It started at the end

di Onyxandopal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era cominciato tutto con una scelta ed era finito allo stesso modo. Le due decisioni avevano inciso in maniera diversa sul futo di chi le aveva prese.
Kresley, alla fine della fiera, si era trovata a rimuginare sul passato con i rimorsi per ciò che aveva voluto fare quel giorno al Nordwest e Luke... be' Luke non avrebbe potuto pentirsene. Lui sapeva di star facendo la scelta migliore, almeno sotto il suo punto di vista. Le conseguenze però le avevano pagate Kres, Michael, tutti i dominatori esistenti. Qualcosa si era rotto, qualcosa di importante. Era tutto finito.
Era tutto finito, dopo mesi di torture e dolore, di pianti repressi e urla incastrate nella gola, era tutto finito. Nel vero senso della parola. Non solo la prigionia aveva avuto termine, ma anche il cuore di Kresley aveva smesso di esistere. Era morta insieme a tutta quella storia. Non importava quanto Michael avesse cercato di riportarla indietro, lei era ormai sul punto di non ritorno. Eppure, nel destino degli Alpha c'era scritto a chiare lettere ciò che sarebbe successo, ciò a cui erano destinati i dominatori più potenti. Nel loro destino c'era scritto che il Quarto Elemento doveva tornare a esistere e cosi sarebbe stato, forse. 
Quando la fine diventa il principio, quando la morte diventa la vita, quando l'odio diventa amore le cose possono solo diventare estremamente complicate, ma nessuno, nemmeno gli Alpha, può sfuggire al destino.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Calum paralizzò Luke con i suoi poteri, mentre la scia nera lanciata da Ashton lo trapassava da parte a parte. Rimasi paralizzata, mentre l'oscuro dono di Irwin andava a colpire Veronika. Lei cadde a terra, con la pancia che aderiva al pavimento lucido della sala e una pozzanghera di sangue che si andava allargando sotto di lei. In meno di un secondo fui dietro a Luke, che cadde con la schiena verso il pavimento, poggiando la testa sulle mie ginocchia. La sofferenza era chiara sul suo volto angelico. Non mi accorsi delle lacrime che scorrevano sul mio viso finché lui non sollevò piano una mano, asciugandomi la guancia con il pollice.
-Hey, va tutto bene- mormorò piano, con la voce flebile. Sapevo esattamente ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, ma volevo negarlo a me stessa almeno finché non si fosse concretizzato.
- Luke, non andartene- Risposi accarezzandogli i capelli. I suoi occhi esprimevano dolore, sofferenza e rammarico. Ero certa che volesse rimanere.
- Kres, va tutto bene. Sto bene. Promettimi una cosa- Cercò di sorridere, ma un colpo di tosse lo fece desistere.
-Luke non stai bene- La mia mano si era appoggiata sul suo petto ed era sporca del suo sangue, sangue che lo abbandonava lasciandolo morire.
-Promettimi che sarai forte, che questa cosa non ti distruggerà - Scossi la testa. Come poteva chiedermi una cosa simile?
-No, Luke. Sai meglio di me che se te ne vai, mi demolirai- Lui chiuse un attimo gli occhi, mentre una lacrima solcava il suo viso angelico.
-Mi odio, sapendo che sarò la ragione del tuo dolore.- Tossì nuovamente, le sue spalle vennero scosse.
- Luke, non odiarti. Rimani- Lui fece lentamente di no con la testa.
-Non posso, ormai non ho più speranze. Ma tu sì. Fa che la mia morte non sia una debolezza ma un punto di forza. Trova il modo di reagire e porta alla libertà i dominatori. Tu e Michael potete farcela, fallo per me-. Non volevo promettergli nulla, volevo solo che lui restasse con me. Volevo tornare a scuola con lui, continuare a vederlo odiare Michael. Non volevo che se ne andasse.
- Luke non voglio prometterti qualcosa che so di non poter mantenere. Per favore, non chiedermi questo.- Mi strinse leggermente la mano che avevo posato sulla sua guancia.
-Non chiedermi di restare, non ho le forze per farlo. Ormai sono tra le braccia di Ade, rimarrei se potessi , ma sappiamo entrambi che ormai il mio destino è questo.- Venni scossa da un singhiozzo, mentre alcune ciocche di capelli mi cadevano sulle spalle.
-Michael, giurami che la difenderai da qualsiasi cosa. Anche da se stessa- SI riferì al ragazzo dietro di noi, in piedi, distante qualche passo.
- A costo della vita. Lo giuro- Promise Michael avvicinandosi e troneggiando su di me.- Luke annuì soddisfatto e chiuse nuovamente gli occhi.
-Mi mancherai sorellina- Li riaprì, erano carichi di lacrime che non sarebbero mai cadute e rossi, mentre l'azzurro splendido che li caratterizzava si spegneva lentamente.
-Mi mancherai anche tu, Luke. Mi mancherà rubarti l'iPod solo per vederti sclerare, mi mancherà ascoltarti di nascosto mentre suoni la chitarra, mi mancheranno i tuoi attacchi di gelosia e i tuoi abbracci enormi- Sorrisi mentre il dolore sordo della sua morte si andava diffondendo dal petto al resto del corpo.
-Ho sempre saputo che mi guardavi mentre suonavo, non sono mai stato cieco.- Tossì, a stento riusciva a respirare e continuava a parlare, nonostante fosse già in viaggio per l'aldilà.
-Ti amo piccola mia. Sarai sempre la principessa del tuo fratellone- Sorrise appoggiandosi contro la mia mano.
- E tu sarai sempre il mio principe, Luke. Ti amo anche io fratellone. Anche se mi stai abbandonando in mezzo a tutta questa merda.- Fece per ridere, ma il dolore glielo impedì.
-Addio piccola- Scossi la testa mentre chiudeva gli occhi, come se questo potesse inchiodarlo li con me e non lasciarlo scivolare nella morte. Quando i suoi occhi si chiusero definitivamente, morii insieme a lui. Venni scossa dai singhiozzi mentre la rabbia cresceva in me. Gli baciai la fronte e le guance, per poi alzarmi in piedi furiosa. Tremavo, l'odio stava montando in me. Avanzai di qualche passo, lasciando il cadavere del mio amato fratello ai piedi di Michael. Guardai con il maggior astio di cui ero capace i suoi assassini. Il bracciale al mio polso esplose, mentre un nuovo potere si faceva spazio dentro di me. Non sentivo più nulla, il vuoto. L'apatia, il nulla totale. Tutto ciò che volevo era la vendetta. E mi piaceva il senso di potere che stavo assaporando, era forte e chiara, mi stava dando alla testa . Sentivo l'energia scorrere dentro di me, diffondersi attraverso le mie vene e mandando in tilt la mia coscenza.

Michael's Pov

Kresley cominciò a levitare, con l'odio nello sguardo. Gli occhi, non erano più i suoi. Erano diventati di uno spaventoso color fucsia, sembravano fatti dello stesso liquido degli starlight. Era spaventosa, non era lei. Non era la Kresley dolce e sensibile che avevo conosciuto. Era diventata un mostro, qualcuno che si muoveva grazie all'odio e al rancore, mossa dalla voglia di vendicare il fratello. Quando fu a dieci metri dal terreno alzò una mano verso il soffitto e la chiuse a pugno, facendo esplodere le porte delle celle. Eravamo al centro esatto della struttura, il cuore pulsante della nostra prigionia ed estinzione. Non mi ero accorto che tutte le celle convergessero li fino a quel momento. Venni investito dall'essenza del fuoco e dell'aria che erano state sprigionate alla rottura delle varie porte. Il mio bracciale si ruppe in due cadendo a terra. L'essenza dell'acqua andò a sommarsi ai poteri impressionanti di Kresley dandole maggiore controllo e forza. Attraverso un raggio d'acqua ed energia allo stato puro, inchiodò i Tre , Ashton e Calum contro la parete. Aveva stretto il collo degli assassini di suo fratello i propri poteri con l'intento di ucciderli. Intanto i vari dominatori liberati dalle celle si erano riversati alle mie spalle. I loro sguardi erano terrorizzati.

Ad un certo punto comparì davanti a me Corinne, come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
- Devi fermarla.- Urlò indicando la ragazza che stava volando a dieci metri da terra.
-Che diamine ci fai qui?-
 - Ero l'ultima dominatrice della terra, prima che ci estinguessimo. Con l'estinzione della mia specie ho perso i poteri e non ho potuto intervenire prima. Devi fermare Kresley- Ribadire il concetto non mi aiutava a capirne il motivo.
-Per Ignis, vuoi parlare chiaramente?- Lei era come uno spettro, sembrava un ologramma.
- Hai presente gli uragani che hanno distrutto New Orleans?- Quella ragazza mi sembrava più pazza ogni parola che pronunciava. - Beh, sono stati causati da dominatori che hanno perso il controllo. Ma fortunatamente sono riusciti a fermarsi in tempo.- Un nodo mi si formò in gola.
- Che cosa succede se... se non si ferma?- Avevo paura ad ascoltare la risposta che avrei ricevuto.
- Il suo corpo collasserà schiacciato dai suoi poteri. Morirà uccisa dalla sua stessa sete di vendetta.-. No! Non lo avrei mai permesso, non l'avrei persa così. Non concepivo l'idea della sua morte, andava oltre ogni mia più macabra paura. Per la prima volta sentii il terrore schiacciarmi i polmoni svuotandoli, il cervello era andato in tilt e non riuscivo a pensare. Dovevo impedirle di autodistruggersi.
-Cosa posso fare?- Il tono disperato nella mia voce mi spaventò, ero davvero troppo legato a quella ragazza.
 -Non lo so, devi trovare tu un modo. Ogni Dominatore reagisce in maniera diversa al dolore, quindi anche al ragionamento. Fermala o l'esplosione investirà distruggendo tutto per un raggio di chilometri.- Il cuore mi martellava nelle orecchie e la testa mi girava. Di colpo, tutta la responsabilità era piombata sulle mie spalle. Lei non stava ragionando, il suo cervello era spento.
 -In pratica mi devo arrangiare da solo- Mormorai a me stesso, giacché Corinne se n'era andata.

Feci un passo verso Kresley, ma l'energia che sprigionava mi spingeva indietro. Facendo perno sul mio dominio dell'aria mi alzai fino a Kresley e mi posizionai tra il suo sguardo e quegli schifosi assassini.
- Kresley ascoltami. Devi fermarti o morirai- Lei rise, rise forte. La sua risata era diversa, come tutto in lei d'altronde.
- Non aspetto altro- La fissai negli occhi come se fosse impazzita.
-Non ti permetterò di ucciderti. L'ho promesso a Luke, ma soprattutto a me stesso-. Lei scosse la testa.
-Cosa te ne frega? Tu mi vuoi solo perché sono un Alpha, non perché tieni a me. E poi odi Luke, gli hai fatto una promessa solo perché stava morendo.- Mi avvicinai e le presi il viso tra le mani, era assurdo che pensasse una cosa simile.
- Cosa stai dicendo? Ti sei dimenticata tutte le cose che ti ho detto dopo la morte di tuo padre? Hai dimenticato che stavo per baciarti, ma per rispetto della promessa che hai fatto a Luke non l'ho fatto? A me frega di te molto più di quanto tu creda e molto più di quanto io voglia ammettere a me stesso.- Stavo pregando tutti gli alpha del passato e quelli del futuro perché lei mi ascoltasse e la smettesse con quel piano suicida. Lei parve riprendersi dal proprio stato di trance e fece.
-Io.. ok- Lentamente ci abbassammo, fino a toccare il pavimento con i piedi. Sorrisi, pensando di avercela fatta. Ma non era finita lì, la sua collera era troppa e con il gesto di una mano mi lanciò addosso dell'energia facendomi finire contro la parete dall'altra parte della stanza. Gemetti di dolore, mentre l'intero palazzo tremava. La sensazione del sangue in bocca mi fece venir voglia di vomitare.
Eravamo ad un passo dalla fine, Kres era ad un battito di ciglia dal morire perché il suo cuore era sovraccarico di poteri ed energia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Michael's pov

Non volevo credere che quella fosse la fine di tutto e tutti. Se davvero Kresley avesse fatto saltare in aria tutto, sarebbero morti anche gli Oscuri e questa era una magra consolazione, ma non volevo che altri dominatori morissero. Soprattutto non lei. Mentre continuava a stringere la presa sui corpi degli Oscuri, qualcosa simile ad un'ombra le si parò davanti. La vidi sgranare gli occhi, mentre ricominciava a piangere. Assottigliando le palpebre potei vedere che si trattasse di Luke, o meglio del suo fantasma. Non sentii ciò che dicevano, ero troppo lontano. Nessuno delle centinaia di doninatori presenti mi aiutò, erano troppo presi dai propri pensieri. Essi si accumulavano nella mia testa facendola girare come in una centrifuga. Mi alzai a fatica e barcollando mi avvicinai a loro. Stringendo i denti per il colpo che avevo ricevuto mi accostai alla ragazza che mi aveva lanciato contro il muro.
- Kresley, andate via. Siete liberi, non sprecare altro tempo. Porta fuori tutte queste persone. Non lasciare che i tuoi poteri ti uccidano, vivi. Vivi per me.- Chiese dolcemente Luke. Era trasparente, ci vedevo attraverso, ma i dettagli della sua persona erano chiari. Era come se avesse perso di consistenza, ma non di effetto visivo.
-Luke, sei tornato- Aveva la voce rotta, le sue schegge mi ferirono.
-Non me ne sono mai andato, sarò sempre con te. Ma ora calmati e andate via.- Lei parve intenzionata a dargli ascolto, mentre guardava titubante gli assassini di suo fratello.
- Il sangue porta sangue- Mormorò. Luke le accarezzò una guancia.
-Appunto per questo devi lasciar cadere la vendetta e andare via. Non sporcare le tue mani del loro sangue-. Mi mancò il fiato, per un secondo gli occhi di Kresley erano tornati azzurri, erano tornati quegli occhi belli da togliere il fiato.
-Kres, Luke ha ragione- Lei mi guardò, ma le sue iridi erano nuovamente rosa.
-D'accordo- Mormorò. Allentò la presa sugli Oscuri, fino a farli cadere a terra senza fiato.
-Non finisce qui, Hemmings- Sputò con voce roca Lilith.
-Oh sta tranquilla. La prossima volta non ci sarà nessuno a salvarvi quella merda di vita che avete.-. Aprì un varco magico e vi entrò, facendo strada a tutti i dominatori, che intimoriti la seguirono.

*

Ci trovavamo in quel castello da ormai due giorni, che furono i più duri della mia vita. Kresley aveva eretto quella fortezza nel mezzo di una foresta come aveva fatto Elsa di Fronzen, con la differenza che quello non era un cartone animato. In tutto quel trambusto, lei non c"era, si era chiusa in quella maledetta stanza del trono con i propri pensieri e non ne era uscita più. Avevo dovuto sistemare i dominatori, cercare di calmarli e comvincerli che lei non li avrebbe feriti. Alcuni, la maggior parte in realtà, decise di tornare a casa propria, dove stava prima di essere rapiti. Li appoggiai in pieno, anche io lo avrei fatto. Quelli che erano rimasti però avevano bisogno di una guida, regole da seguire, qualsiasi cosa li collegasse alla maggiore civiltà possibile.

Erano state le peggiori quarantotto ore della mia vita, tanto intense che non avevo avuto il tempo di dormire o mangiare. Non che avessi fame.

Mi faceva male Kresley, vederla così addolorata e distrutta mi uccideva. Non parlava, non mangiava, non viveva. Era semplicemente morta con Luke. Ogni minuto di silenzio in più mi faceva pensare che forse lei non sarebbe mai più stata la Kres che avevo conosciuto, quella dolce e sorridente, acida all'inizio, ma che poi era diventata amichevole e non si era lasciata condizionare dal fratello. Lei mi aveva guardato davvero e ora... ora non vedeva nulla all'infuori del dolore. Sospirai guardandola attraverso la porta aperta della sala in cui ormai si crogiolava tra odio e rabbia. Non era riuscita a lasciare la prigione senza portarsi dietro i due assassini del fratello. Li aveva incastrati in un blocco di ghiaccio fino al collo e li stava facendo morire lentamente. Aveva sviluppati una tale resistenza ai loro poteri che li aveva resettati, erano quasi due comuni mortali. Si sedeva davanti a loro, sul suo trono di ghiaccio e li guardava. Non si stancava mai di fissare i due con odio, facendoli soffrire ogni tanto, si divertiva a far spuntare spine di ghiaccio e fargli perforare la pelle. Era diventata un altra persona. Non era più la Kres di cui ero diventato amico, non era più la ragazza per cui avevo desiderato spaccare il naso a James. Non la conoscevo piu.

Per fortuna, per l'elemento dell'acqua avevo potuto contare su Laurent. Era un dominatore particolarmente bravo, aveva un grande controllo sui propri poteri e inoltre capiva la mia necessita di un aiuto. Si era proposto di sostituire Kresley nell'addestramento dei più giovani fin quando lei non fosse riuscita a tornare indietro. Gliene ero molto grato.
-Michael, credo dovremmo provare ad organizzare meglio gli addestramenti- Mi voltai a guardarlo, anche se in quel momento non avevo molta voglia di progettare e programmare allenamenti.
-Cosa consigli? Scusa ma non ho proprio la testa in questo momento- Scossi la testa passandomi le mani sul viso e poi tra i capelli. Lui annuì come per dire che mi capiva, poi pronunciò la propria idea.
-Io direi che è stupido dividerli per età, sarebbe meglio dividerli per capacità-. Ci pensai su, non era una cattiva idea, infondo sarebbe stato più facile.
-Ok, puoi occupartene tu per l'acqua? Più tardi penserò agli altri-. Mi diede una pacca sulla spalla.
-Vedrai che tornerà.-Disse indicandomi con il mento Kres. Sospirai, lo speravo.
 -Lo spero. È tutto ciò che mi rimane-. Laurant si allontanò, pronto a riorganizzare i propri "alunni'. Il mio sguardo tornò su Kresley. Sperai seriamente che tornasse.

Kresley's pov

Non c'era più. Luke se n'era andato, abbandonandosi alla morte, lasciandosi cullare da quelle perfide braccia.

Non ci sarebbero stati più i suoi avvertimenti, i suoi commenti cattivi verso Michael, non ci sarebbe più stato il grande Hemmo rubacuori. Sarebbero da li in poi mancati i pomeriggi a sentirlo suonare e cantare, sarebbero venuti meno i momenti migliori della mia vita. Da quando die giorni prima lui era morto, era come se avessi smesso di respirare. Avrei voluto uccidere quegli assassini, ma mi sarei abbassata al loro livello sporcandomi le mani con del lurido sangue di Oscuro. Li odiavo con tutta me stessa.

Da quando eravamo li, nessuno che non fosse Michael mi si era avvicinato, era come se temessero che avrei potuto ucciderli. Sospirai stancamente osservando i dominatori che si allenavano davanti a me, sentendomi vuota. Non riuscivo nemmeno a sentire i sensi di colpa, dovevo esserci io ad allenarli, non Laurent. Dovevo fare il mio dovere di Alpha, ma il dolore me lo impediva. Era tanto che trovassi la forza di alzarmi dal letto, volevo solo restare a crogiolarmi nel mio dolore senza niente e nessuno intorno. Mi guardavano come se fossi il peggiore dei mostri, mi guardavano peggio di come guardassero i Tre. Quanto meno però non vi era compassione nei loro occhi. Non l'avrei sopportato, non reggevo proprio la pietà altrui. Scossi la testa prima di entrare nella stanza adibita agli addestramenti. Calò il silenzio totale, come se di colpo fossero diventati tutti muti. Li guardai uno a uno, tutti con gli occhi bassi, che vagavano ovunque meno che su di me. Guardai Michael e mi ci avvicinai.
-Come procede?- Domandai. Ero cambiata sì, ero diventata uno zombie praticamente, ma mi importava ancora dei dominatori. Quello che era successo a me non avrebbe più dovuto ripetersi. Mai più, a qualsiasi costo. Se fossero stati pronti, avrebbero potuto difendersi.
-Abbastanza bene. Li abbiamo suddivisi per mancanze. In modo da lavorare tutti sulla stessa cosa e migliorare insieme.-Rispose continuando a guardare le persone davanti a noi.
-Perfetto. Non voglio che risucceda quello che si è appena concluso. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Non dimenticate che gli oscuri sono ancora fottutamente vivi.- ringhiai. Non aspettai una risposta e voltai loro le spalle per andarmene. Un mormorio sommesso si alzò poco prima che mettessi piede nel corridoio e sentì Michael rimproverarli.
- Ragazzi basta! Abbiate rispetto per una persona che sta male! Forza, adesso riprendete da dove vi siete fermati, non ammetto perdite di tempo.- Sorrisi al tentativo di Michael, ma subito dopo sparì sostituito dal dolore.
Mi avviai verso la stanza in cui tenevo il corpo di Luke congelato. Mi avvicinai al suo corpo. Per quanto fosse macabro e insensato tenerlo li, morto e congelato, non ero riuscita a lasciarlo. Non potevo, era l'unico modo per tenerlo vicino a me nonostante non fosse più con me. Gli accarezzai il volto con le lacrime agli occhi.
-Sai Luke, è sempre peggio. Ogni ora che passa mi rendo sempre più conto che tu non ci sei più e che sono da sola in mezzo a tutta questa merda. Dovrei addestrare i dominatori dell'acqua, aiutare Michael nella direzione di questo posto, ma non ce la faccio. Mi manchi, mi sembra di impazzire e forse sono già folle. Quale persona sana di mente terrebbe il proprio fratello congelato in una stanza?- Chiesi, come se potesse realmente rispondermi. Scossi la testa, ero sull'orlo del baratro e non ci sarebbe stato nessuno a tirarmi su.

Luke's pov

Quando vidi Ashton mirare a Veronika, mi ci piazzai davanti. Non gli avrei permesso di uccidere sua sorella, non potevo lasciarglielo fare. Lei non lo meritava, era una ragazza fantastica e meritava di vivere. Provai a reagire,ma venni colpito da un raggio nero, che mi fece collassare a terra sanguinante, mentre il dolore mi incendiava il petto e si diffondeva nel resto del corpo. Guardai nella direzione di Veronika. Era stata colpita a sua volta e stava stesa a terra, con il viso rivolto al pavimento e una pozza di sangue al di sotto del suo esile corpo. No, non era possibile. Non ero riuscito a salvarla. Non avevo mai pensato a come sarei morto, ma farlo nel tentativo di salvare qualcuno che amavo mi sembrava una scelta più che buona. Perché infondo, anche se non lo ammettevo a me stesso, io l'amavo e avrei fatto qualunque cosa per salvarla. Sapevo che Kresley ne avrebbe sofferto, che non mi avrebbe capito, ma ero certo che lei avrebbe fatto lo stesso per Michael. Per quanto odiassi quell'ipotesi, molto probabilmente lei era innamorata di Michael dal primo momento in cui si erano parlati ma per via della promessa che mi aveva fatto non lo ammetteva. Il respiro mi mancò, mentre il sapore del sangue andava diffondendosi in gola. Ogni secondo che passava, la cara e vecchia signora morte si avvicinava ed io mi preparavo a lasciare quella terra. Kresley mi venne accanto, con le lacrime che tempestavano il suo viso. Alzai una mano e scorsi un dito lungo la sua guancia.
-Hey, va tutto bene- mormorai con un dolore immenso, non riuscivo quasi a respirare, ma volevo parlare un ultima volta con lei.
- Luke, non andartene- mi implorò mentre mi accarezzava i capelli. Stavo male, la sofferenza del mio corpo era immensa. Ero rammaricato per ciò che sarebbe successo di li a poco, ma non valeva la pena struggersi per qualcosa che avevo scelto io.
- Kres, va tutto bene. Sto bene. Promettimi una cosa- Cercai di sorridere per rassicurarla, ma un colpo di tosse mi fece smettere.
-Luke non stai bene- Scosse la testa, mentre la sua piccola mano si poggiava sul mio petto, macchiandosi del mio sangue. Cercai di strapparle la promessa che non si sarebbe autodistrutta a seguito della mia morte, ma sapevo bene che ne sarebbe uscita devastata. Volevo solo illudermi che lei fosse abbastanza forte. Forse, con Michael accanto avrebbe in qualche modo superato la perdita, o per lo meno reagito. Sperai che lui la proteggesse davvero da qualunque cosa, persino da se stessa. Conoscendola, lei sarebbe stata anche capace di tutto pur di seguirmi e non volevo quello per la mia principessa. Ormai le forze mi avevano abbandonato quasi del tutto, le palpebre erano sempre più pesanti e il respiro quasi inesistente.
-Addio piccola- sussurrai prima di abbandonarmi all'oblio della morte. Mi lasciai andare, con l'ultimo ricordo collegato alle due donne più importanti della mia vita. Una era la mia amata sorellina, quella che avevo cercato di proteggere sempre e comunque, l'altra era una ragazza che avevo conosciuto in poco tempo ma di cui mi ero innamorato nel giro di un battito di ciglia. Se solo avessi potuto dirglielo, se solo avessi avuto la possibilità di baciarla, quelli erano i miei più grandi rimpianti. Non avrei potuto più vedere i miei grandi amori.
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Dovrei cambiare il nickname in ''MrsSadness''. Anyway, spero vi sia piaciuto il capitolo! Non vi preoccupate, non sarà un intero ''libro'' di depressione e Kresley cattiva pronta a uccidere tutti. CI sono molte cose in serbo per voi, cambieranno un sacco le cose (w i sinonimi, complimenti) e soprattutto anche Mike e Kresley attraverseranno diverse fasi. Ve lo ''spoilero'' perché ci tengo che sappiate che non sono una di quelle che scrive solo cose depresse :) 
Alla prossima
P.S. Dedico il capitolo a f_irefly <3

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Michael's pov

Kresley era totalmente cambiata. Dall'istante in cui era morto Luke, lei era morta con lui. Era fredda, di ghiaccio, come il blocco in cui aveva imprigionato Hood e Irwin. E a me il freddo non piaceva per niente. Non esistevano più le mille sfumature di azzurro nei suoi occhioni, non c'erano più i suoi sorrisi rassicuranti che ti facevano sentire sempre giusto. Non era più la ragazza di cui ero diventato amico, quella che mi aveva fatto uscire dalla mia apatia. Non era più la Kresley che mi aveva fatto sentire ok, quella per la quale avevo trovato il coraggio di cambiare e aiutarla, nonostante ciò avrebbe potuto essere doloroso per entrambi. Scossi la testa, mentre la osservavo attraverso la porta. Era ancora dannatamente bella, nonostante i suoi occhi glaciali e la sua freddezza costante.

Il vento le scompigliava i capelli biondi, mentre lei guardava la foresta intorno al castello. Era così assorta, così concentrata, avrei voluto sapere che cosa le stava passando per la testa, avrei voluto prendermi un po' del suo dolore. Il vento le scompigliava i capelli e desiderai potesse spazzar via quella tristezza profonda che l'avvolgeva. Amavo i suoi capelli, lunghi fino a sfiorarle le spalle, leggermente mossi. Con quel leggero vento, essi le coprivano il viso e soprattutto gli occhi. Mi avvicinai a lei silenziosamente, non sarebbe servito parlare. Mi fermai al suo fianco, guardando il suo profilo perfetto. Assomigliava davvero tanto a Luke, avevano lo stesso naso leggermente all'insù e la stessa postura fiera. Avevano anche lo stesso sorriso, con quella splendida fossetta che spuntava. Non potevo immaginare che non avrei mai più visto quel sorriso.

-Cosa c'è da fissarmi Michael?- Chiese senza guardarmi. Era stato stupido pensare che non si sarebbe accorta di me.

-Pensavo a tutto quello che è successo- Risposi posando lo sguardo su tutta la neve che copriva il suolo.

-Non c'è molto a cui pensare, no?- Sospirò, poi continuò -Mio fratello è morto e noi siamo liberi.- La guardai incredulo. Era completamente fuori dalla sua pelle, non era quella la Kresley che volevo. Lei non avrebbe mai detto una cosa simile. La rabbia nei confronti di quella ragazza sconosciuta prese il sopravvento sebbene sapessi che sotto tutto quel rancore viveva ancora la mia, si fa per dire, piccola e innocente Kresley.

-Sai ti credevo più intelligente, invece mi sbagliavo. Ti sei fermata a quello che è successo a te, senza vedere me e gli altri. Non te ne frega più niente. Sei... sei cambiata- La mia voce si alzò ad ogni parola fino a diventare stridula.

-Che intendi?- Chiese guardandomi apatica.

-Niente, sarebbe inutile spiegarlo.- Me ne andai lasciandola lì, insieme ai pezzi del mio cuore.
Non mi importava più, la rivolevo indietro. Rivolevo indietro la ragazza più bella che avessi mai visto, così perfetta con quel suo sorriso innocente e la sua voce dolce. Mi sedetti sul letto e presi la chitarra. Avevo bisogno del mio sfogo personale. Dovevo riflettere nella musica tutto ciò che avevo dentro. Cominciai a suonare senza nemmeno pensare alle note che stavo usando, senza far troppo caso a quello che ne sarebbe venuto fuori.
Kresley's pov
Mentre camminavo per il corridoio, avvertii una musica leggera farsi eco dalla camera di Michael. Mi accostai alla porta, mentre la curiosità mi spingeva ad entrare. Aprii la porta silenziosamente, poi il mio sguardo cadde su quel ragazzo seduto sul letto con una chitarra i braccio, intento a suonare. Mi scappò un sorriso, sembrava così assorto e perso tra quelle note. Era totalmente rapito da quello che stava suonando. Cominciò a cantare in inglese e sospettai che stesse improvvisando.

-Dove sei? Eri un angelo tra i demoni dei miei pensieri- La sua voce era profonda, calda come un abbraccio.

-non ti accorgi che ci stai distruggendo? Guarda un po' qui, tra i pezzi del tuo cuore e le macerie del tuo impero. Lo vedi? C'è qualcosa di vivo, di piccolo ma infinitamente forte.- Portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Hai la forza per farlo venir fuori? È dentro di te, lo sappiamo entrambi. Fa che batta nel tuo petto, non è ancora troppo tardi-. Si interruppe e si voltò.

-Non sta bene spiare la gente- Disse senza espressione, con freddezza.

-Era davvero bella- risposi ignorando il suo commento.

-Lo so. Era bella anche la persona a cui è dedicata-. Ebbi un tuffo al cuore.

-Stai.... stai parlando di me?- chiesi ingoiando il nodo che avevo in gola, mentre la voce lentamente mi moriva sulle labbra.

-E perché mai? A me non frega nulla di te! Perché dovrei cantare per te?- Sputò congelandomi con lo sguardo. Scossi la testa.

-Dimmelo tu- Sospirai. In meno di un battito di ciglia fu davanti a me, a pochi centimetri dal mio viso.

-Ci sono mille motivi, ma non ne capiresti nemmeno uno-. Assottigliai le palpebre.

-Credevo avessimo superato la fase del "Sorellina sexy e scema di Hemmings"- Ringhiai guardandolo negli occhi.

-Non è con la testa che devi ragionare- replicò, mandandomi in confusione.

-Smettila di parlare in codice e dimmi chiaro e tondo cosa vuoi!- ordinai. Sorrise, forse un po' malinconicamente.

-Vuoi davvero saperlo? Sai cosa voglio? Voglio che torni la Kresley di prima! Quella che sorrideva sempre, quella che è andata oltre le apparenze con me. Quella che mi ha fatto sentire accettato, che mi faceva sentire quasi una persona giusta. Quella che ha messo a tacere i miei demoni anche solo respirando- Lo guardai incredula,chi era quella Kresley? Io non la conoscevo più,forse non l'avevo mai conosciuta.

-Che cosa significa?- domandai non capendo dove volesse andare a parare.

-Rivoglio la Kresley di qualche mese fa, Kres. Per favore. Torna quella di prima-. Scossi la testa senza guardalo negli occhi.

-Non esiste più quella me- Lui rise e la sua risata fu tutto meno che sincera.

-So che è ancora dentro di te. Devi solo farla venire fuori!- Soffiò avvicinandosi a me. Indietreggiai.

-Se lei torna, torna il dolore- Risposi con gli occhi che pizzicavano.

-Sei troppo giovane per l'apatia- Disse accarezzandomi una guancia. Lo implorai con lo sguardo di smetterla, di staccarsi. Il suo tocco bruciava, mi dava i brividi e la pelle d'oca.

-ero troppo giovane per il dolore ma nessuno si è posto il problema di evitarmi quella sofferenza-. Poggiò la fronte alla mia chiudendo gli occhi. Il suo respiro era così vicino, si scontrava con la pelle del mio viso e solleticava le mie labbra facendomi mancare l'aria. Si leccò il labbro inferiore prima di parlare.

-Kres, lo so. È tutto una merda. Ma così distruggi anche me- chiusi gli occhi per non fissare quella bocca rossa e perfetta.

-Tu sei forte- Sussurrai. Mi prese una mano e se la poggiò all'altezza del cuore

-No Kres, non sono forte. Lo senti? Batte a metà, è a pezzi tanto quanto il tuo, tanto quanto noi- Ero incredula. Il suo cuore batteva al ritmo del mio, ma lui non era distrutto, lui non aveva perso la persona più importante della sua vita.

-So che non mi credi. Non lo fa mai nessuno. Ma anche io ho perso tutto. Sei l'ultima cosa che mi resta- sussurrò. Il suo tono di voce sembrava così addolorato, qualcosa nel mio stomaco si rivoltò. Forse non ero così apatica come mi piaceva credere.

-Cosa... cosa vuol dire tutto?- Domandai con ancora le sue mani sul mio viso e il suo respiro contro il mio. Tenevo gli occhi chiusi, non volevo vedere la sua espressione. Mi spaventava l'idea che potesse essere addolorato.

-Mia madre è stata uccisa da Hood e Irwin, due anni fa. Era una dominatrice del fuoco. Due mesi dopo, mio padre impazzì. Cominciò a vederla ovunque. Faceva il vigile del fuoco. Una notte, durante un incendio finì con il credere che quelle fiamme fossero mia madre. Pensava che fosse lei che lo chiamava, che lo voleva con sé. Non ha pensato a me nemmeno per un secondo. Si gettò nelle fiamme e si lasciò morire.- Sentii qualcosa di umido finirmi sulla guancia e scendere fino alle labbra. Era salata, una lacrima carica di dolore e mancanza. Michael aveva perso tutto. Esattamente come me. Portai le mie mani ad asciugare delicatamente le sue lacrime. Sentivo che ne aveva bisogno. Ero diventata apatica, ma non del tutto. Quel briciolo di sentimenti che mi restavano mi imponevano di stargli vicina. I suoi occhi si incastrarono nei miei.

-Mikey non avevo idea che...-Non trovavo le parole giuste per dirlo. Avevo paura di demolirlo definitivamente.

-Nessuno ne ha mai idea- rispose. Deglutì, accarezzandomi le guance con i pollici.

-Michael... a cosa pensi?- Gli domandai guardando le sue palpebre chiuse nuovamente.

-A quello che vorrei ma non posso fare- soffiò.

-Fallo, qualunque cosa sia-. Il mio istinto parlò prima del mio cervello e due secondi dopo le labbra di Michael furono sulle mie. Allacciai le mani dietro il suo collo e mi alzai sulle punte per approfondire la vicinanza. La mia mente era come spenta. Non stavo pensando a niente. Era come essere ubriaca, il mio corpo faceva ciò che l'istinto dettava, ignorando le parole che il mio cervello stava urlando. Le mani di Michael si posarono sui miei fianchi stringendoli leggermente. Sorrisi a quel semplice bacio con lui, sapevo che aveva bisogno di quel contatto. Tracciò il mio labbro inferiore con la lingua e automaticamente schiusi le labbra. Lasciai che approfondisse il bacio, mentre le mie mani giocavano con i suoi capelli. C'era qualcosa di magico nell'aria. Ma forse era la sola presenza di Michael a farmi quello strano effetto. Misi le mani sulle sue spalle per reggermi e spiccati un leggero salto. Spostò le mani dai fianchi alle cosce per sorreggermi e barcollò leggermente. Ridacchiai, sarebbe stato davvero esilarante e idiota cadere in un momento simile. Una sua mano si alzò fino a intrecciare alcune ciocche dei miei capelli tra le dita e accarezzarli. Sentire il suo tocco su di me mi dava una sensazione incredibile, come se avesse acceso un incendio dentro di me e stesse consumando lentamente la mia ragione. Si sedette sul letto con ancora me in braccio e mi accarezzò i capelli prima di staccarsi e e riprendere fiato. Non mi ero accorta del bisogno di respirare che avevo. Lo guardai negli occhi, ma lui si nascose nel mio collo.

-Non so cosa mi sia preso Kres. Perdonami- Gli alzai il mento affinché mi guardasse.

-Michael se non l'avessi voluto mi sarei staccata. Avevi bisogno di questa cosa e l'ho fatta. - Sorrise. Almeno i pezzi di uno di noi erano al loro posto in quel momento. Il suo sorriso era qualcosa di indescrivibile, ma purtroppo dovevo andarmene prima che la situazione degenerasse.

-Devo... devo andare Michael- Mi alzai sciogliendo quel groviglio di sensazioni che avevo nel cuore. Quando fui sulla porta Michael mi richiamò.

-Cos'è cambiato da quando stavamo per baciarci nella cella?- Lo guardai, aveva un espressione indecifrabile.

-Adesso so che non posso innamorarmi di te. Prima un cuore lo avevo, adesso no. E ora non vengo meno alla promessa fatta a mio fratello.- Sorrisi debolmente e uscii, lasciandolo li in piedi a fissare il vuoto.

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Spero non ci siano troppi errori (o orrori, lòl) Spero anche vi sia piaciuto, perché mi sto impegnando tanto per inventare qualcosa di buono da pubblicare.
Love y'all
Onyxandopal Xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Michael s pov

Mi sentivo un totale idiota. Per quanto desiderassi quel bacio dal primo momento in cui l"avevo vista, mi sentivo un cretino degno di riconoscimento ufficiale.

Lanciai una palla di fuoco contro la parete, ma essa rimbalzò e mi colpì in fronte.

-Cazzo- Imprecai sottovoce, sperando vivamente che nessuno fosse nei paraggi.

-Ma quanto sei scemo?- Chiese Laurent avvicinandosi con una risata pronta a scoppiare, se avesse riso gli avrei dato fuoco senza troppi preamboli. Peccato lui potesse tenermi testa.

-Da uno a cento, me stesso- sospirai. Fortuna che il fuoco non poteva ferirmi, altrimenti avrei avuto mezza faccia ustionata.

-Posso sapere perché diamine ti sei lanciato contro una palla di fuoco?- Chiese con ancora un sorriso sornione sulle labbra.

-Perché ho fatto un casino-. Non mi andava di parlargli di Kresley e di ciò che era successo. Quel bacio era stato come … Non lo sapevo nemmeno io. Semplicemente, le sue labbra sulle mie mi avevano dato un'emozione fortissima. Era stato come se milioni di scosse avessero percorso il mio corpo da capo a piedi, il suo profumo mi aveva inebriato mandandomi in tilt il cervello e addio buoni propositi nei suoi confronti. Avevo promesso a me stesso che non sarei mai caduto nella trappola di quegli occhi azzurri e di quella sua personalità tanto particolare. Era sempre stata una persona silenziosa, anche per via del fratello, ma i suoi occhi avevano sempre avuto molto da dire. Sapevo che se mi fossi preso la briga di ascoltarle, quelle iridi azzurre mi avrebbero fatto innamorare perdutamente dei loro segreti. Ci avevo fatto attenzione, avevo cercato di non buttarmi in questa missione suicida. Eppure era stato inevitabile. Che poi non potevo dire di esserne innamorato, semplicemente mi trovavo ad essere molto attratto da lei.

-Michael, mi stai ascoltando?- chiese Laurent con sguardo serio. Mi ero perso nei miei pensieri dannazione. Di nuovo per colpa di Kresley,

-Direi di no. Ti ho chiesto che casino puoi aver combinato- sospirai. Passai una mano tra i capelli, tirandoli leggermente. Avevo ancora addosso la sensazione delle mani di Kresley tra i miei capelli. Dannazione se era piacevole. Maledetta Hemmings, riusciva a mandarmi fuori di testa anche solo parlando.

-Non... È complicato- Lui rise. Lo avrei preso a sberle, ma era un ex campione di Basket alto quanto la torre Eiffel con le spalle larghe come il Taj Mahal e la forza di un titano. Ne sarei uscito a brandelli, gentilmente raccolti con un cucchiaio da tavola.

-Come quello che provi per Kresley?- Lo guardai chiedendomi come facesse a sapere quelle cose.

-Anche se fosse, due elementi diversi non devono mai mescolarsi. Non succedono cose belle - Sbuffai. Lo guardai negli occhi, conoscevo la domanda che stava per farmi e non mi piaceva affatto.

-Stai parlando dei tuoi genitori?-. Un colpo al cuore. Sentii un nodo in gola e il respiro mozzarsi. Era stato indelicato. Mi parve di sentire i pezzi della Torre Eiffel, del Taj Mahal e di un titano crollarmi addosso.

-È in generale...- mormorai.

-Va bene...A proposito della bionda sta per buttare giù mezza foresta a colpi di ghiaccio. Quindi se vuoi andare da lei...- mi fece l'occhiolino e si allontanò lasciandomi una pacca sulla spalla.

Uscii e cercai Kresley tra quei sempreverdi innevati. Rizzai le orecchie e sentii alcuni colpi in lontananza. Seguii quel rumore e trovai l'Alpha dell'acqua a lanciare paletti di ghiaccio contro i tronchi degli alberi con una rabbia indescrivibile. Era dannatamente bella anche in quel modo, con i capelli scompigliati e la rabbia dipinta sul volto.

-Se invece di prendertela con quel povero albero lottassi contro di me?- Domandai.

-Non dovresti stare allenando i dominatori?-Chiese senza guardarmi, la preferivo quando mi baciava. O almeno, quando mi odiava perché l'avevo costretta ad andare a Firenze.

-Sono esattamente dove dovrei essere- E quella da dove mi usciva???

-Cosa?- Domandò scettica voltandosi finalmente.

-Tu ci sei stata ieri per me... Sai... Non devo ricordartelo, no?- Lei scosse la testa

-No. Non serve- Mi sembrò di vedere un lampo nei suoi occhi. Tutto quello che stava succedendo tra di noi, qualunque cosa fosse, era totalmente sbagliato.

-Dai! Sfogati con me-. La guardai mentre mi fissava, i suoi occhi azzurri erano assorti nei pensieri che la stavano tormentando.

-Ok Clifford. Ci sto. Fatti sotto- Il sorriso di sfida che campeggiava sulle sue labbra la rendeva semplicemente perfetta. Su Michael smettila! Mi concentrai e cominciammo a combattere.

Kresley's pov

Combattere con Michael mi stava davvero aiutando a scaricare i nervi. Sembrava che si stesse divertendo, aveva il sorriso sulle labbra e osservava ogni mia mossa nei minimi particolari. Disputarmi con lui era eccezionale, era un degno avversario capace di tenermi testa. Ero stufa però di andarci leggera, così lo avvolsi in una quantità di acqua mastodontica e la strinsi attorno a lui, ghiacciando poi il tutto immobilizzandolo e impedendogli di usare i suoi poteri. Scoppiai a ridere, la sua espressione era davvero divertente.

-Complimenti, Kres.-. Mi avvicinai a lui e incrociai le braccia al petto.

-Mi deludi, Michael- Mormorai guardandolo con un sorriso sornione sul volto. Mi stavo prendendo gioco di lui? Sì. Volevo smettete? No.

-Oh andiamo... ti ho fatta vincere- Fece l"occhiolino e sorrise .

-Sai che quello che è successo non cambierà le cose tra di noi, vero?- Lui si rabbuiò, ma rispose in tono tranquillo e rilassato.

-Sì, ne sono cosciente e...-Cominciò a tossire e il suo volto prese un colorito strano, mentre nell'aria si diffondeva un odore di... sigaretta? Oh no.

-Michael, Michael stai bene?- Lui non rispose, scosse la testa in cenno di negazione. Mi voltai a cercare con lo sguardo chi fosse il responsabile di quella reazione da parte di Michael. Vidi un dominatore con una sigaretta tra le dita che se la fumava allegramente. Feci scendere lentamente il ghiaccio che avvolgeva Michael, fino a farlo stendere sulla neve.

-Ma sei idiota? Hai idea del casino che hai fatto?- Urlai contro al ragazzo. La sigaretta gli scivolò dalle dita quando sussultò e si spense contro i cristalli di ghiaccio.

-Kresley... non ... non respiro- Sussurrò Michael tossicchiando. Mi avvicinai a lui e mi inginocchiai.

-Ascoltami, adesso ha smesso ok? Cerca di prendere un bel respiro. Chiamo qualcuno per aiutarti.- Cercai di mettermi in contatto psichico con Laurent, chiamandolo con la voce dei pensieri. Era lontano, ma forse sarei riuscita ad attirare la sua attenzione.

-Razza di coglione, gli alpha dell'aria sono allergici a quella merda che ti stavi fumando- Ringhiai contro al dominatore, mentre cercavo di aiutare Michael.

-Adesso arriva Laurent, ok?- Lui annuì, ma poco dopo mi sembrò assente

-Michael guardami, Mike non ti addormentare- Ordinai prendendogli il viso tra le mani.

Pochi secondi dopo Laurent era al mio fianco e mi aiutò a trasportare Michael nella sua stanza.

-Cazzo è svenuto. Merda, ha uno shock anafilattico. Se non si sveglia... beh non è un buon segno- Disse Laurent guardando il corpo immobile di Michael.

-Userò l'acqua curativa. Non posso permettermi una perdita simile- Dissi arrotolando le maniche del mio dolcevita fino ai gomiti. Legai rapidamente i capelli in una coda e chiusi gli occhi concentrandomi. Presi diversi respiri prima di allungare le mani e poggiarle sul petto di Michael. Sentivo il suo respiro troppo flebile e il battito lento. Cominciai a far fluire l'acqua curativa dalle mie mani al suo petto, spingendola con il dominio fino al cuore. Certo, poteva sembrare che il sangue annacquato non fosse proprio un tocca sana, ma quella non era semplice acqua. Si dissolveva nel nulla, lasciando nel corpo del malato solo la medicina che conteneva. Aggrottai le sopracciglia, il ragazzo addormentato sembrava non reagire. Ci misi più impegno, ma non era abbastanza.

Dopo dieci minuti che ero in quella posizione Laurent mi scostò da Michael. Lo guardai trucemente.

-E' normale che reagisca più lentamente... il fuoco è l'opposto dell'acqua e deve cercare di assecondare i suoi effetti benefici. Dagli il tempo di elaborare la cosa, al massimo ci provi di nuovo più tardi, ok?- La sua tranquillità mi uccideva.

-Ok, solo... va a requisire ogni singola sigaretta che trovi, qualsiasi cosa possa recar danno ad uno dei dominatori. Anche un pezzo di carta se è necessario.-. Se era stato così facile mettere al tappeto Michael per colpa di un'allergia, allora ogni cosa che poteva indebolirci andava eliminata. Non potevo assolutamente lasciare che qualcuno si indebolisse, non era il caso. Avevamo appena concluso una guerra e non avevo intenzione di trovarmi impreparata alla prossima solo perché qualche idiota non stava alle regole. E se non avessero voluto darmi retta, se ne sarebbero tornati a casa. Non mi interessava ciò che avrebbero detto, se mi avrebbero dato della pazza, della stronza o altro...

Guardai Michael, sembrava così sereno. Le sue palpebre chiuse erano pallide come il resto della sua pelle immacolata. La fronte era coperta dai capelli biondi, tornati del loro colore naturale, che sfioravano le sopracciglia delicatamente. Gli erano cresciuti un po', ma era comunque bellissimo. Le labbra rosse erano carnose e leggermente schiuse. Il respiro lento, ma ritmico, faceva alzare ed abbassare dolcemente il suo petto. Immaginai le contrazioni del suo diaframma, i polmoni che si ingrossavano per poi svuotarsi e ricominciare da zero. Gli scostai una ciocca ribelle dalla guancia e sospirai.

-Michael cosa hai fatto di male per meritarti una come me? Cosa stai provando? Non voglio dire che mi ami, sarebbe stupido ed egocentrico, ma... so che qualcosa c'è. E che ti tormenta. Vorrei.. vorrei non essere io farti del male, sai? Eppure sembra che io sappia solo ferire gli altri... In tutto questo casino io dovrei aiutarti e non ci riesco. Sono morta con Luke, sai? Beh te ne sei accorto sicuramente. Mi fa male pensare che ora sono sola, così come te. Non ho più il mio punto di riferimento e mi sento come se stessi brancolando nel buio. Vorrei essere forte come te, che nonostante tutto stai addestrando i giovani dominatori perché sai che non può farlo nessun altro. Mi dispiace tanto Michael. Credimi- Deglutii, spostando lo sguardo in giro per la stanza fino a incontrare la chitarra. Fissai i miei occhi su di essa, porsi una domanda stupida, sapevo esattamente cosa era successo il giorno prima e come entrambi ci eravamo sentiti. O almeno, come si era sentito lui.

-Come è stato quel bacio ieri? - Giocherellai con le mani, mentre una confessione stava per abbandonarmi.

-Sai, l'ho considerato il mio primo vero bacio. Diciamo che il primissimo se lo è preso James, ma non lo considero. Immagino che il primo sia quello che ti fa provare qualcosa, no? Non so cosa ho provato ieri, ma senz'altro è stato intenso- Mi sciolsi i capelli, solo per poterci infilare in mezzo le mai e tirarli. Ero un'idiota di proporzioni mastodontiche. Sbuffai, stavo mandando tutto a rotoli, senza ombra di dubbio. Ovviamente, dicendo quelle cose lo stavo solo confondendo. Mi alzai dal bordo del letto su cui ero seduta, accanto al bacino di Michael e tenendo indietro i capelli con le mani diedi un bacio sulla fronte a Mike.

-Vado a cercare di addestrare i miei dominatori, ci provo ok?- Sussurrai prima di alzarmi. Sentii una mano afferrarmi delicatamente il polso.

-Resta- Mormorò sottovoce Michael, aprendo piano gli occhi. Fui investita dall'intensità di quelle iridi verdissime. Boccheggiai, senza sapere bene cosa fare. Alla fine mi sedetti esattamente dove ero prima e Mike si agitò per farmi più spazio.

-Hey, fermo. CI sto, tranquillo.- Lo fermai. Non mi pareva giusto farlo stancare per me, infondo si era appena svegliato dopo uno shock allergico. Mi prese la mano nella sua e la strinsi leggermente.

-Davvero vuoi addestrarli?- Chiese con un sorriso, era così bello vederlo sorridere di nuovo.

-Sì, voglio farlo. Non posso lasciare tutto il peso sulle tue spalle- Mi sorrise e guardò il soffitto, sembrava che volesse concentrarsi su quello che voleva dirmi.

-Mi hai parlato vero? Mentre dormivo intendo...- Arrossii di colpo, sentendomi colta in fallo.

-Sentivo la tua voce ma non capivo le parole- Continuò.

-Sì, ma non era nulla di importante... ti ho raccontato cavolate che ho fatto per svegliarti. Tipo quando ho messo la tinta rosa nello shampoo di Luke... Diciamo che sono andata a vivere da nonna per un mese- Scoppiò a ridere e mi guardò con rimprovero.

-Sei tremenda eh?- Gli feci la linguaccia, sorridendo.

-Disse quello che si presentò a scuola con una fragola radioattiva al posto dei capelli- Ridacchiai. Mi guardò fingendosi offeso, ma poi rise a sua volta. Scossi la testa e i capelli mi finirono davanti alla faccia. La mano di Michael me li scostò mettendomeli dietro le orecchie. Trattenni il respiro chiudendo gli occhi. Stavo facendo un casino.

-Sai che non mi pesa addestrare i ragazzi vero?- Chiese fissandomi con i suoi intensi occhi verdi.

-Lo so. Ma devo pur fare qualche cosa no? Se sto ferma affogo nei pensieri e ... Beh lo sai-. Lui annuì leggermente, con le palpebre pesanti. Mi alzai.

-Ti lascio risposare Mike-. Uscii dalla stanza e mi chiusi la porta alle spalle. Mi ci appoggiai e scivolai fino al pavimento. Che diamine avevo combinato? Decine di immagini finirono con il sovrapporsi nella mia mente, mescolandosi alle voci. Michael e Luke, Luke e Michael.
Presi un bel respiro e mi alzai. Dovevo reagire a tutto quello.

Laurent's pov

Le cicatrici che avevano lasciato le fiamme sul mio volto non facevano altro che ricordarmi il mio fallimento. Cercavo di mostrarmi forte, resistente e risoluto, ma la verità era che al solo pensiero di battermi di nuovo contro il fuoco sentivo le ginocchia diventare di gelatina. Non erano state le torture a rendermi così, ma altro. Se chiudevo gli occhi e mi concentravo, potevo sentire il suono dei suoi passi riecheggiare lungo la stanza, mentre le catene che mi tenevano fermo tintinnavano sbattendo sul pavimento. Mi portai una mano alla gola, era come se il fumo che avevo respirato prima che catturassero Kresley e Michael si fosse materializzato nel bagno della mia stanza. Tossii, sentendo i miei polmoni stringersi e ribellarsi. Dovetti lottare con tutto me stesso per allontanare il ricordo di ciò che avevo passato. Dopo un paio di respiri profondi riuscii a guardarmi di nuovo allo specchio. Il mio riflesso era il motivo per il quale volevo allenare i dominatori al posto di Kresley. Il mio viso, il mio collo e buona parte del mio torace non sarebbero guariti, ma la consapevolezza di aver aiutato qualcuno di più giovane e inesperto a imparare come proteggersi mi regalava un po' di sollievo. Mi faceva stare bene pensare di essere in qualche modo utile a quei ragazzi.

C'era una ragazza,avrà avuto un paio d'anni in meno di me. Tremava ogni volta che nominavo il fuoco, era come se vedesse davanti a sé le fiamme. Non riusciva più a muoversi e guardava il vuoto, conoscevo quello sguardo. Lo avevo visto tante volte addosso ai miei compagni che avevano visto qualcuno morire tra le loro braccia perché l'acqua guarente non aveva funzionato. Era uno sguardo perso, proprio come quello di Kresley. Forse era per quello sguardo che non riuscivo ad odiare Kresley per il suo mancato senso delle responsabilità o per come si comportava. Stava distruggendo Michael, non mi faceva affatto piacere, ma non potevo biasimarla. E' difficile fare qualcosa dopo essere rimasti scottati così tanto e nel caso di Kresley era stata bruciata viva, dopo essere stata cosparsa di benzina e alcol.

Ogni tanto osservavo la ragazza dai capelli biondi e l'animo ferito, i suoi occhi erano gelidi come la neve che ci attendeva una volta messo il naso fuori dal castello. Dentro di lei c'era qualcosa di immensamente forte, era assopito, ma il suo cuore bruciava con un'intensità che nemmeno Michael avrebbe potuto riprodurre con il proprio fuoco dell'Alpha. Era in quel potere dormiente che io riponevo le mie speranze per una ragazzina di neppure sedici anni, era troppo giovane per tutto quel dolore e vederla così priva di sentimenti mi mandava il cuore in mille pezzi. Forse era la mia fedeltà verso l'Alpha, perché era lei a racchiudere l'essenza stessa dei miei poteri, ma le dovevo la vita per averci salvati e non volevo che distruggesse la propria in quel modo. Avrei voluto parlarle, anche se sapevo perfettamente che sarebbe stato inutile. Solo Michael poteva riportarla indietro.

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Eccomi di nuovo qui (prima del previsto, sarà la luna? No, ok... basta teen wolf ragazza)
Laurent viene piano piano a galla, cosa che su wattpad non accade. Infatti voi leggerete pezzettini in più e persino un capitolo in più! Aggiungere ora su wattpad queste cose sarebbe ingiusto per coloro che l'hanno già letta e si sono persi dei pezzi, ma voi ancora non sapete tutto della storia e sbagliando si impara, perciò aggiungo delle cose.
TUtto qui,
baci
Frael

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Laurent's pov (piccolo salto nel passato)

Michael era così triste per come stavano andando le cose tra lui e Kresley, non riuscivo proprio a vederlo in quelle condizioni. Era un ragazzo fantastico e non meritava di sentirsi in quel modo, non meritava di perdere la persona per la quale provava dei sentimenti di quella portata. Anche se non se ne accorgeva, lui provava qualcosa per Kresley e di quel passo lo avrebbe lasciato distrutto.

Bussai alla porta di Michael, che venne ad aprirmi con l'espressione di chi si è appena svegliato.

-Hey, posso?- Domandai cercando di abbozzare un sorriso, mentre Michael si spostava e apriva un po' di più la porta.

-Ciao Laurent, è un piacere vederti- SI sedette sulla poltrona. Era dimagrito, aveva le guance meno piene e le sue felpe già grandi sembravano ancora più enormi su di lui. Persino gli skinny jeans parevano più grandi di una taglia.

-Sono passato a vedere come stavi e a darti un consiglio- Mi sedetti davanti a lui, il suo sguardo era sospettoso e un po' dubbioso.

-Sto bene, grazie. Che consiglio devi darmi?- Mi sfregai le mani sui jeans e chiusi per qualche secondo gli occhi. Nella mia mente il nastro della videocassetta del tempo venne riavvolto e le immagini cominciarono a scorrere riportandomi a quel periodo che tutti noi volevamo dimenticare.

-Il mio migliore amico era un nominatore dell'aria. Si chiamava Adrian. Amava i fiori, lavorava come fioraio prima di essere catturati. Conquistava sempre il cuore di tutti con i suoi modi di fare, con la sua conoscenza di ciò che vendeva. E non solo, aveva gli occhi marroni, un sorriso mozzafiato e una simpatia estrema. Uscire con lui e con delle ragazze era una sfida per stare al passo. Un giorno avevo preso una cotta per una ragazza che veniva all'università con me. Era bellissima, dolce, intelligente. Era perfetta. Volevo conquistarla, ma ero una frana in queste cose. Così Adrian mi portò nel suo negozio e mi mostrò uno ad uno i fiori che vendeva. Ricordo cosa mi disse per le rose. Bianca, simbolo di amore puro. Rosa, da regalare ad un caro amico in segno d'affetto. Blu per la saggezza. Gialla per la gelosia, ma anche la vivacità. Arancio per il fascino. Rosa di Banks, la bellezza nel ridere e nel piangere. E infine quella rossa, credo sia chiaro cosa voglia dire. Adrian mi aiutò a scegliere quelle giuste, le confezionò in un bel mazzo, con dei bei nastri e un bel biglietto. Gliele fece consegnare e qualche giorno dopo la ragazza mi chiamò per ringraziarmi e le chiesi di uscire. Un'ora prima che passassi a prenderla, gli Oscuri rapirono me e Adrian, insieme ad altri dominatori. Ci torturarono, ci fecero esattamente ciò che hanno fatto a voi. Mi costrinsero a curare i dominatori che non riuscivano a resistere- Mi fermai per un secondo, il mio fiato era così corto da non riuscire quasi a parlare. Tirai su con il naso prima di continuare, anche se la mia voce era spezzata.

-Un giorno mi portarono Adrian. Volevano che lo curassi e ci provai con tutte le mie forze, era il mio migliore amico e non volevo perderlo. Morì tra le mie braccia insieme alla mia capacità di guarire le persone, avevo consumato tutto il mio potere per cercare di salvarlo. Scoprii che gli avevano messo della polvere cemento intorno al cuore e nei polmoni, così che lui morisse. E' morto tra le mie braccia e l'ultima cosa che mi ha detto è stata ''Non dimenticare il linguaggio dei fiori, mai''- Michael si passò una mano sull'occhio destro, era commosso. Stava piangendo per la mia storia, ma non era quello il mio intento. Dovevo aiutarlo a non perdere Kresley.

-Michael non voglio che tu pianga, ma che tu faccia tesoro di quello che ti ho detto per tenere al tuo fianco Kresley. Devi salvarla prima che sia troppo tardi, perché una volta che l'hai persa non ti resta che un vuoto immenso nel cuore e credimi se ti dico che niente colma quella voragine al centro del petto- Mi alzai schiarendomi la voce e gli sorrisi.

-Spiegale quanto conta per te con le rose- Uscii dalla sua stanza prima che potesse replicare e andai in camera mia, dove potevo piangere da solo per la morte di Adrian.

Michael's Pov

Tenevo in mano un mazzo di rose, ognuna con un colore diverso. Raggiunsi Kresley sulla sua balconata e quando mi vide sorrise leggermente. Le mostrai le rose, il mio cuore batteva all'impazzata e sperai che quei fiori servissero a riportarla da me. Avevo bisogno di vedere la Kresley che mi aveva abbracciato quando eravamo rinchiusi, quella che mi aveva guardato negli occhi e mi aveva aiutato a mettere a tacere i miei demoni.

-Michael, che ci fai qui? Dovresti riposarti...- Mi rimproverò, ma il suo sguardo si rabbuiò quando vide il mazzo che tenevo tra le mani. Le spiegai cosa significasse ogni rosa, lei mi guardava impassibile e mi sentii malissimo. Era come guardare una statua, non mi piaceva quella sua reazione.

Prese la rosa della gelosia, ne spezzò il gambo e la gettò giù. Quella blu perse i propri petali, quella bianca essiccata. Quella rosa venne sbriciolata, quella arancio e quella di Banks furono fatte ammuffire tanta acqua vi irradiò all'interno e quella rossa venne chiusa in un blocco di ghiaccio.

-Ora questa rosa è come me- Ringhiò poggiando il blocco di ghiaccio tra le mie mani e ferendomi. Il mio cuore andò in mille pezzi e seppi che lei non era più capace di amare, che l'avevo già persa per sempre.

Kresley's pov

Entrai nella sala dei dominatori del fuoco e li guardai uno a uno.

-Bene. Oggi vi allenate con me- gridai dal fondo della stanza, senza preoccuparmi troppo di presentarmi. A giudicare dalla reazione di alcuni di loro, mi conoscevano a sufficienza.

-Ma Michael?- chiese una ragazza. La guardai con aria truce prima di replicare.

-Michael ha avuto un problema. E poi non saprete mai quanto siete messi male se non combattete con qualcuno dell'elemento opposto-. Mi guardavano come se fossi pazza.

-Ok ora pensate a qualcosa che vi fa incazzare. Tu con i capelli neri, vieni qui-. La ragazza avanzò lentamente, impaurita. Si fermò a qualche passo da me, credeva forse che l'avrei morsa?

-Cosa ti fa arrabbiare più di tutto?- Chiesi guardandola negli occhi. Erano grigi, profondi. Si stavano caricando di rabbia.

-Chi mi dice che non valgo nulla. Che non sono in grado di farcela da sola- confessò. Le girai intorno come un avvoltoio, come un'aquila che si prepara a scendere in picchiata sulla propria preda.

-Immagina che io sia la persona che ti insulta più di tutte. Immagina che io ti dica le cose peggiori che tu abbia mai sentito in vita tua.- Stava fremendo, era pronta a esplodere. Di lì a poco, avrebbe scatenato tutto il potere che c'era in lei, ne ero certa. Alzò una mano e generò una fiamma, puntandomela contro. Fu troppo lenta, le afferrai il polso e lo misi dietro la sua schiena, mentre con l'altra mano spegnevo la fiamma attraverso l'acqua.

-Troppo lenta e prevedibile. Va a posto, proviamo dopo. Su fatevi avanti uno per uno e vediamo chi riesce a tenermi testa-.

Passarono i minuti, poi le ore. Passarono i giorni e Michael stava a letto, stremato dalle cure. Stava lentamente migliorando, anche se aver avuto acqua in corpo lo aveva stancato molto. Era naturale, acqua e fuoco non erano certo amici per la pelle. Vederlo così però suscitava preoccupazione in me. Era sempre stato forte, aveva sempre tenuto lui le redini della situazione. Ogni giorno facevo allenare i dominatori, per quelle poche ore riuscivo a non pensare a quello che avevo passato. Ma la notte, quando andavo a dormire i ricordi tornavano. Quando toglievo gli abiti da combattimento per indossare il pigiama vedevo le cicatrici che il fuoco aveva lasciato, il segno del braccialetto ancora marchiava la mia pelle. Avevo provato a toglierli con i miei poteri, ma dopo il decimo tentativo avevo decretato che sarebbero rimasti lì per sempre. Cercavo di non farci molto caso, meno li avrei visti meno li avrei ricordati, eppure mi tornava in mente il fatto che alla fine, più guardi un tuo difetto meno lo vedrai quando ti ci sarai abituata. Allora fissavo quei segni per dieci minuti al giorno, così da arrivare al renderli invisibili ai miei occhi.

Passai a trovare Michael, volevo assicurarmi che non avesse una ricaduta.

-Sai che non sono un malato terminale, vero?- Chiese quando fui entrata nella stanza.

-Sì, lo so. Ma voglio solo vedere come stai. Ti infastidisce?- Mi sistemai i capelli dietro le orecchie mentre mi appollaiavo sulla poltrona.

-No, per carità. Ma non c'è bisogno che vieni a trovarmi ogni tre ore- Ridacchiò. Nel frattempo stava accordando la chitarra, seduto accanto alla finestra.

-Ok, d'ora in poi verrò a trovarti una volta al giorno-. Restammo in silenzio per un po', mentre il suo plettro sfiorava le corde tese dello strumento.

-Una volta Luke ha provato a insegnarmi a suonare e ci era anche riuscito... Avevo imparato a tenerla in mano senza spaccarla- Scoppiò a ridere, quanto tempo era che non sentivo quel suono?

-Non è difficile...- Mi portai un ginocchio al petto e lo circondai con un braccio.

-Quanti anni sono che suoni?- lui ci pensò su qualche secondo.

-All'incirca una decina di anni-. Sgranai gli occhi, ovviamente era facile per lui.

-Ci credo che è facile! Suoni praticamente da sempre-. Si sistemò il ciuffo passandoci le mani dentro e io distolsi lo sguardo, senza saperne il motivo.

-Vuoi provare? La sai già tenere, è un passo avanti-. Lo guardai male.

-Sfotti?- Lui guardò altrove con un sorriso divertito.

-Stai sfottendo, eh? Mi vuoi sfidare stronzetto- Lui ridacchiò.

-No, ma so che se non ti si istiga non fai nulla. Sei troppo orgogliosa per perdere l'occasione di vincere- Beh, ero orgogliosa sì, ma non mi andava che fosse lui a dirmelo.

-Non sono orgogliosa- Lui alzò gli occhi al cielo.

-Dai vieni qui- mi alzai e camminai fino al suo cospetto. Mi sedetti davanti a lui con le gambe incrociate. Mi passò la chitarra e io la posizionai come mi aveva insegnato Luke. Mi prese la mano tra le sue e me la posizionò nel giusto modo.

-Luke non la teneva così... Diceva che lui la tiene in modo strano- Mormorai guardando le dita di Michael sistemare le mie sulle corde.

Passammo circa due ore a cercare di farmi imparare qualcosa, fallendo quasi del tutto.

-Beh dai... Non sei malaccio- Disse poco convinto.

-No infatti... Sono peggio- Scoppiai a ridere scuotendo la testa. Notai che mi stava fissando, con un leggero colore rosato sulle guance e un sorriso accennato sulle labbra. Mi schiarii la gola e mi alzai, poggiando la chitarra sulla poltrona su cui ero seduta.

-Devo andare- annunciai alzandomi e dirigendomi verso la porta.

-Ci vediamo domani- Gli sorrisi prima di uscire chiudendomi la porta alle spalle.

Camminai fino alla mia stanza e uscii sul balcone. Mi appoggiai alla ringhiera e guardai l'orizzonte. Era tutto bianco e verde, neve e sempreverdi. Verdi... Come gli occhi di Michael. No, i suoi erano più belli, più profondi, più intensi. Sentii il suono della chitarra arrivarmi dalla finestra della sua stanza aperta, note seguite dalla sua voce profonda. Mi sedetti sulla ringhiera, appoggiandomi al muro dietro di me. Mi piaceva la sua voce, era stupenda. Chissà come sarebbe stata affiancata a quella di mio fratello.

-My mind is a warrior- Sì, Michael, la tua mente era un guerriero che stava lottando per entrambi

-My heart is a foreigner- Forestiero? Non lo sentivo diverso, non veniva da un altro mondo. Ma forse per lui sì, forse considerava se stesso un estraneo al mondo che viveva.

-My eyes are the colour of red like the sunset- Erano rossi come il tramonto, o come il fuoco che era capace di piegare al suo volere? O come erano rossi i miei quando Luke era appena morto? Rossi di lacrime? Michael... Avrei voluto tanto capirlo, ma era un eterno enigma.

-Never keep it bottled up- Avrei voluto che esternasse ciò che provava, che mi dicesse chiaramente contro cosa combatteva ogni giorno, l'inferno che passava. Avrei voluto sapere se per caso fosse colpa mia.

-Left to the hands of the foreigner- No, Michael non era ancora morto, almeno speravo. Speravo che lui non fosse morto dentro come me, altrimenti sarebbe andato tutto quanto a rotoli, non potevo permettere che il suo cuore immenso si spegnesse come il mio.

-Be a true heart not a follower- Non volevo che cambiasse, che seguisse la massa dei falsi sentimenti, dei "Ti voglio bene" detti a caso, dei sogni altrui copiati e incollati sulle pagine della memoria di ognuno.

-We're not done yet now- No, non avevamo ancora finito di lottare, eravamo ancora in ballo. Dovevamo stringere i denti, affilare gli artigli e combattere. Difenderci e armare noi stessi fino ai denti, armarci di pazienza, speranza, perseveranza. Anche se stavo ad occhi chiusi, potevo immaginare il suo sguardo cristallino seguire le sue dita che si muovevano sulla chitarra mentre cantava quell'inno che sembrava parlare di noi

-I see it in your movements and I, If we can ever do this right- lo vedevo nei suoi movimenti che stava lottando con se stesso, da quando ci eravamo baciati, era stato un continuo negarsi sguardi e nascondersi dietro ad una maschera. Il rossore sulle sue guance, il sorriso accennato, i denti che cercavano di trattenere quel gesto spontaneo.

-Oh I'll never let you down- Non avrebbe mai potuto deludermi, era troppo bravo a proteggermi per farlo. Si era preso sulle spalle tutto il peso di quella situazione, aveva fatto gravare su di sé ogni responsabilità pur di lasciarmi il mio spazio per smaltire il dolore. E ancora mi stava dando tempo per reagire, per questo avevo voluto sostituirlo in quei giorni.

-Now keep it on the down low- Stavo tenendo segrete tutte le volte che avrei dovuto ringraziarlo per il mio fottuto orgoglio. Lui stava tenendo segreto ciò che provava, ciò che lo tormentava. Io lo sapevo, sapevo che dentro aveva l'inferno.

-And ill keep you around so ill know, That i'll never let you down- Sapevo che se gli fossi stata vicina non mi avrebbe fatto cadere mai... Ma non era quello il mio posto, accanto a lui doveva esserci qualcuno in grado di sostenerlo, di non far crollare lui.

La melodia di quella canzone terminò, per farne cominciare un altra. La riconobbi immediatamente, l'avevo sentita infinite volte dall'iPod di Luke, quando glielo rubavo. Creai delle scale fino alla sua finestra, che era un piano sotto rispetto alla mia, e un pianerottolo abbastanza in basso da farmi sedere comodamente sotto il davanzale senza essere vista. Scesi silenziosamente i gradini di ghiaccio e mi appiattii contro la parete, con lo sguardo rivolto al cielo e gli occhi chiusi, beandomi della voce di Michael.

- My ship went down

In a sea of sound

When I woke up alone

I had everything

A hand full of moments

I wished I could change

and a tounge like a nightmare

That cut like a blade

In a city of fools- Sorrisi, aveva davvero una bella voce, profonda, leggera, che metteva i brividi. Ti entrava sottopelle e non ne potevi nulla, se non di tenerti la sensazione che ti dava.

-I was careful and cold

but they tore me apart like a hurricane

A hand full of moments

I wished I could change

but I was carried away- Ecco, la sua voce era un uragano, ti investiva e ti lasciava segnato dentro, nel profondo.

-Give me therapy

I'm a walking travesty

But I'm smiling on everything

Therapy you were never a friend to me

and you can keep all your misery - In effetti, non eravamo mai stati amici. Eravamo qualcosa in più rispetto a due estranei o due semplici conoscenti, ma eravamo anche qualcosa in meno rispetto a due amici. Probabilmente eravamo solo due complici in quell'assurda follia.

-My lungs gave out

as I faced the crowd

I think that keeping this up can be dangerous I'm flesh and bone

I'm a rolling stone

And the experts say I'm delirious- Stavamo rotolando nella pazzia come due pietre, deliravamo mentre qualcosa dentro di noi voleva che ci unissimo in una cosa che non poteva esistere. Avevo certamente delirato, quando gli avevo dato quel bacio.

-Give me therapy

I'm a walking travesty

But I'm smiling on everything

Therapy you were never a friend to me

and you can take back your misery

Arrogent boy

love yourself so no one has to

They're better off without you

(They're better off without you)

Arrogent boy

Cause a scene like your supposed to

They'll fall asleep without you

You're lucky if your memory remains- Era davvero migliore senza di me? Probabilmente sì, era migliore da solo, senza il pensiero di me sarebbe stato molto più spensierato

-Give me therapy

I'm a walking travesty

But I'm smiling at everything

Therapy you were never a friend to me

You can take back your misery

Therapy

I'm a walking travesty

But I'm smiling at everything

Therapy you were never a friend to me

and you can choke on your misery-. La versione studio a cui ero abituata era fantastica, ma la versione di Michael era assolutamente magnifica. Restai immobile, cercando di non fare rumore.

-Kresley so che sei lì sotto, vieni qui prima che cadi- Mi chiesi come diamine facesse a saperlo, come mi aveva scoperta?

-Ci sono due motivi principalmente. Uno è che sono un Alpha e leggo nei pensieri, ho sentito i tuoi- Mi sentii avvampare, non poteva aver davvero letto ogni mio pensiero.

-E il secondo motivo è che ti sento vicina. Quando sei a pochi passi da me come in questo momento, sento il tuo calore e il tuo profumo- spiegò affacciandosi e guardandomi con un sorriso. Mi alzai e arrivai all'altezza della sua spalla, avendo fatto alzare il pianerottolo. Mi morsi il labbro.

-Scusa... È che mi piaceva la tua voce- Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe. Due dita si poggiarono sotto il mio mento facendolo alzare.

-Tranquilla, non mi da fastidio. La prossima volta però non aspettare fuori dalla finestra, bussa alla mia porta, ok?- Scoppiò a ridere guardando la scalinata che avevo creato.

-Mi devo preoccupare di quella?- Chiese indicandola.

-Direi di no- Con un gesto della mano la feci cadere a terra sotto forma di neve -Posso entrare? Sai non volo- Chiesi. Mi porse la mano e quando la afferrai, mi issò e mi fece entrare. Misi male un piede e feci per cadere, ma prontamente lui mi afferrò. Mi sedetti Sulla poltrona e mi guardai i piedi.

-Cosa facevi da piccola? Insomma... Solitamente i dominatori usano i poteri anche inconsciamente-. Lo guardai.

-In realtà non mi è mai successo. Di solito facevo disperare Luke... Gli prendevo le sue cose, mi nascondevo nel suo armadio per fargli dispetto. Oppure gli spettinavo i capelli- Sorrisi, ricordando del piccolo Luke che cercava di sgridarmi ma non ci riusciva. Si metteva a ridere sempre subito dopo.

-E gli facevi i dispetti tutto il tempo?- Domandò Michael sedendosi davanti a me. Mentre scuotevo la testa i capelli mi caddero nuovamente davanti al viso. Li scostai e parlai.

-Mi spingeva spesso sull'altalena, mi sembrava di volare. Chiudevo gli occhi e immaginavo di essere una farfalla, un passerotto, qualsiasi cosa potesse volare. Anche una fatina. Mi spingeva così forte...-

Chiacchierammo ancora un po', ma poi le maniche della maglietta si alzarono e Michael mi si avvicinò.

-Mi guardò i polsi scoperti.

-Cosa ti hanno fatto quei bastardi?- Mi sfiorò leggermente le piccole cicatrici che il fuoco aveva lasciato su di me. Mi sottrassi dal suo tocco.

-Ti ho fatto male?- Scossi la testa.

-Sto cercando di non farci troppo caso... Ma è difficile e ...- Ebbi un capo giro.

-Kres?- Domandò Michael preoccupato. Mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi.

-Sta succedendo qualcosa nella foresta, qualcosa sta assorbendo acqua tra gli alberi- Mormorai guardando fuori dalla finestra, in direzione degli alberi innevati.

-Cosa intendi? Magari è un animale.- Lo guardai seria.

-Un animale non mi farebbe girare la testa, nemmeno se fosse un mammut. Andiamo- Mi alzai, ma facevo fatica a camminare. Quando fummo nel giardino, diretti verso il centro del mio indebolimento, Michael prese un mio braccio e se lo avvolse intorno al collo, mentre mi sorreggeva dai fianchi con il braccio destro.

-Ti aiuto- Disse, mentre sulle sue guance compariva un leggero color rosso. Le nuvolette dei nostri respiri si disperdevano pochi secondi dopo essere comparse, mentre camminavamo verso il punto in cui l'acqua si stava ritirando. Guardai verso il cielo della sera, la luna era piena. Non avrei dovuto sentirmi più forte?

-Stavo pensando ad una cosa... che mi raccontava mia nonna- Sussurrò Michael, vicino al mio orecchio. Non volevamo farci sentire da ciò che poteva nascondersi al di là di quegli alberi.

-Di che si tratta?- Chiesi. Lui aggrottò la fronte, guardando davanti a se e scostando un ramo per farmi passare.

-Una specie di profezia. Diceva quando la luna del terzo ciclo lunare sarà piena, essi ritorneranno per riprendersi il potere toltogli, calpestando ogni essere che oserà interferire con il loro progetto- Lo guardai dubbiosa.

-Credi che centri qualcosa? Chi pensi che possa essere?- Lui negò con un cenno del capo.

-Non lo so, può anche darsi che non centri nulla. Voglio dire, non siamo sicuri di quale sia il ciclo lunare in corso. Potrebbe essere il primo o anche il diciottesimo. Non ha senso affidarsi ad una storiella.- Annuii, mentre sentivo che ci avvicinavamo sempre più al ladro di acqua.

Ci fermammo vicino ad un pino mugo e sentii una strana energia avvolgerci. Chiusi gli occhi, sentendomi improvvisamente forte. Intorno al pino sembrava primavera, come se la neve lì non fosse mai passata. Mi sentii sollevare e quando guardai Michael, era alla mia stessa altezza, a circa mezzo metro da terra. Forse poco di più. Istintivamente portai una mano in avanti, mentre l'essenza dell'acqua si manifestava. Gli stessi movimenti li fece Michael, solo che con entrambe le mani dato il suo doppio dominio. Un'apertura si stava formando sul tronco del pino, come un varco. Dopo circa mezz'ora di intenso lavoro sull'essenza pura dei nostri poteri, una ragazza venne fuori dall'albero, sorridente e formando una scalinata con i rami del pino. Era Veronika.

-Ciao ragazzi. Sono io la dominatrice della terra. Ci credete?-

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Sono tornata :) 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Guardai incredula la ragazza davanti a me. Veronika era viva. Lei era la dominatrice Alpha della terra. Per un secondo rimasi paralizzata, poi scattai nella sua direzione per abbracciarla. Mi era mancata incredibilmente, ero molto legata a lei anche se me ne ero accorta solo dopo la sua morte.

-Oh per tutti i mari, mi sei mancata tanto- esclamai stringendola forte a me. Mi erano mancati i suoi capelli ricci castano chiaro, il suo profumo, la sua voce. La mia amica. Ecco cosa mi era mancato più di tutto di lei.

-Credevo mi odiassi- Sussurrò tra le lacrime, mentre mi stringeva come se avessi potuto sfuggirle tra le dita come fumo.

-Shhh non piangere, non ce l'ho mai avuta con te. Non potevi immaginare che Luke ti avrebbe difesa. Sh, va tutto bene tesoro.- Non avrei potuto odiarla nemmeno a provarci, le volevo bene infondo. Lei era l'unica che avessi avuto accanto durante la prigionia, inoltre sapevo che lei avrebbe fatto lo stesso gesto di Luke.

-Oh Kres stai piangendo- Mormorò asciugandomi le lacrime e sorrisi leggermente.

-Oddio... Se lo sapesse Lilith come minimo si suiciderebbe- Scoppiai a ridere all'idea di vedere Lilith sclerata.

-Oh, sì. Morirebbe-. Parve accorgersi solo in quel momento di non aver calcolato minimamente Michael

-Ciao Michael, ti trovo bene-. Bene come uno che ha appena superato uno shock anafilattico.

-Anche tu sembri... Nuova- Michael e le parole non andavano molto d'accordo quando si trattava di Veronika. Non aveva legato molto con lei, evidentemente.

-Nik c'è una cosa che dovresti sapere- Cominciai mentre tornavamo verso il castello di ghiaccio.

-Cosa?- Lanciai uno sguardo a Michael, titubante su quale delle due bombe sganciare per prima.

-Ashton e Calum sono nostri prigionieri- Esordì con nonchalance Michael. Nik si fermò per un secondo, ma poi scrollò le spalle

-Non è più mio fratello.- il tono della sua voce era duro come diamante, affilato come lame. Evidentemente, il tradimento di suo fratello l'aveva uccisa prima ancora che la colpissero i suoi poteri. Il suo sguardo era glaciale come il paesaggio intorno a noi.

-C'è un'altra cosa, io... c'è il corpo di Luke congelato in una sala, volevo solo che lo sapessi- Lei sorrise e quasi si mise a saltare.

-Sai cosa vuol dire questo?- Urlò e io guardai dubbiosa Michael, che scrollò le spalle.

-No.- risposi sinceramente, cercando di stare dietro all'energia improvvisa di Nika.

-Posso riportarlo in vita, con il vostro aiuto! Se mettiamo insieme i poteri, posso generare la linfa vitale e farlo rivivere-. Cominciai a tremare e piangere, per poco non sentii la terra mancarmi sotto i piedi, ma prontamente Michael mi afferrò per le spalle sorreggendomi.

-Vuoi resuscitarlo?- Domandò incredulo e un po' scioccato. Mi appoggiai a lui, non ero in grado di tenermi in piedi da sola e soprattutto non riuscivo a formulare pensieri sensati.

-Ti ridarò tuo fratello, Kres. E' morto per salvarmi, glielo devo, ve lo devo.- Affermò sicura, guardandomi fissa negli occhi con le sue iridi castano verdi. Cercai di respirare regolarmente, senza riuscirci troppo bene. Mi limitai a fare cenno di si con il capo, incapace di qualsiasi cosa. Michael mi fece girare e mi strinse a se, facendomi affondare il viso nella sua maglia a righe. Profumava di lui, ma soprattutto profumava d'affetto e di vicinanza, era il suo modo per dirmi che lui era li con e per me. Lo strinsi forte, come se ne andasse della mia stessa vita. Mi staccai e mi appoggiai ad un albero li accanto, mentre la neve si alzava formando una sedia di ghiaccio.

-Portala al castello e falla sistemare in una stanza, ho bisogno di stare da sola- Biascicai sedendomi e guardando i miei piedi.

-Kres...- fece Michael.

-Ho detto di lasciarmi da sola!- Urlai, facendolo sussultare. Si allontanò con Nika e scoppiai a singhiozzare rumorosamente. Luke poteva tornare, potevo riavere mio fratello. Non volevo illudermi, magari il tentativo non avrebbe funzionato, soprattutto se mettevo in conto che Veronika non aveva assolutamente esperienza con il dominio. Non volevo illudermi, stavo cercando di ignorare la speranza che lentamente si faceva largo in me. Chiusi forte gli occhi, pensando a tutto meno che alla possibilità che la resurrezione di mio fratello fosse concretamente possibile. Sentivo un peso nel petto, come se di colpo tutto il mondo si fotte buttato di peso addosso a me.

Sentii la neve scricchiolare sotto le scarpe di qualcuno e alzai lo sguardo per vedere chi fosse.

-Hey, vieni dentro dai- Mormorò con un leggero sorriso Michael. Lo guardai con la vista appannata dalle lacrime.

-Non penso di farcela, non ne ho le forze. - Risposi a bassa voce, senza nemmeno riconoscere quel suono che avevano prodotto le mie corde vocali.

Chiusi gli occhi, non riuscivo a tenerli aperti, avevo pianto davvero troppo. Ero terrorizzata da ciò che mi aveva detto Veronika, nonostante fosse tra virgolette una bella notizia. Mi sapeva di magia nera il fatto di resuscitare un morto e poi, avrebbe benissimo potuto non essere più il Luke che conoscevo e amavo. Capivo che lei lo rivolesse indietro, poiché ne era innamorata, ma ciò andava contro l'ordine naturale delle cose. Anche io rivolevo mio fratello accanto, il mio principe, il mio tutto, ma questo non significava che sarei andata contro la legge della natura. Da dominatrice Alpha qual ero, sapevo che forzare la mano su Madre Natura non poteva che portare delle conseguenze molto spesso negative e, sinceramente, dopo tutto quello che avevamo passato non mi andava di rischiare. Eppure era allettante l'idea di riavere il mio stronzetto per me, riavere i suoi abbracci, i baci, le carezze, la sua risata, i suoi occhi azzurri sempre attenti a ogni minimo particolare, il suo profumo fresco e la sua voce sempre pronta a cantare. Luke, Luke, Luke. Riaverlo con me, a costo di giocare con la natura e con il rischio di riportare indietro la parte peggiore di lui e non il ragazzo a cui tutti eravamo abituati, o lasciarlo riposare in pace, rimanendo per sempre con il ''beneficio'' del dubbio? Dannazione, quante domande? Migliaia. Il numero delle risposte? Pari a zero. Mi sentii sollevare e mi ritrovai avvolta dalle braccia e dal profumo di Michael. Mi stringeva al suo petto mentre tenendomi come una principessa mi portava verso il castello.

-Ti porto in camera e ti riposi, ci pensi più tardi alla decisione da prendere.- Mi strinsi ancor di più a lui tenendo in un pugno la sua maglia dei metallica, rigorosamente con qualche buco qua e la perfettamente calcolato e studiato.

-Ho solo paura di avere indietro un Luke che non è il mio- Mormorai poco prima che le palpebre mi si facessero pesanti e cadessi in un sonno profondo.

Michael's pov

Dopo averla adagiata sul suo letto, mi sedetti sulla poltrona sotto la finestra, che per una fortunata combinazione stava proprio alla fine del materasso e mi permetteva di guardarla dormire.

Era così bella, con le palpebre chiuse e i lineamenti del viso rilassati. Le davano un aspetto dolcissimo e innocente, che spariva appena si svegliava. I capelli biondi erano sparsi sulla spalla destra e poi dietro la schiena, come delle ali morbide e lucenti. Erano di quel biondo splendido e inimitabile che ti lasciava sorpreso. Avevo visto molte persone bionde, ma nessuna di esse aveva un colore lontanamente paragonabile ai capelli setosi di Kres. Non importava quanto ci avrebbero provato, nessun parrucchiere avrebbe mai trovato una tinta quanto meno simile al colore naturale di Kres e Luke. Mi tornò in mente la prima volta che ci avevo parlato, aveva i capelli azzurri che spiccavano nella noia della Northwestern, dando uno schiaffo alla banalità dei suoi studenti. Lei aveva tanto di quel coraggio che avrebbe potuto venderne. Prima cosa, era riuscita a ribellarsi al volere del fratello, sfidandolo con il semplice fatto di non sedersi più accanto a lui a lezione. Se poi contavamo che aveva instaurato un rapporto , avevo seri dubbi su come definirlo, con il sottoscritto allora era stata una vera e propria ribelle. In quel momento mi ricordai della scommessa che avevo fatto con i ragazzi della squadra nello spogliatoio. Avevo vinto, ero riuscito a baciarla fregandomene di Luke. E l'avevo baciata sul serio, non come quel cretino di James, Jasper, Jace o come diamine si chiamava. Le labbra di Kresley si schiusero leggermente quando si girò sul fianco opposto a quello precedente, ancora immersa in un sonno di cui aveva davvero bisogno. Erano rosee e morbide, nonostante fossero screpolate per quel maledetto vizio di mordersi il labbro inferiore. Sembrava un angelo, aveva i tratti delicati e capaci di mozzarti il fiato. La frangetta le ricadeva disordinatamente sulla fronte, sfiorando le sopracciglia chiare facendo focalizzare l'attenzione su quell'aspetto celestiale che la vita aveva dato a Kresley. Il braccio magro e sottile stava piegato all'altezza del ventre, sopra il lenzuolo candido che la copriva. Quel leggero tessuto sembrava farle da veste, rendendo ancora più chiara la fantasia che lei fosse un angelo e non una persona. Era quasi impossibile credere che sotto quell'involucro da creatura fragile e bellissima si nascondesse la forza di un Alpha. Se mi avessero detto che lei sarebbe stata capace di tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento, probabilmente avrei riso in faccia al mio interlocutore. Nessuno avrebbe mai creduto a una simile esaltazione del potenziale della ragazza, ma dopo averla vista agire con tutte le sue energie avrei potuto giocarmici la testa in suo favore e sarei scampato senza dubbio alcuno alla decapitazione.

Per un secondo nella mia mente balenò il ricordo del nostro bacio e fui travolto da diverse sensazioni. Il mio cuore prese a battere così velocemente che mi girò la testa, come se avessi girato su me stesso alla velocità di cento km orari. Chiusi gli occhi, peggiorando le cose. Sentivo le sue mani sul mio viso, il sapore delle sue labbra sulle mie, il suo profumo inebriante percorrere con prepotenza la via verso i miei polmoni, i suoi capelli sotto le mie mani e il suo respiro contro il viso. Lei, così piccola di statura, che si alzava sulle punte per avvicinarsi ancora. Le mie mani che andavano a stringerle i fianchi per tenerla con me, per paura che potesse evaporare sotto il mio tocco. Le sue labbra che si erano schiuse quando glielo avevo chiesto come se fosse un'abitudine, come se ci baciassimo da una vita. Era stato come se lei avesse accantonato ogni altra cosa all'infuori di me. Era stato davvero difficile trattenermi, mi aveva mandato fuori di testa e se non avessi avuto una volontà tanto ferrea, probabilmente avrei fatto qualche casino. Il momento più duro era stato quando mi era saltata in braccio e avevo barcollato verso il letto. A quel punto avevo dovuto staccarmi principalmente per due motivi: il mio autocontrollo che stava andando a puttane e il fatto che Kresley smaltiva diversamente l'aria e aveva bisogno di respirare. Quando mi aveva guardato negli occhi mi era sembrato di precipitare in quelle iridi dannatamente azzurre, che non erano nemmeno azzurre perché non esisteva un colore adatto a definirle. Mi ero poi nascosto contro il suo collo per la vergogna di essermi fatto prendere la mano, non avrei dovuto baciarla con tanto trasporto. Mi ero esposto davvero troppo. Inoltre era dannatamente sbagliato, io ero fuoco e lei l'acqua. Io bruciavo ossigeno, lei era chimicamente composta da esso. Io inaridivo le cose, lei le rendeva idratate. Era anche vero che se si esagerava con l'acqua il terreno si impoveriva salinizzandosi. Oh, ma che andavo farneticando?
-sei agghiacciante quando mi fissi in quel modo-. Mi spaventai, non mi ero accorto che si fosse svegliata. Sbattei le palpebre riprendendomi dai miei pensieri.

-Uh scusa... Stavo pensando, neanche ti vedevo- Ammisi.

-Mi ferisci così, come posso essere invisibile?- Scherzò, ma senza troppo divertimento nella voce. Capivo che fosse difficile la scelta che era in procinto di prendere, ma non sapevo come aiutarla.

-Michael pensare così intensamente non fa bene- Disse guardandomi negli occhi, mentre con il pugno chiuso sfregava la palpebra destra. Aveva un'aria da bambina, veniva voglia di proteggerla.

-Lo so, vorrei solo poterti aiutare- Replicai alzandomi -Credo di dover andare ad allenare i dominatori, o diventano pelandroni- Sorrisi prima di uscire. Non riuscivo a soppesare il suo sguardo così penetrante e il fatto che potesse leggermi nei pensieri non mi aiutava. Stavo facendo un casino. Un enorme, gigantesco, mastodontico casino.

Kresley's pov

Mi infilai nella doccia e lasciai che l'acqua bagnasse completamente il mio corpo, come avrebbe fatto con ogni altro essere vivente. Insaponai i capelli e rimuginai su un possibile ritorno di Luke, era una scelta davvero difficile da prendere. Continuai a pensarci per tutta la durata della doccia, ma decisi che più lo avrei fatto meno sarei arrivata ad una conclusione. Mi avvolsi il corpo in un asciugamano e liberai lo specchio dalla condensa. Alle mie spalle vidi un Luke composto di acqua in piedi nella doccia. Mi voltai lasciando che un urlo sfuggisse dalle mie labbra, subito dopo la figura di Luke venne smorzata cadendo a terra in una pozza d'acqua intorno al box doccia. Involontariamente avevo creato un fantoccio di Luke con i miei poteri e quando lo avevo visto mi ero spaventata. Qualcuno bussò alla porta.

-Kres tutto ok? Ti ho sentita urlare- Chiese con voce preoccupata Michael.

-Sì, è che per sbaglio ho creato un fantoccio d'acqua e quando me ne sono accorta mi è preso un colpo. Sono una stupida- Risposi a mezza voce, cercando di calmare il mio respiro e il battito del mio cuore.

-Non sei una stupida, probabilmente i tuoi poteri ti sono sfuggiti di mano per mostrarti ciò che vorresti avere accanto in questo momento. Succede anche a me- Sgranai gli occhi e fissai la porta come se potesse darmi delle risposte.

-Immagino di volere un gatto allora- Mentì, cercando di non tremare.

-Beh, sono davvero carini i gatti. Torno dai miei allievi, se ti serve qualcosa basta chiamare- Esclamò e lo ringraziai, per poi sentire i suoi passi allontanarsi. Abbassai il coperchio del water e mi ci sedetti sopra, mentre l'acqua gocciolava dalle punte dei miei capelli. La mia mente stava chiaramente cercando di dare la risposta alla domanda che mi tormentava da quando Veronika era tornata. Io volevo resuscitare Luke.

Aprii la finestra e lasciai uscire il vapore che si era formato quando avevo scaldato l'acqua sul pavimento. Non avevo proprio voglia di mettermi ad asciugarla come una comune mortale avrebbe fatto. Mi asciugai e vestii, per poi tamponare i capelli con l'asciugamano e asciugarli con uno schiocco di dita. Avere i poteri doveva pur far avere dei benefici no?

Mi diressi verso la sala in cui Michael mi aveva detto che c'era Veronika e la chiamai.

-Dimmi Kres- Mi sorrise e abbassai per un secondo lo sguardo.

-Facciamolo. Riportiamo indietro Luke- Dissi fissando i miei occhi nei suoi e facendo trasparire tutta la mia determinazione. Lei mi abbracciò.

-Oh Dio, grazie! E sta tranquilla, non è nulla di sbagliato, mentre ero lassù ho ricevuto il permesso di resuscitarlo dato che è morto per salvarmi-. Mi cadde una lacrima, ma cercai di reprimere le altre riuscendoci.

-Ok, chiamo Michael.- Per poco non mi misi a saltellare per il corridoio del castello mentre andavo a cercare Michael.

-MICHAEL!- Urlai entrando nella sala del fuoco.

-Kresley, che succede?- Chiese assorbendo nel palmo della mano tutto il fuoco che c'era nella stanza.

-Ho deciso- Dissi semplicemente con un sorriso e mentalmente gli comunicai che volevo riportarlo in vita. Lui mi sorrise e mise fine agli allenamenti, correndo fuori dalla porta insieme a me. Mentre correvamo lui mi avvolse i fianchi con le braccia e fece un giro su se stesso, mentre i miei capelli sferzavano l'aria.

-Sono così felice per te Kres!- Scoppiai a ridere mentre sentivo le mie guance andare a colorarsi di un rosso acceso.

-Dai mettimi giù- Chiesi dato che lui aveva continuato a camminare con me addosso. Sperai che non sentisse il battito del mio cuore, dato che gli avrebbe dato una falsa speranza. Non batteva forte per lui, ma per il fatto che stavo per riavere mio fratello ( n/a sono una stronza lo so) .

-Va bene signorina creo pupazzi d'acqua e faccio prendere degli infarti a Michael.- Mi mise giù e mi spostai di qualche passo, notando un certo rossore sulle sue guance (n/a awwwwwwww). Entrammo insieme nella sala in cui si trovava il corpo di mio fratello, Nika era già li ad aspettarci. Presi un bel respiro e la affiancai ad un passo dal letto su cui era adagiato Luke.

-Cosa dobbiamo fare?- Chiese Michael mettendosi al mio fianco.

-Dovete mettervi uno ai piedi del letto e l'altro di fronte a me- Facemmo come ci disse.

-Ok, ora prendiamoci per mano e chiudiamo gli occhi- Sembrava quasi una seduta psichiatrica.

-Concentratevi sull'essenza dei vostri poteri e fate in modo che esse si riversino su Luke- Mi concentrai profondamente sul mio elemento lasciando che esso uscisse dal centro del mio cuore e andasse a riversarsi a mio fratello.

-Possiamo farcela, ma dovete impegnarvi di più. So che è uno sforzo enorme, ma davvero abbiamo bisogno di più energia.
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So che amate quando interrompo così i capitoli u.u 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Sentivo il cuore martellarmi nel petto mentre mi concentravo con ogni cellula del mio corpo. Rivolevo Luke, mio fratello, il mio principe, la mia roccia, il mio tutto.
-Ok, ora Kresley, staccati e muovi il sangue di Luke come se il cuore stesse battendo, mentre tu Michael, fa sì che l'aria entri ed esca dai suoi polmoni- Guardai Michael, mi rivolse un sorriso rassicurante con gli occhi che brillavano. Presi l'ennesimo respiro profondo e sciolsi la mia mano da quella di Mike, concentrando il mio dominio sul sangue immobile di mio fratello. 

Sapevo esattamente l'importanza che aveva ciò che stavo facendo, lo sapevo meglio di chiunque altro in quel momento. 
Passarono due ore durante le quali esercitammo il nostro dominio sul corpo di Luke e mi sentii un po' in colpa, come se lo stessi facendo soffrire. Le forze cominciavano a mancarmi, ma non mi sarei arresa. Il sudore imperlava le pelli di tutti e tre, mentre le nostre menti erano fuse in un unico progetto. 
Luke cominciò a tremare, il sangue a scorrere autonomamente nelle sue vene, il suo respiro a farsi naturale. Lentamente aprì gli occhi, mostrandomi nuovamente quei due pozzi azzurri in cui avrei voluto perdermi all'infinito. Un sorriso enorme increspò le mie labbra mentre numerose lacrime scesero lungo il mio viso. Un nodo in gola mi impediva di parlare, ma sapevo che non necessitavo di parole con Luke.
-Hai una pessima cera- Confessò Michael sorridendo a Luke.
-Non era questa l'accoglienza in cui speravo, ma trattandosi di te Clifford non mi sorprende-. Alzai gli occhi al cielo, trenta secondi di vita e già si stuzzicavano. Scossi la testa incredula, lui era di nuovo lì con me.
-Grazie ragazzi- Disse Luke sorridendo.
-Grazie a te- Rispose Veronika con un timido sorriso. Aveva le pupille dilatate, segno che le piaceva davvero tanto Luke. Sorrisi nel vederli nuovente insieme.
-Mike, lasciamo gli Hemmings un attimo da soli- Mormorò Nika sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Luke sorrise a quel gesto e lei arrossì, prima di alzarsi e uscire con Michael dalla stanza. Allargai le braccia e Luke mi abbracciò forte, mentre il suo profumo mi inebriava e mi faceva piangere come se non potessi fare altro nella vita.
-Sh, principessa va tutto bene, sono di nuovo qui-. Il mio principe era nuovamente lì e io mi sentivo scoppiare di gioia. Mi scostai leggermente e potei notare le lacrime che avevano solcato le guance di mio fratello. Alzai una mano e con un dito raccolsi le piccole gocce che avevano reso i bellissimi occhi di mio fratello rossi e leggermente gonfi. Sorrisi.
-Mi mancavi tanto stupido- Mormorai accarezzandogli le guance, sorridendo. Anche lui sorrise e diamine se mi erano mancati i suoi sorrisi e le sue fossette. Gli scompigliai i capelli, sapendo quanto gli desse fastidio e lui ridacchiò.
-Anche tu mi sei mancata piccola spia-. Mi chiamava così sapendo che lo guardavo sempre suonare quando lo faceva nella nostra casa a Sydney. Scoppiai a ridere.
-Luke, non hai fame?- chiesi battendogli una mano sullo stomaco. Aveva sempre una fame da lupi appena sveglio e figurarsi in quel momento.
-Tu si che mi capisci biondina- Sorrise tirandomi giocosamente una ciocca di capelli.
-Sappi che li ritingerò! E questa volta molto più strani dell'altra volta- Gli feci la linguaccia e lui mi pizzicò il fianco. Grugnii e gli tirai un pugno sul braccio.
-Vai a mangiare va- dissi alzandomi e aprendo la porta della sala con un braccio di acqua.
-Sei inquietante quando fai cosi- Disse alzando gli occhi al cielo.
-Taci, è grazie a queste cose inquetanti se stai per mangiare le lasagne- esclamai ridendo. Si fermò a metà tra la stanza e il corridoio e il suo sguardo scattò verso il mio.
-Lasagne?- Chiese con voce stridula e quasi femminile.
-Sì Luke lasagne. E prima che tu possa sembrarmi una ragazza per i tuoi strilli va in sala da pranzo- risi mentre lo spingevo lungo il corridoio. Si fermò e si piegò sulle ginocchia.
-Sali- disse facendomi cenno di salirgli sulla schiena. Poggiai le mani sulle sue spalle esageratamente larghe e spiccai un leggero salto, allacciando le gambe davanti alla sua pancia.
-Brava bimba- Si mise a correre per il corridoio facendomi ridere mentre i miei capelli svolazzavano di qua e di la come farfalle appena uscite dal bozzolo. Ecco, Luke era un po' come quelle farfalle, si era appena liberato dal bozzolo della morte tornando da me.
-Luke, gira a destra- dissi indicandogli lo sbocco da prendere per arrivare alla sala da pranzo. Mi fece scendere poco prima di arrivare davanti alla porta, per poi afferrare la mia mano e sorridere.
-Guai a te se non ci sono le lasagne piccola stronza- ridacchiò per poi darmi un bacio sulla tempia mentre un sorriso si allargava sul mio viso. Entrammo mano nella mano e sentii gli occhi di tutti su di noi. Camminai fino al tavolo che occupavamo io e Michael e formai una specie di piedistallo di ghiaccio per parlare a tutti.
-oggi qualcosa di grande è accaduto. Due persone molto importanti sono tornate alla vita. E il loro ritorno è sinonimo di vittoria. Il loro ritorno vuol dire che noi, io, Michael, e soprattutto voi, insieme, abbiamo sconfitto le credenze degli oscuri. Noi adesso abbiamo dalla nostra parte il potere della terra, che dopo secoli di declino può tornare a splendere come un prato illuminato dalla rugiada mattutina, come i visi dei ragazzi illuminati da un falò estivo. Insieme siamo riusciti a sfuggire al male che qualcuno voleva per noi. E siamo anche riusciti a migliorare il controllo sui nostri poteri. Grazie di tutto ciò- Detto questo abbassai il piedistallo fino a trovarmi con i piedi ancorati al pavimento. Michael sorrise prima di dar vita ad un applauso scrosciante che mi fece arrossire. Mi nascosi contro la spalla di Luke, ma lui si scansò, per poi prendermi in braccio e sussurrare al mio orecchio.
-Per una volta ha fatto una cosa buona- ridacchiai dandogli una manata sul petto e scossi la testa, pensando a tutto ciò che Michael aveva fatto per me mentre Luke non c'era. Mi voltai e ringraziai con lo sguardo il dominatore del fuoco e dell'aria che si sistemò i capelli. Lui e quella maledetta fissa di toccarsi i capelli. 

Notai gli sguardi che Nika e Luke si scambiavano ed ero molto più che felice per loro, meritavano entrambi un po' di felicità. Scesi dalle gambe di Luke e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Va da lei, avete tanto da dirvi- Gli feci l'occhiolino e andai a sedermi accanto a Michael, che mormorò al mio orecchio.
-Ti mancano le ali e l'arco, cupido- Ridacchiai e creai un piccolo arco con delle freccie con il ghiaccio e gliene lanciai una nel bicchiere di cola, mentre una piccolissima parte di me rabbrividiva a causa della sua voce al mio orecchio e il suo fiato sulla mia pelle.
-Ok, hai vinto- Rispose ridendo.
-Io vinco sempre, Clifford- Dissi con finta superbia e lui alzò i suoi bellissimi occhi al cielo. Mi morsi il labbro pensando che finalmente tutto si era risolto.
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Mi scuso immensamente per non aver aggiornato prima, ma ero in vacanza senza il computer e ho anche lavorato perciò non ho neanche avuto il tempo di pensare a EFP.
Spero che vi sia piaciuto, un bacio, alla prossima :)

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