Sports Academy 2

di A r o h a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Bentornati alla Sports Academy ***
Capitolo 3: *** il primo giorno...e uno scontro alla caffetteria ***
Capitolo 4: *** i soliti litigi ***
Capitolo 5: *** Lo Star Show ***
Capitolo 6: *** giornata di disegno all'aria aperta ***
Capitolo 7: *** Attività ***
Capitolo 8: *** Il bosco delle leggende ***
Capitolo 9: *** Ombre in una giornata di relax ***
Capitolo 10: *** La Bella addormentata nel bosco ***
Capitolo 11: *** La gara di nuoto ***
Capitolo 12: *** Misteri nella penombra ***
Capitolo 13: *** Star Show di Halloween ***
Capitolo 14: *** Passato, presente e futuro di Diego ***
Capitolo 15: *** Quel messaggio sul giornale... ***
Capitolo 16: *** La paura di cedere ***
Capitolo 17: *** Emozioni ovunque: Cuori infranti, dolci sentimenti, lati oscuri ***
Capitolo 18: *** Sfide mute ***
Capitolo 19: *** Di confessioni durante matematica, incontri misteriosi, pranzo con enchiladas e una sopresa ***
Capitolo 20: *** Il passaggio segreto e la frase che fece strozzare dopo tre volte Kimberly. E aiutate Kaori con i suoi problemi! ***
Capitolo 21: *** L'incubo ritorna, tra una missione e due colpi di pala nel cortile ***



Capitolo 1
*** prologo ***


          Prologo

 

tap tap tap...
Un ragazza correva per le strade di Tokyo con grande fretta e felicità, con un enorme sorriso dipinto sul volto.
I capelli biondi ondeggiavano al vento, in quella piccola brezza che l'accompagnava, mentre le due ciocche più lunghe tinte di azzurro le pizzicavano il viso.
-manca poco...manca poco...-si ripeteva aprendo la piccola bocca a cuore in un sorriso. Contemplava con i suoi occhi castani quella fantastica giornata di sole.
Tap tap tap...tap tap...
Affrettò ancora di più il passo, non voleva ne doveva fare tardi. Quello era il posto che tanto aveva sognato, e che ora era divenuto anche per lei, realtà.
Si fermò, sospirando a lungo per la corsa, davanti a un grande cancello dorato, dove in alto sovrastava un fiocco di neve dorato, e delle grosse mura di
mattoni.

I capelli continuavano a ondeggiare, avvolti da dei petali rosati di ciliegio, che rendevano il luogo ancora più magico.
-Finalmente ci sono...Sports Academy preparati! È arrivata Kaori Tsukishima!-
L'edificio bianco si ergeva imponente davanti a lei. Quelle mure contenevano il suo sogno, nonché futuro.
Per chi non la conosce, la Sports Academy è una scuola in cui vengono formati tutti i giovani talenti dello sport. Un nuovo anno è cominciato, i vecchi compagni ritornano e nuove matricole arrivano.
Che aspettate, entrate anche voi in questa nuova avventura!

 

 

 

Angolo autrice:

Non potevo aspettare a lungo, appena ho concluso la prima fic mi sono venute un sacco di idee, e quindi eccomi che ritorno con...la seconda stagione di Sports Academy!
Dunque, avevo pensato di aprire le inscrizioni di nuovo, ma siccome ho già 17 OC a cui pensare (inclusi i personaggi originale e i miei) non volevo complicarmi le cose.
Quindi ho deciso che accetterò 4 OC nuovi, tanto per far entrare dei primini nella scuola.
Attenzione! Coloro che hanno già partecipato nella scorsa storia non posso farlo.
Prenotate il vostro posto nella recensione e tramite MP inviatemi l'OC.

 

Nome:
Cognome:
Età: 14 per tutti, al massimo 13
Aspetto fisico:
carattere:
Sport: potete scegliere tra i seguenti: boxe, basket,ginnastica, pattinaggio artistico, calcio, atletica, nuoto
Provenienza:
Storia in breve:
Curiosità:
Cotta passeggera: Campo non obbligatorio

Sogno:
fidanzato:        In questo punto ho molto da dire, vi prego di rispettare bene le regole.
I fidanzati disponibili del primo anno sono solo manabe e Minaho, ma se volete qualcuno in particolare potete scrivermelo nella recensione.
Non potete scegliere tra Tsurugi-Shindou-Ibuki-Hayato-Zanark perchè nella scorsa fic sono già stati presi. Ma se volete potete metterli nella sezione cotta passeggera.
L'unico disponibile del secondo anno è Tenma, lui potete sceglierlo.
Spero di essermi spiegata bene, per qualsiasi cosa contattatemi.

 

 

Gestirò la storia al meglio possibile, chi seguiva anche l'altra sa già come lavoro.
Creerò intrecci il meglio che posso, e spero che la cosa vi piaccia e vi tenga con il fiato sospeso.

AVVISO!
per chi aveva l'OC in Sports Academy, come già sapete alcuni dei vostri OC non si sono fidanzati nella scorsa fic, in questa rimedierò senz'altro ;)


Detto questo bentornati e benvenuti alla Sports academy!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Bentornati alla Sports Academy ***


Capitolo 1 

Bentornati alla Sports Academy

 

 

L'anno scorso non mi sono fatta valere molto, ora devo assolutamente rimediare e dare il massimo!
Le vacanze sono finite e per i ragazzi è ora di ricominciare la scuola.
Sakura camminava per la strada con sguardo determinato, fissò per un secondo il cielo, che quella mattina era azzurro e terso.
SI! sarò la migliore quest'anno!!
-saku-chan!!- la rosa si voltò di scatto, sorrise nel vedere che la sua migliore amica Kumiko le stava venendo incontro salutandola- Sempre assorta nei tuoi pensieri è?-scherzò la corvina sorridendo.
-Già! Quest'anno nessuno mi batterà!- strinse il pugno la rosa -ne sono sicura!-
-Brava, fa bene essere determinati!....e le vacanze come sono andate?- chiese kumiko curiosa.
-Bene, sai sono stata in un resort fantastico all'estero!- esclamò Sakura con occhi sognanti, ricordando quell'edificio dai mille colori pieno di piscine- ...mi sembra fosse...a...alle Maldive si!-
Kumiko strabuzzò gli occhi -Cosa davvero?! Beate te!....io invece sono tornata in Hokkaido dai miei parenti...e ho passato qualche giorno con Hayato!- arrossì appena.
-E come va tra voi?- domandò subito la rosa, con aria maliziosa- state ancora insieme vero?-
-Ovvio!-si stizzì Kumiko -Dopo tutto quello che ho dovuto fare per averlo!-sbuffò, ripensando al festival e alla sua canzone, al bacio rubato e a quello più
dolce del mondo.

-Speriamo di farci valere quest'anno, ho sentito dire che l'accademia avrà una grossa novità!- esclamò Sakura e subito Kumiko sorrise- speriamo che vada tutto bene...-
 

 

 

-Fratellone ma tu sei sicuro che Lii apprezzerà?- chiese Ame con titubanza.
Lei e suo fratello Ibuki erano, come tutti gli altri studenti, diretti verso la scuola.
-Stai tranquilla, sono sicuro che rimarrà scioccata!- si vantò il bianco.
La sorella sbuffò- questo è sicuro...-
Durante l'estate infatti, Ibuki era stato molto preso da delle riviste maschili, ,le cui copertine mostravano uomini muscolosi e abbronzati, intenti a sollevare
pesi.

Ne era rimasto così affascinato che aveva deciso di diventare anche lui come loro, solo per far colpo sulla sua fidanzata Lii.
E allora via, ad autoabbronzanti e intere giornate in palestra. E ora eccolo, che cammina per la strada come un divo, le ragazze sembravano svenire appena lo vedono, come se il paradiso dei bellocci fosse appena caduto su di loro.
A Ame invece non restava altro che seguire il “gran divo” passando per la sua mingherlina assistente.
Anche se pure lei era cambiata a dispetto dell'anno precedente, ora il suo viso sembra più maturo, ma resta sempre la solita Ame.
Arrivati davanti ai cancelli Ibuki si mise subito a cercare la sua ragazza, e l'adocchiò appoggiata a un muro, intenta a parlare con il fratello Hayato.
Il bianco prese un bel respiro e con passo da gran figo si avvicinò alla sua amata.
-Cia...- ma nemmeno un saluto bastò, che Lii lo aveva già scaraventato a terra.
-Brutto pervertito lasciami stare! Io sono fidanzata!- gridò.
Per un secondo Ibuki si commosse nel vedere come la sua amata Lii lo difendeva, poi però si ricompose e alzandosi si tolse gli occhiali da sole, rivelando i suoi inconfondibili occhi rossicci.
-Ibuki sei tu...ma come ti sei conciato?!- esclamò basita la castana.
-Come uno sciocco ragazzo che vuole impressionare!- rispose la sorella al posto suo.
-per un momento non ti aveva riconosciuto!-esordì Hayato ridendo.
-Come mi trovi amore?- continuò il bianco. La ragazza rispose con un alzata di spalle- mmh...non male...-mugugnò.
-Ma...ma...pensavo ti avrei colpito!!- si disperò Ibuki.
-Io ...odio coloro che si credono fighi...- serrò i denti la Matatagi.
Ibuki indietreggiò spaventato- Tra...tra...tranquilla amore, appena entrò in dormitorio mi faccio una bella doccia per togliermi l'abbronzatura!- assicurò.
-sarà meglio!- concluse Lii, truce.

 

 

Poco pi in là due ragazzi si stavano avvicinando all'istituto chiacchierando allegramente.
-Sono contento che ti sia deciso a iscriverti!- esclamò Shindou- vedrai questa scuola è favolosa!-
-lo penso anch'io!- rispose l'amico.
-E poi conoscerai tanti amici...e anche la mia ragazza....sai lei è così dolce, gentile, educata, composta...-l'elenco infinito di Shindou fu interrotto quando finì a terra, buttato da una ragazza.
-Amore mio!!- Ame cominciò a sbatacchiare il castano come se fosse un pupazzo- Mi sei mancato!-
-E quindi...questa sarebbe la tua fidanzata...calma e composta?- Ame alzò lo sguardo, incrociando due occhi cristallini che la fecero sussultare. Ma la cosa che la colpì di più, furono quei due codini color fragola.
Shindou presentò- Ame, lui è Kirino...Kirino, Ame...-
La bianca si alzò -è un piacere conoscerti!-
-Altrettanto!- strinse educatamente la mano il rosa.
-Shindou che ci fai ancora lì per terra?! Forza vieni andiamo a salutare gli altri!- e detto questo Ame li prese e li trascinò nel punto dove era poco prima di aver visto il suo amato arrivare.
 

 

Anche un altro gruppo di ragazzi si stava dirigendo a scuola, si trattava di Tenma, Tsurugi e un insolito ragazzo dagli strani capelli arancioni simili a un sole.
-Sai Taiyou, davvero non capivo come mai non fossi stato scelto per entrare all'accademia, sei il talento nato ogni 10 anni!- esclamò Tenma.
-in verità, l'anno scorso scorso ho ricevuto la lettera, ma ho rifiutato perchè non mi sentivo pronto...-rispose l'amico -ma ho passato tutto l'anno ad allenarmi...e alla fine mi sono deciso!-
Tenma si illuminò- Anche io mi sono allenato molto!-
-i soliti...- sbuffò Tsurugi.
-E tu Tsurugi, cosa hai fatto queste vacanze?- domandò Taiyou.
-Sono stato in Svezia con un'amica, Benna -precisò il blu – aveva vinto un premio per vedere come lavorano le spie e...così mi ha costretto ad accompagnarla...- abbassò la testa ripensando all'inseguimento durante il festival di Maggio, quanto aveva corso durante quella giornata! Ma alla fine, chissà perchè, aveva accettato.
-Allora...voi due state insieme?- al trio si aggiunse un altro ragazzo dagli occhi felini.
-No Eric- sbuffò sonoramente il blu -Non stiamo insieme...-
-aah ma tu lo vorresti!-continuò a punzecchiarlo il ragazzo – andiamo...Benna in fondo è carina!-
Kyousuke si fermò un secondo a pensare. Bé in effetti Eric non aveva torto. Gli vennero in mente i suoi capelli ricci e ribelli, i suoi occhi sempre luminosi, la sua piccola bocca a cuore...ma a tutto questo aggiunse anche la sua focosa personalità.
-mmh...direi che non è poi così brutta...- in effetti quella risposta era vera -ma la cosa che di lei mi fa più paura...credo che sia la sua determinazione!-
-in effetti lei non si lascia scoraggiare da nulla!- costatò Tenma.
-certo che questa Benna mi sembra un tipo molto interessante- aggiunse Sol con un sorriso- mi piacerebbe conoscerla!- e a quelle parole, Tsurugi arrossì, mentre intanto il senso di gelosia gli cresceva dentro.
 


Nel mentre, era arrivata davanti ai cancelli, la ragazza dai lunghi capelli neri con riflessi violacei, la fidanzata di Eric, niente meno che Tsuboni.
Sorrise ammirando i cancelli, i petali rosa le pizzicavano il viso.
-Che bello essere si nuovo qui!- sorrise facendo per entrare, quando udì una voce molto famigliare.
-Pistaaaaaa!!- quella voce così potente non poteva non appartenere a lei.
-Benna!- fece un cenno con la mano la corvina -Ciao...-
Benna correva come un furia, con i capelli ricci al vento e i libri che minacciavano di cadere dalla borsa semi aperta. Ma la cosa che fece ridere di gusto Tsuboni, fu che la castana teneva per mano cristal, la quale era in balia della sua frenetica corsa.
-Non hai sentito la sveglia amica mia?- scherzò la corvina quando entrambe si fermarono.
-Già Tsuboni...come al solito...-rispose la riccia ridendo- ho ingoiato una fetta di pane e sono uscita di casa, allora ho incontrato Cristal e siamo venute
insieme!

-Rettifica...io stavo uscendo tranquillamente di casa, tu mi hai visto e mi hai trascinata con te!- gridò Cristal con il fiatone.
-Bè, almeno grazie a me siamo puntuali!- si gloriò la Finetti.
Tsuboni sorrise, quelle due le erano proprio mancate- ditemi ragazze, e le ferie, come sono andate?-
-Fantasticamente!!- rispose Benna con un gran sorriso -Mi sono divertita molto in Svezia con Kyousuke-kun!-
-Ah, quindi ora state insieme?- azzardò la corvina, ma Benna non rispose, si limitò ad abbassare il capo.
-La...cosa che mi fa più paura di lui...è questa sua freddezza...davvero non lo capisco...-disse in un fiato e arrossendo- Ma ...basta parlare di me...piuttosto...tu Cristal che hai fatto?- si riprese con il solito sorrise, ma leggermente imbarazzato.
-Io mi sono allenata duramente a boxe! E ora sono fortissima e pronta a schiacciarlo!- mostrò il pugno la ragazza.
-“lo” ? Di chi stai parlando?-domandò Benna.
-parli di me piccola?- una voce suadente fece rabbrividire Cristal, che prese il proprietario per la maglia e lo scaraventò a terra – Zanark!Non aspettavo altro che menarti!-gridò furente di rabbia.
-Io invece di rivederti...-rispose malizioso, rialzandosi.
-Zitto!!- e ancora una volta fu buttato a terra -Non ho dimenticato quello che mi hai detto quel giorno, scoprirò il tuo piano e ti farò fuori!!-
-Lo sai che se diventata ancora più bella quest'estate!- rise malizioso Zanark avvicinandosi a tal punto al viso di Cristal, da far arrossire le altre due.
-Pervertito insolente!!- ma la corvina non si lasciò impressionare e dopo avergli assestato un forte pugno sollo stomaco, lo ributtò a terra, per l'ennesima volta- E ora lasciami in pace – si allontanò seguita da Tsuboni e Benna, rimaste tutte al tempo basite.
Di sicuro quest'anno Cristal non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

 

 

 

 

Intanto nel parco della scuola, precisamente sotto un albero, un ragazzo stava suonando con la sua amata chitarra.
-Francesco!- la testa di Alexia fece capolino dall'albero -Come stai?- chiese d'un sorriso.
Dopo un attimo di incertezza e paura, il castano rispose -Ehm...bene grazie, ma da quando sei lì?-
-Non da molto...-costatò la corvina scendendo giù- è una nuova canzone? È veramente bellissima!-
Francesco arrossì- grazie, lo composta per una persona molto speciale...-
-E chi è?- attaccò subito Alexia mettendosi seduta accanto a lui.
-bhe...è...Em...-
-Francesco, Alexia, che bello rivedervi!!- i due ragazzi si girarono, e con un grande sorriso accolsero Emma.
-Amica mia quanto tempo!- esclamò Alexia abbracciandola- Mi sei mancata molto!-
-Grazie anche tu!- rispose la castana staccandosi dall'abbraccio, per poi passare a darlo a Francesco.
-Sbaglio, o manca la nostra Frosty?- continuò l'italiana.
-Già...ma credo dovrebbe arrivare fra poco...-rispose l'americana.

 

 

In realtà Frosty era molto distante dai tre. Correva per la strada con gran fretta, anche lei oggi non era proprio in orario. Veniva rallentata, oltre dallo zaino
pesante, anche da un busta, che conteneva un regalo per i suoi amici.

-Se non mi sbrigo non faccio in tempo, cavolo!- disse accelerando- Ma quanto pesa questa borsa?!-
-Serve un mano?- Frosty si fermò di colpo, lentamente girò il viso e subito riconobbe due occhi verdi come smeraldi.
-tu?! Ma che ci fai qui?!- esclamò incredula.
-Come non lo sai Frosty...frequenterò questa scuola...- rispose il ragazzo prendendole delicatamente lo zaino.
-Come ? Ricordi il mio nome?- si sorprese ancora di più la castana.
-ma certo!- sorrise il ragazzo -Come potrei dimenticarlo...ma tu, ricordi il mio?-
Senza pensare Frosty fece un cenno con il capo- Ovvio! Ti chiami Diego!- decretò fiera di non aver sbagliato.
-Brava bambina!- il ragazzo le passò la mano fra i capelli ricci, ora non più a caschetto, ma allungati fino alle spalle. A quel contatto Frosty arrossì, aveva conosciuto Diego a Maggio, al festival scolastico, anche se non lo aveva mai visto così bene come ora.
Alto e muscoloso, con spalle larghe e muscolose. Un sorriso ammagliante gli illuminava il volto, mentre gli occhi smeraldini spiccavano su una capigliatura nera.
-Forza andiamo, o facciamo veramente tardi!- rise appena il ragazzo, incamminandosi con Frosty al suo fianco.
Quando arrivarono, la castana non fece nemmeno in tempo a salutare i suoi amici, che subito Alexia e Emma le saltarono al collo- Frosty sei tornata!!-
-Si...sono tornata...-disse appena, cercando di non soffocare nel mega abbraccio.
Solo quando le due amiche si staccarono, notarono il ragazzo al fianco dell'amica.
-E lui chi è?- chiese Emma curiosa.
-Oh, scusate...vi presento Diego, l'ho conosciuto a Maggio, al festival!- rispose Frosty presentandolo.
-il piacere è mio ragazze!- fece un sorrise e un inchino il corvino. Alexia e Emma per un secondo svennero, quel sorriso le aveva completamente fatte sciogliere.
-E tu che cavolo ci fai qui?!- i quattro si girarono, Francesco si are avvicinato a loro, ma non aveva uno sguardo felice, anzi tutto il contrario.
-Francesco...- anche Diego serrò i denti, sputando via con ribrezzo il nome del ragazzo- Non mi aspettavo di trovarti qui...-
-Nemmeno io!- affinò lo sguardo il castano- non dirmi che vuoi iscriverti!-
-no, sono già iscritto!- decretò fieramente il corvino, incrociando le braccia- Sono del club di nuoto!-
-ma tu guarda...hai cambiato sport...-costatò Francesco, tagliente.
-E tu? Scommetto che fai ancora tennis...che perdente!- rise beffardo Diego.
-Brutto...come mi hai chiamato!?- il ragazzo perse la pazienza e con un gesto rapido lo afferrò per il bavero della maglia- Ripetilo se nei hai il coraggio!-
Dovettero intervenire le tre ragazze, per impedire una rissa il primo giorno di scuola.
Mentre Alexia e Emma li separarono, Frosty rimase immobile, pietrificata e scioccata allo stesso tempo.
Non posso crederci, quello che ho appena visto, era davvero Francesco? Perchè era così arrabbiato con Diego...ma anche lui...sembrava non essere da meno...non era così gentile come prima...
-Frosty!!- la voce autoritaria di Francesco fece distrarre la castana dai suoi pensieri.
-Dimmi...-rispose timidamente.
-Conosci questo tizio?!- esclamò indicando Diego. Lei si limitò ad annuire piano.
-Ti vieto di parlare con lui!- ordinò il castano con sguardo di sfida.
Diego prese Frosty per le spalle- Tu non la comandi, lei non c'entra nulla con questa storia, è solo tra noi!-
La castana strinse tra le mani la busta, non ancora aperta. Di sicuro questa era il momento meno opportuno per consegnare i regali.
 

 

La Sports Academy,come già sapete, è un' accademia molto prestigiosa, non è frequentabile da tutti.
I poveri non possono permettersela, a meno che come nel caso dei fratelli Matatagi, non si abbia un talento particolare e si ottenga una borsa di studio.
Proprio perchè questa scuola è per ricchi, capita spesso che davanti ai cancelli passino delle limousine. Come ad esempio questa nera ce si è appena accostata al marciapiede.
Due ragazzi scesero dalla vettura, sotto lo sguardo ammirato di tutti i presenti. Si avviarono verso l'entrata con passo molto fiero e autoritario, senza badare
ai pettegolezzi che subito si fecero sentire.

-hai visto?! Quello lì è Manabe Jinichirou! Suo padre è un importante avvocato, mentre la madre una diplomatica di successo! Guarda come è figo!-
-Si dice anche che abbia vinto le olimpiadi mondiali di matematica! E che sia venuto in questa scuola perchè è un difensore abile nel calcio!-
Manabe si fermò, volgendo lo sguardo a quelle due ragazze che tanto chiacchieravano su di lui.
Riuscirò a farmi degli amici normali, o sono condannato a stare solo con Minaho...qui già tutti mi conoscono...spero non mi accada come nell'altra
scuola...

Il ragazzo dai capelli lilla nascose uno sguardo imbarazzato dietro la montatura degli occhiali, che si sistemò sul naso – Andiamo Minaho, qui ci sono troppe voci!- disse ricominciando a camminare.
Il suo amico, dai capelli arancioni, annuì sorridendo.
-Quello dev'essere il suo famoso amico Minaho, l'ho visto su una rivista, a quanto pare ha fatto un tirocinio in Inghilterra per diventare detective, come il padre defunto!- spettegolò un'altra voce.
Bhe, certo che questa scuola ha parecchie informazioni su di me...ma ancora non mi hanno messo alla prova veramente...
-Attenta!- sentendo il grido del suo amico, minaho si distolse dai suoi pensieri, per poi vedere il lilla aiutare una ragazza a raccogliere i libri.
-Scusami non ti avevo vista!- ripeteva il lilla.
-Sta più attento cavolo! Rischiavo di farmi male!- protestò la ragazza, dall'aspetto assai insolito.
Non molto alta e formosa, dai lunghi capelli color cioccolato, coperti da un cappello a forma di panda. La pelle rosea metteva in evidenza l'occhio sinistro smeraldino, mentre il destro era coperto da una benda.
Manabe raccolse l'ultimo quaderno, sulla cui copertina svettava un etichetta con su scritto il nome della ragazza – Tieni Takishima!-
-Chiamami Kimberly...ma la prossima volta sta più attento!- gridò ancora una volta, facendo rabbrividire il lilla.
Kimberly si allontanò con sguardo fiero, lasciando basiti i due ragazzi.
Certo che quella è strana...direi troppo orgogliosa..

 

 

 

-Certo che qui ce veramente tanta gente!- commentò una ragazza seduta su un muretto, facendo ciondolare le gambe con fare annoiato. I capelli ramati si muovevano a ritmo di quel venticello leggero, mentre la frangetta un po' spettinata le copriva gli occhi verdi e lucenti.
-Secondo me sono tutti degli orgogliosi e incapaci!- sbuffò un altra ragazza spiccando un balzo e cominciando a camminare in equilibrio sul muretto- Akane non ti preoccupare, tanto un fidanzato lo trovi comunque!- provocò beffarda.
-Non cominciare Faith! Piuttosto vedi di impegnarti che ultimamente sei in calo con varie materie!- aggiunse tagliente la rossa.
Faith spiccò un balzo, atterrando con una capriola perfetta sul prato.
Gli occhi rosso sangue e a mandorla si assottigliarono – Bella risposta, ma cerca di non rimanere indietro, sappiamo tutte e due che nella boxe io sono la migliore!- si scansò i capelli biondo cenere dal viso, rivelando ben cinque orecchini sull'orecchio destro e tre sul sinistro.
-Vogliamo scommettere? Hai bisogno di una dimostrazione pratica?- ringhiò scherzando Akane, già preparandosi a combattere.
-Vi state già pungendo?- tra le due si intromise un altra ragazza, simile a una bambola.
La pelle pallida era leggermente arrossata sulle gote. Gli occhi grandi azzurro-grigi mettevano in evidenza una capigliatura color cioccolato -Oh Faith! Belle queste punte!- esclamò toccando la fine dei capelli dell'amica, colorati di nero, grigio e argento.
-ehi non toccare Vanille!- protestò la bionda, tirandosi indietro di scatto.
-Scusa, volevo solo vedere!- mugolò appena, suscitando la risata delle altre.
Akane, Faith e Vanille sono amiche da molto tempo, tutte con caratteri molto complessi, ma unite da una grande amicizia.
 

La campanella suonò, era il momento per tutti gli studenti di entrare a scuola.
All'ingresso un'insegnate diceva a tutti di dirigersi verso la sala principale, quella delle conferenze, dove il preside avrebbe fatto il suo discorso inaugurale.
Piano piano tutti presero posto sulle poltrone di velluto rosso, volgendo lo sguardo sul palco.
Una schiera di insegnati era ordinatamente il fila, quando il preside si avvicinò a cominciò il suo discorso.
-Salve a tutti, benvenuti in questa accademia e bentornati a gli studenti del secondo e ultimo anno!- cominciò – Qui vi formerete e potenzierete le vostre abilità sportive, grazie ai vari club.
Da quest'anno inoltre, ci sarà una novità...lascio la parola alla presidentessa del consiglio scolastico di quest'anno, Kaori Tsukishima!- Un grande applauso accompagnò una ragazzina magra, dai capelli corti fino alle spalle, biondi, con due ciocche più lunghe azzurre, e gli occhi grandi e castani.
-salve a tutti! Mi chiamo Kaori e da quest'anno solo la presidentessa! Sono entrata in questa scuola perchè sono campionessa mondiale di nuoto, nonostante abbia 13 e frequenti la terza media. Ed è proprio il nuoto la novità di quest'anno, è stato infatti deciso che l'accademia consoliderà anche questo sport!. Qualche metro vicino alla scuola, è stato costruito un palazzo con delle piscine, che su ordine del preside, potrà essere usato come luogo di svago e refrigerò nelle giornate più calde! Detto questo vi auguro una buona permanenza!- il discorso si concluse con un altro grande applauso alla presidentessa.
Di sicuro, l'anno avrebbe riservato tante sorprese.





Angolo autrice:

Ciao a tutti e bentornati! ^^ Spero di cuore che questo capitolo vi sia piaciutpo, lo spero veramente, mi ci sono impegnata molto.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato con il loro OC, e devo dirmi che mi sono ritrovata personaggi molto complessi caratterialmente. Spero di non avervi deluso e aver azzeccato almeno un po' le personalità ;(
cercherò come nella fic precedente, di imparare a conoscerli meglio.
Ora vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo!
baci da Elisachan

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Capitolo 3
*** il primo giorno...e uno scontro alla caffetteria ***


Capitolo 2

Il primo giorno...e uno scontro alla caffetteria

 

Sbam!!
La porta si spalancò di scatto, ed un Akane sorridente, entrò nella stanza.
-Wow!- esclamò buttando le valigie sul letto – Questa camera è bellissima!-
In effetti in questo nuovo anno, appena cominciato, anche alle camere erano stati fatti dei cambiamenti.
Ora le pareti sono di un giallo chiarissimo, i due letti sono davanti le due scrivanie. Vi è un solo grande armadio e una poltroncina cobalto vicino la finestra.
Akane si buttò sul letto, lasciandosi cullare da quelle morbide coperte che emanavano un odorino di lavanda.
-Ehi Akane...aiutami!- aprì distrattamente un occhio e vide la sua amica Vanille entrare nella stanza, trascinando due valigie, belle grosse.
-Perchè mai ti sei portata tutta quella roba?- sbuffò Akane.
-In verità volevo portare solo queste due valigie...ma mia madre mi ha costretto a portare anche il resto...-indicò imbarazzata la porta, dove erano rimasti quattro scatoloni, due borse e un'altra valigia.
-Però...tua madre ci tiene...vabbé dai, aspetta che ti do una mano...-commentò Akane, aiutando l'amica a portare le cose.
Dopo una buona mezz'ora, tutto era sistemato, e dato che si era fatto tardi, le due ragazze decisero di scendere e fare cena.
Uscirono dalla camera e cominciarono la ricerca della caffetteria, anche se, i muri bianchi e uniformi, confondevano loro le idee.
-Ehi Akane...credo proprio che ci siamo perse...-affermò d'un tratto Vanille.
L'amica le dette ragione – E ora, che si fa? Se non ci sbrighiamo la caffetteria chiuderà, e noi rimarremo senza cena!- esclamò la rossa.
-Che ne dici di chiedere informazioni?- propose la Hatori.
-E a chi? Non mi sembra ci sia nessuno...- ma proprio in quel momento due ragazzi voltarono l'angolo.
-Ehi voi due!- con un grido, Vanille attirò l'attenzione dei due ragazzi -sapete dov'è la caffetteria?- domandò puntando il dito.
-Ci stavamo giusto andando...-rispose il primo, dagli occhi luminosi, grigio-perla.
-Non è che potreste accompagniarci?- chiese zuccherosa Vanille, cambiando tono di voce e sguardo.
-ma si certo!- rispose l'altro, dai capelli arancioni e gli occhi come cristalli- ad ogni modo io sono Taiyou...e lui è Tenma!- sorrise indicando l'amico.
Le due ragazze alzarono le spalle- Siamo Akane e Vanille...- rispose in coro, ma con fare un po' distaccato.
Cominciarono a camminare, diretti al luogo stabilito.
Questi due ragazzi sono così radiosi, mi danno sui nervi...ma come fanno a essere sempre così sorridenti...sopratutto quello castano, che strana aurea emana...
Ci volle poco a capire che erano arrivati. Da una porta aperta infatti, proveniva una grande confusione, un rumore metallico e tintinnante delle posate e un odorino di cibo delizioso.
-bene, grazie mille, noi andiamo!- Akane si tuffò subito in mezzo alla confusione dei ragazzi, attirata dall'odorino del ramen appena cotto.
Vanille la seguì con calma, ringraziando con un sorriso abbastanza freddo, i due accompagnatori.

 

 

 

Intanto a un tavolo, Kimberly stava degustando tranquillamente il suo piatto di spaghetti con pollo, quando una ragazza le si affiancò -Dovresti provare anche il filetto di manzo – le disse Faith, poggiando il suo vassoio sul tavolo.
Kim la ignorò vivamente, portandosi una manciata di spaghetti alla bocca.
-Ehi! Ti sto parlando...Takishema mi senti?!- la provocò la bionda, puntandolo contro la forchetta.
-Come mi hai chiamata?!- gridò Kim alzandosi in piedi di scatto -Come ti permetti?!-
-Sono Faith...e mi permetto quanto voglio, Takishema!-rise sguaiatamente e facendo così uscire delle lacrime, dagli occhi scarlatti.
-Smettila di ridere!- continuò a gridare Kim, ma invano, perchè la risata di Faith aumentava sempre di più.
-Faith cos'hai da ridere così tanto?- al tavolo si avvicinò Akane, con una grande ciotola di ramen sul vassoio – Che ti è successo?-
-Niente...niente...- la bionda si asciugò una lacrima – è tutto a posto...- decretò riprendendo a mangiare il suo pasto.
Akane volse il suo sguardo alla ragazza con il capello pandoso- Ciao, e tu chi sei?- ma la ragazza non rispose, ancora adirata dal nomignolo di Faith.
-Lei è Kimberly , la mia compagna di stanza!- presentò la bionda.
-Bhe, è un piacere...sono Akane, e lei è Vanille!- rispose la rossa,indicando la sua amica appena arrivata al tavolo.
Kim respirò a fondo, ma deciso di accontentare quel gesto gentile delle due amiche di Faith.
-Piacere di conoscervi!- esclamò sorridendo, per poi subito continuare a mangiare la sua cena, ormai quasi consumata.
Questo nomignolo mi piace...potrei usarlo per provocarla...mi divertirò un mondo, questo è sicuro!

 

 

 

-Frosty cos'hai?- chiese Emma.
Entrambe le ragazze erano ormai da un po' seduta al tavolo, ma fino ad ora, nessuna parola era volata. Emma non aveva mai visto la sua amica in quello stato, usava la forchetta per spezzare annoiata il cibo nel piatto. E questa cosa la fece preoccupare, dato che non aveva ancora toccato nulla.
-Ti vedo strana, è successo forse qualcosa?- insistette l'italiana.
Frosty mugugnò -No niente...è tutto a posto...- rispose con sguardo assorto.
-Secondo me invece, la nostra amica è preoccupata!- esclamò Alexia sedendosi al tavolo, con un sorriso.
-Non è che sia preoccupata...- precisò la riccia -...ho saputo che starò in classe con te, Alexia, e che con noi...ci saranno Francesco, Diego e ...Luca...-
Alexia trattenne un respiro- Cosa?! Quel ragazzo sarà in classe con noi?!- sbraitò schiacciando la cena con la forchetta, chiaramente frustrata.
-mamma mia che atmosfera, forza sorridete e siate ottimiste!- cercò di consolare le due Emma. Ma queste sbuffarono sonoramente, tornando a fissare i loro piatti, con fare assorto e triste.
Almeno fin quando delle urla acute e isteriche non esplosero nella sala.
-Ragazze quello è Diego, guardate come è bello!!- avete presente quegli urletti da galline che fanno le ragazze, alla vista di una star? Ebbene erano quelle che si crearono, all'ingresso di Diego nella caffetteria.
Il ragazzo camminava come se fosse su una passerella, sorridendo raggiante e sventolando una mano per salutare.
-Diego ti prego, vieni qui!-
-No, siediti qui!- cinguettavano le ragazze, facendo spazio sul tavolo. Ma lui le ignorava tutte con un sorriso e un “No, grazie”.
-Mi sembra stia venendo verso di te Frosty!- bisbigliò Alexia, ma quando la castana se ne rese conto, Diego era già seduto accanto a lei.
-Ciao!- salutò il corvino -Come va tutto bene?- anche se al tavolo c'erano anche Alexia e Emma, Diego sembrava parlare solo con Frosty, che tra l'altro lo ignorava vivamente.
-Che c'è? Perchè non mi parli?- chiese dolce il corvino. Frosty alzò appena lo sguardo, non sopportava quella sensazione, era solo il primo giorno e già aveva dei problemi.
-Lascia stare la mia amica!!- la voce potente di Francesco, fece voltare tutti i presenti.
Il ragazzo si avvicinò con passo di carica, e al limite del tavolo, puntò il dito contro Diego.
-Ti ho detto di lasciare in pace la mia amica!- ordinò prendendo Frosty per il polso -Lasciala stare, o te la vedrai con me!-
Diego si alzò, con sguardo malizioso -Che c'è? Vuoi forse sfidarmi?- provocò.
-Sì, se serve per difendere un amica, allora lo farò!- gridò ancora di più il castano.
-Adesso basta!!- Alexia si piazzò tra i due litiganti -State dando spettacolo! Siete solodegli sciocchi!- riprese la sua amica dalla presa di Francesco – Dico a tutti e due, se vi avvicinate ancora a lei, sarò io la vostra sfidante...e non avrò pietà!- minacciò con sguardo tagliente, così tagliante, da far tacere i due ragazzi.
-Basta con questa manfrina!- aggiunse Emma -Tornate a mangiare, non c'è niente da vedere qui!- esclamò diretta agli altri studenti, tutti spettatori della scena.


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é sempre un piacere alzarsi la mattina e vedere il sole splendere in cielo.
Da speranza e buon umore per affrontare la giornata, almeno è questo che pensa Tsuboni.
La ragazza si alzò e camminando in punta di piedi, si diresse verso la finestra, scostò le tende facendo illuminare la stanza.
-mm...Tsuboni, spegni la luce! Voglio dormire!- nel letto Benna non ne voleva sapere, di farsi riscaldare dai caldi raggi mattutini. Con un mugugno, si chiuse a bozzolo sotto le coperte
-Forza, che oggi comincia il nostro primo giorno di scuola!- rispose raggiante la corvina, scostandole le coperte dal corpo.
Benna sospirò, le vacanze erano finite, e non poteva astenersi dalle regole ferree dell'amica.
Si alzò, strofinandosi gli occhi impiastricciati di sonno, calzò le pantofole ai piedi e si diresse in bagno.
-Tanto per curiosità...che ore sono?- domandò la castana afferrando un asciugamano.
-Sono le sei e mezza, perciò dobbiamo sbrigarci, la colazione verrà servita alle sette e mezza, e le lezioni cominciano alle otto!- rispose la corvina sistemando le coperte sul letto.
-Potevo svegliarmi benissimo alle sette, uffa!- sospirò sonoramente Benna, uscendo dalla stanza sbattendo la porta – Ci vediamo tra mezz'ora!-
Tsuboni roteò gli occhi ridacchiando, Benna si ostinava a voler alzarsi tardi, ma la corvina sapeva benissimo che le serviva quasi un' ora per prepararsi.
Finalmente dopo un ottima colazione a basa di torte, cornetti caldi e chi più ne ha più ne metta, le due ragazze si diressero in classe.
Ormai erano esperte, non tremavano di paura, camminavano per i corridoi con aria felice e orgogliosa di essere dei sempai.
-Ciao a tutti!- esclamò Benna entrando in classe e salutando con la mano.
Tsuboni le picchiettò timidamente sulla spalla – Ehm...senti Benna...temo che abbiamo sbagliato classe...- solo allora la castana si rese conto di essere osservata in malo modo.
-E questa che vuole?- chiese acidamente Faith, seduta su un banco con aria annoiata.
-credo sia una sempai di seconda...- rispose Vanille non distogliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo.
Benna arrossì, come aveva fatto a sbagliare classe in quel modo! E ora si trovava di fronte ragazzini di prima, che con aria di sufficienza e noia, la scrutavano.
-Suppongo che facciano entrambe basket...- dedusse Minaho, osservandole con un mano sotto il mento – Lo vedo dalla vostra altezza -
cavolo questi ragazzi fanno paura...che silenzio che c'è qui...meglio riscaldare l'atmosfera già che ci sono...
Benna poggiò le mani sulla cattedra, cercando di attirare l'attenzione di tutti e cominciò a parlare -Sono Benedetta Finetti, per gli amici Benna, e qui con me c'è Tsuboni Minato!-
Tsuboni intuì cosa voleva fare l'amica e le diede man forte – Come ha detto il vostro amico, siamo del secondo anno e del club di basket! Già che ci siamo, vogliamo augurarvi un buon anno!-
-...che quest'accademia possa aiutarvi a migliorare nel vostro sport!- concluse Benna scrivendo alla lavagna il nome della scuola.
Tutta la classe le guardavano con ammirazione, quelle due ragazze erano veramente in gamba.
-grazie per aver accolto i miei alunni...- una donna entrò nell'aula, aveva i capelli verdi raccolti in uno stretto chignon - ...ma ora credo che dobbiate andare in classe, a meno che non vogliate un richiamo!- costatò severa.
-Si certo...- si imbarazzò Benna – Forza Tsuboni, andiamo...- prese per mano l'amica e corse fuori dalla classe, volgendo un ultimo sorriso alle matricole, che risero sonoramente, divertiti dalla scena.
 

 

 

 

Intanto in 2 C la lezione era cominciata, con un leggero anticipo.
Come accade al secondo anno, i professori non perdono tempo con le presentazioni, ma subito caricano di compiti, ed è proprio quello che sta succedendo.
-...ricopiare pagina sette, nove...e tradurre il dialogo...- dettava precisa la prof di inglese.
Emma scriveva svogliatamente sul diario, come era capitato lo scorso anno, la prima lezione era quella di inglese, che lei odiava con tutto il cuore.
Mentalmente faceva il verso all'insegnante, pensando a quanto potesse odiare quella lingua.
Girò appena la testa per vedere come era messo il resto della classe.
Shindou, come dal suo solito, stava prendendo scrupolosamente appunti, al contrario il suo compagno no.
-Ibuki non dovresti scrivere...- sussurrò appena il castano.
-E per cosa? Tanto dopo ricopio da te...- rispose indifferente il bianco, continuando a giocherellare con la penna, in equilibrio sulla punta del naso.
-E cosa ti fa pensare che ti farò copiare?- domandò sarcastico Shindou.
Ibuki sorrise malizioso -Il fatto che altrimenti tu e mia sorella non starete più insieme!-
-credo che Ame ce l'avrà a morte con te...se mi fai questo...- rispose a tono il pianista.
In quel momento Ibuki pensò al viso di sua sorella da arrabbiata. Occhi malefici, capelli dritti in testa, bocca assassina e unghie affilate, pronte a ucciderlo.
-O-ora che ci penso...vedo che Lii sta prendendo appunti...quasi quasi la ricopio...- e subito si mise a scrivere furiosamente.
Emma sorrise divertita, guardando la scena, poi il suo sguardo si posò su Cristal e Eric.
Il ragazzo dagli occhi felini, stava osservando concentrato la professoressa, aspettando che questa diede altri compiti. La ragazza invece non smetteva di fissare il nuovo arrivato nella classe.
Qualche banco più avanti, infatti, un verdino dagli occhi rossi si dondolava annoiato sulla sedia, senza aver la minima intenzione di prendere appunti.
Tra tutte le classi e i ragazzi del mondo, proprio lui doveva capitare in classe con Emma. Colui che l'aveva costretta (al seguito di un incidente durante la gara di atletica) a portare le stampelle per quasi mezza estate, per non parlare degli ultimi mesi scolastici, per lei una tortura.
Era li, che le lanciava occhiatine di sufficienza, e sguardi maliziosi e di sfida a Cristal: Zanark Avalonic.
Il rumore di uno strido fece ridestare Emma dai suoi pensieri. Torno a guardare la professoressa, la quale si era messa a scrivere alla lavagna.
L'italiana intuì subito che aveva finito di dettare i compiti, la lezione era cominciata, ma la metà degli appunti lei non li aveva.

 

 

 

 

-Sbrigati Benna, per fortuna la prof non è ancora arrivata!- gridò Tsuboni sulla soglia della classe, in pochi attimi l'amica la raggiunse con il fiatone, dovuto alla corsa che aveva fatto.
Entrarono e si sedettero velocemente ai loro posti, quando ecco la professoressa entrare con un sorriso.
-Bentornati ragazzi!- salutò sedendosi alla cattedra, aprendo il registro e cominciando l'appello, a cui tutti gli studenti risposero con un presente.
-Spero che abbiate passato delle ottime vacanze -esordì alzandosi in piedi -Chi di voi vuole raccontare quello che ha fatto?- questa improvvisa voglia di parlare da parte della donna, creò in classe uno strano mormorio confuso.
Molti si scambiarono un' occhiata, pensando se veramente voleva dialogare, o era solo un trucco.
-...forza non siate timidi! Dovete esprimere le vostre idee per poi stilare un tema di tre pagine!-
C'era il trucco...si ritrovò a pensare Sakura, mentre si accasciava sul banco.
La sua compagna invece, Kumiko, alzò educatamente la mano e la prof le diede la parola.
-Quest'estate sono tornata nella mia terra natale, l'Hokkaido. Lì mi sono divertita con molti dei miei amici, ho pattinato e fatto un sacco di cosa molto divertenti! - annunciò sorridendo.
-Non dubito che ti sia divertita, l'Hokkaido ha piste da pattinaggio davvero grandiose!- commentò la professoressa, poggiandosi sulla cattedra in noce -Qualcun altro?-
Sakura sospirò e dato il silenzio che c'era in classe, decise di parlare lei.
-In invece mi sono fatta una bella estate alle Maldive, in un hotel di gran lusso e veramente prestigioso!- esordì con una punta di orgoglio, che non sfuggì
alla donna.

-Immagino che ti sia divertita anche tu, trovo che il mare cristallino di quelle isole sia meraviglioso!- sorrise la donna, poi però continuò maliziosa -...ma dimmi Nozaki, le Maldive dove si trovano?-
Kumiko sentì il battito della sua amica, fermarsi di colpo, e credette per un secondo di averla vista sbiancare.
-Ehm...ehm...le Maldive si trovano in...- con la coda dell'occhio, la rosa cercò il supportò di Kumiko.
Help me...help me...Kumiko help me! Pensò tremante e come se la corvina avesse udito i suoi pensieri, le sussurrò la risposta, in una parola impercettibile.
-Si trovano in Asia!- gridò Sakura scattando in piedi.
-Brava Nozaki...e sai dirmi anche in quale mare?- continuò la donna incrociando le braccia. Oltre a insegnare letteratura, insegnava anche geografia.
-Questa la so!- rise orgogliosa la rosa – Si trovano dell'oceano asiatico!-
La classe scoppiò in una risata, mentre intanto l'insegnate tornava a sedersi in cattedra, aprì il registro e chiese alla rosa – Dimmi Sakura, sei brava in matematica?-
La Nozaki annuì imbarazzata e preoccupata della sua sorte in quel momento.
-E dimmi...-proseguì la donna -...qual'è la metà di dieci?-
-Cinque!- rispose prontamente l'alunna. Ma solo dopo capì, aveva appena preso cinque.

 

 

 

 

Approfittando del fatto, che la loro insegnate non si era ancora fatta viva, in 2 D i ragazzi stavano ancora chiacchierando.
-Tranquilla Frosty, vedrai che andrà tutto bene!- confortò Alexia, vedendo che la sua compagna di banco, se ne stava mogia con la testa sul banco.
-Speriamo davvero...ma ti rendi conto...in classe con Francesco e Diego...davvero non capisco cosa abbia Francesco contro lui...perchè lo odia tanto?- mugugnò nascondendo la testa tra le mani.
-Non preoccuparti...- Ame si sedette accanto a loro – Ci sono anche io...ti aiuterò, vedrai!- la rassicurò sorridendo.
-Grazie davvero ragazze! - ringraziò la castana. Proprio in quel momento quelle grida acute comparvero, seguite dall'ingresso di Diego nell'aula.
-Quanto è bello!!
-Diego siediti accanto a me!-
-No! Vieni qui!!-
Ma come sempre il corvino salutava teatralmente e le ignorò, sedendosi in un posto vuoto.
Certo che ovunque vada fa strage di cuori, eppure sento qualcosa...cos'è questa strana sensazione? È come se Diego nascondesse qualcosa...di
inquietante...

La classe ritornò al silenzio, quando il professore in giacca e cravatta, fece il suo ingresso.
-Buongiorno a tutti! - disse poggiando i libri sulla cattedra -Spero che questa vacanze siano servite per riposare, studiare e allenarvi nei vostri rispettivi sport!. Quest'anno abbiamo delle novità, tre nuovi alunni nella nostra classe, prego venite avanti!- i tre si alzarono andando alla lavagna, si voltarono verso la classe, mentre il prof disse loro di presentarsi.
Il primo fu Luca – Ciao a tutti! Mi chiamo Luca e mi sono trasferito qui dalla sezione B, spero di esservi simpatico!- esclamò sorridendo.
Dalla terza fila, Alexia lo osservava per bene, una strana morsa le prese nel petto, mentre lo guardava, era davvero cambiato durante le vacanza.
Lo osservava incantata, e allo stesso tempo impaurita, che potesse ferirlo ancora. La pelle pallida risplendeva, evidenziata da i suoi occhi cristallini, che la corvina non ricordava così belli.
Ben presto si accorse che anche le altre ragazze lo trovavano carino, ma subito questo stupore scomparve, quando Diego si presentò.
Tra gli urletti, il corvino riuscì a presentarsi – Sono Diego Ferrari, mi sono trasferito qui dall'Italia e sono un campione di nuoto! Spero di trovarmi bene qui!- e fece un piccolo inchino con il suo sorriso da star.
-certo che ti troverai bene!- cinguettarono in coro tutte le ragazze.
Ecco...tocca a me...cerchiamo di fare in fretta...
-Ciao a tutti, sono Emmeline, ma potete chiamarmi Frosty...- cominciò la castana, abbassando lo sguardo, mentre i ricci ribelli le pizzicavano il viso.
L'idea di cambiare classe in effetti la spaventava, anche se sapeva che lì c'erano molti dei suoi amici – Spero ti trovarmi bene, provengo dalla sezione C – alzò il capo e sorrise, nel vedere che Alexia e Ame le sorrisero incoraggianti.

 

Ora si che il nuovo anno poteva cominciare.





Angolo autrice:

Ciao a tutti, eccomi con questo capitolo, che spero possa essere stato di vostro gradimento.
Come vedete ho allungato il testo, quindi spero che i miei sforzi vadano bene. Scusate gli errori, se ci sono e recensite ^^
Ci vediamo al prossimo capitolo!
baci da Elisachan

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Capitolo 4
*** i soliti litigi ***


 

Capitolo 3

I soliti litigi

 

 

 

Passata una settimana, finalmente l'accademia decise di aprire la piscina per tutti i suoi campioni.
Era un enorme edificio bianco, dal tetto, le grandi porte e le finestre blu.
Ora che era aperta, molti studenti potevano visitarla e assistere agli allenamenti.
Una stradina ciottolosa di sassi, conduceva alla porta principale, dove Ame si stava dirigendo.
Spinse le pesanti ante della porta ed entrò. Subito un odore di fresco, caratterizzato dal cloro, l'abbracciò, quel luogo era veramente adatto per trovare un po'
di refrigero.

Davanti a lei, da un altra porta, provenivano rumori e scrosci d'acqua, a destra e sinistra invece, c'erano due corridoi che conducevano rispettivamente allo spogliatoio femminile e maschile.
Un cigolare della porta blu, accompagnò il suo ingresso nel vero luogo degli allenamenti, e la Munemasa rimase folgorata.
L'acqua della piscina si infrangeva su suoi bordi, mentre intanto ragazzi e ragazze si tuffavano o nuotavano.
Le gote della bianca divennero rosse come ciliegie, quando si accorse di quanti bei ragazzi fossero lì, a torso nudo, che nuotavano.
Ame che ti prende...no, no non devi guardarli...non guardare i loro fisici scolpiti, pensa a Shindou...si pensa a lui...si ripeteva mentalmente, ma invano, perchè gli occhi prendevano il sopravvento.
Per fortuna l'ingresso di una ragazza la fece destare -Scusami, posso passare?- chiese.
Ame si scostò e la riconobbe all'istante , dalle due ciocche azzurre che le spuntavano dalla cuffia. -Presidentessa, è lei!- esclamò sorpresa.
-Chiamami Kaori!- rispose la nuotatrice – E tu, chi sei?-
-Mi chiamo Ame, della 2D – si presentò la bianca, con un rispettoso inchino. Nonostante Kaori fosse la più piccola di tutta la scuola, era pur sempre la presidentessa, e meritava rispetto.
-Sei venuta a vedere gli allenamenti?- la incalzò la ragazzina dagli occhi castani.
-Si...- sorrise Ame – era curiosa di vedere l'edifico!-
-Buon per te, ora scusami ma devo andare ad allenarmi!- con un cenno della mano, Kaori salutò la sua nuova amica, corse a bordo piscina e, toltosi le ciabatte, si tuffò.
Ame volse lo sguardo alla sua destra, dove notò delle gradinate su cui sedersi, già occupate in buon parte da delle ragazze.
Ma che...perchè hanno quei cartelli? Pensò Ame avvicinandosi. In effetti quel gruppetto di ragazze reggeva con foga cartelloni, striscioni e biglietti, tutti accomunati da una sola cosa: il nome di Diego scritto in bella vista.
Ame sbuffò, era davvero incredibile, ovunque si girasse il nome del suo compagno era sempre sulla bocca, i cartelloni e le teste di tutti.
-Ehi Ame-chan!- Benna corse incontro alla sua amica, portandosi dietro, sotto braccio Frosty.
-ragazze! Anche voi a vedere gli allenamenti?-
-Si! -esclamò Benna con un sorrisone – Non volevo venire da sola, ma per fortuna ho visto Frosty e l'ho obbligata a venire!- rise vedendo la sua amica, che se ne stava accanto a lei con uno sguardo famelico.
Benna si accomodò accanto alla bianca e cominciò ad ammirare la piscina, rumorosa e fresca.
Era come se il luogo fosse avvolto da una strana atmosfera, che provocò su la castana, lo stesso effetto che aveva fatto a Ame.
Bendetta...non ci provare, non arrossire....non guardare quei bei ragazzi che nuotano, no...guarda qualcos'altro. Pensa a Kyosuke, pensa a lui...ai suoi occhi..e a come poterebbe stare in costume..!
-Kyaa!- la castana si tenne la testa tra le mani, mentre il suo cuore esplodeva di battiti e il suo viso si colorava tutto di rosso.
Frosty si sedette accanto alle due, sospirando, proprio lei doveva venire lì, dove c'era Diego.
-Avete notato quante fan di Diego abbiamo qui!- rise Ame indicando le ragazze dietro di lei.
-Eppure...- Benna cominciò a scrutare la piscina -Non mi sembra di vederlo...-
-Diegooooo!!!- il ragazzo entrò proprio in quel momento, e tutte le sue ammiratrici cominciarono a urlare e far risaltare i cartelli -Sei il migliore!!- gridavano come matte.
Anche le nostre tre amiche non poterono non arrossire davanti a lui.
Il corvino si avvicinò a bordo piscina, volse un sorriso a tutte le ragazze presenti, e si tuffò.
Quando riemerse le urla si sparsero per la sala. I capelli pece del ragazzo erano fradici, gli ricadevano sulla fronte, coprendo appena gli occhi smeraldini.
Piccole goccioline d'acqua segnavano i lineamenti del suo viso, scendendo fino al suo petto.
ma...come è possibile che abbia un fisico del genere..pensò Frosty in preda al panico, nel cercare di non farsi sopraffare dalla sua bellezza...ha solo 14 anni..mica venti!
Voltò lo sguardo verso le sue amiche, e le trovò completamente andate. Guardavano il ragazzo, rapite, con la bocca spalancata e gli occhi che lo divoravano con lo sguardo.
-ragazze!! Svegliatevi, non lasciatevi sopraffare!- esclamò la riccia scuotendole. Ma niente, erano proprio andate.
Un altro acuto grido, fece voltare Frosty, la quale vide Diego che si avvicinava.
-Sei venuta a vedermi è?- domandò malizioso.
-Ti sbagli!- rimbeccò subito la castana -Ho solo accompagnato un'amica, non mi interessi affatto!-
Il corvino si avvicinò un po' minaccioso al suo volto -Questo è da vedere...-sibilò vicino al suo orecchio, facendo arrossire la ragazza.
-Lasciami stare!- gridò scaraventandolo indietro – Tu non mi conosci, potrei essere il tuo peggior incubo!- si infiammò prendendo per mano le sue due amiche – E ora sei vuoi scusarmi...-
Si allontanò orgogliosa, tirandosi dietro Ame e Benna, ancora incantate.
Questo è da vedere...Frosty....

 

 

 

 

I club scolastici avevano aperto i battenti, ormai da alcuni giorni, e tutte le matricole erano riuscite ad entrare senza troppi problemi.
Ora però, al club di calcio, il problema era un altro. Il capitano Austen, ormai era al suo terzo e ultimo anno, e il suo posto doveva andare a qualcun' altro. Aveva perciò deciso di organizzare una sfida, in cui tutti coloro intenzionati a diventare il futuro capitano, potevano partecipare. Tutti, esclusi quelli del
primo anno.

-Guardate quei quattro, sembrano vogliano fare sul serio!- rise appena Sol, da bordo campo, mentre insieme ai nuovi entrati nel club si stava riscaldando.
-Sono sicuro che ne vedremo delle belle, ho sentito che quei quattro sono molto forti!- aggiunse Minaho, dopo aver lanciato la palla al compagno con gli occhiali,Manabe.
-Io credo che potrebbe vincere quello dai capelli blu, le probabilità matematiche sono decisamente in suo favore!- disse saccentemente il lilla.
-Si, ma Tenma non è da meno!- obbiettò Sol -Sono sicuro che sarà lui il nuovo capitano!-
-Ma vogliamo parlare di Shindou?- al discorso di aggiunse anche Kirino – Siamo amici sin da quando eravamo piccoli, e lui è perfetto come leader!- annunciò il rosa, continuando a palleggiare.
Praticamente le scommesse erano aperte, nessuno sapeva chi, tra Shindou, Tenma, Tsurugi e...Lii, avrebbe vinto.
Austen si avvicinò al campo, suonò il fischietto annunciò l'inizio della sfida.
-Sarà un tutti contro tutti – disse solenne – Il primo che fa goal vince!- posizionò la palla a centro campo e tutto cominciò.
Subito, con uno scatto, Tsurugi prese il pallone, già deciso a terminare in fretta la partita.
Non voglio perdere, non devo perdere. Devo dimostrare che anche le ragazze sono forti e meritano il titolo di capitano! Io sono Liihera Matatagi, e non perderò questa sfida!
Con questi pensieri e un enorme scarica di adrenalina, la castana strappò la palla da Tsurugi.
-Ora tocca a me!- prese a correre fino al limite dell'area.
Intanto, sempre a bordo campo, due ragazze si erano avvicinate per vedere, data la grande confusione che la sfida creava.
-cavolo quanto entusiasmo!- esclamò Akane posando a terra il borsone da boxe -Sembra proprio che la sfida si stia infervorando!-
-Hai ragione, e ho sentito che si sono aperte delle scommesse!- costatò Faith, mettendosi in spalla la borsa -...Tu su chi punti?-
Gli occhi di Akane si illuminarono per un istante, quando vide Tenma in campo.
Anche lui partecipa...pensò corrugando la fronte, potrei tifare per lui...in effetti, non ce lo vedo male come capitano...è carino...e anche...
Il cuore della rossa prese a palpitare a ritmo incontrollato e udendo questa sensazione strana, la ragazza non poté fare a meno che gridare, riconoscendo quello che le stava accadendo.
-Non ci pensare proprio! - gridò puntando il dito contro il suo petto, stava parlando con il suo cuore -Non ti azzardare minimamente!
Vedendo la strana reazione dell'amica, Faith si preoccupò, insomma, non era da tutti urlare all'improvviso contro se stessi.
-Ehi...ehm..Akane tutto bene?- chiese spaventata la bionda, ma la ragazza continuava a urlare contro se stessa.
-Ascoltami bene, non ci provare, tu devi battere in modo regolare!- ma proprio questa sua affermazione cedette, nel momento in cui Tenma, si accorse di lei.
Il castano le rivolse un sorriso, salutandola con la mano, ma poi riprese la sua corsa alla conquista del pallone.
Akane si irrigidì, cercando di nascondere lo sguardo arrossato.
Non può essere, mi ha sorriso...no, no non posso essere...innamorata di quel tipo, così strano..vero?
-Io punto sul ragazzo dai capelli mossi!- i pensieri confusi di Akane, furono destati dall'affermazione di Faith, la quale incrociando le braccia al petto, aveva espresso il suo giudizio.
-Ah...io invece credo, che quello dagli occhi grigio-perla, possa farcela...- rispose timidamente la rossa.
-Allora c'è qualcuno che punta su Shindou!- le due ragazze si girarono di scatto e a stento trattennero una risata. Il ragazzo che stava loro davanti, aveva dei codini color fragola.
-Sono Kirino – disse allungando la mano -Anche io punto su lui!- disse rivolto a Faith, la quale non aveva ancora tolto le mani dalla bocca. Tremava, le lacrime le uscivano dagli occhi, stava per scoppiare ed è quello che fece.
-Santo cielo che capelli!!- esclamò rotolandosi dalle risate -Sei buffissimo!!-
Akane e Kirino rimasero interdetti -Come scusa?- domandò Kirino, sul filo dell'esasperazione.
-Ho detto che i tuoi capelli sono buffissimi!- continuava a ridere la bionda – Sembri...sembri una fragola ambulante!-
-Disse la ragazza dalle punte multicolore!- rise malizioso il rosa – E dai mille orecchini per giunta!-
Faith smise all'istante di ridere, assottigliò gli occhi cremisi, con fare a dir poco scocciato.
-Ma chi ti credi di essere per dirmi questo?- sentenziò.
-Potrei farti la stessa domanda, mia cara – ribettè ancora una volta il rosa.
-Io sono Faith Mason! La più forte qui dentro!- decretò mostrando il pugno – Non ti conviene vedermi arrabbiata!-
Akane indietreggiò, continuando a guardare quella sfida, decisa a non immischiarsi neggli affari dell'amica, che da arrabbiata, era meglio non vedere.
-E io sono Kirino, e non ti permetto di prendermi in giro!- rispose il rosa con una smorfia.
-Io ti prendo in giro quanto voglio...fragolina...- rise ancora la bionda, scostandosi i capelli dal viso, con una terribile frustata.
-Senti, biondina dei miei stivali...-cominciò Kirino, tagliente – Sei carina, ma non voglio che mi chiami così, altrimenti...- ma il ragazzo non finì la frase, che subito si ritrovò assaltato dalla bionda.
Avete capito bene, Faith gli era appena saltato addosso, e cominciato a tirargli pugni sul petto.
-Brutta fragola senza cervello!!Come osi minacciarmi!- gridava, ora cominciando a tirargli i codini.
Tutta quella confusione scatenata dai due, fece fermare la sfida, tutti accorsero a vedere.
-Ehi tu! Lascia in pace il mio amico!- gridò Shindou, correndo in soccorso del compagno, il quale si rialzò malconcio.
-Faith calma!- Akane la bloccò per le braccia, ma la bionda continuava a ringhiare fuori di se -Calmati ti prego!-
-No! Prima o poi te la farò pagare, fragola senza cervello!- minacciò assottigliando ancora una volta gli occhi, sprezzanti di fuoco – é una promessa...-
-Smettila di fare così!- sbottò Shindou mettendosi in mezzo – Non sei una bambina, non dovresti comportarti così!-
La bionda lo guardò per qualche secondo, ancora bloccata da Akane, e ispirando a fondo per calmarsi, decise di lasciar perdere.
-Kirino hai detto...ci rivedremo..- concluse prendendo il borsone e andandosene.
Quando finalmente scomparse dalla vista dei presenti, Akane si inchinò umilmente -Chiedo scusa per lei, se si arrabbia diventa incontrollata...come me d'altronde. Vi prego di perdonarla!-
Shindou sospirò -Scuse accettate! Ma...quello che ha detto è vero? Si vendicherà?-
-Si..- si fece seria Akane -...ma state tranquilli, cercherò di farla calmare!-
Faith ma cosa mi combini! Che figura mi hai fatto fare con Tenma...ma questa volta non la passi liscia...
La rissa aveva attirato l'attenzione anche di Lii, che aveva assistito a tutta la scena con uno sguardo omicida.
Queste sciocche ragazzine hanno interrotto la sfida, ma in un certo senso, è stata una fortuna...Tsurugi stava per segnare...non posso permettermi distrazioni, sarò io il nuovo capitano!
-Ehi amore!- i suoi pensieri omicidi furono interrotti bruscamente.
Si girò di scatto, sferrando un calcio sullo stomaco a colui che l'aveva disturbata, e solo quando la vittima era stesa a terra tramortita, lo riconobbe.
-Ibuki, ma cosa cavolo fai! Mi hai fatto prendere un colpo!- lo fulminò con lo sguardo la castana.
-Sc...scusami amore...- sussurrò appena il bianco – ero passato a fare ...il tifo per te..-
-ah – riuscì a dire soltanto la ragazza, la figura che aveva fatto era impagabile, ma stranamente non aveva rimpianti, per aver colpito il suo fidanzato.
-Grazie ...- disse cercano di nascondere un rossore sul viso, poi fece una cosa che spiazzò terribilmente Ibuki: Lii si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
-Ora scusami, ma devo finire la sfida! - disse con un sorriso un po' imbarazzato -E massacrare quelli sciocchi!- rise maleficamente, per poi allontanarsi di nuovo in campo.
Ibuki sorrise, poggiando una mano sulla guancia ancora calda, quella era la Lii che voleva, forte e combattiva.

 

Di nuovo ci fu il fischio di inizio, e subito la palla entrò in possesso della castana.
-Concluderò in fretta!- decretò driblando tutti con un'innata velocità, per poi segnare in fretta con la sua super tecnica, che quasi sfondò la rete.
Tutti gli spettatori la guardarono, basiti da quella potenza sovrumana.
-Con...congratulazioni..Liihera Matatagi...tu..sei il nuovo capitano!- disse Austen dandogli la fascia azzurra da mettere al braccio.
Lii sorrise beffarda, ora toccava a lei guidare la squadra, e dimostrare a tutti la sua potenza.
 

 

____________________________________________________________________________________________

 

-Ti ho detto di togliere quella benda!-
-E io ti ho detto di no!-
Quel giorno la piscina era stranamente rumorosa, un altra litigata era in corso, questa volta tra la presidentessa Kaori e Kimberly.
La bionda cercava di farle togliere la benda che aveva sull'occhio destro, ma Kim si rifiutava.
-Stando al regolamento, non puoi nuotare con cerotti o bende di ogni tipo, quindi toglila!- impose di nuovo la ragazzina.
-No – fu la risposta secca della castana -Non posso, ne voglio farlo!-
-Allora non puoi nuotare – ribatté Kaori – O la togli, o non entrerai in acqua!-
-Scommettiamo? - Kim si avvicinò al bordo, pronta per tuffarsi, ma subito la presidentessa l'afferrò.
-Smettila, sono la presidentessa!Ubbidiscimi!- gridò cercando di tirarla il più lontano possibile dal bordo.
Come devo fare? Sono la presidentessa del consiglio studentesco, devo farmi rispettare...ma forse devo anche trovare una soluzione ai problemi dei miei
alunni...

Kaori mollò la presa di scatto, inspirò profondamente -Facciamo così, Kimberly, vieni con me e troveremo una soluzione per coprire l'occhio!- decretò porgendole una mano, che la castana accettò.
Kaori la condusse nello spogliatoio femminile e, presa la scatola del pronto soccorso, cercò di tutto per farle togliere la benda, ma niente, qualsiasi cosa non andava bene.
Tentò un ultima cosa, che dopo alcuni minuti, Kim potè ammirare guardandosi allo specchio del bagno. Kaori le aveva infatti coperto l'occhio, con una ciocca di capelli, che le spuntava dalla cuffia.
-Così potrai nuotare senza infrangere il regolamento, e allo stesso tempo coprirai quell'occhio!- sorrise la ragazza dagli occhi castani.
Kim sembrò addolcire lo sguardo -Grazie – sussurrò – ma promettimi che non dirai a nessuno del mio...occhio bianco?-
Kaori annuì -Certo!-
Il dovere di una presidentessa è quello di far rispettare le regole a tutti gli studenti, ma anche quello di proporre soluzioni efficaci che mettano tutti d'accordo.

 

 

 

 

Anche la pista di pattinaggio aveva aperto i battenti, dopo due giorni in ritardo per via di alcuni ritocchi e supervisioni al luogo.
Vanille era riuscita a entrare senza problemi, l'allenatrice aveva riconosciuto anche in lei, come per Kumiko e Eric, un grande talento.
Ora la castana si stava allenando, approfittando del fatto che la pista era vuota, e nessuno era ancora arrivato.
Mise la musica a tutto volume nelle casse, e cominciò a muoversi in pista a ritmo di una canzone pop. Sembrava ballasse, solo che lo faceva su ghiaccio, non cadeva mai, eseguiva piroette e salti spettacolari, davvero grandiosi.
Con un ultimo salto concluse la coreografia, e un applauso la fece voltare verso la porta.
-Bravissima!- esclamò Kumiko – Sei nuova del club?-
-Si!- rispose Vanille spegnendo la musica, poi però si accorse di aver visto quella ragazza da qualche parte.
-Tu mi sembri famigliare...- disse esaminandola per bene -Dove ti ho già vista...-
Kumiko sussultò, ridendo imbarazzata rispose – Ehm...forse in giro per la scuola...- provò a dire, mentre Vanille la scrutava attentamente.
Questa ragazza...si, l'ho già vista da qualche parte...ma dove?
-SI! Ci sono!- esclamò alla fine la castana – Sei Kumiko, la ragazza che ha cantato al festival di Maggio!-
La corvina tirò un sospiro di sollievo -Si, sono proprio quella Kumiko! E tu sei?-
-Vanille Hatori! È un piacere conoscerti...però mi sembra anche di averti visto altrove, ma forse mi sbaglio...- i pensieri confusi di Vanille, furono interroti da Eric, che entrò correndo nella sala, sventolando un volantino.
Kumiko! Guarda cos- ma si fermò di scatto, nel vedere la nuova arrivata – Oh ciao! Io sono Eric!-
-Vanille – rispose la primina, e Eric poté continuare il suo annuncio.
-Ho trovato questo nella bacheca scolastica, sembra che ci sia una competizione di pattinaggio tra qualche giorno!- esclamò sorridente -Voi due potreste
partecipare!-

Le due ragazze si scambiarono un occhiata dubbiosa – E di che si tratta?- chiesero al unisono.
-La competizione si chiama Star Show, e le pattinatrice che vi partecipare devo ballare su ghiaccio a ritmo di musica. I giudici voteranno la coreografia e il
vestito che indossava, perchè a quanto pare la moda lì a un grande punteggio – spiegò il corvino.

-E tu perchè non partecipi?- domandò Kumiko.
-No, no parteciperò anche io! E indovinate un po', la gara è a tre, dovremmo svolgere una coreografia di gruppo!-
Vanille e Kumiko sorrisero, avrebbero svolto quella gara, avrebbero vinto, portando a casa la loro prima medaglia in quella scuola.
-Star Show...chi lo organizza?- chiese Vanille pensierosa.
-qui dice...i rappresentanti di Star Shine!- rispose il ragazzo rileggendo il volantino.
Kumiko perse un battito...Star Shine..non poteva essere...quella Star Shine?!



Angolo autrice:

Ok. ammetto che forse sto facendo litigare un po' troppo i nostri ragazzi, ma che ci volete fare, ho bisogno di un po di...scambi di opinioni.
Spero di essere riuscita a farvi piacere questo capitolo, e riguardo alla parte di Akane e Faith, spero di non essere andata fuori nel loro carattere.
E poi Diego, cioè scusate, ma un belloccio mi serviva in questa scuola, e anche delle ochette che gli vanno dietro, chiedo scusa solo a Frosty xD povera la sto massacrando!
Vb comunque aspetto le recensioni ^^. Ah! Quasi dimenticavo, grazie per quelle dell'ultimo capitolo, scusate se non ho risposto, ma comunque le ho lette e sono molto felice. Grazie per gli incoraggiamenti e i complimenti, spero di non deludere mai le vostre aspettative.
Ora vado,a presto ragazzi ^^
Kiss from Elisachan

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Capitolo 5
*** Lo Star Show ***


 

Capitolo 4


Lo Star Show

 

 

 

 

-Saku-chan!!- Kumiko irruppe nella sua stanza, spalancando la porta come una furia.
-Devo parlarti è urgente, riguarda quella cosa!- esclamò guardando l'amica, comodamente sdraiata sul letto immersa nella lettura di una rivista.
-Cosa?!- sbraitò quando subito le venne in mente di cosa stesse parlando, lanciò la rivista, che cadde a terra dall'altra parte della stanza, e si mise in
ascolto.

-Guarda qua!- la corvina le sbatté in faccia il volantino che aveva trovato Eric – hanno organizzato uno Star Show!-
-Ah...-sbuffò la rosa, più tranquillizzata – ma cosa centra con quella cosa?-
-Centra perchè...- Kumiko indicò col dito un nome scritto in basso, e subito l'amica sussultò.
-Star Shine!- esclamò Sakura senza parole – Cosa?! Ma come, quando, perchè?!-
-Come farò!- sbraitò la Sarosaka lanciandosi a capofitto sul letto -Così non va bene, non va bene!- ripeteva rotolandosi frustrata sopra le coperte. Ma le
milioni di domande furono interrotta da una chiamata.

Appena Kumiko lesse il nome sul display del cellulare sussultò: Haruka.
-Pronto, Haruka?- sospirò.
Dall'altra parte una voce arzilla attaccò a parlare -Kumiko-chan!! Indovina cosa ho da dirti?-
la corvina cercò di darle corda, anche se sapeva esattamente dove voleva andare a parare.
-Siamo state scelte per fare da giudici allo Star Show! Non è fantastico?!-
-ma...ma certo...- balbettò Kumiko.
-E non è tutto!- Haruka continuava a parlare, euforica -Prima dello show abbiamo un intervista!-
-urrà...ehm...senti Haruka, ora devo proprio andare...-
-Non mi sembri felice? Qualcosa non va?- domandò preoccupata la ragazza.
-No! Figurati tutto bene, ora scusami ma...mi chiamano ciao!- e subito Kumiko attaccò la chiamata, prima che l'amica continuasse a parlare.
Si lasciò cadere nuovamente sul letto, volse uno sguardo a Sakura, che non la smetteva di mordicchiarsi il labbro nervosa.
-Che pensi di fare?- le chiese la rosa.
-Non lo so...- sospirò pesantemente Kumiko -ma qualcosa dovrò fare per forza, non posso ritirarmi dalla competizione, l'ho promesso a Eric e Vanille!-
-E chi è questa?- domandò Sakura, capendo di non aver mai sentito quel nome.
-Una nuova arrivata al club -tagliò corto la corvina -...non posso essere in due posti contemporaneamente!-
-Non è detto...- costatò Sakura – Forse un modo c'è...-

___________________________________________________________________________________________________________

 

E così arrivo il tanto atteso giorno della gara.
Il pulman della Sports Academy sfrecciava per le strade di Tokyo, diretto al Palazzo di Cristallo, il luogo in cui si sarebbe svolto lo show.
-E questi sono i costumi per lo Show!- esclamò Vanille mostrando ai compagni tre grucce con tre abiti coperti da un telo bianco.
-Sapete...-attaccò -Mia madre è una modella e si intende di moda, così le ho chiesto di farci dei costumi, ma lei ha deciso di farli fare a una sua cara amica, e quindi ecco qua!- sorrise.
-Perchè non ce li fai vedere?- domandò Eri, curioso.
-Perchè voglio mostrarveli nel camerino!- sorrise furbamente la castana. E in quel momento il bus si fermò, erano arrivati.
Il palazzo di cristallo si ergeva davanti ai loro occhi, un enorme edificio a specchio, un grattacielo che non sembrava finire mai, fondendosi con il cielo terso di quella mattina.
La luce del sole lo rendeva ancora più imponente e immenso.
-E dove sarebbe la sala?- chiese Kumiko.
L'allenatrice puntò il dito verso il cielo -Credo che sia agli ultimi piani...- costatò.
Tutti spalancarono le bocche scioccati.
-Ma così ci vorrà una vita ad arrivarci, non mi va di fare le scale!- sbuffò Faith, puntando i piedi per terra. Dovete sapere che l'allenatrice aveva permesso ai gareggianti di portare della tifoseria.
Eric si era portato Tenma, Vanille, Akane e Faith e Kumiko Sakura.
-Esiste l'ascensore!- rise Akane, ed entrarono nell'edificio.
La reception era molto caotica. Un via vai continuo di donne, fotografi, uomini di ufficio e modelli.
Il grande palazzo, ospitava un centro commerciale, degli uffici e molto altro, oltre che alla pista per lo Star Show.
Una volta arrivati al piano corrispondente, grazie all'ascensore ovviamente, i ragazzi chiesero del camerino.
-Allenatrice, io starò da solo vero?- domandò Eric, sperando in un ovvia risposta.
La donna lo guardò, alzando il sopracciglio confusa -Ovvio che no! Starete tutti nello stesso camerino!-
-ma stiamo scherzando!- sbottò Vanille – Non può stare con noi! Come facciamo a cambiarci?-
-C'è un paravento, Eric si cambierà li dietro!- concluse la donna, voltando le spalle.
Faith rise maliziosa -Suvvia Eric, non è poi così male!-
Il ragazzo arrossì imbarazzato – Che sia chiaro...controllate Faith!- esclamò verso Akane, che annuì distrattamente.
E così il gruppo si diresse verso il camerino. Era una grande stanza, con una grande specchiera per il trucco, un comodo divano con delle sedie, e il paravento per il ragazzo.
-Oh no!- esclamò d'un tratto Vanille – Ho dimenticato sul bus la mia sacca con i pattini!-
-ma come hai fatto?- domandò Faith seccata.
-Stavo portando i vestiti e devo essermi dimenticata, vado subito a prenderli!- rispose aprendo la porta, ma Kumiko la fermò.
-vado io!- le sorrise – Tranquilla!-
-Ok grazie!- sorrise di rimando la castana, tornando a sedersi sulla specchiera.
Prima di uscire Kumiko fece l'occhiolino a Sakura, non poteva farsi sfuggire quell'occasione, sarebbero arrivate a momenti.
Speriamo che non si accorgano di nulla, devo stare attenta e fare tutto in fretta! Pensava la corvina, correndo verso l'ascensore. Appena entrò digitò il
numero uno.

-Kumiko aspetta!- prima che le ante di chiusero, Sakura le lanciò una borsa di stoffa, che la corvina aprì. Una parrucca bionda legata in una treccia, e delle lenti a contatto azzurre. Grazie Sakura!
Quando l'ascensore si riaprì, la ragazza poté vedere un mucchio di fotografi all'ingresso, tutti ammucchiati nel cercare di fare foto. Erano arrivate, non c'erano dubbi.
Si infilò il suo travestimento e si mischiò alla folla, raggiungendo le compagne.
-Eccomi Haruka...- sussurrò affiancandosi a una ragazza dai capelli neri, legati in uno cignon.
-Finalmente!- sbuffò questa -Perchè non sei voluta venire con noi?- chiese continuando a sorridere verso i fotografi.
-Nulla di che, mamma ci teneva ad accompagnarmi -mentì la corvina.
-Star Shine, Star Shine ! Da questa parte!- le sei ragazze si misero in posa davanti a un cartellone, cominciando la loro sessione di fotografia.
-fantastiche!-
-Sorridete, sorridete!- gridavano i fotografi, mentre il gruppo veniva invaso dai flash accecanti.
-Siete contente di quest'occasione?- domandò una giornalista, rivolta a una ragazza dai capelli biondi.
-certamente, è molto importante per noi valutare queste giovani promesse!- sorrise l'intervistata, Kayla, alias Shine.
Nel gruppo tutte le ragazze hanno dei nomi falsi, nessuno da le loro vere identità.
-Non vediamo l'ora di cominciare!- esclamò un altra, Kaname o Kanon.
Kumiko guardò l'orologio, doveva sbrigarsi, altrimenti gli altri avrebbero destato dei sospetti.
-credo sia ora che andiamo, lo spettacolo comincerà a breve!- sfoggiando un sorriso smagliante, si allontanò dai giornalisti e i fotografi, insieme alle compagne.
Mentre le altre si diressero verso i loro camerini, la corvina sgattaiolò fuori, correndo verso il bus per prendere i pattini di Vanille, non poteva certo tornare a mani vuote.
Corse a perdi fiato, prese l'ascensore e ritornò in camerino tutta accaldata.
-E...eccolo...ho preso i pattini...- disse affannata, poggiando la borsa sul tavolo.
-ma dove eri finita!- urlò Vanille adirata -manca poco e ti devi ancora preparare!-
-Si scusami...era che...in tutto quel parcheggio non trovavo il nostro bus...- su due piedi Kumiko si inventò una scusa, poi corse a cambiarsi.
Dopo un quarto d'ora era pronta, appena in tempo che l'allenatrice corse a chiamarle, doveva andare nel backstage e come tutti, aspettare il proprio turno.
Quando il trio uscì non poté far a meno di notare, quanti altri ragazzi fossero lì, pronti per gareggiare.
Molti trii erano composti da ragazze, le quali rimasero qualche secondo ad ammirare Eric, stupite nel vedere un ragazzo così bello lì. Il corvino camminava concentrato dietro le compagne.
Dal backstage si poteva vedere la pista su cui avrebbero gareggiato.
Grande e luminosa, liscia e illuminata dai milioni di riflettori, aspettava solo di essere solcata.
Intorno, milioni di posti a sedere, che stavano piano piano riempendosi. E poi a destra, un lungo tavolo della giuria, con ben otto posti a sedere.
Quando le luci si spensero, tutti capirono che lo spettacolo stava per cominciare.
-Benvenuti a tutti! Signori e Signore, appassionati di moda e pattinaggio!- gridò con foga un omino basso e magro, con due lungi baffi – questo è lo Star Show!-
Subito un grande applauso esplose, seguito da fischi e urli fugaci.
-Sii!! Vai così Sports Academy!- gridava Akane dagli spalti, agitando un cartello colorato con il nome della scuola.
-siete i migliori!!- aggiungeva Faith suonando una trombetta colorata.
-Conosciamo i nostri giudici!- annunciò il conduttore, i riflettori si puntarono sul primo, un uomo basso e pelato – Lui è Tomara Dachi, coreografo!-
-A seguire la grande esperta si moda, Julie!- il riflettore illuminò una donna dai capelli lilla, vestita con un pomposo abito verde smeraldo.
-e per finire le idol del momento, le Star Shine!- questo gruppo che aveva appena debuttato, fu accolto con molto più entusiasmo dal pubblico.

Ma ora era il momento che i partecipanti entrassero in pista.
Kumiko si sedette su una panchina, sbuffando e prendendo in cellulare, cominciò a messaggiare con Sakura.

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Messaggio inviato da Saku-chan 10: 00

“qui tutto a posto, nessuno si è accorto della tua assenza ;) “

 

 

Messaggio ricevuto da Kumi-chan ora 10:01

“Ok perfetto, continua a controllare!”

 

Saku-chan ore 10:03

“Allarme! Abbiamo un problema, sembra che Haruka stia chiedendo alle
altre dove sei finita!”

 

Kumi-chan ore 10: 06

“NO!! Adesso come faccio? “

Saku-chan ore 10:08

“Ho un'idea, ti raggiungo”

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Pochi minuti dopo, Sakura entrò nel backstage, correndo incontro all'amica.
-Dammi parrucca e lenti!- le disse fugacemente.
Kumiko non capì molto, ma decise di fidarsi. La rosa si sistemò e uscì, diretta al tavolo dei giudici.
-Scusate...- sussurrò sedendosi al suo posto. La sua compagna le tirò un'occhiataccia.
-Si può sapere dove eri finita?- le disse con voce bassa, ma seria, Haruka.
-Ero ...in bagno...e sono stata fermata da qualche giornalista...-inventò sul momento la rosa.
-cerca di non assentarti, altrimenti come giudicherai!- la riprese ancora l'amica.
Sakura annuì, volgendo lo sguardo sulla pista, dove un esibizione era appena finita.
-Bene e ora, il parere dei nostri giudici!- esclamò il presentatore.
Dachi fu il primo a dare un giudizio -Ho trovato la vostra coreografia eccellente!- ammise sorridendo.
-Io invece trovo i vostri abiti bellissimi!- gridò Julia con sguardo sognante.
-Siete state bravissime!- disse in coro tutte le Star Shine -I nostri più vivi complimenti!-
Non ho visto tutta l'esibizione...ma meglio seguire la corrente, anche se non faranno meglio dei nostri!.
Proprio in quel momento Sakura ricevette un messaggio da Kumiko, che l'avvertiva che i prossimi sarebbero stati loro, e che di conseguenza, lei sarebbe dovuta rientare.
-Ehm...scusate vado un attimo in bagno...- cercò una scusa la ragazza.
-ma cos'hai oggi...Emyline!- sbottò Haruka, guardandosi bene nel dire il vero nome dell'amica.
-Mi dispiace, credo sia l'ansia!- e subito Sakura sgattaiolò via, tornando nel backstage.
Lì Kumiko l'aspettava preoccupata – Non vale la pena...-sussurrò abbassando gli occhi.
-Ma posso rimanere?!- le urlò decisa la rosa.
-no ...tanto ora tocca a me, l'avrebbero scoperto comunque...- e detto questo la corvina si unì agli amici, la tenda nera si aprì e il trio scivolò dolcemente al centro della pista.
Forza...devo farlo...per i miei compagni...
I riflettori illuminarono il trio della Sports Academy, rivelando favolosi abiti, che la grande Julie non tardò a riconoscere.
-ma quelli sono abiti della grande Mako!- esclamò scattando in piedi dalla sedia – Magnifique!-
-Merci beacoup!- rise sotto i baffi Vanille. I vestiti erano dal taglio diverso, ma accomunati da un tessuto nero rigato di oro.
La castana indossava un monospalla dal corpetto fuscia e la gonna di quel tessuto, lunga un po' sopra il ginocchio. Kumiko short e top azzurri con uno strascicò nero e oro, mentre Eric un giubbetto in jeans bianco, coordinato ai pantaloni e una maglietta nera rigata di oro.
-Tocca a noi!- gridò la Hatori, e la musica partì a tutto ritmo.
Il trio aveva deciso di mettere al centro Vanille, dato che era la più piccola e faceva salti spettacolari. Dietro di lei, Kumiko e Eric si muoveva armoniosamente, muovendo braccia e gambe al ritmo pop della musica.
Con una piroetta, Vanille si allontanò dai suoi compagni, era il momento del grande e spettacolare salto finale.
-Forza!!- esclamò con tutta la sua voce, spiccando un gigantesco balzo, con una capriola atterrò sul ghiaccio. Poi una piroetta e si lasciò cadere all'indietro nella braccia dei compagni, che la sollevarono.
Subito partì un forte applauso, e sulla pista caddero delle stelle dorate. Ce l'avevano fatta.

 

Tutte le squadre furono richiamate sulla pista, per assistere al verdetto finale.
Julie si alzò aprendo piano piano una busta dai contorni dorati -E i vincitori di questo Star Show...sono....-
ragazze mi dispiace, ma il mio posto è qui...con la Sports Academy...non posso abbamdonarli.
Spero mi perdoniate, vi ho mentito, ma non lascerò il gruppo. Voglio solo che capiate ciò che è meglio per me...
-I ragazzi della Sports Academy!!-
Non ci potevano credere, aveva vinto.
-Urrà!!- gridò Eric abbracciando le compagne, ma subito Vanille si ritrasse schifata e arrossendo.
-Siamo stati grandi!!- urlò Kumiko saltellando di gioia, volgendo una sguardo carico di felicità alle compagne, alzate in piedi per applaudire.
-Vi faccio i miei più vivi complimenti!- disse Julie avvicinandosi – Ecco i vostri premi!-
A Eric fu data una coppa d'oro, mentre alle due ragazze delle chiavi dorate con incastonate due pietre, una blu per Vanille e verde per Kumiko.
-Cosa sono?- chiese quest'ultima.
-Sono princess key, basta averne tre per partecipare allo Star Queen e essere nominata la principessa di ghiaccio!- spiegò la donna. Le due ragazze sussultarono, essere nominate le migliori pattinatrice al mondo. Wow!
-E perchè io non la ho?- domandò triste Eric.
-perchè tu sei un ragazzo, e non puoi partecipare a questa competizione!- rise Julie.
-ah...ha ragione!- si grattò la nuca il corvino -Che sbadato!-

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-mi dispiace...-si scusò Kumiko.
La gara era finita e lei aveva deciso di parlare con le compagne, mentre i ragazzi erano sul pulman.
-Quest'estate, quando mi sono unita al gruppo, vi avevo promesso di lasciare la Sports Academy, ma non l'ho fatto...-
-Stai tranquilla -si avvicinò Kasumi – siamo state cattive a importi questo, quella scuola fa parte di te!-
Kumiko alzò lo sguardo, gli occhi erano lucidi e minacciavano lacrime da un momento all'altro.
-Restaci pure, d'altronde il tuo sogno è quello di diventare una Star Queen – sorrise Kaname, asciugandosi una lacrima di commozione.
-Non voglio lasciare il gruppo!!- precisò urlando la corvina – Non...voglio...-
-E non lo farai, starai da entrambe le parti, basta solo che a volte vieni alle interviste e gli Show delle Star Shine...Emyline...-scherzò Kayla.
Kumiko scoppiò a piangere, abbracciando commossa le compagne -Parola di Star Shine!- disse tra i singhiozzi – Ora però devo andare...ci vediamo
ragazze...- le salutò raggiungendo il pulman, mentre intanto uno splendido tramonto, faceva da finale per quella avventura.






Angolo autrice:

Eccomi tornata con il capitolo tanto atteso da tutti ^^ Oggi ho deciso di farvi questo regalo perchè ho scoperto in che classe sarò al linguistico, 1E sono tornata indietro xD comunque...
Spero vi siate divertiti a leggerlo, come io a scriverlo. Spero sopratutto che a Cristalli26 sia piaciuto, perchè ci teneva molto, dopo tutto le Star Shine sono sue ;).
Lasciate una recensione e ditemi se vi è piaciuto, ora mi dileguo.
PS sulla mia pagina di instangram ho disegnato Kumiko e Vanille con i loro costumi ( che non credo di aver descritto bene, ma comunque...) se volete vederli vi dirò il nome quando rispondo alle recensioni ^^
Kisses  from Elisachan

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Capitolo 6
*** giornata di disegno all'aria aperta ***


Capitolo 5


giornata di disegno all'aria aperta

 

 

Il sole batteva nella stanza di Vanille e Akane, illuminando tenuamente la scrivania, in cui la castana stava temperando i suoi fidati pastelli.
A breve sarebbe dovuta uscire e dirigersi all'ingresso della scuola, dove la prof di arte aspettava la classe per una giornata di disegno all'aperto.
Il cestino era strapieno di scartoffie, e la scrivania lasciava residui del temperamatite e della gomma.
Per l'ennesima volta Vanille le gettò a terra, continuando a temperare, questa volta un pastello rosso.
Doveva essere tutto perfetto per disegnare. Tutto in ordine perfettamente temperato.
-oh!- esclamò alla fine,asciugandosi il sudore dalla fronte -Finalmente ho finito!-
Rimise bene tutto nell'astuccio e uscì dalla stanza con il blocco sotto braccio.

 

All'ingresso la professoressa aspettava con impazienza, appoggiata al muro.
Quando finalmente tutta la 1A fu riunita, lei cominciò a parlare – Ragazzi -esordì -In questa lezione di disegno all'aperto, dovrete trovare un soggetto, ritrarlo e poi colorarlo. Il tutto in 3 ore!-
I ragazzi annuirono, e la classe si sparpagliò per il grande cortile della scuola, alla ricerca del soggetto perfetto.
Cosa ritrarre...cosa ritrarre...pensava Akane camminando concentrata per il giardino.
Si guardava intorno, milioni erano le cose che poteva copiare su carta, da un albero e una minuscola formica, il problema era che non voleva nulla di tutto ciò, voleva qualcosa di interessante.
Era talmente assorta, che inciampò in qualcosa e cadde sopra la verde distesa del prato.
-ahia!- esclamò massaggiandosi la caviglia arrossata. Le sue cose erano tutte sparse sul prato.
Sbuffò, cominciando a recuperarle piano piano, e solo all'ora si accorse in cosa aveva inciampato.
Tenma?! Ho inciampato in Tenma?!
Il ragazzo stava infatti sonnecchiando sul prato sotto un albero.
Indossava la divisa di calcio, lurida e accanto a lui stava il pallone.
Forse ha appena finito gli allenamenti...costatò Akane e dalla stanchezza deve essersi addormento...però, come è carino quanto dorme! Aspetta, ho appena detto che è carino?!
-mmh...Akane...Akane!- la rossa sussultò, il castana dormire dicendo il suo nome!.
Si avvicinò di più a lui, vedendo che continuava a muoversi inquieto- Akane!!- gridò di scatto, svegliandosi.
Il castano andò a battere contro la testa della rossa, che cadde all'indietro tramortita.
-ma cosa..dove...- disse non capendo dove si trovava, ma si impaurì nel vedere Akane tramortita a terra, con un rossore sulla fronte -Akane, che ti è
successo?!-

-mh..ahi che male...- lentamente la ragazza dagli occhi smeraldini si rialzò, massaggiandosi la fronte.
-Perchè eri li stesa a terra?- domandò Tenma confuso.
-dovrei dirlo a te!- sbraitò Akane -stavi dormendo e ripetevi il mio nome, poi all'improvviso ti sei svegliato e siamo andati a sbattere!-
Tenma arrossì pieno di imbarazzo -Ecco...il fatto è che ti stavo sognando...e nel mio sogno eri in pericolo...- spiegò ridacchiando nervoso.
La rossa strabuzzò gli occhi -Davvero ero in pericolo? Cosa stava succedendo?!- domandò curiosa e raggiante.
-Non ricordo in realtà...ma so chi ti ho salvato...- rispose sorridendo il calciatore.
Mi sognava? Mi ha salvata...non è possibile, quindi pensava a me...
-Ecco tieni!- facendola tornare coi piedi per terra, il castano le porse un pastello -state facendo il corso d'arte all'aperto, vero?-
la ragazza annuì – Si esatto...anche se ancora non so cosa ritrarre...- poi però si illuminò, le era appena venuta un'idea geniale.
-Tenma! Posso ...ritrarti?- domandò timidamente.
Il ragazzo alzò un sopracciglio confuso, poi però annuì convinto -Come mi devo mettere?-
Se ti togliessi la maglietta sarebbe meglio...ma cosa sto pensando?! Faith deve avermi contagiata! Io non sono così perversa...vero?...
-Ehm...mettiti come prima, disteso...fa finta di dormire..- disse cercando di abbozzare un'idea.
Il castano ubbidì -devo chiudere gli occhi?- domandò.
Akane scosse la testa – Non serve, ci penso dopo io a disegnarli chius- ma non finì di rispondere che Tenma si stava levando la maglietta.
La ragazza arrossì, strabuzzando gli occhi dall'incredulità -ma...sei impazzito?!- sbottò colpendolo con il blocco.
-ahia!- protestò – Sento caldo, mi sono allenato tutto il giorno!-
Akane ingoiò un rivolo di saliva nervosa -Ok...va bene così...- e cominciò a ritrarre l'amico.
Anche se la matita tremava nel ritrarre il fisico del ragazzo.
Concentrati Akane...non farti sopraffare da strane reazioni da ragazza...si forte...
Per spezzare il silenzio e concentrarsi meglio, decise di parlare con lui, accennò così una conversazione – Tenma...senti...ehm...- ma il cuore le batteva forte come non mai, mentre le parole rimanevano in gola.
-Non so perchè...- il castano invece cominciò a parlare con voce candida – ma..penso che quel sogno possa essere reale...era così...così verosimile...-
-sarà solo un impressione...- rispose la rossa poggiando la matita, e cominciando a cancellare un imperfezione.
-Forse hai ragione...ma io...- Tenma non finì la frase, che si sentì un crack molto potente. Un ramo crollò, minacciando di cadere sopra a Akane. Ma prima che questo potesse accadere, Tenma le si buttò sopra proteggendola.
-Stai bene?- chiese poi preoccupato. Ma la ragazza non rispose, fissava quelli occhi grigio perla, come ipnotizzata. Il suo respiro si faceva affannato, mentre il viso si colorava di rosso.
-Akane rispondi!- gridò il castano, preoccupato che fosse rimasta traumatizzata.
-Sto...bene...grazie per avermi salvata...-rispose piano mentre si rialzava.
Tenma subito l'abbracciò, e lei sussultò ancora una volta, quel giorno le era capitato ormai troppe volte.
-Meno male!- disse il ragazzo stringendola.

 

 

 

 

Nel frattempo anche Kim stava cercando qualcosa da ritrarre.
Decise di fermarsi un secondo a riprendere fiato, dopo aver camminato per una buona mezz'ora, e aver immagazzinato abbastanza immagini, ora voleva solo stendere le gambe sul fresco prato.
Poggiò la testa sul tronco di un albero, ispirando l'aria a pieni polmoni.
-Se non mi sbrigo...-si morse il labbro pensierosa - ...non farò i tempo...- il blocco era poggiato sulle sua gambe magre, ancora bianco, senza uno straccio di idee.
Improvvisamente però, due paia di gambe candide, spuntarono da un ramo sopra di lei.
Alcune foglie caddero a terra, mentre insoliti fruscii incuriosirono la castana.
Si alzò, sistemandosi il capello a forma di panda, e cercò di vedere chi c'era lassù.
-Cavolo, questo ramo è scomodo!- sbuffò qualcuno.
-Chi sei?- domandò Kim un po spazientita, le foglie infatti la stavano sporcando tutta.
Con un balzo la ragazza scese giù. -Piacere, sono Alexia!-
-Kim – rispose la ragazza nel vedere la corvina.
-Uh, stai disegnando, vuoi che ti faccia da modella?- domandò la corvina avvicinandosi per vedere il blocco -sono brava sai!- e cercò una qualche posa da professionista.
-ehm...veramente...-Kim cercò nel suo cervello una qualsiasi scusa per non accettare, ma alla fine decise che era meglio di sì, non poteva perdere altro tempo -Ok d'accordo, ma sali sull'albero e mettiti seduta!-
-Agli ordini!- e subito con altro dei suoi innaturali balzi, Alexia salì sul ramo.
Velocemente Kim cominciò a ritrarla, piano piano sul blocco compariva il volto della ragazza, stesa tranquillamente sul ramo, tutta sorridente.
-vedrai che verrà benissimo!- sorrise l'americana, ma proprio in quel momento una vespa le passò davanti, a pochi centimetri dal naso.
Con le mani cercò di scacciarla, spaventata, ma perse l'equilibrio e cadde all'indietro.
Pensava di ritrovarsi stesa , con il corpo sulla fredda terra, e invece sentì qualcosa di caldo avvolgerla.
-Stai bene?- domandò una voce, con tono candido e gentile. Alexia rispose con un cenno del capo, ancora con gli occhi chiusi dalla paura.
-Apri gli occhi...-le disse la voce -Ora stai bene..- ma la sorpresa non fu gradita quando li riaprì.
Arrossì violentemente, ritrovandosi stretta a Luca -Ma da dove sbuchi?! Possibile che sei sempre tra i piedi?- gridò brutale.
-Solo fortuna -rispose scrollando le spalle, per poi metterla giù.
-Sei uno stalker pervertito, mi segui ovunque vada!- gridò la corvina arrabbiata.
Lui era l'ultima persona, da cui voleva essere salvata.
Non si era di certo dimenticata di quello che gli aveva fatto. Quel ragazzo dai capelli rossi, era riuscito a rovinarle l'emozione del primo bacio, quella cosa
che ogni ragazza sogna, e che per Alexia era stata la prima volta che piangeva per pene d'amore.

Abbassò lo sguardo, stringendo i pugni con rabbia. Strinse i denti. Da quel giorno, Luca non le aveva più rivolto la parola, ma neanche lei in fondo. Forse era la paura, o la vergogna, nemmeno lei lo sapeva.
-Non ho bisogno di te, mi hai già fatto soffrire abbastanza...-sussurrò, mentre le lacrime cominciarono a cadere -vattene!
Luca la guardava serio e stupido, non avrebbe mai pensato di poter vedere una ragazza in quello stato. Piangendo, tremando e stringendo i denti. Ora Alexia sembrava fragile.
Il rosso avrebbe voluto abbracciarla e consolarla, ma il rimorso era grande e i sensi di colpo si facevano sempre più forti, con un abbraccio avrebbe potuto ucciderla.
-Mi...dispiace...non pensavo avresti sofferto così tanto...- sussurrò – credevo di fare bene, credevo che con quel bacio sarei finalmente riuscito a farti andare via da me. Ma non pensavo avresti sofferto, era l'ultima cosa che volevo...vederti triste...-
-Anche in quell'occasione hai pensato solo a te, mi hai rovinato un'emozione che mai più capiterà, idiota!- controbatté la ragazza, questa volta con un grande singhiozzo.
-Colpiscimi!- esclamò d'un tratto Luca -Avanti fallo, sfogati!- drizzò il corpo inspirando a fondo.
Dopo un attimo di indecisione, Alexia cominciò a coprirlo di pugni.
La potenza aumentava a ogni di questi, esprimevano rabbia e dolore, che si stava sfogando sullo stomaco del rosso, che però non gridava di dolore, gemeva
solo, serrando i denti.

Quell'ultimo pugno della ragazza lo avrebbe steso, se solo fosse arrivato.
La mano chiusa, si fermò a pochi centimetri dal suo sterno, Alexia la ritrasse tremante.
-Non...posso farlo...- sibilò malinconica -Non ...posso...- cercò di scappare, ma Luca non poteva farla andare via di nuovo, così la sbatté contro l'albero.
-Non ti lascerò andare via di nuovo!- gridò premendole le spalle.
Alexia cercò di divincolarsi, ma in quel momento si sentiva debole come mai prima d'ora. Mentre Luca intanto si stava avvicinando alle sue labbra -Non
questa volta...-sussurrò a pochi centimetri.

Avrebbe voluto unire di nuovo le sue labbra a quelle della corvina, questa volta senza commettere errori, eppure non poté.
-Ok perfetto, bravi così!- Alexia si era dimenticata che il quel momento stava posando per Kim e il suo disegno. La primina stava ancora disegnando, questa volta però cambiò soggetto.
Stava ritraendo la corvina, a pochi centimetri da Luca.
-Alexia devi guardarlo negli occhi, altrimenti mi viene male!- rimproverò Kim.
Alexia sebbene tremante decise di ascoltarla, alzò lo sguardo e come temette, le gambe si fecero molli.
Gli occhi dell'amico ora gli sembravano più limpidi e sicuri. E anche Luca adorava i suoi, due pozze di petrolio, all'apparenza senz'anima, ma in realtà piene
di vita.

Riprese la sua avanzata, deciso a baciarla a ogni costo.
-Alexia ti prego...lasciamelo fare...- disse ormai a fior di labbra.
La corvina non poteva fare più nulla ormai, da una parte voleva tanto colmare quella distanza, ma d'altra aveva paura.
-ok perfetto!- il momento magico fu ancora interrotto da Kim -grazie mille Alexia, ora ho finito!-
raccolse le sue cose e si voltò, salutando i due con un cenno della mano.
Forse Kim pensava che quello fosse solo un teatrino, uno scherzo. O forse aveva capito cosa stava accadendo alla sempai, ma non gliene importava nulla. Per questo non disse nulla.
-Finalmente soli...- esclamò Luca. Ora basta, era il momento giusto, nulla poteva interromperli.
-No, scusa non posso farlo!- e si avete capito, la corvina scappò via di nuovo.
Non mi perdo d'animo, ti amo Alexia...e un giorno riuscirò a dirtelo...

 

 

 

 

Anche Faith stava cercando un soggetto ideale, il tempo scorreva, ma sul suo blocco nulla di concreto aveva preso forma. Pagine e pagine erano state riempite di disegni, subito dopo cancellati.
La particolarità era che erano stati tutti cancellati con un pennarello rosa.
Quella tonalità era nella sua testa da troppo tempo ormai, era giunta l'ora di vendicarsi in qualche modo. Sapeva benissimo che non sarebbe stato facile, perchè Akane la controllava in ogni momento, anche ora, che lei non la vedeva, poteva essere presente.
Questa volta voleva qualcosa di raffinato, che nessuno si sarebbe aspettato.
Guardo di nuovo il suo blocco, e subito le venne un idea.
Kirino stesso sarebbe stato la sua vendetta.
-fragolina....dove sei...vieni fuori...-cominciò a sussurrare malignamente, mentre riprese a camminare.
Con un colpo di fortuna lo trovò seduto su una panchina, mentre anche lui stava disegnando. Stessa classe, stesso lavoro.
-Fragolina, che bello vederti, ti stavo giusto cercando...- rise appena, sistemandosi accanto a lui.
Il ragazzo non lo degnò di uno sguardo, continuando a disegnare sul blocco, quel grosso ciliegio che aveva davanti.
Le foglie verdognole, contrastavano con quelle ultime ciliegie rosse rimaste, che a breve sarebbero scomparse, con l'arrivo dell'autunno.
-Ehi Monet! Mi senti?- ribatté un po' seccata la bionda -sto parlando con te!-
-Ti ho sentita tonta, non voglio solo risponderti!- rispose freddo, senza degnarla di uno sguardo.
Ma la ragazza arrivò al dunque, senza girarti troppo intono -voglio ritrarti, qui girati e sorridi!-ordinò.
Il rosa alzò un sopracciglio confuso -prego, come osi darmi ordini?!-
Faith roteò gli occhi, doveva cambiare tattica, altrimenti non sarebbe arrivata da nessuna parte.
Cercò di addolcire lo sguardo, anche se gli occhi cremisi infuocati, lasciavano a desiderare.
-scusami...-quella parola la sputò vi con ribrezzo – è che...manca poco alla fine delle tre ore, e io non ho ancora messo nulla su carta...- costatò mostrando il blocco pieno di scarabocchi.
Kirino cadde nella trappola, forse sorpreso dal tono gentile della bionda -D'accordo -disse -Poserò per te!-
-grazie!- sorrise Faith, nasconde un velo di malizia – Tu continua a disegnare, io ti ritrarrò così!-
E così prese a disegnare il suo viso dai lineamenti delicati, mentre intanto pensava.
Questo disegno lo vedrà tutta la scuola...quindi devo ritrarlo in una strana posizione...che lo faccia imbarazzare.
I pensieri di Faith erano dei più pervertiti, ma nessuna idea le era poi così geniale.
Non doveva esagerare, altrimenti sarebbe stata messa in punizione per non poco tempo.
Vedendo una foglia cadere si illuminò, ora sapeva cosa fare.
Ritrarre Kirino con un corpo greco, muscoloso, tutto il suo contrario. Cominciò a abbozzarlo in fretta, lasciandolo completamente nudo, ad eccezione delle parti intimi, su cui disegnò una foglia.
Sorrise soddisfatto, annunciando che aveva finito.
-fa vedere...- cercò di sbirciare il rosa, ma lei svelta coprì il foglio.
-Lo vedrai domani appena al muro...-commentò mesta.
-E dai, voglio vederlo!- esclamò più convinto Kirino, ma la bionda fece cenno di no.
-Non ti sopporto lo sai?!- sbuffò il rosa, ormai rassegnato.
-bhe, se è per questo nemmeno io!- e facendo la linguaccia,se ne andò, già pregustando la sua vendetta appesa al muro.

 

 

 

Per Vanille e Tayou invece, era stato facile trovare qualcosa per l'esposizione.
I due ragazzi si erano incontrati per caso, e vedendo che nessuno dei due aveva un'idea in mente, decisero di ritrarsi a vicenda.
Ora eccoli, seduti sul prato a gambe incrociate, concentrati sul loro lavoro.
-allora...-attaccò all'improvviso il ragazzo, per cercare un argomento e interrompere il silenzio – come ti sta venendo?-
-bene -rispose Vanille, non distogliendo lo sguardo dal suo lavoro – Ma non so se ti somiglia...-
-fa vedere!- l'arancione si sporse un po e vide il suo perfetto ritratto sulla carta bianca.
Certo, mancavano ancora gli occhi, la bocca e naso, ma per il resto era tutto fantastico.
-sei un'artista!- esclamò soddisfatto- complimenti!-
La castana arrossì, vedendo quel sorriso smagliante, sperava solo di poterlo ritrarre decentemente.
-so...che tu sei il talento nato ogni dieci anni...vero?- domandò Vanille, passando agli occhi cristallini. Si morse il labbro, vedendo che faceva fatica a raffigurarli, cosa che non le era mai capitato, perchè era molto portata per il disegno.
-si è vero, ma non me ne vanto!- rise appena l'arancione – E tu invece? Perchè sei in questa scuola?-
Cominciando a cancellare per l'ennesima volta, rispose – Mi madre. È stata lei a iscrivermi, perchè sa che voglio diventare la migliore pattinatrice al mondo!-
-ah vero, Star Queen – sussurrò Taiyou, concentrandosi di più nel disegnare i boccoli cioccolato dell'amica.
-Si esatto, sarò io stanne certo! - esclamò convinta, poi però lo sguardo si rassegnò -Basta! Hai degli occhi troppo difficili, non riesco a farli!-
Tayou rise divertito -Difficili o belli? - si avvicinò bene alla ragazza, sbattendo i grandi occhi azzurri, dolci come quelli di un cucciolo.
Ma perchè fa così? Pensò Vanille arrossendo deve smetterla e anche subito, non posso resistere..ma perchè mi sento così, cavolo, accidenti a me!
-Forza, non posso stare tanto tempo così, sbrigati a copiarli!- le disse ancora vicino al suo voltò.
Senza proferire parola, riprese il suo lavoro, cercando di far in fretta, per allontanarlo.
Da una parte, gli piaceva perdersi in quegli occhi, ma dall'altra non sopportava di sentirsi così.
-ok fatto!- esclamò in fretta, girando il blocco mostrò gli occhi appena finiti.
L'arancione sorrise -brava ottimo lavoro!- e le diede una pacca sulla spalla.
Vanille tossicchiò appena, poi in silenzio rifinì gli ultimi dettagli, ormai mancava poco alla consegna. Passando alla colorazione, si rese conto di come fosse difficile trovare il giusto colore limpido e azzurrino, quali erano gli occhi dell'amico.
Ma anche Taiyou avevo lo stesso problema, gli occhi di Vanille erano grandi e luminosi, celesti come il cielo terso.
Cavolo che begli occhi che ha, non me ne ero mai reso conto...sembra una bambola, è proprio carina..un momento, un secondo aspetta...Vanille è carina?!
 

Ma saranno lenti a contatto quegli occhi? Perchè sono così belli, cavolo.
Non riesco a guardarlo, non capisco perchè...non è che forse io...
Sono innamorata di lui.
Sono innamorato di lei.

 

 

 

 

Quando il tempo scadeva, tutti dovevano tornare all'ingresso della scuola, e consegnare i lavori alla professoressa. Ed è perchè che Kim correva, a passo con il vento, voleva essere la prima a tutti i costi.
Stringeva al petto il blocco, con il suo lavoro disegnato e colorato, mentre con una mano reggeva il suo fidato cappello, che rischiava di cadere per la velocità.
Quando però poté vedere la grande porta non molto distante da lei, e ancora vuota, andò a sbattere contro qualcuno.
-Ma è possibile che qui tutti i ragazzi sono degli sconsiderati! Cavolo guardate dove mettete i piedi!- urlò adirata, raccogliendo in fretta le sue cose.
-Ehi calmati ragazzina...-le disse una voce fredda e indifferente, quando Kim alzò lo sguardo vide un ragazzo di molto, più alto di lei.
-A chi hai dato della ragazzina!?c- sbottò la castana con una smorfia.
-A te, sei tu che mi sei venuta contro!- ripeté il ragazzo dai capelli bianchi. Ibuki, chi sennò.
-Sei stato tu idiota!-
-ti sei svegliata dal lato sbagliato del letto..- rispose malizioso Ibuki, prendendole il mento tra le mani- Vedi di non gridare, porta rispetto a chi è più grande
di te!-

Kimberly guardò per un secondo quegli occhi rossicci e penetranti, e per un secondo ne rimase affascinata, un secondo però.
-Toglimi le mani di dosso, sono in ritardo!- gridò andandosene correndo.
Arrivo alla porta tutta sudata, ma non perse tempo e consegnò alla donna il blocco.
-grazie Takishima, ora puoi andare insieme al tuo compagno...-
Kim strabuzzò gli occhi, come era possibile, qualcuno era arrivato prima di lei.
-sarà per la prossima volta...-rise una testa lilla, facendo capolino da dietro la donna – mi dispiace Kim -
la castana sbuffò acida, l'occhio verde si assottigliò – Manabe...- sussurrò squadrando il ragazzo- Non sarò seconda a nessuno -


_______________________________________________________________________________________________________________

 

Come promesso, il giorno seguente tutti i quadri furono sistemati nel corridoio che conduceva in 1A. Ordinatamente disposti sulla parete bianca, a debita distanza l'uno dall'altro, tutti poteva ammirare qui capolavori.
Akane sorrise, il suo quadro le era venuto proprio bene. Tenma era proprio bello lì.
-Wow!- esclamò proprio il castano – Sei stata grande, mi somiglia moltissimo!-
-Grazie...-rispose appena la rossa, non nascondendo un lieve rossore.
Anche i ritratti di Vanille e Taiyou piacevano molto, e i due ragazzi erano molto soddisfatti.
Alexia si avvicinò per vedere il quadro di Kim, anche se sapeva che quello sarebbe stato il momento più umiliante della sua vita, l'intera scuola avrebbe così scoperto ciò che era successo con Luca.
-Non dobbiamo nasconderlo...-malizioso il rosso le cinghiò la vita -Tanto lo verranno a sapere tutti!-
-ma smettila idiota!- si allontanò subito la corvina. Però doveva ammettere che quel quadro era veramente bello, e sotto sotto sorrise.
Ora però parliamoci chiaro, si sicuro i quadri più gettonati erano due. Quelli di Kirino e Faith.
Una massa di studenti infatti, si era riunita a torno ai due dipinti.
Faith guardava divertita il suo quadro, che le era uscito proprio bene.
Kirino era un perfetto uomo greco, e tutti gli studenti se la ridevano.
-E così...era questa la tua vendetta...- costatò alla fine il rosa, avvicinandosi alla ragazza – ti faccio i mie complimenti...-
Faith sorrise maliziosa -Grazie, non te l'aspettavi vero?-
il rosa scrollò le spalle -Già, ma hai visto il mio? - e indicò anche il suo capolavoro, circondato da un mucchio di studenti.
La bionda si avvicinò, facendosi largo tra tutti, e quando arrivò a toccare il quadro,strabuzzò gli occhi scioccata.
Esso raffigurava lei, vestita da principessa, con un abito che non avrebbe mai messo in tutta la sua vita. Ma la cosa che la colpì di più, era che sulla sfondo, c'era un ciliegio.
Bella partita Kirino, bella partita.







Angolo autrice:

Ok. ammetto che forse in questo capitolo ho reso Alexia molto...drammatica, almeno penso.
questa coppia la avevo trascurata, così ho deciso di dire qualcosa. 
Come avete notato, oggi solo primini, si perchè dal prossimo capitolo ci sarà una gita che è solo per quelli di seconda. Per questo ho deciso di scrivere questo capitolo dedicato a loro. Spero che i padroni degli OC non si offendano dato che i loro personaggi dal prossimo (e per qualche capitolo) non compariranno, ma io sono imprevedibile, quindi vedrò.
ora mi dileguo, lasciate una recensione e aiuterete Faith a raccolgiere fondi per una vendetta decente contro Kirino (?)


Elisachan

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Capitolo 7
*** Attività ***


 

*Settimana bianca
_________________


Capitolo 6

 attività

 

 

-“Si avvertono gli studenti che a breve ci sarà per tutti li studenti del secondo anno, la settimana bianca” - lesse attentamente Ame il cartello appeso alla bacheca dell'ingresso - “Si ricorda inoltre la partecipazione di tutti gli studenti senza insufficienze” -
A quelle parole l'animo acceso di Ibuki, si spense come una candela.
-Sono fregato...-sussurrò accasciandosi a terra – finito...finito...-
La sorella si girò, alzando un sopracciglio confusa – fratellino, hai delle insufficienze?-
-bhe...il fatto è che...- tentava una risposta evasiva Ibuki, ma fu Shindou a dire la verità.
- si, ne ha ben tre!- esclamò il ragazzo incrociando le braccia, severo.
Ame strabuzzò gli occhi, incredula – Ma come è possibile?! Non stai attento in classe?-
-attentissimo – rispose ancora Takuto – sopratutto a guardare Liihera -
La bianca si battè una mano sulla faccia con fare rassegnato -Non ci posso credere...ma quante materie devi recuperare? -
Ibuki mugugnò qualcosa, cercando di camuffare la risposta, ma dall'occhiata truce della sorella, disse la verità – ...3...-
-Cosa?!-sbraitò a quel punto la sorella -Come pensi di fare, abbiamo solo una settimana?! - volse lo sguardo al fidanzato, mentre intanto un'idea le era balenata in testa.
-Shi...Shindou...non è che potresti..aiutarlo?- domandò con occhi dolci e supplicanti.
-No, mi dispiace, ma non perdo tempo con uno come lui!- rispose secco il ragazzo dagli occhi rossi.
Ame non provò nemmeno a contrattaccare, se i suoi occhi da cucciolo non avevano fatto centro, significava che Ibuki era spacciato.
-Forse posso aiutarvi – Benna si avvicinò al trio salutando affabilmente con la mano -credo di conoscere qualcuno che fa al caso tuo Ibuki!-
Il ragazzo si rialzò subito -e chi è? -
-vieni con me!- con uno strattone, la castana lo prese per la maglia, portandolo nel dormitorio maschile.
Si avvicinò a una stanza, bussando piano, e quando sentì che qualcuno la invitava a entrare, ubbidì, portandosi al seguito il bianco.
-Ciao Manabe!- esclamò guardando un ragazzo seduto davanti alla scrivania -posso chiederti un favorino?-
Il lilla si voltò scocciato – ma chi sei? - domandò sistemandosi gli occhiali sul naso.
-ehm...Benna...quella del primo giorno...ricordi?- rise imbarazzata la ragazza.
-ah si – rispose freddo il primino, continuando a scrivere sul quaderno -cosa ti serve?-
-ripetizioni! - gridò autoritaria Benna, sbattendogli Ibuki davanti il naso -Ripetizioni per questo tizio!-
-ehi attenta a come parli!- ringhiò il Munemasa. L'idea di farsi dare lezioni da un primino, non lo entusiasmava molto, ma era l'unica soluzione se voleva andare in gita.
-Mi serve in matematica, geometria e scienze – mugugnò rosso Ibuki – Ce la fai in una settimana?-
Manabe chiuse il quaderno, rivolgendo uno sguardo a Benna.
-Lo faccio solo perchè mi stai simpatica – dichiarò.
-Aww grazie Manabe!- sorrise la castana, dandogli un forte abbraccio -allora divertitevi!- ed uscì fuori dalla stanza.


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Finalmente arrivò il giorno della gita. Il pulman della Sports Academy sfrecciava per l'autostrada a tutta velocità, mentre all'interno i ragazzi erano ansiosi di arrivare.
-chissà quanto manca, sono così eccitata!!- continuava a ripetere Alexia, agitandosi sul sedile.
Parlava e si esaltava da sola, credendo che le sue compagne le ascoltassero, quando in realtà Frosty dormiva con le cuffie nelle orecchie, mentre Emma guardava assorta fuori dal finestrino.
-Chissà come sarà l'hotel, e non vedo l'ora di svolgere tutte le attività e stare in camera con voi...- blaterava esaltata.
Qualche file indietro l'atmosfera invece era più calma. Tsuboni si era addormentata sulla spalla di Eric, e anche il ragazzo mostrava segni di cedimento.
Shindou stava tranquillamente leggendo un libro mentre accanto a lui, Ame stava ascoltando muscia sul suo fidato MP 3 azzurro.
-uffa che noia, chissà quanto manca...-bofonchiò Ibuki, con lo sguardo annoiato verso il finestrino.
Il paesaggio mostrava ai lati della strada, una coltre di neve, segno che si stavano avvicinando alla meta.
-Fratellone, invece di lamentarti dovresti essere grato a Benna e a quel ragazzo, altrimenti non saresti qui con noi!- lo ammonì Ame.
Il ragazzo sbuffò ancora, un po' scocciato – Lo so, ma io voglio arrivare!-
-Smettila di fare il bambino!- aggiunse Shindou severo -Stai zitto e non parlare!-
Ibuki bofonchiò qualcosa, di sicuro non positivo, e tornò a guardare fuori dal finestrino annoiato.
Sussultò all'improvviso, un brivido gli percorse la schiena, nel vedere che Lii, si era sporta dal sedile e lo stava esaminando con attenzione.
-cos...cosa c'è?- domandò titubante.
-Niente...controllavo...-rispose mesta la castana – ...che tu non faccia qualcosa di strano...- e tornò seduta composta sul sedile.
Per quanto Liihera gli piacesse, a volte Ibuki non capiva il perchè dei suoi strani comportamenti.
Come ad esempio quello di Benna, qualche fila davanti, che stava leggendo l'itinerario della gita, cosa insolita per lei.
-guarda Cristal, qui dice che il primo giorno, cioè domani, sarà fatto tutto di attività sportive!- esclamò indicando un punto segnato sul foglio.
-uhm...si ...interessante ...- rispose l'amica con fare assorto – certo, molto interessante...-
-Si, e dice anche che ci sono delle terme non molto lontano dall'albergo...-
-Uhm. Si ok...- rispondeva Cristal senza il minimo interesse.
-e nuoteremo in una vasca piena di coccodrilli...-
-Fantastico...-
-Cristal!! Tu non mi stai affatto ascoltando!- Benna colpì la sua compagna con l'itinerario e questa gemette di dolore.
-ma che voi?!- sbottò irritata -Mi stai distraendo!-
-E da cosa?- domandò curiosa la castana, poi però percorse col dito la traiettoria dello sguardo della compagna, giungendo alla conclusione che stava fissando Zanark.
-Oh, ora ho capito!- rise maliziosa -Ti sei innamorata di lui!-
-Preferisco morire, che innamorarmi di uno come lui, lo sto solo tenendo d'occhio!- precisò riprendendo a fissarlo.
-sarà...- concluse Benna infilandosi un auricolare nell'orecchio -Come vuoi...-

 

Dopo un paio d'ore, il pulman cominciò a traballare, chiaro segno che avevano lasciato l'autostrada e stavano percorrendo una stradina rocciosa di montagna.
Pochi minuti dopo, il mezzo si fermò in un grande parcheggio non molto distante dall'albergo.
I ragazzi scesero e si diressero a piedi lì, trainando valigie e borse.
L'albergo era molto grande, dal tetto spiovente coperto di neve, grandi finestre luminose e interamente fatto di legno chiaro.
-benvenuti, voi dovete essere i ragazzi della Sports Academy!- sorrise una ragazza alla reception.
Consegnò uno per uno le chiavi delle rispettive camere, così i ragazzi poterono salire per sistemarsi.
Al primo piano c'erano i ragazzi, al secondo le ragazze.

Stanza n 112:

-Che bella!- gridò Alexia spalancando la porta.
La loro era una piccola stanzetta dalle pareti rosa sbiadito, che aveva tre letti affiancati da un comodino, una scrivania che teneva poggiata una televisione,
e un piccolo bagno.

-forza sistemiamo le valigie -disse Frosty poggiando una valigia sul letto, e lo stesso fecero le altre.
-aspettate, prima devo fare una cosa necessarissima! - Alexia guardò maliziosa il suo letto, per poi buttarsi li sopra come un sacco di patate.
-ahia!!- un grido acuto le si strozzò in gola, quando capì che il materasso sembrava una lastra di pietra – é durissimo!...ragazze il vostro com'è?-
-Ancora non mi ci sono seduta..-rispose Emma -Vuoi provare il mio?-
-Si, magari facciamo cambio...- e detto questo la corvina si gettò anche su quel letto, stavolta sprofondando tra le morbide coperte di lana.
-Non mi piace – decretò alla fine -troppo morbido!-
-se così è la logica...allora il mio dovrebbe essere perfetto...-azzardò Frosty -forza provalo Ale!
-vado!- ma anche il letto di Frosty era duro come il suo. Infatti come risposta la corvina ebbe un sedere rosso in fiamme, quel letto era peggio del suo, due lastre di pietra messe insieme.
-A...Alexia...ti serve del ghiaccio?- chiese Emma timidamente, nel vedere la corvina girare per la stanza urlando dal dolore.

Stanza n 124:

In quella stanza dalle pareti azzurre,anche Ame e Lii stavano sistemando i bagagli, quando qualcuno entrò spalancando la porta e senza bussare.
-wow, la vostra camera è fantastica!-esclamò Sakura appena varcata la soglia.
-Concordo...la nostra invece non sembra nulla di che!- aggiunse sbuffando Kumiko.
-Ehi, ma come osate entrare senza permesso?!- gridò Lii spingendole verso la porta.
Ame rise appena -dai cognatina, lasciale vedere la stanza – l'ammonì.
-Come scusa?! - Lii si girò a rallentatore verso la bianca -Come mi hai chiamata...-sibilò con sguardo omicida -Ame...ripetilo se ne hai il coraggio....-
-ehm...in verità non ci tengo...eheh – Ame indietreggiò fino a ritrovarsi spalle al muro -su su, tranquilla!-
-ripeti quel nome e sarai fatta fuori!- gridò la castana fuori di se, scuotendola per le spalle.
-Kumiko, Sakura aiutatemi!!- esclamò esasperata la bianca, ma quando si girò per vederle, le due non c'erano più.
-Codarde!!- il grido della Munemasa riecheggiò di rimprovero per tutto il corridoio, mentre le due ragazze, vista la situazione, se l'erano svignata senza pensarci.

Stanza 143:

-ragazze, potete darmi una mano, la finestra non si apre!-
In quest'altra stanza invece, proprio vicina a quella di Alexia, Emma e Frosty, c'era un problema in atto, che andava risolto.
Benne tirava la maniglia di legno della finestra, ma questa sembrava incollata.
-Da qua!- con un gesto sgarbato, Cristal la scansò, prendendo lei il possesso -Apriti brutta finestra marcia!- strinse i denti cominciando a tirare anche lei.
-Ragazze, un po di buone maniere?- si avvicinò Tsuboni, iniziando a toccarle lentamente il vetro, quasi la stesse accarezzando -Forza, non fare i capricci finestrella...apriti, fallo per me!- sussurrò dolcemente.
Cristal e Benna la guardarono basite. Vedendo però che la finestra insisteva, anche Tsuboni si convertì alla violenza.
-Aprite cavolo!- urlò tirando con forza e a lei si aggiunsero le compagne.
Alla fine, dopo un ardua lotta, fu aperta. Le tre si affacciarono, assaporando quell'aria fresca di montagna, ma poi il loro sguardo cadde in basso, su quei metri che le separavano da un manto spesso di neve.
-Ma quanto è alta!- esclamò Benna tirandosi indietro.
-No...non...lo so...ma è meglio chiuderla!- aggiunse Tsuboni, il cui viso era ormai sbiancato -Non voglio morire!- e detto fatto, fu di nuovo chiusa.
-ora però...ho caldo...- sbuffò Cristal, e la lotta per aprirla riprese da capo.
C'era da capire come Cristal avesse caldo, in montagna.

 

 

La notte scese serena nell'albergo, il sole era tramontato e aveva lasciato spazio ha una notte freddina, dal cielo scuro pieno di stelle.
I ragazzi, esausti, erano andati a dormire tutti presto, il giorno seguente sarebbe cominciata la loro settimana bianca e quindi dovevano essere carichi più che mai.
Eppure, c'era ancora qualcuno sveglio, una persona incollata al televisore, nonostante i continui lamenti dei compagni di stanza.
-Tenma per favore spegni la tv!- si lamentò per l'ennesima volta Shindou, coprendosi le labbra con la coperta di lana -è tardi forza!-
La stanza n 44 era immersa nell'oscurità, mentre dalla finestra aperta proveniva una brezza fresca e pungente. La luce artificiale dell'elettrodomestico illuminava il volto radioso di Tenma, seduto sul suo letto a gambe incrociate.
Il castano stava vedendo una partita di calcio, cominciata da poco.
-Tenma se non spegni lo farò io!- lo minacciò Tsurugi, scostandosi le coperte dal corpo ormai riscaldato, provocandogli un brivido sulla schiena.
-No ti prego, lasciami vedere!- lo pregò il castano, ma l'apparecchio era ormai spento.
La luna illuminò il volto del blu, che pareva abbastanza scocciato e a quel punto anche Tenma si infilò sotto le coperte.

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Il mattino seguente cominciò per tutti con una ricca colazione a buffet.
La sala da pranzo era stata allestita con tutto l'occorrente. Tavoli dalle tovaglie bianche, erano coperti di croissant appena caldi, cereali di tutti i tipi e dolci. Un altra tavolo, più piccolo, aveva tante caraffe contenenti latte, succo d'arancia, succo di frutta e the.
Kumiko prese un piattino, che riempì con due muffin alla fragola, e si sedette in un posto su un tavolo. Ognuno presentava un apparecchiamento elegante: piatti di porcellana con decori dorati, tazzine per il te, fazzoletti rossi a lato del piatto e anche delle piccole marmellate, oltre alla posate argentate.
-buongiorno Kumiko-chan!- le sorrise Frosty, sedendosi accanto – Dormito bene?-
-Buondì anche a te, si certo!- rispose la corvina mordendo il dolcetto.
Piano piano tutti gli studenti erano riuniti, e stavano facendo con calma la loro colazione, fin quando un professore attirò l'attenzione, battendo delicatamente il cucchiaio sul bicchiere.
-ragazzi, perfavore, un po' di attenzione!- cominciò – Spero che vi siate trovati bene nelle camere, come scritto nell'itinerario oggi cominceranno le attività sportive. E per aiutarci in questo abbiamo contattato qualcuno che ci aiuti, prego entra pure cara -
L'attenzione degli studenti fu rivolta all'ingresso della sala, dove una ragazza aveva appena fatto il suo ingresso.
Non era alta, anzi piuttosto bassina per la sua età, che doveva essere sui 23 anni, ipotizzarono i ragazzi. I capelli erano di un castano molto chiaro, simile al biondo, morbidi che le ricadevano sulle spalle. Una frangetta spettinata copriva due occhi leggermente a mandorla, di un verde prato tendente all'azzurro. Le guance, su una della quale ha una piccola cicatrice, erano spruzzate di lentigini.
-Ciao a tutti, sono Noèlle Blanchart, la vostra responsabile sportiva!- le labbra rosee si aprirono in un sorriso – Spero di esservi simpatica!-
-Certo!- risposero perfettamente in coro tutti i ragazzi – Benvenuta!-
-allora dopo colazione vi aspetto fuori dall'hotel, copritevi bene mi raccomando!- e si congedò salutando con la mano.


 

Finita la colazione, tutti i ragazzi si ritrovarono precisi fuori dall'edificio.
Nonostante indossassero abiti caldi e pesanti, fuori il sole che brillava li illudeva, perchè non faceva affatto caldo.
La responsabile li portò in cima a una collina, che scendeva decisa e su cui qua e la erano stati piantati dei paletti.
-A cosa servono?- chiese Tsuboni, sistemando sulla testa il cappello azzurro a forma di gatto.
-Sono per la nostra prima attività!- sorrise la donna – Snowboard!-
i ragazzi spalancarono gli occhi -Come?! Ma noi non sappiamo...-scossero la testa impauriti.
-tranquilli, sarà facile vedrete!- sorrise di nuovo Noèlle, mettendo a terra alcune tavole -Ora mettetevi qui sopra e cercate equilibrio, qualche volontario?-
-Io! - Benna alzò decisa la mano, era elettrizzata e voleva essere la prima -Benedetta!-
-Anche io!- Alexia si aggiunse – Alexia Black!-
-bene, cominciate pure!- e la donna lasciò loro lo spazio, lo stesso fecero gli altri ragazzi.
Le ragazze legarono i piedi alla tavola, sebbene entrambe titubanti e indecise.
Si sporsero dalla collina, erano pronte a partire, mancava solo una spinta, che non tardò ad arrivare.
-Forza ragazze!- rise Ibuki spingendole, e le due si ritrovarono a scivolare giù per la collina.
Il vento batteva incessante sui loro visi, costringendole a chiudere appena gli occhi.
-Ho cambiato idea, fatemi scendere da qui!- gridò Benna, vedendo che lo snowboard acquistava velocità incontrollata – Fatelo smettere!!come si frena!-
-Aiutoo!- si aggiunse anche un urlò prolungato di Alexia, anche lei aveva perso il controllo.
-state tranquille!- dall'alto della collina la responsabile cercò di calmare -Allargate le braccia e non cadrete!- assicurò.
Le due malcapitate fecero come richiesto, lentamente si accorsero di avere equilibrio, anche se sfrecciavano giù a tutta velocità.
-forse ci sono!- gridò ancora Benna, vedendo che era migliorata.
-Si anche io!- aggiunse ancora una volta la corvina – evvai ci sono!-
ma il loro entusiasmo si spense in fretta, proprio quando videro sulla loro strada un abete, fermò li in mezzo a loro, che gli andavano contro.
Cacciarono all'unisono un lungo e prolungato grido di aiuto. Noélle dall'alto era sbiancata, non poteva lasciar morire nessuno il primo giorno.
-Faccia qualcosa!- gridò Emma preoccupata.
-No , non farei in tempo comunque, se la devono cavare da sole! - rispose impassibile la donna, ma proprio in quel momento si sentì un tonfo.
Guardando giù dalla collinetta, tutti poterono notare due grossi mucchi di neve bianca.
-Ahi...-biascicò una voce sotto una di quelle – perchè tutte a me...- la testa corvina di Alexia fece capolino tra la neve, subito dopo quella riccia dell'amica.
Due pollici in su si sollevarono, stavano bene per fortuna.
A fatica raccolsero lo snowboard e risalirono la montagna. Lì trovarono i compagni intenti a prepararsi, ora toccava a loro andare.
-Siete state brave!- si congratulò Noèlle – anche nel cadere, complimenti!- sorrise porgendo loro due coperte, con cui non tardarono a coprirsi, per poi sedersi su una panchina e vedere lo spettacolo degli amici.
Una dopo l'altro tutti stavano solcando la collina, rapidi come fulmini.
C'era chi come Hayato, Ibuki o Tsurugi che erano particolarmente portati, altri invece che faticavano a stare in piedi.
-Aiuto! - gridò all'improvviso Frosty cercando un appoggio in qualcuno, dato che stava per cadere.
-Attenta, appoggiati qui!- le sorrise Diego, prendendola delicatamente per la vita.
-Oh grazie!- dietro di loro, Francesco era rosso di rabbia, con una spinta passò tra i due, dividendoli.
-è forse una sfida questa?!- gridò Diego, e il castano davanti a lui annuì deciso.
Oppure c'erano le ragazze, che scendevano tutte per mano, cercando di sostenersi a vicenda.
-potere alle ragazze!- gridò Emma, mentre teneva salda la mano di Ame.
-cerchiamo di non cadere!- disse Sakura, aggrappandosi alla maglia di Tsuboni.
-Largo ragazze!- Ibuki passò in mezzo a loro, mentre la tavola lasciava una via di neve che andò a sporcare i loro visi.
-fratellino sta più attento!- esclamò Ame togliendosi la neve di dosso.
-Scusami Ame – sorrise affabilmente il bianco -ma siete voi a essere troppo lente!- e prendendo velocità scese ancora più giù.
Ma fu subito superato da qualcuno – Sei lento caro!- lo canzonò lo sconosciuto.
-Ma che cavolo?...Chi è quello così veloce?- si disse tra se il ragazzo, vedendo quello davanti a se che aveva preso un certo vantaggio. La persona in questione si girò, rivelando un volto femminile, mentre i capelli castani si muovevano al vento gelido, uscendo sbarazzini dal casco.
-Te la sei presa Ibuki!- rise Lii.
-Lii?! Ma come fai a essere così veloce?- domandò sorpreso.
-Ci ho preso la mano!- ridacchiò la castana, continuando a acquistare velocità -Stammi dietro se ce la fai!-
La mattinata trascorse così, con tutti i ragazzi che provarono a fare snowboard.

 

 

 

A mezzogiorno tutti ritornarono all'hotel, così da poter fare pranzo e riprendere le energie.
Noèlle si sedette al tavolo dei professori, consegnando il rapporto di quella mattinata e evidenziando pregi, difetti e fatti divertenti degli alunni.
Nella sala c'era un grande chiacchiericcio, solo Benna e Alexia si vergognavano di parlare.
-Forza ragazze, dimenticate quanto è successo!- cercò di consolarle Tsuboni, mentre si versava dell'acqua nel bicchiere.
-uff, forse hai ragione...ma che figuraccia!- sbuffò Alexia mordendo un pezzo di pane con forza.
-In effetti sei stata veramente pessima!- rise una voce alle sue spalle. La corvina si girò puntandogli la forchetta al viso – Zitto Luca! Vedo che il vizio di rompermi ti è rimasto!-
-Non è colpa mia se sei troppo simpatica!- rispose il ragazzo avvicinandosi malizioso al suo volto.
Alexia divenne blu, si stava strozzando con il pezzo di pane. Ansimò toccandosi la gola, e il rosso non ci pensò due volte nel darle una forte pacca sulla spalla per farla rianimare.
-...tut...tutto questo è colpa!- gridò la corvina quando si riprese – Volevi uccidermi!-
-No...non è così...-cercò di giustificarsi il ragazzo, ma la corvina si girò, continuando a mangiare offesa.
All'improvviso, di nuovo quel tintinnio attirò l'attenzione di tutti, Noèlle stava cercando di dire qualcosa.
-ragazzi -esordì – Mangiate e riposatevi, perchè nel pomeriggio andremo tutti a pattinare, qualcuno di voi sa come si fa?-
due mani si levarono, e Kumiko e Eric si alzarono in piedi -Noi!
-Benissimo, allora venite qui!- la giovane fece cenno loro di avvicinarsi a lei, e questi ubbidirono.
-Voi due sarete i capitani, forza scegliete i vostri compagni per la sfida!- i due furono sorpresi, e esaminarono con cura tutti i loro compagni, che non vedevano l'ora di sapere in cosa consisteva questo nuovo gioco.
-Ok...allora...comincio io...- Kumiko indicò Sakura, la quale sorrise grata.
-E io invece...Tenma!- esclamò il corvino, il castano gli fece un cenno con la mano, mentre intanto sorrideva con la bocca piena di cibo.
Uno dopo l'altro le squadre furono formate. Tutti i ragazzi si guardarono decisi, ora erano da parti diverse, e non potevano perdere.
 

 

Verso le tre del pomeriggio, Noèlle condusse tutti a una grande pista, che era stata costruita dietro all'albergo, agli occhi dei ragazzi sempre più fantastico.
I ragazzi si prepararono, infilandosi con cura i pattini.
-Allora...ai capitani il compito di insegnare come tenersi in equilibrio!- disse la donna, e Kumiko e Eric cominciarono la loro impresa.
-Ok...così Tsuboni, cerca di reggerti...- l'aiutava dolcemente il fidanzato, mentre la ragazza traballava un po' sul ghiaccio.
Kumiko invece voleva fare le cose in fretta e con ordine. Ordinò a tutto il suo gruppo di mettersi in fila, così che lei avrebbe spiegato contemporaneamente a ognuno.
-Ascoltatemi ragazzi!- gridò autoritaria, con le mani sui fianchi – Esigo la massima collaborazione, perciò drizzate i corpi e aprite le braccia!-
Tutti fecero come ordinato, anche perchè il tono non ammetteva repliche.
-Ok...perfetto...si, continua così Ibuki...- disse la corvina rivolta all'albino, che riusciva stranamente a stare in equilibrio.
-Brava anche tu Ame...si ok...forza Shindou!- incoraggiava il capitano.
Alla fine tutti i ragazzi, di entrambe le squadre, erano riusciti a stare in equilibrio, la sfida poteva cominciare senza problemi.
-Bene ragazzi – Noèlle si alzò dalla panchina, su cui era seduta da ormai un'ora a vedere gli studenti – La sfida consiste nel cercare di spingere l'avversario a terra, chi fa più punti vince!- spiegò.
-ma...allora perchè...abbiamo dovuto imparare a stare in equilibrio...se poi dobbiamo cadere?- obbiettò confuso Hayato.
-Perchè si!- rise sadica la donna -Ora forza cominciate!-
I primi a farsi avanti furono i capitani.
-Non avrà pietà Eric!- sibilò Kumiko prendendogli le spalle -Saremo noi a vincere!-
-è da vedere!- rispose il corvino facendo lo stesso. Così presero a spingersi cercando di farsi cadere, ma essendo entrambi bravi fu dura, ma alla fine il primo punto lo ebbe la squadra di Eric.
Alle fine , passata un'altra ora, il punteggio era pari. Mancavano ancora due coppie, Luca e Alexia, Benna e Tsurugi.
La prima coppia si avvicinò – Luca, preparati!- ringhiò l'americana, e il rosso sorrise beffardo.
Presero a spingersi con forza, ma come da Alexia, la corvina inciampò cadendo sopra il ragazzo.
Questa situazione...non mi è nuova...mi era già successo...ma si certo! L'anno scorso, il primo giorno al club...cavolo che vergogna...pensava Alexia, mentre per l'ennesima volta si perdeva negli occhi azzurri dell'amico.
Ma quanto è goffa questa ragazza...uff, non posso credere che sia così tonta...ma anche così carina...no, Luca, non farti prendere...non ora davanti a tutti...
I due ragazzi si rialzarono goffamente, e senza guardarsi negli occhi tornarono ognuno nella proprio squadra.
-Ok d'accordo, i prossimi decideranno l'esito di questo gioco!- esclamò Noèlle.
Benna scivolò al centro della pista tremando, l'idea di trovarsi faccia a faccia con Tsurugi non l'allettava molto, sapeva che si sarebbe persa in quegli occhi ambrati, e di sicuro avrebbe deluso tutti.
-Forza Benna!- l'incitavano i compagni, la castana prese un bel respiro e iniziò.
Tsurugi era impassibile, non sembrava avere alcuna emozione.
-Mi dispiace...ma devo vincere...- con una spinta, il blu sembrò farla cadere, quando in realtà fu lui a ritrovarsi seduto a terra.
La squadra di Kumiko esultò soddisfatta, avevano vinto.
-Bravissima!- gridò Kumiko stritolandola in un abbraccio, ma Benna non si mosse.
Mi...ha fatta vincere....ma perchè?...i pensieri le erano confusi, vedeva Tsurugi rialzarsi e andare verso gli amici, che lo consolarono con qualche pacca sulla spalla.
Il blu sorrise di sottecchi, solo Benna se ne accorse e arrossì sorridendo, piena di gratitudine.

 

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La prima giornata era finita, il sole stava tramontando tra le montagne, rendendo il cielo un armonia di colori caldi, che si fondevano e riflettevano tra i picchi innevati.
Agli occhi di Benna, quello spettacolo era fantastico, così tranquillo riusciva a pensare.
Eppure...non capisco, lui è caduto apposta. Non è da lui, accetta una sfida senza problemi, che avesse fatto tutto questo per me...ma allora...
-Ehi!- la castana si volò di scatto, a pochi passi dalla terrazza su cui stava ammirando il tramonto, c'era Kyousuke, con una mano alzata in segno di saluto.
-ehi, ciao...- sussurrò la ragazza, tornando a guardare le montagne.
Il blu le si affiancò silenzioso, e per un po' nessuno proferì parola.
-Senti...- Benna decise di rompere quell'aria così carica di tensione - ...oggi, mi hai fatto vincere?-
Il ragazzo abbassò il capo – Si – rispose sorridente – Perchè ti dispiace?-
-si, no cioè...perchè? -
-Perchè non volevo farti male...solo per questo. Se fosse stato un altro lo avrei messo al tappeto, ma dato che si trattava di te..non l'ho fatto – confessò Tsurugi.
Benna arrossì -Già...solo per questo...-







Angolo autrice:

Adoro le gite! *^* mi piacciono troppo, perchè puoi conoscere meglio i tuoi comoagni e ti diverti un mondo!
Ok allora, tornando al capitolo. Questa è la settimana bianca della Sports Academy, che come avete visto fanno tutti gli studenti del secondo anno.
Ho preso spunto dalla settimana in montagna che farò io a gennaio con la mia nuova classe ^^.
durante questa serie di capitoli, l'ispirazione verrà presa da diverse cose. Ad esempio l'episodio di Alexia e i tre letti.
Ora mi prenderete per strana, ma quello che è successo a Alexia è successo a me, durante la gita a Milano.
tutto è stato scritto proprio come è successo, fidatevi la schiena mi ha fatto male per un sacco di tempo -3-
specificato questo mi dileguo, aspetto le vostre favolose recensioni ^^


Elisachan

PS Noèlle è un gentile omaggio di Breathing ^^ Grazie cara.

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Capitolo 8
*** Il bosco delle leggende ***


           

*Settimana bianca
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     Capitolo 7

Il bosco delle leggende



 

Il secondo giorno della settimana bianca era cominciato.
L'entusiasmo per la giornata precedente aveva dato una carica speciale a tutti, ora convinti che quell'esperienza potesse essere veramente unica, nel bene e nel male.
Certo però che come ogni gita che si rispetti, c'erano i suoi lati negativi. Ad esempio il ritmo estenuante delle giornate, la sveglia è sempre molto presto, e la sera ritornano all'albergo esausti.
Per questo motivo approfittando di momenti come questo, in cui possono stare comodamente seduti a lasciar riposare le gambe.
-Allora ragazzi – Noèlle come sempre era con loro, e prendendo in mano il microfono del bus, annunciò il programma per quella mattina – Dunque, oggi faremo una rilassante escursione in un bosco, per osservare e capire la natura. Vi raccomando di stare attenti e non perdervi, è la cosa più importante – echiuse il discorso tornando a sedersi vicino al professor Belli, l'insegnate di scienze della 2D. Lui era venuto proprio per stare a contatto con la natura, e voleva che i ragazzi facessero altrettanto, immagazzinando tutto quello che avrebbero visto, per poi stilarlo in un tesina una volta tornati in accademia.
Dopo un po' finalmente il mezzo si fermò, proprio al centro di un parcheggio circolare, su cui erano disposti anche dei tavoli da pic nic. Ai ragazzi era anche stato detto di portare il pranzo a sacco, che avrebbero consumato in seguito al giro nel bosco.
I due responsabili ordinarono a tutti di mettersi in fila per due, poi si misero a capo del gruppo, indossando un cappellino rosso di riconoscimento.
Entrarono nel bosco innevato, superando un grosso cartello di raccomandazione per chi faceva campeggio.
Camminavano tutti in silenzio, ammirando quel bellissimo paesaggio. Ai lati del percorso c'era tanta e soffice neve, e anche tutti gli alberi erano imbiancati.
Emma respirò a pieni polmoni quell'aria così pura, e subito le tornò in mente le cime italiane, e la sua nazione che tanto le mancava.
Francesco le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.
-Anche a me manca l'Italia – le disse a malincuore. La castana annuì abbassando lo sguardo, e il ragazzo continuò a parlare -Però...qui in Giappone mi trovo bene, ho tanti amici e persone fantastiche...come te!- esclamò sorridendo.
A Emma tornò il buon umore, scacciando quel pensiero triste dalla testa -Hai ragione,mi trovo bene qui anch'io!- alzò lo sguardo al cielo, che quel giorno sembrava sorridere, senza neanche una nuvola e azzurro come il mare.
-Sai...-attaccò la castana, rivolgendosi all'amico – Ci sono molte leggende su questo bosco...-
-Davvero? - Francesco si fece subito curioso – Dimmene qualcuna -
-Ok allora...si dice che qui abiti il mostro delle nevi, una creatura grande e pelosa, con due grossi piedi puzzolenti...- disse cercando di imitare una voce tetra, ma che un vero fiasco, perchè sucitò le risate di Francesco.
Emma sbuffò -E poi...si dice che sia magico. Infatti pare che faccia innamorare le persone. Tutti coloro che lo attraversano con coloro che amano, riescono a dirglielo nel momento in cui si separano dal gruppo con sui sono, o se invece sono da soli, in una determinata situazione -spiegò.
-Quindi il bosco aiuta a dichiararsi, molto divertente!- rise Francesco.
-non mi credi è? - lo canzonò la castana -Ma questa storia mi piace comunque...e credo piaccia anche a Ame...vero Ame? - ma fu proprio in quel momento, in quell'istante in cui pronunciò il nome della bianca, che i due si accorsero di non essere più con gli altri.
Si guardarono intorno increduli – Francesco cosa facciamo?!- gridò Emma spaventata -Ci siamo persi!-
-Calma, niente panico...-la rassicurò il ragazzo -Stiamo calmi e...chiamiamo qualcuno al cellulare!-
Estrasse il suo dalla tasca del giubbotto, e Emma lo imitò, ma poco dopo si accorsero che non c'era minimamente segnale.
-Zero tacche – disse secco Francesco – E tu invece?-
Emma scosse la testa -Nulla, niente di niente -
-Aspetta...ho un'idea...- Francesco si avvicinò a un albero , e cominciò a salirci sopra, sebbene a fatica.
-Ma sei matto?!- sbottò l'italiana dal basso -Scendi da lì!-
-Aspetta...forse...-il ragazzo allungò il braccio cercando di sollevare il cellulare più in alto possibile, ma niente era cambiato, così decise di scendere.
Solo che lo fece cadendo rovinosamente sulla neve. Emma accorse a vedere, fortunatamente il ragazzo stava bene.
-sei un incosciente, ma come ti viene in mente di fare una cosa così?!- gli gridò in faccia.
Francesco si rialzò malconcio, pulendosi la neve dai vestiti- Scusami...-sussurrò accennando un sorriso.
-Credo...sia meglio se continuiamo a camminare, magari troviamo qualcuno a cui chiedere aiuto...-
Due ore dopo erano stremati, i piedi si erano surriscaldati negli stivali così pesanti, e le gambe si facevano sempre più pesanti.
Vedendo in lontananza un tronco caduto, decisero di usarlo come panchina per riposare un po.
Un silenzio li avvolgeva ormai da un po, e in tutto quel tempo Emma non aveva smesso di guardare di sottecchi Francesco.
Sentiva dentro di se qualcosa di molto strano. Il viso dell'amico era appena colorato dal sole montano, lo sguardo era serio e basso, e i capelli castani si muovevano appena. Camminava con le mani infilate nelle tasche, sembrava pensieroso.
Arrivati al tronco, si sedettero, e Emma decise di rompere quel silenzio che ormai odiava.
-Che hai?- domandò a bruciapelo.
-Nulla...sto solo pensando a come possiamo tornare dagli altri...-rispose improvvisamente freddo.
Emma fece dondolare le gambe con un gesto improvviso -Tranquillo, come hai detto tu, dobbiamo stare calmi!- gli sorrise.
Con un ultimo slancio riuscì a mettersi in piedi sul ramo, ma perse di colpo l'equilibrio, cadendo all'indietro. Con i riflessi pronti, l'amico riuscì a prenderle la mano, ma cadde lo stesso con lei.
Scoppiarono a ridere come matti, il buon umore era tornato.
Rialzandosi, Emma sbiancò di colpo -Fran...Francesco...ma cosa...- sussurrò tremando.
Vedendo che lo sguardo della castana era rivolto verso il basso, quello di Francesco lo seguì, e poco dopo sbiancò a anche lui.
Si trovavano all'interno di un orma gigante, l'orma di un piede.
-Non dirmi che la leggenda...è vera...- sentirono un fruscio, e in lontananza videro qualcosa brillare, due cose, come due...paia di occhi.
La terra cominciò a tremare, e senza pensarci due volte, Francesco afferrò Emma, prendendo a correre.
Il vento gelido batteva contro i loro visi stanchi e affannati, sentivano qualcuno alle loro spalle, qualcuno che faceva tremare la terra, qualcuno che non era umano.
Quando finalmente tutto ritornò calmo, i due si fermarono. Si levò un improvviso batter d'ali di qualche uccello, ma Emma non riuscì a sentirlo.
-Francesco che succede?!- urlò prendendosi la testa tra le mani, sentiva quei passi rimbombargli dentro a ritmo forte e continuo, ma in realtà era il suo cuore che non smetteva di battere così forte, affannato dalla corsa.
-Basta basta...-ripeteva come sotto un incantesimo, era evidente che era spaventata.
-Tranquilla Emma...-sussurrò il ragazzo, in pensiero per come reagiva l'amica.
-No! Non posso...fallo smettere!!- a quel punto tutto si fece calmo e silenzioso, il cuore di Emma stava lentamente tornando a battere in modo regolare, grazie al caldo abbraccio di Francesco.
Emma si paralizzò, per poi stringerlo a se. Il ragazzo prese a accarezzarle i capelli, sussurrandole parole i incoraggiamento.
-Tranquilla...forse era solo un animale...-disse avvolgendola ancora di più tra le sue braccia.
-E quell'impronta? La terra che tremava? Era di sicuro il mostro!-obbiettò la castana.
-Ora però è passato, per fortuna...- aggiunse ancora Francesco.
-Scusami...-a malincuore, Emma si sciolse da quel tepore che tanto la tranquillizzava -Scusami...non volevo reagire così...ero solo spaventata...- disse rossa in volto.
-Tranquilla!- sfoggiò un sorrisone il ragazzo – Tutto ok !-
E a quel punto accadde una cosa, che nessuno dei due si sarebbe aspettato accadesse.
In quella situazione, tra le fredde montagne, consapevoli che qualcosa di orribile era intorno a loro, le labbra di Emma incontrarono quelle di Francesco.
Era stata Emma, a fare la prima mossa, ma neanche lei sapeva perchè lo aveva baciato, fatto sta che il ragazzo aveva ricambiato felice, stringendola delicatamente.
Si staccarono rossi in volto, imbarazzati, confusi.
é il momento, devo dirlo...dopo questo devo farlo...
-Emma io...- Francesco prese tutto il coraggio che in quel momento gli era venuto, per sussurrare quelle parole – Io...io...t...io ti amo!-
Ma la risposta non fu quella sperata.
Emma chiuse gli occhi, la sua mente si fece buia, non vedeva se sentiva nulla, svenne nella neve

 

   ...






-Come sta professore?- chiese Noèlle all'uomo.
-starà bene...ha solo la febbre alta...- rispose calmo, poggiando sulla fronte di Emma una pezza bagnata.
Dopo che la ragazza era svenuta tra le sue braccia, Francesco aveva trovato nella tasca del suo giubbotto un fischietto, con cui, dopo averci fischiato per diverse volte, era riuscito a farsi incontrare dagli amici.
I due adulti nel vedere Emma prima di coscienza, si pietrificarono, pensando già quali cose fossero accadute, ma Francesco ci tenne a precisare che lui non c'entrava nulla.
Tornati così alla zona pic nic, la malata era stata distesa su un tavolino, dove non si era ancora svegliata.
Tutti gli amici erano intorno a lei, che la guardavano preoccupati che non si potesse risvegliare più.
Con un cenno della mano, Alexia fece allontanare Francesco dal tavolo, insieme a Frosty.
Quando furono a debita distanza da tutti, la corvina attaccò con le domande.
-Si può sapere che è successo!?- gridò allargando le braccia – Parla Francesco, come vi siete persi, perchè è svenuta!?-
Il castano imprecò, serrando i pugni frustrato -Maledizione!-
-Parla Franci! Raccontaci tutto!- aggiunse Frosty seria.
-stavamo parlando...e senza volerlo ci siamo allontanati dal resto del gruppo. Abbiamo cercato di recuperare terreno, ma siamo caduti dentro un enorme impronta di piede – raccontò.
-Un impronta?- fece eco Alexia – Di che genere?-
-era enorme, infatti poteva contenerci entrambi, credo fosse di scimmia...ma poi abbiamo visto in lontananza qualcosa brillare, e a un certo punto la terra ha cominciato a tremare. Solo a quel punto siamo scappati! -
Le due ragazze ascoltarono in silenzio tutto il racconto, stupite da ciò che avevano sentito, che aveva del surreale.
-Emma...mi aveva parlato di una leggenda di questo bosco, dove si dice abiti un mostro peloso dai piedi giganteschi e puzzolenti...- aggiunse ancora il castano, con lo sguardo corrucciato -ma non credevo fosse vero...fin quando non l'ho visto -
-E Emma?- lo incalzò Alexia – Stava già male? Hai notato qualcosa di strano in lei?-
-Finita la corsa, aveva lo sguardo tutto rosso e sudato. Urlava, come se fosse impazzita, e allora per tranquillizzarla lo...abbracciata...- raccontò ancora
Francesco.

-E allora è svenuta?- indagò ancora Frosty.
Questa volta l'amico esitò prima di rispondere, sapeva che poteva raccontare tutto a loro due, ma non sapeva se quello fosse il momento. Alla fine sospirò, rivelando l'ultima parte.
-Emma...mi ha baciato all'improvviso. Non me ne sono nemmeno reso conto, non capisco perchè l'ha fatto...- si morse il labbro – e dopo questo...è...svenuta -
Alexia rise appena -Wow Francesco, non credevo baciassi così bene!- scherzò.
Il ragazzo la guardò male -Non è il momento di pensare a questo! Dobbiamo pensare a Emma!-
-Certo c'è da dire...-osservò Frosty – Che la vicenda è alquanto strana...- si mise una mano sotto il mento, pensierosa -...sai che anche Zanark era
scomparso all'improvviso -

-Davvero?-
-Si...- a rispondere fu Cristal, avvicinandosi al gruppetto – Non l'ho visto più a un certo punto, ma pochi minuti dopo è ritornato tra noi sorridendo tranquillamente, come se non fosse stato affatto spaventato -
-Vuoi forse dirmi...che Zanark c'entra con il mostro? Ma è impossibile!- esclamò Francesco.
-Non lo escluderei...è facile creare un impronta nella neve, e quelle cose che prillano potevano essere i suoi occhi...-attaccò Cristal, seria.
-E il terremoto? Come lo spieghi?- ribattè il ragazzo.
-Quello non lo so...ma non escludo l'opzione che Zanark c'entri qualcosa...-
-A proposito Cristal – Alexia si rivolse alla compagna – Come mai ultimamente lo tieni d'occhio?-
-Bhe perchè...vedete a Maggio, lui mi ha detto perchè veniva nella nostra scuola...e il motivo è che...- ma il discorso di Cristal fu interrotto da le grida di tutti
i compagni.

-Ragazzi venite, Emma si è svegliata!-
Tutti accorsero a vedere, e in pochi secondi si creò una folla, intorno a quel tavolino che la vedeva stesa. Francesco decise di non farsi vedere, non era ancora sicuro che il motivo dello svenimento, non fosse dovuto a causa sua, ma preferì confondersi tra tutti.
-Sto bene ora, tranquilli!- sorrideva dolcemente la malata, rispondendo anche alle domande che i ragazzi le porgevano. Sorrideva sempre, anche se un velo di tristezza le copriva il volto, perchè non riusciva a scorgere tra la tutti, quel viso leggermente abbronzato.
 

 

Quella sera, nella stanza 112, Alexia e Frosty cercavano in tutti i modi di essere gentili con la loro compagna, cercando di offrile di tutto e non farle mancare nulla.
-Acqua? The? Dei biscotti?- chiedeva a ritmo ripetuto Alexia, porgendole sotto il naso un vassoio colmo di delizie, che aveva fatto ordinare solo per l'amica.
-Grazie ragazze, ma sto bene davvero!- le rassicurò per l'ennesima volta, mentre si sistemava con la schiena contro il muro.
-Allora...- Alexia posò il vassoio sul comodino, e si sedette a bordo del letto -...puoi dirci cosa è successo con Francesco...- disse maliziosa.
-Non...è successo nulla...niente di niente...-sussurrò la ragazza dagli occhi azzurri, arrossendo.
-E invece sì – la punzecchiò subito Frosty – Lui ci ha detto tutto, ma ora vogliamo la tua versione...perchè lo hai baciato?-
-Io...non...non lo so...è stato un momento...non so cosa mi è preso...- sussurrò lei, abbassando il capo ombroso.
-Ricordi cosa ti ha detto?- aggiunse ancora l'americana.
Emma sembrò cadere dalle nuvole -Perchè? Mi ha forse detto qualcosa di importante?...non ricordo...-
Le compagne di stanza si scambiarono uno sguardo di intesa, e fu Frosty a concludere il discorso.
-Va da lui...sarà lui a dirtelo...-
Fu così che Emma si ritrovò in pantofole a girare per i corridoi dell'albergo.
Dalla stanza di Kumiko e Sakura, proveniva silenzio, con solo un sottofondo di televisione. Lo stesso per la stanze delle due future cognate.
-BENNA!!!- un potente grido costrinse Emma ad appiattirsi contro il muro.
La voce non le era molto familiare, forse perchè Tsuboni non aveva mai gridato in quel modo.
Poggiò l'orecchio sulla porta, ascoltando attentamente cosa stava succedendo.
All'interno, Tsuboni aveva pizzicato l'amica mentre stava per uscire dalla stanza.
-Quante volte ti ho detto che non puoi andare!- urlò ancora, in preda all'esasperazione.
-Ti prego Tsuboni, non faccio nulla di male in fondo...- pregò ancora la riccia.
-Niente di male?! Ma mi prendi in giro? Tu vuoi entrare nella stanza di Tsurugi!- gridò ancora Tsuboni prendendola per un orecchio e riportandola a letto.
-...Ma...non vuoi che realizzi il mio sogno?- pianse ancora Benna.
-Diventare una mangaka?-
-Ma no!! Vedere Tsurugi in pigiama!- dopo quest'ultimo urlò di Benna, la quiete nella stanza sembrò tornare, così Emma riprese a camminare.
Scese silenziosamente le scale e passò nel corridoi maschile, dove si sentiva solo un gran silenzio.
Quando finalmente trovò la stanza di Francesco, esitò prima di entrare, ma preso un respiro profondo bussò piano. Nessuna risposta.
-é...permesso...-sussurrò aprendo con estrema cautela la porta, trovata aperta.
Entrò arrivando fino alla camera, e allora cacciò un urlo pazzesco – Francesco!!-
-Emma?! - la castana si girò di scatto, rosso in volto per l'imbarazzo.
Il suo amico era dietro di lui, a torno nudo, con indosso solo un asciugamano, probabilmente aveva appena finito di lavarsi.
-Ma ti sembra il modo di andare in giro?!- sbottò ancora l'italiana.
-Parla per te?! Sei tu che sei entrata in camera di un ragazzo!- rispose a tono il ragazzo.
-Io me ne vado...- prese a camminare in modo macchinoso verso la porta, ma prima che potesse anche solo pensare di afferrare la maniglia, era già stata chiuda Francesco.
Il ragazzo si era in fretta infilato i pantaloni del pigiama e ora le sbarrava la strada, guardandola severa.
-Come stai?- le chiese.
-Be...bene...ora sto meglio...- cercò di non guardarlo in faccia, dopotutto l'imbarazzo era grande per quello che aveva fatto, e anche Francesco sembrava dello stesso avviso .
-Perchè sei venuta?-
-Per...perchè Alexia e Frosty...mi hanno detto...che prima di svenire, mi hai detto una cosa importante! ...Ma io..non la ricordo...-sussurrò ancora.
-Bhe...ecco...- Francesco sapeva cosa doveva dirle, ma gli era già costato dirlo una volta, e non sapeva se avesse avuto lo stesso coraggio. La guardò per qualche secondo, Emma aveva gli occhi lucidi, che sembravano tremare, il viso tutto arrossato, e non osava guardarlo in faccia.
Si avvicinò al suo viso sussurrandole vicino all'orecchio – Andiamo sulla terrazza, te lo dirò lì -

 

 

 

Quella era una notte placida e tranquilla. Il cielo era scuro, e il paesaggio che durante il giorno era mozzafiato, si trasformava in una distesa scura, che sembrava volesse inghiottirti.
Una luna piena e argentea, illuminava i due ragazzi, seduti a gambe incrociate una di fronte all'altro.
Cosa devo dirle...l'ho portata qui senza pensare...cosa devo fare?!
Forse dovrei confessarle quello che provo...ma con che coraggio? No, Francesco concentrati, l'hai già fatto una volta, puoi farlo ancora.
-Em...Emma senti...- la ragazza alzò lo sguardo, tenuto basso fino a quel momento – Quello che volevo dirti...è che...- ma la gola si fece secca, e le parola non volevano uscire.
Cosa vorrà dirmi?...no aspetta, non vorrà mica...
A quel punto Francesco fece una cosa che nessuno avrebbe mai pensato. Cominciò a cantare.
Una canzone dolce, dai ritmi tranquilli, una canzone in inglese.
Emma cercò di concentrarsi, e capire il significato -...io...penso a te...ogni mattina...quando...aprò gli occhi...- fu la prima frase che riuscì a tradurre.
Dovette ringraziare Alexia, per averla sempre aiutato in quella lingua che tanto odiava.
-...Ecco...-sospirò alla fine Francesco -...questo è quello che voglio dirti...-
-L'hai scritta tu questa canzone?- domandò allora la ragazza.
-Si. Quest'estate, mentre ti pensavo...- il castano le mise una mano sulla guancia, avvicinandosi a quelle labbra che tanto avrebbe voluto unire con le sue.
Sembravano volessero chiamarlo, piccole e rosa confetto, e questa volta sarebbe stato lui a farlo.
Un brivido percorse la schiena di Emma, quando si accorse che la distanza era colmata, e che lo stava baciando per la seconda volta.
- ...I love you...- sussurrò Francesco quando si staccò.
Emma esitò prima di rispondere. Voleva davvero dire quelle parole? Voleva davvero rovinare quell'amicizia che li legava? Voleva davvero che il loro gruppo svanisse? Alexia, Frosty e...Emma e Francesco...
Eppure, perchè era felice? Perchè sognava quelle parole da una vita?.
Se avesse detto quelle parole tutto sarebbe cambiato. Ma a quale prezzo? Sacrificare quello che finalmente aveva capito di provare?
- Me too...-

 

...

 

 

 

Il giorno seguente la notizia aveva ormai fatto il giro di tutto l'albergo.
Non che venisse dai diretti interessati, ma da un certa Alexia, che nonostante avesse promesso di non dire a nessuno del fidanzamento dei due amici, si era ritrovata quella mattina a urlarlo a squarcia gola scendendo dalle scale.
-Congratulazioni!!- si complimentavano tutti a colazione. Intorno ai due novelli fidanzati si era radunata una grande folla.
Ame si avvicinò scansando a fatica i compagni, prese le mani di Emma chiedendole felice – A quando il matrimonio?-
Francesco sputò l'acqua che stava bevendo, e tutti scoppiarono a ridere.
Quando finalmente cominciarono a mangiare, il chiacchiericcio non era cessato.
Solo una ragazza se ne stava in silenzio senza parlare. Cristal girava il cucchiaino nel liquido nero, cioccolata calda, con fare ipnotico.
Non escludo la possibilità che fosse Zanark il mostro...dopo tutto è questo il suo piano...è entrato nella scuola solo per questo motivo...distruggere la Sports Academy.







Angolo autrice:

La terrazza è il luogo dove sbocciano nuovi amori x"D
Ciao a tutti, come va? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, romantico vero? ^^
Finalemente ho dedicato il capitolo a questi due OC, spero di non aver reso tutto troppo banale.
mi raccomando recensite ^-^ ci vediamo al prossimo capitolo!


Elisachan

 

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Capitolo 9
*** Ombre in una giornata di relax ***


 

*settimana bianca
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Capitolo 8


Ombre in una giornata di relax

 

 

Ormai mancavano solo due giorni alla fine della gita, e i nostri ragazzi sarebbero poi dovuti rientrare nella scuola, dove li attendevano giorni intensi e per niente esaltanti,di studio.
I giorni erano volati via come il vento, ma la stanchezza di tutti rimaneva e si faceva notare.
I professori vedendo che nessuno dei loro alunni riusciva a tenere anche solo in mano una forchetta, avevano chiesto a Noèlle un consiglio su come far riprendere a tutti le energie (loro compresi).
La ragazza dai capelli chiari aveva risposta con una sola parola: *Oshioka.
Le terme di Oshioka si trovavano a pochi passi dall'albergo, ed era un ottimo luogo dove poter rilassarsi e ritornare in forma in poche ore.
Così a colazione, la ragazza si era alzata in piedi, interrompendo le chiacchiere con qualche colpo di tosse.
-Ragazzi...-esordì unendo le mani – Io e i vostri professori abbiamo deciso che questo sarà un giorno molto speciale per voi!. Sappiamo che vi siete comportati molto bene in questo periodo di permanenza, e sappiamo che vi siete anche stancati molto. A tal proposito oggi sarà una giornata di assoluto relax, questa sera intorno alle sei circa, vi porteremo alle terme di Oshioka, che si trovano qui vicino -
Tutti esultarono, felici di poter finalmente far riposare non solo il corpo, ma anche il loro spirito.
-Inoltre...-continuò Noèlle con un sorriso – sappiamo che vorreste avere qualcosa come ricordo di questa esperienza, allora sbrigatevi a fare colazione, che oggi andremo tutti a fare shopping!-
-VAI!!- Ame si alzò in piedi di scatto, tenendo in mano una forchetta – Shopping!!-
 

 

 

Così mezz'ora dopo erano tutti a bordo dell'autobus.
Scendevano la montagna, percorrendo al contrario quella strada ciottolosa costeggiata di neve.
I ragazzi all'interno si chiedevano dove avrebbero fatto shopping, dato che quel luogo sembrava solo coperto di neve, senza anima viva.
-Guardate là!- Frosty indicò il finestrino, che mostrava un grosso cartello con la scritta: “Benvenuti a Semmit Valley “.
Il mezzo entrò nelle vie della città, quella piccola cittadina che aveva casette imbiancate disposte ordinatamente lungo la strada.
La gente passeggiava sul marciapiede imbiancato, e ogni tanto qualche macchina camminava sulla strada che anche loro stavano facendo.
Dopo una piccola curva il motore si arrestò, chiaro segno che erano arrivati in quella piazza già descritta da Noèlle in precedenza.
Scesi dal pulman i ragazzi ebbero un brivido sulla schiena, quella cittadina sembrava far paura.
Totalmente immersa nel silenzio, con poche persone che circolavano in giro, tutte coperte fino alla punta dei capelli.
-Mi scusi Noèlle...- Ame alzò una mano confusa -Dov'è che esattamente andremo a fare shopping? Io fin'ora ho notato solo qualche bottega, nulla di più...-costatò e molti dei suoi compagni gli diedero ragione, con un cenno del capo.
-Non vi preoccupate, forza seguitemi!- presero a camminare in fila indiana lungo la strada, fin quando non arrivarono di fronte a un grande palazzo
Era in legno chiaro, ma sembrava molto resistente. Le porte e le finestre erano in vetro splendente, dava proprio l'idea di un centro commerciale, cosa che
era.

Quando entrarono subito un caldo tepore, che contrastava con il gelo esterno, li avvolse.
-Ma è spettacolare!- Kumiko strabuzzò gli occhi, illuminati di gioia.
Quel luogo presentava due piani, uniti da delle scale mobili affollate di gente, tantissimi negozi, per non parlare poi delle bancarelle e i carretti di cibo.
-Allora...ci vediamo qui all'entrata fra due ore, mi raccomando state attenti!- Noèlle si congedò con i professori, e i ragazzi rimasero soli con un sorrisone
stampato in faccia.

Senza aggiungere altro, le ragazze presero a correre verso i primi negozi, mentre i ragazzi si disperdevano qua e là con assoluta tranquillità.
Ame entrò in fretta e furia nel primo negozio di abbigliamento che le capitò davanti.
Prese a girare tra gli scaffali, come un falco che cerca la sua preda e quando la trovò si mise a analizzare il vestito di quel tessuto così delicato.
-Prendo questo!-lo sfilò dalla gruccia per portarlo alla cassa, ma fu fermata da una stretta decisa sull'abito.
-Mi scusi ma questo è...Ame?!-
-Oh Tsuboni?! - fu così che le due ragazze cominciarono a litigare su chi delle due avrebbe dovuto comprare quel capo. E ognuna delle due cercava di dare le maggiori motivazioni possibili.
-Sta meglio a me!- gridò Ame tirandolo – A te non dona l'azzurro!-
-Nemmeno a te se è per questo! La tua pelle è troppo pallida!- rimbeccò subito la lilla.
-Lo vuoi solo per fare colpo su Eric, ammettilo!-
-E tu allora? Lo vuoi solo per sfoggiarlo di fronte a Shindou!-
Continuarono così per un bel po, il vestito rischiava ormai di non essere più di nessuno, fin quando Kumiko non spalancò le tende del camerino in cui era.
-Ragazze che dite? Come mi sta?- domandò rivolta alle amiche, le quali smisero subito di litigare, per guardarla basite.
-Ehm...scusa Kumiko-chan...perchè stai indossando un costume da bagno?- domandò titubante Tsuboni.
-Bhe che male c'è? Anche se siamo a Ottobre, non è mai troppo tardi per comprare qualcosa di estivo!- ridacchiò la corvina -Ah proposito...avete visto Hayato? Vorrei sapere che ne pensa lui!- disse mettendosi bene in posa.
Ame e Tsuboni sbuffarono all'unisono -Peggio di Benna...-sussurrarono rassegnate.
 

 

 

 

A proposito di Benna, a differenza delle compagne che erano andate in giro per i negozi, lei era stata “rapita” da Cristal, che ora la stava trascinando in giro per il centro commerciale con molta foga.
La riccia non aveva avuto il coraggio di dire una parola, nemmeno il tempo di pensare a cosa fare in quel posto, che la corvina l'aveva strattonata per la manica del giubbotto, guidandola chissà dove.
Sembrava stesse cercando qualcuno, e un pensiero di chi potesse essere le era passato per la mente, anche se ancora non ne era del tutto sicura.
Stanca di correre dietro a Cristal, Benna si fermò puntando i piedi per terra.
-Ora basta Cri-chan !- gridò incrociando le braccia -Mi spieghi cosa succede?-
-Non ho tempo per spiegare, seguimi presto!- rispose in fretta, senza smettere di guardare da una parte e dall'altra.
-E invece mi devi spiegare eccome, mi hai sottratto da una giornata di shopping senza motivo!- gridò ancora Benna.
-Ho bisogno del tuo aiuto, sospetto di Zanark...- sussurrò la corvina guardando dritta negli occhi nocciola.
-S..sospetti?...in che senso scusa?-
-...Lui si è inscritto in questa scuola...per distruggerla...- gli occhi di Benna si spalancarono, cominciò a tremare, non poteva essere vero, impossibile che
fosse così malvagio.

Cristal alzò le spalle, tanto sapeva che sarebbe stato difficile convincerla della verità.
-Me lo ha detto lui...se lo vuoi sapere...non ti mentirei mai...-
-...ma perchè?- fu l'unica cosa che riuscì a dire la Finetti, tant'era lo shock.
-Ancora non lo so, per questo lo sto seguendo...Benna ti prego, sei stata una intera estate con delle spie, ho bisogno di te!- la voce di Cristal era spezzata, colma di timore, non era da lei chiedere una cosa simile e Benna lo sapeva.
Sapeva che era forte, che faceva tutto da sola, ma quelle parole non poteva rifiutarle.
-Mi sembra sia andato verso l'entrata, andiamo!- e così ripresero a correre, seguendo quello che pensavano potesse essere una spia.
Imboccarono il corridoio principale, facendosi largo tra la gente che passeggiava tranquillemente.
Cristal seguiva quel puntino che era Zanark, come un cane che cerca l'osso.
-Non uscirà! Cristal ti sbagli!- sebbene l'amica avesse accettato di aiutarla, era comunque convinta che si stesse sbagliando o avesse frainteso.
I professori avevano esplicitamente detto di non uscire dal centro commerciale da soli, se il verde varcava quella porta, qualcosa non andava.
Quando le porta di vetro si spalancarono, un vento gelido portò con se la risposta, che però Benna cercava ancora di rifiutare.
-Forse...cerca un regalo che qui non c'è...-azzardò fermandosi dinanzi all'uscita.
-Questo posto offre di tutto, è impossibile che la cosa che credi stia cercando sia qui...- e in quella risposta, Cristal non si riferiva solo all'ipotetico regalo, ma a anche la persona che voleva incontrare.
-C'è troppa gente qui dentro...logico che il suo interlocutore non sia qui – rispose seria, fissando la sua immagine sul vetro – Benna se mi credi seguimi, altrimenti non me ne faccio niente di te...-
Le porte si spalancarono con uno scatto, e Cristal riprese a correre in mezzo alla neve.
Perchè sto esitando? Cristal è mia amica...non potrebbe mentirmi su una cosa così...allora perchè, perchè non riesco a seguirla?...
Strinse i pugni con rabbia. Si guardò intorno molto velocemente, fin quando il suo sguardo non ricadde su un negozio di costumi, subito dopo già correva verso quella piccola bottega.

 

 

 

 

Al secondo piano dell'edificio intanto, Frosty e Alexia avevano optato per un diverso tipo di shopping.
La libreria in cui si trovavano profumava di buono, e era bello per le due, poter vedere tutti quei volumi ordinatamente disposti sugli scaffali.
-Guarda questo!- Frosty cominciò a sfogliare un volume dalla copertina rossa rilegata. Le pagine ingiallite contrastavano con le scritte nere.
-Di cosa parla?- domandò allora Alexia, intenta a vedere se tra tutti quei volumi c'era qualcosa che poteva piacergli.
-Della storia di questa cittadina, sembra interessante, credo che lo comprerò!- annunciò la riccia.
-Io invece prendo questo...- Alexia le mostrò un volume più nuovo e lucente – é un romanzo rosa che parla di due ragazzi di nome Alessia e Luca!-
Frosty strabuzzò gli occhi e prese a ridere -Chissà perchè lo hai scelto!- ma Alexia non gli diede troppa corda e insieme si avviarono alla cassa.
La commessa stava dando il resto a un ragazzo, che subito fu riconosciuto dalle due, nonostante fosse di spalle.
-Diego! Che ci fai qui!-domandò Frosty .
-Oh ragazze, anche voi appassionate di lettura!- scherzò il ragazzo riponendo in tasca le monete.
-Non credevo lo fossi anche tu!- costatò Alexia visibilmente sorpresa.
-E come non potrei, adoro leggere!- volse un sorriso smagliante alle commessa, che si ritrovò a arrossire imbarazzata -Allora grazie di tutto, è bello essere aiutato da una così bella fanciulla!- e con un rispettabile inchino teatrale, il corvino si congedò lasciando le amiche a bocca spalancata.
Che razza di damerino...ci prova con tutte....pensò Frosty posando sul bancone il libro, con un gesto abbastanza seccato.
 

 

Cristal continuava a correre per le strade imbiancate, tenendo lo sguardo sempre puntato all'orizzonte, per evitare di perdere il suo obbiettivo.
La poca gente che ci circolava in giro, non poteva fare a meno che chiedersi cosa avesse da correre tanto, e dagli sguardi che le lanciavano dicevano tutto.
I piedi le affondavano nella neve, mentre del fumo usciva dalla piccola bocca, appena coperta da una sciarpa.
-Cri-chan!!- sapeva che avrebbe sentito quella voce, eppure non si voltò, diede le spalle a Benna.
La riccia si fermò a pochi passi da lei, tese un braccio, la cui mano teneva una busta lilla.
-Prendi questi Cristal!-
La corvina le lanciò un occhiata di sufficienza, appena incuriosita da quello che aveva in mano.
-Cos'è?- chiese freddamente.
-Costumi...ho pensato che se dobbiamo spiare qualcuno, dobbiamo farlo con classe!- sorrise divertita Benna, mostrandolo una mantellina e un cappello stile Sherlock Holmes.
-Quindi suppongo che...-
-Si! Ti aiuterò...d'ora in poi chiamami...Benna Watson!- sorrise fiera, indossando un cappello in pelle marrone.
Ripresero a correre, fin quando non videro più chiaramente la figura di Zanark, svoltare un angolo e fermarsi.
Le due ragazze si appiattirono contro il muro sporco e i cassonetti luridi, per evitare di essere viste.
Il vicolo cieco era immerso nell'ombra e uno strano e inquietante silenzio dominava. Almeno fin quando dall'oscurità sbucò qualcuno.
-Allora?- la sua voce era rauca e impaziente di avere risposte- Come va con il piano?-
Zanark alzò le spalle con uno strana risata dipinta sul volto -Come deve andare...-
-Non scherzare con me Zanark!- lo ammonì quello che ormai avevano capito essere un uomo alto e robusto.
Il ragazzo assottigliò lo sguardo, riducendo gli occhi a due piccole fessure -Non bene, ho avuto un inconveniente!-
-Sai qual'è il tuo compito, e sai che succede se non lo porti a termine!- lo sgridò il tizio.
-Ne sono consapevole, ma non fallirò, ne stia certo!- e detto questo Zanark gli diede le spalle, ritornando su suoi passi.
Il vicolo ritornò a essere silenzioso e i cuori di Cristal e Benna ritornarono a battere in modo regolare. La riccia strinse le gambe al petto, poggiando con rammarico il mento sulle ginocchia.
-Allora...è vero...Zanark è....-gli occhi le divennero lucidi, nella sua testa risuonava ancora quella voce così forte e autoritaria, da far paura.
-Lo dicevo io...- la compagna si posò una mano sotto il mento, cominciando a torturare i suoi pensieri -Benna...non una parola di questa storia. Ce la faremo solo noi due!-
-Ma...come...non sappiamo nemmeno in cosa siamo coin...Ectiù!- si strinse ancora di più, nel tentativo di trovare calore, ma niente in quel momento
riusciva a darglielo.

-Forse intendevi in tre...- si voltarono di scatto, Cristal era già pronta a colpire, ma quando il ragazo si chinò fino a diventare della loro altezza, lo riconobbe -Tsurugi-kun! -
-Ho sentito tutto, vi darò una mano anche io, questa storia non mi quadra!- disse serio, poi si tolse la sciarpa e la avvolse al collo di Benna – Con questa dovresti stare meglio!- le disse premuroso.
La ragazza arrossì tutta e ringraziò balbettando.
-Se parli ti ammazzo!- lo minacciò Cristal, ancora non molto convinta.
Il blu ridacchiò alzando le spalle – Me ne farò una ragione! -
 

 

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-Largoooo!!- il grido acuto di Sakura risuonò per tutto il giardino, mentre si tuffava a bomba nella piscina delle terme.
Un enorme vasca era stata posizionata al centro, contornata da tante fiaccole tipicamente giapponesi, che illuminavano il luogo.
-Ah, come si sta bene!- disse la rosa, mentre si godeva il tepore dell'acqua calda sulla pelle.
I capelli rosa le ricadevano morbidi sulle spalle, mentre si lasciava tranquillizzare dal vapore che caratterizzava quell'aria.
Un alto muro in legno separavano la parte maschile da quella femminile, e il bello era che era senza buchi, così che nessun pervertito potesse sbirciare.
Uno dopo l'altro tutte le ragazze entrarono nella piscina, ovviamente dopo essersi fatte una doccia veloce con del sapone e risciacquate son dell'acqua di un catino.
Benna strinse ancora di più l'asciugamano al suo corpo. Non era abituata a fare il bagno insieme alle altre ragazze, in Occidente infatti, questa pratica non è contemplata.
E poi c'era la vergogna, certo erano tutte ragazze, ma la vergogna comunque restava.
-Forza ragazze! Venite si sta benissimo!- gridò Kumiko con un gesto della mano, invitando non solo Benna, ma anche Emma, Alexia e Frosty, che erano in piedi ancora avvolte nell'asciugamano.
-Preferisco...di no...-rispose titubante Alexia -Mi vergogno!-
-Forza, siamo tutte donne in fondo!- la incoraggiò anche Ame.
Alla fine cedettero tutte, entrarono molto lentamente, ma non si tolsero gli asciugamani di dosso.
Benna si appartò in un angolo. Poggiò la schiena al muro di legno e unì le gambe al petto.
Il vapore caldo le dava un senso si assoluto riposo, i capelli ricci e bagnati le cadevano dietro la schiena.
Sospirò, quello che aveva passato quella mattina era stato uno shock per lei.
Non poteva credere che ci fosse qualcuno deciso a distruggere la scuola, chi poteva mai fare una cosa simile?Chi stava manovrando Zanark?.
Pensava e ripensava a quella voce così fredda e rauca, che l'aveva fatta venire i brividi lungo la schiena. Ma pensava anche a Tsurugi, era stato molto gentile con lei, le aveva dato la sua sciarpa, di cui ancora riusciva a sentire l'odore.

 

Intanto dall'altra parte del muro, anche i ragazzi erano pronto ad entrare nella vasca, o meglio, erano pronti a origliare.
-Allora? Chi è con me?- chiese Ibuki al resto dei compagni, infatti era lui il capo di tutto quel complotto. Con un alzata di mano, Luca, Hayato e Diego furono i primi a unirsi.
-State facendo una sciocchezza!- li sgridò Eric incrociando le braccia.
-Tanto lo sappiamo che piacerebbe anche a te vedere Tsuboni...- rispose il bianco malizioso.
Eric arrossì violentemente, già pensando alla sua fidanzata che si stava facendo il bagno al di là di quel muro. Scacciò quel pensiero e ritornò serio -L'ho detto e l'ho ripeto, se vi beccano siete nei guai!-
I quattro ragazzi tastarono la parete, alla ricerca di un qualche buco da cui sbirciare, ma si dovettero arrendere subito all'evidenza che non c'era nessun foro.
-Poco male...-cercò di consolare i compagni Ibuki -Vorrà dire che origlieremo!- e incollarono l'orecchio al legno, in attesa che qualcosa giungesse a loro, in modo dare che la loro immaginazione potesse partire.
Tsurugi sembrava essersi isolato dagli altri, stava poggiato con la schiena a una roccia, e le braccia posate su di essa, mentre si godeva il bagno.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, pensando a come i suoi compagni potessero essere così pervertiti. Fu in quel momento che il respiro venne a mancare, sentì l'acqua sommergerlo, come se fosse un onda alta sei metri.
Il respiro gli mancò per un paio di secondi, e il blu già credeva di essere morto.
Vide una luce dall'alto, e finalmente quando arrivò a toccarla, l'aria tornò nei suoi polmoni.
Si guardò intorno per vedere chi gli aveva fatto quello stupido scherzo, ma con orrore si accorse di non essere più nel bagno dei maschi.
-Tsu-Tsurugi che ci fai qui!?- inorridita, Benna strinse ancora di più l'asciugamano, quando vide dei capelli blu spuntare accanto a lei.
-Shh! Sta zitta!- il ragazzo ammonì subito le sue grida e cercò di nascondersi dietro una roccia.
-Non so come ci sono finito, ma devo tornare di là!-
Benna era tutta rossa, ma non perse tempo e cercò di individuare una potenziale via di fuga.
Dell'ingresso principale non se ne parlava, era occupato dalle ragazze, e lo stesso valeva per quello di emergenza. I muri erano troppo alti, non sarebbe riuscito a superarli. E allora?
-Ma si può sapere da dove sei sbucato?- gli chiese ancora la riccia, rossa più che mai in volto.
-Non lo so! Mi sono ritrovato all'improvviso qui!- si giustificò Tsurugi, anche lui imbarazzato per quella situazione.
-Ehi Benna, con chi stai parlando?- si intromise Emma, vedendo che l'amica sembrava parlottare da sola.
-Nessuno! Sono sola qui!- con una spinta la Finetti spinse sul fondo il blu -Vai tranquilla Emma, sto bene!- l'italiana annuì e tornò a chiacchierare con le
altre.

Sott'acqua Kyousuke vide un buco, da cui suppose di essere entrato per arrivare lì. Se riusciva a raggiungerlo era fatta.
Quando riemerse raccontò tutto a Benna, la quale annuì decisa. Ora serviva un modo per distrarre le ragazze.
-Ehi guardate lassù, c'è un ufo!- si alzò in piedi, puntando il dito verso il cielo punteggiato di stelle.
Tutte si girarono a guardare, e in quell'istante però l'asciugamano di Benna cadde in acqua.
Tsurugi stava per entrare nel buco, quando la vide. Fortunatamente però tutto quel vapore fungeva come una specie di nebbia, e non riuscì a vedere nulla, tranne il viso rosso della riccia.
 

 

Il blu sbucò dall'altra parte, nel bagno maschile. Ce l'aveva fatta, nessuno l'aveva visto, non sarebbe stato etichettato come guardone, c'era mancato pochissimo.
-Ehi Tsurugi dove eri finito?- gli chiese Tenma avvicinandosi.
Il ragazzo sospirò- Ero...solo...in apnea...-
Nulla era cambiato in quel frangente di tempo in cui era stato via.
Il gruppo di perverti stava ancora cercando di origliare, mentre gli altri erano ancora tutti i ammollo.
Girò lo sguardo, e vide Zanark appoggiato alla parete.
Che fosse stato lui...a spingermi in quel buco...sapendo che mi sarei trovato dalle ragazze?...


 

...

 

Finita l'ora del bagno, agli studenti fu data un stanza in cui potersi riposare, prima del rientro in albergo.
Benna strinse il bicchiere di latte che aveva in mano. Chissà se Tsurugi l'aveva vista nuda, chissà cosa avrà pensato, chissà chi l'aveva spinto in quel buco. Molti pensieri le offuscavano la mente.
Kyousuke le picchiettò un dito sulla spalla, dicendole di chiamare Cristal e andare fuori, perchè aveva qualcosa di molto importante di cui parlare.
Benna chiuse la porta e si mise in ascolto. Il ragazzo raccontò tutta la vicenda del buco, ovviamente tralasciando vari dettagli che avrebbero potuto far arrabbiare non poco Cristal.
-Capisco...-annuì gravemente la corvina – A quanto pare dobbiamo stare molto attenti. È tutto qui?-
-Si...-
-Allora io rientro – Cristal rientrò nella stanza e Benna e Tsurugi rimasero soli.
Il silenzio calò per svariati secondi, in cui la castana non aveva osato alzare lo sguardo.
-Tranquilla...-proruppe il blu di punto in bianco- Non ho visto nulla che non sia il tuo bel viso...- allungò una mano che fece passare su tutta la guancia destra della ragazza, fine al limite del labbro.
-Eri sporca di latte!- le disse ridacchiando, aprì la porta e tornò dagli altri.
Benna si toccò la guancia ancora calda, e subito un pensiero fulmineo le balenò in testa.
Ma...io non ho ancora bevuto il mio latte?!





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Angolo autrice:

Allora? Cosa ne pensate di questo capitolo? ^^.
Spero di cuore che tutti i tre i capitoli della gita siano stati graditi, perchè dal prossimo si torna tra i banchi di scuola, e quindi anche agli altri OC.
Dovete sapere che per questo capitolo in partcolare, sopratutto la parte delle terme, o fatto una ricerchina :3 per evitare di dire fesserie ^^.
La pratica giapponese di lavarsi prima di fare il bagno si chiama OFURO : consiste nel lavrsi in degli speciali locali, con del sapone e sciacquarsi con un catino, tutto questo seduti su degli sgabelli. Dopo di che si entra nella vasca. 
-Voi che ne pensate di questa pratica? 
- A me personalmente piace, ma solo se sono a casa e mi lavo da sola, perchè fare il bagno in compagnia non mi alletta molto >//<.
Detto questo se volete saperne di più potete vedere l'espisodio 9 di Nisekoi (anime bellissimo che consiglio, e da cui ho preso ispirazione).
Dopo questo papiro vi saluto, a presto.

Elisachan


*Oshioka è un nome completamente inventato da me 

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Capitolo 10
*** La Bella addormentata nel bosco ***


Capitolo 9


La Bella addormentata nel bosco  

 

 

-Il ruolo di Aurora sarà interpretato da Vanille, mentre il principe Filippo da Tayou. Poi le tre fate madrine saranno: Akane con il ruolo di Flora, Kimberly sarà Fauna e Kaori Serenella.
In conclusione, Malefica sarà...Faith!-
Dopo il loro rientro in accademia, i ragazzi avevano trovato la scuola tappezzata di volantini che ritraevano lo spettacolo che la classe 1A stava organizzando. Il tema era la “Bella Addormentata”.
La professoressa aveva appena finito di annunciare le parti, che la campanella suonò facendo finire l'ora.
-Per tutti gli altri, scrivete su questo foglio cosa volete fare – e uscì dall'aula indicando un foglio bianco appeso alla lavagna.
-Allora? Tu che farai?- chiese Manabe avvicinandosi al banco di Minaho, dove il ragazzo stava sistemando i libri.
-Mi occuperò della scenografia, anche se non credo che ce la faremo in tempo, siamo pochi in classe – costatò l'arancione,enigmatico.
-Io penserò alla musica...ma credo che ci sia qualcosa che possiamo fare. Conosco una persona che non mi dirà mai di no!- uscirono di corsa dalla classe alla ricerca di questa persona.
Girarono tutta la scuola, e alla fine la trovarono alla caffetteria, intenta a mangiare una fetta di torta.
-E così...- iniziò Benna ingoiando un boccone – Vorreste il mio aiuto per montare la scenografia...-
-Puoi aiutarci Benna-san?- chiese speranzoso Manabe.
La riccia sembrò pensarci su qualche secondo, ma alla fine annuì con un sorriso soddisfatto -Grazie per aver scelto Benna! So io cosa fare!-
I due giorni che vennero a seguire, furono molto faticosi per tutti.
Alla costruzione della scenografia si erano aggiunti anche alcuni ragazzi del secondo anno, come Ibuki o Shindou, tutti animati dallo spirito di Benna. (Oltre al fatto che la castana li aveva costretti).
Mentre intanto c'era Ame che, siccome non era adatta a questi lavori, aveva deciso di dare il suo contributo in modo diverso.
-Bene...-cominciò sedendosi sulla cattedra – Direi di cominciare con la scena in cui le tre fate regalano i doni ad Aurora!- sbattè un paio di volte il copione sulla superficie del tavolo, intimando ai ragazzi di cominciare.
-Allora comincio io...- Akane si avvicinò alla culla messa al centro dell'aula, in cui durante la prima ci sarebbe stato il bambolotto.
-Principessa...- cominciò alzando in aria la bacchetta – Il mio dono è la....- strizzò gli occhi per leggere quella strana parola che compariva sulla sua battuta - ...la...bel...beltà! Ma cos'è?-
Ame guardò il suo copione e rispose, un po seccata direi – Sarebbe la bellezza Akane, avanti un altro!-
Fu il turno di Kim, che si avvicinò al lettino con un fare piuttosto annoiato – Io ...ti dono il canto!- disse colpendo la culla con il bastoncino. Si interruppe un secondo, riflettendo -Ma che razza di dono è? ...Io avrei preferito una cosa più utile...-commentò alzando le spalle.
La Munemasa si accasciò sulla cattedra, sospirando fortemente -...qualcuno mi salvi....-
-Tocca a me Ame-san! - Kaori si fece avanti sorridendo, iniziò ad agitare la bacchetta davanti alla culla – Io sono Serenella...e ti dono....- si fermò, ora secondo la battuta, doveva toccare a Malefica.
Faith cominciò a ridere sguaiatamente, muovendo le mani e ringhiando anche -Io sono Malefica!!- gridò.
-Stop!- spazientita, la regista fermò tutto – Faith! Tu sei una strega non un mostro,non devi ringhiare!- la sgridò con un sorriso forzato.
La bionda incrociò le braccia offesa -Stavo solo cercando di dare più carattere al mio personaggio...-cercò di giustificarsi -...A cui tra l'altro...sento manca qualcosa....-
-E cosa?- chiese subito curiosa la bianca – Cosa ti manca?-
La Mason non rispose, bensì prese a fissare un ragazzo apparso sulla soglia della porta, con uno strano ghigno in volto.
-Si, insomma...ogni cattivo che si rispetti a un aiutante. E se vogliamo proprio rispettare la fiaba, Malefica aveva un corvo con se – il ragazzo dai capelli rosa che stava fissando, sussultò, vedendo come gli occhi cremisi di Faith si stavano assottigliando di furbizia.
Con due falcate raggiunse Kirino sulla porta, e lo portò al centro della classe – Perciò Ame...ti presento la mia cornacchia!-
Kirino si stizzì -Come prego?! Guarda che io ho già il mio ruolo nello spettacolo, sono l'albero!- cercò di dare quel tono di importanza alla parola, ma che non aveva per niente.
-Invece...trovo che l'idea di Faith sia giusta...ci sarà un albero in meno in scena!- sorrise la bianca.
Un quarto d'ora dopo, Kirino di ritrovò coperto di penne nere, e con un grosso e lungo becco giallo sul viso.
Sospirò sonoramente, afflosciando verso il basso la schiena, e chiedendosi come si fosse ritrovato così.
 

Ormai mancava veramente poco allo spettacolo, la scenografia era finalmente montata, grazie al prezioso aiuto delle classi seconde, mancava solo una cosa, che tutti gli attori avevano aspettato con impazienza.
Nella classe, dove ormai era solito fare le prove, era stato messo un telo bianco, dietro il quale gli attori dovevano provare i costumi, finalmente arrivati.
Vanille era dentro che si stava cambiando, mentre Taiyou fuori, si stava guardando allo specchio, portato da Tsuboni.
-Non lo so...- disse dubbioso, mentre lo specchio rifletteva la sua giacca bianca con le spalline blu – Non mi convince molto...-
-Ti sbagli invece!- lo corresse subito Tsuboni – Ti dona molto, è perfetto per te!-
-Concordo – aggiunse Ame, lisciandogli la giaccia – Ti sta molto bene!-
Lo specchio riflesse il sorriso compiaciuto del ragazzo, sorriso non solo dovuto ai complimenti delle due ragazze, ma anche al fatto che avrebbe visto Vanille con indosso il suo, di costume.
La castana scostò la tenda bianca – Guardate! Sono stupenda!- disse uscendo allo scoperto.
Taiyou divenne tutto rosso, ma cercò di non darlo a vedere troppo, mentre intanto Ame e Tsuboni riempivono la primina di complimenti.
I costumi erano stati fatti dalla fidata stilista amica della madre di Vanille, Mako.
Proprio la stessa stilista che aveva creato loro i costumi per lo Star Show.
-Vi...ringrazio...- sussurrò la castana, perchè solo ora si era accorto di Taiyou. Si fermò un instante a guardarlo, mentre intanto anche le sue guance si
coloravano.

L'arancione sorrise -Stai...benissimo...- le disse, fecendole palpitare il cuore.
Vanille indossava un abito con scollo a cuore, pieno di brillanti, una pomposa gonna rosa che arrivava fino ai piedi, e in testa aveva una corona di fiori.
Quel momento di imbarazzanti silenzio tra i due, fu interrotto da Tsuboni.
-Scusate...-chiese la corvina – Ma dove sono i costumi per le fate?-
-Li sta portando Akane...dovrebbero essere qui a momenti...- rispose Kaori.
 

 

 

Akane correva per i corridoi, impugnando in mano le tre grucce che nascondevano gli abiti.
-Devo sbrigarmi...devo sbrigarmi...-ripeteva con il fiatone. Si fermò solo quando un vestito le cadde a terra.
-Tieni – si girò per prendere l'abito, ma qualcuno glielo stava già porgendo.
Riconobbe subito quegli occhi color perla – Oh Tenma, grazie mille!-
-é una fortuna averti incontrata...- iniziò il castano -...Volevo farti gli auguri per la recita, sono sicuro che sarei fantastica!-
Akane nascose il viso dietro i vestiti, per non dare a vedere il suo rossore -Grazie...vedrai, darò il massimo!-
-Verrò a vederti! Ci conto sai!- gli diede un pacca leggera sulla spalla, per poi correre via nella direzione opposta alla rossa.
Quando Akane entrò in classe, distribuì in fretta gli abiti alle compagne, che subito si andarono a cambiare.
Gli abiti delle tre fate erano uguali per quanto riguarda la forma. Un vestito con scollo a cuore, una gonna di tulle che arriva un po più su del ginocchio, delle ballerine e in testa un cerchietto con un piccolo capellino da fata.
Cambiano solo i colori, che per Akane è il rosso, per Kim il verde e per Kaori il blu.
La rossa strinse il corpetto del vestito.
Per Tenma...farò del mio meglio...lo farò per Tenma...
 

_____________________________________________________________________________________________________________
 

 

E così arrivò il giorno tanto atteso.
Erano le tre del pomeriggio quando la sala principale stava cominciando a riempirsi di studenti, professori e anche persone al di fuori dell'accademia, compresi alcuni genitori.
Ma Vanille sapeva che sua madre non poteva essere qui, perchè occupata con una sfilata molto importante, ma non le importava.
Questa recita era importante per lei, ma non quanto la soddisfazione di vincere il premio come Star Queen. Ma non è il momento di pensare a questo.
-Tranquilla, vedrai che andrà tutto bene...- Taiyou le circondò la vita da dietro, con le braccia.
La castana sussultò, cominciando a sudare e arrossire, si divincolò velocemente dall'abbraccio, guardando l'arancione a occhi spalancati.
-Scu...scusa non volevo spaventarti...- le sussurrò Taiyou, pensando di averla fatta spaventare.
-Non...abbracciarmi...odio gli abbracci...-gli rispose seria, poi si girò e si allontanò, lasciando il ragazzo basito.
-Cinque minuti all'apertura del sipario!- gridò Benna, e subito tutti i ragazzi cominciarono gli ultimi preparativi.
Manabe si sedette alla sua postazione, davanti al microfono e con il copione in mano, lui avrebbe pensato a narrare la vicenda.
Le tende rosse si aprirono, rivelando la scenografia dell'interno di un castello, con due troni e una culla, dove giaceva un bambolotto che simboleggiava la piccola Aurora.
-Tanto tempo fa...-cominciò il lilla – In un regno lontano, lontano vivevano due sovrani, che un giorno ebbero una figlia che chiamarono Aurora. Per festeggiare il suo arrivo tanto atteso, indettero una cerimonia a cui invitarono tutti i loro amici, e tra questi c'erano tre fate -
Sulla scena comparvero Akane, Kim e Kaori. La prima di queste era rigida come un ciocco di legno, si avvicinò con passo robotico alla culla, sollevò meccanicamente la bacchetta, pronta per recitare la sua battuta, che avrebbe aperto tutto lo spettacolo.
Eppure...le parole non venivano.
Accidenti...panico da palcoscenico...non ricordo la mia battuta, che dovevo dire? Mi dispiace Tenma...ho fallito...
Mentre la ragazza si mordeva il labbro, frustrata, dal buio degli spalti gli occhi di Tenma scintillavano, mentre mentalmente cercava di incoraggiare la sua amica.
Tutto quel silenzio carico di tensione, fu assolto da Kaori, che cominciò a parlare con molta enfasi.
-Oh Flora cara...ma quante volte ti ho detto che non devi dare tu il primo regalo alla principessa...se ancora non lo hai pensato...- l'ammonì avvicinandosi alla rossa – Lascia...sarò io la prima...- la mise da parte e si concentrò sulla culla. Batté con la bacchetta sul bordo in legno del lettino, dicendo – Principessina...io ti dona la bellezza! Che tu possa crescere e sbocciare come una rosa!-
Akane che da un primo momento aveva perso lucidità, si ricompose in fretta, cercando di restare al gioco, ormai era in ballo e doveva ballare.
-Hai ragione Serenella...sono davvero troppo avventata nelle mie azioni! Ma ora che ci ho pensato offrirò anche io il mio dono!- alzò il bastoncino dicendo – Io ti dono il canto! Che tu possa incantare il popolo con la tua voce!-
Kim era rimasta in disparte per tutto il tempo, anche lei confusa da quell'improvviso cambio di battute. La schiena le si indurì, quando sentì che Akane le aveva rubato la battuta.
-Come scusa?!- sbottò avvicinandosi – E ora io che le regalò?!-
Tutto il pubblico scoppiò in una risata, credendo che faceva tutto parte della scena, ma Kimberly non rideva affatto.
-No! Adesso ditemi cosa le regalo io!- continuò aggressiva.
-Calmati Fauna...- l'addolcì Kaori – Prova a pensare a qualcosa...-
La fata verde si avvicinò alla culla – Ok d'accordo...allora...il mio dono sarà...-
La scena si interruppe, quando Manabe da dietro la quinte, spinse sulla tastiera il tasto dei fulmini.
Subito il rumore forte si diffuse in tutta la sala, mentre intanto del fumo compariva sul palco.
Da esso si vide comparire una figura slanciata, di un abito nero e viola con lunghi stivali neri.
Due corna sulla sommità del capo e un lungo bastone con una perla verde in cima.
Una risata malefica fece trasalire tutti, tant'era realistica.
-Malefica è arrivata!- esclamò Faith, mentre dietro c'era Kirino, rosso dalla vergogna di essere un corvo.
-Che ci fai qui?!- gridò rabbiosa Flora -Non sei stata invitata Malefica!-
-Oh...davvero?...- la strega si finse offesa, scostandosi il mantello nero e dando loro le spalle -é che questa mattina sono entrata su Facebook...e ho visto di questa festa. Così ho deciso di farvi una sorpresa e venire!- disse controllando il cellulare -Ma!- lo lanciò per terra – Dato che non mi volete, me ne vado...-
-Siete sicura che non vi siete offesa, di grazia?- le chiese gentilmente la ragazza che interpretava la regina.
Faith rispose con un ghigno -Ma sicuro! Anzi per dimostrarvelo...donerò anche io qualcosa alla principessa!- si avvicinò velocemente alla culla, seguita da Kirino.
Alzò il suo bastone, la cui perla in cima cominciò a brillare, mentre altro fumo compariva sul palco -Che questa ragazza, il giorno del suo sedicesimo compleanno, posso morire punta da un fuso!- e con un altra risata svanì dietro le quinte, sempre seguita dal suo fedele corvo, che le andava dietro con qualche verso acido.
Intanto il re e la regina di erano accasciati a terra, tristemente addolorati.
-Non si preoccupai vostra altezza...- disse Akane – Fauna non ha ancora dato il suo dono, forse può fare qualcosa...-
-E certo!- sbuffò la verde -Tocca sempre a me risolvere i problemi, che rottura...- ma comunque ubbidì, decretando il suo incantesimo – che questa principessa non muoia, ma riposi per cento anni, fin quando il bacio del vero amore la risveglierà!-
Con queste parole, il sipario si chiuse, decretando la conclusione del primo atto.

Uno dopo l'altro tutte le scene si susseguirono, fin quando non arrivò il momento della tanto attesa scena finale.
Il tendone rosso si aprì per l'ennesima volta, mostrando un letto a baldacchino, dove giaceva Vanille, con le braccia sullo stomaco e gli occhi chiusi.
A tutti i presenti diede un senso di estrema tranquillità, peccato però che non sapevano quanto in realtà fosse confusa la sua mente.
Ok, calma...questa è la scena finale...ora Taiyou deve baciarmi. Certo, potrei alzarmi e inventare una nuova battuta a momento...ma sento che il pubblico vuole il bacio...è solo un bacio di scena...già.
I suoi pensieri si interuppero quando sentì che il ragazzo era accanto a lei, pronto a fare il suo dovere di principe, anche se era visibilmente imbarazzato.
Si avvicinò, mentre il corpo di Vanille cominciava a tremare.
Ora.
Le loro labbra si unirono, e Vanille riaprì gli occhi azzurri.
Taiyou la portò al centro del palco, dove un riflettore li illuminò entrambi.
-Principessa...dopo una lunga ricerca finalmente vi ho trovato...-cominciò l'arancione prendendole le mani delicate- ...ti amo...Vanille...-
La castana chiuse gli occhi – Anch'io ti amo...Taiyou...-
Ora voi vi aspettate gli applausi e i gridi di felicità per una recita appena conclusa, ma non fu così.
Il pubblico restò in silenzio, incapace di capire cosa le loro orecchie avevano appena sentito.
Come avevano fatto Aurora e Filippo a diventare quegli sconosciuti Taiyou e Vanille? Si chiedevano tutti.
Sul palco i due ragazzi sbiancarono, l'avevano fatta grossa.
-Ehm...questo è quello che ho sentito dire al castello...- inprovisò il ragazzo a momento – Vanille è ...una mia cameriera...e l'ho sentito dire queste parole dal...panettiere, si, il panettiere di corte che...si chiama Taiyou...a quanto pare quei due si amano!-
Vanille rise -Avete ragione...cent'anni fa ho sentito la loro storia...si diceva che si piacevano in segreto, bhe almeno sono felice di essermi risvegliata e sapere di una così buona notizia!-
-Allora ...direi che tocca anche a me, principessa...- Taiyou le prese il volto tra le mani -Ti amo...Aurora!-
-Anch'io vi amo, principe Filippo!- e con quest'ultimo bacio, la scena si concluse veramente, con un caldo applauso del pubblico.
 

 

...

 

Quando il sole cominciò a tramontare e il cielo si tinse di rosso, la recita era ormai finita.
All'ingresso della scuola, stavano Taiyou e Vanille, in piedi uno davanti all'altro, a testa bassa e in silezio.
-Allora...-cominciò a un certo punto il ragazzo – Ti è piaciuta la mia recita? -scherzò grattandosi il braccio con imbarazzo.
-Sei stato bravo!- rise la castana -Ma...riguardo a quello che ha detto prima...era...si, insomma...vero?- disse quelle parole con un forte rossore sul viso.
-Vanille...io...-
Come spesso accade in queste situazioni, c'è sempre qualcuno pronto a rovinare questi momenti così importanti, ma la persona che la fermò questa volta, nessuno sapeva chi fosse, nessuno eccetto Taiyou.
-Taiyou-kun!- una voce zuccherosa fece gelare nelle vene il sangue dell'arancione.
Non si voltò nemmeno, perchè la proprietaria gli si era appiccicata al braccio. Era la classica ragazza bionda, dai capelli legati in una coda alta e con una ciocca che copriva l'occhio sinistro castano.
-Ka...Karaya che ci fai qui?!- gridò sorpreso Tayou, cercando di scollarsela di dosso.
-Come?- fece lei dolce – Non posso venire a trovare il mio fidanzato!? Che tra l'altro a fatto una fantastica recita?-
Vanille sgranò gli occhi, tenendo a stento le lacrime, quando Karaya le volse un occhiata.
-Ciao!- disse sorridente – Tu sei la ragazza dello spettacolo, piacere sono Karaya!-
-Il...piacere è tutto mio...sono...Vanille...- le lacrime ormai volevano uscire e la castana non poteva non trattenersi – Scusate...-interruppe con un singhiozzo – Devo andare!-
E corse via dentro la scuola, con le lacrime che le rigavano il volto, ma era strano per lei, perchè non aveva mai pianto per un così futile motivo.
Taiyou intanto la guardava andare via, con il cuore spezzato.   
Mi dispiace...Vanille...



Angolo autrice:

Finalmente ritorno con questo capitolo! ^.^ Spero vi sia piaciuto e vi abbia fatto divertire!
Tanto lo so che ora mi odiate per il finale, ma a me sta bene così, sono soddisfatta :P 
Scusate eventuali errori ^^"  e ora le domande: Chi sarà Karaya? Come finirà con Taiyou e Vanille? 
Ci vediamo al prossimo capitolo!

PS Karaya è un oc di Cristalli26 

Elisa


 

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Capitolo 11
*** La gara di nuoto ***


Capitolo 10

La gara di nuoto 

 

 

-E così...sei venuta solo per trovare Taiyou...- Kumiko poggiò i gomiti sul tavolo della caffetteria, guardando curiosa Karaya.
-Esatto!- esclamò questa con un sorriso.
-E le ...- la corvina abbassò tono di voce -...le Star Shine?-
-Tutto ok, hanno appena annunciato alla stampa che si prenderanno dei giorni di riposo lontano da tutti. Le altre sono già partite per trovare la famiglia, ma io ho deciso di venire prima qui!- spiegò la bionda.
Kumiko sospirò -Senti Kara-chan...non credi che forse Taiyou...non provi...si insomma...-
-Oh! Ti riferisci a quella ragazza dagli occhi azzurri! So che è molto amica di Taiyou, quindi forse le chiederò qualcosa!- esclamò ancora Karaya, sempre più convinta.
-Appunto...grande amica...- Kumiko conosceva Vanille, erano nello stesso gruppo di pattinaggio in fondo, e sapeva cosa aveva la primina negli ultimi giorni.
 

Flashback

-Ehi Vanille, si può sapere cos'hai ultimamente ?- Kumiko si sedette sulla panchina affianco all'amica – Sembri turbata...-
-Sto bene...-mentì la primina coprendosi il viso con un asciugamano.
-So che non è così, potevi fare di meglio durante l'allenamento, ma sembri deconcentrata...- la riprese anche la corvina.
-Posso parlare con te?- chiese Vanille con la voce un po' spezzata.
La ragazza dagli occhi acqua marina sorrise teneramente -Parla ...-
-Si tratta di Taiyou, qualche giorno fa...è venuta una ragazza a trovarlo...e...non so perchè, ma ci sto male...-
-Chi è questa ragazza?- domandò Kumiko bevendo un sorso d'acqua.
-Mi sembra si chiami...Ka...Karaya si!- Kumiko tossicchiò, si era appena strozzata con l'acqua a solo sentire quel nome.
-Kumiko-san!- Vanille, impaurita, cominciò a darle delle pacche sulla schiena per farla rianimare.
-Sto bene...-rispose questa con un ultimo colpo di tosse.
-Conosci questa Karaya?- le chiese allora la primina, con negli occhi una strana luce.
-Ehm...bhe...- tra vagì la corvina - ...Forse...-

Flashback

 

 

Aveva promesso a Vanille un aiuto, anche se sapeva che sarebbe dovuta andare contro una delle sue migliori amiche. Eppure, voleva agire non solo per Vanille, ma anche per Karaya, che sapeva che poteva trovare di meglio.
Vide la bionda alzarsi dal suo posto e correre fuori.
-Aspetta, dove vai?!- le chiese urlando.
Karaya le fece un cenno con la mano – Vado a cercare Taiyou-kun!- e superò le porte della caffetteria.
Intanto a un altro tavolo stava Vanille, intenta a fissare con fare assorto la sua scodella di ramen ancora piena.
Non aveva ancora alzato lo sguardo da quando era lì dentro, e non sembrava avere intenzione di farlo.
-Andiamo Vanille...così mi annoi veramente...-sbuffò Faith portando le braccia dietro la nuca e lasciandosi cadere sullo schienale della sedia.
-Non posso credere che quel stupido ti abbia trattato così!- Akane battè violentemente un pungo sul tavolo -Merita una punizione esemplare!-
-Non ti scaldare Akane...-mugugnò Faith tranquillamente – Non è il caso...-
-Non posso restare ferma a guardare! ...Se lo prendo...farà una brutta fine...- disse serrando i denti.
-Ehi Vanille, tu sei d'accordo?- ma la castana non rispose alla domanda della Mason.
Continuava ancora a fissare la sua ciotola, con quel liquidi rossiccio fermo e immobile ancora lì dentro, mentre i suoi occhi erano velati di una grande tristezza.
-Ora basta!- Akane si alzò in piedi spazientita, attirando l'attenzione di tutti su di sé – Taiyou, farai una brutta fine te lo giuro!-
-Chi..chi è che dovrebbe fare una brutta fine?- quella voce fece rabbrividire la rossa.
Si girò lentamente e incrociò lo sguardo sbiancato di Tenma, con il vassoio in mano.
-Ora ci sarà da divertirsi!- rise Faith poggiando i gomiti sul tavolo, per assistere meglio alla scena.
-Ehm...cia...ciao Tenma...di che stai parlando?- la rossa era visibilmente in imbarazzo.
-Hai appena detto che farai fuori il mio amico...-costatò il castano con una punta di paura.
Akane rise sguaiatamente, nascondendo lì tutto il suo imbarazzo per la situazione -Ma cosa dici!?- gridò dando al ragazzo una forte pacca sulla spalla, che lo fece piegare in avanti – Stavo solo scherzando!-
-Non sembrava...-riprese ancora Tenma -Sembravi molto arrabbiata...-
La ragazza prese a dargli pacche in modo ripetitivo -Ma figurati, io scherzo sempre così!- fino a quando non tornò dalle amiche sconfitta dalla figuraccia, lasciando Tenma a pensare a cosa fosse appena successo veramente.
-Te la potevi risparmiare Akane...- la canzonò Faith mettendo in bocca un pezzo di carne.
La ragazza dagli occhi smeraldini si sedette e si accasciò sul tavolo tristemente.
Solo la voce arzilla e contenta di Kaori, appena entrata in caffetteria, le fece alzare il viso.
-Ragazze, ragazza guardate!- esclamò la presidentessa mostrando un volantino -La scuola organizzerà la sua prima gara di nuoto!-
-Oh davvero?- parlò finalmente Vanille – E chi dovrete sfidare?-
Kaori lesse attentamente il volantino - ...L'accademia Baia dei Pirati...il nome non promette bene...-
-Saranno tutti sconfitti!- al tavolo si avvicinò Kimberly – da me ovviamente!-
-Non sappiamo le modalità della gara – la richiamò Kaori – Potremmo anche essere nella stessa squadra!-
-Poco importante -ribattè ancora alzando le spalle -Tanto vincerò io!-
-Però ora che ci penso...i nostri allenatori non hanno ancora detto nulla...forse lo faranno oggi dopo le lezioni!-

 

 

Come detto da Kaori, dopo le lezioni le due ragazze si precipitarono i piscina.
Percorsero correndo la stradina ciottolosa, fino a fermarsi davanti alla costruzione bianca, notando che il giardino era pieno di studenti.
-Dici che ce lo diranno qui fuori?- chiese Kim alla biondina, che annuì un po' insicura.
Si mescolarono agli studenti, che continuavano a parlottare tra loro abbastanza confusi da quella situazione, quando due uomini comparvero.
Erano entrambi molti alti e muscolosi, il primo, che esordì, aveva una barba incolta e una piccola calvizie -Ragazzi! Ben trovati!- il mormorio cessò e tutti drizzarono le orecchie.
-Sappiamo che molti di voi hanno visto appeso alla bacheca della scuola il volantino con la gara! Ebbene per chi non lo sa, sappiate che tra tre giorni ci sarà la prima gara di nuoto indetta da questa scuola!-
-Ragazzi!- la parola passò a un altro allenatore, un uomo di colore dalla voce rauca, simile a quella di un coach di football – Dovete dare il massimo! Sarà un tutti contro tutti, ne resterà solo uno, un vero uomo!-
I ragazzi drizzarono tutti la schiena, nessuno sapeva chi tra di loro e l'altra scuola, avrebbe vinto.


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Quando arrivo il fatidico giorno, nell'istituto c'era grande fermento, esattamente come quello che c'era stato un anno prima durante la gara di atletica.
L'edificio che conteneva era stato riccamente decorato da bandierine e striscioni.
Entrando si poteva notare quante persone avessero già preso posto sulle gradinate, talmente tante che gli ultimi arrivati dovevano accontentarsi del pavimento.
Alcuni atleti erano già in acqua che facevano qualche bracciata di riscaldamento.
Il rumore degli scrosci d'acqua veniva affiancato dai gridi di incitamento di tutti i ragazzi, nonostante la gara non fosse ancora cominciata.
-Pronta a perdere?- domandò sarcastica Kim, mentre si stirava la schiena chinandola in avanti.
-Potrei dirti la stessa cosa -ribatté Kaori stirandosi i muscoli delle braccia e cominciando una leggera corsetta sul posto.
-Mangerai la mia polvere presidentessa!- aggiunse ancora la castana.
-Non mi abbasso a prendere in giro l'avversario, ma questa volta è diverso...preparati a pulire il pavimento con la tua sconfitta!- la punzecchiò Kaori con decisione.
Nel frattempo sugli spalti Frosty era seccata da una situazione che ormai era solita trovare quando veniva in piscina ad assistere a qualche allenamento per ammazzare il tempo perso.
Si batté una mano in fronte, mentre sospirava per l'ennesima volta.
-Che succede?- chiese ingenuamente Emma, mentre si metteva in bocca un pop corn.
-Succede che io non sopporto più l'entourage che Diego si porta dietro!- rispose indicando con il pollice dietro di se.
Le solite ragazze erano lì, armate di cartelloni e festoni con la scritta glitterata del nome del ragazzo, incorniciata da grossi cuori rossi e rosa.
Emma ridacchiò -Che c'è Frosty, vuoi forse unirti a loro?- la punzecchiò lanciandogli un poc corn.
-Figurati se i mi mischio a quelle ochette!- ribattè offesa e incrociando le braccia.
-Frosty fa la dura...-si intromise Alexia -Ma tanto sappiamo qual'è la verità...- poi si alzò in piedi di scatto e cominciò a gridare -Forza ragazzi siete i migliori!-
-Quanta euforia ...-la canzonò Luca sedendosi accanto alla corvina -C'è forse qualcuno che ti piace lì in mezzo?- domandò apposta con un tono di malizia.
Alexia non rispose, ma si limitò a sbattergli sulla faccia il cartellone che teneva in mano.
-ehi!- esclamò il ragazzo massaggiandosi il naso arrossato -Che modi sono!?-
-I miei!- rise la corvina rimettendosi seduta.
Delle grida isteriche costrinsero molti dei presenti a tapparsi le orecchie, proprio quando dalla porta comparve Diego con un gruppo di amici.
Tutte le ragazze cercavano di attirare la sua attenzione, ma lui si limitava come al solito a salutarle, per poi dirigersi a bordo piscina, dove dopo un attimo di esitazione si tuffò.
Quando riemerse fece un occhiolino al pubblico, ma in particolare a Frosty, la quale arrossì distogliendo lo sguardo.
-Don Giovanni del c- la sua frase fu interrotta dall'ingresso si alcuni ragazzi.
Le porte si spalancarono e un enorme tifoseria cominciò a gridare. Erano arrivati i ragazzi dell'Accademia Baia dei Pirati. Era facile distinguere gli atleti, perchè indossavano le tutte blu della scuola, mentre il resto degli studenti le divise, che alla Sports Academy non c'erano.
-Guardate è lui! É proprio lui!- dietro Frosty i gridolini erano ricominciati, questa volta indirizzati a un ragazzo dell'altra scuola.
Si avvicinò a bordo piscina e con il piede sentì la sua temperatura, per poi tornare tranquillamente dal suo allenatore, il tutto con molta disinvoltura.
Era un ragazzo di corporatura piuttosto robusta, dal fisico asciutto e abbronzato.
I capelli erano di uno strano color cenere, gli occhi marroni, un del quale era coperto da una benda nera, mentre l'altro era attraversato da una cicatrice.
-Che tipo...-sussurrò Faith, mentre un brivido le passava lungo la schiena.
-Mi fa paura a dirla tutta...- le fece eco Vanille, mentre lo scrutava attentamente. Per un momento i suoi occhi azzurri si incontrano con quelli nocciola dei suoi, ma la ragazza sussultò impaurita dallo sguardo serio che le aveva lanciato.
-Benvenuti!!- Elisa si sporse dal tavolo, impugnando in mano il microfono – benvenuti alla prima gara di nuoto della Sports Academy!-
Un scroscio di applausi abbastanza confusi, di come la ragazza avesse cominciato a parlare a caso, sovrastò per pochi secondi la sua voce.
-Sono Elisa, la vostra fidata cronista! E qui con me c'è Aoi, rappresentante del giornalino scolastico!- la blu sorrise chinando leggermente il capo.
-è ora di cominciare questa fantastica gara! In cui vedremo la nostra scuola sfidare l'Accademia Baia dei Pirati, che vanta i migliori giovani nuotatori al mondo!-
-La gara funzionerà così – cominciò Aoi – Sarà un'eliminatoria maschile e femminile tra le due scuole, le persone che passeranno il turno giocheranno la finale, che sarà mista!-
-Passeranno coloro che faranno più vasche nel tempo previsto!- concluse Elisa.
Le ragazze della Sports Academy si misero in posizione sul trampolino.
Al fischio dell'arbitro tutte partirono tuffandosi. L'acqua calma fu spezzata e subito cominciarono delle onde, mentre tutte le ragazze nuotavano con il proprio stile.
Non perderò...non perderò mai...pensava Kim mentre a grandi bracciata cercava di andare più veloce, nonostante il ciuffo castano sopra gli occhialetti le impediva un po di vedere.
Sono la più piccola qui...ma devo vincere, sono io la migliore, capito Kim?
Kaori invece stava già cominciando la quarta vasca, il tutto i nemmeno mezzo minuto.
Le altre ragazze sembravano più affaticate, e lo erano ancora di più nel vedere come invece filavano Kim e Kaori.
-A che pensi Manabe?- in un punto sulle gradinate, c'era Manabe che stava scrutando pensieroso la piscina. Minaho se ne era accorto e glielo chiese con molto curiosità.
-Se continua così...Kim si stancherà e non riuscirà nei prossimi turni...la sua velocità è troppa per il suo fisico...- rispose il lilla senza staccare gli occhi dall'amica.
-Come mai ti interessi così tanto a lei?- lo punzecchiò subito l'arancione – C'è qualcosa tra di voi?-
Manabe scacciò quella affermazione con un gesto della mano -Ma ti pare...lei è un gorilla...-
-Se ti sentisse...faresti la fine di una banana schiacciata...- ma Manabe non rispose, perchè a quanto pare la sua premonizione si stava avverando.
Il tempo limite della gara stava finendo, e Kim imprecava per riuscire a finire nel migliore dei modi.
Era a quota trenta vasche in due minuti e mezzi, voleva farne ancora prima dei tre minuti.
Kaori invece era poco dietro di lei, con ventisei vasche precise e rapide.
Il fischiò fermo tutti, e le ragazze uscirono dalla piscina stremate. Si andarono a asciugare e rigenerare mentre intanto gli arbitri tiravano le somme su chi sarebbe passato.
Manabe si alzò dalla panchina e si avvicinò alla sua compagna dai capelli castani.
-Devi bere minimo due bottiglie d'acqua ora!- le disse.
Lei si tolse gli occhialini per guardarlo meglio – Come scusa? E chi sei tu per dirmelo?- lo provocò acida.
-Sei andata troppo veloce, devi recuperare un numero preciso di energie!- le disse con tono calmo il lilla.
In quell'istante passò accanto a loro Ibuki, che notando la stanchezza negli occhi di Kim, diede ragione a Manabe – Il secchione ha ragione, devi bere molta acqua se vuoi rimetterti, comunque ti faccio i miei complimenti sei stata una scheggia!- le mise una mano sulla fronte bagnata con un sorriso, per poi salire sugli spalti alla ricerca dei suoi amici.
-Bhe...forse lui ha ragione...- balbettò arrossendo – Devo riposarmi...sono andata troppo veloce...- afferrò dalla borsa una bottiglietta e ne bevve un lungo sorso.
Manabe si stizzì – è quello che ho cercato di dirti da almeno mezz'ora!- gridò incrociando le braccia offeso.
-fa lo stesso lillino – rise le dandogli una manata sulla spalla e si allontanò per ascoltare il verdetto dei giudici.
Elisa prese il foglio porto dall'arbitro e si schiarì la voce al microfono- Per la Sports Academy, categoria femminile, passano al turno successivo Kimberly Takishima e Kaori Tsukishima!- la castana annuì felice, mentre Kaori urlò di gioia abbracciando Akane e Faith.
Anche le altre ragazze con spirito sportivo si andarono a complimentare con le fortunate.
-E ora ...-annunciò Aoi – Le eliminatorie maschili per Sports Academy, tutti i ragazzi in posizione!-
I chiamati si diressero sul trampolino. Diego chiuse gli occhi per un secondo, come se stesse pregando, anche se non era così.
Frosty mi vedi, ti farò vedere la mia potenza, passerò solo io vedrai! Francesco, guarda come sono migliorato!
Il fischio fece fermare ancorai suoi pensieri e si tuffò in acqua con uno scatto atletico.
Nel vederlo nuotare con bracciate veloci e precise rispetto agli altri, a Frosty per un secondo manco il respiro, si vedeva lontano un miglio la differenza che
c'era tra lui e gli altri.

-Però...si vede che è un campione...-si ritrovò a sussurrare sorpresa.
Quei tre minuti passarono molto in fretta, e quando Diego uscì dalla vasca molte ragazze cominciarono a fargli i complimenti, alcune addirittura gli correvano in contro, pur rischiando di scivolare, solo per porgergli un asciugamano.
In pochi secondi il corvino si ritrovò accerchiato, cercava di sorridere per nascondere l'imbarazzo della situazione, che però in fondo non gli dispiaceva, d'altronde quello che voleva lui era attirare l'attenzione di Frosty.
La riccia sbuffò – Oche senza cervello...- ma ben presto si ritrovò a rimangiarsi le parole, quando vide Alexia correre e tagliare la folla, fino ad arrivare al cospetto del ragazzo, porgendogli un asciugamano.
-Alexia?!- gridò alzandosi in piedi -Ma che fai? Ti ci metti pure tu!-
L'amica rise -Lo faccio per te!- cercò di giustificarsi, ma Frosty sbuffò per l'ennesima volta, arrossendo appena.
Finalmente Diego riuscì ad avvicinarsi alla panchina, dove potè finalmente rilassarsi.
Il ragazzo dell'Accademia Baia dei Pirati, quello con la benda e la cicatrice, si avvicinò fermandosi davanti a lui.
-Cosa vuoi?- gli domandò Diego bevendo un sorso d'acqua.
-Voglio solo dirti che non hai speranze...perchè noi abbiamo un asso nella manica...quindi tu preparati a una dura sconfitta...- lo canzonò.
-E quale sarebbe questo asso?- domandò ancora il corvino .
-Non ne hai idea...-rise lui malvagio, avviandosi verso i trampolino, toccava lui.
-Posso sapere almeno chi mi ha minacciato?-
Il ragazzo dalla benda non si voltò – Jack...Jack dei Caraibi...- 









Angolo autrice:

cognome orribile ma comunque...
Buon pomeriggio a todos! ^.^ Ecco il capitolo della prima gara di nuoto, chissà cosa vrrà dire Jack con quelle parole...lo scoprirete nella prossima puntata, dove il mitico trio dei detective fighi (?) entrerà in azione!
Detto questo resta a voi immaginare fino al prossimo capitolo!


Elisachan

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Capitolo 12
*** Misteri nella penombra ***


Capitolo 11

Misteri nella penombra 

 

 

 

Alla fine in finale arrivarono Kaori, Kim e Diego per la Sports Academy e Jack e un altra ragazza per l'Accademia Baia dei Pirati.
La sorpresa nel vedere le eliminatorie maschili di quella scuola era stata molto grande.
Jack infatti spiccava per la sua innata velocità nelle bracciate, talmente veloce che aveva fatto quasi quaranta vasche nei tre minuti previsti.
La ragazza invece, dai capelli verde petrolio, era anch'essa la più veloce tra tutte le femmine, si chiamava Shori.
-La finale prevede che i ragazzi facciamo trenta vasche, il primo che finisce sarà proclamato vincitore!- annunciò Elisa, mentre tutti si mettevano in posizione sul trampolino.
Al fischio si tuffarono, e parti quella che si prospettava come una turbolente finale.
 

Intanto c'erano tre ragazzi che fuori dalla piscina stavano parlando molto animatamente.
-Sono sicura che quel ragazzo ha qualcosa di strano...- costatò Cristal pensierosa.
-Intendi quello della Baia dei Pirati? ...Quel Jack?- domandò Benna, e la corvina approvò con un cenno del capo.
-La finale è cominciata, ma fino ad adesso non ho visto nulla di sospetto...-esordì Tsurugi.
-E Zanark? L'avete visto?- chiese ancora Cristal, con un aria molto preoccupata.
I due amici scossero la testa – Ancora non ci ho fatto caso...- disse Benna.
-Dobbiamo rientrare e stare attenti, dividiamoci e esaminiamo diversi punti...- provò Cristal accendendo il telefono – Io penso al bordo piscina, Tsurugi tu gli spalti e Benna...tu rimani qui, chiamaci se vedi passare qualcuno di sospetto!- la castana approvò con un gesto militare.
-Entriamo in azione!- spalancarono le porte e entrarono, la finale era ancora in corso.
Su un tabellone Tsurugi e Cristal poterono notarono che Diego e Jack erano in testa, con quasi quindici vasche ciascuno, ma mancava ancora tanto per arrivare a trenta.
Subito dopo stava Shori, che combatteva per superare Kim e Kaori.
I due detective si divisero, andando ognuno nella proprio postazione.
Mescolandosi tra i tifosi, Tsurugi scrutava con i suoi occhi ambrati tutto il luogo. Poggiò il telefono all'orecchio – Non vedo niente di sospetto Cristal!- disse.
Dall'altra parte, precisamente vicino al tavolo dove c'erano le due croniste, la corvina mugugnò qualcosa e continuò a osservare.
Diego stava per superare Jack e toccare il muretto della vasca, che avrebbe decretato la sua ventesima vasca completata, quando si fermò di scatto.
Mise le mani sulla pancia, cominciando a urlare dal dolore.
La gara fu fermata da un lungo fischio, mentre tutto il pubblico teneva il fiato sospeso per quell'emergenza. Diego fu portato fuori dai soccorsi, e adagiato su una barella vicino alle panchine con la sua roba.
-Diego!!- Frosty si alzò e con pochi salti scese dalle tribune, correndo incontro al corvino.
-Frosty aspetta! - le vennero dietro anche Alexia e Emma, quest'ultima ancora che mangiava pop corn.
Tsurugi e Cristal si scambiarono uno sguardo di intesa, era il momento di intervenire.
I finalisti uscirono in fretta dalla vasca e accorsero a vedere come stava l'amico.
-Per favore non vi accalcate!- gridò il dottore allontanando molti curiosi, poi si rivolse a Diego -respira...cerca di calmarti...- ma il corvino non ci riusciva.
-Non capisco il perchè...di ...questo...crampo...-sillabò rivolgendosi all'uomo – Non...ho mangiato...nulla...-
-Bevuto qualcosa?- esordì allora Cristal, guardandolo severamente negli occhi smeraldini.
-Dell'acqua...come mio solito...-rispose Diego un po seccato da quel tono indagatore.
Cristal si avvicinò alla borsa del ragazzo e cominciò a frugarci dentro, sotto lo sguardo interdetto dei presenti.
Alla fine ne fece uscire una borraccia azzurra – Hai bevuto da qui?- chiese ancora e ebbe un altra conferma.
-Trovo che tutto questo sia assurdo!- gridò Jack, spazientito del fatto che la gara si era fermata sul più bello – é bene squalificarlo e continuare!-
Tsurugi lo fulminò con lo sguardo, ma il ragazzo, per niente intimorito, continuò a parlare – Se lui non può più nuotare è bene che torni a casa, non sarebbe giusto nei confronti degli altri!-
-In qualità di presidentessa di questa scuola – si unì Kaori – decreto che la gara sia fermata, perchè uno dei miei amici, nonché alunni ha bisogno di cure!
disse scoccando un occhiata seria.

-Tu non sei nessuno per fermare la gara!- ribattè ancora Jack – Sono i giudici ad avere l'ultima parola!-
Kaori fece un passo avanti molto arrabbiata – Sono io la presidentessa!- ringhiò con gli occhi ridotti a due fessure – Sono Kaori Tsukishima e ordinò l'annullamento della finale!- Akane e Faith le si affiancarono,cominciando a fare scrocchiare la dita.
-Altrimenti i membri del club di boxe te la faranno pagare!- rise malignamente la bionda.
Solo allora il corvino stette il silenzio, un po intimorito dalle tre ragazze.
-Trovo una cosa alquanto strana...che una persona si senta male solo per dell'acqua...-riprese la parola Cristal – A meno che...questa non sia acqua...- e fece muovere la bottiglia.
Un mormorio curioso si sparse tra i presenti, indignati da quell'affermazione.
Cristal porse la bottiglia al dottore, il quale ne assaggiò una goccia.
-La ragazza ha ragione...questa non è una normale acqua...- emise con un tono molto curioso – è più dolce del previsto...sembra...nettare...-
-Ma è ridicolo!- sbottò Jack – Dia qua!- strappò volgarmente la bottiglia dalle mani del dottore, e ne bevve un lungo sorso fugace. Aspettò qualche secondo e alla fine disse – Vede? Non succede nulla...questa è semplice acqua!- e gettò la bottiglia a terra, facendo disperdere sul pavimento tutto il liquido.
-Bella mossa...-rise Benna – Ma tanto non ti servirà per eliminare le prove...vero Tsurugi?-
Il ragazzo si avvicinò alla castana con un sorriso stampato in volto.
-Ho appena controllato, a quanto pare tutti gli atleti della Baia dei Pirati hanno la stessa “acqua” - disse compiaciuto – Non potete nascondervi!-
Jack sembrò imprecare qualche secondo, serrando le labbra con disprezzo.
-Intendete dire che...- Akane aprì appena la bocca – Hanno scambiato le bottiglie...per far bere a Diego quella sostanza? - domandò leggermente impaurita.
Cristal incrociò le braccia annuendo grave – Esatto!-
-Diego come stai?!- Frosty si accovacciò accanto il ragazzo, mentre con gli occhi lucidi lo guardava.
Questo ridacchiò – Che c'è? Ora che sono in punto di morte...ti preoccupi per me...-
-Non essere sciocco, è quello che ti meriti!- apparve dietro la castana Francesco, che fece rialzare l'amica e la prese per le spalle.
Ma Frosty abbassò lo sguardo serrando i pugni – Stai zitto!!- e tirò un potente schiaffo a Francesco.
Il ragazzo si mise una mano sulla guancia ancora calda da quel gesto.
-Io mi preoccupo per tutti i miei amici, non sono così civica!- gridò Frosty tornando a guardare Diego.
-Ragazzi...per favore cerchiamo di stare calmi...- aggiunse Kaori cercando di calmare le acque, ormai erano tutti agitati.
-Qui rischiamo di andare fuori tema...-Cristal si avvicinò minacciosa a Jack, il quale fece un passo indietro – Sei stato tu a scambiare le bottiglie!- lo accusò.
-Che prove hai?! E poi quella è solo semplice acqua!- gridò ancora il corvino.
-Non è acqua normale...è un acqua rinforzata, se la bevi la prima volta provoca mal di stomaco, al contrario di chi la prende regolarmente che non subisce alcun effetto. Ed ecco spiegato perchè tu stai bene!- sorrise trionfante la ragazza.
I presenti guardarono Jack con disprezzo e rabbia, e vale anche per alcuni ragazzi della Baia dei Pirati.
-Lo hai detto...- sussurrò Diego mentre cercava di alzarsi – Hai detto che avresti usato qualsiasi modo per vincere...-
A quel punto Jack non potè più nascondere la sua colpevolezza.
Sbuffò alzando le braccia – é vero, sono stato io...cosa mi farete ora?- chiese ironico.
-Noi niente...- rise Benna – La decisione spetta alla presidentessa...e ai giudici!-
Tutti presero a guardare Kaori.
La piccola fece un grosso respiro, ora toccava a lei dare il giudizio finale, aveva dimostrato il suo carattere e ora doveva dare un giudizio equo.
– Io...- iniziò con molto titubanza – Io...io dico che l'Accademia Baia dei Pirati sia squalificata dalla gara, e che la finale si disputi solo tra gli studenti della Sports Academy!-
 

...

 

 

 

-Cosa vuoi?- sbottò Frosty dando le spalle a Diego.
-Solo chiederti spiegazioni...- le rispose calmo il ragazzo – Per quello che hai fatto...-
La gara era finita, e il ragazzo aveva deciso di prendere un attimo da parte la sua amica dai capelli ricci. E ora eccoli, dietro le tribune, in un ponte avvolto nella penombra e nel silezio.
-Non ho nulla da dire...- rispose secca Frosty – Ho solo fatto qualcosa di giusto!-
-Dando uno schiaffo al tuo migliore amico?- domandò Diego alzando le spalle.
Frosty, ancora girata, chiuse i pugni serrando i denti – Non volevo...ma...questa volta ha esagerato. Questo odio tra voi non lo sopporto, mi mettete sempre in mezzo quando io non c'entro niente!- sbottò, mentre una lacrima le bagnò la guancia.
Con due passi felpati, il corvino le arrivò vicino, avvicinando il suo viso all'orecchio della castana.
-C'entri ...il qualche modo c'entri...- le sussurrò, facendola arrossire, anche se nella penombra non si vide.
Lo scansò velocemente, spingendolo lontano da se – Il mio errore è stato...conoscervi!-
Frosty corse via, tornando dalle amiche, la quale vedendola arrivare un po' scossa le chiesero l'accaduto, ma lei scosse la testa, dicendo che non era successo niente.
-Ha vinto Kimberly!- sorrise Emma, accartocciando finalmente la sua busta di pop corn, vuota.
-é stata favolosa!- si aggiunse Alexia – Ha meritato davvero il primo posto!-
Non molto lontano dal trio, c'era infatti la vincitrice, che sorrideva davanti alle telecamere mentre Aoi la riempiva di domande per il prossimo articolo.
Manabe si stava avvicinando per farle i complimenti, quando Ibuki lo superò con uno scatto.
-Bravissima, sapevo che avresti vinto!- gridò scompigliandole i capelli castani con una mano.
-Ehi! Smettila!- gonfiò le guance lei – Non toccarmi!- ma sotto sotto arrossì, perchè era felice di quei complimenti.
Ah quanto pare...Kim ha una bella cotta per Ibuki...ma non posso perdere...asp-aspetta! Perchè dovrei perdere?! Oddio...non è che...io...
Manabe si sistemò gli occhiali sul naso, scacciando quel pensiero a suo parere inopportuno.

 

 

Scese la sera, e la scuola era tornata silenziosa come se la gara fosse stata solo un sogno.
Solo una figura camminava ancora per i corridoi, illuminati dal tramonto che ormai si stava per concludere. I passi risuonavano leggeri come un debole eco, ma non così silenziosi come pensava.
-Non ti smentisci mai, eh Zanark?- prima che il ragazzo potesse svoltare l'angolo, si fermò, vedendo e udendo la voce di Cristal, appoggiata al muro a
braccia incrociate.

-Bambolina che ci fai qui?- chiese lui malizioso – Vuoi il bacio della buona notte?- e si avvicinò non curante al suo volto immerso nell'ombra rossa del
tramonto.

-Ti piacerebbe...- lo provocò Cristal, ricambiando lo sguardo di malizia – Ma non sono il tuo tipo..-
Lo scacciò con un gesto della mano, facendo qualche passo – La questione è un altra...e credo che il tuo amico Jack c'entri, non è forse vero?-
- Mi dispiace ma io non capisco cosa dici...- fece il finto tonto Zanark.
-è inutile mentire...la scuola non sa niente...l'unica a saperlo sono io...e due miei rinforzi -
-Tsk – Zanark incrociò le braccia provocatorio – E Tsurugi e Benna sarebbero dei rinforzi?-
-Fatto sta...- Cristal tornò a nascondersi nell'ombra – Che il tuo piano lo sanno tre persone, e mi basta un megafono per gridarlo ai quattro venti!-
- Non oseresti!- la sfidò il verde, bloccandola spalle al muro – Non ne avresti il coraggio!-
- Vuoi provare?- i loro visi si avvicinarono sempre di più, carichi di disprezzo reciprovo.
-Stai andando in un territorio privato...-sibilò Zanark – ...Da cui non riuscirai a uscire...-
-So che qualcuno ti comanda, devo solo sapere chi !- rise la corvina – E dopo...ne pagherai le conseguenze...avanzo di galera...-
Lo scansò per l'ennesima volta, questa volta sparendo definitivamente nel corridoio.


 

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Capitolo 13
*** Star Show di Halloween ***


Capitolo 12


Star Show di Halloween

 

-Eric..Eric...no ti prego...Eric...- Tsuboni si rigirò per l'ennesima volta tra le coperte – Eric ti prego...Er...- per poi alzarsi all'improvviso cacciando un urlo prolungato -Eriiic!!-
Si sedette a bordo del letto, cercando di ristabilire il battito cardiaco, che grazie a quel sogno era accelerato. D'altronde come non potrebbe, una ragazza che sogna il proprio ragazzo che la tradisce, è una cosa orribile, ma per fortuna Tsuboni sapeva come era fatto Eric.
Era ancora presto, la stanza era fiocamente illuminata dalla poca luce che filtrava attraverso le tende. La sveglia segnava le 6:30, così la corvina decise di prepararsi, dato che ormai il sonno non sembrava ritornare.
Uscì dalla stanza con tutto il necessario per il bagno, accompagnata da il debole russare della compagna Benna, seppellita sotto i piumoni.
Il bagno era a pochi passi dalla sua camera, lì tutte le ragazze erano solite prepararsi, magari passando ore a truccarsi davanti allo specchio.
Mentre si strofinava lo spazzolino sui denti, vide riflesso sullo specchio due ragazze, che dietro di lei stavano chiacchierando animatamente.
-Hai sentito la novità? Sembra ci sia un grosso edificio in costruzione a pochi passi dalla scuola!- esclamò una.
-Sì, l'ho saputo...sembra anche che sarà una nuova scuola, ma niente non è ancora deciso...-ridacchiò l'altra.
-Ad ogni modo so che stanno mettendo molti fondi per questa impresa!-
Finita di lavarsi i denti, Tsuboni uscì dal bagno, come se tutto quello sentito non fossero nient'altro che chiacchiere infondate.
 

 

 

Nel frattempo anche in un altra stanza, il risveglio era stato piuttosto turbolento.
Kumiko e Sakura erano state svegliato dall'improvviso sbattere delle loro porta, con l'ingresso urlante di una Karaya tutta arzilla.
-Sveglia dormiglione!- gridò la bionda spalancando le tende – é ora di alzarsi!-
Kumiko si alzò si scatto, cadendo dal letto dallo spavento -Kara...Karaya che ci fai qui?!- sbottò mentre si massaggiava il fondoschiena.
-Sono venuta a darti un avviso Kumi-chan!- trillò lei aiutando a farla alzare.
-Di che si tratta?- sbadigliò Sakura, anche lei finita per terra dallo spavento.
-Sai che tra pochi giorni sarà Halloween, e quindi è stato organizzato uno Star Show con questo tema! - esclamò la bionda, mostrandole una pagina colorata di una rivista musicale.
-No ti prego...non mi dire che le ospiti speciali saranno le Star Shine! - sbuffò la corvina – Non voglio rifare i salti mortali per non farmi riconoscere!-
Sakura ridacchiò, in effetti si ricordava bene quella giornata, dato che aveva aiutato l'amica nell'impresa.
-Tranquilla Kumi-chan, tranquilla...non saremo degli ospiti speciali, così avrò l'occassione di poterti vedere in azione!- esclamò Karaya – Inoltre...non sarà a squadre...-
-E...Eric e Vanille...- boccheggiò sorpresa la ragazza dagli occhi acqua marina.
-Ho già parlato con loro ieri, e mi hanno dato la loro conferma di partecipazione...ah! Vanille mi ha detto anche che non potrai contare su di lei per il
vestito, dice che ora che siete nemiche te la dovrai cavare da sola!-

Kumiko rimase basita -Ma...all..allora come farò?-
-Ehi!- l'amica dai capelli rosa si battè un pugno sul petto – Tranquilla, c'è Sakura, ti aiuterà lei!-
-E come?- si preoccupò la corvina – Sai dove posso trovare un vestito decente entrò dopo domani?-
-No!- rise Sakura – Ma nessuno ci vieta di cucirlo!-

_________________________________________________________________________________________________________

 

Anche il cielo quella mattina sembrava voler manifestare la sua voglia di Halloween.
Se ne accorse per prima Vanille, quando aprì le tende della finestra della sua camera.
Grossi nuvoloni grigi avevano invaso il cielo, e sembravano protendersi anche al centro della città, dove l'autobus della scuola era diretto.
Il palazzo di Cristallo era più minaccioso del solito. Questa volta l'altezza veniva accentuata dal cielo scuro e rumoroso di brontolii, proprio come se stesse
per piovere.

-Bene ragazzi, andate nei camerini a prepararvi, tra un ora comincia la gara!- annunciò l'allenatrice ai tre ragazzi – Voi altri invece...andate a sedervi sugli spalti!- esclamò scoccando un occhiata severa al resto dei compagni.
Il lunedì tanto atteso era arrivato, la gara di pattinaggio tema Halloween sarebbe cominciata tra un ora. Questa volta i nostri atleti avevano portato una grande scorta di tifoseria, molte più persone della scorsa volta.
-Mi raccomando Eric, fa del tuo meglio!- Tenma e l'amico dagli occhi felini si batterono un pugno.
-Grazie, vedrai che vincerò!- rispose quest'ultimo con un sorriso.
-Buona fortuna Eric!- Tsuboni gli si buttò al collo, dandogli un lieve bacio sulle labbra – Tifo per te ovviamente!-
-Basta fare i fidanzatini, tanto si sa che qui la migliore è Kumiko!- scherzò Sakura.
-Non esagerare..-rispose un po' imbarazzata la ragazza.
-Voglio una vittoria Kumiko!- esclamò Hayato, abbracciandola all'improvviso. Lei sussultò arrossendo, ma una volta distanti annuì convinta.
-Kumi-chan, sta attenta al costume!- le raccomandò Karaya con un occhiata alla borsa che conteneva il costume.
-In quello non avrete speranze!- rise Faith – La mamma di Vanille sa il fatto suo, e credo che rimarrete tutti a bocca aperta!-
Taiyou si avvicinò alla castana – In bocca al lupo...- le disse quasi sotto voce, ma lei invece di sorridere gli restituì uno sguardo freddo.
-Non ne ho bisogno, sono la migliore e vincerò!- rispose dandogli le spalle con noncuranza.
-sarà meglio andare – Karaya attirò l'attenzione di tutti battendo le mani – O l'allenatrice si arrabbierà!-
E così finalmente il gruppo si separò, e i tre atleti entrarono nel loro camerino.
Un quarto d'ora e erano tutti entrati nei loro costumi per lo spettacolo.
-Wow Kumiko, ti sei data da fare con il costume!- esclamò Vanille, quando vide la sua amica.
La corvina indossava un vestito dalla gonna lunga fino al ginocchio, arancione e piena di tulle.
Un corpetto di pizzo nero, abbinato a delle calze strappate del medesimo colore e delle scarpe arancioni.
-Ho scelto il tema della zucca – spiegò la Sarosaka – Penso si adatti perfettamente a Halloween!-
-Scelta interessante...-commentò la primina, mentre si sistemava il trucco davanti allo specchio – Il mio costume invece lo ha fatto Mako, che ne pensi?-
Vanille indossava degli shorts rossi come il top, delle calze nere e stivaletti scarlatti pieni di brillanti. Lei aveva scelto il diavolo come simbolo, e lo si poteva notare dalla coda e le corna rosse che indossava.
-Ragazze state entrambe benissimo!- commentò Eric uscendo da dietro il paravento.
-Wow! Anche tu non sei niente male!- risposero le due amiche in coro.
Eric invece, indossava un gilet blu che lasciava trasparire il suo fisico asciutto, pantaloni grigi e scarpe nere. Legata intorno alla testa, aveva un fazzoletto rosso. Per completare il look c'era una spada finta da guerriero, il tutto non era esattamente di Halloween, ma non poteva essere considerato un errore, dato che durante questa festa ognuno si veste come vuole.
 

 

 

Intanto sugli spalti, la tifoseria si muoveva in cerca di posti.
-seguitemi tutti, state attenti a non perdervi, qui c'è un mare di gente!- gridava Faith, mentre con la delicatezza di un elefante, si faceva largo tra il pubblico.
-Aspettate ragazzi!- gridò a un certo punto Akane, aveva il fiatone a star a seguire tutti - ...Ragazzi?..Ehi dove...- ma ci volle poco per accorgersi che la folla l'aveva inghiottita, e ora era da sola, separata dal gruppo.
La gente camminava dando spintoni, e uno particolarmente forte aveva rischiato di farla cadere, se non fosse che qualcuno la prese per il polso tirandola a se.
Si ritrovò improvvisamente a contatto con una maglia dall'inebriante profumo di fresco del bucato, misto al sudore.
-Ten...Tenma...-sussurrò riconoscendo quel profumo – Sei tu vero...-
-Meglio toglierci da qui in mezzo e trovare al più presto dei posti, altrimenti rischiamo di farci veramente male!- eluse la domanda il castano, conducendola verso due poltrone vuote.
Quando finalmente furono seduti ripresero a parlare, non che Akane avesse qualcosa di importante da dire, non riusciva a togliersi dalla testa quella stretta così forte del ragazzo.
-Anche tu ti sei persa vero?- attaccò bottone Tenma, con un sorriso – Faith andava troppo veloce!-
-Si...-ridacchiò Akane, quel sorriso riusciva a farla togliere da qualsiasi imbarazzo – é meglio se gli cerchiamo alla fine dello spettacolo!-
Proprio in quel momento, le luci si spensero e il centro del palco fu illuminato da un riflettore, che mostrava un uomo basso e magro, che aveva due lunghi baffi, coperti però da un lungo capelli a cilindro pieno di glitter.
-Bonjour monsieur et dame!- esordì con un perfetto francese – E benvenuti allo speciale Star Show di Halloween!- un forte applauso accolse le sue parole- Quest'oggi abbiamo un sacco di fantastici atleti che gareggeranno per ottenere la vittoria! Ma ora presentiamo i giudici!-
Il tavolo dove sedevano le tre persone fu illuminato.
Come sempre erano presenti Tomara Dachi, il famoso coreografo e la stilista di Star Show, Julie.
-Ma attenzione, come ospite speciale quest'oggi abbiamo...il famoso imprenditore discografico...il grande e solo...Jhonny McBeal!- un giovane ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, prese a salutare tutti i presenti.
-Ragazzi!!- Tsuboni prese a strattonare il braccio di Faith, seduta accanto a lei -Guardate è proprio lui! É un figo pazzesco!- gridava isterica.
Faith sospirò – Bha...dimmi tu dove la vedi tutta questa bellezza...- commentò ironica.
E ora cominciamo subito con il primo concorrente, che entri in pista!- le tende nere si aprirono e qualcuno scivolò al centro della scena.

 

Nel mentre in cui il primo atleta era stato chiamato, nel piano dedicato ai camerini, l'altoparlante aveva detto a tutti di dirigersi nel backstage. Eppure, l'annuncio era stata fatto dieci minuti fa.
Allora perchè, il trio della Sports Academy era fermo al centro del corridoio?.
Bhe, il motivo era semplice, c'entrava il fatto che Vanille aveva cominciato una lite con una ragazza, sbucata dal nulla.
-Come ti permetti tavoletta! E tu giudichi me, con quel seno piatto che ti ritrovi!- ora, c'era da dire che Vanille era nella norma, ma davvero l'atteggiamento sprezzante della ragazza che aveva di fronte, non lo sopportava.
-Chiudi il becco brutta anatra!- ribattè gridando – Parli tu...che sei più grassa di una balena!-
La ragazza si stizzì, assottigliò gli occhi ambrati e si scostò i capelli rossi dal viso.
-Io non sono grassa, ho solo un seno prosperoso!- si vantò ridendo goffamente.
-Vaffan...- quell'ultima parola di Vanille non fu permessa da Eric e Kumiko, i quali erano stati in disparte tutto il tempo, sapendo qual'era il temperamento dell'amica, e non volendo immischarsi.
Ma ora basta, se non si sbrigavano avrebbero fatto tardi, tutti e tre.
-Su Vanille basta, lasciala stare!- esclamò Eric richiamandola alla calma.
-Oh-my-god! - scandì la giovane dagli chioma scarlatta – E questo da dove viene? Davvero non me ne aspettavo uno così qui in Giappone!- commentò analizzando minuziosamente Eric.
-Ecco..- il corvino si sentì in imbarazzo – Il fatto è che io sono...spagnolo...-si giustificò.
-Olè allora!- rise lei goffamente – Io sono Anastasia, stella italiana del pattinaggio!- rispose allungando la mano pallida, dalle lunghe unghie laccate di
nero.

Il ragazzo, da buon gentiluomo, le fece un leggero baciamano, e l'italiana già si sentiva in paradiso.
-Ora scusaci Anastasia, ma dobbiamo andare o faremo tardi!- e con questa scusa, ovviamente vera, i tre imboccarono l'ascensore.
Appena in tempo direi, perchè quando arrivarono nel backstage, era arrivato il turno di Kumiko.
La ragazza fece un grande respiro, per riprendere fiato dalla corsa, poi scese in pista.
-Concorrente numero 15 , dalla Sports Academy ecco Kumiko Sarosaka!-
Sugli spalti la tifoseria della scuola cominciò già a muovere i cartelli, mentre “monster “ di Eminem era partito.
Kumiko cominciò la sua esibizione con passi semplici e ritmati, per poi proseguire nel ritornello, con i suoi acrobatici salti e piroette.
Tutti i giudici furono meravigliati da quella sua eleganza, evidenziata dalla gonna che sembrava ballasse anche lei, muovendosi su e giù.
L'esibizione si concluse con una spaccata, e la caduta di tanti piccoli brillanti arancio.
-Fantastique! - esclamò Julie battendo le mani -Fantastica esibizione! Brava!-
-Brava Kumi-chan! Si vede che una campionessa nata!-gridò Karaya saltando in piedi.
La corvina lasciò la pista, proprio quando fu annunciato il concorrente seguente: Enrique Pasaro.
Tsuboni si sistemò meglio sulla sedia, quando il fidanzato solcò la pista.
Urla isteriche e grida si diffusero nel palazzo, a quanto pare Eric attirava molti sguardi femminili su di se. Tsuboni si dovette trattenere nell'uccidere una ragazza che dietro di lei, strillava come una gallina.
Intanto il corvino aveva iniziato la sua esibizione.
-Eric potrebbe vincere per la categoria maschile!- costatò Faith, mentre ammirava concentrata lo spettacolo.
-Non “potrebbe” - la corresse Tsuboni, orgogliosa – Lui vincerà sicuramente!-
E infatti la sua esibizione si concluse con un caloroso applauso, e i complimenti lieti di tutti i giudici.
Quando il corvino ritornò dietro le quinte, Anastasia gli saltò al collo trillando come un campanello.
-Bravissimo Darling!- quelle parole fecero venire a Eric il volta stomaco, ma ancora non aveva capito quella ragazza, che lui era fidanzato?. Forse era il caso di chiarire la cosa.
-Scusami An...- ma non finì la frase che la rossa lo salutò, ora toccava a lei.
La prima cosa che fecero i giudici, fu quello di complimentarle il vestito da diavolo che indossava.
Già, proprio così, anche lei come Vanille, indossava un costume da diavolo.
Era proprio questo il motivo, per cui prima le due ragazze si erano fermate a discutere.
-Non sarà facile per Vanille...-commentò amaramente Kumiko, incrociando le braccia – Uscirà dopo Anastasia... e avendo lo stesso costume, perderà punti
preziosi...-

Eric annuì, mentre Vanille strinse i pugni dispiaciuta.
Magari posso cambiare il vestito, apportando qualche veloce modifica...no, non servirà comunque.
Devo uscire lì fuori e fare del mio meglio, lasciando stare il mio costume...in fondo...è l'esibizione che conta.
Si affacciò dalla spessa tenda nera, Anastasia non se la cavava affatto male, si vedeva che era una grande campionessa, italiana per giunta.
I suoi passi di danza erano puliti e semplici, i suoi salti impeccabili e stupendi, per non parlare delle piroette, che lasciavano strie definite sul ghiaccio. L'applauso di diversi secondi, fu veramente meritato.
-Vanille Hatori – quando il suo nome fu annunciato, la primina ebbe un sussulto di nervosismo.
Respirò a fondo, prima di uscire.
-Preparati a perdere carina!- le disse Anastasia, quando la incrociò, ma Vanille non l'ascoltò neanche, ora era il suo momento.
Una luce la illuminò al centro del palco.
-Ha lo stesso costume della prima concorrente!-
-Si ma a quella prima donava di più!-
-Questa è così magra, secondo me è la prima volta che debutta!- commentava il pubblico con acidità.
Che ne sanno loro...non l'ho copiata, è stato solo un caso...non sanno quanto mi impegno per raggiungere il mio sogno...
Una lacrime percorse la guancia di Vanille, mentre serrava i pugni frustata.
-Ora basta!- un gridò forte e improvviso sovrastò tutti, andando a echeggiare a lungo nel luogo.
Taiyou si era alzato in piedi – Basta parlare, è una concorrente come tutti, che nessuno la giudichi, lasciatela esibire prima!-
-Ha ragione!- Faith gli diede man forte – Vanille forza, siamo tutti con te!- gridò mettendo le mani vicino alla bocca, per amplificare il suono.
-Forza! Sei tu la migliore!- anche Akane, da tutt'altra parte sugli spalti, si era alzata – Combatti Vanille, fai vedere il tuo valore!-
E con quelle grida di incoraggiamento, pure Vanille cominciò, accompagnata dalle note di Shake it off.
Cominciò con una serie di step veloci e precisi, per poi passare alla sua specialità, i salti.
Solcò la pista, e a mezzo giro saltò, compiendo un giro completo per poi atterrare dolcemente sul ghiaccio. E fu così per tutta la canzone, perchè grazie a quelle parole ora riusciva a dare il massimo.
 

 


-Ora i giudici annunceranno i risultati!- il presentatore passò la parola a Miss Julie.
La donna di capelli lilla si alzò, mentre in mano impugnava una busta dal sigillo scarlatto.
Ai concorrenti tremavano le mani, mentre la vedevano aprire la busta con estrema grazia e lentezza, per donare ancora più enfasi a quella situazione.
-Per la categoria maschile...vince...con 45 punti su abito, performance e coreografia...Erique Pasaro!- il riflettore illuminò il corvino, il quale ancora incredulo, non aveva battuto ciglio.
Fu lo schiaffo sulla schiena di Kumiko, a fargli realizzare la situazione, aveva vinto.
Miss Julie si avvicinò con una coppa d'oro in mano.
-I miei complimenti Enrique...- gli disse stringendogli la mano – Sei stato molto bravo, e anche il pubblico ha apprezzato, il voto più alto lo hai ricevuto da loro!-
-Grazie mille! Grazie!- esclamò il corvino prendendo il trofeo.
Julie tornò davanti al microfono, per decretare il secondo vincitore.
-Per la categoria femminile invece...supera di poco un'altra ragazza...con 50 punti...la vincitrice è...Anastasia!-
Inutile dire che la rossa aveva cominciato a ridere con la sua solita risata, mentre riceveva l'ambita princess key, sottratta a occhi chiusi a Kumiko e Vanille.
-Ahahah, grazie mille, grazie!!- e cominciò a mandare baci a tutto il pubblico, mentre si dimenava felice.
 

 

 

 

 

Approfittando del fatto che l'allenatrice stava sbrigando delle pratiche, Vanille si era allontanata dagli amici, riuniti davanti all'autobus per ripartire.
Si era accucciata su una panchina, all'angolo del grande edificio, così da poter pensare indisturbata.
Strinse le ginocchia al petto, addolorata, aveva perso, la princess key era ormai sfumata dalla sua mente, e il suo percorso per diventare Star Queen, si faceva
via via più lontano.

Ne servivano tre per partecipare, ma lei ne aveva ancora una.
La cosa più straziante era che aveva vinto quella vipera di Anastasia, che aveva estasiato il pubblico non tanto per la sua performance, ma per il suo corpo.
Si sentiva triste, perchè aveva deluso i suoi compagni, che avevano creduto in lei.
 

 

Intanto c'era Taiyou, che si era accorto della fuga di Vanille, e la stava cercando.
-Taiyou-kun! - quella voce gli provocò un brivido lungo la schiena – Aspetta!-
Karaya correva verso di lui, ma proprio all'ultimo inciampò, cadendo con la faccia in avanti.
-Oi oi...- rise mentre si massaggiava il naso e si rialzava.
-Tutto bene?- chiese il ragazzo e lei annuì sorridendo imbarazzata.
-Stai cercando Vanille vero? - domandò la bionda a bruciapelo -Sai...mi dispiace tanto per lei, è stata veramente brava...meritava il primo premio, proprio come Kumi-chan...-
-Hai ragione, si era impegnata tanto...- sussurrò l'arancione.
Karaya lo osservò, aveva lo sguardo basso e grigio, i pugni serrati.
Fu in quel momento che i pezzi del puzzle andarono al suo posto, che capì cosa Kumiko aveva cercato di dirle per tanto tempo, cose che lei non aveva ascoltato, tanto era emozionata di rivedere il suo amico.
Ora capiva che quello del ragazzo, era uno sguardo carico di paura, rabbia, ma anche amore, amore non indirizzato a lei.
-Va da lei...-sussurrò la bionda interrompendo il silenzio – Sono sicura che ti sta aspettando...-
-Cos..-
-Ora ho capito...- Karaya alzò lo sguardo, posando una mano al petto – Ho capito cosa Kumi-chan ha cercato di dirmi...chiedi scusa a Vanille da parte mia,
ho complicato tutto tra di voi...-

-Karaya...- sussurrò a fior di labbra il ragazzo, molto colpito da quelle parole, ma incapace di rispondere.
-Chiedo scusa anche a te...ero felice di rivederti dopo tanto tempo, e pensavo che tra noi qualcosa fosse cambiato, e che non fossimo più solo due amici...ma mi sbagliavo, il tuo cuore appartiene ad un altra persona. Tu la ami, vero?- con gli occhi lucidi, la ragazza gli pose questa domanda.
-Si...io la amo, io amo Vanille Hatori!- gridò il ragazzo sprigionando la sua energia, la verità che voleva gridare da tanto tempo.
-Bene – Karaya sorrise, mettendo le mani dietro la schiena – Va da lei e diglielo!-
L'arancione le diede le spalle, pronto a correre via -Ma tu?-
-Sto bene, perchè resteremo amici!-
Vanille alzò o sguardo, ormai bagnato dalle lacrime, quando si accorse che qualcuno si era seduto accanto a lei sulla panchina.
Cercò subito di assumere un atteggiamento freddo, cosa facile quando vide Taiyou.
-Cosa vuoi?- gli chiese impassibile.
-Parlare...posso?- le rispose il ragazzo, con tono più paziente possibile.
-No. Va dalla tua fidanzata!-
-Purtroppo...io non ho ancora una fidanzata...- sorrise Taiyou.
-E Karaya? Non è lei o sbaglio?-
-Vanille...- l'arancione le prese la mani, guardandola negli occhi – Ti prego ascoltami...-
-Vattene via!!- urlò la castana molando la presa – Sparisci dalla mia vista!- ma si sentì stringere, avvolta da una presa ferrea e sicura.
-Lasciami...lasciami, odio gli abbracci!- il suo tono si fece più forte e serio, nonché spaventato.
-Non capisco perchè...perchè odi una cosa così bella?- gli domandò stringendola di più.
-Perchè sono falsi, qualcuno ti abbraccia solo con interesse, nessuno lo fa per davvero!- la morsa si fece ancora più stretta e sicura.
-Dimmelo! Dimmi cosa provi per me !- insistette Taiyou.
-Mai! Non provo nulla per te!- controbettè ancora la Hatori, mentre cercava ancora di togliersi da quella situazione.
La presa intorno al suo esile corpo era diventata ancora più stretta, tant'è che faceva fatica a respirare, e anche Taiyou sudava freddo dallo sforzo.
-Lasciami...non...respiro...- biascicò lei, per sino le sue gote sempre rosse, erano leggermente sbiancate.
-Cosa provi per me! Dimmelo!-
-Nu...nulla...lasciami...ti prego...- il respiro era sempre più lento – Vuoi...forse farmi morire...-
-Cosa provi per me! Dimmelo Vanille, so che vuoi dirlo!-
-Basta!- quel grido le fece riprendere fiato -Ti amo va bene! Ti amo da quando ho visto i tuoi occhi azzurri, da quando mi hai aiutato con il compito di arte, ti amo da sempre!!- aveva lo sguardo più rosso che mai, le lacrime al limite, così come l'aria.
Ma non c'era tempo per pensarci, perchè Taiyou l'aveva tirata a se, e la stava baciando.
Quando si staccarono, le sussurrò a pochi centimetri dalle labbra – Anch'io...-
 

 

 

Nel frattempo all'autobus, Anastasia si era avvicinata al gruppo portando sotto braccio il suo scintillante trofeo.
-Guardate miseri perdenti! Guardate il mio trofeo!- si vantò sbattendolo sotto il naso di tutti – Guarda darling! Sono stata brava vero?- e si avvinghiò al braccio di Eric.
Il corvino sentì qualcosa scorrergli lungo la schiena, una sensazione omicida era vicino a lui, e sapeva bene a chi apparteneva.
-Eric...- sibilò Tsuboni, sprezzante – Che significa...”darling” ?-
-Ehm...suppongo sia un vezzeggiativo in inglese...- rise lui nervoso da quel tono diabolico.
-Esatto, ma perchè quella ti sta chiamando così? Non le hai detto che sei fidanzato!?-
-Si, ma lei non ci credeva ...-si giustificò il corvino.
Tsuboni scoccò un'occhiataccia ad Anastasia – Stammi bene a sentire...- fece un pesante passo avanti, verso di lei, tant'è che sembrò che il terreno si
sgretolasse.

Tenma, Kumiko, Hayato, Sakura e Akane indietreggiarono spaventati da quel tono e quello sguardo. Mentre Faith invece si mise in prima fila con le braccia incrociate, per godersi tutta la scena.
-Eric è il MIO fidanzato, quindi non ti permettere di toccarlo o chiamarlo darling, perchè se lo farai giuro che non vivrai un altro secondo!- Faith ridacchiò, l'atmosfera si stava scaldando.
-Tu non hai idea di quello che ho patito per confessargli i miei sentimenti! Sono mesi ormai che stiamo insieme, quindi tu non ti azzardare a provarci o ti spacco quel tuo faccino irritante, chiaro!!- gridò queste due parole con tutto il fiato che aveva in corpo, per poi prendere e Eric e baciarlo intensamente, il ragazzo ne fu quasi spaventato.
Anastasia si stizzì quando i due si staccarono – Ma vi sembra il modo?! Baciarmi qui davanti a tutti i vostri amici...che insolenti!- ma quando si girò, notò che gli altri avevano dato le spalle alla scena, perchè avevano capito che non dovevano immischiarsi oltre. Ovviamente tutti, eccetto Faith.
-Come vedi i miei amici mi conoscono, quindi vedi di smammare o...- con uno schiocco di dita chiamò Faith – o...ci penserà lei...-
Dopo questo Anastasia si arrese, e ne andò sbattendo i capelli sulla faccia di tutti.
Tsuboni abbracciò felice Eric, come se avesse ripreso il suo amato trofeo dopo una lunga disputa, anche se il corvino non aveva veramente capito tutta quella strana situazione.

 

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Aprendo la porta della sua stanza, Kumiko trovò sul letto una busta bianca, sigillata in ceralacca.
L'aprì molto incuriosita e lesse con calma.

 

Ciao Kumi-chan!
Perdonami se sono andata via senza salutare, ma purtroppo se non mi sbrigavo perdevo l'autobus, tant'è che nella fretta sono caduta anche un paio di volte ^^”.
Volevo dirti che avevi ragione, ho sbagliato a pensare che Taiyou mi amasse, solo perchè io provavo qualcosa per lui.
Tu hai cercato di farmelo capire
 ma io non ti ho dato retta...ad ogni modo ora sono contenta, lui si è dichiarato a Vanille, e mi ha detto che resteremo buoni amici, proprio come quando eravamo piccoli.
Ora andrò dalla mia famiglia per salutarli, alle Star Shine sono rimasti solo due giorni di vacanza, quindi ne approfitto, per poi ripartire con le solite cose.
Spero di rivederti presto, ti salutano anche le altre. Prenditi cura di Vanille e falle da mentore dato che sei la più grande.
Baci baci <3

 

Kara-chan

 

PS sta attenta, perchè ora che è felice con il ragazzo che ama, Vanille potrebbe fare salti ancora più spettacolari dei tuoi.
 













Angolo autrice:

E dopo anni iesco a pubblicare questo capitolo! -.-
Perdonate il mio ritardo, ma purtroppo la scuola è cominciata e ho sempre meno tempo per scrivere, quindi credo che la storia andrà a rilento.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, più lungo del solito vero? ^^ 
Mi auguro che piacca a Bebe , perchè c'è il fidanzamento della sua OC, ma spero piaccia a anche a Black Dalia e ovviamento al resto ^^
Lasciate una recensione per farmi sapere, fate in modo che il mio sacrificio non sia stato vano.

Elisachan

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Capitolo 14
*** Passato, presente e futuro di Diego ***


Capitolo 13

Passato, presente e futuro di Diego 

 

 

Ormai la sveglia per gli studenti della Sports Academy, era diventata il rumore di un martello pneumatico, che lavorava incessantemente non molto lontano dalla scuola.
Oltre a questo c'era anche il rumore delle gru e di tutti i mezzi pesanti.
Il motivo di tutto questo baccano era dovuto a qualcosa che, non molto lontano dalla scuola, si stava costruendo.
Il progetto era cominciato due mesi prima, e dato il grande lavoro di tutti gli operai, doveva essere qualcosa di molto importante, forse addirittura vitale, per qualche persona.
Erano proprio proprio passati circa due mesi, dallo Star Show di Halloween e nella scuola, le cose andava piuttosto bene. C'erano state qualche gare, ma nulla di particolare che aveva saputo far emozionare gli alunni.
Ora che era arrivato l'inverno, e che il sole e il caldo se ne erano andati via definitamente, era il momento per tutti di concentrarsi sugli studi, e gli esami di fine quadrimestre.
Mancava veramente poco a Natale, più precisamente una settimana, e proprio come nei film, quell'anno aveva portato la neve, che scendeva candida, coprendo la scuola.
Frosty era nella sua camera, accoccolata sul divano, avvolta nella calda coperta di lana.
Una tazza di ceramica, posta su un tavolino in legno accanto a lei, emanava un dolce odorino di cioccolata. Nella stanza si sentiva solo il rumore delle pagine del libro, che Frosty sfogliava a ritmo continuo e preciso.
Quell'atmosfera così calmo, da perfetto film, fu interrotta dall'entrata di qualcuno.
-Frosty!!- gridò Francesco, spalancando la porta, che andò a sbattere contro il muro -Hai visto Diego?! È tutto il giorno che lo cerco!-
La castana scosse la testa, senza staccare lo sguardo dalla lettura.
-Cavolo!- imprecò Francesco, stringendo la maniglia della porta – Avevo prestato a quell'idiota del gel, e non me lo ha ancora ridato! - sbuffò voltandosi – Grazie comunque e scusa ancora per il disturbo!- corse fuori, sbattendo ancora la porta.
In effetti, era un po di tempo che Frosty non vedeva più Diego, ne tanto meno il suo fan club.
Forse era questo il motivo perchè negli ultimi giorni, la scuola le sembrava così silenziosa?.
Uno strano presagio la fece alzare, mentre con passo meccanico, quasi involontario, si diresse nel dormitorio maschile, nella stanza di Francesco e Diego.
Si guardò intorno circospetta, prima di aprire piano la porta.
-é permesso...- sussurrò, mentre con un cigolio la porta si aprì, rivelando una stanza silenziosa e ordinata, stranamente ordinata.
Entrambi i letti erano perfettamente rifatti, il pavimento pulito e anche le due scrivanie.
Perfino sulla sua rimanevano sempre dei trucioli di gomma, possibile che due maschi potevano essere così ordinati?.
Passò un dito sulla superficie liscia e legnosa del tavolo di Diego, controllò tutti i cassetti, che però risultarono vuoti, mancavano i libri scolastici.
La sensazione si faceva sempre più nitida, mano a mano che si muoveva per la stanza.
Aprì le ante dell'armadio, un urlò le si spezzò in gola, costringedola a fare qualche passo indietro verso il letto.
Non...è possibile...che abbia...
I dubbi furono confermati, quando si abbassò per controllare sotto il letto, mancava la valigia.
Ma allora è vero...ha lasciato la scuola...ma perchè? Senza salutare nessuno, così all'improvviso?
Si avvicinò di nuovo alla scrivania, ricontrollando se magari il corvino aveva lasciato qualche traccia, una lettera o qualcosa di simile.
Alla fine trovò in un angolino del cassetto più grande, un piccolo biglietto, uno di quelli su cui si è soliti scrivere qualche promemoria.
La grafia era veloce e recitava queste parole:

26 Strada Miyato

 

Non sapeva nemmeno lei il perchè, ma un quarto d'ora dopo si ritrovò sul un pulman, diretto in quella strada, dove supponeva, si trovasse la casa del suo amico.
Per fortuna era riuscita a incrociare Kaori, che le aveva dato un permesso per uscire da scuola tutta la giornata, dicendole anche che l'avrebbe coperta con il preside.
Si guardò intorno, il mezzo era pieno di persone e lei doveva stare attenta a non cadere e aggrapparsi bene alla sbarra di ferro.
Strinse il biglietto di carta, mille domande aveva per la testa, mille supposizioni, ma nessuna sembrava essere convincente per sapere quello che stava succedendo.
Certo, poteva anche pensare che avesse deciso di passare il Natale con la famiglia, d'altronde molti lo facevano in questo periodo. Ma c'era qualcosa che non le quadrava, perchè non aveva salutato nessuno, fatto gli auguri a nessuno, nonostante mancasse ancora una settimana?.
Era evidente che non se ne era andato per quel motivo.
Scese i gradini dell'autobus atterrando sul terreno morbido di neve, con i suoi scarponcini marroni.
Prese a camminare, fin quando non arrivo a un incrocio, che ave il nome della via che cercava.
Un respiro che morì in gola, gli occhi si spalancarono, quando vide la casa di Diego davanti a se.
-Questa...è la casa di Diego?!- degli enormi cancelli argentati e un muro di mattoni la separavano da quella che era un enorme villa stile castello antico, di un color panna misto al beige.
Suonò al citofono, posto sul muro alla sua destra.
-Pronto?- una voce femminile le rispose molto educatamente – Pronto, chi parla?-
-Sa..salve sono Fro...cioè, volevo dire Emmeline, un 'amica di Diego. Per caso è in casa?- domandò titubante Frosty, mentre stringeva la corda della borsa a tracolla.
-In questo momento il signorino Diego è impegnato in una discussione con i suoi genitori, la prego di passare un altra volta!- intuendo che la discussione si stava per chiudere, la castana insistette.
-La prego! É una questione urgente, il sign- volevo dire Diego, ha dimenticato scuola u oggetto importante per lui, vitale!- dopo questa frase tirata d'un fiato, nessun rumore provenì dal citofono, almeno fin quando con un rumore metallico, i cancelli si aprirono.
Frosty entrò timidamente, camminando verso il portone d'entrata, dove una giovane donna vestita da cameriera l'aspettava.
La donna allungò una mano, come se si aspettasse di ricevere l'oggetto “vitale” del signorino, che poi gli avrebbe consegnato.
-Oh si, certo...- Frosrty chinò il capo, cominciando a trafficare nella borsa, alla disperata ricerca di qualcosa -Ecco...- alla fine mostrò un portachiavi a forma di Ying e Yang.
Non aveva potuto fare di meglio, nella borsa aveva solo un pacchetto di fazzoletti e il telefono, era stata fortunata a trovare quello in fondo, che non era poi così femminile.
La donna scuoté la mano inarcando un sopracciglio, evidentemente non credeva molto alla storia dell'oggetto.
-Ecco...in realtà...dovrei consegnarlo io, è importante...-inventò ancora la ragazza, strigendo il portachiavi nero e bianco.
La cameriera sbuffò spazientita dall'atteggiamento testardo della ragazzina che aveva davanti e con un gesto della mano la invitò a entrare.
L'atrio della villa sembrava essere ancora più grande, visto da dentro.
Una grande rampa di scale, conduceva al piano superiore, mentre altre stanze si aprivano al piano inferiore, in una della quali sentì un fitto chiacchierare, ma non ci fece troppo caso, perchè la cameriera continuò a parlare.
-Il signorino potrebbe metterci un po', la prego di aspettare nella sua stanza, al piano di sopra!- e si congedò con un inchino, ricambiato il fretta da Frosty.
Quest'ultima fece per salire il primo gradino della scala, ma un grido la fece fermare.
-No! No e poi no! L'ho detto e lo ripeto, non mi fidanzerò mai con lei!- la voce la riconobbe in pochi istanti, era quella di Diego, e sembrava essere anche piuttosto adirato.
Si incollò alla porta,dove poco prima aveva sentito parlare, spinse appena l'anta per focalizzare l'immagine, e cominciò a origliare tutta la conversazione.
Diego era in piedi e davanti a lui si vedeva appena la figura di due persone, sedute sul divano.
La ragazza ipotizzò che potessero essere i suoi genitori.
-Non mi importa, non voglio fidanzarmi con quella solo perchè me lo imponete! É assurdo!- gridò ancora il corvino, descrivendo ampi gesti con le mani.
-Sai che devi farlo...- una voce rauca, maschile continuò il discorso – Dovrai prendere in mano la situazione prima o poi...e il momento è ora! Lo avevi promesso!-
-Ti sbagli papà, non l'ho mai fatto!-
-Diego...-anche la madre si aggiunse, con una voce delicata quanto fredda – Non fare il bambino, e segui la tua strada senza esitare...tutto ciò ti gioverà di
sicuro!-

Frosty vide l'amico serrare i pugni e stringere i denti, piuttosto sofferente, per poi uscire dalla stanza, sbattendo la porta.
Quando lo vide avvicinarsi, fece qualche passo indietro, ma inciampò finendo a terra.
-E tu che ci fai qui?- chiese il corvino, spalancando gli occhi dallo stupore.
-Ehm...ecco...era venuta per..si, insomma...- balbettò lei alzandosi di scatto, ma le voci dei genitori di Diego la fecero arrestare.
-Shh! Di qua presto!- il ragazzo la prese per mano, conducendola in fretta al piano di sopra, nella sua stanza.
Quando la porta della camera fu chiusa, Frosty sentì il cuore esplodere come mai prima d'ora, mentre respirava a fatica per la corsa.
-Ma che...cosa...- balbettò cercando di riprendere fiato.
-Scusami...- le disse il corvino – Se i miei ti avessero vista sarebbero partite le domande, non volevo spaventarti scusa!...Ad ogni modo, perchè sei qui?-
-Non c'è un motivo particolare...-ridacchiò nervosa – Volevo solo sapere perchè sei scappato dalla scuola...ho trovato questo nella tua stanza...- e gli mostrò il foglietto accartocciato.
-Oh, devo averlo dimenticato...- si grattò la testa il corvino – Il fatto è che..sono dovuto andare via per motivi famigliari...-
-Posso...- Frosty si sedette a bordo del letto, intuendo che l'amico stava per cominciare a raccontare.
Dopo essersi seduto anche lui infatti, partì la spiegazione.
-Sai bene che io sono italiano, bhe, la mia famiglia ha un importante industria di macchine in Italia ed è anche per questo che abbiamo questo tenore di vita, così alto. Siamo venuti in Giappone perchè i miei volevano che io mi fidanzassi con la figlia del capo della più importante industria automobilista di questo stato, in modo da poter così, un giorno, unire le aziende e creare un impero mondiale...-
-Che pensiero antico!- sbottò Frosty.
Diego annuì e continuò – Ma io non voglio fidanzarmi con lei...e anche lei è d'accordo. Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera dai miei genitori, mi dicevano che sarei dovuto tornare a casa per parlare, ma io sapevo che si trattava di questo argomento, così ho rifiutato...ma ovviamente, sono venuti a prendermi con la forza, due guardie del corpo di mia madre...per questo non ho potuto salutare nessuno.-
Vedendo come il volto del suo amico era oscurato, Frosty non potè trattenersi -Ma devi fare qualcosa! Questa situazione è ridicola!- gridò allargando le braccia – Tu non...etciù! -
-Ehi stai bene?- domandò Diego, spaventato da quell'improvviso starnuto.
La castana scosse la testa – Tutto be...be...etciù! - un altro starnuto costrinse la proprietaria a preoccuparsi – Accidenti...per venire qui non mi sono coperta a dovere...-imprecò stringendosi sulle spalle.
-Vuoi dire che con questa neve sei uscita come se fosse primavera!- esclamò il corvino sbalordito.
-Già...e tutto per...colpa...tua...- un improvviso capogiro la costrinse a smettere di parlare. Aveva le guance arrossate e sembrava stessa per svenire.
-Che idiota...- ma prima che Diego potesse fare qualcosa, la castana era già svenuta sul letto.

 

 

 

-Ma dove si sarà cacciata?- Ame arricciò il naso, incrociando le braccia al petto.
Era da ore seduta sulla poltrona della sua camera, aspettando che la sua compagna si decidesse a farsi viva. La cena era finita da un pezzo, erano quasi le otto e di Frosty neanche l'ombra.
Aveva lasciato la cioccolata sul tavolino, che al ritorno, la bianca aveva trovato fredda, la coperta e il libro sul divano cobalto.
Aveva chiesto in giro, ma nessuno l'aveva vista e ormai, Ame ipotizzava che poteva essere uscita dalla scuola.
-E va bene ...- sospirò alla fine, alzandosi – Frosty è in gamba, se la caverà!- e così dicendo uscì dalla stanza, decisa a fare un salto da Shindou, che si trovava nella sala relax.

 

 

L'orologio batté la mezzanotte.
La stanza era avvolta nel silenzio quando Frosty si svegliò. La finestra era aperta e un debole vento faceva muovere a ritmo le tende argentate.
-Dove sono...- la ragazza si guardò intorno, notando poi che non era nella sua stanza all'accademia come credeva – Oh no...- si poggiò una mano sulla fronte con uno sbuffo.
Ecco cosa l'era successo, era svenuta a causa della febbre e Diego l'aveva sistemata sul letto.
Con sua grande sorpresa notò che il corvino dormiva sul piccolo divanetto della sua stanza e un sorriso di compassione le si dipinse sul volto.
Si è preso cura di me...” si ritrovò a pensare “Cavolo però...non ho mangiato nulla, sto morendo di fame...meglio cercare qualcosa da mettere sotto i denti...
Scostò le coperte e con piccoli passi felpati uscì dalla stanza. Il corridoio era avvolta nella penombra, camminò fino a raggiungere una strana porta, più grande delle altre, leggermente socchiusa.
L'aprì, provocando un cigolio sinistro, ritrovandosi immersa in una grande biblioteca, dall'aspetto molto antico.
Grandi armadi di legno contenevano numerosi volumi dall'aspetto molto antico e prezioso.
Quell'atmosfera così fiabesca e surreale le provocò un brivido lungo la schiena, si ritrovò a camminare immersa in quella piccola penombra, illuminata solo dalla luna che filtrava attraverso la grande finestra.
-Che ci fai qui?- si girò di scatto, già in posizione di difesa serrando i pugni, che poi però rilassò alla vista di Diego. Per un instante, un piccolo innocuo istante arrossì, perchè gli occhi smeraldini di Diego erano ancora più brillanti illuminati dalla torcia che teneva in mano.
-Allora? Che ci fai qui Frosty?- ripeté ancora il corvino, avvicinandosi a lei.
-Ehm...si ecco, stavo cercando la cucina e..sono finita qui per sbaglio...- bofonchiò qualcosa.
-La cucina chiude quando la servitù dorme, però forse riesco a rimediarti qualcosa, aspetta qui...- uscì dalla stanza per poi ritornare dieci minuti dopo con un vassoio con latte e biscotti.
Frosty si era intanto accomodata su una delle due poltrone accanto al camino spento.
-Grazie...-sussurrò afferrando un biscotto, mentre lui intanto accendeva il camino.
Piccole fiammelle cominciarono a bruciare, creando un tenue calore che andò a riscaldare il corpo gelato di Frosty.
-Allora, come stai?- domandò Diego di punto in bianco.
-Bene grazie, sto..meglio ora...però dimmi Diego, ci sarà un modo per farti tornare a scuola!-
-Mi dispiace, ma non c'è alcun modo...-sbuffò sconsolato.
-Parlerò con i tuoi genitori!- con uno scatto afferrò la mano dell'amico – Ci penso io tranquillo!-
-Grazie ma...è una cosa che devo fare da solo, ti prometto che tornerò a scuola e questa storia finirà!- esclamò annuendo serio.
Frosty si lasciò andare sullo schienale della poltrona scarlatta, con i propositi che tutto si sarebbe risolto per il meglio, o almeno lo sperava.
-Ah, quasi dimenticavo, Francesco rivuole indietro il suo gel è anche per questo che sono venuta!-
-Tsk !- Diego drizzò la schiena – Quello sciocco...- dai suoi occhi traspariva una grande freddezza.
-Uff...- un velo di tristezza calò sul volto di Frosty, la stessa sensazione che aveva avuto la prima volta che aveva visto lui e Francesco litigare, la stessa
morsa al cuore.

-Perchè...-sussurrò – Perchè ce l'hai tanto con Francesco, che ti ha fatto di male?-
-é una storia che comincia tempo fa...- cominciò il corvino – Io e Francesco eravamo amici da piccoli, stavamo sempre insieme. Giocavano, ridevamo e ci dicevamo molte cose...un giorno gli confessai una cosa che era molto importante per me.
Mi ero innamorato di una nostra compagna di classe, e avevo chiesto a Francesco il modo per conquistarla...- fece una breve pausa mordendo un biscotto.
-A quanto risale questa storia?- domandò l'ascoltatrice.
-Eravamo piccoli...otto anni credo. Comunque lui mi disse che il modo per conquistarla, era darle un fiore. Però,proprio quando stavo per confessarle il mio amore, l'ho visto consegnare a lei lo stesso identico fiore, e poi...lei che lo abbracciava. Da quel giorno, non gli ho più rivolto la parola, lui ha cambiato sport da nuoto a tennis e non ci siamo più frequentati -
-Tutto ciò è ridicolo!- sbottò Frosty alla fine del racconto – é successo tantissimi anni fa! Perchè rivangare quell'episodio, in fondo ha solo regalato una rosa a quella bambina!-
Diego corrugò la fronte sorpreso -Co-come facevi a sapere che il fiore era una rosa?- boccheggiò.
-Ehm..non me lo hai detto tu?- si giustificò con un lieve imbarazzo.
-No...la...la bambina era...come facevi a sapere che era una rosa!?- gridò Diego con un tono che la fece spaventare e irrigidire.
-Bhe ecco...quando ho conosciuto Francesco lui mi...mi ha regalato una rosa dicendomi che presto ne avrei ricevuta una più bella da un bambino fantastico...ricordo ancora le sue parole. Però...quella rosa non l'ho mai ricevuta...-
Diego sembrava ipnotizzato, fissava gli occhi di Frosty senza battere ciglio, e la castana si sentì leggermente fuori luogo.
-La...la bambina...-cominciò poi l'amico – Si chiamava Emmeline...aveva...i tuoi stessi occhi. Oh che stupido! Come ho fatto a non accorgermene prima!- si batté più volte la mano sulla fronte – Frosty, Emmeline...tu...tu sei...il mio primo amore...tu sei la causa per cui io e Francesco non ci parliamo più!-
-NO!!- la riccia si alzò di scatto dalla poltrona, indietreggiando di qualche passò – Non è possibile...allora tu...quella volta mi...no, no no no!!- cominciò a dimenarsi, nel tentativo di scacciare via quei brutti pensieri che le stavano vedendo alla mente.
-Ehi calmati Emmeline!-
-Non sono Emmeline sono Frosty!!- urlò con le lacrime agli occhi – Frosty! Semplicemente Frosty!- continuava a muoversi, cercando di divincolarsi dalla presa di Diego.
-No, tu sei Emmeline...il mio primo e unico...amore!- e la baciò.
Quel bacio che in realtà durò pochi secondi, sembrò durare una vita intera, una vita in cui Frosty capì di non poter affrontare senza avere Diego al suo fianco...si ma, come amico o...
-Mh..ti prego! Io non so cosa devo fare, Francesco...tu...- il corvino le asciugò le calde lacrime.
-Porgerò le mie scusa a Francesco...così io e te potremmo...stare insieme...-
E per quella sera fu tutto.







Angolo autrice:

Sono tornata! Acclamatevi o uccidetemi fate voi.
Chiedo scusa per il grande ritardo di mesi e  mesi e mesi...no ok forse è troppo, comunque gomen a tutti *si inchina *.
Ho avuto grandi problemi da quando ho cominciato la scuola. Prima sono stata per due settimane senza computer, poi ero in..*cof cof * punizione ^^" e poi l'isparazione che è venuta a mancare con il tempo. I compiti che mi uccidono e tante altre cose, perciò gomen minna!.
Questo capitolo che avevo promesso a Frosty annuì orsono finalmente è pronto, e appunto lo dedico a lei. Finalmente dopo milioni di recensioni in cui tutti chiedevano del passato di Diego ...alla fine è venuto alla luce con una grandeee sorpresa! *risata maliziosa*
Spero di riuscire a pubblicare al più presto il prossimo che giurò sarà un parto, perchè ho 0.00000 idee (?).
Recensite perfavore, spero che qualcuno si ricordi ancora di questa storia T_T

Elisachan

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Capitolo 15
*** Quel messaggio sul giornale... ***


Capitolo 14

 

Quel messaggio sul giornale...

 

23 Dicembre, il giorno della svolta che farà entrare i ragazzi in una nuova avventura tutta da vivere.
Quel giorno che sembrava essere cominciato bene per tutti, in realtà nascondeva una notizia sconcertante.
Dovranno salvare quello che hanno di più caro.

 

______________________________________ • ♦ ________________________________________

 

 

Akane sbuffò per l'ennesima volta, cerando di riscaldare le mani dal freddo, nonostante indossasse i guanti. Era ormai stufa di aspettare le amiche, quello era l'unico giorno libero che avevano per uscire e non poteva di certo sprecarlo rimando lì, imbambolata all'entrata dell'accademia.
Si era coperta per bene, cercando di scacciare quel gelo così raro lì a Tokyo, sembrava di essere in Scandinavia.
Indossava un giubbotto di pelliccia finta, sul cui cappuccio c'erano delle orecchie da orsetto, morbidose. Le gambe erano fasciate dai dei pantaloni neri e ai piedi calzava degli stivaletti marroni.
Quando finalmente stava per mettersi a urlare, vide comparire dal corridoi Vanille e Faith che correvano a perdi fiato.
-Alla buon ora!- esclamò la rossa, incrociando le braccia – Quanto ci avete messo!- poi però si accorse che all'appello mancavano ancora due
persone -E...Kim e Kaori?-

-Kaori ha detto che uscirà più tardi per un problema con il preside...e Kim...-
-Eccomi! Scusate!- finalmente Kim arrivò, sbuffando come al suo solito – Allora andiamo? Non voglio uscire quando comincia a nevicare, dato che siete lente come lumache!- protestò uscendo per prima dal portone.
-Si Kim ha ragione, vale sopratutto per te Akane, tu sei lentissima a camminare!- diede man forte Faith e poi anche lei uscì, seguita da Vanille.
Akane rimase impalata per qualche secondo, boccheggiando una possibile risposta, ma non le veniva in mente nulla...l'unica cosa che si chiedeva, era come avesse fatto a scegliere delle amiche così!.

 

Come tutte le città a Natale, Tokyo diventava un vero e proprio paradiso di luci.
Le insegne di tutti i negozi erano illuminate con colori fosforescenti e accecanti.
Alberi di Natale, sia veri che finti, erano piantati ovunque, anche essi pieni di piccole lucidne dorate, argentate o multicolore.
Tra le strade si respirava quella tipica atmosfera festiva, in cui tutto e tutti ti sembrano più carini e gentili. La causa potrebbe anche essere il succulento aroma dei dolci di Natale che proveniva da ogni singola pasticceria nei paraggi.
Ma era questa l'opinione infallibile del naso di Faith.
La bionda camminava in testa al gruppo, come se il suo piccolo nasino le facesse da guida per dove andare.
-Da questa parte!- gridava schivando con prodezza tutte le persone che affollavano il marciapiede.
-Aspetta Faith! Ti supplico rallenta!- inghiottita dalla folla, Akane cercava di recuperare la Maison.
Con un ultimo sforzo si ricongiunse all'amica e subito dopo arrivarono, con il fiatone, anche Vannile e Kim.
-Ma santo cielo...- ansimò Kim – Quanto cavolo corri Fa...Faith?- si interruppe vedendo la bionda a occhi spalancati davanti a un negozio.
Fissava con gli occhi vermigli e spalancati l'insegna luminosa: “Fumetteria Sakurada”.
E fu a quel punto che Akane e Vanille si ricordarono della passione sfegatata, direi più che altro malata, della loro amica inglese. Faith amava i fumetti, Faith adorava i fumetti.
-Ehm...senti...Faith...non credo sia il caso...- ma la ragazza era già schizzata dentro.
Sapeva esattamente dove andare, sapeva cosa fare e come muoversi tra tutti quelli scaffali.
Fumetti americani,manga e quant'altro erano perfettamente impilati in ordine alfabetico, così che tutti potessero trovare quello che cercavano, ma a Faith quelle lettere giganti non servivano.
-Aaah! É uscito! L'ho trovato!- sollevò con orgoglio e gli occhi luminosi un manga – Il nuovo numero di Fairy Tail! Cavolo l'ho trovato!-
-Bhe...buon per te...- fece Kim osservando come si accontentasse per poco – Ora possiamo...-
-NO!- Faith corse verso un altro scaffale pieno di figure da collezionare, tirò fuori dalla tasca il portafogli – Che nessuno si muova...prima devo comprare un paio di cosine...-sibilò con gli occhi che guizzavano da un parte all'altra del luogo.
Per fino il commesso era spaventato da tanta determinazione. Troppa per i suoi gusti.
 

 

Nel frattempo in un bar non molto lontano, tre amiche si stavano rilassando dopo una sana ora di shopping, chiacchierando allegramente.
Il luogo era piccolo ma accogliente, in stile classico ma elegante, se così si può dire.
I tavolini bianchi e rotondi erano perfettamente ordinati e imbanditi di dolcetti e tazzine. A vederlo così, sembrava una casa delle bambole giganti. Era un Butler Café.
-E così...Diego è deciso a parlare con Francesco...-mormorò Emma, posando le labbra rosate su una piccola tazzina bianca –
Interessante...ma romantico, si vede che è pazzo di te!- commentò facendo l'occhiolino a Frosty.

Questa affondò il viso nella lunga sciarpa, cercando di nascondere l'imbarazzo.
-Bah...- Alexia si stravaccò sulla sedia, in una maniera tutt'altro che elegante, mordendo un pasticcino al cioccolato - ...trovo che la cosa si stia
facendo interessante...-sorrise maliziosa.

-Francesco è testardo, ma sono sicura che capirà!- sorrise incoraggiante l'italiana -..Ma tu...Alexia, che mi dici di Luca?-
La corvina sputò il the, sorpresa da quell'affermazione, cominciando a tossire cercando di ritrovare l'ossigeno.
Un cameriere le si avvicinò allarmato – Oujousama tutto bene?- domandò cortese, con un sorriso ammagliante ma preoccupato.
Alexia arrossì, annuendo sebbene fosse poco convinta – Tutto bene...potrebbe portarmi un fazzoletto?- chiese cortese, il ragazzo annuì e con un inchino si congedò.
Finalmente tornata del suo solito colorito pallido, l'americana sbottò -Si può sapere cosa cavolo vai dicendo?! Non nominare quella persona infame! Quel verme smidollato...quel ragazzo...dagli occhi azzurri così belli...e il sorriso così provocatorio, ma dolce allo stesso tempo e ...- ma ben presto la minaccia e le grida si trasformarono in un susseguirsi di complimenti per la figura del ragazzo, che appariva nella mente di Alexia.
Sbuffò, accasciandosi sul tavolo – Cosa devo fare...- sussurrò.
-Oujousama...il suo fazzoletto!-
-Oh...grazie...-contro voglia la corvina prese il pezzo di stoffa morbido e si soffiò il naso rumorosamente, fortunatamente però il cameriere personale se ne era andato.
-Senti Ale...per me dovresti parlare con lui, si insomma...è ora di chiarirsi...- provò Frosty.
-Tu non capisci...-Alexia nascose il viso tra le braccia – Ogni volta che sono sola con lui...succede sempre il fini mondo...sembra un pervertito...-
-Addirittura...-si morse il labbro Emma. E allora la Black decise di raccontare quello che era successo un giorno di tanti mesi fa, l'episodio durante la giornata di disegno all'area aperta per le prime.
 

 

-Ah! Ora si che mi sento meglio!- Faith uscì soddisfatta dalla fumetteria, portandosi dietro ben tre buste cariche di roba. Nessuno sapeva quanto aveva speso per quella roba, vitale per lei.
-Sono felice, ma ora possiamo andare da un altra parte...vorrei cercare qualcosa per Tenma..- mormrò Akane sfinita.
-Certamente! - trillò la bionda – Avete presente quel negozio di videogiochi in centro...bhe...-
-NO!- questa volta fu Akane ha interrompere i sogni a occhi aperti di Faith – Niente fumetti, videogiochi o altro...andiamo...- si guardò intorno, sperando che il negozio perfetto cadesse dal cielo, e come per miracolo eccolo...davanti ai suoi occhi verdi – Andiamo lì!-
E già correvano attraversando la strada, verso una piccola insegna illuminata e una vetrina piena di articoli sportivi.
Akane non sapeva perchè fosse entrata lì, sentiva inconsciamente che quello era il luogo giusto dove trovare il regalo perfetto...si, ma quale?.
-Che ne dici di questo?- provò Vanille, mostrandole una maglietta arancione fosforescente.
-Uhm...non mi convince...- la rossa si girò a andò alla ricerca di qualcos'altro.
Tenma...Tenma cosa posso regalarti...
Cercava nella sua mente anche un piccolissimo dettaglio da usare, si insomma, d'altronde lo seguiva in tutto, lo guardava sempre e cercava ogni modo per stargli almeno ha un metro di distanza.
Secondo Faith era diventata una piccola “stalker” ma a lei questo nomignolo non toccava minimamente.
-Ci sono! Questo sarà perfetto!- un mucchio di palloni da calcio le stava davanti, perfettamente impilati come a formare una piramide. Ne prese uno molto delicatamente e lo osservò felice.
-Tenma si allena molto, sono sicura che avere un pallone in più gli farà comodo!-
-Mi sembra troppo scontato...- disse Kim incrociando le braccia .
-Ha ragione!-aggiunse Vanille – Forse dovresti scriverci sopra qualcosa! Come una dedica!-
Akane strinse l'oggetto con titubanza – D'accordo...allora andiamo alla cassa!-
Poco dopo uscirono dal negozio trionfanti, per fino Faith, che aveva trovato qualcosa di molto interessante per un rosa di sua conoscienza.
-Davvero...ma come ti è venuto in mente di comprare una cosa simile per Kirino...- sbuffò rassegnata Vanille.
Faith tirò fuori dalla busta un bodi da ballerina, rosa pastello – Io lo trovo perfetto!- rise sotto i baffi – Si intona ai suoi capelli...consideratelo come uno scherzo di Natale!-
-Mi piace! Sei perfida biondina!- fece Kim ghignando.
La Maison rise di gusto e continuò a passeggiare insieme alle amiche.
 

 

 

Solo una domanda invadeva la testa di Benna in quel momento, una sola parola: Perchè?
Perchè non era con Ame e Tsuboni a comprare un bel regalo per Tsurugi, magari cercando anche di conquistarlo una volta per tutte?.
Perchè Cristal l'aveva convocata urgentemente davanti al portone della scuola?.
Perchè era un quarto d'ora che era lì e lei non si vedeva?.
Voleva risposte a tutte queste domande, d'altronde era lecito...e se non veniva entro due secondi avrebbe di sicuro avuto un attacco d'ira.
-Scusa il ritardo...- si girò notando con suo grande sollievo che finalmente Cristal era qui.
-Perchè mi hai chiamato con così tanta urgenza?- attaccò subito Benna, incrociando le braccia arrabbiata.
-Per questo...guarda qua...- la corvina le mostrò un quotidiano fresco di stampa, su cui spiccavano delle righe gialle evidenziate da lei stessa -Leggi...- esortò l'amica.
Benna prese il giornale con titubanza, scambiando prima un sguardo negli occhi verde-grigio dell'amica, dato che erano fermi e impassibili, la cosa era seria.
Scorse velocemente lungo tutto il paragrafo, e mano a mano che le parole le saltavano all'occhio, apriva la bocca a scatti boccheggiando e stropicciava le pagine incredula.
-Cos...cosa significa...-mormorò alla fine, e con un gesto meccanico restituì a Cristal il giornale.
-Esatto...la Sports Academy chiuderà....- concluse la frase la corvina.
-Ma come è possibile?! Senza avvertirci, così su due piedi?!- sbottò Benna allargando le braccia.
-Nessuno lo sa...solo noi due al momento...- con il suo tono freddo e serio, Cristal riuscì a far calmare l'italiana e a poter spiegare.
-La notizia è stata data su tutti i quotidiani locali, ma dato che a scuola non sono ammessi, nessuno studente sa della cosa...e credo neanche i professori...al limite solo il preside potrebbe esserne al corrente...- suppose mettendosi le dita sotto il mento.
-No, nemmeno mio zio lo sa...- entrambe si voltarono e videro Kaori che si stava avvicinando lentamente.
-...Ha...hai detto tuo zio?!- esclamò Benna sempre più sorpresa da quelle novità.
-Si...il preside è mio zio!- ammise noncurante la dodicenne - ..Ma ora questo non è importante...vi assicuro che nessuno lo sa, tranne noi
tre...-

-Si, ma tu come...hai letto il giornale?- domandò subito Cristal.
-No – Kaori sospirò, appoggiandosi al portone il legno – è successo ieri sera, stavo guardando le notizie al computer e ho letto di quest'annuncio, è di sfratto...qualcuno ci vuole cacciare!-
-Spiegati meglio...-la esortò Benna, sempre più concentrata.
-Sembra che un'altra scuola sia stata costruita non molto lontano da qui, anche essa dedita alla sport...e sembra inoltre che sia tra le più costose e le più moderne in Giappone...una concorrenza insomma...- Kaori chiuse gli occhi per qualche secondi, lasciandosi andare in un grande sospiro triste.
-...Quindi tutto è stato fatto in segreto, vogliono far sapere la notizia nel momento in cui non si potrà più tornare indietro...e la scuola sarà costretta a chiudere...- pensò a voce alta Cristal -...La cosa è seria, molto seria...-
-Sembra inoltre che colui che ha finanziato l'impresa sia uno molto ricco, che non si è mai fatto vedere alle telecamere e che per la prima volta verrà a vedere la scuola finita...tra qualche giorno...- aggiunse la presidentessa -Dobbiamo sfruttare l'occasione e entrare nella scuola!!-
-Si ma come?- chiese ingenuamente la riccia.
Cristal sorrise, capendo al volo il concetto di Kaori - ...Come delle spie...-rispose sicura.
-Ma noi non lo siamo!- protestò ancora Benna.
-Si dal caso...che qui tra noi ci sia una ragazza che l'estate scorsa ha frequentato un corso di spie in Svezia...-
Benna ci mise qualche secondo prima di realizzare di chi stesse parlando l'amica dai capelli neri.
La faccenda si faceva seria, bisognava avvertire il terzo detective del gruppo, Tsurugi e passare all'azione.
Ma nessuno sapeva come avrebbero agito e quello che in quella misteriosa scuola li aspettava.

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Angolo autrice:

Forse ora vi starete chidendo se quello che avete appena letto è stata un'allucinazione, un sogno o un illusione...bhe, vi sbagliate.
Nello scorso post avevo detto che avrei cancellato la storia, ma non me la sono sentita. 
Grazie alle vostre recensioni e dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso che non potevo abbondare così tutti quelli che hanno a cuore la mia storia. Tra l'altro non è nemmeno un gran che, è molto semplice, ma ci tengo a farla bella, sopratutto perchè voi mi avete dato dei personaggi con cui creare questa reltà. Quindi grazie a voi!.
Gli aggiornamenti saranno lenti, molto lenti...ma vi chiedo ogni tanto di farvi sentire con una recensione. 
Non farò come in altre storie a OC in cui chi non recensisce vede sparire il suo OC, ma vi chiedo comunque questo favore :"
E poi niente, voglio ringraziare anche Frosty, che sta traducendo con molta fatica questa storia a una sua amica americana! *_* Ciao Brook! 
Ci vediamo al prossimo capitolo, vi auguro buone feste! ^^

_Elisachan

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Capitolo 16
*** La paura di cedere ***


Capitolo 15


La paura di cedere 




La neve aveva smesso di cadere e ora la città era imbiancata da un sottile strato di ghiaccio.
Una limousine nera sfrecciava lungo la strada, all'interno vi erano quattro ragazzi determinati a sapere la verità su quell'oscuro edificio da poco costruito, e che, secondo i giornali avrebbe fatto da concorrenza alla loro amata scuola.
-Accosta qui!- esclamò ad un certo punto Kaori, intimando al suo autista personale, di fermarsi qualche metro dietro la scuola, così da non destare sospetti.
Cristal spense il cellulare – Sono le 9:30...siamo in perfetto orario...- costatò mentre scendevano.
Si avviarono in silenzio e arrivarono in pochi passi davanti alla scuola, ai cancelli principali.
La struttura era grande e imponente, con pareti grige appena dipinte e finestre nuove di zecca.
Si appostarono dietro a un cespuglio, proprio quando una macchina nera si fermò dinanzi la scuola.
Un uomo ne scese con passo sicuro, indossava uno smoking bianco dal cui taschino usciva un fazzoletto rosso. I capelli biondi era perfettamente pettinati, ma davano anche quel tocco trasandato ma originale. Gli occhiali da sole scuri, non permettevano una visuale completo del suo viso dai tratti affilati.
Con passo sicuro si diresse verso l'ingresso, mentre i ragazzi gli andavano dietro, cercando di mimetizzarsi con gli alberi e i cespugli che spuntavano qua e la per il giardino dell'edificio.
-Sa...Salve capo!- esclamò una voce roca e goffa.
Un uomo basso e tarchiato stava sulla soglia della porta principale. L'odore di grasso che emanava si poteva sentire a chilometri di distanza. Aveva la pelle lucida di grasso, era calvo, fatta eccezione di qualche capello castano e con gli occhi liquidi e piccoli.
Indossava un berretto da muratore giallo canarino e una pettorina segnaletica arancione fluo.
-In orario come sempre!- continuò a elogiare l'uomo più alto – Vuo...vuole cominciare subito il giro?-
-Sono qui apposta! Fammi strada...- e così, riposte le mani nelle tasche del pantaloni, l'uomo biondo seguì il muratore all'interno dell'edificio.
-Forza andiamo!- incitò Cristal con un cenno e tutti entrarono.
Per pochi secondi rimasero senza fiato, quel luogo era identico alla Sports Academy, ma migliorato e di parecchio direi.
Benna fu la prima a ritornare alla realtà – Ehi...ma...dove sono finiti?- domandò mentre si guardava fugacemente intorno.
-M...mi dica signore, preferisce prima visitare il suo studio?- la voce del muratore risuonò come un eco all'interno dei corridoi. Ci fu un secondo di silenzio, che lasciò pensare alla risposta del biondo, poi il grassone gridò ancora – Si certamente! Allora visiteremo dopo il suo studio sulla destra!-
Subito i ragazzi si precipitarono nel corridoio a destra e in poco tempo trovare lo studio del preside.
-Benna tu controlla la scrivania, Tsurugi a te la libreria, Kaori tu fai il palo e io controllo il resto della stanza, abbiamo poco tempo, forza!- ognuno andò alla propria postazione.
Benna aprì tutti i cassetti e cominciò a spargere sulla superficie legnosa del tavolo tutti i fogli, cercando qualcosa che potesse essere loro utile.
Nel mentre Tsurugi passava in rassegna tutti i volumi della libreria.
-Trovato!-esclamò a un certo punto Benna, mostrando trionfante una cartellina blu – Questa fa al caso nostro, me lo sento!-
-Perfetto...allora sbrighiamoci e...- Cristal non riuscì ad aggiungere altro. Kaori entrò trafelata, chiudendo la porta dell'ufficio.
-Allarme!-gridò – Stanno arrivando!-
-Cosa facciamo?!- esclamò Benna mentre intanto rimetteva a posto tutte le carte.
-Nascondiamoci in fretta!- si buttarono così sotto la scrivania all'ultimo secondo, proprio mentre la porta si riapriva e i due uomini entravano. Il capo dai capelli biondi si diresse subito alla postazione da preside della sua nuova scuola.
-Allora...capo...è soddisfatto della scuola?- chiese titubante il muratore.
-Ojou...devo dire che hai fatto un buon lavoro...-il capo rispose con tono mellifluo, mentre nei suoi occhiali scuri passava un riflesso furbo – Ma dimmi...per quella cosa che ti ho chiesto?-
Il grassone si fece subito sull'attenti e lo stesso vale anche per i quattro ragazzi sotto la scrivania.
-Tutto fatto! I documenti si trovano nel cassetto...inclusa la sua amata cartellina!- disse l'uomo.
Sotto la scrivania, Benna strinse forte l'oggetto nominato, allora non si era sbagliata, quella cartellina valeva davvero quanto pensava.
Lo spazio li sotto era ridotto al minimo, erano tutti ammassati gli uno contro gli altri.
Benna si trovava faccia a faccia con Tsurugi, più che altro accucciata tra le braccia del blu, anche se la cosa non le dava poi così fastidio e dirla tutto.
L'uomo biondo aprì il cassetto, cominciando a rovistarci dentro. Tirò fuori tutto, tranne la cartellina.
-Cos'è uno scherzo forse?!- sbottò tirando in aria l'ultimo foglio – Dov'è la mia cartella!-
Il muratore impallidì – Ma...signore...era lì fino a un attimo fa...- balbettò incerto, pulendosi i palmi delle mani sudate sul giubbote arancione – Glielo...assicuro...-
Sotto la scrivania i ragazzi stavano tremando. Ora sapevano che in quella cartella c'era qualcosa di molto importante e non potevano lasciarla. La polvere soleticò il naso di Benna e a ragazza cercò di trattare un potente starnuto.
Cristal la guardò sprezzante e mimò con le labbra un “Non ci provare”.
Benna annuì, non riusciva a usare le mani tant'erano stipati lì e quindi la disfatta era inevitabile.
Accadde tutto in pochi secondi, Benna starnutì addosso a Tsurugi e quando l'uomo si accovociò sotto la scrivania, Cristal gli tirò un calcio che lasciò l'impronta della suola della sua scarpa sulla faccia dell'uomo. Uscirò in fretta dallo studio, investendo anche il vecchio Ojou che nonostante la stazza, riuscì a traballare.
-OJOU! INSEGUILI RAZZA DI INETTO! SONO QUELLI DELLA SPORTS ACADEMY!-
alla voce potente e furiosa del suo capo, il muratore cacciò dalla tasca del giubotto un telecomando e premette il pulsante rosso.
Un allarme si diffuse in tutto l'istituto, accompagnato da una forte luce rossa, mentre i ragazzi correvano per i corridoi alla ricerca di un uscita.
-Benna!- gridò Cristal – Hai rovinato tutto!-
-Scusate, non volevo davvero...- biascicò la castana con le lacrime agli occhi.
-Tsk!- grugnì Cristal accelerando il passo.
-Basta litigare, dobbiamo trovare un uscita prima che...- Kaori si fermò di scatto, davanti a loro erano appena arrivati un gruppo di guardie del corpo grosse e dall'aria tutt'altro che amichevole.
Guardandosi intorno, la bionda notò che non vi erano vie di fuga, tutte le porta e le finestre erano state sbarrate.
Solo una, ti prego, solo una porta...o anche finestra, voglio solo un uscita!
Imprecò indietreggiando insieme ai compagni, fin quando non adocchiò una piccola finestra dietro il muro di uomini non ancora chiusa. Cercò lo sguardo dei compagni, ma non servì spiegare loro il piano, bastò un'occhiata e già avevano afferrato il concetto, dovevano andare contro quei giganti.
Cristal fischiò e tutti attaccarono.
Benna diede una “cartellata” al primo omone, promettendogli in silenzio che gli avrebbe pagato la chirurgia per un nuovo naso. Cristal e Tsurugi si intrufolarono sotto le gambe di un altro, mentre Kaori urlò così forte da sovrastare anche il rumore degli allarmi. Benna si appuntò mentalmente di non farla mai arrabbiare, quel grido era così acuto che fece mettere le mani nelle orecchie a tutti le guardie. Con quell'attimo di distrazione, riuscirono a raggiungere la finestra.
-Oh Santi dei delle finestre!- strepitò Kaori – Siamo al secondo piano!-
-Non abbiamo scelta do...giù!- uno sparo risuonò in lontanaza, il proiettile colpì la finestre e milioni di piccole schegge si infransero sopra le teste dei ragazzi.
Benna guardò indietro, ora gli omoni sembravano voler fare sul serio, non avevano scampo.
-Kaori prega al dio delle finestre e degli di salvarci!- esclamò la castana e poi saltò giù nel vuoto insieme agli altri.




Forse davvero il dio delle finestre li aveva aiutati o almeno aveva aiutato Benna.
La ragazza era riuscita in un perfetto atterraggio sulla neve, con una giravolta a mezz'aria degna del acrobata più bravo. Stringeva ancora la preziosa cartellina blu tra le braccia, per fortuna.
-Ragazzi...-chiamò tremante – State bene?-
-Benna!- Tsurugi le corse intorno, era ancora più bello con i capelli scompigliati coperti di neve, pensò la ragazza.
-Tutto ok?- chiese il blu e la castana annuì – Ma gli altri?-
-Siamo qui!- da dietro un cespuglio spuntarono Cristal e Kaori, con i capelli scompigliati e coperti di foglie – Siamo vive solo per miracolo...- balbettò Kaori.
-Dobbiamo scappare!- Benna strinse la cartellina ancora più forte – Ci troveranno subito...- alzò lo sguardo e vide con orrore che il salto che avevano compiuto era stato un suicidio. I vetri giacevano ancora ai loro piedi, mimetizzati dalla neve.
Il particolare più inquietante era che le sirene avevano smesso di suonare e non si sentivano più le grida del muratore isterico.
-Ok allora chiamo...MH!!- Benna si girò ancora e per poco non sbiancò. Un uomo aveva strappato di mano il cellulare a Kaori e la tratteneva tra le sue grandi braccia, tappandole la bocca.
La tredicenne si dimenava ma invano. Fu allora che Benna capì che erano circondati.
 
~♦~
 



Nel frattempo all'accademia tutti si stavano dando da fare per preparare la festa di Natale.
La palestra si stava lentamente componendo di tante decorazioni colorate. Tutti i ragazzi stavano aiutando in tutti i modi.
Sedute sugli spalti, le primine stavano rovistando negli scatoloni con le palline di Natale, cercando qualcosa di interessante da mettere al grande albero che si trovava al centro della sala.
-Questa fa al caso nostro!- esclamò Akane tirando fuori un enorme ghirlanda di fili dorati.
Così enorme che non riusciva a tenerla in mano – Ma quanto è grande?!-
-Sarebbe perfetta, l'avvolgeremo intorno tutto l'albero!- disse poi Faith, aiutando l'amica.
-Faith allora pensaci tu...- rispose Vanille, esaminando delle palline rosse con molta concentrazione.
-Ma...- la bionda cercò di protestare, poi però lanciò un occhiata ai due ragazzi che stavano lavorando all'albero e un sorriso malevole le apparve -D'accordo!-
Si avvicinò all'abete correndo e ogni tanto rischiava di inciampare nella decorazione, ma alla fine riuscì ad arrivare indenne.
-Hola ragazzi!- fece sorridendo – Posso aiutarvi?!-
-No, siamo al completo – rispose secco Kirino, mentre reggeva la scala su cui stava Shidou.
Il castano era alle prese con delle statuine molto difficili da incastrare tra i rami.
-Non è essere cattivo...- Faith strinse la mascella – Vi posso aiutare...anche io!- spinse Kirino e afferrò la scala che traballò per pochi secondi.
-Ragazzi vi prego!- li richiamò Shindou dall'alto – Non voglio morire la vigilia di Natale!-
-Fatti da parte Faith, lo aiuto io!- esclamò Kirino e spinse a sua volta la Mason.
La scala traballò sempre più forte e Shindou dovette fare appello a tutta la sua forza di equilibrista interiore per non cadere. Ma sotto il litigio continuava.
-Sei cattivo!- gridò Faith con voce stridula – Ti odio caramella ambulante!-
-Si anche io ti voglio bene...ora lascia questa maledetta scala!!- rispose Kirino.
-NO!!- fu allora che il mondo crollò.
Shindou scivolò all'indietro stringendo ancora tra le mani le statuette. La scala cadde di lato e Kirino e Faith si ritrovarono sotto il peso del castano, completamente spiaccicati a terra.
-Io...ve l'avevo detto...-sussurrò Takuto, stridendo dal dolore.

 
 
~♦~
 



Nel mentre la situazione alla scuola non era della migliori.
Benna si trovava con le spalle al muro insieme ai tre compagni.
Kaori era riuscita a liberarsi mordendo la mano che le tappava la bocca, ma erano ancora bloccati da sei uomini armati. Le pistole che avevano contro le facevano battere il cuore all'impazzata.
-Non fate mosse false e consegnateci la cartellina!- disse Ojou facendosi largo tra gli uomoni.
-Mai! Questa è nostra!-ringhiò Benna. Con suo grande stupore Tsurugi si mise davanti a lei nel tentativo di proteggerla.
-Veramente è del mio capo...quindi ridatemela o finirà male!- fece un cenno e gli omoni si avvicinarono di più.
Per qualche istante Benna esitò davvero, non potevano rischiare la vita in questo modo, forse davvero avrebbe dovuto consegnare la cartella, forse non conteneva nulla che avrebbe potuto testimoniare a loro favore.
Quando incrociò gli occhi ambrati di Tsurugi, capì che il ragazzo non voleva che mollasse, se la sarebbero cavata comunque. Ma lei non voleva mettere a rischio la vita degli amici.
-Avete...- fece un passo avanti e strinse l'oggetto per l'ultima volta.
-Benna no!- Cristal cercò di fermarla ma la castana si voltò con le lacrime agli occhi.
-NON HO ALTRA SCELTA!- una lacrima le solcò la guancia mentre allungava le mani.
In quel momento Kaori perse la ragione, si scagliò senza pensare contro un uomo e allora Ojou sbraitò – FUOCO!!-
L'ultima cosa che Benna ricordò era una manciata di proiettili che veniva loro contro.


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Elisa's Corner : 

Indovinate chi ha aggiornato dopo mesi? Ebbene sì, sono tornata, miah (?). 
Da notare che nella mia fic è ancora la vigilia di Natale, che è passato da mesi eh. 
Spero mi perdoniate ma sta diventando tutto difficile e il tempo che dedico a questa storia è sempre più piccolo, comunque aggiorneò finché non sarà finita, tranquilli ~ 
Dal prossimo capitolo ci sarà un lungo salto temporale, per cui scusate se vi aspettavate qualcosa di particolare. 
Aggiorno oggi perché domani è il mio compleanno e  mi sono detta: " Ma sì, perché no? Aggiorniamo oggi in onore dei miei quindici anni! " :"
Detto questo vi saluto, à plus cari lettori!.

_Elisachan


 

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Capitolo 17
*** Emozioni ovunque: Cuori infranti, dolci sentimenti, lati oscuri ***


Capitolo 16


Emozioni ovunque:
Cuori infranti, dolci sentimenti, lati oscuri 


 


La pioggia cadeva fitta e scrosciante, ad un ritmo tranquillo e estremamente ipnotico.
L'aria era fredda, un rivolo di fumo uscì dalle labbra piccole di Akane. Nonostante il gelo il suo corpo sprizzava calore, il sangue le pompava nelle vene e il cuore le batteva all'impazzata.
Sotto l'ombrello rosso, davanti a Tenma, aveva la vista e i pensieri completamente annebbiati.
-Akane...Akane...- il ragazzo continuava a ripetere il suo nome, era il suono più dolce che lei aveva mai sentito. Gli occhi smeraldini di Akane brillavano e si riflettevano come pietre preziose negli occhi grigio perla di Tenma. In quel paesaggio grigio e coperto di pioggia, i suoi occhi erano la cosa più bella che lei avesse mai visto.
-Akane...-ogni volta che pronunciava il suo nome, la distanza tra i loro visi si accorciava e il cuore di Akane pompava sempre più sangue nelle vene.
Aveva aspettato quel momento per secoli e ora era realtà.
-Tenma...-


-Chi mi sa dire il risultato di quest'espressione?-
-Tenma...Tenma...- Akane fece cadere la penna e allora si riscosse.
Si trovava in classe durante l'ora di matematica, ma invece di ascoltare si era improvvisamente addormentata e ora non sapeva di cosa stesse parlando la professoressa.
-Signorina Melodian, sarebbe così gentile da spiegare ai suoi compagni come ho risolto questa espressione?- Akane fu colta in fra grande mentre raccoglieva da terra la penna. Boccheggiò uno stizzito sì e controllò l'espressione, non l'avesse mai fatto.
Quella non era un calcolo matematica, ma un mostro mitologico bianco, composto da lettere e numeri indecifrabili, il suo concetto di matematica in fondo.
Dalla faccia sorpresa e confusa che aveva fatto, l'insegnante capì la sua distrazione, che negli ultimi tempi era aumentata, quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
-Ora basta signorina! Vada fuori, è inconcepibile il suo atteggiamento distratto!- le amiche di Akane la videro raccogliere le sue cose e uscire a testa dall'aula, mentre il labbro inferiore tremava leggermente.
Tutti erano a lezione, perciò in quel momento la scuola era silenziosa, se non si contava il rumore della pioggia, che sembrava non voler smettere per nessun motivo. Di sicuro, questo non contribuiva a rallegrare la rossa. Si sedette sui gradini freddi dell'ingresso osservando le gocce che cadevano fitte. Strinse le ginocchia al petto e vi poggiò sopra il mento, non sapeva cosa le stesse succedendo in quel periodo, aveva la testa tra le nuvole e non faceva altro che pensare a Tenma.
L'indomani sarebbe stato Aprile e dopo tutti i mesi passati il loro rapporto non era cambiato di una virgola, ora stava davvero sviluppando due teorie da adottare.
La prima, rivelare a Tenma i suoi sentimenti, anche se poteva essere rifiutata. La seconda, tenersi tutto dentro fin quando a dichiararsi non sarebbe stato lui, ma come fare?. Il suo cuore sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
Tutto questo groviglio di sentimenti era davvero strano per lei che aveva sempre represso sentimenti femminili e fragile, per cercare di essere una figura forte per i suoi famigliari.
Cominciò a piangere, soffocando i singhiozzi nelle ginocchia -No...sono un disastro, voglio sparire! Sono debole!Non servo a nulla!!-
-Debole?...Akane che stai...- qualcuno le si avvicinò, sedendosi sui gradini.
Akane alzò la testa, aveva gli occhi lucidi e corrosi, la fronte sudata. Ecco che all'improvviso Tenma era vicino a lei che le lanciava un sorriso preoccupato. Tutto si fece improvvisamente silenzioso, anche il suono del temporale. Era concentrata sugli occhi più luminosi che avesse mai visto.
Nonostante tutto, tornò a nascondere il viso – Va via...- mormorò malconcia.
Tenma ridacchiò e con la coda dell'occhio, la rossa lo vide pulire della terra dalla sua divisa da calcio. Evidentemente era uscito per allenarsi ed era stato sorpreso dalla tempesta, che nonostante tutto non lo aveva fermato. I capelli castani erano bagnati, il viso leggermente graffiato, la maglietta fradicia appiccicata al suo corpo.
-Ma che ti prende? Perché non sei in classe?- le domandò lui.
-Sono stata cacciata perché dormivo...-ammise al limite della vergogna.
-Senti...- Tenma buttò la testa indietro, cominciando a fissare le nuvole grigie – Non è che per caso...ti ho fatto qualcosa? Sei strana con me...negli ultimi tempi...- la voce gli si incrinò.
Akane tirò su di scatto la testa – NO!!- e quella reazione così decisa sollevò e spaventò il Matsukaze.
-Sono successe tante caso in questi ultimi mesi...sono triste, preoccupata...indecisa...- il castano la lasciò parlare – L'incidente di Benna, Cristal, Kaori e Tsurugi...ci credi? Una sparatoria! E sono tutti in...e poi la scuola...il club di boxe...i miei voti che stanno scendendo per colpa...- precipitò ancora nel pianto sotto gli occhi confusi di Tenma.
-Vedrai che...tutto si aggiusterà...e poi i ragazzi stanno...non parliamo ora di questo...- Akane capiva quanto il castano avesse sofferto per Tsurugi, erano migliori amici e forse non avrebbe dovuto toccare quel nervo scoperto, ma la questione ancora la faceva stare male.
Ci furono minuti di silenzio, in cui Akane capì definitivamente di odiare i temporali e la pioggia in generale.
-Scusami...- mormorò – ...Non dovevo tirare in causa questa storia...so quanto ti manchi Tsu...- ma non completò la frase che si ritrovò avvinghiata a Tenma. Il ragazzo l'aveva stretta in un abbraccio improvviso. La sua maglietta fradicia odorava di muschio e in qualche modo la fece rilassare, era fresco e caldo allo stesso tempo. Si ritrovò di nuovo gli occhi umidi e continuò a sfogarsi, sicura che qualcuno era lì per lei, che non era sola.
-Tenma!...Tenma...tu non...io...- la sua lingua era un groviglio confuso, come le sua frasi.
Al ragazzo non importava, la strinse sempre più forte mentre lei si aggrappava alla sua maglia.
-Odio tutti...tutti mi odiano...sono debole, non valgo nulla...merito di sparire...FAMMI SPARIRE!-
-NO!! MAI E POI MAI!!- il grido di protesta del calciatore fece zittire l'aria. Un tuono squarciò il cielo illuminando i due ragazzi ancora abbracciati. Akane tremò.
-Anche io mi trovo nella tua stessa situazione...solo una cosa mi da la forza di andare avanti...e quella sei TU! Akane...- si scostò da lei e le asciugò le ultime lacrime, poi cominciò ad avvicinarsi alle sue labbra leggermente tremolanti.
Di nuovo un fulmine, l'aria si fece ovattata, ma ad interrompere quel momento ci pensò una timida Faith, stranamente timida.
-Ehm...scusate l'interruzione, Akane puoi tornare in classe, la lezione è finita...- disse nascondendosi appena dietro un anta del portone.
-D'accordo...- Akane si alzò e si mise lo zaino in spalla.
-Comunque...- si girò verso Tenma che era rosso di imbarazzo - ...Lo stesso vale per me, anche tu in un certo senso...mi hai dato la forza di andare avanti, ti ringrazio, resta sempre al mio fianco!- si chinò in fretta e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra, si erano solamente sfiorate, poi corse via.
Quel contatto così minimo bastò a Tenma per credere che non era finita. Una persona era accanto a lui. Ricambiava i suoi sentimenti? Forse. Era felice? Ora sì.
Il cielo si aprì all'improvviso e un raggio si sole illuminò il suo sorriso, il più bello di tutti.


 
 
~♦~
 


In palestra la lezione di boxe si stava svolgendo regolarmente.
Per quel giorno l'allenatore aveva deciso di fare una sorta di mini torneo, in cui tutti si sarebbero sfidati a vicenda fino a decretare il vincitore. Per il momento, i ragazzi si stavano riscaldando.
Frosty era con Alexia seduta sulla panchina e si stavano sistemando i guantoni rossi.
-Pronta?- chiese la castana stringendo il guantone.
-Mh...-borbottò Alexia bevendo un sorso d'acqua, quel giorno sembrava davvero di poche parole.
Guardava concentrata davanti a se, come se stesse cercando qualcuno in particolare tra tutti e quando finalmente lo vide, sorrise malevola.
-Bene!- esclamò maliziosa, fissava vogliosa una capigliatura rossiccia e un viso abbronzato – Sì!Sono...- corrugò la fronte quando il ragazzo la vide. Tremò abbassando lo sguardo, quegli occhi azzurri riuscivano a metterla in confusione come nessun altro. Luca era l'unico.
Il ragazzo si stava riscaldando con dei semplici pugni tirati a vuoto, ma stava molto attento ad osservare la corvina.
-Lo odio!- esclamò Alexia ad un certo punto – Lo odio è così...irritante, cattivo, affascinante e bello...sì, decisamente lo odio!!- si alzò in piedi di scatto – Lo distruggo!-
Si avvicinò con passo pesante all'allenatore subito seguita da Frosty che sembrava leggermente spaventata da quell'atteggiamento. Anche Faith e Akane erano arrivati, quindi tutto era pronto per cominciare.
Il ring era stato sistemato nel mezzo della palestra e i due contendenti erano già in posizione ai bordi: Frosty e Faith.
La castana non combatteva molto con la primina, ma sapeva della sua forza ed era determinata a farsi valere. Con il suono della campana, Faith si lanciò in avanti con un affondo allo stomaco, facilmente schivato da Emmeline. Poi toccò all'altra, la colpì al naso facendola indietreggiare di poco. Nonostante il colpo, Faith era illesa.
Lo scontro continuò fin quando Frosty non fu decretata la vincitrice. Ovviamente non mancò una stretta di mano molto sportiva in cui le due ragazze sorrisero, noncuranti dei lividi che si erano procurate a vicenda.
Tutto andò avanti per un po', Akane sfidò un ragazzo molto forte a testa alta e fu premiata a dovere con una vittoria schiacciante ( ringraziamo che doveva sfogarsi per le varie emozioni di quel giorno), poi dopo le eliminatorie maschili si arrivò ad una avvincente finale tra: Luca e Alexia.
La corvina non sembrava affaticata dai vari scontri, nei suoi occhi ardevano fiamme di sfida.
Davanti a lei, Luca sembrava altrettanto carico, ma tranquillo. Alexia cercava in tutti i modi di nascondere le sue emozioni alla vista dei capelli sudati di Luca, della maglietta bianca che evidenziava il suo fisico e sopratutto ai suoi occhi azzurri.
Ricordati che lo odi...per tutto. Lo odi per tutto quello che ti ha fatto.
-Come la prima volta eh?- disse Luca spezzando il silenzio. Allora Alexia comprese le sue parole.
Come il primo giorno che era arrivata al club, ora stavano combattendo l'uno contro l'altro.
-Già...ma ora cercherò di vincere massacrandoti per bene e non inciampando e...-
-Cadendomi addosso? Vediamo dai!- la campana suonò e l'incontro cominciò.
Alexia sei migliorata durante questi mesi, ora sei al suo stesso livello, non è più come la prima volta, puoi batterlo e farlo soffrire per come ti tratta, per come ti rende confusa...sì.
-Questo è per quella volta sull'albero!- gridò affondando un pugno contro il suo sterno. Luca traballò indietro e ciò diede la carica alla Black per continuare – Questo per l'anno scorso...quel bacio!- lo colpì in faccia, mentre intorno a loro tutto taceva.
-TI ODIO!!- Alexia esplose e gli saltò addosso. Cominciò ad urlare e a prenderlo a pugni sul petto.
Luca cercava di dimenarsi ma niente, la presa di Alexia era troppo forte. E quando lei cominciò a piangere, Luca ricevette una morsa al cuore.
-Perchè mi fai questo!? Sto piangendo per colpa tua, di nuovo!- la scena si ripetava.
Luca subiva i suoi pugni di frustrazione in silenzio, come quel giorno nel giardino della scuola.
-BASTA!- l'allenatore si mise in messo afferrando Alexia per un braccio – Non so bene cosa stia succedendo, ma l'incontro finisce qui, andate tutti a cambiarvi!- con un cenno della mano ordinò ai ragazzi di sparire. Poi parlò a Luca – Vai in infermeria per il sangue...Alexia verrà con te, cercate di chiarirvi, non voglio che questa scena si ripeti ancora!- poi uscì dalla palestra.
Solo allora entrambi i ragazzi si accorsero di perdere sangue dal naso, piccole goccioline scarlatte cadevano a terra. Alexia aveva gli occhi gonfi e rossi, il fiato corto, i capelli sudati e il cuore che esplodeva.
-Ti...odio...- e svenne.






Non sognò nulla, sentì solo, al suo risveglio, un forte odore di detergente. Era semi cosciente, non capiva dopo si trovava, sentiva solo qualcuno che parlava accanto a lei.
-Non so perché mi comporto così...credimi, odio vederti piangere...- ci volle un po', ma alla fine comprese che era la voce di Luca.
-Non capisco quello che mi succede...mi sento strano accanto a te, penso di non essere alla tua altezza. Ho finito per rovinare tutto, prima volevo allontanarti da me, poi ho capito che non potevo farcela e ho cercato di riprenderti...e ora eccomi di nuovo qui, con la voglia di sparire per sempre dalla tua vita per farti stare bene e per fare in modo che tu non versi più lacrime. Non ti preoccupare, questa sarà l'ultima volta che mi vedrai perché...- i pensieri si fecero all'improvviso confusi e Alexia comprese solo le ultimi parole del discorso - ...Addio...Alexia...- poi qualcosa di caldo si posò sulle sue labbra per una manciata di secondi. Infine, il buio.



 
 
~♦~
 





Quando Benna uscì dalla stanza, si sentì esplodere di gioia. Erano mesi ormai che era chiusa lì dentro e quel colore bianco e quell'odore di minestrina l'avrebbero uccisa se fosse rimasta anche solo un giorno di più. Accanto a lei, Tsurugi, Cristal e Kaori, tutti in perfetta forma.
Camminarono lungo il corridoio in perfetta sincronia, volevano dimostrare come erano uniti e che anche questo ostacolo lo avevano superato senza problemi. Certo, avevano delle cicatrici che sarebbero rimaste per un po', ma non era quello l'importante, erano vivi.
Arrivati all'ingresso, un uomo basso e tarchiato con la barba grigia corse loro incontro.
-Ragazzi!- esclamò il preside – Grazie al cielo siete tutti vivi e vegeti!- cominciò a scrutarli per individuare tutte le cicatrice che i proiettili avevano lasciato.
Kaori aveva un graffio grande sulla guancia e sulla spalla destra, Benna una lunga cicatrice che le attraversava il braccio e un graffietto sulla fronte. Tsurugi e avevano entrambe le braccia segnate e una gamba piena di minuscoli taglietti. Cristal era quella messa meglio, se l'era cavata solo con un graffio sul naso e sul braccio destro, meno evidenti rispetto agli altri.
Due mesi di terapia intensiva e rianimazione e ora erano pronti per tornare a casa.
Cristal se ne stava in disparte, mentre il preside compilava le scartoffie dell'infermiera.
Non ricordava molto di quella giornata del 24 Dicembre, sapeva soltanto che non erano morti grazie a una persona che all'ultimi li aveva buttati a terra, poi tutto si era fatto scuro.
Chi era quella persona?Non lo sapeva, ma sentiva di conoscerla in qualche modo. Cosa era successo poi? Non ricordava niente di niente, evidentemente aveva perso la memoria come i compagni.
Nonostante tutto però, si ricordavano quello che era successo veramente, della loro missione, ma avevano comunque deciso di creare un alibi per coprire tutto: una sparatoria improvvisa.
Certo, il preside e tutti gli insegnanti si erano insospettiti perché la notizia non era passata in televisione, ma la priorità era stata quella di fornire cure ai quattro malcapitati coinvolti per caso.
Anche se non voleva ammetterlo, Cristal sentiva la mancanza dell'accademia, anche se sapeva che presto sarebbe stata chiusa dall'oscura concorrenza di un uomo biondo con gli occhiali da sole e un vecchio muratore che puzza di fritto.
In macchina, i palazzi sfuggivano al suo sguardo assorto, non aveva voglia di parlare, voleva solo arrivare alla Sports Academy.
Benna invece sorrideva radiosa mentre chiacchierava con Tsurugi, mentre Kaori, sul sedile davanti si informava su tutte le carte che avrebbe dovuto firmare una volta rientrata, per rimettersi in pari sul suo incarico di presidentessa.
La vera sorpresa fu quando arrivarono, tutta la scuola era riunita nel cortile. I petali di ciliegio svolazzavano nell'aria ribelli, il sole brillavano e illuminava la scuola come un tesoro pregiato.
I ragazzi reggevano un lungo striscione con su scritto: “ Bentornati!Siamo felice che siate ancora vivi!”.
Scesero dalla macchina e subito Benna e Kaori corsero incontro a tutti.
-BENNAAA!!!- Tsuboni si lanciò in avanti stritolando l'amica con le lacrime agli occhi.In quesi mesi non era affatto cambiata, aveva sempre quei grandi occhi lilla e i capelli neri e lisci.
-Mi sei mancata da morire!Ho così tante cose da dirti!- piangeva sulla spalla della castana.
Subito anche le altre ragazza si aggiunsero in un grande e commovente abbraccio di gruppo.
-CRISTAL!- Ame gridò verso la corvina, che era rimasta in disparte grattandosi un braccio -VIENI!
Lei rispose meccanicamente al comando e quando fu soffocata dai sorrisi delle amiche e le lacrime non si trattenne e sorrise. Il più grande sorriso che avesse mai fatto, in mezzo a una lacrima solitaria.
Mentre Akane accoglieva Kaori con le altre primine, guardò con la coda dell'occhio Tenma che insieme agli amici abbracciava Tsurugi e gli raccontava tutte le novità in fatto di calcio che si era perso in quei mesi.
Ebbe una stretta serena al petto, ora finalmente Tenma sarebbe tornato a sorridere come un tempo.
Nessuno nominò l'avvenimento, nessuno ebbe il coraggio di fare domande.
Allo stesso tempo, i quattro “sopravvissuti” non si chiedevano se tutti avessero saputo della nuova scuola che sorgeva a pochi isolati da lì, una scuola fantasma che nessuno aveva ancora notato.
Non era il momento per rovinare tutto. Così, mentre soffiava la prima brezza di Aprile e il cielo si apriva sopra la Sports Academy, tutto ricominciava da capo.








-OJOU!- la voce del capo tuonò nel suo studio scuro, con le tende schiuse e una leggera penombra.
Il muratore si fece avanti tremando – Ti è sembrato il caso! Sparare a quei ragazzini!-
-Ma...capo...uno di loro a morso un mio uomo, che ora è in terapia intensiva!Ma cos'era un vampiro quella ragazzina!- sbuffò l'uomo.
-Tutto ciò avrebbe potuto costarmi la reputazione, idiota...e tu...che ti è saltato in mente?!- rivolse un verso sprezzante a una figura che se ne stava vicino alla porta con le braccia conserte.
-Non mi sembrava il caso di lasciarli morire per una cartella...- disse con voce tranquilla il ragazzo – Quei ragazzi possono tornare utili...-
-In effetti...- il capo si lisciò il mento pensieroso – Ojou!Cosa sai di quei ragazzi!-
Il muratore sussultò e fece un altro passo, aveva la faccia sudata – Una è Benedetta Finetti, ha fatto un corso per spie l'estate scorsa, ottima a basket. Il ragazzo è Tsurugi Kyousuke, calciatore, anche lui molto scaltro. La ragazzina vampiro si chiama Kaori Tsukishima, so solo che è la più piccola dell'accademia e una nuotatrice...e l'ultima...-
-Cristal Nishimoto, lei la conosco bene...una bambolina cattiva...per farla breve, è tosta – concluse il ragazzo serrando le labbra – Credi che qualcuno di loro possa andare bene?-
Il capo ghignò, gli occhiali scintillarono nonostante l'oscurità – Forse qualcuno...ma credo che ci tornerai molto utile, dato che conosci questa Cristal...-
Calò il silenzio, sopra alla scrivania dell'uomo stava la famosa cartella blu e tante scartoffie: i profili di tutti i ragazzi della Sports Academy.





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Elisa said: 

Bentornati!^^ Finalmente dopo circa un mese e qualche settimana aggiorno!.
Non ho avuto il computer per un po' di tempo, altrimenti avrei potuto aggiornare prima, scusate.
Sono molto fiera di questo capitolo, ho cercato di dare il massimo per farmi provocare tantissimi feels ; #feelseverywhere , spero recensiate per darmi la vostra opinione su tutti questi lati oscuri della storia. 
Baci

Eli-chan 

 

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Capitolo 18
*** Sfide mute ***


Capitolo 17


Sfide mute


 




“Compito di matematica
Quelle parole torreggiava alla lavagna e la guardavano con un ghigno malefico. Scolpite con il gesso bianco su quel grande spazio nero a caratteri cubitali, ma la cosa più orrenda stava scritta sotto, la data dell'esame, tra due giorni.
Kimberly si appiattì contro la porta, era appena entrata e subito con poche parole scritte la sua vita era stata rovinata. Ok, era a rischio con quella materia, una sola insufficienza e avrebbe avuto il debito e lei non lo voleva per nessun motivo, NO.
-No...no...nonononoo!! - esclamò coprendosi il viso con il suo capello a forma di panda.
-Qualcosa mi dice che ci sarà in compito di matematica...- con il suo immancabile fare da detective, Minaho entrò in classe, lanciando un occhiata divertita alla Kim spaventata, appiattita al muro.
Kim grugnì e gli fece la languiccia, poi quando si scoprì gli occhi incrociò subito due lenti fredde.
-Cos'hai da fissare, eh?- mugghiò contro Manabe che la scrutava da una manciata di secondi.
Il lilla alzò le spalle, poi con disinvoltura si sedette al suo banco. Kim prese un bel respiro e lo imitò. Non poteva andare peggio di così.
Durante la neiosa lezione di giapponese, Kim continuava a giocherellare con la penna, concentrata nel fissare Manabe con una strana smorfia sul viso, quasi lo disprezzasse.
Manabe era il primo della classe, bravissimo in tutto e molto intelligente. I suoi genitori erano politici di rilievo e lui aveva vinto le olimpiadi di matematica (internazionali eh), quindi, perché no? Perché non chiedere aiuto a lui?.
-Perché mi prenderebbe in giro a vita...- sussurrò tristemente. Manabe doveva averla sentita parlare, perché stacco per un secondo lo sguardo dal quaderno e le lanciò un occhiata preoccupata. Era forse diventata pazza?. Cominciò così una gara di sguardi silenziosi e parole mute.
Kim si morse la lingua, gli occhi lilla di Manabe riuscivano in qualche modo a renderla irrequieta.
Sentì le guancie avampare e la sensazione finì solo quando lui tornò a fissare il quaderno, però si accorse che in effetti anche lui era rosso sotto gli occhiali.
Kim prese in fretta della carta e scrisse: “SOS, so che me ne pentirò, ma aiutami...” poi la piegò tante volte e la passò al lilla, senza ovviamente essere vista.
Il ragazzo prese il biglietto curioso e con le mani leggermente tremanti lo aprì.
Kim lo vide leggere la riga con molto attenzione, poi scrisse anche lui qualcosa e ripassò il biglietto.
Sto scambiando messaggi illegali con Manabe, ora ho davvero toccato il fondo...
“Sono a tua disposizione, dimmi pure tutto alla fine delle lezioni” la castana tirò un sospiro di sollievo, poi la lezione continuò come al solito, anche se Kim pensava solo al modo per chiedere il favore.


Quando la campanella suonò, la classe piano piano si svuotò. Kimberly salutò le sue amiche rifiutando l'invito di andare insieme alla caffetteria con la scusa di dover fare una cosa, dopo averle viste allontanarsi si accasciò sulla sedia con un sospirò.
Gli ultimi studenti se ne stavano andando via, non badando alla sua figura e alla fine, rimasero solo in due: lei e Manabe.
Santo cielo Kim...ma perché hai il cuore che batte così forte, sei una sciocca...non dirmi che...
-Ehi!- spalancò gli occhi di scatto girò la testa di scatto, Manabe si era avvicinato e le sorrideva – Che volevi dirmi di così urgente?- il suo tono sembrava strano, quasi accusatorio.
-Ehm...riguarda sì, sai il...- ma la voce le morì in gola, oltre al fatto che il lilla la interruppe bruscamente.
-Compito di matematica?Lo sospettavo, Minaho l'aveva intuito...ti serve un aiuto giusto? Da sola non ce la fai, come immaginavo...- alzò le spalle, incrociò le braccia e sbuffò compiaciuto.
-grr...- la castana strinse i pugni – Sapevo che non dovevo chiedertelo! Mi consideri un inetta giusto? Un ignorante,cretina, stupida? - sputò guardandolo in cagnesco.
-Eh..no...io non volevo dire ques...- Manabe si morse la lingua indietreggiando.
-Bé, sai che ti dico? Studierò da sola, passerò da sola questo esame, non ho bisogno di te...stronzo!-
gli mollò uno schiaffo e corse via. Dal suo occhio verde cadde una lacrima.
Lo sapevo, meglio non fidarsi di nessuno, se devi fare qualcosa fallo da sola...odio il tuo atteggiamento da saputellino Manabe!.





 
 
~♦~
 

Akane camminava con Vanille e Faith al fianco. Quest'ultima reggeva tra le mani un caldo croissant preso alla caffetteria come merenda di metà mattina, ma sembrava particolarmente strana.
Da cosa o avevano notato le sua amiche? Dal fatto che sembrava aver bevuto perché sbanadava lungo il corridoio sbattendo tal volta contro i muri o gli altri studenti, che spaventati dalle sue grida accusatorio e ad alto tasso di censura, fuggivano a gambe levate.
-Ehm...Faitha stai...- l'occhiata che le fu rifilata dalla bionda fece capire ad Akane che non doveva intromettersi troppo nei pensieri dell'amica.
Arrivarono così in silenzio, dovuto anche al fatto che Vanille e Akane avevano paura di dire qualsiasi cosa per non essere sbranate vive, davanti alla stanza della Mason.
-Addio...- sibilò questa come uno zombie e entrò nella stanza ancora con il croissant in mano.
Chiusa a porta l'umore non sembrava cambiato, Faith si lasciò cadere sul letto come un sacco di patate, mentre il povero cornetto si depositava ai suoi piedi come un inutile rifiuto.
Per fortuna Kim non era lì in quel momento, altrimenti l'avrebbe presa in giro per quello che stava per fare. Senza minimamente alzarsi, si tolse e scarpe con la sola forza che aveva nei piedi, con un volo finirono dall'altra parte della stanza. Afferrò il cuscino e lo strinse forte, poi cominciò a piangere.
Forse vi aspettavate chissà quale cosa strana, ma a verità era che piangere era una novità per lei.
Essendo cresciuta tra maschi, senza una figura materna accanto, l'unico sentimento femminile che aveva manifestato nella sua vita era forse il ciclo. Piangere per amore poi, sembrava tutto una grande bugia o un incubo da cui voleva svegliarsi i prima possibile.
Ormai erano giorni che ci pensava, aveva letto notizie su internet e alla fine era arrivata alla conclusione si essersi innamorata follemente di Shindou Takuto.
All'inizio le pareva che tutto andasse bene, che quel sorriso che sfoggiava da qualche giorno l'avrebbe resa più bella ai suoi occhi, ma poi lo vide.
Era riuscito a rovinare la lettura del suo fumetto preferito, quella scena, dal ritorno dalla biblioteca, l'aveva traumatizzata e ferita internamente. Shindou stava baciando una ragazza, quella ragazza che aveva fatto da regista alla recita della Bella addormentata, la ragazza che ignorava fosse la sua fidanzata.
Quindi la scoperta l'aveva portata ad un periodo di isolamento, in cui tutto ciò che vedeva sembrava essere contro di lei, ma tutto tutto. Un giorno si era anche messa a urlare contro la lampada perché la luce che emanava era troppo debole, e per poco Kim non chiamava il manicomio.
Con altre ricerche aveva infine capito, che la soluzione migliore era piangere e così aveva deciso di fare, all'insaputa di tutti.
-Non me ne va bene una!- sibilava tra i singhiozzi e fu così per circa una mezz'ora, fin quando qualcuno non bussò alla porta.
-Se sei Kim sparisci se non vuoi morire!- disse automaticamente. Un altro colpo deciso.
-Se sei Vanille tornatene a pattinare, non ti voglio!- ripeté ancora.
-Se sei Akame vattene a pomiciare con Tenma, bastarda!- il bussare si interruppe per qualche secondo, poi riprese più insistente.
-Se sei Shindou...sparisci!- ricominciò a piangere - ...Sparisci sporco idiota cretino che...- si alzò furente e andò ad aprire, lo sguardo che le si presentò davanti però, era carico di dubbi.
-Tratti così le tue amiche? Ammirevole...- in tutta risposta, Faith gli sbatté la porta in faccia.
Kirino però sembrava molto determinato a rimanere e riprese a bussare.
-Cosa vuoi?!- urlò allora la bionda.
-Solo parlare...ti prego...- mormorò il rosa dall'altra parte.
Forse convinta da quel tono dolce e rassicuratorio, aprì la porta e fu di nuovo avvolta da quegli occhi puliti e cristallini. Senza badare alle buone maniere, Kirino entrò, mentre Faith lo seguiva con lo sguardo di chi ha fatto appena entrare in caso la persona che odia, il che in effetti era così.
Kirino era al secondo posto della sua lista, dopo Shindou, vero?.
Titubò per un secondo, poi il suo sguardo tornò arrabbiato.
-Non ci pensare...- iniziò Kirino – Tu non lo sapevi...-
-Cosa?- domandò subito la bionda.
-Che Shindou era fidanzato...- ma il rosa non riuscì a continuare, subito Faith con gli occhi folli li andò contro scaraventandolo sul letto.
-Chi te l'ha detto?!- sbottò afferrandolo per le spalle – Akane?Vanille?Come lo sanno?!-
Kirino poggiò titubante la sua mano su quella della ragazza – L'ho saputo per conto mio...ti ho vista quel giorno...- disse in tono serio e fermo.
Faith tentennò quel po' che bastò al ragazzo per capovolgere la situazione. Fu così che ora era Faith quella sottomessa, con la schiena premuta contro il materasso e Kirino che le serrava i polsi sopra.
-Lasciami. Andare. Ora – sillabò sprezzante, senza batter ciglio.
-E perché? Se sei tanto forte da piangere qui da sola e tenerti tutto dentro...perché non ti liberi dalla mia presa, che sono così magro?- la prese in giro lui, ma il suo sguardo era irremovibile.
Faith strinse i denti, quindi provo a muoversi ma fu tutto inutile,la sua forza si era inspiegabilmente
dissolta. Anche questa volta, era un incubo da cui voleva uscire al più presto.
-Non...posso...non riesco a muovermi...- ammise, sconfitta e delusa – Perché?...Io faccio boxe...sono...-
-...Una femmina, sei una ragazza e come tale a volte è difficile apparire forti...- rispose Kirino.
-Sbagli!- lo freddò subito con una smorfia crudele – Io sono una ragazza forte!-
-Disse quella che piangeva qui da sola...- rimbeccò subito il rosa – Non fa bene...-
Ci fu un lungo minuto di silenzio, in cui i due ragazzi si studiarono negli occhi.
Il labbro di Faith tremolò, Kirino continuò – Sai che in questa situazione potrei anche violentarti?-
-Non oseresti...non è da te...- ma quando Kirino cominciò ad avvicinarsi in modo minaccioso al suo viso, soffiandole parole che le facevano tremare la spina dorsale, le sue speranze vacillarono.
-NOOO!!!- il suo urlo riecheggiò per tutta la stanza come un eco lontano.
Quando riaprì gli occhi, Kirino non c'era più e fu davvero come se la sua mente si fosse inventata tutto.
 
~♦~
 




-Eccola è lei...-
-Ma come ha fatto Diego a innamorarsi di lei?-
-Ma guardatela! Ridicola, davvero ridicola!-
Erano queste le voci che Frosty sentiva nei corridoi da un po' di tempo. Tutte le ragazze che incontrava le rifilavano strane occhiate e prendevano a commentare tutto quello che faceva.
Davvero non capiva come la notizia si fosse diffusa, una notizia che a parer suo non era nemmeno così ufficiale, era passato molto tempo da quando Diego l'aveva baciata e le aveva fatto quella promessa, ma ancora nessuna risposta concreta.
Non aveva parlato con nessuno, aveva preferito tenersi tutto dentro fino a esplodere, a volte piangere in silenzio e sfogarsi da sola, ma davvero non serviva perché in un modo o nell'altro, tutte le ragazze del fan club di Diego erano arrivate a capire.
-Brutta...racchia..- e le parole variavano dalle più leggere alle più pesanti.
Non sopportava più quella situazione, molte ragazze erano arrivate addirittura a minacciarle di lasciarlo, non sapendo che in realtà non si erano mai messi insieme.
Il clima nei corridoi era diventato veramente soffocante, troppo. Ma non voleva cedere come tutte quelle disgrazie che leggeva sul giornale, lei era forte e valeva la pena continuare a vivere scacciando quegli esseri che erano solo d'intralcio alla sua esistenza. Sapeva di avere uno scopo, sapeva che ben presto tutto si sarebbe risolto al meglio. Già...quando?
Finalmente lontana da tutto e tutti, si nasconse dietro un grande albero nel cortile, nella parte di cortile poco frequentata, quella che da qualche mese era diventato in suo regno.
Cinse le braccia attorno alle gambe e nascose il viso bagnato di lacrime.
Nessuno in quel luogo poteva sentirla piangere. I capelli castani lunghi poco più delle spalle le nascondevano il viso come una tenda, gli occhi gonfi e rossi feriti a morte.
-Basta...basta con questa storia...che ho fatto di male?- si chiedeva tristemente.
-Tu? Niente...- era davvero tutto come nei libri che amava leggere? Quando la ragazza piangeva arrivava sempre il suo principe azzurro che la rassicurava, quella voce era del suo principe?.
Alzo gli occhi ancora bagnati e guardo dritta negli occhi lui, Diego.
-Non hai sentito quelle voci? Il tuo fan club mi odia...- mormorò la castana.
- E allora? Che ti importa di loro?- il ragazzo sfoggiò uno dei suoi sorrisi super belli.
- Mi importa...non credo ti piacerebbe avere tutta la scuola contro...ma certo, tu hai un tuo fan club, è ovvio che nessuno ti odierà mai!- esclamò alzandosi in piedi di scatto.
-Se magari mi dovesse accadere non ci baderei e neanche tu dovresti, c'è gente che ti vuole bene e ti ama...ed è quella che devi ascoltare!Non quelle stupide voci!- gridò allora Diego compiendo un passo avanti.
Si fronteggiarono per alcuni istanti, Frosty azzardò – E allora dimostramelo Diego...dimostrami che ci sono persone che tengono a me, che mi vogliono bene come dici!- poi coprendosi il viso con il braccio corse via, mentre il ragazzo rimase lì fermo e immobile con le braccia aperte, nel vano tentativo di abbracciare un anima in pena.

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A.A 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo dedico alla mia amica Giuli (frostydark) che sta attraversando un momento difficile.
Scusate il mega ritardo, ma ormai dovrete farci l'abitudine ^^". Ci vediamo al prossimo capitolo, un bacio e scusate gli errori.

_Elisachan






 

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Capitolo 19
*** Di confessioni durante matematica, incontri misteriosi, pranzo con enchiladas e una sopresa ***


Capitolo 18

Di confessioni durante matematica,
 incontri misteriosi, pranzo con enchiladas e una sorpresa

 




-Il mio aiuto?-
-Sì...sei amica di Frosty...ho bisogno che tu mi dia una mano...-
Emma corrugò il viso, alzando le sopracciglia al limite dell'impossibile. La sua espressione era un misto tra sorpresa e curiosità, davvero una persona come Diego poteva chiedere aiuto in quel modo?
Lo guardò, cercando di studiare se le sue parole era false. Era curvo in un rispettoso inchino, Emma sapeva che nella cultura giapponese indicava una situazione di totale sottomissione di perdono o una richiesta molto importante, e questa era senza dubbio una richiesta di aiuto vitale.
-Che le succede? È da qualche giorno che la vedo strana...ma non ho avuto il coraggio di chiederle cosa...- iniziò l'italiana titubante.
Diego si rimise dritto molto lentamente – Sembra sia colpa mia...bhe, mia e del mio fan club...-
Di nuovo, Emma alzò un sopracciglio – Fan...club?-
Vedendo il suo smarrimento, Diego le spiegò tutta la storia dall'inizio, la storia dei sentimenti che aveva cominciato a provare per Frosty, fino alla scioccante verità.
Emma rimase in religioso silenzio fino alla fine, non volendosi perdere nemmeno un dettaglio.
Ogni tanto annuiva gravemente e strabuzzava gli occhi dalla sorpresa, nulla di più.
-...E questo è tutto...- sospirò alla fine Diego, sedendosi a terra sull'erba del prato.
-Cioè...fammi capire bene, tu e Francesco eravate amici di infanzia...e poi Frosty...il litigio e...- milioni di parole si affollavano nella mente della castana come un turbine nel mezzo di una tempesta – Figo e impossibile allo stesso tempo, sembra di essere in un romanzo!- esclamò alla fine.
-Invece è la dura realtà...- sospirò di nuovo il corvino – Tu sei anche la fidanzato di Francesco...quindi speravo nel tuo aiuto per farmi perdonare da entrambi...-
-Sarò felice di aiutarti Ferrari!- Emma gli diede una potente pacca sulla spalla.
Lo guardò con occhi amorevoli e dolci – Voglio la felicità di tutti e tre...illustrami il tuo piano!-
Il sorriso riaffiorò sulle labbra di Diego, mentre si accingeva a spiegare il piano che aveva escogitato.



 
 
~♦~
 




-Oh grande dio della matematica, illumina il mio cammino e fai in modo che io prenda una sufficienza...oh dea dei numeri, ti prego aiutami anche tu!-
Nemmeno fossimo stati in qualche setta antica, ero pure peggio, la camera di Kim e Faith era illuminata solo dalla tenue luce delle candele disposte sul pavimento e in circolo, mentre una Kimberly si trovava al centro con le gambe incrociate e gli occhi chiusi. Libri di matematica, quaderni con espressioni incomplete, penne e matite era sparse ovunque intorno alla sua figura.
La stanza era avvolta da una pensante atmosfera, completamente avvolta da una tetra penombra.
- Nemmeno questa!- gridò con rabbia la ragazza, accartocciando l'ennesimo foglio con l'espressione incompiuta – Non mi riporta, cavolo!-
A ogni foglio accartocciato sentiva che l'esame sarebbe andato male e di sicuro non voleva passare le vacanze a studiare per un esame che tanto non avrebbe mai passato, perché lei e la matematica erano le cose più opposte della terra. Perchè poi solo quella dannata materia, oppure era solo l'argomento che stavamo affrontando in quel momento che la metteva in difficoltà? Era sempre stata bravissima nello studio, con voti altissimi...quindi ora perché?.
Prese un profondo respiro – Riproviamo...posso farcela...- poggiò tremante la penna sul foglio e cominciò a svolgere tutti i calcoli richiesti, ma sudava, tremava e i numeri diventavano un grande minestrone nella sua testa.
-No! Dannato tre...deve riportarmi cinque l'espressione, non tre!- di nuovo la carta finì a forma di pallina, questa volta lanciata ai piedi della porta.
Alla fine si lasciò cadere tra i cuscini che aveva disposto intorno a sé, per rendere più confortevole il suo ambiente di studio. Strinse due suoi peluche, mentre imprecava disperata in tutte le lingue che conosceva.
- Manabe...ho bisogno di...- decise di non pensarci, quell'idiota non aveva voluto aiutarla e lei non si sarebbe di certo abbassata a chiedergli aiuto di nuovo, le era già costato una volta, non l'avrebbe più rifatto. Eppure sentiva uno strano dolore al petto, come se fosse in colpa per qualcosa...già, ma cosa?. Si drizzò a sedere e riprese la penna con decisione – Di nuovo, la decima volta è quella buona!- e di nuovo cominciò a scrivere i calcoli.
Qualcuno, nel mentre, la osservava curioso da dietro la porta semiaperta.
Ridacchiava ogni volta che la castana si torturava il suo amato cappello a forma di panda, ogni volta che un fogli finiva...contro di lui?!
-Ahia!- esclamò la figura, quel foglio gli era finito proprio sul naso.
Kim scattò in piedi come un furetto, stringendo la penna come se fosse una spada, pronta a scattare all'attacco – Chi va là?- domandò.
La porta si aprì con un cigolio, rivelando la figura dolorante di Manabe.
-Tu?!-
-Io...ehi Kim, come va?-
-Che ci fai qui? Lasciami in pace, sto studiando!- si scagliò contro la porta nel tentativo di far leva e chiuderla, ancora con la figura del lilla incastrata in mezzo.
-Ki-Kim smettila! Mi stai facendo male!- gridava il ragazzo, ma Kim continuava a spingere la porta per cacciarlo – Sparisci, avevi detto che non volevi aiutarmi!-
-Non l'ho mai detto, sei stata tu a sotto intendere!- ribatté Manabe, questa volta riuscì ad entrare dentro la stanza, anche se ruzzolò sul pavimento, finendo con la faccia a pochi centimetri dalle candele. Mancò davvero poco che si bruciasse la punta del naso.
-Cosa cavolo stai facendo qui dentro, cos'è una setta?- gridò allarmato rimettendosi in piedi.
Corse verso la finestra spalancando le tende e lasciando che la luce invadesse la stanza.
Con due falcate Kim lo raggiunse, si inginocchiò e cominciò con rabbia a spegnere tutte le candele.
-È sbagliato – disse schietto Manabe, dopo un silenzio. Kim alzò la testa imbronciata – Cosa?-
-L'operazione, quanto fa 8+8 ?- continuò afferrando un foglio con l'operazione.
-16!- esclamò sicura Kim – Mi prendi per scema forse?-
-E allora perché hai scritto 15 qui...hai sbagliato solo questo, il resto dell'espressione è giusta!- le passò il foglio e lei, rossa come un pomodoro, notò l'errore.
-Bene!- sentenziò alla fine – Ora che mi hai aiutata puoi anche andare!-
Manabe corrugò la fronte, dubbioso. La osservò a lungo in silenzio, come se stesse cercando di memorizzare ogni particolare del viso dell'amica. Indossava sempre quel suo cappello a forma di panda, che lasciava liberi le ciocche boccolose dei suoi capelli, magari aveva qualche affetto particolare?. E poi gli occhi...anzi, l'occhio verde, l'altro era coperto sempre da quella dannata benda che rendeva i suoi sorrisi, rari sorrisi, poco credibili.
Allungò istintivamente una mano versa essa, arrivando a sfiorare la punta del naso dell'amica, che nonostante la sorpresa di quel gesto, decise di non ritrarsi.
-Perché...non la togli?- ma non riuscì a sfiorare la benda, che subito Kim gli bloccò il polso.
-Non...sono affari tuoi...- rispose, sebbene con un tono imbarazzato e sforzato.
-Scusa...non credevo che...- Manabe rimise a posto la mano, infilandola con violenza nella tasca dei pantaloni, come se non avesse più intenzione di usarla -Perché...sei così fredda?-
-Ripeto...non.sono.affari.tuoi – sentenziò di nuovo la castana. Poi però, abbassò gli occhi incerti e si ritrovò improvvisamente a sussurrare – E tu...perché sei così?-
Ora la luce entrava piena nella finestra e illuminava i loro visi, ma era come se una pesante coltre di nebbia dividesse i due ragazzi come un muro, seduti a gambe incrociate uno di fronte all'altro.
-Ti ammiro molto sai...e per questo ti odio...- a quelle parole Manabe spalancò gli occhi confuso- ...Tu sei intelligente e io ho sempre cercato di poterti battere e vedere finalmente secondo...ma sei strano. È stata davvero dura chiederti aiuto, non puoi nemmeno immaginare lo sforzo che ho fatto...- serrò le labbra – E hai avuto la faccia tosta di ridere di me, di considerarmi un idiota!Ti sbagli, tu lo sei!- alzò la voce più del previsto.
-Credi di sentirti solo tu così?! Guarda che anche io mi comporto così per attirare la tua attenzione!- Kim sbiancò.
-Ma sì...- Manabe si aggiustò imbarazzato gli occhiali, mentre la sua pelle assumeva un colorito rosato -...non volevo offenderti ...era solo contento di vedere che chiedevi il mio aiuto, ma mi sono espresso con parole poco educate. La mia famiglia...bhe...non è esattamente una famiglia per me...- e fu così che cominciò quella piccola serie di confidenze nate per caso, che diede modo ai due ragazzi di conoscersi meglio.
- In casa mia c'è un atmosfera pesante...i miei sono politici famosi e vogliono che io segua la loro strada, ovviamente io non voglio, così per restare a casa il meno possibile mi sono iscritto a molti corsi pomeridiani...per questo sono così bravo a scuola...- ammise il lilla, malinconico.
- Anche i miei...non ci sono mai...io sono sempre stata da sola...non ho mai avuto veri amici...- continuò poi la castana – Mai...faccio paura...con questa benda poi sembro...- tentò di coprirsi il viso con il cappello, in modo da nascondere le lacrime che minacciavano di cadere.
-Ma che dici Kim?!- Manabe scattò in avanti e l'afferrò per le spalle – Non fai paura, chiaro?!-
La ragazza si asciugò immediatamente una lacrima – Che ne sai cosa pensano gli altri...-
-Hai tante amiche qui! Vanille, Akane, Faith!!E poi c'è Minaho...e...- esitò, stringendole le spalle.
-E...tu?- titubò la ragazza – Tu cosa...sei?-
Manabe sembrò riflettere un po' prima di rispondere. La guardò per l'ennesima volta e quasi non la riconobbe, sembrava fragile con le lacrime e così scossa.
-Mostrami l'occhio...e ti risponderò – decretò infine, tornando seduto a pochi centimetri da lei.
-Cosa?! No! Nessuno lo deve vedere!- protestò subito lei.
-Se non sbaglio Kaori lo ha visto...per aiutarti con la piscina, quindi perché non a me?-
- Lei non c'entra! È stata solo un eccezione...e tu non...puoi...sono sicura che rideresti di me -
Il ragazzo poggiò una mano sul cuore – Prometto di non ridere, posso...- allungò di nuovo una mano e questa volta riuscì a scostarle la benda dall'occhio. Kimberly sbattè le ciglia un paio di volte, Manabe rimase folgorato da quella visione.
Arrossì così tanto da doversi coprire gli il viso con il braccio per pochi secondi.
Kimberly Takishima aveva due bellissimi occhi, una verde smeraldo e l'altro bianco come la neve.
- Un incidente...- spiegò lei con una parola, che bastò al lilla per annuire con dispiacere- Che ne pensi?-
Manabe avvampò – Sei..se...se..sei...bellissima, davvero!- delle lacrime cominciarono a scendere di nuovo, questa volta Kim concesse un sorriso timido e impacciato.
- Grazie Manabe, sei...-
- Un amico, in risposta a prima...sono un tuo amico, non sei da sola...- e contro ogni previsione l'abbracciò. I loro corpi tremanti si fusero per momenti interminabili e nessuno dei due si accorse della presenza che dietro la porta sorrise felice.




 
 
~♦~
 






Quel giorno Alexia aveva avuto un permesso per uscire. Ormai da giorni si sentiva strana, più precisamente da quando si era risvegliata nell'infermeria della scuola frastornata.
Frosty le aveva raccontato l'accaduto durante il piccolo torneo agli allenamenti e lei da quel momento non aveva più rivisto Luca in giro per i corridoi, nessuno lo aveva più visto.
Un terribile presagio la tormentava, così come lei tormentava notte e giorno le labbra, toccandole leggermente con il dito, quasi avesse appreso un tic nervoso. Qualcosa di importante era successo, parole le erano state dette, ma evidentemente in un luogo in cui non c'erano stati testimoni per raccontarle tutto, perché dopo il risveglio non aveva più memoria di quel giorno.
Imbucò la lettera nella cassetta della posta, a pochi passi dalla scuola. Aveva deciso dopo tanto tempo, di scrivere una lettera per i suoi genitori, indirizzata a Los Angeles.
Non era proprio da lei scrivere su carta, ma aveva avuto questa strana voglia di farlo e contro il suo stupore, era stato più facile per previsto mettere su carta qualcosa della sua vita all'accademia.
Voleva far sapere che stava bene, che nonostante i drammi amorosi che stava vivendo, continuava a coltivare la sua passione per la boxe e a studiare con costanza, certo non era una cima, ma si impegnava in tutto, sempre e comunque.
Mentre ritornava sui suoi passi, alzò lo sguardo al cielo e fu ammagliata dalla luce del sole.
-Ti prego...dimmi che stai bene...- sussurrò come una preghiera – Dimmi che Luca sta bene...-
-Sta bene – una risposta così diretta e improvvisa davvero non se l'aspettava, si voltò di scatto, subito in posizione di guardia.
Si trovò davanti un uomo, un ragazzo all'incirca, ma non si poteva determinare, perché nonostante il caldo di quella giornata, indossava un lungo cappotto nero e un cappello a tesa larga del medesimo colore. Si intravedevano appena i capelli e gli occhi.
- Lei chi è? Come conosce Luca?- domandò sospettosa, indietreggiando.
- Come lo conosco non è importante, so solo che sta bene...ma ha lasciato la scuola...-
Alexia strabuzzò gli occhi – COSA?! -
- Non mento cara Alexia, se n'è andato...e non so quando tornerà...- confessò l'uomo alzando le spalle. Poi si voltò, quella piccola discussione sembrava essere finita.
- Mi è stato detto di dirti di non portare rancore nei suoi confronti, è una scelta sua...tutto qui...-
Ma Alexia non ascoltò mai quelle parole, aveva preso a correre come una furia verso la scuola.
-Perché? Perché la mia vita deve essere così complicata, perché mi sono innamorata di un ragazzo così...qualcuno abbia la decenza di dirmelo!!DOVE SBAGLIO!!- gridò rivolta al cielo.
Si fermò in mezzo al marciapiede con il cuore che batteva fortissimo. Cadde in ginocchio.
-Luca...ti amo...torna ti prego...- sussurrò. Forse sperava che qualcuno la sentisse, per potersi togliere quel peso gigantesco che portava sul cuore. Di certo non si aspettava che in effetti, qualcuno veramente la sentisse, perché nell'aria si sentì una scossa elettrica di qualcuno che mormorava – Anche io...-

 
 
~♦~
 





Tutte le vicende che vi ho appena narrato, si svolsero nelle ore prima di mezzogiorno.
L'ora di punta della scuola, erano forse le dodici, tutti gli studenti si tuffavano nella caffetteria per il pranzo come lupi famelici, sopratutto se, come quel giorno, nel menù c'erano le enchiladas.
Dovete immaginarvi la scena, un buffet all you can eat avrebbe fatto meno affari. Studenti che si tuffavano famelici sul cibo dopo una calda giornata, che si spintonavano e chicchieravano allegramente, la tipica atmosfera di una scuola.
Si creano piani di assalto peggio che in guerra, chi faceva da palo, chi prenotava un tavolo per gli amici, i più grossi si tuffavano verso il bancone e arrancavano porzioni per cento persone.
Nessuno in quella normalità, sospettava quello che stava per accadere.
-Muoviti Emma! Di questo passo si mangeranno tutto!- esclamò Francesco mentre correva verso la caffetteria. La castana, poco dietro di lui, correva in modo affannato, ma con un ultimo scatto riuscì a superarlo e a piazzarsi davanti alle porte, con le mani sui fianchi.
Dava proprio l'idea che non volesse farlo passare.
-Emma ma cosa...?- titubò Francesco.
-Scusami ma non posso farti passare...devo...ehm...- si guardò intorno alla ricerca di un potenziale diversivo, e non trovandolo decise di adottare la tattica della fidanzata con crisi da ciclo.
-FRANCESCO!! Tu mi odi!Vero, lo so!- cominciò a urlare. I capelli del ragazzo si drizzarono di scatto sulla testa, mentre il cuo corpo diventava una statua di marmo.
-Ma cosa ti prende...- esclamò inginocchiandosi accanto a lei – Non è vero che...ti odio...-
Emma si morse il labbro, ancora non sentiva il segnale per entrare.
-La conosco sai...QUELLA! So cosa hai fatto con lei...hai solo 15 anni!- continuò a gridare, dando spettacolo alle poche persone che passavano per entrare, ma che alla fine preferivano fare il giro della scuola e entrare nella seconda entrata, piuttosto che assistere a quella scena.
Franceso sbiancò – Ma...cosa dici, che cosa avrei fatto io?! E chi è questa di cui...-
-Ho sbagliato il lavaggio della gonna! Ora si è ristretta...- Emma cominciò a piangere.
Poi notò lo sguardo confuso, anzi, molto confuso del fidanzato e continuò imperterrita. Ci stava prendendo gusto in effetti a fargli da diversivo.
-Non guardarmi così!- ora era arrabbiata -Sai quanto costano i fagiolini oggi giorno! Uno scandalo!- gli diede una schiaffo nervoso.
-Per non parlare dei reggiseni in pizzo! Tu preferisci quelli, guarda che lo so! Ti dovrai accontentare di quelli normali scusa...- tornò a piagnucolare, mentre si gustava la faccia epica di Francesco, che stava seriamente pensando di scappare in Messico e rinunciare alle enchiladas.
Poi Emma sentì un formicolio sulla coscia, la vibrazione del telefono, il segnale di Diego.
Si alzò in piedi – Che ci fai ancora qui? Dobbiamo andare o finiranno il pranzo!- così, mentre il ragazzo ancora boccheggiava confuso, entrarono nella caffetteria.
Ora immaginato un povero ragazzo che in tutto quel macello con la fidanzata nella crisi da ciclo (falso ovviamente) , entrare in una stanza con il livello di rumore peggiore di una discoteca di Riccione, bene, aggiungete il suo peggiore nemico che in quel preciso istante entrava dalla seconda porta e una povera Frosty che, con pessimo tempismo, si era alzata per prendere il dolce.
Nella mente di Francesco, il resto del mondo non esisteva più, esisteva solo quel corridoio che aveva costruito la sua visuale, in cui Diego, sembrava la lince pronta ad attaccare la gazzella, che era Frosty.
I due ragazzi si mossero all'unisono e arpionarono la castana per i bracci.
-Lasciala – intimò Francesco – Lasciala Diego -
Frosty non capiva di certo quello che stava succedendo, Emma nel mentre si era avvicinata e aveva cominciato ad accarezzare il braccio del fidanzato, per tranquillizzarlo.
Approfittando di quell'istante, Diego diede uno strattone e riuscì ad abbracciare Frosty, cingendole la vita. Il vassoio della ragazza cadde a terra con un tonfo, tutti i presenti si girarono a guardare la scena, la stanza cadde nel silenzio più cupo.
-Scusa – disse solo Diego, ma accompagnò le parole con un profondo inchino – Scusa, perdonami-
Francesco rilassò i muscoli e l'amico continuò – Per tutto, per la nostra infanzia, per il grave errore che ho fatto...ho distrutto la nostra amicizia per uno stupido errore...e ora per questo tu credi che io voglia fare del male a lei...- indicò Frosty, mordendosi il labbro.
Il corvino salì su un tavolo ancora vuoto sotto lo sguardo stupito di tutti – La vedete lei?- indicò di nuovo la riccia- Lei è la ragazza che da un po' di tempo state importunando...- lanciò un occhiata al tavolo del suo fan club che ammutolì subito – LEI, è la ragazza che amo, l'unica che voglio per me...e voi non dovete permettervi a criticarla, ai miei occhi è stupenda...ed è per questo che la amo, Emmeline o Frosty...hai tanti amici che ti vogliono bene, non sei sola...- con un balzo scese dal tavolo e si avvicinò a Francesco.
-Ho espresso i miei sentimenti, ti chiedo scusa per tutto, spero potremmo tornare amici come un tempo...eravamo quasi fratelli...- in tutta risposta il ragazzo strinse il pugno e lo colpì su una spalla.
Emma e Frosty trattennero il fiato, mentre qualcuno mormorava – Una rissa...- ma il corvino ridacchiò.
-E con questo siamo pari, bentornato Diego, fratello!- e così i due ragazzi si abbracciarono come se quel litigio non fosse mai esistito.
La caffetteria esplose in urla di gioia, Emma si commosse – E a me non ringrazi? Chi credi abbia aiutato Diego?- disse divertita e il fidanzato la baciò.
Frosty alzò lo sguardo, rosso di lacrime e emozione – Hai mantenuto...la promessa...- mormorò verso Diego, che annuì con decisione. Poi la strinse con forza e concluse quel teatrino con un bacio carico d'amore.
Frosty non mancò di notare che il fan club di Diego si era alzato ed era uscito, mentre Faith, Kim, Ame, Ibuki, Eric, Kumiko e tutti i suoi amici cominciavano a congratularsi per quel pazzesco lieto fine.


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A.A 


Sono davvero molto sopresa di essere riuscita ad aggiornare così presto, mi sorprendo da sola, l'estate porta ispirazione a quanto pare.
Mi sto davvero stufando di questi capitoli così smielosi e seri, per questo ho voluto aggiungere anche la scena comica tra Francesco e Emma, per smorzare un po' il tutto. Vi dirò, per quanto riguarda Alexia e Luca, all'inizio avevo pensato di creare una sorta di suicidio falso, ma suonava veramente forte come cosa, magari qualcuno di voi lo ha pensato leggendo lo scorso capitolo...o era quello prima ancora? Vabbò, alla fine è andata così! ^^
Secondo voi che è quella persona con il mantello e il capello in pieno Aprile?. E poi, vi piace come si stanno svolgendo le cose?.
Credo di aver detto tutto, ma la storia per la vostra gioia (?) è ancora lunga e ricca di sorprese, molti personaggi ritorneranno, quindi ci tengo a precisare che se per caso il vostro OC sembra essere stato accantonato, in realtà non è così,solo che mi devo destreggiare tra circa 30 OC, tra i miei, i pg reali e i vostri xD. 
Concludo ponendovi un ultima domanda: 
Cosa vi piace veramente della mia storia?  
Vi ringrazio per le recensione e tutto, baci al prossimo capitolo.

_Elisachan


Lasciate una recensione e aiuterete Elisa nella stesura di capitoli più divertenti e al ritrovamento di un Luca selvatico smarrito.

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Capitolo 20
*** Il passaggio segreto e la frase che fece strozzare dopo tre volte Kimberly. E aiutate Kaori con i suoi problemi! ***


Capitolo 19


Il passaggio segreto e la frase che fece strozzare dopo tre volte Kimberly .
 E aiutate la povera Kaori con i suoi problemi!






Akane era nella sua stanza, con le cuffiette nelle orecchie, il cellulare con la sua lunga palylist nella mano sinistra, la finestra aperta e la bocca aperta in un sorriso gigante.
-Aaaah! Cake by the ocean ! Yeeee – non canticchiava, no, le gridava a squarciagola.
Dai, non mi guardate così, sarà capitato a tutti di chiudersi in camera con la musica a palla nelle orecchie, mentre si canta e balla facendo finta di essere una pop star famosa. Se anche tu ti rispecchi in queste parole, allora capisci la situazione di Akane in quel momento, sprizzava felicità da tutti i pori.
-C'mon, c'mon...the radio on...- ora la canzone era cambiata. Saltellava da una parte all'altra della camera, agitando le braccia e muovendo i fianchi. Qual'era in tutto questo contesto la nota stonata?
Molto semplicemente la finestra spalancata, se includiamo il fatto che la loro camera si affacciava sul campo da calcio dove in quel momento la squadra si stava allenando. Già, bella cosa.
-Palla!- forse nemmeno si accorse della pallonata che le colpì la nuca, facendola cadere a terra come un sacco di patate. Fortunatamente per i giocatori, Akane non svenne o morì, questo perché a loro serviva la palla, che la castana rilanciò dalla finestra con una smorfia e più forza del previsto.


Ora spostiamoci sul campo, qualche minuto prima che la palla decidesse di fare un viaggio fuori programma nella camera di Akane e Vanille. Cosa stava succedendo?
Liihera, il capitano in carica per quell'anno, aveva cominciato una dura sessione di allenamento, perché secondo la sua filosofia, il tempo bello non andava sprecato.
Quindi erano ore che i ragazzi correvano dietro a quel dannato pallone, che poverino, anche lui era stanco di rotolare e sporcarsi. In quel momento un Tenma Matsukaze avanzava verso la porta con inaspettata concentrazione, deciso a fare goal, solo che della grida per poco non lo fecero cadere.
Calciò la sfera di cuoio, convinto che entrasse in porta, invece questo deviò verso la traversa e sparì nel cielo, verso destra. Qualche secondo più tardi, Tenma era steso a terra, che baciava il prato del campetto, incapace di sapere cosa fosse successo.
-Matskaze in piedi!- gridò Lii – Basta flirtare con il prato, riprendiamo gli allenamenti, e la prossima volta vedi di mirare meglio, la porta non è quella finestra!- e indicò una finestra aperta.
Tenma capì che da lì doveva essere arrivato quel suono simile a un gatto che strilla, ma si stette zitto e decise di ubbidire al capitano. D'altronde non aveva scelta, Liihera Matatagi non era di certo il tipo da contraddire.






-Oi oi...Akane come ti sei fatta quel bernoccolo?- Vanille passò delicatamente le dita sulla ferita che l'amica aveva dietro la testa e questa sussultò sconsolata.
Erano sedute sulle poltrone della sala relax e Vanille aveva un kit di pronto soccorso aperto sulle ginocchia. Prese un po' di crema e comincia a spalmarla, stando attenta a non procurarle ulteriore dolore, ma ogni volta Akane sembrava sussultare.
-Ero in camera...e un pallone è entrato e mi ha colpito...- snocciolò, non volle rivelare altri dettagli imbarazzanti. Strinse i pugni sulle ginocchia – Fa malissimo...- si morse il labbro.
-Sopporta – le rispose semplicemente l'amica – Ho quasi fatto...-
-Che imbarazzo, ma perché proprio nella sala comune!Non potevi curarmi in camera...- continuò a lamentarsi la ramata.
-Perché qui c'era il kit, e comunque tranquilla, ora si staranno tutti allenando...incluso il ragazzo a cui stai pensando...- ammiccò, anche se Akane di spalle non la vide, irrigidì di colpo la schiena.
-Ah proposito...Faith mi ha raccontato del vostro quasi bacio, che com'è un idiota ha rovinato, uff...non ne combina mai una giusta...come va la vostra relazione?- Akane avvertì la malizia nel suo tono, improvvisamente Vanille era diventata una di quelle donne pettegole e curiose.
-Ehm..credo che...- Akane sospirò sconfortata – No, niente...assolutamente niente, non ci capisco niente! Tenma è così...carino...ma non...- si alzò in piedi, notando che il trattamento era finito.
Cominciò a battere i piedi frustrata, voltata verso la sua amica.
-Niente!- gridò aprendo le braccia e in quel momento colpì qualcuno dietro di sé.
-Ahio! E no cavolo, prima la testa e ora anche il naso...ma cosa...- la ramata riconobbe quella voce e non solo anche alla faccia furba che aveva appena fatto Vanille.
Si girò lentamente e meccanicamente, rossa come una ciliegia – Ten...Tenma scusami...io...-
-Bhe, vi lascio, buona fortuna Akane!- la Hotari corse via ammiccando come un lampo, lasciando i due ragazzi soli nella stanza.
-Ti chiedo scusa! Mi dispiace!- gridò Akane inchinandosi – Non ti avevo visto!-
-Non preoccuparti...- Tenma sorrise – Solo che oggi è la seconda volta che mi capita di ricevere una botta...pensavo che il cielo ce l'avesse con me...- ammise ridacchiano e massaggiandosi il naso.
-É successo anche me!- esclamò la ragazza – Giusto questa mattina, un pallone mi ha colpita dietro la testa...-
Tenma la guardò interdetto e fu così che ricostruirono il discorso, allibiti dall'accaduto.
-Oh io...-
-Ehm...-
-SCUSA!!- gridarono all'unisono inchinandosi, ma così sbatterono insieme sonoramente la testa.
Tenma chiese ingenuamente alla ragazza di spalmargli nei vari luoghi della botta, la miracolosa crema di Vanille e, dopo un attimo di sconcerto (Tenma sapeva essere davvero ingenuo), accettò.
Fu così che la castana diventò per pochi minuti una dolce infermiera, e ad essere sinceri la cosa al giocatore non dispiacque affatto. Quando infatti Akane decretò che era tutto apposto, e la crema finita aggiungerei, il castano si rabbuiò.
-Qualcosa non va?- chiese allora la ragazza.
-No..cioè...ecco...Akane, volevo chiederti una cosa...- il Matsukaze si era fatto all'improvviso timido, aveva stretto i pugni sulle ginocchia e abbassato la testa, cercando di nascondere gli occhi.
Akane sentì un fermento nell'aria – Di...dimmi...- riuscì a sussurrare.
-Non è che...sei..libera domani mattina, mi chiedevo se ti andava di uscire con me!- sputò fuori Tenma, con grande impeto direi, a tal punto che Akane sbiancò e dilatò gli occhi.
-Dici davvero?- esclamò, credeva di non aver sentito. L'amico annuì – Ma davvero, davvero??- ripeté lei a macchinetta. Di nuovo una risposta positiva.
Nella sua testa, Akane stava fangirlando come una matta. Come se avesse visto il suo attore preferito, una quantità industriale del suo cibo preferito e Tenma a torso nudo sotto la pioggia.
Volevo saltargli addosso e strangolarlo con un gigantesco abbraccio, coprirlo di baci, ma alla fine decise di fare la persona matura.
Si schiarì la voce – Ma si certo signor Tenma, accetto davvero volentieri il vostro invito a una passeggiata, lieta che apprezziate la mia compagnia – si alzò educatamente e camminò via piano piano, mentre il ragazzo la fissava sbalordito.
Poco dopo sentì uno strillo acuto, esattamente come quello che aveva sentito nella stanza, carico di felicità e non poté fare a meno di sorridere.










-RIPETI!-
-OK! TENMA MI HA CHIESTO D'USCIRE !!-
-RIPETI CHE NON CI CREDO?! DAVVERO?!-
-SIIII!!!-
Se ci fosse stata una gara a chi strillava di più, quella sera, Vanille e Akane avrebbero vinto il primo premio. Erano da poco passate le dieci, ma loro erano ancora sveglie, sedute sul letto della prima.
Akane aveva ripetuto milioni di volte le parole di Tenma ma non si stancava mai, e Vanille non ci credeva. Una delle sue OTP finalmente stava per diventare realtà!
-E come ti vestirai?- domandò allora Vanille, sua madre era una modella e lei era cresciuta con un grande amore per la moda, per questo ci teneva che l'amica facesse una bella figura.
-Pensavo a ...- ma la castana non finì la frase che l'amica la interruppe bruscamente.
- Conoscendoti ti metterai un insulsa maglietta e dei pantaloncini out, perciò tranquilla, ti aiuterò io!Dimmi solo dove ti porterà e io ti consiglierò!- e il concetto di consigliare per Vanille, era imporre, sopratutto se si trattava di vestiti.
- Vuole portarmi a fare un giro del giardino della scuola, dice di avere una sorpresa...quasi all'alba direi!- ma Vanille era già scatta in piedi e aveva aperto le ante del suo armadio.
-Sarà una luunga notte...- mormorò Akane mentre le si avvicinava timorosa.






Il vecchio detto dice: “ Sera da leoni, mattina da coglio...dormiglioni, va” . Ed è proprio quello che successe ad Akane il giorno successivo. Si svegliò con le calde e sopratutto tranquilla note di Worth it, come una tromba nelle sue orecchie e subito scattò in piedi.
-Sono sveglia, sono sveglia!- gridò, sull'altro letto, Vanille mugugnò qualcosa e tornò a dormire.
La ragazza prese il telefono per controllare in che epoca fosse, nemmeno si fosse ubriacata, non ricordava nulla della sera precedente. A giudicare però, dal pavimento pieno di vestiti, la sera doveva essere stata dura. Si accorse di non indossare il pigiama, ma degli shorts grigi e un top giallo canarino pieno di paillettes. 6.30 , imprecò con colorite parole, mentre scendeva da letto e afferrava la spazzola per domare la sua chiama.
-Sono in ritardo! L'appuntamento con Tenma!- strillava.
-Vedi di non fare rumore, a quest'ora tutti...mhm..dormono ancora...- Vanille strinse il suo peluche rosa - ...appuntamento...illegale...-
-Dove sono le scarpe?!- le strillò l'amica, lanciando la spazzola nel cassetto, centro perfetto.
-Sotto il letto...-
-Queste?! Ma ti sembro un canarino per caso?!- le scarpe era color senape a pois bianchi.
Se le infilò in fretta, mentre di nuovo si sbizzarriva con il vocabolario oscuro.
-Zitta e ringraziami, quelle scarpe costano più di casa...tua...- e di nuovo Vanille tornò nel mondo dei sogni.
Akane si osservò un secondo alla specchio, accettabile il suo vestiario, per una che si è alzata cinque minuti fa. Sistemò le pieghe che il top aveva procurato durante la notte e si legò i capelli in una coda di cavallo, almeno così non aveva un nido di passeri in testa.
-Io vado!- e preso il cellulare era subito fuori dalla porta.




Corse fin quando non vide il profilo del ragazzo che l'aspettava vicino ad albero.
L'alba sarebbe sorta a momenti e il cielo era colorato da una sfumatura rossa, rosa e gialla.
Quando Tenma la vide correre con i capelli al vento, arrossì, in quel momento sembrava una parte del cielo, quel giallo a suo parere le donava moltissimo.
-Scusa il ritardo! Ti prego scusa, è tanto che aspetti?- domandò affannata.
Tenma si riscosse – Eh? Ah no...affatto, pochi minuti soltanto...- calò un fitto silenzio imbarazzante, fin quando il castano non la prese per mano e cominciarono a camminare.
La mano di Tenma è così calda...il cuore mi batte fortissimo, chissà se anche lui riesce a sentirlo...
Il cortile della scuola era un posto veramente fantastico, non il classico giardino incolto a cui si potrebbe pensare, ma un parco grande e degno della più bella villa.
L'erba era sempre fresca e tagliata, gli alberi splendenti e in quel periodo in particolare spuntavano i primi e delicati fiori. Qua e là c'erano piccole panchine, e sentieri di mattoni guidavano il cammino degli studenti tra tutte le attrezzature all'aria aperta.
-Dove mi stai portando?- domandò allora la ragazza.
-In un posto speciale...- Tenma si girò e le fece l'occhiolino, poi si fermò in prossimità di una siepe.
La ragazza fissò il buco che c'era tra le foglie e il castano si accinse a spiegare.
-L'ho scoperto qualche giorno fa mentre mi allenavo, forza entra!-
Akane esitò – Lì..dentro...ehm...- di solito si sarebbe subito tuffata in quell'avventura, coinvolta dalla curiosità, ma strano a dirsi, in quel momento non sapeva a cosa pensare.
O forse semplicemente, pensava troppo, la sua fantasia stava galoppando troppo in fretta.
-Tranquilla...- capitò il disagio, Tenma le offrì una mano, già pronto ad entrare – Ti fidi di me?-
Akane annuì e passarono il buco. Si ritrovarono immersi tra mucchi di colorati fiori, in un piccolissimo pezzo di giardino che nonostante sembrasse abbandonato, aveva conservato quel suo aspetto selvaggio che lo rendeva fantastico. La natura sapeva essere meravigliosa.
Quel posto era contornato dalle mura dalla scuola, queste erano scolorite e piene di crepe, a differenza delle altre visibili da tutti.
-Stupendo!- corse al centro e si esibì in una piroetta, si sentiva veramente uno spirito libero in quel luogo e Tenma ne accorse e sorrise dolcemente.
-Questo è...il nostro posto segreto...ti piace?- domandò timidamente.
- No...nostro? - Akane si sentì a disagio, ma decise di non dare peso a quelle parole per non rovinare quel momento. Mostrò i denti in un grosso sorriso – Si! Grazie, lo adoro!-
Cominciarono a parlare, ridere e scherzare, passeggiando tra tutto quel verde, fin quando non sentirono delle voci dure da uomo. Si zittirono di colpo sbarrando gli occhi di paura.
-Cosa...- Tenma si avvicinò al vecchio muro e si mise origliare in silenzio, Akane lo imitò con il cuore in gola.
-Sei sicuro che sia qui?- diceva la voce del primo.
-Certo idiota! Ho studiato la mappa nei minimi particolari, il passaggio segreto è qui!- rispose brusco l'altro. Si sentì il rumore di qualcosa di ferro che veniva appoggiato a terra.
-Se ti sbagli il capo ci farà fuori!- rimbeccò di nuovo l'altro.
-Sta zitto e passami quel piccone!- dall'altra parte, i due ragazzi sbiancarono.
Per la prima volta, Akane sentì di avere davvero paura e strinse forte la mano dell'amico.
-Tranquilla, ho un piano!- sussurrò quest'ultimo e la cosa era sconvolgente. Si sfilò dalla tasca il telefono e subito nell'aria si diffuse il rumore dell'allarme della polizia. Grazie Youtube.
Silenzio, poi i due uomini riprese a parlare, ma il loro tono era preoccupato.
-Ci hanno già scoperto Jack!- gridò uno.
-Zitto Rassel! - ma siccome l'altro non sembrava convinto, Tenma mise il rumore di cani che abbaiano.
-Hanno cani da guardia?! Accidenti non lo sapevo!- imprecò Jack. Riprese il rumore della polizia.
-Dai...meglio andare...stanno arrivando!- si sentì qualcuno sputare a terra e poi correre via.
Tenma e Akane si lasciarono andare un sospiro esasperato, erano riusciti a metterli in fuga in tempo, ma ancora molte domande aleggiavano tra di loro.
-Erano...ladri?- chiese Akane – La..ladri?-
-Non lo so...ma dobbiamo avvertire qualcuno...- propose il castano.
-E chi? Il preside? I professori?-
-No..loro non ci crederebbero e inoltre così facendo sveleremmo il nostro luogo...- strinse i pugni e si alzò in piedi – Dobbiamo andare dalla presidentessa, lei è la solo che può aiutarci!-
Kaori, contiamo su di te.


 
 
~♦~
 






-Manabe! Ce l'ho fatta, Manabe!-
Kim volò verso il lilla, in piedi nel corridoio che scrutava una bacheca. Ma volò letteralmente, il balzò che compì per raggiungerlo e abbracciarlo stupì addirittura se stessa, sopratutto perché non era tipo da abbracciare la gente in quel modo. Ma in quel momento era davvero felice.
-Ce l'ha fatta, ce l'ho fatta!- ripeteva mentre affondava il viso nell'incavo del collo dell'amico.
Stringeva in mano un pezzo di carta, il suo compito di matematica.
-Sarò promossa senza debiti! Ce l'ho fatta!! - si sciolse raggiante dall'abbraccio e gli mostro il compito. Scritto in grande e rosso, c'era il suo voto, un bell'ottanta*
-Bravissima!Sono orgoglioso di te, brava Kim!- esclamò Manabe, mentre valutava tutte le risposte.
-E tu? Sicuramente avrai preso cento...- borbottò lei gonfiando le guance.
Dopo la confessione che si erano fatti di dover battere sempre l'altro, le restava difficile pensare di aver battuto Manabe in matematica, anche se in quel momento non le importava più di tanto, era solo felice di aver preso la sufficienza e oltre.
Manabe arrossì e abbassò lo sguardo – Ehm...ecco...io ho preso...79...- confessò.
-COSA?!- Kim cacciò un urlo di felicità e si mise a saltellare per il corridoio – Ho battuto Manabe, ho battuto Manabe in matematica! Ehi gente, guardatemi sono la nuova secchiona!- ricordati, voi che state leggendo, saltare in mezzo al corridoio e gridare agli altri studenti, non è una cosa da fare a casa. Non fatelo mai, perché ben presto vi sentirete in imbarazzo.
-Ehm...-Kim si ricompose – Come mai non il solito 100?-
Manabe si trasformò in una statua.
E ora che glielo dice che è per colpa sua? L'ho guardata per tutto il compito e mi sono distratto...cavolo che sciocco, può andare peggio di così? Qualcuno mi salvi...
E a salvare il lilla fu proprio lo stomaco di Kimberly, che gorgogliò.
-Non hai fatto colazione?- le domandò alzando un sopracciglio.
-No...ero talmente nervosa che non ho voluto mangiare...- ammise lei ridendo.
-Allora che ne dice se per...celebrare la tua vittoria, ti offro qualcosa alla caffetteria?-
In teoria a quell'ora la caffetteria era chiusa, perché ormai alle nove di mattina l'ora della colazione era finita, ma i due ragazzi la trovarono ugualmente aperta, evidentemente stavano facendo le pulizie. Nell'aria aleggiava il tipico odore del detergente al limone e la signora Andrea, la cara responsabile, era dietro il bancone che toglieva i vari dolci e dolcetti del primo pasto giornaliero.
-Oh! Manabe Kim, che sorpresa!- esclamò quando li vide entrare. Non vi stupite nel vedere che conoscesse i nomi dei due ragazzi, perché alla signora sta talmente a cuore il suo lavoro, che si era imparata con orgoglio tutti i nomi degli studenti.
-Salve...ecco, la mia amica qui non ha fatto colazione e ci chiedevamo se era possibile prendere qualcosa, facciamo ancora in tempo?- domandò educatamente Manabe.
La signora sorrise – Certo cari!- rivolse l'attenzione su Kim – Cosa vuoi cara?-
Lei alzò le spalle – Solo un frappuccino, è possibile?- rispose spicciola.
-In arrivo!- la donna afferrò un bicchiere di carta rossa e si mise a preparare la calda bevanda alla macchinetta, il pungente odore si diffuse nell'aria, mentre intanto Manabe contava le monete che aveva per pagare.
-Con panna anche!- si affrettò ad aggiungere la ragazza e la signora annuì.
Quando la bevanda fu finalmente nelle mani di Kimberly, il suo stomaco poté gioire e portò subito la cannuccia alle labbra. Cavolo ragazzi, meglio di Starbucks!
-Signora Andrea!Dove vuole che metta questi scatoloni?- da dietro una porta uscì Ibuki, con in mano due scatoloni che sembrava pesanti, le maniche della camicia bianca arrotolati e il viso imperlato di sudore. Kim quasi si strozzò, sia dallo spavento che dalla visione, e Manabe grugnì per essersene accorto.
-Ciao raga! Come butta?- esclamò il bianco con un bellissimo sorriso.
-Che stai facendo?- rimbeccò subito Manabe.
-Aiuto semplicemente la Signora! L'ho vista in difficoltà con queste scatole e ho pensato di dare una mano...ehi, non guardarmi così, non ho nessun secondo fine!- in effetti lo sguardo tagliente che il lilla gli stava donando era molto preoccupante.
-E voi?- lanciò un occhiata ammiccante a Kim – A quanto pare qualcuno non ha fatto colazione!- ridacchiò – Ansia per qualcosa?-
Kimberly cominciò a mordicchiare nervosa la cannuccia – Matematica...- ammise – Ma è andata bene! Sono riuscita a superare Manabe!-
-Cosaaa?! Il grande Manabe è stato superato? Bhe, allora la prossima volta chiederò ripetizioni a te!- quella frase detta per divertimento fece fermare il cuore alla castana per alcuni instanti.
Ma non poté dire altro, che Ibuki si affrettò ad aggiungere – Signora Andrea allora, questi scatoloni?-
-Lasciali pure vicino alla porta!Grazie caro Ibuki!- il ragazzo sorrise di nuovo e con un cenno di saluto rivolto ai due amici continuò il suo lavoretto.
Kimberly rimase per una manciata buona di secondi a fissare il ragazzo, a questo punto la domanda di Manabe era più che legittima e con una strana sicurezza la espose senza troppi giri di parole.
-Kim...ti piace Ibuki?- e questa volta davvero si strozzò.








Kaori era la presidentessa della scuola e come tale aveva molti compiti a cui adempiere con cura, ma la cosa non le dava fastidio, anzi, adorava il suo incarico. Non aveva uno studio personale, se vogliamo così chiamarlo, ma le era concesso di occupare un angolo della sala insegnati per i suoi lavori e le sue carte, a cui di solito si dedicava il sabato mattina, quel giorno appunto, quando ancora i professori dormivano. Già, troppo pigri per alzarsi alle nove eh?
Comunque, quando Tenma e Akane irruppero, lei stava rileggendo la lista delle lamentele degli studenti, strano a dirsi ma anche quella scuola perfetta aveva qualche difetto.
-Presidentessa!- chiamò Tenma, nonostante l'irruenza volle comunque portare un certo rispetto – Temo che abbiamo un problema?-
-Del tipo?- chiese subito la bionda lasciando stare la lista.
-La...Ladri...- rispose Akane e le raccontò con l'aiuto dell'amico l'accaduto. Si fidavano di Kaori, oltre a essere la presidente era una consulente e una fidata amica, perciò raccontarono anche del luogo segreto. Stranamente quella fu la parte che interessò di meno alla tredicenne, molto di meno.
Aveva strabuzzato gli occhi, si era alzata di scatto e aveva preso a fare domanda a raffica, cercando di memorizzare ogni dettaglio. Alla fine disse – Grazie ragazzi, non preoccupatevi, saranno solo dei lavoratori mandati dalla scuola che hanno smarrito la strada...per l'ingresso, potete andare -
Poco convinti, Tenma e Akane si voltarono, ma Kaori aggiunse seria – Non fatene parola con nessuno, non è il caso di smuovere la scuola per questa cosa – e per convincerli ancora di più, sfoggiò un dolce sorriso. I due ragazzi annuirono e si congedarono.
Peccato che quella calma e quel sorriso furono subito messi da parte. Appena i ragazzi uscirono, Kaori si lanciò sopra la cattedra, rovesciando fogli, cartelle e penne nel tentativo di ritrovare il suo cellulare. Quando lo trovò, in due secondi stava già chiamando Benna.
-Mh...si?- le rispose la ragazza con un mugugno.
-Benna sono io, Kaori! Devi venire in aula insegnanti è un emergenza!- strillò la bionda.
-Cosa? Ma è sabato mattina...sono le nove e mezza, il sole è appena sorto!- si lamentò la riccia, ma Kaori non voleva sentire ragioni – ORA!SUBITO!!- e chiuse la chiamata.
Cinque minuti più tardi, Benna era davanti alla bionda e con lei stavano Tsurugi e Cristal, messi meglio di lei sicuramente.
Accidenti a te Kaori! Sono in pigiama, con quello con gli orsetti! Ho le ciabatte a forma di unicorno e i capelli che sono un nido...e sono vicino a Tsurugi! Uccidetemi ora!
Pensava, mentre la sua faccia era quello di un diavolo super infuriato, neanche avesse la rabbia.
-Problemi?- esordì Cristal incrociando le braccia.
-Si, seri problemi!- e così per l'ennesima volta, la storia fu raccontata.
Ogni tanto Cristal strabuzzava gli occhi, mentre Tsurugi annuiva con riluttanza e Benna...continuava a pensare al suo abbigliamento, ma prestava comunque un minimo di attenzione.
-Cazzo! Ci hanno studiati, la questione è seria!- imprecò alla fine la corvina.
-Cosa possiamo fare?- domandò Kaori, lasciandosi andare sulla sedia – Dobbiamo dirlo...-
-A nessuno!- Cristal batté un pugno sul tavolo – Dobbiamo scoprire l'identità del capo...dobbiamo tornare in quella scuola!-
-Sei matta!- Benna parlò – L'ultima volta abbiamo rischiato la pelle!Quelli fanno sul serio-
-Ed è per questo che dobbiamo scoprire quello che nascondono...la cartellina...quella -
-Se anche fosse, non possiamo comunque ritornare lì in gruppo, ormai la scuola ha aperto e daremo troppo nell'occhio...- propose Tsurugi – Dobbiamo dividerci -
-E ricordate il passaggio...anche quello c'è da chiuderlo, sono sicura che presto ritorneranno – ricordò Kaori, sotto l'occhio poi le cadde un foglio con una lista di nomi, si lasciò andare con un grosso sospiro che attirò l'attenzione dei presenti.
-Qualcosa non va?- domandò Benna premurosamente.
-La scuola...sta davvero vivendo un bruto periodo...molti studenti se ne sono andati...- ammise porgendo il foglio alla riccia. Questa scrutò tutti i nomi fin quando non individuò quello di un ragazzo che conoscevano – Luca? Anche lui?Ma perché...- poi si ricordò dell'amica – Povera Alexia...-
-Da qua!- Cristal strappò la lista dalle sua mani, scorrendo furiosa tra i nomi – Non c'è! Ma a che gioco sta giocando quello!- gridò stringendo il foglio.
-Di chi parli?- alzò un sopracciglio l'unico ragazzo, ma lei scrollò le spalle.
-Allora? - continuò Kaori – Come agiamo?-
-Tu e io ci occuperemo del passaggio, Benna e Tsurugi andranno in quella scuola, così – dichiarò Cristal seria. I ragazzi non ebbero nulla da obbiettare, ma Benna nella sua mente stava fangirlando come non mai.
Da sola con Tsurugi...una missione...speriamo solo di non farci ammazzare...di nuovo.

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Angolo autrice:

Maratona Sports Academy ufficialmente conclusa! L'ispirazione era tantissima in questi ultimi tempi. quindi ho pensato di fare questa maratona di tre capitoli, yai! ^^ Spero vi piaccia. Ora le cose si fanno divertente, ma quanto sono cattivaaa! :P Creo casini tra i ragazzi che nemmeno beautiful ha una trama simile #modestiaportamivia 
E ok, vi lascio che credo vi siate stufati ormai di me xD
Baci!


_Elisachan



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Capitolo 21
*** L'incubo ritorna, tra una missione e due colpi di pala nel cortile ***



Capitolo 20

L'incubo ritorna, tra una missione 
e due colpi di pala nel cortile




-Cameriere me ne porti un altro!- gridò Alexia, scolandosi per bene il bicchiere che aveva in mano.
-Ma...Alexia, è il terzo bicchiere che prendi...- mormorò Emma, seduta sul tavolino del bar accanto a lei, che stringeva tra le mani un frappuccino ghiacciato.
-Ho caldo e sete, lasciatemi bere il mio thé al limone in pace!- protestò la corvina, mentre il cameriere le serviva l'ennesimo bicchierone della bibita aranciata e dissetante.
-Affogare i dispiaceri nelle bibite non ti porterà da nessuna parte – ribatté Frosty, mordendo la cannuccia del suo succo ghiacciato – A niente di niente...-
Alexia mollò la forte presa sul bicchiere, che ormai aveva impresso il DNA della ragazza, e con un sospiro incrociò le braccia e accavallò le gambe sotto il tavolo – Comunque...questo è quello che è successo – aveva raccontato alle due amiche degli eventi che erano successi quel giorno di qualche settimana prima, quando uscita per imbucare una lettera si era imbattuta in uno strano tizio che le aveva dato informazioni su Luca.
-Davvero una fortuna è stata, che quel tizio non fosse malintenzionato...- commentò di nuovo Emma annuendo – ...altrimenti sai che guaio -
-Già...- rispose Alexia – Per lui, con l'umore che avevo non credo sarebbe sopravvissuto – poi però il suo viso si scurì, ripensando alle parole che le erano state dette – Non devo avere sensi di colpa, dice che lasciare la scuola è stata una sua scelta, ma io non ci credo più di tanto...- sussurrò bevendo un piccolo sorso della bibita.
-Poteva avere problemi personali che lo hanno spinto a questa scelta, come è successo con Diego – aggiunse Frosty seria. Alexia bevve un lungo sorso che le gelò le vene e la fece rabbrividire.
-Trovo comunque strano la piega che sta prendendo la vicenda ultimamente, non avete notato che la scuola sembra più deserta ora?- domandò Frosty rivolta alle compagne, un cipiglio molto serio sul volto. Emma inarcò un sopracciglio – Mi sembra tutto regolare...no?-
-Sembra che molti studenti se ne siano andati, il che è bizzarro dato che siamo a metà Aprile, la scuola sta per finire, perché abbandonarla proprio ora?- milioni di domande sembravano intasare il cervello della riccia che corrucciava le labbra mentre stringeva il bicchiere.
-Lo hai detto tu – s'intromise Alexia - ...problemi personali -
-No...- Frosty bevve un sorso di succo – Sarebbe troppo strano, troppi problemi personali, non ci credo...sta davvero succedendo qualcosa...di strano...-
-Perchè allora non ne parli con Kaori? - suggerì Emma, mentre giocherellava con la cannuccia del suo frappuccino – Magari lei non ha notato questo fenomeno...- ma Frosty sembrava ostinata con la sua teoria e continuava a scuotere la testa con perseveranza.
- Kaori è più piccola di noi, nemmeno più di tanto, ma non è stupida...avrà sicuramente notato qualcosa di insolito e si sarà attrezzata di conseguenza -
Alexia interruppe la discussione provocando un rumore sordo, mentre finiva il suo thé, le amiche la guardarono curiose, lei si asciugò le labbra con il dorso della mano.
-Bhe, non so voi, ma io non voglio sprecare il nostro unico giorno libero a fare congetture strane sull'aspetto scolastico – si alzò in piede con aria solenne – Ora vado in bagno, perché con tutti questi bicchieri di thé mi sta scappando proprio...poi andiamo un po' in giro – tirò fuori dalla tasca dei jeans il portafoglio e lo sventolò sotto gli occhi di Emma e Frosty.
-C'è una libreria qui vicino, ho bisogno di rifornirmi – e con un sorriso si allontanò verso il bagno del bar.








Nel frattempo, approfittando del giorno libero degli studenti e del fatto che la scuola era quasi vuota, Kaori e Cristal avevano dato inizio alla loro parte di missione, quella di chiudere l'ingresso del passaggio segreto diretto nel cortile della scuola.
Armate di zappe, rastrelli giganti e secchi pieni di terra e sassi, ormai da una buona ora stavano lavorando sotto il sole primaverile. Kaori si fermò un secondo a riprendere fiato, i capelli biondi attaccati alla fronte sudata, le due ciocche azzurre legate dietro la testa.
Vide Tenma correre verso di loro con uno sguardo triste e dispiaciuto. Si fermò accanto alle due ragazze per riprendere fiato dalla corsa e osservò il loro lavoro quasi concluso.
-Mi dispiace – esordì Kaori sinceramente – Ma è per il bene della scuola, quelle persone che dite di aver sentito, potrebbero essere pericolose se riescono a entrare qui...- ovviamente non voleva che il castano sapesse di altri dettagli, come il fatto importante che forse quelli non erano ladri ma spie della nuova scuola, stranamente ignota a tutti.
Tenma annuì comprensivo – Lo capisco...- ma comunque non nascose la sua tristezza e abbassò il capo. Cristal lo guardò, mise giù la pala e gli poggiò una mano sulla spalla, fissandolo negli occhi.
-Tenma...- iniziò scuotendo la testa – Dispiace anche a me ma...NON FARE IL RAMMOLLITO E LASCIACI LAVORARE!!- concluse scuotendolo e urlando.
-Cristal!- gridò Kaori stizzita.
La corvina la guardò alzando un sopracciglio – Che c'è? É per il bene della scuola, lo abbiamo deciso insieme, troverà altri posti!- lo disse con fretta e ritornò al lavoro, lasciando Tenma a mordersi il labbro, a ci pensò la presidentessa a consolarlo.
-A tal proposito, se trovi altri posti come questo faccelo sapere, è per la salvaguardia di tutti -
-D'accordo...- e così il castano si allontanò verso la scuola, mentre le due ragazze, una dispiaciuta l'altra menefreghista al massimo, riprendevano il lavoro.
Tenma salì i gradini in pietra e all'ingresso incrociò un Akane ansimante e sudata.
-Lo hanno già chiuso?- chiese ansimando per un'ipotetica corsa.
-Manca poco – rispose secco Tenma. La ramata annuì con disappunto e per un po' i due rimasero in silenzio.
-Mi piaceva proprio...quel posto...- spezzò il silenzio Akane – Era nostro dopotutto -
Vedendola triste, il ragazzo decise di sorridere e seguire il consiglio di Kaori, una parte del consiglio a lui dato – Ne troveremo un altro e magari questa volta avremo più fortuna!-
Akane sorrise contagiata – Hai ragione, magari un giorno avremo un altro appuntamen...- si morse la lingua per non concludere la frase e avvampò – Cio...cioè...intendevo...insomma...-
-Tranquilla! Avremo anche un altro appuntamento!- ribattè il ragazzo – Però non ora, in questo periodo devo allenarmi per le partite e Lii sta aumentando gli allenamenti...-
-Anche io devo dare il massimo con la boxe!- lo interruppe la ragazza stringendo i pugni.
-Diamo il massimo insieme, Tenma!-
-Insieme!- e si batterono il pugno con un gran sorriso dipinto in volto.








La seconda coppia addetta alla missione, era formata da Tsurugi e Benna.
Quest'ultimi si trovavano proprio in prossimità dei cancelli della misteriosa scuola. Il primo indossava una parrucca castana, la seconda una parrucca bionda, la cui falsità si poteva vedere nel raggio di un chilometro. Ora l'edificio sembrava essere diventato una vera e propria scuola.
Una grande massa di studenti circolava nel cortile, ma aveva tutti un aria strana e fu quella la prima cosa che colpì Benna, lo fece subito presente all'amico.
-Ehi Tsurugi, non ti sembrano strani quei ragazzi?- domandò in un sussurro, mentre da dietro il muro in cui erano nascosti, lanciava loro una lunga occhiata preoccupata.
Il ragazzo si sporse a vedere e anche lui alzò un sopracciglio – In effetti...sembrano tutti zombie, ma Benna...- poi la buttò sul ridere -..sarai sicuramente agitata per la missione!Sono tutti molto normali!-
-Allora Victor sei pronto a procedere?- cambiò il discorso e gli sorrise, sebbene gli occhi tradirono la sua paura. Non voleva davvero che accedesse come l'ultima volta, non voleva ritrovarsi chiusa nella sala di un ospedale, non voleva rivivere ancora l'orribile e nauseante sensazione di vedersi passare tutta la vita davanti, in pochi secondi.
-Pronto Arion...ma ha proposito, che razza di nome in codice ti sei scelta?-
Benna ridacchiò – Mi è sempre piaciuto come nome, fanno parte di una anime che...- ma vedendo la faccia perplessa del blu decise di non proseguire con la spiegazione. Però continuava a sorridere come un ebete, con il cuore che le martellava furioso nel petto.
-Direi che possiamo iniziare!- così uscirono dal loro nascondiglio per entrare finalmente nel cortile della scuola e mescolarsi agli altri ragazzi. Avevano dieci minuti di tempo per entrare nell'ufficio del preside, l'uomo inquietante che aveva avviato tutto il progetto, e rubare informazioni importanti.
Nella mente di Benna, mentre salivano le scale, c'era solo quella cartella blu che voleva vendicare.
Come previsto dal piano, era appena suonata la campanella della pausa, e gli studenti uscivano in fretta dalle aule per sgranchirsi le gambe, fu davvero facile passare inosservati e arrivare fino al fatidico secondo piano.
Imboccarono con cautela il corridoio che portava nella stanza del preside, camminando rasenti al muro, videro anche la finestra da cui si erano disperatamente buttati.
Benna ebbe un fremito di esitazione, davvero non voleva che le cose finissero come l'ultima volta, ma quella era la loro missione, non potevano fallire.
Tsurugi le vigilava le spalle, al suo segnale, cominciarono a correre nel corridoio vuoto.
I passi riecheggiava in fretta sul pavimento. Benna si avventò sulla porta e l'aprì in fretta.
Per loro fortuna non era chiusa a chiave.
La stanza era proprio come l'ultima volta in cui l'avevano vista. La grande libreria che svettava al loro fianco, la scrivania di legno al centro, davanti alla grande finestra e alla poltrona in pelle.
-La cartellina!- esclamò Benedetta e subito corse verso i cassetti della scrivania, cominciando a trafficarci dentro con estrema attenzione. Imprecò sbuffando e passò in rassegna il secondo cassetto.
-Nemmeno qui!- spazientita richiuse i cassetti con un botto e sbatté i piedi a terra.
-Calmati Benna!Cerca altrove!- la esortò Tsurugi, piuttosto agitato nel fare da palo.
-Quanto tempo ci rimane?- subito la riccia era passata alla libreria.
Il blu si guardò l'orologio e sbiancò - ...Nemmeno cinque minuti...- la guardò con gli occhi ambrati spalancati, mentre un rivolo di sudore gli scivolava sul collo.
-NO!- Benna fu seriamente tentata di buttarsi giù dalla finestra, mancava poco alla fine del tempo stabilito e quella dannata cartella non sembrava essere nell'ufficio. Questo però le dava anche una strana inquietudine mista a soddisfazione. Non si era sbagliata, quella cartella era davvero importante. Si fermò in mezzo alla stanza e cacciò un profondo respiro.
Doveva ragionare come quell'uomo, pensare a dove poter nascondere un oggetto così importante... riflettere... pensare... agire!.
Corse verso un piccolo scaffale, solitaria sopra un grosso vaso con una pianta. Lì vi erano solo due libri molto vecchi, un barattolo di vetro pieno di penne e...
-La cartella!- spiccò un piccolo saltellò e afferrò l'oggetto tanto bramato, tirando un sospiro di sollievo. Una lacrima le percorse il viso, un sorriso radioso le illuminò il voltò mentre tirava via Tsurugi dallo studio e si tuffavano lungo le scale.
La campanella suonò in quel momento e subito una folata di studenti si accinse a salire le scale per tornare nelle rispettive classi. Potete benissimo immaginare la scena, milioni di piedi e corpi che scalpitavano di malavoglia per raggiungere in fretta le classi.
Benna e Tsurugi erano gli unici contro corrente, che invece si salire le scale le scendevano a rotta di collo, la ragazza con il prezioso oggetto sotto la maglietta.
-Di qua!- gridò il blu afferrandola per un braccio. Benna fu allontanata dagli altri studenti e guidata in fretta verso l'uscita. Il cuore le palpitava fortissimo, le pulsazioni le rimbombavano nelle orecchie. Non era solo perché Tsurugi la stava tenendo per mano, ma anche perché ormai bastava solo varcare i cancelli per uscire da quell'istituto e poter finalmente tirare un sospiro di sollievo, definitivo.
Forza, forza...
Nel cortile erano rimasti pochissimi ragazzi, anche loro si accingevano a tornare il classe, anche se la campanella ormai aveva smesso di trillare.
I cancelli erano davanti a loro, Tsurugi ansimava forte per lo sforzo e anche Benna sembrava molto affaticata. Si gettò delle ultime occhiate intorno e tra tutte quelle persone scorse un volto famigliare.
-Ma quello è...- puntò i piedi a terra facendo fermare Tsurugi.
-Benna coraggio! Ce l'abbiamo fatta, non possiamo rischiare che qualcuno ci...- ma le parole finiro nel vuoto, gli occhi castani di Benna fissavano un volto, un corpo che non vedeva da un po'.
Un ragazzo si stava alzando dall'erba, in mano reggeva un libro che sembrava di storia, aveva lo sguardo vacuo e perso. Gli occhi , un tempo di un brillanti azzurro, ora erano sfocati.
I loro sguardi si intercettarono, sul volto del ragazzo comparve un ghigno, poi si allontanò a passo lento, con il libro sotto braccio.
Tsurugi boccheggiò – Ma quello...era...davvero...-
Benna strinse i pugni e annuì, pronunciando con rammarico un solo nome – Alexia...-








La porta della sala insegnanti si chiuse con un tonfo. Le tende coprirono la luce del sole, rendendo nel luogo una forte penombra, carica di eccitazione.
Kaori, Cristal, Benna e Tsurugi erano intorno alla scrivania della rappresentante, con il fiato sospeso e il corpo tremante. La cartella blu era poggiata sopra la superficie del tavolo e sembrava guardarli maliziosamente.
Cristal allungò una mano, lasciando scorrere le dita sull'oggetto.
-Ora...o mai più...- gli amici annuirono e la cartella fu aperta con estrema attenzione.
La prima cosa che ne uscì fuori fu un piccolo biglietto di carta, su cui era inciso un unico nome.
Tuttavia quel nome bastò a far spalancare gli occhi a tre dei ragazzi.
Solomon

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Perfavore fate finta di apprezzare questo capitolo, davvero, fa veramente schifo.
Non ho nemmeno avuto la forza di editarlo come si deve. Diciamo che dopo un estate che non posto questa storia, bloccata da altre idee e sto cavolo di capitolo, ce l'ho fatta.
Che dire, ero indecisa se chiudere col botto o meno... ma alla fine mi sono decisa, perché dopo venti capitoli mi sembra ora di rivelare il cattivo. 
Solomon...ve lo ricordate? Ve lo aspettavate?. Per chi non ha letto la precedente "stagione" la spiegazione di costui arriverà presto, dont worry.
E chi era quel ragazzo che ha visto Benna? Sicuramente si sarà capito...
Prometto che dal prossimo capitolo tornerò quella di una volta: ci saranno descrizioni dettagliate (per quanto io sappia farle), azione (per il massimo che posso fare), spiegazioni varie e anche un po' d'amore.
Riprenderò a studiare tutti gli OC e a famigliare di nuovo con loro, dopo un estate sono proprio intontita.
Per questa volta lasciate passare, pleasee. <3 
Baci a presto!

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