No control.

di Hazel_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue – Nice to meet you, where’ve you been? ***
Capitolo 2: *** One – Guess who’s back? ***
Capitolo 3: *** Two – Fix my heart. ***
Capitolo 4: *** Three – Mischievous kisses. ***
Capitolo 5: *** Four – Undercover. ***
Capitolo 6: *** Five – My sweet eighteen. ***
Capitolo 7: *** Six – No control. ***
Capitolo 8: *** Seven – Ropes. ***
Capitolo 9: *** Eight – Feelings and advices. ***
Capitolo 10: *** Nine – Smirk. ***
Capitolo 11: *** Ten – How Louis Tomlinson destroyed my life. ***
Capitolo 12: *** Eleven – Rosie who? ***
Capitolo 13: *** Twelve – Alone in this nightmare. ***
Capitolo 14: *** Thirteen – Nobody can drag me down. ***
Capitolo 15: *** Fourteen – Blue. ***
Capitolo 16: *** Epilogue – Stop the tape and rewind. ***



Capitolo 1
*** Prologue – Nice to meet you, where’ve you been? ***




Prologue – Nice to meet you, where’ve you been?




 
Si alzò dal letto e si abbottonò gli short di jeans mentre cercava con lo sguardo le sue Vans nere finite chissà dove in quell’immensa stanza.
-Non resti ancora un po’?- le domandò il ragazzo, avvolgendo il corpo nudo con il lenzuolo bianco e pulito.
Rosie ridacchiò e recuperò le sue scarpe da sotto il letto, infilandosele con nonchalance e lasciandole slegate.
-Sai che non posso, i miei mi aspettano per cena e non esigono che ritardi.- spiegò avvicinandosi a lui per lasciargli un bacio sulla guancia.
-É tutto quí quello che sai fare, Payne?- disse retorico il castano per poi attirarla nuovamente a sè per i fianchi e baciarla con più passione, stringendole le natiche strette nei jeans.
-Elijah, devo andare.- disse la bionda con il respiro un po’ affannoso e le labbra che le pulsavano ancora per quel bacio.
-D’accordo, ti chiamo stasera.- bofonchiò Elijah alzandosi per lasciarle l’ennesimo bacio fra i capelli, e lei sorrise.
-Non prendertela, sai com’è fatto mio padre!- ridacchiò Rosie ancora una volta e il suo ragazzo annuí.
-Ti amo.- le sussurrò facendo scontrare le loro fronti ed i loro nasi.
-Ti amo anch’io.- gli rispose la bionda per poi raccogliere la borsa da terra e lasciare la stanza.
Salutò Torrey, la madre del suo ragazzo e Leo, il figlio di una delle sue sorelle, chiuse la porta dell’appartamento 2b, fece a piedi le due rampe di scale, uscí dalla porta principale del condominio e si ritrovò a respirare a pieni polmoni l’aria pomeridiana di New York.
Si sentiva fortunata a vivere in una grande città come quella, prima che nascesse Jonah -il suo fratellino più piccolo- lei, suo fratello Josh ed i suoi genitori avevano provato a trasferirsi a Londra, la città originaria di Virginia e Liam, ma tutti e quattro si erano ormai adattati ed affezionati troppo alla Grande Mela per poterla lasciare.
Aveva diciassette anni e dieci mesi, ma a lei piaceva dire di averne diciotto, perchè “diciassette e mezzo é orribile da sentire”, era ciò che ripeteva sempre.
Stava insieme ad Elijah O’Brien da tre anni ormai, e in un certo senso erano una di quelle coppie combinate a tavolino dai genitori, dato che il ragazzo era l’ultimo di sette fratelli, di un anno più grande di lei, e figlio dei vicini storici di Liam e Virginia, quando vivevano nello stesso condominio di Elijah, prima di trasferirsi a SoHo, uno dei quartieri più benestanti dello stato di New York.
Scese le scale della metro, recuperò l’abbonamento dalla tasca dei jeans e raggiunse il binario dove prese il treno che l’avrebbe riportata nel suo quartiere in meno di dieci minuti.
Per non annoiarsi durante il tragitto tirò fuori gli auricolari e li collegò al cellulare, scelse una canzone a caso e premette play, muovendo i piedi a ritmo e stando attenta a non cantare a voce alta e fare una figura orribile, come le era già successo un paio di volte.
Stare in metro peró le piaceva, soprattutto a quell’ora perchè non era mai troppo affollata -anzi- quasi per niente: c’erano sempre le due ragazze di colore con i loro bambini nel passeggino che scendevano tre fermate prima di lei; il signor Westfield che urlava sempre a telefono e ogni volta sbagliava la fermata, perciò imprecava e gli toccava riprendere un altro treno per arrivare a casa; la signora Philips, la nonna di Janet Philips, che frequentava il suo corso di francese: la vedeva sempre con qualche busta della spesa in mano, perciò quando scendevano alla stessa fermata l’aiutava a portarne qualcuna, in cambio di qualche dollaro ed un paio di caramelle che non poteva assolutamente rifiutare; e qualche volta incontrava pure Lauren, la sua migliore amica, che aveva fatto un salto nel quartiere dove abitava Ben, il suo ragazzo, e quindi ne aveva approfittato per prendere gli anticoncezionali per la sua amica, dato che i genitori di Ben avevano una farmacia, e le sigarette, perchè secondo Lauren le migliori ce le avevano soltanto lí.
Lauren Malik era la sua migliore amica da quando erano praticamente nate, era figlia di Zayn e Chanel, i migliori amici storici dei suoi genitori; non era molto piú alta di Rosie ma in compenso era fin troppo magra, aveva lunghi capelli castani ed ondulati, grandi occhi marroni ed un viso d’angelo che ammaliava chiunque la guardasse.
Da qualche anno frequentava Ben Mitchell, vent’anni, indiano da parte di madre e canadese/americano da parte di padre, un mix perfetto di culture che lo rendevano un ragazzo misterioso, dolce, affascinante e sexy.
Si erano conosciuti al liceo, perchè lui era un grandissimo amico di Elijah, e di conseguenza anche di Rosie, che non aveva esitato a presentarlo alla sua migliore amica quando quest’ultima lo aveva visto e lo aveva definito come un “gran pezzo di figo che non mi calcolererà mai se non per scoparmi”, ma si sbagliava di grosso.
Sorrise ripensando a quel giorno ormai lontano e quando si accorse di essere arrivata a destinazione spense la musica ed attorcigliò gli auricolari attorno al telefono, scese dal treno e si diresse verso le scale mobili che l’avrebbero riportata di sopra.
Dette uno sguardo all’ora, erano le sette e un quarto, i suoi non l’avrebbero uccisa se avesse ritardato cinque minuti, vero?
Prese l’ultima Chesterfield che era rimasta nel pacchetto, la mise stretta fra le labbra e recuperò l’accendino viola dalla borsa, accese la sigaretta ed aspirò socchiudendo gli occhi, per bearsi di quella sensazione piacevole che le dava il fumare, per quanto sbagliato potesse essere.
I suoi genitori non ne erano al corrente, se lo avessero saputo sarebbero andati su tutte le furie, come faceva Elijah ogni volta che la vedeva con un pacchetto di sigarette tre le mani, per questo non fumava mai in sua presenza, ma si limitava a farlo quand’era con Lauren e Ben o semplicemente da sola.
Camminò un po’ per il parco attenta a non perdersi, com’era successo altre volte, e sbuffó quando vide che si erano già fatte le sette e ventidue, perciò gettò a terra quel che era rimasto di quella sigaretta, pestandolo successivamente col piede, s’infilo una Vivident alla menta in bocca e si cosparse addosso un po’ del profumo che teneva in borsa, giusto per far sparire le tracce di fumo.
Superò l’uscita del parco, attraversò la strada e salutò Logan Finlay, il figlio del fioraio sotto casa sua che ci provava con lei dalla seconda media, poi entrò nell’edificio nella quale abitava grazie al portone lasciatole aperto dal giardiniere che era appena uscito, e salí i cinque gradini che l’avrebbero portata al suo pianerottolo, fortuna che abitava al primo, e che quindi non doveva fare molta strada per uscire di casa.
Recuperò il mazzo di chiavi che aveva in borsa, le infilò nella toppa ed aprí, entrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle.
-Sono a casa!- urlò per farsi sentire dai suoi e non appena si voltò per andare in camera sua, vide un uomo seduto al tavolo della cucina accanto a suo padre che la fece quasi gridare.
-Ciao Rosie!- esclamò l’uomo alzandosi in piedi.
-Tesoro, eccoti qua!- esordí sua madre poggiando un vassoio sulla tavola.
-Non ti ricordi di lui?- le domandò suo padre, indicando il tipo davanti a sè che le rivolse l’ennesimo sorriso; lo squadrò nuovamente da capo a piedi: non molto alto per la sua età, capelli castani tenuti su da un po’ di gel, occhi azzurri, barba un po’ incolta, spalle larghe ma fisico asciutto, poteva essere soltanto una persona...
-Louis Tomlinson?- azzardò a dire la bionda, con un sorriso sghembo disegnato sulle labbra e l’uomo in questione ridacchiò alzando le mani in segno di resa.
-Che devo dire, sono stato scoperto!- disse continuando a ridacchiare ed avvicinandosi alla ragazza per stringerla in un abbraccio che le fece mancare il fiato, e non solo per la stretta possente delle sue braccia, ma per un qualcosa che non seppe spiegarsi neanche lei.
-Wow sono proprio un sacco di anni che non ci vediamo!- esordí il castano ancora una volta, non appena si allontanò da Rosie -Sei davvero bella e sicuramente non sei piú una bambina.-
Sicuramente non lo era piú, si ritrovò a pensare Louis per l’ennesima volta.
Le sue gambe magre erano cosí slanciate che già la immaginava a sfilare su qualche passerella delle marche internazionali, quegli occhi azzurri e quei lunghi capelli biondi facevano da cornice su quel suo visino dolce che si ritrovava, e poi quelle labbra, cosí rosee e carnose al punto giusto... Erano state proprio le sue labbra a fargli avere la certezza -a parte i fatti- che Rosie Payne non era piú la bambina di dieci anni che aveva visto l’ultima volta.
-Sei stata da Elijah?- le domandò sua madre non appena tutti si furono messi a sedere alla tavola, compresi i due fratelli minori di Rosie, Joshua e Jonah.
-Chi è Elijah?- s’intromise Louis curioso, e vedendo l’espressione che gli rivolse Rosie poco dopo avrebbe voluto non impicciarsi negli affari che non lo riguardavano: insomma, mica era il padre di quella ragazza lui!
-È il ragazzo di Rosie!- cantilenò Joshua, beccandosi un calcio su un ginocchio da parte di sua sorella, e subito dopo Louis scoppiò a ridere.
-Hai già un ragazzo?- le domandó ancora con un tono allibito -Wow Liam, mi meraviglio di te!-
Sia Liam che Virginia scoppiarono a ridere, al contrario di Rosie, che trovò altrettanto esagerato quel suo intervento; non era mai stata scortese con gli ospiti, nè tantomeno con gli amici dei suoi genitori, ma quel Louis Tomlinson le stava davvero facendo salire i nervi alle stelle, quindi era costretta a rispondergli per le rime.
-È cosí scandaloso che stia con un ragazzo?- esclamò la bionda inarcando un sopracciglio e le risate di Louis cessarono immediatamente.
-Tranquilla, stavo scherzando. Mi piace fare del sarcasmo.- le disse il castano facendole l’occhiolino: dov’era il sarcasmo in tutto ciò?
-Tesoro devi sapere che Louis è sempre stato un pagliaccio al liceo, specialmente i primi tre anni!- esordí suo padre, facendo ridacchiare sua madre e anche Louis.
-Sai che divertimento.- commentò Rosie annoiata, giocando con la pasta nel suo piatto.
-Invece è uno sballo!- esclamò Joshua, seguito da Jonah.
-Per voi idioti tutto è uno sballo.- bofonchiò nuovamente la bionda e i suoi fratelli le fecero il verso.
-Rosie!- la sgridò sua madre -Si può sapere che ti prende?-
La bionda sbuffò e poi si alzò dalla sedia.
-Niente mamma, è solo che con tutto questo sarcasmo mi si è chiuso lo stomaco, ho la nausea. Per questo adesso me ne vado in camera mia, con permesso.- annunciò per poi lasciare la sala da pranzo senza ascoltare i richiami da parte dei suoi genitori.
Eh sí, quella era stata una frecciatina bella e buona rivolta a Louis.
 
≈≈
 
Stava distesa sul letto ad ascoltare con le cuffiette l’unica canzone che le faceva calmare i nervi ogni qualvolta che si alterava: Valerie di Amy Winehouse, e nonostante fosse vecchia di parecchi anni la sua voce riusciva sempre a farla tornare in sè.
E le sarebbe davvero piaciuto che Amy fosse ancora viva, cosí avrebbe potuto andare da lei, stringerle le mano e congratularsi per averci messo del suo a rendere cosí meravigliosa quella canzone, e dirle anche che il suo stile -sebbene fosse un tantino esagerato- era fortissimo; ma in quel momento doveva accontentarsi di “Riposa in pace, Amy.”
Bussarono alla porta di camera sua e sbuffando, si tolse le cuffiette e mormorò un “Avanti!”, a voce abbastanza alta da far capire che poteva essere disturbata da chi voleva entrare.
-Toc toc- esordí suo padre quando aprí la porta e Rosie gli sorrise -Louis se ne sta andando, vieni a salutarlo?-
La bionda gli rivolse un’espressione contrariata e poi si gettò a peso morto sul letto, come se il padre le avesse chiesto di portargli la luna.
-E dai cucciolotta, fallo per me e per la mamma.- le disse Liam quasi come una supplica, ma ciò che le fece alzare lo sguardo fu il soprannome con cui l’aveva chiamata e con la quale la chiamava sempre, cucciolotta.
-Papà non credi che sia abbastanza grande per essere chiamata cosí?- gli domandò e Liam si tappò le orecchie, faceva sempre cosí quando Rosie gli ripeteva fino allo sfinimento di essere cresciuta e questo lo faceva stare male, piú il pensiero che un giorno di quelli un ragazzo gli avrebbe portato via la sua bambina, la sua piccola, la sua cucciolotta, e nel caso di Rosie quel ragazzo era proprio Elijah.
-A te la scelta: vieni a salutare Louis oppure ti chiamerò cucciolotta per il resto della tua vita.- le disse con fare scherzoso, cosí Rosie drizzò subito in piedi e fece per avvicinarsi alla porta, ma Liam l’avvolse in un abbraccio paterno che non era abbastanza caldo neanche a quasi metà agosto quale era.
Sorrise per quel gesto, lei andava pazza per suo padre: era giovane per avere una figlia della sua età, era alto, era muscoloso, era figo -come lo avevano definito molte sue compagne di scuola- e soprattutto la sgridava pochissime volte e la viziava molto, ma l’aveva cresciuta bene insieme a Virginia, per questo lei si vergognava a comportarsi diversamente da come era stata educata dai suoi genitori, ovvero fumando, bevendo e facendo sesso col suo ragazzo, cose che erano all’ordine del giorno per gli adolescenti.
-Rosie, è stato un piacere rivederti!- le disse Louis prima di avvolgerla in un abbraccio -Mi spiace non avere avuto l’onore di averti a tavola per tutta la cena, colpa delle mie battutine.-
La bionda rivolse uno sguardo a suo madre, che scosse la testa come per dirle di dire di no a Louis.
-No assolutamente, stavo scherzando anche io, è che non mi sentivo molto bene.- mentí e Virginia le sorrise.
-Allora è tutto apposto, meglio cosí.- esordí Louis facendole l’occhiolino -Liam, Virginia, vi ringrazio davvero infinitamente per avermi invitato a cena, mi ha fatto davvero tanto piacere!-
Entrambi abbracciarono Louis, dicendogli che era stato loro il piacere di averlo avuto come ospite.
-E ovviamente mi ha fatto piacere rivedere anche voi due ragazzi, siete dei grandi!- esclamò il castano dando il cinque sia a Jonah che a Joshua, che gli sorrisero entusiasti.
Anche Rosie in quel momento era entusiasta, perchè presto il caro inglesotto avrebbe fatto il rientro in patria, non sapeva neanche perchè fosse a New York in quei giorni.
-Be’ allora buon rientro a Londra Louis! Quando parti?- gli domandò infatti la bionda e sia il diretto interessato che i suoi genitori scoppiarono a ridere: era davvero cosí divertente?
-Se magari fossi rimasta a tavola avresti capito che Louis ha accettato un incarico qua al Lenox Hill e che vivrà a Little Italy.- le disse sua madre.
Cosa? A Little Italy? In un quartiere vicinissimo al suo? Sarebbe sicuramente impazzita!
-Oh wow, non lo sapevo. Congratulazioni per il lavoro allora.- gli disse con un po’ di sconforto nella voce e Louis ridacchiò dandogli una pacca sulla spalla; Rosie notò un piccolo particolare: non portava piú la fede al dito, eppure ricordava che fosse sposato, sua moglie era un medico come lui, una ginecoloca per l’esattezza, mentre Louis era un pediatra, se non ricordava male.
-Magari qualche volta passate a trovarmi, ho scelto un appartamento delizioso in quel quartiere proprio perchè voglio imparare l’italiano, sarebbe grandioso!- esclamò entusiasto il castano, mentre Rosie si ritrovò a sbadigliare dalla noia.
-Senz’altro Louis, verremo con piacere quando avrai finito di sistemare le tue cose.- gli disse Liam.
-Benissimo, io vi aspetto! Tanto per fortuna siamo vicini.- esclamò ancora, facendo di nuovo l’occhiolino a Rosie.
Già, per fortuna.
-Si sta facendo tardi, quindi tolgo le tende.- ridacchiò Louis -Grazie di nuovo e buonanotte!-
-Buonanotte Louis, chiamaci pure se hai bisogno di una mano per il trasloco!- gli disse gentilmente Virginia.
-Senz’altro, ciao a tutti!- fu l’ultima cosa che disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
Rosie si gettò a peso morto sul divano, sospirando pesantemente.
-Finalmente la pace!- sbuffò portandosi sulla faccia un cuscino, per soffocare un gridolino di contentezza.
-Suvvia Rosie, non è poi cosí malaccio!- la riprese sua madre accrezzandole i capelli.
-Mamma, sai che Rosie non capisce un bel niente!- esclamò Jonah, prendendosi poi una cuscinata in faccia da sua sorella.
-Continuava a farmi l’occhiolino e a prendermi in giro sul fatto che non apprezzo le sue battutine, odio la gente che fa del sarcasmo di continuo e voi lo sapete!- bofonchiò sistemandosi sul divano, incrociando le gambe sotto al sedere.
-Louis è fatto cosí, devi saperlo apprezzare.- asserí Liam e sua moglie annuí d’accordo con lui.
-Fate come vi pare, se a voi piace tanto buon per voi. Adesso faccio qualcosa di produttivo e vado a dormire, buonanotte.- disse andando a dare un bacio sulla guancia ai suoi genitori -Notte teste di rapa.- dette un pugno scherzoso sul braccio dei suoi fratelli e dopo che tutti le ebbero dato la buonanotte, si chiuse in bagno, si struccò, indossò il pigiama, si lavò i denti e andò dritta dritta nel letto.
Era stata una lunga giornata e il giorno successivo sarebbe stato uguale perchè Lauren avrebbe compiuto diciotto anni e non si sarebbe fermata neanche un minuto.

 
Fermi tutti!!
Okay, avevo promesso a me stessa di non pubblicare presto questo dannato sequel del sequel di She is my little sister, maaaaaaaaaaa mi sono scavata la fossa da sola per questo peggio per me!
Ehm... TADAAAA!
Ecco a voi la famigerata storia dei nostri protagonisti di sempre, con aggiunta Rosie e... *rullo di tamburi* Louis Tomlinson!
Lo amo, stop.
In ogni caaaso, questo è un grandissimo esperimento che ho in mente da tipo gennaio?, Idk maa so solo che mi sta fottendo la mente, dico davvero ahahahah
A dire la verità sono mooolto spaventata, e spero che riesca bene altrimenti dovrò mandare tutto a puttane come mi succede molto spesso, lollino
Be', diciamo che la maggior parte dei personaggi li conoscete, eccetto Rosie che ha il volto di quella figa di Sabrina Carpenter che io A M O alla follia dtsgdyey Elijah, aka Cody Christian aka l'amore mio vita mia sole mio cuore mio, Lauren, Ciara Bravo ygdh ammmmmore mio, aka la figlia di Zayn e Chanel, sto m a l e, Ben, aka Avan Jogia, e poi i piccoli Josh(ua) e Jonah Payne, rispettivamente 
Davis Cleveland e Azer Greco :)
Spero con tutto il cuore che piaccia a qualcuno ed anche se so che più avanti sarà fuori dai miei standard anche se sarà incasinata come sempre eheheh -io non mi smentisco mai LOL-, spero che non smettiate (?) di leggerla!
Ringrazio di cuore Letizia che mi ha fatto il trailer di cui vi avevo già postato il link a fine dell'epilogo di Changement, graaazie sole! <3
Vi spoilero anche che nel prossimo capitolo tornerà un personaggio conosciuto ahahah sono troppo sgamabile lol credo abbiate capito di chi si tratta *faccina perversa*
Beeene alla prossima settimana allora!!
Hazel.


 


Rosie:






Elijah:





Lauren:






 

Trailer
Soundtrack

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Capitolo 2
*** One – Guess who’s back? ***



 
One – Guess who’s back?
 
 
 
 

-Credi che a Lauren piacerà questo regalo?- domandò Rosie al suo ragazzo non appena furono fuori dal Victoria’s Secret.
-Certo che sí!- esordí Elijah in risposta -E poi abbiamo tutta l’approvazione di Ben, piacerà piú a lui che a lei.-
Nel sentire quella risposta scoppiò a ridere e tirò una leggera spinta al suo ragazzo, che ridacchiò tentando di evitarla.
-Sono emozionata, la mia migliore amica compie diciotto anni... È un mese e venti giorni piú libera di me!- esclamò la bionda circondando la vita del suo ragazzo, che le baciò la nuca con fare affettuoso.
-Be’ fra un mese e venti giorni sarai libera quanto lei, non manca molto!- le disse Elijah, poi si sedettero in una panchina dentro a Central Park.
-Già, non vedo l’ora... Però tu dopo qualche giorno partirai per il college, ed io sarò molto triste.- mormorò Rosie giocando con la collana al collo di Elijah, che le alzò il mento con due dita e la baciò.
-Ma non sarò molto lontano, sai che Yale è a 77.8 miglia da qua, possiamo vederci quando vuoi piccola.- le soffiò sulle labbra per poi annullare la distanza con un altro bacio.
-Chissà quante galline ti staranno attorno...- borbottò la bionda incrociando le braccia sotto al seno ed Elijah ridacchiò.
-Hey, tu sai che amo solo te, non m’importa di quelle galline. Io voglio solo Rosie Payne.- disse accarezzandole una guancia e lei si gettò fra le sue braccia, sentendo gli occhi pizzicare solo al pensiero: Elijah O’Brien era suo, si conoscevano da quando erano nati, erano stati amici per un sacco di tempo, avevano flirtato per altrettanto e alla fine si erano messi insieme, erano stati partner per tutti i balli di fine anno, lui le aveva fatto perdere la verginità e altrettanto aveva fatto lei un anno e mezzo prima, si erano voluti bene come migliori amici, si erano amati come fidanzati e non appena avesse finito il liceo, Rosie lo avrebbe raggiunto a Yale, avrebbero fatto i loro anni di college laggiú nel Connecticut e poi si sarebbero trasferiti in qualche altra città, sposandosi e formando una bella famiglia, magari numerosa come quella di Elijah.
-Forse adesso sarà meglio che torni a casa, ho promesso a mia madre che sarei tornata non appena avessimo comprato il regalo, sai... Tocca a lei farmi i capelli per stasera!- esordí Rosie facendo ridacchiare Elijah.
-Virginia passione parrucchiera, quanto amo quella donna!- esclamò il castano.
-Eh no tesoro, tu ami me.- disse la bionda per poi baciarlo.
-Tanto, tantissimo.-
Si alzarono entrambi dalla panchina e poi uscirono dal parco.
-Allora passo a prenderti alle otto e mezza?- le chiese Elijah.
-Certo, a stasera allora.- gli rispose Rosie per poi lasciargli l’ennesimo bacio.
-A stasera.-
 
≈≈
 

 
Suonò il campanello di casa sua almeno tre volte prima che Jonah le venisse ad aprire, aveva cambiato borsa per uscire ed aveva lasciato le chiavi in quella vecchia, perciò si era ritrovata a citofonare al suo fratellino come un’ossessa e quando entrò in casa le parve di avere un déjà vu della sera precedente: un ragazzo biondo era seduto al tavolo della cucina, con un bicchiere di birra davanti a sè, un sorriso mozzafiato che le fece smuovere qualcosa dentro e due occhi verdi che quando incontrarono i suoi piú azzurri le fecero pizzicare gli occhi, pur non sapendo chi fosse.
-Ciao tesoro!- esordí sua madre andandola ad abbracciare, mentre lei non distolse neanche per un attimo lo sguardo da quel ragazzo, che doveva sicuramente sentirsi osservato e a disagio, dato che abbassò il capo verso quel bicchiere di birra che aveva davanti.
-Vieni, ti presento una persona.- disse Virginia, quasi come se dovesse presentarle il presidente degli Stati Uniti d’America o la regina d’Inghilterra.
Il ragazzo sospirò e si alzò dalla sedia, strofinandosi le mani l’una con l’altra per poi porgerne una a Rosie e sorriderle.
-Lui è...- sua madre non fece nemmeno in tempo a finire la frase, dato che quel ragazzo la concluse al suo posto.
-Sono Kendall, sono il cugino di tua madre e vengo da Shakopee.- le disse stringendole la mano e Rosie potè sentire che era sudata, era per caso...Nervoso?
-Shakopee in Minnesota?- gli domandò con gli occhi che brillavano.
-Sí esatto!- le rispose ridacchiando -Ci sei mai stata?-
-No ma ho sempre sognato andarci, il Minnesota è uno degli stati che voglio assolutamente visitare!- esclamò la bionda.
-Be’ magari un giorno potresti venire a trovarmi con la tua famiglia.- esordí Kendall facendole l’occhiolino.
-Sicuramente! Mamma, non mi avevi mai detto di avere un cugino del Minnesota!- disse a Virginia, che lí per lí non seppe quale scusa inventarsi.
-Oh be’... Kendall in realtà è mio cugino di secondo grado, e poi ho troppi cugini, non riesco a ricordare il nome di tutti e la loro città di provenienza!- mentí e Kendall le fece il segno dell’okay col dito.
Rosie annuí e guardò nuovamente quel Kendall: eppure aveva qualcosa di famigliare che però non riusciva a riconoscere ma sperava di poterlo fare per togliersi il dubbio.
-Mamma, ricordati che devi sistemarmi i capelli perchè non voglio tardare al compleanno!- esclamò tirando Virginia per un braccio e trascinandola fino al bagno, scatenando delle risate da parte sua e di suo cugino.
-Uhm okay, mentre voi vi fate belle staró un po’ di qua con Josh e Jonah.- annunciò Kendall prima che Rosie chiudesse la porta del bagno.
-Dove starà lui?- domandò civettuola a sua madre mentre si spogliava.
-Nel vecchio appartamento di sua sorella che adesso vive a Minneapolis.- le rispose -Ma non ho idea se verrà anche sua moglie fra qualche giorno.-
A sentire quelle parole Rosie sbarrò gli occhi: era sposato?!
Ma quanti anni aveva?
-Credevo che fosse single.- disse per poi entrare nella doccia.
Virginia sorrise automaticamente nel sentire quelle parole e scosse la testa.
-Adesso che ricordo bene è stato il primo dei miei cugini a sposarsi... Lo so che sembra assurdo, ma è un anno piú vecchio di me!- esordí la bionda -Non ha figli ma so che sua moglie si chiama Reese.-
Ingoiò quel fastidioso groppo in gola quando pronunciò la frase “Non ha figli”, perchè nonostante lei e Liam si fossero comportati come se Rosie fosse stata figlia di suo marito e non di Kendall, aveva sempre un certo rancore dentro quando ripensava a quegli anni.
 

 
≈≈
 

Quando Rosie fu definitivamente pronta erano quasi le otto e un quarto.
Aveva indossato un abito senza spalline col corpetto bianco in pizzo e la gonna nere, le sue amate Louboutin nere, lunghi orecchini scuri e qualche braccialetto intonato degli stessi colori; sua madre le aveva lisciato i lunghi capelli biondi e le aveva fatto una pettinatura che la faceva sembrare una principessa ma non troppo esagerata.
Gli occhi erano truccati secondo lo stile dello smokey eye e le sue labbra erano contornate da un rossetto color mogano che le stava alla perfezione dato il carnato chiaro che aveva.
Si posizionò davanti allo specchio a figura intera che aveva in camera sua, prese il suo cellulare e si scattò una foto, inviandola successivamente a Lauren che a quest’ora si stava sicuramente dirigendo al Jungle per controllare che tutto ciò che aveva prenotato fosse okay.
Sospirò ed indossò la giacchetta nera con le maniche a tre quarti per evitare di prendersi un bel raffreddore, recuperò la sua pochette intonata col vestito e vi mise dentro il telefono e la bustina che conteneva un pacchetto intero di sigarette e l’accendino, e che -ovviamente- nè Elijah nè i suoi genitori avrebbero mai dovuto vedere.
Fece per aprire la porta ed uscire in salotto per farsi vedere dai suoi, quando ad un certo punto sentí delle grida provenire da fuori; non si preoccupò inizialmente, ma quando si ricordò che Josh e Jonah erano andati allo stadio per vedere la partita di basket insieme a suo padre, lo fece.
Cercando di fare il minimo rumore, aprí di poco la porta e si sporse leggermente per capire il perchè di tutte quelle grida, che riconobbe appartenevano a sua madre e a Kendall.
-Virginia non hai ragione, Rosie deve sapere la verità!- gridò il biondo sbattendo una mano sul tavolo.
Ma di quale verità stava parlando?
-Kendall smettila, è nella sua stanza e può sentirti!- gli disse Virginia portandosi le mani fra i capelli con fare nervoso -Almeno abbassa la voce, ti prego.-
Rosie tornò a guardare Kendall e lo vide sospirare.
-Sai che non mi piace mentirle, ma non voglio dirle che tu non sei mio cugino per davvero e che sei tornato a New York perchè vuoi vederla. Non posso dirle che sei suo padre, okay? Avevi promesso che non saresti piú tornato!-
Nel sentire le parole di sua madre, a Rosie sembrò che tutto il mondo le fosse caduto addosso: Kendall era suo padre?
Lentamente si richiuse la porta alle spalle e si appoggiò contro ad essa, sentendo una lacrima bollente rigarle il viso, mentre ciò che aveva detto Virginia poco prima continuava a riecheggiarle in testa.
“Non posso dirle che sei suo padre.”
“Avevi promesso che non saresti piú tornato.”
L’aveva abbandonata?
Allora chi era realmente sua madre?
Era Virginia oppure lei e Liam l’avevano adottata?
Non ci stava capendo piú niente, ma soltanto in quel momento capí perchè Kendall aveva qualcosa di cosí famigliare: le ricordava se stessa, si assomigliavano sia fisicamente che caratterialmente, perchè per quello che aveva visto e sentito lei poco fa gli era sembrato un tipo schietto ed impulsivo, cosa che Rosie Payne era da sempre.
Ma doveva chiamarsi ancora Rosie Payne?
Insomma, quel Kendall non faceva Payne di cognome, lei non sapeva nemmeno quale fosse, ma se Virginia e Liam le avessero cambiato il nome per far sí che Kendall non la riconoscesse?
Era assurdo, erano tantissimi i modi in cui potevano essere andate le cose e Rosie era fin troppo curiosa per riuscire a tacere con i suoi, voleva sapere tutta la verità.
Sussultò quando sentí il suo telefono vibrare, perciò capí che Elijah era arrivato, se n’era quasi dimenticata in quel momento...
Si asciugò in fretta le lacrime, controllò che il trucco fosse ancora intatto e si sistemò la gonna del vestito, sulla quale si era formata qualche piega, poi aprí la porta ed uscí dalla stanza.
-Tesoro, sei bellissima!- esordí Virginia quando la vide passare dal salotto e Rosie tentò di smorzare un sorriso, giusto per non farle sospettare niente.
-Wow, tu e Liam siete cosí fortunati... Sei mozzafiato Rosie.- le disse Kendall con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e Rosie sentí una sensazione piú che strana allo stomaco, quasi come un senso di nausea e gli occhi le diventarono subito lucidi, cosí per evitare di piangere un’altra volta tagliò corto, dicendo di dover andare.
-Elijah mi sta aspettando di sotto, non voglio ritardare... Buona serata allora.- disse andando a dare un bacio a sua madre per poi aprire la porta.
-Anche a te.- le disse Kendall.
-Divertiti amore e non bere troppo!- esclamò sua madre facendo ridacchiare il ragazzo accanto a lei -o per meglio dire- facendo ridacchiare suo padre.
Però questo non poteva di certo garantirglielo.
 

 
≈≈
 
 
La musica al Jungle era davvero fin troppo alta, la gente che le ballava attorno e le labbra di Elijah sul suo collo le davano quasi fastidio, non si stava divertendo per niente e la colpa era sicuramente di ciò che aveva sentito prima di uscire di casa.
Ancora una volta si ritrovò a domandarsi quale persona orribile avrebbe mai abbandonato una figlia per qualsiasi assurdo motivo e le salí nuovamente il senso di nausea.
-Sei uno schianto, troppo.- mormorò Elijah fra un bacio e l’altro, mentre lei ingoiava a grandi sorsi il secondo Blue Angel che le stava già facendo girare la testa ma non troppo da farle dimenticare le parole di sua madre.
“Non posso dirle che sei suo padre.”
Puntò lo sguardo verso Lauren che stava ballando insieme a Ben sulle note di una canzone famosa remixata da qualche dj e che le fece l’occhiolino, quindi le venne da sorridere perchè erano davvero carinissimi.
Posò il bicchiere vuoto sul tavolino davanti a sè e spinse leggermente Elijah lontano da lei, per poi alzarsi e prendere la sua pochette dal divanetto.
-Dove stai andando?- le chiese il castano alzando il tono della voce per sovrastare la musica altissima.
-A prendere una boccata d’aria, tutto questo caldo e la musica mi stanno opprimendo.- gli rispose urlando anche lei e senza aspettare che Elijah aggiungesse qualcosa si fece spazio fra la gente ed uscí dall’uscita lí vicino, ritrovandosi su una terrazza che dava sul centro di New York.
Aprí la pochette, tirò fuori il pacchetto di sigarette e ne prese una per poi accendersela, ne aveva proprio un gran bisogno.
-Avevi bisogno di una boccata d’aria, mh?- sentí la voce di Elijah alle sue spalle e sospirò, buttando fuori il fumo e poi voltandosi verso di lui.
-Elijah non farmi pressioni per favore, non sono una bambina.- gli disse con un tono abbastanza acido.
-Non ti sto facendo nessuna cazzo di pressione Rosie, sei tu quella strana da tutta la sera!- esordí il castano e lei lo ignorò, continuando a fumare tranquillamente la sua sigaretta, che dopo poco le fu strappata dalle dita con forza.
-Ma che cazzo fai?!- sbraitò quando vide la sua Marlboro ancora mezza intatta finire di sotto alla terrazza.
-Ti sto salvando la vita.- le rispose pacato il suo ragazzo e lei sospirò pesantemente per poi superarlo, urtandolo alla spalla.
-E adesso dove credi di andare?- le chiese nuovamente e la bionda si voltò, ridendo amaramente.
-Vaffanculo Elijah, lasciami stare una volta per tutte.- gli disse per poi rientrare dentro, lasciando il suo ragazzo ancora piú perplesso di prima.
Si fece spazio fra la gente, raggiungendo Lauren che stava bevendo sicuramente della vodka alla pesca, mentre Ben le scattava foto random col suo telefono e rideva come se non ci fosse stato un domani.
-Hey L.- la richiamò alzando un po’ il tono della voce a causa della musica troppo alta, e la bruna non appena la vide la abbracciò: ecco, la stava già perdendo.
-Hey Ro, dove sei stata? Che fai?- le domandò a raffica, posando il bicchiere sopra al tavolo accanto a lei.
-So che probabilmente mi odierai domani, se ti ricordi qualcosa e da una parte spero di no, ma non sto molto bene e voglio tornarmene a casa, mi dispiace cosí tanto.- le urlò praticamente nell’orecchio e l’altra iniziò a ridere, probabilmente non aveva capito niente di ciò che Rosie le aveva detto.
-Ma io non voglio tornarmene, sto benissimo!- esordí per poi gettarsi tra le braccia di Ben e riniziarlo a baciare, cosí la bionda sospirò e si avvicinò al moro per parlargli.
-Non farla bere troppo, io vado a casa perchè sto male, dille che mi dispiace quando si riprenderà!-
Ben in risposta le fece il segno dell’okay col pollice e poi le baciò una tempia, urlandole dietro un “Non preoccuparti, ci penso io!” che la fece sentireun po’ piú sollevata ma di una cosa era certa: non poteva tornarsene a casa sua, non poteva andare via con Elijah ed in quel momento le era venuto in mente solo un posto dove andare.
 

 
≈≈
 

Prese un sorso di birra dalla bottiglia di vetro e cambió canale; aveva già mangiato la sua porzione di spaghetti alla bolognese, ed in piú non c’era proprio niente in tv a quell’ora.
Vide che si era fatto tardi ma quando si alzò per spegnere la televisione sentí il campanello suonare, quindi si precipitò ad aprire, trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe pensato di vedere in quella serata cosí calda e noiosa.
-Ciao.- gli disse molleggiando sui tacchi che le slanciavano ancora di piú le gambe lunghe, facendogli sbarrare gli occhi e spalancare la bocca come se fosse un piatto delizioso che lui amava.
-Hey.- fu tutto quello che riuscí a dire, compreso un cenno con la mano.
-Hai intenzione di restare qua impalato per tutto il resto della serata o ti decidi a farmi entrare?- gli domandò con un tono fra l’acido ed il sarcastico che gli fece spuntare un sorrisino sulle labbra sottili, cosí si scansò e la fece entrare, richiudendosi la porta alle spalle subito dopo.
-Come facevi a sapere che abitavo qua?- le chiese ancora una volta.
-Me lo hai detto tu di abitare a Little Italy, cosí ho iniziato a guardare un po’ su tutti i citofoni et voilà, ecco casa Tomlinson.- gli rispose scrollando le spalle e posando la pochette sul tavolo subito dopo, facendo ridacchiare il castano.
-E tu vai a trovare gli amici dei tuoi genitori vestita cosí?- le chiese ammiccandola dal basso verso l’alto con la testa, mettendo poi le mani nelle tasche degli shorts della tuta.
-Shh, qua le domande le faccio solo io.- sussurrò la bionda togliendosi quei trampoli dai piedi e gettandosi a peso morto sul divano dove il ragazzo era seduto poco prima, cosí Louis poté capire che Rosie non era del tutto sobria.
-Rosie.- la richiamò facendola sbuffare.
-Che vuoi?- gli chiese socchiudendo gli occhi tanto era stanca.
-Hai per caso bevuto?- le domandò sedendosi accanto a lei sul divano, che annuí e -senza neanche aprire gli occhi- poggiò la testa sulla spalla di Louis, che ingoiò rumorosamente il groppo che aveva in gola con il cuore che batteva all’impazzata, e neppure lui sapeva il perchè.
-Rosie, parlami.- le disse quasi in un sussurro, scuotendole leggermente il ginocchio.
A quel gesto, una scossa di brividi si cosparse per tutta la schiena della bionda, che aprí gli occhi all’improvviso quasi come se le avessero tirato addosso dell’acqua ghiacciata, e si allontanò da Louis, incrociando le gambe sotto al sedere.
-Okay sí, ho bevuto!- esordí con tono patetico -Sei contento? Adesso lo andrai a dire ai miei? Oh, ma che sto dicendo... Non so neanche se quelli sono imiei genitori per davvero!-
Si alzò all’improvviso, prima che a Louis venisse la voglia di sbirciare in mezzo alle gambe della ragazza di fronte a sè, ma rimase perplesso nel sentire le sue ultime parole.
-Che cosa hai detto? Non sai neanche se sono i tuoi genitori per davvero?- le domandò confuso e la bionda annuí sospirando.
-Okay senti, io non so niente di te. Non ti conosco bene, non mi ricordo com’eri l’ultima volta che ci siamo visti, ma so che sei un uomo in gamba ed un po’... Immaturo, ecco. Sei ancora un ragazzino in parte.- gli disse tutto d’un fiato -Per questo sono venuta da te, ero al compleanno di Lauren ma mi stava mancando l’aria in quel dannato posto, il mio ragazzo mi stava baciando mentre io pensavo alle mie origini, con un senso di nausea che non voleva saperne di andarsene, mi girava la testa, per questo me ne sono andata.-
Si accorse di star piangendo solo al termine della sua spiegazione... Spiegazione che a Louis non era servita a molto, dato che si era fermato alla frase“Il mio ragazzo mi stava baciando mentre io pensavo alle mie origini”, ma non seppe se per il fatto che Rosie aveva un ragazzo che sembrava undepravato dai suoi comportamenti, oppure per ciò che pensava riguardo alle sue origini.
-Rosie- la richiamò un’altra volta dopo essersi alzato e dopo averle preso le mani e averle unite alle sue -guardami e parlami. Che cosa sta succedendo?-
La ragazza iniziò a respirare affannosamente quando incontrò gli occhi cerulei di Louis ed una voglia di baciarlo le pervase il corpo, ma invece che dargli un bacio gli dette un abbraccio, che serví a confortarla ed aiutarla ad aprirsi con il ragazzo.
-Rosie...- sussurrò accarezzandole i capelli e stringendola a sè sempre di piú: ma cosa stava facendo?
Lui era un uomo, aveva quasi quarantadue anni e non poteva permettersi di fare quei pensieri su una ragazzina di neanche diciotto, la figlia della sua ex ragazza del liceo e di uno dei suoi migliori amici.
-Liam non è mio padre.- si decise a dirgli tra un singhiozzo e l’altro, e questa confessione le fece sparire gran parte del peso che teneva sullo stomaco da quando aveva sentito quelle parole provenire dalla bocca di sua madre, sempre se quella era davvero la sua mamma.
-Che cosa? Ma che stai dicendo?- le domandò Louis sconvolto, non ci stava capendo piú niente, e lo stesso Rosie, che si limitò ad annuirgli.
-Questo pomeriggio quando sono tornata a casa ho trovato un ragazzo, che diceva di essere il cugino di secondo grado di mia madre. Ma quando ero in camera mia li ho sentiti parlare, e mia madre ha detto che lui aveva promesso di non tornare mai piú e che io non potevo venire a sapere che quel ragazzo in realtà è mio padre.- gli disse mentre quel senso di nausea si faceva sentire ancora una volta, le succedeva ogni volta che ripensava a quella scena.
-Dio mio... Non posso... Non posso crederci, davvero.- mormorò Louis sedendosi sul divano, era incredulo e confuso: Virginia aveva avuto Rosie con un uomo che non era suo marito?
-Ma sei sicura di aver sentito bene?- le domandò ancora una volta, facendola ridere amaramente.
-Sicurissima, ho quelle parole stampate in mente come se fossero il mio nome e la mia data di nascita Louis, non me le scorderei nemmeno se avessi un’amnesia totale.-
Louis ingoiò quel groppo che aveva in gola e tornò a guardare Rosie, che stava ancora in piedi a crogiolarsi nel dolore della scoperta fatta qualche ora prima.
-E credi che Liam lo sappia?- ebbe il coraggio di domandarle qualche minuto dopo e lei alzò la testa puntando i suoi occhi azzurri in quelli cerulei di Louis.
-Io non... Non ne ho idea, Louis.- gli rispose per poi sedersi nuovamente accanto al ragazzo, che in modo goffo l’avvolse in un abbraccio amichevole, per non dire paterno.
-Puoi stare qua...- esclamò il castano facendole alzare lo sguardo -...per stanotte, intendo. Dormirai nella mia camera ed io starò qua sul divano.-
La bionda sorrise e poggiò nuovamente la testa sul suo petto, mentre Louis aveva paura che potesse riuscire a sentire il battito del suo cuore che accelerava.
-Grazie Louis, grazie davvero.- sussurrò prima di chiudere gli occhi e di cadere fra le braccia di Morfeo, spossata per la sofferenza che stava provando da qualche ora.



 


 
Holaa peeps!
Scusate il ritardo ma venerdì mi è proprio passato in mente di aggiornare, ieri non ho avuto tempo e per questo eccomi qua, un po' in ritardo ma who cares? Here I aaam!
Allora, allora, ALLORA... Qua succedono un bel po' di cose, a partire dal fatto che wow, KENDALL'S BACK e Rosie è stata così furba da averlo sentito parlare con sua madre riguardo quella questioncina che si portano dietro da diciotto anni, ridoh.
Poi c'è la festa del diciottesimo di Lauren e... tadaaaa, Rosie ed Elijah discutono, lei si incazza e poi se ne va, andando a casa di quel bel fusto di Louis che be', non esita a fare pensierini poco casti riguardo alla piccola Payne/Knight, oh la la ma come potrebbe non farli dato che è una figa assurda tale e quale alla sua ex ragazza???
Quuuindi la invita a stare da lui eeeeeeeeee secondo voi che succederà? ouo
So che le cose possono sembrare un po' affrettate ma credetemi, ci sono ancora taaanti colpi di scena e la storia vera e propria inizierà circa al settimo capitolo, dato che prima ci concentreremo un po' sul rapporto di Rosie con i suoi genitori e soprattutto con Kendall stydhyud
Beeene adesso scappo, ci sentiamo la prossima settimana, insomma venerdì lol
Besos,

Hazel.



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Soundtrack

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Capitolo 3
*** Two – Fix my heart. ***


 
Two – Fix my heart.
 
 
 
 
 
Si svegliò dopo aver sentito un grande tonfo ed essersi ritrovato con il pavimento a due centimetri dalla faccia: era incredibile che fosse riuscito a cadere dal divano per la seconda volta, gli era capitato anche la mattina precedente, quando aveva dormito là sopra perchè l’agenzia immobiliare non gli aveva ancora consegnato il letto e per questo aveva dovuto arrangiarsi.
Si alzò sbuffando e seguito da una risata che proveniva dalla cucina e che doveva appartenere alla stessa persona che stava armeggiando con le padelle e con i mestoli a quell’ora della mattina.
-Bel modo di svegliarsi, credo che lo sperimenteró anch’io!- esordí la bionda versandosi un po’ di caffè nella tazzina e facendo altrettanto con quella di Louis.
-Giorno anche a te.- le disse sbadigliando, per poi mettersi a sedere sulla sedia e Rosie gli sorrise timidamente.
-Perchè ti sei messa a preparare il caffè? Avresti dovuto lasciare che ci pensassi io!- le domandò con un tono quasi accusatorio, piuttosto doveva ringraziarla dato che aveva messo apposto quel caos di cucina che si ritrovava.
-In realtà ho fatto anche i toast, piacciono a tutti e ho pensato che potessero piacere anche a te.- gli rispose Rosie alzandosi subito dopo per prendere il piatto con i toast appena usciti dal tosta pane che poggiò sul tavolo.
-Ci hai azzeccato!- esordí Louis ridacchiando -Comunque ti ringrazio.-
La bionda sorrise e si sentí le guance andare a fuoco: perchè quel ragazzo le faceva quel dannato effetto?
-Non devi ringraziarmi Louis, sono io a dover ringraziare te per avermi ospitato questa notte. Non dovevi sentirti obbligato.- gli disse per poi alzarsi e recuperare una sigaretta dal pacchetto, aprendo la finestra subito dopo.
-No no, non mi sono sentito obbligato, mi sono sentito in dovere di farlo.- precisó il castano aggrottando le sopracciglia quando vide la bionda di fronte a sè accendersi una Marlboro.
-Tu fumi?!- le domandò quasi come se fosse uno scandalo e Rosie annuí tranquillamente.
-Sí ma se i miei lo verranno a sapere so a chi dare la colpa.- esclamò la bionda facendolo ridacchiare.
-Ogni tuo segreto è al sicuro con me.- le disse Louis con un sorriso -Ma a proposito dei tuoi genitori... Che hai intenzione di fare?-
Rosie aspirò un’ultima volta dalla sigaretta, buttò fuori il fumo ed infine schiacciò il filtro dentro ad un vaso di peonie che stava sul terrazzo e dove c’erano altri filtri spenti.
-Proprio niente.- gli rispose tornando a sedersi vicino a lui -Fumi anche tu?-
Il castano la guardò con un sopracciglio inarcato: la sua risposta lo aveva deluso e non poco, non poteva starsene con le mani in mano, doveva scoprire la verità!
-Sí ed è un gran brutto vizio che mi porto dietro da vent’anni, quindi ti conviene smettere al piú presto.- le pizzicò il naso e poi si alzò per mettere le tazzine di caffè dentro al lavabo che Rosie aveva ripulito qualche minuto prima.
-Preferisco tornare a parlare di quella questione.- bofonchiò la bionda alzando gli occhi al cielo, non sopportava chi le imponesse di smettere di fumare, soprattutto quando erano dei fumatori a consigliarglielo “per evitare di fare il mio stesso errore”, come amavano ripetere tutte le santissime volte.
-Cosa pensi che dovrei fare?- gli chiese ancora, questa volta però avrebbe accettato volentieri un suo consiglio, dato che la sua intenzione -ora come ora- era non agire.
-Parlarne con loro per esempio, devi capire se hai ascoltato bene la chiaccherata fra tua madre e quel ragazzo, come sostieni tu.- le rispose Louis sospirando.
La bionda scrollò le spalle.
-Ci rifletterò su mentre faccio una doccia... Posso vero?-
Louis la guardò torvo un’altra volta: ma che razza di domanda era mai quella??
-No che non puoi cara Rosie, devi tenerti la sbronza di ieri sera tutta per te!- esclamò sarcasticamente il castano, beccandosi un “Vaffanculo Louis” da parte della bionda, che dopo avergli imprecato contro si chiuse dentro al minuscolo bagno di casa Tomlinson.
Quello sarebbe stato l’inizio di una grande amicizia.
 

 
≈≈

 
-Non c’è niente di peggio che indossare i vestiti della sera precedente con la sbronza ancora addosso.- bofonchiò Rosie uscendo dalla camera di Louis, con indosso -appunto- il vestito del party di Lauren ed ai piedi un paio di ciabatte estive che le aveva prestato il ragazzo.
Lauren cazzo!, si ritrovò a pensare, l’avrebbe sicuramente uccisa, e non solo.
Si precipitò in cucina, dove aveva lasciato la sua pochette e tirò fuori il cellulare, lo accese, e non appena lo fece fu inondata da una miriade di messaggi e chiamate perse, tutti da parte degli stessi destinatari.
 

Da: Mamma ore 00:26
Come va? Ti stai divertendo? :*
 

Da: Elijah ore 00:53
Dove diavolo sei finita???
 
 
Da: Elijah ore 01:11
Rosie mi dispiace. Ti prego rispondimi.
 

Da: Lauren ore 01:27
Sei ancora viva??? Elijah è disperato, attendiamo notizie e domani dovrai darmi una bella spiegazione se non vuoi essere uccisa!
 

Da: Mamma ore 01:49
Rosie Lucille Payne dove sei finita???
Rispondi al telefono.
 

Da: Papà ore 02:01
Signorina o rispondi al telefono o sarai in grossi guai.
A te la scelta.
 

 
Merda.
Merda.
Merda.
Merda al cubo.
Dannazione, si era dimenticata di avvertire i suoi che non sarebbe tornata a casa, e conoscendo Lauren li avrebbe già allarmati con il suo nervosismo.
Pensò in fretta ad una soluzione, di certo non voleva far sapere nè ai suoi nè tanto meno ad Elijah dove si trovasse per davvero, magari lo avrebbe detto a Lauren ma in quel momento aveva bisogno di qualcuno che la coprisse.
 

A: Elijah ore 10:23
Sto bene, non preoccuparti. Per favore coprimi le spalle, se i miei ti chiedono qualcosa dí loro che ho passato la notte da te. Ti spiegherò tutto, scusami.


Sospirò e scrisse la stessa cosa a Lauren, sperando che i suoi non avessero chiamato il suo ragazzo, anche se ne dubitava.
 

Da: Elijah ore 10:24
Ci ho già pensato, siamo tutti preoccupati per te.
 

Ringraziò tutti gli dei dell’Olimpo e decise di ignorare la seconda parte del messaggio di Elijah, aveva altro a cui pensare in quel momento.
Si staccò definitivamente dal telefono quando anche Lauren le rispose dicendole che le avevano coperto le spalle ma che comunque doveva loro delle spiegazioni.
Aveva ragione Lauren, pure Elijah e lei lo sapeva bene; ma avrebbe trovato una soluzione e come al solito si sarebbe tolta dai guai, era quella la sua specialità.
Rimise il telefono dentro alla pochette e tornò in cucina, non trovando Louis là ma bensí in terrazza, dove stava fumando e parlando al telefono -o meglio- urlando e discutendo al telefono.
-No Sasha ascoltami tu!- lo sentí dire -Non mi frega se adesso stai lavorando, hai voluto questo divorzio? Bene, adesso rispondi anche alle chiamate dell’avvocato!-
Divorzio?
Allora aveva ragione!
Ecco perchè non portava piú la fede al dito come l’ultima volta che si erano visti...
-Ascoltami dannazione! Sasha!- guardò il telefono e quando si accorse che sua moglie gli aveva riagganciato in faccia lo sbattè sopra al tavolino di plastica, facendo sussultare Rosie che era nascosta dietro alla porta finestra, attenta a non fare il minimo rumore e a non farsi scoprire.
Quando vide Louis gettare la sigaretta di sotto al terrazzo ed alzarsi dalla sedia uscí dal suo nascondiglio e si sedette velocemente al tavolo della cucina.
-Che succede?- domandò al castano vedendolo con un’espressione piuttosto contrariata sul viso.
Louis sospirò e trascinò la sedia da sotto al tavolo, per poi sedercisi sopra.
-Rosie, quando l’altra sera sono venuto a cena a casa tua non vi ho detto la verità riguardo al motivo per cui mi sono trasferito in America.- le disse dopo qualche secondo di silenzio -Cioè, è vero che mi hanno offerto un lavoro al Lenox Hill, ma perchè sono stato io a fare richiesta. Sto divorziando da mia moglie e questo suppongo che tu lo abbia capito, lei mi ha tradito, ha voluto questo divorzio a tutti i costi e adesso non vuole nè pagare gli avvocati nè rispondere alle chiamate. È un vero inferno.-
Lo vide passarsi entrambe le mani sul viso magro e stanco, ed in quel momento provò una grandissima pena nei suoi confronti, cosí allungò una mano verso la sua direzione e la posò su quella di Louis, che alzò lo sguardo verso di lei non appena si accorse di quel gesto.
-Sai, ammiro molto i tuoi genitori, perchè ogni volta che si sono persi hanno saputo ritrovarsi.- ammise Louis dopo poco e Rosie gli sorrise per la frase bellissima che aveva appena detto.
-E tu?- gli domandò poi.
-Io cosa?- le chiese, non capendo.
-Perchè non hai saputo ritrovare Sasha quando vi siete persi?- riformulò meglio la domanda e Louis sbuffò alzando le spalle.
-Non c’è sempre una via di ritorno Rosie, questo devi saperlo.- le disse saggiamente ma lei non volle sentire ragioni, come poteva arrendersi?
-Sei un codardo Louis. Non puoi smettere di lottare, se la ami devi fare qualcosa!- esclamò la bionda ed il ragazzo scoppiò in una risata amara.
-Ma noi non ci amiamo piú, è questo il punto. Come posso amare ancora una persona che mi ha ingannato per cosí tanti anni? Era giusto che finisse in questo modo, credimi.-
Si alzò dalla sedia e fece per andarsene dalla stanza, ma poi si voltò per aggiungere altro.
-Sei cresciuta Rosie.- asserí quasi come se volesse convincere se stesso con le sue parole -Dovresti conoscere le dinamiche dell’amore.-
Rosie annuí e lo imitò, alzandosi anche lei da quella sedia, come se bruciasse sotto di sè, e toccò la spalla di Louis per farlo voltare a guardarla negli occhi.
Inizialmente le sorrise nonostante stesse soffrendo, Rosie poteva capirlo bene, ma quando fece per avvicinarsi a lui ancora di piú, Louis indietreggiò iniziando a ridacchiare.
-Ti ricordi quando eri piccola e mi chiamavi ‘zio Louis’?- le domandò accennando ad un sorriso, mentre gli occhi di Rosie apparirono spenti, quasi malinconici -L’ultima volta che ci siamo visti, dieci anni fa, non facevi altro che ripterlo. Eri come ossessionata da me!-
-Non sono piú una bambina e tu non sei mio zio.-
Mise entrambe le mani sulle spalle di Louis e lo avvicinò a sè, stringendo il tessuto della sua t-shirt coi pugni, cosí forte da farsi diventare le nocche bianche e fece incontrare le sue labbra in modo quasi violento; non seppe spiegarsi il perchè di quel gesto impulsivo e repentino, ma sapeva che non poteva piú trattenersi.
Le mani di Louis scesero fino al fondoschiena di Rosie, che il ragazzo palpò leggermente per provare quella sensazione di piacere che aveva immaginato negli ultimi due giorni, per quanto sbagliato potesse essere.
Le loro lingue si cercavano bramose, con foga, e s’incontrarono nel momento in cui Rosie affondò le mani nei capelli di Louis, che in risposta la spinse col bacino verso il tavolo, dove la ragazza si appoggiò per poi alzare una gamba e tentare di allacciarla attorno ai fianchi di Louis, che quando si accorse di quel gesto si allontanò di scatto, con le labbra che gli pulsavano ancora per quel bacio e con il respiro irregolare.
Rosie lo guardò tentando di riprendere a respirare in modo regolare, ma prima che potesse aprire bocca per parlare, Louis la battè sul tempo.
-Rosie, te ne devi andare.- le disse con ancora il fiatone e la bionda non se lo fece ripetere due volte; recuperò la pochette e la giacchetta che stavano sopra al divano, prese i suoi decolletè ed uscí da casa Tomlinson senza aggiungere altro, quel bacio era stato piú che sufficiente: ma cosa era preso ad entrambi?
 

 
≈≈
 

Quando si ritrovò di fronte al portone di casa sua aveva ancora il cuore che le batteva all’impazzata, le gambe che le tremavano ed il sapore delle labbra di Louis sulle sue, misto a caffè e tabacco.
Però aveva avuto ragione a cacciarla di casa, lei si era spinta fin troppo oltre e quello era stato il risultato: insomma, Rosie doveva rimanere in quella casa solo per una notte, per non ritrovarsi a dormire lungo la strada, ed in un certo senso si era approfittata di Louis, che però non era riuscito a resisterla ed aveva ceduto.
Era ancora molto titubante sul da fare: se fosse entrata in casa quella sensazione avrebbe iniziato a morderle lo stomaco un’altra volta ed in piú si sarebbe beccata una ramanzina dai suoi genitori; ma se invece non lo avesse fatto, non era soltanto Louis il codardo, anche lei lo sarebbe stata.
Sospirò ed infilò le chiavi nel portone, girò verso sinistra e si ritrovò davanti quei cinque scalini che le avrebbero cambiato la giornata, se non tutta la vita.
Li salí uno per volta, con tutta la calma del mondo, stando attenta al rumore che i suoi tacchi facevano a contatto con il pavimento lucido, non voleva di certo farsi sentire dai suoi, altrimenti sentendola arrivare si sarebbero posizionati di fronte alla porta e l’avrebbero assalita una volta entrata in casa, e di certo non era quello che voleva Rosie.
Con la mano che le tremava riuscí ad infilare la chiave nella toppa e con gli occhi socchiusi fece scattare la serratura due volte verso sinistra, spinse la porta e si ritrovò nel suo salotto, con l’odore forte del caffè e dei pancakes che le penetrò il naso.
Chiuse la porta alle sue spalle, si tolse le scarpe ed avanzò verso la cucina, dove trovò suo padre -o meglio Liam- seduto a leggere il giornale e sua madre mentre serviva la colazione a Jonah.
-Buongiorno.- mormorò attirando l’attenzione di tutti i presenti su di lei.
Vide sua madre e Liam scambiarsi un’occhiata, poi Virginia disse a Jonah di tornare in camera sua per svegliare Josh, ed il piccolo fece come gli fu ordinato.
Erano rimasti solo loro tre in quella cucina, perfetto: che la ramanzina avrebbe avuto inizio.
-Perchè non hai risposto al telefono?- le chiese Virginia con un tono allarmato e wow, si sarebbe aspettata di peggio.
-Lo avevo in borsa, mamma. Molto probabilmente stavo ballando.- mentí la bionda scrollando le spalle.
-Okay e come mai non sei tornata a casa? Come mai non ci hai avvertiti?- proseguí sua madre facendole alzare gli occhi al cielo.
-Hey sono sana e salva, okay? Sono stata da Elijah, abbiamo dormito e basta.- bofonchiò prendendo un biscotto dalla credenza -Fine della discussione.-
Fece per lasciare la stanza quando ad un certo punto suo padre si alzò dalla sedia bloccandole il passaggio.
-La discussione non è finita, tua madre ti ha appena domandato perchè non ci hai avvertiti. Eravamo preoccupati per te!- esordí Liam e Rosie si ritrovò a fare una risatina amara, sotto lo sguardo stranito dei suoi genitori.
-Sta zitto tu, non sei neanche mio padre.- fu tutto quello che riuscí a dirgli, prima che sua madre scoppiasse in lacrime.
-Che cosa hai detto?- le domandò Liam con un filo di voce, spostando poi lo sguardo da sua figlia a sua moglie.
-Rosie non avrebbe dovuto sapere la verità dopo quasi diciotto anni?- gridò la bionda, rivolta a sua madre -Kendall non sarebbe mai dovuto tornare, non è vero?-
Fu in quel momento che Liam capí tutto, dato che chiuse gli occhi e si passò entrambe le mani sul viso.
-Ci hai sentiti?- le domandò Virginia fra un singhiozzo e l’altro, e quando cercò di avvicinarsi a Rosie lei si scansò.
-No mamma, non toccarmi. Non ti azzardare a fallo.- esclamó Rosie sentendo le lacrime bagnarle le guance.
-Rosie ascoltami, ti supplico!- quella di Virginia fu come una preghiera, un imploro, ci mancava altro che si mettesse in ginocchio e si aggrappasse alle gambe della figlia fino a che non l’avesse ascoltata.
-Non voglio sentire altre bugie.- le disse con tono duro -Mi avete mentito per tutti questi anni, non vi siete sentiti uno schifo?-
Un altro singhiozzo da parte di sua madre.
-Noi lo abbiamo fatto per te, Kendall lo ha fatto per te!- esclamò Liam d’un tratto andando ad abbracciare sua moglie, mentre Rosie fu sul punto di tapparsi le orecchie ed urlare piú forte che poteva, per non sentire piú quelle menzogne.
-Basta, non cercate di giustificare quello che avete fatto. Siete delle persone orribili!- fu l’ultima cosa che disse prima di correre in camera e rifugiarcisi dentro, nonostante i richiami dei suoi genitori.
Questa volta l’avevano fatta grossa per davvero e non sapeva se sarebbe mai riuscita a perdonarli.
Non almeno fino in fondo.




 


 
Ma saaalve bei fiorellini!
Okay oggi è venerdì ed io ho totalmente perso la cognizione del tempo da quando è finita la scuola ahahah ma meglio così!
Devo ammettere che questo capitolo è davvero una bomba ad orologeria che scoppia alla fine, vediamo insieme perchè!
Punto numero uno, scopriamo perchè Louis si è trasferito a NY oltre che per il lavoro: sta divorziando da sua moglie, Sasha (interpretata dalla figherrima Chloe Bennet, in fondo c'è una sua gif dhygdhyg) che abbiamo già conosciuto in Changement, al matrimonio di Liam e Virginia :3
E poi la nostra piccola Rosie è riuscita a consolarlo proprio bene dato che se l'è limonato come se nulla fosse e poi è stata sbattuta di casa da lui stesso eheheh suvvia piccola monella!!!
Pooooi la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la litigata con i suoi parents e quel "
Sta zitto tu, non sei neanche mio padre" detto a Liam, cristo che colpo che gli è preso a quei due ahahahah
E voi che ne pensate? Secondo voi sarà come dice Rosie oppure li perdonerà presto??
Fgtsydgbf let me know what you think!!
Ora look at me again, bc devo avvisarvi di un paio di cosette: siccome venerdì prossimo parto per la Puglia e ci resto dieci giorni, aggiornerò la storia giovedì perchè ancora non ho capito se i miei vogliono partire venerdì mattina o notte, in ogni caso aggiorno un giorno prima onde evitare problems! :))
E poi siccome il 27 sarò ancora giù aggiornerò quando torno, ovvero il 30, ma se tornerò di mattina o nel pomeriggio, mentre se tornerò la sera o la notte aggiornerò chiaramente il 1° luglio! 
Poi non è finita quì chiaramente ahahah siccome il 5 luglio partirò per l'Inghilterra e tornerò il 19, se ce la faccio potrei aggiornare il 4 luglio, altrimenti se ne riparla il 20!
Scusate ma questa sarà un'estate molto movimentata per me lol
Spero abbiate capito tutto, adesso evaporo!
Ci sentiamo la prossima settimana, besossssss
Hazel.



 
Sasha:

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Capitolo 4
*** Three – Mischievous kisses. ***




Three – Mischievous kisses.




 
Rosie non ce la faceva.
Aveva provato di tutto pur di non pensare a quella faccenda e smettere di piangere, ma proprio non ce la faceva, era piú forte di sè.
E la cosa peggiore era che ancora non ci credeva, non riusciva a credere al fatto che i suoi le avessero nascosto per quasi diciotto anni una verità cosí grande; certo, se glielo avessero detto a sei anni magari non avrebbe capito bene, ma crescendo se lo sarebbe ricordato e sarebbe potuta arrivare preparata a quel giorno.
O forse Liam e Virginia non avevano avuto tutti i torti, forse la colpa era soltanto di una persona: Kendall.
Non appena sentí un paio di colpi leggeri provenire dalla porta alla sua destra, drizzò la testa dal cuscino e si asciugò le lacrime, anche se era talmente tanto arrabbiata con il mondo da non far entrare nessuno nella sua stanza.
-Va’ via!- esclamò con voce rotta dal pianto, non voleva vedere assolutamente nessuno.
-Rosie, sono Kendall.- disse la persona che aveva bussato e questo le fece salire i nervi ancora di piú, ma da una parte si sentí sollevata, e non ne capí il motivo.
-Posso entrare?- le domandò dopo poco cercando di aprire la porta armeggiando alla maniglia ma Rosie ridacchiò amaramente borbottando un “illuso”.
-Lasciami in pace, non voglio vedere nessuno.- disse la bionda marcando il tono sulla parola “nessuno”, sperando che in quel modo Kendall se ne andasse.
-Ma ho bisogno di parlarti, soltanto qualche minuto e poi ti lascerò in pace!- le disse sperando di convincerla -Ti prego.-
Furono quelle ultime due parole che le dettero la forza di alzarsi dal letto, asciugarsi le lacrime e posizionarsi di fronte alla porta, che poi aprí con tutta la calma del mondo.
Kendall -di fronte a lei- le sorrise debolmente in segno di ringraziamento ed entrò nella stanza per poi richiudersi la porta alle spalle.
-Wow hai davvero una stanza da urlo.- commentò sedendosi sul letto a due piazze ed osservando il panorama di New York che s’intravedeva dal suo balcone.
Rosie non disse nulla, si limitó ad osservare il suo riflesso con la coda dell’occhio attraverso lo specchio e si convinse del fatto che era identico a se stessa: stesso taglio degli occhi, stessa forma allungata del viso, stesse fossette su entrambe le guance che però aveva preso anche dalla parte di sua madre, stessa espressione corrucciata sul volto e stesso modo di parlare, le faceva quasi paura.
-Allora- esordí finalmente voltandosi per guardarlo in faccia -di cosa volevi parlarmi?-
Domanda alquanto stupida era stata la sua, ma voleva averne la conferma prima di farlo continuare a parlare.
“Del perchè non mi hai riconosciuta? O del perchè avresti fatto sesso con mia madre? E soprattutto, perchè hai fatto sesso con mia madre? Avevi una storia con lei?”, erano quelle alcune delle migliaia di domande che le balenavano in testa dal giorno precedente e che avrebbe voluto porre al suo presunto vero padre.
-Voglio raccontarti tutta la verità, cosí capirai che tua madre e Liam non hanno nessuna colpa.- le rispose alzandosi dal letto ed andando verso di lei, che si allontanò quasi per paura, come se non si sentisse ancora del tutto sicura ad averlo attorno.
-Va… Va bene. Ti ascolto.- esordí la bionda sospirando e questo fece sentire Kendall molto piú sollevato.
-Va bene?- le domandò un’altra volta per avere un’ulteriore conferma.
-Ti ho detto di sí.- gli rispose con un tono duro e questo fu sufficiente a far capire al biondo di smettere di fare domande e d’iniziare a parlare, cosí fece un respiro profondo prima di raccontarle la storia.
-Conobbi tua madre venti anni fa, quando venni a New York per la prima volta ed andai a stare a casa della mia sorella gemella, Kylie.- fece una pausa come se si aspettasse che Rosie gli ponesse una certa domanda e che infatti non tardò ad arrivare.
-Hai una gemella?- gli chiese quindi la bionda con un pizzico di curiosità nel tono della voce e Kendall si ritrovò a sorriderle ed annuirle, poi tirò fuori il telefono e le mostrò una foto che ritraeva se stesso e Kylie qualche giorno fa, quando era passato a Minneapolis per salutarla e per dirle che sarebbe tornato a New York per vedere sua figlia.
Quando Rosie prese in mano il telefono si ritrovò a sbarrare gli occhi, notando quanta differenza di colori ci fosse fra i due: lei aveva i capelli biondo cenere e gli occhi castani, mentre lui era biondo piú chiaro ed aveva gli occhi verdissimi, ancora piú chiari di quelli di suo zio Harry; per il resto erano praticamente uguali e si ritrovò a scovare una qualche somiglianza anche in quella che doveva essere sua zia.
-È sposata?- gli domandò ridandogli il telefono e Kendall annuí.
-Sí ed ha due figli adottati perchè è omosessuale. Greg ha l’età di Jonah e Didi ne ha quindici.- le disse e lei sorrise, era felice di poter avere nella sua famiglia delle persone gay con dei figli, quindi ulteriori cugini da conoscere, le trovava cosí carine!
Le porse il telefono un’altra volta e le mostrò un’altra foto che ritraeva se stesso, sua sorella, due ragazzini che aveva capito essere i suoi cugini, ed una donna dai tratti orientali, gli occhi scuri ed i capelli mossi di un colore blu notte tendente al nero.
-Ha i capelli blu?- gli domandò ridacchiando -È una vera figata!-
Kendall si ritrovò a ridacchiare insieme a Rosie ed annuí.
-Già, in venti anni e passa si è tinta i capelli di tutti i colori, mi stupisco che li abbia ancora tutti in testa!- esclamò continuando a ridacchiare e lo stesso fece Rosie.
-E tua sorella conosceva mia madre?- gli domandò poco dopo.
-Certo, era la sua migliore amica di qua, l’aveva conosciuta quando si era trasferita insieme a Liam, Zayn e Chanel perchè lavoravano nello stesso negozio, pensa te che Kylie aveva pure una cotta per tua madre!- le spiegò e Rosie si ritrovò ad arrossire, per quanto fosse bella sua madre da giovane -e lo era anche allora- piaceva davvero a parecchie persone, e questo la rendeva sia gelosa che orgogliosa di lei, in un certo senso.
-E poi che successe?- gli domandò non riuscendo piú a trattenere la curiosità.
-Poi venne a casa di Kylie e trovò me, io la trovai subito attraente ma ero un idiota a quei tempi, volevo solo portarmela a letto! Ma lei si sarebbe sposata entro qualche mese quindi non potevo e nonostante tutto non riuscivo a togliermela dalla testa, le stavo dietro come un pazzo, la provocavo, le facevo saltare i nervi...- fece una pausa e guardò Rosie negli occhi -E poi un giorno ci baciammo, credo che m’innamorai di lei da quella volta, avevo perso la testa per davvero! Andai anche alla sua festa di fidanzamento, ero cosí incazzato col mondo quel giorno perchè lei aveva scelto Liam e tentavo di convincerla che invece avrebbe dovuto scegliere me. Poi a Natale tornai a Minneapolis, conobbi la mia Reese e dopo un anno tornai a New York.-
Prima che potesse continuare a raccontare Rosie lo interruppe per fargli una domanda.
-Reese è tua moglie, vero?- glielo chiese con un tono abbastanza patetico e malinconico, come se fosse invidiosa di quella donna che gli era stata accanto per tutti quegli anni, al contrario di ciò che non aveva fatto lei.
-Sí, è mia moglie.- le disse soltanto -Ma non essere gelosa, okay?-
Un piccolo sorriso le si fece spazio sul viso quando sentí Kendall pronunciare quelle parole, il cuore iniziò a batterle forte e sentí le guance avvampare, era quasi sul punto di piangere.
-E quando sei tornato a New York hai incontrato la mamma?- gli chiese ancora per sorvolare sull’argomento moglie.
-Sí, lei era a casa di mia sorella perchè Liam era fuori per lavoro. Kylie era da Carla e quando sono tornato c’eravamo solo noi due in quel piccolo appartamento, insieme ad i nostri sentimenti e... Be’, tralasciamo il seguito, puoi immaginare come sono andate a finire le cose.- esordí ridacchiando e Rosie capí tutto.
-Mi avete concepito.- disse soltanto e Kendall si ritrovò a sorriderle ed annuirle.
-Perchè allora non sei rimasto con lei?- gli chiese nuovamente, sentendo una morsa stringerle lo stomaco fino a farle salire la nausea.
-Lei era già sposata con Liam quando siamo andati a letto insieme, e quando lui è venuto a saperlo sono stati separati per circa tre mesi, tua madre è venuta a vivere con Kylie e me, ci siamo frequentati un po’ e quando ho scoperto prima di loro che tu eri mia figlia e non di Liam ho buttato tutto all’aria perchè non volevo rovinare una famiglia cosí bella.- nel sentire le parole di Kendall, Rosie abbassò lo sguardo sulle sue mani e sentí una lacrima rigarle il viso -Loro si amavano.-
-E tu non l’amavi?- gli domandò senza alzare lo sguardo, non voleva che la vedesse piangere, era troppo patetica secondo se stessa.
Kendall sospirò prima di risponderle, non voleva che fraintendesse la risposta: non voleva che sua figlia capisse che era ancora innamorato di sua madre, e non lo era piú, perchè lui amava Reese da venti anni ormai.
-Certo che l’amavo ma lei non mi voleva piú. Lei voleva Liam ed è stato giusto cosí, mi è servito a capire che la mia felicità non era a New York con Virginia ma prima a Minneapolis e poi a Shakopee con Reese.- le rispose alla fine e Rosie si ritrovò a tentare di reprimere un singhiozzo che le stava letteralmente esplodendo dentro al petto.
-E a me non ci hai pensato?- gli chiese ancora una volta, riuscendo finalmente ad alzare lo sguardo e ad incrociarlo con quello di Kendall, che si sentiva morire nel vederla in quelle condizioni, farla piangere non era assolutamente il suo obbiettivo.
-Io non sarei dovuto tornare, Rosie. A quest’ora tu saresti ancora fermamente convinta di essere figlia di Liam, e ancora una volta sarebbe stato giusto cosí.- esclamò il biondo, ma cosa stava facendo?
Perchè non la stava abbracciando e consolando anzichè continuare a parlare?
-Io non volevo rovinare proprio niente.- aggiunse poco dopo e sospirò.
-Ma tu non hai rovinato un bel niente...- mormorò Rosie posando la mano sopra a quella di Kendall, che sussultò a quel tocco -Sei l’unico che è riuscito a farsi ascoltare da me quando avrei voluto uccidere chiunque mi fosse capitato sotto mano, l’unico che è riuscito a strapparmi chissà quanti sorrisi e risatine in dieci minuti durante una delle mie giornate no e credimi, quando le ho nessuno può riuscire a farmi sentire meglio.-
Kendall si ritrovò a sorriderle perchè era esattamente ciò che succedeva a lui quando aveva le sue giornate no.
-Come mai mi sento cosí capito per la prima volta? Pensavo di essere l’unico a comportarmi in questo modo!- esordí facendo ridacchiare Rosie.
-Si chiama gene acquisito, a quanto pare ho preso da mio padre per quanto riguarda gli scazzi e le giornate no.- disse la bionda e poco dopo si ritrovò in lacrime stretta fra le braccia dell’uomo davanti a sè, che sicuramente avrebbe perdonato ed accolto nella propria vita.
 

 
≈≈
 

Temporeggiò qualche secondo davanti alla porta prima di decidersi a suonare il campanello: per fortuna che aveva trovato Torrey sulle scale, cosí non aveva dovuto informare Elijah della sua visita via citofono.
Sospirò e poi lo fece, suonò alla porta.
Non dovette aspettare molto per fortuna, dato che neanche dieci secondi le apparve davanti alla porta un Elijah tutto sudato, con indosso soltanto degli shorts aderenti e le sue Nike nere, perciò capí che era nel bel mezzo del suo training mattutino e questo le fece diventare le gambe molli come gelatina, quindi le rimase difficile togliergli gli occhi di dosso e non sbavare.
-Ciao.- le disse cercando di riprendere fiato.
-H-Hey.- bofonchiò Rosie in modo patetico, la voglia di saltargli addosso e baciargli gli addominali era veramente troppa -Volevo parlarti.-
-Oh, certo. Però ti prego entra, è brutto parlare sulla porta.- la prese per un braccio e la attirò a sè facendo quasi scontrare i loro nasi, ma anche se non era ciò che aveva previsto di fare, entrambi erano felici che fosse successo.
Rosie arrossí e sorrise nel momento in cui Elijah si voltò per chiudere la porta d’ingresso, e le sembrò quasi di essere al loro primo appuntamento, quando lui l’aveva riaccompagnata a casa, era inciampato sullo zerbino ed aveva accidentalmente finito per baciarla, confessandole subito dopo che voleva farlo ma non in quella maniera cosí goffa e vergognosa.
-Credevo che mi avresti baciata, non era questa la tua intenzione?- gli domandò quasi senza pensare, maledicendosi subito dopo in tutte le lingue del mondo.
Il ragazzo non ci mise molto per capire cosa intendesse dire e ridacchiò avvicinandosi a lei, che indietreggiò leggermente fino ad andare a sbattere contro alla parete e ritrovandosi bloccata fra il muro ed il corpo caldo e muscoloso di Elijah: il che non le dispiaceva, proprio per niente.
-E cosí ti aspettavi un bacio, mh?- le sussurrò a pochissimi centimetri di distanza dalle labbra e la bionda annuí, non riuscendo praticamente a fare altro.
Elijah sogghignò accarezzandole una guancia col pollice, poi lo fece scorrere sulle sue labbra, prima su quello superiore e poi su quello inferiore, ed infine sostituí il dito con la sua bocca.
Quel bacio fece capire tante cose a Rosie: in primis che aveva fatto una grandissima cazzata la sera prima quando lo aveva respinto, mandato a fanculo urlandogli contro e lasciato da solo senza dargli spiegazioni, perchè lo amava da impazzire e poi in meno di un mese e mezzo sarebbe partito per il college, quindi non lo avrebbe rivisto per un bel po’ di tempo, per questo avrebbe dovuto goderselo in quei giorni che rimanevano; poi trovò ancora piú assurdo il fatto di aver baciato Louis, andiamo!
Ma che diavolo le era preso?
Louis era un adulto, aveva l’età dei suoi genitori, piú del doppio dei suoi anni e sarebbe benissimo potuto passare come un maniaco sessuale.
Lei amava Elijah, lei stravedeva per Elijah, non per Louis o per nessun altro al mondo.
-Mi dispiace per ieri sera- gli disse non appena si staccarono, con il fiatone e le labbra che pulsavano ancora per quel bacio -davvero tanto.-
-Dispiace anche a me per quella scenata ma sai che lo faccio solo per proteggerti!- esordí il castano accarezzandole una guancia.
-Lo so ed hai pienamente ragione, ma il fatto è che poco prima avevo scoperto una cosa che mi ha praticamente sconvolta e non riuscivo a pensare ad altro.- gli spiegò.
-E adesso vuoi parlarne?- le domandò Elijah e lei sospirò prima di iniziare a raccontargli tutta la verità.
-Ho scoperto che in realtà Liam non è mio padre. Sono figlia di mia madre e di un altro uomo, Kendall.- gli disse cercando di essere il piú chiara possibile ed il ragazzo sbarrò gli occhi nel sentire le sue parole.
-Oh mio dio.- esordí allontanandosi da lei -E come lo hai saputo? E poi insomma, ne sei sicura?-
-Kendall mi ha raccontato tutta la storia e poi mi hanno fatto il test del DNA alla nascita, ed è risultato che ero figlia sua e non di Liam.- gli spiegò stringendogli la mano ed il suo ragazzo che era ancora incredulo e scioccato piú o meno quanto lei all’inizio, la strinse in un abbraccio.
-Perchè non me lo hai detto ieri sera? Saresti potuta venire da me anzichè andare da... A proposito, dov’è che sei andata?- le domandò ma lei non voleva assolutamente dirgli che aveva dormito da Louis, altrimenti si sarebbe sentita in colpa per quel bacio che gli avrebbe chiaramente tenuto nascosto.
-Volevo averne la conferma e poi stavo troppo male per parlarne... Comunque sono andata da Kendall. Mi aveva detto dove abitava e l’ho raggiunto per farmi dire la verità, non riuscivo piú a resistere, dovevo saperlo subito.- gli mentí Rosie, anche se piú o meno le cose erano andate in quella maniera.
-Sei troppo in gamba, non riesco mai a fermarti!- esordí il castano facendola ridacchiare, poi le prese il viso tra le mani e la baciò.
Adesso che anche Elijah sapevano come erano andate le cose, restava solo una persona a cui dirlo: Louis.
 

 
≈≈
 

Prese la valigetta che stava sul letto, indossò gli occhiali e recuperò il camice dentro all’armadio, se lo avesse perso si sarebbe infamato in tutte le lingue del mondo: quello era il suo primo vero impiego a New York e se avesse scordato qualcosa a casa sin da subito sarebbe passato da disordinato e confusionario, quale era per davvero.
Il rumore del campanello che suonava gli ricordò che stava facendo tardi, fu un campanello d’allarme appunto, e si domandò chi potesse mai essere a quell’ora, a venti minuti dall’inizio del suo turno.
Aprí la porta con nonchalance, mentre stava ancora indossando le scarpe e si maledí quando vide davanti a sè la protagonista dei suoi pensieri durante tutta la mattinata.
-Ciao, devo dirti due cose.- gli disse la bionda entrando in casa per poi richiudersi la porta alle spalle.
-Oh certo Rosie, entra pure.- bofonchiò Louis gesticolando con le mani -Dimmi tutto.-
La bionda camminò per qualche secondo avanti e indietro lungo quel metro di ingresso, sotto lo sguardo attento di Louis, ma non riusciva a smettere, era piú forte di lei: non trovava le parole adatte per dirglielo.
-Okay, per prima cosa Kendall mi ha detto tutto. Lui è davvero mio padre, lo ha scoperto quando alla mia nascita hanno fatto il test del DNA, lui amava mia madre, sono stati insieme quando Liam l’ha lasciata dopo aver scoperto che era andata a letto con lui ma poi quando sono nata si sono rimessi insieme.- gli disse tutto d’un fiato e il castano si ritrovò a sbarrare gli occhi, esattamente come Elijah.
-Wow allora tu... Insomma, tu non sei piú Rosie Payne da oggi?- le chiese confuso e la bionda sospirò.
-Io non... Io non lo so, Louis. Non ho parlato decentemente con i miei genitori, penso che abbiano capito che Kendall mi ha raccontato ogni cosa, lo hanno fatto entrare loro in casa mia e molto probabilmente sono stati loro a convincerlo a parlarmi, lo avranno persino chiamato loro!- gli spiegò -Ma non sono pronta a perdonarli esattamente come non sono pronta a cambiare il mio cognome. Insomma, potrei farlo anche in futuro no?-
Puntò i suoi occhi speranzosi in quelli piú chiari di Louis, che le annuí prontamente.
-Certo, suppongo di sí.- disse grattandosi la nuca -Adesso dovrei andare in ospedale, quindi qual è la seconda cosa che devi dirmi?-
Rosie sospirò ancora una volta e si avvicinò a Louis, anche solo parlarne faceva sí che il suo stomaco facesse centinaia di capriole.
-Mi dispiace per quel bacio. Non ci sarebbe dovuto essere ed entrambi lo sappiamo bene.- esclamò dopo poco ed anche Louis sospirò.
-Oh hai... Hai pienamente ragione Rosie.- disse il ragazzo d’accordo con lei -Io sono un caro amico dei tuoi, sono un adulto e tu sei ancora minorenne anche se per poco, potrei finire nei casini per questo e... Non succederà mai piú, promettiamocelo.-
Rosie annuí senza spostare un attimo lo sguardo da quello di Louis.
-Mai piú, davvero.- ripetè la bionda ma cinque secondi dopo quella promessa era già stata infranta, perchè le labbra di Louis erano nuovamente sopra alle sue, e stavolta per volontà di lui.
Okay, magari non sarebbe successo piú dopo quella volta.






 


 
Holaaa :))
Orario indecentissimo, I know, ma è colpa di orange is the new black, solo per vedere due puntate ci vogliono due ore!! >.<
In ogni caso io non rispetto mai i giorni di aggiornamento ma okay AHAHAHAH tutto giugno e metà luglio saranno mooolto scombinati ewe
Ho preferito aggiornare stasera piuttosto che domani dato che devo ancora finire la valigia e la mia voglia è pari a zero rydoh quuuindi tralasciamo i dettagli moooolto interessanti della mia vita e passiamo al capitolo ahahah
Dovete ammettere che vi ho lasciato piuttosto con la bocca asciutta eheheh un altro bacio fra Rosie e Louis dygycfhdyuh e siamo solo (di già??) al quarto capitolo!!
So che può sembrare troppo affrettato ma credetemi, è così che deve andare la storia, anche perchè -come vi avevo già detto- i capitoli fino al sesto/settimo circa saranno mooolto concentrati sul rapporto padre/figlia di Kendall e Rosie che io personalmente STRA AMO, pensate voi che mi sono emozionata a scrivere la parte iniziale dgtgyhudf povera meeeeee :'(((
E sono anche parecchio contenta del fatto che Rosie sia venuta a conoscenza del triangolo amoroso e abbastanza incasinato che c'è stato in passato fra sua madre, suo marito e suo padre lol
Nel prossimo capitolo scoprirete se la nostra piccola Payne (o meglio dire Knight Payne o solo Knight lol) perdonerà Liam e Virginia come ha fatto con Kendall uu
Be' adesso sta a voi dirmi cosa ne pensate, io parlo sempre troppo come sapete AHAHAHAH
Quuuindi ripeto che aggiornerò non appena tornerò dalle vacanze, ovvero il 30 giugno e se non dovessi farcela l'aggiornamento slitterà direttamente al giorno dopo uwu
Grazie ancora a chi legge e recensisce ogni volta, ma anche solo a chi legge ed esprime pareri nella propria mente (?) per me conta moltissimo!!!!
Buone vacanze a chi partirà come me a breve, anzi, brevissimo!!
Besossss,
Hazel.








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Capitolo 5
*** Four – Undercover. ***




Four – Undercover.



 
Rosie stava seduta sul tavolo della cucina, le sue mani stringevano i capelli castani di Louis davanti a sè, proprio come quella mattina, mentre lui le baciava il collo e mordeva leggermente piccoli lembi di pelle, facendola sussultare, rabbrividire ed ansimare allo stesso tempo; lei voleva di piú e lui voleva accontentarla, ma non poteva e soprattutto non doveva.
Quando la bionda gli prese le mani e le fece aderire al suo petto -piú precisamente sopra ad i suoi seni- Louis non le ritrasse ma lasciò che fosse lei a guidare i movimenti, che in quel momento lo facevano eccitare piú di ogni altra cosa al mondo.
Rosie poggiò entrambe le mani sopra a quelle di Louis e le strinse, per far sí che a sua volta lui stringesse i suoi seni e la portassero a desiderare di volere molto di piú.
Presa dall’impulsività, Rosie passò una mano sul cavallo dei jeans di Louis e tentò di sganciargli il bottone, ma il castano con quel gesto ritrovò un attimo di lucidità e si allontanó da lei, sistemandosi i pantaloni con ancora l’affanno.
-Che diavolo stavamo per fare?- strillò Louis passandosi una mano sul viso accaldato -Merda Rosie, merda. Questo non va bene!-
La bionda scese dal tavolo e si sistemò meglio la camicetta, coprendosi il petto con entrambe le braccia come se volesse nasconderlo, rossa in viso per la vergogna.
-Io devo andare a lavoro e tu devi tornartene a casa, dico davvero.- le disse il castano aprendole la porta per farla uscire -Mi dispiace cacciarti cosí anche questa volta ma tu sei venuta per dirmi di tuo padre, nient’altro.-
-Nient’altro.- ripetè Rosie portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e fece per avvicinarsi e lasciargli un bacio sulla guancia ma pensò che fosse meglio non farlo, cosí lo salutò con un leggero cenno della mano e lasciò l’appartamento.
Louis richiuse la porta e si appoggiò ad essa socchiudendo gli occhi, sospirando pesantemente e tirando un pugno al muro: perchè quella ragazza lo faceva sentire cosí tremendamente debole?
Non trovando una risposta alla sua domanda, prese la valigetta che stava sul tavolo, aprí la porta di casa ed uscí, dirigendosi poi verso l’ospedale.
 

 
≈≈
 

-Rosie Payne, quale buon vento ti porta a chiamare la tua migliore amica per vederla dopo aver lasciato la sua festa di compleanno come una fuggitiva?- le domandò Lauren non appena la raggiunse al loro posto, ovvero sulla grande terrazza a cielo aperto di un vecchio edificio abbandonato nei pressi di SoHo.
La bionda ridacchiò e le fece cenno di sedersi accanto a lei, cosí la bruna lo fece.
-Hai presente quando il tuo mondo viene stravolto tutto d’un tratto, quando credi che tutta la tua vita sia perfetta cosí com’è?- domandò Rosie a Lauren qualche minuto di silenzio dopo, e la bruna si voltò a guardarla curiosa.
-Che intendi dire?- le chiese non capendo, cosí la bionda raccontò alla terza persona in quella giornata come erano andate realmente le cose.
 
 
 
-Be’ Ro, chi avrebbe mai detto che Virginia Styles fosse andata a letto con un altro che non era Liam Payne?- esordí Lauren facendo ridacchiare la sua migliore amica; anche lei -cosí come Louis ed Elijah- ci era rimasta un po’ male, ma l’aveva buttata sullo scherzo vedendo Rosie non molto turbata per quella situazione.
-È incredibile. È successo una volta sola ed è riuscito a metterla incinta.- commentò Rosie non distogliendo lo sguardo dal cielo limpido di New York in quel giorno afoso.
-Sorprendente, dovrò fare i complimenti a questo Kendall quando lo conoscerò!- esordí facendo ridacchiare la bionda al suo fianco, che la spintonò leggermente facendole perdere l’equilibrio -No davvero a parte gli scherzi, devi perdonare tua madre e Liam. Sai che lo hanno fatto per il tuo bene, te lo ha detto anche tuo padre.-
Le faceva uno strano effetto definire Kendall “suo padre” e non piú Liam, ma oramai avrebbe dovuto abituarcisi.
-Lo so Lauren ma mi sono sentita presa in giro, devo pensarci ancora un po’.- sospirò e la bruna annuí.
-Con Elijah ci hai chiarito?- le domandò Lauren accendendosi una sigaretta in seguito.
-Sí, gli ho spiegato ogni cosa. Avevo proprio bisogno del suo sostegno.- le rispose la bionda facendo un tiro alla sigaretta della sua migliore amica.
-Bravi, non dovete litigare piú. Lui fra poco tempo partirà e non lo rivedrai fino alle vacanze di Natale se tutto va bene, ricordalo.-
Aveva ragione Lauren: Rosie si era confidata con il suo ragazzo perchè sapeva che avrebbe potuto ricevere il suo supporto ed il suo amore, era un ragazzo d’oro e doveva tenerselo stretto, soprattutto in quel periodo dato che poi non lo avrebbe rivisto per qualche mese, e questo pensiero la faceva stare male, e non poco.
Ma quei due baci che c’erano stati Louis l’avevano confusa, erano riusciti a mettere in subbuglio i suoi sentimenti e le sue emozioni e sebbene fosse tutto tremendamente sbagliato, lei non riusciva a pensare ad altro se non a lui, e non poteva tenersi tutto dentro perchè sarebbe scoppiata da un momento all’altro; aveva bisogno di confidarsi con qualcuno e Lauren era perfetta, ma non le avrebbe mai rivelato il nome del suo “amico intimo”.
-Sai, ho conosciuto un ragazzo un paio di giorni fa.- si decise a dirle e a Lauren per poco non andò di traverso il fumo appena aspirato.
-Stai scherzando?- esordí all’improvviso, gettando il filtro consumato della sigaretta -Chi è? Come si chiama?-
Rosie ridacchiò di fronte alle numerose domande che la sua migliore amica le aveva posto.
-Non sto scherzando ma non è assolutamente niente di serio e per questo non ti dirò il nome. Non lo conosceresti in ogni caso.- le rispose la bionda.
-Dai ma tu sei fidanzata, non fare questo al povero Elijah!- bofonchiò Lauren -In ogni caso, dimmi l’età e basta.-
-Ventiquattro anni…- le disse dopo averci pensato un po’ su, sicuramente la sua migliore amica le avrebbe fatto la ramanzina e l’avrebbe convinta ad allontanarsi se le avesse rivelato la vera età di Louis.
Lauren sbarrò gli occhi nel sentire le sue parole, chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo che in realtà aveva la stessa età di suo padre.
-E dove lo avresti conosciuto?- le domandò ancora, stava diventando troppo curiosa e questo faceva innervosire Rosie: ma perchè non aveva tenuto la bocca chiusa?
-Oh ehm... Abita nell’appartamento di fronte a quello di Kendall, l’ho conosciuto questa mattina. Studia per diventare medico ed è davvero dolcissimo.- le spiegò Rosie e Lauren sospirò.
-Rosie, sono davvero felice che tu abbia conosciuto il tuo vero padre e che ti abbia raccontato come siano andate per davvero le cose. E sono anche contenta del fatto che tu abbia conosciuto questo ragazzo ma sai che Elijah tra poco lascerà New York per trasferirsi nel Connecticut a studiare. Voi due vi amate moltissimo, state insieme da tre anni ormai, non mandare a puttane ogni cosa per favore.- le disse la bruna ed il suo discorso la fece un po’ arrabbiare, perchè le fece pensare al fatto che non si fidasse di lei.
-Ma io non manderò a puttane un bel niente Lauren! Io amo Elijah, lo hai detto anche tu, e gli staró ancora piú vicino in quest’ultimo mese perchè non so quando lo rivedrò anche se spero molto presto.- esordí Rosie con sincerità, non avrebbe mai abbandonato il suo fidanzato per aver dato un paio di baci ad un uomo con la quale non avrebbe mai instaurato nessun tipo di rapporto, sarebbe stato impossibile e fin troppo pericoloso.
 

 
≈≈
 

Quando entrò in casa trovò sua madre intenta ad apparecchiare aiutata da Jonah ma non vide Liam, quindi suppose che non fosse ancora tornato da lavoro.
Non appena la vide, Virginia le rivolse un sorriso che Rosie ricambiò, e questo sorprese fin troppo sua madre.
-Ciao piccolo.- disse al suo fratellino scompigliandogli i capelli e lui in risposta la abbracciò; era felice di avere altri due fratellini piú piccoli anche se avevano in comune con lei solo la madre, ed era altrettanto felice di non condividere il suo vero padre con nessun altro ragazzo o ragazza, perchè Kendall aveva soltanto lei come figlia.
Prima che potesse dire qualcosa anche a Virginia, la porta si aprí e Liam entrò in casa, stanco e malinconico per la situazione con Rosie.
-Amore, sono a casa!- esclamò per farsi sentire da sua moglie.
-Tesoro ciao, sono di qua in cucina.- gli disse lei, voltandosi per asciugarsi una lacrima che le era sfuggita: da quella mattina non faceva altro che piangere, le parole di Rosie l’avevano ferita e non poco, ma di certo non la biasimava.
-Per caso sai qualcosa di... Rosie?- esordí Liam entrando in cucina e sorprendendosi di trovare la bionda di fronte a sè, che ingoiò quel fastidioso groppo in gola non appena lo vide.
-Jonah potresti lasciarci da soli, per favore? Dobbiamo parlare.- chiese gentilmente la bionda al suo fratellino, che annuí e raggiunse Joshua in camera.
Liam e Virginia si scambiarono un’occhiata confusi, pensando al peggio.
-Come sapete ho parlato con Kendall questa mattina. Lui mi ha raccontato come sono andate veramente le cose e quindi se c’è una persona che devo odiare è proprio lui, non voi due. Lui non ha voluto riconoscermi come sua figlia per non rovinare la vostra famiglia, voi non c’entravate un bel niente. Liam... Papà, insomma, non so piú come chiamarti ma so solo che non dimenticherò tutto ciò che hai fatto per me.- esordí Rosie, spostando poi lo sguardo da sua madre a Liam -Sei stato tu ad insegnarmi ad andare in bicicletta, a darmi il bacio della buonanotte e a rimboccarmi le coperte tutte le sere, ad accompagnarmi a scuola il primo giorno, a medicarmi le ferite e darci un bacio sopra quando mi facevo male, ad insegnarmi a nuotare, a prendermi in groppa quando ero troppo stanca per camminare, ad accompagnarmi ovunque ti chiedessi, a portarmi in discoteca, a fare shopping e a mangiare qualcosa quando litigavo con Elijah o con Lauren ed ero troppo arrabbiata per uscire dalla mia stanza, mi hai insegnato ad amare il basket quando in realtà non ci capivo un bel niente, hai fatto la parte del padre geloso quando mi sono messa con Elijah e quando credevo che mi stesse per lasciare durante il giorno di San Valentino solo perchè non mi aveva comprato in tempo un regalo, tu mi hai regalato delle rose e dei cioccolatini per farmi sentire meglio. Sei stato tu a dirmi che se per caso lui mi avesse spezzato il cuore tu gli avresti spezzato le gambe perchè io sono la tua principessa e le principesse non devono piangere, devono essere trattate come delle regine. Tu mi hai amata e mi hai sempre trattata come la tua regina, nonostante sapessi benissimo di non essere mio padre, ma te ne sei fregato ed hai continuato a volermi bene, amando allo stesso tempo la mamma, Josh e Jonah. Sei il mio mito Liam, ti voglio un bene dell’anima e per questo continuerò a chiamarti papà anche se dovrò imparare a chiamare cosí anche Kendall, e resterai per sempre il mio papà numero uno nonostante tu non lo sia per davvero ma shh, non dirlo a lui!- Liam ridacchiò mentre cercava di smettere di piangere e lo stesso fece Virginia -Io non toglierò mai Payne dal mio cognome, perchè tu sei parte di me papà. E lo sarai per sempre, cosí come lo sarà la mamma.-
Detto questo, abbracciò prima Liam e poi sua madre, che avevano dato sfogo alle sue emozioni piangendo di gioia ma anche un po’ di malinconia nel ricordare i momenti piú belli dell’infanzia di Rosie.
-Sono cosí contento che tu sia riuscita a perdonare me e la mamma dopo cosí poco tempo, ti vogliamo troppo bene e lo sai!- esclamò Liam accarezzandole il volto -E anche se non sono il tuo vero papà mi comporterò sempre come tale, tu sarai sempre la mia principessa e non ti libererai cosí facilmente di me!-
Sia Rosie che Virginia ridacchiarono e si abbracciarono nuovamente.
-Ma tu sei il mio vero papà, lo sei sempre stato! Non m’importa niente se quasi diciotto anni fa uno stupido test ha detto il contrario, io sarò sempre Rosie Payne.- disse la bionda stringendo Liam in un forte abbraccio -O meglio, Rosie Lucille Knight Payne. Suppongo che il mio vero cognome vadi prima di quello acquisito!-
Sia sua madre che Liam ridacchiarono ed annuirono di fronte al dubbio della figlia; era riuscita a perdonarli piú in fretta di quel che pensava, stava imparando a conoscere il suo vero padre e quella parte di famiglia di cui non sapeva l’esistenza, ed era spaventata, entusiasta e curiosa allo stesso tempo.
Recuperò il telefono dalla tasca dei jeans non appena lo sentí vibrare e vide che le era arrivato un messaggio ed era da parte di suo padre.
 
 
Da: Kendall
Che ne dici di pranzare insieme domani? Ovviamente se non hai impegni, trovo che sarebbe un buon modo per iniziare a conoscerci.
xo papà
 
 
Sorrise automaticamente nel leggere quelle quattro righe, ma non seppe definire cosa la fece piú ridere fra la modernità di suo padre per aver usato “xo” oppure essersi firmato con “papà” alla fine dell’sms.
Avrebbe sicuramente accettato quell’invito a pranzo, anche se fosse stato il giorno piú impegnativo di tutti.
 

 
≈≈
 

Quella notte non era riuscita a chiudere occhio pur sapendo che avrebbe dovuto passare l’intera giornata con il suo vero -e sconosciuto- padre.
Si era svegliata abbastanza presto, si era fatta la doccia, aveva lavato e piastrato i lunghi capelli biondi ed aveva cambiato circa venti outfit perchè nessuno di quelli scelti l’aveva convinta, ed alla fine aveva optato per un crop top a manica lunga bianco e bucherellato ma di tessuto leggero, una gonna a vita alta rossa scura che le arrivava fin sopra al ginocchio e le lasciava scoperti un paio di centimetri di pancia, e ai piedi aveva abbinato le sue amate Converse alte bianche.
Prese la borsetta e controllò per l’ennesima volta il cellulare, per accertarsi se Kendall le avesse scritto o meno.
-Sei davvero splendida.-
Si voltò e vide Liam poggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, che la squadrava da capo a piedi con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
-Se non usciresti con tuo padre sarei davvero geloso!- esordí facendola ridacchiare.
-Ma tu sei geloso, lo so!- esclamò la bionda per poi abbracciarlo.
-Lo ammetto, sono geloso. Ma devi passare anche del tempo con Kendall per conoscerlo meglio e sono sicuro che ti piacerà stare con lui!- le disse Liam per rassicurarla e prima che Rosie potesse aggiungere altro, il messaggio che aspettava da tanto la avvisò che Kendall era arrivato.
Fece spallucce ed abbracciò Liam, cercò sua madre in cucina ma non trovandola si ricordò che era già andata a lavoro, cosí uscí dall’appartamento e si diresse da suo padre.
Era nervosa, veramente troppo, e neanche Kendall era da meno, dato che neppure lui era riuscito a dormire granchè quella notte.
-Hey!- lo salutò non appena lo vide, poggiato sul cofano dell’auto con gli occhiali da sole calati sul ponte del naso.
-Oh, ciao!- le disse sorridendole ed alzandosi per andarla ad abbracciare -Sei bellissima, assomigli davvero un sacco a tua madre, siete due gocce d’acqua!-
Rosie ridacchiò nel sentire quelle parole, era davvero felice che Kendall glielo avesse detto.
 

 
≈≈

 
-Insomma- disse Rosie facendogli alzare la testa dal menú che aveva tra le mani -tu e Reese avete figli?-
Quella domanda strinse lo stomaco ad entrambi: a Rosie perchè voleva fargliela sin da quando aveva scoperto che era suo padre, e a Kendall perchè non sapeva se la risposta la avrebbe fatta soffrire o meno.
-Ehm, in realtà no. Sai non te l’ho detto, ma Reese non può avere figli ed io sono stato fin troppo male per aver rinunciato a te…- le rispose Kendall con un tono dispiaciuto e Rosie si maledisse per avergli posto quella domanda, anche se da una parte si sentí sollevata ed apprezzata.
-Oh scusami io… Io non volevo, sono davvero un disastro e fare domande inoppurtune è la mia specialità.- esordí facendo ridacchiare suo padre, che le strinse la mano per rassicurarla.
-Ma no piccola sta’ tranquilla, non è assolutamente colpa tua.- le disse -Adesso vado a chiamare il cameriere, stiamo aspettando da quasi quindici minuti e ancora non è arrivato nessuno, torno subito.-
Le baciò il dorso della mano e si alzò, dirigendosi all’interno del locale per chiamare un cameriere, e mentre Rosie stava decidendo cosa ordinare, il telefono di Kendall vibrò perchè gli era arrivato un messaggio.
La bionda curiosa alzò lo sguardo e lo puntò verso lo smartphone davanti a sè, che prese in mano non appena notò il nome del destinatario e il testo del messaggio.
 
Da: Drew
Buona fortuna per il pranzo con Rosie papà, sono sicuro che vi divertirete un sacco!
Io e la mamma ti mandiamo un abbraccio.
 
 
-Rosie che fai con il mio telefono?- subito alzò lo sguardo quando sentí la voce di Kendall dietro di sè e -con gli occhi pieni di lacrime- gli porse il telefono in modo poco garbato.
-E cosí Reese non poteva avere figli e tu eri troppo triste per avermi abbandonata?- gli chiese non sapendo quanto gli avrebbero fatto male quelle parole.
-No Rosie aspetta, lascia che ti spieghi non è come sembra!- esclamò Kendall fermandola quando lei fece per alzarsi.
-E allora com’è Kendall?- gli chiese mentre una lacrima le rigò il viso -A proposito, tua moglie e tuo figlio Drew ti mandano un abbraccio.-
Prese la sua borsa e si alzò dalla sedia, mentre Kendall la chiamava cercando di fermarla ma invano: le avevano raccontato fin troppe bugie in pochissimi giorni.






 
      
 
Hellouuu fiorellini! ❤
Come promesso, ho aggiornato il 30 giugno, fresca fresca dal ritorno dalle vacanze, meravigliose ma ahimè!, molti miei programmi sono stati distrutti dal mio telefono alla quale è morta la batteria, sigh, quindi non ho potuto scrivere e mettermi avanti con i capitoli, dato che ho solo pronto il prossimo ma credo che scriverò in Inghilterra, troverò il tempo, ve lo prometto ahahah
Bando alle ciance... Cosa ne pensate di questo capitolo? :)
Personalmente è uno dei miei preferiti che ho scritto fino ad ora, soprattutto la parte in cui Rosie ricorda a Liam che durante i suoi anni di vita è stato lui a restarle accanto in qualunque momento e non Kendall, il suo vero padre; poi vabeh, la parte iniziale dove la nostra piccola Payne/Knight viene cacciata da casa di Louis per la seconda volta non la commento AHAHAH si commenta abbastanza da sola ed io so già che shippo da morire i Lousie, mentre voi invece? *^*
E poi lo ammetto, quasi mi diverto a far accadere inconvenienti fra Kendall e Rosie, che però si risolvono abbastanza in fretta e... oops! Credo di star spoilerando troppe cose quindi è meglio che me ne stia zitta ahahah
Io scappo adesso, la puntata di orange is the new black mi aspetta ma voi recensite pure, che mi fa davvero tantissimo piacere!!!
Aggiornerò il 20 luglio, come vi avevo detto un paio di capitoli fa, e mi spiace un sacco farvi aspettare così tanto ma purtroppo starò in England per due settimane, e siccome ho veramente un sacco di cose da fare non posso neanche aggiornare prima di partire ewe
Spero di non tenervi troppo sulle spine però ahahah vi dico solo che nel prossimo capitolo ci sarà una chiaccherata fra Kendall e Rosie e poi passerà subito un mese e mezzo, quindi slitteremo al diciottesimo di Rosie!!
A presto carissime, un bacione! 

Hazel.







Trailer
Soundtrack


 
 

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Capitolo 6
*** Five – My sweet eighteen. ***




Five – My sweet eighteen.



 
Strinse ancora piú forte le ginocchia al petto quando l’ennesima lacrima le solcò il viso: era incredibile il fatto che suo padre le avesse potuto dire una menzogna bella e buona e scoprirlo dopo due minuti, riusciva solo a sentirsi presa in giro da chi stava iniziando ad amare.
-Rosie, finalmente ti ho trovata.- alzò lo sguardo quandò sentí la voce di Kendall farsi piú vicina a lei e per poco non sussultò.
-Vattene via!- gridò con voce rotta dal pianto, ma anzichè fare come le aveva detto, il biondo si sedette al suo fianco.
-Sai, non sei l’unica che veniva quí quando stava male.- le disse, attirando gran parte della sua attenzione -Quando tua madre mi faceva dannare anche solo pensandola andavo fuori di testa, avevo un piccolo problema nel gestire la rabbia e quindi per evitare di spaccare ogni cosa decisi di cercarmi un posto dove poter stare da solo. Il mio posto.-
-Il mio posto è un po’ piú vicino a casa mia.- esordí Rosie dopo qualche secondo di silenzio -Questo l’ho trovato per caso, ho un certo feeling con le grandi terrazze a cielo aperto degli uffici abbandonati.-
Kendall ridacchiò nel sentire le sue parole e confermò a se stesso che quella ragazza era identica a lui.
-Sono forti!- esclamò dandole una leggera gomitata, ma lei non si mosse piú di tanto.
-Senti Rosie mi dispiace davvero tanto che tu lo abbia scoperto in questo modo. Non è cosí che avrei voluto che tu ne venissi a conoscenza, mi hai davvero spiazzato facendomi quella domanda.- le spiegò e Rosie fece una risatina amara.
-Oh certo, adesso sarebbe colpa mia quindi?- gli domandò decidendosi a guardarlo negli occhi e pentendosi subito dopo di averlo fatto.
-Non dire sciocchezze ti prego, avevo paura della tua reazione.-
Scuse su scuse, pensò Rosie scuotendo la testa.
-Lo sai cos’è che mi ha fatta rimanere peggio? Il fatto che l’abbia scoperto dopo due minuti diamine, se aspettavi una sua risposta potevi almeno portarti il cellulare dietro o meglio dirmi subito che hai un altro figlio!- esclamò la bionda alzandosi in piedi -Come credi che dovrei sentirmi adesso, mh? Mi sento... Uno schifo. Mi sento disprezzata da te, sai che vuol dire venire a sapere che tuo padre alla nascita non ti ha riconosciuta e poi durante gli anni si è fatto una famiglia per evitare di pensare a te? Lo sai come cazzo ci si sente?-
-Rosie, ti prego...- le disse Kendall alzandosi anche lui e cercando di farla ragionare.
-Ti prego un cazzo Kendall, io non so piú come comportarmi, e ci conosciamo solo da tre giorni! Ed in tre giorni ho litigato a morte con mia madre e suo marito che credevo fosse mio padre, ho conosciuto il mio vero padre, mi ha fatta ragionare, ho perdonato mia madre e Liam per avermi mentito e adesso sto urlando contro mio padre perchè in due minuti mi ha detto una menzogna, credi che sia bello?-
Kendall la guardò e vedendo le lacrime scenderle impotenti su quel visino dolce identico a quello del suo amore giovanile gli fece perdere la testa e stringere il cuore e lo stomaco allo stesso tempo, cosí fece ciò che avrebbe dovuto fare prima che lei se ne andasse dal ristorante: abbracciarla.
Subito Rosie spalancò gli occhi nel sentire le braccia possenti di suo padre avvolgerla, e niente le impedí di circondargli la vita con le sue piú esili, che lo fecero sorridere ed emozionare esattamente come il giorno in cui la prese per la prima volta fra le braccia.
-Scusa. Scusami davvero per tutto, non ti meriti niente di questo, sei cosí fantastica dannazione.- le disse stringendola ancora piú forte e questo fece piangere entrambi ancora di piú.
“Non avrei mai dovuto abbandonarti”, avrebbe voluto aggiungere ma non voleva far capire a sua figlia quanto si era pentito della sua scelta di quasi diciotto anni prima.
 
 
 
 
 
{1 mese e mezzo dopo}
 
 
-Hey dormigliona, sveglia.-
Rosie si voltò dall’altra parte quando sentí la voce di sua madre vicino all’orecchio, seguita da un bacio sulla tempia.
-Buon compleanno!!!- esordirono i suoi fratellini saltando letteralmente sul suo letto, mentre lei si coprí le orecchie infilando la testa sotto al cuscino e coprendosi altrettanto con le coperte.
-Potreste almeno non urlare? Vi chiedo soltanto questo!- strillò la bionda alzandosi dal letto per poi dirigersi verso il bagno.
-Sembra che qualcuno qua si sia alzato con il piede sbagliato!- commentò Virginia ridacchiando e Rosie sbuffò, tornando poi in camera sua ad abbracciare sua madre ed i suoi due fratelli.
-Vi ringrazio, ma sapete quanto odio festeggiare i miei compleanni e cose varie anche se da oggi sarò maggiorenne, inoltre ho lezione fra un’ora e un quarto!- esclamò prendendo i vestiti
 dall’armadio e chiudendosi successivamente in bagno per cambiarsi; magari aveva un po’ esagerato nel trattare in quel modo sua madre, ma sapeva quanto odiasse il giorno del suo compleanno, cosa che probabilmente le aveva trasmesso lei anche se per ragioni ben diverse.
Sospirò e poggiò la testa alla porta chiusa alle sue spalle, pensando al fatto che l’indomani Elijah sarebbe partito per l’università e che non lo avrebbe rivisto fino alle vacanze natalizie, perciò decise che sarebbe stato meglio passare quell’ultimo giorno in sua compagnia.
Pensò anche a Kendall e se si fosse ricordato del suo compleanno, sperando di sì perché stava costruendo davvero un bellissimo rapporto con lui e non voleva rovinarlo in alcun modo, dato che inizialmente c’erano state delle piccole complicazioni fra di loro.
Uscí dal bagno ingoiando quel fastidioso groppo in gola che si portava dietro dal giorno prima, precisamente da quando Kendall le aveva detto che ci sarebbe stata una sorpresa per lei, il che le aveva fatto salire ancora di piú l’ansia dato che odiava a morte le sorprese.
-Mamma, Kendall ti ha per caso detto qualcosa?- domandò a sua madre, che la abbracciò nuovamente non appena fece capolino in cucina.
-Riguardo a cosa amore mio?- le chiese stavolta Virginia mentre le accarezzava i capelli.
-Ad una sorpresa per il mio compleanno… Tu non sai niente vero?-
Eh no che non sapeva niente, anche perchè nè lei nè Liam parlavano piú di tanto con Kendall se non quando capitava occasionalmente in casa loro per passare a prendere Rosie, anche se la maggior parte delle volte non saliva nemmeno.
-No tesoro io non so nulla ma non credo che tu ti debba preoccupare. Insomma, tuo padre sa quello che fa, no?- le risposte dolcemente e la bionda annuí.
Siccome non vide Liam seduto al tavolo a fare colazione suppose che fosse già andato a lavoro, quindi prese un biscotto dalla busta e bevve un sorso di succo d’arancia per poi prendere lo zaino e dirigersi verso la porta di casa.
-Tesoro non fai colazione come si deve?- le domandò sua madre con un’espressione confusa sul viso.
-No ti ringrazio mamma ma sono a posto cosí.- le rispose Rosie.
-E sei sicura di voler andare a scuola? Ti ho già detto un sacco di volte che puoi rimanere a casa oggi!- continuò Virginia.
-Grazie di nuovo ma non voglio perdermi la spiegazione di storia! Ci vediamo dopo, un bacio.-
Salutò sia Virginia che i suoi fratellini e poi uscí di casa, diretta verso la stazione della metro e pronta per andare a scuola -o quasi.
 
 
≈≈
 
 
Le tre del pomeriggio erano arrivate abbastanza presto per i suoi gusti e aveva passato tutto il giorno a pensare Kendall e alla sorpresa che poteva averle fatto, era piuttosto spaventata all’idea.
Non appena suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni recuperò lo zainetto appeso allo schienale della sedia e corse fuori dall’aula, come se stesse scappando da quell’idea che la tormentava da tutto il giorno e che non l’aveva neanche fatta mangiare alla mensa.
Non riuscí a scovare Lauren tra la folla di gente che si era accalcata vicino al cancello dell’ingresso e francamente non se ne curò piú di tanto, dato che avevano avuto le ultime due ore di lezione in comune, arte e matematica.
Una volta uscita dal cancello e imboccata la strada per la metro, riconobbe suo padre poggiato al cofano dell’auto che le sorrideva e le faceva cenno di raggiungerla, mentre i battiti del suo cuore iniziarono ad essere via via sempre piú irregolari.
-Hey diciottenne, tanti auguri!- esclamò non appena la vide e la strinse subito in un abbraccio che la fece sorridere.
-Ti ringrazio.- gli disse scostandosi una ciocca di capelli dal volto con fare nervoso.
-Ti ricordi di quella sorpresa di cui ti ho parlato ieri, vero?- le domandò e lei annuí -Bene, allora voltati.-
Rosie fece come Kendall le disse e quando si voltò verso sinistra vide venirgli incontro una donna bionda, magra, alta piú o meno come suo padre e davvero bellissima, e al suo fianco un ragazzo leggermente piú basso di lei e con lo stesso colore di capelli di Kendall, quindi le balenò nella mente l’idea che potessero essere…
-Loro sono Reese e Drew, sono arrivati ieri sera sul tardi e non vedevano l’ora di conoscerti!- le spiegò Kendall mentre Rosie si sentí salire ancora di piú il magone sullo stomaco e le lacrime formarsi agli angoli degli occhi.
-È davvero un piacere conoscerti Rosie! Buon compleanno!- esclamò Reese abbracciandola e facendola sentire in imbarazzo.
-G-Grazie.- le disse timidamente e non appena si staccarono, Drew le si avvicinò pronto ad abbracciarla.
-Buon compleanno sorellina!-
Sorellina?
Sorellina?!
L’aveva davvero chiamata con quell’assurdo soprannome?
Non poteva crederci, era veramente troppo!
-Ehm, grazie…- disse anche a lui, tralasciando l’orribile ed inappropriatissimo soprannome che aveva osato darle, avevano soltanto il padre in comune e secondo Rosie questo era già troppo!
-In realtà papà dovrei andare a casa per festeggiare- disse Rosie calcando il tono sulla parola ‘papà’ come se volesse far sapere a Reese e a Drew -ma anche a se stessa- che Kendall era anche suo padre -sai, lo faccio sempre con la mamma, Liam ed i miei fratelli… Ormai è un’abitudine.-
Tutti e tre ridacchiarono e Kendall la abbracciò ancora una volta: la stavano forse prendendo in giro?
-Ma tesoro, adesso tu fai parte anche della nostra famiglia, prima verrai a festeggiare con noi e stasera lo farai con i tuoi!- esordí Reese accarezzandole una guancia, quindi poté dedurre di essere stata obbligata e che non poteva tirarsi indietro.
Annuí e ricacciò indietro le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all’altro, suo padre aveva sposato per davvero quell’orribile donna?
-Okay, allora andiamo.- esclamò tentando di tirar fuori l’entusiasmo e di nascondere la malinconia e la voglia di piangere che le stavano invadendo il corpo; forse era per quello che odiava il giorno del suo compleanno, perché le persone le facevano delle sorprese che non sempre erano piacevoli per lei, come quella che le aveva fatto Kendall quel giorno.
L’ennesimo orribile giorno.
 
 
≈≈
 
 
-Non mangi i tuoi muffin, cara?- le domandò Reese con un tono (falsamente) dolce.
Rosie sollevò lo sguardo dal suo piatto e -In realtà mi viene da vomitare solo a guardarli.-
Drew tentò di nascondere il fatto che stava morendo dal ridere, Kendall la guardò confuso e sua moglie era piuttosto inorridita.
-Sai, solitamente se non ho fame mia madre non mi costringe a mangiare, ma resto a tavola solo per educazione. Me lo ha insegnato mio padre, Liam.- disse tentando di far rabbia a Kendall, che le sorrise e si schiarí la voce, gettando poi in terra il suo cucchiaio.
-Ops, come sono sbadato!- esordí falsamente ma Rosie aveva già capito ogni cosa -Forse è meglio se Rosie mi accompagna a prendere un cucchiaio pulito, che ne dici tesoro?-
Drew la guardò in attesa della sua risposta.
-Dico che sei grande e vaccinato per poter prenderlo da solo.- gli rispose la bionda con una punta di sarcasmo nella voce, facendo ridacchiare Drew per l’ennesima volta.
-Dai vieni che devo farti vedere una cosa.- le disse di nuovo e la bionda alla fine si alzò, sbuffando come non mai.
-Mi dici che ti prende?- le domandò alzando leggermente il tono della voce, sembrava veramente nervoso.
-Uhm vediamo, cosa mi prende? Cosa mi prende, cosa mi prende...- mormorò poggiandosi un dito sopra al mento con fare pensieroso, ovviamente in modo ironico -Ah sí, ho trovato, so cosa mi prende! C’è che sono imbarazzata, Kendall.-
Kendall sospiró e si passó una mano sul volto.
-Oh mio dio Rosie, ti ho già detto che puoi e devi chiamarmi papà!- esclamò il biondo.
-E io ti ho per caso chiesto di farmi conoscere la tua famiglia alternativa?- gli chiese finalmente, lasciandolo spiazzato -Non mi pare e francamente non capisco perchè tu lo abbia voluto fare Kendall, io non mi sento ancora pronta. Esattamente come non mi sento ancora pronta a chiamarti papà, è successo tutto cosí in fretta ed io devo ancora assimilare ogni minima cosa. Vivo con una costante voglia di piangere, con la paura di perderti da un momento all’altro perché mi sto affezionando a te fin troppo.-
Kendall si avvicinò a lei e le asciugò una lacrima che le era sfuggita al suo controllo.
-Ma tu non mi perderai Rosie! Io non me ne andrò da nessuna parte e lo sai bene. Adesso anche tu fai parte della mia famiglia, della mia vita, e non ho intenzione di perderti un’altra volta, non ho intenzione di fare lo stesso errore una seconda volta.- le disse facendola ridere amaramente.
-É quel che hai detto alla mamma quando stavate insieme? Oh giusto, poi hai deciso di non riconoscermi come tua figlia per non rovinare una famiglia.-
-Rosie lo hai appena detto, non ho voluto rovinare una famiglia...-
Non gli fece neanche finire la frase dato che lo interruppe.
-E non hai voluto lottare nè per l’amore della tua fidanzata e stare con lei nè per volere tua figlia che ha scoperto solo dopo diciotto anni che il marito di sua madre non è in realtà suo padre, o mi sbaglio?- gli chiese, aveva proprio rabbia per il fatto che si era comportato come un codardo, se lo sarebbe portato dietro per il resto della sua vita.
Kendall non le rispose, non riusciva a trovare le parole adatte, non ci riusciva mai quando Rosie toccava quell’argomento, e questo lo faceva stare davvero molto male.
-Visto, era proprio come pensavo.-
Girò i tacchi, prese la sua borsa poggiata alla sedia ed ignorando Reese che la chiamava lasciò lo Starbucks per tornare a casa, era troppo stanca di tutto ciò.
 
 
 
 
 
Si decise ad alzare la testa dal cuscino solo quando bussarono alla porta e Liam fece capolino in camera sua, sorridente e con qualcosa fra le mani.
-Ti ho portato il tuo regalo ed anche Elijah.- si alzò per abbracciarlo e ringraziarlo, prese il regalo e poi Liam lasciò che il ragazzo di sua figlia entrasse in camera sua.
-Hey, di nuovo buon compleanno.- le dette un dolce bacio e lei sorrise ringraziandolo subito dopo, era stra contenta e non si aspettava che andasse a casa sua nonostante il giorno dopo sarebbe partito per il college.
-Ti ringrazio di essere venuto, è davvero molto dolce da parte tua.- gli disse stringendogli la mano calorosamente.
-Scherzi vero? Se non avessi incontrato tuo padre in gioielleria sarei passato comunque sul tardi per salutarti e per passare un po’ di tempo con te.- esclamò il castano -Insomma, se non avessi incontrato Liam.-
Rosie ridacchiò e puntò altrove il suo sguardo piuttosto assente, nuovamente per colpa di Kendall e della sua sorpresa.
-Mi sorprende il fatto che tu non abbia iniziato a perquisirmi quando hai sentito la parola ‘gioielleria’- le disse Elijah marcando nuovamente il tono su quella parola.
-Scusami, è che ancora non credo al fatto che domani partirai per il college senza sapere quando tornerai di preciso, ma soprattutto senza di me.- ammise la bionda poggiando la testa sul petto del suo ragazzo, che le circondò le spalle con il suo braccio e le baciò la fronte.
-Sul serio Elijah, non ridere. Sono davvero a pezzi, e anche se mi abbracci le tue risate non mi fanno sentire meglio.- lo riprese la bionda con un tono patetico ed Elijah fu costretto a zittirla con un bacio per dimostrarle quanto fosse dispiaciuto pure lui; stavano anche per andare oltre, era quella l’idea, l’ultima notte d’amore prima della partenza e ci sarebbe stata tutta, se solo non avessero bussato alla porta nel momento in cui Rosie si stava togliendo la t-shirt.
-Tesoro, scusa se vi disturbo ma dovresti venire in cucina.- era Liam e avendo paura che entrasse nella stanza da un momento all’altro si ricomposero entrambi -C’é una sorpresina per te.-
Un’altra?, pensó Rosie mentalmente, aveva avuto fin troppe sorpresine durante quel giorno.
Lauren non poteva di certo essere: dopo scuola si era ammalata ed era passata a visitarla un paio d’ore prima giusto per darle il regalo e per farle un po’ di compagnia, che peró Rosie aveva rifiutato fingendo un po’ di mal di testa e la depressione per la partenza di Elijah.
-Okay papà, arrivo subito.- si precipitó fuori dal letto e trascinó Elijah con sé, per evitare di destare sospetti, e quando piombarono in cucina si meraviglió nel vedere quanto fosse gradevole la sorpresina accennatale da Liam.
-Oh, ecco la nostra diciottenne!- esclamó Louis -la sorpresa sexy, viva e vegeta- non appena la vide.
Non si erano piú rivisti da qualche settimana, soprattutto dopo quei baci e quelle manifestazioni di affetto fin troppo superficiali, e si domandó come mai fosse passato da lei.
Ah giusto, era il suo compleanno.
Le parve di essere stata catapultata in Paradiso quando quelle braccia magre ma allo stesso tempo forti la avvolsero in un abbraccio che avrebbe dovuto avere un che di paterno: ma di paterno in realtà non aveva un bel niente.
-Fra venti minuti devo essere a lavoro, ho il turno di notte, perció mi sono ricordato che oggi é il 3 ottobre e che avevo un regalino in serbo per te.- le disse ridacchiando.
-Ma non dovevi Louis. Sai che bastavano solo gli auguri!- esclamó Rosie, trattenendosi dal mangiarlo con gli occhi di fronte alla sua famiglia e al suo ragazzo.
Louis le sorrise nuovamente e -Ormai quel che é fatto é fatto!- strilló con la sua voce acuta -Chiudi gli occhi un secondo.-
La bionda fece come le fu detto, col cuore che le batteva all'impazzata perché non si aspettava per davvero quale fosse il regalo da parte di Louis.
-Dio mio, ma cos’é?- chiese ridacchiando, quando sentí qualcosa di abbastanza pesante farle pressione sulle braccia, mentre gli altri attorno a sé ridevano fragorosamente.
-Okay Rosie, puoi aprirli adesso.- la avvisó il castano ridendo e quando aprí gli occhi vide un adorabile cucciolo di husky che le leccava il braccio destro allegramente.
-Oh mio dio Louis!- esclamó accarezzando il piccolo -Oddio é, é... é davvero una cosa meravigliosa!-
Louis guardó Liam e Virginia, che si scambiarono un sorriso d’intesa e poi le rivolse una risata contagiosa.
-Il cane della padrona di casa due mesi fa ha partorito sette cuccioli e voleva aspettare un po’ per darli via, cosí ieri ha fatto il giro del palazzo per sapere se qualcuno era interessato ed io ho colto l’occasione al volo!- le spiegó facendo incrociare i loro sguardi e le loro mani per caso, mentre accarezzavano il cucciolo -E poi ho chiesto ai tuoi, loro mi hanno detto che hai sempre desiderato avere un cane, cosí ho voluto realizzare uno dei tuoi desideri d’infanzia.-
Per poco non le venne da piangere, Louis era davvero la dolcezza in persona e lei fremeva dalla voglia di baciarlo.
-Oh e non preoccuparti, questa mattina l’ho portato in clinica per un vaccino, e la signora Brown mi ha assicurato che é stato vaccinato già tre volte dalla nascita e sí... é un maschio!- le disse facendola ridacchiare -E se hai bisogno posso pure accompagnarti io dal veterinario, prenderó io un po’ di responsabilità.-
La guardó nuovamente negli occhi e si sorrisero, quasi dimenticando la presenza degli altri nella stanza.
-Allora, come vuoi chiamarlo?- gli domandó sua madre circondandole la vita con un braccio.
Rosie ci pensó un po’ su e poi sorrise.
-Flynn. L’ho sentito in giro e mi piace. Tu ti chiamerai Flynn, piccolo.- annunció accarezzandogli il musino bianco e nero.
Subito dopo Virginia e Liam chiesero a Louis se volesse un caffé ma lui rispose di no, perché si era fatto tardi e doveva entrare a lavoro, quindi Rosie colse la palla al balzo e si offrí di accompagnarlo alla porta.
-É stato davvero dolcissimo da parte tua regalarmi Flynn. Non me lo aspettavo di certo.- gli disse poggiandosi allo stipite della porta con le braccia conserte e Louis le sorrise.
-Figurati, poi ti dico un segreto: non l’ho pagato nulla!- esclamó facendola ridacchiare -E sono davvero contento di averti resa felice, perché era ció che avevo bisogno di vedere.-
Boom.
Era stato quello il rumore che avevano fatto le sue ovaie quando Louis aveva pronunciato quella frase, da morte in tutti i sensi; dovette inoltre trattenersi dall’ossessivo impulso di baciarlo ma si avvicinó a lui lo stesso, per baciarlo sulla guancia anziché sulle labbra, come segno di ringraziamento.
-Grazie di nuovo.- gli sussurró all’orecchio facendolo rabbrividire -Adesso devo rientrare ma tu fa’ buon lavoro. Buonanotte Louis.-
-Buonanotte Rosie e grazie.-
Il suo sorriso fu l’ultima cosa che vide prima che la bionda rientrasse in casa, diretta verso le braccia di Elijah.



 


 
Saaalve! 
Okay, so che dovevo aggiornare il 20 luglio, ma la colpa è tutta di questa wifi (AS ALWAYS) che è tornata martedì e sì, poi mi sono dimenticata di aggiornare a causa di orange is the new black ma adesso eccomi qua ahahah
Come vi avevo detto nello scorso capitolo, in questo abbiamo il compleanno di Rosie, nella quale riceve una deliziosa (mmh certo!!) sorpresina dal suo papino adorato aka la sua matrigna e il suo fratellastro, dolci come lo zucchero!!!
E, per l'enneeeesima volta, litiga con Kendall ahahah ma che vogliamo farci?, per lui è complicato comportarsi con Rosie come con suo figlio!!
Poi poi pooooi, degvvgben la mia parte preferita (e io che vivo a fare??!??!), l'ultima sorpresina per il compleanno di Rosie: L O U I S, la sorpresa vivente, il sesso vivente e gosh, solo dio sa cosa sia io che Rosie gli faremmo!!!!
Lui è la dolcezza in persona, il regalo che ha fatto a Rosie ycgfdyfuh ciaone proprio, scusate raga ma il caldo mi da alla testa ahahah
Bene, direi che ho parlottato abbastanza ahahah credo che aggiornerò venerdì prossimo, tutto tornerà alla normalità, promesso!!
Vi dico subito che il prossimo capitolo sarà il mio preferito (indovinate perchè!!!!!) e che Elijah partirà per Yale, ahhhh ne vedremo delle belle!!!
Okay, adesso scappo, la puntata di oitnb mi aspetta, vi lascio con una gif di Reese (aka Gigi Hadid) e Drew (Mason Dye l'amore mmmmmio), alla prossima babess 

Hazel.





 
Drew:





Reese:


 

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Capitolo 7
*** Six – No control. ***




Six No control.



 
-E così è arrivato il momento di salutarci.- ammise Elijah non appena ebbe infilato le valige nel taxi e Rosie annuì malinconicamente -Vieni qua.-
Lei si gettò fra le sue braccia in lacrime e lui la strinse a sé, non gli piaceva vederla soffrire in quella maniera.
-Ti prego babe non fare così… Fra poco più di due mesi e mezzo ci saranno le vacanze di Natale e io tornerò a New York, lo sai.- le disse tentando di consolarla e di farla sentire meglio, ma non ci riuscì a pieno.
-E in questi due mesi e mezzo che cosa farò senza di te, mh?- esclamò la bionda tirando su col naso -Io ti amo Elijah. Ti amo più di quanto tu possa immaginare, e l’idea di stare più di un giorno senza vederti, toccarti, baciarti o abbracciarti mi terrorizza… da morire!-
Il castano la guardò per l’ennesima volta e sospirò pesantemente, non era esattamente così che aveva immaginato il giorno della sua partenza per Yale; si fece avanti e la baciò, accarezzandola tutta e stringendola a sé quasi come a non volerla lasciare andare mai più.
-Adesso va’, altrimenti perderai l’aereo e anche se ne sarei felice dall’altra parte mi sentirei in colpa!- disse Rosie asciugandosi le lacrime non appena si allontanò dal suo ragazzo, che ridacchiò e le lasciò un ultimo bacio sulla fronte.
-Ti chiamo appena arrivo.- annunciò aprendo lo sportello per poi salire in macchina -Ti amo, tantissimo.-
-Ti amo anche io. E fa’ buon viaggio!- esclamò la bionda avvicinandosi al taxi per chiudere lo sportello ad Elijah.
-Senz’altro.-
Si sorrisero a vicenda e si strinsero la mano attraverso il finestrino fino a quando il tassista -probabilmente stufo di tutte quelle esagerate smancerie- mise in moto l’auto e partì, diretto verso l’aeroporto della Grande Mela.
Addio Elijah, pensò Rosie non appena vide quell’auto gialla svoltare a destra e scomparire dalla sua vista.
Sconfortata e col cuore a pezzi si diresse verso la fermata della metro, che quel venerdì mattina parve non essere colma di gente; in teoria, se si fosse sbrigata sarebbe riuscita ad arrivare in tempo a scuola ed entrare alla seconda ora, ma in pratica decise che il week end sarebbe iniziato un giorno prima.
Prese posto su un seggiolino vicino alle porte scorrevoli e vi ci sprofondò sopra, rilassando le spalle e chiudendo gli occhi, cercando di non pensare a niente, ma come diceva sempre Peter, l’istruttore del corso di yoga che frequentava con Lauren, Chanel e sua madre, non è facile non pensare a niente o nessuno, ed aveva ragione.
Aprì gli occhi quando sentì una voce a lei conosciuta bofonchiare qualcosa alla sua sinistra e quando si voltò in quella direzione potè riconoscere la figura di Louis seduta ad una decina di gradini più avanti a lei, con il camice ancora indosso, gli occhi stanchi ed un’espressione assonnata e contrariata sul viso.
-Il 2 dicembre? Ma sei impazzita? Per quale cazzo di motivo ti hanno assegnato questa data?- stava quasi urlando contro la cornetta, probabilmente alla sua ex moglie -Ma l’avvocato sa benissimo che abbiamo fatto richiesta per questo dannato processo otto mesi fa quasi nove… No Sasha, dio mio, cosa vuoi andare a parare? Okay, okay. Ho capito. Tornerò in Inghilterra per quel giorno, va bene, tanto dobbiamo sempre stare dietro ai tuoi cazzo di comodi, ma certo. Ci vediamo a dicembre allora, ciao.-
Mise giù e sbatté con rabbia il telefono contro il seggiolino alla sua destra, così a Rosie venne da domandarsi come aveva mai potuto sposare una donna come quella Sasha, ma soprattutto come le era passato per la mente di tradirlo e di farlo dannare ogni volta per questo divorzio?
Louis Tomlinson era un uomo eccezionale, con la E maiuscola, ed evidentemente solo Rosie e la sua famiglia erano riusciti a capirlo, dal momento in cui erano gli unici a trattarlo come meritava; e fu questo a spingere la bionda ad alzarsi e ad andare da lui per confortarlo, perché in quel modo anche lei si sarebbe sentita di gran lunga meglio con se stessa.
-Hey Lou.- gli disse mettendosi di fronte al castano e non appena alzò lo sguardo la metro frenò all’improvviso, quindi fu costretto a prendere la ragazza al volo, dato che gli era praticamente finita sopra ed entrambi si ritrovarono a pensare che la metro era benedetta in quel momento, perché i loro nasi si stavano toccando e non ci voleva un gran movimento per far sì che potessero baciarsi.
-Grazie per avermi presa.- sussurrò la bionda ridacchiando ed anche Louis si ritrovò a sorridere.
-Hai finito il turno?- gli domandò subito dopo, alzandosi dalle sue ginocchia e trasferendosi nel seggiolino alla sua sinistra.
-Sì, ho staccato quindici minuti fa e sono morto… Tu come mai non sei a scuola invece?- le chiese Louis, facendola sentire ancora più piccola per il fatto che andasse ancora a scuola.
-Elijah è partito e sono andata a salutarlo prima che il taxi lo portasse all’aeroporto, sono troppo triste per andarci e siccome sono maggiorenne da un giorno posso decidere da sola se fare buca o meno.- gli rispose la bionda facendolo ridacchiare.
-Allora dato che sei maggiorenne da un giorno ti va di salire da me per un caffè prima della mia “dormitina recupera il sonno”?- le domandò ancora una volta facendola scoppiare in una fragorosa risata -Sempre se vuoi decidere da sola, eh.-
-Certo che mi va.-
 
 
≈≈
 
 
Dieci minuti dopo erano seduti al tavolino della terrazza, con la tazzina del caffè in una mano e una Lucky Strike nell’altra, mentre di fronte ai loro occhi il traffico mattutino di New York si faceva sempre più intenso.
-Senti Louis- si fece avanti Rosie e il ragazzo aspirò una boccata di fumo puntando i suoi occhi cerulei in quelli della bionda accanto a sé -involontariamente prima ho ascoltato gran parte della tua conversazione al telefono con Sasha e sono davvero mortificata per ciò che sta accadendo nella tua vita in questo momento. Ma devi sapere che di qualsiasi cosa tu abbia bisogno io be’… Io ci sarò. Perché ormai abbiamo questo rapporto d’amicizia da un paio di mesi e io ti voglio bene come ad uno zio.-
Louis ridacchiò e le rivolse un sorriso di cortesia, spegnendo successivamente ciò che era rimasto della sigaretta dentro al posacenere e -Grazie Rosie. Grazie davvero di tutto, anch’io sono felice del rapporto che abbiamo instaurato e ti voglio bene.- le disse prima di avvicinarsi alla bionda e stringerla in un abbraccio.
Rosie era fiera di sé, perché era riuscita a dimostrare a Louis di essere un’adulta e che quindi avrebbe potuto contare sul suo aiuto, anche solo psicologico.
Non appena si staccarono, Louis continuò a guardarla negli occhi e le accarezzò la guancia, tentando di avvicinarsi a lei per baciarla e Rosie, avendolo capito, si schiarì la voce e si alzò all’improvviso, non capendo neanche perché avesse reagito in quel modo, dal momento in cui la sera precedente moriva dalla voglia di rimanere da sola con lui per baciarlo.
-Ehm, vado a portare le tazze dentro.- disse ingoiando quel fastidioso groppo che aveva in gola.
-Ma no, non serve!- esclamò Louis alzandosi e tentando di fermarla, ma invano -Ogni volta che faccio il caffè e ti invito vuoi sempre rimettere a posto, lascia che lo faccia io.- posò le sue mani grandi e affusolate su quelle più piccole di Rosie per farle posare il vassoio sul tavolino, e la bionda sobbalzò a quel contatto, quasi come se le avesse dato la scossa e la sensazione più o meno era quella, dato che un brivido le attraversò la schiena -Più tardi.-
Posò di scatto le sue labbra su quelle di Rosie, che sentì le guance andare in fiamme ma non se ne curò più di tanto perché ciò che tanto aveva desiderato la sera precedente a casa sua si era finalmente realizzato.
Anche Louis si sentì più o meno allo stesso modo, ma baciare quella ragazza gli faceva sempre lo stesso effetto, lo faceva sentire più giovane, lo faceva tornare ai vecchi tempi, a quando aveva diciotto anni e stava con Virginia; ma Rosie non era Virginia, era sua figlia, il che rendeva il tutto più pericoloso ed eccitante.
E dio, non poteva di certo immaginare cosa gli avrebbe fatto Liam se avesse scoperto che se la faceva con sua figlia appena maggiorenne… Per non parlare di cosa gli avrebbe fatto il suo padre biologico, Kendall, quindi preferì non pensarci.
-Gli zii e le nipoti però non fanno queste cose.- esordì Rosie ridacchiando e Louis fece altrettanto, liberandosi della propria camicia subito dopo.
-Vuoi che ci fermiamo?- le domandò Louis fra un bacio e l’altro, e la bionda fece cenno di no con la testa, sdraiandosi sul divano subito dopo e il castano fece lo stesso, solo su di lei.
Si staccò dalle sue labbra solo per aiutarla a togliersi la felpa e non appena rimase in canottiera sorrisero entrambi, e Louis la baciò di nuovo, scendendo poi verso il collo mentre con una mano le sganciò il bottone e la zip dei jeans che indossava, infilandola all’interno subito dopo e massaggiando la sua intimità da sopra il tessuto degli slip.
-Sei vergine?- le chiese quasi in un sussurro, mentre Rosie fra un sospiro e l’altro, ed ansimando, gli rispose di no; Louis sogghignò e rimosse la mano dall’interno dei jeans della ragazza sotto di sé, che lo guardò sconvolta.
-Allora non hai bisogno di un aiuto per allargarti e sentire meno male.- le disse sfacciatamente, col tono scherzoso, scoppiando a ridere, per poi sollevarle la canottiera, lasciandole la pancia scoperta ed iniziando a baciare quel punto, per poi risalire, arrivare al seno e disfarsi degli ultimi due indumenti che lo coprivano.
Entrambi sorrisero per ciò che Louis aveva appena fatto, e quest’ultimo unì le mani a coppa attorno ai seni, prima ad uno e poi all’altro, assaporandoli con le dita e con la lingua, mentre Rosie si sentiva avvampare, quasi soffocare, sentiva il piacere sprizzare da tutti i pori, ma quello era niente in confronto a ciò che sperava potesse esserci dopo.
Attenta a non interrompere ciò che Louis stava facendo, posò la mano sui suoi pantaloni, cercò sia il bottone che la zip e li sganciò entrambi con una mano sola, con tutta la calma del mondo, perché aveva imparato che con la fretta e la furia non si andava proprio da nessuna parte.
Sollevando appena le gambe ed posizionandole sul bacino di Louis, tentò di calargli i pantaloni e ci riuscì, dato che -per fortuna- indossava i pantaloni da lavoro, quelli del completo, e non quegli odiosi jeans che invece lei si ostinava a mettere ogni sacro santo giorno.
Vedendola soddisfatta per avergli tolto i pantaloni, la baciò velocemente e si abbassò fino ad avere il suo inguine di fronte agli occhi, poi con mossa esperta fece ciò che lei aveva fatto poco prima, ovvero abbassarle i jeans -anche le mutandine- fino a toglierli completamente; in quel momento, l’unico non del tutto nudo era lui, dato che indossava ancora i boxer, ma non per molto, dato che ci pensò Rosie a disfarsene, ed arrossì alla vista delle sue dimensioni non proprio ridotte.
-Sei contenta adesso?- le chiese Louis ridacchiando e baciandole una coscia, mentre lei rise e fece segno di no con la testa -Bene, allora vediamo di accontentarti.-
Le divaricò le gambe, posizionandola una sopra allo schienale del divano e l’altra sulla sua spalla, poi iniziò a baciarle la caviglia, risalendo fino al ginocchio, la coscia, scendendo verso l’interno coscia, l’inguine e fermandosi per schiuderle le labbra calde ed appena umide, che le sembrarono formicolare quando Louis affondò la bocca dentro ad esse e muovendo freneticamente la lingua sul suo clitoride.
-Louis... c-così non vale però…- riuscì a mormorare fra un ansimo e l’altro, mentre si ritrovò a spingere sulla testa del castano con una mano e stringere il tessuto del divano con l’altra, tanto era il piacere che provava; e fu quest’ultimo a farle dimenticare in che razza di situazione si trovava, di Elijah che era partito e che probabilmente era già arrivato nel Connecticut, di suo padre che ancora non aveva perdonato dopo la sorpresina per il suo compleanno e della grandissima differenza di età fra lei e l’uomo che in quel momento aveva la bocca impiantata fra le sue gambe.
-Oddio- ansimò tentando di non urlare dal piacere -credo di stare per venire Lou, ne sono sicura.-
Quasi si vergognò a dirlo, perché con Elijah non le era mai successo, lei non veniva mai prima del suo ragazzo, soprattutto se non avevano ancora avuto un rapporto completo, nella quale -a dirla tutta- veniva pochissime volte; evidentemente non è esperto come Louis, pensò mentre il castano cessò ogni movimento e le abbassò le gambe, tenendogliele comunque divaricate.
-Che stai facendo?- gli domandò allarmata, ma la risposta arrivò poco dopo, quando Louis la penetrò con tre quarti della sua erezione e spingendo a lungo, fino in fondo, fino a che le sembrò di sentirlo sullo stomaco, addirittura le sembrò che le arrivasse fino in gola quando lo inserì completamente tutto dentro e la baciò, toccandole un seno con una mano e circondandole il collo con l’altro braccio per stringerla ancora di più a sé.
Ad entrambi sembrò bellissimo, soprattutto a Rosie, che aveva provato tutto quel piacere soltanto un paio di volte con Elijah, ma di certo non poteva essere comparato a ciò che le stava facendo provare Louis.
Tempo due minuti dopo, venne stringendo le spalle di Louis fino a graffiargliele, e lui ridacchiò fiero del suo gesto, e cessando le spinte a poco a poco, fino ad uscire da dentro di Rosie, ricordandosi di non avere indosso neanche il preservativo; ma non era ancora venuto nonostante tutto, perciò toccò a Rosie aiutarlo: lo spinse sul petto facendolo sdraiare, gli lasciò una serie di baci umidi dai pettorali in giù e quando arrivò alla sua erezione, lo prese in bocca posizionando una mano alla base ed iniziando a pompare, mentre Louis premeva freneticamente una mano sopra alla sua nuca, capendo di essere vicino all’orgasmo che infatti non tardò ad arrivare e Rosie lo capì dal sono gutturale che uscì dalla sua bocca, così lo lasciò andare ed il castano corse in bagno, per liberarsi completamente ed evitare di fare danno sulla ragazza e per lavarsi.
Rosie sospirò e si sedette, incrociando le gambe al petto, e socchiudendo gli occhi pensò a ciò che aveva appena fatto ad Elijah: lo aveva tradito.
-Merda!- urlò alzandosi di scatto dal divano, poi indossò alla meno peggio la camicia di Louis e cercò il telefono nei jeans, trovando due chiamate perse ed un messaggio dal suo ragazzo.
 
 
Da: Elijah ore 10:09
Sono appena arrivato al college, è stupendo e non vedo l’ora che lo veda anche tu! Ti amo x
 
 
Sospirò socchiudendo gli occhi e gettando la testa all’indietro, poi decise di chiamarlo, così non lo avrebbe sentito per il resto del giorno… o almeno sperava, perché si vergognava come una ladra.
-Hey, amore!- esclamò Elijah qualche secondo dopo.
-Hey.- disse semplicemente lei, sedendosi sul divano -Come stai? Ho appena letto il messaggio.-
-Sto alla grande piccola, dovresti essere qua, è tutto così incredibile!-
Iniziò a parlare del viaggio in aereo, del taxi, di Yale e del più e del meno, ma Rosie non lo stava mica più a sentire, tanto era pervasa dai sensi di colpa, e ancora pensava a quanto l’aveva fatta godere Louis poco prima.
Tanto per la cronaca Louis scopa meglio di te e mi ha fatta venire dopo dieci minuti, avrebbe tanto voluto dirgli dopo aver interrotto il suo discorso così patetico e noioso.
-Capito amore?- le domandò alla fine e lei gli disse di sì anche se non lo aveva ascoltato per niente -Tu che hai fatto? Stai bene?-
Sto benissimo, ho fatto sesso con un quarantenne amico dei miei.
-Niente, non avevo voglia di andare a scuola così sono andata a fare una passeggiata. Credo di stare meglio anche se mi manchi già molto…- ammise attorcigliandosi una ciocca di capelli e lo sentì ridacchiare.
-Anche tu mi manchi, e non stare male. Ci sentiremo tutti i giorni!- le disse per tranquillizzarla, poi si voltò e vide Louis uscire dal bagno con indosso un paio di boxer puliti.
-Certo amore, adesso devo andare, ci sentiamo. Divertiti e non scopare troppo!- esordì pentendosi subito dopo dell’avvertimento datogli, dato che sia Elijah che Louis scoppiarono a ridere.
-Okay, okay. Lo prometto!- le rispose ridacchiando -Ti amo.-
Rosie guardò Louis e -Anch’io ti amo.- gli disse, poi attaccò.
-Però... sta meglio a te che a me quella camicia!- asserì Louis ridacchiando e la bionda sbuffò, sedendosi sul divano con la testa fra le mani.
-Abbiamo appena fatto sesso, porca troia.- bofonchiò Rosie con un tono patetico e subito Louis si sedette accanto a lei, abbracciandola.
-Il nostro rapporto sta cambiando piccola, è ora che tu lo capisca!- esordì il castano baciandole una tempia subito dopo -Da oggi in poi saremo scopamici, sappilo!-
-E dai Louis non scherzare, se qualcuno lo viene a sapere saremo entrambi fottuti. E non da noi stessi.-
Louis ridacchiò l’ennesima volta e le passò i vestiti.
-Sarà meglio che torni a casa o mia madre inizierà a dare di matto.- si tolse la camicia di Louis e gliela lanciò addosso, poi si rivestì in un minuto.
-E poi devo tipo perdonare mio padre per la sua sorpresa del cazzo…- aggiunse sbuffando -Insomma Kendall, non Liam.-
-Fammi sapere poi.- le disse Louis avvicinandosi per salutarla.
-Oh, senz’altro. Ci vediamo.- gli lasciò un bacio a fior di labbra e poi uscì dall’appartamento.
-L’ho baciato per davvero?- esclamò subito dopo a voce alta, senza sapere che Louis -dall’altra parte della porta- stava ridacchiando come un ragazzino alla sua prima cotta.
 







 

 
Buon pomeriggio cuori 
Sono ancora in piedi, sì, dopo aver visto la 6x10 di pll circa quattro volte, ma evito di parlarne che se no mi metto a piangere, dati gli evidenti 5 mesi di pausa che ci saranno prima che ricominci la 6b e boh, muoio!
Comunque sappiate che sto temporeggiando perché questo capitolo è troppo imbarazzante per parlarne AHAHAHAH
Però vabeh, la colpa è CHIARAMENTE tutta di Louis Tomlinson che ispira sesso e altro anche solo respirando e la nostra piccola Rosie lo sa!!!
Sinceramente all'inizio ero un po' titubante perché non sapevo se mettere sta scena o no, data la non poca differenza di età fra Rosie e Louis buuuut, lei è comunque maggiorenne, ed io ho una cugina di secondo grado che ha vent'anni e sta con uno di quasi cinquanta, quindi c'è ben altro di cui scandalizzarsi ahahahah
Elijah finalmente è partito, Rosie ci sta male e... qual è il miglior modo per consolarsi se non andare a casa di Louis e fare roba????
Be', a mio parere non c'è niente di meglio ahahah
Poi c'è questa Sasha del cazzo che gli rompe con sto divorzio, quuuuindi povero Louis ancora di più!!!!!!
Nel prossimo capitolo assisteremo al ritorno di Kendall, perché Rosie -come ha detto a Louis- ci andrà a parlare, e vedremo se lo perdonerà o meno (considerate anche il fatto che ci sono Reese e Drew, sooooo)!!!!
E nothing, fatemi sapere che ne pensate e non tiratemi addosso i pomodori, anche se con la gif finale di Tommo sono sicura che non me li tirerete ahahahah
A venerdì prossimo allora!
Besosss 

Hazel.





Trailer
Soundtrack

 

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Capitolo 8
*** Seven – Ropes. ***




Seven – Ropes.



 
-Scusami, cos’è che dovrei fare?- domandò a sua madre praticamente urlando, non appena uscì dalla doccia -Non ho capito bene mamma, ripeti questa stronzata se ne hai il coraggio!-
-Ho detto che secondo me dovresti dare una possibilità a Reese e a Drew.- ripetè Virginia dopo aver fatto finta di non sentire come le si era rivolta Rosie -O perlomeno soltanto a lui, non ti ha mica fatto niente di male quel povero ragazzo!-
La bionda la guardò torva mentre cercò di non rompere la spazzola che teneva tra le mani.
-Certo, hai ragione, lui non mi ha fatto niente ma è suo padre ad avermelo fatto!- precisò continuando a spazzolarsi i capelli.
Virginia si avvicinò a lei e le accarezzò la schiena per confortarla, capendo quanto soffrisse.
-Hey ascolta, so come ti senti. Davvero.- le disse -So quanto sia brutto vedere la propria madre vivere con un uomo che non sia il tuo vero padre, rivedere quest’ultimo all’improvviso, dopo un sacco di anni, e farsi sbattere l’orribile verità in faccia, credimi se lo so.-
-Ma il nonno non ha avuto figli con Catherine dopo te, la zia Gemma e lo zio Harry, e se li avesse avuti non te lo avrebbe tenuto nascosto per poi fartelo presente il giorno del tuo diciottesimo compleanno, lo sai questo mamma.- bofonchiò Rosie con una punta di nervosismo nella voce.
-Lo so tesoro. E so anche che non avrei voluto vivere una situazione simile alla mia da piccola quand’avrei avuto dei figli, e invece ho fatto peggio. Certo, detto così sembra che mi sia pentita di essere andata a letto con Kendall, e certe volte lo è amore mio, ma non sempre! Tu hai preso delle ottime qualità da lui, hai un carattere davvero forte, rispetti le persone, sei dolce e soprattutto sei fedele a chi ami e a chi ti sta vicino!- esclamò sua madre -Per questo Rosie, perdona tuo padre. Perdonalo anche se negli ultimi diciotto anni non è stata la persona più presente del mondo, anche se non è stato del tutto sincero con te da quando vi siete conosciuti, io credo che sia solo spaventato, tutto qua! Sei la sua prima figlia e anche se ha avuto Drew è comunque diverso, perché loro due si conoscono da sedici anni. E poi lui è un maschio, e fra di sé non capiscono molto!-
Rosie ridacchiò nel sentire l’ultima frase e si asciugò una lacrima che era sfuggita al suo controllo.
-Ti voglio bene mamma, grazie di tutto.- disse per poi stringerla in un abbraccio -Sei la mia preferita, prima di Liam e Kendall.-
-Ti voglio tanto bene anche io tesoro, ma non dirlo agli altri che mi preferisci di gran lunga a loro!- esordì ridacchiando ed accarezzandole i lunghi capelli biondi.
 
 
≈≈
 
 
Si fermò di fronte alla vista dell’imponente edificio, guardò in alto e sospirò, pensando al fatto che si sarebbe dovuta fare tre piani a piedi, dato che l’ultima volta che c’era stata l’ascensore era guasto, perciò si fece coraggio e suonò il campanello, preoccupata non più di tanto per tutte quelle scale che doveva salire, ma per ciò che avrebbe dovuto dire a suo padre: voleva chiudere quella storia definitivamente, una volta per tutte.
-Chi è?- domandò la voce gracchiata per via del citofono, però Rosie giurò che fosse una voce da donna, perciò non poteva essere che Reese; merda, aveva avvisato Kendall che sarebbe passata, perché c’era pure quella bambola tutta ossa?
-Sono Rosie.- rispose la bionda tentando di non sbuffare, o perlomeno di non farsi sentire dalla sua presunta matrigna.
-Oh tesoro, sali!- esclamò nuovamente Reese, e poco dopo Rosie sentì uno scatto, probabilmente era la porta che si era aperta, perciò sospirò per l’ennesima volta, entrò nell’edificio, salì tutti e tre i piani -che in quel momento le sembravano fin troppo corti- con tutta la calma del mondo, e non appena raggiunse il pianerottolo trovò Reese che la aspettava nel limbo fra l’esterno e l’interno dell’appartamento, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro.
-Ciao cara!- esclamò abbracciandola -soffocandola- e dandole due baci sulle guance, lasciandola parecchio stupita -Come stai? Passato bene il compleanno?-
In quel preciso istante le tornarono in mente le parole di sua madre: “Secondo me dovresti dare una possibilità a Reese e a Drew.”, così si convinse del fatto che se ci avesse provato magari qualcuno lassù avrebbe smesso di volerle così male.
-Sto bene, ti ringrazio.- le rispose nel modo più cordiale possibile, aggiungendoci anche un sorriso che, come le ripeteva sempre Liam, non guastava mai -Il compleanno è stato okay, grazie per l’interessamento.-
-Figurati, sono contenta che sia andato bene!- le disse Reese mentre chiuse la porta.
-E a proposito di questo volevo scusarmi con te per come mi sono comportata ieri pomeriggio… Insomma, è tutto così difficile per me da quando ho scoperto la verità sulle mie origini, e con questo intendo da quando mio padre… ehm, Kendall, è tornato qua a New York dopo diciotto anni, sposato e con un figlio. È ancora tutto nuovo per me, devo davvero abituarmici al più presto anche se tutti mi hanno detto di non avere fretta.- le spiegò tentando di evitare i giri di parole, ma nonostante non avesse potuto farne a meno, Reese capì tutto.
-Be’ Rosie, anche se durante gli ultimi diciotto anni ho vissuto questa vicenda solo come spettatrice posso capirti, nonostante io non abbia mai affrontato questa situazione nella mia famiglia… dico davvero. Ma anche per Kendall non è mai stato facile, nemmeno quando è nato Drew, perché tutto gli ricordava te e tua madre, ed io tentavo di nasconderlo ma stavo malissimo, ero terrorizzata dal fatto che potesse amare ancora Virginia e non me, era così straziante, avevo anche paura che potesse abbandonare me e Drew a Shakopee e poi tornare da solo quì a New York, per stare con voi due, con la sua famiglia originaria. Ma entrambi sapevamo che avrebbe complicato le cose sia a noi che a voi, soprattutto per il marito di tua madre, quindi ho smesso di farmi queste seghe mentali e Kendall ha provato a non pensare a voi, ma giurò che quando tu avessi compiuto diciotto anni sarebbe tornato per vederti e per dirti tutto, quindi gliel’ho lasciato fare.- le disse Reese con un tono che avrebbe dovuto trasmettere pena, compassione e dispiacere, ma invece le aveva fatto salire la rabbia e la voglia di piangere: perché quella cretina le aveva spiattellato davanti quanto comandava a bacchetta suo padre, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti?
Rosie ci aveva provato, voleva darle un’opportunità, ma se questa ogni volta doveva dirle le stesse cazzate con il tono disperato della Vergine Maria l’avrebbe mandata a fanculo molto presto, e soprattutto senza pensarci su due volte.
-E comunque non devi preoccuparti cara, non me l’ero presa, avevo capito che eri un po’… disorientata dopo la sorpresa da parte di tuo padre, è tutto okay.- esordì poco dopo, avendo probabilmente capito che a Rosie della sua storiella depressa del cazzo non poteva fregare di meno; e di certo disorientata non era la parola giusta per descriverla, ma ci mise una pietra sopra, perché come aveva detto a sua madre, voleva farla finita con quella storia.
-Wow, sono sollevata allora. Grazie Reese.- asserì la bionda cercando di mostrare un po’ di entusiasmo e subito dopo Kendall fece il suo ingresso nella cucina, salvandola dalle grinfie di quella strega bionda racconta balle.
-Hey, eccomi qua!- esclamò ravvivandosi i capelli biondi appena bagnati -Scusa se ti ho fatto aspettare un po’ ma ero andato a correre e non volevo che parlassimo mentre io grondavo di sudore, perciò ho fatto una doccia.-
A quella “battuta” Reese scoppiò a ridere mentre Rosie -perplessa- voleva sotterrarsi per la sua matrigna: doveva essere lei quella imbarazzata?
-Non preoccuparti Kendie, io e Rosie abbiamo avuto una piccola conversazione da donna a donna… vero tesoro?- annunciò Reese e sì, quel soprannome che aveva appioppato a suo padre faceva ridere sul serio.
-Oh sì, è vero!- confermò tentando di non scoppiarle a ridere in faccia, ma lo fece dopo poco, quando Reese si decise a sloggiare e a lasciarli da soli, dileguandosi per andare a fare un po’ di shopping, ma non prima di aver dato un disgustoso e rivoltante bacio a suo marito, il che la fece rabbrividire e quasi vomitare, perciò si appuntò mentalmente di dirlo a sua madre una volta tornata a casa.
-Kendie? Sul serio?- gli chiese asciugandosi gli occhi che lacrimavano a causa delle sue risatine.
-Mia madre mi ha sempre chiamato così ed era l’unica, così da quando Reese l’ha sentita pronunciare quell’orribile soprannome ci si è messa pure lei… roba da matti!- bofonchiò Kendall sbuffando, mentre entrambi si sedettero sul divano.
-Già, è davvero tremendo!- continuò Rosie ancora ridacchiando.
-Invece che sfottermi perché non parliamo?- le domandò retoricamente -Fra mezz’ora devo correre in ufficio e non voglio fare tutto in fretta e in furia.-
-Be’ allora se devi andare a lavoro possiamo parlare un altro giorno, posso aspettare!- suggerì la bionda, ma suo padre fu irremovibile.
-Scherzi? Non devi assolutamente aspettare piccola mia, dimmi tutto ciò che hai da dire!- esordì Kendall facendola arrossire per via del soprannome con cui l’aveva chiamata, così si schiarì la voce ed annuì.
-Okay allora… volevo chiedere scusa anche a te per il mio comportamento di ieri. Dico davvero, quella non ero io, è che non so più come comportarmi da quando ci conosciamo. Da una parte è fico avere due padri, insomma, uno biologico ed uno adottivo diciamo, però dall’altra mi fa stare male, perché non voglio togliere a Liam ciò che non ho dato a te… capisci?-
Kendall le sorrise ed annuì, stringendole la mano subito dopo.
-Sai Rosie, tu sei davvero dolcissima… ho sempre avuto quest’idea su di te e di certo non mi sbagliavo. E sappi che non toglierai niente a Liam da dare a me, perché io se ho te ho tutto, davvero. Mi basta che tu mi voglia bene, che andiamo d’accordo e soprattutto che tu non ce l’abbia con me.- le disse continuando a stringerle la mano -E ammetto che la mia sorpresa è stata un po’ infelice, anche per la partenza del tuo ragazzo, me l’aveva detto tua madre… ma volevo farti conoscere Reese e Drew per farti sentire ancora più partecipe della mia vita, per integrarti nella mia famiglia, non per mostrarti ciò che mi sono creato in questi diciotto anni, devi credermi Rosie, non lo farei mai. E poi non voglio litigare più con te!-
Rosie gli sorrise, si asciugò una lacrima che era sfuggita al suo controllo e -Sei contento? Piango sempre quando sono con te, dovresti smetterla di parlarmi!- gli disse scherzando, facendolo ridacchiare, poi si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio.
-Ti voglio troppo bene, non ce la farei a smettere di parlare con te.- ammise facendole battere il cuore ancora più forte e facendola sorridere a trentadue denti.
-Anche io ti voglio bene.- gli disse, stupendosi della sua dolcezza, e fece per aggiungere altro, quando sentì il telefono di Kendall vibrare nella tasca dei pantaloni, così lui sbuffò, lo tirò fuori dai jeans e rispose piuttosto scocciato, il che la fece sorridere.
-Che vuoi Gale?- domandò al suo interlocutore -Cosa? Devo proprio? Scusa, cosa vuoi che me ne importi se Brenda non si è presentata a lavoro, il mio turno inizia fra venticinque minuti! Okay, okay. Ma sia tu che tua sorella mi dovete un favore, sia chiaro! D’accordo, va bene, ciao.-
Agganciò sbuffando e si alzò dal divano.
-Devi entrare prima a lavoro?- gli domandò Rosie imitandolo.
-Sì tesoro, scusami ma devo proprio andare, sono infuriato con quei due fratelli, trovano sempre il modo per farmi lavorare di più!- bofonchiò in risposta, mentre indossava il giubbotto di jeans -Ho capito che sono un nuovo dipendente e sono molto qualificato, ma non posso passare del tempo con la mia bambina?!-
Rosie ridacchiò, scrollò le spalle e -Be’, ci vediamo stasera se ti va, possiamo andare a cena insieme e parlare.- gli disse, e giurò di aver visto gli occhi di suo padre brillare.
-Certo che mi va piccola!- esclamò in risposta, baciandole la fronte subito dopo -Io esco da lavoro alle sette, quindi passo a prenderti alle otto se per te va bene.-
-È perfetto.- asserì Rosie.
-Okay allora adesso scappo, voglio solo chiederti se puoi restare un po’ con Drew, almeno fino a che sua madre non torna, così almeno potete conoscervi meglio...- le propose e Rosie si ritrovò a sbuffare mentalmente -ma solo se vuoi e ovviamente se puoi, non voglio obbligarti!-
La bionda sospirò ed annuì.
-Certo, non sarà male!- esordì, così Kendall la abbracciò un’ultima volta ed aprì la porta di casa.
-Perfetto, ti ringrazio! Dovrebbe essere in camera sua, ci vediamo stasera!- le disse.
-Okay, ciao a stasera!- fu l’ultima cosa che gli disse prima che chiudesse la porta, lasciandola praticamente a fare da baby sitter a suo figlio, insomma, il suo fratellastro.
Sospirò massaggiandosi le tempie e sentendo il mal di testa crescerle a poco a poco, così si diresse verso il corridoio e cercò fra le tre stanze quella di Drew, probabilmente quella con la porta socchiusa, perciò bussò e dato che dieci secondi dopo non le aveva risposto entrò, trovandolo seduto sul davanzale della finestra, mentre si stava facendo… una canna?
-I tuoi sanno che fumi roba illegale dalla finestra della casa a New York?- gli domandò spegnendo la musica (oscena) che proveniva dallo stereo vicino allo stipite della porta, facendolo sobbalzare ed imprecare.
-Cristo, mi hai spaventato!- esclamò gettando il filtro dalla finestra e chiudendola subito dopo -Comunque non lo sanno, e non dovranno saperlo.-
-Be’ ma lo verranno a sapere se impedisci all’aria di circolare, lasciando il tanfo di quella cazzata nella stanza!- bofonchiò superandolo e riaprendo la finestra subito dopo -Si chiama logica, mister canna. E poi se non fossi stata io ma tua madre o nost- tuo padre, saresti stato gettato anche tu insieme a quel filtro nel mezzo del traffico newyorkese.-
Drew ridacchiò, si gettò a peso morto sul letto e -Potevi benissimo dire nostro padre, tanto ormai lo sappiamo tutti che portiamo lo stesso cognome, e questo ci rende fratelli.- disse con un sorrisetto stampato sulla faccia, il che fece scoppiare a ridere Rosie.
-Senti, io di fratelli ne ho già due e mi bastano, anzi, mi avanzano anche!- esclamò sedendosi sul letto con più eleganza -E poi dove hai preso ‘sta merda?-
Annusò quelle cartine che stavano sopra il suo comodino e tossicchiò.
-L’ho trovata frugando per casa, il bello è che non contavo di trovarcele!- le rispose Drew ridacchiando e in quel momento Rosie si schiaffeggiò la fronte: quanto poteva essere stupido quel ragazzo? Di certo non poteva essere suo fratello!
-Non sai che l’ultima volta che qualcuno è vissuto qua è stato più o meno tredici anni fa, vero?- gli chiese e vedendolo sbarrare gli occhi e impallidire, scoppiò a ridere -Sto scherzando neno, questo appartamento è stato dato in affitto ad alcuni amici di Kylie fino a poco prima che arrivasse papà, quindi al massimo ti sei fumato roba vecchia un paio di mesi!-
Drew ridacchiò insieme a lei e -Fanculo!- esclamò mostrandole il dito medio.
-Tu fumi?- le chiese subito dopo e Rosie annuì.
-Sì, ma solo sigarette, odio quelle merde che fumi tu.- gli rispose.
-E i tuoi lo sanno?- le chiese ancora.
-No, e neanche Kendall, quindi non dovrà mai venirlo a sapere. Ricorda, se parli tu parlo anche io, e tu sei davvero più incriminato di me, dato che hai ancora… quanti anni?-
-Sedici.-
-Oh ecco, sedici. Io ne ho diciotto e non ho problemi a farlo.- gli disse con un tono spavaldo, facendolo sbuffare a morte.
-Insomma, sei fidanzata da quanto ho capito.- asserì giocando con una ciocca dei capelli biondi di Rosie, che lo guardò e gliela tolse di mano immediatamente.
-Già, ma il mio ragazzo da ieri e per molto altro tempo vive a 125 chilometri da qua, quindi è complicato.- ammise sospirando -E non devi giocare con i miei capelli.-
-Sono belli.- esordì Drew sulla difensiva.
-Lo so- disse Rosie semplicemente -sono miei!-
Il ragazzo ridacchiò e -Anche tu sei bella.-
A questa affermazione-barra-complimento Rosie si ritrovò ad arrossire, dal momento in cui l’ultimo che glielo aveva detto era stato Elijah quella mattina, prima di partire per Yale.
-I miei genitori sono entrambi di bell’aspetto, sarebbe stato il colmo se fossi nata brutta!- gli disse in risposta, facendolo ridere nuovamente -E tu sei fidanzato?-
Drew scosse la testa e -No, la mia ragazza mi ha lasciato per Lucy, la sua amichetta del cuore.- le rispose apostrofando la parola “amichetta” -O forse avrei dovuto dire “amichetta di letto”.-
Rosie dovette trattenersi da non scoppiargli a ridere in faccia: aveva davvero una ragazza lesbica?
-Perché quella cretina si è messa con te se è lesbica?- gli domandò.
-Pensava di essere bisessuale e confusa, ma una volta le ho viste sulle tribune a baciarsi, così mi ha confessato che quella storia andava avanti da tre anni, precisamente da qualche mese prima che si mettesse con me, quindi l’ho mollata.- le spiegò.
-Perché, avevi intenzione di stare ancora con lei?- gli chiese a presa di giro.
-Certo che no! Quando Natasha mi disse che era bisessuale avevo già qualche sospetto, e non mi sbagliavo.-
-I tuoi sospetti dovevano partire dal nome, Natasha è così da lesbica!- esclamò la bionda facendolo ridacchiare.
-Lo so, lo so! Sono stato un coglione, e ci sono altre cento persone che la pensano come te.- disse Drew sbuffando, così Rosie gli dette una pacca amichevole sulla schiena.
-Dai, non rammaricarti! Sono sicura che ne troverai una migliore di quella, e non sarà bisessuale o lesbica. Sei un bel ragazzo e scommetto che sei anche dolce.-
-Come fai a saperlo?- le domandò curioso.
-Credimi, i coglioni sono tutti dolci, lo so per esperienza!- rispose ridacchiando, e Drew fece lo stesso.
-Be’, ti ringrazio allora, credo che nessun altro all’infuori della mia famiglia lo abbia mai notato.- ammise il ragazzo, e a Rosie fece quasi pena.
-Quindi io sono parte della tua famiglia oppure no?- gli chiese, intenerita da ciò che le aveva appena confessato.
-Teoricamente lo sei, ma per fare questo non dovresti.- le rispose, ma Rosie non capì l’ultima parte della frase, e quando fece per chiederglielo, Drew si sporse in avanti e la baciò, stringendole la vita, perché secondo lui baciare qualcuno era un modo per ringraziarlo, e non c’era assolutamente nulla di sbagliato… peccato che Rosie non la pensasse allo stesso modo, dato che -stupita al massimo da quel gesto- si allontanò di scatto, dandogli uno schiaffo subito dopo, nello stesso momento in cui tentò di riafferrarla per le spalle e farle chissà cosa.
-Cosa diavolo pensavi di fare?!- gridò alzandosi dal letto per poi avvicinarsi alla porta di camera -Ti ho detto che sono fidanzata, non puoi baciarmi e toccarmi in questo modo, e poi sono tua sorella!-
-Scusami, davvero. Perdonami Rosie, non so che mi sia preso!- esordì Drew sulla difensiva, alzandosi anche lui ed avvicinandosi a Rosie -Mi dispiace di aver rovinato tutto, non volevo!-
-Ovvio che volevi, e non toccarmi! Sai cosa? Me ne vado, ciao Drew.- gli disse col cuore che le batteva a mille dall’ansia e -non sapeva come mai- dallo spavento: ma cosa mai poteva farle un tipo del genere, soprattutto se era suo fratello?
-Scusami Rosie, scusami per davvero!- fu l’ultima cosa che gli sentì dire prima di correre all’ingresso, aprire la porta, uscire dall’appartamento e sbatterla alle sue spalle subito dopo.
Col fiatone scese le scale di corsa, estrasse il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e con le mani che le tremavano ancora scrisse un messaggio all’unica persona che voleva vedere in quel momento per farsi abbracciare e per aiutarla a calmarsi.
 

A: Louis ore 15:59
Possiamo parlare? Ho un problema.






 

 
¡Buenas tardes! ❤
Scusaaate ma oggi sarò molto flash, quindi faccio un commentino veloce veloce sul capitolo insieme a voi!!!
Come vi avevo promesso, Kendall è tornato, ha parlato con Rosie (anche sotto consiglio della madre, ADORO i momenti Rosinia gfdjk) e boh, sono semplicemente adorabili quei due dgdgdjsd *^*
Poi vediamo Reese nei panni della matrigna cattiva quale è but details, la nostra piccola Rosie è una tipa tosta e la ignora, ignara del fatto che le cazzate che le racconta sono -appunto- cazzate, lollino
Pppoi, ciliegina sulla torta, il dolce (e cannato) fratellastro Drew si fa scappare un bacio molto stile incesto ma don't worry, non sarà il remake di she is my little sister AHAHAHAHAH anche peeeeeerché, vedrete che cosa sfaghjdfk succederà nel prossimo capitolo, ma non vi anticipo nada!!!!
E OH LA LA, di nuovo la nostra Rosie (due volte in un giorno dgghdj) si rifugia nelle braccia del carissimo zio Lou e be'... che succederà????
Vi assicuro che non faranno sesso, garantito dalla sottoscritta AHAHAHAH
Ultimissssssssima cosa poi evaporo, giuro!!!!
Nel prossimo capitolo tornerà anche un personaggio che non nominavamo da anni lol e che fungerà da ruolo portante, o per meglio dire da appoggio, soprattutto per Louis sooo, I let you guess :)
Bien, adesso scappo, come al solito ho scritto un poema AHAHAHAH a venerdì prossimooo dtyhufjk ❤❤
Hazel.

 

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Capitolo 9
*** Eight – Feelings and advices. ***




Eight – Feelings and advices.




 

Bussò alla porta una volta arrivata e sospirò, rendendosi conto che le mani le tremavano ancora, poi si sentì sollevata non appena Louis le aprì e la fece entrare in casa, così lo abbracciò.
-Che è successo? Stai bene?- le domandò Louis allarmato, accarezzandole i capelli e lei annuì -Mi hai fatto preoccupare Rosie, davvero.-
-Sto bene Lou, è solo che mi sono spaventata un po’ per una cosa…- gli rispose vagamente, andandosi a sedere sul divano, lo stesso su cui quella mattina avevano fatto sesso.
-Per cosa?- le chiese ancora, sedendosi accanto a lei, e cominciò ad innervosirsi vedendo che non rispondeva, ma stava lì a torturarsi le mani -Rosie mi sto incazzando seriamente e credimi, non vuoi vedermi incazzato e preoccupato allo stesso tempo. Perché tremi? E come mai il tuo cuore batteva all’impazzata quando ci siamo abbracciati? Per caso ci hanno scoperti?-
-No Louis non ci hanno scoperti, tranquillo. Drew mi ha baciata…- si decise a dirgli, ingoiando quel fastidioso groppo in gola.
-Aspetta, aspetta… chi cazzo è questo Drew?- le domandò, confuso ed alterato; era preoccupato per lei, davvero tanto.
-È mio fratello, Louis. Il figlio di mio padre e sua moglie, sono arrivati qua l’altro ieri e Kendall me li ha presentati, io ci sono rimasta di merda, mi sono comportata da cogliona e quindi oggi sono andata a parlargli… a mio padre, intendo. Ma prima mi sono scusata con Reese, poi lei è uscita, io e mio padre abbiamo parlato, lui è andato a lavoro e mi ha chiesto di stare un po’ con Drew per conoscerlo meglio, così l’ho fatto, abbiamo chiacchierato del più e del meno e alla fine mi ha baciata, ma immagino che volesse fare dell’altro, dato che quando l’ho schiaffeggiato stava per riavvicinarsi nuovamente a me, e mi ha tirata per le spalle e… cristo Lou, ero così spaventata da stare per mettermi a piangere.- gli raccontò la bionda e Louis la strinse in un abbraccio, che la fece calmare ma solo un po’.
-Perché non gli hai dato anche un pugno, mh?- le chiese non appena si staccarono -Vuoi che vada io a darglielo?-
-No Lou, sta’ fermo! Questa sera a cena lo dirò a papà e ci penserà lui, spero solo che non lo segua, altrimenti dovrò tornarmene a casa.- bofonchiò Rosie preoccupata, facendo cenno a Louis di sedersi nuovamente.
-Se ti sfiorava anche solo con un dito io…- borbottò il castano, stringendo le mani a pugno così forte da farsi venire le nocche bianchissime, e a quel punto Rosie sorrise e si convinse di essere arrossita, dal momento in cui Louis la stava proteggendo, e non come amico o padre.
-Tu?- gli chiese quindi, come per incitarlo a parlare.
-Io non avrei risposto delle mie azioni Rosie, perché nessuno deve toccarti, non in quel modo, solo io posso farlo.- asserì per poi prenderle il viso fra le mani e baciarla, con così tanta passione da farle inarcare la schiena, da farle venire i brividi.
-Ed io voglio che lo faccia solo tu, Louis.- ammise anche lei, non appena si furono allontanati.
A quel punto Louis le sorrise e sospirò subito dopo, nuovamente preoccupato.
-Che succede?- gli domandò la bionda, unendo la mano alla sua stringendogliela, mentre Louis sospirò un’altra volta.
-Niente Rosie, è solo che dopo questa mattina, quando noi abbiamo… insomma, hai capito, da quando noi abbiamo fatto sesso mi sono reso conto di provare qualcosa di più forte per te, aldilà del sesso e dell’attrazione fisica.- si decise a dirle, facendole sbarrare gli occhi per la sorpresa -Dico sul serio ed è così strano, a causa della nostra differenza d’età, ma anche per i tuoi genitori e per Elijah… insomma, tu stai ancora con lui anche se adesso è al college nel Connecticut ed io non voglio creare probl…-
Rosie non lo fece finire di parlare, dato che gli prese la testa fra le mani e lo baciò, facendogli capire cosa provasse lei nei suoi confronti.
-Quindi… ti piaccio anche io?- le domandò col fiatone, non appena si staccarono e Rosie scoppiò a ridere.
-No guarda, ti ho baciato perché mi piace il sapore del caffè nella tua bocca.- gli rispose sarcasticamente e il castano ridacchiò -E certo che mi piaci Louis, nonostante questi sentimenti siano un po’ fuori dagli schemi, per gli stessi motivi che tu stesso hai elencato poco prima.-
Louis sorrise ancora una volta e le lasciò un bacio sulla tempia, facendola arrossire.
-Che dire Rosie, l’interesse c’è da entrambe le parti però per vedere se riesce a funzionare o meno dovremmo rifletterci su per bene, e quando avremmo preso una decisione starà a te scegliere: stare con Elijah anche se a distanza oppure lasciarlo e metterti con me ma all’oscuro di tutti.-
La bionda doveva ammetterlo, il suo ragionamento non faceva una piega… eppure lei non sapeva se era pronta o meno a dire addio ad Elijah, ma di certo Louis non le avrebbe messo fretta, di questo ne era più che sicura.
-Io voglio stare con te Louis- ammise sospirando, prendendogli le mani subito dopo -ma è anche vero che sto con Elijah da tanto tempo e che sono confusa, quindi non sarà una decisione facile da prendere.-
-Lo so, lo capisco, e ti dico sin da adesso che non devi darmi una risposta subito… ti concederò tutto il tempo di cui avrai bisogno.-
Nel sentire quelle parole Rosie sorrise di nuovo, lo abbracciò e -Grazie Louis, grazie davvero di tutto.- mormorò contro il suo orecchio e questo lo fece sorridere e sentire ancora di più apprezzato.
 
 
≈≈
 
 
 
-Wow, se continui a vestirti in questo modo inizierò a pensare che esci con un ragazzo che ti piace e non con tuo padre!- esordì Liam facendo capolino nella sua stanza e Rosie ridacchiò, ammirando i suoi
vestiti allo specchio.
-Ma dai, sembra che vado a scuola papà, non mi sembra il caso di essere geloso!- esclamò poi in risposta -E poi il ragazzo che mi piace e con cui vorrei uscire è in un college fico a spassarsela mentre io sono qui a sentire la sua mancanza…-
A quel punto Liam sorrise e si avvicinò a lei, per poi circondarle la vita con entrambe le braccia e stringerla a sé.
-Se andare a Yale e studiare è uno sballo allora vuoi proprio andarci pure tu al college!- le disse ridacchiando e poggiando il mento sulla sua spalla destra -Comunque so che sei preoccupata perché pensi che possa incontrare altre ragazze e non esserti fedele, ma conoscendo Elijah so che non è da lui, e tu lo sai bene tesoro, lo conosci meglio di me! Lui ti ama, tu lo ami, entrambi siete fedeli a voi stessi e quando vi rivedrete fra un paio di mesi sarete tutti e due più contenti, quindi sta’ tranquilla.-
Rosie sorrise e si voltò per abbracciare suo padre, che era sempre lì per risollevarla di morale, riuscendoci ogni volta.
-Ti ringrazio, è bello sentirselo dire.- mormorò contro il suo petto e Liam ridacchiò.
-Sai che è la verità e sappi che se ti ferirà o preferirà altre ragazze di Yale a te, qua dentro non ci rimetterà più piede e sicuramente non resterà impunito!- esclamò con un tono fintamente autoritario, facendola scoppiare a ridere e quindi, facendola sentire di gran lunga più tranquilla e serena.
 
 
 
 
 
Il campanello suonò un paio di volte e Virginia si precipitò alla porta ad aprire, trovandosi Kendall davanti.
-Ciao- gli disse -come hai fatto ad entrare dal portone non avendo le chiavi?-
-Semplicemente una ragazza mora e giovane è uscita lasciando aperto, così mi sono intrufolato dentro ed ho chiuso il portone.- le spiegò ridacchiando ed entrando in casa.
-Oh, sicuramente era Sabrina, la ragazza madre del quarto piano che lascia sempre il portone aperto. Se un giorno entrerà qualcuno di non autorizzato sappiamo di chi è la colpa!- esordì chiudendosi la porta alle spalle e facendo ridacchiare Kendall un’altra volta -Comunque adesso Rosie arriva, è di là un attimo a parlare con Liam, è questione di pochi minuti… vuoi qualcosa da bere?-
Kendall la guardò e scosse la testa in risposta.
-No ti ringrazio, sono a posto così.- le disse facendo scontrare le loro mani per puro caso e Virginia si schiarì la voce dopo quel gesto, con fare imbarazzato, e ritirò la mano subito dopo.
-È piuttosto… silenziosa stasera la casa, dove sono Joshua e Jonah?- le domandò lasciando perdere l’incontro delle loro mani di poco fa, che di certo non lo aveva lasciato indifferente.
-Josh è a casa del suo migliore amico e passerà la notte laggiù, mentre Jonah è a letto con la febbre a trentanove, quindi se non ti dispiace adesso vado a dargli da mangiare, con permesso…- gli rispose prendendo in mano il vassoio con la zuppa calda ed un bicchier d’acqua, ma Kendall la fermò e -volendola aiutare- glielo prese di mano, vedendola in difficoltà.
-Ti ringrazio- gli disse soltanto, scostandosi una ciocca di capelli dal volto -ma posso farcela da sola, davvero.-
Gli prese nuovamente il vassoio dalle mani e Kendall annuì sorridendo ed alzando le mani in segno di resa.
-Sai, mi ha fatto uno stranissimo effetto tornare a New York dopo tanto tempo e per prima cosa venire a casa tua.- esordì facendo fermare Virginia all’improvviso, senza però voltarsi verso di lui a guardarlo -Ho pensato tanto a Rosie in questi anni, pensavo a come sarebbe stato bello rivederla, vedere i nostri geni mischiati su di lei… però ho pensato anche tanto a te, a come saresti riuscita ad andare avanti dopo aver scoperto che Rosie non è figlia di tuo marito, e ho anche sperato che riuscissi ad avere altri figli da lui, com’è successo, e per questo sono felice.-
La bionda abbassò lo sguardo, rischiando di far cadere nel piatto di zuppa quelle lacrime calde che in quel momento le stavano bagnando il viso e rabbrividì nel sentire le parole di Kendall.
-Io ti amavo Virginia, e vederti mi fa sempre lo stesso effetto perché tu sei sempre più bella… ma che dico? Sei bellissima e ciò non facilita le cose… le rende più difficili, confonde i miei sentimenti e non dovrebbe… io non dovrei amare ancora te, perché adesso sono sposato con Reese ed ho un figlio con lei. Sono riuscito ad andare avanti sicuramente quando Reese mi ha detto di essere incinta dopo che un paio di mesi prima avevamo passato una notte insieme e per questo l’ho dovuta sposare, perché non volevo che anche quel bambino crescesse senza il suo vero padre. Mi sono sentito obbligato Virginia, non ho avuto altra scelta… però alla fine mi sono reso conto che un po’ mi ha fatto bene, perché sono riuscito a dimenticarmi di te che non eri più al mio fianco, ma Drew non ha mai sostituito l’amore incondizionato che provavo per Rosie dopo averla tenuta in braccio per quel poco. Sono riuscito a dimenticarmi di te e dei miei sentimenti fino a che non ti ho rivista, perché poi mi sono reso conto di amarti ancora e che il mio amore nei tuoi confronti non era mai passato.-
Virginia si asciugò le lacrime e sospirò, voltandosi poi per dire due parole a Kendall, senza farsi veder piangere, però.
-Lo hai detto tu Kendall, non dovresti amarmi ancora. Tu sei qua solo per Rosie, se ti faccio mettere piede in questa casa è solo per nostra figlia, perciò se non vuoi che racconti tutto a Liam e che lo costringa a privarti di entrare qui dentro, non dirmi mai più niente del genere, è un avvertimento.- si rivolse a lui con un tono abbastanza minaccioso e forse un po’ troppo, ma l’aveva praticamente accusata di tutte le sue sofferenze e del fatto che -sebbene fosse sposato con un’altra donna e avesse avuto un figlio da lei- non l’aveva mai dimenticata.
Quando Kendall fece ribattere, la porta della camera di Rosie si spalancò e la ragazza e Liam uscirono ridendo.
-Oh ciao papà, sei già qua?- gli domandò Rosie, andando ad abbracciarlo e lui le sorrise ed annuì.
-Sono arrivato da due minuti, tranquilla…- le rispose puntando lo sguardo verso Virginia -Tu piuttosto sei bellissima… che dici, andiamo?-
Rosie arrossì visibilmente e gli sorrise, in segno di gratitudine.
-Ma certo!- prese la borsa poggiata sulla sedia e salutò entrambi i suoi genitori -Ci vediamo più tardi, ciao!-
-Ciao tesoro!- esclamò Liam.
-Ciao piccola, divertitevi!- aggiunse Virginia.
-Senz’altro, a stasera!- fu l’ultima cosa che disse prima di lasciare l’appartamento seguita da Kendall, che aveva salutato Virginia e Liam con un semplice gesto della mano, ancora imbarazzato per ciò che aveva detto poco prima alla madre di sua figlia.
 
 
 
 
 
 
-Questo posto è fantastico!- commentò Rosie euforica, non appena la cameriera ebbe preso le loro ordinazioni, e Kendall ridacchiò nel sentire le sue parole, era emozionato perché la sua bambina era felice e non aveva alcuna intenzione di rovinare ogni cosa.
-Sono contento che ti piaccia, ho pensato molto al nostro amore in comune per le terrazze a cielo aperto, così non appena ho scovato questo posto l’ho trovato perfetto!- le disse facendola ridacchiare.
-Anche io sono contenta, perché finalmente ci stiamo conoscendo e stiamo da soli senza più segreti o senza litigare.- affermò la bionda stringendogli la mano, il che fece stringere il cuore a suo padre.
Certo, senza più segreti… ma Kendall si convinse del fatto che non avrebbe mai detto niente a Rosie di ciò che aveva rivelato a sua madre poco prima.
-E senti… dovrei parlarti di una cosa veramente molto importante per me.- gli disse nuovamente Rosie, costringendo Kendall ad alzare lo sguardo puntato sulle loro mani ancora unite.
-Certo tesoro, spara!- esclamò il biondo in risposta, quindi Rosie si ritrovò a tirare un profondo sospiro per prepararsi psicologicamente all’idea di parlare a suo padre di Louis… anche se non direttamente; ma non gli avrebbe raccontato di Drew, altrimenti se Kendall lo avesse magari detto a Reese, quella donna l’avrebbe sicuramente accusata di mentire e di voler portare scompiglio nella loro “famigliola perfetta”, già se lo immaginava.
-Ecco, il fatto è che più o meno nel periodo in cui sei tornato qua a New York io… io ho conosciuto un ragazzo.- disse tutto d’un fiato -Lui non viene a scuola con me, frequenta l’università di medicina da circa cinque anni, ha ventiquattro anni ed è meraviglioso, è un ragazzo davvero fantastico papà, e per questo mi sento in colpa, sento che sto facendo un torto ad Elijah, soprattutto adesso che lui è al college.-
Kendall sorrise automaticamente nel sentire quelle parole e per poco non si mise a piangere: la sua bambina si stava aprendo con lui, voleva consigli da lui… era praticamente il suo sogno di una vita!
-E questo ragazzo ti piace, tesoro?- le domandò ingenuamente, già immaginando la risposta.
-Sì, te l’ho detto, è fantastico, è bellissimo, è intelligente, e dopo averci passato un po’ di tempo insieme sembra essere un ragazzo serio, il che è perfetto per me. Ma te l’ho detto, io amo Elijah, sto con lui da tre anni ormai, e non so davvero cosa fare.- esordì Rosie sbuffando, così suo padre prese il coraggio a due mani e decise che era arrivato il momento di fare qualche riferimento puramente casuale alla situazione in cui era invischiato lui qualche anno prima: un triangolo amoroso composto da se stesso, Virginia e Liam.
-Così su due piedi mi viene da sorridere perché sai benissimo che io, tua madre e Liam ci siamo passati su una cosa del genere, e quindi essendo stato il ragazzo conosciuto da tua madre stava con Liam, ti dico solo di dare ascolto al tuo cuore, e non alla tua testa. Come hai detto tu, Elijah adesso è al college, immerso nello studio, in feste di confraternita e belle ragazze, senza offesa tesoro… e se tu alla fine deciderai di non andare a Yale insieme a lui, potresti continuare a rivederlo soltanto tre, quattro volte all’anno, al massimo cinque, o di più se deciderai di andare tu a trovarlo. Ma se questo ragazzo, anche se è più grande di te di qualche anno, studia qua a New York, e può essere sommerso dagli studi quanto vuole, ma stai sicura che il tempo per te lo troverà sicuramente. Ricordati che la distanza in un rapporto è molto importante piccina mia, ma questo credo che tu già lo sappia… quindi ti ripeto Rosie, da’ ascolto al tuo cuore, altrimenti fra qualche anno, quando rivedrai la persona che non hai scelto per rimanere con l’altra persona, ascolterai soltanto il rumore del tuo cuore spezzato dai sensi di colpa.-
Finì il suo discorso con gli occhi lucidi e Rosie potè notarlo benissimo: praticamente le aveva dato questo consiglio basandosi su quello che stava accadendo da un paio di mesi nella vita di Kendall, mica era scema lei, l’aveva capito benissimo quanto ci tenesse ancora a sua madre; se n’era accorta a casa sua, prima di andare via, osservando il modo in cui suo padre guardava sua madre.
Quindi si alzò dalla sedia, e istintivamente andò ad abbracciare suo padre, con le lacrime agli occhi.
-Grazie papà, grazie veramente di ogni cosa!- mormorò contro il suo orecchio, mentre lui le stringeva le spalle come se non volesse più lasciarla andare via.
E lo ringraziava anche perché l’aveva praticamente e inconsciamente spinta fra le braccia di Louis.
-Ma figurati amore mio, sai che quando vuoi puoi chiedermi consigli, devi farlo!- esordì il biondo in risposta e poco dopo Rosie si staccò dal suo abbraccio e tornò a sedersi al suo posto.
-Adesso però sono io a doverti chiedere una cosa molto importante…- aggiunse Kendall poco dopo, e quella confessione fece stare un po’ sulle spine Rosie.
“Quanto ti farebbe piacere vedere me e tua madre insieme?”
-Hai già scelto quale università frequentare il prossimo anno?-
 
 
 
≈≈
 
 
 
 
-Ti ringrazio per essere venuto Zayn, avevo proprio bisogno di stare con un amico di vecchia data!- esordì Louis vedendo il pakistano entrare dalla porta del locale.
-Louis, bello! Sai che quando hai bisogno il vecchio Zaynie è a tua completa disposizione!- ridacchiò il moro abbracciandolo come se fossero fratelli, ed infatti, in un certo senso, lo erano: non di sangue, ma per scelta.
Si sedettero entrambi sugli sgabelli posti aldilà del bancone ed ordinarono un paio di birre, giusto per riscaldare un po’ l’ambiente, com’era loro solito fare quand’erano ragazzi.
-Insomma, Chanel mi ha detto che stai divorziando… bella merda, eh?- gli domandò piuttosto serio Zayn, sorseggiando un po’ della sua Stella Artois.
-Già amico, è abbastanza una merda- rispose il castano scrollando le spalle magroline -ma non è di questo che volevo parlarti stasera…-
A quel punto Zayn lo guardò con un sopracciglio inarcato e -Allora spara, bello.- gli disse stringendo tra le mani tatuate la bottiglia di birra già a meta.
-Diciamo che è successo tutto quando sono arrivato a New York, diciamo quasi subito…- iniziò a dire, già incuriosendo Zayn -Ho conosciuto una ragazza, bello.-
Il moro al suo fianco scoppiò a ridere e per poco non si strozzò con qualche goccio di birra che aveva appena preso dal collo della bottiglia, così tossì per rimettersi in sesto e si pulì la bocca usando la manica della giacca che indossava.
-E me lo dici così? Su due piedi? Porca troia Lou, ma è fantastico!- esclamò il moro dandogli qualche pacca sulle spalle, così forte da far voltare anche le tre ragazze sedute al loro fianco, e Louis si scusò, chiedendo subito dopo al suo migliore amico di abbassare la voce.
-No Zayn, è fantastico fino ad un certo punto…- mormorò il castano sbuffando.
-Cosa, come mai? È incinta? Ha dei marmocchi? Ha l’età di tua madre? A proposito, come sta tua madre?-
Louis lo guardò con due occhi che sembravano fessure, e con le sopracciglia fini inarcate.
-Cosa c’entra mia madre adesso?- sbottò ad un tratto Louis, poi si riprese -Comunque sta bene e no, non ha la sua età. Né è incinta o ha dei figli, il fatto è che va ancora all’università Zay, ha vent’anni compiuti da poco ma vedi… lei mi piace, è bellissima, è molto intelligente e matura per la sua età, inoltre…-
-Scopa bene, vero?- gli domandò impaziente Zayn, con un sorrisetto da bambino stampato sulla faccia; Louis lo guardò esattamente come poco prima.
-Volevo dire che vive vicino a me Zayn, non so se scopa bene o meno!- bofonchiò Louis con voce stridula.
Oh, lo sapeva bene invece… ma non lo avrebbe detto a Zayn.
-Be’ amico, l’hai fatta grossa allora…- borbottò il moro, fischiettando poco dopo -E se vuoi un consiglio da un amico, ti dico solo di buttarti, se ti piace così tanto soprattutto… ma pensa alla sua età, pensa che ha vent’anni, tu ne hai quasi quarantadue, sei senza pargoli, sei un medico e sei messo più che bene economicamente, quindi calcola che lei potrebbe volere un bel matrimonio in bianco dopo il tuo divorzio e perché no?, anche dei marmocchi, quindi pensa bene alle conseguenze, bello mio.-
Gli dette una pacca sulla spalla e finì gli ultimi sorsi di birra che restavano, mentre Louis si ritrovò a sospirare.
-Ci ho pensato Zayn ma vedi, lei mi piace talmente tanto da fottermi ogni pensiero… quindi sono fottuto e tu lo sai bene! Che faccio?- gli domandò nuovamente, con un tono da quasi innamorato tanto patetico, quanto dolce.
-Ci facciamo un’altra birra a testa amico, garçon!- si rivolse al cameriere chiedendo l’ordine di qualche minuto prima -E tu, dato che mi sembri sulla retta via dell’innamoramento, prendi questa ragazza, te la scopi e poi ti ci metti insieme. Alla tua, bello!-
Alzò in aria la bottiglietta di birra che aveva appena ricevuto dal barman, Louis fece lo stesso ridacchiando e -Alla mia, bello.- esclamò felice come una Pasqua, pensando già a quando lo avrebbe detto a Rosie l’indomani.
 
 

 
≈≈
 
 
 
Rosie bussò un paio di volte alla porta dell’appartamento di Louis, incuriosita (e non poco) dopo aver letto il suo messaggio di prima mattina, dove aveva l’idea di essere felicissimo, a giudicare dal soprannome che aveva usato per chiamarla: raggio di sole.
Neanche cinque secondi dopo venne ad aprirle un Louis bellissimo, profumato, coi capelli in ordine, la barba fatta, e con un maglioncino color porpora e i pantaloni grigi di una tuta indosso, che la sollevò di peso abbracciandola, baciandola e facendola roteare per la stanza, causandole una leggera confusione ed un leggero mal di mare.
-Lou… mi spieghi che diamine ti succede?- gli domandò quindi, quando il castano si decise a lasciarla.
-C’è che voglio stare con te Rosie, ho deciso che staremo insieme anche se all’oscuro di tutti, e se anche tu lo vorrai sarà tutto perfetto!- esclamò in risposta, prendendole la testa fra le mani e baciandola un’altra volta.
Ah, quella era musica per le sue orecchie!
-Anche io voglio stare con te Louis, parlando con mio padre ho preso una decisione: lascerò Elijah quando tornerà a New York e saremo ancora più felici!- disse la bionda, abbracciandolo nuovamente.
-Okay, allora stiamo insieme?- le chiese Louis più euforico di prima.
Rosie annuì un sacco di volte e si baciarono di nuovo, finendo abbracciati sul divano di casa Tomlinson.
-Aspetta però- disse Louis all’improvviso, interrompendo il tutto -quindi tuo padre sa che stai con me?-
Rosie scoppiò a ridere vedendo il terrore negli occhi cerulei del suo ragazzo e scosse la testa in risposta.
-Certo che no, stupido.- gli disse facendogli tirare un sospiro di sollievo, poi tornò a baciarla come poco prima.







 


 
Eeeeeeeeeeeeeeee buonasera!! ❤❤
Stasera ho fatto super tardi, lo sè, però in questi ultimi giorni mi ero tipo scordata di non aver completato il capitolo quindi mi è toccato scriverne più della metà oggi, terminando circa dieci minuti fa, ewe
Quindi farò un commentino stra veloce, as always AHAHAH
Per primo abbiamo il nostro Louis gelosone che vuole sferrare pugni sul povero faccino di Drew, che ha osato sporgersi oltre i suoi limiti, baciando la donna di Tommo (uwu), ma per fortuna questa è l'ultima volta che ne sentiamo parlare, vi chiedo scusa perchè sti qua hanno alzato un polverone per nulla dato che sto figlio de bona donna scompare dopo due attimi, ma io avevo bisogno di drammi eh!! uwu
Poi poi poooi, il carissimo e dolcissimo Kendall (❤) non manca mai, dato che ha praticamente spiattellato su un piatto d'argento con serenata e tulipani rosa (gdsbfhy) compresi i suoi sentimenti verso Virginia, che invece non ha reagito molto bene a questa confessione... MA RIPETO, avevo bisogno di drammi uwu
Comunque tranquille, non ho intenzione di toccare i Liaminia per ora, PER ORA eh... no dai scherzavo AHAHAH non voglio troppi drammi e cuori spezzati alla fine, sono diabolica ma non così tanto!! :P
La cena Kendall/Rosie molto fluff e dgcbjusd, lui ha indirettamente ed inconsciamente approvato i Lousie ma vbb, sono adorabili dgtdhjud *^*
E poi -la mia cosa preferita nel capitolo- ZAYN, amore miooo ❤
Mi manca così tanto che l'ho voluto inserire nella vita amorosa di Louis, e poi gli Zouis sono ajdbgghsjj insieme, quindi LUNGA VITA AGLI ZOUIS ❤
Ed anche il nostro bel moro è pro ai Lousie (inconsciamente ouo), però adesso siamo tutti contenti!!
E -MA QUALE NOVITA'???- anche stavolta ho scritto un poemino stile Odissea, sooo evaporo dghdhdh lascio a voi fanciulline i commenti, il prossimo capitolo sarà online venerdì prossimo ❤
Infiniti kisses,
Hazel.




P.S. Lunga vita alla fighezza e finezza della Pieterse nella gif, direttamente dalla 6x10 di PLL!!!!!!!! ❤❤❤
 

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Capitolo 10
*** Nine – Smirk. ***




Nine – Smirk.




 

{Thanksgiving Day}
 
 
 
-Perfetto, è passato solo un giorno dall’avviso degli insegnanti riguardo alle lettere per il college ed io ne ho già ricevute due!- bofonchiò Rosie entrando in casa, facendo ridacchiare sua madre perché ancora non si era accorta di niente -Voglio dire mamma, una è da parte di Berkeley e l’altra da… Oxford, oddio! Già mi immagino le risposte!-
-Tesoro…- la richiamò Virginia, avvicinandosi a sua figlia e abbracciandola da dietro.
-“Gentile signorina Payne, siamo desolati nel doverle dare questa notizia ma purtroppo nel test fatto da lei è risultato che la sua preparazione non è sufficiente per frequentare la nostra università. Le suggeriamo cortesemente di prendere parte al nostro programma studenti e di ritentare il prossimo anno facendo nuovamente il test!”- recitò con voce da uomo, gettando entrambe le lettere sul tavolo della cucina -Lo so mamma, è quello che c’era scritto nella lettera di rifiuto che aveva ricevuto Elijah da Stanford a giugno, e pure in quella di Albuquerque, menomale che almeno Yale non lo ha del…-
Virginia non le fece neanche finire la frase, dato che la interruppe sul più bello.
-Amore, sono sicura che le tue lettere invece ti informeranno che questi due college ti hanno accettata, stai tranquilla!- esclamò baciandole una tempia -Ma adesso perché non ti siedi sul divano e le apriamo con calma?-
La bionda sbuffò, prese nuovamente in mano le due lettere e non appena si voltò, dovette strizzare gli occhi, pensando di avere le visioni, ma non era affatto così: Elijah O’Brien era tranquillamente seduto sul divano di casa sua mentre accarezzava il suo piccolo Flynn, con un sorriso divertito stampato sulla faccia leggermente più abbronzata del solito, la barba incolta e i capelli castani un po’ più lunghi rispetto all’ultima volta che si erano visti, e il tutto non la fece svenire… per poco.
-Hey Payne, che fai?- le domandò con un tono fintamente serio, alzandosi dalla sua postazione -Non vieni ad abbracciare colui che è stato rifiutato da Albuquerque e Stanford?-
Virginia al suo fianco scoppiò a ridere e le dette una piccola pacca sul sedere in segno d’incoraggiamento, così la bionda si morse un labbro tentando di contenere il sorriso enorme che le era spuntato, ma proprio non ce la fece: si lasciò scappare un piccolo urletto di felicità e gli saltò praticamente al collo, facendolo ridere ancora di più, e non appena Rosie si rese conto di averlo stretto fin troppo, lo baciò, senza pensarci due volte -o quasi.
-Che diavolo ci fai tu qui?- gli domandò non appena si staccarono, urlando talmente tanto da perforargli i timpani.
-Okay ragazzi, io vi lascio. Vado a portare a Louis le ultime cose per la cena, mi raccomando Elijah, la affido a te!- esclamò Virginia, uscendo dall’appartamento non appena il ragazzo le ebbe fatto il segno dell’okay con il dito.
-Allora?!- domandò ancora Rosie, impaziente per la risposta -Potevi avvertirmi almeno!-
-E sarebbe stata una sorpresa, piccola?- le rispose ridacchiando e baciandole il naso subito dopo -Ho saputo circa due settimane fa che sarei potuto tornare a casa un paio di giorni per il Ringraziamento, così ieri ho chiamato tua madre per avvertirla che ti avrei fatto una sorpresina, ed ora eccomi qua!-
Rosie gli sorrise e lo abbracciò ancora.
-Sono felicissima che tu sia qua, mi sei mancato da morire.- affermò toccandogli i capelli dolcemente ed Elijah la baciò sulla fronte.
-Anche tu piccola mia, non vedevo l’ora di tornare a casa, vederti, baciarti e poi fare l’amore con te, sono quasi due mesi che non combino niente!- asserì il castano facendola scoppiare a ridere, così gli prese la mano e lo portò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle.
Effettivamente anche Rosie dopo la prima volta con Louis non aveva più fatto sesso con lui, ma si erano limitati a baciarsi appassionatamente sul divano o sul letto, senza andare oltre i preliminari.
E a proposito di Louis… lui non sapeva del ritorno di Elijah, e come minimo suo madre -conoscendola- lo avrebbe invitato ad unirsi alla cena del Ringraziamento a casa sua, se però non lo aveva già fatto; però ciò che la fece sentire peggio fu il fatto che stava per fare l’amore con Elijah, all’insaputa di Louis, anche se con quest’ultimo aveva fatto lo stesso un mese prima, solo all’insaputa di Elijah, che era il suo vero ragazzo e con il quale avrebbe dovuto andarci a letto insieme tranquillamente.
-Quanto mi è mancato il tuo bellissimo corpo…- le sussurrò Elijah all’orecchio, mentre l’aiutava a togliersi il maglioncino azzurro.
-A me sei mancato tu, in tutto e per tutto.- gli disse la bionda, spingendolo sul letto e gettando il maglione ai piedi di esso, salendo su di lui subito dopo e baciandolo esattamente come poco prima.
Pensò che nessuno avrebbe dovuto sapere di quello che stavano facendo, perché sarebbe stato strano se i suoi genitori l’avessero scoperto, anche se era piuttosto sicura che avessero immaginato che fosse già successo, ma in particolar modo era Louis che doveva restare all’oscuro di tutto, perché non voleva in alcun modo ferirlo, dal momento in cui avevano provato a stare insieme ed era filato tutto alla grande, per ora.
Le mani di Elijah erano tra i capelli di Rosie, i loro vestiti erano nella sua stanza e la voce del ragazzo era un suono talmente famigliare da far sembrare tutto un sogno bellissimo dal quale si sarebbe risvegliata all’istante, ma sapeva che niente sarebbe durato per sempre, e nel suo caso la sua relazione con Elijah; ma tutto quello sta diventando ancora più bello in quel momento, lui era così alto, muscoloso e bello da morire, era così dolce, così innamorato di lei e quando si erano baciati per l’ultima volta l’ultima richiesta di Rosie era stata: “Non dimenticarti che a New York hai una ragazza innamorata di te che aspetta di rivederti per stringerti fra le sue braccia”, e glielo aveva fatto sapere una sera in cui si erano sentiti al telefono, quando aveva il ciclo, era sensibilissima e sentiva tremendamente la sua mancanza.
Pensò inoltre che se un giorno fosse venuto a sapere di lei e di Louis, e molto probabilmente l’avesse lasciata, quei ricordi l’avrebbero perseguitato, tormentato per tutta la notte e addirittura l’avrebbero seguito in giro, perché conosceva il suo Elijah, e sapeva quanto fosse sensibile, affezionato ed innamorato di lei: per questo non poteva lasciarlo, non quel giorno, non dopo tre lunghi anni passati insieme a lui; però non poteva stare anche insieme a Louis, non con entrambi, perché avrebbero sofferto tutti e tre, Rosie stessa in primis.
Magari gli avrebbe chiesto una pausa, ma ne avrebbero parlato l’indomani, prima della sua partenza per Yale.
-È stato così… wow.- commentò Elijah una volta venuto insieme a Rosie, sdraiandosi accanto a lei sul letto.
-Esattamente come lo avevo immaginato.- gli disse la bionda, accoccolandosi sul suo petto mentre lui sorrise, le baciò la fronte e le sussurrò all’orecchio un dolcissimo “ti amo” che la fece rabbrividire: era davvero pronta a porre fine a tutto quello?
 
 
 
≈≈
 
 
 
-Credi che così sia troppo?- domandò Rosie ad Elijah una volta uscita dal bagno per truccarsi, mostrandogli i
vestiti che indossava e facendolo rimanere a bocca aperta.
-Troppo bella intendi? Troppo sexy? Decisamente sì, ma va benissimo in questo modo.- le rispose il castano, prendendola per la vita ed attirandola a sé per baciarla.
-Ti ringrazio, però sei sicuro di non poter venire alla cena di Louis?- gli domandò mettendo su un adorabile broncio -Ci saranno anche Lauren ed i suoi genitori, non credo che darai fastidio, e poi Louis ha detto alla mamma che c’è abbastanza posto e cibo per te!-
Elijah ridacchiò e le lasciò un altro bacio sulle labbra.
-Vorrei tanto piccola lo sai, ma stasera ci saranno tutti i miei fratelli, le loro mogli e mariti e i miei nipotini, sono venuti a posta per vedere me e se mancherò a questa cena posso considerarmi morto!- esordì in risposta, facendo ridacchiare la sua ragazza -E poi abbiamo tutto il giorno di domani per stare insieme!-
Rosie sbuffò per poi circondargli il collo con entrambe le braccia, avvicinarsi a lui e baciarlo a stampo.
-Va bene, d’accordo… allora manda i miei saluti a tutti quanti e passa una bella serata, ma soprattutto non farti uccidere dai tuoi nipoti… ah, e mandami qualche foto insieme alla tua famiglia e soprattutto di come sei vestito!- esordì la bionda, facendolo scoppiare a ridere.
-Hey hey piccola, vado alla cena di Ringraziamento con la mia famiglia, non parto per la guerra!- esclamò Elijah tra una risata e l’altra, stringendola in un abbraccio subito dopo -Però adesso sarà meglio che vada, sicuramente mia madre vorrà il mio aiuto per apparecchiare la tavola e tutto… poi devo ancora farmi la doccia e vestirmi. Ci sentiamo dopo, okay?-
La bionda annuì e si avvicinò al suo ragazzo per dargli un bacio d’addio, poi uscì dalla sua stanza insieme a lui e lo accompagnò alla porta d’ingresso.
-Ci vediamo domani, buona cena.- le disse accarezzandole i capelli -Ah e sono veramente tanto fiero di te per essere stata accettata da entrambe le università, sapevo che ce l’avresti fatta.-
La bionda gli sorrise grata, ripensando a quando -poco prima- avevano aperto insieme le lettere di Oxford e Berkeley che dicevano che l’avrebbero aspettata per visitare i college.
-Grazie Elijah, sono molto felice anche io, soprattutto perché ho il tuo appoggio.- rispose Rosie, prima che Elijah lasciasse l’appartamento, diretto verso casa sua.
 
 
 
≈≈
 
 
 
-Mi dispiace che Elijah non sia potuto venire a cena con noi tesoro, te l’ho detto che a Louis non sarebbe dispiaciuto.- le disse Virginia una volta scesa dall’auto.
-Lo so mamma ma questa sera sua madre ha cucinato per tutta la famiglia intera, sono venuti tutti per vedere lui e non poteva di certo mancare.- spiegò a sua madre -Ma tanto c’è Lauren e non Ben, quindi stavolta non posso essere trascurata dalla mia migliore amica.-
Sia sua madre che suo padre ridacchiarono nel sentire le sue parole, ripensando a tutte le volte che Rosie si era lamentata perché la sua migliore amica le aveva fatto il bidone per stare con Ben, nonostante si vedessero ogni singolo giorno.
Liam suonò il campanello dell’appartamento di Louis, che subito aprì e gli invitò a salire, dicendo loro che Zayn, Chanel e Lauren erano già arrivate, così presero l’ascensore e in pochi secondi raggiunsero gli altri, intenti ad ammirare la gustosa tavola imbandita.
Rosie trovò la sua migliore amica al telefono, era proprio vero che senza il suo Ben non ci poteva stare.
-Oh, ecco qua la mia migliore amica!- disse facendola voltare -Quanto tempo è che non passavamo un paio d’ore insieme? Proprio non me lo ricordo!-
Lauren ridacchiò nel sentire le sue parole e -Adesso vado Ben- bingo! -è arrivata Rosie, salutami i tuoi e Lily, ti mando un bacione, ciao.-
La bruna riagganciò e si gettò fra le braccia della sua migliore amica, che ridacchiò e si staccò subito dopo da lei per ammirarle i
vestiti che indossava.
-Wow, siamo tipo vestite uguali e non ci siamo messe d’accordo…- commentò con una punta di sarcasmo nella voce -Allora la nostra amicizia non è rovinata del tutto!-
Lauren ridacchiò e scosse la testa divertita dal comportamento della sua migliore amica e prima che potesse risponderle, Louis piombò nella stanza per salutare Rosie, che ancora non era riuscita a vederlo.
-Complimenti Rosie, ti presenti in casa mia per la cena di Ringraziamento e non vieni neanche a salutarmi… che atto di ringraziamento è mai questo?!- commentò con un falso tono offeso e con le braccia incrociate sul petto, facendo scoppiare a ridere entrambe le ragazze.
-Perdonami Louis, il fatto è che dovevo risanare la mia amicizia con questa ragazza che mi evita ogni volta per stare con il suo ragazzo canadese… ti sembra giusto?- gli disse per poi abbracciarlo, tentando di contenere l’entusiasmo e l’eccitazione che provava vedendolo con indosso una camicia bianca e dei jeans scuri che mettevano in mostra il suo perfetto lato b; e anche lo stesso Louis dovette fare lo stesso, dal momento in cui stava letteralmente spogliando la sua neo ragazza con gli occhi, mandando tutto il suo corpo in subbuglio.
-Canadese indiano per precisione, cara miss gelosia.- asserì Lauren, facendo l’occhiolino a Louis che ridacchiò nel sentire quella specie di battibecco fra le due ragazze.
-Oh Lauren, allora se è indiano sei perdonata, tuo padre sarà contento di questa relazione, ha trovato un suo simile!- commentò il castano, illudendosi alle origini pakistane di Zayn.
-Se non fosse per la sua gelosia lo sarebbe!- esordì la bruna, e questo fece automaticamente guardare Rosie e Louis negli occhi, che pensarono a quanto sarebbero stati gelosi i due padri di Rosie se avessero scoperto della loro relazione clandestina.
-D’accordo ragazze, tutte a tavola che mangiamo il tacchino preparato da me personalmente!- esclamò Louis, circondando le spalle di Rosie e Lauren con le braccia e facendo loro strada verso la grande tavola imbandita, dove Virginia, Liam, Chanel, Zayn, Joshua e Jonah avevano già preso posto.
Rosie si ritrovò seduta fra la sua migliore amica e sua madre, ma ciò che la fece esaltare del tutto fu il fatto di essere capitata esattamente di fronte a Louis, perciò sperò che tutti i presenti non si accorgessero degli infiniti sguardi dolci che gli avrebbe rivolto durante tutta l’intera serata.
 
 
 
 
 
 
Circa un’ora e mezzo dopo non erano ancora arrivati al dessert, il che fece preoccupare Rosie ed il suo povero stomaco già gonfio dopo due bocconi di tacchino, ma si riprese quando sentì il telefono vibrarle nella pochette, così l’aprì e vide che le era arrivato un messaggio; subito pensò che fosse da parte di Elijah, ma quando lesse Louis nel destinatario sorrise mordendosi il labbro inferiore per reprimere un po’ dell’aura di felicità che la circondava, e lesse il testo con fare curioso.
 
 
Da: Louis ore 21:39
Non posso fare a meno di guardarti, sei così sexy e mi ecciti da morire, diamine.
Ti aspetto in camera per un bacio, fingi di dover andare in bagno x
 
 
 
La bionda alzò lo sguardo e lo incrociò con quello di Louis, che le rivolse un sorriso compiaciuto e le fece l’occhiolino, per poi prendere in mano il bicchiere di vino rosso e portarselo alle labbra per berlo, ma facendone cadere -di proposito- qualche goccia sulla sua camicia.
-Oh, dannazione!- esclamò il castano con voce stridula, facendo ridacchiare Rosie -Mi sono macchiato con il vino come un bambino di cinque anni, sarà meglio che vada a cambiarmi, con permesso.-
Si alzò dopo che Zayn e Liam lo ebbero insultato con fare scherzoso, seguito da delle risate da parte di tutta la tavolata, e fece a Rosie un altro occhiolino, che le provocò un batticuore interminabile.
-Io vado in bagno, credo di aver mangiato e bevuto troppo, poi devo sgranchirmi un po’ le gambe.- comunicò al tavolo di persone, circa un minuto e mezzo dopo che Louis era andato in camera sua.
-Certo tesoro, sicura di stare bene?- le domandò premurosamente sua madre, e la bionda annuì portandosi una mano sulla pancia, come per farle capire di avere un leggero mal di stomaco, poi si alzò dalla sedia e imboccò il corridoio, entrando in camera di Louis anziché nel bagno alla sua destra e si richiuse la porta alle spalle.
-Hey, eccoti qua bellissima.- le disse il castano alzandosi dal letto dov’era intento a sbottonare la camicia pulita da indossare e si avvicinò a Rosie, baciandola subito dopo -Sei troppo bella, e non so quanto resisterò chiuso con te vestita così in camera… come faccio a non saltarti addosso?-
La bionda ridacchiò nel sentire quelle parole e -Mi hanno accettata ad Oxford e a Berkeley, Lou. Oggi mi sono arrivate le lettere.- gli disse, leggendo chiaramente lo stupore e l’orgoglio nei suoi occhi cerulei.
-Ma è fantastico Rosie! Bravissima!- esordì baciandola subito dopo -Sapevo che ce l’avresti fatta, sono fiero di te piccola mia.-
Perché doveva usare le stesse identiche parole di Elijah per esprimere il suo orgoglio?!
-Ti ringrazio.- gli disse -E comunque da una parte sono contenta che Elijah non abbia accettato l’invito a questa cena, sarebbe stato strano vedervi entrambi allo stesso tempo!-
Louis ridacchiò ed indossò la camicia pulita, molto simile a quella di prima.
-A proposito, glielo hai detto?- le domandò impaziente, come se non vedesse l’ora di farle quella domanda.
Rosie sospirò e -No Lou, non ce l’ho fatta. Mi ha proprio sorpreso questo suo ritorno improvviso, mi sono trovata impreparata e alla fine ho preferito non dirglielo… era così felice di vedermi, lo avresti fatto anche tu al posto mio.-
Vide Louis sospirare ed annuire, sapeva benissimo che le dava ragione.
-E quando pensi di parlargliene allora?- le chiese ancora.
-Credo domani, gli chiederò una pausa per via della distanza. Non voglio mentirgli ancora.- gli rispose, così Louis le sorrise e la baciò di nuovo.
-Stai tranquilla, andrà tutto bene.- esordì per consolarla -Adesso però dovremmo tornare di là, prima che qualcuno sospetti qualcosa!-
Rosie ridacchiò e si avvicinò per baciarlo un’ultima volta, poi lasciò la stanza, andò in bagno per tirare lo sciacquone e tornò in sala da pranzo, dove Louis la raggiunse qualche secondo più tardi.
-Tutto bene, tesoro? Stai meglio adesso?- le domandò Virginia una volta che si fu risieduta al suo fianco.
-Sì mamma- rispose guardando Louis di fronte a sé, che le rivolse un altro sorriso compiaciuto -va tutto a meraviglia.-




 



 
Bonsoir mie tulipani rosa sgsgh ❤❤❤
Anche questa volta sono in ritardo di un giorno ma anche con l'orario, e poi questo capitolo -ovviamente- non mi soddisfa affatto, dal momento in cui l'ho scritto con la fretta addosso ma pace, è solo un capitolo di passaggio e non odiatemi per questo lol
Giuro che questa volta sarò flash per davvero, dal momento in cui non succede niente d'interessante, eccetto il ritorno effetto sorpresa sorpresa di Elijah che a mandato leggermente a puttane tutti i piani di Rosie e Louis, sono stronza, lo so MUAHAHAHAHAH
Ppppoi finalmente torna Lauren, la mia piccolina dgdhed, che dopo aver trascurato per un po' la nostra piccola Rosie è tornata per fare una piccola comparsa in questo capitolino, che secondo me è reso piccante dalla parte del messaggio di Louis in giù fkhdhusj quanto amo quei due insieme aiuto, non è normale shippare insieme i propri personaggi, credo AHAHAHAH ma sgjusksd lo stesso ❤
Beene, adesso che vi siete goduti la parte calma di questa storia vi dico subito che dal prossimo capitolo (nella quale da fine novembre passeremo a metà febbraio, urloh) si complicheranno un po' le cose ed il mio lato da stronza patentata rovina ship (SPOILER ALERT) verrà fuori, ssssso I let you guess what's gonna happen, fhjdbdh ❤
Io ora scappo, a venerdì prossimo allora!
Bacioni ❤
Hazel_



 

 

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Capitolo 11
*** Ten – How Louis Tomlinson destroyed my life. ***




Ten – How Louis Tomlinson destroyed my life.






 
{Due mesi e mezzo dopo}
 
 
 
-Ma devi proprio andare a Londra per firmare quei dannati documenti?- bofonchiò Rosie a braccia conserte, facendo ridacchiare il suo Louis, intento a mettere qualche maglione dentro alla sua valigia distesa sopra al letto -Insomma, non possono inviarteli qua a New York così non stiamo distanti tutto quel tempo?-
Nel vederla con quell’adorabile broncio stampato sulle labbra, il castano sorrise e lasciò cadere un paio di jeans all’interno del bagaglio, per poi avvicinarsi a lei, prenderle il viso fra le mani e baciarla dolcemente.
-Piccola, sai che starò fuori soltanto per un paio di giorni e non devi stare male, perché quando tornerò a casa sarò ufficialmente divorziato e noi potremmo tranquillamente essere felici.- le disse con fare dolce per rassicurarla -E lo saremo ancora di più quando la tua pausa con Elijah terminerà e tu lo lascerai definitivamente.-
Rosie sospirò e fece cenno di sì con la testa, regalandogli un sorriso raggiante subito dopo; Louis aveva pienamente ragione, avrebbe dovuto al più presto porre fine a quella pausa chiesta al suo ragazzo quand’era tornato a casa quelle due settimane per le vacanze di Natale, dicendogli che era confusa anche a causa della distanza fra loro due e che quindi sarebbe stato meglio se le avesse dato tutto il suo tempo e i suoi spazi per decidere cosa fare, però avrebbero continuato a sentirsi anche se meno di prima, solo quando avevano tempo e voglia di farlo.
Così aveva passato quei due mesi senza pensare del tutto ad Elijah, divisa tra gli studi, le visite ai vari college da lei scelti (compresi Oxford e Cambridge, che aveva visitato dopo le vacanze natalizie), le giornate e le serate passate a casa di Louis a parlare del più e del meno, fumare e fare l’amore, oppure insieme a suo padre Kendall, che per Capodanno l’aveva portata con sé a Minneapolis per farle conoscere la sua famiglia, che l’aveva a dir poco adorata sin da subito, però quella volta non aveva incontrato né Drew né sua madre Reese.
Inoltre aveva capito un paio di cose dopo aver chiesto una pausa al suo fidanzato: la prima era che non era più così tanto convinta di voler raggiungere Elijah a Yale l’anno prossimo, e quella decisione era derivata dal fatto che aveva preso in considerazione l’idea di scegliere un’altra delle università che l’avevano selezionata, ma soprattutto dalla seconda cosa che aveva scoperto: si era innamorata di Louis, e ancora non aveva trovato il coraggio di rivelarglielo, certa che il ragazzo avrebbe considerato il dirsi ‘ti amo’ troppo affrettato e che quindi non provasse per lei gli stessi sentimenti.
-Immagina la tua vita senza di me, Louis.- gli disse la bionda subito dopo, facendolo rimanere sorpreso ma comunque curioso di quella richiesta.
-Senza di te?- le domandò infatti Louis, aggrottando le sopracciglia con fare confuso.
-Senza di me.- gli fece eco Rosie.
-Sarebbe come... come la luna senza la sua luce.- esordì in risposta il castano, dopo aver pensato bene a che paragone usare per dirle che per lui era talmente importante da essere inevitabile -Ma perché questa domanda?-
Rosie gli sorrise e ridacchiò, decisa a confessargli i suoi veri sentimenti.
-Oh, soltanto per dirti che ti amo.- gli rispose tranquillamente, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro, il che fece rimanere Louis ancora più sorpreso, così tanto da non riuscire a trovare le parole per aggiungere altro.
-Mi ami per d-davvero Rosie?- fu tutto quello che riuscì a balbettare poco dopo, in situazioni come quella, quando una ragazza esprimeva i suoi sentimenti per lui, si ritrovava sempre a balbettare come un deficiente, il che lo rendeva ancora più dolce.
Rosie ridacchiò fortemente nel sentire le sue parole e -Ma certo che sì Lou.- E tu invece mi ami? -Pensi che sia un po’ troppo presto per dirlo?-
-Oh no Rosie, no no no… certo che no, assolutamente no!- continuò il castano con fare impacciato -È solo che non pensavo che anche tu mi amassi, insomma…-
La bionda lo interruppe prima che potesse aggiungere altro, perché non riuscì davvero a credere alle proprie orecchie.
-In che senso non pensavi che anche io ti amassi?- gli chiese, fingendosi sorpresa e confusa allo stesso tempo -Ciò vuol dire che…-
-Esatto Rosie, ciò vuol dire che anche io ti amo, e avevo così tanta paura a confessartelo… sono proprio uno stupido, devi perdonarmi.- bofonchiò Louis con un’espressione triste sul viso, mentre Rosie si lasciò sfuggire un gridolino entusiasmato e gli saltò letteralmente al collo, baciandolo dappertutto.
-No Louis, non sei affatto uno stupido. E anche se lo fossi ti amerei lo stesso.- gli disse facendolo sorridere e poi lo baciò nuovamente.
 
 
 
 
≈≈
 
 
 
Rosie tornò a casa felice come una Pasqua, dopo aver portato Flynn a fare l’ennesimo giretto per le strade affollate e trafficate di New York.
Liberò il suo cucciolo dal guinzaglio, lo poggiò sul tavolino in salotto e -con fare sognante, cantando una canzone romantica e improvvisandoci un balletto sopra- andò in camera sua e gettandosi a peso morto sul letto, ricordandosi solo qualche minuto dopo che non c’era nessuno in casa perché i suoi erano a lavoro, Joshua era in gita con la scuola e Jonah era insieme a Virginia, e si ricordò anche che doveva ripassare per il compito di francese del giorno seguente, così si alzò di malavoglia dal letto e sbuffò, dirigendosi verso la sua scrivania dove recuperò il libro di francese, e la sua attenzione fu catturata dall’icona di Skype che lampeggiava sul suo portatile, perciò poggiò il libro sul letto e accettò la chiamata, che era da parte di Elijah.
-Hey.- le disse il ragazzo una volta che la connessione si fu stabilita.
-Ciao!- esclamò Rosie mettendosi seduta sulla sedia girevole che stava di fronte alla scrivania -È successo qualcosa?-
In risposta il castano fece cenno di no con la testa e sospirò, facendola sentire confusa ed un tantino a disagio.
-Il fatto è che non ce la faccio più Rosie, sono due mesi che mi hai chiesto quella dannata pausa e ancora non mi hai dato una risposta.- esclamò Elijah con un tono misto fra l’ansioso e l’offeso nella voce.
Rosie sospirò, chiuse gli occhi per un paio di secondi e -C’è una ragazza nella tua stanza?- gli domandò ed Elijah capì che volesse cambiare argomento, ma in realtà non era affatto così.
-Non evitare la mia domanda Rosie, ti prego.- le rispose il castano leggermente alterato -Comunque non è qui per me, è Stacy, la ragazza del mio compagno di stanza, Michael.-
La bionda annuì, ricordandosi che i primi giorni della sua permanenza a Yale Elijah gli aveva parlato di quel Michael, un tizio molto strambo e con i capelli verdi, per questo gli chiese scusa subito dopo; sapeva benissimo di dovergli dare una risposta e siccome aveva già preso una decisione non poteva più tirarsi indietro: doveva dirgli tutto.
-In ogni caso ho preso una decisione, sì.- lo informò, ingoiando quel fastidioso groppo che aveva in gola, sentendosi gli occhi chiari di Elijah puntati addosso, in attesa della sua fatidica risposta -E ascolta, penso che siamo stati da Dio insieme per questi tre anni. Tu sei un ragazzo meraviglioso, sei bellissimo e molto dolce, ma vedi, come ti ho detto due mesi fa io non riesco più a gestire una relazione a distanza, Elijah. Non possiamo vederci solo tre o quattro volte durante l’anno, non può più funzionare e io soffro molto per tutto questo.-
Vide Elijah socchiudere gli occhi, tirare la testa all’indietro e sospirare, segno che non accettava quella risposta.
-Ma tu sapevi che non sarebbe stato facile Rosie, lo sapevamo entrambi cazzo, non capisco perché adesso te ne esci con questa storia!- esordì in risposta, poi Rosie sentì la porta di camera di Elijah sbattere, segno che il suo compagno di stanza e la sua ragazza erano usciti per lasciare loro un po’ più di privacy.
-Lo so benissimo, e ti do ragione su questo. Ma non è colpa tua, davvero, sono io.- gli disse la bionda, cercando di porre fine a quella discussione, ma non ci fu riuscì.
-C’è qualcun’altro per caso?- gli domandò quindi Elijah subito dopo, facendole battere forte il cuore -Hai conosciuto con un altro ragazzo? Stai con lui?-
Rosie si morse il labbro inferiore e scosse la testa, tentando in tutti i modi di trattenere le lacrime.
-No Elijah, non c’è nessun’altro.- gli mentì -Mi dispiace davvero tanto, però devi capire la mia decisione ed accettarla.-
Il castano si ritrovò ad annuire, sospirò e -Hai ragione Rosie, hai pienamente ragione. Da ora in poi dovrò accettare il fatto che ci siamo lasciati.- le disse con un tono sconfortato e a Rosie dispiacque ancora di più.
-Senti, so che è difficile e credimi, lo è anche per me…- bofonchiò la bionda sospirando -Comunque adesso perdonami ma devo andare a ripassare francese per il compito di domani… Spero di sentirti presto.-
Gli rivolse un sorriso che fu talmente tanto dolce da riuscire perfino a farlo sorridere e questo fece tirare Rosie un po’ più su di morale.
-Va bene, spero tanto anche io che possiamo sentirci presto.- le disse il castano con tutta la sincerità che aveva nel cuore -E comunque in bocca al lupo per il compito di francese… ti sono vicino con il mio affetto.-
Nel sentire le sue dolci parole Rosie non potette fare a meno di sorridere e -Grazie, ti mando un bacio.- esordì in risposta, prima di chiudere la chiamata e gettarsi sul letto sospirando fortemente, per poi prendere il libro di francese ed aprirlo alla pagina da ripassare.
Nemmeno il tempo di leggere le prime due parole che il suonarono alla porta, facendola sbuffare ed imprecare, certa che fosse qualcuno della sua famiglia che aveva scordato le chiavi in casa, com’era solito accadere, solo che quando andò ad aprire non si trovò davanti né i suoi genitori né i suoi fratellini, ma bensì Louis, il che la sorprese molto, ovviamente in modo positivo.
-Che ci fai tu qua?- gli domandò immediatamente, saltandogli al collo subito dopo e quindi facendolo ridacchiare.
-Sono passato per ridarti il cellulare, lo avevi lasciato a casa mia e non so come tu abbia fatto… ma dove hai la testa?!- le rispose porgendole lo smartphone e scatenando una risata generale.
-Ti ringrazio Lou, non mi ero neanche accorta di non averlo in tasca- gli disse per poi lasciargli un bacio sulle labbra -comunque entra, devo dirti una cosa importantissima!-
Lo prese per mano e lo portò in camera sua, dopo avergli assicurato di essere da sola in casa e poi si decise a dargli la buona notizia.





Elijah uscì dal bagno e si gettò a peso morto sul letto: era stanco morto e dopo la rottura con Rosie attraverso Skype lo era ancora di più; lui l'amava ancora, non era pronto a dirle addio in quel modo e soprattutto non così presto, ma pensò che evidentemente era così che dovevano andare le cose.
Alzò la testa dal cuscino non appena sentì delle voci in lontananza ma non poi così tanto: era come se fossero nella stanza, solo che non riusciva a spiegarsi da dove provenivano, così si alzò e si diresse nella direzione da dove le aveva sentite, ovvero verso il suo portatile.
Alzò lo schermo che era semi abbassato e gli apparve sul monitor la chiamata di Skype con Rosie ancora aperta, e si accigliò perché pensava di aver spento tutto, o al massimo che lo avesse fatto lei.
Quando fece per chiudere definitivamente la chiamata, lo attirò il vedere Rosie in compagnia di un'altra persona seduta sul suo letto, così zoommò verso loro due e rimase di stucco quando riconobbe quella persona: si trattava di Louis, l'amico di famiglia della sua ex ragazza... e allora come mai si trovava a casa sua, seduto sul suo letto?
Incuriosito da quella situazione, alzò il volume delle casse e mise un lembo della sua maglietta nera sulla webcam, per far sì che fosse oscurato il tutto, in modo tale da non essere scoperto da Rosie.
-Oh mio Dio, lo hai davvero lasciato?- le aveva appena domandato Louis, mentre Rosie annuiva con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro.
-Sì Lou, per la terza volta!- rispose la bionda ridacchiando -É stata dura, lo ammetto, non è stato affatto facile ma ho dovuto farlo. Non provo più niente del semplice affetto per Elijah e amo te, lo sai benissimo questo.-
Cosa aveva appena sentito?!
Rosie amava quel quarantenne?
Assurdo, veramente assurdo: quella era l'unica parola che gli era venuta in mente per descrivere quella situazione, tanto era schifato.
Ma come poteva quell'uomo di venti anni e passa più vecchio di Rosie, toccarla e baciarla come se nulla fosse, senza pensare che avrebbe potuto essere sua figlia?
Perché in fondo era pur sempre la figlia dei suoi migliori amici, il che peggiorava le cose.
Decise di aver visto abbastanza quando si  accorse che mentre pensava da quanto tempo andasse avanti quella 'fuga romantica' fra la sua ormai ex ragazza e Louis, i due si stavano baciando appassionatamente e stavano per andare oltre, facendo salire i conati di vomito al povero Elijah, che si sentiva tradito e ferito come non mai, perché di certo non si sarebbe mai e poi mai aspettato che Rosie lo tradisse da un po' di tempo, dopo tutti quegli anni passati assieme, e per giunta con un uomo maturo, molto più grande di lei.
Accecato dalla rabbia com'era, decise di riprendere -senza ovviamente guardare- qualche secondo del momento intimo che stavano avendo quei due attraverso Skype, deciso come non mai a mandarlo a Rosie subito dopo, per farle capire che era stata scoperta e che non era stato affatto piacevole.
 
 
 
 
 
 
Sorrise a Louis non appena le fece poggiare la testa sul suo petto caldo a causa dei movimenti non del tutto tranquilli che avevano appena smesso di fare, e il castano ricambiò, baciandole la fronte accaldata.
-Non voglio che tu vada a Londra, resta qua.- gli sussurrò all'orecchio la bionda, provocandogli una scia infinita di brividi lungo le braccia e la schiena e facendolo ridacchiare.
-Vorrei restare piccola, lo sai benissimo, ma ho già prenotato il volo, che a dire la verità parte tra quattro ore e non voglio ritardare!- esclamò Louis cercando con lo sguardo suoi abiti sparsi per la stanza -Perdonami Rosie, ma devo proprio scappare!-
Le dette un bacio sulle labbra rosee e si alzò, indossando con mossa esperta i boxer grigi che giacevano ai piedi del letto, seguiti dai jeans scuri, il dolcevita indaco e i suoi mocassini invernali.
-Mh e va bene!- bofonchiò Rosie esasperata -Mi consolerò ripassando francese per il compito di domani.-
Lo imitò, alzandosi dal letto ed indossando l'intimo, avvicinandosi a Louis subito dopo per baciarlo.
-Vestiti piccola, non voglio che ti ammali.- le disse come se fosse suo padre, stringendola ancora di più a sè per riscaldarla.
-D'accordo, poi ti accompagno alla porta.-
Fece come le aveva consigliato il suo ragazzo, tirò su le coperte per rendere un po' più decente il letto ed infine scortò Louis fino alla porta d'ingresso, non staccandosi da lui neanche un secondo, ignara del fatto che qualcuno sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro.
-Scrivimi quando parti e anche quando atterri, okay? Ti amo.- gli disse con premura, stringendolo a sè e assaporando il dolce profumo di lavanda che emanavano i suoi vestiti.
-Certo piccola mia, ti amo anche io.-
Le lasciò l'ultimo (lungo) bacio e poi lasciò la casa, pensando già a quando l'avrebbe rivista al suo ritorno a New York tre giorni dopo.
Rosie chiuse la porta di casa con un filo di malinconia addosso e tornò in camera, promettendo a se stessa di concentrarsi sul francese e sul compito del giorno seguente.
 
 
 
≈≈
 
 
 
Non appena ebbe finito di cenare, Rosie tornò in camera sua perché doveva rileggersi per bene alcune coniugazioni che non volevano saperne di entrarle in testa, perciò si chiuse dentro e si concesse un'altra mezz'ora di studio intenso.
Ma non appena si sdraiò sul letto con il libro fra le gambe, sentì il rumore di una notifica provenire dal suo portatile, quindi si alzò di malavoglia e si diresse verso la sua scrivania, e aprendo il pc, notò l'icona delle email che lampeggiava, perciò la aprì e vide che Elijah le aveva mandato un video con allegato un messaggio che diceva: "Spero che almeno lui sappia renderti felice come non ho saputo fare io.", il che la fece sbiancare un po'.
Ingoiò quel fastidioso groppo che aveva in gola e -col cuore che le batteva all'impazzata- decise di aprire quel video e oh, se non l'avesse mai fatto...
-Cazzo cazzo cazzo.- imprecò a bassa voce non appena riconobbe la sua stanza, lei e Louis che facevano l'amore nel suo letto, come poco prima; e lì la domanda le sorse spontanea: come diavolo aveva fatto Elijah a scoprire tutto?
Presa dalla curiosità, dall'ansia e dal panico recuperò il suo telefono sul comodino a fianco del letto e compose velocemente il numero del suo ex ragazzo, con le dita che tremavano e il cuore pronto ad esploderle nel petto.
-Pronto?- le rispose il ragazzo qualche secondo dopo, con un tono del tutto normale.
-Si può sapere come diamine hai fatto a scoprirlo?- gli domandò praticamente urlando -Cosa pensavi di fare mandandomi quel video, eh?-
Sentì Elijah ridere amaramente, segno che c'era rimasto veramente male dopo averlo scoperto.
-E tu cosa pensavi di fare?- le chiese questa volta lui -Perché non me lo hai detto?-
Rosie sospirò pesantemente e sentì gli occhi pizzicarle, e la voglia di piangere le pervase tutto il corpo, perché una delle persone più importanti della sua vita era venuta a conoscenza di una cosa grandissima, persino più grande di se stessa.
-Volevo far passare un po' di tempo e poi lo avrei detto anche ai miei genitori e a Lauren, sai quant'è complicata la cosa El.- gli rispose, usando quel soprannome che gli aveva affibbiato quando erano più piccoli -E lo so, non ci sono scusanti per come mi sono comportata... ma ti ringrazio comunque per avermi fatto sapere di averlo scoperto mandandomi quel video. Spero che manterrai il segreto, se ci tieni a me so che lo farai...-
Lo sentì sospirare, ma sapeva che non le avrebbe mai fatto una cosa del genere, perché lei conosceva Elijah e lui non era affatto un tipo vendicativo, nonostante lei lo avesse tradito e poi glielo avesse tenuto nascosto... la amava troppo per poterlo fare.
-Ti prego, ti supplico, lo farò io a tempo debito, non dire niente nè ai miei nè a nessun'altro.- gli disse la bionda con voce tremolante.
-E va bene- esordì Elijah dopo poco -non dirò niente a nessuno.-
Rosie sospirò e -Grazie, ti ringrazio di cuore.-
Il castano fece per aggiungere qualcosa ma purtroppo non ce la fece, tanto era deluso sia da se stesso per aver ceduto ancora una volta, che da Rosie, e le motivazioni erano ben più che chiare, quindi riagganciò e la bionda non si sorprese più di tanto.
In quel momento l'unica cosa che restava da fare era dirlo a Louis, ma pensò che non poteva mandarlo in Inghilterra con un altro problema del genere, ed era anche vero che non poteva aspettare fino al suo ritorno per farglielo sapere, così fece due calcoli a mente: siccome l'aereoporto distava a venti minuti da casa di Louis e il suo volo era previsto fra circa due ore e mezzo, avrebbe potuto benissimo raggiungerlo a casa e parlare con lui... e così fece.
 
 
 
≈≈
 
 
 
Raggiunse casa Tomlinson in meno di quindici minuti e quando arrivò al suo appartamento lo trovò intento a trascinare la sua valigia verso l'ascensore.
-Rosie, hey!- esclamò euforico non appena la vide -Che ci fai tu qui?-
La bionda si poggiò una mano sullo stomaco e con l'altra si sorresse alla parete per riprendere fiato, tanto aveva corso.
-Devo... devo dirti una cosa importante Lou.- disse fra un respiro profondo e l'altro.
-Okay, aiutami a portare la valigia in macchina e nel frattempo mi racconti.- esordì con un tono calmo, totalmente ignaro di ciò che gli stava per dire la sua ragazza.
-Be' ecco, si tratta di Elijah.- iniziò a dirgli mentre cercava il video allegato dell'email che le aveva mandato poco prima Elijah, pronta a mostrarlo a Louis.
-Che cosa è successo?- le domandò ancora una volta non appena furono usciti dall'ascensore, uscendo anche dal palazzo e dirigendosi verso la sua auto, che si era comprato per Natale.
-Allora?!- le disse di nuovo, non appena ebbe messo la valigia in bauliera.
-Elijah ci ha scoperti, Louis.- esclamò Rosie tutto d'un fiato, mentre il castano di fronte a lei spalancò gli occhi impanicato.
-Oddio, oddio- cominciò a dire, scompigliandosi nervosamente i capelli -come diavolo è potuto succedere?-
Per rispondere alla sua domanda, Rosie gli porse il suo telefono, mostrandogli il video mandatole da Elijah.
-Santo cielo!- esordì il castano, montando in macchina subito dopo -Entra che facciamo un giro e mi spieghi tutto.-
La bionda fece come gli aveva detto Louis e poco dopo si ritrovarono in giro per le strade ancora affollate di New York, nonostante fossero quasi le dieci.
-Quando ho salutato Elijah per tornare a studiare credevo di aver chiuso la chiamata su Skype, in realtà non ho neanche controllato.- gli spiegò con tutta la calma del mondo, spostando poi lo sguardo dalla strada a Louis, che aveva rapidamente cambiato direzione e adesso si trovavano sul tragitto verso l'autostrada.
-Be' invece avresti dovuto farlo Rosie, cristo, non posso crederci!- borbottò Louis, sbattendo una mano sul volante dell'auto -E se parla cosa facciamo? Siamo fottuti!-
-Tranquillo, non dirà niente... gliel'ho fatto promettere e gli ho detto che diremo tutto noi a tempo debito.- gli spiegò Rosie per farlo tranquillizzare, ma non ci riuscì molto.
-E tu credi che lui darà ascolto a te?- le chiese subito dopo, facendo una risatina amara, quasi isterica -Lui ti ama Rosie, e di certo penserà che se lo dirà ai tuoi ti proteggerà dal maniaco pedofilo quale sono io e ti riavrà.-
Nel frattempo Louis stava accelerando sempre di più, facendo salire il cuore in gola alla povera Rosie che era in procinto di scoppiare a piangere.
-Non lo farà Louis, credimi!- esclamò -E adesso per favore rallenta, mi stai spaventando.-
-Fai come vuoi, tanto secondo me ti sbagli di grosso e cavolo, certe volte sei proprio ingenua... mi meraviglio di te.- bofonchiò Louis facendo zig zag tra le poche macchine che c'erano per strada, il che fece spaventare ed infuriare Rosie  ancora di più.
-Smettila Louis, smetti di dare la colpa a me di tutto, non capisci che ero talmente presa dal panico da non sapere che diavolo fare?!- esclamò Rosie praticamente urlandogli contro, peggiorando sempre di più la loro discussione.
E be’, se sapeva che sarebbe andata a finire così di certo avrebbe aspettato il suo ritorno da Londra per dargli quella notizia, perché se lo avesse fatto Louis non avrebbe mai preso l’auto con la rabbia che gli infuocava il corpo; non avrebbe mai guidato fino a toccare i 180 chilometri orari, lungo una strada non del tutto tranquilla e senza auto; non avrebbe mai dovuto urlare -Louis, attento!- prima che il suo ragazzo riuscisse a malapena a svoltare a destra e premere il freno, finendo per scontrarsi lo stesso con una Mercedes-Benz che veniva nella loro direzione ma dall'altra parte della corsia, e facendola sbandare; se avesse aspettato, le ultime cose che avrebbe ricordato non sarebbero stata di certo lo stridio della gomma delle ruote dell’auto a contatto con l'asfalto, il rumore del clacson che le rimbombava nelle orecchie e le sue urla: non avrebbe visto il buio totale, subito dopo.

 



 



 
Saalve :)
OKAY, lo so, sono in un ritardo pazzesco maa, dopo aver letto questo capitolo sappiate che le ragioni sono ben valide, a parte che la settimana in cui dovevo pubblicare non sono stata a casa e per quella dopo e i giorni seguenti il capitolo non era ancora pronto, dal momento in cui non ero io psicologicamente pronta per scrivere una cosa del genere, dato che ieri sera quando l'ho finito di scrivere sono scoppiata a piangere ma dettagli AHAHAHAH
Be', io non so davvero che dire... insomma, il capitolo di per sè parla da solo lol Rosie ha finalmente trovato il coraggio di lasciare Elijah, che ha scoperto la sua relazione con Louis e le ha mandato quel video per farglielo capire, che lo ha detto a Louis, che si è incazzato e ha fatto un incidente, che mio padre alla fiera dell'est comprò (?)
No, okay AHAHAHAH
Cosa pensate che succederà adesso?
Vi prego soltanto di non uccidermi ahahahah ma ormai mi conoscete lol io se non ho drammi nelle mie storie non sono contenta!!!!
Siccome è riniziata la scuola avrò molto meno tempo per scrivere, quindi non so quando posterò il prossimo capitolo anche se spero la prossima settimana lol
Adesso scappo e WOW, quest'oggi l'angolo autrice è durato molto meno del solito e non so perché AHAHAH forse è perché sono ancora depressa per aver scritto questo capitolo ma hydejufhuj
Bacioni ❤
Hazel_



 

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Capitolo 12
*** Eleven – Rosie who? ***




Eleven – Rosie who?






 
{Cinque giorni dopo}
 

Rosie aprì gli occhi lentamente e li richiuse subito dopo per poi sbattere le ciglia a causa della forte luce che aveva oltrepassato le tende della stanza in cui si trovava e le era finita dritta dritta in faccia, e poi aveva un mal di testa atroce, così forte da farle sembrare che qualcuno le stesse tirando il cervello fuori dalle orbite.
Provò ancora una volta a compiere lo stesso gesto di poco prima e finalmente riuscì a tenere aperti gli occhi per più di mezzo secondo, quindi si guardò intorno un po' spaesata e riconobbe sua madre e Kendall seduti su due sedie non molto lontani da lei, con delle espressioni distrutte sul viso, mentre parlavano a bassa voce.
-Mamma...- mormorò con voce fiebile e non appena Virginia si sentì chiamare, sia lei che Kendall si alzarono dalle loro postazioni e si avvicinarono alla loro figlia.
-Rosie tesoro, finalmente ti sei svegliata!- esclamò sua madre con le lacrime agli occhi mentre le stringeva le mani e lo stesso fece suo padre.
-Come ti senti?- le domandò Kendall poco dopo.
Sulla faccia di Rosie apparve una smorfia di dolore, dovuto probabilmente al fatto che aveva la gamba destra ingessata e che penzolava da un arnese che serviva per mantenerla in alto, e anche il polso sinistro slogato, che tra l'altro non riusciva nemmeno a muovere.
-Dolorante.- rispose semplicemente, tentando di alzarsi e suo padre accorse in suo aiuto per evitare che si facesse del male -Ma dove mi trovo? E dov'è papà? E Louis?-
Kendall e Virginia si guardarono negli occhi confusi: era giusto dirglielo, non era così?
-Mamma, papà, che cosa è successo?- domandò loro ancora una volta, stavolta con un tono più autoritario.
I suoi genitori furono salvati da Liam, che entrò nella stanza con due caffè in mano, seguito da Jonah, Joshua e Lauren.
-Piccola mia, ti sei svegliata finalmente!- porse i due caffè in mano a Virginia e Kendall e poi corse ad abbracciare Rosie, stando attento a non farle del male -Ragazzi coraggio, salutate vostra sorella!-
I due piccoli fecero come Liam gli aveva detto, quindi si avvicinarono al letto della loro sorella maggiore e -sempre con cautela- l'abbracciarono; poi fu il turno di Lauren, che stritolò letteralmente Rosie e per questo riuscì a strapparle un piccolo sorriso.
-Sono contenta che siate tutti qua- disse la bionda tirandosi su a sedere -ma adesso potete dirmi per favore che cosa è successo?-
Virginia decise che spettava a lei dirglielo, per questo si fece avanti e -Tu e Louis avete avuto un incidente cinque giorni fa, e so che ricordi solo fino ad un certo punto, anche perché poi è avvenuto l'impatto e insomma... il dottor Fox pensa che sia stato lo shock, oltre al grande schianto ad averti fatta dormire più del dovuto.- le spiegò con cautela, mentre tutte le immagini di ciò che era accaduto prima dell'incidente passavano nella mente di Rosie, a rallentatore.
-E Louis dov'è? Come sta?- domandò a sua madre e quando la vide spostare lo sguardo perso altrove capì che le cose non quadravano del tutto.
-Vi ho fatto una domanda, vi prego rispondete!- esclamò Rosie, con i battiti del cuore che le aumentavano a causa della paura e della preoccupazione.
-Lui non... non s-si è ancora svegliato, Rosie...- le rispose Kendall qualche secondo dopo, facendola rimaneredi stucco.
-Che... che diavolo significa che non si è ancora svegliato?!- domandò ancora una volta, sempre più in ansia.
-Il dottore ci ha spiegato che è entrato in coma perché con lo scontro ha subito un impatto più forte del tuo, dato che per proteggerti durante l'incidente ha svoltato a destra, quindi l'auto ha finito per scontrarsi più dalla sua parte, e meno dalla tua.- continuò sua madre, e le sue parole la fecero sentire ancora peggio, dato che non riuscì più a trattenersi, quindi scoppiò a piangere -Mi dispiace così tanto bambina mia.-
Virginia si sedette sul letto a fianco di Rosie e lasciò che piangesse fra le su braccia.
-Ma tu perché eri con Louis?- le domandò questa volta Liam -Che diavolo stava succedendo tra di voi?-
Lentamente  Rosie si staccò da sua madre e si asciugò le lacrime agli occhi, sospirando e decidendo che dovevano sapere, tutti loro dovevano sapere della sua storia con Louis.
-Io amo Louis...- disse poco dopo in un sussurro, facendo apparire espressioni sgomentate e confuse sulle facce dei presenti.
-Tu cosa?- esordì Kendall, sperando che avesse sentito male.
-È così, io mi sono innamorata di lui come se nulla fosse, e anche Louis prova lo stesso per me.-
Nel sentire le sue parole, Lauren si passò una mano fra i lunghi capelli bruni, Liam continuò a ripetere -Ma che stai dicendo?-, Kendall cercò di non prendere a pugni il muro e Virginia scoppiò a piangere.
-Rosie- disse questa volta Liam -ti rendi conto che lui ha la mia età e tu ne hai diciotto? Potrebbe essere tuo padre, dannazione!-
-Liam...- fece Virginia, tentando di calmarlo ma invano.
-No Virginia, Liam ha ragione.- s'intromise Kendall, che sembrava aver placato i nervi -Non puoi stare con lui Rosie, cerca un po' di ragionare!-
La bionda non potè credere ai suoi occhi: le stavano davvero dicendo di chi innamorarsi?
-Lui mi ha sempre aiutata e ascoltata, mi ha sempre ospitata a casa sua quando stavo male o ero arrabbiata con voi e sì, quando ho litigato con te e papà per via di Kendall sono andata da lui, non da Elijah.- spiegò a sua madre, che si sentì profondamente delusa da sua figlia.
-Elijah non sapeva niente?- le domandò Liam sconvolto.
-No papà, lo è venuto a sapere qualche ora prima dell'incidente e quando l'ho detto a Louis stava per partire per Londra, così abbiamo fatto un giro in macchina e anziché tornare in Inghilterra è finito in ospedale, e anche io...- rispose Rosie, sentendo ancora gli occhi pizzicarle -Vi prego, devo vederlo. Devo assicurarmi che stia bene...-
-No.- esclamò Kendall bruscamente -Non lo vedrai, nè ora nè mai più, intesi?-
Nel sentire le sue parole, non potette fare a meno di dare sfogo alle sue lacrime.
-Mamma, ti prego...- mormorò avvicinandosi a Virginia, che cercava in tutti i modi di smettere di piangere perché sì, lei stava male quando la sua bambina soffriva -tu sai bene cosa significa stare lontano dall'amore della propria vita, non lasciare che mi impongano questa cosa.-
Virginia guardò prima Liam e poi Kendall, che con i loro sguardi le fecero capire di non cedere, anche se la loro figlia non si trovava nella migliore delle condizioni.
-Penso che se non ti fossi legata a lui sentimentalmente non avreste mai fatto quel giro in auto che vi ha portato qua dentro, quindi sono d'accordo con tuo padre.- disse alla fine, facendo sentire Rosie ancora peggio -E adesso cerca di riposare, vado a chiamare il dottor Fox per dirgli che ti sei svegliata.-
Detto questo si alzò dalla sedia posta vicino al letto di sua figlia e si alzò, uscendo dalla porta, richiudendola alle sua spalle ed appoggiandocisi subito dopo per poi dare sfogo ad un pianto liberatorio che somigliava tanto a quello della sua Rosie.
 
 
 
≈≈
 
 
 
-Non posso credere che tu me lo abbia tenuto nascosto per tutto questo tempo.- esordì Lauren una volta da sola in stanza con Rosie, dopo che quest'ultima era stata visitata accuratamente dal dottor Fox -Sono la tua migliore amica, dannazione!-
La bionda si sistemò meglio a sedere sul letto e: -Ti prego, non ti ci mettere pure tu Lauren. Ho dormito per cinque giorni dopo aver rischiato la vita in un incidente automobilistico e dove credo di aver avuto tantissima fortuna dato che mi sono svegliata, e tutti non avete saputo fare altro che gridarmi contro e rimproverarmi per essermi innamorata di un uomo più grande di me di vent'anni e passa, sono stanca di sentirmi ripetere quante cazzate ho fatto!- le disse, sentendo le lacrime calde bagnarle il viso un'altra volta, più per la situazione di Louis che per quella generale.
La bruna di fronte a sè sospirò e la abbracciò subito dopo, piangendo e fregandosene del fatto che il trucco che le sarebbe sbavato e andato a finire sulla tenuta ospedaliera di Rosie, perché tanto era la sua migliore amica, e sebbene il fatto che non era stata totalmente sincera nei suoi confronti l'avesse fatta stare male, non ce la faceva ad essere arrabbiata con lei, specialmente se era ridotta in quelle condizioni.
-Scusami Lauren, so che avrei dovuto dirtelo... anche io ci stavo perché non potevo confidarmi con la mia migliore amica, ma avevo paura.- le spiegò Rosie una volta che si furono staccate l'una dall'altra.
-Stai tranquilla Ro, scusami tu per averla presa così male. L'importante è che tu sia sana e salva.- le disse la bruna per rassicurarla, stringendole la mano.
-Ed Elijah? Qualcuno di voi gli ha detto qualcosa?- domandò Rosie e Lauren annuì.
-Sì, tua madre mi ha chiesto se potevo dargli io la notizia e dio Rosie, avresti dovuto sentirlo... è scoppiato a piangere, voleva addirittura tornare a casa e continuava a ripetere che era soltanto colpa sua se ti ritrovi incollata ad un letto d'ospedale... ma che intendeva dire?-
Rosie sospirò e: -Be' vedi Lauren, il fatto è che prima non ho detto tutta la verità riguardo a ciò che è successo prima e durante l'incidente...- asserì la bionda e la sua migliore amica le rivolse uno sguardo di incitamento, così parlò -Elijah ha scoperto tutto di me e Louis perché abbiamo fatto una cam su Skype dove l'ho lasciato, poi Louis è venuto da me per restituirmi il cellulare che avevo lasciato a casa sua e abbiamo fatto l'amore. Pensavo di aver chiuso la chiamata ma non è stato così, perché Elijah ha visto tutto e ci ha ripresi per qualche secondo, mandandomi poi il filmino per farmi capire che ci aveva scoperti, così sono corsa da Louis per mostrarglielo prima che partisse per Londra, siamo saliti in macchina per parlarne e abbiamo finito per discutere.-
Lauren ascoltò tutto il suo racconto con gli occhi che sembravano due fessure, scioccata per il comportamento di Elijah, che non riteneva assolutamente capace di tutto ciò.
-Tu e Louis avete... insomma...- fu tutto quello che riuscì a dire la bruna, poco dopo -posso vomitare?- Nel sentire le sue parole, Rosie scoppiò immediatamente a ridere. -Andiamo Rosie, è come se facessi sesso con tuo padre, che per quanto figo possa essere sarebbe abbastanza disgustoso... bleah!- esclamò nuovamente Lauren, rabbrividendo al solo pensiero.
-Ma io lo amo, Lauren.- esordì la bionda subito dopo, facendo rimanere spiazzata la sua migliore amica -E sono consapevole del fatto che potrebbe non risvegliarsi più e be', se succedesse io non potrei mai perdonarmelo.- Lauren abbracciò Rosie nello stesso momento in cui quest'ultima scoppiò nuovamente a piangere, con i rimorsi che le attanagliavano lo stomaco.
 
 
 
≈≈
 
 
 
-Dottor Fox!- esclamò Rosie non appena vide il suo medico entrare nella sua stanza d'ospedale.
-Ciao, Rosie.- la salutò il medico -Stai bene?-
La bionda annuì e: -Sí la ringrazio, mi fa un pochino male il polso ma è abbastanza sopportabile.- rispose facendo una smorfia di dolore -Comunque già che è qua, volevo chiederle una cosa...-
Il dottor Fox si sedette sulla sedia vicino al suo letto ed aspettò che la sua paziente parlasse.
-Ecco io... volevo sapere se potevo vedere Louis. Devo vedere se sta bene.- gli disse tutto d'un fiato, facendolo sorridere.
-Perdonami se sorrido Rosie, tu sei davvero una ragazza molto dolce, lo percepisco. Ma i tuoi genitori mi hanno esplicitamente chiesto di non farti entrare nella camera del signor Tomlinson per visitarlo, che tra l'altro si trova in terapia intensiva, quindi non avrei dovuto neanche dirti niente, perché solo i parenti stretti del paziente sono autorizzati a vederlo.- asserì il dottore in risposta -Mi dispiace Rosie, sono davvero desolato.-
La bionda si ritrovò a dover trattenere le lacrime ed annuì senza ribattere, per cercare di comportarsi come una ragazza matura, la stessa che era quando frequentava Louis.
-Va bene, ha ragione, rispetto pienamente la sua decisione.- gli disse reprimendo un singhiozzo che le si stava bloccando in gola -La ringrazio comunque.-
Il dottore le sorrise e si alzò dalla sedia subito dopo, per lasciarla da sola.
-Buon riposo.- esclamò poco prima di lasciare la stanza e di sentirla piangere lentamente, senza fare troppo rumore, come se sapesse di essere ascoltata.
 
 
 

 
{Una settimana dopo}
 

-Ho delle buone notizie, anzi, buonissime!- asserì il dottor Fox non appena entrò nella camera di Rosie, che stava cercando di mangiare insieme a sua madre, Lauren ed i suoi fratelli.
-Oh dottore ci dica, siamo così impazienti!- esordì Virginia stringendo la mano di sua figlia, che sperava con tutto il cuore che le buonissime notizie da annunciare riguardassero Louis.
-Ho esaminato la tua cartella clinica e ho notato degli ottimi miglioramenti, per esempio la tua gamba sta iniziando a guarire a poco a poco, lo stesso il tuo polso, che sta per tornare come nuovo... quindi direi che domani possiamo tranquillamente dimetterti!- esclamò il dottore con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, mentre Virginia per la contentezza quasi non scoppiò a piangere, lo stesso Lauren; anche Rosie era felice, ma dentro di sé sentiva come un senso di colpa, perché invece Louis sarebbe dovuto restare là per chissà quanto tempo, ma la cosa che la spaventava di più era il sapere che se un paziente in coma non si risvegliava dopo un determinato periodo, potevano addirittura spegnergli il macchinario per respirare e quindi... oh no, no no no: non lo avrebbero ucciso, lei lo avrebbe sicuramente impedito.
 
 
 
≈≈
 
 
 
Non appena sua madre, Jonah, Joshua e Lauren se ne furono andati dopo che l'orario delle visite era terminato, Rosie rimase da sola in camera, e come al suo solito, l'infermiera di colore che le avevano assegnato, Keyana, la stava aiutando a fare qualche esercizio di riabilitazione per la gamba, giusto per non farle passare tutte le giornate a girare con la sedia a rotelle, una volta tornata a casa.
-Che ti succede oggi, ragazza?- le domandò Keyana con il suo solito tono da burlona, il che la fece ridacchiare -E non dirmi che sei stanca perché non ti credo, c'è differenza fra l'essere stanca e distratta, e tu sei sicuramente distratta!-
Rosie annuì sospirando e: -Hai ragione, Keke.- le rispose usando il soprannome -come le aveva rivelato Keyana- con cui la chiamavano tutti -Sono distratta e c'entra Louis, come al solito.-
Keyana sorrise, perché Rosie le aveva raccontato tutta la loro storia, si era aperta con lei, si era sfogata, si era confidata, aveva pianto, aveva ricordato e ascoltato i suoi preziosissimi consigli.
-Il fatto è che domani mi dimetteranno e lui non si è ancora svegliato... e be', so che potrebbe anche non farlo ma voglio e devo pensare positivo.- continuò la bionda -Vorrei solo vederlo, non chiedo altro... solo per un istante, come se fosse l'ultimo.-
Keke sospirò e sorrise nuovamente, intenerita dalla dolcezza della sua piccola paziente, e: -Aspettami un attimo.-
Uscì di soppiatto dalla stanza, sotto lo sguardo confuso di Rosie, e tornò circa un paio di minuti dopo, con un paio di chiavi in mano, un camice ed una cuffietta.
-Keke, ma cos...- la bionda non riuscì neanche a finire la frase, dato che la donnona la aiutò ad alzarsi dal letto e le fece indossare sia il camice che la cuffietta, poi la posizionò sulla sedia a rotelle. -Posso sapere che stiamo facendo?- le domandò Rosie, scoppiando a ridere subito dopo.
-Senti sorella, sappi che Keyana potrebbe perdere il lavoro per questo, ma siccome tu sei disperata perché vuoi vedere il tuo uomo, è meglio una donna senza lavoro che col cuore spezzato.- le rispose Keke, facendola emozionare, così tanto che si ritrovò ad abbracciarla. -Però dobbiamo fare attenzione, se ci scopre Fox siamo letteralmente come il coniglio della tana del coyote...- sussurrò l'afroamericana una volta fuori dalla stanza, e Rosie non capì, perciò le rivolse uno sguardo confuso.
-Ovvero?- le domandò, tentando di non scoppiare a ridere di nuovo.
-Ovvero fottuto!- esclamò in risposta Keyana -È stata mia nonna Cindy a mettermi in testa questo modo di dire, che riposi in pace!-
Alzò gli occhi al cielo e si fece il segno della croce, poi spinse la carrozzina di Rosie verso gli ascensori, dirette verso il sesto piano.
Per fortuna erano vuoti, ma quando uscirono per poco non prese male ad entrambe: un dottore era là fuori, e le stava guardando con un'espressione confusissima sul volto.
-Keyana, che ci fa lei qua con una paziente?- domandò l'uomo, che secondo Rosie era piuttosto giovane per fare il dottore.
-Raggi, dottore.- rispose Keke tranquillamente -Ma abbiamo sbagliato piano suppongo, quindi aspetteremo il prossimo ascensore!- esclamò praticamente spingendo il giovane dottore nell'ascensore, per evitare che facesse altre domande e che impedisse loro di entrare nel reparto di terapia intensiva, dov'era proprio Louis.
Keke tirò fuori la chiave per entrare nel reparto e spinse la carrozzina di Rosie fino alla stanza 147, controllò che non ci fossero medici attorno ed aprì con cautela la porta, facendo salire il cuore in gola a Rosie, e che non appena vide il suo amato sdraiato su quel letto con tutte quelle flebo attaccate al braccio e al corpo, e la mascherina per respirare sulla bocca, si mise a piangere.
-Okay ragazza, cinque minuti. E se non arriva nessuno allora altri cinque, per un totale di dieci... poi ce ne andiamo, e nel caso qualche Doc sbucasse all'improvviso ti avvertirò, ora va' da lui però!- le disse Keyana facendola ridacchiare, liquidandola subito dopo con un -Grazie-.
Col cuore in gola, si spinse con la sedia a rotelle fino al letto di Louis, che sembrava dormire tranquillo e beato, come se stesse facendo un pisolino... da quasi due settimane.
-Hey, Lou.- gli disse subito dopo, prendendogli la mano sinistra e rabbrividendo al contatto: primo perché era fredda, e secondo perché era dal giorno dell'incidente che non aveva contatti di questo tipo con lui -Sai, dicono che quando parli a qualcuno che è in coma, quella persona può sentirti, anche se non può risponderti.- lo guardò e le lacrime vennero fuori all'improvviso, non riuscì più a trattenersi -Mi manchi amore mio, mi manchi tantissimo. Domani mi dimetteranno e sono felice per questo, ma sono anche triste, incazzata e disperata allo stesso tempo, perché tu starai qua per chissà quanti altri giorni, e soprattutto in queste condizioni.-
Abbassò lo sguardo e gli strinse più forte la mano, sperando in una reazione che però non avvenne.
-Ho dovuto dire tutto ai miei e a Lauren, o meglio... a Lauren ho detto tutto, ma proprio tutto, eh.- disse ridacchiando per l'ultima frase -E sai, i miei si sono abbastanza incazzati ed è normale, mi hanno praticamente imposto di non vederti mai più ma non ci riuscirò, lo so già. Però non voglio creare altri problemi, non voglio che ti odino, perciò facciamo un patto: tu ti svegli ed io darò ascolto ai miei, okay? Ti lascerò in pace, ma tu devi svegliarti Louis, ti prego. Ti rivoglio indietro, tutti noi ti rivogliamo indietro!- gli strinsi il palmo con entrambe le sue mani e lo baciò, iniziando a pregare mentalmente e bagnandogli addirittura la mano con le sue lacrime, ma non se ne curò più di tanto, dato che quando ebbe l'impressione di averlo sentito muovere, alzò lo sguardo e non potè credere ai suoi occhi: Louis si era svegliato, e la stava guardando negli occhi, con un'espressione piuttosto confusa ed interrogativa stampata sul volto.
-Oddio Louis, oddio.- mormorò la bionda iniziando a tremare e a piangere di nuovo -Sei sveglio per davvero oppure sto sognando?-
Fece per alzarsi dalla sedia a rotelle ed abbracciarlo, quando le sue parole la spiazzarono completamente.
-Certo che sono sveglio ma scusa, tu chi sei?- le chiese il castano, grattandosi la nuca con fare confuso, e Rosie ridacchiò.
-Dai Lou, non cominciare a fare lo scemo, adesso vado a chiamare il dottor Fox e Keyana... oddio, ti sei svegliato per davvero!- esclamò la bionda -Comunque sono Rosie, dato che ti piace tanto scherzare!-
Louis la guardò ancora più confuso: -Rosie chi?-




 



...ew.
 
Ma salve, stelline ❤
Super ritardo di nuovo e okay, non è una novità, ma la scuola davvero mi soffoca, e la sera sono così stanca da non riuscire a scrivere un bel niente ewe
Poi questi ultimi capitoli sono un'agonia per davvero e boh, non so quante altre volte ritarderò ahahahah
Cooomunque, allegria!, Rosie si è svegliata dopo cinque giorni, ha raccontato la sua storia con Louis a Lauren e ai suoi (che tra l'altro sono incazzati neri e le hanno tipo impedito di non frequentarlo mai più ma vbb, non è questa la parte peggio e tutti lo sappiamo bene lol) e sì, anche il piccolo Lou si è risvegliato dopo un'altra settimana e, sopresa sorpresa... non si ricorda un cazzo di niente AHAHAHAHAH
No okay, io rido ma in realtà il tutto è tristissimo e insomma, lo vedrete nei prossimi capitoli che restano e che sono in totale quattro, ma non preoccupatevi, è molto probabile che tardino ad arrivare ahahahah quindi relax, non sappiamo ancora tra quanto finirà la storia :")
Tengo a fare un tributo, una statua o qualsiasi cosa a Keyana perché da oggi è il mio nuovo idolo: THANKS KEKE. ❤
Beene adesso scappo, non voglio dire altro gtsdghud spero che il capitolo vi sia piaciuto e nada, lascio i comments a voi dhygudhjd
xoxo
Hazel_


 

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Capitolo 13
*** Twelve – Alone in this nightmare. ***




Twelve – Alone in this nightmare.





 
-Tesoro, abbiamo fatto il prima possibile- esclamò Virginia una volta arrivata in ospedale insieme a Liam -tu stai bene?-
Rosie -ancora scossa per quanto accaduto- fece cenno di sì con la testa e si asciugò qualche lacrima uscita al suo contollo.
-Come sta Louis? Che ha detto il dottor Fox?- domandò Liam sedendosi accanto a sua figlia ed abbracciandola.
-Lo sta ancora visitando.- rispose la bionda, omettendo la parte in cui era entrata nella stanza di Louis, che si era svegliato e non l'aveva riconosciuta.
-E tu come hai fatto a sapere che si è svegliato?- le chiese sua madre ingenuamente.
-Keyana me lo ha detto.- rispose subito Rosie, mentendo e guardando subito dopo la sua infermiera che le fece l'occhiolino -E sono stata io a volerlo vedere ma non mi hanno fatta entrare perché dovevano visitarlo, quindi sono rimasta qua tutto il tempo.-
Virginia annuì sospirando e poi l'abbracciò, staccandosi da lei non appena videro il dottor Fox uscire dalla stanza di Louis con in mano la sua cartella clinica.
 -Dottore, come sta Louis?- gli domandò frettolosamente Rosie, alzandosi di scatto dalla sedia.
L'uomo sospirò pesantemente, passò lo sguardo da Virginia a Liam, poi tornò a guardare Rosie e: -Purtroppo non ho tante buone notizie.- disse provocando una tale ansia a Rosie.
-Che vuole dire con questo?- domandò Liam posando una mano sulla spalla di sua moglie.
-Sì scusate, so che sono stato molto vago... ma con le visite che ho effettuato sul paziente prima che si risvegliasse avevo capito che non poteva uscirne illeso, difatti le mie certezze sono diventate realtà.- rispose il dottore -Come vi avevo già detto, Louis ha subito un impatto più forte di quello di Rosie, il che lo ha portato ad una perdita di memoria che penso e spero sia temporanea, ancora devo fargli degli accertamenti.-
Perdita di memoria temporanea... ecco perché Louis non l'aveva riconosciuta poco prima!
-E quanto non ricorda, precisamente?- domandò curiosa Rosie al dottore, con ancora dentro un lume di speranza che non voleva spegnersi per nessun motivo.
-Be' ecco Rosie, lui crede che sia settembre...- le rispose il dottor Fox, facendole illuminare gli occhi perché okay, magari a primo impatto non l'aveva riconosciuta, magari era successo come quella volta a casa sua, al loro primo incontro, ma le parole di poco dopo del dottore le fecero crollare addosso ogni speranza.
-Crede che sia settembre di due anni fa, che debba compiere quarantuno anni e che sua moglie sia una certa... Sasha, ma purtroppo non ho saputo aiutarlo.-
Oh Sasha, ma certo; Louis non si ricordava decisamente di lei, il che non migliorava affatto le cose.
-Mi dispiace, bambina mia.- fu tutto quello che riuscì a dire Virginia a sua figlia, una volta che il dottor Fox se ne fu andato.
-Ti va di vederlo?- le chiese poco dopo suo padre, non vedendola reagire di fronte a niente.
-No, io... . Voglio vederlo.- asserì la bionda col cuore in gola e poi vide Liam scambiare due parole col dottore, che poco dopo li fece entrare nella stanza di Louis.
-Ciao di nuovo Louis, guarda un po' chi è venuto a farti visita!- esclamò il dottor Fox facendo sobbalzare Rosie, che in quel preciso istante avrebbe tanto voluto sotterrarsi.
Louis assottigliò gli occhi azzurri per focalizzare bene l'immagine delle tre persone che aveva davanti, per poi scoppiare a ridere quando le riconobbe.
-Liam, Virginia!- esordì il castano felice come una Pasqua -Quanto tempo è passato? Otto anni? Nove?-
I due si guardarono negli occhi e: -No Louis, come ti avrà già detto il dottor Fox hai perso la memoria, quindi non ti ricordi cos'è successo negli ultimi due anni e di conseguenza che ci siamo rincontrati più tardi.- gli spiegò Virginia, avvicinandosi al suo letto.
-Oh... be', capisco Virginia.- fece Louis, grattandosi la testa confuso, il che fece sospirare pesantemente Rosie. -E lei chi è?- domandò successivamente il castano indicando Rosie con lo sguardo, mentre lei cercava in tutti i modi di non piangere ancora una volta.
nostra figlia, Lou.- gli rispose Liam, con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro; Rosie pensò che fosse contento perché Louis non si ricordava di lei, ma non era così: era soltanto fiero di definirla sua figlia e di Virginia, e non figlia di Kendall e sua moglie, com'era però in realtà.
Rosie si fece avanti ed ingoiò quell'enorme groppo che aveva in gola, sentendo il cuore batterle come un tamburo nel petto, quando Louis incrociò gli occhi nei suoi e le sorrise.
-Oddio ma... ma non è possibile!- esclamò il castano ridacchiando -Sei davvero cresciuta Rosie e ti chiedo scusa se non mi ricordo di te... cioè, ti ricordo piccola piccola!-
Ed ossessionata da me, fu quello che le aveva detto ad agosto, quando si erano rivisti per la prima volta in assoluto dopo tutti quegli anni.
La bionda si fece forza, ripetendosi mentalmente di non piangere perché prima o poi tutto si sarebbe aggiustato.
-Già, anche io ho un vago ricordo di te...- mormorò la bionda mentendogli spudoratamente, il che faceva tanto male, davvero male, e per una volta -da quando aveva scoperto la verità sui suoi genitori- l'unica cosa che voleva in quel momento era gettarsi tra le braccia di Kendall e piangere fino a non avere più lacrime.
-Quanti anni hai?- le domandò Louis facendola distrarre dai suoi pensieri.
-Ne ho diciotto, li ho compiuti ad ottobre.- gli rispose vigile lei, notando che Louis non le aveva smesso un attimo di sorridere, sempre con gli occhi stanchi puntati nei suoi, il che non la aiutava proprio per niente.
Ma quando Louis fece per aggiungere altro, una voce conosciuta li fece voltare tutti verso la porta della stanza: -Louis!-
Era Sasha.
 
 
≈≈
 
 
Rosie odiava quella donna, odiava Sasha con tutta la sua anima.
Era solo una pazza squinternata che era stata capace di rubare il cuore a Louis per poi farlo a pezzi, buttarlo nel gabinetto e tirare lo sciacquone, facendo il tutto con un ghigno ed una risata odiosi stampati sul viso; ma la parte peggiore di tutto quello, era che Rosie non riusciva proprio a capacitarsene: quale razza di mostro aveva osato riservare quel trattamento a Louis, l'uomo più buono che esisteva sulla faccia della terra?
Non esisteva risposta a quella domanda, Rosie ne era più che convinta.
 -Tesoro, sei pronta?- le domandò dolcemente sua madre, prendendo in mano il suo borsone.
La bionda si voltò verso di lei e: -Sì.- rispose soltanto, per poi tornare a guardarsi intorno: in fondo quella stanza -che era stata la sua casa per quasi venti giorni- le sarebbe mancata.
Si alzò dal letto sospirando e raggiunse sua madre fuori dalla stanza, trovando fuori anche Keyana, che la guardava a braccia conserte.
-Hey ragazza, pensavi di andartene da questo posto pieno di matti senza salutare la tua Keke?- le domandò la donna, facendola ridacchiare e alla fine si arrese, gettandosi fra le sue braccia e stringendola a sè: alla fine era proprio grazie a Keyana se era stata la prima ad aver rivisto Louis dopo tutti quei giorni.
-Grazie Keke, non dimenticherò mai tutto quel che hai fatto per me!- esclamò Rosie alludendosi proprio a Louis.
-Figurati piccola, in fondo ti ho solo aiutato a camminare come prima!- esordì Keyana in risposta, facendole l'occhiolino subito dopo, quando invece si riferiva a Louis.
Anche Virginia la salutò e la ringraziò per tutto quello che aveva fatto a sua figlia, poi cinque minuti più tardi erano già in macchina, dirette verso la via di casa.
-Mentre ti stavi vestendo mi ha detto il dottor Fox che Louis verrà dimesso la prossima settimana, precisamente il giorno di Pasqua.- disse Virginia a Rosie, il che la portò a nascondere un sorriso e il suo cuore prese a battere ancora più veloce.
-Perché me lo dici?- le domandò la bionda poco dopo -In fondo Louis potrebbe essere mio padre e io non devo più stargli intorno, ricordi?-
Sua madre sospirò e: -Per favore Rosie, non mi pare proprio il caso di mettersi a fare questi discorsi. Ne abbiamo già parlato, anche tuo padre e Liam sono d'accordo con me.- bofonchiò.
-No mamma, tu sei stata d'accordo con loro!- ribattè la bionda stringendo le mani chiuse a pugno.
-Ascolta, Rosie.- fece Virginia, una volta arrivata di fronte al loro appartamento -Il dottor Fox ci ha consigliato di comportarci come se questi anni che Louis ha rimosso dalla sua mente non fossero mai esistiti, quindi lo faremo. E ho anche saputo che Sasha è incinta di quattro mesi del suo nuovo compagno, quindi sia lei che noi dovremmo dire a Louis che si tratta del suo bambino, ci siamo capite?-
Rosie rimase talmente sconvolta da boccheggiare senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto: faceva più male il fatto che Louis avesse rimosso tutta la loro meravigliosa storia dalla sua mente, oppure il fatto che la sua ex moglie aspettasse un bambino da un altro uomo e dovesse fingere di essere ancora la sua donna e moglie di suo figlio?
-Tu non capisci mamma, voi tutti non capite un bel niente!- esclamò Rosie con le lacrime agli occhi, aprendo la portiera dell'auto, per poi uscire dall'abitacolo -ignorando i richiami da parte di sua madre- e sbattere nuovamente lo sportello, incurante del fatto che il polso le stava facendo di nuovo male, ma preferiva quel dolore piuttosto di quello che stava provando dentro di sè.
Salì i pochi gradini che l'avrebbero portata al suo pianerottolo, tirò fuori le chiavi di casa dalla tasca del cappotto e aprì la porta entrando in casa, senza degnare di un saluto gli uomini della sua vita che in quel momento erano tutti riuniti in cucina, pronti per farle una sorpresa: Kendall, Liam, Jonah e Josh.
Corse in camera sua e una volta dentro sbattè la porta facendo riecheggiare il rumore per tutto l'appartamento, poi si tolse di dosso il cappotto e lo lanciò ai piedi del letto, gettandosi infine a peso morto su quest'ultimo.
-Perché la vita fa così schifo?- bofonchiò singhiozzando, mentre sentì bussare alla porta di camera sua.
-Toc toc, posso entrare?- si voltò verso la porta e vide Joshua con un cappellino da festa color verde fluo legato in testa, il che la fece ridacchiare un bel po'.
-Dai entra stupido, ormai ci sei già!- gli rispose continuando a ridacchiare e gli fece cenno di sedersi accanto a sè.
-Perché ho una sorella così cogliona?- le domandò una volta sdraiatosi accanto a lei, che rise nuovamente e lo abbracciò, con le lacrime agli occhi.
-Sai Josh, è quello che anche la cogliona di tua sorella si domanda!- esclamò in risposta la bionda -Perché sei venuto tu? È strano che Kendall o papà non abbiano già sfondato la porta per vedere se ci stiamo ammazzando o meno!-
Joshua ridacchiò e: -Perché continui a chiamarlo papà? Il tuo vero papà è Kendall, non Liam.- osservò il ragazzino, facendola sorridere appena.
-Ufficialmente sono figlia di Liam, perché Kendall non mi ha riconosciuta subito, questo lo sai testa di pony!- esordì Rosie, tirandogli un buffetto sulla testa -Comunque rispondi alla mia domanda.-
-È coerente a ciò che ti ho appena detto, idiota.- bofonchiò Joshua, voltandosi verso la sorella, che non capì cosa intendesse dire -Il fatto è che Jonah è ancora piccolo per capire certe cose ma io a tredici anni le capisco molto bene.-
Rosie sospirò chiudendo gli occhi e: -Ti riferisci a me e Louis oppure a me e Kendall?- gli chiese, quindi.
-Mi riferisco al fatto che non abbiamo mai parlato così apertamente, senza insultarci, picchiarci o altro, non fino ad oggi. E come ho detto prima, Jonah è troppo piccolo per capire certe cose ma non io, per questo il tuo fratellino non troppo piccolo per capire ti dice che qualsiasi cosa accada, non lascerà che qualcuno ti spezzi il cuore e ti faccia del male.- le rispose Joshua, il che fu sufficiente per farla emozionare più di quanto non lo fosse già prima.
-Sei un piccolo bastardo Joshua Alexander Payne, non sto già abbastanza una merda? Devi farmi piangere ulteriormente?- borbottò la bionda stringendolo a sè parecchio forte.
-Per prima cosa, non chiamarmi col mio secondo nome perché sai che lo odio! E seconda cosa, sei una stronzetta perché non apprezzi chi ti vuole bene!- esordì il castano in risposta, facendola ridacchiare -E poi lasciami immediatamente!-
-E va bene, va bene!- esclamò Rosie alzando le mani in segno di resa, ho deciso di arrendermi ma solo perché ho pietà di chi ha espresso i suoi sentimenti verso di me, non per altro!-
E stettero un altro bel po' di tempo a punzecchiarsi in quella maniera fino a quando non si stancarono e Joshua -come accordato prima di entrare in camera di sua sorella- uscì dalla stanza e fece entrare Kendall.
-Sei stata davvero molto gentile poco prima quando mi hai... oh sì, quando mi hai praticamente evitato e ti sei rinchiusa in camera, lasciando di stucco anche Liam e i tuoi fratelli!- borbottò il biondo sedendosi sul letto di sua figlia, che sbuffò e gli tirò una cuscinata con fare scherzoso.
-E di tua madre che mi dici, mh?- le domandò successivamente, tirandola verso di sé per poi abbracciarla -Cos'è successo con lei?-
Rosie sospirò e: -Non mi va di parlarne papà, scusami tanto.- gli rispose dopo aver tirato un lungo sospiro, quindi Kendall decise di non farle altre domande a riguardo.
-E tu come stai? Ti senti bene?- le domandò quindi, cercando di essere vago nella sua richiesta.
-Se intendi fisicamente non molto, il polso mi sta iniziando a fare male di nuovo.- bofonchiò la bionda stringendosi la parte dolente -E psicologicamente sto messa peggio, ma per questo purtroppo non posso farci niente.-
Kendall le accarezzò i capelli con fare affettuoso: odiava vederla stare male in quel modo.
-Perché non me lo hai detto prima?- le chiese ancora, chiaramente riferendosi a Louis -Perché quando mi hai parlato di quel ragazzo che ti piaceva non mi hai detto che si trattava proprio di Louis?-
-E come avrei fatto a dirtelo senza che tu pensassi che fosse un pedofilo o un maniaco sessuale? “Hey papà, sai che sono pazza di uno che ha un anno in più di te?” Non ci sarebbe stato modo, e lo sai meglio di me.- gli rispose scrollando le spalle e sentendosi male al solo ricordo.
Kendall non poteva negarlo, in fondo Rosie aveva ragione: non poteva non pensare male di Louis, dal momento in cui lo conosceva pochissimo, anzi, praticamente per niente.
-Vorrei poterti aiutare Rosie, ma non so proprio come comportarmi o cosa dire.- ammise Kendall con tutta la sincerità del mondo.
-Non puoi aiutarmi, nessuno può farlo!- sbottò d'un tratto la bionda, alzandosi dal letto -Nessuno può rimediare agli errori compiuti da altre persone, ognuno deve trovare un modo per farlo, e così farò anche io.- Ma quanto mai poteva fare male a Kendall, vedere la sua unica figlia femmina ridotta in quelle condizioni?
-E so che lo farai bambina mia, ma non devi stare per forza così male.- le disse alzandosi pure lui ed andando ad abbracciarla, nello stesso momento in cui entrambi sentirono suonare il campanello -Vedrai che troverai una soluzione e sarà quella giusta, quella che non farà più soffrire nessun altro.-
Rosie annuì e sorrise contro il suo petto, dopo di che -per l'ennesima volta sin da quando era tornata a casa- bussarono alla porta.
-Avanti!- dissero in coro Rosie e Kendall, ridacchiando subito dopo, e quando la porta si aprì, ancora una volta la bionda non potè credere ai suoi occhi.
-Che ci fai tu qui?-
 





 
FORSE SONO UN TANTINO IN RITARDO.
Saaaaaalvee!
Ormai non c'è più bisogno che vi spieghi il motivo dei miei ritardi perchè si sa, fucking high school.
Devo dire che questo capitolo è scritto particolarmente di merda, a prescindere dal fatto che in casa Payne coi campanelli ci vanno a nozze AHAHAHAH coooomunquee, per fare meno la spiritosa, hablamos di Louis, il mio povero, piccolo Lou smemorato che -fra tutte le persone di cui avrebbe potuto dimenticarsi- si dimentica proprio di Rosie, quuuindi si torna all'origione di ogni cosa, il che fa molto male al mio povero cuoricino fluff, eww :(
Ho voluto inserire inoltre la scena fra Rosie e Joshua per dimostrare la mancata inutilità di questi benedetti fratellini, che sono effettivamente fatti e messi lì ma detaaails!
E poi la scena finale Kendall/Rosie, BOH, io che piango a fareeeeeeeeeeeeeeee?????
E secondo voi, chi è arrivato a disturbare la quiete di questo momento padre/figlia?????
Dai dai dai, accetto le scommesse ouo e quindi lascio a voi i commenti perchè devo fare una ricerca di arte su tipo un trilione di cose che la prof ha già spiegato in classe (LA FOTTUTA UTILIT
Á
QUAL É???) e quindi mi butto allegramente dalla finestra aka evviva la posività :))))
Allora alla prossima nenitas, un besoooo xx

Hazel_


 

 


 

 

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Capitolo 14
*** Thirteen – Nobody can drag me down. ***




Thirteen – Nobody can drag me down.





-Sarà meglio che vi lasci da soli ragazzi... tesoro noi continuiamo a parlarne dopo.- disse Kendall a sua figlia percependo chiaramente l'alto livello di tensione in quella stanza, poi le baciò la fronte e uscì dalla camera, lasciando Rosie in sua compagnia.
Guardandolo percepì un'improvvisa voglia di piangere, dovuta soprattutto al ricordo di quella mail che le aveva inviato quel giorno nella quale si era scatenato il pandemonio, quel giorno nella quale aveva perso Louis e tutti i loro ricordi più belli.
-Perché sei tornato? Non dovresti essere nel Connecticut?- gli domandò la bionda ancora una volta, sentendo i battiti del cuore aumentarle nel petto sempre di più.
-Ho chiesto al rettore un permesso per venire a trovarti e quindi di anticiparmi le vacanze di Pasqua di un paio di giorni, non hai idea di quanto mi sia preoccupato.- le rispose a quel punto Elijah, stringendola poco dopo in un abbraccio che la fece arrabbiare ancora di più.
-Staccati Elijah, t-ti prego.- disse Rosie allontanandolo da sé -Non toccarmi, per favore.-
Il castano la guardò con due occhi che sembravano fessure e: -Perché Rosie? Mi sei mancata molto e te l'ho detto, ero preoccupato per...- mormorò abbozzando un sorriso ma Rosie non lo fece finire di parlare.
-Preoccupato? Tu eri preoccupato per me?- sbottò all'improvviso la bionda -Tu hai causato tutto questo, Elijah! Te ne rendi conto oppure devo farti un riepilogo di tutta la situazione?-
-No Rosie, me ne rendo conto e forse è vero, tornare in anticipo per vederti non è stata una buona idea... ma io sentivo il bisogno di farlo e hai ragione, è colpa mia se sia tu che Louis siete finiti in ospedale.- asserì il ragazzo, con un tono compassionevole.
Oh, almeno questo era capace di ammetterlo.
-Adesso so cosa dirai- continuò la bionda, incrociando le braccia sul seno -dirai che non ci sono scusanti, se non per il fatto che mi amavi e che mi ami tutt'ora, è così o mi sbaglio?-
Elijah la guardò, leccandosi le labbra rosee leggermente screpolate e: -Non ti sbagli affatto, Rosie. È che non credevo che avrei mai potuto scatenare tutto quel putiferio!- esclamò.
Oh dio, ma sapeva quel che diceva?
-Ti rendi conto che facendo così stai soltanto peggiorando le cose?- gli domandò Rosie -Ti sei fermato a pensare alle conseguenze prima di farlo? Io credo di no.-
Elijah smise di guardarla per un po' e si mise a sedere sul suo letto, prendendosi la testa fra le mani.
-Sai, quando Lauren mi ha chiamato per dirmi dell'incidente non ho saputo come reagire, per questo mi sono automaticamente dato la colpa, perché sapevo che era successo dopo che ti avevo inviato quella email e quindi dolo che ci eravamo lasciati.- le spiegò, attirando la sua attenzione -Volevo tornare a casa immediatamente ma quando tua madre mi ha chiamato per tranquillizzarmi e per informarmi del fatto che stessi meglio, mi ha anche detto di non tornare subito, ma di aspettare un po', giusto il tempo di farti digerire la cosa. E speravo tanto che potessimo tornare insieme, ma date le circostanze non credo che sia possibile...-
Rosie sospirò, si sedette sul letto accanto al castano e: -Hai ragione, Elijah... non ho ancora digerito il tutto e soprattutto non credo che sia possibile tornare insieme. Insomma, lo sai quello che provo per te e quanto siamo stati bene insieme ma purtroppo io non sono più innamorata di te: lo sono di un uomo, di una persona che non ricorda niente di ciò che abbiamo vissuto insieme, di una persona che con l'inganno è tornata insieme ad un'altra, che è davvero orribile e che non lo ama per davvero. Io amo Louis e non so se potremmo mai tornare ad essere ciò che eravamo una volta.- gli disse prima di scoppiare in un pianto liberatorio.
Elijah la prese fra le sue braccia e la strinse a sè, accarezzandole i capelli come faceva ogni volta che si abbracciavano.
-Ti va di raccontarmi tutta la storia?- le domandò poco dopo, sorridendole debolmente.
-Solo se restiamo amici, ma sul serio questa volta.- gli rispose Rosie ridacchiando e facendo sorridere anche Elijah, che dovette trattenersi con tutto se stesso dal non baciarla.
-D'accordo, amici per davvero.- fu l'ultima cosa che disse prima che Rosie iniziasse a raccontargli di lei e Louis.
 
 
 
 
 
 
{Easter's Day}
 
 
 
-Era proprio necessario invitare anche Louis e Sasha a questo stupido pranzo?- domandò Rosie a sua madre, dopo averle passato i piatti con cui aveva imbandito la tavola della sala da pranzo.
-Ma tesoro, è stato il dottor Fox a dire che dobbiamo aiutarlo a ricordare, anche se non ci riuscirà però almeno ci abbiamo provato!- le rispose a quel punto Virginia, facendola sbuffare.
-Sì mamma, è okay questa cosa ma Sasha è una donna alquanto fastidiosa ed irresponsabile, te ne sei forse dimenticata?- asserì la bionda.
Magari questo era meglio ometterlo, pensò subito dopo aver detto quelle parole.
Ma prima che sua madre potesse rivolgerle un'occhiataccia e farle la predica, il campanello la salvò, così si precipitò ad aprire la porta, trovando Kendall di fronte a sè.
-Hey tesoro!- esclamò il biondo abbracciandola -Buona Pasqua!-
Rosie ricambiò l'abbraccio e: -Anche a te papà, sono contenta di avere qualcuno dalla mia parte oggi.- bofonchiò, chiaramente rivolgendo una frecciatina a Virginia, che sbuffò sonoramente nel sentire le sue parole.
-Ma che sta succedendo qua?- domandò Kendall a Virginia ridacchiando -Buona Pasqua.-
-Oh niente, la signorina ce l'ha con me perché ho deciso di invitare a pranzo anche Louis e Sasha, ed è quest'ultima che la disturba così tanto.- gli rispose la bionda, abbracciandolo in segno di cortesia -Buona Pasqua anche a te, comunque.-
Kendall si stupì di fronte a quel gesto: davvero la sua ex fidanzata e madre di sua figlia l'aveva abbracciato in quella maniera dopo anni?
E evidentemente la cosa non stupì solo lui, dal momento in cui, pochi secondi dopo, Virginia si ritrovò a tossire imbarazzata, mentre Rosie lasciò la stanza tutta rossa in volto.
-Perché mi stai guardando in quel modo?- domandò Virginia a Kendall, mentre continuava a correre da una parte all'altra della stanza per finire di sistemare la tavola.
-Oh be' niente, è solo che mi hai abbracciato così, senza rendertene conto e non lo facevi da quando sono tornato in Minnesota diciotto anni e mezzo fa.- le rispose semplicemente, facendole tornare alla mente vecchi ricordi.
-Ma tu devi sempre fare riferimento ai tempi in cui stavamo insieme?- gli chiese ancora la bionda, senza sapere con quale coraggio era riuscita finalmente a porgli quella domanda -Non pensi mai a tua moglie o all'altro tuo figlio?-
E prima che Kendall potesse risponderle sinceramente, Liam fece irruzione nella stanza: e benedetto Liam.
-Ciao Kendall, tanti auguri!- esclamò il castano andando a salutare la sua vecchia nemesi.
-Hey, anche a te Liam.- rispose il biondo, continuando a fissare Virginia che invece avrebbe voluto sotterrarsi.
-Quando arrivano tutti? Io ho fame!- se ne uscì d'un tratto Josh, piombando in cucina insieme al fratellino.
-State tranquilli ragazzi, Zayn mi ha detto che lui, Chanel e Lauren saranno qui a breve!- gli rispose Liam.
-Molto a breve.- esordì Rosie rientrando in cucina dopo essere stata in bagno a finire di truccarsi, poi si diresse verso l'ingresso ed aprì la porta, esattamente poco prima che Lauren ed i suoi genitori potessero citofonare.
-Che fai bionda, spii ogni mia mossa?- le domandò Lauren, facendola scoppiare a ridere subito dopo.
-O forse potrei averti vista entrare, che dici?- fece la bionda, abbracciandola.
Ma baci e abbracci a parte, l'unico che mancava all'appello era Louis, o meglio: Louis e quell'oca odiosa di sua moglie Sasha, che arrivarono circa dieci minuti più tardi.
Eppure Rosie notò che la loro presenza, in particolar modo quella di Louis, non sembrava rendere nervosa solo lei: anche Kendall e Liam erano abbastanza tesi, dal momento in cui la loro bambina aveva avuto una storia con lui, e se solo avessero saputo che -oltre ai baci che si erano dati e ai "ti amo" che si erano detti- c'era stato anche del buon sesso, non si sarebbero di certo trattenuti dal prenderlo a pugni.
-Buona Pasqua, Louis.- disse Rosie avvicinandosi al castano di fronte a sè, che si era appena presentato a Kendall.
-Hey piccola, buona Pasqua anche a te!- esordì Louis in risposta, stringendole la mano come faceva solitamente con gli adulti e la bionda non capì il suo gesto: prima l'aveva chiamata piccola, il che l'aveva infastidita un bel po', e poi le aveva stretto la mano come aveva fatto poco prima con suo padre?
Era ovvio che non c'erano chances che si ricordasse della loro storia e quello faceva male: passare da dei baci ad una stretta di mano così formale faceva davvero un male cane.
-Non mi hai mai stretto la mano in un modo così formale.- bofonchiò Rosie a denti stretti, forse dando un po' troppo nell'occhio.
-Rosie...- la richiamò Virginia.
-Oh, mi dispiace Rosie... pensavo che fosse un modo per farti sentire più adulta.- le disse Louis ridacchiando, sotto lo sguardo vigile di Virginia, Liam e Kendall, che avevano colto a pieno l'allusione in quel 'mai' che Rosie aveva inserito in quella frase; peccato che invece Louis non se ne fosse reso conto.
-Be'...mangiamo?- se ne uscì d'un tratto Zayn, strofinandosi le mani deliziato da ciò che c'era in tavola, e quello servì per rendere la situazione meno tesa, dal momento in cui tutti scoppiarono a ridere e si riunirono attorno alla tavola.
 
 
 
≈≈
 
 
 
-È venuto a trovarti Elijah?- domandò Lauren a Rosie.
-Sì e finalmente siamo riusciti a parlare e a chiarire tutta la situazione.- le rispose la bionda.
-Menomale.-
Rosie sospirò e puntò lo sguardo verso Louis, seduto tre posti a distanza da lei, mentre rideva e aiutava sua moglie a mangiare, o per meglio dire, la imboccava: che cosa schifosamente dolce e patetica.
-Hey, Lou.- Rosie richiamò il castano, che smise di ridere per un attimo e si concentrò sulla bionda.
-Sì?- le disse sorridendole.
-Pensavo un po' e... non ti ricordi proprio niente del tuo passato?- gli domandò, così tutti si voltarono a guardarla, chi con un'espressione confusa sul viso, chi con una scocciata -come nel caso di Sasha- o disperata -Insomma, anche di qualche mese fa.-
Louis assottigliò gli occhi con fare confuso e: -Sai che non posso ricordare, Rosie.- le rispose con un tono piatto.
-Ma ci hai provato almeno?- insistè nuovamente la bionda.
-Ma che ti prende, Rosie?- le chiese sotto voce Lauren.
-Tesoro, basta.- fece Kendall, scuotendo la testa subito dopo.
-Non capisco dove vuoi arrivare, davvero...- le disse il castano, quasi imbarazzato.
-È che secondo me dovresti fare come ti ha consigliato il dottor Fox, ovvero di farti aiutare a ricordare qualcosa dalle persone che ti stanno attorno.- constatò giustamente la bionda.
-Il dottor Fox non mi ha detto di farlo.- asserì Louis poco dopo.
-Oh, ma davvero? Magari non lo ha detto a te direttamente, magari lo ha detto a qualcun altro e questa persona non vuole aiutarti perché ha paura che vengano a galla certi segreti...- gli disse Rosie, alludendo chiaramente e sfacciatamente a Sasha, che la guardava fulminandola con lo sguardo.
-Adesso basta Rosie, hai davvero superato il limite!- esclamò Liam, prima che Louis potesse controbattere a suo favore.
-Tranquillo papà, non dirò niente che possa incriminare quella persona.- bofonchiò la bionda, ancora rivolta a Sasha, che in quel momento avrebbe benissimo voluto scomparire dalla faccia della Terra, ma ben le stava.
-Rosie!- gridò Virginia lanciandole un'occhiataccia -Vieni con me, dobbiamo parlare.-
La bionda si alzò sbuffando e si diresse verso la sua camera da letto, dove fu raggiunta in poco tempo da sua madre.
-Si può sapere che cosa diavolo ti è preso?- esclamò Virginia, chiudendosi la porta alle spalle.
-Volevo solo parlare con Louis e cercare di fargli ricordare qualcosa, tutto qui.- rispose la bionda -Dato che a nessuno importa se ricordi o meno.-
Virginia sospirò e: -Smettila di fare la paladina della giustizia e l'arrogante, perché tutto questo non servirà a far tornare la memoria a Louis, lo sai bene.- asserì.
Aveva ragione, ma...
-Io voglio che lui stia bene, mamma. Come credi che si stia sentendo da quando ha saputo che ha perso la memoria, eh? Non credi che voglia provare a ricordare qualcosa?- le domandò Rosie.
Sua madre ci pensò un po' su e poi rispose: -Sinceramente? All'inizio pensavo che si sentisse confuso e sperduto, che volesse sapere ciò che era successo, come ha fatto a perdere la memoria, cosa ha fatto durante il periodo che ha dimenticato ed altro. Ma ora non lo penso più, credo che sia a posto con sé stesso e con la sua vita, perché sta con Sasha e loro due si amano.-
Oh no, quello era davvero troppo.
-Ma loro due non si amano!- esordì Rosie, come se fosse esplosa dopo aver tenuto per tanto tempo quella frase dentro di sè -È lui che pensa di amarla solo perché per quanto ricorda sono ancora sposati, mentre lei non prova più niente per lui da anni e ci sta insieme solo per non avere una crisi isterica da parte sua sulla coscienza, non per altro! È una persona egoista e sta con lui per non avere rotture di scatole, solo per interesse personale e mio Dio, davvero sono l'unica ad averlo capito?-
Quando smise di parlare dovette sedersi un attimo per ricomporsi, tanto si era sfogata e aveva pianto.
Sua madre sospirò ancora una volta, passandosi una mano fra i capelli e: -Basta con questa storia, per favore Rosie. Adesso torniamo di là e non parliamone più, okay?-
Rosie si asciugò una lacrima ed annuì, seguendo subito dopo Virginia in sala da pranzo, tanto era inutile perderci ancora tempo.
 
 
 
≈≈
 
 
 
Aprì la porta del bagno, entrò e si chiuse all'interno, sedendosi sul water subito dopo.
Aveva mangiato veramente troppo e tutta quella finta dolcezza da parte di Sasha nei confronti di Louis le aveva fatto salire il voltastomaco, perciò non si sarebbe meravigliata se avesse vomitato ogni cosa.
Si posizionò di fronte allo specchio e si aggiustò un po' i capelli ed il trucco, quando sentì delle voci provenire da fuori, così si affacciò alla finestrella del bagno che dava sul giardino e vide Sasha girata di spalle, intenta a parlare con qualcuno che non seppe riconoscere, perciò uscì dal bagno senza dare troppo nell'occhio e si diresse verso camera sua, aprendo la finestra, scavalcandola e ritrovandosi sulla scala antincendio -tentando di non fare assolutamente rumore- si accovacciò, per tentare di capire a chi appartenesse la voce della persona con cui Sasha stava parlando.
-E dai Spence, non fare così.- fece Sasha a quella persona, accarezzandogli i capelli come se fosse il pelo di un cane, e in effetti un po' lo era: se non si ricordava male, Spencer era l'uomo con la quale Sasha aveva tradito Louis, ovvero il suo avvocato.
-E come dovrei fare, eh Sasha?- esclamò quest'ultimo con un tono abbastanza scocciato -Me lo avevi promesso, avevi detto che avresti lasciato Louis dopo avergli detto la verità su noi due e invece non sa ancora un cazzo!-
Rosie sbarrò gli occhi e scosse la testa: sebbene il loro piano fosse così dannatamente malato e contorto, quello Spencer aveva pienamente ragione, Sasha doveva dire a Louis della loro relazione.
-Perché non glielo hai ancora detto?- le domandò nuovamente il tipo, perciò Rosie decise che era tempo di venire allo scoperto: scese le scale velocemente fino a ritrovarsi dietro a quei due.
-Già Sasha, perché ancora non lo hai detto a Louis?- le chiese la bionda incrociando le braccia sul seno, facendo sobbalzare sia la mora che il suo compagno.
-Che diavolo ci fai tu qui?- bofonchiò Sasha in preda alla rabbia.
-No, che diavolo ci fai tu quaggiù!- esordì la bionda in risposta -Questa è casa mia, è il mio giardino e sei tu l'intrusa, insieme a lui.-
Spencer la guardò e: -Chi cazzo è lei? E perché sa di noi due?- domandò a Sasha, palesemente arrabbiato.
-Oh nessuno Spencer, è soltanto l'amichetta di Louis, quella di cui ti parlavo poco prima.- gli rispose la mora sogghignando -Quella che ha tentato di smascherarmi di fronte a lui e alla sua intera famiglia.-
Rosie rise amaramente scuotendo la testa e: -Louis ti ama, non puoi vederti con il tuo uomo alle sue spalle!- esclamò rossa in volto, a causa della rabbia che provava in quel momento.
-Oh ma davvero? E chi dovrebbe impedirmelo, una piccola paladina della giustizia come te?- fece nuovamente Sasha -Ho capito che sei innamorata di Louis e so anche che te lo sei scopato quando aveva ancora la mente lucida, perciò se non vuoi che lo denunci per molestie sessuali ad una ragazza che non ha ancora ventun'anni e che non lo sbattano in prigione, dato che ho una persona che può testimoniarlo ed è anche un grande avvocato, ti conviene tacere, ragazzina!-
-E non pensi a Louis?- le domandò Rosie tra le lacrime.
-Di questo non devi preoccuparti, perciò fatti gli affari tuoi e aspetta che sia io a dirlo a Louis, a tempo debito. Non voglio spendere altri soldi per un divorzio già avvenuto, quindi vedi di darti una regolata quando parli male di me.- sputò acida la mora -Vuoi che sia un trauma per lui?-
Rosie scosse la testa e: -E quando hai intenzione di farglielo sapere? Quando nascerà quel bambino, che non è neanche suo?- le domandò ancora una volta -Te lo dico per esperienza personale, non aspettare che nasca per far scoprire a Louis che quello non è suo figlio.-
Sasha sogghignò, sapendo di avere Rosie in pugno.
-Non devi preoccuparti di questo, pensa a tenere chiusa la tua boccaccia o sai che farò spedire il tuo amato dietro alle sbarre!-
Detto quello, si voltò per baciare Spencer, prima di ordinargli di andare via e poi rientrò in casa di Rosie, lasciandola da sola all'aria fresca, a pensare a tutto quel casino nella quale era invischiata.


 




 
Holaaaa <3
È inutile che stia a giustificarmi, tanto sapete che i miei ritardi immensi sono dovuti alla scuola e alla stanchezza ahahahahah comunque vi informo che avrei dovuto aggiornare il 24 ma alla fine è risultato impossibile, dato che il Natale era alle porte, così mi sono ritrovata ad aggiornare solo stasera lol
Ma bando alle ciance, spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto, perché personalmente a me piace molto, soprattutto la parte finale, il confronto fra Rosie e Sasha, che era giusto mettere a mio parere ;)
E poi c'è il nostro povero Louis, così smemorato e accecato dall'amore che prova per Sasha (mhhhh) da non riuscire a vedere che è proprio la sua amata che gli mente spudoratamente, vedendosi alle spalle con Spencer, aka il suo avvocato e amante, eheheh.
Poi Elijah torna e si confronta con Rosie, che alla fine riesce a far passare mooolta acqua sotto ai ponti e lo perdona, awww :3
Bene, adesso lascio a voi i commenti!
Spero che abbiate passato un buon Natale e che passerete bene anche le feste che devono venire, e mi raccomando di non studiare troppo, ahahahahahahahah!!
Un bacione, alla prossima (spero presto!)
Hazel_



 

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Capitolo 15
*** Fourteen – Blue. ***




Fourteen – Blue.




 
{Due mesi dopo}
 

-Sei pronta, tesoro?- domandò Kendall a Rosie, vedendola guardarsi intorno con in mano il suo zainetto hippy stile bohemienne.
-Sì... sì certo, possiamo andare.- gli rispose la bionda sorridendogli distrattamente.
-Sicura di aver preso tutto?- le domandò anche sua madre, con la voce un po' rauca a causa del sonno, dopotutto erano a malapena le sette e mezza del mattino.
-Sì mamma, il viaggio non durerà neanche due ore e torniamo per l'ora di cena.- le rispose Rosie sbuffando -È solo una gita per stare insieme, non parto mica per la guerra!-
Kendall ridacchiò nel sentire le sue parole e Virginia sorrise, perché sapeva benissimo che Rosie aveva pienamente ragione.
-D'accordo, allora vieni qui e dammi un bacio.- le disse nuovamente, così la sua bambina -che non lo era più da un bel po' di tempo ma dettagli- si avvicinò a lei e la abbracciò, baciandole una guancia subito dopo.
-Adesso basta mamma, mi stai soffocando!- esordì la bionda, staccandosi dall'abbraccio di Virginia subito dopo e salendo nell'auto di suo padre.
-C'è un bacio anche per me?- chiese Kendall a Virginia con fare malizioso.
La bionda lo fulminò con lo sguardo e: -Guida piano e falla distrarre da questa situazione, mi raccomando.- bofonchiò in risposta, stringendosi nella sua vestaglia da notte.
Kendall annuì in segno di approvazione e si arrese, ormai non ci stava più, nemmeno alle sue battute.
-Adesso torna a dormire che è meglio.- le disse Kendall avvicinandosi -Liam ti starà aspettando e poi non voglio che tu prenda freddo.-
Virginia sorrise, perché dovette ammettere che quella frase era dolce e: -Liam sta dormendo, io non ho freddo e non ti bacerò lo stesso.- asserì facendolo ridacchiare.
-Allora, dobbiamo partire quando avrò compiuto ventun'anni o ci muoviamo?- domandò Rosie a suo padre scendendo dall'auto e Virginia lo guardò, aspettando una risposta.
-Guiderò piano, lo prometto.- le disse prima di sorridere e voltarsi verso sua figlia, che nel frattempo era già rientrata nell'auto.
-Dai Rosie, allaccia la cintura... Philadelphia ci aspetta!- esordì il biondo mettendo in moto l'auto e facendo ridere Rosie al suo fianco.
Magari oltre a divertirsi si sarebbe anche dimenticata un po' della questione di Louis, lo sperava tanto.

 
≈≈
 
 
-Insomma?- fece la bionda rivolta a Kendall, giocando con l'insalata nel suo piatto.
Non si gioca con il cibo, le avrebbe detto Liam se fosse stato lì con lei.
-Cosa?- le domandò il biondo, non capendo.
-Sono parecchi mesi che sei a New York e ancora non sei tornato a Shakopee... come mai?- gli disse quindi Rosie.
Kendall chiuse gli occhi per qualche secondo e sospirò: era giusto dirglielo?
Perché no: Rosie aveva diciotto anni e si erano promessi di non avere più segreti nel loro rapporto, perciò...
-Io non amo più Reese, Rosie.- le rispose Kendall, spiazzandola abbastanza -E a dire la verità non so se l'abbia mai amata veramente, ti confesso che mi sono sentito obbligato a sposarla, perché lei era incinta di Drew e io non la amavo comunque, ma l'ho sposata perché pensavo che i miei sentimenti per lei sarebbero arrivati più tardi, ma in realtà non è mai stato così. Sono rimasto con lei solo ed esclusivamente per Drew, perché non volevo che crescesse senza il suo vero padre, com'è successo con... sai.-
Rosie annuì, capendo chiaramente il riferimento a se stessa.
-Solo che tu avevi Liam e lo hai tutt'ora, e anche tua madre.- aggiunse poi il biondo.
-È per la mamma, non è così?- gli domandò Rosie poco dopo -Intendo, tu non hai mai amato veramente Reese perché sei sempre stato innamorato della mamma?-
Cazzo sì.
-Ovviamente, come potevo dimenticarla in così poco tempo?- le rispose con tutta la sincerità del mondo.
-E la ami ancora?- gli chiese ancora più curiosa.
-E dai Rosie, non mi pare proprio il caso di fare queste domande...- mormorò il biondo ridacchiando.
-Sai che a me puoi dirlo, papà.- fece la bionda, poggiando una mano su quella di Kendall in segno di conforto -Mica me ne prendo a male, voglio sapere ciò che provi!-
Kendall le sorrise dolcemente, era davvero un angelo quella ragazza.
-Non trovi imbarazzante questo discorso?- fece il biondo, tentando di sviare l'argomento.
-E tu non ti accorgi che sei l'unico imbarazzato che vuole cambiare discorso?- osservò Rosie saggiamente, facendolo ridacchiare ancora una volta.
-E va bene, d'accordo!- esclamò Kendall alzando le mani in segno di resa -Se ci tieni tanto a saperlo sì, amo ancora tua madre.-
Sul volto di Rosie apparve un sorriso di vittoria, per cui neppure lei seppe spiegarsi il motivo.
-E quindi torneresti con lei se non ci fosse Liam?- gli domandò ancora con fare civettuolo.
-Tuo padre c'è ed è meglio così!- le rispose Kendall un po' sconfortato.
-Ma anche tu sei mio padre!- esordì nuovamente la bionda -Anzi, sei il mio padre naturale ma non fraintendermi: io adoro Liam, gli voglio un bene dell'anima, quanto a te e lo sai benissimo. Ma è giusto che le cose vadano in questo verso, perciò se non ami più Reese e non ti trovi più bene a vivere a Shakopee insieme a lei devi dirglielo: Drew capirà e anche tua moglie, se ti ama per davvero.-
Il biondo sorrise nel sentire le sue parole e: -Se ami qualcuno per davvero devi lasciarlo andare, non è così?- le domandò a quel punto.
-Esatto e credo che tu lo abbia già fatto con mia madre per non rovinare la sua relazione con Liam, Reese farà lo stesso con te e nessuno continuerà a soffrire, perché sai che ci sta male per questo e ci starà male anche in futuro.- gli disse Rosie saggiamente.
-È stato Louis a farti diventare così saggia?- le domandò nuovamente suo padre, facendola sussultare nel sentire quel nome: magari aveva toccato il tasto sbagliato.
-Ho soltanto imparato dai miei errori e da quelli delle persone che mi stanno attorno, compreso Louis.- gli rispose semplicemente la bionda, scrollando le spalle.
Kendall annuì e ci riflettè un po' su: effettivamente Rosie era ancora molto innamorata di Louis, esattamente quanto lui lo era di Virginia ed entrambi non potevano stare insieme a chi volevano per motivi differenti ma la sofferenza era comunque la stessa; ma Kendall voleva veramente privare alla sua piccolina di stare con la persona che amava e commettere i suoi stessi errori?
-Rosie- la richiamò facendole alzare lo sguardo -quanto ami Louis su una scala da "come Liam ama tua madre" a "come tuo padre ama tua madre"?-
Rosie sorrise sentendo le sue parole e gli occhi le si illuminarono, perché la risposta era semplicemente più che ovvia.
 
≈≈
 

-Sono a casa!- urlò Rosie dopo essersi chiusa la porta alle spalle e si maledisse per non aver controllato prima chi fosse seduto al tavolo della cucina: era per caso un déjà vu dello scorso agosto?
-Oh, ciao Rosie.- fece il castano con fare timido, alzandosi dalla sedia per andare a salutarla.
La bionda deglutì cercando di non fare troppo rumore e si leccò le labbra, senza sapere cosa diamine dirgli perché dannazione, era la prima volta dopo tutto quel putiferio che si erano ritrovati da soli nella stessa stanza.
-Uhm... ciao Louis.- gli disse dopo qualche secondo, per poi sorpassarlo e raggiungere l'isolotto della cucina.
-Dove sono tutti?- gli chiese ancora.
-Oh be'... tua madre è uscita un attimo per prendere delle cose al supermercato e mi ha lasciato con Jonah che al momento si trova in camera sua, mentre Liam e Joshua sono a vedere una partita di softball.- gli rispose Louis raggiungendola in cucina.
-Mh, okay bene.- disse la bionda, versandosi poi dell'acqua in un bicchiere.
Dire che si sentiva imbarazzata era proprio un eufemismo: sentiva gli occhi di Louis puntati su di sé e il cuore che le batteva all'impazzata dentro alla cassa toracica, aveva troppa voglia di baciarlo, di raccontargli la verità e soprattutto di dirgli quanto lo amasse e quanto sua moglie Sasha fosse una stupida gallina traditrice, e secondo i consigli di suo padre avrebbe dovuto farlo... per questo decise di non trattenersi ancora.
-Senti Louis...- iniziò a dire, ma nello stesso istante il castano si decise a parlare, spiazzandola del tutto.
-Perché hai una foto insieme a me sul comodino in camera tua?- le chiese facendole sbarrare gli occhi: era stato in camera sua?
-Non so di che cosa tu stia parlando.- fece la bionda, chiaramente mentendogli.
É solo la cosa che stringo al petto tutte le sere da quando sono tornata a casa dall'ospedale e ci piango sopra perché é l'unica cosa che mi resta di noi due, nient'altro.
-C'è una foto in camera tua dove ci sei tu che mi abbracci e mi guardi in un modo strano... cioè non strano, è che non è così che guardi un amico di famiglia, non so se hai capito.- continuò Louis -E io sorridevo ma credimi Rosie, non ho mai visto me stesso sorridere in quel modo.-
Lo so, dannazione.
-Devi sorvolare su quella foto, Lou.- gli disse lei dopo poco -Il dottor Fox ha detto che per te potrebbe essere traumatico ricordare, è meglio se lasci perdere.-
Sospirò e si voltò pronta per andare in camera sua, magari per piangere pensando a quella conversazione appena avvenuta, ma Louis riuscì a fermarla prendendole la mano.
-Se è qualcosa di importante allora voglio saperlo Rosie. Non mi importa quanto traumatico possa essere, davvero... devi dirmelo.- le disse guardandola intensamente negli occhi, il che non rendeva di certo più facili le cose.
La bionda sospirò ancora una volta e: -Era la mattina del giorno di Natale e nevicava, io ero venuta a trovarti per farti gli auguri ma al momento di andarmene è venuta una tempesta di neve, perciò sono dovuta restare dell'altro da te e ci siamo scattati quella foto, che tengo sul comodino esattamente dal giorno in cui sono tornata a casa dall'ospedale.- gli spiegò -Louis tu sei tornato a New York lo scorso agosto e ci siamo rivisti subito quel giorno, e...-
Rosie non ce la faceva più, era impossibile per lei trattenersi dall'urlargli contro quanto lo amasse e cosa avessero passato insieme durante tutti quei mesi, perciò scoppiò a piangere, sentendosi una scema.
Louis vedendola reagire in quella maniera si avvicinò a lei e l'abbracciò, sentendola calmare appena sotto al suo tocco.
-Sai, ti sembrerà strano e so che è così, ma quando ho preso in mano quella cornice ho avuto un déjà vu.- le disse spiazzandola ancora una volta -È stato come se d'un tratto rivivessi quella situazione, come se ci stessimo scattando la foto in quel momento perché ricordavo i suoi occhi azzurri così belli, la neve e tutta l'atmosfera natalizia che c'era intorno a noi.-
La bionda alzò lo sguardo, andandolo ad incrociare con quello di Louis, che la guardava con i suoi bellissimi occhi del colore del cielo e nel frattempo le sorrideva, quindi non se lo fece ripetere due volte: si avvicinò lentamente al suo viso, alzandosi in punta dei piedi e lasciandogli un bacio su quelle labbra che non assaporava da un paio di mesi, ma che a lei erano sembrati anni.
Louis era rimasto sorpreso, certamente: ma allora perché non si allontanava? Perché non reagiva? Perché continuava a baciarla, stringendola ancora a sè e accarezzandole i capelli? E cos'era quella strana sensazione che provava allo stomaco? Si sentiva forse bene a baciarla?
Quando decise di staccarsi erano passati almeno venti buoni secondi, una vita a detta di Rosie.
-Mi-mi dispiace Louis, non avrei mai dovuto farlo.- gli disse con fare impacciato, allontanandosi anche da lui.
-No no infatti, non avremmo dovuto farlo.- aggiunse il castano -È che io sono sposato con Sasha, sto per avere un bambino con lei e ci amiamo... cioè lei mi ama, io la amavo e be', sinceramente da qualche giorno non so più che cosa provo per lei.-
Ti ama, come no.
-La cosa è più che ragionevole, hai completamente ragione.- esclamò nuovamente Rosie.
Louis annuì e prima che potesse aggiungere altro la porta d'ingresso si aprì ed entrò in casa Virginia.
-Oh Rosie tesoro, sei già a casa?- le domandò posando le buste della spesa sul tavolo, per poi abbracciarla.
-Sì, sono tornata da dieci minuti circa.- rispose la ragazza continuando a guardare Louis.
-Benissimo, e Louis sei stato davvero molto gentile a stare qua con Jonah, spero tanto di non averti fatto perdere tempo.- gli disse Virginia con fare premuroso.
-Figurati, è stato un piacere e poi è stato tutto il tempo in camera sua, non ci siamo dati fastidio a vicenda.- esordì ridacchiando e facendo ridere anche Virginia.
-Ti fermi a cena?- gli chiese ancora -Liam e Josh non torneranno fra molto.-
Louis spostò lo sguardo da Virginia a Rosie, poi tornò a guardare la bionda e: -No Virginia ti ringrazio molto ma sono molto confuso... ehm, stanco, sono parecchio stanco e vorrei andare a casa.- le rispose il castano -Magari un'altra volta.-
-D'accordo, ti accompagno alla porta allora!- fece la bionda e Rosie sospirò.
-Grazie mille, ehm... allora ci vediamo presto, ciao Rosie.- disse Louis aprendo la porta e sorridendo alle due bionde di fronte a sè, ma ricevendo un sorriso in risposta soltanto da Virginia.
-Ciao Lou.- esclamò la bionda chiudendosi poi la porta alle spalle, nello stesso momento in cui Rosie tirò un lungo sospiro di sconforto.
-È successo qualcosa con Louis mentre ero via?- domandò Virginia a sua figlia, incrociando le braccia sul seno.
Oh niente di che, abbiamo solo limonato.
-Sarebbe dovuto succedere qualcosa?- le fece eco Rosie.
-Praticamente non lo hai considerato e ti conosco: quando fai così è perché sei arrabbiata o ferita.- osservò sua madre.
-Be' mamma, evidentemente non mi conosci così bene come credi.- bofonchiò la bionda sul punto di piangere -Non l'ho minimamente considerato perché...-
Rosie non fece in tempo a finire la frase, dal momento in cui un singhiozzo rovinò tutto quello che avrebbe dovuto dire a sua madre ed improvvisamente scoppiò a piangere, esattamente come poco prima.
-Hey tesoro!- esclamò Virginia avvicinandosi a Rosie per abbracciarla -È tutto okay, davvero! Perdonami piccola, sai che non volevo farti piangere.-
-Non è colpa tua mamma, sono io la ragazzina innamorata e disperata perché il ragazzo che ama è un uomo e non ricorda niente di ciò che hanno passato insieme.- mormorò la ragazza stringendosi più forte al petto di sua madre, che socchiuse gli occhi sentendo una lacrima scorrerle lungo la guancia: quale madre negava alla propria figlia di stare con il ragazzo o l'uomo che amava?
Di certo non una buona madre.
-E non m'importa come la pensate tu, papà e Liam, io amo Louis, lo amo da morire, lo amo così tanto che potrei vomitare il mio cuore!- continuò la bionda e Virginia dovette staccarsi dall'abbraccio e farle bere un bicchiere d'acqua per farla tranquillizzare.
-Cosa hai detto a Louis?- le domandò nuovamente Virginia, quando si fu calmata.
Rosie sospirò e: -Gli ho solo detto che ci siamo rincontrati ad agosto e poi siccome ha visto la nostra foto che tengo sul comodino gli ho spiegato in che circostanza l'abbiamo scattata... e poi ci siamo baciati.- le rispose, già pronta per prendersi una ramanzina.
-Voi vi siete cosa?- esordì infatti sua madre, però con un tono più pacato di quel che avesse immaginato -Rosie... quante volte ti abbiamo detto che è meglio non far ricordare a Louis? Potrà farlo da solo, anzi con l'aiuto di...-
-Di chi, mamma? Di Sasha?- fece la bionda completando la frase della madre -Oh certo, perché se lei lo aiuta a ricordare siamo messi proprio bene, dal momento in cui gli mente dal giorno in cui ha messo piede in questa città!-
Virginia sospirò: sua figlia aveva più che ragione.
-Lo so amore mio, credimi, so anche io che lei continua a vedersi con il suo compagno alle spalle del povero Louis e credimi, saperlo non fa piacere neanche a me.-
-E allora che posso fare? Io lo amo mamma, voglio lottare per lui, per il suo amore... io lo voglio davvero!-
-Fino a che punto, tesoro?- le domandò Virginia poco dopo -Fino a che punto lo vuoi? Quanto ami Louis?-
La ragazza ci pensò un po' su e poi sorrise, sapendo che quella risposta avrebbe fatto sorridere anche sua madre.
-Lo amo quanto papà ama te.-
E sì, lo aveva immaginato che l'avrebbe fatta davvero sorridere perché anche Virginia sapeva benissimo quanto Kendall la amasse ancora, esattamente quanto Rosie amava Louis.
 

 


 
   


 
ECCALLÀ (sono io, yas.)
Oookay, credo che in questo penultimo capitolo (in ritardo come al solito e so sad for everything) ci siano un po' troppe dichiarazioni d'amore e troppa dolcezza, but who cares?
Sarei io senza i drammi infiniti e la dolcezza subito dopo? Eheheh, credo proprio che la risposta sia NO u.u
Btw, OH MIO DIO ROSIE E LOUIS SI SONO BACIATI DOPO CHISSÀ QUANTI MESI FJBDISBISBSIWHS (non credo che sia legale sclerare per i propri pgs but Idc AHAHAHAH)
Ppppoi finalmente Kendall ha trovato il coraggio di dire a Rosie che è ancora innamorato di Virginia, e lei non si è fatta scrupoli a riferirlo a sua madre, della serie "tanto ti sei solo sposata con un altro uomo e da cui hai avuto altri due figli, don't worry mama!" lol
Sapete, non capirò mai la logica di queste storie (la mia logica per intendersi ouo), ma sarei io senza tutti questi intrecci??
Di nuovo, nooooooo :)))
E dopo aver sparato tutte queste cazzate random, passiamo alla cosa peggiore di tutte: il prossimo capitolo sarà l'epilogo e credetemi, se lo posterò fra cinque mesi non sarà solo per colpa della scuola, ma anche perché con la fine di no control si concluderà definitivamente la serie, insomma questa triologia che Jesus, sto portando avanti dal 2012, quando mi è venuta l'idea per SIMLS... BUT REALLY?
Basta, basta, basta che se no scoppio a piangere per davvero, e le lacrime devo lasciarle per l'epilogo u.u
Okay adesso scappo, grazie mille a chi c'è sempre e mi sopporta ancora, in particolar modo alla mia big sister che viene ogni volta bombardata di spoiler e soffre/sclera with me ahahahah <3
Alla prossima cocche (spero presto!!) e tanti besos,

Hazel_


 

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Capitolo 16
*** Epilogue – Stop the tape and rewind. ***




Epilogue – Stop the tape and rewind.






 
{Giugno}
 
-Non puoi non venire al ballo questa sera, è l'ultimo prima del diploma!- esclamò Lauren gettandosi a peso morto sul suo letto.
-Sì che posso e lo farò.- bofonchiò Rosie imitandola.
-E che mi dici della quota di partecipazione?- le domandò la bruna dopo poco, voltandosi dalla sua parte -Hai già dato conferma che ci sarai a quelli del comitato!-
-Ho speso dieci dollari per cose peggiori Lauren, non muoio mica per questo!- esordì la bionda in risposta, facendo sbuffare la sua migliore amica.
-Ma perché? Rispondi solo a questa semplice domanda!- continuò la bruna.
-Perché non ho un accompagnatore, non ho un vestito, ho il cuore spezzato e fra cinque giorni inizieranno gli esami, perciò ne approfitto per studiare.- disse semplicemente Rosie, ma questo bastò per far riflettere Lauren.
-Be' per il vestito possiamo spulciare un po' nell'armadio, per quanto riguarda l'accompagnatore possiamo alternarci per ballare con Ben ma comunque mezza scuola ti viene dietro, compreso Jay Duke per la quale avevi una cotta alle medie, lo studio può aspettare e inoltre sono certa che il tuo cuore si riaggiusterà presto!- le disse a quel punto con fare ottimista, facendola ridere.
-Prima di tutto avevo una cotta per Jay all'asilo, alle medie ero già perdutamente innamorata di Elijah e poi sono sicura che mi stia dietro solo per portarmi al letto, credi che non conosca quel tipo di ragazzo?- ribattè la bionda retoricamente.
Lauren boccheggiò, non sapendo cosa altro dire alla sua migliore amica.
-Okay, ho capito... il mio compagno per il ballo sarà il bagno!- esclamò Rosie facendo scoppiare a ridere Lauren.
-Potrebbe anche andarmi bene, ma sappi che sia io che Ben non ci arrenderemo... riusciremo a convincerti!- esclamò la bruna.
La bionda sospirò, scuotendo la testa poco dopo e: -Non c'è bisogno di escogitare strani piani e credimi, lo dico perché vi conosco benissimo... ho deciso che verrò, ma lo farò soltanto per voi due rompiscatole!- sbottò in risposta, facendo sì che Lauren emettesse un gridolino di gioia e le saltò letteralmente al collo.
-Ti ho già detto quanto ti adoro?- le domandò la bruna sbattendo le ciglia con fare innocente e Rosie ridacchiò, tirandole il cuscino in faccia.
 

 
≈≈

 
 
-Non so se questo sia il mio colore oppure no.- gridò praticamente Rosie nell'orecchio della sua migliore amica per sovrastare il rumore della musica, riferendosi al
vestito che lei e Ben le avevano scelto per quella serata.
-Ma smettila Payne, sei uno schianto!- esclamò Lauren in risposta, mentre Ben le raggiunse e porse loro un po' di punch.
-Già Rosie e non siamo gli unici a pensarlo... anche Duke ha fatto degli apprezzamenti su di te!- esordì il moro poco dopo, sorridendo alla sua ragazza con fare complice.
-E infatti eccolo che arriva!- annunciò Lauren com'era solita fare quando lei e Rosie fumavano sulla terrazza dei loro appartamenti e vedeva arrivare qualcuno di sospetto.
-Ciao Rosie.- le disse il biondo con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro.
-Hey, Jay.- rispose la bionda con poco interessamento.
-Ti va di ballare?- le chiese ancora Jay.
Rosie vide i suoi due migliori amici dietro il ragazzo farle dei gesti di incoraggiamento, così lei sospirò e: -D'accordo.- rispose non molto convinta e Lauren le sorrise prima che potesse sparire nella pista da ballo, in mezzo a tutti quegli studenti.
-Sai, mia sorella mi ha detto che tu ed Elijah vi siete lasciati, è stato lui a farglielo sapere laggiù a Yale... mi dispiace per come sono andate le cose.- le disse avvicinandosi al suo orecchio per far sì che le sue parole non si disperdessero nell'aria insieme a tutta quella musica.
Ah giusto, Shaylene Duke frequentava Yale insieme al suo ormai ex ragazzo.
-Anche a me, è stata dura dopo essere stata tre anni insieme a lui ma evidentemente le cose dovevano andare in quel modo.- bofonchiò la bionda in risposta.
-Puoi scusarmi un secondo?- aggiunse qualche minuto dopo, stanca ormai di tutta quella gente e di tutta quella musica che la stavano letteralmente opprimendo.
Jay le lasciò la presa sui fianchi facendo sì che Rosie riuscisse ad allontanarsi dalla pista da ballo per raggiungere l'uscita, ma prima che potesse farlo sentì qualcuno prenderla per un braccio, così si voltò e vide Lauren che la guardava con un'espressione confusa sul viso.
-Dove stai andando?- le chiese gridando di nuovo.
-Vado solo a prendere una boccata d'aria, non preoccuparti!- le rispose la bionda sorridendole.
Lauren sospirò, capendo chiaramente le sue intenzioni e: -Ti chiedo solo di non fare cose di cui potresti pentirtene, ti prego.- le disse, abbracciandola poco dopo.
-Non lo farò.-
 

 
≈≈
 

Scese dal taxi non appena si fermó di fronte a casa sua e dovette farsi le congratulazioni per aver preso quella decisione: sicuramente -vestita com'era e con quei trampoli ai piedi- non poteva prendere la metro per tornare a casa, perché sarebbe in qualche modo morta dal dolore prima di diplomarsi, e non era ciò che voleva lei.
Pagò il taxista e dopo averlo ringraziato recuperò le chiavi di casa, le infilò nel portone e senza nemmeno entrare nell'appartamento, prese l'ascensore e raggiunse la terrazza, dov'era sicura di non trovare nessuno a quell'ora... ma invece dovette ricredersi.
-Louis?- esclamò con il cuore che le batteva all'impazzata -Che ci fai tu qui?-
Il castano in questione si voltò, sorridendole e: -Tu non dovresti essere al ballo?- le domandò squadrandola da capo a piedi, e dovette ammettere che era davvero bellissima vestita in quella maniera, anzi, non bellissima: era meravigliosa.
-Ero lì fino a poco fa ma è stato un fiasco, perciò me ne sono andata.- gli rispose Rosie sedendosi al suo fianco -Tu invece?-
-Ho litigato con Sasha, dopo averla sorpresa a letto con un altro.- le rispose sorridendo ancora, mentre Rosie si sentì tremendamente in colpa per aver taciuto tutto quel tempo -Mi ha confessato che in realtà sta con questo tipo da un sacco di tempo, che prima dell'incidente stavamo divorziando e che il bambino non è affatto mio. E ha anche aggiunto che tu sapevi tutto quanto ma è riuscita a tapparti la bocca, perciò se fossi venuto da te tu mi avresti spiegato ogni cosa, lei non ne aveva voglia.-
Ah, quindi lui era andato da lei solo per farsi spiegare com'erano andate in realtà le cose?
-Ti va di venire a casa mia per parlare?- le domandò poi.
-Ma non ci saranno Sasha e quel verme?- fece lei a quel punto, senza trattenersi.
-Ho detto loro di andarsene immediatamente oppure avrei chiamato la polizia, quindi non penso che siano così stupidi da volersi far arrestare.- esordì il castano, così la bionda annuì e qualche minuto dopo erano già in metro, diretti verso casa Tomlinson.
 

 
≈≈

 
-Vuoi qualcosa da bere?- le domandò Louis per l'ennesima volta, mentre lei si sistemava meglio sul divano.
-No Lou davvero, ti ringrazio.- gli rispose -Come ti dicevo, tu sei tornato a New York lo scorso agosto e ci siamo rivisti subito quel giorno.-
Louis sospirò nel sentire le sue parole ed annuì, incitandola ad andare avanti.
-Ti sei fatto trasferire al Lenox Hill perché stavi divorziando da tua moglie, lei ti aveva tradito e tu volevi cambiare aria, non ne potevi più di stare in Inghilterra, così sei venuto negli Stati Uniti. Da quel giorno abbiamo passato molto tempo insieme, io ho scoperto di non essere figlia di Liam e mia madre, ma bensì di un altro uomo, Kendall, con cui mia madre è stata per un periodo... quando già era sposata con Liam.- continuò Rosie.
-Cosa? Tu non sei figlia di Liam?- le domandò il castano sbarrando gli occhi per la sorpresa, e a Rosie venne da sorridere, perché manifestò la stessa reazione della prima volta in cui lo venne a sapere -E tua madre ha avuto una relazione extraconiugale?-
-Già, ma questo non ha assolutamente cambiato il mio rapporto con Liam, nè con mia madre... ho solo imparato a conoscere meglio il mio vero padre, e adesso abbiamo un rapporto fantastico.- esclamò la bionda in risposta.
-Sono davvero contento per te, Rosie.- fece Louis, stringendole la mano e sorprendendola -Odio con tutto me stesso non potermi ricordare di questa storia, perché sono sicuro che io e te avevamo un bellissimo rapporto prima che io perdessi la memoria, e che quindi mi avrai raccontato ogni singola cosa, finendo per sorbirti i miei consigli e i miei discorsi da dottore.-
Rosie sorrise, con le lacrime agli occhi e: -Quei discorsi sono solo una parte di tutto ciò che mi ha fatta innamorare di te, Louis. Tra di noi c'è stata sin da subito un'immensa tensione sessuale da quando sei arrivato a New York, infatti facevamo sesso a casa tua praticamente sempre e ci baciavamo ogni volta che ne avevamo l'occasione.- gli disse facendogli sbarrare gli occhi, ma anche ridacchiare.
-Davvero lo facevamo?- le domandò il castano leggermente imbarazzato -Cioè... io ho l'età di tuo padre!-
-Lo facevamo per davvero Lou e sì, questo fatto dell'età spaventava entrambi allo stesso modo, ma era proprio questo il bello!- gli spiegò la bionda, iniziando a sorridere un po' di più -Abbiamo entrambi capito che l'amore non ha età, così abbiamo smesso con le scappatelle e ci siamo messi insieme, non facevamo più sesso, facevamo l'amore, ci siamo innamorati, stavamo insieme segretamente e avevamo scommesso tutto su questo amore, fino a che...-
-Fino a che non abbiamo fatto quell'incidente.- disse Louis completando la sua frase, che solo dopo qualche secondo Rosie riuscì ad analizzare per bene.
-Hai detto 'abbiamo fatto', ricordi qualcosa?- gli chiese ancora, con qualche speranza.
-Ho solo moltissimi déjà vu e piccoli ricordi sparsi per la testa, ma so per certo che tu eri con me quel giorno perché sei l'unica che ha provato a farmi ricordare e che mi ha capito, in tutto questo tempo; e ho sempre saputo che tu eri speciale per me Rosie, perché mi sono sempre sentito diverso ogni volta che stavo insieme a te, rispetto a come mi sentivo quando stavo con Sasha, o con tua madre, o con le altre persone... io sono innamorato di te, Rosie. Ho capito che i miei sentimenti per te non sono mai spariti quando ci siamo baciati, quella volta, per questo mi sentivo tanto confuso e strano, e tu sei l'unica che abbia mai provato ad aiutarmi... solo che toccava a me aprire gli occhi e guardare dentro al cuore, per capire chi mi facesse stare così bene.- esordì Louis con le lacrime agli occhi, accarezzando il volto di Rosie, che già stava piangendo -Le menzogne di Sasha e tutte queste cose che le persone mi hanno nascosto mi hanno reso cieco, ma grazie a te ho capito tutto. E anche se non ricordo cosa sia successo in questo ultimo anno, non mi importa: so che tu non lo dimenticherai mai, per questo vorrei che tornassimo insieme, e che tu mi ricordassi cosa facessi e cosa ti dicessi quando eravamo felici insieme, cosa che voglio essere nuovamente, solo con te. Ti amo Rosie.-
Rosie sorrise e lo stesso fece Louis, prima di prenderle il viso tra le mani e baciarla, come non faceva da tanto, tantissimo tempo.
-Ti amo anche io Louis, e... voglio fare l'amore con te.- esclamò la bionda, facendolo sorridere ancora una volta, perciò la prese per mano e la portò in camera sua, in memoria dei vecchi tempi.
Si baciarono, si spogliarono, si accarezzarono, si sorrisero a vicenda, si amarono in quella stanza... ma soprattutto si promisero di farlo per sempre, sapendo quanto entrambi fossero pronti per prendere quell'impegno che li aveva tenuti distanti per un po' di tempo, ma che poi li aveva riuniti, e quella volta sarebbe stato per l'eternità.
 
 
 
 
 
 
 
{Tre settimane dopo}
 
-Allora farai quel tuo discorso, vero?- le domandò Lauren a bassa voce, mentre entrambe continuavano ad applaudire per l'ennesimo studente del senior year che aveva -finalmente- ricevuto il diploma dal preside.
-Certo, l'ho provato talmente tante volte che sarebbe proprio un peccato non farlo.- le rispose la bionda e prima che potesse aggiungere altro, la sua migliore amica fu chiamata sul palco per ritirare il diploma, e Rosie sorrise, perché anche Lauren aveva ricevuto il "trattamento" subito da tutti gli studenti: venivano chiamati sul palco, gli veniva consegnato il diploma, ringraziavano il preside, facevano il loro discorso e infine stringevano la mano al vice preside e ad alcuni insegnanti presenti sul palco.
Circa una ventina di studenti dopo la sua migliore amica, fu il turno di Rosie, che era fin troppo emozionata per il discorso che avrebbe dovuto fare.
Come ormai avevano fatto tutti, salì sul palco reggendosi la
toga per evitare di pestarla e di inciampare, facendo una delle sue solite figuracce, prese il diploma dalle mani del preside, gli strinse la mano e lo ringraziò, per poi avvicinarsi al microfono posto di fronte a lei ed iniziò a parlare.
-Uhm... salve a tutti, io sono Rosie Payne, come avrete capito e come saprete... cioè, chi mi conosce per lo meno.- fece una risatina nervosa e poi tra sè e sè si disse di calmarsi, prendendo un respiro profondo subito dopo -In realtà sono Rosie Payne Knight, diciamo che sono successe un sacco di cose nel corso di questo ultimo anno scolastico, non solo per quanto riguarda la scuola, ma anche la mia situazione familiare e... sentimentale, ecco. Sono successe talmente tante cose che pensavo la mia vita sarebbe finita durante quell'incidente stradale che ho avuto a febbraio, ma evidentemente qualcuno voleva che restassi ancora un po' quaggiù, quindi ho deciso di tornare a rompere le scatole!- a quel punto quasi tutto il pubblico scoppiò a ridere, genitori, studenti ed insegnanti compresi, poi Rosie riprese a parlare -Eh sì, c'era davvero troppa confusione nella mia vita, troppi piccoli pezzi di puzzle sparsi che sembrava impossibile rimetterli insieme per formare qualcosa che avesse un senso logico, ma alla fine ci sono riuscita, ce l'ho fatta prima di prendere il diploma, sono riuscita a capire chi voglio essere per davvero e cosa voglio fare nella mia vita, grazie ai miei genitori, i miei fratelli, la mia migliore amica e il mio ragazzo, Louis, la persona che amo e che più di tutti mi ha aiutato a mettere insieme i piccoli pezzi di questo puzzle che è la mia vita, e di questo ne sono più che contenta. Per quanto riguarda me stessa, ho deciso che andrò all'università, certo: sono stata accettata da tutti e quattro i college a cui avevo fatto domanda, ovvero Yale, Berkeley, Oxford e Cambridge.
Ho voluto considerare anche questi ultimi due in Inghilterra perché la mia famiglia è inglese, io sono geneticamente anche mezza americana, ma tengo veramente nel cuore la mia Londra.
Ho deciso di scegliere Cambridge perchè è vicino all'uomo che amo e con il quale passerò la mia vita, dato che anche lui è inglese e ha accettato il vecchio incarico a Londra per starmi vicino.
Voglio ringraziare anche la mia migliore amica, Lauren Malik, perché so che resterà per sempre la mia migliore amica anche se lei se ne andrà a Boston e io sarò in Inghilterra, grazie per aver sempre creduto in me e per essere sempre stata al mio fianco, sei una persona fantastica e non ti cambierei per nessun motivo al mondo, lo sai!- vide Lauren lanciarle un bacio con la mano, dopo di che si asciugò le lacrime sfuggite al suo controllo -Ringrazio tutti i miei insegnanti avuti in questi quattro anni per avermi motivata e per avermi messa sulla retta via, ovvero il college, sono davvero fiera di essere stata una studentessa di questo liceo!-
Dopo aver terminato il discorso, Rosie scese dal palco e Lauren l'abbracciò, fiera di lei e delle sue parole, poi lo stesso fecero sua madre, Liam, Kendall, i suoi fratelli e Louis, che era andato ad assistere al suo diploma... ma in fondo, come poteva non farlo?
Era la ragazza che amava, anzi: era diventata una donna ormai, una giovane donna di cui lui stesso si sarebbe preso cura, donandole tutto il suo amore e il suo affetto.
-Sei stata bravissima piccola, mi sono emozionato nel sentire il tuo discorso.- le disse Louis abbracciandola e poi baciandola subito dopo.
-È tutto merito tuo Lou, ti amo da morire.- esordì la bionda abbracciandolo di nuovo.
-Ti amo tantissimo anche io.-
 





{Cinque anni dopo}
 
Era passato un anno da quando Rosie si era laureata in letteratura e da quando lei e Louis si erano sposati.
Vivevano a Londra da luglio dell'anno in cui lei si era diplomata e sei mesi prima aveva dato alla luce un bellissimo bambino, che avevano deciso di chiamare William Francis Tomlinson, perché William -di cui Liam era il diminuitivo, in onore del suo secondo padre- era il secondo nome di Louis, mentre Francis era il secondo nome del suo vero padre, Kendall.
Per quanto riguardava Kendall, aveva deciso di divorziare da Reese una volta che Rosie era tornata in Inghilterra e lui in Minnesota, rendendosi conto della persona orribile che aveva sposato, e aveva intrapreso un viaggio in giro per il mondo che lo teneva occupato da un anno, mentre suo figlio Drew era al college; Virginia e Liam erano rimasti a New York insieme a Jonah, che aveva tredici anni, mentre Joshua ne aveva diciotto ed era un freshman alla NYU; anche Zayn e Chanel erano rimasti a New York, mentre invece Ben e Lauren, che ancora non si erano sposati, vivevano a Boston; da quanto le aveva detto Lauren, Elijah si era laureato a Yale ed era diventato un avvocato di successo, aveva avuto qualche ragazza ma alla fine era uscito single dal college, e Rosie sperava che potesse trovare al più presto la donna della sua vita, con cui essere davvero felice, come si meritava.
Rosie e Louis vedevano spesso i membri delle loro rispettive famiglie ed erano tutti molto uniti, anche i suoi genitori ogni tanto andavano a trovarli, oppure erano loro due a volare in America, anche per andare a salutare la sua migliore amica.
-Amore, sono a casa!- esordì Louis una volta chiusa la porta d'ingresso; il suo turno di sera era appena finito, erano quasi le undici ma lui era stanchissimo, perciò non vedeva l'ora di spogliarsi, dare un bacio al suo bambino e andare nel letto con la sua fantastica moglie.
-Amore?- fece ancora togliendosi le scarpe, il cappotto e poggiandoli al loro posto, poi si diresse verso la camera di William mentre iniziava a sbottonarsi i primi bottoni della camicia.
Si affacciò nella culla e sorrise nel vederlo dormire così beatamente, perciò gli accarezzò i capelli e poi gli lasciò un bacio sulla guancia paffutella, per poi uscire dalla cameretta chiudendosi la porta alle spalle.
-Buonasera dottore, la stavo aspettando.- esclamò Rosie con la voce più sensuale possibile una volta che Louis fu entrato in camera, e rimase a bocca aperta nel vederla indossare una camicia da notte molto sexy e dalla quale si intravedeva la sua lingerie, che copriva anche se solo per poco quel corpo così meraviglioso.
-Wow, sono senza parole infermiera.- disse il castano scherzando e la bionda si alzò dal letto ridacchiando e avvicinandosi al marito per baciarlo.
-È troppo vestito dottore, non sente la necessità di rimuovere tutti questi inutili vestiti?- gli domandò mentre finiva di sbottonargli la camicia con tutta la calma del mondo, che però rendeva sensuale -Se vuole posso passarle gli strumenti per effettuare l'operazione.-
Louis rise nel sentire le sue parole e poggiò le sue mani sulle natiche di Rosie, che strinse e poi la avvicinò a sè, per baciarla di nuovo.
A quel punto, Rosie finì di sbottonargli la camicia e con foga gliela tolse, gettandola sul pavimento, poi lo fece voltare e lo spinse leggermente sul letto, sedendosi a cavalcioni su di lui subito dopo.
-Sei così bella, Rosie.- le disse il castano, scostandole i capelli dalla fronte e portandoglieli dietro le orecchie.
La bionda sorrise, quasi arrossendo, perché nonostante fossero passati sei anni ancora non si era abituata ai complimenti da parte di Louis.
-E tu sei così sexy.- esordì lei a bassa voce, per poi chinarsi su di lui e baciarlo, mentre Louis posò ancora una volta le mani sulle sue natiche e le strinse, facendole venire la pelle d'oca.
-Ancora non riesco a credere di essere sposato con te, giuro, è troppo fantastico.- esordì Louis facendola sorridere ancora una volta -Il nostro bambino è bellissimo, tu lo sei e noi insieme lo siamo. Ti amo da morire piccola mia, sei la mia vita.-
La bionda lo guardò intensamente negli occhi e sorrise per la terza volta nel giro di un paio di minuti, così tanto da emozionarsi, poi scese dal suo grembo e si sdraiò accanto a Louis sul letto, mentre lui la abbracciò calorosamente, stringendola forte a sè e baciandole la fronte.
-Ti amo anche io, doc. E sai che anche tu sei la mia vita.- continuò lei, facendolo sorridere.
-Lou?- fece Rosie qualche minuto dopo.
-Mh mh?- rispose Louis, con gli occhi chiusi.
-Voglio fare un altro bambino.- asserì facendolo sorridere.
-Lo so.- aggiunse lui, ridacchiando e stringendola ancora di più a sè -E allora facciamo questo bambino.-
 








 
The end.
 






 
    



 
Non credo ci siano parole o scusanti per esprimere quanto mi dispiaccia di non aver postato questo epilogo una settimana dopo il penultimo capitolo, come avrei dovuto fare... solo che questo è a tutti gli effetti l'ultimo epilogo, l'ultimo di questa triologia che -come ho sempre detto- è nata quasi come uno scherzo, per divertimento, insomma.
Ma da gennaio a questa parte, mi sono successe tante cose: ho finito la quarta superiore beccandomi il debito in economia aziendale (il che non mi è importato più di tanto, sinceramente lol); dopo due anni è tornato quello che ho imparato a  considerare l'amore della mia vita, che poi mi ha spezzato il cuore ma io credo ancora in noi due, perché è già tornato per la seconda volta, e non c'è due senza tre; sono stata in America un mese e mezzo, mi sono fatta un'esperienza incredibile ed indimenticabile, e adesso parlo l'inglese come l'italiano (prima lo parlavo QUASI come l'italiano ahahahah); affronterò l'ultimo anno delle superiori e poi i dubbi sul mio futuro dovranno pian piano schiarirsi, perché cazzo, non avrei mai pensato di dirlo ma, quanto è duro avere diciotto anni e dover fare le proprie scelte, cercando di non farsi influenzare da niente e nessuno!
Ma sinceramente, da quando ho iniziato a scrivere la prima storia di questa triologia, la scrittura è diventata parte di me, tipo... l'80%, ecco; per questo vorrei che questa passione, questo pregio di cui vorrei liberarmi perché credo di non essere più in grado di farlo, continuasse ad essere parte di me e ho preso una decisione, alla fine della terza superiore: mi piacerebbe andare a studiare lettere all'università, ma ancora è tutto da confermare, data la vastità di sogni, speranze e confusione che ho in testa... un po' come la nostra Rosie, diciamo.
E diciamocela tutta, anche gli One Direction sono finiti, purtroppo, io non credo di aver più alcun interesse verso di loro, eppure in questo momento sto ascoltando 'If I could fly', a ripetizione per la quinta o la sesta volta, tipo, e sento che anche loro, come la scrittura, non mi abbandoneranno mai e saranno sempre parte di me, dato che continuano a sbucarmi idee in testa, in particolar modo su Louis, che è gay quanto i Klaine in Glee but, credo di essermi convertita all'essere una Louis' girl, g o s h.
Eppure io ODIO i lieto fine, lo giuro, ma non poteva finire altrimenti, se non così.
Voglio ringraziare chiunque abbia deciso di leggere da 'She is my little sister' del 2012/13 a 'No Control', che finisce in questo 2016: vi adoro, veramente, vorrei davvero che portaste nel cuore queste storie come le porto io e boh, magari se vi ricordate ancora di me potreste scrivermi qual è stata tra le tre la vostra preferita e cose così, per deprimermi un po' lol
Poi come Rosie, vorrei ringraziare soprattutto la mia migliore amica, che veramente, per me c'è stata, c'è e ci sarà sempre, sia per il fatto della triologia che nella vita reale, davvero, ti voglio un bene dell'anima, che non ti immagini neanche ❤❤❤❤❤
Non so che altro dire, veramente lol, io faccio sempre i discorsoni ma poi mi perdo sempre in un bicchier d'acqua, spero davvero che ci sia rimasto qualcuno a leggere questo epilogo e perché no, anche per gli One Direction in generale, auguro il meglio a tutte voi e a loro.
Ringrazio (i pochi) supporters che ho, ma soprattutto me stessa, perché sì, in fondo in me ci credo un po', ed è giusto che sia così.
Vi voglio bene, con tutto il mio cuore, e spero davvero che le mie storie ispirino o abbiano ispirato voi come lo hanno fatto con me.
Non vi nasconderò che ho pianto scrivendo questo epilogo a spezzoni (aka una grandissima sofferenza) e anche questo ultimo spazio autrice, ma spero di tornare presto!
A presto, davvero.
Vostra Hazel, cioè, Virginia ❤



 
 
 

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