1000 modi per dire Merthur

di Chia_084
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L- leave me alone ***
Capitolo 2: *** M- more than friends ***
Capitolo 3: *** M- many ways ***
Capitolo 4: *** G- God help me ***
Capitolo 5: *** V- Vincent ***
Capitolo 6: *** S- Say something ***
Capitolo 7: *** D- don't be such a girl Merlin! ***
Capitolo 8: *** l-look at me ***
Capitolo 9: *** M-meet you ***
Capitolo 10: *** M-make you smile ***
Capitolo 11: *** G-go! not without you ***
Capitolo 12: *** V-Victim ***
Capitolo 13: *** S-shot ***
Capitolo 14: *** D- doctor who ***
Capitolo 15: *** Marry me ***
Capitolo 16: *** di fuliggine e marmo ***
Capitolo 17: *** EROI NON SI NASCE, SI DIVENTA ***
Capitolo 18: *** non abbiamo sofferto abbastanza? ***
Capitolo 19: *** New school, new life, new… friends!? ***
Capitolo 20: *** la runa bianca ***



Capitolo 1
*** L- leave me alone ***


L- leave me alone 




Stava correndo, neanche lui sapeva da quanto, quel lungo corridoio che più volte aveva pulito sembrava non finire mai.
 
<< Merlino! Merlino aspetta dannazione! >> una voce familiare lo raggiunse da dietro, il suo inseguitore doveva essere a pochi passi da lui, il corvino accelerò l'andatura.
 
Le lacrime gli annebbiavano la vista e i lunghi respiri affannati gli bruciavano i polmoni, il cuore gli martellava in petto, almeno era sicuro di averlo ancora… 
aveva sentito un piccolo crack quando, come ogni mattina, aprendo la porta del suo signore lo aveva trovato appiccicato alle labbra di Lady Vivian, figlia di un re da poco in visita a Camelot.
Quando il principe si era reso conto della sua presenza aveva sgranato gli occhi e balbettato qualche scusa stupida che il mago non si era neppure preso la briga di ascoltare.

Merlino salì veloce le scale a chiocciola che portavano nelle stanze del cerusico e, una volta arrivato, si rifugiò in camera sua chiudendosi la porta alle spalle.
Artù non tardò molto ad arrivare << Merlino, mi dispiace, è stato un errore… >> 
<< Baciare lei o baciare me?! >> gli occhi blù del mago si incatenarono a quelli del principe che rimase in silenzio .
<< Come immaginavo… ma cosa mi aspettavo, voi siete il principe ereditario e io uno stupidissimo servo! un gioco,un passatempo… >> 
<< No Merlino io… >>.
 
 Il  biondo si mosse in avanti verso il moro << Andatevene! >> gli aveva intimato quest'ultimo continuando a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime
<< Merlino… >> 
<< Lasciatemi in pace! >> Artù mosse una mano verso la chioma corvina ma Merlino si scostò e, con una voce che non sembrava più la sua gli urlò << Lasciatemi da solo!! >>.
Gli occhi del moro si tinsero oro e il biondo venne sbalzato fuori dalla stanza con una forza sovrumana.
Il principe rimase interdetto, Merlino, il suo Merlino era un mago… premette poi la fronte sulla vecchia e ruvida porta di legno chiudendo gli occhi << Come vuoi… resta solo, ma sappi che non sei, e non sarai mai, uno stupido gioco per me… io ti amo, brutto idiota che non sei altro >> detto ciò se ne andò con la convinzione che le sue parole non fossero state ascoltate da nessuno. 
Dall'altra parte della porta, nella sua stessa identica posizione, il mago aveva sentito tutto. 






ciao! sono tornata... Non avei mai pensato di tornare a scrivere qualcosa sui miei asini preferiti ma invece, eccomi qua.
questa raccolta di flashfic è partita per un'iniziativa che ho lanciato sulla pgina facebook TESTA DI FAGIOLO MERLIN

(https://www.facebook.com/Testa-di-Fagiolo-Merlin-1476871699202158/ ) che gestisco insieme ad altri admin... ogni 3^ settimana del mese verranno pubblicate 7 nuove fic ognuna con un tema diverso e il titolo che inizia con la prima lettera del giorno... 
Quindi, per chi vorrà ci vediamo martedì con la 2^ intitolata - - MORE THAN FRIENDS -

Chia  
 

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Capitolo 2
*** M- more than friends ***


M- MORE THAN FRIENDS



Merlino e Artù erano inseparabili.
Dove c’era Artù potevi stare certo che, poco lontano c’era anche Merlino.
Si erano conosciuti all’età di 7 anni quando la famiglia Emrys si era trasferita nella piccola casetta di campagna vicino a Villa Pendragon.
Artù aveva sempre osservato il piccolo Merlino senza mai rivolgergli la parola, un po’ per diffidenza, un po’ perché non voleva essere il primo a fare il primo passo, e lo stesso fece l’altro.
La prima volta che si erano rivolti la parola era una giornata di Marzo nel grande parco della scuola elementare che entrambi frequentavano…
Il piccolo Merlino era seduto, tutto solo sotto un grande albero, con il naso infilato in un libro di Geronimo Stilton dal titolo “ Viaggio Nel Regno della Fantasia”, sulla copertina capeggiava un grande drago dorato con le squame dei colori dell’arcobaleno.
 Artù invece si stava dedicando al suo passatempo preferito, torturare il povero William Scot
<< Ridammi il mio giocattolo, Pendragon! >>
<< Altrimenti? >> incalzò Valiant, Will rimase in silenzio e i suoi occhi si riempirono di lacrime
<< Forza Willy, perché non vai a piangere dalla maestra!? >> sputò acido il biondino.

L’ennesimo singhiozzo dell’amico giunse alle ( enormi ) orecchie di Merlino che alzò lo sguardo dal libro scuotendo il capo << Sei proprio un asino, Artù Pendragon >>
<< Oh ma guarda! Il topo di biblioteca ci degna della sua attenzione! >> disse ironico Valiant, Artù invece era rimasto zitto, osservando quel suo coetaneo che, con una goffaggine incredibile cercava di infilare a forza il suo prezioso volume dentro il piccolo zainetto stracolmo.

<< Lasciate stare il mio amico… >> disse poi il corvino ponendosi davanti al piccolo William
<< Oh ma guardate, come difende il suo fidanzatino >> disse il biondo facendo scoppiare a ridere anche il suo “scagnozzo” << Merlino e William stanno insieme! Merlino e William stanno insieme! >> li canzonarono canticchiando.
Merlino divenne rosso fino alla punta delle orecchie e guardò in cagnesco Artù che smise di ridere << Tu! Tu sei una stupidissima testa di fagiolo, ecco! >> e detto ciò se ne andò prendendo per mano l’amico, lasciandosi dietro le risate degli altri due.

Questo loro modo di battibeccare andò avanti per molto tempo e, piano piano si trasformò in una specie di gioco, così i due divennero amici.
Le cose tra loro andavano bene, si facevano compagnia a vicenda per la strada verso casa ma nulla di più, fino a quando, il preside del colleg che entrambi frequentavano, non ebbe la brillante idea di assegnare un tutor all’asino biondo per aiutarlo nelle, numerose, materie in cui era carente, e chi poteva essere se non il suo vicino di casa brillante e secchione!?

Dopo l’ennesima giornata di duro studio nel quale il giovane Pendragon non faceva altro che attentare ai suoi poveri nervi Merlin sbottò:
<< Com’è possibile che tu ancora non abbia capito! Sono 3! E dico 3, settimane che stiamo lavorando su questo teorema! >>
<< Senti Emrys, non voglio scenate da checca isterica intesi? Non so quali siano le tue inclinazioni, ma IO non mi inclino! >> a quelle parole gli occhi del corvino divennero di fuoco e le sue guance s’imporporarono
<< stammi a sentire tu, razza di asino arrogante e borioso! Passi che tu non capisca la matematica euclidea! Passi che tu non sappia declinare in maniera corretta neanche una parola di latino! Passi che in chimica faresti esplodere un intero edificio se solo ti dessero due provette! Ma non ti devi, e ripeto non ti devi, permettere di atteggiarti con me in quel modo! Sarò anche gay, ma almeno IO so cosa voglio dalla vita, e stai pur certo che mai, MAI mi metterei con uno come te! E poi, se proprio ti interessa la mia vita privata sappi che sono già più che impegnato! E ora se non ti dispiace, me ne dovrei andare, ho un appuntamento!”
così dicendo raccolse la sua roba e uscì a passo di carica dalla villa.

Nei giorni seguenti Artù aveva più volte rimuginato sulle parole del compagno di studi, e, ogni volta che le risentiva nella sua mente, provava una sensazione di fastidio alla bocca dello stomaco che neanche lui sapeva dire se fosse per il rifiuto o per l’aver scoperto che in realtà Merlino non gli sbavava dietro come aveva sempre pensato, bensì aveva una relazione, anche seria a quanto aveva avuto modo di capire.
<< Se continuo così prima o poi impazzirò! >> si disse buttandosi sul piccolo divano sotto l’immensa vetrata i camera sua chiudendo gli occhi, improvvisamente un rumore proveniente dalla casa accanto lo ridestò dai suoi pensieri, risate, Merlino e un ragazzo dai lunghi capelli castani stavano seduti sul davanzale della piccola stanza del corvino dondolando piedi nel vuoto e dandosi qualche bacetto ogni tanto.
Al biondo venne quasi un colpo, sentì una rabbia nascergli dal centro dello stomaco e, senza pensarci troppo era già davanti alla porta della famiglia Emrys.
Dopo poco Hunit, la madre di Merlino gli aprì la porta << Salve signora Emrys, Merlino è in casa? >>
<< Ciao Artù caro, si, Merlino è di sopra on un amico… >> lo sguardo che la signora gli riservò era molto allusivo << Ci vorrà un minuto >> disse Artù salendo le scale come una furia.

Arrivato alla porta del corvino la spalancò senza troppi convenevoli trovando i due all’interno avvinghiati l’uno all’altro << Artù ma cosa!? >> esclamò il moro << Scusa amico, ma mi sa che hai qualcosa di mio >> disse il biondo prendendo il castano per le spalle e buttandolo fuori dalla porta.
<< Si può sapere cosa ti è saltato in mente!? >> sbottò Merlino prendendo il biondo per la maglietta e strattonandolo, quest’ultimo per tutta risposta lo tirò a se facendo incontrare le loro labbra prima in un bacio dolce poi più possessivo e passionale.
Si staccarono per bisogno d’aria e appoggiarono le fronti l’una contro l’altra << Questo cosa significa? >> chiese confuso il corvino << Significa che per me sei sempre stato più che un amico… da sempre, e tu, brutto idiota, non lo
hai mai capito >>
<< Tu non me lo hai mai fatto capire! Brutta testa di fagiolo che non sei altro! >>
e così dicendo scoppiarono a ridere stringendosi l’uno nelle braccia dell’altro.








E rieccoci! questo è la 2^ fic, ci vediamo domani con un'altra intitolata MANY WAYS!! 

Chia 




Lasciando un commento farai felice uno scrittore <3 

 

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Capitolo 3
*** M- many ways ***


M- MANY WAYS 





Arthur non era gay, e non gli piaceva nemmeno il caffè; allora cosa ci faceva in una caffetteria usando il menù come nascondiglio per spiare i movimenti del bel cameriere dalla chioma corvina?!
<< Senti principessa, vogliamo ordinare o pensi di imparare a memoria tutte le bevande del caffè Albion? >> l’ apostrofò scherzosamente Gwain seduto davanti a lui, ecco spiegato il motivo della sua presenza in quel piccolo locale nel centro di Londra.

<< Oh… terra chiama Arthur! Terra chiama Arthur! >>
<< Mh? si, scusa Gwain, dicevi? >> il castano scoppiò a ridere attirando l’attenzione di tutti i clienti all’interno della caffetteria, il biondo assunse un’espressione buffa le sue guance s’imporporarono << Se pensi di continuare a fissare Merlin come se fosse un muffin e tu la persona più affamata sulla faccia della terra, dimmelo, così magari te lo presento… >> disse Gwain ammiccando in direzione del cameriere << Io non lo guardo come… e poi IO non sono gay! >>
<< Si e io sono la Regina Elisabetta! Per favore Arthur, non mentire a me… >> il biondo si accasciò sul tavolo e affondò la testa tra le braccia << È tutta colpa tua e di quel gigante di Parcifal! Siete stati voi a tirarmi sulla vostra sponda.
Io sono sempre stato Arthur, il più bello della scuola, il ragazzo impossibile… e ora guardami! Sono qui a sbavare dietro ad un ragazzo! >>
<< Allora evita di sbavare sul mio tavolo, dopo tocca a me pulirlo… >>.
Arthur tirò su la testa di scatto trovandosi di fianco il giovane cameriere corvino,
<< Ciao Merlin! Come stai? >>
<< Ahaha sto bene Gwain, cosa vi porto? Il tuo amico qui sembra aver bisogno di una botta… di felicità >>
il biondo sprofondò nuovamente tra le braccia con un sospiro affranto << A me il solito Merls, poi vedi cosa puoi fare per lui… ha appena scoperto di essere gay e mi è caduto in questo stato… >>
Merlin rise << Beh… allora, benvenuto nel club! >> e dicendo ciò si avviò verso il bancone.

<< Eccomi di ritorno, per te Gwain ti ho portato il solito, un Knight e una mini apple pie.
 Mentre per il tuo amico qui ho portato un King Arthur e un Grin chocolate, non è nient’alto che un muffin al doppio cioccolato, con cuore di gelatina alle fragole >> disse il cameriere appoggiando tutto sul piccolo tavolino.
 << Wow Merlin, non potevi scegliere cosa più azzeccata! >>
<< Ah si? >> chiese confuso il corvino << Già… il mio nome è Arthur, piacere >> disse il biondo risorgendo dal groviglio di braccia e allungando una mano verso Merlin che sorrise << Bhe come avrai già capito, il mio nome è Merlin >> i due rimasero a fissarsi per un po’
<< Merlin! Al bancone siamo a corto di muffin alla vaniglia! >>
<< Arrivo subito Freya! Scusatemi ma devo scappare, oggi offre la casa, a presto! >>
il cameriere corse verso il bancone e sparì dietro la porta sulla quale capeggiava la scritta
“ laboratorio del mago “ e un delizioso cappellino a punta di colore blu con qualche stellina.

Nei mesi successivi il giovane Pendragon si recò molte volte al caffè Albion un po’ per vedere il cameriere dalla chioma corvina un po’ perché aveva scoperto che, qualunque cosa fosse, quel King Arthur era la sua bevanda preferita.
<< Buon giorno, cosa ti porto oggi? >> chiese Merlin avvicinandosi al tavolo << Buon giorno Merlin… il solito, e come dolce… non so scegli tu! >> disse Arthur rivolgendogli un sorriso dolce, il moro arrossì assaporando la particolare flessione che prendeva il suo nome pronunciato dalle ( splendide ) labbra del biondo.

Il cameriere le aveva provate tutte per far capire il suo interesse a quello stupido di Pendragon, ma questo non aveva dato segno di corrisponderlo, gli aveva lasciato dei messaggi nelle tazze del suo King Arthur per mesi, ma nulla.
<< Basta Merlin, non puoi continuare a stare così, per quello li! >>
<< Come faccio Freya… non so come spiegarti quello che provo per quell’asino, è come se lo conoscessi da sempre, come se lui fosse ciò che mi manca per essere completo… ma, quella gigantesca testa di fagiolo, non capisce i miei segnali!>> si lagnò Merlin spolverando la cima di panna del caffè con del cacao << Promettimi che se non nota nemmeno questo o ti dichiari apertamente oppure smetti di morirgli dietro!>> sbuffò la barista a voce un po’ troppo alta 
<< Ssssh!! Ma sei impazzita per caso!? Vuoi che tutta la caffetteria venga a sapere che io ho una cotta per…>>
<< Hai una cotta per? >> chiese ad un tratto una voce troppo familiare alle sue spalle
<< Ehm… per per… >> balbettò il corvino diventando rosso fino alla punta delle orecchie.

 << Per i biscotti alla vaniglia… ecco… sono talmente buoni che non posso farne a meno >>
<< Per fortuna, pensavo di dover far sparire qualche avversario, è il mio King Arthur quello? >> disse il biondo con fare sbrigativo << Ehm… si, si ecco tieni >>
<< Ah Merlin, domani ti andrebbe di pranzare insieme? E comunque, non sono io quello che non recepisce i segnali, sei tu che non vedi ad un palmo dal tuo naso… >> disse Arthur bevendo tutto d’un sorso il suo caffè e pagando << Ci sentiamo mago del caffè…>> disse con un sorrisetto furbo il biondo prima di uscire dal locale.
Merlin scrutò il viso di Freya con sguardo interrogativo << Non chiedere a me, non ci sto capendo nulla >> disse la ragazza tornando a servire i clienti al bancone, il cameriere invece prese la tazza lasciata da Arthur per metterla da lavare e, con sua grande sorpresa, notò un piccolo foglietto piegato sul bordo, lo aprì.
Dentro, scritto con una calligrafia elegante e ordinata, vi trovò un numero seguito da una piccola scritta

“ chiamami se ti va “,

Merlin sorrise.
 






ed ecco anche il capitolo di mercoledì, vedo che siete in tanti a leggere queste brevi Fic,sono contenta che vi stiano appassionando, mi piacerebbe ricevere anche qualche parere quindi... 
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se riuscite, lasciate una piccola recensione al capitolo, ve ne sarei grata <3 

Chia 

 

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Capitolo 4
*** G- God help me ***


G- GOD HELP ME 
 



<< Merlin la mia armatura!>>

<< Merlin è sporca! Puliscila!>>

<< Merlin! Questo calzino ha un buco! >>

<< Merlin hai affilato la mia spada!? >>

<< Non mancarmi di rispetto! Alla gogna! Per il resto della giornata! >> .

Il sole calò su Camelot, il mago si trascinò fino all’entrata della casa che condivideva con Gaius, il vecchio medico di corte 
<< Ancora la gogna? >> chiese il cerusico appoggiando una ciotola di zuppa sotto il naso del moro << Si… Arthur è un vero stupido! >> si lamentò quest’ultimo ingurgitando la cena e spostandosi verso il catino dell’acqua per darsi una ripulita.

Quando anche l’ultimo pezzo di verdura fu tolto, il grande orologio della città batté la mezzanotte, Merlin si frizionò i capelli con un panno e si sistemò vicino al caminetto per cercare un po’ di calore che lo aiutasse ad asciugarli, dopo qualche minuto Morfeo venne a fargli visita.

<< Merlin… Merlin… >> il moro si sentì scuotere << Mmm… Gaius… ancora 5 minuti… >>
il fastidioso movimento si fece più insistente << Razza di idiota ti vuoi svegliare!? >>
<< Sire… >> disse Merlin stropicciandosi gli occhi
<< cosa ci fate qui…? >>, Arthur si passò una mano tra i capelli, doveva proprio ammettere che il suo servo, con indosso solo un paio di pantaloni e un’espressione assonnata, era proprio una bella visione, << Voglio andare a caccia… >>
<< Ma sono le 4 di notte! >> si lagnò Merlin << Orario perfetto per una caccia alla civetta>>
<< Dio mi aiuti… >> sospirò il mago lasciandosi cadere all’indietro sul tappeto.

I due si diressero verso le stalle prendendo i cavalli << Sire, dove sono gli altri? >> chiese il moro << Non ci sarà nessun’altro, solo noi due, non potevo certo svegliare i miei Cavalieri per una cosa così stupida… >>
<< Ma… ma… lasciamo perdere >> Merlin si accasciò sul cavallo e seguì il suo signore fino ad inoltrarsi nel bosco.

Erano ormai 2 ore che giravano a vuoto per la fitta coltre di alberi inseguendo il verso di una fantomatica civetta << Arthur, possiamo tonare a casa… sono stanco… e mi duolono incredibilmente le braccia a causa della gogna… >>
<< Smettila di lamentarti Merlin, ci sei stato solo per un’ora! >> disse il principe continuando a seguire il verso del volatile << Un’ora? Sapete a che ora mi hanno tirato giù!? >> il biondo scosse la testa << Era quasi notte! Sono rincasato 5 e dico 5 minuti prima che scoccasse la mezzanotte! Ho dormito tra un si e un no 3 ore! >> sbottò Merlin.

Improvvisamente si udì il rumore di un tuono e qualche goccia di pioggia cominciò a scendere dal cielo diventando sempre più scrosciante e copiosa ogni minuto << Dobbiamo trovare un riparo, seguimi, conosco un posto >> disse Arthur spronando il suo cavallo.
Il principe e il mago cavalcarono per alcuni minuti sotto la fitta pioggia che non accennava a calare fino ad arrivare ad un’insenatura nella quale entrarono << Sembra essere vuota… hai portato qualcosa per accendere il fuoco? >> chiese il biondo assicurando i cavalli in un angolo della caverna << Ho solo la pietra focaia e un paio di fiaccole, ma niente legna, qui sembra non essercene e fuori è tutta fradicia…>> rispose il corvino appiccando il fuoco alle due torce e rischiarando la grotta << Dobbiamo levarci i vestiti fradici o ci prenderemo un malanno >> continuò Arthur levandosi la camicia e rimanendo con i soli pantaloni, Merlin arrossì poi, dopo aver starnutito un paio di volte decise che sarebbe stata la cosa giusta da fare e lo imitò.
<< Ho preso un paio di coperte, sono nella sacca attaccata ala sella >> disse il principe, il mago si affrettò a recuperarle e stese una a terra << Bhe almeno posso dormire un po’ >> disse accoccolandocisi sopra.
Faceva freddo, molto freddo e i capelli bagnati non aiutavano, Merlin batteva i denti talmente forte che il suono rimbombava rimbalzando sulle pareti della caverna << Merlin! Ne hai ancora per molto… già mi sto annoiando, e il tuo rumore non aiuta…>>
<< Scusi sire… ho… ho solo un po’ freddo>> rivelò il corvino voltandosi a guardare il suo signore << Uf… dai vieni qui…>> disse il biondo aprendo la sua coperta.
Merlin corse da lui e si accoccolò schiena contro schiena, ma, con sua grande sorpresa, dopo qualche istante Arthur si girò abbracciandolo e tirandoselo contro << Così va meglio? >> chiese << S-si… >> rispose il corvino diventando rosso << Dio aiutami a non fare qualcosa di avventato >> pensò lasciando scivolare le sue mani su quelle del biondo legate alla sua vita e intrecciando le loro dita.
 

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Capitolo 5
*** V- Vincent ***


V- VINCENT

 
La porta del piccolo pub Irlandese gestito da Gwain e sua sorella Mithian si aprì lasciando entrare l’aria gelida di inizio Gennaio.
<< Ciao ragazzi! Un tempo da lupi eh? Dov’è il festeggiato!? >> chiese il castano salutando Arthur, Gwen e Morgana che si scrollarono di dosso i giubbotti leggermente innevati
<< Non è ancora arrivato… ha detto che verrà per conto suo… doveva aspettare una persona… >> disse il biondo leggermente infastidito << Sei per caso geloso principessa? >> chiese il barista dandogli di gomito, il Pendragon lo fulminò con lo sguardo << Non torturarlo Gwain, ci sta già pensando da solo >> disse ridendo la corvina << Va bene, va bene, venite vi accompagno al vostro tavolo >>.

Pochi minuti dopo la porta del pub si aprì nuovamente
<< ciao Gwain! Gli altri sono già arrivati? >> chiese Merlin entrando, seguito a ruota da un altro ragazzo dai capelli rossicci e gli occhi verdi << ciao Merlin! Auguri! Si, sono già di là, chi è il tuo amico, non l’ho mai visto da queste parti… >>
<< Gwain, Vincent. Vincent, Gwain. Lui non abita qui, è venuto solo per il mio compleanno>> disse il moro facendo le presentazioni.

Dopo essere stato accompagnato nella saletta riservata solo per loro Merlin fece le presentazioni anche con gli altri ragazzi e notò, con piacere, che Arthur sembrava leggermente infastidito… che fosse geloso? Il corvino prese quindi posto tra il biondo e il suo nuovo amico.
<< Allora Vincent, da quanto conosci Merlin? >> chiese Morgana per rompere quella tensione che si era andata a creare << Bhe, lo conosco da molto, possiamo dire che ci conosciamo da una vita non è così Lin? >>
<< Già >> annuì il corvino sorridendogli apertamente, il biondo lo guardò con odio, << Ma chi si crede di essere, nessuno conosce Merlin meglio di me! >> pensò torturandosi le mani.

Una buona mezz’ora dopo Gwain fece il suoi ingresso con delle caraffe di birra che appoggiò sul tavolo per poi posizionarsi dietro Merlin e abbracciarlo << Allora caro Vin, posso chiamarti Vin? Qual è la natura del tuo rapporto con il nostro Merlin? >> Vincent sorrise spavaldo << Beh, è un rapporto molto stretto, è quasi uno di famiglia… >> disse ridendo apertamente seguito dal corvino.
Improvvisamente il cellulare del rosso cominciò a suonare << Si? Cosa!? Ma quando!? Non è possibile… ma sta bene? Ci metterò un po’a tornare, qua sta nevicando… si lo avverto io, ciao>>
<< Cos’è successo Vin? >> chiese preoccupato Merlin << Vieni usciamo un attimo… >>.
Detto ciò i due si alzarono e si spostarono nella piccola veranda riscaldata sul retro del locale << Tutto bene? Chi era al telefono? >>
<< era mia madre… vedi… la nonna…>> il corvino si allarmò
<< Cos’è successo alla nonna!? >>
<< È caduta mentre stava rassettando la casa… si è rotta la gamba destra, ma sta bene, tua madre e la mia la stanno accompagnando in ospedale… >> Merlin scoppiò a piangere e Vincent lo abbracciò, proprio in quel momento Arthur, allarmato per la lunga assenza del moro, si affacciò sulla veranda << Cosa succede qui? >> chiese in tono brusco.
Merlin si staccò da Vin e il biondo notò gli occhi arrossati e le lacrime che ancora gli bagnavano le guance, d’istinto corse verso di lui e se lo tirò a se avvolgendolo con un braccio possente
<< Che cosa gli hai fatto? >>
<< io non gli ho fatto nulla! E poi non puoi rivolgerti a me così, chi ti credi di essere!? >> disse il rosso sulla difensiva << si da il caso che io sia il suo quasi ragazzo! E tu!? Tu chi saresti >> sputò acido il Pendragon
<< io sono… >>
<< oh adesso basta! Fatela finita! Arthur lui è mio cugino per diamine! Non essere sempre così geloso! E poi cos’è sta storia del quasi ragazzo, stiamo insieme da più di una settimana ormai! E Vin, lui è quell’asino del mio ragazzo, te ne ho parlato oggi… ricordi? >> Vincent si grattò la testa imbarazzato << E come scordarlo… per un’ora non hai fatto altro che tesserne le lodi! >>.

Merlin arrossì e Arthur gli diede un bacio a fior di labbra << Adesso devo andare Lin, ti faccio sapere qualcosa sulla nonna appena arrivo >> detto ciò Vin rientrò, salutò gli altri e se ne andò.
<< Sono veramente il tuo ragazzo? Quindi è finito il periodo di prova? >> chiese il biondo prendendo il moro per i fianchi << Non c’è mai stato un periodo di prova, testone >> rispose questo baciandolo.

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Capitolo 6
*** S- Say something ***


S- SAY SOMETHING

 
Merlin gli aveva appena salvato la vita.

Merlin gli aveva appena salvato la vita con la magia.

Merlin gli aveva appena salvato la vita con la magia, quindi Merlin era un mago.

Il biondo si lasciò scivolare contro il tronco dell’albero contro il quale era premuto dalla schiena del corvino e si portò le gambe al petto, il suo migliore amico gli aveva mentito per tutto questo tempo… come poteva essere così stupido, tutte le stranezze, le sparizioni inspiegabili, tutto ora trovava posto come in un puzzle.
<< Da quanto…>> sussurrò Arthur senza alzare lo sguardo << Arthur io… >>
<< Ti ho chiesto da quanto sei così! >> sputò poi con astio il principe << Da sempre… sono nato così… la magia ha sempre fatto parte di me, nessuno mi ha insegnato come usarla >> disse il mago muovendosi di qualche passo verso il suo signore.
<< Non ti avvicinare… stammi… stammi lontano… Mo- >> il biondo si ritrasse
<< Mostro? Stavi per dire mostro non è così? E bene, per anni ho pensato di esserlo, tutti i bambini mi evitavano e anche gli adulti avevano paura di me… è stato orribile, un’infanzia tremenda, più volte ho cercato di porre fine alla mia esistenza, ma la magia me lo ha sempre impedito >> il viso pallido del moro cominciò a rigarsi di lacrime.
<< Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere! La magia è cattiva Merlin! La magia mi ha portato via mia madre! E ora anche il mio migliore amico… >> disse il Arthur tirandosi a sedere e afferrando Merlin per le spalle << La magia non è cattiva, ma non è neanche buona, è chi la usa a decidere cosa farne e come usarla! >>
<< Di qualcosa, dammi una buona motivazione per cui valga la pena non cacciarti >> ringhiò il principe << Non ho motivazioni ne scuse, avrei dovuto dirvelo tanto tempo fa, ma non l’ho fatto, per paura >>
<< Per paura!? Pensai che ti avrei consegnato a mio padre!? Diavolo Merlin noi eravamo amici! Ti avrei aiutato! >> anche gli occhi del biondo cominciarono a riempirsi di lacrime << Voglio che tu te ne vada… torna a Camelot, prendi la tua roba e vattene dal mio regno >> disse Arthur mollando la presa e incamminandosi verso il suo cavallo.
Merlin fece come gli era stato ordinato, tornò alla città e, una volta preparato il suo fagotto, salutò Gaius promettendogli di fargli avere sempre sue notizie.

Il mago attraversò la piazza volgendo un ultimo sguardo al sontuoso palazzo di Camelot.
<< Hai qualcosa da dire, prima che il tuo esilio entri in vigore? >> gli chiese una voce alle sue spalle << Sire… >> disse voltandosi << Una cosa l’avrei… tutto ciò che ho fatto, è stato per voi, per salvare voi, per aiutare voi… siamo due facce della stessa medaglia, e so che anche voi state soffrendo come me… >>  il corvino si sporse veloce verso il biondo rubandogli un bacio a fior di labbra << Addio Arthur… >> e detto ciò varcò il cancello e sparì nel folto del bosco.
<< Addio Merlin… >> disse Arthur guardandolo mentre si allontanava
 

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Capitolo 7
*** D- don't be such a girl Merlin! ***


D- DON’T BE SUCH A GIRL MERLIN
 
 
<< Sire, dobbiamo proprio farlo >> piagnucolò Merlin << Sì Merlin è necessario, questi barbari hanno invaso il mio regno, hanno saccheggiato i miei villaggi, hanno saccheggiato e ucciso i miei sudditi, è ora di mettere fine a tutto ciò >> disse Arthur con convinzione ritornando verso l’accampamento.
Erano giorni ormai che l’intero esercito di Camelo, compresi re e mago, si era accampato nella Foresta Nera per tenere sotto controllo gli spostamenti dei Mori che da anni invadevano il regno.
 << Attaccheremo all’alba! >> disse vittorioso il nuovo re guadagnandosi cenni di consenso da parte dei suoi Cavalieri che si ritirarono per prepararsi alla battaglia, << Mio signore, penso non sia prudente attaccare ora, dopo il fallito tentativo di due veglie fa, i Mori sono ancora allerta e non tarderanno molto a capire che stiamo preparando un’altra spedizione >> il corvino si passò una mano tra i capelli corti e spettinati << Merlin… lo sai che quando siamo da soli devi chiamarmi Arthur… sono il nuovo re, ma sono anche lo stesso asino arrogante e borioso che hai sempre conosciuto >> dicendo ciò il biondo si sporse in avanti e lo tirò a se facendolo sedere sulle sue gambe << E amato >> aggiunse l’altro con un sorriso.
<< Ah quanto ti amo Merlin… e non sai quanto mi pesi non potertelo dimostrare alla luce del sole… i Cavalieri non capirebbero, i sudditi non capirebbero e Gwen… lei capirebbe, ma ci starebbe così male… >> il giovane re posò le sue labbra su quelle del mago che ricambiò con piacere i bacio; come evocata dalle parole di Arthur, Ginevra entrò nella tenda e notando la scena rimase interdetta, la schiena di Merlin bloccava la visuale completa, tutto era molto fraintendibile << Arthur… >> disse per attirare l’attenzione su di se.
I due riscossi da quella voce si allontanarono << Perfetto sire, adesso il vostro mantello è allacciato perfettamente, non riuscivo a slegare quel nodo, perdonatemi se ci ho messo un po’. Salve mia regina >> disse il moro << Oh Merlin, non posso sentirmi chiamare “mia regina” da te, siamo amici, io resterò sempre Gwen >> disse la regina sorridendogli e avvicinandosi al marito << Avevi bisogno di qualcosa Ginevra ? >> chiese il biondo guardandola con tenerezza << No, non ho bisogno di nulla, semplicemente mi mancavi… >> e così dicendo la mulatta lo baciò.
Questa scena colpì  Merlin, era abituato ormai a vederli mentre si scambiavano qualche effusione ma la sua reazione era sempre la solita… gelosia, voglia di correre da loro e separarli, voglia di prendere il suo uomo per un braccio e urlare << Lui è mio! >>; quando Arthur si staccò dalle labbra della ragazza guardò per un istante il viso dell’amato e vi lesse dentro tutto il turbamento che egli provava.

L’alba di un nuovo giorno sorse sull’accampamento, il re e i suoi Cavalieri si prepararono per partire << Sire, ci tengo troppo a quest’armatura, vedete di riportarla indietro >> disse il corvino lucidando ulteriormente la corazza di metallo << Non fare la ragazzina Merlin >> disse il biondo con tono scherzoso suscitando la risata dei suoi fidati Cavalieri che dopo poco uscirono dagli alloggi reali per raggiungere le proprie legioni.
Rimasti soli i due si strinsero l’uno all’altro << Tornerò da te Merlin, te lo prometto… >>
<< Ti amo Arthur… >> disse il mago chiudendo gli occhi per nascondere le lacrime << Anch’io idiota, con tutto il mio cuore >> così dicendo il re gli asciugò le guance con le ruvide mani callose e lo baciò con trasporto prima di partire con il suo esercito per affrontare i Mori a Camlan.
Guardandoli mentre si allontanavano Merlin si sentì inutile, la sua magia l’aveva abbandonato da ormai due veglie e lui non poteva far nulla per difendere il suo amore, decise così di tenersi impegnato preparando le medicazioni per i feriti.

Il sole cominciò a calare e il cielo si tinse di molte sfumature di rosso e arancione, in lontananza nel fitto del bosco si udì il vociferare dei Cavalieri che tornavano vittoriosi dalla battaglia
<< Gwain! Lancelot! State bene? >> chiese il moro sollevato << Noi si… ma Arthur… >> disse Gwain lanciando un occhiata a Lance
<< Lui dov’è?! >> 
<< Merlin… il re è morto >>.
Il corvino cadde a terra sulle ginocchia << I Mori l’hanno accerchiato, siamo riusciti a difenderlo per un po’ poi è stato tutto inutile, l’hanno colpito alla pancia e prima di morire ci ha detto
“ consegnate la mia armatura a Merlin, ditegli che la voglio pulita al mio ritorno” >> dicendo ciò il Cavaliere castano gli consegnò l’armatura e il mago la raccolse stringendosela al petto.

Senza pensarci troppo su cominciò a correre infilandosi nel folto del bosco, il fiato gli bruciava i polmoni, le lacrime gli annebbiavano la vista, ma nulla, nulla gli faceva più male del cuore, lo sentiva in pezzi, straziato, distrutto.
Incespicò nei suoi passi e finì a terra, strisciando la faccia sul muschio bagnato
<< Arthur!!! >> gridò e un fulmine squarciò la notte serena, percepì la magia rientrargli nelle vene e la odiò con tutto se stesso, non gli serviva più a niente ora, Arthur, il suo Arthur era morto, niente più destino, niente più “due facce della stessa medaglia, niente.

Merlin pianse, dal cielo cominciò a scendere una fitta pioggia gelida che si andò a mischiare con le calde lacrime che stavano scendendo dai suoi occhi << so che ritornerai da me, e io ti aspetterò, anche se dovesse costarmi l’eternità >>
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 8
*** l-look at me ***


L-look at me  

L’insegna luminosa del locale sfarfallò un paio di volte prima che la E della scritta “EDEN” si accendesse, Arthur osservò la porta di vetro dalle quali s’intravedevano le luci della pista da ballo, fece un respiro profondo ed entrò. 
L’odore di fumo all’interno gli affannò il respiro, si guardò intorno notando numerose ragazze e anche qualche ragazzo ballare in maniera piuttosto provocante
<< Ovvio no, solo Gwain poteva scegliere un locale di spogliarelli per passare un sabato sera “tranquillo” >> borbottò fra se e se 
<< Arthur finalmente! Pensavamo non arrivassi più!>> disse Gwain facendo posto al nuovo arrivato sul divanetto di pelle nera << Chissà quante cose ha visto questo povero divano >> si disse il biondo sedendosi. 

<< Scusa se te lo chiedo Gwain, ma come mai ci hai chiesto di venire in questo locale? >> chiese Lancelot grattandosi la fronte << Un mio amico si esibisce qui sta sera… e io gli avevo promesso di venire a vederlo, così mi sono detto perché non approfittarne per organizzare una bella serata con i miei amici… >> disse innocentemente il castano
<< Gwain, abbiamo portato un po’ di dirink, ah ciao Arthur! >> disse Parcifal appoggiando dei bicchieri sul piccolo tavolino davanti a loro, seguito da Leon che prese posto accanto ad Elyan. 

Improvvisamente le luci del piccolo palchetto che capeggiava in mezzo alla stanza si accesero e, sulle note di 
“ Bills, Bills, Bils “ dei Warblers, due ragazze vestite con abiti in pelle nera uscirono da dietro la tendina bluastra e cominciarono ad arrampicarsi sui pali cimentandosi in numeri degni dei più bravi circensi. 
Gli occhi di tutti si puntarono su Gwain che alzò le spalle sorridendo, il piccolo sipario si aprì nuovamente e questa volta ne uscì un ragazzo dalla pelle nivea e i capelli corvini
<< Eccolo, è lui l’amico che vi dicevo! >> disse il castano battendo sulle spalle di Arthur.
 
Il giovane Pendragon spostò lo sguardo dal suo drink e lo puntò sul ragazzo che aveva appena fatto la sua entrata ed ora si stava strusciando in maniera molto provocante su una sedi posta al centro del palco << Come si chiama >> chiese cominciando a mordicchiare la cannuccia << Merlin >> rispose Gwain rivolgendogli un’occhiata incuriosita che però il biondo non notò.
Il corvino si alzò dalla sedia e con un movimento ben studiato si strappò la maglietta bianca lasciando scoperta la sua figura longilinea ma dotata di muscoli, il biondo per poco non soffocò con un sorso del drink, << Se ti va dopo te lo presento… >> gli sussurrò Gwain all’orecchio facendolo rabbrividire << Gwain, io non sono totalmente gay… diciamo che sono ancora molto confuso, fino ad ora ho avuto solo delle ragazze e non so se… >> 
<< Sciocchezze amico, vedrai che Merlin è ciò che ti serve per chiarirti le idee >>.

Arthur era talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse che la musica era finita e che il ragazzo corvino era sceso dal palco e ora gli stava davanti con una mano tesa
<< Sei sempre così timido? >> gli chiese Merlin sfoggiando un sorriso smagliante
<< Ehm… scusa dicevi >> disse il biondo riscuotendosi << Dicevo se sei sempre così timido, gli altri si sono già presentati da 20 minuti, ma tu sei sempre rimasto in disparte con un espressione da asino stampata in faccia, quindi ho deciso di venire io a presentarmi per primo. Piacere, Merlin Emrys >> 
<< Arthur Pendragon >> disse il Pendragon stringendo la mano che gli veniva offerta.
<< Ehi Merls! Perché non porti il mio amico a fare quattro salti in pista? >> esclamò improvvisamente Gwain spuntando dal nulla, << No, no Gwain, lo sai che io non so ballare! >> cercò di giustificarsi Arthur << Dai, non sarai così male… se ti va, il tempo di cambiarmi e ti raggiungo >> disse Merlin guardandolo negli occhi. 
Dopo pochi minuti il moro rispuntò sedendosi sul divanetto, il biondo, intento a mandare un messaggio, sobbalzò per lo spavento << Scusa non volevo spaventarti >> disse ridendo il corvino << Ragazza apprensiva? >> chiese poi, il Pendragon scosse la testa << no, per ora non voglio vedermi con nessuno, devo chiarirmi un po’ le idee>> 
<< mmm… il Grand Dilemma, ci sono passato anch’io >>.

Arthur si voltò di scatto verso il ragazzo appena conosciuto e lo squadrò dalla testa ai piedi, la maglietta bianca ridotta a brandelli era stata sostituita con una felpa leggera color vinaccia, al posto dei pantaloni neri di pelle un paio di jeans strappati che lasciavano intravedere pezzi di pelle nivea e i capelli corvini, prima dritti e ingellati, adesso erano pettinati da una parte a creare un piccolo ciuffo
<< È veramente molto carino >> pensò << Ti va di ballare? >> chiese improvvisamente Merlin << Va bene, andiamo, ma ti avverto, sono pessimo, conosco solo il passo della giraffa ubriaca >> disse Arthur ridendo.

I due si trascinarono sulla pista da ballo ridendo di un passo buffo o di una faccia stupida << Arthur, noi andiamo… tu cosa fai? >> chiese Lancelot comparendo vicino ai due e tirandosi dietro l’amico << Arrivo anch’io, giusto il tempo di salutare >> disse il biondo tornando dal suo accompagnatore 
<< Devi andare? >> chiese il corvino un po’ triste << Si, tu? >> 
<< Si, ti accompagno all’uscita >>. 

Varcata la porta di vetro un freddo gelido l’investì e qualche goccia di pioggia cominciò a cadere dal cielo << Merda l’ombrello! >> esclamò Merlin sbattendosi una mano in fronte << Sei a piedi? Se vuoi ti accompagno io fino a casa… sempre se non è un problema >> propose Arthur infilando le mani nelle tasche del giubbotto 
<< Non ti voglio disturbare, andrò a piedi >> 
<< Nessun disturbo, vieni altrimenti ti prenderai un raffreddore >> disse il biondo prendendo la mano del corvino e trascinandolo sotto la pioggia fino alla sua macchina.
 
Il viaggio fu breve e silenzioso, entrambi continuavano a lanciarsi occhiate sfuggenti
<< Puoi accostare qui, casa mia è quella >> disse Merlin indicando una piccola casetta bianca con il tetto rosso
<< È molto carina… >> rispose Arthur fissandogli le labbra << Beh… piacere di averti conosciuto, spero… ecco… spero di rivederti >> disse imbarazzato il corvino
<< Anch’io… ci scambiamo i numeri? >> 
<< Si >> il Pendragon tirò fuori il cellulare e cominciò a segnare il numero che il moro gli stava dettando << Ok, ora vado… grazie mille per il passaggio Arthur >> disse Merlin uscendo dall’auto.
 
Arthur l’osservò percorrere il piccolo vialetto di sassolini bianchi << Merlin! >> gridò aprendo lo sportello prima che quest’ultimo si chiudesse la porta alle spalle, il corvino si voltò appena in tempo per ritrovarsi le labbra del biondo premute sulle sue. 
<< Totalmente gay >> disse Arthur staccandosi dalle labbra di Merlin che, con un sorriso lo invitò ad entrare.

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Capitolo 9
*** M-meet you ***


M- MEET YOU 

 
Il bambino corvino allungò una manina pallida verso il piccolo focolare che ardeva vicino a lui << Hors, Beride Tha Heofenan >> disse, e una nuvoletta di fumo bianca si alzò prendendo la forma di un cavallo al galoppo.

Improvvisamente un grido, seguito da un rumore di foglie secche, distolse il piccolo mago dal suo passatempo, che corse verso la fonte del disturbo
<< Vorrei sapere chi è quell’idiota che ha posizionato una trappola per conigli in mezzo al sentiero >> disse il bambino biondo, penzolando dall’albero al quale era fissata la trappola 
<< Che disdetta, pensavo di aver preso un animaletto bello grosso, invece ho preso solo uno stupido asino >> disse il corvino incrociando le braccia. 
Arthur sgranò gli occhi << Come mi hai chiamato !? >> 
<< Asino, perché solo un asino può non vedere una trappola per conigli così mal celata come la mia >> disse Merlin, slegando con un gesto la corda e facendo precipitare a terra il biondino che si massaggiò il fondoschiena contuso.
 
Il piccolo principe appena si riprese cominciò a correre dietro al giovane mago che, come per magia, riusciva a schivare ogni affondo della spada
<< Dove sei vigliacco! >> 
<< Dai amico, ti sei divertito abbastanza >> disse il corvino, lasciando penzolare i piedi dal ramo sul quale era salito
<< Ci conosciamo? >> 
<< Sono Merlin >> disse il moro, atterrando in maniera goffa a terra
<< Quindi non ti conosco >> disse il biondo
<< No >>
<< Eppure mi hai chiamato “amico “ >> 
<< È stato un mio errore >> 
<< Lo penso anch’io>> .

Merlin si sedette su un masso vicino ad un ruscello dando le spalle ad Arthur, con le dita affusolate sfiorò la superficie argentea facendo volare qualche goccia d’acqua che si andò ad infrangere sulla testa dell’altro, ornando come tanti piccoli cristalli i suoi capelli dorati.
<< Come hai fatto!? >> chiese il biondo avvicinandosi
<< Con la magia >> 
<< La magia è cattiva! >> a quelle parole il moro si ritrasse
<< Non è vero! Chi ti ha detto questo!? >>
<< Mio padre>> rispose il giovane Pendragon
<< La magia non è ne buona ne cattiva, è chi la usa a deciderne lo scopo… >> .
<< Principe Arthur! Principe Arthur! Dove siete! >> una voce raggiunse i due bambini
<< Principe!? >> 
<< Ora non ho tempo di spiegare, presto! Nasconditi!>> disse il principe spintonando il mago verso un cespuglio appena in tempo << Eccovi! >> disse il Cavaliere dalla chioma riccioluta << Leon, stavo solo giocando >>
<< Si beh, ora torniamo a palazzo, non vorrei che il re s’infuriasse come la volta scorsa, mi ci sono voluti giorni, per riprendermi dall’allenamento punitivo >> disse la guardia suscitando le risate del bambino.


Negli anni seguenti, i due continuarono ad incontrarsi in segreto promettendosi a vicenda che questo loro rito non sarebbe finito mai, tutto cambiò però quando al compimento dei 16 anni di Arthur, Merlin decise di presentarsi a Camelot per consegnargli il suo regalo e avvertirlo della sua partenza. 
Fu così che in una folata di vento il mago apparve nelle stanze del principe facendolo sussultare per lo spavento…
<< Idiota! Lo sai che è pericoloso qui per te! Come ti salta in mente di venire! e apparire con la magia pergiunta! >> disse il biondo scuotendo il corvino per le spalle << Scusami, ma dovevo vederti, domani partirò con i druidi più anziani per completare la mia formazione come mago, e... volevo darti questo >> disse il mago porgendo al principe un pacchetto.

Arthur strappò la carta e lasciò uscire una medaglia in ferro battuto
<< Guarda >> disse Merlin prendendola in mano, i suoi occhi divennero incandescenti e la medaglia si spezzò perfettamente a metà
<< Tieni, questa è la tua e questa è la mia, siamo due facce della stessa medaglia, non mi dimenticherò mai di te, e sappi che un giorno, non so quando tornerò, tu solo, aspettami ok.
Sei il mio migliore amico, non dimenticarlo mai >> così dicendo il corvino posò le sue labbra su quelle del biondo e sparì così com’era comparso, senza lasciare all’altro il modo di dirgli addio.

Dopo quel giorno Arthur si recò varie volte nella piccola radura sperando di rivedere Merlin seduto sul solito sasso come da 6 anni a quella parte, ma dell’amico nessuna traccia, era sparito dopo quel bacio, e il principe voleva trovarlo a tutti i costi almeno per salutarlo un’ ultima volta.

Passarono i mesi, poi gli anni, la sensazione d’abbandono si fece sempre più forte e pesante nel cuore del biondo che piano piano decise di dimenticare il corvino.
Arthur aveva ormai compiuto 22 anni, con fatica era riuscito a dimenticarsi di Merlin e ora viveva la sua vita da principe ereditario facendo ciò che il padre si aspettava da lui; tutto sembrava andare per il meglio quando, una mattina particolarmente soleggiata, un ragazzo corvino fece il suo ingresso a Camelot.
Il principe era intento, come sempre, a torturare il suo nuovo servitore facendolo correre da una parte all’altra della piazza con un pesante scudo di legno addosso che lui e i suoi amici usavano come bersaglio, non lo faceva per cattiveria, ma fin da ragazzo si era sentito in dovere di torturare qualcuno per sfogare quella sensazione di vuoto che lo tormentava.

<< Dai amico, ti sei divertito abbastanza >> disse lo sconosciuto corvino fermando con un piede lo scudo che nel frattempo era rovinosamente caduto a terra << Ci conosciamo !? >> chiese il biondo, quel volto gli sembrava dannatamente famigliare e guardarlo gli provocava un tale fastidio alla bocca dello stomaco, come qualcosa che era rimasto sepolto ma che ora stava per riaffiorare << Pensavo non me lo avresti mai chiesto >> disse Merlin sollevando il cordino con la medaglia e rivolgendogli un sorriso a 32 denti e finalmente, dopo tanto tempo Arthur si sentì nuovamente completo. 

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Capitolo 10
*** M-make you smile ***


M- MAKE YOU SMILE 
 
<< Merlin non puoi passare tutto il tempo chiuso qui dentro! >> disse Arthur, apparendo al centro del piccolo salotto dell’appartamento di Merlin.
Un singhiozzo si alzò dal cumulo di coperte che lasciavano intravedere solo la luce del computer, i fazzoletti usati e sacchetti di caramelle semivuoti
<< Tu non capisci! Quello era l’esame più importante dell’anno, e io ho miseramente fallito! Come farò ora, sono rovinato! >> 
<< Santo cielo Merlin! Sei solo andato male un esame, non è la fine del mondo, ora esci da quelle coperte e usciamo, non ne posso più di vederti li sotto, sono quattro e dico quattro giorni che sei mummificato su quel divano! >> .

Il corvino si lasciò scivolare fuori dalle coperte rimanendo seduto sul pavimento << Dio Merlin, hai un aspetto terribile! per non parlare del tuo odore, vai a lavarti… ora! >> gli gridò il biondo, sollevandolo di forza e spingendolo verso il bagno.
20 minuti dopo un Merlin pulito e profumato uscì dal bagno, con un asciugamano legato all’altezza della vita e i capelli corvini ancora bagnati e arruffati, Arthur rimase incantato dalla forma fisica dell’amico alla quale non aveva fatto mai molto caso.

<< Wow amico! Dovresti smettere di nascondere il tuo fisico sotto felponi giganti! Sai quante ragazze cadrebbero ai tuoi piedi!? >> disse il biondo, continuando ad accarezzare con lo sguardo i bicipiti e gli addominali dell’amico << Lo sai che le ragazze non sono per me >> rispose il corvino, entrando in camera sua << Giusto, giusto, solo Usignoli per il piccolo Merlin >> scherzò l’altro << Devi smetterla di guardare Glee, Arthur >> 
<< Non è colpa mia, Gwen è fissata e poi quel Blaine non è affatto male >>.

Una risata sguaiata si levò dalla camera del moro << Sai amico, certe volte sono molto in dubbio sulla tua eterosessualità >> disse Merlin apparendo in salotto con solo i jeans addosso appoggiandosi alla schiena di Arthur
<< Ahahaha ti piacerebbe eh!? >> lo punzecchiò quest’ultimo
<< Non sai quanto >> gli sussurrò il moretto all’orecchio facendolo arrossire.
<< Andiamo a prendere un gelato? >> propose il biondo per rompere l’imbarazzo, ricevendo un versetto di approvazione dal moro che afferrò la maglietta blu e la sua immancabile sciarpa rossa prima di uscire di casa. 

Arrivati alla gelateria “ Camelot “, gestita da Gwain e Prcifal, si sedettero al loro solito tavolo vicino alla vetrata e attesero che qualcuno prendesse il loro ordine << Cosa vi porto? >> chiese un ragazzo, con i capelli ricci e corvini che gli scendevano in maniera graziosa sulla fronte << Per me un milk shake alla vaniglia >> disse Arthur rimanendo concentrato sul menù, Merlin alzò lo sguardo rimanendo così incantato dall’aspetto del cameriere
<< Per me Darren >> disse distogliendo gli occhi da quelli color miele dell’altro e leggendo la targhetta con il nome << Il gelato più grande che avete devo affogare un dispiacere >> 
<< Mmm… problemi con la ragazza? >> chiese il riccioluto << Mmm.. no, no le ragazze non fanno per me, è per un esame andato male all’università >> .
Darren gli rivolse un sorriso mozzafiato e si diresse verso il bancone dove Parcifal e Gwain gli rivolsero qualche domanda lanciando di tanto in tanto occhiate nella direzione dei due amici.
Il corvino distolse lo sguardo dal cameriere solo quando quest’ultimo scomparve dietro il bancone, il biondo invece alzò finalmente la vista dal pezzo di carta notando la faccia imbambolata dell’amico << Ehi Merls! Sembra che tu abbia visto un fantasma >> scherzò << Non era un fantasma… era un Dio sceso in terra per migliorare questa mia catastrofica vita, oh eccolo che ritorna, vedi di non farmi fare brutta figura e non mettermi in imbarazzo >>.

Darren arrivò al tavolo e appoggiò una ciotola gigante di gelato, sulla quale spiccava un delizioso cuoricino disegnato in cioccolato, sotto il naso di Merlin che arrossì leggermente << Ecco questo è per te, e questo,per il tuo ragazzo >> disse porgendo il bicchiere ad Arthur << No, no, no ! lui non è il mio ragazzo! Ahaha io e Arthur!? Ahahah mai >> esclamò il corvino diventando rosso
<< Ma come, io pensavo che mi amassi! >> disse il biondo fingendosi offeso e suscitando le risate dei due proprietari al bancone.

Il cameriere sorrise bonariamente e passò a servire un altro tavolo, Merlin ingurgitò con una velocità impressionante il suo gelato, pagò lasciando una mancia e uscì dal locale ancora rosso << Dai Merls! Era solo uno scherzo! >> 
<< Lo so >> disse il corvino infilando le chiavi nella serratura del suo appartamento e buttandosi sul divano.
<< Dai, sul serio, ti piaceva tanto quel Denny? >> 
<< Darren, Arthur, si chiamava Darren >> disse Merlin mettendo il broncio, Arthur si appoggiò allo schienale del divano << Non mi hai risposto >> gli soffiò nell’orecchio << Non era male >> rispose il corvino, << Meglio di me? >> continuò il biondo dandogli un bacio sul collo
<< Nessuno è meglio di te Arthur >> disse il moro baciandolo.

Quella sera… 
<< Gwen sbrigati! Sta per cominciare l’episodio! >> urlò Arthur buttandosi sul divano << Com’è andata oggi amore? Immagino che sia stato tutto il giorno con Merls, se non sapessi che solo uno di voi due è gay sarei gelosa >> disse la mulatta accoccolandosi sul suo ragazzo, << Si, solo uno… >> pensò il biondo con un sorriso assaporando il ricordo delle labbra di Merlin premute sulle sue. 

 

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Capitolo 11
*** G-go! not without you ***


G- GO! NOT WITHOUT

YOU


 


 
<< Perché io continuo a seguirvi ovunque! >> sbuffò Merlin correndo
<< Perché sei il mio servitore idiota? E anche perché volevo raccogliere dei fiori per Gwen >> scherzò Arthur << Certo certo, fiori speciali che guarda caso crescono SOLO nel regno di Cenred! >> disse ironico il corvino
<< Sta zitto Merlin >> rispose il biondo evitando un ramo.


I due continuarono a correre in mezzo ai boschi, inseguiti da un gruppo di soldati del regno nemico che non davano alcun segno di volerli lasciare in pace, Arthur ridacchiò tra se e se pensando a come le cose gli erano sfuggite di mano.
Da quando stava con Ginevra non aveva più dedicato molto tempo al suo servitore e quel pomeriggio voleva passare un po’ di tempo con lui, così aveva pensato di trascinarlo con una scusa lontano da Camelot 
<< Merlin, prepara i cavalli, dobbiamo andare a raccogliere fiori per la regina, domani è il nostro 
mesiversario >> a quelle parole il principe notò come il volto del mago si rabbuiò << Mmm… ok, fiori per la regina… tutto chiaro >> disse il corvino scomparendo dietro la porta. 
Arthur venne riscosso dai suoi pensieri da un tonfo sordo al suo fianco, si fermò girandosi verso la fonte del suono, notando Merlin steso a terra con la caviglia quasi completamente girata, infilata in una radice e con un rivolo di sangue che gli colava dalla fronte.
<< Ah la mia caviglia >> si lamentò il corvino, cercando di tirarsi su senza riuscirci << Aspetta idiota, così farai peggio >> disse il biondo, avvicinandosi per aiutarlo << Ah, non riesco a camminare, lasciami qui e scappa, non farti prendere, cosa vale la vita di un servo in confronto a quella di un principe? >> disse il mago, accasciandosi a terra
<< Non me ne vado senza di te, hai capito!? >> rispose il principe caricandoselo a peso morto sulle spalle. 

<< Eccoli! Sono la! >> la voce delle guardie gli arrivò forte e chiara alle orecchie, Arthur accellerò la corsa << Troveremo un posto dove nasconderci, non temere >> sussurrò ad un Merlin accasciato su di lui << Grazie Arthur >> rispose quest’ultimo. 
Dopo vari minuti di corsa l’odore umido dell’aria segnò al principe la presenza di una cascata che, poco piò avanti s’infrangeva sulle rocce bianche di un laghetto, il biondo senza neanche pensarci troppo appoggiò in maniera sicura i piedi sui sassi scivolosi infilandosi sotto il getto d’acqua, scoprendo al dilà di essa un’ampia rientranza dove adagiò il moro.
Merlin ringraziò mentalmente il calore d’inizio Giugno e, dopo aver lanciato uno sguardo assassino ad Arthur, cominciò a parlare << Non potevate scegliere un posto migliore per raccogliere fiori!? No ovviamente no, solo il meglio per la vostra regina, facciamo rischiare a Merlin la sua vita, tanto non è importante per nessuno! A chi importa del povero, goffo e imbranato Merlin, lui non è nessuno! Sapevate razza di asino borioso e arrogante che potevo far apparire qualsiasi fiore voi volevate regalare alla vostra regina stando comodamente seduto sul mio letto a Camelot senza rischiare di rimanere zoppo a vita!? Lo sapevate eh!? Eh? >> il principe alzò gli occhi al cielo, se c’era qualcosa di più fastidioso delle solite chiacchiere di Merlin, erano le solite chiacchiere di Merlin mentre lui era arrabbiato, doveva trovare un modo per azzittirlo o le guardie li avrebbero trovati, con uno scatto fulmineo si sporse verso l’altro catturando le sue labbra in un bacio frettoloso. 

Il corvino s’irrigidì sotto il suo tocco spostandosi dopo poco
<< Arthur ma cosa!? >> chiese confuso << Sai perché ti ho trascinato qui!? Volevo solo passare del tempo con te razza d’idiota!>> disse il biondo mordendogli possessivamente il labbro inferiore, a questo secondo tocco Merlin si lasciò andare sciogliendosi completamente, allacciò le sue dita dietro la nuca di Arthur sentendo le mani di quest’ultimo vagare sotto i suoi vestiti cercando di scoprire più pelle possibile.

<< Dopo tutto questo non è un brutto di morire >> di disse il moro sorridendo contro le labbra del biondo.
 

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Capitolo 12
*** V-Victim ***


V- VICTIM 
 
La luce filtrava dalla finestra delle camere reali, Arthur infilò la testa sotto il cuscino sentendosi particolarmente strano quella mattina, per tutta la notte non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto in preda a strani incubi che l’avevano tormentato.
Il rumore leggero della porta lo destò dal suo sonno, aprì un occhio appena in tempo per vedere Merlin entrare in camera sua << Buon giorno principe >> disse questo trattenendo un sorriso << Cosa c’è di tanto divertente idiota? >> disse il principe, ma dalla sua bocca uscì solo qualche ugiolio
<< Cos’è stato!? >> chiese nuovamente allarmato << Perché non controllate voi stesso!? >> rispose il mago, lasciandogli spazio per avvicinarsi allo specchio.

Il biondo capì che c’era qualcosa che non andava, quando scese dal letto vedeva tutto ad un’altezza diversa, e anche i colori erano più sbiadite e tendenti al bianco e nero, arrivato davanti allo specchio per poco non gli venne un colpo << Cosa mi hai fatto! >> disse lasciando fuoriuscire un ringhio cupo e basso,
<< Aspetta, non capisco >> disse Merlin, muovendo una mano, i suoi occhi divennero dorati e finalmente Arthur riuscì a parlare << Cosa mi hai fatto!? >> ripeté << Solo un piccolo incantesimo, ti avevo avvertito che era meglio non sfidarmi >> rispose l’altro ghignando.
Il principe tornò a guardarsi allo specchio, era diventato un cane! Ma non un cane qualsiasi! Era diventato uno stupidissimo e pelosissimo volpino dal pelo dorato! << Non potevi scegliere qualcosa di meglio!? >> chiese stizzito
<< No, ti trovo molto carino così sai? >>
<< Vedrai se mi troverai ancora carino quando ti morderò quel tuo grasso didietro! >> ringhiò il biondo.
In quel momento qualcuno bussò alla porta << Arthur? È permesso? >> 
<< Certo vieni avanti Morgana, Arthur non c’è è agli allenamenti >> rispose Merlin e Morgana fece la sua entrata notando subito quella piccola palla di pelo ai piedi dell’amico << E lui chi è!? È così carino >> disse accarezzando la testa del cagnolino che andò come in estasi << Lui è Art… Arthy, l’ho trovato ieri sera e adesso mi segue ovunque, è un po’ sporco ma non ho il tempo per lavarlo potresti però prendertene cura tu ? >> 
<< Certo! Con molto piacere, vedrai, dopo un bagno e qualche fiocco sarà come nuovo >> disse la corvina prendendo in braccio l’animaletto. 
<< Non puoi farmi questo Merlin! >> disse Arthur lasciandosi sfuggire alcuni ugiolii << Non ti preoccupare piccolo, ci vediamo tra poco, fai il bravo >> disse dandogli una rapida grattatina dietro le orecchie << Sappi che mi vendicherò >> aggiunse il principe, mentre Morgana lo trascinava fuori dalla stanza.

Il resto della mattinata trascorse tranquillo e, all’ora di pranzo Merlin tornò a prendere il suo piccolo amico peloso, aperta la porta della stanza della corvina non potè trattenere una fragorosa risata, Arthur, o meglio il volpino, era tutto agghindato con fiocchi e merletti << Oh Merlin, non è carinissimo!? >> chiese Morgana accarezzando il cagnolino << Certo che lo è, vieni Arthy, andiamo a mangiare >> disse il mago sollevandolo.
<< Quanto durerà ancora tutto questo!? >> chiese il biondo esasperato
<< Oh, dai, non dirmi che le attenzioni di Morgana non sono state di tuo gradimento… sei così carino con quel merletto attorno al collo… >> disse il corvino << Merlin voglio ritornare umano! >> 
<< Chiedimi scusa! >> il cagnolino si appiattì al suolo e cominciò a ringhiare mostrando i denti
<< Non sei spaventoso come credi Arthur >> 
<< Non ti chiederò mai scusa! >> disse il biondo
<< L’hai voluto tu… >> disse il corvino uscendo nel corridoio 
<< Ragazze, è tutto vostro >> una serie di urletti eccitati si levò dall’esterno della camera del principe
<< MERLIIIIIIIN!!!!>>
 
 
 

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Capitolo 13
*** S-shot ***


S- SHOT

 
Il grande commissariato di Londra era stranamente silenzioso, tutti gli agenti erano in trepidante attesa del nuovo collega appena trasferito da Belfast, tutti tranne uno…
Arthur si stiracchiò sulla sedia sorseggiando il suo caffè da passeggio, non capiva tutta quella voglia che gli altri agenti avevano d’incontrare la nuova matricola, ok, è da dire che giravano voci che il nuovo arrivato fosse il migliore del suo corso ma lui non aveva nessuna intenzione di fargli da balia.

Le porte della stazione di polizia si aprirono timidamente lasciando entrare un ragazzo dalla chioma corvina avvolto in un improbabile giubbotto di pelle, il biondo si sporse sulla scrivania per osservarlo meglio notando subito i due occhi azzurri che spiccavano sulla carnagione pallida. 
<< Salve agente Emrys, benvenuto a Scotland Yard, mi segua le presento il suo compagno >> disse Lenstrade imboccando il lungo corridoio che portava agli uffici, Arthur cercò di farsi il più piccolo possibile, non voleva che gli appioppassero un novellino, non dopo che l’ultimo affidatogli gli aveva quasi fatto saltare una missione.
<< Buon giorno agente Pendragon, non l’avevo vista, pensavo non fosse ancora arrivato! >> squittì Gwen, la segretaria della stazione facendo in modo che l’attenzione di Lenstrade si posasse su di lui << Arthur! Eccoti, voglio presentarti l’agente Emrys >>
<< Mi chiami Merlin la prego >> disse il corvino, allungando una mano verso il biondo che l’afferrò stringendola in maniera poco convinta << Allora agente, da quanto lavora in polizia… >> chiese Arthur alzando un sopracciglio
<< Sei anni >> rispose Merlin in maniera convinta, per poco l’agente londinese non si strozzò con la sua saliva << Cosa!? Ma scusi se mi permetto, lei quanti anni ha? >> 
<< 32 signore >>.
Il corvino si lisciò il giubbotto di pelle a disagio, non sapeva che a Londra tutti si vestivano eleganti per andare a lavoro… nella stazione di polizia di Belfast nessuno faceva caso ai vestiti, ma li si sentiva come se gli stessero facendo una radiografia << A cosa state lavorando? >> chiese, un po’ per curiosità un po’ per fermare l’imbarazzo << Ad una caso di rapina a mano armata… i rapinatori sembrano scomparsi nel nulla, ma siamo vicini a rintracciarli, questione di giorni ormai >> rispose il biondo, avvicinando una seconda sedia alla sua scrivania.

<< Se non le dispiace fino a quando non troveremo una postazione anche per lei condivideremo la mia scrivania >> disse Arthur << Certo, spero di non esserle troppo di disturbo >> rispose Merlin, sfoderando un sorriso a 32 denti, il biondo si sentì mancare, non poteva non ammettere che il suo nuovo collega non fosse attraente, però doveva capire se anche lui capeggiava per la sua sponda oppure no << Allora Emrys, hai qualcuno che ti aspetta a Belfast? Una moglie, una fidanzata… >>
<< No agente Pendragon, avevo una storia, ma è finita prima che partissi… >> rispose il corvino, abbassando lo sguardo << Oh mi dispiace…>> rispose Arthur << Non importa, sono stato io a lasciarlo… >>.

Aveva appena detto “lasciarLO” !? allora forse…
<< Agenti! Li abbiamo trovati! >>
Una voce fece irruzione nei suoi pensieri interrompendo il flusso di domande
<< Dove? >> sentì dire da Lenstrade << In una fattoria vicino al lago, poco distante dalla periferia di Londra >> 
<< Cosa stiamo aspettando, andiamo! >>.
Tutta la squadra si movimentò e anche Merlin venne trascinato su una vettura, le auto sfrecciarono veloci nel centro della città, dovevano fare in fretta, per tutto il viaggio il nuovo arrivato si trovò premuto contro il suo compagno che, per stare più comodo, gli passò un braccio attorno al collo ritrovandosi così immerso in una coltre di capelli corvini.
Arrivati alla fattoria le auto si parcheggiarono circondando l’abitazione
<< Uscite con le mani in alto! >> gridò il commissario per farsi sentire dai rapinatori << Siete circondati! >> ci fu un momento di silenzio poi tutto andò a rotoli.
Ci furono alcuni spari, molti proiettili rimbalzarono contro le portiere aperte delle auto, Arthur si scostò un poco avvicinandosi al bordo del lago tenendo sotto tiro uno dei rapinatori << Getta la pistola >> gli intimò tenendolo sotto tiro.

Un colpo, Merlin si girò, appena in tempo per vedere il suo compagno arretrate e finire dritto nel lago, il corvino rimase a fissare la scena per alcuni minuti poi finalmente realizzò, cominciò a correre schivando alcuni colpi e, con un’agilità incredibile si tuffò nel lago ripescando il corpo del biondo.
Nel frattempo gli agenti erano riusciti a catturare i farabutti e li stavano spingendo dentro le vetture, Arthur aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti il viso sollevato di Merlin, << Tu mi- mi hai salvato? >> chiese e il corvino annuì, improvvisamente sentì un dolore lancinante al fianco ferito << Quando tutto questo sarà finito, ricordami di invitarti a cena >> disse << lo farò, con molto piacere >> 
 

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Capitolo 14
*** D- doctor who ***


D- DOCTOR WHO?
 
Il cagnolino si mosse a disagio dentro il trasportino, guaendo di tanto in tanto per attirare l’attenzione del padrone << Buono piccolo, tra poco tocca a noi… oh almeno spero >> disse Arthur, accarezzando dolcemente la bestiola attraverso le sbarre.

Non era passato molto tempo da quando il biondo aveva trovato un piccolo bastardino abbandonato sotto il portico di casa sua, il cucciolo era talmente piccolo e indifeso, riparato dal freddo di Gennaio solo da una copertina leggera, che Arthur non aveva avuto il coraggio di lasciarlo li. 
Quella sera stessa poi aveva chiamato Gwen per chiederle il numero di un buon veterinario da cui portare la bestiola…
<< Pronto Gwen, ho un problema >> disse il Pendragon accarezzando il pelo morbido del cagnolino << Dimmi Arthur, nulla di grave spero >> 
<< Ho trovato un cane… non so cosa fare Gwen, non ho mai avuto animali, e questo è così piccolo…>> rispose preoccupato il biondo << Per stanotte starà bene, solo, tienilo vicino a te, domani recati dal dott. Emrys, ti fisso un appuntamento io e ti mando l’indirizzo >>
<< Il dottore chi? >> chiese confuso Arthur << Il dott. Emrys, è il migliore in città, è anche molto carino… e soprattutto è gay! >> 
<< Gwen, mi serve un veterinario per Excalibur, nulla di più >>.

<< Arthur Pendragon? >> la voce squillante della segretaria lo riportò alla realtà << Sono io >> disse timidamente Arthur << Il dott. Emrys può riceverla >> così dicendo la ragazza gli fece segno di seguirla, accompagnandolo fino ad una grossa porta blù sulla quale capeggiava la scritta “ Police Box “ .

Il biondo scosse la testa sorridendo ed entrò << Buon giorno, è più grande all’interno… >> disse facendo sussultare il medico << Anche lei un fan!? >> 
<< ovvio >>.

Il veterinario si girò rivolgendogli un sorriso che mise in risalto i suoi zigomi appuntiti, per poco ad Arthur non venne un colpo, non aveva mai incontrato un ragazzo così affascinante, i capelli corvini ricadevano in morbidi ricci sulla fronte e gli occhi azzurri erano così in contrasto con la pelle nivea da sembrare quasi fuoriposto.
<< Allora, chi abbiamo qui >> cominciò il veterinario indicando il trasportino
<< Oh, lui è Excalibur, l’ho trovato ieri sotto il mio portico e… beh… ecco… io… io… non ho mai avuto un cane e non so da che parte cominciare >> disse il biondo imbarazzato << Che carino >> disse Merlin riferendosi al palese rossore formatosi sulle guance di Arthur che sollevò un sopracciglio sorpreso dall’apprezzamento << Ehm… intendevo il cagnolino, è proprio un amore >> cercò di rimediare tirando fuori il cucciolo << Oh bhe, certo certo ovvio >> .

Il dott. Emrys posò il cagnolino sul tavolo da lavoro e cominciò a visitarlo
<< questo piccolino è sano come un pesce, chiunque l’abbia abbandonato dovrebbe patire le pene dell’inferno! >> disse poi, ridando il cucciolo ad Arthur << che nome gli hai dato? >> 
<< Excalibur >> disse il biondo con un sorriso timido, il veterinario cominciò a ridere << Cosa c’è da ridere?! È un nome carino! >> borbottò Arthur accarezzando con fare protettivo il cagnolino << No, no, non è per il nome, è che questa storia ha dell’incredibile! Voi vi chiamate Arthur Pendragon non è così?! >> 
<< Si, ma continuo a non capire…>> disse confuso il Pendragon << Vedete, il mio nome è Merlin Emrys, che, se sei un po’ ferrati sulla storia britannica, era il mago con cui crebbe il leggendario re Arthur, diventato tale per aver estratto la spada Excalibur dalla roccia >> disse Merlin ridendo.
Arthur sorrise divertito << Sembra quasi destino il fatto di esserci incontrati >> 
<< Già… hai già tutto per il cagnolino o ti serve ancora qualcosa >> chiese il veterinario con le guance leggermente arrossate << Mmmm… no, veramente non ho ancora nulla, e non so nemmeno da che parte cominciare >> 
<< Allora vieni, ti accompagno in un negozio, tanto per oggi ho finito >> disse il corvino togliendosi il camice e indossando il giubbotto, facendo ciò la t-shirt blu elettrico si alzò lasciando scoperta una piccola porzione di pelle nivea che fece venire voglia al biondo di avvicinarsi per toccarla
<< Non vorrei disturbare, magari hai di meglio da fare,
qualcuno che ti aspetta… >>
<< No, solo il mio gatto Eleven … e non penso sia un problema per lui rimandare la nostra serata da single nerd >> disse Merlin ridendo.

I due uscirono dall’ambulatorio e camminarono parlando del più e del meno scoprendo di avere molte cose in comune, dal gusto di gelato preferito alla serie tv più amata.
Dopo pochi isolati il veterinario si fermò davanti ad un piccolo negozio con l’insegna “ CAMELOT PET SHOP“ , spinse la porta di vetro ed entrò << Ehi Will! >> disse << Oh Em! Da quanto non vieni! Come sta Eleven? >>
<< Tutto bene, oggi sono qui con un paziente >> disse indicando il cagnolino
<< Lui è Excalibur, e lui è il suo padrone, Arthur>> 
<< Ahahah che strano, Merlin e Arthur con Excalibur nel mio negozio.
Sembra quasi uno scherzo del destino >> disse il ragazzo ridendo e passando un braccio intorno alla vita del veterinario, il biondo represse il desiderio di staccarglielo a morsi. 

Dopo un tempo incredibilmente lungo tutti i nuovi oggetti per il cagnolino furono imbustati e il dott. Emrys si offrì di aiutare Arthur a portarli a casa, arrivati sotto il portico il biondo lo fece entrare << Grazie mille per l’aiuto dottore, puoi appoggiare tutto li >> disse indicando un piccolo ripiano in salotto << Oh santo cielo! Quello è seriamente il DVD di Sherlock con i contenuti speciali!? Dove l’hai trovato? Sono diventato matto a cercarlo senza risultati! >> disse il corvino prendendo in mano la confezione e ammirandola
<< Ti va di fermarti a vederlo? >> 
<< Con molto piacere! >>

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Capitolo 15
*** Marry me ***


MARRY ME ( speciale )


 
Il piccolo salotto della casa di Arthur era stato invaso dai suoi amici, forse non era stata una buina idea avvertirli in quel modo…

- Cavalieri, emergenza, rapporto a casa mia tra 20 minuti. A
- Arthur tutto bene? L
- ehi, problemi in paradiso?! G 
- venite e basta, vi spiegherò tutto… A 
- si tratta di Merlin? P 
- si…. A

Gwain si era arrampicato sul bordo del divano e stava discutendo con Parcifal sul motivo della loro convocazione, anche Lancelot, Elyan e Leon partecipavano attivamente alla discussione, quando Arthur entrò nella stanza << Allora ragazzi… vi ho riunito qui perché… >> il biondo si bloccò notando che nessuno dei suoi amici gli stava prestando attenzione, si schiarì la voce << Ho detto che vi ho chiamato perché voglio…>>.
<< Avanti Parcifal non puoi essere serio! >> esclamò più forte Lancelot, Arthur si schiarì nuovamente la voce << Ragazzi… io voglio >> i Cavalieri continuarono ad ignorarlo << VOGLIO SPOSARE MERLIN !! >>.
Il silenzio calò nel salotto, tutti si girarono lentamente a guardare il Pendragon con una faccia sconcertata 
<< Per la Dea Arthur! Sei serio? >> chiese Leon sbalordito
<< Si, voglio sposarlo >> 

<< Ma state insieme da poco, avete entrambi solo 30 anni e… e… oddio mi sento male >> disse Gwain fingendo uno svenimento.
Arthur rise << Smettila di fare la Drama Qeen Gwain, sono serissimo, amo Merlin e voglio stare con lui per il resto della mia vita >> 
<< Sono felice per te amico >> disse Lancelot abbracciando il biondo
<< Bene, ora che lo sapete vorrei il vostro aiuto per organizzare la proposta… voglio che sia speciale, unica, indimenticabile >> disse Arthur con aria sognante.

Improvvisamente una voce alle loro spalle fece sobbalzare tutti << Cos’è unica e indimenticabile? >> 
<< Merlin! Ciao! >> esclamò Gwain avvolgendo con un braccio il collo del corvino << Stavamo parlando della partita di calcetto di ieri, è stata proprio unica e indimenticabile, non è così ragazzi? >> chiese il castano, ottenendo versi di consenso << Ah beh… non sapevo che eravate qui, ti ho lasciato una decina di messaggi Arthur chiedendoti se potevo venire, ma siccome non mi hai risposto mi sono preoccupato e… >> il biondo colmò la distanza tra loro posando le sue labbra su quelle del fidanzato << Sta zitto Merlin >> disse con un sorriso staccandosi con un sonoro smuak. 
<< Ora devo tornare in studio, la mia pausa è finita e quei piccoli animaletti hanno bisogno di me >> disse Merlin, sollevando la sua borsa da veterinario
<< A dopo amore >> disse Arthur ritirandolo nuovamente a se per un altro bacio << Potrei vomitare >> disse Gwain dopo aver sentito la porta chiudersi
<< Stai zitto ! >> gli urlarono tutti gli altri in coro prima di mettersi attorno ad un tavolo per decidere come effettuare la proposta.



Arthur non era mai stato così nervoso, controllò per l’ennesima volta di avere l’anello in tasca, si risistemò la camicia nera e tirò fuori il telefono: 
a Merls <3 : 
scusa se ti ho ignorato tutt’oggi, avevo da fare, sta sera ceni con me? Ti prego non dire di no A

Da Merls <3 :
10 minuti e sono li, spero tu sappia farti perdonare ;) 

Il biondo tirò un sospiro di sollievo, per tutto il giorno non aveva fatto altro che organizzare nei minimi dettagli tutto quanto, aveva comprato tonnellate di palloncini rossi, una bombola d’elio, candele, fiori, aveva cucinato la cena e decorato tutto il giardino. 
I Cavalieri lo avevano aiutato in tutto ciò tenendo Merlin sempre a debita distanza da lui facendolo girare come una trottola impazzita da un negozio all’altro, vuoi per fare la spesa vuoi per qualche stupida commissione, addirittura Gwain l’aveva tenuto 3 ore a casa sua chiedendogli cosa avesse il suo pesciolino rosso per poi arrivare da solo alla fondata convinzione che fosse morto. 

Merlin suonò il campanello, ma nessuno andò ad aprirgli, suonò una seconda volta, ma da dentro casa ancora nessuna risposta, sbuffando tirò fuori il suo mazzo di chiavi, l’infilò nella serratura ed entrò, trovandosi davanti un piccolo palloncino fluttuante con un bigliettino attaccato “ segui il sentiero dorato “
<< Stupido Arthur e la sua fissazione per il mago di Oz >> si disse il corvino con un sorrisetto divertito notando poi una scia di candele che gli indicavano la via. 

Il moro salì le scale ritrovandosi davanti alla porta della camera di Arthur, spinse la porta pensando di trovarci dentro il fidanzato, invece, una volta accese le luci si ritovò immerso in una nuvola di palloncini con attaccati tanti fiori profumati, solo uno differiva dagli altri per un piccolo bigliettino arrotolato, Merlin lo prese e lo lesse “ raccogli i fiori e raggiungimi fuori, gattino “ un altro sorrisetto si formò sul viso del moro, fece come gli era stato ordinato e scese in giardino. 

Arrivato fuori due mani che conosceva bene gli si posarono sugli occhi, poi sostituite da una benda leggera, si sentì preso in braccio e dopo poco riappoggiò i piedi per terra << Ok, conto fino a 3… 1, 2, 3! >> la benda cadde e Merlin aprì gli occhi, e il suo sguardo venne catturato da un luccichio, sul prato, composta di tante piccole candele, capeggiava la scritta “ MI VUOI SPOSARE? “ .
<< Oddio Arthur… non ho parole, c’è una ce l’ho SI! Si si e ancora si! >> disse il corvino buttandosi al collo del biondo che l’avvolse in un abbraccio appoggiando la sua testa nell’incavo del collo bianco del suo fidanzato 
<< Sono così felice Merls che tu abbia detto sì! Non sai che paura ho avuto, per un attimo ho pensato che mi avresti rifiutato >> disse << Sei proprio una testa di fagiolo, come avrei potuto rifiutarti, sei il mio amore, il mio respiro, il mio mondo, il mio tutto Arthur, non ho mai desiderato altro che passare il resto della mia vita con te e ora che questo sogno è diventato realtà, penso di essere la persona più felice di questo mondo >> disse Merlin, senza lasciare la presa sul collo di Arthur << Che ne dici, mangiamo? >> chiese quest’ultimo indicando il tavolo apparecchiato << Mmmm… c’è una seconda opzione? >> chiese il corvino con una luce particolare negl’occhi << Penso proprio di si >>. 

Così dicendo il biondo avvolse il moro in un abbraccio spingendolo dolcemente dentro casa e poi su per le scale, arrivati alla porta della camera il bacio si era fatto meno casto e più passionale.
Con un movimento veloce Merlin aprì la porta, le mani di Arthur vagarono sotto la maglietta scoprendo piano piano ogni centimetro di pelle diafana, il corvino sorrise e, con un ultimo gesto buttò il fidanzato sul letto prima di chiudersi dietro l’entrata.

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Capitolo 16
*** di fuliggine e marmo ***


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DI FULIGGINE E MARMO…
Merlin si calò il piccolo cappello nero sul capo lasciando cadere un po’ di fuliggine, imbracciò il suo scopettone si diresse verso la prossima casa sulla sua lista.
Agli occhi di tutti poteva sembrare un normalissimo bambino di 6 anni, ma nella Londra Vittoriana nessun bambino di 6 anni, proveniente da una famiglia povera, poteva essere considerato “ normale “ … infatti il piccolo corvino era costretto a lavorare come spazzacamino per aiutare la madre a tirare avanti in quella difficile crisi finanziaria che si era abbattuta su tutta l’Inghilterra.
Il bambino alzò l’ossuta manina pallida e tirò la cordella del campanello, un acuto scampanellio si levò al dilà della pesante porta bianca di legno che si aprì poco dopo con un leggero scricchiolio, una cameriera si affacciò all’uscio sorridendogli amabilmente << desidera? >>
<< salve, sono lo spazzacamino, è questa la casa dei signori Pendragon? >> disse il moro in tono convinto 
<< certo, ti accompagno fino al camino da sistemare >> disse la ragazza chiudendogli la porta alle spalle.
L’interno della villa era dominato dal marmo; i pavimenti erano di marmo, le scale erano di marmo, perfino le rifiniture del soffitto lo erano, il piccolo Merlin rimase stupito da tutto quello splendore e si sentì quasi in colpa quando notò le piccole impronte nere che aveva lasciato sul pavimento immacolato.
Dopo aver seguito la cameriera fino al caminetto da ripulire il bambino sollevò il suo scopettone inserendolo all’interno della cappa facendo cadere una numerosa quantità di fuliggine sui teli sistemati in precedenza, tossicchiando rumorosamente quando un po’ di sporcizia gli finiva in gola.
Improvvisamente un suono di risate risuonò per i corridoi della grande casa silenziosa, un gruppo di bambini, poco più grandi di lui, stavano prendendo in giro un piccolo lustrascarpe di nome William che lui conosceva bene.
<< andiamo Willy! Cosa aspetti! Lucidami le scarpe! Cosa c’è, non sai fare nemmeno questo? Mi chiedo come tu faccia ad essere ancora vivo, non sai nemmeno portare a termine un semplice compito. Devi essere proprio la delusione della tua famiglia di straccioni >> disse il biondino che sembrava essere capo << vieni, ti spiego io come si fa >> e così dicendo passò lo straccio sporco di grasso in faccia al lustrascarpe che rimase impietrito con le lacrime agli occhi.
Merlin a quella scena non poté fare a meno di assottigliare lo sguardo, non sopportava i prepotenti, non li aveva mai sopportati… si alzò dal pavimento e pulendosi il naso con una manica si diresse verso il gruppetto << andiamo amico, ti sei divertito abbastanza >> disse con un tono cordiale mettendosi davanti a Will.
<< ci conosciamo? >> chiese il bambino biondo << no >>
<< eppure mi hai chiamato “ amico “ >> il biondino si avvicinò al corvino << è stato una mio errore >>
<< lo penso anche io >> un altro passo << come ti chiami? >> 
<< M-Merlin >> balbettò il corvino 
<< e dimmi Merlin, sai camminare sulle ginocchia ? >> e dicendo così il biondo gli girò il piccolo braccio facendolo atterrare sulle rotule. 
Quello fu l’inizio della loro stupenda amicizia, Arthur ogni sera lasciava la finestra di camera sua aperta così che Merlin potesse entrare per giocare con lui una volta finito il suo turno di lavoro, e così fece anche quella sera…
<< Merlin svelto! Indossa il tuo vestito da mago! Dobbiamo continuare la nostra avventura! Camelot non si salverà da sola! >> esclamò Arthur lanciando a Merlin un mantello e un appello nero a punta.
Poco tempo prima il biondino aveva trovato nella libreria della villa un libro sulle leggende e dopo averlo detto a Merlin lo aveva costretto a leggerlo per fargli scoprire che 2 dei personaggi avevano i loro nomi << ehm… Arthur, io non so leggere >> gli aveva detto dopo un po’ il corvino arrossendo << non ti preoccupare, giochiamo alle leggende, ogni giorno leggerò un capitolo e la sera quando verrai qui reciteremo le parti dei nostri alterego >> 
<< alte… alte chè !? >> 
<< alterego idiota! >>.
<< ok sono pronto, dov’eravamo rimasti ieri? >> chiese il corvino sistemando la piccola corona d’oro in testa al biondo.
I due bambini s’immersero completamente nei loro giochi, ma si sa che la felicità è difficile da raggiungere e ancora di più da mantenere, soprattutto quando il destino decide di avvicinare due bambini così diversi in un epoca dove il divario sociale è così marcato.
Alcune ore dopo infatti la porta della grande villa si aprì richiudendosi con un tonfo sordo che i due amici, essendo troppo occupati nel loro gioco, non lo sentirono, così come non sentirono i passi su per le scale e lo scricchiolio delle assi del primo piano, segno che qualcuno si stava avvicinando << e questo cosa significa!? >> tuonò Uther spalancando la porta all’improvviso << padre! >> squittì Arthur alzandosi dal castello di legno che aveva costruito insieme all’amico << chi è questo straccione!? E perché tu non sei a fare i tuoi studi in biblioteca! Questo pezzente ti sta rovinando! Fuori! Fuori da casa mia! >> disse Uther afferrando Merlin per un orecchio e e trascinandolo giù per le scale.
<< ahi!ahi! mi fai male >> continuava a piagnucolare il corvino mentre veniva trascinato al piano di sotto << Merlin! Merlin! >> fiondandosi verso l’amico prima di essere bloccato dal padre che lo afferrò per le piccole spalle << smettila Arthur! Fai l’uomo! Non voglio feccia a casa mia! >> disse Uther spingendo brutalmente il piccolo spazzacamino fuori di casa.
Merlin incespicò sui gradini finendo a terra dento una pozzanghera, il sangue che sgorgava dal piccolo taglio sul ginocchio si mischiò al fango e alla pioggia << e ora sparisci! >> gli gridò il ricco tirandogli il suo cappello dritto in faccia, il corvino potè sentire i singhiozzi del bambino biondo fermo sulle scale e dopo aver lanciato un ultimo sguardo all’interno si alzò e corse via.
Passarono i giorni, poi le settimane, Arthur se ne stava chiuso in camera sua, non voleva più mangiare e non voleva più studiare, l’unica cosa che faceva era leggere ininterrottamente il libro di leggende Arturiane con gli occhi arrossati dal pianto.
Un giorno un leggero bussare alla sua finestra interruppe la sua lettura, dopo un momento di confusione il biondino riuscì a scorgere su di essa una scritta nera fatta di fuliggine << sei il mio migliore amico Arthur >> a quelle parole gli mancò un battito, corse verso la finestra e l’aprì << e tu sei il mio Merlin! Prima o poi riusciremo a rincontrarci te lo prometto! >> gridò Arthur con tutto il fiato che aveva in gola mentre il vento gelido di Londra gli scompigliava i capelli.
Ci fu un momento di silenzio nel quale il biondo si sentì morire, poi, da uno dei camini vicini uscì un piccolo sbuffo di fuliggine e, in mezzo ad esso Arthur riuscì a scorgere una piccola figura che si sbracciava per salutarlo. 




ok, questa è la prima ff che differisce dalla settimana feellings e si basa invece sulla fan fiction publicata sopra! 
Da qui in poi le fic saranno tutte così


 

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Capitolo 17
*** EROI NON SI NASCE, SI DIVENTA ***


EROI NON SI NASCE, SI DIVENTA



Image and video hosting by TinyPic Il giovane viandante corvino vagava ormai da giorni per il bosco << maledetto me e quando ho deciso si lasciare il sentiero! >> sbuffò sistemandosi meglio il fagotto sulle spalle, aveva lasciato casa sua perché non si sentiva più di appartenere a quel posto, tutti lo guardavano con disprezzo e disgusto per via dei suoi poteri magici.
Le parole di sua madre gli tornarono improvvisamente alla mente << Merlin, è giunto il momento che tu sappia, Belinor non è il tuo vero padre, tu sei nato dagli Dei Merlin, tu non possiedi la magia, tu sei l’essenza stessa della magia, loro ti hanno plasmato per farti diventare un eroe, trova il centauro Chirone, lui ti farà da guida… >>
<< guida… guida… ora avrei bisogno di una guida >> sbuffò il corvino. 
Una fitta nebbiolina cominciò a calare oscurando ancora di più la già scarsa luce che filtrava tra le fronde degli alberi, Merlin si strinse nel cappotto di pelle di cervo e continuò a vagare verso una meta indefinita indicatagli dalla magia.
Dopo alcuni minuti che sembrarono ore il viandante corvino arrivò in una radura tempestata di rovine, presumibilmente appartenenti ad una vecchia città distrutta.
Camminò in avanti sfiorando una colonna e, come evocati da quel tocco una serie di fotogrammi gli attraversarono la mente, gente che fuggiva terrorizzata, strane palle di fuoco che rincorrevano le persone risucchiando loro l’anima fino ad ucciderle.
La testa cominciò a fargli male, il corvino si lasciò cadere a terra e, così come erano arrivate le visioni finirono << che cavolo è stato!? >> si chiese Merlin massaggiandosi le tempie.
Improvvisamente un urlo quasi disumano si fece strada tra le macerie, il moro alzò lo sguardo e fu allora che la vide, la più bella creatura che avesse mai visto, la sua pelle bianca risplendeva come il marmo sul quale era seduto, i capelli le ricadevano con morbide onde sulle spalle facendo risaltare i suoi occhi color del bosco.
La ragazza correndo si guardò alle spalle ma nel fare ciò inciampò finendo distesa a terra e subito un ragazzo dalla chioma bionda le balzò addosso puntandole uno strano pugnale alla gola. 
Con un movimento fulmineo Merlin si alzò dallo scalino di marmo e, alzando una mano disse << ar athraiodh a ionad >>, il ragazzo biondo venne sbalzato lontano e appena toccò terra un gruppo di radici indistruttibili lo immobilizzarono.
Il viandante corvino si avvicinò alla ragazza e, dopo esseri assicurato che stesse bene si diresse verso l’altro ragazzo << liberami subito! >> sbraitò questo dimenandosi, il corvino puntò i suoi occhi blù in quelli azzurri del biondo e, per un attimo entrambi rimasero in apnea, un turbinio sentimenti li avvolse, sensazioni di due anime destinate ad appartenersi che s’incontrano.
<< chi sei!? Cosa vuoi da quella ragaza >> chiese Merlin più tranquillamente << quella ragazza è un mostro, è un Empusa, una creatura della cerchia della Dea Ecate, il mio compito è quello di distruggerla, così come mi ha ordinato il mio maestro, il centauro Chirone >>
<< tu conosci Chirone!? >> esclamò stupito il corvino << si, tu lo stai cercando? >> chiese il biondo << si, sono Merlin figlio di Hunit e… beh non so quale degli Dei sia mio padre >>.
Il cacciatore cominciò a ridere << piacere, io sono Arthur, figlio di Zeus, potrei presentarmi meglio se tu mi liberassi >> scherzò Arthur. 
Merlin passò la mano sulle radici e queste sparirono tornando sotto terra, il biondo si alzò spolverandosi i vestiti.
Improvvisamente la ragazza che fino a poco prima era rimasta stesa a terra si alzò e, con un movimento che di umano aveva ben poco, si avventò su Arthur mordendogli un braccio con le zanne affilate 
<< codlata agat >> esclamò Merlin stordendo il mostro che si accasciò a terra addormentato.
Arthur si piegò accarezzandole dolcemente il viso << adesso sembra così normale…. >> disse con voce tremante e gli occhi lucidi, Merlin lo guardò confuso e gli appoggiò una mano sulla spalla per confortarlo << vedi Merlin, prima della grande catastrofe che si è abbattuta sul nostro villaggio, lei era mia sorella Morgana è il suo nome, ma quella che vedi qui non è lei, un demone della cerchia di Ecate la sta usando come contenitore, ma sono sicuro che lei è ancoro li dentro da qualche parte… io… io non riesco a vederla così >> .
Il biondo cominciò a tremare scosso da una serie di singhiozzi, il corvino aumentò la presa sulla sua spalla che mutò poi in una serie di dolci carezze << ci deve essere un modo, Chirone cosa dice? >> 
<< nulla, nemmeno lui sa cosa fare, all’inizio ha fatto finta di nulla poi però lei ha attaccato l’altro ragazzo che veniva allenato insieme a me e Chirone ha dovuto subirsi le ire del Dio Poseidone… da quello che ho capito quel ragazzo era un suo pupillo… così mi ha chiesto di ucciderla, ma io non ci riesco, lei è tutto ciò che mi resta della mia famiglia terrena… >> .
Merlin prese un respiro poi parlò << posso lasciarla in quello stato ancora per un paio di giorni, nel frattempo troveremo una soluzione, te lo prometto Arthur >> così dicendo il mago si abbassò sulla ragazza e sussurrò un incantesimo passando la sua mano sul viso di quest’ultima.
I due eroi presero Morgana e la portarono fino alla grotta di Chirone, una volta arrivati l’adagiarono sul giaciglio di Arthur e attesero l’arrivo del centauro per spiegargli il piano che nel frattempo avevano escogitato.
Quando la porta della grotta si aprì lasciando intravedere la figura sfuocata di un uomo con il busto e le zampe di cavallo Merlin seppe che era il momento di presentarsi e così fece, approfittandone per illustrargli l’idea partorita poco prima, un po’ per la stanchezza, un po’ per la difficoltà del piano Chirone liquidò i due ragazzi dicendo che ne avrebbero riparlato la mattina seguente. 
<< Arthur, dove dormirai adesso che Morgana è nel tuo letto? >> chiese il corvino tirandosi su le coperte << oh, mi sistemerò qui in un angolo, non dovrebbe essere così scomodo >> 
<< se a te non da fastidio puoi dormire con me >> propose allora Merlin un po’ imbarazzato << non vorrei disturbarti… sai, sono un po’ invadente mentre dormo >> 
<< non ti preoccupare, nel villaggio dove vivevo avevo 3 fratellini e tutti dormivano con me >> rispose il corvino con un po’ di nostalgia nella voce, il biondo allora si alzò e si sistemò nel giaciglio dando le spalle all’altro addormentandosi.
<< invadente si, ma questo è proprio una cozza… >> pensò divertito Merlin quando, svegliandosi il mattino successivo, si ritrovò Arthur aggrappato addosso, cercando di non svegliarlo si trascinò fuori dal giaciglio e si sedette davanti a Morgana che ancora dormiva sotto il suo incantesimo.
Il corvino le spostò una ciocca di capelli fuori posto << ti salverò, ti libererò da quel mostro che ti sta consumando dentro, te lo prometto >> così dicendo posò un dolce e delicato bacio prima sulla fronte candida poi sulle labbra rosee della ragazza, un profumo di gelsomino e fuliggine gli invase le narici.
Dopo aver spiegato a Chirone il loro piano i due eroi partirono alla volta del Templio delle Sibille, da sempre tramiti della Dea Ecate madre delle Empuse, camminarono per ore, facendo a turno per trasportare la ragazza e, per il tramonto arrivarono a destinazione. 
Spinta la porta del templio il giovane corvino venne investito dallo stesso odore di gelsomino e fuliggine che aveva sentito quella mattina sulla pelle di Morgana << sorelle Sibille >> cominciò Merlin entrando, seguito poi dai fratelli Pendragon << la mia amica ha bisogno del vostro aiuto! >> 
<< chiunque bussi alla nostra porta è il benvenuto, soprattutto se porta un dono così prezioso >> risposero in coro le Sibille puntando Morgana con occhi famelici. 
Merlin indietreggiò portandosi davanti ad Arthur che teneva in braccio la ragazza con fare protettivo 
<< toccatela anche solo con un dito e non risponderò delle mie azioni >> disse in tono intimidatorio << oh, non le faremo del male… lei è una di noi ora… >> disse quella che sembrava essere la maggiore delle Sibille << lei non sarà mai una di voi! Voi siete dei mostri! >> sbraitò Arthur lasciandosi sfuggire un piccolo ringhio. 
La tensione in quella stanza poteva tagliarsi con il coltello, le Sibille erano in posizione d’attacco mentre i due eroi erano pronti a tutto pur di difendere Morgana.
La situazione sembrava aver raggiunto uno stallo quando, con un grosso boato, una nuvola di fumo densa si sprigionò dal fuoco posto al centro della stanza e una figura avvolta in una veste grigia si stagliò in mezzo ad esso << guarda, guarda, i figli di Zeus e Ade… come ve la passate piccoli semidei? >>
<< Ecate… >> soffiò Merlin senza distogliere lo sguardo dalla Dea << fai in modo che la tua creatura esca dal corpo di questa ragazza… e nessuno subirà conseguenze sgradevoli >> le intimò il corvino, il biondo si stupì della compostezza e del coraggio di quest’ultimo, a prima vista sembrava un fragile ragazzino dalla pelle candida, ma sotto nascondeva un carattere da vero eroe… 
La dea scoppiò a ridere << NO >> 
<< te lo chiederò un ultima volta… libera la ragazza! >> dalle mani di Merlin cominciarono ad uscire alcune scintille azzurre << non hai sentito? Ho detto NO >> Ecate continuò a sfidare il mago con lo sguardo e quest’ultimo non si muoveva di una virgola continuando a guardare la Dea negli occhi.
Tutto accadde improvvisamente, dalle Sibille uscirono alcune palle di fuoco incandescenti segno che le Empuse dentro di loro avevano deciso di uscire per combattere a fianco della loro madre, Merlin inspirò profondamente, aveva i muscoli tesi, pronti a scattare << tu non ti muovere, se le cose dovessero andarmi male porta Morgana lontano >> disse con un sussurro ad Arthur che lo guardò confuso ma annuì.
Ad un gesto di Ecate tutte le Empuse cominciarono ad attaccare il corvino lasciandogli bruciature sulla pelle << Oighear Tine >> gridò il mago e un fuoco azzurro si irradiò dalle sue mani dividendosi in tante sfere che colpirono due delle 6 creature, la dea urlò di rabbia e scagliò contro Merlin un’altra Empusa che lo colpì in pieno petto facendolo accasciare al suolo. 
<< Merlin! >> urlò Arthur che in quel momento si sentiva pressoché inutile in quello scambio di colpi << va- va via Arthur… >> balbettò il corvino tenendosi il ventre << bà- bà-báisteach >> disse e un leggera pioggia cominciò a cadere all’interno del tempio; le creature cominciarono a contorcersi per il dolore provocato dall’acqua sul loro corpo incandescente e nel giro di poco si spensero cadendo al suolo prive di vita.
<< le mie figlie! TU! Come hai osato! >> tuonò la Dea in preda ad un attacco d’ira! << ti credi tanto furbo eh!? Tanto potente! Tu non sei nessuno! Sei solo un bastardo che gioca a fare il DIO! >> e così dicendo aprì le mani creando dentro di esse due sfere di fuoco verde che scagliò poi contro il moro.
Merlin venne sbalzato via dall’urto finendo contro una parete e perdendo i sensi << non sei più tanto potente ora?! Papino non ti ha insegnato a non metterti contro gli Dei? Ah già è vero! Tuo padre ti ha abbandonato, il grande e potente Ade non voleva un figlio nato da una sgualdrina! >> 
<< adesso basta! >>tuonò una voce alle spalle di Ecate << non ti permetterò di parlare ancora così di lui! >> disse Arthur che nel frattempo aveva appoggiato Morgana contro una colonna per poter salvare l’amico in difficoltà << suo padre sarà anche uno stronzo, ma il mio no! mi ha donato questa spade e sai? mi ha spedito da qualcuno che m’insegnasse come usarla! Quindi ora libera mia sorella e lascia stare Merlin, tornatene ovunque tu vivi e lascia in pace la mia famiglia! >> 
<< oh oh! Il figlio di Zeus ha carattere! >> esclamò la Dea in tono di scherno.
Il mago intanto si era leggermente ripreso e approfittò della distrazione di Ecate per scagliarle contro un incantesimo ma, a causa delle deboli forze, questo non ebbe l’effetto sperato, la Dea si girò verso di lui con i denti affilati scoperti e tentò di morderlo al collo, il corvino tentò di resistere il più possibile, ma ormai era allo stremo delle forze e i suoi occhi si chiusero nuovamente.
Improvvisamente un suono metallico e di carne lacerata gli giunse alle orecchie, con uno sforzo immane cercò di rimettere a fuoco ciò che stava succedendo e l’unica cosa che vide fu Arthur che estraeva la spada dal corpo ormai senza vita della Dea, poi tutto tornò buio.
<< Merlin… >> una voce… una voce lo stava chiamando, la percepiva, ma era lontana, un profumo, gelsomino… soffici carezze, i suoi occhi si aprirono lentamente mettendo a fuoco due figure chine sopra di lui; non era più nel templio delle Sibille, era nel suo letto nella grotta di Chirone, e, se una delle due figure era certamente Arthur l’altra doveva essere per forza Morgana… ameno che il centauro non si fosse fatto crescere i capelli e avesse assunto una colorazione diafana.
<< finalmente ti sei svegliato dormiglione >> disse il biondo suscitando le risate della sorella << spiritoso >> balbettò il corvino alzandosi a sedere per tirargli una pacca sulla spalla, nel fare ciò però la vista gli si annebbiò e si aggrappò al braccio candido della ragazza << piano… comunque Merlin… vorrei ringraziarti, senza di te sarei diventata una schiava della Dea… grazie >> così dicendo Morgana poso un candido bacio a lato delle labbra di Merlin che arrossì imbarazzato.  
Dopo alcuni giorni Morgana dovette lasciare la grotta, con la promessa di tornare a fargli visita il più spesso possibile sempre, ovviamente, con il permesso di Chirone.
I due ragazzi avrebbero continuato il loro addestramento per diventare eroi, e per loro si prospettava un destino incredibile.

Chia 

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Capitolo 18
*** non abbiamo sofferto abbastanza? ***


NON ABBIAMO SOFFERTO ABBASTANZA?
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COLONNA SONORA CONSIGLIATA:
https://www.youtube.com/watch?v=Jg-oJKYIinQ

<< come ci sono arrivato a questo punto? >> mi chiedo, ma ormai non m’importa più, mi arrotolo i pantaloni e cammino verso la riva sassosa, avanzo di qualche passo e l’acqua comincia a sfiorarmi le caviglie, è fredda, quasi pungente, talmente azzurra e cristallina che mi fa male guardarla; mi ricorda i tuoi occhi.
Dio i tuoi occhi erano la cosa più bella che avessi mai visto, attraverso di loro mi vedevo bello anch’io, non mi sentivo il mostro che tutti credevano che fossi, e ora questo stupido lago che ti ha strappato a me ha preso il loro colore giusto per ricordarmi che lui ti può avere e io… io no.
Ormai l’acqua mi arriva alle cosce, quando sono avanzato? Non lo so, non so più nulla ormai, l’unica cosa certa è che non ne posso più della tua assenza, mi sembra di vivere senza vivere realmente… non so se capisci… 
Sai cosa penso Arthur? Penso che la mia anima sia morta con te quel giorno, tutti i nostri amici me l’hanno detto, erano tutti un << oh Merlin, non sei più lo stesso da quando lui non c’è più… >> io cercavo di tirare avanti, te lo giuro, lo facevo per loro, mi sforzavo di sorridere, ma poi sono morti anche loro prima Gaius e per ultima Gwen… e io sono rimasto solo… non avevo più nessuno con cui condividere il tuo ricordo e questo fa male, fa male leggere libri che parlano di noi e sapere che ciò che c’è scritto sono tutte bugie, fa male sapere che la nostra storia non arriverà mai ai posteri così com’è stata, ma soprattutto fa male sopravvivere al tempo! 
Sento l’acqua salirmi fino ai fianchi, una carezza dolce e gelida, come la morte, come la morte che mi accarezza l’anima, dove sei? Perché non puoi tornare da me? Lo vedi come sono perso senza di te?
Ormai so che il Drago mi ha mentito… << quando Albion avrà bisogno della sua grandezza Arthur risorgerà di nuovo >> aveva detto… allora perché tu sei ancora sotto a quest’acqua!? Ci sono state carestie, malattie, epidemie ah e le guerre, molte guerre… le ho viste tutte sai? e sono sopravvissuto mentre tutti attorno a me morivano… perché il destino ha voluto questo per me? 
È questa la sensazione di avere l’acqua alla gola? Ho passato 1500 anni senza di te, 788940000 minuti che avremmo potuto passare insieme, non ne posso più di questa vita tormentata dal rimorso e dalla solitudine, voglio raggiungere la pace, voglio raggiungere te…
Sento la magia abbandonarmi mente, con un ultimo passo, m’immergo completamente, le narici si chiudono e i polmoni cominciano a richiedere aria, bruciano e fanno male, non riemergo, ormai ho fatto la mia scelta, sto tornando da te mio re.
Ti vedo Arthur, aspettami sto arrivando, non ho nessun rimpianto, quest’acqua sarà la nostra casa e finalmente potremmo stare insieme << penso meritassimo un destino migliore amore mio, siamo buone persone e abbiamo sofferto abbastanza non credi? >> sei stato tu a parlare? Mi chiedo, tutto attorno a me diventa buio e un paio di braccia si stringono a me, adesso mi sento in pace, adesso mi sento a casa, sono con te, ti ho tutt’intorno a me poso finalmente essere felice. 

Chia

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Capitolo 19
*** New school, new life, new… friends!? ***


NEW SCHOOL, NEW LIFE, NEW…. FRIENDS?




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La campanella suonò segnando l’inizio di una nuova giornata di scuola, il giovane quarterback biondo spinse con noncuranza la porta di entrata e si trascinò fino al suo armadietto << chissà che fine hanno fatto tutti >> si chiese guardandosi attorno per cercare i suoi compagni Cavalieri. 
Non vedendo nessuno si decide ad aprire l’armadietto e un foglio gli cadde sui piedi 
“ EMERGENZA. INCONTRO. TRA. 10. MINUTI. SOLITO POSTO“ lesse, Arthur non poté fare a meno di sorridere, quel matto di Gwain aveva colpito ancora, il biondo presi sui libri e si diresse verso il giardino interno, da sempre luogo di incontro della squadra i Cavalieri preparandosi al peggio.
Merlin sapeva di essere gay, lo sapeva età di sette anni quando, in seconda elementare, per il giorno di San Valentino invece di regalare un fiore alla bambina più bella, aveva preso un cartoncino rosso e ci aveva ritagliato un cuore per poi regalarlo al suo migliore amico William, non c’è da stupirsi che poi il bambino fosse scappato via in lacrime lasciando il piccolo corvino con il cuore spezzato e la sensazione di essere sbagliato.
Quella sensazione non l’aveva abbandonato neanche il primo anno di liceo quando era costretto a nascondere la sua vera natura per non essere preso di mira dei bulli, questo impegno però fu vano, infatti, al suo primo ed ultimo ballo nella sua vecchia scuola, un gruppo di ragazzi l’attesero fuori e lo malmenarlo lasciandolo privo di sensi sul marciapiede.
Si era risvegliato dopo tre giorni dal comma, se l’era cavata con qualche costola rotta e qualche punto, ma sapeva che poteva andargli peggio, molto peggio… 
Merlin sistemò meglio la tracolla e spinse la porta d’entrata sperando con tutto se stesso di riuscire a cominciare una nuova vita.
Improvvisamente un paio di mani si strinsero al suo braccio, il corvino chiuse gli occhi preparandosi ad incassare il colpo ma l’unica cosa che sentì fu qualcuno stringessi a lui in un abbraccio e un dolce profumo di vaniglia << buon giorno Merlin >> squittì Gwen sciogliersi dalla stretta << ciao Gwen >> rispose il ragazzo con un sorriso.
Aveva conosciuto Gwen all’inizio di inizio di Agosto quando si era trasferito nella nuova città, la ragazza era la sua vicina di casa, nonché sua nuova migliore amica… << vieni, ti accompagno al tuo armadietto, la prima ora di oggi è buca quindi ne approfitterò per presentarti un po’ di gente >> disse la mulatta prendendo il corvino per un braccio e trascinandolo verso gli armadietti.
<< ma non capite!? È una questione importante! >> esclamo per l’ennesima volta Gwain calpestando nuovamente le solite quattro piastrelle del marciapiede << andiamo Gwain! Non essere esagerato! È solo un nuovo ragazzo in classe!>> disse Lancelot fermando l’amico per un braccio << io l’ho già conosciuto >> 
<< Santo cielo Morgana! Non puoi apparire così dal nulla! >> esclamò Arthur rimproverando la sorella che ride di gusto passandogli un braccio attorno al collo. 
La piccola porta di vetro del giardinetto interno si aprì circolando lasciando entrare Gwen e Merlin 
<< ragazzi vorrei presentarvi Merlin, il mio vicino di casa, è nuovo in questa scuola quindi trattatelo bene >> disse la mulatta spingendo avanti il ragazzo dietro di lei << uhmpf… p - piacere d-di… conoscervi >> si presentò il corvino tenendo lo sguardo basso arrossendo fino alla punta delle orecchie.
Arthur rimase imbambolato a guardarlo, lasciò scivolare lo sguardo sulla figura slanciata del ragazzo, << cosa aspetti a presentarti? >> gli sussurrò all’orecchio Morgana con un ghigno sul volto << adesso vado, sì, vado >> disse Arthur muovendo qualche passo verso Merlin << piacere di conoscerti, io sono Arthur >> disse, il corvino al solo sguardo rivelando due occhi color zaffiro che si piantarono in quelli azzurri del biondo. 
Il tempo si fermò erano solamente loro due in quel giardino nessun altro attorno a loro << Merlin, fai qualcosa stasera?>> chiese improvvisamente Morgana aggrappandosi alle spalle del fratello << n- no… perché? >> chiese confuso il nuovo arrivato << stasera al locale Camelot, quello di fronte alla piazza, danno una festa, noi andiamo tutti e mi chiedevo se tu volessi unirti a noi? >>.
Merlin spalancò gli occhi, possibile che quei ragazzi l’avessero appena conosciuto e già lo volevano con loro quella sera? Possibile che non l’avessero ancora catalogato come un traviato, un abominio? < mi piacerebbe molto… Ma non so ancora bene come orientarmi in città… Sono qui solo da un paio di settimane, Gwen non è che mi puoi passare a prendere e andiamo insieme? >> chiese << mi dispiace tanto, ma sono da Morgana per prepararmi >> sì scusò Gwen << se vuoi posso passare io, abiti vicino a Ginevra quindi non dovrebbe essere difficile trovare casa tua >> disse il quarterbeck. 
Merlin’s imporporò assumendo una tonalità deliziosamente rosea << oh, beh, grazie, la mia è quella di fronte, quella con gli scuroni blu >> 
<< ok, penso di aver capito, passo verso le 21:00 a dopo Merlin >> così dicendo il biondo torno in classe lasciando il corvino in mezzo al giardino con una faccia da pesce lesso.
Merlin non era mai stato così agitato per un’uscita tra amici, aveva cambiato il suo outfit almeno 10 volte per poi optare per un paio di pantaloni bianchi, illegalmente stretti, e una camicia nera che, dopo vari minuti passati sceglie il papillon il migliore da abbinare, aveva deciso di lasciare aperta fino a secondo bottone.
Soddisfatto delle sue scelte scese al piano di sotto per prendere le scarpe, ma sua madre lo fermò sul pianerottolo << oh Merlin, quella camicia è tutta sgualcita, non puoi uscire così, dammela che te la stiro >> 
<< ma no mamma, va bene cos- >> lo sguardo della donna non permetteva repliche così il corvino sito se la camicia consegnando la sua madre.
Come uno scherzo del destino, il campanello suonò in quel momento << Merls vai tu! >> esclamò Hunit dalla lavanderia, il cuore di Merlin cominciò a battere in un misto di emozione e panico, non vedeva l’ora di rivedere Arthur, ma era ancora impresentabile! I suoi capelli erano ancora bagnati e arruffati e non aveva neppure la sua camicia.
Il campanello suonò nuovamente e il corvino dovette andare ad aprire << ciao Arturo, perdonami ma non sono ancora pronto… Entra pure, accomodati pure in salotto, vado a recuperare la mia camicia, mia madre l’ha voluto a stirare a tutti costi…>> Merlin senti lo sguardo del quarterbeck passargli sulla pelle nuda soffermandosi per un secondo di troppo sul punto in cui la schiena spariva sotto pantaloni << mmmm… comunque stai bene anche così… >> sussurrò il biondo superandolo per poi sedersi sul grande divano rosso.
Pochi minuti dopo Merlin scese le scale pettinato e ordinato, pronto per uscire; se ad Arturo era sembrato bello senza camicia e i capelli bagnati, vestito così lo trovata assolutamente meraviglioso << wow, devi far colpo su qualcuno nuovo arrivato? >> lo canzonò << mmmm … forse… >> rispose il moro passandogli davanti e lasciandogli una flebile carezza sulla spalla.
Arrivati al locale Arthur apri la porta a Merlin che gli sorrise sornione, se prima aveva qualche dubbio, ora il quarterbeck era sicuro, il nuovo arrivato ci stava provando con lui, e la cosa gli piaceva molto…
<< cosa prendi? >> chiese il biondo avvicinandosi all’open bar, il moro disse qualcosa ma per il rumore della musica Arthur non riuscì a capire la risposta così si avvicinò al corvino per richiederglielo, ma Merlin si mosse in avanti appoggiando i panni sui pettorali per poi sporgersi verso il suo orecchio << ho detto che prendo un Mojito >> gli sussurrò prima di dirigersi verso il tavolo dei loro amici.
Qualche ora e parecchi drink dopo, il biondo era un po’ brillo, così, senza pensarci troppo si alzò dal divanetto e si avvicinò al corvino che in quel momento stava ballando con Gwen e Morgana << sorellina, Gwen, mollate l’osso >> disse prendendo il ragazzo per un braccio e trascinandolo con se in disparte.
<< ti prego, dimmi che giochi per la mia squadra e che non sto per fare la sciocchezza più grande della 
mia vita >> disse Arthur << Arthur, ma cos- >> Merlin non riuscì a finire la frase perché le labbra dell’altro catturarono le sue in un morbido bacio.
Passarono alcuni istanti in cui il moro rimase ferma immobile, non era abituato a quel genere di contatto… Lui non aveva mai avuto ragazzo << io-io devo andare >> balbettò fuggendo dalla presa del biondo e lasciandolo solo in mezzo alla pista.
Il giorno dopo Merlin si recò a scuola con una strana ansia, doveva dare delle spiegazioni ad Arthur e lo sapeva << Merlin… >> la voce del quarterbeck gli arrivo alle spalle, il nuovo arrivato si voltò chiudendo l’armadietto << Arthur… >>
<< Stai… Stai bene? >> Il moro abbasso lo sguardo << io volevo dirti che mi dispiace… ieri sera, io non volevo… ciè, volevo ma, so che è presto e… oh al diavolo, che ne dici di dimenticarci tutto e ricominciare da capo? Tu mi piaci Merlin , è come se ti conoscessi da secoli >> farneticò il biondo, Merlin alzò gli occhi e sfoderò il suo miglior sorriso << mi stai chiedendo di uscire? >> 
<< accetteresti se lo facessi? >> chiese Arthur.
I due ragazzi si frequentarono per quasi 2 mesi era ormai la fine di Novembre quando Arthur decise di fare la fatidica domanda… 
<< sta diluviando >> esclamò il corvino uscendo da scuola << vieni qui >> disse il biondo tirandolo a se e coprendo entrambi con la sua giacca << Merlin… >> 
<< si Arthur? >> il quaterbeck si fermò e fissò il ragazzo davanti a lui << cos’hai, mi stai spaventando >> 
<< Merlin, c’è un momento nella vita in cui incontri una persona importante, e presto senti che la tua anima è indissolubilmente legata alla sua, come se vi conosceste da secoli, quando siete insieme ti senti a casa e… quello che sto cercando di dirti è: Merlin, vuoi essere il mio ragazzo? >> chiese Arthur << si, si e ancora si >> rispose Merlin abbracciandolo felice.
 
Chia 

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Capitolo 20
*** la runa bianca ***


LA RUNA BIANCA 
 
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Correre, doveva assolutamente correre, il giovane Grifondoro si fece largo tra gli altri studenti intenti a cambiare aula per la lezione successiva << accidenti, questa volta Piton mi uccide >> si disse mentre con un ultimo balzo raggiungeva l’aula di pozioni. 
<< mi scusi signore, ho fatto tardi alla lezione successiva, poi ho sbagliato corridoio e… e poi non è colpa mia se alle scale piace cambiare proprio quando ci sono sopra! >> esclamò il biondo entrando nella piccola e lugubre sala piena di calderoni << signor Pendragon, la lezione è terminata 20 minuti fa! Non tollero più la sua insolenza, 20 punti in meno a Grifondoro! >> disse il prof. Piton facendo svolazzare il suo mantello nero e superando il povero Arthur ancora ansimante per la corsa. 
Arrivato quasi davanti alla porta l’insegnante si voltò verso il biondo e, con lo sguardo più truce di cui era capace disse << ah signor Pendragon, il preside vuole vederla… forse questa è la volta buona nella quale mi libererò per sempre di te, sei quasi più fastidioso di quel tuo compagno… come si chiama...? >>
<< Potter? >> 
<< si proprio lui! E adesso vai, sparisci dalla mia vista! >> così dicendo Piton aprì la porta e fece segno ad Arthur di uscire.
Nel frattempo in un’altra ala di Hogworts Merlin era concentrato nella lettura di un tomo su la zootecnia del mondo magico, materia che, da bravo Corvonero, studiava autonomamente no essendo insegnata nella scuola di magia e stregoneria << Merlin, il preside vuole vederti >> disse Morgana apparendo improvvisamente davanti al mago in tutto il suo splendore di Serpeverde << per la barba di Merlino! io non ho fatto nulla!! A meno che… >> il corvino andò in panico e cominciò a straparlare << ehi calmati genio! Non penso ti cerchi per punirti… in giro dicono che Silente ha bisogno di te per un caso disperato… ti conviene andare subito >> disse la corvina prima di lasciare un bacio sulla guancia del moro e sparendo tanto velocemente com’era apparsa. 
Arthur bussò un paio di volte alla porta dell’ufficio del preside Silente, si sentiva il cuore in gola << avanti >> disse una voce da dentro la stanza, il mago si asciugò le mani sudate sulla sua uniforme ed entrò.
<< bene bene Arthur, vieni, siediti pure qui, il nostro secondo ospite tra un po’ dovrebbe arrivare >> disse Silente accarezzandosi la lunga barba bianca << secondo ospite?! >>
<< permesso… >> un’altra voce risuonò all’interno della stanza << ho trovato la porta aperta e sono entrato, forse prima avrei dovuto bussare, mi perdoni >>
<< oh, non preoccuparti Emrys, vieni, siediti sull’altra sedia >> il moro ubbidì e si sedette accanto al biondo << bene ragazzi, vi ho chiamato qui perché c’è una cosa che mi preoccupa… allora signor Pendragon, i suoi voti in erbologia, pozioni e studio delle antiche rune sono ben sotto la media accettabile, se continua così entro la fine di quest’anno sarò costretto ad espellerla da Hogworts >>
<< posso rimediare! >> disse il Grifondoro spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte << su questo non ho dubbi, ma penso che le serva un piccolo incentivo… ed è qui che entra in gioco lei signor Emrys, lei sarà il tutor del signor Pendragon . Dopotutto è un Corvonero e potrei scommetterci il mio amatissimo cappello che farebbe di tutto per tirare su quel brutto volto in volo >> disse il preside sorridendo << no la prego signore, non puù mettermi come tutor Merlin “studioanchemntredormo” Emrys >> si lamentò il Grifondoro << non ha scelta signor Pendragon, o si fa aiutare o sarò costretto ad espellerla! Ora uscite di qui e accordatevi su come studiare! Fuori! >> detto ciò Silente alzò la bacchetta e, con un movimento fluido, spedì i due apprendisti fuori dal suo ufficio.
Una volta chiusa la porta il Pendragon si lzò dirigendosi verso il suo dormitorio << aspetta! >> disse Emrys raggiungendolo << cosa vuoi!? Già devo sopportarti più del dovuto abbi almeno la decenza di non assillarmi >>
<< volevo solo sapere quando avevi intenzione di cominciare, ma fa nulla… mandami un gufo o una strillettera quando avrai deciso... >> detto ciò Merlin girò i tacchi e sparì borbottando un “ asino “ fra se e se. 
Dopo questo episodio passarono alcuni giorni e molti maghi tornarono a casa per le vacanze estive << non è giusto Morgana! Perché tu puoi tornare a casa e io no! non voglio passare tutte le vacanze estive con Emrys! >>
<< non ti lamentare di lui Arthur! È un ragazzo simpatico e anche molto dolce… il tuo tipo insomma… poi anche per lui non dev’essere facile restare bloccato qui a far studiare uno zuccone come te >> rispose la Serpeverde con un ghigno << Morgana smettila, io non mi metterei mai con un tipo come lui! Scommetto che non indossa mai qualcosa che non sia la divisa… è noioso! >> si lamentò il Pendragon << pensa quello che vuoi, però prima o poi dovrai contattarlo per studiare >> così dicendo la corvina raccolse la valigia e salì sul treno per tornare a casa.
Arthur attraversò i binari e si diresse verso l’uscita, era quasi arrivato quando sentì una voce conosciuta << devi proprio tornare a casa per le vacanze Gwain!? >>
<< lo sai Merls com’è fatta mia madre… mi manda ancora i maglioni fatti a meno! Non accetterebbe mai un no come risposta… >> 
<< ma tu sei l’unico amico che ho in questa scuola! >> 
<< non puoi proprio lasciare la scuola? Avevo già organizzato un sacco di scherzi da fare a quel babbano di mio cugino… lo so quanto li ami… a volte sei veramente subdolo >>
<< magari Gwain magari! Ma Silente mi ha incastrato per benino… devo far studiare quell’asino di Arthur Pendragon, ma vuoi sapere la cosa più bella!? Lui non mi ha ancora cercato! Potrei anche passare qui tutte le vacanze senza concludere nulla. Quindi mi dispiace veramente tanto… amo fare scherzi a quell’antipatico di tuo cugino! Com’è che mi aveva chiamato l’ultima volta? >>
<< faccia da checca credo…>> 
<< già… peccato che poi la sua faccia sia diventata delicata come la porcellana… o era veramente di porcellana… non ricordo >> 
i due amici risero a crepapelle ricordando quell’episodio fino a quando il fischio del treno non gli avvertì della partenza << ora vado Merlin, e stai tranquillo, prima o poi si farà sentire… lo sai come sono i Pendragon >> disse Gwain prima di abbracciare l’amico e salire in carrozza. 
Nei giorni successivi Merlin ricevette molte richieste di aiuto da parte di studenti indietro con il programma da recuperare ma nessuna era quella che veramente aspettava… 
<< allora Moldred, cosa dobbiamo studiare oggi? >> chiese Merlin tirando fuori i suoi appunti << oggi devo studiare gli animali fantastici, faccio un po’ di confusione con Ippogrifo e Grifone >> disse il giovane Serpeverde avvicinandosi più del dovuto al Corvonero. 
Erano un po’ di giorni che il riccio richiedeva sempre più frequentemente l’aiuto del moro e quest’ultimo stava cominciando a pensare che ci fosse qualcosa in più del semplice “ studiare insieme “ almeno da parte del suo studente, Moldred era un ragazzo simpatico, ma nulla di più << allora un Grifone, come dice la parola, è un insieme di due animali che i babbani chiamano grifo e leone, la parte che va dalla testa alle zampe davanti appartiene al rapace mentre la parte sottostante appartiene al felino. Tutto chiaro fin qui? >> chiese Merlin alzando gli occhi dal libro e trovandosi davanti quelli ghiaccio dell’altro “ troppo vicino “ pensò continuando ad osservare l’altro ragazzo che focalizzò il suo sguardo sulle sue labbra, era sempre più vicino… << scusa se t’interrompo Moldy ma ti devo rubare il secchione, ordini del preside >> disse una voce alle sue spalle << Pendragon… quante volte devo dirti di non chiamarmi MOLDY!!!? >> sbottò il più giovane << come vuoi… Merlin, andiamo. Ciao MOLDY >> Merlin si riprese dal suo stato di schock, raccolse i suoi appunti e dopo aver propinato una serie di scuse al Serpeverde si precipitò dietro ad Arthur.
Dopo quell’episodio i due ragazzi si incontrarono spesso per studiare insieme, o meglio; provare a studiare…
<< estrai una runa >>
<< Fehu… evoluzione >>
<< no asino non vedi che è Uruz?! >>
<< ah già magia, ammagliamento >> 
<< NO! destino! Fato! >> 
<< È colpa tua che usi questi metodi idioti per spiegarmi le cose! >> 
<< sono 24 lettere Arthur 24!! >> .
Le cose non andarono meglio per quanto riguarda le lezioni di volo…
<< allora Merlin, non è difficile proviamo a far sollevare la scopa guarda, così… Su! >>
<< su! Non funziona… >>
<< è perché sei un idiota! Anche la scopa lo capisce >>
<< simpatico, sempre meglio non saper cavalcare una scopa che essere un asino borioso e arrogante come te! >>
<< vabbè, dai impegnati! >>
<< SU! Ahi! >>
<< ahahahahahaha >>
<< cosa c’è di divertente!? >>.
Grazie all’aiuto di Merlin Arthur riuscì a superare il primo dei suoi testa quello di pozioni, stupendo perfino il professor Piton, quel super nerd di un Corvonero stava cominciando a stargli simpatico, doveva metterlo.
Tutto sembrava filare liscio, gli appuntamenti per studiare erano sempre più frequenti e i due non perdevano occasione per punzecchiarsi a vicenda, fu proprio durante una delle loro sessioni di studio che successe …
<< guarda Arthur una Strillettera! >>
disse e Merlin afferrando la busta << è indirizzata a me…>> con un movimento veloce la lettera cominciò a parlare << Arthur Pendragon è un mezzo sangue! >>, poco dopo altre lettere vennero aperte e per tutta la scuola rimbombarono incessanti le voci delle messaggere cartacee.
Arthur sbiancò e raccattando le sue cose cominciò a correre per i corridoi sotto lo sguardo canzonatorio dei compagni rimasti alla scuola << Arthur aspetta! >> una voce alle sue spalle, quella di Merlin, lo fece rallentare per pochi secondi per poi riprendere la sua corsa verso un posto tranquillo e deserto.
Il corvino non si lascia scoraggiare, aumentò la sua andatura e raggiunse il biondo prendendogli la mano << ti fidi di me? >> chiese guardando negli occhi ottenendo un accenno di consenso << allora seguimi >> detto ciò il Corvonero cominciò correre tirandosi dietro il Grifondoro fino ad arrivare in un’ala del castello che Arthur non aveva mai visto << questo mio posto segreto è qui che vengo quando voglio stare da solo >> 
<< perché mi ci hai portato >> chiese il biondo con il cuore che batteva forte un po’ per la corsa un po’ per la mando il corvino che non aveva ancora lasciato la sua << pensavo che avessi bisogno di stare da solo >> 
<< non sono comunque da solo >> gli fece notare Arthur << se vuoi me ne vado >> disse Merlin facendo per alzarsi <>
<< ti va di raccontarmi cosa successo >> il Grifondoro si lasciò andare ad un veloce racconto: 
<< Devi sapere Merlin che il mio padre era uno dei più grandi maghi mai usciti dalla scuola di Hogwarts un po’ come il padre di Potter per intenderci, lui era da sempre destinato a sposare la madre di Morgana, come poi è successo, ma era anche innamorato di mia madre, una donna babbana dai capelli color dell’oro e gli occhi come due pozze d’acqua, lui continua a dire che sono la sua fotocopia…
Tornando al discorso, dal loro amore nacqui io, mia madre morì dandomi alla luce, sono sempre stato diverso dagli altri bambini… Nel mondo dei babbani ero quello strano così quando mi arrivò la lettera per Hogwarts decisi che non avrei detto a nessuno della mia del identità, poi però arrivatò anche mordere… Lui mi conosce da sempre e… Sono certo che è stato lui a mandare le strillettere … Adesso tutti cominciano a prendermi in giro di nuovo… Io… Io non ce la faccio…>> le guance di Arthur si rigano di lacrime, Merlin alzò una mano per pulirle e lascia una moda carezza sul tuo viso << finché sarò al tuo fianco nessuno oserà prenderti in giro, io ci sono per te Arthur, ho imparato a conoscerti da poco, ma già sento che non posso fare a meno di te. 
Per quanto mi riguarda potresti essere anche babbano al 100% per me resterai sempre il mio asino >> 
a queste parole biondo sorrise e lasciò un bacio sulla guancia candida nel corvino che arrossì fino alla punta delle orecchie << grazie Merlin… >>.
Rialzandosi dalle scale dalla tasca di Merlin cadde una runa, un sassolino bianco, senza nessun disegno sopra… La runa di Odino; vuota e bianca, la fine e l’inizio, runa della totale fiducia considerata come stimolante esperienza con il vero destino, che senza posa si rigenera come la fenice dalle proprie ceneri. 
La runa bianca richiede un'azione di coraggio, un salto nel buio, una richiesta di fede nulla è predestinato, gli ostacoli lungo il sentiero possono diventare le porte di ingresso verso nuovi inizi.
Sorridendo il mago raccolse il sassolino che gli era caduto, se lo rinfilò in tasca e corse dal Grifondoro che già lo stava aspettando in fondo alla scalinata, un capitolo delle loro giovani vite stava iniziano e loro l’avrebbero affrontato insieme. 

ok... ne aprofitto per ricordarvi del concorso e chiedervi di partecipare numerosi, un abbraccio 

Chia
 

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