai attenzione, le uova si rompono!- urlò lei. Yoongi le rivolse un'occhiataccia.

- Ho detto che mi chiamo Yoongi- sbuffò.

- Sì, sì, pinco pallino. Muoviti, ho fretta-

- Ma se ci sono sì e no quattro gatti là fuori!- si unì Yoo Jin, con in mano qualche bottiglia di vino e delle ceste con del pane.

- Vuoi che me la prenda anche con te? Sparisci!- Il corvino sospirò e lasciò soli i due ragazzi.
Yoongi la osservò intenta ad impanare le fettine di carne e metterle in padella, avevano richiesto le solite cotolette.

- Ah, prendimi le patatine, sono nel freezer- disse d'un tratto, indicandogli il frigo. Una volta che ebbe il sacchetto, ficcò il contenuto direttamente nel microonde.

- Lo sai che fa male fare così?- la ribeccò lui. Isabel sbuffò nervosa.

- Non mi interessa, è la loro vita. Se la sono rovinata scegliendo questo posto- disse fredda.
La testa azzurra si morse il labbro inferiore e poggiò una mano sul tavolo.

- Non ti riconosco più, dov'è finita la Isabel simpatica?- domandò, più a se stesso che alla ragazza. Anche se lei lo sentì ugualmente.

- L'ho messa da parte per un po'-

- Peccato- La conversazione finì lì, non parlarono più per tutta la serata, troppo impegnati a cucinare e servire la gente.
Yoo Jin di tanto in tanto faceva qualche battuta, Yoongi rideva ma Isabel no. Quella situazione lo stava stancando.
Verso le undici il corvino annunciò ai due che se ne sarebbe andato e li abbandonò. Il capo se n'era già andato prima e la cucina era perfettamente pulita.
Non c'era nulla da fare e a Isabel dava un fastidio tremendo.

- Si può sapere che ti prende?- Yoongi le si parò davanti, a braccia conserte.

- Levati- rispose l'altra e fece per sorpassarlo, ma venne bloccata.
Perchè i coreani maschi dovevano essere alti e le femmine tappe?! Odiava questa differenza di altezza fra loro due.
Arrivava sì e no al metro e sessantacinque, mentre quello poteva essere dieci centimetri in più di lei o giù di lì.

- Soffri di bipolarismo o cosa?- la prese per le spalle e si abbassò nella sua direzione, incrociando i suoi occhi arrabbiati.
Qualche minuto dopo la ragazza sbuffò e sospirò.

- Scusa- borbottò.

- Non ho sentito bene- replicò l'altro. Isabel alzò gli occhi al cielo, della serie 'ma chi me l'ha fatto fare?'.

- Sono sempre nervosa, temo sempre di sbagliare qualcosa, di mettere l'ingrediente sbagliato eccetera. La cucina non fa per me- disse e si passò una mano tra i capelli. Yoongi non rispose, la lasciò sola un attimo e andò in un angolo del ristorante a fare non so cosa. Ritornò con un piccolo stereo in mano e un cd.

- Che stai cercando di fare?- chiese lei, assottigliando gli occhi. Il ragazzo sorrise e mise la musica.
Conosceva quella canzone, l'aveva sentita da qualche parte, ma non era musica loro. Era decisamente diversa. Una ballad.

- Chi sono?-

Troppe domande che non ricevevano risposta, stava ricominciando ad incazzarsi, quando Yoongi le si avvicinò a grandi falcate e la prese per i fianchi. Nel farlo la ragazza si sentì presa in contropiede e sbattè addosso al suo petto. Sgranò gli occhi, il cuore aveva preso a battere velocemente senza motivo. Mise le mani tremanti sulle sue braccia e si appigliò a lui. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, era fottutamente codarda.

- Gli Exo- rispose il ragazzo, sussurrando al suo orecchio. Il suo fiato si scontrava con il collo, rabbrividì. Incominciò a muoversi e ad oscillare a destra e a sinistra.

- Io non so ballare- borbottò Isabel, mettendo il broncio. Puntò lo sguardo sul suo viso e vide che sorrideva.

- Basta che segui i miei piedi, semplice-
Esitò un po' e mise involontariamente una gamba tra quelle della ragazza, con l'intenzione di andare indietro.

- Fa' come se dovessi camminare all'indietro- le disse un po' imbarazzato. Isabel annuì e fece come le era stato detto.
Ad ogni passo in avanti di lui, lei andava indietro e viceversa. Nel farlo Isabel fissava costantemente i suoi piedi, per evitare di inciampare.
Yoongi mise l'indice sul suo mento e le alzò lo sguardo.

- Devi stare a testa alta quando balli- sussurrò dolcemente. La ragazza deglutì.

- Conosco questa canzone- provò a dire. Yoongi sorrise e chiuse gli occhi, perdendosi nella melodia dei suoi sunbae.

- Baby don't cry, tonight- canticchiò cercando di arrivare alle loro note e non stonare come un povero babbeo. Isabel sorrise.
Aveva ancora le mani sulle sue braccia e Yoongi glielo fece notare.

- Una va qui- disse, prendendole una mano e posizionandola sulla spalla. - E l'altra qui- prese la destra e gliela strinse. Isabel lo guardava sconvolta.

- Dovresti essere più romantica- ridacchiò l'altro, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza.
Lentamente la sua mano destra si spostò dal fianco verso la schiena, facendo inclinare la ragazza in un perfetto casquet.
I loro visi erano terribilmente vicini, gli aliti si mischiavano e la tensione si faceva sentire sempre di più.
La canzone era terminata da un po' e loro erano ancora in quelle condizioni.
Yoongi si leccò nervosamente il labbro inferiore e deglutì a vuoto, indeciso se tirarsi indietro o meno.
Involontariamente si fece più vicino alla ragazza, le loro labbra stavano quasi per sfiorarsi, quando Isabel lo bloccò poggiando un dito sulle sue.

- Suga...- esordì. Yoongi la fissò come un'idiota.

- Si è fatto tardi, dovrei andare- spiegò lei.
Prese la borsa e si strinse nel giubbino, camminando goffamente verso l'uscita del locale. La testa azzurra la seguì per tutto il tragitto, in cerca di spiegazioni.

- Ci... vediamo domani- bofonchiò e abbozzò un sorriso, prima di andarsene. Yoongi aveva ancora la bocca spalancata.
Lo aveva lasciato di stucco, quale ragazza rifiuta il bacio di un Idol?!
Chiuse la porta e realizzò una cosa: Isabel lo chiamava Suga ogni volta che era imbarazzata.



***
annyeoooong!! Ed eccoci qua col nuovo capitolo. La storia non penso durerà più di 11-12 capitoli, oggi aggiorno XD per cui direi che siamo quasi a metà strada (?) ringrazio tutti, ma proprio tutti ^^ bacioni e buona lettura _MartyK_       ps: lo so che sono malefica, HAHAHAHA XD

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Appena tornata a casa, Isabel si diresse in camera sua e si buttò a peso morto sul letto.
Si mise sotto le coperte, incurante del fatto che avrebbe dovuto mettersi prima il pigiama. Lo sguardo era rivolto al soffitto, non riusciva a dormire.
Si girava e rigirava nel letto, cercando di trovare la posizione giusta per crollare nel mondo dei sogni, ma o sentiva caldo, oppure il cuscino le dava fastidio.
Sospirò pesantemente e si levò le coperte di dosso, accendendo l'abatjour sul comodino. Perchè si stava comportando in quel modo?
Aveva gentilmente liquidato Yoongi, non era stato niente di che. E forse il viso del ragazzo che si avvicinava al suo se l'era pure immaginato, dopotutto erano pur sempre quindici ore di lavoro.
Portò una mano sulla fronte e se la massaggiò lentamente.
No, non era interessata a lui, manco fosse stato l'ultimo uomo sulla faccia della terra.
Insomma, era... strano, non erano compatibili.
Tralasciando il diverso stile di vita che avevano, erano proprio i loro caratteri ad esserlo: lei troppo impulsiva, lui troppo obbediente; lei troppo nervosa, lui troppo calmo. Erano come i poli delle calamite, opposti.

''Però si dice che gli opposti si attraggono'' pensò, forse un po' troppo maliziosamente.
Non aveva sorrisetti perversi stampati in faccia, sia chiaro, ma le sembrava malizioso solo il fatto di aver pensato ad una possibile cotta per lui.
Si alzò bruscamente dal letto, la testa per un attimo le girò. Andò in cucina e mise a cuocere un pentolino con dell'acqua, poi preparò la bustina della camomilla.
Era l'unica soluzione, Morfeo non le avrebbe mai aperto le porte del suo mondo senza un aiutino.





* * *







Al mattino, verso le sette, il sole era già alto in cielo pur essendo pieno inverno. Alla fine non si era addormentata nemmeno con la camomilla, aspettò soltanto che la stanchezza si facesse sentire verso le prime ore dell'alba.
La sveglia sul cellulare trillò tutta pimpante, bella puntuale come al solito.
Come suoneria aveva scelto una canzone di un certo gruppo metal. Non che le piacesse tantissimo il genere (pensava fossero un pochino inquietanti), ma almeno saltava in aria per lo spavento e si svegliava del tutto.
Era come una secchiata d'acqua in testa.
Si tirò su a sedere e sbadigliò, lasciandosi scappare un versaccio degno di uno scaricatore di porto. Andò in bagno e si guardò allo specchio: un vero schifo.
Le occhiaie arrivavano fino alle guance, tant'è che sembrava l'incrocio malriuscito di un panda con un bradipo.
Si sciacquò il viso e corse subito in cucina a fare colazione. Era in tremendo ritardo, sapeva benissimo che il tragitto casa-lavoro era lungo.
In fretta e furia si vestì, mise cappotto e sciarpa e si avviò verso il luogo delle torture.
Per fortuna non c'era ancora nessuno, le serrande erano abbassate e tutto era immobile al proprio posto.
Beh, forse c'era qualcuno.
Alzò lo sguardo e vide la testa azzurra dormire profondamente poggiato su un tavolo. Era in una posizione piuttosto scomoda, e in più dormiva senza niente addosso, solo i vestiti del giorno prima.
Sorrise impercettibilmente e si tolse il cappotto, avvicinandosi al ragazzo e posandolo delicatamente sulle sue spalle. Erano molti i momenti in cui le faceva tenerezza, e quello poteva appuntarselo in lista. Guardò il suo volto assonnato ancora per un po', come se non riuscisse a farne a meno.
Neanche se ne accorse, passò una mano sui suoi capelli e glieli scompigliò leggermente, facendo attenzione a non svegliarlo.
Sospirò e scosse la testa, non doveva distrarsi. Si chiuse in cucina e si chiese che cavolo poteva fare per ammazzare il tempo.



Svariati minuti più tardi, Yoo Jin e Myung Jae fecero la loro entrata trionfale al ristorante. Il ragazzo si fiondò direttamente in cucina, facendo compagnia ad Isabel, mentre Myung si avvicinò a Yoongi, borbottando qualcosa di incomprensibile. Chiunque poteva scorgere il suo sorrisetto compiaciuto.
Massaggiò la schiena del ragazzo e si avvicinò al suo orecchio, sussurrando qualcosa in modo sensuale.
Yoongi alzò la testa assonnato, sbattè più volte le palpebre fino a quando non si ritrovò Myung Jae a due centimetri di distanza. Quasi perse un battito.

- Che-che ci fai tu qui?- bofonchiò scostandosi dalla ragazza. Quest'ultima tirò un sorriso sornione che andava da guancia a guancia.

- Stavi dormendo e ti ho svegliato- disse allegra.
La testa azzurra si tolse di dosso il cappotto e l'osservò per un paio di secondi: era di lana, rosso e con i bottoni. Non era suo, anche perchè era femminile.

- E' tuo?- chiese. La rossa scrutò l'indumento come se fosse stata la cosa più oscena del mondo. Ovvio che era nello stile di Isabel.
Quando faceva freddo l'unica che si imbacuccava dalla testa ai piedi era lei. Fece una smorfia e dovette mentire, per il suo bene.
Se ciò serviva a far cadere Yoongi ai suoi piedi, questo ed altro!

- Sì, non avevi niente e te l'ho messo addosso. Sei stato bello caldo?- domandò fingendo un sorriso gentile. Il ragazzo abbozzò un sorriso tirato e annuì.



Nel frattempo Isabel vide tutta la scena. Inutile dire che la rabbia prese possesso del suo corpo e che se Yoo Jin non l'avesse trattenuta, si sarebbe tolta una scarpa e l'avrebbe lanciata contro Myung Jae.

- Calmati- le disse, tenendola per i fianchi.

- Faccio un gesto gentile e quel coglione non è nemmeno riconoscente- sibilò a denti stretti.
Sapeva che Yoongi non c'entrava niente, ma ormai dava la colpa a lui per qualsiasi cosa.
Uno tsunami distruggeva una qualche città sparsa per il mondo? Colpa di Min Yoongi.
L'apocalisse? Min Yoongi, ovviamente.

- Dovresti prendertela con miss perfettina- le fece notare il corvino, per l'appunto. Isabel si lasciò scappare uno sbuffo nervoso ed annuì.

- Puoi lasciarmi ora- fece sarcastica. L'amico borbottò delle scuse in modo imbarazzato e obbedì, grattandosi la nuca.
In cucina si presentarono anche quei due. Isabel controllò i fornelli per distrarsi. Era il suo lavoro, eppure doveva distrarsi da quella fanatica.
Purtroppo l'udito non le mancava, per cui sentiva forte e chiaro ciò che blaterava.

- Oh sei così dolce- con la coda dell'occhio notò la ragazza che teneva a braccetto la testa azzurra. Sospirò e mise a bollire l'acqua in pentola.

- Isabel, nessuno ha ordinato niente- ridacchiò Yoo Jin. La mora gli fece il verso, annoiata.

- Mi esercito- disse, poi si rivolse agli altri due.

- Fate con comodo, piccioncini. A patto che sgattaiolate via di qui. E' una cucina, non una camera da letto-
Yoongi e Myung si voltarono verso di lei sgranando gli occhi. Il ragazzo si ritrovò ad arrossire.

- N-non è come pensi- provò a dire. La mora lo fermò con una mano alzata.

- A me non interessa, sei libero di fare quello che vuoi-

- Andiamocene- annunciò la rossa, prendendo il ragazzo per il braccio e strattonandolo verso il retro del locale.
Yoongi dal canto suo mollò la presa e restò immobile davanti a lei. Le lanciò uno sguardo truce e poi rientrò, prendendo lo spray e passando lo straccio sul tavolo.
Voleva farsi perdonare in qualche modo, pur non avendo fatto niente di grave. Perchè sì, infondo Isabel non era la sua ragazza.
Poteva benissimo accettare le avances di Myung Jae, quindi perchè si sentiva in colpa?



Verso le cinque del pomeriggio cominciò a piovere. Era normale a Seoul in quel periodo, o pioveva, oppure nevicava. Beh, preferiva di gran lunga la neve.
Dava l'idea di roba soffice e coccolosa, anche se si trattava di acqua ghiacciata. Quella era un'ora buca, per cui decise di spenderla in chiamate via Skype.
Non c'era nessun cliente e il capo era intento a commentare una partita di calcio di serie B. I ragazzi ci misero un po' a rispondere, mancava poco che chiudesse tutto.

- Ehilà!- esclamarono tutti in coro, tirando spintoni e facendosi spazio per rientrare nella schermata del computer. Al centro c'era Namjoon tutto sorridente e sudato.
Come al solito stavano provando. Yoongi ricambiò il sorriso.

- Come state?- domandò.

- Noi bene- fece Jungkook.

- Ci manchi tanto- Jimin piagnucolò fintamente e Taehyung gli tirò piano una ciocca di capelli.

- Tu come te la cavi?- fece Jin.

- Non c'è male- il ragazzo scrollò le spalle.

- E' passata più di una settimana da quando stai lì- si unì Hoseok.

- Avete smesso di contare i giorni?- ridacchiò la testa azzurra.

- Ci siamo dimenticati a che giorno sei arrivato- rispose Taehyung col suo sorrisetto quadrato.
I ragazzi si scambiarono un'occhiata di intesa, prima di parlare nuovamente.

- Come sta andando con quella ragazza? Sai no, la cuoca- fece Jimin in modo malizioso.

- Hyung, voglio i particolari- s'intromise Jungkook. Yoongi sbuffò e lasciò andare la testa all'indietro.

- Aigoo pensate solo a questo? Che arrapati...-

- Muoviti e parla- fece un inaspettato Namjoon. Il ragazzo lo guardò come se fosse un alieno appena sbarcato sul pianeta terra.

- Mandate via Jungkook, è troppo piccolo per queste cose- ridacchiò.
Immediatamente si elevò un boato di urla e complimenti, Jin si caricò sulle spalle il maknae e lo fece cadere a terra, mettendosi sopra di lui e facendogli il solletico. Ritornò subito al pc.

- Che è successo, l'hai baciata? Siete andati oltre?- domandò poi. Yoongi scosse la testa in segno di negazione.

- Non siamo fidanzati- precisò. I ragazzi sbuffarono delusi.

- Allora perchè mi hai mandato via?- s'intromise Jungkook, il visino imbronciato.

- Volevo scherzare un po', mi mancano queste cose con voi-
I ragazzi si intenerirono di fronte ad un Yoongi così dolce.

- Ad ogni modo il manager ci ha detto che possiamo venire a trovarti- annunciò il leader.

- Davvero?-

 - Sì e faremo una grande festa. Dici che possiamo affittare il ristorante per una serata intera, vero?- chiese Jin pensieroso.

- Non ne ho idea, devo chiederlo al capo-
Yoongi si voltò verso l'uomo e si accorse che era così preso dalla partita che non aveva ascoltato neanche una parola del loro discorso.

- Non penso accetterà- borbottò.

- Perchè?- fece Jimin. Sembrava uno di quei poppanti che chiedono 'perchè' a qualsiasi cosa blateri una persona. Cercò di non ridere al pensiero.

- E' che... è un po' burbero e si incazza facilmente- biascicò poco convinto.

- Ti spaventi?- chiese Hoseok esterrefatto. Il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia.

- E' enorme ed è alto due metri, mettiti tu contro di lui se hai le palle- disse e incrociò le braccia al petto.
In risposta ricevette delle grasse risate da parte dei suoi compagni.

- Certo, divertitevi pure a prendermi per il culo- continuò lui, sarcastico.

- Hai ragione, scusa- Taehyung si asciugò una lacrima da un occhio.

- Quindi dove faremo la festa?- Jungkook era impaziente. Povero adolescente in piena crisi ormonale, pensò Yoongi sogghignando.

- Eureka! Idea!- Jimin alzò un pugno in aria e sorrise. Gli altri pendevano dalle sue labbra.

- Possiamo farla a casa della ragazza!-
Yoongi quasi si strozzò con la sua stessa saliva. Ma era scemo o cosa?!
Per fortuna anche il resto del gruppo la pensava come lui, non ci misero molto a prenderlo di peso e sculacciarlo, proprio come facevano nei programmi televisivi.

- Potrei chiederglielo, ma dubito riceverò una risposta positiva- borbottò con l'indice sul mento.

- Non fa nulla, sarebbe scortese. In ogni caso non si sa mai, facci sapere- esordì Namjoon. Yoongi annuì.

- Allora ci sentiamo-

- A presto Suga hyung!- urlarono in coro e chiusero la videochiamata.
La testa azzurra chiuse il computer e si mise a lavoro: erano arrivati alcuni clienti e il capo lo stava fulminando con lo sguardo.





* * *





Isabel non ne poteva più.
Si chiedeva costantemente se avesse fatto qualcosa di sbagliato, insomma, perchè cavolo Yoongi non si presentava più a casa sua come faceva prima?
Erano passati parecchi giorni dall'ultima volta che aveva dormito a casa sua e non poteva negare che le mancava. Okay, forse un pochino, ma le mancava sul serio. Forse si era offeso per la questione con Myung Jae, pur non trovando una giustificazione plausibile. Oppure era lei che si stava facendo filmini mentali assurdi.
Era andato a casa sua solo per qualche notte, nulla di più. E poi era un ragazzo a posto, in Corea due amici che condividono lo stesso tetto non sono ben visti.


Questo fino a quando un giorno, anzi, una sera come tutte le altre, non sentì suonare al campanello. Vide dallo spioncino e si accorse che era proprio lui.
Sorrise impercettibilmente e andò a mettersi una vestaglia, prima di aprire. Se lo ritrovò davanti con la solita scodella azzurra e il sorriso da diabete.
Prima che potesse dire qualcosa si fiondò addosso a lui e lo abbracciò. Nascose il viso nell'incavo del suo collo e sgranò gli occhi.
Che stava facendo?
Sciolse piano l'abbraccio e si schiarì la voce, incrociando il suo sguardo. Notò che era arrossito e che non se lo aspettava.

- Mi mancavi, credevo non venissi più- ammise. Yoongi puntò lo sguardo sulle sue scarpe e abbozzò un sorriso ingenuo. Isabel si fece da parte e il ragazzo entrò.
Non si meravigliò di sentire odore di cucinato, in quella casa era normale cenare tardi.

- Vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?-

- Sto a posto così, grazie-
Si sedettero sul divano e Isabel fece zapping col telecomando, alla ricerca di qualcosa di decente in Tv. Ovunque si ritrovava le facce dei BTS, ovunque.

- Perchè sei scomparso?- chiese ad un tratto. Yoongi scrollò le spalle.

- Ero imbarazzato e credevo ce l'avessi con me- ammise.

- Intendi per Myung? Tranquillo, sono abituata-

Sì, certo. Talmente abituata che non dormiva la notte e aveva voglia di impiccarla nella sua stanza e prendere il suo corpo morto a freccette. Era gelosa, sì.

- Volevo chiederti una cosa...- esordì l'altro con sguardo esitante. La ragazza gli fece segno di andare avanti e quello si morse il labbro inferiore.

- So che è sbagliato, che non è nè da me e nè da noi eccetera... ecco, i ragazzi vorrebbero fare una festa. Ti dispiace se la fanno a casa tua?- chiese al limite dell'imbarazzo totale. Isabel alzò un sopracciglio, scettica.
Da quando in qua era diventato padrone di casa sua?



***
annyeoooong!!! sorpresaaa, ho aggiornato prima del previsto XD *lo so che mi odiate, lo so u.u*  uno spoilerino per voi: durante la festa ci sarà un accenno di Vkook eeehehehhe ;) magari vedrò se in futuro ci farò una shot a parte, ma mi sto dilungando. Spero vi piaccia, baciiiiiii _MartyK_ <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La sera della festa era giunta e Isabel si trovava in camera sua di fronte all'armadio, indecisa su cosa indossare.
Alla fine aveva acconsentito, non stava in compagnia di amici da un sacco di tempo. Anche se avere i Bangtan Boys come amici non era una cosa da niente.
A pensarci bene non seppe nemmeno perchè li considerava già 'amici', insomma, non è che li conoscesse poi così tanto (a parte i nomi e i volti).
Fissava con disgusto ogni abito presente in quel minuscolo armadio. Doveva fare shopping, aveva vestiti orrendi e no, non biasimava Myung Jae quando le diceva che aveva gusti di merda.
Optò per un leggins nero, una magliettina leggera blu notte e le solite converse. Yoongi le aveva detto poco e niente a riguardo, di sicuro non si sarebbero mossi da casa o gli scandali sarebbero diventati l'argomento principale del giorno dopo.

D'un tratto sentì suonare il campanello e quasi si allarmò. Controllò l'orologio: le 22:18.
Si dette una guardata veloce allo specchio e poi andò ad aprire, ritrovandosi sette bei ragazzi imbacuccati con tanto di pizza e bibite di ogni genere.
Salutarono in coro ed entrarono. In quel momento si ricordò di cosa disse alla testa azzurra riguardo all'opinione altrui e dovette ammettere che si era contraddetta in un modo pazzesco. Chi avrebbe sentito i vicini con tutto quel frastuono?!

- Isabel, non ti ho ancora presentato i ragazzi- esordì Yoongi con un enorme e sincero sorriso stampato in faccia.
Prese per il braccio uno di loro e lo fece avvicinare alla ragazza.

- Lui è Jungkook, il più piccolo-
Il ragazzo in questione tirò un sorriso imbarazzato e s'inchinò. Isabel ricambiò il sorriso.

- Jimin, piacere di conoscerti!- s'intrufolò un altro nella conversazione. Il sorriso era malizioso e lo sguardo vispo, di chi ne sapeva una più del diavolo.
Questa volta fu Isabel ad imbarazzarsi. Yoongi fece una smorfia e lo spinse via.

- Sì abbiamo capito, ciao-

Poco a poco si presentarono tutti e si levarono via giubbotti, cappelli e mascherine.

- Ma quanta roba avete portato?- domandò la ragazza. Namjoon si voltò verso di lei.

- Oh tantissima, abbiamo intenzione di fare la festa più bella del mondo- sorrise.
Hoseok mise in testa un cappellino a punta, di quelli che si vendono per i compleanni, e suonò una trombetta.

- Auguri a Yoongi che sta sopravvivendo alla sfiga per due settimane e passa!- esclamò Taehyung, saltando addosso alla schiena del compagno.
Jin gli tirò uno scappellotto in testa.

- Isabel, ovviamente l'ha detto senza offesa. Sappiamo che si trova bene con te-
La ragazza si grattò la nuca e abbassò lo sguardo.

- Non mi sono offesa- borbottò.

- Lui è fatto così, dice le cose senza pensarci e per questo potrebbe risultare maleducato- precisò il più grande. Isabel abbozzò un sorriso cordiale.

- Diamo inizio alla festa!- urlò Jungkook saltellando sul divano come fosse una molla.
I ragazzi si unirono a lui, Jimin prese lo stereo e lo collegò alle casse, sparando la musica a tutto volume.
Jin, Namjoon e Hoseok allestirono la tavola per il pranzo riempiendola di alcolici e simili. Nascosero le pizze da qualche parte, le avrebbero mangiate più tardi.

Yoongi vide che Isabel si stava intrattenendo con Taehyung e sentì una strana sensazione allo stomaco, quasi una morsa di dolore.
Sinceramente non era il tipo che si divertiva alle feste e in più era astemio, quindi non poteva nemmeno affogare i suoi piagnistei nell'alcool.
Guardare la ragazza che parlava e rideva con Tae gli fece salire quella cosa chiamata gelosia.
Serrò la mascella e strinse le mani in pugni, fino a sbiancare le nocche.
Un secondo dopo si ritrovò a pensare che stava esagerando, infondo erano solo amici.
Nulla di più.
Il colmo arrivò quando il moro la prese per il braccio e la fece volteggiare. Vederli sorridere complici gli dava fastidio e non poco, così si avvicinò ai due di soppiatto.

- Ehilà!- sbottò all'improvviso, facendo prendere un mezzo colpo a Taehyung. La testa azzurra circondò le loro spalle con le braccia e sorrise furbo.

- Come andiamo? Di che si parla?- incominciò a chiedere. Isabel si leccò nervosa il labbro inferiore.

- Bene e uhm... niente, Tae mi stava raccontando alcuni episodi divertenti in sala da ballo- disse e rise. Yoongi tirò un sorriso falso e roteò gli occhi al cielo.

''Ancora deve conoscerlo e già gli da nomignoli'' pensò, scuotendo prontamente la testa come a voler scacciare quel pensiero.
Nel frattempo Namjoon e Jin passarono tra i ragazzi con dei cocktail in mano.

- Hey voi, volete assaggiare?- domandò il leader. Yoongi a malincuore scosse la testa, mentre Taehyung e Isabel accettarono.

- Che c'è dentro?- chiese lei. Jin scrollò le spalle.

- Abbiamo mischiato bibite a caso- ridacchiò. La ragazza assottigliò gli occhi.

- Cos'è, un complotto contro di me? Volete farmi annegare nell'alcool?- chiese sarcastica.
Si portò il bicchiere vicino al viso e annusò il contenuto, dall'odore sembrava buono. Bevve tutto d'un sorso e strizzò gli occhi.

- Pizzica in gola- biascicò alla ricerca di un po' d'acqua. Yoongi e Tae l'osservarono ridacchiando tra loro. Fu il moro a parlare per prima.

- Allora hyung, com'è che mandi a puttane le mie conquiste?- domandò con una pacca sulla spalla dell'altro. Quello dal canto suo sgranò gli occhi, visibilmente sorpreso.

- Ci stavi provando con lei!- esclamò puntandogli l'indice accusatorio sul naso. Taehyung levò la mano dell'amico dalla sua visuale e rise di gusto.

- Sei geloso- disse e tirò un sorriso malizioso, degno di Park Jimin. Cos'era successo al puro ed innocente Kim Taehyung?

- No, non è vero- Yoongi scosse con enfasi la testa e scrollò le spalle. Il moro annuì.

- Oh sì che è vero. Tranquillo hyung, lo racconterò a tutti non appena la festa finirà- lo avvisò e s'intrufolò nel gruppo con Jungkook, Jimin, Namjoon e Hoseok.
A nulla servirono i richiami della testa azzurra. Era fottuto, gli altri lo avrebbero preso per il culo a vita.
O meglio, fino a quando la cotta per Isabel non si sarebbe trasformata in qualcosa di più serio. Al solo pensiero arrossì e si passò una mano sul viso.



Dopo una buona mezz'ora passata a ballare come zombie rincitrulliti appresso alla musica spacca timpani, Jungkook propose di giocare ad un gioco nuovo.
Ormai era il re della festa. I ragazzi si misero a cerchio attorno a delle bottiglie di soju e aspettarono Jin con le pizze, la fame si stava facendo sentire.

- Di che si tratta?- domandò Hoseok tutto curioso. Il maknae si sfregò le mani e tirò un sorriso diagonale.
Menomale che era il golden maknae, il tizio più coccoloso del gruppo. Sì, certo.

- A turno diciamo cose strane, esperienze di vita che qualcuno potrebbe aver fatto, ad esempio 'baciato qualcuno dello stesso sesso' e chi ha fatto la cosa nominata deve bere un intero bicchiere di soju- spiegò.

- E per quanto andrà avanti questa tortura?- fece scettico Yoongi.

- Semplice, fino a quando non vomitiamo- scrollò le spalle e scoppiò a ridere. La testa azzurra sorrise soddisfatto.

- Io non gioco, sono astemio- e lo disse vantandosi. Fece per alzarsi, ma Isabel lo prese per il braccio e lo costrinse a sedersi accanto a lei.

- Fermo dove sei, tu giochi e basta- affermò con sguardo duro.
Yoongi dischiuse la bocca, facendo per dire qualcosa, ma si bloccò subito. Contraddire Isabel equivaleva a farlo con un muro in cemento armato.
Il gioco iniziò. Jin, dato che era il più grande, cominciò per prima. Si mise un dito sul mento, con fare pensieroso.

- Uhm... ballare strusciandosi contro un palo- disse.

- Chiedilo a Psy- borbottò Namjoon, scatenando le risate dei presenti.
Jimin abbassò lo sguardo e prese timidamente un bicchiere di soju. I ragazzi sgranarono gli occhi.

- Davvero?- domandò Jin. Il moro annuì.

- Yah, ero ubriaco fradicio e un tizio mi ha detto che assomigliavo ad un trans- piagnucolò tristemente.
Bevve tutto d'un sorso e lanciò un'occhiata gelida al più grande.

- Tocca a te!- esordì Jungkook. Jimin si guardò attorno e morse a sangue il suo labbro inferiore.

- Fare sesso nel camerino di un negozio d'abbigliamento- disse con aria di sfida.

- Jungkook, sei il più piccolo, come ti vengono in mente certi giochi?!- fece sorpreso Taehyung.
Namjoon alzò il braccio in segno di resa e prese un bicchiere.

- Bere fino a piangere- disse scrollando le spalle.
Hoseok sbuffò e si scolò del soju strizzando gli occhi per il disgusto.

- Fate schifo, stronzi!- borbottò imbronciato.

- Baciare in bocca il proprio migliore amico-
Jungkook e Taehyung si guardarono imbarazzati, il loro turno era arrivato.

- Sentite, è successo ai tempi del training e avevo perso una scommessa- si affrettò a precisare Tae. Isabel ridacchiò.

- Non è vero, mi avevi detto che volevi vedere se eri gay o no!- esclamò scioccato il maknae. I compagni scoppiarono a ridere.

- Okay e non lo sono- rispose il moro come se fosse ovvio. Jungkook ridacchiò ironico.

- Mi ha detto che bacio bene, ma dettagli-

- Scherzi a parte, Yoongi ti piace qualcuno?- domandò Taehyung mostrando il suo sorrisetto quadrato.

- Non si devono fare le domande- constatò l'altro.

- E invece sì- s'intromise Jungkook. La testa azzurra sbuffò nervoso.

- No- affermò deciso.

- Ne sei sicuro?- chiese il maknae, lo sguardo indagatore che fissava insistentemente i suoi occhi come a volergli spogliare l'anima. Yoongi annuì.

- Non è vero!- esclamò Jimin.

- Ci ha detto che è molto amico di una ragazza- aggiunse Namjoon.

- E ha detto che è bella- fece Hoseok.
Più parlavano, più Isabel sentiva di essere al centro dell'attenzione, o forse era solo una sua impressione.
Cioè, erano amici, ma lei non si poteva definire una bella ragazza. Scartò l'opzione.

- Questa ragazza è tra di noi?- chiese Jin maliziosamente.
Isabel sgranò gli occhi e puntò lo sguardo sulle sue gambe incrociate. Con la coda dell'occhio fissava Yoongi e si accorse che era teso.
Parecchio teso.

- Yoongi, non devi mentire- lo ammonì Taehyung. Il ragazzo sospirò e chiuse gli occhi, non voleva vedere la sua reazione, non ne aveva bisogno.

- Sì- biascicò nella speranza che non lo avesse sentito nessuno. Ma il karma era contro di lui e così non fu.

Si elevò lo stesso boato di urla e schiamazzi della chiamata Skype e venne accolto da affettuose quanto dolorose pacche alla schiena e abbracci piuttosto ambigui.
Alzò lo sguardo e tra le spalle dei ragazzi intravide il volto scioccato di Isabel. Si morse il labbro inferiore e sospirò, aveva rovinato tutto.
Anzi, i suoi amici avevano rovinato tutto.
Gli toccava un solo bicchiere di soju, ma ne bevve parecchi. All'inizio due o tre, poi perse addirittura il conto, e con lui si unì anche Isabel.
La testa girava e lo stomaco bruciava da morire, gli hyung si stavano lamentando, segno che avrebbero vomitato pure le palle degli occhi di lì a poco.
D'un tratto vide tutto nero, con puntini viola. Perse la cognizione del tempo e dello spazio e si accasciò a terra privo di sensi.
L'ultima cosa che sentì fu il suo corpo che sbatteva contro qualcosa di morbido.






* * *






Erano le nove del mattino, i raggi solari entravano dalla finestra e minacciavano di accecare i poveri occhi stanchi di Isabel.
Sbattè un paio di volte le palpebre e mise a fuoco lo scempio che aveva davanti.
Le bottiglie di alcool erano riverse a terra, il pavimento era sporco di sugo al pomodoro e i cartoni della pizza erano sparsi a caso per tutto il perimetro del salotto.
Accanto a lei giacevano i BTS nella versione post-sbornia, e non erano un granchè.
Fece per alzarsi ma qualcosa, o meglio, qualcuno glielo impediva. Abbassò lo sguardo e si accorse che Yoongi giaceva inerme su di lei, la testa poggiata sul suo petto. Sgranò gli occhi e arrossì all'inverosimile, una mano era poggiata sul suo braccio e la gamba destra si trovava fra le sue.
Sentì come se le mancasse l'aria, non era un buon segno.
Provò a levarselo di dosso senza svegliarlo, ma ottenne l'effetto contrario.
La testa azzurra si svegliò di soprassalto e alzò il capo, ritrovandosi a due millimetri di distanza dal viso di Isabel.
Nonostante fosse ancora assonnato, si rese conto della situazione e deglutì rumorosamente.
Isabel fissava insistentemente i suoi occhi e le sue labbra, indecisa sul da farsi.
Il viso di Yoongi si fece sempre più vicino al suo, aveva capito le sue intenzioni e si preparò, perchè d'altronde anche lei aveva una mezza cotta per lui.
Chiuse gli occhi, pronta a ricevere quel bacio tanto agognato, quando il ragazzo cambiò direzione e crollò con la testa a terra.
Si schiacciò una mano in fronte al solo pensiero di lui che la baciava e se lo levò di dosso bruscamente. Era un po' delusa, sì.

- Aspetta ti aiuto- bofonchiò con la voce impastata dal sonno.

- Non fa niente, faccio da sola. A limite sveglia quei nani- disse l'altra prendendo l'occorrente per pulire il porcile.
Yoongi obbedì e svegliò i suoi compagni.
Insieme aiutarono Isabel a pulire casa e quando ebbero finito, ringraziarono e se ne andarono: Namjoon era tremendamente preoccupato per non aver risposto a trenta chiamate da parte del manager.
Alla fine rimasero solo lei e Yoongi. Da soli. L'ennesima volta.

- Sono sfinita- borbottò la ragazza, buttandosi a peso morto sul divano. La testa azzurra stette all'impiedi davanti a lei, vagando altrove con lo sguardo.
Non aveva il coraggio di guardarla in faccia. Esitò un attimo prima di rompere il ghiaccio.

- Ricordi qualcosa di ieri sera?- le chiese. Isabel si sentì presa in contropiede e sussultò.
Eccome se ricordava, eccome. Aveva provato ad ubriacarsi apposta per dimenticare quella scena e non ottenne i risultati sperati.
Anzi, la prima cosa che pensò appena sveglia fu Yoongi che si dichiarava apertamente.

- Non lo so- rispose vaga. Così vaga che la risposta non aveva alcun senso.
Il ragazzo l'affiancò e si torturò le mani. Isabel gli prese la mano destra e gliela strinse, voltando il viso dall'altro lato.
Fanculo tutto, voleva baciarlo e non sapeva come farglielo capire.

- Isabel- la chiamò l'altro. Il tono di voce era diverso, più... caldo.
Deglutì, fece per parlare, ma venne bloccata da qualcosa di morbido che si scontrava con le sue labbra.
Chiuse gli occhi, Yoongi le sfiorò delicatamente la guancia e le morse il labbro superiore, sorridendo sulla sua pelle.

- Mi piaci- sussurrò una volta staccatosi dal viso dell'altra. La mora gli rivolse uno sguardo interrogativo e sorrise. Non rispose.
Lo prese per il colletto della maglietta e ricambiò il bacio, affondando una mano tra i suoi capelli e tirandoglieli piano. Il ragazzo inclinò il viso e incontrò la lingua dell'altra, approfondendo il contatto. Si staccarono solo quando furono a corto di aria nei polmoni.
Sorrisero come due deficienti alla prima cotta.

- Ti va di uscire con me? Ne parliamo- borbottò lui imbarazzato. Isabel ci pensò un po' su.

- Facciamo domani pomeriggio, usciamo prima dal ristorante- aggiunse lui, come a voler convincerla.

- Okay-
Yoongi se ne uscì con un 'fantastico' e abbandonò la casa, lasciandogli un tenero bacio sulla guancia.
Il rumore della porta che si chiuse rimbombò come un eco per tutta la casa. Isabel era ancora stordita.
Fra tutti i ragazzi del mondo proprio lui, il rapper dei Bangtan Boys.
Non ci avrebbe dormito la notte. Decisamente.


***
annyeong!!! Marty is back (seh, come no) io boh... non so che dire. Solo graaaazie a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate, jungkookie16 e guardianfallenangel che recensiscono sempre e tutti i lettori silenziosi. Grazie, grazie mille T.T come promesso, c'è un accenno di VKook... probabilmente farò una shot riguardo a Tae che voleva sapere se era gay o no ahahah XD oggi scriverò il capitolo conlusivo, così non mi resterà altro che pubblicarla ;) baciii _MartyK_ <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


La mattina seguente Isabel si svegliò per l'ennesima volta assonnata e con un paio di enormi occhiaie violacee, l'unica differenza è che stavolta era felice.
Già, felice di andare a lavorare, sorbirsi le moine inutili di Myung Jae e le battute squallide di Yoo Jin. Era semplicemente felice.
All'inizio sembrò dimenticarsi del motivo, poi il bel faccino tenero di Min Yoongi venne a far visita al suo cervello, e allora se ne ricordò.
Si alzò dal letto e si preparò, come di routine. Mise sciarpa e cappotto e si avviò verso il ristorante.
Stranamente era stata preceduta da tutti, il capo le sorrise sornione e c'erano alcuni clienti impegnati a sorseggiare del caffè.
Fiondatasi in cucina, si beccò le occhiate maliziose di Yoo Jin. Myung Jae, come al suo solito, stava tentando disperatamente di attirare l'attenzione del suo oppa Suga (nonostante avessero la stessa età, lei si ostinava a definirlo tale).

- Come stai?- le chiese il corvino con fare amichevole. Mai visto Kim Yoo Jin così spavaldo in vita sua.
La mora si voltò a guardarlo: aveva il gomito poggiato sul banco e uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

- Yoo, che ti è preso stamani?- disse di rimando con uno sbuffo. Il ragazzo ridacchiò.

- Ho notato che Yoongi è di buon umore, per caso vi siete messi insieme?-
Isabel sgranò gli occhi e quasi si strozzò con la sua stessa saliva. Incominciò a ridere istericamente, come se avesse detto la cosa più divertente del mondo.

- Perchè, se un ragazzo è felice significa che sta con me? Ma da quando?- disse e rise. Un po' meno sguaiatamente del minuto prima, ma rise.
L'amico assottigliò gli occhi e si avvicinò al suo viso, osservando attentamente ogni minimo particolare. Dopo un paio di secondi si scostò da lei e scrollò le spalle, borbottando un 'okay' annoiato.
La conversazione finì lì e Isabel non sapeva che fare nel frattempo. I clienti sarebbero arrivati verso l'ora di pranzo quando invece erano soltanto le nove del mattino.
Vide la testa azzurra che si allontanava dalla cucina con Myung Jae aggrappata alla sua spalla e sospirò affranta.
Per quanto tempo sarebbe riuscita a sopportarla?
Ritornò ad annoiarsi, quando sentì delle urla provenire dal retro. Aggrottò le sopracciglia e andò a controllare la situazione.
Fece per uscire dalla cucina, ma venne preceduta dagli altri due.

- Perchè fai così? Avevi detto che ti stavo simpatica!- esclamò indignata la rossa, incrociando le braccia al petto.
Isabel deglutì a vuoto, davvero Yoongi le aveva detto quelle cose?

- Beh, non è vero- borbottò l'altro.

- Balle, stai mentendo! E ti stai comportando così solo perchè... perchè...-
Myung si bloccò con l'indice puntato a mezz'aria, la scena che si presentò davanti ai suoi occhi non se la sarebbe mai aspettata.
La testa azzurra aveva smesso di rispondere alle sue inutili domande già da un pezzo, trovò semplice spiegarle il motivo per cui non le dava più retta prendendo Isabel per i fianchi e lasciandole un dolce bacio a fior di labbra.
La ragazza venne presa alla sprovvista e sgranò gli occhi, poggiando una mano sul suo petto e cercando di spingerlo via, non è che le piacesse tanto fare la sdolcinata in pubblico.
Si staccò con un sorrisetto strafottente dipinto sul viso, per poi rivolgere lo sguardo alla rossa. Era sconvolta, nessuno poteva biasimarla.
Insomma, le cose che pensava erano talmente tante che non sapeva da dove iniziare:
1) chi l'avrebbe mai detto che Isabel si trovasse un ragazzo (e che ragazzo!)?
2) perchè tra tutte proprio lei?
3) a questo punto sarebbe stato meglio stalkerare qualcun'altro dei BTS, con Suga le speranze erano perse.
Balbettò mugolii incomprensibili all'orecchio umano, cercando di formulare frasi di senso compiuto, ma fallendo miseramente.
Yoo Jin, anche lui aveva assistito alla scena, se la stava ridendo sotto i baffi, beffardo.
Sbuffò nervosa e prese a camminare a passo svelto, tirando un gentilissimo spintone alla spalla di Yoongi e facendo una smorfia di disappunto ad Isabel.

- Siete davvero vomitevoli- disse. - Cosa succederà quando tutti lo sapranno?- continuò poi, in modo inquietante.
Ritornò a sedersi per smanettare sul cellulare, i due si guardarono interdetti.
Non ci avevano ancora pensato, cosa sarebbe successo poi?







* * *







Verso il pomeriggio Yoongi chiese al capo se poteva uscire prima dal ristorante, precisando che anche Isabel sarebbe venuta con lui.
L'uomo ci pensò un po' su, blaterando qualcosa riguardo alla mancanza di personale e su quanto fosse nullafacente Myung Jae.
Per fortuna Isabel era una che convinceva facilmente le persone e non ci mise molto a dire che quei due se la sarebbero sicuramente cavata da soli.
Ottenuto il consenso, i due piccioncini sgattaiolarono via dal locale e si diressero direttamente verso casa di lei.

- Non possiamo andare così, dobbiamo prima cambiarci- aveva detto. Una volta arrivati a casa, Yoongi si fiondò in bagno e Isabel si chiuse in camera.
Fu in quel momento che aveva una voglia matta di essere un ragazzo, loro non avevano problemi in fatto di moda, stavano bene con qualsiasi cosa.
Aprì le ante dell'armadio, ritrovandosi davanti a decine e decine di orrendi vestiti. Fece una smorfia e li ispezionò tutti, uno alla volta, scartandoli.
Il suo letto era diventato un mosaico di roba da buttare.
Alla fine ne scelse uno lilla con un cinturino color crema, abbinato ad un maglioncino del medesimo colore del cinturino. Indossò i collant trasparenti e mise le ballerine blu. Per quanto potesse essere nana, adorava le ballerine e le preferiva di gran lunga ai tacchi. Almeno non sarebbe inciampata.
Si avvicinò all'unico specchio della stanza e incominciò a truccarsi mettendo matita, mascara e lucidalabbra rosa.
Quando fu pronta, abbandonò la sua camera e invocò a gran voce il nome di Yoongi, non ottenendo alcuna risposta. Scrollò le spalle e aprì la porta d'ingresso, ritrovandoselo di fronte in jeans, maglietta e... mascherina. Quasi le venne un infarto per lo spavento. La testa azzurra ridacchiò.

- N-non è che mi spaventi, cioè, mica sei un fantasma. Però, ecco...- balbettò, diventando paonazza.

- Ti da fastidio se metto questa?- domandò lui, indicando la mascherina che gli copriva gran parte del viso.
Isabel lo guardò con la bocca dischiusa e poi scosse la testa, riprendendosi dallo stato di trance. Sorrise.

- Il mio cavaliere mascherato!- esclamò e lo prese a braccetto.


Si avviarono verso la strada senza dire nulla, ognuno immerso nei propri oscuri pensieri. Yoongi la fissò di sottecchi, leccandosi nervosamente il labbro inferiore e abbassando lo sguardo, indeciso se dire qualcosa o no.

- Sai, sei... bella vestita così- bofonchiò. Isabel si voltò a guardarlo sorpesa. Non si aspettava che fosse lui ad attaccare bottone.

- Davvero? Grazie, anche tu- sorrise. Continuarono a non dire nulla, la gente fissava Yoongi in modo strano, manco fosse un ricercato dall'FBI.
Si sentiva a disagio, aveva la costante paura di essere riconosciuto e beccarsi foto indesiderate. Ma, più che altro, aveva paura che fotografassero lei.
Non se lo sarebbe mai perdonato, e poi lavare i piatti e fare cose del genere da mattina a sera gli bastava come 'strigliata da parte del manager'.
D'un tratto i loro stomaci brontolarono, segno che la fame si stava facendo sentire.

- Che ne dici di andarci a prendere un gelato?- propose la mora. Il ragazzo annuì e insieme si diressero verso la prima gelateria che incontrarono durante il tragitto.
Lui prese un cono stracciatella, lei quello alla frutta. Fragola e melone.

- Non ho mai visto una ragazza scegliere un cono alla frutta al posto della crema o della cioccolata- disse lui ridendo.

- E scommetto che non hai mai visto una ragazza prendere fragola e melone- rispose a tono lei.
Yoongi annuì con enfasi e la indicò, come a dirle che lo aveva letto nel pensiero.
Passeggiarono lentamente, mangiando il gelato e guardandosi intorno curiosi. Sembrava che fosse la prima volta che mettevano piede a Seoul.
Isabel ingoiò l'ultimo boccone e fece per parlare.

- Aspetta, hai un po' di gelato qui- Yoongi indicò un angolo della bocca. La ragazza si sentì avvampare.

- Oddio non ho portato i fazzole...- non finì neanche di lamentarsi che le labbra della testa azzurra si incollarono alle sue.
Chiuse gli occhi e leccò il lembo di pelle sporco di dolce. Isabel ricambiò il bacio mordendo il labbro di lui e tirandolo verso di sè.
Gli lanciò un'occhiata maliziosa e sorrise sulla sua pelle.

- Dimenticavo di avere un ragazzo tuttofare- Yoongi si staccò e aggrottò le sopracciglia, curioso. Isabel lo aveva appena definito il suo ragazzo.
La sua mente stava facendo i salti di gioia con tanto di fuochi d'artificio, per inciso.

- Com'è che mi hai chiamato?- chiese con fare altezzoso. Isabel puntò lo sguardo sui suoi piedi, imbarazzata.

- Non farmelo ripetere- bofonchiò scocciata. Il ragazzo biascicò un flebile 'e dai' e cominciò a tirarle spinte leggere alle spalle, intimandole di continuare.
No, non era egocentrico o che, è solo che trovava Isabel estremamente zuccherosa quando si lasciava scappare cose che non avrebbe mai detto o amesso a mente lucida.

- E va bene hai vinto, ho detto che sei il mio ragazzo- incrociò le braccia al petto e roteò gli occhi al cielo. - Contento ora?- chiese poi.
Un minuto dopo il ragazzo cambiò argomento, iniziando a parlare della questione per la quale si erano dati appuntamento.

- Senti, riguardo a ieri...- esordì.

- Da quanto tempo ti piaccio?- chiese a bruciapelo l'altra. Yoongi si sentì preso in contropiede e arrossì, il sangue stava salendo troppo velocemente verso le gote.

- Da un po'. Probabilmente dall'inizio- borbottò a bassa voce. Si chiese se l'avesse sentito, ma da come lo guardava la risposta era positiva.
Isabel dal canto suo era tremendamente curiosa, voleva sapere ogni più piccolo particolare.
Forse stava esagerando, forse lo stava mettendo in imbarazzo, ma non ci poteva fare niente. Non si sentiva così bene con qualcuno da... non se lo ricordava. Evidentemente non era mai successo.

- Intendi da quando hai messo piede nella mia cucina?- sorrise, cercando di metterlo a proprio agio. Yoongi abbozzò un sorriso ingenuo e annuì.

- Tu invece?- voltò la domanda a lei.

- I-io cosa?-

- Da quanto tempo ti piaccio?-
La ragazza dischiuse la bocca, emettendo un gemito. A dire il vero non era in grado di specificare giorno, ore, minuti e via dicendo.
Semplicemente sentiva delle strane sensazioni all'addome quando stava con lui. E le si illuminava il viso ogni volta che sorrideva.
Di una cosa era certa: non era innamorata di Suga, lo era di Min Yoongi. E ci tenne a precisarlo.

- Non lo so. Però sappi che non mi sono invaghita del rapper figo dei BTS, ma del timido e dolce Yoongi- lo prese per il colletto della maglietta e lo avvicinò a sè, guardandolo dritto negli occhi. La testa azzurra osservò quelli della ragazza.
Due pozzi privi di fondo in cui perdersi poteva significare vivere o morire, amare o odiare.
Perchè Isabel era una continua contraddizione, un continuo cambio d'umore. Un giorno felice, l'altro arrabbiata, una volta spavalda, l'altra timida.
E nel suo caso, perdersi nei suoi occhi significava amare.

- Quasi quasi mi commuovo per il bel discorsetto di quattro secondi- sussurrò sarcastico a distanza ravvicinata. La ragazza ridacchiò e gli tirò una ciocca di capelli, facendo attenzione a non fargli male.

- Rimani il solito idiota superficiale- borbottò, fintamente irritata.

- Yah, superficiale a chi?! Parla quella che mi considerava un perfido narcisista- rispose a tono lui, con fare melodrammatico.

- E infatti lo sei- ammiccò lei.
Lasciò la mano del ragazzo e continuò a passeggiare per i fatti suoi, incurante del fatto che avrebbe dovuto aspettarlo. Yoongi rimase a bocca aperta, sorpreso.

- Aspetta!- urlò.

- Prendimi se ci riesci!-
Il ragazzo si scompigliò i capelli e si tirò su la mascherina, correndo e facendo gli slalom tra le persone.
Certo, si era beccato qualche 'vaffanculo' da parte dei malcapitati a cui tirava spintoni e gomitate, ma tutto sommato andò meglio del previsto.
Riuscì a beccare Isabel dopo una decina di minuti di corsa, peggio di quando dovevano registrare l'MV di Run.
Aveva il fiatone e si sentiva stanco, non faceva esercizio fisico da un po' e il suo corpo ne risentiva.

- Sei malefica- biascicò tra un respiro affannato e l'altro.

- Tu sei lento invece- gli fece notare lei. Non se n'erano nemmeno accorti, il sole era calato e la sera aveva preso il posto del giorno.
Si trovavano di fronte a giostre e bancarelle, probabilmente era festa cittadina, non se lo ricordavano.
Alcuni bambini correvano tutti sorridenti attorno ai propri genitori e mostravano orgogliosi i propri giocattoli. Isabel a quella vista sorrise impercettibilmente.

- A che pensi?- Yoongi le circondò i fianchi da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla destra.

- Sono carini- disse e sospirò di felicità. La testa azzurra storse il naso, perplesso.

- Ci siamo appena messi insieme e tu pensi già a mettere su famiglia?-

Isabel si voltò infastidita verso il ragazzo e gli tirò un pizzicotto al fianco.

- Sì, sposiamoci adesso- borbottò sarcastica.

- Ovvio, finchè morte non ci separi- replicò l'altro.
La mora scosse la testa e lo prese per il braccio, raggiungendo la 'Ballerina', quella pseudo giostra che girava vorticosamente, facendo su e giù.
Le veniva la nausea solo a vederla dal vivo, ma voleva provarla.

- Andiamo?- chiese eccitata.

- Non credo sia il ca...-
Isabel fece i biglietti e in neanche due secondi si ritrovarono seduti su quella macchina legalmente assassina.

- Come ti senti?- fece lei.

- Ti sto odiando, ma credo tu abbia più fifa di me- sorrise beffardo.
Partì il conto alla rovescia e la giostra cominciò a muoversi, all'inizio lentamente, poi sempre più veloce.
Yoongi ebbe la fantastica idea di girare un video col suo cellulare, da mandare ai suoi hyung. Isabel gli fece segno di no, dicendo che stava per vomitare, ma lui non l'ascoltò e registrò.
La ragazza strizzò gli occhi e nascose il viso nella maglietta di lui che, tutto felice e contento, mostrava il panorama, faceva smorfie divertenti e salutava gli amici urlando a squarciagola annyeonghaseyo.


Finita la tortura, il ragazzo accompagnò Isabel a casa, dato che era sfinita.

- E' stato bello- ammise passandosi una mano sul viso. Yoongi annuì.

- Quindi ci rivedremo?- Isabel lo guardò come se avesse detto la cosa più stupida del mondo.

- Ovvio-

- Allora io vado- annunciò.
Sfiorò la guancia di lei e inclinò il viso, posando le sue labbra su quelle della ragazza, unendole in un dolce bacio finale.
Isabel lentamente portò una mano sul suo collo e glielo massaggiò, facendo cerchi concentrici col pollice.
Non si sarebbe mai stancata di quella testa di rapa. Della sua testa di rapa.






* * *






Il mattino non fu bello quanto la sera precedente. Appena arrivata a lavoro, Isabel si beccò gli sguardi infuocati di Myung Jae.
Della serie: 'tu te la spassi e io sto qui a farmi il culo'. Ma poco importa, bastava ignorarla.
Yoo Jin volle sapere tutti i dettagli dell'appuntamento, dal primo all'ultimo, peggio di una di quelle vecchie comari pettegole.
La situazione proseguì tranquillamente fino a quando Yoongi poggiò il suo cellulare sul tavolo, andando un attimo a riempire il secchio d'acqua.
Isabel era impegnata ai fornelli e la rossa ne approfittò per prendere l'aggeggio di nascosto da tutti. Solo Yoo Jin le intimò di metterlo a posto.
Mise la password (una volta lo aveva spiato) e controllò la galleria. Sorrise malvagia e scovò il video della giostra.

- Vediamo che succede se le fan scoprono che Suga non le ama più- borbottò a bassa voce, pubblicando il video su Facebook.
Nessuno aveva idea del casino che sarebbe nato di lì a poco...


***
annyeong! Sì lo so, sono una malefica di prima categoria, della serie: si sono appena messi insieme e tu li rovini così... YAAAAAAAH 3:) anyway succederà un bel casino, chissà....... vabbè vi lascio al capitolo, baci a tuttiiii _MartyK_ <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Isabel non aveva idea del casino che si sarebbe venuto a creare di lì a poco. Quelli che stava vivendo erano i suoi ultimi cinque minuti di pace.
Poi la guerra. Anzi no, la terza guerra mondiale.
Tutto incominciò quando si sentirono strani ed assordanti rumori provenire dalla sala del ristorante. Erano urla.
Yoo Jin alzò lo sguardo e voltò il capo a destra e a manca, alla ricerca di spiegazioni. Myung Jae era l'unica che se ne stava tranquilla, seduta su una minuscola sediolina delle scuole elementari a smanettare quasi con violenza sul cellulare. Solo Yoongi sembrò individuare il problema.
Sgranò gli occhi all'inverosimile e dischiuse la bocca in un gemito muto. Lasciò cadere la scopa a terra e si avvicinò alla porta della cucina di nascosto, a passo felpato. Spiò dall'oblò e perse un battito. Non poteva essere. Non era vero.
Pregò Dio e tutti i santi che quelle non fossero fan schizzate.
Strizzò gli occhi e dopo un paio di secondi li riaprì, sperando che fosse tutto un incubo.
L'incubo era la realtà.
Il capo era assalito da nane adolescenti in piena ed evidente crisi ormonale, con tanto di urla e schiamazzi.
Le uniche frasi che riuscì a capire in tutto quel frastuono furono 'dove tenete rinchiuso Suga oppa?' e 'fateci vedere la faccia di quella sgualdrina'.
L'uomo urlava a sua volta e minacciò le altre dicendo che avrebbe chiamato la polizia. Ma fu tutto inutile, quelle non volevano fermarsi.
Alcune, confondendosi nella mischia, provarono ad entrare in cucina. Provarono, appunto. Perchè per fortuna vennero beccate.
Così fu costretto a telefonare e in meno di tre minuti il locale era circondato da quelle insulse auto con la sirena accesa. I poliziotti tentarono di mandare via le fan e dopo molti tentativi riuscirono nell'impresa. I clienti erano a dir poco scioccati da ciò a cui avevano assistito, inutile dire che se ne andarono tutti.

Era incredibile come il silenzio fosse così opprimente dopo aver sentito solo urla per più di quindici minuti.
Lo squillo di un telefono rimbombò per tutto il locale, il capo andò a rispondere. Era il manager di Yoongi.




- Perchè cavolo hai pubblicato quel video sulla pagina ufficiale dei BTS?!- sbraitò la testa azzurra contro Isabel.
La mora non ci stava capendo niente, credeva di aver assistito ad una rapina, non ad un assalto dei fan.

- Ho fatto cosa?- fece confusa. Yoongi incominciò a ridere nervoso, ed era fottutamente inquietante. Si teneva la pancia ed emetteva ultrasuoni isterici.
Yoo Jin provò a calmarlo, ma con scarsi risultati.

- Non venirmi a dire che non l'hai fatto apposta- disse mantenendo quella strana risata.

- Yoongi, io davvero non so di cosa tu stia parlando- ammise la mora.
E fu a quel puntò che la rabbia del ragazzo si accese e divenne peggio di una bomba ad orologeria.
Si avvicinò pericolosamente alla ragazza e poggiò la testa contro la sua, guardandola in modo minaccioso.

- Senti, se ti sei messa con me per avere i riflettori puntati dimmelo prima, perchè non ho voglia di rovinarmi la carriera per una come te- sibilò a denti stretti.
Isabel era un tantino preoccupata dal suo comportamento. Sgranò gli occhi e li sbattè velocemente. Il suo corpo iniziò a tremare senza un motivo preciso.
D'un tratto la porta della stanza si spalancò e sull'uscio comparve il loro capo. Tutti si voltarono verso di lui.

- Min Yoongi, il tuo manager è qui e vuole parlarti- borbottò imbarazzato. Il ragazzo gli rivolse un'occhiata interrogativa e quello scrollò le spalle.
Si scostò dalla ragazza e abbandonò la cucina, non prima di averle lanciato un'occhiata intimidatoria.






* * *






Erano appena entrati all'interno della BigHit, ritrovandosi di fronte ad un mucchio di segretari e altri assistenti super indaffarati.
La maggior parte portava con sè una pila lunghissima di fogli e borbottava mugugni incomprensibili.
L'uomo condusse Yoongi nel suo ufficio, dopo aver preso l'ascensore.

- Mi spieghi che cazzo significa questa storia?- sbattè le mani sulla sua scrivania e parlò a bassa voce. Il ragazzo sobbalzò per lo spavento.
Era seduto di fronte a lui e si sentiva peggio di uno che sta per essere giustiziato.

- Questo come me lo spieghi, eh?!- urlò sbattendogli davanti agli occhi il video di lui e Isabel. Deglutì rumorosamente.
Dire che se la stava facendo addosso era troppo poco.

- I patti non erano questi. Non ti ho mica detto di farti una vita sociale e trovarti una ragazza, tu dovevi solo lavorare e basta- continuò, stavolta con più calma.
Sospirò e tornò a sedersi, esaminando alcuni fogli. Yoongi provò a parlare.

- Era un video personale, volevo mandarlo ai ragazzi e...- venne bloccato prima ancora che finisse il discorso.

- Quella ne ha approfittato per postarlo sui social e magari vantarsi di avere una relazione con Suga dei Bangtan Boys- continuò l'altro.
Yoongi dischiuse la bocca, facendo per dire qualcosa. In realtà non era sicuro al cento per cento che fosse stata Isabel, insomma, che motivo aveva?
Però restava il fatto che doveva essere per forza l'unica a conoscere la password del suo cellulare.

- Non è così?- gli domandò poi il manager.
La testa azzurra trattenne il respiro, voleva fermare il tempo e tornare indietro. Dio, se odiava avere responsabilità e roba simile.
Non lo sapeva, ecco la verità, ma come dirlo ad uno che sta quasi per licenziarti?!
A malincuore scelse di fare l'unica cosa che un Idol avrebbe potuto fare: annuire.
L'uomo sospirò e si mise a telefonare alcuni assistenti che, dopo neanche due secondi, si ritrovarono belli e pronti al suo servizio.
Sussurrò qualcosa al loro orecchio e li mandò via, aspettando il verdetto finale. Ritornarono con dei fogli perfetti e spillati e se ne andarono, togliendo il disturbo.

- Faremo così: continuerai a lavorare fino al tardo pomeriggio, poi stasera organizzeremo una conferenza stampa in cui spiegherai il malinteso dicendo che la ragazza era una tua amica d'infanzia, nulla di più. Va bene?- esordì, non distogliendo lo sguardo da quei preziosi fogli. Yoongi annuì sofferente, si sentiva in trappola.
Si alzò dalla poltroncina e s'inchinò in segno di saluto. Fece per abbandonare lo studio, quando l'uomo lo chiamò un'ultima volta.

- Yoongi, assicurami una cosa- disse.
Il ragazzo era impaziente di sentire cosa volesse ancora blaterare il signor Satana.

- Smettila di frequentare quella ragazza-
Se pensava di morire alla vista delle fan nel ristorante, in quel momento il suo cuore sembrò cessare di battere sul serio.






* * *







Appena uscito dall'agenzia, la testa azzurra si tirò su il cappuccio della felpa e abbassò lo sguardo, sperando che la frangia coprisse i suoi occhi arrossati.
Sì, strano a dirsi, ma aveva pianto.
Corse letteralmente verso l'uscita della struttura, scontrandosi contro qualche povera anima dannata e mormorando inutili scuse.
Mise le mani in tasca e proseguì, ignorando i paparazzi appostati lì e i flash delle fotocamere.
Non era stato licenziato, era ancora un Idol e il suo sogno continuava ad andare avanti, eppure si sentiva una nullità. Come se avesse sbagliato tutto nella vita.
Chiamò un taxi e si fece portare verso quell'orrendo locale da quattro soldi. Un attimo prima era triste, ora era incazzato nero.
Maledetta la notte in cui ebbe la brillante idea di fare il coglione per la città, maledetto il giorno in cui mise piede in quel posto e maledetto attimo in cui si rese conto di essersi invaghito della persona più cinica, apatica, inespressiva, sarcastica e odiosa al mondo.
Ma anche simpatica, dolce, timida, accogliente e disponibile.
Nonostante tutto non ce la faceva ad odiarla completamente. A meno che quella non fosse la vera Isabel.



Quando entrò nel locale, si accorse che per la prima volta era vuoto, spoglio. I tavoli erano al loro posto, belli pronti e ordinati.
Dei clienti (abituali e non) non c'era manco l'ombra. Tolse il cappuccio e alzò lo sguardo, proseguendo verso la cucina.
Tutto immaginava tranne che vedere la sua ragazza piangere ed essere consolata da Yoo Jin. Di Myung Jae nessuna traccia.
Provò a chiedere informazioni e ricevette un'occhiata gelida da parte del corvino e un 'è andata a fare in culo' come risposta alla domanda.
Andò verso il lavandino e lavò i pochi piatti sporchi nei quali avevano mangiato gli ultimi clienti della giornata, prima della tragedia. Ormai era una cosa che faceva quando si sentiva incolpa, trovarsi qualcosa da fare e starsene in un angolo ad annoiarsi il meno possibile.
L'acqua che scorreva e i piatti che si scontravano fra di loro erano gli unici suoni che si sentivano in tutta la stanza. Ed essendo gli unici, sembravano anche più rumorosi della realtà.
Non proferì parola per tutto il pomeriggio, non gli succedeva dai tempi del liceo, quando era ancora troppo timido e impacciato per farsi degli amici e scoprire il mondo.
Il suo stomaco brontolava senza pietà, e non era per la fame, sebbene non avesse toccato cibo dalla mattina.
Continuava a ripetersi in quella mente bacata che si ritrovava che Isabel non aveva fatto niente, che forse si trattava di un qualche hacker e roba del genere.
Sì, poteva essere, molti Idol sono vittime di furto d'identità. Cavolo, doveva dirlo al manager, mannaggia a lui che non ci aveva pensato.
La sera arrivò prima del previsto e in cucina irruppe una sua assistente.

- Yoongi, fila dritto all'agenzia. Tra meno di un'ora hai l'intervista- l'avvisò, per poi inchinarsi in segno di rispetto e abbandonare la cucina.
Isabel e Yoo Jin lo guardarono tristemente e lui si sentiva ancora più frustrato.
Si asciugò le mani su un panno e camminò a passi decisi verso l'uscita di quella prigione, quando si sentì chiamare da una voce piuttosto familiare.

- Yoongi aspetta!- urlò quella che si rivelò essere Myung Jae. Venne dal retro della stanza e si aggrappò al braccio della testa azzurra per evitare di inciampare.
Aveva il fiatone, d'altronde aveva corso da casa sua fino al ristorante soltanto per avvisare il suo oppa.
Era pronta. Pronta a dirgli la verità.

- Sono stata io- ammise e abbassò la testa, un'espressione triste e affranta a dipingerle il viso. Il ragazzo sgranò gli occhi assieme a tutti i presenti.

- Che cosa?!-

- Sono stata io... a caricare quel video. E sono io che ho scoperto la tua password- biascicò riprendendo fiato.
Prima che Yoongi potesse dire qualcosa, Myung Jae alzò l'indice.

- Ero... ero gelosa. Volevo vendicarmi e così ho postato quel video. Perchè beh, tu te la spassavi con Isabel e io ero qui a correre da una parte all'altra e sorbirmi gli ordini di quell'altro fannullone di Yoo Jin. Spero non sia successo nulla con i ragazzi e spero anche di non averti rovinato la vita. Quello era di certo il mio ultimo pensiero- concluse.
Aveva ancora la testa abbassata, non se la sentiva di alzare lo sguardo. Non quando era in torto marcio.

- Yoongi muoviti!- nel frattempo l'altra ragazza lo prese per il braccio e lo trascinò fuori di lì, borbottando qualcosa riguardo al fatto che fossero in tremendo ritardo.
Lo sbattè dentro il taxi e sfrecciarono per le strade di Seoul. Myung Jae si precipitò fuori dal locale e seguì con gli occhi l'auto allontanarsi sempre di più, farsi sempre più piccola.






* * *






Si trovava in camerino, seduto su una poltrona rossa, davanti al suo riflesso allo specchio. Le parrucchiere stavano strattonando i suoi poveri capelli con phon, pettini e piastra. Faceva un caldo tremendo nonostante fosse inverno. Quegli aggeggi rovina-capelli sputavano un sacco di fumo.
Non si meravigliava se ci mettevano un bel po' di tempo a crescere.
Durante l'intervista la sua mente era altrove, non stava veramente lì. Il suo sguardo era perso, se i giornalisti gli facevano domande di qualsiasi genere lui rispondeva con una scrollata di spalle e un sospiro.
Perlomeno si concentrò nelle domande riguardanti Isabel e lo scandalo.
Non vedeva l'ora di andare a dormire, quella giornata era durata pure troppo. Non seppe per quanto tempo durò l'interrogatorio, a lui sembrò poco, mentre il manager gli disse che aveva parlato per più di due ore e mezza.
Prima di andare a chiedere scusa alla sua ragazza (perchè era ovvio che volesse farlo) chiese se fosse possibile incontrare quei sei nanetti, ma purtroppo la risposta non fu positiva.
Così pensò bene di farsi una doccia, cambiarsi e sgattaiolare via dalla BigHit, di tempo ne aveva sprecato pure troppo.
Non si curò di chiamare taxi, fece tutto il tragitto a piedi. La strada la conosceva a memoria.
Era stato un emerito cretino a non fidarsi di Isabel, l'unica speranza era il suo perdono.
E sapeva che non era facile con una come lei. Lo sapeva fin dall'inizio.


***
annyeong! Se dovessi dare un titolo a questo capitolo, io lo chiamerei 'ansia' ahahah XD bel casino, lo so. Isabel lo perdonerà? Aspettate fino a domani, lol XD baciii _MartyK_ <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Nell'esatto istante in cui Yoongi abbandonò il ristorante, dal retro della cucina entrò un gruppetto di ragazze.
Yoo Jin sgranò gli occhi e si precipitò a bloccar loro l'entrata, dicendo che era vietato. Queste però, essendo in gruppo, s'intrufolarono oltrepassandolo e si fiondarono (apparentemente) senza alcuna ragione addosso a Isabel.

- Allora sei tu!- esclamò una di loro, avvicinandosi minacciosamente alla ragazza.

- Io cosa? Intendete la stronza che vi ha rubato l'Idol? Oh sì, certo- rispose a tono l'altra.
Il corvino le fece segno di svignarsela, indicandole l'uscita e dicendole in labiale che avrebbe avvisato il capo. La mora scosse la testa in segno di negazione.
Era testarda, sì.
Una di loro si lasciò sfuggire un 'oh' di stupore e serrò la mascella, imbronciata.

- Brutta...- non finì neanche di parlare che si lanciò addosso a Isabel e la fece cadere a terra. Yoo Jin cercò di aiutarla, ma invano. Quelle pesti erano più numerose.
Andò a chiamare in fretta e furia il capo e Myung Jae.

- Sei una stronza!- un'altra, bionda e con gli occhi verdi (un po' strano per essere coreana, infatti erano lenti a contatto) affiancò la compagna e la prese per i capelli, strattonandola. Isabel non riuscì a nascondere un gemito di dolore.

- Cos'ha trovato di buono il nostro Suga in te, eh?!- domandò, continuando a tirarle i capelli e a farle sbattere la testa contro la superficie in marmo del pavimento.

- Sei racchia, nana e non famosa- si unì un'altra di loro.
Quelle che non partecipavano al pestaggio o se la ridevano sotto i baffi, oppure filmavano la scena per poi postarla in futuro su qualche social.
Menomale che non andava mai su Facebook, altrimenti la sua vita sociale sarebbe andata a puttane davvero.

- Lasciatemi!- urlò disperata, dimenandosi come poteva e scalciando come se fosse un feto nel grembo materno.

- Sta' zitta, troietta- si sentì dire. La lasciarono per un paio di secondi, Isabel ne approfittò per tirarsi su a sedere ed alzarsi, anche se le veniva piuttosto difficile.
La testa girava e faceva male da morire.

- Beccati questo!- annunciò una voce e le arrivò un pugno ben piazzato in volto. Urlò dal dolore e si portò automaticamente le mani al viso, coprendoselo.
Non riusciva a respirare bene, probabilmente le avevano rotto il naso. Partì un altro pugno, stavolta alla pancia. Poi un calcio alle costole e uno alla testa.
La ragazza era ormai a terra sanguinante, fecero per darle il colpo di grazia, quando il capo irruppe in cucina e urlò contro di loro dicendo di sparire dalla sua vista immediatamente.
Era un omone alto quanto una palazzina e con una voce da far venire i brividi, aveva funzionato.
Yoo Jin e Myung Jae l'aiutarono ad alzarsi e la misero a sedere in un angolo della stanza, procurandosi tutto l'occorrente per medicarle alla meno peggio le ferite.
Il corvino notò che aveva il labbro spaccato e le passò un batuffolo di cotone imbevuto nell'alcool. Picchiettò piano all'altezza della ferita, facendo involontariamente smorfie buffe.

- Ero alle superiori, nessuno sapeva della mia esistenza eppure non ho mai subito atti di bullismo- bofonchiò, serrando i denti di tanto in tanto per il bruciore.
Myung Jae era impegnata a metterle cerotti ovunque, appena vedeva un graffietto o un livido. Sospirò e abbassò lo sguardo.

- Mi dispiace- mormorò, più a se stessa che alla ragazza. Anche se Isabel la sentì ugualmente.

- Eh?-

- Mi dispiace, è stata tutta colpa mia. Se non avessi fatto quello che ho fatto, probabilmente tutto sarebbe andato a gonfie vele- continuò, sempre a bassa voce.
Poi incrociò gli occhi tristi e stanchi della mora e allora perse un battito.

- Non mi perdonerai mai, lo so. E non ti biasimo, anch'io farei la stessa cosa se fossi al tuo posto. Mi sono sempre comportata da schifo nei tuoi confronti, non so il perchè. E' che, a dirla tutta, non mi sei piaciuta fin dall'inizio, fin da quando ho messo piede in questo locale- spiegò. Esitò un attimo, non aveva il coraggio di vedere le espressioni di quei due che aveva davanti. - E mi sbagliavo- continuò poi, con un sospiro.
Isabel era a dir poco scioccata da ciò che le sue orecchie avevano sentito. Perchè aveva scelto proprio quella giornata per scusarsi?
E soprattutto, perchè emergeva solo ora questo lato buono del suo carattere?

- Sicura di non essere ubriaca?- fece Yoo Jin ghignando. La rossa gli tirò una gomitata al fianco, beccandosi un'occhiata truce.

- Sto parlando seriamente, Isabel- si rivolse alla ragazza che, dal canto suo, sgranò gli occhi.

- Per la prima volta in tutta la mia vita mi hai chiamata Isabel- disse soltanto, mantenendo aggrottate le sopracciglia. Myung tirò un sorriso imbarazzato e annuì.

- So che non è proprio il momento, che probabilmente sarò nella tua lista nera eccetera, però... in futuro mi piacerebbe essere tua amica- borbottò incerta.
Si sentiva un po' stupida, insomma, non è che si chiede di essere amici, lo si diventa e basta. Eppure Isabel non potè fare a meno di sorridere, perchè infondo non era così apatica.
Sapeva che Myung era così insopportabile da non avere chissà quante amiche. E sapeva che sotto quella maschera di pura superficialità si nascondeva un cuore fragile.

- Beh, in futuro anche a me piacerebbe- rispose.

- Cos'è questa storia adesso? Già che ci siamo organizzate un pigiama party e sclerate per i BTS- Yoo Jin mise un finto broncio e incrociò le braccia al petto, con fare infantile.

- Yah, non sono una loro fan- si affrettò a precisare la mora. Myung tirò un sorriso diagonale, quasi malvagio.

- Lo diventerai non appena starai a contatto con me- disse e le tirò una leggera gomitata al braccio sinistro.

- Ouch, fa male!- si lamentò l'altra.

- Scusa-







* * *







Erano le undici, come al solito aveva fatto tardi a lavoro e tornò a casa sfinita. Accese il lampadario del salotto e buttò le chiavi di casa in un angolo indefinito dell'abitazione, le avrebbe raccolte in un secondo momento. Aveva dolori dappertutto e il mal di testa non era ancora passato.
Si buttò a peso morto sul divano e sospirò pesantemente, facendo fuoriuscire tutta l'aria che si ritrovava nei polmoni.
Non aveva voglia di guardare la Tv e, stranamente, non aveva nemmeno fame.
Piuttosto si prese del tempo per riflettere sulla relazione con Yoongi, chiedendosi se fosse stato tutto un errore o meno. Finora lo aveva considerato un ragazzo semplice dai capelli azzurri, nulla di più. Anche perchè era questo il suo ruolo nel ristorante, il capo l'aveva ben informata.
Non aveva fatto i conti con la realtà, o meglio, non aveva voluto.
Perchè si era accorta che anche a lui non dispiaceva quel trattamento, anche lui era felice di sentirsi rimproverare come si fa ad un qualsiasi essere umano che sbaglia e anche a lui piaceva essere considerato uno di loro. Ma non era così. Non era affatto così.
Lui era una star internazionale, lui era un Idol, lui era Suga dei Bangtan Boys, e doveva arrendersi a questa triste (ma giusta) realtà.
Lo sguardo era perso nel vuoto, d'un tratto il labbro inferiore tremolò e la vista si appannò. Non si curò di asciugarsi le lacrime, lasciò che scorressero copiose sul suo viso, fino a raggiungere il collo. Tirò su col naso, sentendo un po' di dolore. Doveva assolutamente farsi vedere da un medico, il kit di sopravvivenza non bastava.



Si era appena alzata dal divano, quando il campanello trillò più e più volte. Aveva una mezza idea di chi fosse. Aprì e rivolse un'occhiata seria a Yoongi.

- Che vuoi ancora?- biascicò strofinandosi il naso con il lembo del maglione. La voce era ovattata, sperò che non avesse notato l'incrinazione.

- Chiederti scusa, sono stato un idiota- esordì l'altro, infilandosi le mani in tasca.

- Per oggi ho ricevuto abbastanza scuse, non mi servono pure le tue-

- Quindi non le accetti?-
La mora roteò gli occhi al cielo e fece per chiudergli la porta in faccia, ma la testa azzurra riuscì ad impedirglielo mettendo un piede all'interno dell'appartamento.

- Vattene- Isabel cercò di alzare il tono di voce ma fallì miseramente, l'aveva sprecata tutta in urla inutili.

- Fammi entrare-

- Ho detto di no, vattene-
Maledetto Yoongi e il suo essere più minuto di uno stuzzicadente, pensò la mora.
Il ragazzo riuscì nella sua impresa e si chiuse la porta dietro la schiena, emettendo un sospiro di sollievo. Poi squadrò la sua ragazza e il suo volto assunse un'espressione interrogativa.

- Che ti è successo?-
Isabel sorrise amara.

- E' successo che le tue stramaledette sasaeng hanno tentato di uccidermi solo perchè ci frequentiamo- borbottò come se fosse ovvio.
Yoongi dischiuse la bocca, cercando le parole giuste per formulare una frase decente. La richiuse subito dopo, non sapeva che pensare.
Mosse un paio di passi in direzione della ragazza e la tirò a sè in un caldo abbraccio.
Isabel, dapprima diffidente, si arrese e ricambiò la stretta, circondandogli i fianchi con le sue gracili braccia. Affondò il viso nella felpa dell'altro e inspirò a pieni polmoni il suo profumo. Sapeva proprio di Yoongi e sorrise impercettibilmente.

- Scusa se ho dubitato di te- sussurrò al suo orecchio, portando una mano sulla sua nuca e massaggiandogliela. La mora fece una smorfia di dolore.

- Mi fa male la testa- disse, per l'appunto.

Si staccarono lentamente, l'uno non voleva fare a meno dell'altro. La testa azzurra se la caricò in braccio e l'adagiò sul divano, intimandole di distendersi.
La mano fredda di lui vagava sotto il maglione di lei, accarezzando e sfiorando l'addome piatto.

- Ti fa male qui?- chiese apprensivo, facendo pressione su un fianco. Isabel annuì.

- Mi hanno conciato per le feste- borbottò scocciata.

- Tu invece non mi dici nulla? Com'è andata con l'intervista?- domandò infine. Yoongi sussultò leggermente a quella domanda.

- Bene, credo- mentì.

- Non me la racconti giusta- ridacchiò l'altra.

- Vero. Non me la sento di dirti bugie, il manager mi ha categoricamente vietato di fidanzarmi con te- sbuffò. Isabel annuì e socchiuse gli occhi.

- E allora perchè sei a casa mia?-

- Perchè trovo impossibile starti lontano per più di due ore-
Solo a sentire il modo e il tono con cui pronunciava quelle parole, Isabel si sentì avvampare.
Il suo cuore si era come rigenerato e batteva più forte che mai, minacciando di sfondarle la cassa toracica.
Per non parlare delle sue guance colorate di un rosa piuttosto accentuato.
Si guardarono per attimi che parvero infiniti, persi nei loro reciproci sguardi. Yoongi le si avvicinò, sdraiandosi quasi addosso a lei.
Se credeva che avesse due pozzi senza fondo al posto degli occhi, si sbagliava. Erano due buchi neri.
Due buchi che attraevano qualsiasi cosa avessero attorno. E quelle due piccole fessure dal taglio a mandorla attraevano la sua mente, facendola girare e rigirare come fosse un calzino.
Poggiò le labbra su quelle della ragazza, inclinando di poco il capo e chiudendo gli occhi. Con una mano sfiorò la sua guancia e sorrise sulla sua pelle.


Continuarono a baciarsi, sfiorarsi e coccolarsi per un tempo che neanche loro avevano calcolato, fino a quando non sentirono il bisogno di andare oltre.
I baci non bastavano più, le carezze neanche.
Lentamente si alzarono dal divano e si diressero in camera da letto, indietreggiando e andando a sbattere contro le pareti del corridoio, di tanto in tanto.
Si chiusero a chiave, Yoongi prese i lembi del maglione e glielo levò di dosso, ammirando la pelle ambrata dell'altra.
Si fiondò al suo collo, lasciando una scia umida di morsi e succhiotti. Isabel si sdraiò sul letto e levò la felpa del ragazzo, passando una mano sul suo petto candido e glabro.
Ben presto anche gli altri indumenti finirono per terra, facendo compagnia a quelli già presenti. Si nascosero sotto le coperte, ardenti di passione.
Isabel inarcava la schiena ad ogni spinta e affondava la mano nei capelli di lui, stringendoglieli per il dolore.
Yoongi dal canto suo non smetteva di coccolarla neanche un istante, le sue mani vagavano sui suoi fianchi, salendo e scendendo ripetutamente, mentre le sue labbra la baciavano ovunque, contemplando quel corpo statuario e ripetendosi mentalmente quanto fosse fortunato ad avere una ragazza come lei.
Raggiunsero il culmine del piacere quasi in sincronia, Yoongi si accasciò su di lei con un sospiro.
Delle goccioline di sudore solcavano la sua fronte.

- Che hai?- sussurrò Isabel con un filo di voce, passando una mano sulla sua guancia. Il ragazzo la guardò serio, mordendosi il labbro inferiore.

- Ti amo- tirò un sorriso da ebete e baciò il palmo della sua mano. La mora restò di stucco, sbattendo le palpebre un paio di volte.
Aveva sentito bene o era completamente andata?
Prima che potesse proferire parola, Yoongi si mise a dormire, circondando il suo corpo con fare protettivo.
Deglutì e fissò il soffitto, sperando di crollare nel mondo dei sogni. Passò una mano sulla sua schiena e risalì verso la nuca, accarezzandogli i capelli e facendo cerchi concentrici.


Confusione, ecco il suo stato d'animo.







* * *








Al risveglio si ritrovò semi scoperta, con un Yoongi bello addormentato su di lei. Il braccio destro le copriva l'addome e finiva a penzolare dall'altra parte del letto.
Provò a levarselo di dosso, facendo attenzione a non svegliarlo, ma forse quel ragazzo aveva problemi di ipersensibilità e roba del genere, perchè sospirò e se la caricò addosso. Ora era lei ad avere la faccia spiaccicata contro il suo petto. Cercò di non pensarci e di non arrossire, credeva che l'avrebbe svegliato soltanto con il calore emanato dalle sue guance.
Si tirò su coi gomiti e restò a fissarlo per un po', giusto il tempo di ammirarlo in tutto il suo splendore.

- Non abbandonarmi- bofonchiò con la voce impastata dal sonno. Isabel annuì.

- Non lo farò, tranquillo-
Yoongi strizzò gli occhi e si sgranchì le gambe, tirandosi a sedere. Isabel era ancora su di lui.

- Ma buongiorno!- sorrise e inclinò il capo, sfiorandole le labbra. La mora ricambiò il sorriso e gli lasciò un bacio a fior di labbra.
Le coccole mattutine vennero interrotte dallo squillo del cellulare di lui, che prontamente lo afferrò e rispose.

- Pronto?- mugolò sbadigliando. Isabel ridacchiava e lo stuzzicava con piccoli morsi sul collo.

- Davvero? Ma mancano ancora tre giorni! (breve pausa) Okay, ho capito. Arrivederci- buttò l'aggeggio sul comodino, non curandosi del tonfo.

- Chi era?- domandò con finto interesse lei, impegnata a sbaciucchiargli tutta la faccia. Yoongi le prese il viso, incrociando i suoi occhi.
Lo sguardo era serio, segno che c'erano guai in vista.

- Il manager ha detto che ieri è stato il mio ultimo giorno. Oggi pomeriggio parto-


***
annyeong! allora, premetto col pregarvi di non odiare poi così tanto Myung Jae, perchè lo scorso capitolo è stato come una conversione, proprio come quella dell'Innominato nei Promessi Sposi lol XD ora invece... mi odierete tutti perchè Yoongi se ne andrà, MA! Mancano ancora due capitoli e in due capitoli può succedere di tutto u.u se ve ne siete accorti, ho modificato le note aggiungendo lemon perchè beh... la scena... *arrossisce* aiuto mi imbarazzo a scrivere quelle cose >.< baciiii _MartyK_ <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Oggi pomeriggio parto.

Le uniche parole che balenarono nella mente di Isabel. Le uniche parole che l'assillarono e la resero più nervosa di quanto non fosse già per natura.
Spalancò la bocca e guardò Yoongi come se le avesse appena detto che andava in guerra.
E in un certo senso, era come se ci andasse.

- Tranquilla, troveremo il modo di vederci- le sussurrò lui all'orecchio, sorridendo sulla sua pelle. Le baciò il collo con fare sensuale, per poi continuare a parlare.

- E appena posso mi fionderò qui e non ti lascerò neanche un minuto- ridacchiò e scese sulla sua spalla. Isabel lo bloccò prima che potesse andare oltre.

- Yoongi, il tuo manager ti ha vietato di frequentarmi e parli di appuntamenti?- fece scettica. Il ragazzo storse la bocca in una smorfia e annuì.

- Non pensarci-
E forse aveva ragione.
Già, non doveva pensarci, doveva solo godersi quell'ultima mattinata che aveva a disposizione.

- Allora sai che facciamo?- sorrise lei. La testa azzurra aggrottò le sopracciglia, come a dire: 'sono tutto orecchi'.

- Facciamo tutto quello che non potremo fare da domani- rise e si alzò dal letto.
Si fecero la doccia insieme, giocherellando col sapone e spruzzandosi a vicenda getti d'acqua.
Certo, la tentazione di rifare ciò che avevano combinato la notte era forte, ma si trattennero. Non potevano passare un'intera mattina a comportarsi come i conigli. Nonostante tutto, Isabel considerava Yoongi una persona come tutte le altre.
Nonostante fosse una star, nonostante avesse sempre i riflettori puntati in faccia, nonostante venisse stalkerato a tutte le ore del giorno e della notte.
Perchè nonostante tutto era pur sempre Min Yoongi. Il suo Min Yoongi.




- Te la cavi bene in cucina- biascicò il ragazzo, addentando una fetta biscottata alla marmellata. Isabel scosse la testa affranta.

- E' solo pane tostato con marmellata, chiunque sarebbe in grado di prepararselo- borbottò.

- Beh, io no- ammise l'altro. Isabel ridacchiò beffarda.

- Sei viziato-

- Tu no?-
La mora assottigliò gli occhi, lanciandogli una finta occhiata truce.

- Ingozzati e non parlare almeno fino a mezzogiorno- si alzò da tavola e andò in frigo a prendersi un bicchiere di succo all'ananas.
Erano le undici e loro si ritrovavano lì, a far colazione come fossero quattro ore indietro.
Si pizzicarono ancora per un po', più o meno fino a quando non finirono di divorare tutto ciò che di dolce era presente in casa.
Isabel non aveva voglia di uscire, aveva già fatto la spesa e la casa era pulita. Odiava non avere nulla da fare.
A malincuore si sedette sul divano e fece per accendere la Tv, ma Yoongi glielo impedì.

- Basta col televisore, la mia faccia compare pure troppo- disse e soffocò una risata.

- E che vuoi fare, genio?-
La testa azzurra mise l'indice sul mento, con fare pensieroso. Roteò gli occhi al cielo in cerca di ispirazione.

- E se ascoltassimo musica?- propose.

- Non vorrai farmi ascoltare le tue canzoni?- chiese perplessa lei. Yoongi scosse la testa.

- Per quello ti basta andare su internet o chiedere a qualsiasi essere umano sulla faccia della terra- ridacchiò sarcastico.

- Perchè non mi fai ascoltare la tua di musica?-
Isabel alzò un sopracciglio, seriamente perplessa. Insomma, non è che ascoltasse tanta musica.
La maggior parte delle canzoni erano quelle che passavano in televisione, su MTV, al ristorante.
E si trattava sempre di quelle fottute boyband e di quei fottutissimi connazionali. Quasi quasi si scordava persino cos'era l'inglese.
Scrollò le spalle e si avvicinò al mobile sottostante al televisore, aprendo un cassetto e tirandovi fuori un mp3 con le cuffie.
Tornò a sedersi e passò una di esse al ragazzo, scorrendo la playlist e scegliendo una canzone a caso.

Yoongi mosse la testa a tempo della chitarra, poi guardò la sua ragazza e abbozzò un sorriso.
Una voce irruppe quell'armonia. Ed era calda e rauca.

- Ascolti questo tizio? Io sono geloso, in confronto a lui la mia voce pare quella di una femminuccia- borbottò incrociando le braccia al petto.
Isabel tentò di non ridere, fallendo miseramente. Gli rivolse un'occhiata gonfiando le guance.

- Non è una gara di testosterone. Goditi la canzone e basta- bofonchiò nascondendo un sorriso.
Pian piano anche il basso e la batteria si fecero sentire, arrivando fino al ritornello.

- I go wherever you will go- canticchiò la mora, chiudendo gli occhi e perdendosi tra le note della canzone.
Non esisteva più niente, il divano, il salotto, niente. C'erano solo lei, Yoongi e il sottofondo.
Non ricordava molto bene la canzone, non l'ascoltava da tanto tempo e purtroppo non ne aveva mai avuto per ascoltarla.
Quella frase era l'unica che le era rimasta impressa davvero.
L'unica che (se l'era ripromesso) avrebbe dedicato alla persona che più amava.
Yoongi si fece più vicino a lei, quasi senza accorgersene. Era tutto così automatico.
La sua mano lentamente si spostò dal divano verso quella di lei, esitando ad ogni movimento e facendolo risultare brusco e improvviso.
O forse era solo una sua impressione.
Sfiorò il suo polso, accarezzandoglielo con l'indice e il medio e scese giù, verso il palmo della mano. A quel contatto Isabel si lasciò scappare un sorriso ingenuo, era così delicato che le veniva la pelle d'oca. E poi le faceva il solletico, uno strano e piacevole solletico.
Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, che restassero così per sempre.
Incrociarono le dita e stettero fermi così, ad unirli c'erano le mani e una canzone. La loro canzone.





Verso le cinque del pomeriggio Yoongi dovette prepararsi e fare la valigia, sarebbero venuti a prenderlo a momenti. Isabel lo aiutò e gli sistemò affettuosamente i capelli, implorandogli di non cambiare colore. Adorava l'azzurro tendente al colore del mare.
Suonarono al citofono e capirono che era giunta l'ora dei saluti. Il ragazzo indossò la mascherina e un cappellino da baseball che gli copriva la visuale, Isabel si offrì di accompagnarlo fino al portone.
Scesero in tremendo silenzio le scale, mancava solo un gradino quando la mora si bloccò. Yoongi le rivolse uno sguardo curioso.

- Che c'è?- domandò. Isabel deglutì e serrò le palpebre, puntando gli occhi sui suoi piedi.

- Devo dirti una cosa importante- biascicò con un filo di voce.
Yoongi era impaziente. Così impaziente che sparò la prima cazzata che gli venne in mente.

- Sei incinta?-
La ragazza fece una smorfia e gli tirò una pacca alla spalla, calandogli la mascherina in un gesto secco.

- Ti amo, idiota- lo prese per il colletto della maglia extra large e lo tirò a sè in un casto e romantico bacio d'addio.
Beh, non proprio d'addio, ma di arrivederci.
Si allontanarono dopo pochi istanti, il ragazzo uscì dall'appartamento e si infilò nel taxi.
L'ultima cosa che vide fu la sua mano poggiata sul vetro del finestrino e il suo sguardo pungente che sembrava non volesse abbandonarla. L'auto si fece sempre più piccola, sfrecciava a grande velocità.
Si strinse nel maglione e rientrò in casa. Avrebbe ascoltato più spesso Wherever you will go.







* * *








Erano passati alcuni giorni da quando Yoongi non circolava più in casa sua. Isabel cercava di tenersi impegnata il più possibile col ristorante, facendo pure gli straordinari. Non lo faceva per soldi, era solo che si sentiva vuota. Vuota dentro, vuota fuori.
Non sorrideva più come prima ed era più fredda e distaccata. Yoo Jin rischiava di perdere le staffe ogni volta, Myung Jae invece era solamente cambiata.
Quasi quasi le mancava il suo vecchio comportamento, la smorfiosa e strafottente Myung Jae. Ora obbediva e se sbagliava chiedeva umilmente scusa.
Certo, si incazzava, ma succedeva più che altro quando era nel suo periodo.
La situazione andò avanti fino a quando, una sera, Myung Jae non si presentò a casa sua. Isabel andò ad aprire scocciata.
Sull'uscio della porta era presente una nana dai capelli viola.

- Cos'è, hai cambiato di nuovo colore?- chiese con finto interesse. La ragazza sorrise e annuì.
Entrò senza che nessuno le dicesse niente. Si guardò intorno, a 360 gradi, per poi posare gli occhi su Isabel.

- Non puoi fare così, o ti riprendi, oppure facciamo l'unica cosa possibile- esordì.

- E cioè?-
Myung Jae non se lo fece ripetere due volte.
Dalla sua enorme borsa (assomigliava a quelle che si vendono per andare al mare) tirò fuori il computer e si mise comoda sul divano.
Venne affiancata dalla padrona di casa.

- Ecco a te i BTS!- esclamò e cercò una loro intervista su youtube. La mora incrociò le braccia al petto, poggiandosi allo schienale.

- Se non puoi amarli per ciò che sono davvero, impara ad amarli da ammiratrice-

- Non credo funzionerà, conosco Yoongi-
La testa viola scosse la testa.

- Menomale che conosci solo lui, guarda gli altri-



Un paio di interviste, balletti imbarazzanti al Weekly Idol, MV che duravano in media cinque minuti, milioni e milioni di visualizzazioni, blog su di loro, annunci delle date dei tour. Lavoro, solo il loro lavoro. Non riusciva ad intravedere altro.
Ad esempio un qualcosa che rivelasse di più sui loro caratteri e non quelle facciate, perchè era palese che fossero tali.
Ascoltò Run, vide i live, si sorbì i funny moments e la sua amica (ormai lo erano) tutta pimpante e sorridente; vide Jimin levarsi la canottiera un paio di volte, Jungkook fare l'aegyo, Taehyung sparare frasi che non c'entravano nulla con la normalità, Namjoon e la sua aria da leader responsabile e con la testa sulle spalle, Jin comportarsi da mamma chioccia, Hoseok fare smorfie buffe e Yoongi interpretare la parte di quello perennemente annoiato e indifferente.
Tutto questo non aveva niente a che fare con la realtà, lo sapeva. E lo credette per un po'.
Poi incominciò a sorridere anche lei, a guardarli sotto un'altra luce. Una luce fioca, che sta per spegnersi completamente.
Perchè loro erano lontani anni luce da lei, lui era lontano.
Sempre in viaggio, su un aereo.
E lei non poteva far altro che guardarlo da terra e fare ciao con la mano.



***
annyeong! e beh, questo è l'ultimo capitolo.... SCHERZAVOOOO! Prometto che il prossimo sarà più allegro (consideratelo uno spoiler ;) )
piccolo sclero dell'autrice: i Tokio Hotel (sì, li adoro XD) faranno un concerto a Roma e io ci andrò, OMMIODDIOCREPOMUOIOSOFFOCO. Dopo due fottuti anni che li seguo *piange e urla di gioia come una scema*
dicevo, ehm, la canzone ve la consiglio, si intitola Wherever yu will go ed è dei The Calling (molto probabilmente la conoscete già, ma dettagli) addioooo! Baciii _MartyK_ <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Un anno. Era passato un anno da quando Isabel non vide più Yoongi.
La loro si era trasformata in una relazione a distanza e, malgrado si volessero bene, non ha funzionato per molto.
Il ragazzo le inviava qualche messaggio ogni morte di papa, peggio ancora se si trattava di telefonate o videochiamate su Skype.
Aveva promesso di esserci per San Valentino, così da passarlo insieme e così non fu. Per farsi perdonare quel giorno le regalò un orso peluche gigante, un mazzo di rose rosse e un bigliettino con su scritto una tenera dedica.
Doveva esserci anche per il suo compleanno, e invece niente.
Altro imprevisto: un mini scandalo per colpa di Jimin che aveva spudoratamente flirtato con una fan durante un meet&greet.
Alla fine era andato tutto per il verso giusto, ma non il compleanno di Isabel, che lo passò con i suoi due amici e i genitori.
Si dice che il tempo curi le ferite, e forse è successa la stessa cosa con loro.
Le chiamate e i messaggi diminuirono, la voce di Yoongi era sempre stanca per via dei vari fusi orari in cui si imbatteva, viaggiando da una parte all'altra del globo.
Pian piano cominciarono a mancarsi di meno, fino ad arrivare al giorno in cui, tutti e due, si dimenticarono delle rispettive esistenze.




Sotto consiglio di Myung Jae, Isabel era andata al loro concerto, acquistando i migliori biglietti che potessero esserci in circolazione. Si era beccata spintoni, urla isteriche, gomitate, aveva quasi rischiato di perdere un occhio perchè una ragazza che stava dietro aveva allungato la mano, cogliendola di sorpresa.
Aveva rischiato tutto pur di vederlo, pur di cogliere un suo segnale. Ma questo segnale non arrivò.
Suga cantava e ballava per i fatti suoi, volgeva lo sguardo alla platea, ma era come se non lo facesse sul serio.
E quandò sembrò incrociare i suoi occhi, beh non fece nulla. Come se non l'avesse mai conosciuta.
Fu allora che si disse 'Carpe diem, la vita va avanti'.


Era passato un anno. Un anno intenso e pieno di cambiamenti.
Isabel non lavorava più al ristorante, con i soldi che aveva accumulato era riuscita ad aprirsi un proprio centro estetico dove esercitare la propria professione.
Non avendo assistenti, decise di assumere Myung Jae, data la loro amicizia. Si tenevano sempre in contatto con Yoo Jin, in quanto frequentava (strano a dirsi) la ex smorfiosetta.
Aveva anche traslocato, ora la sua casa era grande abbastanza da ospitare quattro o cinque persone.
Certo, ormai la cucina era diventata la sua seconda casa, e a dire il vero versò anche una piccola lacrimuccia quando annunciò di andarsene. Però pensava al futuro, non aveva la minima intenzione di dare uno sguardo al passato.
Per quanto riguarda la situazione sentimentale, era davvero una sfigata, non ci sapeva fare per niente con i ragazzi. Oppure erano loro senza una via di mezzo: o troppo timidi, o troppo spavaldi.
Un pomeriggio sentì Myung Jae parlare a gran voce in sala d'aspetto, la raggiunse e la vide scartabellare tra i fogli dell'agenda degli appuntamenti.

- Oh Bella- era questo il soprannome che le aveva dato. La mora fece un cenno del capo, come ad intimarle di continuare.

- Preparati, tra un po' arriva un tizio che ha ordinato depilazione completa delle gambe e massaggio alla schiena- borbottò, scrutando l'orario dell'appuntamento.
Isabel aggrottò le sopracciglia, non accadeva spesso che un ragazzo si facesse vivo per la ceretta.

- Va bene, allora io vado a prepararmi- annunciò. Fece per andarsene in bagno a lavarsi le mani, ma l'altra la bloccò per il braccio.

- Yah, mi raccomando! Questa potrebbe essere un'occasione importante- ammiccò.

- Ma che! Magari sarà pure gay- disse e ridacchiò.
Lasciò la presa e attraversò il corridoio, continuando a ridere per ciò che stava blaterando la sua amica riguardo al cliente.
Dieci minuti dopo si presentò un ragazzo in jeans, maglietta e mascherina. Borbottò piano un 'buonasera' ed entrò.
Myung Jae lo squadrò da capo a piedi e storse il naso, la mascherina che gli copriva praticamente tutta la faccia poteva anche risparmiarsela, pensò.
Nel frattempo Isabel irruppe in sala e disse al ragazzo che poteva seguirla.

- Ti aiuto?- domandò l'amica. La mora scosse la testa e sibilò un 'tranquilla'.
Insieme attraversarono il corridoio, stando in silenzio e ascoltando la musica di sottofondo. Entrarono in una stanza e si chiusero dentro.

- Quanto ci vorrà più o meno?- chiese quello. Isabel parve rifletterci un attimo.

- Uhm... penso due ore-
Il ragazzo ridacchiò, lasciandosi scappare un piccolo ghigno di soddisfazione.

- Non sai quante cose si possono fare in due ore- disse.
Isabel alzò un sopracciglio: l'aveva detto... maliziosamente o era lei che aveva il cervello completamente in fumo?
No, certo che no. Avrà avuto i suoi motivi, d'altronde nemmeno si conoscevano. Giusto?

- Okay. Tu intanto inizia a spogliarti, io vado un attimo di là- lo avvisò e sparì in un batter d'occhio. Si chiuse la porta dietro di sè e tirò un sospiro di sollievo.
Quel ragazzo era strambo, ma strambo forte. Si mise l'indice sul mento e mormorò qualcosa tra sè riguardo a ciò che doveva prendere per la ceretta e il massaggio. Ritornò in stanza con l'olio, la cera, le strisce e tutto il resto.
Sgranò gli occhi nel vedere che quello che aveva davanti non era altro che Yoongi. Min Yoongi.
Deglutì e si schiarì la voce.

- Tu che ci fai qua?- chiese improvvisamente seria. Il ragazzo abbozzò un mezzo sorriso.

- Sai che noi Idol dobbiamo curarci ogni tanto. Ho pensato che tu saresti stata la migliore- bofonchiò. - Per il massaggio, intendo- precisò poi.
Com'è che prima faceva il perverso e poi arrossiva per così poco?
Già, Min Yoongi era proprio strano.
E aveva cambiato colore di capelli, ora si era fatto biondo. E forse frequentava la palestra, perchè i muscoli e gli addominali erano lievemente accentuati rispetto all'anno prima. Nonostante tutto rimaneva bellissimo, proprio come lo aveva conosciuto.

- Distenditi- la mora indicò il lettino e lui fece come gli aveva detto. Cercò di non arrossire al pensiero di essere sola con un ragazzo in boxer.

- Non mi racconti nulla?- fece lui.
Isabel prese il bastoncino di legno e lo immerse nella cera calda, girandolo e rigirandolo per farlo raffreddare. Soffiò un po' e lo passò sulla gamba del ragazzo, che sussultò leggermente al contatto. Prese una striscia di carta e la poggiò lì dov'era la cera, massaggiando la zona.

- Non ho nulla da dirti- disse e tirò via la striscia, levando così i primi peli. Yoongi si morse il labbro inferiore per il dolore.
Non aveva mai fatto la ceretta, si era sempre rasato. Quella era l'unica occasione disponibile per incontrarla, ma non glielo disse.
Aspettò. Aspettò un segno divino dal cielo, un cenno, un sussulto, una qualsiasi cosa che gli facesse capire che non l'aveva gettato nell'oblio dei ricordi.

- Davvero? Ad esempio... non mi dici se hai un ragazzo?- chiese così, a bruciapelo.
Isabel gli mandò un'occhiataccia, passando un'altra volta la striscia sulla sua gamba. Massaggiò e la tirò.
Yoongi emise un gemito, tirandosi a sedere con i gomiti sul lettino. Gli aveva fatto male apposta, se n'era accorto.

- La mia vita non ti riguarda- borbottò gelida.

- Ah sì? Credi che sia venuto qui solo per questo?- il ragazzo indicò la cera e gli oli. Isabel sorrise amara.

- Suga, dovevi pensarci prima. Ormai è troppo tardi-
Passò la cera sulla sua coscia, fece per posare la striscia ma Yoongi la bloccò.

- Chiamami Yoongi, ti prego. Chiamami almeno per nome- la implorò.
La ragazza sospirò, lasciandosi sopraffare dai ricordi.
La prima volta che si incontrarono, la prima volta in cui le loro mani vennero a contatto. Cercò di non sorridere, quella era acqua passata.
Stettero zitti, Isabel non rispose alla sua richiesta. Non disse nè sì, nè no. Nulla.
Continuò a svolgere il suo lavoro e a fargli di tanto in tanto domande inerenti a quello.

- Fai anche l'inguine?- gli chiese. Il ragazzo parve arrossire leggermente. Chiuse le gambe in un gesto di difesa.

- Mai e poi mai, scherzi?-
Non voleva sbagliarsi, ma scorse un sorrisetto appena accennato sul viso della ragazza.

- Allora voltati che faccio dietro- lo avvisò. Yoongi si voltò e stette a pancia in giù.
Nel farlo strappò via un po' della carta che si trovava sul lettino, aveva le gambe appiccicose. Isabel sfiorò la sua pelle e gliele tolse di dosso, prima di ricominciare da capo.
La sua pelle era così morbida e candida che pareva fosse fatta di porcellana, a volte aveva paura persino ad avvicinarglisi, poteva rompersi.
Yoongi rabbrividì al tocco di lei, aveva una voglia irrefrenabile di dirle di non fermarsi, di continuare a toccarlo così come aveva fatto un secondo prima.
Perchè le sue mani su di lui gli mancavano terribilmente. Gli mancava come l'acqua.



D'un tratto notò che in radio stavano passando una canzone a lui familiare, non era k-pop e non era nemmeno coreano. Isabel non se n'era accorta.

- A-ascolta- esordì, sopprimendo un gemito. - La nostra canzone- continuò e sorrise. La ragazza si bloccò un attimo e stette lì immobile, ferma al suo posto.
Trattenne il fiato, non aveva il coraggio di respirare e fare rumore. Il suo cuore batteva così forte che credeva stesse risalendo fino in gola.
Non era possibile. No, non poteva ricordarsi di quella canzone. Non quando non si era fatto vivo per dodici mesi completi.
A quel punto fu naturale chiedersi se l'aveva dimenticata davvero o se aveva fatto finta.

- I go wherever you will go- lo sentì bofonchiare in un inglese impreciso e sgrammaticato, un po' impacciato e stonato.
Isabel deglutì a vuoto, le lacrime stavano minacciando di solcarle il viso e farle fare una pessima figura.
Sospirò pesantemente e scosse la testa, non doveva distrarla e ci tenne a precisarlo.
Una volta finita la ceretta, la mora si spalmò della crema idratante e la passò sulle gambe di Yoongi, massaggiandogliele e facendo su e giù. Il ragazzo dovette mordersi l'interno guancia, era dannatamente eccitante e no, non era il momento di pensare a cose del genere.

- Vuoi che ti depili le ascelle?- chiese lei, un po' imbarazzata. Prima di rispondere, Yoongi si chiese se fosse arrossita per il contatto.

- N-no, cioè, sono ancora un uomo. Se mi levi i peli anche da lì, di me non resterà nulla- piagnucolò fintamente, lasciandosi scappare un risolino sornione.
Isabel abbassò lo sguardo e sorrise.

- Allora stenditi a pancia in giù. Sai no, per il massaggio- borbottò incerta e andò a lavarsi le mani, per poi impregnarsele di olio.
Si mise addosso al ragazzo, sedendosi a cavalcioni vicino al suo sedere. Cercò di concentrarsi e di non pensare all'ambigua posizione in cui si trovava.
Strofinò le mani e sfiorò le sue spalle, dapprima un po' insicura, poi con più confidenza. Coi pollici massaggiò insistentemente vicino alla cervicale.

- Hai alcuni nervi accavallati- annunciò. Yoongi annuì chiudendo gli occhi.
Isabel passò poi alle spalle, scendendo giù, verso la schiena. Vide il ragazzo mordersi a sangue il labbro inferiore e le scappò una risata.

- Guarda che puoi sospirare e ansimare quanto ti pare, è normale in questo contesto-

- C-credevo risultasse come un film porno- balbettò lui. Isabel roteò gli occhi al cielo.
Massaggiò fino al fondoschiena, battendo lì dove i muscoli erano tesi. Risalì, percorrendo tutta la lunghezza della schiena e raggiungendo nuovamente le spalle.
Yoongi si lasciò scappare alcuni gemiti di piacere, arrossendo l'attimo dopo.

- Sei brava- sussurrò con voce roca. - Terribilmente brava- ansimò ancora una volta.
Il trattamento andò avanti fino a quando i muscoli non si sciolsero completamente. Isabel scese dal lettino e gli disse che poteva rivestirsi.
Nel mentre andò in bagno a sciacquarsi il viso e le mani. Non negò che gli ansimi e i complimenti stavano per mandarla all'altro mondo.
Quando ritornò, Yoongi era rimasto lì seduto come lo aveva lasciato. A petto nudo.

- Perchè non ti vesti?- fece lei, leggermente perplessa. Il ragazzo scrollò le spalle. Fece cenno col capo di andare davanti a lui.

- Mi sei mancata- disse, una volta che si ritrovò di fronte alla ragazza. Le prese le mani e gliele strinse forte. Abbassò lo sguardo.

- Non ti ho dimenticata...-
Isabel lo bloccò, facendo per dire qualcosa.

- Non c'è stato giorno o attimo in cui non abbia pensato a te, credimi. Mi sono sempre chiesto cosa facevi, se sentivi la mia stessa mancanza, se mi volevi vicino e... anche se mi avevi rimpiazzato con un altro- tirò un lungo sospiro. Isabel cercò di non piangere.

- Yoongi, ti credo. Però non funzionerà mai, dovresti saperlo meglio di me. Un rapporto si deve curare, si deve mantenere vivo- disse.

- Proprio come... proprio come il Tamagochi, il videogioco intendo. Se non curi quei mostriciattoli poi muoiono e perdi la partita, ricordi?- continuò, facendo riferimento al gameboy giapponese anni novanta. Yoongi ridacchiò amaro.

- Quindi non mi ami più?- domandò. Isabel a quella domanda credette di perdere anni di vita.

- C-cosa? Yoongi, tu non puoi chiedermi...-

- Rispondimi, ti prego. Mi ami ancora o no?-
Il suo sguardo era fermo, gli occhi luccicavano e la bocca era serrata. La stretta alle mani era più decisa.
Il labbro di Isabel tremolava, segno che di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere. E così fu.
Neanche se ne accorse, una lacrima solcava silenziosamente il suo viso. Prima che il ragazzo potesse accorgersene, provò a scacciarsela. Con scarsi risultati, però.

- Lasciala scorrere- mormorò lui, poggiando la fronte contro la sua. - Lasciala scorrere lì, falle fare il suo corso- continuò.
Isabel chiuse gli occhi, le lacrime scesero copiose.

- Ti amo, certo che ti amo. Come puoi chiedermi una cosa simile? Ti amo che non so come fartelo capire, e tu sei un idiota a credere che ti abbia dimenticato- singhiozzò. Yoongi l'abbracciò, anche la sua guancia venne rigata da una lacrima.

- Ci stiamo facendo del male- fece lei. Il ragazzo scosse la testa, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

- Se ci stiamo davvero facendo del male, allora sono felice di farmelo- ammise fermo.
Stettero abbracciati per svariati minuti, Isabel gli allacciò le braccia al collo, facendosi più vicina a lui. Inalò il profumo della sua pelle, sapeva di cera e olio e le venne da sorridere.

- Sai, ti ho vista al concerto- ridacchiò lui. Isabel si scostò improvvisamente e sgranò gli occhi.

- Mi hai vista e non hai fatto nulla?- quasi urlò.

- E cosa avrei dovuto fare, smettere di cantare e urlare 'hey Isabel, ti amo da morire' nel bel mezzo di una canzone?- continuò a ridere.
La mora si finse offesa e gli tirò una spintarella alla spalla, sussurrando flebilmente pabo.

- Potevi almeno guardarmi, farmi un cenno. Qualsiasi cosa che mi avrebbe fatto capire che sapevi della mia esistenza in mezzo a quel caos- borbottò con una smorfia. Yoongi le regalò uno dei suoi enormi sorrisi e passò due dita sulla sua guancia, accarezzandogliela.

- Sei bellissima-

- Più bella delle Wonder Girls?- chiese lei con fare altezzoso. Il ragazzo scosse la testa affranto.

- Più bella di tutte loro messe insieme-

- Oh, allora sono davvero bella- sorrise lei, più per far piacere a lui che per altro.
Si avvicinò al suo viso e socchiuse gli occhi, umettandosi le labbra e unendole a quelle del ragazzo in un casto bacio.
E per quanto potesse essere un misero tocco di labbra, quel bacio fu più passionale di tutti, il più emozionante. Era racchiusa un'intera storia in quel contatto.
C'era magia nei loro morsi, mistero nei loro occhi, amore nelle profondità più nascoste dei loro corpi.



***
annyeong! Questa storia finisce qua, sto parlando seriamente stavolta ;) riguardo al Tamagochi, boh, mi sembrava abbastanza azzeccato (anche se non ricordo se era degli anni 80 o 90 ma vabbè) e uhm... se vi starete chiedendo tipo "che fine hanno fatto il capo e il ristorante?" o "ma continueranno a stare insieme, faranno attenzione alla loro storia o si lasceranno un'altra volta?" beh vi dico che manco io lo so LOL. Nel senso che ho messo un po' di missing moments in modo che alcune cose restassero in sospeso. Immaginatevi quello che volete,io, da inguaribile romantica quale sono, penso proprio che staranno insieme ;) detto questo, ringrazio TUTTI per aver seguito questa storia. baciiiiii _MartyK_ <3

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