L'occhio di Ra.

di PersephoneAm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nitocris. ***
Capitolo 2: *** La seconda regina. ***
Capitolo 3: *** Ramses. ***
Capitolo 4: *** La fanciulla benedetta dagli dèi. ***
Capitolo 5: *** La futura regina d'Egitto. ***
Capitolo 6: *** Sfida con i Kopesh. ***
Capitolo 7: *** L'incendio. ***
Capitolo 8: *** Minacce ***
Capitolo 9: *** Paure ***
Capitolo 10: *** Imprevisto al matrimonio. ***
Capitolo 11: *** Risveglio da sposata. ***
Capitolo 12: *** La donna rossa. ***
Capitolo 13: *** Fumo denso. ***
Capitolo 14: *** Buone nuove. ***
Capitolo 15: *** Hathorus ***
Capitolo 16: *** Tornerò presto. ***



Capitolo 1
*** Nitocris. ***


L'astro di Ra era alto in cielo e Nitocris sollevò il volto verso di esso, ammirandone i raggi, anche se per poco. In basso, gli egizi raccoglievano i vari prodotti agricoli e i funzionari controllavano che ogni cosa fosse fatta al meglio. Suo padre, Tutmosi la chiamò all'interno del palazzo. Lei era la figlia del primo ministro del re e in quanto tale doveva essere sempre bella e rosea e l'astro di Ra arrossava la pelle, quasi come se il dio volesse fare sapere che con i suoi raggi carezzava tutti quanti.

-Padre!-sorrise lei,-Vi sentite bene oggi?-.

-Meglio di ieri, figlia mia!-rispose lui, frettoloso,-Il figlio del faraone ha bisogno del tuo aiuto: vuole sapere quale cavallo trovi ideale per le sue cavalcate!-.

Nitocris rimase spiazzata dalla richiesta:il principe ereditario era forse tornato? Non fece attendere oltre il suo sovrano, recandosi quasi di corsa nell'ampio cortile che era situato al centro del palazzo reale. Ma non trovò Ramses ad attenderla, quanto il secondogenito e fratellastro del principe ereditario, Akhenator. 

-Mio principe!-lo salutò lei, genuflettendosi al ragazzo.

-Nitocris!-la riprese lui,-Quante volte ti ho detto che non c'è assolutamente bisogno che tu utilizzi queste formalità con me? Siamo cresciuti insieme, ricordi? Siamo come fratelli, io e te!-.

Nitocris arrossì, guardando verso terra, mentre i capelli della parrucca nera le sfioravano le guance arrossate dalla fatica e dal sole. Il principe le mise una mano sotto al mento, sollevandole la testa e guardandola negli occhi con un sorriso.

-Aptis ti ha forse mangiato la lingua?-le chiese, sghignazzando e facendo riferimento al gatto della ragazza,-Vieni, togliamoci da sotto questo sole cocente! Stai quasi per bruciare come paglia secca!-.

Akhenator la portò sotto il portico, sorretto dalle colonne di pietra dipinte con semplici steli di grano. Il principe le fece portare dell'acqua, che lei bevve tutto d'un sorso, come un assetato disperso nel deserto.

-Gli dèi non ti hanno favorita nel concederti una pelle più dura e resistente, per il nostro clima!-constatò il principe,-Ma hanno compensato in bellezza, amica mia!-.

Nitocris era forse l'unica fanciulla del Regno ad avere la pelle troppo chiara e morbida, così morbida che anche il lato di una pergamena l'aveva tagliata, una volta. Invidiava le altre sue coetanee e sua sorella, che con la loro carnagione olivastra potevano tranquillamente sedere sotto il sole e passeggiare senza che uno schiavo dovesse tenere loro un parasole sul capo. Ma se da un lato questa era la sua sfortuna, ecco che a compensare questa sua disgrazia giungeva la bellezza fuori dall'immaginario del più bravo poeta di corte. Aveva solo 17 anni, eppure molte donne già la vedevano come una minaccia, per i loro mariti. Come se a lei fosse importato qualcosa di quei vecchi bacucchi.

Nitocris! Finalmente un pensiero leggermente malvagio viene partorito dalla tua mente!, si disse da sola.

L'unico uomo che avrebbe mai voluto sposare non sembrava neanche degnarla di uno sguardo, quando si incontravano ai banchetti reali e lei rimaneva delusa di quella freddezza.

-Allora!-disse il principe, risvegliandola dai suoi pensieri,-Quale tra questi cavalli dovrei prendere?-.

Nitocris li studiò bene uno ad uno, poi indicò un enorme stallone nero, dalla dolta criniera e dalla lunga coda, che sembrava fissarla con quegli occhi scuri come il limo che ricopriva i campi attorno al Nilo.-Quello stallone è semplicemente stupendo, Akhenator!-.

Il principe diede un sacchetto di argenti al commerciante e anche un piccolo sacco di grano, l'anziano signore li ringraziò e benedì l'Egitto e i suoi faraoni, andandosene tutto gongolante.

-Portalo alle mie stalle, achiavo!-ordinò a un servo lì vicino,-E bada bene a non farlo ferire o scappare!-.

Lo schiavo si mosse velocemente e quasi senza farsi vedere, mentre portava via lo stallone.

-Vieni!-le disse il principe, porgendole la mano e portandola nell'ampio salone, dove il faraone stava celebrando i soliti riti propiziatori agli dèi.

Una volta terminate le celebrazioni, Amenothep si voltò verso i due ragazzi e sorrise loro, con fare paterno.-Nitocris! Ogni giorno che passa sei sempre più bella!-.

Il faraone non aveva figlie femmine, se non una bambina di appena due anni e trattana Nitocris come fosse sua figlia. Per suo padre Tutmosi non c'era nulla di male: aveva quattro figli maschi a cui badare, Nefertiti (la matrigna di Nitocris) e l'altra sorella, la figlia di suo padre e di Nefertiti, Arsinoe. 

-Se il faraone ti tratta come fossi sua figlia non v'è nulla di male, figliola!-le disse una volta suo padre,-Anzi!-.

Non che le desse fastidio, ma invidiava la piccola Arsinoe, circondata dall'affetto di suo padre e della madre mentre lei piangeva ancora Ahhotep, sua madre. I suoi fratelli non volevano pensare alla donna, morta qualche anno prima durante il sonno e preferiromo che il loro padre si allietasse con Nefertiti, sposata quattro anni prima della morte di Ahhotep.

-L'ho detto anch'io a Nitocris: è davvero splendida, oggi!-.

La ragazza si destò dai suoi pensieri al sentire nominare il suo nome e sorrise ai due reali, inchinandosi al re.-Mi lusingare, vostra maestà, ma non v'è donna più bella della dolce Hatshepsut!-disse la ragazza, riferendosi alla piccola figlia del faraone.

-Hatshepsut diverrà una bellissima donna, ma ora la più bella sei tu, Nitocris!-le fece notare il faraone, facendo entrare Tutmosi,-Ed ecco il padre di questa divina creatura!-.

Tutmosi guardò sua figlia, sorridendole appena di sfuggita e poi tempestando il faraone di alcuni problemi , forse quelli che affliggevano i contadini e gli artigiani a sud dell'Egitto.

A sud vi era presente ormai da anni la minaccia dei nubiani, una popolazione originaria appunto della Nubia, che era intenzionata a stabilirsi nelle zone del fertile e divino Nilo. Per questo il principe Ramses era partito per la Nubia, per combattere i nubiani e rendere il regno ancor più potente di quanto già non lo fosse.

-Divino faraone!-iniziò Tutmosi,-Si tratta di vostro figlio Ramses! Dice che arriverà domani con un nugolo di prigionieri nubiani. La vittoria va solo al dio faraone e all'Egitto!-.

Aveva vinto! Ramses aveva vinto! I nubiani non erano riusciti a sconfiggere il forte esercito egizio e l'indomani sarebbe tornato a Menfi!

-È stato educato bene alla guerra, caro il mio Tutmosi!-esclamò il faraone, lieto nell'aver appreso la notizia della vittoria,-Dì agli schiavi di preparare un sontuoso banchetto per domani e ordina ad ogni angolo del regno di festeggiare!-.

-Certamente, divino!-rispose Tutmosi.

-Ah Tutmosi!-lo chiamò il faraone, dopo aver letto il comunicato di suo figlio,-Credo che dovrò parlati, più tardi! Non sparire!-.

-Sarò qui tutto il tempo che vuole, mio signore!-.

-Perfetto!-disse il faraone,-Nitocris, deliziaci con un po' di musica, te ne prego!-.

-Ciò che desidera il mio faraone è a me lieto!-rispose la ragazza, suonando l'arpa di una delle ancelle, pizzicando con delicatezze le corde dello strumento e mettendoci tutto il sentimento e il cuore.

Alla fine dell'esibizione il faraone sollevò il calice colmo di vino e brindò alla salute della ragazza, che ringraziò e guardò Akhenator. Leo e il principe erano amici da quando si erano conosciuti all'età di quattro anni lei e cinque lui e la loro amicizia durava da dodici anni senza che mai avessero litigato una sola volta e questo non faceva che allietare la dolce Nitocris, che ormai confidava tutto all'amico/fratello, soprattutto la mancanza della madre scomparsa e dell'invidia fraterna e ogni volta lui era lì, pronta a consolarla nel migliore dei modi: facendola sorridere. Anche in quel momento Akhenator le sorrise e lei non poté che rispondere al gesto, sperando che Ramses arrivasse presto.

---- eccomi! Stavolta prendo di mira gli egizi (ringraziate "La Mummia" che mi ha accedo la lampadina! Ahajaha) volevo solo ricordarvi che, essendo appunto una idea di fantasia, è una cosa normale trovare delle inesattezze storiche o contestuali.. Ok, non rompo più! Buonanotte :* Stefania

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Capitolo 2
*** La seconda regina. ***


Il pomeriggio stava passando assai lentamente e la nobile ragazza non faceva altro che tamburellare le dita sulla balaustra di marmo e sbuffare annoiata. Venne chiamata a condividere con il principe e sua madre il pasto serale e lei accettò ben volentieri, sperando che, come ogni qualvolta che spendeva il suo tempo con la seconda famiglia, questo scorresse velocemente. 

La sala della seconda famiglia del faraone era adornata di geroglifici e pitture, raffiguranti schiavi e contadini a lavoro nei campi, su un'altra parere invece era disegnata la famiglia reale, con il faraone, la seconda moglie, Akhenator e i suoi fratelli più piccoli. Ovviamente il faraone era più alto di tutti quanti loro, segno della potenza del sovrano. Sulla tavola vi era carne di gazzella, latte, birra, focaccine con datteri, lattuga e pesce essiccato.

La seconda regina, Iris, era una donna assai più giovane della prima moglie, forse aveva trent'anni al massimo ed era molto bella: gli zigomi pronunciati, la pelle olivastre e le labbra carnose erano caratteristiche molto comuni, in Egitto, ma gli occhi neri, così caldi e profondi, le davano un'aria affabile e cortese.

-Nitocris!-la salutò la seconda regina,-Finalmente vi reincontriamo! Sono passati quattro giorni dall'ultima volta che ti ho vista!-.

-Mia regina! Mio principe!-rispose la ragazza, genuflettendosi dinanzi ai due reali,-È un onore essere qui con voi!-.

Akhenator si alzò dall'enorme cuscino e le andò incontro.-Splendida Nitocris! Il tuo arrivo mi delizia! Vieni, stavamo attendendo solo te, per consumare il nostro pasto!-.

Nitocris prese la mano che il principe le porgeva e si sedette sul divano, con le gambe rivolte verso sinistra e il corpo verso le cibarie.

-Buon appettito!-disse la seconda regina, prendendo una focaccina e immergendola in un recipiente colmo di miele.

Nitocris fece lo stesso e dopo aver finito la focaccina, bevve un sorso di buonissimo latte di capra e mangiucchiò della carne insieme al pane di farro.

-Nitocris!-la chiamò la donna,-Mio figlio mi ha riferito che qualche giorno fa il gran sacerdote del tempio di Ra ha avuto un sogno su si te!-.

-Si, mia signora!-confermò lei,-Purtroppo non ha saputo dare un significato ad esso!-.

-Io credo invece che si tratti di un segno degli dèi!-continuò la seconda regina,-Montu si unisce a Horus, facendone un faraone guerriero. Tu prendi le sembianze di Harbor, che amandolo, protegge Montu-Horus dai continui attacchi di Apopis! Vuol dire quindi che tu sei la protettrice del faraone guerriero, cioè di Ramses!-. 

Nitocris rimase sbigottita, così come Akhenator, che guardava l'amica sorpreso dall'interpretazione materna del sogno del grande sacerdote.

-Madre!-iniziò lui,-Non crederete certo che Nitocris e Ramses...-.

-Mio principe!-lo chiamò un funzionario, entrando come un vortice di vento improvviso nella sala,-Mio principe! Le guardie che vigilano all'entrata del palazzo sono state uccise da due frecce recanti piume nubiane!-.

Akhenator si alzò velocemente e, prendendo la sua spada, uscì dalla sala, lasciando la madre e Nitocris sgomente alla notizia appena udita. La seconda regina afferrò il braccio della giovane fanciulla e corsero insieme verso la sala del trono, dove la corte si era riunita, spaventata dall'attacco. Nitocris vide con la coda dell'occhio un barlume argentato fuori dalla balconata e subito realizzò che quella fosse una corda per arrampicarsi. Istintivamente afferrò una lancia e si avvicinò alla corda per tagliarla, ma una mano le afferrò il braccio prima che riuscisse a farlo e lei cercò di liberarsi da quella stretta dolorosa. La porta della sala si aprì e Nitocris temette il peggio, però dalla porta nin entrarono i nubiani, quanto Akhenator, suo oadre e le guardie del faraone.

-Akhenator!-urlò lei, mentre il nubiano la spingeva verso di sé.

-Nitocris!-esclamò lui, correndole incontro e afferrandola giusto in tempo, prima che il nubiano potesse portarla via.

Un soldato egizio caricò il braccio per colpire il nubiano con la lancia e questo cadde a terra, gemendo, mentre i suoi compari fuggivano. Akhenator stava abbracciando Nitocris e lei si stringeva a lui, piangendo.

-Sta tranquilla!-la calmò lui,-Ora sei salva!-.

-Volevo solo evitare che lui salisse sulla balconata...-singhiozzò lei.

-Non devi scusarsi, Nitocris!-le disse lui, vedendo arrivarr Tutmosi.

-Figlia mia!-la chiamò, preoccupato,-Stai bene?-.

La ragazza annuì, senza staccarsi dall'abbraccio sicuro e fraterno del principe.-Va a dormire, Nitocris!-le disse e vedendo che lei stava per replicare, continuò,-È un ordine!-.

Akhenator la portò personalmente fino alla sua camera, insieme a Tutmosi, che ringraziò il principe di aver salvato sua figlia.

-Ciò che mi interessava era salvare un'amica, quasi sorella!-disse Akhenator,-Vieni, Tutmosi, vediamo di capire come è possibile che i nubiani siano arrivati fino a Menfi e poi nel palazzo di mio padre!-.

----- buona seeeeeera! Tutto bene? Niente volevo solamente chiedervi, anche se è un po' presto per capire come andrà la storia, come la troviate.. E volevo anche ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite(: quindi GRAAAAZIE❤❤ comunque alla prossima(:

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Capitolo 3
*** Ramses. ***


Durante la notte Nitocris si svegliò, dopo aver sognato il nubiano di quella sera che la portava via, vendendola come schiava. Si sollevò a sedere e, vestita ancora con gli abiti usato durante il pasto, non concluso tra l'altro, prese un tizzone ardente e uscì dalle sue stanze, fuori dalle quali c'era una guardia del re.

-Nobile Nitocris!-esclamò lui, rendendosi poi conto di aver alzato troppo la voce,-Necessita di qualcosa?-.

-No!-rispose subito lei,-No, io... Volevo prendere una boccata d'aria! Il caldo mi sta soffocando!-.

-Vuole che la accompagni?-si offrì lui, avvicinandosi alla ragazza.

-No, non preoccuparti!-declinò l'offerta lei,-Voglio stare un po' da sola!-.

-Non credo sia una buona idea, nobile Nitocris...-iniziò lui, seguendola.

-Ho detto che voglio state da sola!-ribadì lei, ferma e decisa, guardando la guardia reale dritta negli occhi,-Ora, per favore, lasciami andare!-.

-Permettetemi di accomoagnarvi fino all'androne almeno!-disse lui.

-Va bene!-sospirò Nitocris, spazientita dal comportamento di quell'uomo.

Camminarono tra i bui corridoi, con le mura raffiguranti scene di vita quotidiane come la mietitura, uno scriba che scriveva su un papiro, una donna che filava e infine il faraone, che dal suo scranno dorato impartiva ordini a tutti gli egizi, dagli amministratori ai soldati, fino ai contadini e agli schiavi. Sul muro dell'entrata vi era invece la storia di Osiride, che venne ucciso dal malefico Seth e resuscitato dalle sorelle Iside e Nefti, dalle quali ebbe due figli: Horus e Anubis rispettivamente.

-Ora la lascio, nobile Nitocris!-disse la guardia, inchinandosi,-Vi attenderò qui! Quando vorrete tornare alle vostre stanze sapete dove trovarmi!-.

-Grazie mille, soldato!-lo salutò lei, uscendo nella notte afosa e calda.

Scese le scalinate e arrivò alla grande vasca, dove le donne si bagnavano per refrigerarsi. I versi dei grilli e delle rane creavano una dolce melodia, che Nitocris amava particolarmente. Toccò il tronco di una palma e, tenendosi ad essa, allungò la punta di un piede verso l'acqua nella vasca. Anche quella sembrava essere calda e la ragazza non poté far altro che passare oltre. La luce dell'astro notturno illuminava il cortile del palazzo, mentre Nitocris vi passeggiava, ma un rumore sinistro catturò la sua attenzione. Si voltò verso l'entrata del palazzo per chiamare aiuto, però non riuscì a farlo, poiché una mano le si posò sulla bocca, impedendole di urlare. 

L'intruso la fece voltare, l'astro notturno era ora alle sue spalle, ma fu ciò che Nitocris vide a riempirle il cuore di gioia: lo sguardo dello sconosciuto era familiare, molto familiare! Quegli occhi neri, così scuri e misteriosi appartenevano a una sola persona nel regno.

La mano abbandonò le sue labbra e con l'oscurità che la nascondeva sorrise. Era finalmente tornato. Ora poteva finalmente deliziarsi nel vederlo cavalcare con sicurezza il suo stallone nero dalla terrazza del palazzo, poteva vederlo allenarsi nel cortile insieme ai soldati, mentre le goccioline di sudore scivolavano sulla sua schiena scoperta e abbronzata dall'astro di Ra.

-Ramses?-chiese lei, per cercare conferma dei suoi sospetti.

-Si, sono io Nitocris!-rispose lui.

Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto: il principe era finalmente tornato!

-Sei veramente tu?-chiese di nuovo, così felice dell'arrivo del principe da non crederci nemmeno.

-Si, dolce Nitocris!-rispose lui,-Sono qui!-.

All'appellativo "dolce" il cuore di Nitocris perse un altro battito, ma a lei non interessava. Il principe l'aveva chiamata "dolce Nitocris" e questo le sarebbe bastato forse per l'eternità.

-Sono così stanco...-sospirò lui, accasciandosi su un gradino.

La ragazza gli si sedette di fianco e il principe le posò la testa sul grembo, stringendola con le forti braccia muscolose. Nitocris smise di respirare, alzando poi il braccio per accarezzare le larghe spalle di Ramses e la sua testa rasata. La sua carne era calda e indurita dalle continue battaglie per la salvaguardia del regno dai nemici, guidati dal perfido Apophis.

-Mi sono mancate così tanto le tue cure, Nitocris!-mormorò il principe,-Sei una ragazza straordinaria! E sarà fortunato chi ti avrà in sposa!-.

A quelle parole il cuore della ragazza si incrinò leggermente: cosa voleva dire "chi ti sposerà"? Forse Ramses era troppo stanco per capire davvero cosa stesse dicendo, oppure semplicemente lo sapeva e quindi immaginava che non l'avrebbe mai sposata. Per non cadere in lacrime davanti a lui si alzò in piedi e corse via, lasciando il principe in piedi sulla grande scalinata del palazzo.

Solo in un secondo momento il principe Ramses si mise a correre, seguendola a fatica per la stanchezza. Una guardia reale le stava chiedendo cosa fosse accaduto e lei rispose solamente che il principe era tornato prima e che era fuori da palazzo. 

-Nitocris!-la chiamò Ramses,-Cosa è accaduto?-.

-Lasciami in pace, principe!-disse lei, senza guardarlo negli occhi,-Ho bisogno di riposare! Ti auguro una buona notte!-.

La guardia reale, alla vista del principe, si dimenticò completamente dei gesti cortesi verso la ragazza e si preoccupò più di Ramses, che guardava preoccupato in direzione dove Nitocris era sparita.

-Mio principe!-disse la guardia,-Siete tornato, finalmente! Devo avvisare la servitù di preparare le vostre stanze?-.

-No, sta tranquillo!-rispose Ramses,-Sai piuttosto cosa è successo alla nobile Nitocris?-.

La guardia si avvicinò al suo principe e parlò a bassa voce, come se ciò che stesse dicendo fosse incomprensibile anche per le sue orecchie.-La bella figlia del Primo Ministro del gran faraone è stata quasi rapita, questa sera!-.

-Cosa?!-esclamò il principe, adirato che qualcuno avesse osato toccarla,-Come hanno fatto ad avvicinarsi a lei?-.

-Alcuni nubiani si sono intrufolati a palazzo e uno di loro stava per portarla via!-spiegò l'uomo,-Ma suo fratello lo ha ucciso prima e la nobile ragazza è stata salvata!-.

-Mio fratello?-fece Ramses,-Akhenator?-.

-Si, mio signore! Il principe Akhenator ha trafitto il nubiano con una freccia e lo ha ucciso, fortunatamente!-.

-Già, fortunatamente! Ti congedo, va pure! Io andrò nelle mie stanze a dormire!-finse Ramses, seguendo la giovane Nitocris verso le sue stanze.

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Capitolo 4
*** La fanciulla benedetta dagli dèi. ***


Nitocris era appena entrata nelle sue stanze e iniziò a buttare a terra tutte le cose che trovava a lei vicine. Era... Arrabbiata. Arrabbiata e delusa da Ramses. Lei aveva sognato qualcosa che non sarebbe mai potuto accadere: lei e il principe non avrebbero mai potuto sposarsi, perché Ramses non provava altro che dei sentimenti d'amicizia per lei. Le sue speranze erano cadute a terra, distrutte proprio dalla persona che amava.

Le lacrime presero a rigarle il volto e lei scivolò a terra, singhiozzando. Qualcuno stava dirigendosi verso le sue stanze, ma lei non se ne curò, presa dal suo dolore.

-Nitocris!-la chiamò Akhenator, andandole incontro ed evitando tutti gli oggetti a terra,-Che succede?-.

Le braccia del principe la avvolsero in un abbraccio protettivo e lei ci si abbandonò fiduciosamente. Akhenator la sollevò e la posò sul letto con dolcezza, poi le si sedette accanto, mentre Nitocris si portava le ginocchia al petto e le cingeva con le braccia, posandovi la testa.

-Nitocris, cosa ti è accaduto?-mi chiese,-Hai per avuto qualche brutto sogno?-.

-No...-mormorò lei,-No, credo piuttosto che Hathor mi odi...-.

-Perché mai la grande dea ti odia? Non c'è alcuna ragione per cui debba farlo!-.

-L'unica persona che vorrei come mio sposo e mio compagno mi ha chiaramente detto che tra noi non potrà mai esserci nulla, se non della semplice amicizia!-.

-Chi è quest' uomo ignorante?-chiese Akhenator, accarezzandole la guancia con dolcezza.

-Fratello!-.

I due sussultarono, mentre Ramses avanzava nella stanza, seguito da due guardie con gli spadoni sguainati. Nitocris smise di piangere e guardò il principe ereditario come se fosse stato uno schiavo che aveva appena interrotto qualcosa.

-Che cosa le hai fatto?-chiese Ramses, avvicinandosi al letto e facendo alzare suo fratello.

-Nulla!-rispose Akhenator, scostando il maggiore,-Stava piangendo e sono venuto a chiederle cosa avesse!-.

-Nobile Ramses!-lo chiamò Nitocris,-Non c'è bisogno di preoccuparsi! Vostro fratello stava semplicemente accertandosi che stessi bene!-.

Ramses mandò via le due guardie e si guardò attorno. Ogni cosa in quella camera era stata buttata all'aria, come se un vento vendicativo fosse entrato all'interno delle stanze.

-Ora puoi dirmi chi ti ha rifiutata, facendoti adirare e intristire?-le chiese Akhenator,-Perché se fossi stato al posto di quell'uomo così sciocco, mi sarei pugnalato al cuore, invece di lasciarti andare!-.

-Sei gentile, Akhenator!-sorrise la ragazza,-Ma purtroppo tu non sei lui!-.

Nel frattempo Ramses si era voltato a guardarli attentamente e, ascoltando le parole del fratello, la sua mascella si era contratta, mostrando il suo fastidio nell'udire ciò che era una vera e propria dichiarazione. Suo fratello era sempre stato più legato a Nitocris e questo gli dava fastidio, perché la voleva per sé, voleva la ragazza come sposa e sua futura regina. Proprio per questo voleva discutere del suo matrimonio con suo padre e Tutmosi la mattina, dopo i cortei d'omaggio che avrebbe ricevuto dai sudditi. 

-Già...-sospirò Akhenator, voltandosi e dirigendosi verso l'uscita,-Vadoa chiedere del latte per te. Torno subito!-.

Appena il principe fu uscito, nella stanza calò un pesante silenzio. Nitocris era voltata di spalle e Ramses ne stava fissando la formosa figura: Tutmosi l'aveva allevata davvero bene, non le aveva fatto mancare nulla, a Nitocris tutto era dovuto fin da bambina, giocattoli, gioielli e vestiti.

E così era successo ad Akhenator.

Mentre lui ogni giorno doveva addestrarsi alla guerra, imparare a cavalcare e allenare il suo fisico a ogni difficoltà di origine naturale, come bere poca acqua se già ne aveva poca, stare sotto il sole cocente del deserto e procacciarsi il cibo da solo. Un allenamento voluto e tenuto sotto controllo da suo padre e usato anche a tutti i suoi fratelli, ma in misura minore.

Proprio lui che era il principe d'Egitto era stato privato di ogni divertimento, al contrario di tutti i figli dei cortigiani e dei suoi fratelli minori.

Nitocris era comunque diversa dalle altre ragazze, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente: tra tutte le sue amiche, spiccava di bellezza e bontà. Era una fanciulla di bassa statura e dalla carnagione chiara, che le impediva di esporsi alla luce solare per troppo tempo, ma che non la sminuiva, anzi! Le sue guance erano rosee naturalmente e le sue labbra rosse e carnose e ancora mancava la sua più bella particolarità: Nitocris possedeva una rarità negli occhi, di colore marroncino chiaro l'uno, quasi colore del miele, e l'altro verde come le foglie delle palme sulla riva del Nilo. Ogni qualvolta usciva da palazzo, andava per i campi, coperta dal sole con dei baldacchini e portava del pane ai contadini, che la ringraziavano felici e riconoscenti. Incantava tutti con la sua voce e le sue dita accarezzavano le corde dell'arpa con così tanto amore, da incantare chiunque, anche i più duri di cuore.

-Voi... Amate qulcuno, bela fanciulla?-le chiese Ramses, spezzando il silenzio.

Nitocris si voltò, con le braccia coperte sul petto formoso.-Vi interessa forse, mio principe?-.

Aveva pronunciato le parole "mio principe" con disprezzo e Ramses se ne accorse.-Posso sapere per quale motivo usate un simile disprezzo nei miei confronti? Capisco che siete adirata, ma non dovreste prendervela con chi non c'entra nulla!-.

Nitocris rise.-Voi amate qualcuno, principe?-.

Si, amo la tua grazia, la tua eleganza, la tua belezza.-No!-rispose lui,-Non ho ancora avuto il privilegio di trovare la persona che amo!-.

-Allora non potete capire!-sbottò la fanciulla, dopo una piccola pausa di silenzio, uscendo sulla terrazza e sedendosi su una panchetta di legno.

Akhenator entrò in quel preciso momento.-Dov'è Nitocris?-chiese con una coppa di latte tra le mani.

-Sulla terrazza!-rispose Ramses, camminando verso la pirta,-Io mi ritiro, fratello!-.

-Spero che l'uomo per il quale Nitocris prova amore rinsavisca, altrimenti lei potrebbe rivolgere le sue attenzioni verso qualcun altro che la merita di più!-.

-Cosa vorresti dire? Che tu la meriti?-lo schernì Ramses.

-Se lei mi riservasse almeno la metà delle emozioni che prova per quest'uomo sarei la persona più facile a questo mondo!-disse Akhenator,-Ma purtroppo non lo sono...-.

-Già...-mormorò Ramses.

-È benedetta dagli dèi!-continuò l'altro,-Speriamo lo sia anche dall'amore!-.

Ramses lasciò la stanza, deciso a strappare a quell'uomo l'amore di Nitocris. La voleva per sé, nolente o volente doveva essere sua.

Ma non aveva ancora capito che il cuore della fanciulla era già suo...

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Capitolo 5
*** La futura regina d'Egitto. ***


Quello stesso giorno, quando l'astro di Horus era già alto nel cielo, Nitocris si svegliò sola nella sua stanza, coperta dalle lenzuola di lino. I festeggiamenti dovevano essere iniziati da parecchio, poiché le trombe suonavano già in segno di vittoria. Forse sarebbe dovuto passare del tempo perché l'Egitto si impossessasse davvero della Nubia, ma tutto a suo tempo.

Nella stanza entrarono le ancelle, che le comunicarono di aver ricevuto l'ordine di vestirla con abiti avuti in dono dal faraone. Nitocris non era affatto sorpresa di quel regalo, ma si dovette ricredere quando le ancelle le misero anche dei braccialetti d'oro su braccia e avambraccia. Hatshepsut entrò in quel momento, saltellando e facendo svolazzare il suo codino sulla testa rasata.

-Principessa!-la salutò Nitocris, scacciando le ancelle e andando incontro alla bambina.

-Buongiorno Nitocris!-rispose la bimba,-Oggi sei più bella che mai! E quanti gioielli!-.

Gli occhi della bambina scintillavano alla vista di Nitocris e lei non poté fare altro che prenderla in braccio e farla girare per aria, ridendo entrambe.

-Per quale motivo sei ancora qui, Hatshepsut?-le chiese.

-Ho chiesto al mio grande padre se potevo aspettarti e lui mi ha concesso questo privilegio!-le spiegò la principessa,-Dicono che oggi ci sarà l'annuncio del matrimonio di mio fratello con una ragazza molto bella!-.

Semmai la giovane Nitocris avesse pensato al freddo, avrebbe fatto riferimento al suo cuore, quel giorno. Hatshepsut non poteva certo sapere che la fanciulla provava un forte sentimento per il fratello maggiore e Nitocris non si dette pena nel darlo a vedere, lasciandosi trasportare da un triste pianto. Decise quindi di rendersi il più bella possibile, così da fare invidia alla ragazza che sarebbe divenuta presto la sua regina: a corte tutti la adoravano, persino il faraone e sarebbe sicuramente stata una spina nel fianco per la futura principessa d'Egitto. Disse quindi alla sua pettinatrice di rendere la sua parrucca più liscia e possibilmente più naturale possibile, alla sua truccatrice ordinò di non metterle altro sul viso che non fosse una linea di kajal nero sugli occhi. 

-Ho sentito mio fratello dire a mio padre che la voleva per sé!-continuò la principessa, inconsapevole del fatto che stava solo recando dolore alla fanciulla più grande,-Secondo il mio papà invece è solo un capriccio!-.

-Ramses è un giovane intelligente, se la vuole sposare non sarà per capriccio!-.

-Forse!-disse Hatshepsut.

Quando si sentì pronta, Nitocris prese la mano della principessa Hatshepsut e scese le scale, fino alla sala del trono. Quando le due entrarono tutti si voltarono a guardarle e Nitocris sentì benissimo i sussulti di meraviglia e stupore tra i presenti, come sentì gli occhi di tutti gli uomini addosso. Hatshepsut le tirò la mano e lei la seguì, tenendo la testa alta, ma sorridendo calorosamente a tutti quelli la salutavano. La principessa la condusse fino al faraone, poi le due fanciulle si genuflessero.

-Mia dolce Hatshepsut!-esclamò il re,-E mia bella Nitocris! Finalmente siete arrivate! Aspettavamo solo voi!-.

-Colpa mia, caro padre!-si scusò Hatshepsut,-Ho distratto Nitocris e lei ha tardato!-.

Nitocris stava per replicare, quando Akhenator le si avvicinò e le porse la mano.-Beh, io direi di aprire le danze, non credete padre?-.

-Così sia!-urlò gioioso il faraone,-Che si aprano le danze!-.

Il primo ballo era costituito più da una danza che prevedeva il corteggiamento delle fanciulle agli uomini e Nitocris si divertì molto a danzare con Akhenator: tenendo un velo di lino bianco tra le mani, Nitocris, come tutte le altre ragazze, lo passavano sul capo rasato dei loro compagni e li sfioravano con le mani, girando loro attorno.

-Tuo fratello non è ancora arrivato?-chiese Nitocris, lasciando scivolare il velo sulla spalla del principe.

-Mio padre lo ha mandato a indossare la tunica del principe ereritario!-rispose Akhenator.

Nitocris annuì, poi continuò a danzargli intorno, ma venne interrotta qualche momento dopo dall'entrata di Ramses, che fulminò lei e il fratello. Al suo passaggio tutti si inchinavano a lui, mentre il principe camminava con passo sicuro e quasi come se stesse marciando. Akhenator lo seguì fino al trono del faraone, mentre Thutmosi si avvicinava alla figlia.

-Qualsiasi cosa succeda ora, figlia mia, non fare scenate!-le mormorò il vecchio padre della fanciulla,-Ne discuteremo quando saremo soli!-.

Nitocris non capì ciò che il padre le stava dicendo, sembrava quasi privo di significato: Tuthmosi non sapeva che amava Ramses, quindi non poteva credere certamente che sarebbe crollata in lacrime davanti a tutti quando il faraone avrebbe annunciato il matrimonio di suo figlio con la famosa fanciulla che presto sarebbe divenuta la regina d'Egitto. Poi suo padre iniziò a spingerla verso il trono del faraone, mentre quest'ultimo iniziava a parlare a voce alta.

-Oggi è un gran giorno per l'Egitto!-esclamò Amhenotep,-La Nubia è diventata una regione dell'Egitto e mio figlio, dopo avermi portato i più bei gioielli nubiani, ha deciso di rendermi ancor più felice, annunciandomi il suo matrimonio con Nitocris!-.

Ecco il nome della sua nuova reg... 
-Cosa?-sussurrò la fanciulla, mentre il faraone le prendeva la mano e la univa a quella di Ramses.

Tutti urlarono le loro congratulazioni, mentre Akhenator le posava una mano sulla spalla con affetto e Hatshepsut le avvolgeva il ventre per abbracciarla.

-Vieni, dolce Nitocris!-le disse Ramses, sorridendole,-Il banchetto è pronto!-.

Lei lo seguì, avendo in testa mille e più domande da rivolgere a Ramses, suo padre, al faraone e ad Akhenator, soprattutto a lui, che continuava a fissarla sorridendo, ma con gli occhi tristi e spenti. Subito dopo la fanciulla realizzò che avrebbe sposato Ramses, ma che lui non le aveva chiesto nulla a riguardo, né le aveva dichiarato di amarla, contando anche che il faraone credeva che lei fosse solo un capriccio per Ramses...

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Capitolo 6
*** Sfida con i Kopesh. ***


Quando finirono il pasto del mattino tutti i presenti vennero invitati ad assistere ai vari giochi e trucchi di magia di alcuni giocolieri asiatici. Ramses prese la mano di Nitocris e la allontanò dal resto dei cortigiani e dalle loro famiglie, per poter parlare da soli.

Sapeva che Nitocris aveva bisogno di porgli qualche domanda e il principe aveva preso la saggia decisione di dare delle spiegazioni, che non erano proprio dovute. Lo faceva solo per acquietare la rabbia e il nervosismo della sua futura sposa.

La portò sulla grande terrazza, dalla quale si vedeva l'ampio orizzonte egizio, coperto in gran parte dalla sfinge, raffigurante suo padre, il gran faraone Amhenotep. Ramses si appoggiò alla balaustra di tufo del balcone, mentre Nitocris lo scrutava da sotto le ciglia, con le guance arrossate e sicuramente non per il sole, che il pomeriggio non illuminava mai con i suoi raggi quella terrazza.

Il principe decise allora di avvicinarsi alla fanciulla e le sollevò il mento con l'indice, proprio mentre lei trasaliva a quel contatto fisico.

-So che hai delle domande da pormi!-iniziò Ramses,-Quindi ti ho portata qui perché tu possa farmele!

Nitocris lo sfidò con uno sguardo furente, sbuffando aria dalle narici come un toro.-Che cosa ti è saltato in testa? Chi ti ha detto di far proclamare il nostro matrimonio a tuo padre? Perché hai fatto tutto di nascosto, senza consulta...?

Ramses le chiuse la bocca con la punta delle dita della mano destra, fissandola negli occhi.-Ho semplicemente deciso che dovevo prendere una moglie! Ho chiesto il permesso di tuo padre e lui me lo ha accordato! Come vedi non ho fatto nulla di nascosto!

-Bugiardo!-sbottò lei,-Lo hai tenuto nascosto a ME! E se io non volessi sposarti? Se non ti amassi?

-Dolce Nitocris!-mormorò lui, ridacchiando,-Nemmeno io ho parlato di amore, ma di matrimonio! E ormai l'annuncio è stato fatto, non puoi tirarti indietro!

Nitocris stava per scoppiare in un pianto isterico: stavolta suo padre non sarebbe intervenuto dopo la richiesta d'aiuto della figlia per sistemare ogni cosa, stavolta era proprio suo padre ad essersi intromesso senza essere interpellato!

-Maledizione Nitocris!-la riprese il principe, facendola trasalire di nuovo,-Non c'è alcun bisogno dei tuoi piagnistei, ora! Purtroppo ti è capitato il fratello sbagliato, non ti resta alto che abituarti all'idea! Ti aspetto alla tavola!

Detto questo se ne andò. Nitocris rimase di sasso quando sentii Ramses dire "ti è capitato il fratello sbagliato", ma era ancor più sbalordita che lui l'avesse lasciata lì, da sola! Ramses doveva aver capito che lei amava Akhenator, quando invece, se ci fossero atteggiamenti più dolci e gentili da parte sua, il principe ereditario si vedrebbe consegnato persino il cuore ancora pulsante della fanciulla su un vassoio d'argento!

Un soffio di aria calda le carezzò la guancia e lei sorrise, pensando inconsciamente che potesse essere il "Ba"  della cara madre defunta, Ahhotep. Nei suoi ricordi, racchiusi dal suo "Ka", la parte dell'anima che i sacerdoti dicevano custodisse tutti i ricordi e le emozioni, sua madre le carezzava sempre la guancia quando lei non era particolarmente felice e quando la fanciulla le chiedeva il motivo di quel gesto, sua madre rispondeva prontamente:"Voglio vedere solo veri sorrisi, sul volto di mia figlia! Nessun sorriso dovrà mai sfiorati le labbra se è finto o cela tristezza!". Così Nitocris si trovò a sorridere calorosamente, continuando a credere che quel vento caldo e quasi accogliente fosse sua madre.

-Se solo voi foste qui, madre...-mormorò lei, abbassando il capo, in segno di tristezza e malinconia.

-Ma lei non c'è!-disse una voce dietro di lei, che la fece voltare di scatto.

-Nefertiti!-la salutò lei, inchinandosi.

-Nitocris, dovresti smetterla di tormentarti!-le disse la matrigna,-Anch'io ho perso mio padre quando avevo più o meno la tua età, ma la vita va avanti!

-Ma io non ce la faccio!-esclamò la fanciulla,-Sono debole, non mi importa, ma non voglio andare avanti: mia madre è morta per colpa mia!

-Ma non è affatto vero!-la interruppe Nefertiti,-È morta nel sonno!

-È morta per la delusione che le ho dato!-scosse la testa Nitocris.

-No, Nitocris! No! Lei avrebbe voluto vederti sacerdotessa si Sekhmet, ma sapeva che tu non lo volevi e aveva accettato il tuo volere!

-Non sono stata una buona figlia... e non sono una buona sorella.

-Manchi molto ai tuoi fratelli, invece! Pensi di punire te stessa, ma stai facendo del male a loro!

-Non sono degna di stare al fianco di Khafra, Amenophis e Hamabi. Loro sono onorevoli condottieri e soldati, mentre io...

-Nitocris, tua madre non vorrebbe che tu facessi tutto questo! Non c'è alcun bisogno di aiutare schiavi e contadini! Non c'è alcun bisogno di rifiutare regali, né di fare visita alla casa di tuo fratello! Lui ti sta aspettando dal mese Phanemoth!

La fanciulla si fermò a fissare la matrigna e questa le sorrise, porgendole la mano.-Vieni ora! È la tua festa di fidanzamento e il principe, il tuo futuro marito, ti attende!

Nitocris prese la mano della sua matrigna, seguendola fino alla sala del banchetto, dove Ramses si stava deliziando nel guardare una giovane danzatrice nubiana, una preda fresca, visto lo sguardo interessato del suo futuro sposo. Le venne voglia di piangere, ma il faraone fermò la danza e la chiamò a dimostrare ciò che aveva appreso durante le lezioni di Akhenator, con il kopesh, la spada dei soldati egizi.

La ragazza sulle prime rimase sorpresa da quella richiesta, ma non si rifiutò di esaudirla e, presa la spada del faraone, che lui stesso le aveva porto, duellò con il principe Akhenator.

-Non ti farò male, Nitocris!-sorrise lui.

-Non mi sfiorerai nemmeno!-lo sfidò la fanciulla, sollevando il kopesh e direzionando la lama dalla parte opposta al suo bersaglio, cosa insegnatale proprio dal suo migliore amico. Un soldato le porse una maschera protettiva in oro, che lei indossò prontamente.

I presenti risero, mentre il faraone batteva le mani, esaltato dal vedere l'esito di quella dimostrazione.

-Iniziate!-ordinò Amhenotep.

Il braccio di Nitocris incamerò l'energia, girando in avanti con violenza e facendo cozzare i kopesh dei due sfidanti. Akhenator rise e allontanò l'amica dal renderle possibile colpirlo al braccio sinistro.

-Hai imparato in fretta, Nitocris!-si complimentò lui,-Ma non è abbastanza!

Detto questo le afferrò i polsi, ruotandole il busto e facendo scontrare il suo petto con la schiena della ragazza, mentre Ramses si alzava e prendeva il suo kopesh, senza che i due potessero vederlo avanzare verso di loro.

-Ti arrendi?-la sfidò Akhenator.

-Mai!-rispose lei, tirando una gomitata allo stomaco dell'amico e facendolo piegare in due dal dolore, mentre tutti applaudivano.

Come se loro fossero animali da esibire!

Akhenator si sollevò subito e, girando il polso, calò il suo kopesh sul viso dell'amica. Tutta la sala sussultò spaventata, come Nitocris, per ciò che sarebbe potuto accadere se il fendente del principe Akhenator non fosse stato fermato dal kopesh del principe Ramses, intervenuto appena in tempo perché Nitocris non finisse nell'aldilà, insieme a sua madre.

-Nitocris! Perdonami!-disse subito Akhenator, dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto.

L'amica lo fermò, sorridendogli.-Mi sono distratta io, sta tranquillo!

Akhenator si passò una mano sul volto con nervosismo, poi si ritirò a sedere. Solo dopo Nitocris si accorse che il braccio di Ramses l'aveva stretta al principe e il suo braccio destro l'aveva difesa con la spada.



Angolo miiiiio!
Allora, sinceramente ero partita col fatto che Nefertiti fosse la stronza di turno, la matrigna cattiva e tutto il resto, poi mi sono detta:" ma ste povere matrigne! Basta incolparle di tutto!", quindi il dialoghetto con Nitocris in questo capitolo doveva essere dolce e che un po' riprendeva la ragazza dal suo stato di "brava, carina e gentile donzella" per redimersi per una colpa non sua, la morte della madre. Il "cattivo" ora è cambiato.. E sarà un brutto colpo per Nitocris, una volta che lo scoprirà!
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite, ma mi raccomandò di farmi avere qualche vostra opinione sulla storia eh! Ci conto❤❤❤, buona serata! Stefania.

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Capitolo 7
*** L'incendio. ***


Nella notte il palazzo fu svegliato da grida di paura e passi di soldati. Anche Nitocris e Ramses si svegliarono e si guardarono attorno, spaesati. Nitocris si sollevò a sedere, mentre Ramses uscì dalle stanze della ragazza, fermando una guardia.

-Che succede, Amenaphor?-chiese.

-Principe Ramses!-esclamò quello, quasi basito,-Credevamo foste nella vostra camera!-.

-No, non lo sono! Ma che succede? Perché tutti urlano?-.

-La vostra stanza ha preso fuoco, mio principe!-spiegò l'uomo, correndo poi a dare una mano per spegnere l'incendio.

Nitocris posò una mano sulla schiena del principe, come per scuoterlo dal suo stato di quasi incoscienza.

-Si sono mossi prima di quanto mi aspettassi!-mormorò Ramses, voltandosi a guardarla,-Il pericolo che corro è molto più grande di ciò che credevo!-.

-E ora?-chiese lei spaventata, stringendo una mano a Ramses,-Temo per la tua vita, mio principe!-.

Nitocris gli baciò le nocche della mano e Ramses le carezzò una guancia.-Nessuno può tentare di uccidermi e passarla liscia! Li troverò!-.

Nitocris lo fissò dritto negli occhi e sollevò una mano per sfiorare il mento del principe.-Fa attenzione!-.

-Forse sarebbe meglio disdire le nozze e sposarsi quando li prenderemo!-propose Ramses.

Nitocris scosse però la testa.-Così fai il loro gioco! Prova invece ad avere con me l'erede che tanto temono!-.

Ramses la guardò in volto, attentamente.-Se non avessi passato la notte con te, penserei che dietro tutto questo ci sia tu!-.

Nitocris indietreggiò.-Se così fosse non sposarmi proprio, visto che non ti fidi di me!-.

-Non sto dicendo questo!-la interruppe Ramses, afferrandole il polso,-Fosse per me giacerei con te anche ora, visto che la mia carne cerca la tua in tutti i modi possibili, così come la tua cerca la mia!-.

Le guance di Nitocris si colorarono di rosso e la fanciulla abbassò lo sguardo. Non era abituata a quella trasparenza e schiettezza in ciò che Ramses diceva e per questo si sentiva a disagio nel sentire certe cose.

-E allora perché non lo fai?-gli chiese lei,-Ci sposeremo presto e non ti negherò mai il figlio che tuo padre tanto attende!-.

-Sto pensando solamente alla tua virtù, Nitocris!-le fece notare Ramses,-E non hai idea di come faccia fatica a non prenderti così su due piedi!-.

-E allora cosa ti frena? Sarai tu ad avere la mia virtù!-.

-Ramses!-esclamò il faraone, seguito dalla prima sposa,-Figlio mio!-.

Il principe si voltò.-Padre! Madre!-.

-Temevamo che fossi rimasto ucciso dall'incendio nella tua camera!-pianse la regina, abbracciando suo figlio.

-Ero qui per parlare con Nitocris, madre!-spiegò,-Sto bene!-.

-Nitocris!-la chiamò il faraone,-Tu stai bene?-.

La fanciulla si inchinò alla famiglia reale.-Sapere che le mie inutili chiacchiere hanno salvato il principe Ramses mi fa esultare dalla gioia, mio signore!-.

La regina abbracciò anche Nitocris.-Allora debbo ringraziarti, dolce fanciulla!-.

Nitocris sorrise, non sapendo cos'altro dire, poi il faraone fece convocare tutti gli schiavi e i cortigiani presenti a palazzo nella sala del trono, per provare a capire cosa fosse accaduto nelle stanze del principe, ma ovviamente nessuno sapeva nulla.

-Devo pensare, dunque, che sia stato un tizzone a incendiare la stanza di mio figlio?-disse il faraone,-Ma come è possibile la presenza di un tizzone, se il principe ereditario non era nelle sue stanze questa notte?-.

Un consigliere, del quale Nitocris non ricordava il nome, si fece avanti.-È possibile che qualche schiava lo abbia lasciato lì per sbaglio, altrimenti...-.

-Altrimenti?-chiese adirato il faraone Amhenotep.

-A meno che qualcuno non stia complottando contro il principe!-azzardò il consigliere.

Nella stanza si accese un brusio davvero fastidioso per le orecchie di Nitocris, che si toccò la testa un po' assonnata.

-Se così fosse, chiunque venga scoperto cospirare contro la vita di mio figlio, verrà condannato a morte, insieme a tutta la sua famiglia!-sentenziò il faraone, zittendo tutti,-E ora tornate pure nelle vostre stanze!-.

In silenzio ogni uomo e ogni donna tornarono da dove erano arrivati, tutti tranne Nitocris e le famiglie reali, che si guardavano tra di loro preoccupati.

-Sarà il caso di rimandare le nozze, Amhenotep!-disse la terza regina,-Non credi?-.

-Assolutamente no!-rispose il faraone.

-Padre! Credo anzi che dovremmo sposarci prima!-disse Ramses, guardando Nitocris.

-Tu sei d'accordo, bambina mia?-le chiese il faraone, nervoso.

-Ovviamente, mio signore!-rispose lei,-È chiaro che, arrivati a questo punto, qualcuno voglia eliminare Ramses, ma dovranno passare sul mio cadavere per farlo!-.

-Perfetto allora!-esclamò il faraone,-Tra un mese si celebreranno le nozze! Farò avvertire tuo padre e i tuoi fratelli domani stesso!-.

-Noi ci ritiriamo, padre!-disse Ramses, salutando i genitori con un inchino e portandosi dietro Nitocris.

La ragazza si inchinò, seguendo Ramses fuori dalla sala del trono, ma rimanendo sempre dietro di lui. Arrivarono alle stanze della fanciulla e Ramses le afferrò un braccio, stringendola a sé e togliendole l'indumento che lei aveva indossato prima di uscire a sentire cosa la guardia dicesse al principe, qualche momento prima. Il principe la stava toccando ovunque.

-Allora sei sicura?-le chiese Ramses, strofinando la punta del naso sull'incavo del collo di Nitocris.

La fanciulla annuì, facendosi prendere in braccio. Ramses le depose baci su tutto il suo corpo e le fece provare emozioni mai sentite prima, finché non provò il dolore della sua prima unione con un uomo, quando il principe entrò in lei.

-Mi spiace!-mormorò Ramses, fermandosi per far si che il corpo di Nitocris di adattasse alle sue dimensioni.

Quando il principe riprese a muoversi all'interno del suo corpo, Nitocris provò delizia nel sentire la frizione che si stava creando nel suo basso ventre e si strinse al principe, per farlo arrivare fino in fondo.

-Nitocris...-la chiamò Ramses, liberandosi poi dentro di lei, che lo seguì nell'orgasmo, trattenendo a stento un urlo.

Ramses abbandonò la testa rasata sulla spalla della fanciulla, ma per non gravarle addosso con tutto il suo corpo si spostò sul lenzuolo e portò Nitocris sul suo petto.

-Stai bene?-le chiese il principe.

-Sto più che bene!-rispose lei, sentendo qualcosa colarle tra le cosce.

-Sta tranquilla!-la anticipò lui,-Non è nulla!-.

Nitocris annuì e si lasciò accarezzare la schiena dal principe, poi tutti e due si addormentarono col sorriso sulle labbra.

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Capitolo 8
*** Minacce ***


La sera, dopo i banchetti in onore di Ramses, Nitocris si trovava a vagabondare per i corridoi semi oscuri del palazzo del faraone, quando una risatina le giunse alle orecchie e lei di avvicinò alla fonte di quel rumore con cautela e silenziosamente. Vide le sagome di due persone, che amoreggiavano nascosti in un cunicolo per gli schiavi.

-Oh mia cara...-.

-No!-lo fermò la donna,-Non dire il mio nome, poiché anche le mura possono ascoltare!-.

Nitocris decise di passare oltre, senza farsi vedere, quando l'uomo disse una cosa che le fece accapponare la pelle.

-Il principe Ramses deve morire, prima che riesca a sposare quella fanciulla e ad avere un erede!-.

-Non sarà facile ucciderlo!-rispose la donna,-È il miglior soldato del regno e il peggior vendicatore!-.

Nitocris spalancò gli occhi, impaurita e si mise a correre per i corridoi, sempre furtiva e indiscreta, finché non venne fermata da un'ampia schiena calda e abbronzata.

-Ma che cos...? Nitocris!-esclamò Ramses.

Per prima cosa la fanciulla lo abbracciò, stringendolo a sé e il principe si irrigidì a quel contatto.

-Che ti prende?-le chiese, cercando con gli occhi lo sguardo di lei.

-Io... io ho sentito due persone che parlavano della tua morte!-balbettò lei.

-Che cosa?-fece Akhenator, che uscì dal buio, guardando preoccupato il fratello,-Dici davvero, Nitocris?-.

-Non sono mai stata più sicura, Akhenator!-disse lei,-Erano nascosti in un corridoio, vicino alla sala dei pasti e li ho sentiti dire che Ramses deve morire prima che mi sposi e abbia degli eredi da me!-.
Akhenator sussultò all'ultima frase pronunciata da Nitocris, ma gli altri due non vi badarono, guardandosi dritti negli occhi tra di loro.

-Portami lì dove li hai sentiti!-ordinò il principe ereditario.

Nitocris annuì, iniziando ad incamminarsi verso quello stretto corridoio, seguita da Ramses e Akhenator. Quando arrivarono sul posto non trovarono nessuno.

-Vi giuro che erano qui!-disse lei, girandosi verso Ramses, che stava raccogliendo da terra un tizzone ormai spento.

-Qualcuno è stato sicuramente qui, fratello!-disse Akhenator.

Ramses annuì, pensieroso.-Non fatene parola con nessuno e.. fratello! D'ora in poi non voglio che lasci Nitocris da sola!-.

-Sarà fatto!-rispose l'altro, guardando la fanciulla, terrorizzato che potesse capitare qualcosa anche a lei.

-Ora va!-gli disse Ramses,-Porterò io Nitocris nelle sue stanze!-.

-Buonanotte, amica mia!-la salutò Akhenator,-Fratello, buonanotte anche a te!-.

-Buonanotte!-rispose Ramses sbrigativo, prendendo Nitocris per un braccio e portandola verso le sue stanze.

Camminarono in silenzio, Ramses più avanti rispetto a Nitocris, in segno di rispetto verso il principe. La fanciulla dovette quasi correre per stare al passo del suo futuro sposo e d'altro canto lui non sembrò voler stare al suo tempo.

Quando arrivarono nelle stanze della fanciulla, Ramses si voltò e prese ad andarsene, ma Nitocris gli afferrò il polso e lui si fermò, girandosi per guardarla in volto.

-Non andartene in giro da solo!-mormorò lei, avvicinandosi a Ramses,-Non voglio che tu vada a zonzo senza guardie, con quei criminali liberi!-.

Il principe le si avvicinò, con un sorriso strano sul volto.-È preoccupazione quella che sento nella tua voce, Nitocris?-.

La fanciulla sussultò, guardando per terra e mordicchiandosi il labbro nervosa.-Non vorrei certo rimanere vedova prima del matrimonio, principe!-rispose, tornando impassibile dopo un attimo di sconcerto.

Ramses rise, spingendola all'interno delle sue stanze, passando il corridoio e arrivando alla camera da letto. Nitocris era sorpresa da quella mossa, ma non riusciva a muoversi, sentendo le mani di Ramses sul suo corpo e abbandonandosi alle sue carezze. Non sapeva cosa lui le stesse facendo, ma le piaceva, la faceva sentire "viva"!

-Ramses!-lo chiamò in un sussurro.
-D'ora in poi, quando mi sentirò chiamare, penserò al tono della tua voce in questo momemnto!-mormorò lui.

Sentì uno strappo e subito la stoffa del vestito cadde a terra, in un fruscio di lino, mentre i capezzoli divenivano duri e scuri al contatto con l'aria della sera. Lei sussultò e si coprì il corpo dalla vista del principe.

-Non coprirti!-mormorò lui,-Sei bellissima!-.

Nitocris sorrise a lasciò che Ramses le abbassasse dolcemente le braccia con le sue mani. La fanciulla alzò un braccio, che andò ad accarezzare il torace del principe e poi posò un bacio al centro del petto di lui, sul suo cuore.

Ramses sospirò, allontanandola da sé.-Nitocris... mi farai impazzire!-.

Lei si riavvicinò al corpo del principe e sentì qualcosa di duro dividerli. Abbassò lo sguardo incuriosita e con aria interrogativa.

-Cosa ti succede?-chiese.

Ramses rise.-È l'effetto che mi fai, Nitocris!-,le prese la mano e la poggiò sulla sua erezione,-Questa è la diretta conseguenza di ciò che il tuo corpo fa al mio!-.

La ragazza arrossì violentemente e cercò di allontanarsi da Ramses, ma senza successo. Il principe la prese in braccio e la depose sul talamo, con delicatezza, sdraiandosi accanto a lei. Nitocris gli si avvinghiò addosso e lui non la scostò.

-Buonanotte, Nitocris!-le disse,-E sta tranquilla, sarò qui a vegliare sul tuo sonno!-.

La fanciulla gli accarezzò una guancia e gli sorrise, baciandogli poi il mento e mettendosi a dormire. Così passarono la loro prima notte da fidanzati Ramses e Nitocris.



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Capitolo 9
*** Paure ***


Il giorno dopo Nitocris si svegliò indolenzita e infastidita dal rumore di metallo che cozzava contro altro metallo, ipotizzando che qualcuno stesse usando gli spadoni. Chiamò la sua ancella e si fece aiutare a vestirsi, mentre una schiava le pettinava la bellissima parrucca nera con dei fili colorati.

-Mia signora, siete davvero raggiante oggi! Nonostante quanto accaduto ieri sera!-le disse la sua ancella, allacciandole i sandali di cuoio, con dei piccoli lapislazzuli inseriti nel tessuto.

-Oh, Napet!-esclamò lei, felice,-Oggi potrei morire di gioia!-.

-Mia signora!-la richiamò l'ancella,-Non direte sul serio, vero?-.

-Ma no, stupida! Era per dire che sono felicissima!-.

Quando l'altra schiava le mise la parrucca sul capo, Nitocris uscì fuori con la stessa velocità e con la stessa grazia di una leonessa, cercando Ramses. Arrivò fino al cortile del palazzo per poterlo vedere allenarsi alla spada con suo fratello Akhenator.

-Nitocris!-la salutò il suo futuro cognato, parando nel frattempo un fendente del fratello,-Sei bellissima oggi!-.

Ramses si voltò a guardarla e rimase fermo immobile: Nitocris sembrava una dea. Era così bella e radiosa da togliergli il fiato, che gli era stato donato alla nascita, come era capitato a tutti gli altri mortali, dal dio Shu. Le sue guance erano più rosee e il suo sorriso più ampio, rispetto a quello che indossava per compiacere gli altri.

Nitocris si portò le mani ai fianchi e scosse la testa, sempre sorridendo.-Akhenator, sei il solito bugiardo!-.

-Bugiardo? Fratello, dille ciò che vedi anche tu: non è meravigliosa?-.

La fanciulla si voltò a fissarlo, ma Ramses non riuscì a proferir parola, dandosi poi mentalmente dello stupido.

-Vorresti dire che gli altri giorni sono mediocre?-lo stuzzicò lei, ridendo.

-Cosa? No!-disse Akhenator, balbettando un po',-Volevo dire che oggi sei più bella del solito!-.

La fanciulla finì col ridere ancora di più, mentre Ramses le si avvicinava.

-Mio fratello è cieco...-mormorò lui,-Sei un essere divino, Nitocris!-.

La fanciulla sorrise a quel complimento e avvicinò il volto a quello del principe.-La felicità mi rende tale!-.

-Felicità per cosa, mia dolce future sposa?-le chiese Ramses.

-Per la bella notte appena trascorsa!-rispose lei in un sussurro, guardandolo negli occhi.

Il principe ereditario sorrise, carezzandole la guancia, mentre Akhenator si schiarì la gola, imbarazzato da quella situazione.

-Perdonatemi, ma Ramses ed io dobbiamo riprendere il nostro duello!-rise il fratello più piccolo,-Mi devi ancora la rivincita!-.

Ramses si allontanò da Nitocris, riprendendo il suo kopesh e iniziando l'allenamento con Akhenator. Volavano fendenti e se ne parlavano altrettanti e chi assisteva batteva le mani per esprimere il loro entusiasmo.

Alla fine Ramses disarmò duo fratello e Nitocris applaudì, sorridendo.-Akhenator! Ora tocca a me! Ti ricordo che mi avevi promesso di insegnarmi ad usare il kopesh!-.

-Sei già brava, Nitocris!-esclamò lui, strizzandole l'occhio,-Se continuo ad insegnarti, disarmerai anche Ramses!-.

I tre risero, mentre la folla che si era riunita a guardare il duello dei fratelli si era volatilizzata.

-Hai scoperto qualcosa piuttosto, fratello?-gli chiese Ramses, abbassando la voce e tornando serio.

Nitocris si mise ad ascoltare attentamente i due, affiancandosi a Ramses.

-Non ho saputo nulla!-rispose Akhenator, guardando la fanciulla,-Né di quei due, nascosti nel funicolo degli schiavi che hai visto tu, né di chi ha incendiato la camera di Ramses!-.

-Quindi quei maledetti sono ancora a piede libero?-domandò Nitocris spaventata, stringendo il braccio muscoloso di Ramses.

-Purtroppo si! Quindi dovrai fare attenzione anche tu!-disse Akhenator,-Ora vado a trovate mia madre, ci reincontreremo al pasto del mattino, tra qualche ora!-.

Detto questo se ne andò, lasciando Nitocris e Ramses da soli. Il principe avanzò verso la statua di una leonessa e guardò all'orizzonte.

-Ho paura!-mormorò la fanciulla, guardando le spalle di Ramses. Incrociò le braccia sul petto, quasi come segno di autodifesa e abbassò lo sguardo sullo stagno che avevano vicino.

Ramses si voltò di scatto, fissandola per qualche secondo e poi andandole incontro.-Non fare il loro gioco, Nitocris! Se tu mostri di avere paura, loro non avranno pietà per te!-.

Una lacrima scivolò dall'occhio destro della fanciulla, che strinse le labbra tra di loro per non scoppiare a piangere. Alzò gli occhi, leggermente arrossati, immergendo lo sguardo nei pozzi neri che aveva Ramses.-Promettimi che mi starai vicino!-.

-Lo sono già, Nitocris!-le disse lui, sfiorandole con le dita un braccio,-Anche quando sei in giro da sola faccio sempre in modo che qualcuno ti tenga d'occhio!-.

Lei abbracciò di slancio il principe, stringendosi al suo petto e Ramses non poté far altro che rassicurarla.

-Nitocris! Ramses! Ecovi, finalmente!-.

I due si voltarono verso la prima regina, che stava andando loro incontro.

-Madre! Che succede?-chiese Ramses, mentre Nitocris si inchinava alla regina.

-Il padre e i fratelli di Nitocris sono qui! Sono venuti a trovarti e ad organizzare il tuo matrimonio, insieme con il faraone!-spiegò la regina,-Siamo tutti nella sala del trono. Presto, venite!-.

I due ragazzi seguirono la Prima Regina, inconsapevoli del fatto che una donna li stava guardando da una terrazza da molto tempo, con le mani strette a pugni e gli occhi ridotti a due piccole fessure. Guardava Nitocris, invidiandole le attenzioni del principe, che voleva solo per sé e capì che avrebbe dovuto metterla fuori gioco, prima che la fanciulla potesse rovinare i suoi piani. E, per esaudire il suo desiderio e la sua fame di potere, aveva bisogno di tutta la pazienza possibile.

Ma nel frattempo, sarebbe rimasta nell'ombra, ad osservare l'evolversi della situazione.




Buonasera!(: innanzitutto scusatemi per Il ritardo e per il fatto che aggiorno sempre in orari improponibili.. Comunque, ho passato una settimana bruttissima con tosse, raffreddore e via dicendo e solo ora sono guarita, quindi sono tornata(fortunatamente o purtroppo per voi, dipende da come la vedete). Niente volevo ringraziare chiunque abbia aggiunto la storia nelle sue liste e chi la legge, sperando comunque che vi piaccia e che mi facciate sapere come la trovate!((: vi lascio perché sto morendo dal sonno e PURTROPPO domani ho scuola(mannaggiaaa!). Buonanotte❤❤

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Capitolo 10
*** Imprevisto al matrimonio. ***


Il rito nuziale si svolse con grandi sfarzi e grandi feste. Per volere degli sposi il giorno delle nozze era stato tenuto all'oscuro, fino alla notte precedente. Nitocris e Ramses avevano voluto unirsi in matrimonio nei mesi di piena del fiume Nilo, come a richiedere buon auspicio e fortuna per la coppia agli dei.
Fu il gran sacerdote a unire i due giovani, che si sorridevano felici. Era stata offerta birra e miele a ogni suddito d'Egitto, dai più alti funzionari al piccolo contadino, a tutti era stato permesso di festeggiare per l'unione tanto voluta da entrambi i padri degli sposi.
-Mi raccomando!-esordì il Re, guardandoli felice,-Non fatemi attendere troppo tempo per dei nipotini!-.
Nitocris arrossì a quella richiesta, mentre Ramses rimaneva impassibile e studiava attentamente una fanciulla, che continuava a fissarlo. Dei servi entrarono nella Sala Grande in quel momento, con un dolce fatto di datteri e miele.
-Da un commerciante di Luxor, mio faraone!-disse uno di loro, senza incontrare lo sguardo del Re.
Nitocris si avvicinò al dolce con un sorriso, riconoscente di quel dono, ma il primo boccone era destinato al faraone, quindi si impose di aspettare che suo suocero tagliasse il dolce e lo facesse provare prima allo schiavo, onde evitare che fosse avvelenato. Lo schiavo si leccò le labbra, assaporando il dolce sapore del miele, senza avere alcun sintomo di nessun avvelenamento, perciò il faraone prese con le dita un pezzo del dolce e lo portò alla bocca, gustandolo appieno. Qualche secondo dopo lo schiavo che aveva provato il primo boccone stramazzò al suolo e il faraone si guardò attorno, spaesato e impaurito, iniziando visibilmente a tremare, mentre i presenti iniziavano a urlare e guardarsi intorno.
Nitocris gli fu subito di fianco e gli consigliò di infilare due dita nella bocca, fino alla gola, per riuscire a sputare il dolce e il faraone non se lo fece ripetere due volte, vomitando tutto quello che aveva mangiato fino ad allora.
-Portatemi del latte, presto!-disse Nitocris, sfiorando la spalla del Re, che la guardò come se fosse un'apparizione divina.
-Tu sei stata mandata dagli dèi, mia dolce Nitocris!-balbettò il Re, bevendo il latte nella sua coppa,-Mi duole lo stomaco!-.
-È normale, mio signore!-mormorò Nitocris, toccando la fronte del faraone e sentendola scottare,-Il veleno stava quasi per fare effetto. Dovreste riposare!-.
-Venite, padre!-si fece avanti Akhenator,-Vi porto nelle vostre stanze!-.
Il faraone uscì dalla sala con il figlio minore, mentre Ramses abbracciava stretta a sé sua moglie.-Ti sarò grato per l'eternità, Nitocris!-.
-Tuo padre è sempre stato come un secondo genitore, per me! L'avrei fatto mille altre volte!-.
Ramses annuì e diede ordine alle guardie di andare a scovare subito il commerciante che aveva mandato il dolce, mentre gli invitati riprendevano a mangiare con una certa diffidenza le pietanze nei loro piatti.
Khafra si avvicinò alla sorella, ora sua futura regina, con un largo sorriso sulle labbra. Nitocris si irrigidì e strinse la mano a Ramses, che la guardò come per farle forza.
-Sorella!-la salutò lui,-Finalmente ci rivediamo!-.
-Vi lascio soli, scusami amico mio!-disse Ramses, posando una mano sulla spalla di Khafra, che annuì.
La principessa guardò suo fratello per qualche istante, poi una lacrima corse sul suo viso e le sue labbra di incurvarono in un sorriso.-Scusami, fratello adorato. Scusami davvero tanto!-.
-Perché piangi, Nitocris?-le chiese Khafra, carezzandole una guancia e guardandola preoccupato.
-Per essermi comportata da stupida incosciente!-singhiozzò lei,-Pensavo che mi odiaste per aver deluso nostra madre!-.
-Nitocris!-la richiamò dolcemente Khafra,-Non pensarci nemmeno! Io, Amenophis e Hamabi non abbiamo mai pensato a una cosa del genere. Se ti abbiamo tenuta lontana è perché sappiamo che i dolori li passi da sola, rimuginando sulle cose!-.
-Mi conoscete più di quanto io conosca me stessa!-sorrise la fanciulla.
-Solo gli dei ci conoscono veramente!-disse Khafra, posando un bacio sulla fronte della sorella,-E ora non farci attendere molto un futuro principe!-.
Nitocris arrossì e ammutolì, abbassando lo sguardo e vedendo il fratello sghignazzare per il suo imbarazzo.
-Vado da nostro padre e ti lascio a tuo marito, mia bella e dolce principessa!-disse Khafra, indietreggiando in un inchino e tornando al suo posto, al fianco di Amenophis e di Hamabi, che guardarono la ragazza sorridenti.
Quella sera, quando il Gran Sacerdote e la prima Regina accompagnarono nelle loro stanze i Principi Ereditari, Ramses si sedette sul letto e avvicinò a sé Nitocris, scrutandola attentamente.-Cosa ti ha detto oggi tuo fratello per farti ammutolire così tanto?-.
-Perché vuoi saperlo?-chiese lei, con fare guardingo.
-Perché almeno, quando litigheremo, saprò come zittirti!-disse lui, ridacchiando.
Nitocris gli tirò uno schiaffo sulla nuca rasata, ma non riusci a trattenere un sorriso.-In realtà non te lo aspetteresti mai: mi ha detto di non fargli attendere troppo un piccolo principe!-.
-Ha detto la stessa cosa a me!-rise il principe,-Ha aggiunto che non vede l'ora di poter avere un nipotino da viziare!-.
-Khafra dovrebbe sposarsi, così non infastidirebbe più nessuno!-esclamò imbronciata la principessa.
-Io invece direi di metterci subito a lavoro!-scherzò Ramses, avvicinando le loro bocche e dando a Nitocris un bacio da farle girare la testa,-Voglio vederti portare in grembo mio figlio. Nostro figlio!-.
Nitocris rabbrividì a quella frase e si lasciò spogliare dal principe, cercando il contatto con la sua pelle calda.-E io sono impaziente di darti questo figlio!-.
Non capiva da dove venisse quel coraggio nel dire cose così esplicite, ma Nitocris si abbandonò a suo marito. Ramses le era sopra e lei lo fissava in volto, carezzandogli la guancia, poi avvicinò la bocca all'orecchio dell'uomo.-Prendimi, ti prego!-.
Ramses non riuscì a resistere a quel mugolio e la fece sua. Quando si unirono in un solo corpo al principe sembrò di volare tra gli astri notturni e scese con il viso a baciare la bella bocca di Nitocris, che gli sorrise. L'orgasmo li travolse insieme e li lasciò senza fiato, tanto che in un primo momento a Ramses sembrò di non riuscire più a respirare. Le si stese a fianco e la attirò a sé, posandole un bacio sul collo lungo ed elegante della sua sposa.
-Ti amo, Ramses!-disse lei, addormentandosi al suo fianco, mentre il marito la guardava dolcemente dormire.

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Capitolo 11
*** Risveglio da sposata. ***


Il giorno successivo Nitocris si svegliò con il sorriso sulle labbra. Era una donna sposata con l'uomo che amava e non c'era nient'altro che potesse chiedere di più. Allungò il braccio verso destra, cercando il corpo di Ramses, senza però trovarlo. Aggrottò le sopracciglia, voltandosi.
-Ramses?-lo chiamò lei, coprendosi con il lenzuolo di lino.
Un'ancella entrò silenziosamente nella stanza, genuflettendosi.-Mia signora, il principe Ramses è stato chiamato dal faraone per motivi urgenti!-.
-Ovvero?-chiese lei, spaventata,-Cosa è successo?-.
-Hanno arrestato questa notte l'uomo che aveva fatto portare quel dolce ieri, al suo matrimonio!-mormorò la ragazza.
-E il faraone ora sta meglio?-.
-Si è ripreso, mia signora!-rispose l'ancella,-Ma non riesce a mangiare ancora!-.
Nitocris si alzò dal letto e si fece aiutare dalla ragazza a vestirsi.-Cosa dicono i guaritori?-.
-Nessuno sa nulla, mia signora! Vostro padre ha chiamato più di un guaritore e molte streghe, ma non c'è stata alcuna spiegazione. Così vostro fratello Hamabi ha proposto voi!-.
-Me?-fece Nitocris,-Perché?-.
-Vostro fratello ha riferito al Re le vostre capacità con i medicamenti e i veleni!-spiegò l'ancella, pettinando la parrucca della principessa e mettendogliela sul capo,-Il principe Ramses ha ordinato a due guardie di scortarvi fino alla sala del trono!-.
-Allora andiamo!-ordinò la principessa, uscendo dalle sue stanze dopo aver preso il suo sacchetto per i medicamenti e trovando due uomini armati di kopesh fuori dalla porta.
Camminarono verso la sala del trono e, nel corridoio che portava all'enorme stanza, Nitocris incrociò la terza regina, che però non la degnò di attenzione, come se non esistesse. Nonostante fosse la Terza Moglie e lei "solo" la principessa, Nitocris era quella a cui bisognava fare riverenza, tra le due, ma la terza regina passò dritta, incurvando le labbra in una smorfia.
-Mia signora...-iniziò una guardia, guardando basito la Terza Moglie.
Nitocris, che aveva le mani giunte all'altezza delle cosce, fece un segno all'uomo come a dirgli di lasciar correre e gli sorrise.-L'educazione non è da tutti, così come il rispetto e l'onore! Lascia correre!-.
-Come volete, mia signora!-acconsenti l'uomo, con un tono di sorpresa e meraviglia insieme, come se non si aspettasse questa indifferenza da parte sua.
Nitocris gli sorrise e continuò a camminare verso la porta della sala del trono, dove altre due Guardie sempre armate sostavano davanti all'entrata. I due soldati si incrinarono e aprirono la porta, per far passare la principessa, che entrò sorridente e inchinandosi a sua volta al Faraone.
-Mio signore!-lo salutò lei, sentendo Ramses avvicinarlesi,-State meglio oggi?-.
-In effetti no, mia dolce nuora!-sospirò il sovrano, sedendosi sul suo scranno,-Ho il vomito continuo e stanotte non sono riuscito a prendere sonno!-.
-Potrei controllarvi gli occhi?-so offrì Nitocris, mordendosi il labbro, timorosa per quella domanda un po' troppo azzardata.
-La mia salvatrice può questo e altro!-rispose il Faraone, sorridendole e facendole segno di avvicinarsi,-Tuo fratello mi ha riferito che ti intendi di veleni e medicamenti!-.
-Fortunatamente la mia carissima madre mi ha istruito su questo genere di cose!-.
Nitocris osservò gli occhi del Faraone, notando l'allargamento delle pupilla. Annusò la pelle del sovrano e sentì uno strano odore di mandorle amare e con quello, tutti i suoi dubbi svanirono.
-Cianuro!-disse, prendendo il piccolo mortaio e delle erbe dal suo sacchettino,-Ora vi darò una pozione, che dovrete bere tutti i giorni per una settimana. Se non vi fidate la proverò per prima io!-.
Il Farone le posò una mano sulla sua e la guardò negli occhi.-Non pensare, neanche solo per un momento, che io non mi fidi di te, dolce ragazza mia! Ti ho affidato il mio primogenito, questo la dice lunga sull'affidamento che faccio su di te!-.
-Mi onorate con queste parole, mio signore. E vi prometto che non vi deluderò!-disse lei,-Ma ora mettetevi comodo a sedere e lasciate che vi prepari il medicamento!-.
Il Faraone si mise a ridere.-Ah Nitocris! Molti dei miei più fedeli soldati non hanno neanche la metà del tuo coraggio, a provare a rivolgersi così con me!-.
Nitocris abbassò lo sguardo, sotto le risatine della Prima e della Seconda Regina e bisbigliò un "Perdonatemi" molto imbarazzato.
-Non c'è alcun bisogno di farsi perdonare, ragazza mia!-rise il Faraone,-Tutti voi della mia famiglia mi rallegrate le giornate!-.
Dopo aver somministrato al Faraone il suo medicamento erboso, Nitocris si avvicinò al marito, che la guardava adorante.-Ho un urgente bisogno di dirti che mi sento fortunato ad averti sposata!-.
Nitocris si abbandonò all'abbraccio del marito, ma poi le vennero subito in mente le parole della sua ancella.-Avete preso l'uomo che ha mandato quel dolce avvelenato?-.
Ramses la fissò attentamente.-La servitù di questo palazzo non riesce a stare zitta eh!-.
-Oh non te la prendere con loro!-disse subito Nitocris,-Non vorrei essere la causa di una punizione!-.
-L'unica punizione che avrà luogo oggi sarà appena ti avrò tutta per me nelle nostre stanze!-scherzò il principe,-Così imparerai a salutate prima me, che a correre subito da mio padre!-.
-Sei geloso di tuo padre?-lo prese in giro lei, a bassa voce.
-So che lo stimi molto, ma lui ti ruba sempre a me!-.
-Spero tu stia scherzando!-fece lei,-Con tuo padre non passo mai tanto tempo! E poi tu sei sempre in giro per le città a riscuotere tasse o nel cortile ad allenarti con Akhenator!-.
-Beh, in effetti non hai tutti i torti!-disse,-Dovrò quindi pensare molto di più a mia moglie, se voglio che mi dia anche un erede, insieme al suo cuore!-.
-Il mio cuore lo hai già, lo sai!-sussurrò lei, facendosi portare fuori dalla sala del trono, nonostante non fosse consono uscire senza aver prima salutato il Faraone,-Ramses, tuo padre...-.
-Non ci ucciderà per non averlo salutato per una volta!-la prese in giro lui, tirandola verso il corridoio delle stanze da letto della famiglia reale e correndo per l'ultimo tratto, quasi con urgenza.
Nitocris gemette e Ramses la guardò negli occhi.-Ti ho già detto quanto mi piace quel suono? Lo sentirei per ore ed ore!-.
-Per farti un torto per avermi lasciata sola questa mattina, mi tapperei la bocca con un filo di lino!-scherzò la principessa, finendo sul petto di Ramses.
-E come ti sei svegliata da donna sposata?-le chiese lui, mettendo le braccia dietro la testa.
-Ancora ci devo fare l'abitudine, ma bene! Sapere che sono sposata a te mi fa sentire bene, protetta e amata!-.
-E così è, Nitocris! Fidati!-.
Detto questo la baciò e non ci fu più tempo per le parole, perché entrambi sapevano che erano più bravi ad esprimere ciò che provavano l'uno per l'altra nel silenzio, invece che a parole.




Ma buonaseeeeeera! Cavolo siete divebtate in tante a leggere la storia! Più di 600!!!!! E io che avevo iniziato a scriverla solo per "divertimento", diciamo... Invece noto con piacere che molte di voi hanno messo la storia di Nitocris e Ramses tra le preferite, le seguite o le ricordate! Grazie ,grazie, grazieeee! Mi fate prendere bene, che è tutto dire, visto che non è il miglior periodo dall'inizio dell'anno. Quindi vi ringraziò ancora e vi aspetto al prossimo capitolo, o nelle altre storie che sto scrivendo. E ricordatevi di recensireeeee! :***** Stefania❤❤❤

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Capitolo 12
*** La donna rossa. ***


Nella notte Ramses e Nitocris sgattaiolarono tra i corridoi del palazzo, arrivando alla vasca dei Giardini Reali, ridendo e baciandosi. Nitocris si era arrampicata alla schiena del marito e lui l'aveva presa in spalla, correndo all'esterno e cercando di non farsi scoprire dalle guardie che sorvegliavano il palazzo. Nitocris fissò suo marito negli occhi poi entrò nella piscina, con addosso solo una vestaglia leggera. L'acqua le solleticò la pelle all'altezza delle gambe, appiccicandole la veste sulla pelle, poi Ramses depose il suo kopesh al bordo della vasca e tolse i sandali di cuoio dai piedi, seguendo la moglie.

-Tutto l'Egitto mi invidia!-mormorò Ramses, guardandola sedersi nella vasca.

-Ah si, mio principe?-fece lei, agitando le braccia,-E come mai?-.

Ramses le si avvicinò come un leopardo e le arpionò una caviglia con la mano grande e calda e la avvicinò a sé con uno scatto. Nitocris in un primo momento sussultò, ma poi si sollevò a sedere sulle gambe del marito, circondandogli le ampie e calde spalle con le sue piccole braccia. La fanciulla si avvicinò cautamente al viso del principe e gli depose un piccolo bacio sugli occhi, che per gli Egizi erano assai sacri al dio Osiride; poi passò alle labbra, dove il dio Shu immetteva il suo alito di vita e faceva respirare gli uomini e Nitocris volle quasi attaccarsi alle sue labbra proprio per respirare l'aria che entrava nei suoi polmoni, passando così vicina al suo cuore...

-Quando sarò Faraone farò edificare per te una città, che porterà il tuo nome ed eguaglierà la tua bellezza!-mormorò Ramses, carezzandole la guancia con il pollice.

-Non è necessario, Ramses!-disse lei,-Lo sai benissimo che non mi piacciono queste cose!-.

-Allora ti prometto che non prenderò altra moglie, all'infuori di te!-.

Nitocris sussultò e spalancò gli occhi, fissandolo come se fosse ammattito.-Cosa stai dicendo? E se tuo padre o tu stesso doveste fare degli accordi con qualche altro regnante o uomo importante del Regno?-.

-Ci sono i miei fratelli, per quello!-la interruppe il Principe,-Anche se non sono gli eredi al trono diretto fanno comunque parte della mia famiglia ed è giusto che anche loro possano trovare vantaggi con i matrimoni che potrebbero contrarre!-.

-A proposito di matrimonio!-sbuffò annoiata Nitocris,-Domani tua madre ha indetto un banchetto in nostro onore, te ne sei ricordato, vero?-.

Dalla faccia che fece il marito, Nitocris capì che gli era proprio sfuggito di mente, anzi! Che non gli era entrato proprio in mente!

-Sei sempre il solito!-rise lei, carezzandogli il mento con il pollice,-Spero non ti dimenticherai del mio anniversario di nascita tra qualche giorno o del nostro anniversario di matrimonio tra un anno!-.

-Altrimenti?-la sfidò lui, invertendo le loro posizioni e facendo bagnare Nitocris fino al petto.

La veste della Principessa si attaccò al suo corpo, lasciando intravedere al marito le sue generose forme e ogni aspetto della sua pelle, anche il più piccolo neo. Ramses sfiorò le labbra di sua moglie con le dita bagnate dall'acqua della vasca e la ragazza rabbrividì al contatto, baciandogli il polpastrello e nel frattempo fissandolo negli occhi.

-Altrimenti potrei seriamente arrabbiarmi!-fece lei, sorridendo per poi scappare dalla sua presa verso l'altro bordo della vasca.

-Non riuscirai mai ad arrabbiati con me, mia principessa!-ridacchiò lui, avvicinandosi a lei.

-E perché mai?-.

-Perché mi ami troppo!-rispose, baciandola intensamente.

In quel momento Ramses sentì il rumore di un ramo spezzarsi e capì che c'era qualcuno che li stava spiando, ma fece finta di non averlo sentito, per non spaventare la giovane moglie, né per far capire all'intruso che si era accorto della sua presenza, visto che solo la famiglia reale e chi era autorizzato da essa poteva accedervi. Così continuò a baciare Nitocris, camminando per la vasca, fino ad arrivare al bordo sul quale aveva posato il suo kopesh. Quando la sua mano si strinse sull'elsa della sua spada, Ramses scostò appena in tempo Nitocris, prima che la punta di una lancia potesse infilzarla. Nitocris sussultò, fissando l'uomo che stava minacciando con l'arma suo marito ed ebbe paura che Ramses potesse morire, poiché non ebbe visto la mano veloce del principe afferrare il kopesh.

-Chi sei per venire a minacciare il futuro Re d'Egitto?-sibilò Ramses, uscendo lentamente e con cautela dalla vasca, sempre puntando l'arma contro lo sconosciuto, il quale era visibilmente spaventato dalla situazione,-Sei sorpreso? Ti ho sentito arrivare solo dal rumore che hanno fatto i tuoi passi!-.

Nitocris si spostò dalla sponda opposta, ma una mano le afferrò il braccio, stringendoglielo fino a farle male. La ragazza, che non era estranea alla lotta fisica, grazie ai suoi velocissimi riflessi, afferrò il polso del suo aggressore e lo spinse in avanti, fino a farlo cadere nella vasca, poi la principessa ne uscì e prese il pugnale che teneva sotto la veste, preparandosi a lanciarlo. Nel frattempo Ramses si stava occupando dell'altro bandito, finché il Principe lo ferì al costato e quello fuggì via, lasciando nella vasca l'altro compare, sotto lo sguardo vigile di Nitocris, pronta ad attaccarlo. Appena quello alzò le mani, in segno di resa, arrivarono le Guardie Reali, che erano state richiamate dal rumore che si era sentito.

-Principe Ramses!-esclamò il generale Ahmenat, arrivando di corsa alla piscina,-Principe Ramses, state bene? Principessa?-.

Nitocris annuì, guardando il bandito che si era introdotto all'interno dei Giardini e irrigidendosi.-Sbaglio o quest'uomo l'ho visto oggi al banchetto?-.

Il generale e il Principe fissarono l'uomo, ma nessuno dei due si ricordava di averlo visto.-Hai sentito cosa ha detto la principessa? Eri o non eri al banchetto questa mattina?-gli chiese Ahmenat, afferrandolo per il collo.

Quello rimase zitto, senza rispondere, ma tremando visibilmente.

-Deve essere uno dei tanti servi a cui era stata promessa una ricompensa per i servizi che avrebbe reso oggi!-ipotizzò Nitocris.

-Bene, vorrà dire che domani mattina gli verrà amputata la mano, per aver osato toccare mia moglie!-disse Ramses, con tono severo e autoritario,-Successivamente, magari tra qualche mese, verrà giustiziato!-.

-Nessun processo, mio Signore?-chiese il generale.

-No, chiunque faccia del male ai miei cari e soprattutto a mia moglie, non meritano il diritto di difendersi!-.

Prima che l'uomo fosse portato via, disse qualcosa che solo l'orecchio di Nitocris capì.-Lei sta cercando di ucciderLa, principessa. E ha assoldato me per farlo. Stia attenta alla donna rossa!-.

Nitocris si irrigidì appena sentì quella confessione, ma non riuscì a capire chi fosse la "donna rossa", perché il generale Ahmenat lo fece portare via.

-Chissà cosa ha detto!-pensò a voce alta l'uomo.

-Deve essere qualche lingua straniera, perché sicuramente non era uno dei tanti dialetti d'Egitto!-spiegò Ramses, raccogliendo i suoi sandali e spingendo Nitocris all'interno del palazzo.

-Era aramaico!-disse Nitocris, guardando i due uomini,-Sapeva che conosco l'aramaico e mi ha detto di stare attenta a una donna, che lo ha assoldato per uccidermi!-.

-Cosa?!-sbotta Ramses, fermandosi nel corridoio,-Una donna ha assoldato un sicario per ucciderti?-.

Annuisco.-Ha detto una donna rossa!-.

-Per tutti gli dèi!-esclama il generale, ricevendo un'occhiata sorpresa dalla coppia.

-Cosa ti succede, Ahmenat?-gli chiese Ramses.

-So chi è la donna, ma non credo possa essere accusata così, senza alcuna prova!-.

-In che senso, generale?-mormora Nitocris.

-L'unica donna rossa del palazzo, se intendeva capelli rossi, è la quarta moglie del faraone, la Quarta Regina, Attanasia!-.

-Attanasia? No, è impossibile!-lo fermò Nitocris,-Che cosa ne trarrebbe?-.

-La Quarta Regina ha sempre avuto un debole per me!-mormora Ramses, con il tono di chi ha appena realizzato cosa sia accaduto sotto il suo naso.

-L'unica persona con cui può parlarne è Suo padre, Principe Ramses!-gli suggerì Ahmenat.

-Oh, fidati che sarà la prima cosa che farò, domattina! Quella pazza deve finirla di perseguitarmi!-.




Buonaseraaaa! Finalmente sono tornata dal mondo dei morti! Anubis non voleva lasciarmi andare, perdonatelo... Finalmente è finita la scuola, non ne potevo più! Adesso posso dedicarmi alle mie storie, continuare a scrivere e magari a pensarne di nuove(succede anche a voi che, mentre state scrivendo una cosa, ve ne vengano in mente altre trecento? Ahahhaah).

Adesso mi sto anche cimentando in una ff su Harry Potter, ovviamente con Draco Malfoy, insomma... A CHI NON PIACE IL PERSONAGGIO DI DRACO? eheheheh casomai, quando deciderò di ripubblicarla(l'avevo già fatto due anni fa, ma non mi piaceva tanto lo stile narrativo) se a qualcuno interessa do il link(: se me ne dimentico(alzheimer giovanile, perdonatemi) andate sul mio account di Efp e cercate il titolo, che credo proprio sarà "Il destino è mutevole". Non aspettatevi Draco/Hermione o altre coppie che non stanno né in cielo né in terra, perché lei sarà un personaggio inventato da meeee ehhehe ok, ora vi lascio andare, scusatemi. Buonanotte e mi raccomando, fatemi sapere se la storia ve gusta o no! Notte! :*

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Capitolo 13
*** Fumo denso. ***


Ramses faticava ad attendere il sorgere del sole e il suo nervosismo influenzava anche Nitocris che era ancora sveglia, vedendo il marito percorrere su e giù continuamente la loro stanza. Nitocris si trovò a sospirare, scuotendo la testa e il marito si voltò verso di lei.

-Cosa succede?-le chiese lui, avvicinandosi al talamo e carezzandole la guancia.

-Sei troppo nervoso e fai innervosire anche me!-rispose lei, prendendo la mano del marito nella sua e baciandolo sul mento, per poi scendere sul petto,-Hai bisogno di rilassarti, Ramses! Dico davvero!-.

-Il Principe d'Egitto non può rilassarsi, Nitocris!-ridacchiò lui, stendendosi sulle coperte di lino con le braccia spalancate.

Nitocris gli si stese sul petto e iniziò a sedurlo con le sue labbra, che accarezzavano il suo petto.-E io cosa ci sono a fare, allora?-.

La Principessa sentì il marito irrigidirsi e gemere, quando lei disegnò il contorno delle labbra dell'uomo con la lingua. La ragazza aprì la chiusura della collana, che teneva attaccati i lembi del suo vestito e lo lasciò scivolare lungo il suo corpo, fino alla vita. Fece poi combaciare i loro busti, il suo seno andò ad accarezzare i pettorali del marito, che le afferrò le braccia in una stretta forte, ribaltando le posizioni con uno scatto. Nitocris inarcò la schiena verso il petto del marito, in un muto invito, che lui non poté fare a meno di non ricevere.

-Hai imparato troppe cose!-mormorò lui,-Ho creato un mostro!-.

Lei emise un risolino a metà tra il divertito e il nervoso.-Fortunatamente rimani tu quello che ne sa di più, tra noi due!-.

-Fortunatamente? In che senso?-.

-A me piace imparare, ma ancora di più mi piace il tuo modo di insegnare!-spiegò lei,-Quindi ora insegnami!-.

Ramses sorrise e si spogliò delle sue vesti, infilandosi tra le gambe della moglie e tirandole sul petto il vestito con urgenza, senza slacciare la troppo complicata cintura di cuoio alla vita. Le afferrò le ginocchia per immergersi nel suo corpo completamente, con un solo movimento. Nitocris ansimò a voce alta, non riuscendo a trattenersi e assecondò da subito i ritmi del marito, seguendolo in quella danza ancestrale.

-Tu sarai la mia rovina!-le disse, entrando e uscendo da lei,-Mi farai impazzire, prima o poi!-.

Nitocris non rispose, troppo concentrata a godersi l'arrivo dell'orgasmo per parlare. Graffiò la schiena di Ramses con le unghie e gli morse delicatamente la spalla, finché entrambi caddero sul materasso quasi senza fiato. Nitocris si mise in posizione supina e accolse con piacere le carezze di suo marito sulla sua schiena, mentre le mani birichine di Ramses si trovavano anche molto vicine all'interno coscia di sua moglie, la quale gemette quando Ramses affondò un dito dentro di lei. La ragazza si voltò verso di lui, lanciandosi sulle sue labbra e baciandole, famelica. Fu allora che Nitocris prese l'iniziativa e mise le ginocchia ai lati della vita del marito, senza avere alcun contatto con il resto del corpo di lui. Rimase semplicemente con la sua vita sopra la virilità del marito, che la guardava come un leone guarda una gazzella.

-Che cosa aspetti?-le chiese, diventato tutto a un tratto impaziente.

-Che ne hai fatto dell'uomo temprato che eri?-lo stuzzicò lei con un sorriso.

-Lo hai fatto sparire tu!-disse Ramses, cercando di afferrarle la vita per possederla.

Nitocris però si ribellò alla forza del marito, o almeno ci provò, con il risultato di essere presa un'altra volta. Ramses le disse di puntare le ginocchia sul letto e di mettere le mani sul suo petto, alzando e abbassando la vita e Nitocris seguì i consigli del Principe, percependo subito una bellissima frizione tra i due corpi, che le mozzava il fiato. Quando entrambi raggiunsero il culmine, la ragazza si stese sul letto, stanca e con il fiatone.

-Il tuo corpo è un richiamo troppo forte, anche per un uomo temprato nell'animo come me, Nitocris!-disse il principe.

Lei si ritrovò a sorridere a occhi chiusi, avvicinandosi al suo principe e abbracciandolo.-Ora dormi! Domattina dovrai incontrare tuo padre e discutere con lui di una cosa seria e importante e tu devi essere lucido e riposato per farlo!-.

Ramses la strinse a sé, posandole il mento sulla nuca rasata, come voleva la tradizione egizia, addormentandosi poco dopo con lei.



Il mattino successivo Nitocris venne svegliata da un'ancella, che le comunicò che il sovrano voleva vederla nella sala del trono. Nitocris si stroppicciò gli occhi e chiamò a raccolta tutta la sua forza di volontà per alzarsi dal letto. L'ancella la aiutò a vestirsi in fretta e furia e le truccò gli occhi con il kajal, mentre la ragazza si metteva sul capo la parrucca di capelli neri, con delle piccole cordicine di lapislazzuli. Appena fu pronta, Nitocris corse davanti alla sala del trono, seguita da tre guardie e dall'ancella. Si fermò in mezzo al lungo corridoio, sistemandosi il vestito di lino e ravviandosi i capelli della parrucca, poi fece segno a due uomini di aprire la porta, entrando nella sala a testa alta. Appena fu al suo interno si bloccò, incredula: Attanasia era genuflessa davanti al faraone e stava implorando pietà, tenendo le mani giunte sulla fronte.

-Mio signore!-stava dicendo la Quarta Regina,-Come fate a credere a uno straniero, invece che a una vostra umile serva? Io non c'entro nulla con il tentativo di assassinio del Principe Ereditario e di sua moglie. Ve lo giuro!-.

-Non giurare, serpe!-la interruppe Ramses, avanzando verso di lei, con la spada sguainata,-Lo straniero conosceva il tuo colore di capelli naturale. Come lo spieghi questo?-.

-Probabilmente una mia ancella ha rivelato che i miei capelli sono rossi!-ipotizzò lei, con aria confusa.

A quel punto Ramses si volto verso il faraone, che stava fissando Nitocris con un sorriso.-La mia dolce nuora. Vieni!-.

Attanasia e Ramses si voltarono verso di lei, come se la sua venuta, che non era stata propriamente silenziosa, non li avesse nemmeno interessati. La ragazza avanzò nella sala, evitando di avvicinarsi ad Attanasia e a Ramses, fino ad arrivare vicino al trono, dove il Re le prese la testa tra le mani e le posò un bacio sulla fronte. Nitocris rivolse al faraone un sorriso timido e quasi invisibile e andò a mettersi vicino alla Prima Regina, restando in piedi. La madre di Ramses le sorrise appena e la salutò con un fil di voce, per non disturbare la discussione che si era riaccesa nella sala del trono.

-Cosa sta accadendo, mia signora?-chiese la ragazza alla Prima Regina.

-Attanasia è stata incolpata da tuo marito di alto tradimento!-le disse Samia, guardando la scena davanti a lei,-E sinceramente io e Iris ci stavamo solo aspettando una mossa del genere, da parte sua!-.

-Cosa accadrà ora?-.

-Nulla mia cara!-rispose Samia,-Dobbiamo solo aspettare il verdetto del grande faraone!-.

Nitocris rivolse lo sguardo verso suo marito, ma quello che vide fu solo uno strano barattolo di vetro scaraventarsi all'interno della sala, diffondendo del fumo denso e scuro. La ragazza si nascose alle gambe della sedia della Prima Regina, sentendo le urla e le grida delle donne nella sala. Tra i vari schiamazzi si sentiva chiaro e limpido il pianto di una bambina, probabilmente spaventata dall'evolversi della situazione. Nitocris non ci mise molto a capire che era Hatshepsut a piangere, così si mise a gattoni sul pavimento, facendosi guidare dal pianto della piccola, che le si buttò tra le braccia, tutta tremante. Si sentirono dei rumori, simili ai suoni di una lotta e Nitocris capì che quello era un attacco in piena regola e che tutti erano bersagli. Subito il suo pensiero andò a Ramses: dove era finito suo marito? Era lui che stava lottando contro i loro aggressori?

-Ascolta, Hatshepsut!-disse alla bambina, tappandole la bocca con la mano,-Dobbiamo stare in silenzio, altrimenti gli uomini cattivi ci prenderanno e ci porteranno via, lontano da qui! Mi hai capita?-.

La bambina annuì con il capo, stringendosi ancora di più al petto della principessa, mentre quest'ultima si nascondeva sotto il tavolo degli incensi, dietro a una spessa tovaglia bianca. Nitocris si impose di regolare il proprio respiro, chiudendo gli occhi e strizzando le palpebre tra loro. Iniziò a pregare gli dèi e a chiedere loro protezione da quei banditi, che si erano intrufolati a palazzo.





Angolo dell'autrice.
Chiedo venia, ragazze. So che avete atteso fin troppo per questo capitolo, ma in questo periodo diciamo che non avevo la testa di fare nulla, volevo divertirmi il più possibile, prima di ritornare allo studio e alla monotonia della scuola, soprattutto visto che questo è il mio ultimo anno di superiori. Meglio non pensarci va! E voi, cosa avete fatto in questo periodo?(:

Per tornare al nostro discorso... So che la storia sembra tutto una tremenda confusione, ma fidatevi se vi dico che dietro c'è tutta una logica. La mia.. Perciò immaginatevi! Ahahha fatemi sapere cosa vi piace, cosa non capite e i vostri dubbi e io vi risponderò. Buona serata a tutte/i, un bacione❤❤❤ Stefania.

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Capitolo 14
*** Buone nuove. ***


Nitocris era in piedi nella stanza di Kamnet, uno dei fratelli di Ramses, e fissava il ragazzo con sguardo triste. Dopo l'attacco di alcuni ribelli al palazzo reale, si era scoperto che Kamnet era uno dei feriti di quell'assalto, il più grave tra tutti. Attanasia era scomparsa e Ramses aveva riportato un taglio superficiale sul braccio sinistro, tutto per salvare Nitocris dal fendente di un ribelle, che stava calando il suo kopesh sulla testa della Principessa.

-Abbiamo fatto il possibile, mio signore!-mormorò uno dei guaritori,-Se il principe Kamnet passerà la notte, potremmo dichiararlo fuori pericolo!-.

Nessuno ascoltò le sue parole, mentre Nitocris gli faceva segno di seguirla, uscendo dalla stanza.-Vi ringrazio per aver aiutato il principe Kamnet. Ve ne sono riconoscente!-.

-Il mio unico pensiero è quello di salvare la vita del principe Kamnet, Vostra Altezza!-le disse lui, inchinandosi,-Sperando in una pronta guarigione!-.

-Il principe Kamnet è forte come suo fratello e suo padre!-annuì la Principessa,-Sicuramente ce la farà!-.

-Certamente, Vostra Altezza!-.

-Perdonatemi, se non vi spiace ora mi recherei nelle stanze di mio marito!-disse lei.

-Fate pure, mia signora!-.

Nitocris si precipitò nelle stanze sue e di Ramses, fino ad arrivare al loro talamo, dove però il marito non c'era. Lo cercò nel vestibolo e nella stanza antecedente alla camera da letto, ma Ramses non era nemmeno lì. La ragazza prese a sudare freddo, preoccupata per Ramses, il quale aveva anch'egli una brutta ferita.

-Stai cercando me, forse?-.

Nitocris sussultò nel sentire la sua voce provenire dalla terrazza esterna e subito gli corse incontro, stringendolo a sé. Nascose il viso nell'incavo della sua spalla e inspirò il suo profumo mascolino.-Per un momento ho creduto che ti avrei perduto!-.

Lui la strinse a sé con il braccio non ferito.-Negli attimi in cui ho visto quella spada sopra la tua testa ho pensato al peggio, ma ora sei qui e ti preoccupi più per me, che non per te stessa!-.

-Ed è un male?-gli chiese, sciogliendo il loro abbraccio e guardandolo negli occhi.

Lui scoppiò a ridere, posando le sue labbra sulla fronte della moglie.-Oh, Nitocris! Non lo è assolutamente, anzi. Sono felice che tu pensi a me, che ti preoccupi per me. Ogni sera, te lo giuro, non vedo l'ora di stendermi su quel letto insieme a te, per potermi affidare alle tue cure, alle tue carezze e ai tuoi baci!-.

La Principessa sentì le guance arrossire e subito abbassò lo sguardo, facendo un sorriso al marito, il quale gemette per una fitta di dolore al braccio. Subito Nitocris si allarmò, prendendo per le spalle il consorte. -Ramses, perché non ti stendi?-gli disse,-Mi sembri pallido!-.

-Pallido?-fece lui,-No, sto benissimo!-.

-Riposa con me, Ramses!-mormorò al suo orecchio lei,-Riposa e lascia che i pensieri più funesti scivolino via dalla tua mente. Concentrati su di noi, adesso!-.

Ramses si lasciò guidare sul loro talamo senza fare troppe resistenza e si concesse l'intero pomeriggio insieme alla moglie.



(Qualche tempo dopo...)

Kamnet si era a poco a poco ripreso, grazie anche alle cure della madre e della cognata, la Principessa Nitocris, la quale non faceva passare giorno senza saltare il suo turno di veglia al capezzale del principe. Più di un mese c'era voluto per far si che Kamnet si riprendesse e un altro mese perché potesse camminare e correre come solo i ragazzi di quindici anni fanno. In quel lasso di tempo non vi era stato più alcun attacco al palazzo né all'Egitto. Sembrava che i nubiani si fossero rassegnati, ma né il Faraone, ne la coppia dei Principi Ereditari aveva abbassato la guardia: per prima cosa vennero istituiti dei corpi speciali dell'esercito a guardia di ogni grande città, altri erano stati messi al controllo dei confini, mentre le guardie a palazzo erano rimaste le stesse. Il Faraone non aveva voluto incrementare il loro numero perché voleva che le Guardie del palazzo fossero sempre le stesse, così da evitare qualche intrusione in incognito e nuovi attacchi. Questi controlli erano talmente efficienti, che la popolazione non ne era disturbata. Se le guardie avessero invaso le vite degli egizi, la popolazione intera si sarebbe rivoltata contro al sovrano, per cui si eera deciso di fare controlli superficiali solo sulle carovane dei commercianti e su ogni persona che arrivava da altri regni.

Inoltre un'altra novità era apparsa nelle loro vite, portando finalmente gioia e positività...

-Nitocris!-la chiamò la Prima Regina, mentre la ragazza se ne stava vicina alla grande finestra della sala del trono, dalla quale entravano alcune gocce di pioggia,-Devi riposarti! Stare troppo in piedi e prendere tutta quella pioggia potrebbe nuocere al bambino!-.

Nitocris sorrise, toccandosi il ventre ancora piatto. Ecco qual'era la novità: era incinta. Incinta del figlio di Ramses, del suo grande amore, del suo Principe e del suo futuro Faraone.

Ancora non riusciva a crederci! Solamente qualche giorno prima si era alzata con un tremendo capogiro, che l'aveva costretta a letto per una giornata intera. Ramses aveva chiamato i medici di corte, preoccupato e in ansia com'era per quell'improvviso malessere. I medici gli dettero all'unisono e con gioia la lieta nuova.

-La Principessa Vostra consorte ha dentro di sé il seme della vita, mio signore!-disse il medico più anziano.

Quando guardò Ramses, Nitocris per poco non temette di vederlo svenire! Il Principe si sedette su di uno scranno, voltandosi verso la moglie e guardandola con occhi sognanti.

-Un bambino!-sussurrò,-Il mio Erede. Mio figlio!-.

-Il figlio di un dio!-annuì il medico,-Una benedizione, dopo tutti gli affanni della famiglia dell'immenso Faraone!-.

Ramses scattò in piedi, raggiungendo Nitocris e riempiendola di baci, mentre i medici si ritiravano con discrezione.-Non dite nulla a mio padtr!-disse loro Ramses, continuando a fissare il viso della sua sposa,-Voglio essere io a dargli la notizia!-.

-Come volete, mio signore!-ubbidì il medico,-E ancora congratulazioni!-.

Quando uscirono dalla stanza, Ramses prese in braccio sua moglie, facendola girare per tutta la stanza. Nitocris si trovò a ridere come non ebbe mai fatto, sentendosi leggera come una piuma. Ramses la rimise delicatamente sul loro talamo, carezzando il suo ventre con cura e amore.-Come posso ringraziare l'amore della mia vita, per avermi fatto dono del più gioioso degli avvenimenti?-.

-Dammi solo un bacio, mio Principe!-gli disse lei,-Ti chiedo solo questo, insieme a un abbraccio!-.

Ramses la accontentò subito.-Sei talmente facile da soddisfare, che non posso credere di avere davvero al mio fianco la donna migliore al mondo!-.

Nitocris arrossì, rispondendo ai suoi baci. Qualche minuto dopo uscirono dalle loro stanze, tenendosi per mano. Si diressero verso la Sala del Trono con due ampi sorrisi dipinti sui loro volti.-Padre!-esclamò Ramses, attirando l'attenzione della famiglia e della corte.

-Figlio mio!-lo riprese il Faraone,-Cosa ti porta qui, rumoroso e rocambolesco come una tempesta di sabbia?-.

-Abbiamo una notizia molto importante da darVi, mio signore!-rispose Nitocris, al posto del marito.

Il Faraone iniziò a spalancare gli occhi, come fecero il padre della Principessa e i fratelli di tutti e due.-Ditemi che è ciò che penso sia avvenuto!-.

-I medici di corte hanno appena visitato Nitocris!-disse Ramses, con gli occhi lucidi, mentre la ragazza gli stringeva la mano per farsi coraggio,-La mia adorata e amata sposa mi farà dono di un figlio, tra qualche mese!-.

Dopo il silenzio iniziale, tutti avevano gridato una benedizione per il futuro nascituro e il Faraone scese dal suo trono, dirigendosi verso i due Principi, per abbracciarli. Prima strinse a sé la nuora, sfiorandole con delicatezza il ventre e baciandole la fronte, poi mise le mani sulle spalle del figlio e abbracciò anche lui.

-Questo bambino è una benedizione!-esclamò il Faraone, prendendo la Principessa per la mano e portandola vicino a sé, sul suo trono.

Il Faraone ordinò che gli venisse portata una sedia comoda, con dei cuscini morbidi, per far sedere Nitocris, che intanto si stava godendo le carezze sulle guance e i baci sulla fronte delle tre Regine. Le piaceva aver portato un po' di felicità, in un momento così buio. Si toccò il ventre, guardando suo marito negli occhi: suo figlio era una benedizione, portatrice di felicità. Non avrebbe potuto chiedere di meglio!

-Nitocris!-la riportò alla realtà la Prima Regina,-Sei davvero testarda, non è così?-.

La Principessa si allontanò dall'ampio terrazzo e dalla pioggia e subito delle schiave le portarono dei panni asciutti con cui tamponarle il viso per toglierle l'acqua di dosso. Nitocris le scacciò con un gesto della mano e si butyo tra le braccia della Prima Regina.

-Sono così felice!-esclamò, stringendosi al petto della donna, la quale si mise a coccolarla e a lasciarle i capelli della parrucca.

-Il bambino ti ha fatta addolcire ancora di più!-le disse la Prima Regina,-Dovremmo fare attenzione allora, oppure sarai capace di aiutare tutti gli schiavi ad affrancarsi!-. La Principessa ridacchiò e si fece baciare la fronte.-Ora va' ad asciugarti!-.

Nitocris ubbidì in fretta, incontrando Hatshepsut lungo il suo percorso. La bambina la seguì, trotterellando insieme a lei fino alla stanza dei Principi. Si misero a scherzare sul talamo di Ramses e di Nitocris e infine finirono per addormentarsi tutte e due, con i sorrisi sulle labbra di ciascuna.




Ciao ragazze! Scisate il mio terribile ritardo, ma questo periodo è stato molto movimentato... Allora, cosa ve ne pare? Beh, potevate immaginare da voi che Nitocris sarebbe rimasta incinta, in uno di questi capitoli... *arrosisco come un peperone* comunque, come vedete la reazione di Ramses? Se posso dirvela tutta, io immaginarie un mio ipotetico compagno fare la stessa cosa, sarebbe davvero bellissimo!😍😍 *si fa i viaggi mentali*😂 la fantomatica donna nell'ombra è sparita, così come è sparita la Quarta Regina e i nubiani, ma fidatevi che i nostri protagonisti non verranno lasciati stare a lungo! 😉 Ora vi lascio, ma prima... Volevo chiedervi se vi andava di dare un'occhiata a "Tutti vogliono governare il mondo", che è una nuova storia nella quale mi sono buttata, dopo che mia sorella mi ha fatto vedere Games of Throne(è stata la mia rovina, ora non riesco a non pensare:"Povero Drogo e povera Dany!"😭). Ahahahahah grazie in anticipo a chi legge questa storia, doppio a chi la recensisce e triplo a chi va a sbirciare la nuova storia! 😂😂😂😂 a prestooooo, Stefania.❤❤

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Capitolo 15
*** Hathorus ***


Quando il principe Ramses entrò nelle sue stanze sperò di trovare la sua amata sposa e riempirla di baci e di carezze e di darle il dono che le aveva fatto portare, ma non si aspettò mai di vedere sul suo talamo Nitocris e Hatshepsut che dormivano abbracciate strette l'una all'altra. Sorrise e sfiorò la guancia di sua sorella, facendola svegliare pian piano.

«Ramses ...»borbottò lei, sfregandosi gli occhi.

«Shh! Sveglierai Nitocris»le disse, posandosi un dito sul naso,«Non mi dire che l'hai fatta stancare troppo!».

«No, fratello!»mormorò lei, sollevandosi a sedere,«Nostra madre l'ha trovata affacciata a uno dei terrazzi della sala del trono e l'ha mandata qui ad asciugarsi».

«Ad asciugarsi?»domandò lui.

Hatshepsut annuì.«Si era inzuppata tutta d'acqua. Per la pioggia.»

Ramses sospirò. Quella ragazza non lo avrebbe lasciato tranquillo per molto. Avrebbe voluto rimproverarla, ma guardarla dormire beatamente gli fece dimenticare tutte le punizioni che avrebbe potuto assegnarle.

«Hatshepsut, lasciaci ora.»disse il Principe alla sorella. «Devo parlare di una cosa importante con Nitocris.»

La piccola lo guardò sconvolta. «Ma io voglio dormire con lei!»

«Dormirai con Nitocris un altro giorno. Ora va' e non fare rumore.»

La bambina portò le braccia al petto, piegandole in un gesto di stizza, ma poi scese dal letto. «Sei cattivo, fratello.»

«Me lo dici sempre, sorellina.»ridacchiò lui. «Ora però va'!»

Hatshepsut sbuffò e andò verso l'uscita dell'appartamento dei Principi. «Promettimi che potrò stare con lei, la prossima volta!»

«Sul mio onore.»giurò il Principe.

Hatshepsut sapeva che suo fratello non mentiva sul suo onore. Mai. Così gli fece un sorriso e se ne andò, lasciando Ramses finalmente solo con la giovane moglie. Egli carezzò il viso della giovane sposa, la quale, al contatto con la pelle calda del marito, si svegliò, afferrando la mano di lui con le sue.

«Ramses.»sospirò lei, aprendo gli occhi e richiudendoli. «Bentornato!»

«Buongiorno, dolce Nitocris.»la salutò lui, con un sorriso stampato sulle labbra. «Vedo con dispiacere che sei stanca.»

La fanciulla annuì. «In questo periodo faccio fatica persino ad alzarmi dal letto.»

«Una pigrona, insomma.»la schernì lui, sfiorandole il viso con dolcezza e continuando verso il collo. La carezzò sul viso, sul collo, sul petto e poi la sua mano si fermò sul ventre di lei. Nitocris rimase in attesa. «Mio figlio cresce molto, nel tuo ventre.»

La ragazza posò una mano su quella del marito e gli sorrise. «Tuo figlio è forte e vigoroso come il padre. I sacerdoti di Ra hanno pronunziato il favore degli dèi, su di lui.»

Ramses sgranò gli occhi. «Davvero, mia dolce sposa?»

Nitocris annuì. «Quando sei partito per le ispezioni a Giza, quattro giorni fa.»

«Sono contento di queste belle nuove!»esclamò Ramses. «E gli dèi si sono pronunciati su altre questioni?»

«No, mio Principe.»rispose lei. «I sacerdoti non hanno riferito altro.»

Ramses annuì. «Allora, se questo è tutto, vorrei mostrarti una cosa. Un regalo.»

«Un regalo per me?»fece Nitocris, meravigliata.

«Si, dolce Principessa.»disse lui, prendendola in braccio.

Nitocris rise, stringendosi al collo di Ramses. «Ora sono curiosa. Che regalo mi hai portato?»

«Chiudi gli occhi, però.»la avvisò lui. «Altrimenti non sarebbe più una sorpresa.»

Lei obbedì e si coprì gli occhi con la mano, abbassando la testa. «Puoi almeno darmi un indizio, mio Signore?»

«Uno è freddo.»le disse. «È freddo, ma è bellissimo. L'altro, invece, è qualcosa che credo ti piacerà ancor di più.»

«Ma questi indizi non mi portano a nulla!»si lamentò lei.

«Ora li vedrai, Nitocris.»ridacchiò lui.

Entrarono in una sala del palazzo faraonico e Ramses mise coi piedi per terra Nitocris, la quale tenne sempre la mano davanti ai suoi occhi. Il marito la spinse verso l'interno della sala e la lasciò ferma al centro di essa. «Ora puoi aprire gli occhi, mio amore.»

Nitocris lo fece e si trovò davanti un piccolo cucciolo di leopardo, che dormiva beatamente in una calda cuccetta di cuoio, ronfando come tutti i felini sanno fare. Accanto alla cuccetta vi era un enorme lapislazzulo, di un attraente color azzurro.

«Oh, amorevole Iside!»esclamò lei. «Che magnifici doni!»

La ragazza non guardò in realtà nemmeno per un momento la pietra preziosa, ma andò verso il cucciolo. A cosa non impressionò più di tanto il marito: a Giza la chiamavano la Principessa Buona, perché aiutava sempre gli schiavi a ottenere dei vestiti più pesanti per l'inverno o lasciava che le madri allattassero i loro bambini. Era diventata una buona via di comunicazione con il popolo egizio e Ramses aveva capito che lei avrebbe aiutato l'Egitto, in qualche modo.

«Ti piacciono?»le chiese, guardandola accarezzare il cucciolo di leopardo. «Sua madre è stata uccisa da alcuni cacciatori, ma sono riuscito a fermarli in tempo, prima che uccidessero anche lui.»

«Oh, povera creatura!»esclamò la fanciulla. «Come può essere crudele la vita, a volte.»

«Se te ne prenderai cura, la sua vita non sarà poi tanto crudele.»

«Ma è stato privato della madre a una così piccola età...»

Ramses le mise le mani sulle spalle. «Vi aiuterete a vicenda, ne sono sicuro.»

Lei si voltò a guardarlo e gli sorrise. «E tu credi che sarò una buona madre, per tuo figlio?»

«Si, nella maniera più assoluta si.»rispose. «Sarai una madre amorevole e affettuosa, tanto quanto io sarò rigido e istruttivo per lui.»

«E se dovesse essere una femminuccia?»

«La amerò come amo sua madre.»

Nitocris lo baciò sulle labbra e sentì il cucciolo leccare la mano. Si voltò verso il piccolo e sorrise. E Ramses, guardandole gli occhi luminosi, si convinse ancor di più che Nitocris sarebbe stata la miglior madre al mondo, per suo figlio.

Nitocris alzò lo sguardo e trovò un soldato all'entrata della stanza. Dopo la sparizione della Quarta Regina, suo marito aveva imposto ad almeno due guardie di seguire ogni membro della famiglia reale, anche Akhenator. E lei non se ne lamentava di sicuro! Si sentiva protetta, soprattutto quando Ramses doveva partire per qualche viaggio.

«Guardia, potresti chiamare uno schiavo, per favore?»chiese all'uomo.

Lui scattò subito in posizione. «Certamente, mia signora.»rispose e uscì dalla stanza.

«A cosa ti serve uno schiavo?»le domandò Ramses.

La fanciulla sorrise. «Credo che il cucciolo voglia del latte.»

Lo guardarono annusare l'aria, cercando qualcosa da mangiare, poi posò la testolina sulla mani di Nitocris e si rimise a dormire. I due risero sommessamente.

«Miei Signori. Ecco lo schiavo.»annunciò la guardia.

Fu Ramses a ordinargli di portare una ciotola con del latte di vacca e, dopo un secondo di smarrimento visto nello sguardo dello schiavo, lui corse subito a cercare ciò che i padroni gli avevano chiesto.

Quando finalmente il latte arrivò, il piccolo leopardo aprì gli occhi e iniziò a leccare dalla ciotola il latte, sporcandosi i baffetti e facendo ridere Nitocris.

«Come vuoi chiamarlo, mia adorata sposa?»le chiese Ramses.

Nitocris sembrò pensarci su, poi rispose: «Hathorus.»

«"Il consacrato all'amore"?»fece lui. «Bel nome.»

«Bel nome per un bel regalo.»sorrise la fanciulla, guardando il marito.

«Principe Ramses!»lo chiamò una Guardia. «Principe, abbiamo preso uno scriba che si è intrufolato nelle vostre stanze.»

Ramses si irrigidì, poi dette un bacio sulla fronte di Nitocris. «Torno più tardi.»

Lei annuì e a occuparsi del cucciolo. «Fa' attenzione, mio Principe.»gli disse. «Anche se sei sotto il mio stesso tetto.»

Ramses le sorrise, dicendosi fortunato per aver sposato quella ragazza: non solo aveva portato gioia e felicità, nella sua vita, ma Nitocris sarebbe diventata presto madre di suo figlio. Gli avrebbe donato un erede!

E, sopra ogni cosa, Nitocris lo amava e si preoccupava per lui. Ramses si sentiva al settimo cielo. Sentimento che era oscurato da uno scriba: che diavolo ci faceva uno scrivano nelle stanze sue e di Nitocris?







Buonasera ragazze! Come potete immaginare, mi è mancato il tempo materiale per continuare a scrivere e sono sicura che, dopo questo capitolo, non riuscirò a pubblicare nulla fino a luglio, almeno. Comunque mi farebbe piacere sapere il vostro parere sulla storia e i pareri sui personaggi. Chi vi piace di più? Come trovate Nitocris e Ramses insieme? Fatemi sapere eh! (: alla prossima!❤

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Capitolo 16
*** Tornerò presto. ***


Ramses arrivò nella Sala del Trono e trovò, davanti al Faraone, un uomo con il volto tumefatto e il corpo pieno di ferite. Il Re aveva un'espressione a dir poco adirata e fece segno di dare un'altra frustata al prigioniero, che urlò dal dolore.

«Ora vuoi confessare?»urlò il Faraone. «Cosa ci facevi nelle stanze di mio figlio?»

Ahmenat, il Generale e Capitano delle Guardie del Palazzo, si avvicinò al suo Principe. «Mio Signore, lo abbiamo torturato, ma non ha confessato nulla.»

«È un uomo tosto.»mormorò il Principe.

«Credo sia un infiltrato nubiano.»ipotizzò Ahmenat.

Ramses prese il suo Kopesh e avanzò nella sala. «Padre, permettetemi.»

«Proprio voi aspettavo, Principe Ramses.»ridacchiò il prigioniero.

«Bene, allora.»fece il Principe, colpendo con la parte piatta della lama la gamba dell'uomo. Il prigioniero urlò, ma il Principe non ci fece caso. «Nelle mie stanze. Con tutti i posti dove potevi essere trovato dalle guardie, ti sei fatto prendere nelle mie stanze. Chi sei?»

«Un uomo che cerca vendetta.»rispose il prigioniero.

«Vendetta? E per cosa?»

«Le vostre truppe hanno invaso il mio paese e voi mi chiedete "per cosa"?!»urlò quello. «Gli egizi hanno ucciso la mia famiglia, la famiglia dei miei vicini e molti altri nubiani. E noi non dimenticheremo mai quello che abbiamo passato, Principe. Mai.»

Il Faraone sbuffò irato. «Ora basta! Portatelo nelle segrete!»

Mentre le Guardie stavano spingendo il prigioniero fuori dalla porta, Khafra, il fratello più vecchio di Nitocris, entrò di corsa. L'uomo era seguito dalla sconcertata sorella, che teneva per mano una bambina di pochi anni, forse la figlia dell'uomo. Khafra si inginocchiò alla vista del Faraone e del cognato.

«Generale Khafra, che vi prende?»lo sgridò il Faraone, alzandosi dal suo trono e guardandolo male.

«Mio Signore...»balbettò il fratello di Nitocris. «Mio Signore, uno dei miei schiavi è stato ucciso, oggi, mentre badava al mio bestiame. Le vacche sono state rubate e un uomo, che era nascosto dietro una roccia ed ha assistito all'omicidio, giura che i criminali fossero dei nubiani!»parlò Khafra, senza avvicinarsi al Faraone e senza guardarlo in viso.

Tutti sussultarono e guardarono Ramses e poi il prigioniero, che ridacchiava.

«Nubiani?»fece il faraone, con gli occhi sgranati. «Dei nubiani avrebbero attaccato delle terre egizie e avrebbero rubato del bestiame?»

«C'è dell'altro, mio signore.»azzardò Khafra. «Dopo essere passati sulle mie terre, hanno fatto visita anche ai miei vicini e hanno ucciso la moglie del padrone di casa. Uno dei figli della donna, che ha assistito al fatto, ha dichiarato di aver visto con loro una donna e che questa stessa donna stesse comandando il gruppo.»

«Una donna?!»ripeté il Faraone. «Una donna a capo di un gruppo di nubiani? E questo ragazzo quanti anni ha? È sicuro di aver visto bene?»

«Ha vent'anni, Faraone. Ha raccontato che stava per entrare nella sala da pranzo, ma ha sentito le urla della madre e si è nascosto. Ha visto la donna morire, sgozzata come un capretto.»disse Khafra. «Ora si teme che questi uomini siano ancora sulle nostre ter...»

Il Faraone alzò la mano destra e tutti si zittirono. «Riportate qui il prigioniero. Credo abbia qualcosa da dirci, su questa storia.»ordinò. Guardò poi Nitocris e le fece segno di raggiungerlo. La ragazza camminò per la stanza e si genuflesse al Re, poi si sedette su uno dei cinque gradini che dividevano il pavimento dal piano rialzato del trono. Nitocris teneva sempre per mano la figlia di suo fratello.

«Ah, Nitocris.»sospirò il vecchio Faraone, con voce bassa. «Tu hai la grande capacità di calmare i miei nervi solo incrociando il mio sguardo.»

La ragazza arrossì e abbassò il capo. «Mi fa piacere, mio Faraone.»

Il Re le carezzò la guancia, poi guardò con disprezzo il prigioniero, che era tornato al centro della sala. «Credo che tu sappia chi c'è dietro questi attacchi, non è forse vero?»

«Perspicace, Faraone. Non finirà con me.»diceva nel frattempo il prigioniero, con aria spiritata. «Altri arriveranno e nemmeno la vostra protettissima moglie sarà al sicuro. Voi la pagherete cara!»

Detto questo, corse verso Nitocris, urlando e la Principessa lo fissò con paura e terrore, stringendo a sé la nipote. Le Guardie riuscirono a fermarlo in tempo, ma il prigioniero aveva, tra le mani, un coltello, forse preso ad una delle Guardie.

«Avevate il nemico in casa e non siete riusciti a ucciderla. Ora lei si vendicherà dei torti subiti!»esclamò l'uomo. Poi si tagliò la gola.

Nitocris coprì con la mano gli occhi della nipote e girò il volto verso destra, per non vedere l'uomo agonizzante sul pavimento. Alcune Guardie portarono via il corpo e degli schiavi ripulirono il pavimento, che tornò lindo.

Nel frattempo il Faraone era rimasto basito da quello che il prigioniere aveva sentenziato e stava rimuginando su chi potesse essere. Ma solo un nome, risuonava nella sua mente, come uno squillo di trombe che davano un allarme. «Attanasia...»mormorò.

Ramses si avvicinò al padre. «Credete che veramente la Quarta Regina...»

«Attanasia ha sempre odiato i nubiani.»disse il Faraone.

«Il nemico del mio nemico...»

Il Faraone guardò suo figlio, con il volto tirato. «Dobbiamo fermare quella pazza. Subito.»

Ramses si voltò a guardare il Generale Ahmenat. «Prepara l'esercito: perlustreremo le zone a sud di Tebe e cercheremo quella maledetta.»

Nitocris si alzò in piedi e guardò preoccupata il marito. «Ramses...»

«Farò attenzione, amor mio. Te lo prometto.»la anticipò lui, carezzandole il volto. «Tu preoccupati di nostro figlio e di te stessa. Tornerò presto.»

«Quanti giorni, Ramses? Quanti giorni starai via?»domandò lei.

«Il tempo necessario per delle indagini su coloro che hanno attaccato i vicini di tuo fratello Khafra.»rispose lui, staccandosi dalla moglie e ordinando ad Akhenator di non lasciarla mai sola. «Soldati, muoversi!»

Nitocris lo guardò andar via, seguito dal generale Ahmenat e da altri militari.

«Sta tranquilla, Nitocris.»le disse Akhenator. «Ramses è un valoroso condottiero e un grande stratega e i suoi uomini sono ben addestrati.»

La Principessa annuì e portò sua nipote in uno dei grandi saloni del palazzo, insieme alla Principessa Reale Hatshepsut e guardò per tutto il tempo le due bambine, che giocavano insieme felici.

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