War Of Hearts

di marikkachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Stava correndo.
Correva a più non posso e aveva un gran fiatone. Le sue gambe stavano per cedere, ma la sua mente sapeva che, se avesse ceduto, sarebbe stata per sempre prigioniera in quel posto. Doveva andarsene il prima possibile. Non poteva rendere vano il sacrificio di Lennox.
Lennox le aveva donato non solo la sua gentilezza e il suo aiuto, ma anche qualcosa di molto più importante e prezioso: la speranza; e ora era compito suo terminare ciò che si erano prefissati insieme: quello doveva essere il giorno in cui sarebbero stati finalmente liberi. Lui poteva dire addio alla sua condizione di infimo servitore, sempre pronto a sottostare agli ordine del Re, anche a quelli più meschini. Lei, libera da quelle catene che l'attanagliavano in quella cella buia e fredda, che non le permettevano di muoversi, che la uccidevano ogni minuto, ogni secondo lì trascorso. Libera dall' essere usata a proprio piacimento, come una pedina sugli scacchi, da quel maledetto Re, che aveva completamente rovinato la sua esistenza. Quella notte le era stato portato via tutto e, l'unica cosa che poteva fare, era stare a guardare mentre il suo villaggio periva sotto le brucianti fiamme e si trasformava in cenere.
Inciampò nei suoi stessi piedi e cadde a terra. Una parte di lei voleva rannicchiarsi a terra e dormire, aveva percorso troppi metri ed era esausta. L'altra, però, quella più combattiva e testarda, la fece alzare. Dopo un forte sospiro, riprese la sua corsa.
Poteva farcela. Era ancora in tempo. Gli Alleati l'avrebbero aspettata.
Arrivata alla Spiaggia Dorata scorse un vascello all'orizzonte. Sbarrò gli occhi, incredula alla vista di alcuni uomini che stavano alzando l'ancora: sarebbero partiti di lì a poco. Senza di lei.
-No, no, no...- mormorò in preda alla rabbia. Pensò di mettersi a urlare per farsi notare, ma non poteva correre il rischio di dare nell'occhio. Alcuni soldati del Re avrebbero potuto essere nei dintorni. Quindi si guardò intorno alla ricerca di una piccola imbarcazione che avrebbe dovuto trasportarla insieme a Lennox fino al vascello degli Alleati. Finalmente la scovò: si trovava in mezzo al mare, a molti metri di distanza da lei. La giovane si fece coraggio e, alzandosi le gonne e la sottoveste dell'abito che indossava, entrò in acqua.
Incurante della temperatura, a dir poco bassa, si affrettò a raggiungere la barca, prima che essa si fosse allontanata troppo. L'acqua le arrivava alla vita e, tremando, si issò a fatica sull'imbarcazione. Dopo aver agguantato i remi, si mosse in direzione del vascello.
 
 
 
Dopo aver buttato in mare gli ultimi corpi rimasti il Capitano Alexander Caradoc diede l'ordine di alzare l'ancora e dirigersi verso il mare Nord-occidentale, dove Re Edwyn lo attendeva con trepidazione. Era venuto a conoscenza del segreto del re di Belquat, ciò che aveva nascosto per tutti quegli anni, la sua arma vincente. E non vedeva l'ora di condividere quell'informazione con il suo sovrano.
Il Generale Alexander Caradoc, improvvisato a Capitano negli ultimi quattro mesi, era nato e cresciuto ad Anaxalia, un paese ricco e avanzato che vantava i migliori soldati del secondo emisfero. Suo padre, un valoroso condottiero che consigliava personalmente il re sulle strategie militari da quando Alexander aveva memoria, lo aveva iniziato all'arte della guerra e del combattimento fin da bambino e, all'età di 24 anni, era in grado di maneggiare qualsiasi tipo di spada, pugnale e lancia. Il tiro con l'arco e l'uso della balestra non lo avevano mai esaltato molto, infatti preferiva il combattimento corpo a corpo o con la spada, ma gli era stato insegnato con molta passione da un suo carissimo e ormai anziano maestro. Da quando il Re di Anaxalia lo aveva nominato Generale del suo esercito, aveva combattuto con ferocia e vigore contro i paesi confinanti: Erenduil a nord e Belquat a sud, al di là del Mare Dorato. La guerra pareva non avere intenzione di finire, ma finalmente aveva trovato l'arma che poteva assicurare la fortuna del suo paese.
Dopo mesi sotto copertura aveva smascherato i cosiddetti "Alleati" del paese di Erenduil, che tramavano di trasportare l'arma in possesso del re di Belquat a Erenduil. Dopo aver scoperto il luogo e il giorno esatto della spedizione a Belquat era riuscito a infiltrarsi insieme a pochi altri suoi compagni nel vascello interessato, scoprendo così il segreto.
-Non temere,principessa.- Ghignó tra sé e sé. -Vado a prendere i rinforzi e poi torno da te.-
 
 
~Continua

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Quando andarono a chiamarlo era ormai sera e Alexander era intento a studiare una copia della mappa del Secondo Emisfero.
 
-Scusatemi Generale se vi disturbo, ma è una cosa molto importante.- Lewis, un ragazzino appena sedicenne che aveva allenato lui stesso, sembrava molto turbato.
 
Alexander alzò gli occhi dalla mappa e li posò sul giovane allievo. - Cosa succede?-  Domandò annoiato.
 
-C'è una damigella alquanto disperata che si sta arrampicando con una corda sul parapetto. - Disse tutto d'un fiato il biondo. - I vostri uomini la stanno aiutando.- Aggiunse.
 
Il generale, esterrefatto, balzò di scatto dalla poltrona e , senza dire una parola , filò fuori dalla porta della sua cabina e camminó a passo spedito fino al ponte, dove vide i suoi uomini affacciati al parapetto.
 
Si fece largo tra la piccola folla. -Fate largo!- Esclamò, irrequieto.
 
Alla vista del Generale, i suoi soldati indietreggiarono. Arrivato al parapetto vide una corda tesa, fissata in maniera grossolana. Si sporse e,  tutto ciò che vide, fu la sagoma di una giovane donna con un vestito bianco e i capelli lunghi e scuri. Allungò il braccio nella sua direzione.
 
-Madame! Prendete la mia mano.-
 
Lei alzò il capo. Due grandi occhi scuri lo scrutarono. Si limitò a scuotere la testa. -Non posso.- Sospirò, e con un fil di voce aggiunse:- Cadrò.-
 
-Non preoccupatevi. Voi dovete solo allungare il braccio.- Alexander si mise in punta di piedi e protrasse il braccio. -Avanti.- La esortò, più gentilmente che poteva.
 
Elayn non se lo fece ripetere due volte e , prima che le sue braccia avessero ceduto dal troppo sforzo, afferrò la mano di quell'uomo che, prontamente, la tirò su.  Le sue mani grandi le circondarono la vita e quando i suoi piedi toccarono terra, si guardò intorno.
 
Era circondata da circa una ventina di uomini, un numero piuttosto ridotto per un vascello, ma, in un primo momento, non ci fece molto caso. D'altra parte era una spedizione segreta quindi non avrebbero dovuto dare troppo nell'occhio. Si aggiustò l'abito, ancora fradicio e sgualcito, e si scostò una ciocca di capelli umidi dietro l'orecchio. Dopodiché si voltò verso il suo salvatore. -Vi ringrazio infinitamente per avermi salvato.- dichiarò,facendo un piccolo inchino. Alexander le fece un cenno con il capo. - Vi starete sicuramente chiedendo come sono arrivata qui e perché il mio compagno, Lennox, con cui vi siete tenuto in contatto in questi mesi, non è con me...- Fece una piccola pausa, incrociando i suoi distaccati occhi color ghiaccio. -Ebbene, Lennox si è sacrificato affinché io riuscissi a salvarmi e, siccome stavate salpando quando ho raggiunto la Spiaggia Dorata, ho remato con una piccola imbarcazione fino a qui. Avendo una corda, ho deciso di utilizzarla, visto che i vostri chiassosi uomini stavano facendo una baraonda, schiamazzando e urlando come squilibrati, e non hanno udito la mia richiesta di aiuto.- Concluse. Solo qualche istante dopo si accorse di aver parlato troppo e in maniera decisamente poco carina; dopotutto era sana e salva, ma, soprattutto non era più tra le grinfie del Re.
 
Gli occhi di lui si accesero e presero vita, divertiti. Alexander si mise una mano davanti alla bocca, cercando di non ridere. Poi le posò delicatamente una mano sul braccio.
 
-Sono spiacente per il frastuono provocato dai miei soldati, madame, ma sono certo che ve la siete cavata egregiamente anche senza quel Lennox. Specialmemte su quella corda. Sembravate una scimmietta. - Affermò senza pensare.
 
Al suono di quelle parole Elayn si scostò bruscamente dall'uomo, e lo sguardo di riconoscenza che spiccava sul suo viso spaventato e stremato qualche momento prima, si dissolse, lasciando spazio a un cipiglio distaccato e indignato. - Come vi permettete?- Esclamò a gran voce, richiamando l'attenzione di tutti i presenti. -Paragonare una giovane in cerca di aiuto ad una scimmia e non proferirle parole di conforto o di dispiacere per la sua perdita, è da villani! Voi siete un maleducato, sfacciato e incivile!-  Le sue gote divennero rosse per la rabbia e gli occhi si inumidirono. Alexander la guardava con un' espressione  sbalordita e divertita allo stesso tempo.
 
- Si fidava di voi!- Riprese la ragazza, in preda a una furia cieca. Ormai non poteva trattenersi : se non avesse sfogato le sue emozioni in quel momento, ne sarebbe rimasta soffocata. - Lennox mi aveva garantito che ci avreste scortato fino a Erenduil, in una piccola e tranquilla cittadina, dove avremmo finalmente ricominciato da capo, come persone libere! E voi osate ridere di lui e della sua morte? Che razza di "Alleati" sareste?-
 
Concluso lo sfogo, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, Elayn si affacciò sul parapetto. La piccola imbarcazione che l'aveva trasportata era ancora sotto di lei, legata alla corda. Fece per scavalcare il parapetto ma Alexander, avendo intuito la sua prossima mossa, la bloccò. -Fermatevi!- gridò. La prese per il braccio, ma Elayn iniziò a dimenarsi.
 
-Che avete intenzione di fare?-
 
-Preferisco remare fino a non sentirmi più le braccia piuttosto che rimanere qui con voi un secondo di più!-
 
-Voi siete pazza!- Esclamò Alexander. -Non resistereste un giorno in mare aperto!- 
La prese inizialmente in braccio, poi la posò sopra la spalla, nonostante lei scalciasse e si dimenasse come una forsennata. Attraversò il ponte, tra le risate di scherno e il chiacchiericcio dei suoi uomini su quella stramba e isterica femmina. Arrivato alla porta della sua cabina la buttò di peso nello stanzino affianco.
-Spero che stanotte calmerete i bollenti spiriti, principessa.- Disse, ricevendo per tutta risposta un graffio sulla guancia.
- E per vostra informazione, siamo diretti ad Anaxalia.- Aggiunse. Non voleva essere testimone di un'altra scenata l'indomani, quindi decise di riverarle la verità. - Re Edwyn sara' molto ansioso di vedervi e scoprire ciò che siete in grado di fare per il nostro paese. -
 
Chiusa la porta Elayn rimase al buio, con i suoi pensieri e le sue paure. Era sfinita. Quella giornata era stata logorante, specialmente per una come lei.
Pianse in silenzio per Lennox e per sé stessa.
 
Com'era stata stupida.
 
Non sarebbe mai stata libera.
 
 
 
 
 

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