Battle Spirits Rising - Julian, il guerriero rosso

di ShawnSpenstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voci da un altro mondo ***
Capitolo 2: *** Gran RoRo ***
Capitolo 3: *** Il guerriero della cittadina verde ***
Capitolo 4: *** L'unica via di fuga ***
Capitolo 5: *** La divinità dell'Impatto Devastante ***
Capitolo 6: *** Una questione personale ***
Capitolo 7: *** La guardiana e il mondo Altrove ***
Capitolo 8: *** Lo sporco della città della purezza ***
Capitolo 9: *** Il re e l'usurpatore ***
Capitolo 10: *** Cronache di morte e rinascita ***
Capitolo 11: *** La Fenice Blu ***



Capitolo 1
*** Voci da un altro mondo ***


Voci da un altro mondo
 
 
14 Giugno 1990, Battle Spirits Palace di New York, Finale del campionato mondiale di Battle Spirits.
 
 
"Ehi, tutto bene?" chiese un uomo del servizio d'ordine
 
"Si… tutto bene" replicò l'altro, un uomo biondo di circa di poco più di trent'anni, mentre si sciacquava il volto
 
"Non devi sforzarti troppo Julian, se non proprio non riesci a continuare possiamo interrompere il duello e rimandarlo a quando starai meglio" fece il primo
 
"No, non è necessario" replicò il secondo uomo asciugandosi il volto "e poi… non voglio… non voglio perdermi questa vittoria"
 
"Non è detto che tu vinca"
 
"Non scherzare; io non riesco a perdere"
 
L'uomo chiamato Julian uscì poi dal bagno e raggiunse la sala del duello dove da qualche minuto spirava un filo d'aria sufficiente a rendere l'ambiente un po' più vivibile.
Stando a quanto gli era stato detto, in seguito alle numerose richieste da parte del pubblico l'organizzazione aveva finalmente acconsentito ad aprire le porte dell'edificio per cercare di rinfrescare un po' l'ambiente. L'aria della grande mela era decisamente soffocante e nessuno poteva dirsi sorpreso del fatto che l'incontro avesse già subito due interruzioni o che problemi di salute non ben identificati avessero colpito uno dei due finalisti.
In realtà non erano ne il caldo ne la tensione per la finale la causa di quegli strani dolori e Julian lo sapeva; Era sin dal turno di qualificazione del primo giorno che soffriva di improvvisi mancamenti e di dolorose fitte dovute ad un violento mal di testa che spesso, durante l'ultimo periodo, gli avevano impedito di riposare la notte.
Il duellante ovviamente non era rimasto con le mani in mano; si era fatto visitare due volte da due differenti dottori ed entrambi avevano confermato l'assoluta salute del suo organismo, nessuno sembrava essere in grado di spiegarsi da dove derivasse il suo problema.
Raggiunse la sua postazione di battaglia il più in fretta possibile e si sedette ad aspettare i due minuti che mancavano alla fine della pausa. Intorno a lui il silenzio era rotto solo dai due commentatori che si occupavano di riepilogare la situazione.
 
"Tra pochi minuti, cari spettatori, riprenderà il duello che deciderà chi sarà il nuovo campione mondiale di Battle Spirits; I vostri affezionati commentatori Kazuya Handa e Robert Hudson sono qui e rimarranno fino alla fine per descrivere l'incontro e spiegare ai neofiti di questo fantastico gioco le regole e le meccaniche" esclamò l'uomo dai tratti orientali seduto alla postazione di commento
 
"Facciamo brevemente il punto della situazione" proseguì Hudson "il duello per il terzo e quarto posto si è concluso ieri con la vittoria del giapponese Shirou Kiyama sul francese Laurent Medin; ora restano da definire gli ultimi, e più importanti, gradini del nostro podio e a contenderseli sono lo spagnolo Gabriel Velasco e colui che per due tornei consecutivi ha vinto il titolo ovvero l'inglese Julian Fines"
 
"Il duello è giunto al ventitreesimo turno e la mossa appartiene a Velasco; fino ad ora possiamo certamente parlare di uno scontro entusiasmante vero Robert?"
 
"Certamente collega, infatti non sono mancati confronti di alto livello nonostante una staticità forse eccessiva, soprattutto per quanto riguarda lo spagnolo, dovuta probabilmente ai problemi con il mazzo che hanno colpito entrambi i giocatori costretti, ad esempio, nel primo turno a limitarsi all'attivazione di un nexus a testa: Duello ad Armi Pari per Gabriel e Tempio a Piramide per Julian"
 
"A difesa dello spagnolo bisogna dire che ha diciassette anni ed è solo al suo secondo torneo, per di più nella scorsa edizione era stato eliminato agli ottavi proprio da Julian e quindi penso che questa prudenza derivi dal rispetto che il ragazzo di Oviedo ha per il suo ben più celebre avversario"
 
"Sono d'accordo Kazuya anche se bisogna ammettere che anche Julian ha dimostrato rispetto per le abilità dell'avversario presentandosi con un deck ben più voluminoso delle sue storiche quarantasette carte; il campione inglese conosce bene le peculiarità del mazzo blu del rivale e ha giustamente adottato una semplice ma efficace contromossa che infatti ha, almeno per ora, sconsigliato Velasco dal tentare la strategia della distruzione del mazzo"
 
"Contromossa che, converrai, ha avuto però come rovescio della medaglia una certa difficoltà nella ricerca del leggendario spirit chiave di Julian, Meteorwurm Drago Imperatore Stellare, che si è tradotta in difficoltà di costruire la sua strategia"
 
"Già, una difficoltà che fino a pochi turni fa accomunava i due giocatori, almeno fino a quando Julian non ha evocato proprio Meteorwurm; ora è il turno di Velasco, vedremo se anche lui riuscirà a recuperare il suo spirit chiave"
 
"Mancano ormai pochi secondi al termine della pausa; ricapitoliamo la situazione: sul terreno di gioco di Julian sono schierati il nexus Tempio a Piramide a livello 1, due Dracoltello entrambi a livello 3, Meteorwurm a livello 2 e Vulcanodrago a livello 1 tutti disimpegnati, ha inoltre tre carte in mano e quattro vite, nessun nucleo nella riserva e quattro negli scarti; Gabriel invece controlla, tutti in stato di disimpegno, due Pedone Gustav, Automa di Pietra a livello 1 e Douglas il Gladiatore a livello 3 oltre che due nexus Duello ad Armi Pari, uno dei quali a livello 2, e un nexus Bastione di Zaffiro, fondamentale per elevare a livello 3 i due Pedone Gustav con soli tre nuclei a testa, per quanto riguarda il resto gli rimangono due vite e solo una carta in mano ma, a differenza del suo avversario, ha un nucleo nella riserva e uno negli scarti"
 
"Questa è la situazione con cui riprenderemo tra pochissimi secondi… la parola ai duellanti" concluse Handa preparandosi per commentare gli eventi futuri
 
Non appena la voce dei commentatori si spense Julian alzò lo sguardo verso il suo avversario che da poco aveva raggiunto la postazione;  il ragazzo lo stava osservando con gli occhi preoccupati di chi teme che possa accadere qualcosa di brutto da un momento all'altro, il biondo inglese tuttavia non saprebbe dire se la preoccupazione sia rivolta al duello oppure alla salute dell'avversario.
 
"Non preoccuparti per me Gabi, preoccupati del duello" esclamò cercando di tranquillizzarlo
 
"E' sicuro di stare bene signor Fines?" replicò l'avversario
 
"Starò meglio quando ti avrò battuto ragazzino" risponde l'uomo certo che così riaccenderà in lui la voglia di duello e chiuderà il discorso
 
"Allora continuerà a stare male per un po' signore" fece il ragazzo con un sorriso "perché non credo proprio che perderò"
 
"E allora forza Gabriel… si ricomincia"
 
 
TURNO 23
 
Gabriel fece un bel respiro profondo per tranquillizzarsi; non era certo che il suo avversario fosse in buone condizioni ma se era stato lui stesso a dare l'Ok per continuare probabilmente sentiva di poter riuscire a terminare il duello.
 
A lui non restava che giocare al meglio delle sue possibilità per vincere il campionato mondiale.
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e per finire fase di recupero"
 
Muovendosi con rapidità il giovane castano prese con la mano destra un nucleo e lo aggiunse alla sua riserva, poi pescò una carta e spostò sempre nella riserva il nucleo che era negli scarti.
 
Diede poi una prima occhiata alla carta che aveva appena pescato, non riuscì a non farsi sfuggire un piccola espressione di soddisfazione che ovviamente  il suo avversario notò immediatamente.
 
"Devo prepararmi per la tempesta?" domandò ironicamente l'inglese al suo avversario
 
"Preparati quanto vuoi, la tempesta ti spazzerà via lo stesso" rispose l'altro sempre con quel sorriso soddisfatto "Fase principale: abbasso entrambi i Pedone Gustav e Douglas il Gladiatore a livello 1…"
 
Julian osservò attentamente il giovane duellante raccogliere gli otto diamanti dai tre spirit e spostarli nella riserva. Ora aveva undici nuclei, più che sufficienti per evocare uno spirit forte ed elevarlo al massimo livello.
 
"… Evoco Golem di Oricalco" concluse Gabriel posando sul terreno di gioco la carta "e lo elevo a livello 3, elevo a livello 3 anche Automa di Pietra ed elevo a livello 2 un Pedone Gustav"
 
Julian diede un ultima rapida occhiata ai due terreni di gioco, dal suo sguardo si capiva che era pronto ad affrontare la tempesta.
 
"Fase d'attacco: attacco con Golem di Oricalco, attivo l'effetto Sgretola e l'effetto di livello 2 di Golem di Oricalco che ti causano una perdita di tre carte più tante carte quanti sono i simboli blu presenti negli spirit sul mio terreno di gioco, in questo caso sono cinque e quindi perdi otto carte… e devi comunque rispondere all'attacco"
 
"Ne rispondo con la vita" replicò l'uomo una volta che ebbe finito di scartare carte dal suo mazzo
 
Come da regolamento Julian prese una delle sue vite e la spostò nella riserva appoggiandola con delicatezza. Al contatto della vita col tabellone una violenta fitta trapassò come una spada la mente del duellante inglese; iniziò improvvisamente a vedere cose assurde come una strana luce emanata dai nuclei o come le fiamme ardenti ma non dannose sui suoi spirit pronti al contrattacco.
 
Recuperò il controllo di se appena in tempo per sentire come l'avversario aveva intenzione di proseguire.
 
"Attivo ora l'effetto Fiero Assalto di Golem di Oricalco a livello 3, causo l'affaticamento del nexus Bastione di Zaffiro e recupero lo spirit che ora è pronto per un ulteriore attacco… Golem di Oricalco attacca di nuovo e come prima si attivano l'effetto Sgretola e quello di livello 2, per cui perdi altre otto carte"
 
"Ne rispondo con la vita" si limitò a ripetere l'altro e spostò un'altra delle sue vite nella riserva
 
Un nuovo dolore di intensità superiore gli percorse il cervello. Per qualche secondo gli sembrò addirittura di essere sul punto di svenire, mentre, nonostante la vista appannata, osservava con attenzione i nuclei sempre più splendenti, ma lui non poteva arrendersi, non esisteva una malattia in grado i poterlo fermare.
 
"Attivo di nuovo Fiero Assalto, affaticamento del nexus Duello ad Armi Pari, Golem di Oricalco recupera… attacco con Golem di Oricalco, attivo per la terza volta effetto Sgretola e l'effetto di livello 2 e ancora una volta perdi otto carte"
 
"Ancora una volta ne rispondo con la vita"
 
Julian spostò anche la sua penultima vita nella riserva e anch'essa si mise a brillare; nella mente del duellante cominciarono a materializzarsi immagini di posti che non aveva mai visto: villaggi dall'aspetto antico, enormi canyon con rocce particolari, una città in stile greco-romano dominata dal colore blu, una lussureggiante foresta abitata da vari tipi di animali e per ultimo quello che sembrava essere un parchetto, caratterizzato da fiori e alte siepi che gli davano l'aspetto di un labirinto.
 
Prese la bottiglia e bevve un goccio di acqua fresca per recuperare la lucidità; non era il momento di avere le visioni, aveva un duello da vincere.
 
Dall'altro lato del tavolo invece lo spagnolo rifletteva sul da farsi. Per un attimo pensò che avrebbe potuto tentare un attacco anche con Automa di Pietra sfruttando così il suo effetto Sgretola per diminuire il mazzo avversario, tuttavia il suo avversario aveva ancora tre carte in mano e se esse fossero state magie o spirit si sarebbe trovato in difficoltà al prossimo turno.
 
-Per quanto sia in grado di portare avanti la strategia di distruzione del mazzo, la mia specialità rimane il Fiero Assalto e le poche magie difensive bianche del mio mazzo se ne sono già andate… non ho altra scelta-
 
"Prego, a te la mossa" esclamò Gabriel "per effetto del nexus Duello ad Armi Pari a livello 2 gli spirit con effetto Sgretola in affaticamento vanno in recupero al termine del mio turno, dunque Golem di Oricalco recupera"
 
"Un attacco davvero magistrale di Velasco che in un solo turno è riuscito a ribaltare la situazione senza perdere ne lasciare in affaticamento nessuno spirit" commentò Handa "ora vedremo se Julian riuscirà a rispondere, visto il suo schieramento di spirit le premesse sembrerebbero esserci ma non sembra molto in forma"
 
"Già, tanto più che Velasco ha ancora una carta in mano e potrebbe trattarsi proprio di una magia" fece di seguito Hudson "attenzione signori del pubblico, il prossimo potrebbe essere il turno che deciderà le sorti del campionato mondiale"
 
 
TURNO 24
 
Julian osservò un ultima volta le carte che aveva in mano; gli serviva solo una carta per poter vincere e, dato che non era stata distrutta nel turno precedente, poteva significare solo una cosa.
 
-Il destino è dalla mia parte-
 
"Osserva bene Gabriel" disse al suo avversario "in questo turno raderò al suolo ogni singolo centimetro del tuo muro difensivo"
 
"Provaci pure se vuoi, ma non credere che te lo lascerò fare facilmente!"
 
L'inglese si prese ancora qualche secondo per riflettere sulla situazione.
 
-Se lo attaccassi con un qualunque spirit escluso Meteorwurm lui risponderebbe con la vita per guadagnare un nucleo nella sua riserva e poter utilizzare l'unica carta che ha, probabilmente una magia e, se ricordo bene il suo mazzo, non una bianca, nell'azione lampo senza dover abbassare il livello di uno dei suoi spirit; se però riuscissi a pescare quella carta…-
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase principale"
 
Julian osservò la carta che aveva appena pescato. Un sorriso di soddisfazione si materializzò sul suo volto; non era più necessario non mostrare emozioni, ormai sapeva chi avrebbe vinto il duello.
 
"Fase principale: tolgo due nuclei da Dracoltello…"
 
Osservò la sua riserva, conteneva ben dieci nuclei.
 
"… attivo due nexus: Grandi Cascate di Lava e Pioggia di Meteore nel Cielo Notturno che elevo immediatamente a livello 2; evoco poi Ankillersauro a livello 3, pago il costo con i nuclei di Vulcanodrago, ed infine elevo a livello 3 Meteorwurm Drago Imperatore Stellare"
 
-Si prepara ad attaccare- pensò lo spagnolo -faccia pure, sono pronto ad ogni sua mossa-
 
"Fase d'attacco: attacco con Dracoltello di livello tre. Per effetto del nexus Grandi Cascate di Lava tutti i miei spirit attaccanti guadagnano 1000 PB, Dracoltello raggiunge così gli 8000 PB…"
 
L'avversario studiò velocemente la situazione; non poteva bloccare con Golem di Oricalco, doveva mantenerlo disimpegnato per bloccare e sconfiggere Meteorwurm, e utilizzare qualunque altro spirit avrebbe voluto dire perderlo, non restava che una soluzione.
 
"Ne rispondo con la vita" disse spostando il suo penultimo diamante-vita nella riserva
 
-Ora attaccherà con Meteorwurm ma io non mi farò trovare impreparato-
 
"… attacco con Ankillersauro " esclamò invece a sorpresa l'inglese
 
Gabriel ne risultò spiazzato. Non aveva senso che Julian attaccasse con uno spirit così debole contro uno schieramento come il suo; inizialmente pensò di bloccare con Douglas il Gladiatore ma poi ricordò che, grazie all'effetto di Grandi Cascate di Lava, Ankillersauro poteva contare su 5000 PB e la sua mossa avrebbe significato sconfitta reciproca.
 
"Blocco con Automa di Pietra" disse il ragazzo felice dell'errore commesso dall'avversario…
… o meglio dell'errore che lui pensava che il suo avversario avesse commesso.
 
 
"Attivo l'effetto di Ankillersauro ai livelli 1,2 e 3, lo spirit guadagna 1000 PB per ogni spirit con effetto Risveglio o Impatto Devastante presente sul mio terreno di gioco; dato che io ho schierati due Dracoltello con effetto Risveglio e Meteorwurm con Impatto Devastante, Ankillersauro guadagna altri 3000 PB portandosi ad 8000 PB…"
 
Colpito nell'orgoglio per essere caduto nel tranello, Gabriel spostò lo spirit negli scarti e i nuclei nella riserva. Ancora non riusciva a comprendere alcune delle mosse di Julian: perché abbassare di livello Dracoltello impedendosi di sfruttare il suo effetto a livello 3? Perché tentare un attacco rischioso e apparentemente inutile con Ankillersauro? Perché?… Perché?...
 
"… e infine attacco con Meteorwurm. Attivo l'effetto di Meteorwurm a livello tre che mi permette di scegliere il bersaglio di Impatto Devastante, scelgo Golem di Oricalco; attivo poi l'effetto di livello tre di Dracoltello che permette ad ogni spirit con Impatto Devastante di guadagnare 1000 PB durante la fase d'attacco e per finire azione lampo! Utilizzo la magia Tempesta di Meteore pagando il costo con i due nuclei rimasti sul secondo Dracoltello che viene così eliminato"
 
"Blocco con Golem di Oricalco. Azione lampo utilizzo la magia Attacco Nexus pagando il suo costo con uno dei nuclei in riserva; per effetto della magia un mio spirit con effetto Fiero Assalto guadagna 2000 PB per ogni nexus in affaticamento sul mio terreno di gioco; dato che ho due nexus in affaticamento Golem di Oricalco guadagna 4000 PB, raggiungendo cosi i 14000 PB e superando i PB di Meteorwurm"
 
Julian alzò lo sguardo vesto il volto soddisfatto del suo avversario e sorrise, è sempre bello trovare un avversario all'altezza.
 
"Questa volta ho vinto io signor Fines!" esclamò soddisfatto il ragazzo
 
"Non cantare vittoria troppo presto, attivo l'effetto del nexus  Pioggia di Meteore nel Cielo Notturno a livello 2. Durante la fase d'attacco i miei spirit del genere "Drago astrale" guadagnano 2000 PB, di conseguenza Meteorwurm arriva a 15000 PB!"
 
"No! Maledizione!" gridò il giovane spostando il suo spirit negli scarti
 
"Attivo ora l'effetto del nexus Tempio a Piramide. Quando il mio spirit con effetto Impatto Devastante sconfigge un avversario per differenza di PB mi è consentito distruggere un numero di spirit la cui somma di PB sia uguale o inferiore a quella dello spirit eliminato per cui, grazie alla tua magia Attacco Nexus, posso eliminare spirit per 14000 PB e, dato che la somma totale dei tuoi spirit in gioco è di 11000 PB, elimino tutti i tuoi spirit!"
 
Il ragazzo rimase in silenzio e spostò uno dopo l'altro tutti i suoi spirit negli scarti. Solo ora riusciva a capire cosa intendeva dire Julian con quel "raderò al suolo il tuo muro" e perché avesse portato quell'attacco con Ankillersauro; voleva spazzare via ogni spirit componente quella difesa che lui riteneva impenetrabile e voleva farlo senza perdere neanche uno dei suoi spirit a causa dell'avversario dimostrando così la sua superiorità nella strategia.
 
Voleva dimostrare che, nonostante i dolori, i problemi e la salute precaria, lui restava un avversario invincibile.
 
"E' la tua fine, attivo l'effetto di Tempesta di Meteore. Quando durante la fase d'attacco un mio spirit con "wurm" nel nome sconfigge uno spirit avversario per differenza di PB l'avversario perde tante vite quante sono le gemme dello spirit attaccante!"
 
In uno stato di profondo sconforto, Gabriel mosse l'ultimo nucleo che gli rimaneva dalle vite alla riserva.
 
"Anche questa volta ha vinto, Julian Fines" sussurrò
 
"Hai duellato davvero bene Gabi" ammise il vincitore "ma lo sai anche tu… io non riesco a perdere"
 
I due si scambiarono una cordiale stretta di mano e si diressero poi in contemporanea nel corridoio per la sala delle premiazioni.
 
 
"E così dopo il torneo del 1986 e quello del 1988, Julian Fines ha vinto anche il torneo di quest'anno riuscendo nell'impresa di essere il primo a vincere il titolo per tre volte consecutive senza mai cambiare il proprio deck" fece Handa dalla postazione di comando "Prima di spostarci in sala premiazioni tuttavia ricapitoliamo gli ultimi turni di questa entusiasmante finale…"
 
"Quasi tutti, noi compresi, alla fine del ventitreesimo turno avremmo pensato ad una situazione ribaltata dal giovane Gabriel Velasco capace di passare da una situazione di netto svantaggio, quattro vite di Julian contro le sole due sue, ad una di pareggio se non di vantaggio sfruttando al massimo quelli che sono i punti di forza di un mazzo blu ovvero il Fiero Assalto e le nexus; nel turno seguente invece il duellante inglese ha dato una vera e propria lezione di come si gioca una mano magistrale" spiegò il commentatore americano
 
"Esatto, una mano in cui non si è limitato al minimo indispensabile ma ha giocato per ottenere il massimo risultato. La sua combinazione di effetti degli spirit e nexus meriterebbe di essere rivista e inserita nei regolamenti e nelle guide al gioco; si tratta veramente di un livello superiore e non è certo questa l'unica sua grande giocata di questo mondiale"
 
"Già, per esempio nella semifinale di ieri contro il giapponese Kiyama è riuscito a ribaltare, combinando due azioni lampo, una situazione che lo vedeva in enorme difficoltà sull'attacco dello spirit chiave avversario, il potente Sphin-Cross Sacro Imperatore delle Bestie a livello tre, e riuscendo poi a concludere il duello nel turno immediatamente seguente"
 
"Le sue partite sono così belle da essere considerate da tutti gli appassionati, me compreso, come una sorta di patrimonio storico per questo gioco nato nel mio paese nel 1974" esclamò entusiasta Handa "ci troviamo sicuramente di fronte a qualcuno che potrebbe diventare una leggenda di questo gioco e sinceramente, pur sostenendo i miei connazionali, sono felice che la suddetta leggenda sia un europeo che ha scoperto Battle Spirits sin da ragazzino; è la prova di quanto questo gioco si sia diffuso nel mondo"
 
"Non posso che concordare, caro collega, augurandomi che questa terza vittoria consecutiva di Julian Fines possa spingere sempre più persone al di fuori del Giappone ad appassionarsi a questo gioco" concluse l'altro commentatore "con quest'ultimo augurio concludiamo questa entusiasmante giornata dedicata alla finale ma vi aspettiamo numerosi domani, sempre qui al Battle Spirits Palace di New York, per le premiazioni finali e la consegna dell'ambito premio speciale al vincitore"
 
 
Il giorno seguente
 
Un uomo di media statura dai lineamenti orientali sulla quarantina entro nel corridoio scuro che portava i duellanti alla sala premiazioni. Si fermò circa a metà del corridoio e si guardò intorno come per cercare qualcuno ma il buio gli impediva di vedere di molto al di là del suo naso.
Senti poi il rumore di una porta che si apriva poco avanti a lui e ne vide uscire una figura di cui riusciva a malapena a distinguere i contorni; velocemente raggiunse la porta e finalmente i suoi occhi furono in grado di dirgli chi era l'altro uomo.
L'orientale sorrise.
 
"E bravo Julian!" esclamò "lo sapevo che avresti vinto, tu non riesci a perdere"
 
"Grazie Shirou, complimenti anche a te per il tuo terzo posto" replicò l'altro interlocutore
 
"Lascia perdere, io speravo di arrivare almeno alla finale" fece con aria dispiaciuta "però devo ammettere che anche Gabi ha duellato davvero bene, penso che avrei perso anche se mi fosse toccato lui come avversario"
"Quien sabe hombre? In semifinale non ho combattuto così bene" disse l'appena giunto spagnolo, chiamato in causa dai colleghi "e, inoltre, il tuo Sphin-Cross  ha un massimo di PB molto più alto di quello di Meteorwurm, penso che sarebbe stato un deterrente piuttosto efficace contro il mio Fiero Assalto"
 
"Beh, ti sarebbe rimasta la distruzione del mazzo" si inserì una voce nuova, con uno spiccato accento francese
 
Dalla parte opposta del lungo corridoio apparve un giovane uomo, abbastanza alto e magro, che andò velocemente ad aggiungersi al gruppo dei tre che già dalla parlata l'avevano riconosciuto.
 
"Ciao Laurent" salutò Julian
 
"Ciao Julian" rispose l'altro che si rivolse poi a Velasco "allora che ne pensi della mia idea"
 
"Non sono così abile nella distruzione del mazzo purtroppo" ammise l'iberico "e poi, per poterla attuare come si deve, mi servirebbero dei nexus Crollo della Strategia e lo spirit Castello Fortificato"
 
"Io ho Castello Fortificato! Se un giorno facessi un salto a casa mia potremmo fare uno scambio" fece Laurent rivolgendo poi la sua attenzione a Julian "e dovresti venirci anche tu, come te partecipo da tre anni a questo torneo ma non sono mai riuscito a sfidarti"
 
"Non stuzzicare il drago Laurent, se hai perso contro di me non ti conviene sfidare Julian" scherzò Kiyama
 
"Ho detto che lo voglio sfidare non che lo voglio battere" esclamò il francese "e quanto a te, ancora non mi spiego come il mio mazzo misto viola e verde abbia potuto perdere"
 
"Mai sottovalutare il potere delle carte gialle" rispose "Ho ancora negli occhi spettacolare eliminazione del tuo amato Deathtaurus Grande Signore Corazzato per mano del mio Caith Sith Gatto Cavaliere e della magia Voce Bianca"
 
"Ecco perché odio le magie gialle" fece sconsolato Medin
 
"Odiare forse è un po' troppo, non trovi?" intervenne Julian "anche se a me piace il colore rosso non posso negare che tutti i colori abbiano le loro potenzialità e le loro debolezze"
 
"Quindi un giorno potremmo trovarci a sfidare un Julian armato di mazzo bianco per esempio?" fece il quarantenne giapponese
 
"Perché no!" replicò l'inglese con un sorriso
 
"Allora facciamo così: se al prossimo torneo mondiale tra due anni noi due dovessimo affrontarci, tu duellerai con un mazzo bianco; ci stai?"
 
"Duellare contro un mazzo giallo con un mazzo bianco? Mmm, l'effetto Immunità: giallo è piuttosto raro però ci sto!"
 
"Ehi, perché invece non ci presentiamo tutti con mazzi di colori diversi dai nostri preferiti?" domandò Gabriel "tanto tutti noi abbiamo intenzione di partecipare di nuovo, no? E allora perché non rendere la sfida un po' più interessante"
 
"La trovo un ottima idea" concluse il francese "chissà, magari potrei sfidarvi proprio con un mazzo giallo"
 
Tutti risero di gusto, in fondo si conoscevano bene e, nonostante in battaglia si punzecchiassero spesso allo scopo di intimidirsi e innervosirsi a vicenda, erano tutti amici; non esistono nemici a Battle Spirits.
 
"I finalisti dell'edizione numero sei del campionato mondiale di Battle Spirits sono pregati di raggiungere la sala premiazioni"
 
"Forza, tocca a noi!" esclamò Julian e alla testa del gruppo di colleghi si incamminò nel corridoio perpendicolare che conduceva alla sala.
 
La forte luce dell'enorme lampadario della sala stordì, in un primo momento, gli occhi dei quattro duellanti, che si erano appena abituati all'oscurità del corridoio. La sala era davvero enorme, con un lungo tavolo per il buffet e il palco con il podio per la premiazione su cui erano già pronti i presidente della federazione e i due commentatori; lungo le pareti erano poi esposte come decorazioni dodici riproduzioni ingrandite di alcune carte.
Sin dalla prima occhiata i quattro duellanti notarono che gli organizzatori avevano fatto davvero le cose in grande. Le gigantografie erano divise in quattro gruppi da tre e rappresentavano quelle che, per ognuno dei quattro duellanti, erano state le carte "protagoniste" degli incontri finali da loro disputati equamente divise in uno spirit, una magia e un nexus.
I quattro giocatori osservarono la scenografia con grande entusiasmo… era davvero spettacolare.
In pochi secondi Gabriel, Shirou e Laurent si allontanarono da Julian per andare a dare un occhiata più ravvicinata alle fantastiche decorazioni.
Tutti e tre furono molto soddisfatti di ciò che trovarono: Gabriel notò con piacere che, insieme a Golem di Oricalco e Duello ad Armi Pari, come carta magia era stata scelta non Attacco Nexus, che era risultata essere un fallimento, bensì Bufera Impenetrabile che l'aveva momentaneamente salvato nel corso del diciottesimo turno; Laurent si limitò ad un sorriso soddisfatto di fronte alle sue carte Deathtaurus Grande Signore Corazzato, Danza Macabra e Bara del Fato; Shirou rimase tanto estasiato di fronte al suo fiero combattente Caith Sith Gatto Cavaliere e alla sua magia Voce Bianca da non accorgersi del nexus Paradiso Spettrale che gli era stato altrettanto utile; Julian infine non si mosse subito, rimase per qualche secondo fermo a fissare quello spettacolo che comprendeva tutti i colori di quel gioco che tanto amava, poi, dopo aver preso un bicchiere di champagne, andò finalmente a porsi davanti alle sue carte Meteorwurm Drago Imperatore Stellare, Tempesta di Meteore e Pioggia di Meteore nel Cielo Notturno e con un sorriso alzò il calice al cielo per un brindisi in loro onore.
 
-Questo è il tuo momento mio vecchio amico- pensò rivolgendosi allo spirit -ti ringrazio di avermi portato fin qui ancora una volta-
 
Poi qualcosa accadde. Julian percepì qualcosa di simile ad un ruggito e si voltò intorno; tutti parlavano e si rifocillavano come se non avessero udito niente ma l'inglese era assolutamente sicuro di ciò che aveva sentito.
Di scatto si voltò verso Meteorwurm; non riusciva a capire il perché delle sue azioni ma sentiva di doverlo fare… era come se lo spirit lo chiamasse.
 
-Ma cosa mi sta succedendo-
 
"Sento il suo ruggito… vuole essere riportato al luogo a cui appartiene"
 
"Chi ha parlato? Chi altro ha sentito il ruggito?" sussurrò Julian più a se stesso che ad altri
 
"Riportalo al suo luogo d'origine, ti prego"
 
Il campione mondiale di Battle Spirits sposto lo sguardo sulla gigantografia di Meteorwurm; l'immagine del drago rosso era sparita e al suo posto c'era un altro drago di colore nero e dimensioni molto maggiori, una specie di armatura bianca ricopriva il suo torace e i suoi artigli e le sue zampe fluttuavano separate dal corpo. Julian poté osservarlo solo per un secondo perché immediatamente la sua immagine sparì lasciando il posto prima ad uno sfondo azzurro simile all'acqua e poi di nuovo l'immagine di un luogo che a prima vista sembrava una sorta di tempio.
Un'altra di quelle terribili fitte attraversò poi la mente del duellante che fu costretto a piegarsi e chinare la testa. Quando il dolore fu passato e il biondo inglese poté rialzarsi era ormai tutto svanito; non rimaneva alcuna traccia del drago nero, dell'acqua o del tempio che lui aveva visto e sembrava che nessun altro li avesse visti escluso lui.
 
-Che stia impazzendo a mia insaputa?-
 
"Ehi Jul, vieni sul palco!" gli gridò Laurent "stiamo per iniziare e manchi solo tu"
 
"Arrivo" replicò l'uomo raggiungendo gli altri sul palco
 
"Siete tutti pronti? Possiamo iniziare?" domandò il un anziano uomo giapponese ai quattro finalisti
 
"Si, signor Tomioka, possiamo iniziare"
 
"Bene" disse rivolgendosi poi al pubblico "Grazie dell'attesa, cari spettatori appassionati di Battle Spirits, avrà ora inizio la cerimonia di premiazione della sesta edizione del torneo mondiale di Battle Spirits; in qualità di presidente della federazione BS, sarò proprio io, Hajime Tomioka, che avrò l'onore di dare a questi abilissimi duellanti i rispettivi premi in denaro più il premio speciale spettante al vincitore… cominciamo subito con il quarto posto, signori un applauso per Laurent Medin…"
 
Il francese salì sul palco e si posizionò a lato del terzo gradino del podio, ricevette l'assegno dal presidente Tomioka e salutò il pubblico, al di la della delusione per non essere salito sul podio poteva tranquillamente dirsi soddisfatto.
 
"… passiamo ora al gradino più basso del podio, è con grande onore che vi presento il mio connazionale Shirou Kiyama…"
 
Come aveva fatto prima il francese, anche il più vecchio dei quattro raggiunse il posto che gli spettava e ricevette il premio.
 
"Grazie mille presidente" sussurrò con il suo solito sorriso "vedrà che tra due anni riporterò la coppa in Giappone"
 
"Ne sarei felice" rispose sottovoce Tomioka prima di ritornare al suo compito
 
"… siamo giunti al secondo gradino del podio e abbiamo il più giovane tra i quattro finalisti, Gabriel Luis Velasco…"
 
Con una piccola spinta da parte di Julian, anche Gabriel raggiunse il suo gradino del podio davanti ad una notevole folla; paralizzato dall'imbarazzo non si accorse subito della mano che gli porgeva il meritato assegno ma non appena ebbe recuperato un minimo di tranquillità si lasciò andare ad un salto liberatorio a cui il pubblico rispose con un grande applauso.
 
"… ed infine, sale per la terza volta consecutiva sul gradino più alto del podio… il re dell'Impatto Devastante, Julian Fines!"
 
Una cascata di applausi accolse l'ingresso del campione inglese prima sul palco e poi sul podio. Hajime Tomioka gli si pose di fronte gli consegnò l'assegno dopodiché estrasse dalla tasca un contenitore rettangolare.
 
"Ed ora verrà consegnato il premio speciale, si tratta di una carta di estrema rarità ritrovata per caso dal sottoscritto su una sorta di altarino in un parco della mia città; non conosco la sua provenienza ma la sua forza è tanta e tale che merita di essere usata solo dal più forte dei campioni"
 
Detto ciò aprì la scatola e dopo aver mostrato il suo contenuto al pubblico prese la carta e la consegnò a Julian.
Non appena gli occhi dell'inglese si posarono sulla carta, il sangue gli si gelò nelle vene; non poteva essere vero, non poteva trattarsi solo di una coincidenza.
Mentre osservava con attenzione la carta le parole del presidente gli ritornarono per qualche secondo alla mente.
 
"… ritrovata per caso dal sottoscritto su una sorta di altarino in un parco della mia città…"
 
-La descrizione mi ricorda qualc… no, non ci credo, non può essere quel posto-
 
Una forte fitta lo colpì di nuovo e ancora una volta sentì quella voce.
 
"Riportalo al suo luogo d'origine"
 
Una mano lo tocco sulla spalla; Julian si voltò di scatto e vide i volti preoccupati di Shirou e Laurent.
 
"Tutto bene Jul?" gli chiese il francese
 
"Si, tutto bene" rispose con il tono più convincente che gli riuscisse
 
"… va tutto bene"
 
 
Julian percorse il corridoio che portava all'uscita principale a tutta velocità. La festa era finita da alcuni minuti e tutti i presenti erano ormai in procinto di tornare alle rispettive dimore ma Julian non poteva permetterlo, c'era una persona che doveva dagli alcune risposte importanti, forse decisive per comprendere il perché di ciò che gli stava succedendo.
 
"Signor Tomioka! Signor Tomioka mi aspetti per favore!" gridò
 
"Ah, signor Fines, sono davvero felice di vedere che sembra essersi ripreso; mi hanno raccontato di ciò che le è accaduto durante il torneo, ha mai pensato di farsi visitare da un medico? Potrebbe trattarsi di qualcosa di grave"
 
"Mi sono fatto visitare già due volte senza ottenere alcuna risposta signore ma non è questo il motivo per cui le ho chiesto di fermarsi; ho… bisogno che lei risponda ad alcune domande"
 
"Chieda pure" fece l'altro cordialmente
 
"Quel luogo in cui a trovato la carta… è per caso un parco/giardino con una zona caratterizzata dal alte siepi ricolme di fiori disposte come a formare un labirinto?"
 
"Ci è stato anche lei?" replicò con stupore "si, il posto è proprio quello; io e i miei bambini di solito ci andiamo per stare all'aria aperta o giocare a Battle Spirits ad uno dei tavolini ma la sezione che ha descritto lei è di sicuro la più suggestiva"
 
"Grazie dell'informazione signore e no, non ci sono mai stato"
 
"Ma allora come…"
 
"Me ne ha parlato qualcuno"
 
"E chi?"
 
"E' complicato da spiegare; la ringrazio signore, le auguro buon viaggio per il suo ritorno in Giappone"
 
"Buona fortuna anche a te Julian" concluse l'uomo stringendogli la mano e uscendo poi dalla porta
 
Alcuni secondi dopo anche Julian uscì dall'edificio in cui negli ultimi giorni aveva praticamente vissuto; l'aria era calda e pesante fuori come dentro a tal punto che, se l'inglese avesse percorso il corridoio ad occhi chiusi non avrebbe saputo distinguere da un ambiente all'altro.
 
Sentì una voce che lo chiamava provenire dalla sua destra, si voltò e vide gli altri finalisti in compagnia di alcuni degli altri tre partecipanti al torneo, un uomo, una donna e una ragazza, che erano stati precedentemente eliminati.
 
Tra loro Julian riconobbe solo l'uomo. Era Thomas Reinhardt, un altro duellante inglese di origine tedesca attualmente risiedente a Londra nonché amico d'infanzia di Fines; i due erano cresciuti nello stesso paese e si erano iscritti insieme al tempo del loro primo torneo promettendosi che, se si fossero scontrati, il perdente avrebbe offerto da bere al vincente; per due edizioni erano riusciti a scamparla ma questa volta gli era toccato affrontarsi negli ottavi.

"Ehi, Jul" disse il tedesco "ti ricordi, ti devo un giro completo! Che fai, riscuoti?"

"Non posso Tom, devo fare una cosa molto importante" replicò Julian "mi dispiace, vorrà dire che ti toccherà tornare al paese per offrirmelo"

"Non fa niente fratello, riguardati"

"Sicuro, ci vediamo a casa"

Allontanatosi dal gruppo di colleghi, il campione inglese prese un taxi e si fece portare al John Fitzgerald Kennedy Airport, dove prese un biglietto per Londra.

Mentre aspettava l'aereo non poté fare a meno di dare un ulteriore occhiata a quella carta così speciale. Nessuno, nemmeno il signor Tomioka era riuscito a spiegarsi da dove provenisse… eppure pare che proprio quella dovesse essere la sua missione.

"Dunque desideri che ti riporti al tuo luogo d'origine?" gli domandò come potesse rispondergli "bene, vedrò che cosa potrò fare"

Terminò la lettura di tutti gli effetti e sorrise.

"Ti do il benvenuto nel mio mazzo rosso, Supremo Drago del Caos"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
A distanza di qualche giorno dalla conclusione della mia prima storia su Battle Spirits ha inizio quello che fino ad ora è sicuramente il mio progetto difficile ovvero una serie (simile a quelle dell'anime) sul maestro della luce più importante dopo i sei protagonisti in "Dan, il guerriero rosso" ossia, come sicuramente avrete potuto leggere, Julian, il predecessore di Dan nonché colui che donerà al guerriero rosso Meteorwurm.
Per quelli di voi che pensano che questa storia li possa interessare devo avvisarvi che, dato che la mia idea è di scrivere qualcosa di molto simile ad una delle serie anime di BS, potrebbe rivelarsi molto lunga (magari la sparo un po' grossa ma potrei fare anche intorno ai novanta capitoli) e che quindi non posso assicurarvi degli aggiornamenti regolari; io, per quanto mi riguarda, proverò sempre a fare del mio meglio, spero possiate capirmi.
Dopo questa precisazione iniziale posso passare a spiegare ciò che c'è da spiegare del capitolo:
 
1) Su Supremo Drago del Caos non vi dirò nulla se non che avrà un ruolo fondamentale all'inizio ma che non sarà quasi mai usato da Julian in duello.
 
2) L'intero capitolo è ambientato sulla terra perché mi serviva una premessa, non un prologo, e poi anche perché adoro quegli anime tipo BS o Digimon che si dividono in ambientazioni fantasy e ambientazioni reali, e realistiche; a proposito, nel caso vi interessasse, il nome del presidente della federazione mondiale di BS non ha un nome scelto a caso ma porta il nome del creatore di questo meraviglioso gioco (gli altri nomi e cognomi invece sono scelti coerentemente alle nazioni d'appartenenza ma a caso, eccetto quelli giapponesi e il nome dello spagnolo che sono presi dalla mia personale fucina di nome nipponici ovvero "Inazuma Eleven")
 
3) L'effetto di livello 1 e 2 di Tempio a Piramide in realtà si attiverebbe solo se il primo attacco nel turno viene portato da uno spirit con effetto Impatto Devastante ma se avessi seguito alla lettera il regolamento l'attacco finale di Julian sarebbe stato con Dracoltello e sinceramente volevo che almeno il primo duello, tra l'altro finale del torneo mondiale (notare la figaggine della situazione), lo concludesse con  Meteorwurm. Spero possiate perdonarmi questo errore volontario, prometto che nei prossimi duelli non stravolgerò le regole.
 
4) Ho usato il nome Risveglio invece che Evoluzione per indicare l'effetto peculiare di Dracoltello, ma anche di altri, perché, udite, udite, è la traduzione più corretta; la traduzione letterale dal giapponese all'inglese infatti sarebbe Awaken cioè appunto Risveglio (e non è l'unica, lo stesso vale per Sgretola, per lo stesso Impatto Devastante e parzialmente per Testuggine al posto di Immunità, la cui traduzione dal giapponese sarebbe Armored ovvero armatura).
 
Il mio spazio si conclude qui, spero di non essere stato troppo lungo e noioso e di esservi stato, invece, d'aiuto magari facendovi conoscere anche qualche piccola curiosità.
 
Ci vediamo al prossimo capitolo. Ciao da ShawnSpenstar/Athos
 
Varco apriti! Energia!

 
P.S. visto che più o meno sarà sempre lo stesso vi do il mazzo con cui duellerà Julian, eventuali aggiunte o cambiamenti, momentanei o permanenti, saranno segnalati in futuro all'inizio dei capitoli interessati. Si tratta di un mazzo rosso con un side deck, un piccolo gruppo di carte aggiuntive, di identico colore.
 
DECK PRINCIPALE: 47 carte
 
Meteorwurm Drago Imperatore Stellare x 1, Supremo Drago del Caos x 1, Drago Bicefalo x 1, Diridalus Cavaliere dei Dragoni x 1, Dracoltello x 2, Segugio Preistorico x 2, Arc Prode Alabardiere x 1, Vulcanodrago x 2, Orsocorno Bestia dal Volto Feroce x 1, Dragosauro x 2, Ankillersauro x 3, Oviraptor x 2, Goradon x 2, Lucertola Rasoio x 3, Fuoco della Vittoria x 3, Carta in Più x 3, Falange Infuocata x 1, Fiamma della Rinascita x 2, Aura Luminosa x2, Giavellotto Esplosivo x 1, Lancia Sterminatrice x 2, Ciclone Fiammeggiante x 1, Tempesta di Meteore x 1, Tempio a Piramide x 2, Altopiano del Duello x 1, Divinità nelle Sacre Montagne x 1, Grandi Cascate di Lava x 1
 
SIDE DECK: 20 carte
 
Giga Fortezza Draconica x 1, Ex Calibus Imperatore Dragospada x 1, La-Diablord x 1, Bragasaur Dinosauro Lama x 1, Kujaraku, Pavone Fiammeggiante x 2, Orsocorno Bestia dal Volto Feroce x 1, Balmung Dragone Rigenerato x 2, Drago della Pioggia x 3, Lagunaspada Drago LamaNuvola x 1, Volsung Dragone Unicorno x 2, Jura Principessa Dinosauro x 1, Anello dei Nibelunghi x 1, Scavatrice x 1, Altopiano del Duello x 1, Pioggia di Meteore nel Cielo Notturno x 1

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Capitolo 2
*** Gran RoRo ***


Gran RoRo
 
 
21 Giugno 1990, Inghilterra, contea di Norfolk, borgo di Julian
 
 
Il ritorno a casa per Julian era stato davvero spettacolare… ok, forse definirlo spettacolare era un tantino esagerato, soprattutto dato che il suo borgo portuale contava meno abitanti di quelli di un condominio newyorkese, ma l'accoglienza era stata molto calorosa e, anche il trentenne inglese lo ammise, dopo sei giorni trascorsi in città caotiche come New York e Londra era sempre bello tornare a casa e ritrovare tutti i suoi amici d'infanzia.
 
"Ahhh… sai Mike, la birra inglese è un toccasana rispetto a quelle porcherie americane che ho dovuto sorbirmi" fece Fines seduto nell'unico pub del paese
 
"Sicuro Jul, però non bere troppo che tra poco arrivano Thomas e Judy" gli ribatté l'uomo a cui aveva rivolto la parola
 
"Non preoccuparti fratello; non posso bere troppo, ho una ricerca da fare"
 
"Ah già, la misteriosa ricerca di Julian!" esclamò una donna dai lunghi capelli rossi di poco più giovane dei due "deve essere qualcosa di grave se a causa sua il nostro amico rifiuta una bella pinta e una serata in compagnia dei suoi amici"
 
"Già Amy, chissà che cosa sarà di tanto importante?"
 
"Non credo che lo rivelerà mai a nessuno" fece una voce arcinota proveniente dalla porta d'ingresso
 
I tre avventori si voltarono nella direzione della voce e videro sulla porta tre persone, due uomini e una donna, che gli sorridevano.
 
"Judy! Come va? E' tanto che non ci vediamo" disse Amy andando ad abbracciare l'altra donna, una bella ragazza intorno ai ventotto anni dal fisico snello e dai capelli castani
 
"Non è una ragione valida per dimenticare i vecchi amici, vero Amy O'Shane? Non potrei mai scordare la tua faccia da giovane irlandese" poi si rivolse per un secondo agli altri due "e nemmeno le vostre facce da schiaffi cari Michael Doherty e Julian Fines"
 
"Ciao Judy, ci sei mancata" fece Mike abbracciando la giovane "e lo stesso vale per te Tom"
 
Dal cenno di saluto che Julian gli rivolse la ragazza capì che anche per lui valeva ciò che Mike aveva detto.  Il Fines rimase piuttosto sorpreso nel vedere quanto poco fosse cambiata nonostante non la vedesse da quasi quattro anni, dal giorno suo matrimonio con Thomas in seguito al quale si erano trasferiti a Londra;  eppure era sempre la stessa Judy Collins, ragazza originaria del paese e appassionata di Battle Spirits nonché vecchia amica dei tre avventori precedentemente nominati.
 
"Si ok, però non dimenticatevi di William" disse poi l'anglo tedesco richiamando l'attenzione sul terzo uomo, un tizio alto dai capelli neri come la pece
 
"E' impossibile scordarsi di William Robinson" esclamò Julian con una neanche troppo velata punta di ironia nella voce "è il duellante più forte della città"
 
Tutti, compresi gli altri avventori del locale e il barman, scoppiarono in una fragorosa risata. La storia risaliva ad una decina di anni prima quando Battle Spirits era appena giunto in Europa; in breve tempo tutti i giovani del paese erano stato conquistati da quel gioco e tra questi neo appassionati spiccava un ragazzo vanitoso di nome William Robinson che vinceva un duello dopo l'altro e che tutti nel paese consideravano degno di partecipare al primo torneo mondiale di Battle Spirits.
Il caso volle che nel giorno in cui il ragazzo si recò al club di Battle Spirits del paese per spedire la sua domanda di iscrizione si trovasse li anche un gruppetto di cinque ragazzi più giovani e che, per tenersi in allenamento, il duellante decise di sfidare uno di loro, un biondino di nome Julian… il quale infilo, una dietro l'altra, tre vittorie.
Da quel giorno il ragazzo non ha più duellato con nessuno se non contro il tri-campione mondiale, rimediando un discreto numero di sconfitte ma conquistandosi l'amicizia del gruppo dei cinque duellanti.
 
"Io non ci scherzerei troppo Julian" esclamò William impercettibilmente stizzito "prima o poi ti batterò e il giorno in cui avverrà sarà anche quello in cui per la prima volta mi iscriverò al torneo mondiale"
 
"Secondo me non dovresti rinunciare alle partecipazioni ai campionati mondiali solo perché sei più debole di Julian" esclamò Mike con sincerità "anche se non sei il più forte resti comunque un ottimo duellante e potresti regalare grandi soddisfazioni all'Inghilterra"
 
"Peccato però che non potrei mai darle la soddisfazione più grande" replicò l'uomo "o perlomeno non fino a quando sarò più debole del campione… a proposito  Julian, ti andrebbe una sfida?"

"Mi piacerebbe davvero William ma purtroppo ho da fare" rispose il biondo dirigendosi all'uscita "a domani amici"
 
Il cigolio della molla arrugginita della porta risuono nel silenzio totale del pub. I cinque amici rimasero ad osservarsi cercando di capire cosa stava accadendo, non era normale che uno come Julian rifiutasse un duello, specie ad uno di loro, e non era normale neanche che lasciasse il locale così presto.
 
Il biondo stava recandosi a velocità sostenuta a casa; per quanto gli potesse sinceramente dispiacere di non aver trascorso molto tempo con i suoi amici, aveva troppe cose da fare e quindi non poteva permettersi distrazioni.
 
"Ehi, Jul! Aspettami, per favore!" gridò una voce alle sue spalle che l'uomo riconobbe facilmente
 
"Amy?!" esclamò voltandosi e vedendo i capelli rossi dell'irlandese
 
Non fu affatto stupito di vedere proprio lei. Era la sua vicina di casa nonché, insieme a Mike, sua amica sin dall'infanzia ed era stata sempre lei a fargli scoprire Battle Spirits, passione che poi avevano trasmesso a tutto il paese quasi fosse un virus; molti nel paese scherzavano su quanto i due sembrassero una coppia e li prendevano amichevolmente in giro ma Julian non si era mai fatto problemi ad ammettere che se non avesse avuto i suoi amici, e lei e Mike in particolare, accanto non sarebbe mai diventato quello che era adesso.
 
"Non ti va di parlarci di questa cosa che devi fare?" domandò la ragazza
 
"Meglio di no… " rispose laconico l'uomo "… finireste per preoccuparvi inutilmente"
 
"Ma allora si tratta di qualcosa di pericoloso!" fece la rossa spaventata "Jul non dovres… "
 
"No, non ti preoccupare, non è nulla di pericoloso" la interruppe lui "sapevo che vi sareste preoccupati, per questo non volevo dirvi nulla"
 
"Sei il solito idiota" esclamò divertito Mike che nel frattempo aveva raggiunto i due insieme al resto del gruppo "perché invece il tuo comportamento non ci ha preoccupati vero? Ma certo che nooo"
 
Julian non riuscì a trattenersi dal sorridere; effettivamente non si era comportato ne in modo gentile ne in modo intelligente con i suoi amici fino ad ora, avrebbe dovuto prevedere che si sarebbero comunque tormentati dato un simile atteggiamento.
 
"Non angosciatevi troppo, tempo due giorni e tornerò quello di sempre" concluse con un sorriso rassicurante
 
"Promesso?" chiese Amy
 
"Promesso" rispose prima di voltarsi in direzione di casa, fingendo, almeno inizialmente, di non essersi accorto del fatto che gli altri cinque lo seguivano a distanza
 
"Cosa c'è ancora?" domandò poi con tono tra il divertito e l'esasperato
 
"Ci vuole il nostro "Tutti per uno, uno per tutti"… è per darti la carica fratello!" gli disse Thomas
 
Julian fece un altro sorriso e corse verso i cinque amici; quando li ebbe raggiunti, i sei si misero in cerchio e proprio Julian, per primo, tese il braccio come a formare un raggio di quel cerchio.
 
"Rosso!" esclamò
 
La sua mano fu presto raggiunta da quella piccola di Amy che andò a porsi proprio sopra di essa.
 
"Verde!"
 
Seguirono Thomas e la moglie che si mossero praticamente all'unisono.
 
"Viola!" fece il primo
 
"Blu e Viola!" proseguì l'altra
 
Toccò poi a Mike aggiungersi a quell'intreccio di mani
 
"Giallo e Verde!"
 
Infine venne il turno del titubante William che, nonostante fosse nel gruppo ormai da anni, era sempre un po' a disagio di fronte a quei riti simbolici di cui lui non si sentiva completamente degno. Fu necessaria una leggera gomitata d'incoraggiamento da parte del Doherty per convincerlo definitivamente ad aggiungere la sua mano.
 
"Blu e Verde!"
 
La piramide di mani si abbassò e si alzò per due volte come in quei rituali che fanno le squadre di Basket o di Pallavolo per caricarsi prima della ripresa del gioco.
 
"BATTLE SPIRITS!" gridarono "lanciando" quella pila di mani al cielo
 
"Grazie ragazzi, mi ci voleva proprio" ammise Julian "ci vediamo domani al club di Battle Spirits"
 
E salutando con la mano si diresse definitivamente verso casa.
 
 
Gli occhi del campione del mondo dovettero faticare un po' per abituarsi all'impressionante differenza di luminosità che intercorreva tra la strada e l'oscurità della sua casa. Se qualche estraneo l'avesse vista dall'esterno avrebbe giurato che dentro non ci fosse nessuno; viste le ante chiuse e il giardino incolto del resto era difficile non pensare che si trattasse di un edificio, quantomeno momentaneamente, disabitato eppure l'uomo sapeva che avrebbe trovato qualcuno ad aspettarlo.
 
L'inglese diede un rapido sguardo per cercare di scorgere qualche segno di vita e, a dir la verità, ce n'erano parecchi: i vecchi mobili bassi erano chiaramente stati spolverati e lucidati al contrario di quelli più alti; inoltre nel lavandino in cucina c'era un piatto usato di recente, probabilmente un'ora, un'ora e mezza prima.
 
Raggiunse il piccolo salotto della casa e vide, seduta su una delle vecchie poltrone, una signora sulla sessantina in uno stato di dormiveglia; cercando di fare meno rumore possibile l'uomo si avvicinò, afferrando poi delicatamente la mano della donna che immediatamente aprì gli occhi.
 
"Julian?!" domandò con voce flebile
 
"Si mamma, sono proprio io" rispose sorridente
 
La donna si alzò con qualche difficoltà dal suo posto e rimase ad osservarlo. Più guardava il figlio più gli sembrava incredibile che quell'uomo a cui ora cedeva una ventina di centimetri fosse lo stesso esserino che teneva in braccio nei primi anni della sua vita; le lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi, durante il torneo Thomas l'aveva informata dei continui svenimenti e degli inspiegabili problemi di salute che avevano colpito il figlio e lei aveva davvero temuto che potesse trattarsi di qualcosa di grave.
 
"Ho… ho vinto ancora" sussurrò lui
 
Non furono necessarie parole perché la matura signora abbracciò in figlio in un modo che fu sufficiente a trasmettergli tutto il bene che gli voleva; dopo alcuni interminabili, e bellissimi, secondi la donna svegliò il figlio da quella sorta di trance in cui era caduto con un delicato buffetto sulla guancia destra.
 
"Visto quanti soldi hai vinto dovresti deciderti a lasciare questa casa!" lo rimproverò bonariamente
 
Julian sorrise a quell'affermazione che ormai gli veniva ripetuta da anni.
 
"Da quando papà è morto in quell'incidente me l'avrai già detta almeno trentasei volte questa frase, per caso ha mai funzionato?"
 
"La speranza è l'ultima a morire" disse prendendo una piccola scatola rettangolare da sopra un mobile "e visto che ci siamo già ti andrebbe un duello?"
 
"Contro il tuo mazzo viola e giallo che conosco a memoria? No, grazie mamma ma ho da fare"
 
"Cosa avrai di così importante da fare da non poter accettare una sfida da tua madre?" replicò con ironia "e poi non dovresti sottovalutare così un potenziale avversario caro il mio campione, potrebbe sorprenderti"
 
Vedendo il sorriso quasi spavaldo della madre Julian decise che per qualche minuto poteva anche lasciar perdere la sua missione, doveva assolutamente dare una "lezione" alla madre; si sedette davanti al terreno di gioco e posizionò il suo mazzo rosso poi, dopo il tradizionale lancio della moneta, aprì il duello.
La sfida si protrasse per alcuni minuti; dopo un breve attimo di smarrimento iniziale dovuto alla scoperta del nuovo mazzo bianco della madre, basato proprio sull'effetto Immunità: Rosso che inibiva Impatto Devastante, il campione del mondo riuscì a prendere in mano la situazione e concludere il duello con una vittoria.
 
"Sei davvero il migliore figliolo; sai, non ti facevo così abile anche nell'uso dell'effetto Risveglio oltre che con Impatto Devastante"
 
"E una strategia recente, devo ammetterlo, l'ho sviluppata per i tornei mondiali proprio per evitare di trovarmi in difficoltà contro avversari che, conoscendomi, decidessero di basare il loro gioco sull'effetto Immunità: Rosso"
 
"Si ma non solo quello, tu sfrutti tutto, gli effetti, le magie, i nexus perfino i generi degli spirit, in più riesci a capire subito le intenzioni degli avversari e ad elaborare strategie e contromosse ad una rapidità irreale; se penso che tuo padre la definiva una perdita di tempo e ti ripeteva di trovarti un vero lavoro…" concluse ridendo
 
"Se essere un giocatore di scacchi è un lavoro allora lo è anche questo, in fondo si tratta di giochi molto simili" aggiunse il biondo "a proposito, hai scelto il bianco solo per mettermi in difficoltà?"
 
"Ma figurati, non sono così ingenua da pensare che sia sufficiente usare un mazzo bianco per metterti in difficoltà; chissà quanti ne avrai affrontati al torneo mondiale" affermò la signora Fines "no… l'ho scelto ispirata da una lettera con stampa allegata spedita a te da Somkar Mahajan, quel duellante indiano che hai affrontato nei quarti al tuo primo e nelle qualificazioni al tuo secondo torneo"
 
"Ah, Somi… quest'anno effettivamente non si è presentato; chissà cosa gli è successo?" si domandò pensieroso l'uomo
 
"Niente di grave, ha solo trovato una carta bianca formidabile e ha deciso di restare a casa per ideare nuove strategie…" rispose la donna frugando in una pila di fogli posizionata sopra il mobile dei piatti "… ecco, questa è la lettera con la foto allegata"
 
Julian impallidì di colpo alla vista della foto che il suo collega indiano gli aveva spedito: vi era raffigurato uno spirit bianco dall'aspetto simile ad un leone robotico dall'enorme potere, i suoi PB ed effetti erano davvero notevoli, con costo e riduzione identici a quelli del suo premio, con il quale condivideva anche i costi dell'elevamento di livello e soprattutto il genere; il nome dello spirit era Inphenit-Wols Macchina Suprema.
Istintivamente il duellante estrasse dal suo mazzo la carta che il signor Tomioka gli aveva donato e la confrontò con quella della foto; era impossibile non notare, al di la delle ovvie differenze dettate dal fatto di essere di colori differenti, le notevoli somiglianze tra le due carte: avevano identici costi d'evocazione ed elevazione, stesso valore di riduzione e stesso numero di simboli; erano caratterizzati tutti e due dal fatto di avere PB nettamente superiori alla norma, a livello 3 lo spirit rosso poteva contare su 20000 PB mentre quello bianco su un inferiore ma altrettanto anomalo 17000, e di possedere un effetto peculiare del rispettivo colore, Impatto Devastante e Muro di Ghiaccio, al massimo delle sue potenzialità; infine i due spirit erano accumulati da uno dei due generi, il genere "Divinità vanesia".
 
Per quanto potesse sembrare strano quel nome non gli suonava nuovo; Tomioka gli aveva assicurato che la carta-premio era assolutamente unica e lo stesso diceva della sua Somkar nella lettera eppure era sicuro di aver già sentito, o visto… o letto quel genere da qualche altra parte.
La sua mente vagò ripescando dalla sua memoria un ricordo del torneo di due anni prima. Aveva appena disputato il secondo turno di qualificazioni proprio contro l'indiano e un altro suo amico gli si era avvicinato per mostrargli la sua nuova carta… quell'amico era Shirou Kiyama.
 
"Ehi Julian, ti va di vedere la mia arma segreta?"
 
"Ti rendi conto che, se tu me la mostrassi, non sarebbe più segreta"
 
"Sei pregato di non fare battute idiote; comunque la carta è questa…"
 
Julian ricordò di aver visto assai poco di quella carta, anche perché Shirou saggiamente aveva occultato con la sua mano la parte riguardante livelli ed effetti, ma quel poco fu sufficiente a fargliela rimanere impressa nella mente; il "poco" che il campione aveva potuto vedere quella volta erano il costo, la riduzione, il nome e il genere.
 
"Divinità vanesia? Mai sentito questo genere"
 
"Neanche io per la verità… o almeno non prima di aver incontrato questa carta"
 
"Ma certo, Sphin-Cross sacro imperatore delle bestie! Ecco dove ho già sentito quel genere!" esclamò come se avesse appena ricevuto una rivelazione
-Questo però non mi aiuta a capire cosa intende dire quella voce- si disse mentalmente per raffreddare un po' gli animi -dovrei chiedere a Shirou dove l'ha trovata lui… aspetta un attimo, ma Shirou non abita nello stes… no! Non è possibile!-
 
Improvvisamente tutto nella mente di Julian si fece più chiaro; tutti i pezzi del puzzle stavano trovando il posto giusto, ora doveva  solo capire cosa rappresentasse il disegno.
Il biondo trentenne prese la rubrica e cominciò a sfogliarla alla ricerca del numero necessario, trovatolo compose il numero e aspetto che dall'altro capo rispondessero.
 
"Qui è Somkar Mahajan" esclamò una voce dall'altoparlante "chi è?"
 
"Somi, sono Julian; volevo chiederti dove hai trovato la carta di cui mi hai spedito una foto"
 
"Ah, ciao Jul, mi dispiace di non essere potuto venire al torneo di quest'anno; la carta della foto hai detto? Non l'ho trovata io ma me l'ha regalata un mio amico di nome Chintan Semari, lui l'ha trovata sotto un albero di un parco giapponese mentre era in vacanza in quel paese e dato che era una carta bianca e sapeva che io ero un fan delle carte di quel colore ha pensato di regalarmela"
 
Julian non riuscì a trattenere un sorriso nell'ascoltare il racconto dell'indiano, non aveva nemmeno bisogno di chiedere quale fosse la città in cui si trovava il parco… lui lo sapeva già.
 
"Grazie Somi, mi sei stato molto utile" disse in chiusura
 
"Figurati, ci vediamo tra due anni al torneo!" concluse l'altro riattaccando a frase terminata
 
Appoggiato il telefono Julian andò a sciacquarsi il viso in bagno. Quello che gli stava succedendo aveva dell'incredibile, non si era mai trovato di fronte a tante assurde fatalità in vita sua, lui però non credeva alle coincidenze, c'era sicuramente qualcosa o qualcuno dietro tutto ciò che gli era accaduto e stava ancora accadendo.
Un rumore lo fece voltare di scatto, era la madre che lo guardava con occhi colmi di preoccupazione; lui non le aveva ancora detto nulla ma lei già aveva capito che qualcosa lo inquietava, l'aveva intuito dal suo nervosismo, dai suoi movimenti frenetici, dall'espressione quasi attonita che si era materializzata all'improvviso sul volto dell'uomo durante il suo dialogo con Mahajan… una serie di cose che, ad una madre, difficilmente sfuggono.
 
"Ci sono problemi figliolo?" domandò conscia della risposta che avrebbe ottenuto
 
"Nulla di cui preoccuparsi mamma, solo… scusami, ma penso che non resterò per molto"
 
"Non devi scusarti; se questa tua missione è davvero così importante io non posso trattenerti, solo stai attento"
 
"Lo farò!" esclamò Julian abbracciando la madre
 
"Riuscirai a portare a termine la tua missione" affermò certa la donna "tu non riesci a perdere"
 
 
Il giorno seguente Julian si alzò prestissimo e lasciò la città con Thomas e Sarah, senza che nessuno li potesse vedere; arrivarono in taxi fino alla stazione ferroviaria più vicina, poi presero il primo treno per Londra e infine Julian salì sul primo volo per Tokyo.
All'arrivo venne a prelevarlo proprio Shirou Kiyama  l'unico, esclusi i Reinhardt e la madre, ad essere a conoscenza del suo progetto; il collega lo accompagno fino al suo paese, l'agognata destinazione finale del viaggio dell'inglese, e gli offrì ospitalità in casa sua.
Quella stessa sera, dopo aver cenato, Julian decise finalmente di porre la domanda che avrebbe potuto permettergli di aggiungere il pezzo decisivo al completamento del suo puzzle.
 
"Dove hai trovato Sphin-Cross?" gli chiese l'inglese a bruciapelo
 
"Non sono stato io a trovarlo" replicò il più anziano dei due
 
"Chi è stato allora a trovarlo?"
 
"La fidanzata di un mio conoscente" fece l'altro "si chiama Akane Shindou ma l'appartamento e a nome del ragazzo e quindi dovrai cercare il nome "Bashin", per la precisione "Bashin Takuto"; non abita molto lontano da qui, se vuoi puoi andare direttamente da lei"
 
"Se mi sai dire dove questa Akane ha trovato la tua carta non ne avrò bisogno"
 
"Allora mi sa che ti risparmierò la visita" concluse il giapponese "l'ha trovata in un parchetto poco distante da qui, in una zona labirintica con alte siepi; la carta era incastrata proprio in una di queste siepi ma, da quanto mi ha detto Akane, era abbastanza in vista"
 
"Perfetto, domani penserò a raggiungere il posto" chiuse il discorso Julian che poi andò nella camera che l'amico gli aveva indicato
 
Quella notte Julian riuscì, per la prima volta dopo tanto tempo, a dormire; tra alcune ore la misteriosa storia che sembrava coinvolgerlo avrebbe trovato spiegazione, o quantomeno una fine, e lui avrebbe potuto tranquillamente fare ritorno al suo paese pronto per rivedere la madre, per ridere al pub o al club di BS con Amy e Mike e per concedere l'ennesima rivincita a William.
 
Il giorno seguente si alzò di prima mattina e, dopo una veloce colazione, prese immediatamente la strada del parco, cui giunse dopo solo pochi minuti. Era esattamente uguale a come gli era stato descritto e a come gli si era presentato nelle sue visioni: un parchetto di medie dimensioni con tanti tavolini su cui le persone giocavano a Battle Spirits e in lontananza una zona piastrellata con alte siepi fiorite che da lontano davano l'effetto di un labirinto.
 
Avvicinatosi al luogo desiderato l'uomo si rese immediatamente conto che qualcosa non andava; stando al cartello su cui era raffigurata la mappa dell'area delle siepi, la zona avrebbe dovuto essere una specie di serra a cielo aperto, con fiori e piante differenti per ogni siepe, ma, soprattutto, sulla mappa non c'era traccia di una sottoarea simile ad un piccolo santuario con altarino come quella che il presidente Tomioka gli aveva descritto.
 
Incuriosito dalla situazione, l’inglese si inoltrò tra quei viali delimitati dalle siepi e improvvisamente si trovò davanti ad uno scenario assurdo; i corridoi, che osservando la cartina non sembravano ne particolarmente lunghi ne molto ramificati, ora si estendevano fino a centinaia di metri di lunghezza con un bivio praticamente ogni dieci metri.
La voce tornò quindi ad insidiarsi nella mente di Julian; era stato il duellante stesso a richiamarla, mentalmente, perché lo guidasse attraverso quel dedalo di siepi.
 
“Devi prendere la prima strada a sinistra e poi proseguire fino ad un incrocio a quattro, li svolterai a destra…”
 
Julian seguì le indicazioni dategli dalla voce e giunse ad un viale a fondo cieco.
 
-E ora dove vado?-
“Sei stato sorprendentemente veloce, dovrai attendere alcuni secondi prima che il nucleo progenitore ti apra la strada per Gran RoRo”
 
-Nucleo progenitore? Gran RoRo? Ma di cosa stai parlando?!-
 
“Lo scoprirai molto presto… perfetto, ora vai nella via alla tua destra…”
 
“Mi prendi in giro!” esclamò stavolta ad alta voce Julian “non c’è nessuna via a…”
 
Il duellante rimase ammutolito; dove prima si erigeva un’alta e lussureggiante siepe ora non c’era niente, solo il proseguio del viale piastrellato su cui lo stesso inglese poggiava i piedi. Ancora intontito per la sorpresa, fu risvegliato dallo stato di trance dall’ormai nota voce guida.
 
“Va tutto bene?”
 
-Non so cosa dirti, non ci capisco più niente-
 
“Non devi cercare di capire, non sempre la logica e gli sforzi mentali sono la soluzione corretta”
 
-Non sono proprio la persona più indicata per questo tipo di discorsi nonostante non sia totalmente scettico riguardo ai fenomeni paranormali-
 
“Oh, ma è molto più di questo… sei quasi arrivato, devi solo girare un’ultima volta a sinistra”
 
-Ok, ma in quale viale?-
 
“E’ caratterizzato dalla presenza di un arco superiore fatto di fiori, è impossibile non notarlo-
 
“Va bene”
 
Spinto dalla voglia di trovare una risposta alle innumerevoli domande che affollavano la sua mente, Julian percorse a velocità sostenuta il viale osservando con attenzione ciascuna delle diramazioni del lato sinistro; giunto a metà della strada finalmente lo scorse e dovette ammettere che quella voce aveva ragione: l’ingresso della stradina era sormontato da uno spettacolare arco formato da due possenti rami che, col tempo, si erano sviluppati a tal punto da arrivare quasi ad unirsi; intorno ad essi si era poi creato uno spettacolo di foglie e dei fiori più disparati da far domandare a Julian stesso come fosse possibile  che specie così diverse tra loro potessero convivere in così poco spazio; infine dall’arco discendevano i rami più verdi e flessibili che arrivavano perfino a toccare la terra come a formare una sorta di porta naturale.
L’estasiato inglese spostò con la massima delicatezza i rami e diede un’occhiata a ciò che essi nascondevano, una sorta patio circolare fatto in marmo bianco, simile ai tempietti della Grecia antica; due gradini conducevano ad una predella sollevata dal terreno, nel cui centro si erigeva un altare rettangolare di modeste dimensioni, il tutto coperto da una tettoia circolare a sua volta sorretta da quattro colonne in stile ionico.
Avvicinatosi ulteriormente, sopra all’altare scorse sei incisioni rappresentanti i simboli dei sei colori di Battle Spirits. Era chiaro che non poteva essere una coincidenza, del resto nulla sembrava esserlo in quella storia.
 
Giunto di fronte all’altare il biondo notò una luce brillare dalla tasca destra del suo abito, quella in cui teneva il mazzo, e gli bastò qualche secondo per capire cosa stava accadendo. Estrasse il mazzo e la cercò; era ovviamente lei ad emettere quella luce.
 
“Vuoi tornare a casa?” domandò alla carta rossa ricevuta pochi giorni prima dopo averla trovata
 
Alzò la carta al cielo e improvvisamente una luce bianca piombò su di lui avvolgendolo; si ritrovò dentro una specie di nebbia senza confini in cui la monotonia dell’ambiente era rotta solo da una sorta di portale.
 
-Ci siamo!- pensò prima di perdere i sensi e lasciarsi trascinare all’interno del varco.
 
L’uomo riprese conoscenza alcuni minuti dopo e rimase, per l’ennesima volta negli ultimi minuti, senza parole. L’ambiente in cui si trovava era completamente diverso, sotto i suoi piedi le vie piastrellate del labirinto avevano lasciato il posto alla nuda terra e davanti ai suoi occhi non vi erano più i pochi fiori delle siepi del parco ma una rigogliosa foresta con altissimi alberi e un lago di acqua cristallina; era tutto di una bellezza sconvolgente.
 
Ti piace?” domandò la voce
 
-E’ fantastico!- rispose mentalmente –ma dove mi trovo?-
 
Nella grande foresta del regno di smeraldo…
 

 
… benvenuto a Gran RoRo, Julian Fines!"
 
 
Trascorsero circa quindici minuti prima che Julian si riprendesse dallo stato di estasi contemplativa in cui sembrava essere caduto, del resto ciò che si era trovato davanti era molto più di quanto l’inglese avesse mai visto in tutta la sua vita.
 
“Gran… RoRo” disse con un filo di voce
 
Sapevo che saresti stato in grado di giungere in questo mondo”
 
“Sono in un altro mondo quindi?”
 
“In un mondo alternativo con molti punti di contatto con la terra ma esterno al tempo terrestre per la precisione” spiegò la voce “Gran RoRo si affaccia su ogni epoca dell’età della terra, è una realtà altra per questo è nota tra gli umani come mondo Altrove”
 
“Grazie della spiegazione; immagino ci sia vita in questo mondo”
 
Si, sono molte le razze che abitano questo mondo
 
“Ah, quindi esisteranno anche delle città”
 
Nel mondo di smeraldo no, al massimo vi sono dei villaggi; le città si trovano nei mondi di zaffiro e di perla”
 
“Sapresti dirmi dove trovare un villaggio?” domandò il biondo “ora sono molto stanco e vorrei riposare, domani completerò la mia missione”
 
C’è un villaggio poco distante da qui, ma stai attento”
 
“Non ti preoccupare” replicò incamminandosi incurante delle preoccupazioni della sua sconosciuta guida
 
Pochi secondi di cammino dopo l’inglese giunse in una zona in cui la vegetazione risultava sin al primo sguardo meno aggressiva, in alcuni punti sembrava addirittura essere stata tagliata. L’uomo si arrestò improvvisamente e aspetto che scendesse il silenzio per mettere in atto il suo piano.
 
-Proprio come sospettavo, si sentono delle voci- pensò e si diresse nella direzione dei suoni
 
Furono sufficienti alcuni passi per giungere in prossimità del villaggio. Da dietro un albero, Julian osservò attentamente gli abitanti di quelle quattro capanne, erano molto particolari: la loro pelle era di colore verde così come i loro capelli; nonostante un aspetto umanoide le mani e i piedi erano più simili a quelli degli animali e il fisico, anche quello dei bambini, era generalmente più sviluppato. Non si poteva certo dire che avessero un aspetto rassicurante ma c’era sempre la possibilità che l’apparenza ingannasse; per questo decise il biondo duellante scelse di uscire allo scoperto.
 
L’accoglienza risultò molto fredda; non appena gli abitanti del paesino ebbero notato la presenza di Julian si irrigidirono e, in alcuni casi, lanciarono sguardi che andavano dall’aggressivo allo spaventato.
 
“UN UMANO!! UN SOLDATO DEL RE!!” gridò un bambino senza che Julian comprendesse ciò che intendeva
 
“Vattene via! Ci siamo già sottomessi al re, ci avete schiavizzati e costretti a lavorare per voi, cos’altro volete!” aggiunse un autoctono più anziano
 
“Come riuscite a parlare la mia lingua?” domandò Julian “e comunque non so di cosa state parlando”
 
Purtroppo la reazione di Julian non fece diminuire il sospetto che la popolazione del villaggio continuava ad avere nei suoi confronti. Il biondo inglese rimaneva isolato e lontano da tutte le altre persone che, timorose, sembravano in attesa di vedere come l’uomo intendesse agire; ad un certo punto però quello che doveva essere un abitante di età identica a quella di Julian si avvicinò con aria minacciosa.
 
“Catturiamolo!” esclamò “è solo e non ha ne il lanciamissili ne nessun’altra delle armi in dotazione ai soldati del re; potremmo usarlo come riscatto”
 
“Giusto!” fece un altro “andiamo compagni, abbattiamolo!”
 
Altri tre degli abitanti seguirono l’invito dei loro due compagni e si mossero per cercare di aggredire l’uomo alle spalle. Il primo agitatore lo colpì a sorpresa in pieno volto facendolo barcollare mentre il secondo si avvicinò con l’intento di bloccarlo; nonostante lo stordimento l’inglese fu capace di evitare l’assalto, colpì l’uomo al volto con un calcio e parò un pugno da un terzo abitante.
 
“Cascate male amici!” esclamò spavaldo “io vengo dall’Inghilterra, la patria…”
 
Destro al volto dell’uomo a cui aveva parato il pugno.
 
“… della nobile arte…”
 
Uno-due micidiale nello stomaco del quarto malintenzionato con montante finale.
 
“… della boxe!”
 
Parata e risposta immediata sul setto del quinto; ne rimaneva in piedi solo uno e ora appariva molto preoccupato.
 
“Banda di idioti!” esclamò un abitante più anziano che fino ad ora si era tenuto in disparte “se è un soldato sarà addestrato a combattere”
 
“Sei bravo a parole Atroon!” fece uno di quelli sconfitti sarcastico “perché non ci mostri quanto sei forte e ci pensi tu a salvare il villaggio”
 
“Sta pur certo che lo farò” replicò l’anziano estraendo un astuccio rettangolare “ma lo farò usando l’intelligenza”
 
“Cosa intendi dire”
 
“Che rivolterò le leggi del re contro i suoi sottoposti” disse rivolgendosi poi a Julian “soldato del re, io ti sfido ad un duello”
 
“A duello?” chiese Julian che mentalmente sperava che si trattasse proprio di ciò che immaginava
 
“Non conosci le leggi del tuo re? Se qualcuno lancia una sfida il suo destino verrà deciso da un duello a Battle Spirits” spiegò soddisfatto “tuttavia ti devo dire che hai davanti il duellante più abile del villaggio, per cui ti concedo di rifiutare”
 
Julian sorrise, non avrebbe mai potuto sperare in una situazione migliore; estrasse rapidamente il mazzo dal taschino e iniziò subito a mischiarlo.
 
“Accetto la tua sfida, dimmi solo dove sono i terreni di gioco”
 
“Mi credi uno stupido?!” domandò indignato “io vado sul terreno, raggiungimi quando sei pronto… VARCO APRITI! ENERGIA!”
 
Con grande sorpresa di Julian, a quelle parole si materializzò una sorta di porta, che emanava una luce dei colori dell’arcobaleno, che l’uomo chiamato Atroon attraverso sparendo nel nulla.
 
“Che cosa?!” fece l’inglese interrogativo
 
“Ti aspetta una piacevole sorpresa… dovresti pronunciare la stesse parole di quell’uomo ma prima…”
 
La carta che l’aveva condotto a Gran RoRo improvvisamente emerse dal mazzo e si posizionò all’altezza del suo cuore; dal petto del campione emerse il rubino simbolo delle carte rosse che risplendette riscaldando il suo corpo.
 
“Ora sei pronto; fatti onore Julian Fines!”
 
“VARCO APRITI! ENERGIA!”
 
Una porta identica a quella apparsa precedentemente si materializzò davanti a Julian il quale, nonostante un leggero timore, la attraversò immediatamente.
 
 
Evidentemente quella era una giornata davvero speciale per l’inglese perché ciò che lo attendeva al di la di quel portale non avrebbe mai potuto immaginarlo: si trovò su una piattaforma d’acciaio munita di un terreno di gioco sostenuto da due sbarre; davanti a lui si estendeva un enorme terreno ad anello delimitato da alte pareti rocciose mentre ai lati dell’anello fluttuavano delle piccole postazioni con spalti; per finire l’inglese indossava una specie di armatura grigio metallizzato dalla quale spiccavano cinque nuclei.
D’istinto afferrò una delle due sbarre d’acciaio e osservo il terreno di gioco sul quale all’improvviso apparirono dal nulla i cinque nuclei delle vite e i quattro nella riserva; l’inglese era eccitato all’inverosimile da ciò che gli stava accadendo, era sicuro che il duello avrebbe riservato nuove sorprese non vedeva l’ora di vederle.
 
“Ti lascio la prima mano” disse Julian pescando le prime quattro carte della partita
 
“Sono felice di vedere che sei così ansioso di perdere, iniziamo subito!”
 
 
TURNO 1
 
 
“Fase iniziale: fase di acquisizione” fece aggiungendo una  carta alle cinque che già aveva in mano
 
“Fase principale: attivo il nexus Foresta Della Sacra Conifera
 
Julian dovette strofinarsi gli occhi per essere certo di ciò che vide; dietro alla postazione del suo avversario era apparso l’altissimo albero dalle foglie gialle rappresentato sulla carta giocata.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 2
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei e fase di acquisizione”
 
Il duellante inglese sorrise all’apparizione del nucleo nella sua riserva; era davvero un duello speciale e una lo pervadeva una strana sensazione che gli diceva che il meglio doveva ancora arrivare.
Pescata la carta, le diede una rapida occhiata e la aggiunse alla sua mano dopodiché prese altre due carte.
 
“Fase principale: evoco Lucertola Rasoio e Dracoltello a livello 1”
 
Finalmente il desiderio di Julian trovò soddisfazione. Appena il duellante inglese ebbe pronunciato quelle parole e appoggiato le carte sulla piattaforma metallica, sul terreno circolare apparvero due simboli rossi che immediatamente si infransero lasciando posto ai due spirit evocati.
 
“Ma è fantastico!” esclamò Julian entusiasta “Quindi in questo mondo il duello è una vera battaglia, perfino gli spirit sono vivi!”
 
Fece un profondo respiro per recuperare un po’ di autocontrollo e poi mise la mano su uno dei due spirit.
 
“Fase d’attacco: Lucertola Rasoio attacca!”
 
All’ordine il piccolo spirit iniziò la sua carica; Julian attendeva, ansioso, di osservare in cosa consisteva il rispondere agli attacchi con la vita in questo tipo di duello ma purtroppo il suo avversario lo privò di tale piacere.
 
“Azione lampo!” esclamò “grazie all’effetto di livello 1 del mio nexus tutti gli spirit nella mia mano con effetto Alta Velocità guadagnano una riduzione di costo di 1 e, sfruttando il nucleo verde del nexus, evoco a costo zero Pungiglione Velenoso con effetto Alta Velocità con il quale blocco l’attacco di Lucertola Rasoio!”
 
Un simbolo verde apparve di slancio davanti a Atroon e si spezzò rivelando il piccolo spirit insetto che partì immediatamente alla carica e distrusse, con il suo pungiglione, il piccolo rettile in uno scontro frontale.
 
“2000 PB contro 1000 PB; è stato uno scontro onesto” ammise Julian conscio che il duello era solo agli inizi “a te la mossa”
 
 
TURNO 3
 
 
“Fase iniziale: fase di acquisizione, fase dei nuclei e fase di recupero”
 
Rapidamente il duellante di Gran RoRo prese la carta dal mazzo; poi osservò il nucleo apparire nella riserva e i tre impiegati per il costo del nexus ritornare automaticamente sempre nella riserva mentre, nel frattempo, senza bisogno di toccare la carta lo spirit recuperò la sua vitalità.
 
Inutile dire che il suo avversario era sempre più estasiato da ciò che stava vivendo: un duello reale con spirit vivi e veri, i nuclei che appaiono magicamente dal nulla, i movimenti base che venivano eseguiti semplicemente usando la voce; non si era mai sentito tanto vivo in un duello.
 
“Sei pronto umano?” domandò retoricamente l’abitante del villaggio "fase principale: elevo il mio nexus a livello 2…"
 
Il nucleo si spostò dalla riserva sulla carta
 
"… fase d'attacco: attacco con Pungiglione Velenoso!" concluse
 
Lo spirit partì alla carica ad veloce come il vento. Julian rimase per i secondi indeciso sul da farsi; teoricamente avrebbe potuto bloccare, lo spirit avversario non era stato elevato di livello e il suo Dracoltello aveva più punti battaglia; apparentemente poteva essere una vittoria facile ma quel nexus elevato a livello 2 lo preoccupava.
 
"E sia… per la prima volta, ne rispondo con la vita!" disse
 
Lo spirit arrivò nei paraggi della sua postazione; improvvisamente apparve intorno al duellante una sfera verde, lo spirit si lanciò contro di essa e dopo alcuni secondi di pressione la infranse; una delle vite sull'armatura di Julian esplose e nel suo corpo si propagò una dolorosa onda d'energia.
 
"AHHHH!!"
 
"Che c'è, è il tuo primo duello forse?" chiese Atroon con aria di superiorità "non sapevi che rispondere agli attacchi con la vita significa rispondere con la propria vita?"
 
"Ahhh… no, ma grazie di avermelo rivelato" ribatté l'inglese
 
"A te la mossa… vediamo se saprai procurarmi altrettanto dolore"
 
 
TURNO 4
 
 
"Ok, fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
I nuclei nella riserva passarono da due a sei e il biondo aggiunse la carta alle altre in mano.
 
"Fase principale: evoco Goradon a livello 2… attacco con Goradon!"
 
Il rettile dalle grandi corna partì alla carica con aggressività ma nemmeno il pesante pestare dei piedi dello spirit riusciva a cancellare il ghigno di superiorità dell'avversario.
 
"Azione lampo! Evoco Amenborg a livello 2 con effetto Alta Velocità; sfruttando l'effetto del nexus aumento la riduzione di costo di 1 e quindi lo evoco a costo zero, pago poi il costo dell'elevamento con uno dei nuclei del nexus, che si abbassa a livello 1, e infine blocco l'attacco"
 
Il piccolo insetto colpì ripetutamente al volto la bestia atterrandola; Julian strinse il pugno destro in segno di rabbia ma decise che stavolta sarebbe andato fino in fondo.
 
"Attacco con Dracoltello!"
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
La sfera rossa che si materializzò intorno alla postazione avversaria venne abbattuta da una serie di sferzate delle corna metalliche del drago.
 
"Ah!"
 
"A te la mossa, amico mio" concluse Julian con un sorriso ironico
 
 
TURNO 5
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero"
 
Nuclei… mazzo… spirit.
 
"Fase principale: abbasso Amenborg a livello 2, elevo il nexus a livello 2"
 
A quelle parole lo spirit si raggomitolo come se avesse un qualche dolore mentre invece il nexus risplendette alle spalle dell'autoctono.
 
"Fase d'attacco: attacco con Amenborg!"
 
"Ne rispondo con la vita"
 
Un altro nucleo sull'armatura di Julian esplose con fragore.
 
"A te la mossa!"
 
 
TURNO 6
 
 
Julian osservò la situazione sul terreno di gioco. Non si poteva certo dire che il gioco gli fosse favorevole tuttavia erano solo al sesto turno, c'era tutto il tempo di ribaltare la situazione.
 
L'inglese adempiette alle operazioni di rito obbligatorie della fase principale e poi diede un'occhiata alle carte per decidere la strategia del turno.
 
"Pronto, fase principale: utilizzo la magia Carta in Più, pesco due carte dal mazzo più una terza che, nel caso si tratti di uno spirit rosso, posso tenere in mano, essendo questa carta Ankillersauro posso tenerla in mano… evoco quindi Ankillersauro e Oviraptor e poi concludo il turno"
 
 
TURNO 7
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Atroon osservò con attenzione la carta che gli era capitata; era il segno che aspettava, il segno che era giunto il momento di procedere con il vero duello.
 
"Fase principale: abbasso il nexus a livello 1 ed evoco Mantastica e Ventopianta a livello 1, pago il costo di Ventopianta da Pungiglione Velenoso. Fase d'attacco: attacco con Mantastica, attivo l'effetto dello spirit al momento dell'attacco e sposto quindi due nuclei dagli scarti alla riserva"
 
Lo spirit partì a gran velocità verso la posizione avversaria; durante la carica, risplendette per alcuni secondi e due nuclei lasciarono gli scarti per la riserva.
 
"E in più, azione lampo! Utilizzo Prigione di Spine; Dracoltello e Ankillersauro vanno in affaticamento"
 
"Puoi anche smetterla di fare tanta scena, non avrò mai paura di te" replicò l'inglese "ne rispondo con la vita!"
 
Anche la terza vita di Julian si spense, il campione tuttavia più che preoccupato sembrava in attesa di qualcosa.
 
"A te la mossa umano; non ti preoccupare, la tua agonia durerà ancora per poco"
 
 
TURNO 8
 
 
"Bene, e ora fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione… "
 
Il duellante sorrise alla vista della carta; giusta al momento giusto.
 
"poi, dopo la fase di recupero, fase principale: evoco Diridalus, Cavaliere dei Dragoni e attivo la magia Lancia Sterminatrice grazie alla quale distruggo il tuo nexus!"
 
Una lancia infuocata apparve all'improvviso dalla postazione di Julian e si scagliò al di sopra della piattaforma di Atroon, trafiggendo e distruggendo il suo nexus.
 
"E ora fase d'attacco: vai Diridalus, attacca!"
 
L'enorme mostro a quattro braccia sollevò lo sguardo e lanciò una fulminante occhiata alla quale seguì una violenta sferzata di spade.
 
"Effetto di Diridalus a livello 1 e 2, elimina uno spirit avversario con 2000 PB o meno"
 
L'onda d'urto della sferzata colpì Amenborg eliminandolo; conclusosi l'effetto lo spirit caricò con aggressività a spade tratte.
 
"Ne rispondo con la vita!" gridò l'essere accusando il colpo "sai, se non sapessi che sei uno sporco soldato del re mi starei quasi divertendo a duellare con te"
 
"Io non so nemmeno chi sia questo re di cui parlate" ribatté l'altro "sono giunto qui solo da qualche secondo, non so nulla di questo mondo"
 
"Potresti anche dire il vero…" ammise Atroon "dimostrami la veridicità delle tue parole!"
 
"E come?"
 
"Sconfiggimi su questo terreno, dimostra con la tua passione che non sei un servo di quel tiranno!"
 
"Lo farò molto volentieri" chiuse Julian "ora però è il tuo turno, a te la mossa"
 
 
TURNO 9
 
 
Atroon completò rapidamente le operazioni di rito e osservò la carta, ora inservibile, che gli era capitata.
 
"Fase principale: evoco un secondo Ventopianta…"
 
L'abitante di Gran RoRo osservò bene la situazione. Era rischioso mantenersi in questa situazione, sotto il costante tiro delle magie distruttive rosse; probabilmente era meglio rinunciare all'azione per quel turno e aspettare ancora il momento giusto.
 
"… elevo entrambi i Ventopianta a livello 2 e poi dichiaro concluso il mio turno"
 
 
TURNO 10
 
 
"… Fase di acquisizione… " fece il campione del mondo dopo aver osservato il nucleo apparire nella riserva
 
Toccò la carta in cima al mazzo sentendo una leggera scossa; la sollevò… finalmente era arrivato.
 
"Preparati Atroon, stai per osservare l'immagine della mia passione" disse sorridendo "drago fiammeggiante, signore delle stelle, è il momento della vittoria! Evoco il leggendario Meteorwurm, Drago Imperatore Stellare"
 
Una meteora gigante impattò al centro del terreno di gioco spezzandosi e rilasciando incandescenti lingue di fuoco, all'improvviso due occhi verdi risplendettero nelle fiamme e due possenti ali spazzarono via l'enorme rogo rivelando un maestoso drago guerriero pronto alla lotta.
 
"Per ora può bastare, a te la mossa"
 
 
TURNO 11
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero"
 
Il sorriso di Atroon era davvero troppo evidente perché l'avversario non se ne accorgesse.
 
"Carte buone?" domandò il biondo inglese
 
"Molto Buone!" ribatté l'altro "fase principale: attivo la magia Effetto Specchio, scarto le mie due carte e pesco tante carte quante sono quelle che ha in mano il mio avversario quindi, in questo caso, altre due"
 
Le carte pescate non fecero che aumentare il sorriso dell'autoctono.
 
"Evoco Jacobino, il Barone a livello 2 "
 
Un simpatico volatile con un vistoso cilindro in testa apparve dallo smeraldo spezzatosi accanto alla serie di spirit già schierati dalla creatura.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 12
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
La carta pescata era perfetta; presto avrebbe concluso ora doveva solo resistere.
 
"Fase principale: attivo il nexus Divinità nelle Sacre Montagne a livello 2 e concludo il mio turno"
 
 
TURNO 13
 
 
"Nessun attacco?" domandò stupito
 
"No" replicò "dato che sei un duellante avrai sicuramente notato che non sono in grado di abbattere interamente il tuo muro di spirit… purtroppo devo aspettare"
 
"Non aspetterai ancora a lungo… fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
L'autoctono non guardò nemmeno la carta che aveva appena pescato, sapeva che non era importante.
 
"Ecco il mio spirit preferito, un maestro del Venti Impetuosi, evoco Kokatleaf, il marchese lampo a livello 2 con 8000 PB!"
 
Da una tempesta di sferzate verdi emerse una minacciosa figura, un maestoso volatile vegetale capace di incutere timore solo con l'aspetto.
 
"Pago il suo costo sacrificando Mantastica…"
 
Lo spirit svanì in un bagliore di luce
 
"… e poi fase d'attacco: Attacco con Jacobino, il Barone…"
 
Lo strano  volatile partì all'attacco in velocità, rischiando di perdere il suo strano cappello.
 
"Attivo l'effetto di livello 2 dello spirit grazie al quale Jacobino guadagna 1000 PB in fase d'attacco per ogni spirit del genere "Spirit pianta" da me controllato… quindi in questo caso guadagno 2000 PB, per arrivare a un totale di 7000 PB"
 
"Blocco con Oviraptor!" replicò Julian
 
"E allora io attivo l'effetto di livello 1 e 2 di Jacobino, Venti Impetuosi (1), a causa del quale ogni volta che il mio spirit viene bloccato un numero di spirit avversari pari al valore dell'effetto segnato sulla carta va in affaticamento… in questo caso impegno Meteorwurm"
 
Le sferzate di vento verde apparse all'evocazione di Kokatleaf sfrecciarono nuovamente sul terreno di gioco togliendo ogni energia al drago.
 
"Attacco con Ventopianta"
 
"Blocco con Dracoltello"
 
"L'effetto Venti Impetuosi per tua sfortuna si attiva anche se lo spirit viene sconfitto… ora affatico Diridalus"
 
Anche il cavaliere di draghi fu costretto a piegarsi.
 
"Attacco con il secondo Ventopianta"
 
"Blocco con Ankillersauro"
 
Non c'era più nessuno spirit pronto per bloccare sul terreno di gioco di Julian; la situazione era tutt'altro che favorevole.
 
"Attacco con Kokatleaf, il marchese lampo"
 
"Ne rispondo con la vita"
 
Julian non fece neppure in tempo a riprendersi dalla scossa del suo penultimo nucleo che il suo avversario era già pronto ad una nuova azione.
 
"Attivo l'effetto di livello 2 di Kokatleaf, quando questo spirit colpisce una vita dell'avversario posso recuperare tutti gli spirit da me controllati con effetto Venti Impetuosi (1), quindi recupero Jacobino, il Barone…"
 
Lo strano volatile si circondò di una strana luce si rialzò rimettendosi in una posa fiera e baldanzosa.
 
"Questo è il mio attacco finale… Jacobino attacca!"
 
Il volatile si sollevò ad una grande altezza e poi piombò in picchiata come un falco pellegrino; Julian tuttavia non si scompose minimamente e prese una delle due carte che aveva in mano sorridendo con superiorità.
 
"Davvero una bella strategia amico! Complimenti!" esclamò "ma purtroppo non posso permettermi che venga messa in dubbio la mia passione… azione lampo! Attivo la magia Ciclone Fiammeggiante; grazie ad essa elimino tutti gli spirit con un massimo di 5000 PB, elimino quindi Jacobino e Dracoltello mentre Ankillersauro grazie agli effetti suo e di Diridalus di livello 2 raggiunge i 6000 PB e riesce a salvarsi!"
 
Uno sciame di lingue di fuoco invase il terreno circolare attaccando senza pietà i due spirit indicati dall'inglese.
 
"NO!!" gridò Atroon ricomponendosi immediatamente dopo "grrr… a te la mossa"
 
 
TURNO 14
 
 
"Questo sarà il turno conclusivo" fece Julian prima di iniziare operazioni d'obbligo
 
Come il suo avversario aveva fatto prima, nemmeno lui diede alcun peso alla carta pescata e si preparò subito per l'attacco conclusivo.
 
"Hai duellato davvero bene Atroon… ma, purtroppo per te, io non riesco a perdere!" esclamò spavaldo "fase principale: elevo Meteorwurm a livello tre"
 
Il dragone ruggì con ferocia elevandosi dalla sua posizione semisdraiata; era bellissimo, splendente e infuocato, e incuteva nel nemico quel sacro rispetto che si ha solo per le creature leggendarie.
 
"Vai mio fedele drago, attacca!" gridò il duellante "attivo l'effetto di livello 3 che mi permette di selezionare il bersaglio di Impatto Devastante, scelgo quindi Kokatleaf, il marchese lampo come bloccante"
 
Inaspettatamente il verde volatile riprese le forze e decollò in direzione del drago.
 
"Ma perché l'hai fatto?!" domandò l'avversario stupito "cosi non avrai spirit sufficienti per eliminare le mie tre vite!"
 
"Aspetta a dirlo" ribatté l'altro "vai Meteorwurm, distruggilo!"
 
Il drago rosso lanciò una potente fiammata in direzione del volatile il quale rispose con una pioggia di piume verdi. I due colpi si scontrarono annullandosi a vicenda e di due spirit presero allora a fronteggiarsi a viso aperto; il volatile fallì la picchiata sul drago che invece reagì abbassando gli spuntoni intorno al suo capo come a formare un elmo e caricando poi a velocità supersonica circondato da spire di fuoco; In pochi secondi lo spirit avversario venne travolto e cancellato dal terreno di gioco. Era questo… l'effetto Impatto Devastante.
 
"Proseguo l'attacco con gli altri miei spirit" aggiunse l'inglese "e poi attivo l'effetto di livello 2 del mio nexus grazie al quale posso recuperare uno spirit con effetto Impatto Devastante a patto che questo abbia eseguito il primo attacco del mio turno e, dato che Meteorwurm è stato il primo ad attaccare, posso recuperarlo e prendermi così la tua ultima vita"
 
I tre spirit andarono all'attacco simultaneamente, caricando minacciosi lungo tutto il terreno di gioco. Atroon osservò con aria rassegnata la barriera rossa formarsi intorno a lui; era finita, aveva inequivocabilmente perso.
 
"Accetto la sconfitta" sussurrò "la tua passione per il gioco è davvero grande, umano; sento che possiamo fidarci di te… ne rispondo con la vita!"
 
I tre spirit si avventarono sulla barriera spezzandola. I tre nuclei sull'armatura da battaglia esplosero rilasciando una poderosa ondata di energia; contemporaneamente davanti a Julian apparve invece una grande porta bianca che il duellante attraverso con un sorriso soddisfatto.
 
Lo stesso di quando aveva vinto il suo primo duello.
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
E questo è il secondo capitolo di quella che si preannuncia come una luuunga storia, ringrazio coloro che hanno recensito o inserito tra le storie seguite ovvero Meteor09, Lacus Clyne e HikariMoon; approfitto di questo spazio anche per scusarmi del ritardo con cui ho pubblicato questo capitolo, "purtroppo" nelle ultime tre settimane non ero a casa e quindi non avevo con me le carte per scrivere il duello conclusivo del capitolo.
 
Il capitolo tratta ovviamente dell'arrivo a Gran RoRo di Julian e immagino ci siano alcuni particolari che ha molti di voi non dovrebbero essere sfuggiti:
 
1) I due amici di cui parla Shirou avrete certamente capito che sono i futuri genitori di Dan; si tratta una specie di inside joke che ho voluto inserire e che non avrà, ne ora ne in futuro, nessun rilievo nella vicenda anche perché quando Dan si presenta a Julian non da l'impressione di conoscerne il cognome.
 
2) Il modo in cui Julian raggiunge Gran RoRo è un po' diverso rispetto a quello di Dan; il problema è che in "Dan, il guerriero rosso" non è Magisa a chiamare Dan a Gran RoRo, è Kajitsu che ce lo manda ma qui Kajitsu non è ancora nata e quindi ho dovuto cercare un altro modo; per questo stesso motivo, in questa storia, Julian non atterra subito in braccio a Magisa ma al contrario ci metterà un po' per trovarla (questo l'ho fatto anche per evitare di ricalcare in maniera identica l'anime originale).
 
3) L'armatura di Julian praticamente "è" Supremo Drago del Caos e sarà anche il motivo per cui Julian non la userà praticamente mai.
 
Mi scuso per essermi dilungato tanto, vi  lascio con un piccolo avviso: tenete bene in conto questo capitolo perché molti degli amici di Julian ritorneranno e avranno alcuni ruoli, magari anche infimi, all'interno della storia.
 
Buonasera da ShawnSpenstar
 
P.S. vi do il mazzo di Atroon, l'avversario di Julian nel duello di questo capitolo e la successione dei turni con le carte pescate (vi avverto che sarà una cosa che farò sempre quando in un capitolo sarà descritto un duello, i mazzi dei protagonisti invece saranno elencati una volta sola, in quanto praticamente fissi, e poi mi limiterò a registrarne le modifiche, permanenti o momentanee che siano).
 
DECK: 40 carte
 
Kokatleaf, il Marchese Lampo x 1, Jacobino, il Barone x 1, Il Cacciatore Repardo x 1, Lincefiorita x 1, Volatirapido Infuriato x 2, Ventopianta x 3, Mantastica x 2, Pungiglione Nero x 1, Apemutante x 2, Mantide Spinosa x 2, Amenborg x 3, Pungiglione Velenoso x 3, Trasporto Nuclei x 3, Astro della Velocità x 2, Prigione di Spine x 2, Potere Selvaggio x 2, Effetto Specchio x 1, Recupero del Branco x 1, Folata di Vento x 2, Altopiano Tempestoso x 2, Foresta della Sacra Conifera x 2, Terra della Fertilità x 1
 
Successione turni
 
Turno 1: Foresta della Sacra Conifera, Pungiglione Velenoso, Amenborg, Potere Selvaggio + Ventopianta
Turno 2: Lucertola Rasoio, Dracoltello, Ciclone Fiammeggiante, Diridalus Cavaliere dei Dragoni + Scavatrice
Turno 3: Mantastica
Turno 4: Goradon
Turno 5: Prigione di Spine
Turno 6: Carta in Più (Oviraptor, Fuoco della Vittoria, Ankillersauro)
Turno 7: Ventopianta
Turno 8: Lancia Sterminatrice
Turno 9: Amenborg
Turno 10: Meteorwurm Drago Imperatore Stellare
Turno 11: Effetto Specchio (Jacobino il Barone, Kokatleaf il Marchese Lampo)
Turno 12: Divinità nelle Sacre Montagne
Turno 13: Trasporto Nuclei
Turno 14: Ciclone Fiammeggiante

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Capitolo 3
*** Il guerriero della cittadina verde ***


Il guerriero della cittadina verde
 
 
Attraversata la porta di luce Julian si ritrovò nella piazza del paese, esattamente nello stesso punto da cui aveva evocato il varco la prima volta. A qualche passo da lui c'era, disteso a terra, il suo avversario che non dava segni di vita; Julian gli si avvicinò preoccupato, seguito a debita distanza dagli abitanti del villaggio che ancora lo temevano, e cercò di sentirgli il polso pur non essendo certo di dover applicare per un abitante di Gran RoRo una procedura valida per gli umani.
 
"Ehi, non fare scherzi!" esclamò l'inglese "ci sono molte cose che devo chiederti riguardo a questo mondo"
 
"Allora puoi iniziare subito a domandare" disse una voce lieve
 
Il corpo del duellante ebbe uno scossone e l'uomo si rialzò levandosi di dosso la polvere.
 
"Ma quindi tu stai bene?!" gridò il biondo parzialmente alterato "mi hai fatto spaventare, credevo di averti provocato danni gravi"
 
"Purtroppo alla mia età tutti i danni sono gravi" ammise Atroon rimettendosi, con l'aiuto di altri due abitanti, definitivamente in piedi
 
"Sei così vecchio?"
 
"Ho più di diecimila anni"
 
"Cosa?!" esclamò incredulo
 
"Non stupirti troppo" replicò "noi di Gran RoRo abbiamo una vita generalmente più lunga, in più lo scorrere del tempo è un po' diverso…"
 
"Si, mi è già stato spiegato" lo interruppe l'altro
 
"Hai già incontrato qualche abitante del luogo?" domandò sorpreso
 
"No… beh, è complicato da spiegare, forse anche più dei segreti di questo mondo; ti basti sapere che sono arrivato qui con questo" disse l'inglese mostrando la carta extra rara del genere "Divinità vanesia"
 
Molti degli abitanti del villaggio si avvicinarono ai due incuriositi dalla carta e rimasero poi ad osservarla attentamente; molti di loro erano piuttosto sconcertati che una carta con così tanto potere si trovasse in mano ad un umano ma ciò che li stupiva ancora di più era che il duellante della terra non l'avesse mostrata sin da subito, con un simile gesto di forza avrebbe potuto risparmiarsi la fatica del duello; più ci ripensavano più si rendevano conto che non corrispondeva al tipico modus operandi delle truppe del re.
 
"Mi scusi signore" fece un bambino dando voce alle preoccupazioni di tutti "lei è un soldato mandato dal re per imporre il suo volere?"
 
"Non ho la minima idea di cosa tu stia dicendo piccolo" disse Julian accarezzando la testa del suo interlocutore
 
Gli abitanti cominciarono a poco a poco ad avvicinarsi sempre più al piccolo gruppo di persone; improvvisamente Julian si ritrovò circondato da una trentina di persone tutte curiose di conoscere meglio il visitatore che ora non appariva più tanto spaventoso.
 
"Come riuscite a capire la mia lingua?" chiese il campione del mondo
 
"Ci è stato insegnato dagli umani arrivati a Gran RoRo poco dopo l'inizio della dominazione del re" disse sconsolato uno degli abitanti che Julian precedentemente aveva picchiato "è stata una delle poche cose buone avvenute da quel maledetto giorno"
 
"Quale giorno?"
 
"Quello in cui il re ha preso il potere" spiegò ancor più sconfortato "da quel momento la vita per gli abitanti di questo mondo è stata sempre più dura anche se io non sono la persona più indicata per dirti questo dato che ho la fortuna di essere ancora qui"
 
Julian diede un'occhiata intorno a lui; effettivamente aveva notato che le persone intorno a lui erano più o meno sempre le stesse e che, nonostante il villaggio non si potesse definire grande, il numero delle case risultava certamente sproporzionato rispetto a quello che sembrava essere il numero degli abitanti. Ventiquattro case per una trentina scarsa di abitanti erano davvero troppe.
 
"Ma gli abitanti quindi non sono tutti qui?" domandò incuriosito l'inglese
 
"E' abbastanza complicato da spiegare" intervenne un altro abitante incupito "potremmo dire che sono tutti qui quelli che ancora possono dirsi liberi"
 
"Cosa è successo?"
 
"Abbiamo subito almeno sei rastrellamenti" esplicitò l'autoctono
 
"Cosa?!" ribatté inquietato "Sei rastrellamenti?! In un villaggio così piccolo?!"
 
"Hanno deportato gran parte della popolazione del villaggio senza che noi potessimo opporre alcuna resistenza" proseguì rabbioso "purtroppo i soldati sono sempre armati e, dato che al villaggio ci sono solo pochi duellanti, non potevamo nemmeno sfruttare a nostro favore le leggi del re"
 
"Dove vengono portati gli abitanti?"
 
"A lavorare ad un'enorme opera che i soldati chiamano "Scala dell'orizzonte"!" si inserì un terzo abitante "nessuno di noi ha idea di quale sia la sua funzione ma le truppe dicono che ne stanno edificando una in ogni mondo di Gran RoRo"
 
"Già" riprese il secondo interlocutore "si racconta che una sia già stata completata, quella del regno di zaffiro mi pare"
 
"Sono solo voci messe in giro dai soldati per spaventarci" lo interruppe l'ultimo arrivato "evitate di lasciarvi suggestionare, non sappiamo nemmeno se siano realmente pericolose per noi"
 
Vedendo che la tensione stava aumentando Julian decise di farsi strategicamente da parte e si avvicinò ad un gruppo di donne con i loro bambini; era dispiaciuto per la situazione che quegli esseri erano costretti a sopportare ed era risolutamente deciso ad aiutarli ma aveva bisogno di ulteriori informazioni, andare all'attacco senza un piano è, è stato e sarà sempre una pessima idea.
 
"Mi vogliate scusare signore" si inserì "mi è stato detto che molti abitanti del villaggio sono stati deportati"
 
"Si" rispose un'abitante abbastanza giovane "è strano che gliene abbiano parlato, non è esattamente qualcosa di cui amiamo discutere"
 
"Sapreste descrivermi come è fatta questa "Scala dell'orizzonte"?" chiese "per esempio, sapreste dirmi dove si trovano le prigioni?"
 
"Oh, no, cioè si, cioè intendevo…" biascicò terrorizzata "ah… mi scusi; ciò che volevo dirle è che si, conosco la posizione delle prigioni ma non deve sentirsi obbligato ad aiutarci, ci sono troppe guardie nell'edificio, finirebbe solo per perdere la vita inutilmente… co-comunque, g-grazie per la s-sua offerta"
 
"Di nulla" concluse Julian ricordandosi poi immediatamente dopo che gli servivano molte altre informazioni
 
"Aspettate!" esclamò "sapreste dirmi come fa per raggiungere un villaggio vicino ad un lago e circondato alle spalle da una catena montuosa"
 
"Perdonami ma non conosco il luogo di cui parli" replicò l'autoctona "devi sapere che, in tutto il villaggio, solo Atroon e Sanol, i membri più anziani della nostra comunità, hanno viaggiato per Gran RoRo, dovresti provare a chiedere a loro"
 
Il biondo diede un'occhiata in direzione dell'anziano duellante che fino a poco prima era stato suo avversario; si era posizionato in una zona appartata insieme ad altri tre abitanti, uno dei quali probabilmente della stessa età; quasi certamente, data la loro esperienza, avevano previsto le discussioni che sarebbero nate dopo la battaglia e si erano saggiamente fatti da parte.
Rapidamente l'inglese raggiunse il gruppetto intento in un'amichevole discussione che, ovviamente, si interruppe non appena il più giovane dei quattro si accorse della presenza dell'intruso.
 
"Oh, Julian, non ti avevo visto" fece Atroon "ti stai trovando bene qui al villaggio? Spero tu possa scusarci se inizialmente sei stato aggredito"
 
"Non fa niente" replicò l'inglese con un sorriso "alcuni abitanti mi hanno spiegato cosa è successo al vostro villaggio; avrei reagito allo stesso modo"
 
"E' stata comunque una reazione troppo aggressiva" ribatté l'altro "dovremmo provare ad essere un po' meno tesi"
 
"Sei un ottimo duellante e il tuo mazzo è davvero ben costruito" ammise il biondo "se è vero quello che hai detto sulle leggi del re allora la tua presenza dovrebbe bastare a rassicurare i tuoi compaesani"
 
"Grazie mille" disse l'essere "io però pensavo invece di migliorarlo con un altro Altopiano Tempestoso e con un nuovo spirit chiave con effetto Venti Impetuosi"
 
"Ottima idea" confermò Julian "io ti consiglio Biak Garo Re Bestia-Lama o Rafflesio Albero Zanna"
 
"Ti ringrazio di nuovo… ma ora dimmi il vero motivo per cui ti sei avvicinato a noi, dubito fortemente che tu l'abbia fatto solo per darmi qualche consiglio"
 
"Non ti è sfuggito eh?" esclamò imbarazzato "beh, mi è stato detto che tu e il tuo amico Sanol, che immagino sia l'uomo che sta accanto a te, siete gli unici ad avere viaggiato per i mondi"
 
"E' vero, e quindi… ?"
 
"Volevo sapere se, in uno dei vostri viaggi, siete per caso stati in un villaggio vicino ad un lago e circondato da una specie di catena montuosa?"
 
"Uno villaggio tra lago e monti dici?" domandò Atroon facendo poi un cenno al coetaneo "ehi Sanol, ti ricordi qualcosa?"
 
"Non mi sembra" rispose l'altro rivolgendosi poi direttamente a Julian "non ricordi nient'altro di questo luogo?"
 
"No, mi dispiace" fece sconsolato "in realtà si tratta di un luogo di cui ho avuto solo alcune visioni, non l'ho mai visto dal vivo"
 
"E non ricordi proprio nulla di queste visioni?"
 
"No, non mi pare" disse cercando comunque di recuperare qualche immagine dalla sua mente "aspetta…  c'era un tempio se non sbaglio"
 
"Un tempio?" ripeté Atroon
 
"Si… un tempio in cima ad una lunga scalinata di pietra, ricordo anche la porta sigillata"
 
A quelle parole i due anziani abitanti si scambiarono un'occhiata di dubbio, erano sicuri che quella descrizione gli ricordasse qualcosa ma nessuno dei due riusciva a ricordare cosa; per alcuni secondi il silenzio regnò sovrano nel gruppo ma, ad un certo punto, Sanol ebbe la sua illuminazione.
 
"Aspetta!" esclamò all'improvviso "villaggio, lago, monti e tempio… non è la descrizione del villaggio miao-miao, nel regno di rubino?"
 
"Il villaggio miao-miao?" proseguì Atroon "mmm… si, la descrizione me lo ricorda molto"
 
"Dev'essere quello allora" confermò Julian "sapreste dirmi come posso raggiungerlo?"
 
"Perché vuoi andare al villaggio miao-miao?" domandò a bruciapelo Sanol non preoccupandosi di mascherare una certa aggressività
 
"Devo andarci, ho il compito di riportare la carta che mi ha condotto in questo mondo al suo luogo d'origine" spiegò Julian estraendo di nuovo Supremo Drago del Caos "e a quanto pare tale luogo è proprio questo villaggio miao-miao"
 
"Non devi essere così aggressivo amico mio" fece Atroon rivolto al compaesano "Julian non è un soldato del re, non farà nulla di male a quelle ragazze"
 
"Si lo so; perdona la mia prepotenza ma lo sai quanto hanno dovuto subire quelle poverette; ora che non ci sono più uomini al villaggio chi le difenderà? Non ci sono nemmeno delle duellanti tra le superstiti"
 
"Non preoccuparti, troveranno sicuramente qualcuno disposto a difenderle" concluse il duellante rivolgendosi poi nuovamente al suo collega umano "il villaggio che cerchi si trova nel regno di rubino"
 
"Sapresti indicarmi anche la strada per raggiungerlo?"
 
Per i primi secondi l'interlocutore non rispose, si voltò verso i suoi concittadini e discusse con loro; osservando il dispiacere sui volti degli abitanti Julian intuì immediatamente che probabilmente la sua missione era destinata ad incontrare un altro ostacolo e, per quanto lui fosse deciso a superare qualsiasi prova, non faticò ad ammettere che essa non era esattamente cominciata sotto i migliori auspici.
Seppur assorto in questi pensieri, il biondo notò con la coda dell'occhio che la discussione era finita e che il gruppetto si era riavvicinato a lui; le facce non promettevano molto bene ma l'inglese non diede troppo peso a quell'impressione e con un cenno della testa li invitò a parlare.
 
"Abbiamo riflettuto su come rispondere alla tua domanda…" esordì Atroon "… e abbiamo deciso di essere sinceri: è impossibile lasciare uno dei regni di Gran RoRo senza una nave"
 
"E questo è un problema?"
 
"Teoricamente no, si potrebbe facilmente reperirla nella cittadina verde di Selveya, la più grande città del regno di smeraldo, ma putroppo ormai le stazioni sono sotto il controllo del re e quindi le navi sono sotto sequestro permanente"
 
Lo sguardo del campione si rabbuiò; sembrava davvero che il destino stesse cospirando contro lui e la sua missione.
 
"E non ci sarebbe una soluzione alternativa?"
 
"In realtà si" disse una donna interrompendo il più anziano compaesano "una nave libera ci sarebbe: la Stella Blu di Veirhal Olamaris; non è semplice incrociare la sua strada ma, nel caso ci riuscissi, potrebbe rappresentare la tua unica opportunità per raggiungere il mondo di rubino"
 
"Mah, sinceramente non auguro a nessuno di incrociare la sua strada" sbuffò il vecchio duellante
 
"Il tuo rancore nei suoi confronti è assolutamente immotivato" ribatté la donna
 
"Immotivato?! Ha abbandonato il club di Battle Spirits della cittadina verde e ha iniziato un'impossibile lotta solitaria contro il re che, fino ad ora, ha avuto come unico risultato rappresaglie e rastrellamenti ulteriori per il resto della popolazione; sono motivazioni sufficienti per giustificare il mio astio?!" replicò aggressivo l'essere
 
"Almeno lui prova a fare qualcosa"
 
"Il re è troppo forte! In questo momento è inutile "fare qualcosa", è più sicuro cercare di resistere per quanto è possibile"
 
"Questo tuo atteggiamento mi disgusta" concluse laconica "e comunque sai bene che Veirhal è l'unico che può aiutare Julian a lasciare il regno di smeraldo"
 
Seppur molto a malincuore il vecchio duellante fu costretto a confermare ogni parola detta dalla donna; in effetti la Stella Blu era l'unica nave libera rimasta nel loro regno e se il loro nuovo amico doveva raggiungere il regno di rubino quella era senza dubbio la sua unica possibilità.
 
"Va bene" fece rassegnato "cercheremo di portarti da lui; preparati bene Julian, potrebbe volerci molto tempo"
 
"Non ti preoccupare" disse dolcemente la donna "ci penserò io ad ospitarlo tanto… t-tanto n-non penso che mi figlio farà ritorno p-proprio oggi"
 
Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi della creatura; lei immediatamente abbassò lo sguardo, erano stati gli umani a portarle via la sua famiglia ma non era giusto che un innocente si sentisse in colpa per il semplice fatto di essere un simile di quei mostri.
Atroon istintivamente abbracciò la donna e cominciò ad accarezzarla delicatamente sussurrandogli all'orecchio qualche parola consolatoria, più o meno come fa un padre con la figlia. Julian osservò il tutto in silenzio, limitandosi a sfogare la rabbia stringendo i pugni; per quanto incredibile possa sembrare, ogni secondo in più che trascorreva a Gran RoRo sentiva di odiare sempre di più questo malvagio re di cui tutti parlavano.
 
Sciolto l'abbraccio, la donna fece cenno con la testa all'inglese di seguirlo e lo condusse fino alla casa. L'edificio era sorprendentemente grande e somigliante agli edifici del mondo umano: dall'esterno si presentava come una semplice abitazione con almeno due piani, interamente fatta di pietra, ma al suo interno mostrava una spettacolare scalinata interna scavata in un albero il quale fungeva da base per il piano superiore; il biondo duellante era estasiato da tutto ciò, raramente nella sua vita aveva visto una tale capacità di adattarsi a ciò che l'ambiente offriva.
 
"Ti piace?" domandò l'ospitante "l'abbiamo costruita io e mio marito… beh, per la verità più o meno tutte le case del villaggio sono fatte così"
 
"E' fantastica" replicò affascinato
 
"Grazie!" fece con un sorriso un po' sforzato
 
"Qual è la mia camera?"
 
"Al piano superiore, la prima porta a destra"
 
"La ringrazio; vado subito a riposarmi, domani vorrei partire abbastanza presto"
 
"Va bene! Se hai bisogno di qualcosa chiamami!"
 
"Sicuro!" concluse aprendo la porta
 
Con un lieve cigolio la porta si aprì rivelando una stanza di dimensioni piuttosto ridotte con all'interno un letto, un comodino e una piccola scrivania; Julian sorrise istintivamente a quella vista, la stanza gli ricordava la sua camera almeno quanto la sua "albergatrice" gli ricordava sua madre.
Si adagiò sul letto e, dopo aver appoggiato il contenitore del mazzo sul tavolino, chiuse gli occhi aspettando solo che il sonno venisse da se.
 
 
Il risveglio del giorno dopo fu, per Julian particolarmente piacevole.
 
Come secondo progetto, l'inglese si alzò molto presto e si preparò per la ricerca che avrebbe dovuto affrontare; sceso al piano inferiore, con sua somma felicità, trovò ad aspettarlo alcuni dei suoi nuovi amici, tra i quali Atroon e Sanol, e, ancor più piacevole, la padrona di casa con la colazione.
 
"Non doveva signora" disse con un leggero imbarazzo
 
"Dovevo eccome invece" ribatté lei porgendogli una tazza di quella bevanda inglese di cui lui le aveva parlato il giorno prima "non capita tutti i giorni di incontrare un umano perbene come te, quasi mi dispiace che tu te ne debba andare"
 
"Anche a noi dispiace" ammise Sanol "un duellante abile come te sarebbe stato un sicuro toccasana per questo villaggio ma quando si ha un dovere è giusto portarlo a termine"
 
"Grazie della comprensione" replicò il campione del mondo "e comunque non dovete preoccuparvi, se Atroon darà quel leggero upgrade al suo mazzo non ci sarà avversario che potrà resistergli"
 
"Dici davvero?" chiese ironica la padrona di casa "stai parlando di questo vecchietto qua"
 
La casa si riempì di risate come non succedeva da tanto, forse troppo, tempo. Atroon e Sanol si scambiarono un occhiata d'intesa; loro avevano vissuto in prima persona l'invasione del re, gli sembrava impossibile di nuovamente ritrovarsi a scherzare amichevolmente per di più con un umano.
 
"Abbiamo deciso che  sarà Sanol ad accompagnarti" spiegò il quarto membro del gruppo, uno di quelli che Julian il giorno precedente aveva steso "Olamaris è stato un suo allievo al club di Battle Spirits, saprà certamente dove trovarlo"
 
"Ah, quindi anche tu sei un duellante!" esclamò l'inglese
 
"Un tempo forse; le mie ossa, purtroppo, sono ormai eccessivamente fragili per sopportare la scossa del nucleo"
 
"Mi spiace" fece il biondo "quindi tu hai idea di dove possiamo trovare qualcuno di introvabile?"
 
"All'incirca… vedi Julian, il problema con Veirhal è che ormai la sua nave è anche la sua casa e quindi non esiste, nella sua vita, un luogo che è certamente abitato da lui; dorme di solito sulla sua nave o, occasionalmente, nelle abitazioni distrutte di piccoli villaggi"
 
"Ma allora come possiamo trovarlo?"
 
"Non posso condurti in un luogo certo al cento per cento ma conosco due luoghi piuttosto probabili… in particolare uno di questi è decisamente indicato"
 
"Perfetto!" concluse l'inglese alzandosi dal tavolo "allora sei lei è pronto possiamo anche partire subito"
 
"Dammi pure del tu" replicò sorridente il destinatario di quell'invito "io sono pronto, andiamo quando vuoi"
 
Un rapido cenno d'intesa e i due si incamminarono insieme verso la porta che si aprirono permettendo a dei lievi fasci di luce di entrare; fuori i due viandanti trovarono ad aspettarli gran parte della "cittadinanza" che, esattamente come il gruppetto di prima, sembrava essere dispiaciuta per la partenza dell'inglese il quale, dal canto suo, non riusciva a non pensare a quanto, perlomeno in quel momento, gli abitanti di Gran RoRo fossero molto più intelligenti degli uomini; non era certo la prima volta che dei "selvaggi" si dimostravano migliori della cosiddetta civiltà ma la loro generosità e capacità di vedere oltre l'apparenza l'avevano profondamente colpito.
Si vergognò di se stesso ripensando a ciò che stava facendo; lui avrebbe dovuto aiutarli ma evidentemente non era quello il suo destino.
 
Di sfuggita notò un bambino che, dietro di lui, cercava di trovare il coraggio di avvicinarsi; si voltò, lo raggiunse e si abbassò fino ad arrivare ad avere la sua stessa altezza.
 
"Devi dirmi qualcosa piccolo?" domandò il duellante scompigliando la "criniera" impressionantemente lunga
 
"Tu vuoi andare dalla Stella blu, vero?" fece lui
 
"Si"
 
"Allora potresti dare al signore della nave questa?" supplicò il bimbo estraendo da una tasca una carta "il mio fratellone dice che gli può essere utile"
 
Julian prese la carta che il piccolo gli aveva dato tra l'indice e il medio e la portò all'altezza dei suoi occhi.
 
"Falconia lo schermidore?" replicò perplesso "ma è uno spirit blu; voi non usate solo spirit verdi?"
 
"Diciamo che Veirhal è l'eccezione che conferma la regola" disse scherzosamente Sanol
 
L'inglese decise di non fare ulteriori domande, si mise la carta in tasca e si rivolse di nuovo al suo compagno di viaggio.
 
"Dove dobbiamo andare?"
 
"Credo che la via più breve sia la stradina alla tua sinistra" fece l'altro puntando il dito nella suddetta direzione "non preoccuparti, non si tratta di una strada particolarmente difficile"
 
Julian osservò la strada indicata dal suo nuovo amico: si immergeva sin nel profondo della foresta e sembrava essere piuttosto stretta ma, ad un primo sguardo, non sembrava eccessivamente impervia.
Rapidamente fece un ultimo saluto a quella cittadinanza che, nonostante fosse un umano, si era dimostrata con lui tanto accogliente dopodiché invito la sua guida a prendere posto qualche passo avanti a lui e insieme fecero il loro primo passo sulla strada.
 
Sin da subito, Julian si rese conto di essere su una strada generalmente poco battuta: la sottile striscia di terra battuta era ricoperta di foglie ingiallite ma non calpestate e in più, spesso e volentieri, rami e radici degli alberi circostanti allungavano i loro artigli impadronendosi di parte della strada. L'inglese allungò il passo per riuscire a seguire il suo più esperto accompagnatore; stando a quanto l'autoctono diceva, il posto in cui si stavano dirigendo era praticamente sconosciuto perfino agli abitanti della zona, un luogo segreto dove un duellante poteva riposarsi senza temere di essere scoperto dai soldati del re i quali erano noti ridurre in schiavitù, in rigorosa gerarchia di importanza, i duellanti, gli uomini, le donne, i vecchi e i bambini… la gente di Gran RoRo era sempre molto espressiva quando doveva definire le malefatte degli umani.
Per quanto potesse sembrare incredibile, non è che le parole si facessero molto più gentili quando si parlava direttamente del suddetto duellante;  erano in molti a dire infatti che il comandante della nave era in realtà piuttosto disinteressato riguardo alle sorti del popolo del mondo Altrove, che in realtà a guidarlo era semplicemente il suo istinto di duellante e che a causa sua i rastrellamenti erano divenuti sempre più pesanti.
Andando avanti per molti minuti e metri sulla via che doveva condurli al punto d'incontro, Julian non poteva fare a meno di continuare a riflettere su colui che avrebbe dovuto aiutarlo; non poteva dire di essere tranquillo, gli abitanti del paese l'avevano aiutato e lui li "tradiva" così, ma era anche vero che non aveva abbastanza informazioni per giudicare e se davvero quella era la sua unica via d'uscita doveva accontentarsi.
 
"Ehi Julian!" chiamò la guida "c'è qualche problema?"
 
"Eh?" fece l'altro risvegliandosi e rendendosi conto di essere rimasto parecchio indietro "no, niente! Scusami, ti raggiungo subito"
 
Speditamente l'inglese raggiunse il vecchio e diede un occhiata alla strada che avrebbero dovuto percorrere; dopo quella breve collinetta la strada si allargava improvvisamente e, più avanti ancora, si ricongiungeva con una strada laterale per formare un largo viale che si immergeva in una zona della foresta caratterizzata da una vegetazione incredibilmente folta.
Andando di buona lena, i due raggiunsero in punto di intersezione e si avviarono verso il bosco profondo. Istintivamente Julian si voltò per guardare quella che probabilmente era la strada "difficile" che conduceva al loro traguardo.
 
"Quella strada in realtà è più semplice di questa" fece Sanol intuendo, senza nemmeno guardare, il comportamento e i pensieri dell'amico "ma se avessimo preso quella saremmo dovuti passare nella zona della Scala dell'orizzonte per di più senza vegetazione dato che quei bastardi hanno disboscato tutto"
 
"Capisco"
 
I due si inoltrarono oltre una vera e propria parete di liane pendenti e percorsero una strada oscurata dai rami degli alberi particolarmente fitti; avanzarono in silenzio, camminando con cautela a causa del buio e assecondando la via che si faceva poco a poco più ripida.
 
"Il posto in cui dovremmo arrivare è un lago in un'area facente parte di un vastissimo altopiano; è una regione che occupa gran parte del regno di smeraldo e che è nota sia per la sua vegetazione sia per la totale assenza di aree abitate" spiegò l'autoctono
 
"Non ci abita davvero nessuno?" domandò curioso l'altro
 
"No, tutti gli abitati sono concentrati nella piana vicino alla Scala, come il nostro e la cittadina di Selveya o nel minuscolo regno semindipendente di Kakao, nell'estremo est" rispose "ma è proprio l'assenza di persone che lo rende un nascondiglio perfetto per gente che, come Veirhal, è in fuga"
 
"Quanto manca a questo lago?"
 
"Alcuni minuti se non ricordo male" concluse allungando il passo
 
I due viandanti proseguirono la loro salita per raggiungere il lago dell'altopiano; intorno a loro una foresta spettacolare rivelava tutta la sua vita nascosta con sciami di insetti presero il volo sopra di loro affiancandoli nel loro viaggio come durante una parata.
Avanzarono ancora per circa mezz'ora prima di giungere ad una ampia zona pianeggiante. Davanti ai loro occhi una strada naturale delimitata dagli alberi secolari indicava loro quale era la via da seguire, in più il vento, che aveva iniziato a soffiare da poco, portava a loro un intenso odore di umidità.
 
"Il lago è vicino!" esclamò felice il vecchio "siamo praticamente arrivati!"
 
"Aspetta un attimo" lo fermò Julian "non è l'unico odore che si sente però"
 
Si fermarono qualche secondo per cercare di captare questo odore; data la distanza ormai relativa che li divideva dal loro punto d'arrivo, non fu necessario aspettare molto anche perché, purtroppo, l'odore era di quelli che non si possono dimenticare.
 
"SANGUE?!" gridò l'inglese
 
Istintivamente i due iniziarono a correre incuranti della strada sconnessa sotto i loro piedi e dei rami sporgenti; percorsero i metri che li dividevano dal lago in un tempo irrisorio seguendo l'odore, sempre più intenso, di sangue.
Oltrepassata l'ennesima porta naturale, si trovarono finalmente lungo le sponde del lago. Viste le dimensioni notevoli,  Julian e Sanol annusarono ancora una volta l'aria per riuscire ad arrivare alla fonte prima possibile ma non ci fu bisogno di impegnarsi più di tanto.
 
"Ehi, Sanol!" esclamò l'inglese "c'è qualcuno là… si direbbero essere in due"
 
"In due?" fece preoccupato l'altro scattando
 
Il campione rimase fermo alcuni secondi per riprendere fiato, dopodiché corse a sua volta nella direzioni in cui era andato il suo compagno di viaggio.
Raggiuntolo lo trovò in fermo in piedi davanti ai due misteriosi visitatori del lago; costoro erano un uomo vestito con una specie di uniforme nera ferito in più punti e una creatura, di età pari o poco maggiore rispetto a quella del duellante inglese, molto simile agli amici del villaggio, pelle verdastra, foltissimi barba e capelli e rivestito da una specie di armatura.
 
"Julian…" fece Sanol senza staccare lo sguardo dalla scena "… ti presento Veirhal Olamaris"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Siamo arrivati al terzo capitolo di questa storia che si preannuncia molto lunga; innanzitutto vi chiedo scusa sia per il notevole ritardo sia per il capitolo non proprio eccezionale, purtroppo non son riuscito a fare di meglio, mi dispiace davvero per il ripieno di dialoghi. Ringrazio poi Meteor9, Lacus Clyne e HikariMoon, che sono sicuro che ha letto, per aver letto, recensito o inserito la storia tra le seguite.
 
Il capitolo non è particolarmente movimentato, lo ammetto, ma, visto che voi lettori dovreste, nella mia idea, considerare i capitoli un po' come gli episodi di un anime, non mi andava di fare ogni capitolo un duello come nell'anime e il risultato è questo episodio con poca azione ma altrettanto importante poiché comincia a formarsi quello che sarà il principale gruppo di protagonisti… eesatto, come in ogni serie di Battle Spirits che si rispetti, non avremo un solo protagonista assoluto ma un gruppo di personaggi principali con Julian e, più avanti, Magisa in testa; il primo di questi è appunto Veirhal che ho scelto di far apparire prima di Magisa per non replicare in tutto  e per tutto l'inizio di "Dan, il guerriero rosso" (tra l'altro, tra gli altri del gruppo ci sarà anche una sorpresa molto speciale)
 
Questo capitolo, come il precedente, contiene alcuni, mi pare 2, riferimenti alla seconda serie dell'anime; sono curioso di vedere se riuscite a trovarli, attenzione vi avverto che dovete aver guardato con attenzione anche gli episodi più inutili per capirli.
 
Beh, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo, sperando di non arrivare di nuovo così in ritardo come in questo caso.
 
Alla prossima dal vostro ShawnSpenstar anche detto Athos.
 
P.S: Vi do il mazzo, anche se non è apparso adesso non vuol dire che non apparirà in futuro, di Veirhal. Si tratta di un mazzo blu basato soprattutto sull'effetto Sgretola; vi avverto subito che, come nella serie, il mazzo di alcuni personaggi si evolverà (per capirci sarà come quando Dan passa da Siegwurm a Meteorwurm a Siegwurm Nova) e quello di Veirhal sarà uno di questi.
 
DECK PRINCIPALE: 44 carte
 
Randolph Re Gigante x 1, Titus Eroe Gigantesco x 2, Douglas il Gladiatore x 2, Automa di Pietra x 3, Humphrey Muscoloso Sbruffone x 2, Rhino Ceros Bestia da Battaglia x 1, Muro Vivente x 3, Pedone Gustav x 3, Bulltop Bestia da Battaglia x 3, Crollo Della Strategia x 3, Duello ad Armi Pari x 3, Fabbrica di Automi x 3, Rissa Internazionale x 2, Martello Magico x 3, Pesca Tre Carte x 3, Eleva Livello x 2, Impatto delle Armi x 2, Blitz x 3
 
SIDE DECK: 23 carte
 
Falconia, lo Schermidore x 1*, Coyo Prode dell'Ascia x 2, Shoujouji, il Tattico x 2, Humphrey Muscoloso Sbruffone x 1, Rhino Ceros Bestia da Battaglia x 1, Norman Soldato d'Assalto x 3, Babyrousa Bestia da Battaglia x 3, Attacco Nexus x 2, Recupera Nexus x 2, Furia di Wirian x 1, Bastione di Zaffiro x 2, Campo di Battaglia Incatenato x 2
 
* ovviamente si tratta di quello portatogli da Julian.

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Capitolo 4
*** L'unica via di fuga ***


L'unica via di fuga
 
 
-Al diavolo!- si disse mentalmente Julian -che situazione di merda!-
 
Aveva sempre saputo che la vita non va mai come te la aspetti, ma per quanto avesse passato tutte le ultime ore libere a pensare a che situazione avrebbe potuto incontrare mai ne aveva immaginata una simile; gli avevano detto che il posto in cui stavano andando lo conoscevano si e no cinque persone e lì con loro ce n'era una che certamente non era tra quelle, gli avevano detto che, tranne che durante le retate, uomini e abitanti di Gran RoRo tendevano a non incrociare mai le loro strade se possibile e lì c'era un granroriano che cercava di soccorrere un umano.
 
L'inglese si voltò verso il suo accompagnatore chiedendo, seppur tacitamente, una risposta sensata a ciò che vedeva; tuttavia dall'espressione sul suo volto era chiaro che questi non ne capiva molto più di lui.
 
"Che significa questo Veirhal?!" esclamò dando voce ai suoi pensieri "perché sei in questo luogo segreto con un umano? Un soldato del re, per di più"
 
"Anche io sono felice di vederti Sanol" rispose ironicamente "ah, e potrei farti la stessa domanda, sbaglio o sei anche tu in compagnia di un umano?"
 
"E' una storia complicata" ribatté "e comunque Julian non indossa la divisa dei soldati, non è uno di quei bastardi"
 
"Finalmente me lo hai presentato" proseguì sempre con quel suo tono irritante "piacere di conoscerti Julian, io sono Veirhal Olamaris, comandante della leggendaria Stella Blu"
 
A quella sbruffonata Sanol accennò un sorriso ironico; conosceva bene la nave in questione ed era tutto fuorché leggendaria: era già sin dal principio un modello antiquato e, per di più, era vecchia e sfregiata e, nonostante l'impegno profuso dal suo capitano per rimetterla a nuovo, gli aggettivi più adatti per descriverla erano ben altri.
 
"Non provare a ridere della mia nave" scherzò il duellante un po' meno bonario "aiutami piuttosto a portarci questo poveruomo"

"Te l'ho detto e te lo ripeto, questo è un soldato del re, non avresti dovuto portarlo qui… non avresti dovuto nemmeno aiutarlo in verità"
 
"Smettila vecchio idiota!" sbottò il capitano abbandonando il suo atteggiamento scanzonato di poco fa "costui è prima di tutto un duellante e, dato che mette in gioco la sua vita per quello in cui crede, per quanto mi riguarda questo basta per renderlo degno di ricevere aiuto"
 
"Sempre con questo tuo assurdo rispetto per tutti i duellanti, eh" disse in tono di scherno
 
"Esatto!" replicò ignorando la malizia della frase dell'altro "ora, se come mi sembra non avete alcuna intenzione di aiutarmi, siete pregati di levarvi di mezzo"
 
Conclusa la frase si carico il corpo dell'uomo in spalla e si diresse verso una stradina sul lato ovest del lago; Sanol e Julian rimasero per alcuni secondi come paralizzati dall'assurda situazione che gli si era presentata ma poi presero una decisione e aiutarono il duellante a portare il ferito.
 
Percorsero alcuni metri sulla stradina per arrivare ad una sorta di radura artificiale i cui alberi tuttavia non erano stati tagliati ma sfondati probabilmente dal frequente urto con quella che era senza dubbio la parte più insolita del paesaggio: un vascello blu di notevoli dimensioni che fluttuava a pochi metri da terra.
Se quella fosse stata la famosa Stella Blu, allora Julian avrebbe certamente dovuto concordare con la sua guida riguardo al fatto che il termine "leggendaria" fosse alquanto esagerato. Nonostante, infatti,  gli si dovesse riconoscere una certa maestosità, la nave era profondamente segnata da entrambe le fiancate e il motore sembrava, anche ad un occhio inesperto, molto vecchio; la scala d'ingresso poi aveva giunture piuttosto arrugginite e dava l'impressione di essere cedevole, lo stesso dicasi di quasi tutte le porte all'interno; era davvero difficile dire se fosse messo peggio l'esterno o l'interno del veicolo, le uniche cose in buono stato sembravano essere la cabina del pilota e, quindi, la cloche dei comandi.
Arrivati in una specie di piccolo soggiorno, che si trovava appena dietro la cabina, i tre appoggiarono l'uomo su un divano ricolmo di rattoppi e cercarono qualcosa per tamponare le ferite, trovate poi alcune bende in una cassettiera lo fasciarono riuscendo a fermare il sangue.
 
Terminate le operazioni Sanol e Veirhal si diressero fuori dalla nave per discutere; Julian al contrario rimase nella sala a controllare il soldato aspettando che si riprendesse, essendo entrambi umani c'erano molte domande che avrebbe voluto porgli.
 
Si alzò e diede uno sguardo a tutta la sala: era, in linea con il resto della nave, piuttosto povera e polverosa, vi erano un unico divano, di fronte al quale stava un vecchio tavolo, e un'unica cassettiera, una specie di postazione cucina e due porte, una per la cabina e una per un piccolo bagno; c'era tutto il necessario per farne una piccola casa ma l'ambiente era tutt'altro che accogliente.
L'istinto del duellante del campione inglese guidò il suo sguardo su due confezioni riposte sulla cassettiera, una verde e una nera. Aprì quella nera e ne estrasse la prima carta, Ryute Prode Spadaccino per la precisione, dedusse di aver preso il mazzo di quel soldato e gli diede un occhiata; non era male, un misto di giallo e viola, l'unico difetto era che sembrava non esserci un vero spirit chiave.
 
"Le piace?" chiese una voce flebile
 
Julian, sorpreso, si voltò di scatto verso il divano; l'uomo che avevano soccorso sembrava essersi finalmente ripreso e ora sedeva ritto dando le spalle all'inglese.
 
"Non è male ma non riesco a capire quale dovrebbe essere la strategia" ammise candidamente il biondo "e poi manca uno spirit chiave"
 
"Non l'ha visto?" domandò mentre si levava l'elmetto rivelando una testa praticamente rasata a zero "è Zabullgan, Uomo Bestia Infernale"
 
"Quello è un buon spirit e mi ricorda il mio amico Ex Calibus Imperatore Dragospada" ribatté il biondo "ma non è adatto come spirit chiave, nonostante sia uno spirit con transevocazione, non è particolarmente forte e, in più, non ha nessuno degli effetti peculiari del colore viola, perlomeno Ex Calibus ha Impatto Devastante "
 
"Beh, non posso certo darle torto; lei invece chi ha come spirit chiave?"
 
"Meteorwurm, Drago Imperatore Stellare"
 
"Ehi, ma sa che è lo stesso del…"
 
L'uomo si zittì improvvisamente; si era voltato incuriosito da quell'affermazione, che per lui era già abbastanza sorprendente,  ma mai avrebbe pensato di vedere ciò che ora vedeva.
 
"Ma… ma lei è Julian Fines, il due volte campione del mondo di Battle Spirits!!"
 
"Tre volte" rettificò in leggero imbarazzo "e lei invece è?"
 
"Dragan Kaszmir, croato" fece lui afferrando la mano dell'inglese "sono un suo grande ammiratore, signore"
 
"La ringrazio, ne sono onorato" replicò "lei da quanto è qui a Gran RoRo?"
 
"Mi dia del tu la prego" disse l'uomo "e riguardo alla sua domanda non saprei dirle perché, purtroppo, qui il tempo per noi umani scorre in modo diverso; io ho lasciato la terra nel 1988, poco dopo la sua seconda vittoria al campionato mondiale, da allora mi sembra passata una vita ma non ho idea di quanto sia trascorso in realtà"
 
"Più o meno due anni… ah, anche tu puoi non darmi del lei se vuoi"
 
"Va bene"
 
I due neo amici presero i loro mazzi e andarono di nuovo verso il divano, Julian diede un occhiata dai finestroni laterali e scorse i loro due momentanei compagni di viaggio impegnati in un animata discussione; era chiaro che ne avrebbero avuto ancora per molto.
Si sedette sul divano e estrasse il mazzo dal portamazzi. Su richiesta del croato, cercò nel mazzo il suo amato spirit chiave e glielo mostrò; il soldato rimase estasiato per alcuni secondi,  a giudicare dall'espressione del suo volto non aveva mai pensato di potersi trovare in una simile situazione un giorno. Per introdurre la questione successiva, l'inglese decise di mostrargli anche lo spirit che lo aveva portato in quel mondo.
 
"E' grazie a questa carta che sono giunto a Gran RoRo" spiegò "tu invece come hai fatto ad arrivarci?"
 
"Non può essere andata come tu dici" ribatté l'altro
 
"Cosa? E perché mai?"
 
"E' una cosa che mi è stata spiegata poco dopo che sono arrivato qui" introdusse "devi sapere che il mondo Altrove è retto dal Nucleo Progenitore, un agglomerato di energia che permette che nei vari mondi di Gran RoRo si sviluppi la vita ed è responsabile anche dell'apertura dei varchi di collegamento con il mondo umano; nei tempi antichi quest'entità era controllata da un maestro del nucleo, che poteva sfruttarne i poteri secondo la sua volontà, ma ad oggi il nucleo è libero e indipendente…"
 
"E tutto ciò in che modo ha cambiato la situazione?"
 
"Il Nucleo Progenitore è un entità viva che ha il compito di mantenere in vita Gran RoRo ma, essendo ormai indipendente, reagisce anche ai sentimenti umani; per questo non tutti possono arrivare a Gran RoRo…"
 
Julian rimase in silenzio cercando di carpire le parole del suo interlocutore e comprenderne il significato.
 
"… il varco si apre solo in due casi: quando tu hai bisogno di Gran RoRo e quando Gran RoRo ha bisogno di te"
 
"Quando tu hai bis… perché dovresti avere bisogno di questo mondo?"
 
"Tu sei qui perché Gran RoRo ha bisogno di te, per questo non riesci a capirlo" esclamò "il mondo Altrove è la terra in cui ognuno di noi può trovare la sua seconda opportunità; qui il tempo scorre lentamente e tutti noi che abbiamo dubbi, paure e inquietudini, da cui nel frenetico mondo reale non potremmo scappare, abbiamo la possibilità di trovare qui la nostra strada… io, per esempio, penso di averla trovata"
 
"Fare il soldato?"
 
"Si" fece intristendosi "purtroppo il mio problema sulla terra aveva ben poco di filosofico. Vede, io non sono ricco e per tutta vita io e mia moglie Janica ci siamo impegnati per riuscire ad andare avanti; alla nascita della mia prima figlia tuttavia ho cominciato ad avere sempre più problemi; con il mio lavoro non guadagnavo abbastanza e non sono un duellante sufficientemente abile per arrivare a premio nei tornei, credevo ormai di non avere più speranza quando il varco si è aperto davanti ai miei occhi"
 
"Così sei giunto qua e ti sei arruolato nell'esercito"
 
"E' stata la prima occasione che ho avuto, non mi diverte fare ciò che, alcune volte, devo fare ma se questa è la mia seconda chance io non posso permettermi di sprecarla; a casa ci sono persone che hanno bisogno di me, ho guadagnato più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita"
 
"E allora perché non sei tornato dalla tua famiglia?"
 
"Ho avuto un piccolo contrattempo; a quanto pare quando entri nell'esercito del re del mondo Altrove sei costretto a prestarvi servizio fino alla morte… e ho scoperto sulla mia pelle qual è la punizione per i disertori"
 
Julian si irrigidì di colpo; quindi tutte quelle ferite erano opera dei suoi compagni, e pensare che lui già non sopportava le barbarie che infliggevano agli altri. Solo degli animali potrebbero comportarsi in questo modo.
 
"Ti hanno picchiato a sangue perché volevi scappare?!"
 
"No, peggio!" fece l'appena rientrato Veirhal "sono felice di vedere che ti sei ripreso Drago… mi dispiace per gli altri"
 
"Erano già morti, non avresti potuto fare niente; abbiamo scelto noi il nostro destino" replicò il croato
 
"Perché? Quali altri?" domandò incalzante Julian
 
"Beh, la verità è che non sono stato picchiato per aver tentato la fuga" ammise "i nostri comandanti avevano preparato una subdola trappola per catturare Veirhal e ucciderlo; il piano era di usare me e altri duellanti del nostro battaglione come esca per farlo uscire allo scoperto e poi ammazzarlo a tradimento"
 
"Un piano da veri stronzi insomma" commentò l'inglese "e… perché non ha funzionato"
 
"Io e gli altri duellanti ci siamo rifiutati di compiere un azione tanto vigliacca; insomma, tutti sanno che Veirhal non è affatto un ribelle e, personalmente, il poter duellare contro di lui, il poter fare ciò che più mi piace, è una delle poche ragioni che mi impedisce di avere totale disgusto di me stesso"
 
"Posso ben immaginare come sia andata a finire"
 
"E' stato davvero un brutto spettacolo, anche per un non certo debole di stomaco come me" raccontò il capitano "li hanno portati appena dentro la foresta e lì li hanno picchiati a sangue uno ad uno, ad alcuni di loro se non ricordo male hanno perfino spezzato le gambe; io ero lì poco distante e posso dire di aver assistito ad una vera esecuzione dato due sono morti per le percosse e il terzo è stato abbandonato come se fosse spazzatura, fortunatamente sono riuscito a salvare almeno Dragan"
 
"Già" fece Sanol con un tono ironico ma non cattivo "ovviamente non hai pensato nemmeno per un secondo alle possibili conseguenze mentre salvavi questo umano"
 
"Questo umano ha un nome!" replicò afferrando il bavero dell'abito del vecchio
 
"Calmati!" esclamò il soldato alzandosi di scatto "lascialo stare!"
 
"E' un bastardo, ecco cos'è" ribatté riappoggiando a terra l'ex maestro "e tu non dovresti fare movimenti cosi bruschi, finisce che le ferite ti si riaprono"
 
"Smettila mamma!" scherzò il croato "in questo momento vorrei solo fare un bel duello con te"
 
"In questo momento un duello ti ucciderebbe"
 
"Tu mi sottovaluti Veirhal"
 
"Veramente è proprio perché non ti ho mai sottovalutato che sono riuscito a batterti sette volte senza mai perdere"
 
A quella frase perfino Sanol non riuscì a trattenere un sorriso; era segretamente sempre stato soddisfatto di quanto fosse diventato forte il suo ex allievo anche se forse, a causa di quell'antico rancore, non sarebbe mai stato in grado di ammetterlo.
 
Tra le risate e gli scherzi il tempo passò in fretta e scese la sera sulla grande foresta del regno di smeraldo e, a poco a poco, tutto "l'equipaggio" della Stella Blu cominciò a sentire sempre più la stanchezza data da una giornata faticosa si fisicamente che mentalmente.
Julian si distese per terra, appena accanto alla scala d'ingresso, ad osservare il tetto verde che li nascondeva, sfortunatamente, al cielo del mondo Altrove e, fortunatamente, alle navi di ricognizione dei soldati del re. Per quanto ci provasse, gli era davvero impossibile prendere sonno, non dopo tutto ciò che aveva saputo e sentito dire oggi; non poteva davvero credere che fosse tutto li il suo compito, che fosse davvero quello il motivo per cui Gran RoRo aveva bisogno di lui, con così tanti errori da correggere in questo mondo stupendo come poteva la sua missione ridursi ad una simile sciocchezza.
 
-Chissà- pensò -magari mi sbaglio e sono io ad avere bisogno di questo mondo-
 
L'inglese sperava intensamente che i suoi pensieri corrispondessero alla verità; non che, ovviamente, non volesse tornare a casa dalla madre e dai suoi amici ma ciò che aveva sentito in soli due giorni gli faceva ribollire il sangue nelle vene e provare, al tempo stesso, un profondo senso di vergogna, avrebbe fatto qualunque cosa pur di aiutare gli abitanti di Gran RoRo.
 
"A cosa sta pensando Julian?" domandò una voce accanto a lui
 
Sorpreso, il biondo si voltò e vide, anch'essi distesi a terra, Veirhal e Sanol.
 
"Come va il nostro amico?" domandò l'umano
 
"Si è addormentato da poco, è sorprendente quanto abbia resistito pur avendo perso tutto quel sangue" rispose il capitano della nave
 
"Già, penso che debba ricredermi sugli umani" fece il più anziano dei tre "sono dei veri duri"
 
"Non ricrederti troppo" scherzò l'inglese "solo alcuni di noi sono così, generalmente quelli a cui la vita non ha mai regalato niente"
 
"Deduco che quel soldato sia uno di quelli"
 
"Peggio, lui è uno a cui la vita, quando poteva, ha tolto" disse laconico l'uomo "qui usate il denaro? Se si avete per caso notato se ne aveva addosso, magari in un contenitore?"
 
"Non l'ho mica perquisito!" esclamò Veirhal tra lo scherzoso e lo stizzito "e comunque si, usiamo anche noi il denaro anche se, per la verità, non si può certo dire che ne giri molto"
 
L'inglese sorrise felice per aver trovato una possibile soluzione. Se Dragan, infatti, avesse avuto con se il suo portafogli avrebbero potuto portarlo con loro al villaggio miao-miao e, dopo aver compiuto la missione, sarebbe potuto tornare sulla terra con lui; l'idea era tutt'altro che malvagia.
 
"Ehi Sanol" fece "potremmo portare Dragan con noi?"
 
Veirhal e Sanol si scambiarono uno di quegli sguardi di bonaria compassione che si hanno quando qualcuno che sa meno fa una domanda a qualcuno che sa di più, poi più intristiti si rivolsero di nuovo al duellante.
 
"Mi dispiace Julian ma, date le condizioni in cui si trova, per lui non c'è modo di lasciare questo posto" rispose il vecchio "non potrebbe mai sopravvivere al passaggio da un mondo all'altro"
 
"E perché?"
 
"Perché per passare da un regno di Gran RoRo ad un altro le navi devono raggiungere una velocità superiore a quella del suono" spiegò il capitano e pilota della Stella Blu "se fosse in buona salute non ci sarebbero problemi ma, conciato così, la pressione finirebbe per riaprirgli tutte le ferite"
 
"Potremmo aspettare!"
 
"No!!" gridò l'altro duellante "n-no"
 
"Perché no?"
 
"E se la tua missione fosse più importante e urgente del previsto?" domandò rabbioso "non ci hai mai pensato, vero?!"
 
"Ora calmati Vey" sussurrò Sanol
 
"Sta zitto, vecchio!!" ribatté furioso "Gran RoRo ha bisogno di questo umano e lui non sembra nemmeno rendersene conto!!"
 
"Ah, si? E allora, visto che tieni così tanto al nostro mondo, perché non hai voluto unirti al battaglione di duellanti della resistenza verde? Perché metti in piedi degli inutili duelli che portano danni solo alle popolazioni pacifiche? PERCHE' NON HAI FATTO NULLA PER DIFENDERE IL REGNO DI SMERALDO DAL RE DEL MONDO ALTROVE?!"
 
"PERCHE' IL RE NON DESIDERA LA MORTE DI GRAN RORO!!" urlò Veirhal in preda alle lacrime "QUELL'UOMO POTRÀ' ANCHE ESSERE IL PEGGIORE DEI BASTARDI MA NON HA ALCUNA INTENZIONE DI DISTRUGGERE IL NOSTRO MONDO E "FINCHE' HAI LA TERRA SOTTO I PIEDI SIGNIFICA CHE SEI VIVO E PUOI CONTINUARE A LOTTARE"… anf, anf… s-sei… SEI O NON SEI STATO TU AD INSEGNARMELO?!!"
 
Il vecchio maestro rimase per qualche secondo paralizzato nel vedere il pianto disperato del più giovane ma poi, di slancio, abbracciò l'ex allievo commosso.
 
"Non sono abbastanza forte per sfidare il re" disse singhiozzando il capitano "non potevo fermarlo, allora come oggi"
 
"Non fartene una colpa ragazzo" lo consolò l'altro "nessuno è abbastanza forte"
 
"Non è vero, i maestri della luce sono…"
 
"Figliolo mi dispiace, ma quella dei maestri della luce è una leggenda" affermò stringendolo sempre più in quell'abbraccio consolatorio "è solo… una leggenda"
 
"F-forse ha-hai ragione m-ma senza che spe-speranza ci resta?"
 
"Non lo so Vey, non lo so"
 
Non dissero più nulla, si addormentarono esattamente cos' come erano, abbracciati come un padre e suo figlio, il figliol prodigo finalmente tornato a casa. Julian, che era l'unico ancora sveglio, li osservò in silenzio; era dispiaciuto all'idea che i due, appena riappacificatisi, dovessero separarsi a causa sua e gli venne da ridere nel pensare che forse, in quel momento, Veirhal teneva alla sua missione molto più di quanto non facesse lui.
 
-Meglio cercare di dormire un po'- si disse -i prossimi giorni saranno molto impegnativi-
 
 
All'incirca due giorni dopo primo incontro tra i due viandanti e il capitano e della Stella Blu le cose cominciavano finalmente a sistemarsi. Dragan era in netto recupero ed era riuscito perfino ad affrontare, il giorno prima, un breve duello a due sole vite con Veirhal, lasciare il regno di smeraldo rimaneva pura fantasia ma almeno adesso avrebbe potuto camminare con le proprie gambe e accompagnare Sanol nel viaggio di ritorno al villaggio.
Julian invece si sarebbe dovuto imbarcare da li a breve sulla Stella Blu con la quale poi sarebbe partito alla volta del villaggio miao-miao nel mondo di rubino, il luogo in cui, era certo, avrebbe trovato le risposte alle sue domande.
 
"Buon viaggio Julian, spero che tu possa portare a termine con successo la tua missione" disse Dragan stringendogli la mano
 
"E io che tu riesca a trovare il modo di tornare dalla tua famiglia" replicò il biondo
 
A quelle parole, lo sguardo del croato si incupì di colpo; l'inglese non faticava certo a capirlo, quell'uomo aveva l'occasione di sparire senza lasciare la minima traccia e invece era costretto a rimanere prigioniero in quel mondo verde per lui molto pericoloso. Chissà quanto ancora avrebbe dovuto aspettare prima di tornare a casa.
 
"Non preoccuparti, vedrai che troverai un modo per tornare sulla terra"
 
"Cosa? Ah si, lo spero" rispose trafelato
 
"Tranquillizzati Dragan, vai a sciacquarti la faccia con un po' dell'acqua fresca del lago" consigliò Sanol finalmente amichevole anche con il soldato "io ti raggiungerò tra poco"
 
Seguendo il consiglio l'uomo si diresse nella direzione dalla quale erano venuti e lasciò Julian solo con i due granroriani.
 
"Buon viaggio Vey, appena tornato al villaggio farò in modo di creare un diversivo per voi" fece il più anziano dei tre rivolto all'allievo
 
"Non se ne parla neanche vecchio!" ribatte deciso l'altro "il vostro villaggio ha già subito sei rastrellamenti di cui almeno quattro per colpa mia, non vorrei che arrivassero a sette"
 
"Ma senza aiuto non avete la minima speranza di farcela"
 
"Forse con un po' di fortuna…"
 
"Nella vita come nei duelli non ci si dovrebbe…"
 
"… mai affidare alla fortuna", lo so benissimo" fece il capitano interrompendo l'altro "e tu sai altrettanto bene che non sono un duellante che sacrifica i suoi spirit per poter arrivare alla vittoria"
 
"Certe volte i sacrifici sono necessari"
 
"Ma di che cosa state parlando?" domandò Julian inserendosi nella conversazione
 
"Sanol e gli altri del villaggio vorrebbero fare da esca per facilitare la nostra fuga" spiegò Vey
 
"COSA?! Non se ne parla neanche!" esclamò il biondo quasi arrabbiato con il vecchio del villaggio
 
"Julian tu non capisci" blandì l'anziano "non avete alcuna speranza di farcela se non distraiamo le guardie"
 
"E perché?"
 
"Glielo spieghi tu Vey?" disse il maestro facendo cenno all'allievo con il capo
 
"Ok" si arrese il duellante "purtroppo devi sapere che sulla nostra via di fuga ci sono alcuni grossi ostacoli"
 
"Va avanti"
 
"Ti è già stato detto ieri da Sanol che per poter passare da un mondo di Gran RoRo ad un altro bisogna andare con una nave nella direzione in cui si trova il mondo ad una velocità superiore a quella del suono, giusto?"
 
"Si, è stato quando ho chiesto se potevamo portare Dragan con noi" confermò l'uomo
 
"Sfortunatamente la terra del rubino è a nord... e qui, a nord, c'è il cantiere della scala dell'orizzonte"
 
Julian strinse i pugni per la rabbia; se Veirhal aveva ragione e per la loro destinazione dovevano passare nell'area del cantiere erano in serio pericolo dato che ogni singolo soldato saprebbe riconosce la Stella Blu alla prima occhiata… e il peggio doveva ancora venire.
 
"In più, per raggiungere la velocità necessaria, questa nave ha bisogno di percorre una lunghezza notevole" proseguì "nemmeno partendo alcuni chilometri indietro, rispetto a questa radura, potremmo arrivare a quella velocità prima di giungere all'area controllata dai soldati; io potrei anche partire da qui e sfruttare il canale tra gli alberi, da me creato per nascondermi, per guadagnare un po' di velocità ma finiremmo comunque per restare per alcuni chilometri allo scoperto e purtroppo, per quanto modificata, la mia nave resta un modello vecchio, incapace di competere in velocità con quelle ultramoderne dei soldati… loro saranno almeno cinque volte più veloci di noi"
 
"E non  c'è un modo per ovviare il problema?" domando l'inglese
 
"L'unica soluzione, escludendo quella pensata dal vecchio, è affidarsi alla fortuna e sperare che i soldati non si accorgano della presenza della nave per il maggior tempo possibile, se così fosse, probabilmente, avremmo parecchie chance di riuscirci" terminò il duellante di Selveya "inoltre ho attivato ormai da molto il sistema dei nuclei della nave per mettere in carica il motore e permetterci una partenza più esplosiva; non possiamo certo pretendere che faccia tutto la fortuna, dobbiamo impegnarci anche noi per rendere più facile il suo compito"
 
"Sono d'accordo" sentenziò Julian terminata la spiegazione
 
"Ne devo dedurre che anche tu concordi sull'affidarsi alla fortuna" disse retoricamente Sanol
 
"Non poteri mai chiedere a voi del villaggio di sacrificarvi per me; voi mi avete accettato nonostante fossi un  umano, mi sentirei un verme se vi chiedessi di dare la vita per la mia missione"
 
"Ok, non insisto" si arrese alla fine "con due duellanti duri come voi è davvero impossibile spuntarla"
 
"Speriamo di essere abbastanza duri per i denti dei soldati" scherzò Olamaris
 
"Lo sarete di sicuro" replicò sorridente il vecchio estraendo da una tasca del suo abito una carta "tieni Vey, l'ho conservata sin dal giorno in cui hai lasciato il club"
 
"Wow, grazie!" esclamò il duellante osservando la carta "ma anche Julian mi ha portato un Falconia, lo Schermidore"
 
"Due è sempre meglio di uno no?"  concluse dando un ultimo abbraccio all'ex allievo
 
Terminati i saluti l'anziano del villaggio diede le spalle ai due e iniziò ad incamminarsi per raggiungere il suo compagno di viaggio nei pressi del lago; appena prima di sparire nella boscaglia, una voce richiamò un'ultima volta la sua attenzione.
 
"Alla prossima vecchio e salutami gli altri del villaggio!" gli gridò il comandante
 
"Vale lo stesso per me!" aggiunse l'altro
 
"Sicuro!" rispose alzando la mano in segno di saluto appena prima di immergersi completamente nella foresta.
 
"Buona fortuna ragazzi e abbiate cura di voi"
 
 
"Dovrebbe essere passata circa un'ora e mezza" osservò Julian
 
"Perfetto allora possiamo dare inizio al piano; Julian, tu ti occuperai di cancellare le tracce di Sanol e Dragan, così magari potremmo evitare rappresaglie nei confronti del villaggio"
 
"E tu invece che farai?"
 
"Io vado a togliere dalla strada le sterpaglie che sono alla fine del tunnel da cui usciremo; l'ho creato sfondando gli alberi con la nave la prima volta che ho dovuto nascondermi e occultando l'ingresso con cespugli e rami rotti, fino ad ora mi erano sempre stati utili ma per il nostro piano sono solo d'intralcio"
 
"Ok!"
 
Abbandonato il nuovo amico, Julian optò per una breve perlustrazione per vedere fino a che punto della foresta le tracce fossero visibili; fortunatamente i due viandanti erano stati già piuttosto attenti e avevano evitato le più ampie zone di terreno bagnate, specie quelle in prossimità del lago.
Il duellante inglese prese alcune foglie ingiallite cadute dagli alberi e le usò per coprire le poche impronte lasciate nella terra o le foglie che risultavano visibilmente schiacciate; stette attento a non tralasciarne nessuna in un raggio piuttosto ampio, anche se Veirhal gli aveva detto che i soldati tendono a non avventurarsi troppo nella foresta a piedi con certa gente è sempre meglio non fidarsi.
Terminato osservò soddisfatto il suo lavoro e poi lasciò sapientemente alcune false impronte che lasciassero pensare che fosse giunto al lago passando dal profondo della foresta, infine tornò alla nave dove trovò immediatamente il suo nuovo compagno di viaggio.
 
"Fatto?" domandò laconico
 
"Nessuna traccia!" rispose l'altro
 
"Ottimo!" esclamò salendo la scala "salta su che partiamo"
 
Julian seguì il capitano nella sala principale di quella casa, e discarica, volante che era la Stella Blu; osservo il granroriano andare verso la cassettiera e estrarne qualcosa, per la precisione un binocolo in condizioni sorprendentemente buone.
 
"Me l'aveva regalato uno dei duellanti uccisi due giorni fa, usalo per tenere d'occhio le navi nemiche dalle finestre laterali" disse porgendolo all'umano
 
"Sei sicuro di riuscire a sentire quello che dico anche dalla tua cabina?" domandò Julian
 
"Ho staccato apposta la porta per poterlo fare" rispose l'altro mostrando il nuovo ingresso della cabina "ho nascosto la porta tra le sterpaglie che ho  levato dall'ingresso del tunnel; era vecchia e non stava mai chiusa, solo una seccatura per me"
 
"Va bene, allora io sono in posizione" disse Julian appostandosi appena fuori dall'ingresso pronto a guardare da entrambi i lati "quando saremo fuori, in che posizione saremo rispetto al cantiere?"
 
"Sarà alla tua sinistra, quindi inizialmente tieni d'occhio soprattutto quella vetrata…" rispose nuovamente il pilota dalla cabina di comando "… oook, sono in posizione; mi raccomando Julian tieniti forte in partenza, sarà decisamente esplosiva ma dopo poco ci abitua"
 
"Ok, Vey" replicò l'umano aggrappandosi al divano
 
"Solo gli amici possono chiamarmi Vey, lo sai?!!" gridò tra le risate "e ora… che la fortuna ci assista"
 
Un rumore disumano ruppe il silenzio della foresta, l'erba sotto la nave iniziò ad ondeggiare sempre più velocemente formando una serie di cerchi concentrici, i motori emisero prima un suono poco incoraggiante, che tuttavia si fece poco a poco più normale, poi vapore.
 
"VIAAAA!!!"
 
Come se fosse un essere vivente, la nave rispose al grido del suo capitano e partì ad una velocità impressionante; esattamente come Veirhal gli aveva detto, per i primi secondi Julian dovette trovare un appiglio ma in breve riuscì ad abituarsi e a recuperare la stabilità, dalle vetrate laterali poteva osservare gli alberi del tunnel apparire e sparire dal suo campo visivo dandogli un idea della velocità a cui si stavano muovendo.
 
"Stai attento, tra poco saremo allo scoperto"
 
Neanche il tempo di dirlo e gli alberi lasciarono il posto ad una sterminata pianura; la nave viaggiava ad una velocità sempre maggiore, ogni metro percorso li avvicinava al loro obiettivo… ma anche al loro punto di non ritorno.
 
"Eccola!" gridò il pilota dalla cabina "gli saremo accanto tra pochissimo"
 
"Vista!" confermò Julian "e vedo anche alcune navi in fase di avvio"
 
"Dannazione ci hanno già visti!"
 
Il duellante di Selveya spinse alla massima potenza il sistema dei nuclei e fece eseguire alla sua nave una perfetta rotazione di 360° su se stessa espellendo il peso in eccesso dato dalle scale senza diminuire la velocità di un singolo metro al secondo; nella sala, Julian fu ovviamente sorpreso da quella manovra ardita e accusò qualche colpo di troppo, tornato coi piedi per terra riprese il binocolo e si avvicino alla vetrata di destra.
 
"Da questo lato ancora niente!" esclamò "non ci sono ancora arrivati in coda!"
 
"Meglio così" replicò Vey "e dall'altro lato?"
 
"Quattro navi in avvicinamento… e anche piuttosto rapido direi"
 
"E noi ancora dobbiamo superare la barriera del suono!" urlò rabbioso il capitano "maledizione, la fortuna non ci sta affatto assistendo; e va bene, vi farò vedere di cosa è capace la mia piccola… VAI STELLA BLU!!!"
 
I motori emisero un altro grande rombo e di nuovo il vapore fuoriuscì copiosamente da essi. La nave accelerò , diventando più veloce ogni secondo e metro che passava; alla guida Veirhal inserì l'accelerazione supplementare installata da lui cercando di mantenere il controllo della nave, era sicuro che ormai mancasse poco, davvero poco.
 
"Maledizione ci sono addosso!" gridò Julian
 
"NO!" ribatté perentorio Veirhal "MI RIFIUTO DI ARRENDERMI AD UN PASSO DAL TRAGUARDO!!"
 
Improvvisamente, una delle navi dietro di loro sbandò e si schiantò contro quella accanto, le due presero fuoco ed esplosero in mille pezzi; una manciata di secondi dopo identico destino tocco ad una terza nave che diede prima segni di cedimento, Julian notò una gigantesca colonna di fumo fuoriuscire probabilmente dal motore, e poi si accasciò a terra come un cadavere.
 
"Ma cosa sta succedendo la dietro?!" domandò il pilota
 
"Non riesco a cap… aspetta, stanno sparando dalla Scala!"
 
"Deve trattarsi di una delle armi antinavi, dicono ce ne siano alcune in ogni deposito di cantiere"
 
"Si ma questa punta sulle navi nemiche…" fece Julian prima di essere interrotto da un'altra esplosione "… questa ad esempio era una nave rimasta a terra"
 
"E' impossibile, vuoi dire che qualcuno dei prigionieri ci sta dando una mano?"
 
"Sicuramente qualcuno ci sta dando una mano ma non mi sembra uno dei… OH MIO DIO, NON PUÒ' ESSERE VERO!!!"
 
"Cosa c'è"
 
"OH, MERDA, IL TIRATORE E' DRAGAN!!!"
 
"COSA?!" disse alzando per qualche secondo la mano destra dal volante "Dragan, Dragan mi senti"
 
"Si Veirhal, ti sento forte e chiaro"
 
"Siete in contatto?" chiese stupito Julian
 
"L'avevo dato a tutti i duellanti, è così che ho saputo della trappola" rispose rivolgendosi poi di nuovo al croato "Perché sei qui? Dovresti trovarti al villaggio, idiota!!"
 
Non ci fu una risposta immediata; alcuni interminabili istanti di silenzio e poi la voce del soldato tornò a farsi sentire.
 
"Sai Veirhal, questi ultimi due giorni mi hanno fatto capire una cos… aspetta" si udì un sibilo e poi il rumore di un'esplosione "e anche la quarta è andata… dicevo che ho finalmente compreso una cosa che in realtà, in cuor mio, ho sempre saputo"
 
"Ma di che diavolo stai parlando?" sibilò il pilota trattenendo a stento le lacrime
 
"Purtroppo ho sbagliato, Veirhal, non era questa la mia seconda occasione; ero così disperato che ho accettato la prima opportunità capitatami ma solo ora capisco che non era questo che Gran RoRo aveva preparato per me" spiegò l'uomo con tono a sua volta rotto dal pianto "ho gettato al vento anche la mia seconda chance…. e la seconda è l'ultima"
 
"NO, NON PUÒ FINIRE COSI', DA QUALCHE PARTE AVRAI DI SICURO UN'ALTRA CHANCE!!"
 
"Un uomo non può avere infinite chance nella vita, altrimenti non è più un uomo" replicò pacatamente l'altro "ma su una cosa hai ragione, probabilmente ho un'ultima opportunità"
 
"Cosa intendi di…"
 
"Sai, io sono arrivato in questo mondo perché ne  avevo bisogno" disse prima di sparare un ultimo proiettile ad una nave che stava sopraggiungendo "ma forse posso fare anche io qualcosa per il mondo Altrove, potrei portare con me un compagno nel mio ultimo viaggio… che ne dici della Scala dell'orizzonte?"
 
Detto ciò l'uomo lasciò cadere l'antinavi e Julian riuscì solo a scorgerlo prendere in mano un lanciarazzi prima questi sparisse dal campo visivo del binocolo.
 
In quel preciso istante lo scoppio che segna il superamento della barriera del suono rimbombò come le esplosioni che avevano abbattuto, una ad una, tutte le navi all'inseguimento della Stella Blu.
 
"Addio Veirhal" sussurrò Kaszmir
 
"Chiamami Vey!" esclamò in lacrime "sai, solo gli amici possono farlo"
 
"O-ok… addio Vey"
 
Un sibilo e poi il nulla.
 
Ci fu una violentissima esplosione e l'area di impalcature su cui si trovava Dragan Kaszmir dalla Croazia saltò completamente in aria ricadendo poi verso il terreno, attesa dalle fiamme che erano divampate e che, poco alla volta prendevano il possesso di tutta la torre verde di ferro e vegetazione.
 
Una luce spendente e una porta simile a quella che conduceva ai terreni di gioco si materializzarono di fronte all'unica nave ancora in grado di volare; all'interno di essa la nave scomparve, in un silenzio rotto da un'unica voce… un grido straziato dal dolore.
 
"DRAGAAAAN!!!!"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Wow, non credevo che sarei riuscito a scrivere un capitolo in così poco tempo, specie uno così importante; inizio come al solito ringraziando i miei lettori e recensori che spero possano apprezzare questo capitolo come hanno fatto (sempre che l'abbiano fatto) con i precedenti.
 
Veniamo alla storia… mi pare giusto che dopo un capitolo senza troppa azione ne segua uno con morti, esplosioni, fiamme e corse contro il tempo… no, scherzi a parte, credo sia una delle prime volte che penso io stesso che un capitolo mi sia venuto bene, spero in particolare di essere riuscito a caratterizzare abbastanza bene Veirhal sin da questo primo capitolo perché ci sarà praticamente sempre da qui in poi anche se devo ammettere che, quando apparirà Magisa, le iterazioni tra lui e Julian diminuiranno leggermente.
 
Nel  capitolo è importantissima, per cui se avete intenzione di seguire tutta la storia è fondamentale che ve la ricordiate, la parte in cui Dragan spiega come si può arrivare a Gran RoRo, è frutto di una mia interpretazione del tutto personale (tra l'altro non mi pare che nell'anime si dica perché si arriva nel mondo Altrove) ma sarà un concetto di importanza capitale per spiegare gran parte delle storie personali di alcuni personaggi che Julian, Vey e, a breve, Magisa incontreranno a Gran RoRo.
 
Mi scuso per il capitolo forse un po' pesante (e per avere inventato la parola "granroriano" per definire gli abitanti del mondo Altrove ma non venivano più sinonimi adatti), vi assicuro che appena arriverà Magisa la storia si farà meno pesante e, pur senza esagerare, anche più divertente; resistete cari lettori, ormai non manca molto.
 
Che dire ora, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo nel quale accadrà qualcosa di molto, ma davvero molto, importante soprattutto per Julian.
 
Ciao a tutti da ShawnSpenstar anche detto Athos.
 
NOTE: Veirhal aggiunge un Falconia, lo Schermidore al suo side deck (fatemi sapere se preferite avere le note ad inizio capitolo o alla fine come in questo caso, grazie mille!)
 
P.S. due parole in più forse le merita la Stella Blu che non mi sembra di avere descritto adeguatamente all'interno del capitolo; personalmente l'ho immaginata "fisicamente" di forma simile alla Limoviolet ma decisamente più piccola nelle sue dimensioni, oltre che blu e non viola ovviamente; per quanto riguarda invece la "dotazione", le cose che la distinguono dal modello più recente sono l'assenza della parte "panoramica", il fatto di avere un sistema di nuclei più debole e alcune altre caratteristiche che saranno accennate, nel caso foste interessati, nella prima parte del prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** La divinità dell'Impatto Devastante ***


La divinità dell'Impatto Devastante
 
 
La luce intensa risplendeva ovunque fuori dalla nave blu del regno di smeraldo. All'interno della sala, Julian osservava la scena come estasiato di fronte ad uno spettacolo da lui visto solo nei film di fantascienza, un qualcosa di così bello da essere quasi in grado di cancellare dai suoi occhi l'orrore che questi, poco prima, avevano dovuto sopportare.
La Stella Blu attraversò il tunnel bianco ancora per alcuni secondi quando, ad un certo punto,  la luce si fece troppo intensa e i due passeggeri dovettero chiudere gli occhi; alla riapertura il paesaggio era completamente cambiato, sia che lo si confrontasse al tunnel sia che lo si paragonasse al regno di smeraldo:  in tutto l'ambiente circostante non c'era un solo albero e la terra era composta quasi interamente dalla polvere delle rocce rossicce che circondavano le zone pianeggianti; il paesaggio ricordava molto quello del Grand Canyon sulla terra se non fosse stato per alcune torri naturali in cima alle quali spiccavano delle rocce incredibilmente più grandi dei basamenti su cui poggiavano.
 
Dalla cabina di comando Veirhal fece dolcemente rallentare la nave e disinserì l'accelerazione supplementare, abbassò poi la potenza della nave e impostò una velocità massima bassa perché il sistema dei nuclei non si sforzasse troppo. Il pilota lasciò momentaneamente il volante e si strofinò gli occhi asciugando quello che restava delle lacrime di poco prima dopodiché riprese il controllo della nave.
 
"Ehi Julian!" disse dalla sua postazione "purtroppo senza scala non possiamo chiudere la nave, ti dispiacerebbe montare la guardia stanotte?"
 
"Non ho alcun problema" replicò
 
"Perfetto perché non credo che riusciremo ad arrivare al villaggio in giornata" ammise "Sanol ha provato a spiegarmi un po' dove andare… ma non è che ci abbia capito molto"
 
"Quindi il piano qual è?" chiese l'inglese "andiamo a tentativi?"
 
"Non dire idiozie, qualcosa lo ricordo"
 
"Tipo cosa?"
 
"Andare sempre dritto finché la catena rocciosa alla nostra destra non termina, a quel punto dovremo svoltare in quella direzione"
 
"Di sicuro non si tratta di un'indicazione particolarmente precisa"
 
"Già, però mi ha anche raccontato che il villaggio si trova in una zona di risaie, vicino ad un lago di notevoli dimensioni  e che seguendo la direzione da lui indicata dovremmo raggiungere un fiume che sfocia proprio in quel lago"
 
"Beh, sempre meglio di niente, no?"
 
Il tentativo di Julian di intavolare una discussione amichevole sbatté contro il muro del silenzio che il capitano cercava ora di erigere. In tutta sincerità l'inglese poteva capire che il collega non avesse voglia di parlare, solo un cieco, o un idiota, sarebbe potuto risultare incapace di comprendere il significato della sua espressione cupa e degli occhi arrossati, tuttavia era altrettanto fermamente convinto che la sofferenza silenziosa non fosse la migliore delle soluzioni.
 
"Allora…" tentò "… come ti senti?"
 
"Come qualcuno che ha perduto gli unici amici che aveva per sapendo che avrebbe potuto salvarli" rispose sincero estraendo un piccolo oggetto da una tasca
 
"Sai cos'è questa?" domandò ricevendo un cenno negativo in risposta "è una ricetrasmittente collegata al computer di bordo; se l'avessi messa addosso a Dragan a quest'ora probabilmente sarebbe vivo… e invece l'ho stupidamente tenuta con me, E IO NON SO NEMMENO COSA FARMENE!!"
 
Lanciò il microscopico oggetto verso la porta tra cabina e sala e quello atterrò proprio accanto al divano andando in mille pezzi; Julian andò a raccogliere ciò che restava della ricetrasmittente e lo mise in una delle tasche della sua giacca nera, poi tornò nella cabina di comando sperando che il suo compagno di viaggio avesse smaltito almeno un po' della rabbia che aveva in corpo.
 
"Ti dispiacerebbe insegnarmi a manovrare la nave?" domandò sperando che la richiesta potesse allentare la tensione
 
Il capitano inchiodò di colpo.
 
Seguirono alcuni secondi, se non minuti, di silenzio disumano e inquietante, poi però il capitano non riuscì a trattenere un accenno di risata.
 
"Intendi dire la MIA nave?" ribatté Veirhal preoccupato mentre, dietro di lui, il biondo esultava in silenzio per essere riuscito nella sua intenzione
 
"Secondo te?" chiese l'inglese con ironia "ti sorprenderà, ma la tua è l'unica che ho incrociato per ora"
 
"E a te sorprenderà sapere che, da quando è di mia proprietà, non mai permesso a nessuno di toccare il volante della mia piccola" ribatté scherzoso "in tempi antichi ti avrei ucciso nel momento stesso in cui avessi messo piede nella cabina di pilotaggio"
 
"Ma quali tempi antichi? Avrai si e no la mia età"
 
"In realtà ho più di mille anni" spiegò allegro al suo attonito interlocutore "temo proprio che ti servirà mooolto tempo prima di comprendere bene come scorre il tempo qui a Gran RoRo"
 
"Temo proprio di si… allora mi insegni o no?"
 
Per quanto l'espressione sul suo volto rivelasse abbastanza bene  quanto il duellante fosse inquietato alla sola idea di cedere il volante della sua amata nave a qualcun altro, il capitano decise, soprattutto in virtù di quanto Julian stesse facendo per farlo sentire meglio, che quella richiesta meritava perlomeno una possibilità.
 
"Ok" disse alzandosi dal posto di guida e facendo sedere il campione "non sarà difficile imparare, in alcune delle loro componenti fondamentali le navi sono esattamente identiche alle vostre automobili"
 
"Come conosci le automobili?" disse sedendosi
 
"Dragan e gli altri duellanti mi hanno parlato del loro mondo" raccontò l'altro "per questo so che il dispositivo di accensione, il volante, l'acceleratore e il freno hanno una posizione identica a quella che hanno sui vostri veicoli"
 
Julian diede un occhiata in basso sotto la cloche e trovò le chiavi inserite e la conferma delle parole dell'amico.
 
"Questo invece…" proseguì indicando il display con una mappatura del veicolo "è il pannello di controllo principale; qui puoi valutare la "salute" della nave"
 
"Come?"
 
"Vedi l'immagine?" domandò retoricamente "le parti evidenziate in verde, freni, motore, esterni, sono in buone condizioni, se subissero danni o venissero sottoposte a sforzi eccessivi il colore scalerebbe prima a giallo, poi arancione, rosso e, infine, nero… raggiunto quest'ultimo diventano necessarie riparazioni o sostituzioni di pezzi"
 
"E questi simboli invece?" chiese indicando alcune icone
 
"Questo" continuò premendo con l'indice sullo schermo "è un limitatore di velocità attivabile con il contatto dell'impronta digitale e serve ad evitare che il sistema dei nuclei si affatichi troppo, grazie a questo congegno è possibile, anche tenendo premuto al massimo l'acceleratore, usare solo parzialmente l'energia del sistema"
 
"Noto che la velocità è in chilometri orari e non in miglia orarie" scherzò Fines
 
"Quest'altro invece" indicò una specie pulsante virtuale "attiva le valvole per il rilascio del vapore prodotto durante lo sforzo del sistema, si trova proprio accanto ad un indicatore specifico che segnala quando la quantità di vapore rischia di risultare dannosa per la nave; nei veicoli più moderni il problema è stato superato ma sfortunatamente il mio è un modello vecchio e non ho alcuna intenzione di cambiarlo"
 
"E' una tradizione granroriana di innamorarsi delle navi invece che delle ragazze?" lo prese in giro l'umano
 
"Ah ah, prova ad insultare la mia signora un'altra volta e ti lascio a terra" sibilò sorridendo
 
Portò lo sguardo del suo momentaneo allievo a concentrarsi sulle ultime due componenti della cloche che necessitavano di una spiegazione; una leva posizionata in basso a destra del sedile del pilota e un'impugnatura che sporgeva dalla cloche
 
"La leva alla tua destra" disse il granroriano "attiva lo stazionamento, quella leggera fluttuazione che la nave ha quanto è ferma; è l'unica leva che continua a funzionare anche quando le chiavi sono disinserite"
 
"Dovrò tirarlo verso di me perché funzioni, immagino" rifletté Julian osservando la posizione della sbarra metallica
 
"Esatto, e lo stesso devi fare con questa impugnatura…" seguitò "… che attiva l'accelerazione supplementare o turbo ausiliario, necessario per raggiungere in un tempo più breve velocità elevate; essendo una mia invenzione questa non fa parte della normale dotazione della nave quindi se mai tu dovessi trovarti a guidare una nave che non sia questa sappi che non la troverai… anche se il tutto verrebbe compensato da un sistema di nuclei molto più sviluppato capace di garantire una potenza di base almeno cinque volte superiore a quella che può sprigionare la Stella Blu"
 
"Mi stai dicendo che se ci trovassimo ancora a dover sfuggire alle navi del re saremmo spacciati?"
 
"Non mi sembra che ci abbiano catturato la prima volta e poi quello è un caso particolare; le navi come la mia sono ad uso civile, i soldati hanno navi militari su cui vengono montati sistemi molto più potenti… e comunque anche questa nave potrebbe andare più veloce, dovrei solo trovare un posto in cui comprare pezzi di ricambio adatti e installare un sistema più moderno"
 
"Deduco che tu non abbia idea di dove trovare un posto simile" lo prese in giro l'inglese
 
"E invece stavolta ti sbagli!" esclamò con una strana soddisfazione nella voce "so perfettamente dove trovarlo: nel regno di perla, dove tutte le navi vengono costruite; ora però smettila di dire idiozie e premi sull'acceleratore"
 
Come ordinato dal suo "istruttore" Julian iniziò a prendere confidenza con la nave, accelerando sempre più e avvicinandosi al limite imposto dal limitatore; contemporaneamente, aiutato dal comandante, teneva d'occhio la catena barriera rocciosa alla sua destra per sapere con certezza quale fosse il momento giusto per svoltare.
 
"Veirhal" chiamò il biondo "pensi che sia possibile installare una mappa nel computer centrale del veicolo?"
 
"Le navi più moderne sono fornite anche di quella, per poterla installare su questa dovrei cambiare il computer"
 
"La solita storia insomma"
 
"Cosa ti ho appena detto a proposito del tuo squallido umorismo?" ribatté esasperato "e preparati a svoltare che la avanti c'è la fine della parete"
 
Come ordinato da Olamaris, Julian iniziò le operazioni per la manovra. Per prima cosa alzò il limite di velocità imposto dal limitatore e premette sul pedale dell'accelerazione; arrivato poi al punto più adatto allargò leggermente la traiettoria rispetto all'angolo per poi sterzare bruscamente e immettersi sulla strada corretta.
 
"E proprio come guidare una macchina!" esclamò l'inglese, soddisfatto di aver completato la sua prima manovra con una nave
 
"Bravo ma raddrizza quel maledetto volante e abbassa il livello del limitatore adesso" gli replicò con tono scherzoso il capitano
 
"Si mamma" ironizzò il biondo mentre faceva ciò che il compagno di viaggio gli aveva chiesto
 
"E niente umorismo!" gridò bonario "come diavolo te lo devo dire?"
 
"Prova con qualche antica lingua granroriana"
 
"JULIAN!!!"
 
"Calmati Veirhal, penso che ormai dovremmo essere arrivati, poco avanti vedo una cascata che forma un piccolo lago dal quale, a sua volta, nasce un fiume"
 
"Ottimo, ci accamperemo li!" disse l'altro dirigendosi verso la sala
 
"Ci siamo ormai" fece il campione raggiungendo il punto prestabilito "ora attivo lo stazionamento"
 
Le operazioni di spegnimento del veicolo furono completate e la nave entrò nella sua fase a riposo; estratte le chiavi, Julian raggiunse il collega nella sala e gli lanciò le chiavi della nave. Il granroriano mancò la presa e cadde dal divano su cui era sdraiato… scoppiò, lui stesso, in una fragorosa risata ed era davvero incredibile vista la ciò che aveva vissuto in quell'assurda giornata.
 
"Grazie di avermi aiutato Julian" sussurrò
 
"Di nulla Veirhal"
 
"Chiamami Vey"
 
 
 Il vento soffiava impetuoso nella notte del mondo Altrove sollevando dense nuvole di polvere; nella sala della nave, seduto a terra con il volto rivolto alla vetrata che da sulla sterminata pianura rossa, Julian scrutava come meglio poteva l'orizzonte, cercando di distinguere i particolari; notò nel vetro il riflesso del suo compagno di viaggio, nonostante gli sforzi non era riuscito ad addormentarsi veramente.
 
"Non riesci a dormire?" domando Fines senza staccare lo sguardo dalla vetrata
 
"No purtroppo; non riesco a non pensare a cosa potrebbe succedere alla mia nave"
 
"Non ti fidi di me?"
 
"No, no, mi fido di te" cercò di correggersi Vey "ma questa è la mia casa nonché l'unico mezzo che può riportarmi nel mio mondo… sai, non è che io abbia molti soldi"
 
L'altro non rispose; non aveva ancora considerato la vicenda da quel punto di vista ma, mentre lui una volta completata la missione avrebbe lasciato Gran RoRo, il suo nuovo amico sarebbe dovuto tornare al suo regno d'origine; gli fu chiaro che, con simili pensieri nella mente, il granroriano non si sarebbe mai potuto addormentare e allora perché non cercare di rendere la nottata più utile provando a capire di più sul mondo Altrove.
 
"Ehi Vey!" sussurrò "la notte scorsa hai parlato con Sanol di una leggenda granroriana"
 
"Ieri dici, mmm…" rifletté il comandante "… ah, si, la leggenda dei maestri della luce che salveranno Gran RoRo dalla schiavitù"
 
"Cosa sai di questa storia?" chiese il duellante umano "che tu sappia c'è qualcosa di vero?"
 
Il comandante si alzò in piedi e cominciò a camminare tranquillamente avanti e indietro per la sala come si fa quando si deve fare mente locale; prese il suo portamazzi da sopra la cassettiera e lo aprì facendo scorrere lentamente le carte in modo da poter distinguere ognuna di esse.
 
Sorrise soddisfatto.
 
"So solamente quello che mi hanno raccontato purtroppo" disse con un tono triste "non ho mai visto veramente un maestro della luce ma mi sono giunte alcune voci secondo le quali alcuni hanno già tentato di compiere l'impresa"
 
"Ma cosa o chi dovrebbero essere?"
 
Vey ripose il mazzo sul mobile e si voltò verso Julian.
 
"Sono degli abilissimi duellanti di Battle Spirits" iniziò il nativo di Selveya "possono essere sia umani sia granroriani, ciò che veramente li distingue dagli altri duellanti è la capacità di materializzare e usare l'energia del simbolo che da loro il nome… ad esempio se io fossi uno di loro sarei il guerriero azzurro"
 
Julian rise a quell'ultima affermazione, per quanto ci provasse gli era impossibile immaginarsi l'amico nel ruolo dell'eroe.
 
"Ti proibisco di ridere di me!" disse ilare "non costringermi a punirti usando contro di te il mio potere di maestro della luce in un duello "
 
"Per favore, non addentriamoci nel campo dell'impossibile" ironizzò l'altro "piuttosto, hai detto che, secondo voci, ci sono già stati dei maestri della luce, giusto? Ma se il re è ancora sul suo trono, significa che questi eroi hanno fallito, o sbaglio?"
 
"Non sbagli, Julian, ma la leggenda non racconta che esista un solo maestro della luce; io credo che tanti ce ne sono stati e altrettanti ce ne saranno e che ognuno di loro ha le potenzialità per sconfiggere il re… devono solo desiderarlo"
 
"Credo che tutti loro lo vogliano" osservò con onestà l'umano
 
"Non si tratta solo di volerlo" replicò Vey "ogni duello è una sfida tra due personalità, per la precisione tra due cuori e due cervelli; in ogni scontro sono necessari un cuore appassionato e una mente strategica che devono essere sia superiori a quelli dell'avversario sia equamente bilanciati tra loro; potremmo quasi definirla una legge naturale:  un duellante freddo non ha fame di vittoria, uno dalla mente confusa è preda dell'avversario"
 
"Ma allora perché nessuno riesce a sconfiggere il re? Capisco che la sua mente sia molto lucida in battaglia ma il vostro desiderio di libertà dovrebbe essere uno dei sentimenti più potenti che l'uomo abbia mai sperimentato!"
 
"Purtroppo il re nutre il suo cuore d odio" sussurrò cupo "e, per negativo che sia, l'odio è una emozioni più forti che esistano"
 
L'inglese non osò ribattere all'ultima affermazione, anche perché ne avrebbe sottoscritto ogni singola parola, ma non poteva fare a meno di chiedersi come e verso chi potesse provare odio un uomo che aveva tutto, di come potesse essere quest'odio tanto grande da uccidere il desiderio della libertà.
 
"Come sai che è l'odio il sentimento preponderante in lui?"
 
"Così ci è stato detto da un duellante che l'ha sfidato" spiegò "ricordo ancora le sue parole: "L'odio che risplendeva nei suoi occhi era terrificante" disse a quelli del suo clan e queste sono le parole che ci sono state tramandate"
 
"Ma Sanol mi ha detto che nessuno di coloro che sono stati sconfitti dal re ha mai fatto ritorno" affermò perplesso Julian
 
"Il maestro Sanol è molto anziano e dimentica facilmente" rise il capitano "in realtà ce n'è stato uno che è riuscito a scappare"
 
"Wow, e sai anche chi è quello che ha compiuto l'impresa?"
 
"Se non ricordo male, un duellante del clan dei mazoku di cui ora mi sfugge il nome" disse sbuffando "personalmente odio i mazoku per il loro atteggiamento altezzoso e per la condotta spesso gratuitamente violenta ma, se la storia e vera, mi toccherà fargli i complimenti… perlomeno stavolta "
 
"Non ci giurare, con tipi del genere non si può mai sapere"
 
"Ma non li hai mai incontrati, come puoi dirlo?"
 
"Non credere che gli idioti esistano solo a Gran RoRo, Vey!" esclamò il biondo "il tuo re dovrebbe essere una prova più che sufficiente del contrario"
 
Il duellante del regno di smeraldo scoppiò in una divertita e rumorosa risata. La tensione se ne andò come per magia e finalmente le palpebre iniziarono a chiudersi; si sdraiò stanco sul divano e diede un'ultima occhiata fuori dal vetro osservando la piana sterminata che avrebbero dovuto affrontare il giorno seguente, chissà, magari prima di tornare a casa avrebbe anche potuto fare una visita al regno di perla, la sua amata aveva davvero bisogno di essere rimessa a nuovo.
 
"Buonanotte Vey" gli disse l'umano
 
"Buonanotte Julian!" rispose "ah, e tanto per mettere le cose in chiaro, domani guido io!"
 
 
Come promesso, il giorno seguente guidò Veirhal che si svegliò strategicamente due ore prima di Julian solo per poter prendere indisturbato il posto che gli spettava in quanto capitano. Quando anche l'umano si svegliò la nave aveva già percorso parecchi chilometri di fiume; l'ambiente circostante era molto cambiato, la terra rossa e desertica spazzata da turbini di polvere di rocce aveva lasciato il posto ad una piana simile ad una savana, o una steppa, in cui a zone di sola terra potevano seguire aree con una rigogliosa vegetazione anche ricca di alberi, seppur di dimensioni abbastanza relative.
Il duellante inglese raggiunse il collega nella cabina del pilota e osservò dal vetro cosa li aspettava; avanzando lungo la via del fiume, il mondo si sarebbe fatto sempre più verde, passando da invivibile deserto ad una ben più piacevole regione ricca di vita.
La carta rossa nella tasca cominciò a brillare di una luce intensa tanto che Veirhal dovette chiedere a Julian di uscire per evitare che il riflesso lo infastidisse; adempiuta la richiesta, Julian estrasse la "Divinità vanesia" dalla tasca e la osservò.
 
"Devi pazientare ancora un poco" gli disse "ormai siamo quasi arrivati"
 
"Se parli con le carte ti butto giù dalla nave" sibilò dal posto di guida il pilota "non voglio avere dei matti sulla mia piccola"
 
"Ah ah ah, e allora spiegami perché tu sei ancora a bordo"
 
"Sbaglio o non ricordi cosa ho detto sull'ironia, fratello umano" fece trattenendo a stento le risate "sulla mia nave, solo io ho il diritto di ironizzare sugli altri"
 
"Ma infatti io non ti ho certo chiesto il permesso" lo prese in giro il biondo "piuttosto tieni gli occhi sulla strada che altrimenti poi la nave si graffia e tu finiresti per lamentartene per tutta la giornata, notte compresa, nonostante sia chiaro che la colpa è tua"
 
Il guerriero di Selveya borbottò qualcosa che l'umano non riuscì a capire e consigliò poi di tenersi aggrappato a qualcosa; premette con aggressività il pedale dell'acceleratore, aumentando la velocità e rilasciando ai lati come due lame di vento.
Julian, aggrappato ai bordi stipiti della porta della cabina, osservava in mondo muoversi veloce intorno a lui; gli elementi del paesaggio erano sempre più difficili da distinguere, tutto ciò che gli occhi riuscivano a vedere era una enorme macchia verde che si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
 
"Sembra quasi di essere a casa!" esclamò Veirhal che nel frattempo aveva indossato un paio di occhiali da pilota "le nostre foreste sono più belle e gli alberi più grandi ma devo ammettere che anche qui non è male"
 
"Io mi accontento, purtroppo, da dove vengo io, i posti come questo sono sempre meno" gli fece seguito Julian "e da dove hai tirato fuori quegli occhiali?"
 
"Non te li avevo mostrati? Eppure li avevo messi anche quando abbiamo lasciato il regno di smeraldo"
 
"Io il viaggio dal regno di smeraldo l'ho fatto quasi interamente in sala!" replicò stizzito il biondo
 
"Ah, già… comunque non sono niente di particolarmente importante, solo uno strumento che aiuta la vista del pilota quando viaggia ad alte velocità, sulle navi più moderne sono montati direttamente dei vetri antivelocità ma questa è…"
 
"Si, lo so!" sbuffò annoiato "è sempre la stessa storia!"
 
"Non fare domande se non ti interessano le risposte!"
 
Sorridendo Julian lasciò la cabina e si sedette sul divano in sala, estrasse poi le carte dal portamazzi e le osservò attentamente; c'era qualcosa di diverso in loro, i simboli rossi in basso a destra delle carte brillavano in modo simile, anche se con intensità inferiore, a Supremo Drago del Caos; il biondo duellante percepì una sorta di calore che ricordava gli strani problemi fisici che lo avevano colpito all'ultimo torneo, i quali, effettivamente, non potevano essere legati alla "Divinità vanesia" in quanto la carta non era ancora in suo possesso.
 
-Questo significa che la mia missione potrebbe essere un'alt…-
 
Una brusca frenata interruppe i suoi pensieri riportandolo alla realtà, si ritrovò con la schiena contro uno dei braccioli del divano e le carte sparpagliate per terra; raccolse freneticamente le carte riponendole nel portamazzi dopodiché lanciò un urlo di rimprovero al pilota.
 
"Mi sono fermato perché siamo arrivati, idiota!" replicò Vey perfettamente a tono "guarda davanti a noi"
 
Di corsa, l'inglese raggiunse il collega nella cabina di pilota e guardò nella direzione indicata; davanti a lui si balenò uno spettacolo di terrazzamenti e canali di dimensioni titaniche che discendevano dal crinale di una montagna rocciosa, che proprio in quella zona curvava vistosamente, mentre, sotto la nave, la superficie di uno splendido lago dall'acqua limpidissima veniva increspata dall'aria prodotta dal veicolo; il biondo fece una panoramica totale della zona da destra a sinistra.
Al termine di quella meravigliosa pellicola apparve un villaggio: era discrete dimensioni, circondato per tre lati da un'alta palizzata e protetto, sul quarto, dalla montagna stessa; l'ingresso presentava un enorme portone, sempre di materiale ligneo, sormontato da un arco e delimitato da due torri di vedetta integrate nel muro di cinta la cui altezza superava di molto il suddetto muro; le abitazioni, nonostante fossero piuttosto lontane, si potevano senza dubbio definire edificate secondo uno stile orientale, Shirou gli aveva dato spesso lezioni non richieste di storia giapponese, erano simili in numero a quelle incontrate da Julian nel mondo di smeraldo ma diverse nelle dimensioni, erano generalmente più grandi, e nei materiali, erano tutte in pietra e tegole; nella parte più estrema del villaggio, visibile solo per la penuria di edifici nell'area circostante, spiccava una larga scalinata di pietra, circondata un giardino, che sembrava condurre ad una sorta di tempio.
 
"Ci siamo finalmente!" esultò il biondo "quello deve essere il villaggio miao-miao"
 
"Lo spero davvero" ironizzò Veirhal "perché la mia piccola ha urgente bisogno di riposo"
 
L'inglese cercò sul display della nave la conferma alle parole dell'amico; il sistema dei nuclei stava affrontando uno sforzo eccessivo e freni e motore erano indicati in rosso. Si, era decisamente il caso di fermarsi.
 
"Passiamo il lago e smontiamo dalla nave" propose Julian
 
"Prima troviamo un nascondiglio per la mia signora" ribatté Vey "ho visto una grotta, scavata nella montagna, vicino alle risaie che fa proprio al caso nostro"
 
"Ok" sbuffò esasperato
 
Come pattuito, i due lasciarono il vascello nel caverna e percorsero a piedi i pochi metri che li separavano dall'ingresso del villaggio; arrivati alla porta, osservarono attentamente per vedere se vi fossero abitanti, ma niente, non un singolo rumore; stavano per dirigersi alle risaie, sperando di avere più fortuna quando un suono sordo proveniente dall'interno, in corrispondenza della torre a sinistra, richiamò la loro attenzione.
Incuriositi, passarono l'ingresso e aggirarono la porta in direzione del suono e trovarono, seduta a terra dolorante, una giovane ragazzina dai capelli neri del tutto simile ad un'umana se non per le orecchie e la coda da gatto; la giovane gridò spaventata alla vista dei due visitatori e cercò di alzarsi in piedi per scappare ma, per sua sfortuna, la caduta le aveva provocato una distorsione alla caviglia; capì che scappare in quel modo, per lei, sarebbe stato impossibile e allora decise di tentare di darsi un leggero vantaggio, avvolse con la coda la gamba dell'umano, lo fece cadere con uno strattone e provò ad mettersi al sicuro; non riuscì a fare che pochi centimetri e il secondo viaggiatore, che finora la giovane non aveva notato, la bloccò afferrandola per un braccio e facendola ricadere a terra.
 
"P-per favore si-signor s-soldato" supplicò lei tremante "f-farò que-quello che v-vuole ma n-non mi p-porti via"
 
"Ehi, tranquilla" sussurrò delicatamente Veirhal "ti sembro forse un soldato?"
 
Una volta data una seconda occhiata, la domanda parve piuttosto retorica ma, d'altra parte, se quello che si trovava davanti era senza dubbio un granroriano, l'altro era altrettanto indubitabilmente un essere umano, anche se non indossava la divisa dei soldati.
 
"P-perché è co-con un umano, si-signore?" balbettò "sie-siete su-suo p-prigioniero?"
 
"COOSAA?! IO PRIGIONIERO DI QUELLO LI?!" sbottò davvero arrabbiato
 
"Mi scu-scusi" provò a dire intimidita "è c-che pensavo…"
 
"A PARTE IL FATTO CHE MAI E POI MAI POTREI SOTTOSTARE A QUELL'IDIOTA…" gridò sarcastico "… LA MIA VITA NON MI APPARTIENE IN QUANTO ESSA E' CONSACRATA ALLA MIA AMATA, LA MIA STELLA BLU!!"
 
Ora la ragazzina sembrava, incredibilmente, più terrorizzata dal granroriano che non dall'umano; scappò cercando rifugio proprio dall'ipotetico soldato il quale, da vero gentleman inglese, si parò davanti al compagno di viaggio.
 
"Ma ti sembra il caso di usare questo tono con una giovane signorina?" sibilò "perdonami se te lo dico ma forse è davvero meglio se rimani innamorato solo della tua nave"
 
L'inglese rivolse poi la sua attenzione alla ragazzina-gatto, le offrì la mano e la aiutò ad alzarsi.
 
"Spero che tu possa perdonare il mio amico" disse cortesemente "lui… lui non intendeva aggredirti"
 
"L-lei… è mo-molto gentile co-con me signor soldato" balbettò quella in tono stupito
 
"Non sono un soldato del re" spiegò con calma "una carta di Battle Spirits mi ha condotto fino al vostro villaggio; la mia missione era di riportarla qui… alla sua casa"
 
"Una carta che ha qui la sua dimo… sta per caso parlando della leggendaria carta rossa?"
 
"Non so se abbia qualche appellativo particolare, la carta è questa" disse estraendola dal portamazzi
 
"E'… è… è l-la carta le-leggedaria" esultò "grazie si-signore… oh, che ve-vergogna, lei è il n-nostro salvatore e io non so nemmeno come si chiama"
 
"Sono Julian Fines, ma lei può chiamarmi solo Julian, signorina…"
 
"Sophia… i-il mio nome è Sophia, sono l'apprendista della sacerdotessa del tempio del drago"
 
"Molto piacere sacerdotessa Sophia" disse l'uomo prendendola in spalle "ti dispiacerebbe aiutarci con gli altri del villaggio? Sai, essendo un umano non penso di essere benvisto"
 
"Non sbaglia signore!" esclamò eccitata "ma non si deve preoccupare, essendo in mia compagnia le lasceranno il tempo di spiegarsi… ehi, gentili signore, abbiamo visite!!"
 
Le finestre di molte case si spalancarono e numerose ragazze simili alla bambina, anche se generalmente di età superiore, si affacciarono per vedere ciò di cui la loro piccola apprendista stava parlano; rimasero quasi tutte come paralizzate alla vista di un essere umano, solo poche di loro ebbero il coraggio di scendere sulla via per cercare di "salvare" la loro piccola compaesana.
Con un gran sorriso, Julian fece smontare la piccola Sophia dalle sue spalle e la fece andare dalle tre donne dimostratesi sufficientemente temerarie da affrontare direttamente l'uomo; appena giunta tra loro una di queste la abbracciò con affetto, l'inglese intuì anche dalla notevole somiglianza che dovesse trattarsi della madre, mentre un'altra più giovane, che indossava una vistosa tunica rossa da sacerdotessa, li osservava stranita.
 
"Non dovete avere paura!" disse la bambina con la sua voce delicata "l'uomo non è un soldato del re; anzi, è gentilissimo"
 
"Effettivamente non vedo nessuna divisa da militare" osservò la donna con l'abito rosso
 
"Non siamo militari" spiegò Julian "lui è Veirhal Olamaris, duellante del mondo di smeraldo nonché pilota e comandante della Stella Blu, e io sono Julian Fines"
 
"Ci scusiamo per la fredda accoglienza" replicò la ragazza "io sono lady Fresia, sacerdotessa del tempio e momentanea reggente di questo villaggio"
 
"Momentanea?" domandò incuriosito Vey
 
"Purtroppo il capo villaggio non è più con noi e così sono stata temporaneamente investita del titolo"
 
"Se non sono indiscreto, posso sapere che sorte è toccata al poveraccio?" chiese dolcemente
 
"E'… è stato deportato… come tutti gli uomini del nostro villaggio"sospirò trattenendo a stento le lacrime "n-noi sia-siamo co-completamente indifese"
 
Quelle parole fecero ribollire il sangue nelle vene di Veirhal, non era certamente per avere forza lavoro che i maschi del villaggio erano stati fatti prigionieri, non esisteva nemmeno il cantiere; se lo facevano, le loro motivazioni erano molto più spregevoli.
 
"Non vi hanno mai… v-vero?" domandò sperando di essere stato abbastanza delicato
 
"Fi-finora n-non è successo n-niente" rispose spaventata la sacerdotessa che aveva intuito ciò che il suo interlocutore intendeva
 
"Buon per loro" disse il pilota tirando mentalmente un sospiro di sollievo "non avrei avuto pietà per chi si fosse approfittato di una cosi dolce ragazza"
 
"La ringrazio" sussurrò arrossendo per il complimento
 
"Per aver detto la verità? Si figuri" le sorrise
 
"V-vi andrebbe d-di  a-alloggiare nella casa d-dello spirito?" domandò la ragazza imbarazzata
 
"Con molto piacere!" replicò Julian colpendo con una gomitata il duellante di Selveya
 
"B-bene, seguitemi"
 
La ragazza-gatta si voltò verso il grande edificio al termine della strada principale e si avvio verso di esso; dietro di lei Veirhal la osservava con uno sguardo pieno di ammirazione.
 
"Sei la persona meno coerente che conosca; dieci minuti prima professi il tuo eterno amore per tua nave, e sottolineo NAVE, e poco dopo sciorini una cascata di complimenti alla sacerdotessa… sei un imbecille"
 
Per tutta risposta il pilota della Stella Blu alzò le spalle e sorrise in modo ebete affrettandosi poi a seguire la sacerdotessa Fresia e le altre donne; Julian si coprì il volto con una mano, ciò che stava succedendo era assurdo, ormai non sapeva se doveva ridere o piangere; decise di limitarsi ad accettare l'invito della donna in rosso.
Raggiunse il compagno di viaggio e le signore nella "Casa dello spirito"; somigliava molto ad un'architettura tipica giapponese: l'ambiente era tanto spoglio quanto immenso, il pavimento era interamente composto da assi di legno e le porte erano dello stesso materiale; per terra vi erano numerosi materassi su cui le ragazze prendevano posizione e al centro della stanza era appena stato appoggiato un tavolo di legno basso su cui erano poste cibarie e bevande.
 
"Servitevi pure amici" disse Fresia "è passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo ricevuto dei visitatori graditi"
 
Julian afferrò con piacere un piatto di riso e iniziò immediatamente a mangiare mentre Veirhal parlava divertito con la sacerdotessa; saziatosi, il biondo diede, in direzione del tempio, un'occhiata che non sfuggì alla ragazzina che li aveva precedentemente accolti.
La piccola si avvicino cautamente all'uomo e gli domandò di potersi sedere sulle sue ginocchia, il duellante acconsentì senza problemi e fece spazio alla giovane Sophia; insieme puntarono gli occhi sul tempio scrutandone attentamente la porta che pareva sigillata ma, pochi secondi dopo, la bambina alzò gli occhi al cielo.
 
"Cosa guardi?" domandò Fines accarezzando la testa e le vistose orecchie da gatto
 
"La luna crociata" rispose la piccola facendo segno all'umano di seguirla fuori dall'edificio "se vuoi te la mostro"
 
Incuriosito dalla proposta, il duellante inglese si alzò incamminandosi verso la porta; giunto all'esterno poté finalmente osservare con i propri occhi la cosiddetta "Luna crociata": si trattava essenzialmente di una normale luna se non per il fatto che, sulla sua superficie, spiccava una vistosa croce e che la luce, che puntava unicamente sul portale del tempio, sembrava provenire solo da quelle scanalature.
 
"E' proprio in virtù di quelle fenditure che la chiamiamo luna crociata" spiego Sophia "sai, è a causa di quella se la tensione e la profonda sfiducia in coloro che vengono da fuori serpeggiano in tutto il villaggio"
 
"Effettivamente ho notato certe espressioni inquiete su molti volti" osservò il biondo "davvero è solo questa luna particolare a darvi così tante preoccupazioni?"
 
"La luna in se non è dannosa"affermò una voce alle loro spalle
 
I due "esploratori" del cielo si rivolsero in direzione della voce e notarono la sacerdotessa e Veirhal che, in compagnia della madre di Sophia e di un'altra donna, si stavano avvicinando a loro.
 
"Cosa intendi dire?" domandò con delicatezza il duellante umano "se non è dannosa perché allora ne avete tanta paura?"
 
"Devi, anzi dovete sapere che all'interno del nostro tempio è sigillato l'antico spirito di un malvagio guardiano; si tratta di una storia che risale alla fondazione del villaggio, il tempio infatti è stato il primo edificio del paese"
 
"E questo in che modo è legato alla luce lunare?"
 
"Non è legata ad una luce lunare comune, è solo la luce della luna crociata a risultare pericolosa"
 
"E in che modo?" domandò preoccupato Veirhal
 
"Quando la croce di luce…" raccontò lady Fresia "… colpisce il portale perfettamente al suo centro il sigillo si rompe e la porta rimane aperta fino alla luna della sera seguente; tecnicamente il periodo della rottura servirebbe per onorare il tesoro del tempio e rinforzare la prigione del demone con riti sacri ma, purtroppo, da quando il sacro tesoro è andato perduto e siamo stati costretti a sostituirlo la situazione è diventata molto instabile e il rischio che lo spirito si liberi è molto alto"
 
"E in cosa consiste il tesoro sacro che è andato perduto?" chiese Veirhal con un tono ansioso
 
"In una leggendaria carta rossa"
 
A quelle parole, gli occhi di Julian si spalancarono mentre, dietro di lui, il comandante della Stella Blu sorrideva soddisfatto.
 
"Hai sentito Julian?" fece rivolto all'umano "è il tuo momento"
 
"Già!" esclamò sorridendo anch'egli con spavalderia "è questo il punto d'arrivo della mia missione"
 
"La tua missione?" disse interrogativa la piccola Sophia
 
"Esatto bambina! Io posso aiutarvi a liberarvi di quello spirito"
 
"E come? Lei è per caso un mistico o qualcosa del genere?"
 
"Un mistico? No, non sono niente del genere" rispose volgendosi in direzione della sacerdotessa "sono solo un duellante di Battle Spirits e, forse, potrei aver trovato il vostro tesoro perduto… per caso il suo nome è Supremo Drago del Caos?"
 
"Co-come lo sapete?" chiese stupita e parzialmente spaventata Fresia
 
"Perché è stata proprio quella carta a condurmi qui a Gran RoRo" rispose il biondo mostrando loro una delle carte del suo mazzo "eccola qua!"
 
"E' proprio lei!" esultò la sacerdotessa quasi in lacrime per la felicità "non posso crederci!"
 
"Ve la restituisco volentieri, signora" fece Julian sorridendo "sinceramente non amo avere carte troppo potenti e poi è la mia missione, il motivo per cui sono arrivato nel mondo Altrove, non potrei mai comportarmi in modo tanto egoista"
 
"Allora potremmo recarci al tempo questa sera stessa!" esclamò una sempre più radiosa Fresia
 
"Non sarebbe meglio aspettare la luce del giorno, dolce Fresia?" domandò Veirhal che ora non era più così ansioso di ripartire
 
"Preferirei anch'io evitare l'oscurità ma, purtroppo, non ci è concesso il lusso di scegliere, il sigillo imposto dal nuovo tesoro è in via di cedimento, dobbiamo sostituirlo ora"
 
Detto ciò la ragazza prese per mano Veirhal e fece segno a Julian di seguirla; il biondo recepì l'invito e si incamminò per raggiungere i due che gli stavano davanti mentre, di nascosto dietro di lui, anche Sophia con la madre e altre del villaggio completavano il silenzioso corteo.
Salirono la lunga scalinata di pietra che portava al tempio tenendo d'occhio la luce crociata della luna piena ormai prossima al sigillo. Arrivati in cima, videro il sigillo, una sorta di emblema senza serratura poso tra le due ante del portone, spezzato e delle alcune sferzate d'aria nera che fuoriuscivano dal vestibolo dell'edificio.
 
"Non è un buon segno!" esclamò spaventata la sacerdotessa
 
"Non deve preoccuparsi, nobile Fresia" replicò Veirhal "ci penserà Julian a risolvere questa situazione"
 
Confortata dalle parole del duellante granroriano, la ragazza spalancò il portone e fece strada al corteo all'interno dell'oscurità del tempio; percorsero un lungo corridoio che li condusse ad una porta che dava su una sala di notevoli dimensioni, completamente vuota ad esclusione di una sorta di scultura, un grosso cerchio di pietra sormontato da un cilindro di identico materiale, dalla quale proveniva l'unica luce della stanza, una luce rossa scaturita da una carta fluttuante posta sopra il cilindro.
Il gruppo entrò nella sala della luce rossa sotto la consueta guida di Fresia; con l'arrivo dei visitatori, i fasci luminosi si intensificarono, aumentando sia in numero che in intensità, e fendettero l'oscurità circostante fungendo da faro per Julian e i suoi amici che così poterono raggiungere quella sorta di altare evitando le trappole.
Giunti al cilindro i due stranieri rimasero ad osservare la carta, incantati.
 
"E' Siegfried Drago Imperiale" spiegò Fresia rompendo il silenzio "è il nostro secondo tesoro e, tramite un rito di consacrazione, può acquisire lo stesso potere sigillante della carta leggendaria però…"
 
"Però?" incalzò Julian curioso
 
"Però come vi ho già detto, a differenza del tesoro leggendario, questo tesoro ha bisogno di essere periodicamente riconsacrato, altrimenti perde ogni potere"
 
"Immagino che tutto ciò vi dia molte preoccupazioni" osservò Veirhal intromettendosi nella conversazione
 
"Immagina bene comandante Olamaris" replicò dolcemente la sacerdotessa "purtroppo il rituale è tutt'altro che breve e ho sempre paura che possa accadere qualcosa, soprattutto alle apprendiste…"
 
"Capisco!"
 
"… Considerate poi anche che non ci è mai capitato che la luce della carta si facesse così intensa" proseguì la giovane "di solito, il rito siamo costretti a farlo in un ambiente molto più oscuro"
 
"Beh, ora non si dovrà più preoccupare di questo" le sorrise il pilota della Stella Blu "adesso Julian sostituirà la carta e…"
 
La frase del granroriano venne interrotta da un rumore sordo di ignota provenienza, un vento gelido iniziò a spirare con maggiore violenza nella stanza affievolendo sempre più la luce rossa emanata dalla carta.
 
"Ma che succede?!" fece Julian
 
"Non lo so!" replicò terrorizzata la sacerdotessa stringendosi al braccio di Veirhal
 
"Ahahah, finalmente dopo migliaia di anni sono di nuovo libero" sibilò una voce dal fondo della stanza
 
"NO, NON PUÒ ESSERE!" gridò la ragazza correndo in direzione della voce "C'E' UNA CREPA NEL MURO, LO SPIRITO SI E' LIBERATO"
 
Una nuvola di fumo molto più densa del normale cominciò a volteggiare nell'aria sopra e tra il gruppo di persone creando scompiglio.
 
"Esatto sacerdotessa!" ringhiò  "e ora scatenerò tutto il mio potere!"
 
"Dobbiamo fermarlo in qualche modo" disse Veirhal
 
"Per prima cosa dovrò sbarazzarmi della carta che mi ha imprigionato!" gridò l'ombra avvicinandosi al cilindro "ma questa non…"
 
"E' questa che desideri!" esclamò Julian "potrai averla solo se mi sconfiggerai in un duello"
 
"Un duello? Intendi un duello a Battle Spirits?"
 
"Esatto bastardo, preparati alla sconfitta… VARCO APRITI! ENERGIA!"
 
Come era stato per precedente duello, Julian venne trasportato sul terreno di gioco; dall'altro lato del campo la postazione era, in realtà, vuota, c'era solo la solita nuvola nera che si muoveva rilasciando una scia oscura.
Contemporaneamente, sulle piattaforme volanti con gli spalti a lato dell'anello roccioso apparvero anche Veirhal e le ragazze del villaggio tutte ansiose di assistere alla lotta che per loro avrebbe potuto significare avere una certezza in più per il futuro.
 
"Come diavolo può fare a duellare se non ha nemmeno un corpo?" protestò il comandante della Stella Blu
 
"Effettivamente non lo so" replicò Fresia "le antiche storie affermano che gli spiriti avessero bisogno di impossessarsi di un corpo fisico per poter compiere certe azioni"
 
"Ehi tu!" esclamò Julian intuiti i discorsi degli spettatori "hanno ragione, ti serve un corpo per duellare"
 
"Ok,che ne dici di questo!"
 
In un secondo la nube nera si espanse fino a raggiungere le dimensioni di un essere umano, cominciò ad assumere una forma  e in pochi secondi completò la trasformazione; il risultato fu incredibile e inquietante al tempo stesso, dove poco prima c'era solo aria oscura ora stava una replica del duellante inglese del tutto identica a lui se non per gli occhi, più allungati e minacciosi, e per l'armatura, che in realtà non sembrava esserci se non fosse stato per i cinque nuclei posizionati due sulle spalle, due all'altezza dello stomaco e uno proprio sopra il cuore.
 
"Contento? Ora indossa anche tu la tua armatura da battaglia!"
 
"Giusto!" ammise Julian "solo che… aspetta"
 
Dal nulla, si era materializzata per Julian la carta rossa che reggeva il sigillo; come per Supremo Drago del Caos, anche in questo caso la carta si posizionò all'altezza del petto e da essa scaturì una sorta di fiamma che lo avvolse. Alla dispersione del fuoco, la carta era sparita e al suo posto sul petto del duellante inglese brillava la sua vecchia armatura argentea.
 
"Perfetto! Ora possiamo iniziare, ti concedo la prima mano"
 
 
TURNO 1
 
 
Dopo che entrambi i giocatori ebbero pescato le quattro carte da regolamento, lo spirito poté finalmente dare il via al duello.
 
"Fase iniziale: fase di acquisizione"
 
Pescò la prima carta del mazzo, sorrise e sistemo le carte nella sua mano.
 
"Fase principale: evoco Teschiavolo"
 
Nella piana rocciosa apparve un luccicante simbolo viola il quale si frantumò e lasciò il posto ad uno dei demoniaci spirit dell'armata dell'ametista.
 
"A te la mossa" disse concludendo il turno.
 
 
TURNO 2
 
 
"Mazzo viola, eh? Non saresti certo il primo che mi capita di sconfiggere" disse Julian spavaldo "pronto, fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione"
 
L'inglese aggiunse la nuova carta alle quattro che già teneva in mano. Al momento del contatto, un violento ruggito giunse alle sue orecchie "congelandolo" per alcuni secondi; sapeva benissimo di chi era quel ruggito e il bagliore rosso emesso dal suo mazzo non faceva che confermare la sua idea.
 
-E così vuoi combattere! Bene, vedrò di restare vivo fino a che non sarà giunto il tuo momento-
 
"Fase principale: evoco Lucertola Rasoio e Orsocorno, Bestia dal Volto Feroce poi elevo Lucertola Rasoio a livello 2 e concludo il mio turno… a te la mossa"
 
 
TURNO 3
 
 
"Nessun attacco? Mi deludi proprio caro il mio duellante" schernì lo spirito con voce colma di disprezzo
 
"Ti deluderò di meno quando ti avrò battuto, fidati" replicò a tono l'altro
 
"Questo non accadrà mai! Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Le operazioni preliminari vennero completate in pochi secondi; il Julian-replica era già pronto a passare all'azione.
 
"Fase principale: abbasso Teschiavolo a livello 1 ed evoco Balam, Guerriero delle Tenebre a livello 2!"
 
"Wow, uno spirit con Attacco Tenebra!" esclamò l'inglese osservando il demone apparire dalla parte opposta dell'anello "dici che dovrei fare attenzione?"
 
"Smettila di prendermi in giro! Fase d'attacco: Balam ti ordino di attaccare!"
 
Rispondendo all'ordine del suo padrone, lo spirit attivò i razzi che portava sulle spalle e scattò alla velocità della luce fino al centro del terreno di gioco; qui accese i suoi enormi pugni e, dopo aver creato una minacciosa sfera simile ad un piccolo Sole, la scagliò con violenza verso l'avversario.
 
"Ne rispondo con la vita!" rispose Julian osservando la palla incandescente schiantarsi contro la barriera viola per poi distruggerla insieme ad una sua vita
 
"Fine turno!"
 
 
TURNO 4
 
 
"Fase iniziale!" dichiarò il biondo senza perdere tempo
 
Rapidamente, accrebbe il numero di nuclei, pescò la carta e riportò nella riserva i due nuclei negli scarti; osservò con attenzione le carte che aveva in mano: se voleva resistere fino al momento atteso doveva erigere assolutamente una sorta di scudo.
 
"Fase principale: evoco Arc, Prode Alabardiere e vi posiziono un nucleo supplementare dopodiché elevo a livello 2 Lucertola Rasoio…"
 
La tensione, sia sugli spalti sia in campo, era palpabile, tutti aspettavano il primo attacco dell'umano nei confronti dello spirito.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 5
 
 
"Sei un vero codardo!" rise cattiva l'ombra "non avrò alcun problema a sbarazzarmi di un duellante tanto mediocre; fase iniziale…"
 
Il mostro recuperò la nuova carta dal suo mazzo e ghignò per l'ottima pescata, se tutto fosse andato come pensava presto la sua strategia avrebbe avuto l'effetto che sperava.
 
"Fase principale: attivo il nexus Crocevia del Destino"
 
Una nebbia viola dall'aria tossica cominciò ad emergere dalla terra rocciosa del terreno di gioco, ammorbando gli spirit pronti per la lotta.
 
"Preparati ad assistere ad una lezione su come si duella, rifiuto!" gridò la replica "fase d'attacco: attacco con Balam!"
 
Come nel turno precedente lo spirit sbatté i pugni con aria minacciosa e partì alla carica.
 
"AZIONE LAMPO!!" urlò con un tono disumano "attivo la carta magia Pescata Mortale, grazie ad essa posso aggiungere 1000 PB al mio spirit attaccante e, in aggiunta, pescare una carta dal mazzo"
 
Aggiunse una carta alle tre che teneva in mano dopodiché ne prese una e si preparò a proseguire il suo attacco.
 
"E ora… DI NUOVO AZIONE LAMPO!!" gridò violento "utilizzo Danza Macabra! Pago il costo abbassando Balam a livello 1; scarto le tre carte che mi rimangono in mano e TI OBBLIGO A FARE ALTRETTANTO CON I NUCLEI SUI TUOI SPIRIT!!!"
 
Un nucleo da ogni spirit controllato da Julian si spostò nella riserva e Orsocorno, rimasto senza nuclei, venne eliminato del gioco finendo tra gli scarti.
 
"Tutto qui quello che sai fare?" ironizzò l'umano "rispondo al tuo attacco con la vita"
 
Una serie di pugni, potenti come martelli e veloci come i proiettili di una mitragliatrice, si abbatte sulla barriera viola formatasi intorno alla postazione dell'inglese; il dolore fu intenso ma il duellante non diede alcun segno di cedimento.
 
"A te la mossa!"
 
 
TURNO 6
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero"
 
Carta nuova, ghigno nuovo; stava andando tutto secondo i piani dell'inglese, mancava poco al SUO arrivo.
 
"Fase principale: attivo il nexus Divinità nelle Sacre Montagne ed evoco La-Diablord a livello 2, elevo poi anche Lucertola Rasoio a livello 2… a te la mossa"
 
 
TURNO 7
 
 
Lo spirito era sempre più confuso dal comportamento del suo avversario; la sua strategia era incomprensibile, continuava ad evocare nuovi spirit ma non attaccava mai, non aveva ancora utilizzato una singola magia e non aveva mai nemmeno provato a bloccare un attacco.
 
-Comincio a pensare di averlo sopravvalutato- rifletté prima di passare all'azione "fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero"
 
Le pupille del mostro si dilatarono dall'eccitazione alla vista della carta appena acquisita, era il primo chiodo sulla bara del suo avversario.
 
"Fase principale: evoco lo spirit immortale, Deathcarabia, Prode Infernale" sibilò l'ombra osservando il suo spirit apparire sul terreno di gioco "elevo Balam a livello 2 e poi fase d'attacco: attacco con Balam!"
 
"Rispondo al tuo attacco con la vita!" replicò Julian senza sorprendere l'avversario
 
"Termino qui il mio turno!" concluse
 
 
TURNO 8
 
 
Dopo aver dichiarato le fasi, l'inglese completò le operazioni velocemente e diede uno sguardo ai due schieramenti; gli spirit viola del suo avversario erano certamente pericolosi ma in fase difensiva non erano certo efficaci come in fase d'attacco.
 
"Fase principale: attivo la magia Carta in Più; pesco due carte dal mazzo più una terza che, se è uno spirit rosso, posso tenere in mano… dato che ho pescato la magia Aura Luminosa devo rimettere la carta in cima al mazzo"
 
Per nulla sconsolato, il biondo rimise la magia in testa al suo mazzo.
 
"Evoco due Goradon; abbasso La-Diablord a livello 1 ed elevo a livello 3 Arc; infine passo alla fase d'attacco: attacco con Arc, Prode Alabardiere e La-Diablord!"
 
I due spirit ruggirono liberando il loro desiderio di combattere e sbatterono le loro ali per decollare per la prima volta in direzione del loro avversario.
 
"Attivo l'effetto di livello 1 di La-Diablord e quello di livello 2 e 3 di Arc, Prode Alabardiere, in fase d'attacco, il primo guadagna 2000 PB mentre il secondo può distruggere uno spirit avversario i cui punti battaglia siano pari o meno di 2000… dì addio a Teschiavolo!"
 
L'alabarda di Arc emise un fendente di energia rossa che colpì in pieno lo spirit viola facendolo esplodere; lo spirito sorrise soddisfatto, finalmente il suo avversario aveva deciso di battere un colpo.
 
"Rispondo con la vita all'attacco di La-Diablord e blocco Arc con Deathcarabia"
 
La carica del drago alabardiere si scontro contro il blocco saldo del demone mascherato dell'avversario; dopo un breve scontro però i punti battaglia superiori dello spirit rosso si fecero valere e il guerriero di Julian ebbe la meglio sul suo avversario.
 
"Attivo l'effetto di Deathcarabia al momento della distruzione; scarto la prima carta del mazzo e, se essa è uno spirit viola, posso mantenere lo spirit distrutto sul terreno di gioco in recupero" spiegò osservando la carta predestinata voltarsi e spostarsi negli scarti "ho scartato lo spirit Teschiavolo quindi dai un bel saluto di ben ritrovato al nostro comune amico"
 
Una nube viola emerse dal terreno di gioco in un'area circoscritta; da essa,due occhi gialli colmi di malvagità brillarono come fari nella notte rivelando, dopo che la nebbia si fu diradata, il ritorno dello spirit.
 
Contemporaneamente il secondo spirit attaccante di Julian volò ad alta velocità in direzione del nemico; giungo circa a metà del terreno, aprì la sua mano destra e sparò una palla infuocata che impattò con violenza contro la barriera dell'avversario spezzandola.
In un primo momento un'esplosione di polvere oscurò a Julian e agli spettatori la vista dello spirito ma dopo alcuni secondi la nebbia si diradò rivelando l'accaduto: una vita del duellante avversario era deflagrata… e con essa una parte del corpo, il fianco sinistro per la precisione, che aveva assunto.
 
"Ma allora le sue vite…" sussurrò la sacerdotessa spaventata
 
"Esatto! Le mie vite sono proprio NEL mio corpo"
 
"Ma quindi se lui perdesse tutte le vite… JULIAN DISTRUGGILO, LIBERACI PER SEMPRE DA QUESTO FLAGELLO!!!" esultò ricolma di felicità
 
"Agli ordini, lady Fresia!" replicò Julian sempre più determinato "a te la mossa schifoso essere"
 
 
TURNO 9
 
 
"Oh, finalmente hai attaccato vigliacco!" esclamò rabbioso "fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
"E' inutile che ti atteggi tanto; un vecchio libro di noi umani recita: "polvere sei e polvere ritornerai"; è quello il tuo destino!"
 
"STA ZITTO!! Fase principale: evoco un secondo Balam, Guerriero delle Tenebre; abbasso il primo Balam a livello 1 ed elevo a livello due Deathcarabia e il nexus" sibilò osservando i nuclei che si spostavano come aveva comandato "fase d'attacco: DEATHCARABIA ATTACCA!!"
 
"Hai appena scritto la tua condanna… azione lampo! Utilizzo Fuoco della Vittoria! Pago il suo costo con i nuclei di Arc, Prode Alabardiere che si abbassa a livello 1"
 
"Al diavolo… hai ragione, distruggi pure i miei spirit"
 
"Veramente io vorrei distruggere solo un tuo Balam, il mio bersaglio è il tuo nexus!"
 
"COSA?!"
 
La carica dello spirit e della gigantesca V infuocata si incrociarono senza toccarsi e proseguirono verso le rispettive destinazioni.
 
"Ah, avevo dimenticato, ne rispondo con la vita"
 
Lo spirit e la magia portarono a termine i loro compiti. Lo spirito era sul punto di crollare a terra dallo sconforto; aveva solo uno spirit bloccante ed era senza carte in mano con quattro vite ed uno schieramento avversario di cinque spirit; aveva perso.
 
"A… a te la mossa"
 
 
TURNO 10
 
 
"Non piangere bambino, non sarà questo il tuo ultimo turno" disse Julian con tono di scherno
 
"VAI AL DIAVOLO!!"
 
"Ah, però non devi certamente pensareche ti lascerò vincere… fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero"
 
In tutta tranquillità, il duellante inglese sollevò dal suo mazzo Aura Luminosa, la carta che il turno prima era stato costretto a riporre sul mazzo; non era assolutamente preoccupato per il futuro undicesimo turno dello spirit; qualunque cosa fosse successa il suo piano non sarebbe cambiato, del resto era sicuro che lui sarebbe arrivato.
 
"Fase principale: elevo La-Diablord a livello 3, Arc, Prode Alabardiere a livello 2, Lucertola Rasoio a livello 2 e aggiungo un nucleo a testa sui due Goradon… turno concluso"
 
 
TURNO 11
 
 
Lo spirito non capiva più nulla; il suo avversario stava giocando in modo assolutamente insensato, la sua strategia era assolutamente impossibile da comprendere.
Passò le fasi preparatorie divorato dai suoi stessi pensieri, tanto che quasi non si accorse che la carta che aveva appena pescato avrebbe potuto dargli una nuova possibilità.
 
"Fase principale: abbasso a livello 1 Deathcarabia ed evoco Vergine di Bronzo, attivo poi il suo effetto al momento dell'evocazione che mi consente di pescare una carta dal mazzo"
 
La mano si mosse velocemente verso la pila di carte e prese quella che stava in cima, la girò e rise… rise di gusto.
 
"I-il destino m-mi vuole vincitore… utilizzo il nucleo di Vergine di Bronzo per richiamare al mio servizio uno dei demoni supremi… EVOCO BELZEBEAT DEI SETTE SHOGUN!!!"
 
L'ametista simboleggiante lo spirit si spezzò e dalla nube di energia sprigionata emerse una gelatinosa sfera nera. La superficie del globo venne squarciata da due artigli provenienti da dentro e da esso uscì un mostruoso spirit dalla pelle bianca e dal petto violaceo: fisicamente era un enorme ibrido di varie creature quali insetti, felini e altri e nella sua mano destra impugnava una spada viola.
 
"Attivo l'effetto di Belzebeat all'evocazione che mi permette di evocare i miei spirit con effetto Attacco Tenebra negli scarti a costo zero, a patto che questi abbiano una somma di costi inferiore o uguale a tredici… quindi evoco di nuovo Balam e due spirit Globo Artigliato che avevo scartato per effetto di Danza Macabra"
 
Lo spirit extra raro alzò le braccia e, tramite la consueta nube, richiamò alla battaglia i tre spirit citati.
 
"HAI COMMESSO UN ERRORE IMPERDONABILE NON FINENDOMI NEL TURNO PRECEDENTE; ORA IL MIO SCHIERAMENTO DI SPIRIT E' INVINCIBILE E QUESTO TURNO SARÀ L'ULTIMO DEL DUELLO!!" urlò l'ombra "NON SEI STATO DEGNO DEL RUOLO DI PROTETTORE DI QUESTO LUOGO, ORA, PER COLPA TUA, TUTTE LE PERSONE D QUESTO VILLAGGIO MORIRANNO!!"
 
"In realtà sei tu che non hai capito niente!" esclamò a sorpresa Julian "io non ho certo dimenticato il mio compito di proteggere Sophia e le altre, ma c'è anche un amico che ha bisogno di combattere con me, almeno una volta prima dell'addio… e ora attacca pure se vuoi"
 
Lo spirito osservò il suo avversario afferrare minacciosamente una delle due carte in mano e una strana sensazione percorse la sua essenza; il suo sguardo passò in rassegna le truppe a sua disposizione e capì di non avere tutto il vantaggio che pensava di avere: quattro dei suoi sei spirit potevano essere facilmente eliminati da una delle celebri magie distruttive del mazzo rosso; in più, a livello 1, Deathcarabia non poteva contare sull'Attacco Tenebra e lo stesso Belzebeat non era poi così letale al suo livello minimo.
 
"Per questa volta sono costretto a cedere la mano ma non preoccuparti, è impossibile che tu riesca a distruggere tutti i miei spirit e a colpire le mie quattro vite in un solo turno; al mio prossimo turno, quando avrò elevato Belzebeat al terzo livello non avrai più scampio!"
 
 
TURNO 12
 
 
"Hai finito di parlare a vanvera idiota" replicò sprezzante l'inglese "sai, la maggior parte dei duellanti che ho affrontato nella mia vita parlava la metà di te e giocava dieci volte meglio"
 
"Senti, senti, questo tuo fare il gradasso anche se la battaglia è persa ti fa quasi onore"
 
"Ma sta zitto per favore… fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase principale"
 
Fines sollevò la carta che la sorte gli aveva donato e la guardò.
 
"Finalmente sei arrivato" sussurrò sottovoce "fase principale: abbasso a livello 1 Arc e Lucertola Rasoio e sposto nella riserva anche i due nuclei in più che si trovano sui due Goradon"
 
Osservò per qualche secondo i sei nuclei he splendevano nella riserva ansiosi di diventare lo strumento che avrebbe permesso la sua discesa tra i mortali.
 
"Stavo aspettando solo lui, ringraziami spirito malvagio perché stai per assistere alla venuta tra gli uomini della sola e unica divinità dell'Impatto Devastante… EVOCO IL LEGGENDARIO SPIRIT ROSSO, SUPREMO DRAGO DEL CAOS!!"
 
Il simbolo rosso si ruppe e una nebbia nera comincio a propagarsi a macchia d'olio; dalle profondità di quell'oscurità emerse un possente torace e quattro arti da esso separati, lungo la schiena e il collo invece una serie di fasci filamentosi neri si intrecciavano andando a formare le ali e lo spettacolare volto del drago.
 
"Ora tolgo i nuclei dai due Goradon e, con quello rimasto nella riserva, elevo il nexus a livello 2… e ora fase d'attacco: Supremo Drago del Caos attacca!"
 
Il ruggito di guerra dello spirit rosso fu cosi potente che scosse la terra dell'anello di gioco con la stessa intensità di un potente terremoto; accanto a lui La-Diablord si circondo di un'intensa aura rossa e lanciò un raggio in direzione del drago pronto all'attacco.
 
"Grazie all'effetto di La-Diablord a livello 3, i miei spirit del genere "Divinità vanesia" o "Generale semidivinità" sono trattati sempre come se fossero al loro livello massimo, Supremo Drago del Caos è del genere "Divinità vanesia" e quindi si eleva automaticamente a livello 3, a 20000 PB!" spiegò esaustivamente Julian "E ORA COLPISCI!! VAI CON L'IMPATTO DEVASTANTE!!!"
 
Il battito d'ali dello spirit alzò una colte di polvere sul terreno di gioco che oscurò la vista dello sfidante; quando la nuvola si diradò, il drago ne emerse volando ad una velocità sorprendente data la sua stazza; roteò su se stesso e si circondò del suo stesso fuoco caricando verso gli spirit avversari come una furia.
 
"Blocco con Balam"
 
La carica del dragone travolse in pieno il demone annientandolo ; lo spirito sorrise convinto che ormai tutto fosse finito ma immediatamente si accorse che la carica del essere leggendario non si era affatto arrestata.
 
"Grazie al potere di La-Diablord posso anche attivare l'effetto di livello 3 di Supremo Drago del Caos che mi consente di recuperare lo spirit ogni volta che questo sconfigge uno spirit di costo 5 o meno e dato che Balam ha costo tre, lo spirit recupera!"
 
"COSA?! NO, NON PUÒ ESISTERE UN EFFETTO DEL GENERE!!!"
 
"E invece esiste… forza, secondo attacco!"
 
"No, non…" strillò l'ombra in confusione "blocco con… b-blocco co-con… blocco c-con Belzebeat di costo 7"
 
L'extra raro fece un cenno d'assenso al suo padrone e lanciò la sua spada violacea che tuttavia si infranse sullo spirit come se questi fosse un muro; rimasto completamente inerme il demone viola non poté fare altro che attendere la propria fine.
 
"Sono salvo, s-s-sono sa-sa-salvo… s-sono..." balbettò il mostro
 
"Mi dispiace deluderti me non sei affatto salvo, io ho ancora un debito da riscuotere" replicò spietato il biondo inglese "attivo l'effetto di livello 2 del nexus grazie al quale, quando un mio spirit con effetto Impatto Devastante porta il primo attacco del turno quello spirit va in recupero!"
 
"N-non è po-possibile!"
 
"Supremo Drago del Caos vai con il tuo terzo attacco!"
 
"Blocco con Balam!"
 
"Costo 3; recupera di nuovo, quarto attacco!"
 
"Blocco con Globo Artigliato"
 
"Costo 3; recupera ancora, quinto attacco!"
 
"Blocco con il secondo Globo Artigliato"
 
"Costo 3; recupero e sesto attacco"
 
"Blocco con Deathcarabia, a-attivo il suo effetto al momento della distruzione e scarto la prima carta del mio mazzo"
 
Lo spirito osservò senza troppa speranza la carta appena scartata; niente da fare, era la magia Colpo Venefico.
 
"Costo 5; nuovo recupero e nuovo attacco"
 
"Attivo l'effetto Immortalità di Beldegaulle dei Sette Shogun che ho scartato per effetto di Danza Macabra, quando uno spirit di costo 5 o 4 viene eliminato posso evocare Beldegaulle a costo zero dagli scarti"
 
In una nube di fumo viola lo spirit mai evocato prima fece il suo ingresso sul terreno di gioco; la sua battaglia tuttavia durò solo un instante, il tempo di essere travolto dall'inesorabile Impatto Devastante del suo leggendario avversario.
 
"Costo 3; siamo all'ultimo recupero" esclamò Julian dando uno sguardo pieno d'orgoglio alla sua schiera di spirit "Lucertola Rasoio, Arc, Prode Alabardiere, La-Diablord e Supremo Drago del Caos... ATTACCO FINALE!!!"
 
Il quattro partirono all'attacco insieme. La lama di Lucertola Rasoio, l'alabarda di Arc e la palla di fuoco di La-Diablord frantumarono il fianco destro e le due spalle della replica i quali, dopo ciò, si disposero a lato come per tributare onore a colui che si apprestava ad eseguire l'ultimo attacco.
 
Il drago si immise in quel corridoio ad alta velocità, era la sua ultima carica; l'Impatto Devastante divino del guerriero leggendario si scontrò con la barriera rossa dell'avversario che, terrorizzato, non poteva fare altro che guardare in faccia la sua fine.
 
Fu un secondo; il nucleo esplose, il petto e il cuore si squarciarono; una nuvola di fumo invase la postazione del mostro ma a tutti era chiaro che, questa volta, da essa non sarebbe emerso nulla.
 
Era tutto finito, lo spirito era sconfitto per sempre.
 
 
Note: Julian aggiunge momentaneamente Supremo Drago del Caos e La-Diablord al suo deck principale.
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
E questo è il quinto capitolo di questa, forse, lunghissima avventura che vi sto raccontando, per prima cosa ringrazio tutti i lettori e recensori dei capitoli precedenti e in particolare il nuovo arrivato KiVAlix_Explosion che ha inserito questa storia tra le seguite, spero di non deluderti in futuro.
 
Riguardo al capitolo posso dire che sono piuttosto soddisfatto, e sono due capitoli consecutivi che lo sono, è un miracolo, di come è venuto ad eccezione del duello (sia chiaro, non per una ragione tecnica; è che purtroppo nonostante ami alla follia le duellanti viola (MAI SHINOMIYA!!), le carte viola sono invece quelle che mi piacciono di meno).
 
Venendo poi al contenuto invece, una grande svolta vi avevo promesso e una grande svolta ci è stata, ovviamente non sto parlando delle imprese di Julian alla guida della Stella Blu bensì dell'addio tra il guerriero rosso e Supremo Drago del Caos e del "reclutamento" di Siegfried; lo so che in realtà non si parla direttamente di queste cose nel capitolo ma immagino che la maggior parte di voi l'avrà intuito. Per quanto riguarda invece la prima parte, far imparare a Julian a pilotare la nave è stata una scelta che si è resa necessaria in quanto più avanti, indicativamente, dall'arrivo di Magisa in poi, il gruppo non rimarrà sempre unito e quindi ho preferito far imparare a Julian a guidare sin da questo capitolo per non ritrovarmi la questione più avanti.
 
Questo capitolo è un buon esempio di quale sarà il tono della vicenda. Da convinto (e forse pazzo) assertore che nulla si sposi meglio con il drammatico, e in certi casi perfino con l'angst, dello humor, cercherò sempre di alternare momenti anche molto drammatici ad altri scherzosi o ironici; spero così di riuscire a rendere la storia sempre ben bilanciata, in caso contrario siete liberi di avvertirmi.
 
Per finire, amici lettori, tenete ben d'occhio la parte "filosofica" in cui Veirhal spiega cos'è veramente un duello di Battle Spirits; il concetto espresso in realtà non è proprio farina del mio sacco, è più un riadattamento di un concetto espresso in "Battle Spirits Heroes" (quarta serie dell'anime, quella dopo "Brave", per intenderci).
 
Grazie a tutti per aver letto e alla prossima.

 
Ciao da ShawnSpenstar
 
P.S: volevo avvisarvi che, dato che il sesto capitolo l'ho iniziato appena adesso, il prossimo aggiornamento potrebbe arrivare tra un bel po' (considerate che tra poco torna pure l'università) per cui vi supplico di essere pazienti; grazie dell'attenzione.
 
Ah, ed ecco a voi il mazzo dello spirito malvagio che Julian ha dovuto fronteggiare in questo capitolo; il suo mazzo è molto ispirato a quello che, in "Dan, il guerriero rosso", l'Hideto posseduto usa contro Kenzò alla semifinale del torneo di Gran RoRo.
 
DECK: 42 carte
 
Belzebeat dei Sette Shogun x 1, Berith Artigli Micidiali x 1, Deathcarabia, Prode Infernale x 1, Zanba Prode Mietitore x 1, Beldegaulle dei Sette Shogun x 2, Balam Guerriero delle Tenebre x 3, Vergine di Bronzo x 2, Globo Artigliato x 2, Anime Vaganti x 3, Teschiavolo x 3, Danza Macabra x 2, Telescopio Killer x 2, Sarcofago Trafitto x 3, Bilancia Letale x 2, Pescata Mortale x 1, Furia di Turon x 1, Controllo della Mente x 1, Colpo Venefico x 1, Cattedrale Purpurea x 2, Tempio Diroccato x 2, Crocevia del Destino x 1
 
Successione turni
 
Turno 1: Teschiavolo, Crocevia del Destino, Balam Guerriero delle Tenebre, Danza Macabra + Beldegaulle dei Sette Shogun
Turno 2: Lucertola Rasoio, Orsocorno, Bestia dal Volto Feroce, Carta in Più, La-Diablord + Divinità nelle Sacre Montagne
Turno 3: Globo Artigliato
Turno 4: Arc, Prode Alabardiere
Turno 5: Pescata Mortale (Globo Artigliato)
Turno 6: Fuoco della Vittoria
Turno 7: Deathcarabia, Prode Infernale
Turno 8: Goradon (Goradon, Fuoco della Vittoria, Aura Luminosa), Teschiavolo
Turno 9: Balam Guerriero delle Tenebre
Turno 10: Aura Luminosa
Turno 11: Vergine di Bronzo (Belzebeat dei Sette Shogun)
Turno 12: Supremo Drago del Caos, Colpo Venefico

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Capitolo 6
*** Una questione personale ***


Una questione personale
 
 
La luce del varco si materializzò nella stanza e Julian raggiunse Veirhal e le signore del villaggio; tutto era tornato esattamente come prima… o meglio, quasi tutto infatti il gelido vento che poco prima soffiava impetuoso si era placato a tal punto da sparire del tutto.
Guardò istintivamente verso il muro sul fondo della stanza; rispetto a prima la luce era molto più intensa e per questo l'inglese riuscì distintamente a scorgere il comandante della Stella Blu seduto a terra che abbracciava una Fresia prostrata dalle lacrime, ovviamente, di gioia.
 
"L-la camera de-della p-prigionia no-non c'è p-più" sussurrò stringendosi sempre più al duellante "s-siamo salve!"
 
"Te l'avevo detto che ce l'avrebbe fatta" disse Veirhal sorridente di rimando
 
"Non fingere di avere fiducia in me, razza di pirata" scherzò Julian aiutandoli a rialzarsi
 
"Ah, si? Beh, immagino che sia un comportamento tipico di chi non ha fiducia acconsentire ad accompagnare un umano appena conosciuto in un altro mondo di Gran RoRo rischiando la vita" ribatté ironico
 
"Abbi almeno la decenza di non lamentarti, finora mi sei sembrato tutt'altro che scontento del tuo soggiorno qui" lo irrise sottovoce il Fines accennando alla sacerdotessa
 
A quelle parole Veirhal ebbe un fremito di imbarazzo e arrossì come un adolescente umano alla prima cotta; di fronte a quell'insolito spettacolo l'inglese non poté trattenere una mezza risata, non pensava che sarebbe mai riuscito a far arrossire un granroriano.
 
"Wow, le vostre reazioni fisiologiche agli stimoli sono incredibilmente simili a quelle umane" proseguì il biondo mantenendo il tono scherzoso "anche se, nel nostro mondo, a reagire cosi sono solo i ragazzini di tredici anni"
 
"Se non ti levi quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia entrò dieci secondi te lo leverò io a suon di pugni!" sibilò
 
"Cioè, fammi capire: tu vorresti picchiare l'eroe che ha salvato il villaggio proprio di fronte alla tua bella sacerdotessa; non mi pare un idea molto intelligente"
 
"No io… cioè pensavo che… ah, va al diavolo!" imprecò "vorrà dire che appena avremo oltrepassato la porta d'ingresso di questo paesino mi premunirò di investirti con la Stella Blu e tu non azzardarti ad ammaccarne la chiglia!"
 
"Agli ordini, comandante!"
 
"Ma che comandante e comandante!" protestò ilare "ti ricordi che sono un comandante solo quando ti fa comodo"
 
"Bastava dirlo che preferivi che ti chiamassi imbecille"
 
"Cosa?! No, io non… ahh, lasciamo perdere!" concluse esasperato
 
"Julian, Veirhal, non so proprio come ringraziarvi!" esclamò una Fresia ancora in lacrime
 
"Veirhal un paio di idee le avrebbe" scherzò nuovamente il Fines guadagnandosi una più che meritata gomitata
 
"Ci basta la vostra gratitudine" rispose l'Olamaris prendendo le mani della giovane sacerdotessa
 
"N-non è ve-vero" replicò piacevolmente imbarazzata "p-permettetemi di co-concedervi d-di so-soggiornare a-al villaggio per la p-prossima notte"
 
Come era successo in precedenza per le parole di Julian, Veirhal si ritrovò ancora una volta ad arrossire; era ancora abbastanza sicuro di voler ritornare il prima possibile nel regno di smeraldo ma la sua tanto simpatica quanto poco opportuna mente continuava a ripetergli che "il prima possibile" non voleva necessariamente dire "da solo".
Cercò in ogni modo di scacciare quei dannati pensieri dalla sua stupida testa ma più ci provava più si soffermava in considerazioni personali su di essi e, di conseguenza, più arrossiva.
L'unica possibilità di evitare una figuraccia era di concentrarsi su altro.
 
"Sa-saremo b-ben felici d-di accettare la-la vo-vostra offerta" rispose non accorgendosi ne di ciò che aveva appena detto ne dell'ilare reazione di Julian
 
"Pe-perfetto" concluse la sacerdotessa spostandosi insieme alle compagne verso l'uscita "a-allora alloggerete n-nella casa de-dello spirito"
 
Le ragazze si diressero fuori dalla sala interna del tempio lasciando il povero pilota imbambolato e con un sorriso idiota sul volto; con l'ilarità ancora stampata sul volto, Julian lo affiancò facendo cenno come per uscire e gli diede una sonora pacca sulla spalla per richiamarlo alla realtà.
 
"Ehi, cos'è quella faccia?" domandò con la consueta ironia "guarda che ha detto che dormirai nella stessa casa, non nello stesso letto"
 
"Ti odio Julian Fines!" replicò l'altro spingendo via il braccio e affrettandosi a seguire le sacerdotesse
 
Il duellante inglese rimase per un po' fermo a guardare l'amico andarsene dopodiché rivolse le sue attenzioni al piedistallo di pietra nella stanza; cercò con la mano destra all'interno della corrispondente tasca dei jeans e, dopo alcuni secondi, ne estrasse una carta; si avvicinò quindi alla scultura e tese il braccio destro portando la carta all'interno della corona di luce rossa.
 
"Addio amico" sussurrò "sono molto onorato che tu abbia scelto di combattere con me ma questa è la tua casa, loro… loro hanno bisogno di te"
 
Un'immensa luce rossa invase completamente la stanza impedendo a Julian di vedere alcunché di ciò che stava accadendo, riuscì solo a sentire la carta che lasciava la sua mano per sempre.
Pochi secondi più tardi la luce si affievolì fino a ritornare all'incirca all'intensità iniziale; finalmente, il duellante poté riaprire gli occhi e vide di fronte a lui quella che era stata la sua carta fluttuare in cima al cilindro ed emanare una splendida luce rossa. Sorrise ancora, soddisfatto di aver portato a termine il proprio compito, e, voltatosi, fece per uscire dalla stanza quando si accorse che dalla tasca da cui prima aveva estratto la carta fuoriuscivano una serie di lievi fasci molto simili a quelli provenienti dal piedistallo; incuriosito, il biondo mise di nuovo la mano nella sua tasca e cercò la fonte di quella luce, trovatala il suo sorriso si trasformò in un ghigno orgoglioso.
 
"Quindi… desideri venire con me?" chiese sottovoce "in tal caso… benvenuto Siegfried Drago Imperiale"
 
 
Il re dell'Impatto Devastante uscì dal portone del tempio e lo richiuse rimanendo poi ad osservare per alcuni secondi il sigillo ancora, momentaneamente, infranto; un lieve rumore proveniente da uno degli alberi dello scosceso giardino che circondava la scalinata richiamò la sua attenzione, gli basto poi un occhiata per convincere l'autore del suono a rivelarsi.
 
"Sophia?" domandò sorpreso
 
La ragazzina avanzò di quei pochi passi che le bastarono per uscire dall'ombra e mostrarsi al duellante.
 
"Cosa ci fai ancora qui? Con questo buio poi" disse dolcemente un preoccupato Julian
 
"Vo-volevo s-solo aspettarla signor Julian" sussurrò la piccola "senza lo s-spirito ma-malvagio il buio non mi fa più paura"
 
"Sei davvero pronta per diventare una vera sacerdotessa" fece il duellante prendendo in braccio la piccola "allora, in quanto futura venerabile sacerdotessa, sappi che la leggendaria carta rossa è finalmente tornata al suo luogo d'origine"
 
"Ce l'hai lasciata davvero?! Grazie!!" gioì la bambina
 
"Era il mio compito; forza, ora raggiungiamo gli altri"
 
L'artefice della liberazione del villaggio e la giovanissima apprendista scesero l'interminabile scalinata di pietra e seguirono la luce fino a giungere alla Casa dello Spirito. Appena entrata, la bambina percepì un calore e una tranquillità che, essendo nata in tempi poco felici, non aveva mai sentito prima; davanti ai suoi occhi le sue compaesane ridevano e festeggiavano mangiando e divertendosi in alcune danze come se non ci fosse nessuna minaccia incombente su di loro.
Tenendo per mano l'inglese, Sophia si diresse verso un angolo appartato dell'edificio dove, di sfuggita, aveva visto la madre, raggiunta la donna fece segno a Julian di sedersi e gli chiese quale, tra le pietanze del buffet, avrebbe preferito assaggiare.
 
"Vorrei provare un po' di tutto in piccole dosi" gli rispose l'uomo accarezzandogli la testolina
 
Immediatamente dopo la replica, la bambina si diresse velocemente verso il tavolino al centro della sala lasciando soli i due adulti; La madre sospirò dolcemente osservando con quanto impegno la piccola si muovesse intorno a quel tavolo nel tentativo di raccogliere i cibi più disparati.
 
"E' da molto che non la vedevo così felice" disse delicatamente la donna-gatto "sai, se mi avessero detto che sarebbe stato un umano a renderla tanto piena di vita probabilmente sarei stata io la prima a ridere"
 
"Non fatico affatto a immaginarlo, signora…"
 
"Alysa"
 
"Felice di conoscerla… e comunque, per quel che può valere e cioè poco o niente, le chiedo scusa a nome dei miei simili per quello che i sol…"
 
"No, no, non c'è alcun bisogno di scusarsi" lo interruppe "lei non ha fatto ne farà nulla di male"
 
"Non può esserne certa"
 
"Mi basta sentirmelo"
 
"Grazie" concluse rivolgendosi poi all'appena tornata bambina "vediamo cosa mi hai portato piccola…"
 
Dalla parte opposta dell'enorme sala principale della Casa dello Spirito la sacerdotessa Fresia e Veirhal stavano parlando tranquillamente cercando in ogni modo di nascondere agli altri il rossore che tingeva i loro visi. Il duellante inglese sorrise a quella vista e prese un altro piatto dal vassoio che condivideva con Sophia e sua madre.
 
"Vi dispiace se vado a fare un giro di fuori?" domandò Julian "finite pure voi la mia cena"
 
Si diresse silenziosamente verso l'ingresso; nel cielo, sopra le loro teste, la luna crociata continuava ad emanare i suoi insoliti raggi di luce rivelando, alla vista dell'uomo, squarci di paesaggio.
Il tutto era, nel complesso, di difficile definizione: un ambiente splendido in un mondo magico e meraviglioso ma in una situazione che perfino definire di merda sarebbe stato riduttivo, era molto peggio. Ripensando alle parole di Dragan e Vey poi non poté più impedire alla rabbia di montare; come era possibile che questi maestri della luce, destinati a salvare Gran RoRo, non si facessero vedere, il mondo Altrove era stupendo, lui stesso, pur essendo nessuno, avrebbe voluto combattere per salvarlo.
 
Mentre tali pensieri affollavano la mente del biondo, il suo compagno di viaggio si sedette silenziosamente accanto a lui. Il granroriano colpì con forza la spalla del collega riuscendo a risvegliarlo dai suoi pensieri; era esattamente ciò che voleva, quella notte era troppo bella per essere sprecata in pensieri cupi e tristi.
 
"E così la missione è compiuta, eh" biascicò il duellante di Selveya ancora impegnato a gustarsi alcune delle pietanze della cena
 
"Certo che sei proprio strano" replicò l'altro ironico "prima mi dici di non pensare a certe cose e poi ne parli tu"
 
"Io non ti ho mai detto niente di simile"
 
"Infatti l'ho capito dai gesti"
 
"Seee, come no" fece il comandante nel tentativo di concludere il discorso
 
Con grande soddisfazione di Veirhal, le parole cessarono e i due si misero ad osservare l'enorme portone ligneo che dava l'ingresso al villaggio; erano entrambi consci che il giorno seguente sarebbero dovuti ripartire, la situazione nel frattempo era cambiata certo ma purtroppo l'idea di lasciare il villaggio prima possibile non era semplicemente un loro capriccio, c'erano ragioni ben più profonde.
 
"Sai… sto aspettando" ammise Veirhal "credo che mi basterebbe anche solo un segno favorevole per convincermi a fermarmi qui"
 
"Spero che arrivi questo segno allora" replicò l'altro "faresti felici due persone in una volta sola"
 
"N-ne sei sicuro?"
 
"Certo! Vi comportate come due ragazzini imbranati che si nascondono per non far sapere nulla agli altri, anche se in realtà l'hanno capito anche i muri il vostro segreto" spiegò pacato "due miei cari amici, fino a qualche anno fa, facevano esattamente le stesse cose che fate voi ora"
 
"E-e p-perché hanno smesso?"
 
"Perché non hanno più bisogno di nascondersi ora, sono sposati"
 
A quelle parole, l'espressione tesa e imbarazzata che il granroriano aveva mantenuto sinora si trasfigurò in un sorrisetto ebete il quale rimase fisso sul volto del duellante blu per parecchi secondi, almeno fino a quando Julian non decise di levarglielo con un amichevole, ma deciso, destro.
 
"Perdonami ma non riesco a sopportare quella faccia da idiota alla prima cotta"
 
"E per questo mi devi tirare un pugno forte come una martellata dritto il piena faccia? Sai che ti dico, dovresti trovarti una donna anche tu, secondo me diventeresti meno violento"
 
"Parli come mia madre, lei mi ripete sempre che una vita vissuta da soli non è una vera vita"
 
"Ha ragione lei, dovresti ascoltarla ogni tanto"
 
"Adesso sembri mio padre, se aggiungessi che "dovrei piantarla con le carte e trovarmi un lavoro" saresti la sua copia perfetta"
 
"Vuoi scherzare vero? Incitare qualcuno a non giocare più a Battle Spirits va contro i miei principi morali"
 
I due compagni di viaggio risero fragorosamente, ignorando la festa alle loro spalle che, poco a poco, andava spegnendosi; Il rumore sempre più lieve dietro loro scandiva con precisione il ritorno ai rispettivi tetti delle donne del villaggio che avevano partecipato a quei festeggiamenti non programmati.
I due uomini si alzarono in piedi consci che, tra non molto, avrebbero avuto anche loro il meritato riposo; si erano già messi d’accordo, l'umano avrebbe alloggiato a casa di Sophia mentre il granroriano sarebbe rimasto nella Casa dello Spirito per la notte.
 
Attirato dai rumori, Veirhal si voltò in direzione della sala e rimase incantato a vedere la sacerdotessa impegnata a mettere ordine nella casa: i suoi lunghi capelli neri che ondeggiavano, la dolce espressione affannata del suo viso perfino la pelle bianca e sudata delle sue braccia scoperte era meravigliosa; il duellante di Selveya non aveva mai visto nulla di tanto paradisiaco.
Salutò con un ultimo cenno della mano Julian e si diresse verso il centro della sala dove, dopo aver fermato la ragazza con un gesto delicato, si offrì di concludere ciò che lei aveva iniziato. L'inglese rimase alcuni secondi ad osservare i due piccioncini e non poté non pensare al suo imminente ritorno a casa; chi poteva dire che sua madre, con i suoi discorsi sulle vite vissute in solitudine, non avesse ragione.
 
-Chissà, magari è il momento; è vero che di per se non ho un lavoro ma posso trovarlo e i premi che ho vinto ai tornei sono notevoli - pensò con uno stanco sorriso sulle labbra - io e Amy potremmo essere, come dicono tutti, destinati… ahhh, ci penserò quando sarò tornato-
 
Abbandonò la Casa dello Spirito e seguì Sophia e la madre verso la loro casa. Il cielo sopra il villaggio era sereno come mai lo era stato nei due giorni precedenti che aveva trascorso a Gran RoRo e rispecchiava in pieno lo stato d'animo dell'uomo. Si arrestò improvvisamente al centro della strada principale e alzò la testa verso la volta celeste, era la sua ultima occasione di ammirare il cielo di Gran RoRo e non voleva lasciarsela sfuggire; per gioco, iniziò a collegare tra loro le stelle, una tra le poche cose che accomunavano il mondo Altrove alla terra, ma alla fine riuscì a crearci solo l'immagine di lui con Amy e Mike.
 
Sorrise rassegnato.
 
-Mi mancano davvero troppo i miei amici-
 
Tornato sulla terra, L'umano raggiunse rapidamente la simpatica coppia madre-figlia che gli aveva offerto ospitalità per quella sera e varcò appena dopo di loro la porta di casa. L'ambiente interno ricordava molto la casa del suo collega Shirou, una casa tradizionale giapponese a due piani.
Stando a ciò che Alysa aveva detto, lui avrebbe dovuto dormire da solo nel letto matrimoniale mentre lei e la piccola si sarebbero dovute stringere nel piccolo letto della bambina. Fortunatamente, le proteste di Julian riuscirono a far cambiare idea alla donna; già era un umano e quindi, data la recente storia e di Gran RoRo e del villaggio, un verme per definizione, se poi la padrona di casa gli avesse ceduto davvero il letto probabilmente non sarebbe riuscito a chiudere occhio dai sensi di colpa che, certamente, gli sarebbero venuti.
 
Si distese sul giaciglio che lui stesso si era scelto ma non nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che una lieve voce richiedente la sua attenzione; con un sorriso gentile sul viso, il duellante passò da sdraiato a seduto e notò finalmente gli intrusi, o meglio le intruse, che avevano stroncato sul nascere il suo sonno.
 
"Dice che vorrebbe dormire con te" sussurrò Alysa dando alla bambina una spinta d'incoraggiamento "se non ti è troppo di disturbo potresti…"
 
"Non ho alcun problema" rispose interrompendola e facendo poi segno a Sophia con la mano "vieni qui piccolina"
 
La bimba-gatto si salì sul letto e si sedette sulle ginocchia dell'uomo che la cullò dolcemente per alcuni minuti. La madre inizialmente sorrise osservando quella scena ma poi non riuscì a trattenere le lacrime; per quanto potesse suonare cattiva come frase, avrebbe dovuto esserci il padre della piccola li con lei e non un umano.
Lasciò la stanza vergognandosi di quel pensiero meschino non da lei, che colpa poteva avere Julian in ciò che era accaduto al villaggio; doveva assolutamente riuscire a calmarsi, cominciava pericolosamente a pensare come un soldato del re.
 
La donna si distese sul letto matrimoniale freddo e orribilmente vuoto in attesa che la stanchezza si decidesse a chiudere i suoi occhi bagnati. Un lievissimo rumore di passi giunse alle sue orecchie da gatto, particolarmente ricettive;  istintivamente Alysa socchiuse le palpebre in modo tale da poter vedere la scena simulando il sonno e infatti, dopo pochi secondi, nel suo ridotto campo visivo entrò la figura della sua bambina dormiente.
 
"Grazie piccola" sussurrò la voce del loro ospite umano"ma la tua mamma ha bisogno te"
 
La donna sorrise nascondendo il volto nel cuscino; quanto era strano quell'uomo, così diverso da tutti quelli che aveva incontrato finora, così simile al padre della sua bambina. Aspettò in silenzio che Julian lasciasse la stanza, si poi affacciò al balcone e si beò della delicata sensazione del vento notturno sulla pelle.
 
Lontana dallo sguardo di Alysa, la Casa dello Spirito teneva ancora ben accese le sue luci. All'interno, ormai, vi erano solo la giovane sacerdotessa e Veirhal intenti proprio a spegnere le ultime candele sopravvissute a quell'eterna serata di festa; la stanchezza cominciava a farsi sentire nei loro muscoli, Fresia era intenta a spegnere un candelabro da cinque quando le sue gambe cedettero e fu costretta ad accasciarsi a terra per riposare, immediatamente il suo ospite accorse e la portò in braccio fino al letto; la appoggiò delicatamente e la coprì, poi si sedette sul pavimento accanto a lei osservandola mentre tentava disperatamente di tenere aperti i suoi occhi stanchi.
 
"Dovrebbe dormire sacerdotessa" disse il duellante con un tono gentile "ha avuto una giornata densa e piena di preoccupazioni"
 
La ragazza annuì lentamente e si voltò in direzione del muro provando a dormire; fu del tutto inutile, c'erano troppe questioni in sospeso per assopirsi in tranquillità.
 
"No-non potreste r-restare qui a-ancora qualche g-giorno?" domandò lei con una voce quasi impercettibile
 
Le pupille del granroriano si dilatarono dallo stupore.
 
-Al diavolo, uno aspetta tutto il giorno LA domanda e quando arriva non sa cosa rispondere-
 
Il nativo del regno di smeraldo si sedette sul letto accanto alla ragazza e le accarezzò i capelli. Nemmeno lui era conscio di ciò che stava facendo, stava solo seguendo il suo istinto il quale, fortunatamente, decise di fargli il primo favore da tempo ormai immemorabile; Fresia si rilassò e riuscì finalmente a chiudere gli occhi.
Il capitano sospirò sollevato, non pensava di uscire da una simile situazione così facilmente; si sedette di nuovo a terra curando di tenere sempre lo sguardo verso la sua bella.
 
-Che cosa dovrei fare maestro?- si domandò -non è una questione semplice come può sembrare-
 
Si voltò un secondo per contemplare il cielo; la luna crociata era ormai giunta nella sua fase discendente, il cinico conto alla rovescia della realtà l'avrebbe presto posto di fronte ad una scelta importante.
 
-Domani- pensò -e tutto si ridurrà a un si o un no-
 
 
Il giorno seguente arrivò troppo presto per Veirhal, si era addormentato verso le tre e alle sei e mezza, circa, i suoi occhi cominciarono istintivamente a riaprirsi; nonostante fosse difficile definirsi lucido in tale situazione, decise di assecondare la volontà del suo corpo e alzarsi cercando di non turbare la quiete della sua amata sacerdotessa la quale, al contrario, era ancora tra le braccia di Morfeo.
Completò le operazioni mattutine di rito e si diresse nella cucina del piccolo appartamento sopra la Casa dello Spirito, seguì una veloce colazione, con generi di conforto di sua proprietà perché di "rubare" non se ne parla, e la discesa al piano inferiore. Ora gli rimanevano solo due cose da fare: salutare Julian e decidere se restare o meno; in cuor suo il granroriano sapeva che, in realtà, aveva già deciso ma trovare la forza per tradurre in azioni le sue intenzioni era tutta un'altra cosa.
Prese una grossa boccata d'aria prima di uscire sulla strada; il freddo pungente dell'ambiente sembrò risvegliare le sue terminazioni nervose… sicuramente risvegliò il suo sistema uditivo  perché solo pochi dopo captò un lievissimo rumore proveniente da qualcosa alle sue spalle.
Si limitò a sorridere amaramente, non aveva alcun bisogno di voltarsi per capire che cosa avesse provocato quel rumore.
 
"Sai, avrei preferito non svegliarti" sussurrò
 
"E io invece avrei preferito che tu l'avessi fatto" replicò la ragazza "direi che così siamo pari"
 
Un'imbarazzante silenzio scese tra i due interlocutori per alcuni secondi, almeno fino a che la giovane sacerdotessa non trovò il coraggio di romperlo.
 
"E così te ne vai" constatò
 
"Te  lo giuro, vorrei poter restare" ammise cupo il duellante
 
"Lo so" disse lei abbracciandolo da dietro
 
Aspettarono in silenzio che anche Julian uscisse dalla casa in cui aveva soggiornato per la notte. Non appena lo videro gli andarono incontro con sul volto il tipico sorriso triste di chi sa di dover dire addio ad un amico, dal lato opposto l'umano si fece avanti a sua volta fino ad incontrare l'abbraccio fraterno del compagno di viaggio.
 
"E così è ora di tornare a casa per te" fece Vey rotto l'abbraccio
 
"Già" replicò laconico l'altro "mi mancherà questo posto"
 
"Il sentimento è reciproco, fidati" esclamò divertito il capitano "Gran RoRo è sempre dispiaciuto quando un grande duellante se ne va"
 
Nonostante il tono con cui lo disse paresse quello di una battuta Julian non rise, era lì solo da poco più di tre giorni ma capiva benissimo quanto quelle parole fossero molto più profonde di come apparivano; il nucleo progenitore, che era il cuore di quel mondo, era un essere vivente dopotutto, era davvero possibile che provasse dispiacere alla partenza di un grande esperto di Battle Spirits, sicuramente l'umano l'avrebbe ritenuto un onore.
 
"Guarda che non ho intenzione di partire subito" ribatté Fines "ti accompagno almeno fino alla nave"
 
Come detto, si incamminarono verso le porte del villaggio mentre, dietro di loro, andava radunandosi praticamente l'intera cittadinanza, pronta a tributare il giusto saluto ai due duellanti; accanto a loro stavano la sacerdotessa Fresia, che sembrava voler passare ogni secondo residuo con il suo cavaliere, e la piccola Sophia, che immediatamente si fece prendere in braccio da Julian.
 
"Dov'è la vostra nave?" domandò la bambina a bruciapelo
 
"In quella grotta appena oltre il fiume" rispose l'umano indicando la caverna "l'abbiamo nascosta lì per evitare problemi"
 
Raggiunsero velocemente il luogo e percorsero i pochi metri del corridoio d'ingresso ma, una volta giunti all'ingresso dello spiazzo, si accorsero che qualcosa non andava; la grotta era piuttosto buia, era innegabile, ma, da quel che Vey e Julian ricordavano, la sagoma della Stella Blu risultava abbastanza ben visibile anche dal tunnel mentre ora, nonostante fossero ben più vicini era completamente indistinguibile dall'ambiente.
 
"Che diavolo succede?!" imprecò il pilota "non la vedo… anzi, non è nemmeno qui!"
 
La sacerdotessa accanto a lui si irrigidì a tal punto, come le si fosse gelato d'improvviso il sangue, da rischiare di cadere goffamente a terra; all'Olamaris non sfuggì la preoccupazione della donna amata e immediatamente rivolse a lei tutta l'attenzione.
La ragazza pareva davvero disperata e Veirhal, per quanto gli sarebbe piaciuto che fosse così, sapeva benissimo che non poteva essere per la sua partenza; c'era sicuramente dell'altro.
 
"N-non credevo c-che fo-fossero tornati" balbettò preoccupata "era t-tanto c-che non ci a-aggredivano"
 
"Di chi sta parlando sacerdotessa?" domandò il duellante di Selveya
 
"U-un gruppo di delinquenti c-che agiva i-in que-questa zona e che a-aveva i-in questa g-grotta la s-sua base"
 
"Li ricordo bene quei bastardi!" sibilò una delle altre tre donne che era giunta fin li con i quattro "penso ci spiassero da tempo perché iniziarono le loro azioni solo quando anche l'ultimo uomo fu deportato, dubito che si trattasse di un caso"
 
"Già" prosegui una seconda cittadina con un tono colmo di livore "si fingevano dei grandi uomini, derubandoci a viso aperto e in pieno giorno, ma in realtà erano solo dei vigliacchi, sapevano benissimo che, dato che non c'erano duellanti al villaggio, non potevamo nemmeno appellarci alla legge del re.. loro volevano solo umiliarci"
 
"P-probabilmente so-sono tornati qui e… e ha-hanno v-visto la nave…" biascicò la sacerdotessa quasi in lacrime "… m-mi dispiace ca-capitano Olamaris, a-avrei dovuto a-avvertirla c-che…"
 
"No, no, non pianga, la prego" sussurrò lui avvolgendola in un confortante abbraccio "lei non ha nessuna colpa di ciò che è accaduto, purtroppo la mia nave era molto vecchia e aveva perso da tempo il portellone di chiusura"
 
L'abbraccio si fece più delicato e meno stringente; Veirhal continuò ad accarezzarle i capelli finché non si calmò.
 
"Ah, a proposito" aggiunse con un tono più scherzoso "per favore, mi dia del tu e mi chiami Veirhal… anzi, mi chiami pure Vey"
 
"V-va bene" replicò insicura "le-lei p-può… cioè, volevo di-dire, t-tu puoi fa-fare lo stesso co-con me"
 
"Perfetto" riprese lui "ora però ho bisogno di un'informazione, è di vitale importanza"
 
"Chiedimi pure"
 
"Hai una qualche idea di dove possano essere andati i ladri? Devo assolutamente recuperare la mia nave"
 
Fresia si prese ancora alcuni secondi tra le braccia del capitano, cercando di ricordare se, nelle conversazioni avute con loro, i banditi avessero mai nominato uno dei loro punti di ritrovo; i pensieri si intrecciavano nella sua mente riportando indietro, dai meandri della sua memoria, imprecazioni, insulti, frammenti di frasi e di dialoghi. Niente da fare, non rammentava nulla di particolarmente importante.
 
"N-non rie-riesco a… a ricordare nu-nulla" balbettò
 
"DEVI RICORDARE!!" gridò Vey con un tono tra l'arrabbiato e il lamentoso che fece spaventare la giovane "scu-scusami, n-non volevo urlare; facciamo così, prova a ripensarci ancora un po' e, se non ti viene in mente niente, vorrà dire che li cercherò per conto mio"
 
La ragazza annuì e tornò a rimuginare sul passato consolata sempre dal suo cavaliere. Julian non riusciva a capire a che gioco Vey stesse giocando; il giorno prima aspettava solo un segno del destino per decidere di restare al villaggio per sempre e, ora che quel segno era arrivato, voleva andarsene, anzi, era arrivato perfino ad avere atteggiamenti aggressivi e ad urlare contro la sua amata. Lanciò al collega un'occhiataccia colma di dubbio e disapprovazione sperando che egli trovasse il coraggio di rispondergli sinceramente ma fu tutto inutile, l'altro duellante eluse lo sguardo e seguitò a simulare tranquillità.
 
"Forse ci sono!" gridò Fresia "una volta avevano parlato di una locanda che si trova a sinistra del villaggio non molto lontano da qui, la si può raggiungere in poche ore anche a piedi se non ricordo male"
 
"E' vero, la ricordo anch'io!" disse una delle altre tre "dicevano che, quando avevano messo insieme un bottino di ingenti dimensioni, si fermavano li per la notte e sempre lì attendevano i loro acquirenti; sono sicura che partendo adesso potresti raggiungerli in tempo, Veirhal"
 
"Grazie!" esclamò lui con una voce quasi rotta dal pianto "non esiste una parola in grado di esprimere quanto io vi sia grato in questo momento"
 
 "No-non ce n'è a-alcun bisogno" replicò arrossendo la sacerdotessa
 
"Al contrario, senza il vostro aiuto mi sarei abbattuto e non avrei mai pensato di dare la caccia ai ladri" fece gioioso "ora, grazie a te, ho la possibilità di tornare a casa, non puoi nemmeno immaginare con quante persone debba scusarmi laggiù"
 
La ragazza dalla tunica rossa distese le labbra in un sorriso che, secondo Julian, definire tirato sarebbe stato alquanto riduttivo, era chiaro come il sole che quella nuova speranza in un possibile ritorno a casa, che sembrava aver contagiato il capitano della Stella Blu, non la entusiasmava e che tentava di fare buon viso a cattivo gioco.
 
"Beh" esordì, ad un certo punto, Veirhal "penso che, per me, sia giunta l'ora di mettersi in cammino" si rivolse poi alla sacerdotessa "abbi cura di te, Fresia… a-addio"
 
Le ultime parole furono quasi dei sussurri, un saluto privato; il duellante granroriano si trattenne nell'abbraccio di saluto alcuni secondi più del dovuto dopodiché, liberata la giovane dalle sue braccia, iniziò immediatamente ad incamminarsi verso la strada che l'avrebbe ricondotto dalla sua amata nave. In breve tempo la sua figura svanì all'orizzonte e gli occhi della dolce ragazza smisero di simulare per trovare sfogo in un pianto liberatorio.
 
Per tutta la durata degli eventi, Julian era rimasto immobile e zitto nella speranza che arrivasse il momento in cui il suo ex compagno di viaggio avrebbe finalmente ammesso che stava recitando la parte del bastardo per scherzo e si fosse deciso a parlare sul serio riguardo a quel "segno del destino"; ora lui non era più lì, era corso via a gran velocità, e quel momento non era mai arrivato.
I singhiozzi della povera donna-gatto gli apparivano come delle pugnalate nella schiena: era stato lui a convincere Veirhal a trovare il coraggio per corteggiare la giovane, aveva perfino garantito per lui dell'onesta delle sue intenzioni. Si disgustò per aver riposto fiducia in un essere così meschino;  era la sua grande occasione, sarebbe dovuto rimanere lì per proteggerle… sarebbe potuto essere un eroe.
 
-E pensare che io farei di tutto pur di avere una chance di cambiare qualcosa-
 
Prese la sua decisione; forse Gran RoRo non aveva più bisogno di lui ma c'era ancora qualcosa che poteva fare.
 
"Non si preoccupi signorina, lo riporterò da lei" esclamò rivolgendosi poi alla sua nuova piccola amica
 
"Credo che il nostro invece sia un addio" disse abbracciandola "abbi cura di te, piccola Sophia"
 
E, senza altre parole, svanì nella stessa direzione del suo compagno di viaggio.
 
 
Il capitano Veirhal Olamaris stava percorrendo l'enorme piana rocciosa alla massima velocità che le sue gambe gli consentivano; i muscoli e le articolazioni gli bruciavano terribilmente ma il suo passo non accennava a diminuire, del resto non poteva permetterselo.
Nella sua mente una solo pensiero risuonava come un mantra.
 
-Ogni secondo perso, casa si fa più lontana… e io non ho un altro posto dove andare-
 
Il dolore era sempre più intenso, la sua resistenza sempre più flebile; si morse le labbra per tentare di ignorare i segnali del suo corpo ma, per quanto un possa fingere che non ci sia, lo sforzo massacrante rimase e anche lui era conscio che, prima o poi, gli avrebbe presentato il conto.
Cedette all'improvviso cadendo rovinosamente a terra; raccogliendo la tanta grinta che aveva in corpo cominciò a trascinarsi, anche strisciando, cercando di percorrere più spazio possibile nell'attesa del momento in cui le sue gambe sarebbero state di nuovo in grado di sostenerlo.
 
Alcuni minuti più tardi fu finalmente in grado di rimettersi in piedi ma i metri che riuscì a percorrere furono davvero pochi . Una certa persona, che a giudicare dal fiatone doveva aver corso quanto se non più di lui, era appena entrata nel suo campo visivo e, soprattutto, uditivo.
 
"Sei davvero patetico" sibilò, con una voce carica di biasimo, l'uomo "su, continua pure a scappare codardo!"
 
Non replicò, secondo lui era giusto così, e rimase in attesa del proseguo del discorso.
 
"Non provi nemmeno un po' di vergogna per te stesso? Hai una vaga idea di come si senta la povera Fresia?" domandò incalzante "la verità è che sei solo un bastardo senza pari, prima cerchi di fregare gli altri con tutte le idiozie su segni del destino e porcherie varie e poi scappi via, spezzando il cuore della donna che ti ama, come il vigliacco che sei in realtà! Sai che ti dico? Va al diavolo, Veirhal, tornatene pure nel tuo regno dove la gente ti crede un grande eroe ribelle"
 
"Tu non puoi capire" ribatté a voce bassissima
 
"Capisco benissimo invece… capisco che sei un essere rivoltante che, di fronte alle responsabilità, fugge nel suo regno dove tutti lo adorano senza che lui debba dimostrare niente a…"
 
"TU NON CAPISCI NIENTE!!!" urlò il granroriano sferrando all'altro un potente destro al volto che lo fece volare a terra
 
Altri pugni altrettanto violenti seguitarono a colpire il viso dell'umano che, in mezzo a quella selva di colpi, faticò anche solo ad intravedere il volto del suo aggressore. Era strano però, la sua espressione non sembrava ne soddisfatta ne irosa, era più… dolorosa.
 
"TU… NON PUOI… CAPIRE!!" gridò di nuovo con il poco fiato che gli era rimasto in corpo "NULLA… NULLA DI CIÒ CHE VEDI E' LA VERITÀ!!!"
 
"E ALLORA DIMMELA TU, GRANDE SAGGIO!!" ribatté l'inglese furioso "DIMMELA TU, LA VERITÀ!!"
 
A quelle parole, Veirhal si bloccò e si alzò nuovamente in piedi riprendendo immediatamente il cammino; non era preoccupato dal fatto di non aver risposto a Julian, sapeva benissimo che ne avrebbe avuto  ugualmente l'opportunità e poi, data la situazione,  la nave restava comunque la sua priorità e lui non aveva intenzione di perdere secondi preziosi.
Come aveva facilmente previsto, Julian lo raggiunse pochi secondi dopo seguendo il suo passo spedito nella direzione della locanda dei ladri.
 
"Cosa ti hanno raccontato Atroon e il maestro Sanol riguardo a questo mondo?" domandò il granroriano con un malcelato disprezzo nella voce "ti hanno per caso detto che "questo è un mondo stupendo in cui si vive in pace e tranquillità" o qualcosa di simile?"
 
"Il tuo ex maestro no, ma Atroon mi ha detto qualcosa del genere" rispose cercando di ricordare le parole del suo primo avversario "se non ricordo male, mi ha spiegato che, prima della dittatura del re, Gran RoRo era un luogo quasi perfetto; personalmente non ho fatto alcuna fatica a credergli… insomma, questo posto è stupendo e…"
 
"Tutte balle" sentenziò laconico l'altro
 
"Cosa?!"
 
"Non mi sembra così difficile" fece con un tono ironico e cattivo "Quelle. Che. Ti. Ha raccontato. Sono. Solo. Un. Mucchio. Di. Stronzate"
 
"Ah si, e invece come la racconteresti tu, questa storia?"
 
"Inizierei più o meno così" esordì allungando il passo "Se ti limiti ad osservarne il suo aspetto esteriore, allora Gran RoRo può davvero sembrarti un paradiso ma ti basterà levarti per un secondo il velo dagli occhi per scoprire quanto la vita in questo mondo in realtà sia spietata e terribile e questo ben da prima che il re divenisse il nostro dominatore assoluto"
 
"Cosa intendi dir…"
 
"Atroon è liberissimo di vedere nel re l'origine di tutti i mali del mondo Altrove ma è merito suo se adesso viviamo in delle case, che prima solo i regni ricchi avevano, e abbiamo un, seppur discutibile, complesso di leggi; molti granroriani sono con lui e non penso che siano tutti degli imbecilli, probabilmente ci sarà un valido motivo, non trovi?"
 
"Ti rendi conto che stai giustificando l'uomo che ha praticamente distrutto il villaggio della tua amata"
 
"E tu ti rendi conto che se non fosse stato lui, prima o poi, sarebbe semplicemente stato qualcun altro, magari un granroriano, probabilmente un mazoku; morale della favola: non sarebbe cambiato assolutamente nulla" sbottò il capitano bloccando poi sul nascere la prevedibile replica del collega "e, per carità, non tirare fuori qualche idiozia sul  fatto che potremmo fare fronte comune perché è solo l'ennesima menzogna raccontatati da quel vecchio bastardo per poter incolpare solamente gli umani del disastro che è Gran RoRo… sai, è molto meno imbarazzante che raccontare la verità"
 
"E cioè?"
 
"E cioè che la schiavitù di Gran RoRo è da imputare più ha quei rifiuti dei suoi abitanti che al re!! Gli hanno servito la mia casa, il mio mondo e la mia libertà su un piatto d'argento senza che io potessi fare nulla per proteggerli!!" disse con le lacrime agli occhi "TUTTO A CAUSA DEL LORO INUTILE, STUPIDO ODIO!!"
 
Non ci fu bisogno di una esplicita replica da parte del duellante umano, il suo sguardo perplesso era una spiegazione più che sufficiente.
 
"Ti suona nuova? Non te l'ha raccontata questa parte? Oh, ma è normale, i bastardi come Atroon sono dei veri assi nel nascondere la sporcizia, credo sia l'unica cosa che sanno fare davvero bene" ricominciò con un tono ancor più carico di cattiveria "ebbene è così, tra le razze di Gran RoRo il sospetto e l'odio regnano sovrani!! I rapporti commerciali tra i regni sono quasi nulli e gli stranieri sono visti con disprezzo in quanto sempre sospettati di voler ficcare il naso negli affari del nuovo regno, anche quando è gente che non conta nulla come me!!"
 
"M-mi dispiace, io non…"
 
"E ALLORA NON TI PERMETTERE DI DARMI LEZIONI DI MORALE!!" era davvero divorato dal dolore "LE RELAZIONI TRA PERSONE DI REGNI DIFFERENTI SONO OGGETTO DI DISCRIMINAZIONE, IN ALCUNI CASI SONO ADDIRITTURA REATI E NON STO PARLANDO DI ROBA DA POCO… E' CONSIDERATO ALTO TRADIMENTO NEI CONFRONTI DEL REGNO!!"
 
"A-alto tradimento?!!"
 
"Già" concluse con un sussurro colmo di tristezza "t-ti hanno mai raccontato la leggenda del re di perla e della principessa di smeraldo?"
 
"No, non hanno mai avuto l'occasione"
 
"E'… è la più b-bella e romantica d-delle leggende di Gran RoRo" iniziò  "molto tempo fa, ben prima dell'arrivo del re, il regno di perla, il più ricco e potente dei regni di Gran RoRo, era governato da un sovrano che, nonostante fosse poco più di un ragazzo, era tanto giusto quanto politicamente abile, rispettato e riverito dal suo popolo e temuto dall'assemblea dei nobili con la quale tradizionalmente condivide il potere; un giorno, durante una missione diplomatica, incontrò la bellissima principessa di smeraldo, chiamata anche la principessa farfalla, incaricata dalle gerarchie del suo regno di strappare un accordo commerciale e un'alleanza… i due si innamorarono perdutamente l'uno dell'altro al punto tale che, nonostante la giovane età di entrambi, suggellare l'alleanza tramite il loro matrimonio. Come accade sempre nella realtà, il loro amore non fu tuttavia universalmente accettato: i nobili videro nell'ascesa della principessa straniera una seria minaccia al loro potere e alla loro influenza e così sobillarono la popolazione del regno insinuando che il re stesse vendendo il suo paese ad una forza straniera, i bastardi pensavano che, trattandosi di ragazzi, ridurli alla resa sarebbe stato facile ma il loro sentimento si rivelò così puro e sincero che risultò impossibile farli crollare" si fermò un secondo ad asciugarsi le lacrime "e così i più importanti tra i nobili, il corpo di polizia dei cavalieri d'argento, presero in mano le armi e, in nome della giustizia per il popolo e dell'amore per la patria, assaltarono il palazzo di perla… uccisero gli amanti e presero il potere"
 
"Ma è una storia atroce" osservò il collega duellante
 
"Già, da noi gli adulti la raccontano sempre ai bambini" spiegò osservano al contempo lo sguardo perplesso che andava formandosi sul volto del suo interlocutore "non l'hai ancora capito? Il motivo per cui questa leggenda viene tramandata… è insegnare sin da piccoli che le quello che i due giovani hanno fatto è, appunto, alto tradimento… e-ed è punito quasi sempre c-con la pena di morte"
 
Si zittì, continuando a guardare l'umano dritto negli occhi; cominciava a leggere anche in lui quelle sensazioni di sconforto, incredulità e disgusto che lo avevano spesso attanagliato durante la sua gioventù e che, ogni tanto, riemergevano ancora oggi.
 
"Ora capisci perché non avrei mai potuto restare al villaggio miao-miao con Fresia? Non appena si fosse sparsa la voce della mia presenza al villaggio, i soldati sarebbero stati costretti ad una "visita amichevole" allo scopo di mantenere la loro credibilità di fronte agli abitanti dei regni di perla e di zaffiro che collaborano con loro; io amo Fresia, non avrei mai potuto condannarla ad una vita di disprezzo"
 
"Sei proprio sicuro che la situazione sia davvero così tragica? In fondo mi hai detto proprio tu che i regni di smeraldo e di rubino sono i più poveri e meno prestigiosi di tutto il mondo Altrove, la trasgressione potrebbe passare inos…"
 
"Generalmente ti potrei anche dare ragione ma, purtroppo, tra i coinvolti in questa storia ci sono anche io, e io non sono proprio uno qualunque" ribatté sempre più intristito l'altro "immagino che, visto che lì quasi tutti mi odiano, al villaggio del maestro ti abbiano detto che lo dico in giro solo per vantarmi ma, in realtà, io sono davvero l'unica nave libera del regno di smeraldo! Quanti altri maschi giovani come me hai incontrato nei due villaggi che hai visitato finora? Io non dovrei essere libero  e questa, per i soldati, è una ragione sufficiente per considerarmi un sovversivo"
 
"Ma tu non sei un…"
 
"MA QUESTO LO SO IO, LO SAI TU, LO SA SANOL E LO SAPEVANO DRAGAN E ALTRI!!" urlò ormai in preda alla disperazione "ai soldati però non interessa la verità, per loro è il solo fatto che io non sia rintracciabile ad essere inaccettabile; sarei pronto a dichiarare anche adesso che non sono affatto un rivoluzionario, che in realtà sono solo un duellante che vuole divertirsi facendo ciò che più ama… ma non c'è nessuno disposto a crederci e io sono destinato a rimanere un criminale schedato, non potrò mai avere una casa diversa dalla mia nave"
 
Concluse il lungo discorso con l'ultimo grammo di fiato in corpo e cadde a terra stremato; le sue lacrime bagnarono l'arida pianura rocciosa che i due stavano percorrendo e, di seguito, il suo pugno impattò fragorosamente contro la superficie provocando alcune crepe e scaricando tutta la tensione da lui accumulata.
Il suo collega, al contrario, era in piedi accanto a lui con lo sguardo fisso nella direzione che le ragazze avevano indicato; cordialmente, porse la mano destra all'amico e lo aiutò a rialzarsi sorreggendolo poi nell'attesa che egli recuperasse parte delle sue energie.
 
"Beh, e allora? Che si fa?" domandò a bruciapelo il biondo
 
"Si va alla ricerca di quei maiali, li si sconfigge in duello, ci si riprende la nave e, per finire, li si minaccia in modo tanto aggressivo da sperare di convincerli a non assalire più le ragazze del villaggio" elencò con quel ghigno rabbioso e, finalmente, determinato che Julian non vedeva da troppo tempo "è il massimo che posso fare per Fresia"
 
"Un atto d'amore supremo quindi? Ringrazia il cielo che sono un romantico anch'io, altrimenti sarei tentato di prenderti in giro"
 
"Vuoi muoverti o preferisci continuare a sparare idiozie?"
 
"Direi che mi muovo" replicò sorridendo con ironia "voglio vedere il tuo mazzo blu all'opera, sono curioso di sapere come duella l'ultimo uomo libero del regno di smeraldo"
 
 
Dopo aver recuperato le energie, i due ricominciarono la corsa verso la base dei ladri ad una velocità perfino superiore. In pochi minuti ebbero la famigerata locanda all'interno del loro campo visivo; era di dimensioni ridotte e costruita con mezzi di fortuna, si trattava chiaramente di una bettola da due soldi frequentata solo da criminali o, al massimo, da soldati di passaggio.
 
Avvicinandosi ulteriormente, i viandanti riuscirono a scorgere anche la Stella Blu parcheggiata, e per nulla nascosta, dietro alla casupola; ad una rapida prima occhiata non venne notato nessun uomo a montare la guardia ma a Veirhal fu sufficiente una seconda osservazione più attenta per capire che non ce n'era bisogno: oltre al fatto che, probabilmente, avevano disinserito le chiavi, cosa che lui, a suo tempo, per eccesso di sicurezza non aveva fatto, si erano addirittura premuniti di piazzare, sopra l'ingresso, un congegno capace di creare un campo di forza repellente che certamente si poteva rimuovere solo dopo averlo disattivato tramite il comando a distanza.
 
"Al diavolo!" imprecò l'Olamaris "addio speranze di rubarla, dovrò vincerla in duello"
 
"Era prevedibile, no?" osservò il compagno di viaggio "avranno cercato di evitare di commettere i nostri stessi errori"
 
"Riesci a vedere quanti uomini ci sono nel locale?" domandò il granroriano
 
"Ora si" rispose posizionandosi in prossimità di una finestra sporca "non ho proprio la panoramica completa della baracca ma sono quasi certo che siano almeno in sette, tra l'altro, immagino, armati; direi che ci serve un piano"
 
L'umano ebbe appena il tempo di concludere il suo rapporto che l'altro lo prese per un braccio e lo trascinò a forza fin dentro la locanda. Appena entrati, notarono due cose fondamentali: che gli avventori erano in realtà nove e che, però, il gruppo che li interessava, riconosciuto a causa delle chiavi della nave che il leader teneva in bella vista, era composto da solo tre di loro, due umani e un granroriano.
 
"Non sono molti, forse riusciamo a "convincerli" senza duellare" constatò l'umano
 
"Nei tuoi sogni forse" ribatté scherzoso l'altro "conosco come ragiona questa gente, c'è una specie di strano spirito di corpo tra loro. Normalmente giocherebbero a pugnalarsi alle spalle ma, se ora aggredissimo quei balordi, l'intero locale si alzerebbe in loro difesa"
 
"Allora spero tu abbia un piano, idiota" sussurrò Julian al collega
 
"Lascia fare a me" fece deciso Veirhal prima di rivolgersi agli ospiti della bettola "ehi gente, chi è il proprietario di quella bellezza parcheggiata dietro a questa fogna?"
 
"Ti riferisci alla mia nave?" domandò il tizio con le chiavi "voglio essere onesto con un collega, io non la chiamerei affatto "bellezza", la definizione più corretta sarebbe rottame: cade a pezzi,  è piena di modifiche illegali e la vernice è scrostata; ufficialmente non vale un centesimo, ci si potrebbe, forse, guadagnare qualcosa solo rivendendola a pezzi o al mercato nero"
 
"Eppure io conosco qualcuno che sarebbe disposto a pagarti bene per quel rottame" replicò il capitano stringendo i pugni per la rabbia
 
"Ah, si? E chi sarebbe?"
 
"Il vero proprietario del veicolo"
 
"Sei il ladro più banale della storia" lo irrise il delinquente "però devo ammettere che probabilmente hai ragione, solo il vero proprietario di quell'affare potrebbe davvero pagare per riaverlo; ma tu perché ne parli con me? Sai forse dove si trova? In cambio potrei offrirti una percentuale sul compenso"
 
"Allora puoi darmi direttamente i soldi, imbecille, perché il proprietario è proprio qui davanti a te…"
 
L'espressione da furbo che il ladro aveva stampata in volto si volatilizzò per lasciare il posto a uno sguardo tra lo spaventato e l'arrabiato; si volse velocemente in direzione del bancone per afferrare una spranga che, saggiamente, aveva appoggiato poco lontano da lui ma sfortunatamente Veirhal, per una volta, sembrava avere un piano, uno vero.
 
"… eee ti sfido ad un duello a Battle Spirits. Se vinco, tu mi dovrai restituire la nave e voi, bastardi, dovrete smettere di tormentare le ragazze del villaggio miao-miao"
 
"E se rifiutassi?" chiese roteando minacciosamente la sua arma
 
"Non puoi farlo, è la legge del re" ribatté sicuro Vey "e non fingere di non essere un duellante, so che lo sei"
 
"Ma sono anche un criminale, io trasgredisco la legge" lo irrise in tono aggressivo "rassegnati e vattene, non hai l'autorità per impormi di accettare il duello"
 
"Vero" rispose laconico rivolgendosi poi verso Julian "però, per vostra sfortuna, il mio amico qui dietro è un soldato del re…" si avvicinò a piccoli passi al leader "… non fatevi ingannare dal fatto che non indossi la divisa, gli hanno appena concesso il congedo per assistere alla nascita del suo primogenito"
 
"Eh?!" esclamò Julian trattenendo a fatica lo stupore
 
"Zitto e lascia fare a me" sibilò sottovoce "comunque dicevo… ah già; non fatevi ingannare, sarà anche in borghese ma l'arma d'ordinanza ce l'ha e, se rifiuterete il duello, vi mostrerà anche quanto bene sa usarla"
 
Il capo della banda dei ladri mosse il suo sguardo verso Julian, squadrandolo alla ricerca di conferme; il suo viso era chiaramente quello di un duro e l'espressione inflessibile dipinta su di esso incuteva timore, in più la sua mano destra era sempre minacciosamente nascosta nella corrispondente tasca della sua giacca nera; sicuramente il "soldato" teneva lì la sua pistola.
 
"Temo di dover accettare la sfida" concluse il criminale e Veirhal dovette riconoscere che almeno una cosa buona il re l'aveva fatta; era stato capace di incutere così tanto terrore che perfino chi le leggi le trasgrediva di "professione" non aveva il coraggio di violare le sue.
 
"Allora è deciso, sarò io il tuo avversario!" gli disse deciso il capitano prima di gridare all'unisono "VARCO APRITI! ENERGIA!"
 
Oltrepassata la porta di luce, i due duellanti raggiunsero le loro postazioni ai due punti opposti del terreno di gioco, i colleghi del delinquente e il neo soldato e neo padre, almeno secondo le parole di Veirhal, vennero invece automaticamente teletrasportati sulle loggette fluttuanti lungo la circonferenza.
 
"Diamo inizio a questa sfida" esordì determinato l'Olamaris "a te la prima mano!"
 
"Riesco già a vedere il momento in cui mi prenderò la tua ultima vita" sibilo in risposta l'altro, impegnato a pescare le quattro carte "perfetto, fase iniziale…"
 
I primi due turni furono giocati in maniera diametralmente opposta dai due contendenti. Dopo aver pescato la quinta carta come da regolamento, infatti, il leader dei ladri cedette immediatamente la mossa al suo avversario, senza evocare nessuno spirit; al contrario, Veirhal, aiutato dalla buona sorte e confortato dall'atteggiamento rinunciatario dell'avversario, evocò in un solo turno Bulltop, Bestia da Battaglia, Pedone Gustav e un Automa di Pietra a livello 2 e proseguì con un attacco totale al quale il suo avversario replicò rispondendo con la vita a due attacchi e bloccando il terzo con l'uso, in azione lampo, della magia Cortina Nebulosa; in più, grazie all'effetto Sgretola di livello 2 di Automa di Pietra, due carte del mazzo del ladro, per la precisione Guerriero Magnum e Forziere del Sogno, terminarono negli scarti.
 
"Hai così fretta di perdere?" lo prese in giro il granroriano "se vuoi, allora, puoi anche darmi le chiavi adesso"
 
"Non cantare vittoria troppo presto" gli gridò un altro dei ladri dagli spalti "questo è lo stile del nostro capo ed ha quasi sempre funzionato alla perfezione"
 
"Vorrà dire che giocherò le mie chance su quel "quasi", amico" si rivolse allora al suo avversario "a te la mossa"
 
 
TURNO 3
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione" dichiarò il ladro compiendo tutte le azioni obbligatorie
 
"Non ho nuclei da recuperare, quindi passo alla fase principale: evoco Guerriero Calibro, attivo il nexus Nave Madre dell'Infinito ed evoco anche Balder Soldato Scudo"
 
I due simboli bianchi sul terreno di gioco si spezzarono rivelando il fuciliere robotico e l'androide lanciere dai quattro scudi mentre, in contemporanea, da dietro la postazione del duellante emerse, come da uno squarcio nell'aria, un'ipertecnologico vascello.
 
"Fase d'attacco: attacco con Guerriero Calibro!"
 
Il robot alzò il braccio-pistola, caricò i proiettili e sparò una raffica di colpi in direzione della postazione di Veirhal dall'altro lato dell'anello. Gli spirit del granroriano erano tutti adagiati a terra in affaticamento e quindi erano incapaci di bloccare; aveva solo un opzione.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
La prima delle cinque vite incastonate sull'armatura da battaglia del duellante di Selveya esplose e la gemma sul tabellone si spostò dalle vite alla riserva.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 4
 
 
"Fase iniziale: fase di acquisizione, dei nuclei e poi di recupero" disse tutto d'un fiato Vey osservando la sua squadra recuperare le forze e rimettersi in posizione da combattimento "fase principale: attivo il nexus Duello ad Armi Pari e uso il nucleo di Bulltop per evocare un secondo Automa di Pietra!"
 
Il golem di roccia andò a schierarsi accanto agli altri due spirit battendosi il petto come a voler mostrare la sua forza e intimidire l'avversario, il suo padrone tuttavia portava avanti un altro tipo di strategia e passò la mano senza nessun attacco.
 
 
TURNO 5
 
 
"Nessun attacco, eh!" fece spavaldo il leader della banda di ladri compiendo le principali operazioni di rito e osservando i nuclei scorrere dagli scarti alla riserva
 
"Mi credi uno sprovveduto? Guarda che conosco l'effetto di Balder in fase di blocco, non mi va di buttare via uno dei miei spirit inutilmente" gli ribatté l'altro
 
"Wow, un duellante in gamba… finalmente una sfida degna" si disse "ok, fase principale: evoco Gigandroide"
 
Una gemma bianca dai mille riflessi si materializzò accanto agli altri due spirit schierati; sotto di essa, numerose fessure spaccarono il terreno e, da esso, emerse un guerriero in armatura nera munito di una minacciosa lancia.
 
"Attivo poi la magia Ricarica Nuclei, grazie ad essa, per ogni spirit del genere "Macchina armata" da me controllato, guadagno un nucleo nella mia riserva"
 
"Aspetta un attimo, ma d-davvero no-non ti sei reso conto che non hai nessuno spirit di quel genere? mpff…" chiese Vey trattenendo a stento le risate, un errore davvero grossolano per un duellante esperto quale il ladro diceva di essere
 
"Aspetta a ridere, attivo l'effetto di livello 1 del mio nexus" esclamò mentre, dietro di lui, la nave si illuminava "grazie ad esso tutti i miei spirit dei generi "Macchina" e "Androide" diventano del genere "Macchina armata"; Guerriero Calibro è del genere "Macchina" e Gigandroide e Balder sono del genere "Androide" e quindi, grazie all'effetto della mia magia, guadagno tre nuclei supplementari con i quali elevo a livello 2  Guerriero Calibro e Gigandroide"
 
I due spirit si circondarono di un aura luminosa e si impettirono, consci della loro nuova forza.
 
"Fase d'attacco: attacco con Guerriero Calibro!"
 
La scena del terzo turno si ripeté esattamente identica in quello corrente con lo spirit che prima caricò i colpi e poi puntò in verso la postazione; Veirhal sapeva già cosa fare, poteva magari non sapere dell'effetto del nexus ma conosceva bene quello di livello 2 e 3 di Gigandroide e di perdere uno spirit così non se ne parlava. Restava solo un opzione.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
La barriera bianca intorno alla postazione del granroriano si spezzò in contemporanea con l'esplosione di un'altra vita; ora erano pari, due vite perse a testa.

"A te la mossa"
 
 
TURNO 6
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Il nucleo supplementare andò ad aggiungersi ai quattro che, tra recupero dagli scarti e vite perse, componevano il suo bottino di gemme.
 
"Fase principale:  elevo a livello 2 il nexus"
 
La tenda da campo militare, che il turno precedente si era materializzata, lampeggiò illuminando parte del semicerchio dominato dal duellante blu.
 
"Fase d'attacco: attacco con Automa di Pietra!" esclamò deciso selezionando poi una delle due carte rimastegli in mano "Azione lampo! Attivo la magia Blitz grazie alla quale in questo turno, ogni volta che uno spirit con effetto Sgretola attacca, guadagno un nucleo negli scarti"
 
"Anche tu accumuli nuclei, blocco con…"
 
Il ladro non completò la frase perché il suo sguardo si fermò, prima, sul ghigno soddisfatto che il suo avversario aveva ancora stampato sul volto e, dopo, sulle tre dita chiuse sull'ultima carta che aveva in mano.  Il rischio era alto, un errore poteva voler dire perdere il controllo del match, soprattutto a causa di quel nucleo che Veirhal aveva lasciato nella riserva; avrebbe potuto elevare uno dei suoi automi a livello 2 e fare più danni con l'effetto Sgretola ma non l'aveva fatto e per di più aveva ancora una carta in mano. Preferì non rischiare.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
Una potente onda d'urto, scaturita dalle possenti braccia dello spirit, percorse tutto il terreno di gioco fino a colpire il mazzo avversario eliminando la prima carta, uno spirit Artefatto Fjalar;  contemporaneamente il golem caricò fino a raggiungere la postazione dell'avversario e, con due pugni infranse lo scudo.
 
"Attacco anche con il secondo Automa di Pietra!" proseguì il capitano "guadagno un altro nucleo per effetto di Blitz e attivo di nuovo l'effetto Sgretola, perdi un'altra carta"
 
"Azione lampo!" replicò osservando il secondo dei tre Balder che aveva nel mazzo terminare anche esso negli scarti "utilizzo Pozione della salvezza! Pago il costo e sposto un nucleo dalla mia riserva alle mie vite"
 
L'unica gemma rimasta nello scomparto risplendette di una luce intensa e poi tornò a quello che, fino a poco prima, era il suo posto, nello stesso istante il nucleo dell'armatura precedentemente esploso si ricompattò e ricominciò a brillare.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
Una nuova onda d'urto impattò contro lo scudo blu infrangendolo e ripristinando la situazione precedente all'uso della magia bianca
 
"Perfetto!" constatò il criminale già in posizione per il suo prossimo turno "ora i tuoi spirit sono in aff… MA, COME DIAVOLO E' POSSIBILE?!!"
 
Sotto gli occhi stupiti del ladro, gli spirit di Veirhal tornarono in perfetta forma e si ersero pronti a difendere il loro padrone.
 
"Effetto di livello 2 del nexus" spiegò divertito l'Olamaris "durante la fase finale del turno, tutti i miei spirit con effetto Sgretola in affaticamento vanno in recupero… a te la mossa"
 
 
TURNO 7
 
 
Distrattamente, il delinquente dichiarò le fasi obbligatorie del turno. La sua mente era ancora concentrata su come si era concluso il turno precedente e la fastidiosa sensazione che lo assillava era di essersi attenuto troppo alla sua abituale strategia basata soprattutto sulla difesa; non che potesse biasimarsi più di tanto, ricordava solo vagamente l'effetto di livello 1 del nexus avversario, non poteva certo ricordarsi quello di livello 2. Nessuno può conoscere a memoria tutti gli effetti delle carte di Battle Spirits.
 
"Ora, fase di acquisizione"
 
Pescò la prima carta di un mazzo che si faceva ogni turno più sottile e la girò senza troppe aspettative… sensazione completamente sbagliata.
 
"N-non può e-essere v-vero" balbettò esaltato mentre valutava se darsi uno schiaffo per vedere se era un sogno "ho… ho vi-vinto!"
 
"Non mi sembra proprio" sibilò l'altro con un tono cattivo "se noti, ho ancora tre vite"
 
"Non importa… fase principale!" esclamò "abbasso a livello 1 Guerriero Calibro, dopodiché utilizzo il suo nucleo per evocare la protettrice dal cuore di ghiaccio, Freyr Divinità di Cristallo a livello 3"
 
Un cristallo di ghiaccio lavorato cadde dal cielo sul terreno di gioco, da esso emerse una donna dalla carnagione trasparente come il vetro, vestita da un fitto intreccio di fili dorati e imprigionata da vistose manette metalliche ai polsi e al collo.
 
"Fase d'attacco: attacco con Gigandroide!"
 
"Ne rispondo con la vita"
 
Un terzo nucleo sull'armatura del pilota esplose con un potente impatto, Veirhal mantenne l'equilibrio rimanendo aggrappato a una delle sbarre metalliche che sostenevano il terreno di gioco e rapidamente si ricompose.
 
"Turno concluso"
 
 
TURNO 8
 
 
In religioso silenzio, Vey prese la prima carta del suo mazzo e diede un occhiata al numero di nuclei nella riserva.
 
-Sei, tanti ma non abbastanza per giocare al massimo- pensò rimuginando sul come agire "fase principale: elevo a livello due Pedone Gustav e a livello tre uno dei due Automa di Pietra, uso poi la magia Pesca Tre Carte che mi permette di scoprire le prime tre carte del mazzo e di acquisirne una scartando le altre" spiegò dando una rapido sguardo alle tre carte che fluttuavano davanti a lui "Scelgo questa" concluse, scartando Rhino Ceros e Impatto delle Armi
 
"fase d'attacco: attacco con gli spirit elevati di livello" disse, osservando i suoi fedeli guerrieri obbedire a quell'ordine
 
"Rispondo ad entrambi gli attacchi con la vita" sibilò il ladro
 
"COSA?! MA HAI SOLO DUE VITE!!" gridò il suo avversario
 
"E' IMPAZZITO!" esclamò Julian che dalla sua posizione non poteva fare a meno di notare l'assurda calma degli altri criminali
 
Gli attacchi dei due spirit impattarono contro lo scudo blu che proteggeva la postazione del leader dei ladri ma, con enorme sorpresa dei i due avversari, non si spezzò e resistette fino che i due non desistettero.
 
"Impossibile" sussurrò senza fiato il capitano
 
"Sbagliato!" replicò l'altro con cattiveria "la risposta corretta è: effetto di livello 1,2 e 3 di Freyr il quale recita che durante la fase d'attacco avversaria le mie vite non possono ricevere danno da spirit i cui PB siano inferiori o uguali ai 6000, anzi 7000, di Freyr"
 
"Al diavolo!" gridò stizzito Veirhal "a te la mossa… ah, ovviamente, grazie al nexus, recupero Automa di Pietra"
 
 
TURNO 9
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Le operazioni preparatorie portarono buon frutto alle probabilità di vittoria dell'uomo che, sempre più fiducioso, riservò al suo avversario alcuni insulti e prese in giro, tutte adeguatamente sostenute dalle grida del resto della banda, prima di passare all'azione.
 
"Fase principale: elevo Gigandroide a livello 3, utilizzo poi il nucleo di Balder per evocare il gran protettore Fevnir Drago Scudo"
 
Il nucleo bianco si spezzò al centro dello schieramento del ladro e la luce del nexus, dietro la postazione, si oscurò improvvisamente, quando i raggi ricominciarono a colpire il terreno di gioco il vuoto era stato occupato da un enorme drago bianco con ali nere dure come l'acciaio.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 10
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, acquisizione e, per finire, recupero" esordì Vey tenendo la nuova carta separata dalle altre "fase principale: utilizzo un'altra magia Pesca Tre Carte" tre carte si elevarono dal mazzo e si misero a fluttuare davanti agli occhi del granroriano "scelgo questa… ora, abbasso i miei spirit e il mio nexus a livello 1 e, sfruttando il nucleo di Pedone Gustav, evoco il guerriero dal pugno di ferro, Titus Eroe Gigantesco!"
 
Il cielo sopra il terreno di gioco si squarciò e una luce azzurra si diffuse nell'aria, dalla fessura calò un titano bianco striato di rosso con due giganteschi pugni e uno sguardo battagliero. L'avversario non fu sorpreso di vedere una carta di tale rarità e potenza, con la magia di prima aveva scartato, insieme a Muro Vivente, Douglas il Gladiatore e se uno scarta una carta del calibro di Douglas può significare che gli è capitato uno spirit ancora più forte.
 
"Attivo l'effetto di Titus all'evocazione, distruggo dieci carte dal tuo mazzo" dichiarò osservando l'impressionante onda di forza generata dal nuovo spirit che raggiunse la postazione nemica causando un esplosione del mazzo
 
"Grrr… bastardo!" imprecò l'altro
 
"Dovresti trattenere gli insulti per la fine del turno…" ribatté ironico il capitano "… perché la festa non è ancora finita; evoco anche il signore dei titani combattenti, Randolph Re Gigante!!"
 
Ancora una volta il cielo si aprì per permettere la discesa di uno spirit, stavolta un anziano e gigantesco essere umano dai maestosi abiti.
 
"Elevo a livello 2 gli Automa di Pietra e passo alla fase d'attacco: attacco con un Automa di Pietra! attivo l'effetto Sgretola e elimino due carte dal tuo mazzo"
 
Il ladro osservò le sue carte Cortina Nebulosa e Gigandroide terminare la loro battaglia senza nemmeno averla iniziata.
 
"Ne rispondo con la vita!" replicò, conscio che l'effetto di Freyr l'avrebbe protetto come effettivamente accadde
 
"Fine turno"
 
 
TURNO 11
 
 
"Fase iniziale!" fece rapidamente il ladro che desiderava arrivare più in fretta possibile al momento del recupero
 
"Fase principale: elevo a livello 2 Fevnir, dopodiché attacco con Gigandroide!"
 
"Rispondo al tuo attacco con la vita!" gridò l'Olamaris resistendo poi come meglio poté alla sensazione di dolore seguente l'esplosione del nucleo
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 12
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero" esclamò Veirhal con una fretta molto simile a quella del suo avversario "fase principale: abbasso a livello 1 i due Automa di Pietra e elevo a livello 2 e 3, rispettivamente, Titus e Randolph"
 
I due golem si chinarono verso la terra, svuotati delle loro energie, mentre, al contrario, i due spirit rari si ersero emettendo un breve bagliore luminoso; ora avevano entrambi 9000 PB, più dei 7000 di Freyr, sufficienti per distruggere le ultime due vite del ladro.
 
"Fase d'attacco: vai Randolph! Attivo Sgretola, perdi tre carte!"
 
Una magia, Purificazione Testuggine, e due spirit, Atrithr Soldato Centauro e Niflheimr Drago d'Acciaio, vennero eliminate ma il criminale non se ne preoccupò; l'unica carta che gli serviva era già nella sua mano.
 
"Ne rispondo con la vita!" esclamò, affrontando impavido il gigantesco pugno che, questa volta, riuscì a sfondare lo scudo e a distruggere un nucleo
 
"Proseguo l'attacco con Titus!"
 
"Blocco con Fevnir che, grazie all'effetto di Gigandroide, raggiunge gli 8000 PB; proseguo con un'azione lampo! utilizzo Aura Fulminante la quale mi permette di aggiungere agli spirit bloccanti con effetto Immunità altri 4000 PB e quindi, poiché Fevnir possiede tale effetto, i suoi PB arrivano a 12000… sei spacciato"
 
"Aspetta a cantare vittoria… attivo l'effetto di livello 3 di Randolph Re Gigante! Ogni volta che delle carte vengono eliminate dal mazzo avversario dall'effetto Sgretola di questo spirit, posso scegliere uno spirit avversario e spostare uno dei nuclei su di esso nella riserva; avendoti eliminato prima tre carte posso spostare un nucleo da Fevnir che così si abbassa a livello 1"
 
L'aura luminosa intorno al drago si affievolì leggermente e la forza esercitata dal gigante bianco e rosso cominciò a farlo indietreggiare.
 
"Ottima mossa!" si complimentò l'uomo "ma i miei PB sono comunque superiori"
 
"Ancora per poco… azione lampo! Attivo la magia Martello Magico; pago il costo con i nuclei dei due Automa di Pietra che vengono quindi eliminati e aggiungo 3000 PB a Titus che così arriva a 12000 PB!!"
 
Il pugno bianco del titano si fece improvvisamente più luminoso e obbligò il drago ad indietreggiare. Dalla nuova posizione, il mostruoso spirit metallico spalancò le fauci e sparò una serie di raggi energetici, nessuno di essi riuscì tuttavia a recare danno all'avversario che, ad una velocità di corsa sorprendente se rapportata alla stazza, raggiunse il drago e gli sfondò il petto con un pugno, distruggendolo.
Il padrone ovviamente era dispiaciuto per la perdita del suo spirit chiave ma non era disperato; con una sola vita rimasta al nemico, due futuri attaccanti e nessun bloccante la situazione, in fondo, era ancora a suo favore, eppure non capiva perché Titus non fosse ancora rientrato nei ranghi.
 
"Che diavolo succede?" domandò "perché non si accascia a terra per la fatica?"
 
"Perché il suo compito non è ancora finito!" rispose determinato l'avversario "attivo l'effetto di livello 1 e 2 due di Titus al momento dell'attacco! Se lo spirit sconfigge uno spirit avversario vengono eliminate dieci carte dal suo mazzo!!"
 
Il pugno bianco colpì violentemente la terra provocando una fenditura di energia che si mosse ad alta velocità verso la postazione del ladro. L'impatto fu violento e l'esplosione fece deflagrare anche il mazzo; le carte rimanenti volarono in aria ricadendo poi rapidamente negli scarti dove vennero immediatamente cancellate. Solamente l'ultima di esse vi giunse con un lento planare… l'ultima del mazzo in assoluto.
 
"A te la mossa" concluse ironico il duellante di Selveya "mi spiace ma non hai più carte per continuare… hai perso!"
 
E il criminale non poté fare altro che accettare in silenzio la sconfitta e abbandonare il terreno disperato.
 
 
"Ho vinto il duello!" esclamò Veirhal una volta tornato anch'egli nel locale "ora devi mantenere le tue due promesse o il mio amico soldato ti farà passare molto in fretta la voglia di vivere"
 
L'altro non replicò, si alzò rapidamente e con uno scatto tentò di raggiungere la porta ma fu tutto inutile, il duellante del regno di smeraldo lo intercettò e, afferrandolo per il bavero della giacca, lo sollevò da terra.
 
"Questo non lo dovevi fare, amico" alluse con un tono molto cattivo che non lasciava presagire nulla di buono per il ladro "la mamma non ti ha insegnato a mantenere… le… PROMESSE?!!" concluse scaraventandolo, con un pugno, sopra uno dei tavoli del locale in posizione prona
 
Uno dei suoi uomini si mosse per andare in aiuto del capo ma fu sufficiente un sinistro di Julian per convincere tutti gli altri avventori  a non tentare azioni troppo temerarie.
 
"Non ti preoccupare Vey" fece l'umano "ti copro io con questi bastardi"
 
"Grazie!" replicò il granroriano ritornando poi al suo avversario
 
"Ti sono mancato?" domandò ironicamente, prima, colpendolo al volto con un uno-due e, poi, sbattendo violentemente il suo volto sul tavolo "allora ti è bastata la lezione?"
 
"Va al diavolo!" ribatté con aggressività
 
"Un giorno, probabilmente, lo farò" disse, rifilandogli un altro pugno "ma, poiché per ora sono qui…"
 
Si diresse verso il centro del locale.
 
"… tu manterrai…"
 
Afferrò una delle sedie di legno del locale.
 
"… LA TUA PROMESSA!!"
 
La sedia impattò violentemente contro la schiena del ladro andando in mille pezzi. Il corpo del malcapitato venne percorso da un intensissimo dolore che lo face svenire; sollevandolo di peso dal tavolo, Veirhal lanciò il bastardo fuori dal locale dopo aver recuperato il comando e le chiavi della nave dalla sua tasca, dopodiché rientrò nel locale rivolgendo un'occhiata abbastanza eloquente agli altri criminali presenti nella bettola.
"Provate anche solo a parlare male alle ragazze del villaggio e finirete tutti come lui" era il messaggio sottinteso in quello sguardo, messaggio che, tra l'altro, tutti recepirono alla perfezione dato che, in pochi secondi, ogni singolo delinquente abbandonò il locale terrorizzato.
 
"E portatevi via quel sacco di letame che voi chiamate capo!" gridò infine Veirhal volgendosi poi verso il compagno di viaggio con un sorriso soddisfatto "allora? Che ne pensi del mio duello?"
 
"Davvero niente male!" fece l'umano con entusiasmo "Sebbene io preferisca una vittoria per eliminazione delle vite devo ammettere che la combinazione tra i tuoi spirit chiave è eccezionale nella distruzione del mazzo, il potere di livello 3 di Randolph è davvero sorprendente perché è un effetto che ti aspetti più da uno spirit viola e quindi spiazza l'avversario, a Titus non resta che completare l'opera eliminando lo spirit bloccante e dieci carte dal mazzo… davvero una grande strategia!"
 
"Grazie amico, sono molto onorato di ricevere i complimenti di un duellante abile come te" disse Vey con sincerità "adesso però credo che tu debba tornare nel tuo mondo, giusto?"
 
"Non prima di aver festeggiato con te la buona riuscita della nostra impresa" rispose Julian voltandosi verso il bancone "oste! Facci due birre!"
 
"Sissignore!" replicò l'uomo spaventato
 
"E non avere paura di noi" proseguì il biondo "non è vero che siamo soldati, era solo un piano per affrontare i ladri senza farci ammazzare"
 
"Fiuuu" sospirò l'oste visibilmente tranquillizzato dalla nuova scoperta "in tal caso, datemi qualche secondo e avrete le vostre birre"
 
"Ti dobbiamo anche un tavolo e una sedia" scherzò l'inglese "quanto fa? Esiste una moneta granroriana?"
 
"Prima dell'arrivo di voi umani, da noi vigeva il baratto" spiegò Veirhal divertito " non ti preoccupare, puoi tranquillamente pagare con i tuoi soldi, grazie ai continui arrivi di umani conosciamo alla perfezione il loro valore corrente"
 
"Ah, perfetto!" esclamò il campione estraendo dal portafogli il necessario
 
"Grazie!" rispose l'oste "eccovi due birre gelate"
 
"Grazie a lei" risposero i due in coro sollevando poi i boccali "alla salute!"
 
Non ebbero nemmeno il tempo di portare i bicchieri alla bocca che la porta si spalancò: sulla soglia stava una figura longilinea dal volto coperto da un cappuccio e completamente avvolta in un manto marrone, nulla era visibile del corpo se non le due mani, e parte delle braccia, intente a reggersi ad uno strano bastone, in cima al quale risaltava una splendida gemma. Appena mise piede nel locale, si accasciò a terra come senza forze.
Julian si precipitò immediatamente in suo aiuto; con un movimento unico, l'uomo rovesciò il corpo e sciolse il laccio del mantello rivelando uno spettacolo assolutamente inaspettato.
 
Distesa tra le sue braccia c'era una delle donne più belle che avesse mai visto, una splendida ragazza dal fisico perfetto e dai vistosi capelli rosa di una bellezza che nemmeno i segni, peraltro molto evidenti, delle sofferenze che aveva recentemente dovuto patire riuscivano a eclissare.
La sua carnagione molto chiara faceva si che le traccie di polvere e le arrossature dovute al troppo tempo passato sotto il sole fossero ancora più evidenti e il respiro faticoso non era certo un buon segno.
 
"Questa ha attraversato il deserto a piedi!" esclamò Julian "portate un panno bagnato!"
 
L'inglese sollevò leggermente la testa della ragazza per aiutarla a respirare; la sua temperatura corporea era disumana, il biondo era stupito che fosse anche solo riuscita a ad arrivare in piedi fino a quella bettola di merda in cui si trovavano.
Nell'attesa del panno bagnato, il duellante rimase a tenere d'occhio la rosa onde evitare che la situazione precipitasse; notò, tra le gambe di un tavolo li accanto, il bastone a cui poco prima la donna si appoggiava, probabilmente era rotolato fin li quando ha rovesciato il corpo e altrettanto probabilmente alla "nuova amica" avrebbe fatto molto piacere ritrovarlo li con se.
Si avvicinò strisciante al tavolo, senza mai perdere di vista la giovane sofferente, e prese in mano il bastone. Appena le sue mani vennero a contatto con il legno, la gemma  in cima reagì, esplodendo in un meraviglioso spettacolo di luce rossa che si espanse fino a diffondersi in ogni angolo del locale; gli altri due avventori, appena tornati dalle cantine, rimasero a loro volta estasiati.
 
"Che diavolo hai fatto?" domandò Veirhal
 
"Io? Proprio null…"
 
Non finì la frase. Davanti a lui, la ragazza che fino a poco prima pareva più morta che viva ora stava ritta sulle sue ginocchia e lo guardava con gli occhi arrossati.
 
"Sei sveglia! Come s…"
 
Ancora una volta l'uomo fu interrotto da qualcosa di inaspettato… in questo caso, molto inaspettato; la ragazza si era lanciata di peso addosso a lui e lo aveva abbracciato con grande impeto, come se lui fosse stato un caro amico d'infanzia.
 
"N-non… cough, cough… n-non po-posso credere… d-di a-a-averti… trovato" disse lei faticosamente
 
"Temo si sbagli, signora" provò a spiegare l'inglese imbarazzato "è impossibile che lei stia cercando me;  sono certo che non ci siamo mai incontrati, non poteri mai dimenticare una così bella donna"
 
"I-io i-invece… io ti c-cerco da se-sempre" singhiozzò stringendo ancora più forte
 
Julian non si oppose oltre, lasciò cadere il bastone, che ancora emanava la sua intensa luce rossa, e la abbracciò a sua volta.
Non aveva idea del perché la ragazza si stesse comportando in quel modo, ne del perché le dicesse quelle parole e neppure del motivo per cui, alla fine, avesse ceduto anche lui, non sapeva niente, sentiva solo che, in quel momento, quella era la cosa giusta da fare; quando l'abbraccio si completò, una strana sensazione lo percorse, una sensazione speciale, di quelle che ti fanno sentire come se fossi a casa. Era come se quell'incontro fosse stato scritto dal destino.
 
"T-ti ho cercato… per così tanto tempo!"
 
 
Note: Julian lascia definitivamente Supremo Drago del Caos e aggiunge Siegfried Drago Imperiale al suo deck principale.
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
E così, dopo ere geologiche, sono finalmente riuscito a terminare il sesto, lunghissimo capitolo della nostra altrettanto lunga storia, per vostra fortuna i prossimi due capitoli saranno decisamente più brevi (spero la cosa non vi dispiaccia) oltre che, tra l'altro, meno intensi (vi avverto già che, nei prossimi due capitoli, non ci saranno duelli); concludo questa introduzione allo spazio ringraziando, come al solito Lacus, Hika, Meteor e tutti quelli che hanno letto e apprezzato i precedenti capitoli di questa storia nella speranza che possano apprezzare anche questo.
 
Venendo al capitolo, devo ammettere che ci sarebbe molto da dire (e che probabilmente non riuscirò a spiegare tutto per cui, se avete qualche dubbio, fatemelo sapere):
1)  Partendo dalle cose più "tecniche", immagino abbiate notato che i primi due turni del duello li ho scritti in modo diverso; la mia idea era di imitare quello che accadeva in quegli episodi dell'anime con duelli non importantissimi in cui molti dei turni non venivo mostrati ma solo raccontati dal narratore, in questo caso (visto che è la prima volta) ho usato questo metodo solo per i primi due turni ma in futuro potrei utilizzarlo molto di più (non è che mi faccia impazzire ma purtroppo scrivere un duello è lungo e complicato e rischierei di metterci una vita a capitolo).
2) Vi saranno, nel corso di tutta la storia, frequenti  "digressioni" riguardo aspetti sociali e culturali di Gran RoRo (ovviamente pensati da me sulla base di quanto viene detto nell'anime) che so bene che possano non sembrare particolarmente attraenti ma spesso saranno fondamentali per capire la storia e i comportamenti dei personaggi; in questo capitolo, ad esempio, hanno avuto una parte rilevante nello spiegare il comportamento di Veirhal (che mi ha permesso tra l'altro di introdurre anche a Julian la leggenda delle precedenti incarnazioni di Yuuki e Kajitsu) e occuperanno ancora una grossa parte del racconto anche nel prossimo capitolo. So bene che rischio di soffermarmi su cose che non interessano, ma purtroppo Julian non è un ragazzino di dodici anni come Dan, ho bisogno di motivazioni e storie un po' più elaborate e cupe per sviluppare la sua avventura.
3) E' finalmente arrivata anche la cara coprotagonista di questa storia, la nostra guardiana del mondo altrove preferita, so che non è esattamente un comportamento da Magisa quello che ho descritto in conclusione di questo capitolo ma, fidatevi, vi sono dietro motivazioni più che più che valide che verranno raccontate tuttavia nel prossimo capitolo (questione di suspence… see, come no!); l'arrivo di Magisa è tra l'altro anche il motivo principale per cui questo capitolo è molto dedicato a Veirhal,  da qui in poi il nostro capitano tenderà a non essere più la seconda voce e quindi mi sembrava giusto fargli avere un po' di spazio (purtroppo, per quanto mi piaccia, l'avventura di gruppo in cui tutti hanno lo stesso spazio è praticamente impossibile da scrivere).
 
Fine… penso di aver detto tutto il necessario; vi aspetto al prossimo capitolo di questa storia che spero di riuscire a concludere in tempi un filo più brevi.
 
Alla prossima, da ShawnSpenstar.

 
 
Come sempre vi do il mazzo dell'avversario affrontato nel capitolo, in questo caso il leader dei ladri; la mia idea era di creare un mazzo senza spirit chiave rarissimi e fortissimi (del resto non è che ogni duellantelo da nulla che i nostri incontrano sulla loro strada può avere uno spirit extra raro) ma con carte medie ben assortite e sostenute da una strategia (in questo caso difensiva) intelligente capace di compensare l'inferiorità del mazzo.
 
DECK: 42 carte
 
Fevnir Drago Scudo x 1, Cannone di Ferro MK-II x 1, Freyr Divinità di Cristallo x 1, Niflheimr Drago  d'Acciaio x 2, Gigandroide x 3, Seerauber Automa Marine x 1, Atrithr Soldato Centauro x 2, Artefatto Fjalar x 2, Balder Soldato Scudo x 3, Guerriero Magnum x 1,  Artefatto Velind x 2, Guerriero Calibro x 3, Cortina Nebulosa x 2, Muro Silenzioso x 3, Pozione della Salvezza x 3, Potente Elisir x 1, Aura Fulminante x 2, Ricarica Nuclei x 2, Nobiltà d'Animo x 2, Purificazione Testuggine x 1, Forziere del Sogno x 1, Riparo degli Artefatti Sacri x 1, Nave Madre dell'Infinito x 2
 
successione turni
 
Turno 1: Guerriero Calibro, Balder Soldato Scudo, Pozione della Salvezza, Nave Madre dell'Infinito + Cortina Nebulosa
Turno 2: Automa di Pietra, Bulltop, Bestia da Battaglia, Pedone Gustav, Blitz + Duello ad Armi Pari
Turno 3: Ricarica Nuclei
Turno 4: Automa di Pietra
Turno 5: Gigandroide
Turno 6: Pesca Tre Carte
Turno 7: Freyr Divinità di Cristallo
Turno 8: Randolph Re Gigante + Eleva Livello (scartate: Rhino Ceros, Impatto delle Armi)
Turno 9: Fevnir Drago Scudo
Turno 10: Pesca Tre Carte + Titus Eroe Gigantesco (scartate: Muro Vivente, Douglas il Gladiatore)
Turno 11: Aura Fulminante
Turno 12: Martello Magico
 
 
P.S: riguardo a questo tipo di duelli (che si concludono per distruzione del mazzo avversario) volete che nel resoconto dei turni vi metta anche le carte eliminate o possono bastare quelle acquisite? Fatemelo sapere, grazie.

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Capitolo 7
*** La guardiana e il mondo Altrove ***


La guardiana e il mondo Altrove
 
 
Attimi infiniti trascorsero prima che la bellissima donna dai capelli rosa liberasse Julian dal suo affettuoso abbraccio. Mentre ancora gli teneva le mani, il duellante inglese alzò lo sguardo verso di lei; vide il suo viso sporco di terra bagnarsi a causa delle lacrime che le scendevano dagli occhi, il suo sorriso farsi sempre più dolce; era come se avesse trovato il più grande tesoro della terra.
Il motivo di tanta gioia gli era tuttavia ignoto; era sicuro di non aver mai incontrato la ragazza che stava davanti a lui per cui non riusciva a spiegarsi come mai lei sembrasse conoscerlo. "Ti ho cercato per così tanto tempo" aveva esclamato con una voce rotta dal pianto risvegliatasi dal suo stato di incoscienza ed era accaduto in contemporanea con l'emissione di un'intensa luce rossa da parte della gemma posta in cima a quello strano bastone a cui si appoggiava prima di svenire.
 
"Avevo quasi perso la speranza" sussurrò "a-avrei dovuto essere più fo-forte"
 
"Le s-sono grato per que-questa di-dimostrazione d'affetto" rispose Julian a voce altrettanto bassa "ma glielo ripeto, te-temo che lei mi abbia c-confuso con qualcun altro, io no-non ti con…"
 
"Non potrei mai confondermi!" lo interruppe lei, incapace di trattenere la propria felicità "il mio scettro si è illuminato, anche dopo tanti anni di opacità è riuscito a riconoscere in te il potere del simbolo"
 
"I-il potere… del simbolo?" disse il biondo incredulo mentre le parole di Veirhal gli ritornavano alla mente "m-ma non può e-essere, se co-così fosse io s-sarei u-un…"
 
"Tu sei un maestro della luce!!" gridò la giovane buttandosi di nuovo tra le braccia dell'uomo
 
La rivelazione risuonò nella locanda, che, esclusi i due, era piombata nel silenzio più assoluto sin dal risveglio della donna, con una eco degna di un canyon. L'inglese, sempre stretto in quella piacevole morsa, si volse per osservare il pubblico; solo Veirhal e il locandiere erano ancora in quella bettola e, date le loro espressioni, erano probabilmente ancor più sorpresi di lui.
 
"Oh, c-che maleducata che sono stata" constato la rosa ricomponendosi "il mio nome è Magisa"
 
"Molto piacere" replicò l'uomo "io sono Julian Fines…" si voltò per cercare il suo compagno di viaggio "… eee il granroriano appoggiato alla porta è il mio amico Veirhal Olamaris"
 
"Julian, Veirhal, il piacere è tutto mio credetemi" esclamò sorridente "stavate per prendere qualcosa da bere, giusto?"
 
"Veramente avremmo già fatto, vuole qualcosa anche lei, magari un bicchiere d'acqua per rinfrescarsi della sua camminata nel deserto?" domandò Veirhal
 
"Meglio una bella pinta di birra gelata, anzi, ne prendo due" rispose lei sorprendendo i due viaggiatori
 
"Due birre in arrivo allora" gridò il locandiere calcolando contemporaneamente il conto
 
"Fai quattro" gli fece eco Julian "Ne prendiamo un'altra anche noi"
 
"Okay, basta che mi paghiate"
 
"Stia tranquillo, signor malfidente" lo prese in giro la ragazza "offro io a tutti"
 
"Ahh… allora va bene" bofonchiò
 
Dopo un veloce brindisi, i tre si sedettero ad uno dei tavoli per bere e discutere di come si stava evolvendo la situazione. Julian era ovviamente il più interessato, erano tre giorni che si tormentava riguardo al motivo per cui era giunto a Gran RoRo , che ripeteva che avrebbe voluto poter fare di più; questo era molto più di quanto avesse mai potuto sognare.
 
"E'… è sicura c-che io sia u-un maestro d-della luce?" balbettò senza sapere se a causa dell'imbarazzo o dell'eccitazione
 
"Dammi pure del tu" esordì la ragazza "e, per risponderti, si, sono sicura; il mio scettro non può sbagliare, se in te ha percepito la luce del nucleo è perché tu sei un duellante capace di canalizzare in se l'energia del simbolo rosso"
 
"Hai detto scettro? Sei una maga o qualcosa del genere?"
 
"Esatto, sono una maga" rispose intristendosi quasi subito "una maga con ben pochi poteri in questo momento in realtà"
 
"Cosa intendi dire? Nonostante non abbia mai nemmeno immaginato che la magia potesse essere reale non pensavo che i propri poteri si potessero perdere"
 
"E' così da quando ho perso il mio mazzo" spiegò la ragazza "la mia energia magica è indissolubilmente legata ad esso e… e-e purtroppo sono stata costretta a cederlo dopo la mia prima e più atroce sconfitta"
 
"Aspetta, parli di un mazzo di Battle Spirits?" domandò stupito l'uomo "ma è impossibile! Noi umani abbiamo inven… ehm, abbiamo scoperto Battle Spirits solo nel 1974"
 
"In realtà è perfettamente possibile" replicò lei con un sorriso "io non sono un'umana, sono nata circa quattromilaundici anni fa nel regno di topazio"
 
"Nel regno di… SEI UNA GRANRORIANA?!!" gridò l'inglese ricomponendosi appena si rese conto del tono eccessivo "scu-scusa, è che sei assolutamente i-identica a…"
 
"A voi umani, intendi? Già, non ne conosco il perché ma in realtà sono molte le razze di questo mondo con tratti fisici molto simili agli umani, pensa che alcuni son..."
 
"Perdonami se ti interrompo ma temo che tra poco questo locale diverrà poco piacevolmente affollato" disse un Veirhal finora stranamente silenzioso indicando alla finestra qualcosa fuori dal locale
 
A Julian non servì un grande sforzo mentale per capire a cosa si stesse riferendo il compagno di viaggio, del resto le ragazze del villaggio miao-miao gliel'avevano detto chiaramente che la bettola era un noto luogo di ritrovo di criminali.
Rapidamente si voltò verso la cassa e si fece passare dalla maga il necessario per pagare la consumazione dopodiché domandò al gestore se ci fosse un uscita secondaria, la donna era ancora gravemente debilitata e non era il caso di coinvolgerla in un altro scontro con i briganti locali. L'uomo li fece uscire dalla porta sul retro e, in silenzio, i tre raggiunsero la nave partendo appena tutti ebbero raggiunto il proprio posto; Magisa si sdraio sul divano, che occupò in tutta la sua lunghezza, addormentandosi velocemente  mentre Julian si sedette sul tavolino posto di fronte ad esso pronto ad intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno, la salute della maga sembrava essere ormai stabilmente buona ma era sempre meglio non fidarsi più di tanto.
 
Si allontanarono dalla baracca silenziosamente e immisero nuovamente nell'arida pianura che sembrava caratterizzare gran parte del regno di rubino.
La velocità della nave si manteneva costantemente su livelli medi per evitare, come Veirhal aveva già spiegato al tempo della discussione con Dragan, che il corpo molto indebolito della donna venisse sottoposto ad una pressione troppo elevata e quindi potenzialmente dannosa e, grazie a ciò, l'inglese poteva osservare il panorama che scorreva dalle lunghe vetrate laterali molto più facilmente; non brillava per varietà di elementi o di colori, era solo una sterminata distesa di polvere rossa la cui uniformità era interrotta solo da piccoli tornado di pulviscolo o da sporadiche formazioni rocciose dalle forme e dimensioni più disparate. Era comunque uno spettacolo.
 
-Come può un mondo così bello essere così marcio?- si domandò -anche tra gli uomini esistono divisioni ma raramente sono così diffuse e così profonde… perlomeno al giorno d'oggi-
 
Diede un ultima occhiata alla giovane: dormiva beatamente avvolta nel suo manto, come se avesse dimenticato tutti i suoi problemi; si alzò e mosse in silenzio verso la cabina di comando tenendo costantemente d'occhio che non si svegliasse dopodiché, arrivato a destinazione, picchiettò leggermente sulla spalla del capitano.
 
"Si?" domandò a voce troppo alta
 
"Ssss" replicò portando l'indice alla bocca e facendo segno di abbassare il tono "così la svegli"
 
"Scusa" sussurrò Veirhal dimostrando di avere recepito il messaggio "allora? Cosa c'è?"
 
"Penso che questa sera sarebbe meglio trovare un vero posto in cui pernottare"
 
"Cos'è? Non ti piace il mio divano?" replicò ironico il pilota "se è quello che ti preoccupa, sappi che non devi più fare i turni di guardia, per sicurezza ho tenuto il generatore di campi di forza dei ladri"
 
"Idiota non parlavo per me" ribatté l'umano vagamente offeso "dicevo per lei"
 
"Ah"
 
"E, per inciso, il tuo divano fa schifo"
 
"Non osare ripeterlo" sibilò cercando inutilmente di colpirlo con il pugno destro
 
"Andiamo, lo sai benissimo anche tu che questa nave è un rottame che viaggia per puro miracolo"
 
"Spera che lei non abbia sentito" biascicò l'Olamaris accarezzando la cloche con aria delirante "o potrebbe decidere di spegnersi da solo dopo tutte queste offese"
 
"Finiscila di fare l'idiota" ribatté l'altro "allora, conosci un posto dove potremmo…"
 
"Secondo te, genio? Guarda che ho trascorso tanto tempo quanto te in questo mondo"
 
"Lo so, pensavo che, magari, avessi accennato a qualcosa con lady Fresia"
 
"Cooosa!! Ma tu di cosa diavolo pensi che… ahhh, lascia perdere… e comunque no, non so dirti dove potremmo trovare un ostello, penso che… …"
 
"Pensi che? Non lasciare le frasi in sospeso!" sbottò l'umano
 
"… te lo dico tra poco, prima raggiungiamo quelle rocce" concluse accelerando poi in direzione della montagna poco avanti a loro
 
Arrivati a destinazione, il pilota manovrò con attenzione e cura per parcheggiare la nave dietro ad alcuni enormi agglomerati minerali; una volta terminate le operazioni , spense la nave, tirò la leva dello stazionamento e attivò il campo di forza repellente, poi, lasciato il posto di guida, si diresse nel "soggiorno" seguito dal collega posizionandosi davanti al corpo addormentato della maga.
 
"Penso che, tra noi, l'unica ad avere una conoscenza quantomeno discreta di questo mondo …" spiegò rassegnato "… sia proprio lei"
 
"Io però non me la sento di svegliarla" replicò tranquillo Julian
 
"Nemmeno io" ammise il granroriano rivolgendosi poi verso l'uomo "e allora? Che si fa?"
 
"Mmm… direi di aspettare che si svegli da sola" concluse il Fines "nel frattempo noi potremmo fare un duello veloce"
 
"Mi piacerebbe molto" disse l'altro "ma non possiamo farlo: tu non hai più un'armatura"
 
"Se duelliamo senza terreno in tre dimensioni non ci serve l'armatura" controbatté Julian molto rilassato "sai, da dove vengo io, tutti i duelli si giocano così"
 
"Ho capito che tipo di duello intendi, pensa che noi invece giochiamo così solo nelle lezioni ai club e nemmeno sempre per dirla tutta"
 
"Vorrà dire che faremo un ripasso" sogghignò l'inglese estraendo il mazzo "sei pronto?"
 
L'altro non disse nulla, prese a sua volta in mano il proprio mazzo di carte e si sedette a terra, dalla parte del tavolo opposta a quella in cui si trovava l'amico; con aria di sfida fece scivolare fuori da un tubetto i nuclei necessari per iniziare una partita dopodiché lo lanciò in direzione del biondo che lo afferrò abilmente al volo.
 
"Io sono nato pronto"
 
 
"Fase d'attacco" dichiarò tranquillo Julian posando la mano e inclinando il suo spirit preferito "attacco con Meteorwurm, grazie al suo effetto di livello 3 posso scegliere il bloccante e così costringo Titus alla lotta"
 
"Okay, blocco con Titus" ribatté Veirhal per nulla felice di dover sacrificare uno dei suoi spirit preferiti
 
"Attivo poi l'effetto di livello 1 del nexus Tempio a Piramide che mi consente, se il mio primo attacco è stato portato da uno spirit con Impatto Devastante ed esso ha sconfitto il suo avversario per differenza di PB, di eliminare un numero di spirit avversari schierati la cui somma di PB è pari o inferiore ai PB dello spirit sconfitto… elimino Pedone Gustav da 2000 PB e Douglas il Gladiatore di livello 2 da 6000 PB"
 
Seguendo le parole dell'avversario, il granroriano sposto i tre spirit negli scarti e raccolse i nuclei presenti su essi nella riserva.
 
"Ora attacco con Ankillersauro e Oviraptor" proseguì l'inglese
 
"Blocco Oviraptor con Humphrey Muscoloso Sbruffone!"
 
"E io non te lo permetto… azione lampo!" esclamò il biondo "utilizzo la magia Fuoco della Vittoria grazie alla quale posso eliminare due spirit con un massimo di 3000 PB o uno spirit con 3000 PB e un nexus… distruggo quindi Humphrey da 3000 PB e il nexus Rissa Internazionale"
 
Sempre più nervoso, l'Olamaris spostò anche le ultime due carte dal terreno del tabellone dopodiché diede un'ultima occhiata alle vite; non dichiarò nemmeno l'intenzione, semplicemente spostò le ultime due gemme negli scarti e tese la mano sinistra all'avversario mentre con la destra ricomponeva il suo mazzo.
 
"Bel duello!" esclamò "mi sono divertito a sfidare un maestro della luce"
 
"Sei molto forte anche tu" constatò l'altro
 
"Già, purtroppo però la mia strategia principale perde di efficacia se lo spirit avversario ha già in partenza più PB del mio Titus"
 
"Potresti aggiungere un terzo spirit chiave con più PB" consigliò Julian raccogliendo a sua volta le proprie carte "ovviamente dovresti togliere uno dei due Titus per evitare che il costo di evocazione diventi insostenibile ma potrebbe risultare una soluzione pratica quanto vincente: bypassi il problema intaccando solo parzialmente la tua strategia"
 
"Si beh, dovrei prima trovare una carta del gen…"
 
Il capitano della Stella Blu si zittì improvvisamente e rivolse le sue attenzioni al vecchio divano; la giovane donna, che fino a quel momento era rimasta sdraiata e assopita si era improvvisamente svegliata e ora era seduta intenta a strofinarsi gli occhi.
Resisi conto della situazione, i due duellanti si sedettero sul tavolo proprio davanti a lei attendendo che recuperasse completamente la lucidità; quando la ragazza ebbe terminato  si trovò così davanti gli inquietanti sguardi dei due compagni di viaggio.
 
"Che diavolo stavate facendo, razza di pervertiti?!" sbottò la maga "leggermente" irritata
 
"Cosa?! Noi non… n-noi non stavamo facendo proprio niente" replicò un Julian non esattamente felice di quelle insinuazioni "ti stavamo solo tenendo d'occhio per evitare che avessi una ricaduta"
 
"E lo stavate facendo in due? E allora si può sapere chi sta guidando quest'avanzo di riciclaggio?"
 
"Ehi, piano con le parole!" ribatté Veirhal "la Stella ora e in stazionamento ma potrebbe anche decidere di non ripartire più se non la finite di insultarla"
 
"In realtà penso che, in quell'ambito, gli insulti siano l'ultima cosa di cui preoccuparsi" attaccò nuovamente la rosa "ad occhio, sono riuscita a notare, tra interno ed esterno, almeno dieci buoni motivi per cui questa scatola di latta potrebbe rompercisi sotto i piedi"
 
Poiché tutti e tre erano particolarmente cocciuti, servirono alcuni minuti di accesa discussione perché tutto si acquietasse. Al termine dello scontro, i partecipanti ripresero i loro posti originari e poterono quindi iniziare una nuova, più tranquilla e ben più importante conversazione.
 
"Si" rispose la maga alla domanda dei due "conosco un luogo dove potremmo fermarci per la notte, tra l'altro è anche abbastanza vicino"
 
"Perfetto" fece Vey entusiasta "vieni nella cabina di comando che così mi indichi la strada"
 
"Farò molto di più" disse lei sorridendo e rubando il comando del campo di forza dalle mani del pilota
 
"Ma cos... bastarda!" urlò rabbioso l'Olamaris precipitandosi al suo inseguimento
 
Il duellante di Selveya si lanciò lungo la scalinata che portava dalla sala alla porta d'ingresso ma prima che potesse fare alcunché si rese conto che il campo era già disattivato. La ragazza lanciò allora il congegno ad un Veirhal che aveva sempre meno chiara la situazione e poi saltò a sorpresa dal fuori dalla nave.
I due membri del ridotto equipaggio della nave osservavano attoniti la scena; pensarono per alcuni secondi che la maga avesse deciso di andarsene e di lasciarli da soli a continuare la loro ricerca ma una squillante voce di donna proveniente dalla cabina di comando li richiamò alla realtà. Raggiunsero la cabina di corsa e, dal vetro, videro la giovane dai capelli rosa in piedi sul cofano della vettura impegnata a reggere con le mani in manubrio di uno strano oggetto simile ad una bicicletta.
 
"Grazie per avermi fatto recuperare un po' di forze, senza non sarei mai riuscita ad evocare il mio mezzo di trasporto!" gridò con un enorme sorriso sulle labbra "per ringraziarvi vi farò strada fino alla locanda in prima persona"
 
Detto ciò, scese dalla nave e si posizionò poco avanti. Veirhal prese allora il suo posto ai comandi, accese la nave e disattivò lo stazionamento, infine inviò Julian al portone perché annunciasse a Magisa che erano pronti per partire; l'umano fece come indicatogli e, ricevuta l'indicazione, la maga iniziò ad uscire dal nascondiglio tra le rocce puntando poi il manubrio della sua bici verso ovest.
 
"La direzione è quella!" gridò in direzione della nave impegnata in una complicata retromarcia
 
"Okay , tra poco ci siamo anche noi…" gli rispose Julian restando poi in attesa "… perfetto! Siamo pronti!"
 
"Bene, andiamo" replicò lei prima di voltarsi verso la strada di fronte
 
Dopo una leggera spinta con il piede destro, la ragazza iniziò a pedalare con forza e grinta, le ruote cominciarono una vorticosa rotazione, inizialmente molto lenta e poi sempre più veloce ogni secondo che passava, e il mezzo si mise in moto con un incredibile scatto.
Contemporaneamente, alla guida della Stella Blu, Veirhal rimaneva in attesa di premere sull'acceleratore; per sicurezza, aspettò che la ragazza avesse raggiunto un certo vantaggio nei confronti della nave dopodiché inserì il limitatore di velocità e partì all'inseguimento. Julian era in piedi accanto a lui nella cabina di comando, il suo compito sarebbe dovuto essere di controllare i movimenti della loro amica e segnalarli al pilota nel caso egli se li fosse persi ma, essendo la velocità molto elevata e lui senza gli appositi occhiali, il suo contributo non poté che essere minimo.
 
Percorsero alcuni chilometri senza alcuna deviazione, poi, ad un certo punto, Magisa svoltò bruscamente a sinistra. Si immisero quindi in un canyon, uno stretto budello compreso tra due mastodontiche pareti di roccia rossa, per una lunghezza che ai due sulla nave, impegnati in manovre ben più complesse per poter assecondare le curve del canale, parve incalcolabile e sfociarono in un posto che non fece altro che confermare, a Julian, quanto grande fosse la bellezza di quel mondo: era un sentiero sterrato che tagliava una fitta foresta, che si estendeva a perdita d'occhio avanti a loro, procedendo senza ostacoli tra due ali di verde; gli alberi più alti erano spesso disposti lungo o non lontano da entrambi i margini del sentiero e le loro fronde più lunghe si intrecciavano tra loro oscurando il cielo e generando uno spettacolare canale verde in cui l'aria era piacevolmente fresca e intrisa di profumi; infine, terminati il sentiero e il bosco, una sterminata pianura su cui, come in ambienti quali steppe o savane della Terra, il marrone chiaro della terra era spesso nascosto da macchie di erba verde di dimensioni più o meno vaste.
L'inglese, che finora non era riuscito a gustarsi nel giusto modo quegli splendidi panorami, si spostò nella sala e, attraverso le enormi vetrate laterali, guardò ciò che stavano lasciando alle loro spalle: un meraviglioso bosco delimitato a nord da un enorme e interminabile catena montuosa della quale non si riuscivano a vedere gli estremi.
 
"Non me ne ero accorto neanche io" gridò Veirhal dalla cabina "quella catena sembra quasi dividere a metà questo mondo, a sud questa pianura e a nord un altopiano in gran parte deserto"
 
"Un altopiano?" domandò stupito l'uomo
 
"Eh già, nemmeno quello avevo notato eppure, mentre attraversavamo il canyon, il computer di bordo la segnalava come discesa"
 
"Wow, questo posto è incredibile"
 
"Vero! Il regno di smeraldo è molto più monotono nei suoi paesaggi"
 
"Ehi voi due, smettetela di fare commenti di costume e tenete gli occhi sulla strada" gli gridò Magisa  "eccola, quella là, avanti a voi, è la locanda di cui vi parlavo"
 
A quell'indicazione anche i due sulla nave accelerarono alzano sensibilmente il limite imposto dal limitatore di velocità. Non potevano proprio fare a meno di notarla poiché spiccava molto se comparata al nulla che la circondava, appariva come un piccolo edificio interamente costruito in mattoni con delle belle pareti bianche e almeno due piani oltre a quello a livello del terreno; avvicinandosi sempre più notarono poi che, in realtà, non era neanche tanto piccola, la costruzione, e che anzi le sue dimensioni erano addirittura sufficienti ad nascondere quasi interamente alla loro vista una nave, che solo da poco avevano notato essere parcheggiata dietro di esso.
 
"Però!" esclamò Julian "chi l'avrebbe mai detto, c'è un piccolo hotel nel bel mezzo della piana"
 
"Ora non esageriamo" ironizzò Magisa "le camere sono abbastanza piccole e c'è giusto l'indispensabile ovvero bagno, letto e una piccolissima sala perché tanto la cucina è quella del bar"
 
"Dici poco"
 
"E tu invece ti accontenti di poco"
 
"Purtroppo quando nasci in una famiglia non ricca dell'Inghilterra non è che puoi scegliere se accontentarti o no, tesoro"
 
"Stai per caso insinuando che io sia una viziata?" ribatté stizzita tanto dalla velata accusa quanto dall'appellativo
 
"Tu lo dici… tesoro"  proseguì Julian trattenendo a stento le risate
 
"Chiamami ancora tesoro e questa notte ti converrà non dormire" chiuse lei sfrecciando davanti al locale
 
"Parcheggia dietro al locale" consigliò Julian al suo amico pilota
 
"Sicuro" rispose quello e come un fulmine si mosse verso il lato sud, dove rapidamente sistemò il veicolo assicurandolo poi tramite l'accensione del campo di forza repellente
 
Raggiunse rapidamente Julian che invece si trovava in piedi davanti all'edificio intento a contemplarne la facciata; vedendosi raggiunto dal compagno tuttavia notò una cosa che fino a poco fa non aveva considerato.
 
"Aspetta ma dove è finita Mag… ahhh"
 
Non riuscì mai a concludere quella frase, un ignoto corpo contundente di notevoli dimensioni glielo impedì andando a colpirlo violentemente prima all'altezza dello stomaco e poi, con una rapida rotazione, in pieno volto, facendolo tra l'altro cadere a terra nella polvere.
Quando riprese completamente conoscenza, l'inglese si ritrovò ancora a terra sdraiato sulla schiena; in piedi molto vicina torreggiava la statuaria figura di Magisa, che, in quel momento, sembrava tutto fuorché una delicata fanciulla anche se il dubbio che non lo fosse mai stata cominciava ad essere sempre meno "dubbio", che reggeva in mano il suo scettro.
 
"Questo è per avermi dato della viziata!" sibilò lei scavalcandolo e dirigendosi verso la locanda
 
"Mi sa che non ti conviene prendere in giro una donna" lo prese in giro, mentre lo aiutava a rialzarsi, Veirhal con lo sguardo, falsissimo, di uno che la sa lunga
 
L'inglese lo guardò fisso con un'espressione da omicidio istantaneo per alcuni secondi sperando che quel ridicolo sorrisetto che il granroriano aveva sul volto si dissolvesse ma nulla accadde, l'Olamaris era davvero troppo divertito. Ricordando gli ottimi consigli di sua madre su come trattare gli imbecilli recidivi, il biondo si incamminò in silenzio verso la porta; solo una volta rispose a uno delle continue prese in giro dell'amico e replicò in modo laconico e sentito… anzi, risentito.
 
"Sinceramente… vaffanculo Veirhal!"
 
 
Il sole era ormai al tramonto quando i tre scesero al bar per mangiare qualcosa; essendo fornito di sole otto camere, il locale non era particolarmente affollato, c'erano solo un paio di avventori appoggiati ai pilastri che sorreggevano i due piani superiori e un uomo intento a salire la scalinata a chiocciola posta, sul lato in cui si trovava anche l'ingresso, nell'angolo opposto rispetto a quello, il sinistro, da cui l'equipaggio della Stella Blu stava scendendo. I tavoli erano tutti liberi ma loro non si sedettero, dovevano fare solo uno spuntino veloce per mettere qualcosa sotto i denti e poi tornare nel segreto della loro stanza a discutere di questioni troppo importanti per essere rimandate.
Consumarono in fretta e rapidamente tornarono alla loro camera, la numero sei, chiudendone a chiave la porta non appena entrati. Quando l'aveva vista la prima volta, Julian ne era rimasto piacevolmente sorpreso: era composta da una specie di piccolo soggiorno arredato in modo essenziale in cui l'unico "lusso" era rappresentato da un comodo divano ad elle, con due coperte aggiuntive "offerte" dalla casa, e da altri due piccoli locali, un bagno e una camera con un letto singolo; l'ambiente era ottimamente riscaldato e illuminato, il sistema dei nuclei dell'edificio doveva essere di alta qualità, e sull'assai ridotta scrivania presente in sala, unico pezzo di mobilio escluso il divano e due sedie, spiccavano due tabelloni di gioco e un paio di bustine da cinque carte di Battle Spirits gentilmente offerte dalla casa; nonostante non fossero molti, anche gli arredi erano di ottima fattura tanto che all'inglese pensò di trovarsi di fronte a dei prodotti provenienti dal suo mondo.
 
"No, non vengono dalla Terra" spiegò Magisa "però siete stati proprio voi umani ad insegnarci come farli"
 
L'inglese si voltò in direzione di Veirhal che gli rispose con un'occhiata soddisfatta come a dire "Visto, te l'avevo detto!" e sorrise; effettivamente sembrava che, a differenza delle molte "missioni civilizzatrici" portate avanti nella storia umana, questa volta gli uomini fossero riusciti a portare miglioramenti nelle vite di un altro popolo senza per forza condire il tutto con spade o fucili… si beh, esclusi ovviamente il re del mondo Altrove e suoi seguaci.
 
"Alte tecnologie e ottimi servizi senza danni ambientali" constato l'uomo guardando fuori dalla finestra in direzione del bosco "questo posto potrebbe essere il luogo esistente più vicino al Paradiso"
 
"Noi però abbiamo anche la fortuna di poter contare su una fonte di energia praticamente inesauribile" rispose Magisa sorridente "se il nucleo progenitore si estinguesse tutto Gran RoRo cadrebbe con esso"
 
"Un po' come, per noi, se il nostro sole smettesse di brillare"
 
"Ottimo paragone" replicò la maga ammiccando "ora però penso che dovremmo iniziare a parlare di cose più importanti"
 
"Concordo" fece Julian "vorrei che mi parlassi un po' di tutta questa storia; è accaduto tutto troppo in fretta e fatico ancora a comprendere la situazione, è tutto così nuovo"
 
Magisa sorrise amorevolmente e cominciò a ricomporre mentalmente i pezzi di quella storia che per anni aveva narrato e che da troppo tempo ormai le sembrava sempre più una leggenda, se non addirittura una crudele menzogna.
 
"La leggenda della schiavitù di Gran RoRo…" spiegò "… racconta che un giorno arriverà un duellante la cui passione è senza limiti; egli sarà riconosciuto da tutti perché in lui risplenderà la vera luce, quella dei simboli dei sei mondi, unica luce in grado di dissipare le tenebre dell'oppressione e spezzare il giogo del tiranno"
 
Mentre le parole le scorrevano come un fiume dalle labbra, la giovane donna non poté fare a meno di farsi assalire dal timore dell'ennesimo fallimento; era conscia che non avrebbe dovuto e se ne vergognò immensamente, ma dopo anni di formule ripetute, di consigli eternamente uguali, ed eternamente inutili, e di duellanti baldanzosi molto più pieni di vacuità che di talento gli fu difficile non avere l'atroce dubbio che anche questa volta il finale sarebbe stato lo stesso, che anche questa volta si sarebbe ritrovata a terra, prostrata dal dolore e con le lacrime agli occhi per una libertà ormai così lontana da sembrare una chimera.
Bastarono tre parole per cambiare tutto, per farle capire che invece questa volta le cose sarebbero andate diversamente, in una direzione inaspettata.
 
"E' tutto qui?" domandò un po' delusa la voce del Fines rompendo il viavai dei pensieri della maga
 
"Co-cosa?" replicò lei incredula
 
"Beh, è che… si, insomma, il tuo racconto mi sembra… incompleto" provò a spiegare "forse è colpa mia, ma io ho bisogno di conoscere tutta la storia per poter lottare al meglio; ho bisogno… di sapere che posso fidarmi ciecamente di te"
 
La ragazza fu sul punto di scoppiare a piangere dalla gioia a quelle parole.
Nessuno prima d'ora si era mai interessato realmente di Gran RoRo. I maestri della luce umani erano sempre stati  troppo distaccati mentre quelli granroriani troppo sospettosi, c'erano poi quelli molto giovani, ai quali, per giustizia, spesso concedeva l'opportunità di rinunciare, e quelli a cui la missione interessava solo per alimentare il loro ego; con tutti questi non era mai stato necessario andare più in la dell'essenziale.
 
"V-vuoi da-davvero che ti parli del nostro mondo?"
 
" Se così non fosse non l'avrei chiesto, ti pare?" ribatté con una punta di spavalderia
 
Sorridente, Magisa si apprestò ad iniziare la sua narrazione ma, prima che potesse esordire, il suo interlocutore la interruppe con una fondamentale domanda.
 
"Per prima cosa dimmi chi sei veramente?"
 
"Cosa?!" chiese lei incredula
 
"Ho già incontrato delle persone che hanno sofferto molto a causa del dominio del re" spiegò tranquillo senza abbassare lo sguardo "eppure il loro dolore non è nemmeno lontanamente comparabile al tuo… ci deve essere per forza qualcosa di più in te rispetto a tutti gli altri"
 
"Allora l'hai capito" constatò raggomitolandosi nel mantello "beh, hai ragione; io non sono una semplice maga, io sono la maga guardiana di Gran RoRo, colei che avrebbe il dovere di proteggere il mondo Altrove da ogni minaccia… ma, purtroppo, il re mi ha sconfitto ormai molto tempo fa, mi ha sottratto il mazzo e, con esso, la maggior parte dei miei poteri. La Magisa che vedi ora è il risultato di un fallimento: prima di me non un singolo guardiano si era mai dimostrato incapace di difendere la libertà di questo mondo; ho sempre desiderato entrare nella storia… adesso che ci sono riuscita, darei la mia vita pur di uscirne"
 
"Temo ci sia una sola porta" scherzò l'empatico inglese cercando di consolarla "sinceramente non penso sia colpa tua; i duelli in fondo sono così, a volte li vinci, nel mio caso sempre, e a volte li perdi"
 
"Ma il re viene dal "vostro" sedicesimo secolo! Come ho potuto perdere nel gioco che noi abbiamo inventato contro un uomo che non avrebbe dovuto nemmeno conoscere Battle Spirits" ribatté lei per nulla consolata "sono stata una vera idiota a non cogliere i segni del suo inganno.  L'ho lasciato libero di insinuarsi tra noi, di fingersi nostro amico; al contrario lui si dimostrò un uomo dall'intelligenza fuori dal comune: comprese immediatamente l'importanza che Battle Spirits aveva per noi e ne studiò attentamente le meccaniche e le innumerevoli strategie, in quello stesso periodo iniziò a dare sempre più frequentemente aiuto alle persone in difficoltà facendosi poi ricompensare con alcune carte e con una nave; così facendo, poco alla volta, mise insieme il suo mazzo e viaggiò per tutti i mondi alla ricerca di carte introvabili con cui renderlo il più forte di tutti i tempi"
 
"Direi che ci è decisamente riuscito" intervenne tristemente Veirhal
 
"Già, e il peggio deve ancora venire" sentenziò rabbiosa "vagando per i sei regni, infatti, acquisì, non so come, una conoscenza delle dinamiche politiche e sociali di Gran RoRo che non credevo di poter riscontrare in un umano"
 
"Beh, non che ci voglia molto" ironizzò amaramente il duellante di Selveya "non siamo esattamente degli assi nel fingere di essere in buoni rapporti con gli altri granroriani"
 
"Un tempo eravamo molto più discreti, specie in presenza di stranieri" replicò con un mezzo accenno di sorriso sulle labbra "ma  non servì a niente: quell'uomo era dotato di un'intelligenza sopraffina e di uno sguardo capace di vedere nell'anima delle persone. Dopo essersi guadagnato mazzo e fiducia di molti granroriani mi diede la caccia; mi sconfisse in duello e mi sottrasse mazzo e poteri acquistando così un formale dominio assoluto sul nostro mondo ma, nonostante tutto, avevamo ancora la possibilità di fermarlo; all'epoca non aveva ancora un potente esercito su cui contare e non era ancora stata emanata la Prima Legge di Gran RoRo…"
 
"E' la legge che impone a due contendenti di risolvere le loro questioni tramite un duello se questo viene richiesto da un autorità o in presenza di essa" spiegò Veirhal ad un perplesso Julian
 
"Esatto! A quel tempo però quella legge non era ancora stata imposta e con una rivolta generale avremmo persino potuto ribaltare la situazione, purtroppo i -ehm, ehm- "dubbi" persistenti che ogni razza aveva nei confronti delle altre ci impedirono di organizzarci velocemente ma nessuno di noi credeva fosse un problema; in fondo, quanto poteva essere pericoloso un essere umano armato solo di un mazzo eccezionale e di un'autorità che, per quanto fosse reale, non poteva imporre?"
 
"Non siete riusciti a capire quale fosse la sua vera arma micidiale" constatò Julian osservando Magisa intristirsi sempre di più
 
"… il suo contrattacco fu… qualcosa di inconcepibile che in un attimo distrusse la nostra sola speranza di poter giungere ad una grande alleanza totale: il Patto dell'Equilibrio di Gran RoRo"
 
"Non ne ho mai sentito parlare" esplicitò l'inglese "di cosa si tratta?"
 
"E' uno storico accordo promosso molte migliaia di anni fa dall'allora mago guardiano del mondo Altrove e da colui che è ricordato come il primo umano giunto a Gran RoRo" chiarì Magisa
 
"Ah, quindi il re non è il primo"
 
"Quasi; è stato tuttavia il primo a ritornare a Gran RoRo dopo averlo lasciato"
 
"Okay… e in cosa consisterebbe questo patto?"
 
"Si narra che, a quell'epoca, esistessero delle fortissime tensioni tra le varie tribù dovute alle molte spinte egemoniche dimostrate da alcune di esse. Il nostro mondo fu a lungo sull'orlo di una sanguinosa guerra generale e i pochi che se ne rendevano conto non riuscivano a trovare un modo per impedirla, fu allora che venne in nostro aiuto questo vostro simile; aveva già viaggiato molto a Gran RoRo e ci racconto che, nell'epoca da cui proveniva, le guerre flagellavano il suo mondo e sembravano non aver mai fine, disse che non avrebbe mai permesso che anche questo facesse la stessa fine. Con un gruppo di fautori della pace intraprese un secondo viaggio tra i regni alla ricerca di qualcosa che potesse suggerirgli una soluzione; durante tale itinerario tuttavia raccolse anche molte informazioni sulla cultura e sulla società del nostro mondo; durante una veglia notturna poi, si dice che egli espresse ad uno dei compagni il suo disappunto riguardo ad alcune faide che secondo lui erano insensate e portò come esempio l'assurda mancanza di fiducia reciproca dei due regni meno potenti di Gran RoRo, quello di rubino e quello di smeraldo, i quali secondo lui si sarebbero dovuti alleare per sostenersi reciprocamente e non farsi schiacciare dalle altre potenze"
 
"Conosco anch'io questa leggenda" si inserì Veirhal "pare che furono quelle parole ad accendere la luce nella mente dell'altro interlocutore il quale comprese che, anche se era impossibile stipulare un alleanza generale, si poteva concludere un accordo tra le nazioni minori, che tanto avevano ben poco da temere l'una dall'altra, in modo da racimolare una forza sufficiente da opporre, con il benestare del sempre neutrale regno di topazio, alle potenze più importanti"
 
"Wow, non ti facevo così ferrato sulla storia, Veirhal" scherzò Magisa, finalmente un po' più allegra, prima di ricominciare il lungo racconto "la compagnia propose con vigore il progetto includendo poi  anche il regno di zaffiro, soprattutto perché gli altri due non avevano un vero esercito con cui difendersi, all'interno dell'alleanza; il risultato fu, contro ogni pronostico, eccezionale, l'alleanza venne stabilita e le nazioni più potenti dovettero rinunciare alle loro pretese. Tale alleanza era conosciuta come il "Patto dell'Equilibrio" ed era l'unico punto su cui potevamo far leva per arrivare ad una alleanza granroriana… ma lui anticipò le nostre azioni e, con una mossa che, mi duole ammetterlo, fu magistrale, nominò il re del regno di zaffiro suo alto dignitario"
 
"E fu sufficiente questo a demolire il frutto di un estenuante lavoro congiunto?" domandò incredulo
 
"Comprendo la tua difficoltà nell'afferrare la questione, in fondo sei arrivato qui da pochi giorni" proseguì lei con un tono dolce "a Gran RoRo, come sulla terra del resto, sono molti gli indicatori che determinano la potenza di un mondo, ricchezza, sviluppo tecnologico e altri, ma non tutti hanno uguale peso,anzi, uno di essi è estremamente predominante sugli altri: il prestigio; più le tribù che abitano un certo mondo sono prestigiose più quel mondo acquista forza e diritti su gli altri"
 
"Con diritti non intenderai dire che…"
 
"Purtroppo si, Julian! Intende leggi, non scritte, che decretano la superiorità del mondo e dei suoi abitanti su tutti gli altri " si intromise Veirhal "ricordo, ad esempio, che esisteva una legge orribile che diceva che un Mazoku valeva circa cento abitanti del mio mondo e che quindi poteva disporne a suo piacimento"
 
"Ma è una cosa abominevole!" sbottò l'inglese piuttosto alterato "ed esiste ancora?... questa legge intendo"
 
"No, quando ha conquistato il potere, il re ha cancellato tutte le antiche leggi e ha promulgato una serie di nuovi principi , scritti e, nel complesso, molto più giusti" replicò non riuscendo a trattenere un certo livore "so bene che ha anche assegnato poteri speciali al suo esercito e che ci ha concesso certe libertà, molto, relative solo perché la Prima Legge è più che sufficiente per imporci il suo dominio ma non mi pare di ricordare che, tra i vari principi, ne esista uno che afferma che un umano vale cento dei miei compatrioti"
 
"Non penso che basti per considerarlo una brava persona!" esclamò Magisa
 
"Non ho mai detto questo infatti" fece il granroriano
 
"Però sembri pensarlo"
 
"Non dire certe idiozie, per favore" scherzò Vey con il suo classico atteggiamento da sbruffone "non hai la minima idea di quanto abbia odiato il dover fuggire di casa o l'essere costretto ad osservare in silenzio centinaia di miei conoscenti ed amici venire arrestati e condannati a lavorare"
 
"Lo spero" sentenziò fulminandolo con lo sguardo per poi rivolgersi ancora a Julian "tornando a noi, la nomina consentì, appunto, al regno di zaffiro di guadagnare quel prestigio che prima non aveva il quale, di conseguenza, abbandonò l'alleanza. Privati della principale forza militare ed economica del Patto, agli altri due regni praticamente non rimase altra scelta che sottomettersi, una ribellione avrebbe significato inimicarsi anche il regno di zaffiro e decisero di optare per quello che in quel momento sembrava il male minore; non dovette passare molto tempo perché anche il regno di perla, retto dai cavalieri d'argento che sono sempre stati molto bravi a saltare sul carro del vincitore, si alleasse con il re, un'alleanza decisamente fortunata tra l'altro; infine si arresero anche i regni di topazio e ametista… beh, a dirla tutta i Mazoku si considerano ancora in guerra, almeno formalmente, ma in realtà ormai l'intero mondo Altrove è in suo potere"
 
"Mi dispiace" sussurrò malinconico Julian
 
"Non devi, tu non hai fatto nulla di male" ribatté dolcemente lei "in verità io non ho mai pensato che l'idea della rivoluzione potesse funzionare; non sapevo come avrebbe risolto il problema ma ero certa che non sarebbe crollato, per questo decisi immediatamente di mettermi alla ricerca dei maestri della luce"
 
"Beh, grazie per avermi raccontato tutto, ora conosco meglio il mio avversario e so che posso fidarmi completamente di te… ti prometto che farò tutto il possibile per porre fine alla dittatura del re, restituiremo Gran RoRo ai suoi abitanti e ricostruiremo il patto dell'equilibrio così ogni granroriano potrà vivere in pace nel proprio mondo"
 
"No-non… non potevo chiedere di meglio" disse la giovane donna
 
"Perfetto!" esclamò Veirhal con soddisfazione "e quindi, ora dove andiamo?"
 
"Da nessuna parte, genio!" gli replicò scherzosa la maga "adesso ci riposeremo, così domani saremo pronti per la nostra missione"
 
"E quale sarà la nostra destinazione?" domandò Julian
 
"La leggenda dei maestri della luce è molto più complessa di come normalmente la si narra, io stessa non la conosco a fondo" spiegò lei "ma esistono sei muri di pietra, uno in ogni mondo di Gran RoRo, su cui sono incisi dei frammenti che, uniti nel modo corretto, raccontano la forma originaria della storia. Purtroppo non so dirvi, di preciso, dove si trovino e per questo domani ci dirigeremo per prima cosa al villaggio della tribù Gurii, gli abitanti sono dei cari amici e sono certa che ci aiuteranno volentieri"
 
"Penso che lo farebbero anche se non li conoscessi" la prese in giro Veirhal "perfino i Mazoku rispettano i maghi del regno di topazio, figurarsi se può permettersi di non farlo un manipolo di abitanti del più povero dei sei regni"
 
"Ah, quindi, secondo te, io sarei un approfittatrice" sibilò Magisa con una leggera irritazione nella voce
 
"Beh, sei una donna, vieni da un regno di grande prestigio, hai potere e sei molto bella" elencò il granroriano incurante delle poco criptiche indicazioni che il collega umano gli lanciava riguardo lo stare zitto "direi che la risposta è ovv… AH, AHIOOO!!!!"
 
Colpevolmente distratto dalle sue stesse elucubrazioni, Veirhal non si era affatto accorto che la sua interlocutrice dallo scarso senso dell'umorismo si fosse alzata in piedi sul divano e avesse cominciato mimare il gesto del salto per darsi lo slancio… se ne rese conto perfettamente, però, nell'istante in cui ella si fiondò su di lui sbattendolo a terra. La ragazza gli "morse" il braccio sinistro con uno dei suoi stivali, che, in quel momento, a Julian parvero essere quasi dei serpenti, e, piegandosi sulle ginocchia, si abbassò fino a raggiungere le sue orecchie.
 
"Non ti azzardare mai più a mettere in dubbio le mie buone maniere, hai capito?" sussurrò con un tono dolce e minaccioso al tempo stesso
 
"S-si!"
 
"Preferisco: "Si, milady"!"
 
"Oh, andiamo; questo e tr… NO, AHI!" gridò di nuovo Vey sotto gli occhi di un Julian che tratteneva a fatica le risate "vabenevabenevabene… si, milady!"
 
"Vedi che con l'educazione si ottiene tutto" lo irrise lei liberandolo dalla sua morsa
 
"Educazione?!" fece perplesso Julian senza rendersi conto di aver parlato ad alta voce
 
"LE VUOI PRENDERE ANCHE TU?!!" urlò la donna voltandosi e mostrando all'umano uno sguardo incendiario
 
"N-no, g-grazie" ribatte quello imbarazzato mentre aiutava Vey a rialzarsi
 
"Bene!" esclamò lei sedendosi su uno dei due divani "credo sia ora di riposarsi"
 
"Sono d'accordo" disse Julian appoggiando il portamazzi sulla scrivania e prendendo tra le mani una sedia "tuttavia , per quanto mi "dispiaccia", non accetterò mai di dormire in un letto mentre una signora è costretta ad accontentarsi del divano; non sarebbe un comportamento degno di un gentiluomo inglese"
 
Detto ciò, spostò la sedia su un unico braccio e tese la mano libera alla giovane per aiutarla a rialzarsi. Ella intuì immediatamente le sue intenzioni e rispose con cortesia all'invito, alzandosi e dirigendosi verso la camera; giunti accanto al letto, l'umano poso a terra la sedia e la maga vi appoggiò delicatamente il mantello.
 
Buonanotte" le disse delicatamente
 
"Anche a te, Julian" rispose lei prima di infilarsi sotto le coperte
 
Il biondo uscì in silenzio dalla stanza e raggiunse il suo collega nella sala; anch'egli aveva posto il proprio portamazzi sul unico mobile presente e ora dormiva sdraiato su un divano sotto una delle due coperte in più.
Osservare quelle scene fece emergere tutta la sua stanchezza; In pochi secondi anche l'inglese si ritrovò sdraiato su un divano, l'altro, e protetto dal calore di un telo pesante, i suoi occhi erano stanchi ma sembravano non volersi chiudere, erano costantemente rivolti verso l'alto… ma non al soffitto, bensì al cielo, quel cielo che, da domani, sarebbe stato testimone del più grande capitolo del libro della sua vita.
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Vi avevo promesso che ci avrei messo di meno e infatti eccomi qui con il settimo capitolo di questa lunga storia. Come prima cosa vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito o inserito questa storia tra le seguite o preferite, spero che anche chi ha solo letto la stia apprezzando; ringrazio poi HikariMoon per i suoi messaggi e le chiedo scusa per non averle ancora risposto, cosa che farò al più presto.
 
Ora, come avrete letto, il capitolo è particolarmente improntato sul dialogo e, in particolare, sul racconto del passato del mondo Altrove; ovviamente quasi ogni particolare narrato è di mia invenzione e non ha riscontri nella serie ma, essendo io un appassionato sia di storia e cultura sia di politica e società, mi andava di creare una storia di Gran RoRo aggiungendovi poi dissidi, problematiche e casi politici (ma anche costumi e culture) come se stessi raccontando la storia del nostro mondo e ispirandomi alle classi sociali umane per rappresentare i comportamenti dei granroriani (ad esempio, il regno di ametista ricorderà molto la struttura sociale del feudalesimo (nessuna città e vari palazzi tipo quello di lady Namii per intenderci) e i Mazoku i suddetti signori feudali o gli hidalgos spagnoli); spero possiate apprezzare l'idea.
 
Il capitolo contiene inoltre la vera introduzione di Magisa, la quale diventerà ovviamente la coprotagonista della storia. Come avrete notato, ho scelto di farla nativa del regno di topazio, il più snobbato dalla serie, e questo per due motivi essenziali:
1) Dare un ruolo importante anche a tale regno sia nella mia storia sia, indirettamente, in "Dan, il guerriero rosso"
2) L'affinità tra Magisa, dotata di poteri magici, e le carte gialle, che hanno il loro punto forte proprio nelle carte magia; tale affinità è simboleggiata, tra l'altro, anche dallo spirit chiave, nonché unico spirit, della maga, Ambrosia Imperatrice Magica, che come ben sappiamo è una carta gialla.
 
Questo capitolo esemplifica inoltre quello che dovrebbe essere lo stile da qui in poi: una continua alternanza di momenti d'azione ( che non saranno per forza dei duelli) e dialoghi e un range di toni che potrà variare, anche nello stesso capitolo, dall'angst al comico.
 
Concludo dandovi appuntamento al prossimo capitolo (che purtroppo arriverà tra un po' dato che, in questo periodo, ho gli esami) nel quale troveremo qualche carta in più (ci sono ancora due bustine da aprire se ricordate bene), qualche informazione culturale, qualche problema ma soprattutto qualche vecchia conoscenza (non pensate a Zonguri, non è ancora nato).
 
Ciao e alla prossima.
 
ShawnSpenstar
 
P.S/Nota (non so bene come classificarlo): Magisa non è proprio proprio senza carte, il suo mazzo "magico" è nelle mani del re ma qualche carta gli è rimasta (quella del mazzo e dei poteri sarebbe una questione che fa parte della "mia" cultura del regno di topazio e che sarà spiegata all'interno della storia quando i nostri ci arriveranno).

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Capitolo 8
*** Lo sporco della città della purezza ***


Lo sporco della città della purezza
 
 
Il giorno seguente fu Magisa la prima ad aprire gli occhi. In silenzio si levò e uscì dalla camera per dirigersi verso quel minuscolo buco che i proprietari della locanda avevano definito, secondo lei impropriamente, bagno, fornito giusto dell'essenziale; notò, dal suo riflesso nello specchio, che le piaghe rossastre che il calore del deserto aveva stampato sulla sua candida pelle si erano attenuate ma non erano scomparse e decise di dare loro il colpo di grazia con una doccia rinfrescante.
Terminata la doccia si asciugò, raccolse scettro e portamazzi, indosso il mantello e, dopo aver lasciato un appunto sul tavolo della sala, uscì dalla stanza e si incamminò verso la rampa di scale. Il piano terra del locale era ancora deserta, l'unica "popolazione" era rappresentata da due camerieri e da un terzo membro dello staff non meglio identificato intenti ad avere una sorta di colazione prima di una sfiancante giornata di lavoro; cortesemente, la giovane donna chiese di potersi unire, ovviamente dietro pagamento, al gruppetto che fu ben felice di accettare e condividere con lei una cioccolata e un cornetto dopodiché discusse e rise con loro fino a quando non fu raggiunta dai due compagni di viaggio… lievemente alterati.
 
"Si può sapere perché ci hai scritto le istruzioni post-risveglio su un biglietto?" domandò Julian scherzoso ma non troppo "pensavi che non saremmo sati in grado di capire cosa fare?"
 
"Beh, mi pare ovvio" replicò ironicamente lei "dopotutto siete maschi e duellanti, non esattamente due delle categorie sociali più intelligenti dei sei regni"
 
"Oh, immagino allora che sia per questo che ti sei presa anche le nostre due buste" sentenziò l'umano
 
"Davvero? Le ha prese lei?!!" fece Vey con uno stupore tale da far sbuffare il collega dall'esasperazione
 
"Veirhal, sta zitto, ti prego!"
 
"Come volevasi dimostrare" alluse la maga soffocando a stento l'istinto di scoppiare a ridere "conosco bene come ragionate voi duellanti, se vi avessi lasciato queste bustine sareste arrivati qui un'ora più tardi"
 
"Un'ora?" la prese in giro lui "sul serio, evitiamo le idiozie almeno di prima mattina"
 
"Ma quali idiozie? Ci avreste messo proprio un'ora, equamente divisa in un min… facciamo due minuti per aprire le buste, del resto siete maschi, e cinquantotto minuti di lamentele, insulti e borbottii per le brutte carte capitatevi"
 
"Come puoi sapere se le carte sono brutte o belle?"
 
"Pronto? C'è nessuno qui dentro?" lo irrise la ragazza picchiettando con lo scettro sulla testa del biondo "siamo nel più povero e meno prestigioso dei regni di Gran RoRo; le probabilità di trovare una carta che stia entro i confini della decenza qui sono le stesse che il re, durante questa notte, abbia avuto un'epocale crisi di coscienza seguita da abdicazione spontanea ed espiazione delle proprie colpe tramite la concessione, agli abitanti di Gran RoRo, di flagellarlo pubblicamente"
 
"Ah, come trovare un ago in un pagliaio quindi?"
 
"No, è più come trovare un ago in cinquanta pagliai"
 
Spazientito, il duellante inglese sospirò d'esasperazione; c'era solo da sperare che non fossero tutte così le mattine in compagna di Magisa altrimenti avrebbe già potuto inserire il primo punto nella colonna dei "casi estremi per cui potrei rinunciare al titolo di maestro della luce" dopo un solo giorno… non proprio il miglior modo per iniziare l'avventura.
 
"Perfetto, allora vedrò di procurarmi una calamita" scherzò lievemente irritato "nel frattempo possiamo prendere qualcosa per la colazione o ci devi dare il permesso?"
 
"Ho fatto di meglio!" esclamò tutta soddisfatta lei "ho ordinato io qualcosa per voi! Sono là, sul bancone"
 
Nonostante i dubbi sul'affermazione della donna il duellante non rispose, raggiunse il bancone e cercò di capire dove fosse la colazione promessagli dalla maga. Quando finalmente vide il suo primo pasto di giornata un sorriso ironico gli si dipinse sul volto; normalmente avrebbe lasciato correre ma questa volta no, non poteva rimanere impunita dopo tutte quelle prese in giro.
 
"Un tè? Ma davvero?" domandò con un tono esageratamente irritato, e quindi chiaramente falso "guarda che per noi inglesi il tè è quasi una religione e lo prendiamo alle cinque del pomeriggio; hai appena commesso un crimine inenarrabile, potrei perfino accusarti di vilipendio"
 
"Smettila di fare l'idiota!" sbraitò lei in risposta "accontentati… e, per favore, fallo in meno di dieci minuti perché altrimenti parto senza di voi"
 
"Cosa? Ma non puoi…"
 
"Di per se, tecnicamente, posso" spiegò lei in tono irriverente "sarebbe forse non corretto, sicuramente non conveniente ma impossibile proprio no!"
 
"Va al dia… ahhh!"
 
Quella, coraggiosa, imprecazione gli morì sulle labbra non appena una potente onda d'urto lo colpì facendogli sbattere lo sterno contro il bordo del bancone e sfuggire di mano la tazzina di tè che, ovviamente, finì in mille pezzi; stizzito, Fines si voltò di scatto e vide la gemma dello scettro di Magisa, che la donna aveva puntato su di lui, brillare come aveva fatto quando era apparsa la strana bici.
 
"Perché l'hai fatto?!" gridò arrabbiato
 
"Avevi detto che non lo volevi" replicò con finta innocenza lei "e non ti preoccupare, i danni li pago io" aggiunse poi dando ai camerieri qualche moneta in più
 
"Non sono i danni il problema, è il tuo comportamento che non capisco e non sopporto!"
 
"Oh, quello? E' solo per mettere in chiaro una cosa" fece lei allusiva
 
"Ah, si? E quale sarebbe?"
 
"Mi pare ovvio" sussurrò in tono malizioso "… che, nella nostra squadra, comando io"
 
E sparì oltre la porta d'ingresso.
 
 
"Al diavolo" imprecò il campione inglese gettando per terra la carta delle due bustine "avevi ragione tu"
 
SI abbandonò sui cuscini polverosi e rattoppati dell'unico sofà della nave maledicendosi per aver pensato che dare un occhiata al contenuto delle buste regalo potesse essere un buon modo per distrarsi da un viaggio che si prospettava lungo e noioso.
Con un enorme sorriso stampato sul volto, Magisa si sedette accanto a lui su quella carcassa di divano e osservò le carte; non erano proprio tutte da buttare ma, senza dubbio, quasi nulla che potesse tornare utile ad un maestro della luce. Tra le dieci carte quelle rosse erano quattro: un Ankillersauro, un Lon-Gineus Drago Lancia, discreto spirit, un nexus Canyon Ardente e, per finire, un'altra carta nexus, l'ottima Trono dei Sette Draghi.
Senza aggiungere ulteriori commenti, Julian prese l'ultima delle quattro carte rosse e la aggiunse alle carte che componevano il suo side deck, dando a Magisa le altre carte.
 
"No, non ci posso credere! Non l'avevo vista prima!!" esclamò lei con una gioia nella voce che all'inglese appariva ingiustificabile "come osi denigrare queste carte?"
 
"Ma che stai blaterando?" domandò Fines giustamente perplesso "a parte un paio molto belle, una delle quali tuttavia è verde, tutte le altre sono mediocri"
 
"Non offenderla!!" sbraitò la maga sbattendogli quasi in faccia una delle nove carte "con che coraggio dai della mediocre alla carinissima carta gialla Postino Pentan?!!"
 
"Oh, no! No, no, no, no e poi no!" fece il duellante in tono di supplica "per carità, non dirmi che sei anche tu una fan di quelle parodie di spirit che sono i Pentan? Sono le uniche carte che proprio non riesco a sopportare; nemmeno le carte bianche, di cui non sono esattamente un fan, raggiungono quel livello"
 
"E invece è proprio così, io ADORO i Pentan!" concluse lei chiudendo la discussione e rivolgendosi al pilota "Ehi, Vey…"
 
"Solo i miei amici possono chiamarmi Vey, tesoro" replicò quello
 
"E solo i miei fidanzati possono chiamarmi tesoro, imbecille" ribatté lei "sai, sei l'unico che ha pescato qualcosa di decente da queste due buste"
 
"Davvero? Cosa?"
 
"Un vero e proprio spirit chiave… Rafflesio Albero Zanna, non so se tu l'abbia già ma è un ott…"
 
"Lo conosco, lo conosco… mi spiace ma non uso le carte verdi"
 
"Coosa?!! Non usi le… ohhh" si lamentò esasperata "un umano che odia i Pentan e un granroriano del regno di smeraldo che non usa le carte verdi, ma su che diavolo di rottame mi sono imbarcata"
 
"Temo che dovrai accontentarti… tesoro" disse Julian sotto lo sguardo incendiario della ragazza
 
"Ringrazia che questa fogna di salotto non ha nemmeno un cuscino altrimenti ti avrei già soffocato" sibilò lei prima di rivolgersi ancora al duellante di Selveya "… e allora che colore usi?"
 
"Blu"
 
"Di blu ci sono… Guerriero Troll e Guy l'Ammazzadraghi"
 
"Tengo il secondo"
 
"Perfetto, io invece mi tengo il mio Pentan, la magia Astro della Velocità e Rafflesio Albero Zanna"
 
"Aspetta" si inserì Julian "dai a me Rafflesio; conosco una persona, nel regno di smeraldo, a cui piacerebbe"
 
"Allora…" terminò porgendo la carta al maestro della luce "… questa è tua, per le altre vedremo"
 
Conclusasi la spartizione delle carte, i due passeggeri raggiunsero il conducente nella cabina del pilota. Davanti a loro si estendeva a perdita d'occhio una scarna pianura rocciosa la cui monotonia era interrotta a tratti da qualche segno di vegetazione e che sembrava non avere fine; con una significativa occhiata il comandante domandò implicitamente alla maga se stessero seguendo la strada giusta, domanda cui ella rispose con un cenno di assenso.
 
Proseguirono ancora nel loro percorso in linea retta fino a raggiungere una vasta macchia verde, in prossimità della quale rallentarono.
Magisa spiegò allora che la scelta migliore sarebbe stata svoltare a destra proprio alle porte di quella selva perché se si fossero inoltrati il sentiero che avrebbero imboccato, l'unico, nella foresta, percorribile dalle navi, li avrebbe ricondotti sull'altopiano, verso quella via lungo il costone roccioso che avevano percorso la prima volta che erano arrivati nel regno di rubino e avrebbero potuto raggiungere la loro destinazione solo a piedi.
I due compagni di viaggio convennero che la decisione della donna fosse la più logica; giunti al punto prestabilito, Vey sterzò aggressivamente verso destra e premette forte sull'acceleratore, il suono dei motori si fece più acuto e intenso e la Stella Blu si lanciò ad elevatissima velocità nella nuova direzione. Proseguirono spediti lungo una pianura che da rossa sfumava in verde e costeggiando quella foresta sempre meno fitta.
 
Dovettero passare alcuni minuti prima di intravedere i primi campi coltivati, unici segnali della presenza di forme di vita civili. Prima che si fossero avvicinati troppo, Magisa consigliò saggiamente ai due compagni di parcheggiare e proseguire a piedi poiché la nave avrebbe potuto spaventare gli abitanti e, appurata la sensatezza dell'osservazione, il pilota pose in stazionamento la Stella e attivò il campo di forza, dopodiché i tre scesero dalla nave e proseguirono a piedi per un breve tratto di strada. Arrivati alle prime case, sentirono sin da subito su di loro gli sguardi incuriositi degli abitanti (era difficile pensare che una compagnia come la loro potesse passare inosservata)  e per alcuni secondi temettero di poter incontrare problemi ma nulla accadde.
Giunsero così, in uno stato di apparente tranquillità, ad uno spiazzo relativamente grande che doveva essere il classico centro del villaggio dal quale ognuna delle case, non molte per la verità, era visibile. Julian osservò tutto il paese; un certa malinconia emerse dalle profondità del suo animo, quelle piccole abitazioni tutte diverse, quell'atmosfera tranquilla e spensierata e le manifestazioni d'affetto che gli abitanti del luogo si scambiavano gli ricordavano i piccoli villaggi del suo paese, gli ricordavano casa.
Sempre senza proferire parola, Magisa attraversò la strada dirigendosi  verso una casa che stava sul lato opposto, di fronte a loro, in un primo momento gli altri due pensarono di seguirla ma, prontamente, lei li fermò con un cenno della mano; raggiunse la porta e, dopo aver bussato, attese fino a che essa non si aprì rivelando il padrone di casa: nonostante il suo aspetto fisico non si potesse definire "umanizzato" quanto quello di Magisa, era sicuramente più riconducibile ad un umano che ad un abitante del regno di smeraldo con il quale, a ben vedere, condivideva giusto l'elevata quantità di pelo, in questo caso di un grigio molto chiaro, e le dimensioni; la sua carnagione era di un rosso molto scuro, quasi marrone, ad esclusione del viso, ove schiariva; da dietro la schiena si poteva vedere chiaramente ondeggiare una coda simile a quella di una scimmia, ma era l'unica somiglianza con l'animale dato che mani e piedi erano chiaramente quelli di un essere umano… o perlomeno, questo era ciò che Julian supponeva dato che il granroriano indossava, oltre ad una maglia bianca e pantaloni di cuoio, guanti e stivali.
 
Senza tentennamenti, la giovane donna abbracciò il padrone di casa che fu ben felice di ricambiare con affetto il gesto.
 
"Vedo che sei ancora piuttosto in forma Halgurii" scherzò la maga "proprio come si conviene ad un capo villaggio"
 
"Guarda che, anche se ammettessi che sono invecchiato, non mi offenderei di certo" replicò l'altro "quattordicimila e settecento quarant'anni non sono certo uno scherzo"
 
"Stupidaggini, lì porti benissimo" fece lei sorridente indicando poi i due compagni di viaggio "dovremmo parlarti, in privato, di una cosa molto importante; potresti, per cortesia ospitarci in casa tua?"
 
"Sicuro" concluse lui precedendoli nell'abitazione
 
Gli altri due membri della compagnia avevano osservato in silenzio la scena cercando di intuire come si sarebbero dovuti comportare e quale fosse l'argomento della conversazione precedente ma solo dopo un evidente gesto della donna, che gli fece cenno di avvicinarsi, compresero.
Fecero per dirigersi verso l'edificio ma, circa a metà della strada, la loro attenzione venne richiamata dalle grida di un gruppo di ragazzi granroriani intenti a correre in mezzo alla via e che i due evitarono con fatica; Julian si voltò verso di loro come per rimproverarli ma le sue intenzioni caddero alla vista di un gruppetto di carte cadute per terra che raccolse e osservò almeno fino a che uno dei ragazzi, un granroriano grande circa come lui e con carnagione e pelo di un marrone intenso, gli spiegò che quelle carte erano sue.
 
"Mi sembrano delle buone carte" fece l'inglese "ti piace il colore rosso?"
 
"E' il mio preferito!" esclamò gioioso il granroriano "perché? Piace anche a te?"
 
"Proprio come a te, ragazzo" rispose il biondo mostrandogli il suo spirit prediletto
 
"Oh, ma è Meteorwurm!" disse estasiato il giovane "dove l'hai trovato? Lo vorrei tanto anch'io"
 
"Purtroppo l'ho recuperato in un luogo molto, molto lontano da qui  ma, se davvero il tuo amore per gli spirit rossi è grande, qualche regalo posso comunque fartelo" si rivolse quindi alla maga "Magisa, hai ancora le tre carte rosse che abbiamo trovato nella busta?"
 
"Certo" replicò lei avvicinandosi e porgendole al granroriano  "spero ti piacciano"
 
"Mi piacciono molto" ribatté lui dopo una prima occhiata "grazie mille, signor umano" e corse via a mostrare le sue nuove carte ai suoi amici
 
L'uomo e la granroriana rimasero per una buona manciata di secondi ad osservare la piccola truppa che scherzava e rideva, uno di quei tanti momenti in cui davvero sembrava che le favole, come le aveva più volte definite spregiativamente Vey, raccontate da Atroon e dagli altri anziani fossero vere.
Fu proprio il cinico comandante della Stella Blu a riportarli alla realtà.
 
"Ehi, piccioncini!" li chiamò scherzosamente "guardate che il nostro padrone di casa non ha tutto il giorno!"
 
In perfetta sincronia, si voltarono verso di lui annichilendolo con due sguardi che promettevano spargimenti di sangue, poi, facendo attenzione a mantenere una certa distanza l'uno dall'altra, lo raggiunsero sulla soglia ed entrarono nell'abitazione.
 
Come Julian aveva immaginato, assomigliava moltissimo ad una piccola casa del suo mondo: era composta da quattro locali, due camere, un bagno e una sala con annessa cucina, e fornita dell'arredamento essenziale per vivere dignitosamente; il breve corridoio d'ingresso conduceva ad una sala abbastanza spaziosa con un pavimento in legno in cui, non a caso, era localizzato gran parte del mobilio, sul tavolo, anch'esso di legno, al centro di tale sala erano disposti tre bicchieri pieni d'acqua e intorno ad esso altrettante sedie invitavano i visitatori ad accomodarsi mentre in piedi, appoggiato contro lo stipite della porta di una delle due camere, lì attendeva il padrone di casa.
 
"Non trovavi l'ingresso Magisa?" chiese scherzoso il granroriano alludendo al tanto tempo perso
 
"Piantala!" replicò l'altra poco in vena di scherzi "è che il mio amico qua…" proseguì indicando Julian "… ha sentito il bisogno di regalare qualche carta rossa ad un pazzo scalmanato di ragazzino che l'ha quasi travolto"
 
"Un pazzo scalmanato? Ah, parli di Nonbirii" disse il vecchio dopo alcuni secondi di riflessione
 
"Può essere, in realtà non so come si chiami" osservò la donna "però mi sorprende che qualcuno abbia dato a suo figlio un nome senza il suffisso "Gurii", credo sia la prima volta"
 
"Beh, se doveva accadere non poteva che succedere con lui" spiegò Halgurii "del resto è figlio di quel piantagrane anticonformista di Darogurii"
 
"Il migliore amico di tuo figlio?"
 
"Proprio lui!" esclamò "noi anziani abbiamo provato a spiegargli che non si tratta di un capriccio o un vezzo, si tratta di ricordare chi siamo e a quale tribù apparteniamo ma non c'è stato nulla da fare"
 
Magisa ascoltò la storia immaginandosi la scena; conosceva bene il granroriano in questione ed era certa che la discussione fosse stata anche meno pacifica di come ora era stata raccontata; anche per questo motivo dovette fare un grande sforzo per trattenere le risate.
 
"Perlomeno siamo riusciti a convincerlo a seguire le tradizioni almeno per un ipotetico secondo figlio" continuò a raccontare il capo villaggio "credo voglia chiamarlo… mmm… se non ricordo male Zungurii, o qualcosa del genere"
 
"Allora speriamo che arrivi questo secondo figlio" concluse sempre con il suo tono irriverente "venendo al vero motivo della nostra visita, c'è una cosa che devo chiederti"
 
"Prima io" replicò prontamente il granroriano "perché viaggi in compagnia di un umano e di uno straniero?"
 
"Andiamo Halgurii" esclamò lei lievemente alterata "sei uno dei granroriani che ha accompagnato il primo umano di Gran RoRo nel viaggio tra i mondi che ha dato vita al "Patto", questa diffidenza non ti dovrebbe appartenere"
 
"Hai visto come le angherie di quei bastardi hanno ridotto questo villaggio?!" sbottò l'anziano picchiando il pugno destro contro lo stipite "io sono amichevole o diffidente a seconda di come chi mi sta di fronte si comporta nei miei confronti, questi uomini che oggi spadroneggiano nel nostro mondo non valgono nemmeno un capello del primo umano"
 
"Ma lui è diverso!" esclamò con lieve stizza Magisa continuando ad indicare Julian "è un maestro della luce!"
 
A quella rivelazione l'espressione sul volto del vecchio cambiò, la rabbia si trasformò in stupore e i suoi occhi, che prima apparivano carichi di disprezzo, si strinsero fino a divenire solo due fessure, come se stesse esaminando l'uomo che aveva di fronte; lo scrutò dalla testa ai piedi, quasi gli fosse possibile intuire del suo aspetto fisico se le parole della maga fossero vere o meno; dopo alcuni secondi finalmente si rilassò e tese la mano destra all'inglese che, in risposta, la strinse con convinzione.
 
"Devo ammettere che sono sempre stato ritenuto uno scettico riguardo a quella leggenda" ammise con un accenno di sorriso "beh, sembra che io debba ricredermi"
 
"Io posso assicurarle che sono assolutamente autentico" replicò il biondo con un ghigno spavaldo "e che, nei duelli, non riesco a perdere"
 
"Allora siamo in ottime mani" concluse l'anziano rivolgendosi poi alla donna con un sorriso "ma dove diavolo sei andata per trovarne uno così?"
 
"Bah, non è così difficile trovare un idiota presuntuoso" fece lei osservando l'occhiata fulminante rivoltagli dal compagno di viaggio "il difficile è trovarne uno che sia tanto forte in duello quanto sinceramente interessato alle sorti del nostro mondo, sul secondo punto, per ora, ci siamo, il primo invece è ancora da verificare"
 
"Beh, lui dice di non riuscire a perdere"
 
"Perché, invece, quanti duelli ho perso io nella mia carriera di maga guardiana?"
 
"Scommetto che potrei batterti" si inserì Julian
 
"Nei tuoi sogni forse" disse lei con tono di superiorità "guarda che io sono la duellante più abile di tutto il mondo Altrove"
 
"Ma che sorpresa! Grazie di avermelo specificato, e io che pensavo che dessero il titolo di guardiano al primo idiota che passa"
 
"In quel caso, saresti stato un perfetto candidato"
 
Continuarono il loro litigio senza più curarsi di ciò che accadeva al di fuori di loro; ad ogni battuta di uno l'altro rispondeva a tono come una grande commedia classica e, almeno a giudicare dalle espressioni degli "spettatori", il risultato era tutt'altro che malvagio.
Divertito l'anziano capo villaggio si andò a sedere accanto a Veirhal per osservare meglio lo spettacolo.
 
"Ma fanno sempre così?" domandò ad un certo punto al granroriano di Selveya
 
"Solamente quando fanno i picc…"
 
"SEI ANSIOSO DI MORIRE GIOVANE, VEIRHAL?" urlarono i due all'unisono per dimostragli che, se i due litiganti sono loro, è meglio per il terzo se non godeva
 
Il povero capitano si ammutolì, era già alla seconda minaccia di morte in quel giorno e Magisa non sembrava una da proclami a vuoto, lasciando spazio ad un sempre più divertito Halgurii che si rialzò dalla sedia e andò a posizionarsi tra i due contendenti come fosse l'arbitro di un match di boxe.
 
"Va bene, va bene, abbiamo capito che vi detestate ma siete obbligati a lavorare insieme ora, per favore, cerchiamo di essere costruttivi" si intromise "ora, Magisa, smettila di fare la bambina e ponimi la domanda per la quale eri venuta"
 
"Cosa?! Io starei facendo la bambina?!! E lui allor…"
 
Prima che la discussione potesse esplodere di nuovo un eloquente gesto del vecchio riuscì a zittire la maga; fecero tutti un profondo respiro e aprirono una nuova conversazione cercando di mantenersi su toni più civili.
 
"Ero venuta per sapere se eri a conoscenza della posizione della Stele Ancestrale del regno di rubino" spiegò la giovane finalmente pacificata "ci è necessaria per sapere il testo originario della legenda dei maestri della luce"
 
Senza rispondere, Halgurii lasciò la sala per andare in una delle due camere; sulla soglia fece cenno al gruppo di seguirlo, essi fecero come detto e lo raggiunsero di fronte ad un piccolo mobile colmo di libri dal quale l'anziano prese un polveroso volume di notevoli dimensioni, con una copertina di un rosso sporcato dai molti anni di esistenza.
 
"Ricordo bene il capitolo" fece lui voltando velocemente le pagine "la leggenda dei maestri della luce… mmm… si, eccola qua!"
 
Porse il libro nelle mani di Magisa la quale si sedette sul letto e iniziò a leggere con attenzione ciò che vi era scritto. Il tomo raccontava di come le steli non riportassero in realtà la sola leggenda dei guerrieri del nucleo, vi era piuttosto narrata una sorta di genesi del mondo Altrove, nella quale la storia dei maestri della luce era descritta come un punto necessario, come se un periodo di schiavitù fosse inevitabile durante la sua lunga vita.
La rosa si soffermò a lungo su questo punto: come era possibile che, nonostante i maghi guardiani che proteggevano il mondo sin dall'alba dei tempi, la sottomissione al re fosse un passaggio obbligatorio? Che i loro antenati non avessero fiducia nel futuro? Suonava davvero molto triste.
Si sforzò di cacciare i brutti pensieri per tornare a concentrarsi sulla lettura, in quel momento il contenuto della leggenda non era cosi importante, dovevano solo capire dove fossero localizzate queste steli alla comprensione del loro messaggio avrebbero pensato in seguito; il suo sguardo si fece di nuovo acuto e impegnato e le parole iniziarono a scorrere sotto i suoi occhi come le acque di un fiume, ancora non si faceva cenno alla posizione delle pareti ma a lei non importava, avrebbe trovato ad ogni costo le informazioni che cercava del resto non poteva certo fare brutta figura di fronte a quel presuntuoso del suo compagno di viaggio umano.
Per più di quattro pagine lesse di interpretazioni date alle parole incise sul muro le quali, per interessanti che fossero, non erano ciò che le serviva. Finalmente, a metà della quinta pagina, scorse i primi accenni delle informazioni che voleva; entusiasta, accelerò la lettura per giungere al punto focale del discorso ma, quando vi arrivò, qualcosa cambiò nella sua espressione.
 
Né a Veirhal né a Julian sfuggì quel brusco cambio d'umore; con rabbia, l'umano si domandò mentalmente perché: perché la giovane sembrava comportarsi come se non si fidasse di lui? Qualunque che fosse il problema le sarebbe stato molto più facile superarlo con il suo aiuto che da sola. Lasciò trascorrere alcuni secondi attendendo che la maga facesse meno la misteriosa ma senza risultato.
 
-Poco male- pensò -se non vuole dirmi cosa la turba di sua spontanea volontà vorrà dire che gli caverò le parole dalla bocca-
 
"Ehi Magisa!" esclamò "siamo una squadra o sbaglio?"
 
"Cosa?!" ribatté lei stizzita dall'arroganza con cui aveva pronunciato quelle parole
 
"Hai capito benissimo!" prosegui Fines ancor più aggressivo "non so che concetto distorto di gioco di  squadra abbiate qui a Gran RoRo ma sappi che, se è questo, a me non piace per niente; da dove vengo io il primo passo verso un grande gioco di squadra è la condivisione delle informazioni senza censure o omissioni"
 
"Cosa diavolo vuoi di…"
 
"Secondo te?!" chiese retoricamente "finiscila di fare la sostenuta e dicci qual è il problema, lo risolveremo insieme"
 
"Mmpf, dubito che tu possa fare alcunché per risolverlo" replicò ironica lei "vedi, il problema è che, secondo questo libro, il luogo in cui si trovano i resti della stele ancestrale è nell'estremo nord del regno di rubino, non lontano da alcune antichissime rovine"
 
"E dove sarebbe il problema?" domandò Vey "a parte il fastidio di dover rifare la stessa strada non mi pare sia nulla di che"
 
"Oh si, hai proprio ragione" fece in tono caustico la donna "che problema c'è? Solo un misero battaglione di almeno sessanta soldati armati fino ai denti"
 
"Vedi lo dici anche… ehi, aspetta, coosa?!"
 
"Ops, non ve l'avevo detto?" scherzò lei "beh, allora… piccolo dettaglio di importanza assolutamente secondaria: il luogo in cui si trova la stele coincide con il neonato cantiere della scala dell'orizzonte del regno di rubino"
 
"Esiste un cantiere anche qui?" domandò Veirhal
 
"E' stato inaugurato da pochissimo" rispose Halgurii
 
"Al diavolo!! Pessima notizia!" imprecò Julian "sessanta… soldati hai detto? Mi sembra un'esagerazione, al cantiere del regno di smeraldo ce ne saranno stati si e no una ventina"
 
"Peccato che il tasso di criminalità del regno di smeraldo sia irrisorio mentre quello del regno di rubino sia il più elevato dopo quello del regno di ametista dove, per inciso, per la legge del re tutti sono dei criminali"
 
"Potremmo provarci comunque" propose il biondo inglese "se riuscissimo ad infiltrarci…"
 
"Scusa, quale parte di "sessanta soldati armati fino ai denti" non ti è chiara?"
 
"Perdonami, almeno io provo a proporre qualche idea" sibilò aggressivamente l'uomo "se preferisci, possiamo anche tentare un attacco frontale"
 
"Ottimo piano, ora ci servono solo una quarantina di mercenari mazoku"
 
"Fidati, io e Vey siamo più che sufficienti" replicò ingenuamente spavaldo "ci basterà sfidare i soldati a duello; la legge gli impedisce di rifiutare una battaglia di BS e, beh, dato che non riesco a perdere…"
 
"Potete non riuscire a perdere tutte le volte che vi pare ma quando, alla settima sfida a testa consecutiva, sentirete per l'ennesima volta l'urto del nucleo che esplode vi accorgerete che ci saranno un paio di altre cose che non riuscirete a fare… stare in piedi ad esempio!"
 
"Oh, al diavolo! Perché non provi a proporre qualcosa tu allora?"
 
"Mmm, vediamo… si, potrebbe funzionare… sempre che non cambino abitudini ovviamente…"
 
"E ci risiamo" si lamentò Julian "Terra… anzi Gran RoRo chiama Magisa! Che cosa ti abbiamo detto riguardo al gioco di squadra e al parlare con chiarezza?"
 
"Oh, scusa" rispose stavolta sinceramente dispiaciuta "è che conosco un luogo non molto distante in cui alcuni soldati alloggiano con regolarità, pensavo che potremmo neutralizzarli e rubare le loro divise per poi poter agire indisturbati nel cantiere"
 
"Ottima idea" osservò Veirhal "potremmo anche approfittarne per liberare qualche prigioniero, il marito di Alysa per esempio"
 
"Già, davvero una grande pensata…" convenne l'inglese rivolgendosi poi di nuovo alla maga "si può sapere perché non ci hai mai detto che conosci un luogo in cui si po’ tendere una facile imboscata ai soldati?"
 
"Mi pare ovvio no?" disse lei in tono irriverente "perché voi non l'avete mai chiesto"
 
"Sento l'irrefrenabile bisogno di ucciderti" borbottò Fines colpendosi la fronte con una sonora sberla
 
"Perfetto, quindi abbiamo un vero piano" si inserì di nuovo Veirhal "più avanti mi darai le informazioni fondamentali per realizzarlo, per ora mi serve solo sapere se nei pressi di questo locale ci sono zone dove posso nascondere la nave"
 
Ammutoliti, Magisa e Julian si voltarono a guardare il loro compagno di viaggio, poi si rivolsero una rapida occhiata furtiva e convennero: dovevano quantomeno provare a smettere di litigare, se doveva essere Veirhal ad agire e parlare in modo costruttivo allora voleva dire che la situazione era davvero grave.
 
"Non ricordo bene l'area circostante" disse la maga cercando di recuperare un po' di autorità "temo che dovremo aspettare di essere là per constatare la fattibilità del piano"
 
"Beh peccato, però nulla è perduto, giusto?" replicò il pilota
 
"Direi di si!" esclamò la donna "andiamo subito alla nave, vi farò strada fino al punto di ritrovo con il mio mezzo speciale"
 
Un veloce "Ok" d'assenso fu l'unica risposta che si sentì nella casa. Soddisfatta, Magisa abbracciò per un'ultima volta l'anziano capo villaggio e, poi, si diresse verso l'uscita raggiante; i suoi due compagni di viaggio fecero per imitarla dopo aver anch'essi salutato il padrone di casa ma, giunto all'uscio, il maestro della luce fece un repentino dietrofront e ritornò dall'anziano con una carta in mano.
 
"Appena vede quel ragazzino, il figlio del migliore amico di suo figlio…" gli disse il biondo porgendogli la carta "… gli dia questa carta; è stata con me per molto tempo ma ora penso che possa essere più utile a lui"
 
"Grazie" rispose il vecchio afferrandola "lo farò appena possibile"
 
"Allora arrivederci!" esclamò Julian congedandosi definitivamente con un cenno di dita simile ad un saluto militare
 
"Alla prossima" replicò l'altro dando al gruppo un ultimo sguardo dal soglio della casa
 
Appena usciti dall'area del villaggio i tre iniziarono a correre in direzione della nave; desideravano arrivarci il più in fretta possibile così da poter partire immediatamente e, con un po' di fortuna, giungere alla destinazione in tempo per mettere in pratica il loro piano quello stesso giorno, ad un certo punto Magisa estrasse il suo scettro ed evocò il suo mezzo montandovi immediatamente e facendo cenno agli altri due di aggrapparsi quanto possibile ai due tubi curvi che collegavano la parte anteriore a quella posteriore, Julian e Veirhal fecero come detto e, insieme, si lanciarono a gran velocità verso la nave.
Come previsto dalla donna, servirono solo pochi secondi per raggiungere la Stella Blu che, prontamente, Veirhal aprì "al pubblico"; Julian e il compagno di viaggio raggiunsero la cabina del pilota e accesero la nave, il granroriano porse a Magisa la trasmittente con cui aveva avuto l'ultima conversazione con Dragan mentre attendeva che trascorressero i secondi necessari a che il sistema dei nuclei accumulasse potenza sufficiente dopodiché diedero il segnale alla maga, aspettarono che riprendesse posto sul suo veicolo e infine, all'unisono, liberarono tutta la potenza dei rispettivi mezzi in direzione del punto di ritrovo.
 
Percorsero molte miglia ad una velocità sostenuta; dalle enormi vetrate della cabina di comando Julian vedeva il mondo circostante scorrere ad una rapidità impensabile per qualunque mezzo umano, i contorni degli elementi del paesaggio si sfumavano fino a divenire solo grandi macchie distinguibili unicamente dal loro colore e perfino colei che gli faceva da guida pareva ormai solo una, strana, parte del mondo.
Improvvisamente Veirhal alzò una mano dal volante causando un brusco sbandamento a destra che lanciò il povero umano contro la suddetta parete; repentinamente, il granroriano riprese il completo controllo della nave e si rimise sulla strada, si voltò poi per scusarsi con il passeggero che per risposta lo mandò "cortesemente" al diavolo biascicando qualcosa su come addirittura lui sarebbe capace di guidare meglio di così.
 
"Non è colpa mia!!" ribatté il comandante difendendosi dalle accuse " ho sentito come una lieve fitta improvvisa alla mano destra"
 
"Questa è buona" ironizzò l'altro "suona quasi credibile"
 
"Perché è credibile!!!" proseguì Olamaris "è la verità!!"
 
"Voi due smettetela di litigare e concentratevi sulla strada!!" sbraitò Magisa nella ricetrasmittente "state perdendo terreno"
 
Allarmato, Veirhal verifico la correttezza di quell'informazione: aveva ragione lei, il divario di sicurezza tra la bicicletta magica della ragazza e la nave che avevano stabilito prima della partenza stava diventando sempre più "divario"… e la sicurezza non centrava nulla in questo caso; il comandante diede un occhiata al pannello dei comandi il quale gli confermò che non stava accadendo assolutamente nulla di strano, tutti i dispositivi erano in funzione e la velocità era stabile.
 
-Che Magisa abbia accelerato senza rendersene conto?- pensò osservando il limitatore di velocità -se così fosse basterebbe alzare di un po' il lim… ahi!!!-
 
Come ebbe appoggiato l'indice sul display touchscreen della nave, una violenta fitta lo costrinse ad un brusco riflesso condito da un imprecazione mentale, ritentò una seconda volta e poi una terza volta di modificare il limitatore ma il risultato fu esattamente lo stesso; ormai era chiaro, c'era qualcosa che non andava.
 
"Ma come diavolo guidi?!!" lo rimproverò Julian stanco di tutte quelle sbandate improvvise
 
Sentendosi chiamato in causa, Olamaris si risvegliò dai suoi pensieri e si voltò verso il collega duellante offrendogli il volante.
 
"Ci sono dei problemi con il computer di bordo" spiegò "devo andare a dare una controllata qua sotto; guida tu nel frattempo"
 
Nonostante qualche dubbio perdurante, il biondo inglese fece come l'amico gli aveva detto e, concedendo al pilota lo spazio che gli serviva, prese il comando della nave; la prima cosa che notò fu che la loro guida sembrava decisamente più lontana da loro di quanto non lo fosse precedentemente, istintivamente pigiò il piede sull'acceleratore ma si rese immediatamente conto che la nave non avrebbe potuto fare più di cosi, viaggiava già alla massima velocità concessagli dal limitatore.
 
"Maledizione Magisa, cosa stai facendo?" la rimproverò lui "avevamo stabilito che avremmo mantenuto una velocità costante fissa"
 
"Ma infatti è quello che sto facendo!" ribatté aggressiva "siete voi, due idioti, che avete rallentato di colpo"
 
"Rallentato? ma che sciocchezze vai dic…"
 
La frase del maestro della luce fu interrotta da un sordo rumore elettrico proveniente da sotto la cloche, il display si oscurò improvvisamente e il distacco dalla bicicletta di Magisa aumentò ancora. Furono necessari alcuni secondi ed un altro suono elettrico prima che il pannello di controllo si riattivasse del tutto; Julian lo osservò colmo di incredulità e timore: quelle informazioni non potevano essere vere.
 
"Vey!!" gridò "abbiamo un problema enorme!! Il display dice che… AHH, MERDA!!!"
 
La violenza dell'imprecazione era più che giustificata: un inspiegabile dolore improvviso aveva costretto Julian ad allontanare entrambe le mani dal volante della nave che iniziò a sbandare bruscamente. Il duellante gettò un rapido sguardo ai propri palmi, altro che la "lieve fitta" di cui aveva parlato il suo collega poco prima, le sue mani stavano letteralmente fumando, dopodiché si lanciò verso il volante per riprenderne il controllo ma l'appena riemerso Veirhal lo anticipò; come l'umano, anche Vey controllò immediatamente la situazione del veicolo tramite il pannello di controllo e ad una simile vista non poté far altro che rabbrividire.
 
"Cosa diavolo sta succedendo?!!" domandò molto allarmato "la velocità è scesa del dieci percento e, se escludiamo rivestimento esterno e freni che sono stabili, tutte le altre specifiche sono in crisi, sono scalate all'arancione; si può sapere che diamine…"
 
"Veirhal, il dispositivo del campo di forza!!" urlò Julian che, nel frattempo, aveva raggiunto l'uscita "gli sta accadendo qualcosa di strano, si vedono scariche elettriche dappertutto"
 
"Aspetta, cosa hai de… MA CERTO!! COME HO FATTO A NON CAPIRLO PRIMA!!!" sbottò il pilota ferocemente arrabbiato
 
"Che cosa?"
 
"Quel dispositivo di merda sta distruggendo la nave" spiegò "esso non solo non è parte della dotazione originaria ma, a differenza del mio turbo ausiliario ad esempio, non è nemmeno stato installato con i dovuti accorgimenti; il risultato è che interferisce con le componenti interne della nave, la uccide un poco ogni volta che la utilizziamo"
 
"Ma è assurdo! Perché il computer non ha segnalato il problema"
 
"Purtroppo il dispositivo danneggia anche con il computer e ne rallenta l'elaborazione delle informazioni; sono giorni che stiamo facendo del male alla Stella inconsapevolmente, ma ora basta… TIENITI FORTE AL DIVANO, JULIAN!!!"
 
Dopo il rapido avviso, Veirhal estrasse il volante dalla posizione e, con una violenta spinta, gli fece eseguire un quarto di rotazione in senso antiorario; la nave ruotò su se stessa arrivando a posizionarsi con il lato sinistro, quello della porta, rivolto verso la terra.
 
"E ORA SI BALLA!!!" urlò il comandante strattonando verso il basso il volante per tre volte
 
Per altrettante volte la nave sbatté con violenza contro la dura terra del regno di rubino rilasciando nuvole di polvere e causando fenditure tanto sulla superficie del mondo quanto su quella della nave; dopo il terzo urto, il veicolo rimase a lungo a contatto con la crosta rocciosa, sfregando ad una velocità che, al granroriano al volante, sembrò finalmente di nuovo in aumento. Ovviamente il dispositivo non poteva sopportare quella pressione e così, dopo alcuni secondi, esso andò in mille pezzi, disperdendosi nella sconfinata pianura.
Olamaris raddrizzò la nave e reinserì il volante con stampato sul volto il sorriso tipico di chi pensava di aver vinto la battaglia decisiva ma, purtroppo, gli bastò un'occhiata al display, nuovamente aggiornato, per cancellare in lui ogni sorta di sentimento positivo.
 
"N-n-no… n-n-non… n-non p-può e-e-essere ve-vero" balbettò disperato
 
"Cosa?" domandò l'appena sopraggiunto Julian prima constatare di persona "SANTO CIELO!!"
 
"Cosa c'è? Cosa sta succedendo?" domandò a bruciapelo Magisa
 
"La-la Stella Blu è totalmente devastata" raccontò l'inglese "il motore, il sistema dei nuclei e il rivestimento esterno sono al livello rosso, il sistema per il rilascio del vapore invece ha raggiunto addirittura quello nero; la nave è spacciata e Vey è sotto shock, non reagisce più a nulla"
 
"Ma come è possibile? fino a poco fa andava benissimo nonostante fosse un rottame"
 
"E' tutta colpa del dispositivo per creare un campo di forza difensivo installato dai ladri, secondo Veirhal ha inferito con i sistemi della nave danneggiandola"
 
"Capisco" fece con un tono rassegnato e colmo di dolore "mi dispiace moltissimo per Vey, so bene quanto fosse legato al suo veicolo"
 
"Già, è in stato di totale catalessi da quando se ne è reso conto; dopo aver spento la nave si è lasciato cadere sul sedia del pilota e non ha più mosso un muscolo"
 
"Deve reagire" disse la ragazza con voce dolce ma decisa "non può continuare così, ormai non c'è più speranza… deve abbandonare la Stella"
 
"No" sussurrò una bocca che sembrava non avere più intenzione di parlare
 
"Cosa?" domandarono all'unisono gli altri due
 
"Ho detto no" ripeté perentorio il comandante "non ho alcuna intenzione di abbandonare la mia nave"
 
"Ma non puoi, non ha più nessuna possib…" proseguì Magisa sempre con quel tono delicato
 
"Magisa, ti chiedo, per favore, di risalire a bordo della nave" la interruppe lui
 
"Ok" replicò lei sorprendentemente intimorita e in pochi secondi raggiunse e salì bordo di ciò che rimaneva della gloriosa Stella Blu
 
"Ti prego" lo blandì appena entrata nella sala di comando "di questo passo non arriveremo mai in tempo all'appuntamento con quei soldati"
 
"Sbagliato" ribatté il pilota riaccendendo il dispositivi della nave e facendo compiere al volante una rotazione completa e indirizzando la punta della nave verso sud "la frase giusta è "non arriveremo mai" e basta!"
 
"Cosa intendi dire?" chiese Julian
 
"Mi dispiace moltissimo Magisa" sussurrò il granroriano quasi in lacrime "ma fare una piccola variazione sulla nostra rotta"
 
Detto ciò allungò il dito indice su un display finalmente privo di elettricità in eccesso e spense il limitatore di velocità; con forza, premette poi sull'acceleratore tenendo tuttavia al contempo pigiato anche il freno in modo che la potenza del sistema dei nuclei si accumulasse; infine mise la mano destra sulla leva del turbo ausiliario e consigliò ai due passeggeri di aggrapparsi da qualche parte.
 
"La nostra nuova destinazione… è il regno di perla!" esclamò sollevando il piede dal freno
 
Una fragorosa esplosione di energia risuonò in tutta l'area circostante, la nave parti ad una velocità disumana nella direzione verso cui essa puntava aumentando ad ogni secondo i suoi chilometri orari; il motore e il sistema dei nuclei segnati sulla mappa della nave del display cominciarono a lampeggiare ma Veirhal non li degnò di uno sguardo: lui si fidava ciecamente della sua nave, era sicuro che ce l'avrebbe fatta e, se così non fosse stato, perlomeno sarebbe affondato con essa, come si conviene ad un vero capitano.
Giunto al limite tecnologico del veicolo, il pilota tirò la leva del turbo. I motori aumentarono lo sforzo e la velocità tornò ad impennarsi fino a raggiungere un valore tale che la pressione sprigionata avrebbe potuto anche distruggere la nave o, nel caso fossero stati in grado di resistere fino al salto tra i mondi, bloccarla nello spazio tra i regni.
Nulla di ciò sembrava tuttavia preoccupare Olamaris; credeva fermamente nella voglia di vivere della sua nave.
 
Improvvisamente una luce bianca iniziò a diffondersi nell'aria e davanti alla nave si materializzò una enorme porta. Senza alcuna esitazione, Vey vi si gettò dentro dopodiché chiuse le mani sul volante e gli occhi e irrigidì i muscoli delle braccia fino a ben oltre il suo limite di sopportazione nel tentativo di tenerlo fermo; ogni singola fibra presente nelle sue braccia bruciava come avesse subito una scarica di mitragliatrice ma lui non accennò minimamente a cedere: la sua nave stava soffrendo, era giusto che lui condividesse parte di quel dolore.
 
Sopportò quella pressione per alcuni secondi, quando non riuscì più a tenere chiuse le mani riaprì gli occhi e gli venne da piangere: davanti a lui si stagliava uno spettacolare paesaggio fatto di sterminati prati verdi e, all'orizzonte, maestose catene montuose imbiancate dalla neve, di bellissime strade in pietra perfettamente costruite e curate e, al termine della più grande di esse, una enorme città fortificata i cui edifici parevano essere di diamante da come risplendevano sotto la luce del sole.
Ad una simile visione, sul volto di Veirhal non poté non apparire un sorriso; ce l'aveva fatta, era riuscito a raggiungere il regno di perla.
 
I due passeggeri smontarono dalla nave dopo che il capitano ebbe attivato lo stazionamento e controllarono di persona la situazione constatando come, nonostante non si fosse spezzata, la nave era, anche all'esterno, tutt'altro che messa bene: le fiancate erano ricoperte di enormi ammaccature da urto e profondi sfregi e la vetrata di sinistra si era letteralmente sbriciolata, il motore emetteva rumori poco rassicuranti e il metallo che ricopriva le valvole per il rilascio del vapore quando esse erano chiuse si era completamente fuso a causa del volume di vapore, e quindi di calore, che vi si era accumulato; come se ciò non bastasse, il salto tra i regni aveva fatto si che anche il sistema dei nuclei e il motore raggiungessero lo stadio di massima criticità segnalato sul display dal colore nero.
 
"Perché sei voluto venire qui?" domandò Julian con una punta di aggressività nella voce
 
"Perché è qui, nel regno di perla, che tutte le navi vengono fabbricate e io non ho alcuna intenzione di abbandonare la Stella Blu senza prima aver tentato tutto il possibile"
 
"Ma è completamente distrutta!" esclamò l'inglese "cosa vuoi fare? Spingerla a mano fino a che non trovi un meccanico?"
 
"Julian, Julian, tu sottovaluti le capacità della mia bambina… sta a vedere"
 
Dopo aver fatto allontanare Magisa e Fines, Veirhal reinserì le chiavi e attivò di nuovo la nave, spense lo stazionamento e impostò il limitatore su un bassissimo livello di velocità; sorprendentemente, la nave ripartì di nuovo e, nonostante qualche difficoltà iniziale, appariva pronta per un altro viaggio.
 
"Passatemi i portafogli" fece il pilota ai suoi passeggeri che per risposta glieli gettarono attraverso la vetrata di sinistra
 
"Si può sapere come diavolo fai ad essere tanto ottimista!" gli gridò Magisa che non sapeva più se essere felice o arrabbiata "Come puoi pensare che tu, un granroriano che, prima di tre giorni fa, non era mai uscito dal suo regno, riuscirai a trovare un meccanico in un luogo che ti è completamente sconosciuto!!"
 
"Guarda che, anche se la produzione delle navi è a totale appannaggio di questo regno, i meccanici li trovi in tutti i regni e la loro posizione è sempre la stessa: poco fuori le grandi città"
 
Le guance di Magisa arrossirono leggermente per la brutta figura fatta; aveva totalmente dimenticato che il re aveva fatto promulgare una vera e propria legge riguardo i le postazioni di manutenzione delle navi (anche se, ovviamente, lui intendeva le sue navi, quelle a scopo militare).
 
"Come non detto" sibilò lei inginocchiandosi platealmente "chiedo umilmente scusa"
 
"Smettila di fare la buffona" gli replicò il granroriano "allora ci ritroviamo appena fuori da quella città tra qualche giorno, ok? Scommetto che quando rivedrete la mia piccola non riuscirete neanche a riconoscerla"
 
"Scommessa accettata!" disse un Julian finora silenzioso "ah, però non vale comprarne una nuova"
 
"Ma per chi mi hai preso!" concluse Olamaris prima di pigiare l'acceleratore e partire in direzione ignota attraverso i campi.
 
"Sarà bene che ci muoviamo anche noi" disse dolcemente Magisa indicando la città adamantina davanti a loro
 
"Ok, fai strada" le rispose il maestro della luce e insieme iniziarono a percorrere quella lunghissima strada immersa nel verde.
Su consiglio della donna, avanzarono ad ampie falcate ma senza alcuna fretta, concedendosi l'opportunità di godersi il paesaggio circostante. Nonostante un atteggiamento abbastanza elusivo (almeno nelle intenzioni), per Julian non era stato difficile intuire che la donna avesse già capito quale fosse la loro destinazione, si era anzi lasciata sfuggire qualcosa proprio quando aveva proposto di adottare un'andatura rilassata.
 
-"Meglio non arrivare stanchi in città"- si ripeté mentalmente -le parole erano proprio queste-
 
Si riprese dai suoi pensieri appena in tempo per evitare di scontrarsi con uno strano essere,  simile ad un umano per quanto riguardava il corpo ma completamente diverso dalle spalle in su, che procedeva in direzione opposta. Osservando il viavai di persone e navi non poté non riflettere su quanto questo nuovo mondo fosse diverso dal regno di rubino, dove le strade erano poche, in terra battuta e scarsamente frequentate, e su quale fosse la loro reale destinazione, qualcosa gli diceva infatti che essa era molto più che una semplice città, gli sembrava addirittura di scorgere un palazzo nella zona più a nord.
Scavalcarono con lieve affanno una collinetta, che avevano incontrato sulla strada, fermandosi in cima per riprendere fiato; il guerriero rosso alzò la testa dopo un paio di profondi respiri e con uno sguardo capi di aver visto giusto, c'era davvero un enorme palazzo situato nell'estremo nord della città.
 
"Spettacolare vero?" esordì Magisa posizionandosi accanto a lui "quello è il palazzo bianco, il luogo in cui vive e amministra il potere il re di perla"
 
"Cosa?!"
 
"Julian, ti presento Krystalliza, la città della purezza… la capitale del regno di perla"
 
 
Furono sufficienti dieci minuti perché Julian capisse perché Magisa si fosse raccomandata di risparmiare le forze: intorno a loro si estendeva una gigantesca metropoli fatta di vie affollate, strade sopraelevate, tanto trasparenti da sembrare di vetro, su cui sfrecciavano dei rapidi veicoli, case costruite con un meraviglioso, e sconosciuto, materiale azzurro cielo, negozi, locande e tutto quello che poteva rimandare ad una vera e propria capitale di una nazione economicamente florida. Il duellante si sentiva come in una sorta di futuristica Londra, gli abitanti stessi erano, come la stessa Magisa, in gran parte identici agli esseri umani.
 
"E' una caratteristica dei granroriani del regno di perla, in particolare di quelli che vivono nelle città" spiegò la donna "mentre invece gli abitanti del contado hanno un fisionomia molto diversa e meno standardizzata, tuttavia non ho idea del perché sia così"
 
Di comune accordo, i due viandanti decisero di dedicare questa prima giornata ad una visita della città sia per permettere a Julian di conoscerla meglio e capire come muoversi all'interno di essa sia per eliminare gli ultimi residui di tensione derivanti dall'avventura che avevano vissuto poco prima.
Forte della sua esperienza, la donna guidò il compagno di viaggio attraverso le numerose vie della città: gli mostrò il luogo che più di tutti avrebbe interessato la loro missione, ovvero l'immensa biblioteca della città, e alcuni degli alberghi in cui ha alloggiato durante i suoi soggiorni, gli spiegò la suddivisione delle aree e la loro disposizione mentre lo accompagnava nella zona del mercato sottolineando quelle da cui avrebbe fatto meglio a tenersi alla larga e quelle in cui invece poteva tranquillamente passeggiare; fu poi molto completa ed esaustiva quando il maestro della luce le chiese, forte delle proprie esperienze di vita, come fosse possibile che in tutta la città non vi fossero i consueti "quartieri" poveri, con pazienza descrisse la situazione vigente che consisteva nella ghettizzazione delle fasce svantaggiate di popolazione nel contado e specificò che non si trattava di un provvedimento tradizionale ma di una legge cronologicamente successiva all'insediamento del re.
Vagarono ancora a lungo senza una meta ben precisa limitandosi ad ammirare le spettacolari strutture di quella parte della città che poggiava sull'altopiano. Passando di fronte ad un albergo vennero riportati alla realtà e convennero di dover trovare un stanza ove passare la notte, impresa complessa considerando che la maggior parte del loro denaro era in mano a Veirhal (la cosa li faceva rabbrividire anche solo all'idea) e che le finanze rimastegli erano davvero irrisorie; entrarono nell'edificio e chiesero al responsabile prima una camera e poi, appurata l'impossibilità di pagarne il costo, un luogo in cui trovare un tetto ad un prezzo più abbordabile; gentilmente, il granroriano gli parlò di un locale più economico nella parte bassa della città dopodiché i due si congedarono e uscirono dal locale, fuori la luce del nucleo progenitore, il quale era per i granroriani anche l'equivalente del sole degli umani, era ancora intensa, segno che la giornata aveva ancora molto da dire.
 
"Seguimi!" fece ad un certo punto Magisa "c'è ancora un posto che devi vedere"
 
Senza rispondere, il duellante inglese si incamminò dietro la maga lungo una via che sembrava tagliare in due l'area dell'altopiano, dalla fatica sempre maggiore evinse che il percorso era in salita e, collegando tale indizio con quelle che già aveva, dedusse che la "sorpresa" dell'amica doveva aver qualcosa a che fare con lo splendido castello che aveva, ma nemmeno l'essere a conoscenza di tutte queste informazioni gli impedì di spalancare gli occhi e esclamare dallo stupore quando raggiunse finalmente il traguardo: non era ovviamente visibile dalla collina fuori città, ma in realtà tra la cima dell'altopiano e la candida catena montuosa i cui picchi svettavano da dietro il castello c'era una gigantesca voragine di terra che le acque provenienti dai ghiacciai montani avevano irrigato fino a farla germogliare creando un piccolo paradiso verde; al centro della voragine stava il palazzo bianco il quale fluttuava in aria alcuni metri più in alto della cima dell'altopiano, da esso discendevano periodici turbini di petali profumati che il forte vento strappava ai giardini del castello e diffondeva in tutto l'ambiente circostante.
Il biondo inglese non riusciva più a staccare gli occhi da quello spettacolo, non aveva la minima idea di come ciò potesse accadere ma era certo che un tale capolavoro meritasse di essere inserito tra le sette meraviglie del mondo.
 
"Avrò vissuto questo momento decine, forse centinaia di volte, ma è come se fosse sempre la prima, non ci farò mai l'abitudine" sussurrò la donna appoggiandosi al suo braccio destro "è una di quelle cose che ti fanno tornare bambino"
 
"Già… è magnifico" rispose lui spostando gli occhi sulla maga
 
L'incantesimo del castello fluttuante catturò i due viandanti e lì tenne in suo potere per alcuni interminabili secondi, fino a che una serie di grida di gioia via via sempre più intense li riportarono alla realtà.
 
"Parlando di bambini" fece il biondo sorridente voltandosi poi con la compagna di viaggio in direzione di quei versi allegri
 
Da una delle strade che risalivano l'altopiano apparvero quattro bambini, tre maschi e una femmina, intenti a giocare con una palla, in particolare uno di questi risaltava particolarmente tanto per i capelli di un arancione splendente quanto per la tunica bianca, assai poco adatta al gioco, e i vistosi guanti che indossava.
 
"Avranno circa una trentina d'anni o più" spiegò la maga dai capelli rosa "più o meno l'equivalente dei vostri sette anni"
 
Dopo la breve lezione, i due rimasero in silenzio a guardare i bimbi passarsi allegramente la palla finché, ad un certo punto, proprio a causa della scomodità dell'abito che indossava lo strano bambino dai capelli arancioni non riuscì a voltarsi in tempo e venne sbalzato a terra dalla palla sfregando anche parte del braccio destro; immediatamente gli altri bambini accorsero per verificare che non si fosse fatto del male, lo stesso Julian avrebbe voluto recarsi là ma la compagna di viaggio gli fece cenno di non muoversi, in particolare la bambina notò la sofferenza sotto l'espressione stoica che il piccolo cercava di simulare e alzò entrambe le maniche della tunica scoprendo, lungo il braccio destro, alcuni piccoli lividi e un leggero taglio; con delicatezza, la bimba pulì la ferita con il suo dito indice ed estrasse poi dalla tasca un fazzoletto con l'intenzione di bendarlo.
 
Convinto che non ci fosse più nulla di cui preoccuparsi, Julian si voltò leggermente con l'intenzione di rivolgere di nuovo l'attenzione verso la sua amica maga, ma non fece nemmeno in tempo a concludere il gesto che già qualcosa di orribile era accaduto: un sonoro schiocco riecheggiò nell'aria, l'espressione sul volto di Magisa passò da perplessa e dubbiosa ad addolorata e disgustata e infine un pianto prima sommesso e poi fragoroso esplose, un pianto di bambina.
Istintivamente, l'inglese si voltò verso il punto in cui prima erano i quattro piccoli amici e lì trovò ancora là, ma stavolta non erano soli, con loro c'erano infatti tre adulti vestiti esattamente come il piccolo ferito e uno di questi reggeva in mano una verga rigida ancora in vibrazione.
 
"Come hai osato sporcare con le tue mani plebee la pelle pura di un nobile?" domandò aggressivo l'uomo con la verga
 
"E non di nobile qualunque" prosegui il più alto dei tre adulti "hai appena insozzato Lord Karma Von Berger, figlio del nostro amato re di perla e futuro capitano dei cavalieri d'argento"
 
"Perché state facendo questo?!!" chiese allarmato il bambino con i capelli arancioni
 
"Signorino Berger, lo facciamo per lei" gli disse l'ultimo dei tre "questa bambina è una popolana qualunque, una simile creatura impura che non può permettersi di infangare la perfezione di un nobile come lei"
 
Dall'espressione che gli si dipinse sul viso fu chiaro che il piccolo ci aveva capito poco o niente, anche perché pareva ben più preoccupato delle facce sempre più aggressive degli altri due uomini e da quelle sempre più spaventate di quelli che fino a pochi secondi fa erano i suoi compagni di gioco; andò a riprendere il pallone per continuare a giocare, ma, quando si fu voltato, non trovò nessuno ad aspettarlo.
 
"Giochiamo ancora domani?!!" gridò, ma nessuno rispose
 
Approfittando della momentanea distrazione degli adulti, anche la bambina tentò la fuga ma, rapidamente, venne bloccata.
 
"Non scapperai alle tue colpe!!" sibilò quello con il frustino "per aver toccato un nobile sei condannata all'esecuzione del rito di purificazione, sarebbero trenta scudisciate a ciascuna mano, da subire in silenzio, ma, dato che sei una bambina, ne riduco il numero a dieci"
 
Furono le braccia esili ma forti dell'amica a costringere un sempre più furioso Julian Fines a restare fermo ad osservare, fosse stato per lui sarebbe intervenuto già alla prima vergata ma, a quanto pareva, la sua compagna di viaggio era stata ancor più previdente dato che gli aveva afferrato il braccio sin da quando stavano osservando una semplice scena di vita di quattro bambini.
 
-Mi conosce già fin troppo bene- pensò il biondo cercando, inutilmente, di sdrammatizzare -però mi ha bloccato prima ancora che questo scempio iniziasse… quindi  sapeva che sarebbe successo-
 
Gli inquietanti pensieri distrassero per un momento il duellante dalla scena che, nel frattempo, andava avanti inesorabile: l'uomo con la verga aveva appena obbligato la bimba a tendere le braccia per la punizione mentre il piccolo dai capelli arancioni gesticolava freneticamente cercando di spiegare agli altri due adulti che non gli era successo niente; Julian si intristì molto nel sentirlo parlare, il piccolo nemmeno si rendeva conto di cosa stava accadendo, era solo un bambino ingenuo.
 
"Deve comprendere, Lord Berger, che i plebei come questa bambina sono esseri impuri e inferiori; se fosse stato per quelli come loro il nostro amato regno sarebbe stato conquistato molti anni fa dalla malvagia principessa del regno di smeraldo, fu solo l'intervento dei nobili ad impedire che lei e il corrotto re di perla dell'epoca, che era invece amato dal popolo, instaurassero una dittatura e facessero di noi gli schiavi del rozzo regno di smeraldo"
 
"Esatto" proseguì l'uomo col frustino in mano "spero tu abbia compreso le colpe dei tuoi antenati e capisca perché dobbiamo purifi… ehi ma che?… Ouch!!"
 
Un devastante pugno centrò in pieno la guancia destra dell'uomo interrompendo il suo discorso e scaraventandolo a terra ad alcuni metri di distanza rispetto a dove si trovava prima; scandalizzati, gli altri due adulti si voltarono per capire che avesse avuto tanta sfrontatezza ma finirono solo per ricevere due colpi di identica fattura.
 
"SPARITE. ORA!" gridò l'aggressore
 
Magisa osservò impotente il susseguirsi degli eventi; aveva resistito finché aveva potuto ma, sentendo il cumulo di menzogne che i tre avevano raccontato sui protagonisti della più romantica leggenda di Gran RoRo, nemmeno lei era riuscita a trattenersi e, incautamente, aveva allentato la presa… con ovvie conseguenze.
 
"Come hai osato? Ora la pagherai bastardo!" sibilò uomo che avrebbe dovuto eseguire la purificazione cercando di rialzarsi
 
"Ne vuoi ancora? Beh, sappi che la punizione sono trenta pugni in faccia e altri trenta allo stomaco ma, dato che sei un sacco di letame, te ne darò il doppio" lo prese in giro Julian mettendosi in posizione
 
L'uomo con la tunica bianca si lanciò contro il guerriero rosso menando un violento colpo di frusta che l'inglese evitò agilmente, tuttavia, preso dalla foga, non si avvide del recupero di un altro dei tre che, al contrario, riuscì a centrarlo con una vergata all'arcata sopraccigliare annebbiando per alcuni secondi la sua vista e causandogli un lieve intontimento; barcollando, il duellante cercò di recuperare rapidamente la lucidità schivando alla meglio, e non sempre efficacemente, le incessanti offensive dei suoi avversari, dopo aver rischiato un paio di volte di inciampare riuscì a sentire di sfuggita il fischio causato movimento di una delle fruste rigide e, intuendone la provenienza, la bloccò e levò di mano all'aggressore con uno strattone, che tra l'altro fece scivolare a terra l'uomo.
 Con la nuova arma colpì prima la mano dell'altro dei tre che aveva estratto la verga disarmandolo e poi il volto del terzo, gettata via la frusta, rifilò un doloroso pugno allo stomaco a quello che aveva colpito al volto, il quale si accasciò a terrà privo di sensi, e, dopo aver parato con difficoltà un suo veloce uno-due, una ginocchiata in pieno addome e un devastante montante al vigliacco che, poco prima aveva privato dell'arma.
 
"Vai via piccola, è il momento giusto per scappare!" fece il biondo rivolto alla bambina che fino a quel momento sembrava come pietrificata dalla paura
 
"Oh, no, non andrai da nessuna parte!" esclamò uno dei tre, quello a cui Julian aveva temporaneamente sottratto la frusta rigida, ritirandosi in piedi
 
Il duellante inglese si parò davanti a lui controllando con la coda dell'occhio che la bimba facesse ciò che lui le aveva detto; quando se ne fu andata, prese posizione e rivolse nuovamente tutta la sua attenzione all'avversario.
 
"Sei ansioso di finire come i tuoi amici? Posso stenderti in due secondi se des… ahhh!!"
 
La frase del guerriero rosso fu interrotta da una violenta onda d'urto che lo scaraventò a terra, quando riprese conoscenza il suo avversario gli era già addosso e lo aveva immobilizzato mentre, dietro di lui, Magisa si ergeva statuaria con il braccio alzato e lo scettro, la cui pietra ancora luccicava, puntato nella sua direzione.
 
"Perché l'hai fatto?!" sbraitò rabbioso in direzione della maga
 
"Per salvarti la vita, idiota!!" replicò lei aggressiva "non dirmi che non hai ancora capito chi sono!"
 
Mentre la maga concludeva il suo discorso qualcosa di freddo e pesante avvolse i polsi dell'umano; abbassò immediatamente lo sguardo notando su ciascun polso uno spesso bracciale metallico, fece forza per liberarsene ma non riuscì nemmeno a creare distacco tra i due oggetti che sembravano avere un'enorme attrazione magnetica… solo allora capì.
 
"Sono… manette?"
 
"Ci sei arrivato finalmente" disse esasperata Magisa "esatto, quelli che hai aggredito sono membri delle forze dell'ordine della città… sono i cavalieri d'argento!"
 
"Ma allora…"
 
"Proprio così!" intervenne il poliziotto che aveva immobilizzato Julian "sei in arresto!"
 
"Al diavolo!" imprecò l'umano "non potresti darmi una mano, Magisa?"
 
"Non "posso", devo!" rispose lei avvicinandosi agli uomini in tunica bianca "come maga guardiana di Gran RoRo vi chiedo di liberare il mio amico"
 
"Peccato che la tua parola di maga guardiana non valga assolutamente nulla!" gli ribatterono loro conducendo l'inglese sul bordo della voragine
 
"NO, FERMI!!" gridò "NON POTETE UCCIDERLO, E' UN MAESTRO DELLA LUCE!!"
 
I tre si fermarono istantaneamente e si voltarono verso la donna con espressioni colme di dubbio; dopo alcuni secondi di silenzio, finalmente, uno dei tre raccolse il suo coraggio e si rivolse direttamente a lei.
 
"C-cosa? Ha-hai de-detto che…"
 
"Avete sentito bene" lo interruppe lei "quell'umano è un maestro della luce"
 
Lentamente i restanti due cavalieri e Julian indietreggiarono dallo strapiombo e rivolsero il loro sguardo verso la maga
 
"Siamo profondamente costernati, lady Magisa" dissero intimoriti
 
"Non fa nulla, basta che liberiate l'umano, così saremo pari e poi ognuno per la propria strada" replicò allegra lei
 
"Veramente preferiremmo che voi ci seguiste" continuarono loro ignorando il tentativo della donna di chiudere li la faccenda
 
"Dove?" domandò Julian mentre uno dei tre cavalieri gli toglieva le manette dai polsi
 
"Al palazzo" sussurrò l'uomo rivolgendosi poi al bambino dai capelli arancioni "venga anche lei, signorino Berger!"
 
Il piccolo si alzò e raggiunse i suoi custodi dopodiché, insieme a Julian e Magisa, si avvicinarono nuovamente al bordo ponendosi a pochi centimetri dalla fine della strada.
 
"Sotto il tratto finale della strada ci sono dei sensori" spiegò uno dei tre cavalieri "posizionandosi sopra di essi questi si attivano inviando un segnale al palazzo che invia automaticamente una navetta"
 
Come detto dal granroriano, pochi secondi più tardi, un piccolo veicolo da trasporto percorse fluttuando la lunga discesa e si fermò al culmine della strada.
 
"Salite, cari ospiti" esortò il capo dei tre cavalieri "il re di perla sarà molto felice di incontrarvi"
 
 
Note: Julian aggiunge un Trono dei Sette Draghi al suo side deck e regala un Ankillersauro, un Lon-Gineus Drago Lancia, un Canyon Ardente e un La-Diablord a Nonbirii.
Veirhal aggiunge un Guy l'Ammazzadraghi al suo side deck.
Magisa aggiunge alcune carte alla sua raccolta
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Cari lettori e lettrici grazie per aver atteso così tanto, avrei voluto aggiornare prima ma sono stato molto più lento di ciò che immaginavo nello scrivere e il capitolo è venuto parecchio più lungo di quello ciò che pensavo.
 
Non sono totalmente soddisfatto del capitolo, è venuto fuori un gran casino in cui forse succedono troppe cose in poco tempo, spero che voi possiate comunque apprezzarlo e che riusciate a capire bene come si susseguono gli eventi visto che stavolta non sono riuscito a rendere i vari salti temporali.
Riguardo alla trama, vi avevo promesso che avremmo rincontrato qualche vecchia conoscenza ed effettivamente così è stato anche se vi sarà sembrato ovviamente molto diverso (quasi irriconoscibile); naturalmente sto parlando di un giovanissimo Berger, si è vero, appare anche il fratello maggiore di Zungurii ma solo per dieci secondi (e ci ha guadagnato quattro carte, se rimaneva per il resto dell'episodio Julian gli regalava il mazzo con side deck annesso), il cui comportamento, che di per se sarebbe atrocemente OOC, è frutto di un idea mia e di mia sorella; secondo noi il futuro capitano dei cavalieri d'argento non è sempre stato lo stronzetto che si vede nell'anime, in questa storia è ancora solo un bambino al quale il padre e gli altri nobili insegnano il razzismo, l'arroganza e altri sani principi a cui tuttavia, a causa della giovanissima età, il bimbo non da peso, abbiamo ritenuto che fosse un comportamento più normale per un bambino.
Julian che odia i pentan invece è ovviamente una mia invenzione, non che sia un tratto mostruosamente importante della sua personalità ma è una fonte di litigate per i nostri due protagonisti (e di opportunità per Vey di prenderli in giro).
 
In conclusione volevo avvertirvi che prossimo capitolo, che sfortunatamente temo arriverà tra un bel po', potrebbe essere anch'esso complicato da seguire perché stavo pensando di scriverne uno in cui si alternerà la narrazione di eventi accaduti a Vey al duello che Julian sosterrà (questo sarebbe uno spoiler ma tanto immagino l'abbiate capito tutti che sarebbe avvenuto) con il re di perla nonché padre di Berger; ve lo dico in anticipo così che, se deciderò di fare così, il capitolo vi possa risultare più chiaro.
 
Grazie per la vostra attenzione e arrivederci.
 
ShawnSpenstar.

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Capitolo 9
*** Il re e l'usurpatore ***


Il re e l'usurpatore
 
 
Solo due giorni fa, chiunque avesse detto a Veirhal che a breve avrebbe fatto una visita alla leggendaria grande officina "Midgard", la gigantesca stazione di manutenzione della capitale del regno di perla, probabilmente avrebbe ricevuto come risposta una lunga e sonora risata dritta in faccia; eppure era stato proprio lui a decidere di prendere la via di quello che ogni singolo proprietario di nave di Gran RoRo considera un tempio.
 
-Evidentemente era destino che la visitassi anch'io- pensò cercando di scorgerne la struttura -del resto, come narra la leggenda, le navi sono le sue bambine e un figlio tende sempre a voler rivedere la madre-
 
L'aveva sempre affascinato l'idea che le navi fossero quasi come creature viventi, per lui quella era la ragione per cui il rapporto d'affetto, reciproco aggiungeva sempre, tra lui e la sua Stella era comparabile solo a quello tra marito e moglie.
 
Sorrise ironicamente ripensando a quelle affermazioni che tante, tantissime, volte gli erano costate l'ilarità dei suoi compatrioti e amici; alla fine però aveva dovuto dar loro ragione, aveva incontrato Fresia e, una volta che Gran RoRo avesse riguadagnato la libertà, forse avrebbe anche potuto…
 
-Non lasciar correre troppo l'immaginazione, Veirhal Olamaris! Prima c'è un re da buttare giù dal trono e non sarà per niente facile-
 
Era difficile che simili parole non giungessero a dare una tinta nera ai suoi troppo rosei pensieri; aveva certamente grande fiducia in Julian, che tra l'altro, a differenza di Magisa, lui aveva già visto duellare con successo, ma sarebbe stato da idioti dare per scontato il buon esito della missione solamente perché il nuovo maestro della luce sembrava essere notevolmente superiore, secondo la maga, ai suoi predecessori, nessuno di essi era mai giunto ad uno scontro frontale con il re mentre coloro che l'avevano sfidato e potevano ancora raccontarlo si contavano sulle dita di una mano e non in senso figurato dato che, stando alle voci, erano solo due.
Si sforzò di concentrarsi su questioni di natura meno inquietante quali la strada e rialzò la testa per misurare a spanne la distanza da percorrere: non si trattava di un tratto particolarmente lungo ma, essendo la direttrice per la più rinomata officina dei sei regni, era molto trafficato; proseguendo sulla strada, sorse a Veirhal il dubbio che il suo essere straniero potesse risultare un ostacolo ben più insormontabile di qualunque "sabotaggio" messo in atto dai ladri al fine della buona riuscita del salvataggio della nave, furono tuttavia sufficienti due secondi di ragionamento più approfondito per ricordare che, in realtà, il problema non sussisteva.
 
-Già, dimenticavo che il re aveva dovuto modificare la sua legge che imponeva ai meccanici di operare al massimo delle proprie possibilità sulle sue navi perché con la prima versione, che faceva riferimento solo a "navi di proprietà di umani", i meccanici si rifiutavano di servire i granroriani suoi alleati- ricordò con una malcelata punta di ilarità -povero re, immagino che non avrebbe mai potuto pensare che dove avevano fallito sei nazioni indipendenti sarebbero riuscite due delle tre grandi passioni degli abitanti del mondo altrove: il razzismo e i cavilli-
 
Diede un'occhiata rapida al cielo illuminato dalla luce del nucleo, chissà cosa stavano facendo i suoi compagni di viaggio in quel momento… probabilmente erano in cerca di una camera per la notte o qualcosa di simile.
 
-Finito con la nave li raggiungerò e cercheremo la stele di questo mondo, massimizziamo ciò che questa deviazione imprevista ci può offrire- si disse mentalmente -solo, non so nulla della sua locazione e, visti i precedenti, sarebbe meglio anche informarsi sullo stadio di avanzamento dei lavori di un eventuale scala dell'orizzonte-
 
Era conscio di quanto fosse improbabile che il cantiere non avesse nemmeno preso il via: lo aveva fatto in un luogo difficile come il regno di rubino, figurarsi in una nazione come il regno di perla divisa in collaborazionisti più o meno consapevoli, i cittadini, e schiavi più o meno consapevoli, i campagnoli; rimaneva solo da sperare che la posizione del cantiere e quella della stele non corrispondessero, del resto, per quanto consapevole che, qualunque fosse la situazione, avrebbero dovuto affrontarla comunque, era certo che anche i suoi amici avrebbero preferito avere un po' di pace durante l'opera di interpretazione delle parole della leggenda.
Decise che era meglio lasciar perdere i pensieri sul futuro, causavano solo preoccupazioni ed era l'ultima cosa di cui Olamaris aveva bisogno in quel momento: ora doveva solo concentrarsi sulla sua nave e su come trasformarla in modo che ne Julian ne Magisa fossero in grado di riconoscerla.
 
Giunse finalmente in vista dell'ingresso dell'officina; davanti ad esso due granroriani del regno di perla vestiti in abiti da lavoro adocchiarono la sua Stella e si strofinarono a lungo gli occhi convinti di aver avuto un allucinazione, ma, quando li riaprirono, quella nave così "particolare" era ancora lì.
Dalla sua postazione sopraelevata, Vey notò il gesto e, stizzito, alzò il valore del limitatore e fece per accelerare nel tentativo di dimostrare che alla sua nave si doveva portare rispetto, anche se era in quelle condizioni; il piano tuttavia non riscosse il consenso del povero veicolo che, dopo i primi secondi in cui provò ad assecondare i bellicosi propositi del suo capitano, decise di alzare bandiera bianca e prosegui alla sempre alla stessa, bassa, velocità.
 
"E io che provo anche a farti fare bella figura!" esclamò Veirhal con un tono allegro "Va beh, andiamo"
 
Senza tentare più dichiarazioni di guerra a meccanici irriverenti, il capitano e la sua nave si diressero verso l'ingresso del centro di manutenzione; si fermarono appena prima del tunnel che conduceva all'interno, il granroriano di Selveya si sporse dalle ex-vetrate per dichiarare il motivo del "ricovero" e vede intorno a lui quattro operai intenti a trattenere le risate.
 
"Sono qui perché necessito di alcune riparazioni alla mia nave" spiegò Olamaris sentendo la pazienza presente nel suo corpo diminuire ad ogni secondo
 
"E perché dovremmo farlo?" scherzò uno degli uomini "a me sembra in perfette condizioni"
 
"Sono d'accordo, ma, se continuerete a ridere e a non sistemarla, vi sistemerò io fino a che non sarete nelle stesse, "perfette", condizioni della mia nave, ok?"
 
"Ehi, piano amico" fece un altro di quelli accorrendo in difesa del primo "stavamo scherzando, volevamo solo divertirci"
 
"Oh, ma anch'io" ironizzò il comandante "infatti, sia che mi rimettiate a nuovo la nave affinché torni a com'era appena uscita di fabbrica sia che io vi gonfi di sberle fino a che non riuscirete a stare più in piedi, mi divertirò un mondo… e sappiate che, a questo punto, non ho preferenze"
 
"Ok, ok, sta tranquillo, ti facciamo entrare subito" concluse il capo del gruppetto consegnando un pass al pilota
 
"E' proprio vero che con gentilezza e cortesia si ottiene tutto" li prese in giro Vey mostrando il pass al tornello "ci rivediamo dentro"
 
Dopodiché svanì dentro al tunnel
 
 
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La piccola navetta impiegò solo pochi secondi per risalire fino a livello dell'enorme isola fluttuante su cui poggiava il castello del re di perla; lungo la breve traversata Julian era rimasto in silenzio, impassibile e controllare che l'esuberante principino dai capelli arancioni non si facesse ancora male, ma, non appena smontò dalla navetta, neppure suo atteggiamento stoico riuscì a non far trasparire la grande ammirazione che il panorama gli suscitava: dalla punta dell'isola fluttuante si dipanava un viale fatto di ciottoli perfettamente disposti che proseguiva fino all'ingresso del castello dividendo la terra in due lati; a destra e a sinistra della strada vi erano immense aiuole ricche di una grande varietà di fiori colorati i quali inebriavano l'aria con il loro profumo, tra queste fu un'aiuola isolata ad attrarre in particolar modo l'attenzione di Julian, una caratterizzata da meravigliose rose bianche capaci di trasmette al solo sguardo un profondo senso di malinconia e rimpianto; al termine della via in mezzo al verde stava un enorme palazzo adamantino su cui la luce si rifletteva creando splendidi giochi, i tre cavalieri spiegarono che esso conteneva non solo la residenza dei re, ma anche la sala del consiglio dei nobili e la sacra cappella della statua dell'eroe dei ghiacciai perenni, specificarono che era quest'ultima l'area più importante dell'edificio e che, proprio lì, li attendeva il re di perla.
Attraversarono la soglia del palazzo ritrovandosi in un enorme sala piastrellata da cui si dipanavano almeno cinque diversi corridoi e caratterizzata, oltre che da un lussuoso arredamento d'alta qualità comprendente tavolo, lampadario e mobilio di varia natura, da due enormi rampe di scale poste una di fronte all'altra la cui struttura indirizzava i visitatori verso l'enorme portale in posizione diametralmente opposta rispetto all'ingresso.
 
"Dietro la porta c'è la sala del trono e del consiglio dei nobili, sai?" disse il piccolo Berger a Julian cercando di attirare la sua attenzione "il resto della casa invece è tutto nostro"
 
L'inglese osservò con più attenzione la sala e i due corridoi laterali del piano terra; effettivamente il complesso somigliava molto più ad una villa privata che non ad uno dei cosiddetti "palazzi del potere", al termine del corridoio destro si potevano facilmente distinguere le cucine mentre, dal lato opposto, gli sembrava di scorgere uno sfarzoso salotto… non era certo così che immaginava il centro del potere del regno di perla.
 
"Lo vedo" rispose al bambino "decisamente non la mia idea di "luogo politico"; io credevo che i nobili avessero molto peso in questo regno, come è possibile che si abbassino a riunirsi in… in casa del re?"
 
"Beh, in realtà è una consuetudine piuttosto ben accetta" intervenne uno dei tre adulti in tunica bianca "sa, essendo il re anche capitano dei cavalieri d'argento, questi è considerato semplicemente come un "primo tra i nobili" più che come una figura superiore, comprende?"
 
"Si, penso di aver capito" replicò soddisfatto il biondo "per cui, ora dove dovremmo andare?"
 
"Dobbiamo salire le scale, il luogo che in cui sua maestà ci attende si trova al primo piano!" esclamò un altro dei tre avviandosi verso la scalinata a destra e facendo cenno agli altri di seguirlo
 
Risalirono così i lucidissimi gradini della rampa fino all'imbocco del piano superiore ove era riprodotta la medesima situazione dell'inferiore, due corridoi laterali e un grande portone frontale; il principino descrisse all'umano  la conformazione del piano con grande precisione accennando a come esso fosse stato edificato, e fatto edificare, con estremo scrupolo in modo da creare una sorta di simbologia suggerita attraverso la presenza contemporanea di parallelismo tra le direttrici e differenza d'altezza dei livelli.
 
"Quindi le varie direzioni conducono a luoghi tra loro simili?" domandò il biondo
 
"Esatto" rispose l'altro
 
"La differenza d'altezza invece indica la maggior importanza, i luoghi più in alto hanno un maggior valore rispetto ai loro corrispettivi in basso, giusto?"
 
"Ha compreso perfettamente signor Julian"
 
"Togli pure il "signor", piccolo" fece l'inglese accarezzandogli la testa e rivolgendosi poi, di nuovo, verso la maestosa porta di fronte
 
-Che tipo di luogo può avere tanta importanza da essere posto sopra alla sala del trono e del consiglio dei nobili?- si domandò guardando uno dei tre cavalieri spalancare la porta
 
Magisa affiancò il compagno di viaggio senza mai distogliere lo sguardo dal corridoio scuro, che da pochi secondi, gli si parava davanti; La sua espressione era tutt'altro che confortante, equamente divisa tra la tensione per quella che avrebbe potuto essere una trappola e il timore per un luogo in cui nemmeno a lei, che pure era stata in ottimi rapporti con il potere del regno di perla (perlomeno con quello di prima), era mai stato concesso di entrare... gli sembrava addirittura di ricordare di non aver mai visto quella porta aperta in vita sua.
Con la mano destra, la maga estrasse delicatamente lo scettro dai capelli e lo nascose sotto il manto che copriva il suo corpo; il maestro della luce fu l'unico a far caso al gesto della maga e scambio con lei un rapido ma eloquente sguardo d'intesa: in caso di pericolo non avrebbero fatto troppi complimenti, il bordone e la sua magia sarebbero stati la loro assicurazione contro i rischi.
 
Di malavoglia, I due ospiti accettarono, su richiesta dei tre che ritenevano sarebbe stato più degno se le persone più importanti del gruppo si fossero mostrate per prime al cospetto del re (a Magisa venne quasi da ridere immaginando per quanto tempo avessero pensato a quella scusa), di entrare nel tunnel per primi accompagnati da Berger con i tre cavalieri schierati a muro alle loro spalle.
 
"Se non altro il fatto che abbiano lasciato il bambino con noi dovrebbe essere una garanzia che non tenteranno di ammazzarci a tradimento" sussurrò il duellante umano alla compagna di viaggio
 
"Si vede che non conosci il regno di perla" replicò ironica la maga accelerando il passo in vista dell''uscita dal tunnel "qui sono particolarmente bravi a riadattarsi e a riadattare le situazioni"
 
Arrivarono al termine del corridoio, in una gigantesca sala in cui alla lunghezza si univa un'altezza davvero impressionante che, notò immediatamente Julian, era tuttavia assolutamente necessaria: la stanza infatti conteneva una spettacolare statua di cristallo di dimensioni impressionanti raffigurante un guerriero armato di lancia.
In piedi di fronte stava un granroriano di un'età paragonabile a quella di Magisa e dalle fattezze estremamente umanizzate, come gli altri della città del resto; caratterizzato da uno sguardo fiero e da un portamento statuario, il suo viso era parzialmente nascosto da capelli e barba biondi mentre il resto del corpo era occultato da una tunica bianca del tutto simile a quella dei tre cavalieri non fosse stato per delle placche dorate indicanti il grado militare del personaggio.
 
"Ad esempio, nel tuo mondo, uno come lui…" disse indicando verso l'uomo con un cenno del volto "… sarebbe definito un "usurpatore", eppure quello si fa chiamare, senza vergognarsi, "legittimo sovrano" talvolta perfino "salvatore del regno di perla"!"
 
"Fidati, quelli come lui si fanno chiamare "legittimi sovrani" anche nel mio di mondo" replicò prima di avanzare verso il centro della sala mostrandosi così al padrone di casa
 
"Salve umano, sono felice di fare la tua conoscenza" lo saluto egli con voce fredda "io sono il re di perla e capitano dei cavalieri d'argento Ulrich Von Berger, credo che o i miei compagni nobili o maga Magisa ti abbiano già accennato qualcosa su di me"
 
"Qualcosa mi è stato detto, si; è… un onore incontrarla"
 
Sentendo quella risposta, Magisa chinò il capo coprendosi il volto con una mano: era convinta di aver previsto e predisposto contromosse ad ogni possibile comportamento del re, non aveva nemmeno pensato all'altra eventualità… o meglio, sperava di non doverci pensare.
 
-Ma si, Magisa! In fondo più fidarti di lui, vedrai che saprà mantenere il controllo- si ripeté mentalmente con ironia -si è visto come ci è riuscito, per ben dieci secondi; speriamo solo che Ulrich non ci abbia fatto caso, non è che abbia nella capacità di perdono la sua migliore qualità… anche se per la verità mi sfuggono quali siano le sue qualità-
 
"Anche per me è un grande piacere poter conoscere di persona uno dei leggendari maestri della luce" proseguì il re facendo tirare un sospiro di sollievo alla povera donna "ero sinceramente convinto che si trattasse solo di una leggenda, a quanto pare mi sbagliavo"
 
"Già, ogni tanto succede anche ai re" fece l'umano
 
La battuta di Fines echeggiò nell'enormità della sala per alcuni secondi di inquietante silenzio; la maga si affiancò al collega e diede un leggero strattone alla sua giacca di pelle nera per richiamare la sua attenzione.
 
"Vuoi farci ammazzare per caso?" gli sussurra con poca cortesia "non. Fare. Ironia. Mai!"
 
"Non ti preoccupare" gli rispose altrettanto sottovoce lui "non sono Vey, ho un piano… e, in ogni caso, tu hai il tuo scettro, no?!"
 
"Si, ma non è che posso tenere a bada decine di cavalieri d'argento solo perché ho lo scett…"
 
"EHM EHM!" tossì rumorosamente qualcuno alle loro spalle interrompendo la loro discussione
 
Voltatosi immediatamente, Julian notò che Lord Berger si stava lentamente avvicinando alla loro posizione e cercò di imbastire l'espressione più riverente possibile prima di avanzare a sua volta in direzione del nobile con l'intento di stringergli la mano.
Durante i pochi secondi di camminata cercò in ogni modo di convincersi che fosse giusto così, che Magisa, in fondo, avesse ragione, che non era il caso di irritare gratuitamente il padrone di casa, ma nonostante questo, al momento di siglare il patto di non belligeranza,  non riuscì a trattenere una smorfia; c'era qualcosa di strano in quell'uomo: si aspettava un egocentrico pomposo e arrogante che non può sopportare di non ricevere attenzioni e questo c'era, un nobile che ritiene indegni tutti coloro che appartengono ad un ceto inferiore e anche su questo c'eravamo, ma il tutto era correlato da una lucidità inquietante.
Era convinto che si sarebbe trovato davanti un fanatico irrazionale che arriva a riscrivere la storia per i suoi scopi; ora, la storia la riscriveva… ma del fanatico non aveva assolutamente nulla.
 
-Merda, sarà più difficile da far crollare- pensò -mi dispiace Magisa, temo che dovrò optare per il piano B-
 
"Ah, Magisa" esclamò poi il re rivolgendosi alla donna "sono felice di trovarti in perfetta forma, mi erano giunte voci poco rassicuranti sulla tua salute"
 
"Sto piuttosto bene ora, comunque quelle voci non erano del tutto prive di fondamento" rispose lei stingendogli la mano a sua volta "lei, invece, è… cambiato molto dall'ultima volta che l'ho vista"
 
"Immagino, del resto sono passate alcune centinaia di anni dal nostro ultimo incontro"
 
"Sono stata molto impegnata" si giustificò "sa, Julian non è il primo maestro della luce che assisto durante la sua missione"
 
"Si, si, come ho detto, mi erano giunte alcune voci a riguardo ma, non avendoti vista per molto tempo, non potevo esserne assolutamente certo" spiegò il nobile "potrai capirmi, non era esattamente una notizia che potessi lasciare non verificata"
 
"Purtroppo, avendo perso gran parte dei miei poteri, non posso più viaggiare tra i regni autonomamente e non ho il denaro sufficiente per acquistare una nave…"
 
L'uomo ascoltò il resto del discorso della maga in silenzio e tuttavia senza mai smettere di squadrarla con il suo sguardo penetrante, dal suo atteggiamento era chiaro come egli fosse in attesa di un suo errore per poterla attaccare apertamente ma il mezzo sorrisetto che in alcuni momenti gli appariva sul volto sembrava rivelare qualcosa in più: a prescindere dalle esternazioni, più o meno attaccabili, della donna, lui aveva già qualche freccia pronta da scoccare, infatti, mentre ancora la donna parlava, il re le diede improvvisamente le spalle e poi sibilò.
 
"Sbaglio o, quando sei stata sconfitta, il tuo corpo è stato abbandonato nel nostro regno?" domandò velenoso
 
"E'… è vero"
 
"Tuttavia, nonostante le pessime condizioni fisiche, ti affrettasti a compiere un pericolosissimo salto tra regni invece che chiedere aiuto alle nobili autorità del regno, o sbaglio?"
 
"N-non è come pensate, voi non eravate ancora nato e non potete sa…"
 
"SILENZIO!!" fece imperioso l'altro "state accusando i miei purissimi antenati di essere dei menzogneri? O forse state semplicemente cercando di nascondere il motivo per cui non avete voluto chieder loro aiuto?"
 
"Intendevo solo farle presente che, a causa della vita più breve che caratterizza i cittadini del regno di perla, il ricambio generazionale avviene qui molto più rapidamente rispetto ad altri regni e che, di conseguenza, le storie più antiche potrebbero non essere state tramandate in modo neutro e oggettivo"
 
"Ne sono sicuro, ma qualcosa mi dice che non è questo il caso, vero?"
 
"Io…"
 
Julian era rimasto come impietrito di fronte a quella frenetica schermaglia verbale; non poteva negare di essere rimasto scottato, il re aveva utilizzato contro Magisa esattamente la stessa strategia che il maestro della luce avrebbe voluto usare con lui e il peggio era che stava pure funzionando: ancora pochi secondi e la sua compagna di viaggio avrebbe dato al sovrano un motivo valido per farli arrestare.
 
"E'… è vero, ha… ha ra-ragione lei"
 
L'umano non aveva mai visto la ragazza così intimorita, solitamente era allegra e spavalda finanche all'arroganza; osservandola ora, una strana sensazione pervase il suo corpo: non era così che sarebbe dovuta andare, non era giusto che una donna così coraggiosa venisse messa in cattiva luce dalle parole di un codardo, servo di un dittatore.
Decise di rimanere ancora in silenzio e ascoltare con molta attenzione ogni parola; spesso, nella foga della discussione, gli uomini, specie se convinti di avere la vittoria in pugno, commettono degli errori e il guerriero rosso era conscio di ciò che uno di essi avrebbe potuto significare.
 
-Già, ma come diavolo faccio ad attaccarlo, io sono a Gran RoRo solo da pochi giorni, conosco poco o niente di questo mondo-
 
"E allora perché non hai chiesto aiuto ai miei antenati?" proseguì il granroriano "eppure mi è stato riferito come fossi in ottimi rapporti con le alte cariche del nostro regno"
 
-Aspetta! Forse ho capito di cosa la vuole accusare- si disse il biondo inglese -se così fosse…-
 
Diede un ultima occhiata al volto preoccupato della maga la quale immediatamente si rese conto di essere osservata. Con un movimento quasi impercettibile, ella mosse rapidamente gli verso il compagno di viaggio che, dopo un lunghissimo istante fatto di anonimi sguardi, le mostrò un incomprensibile ghigno; sorrise anche lei, rincuorata da quell'incosciente di un maestro della luce che gli era capitato, non aveva ben chiaro cosa avesse intenzione di fare ma, forse, valeva la pena fidarsi.
 
"Quello che le hanno riferito è errato" fece lei cercando di montare l'espressione più fiera che gli riuscisse "io ero in ottimi rapporti con gli esponenti dell'antica casata regnante; quando il re ha deciso di porre fine al mio periodo di carcerazione punitiva, purtroppo, la classe dirigente del regno era diventata di ben altra natura"
 
"Stai, per caso, dicendo che consideri superiore una casata ripudiata da tutti rispetto alla mia famiglia, che ha sempre dimostrato una grande nobiltà?"
 
"L'idea di "tutti" dei cavalieri d'argento è alquanto discutibile" ribatté grintosa la donna "più o meno come il concetto di "grande nobiltà" che avete espresso, maestà"
 
"ORA BASTA!!" sbottò all'improvviso "COME OSI ANCHE SOLO PARAGONARCI A QUEGLI SPORCHI TRADITORI CHE STAVANO PER CONSEGNARE LA NOSTRA PURISSIMA TERRA ALLA STREGA DI SMERALDO E AL SUO IMMONDO REGNO DI PLEBEI!!!"
 
"Come osate voi, piuttosto!" esclamò Julian inserendosi finalmente nella discussione "state manipolando la verità in un modo disgustoso"
 
"Come prego?"
 
"Non fare l'idiota, per favore! Mi irriti solo di più" gridò rabbioso dimenticando di usare la forma di cortesia "conosco molto bene la storia di cui stai parlando, mi è stata raccontata già più volte… nella sua versione non adattata"
 
Il re si avvicinò, rapido e minaccioso, al nuovo interlocutore, lo squadrò interamente con quegli occhi inquietanti ricolmi, solitamente, di disprezzo del prossimo ed infine si voltò fino a dargli le spalle.
 
"Sa, lord Julian, posseggo una buona competenza riguardo le nazioni del vostro mondo" esordì il granroriano "qual è il suo paese natale?"
 
"Vengo dall'Inghilterra" replicò l'altro
 
"Ah… la conosco molto bene!" esclamò soddisfatto "se non sbaglio anche voi avete un re… George William Friedrich del nobile casato degli Hannover, se la memoria non mi inganna"
 
"In realtà la reggente attuale è la regina Elizabeth di Windsor" lo corresse il biondo stupito dalla precedente affermazione"
 
"Beh, non è questo che importa" tagliò corto Berger "ciò che conta è che, chiunque sia il re, immagino che lei porti rispetto a ciò che la sua persona rappresenta"
 
"Certo!" fece Fines "peccato che, almeno per quello ne sappia, lei sia la legittima erede al trono del mio paese"
 
A quelle parole lo sguardo fino a poco prima colmo di soddisfazione del re di perla si trasfigurò nell'espressione di qualcuno poco incline ad accettare patteggiamenti o accordi.
Julian cercò di rispondere con l'espressione più dura e biasimevole che conoscesse, che peraltro non gli venne tanto difficile fare, per dimostrargli che non aveva paura di lui; era chiaro che quell'uomo avrebbe preferito farlo arrestare o ucciderlo seduta stante che seguitare ad ascoltare il suo discorso ma il suo status di maestro della luce lo rendeva immune da qualsiasi minaccia: se la notizia di un simile crimine fosse uscita dalle mura del palazzo Ulrich avrebbe avuto notevoli difficoltà a mantenere con il suo popolo la facciata di patriota del mondo Altrove, da lui spesso sfruttata all'interno di una spregiudicata politica bifrontistica.
I due rimasero il silenzio a fissarsi per alcuni interminabili secondi perfettamente consci di essersi infilati in una discussione che avrebbe potuto giungere ad un'unica soluzione. Per tutta la durata della violenta diatriba Magisa era rimasta in ascolto cercando di calmare battito, tremori, sudori freddi e quant'altro potesse testimoniare il suo precedente stato d'animo; la situazione era ormai giunta ad una posizione di stallo totale risolvibile solo con un duello e lei da quel punto di vista era decisamente coperta, in fondo Julian era colui che non riusciva a perdere, no?
 
"Non posso sopportare oltre, le sue provocazioni sono inaccettabili" sibilò il granroriano levandosi un guanto bianco e colpendo la guancia destra del maestro della luce "io, Ulrich Von Berger, re di perla, la sfido ufficialmente ad un duello a Battle Spirits"
 
"Accetto la sfida" replicò l'umano massaggiandosi la guancia arrossata "Varco apriti! Energia!"
 
Attraverso i portali lucenti, i due contendenti raggiunsero l'enorme anello roccioso e le postazioni da duello; contemporaneamente , su due loggette fluttuanti diverse, apparvero i tre cavalieri con il giovane e Magisa i quali immediatamente si sporsero dai rispettivi spalti per osservare i rivali: entrambi apparivano estremamente determinati e le loro espressioni trasmettevano una grande fiducia nelle loro possibilità; in perfetta sincronia disposero i due mazzi e pescarono le quattro carte regolamentari dopodiché l'umano, tramite un cenno della mano, concesse il primo turno al re di perla.
 
"Come si permette?!" fece stizzito Ulrich "si ricordi che si trova di fronte ad un re"
 
"Ah, se è per quello, anche lei" replicò l'altro sorridendo con ironia "io sono il re dell'Impatto Devastante… ora la smetta di lamentarsi e dia inizio al duello"
 
"Spiacente ma l'antica tradizione di ospitalità del mio regno mi impone di cedere a lei la prima mossa"
 
"Temo dobbiate rivedere il vostro concetto di ospitalità" ribatté leggermente alterato "comunque, accetto l'offerta; ora possiamo iniziare!"
 
 
TURNO 1
 
 
"Fase iniziale: fase di acquisizione!" esclamò l'umano prendendo la prima carta del suo mazzo e aggiungendola alle altre quattro nella mano
 
"Fase principale: evoco Goradon e Orsocorno Bestia dal Volto Feroce"
 
Due gemme rosse apparvero nell'anello e fluttuarono per alcuni secondi nella meta di terreno dell'inglese. Dopo aver emanato un lampo di luce rossa, si spezzarono cedendo il posto ad un grosso rettile zannuto e ad un enorme bestia dalle sembianze di orso che, non appena ebbero guadagnato la totale padronanza del loro corpo, sbatterono pesantemente i piedi a terra ed emisero un assordante ruggito in direzione dell'avversario il quale rimase impassibile.
 
"Turno concluso, a te la mossa!"
 
 
TURNO 2
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione" esordì il re osservando il suo quinto nucleo apparire nella riserva "perfetto, ora fase principale: attivo il nexus Nave Madre dell'Infinito…"
 
A quelle parole Julian alzò immediatamente la testa in direzione del cielo sopra la postazione dell'avversario, aveva già assistito allo spettacolo della carta in azione e così fu in grado di anticipare lo squarcio celeste da cui la nave bianca avrebbe fatto la sua, parziale, entrata in scena.
 
"… evoco inoltre Sacro Laevateinn!"
 
Come era successo per i due precedenti, l'apparizione fu preceduta dalla rottura della gemma del colore della carta; dalla nebbia che ne scaturì emerse una sorta di androide dalla forma estremamente sottile, slanciata e dai contorni affilati, almeno quanto la spada che reggeva nella mano destra, pronto tanto all'attacco quanto alla difesa grazie allo scudo bianco impugnato dall'altra mano.
 
"A lei la mossa" sibilò concludendo la sua azione
 
 
TURNO 3
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e, per finire, recupero" elencò Julian per aprire il proprio turno "beh, poteva andare peggio… fase principale: attivo il nexus Trono dei Sette Draghi!"
 
Un gigantesco trono dorato ornato di ali di drago, eleganti motivi decorativi e uno sfregio ad artiglio di drago sullo schienale apparve alle spalle del maestro della luce emettendo una splendente luce, comparabile a quella di un sole all'alba.
L'umano osservò interamente la prima spettacolare apparizione del suo nuovo nexus: conosceva la carta solo da poco e quindi non era ancora riuscito ad ideare una strategia che la coinvolgesse ma, come gli avevano spesso ricordato gli amici quando era ancora un pivello, i nexus erano le uniche carte da giocare sempre, a prescindere da strategie e schemi di duello.
 
"Salto la fase d'attacco…" esclamò rivolgendo di nuovo la sua attenzione all'avversario
 
"Nessuna offensiva, eh?" osservò uno dei tre cavalieri "è normale, sono pochi a non temere il grande Ulrich Von Berger"
 
"Solo degli idioti come voi possono credere che sia quello il motivo per cui Julian non ha attaccato" ribatté la maga dalla loggetta accanto
 
"E allora quale sarebbe il motivo"
 
"La ragione è che, con gli spirit di cui dispone in questo momento, Julian avrebbe potuto arrecare danno alle vite di Ulrich solo mandandoli entrambi in affaticamento; sia che il primo attacco lo portasse Goradon sia che fosse effettuato da Orsocorno, il vostro caro comandante finirebbe per bloccarlo"
 
"E' assurdo! Perché mai un duellante esperto come il nostro re dovrebbe bloccare uno spirit da 3000 PB come Orsocorno con uno che ne ha solo 2000?"
 
"Per via dell'abilità Impatto Devastante di cui lo spirit di Julian dispone" concluse la donna soddisfatta di non essersi scelta come alleato un maniaco dell'offensiva, razza di duellanti piuttosto diffusa tra coloro che usano il rosso
 
"… e concludo così il mio turno" terminò l'umano
 
 
TURNO 4
 
 
"Non penserà che basti un trono sfregiato per mettermi in soggezione, fase iniziale: nuclei, acquisizione e recupero" fece il re di perla senza per la verità prestare troppa attenzione alla carta appena pescata "fase principale: evoco Supremo Mjolnir e attivo il nexus Castello Invaso!"
 
Un secondo automa, composto essenzialmente da una specie di cilindro d'acciaio da cui si dipanavano quattro filamenti rigidi, andò ad affiancarsi allo spirit schierato nel secondo turno e, allo stesso modo, la nave bianca dietro la postazione di Lord Berger si spostò leggermente verso sinistra per permettere l'emergere di una gigantesca montagna rocciosa costellata di fasci di luce.
Il re osservò pensieroso le carte presenti sul suo terreno di gioco, cercò di immaginare lo sviluppo degli eventi in base alle scelte che avrebbe potuto fare: d'istinto pensò di passare la mano, non valeva la pena di esporsi troppo così presto, ma poi, riflettendoci qualche secondo di più e dando un occhiata anche alle carte che erano nella sua mano, si rese conto che aveva tranquillamente la possibilità di passare all'azione lasciandosi un certo spazio di manovra per il turno seguente.
 
"Elevo a livello 2 Supremo Mjolnir!" esclamò guardando lo spirit risplendere per il potere appena acquisito "fase d'attacco: attacco con Supremo Mjolnir!"
 
Julian, al contrario, non dovette riflettere neanche un secondo prima di decidere di rispondere con la vita a quell'attacco; i filamenti rigidi dello spirit sferzarono contro lo scudo bianco della postazione con la violenza degli artigli di una tigre e ne infransero facilmente la superficie provocando nel biondo inglese uno spasmo di dolore.
 
"A lei la mossa!"
 
 
TURNO 5
 
 
"Fase iniziale…" esordì il guerriero rosso per essere tuttavia immediatamente interrotto dal rivale
 
"Attivo l'effetto del nexus Castello Invaso! Durante la fase iniziale del mio avversario, tutti i miei nuclei negli scarti si spostano nella riserva"
 
L'inglese rimase a guardare le due gemme spostarsi nella riserva pronte per essere sfruttate in un Azione Lampo; imperterrito, dichiarò le altre sottofasi componenti l'iniziale e fece una rapida cernita di carte e nuclei per decidere il da farsi.
 
"Fase principale: evoco Ankillersauro!" esclamò osservando la trivella del suo spirit rompere la superficie del terreno per consentirgli di emergere; ora aveva tre spirit pronti a combattere contro un unico difensore ma, nonostante ciò, qualcosa lo spingeva a non fidarsi.
 
-Ho ancora tre nuclei nella riserva; potrei usarli per elevare Ankillersauro ad un livello superiore ma penso che, se attaccassi, finirebbe per rispondere con la vita e nulla di più-
 
Il suo sguardo si spostò allora sull'enorme montagna-fortezza emersa poco prima alle spalle del suo avversario. Quel nexus lo preoccupava non poco; se Ulrich avesse avuto delle carte magia in mano, ed era certo che ne avesse, tenere un atteggiamento troppo aggressivo avrebbe significato un alto rischio di spiacevoli sorprese.
 
-Le magie bianche hanno capacità difensive che spaziano dall'invalidamento dei danni al ripristino delle vite e al rimando di spirit in mano al proprietario; meglio adottare una strategia più prudente per ora-
 
"Elevo a livello 2 Ankillersauro e Orsocorno… a te la mossa"
 
 
TURNO 6
 
 
"Mmm… fase iniziale" esordì, pensieroso, il re bianco "fase dei nuclei, fase d'acquisizione e fase di recupero"
 
Lentamente alzò dal mazzo la carta che il destino aveva deciso di riservargli: uno spirit, Artefatto Fjalar.
La aggiunse distrattamente alla mano mentre mentalmente ripercorreva il turno precedentemente giocato da suo avversario: era stato davvero bravo, quel Julian, elevando a livello 2 Orsocorno l'aveva portato a pareggiare i 5000 PB del suo Supremo Mjolnir  e ciò significava che o evocava lo spirit appena pescato e rinunciava ad attaccare o elevava a livello 3 il suo principale attaccante e proseguiva la linea aggressiva esponendosi tuttavia ad un pericoloso tre, se non addirittura quattro, contro uno nel turno seguente.
Rimuginò ancora per alcuni secondi quando, improvvisamente, gli si accese la luce; visualizzò attentamente ciò che aveva ideato: non era un piano brillante e la situazione finale sarebbe stata esattamente la stessa che i suoi precedenti ragionamenti avevano cercato di scongiurare; tuttavia avrebbe, al tempo stesso, significato dimostrare di saper superare un'ottima strategia dell'avversario, una botta psicologica di portata non indifferente.
 
"Si… si può tentare" esclamò tra se e se il nobile prima di rivolgere la sua attenzione al terreno di gioco "fase principale: evoco Artefatto Fjalar a livello 2, il nucleo per l'elevamento lo prendo da Supremo Mjolnir che quindi si abbassa a livello 1"
 
Il guerriero meccanico armato d'accetta andò a schierarsi accanto agli altri due spirit pronti a combattere; soddisfatto, Berger osservò la postazione dell'avversario notando immediatamente l'atteggiamento rilassato del maestro della luce.
 
"Non ci si dovrebbe mai distrarre durante un duello signor Fines… fase d'attacco" gridò "attacco con Sacro Laevateinn!"
 
Per i primi istanti, Julian fu addirittura convinto che le parole pronunciate dal re di perla fossero totale frutto della sua immaginazione, era impossibile che un esperto duellante granroriano avesse ideato una strategia tanto demenziale.
 
-Magari, in un improvviso rimorso di coscienza, ha deciso di lasciarmi vincere-
 
I pensieri dell'umano furono tuttavia interrotti dal successivo grido del suo avversario; la sua azione infatti non era ancora terminata ed egli sembrava avere tutta l'intenzione di levare a forza quel sorrisetto supponente dal volto del maestro della luce.
 
"Azione lampo! Attivo l'effetto di Artefatto Fjalar a livello 1, 2 e 3 grazie al quale, affaticando lo spirit, posso sommare i suoi PB a quelli di un altro spirit appartenente al genere "Macchina armata", in questo caso aggiungo 4000 PB a Sacro Laevateinn che arriva così a 6000 PB!"
 
"Rispondo al tuo attacco con la vita"
 
La quarta gemma-vita del duellante inglese esplose fragorosamente; Julian si sforzò di non lasciar trasparire la minima emozione per evitare di dare troppe soddisfazioni all'avversario ma era abbastanza chiaro che era rimasto scottato.
 
"Non importa quanto geniali saranno le sue strategie, sappia che io troverò sempre il modo di superarle" ghignò l'altro "a lei la mossa"
 
 
TURNO 7
 
 
"Fase iniziale…"
 
"Anche in questo turno attivo l'effetto di Castello Invaso e recupero i miei due nuclei" sibilò l'altro con un compiacimento davvero eccessivo
 
"Fase dei nuclei, fase d'acquisizione e fase principale" ringhiò il biondo completando le operazioni "i re cialtroni e usurpatori sono gentilmente, ma neanche troppo, pregati di ritornare con i piedi per terra, fase principale: utilizzo la magia Giavellotto Esplosivo che mi consente di distruggere un nexus a mia scelta tra i miei e quelli dell'avversario… scelgo di colpire il nexus Castello Invaso!"
 
L'aria sopra la postazione di Julian si addensò colorandosi di rosso fino a formare una grossa nube, da essa emerse una lancia fiammeggiante che immediatamente si diresse a velocità supersonica verso l'altra metà dell'anello dove concluse la sua corsa trafiggendo e facendo quindi esplodere la montagna che tanti problemi aveva causato al campione del mondo.
 
"Avendo distrutto un nexus avversario…" proseguì Fines "mi è concesso di attivare l'effetto secondario della carta magia, pesco una carta dal mazzo"
 
Sollevò così la seconda carta del turno e la aggiunse alle altre; aveva avuto decisamente fortuna nella pescata, si potevano porre le basi per un ottima strategia futura.
 
"proseguo abbassando a livello 1 Orsocorno" ordinò estraendo dalla mano la carta che aveva appena pescato "ed evocando Dracoltello"
 
Il longilineo drago fece il suo esordio nella battaglia con uno sbuffo infuocato pieno di voglia di combattere, il suo padrone tuttavia decise che per il turno corrente poteva bastare così e cedette all'avversario la mano.
 
 
TURNO 8
 
 
"Non ho idea di chi le abbia insegnato a giocare, ma sappia che le ha detto qualcosa di sbagliato, per vincere si DEVONO ridurre le vite dell'avversario" disse con tono canzonatorio Ulrich completando le operazioni obbligatorie dell'apertura del turno
 
"Pensa alla tua strategia e al tuo nexus che non c'è più" ribatté per le rime il maestro della luce
 
"Di questo non si deve preoccupare, fase principale: utilizzo la magia Ricarica Nuclei che mi consente di guadagnare un nucleo nella riserva per ogni spirit del genere "Macchina armata" da me controllato; dato che i miei tre spirit appartengono tutti a quel genere, tre sono i nuclei in più nella mia riserva!"
 
Come detto, tre nuovi nuclei si materializzarono nella riserva di Berger e immediatamente furono direzionati in altre destinazioni.
 
"Elevo a livello 2 Artefatto Fjalar e Supremo Mjolnir, elevo a livello 3 Sacro Laevateinn"
 
"A lei la mossa" concluse il re dopo aver assistito alla distruzione della terza vita del suo avversario "è ironico, non trova? Il duellante rosso punta sulla difesa e sul contenimento, mentre il duellante bianco attacca e incalza senza sosta"
 
"Beh, sono sempre stato contrario agli stereotipi"
 
 
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-Chissà cosa stanno facendo Magisa e Julian?-
 
Erano ormai quasi due le ore che Veirhal aveva trascorso all'interno dell'officina e durante il periodo si era posto quella domanda almeno cinque o sei volte; il lavoro sulla nave stava procedendo speditamente e con alta qualità, come da sua "gentile" richiesta del resto, e, nonostante un paio di improvvise riduzioni del personale dovute a visite mediche non preventivate, il termine dei lavori era stimato a soli tre o quattro giorni da quello corrente; la sua speranza era che i suoi due compagni di viaggio, nel frattempo, non avessero fatto niente che potesse mettere a rischio la loro permanenza nel regno di perla, una nave appena rimessa a nuovo ha bisogno di un periodo di rodaggio graduale che permetta a tutte le nuove componenti di amalgamarsi.
Ritornò su quello stesso pensiero altre volte. Non era preoccupato, affatto, in fondo perché avrebbe dovuto, solo perché Magisa era cortese e disposta ai confronti civili e pacifici più o meno quanto il re del mondo Altrove e Julian aveva le stesse abilità diplomatiche dei Mazoku…

… ok, erano spacciati.
 
-Spero gli sia rimasto un minimo di buonsenso o mi toccherà rodare la nave nella strada che va dall'uscita dell'officina alle porte di Krystalliza- pensò in stato di leggera tensione crescente -saranno quanti… 700? forse 900 metri? Considerando che la velocità minima che posso tenere sono i cinquanta orari… mmm, penso di poter riuscire a testare motore, acceleratore e freno; beh, poteva andare peggio… non mi viene in mente come ma si, poteva -
 
La voce di uno degli operai lo riportò alla realtà, gli era sembrato che stesse discutendo con un anziano granroriano dalla folta barba, mai visto prima, di questioni riguardanti la sua nave e gli parve sensato di concedere loro la sua totale attenzione.
 
"C'è qualche problema?" domandò Vey inserendosi nella discussione
 
"Forse" fece lo sconosciuto in risposta "sono uno degli Håndverker della "Midgard", questa nave è sua?"
 
"I-i-io… c-cioè si, que-questa nave è… è mia" balbettò il duellante, imbarazzato dal trovarsi di fronte ad uno dei mitici "creatori di navi" della grande officina
 
"Beh, innanzitutto…"
 
Sotto gli occhi increduli dell'intera squadra di operai, e anche di Veirhal in realtà, il granroriano allungò la sua mano destra e gli sorrise invitandolo a stringerla.
 
"… complimenti per come è tenuta, si vede che ne è molto affezionato"
 
Gli sguardi dei presenti si fecero ancora più sorpresi, cominciavano a pensare di non aver visto la stessa nave; uno di loro, recuperato un po' di coraggio, provò anche a farsi avanti per fare un appunto ma tutto ciò che ricevette fu una compassionevole pacca sulla spalla.
 
"Il fatto che non siate in grado di vedere oltre il suo aspetto fisico, ragazzi…" disse a conclusione "… è la ragione per cui voi siete dei Mekanisk mentre io sono un Håndverker"
 
Si rivolse poi di nuovo al proprietario della nave facendolo allontanare dalla massa di operai accalcatisi nella zona della Stella.
 
"Sarò sincero con lei" esordì "lo stato in cui versa il suo mezzo è, complessivamente, assai critico, la nave in se sta bene e, se glielo chiedesse, proverebbe a tornare in funzione all'istante ma il suo "fisico" è in terribili condizioni"
 
"M-ma si… si p-può riparare… vero?" domandò il capitano molto preoccupato
 
"Di questo può esserne certo, il prezzo tuttavia risulterà estremamente elevato, io sarei disposto a farle uno sconto ma temo che i costi rimarrebbero comunque proibitivi"
 
"Non si preoccupi per questo, ho buone finanze e comunque pensavo di occuparmi di persona di alcune parti meno tecniche del lavoro, ad esempio verniciatura e scelta e montaggio degli interni, in cui l'unica spesa diverrebbe quella per l'acquisto dei materiali"
 
"Sono molto felice di sentirtelo dire, oggigiorno è pieno di piloti che considerano la loro nave solo come un mezzo di trasporto, è bello sapere che esiste ancora qualcuno che pensa alla propria nave come ad una compagna"
 
Detto ciò, l'anziano gli diede le spalle con l'intenzione di tornare alla postazione di sua competenza ma riuscì a fare solo pochi passi prima che la voce del cliente richiamasse di nuovo la sua attenzione.
 
"Mi scusi se glielo chiedo, ma come mai mi vuole aiutare?" chiese timidamente "in fondo sono uno straniero e, peggio ancora, del regno di smeraldo"
 
"Per quanto mi riguarda non mi importa ci tu sia o da dove tu venga, se è sincero, e so che lo è, l'affetto che dimostri nei confronti della tua nave a me non servono altre garanzie" rispose l'altro tranquillo "anche per questo non ti chiederò come il tuo mezzo si è procurato tutti quei fori di proiettile"
 
"I-io… io non…"
 
"Non ti preoccupare, non devi spiegarmi niente; sappi però che non tutti gli Håndverker hanno le mie stesse idee, quindi se serve qualcosa a te o ai tuoi amici rivolgiti a me" fece il vecchio interrompendo il duellante "ah, e non intendo solo per riparazioni o affini"
 
Veirhal rimase in silenzio, guardando scomparire l'interlocutore in uno dei tunnel, dopodiché rivolse la sua attenzione alla copia della lista delle riparazioni da compiere che aveva consegnato all'ingresso in officina e che l'Håndverker gli aveva segretamente consegnato: leggendolo gli fu impossibile non notare il segno della biro che depennava dalla lista la voce "Nuovo e moderno sistema dei nuclei"; sorrise di nuovo, forse il regno di perla non era proprio l'orrendo posto che immaginava.
 
-Credo che sarebbe piaciuto anche a lei, maestro Sanol- si disse mentalmente -quell'Håndverker ha il suo stesso buon odore… sa di casa-
 
 
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TURNO 9
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero" recitò Julian osservando attentamente la situazione venutasi a creare sui due terreni di gioco
Senza il nexus Castello Invaso, Ulrich non era più riuscito a recuperare i nuclei negli scarti e di conseguenza ora non aveva gemme nella sua riserva, ciò significava sia che ogni azione lampo avversaria sarebbe coincisa con una riduzione del livello di almeno uno dei tre spirit schierati sia che il capitano dei cavalieri non avrebbe potuto sfruttare magie quali Pozione della Salvezza o Potente Elisir che infatti necessitano di nuclei nella riserva per poter funzionare; era il momento di accendere un po' il fuoco.
 
"Fase principale: attivo il nexus Altopiano del Duello e aggiungo tre nuclei ad Ankillersauro che raggiunge cosi il livello 3; fase d'attacco: attacco con Ankillersauro!"
 
Il tozzo rettile ruggì ferocemente all'ordine del suo padrone e iniziò la sua carica furiosa verso la metà dell'anello di roccia controllata dall'avversario.
 
"Azione lampo! Utilizzo la magia Cortina Nebulosa, scelgo Ankillersauro e rispondo all'attacco con la vita"
 
Una nebbia bianca invase il terreno di gioco del re di perla rendendo impossibile la visibilità.
Perso in mezzo alla nube, lo spirit di Julian tentò di colpire l'aria con alcune violente sferzate fino a crearsi una sorta di strada verso la postazione opposta; giunto in area di tiro, alzò la coda a trivella e sparò il suo colpo energetico a spirale ma, prima ancora che lo scudo rosso apparisse a difendere Berger, l'aria bianca si addensò invalidando l'offensiva del duellante rosso.
 
"Una magia difensiva giocata a costo zero sfruttando le riduzioni, eh? Senza dubbio è stata una mossa sorprendente ma non ne capisco proprio l'utilità" osservò Magisa dalla sua loggetta
 
"Questa è da sempre una strategia peculiare del nostro re!" le ribatté uno dei tre cavalieri d'argento
 
"Quale strategia? Preferire inutili azioni dimostrative al ben più utile accumulo di nuclei per poter evocare spirit più potenti? Non mi sembra particolarmente intelligente"
 
"Ah, ah, molto divertente… e comunque, no, la sua strategia è quella di cercare di accumulare il maggior vantaggio possibile, tanto in attacco quanto in difesa, nelle fasi iniziali del duello, quando gli spirit schierati sono ancora deboli sia per porre pressione psicologica sull'avversario sia per costringerlo ad aprirsi forzatamente quando verranno schierati gli spirit più forti e pericolosi…"
 
"… così facendo può permettersi di concedere qualcosa all'avversario riuscendo comunque a limitarlo grazie alle capacità difensive delle carte bianche per poi trovarlo già indebolito e difensivamente scoperto da fronte all'attacco degli spirit più forti e ricchi di effetti interessanti" completò la maga "beh, devo ammettere che l'avevo sottovalutato"
 
"Buona mossa, ma ti conviene aspettare a cantare vittoria… attacco con Dracoltello"
 
Lo spirit del re dell'Impatto Devastante partì in una furiosa avanzata caricando, durante la corsa, le affilatissime lame che sporgevano dai lati del suo viso schiacciato; dall'alto della sua postazione, invece, Ulrich non parve per nulla intimorito, anzi si limitò ad osservare l'attacco con una punta di disprezzo.
 
"Mai vista una mossa tanto idiota… blocco con Sacro Laevateinn!"
 
Il soldato meccanico attivò i motori scattando a velocità supersonica in direzione dell'avversario, giunto quasi al centro del terreno, aprì la mano che reggeva lo scudo lasciandolo cadere tendendo al contrario l'altro braccio al fine di caricare il più possibile l'affondo con la spada.
 
"Azione lampo! Attivo effetto Risveglio, sposto tre nuclei da Ankillersauro a Dracoltello che si eleva così a livello 3 e raggiunge i 7000 PB"
 
Le tre gemme sul tabellone si spostarono rapidamente sull'attaccante il quale venne immediatamente avvolto da un'aura di luce: improvvisamente la sua velocità aumentò, lo sguardo si fece più aggressivo e le lame si colorarono di un rosso rovente; con la sua nuova forza fece un grande balzo a coprire la distanza che lo separava dal suo avversario e piombò su di lui fendendolo e tagliandolo in due all'altezza dell'addome.
 
"A te la mossa" concluse il biondo, soddisfatto per aver sorpreso il rivale
 
 
TURNO 10
 
 
"Fase iniziale" dichiarò l'usurpatore ansioso di sfogare la sua rabbia, tuttavia il destino, che in questo caso di nome faceva Julian, era deciso a ripagarlo con la stessa moneta che lui aveva precedentemente rifilato all'inglese
 
"Attivo l'effetto del nexus Altopiano del Duello!" fece Fines "esso mi consente di recuperare, durante la fase iniziale avversaria, un mio spirit in affaticamento avente effetto Risveglio, in questo caso recupero Dracoltello che è così di nuovo pronto a bloccare"
 
"Fase principale: abbasso Artefatto Fjalar a livello 1, evoco Balder Soldato Scudo a livello 1 ed elevo a livello 3 Supremo Mjolnir"
 
L'androide dai quattro scudi prese posto tra i due spirit schierati ove fino al turno precedente vigilava Sacro Laevateinn, alla sua destra invece la macchina armata raggiunse il massimo potere e si mise immediatamente in posizione di scatto.
 
"Fase d'attacco: attacco con Supremo Mjolnir" gridò "azione lampo! Attivo l'effetto di Artefatto Fjalar, affatico lo spirit e aggiungo i suoi 2000 PB ai 7000 di Supremo Mjolnir che arriva così a 9000 PB"
 
"Rispondo al tuo attacco con la vita" replicò l'altro affrontando senza paura le fruste metalliche del potente spirit avversario
 
"A lei la mossa"
 
 
TURNO 11
 
 
Rapidamente Julian completò le operazioni della fase iniziale e valutò la situazione: anche se fino ad ora il suo schieramento di spirit aveva retto abbastanza bene, era in netto svantaggio per quanto riguardava il numero di vite; era davvero giunto il momento di riequilibrare un po' la situazione.
 
"Fase principale: abbasso tutti gli spirit a livello 1 e attivo la magia Carta in Più che mi consente di pescare due carte dal mazzo e scoprirne una terza, se essa fosse uno spirit rosso potrei aggiungerla alla mia mano…" spiegò mostrando poi la carta pescata a tutti i presenti "… sfortunatamente ho pescato la carta magia Ciclone Fiammeggiante e quindi devo rimetterla in cima al mazzo"
 
Il maestro della luce ripose lentamente la carta in cima al mazzo e lanciò uno strano sorriso in direzione di Magisa che non poté fare altro che guardarlo con un espressione interdetta.
 
-Non preoccuparti- sembrò dirgli la sua successiva espressione -ti fidi di me, no?-
 
Si, decisamente si fidava di lui.
 
"Preparati ad inginocchiarti, usurpatore, perché stai per incontrare un vero re!" esclamò Julian euforico "evoco il drago fiammeggiante e signore delle stelle, Meteorwurm Drago Imperatore Stellare"
 
L'aria del terreno di gioco fu scossa da un fremito elettrico; il simbolo rosso si spezzò liberando un onda di energia rossa mai percepita prima, dalla nube scarlatta si rivelarono due occhi verdi che, una volta dispersa l'energia, vennero completati dall'apparizione del maestoso dragone che esordì con un fiero ruggito capace di scuotere tutto il terreno di gioco.
 
"A te la mossa!"
 
 
TURNO 12
 
 
"Fase iniziale: nuclei, acquisizione e recupero"
 
Le ottime sensazioni percepite dal re nonostante l'apparizione del forte spirit avversario vennero confermate della carta appena acquisita.
 
"Fase principale: preparati Meteorwurm, perché il tuo fuoco verrà spento dal gelo del primo della triade di Asgard; abbasso Supremo Mjolnir a livello 2… ed evoco Loki il Grande Ingannatore a livello 2!"
 
Un gelido vento sferzò la metà del terreno di gioco controllata dal re di perla; alcuni secondi e l'aria si ammassò in una densa nuvola di ghiaccio dalla forma indecifrabile che, solidificatosi, rivelò il potente spirit bianco.
 
"Elevo a livello 2 Artefatto Fjalar e Balder Soldato Scudo, ed ora fase d'attacco: attacco con Supremo Mjolnir; azione lampo! sfrutto nuovamente l'effetto di Artefatto Fjalar!"
 
"Già, peccato che non abbia intenzione di ricevere altri danni… blocco con Goradon" ribatté inclinando la carta "mi dispiace molto, amico mio"
 
L'ovvia sconfitta del dinosauro rosso fermò l'aggressiva carica dello spirit bianco che, dopo aver distrutto l'avversario, si accasciò, stanco per lo sforzo.
 
"Turno concluso"
 
"Sai, viste le meravigliose stronzate che ti inventi per dimostrare la superiorità di voi nobili, ti facevo un po' più fantasioso come duellante, Ulrich" scherzò Magisa
 
"Riderai molto meno dopo la sconfitta del tuo caro maestro della luce" ribatté altezzoso il re "ricordati che non sei nella posizione di dire certe cose"
 
 
TURNO 13
 
 
Senza dare ascolto alla discussione tra l'amica e il suo avversario, Julian completò la fase iniziale e giunse alla fase principale; contò rapidamente i nuclei nella riserva e calcolò tutte le possibili strategie adottabili in quella situazione: conosceva abbastanza bene le caratteristiche di Loki il Grande Ingannatore, era uno spirit contro cui aveva già giocato, anche se poche volte, e non lo preoccupava più di tanto, non in questa situazione perlomeno.
 
"Innanzitutto evoco Oviraptor, dopodiché elevo a livello 3 Dracoltello e Ankillersauro ed elevo a livello 2 Meteorwurm; fase d'attacco: attacco con Ankillersauro!"
 
"Blocco con Balder! Attivo il suo effetto a livello 1 e 2: in fase di blocco, lo spirit guadagna 1000 PB per ogni spirit da me controllato in stato di affaticamento compreso il bloccante stesso… quindi in totale sono 3000 PB che portano lo spirit ad avere 7000 PB!"
 
"Ottima mossa, sono quasi dispiaciuto di umiliarti in questo modo" rise il biondo inglese "attivo l'effetto di Ankillersauro a livello 1,2 e 3: durante la fase d'attacco lo spirit guadagna 1000 PB per ogni spirit avente effetto Risveglio o Impatto Devastante da me controllato, Dracoltello ha effetto Risveglio mentre Meteorwurm e Orsocorno hanno Impatto Devastante il che significa che anche il mio spirit raggiunge i 7000 PB"
 
I due spirit si scontrarono violentemente al centro dell'anello roccioso rispondendo colpo su colpo ad ogni affondo dell'avversario. Un tentato fendente di lancia dell'androide venne parato con la trivella dal rettile dalla dura corazza che riuscì a colpire con un artigliata, molto smorzata dai quattro scudi, il simbolo bianco sul petto del nemico; i contendenti continuarono a scambiarsi ripetuti favori fino a che la stanchezza non sembrò prendere il sopravvento su di loro.
 
"Una doppia sconfitta? E' questa la sua idea di umiliazione? Forse dovrebbe rivedere il suo vocabolario" lo irrise Ulrich
 
"Temo invece che sia tu a dover lavorare sul vocabolario, un buon inizio potrebbe essere inserirci la parola "giustizia" per esempio" ribatté l'altro per nulla preoccupato "attivo l'effetto di livello 1 e 2 all'evocazione di Oviraptor: Tutti i miei spirit del genere "Drago terrestre" guadagnano 1000 PB fino a fine turno, quindi Ankillersauro e Dracoltello, che appartengono entrambi a tale genere, guadagnano 1000 PB e raggiungono entrambi gli 8000 PB"
 
Come se avesse si fosse appena risvegliato da un lungo riposo, il drago armato di trivella recuperò improvvisamente le forze e con un rapido uno-due di artigliate si sbarazzò degli scudi e riuscì a sfondare il petto dell'androide dorato facendolo esplodere.
 
"Proseguo l'attacco con Dracoltello"
 
Il re di perla seguì con lo sguardo la carica dello spirit rosso: sconfiggerlo avrebbe voluto dire impedire l'effetto del nexus nel turno successivo e l'effetto di Loki in Fase di blocco si adattava perfettamente al caso; tuttavia era anche vero che, pur con l'incremento, il suo spirit non sarebbe andato oltre i 1000 PB di vantaggio e che lui aveva una sola carta, tra l'altro non una magia, contro le quattro dell'avversario.
Era dura, ma esisteva un'unica scelta sensata.
 
"Ne rispondo con la vita"
 
Le lame del drago sferzarono con violenza lo scudo rosso che per la prima volta dovette circondare la postazione del re bianco; in pochi secondi la barriera fu in pezzi e l'anziano granroriano si ritrovò a dover ansimare per recuperare il fiato e le forze.
 
"Finalmente Ulrich, cominciavo a pensare che non ti ricordassi la formula e che non volessi fare la figura dell'imbecille" lo prese in giro una Magisa sempre più convinta della vittoria del suo amico e quindi sempre più spregiudicata
 
"Tu proprio non ci tieni alla tua salute, vero?" domandò ironicamente l'altro
 
"Pensa per te, mi sembra che tu non abbia accusato così bene il colpo subito dall'attacco di Julian"
 
"Ehi, voi due! La finite di bisticciare come una copia di divorziati!" si inserì il biondo "a te la mossa"
 
 
TURNO 14
 
 
Come da norma, Berger dichiarò la fase principale attendendo, senza risparmiarsi nelle occhiatacce, che l'effetto del nexus avversario ridestasse lo stanco Dracoltello, dopodiché prosegui pronunciando le varie sottofasi e preparandosi un piano mentale per il turno a venire; non poteva negare di essere rimasto scottato dall'attacco subito ed era certo che il suo progetto avrebbe potuto fungere da base per una progressiva rivincita ma tutte le sue certezze crollarono di fronte alla carta che aveva appena pescato.
 
"Sappia che la sua sconfitta ora è molto vicina, signor Fines" fece il cavaliere d'argento agitando minacciosamente le ultime due carte che aveva in mano "abbasso tutti i miei spirit al primo livello… ed ora discendete su questo anello di rocce, o grandi titani del gelo che insieme a Loki componete la regale la triade di Asgard, EVOCO ODINO FORTEZZA INESPUGNABILE A LIVELLO 1 E THOR IL GIGANTE A LIVELLO 3!!"
 
La rottura dei due diamanti scatenò sul terreno di gioco un uragano di aria ghiacciata che sembrò abbassare la temperatura di almeno sette o otto gradi; gli inarrestabili flussi percorsero ad alta velocità l'intera circonferenza del terreno di gioco fino a ritornare al punto in cui prima fluttuavano le gemme bianche ove si separarono formando due uragani.
Una volta silenziatosi il vento, un pesante rumore metallico scosse la terra sotto gli spirit e dagli ultimi residui delle raffiche emersero due giganteschi androidi: il primo era più grande come dimensioni e il suo aspetto era simile a quello di un centauro, una parte superiore umanoide, ad eccezione dell'enorme cannone sulla testa, e una parte inferiore meccanica rimandante ad un carro armato; il secondo, invece, era completamente umanoide e rimandava come conformazione ad un inamovibile titano.
 
"Fase d'attacco: attacco con Thor!"
 
Gli occhi dello spirit appena evocato si illuminarono, segnando la ricezione dell'ordine; immediatamente iniziò la sua lenta e pesante avanzata, preparando il pugno destro per il colpo capace di sfondare lo scudo avversario.
 
"Desideri così tanto perdere il tuo spirit chiave? Blocco con Meteorwurm"
 
Il drago rosso ruggì ferocemente e decollò furioso in direzione dell'avversario; giunto in zona, sparò tre sfere infuocate davanti all'androide costringendolo ad indietreggiare, poi lo sommerse con una devastante fiammata che tuttavia sembrò non fare troppi danni allo spirit bianco.
 
"Azione lampo! Utilizzo la carta magia Scavatrice, pago il costo sottraendo due nuclei a Dracoltello che si abbassa a livello 1, aumento i PB di Meteorwurm di 3000 i quali arrivano quindi a 10000"
 
La luce della forza si spense sul drago di terra per spostarsi a quello alato che, dopo aver immagazzinato le nuove energie, alzò la sua quota di volo e iniziò a volteggiare acquistando velocità; l'aria nelle sue immediate vicinanze cominciò progressivamente a fare scintille fino a divampare in un vero e proprio incendio, a quel punto lo spirit chiuse l'elmo e diede il la all'interminabile carica che, in pochi secondi, andò ad impattare per cinque volte e con intensità sempre crescente contro il corpo del gigante bianco, giunto ormai al suo limite.
 
"Se pensi di aver vinto ti sbagli; ATTIVO L'EFFETTO DI THOR IL GIGANTE A LIVELLO 1, 2 E 3: QUANDO LO SPIRIT ATTACCA, POSSO AFFATICARE UN MIO SPIRIT DEL GENERE "MACCHINA ARMATA" E AGGIUNGERE I SUOI PB A QUELLI DEL MIO ATTACCANTE PER TUTTA LA DURATA DEL TURNO; AFFATICO QUINDI SUPREMO MJOLNIR E AGGIUNGO I SUOI 3000 PB AGLI 8000 DI THOR CHE RAGGIUNGE COSI' GLI 11000 PUNTI BATTAGLIA"
 
Le parole del re di perla rinvigorirono improvvisamente il suo spirit chiave che con qualche difficoltà riuscì a deviare lontano l'ultima carica subita; approfittando dei pochi secondi di pausa, dovuti alla necessità da parte di Meteorwurm di invertire la propria direzione e recuperare la forza per l'ultima carica, Supremo Mjolnir scattò in direzione del compagno. Arrivato ormai quasi al centro, l'androide eseguì un lungo salto; i filamenti si irrigidirono divenendo quasi sbarre d'acciaio e il lavoro delle giunture meccaniche li fece congiunge andando a formare il manico del potente martello che il gigante bianco afferrò con prontezza.
Incurante della nuova situazione, il drago caricò ancora a testa bassa scatenando tutta la sua devastante potenza; il suo avversario però non si fece cogliere impreparato stavolta, deviò e destabilizzò l'avversario col martello appena guadagnato e, con una destrezza impressionante considerata la mole, eseguì una perfetta rotazione e impattò l'arma contro il cranio dello spirit avversario con una violenza mostruosa.
Accusato il terribile colpo, il drago barcollò per alcuni secondi prima di accasciarsi inesorabilmente a terra ed esplodere in mille pezzi.
 
Della sua postazione sugli spalti, Magisa aveva osservato l'intera battaglia; il suo cuore aveva cominciato a battere ad una velocità incontrollabile nel momento in cui sembrava che Julian potesse veramente eliminare lo spirit chiave del suo avversario, ma quell'eccitazione si era in breve trasformata prima in titubanza e poi in terrore quando la situazione si era improvvisamente ribaltata.
Respirando ritmicamente, cercò di rallentare il suo battito e far cessare i brividi che le percorrevano la spina dorsale; il duello era tutt'altro che perduto ed il suo maestro della luce aveva ancora la possibilità di invertirne le sorti, eppure, per la prima volta, si sentiva davvero a disagio per la posizione in cui si trovava.
 
"Non ho ancora finito… attivo l'effetto di Thor a livello 3: durante la fase d'attacco, dopo che il mio titano ha portato a termine un'offensiva, distruggendo uno dei miei spirit del genere "Macchina armata" posso recuperare lo spirit attaccante, distruggo Artefatto Fjalar e recupero Thor… attacco di nuovo con Thor!"
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
Il martello infranse lo scudo bianco intorno alla postazione di Julian causando l'esplosione del suo penultimo nucleo-vita; a differenza di Magisa, il biondo non sembrava particolarmente preoccupato, nel suo sguardo si poteva tutt'al più leggere una lieve ammirazione mista ad un simultaneo disgusto per aver provato apprezzamento per un simile individuo.
 
"A lei la mossa!"
 
 
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"Ecco, questo è il blu che cercavo!" esclamò Veirhal caricando la pistola a vernice "perfetto, ora la materia prima per la verniciatura delle lamiere è pronta, voi a che punto siete?"
 
"Una squadra di tecnici specializzati ha appena finito disinstallare il computer di bordo ed il sistema dei nuclei, mentre io e altri colleghi ci siamo occupati di rimuovere gli interni" gli rispose un operaio vicino
 
"Sareste in grado di modificare leggermente le dimensioni della nave? Vorrei renderla più… vivibile"
 
"Sicuro, in realtà si tratta di un lavoro meno complesso di ciò che si pensa" spiegò il granroriano del regno di perla al duellante "immagino vorrebbe aggiungere un sorta di angolo cottura e altre specifiche dello stesso genere"
 
"Mi ha letto nel pensiero!" esclamò felice Olamaris
 
"Perfetto" concluse rivolgendosi poi ad un gruppo di colleghi "ragazzi! Raccogliete grosse lamiere dello stesso metallo del catorc… cioè, volevo dire della nave, e portiamo il tutto alla fornace per fonderlo e poterlo rimodellare"
 
Come da ordine, gli operai si allontanarono con la stella verso una zona riservata dell'officina; prima di incamminarsi insieme a loro, il Mekanisk che fino a poco prima aveva parlato con il suo cliente rivolse ancora una volta a lui la sua attenzione, sventolandogli sotto il naso un piccolo mazzo di carte.
 
"Le avevi dimenticate sulla nave, genio!" esclamò "i tuoi compagni di viaggio ti avrebbero ammazzato se avessi lasciato che tutte queste belle carte finissero nel fuoco"
 
Senza dare peso all'ironia delle parole, il giovane duellante di Selveya afferrò il mucchietto di carte curioso di scoprire quali fossero.
La prima carta era lo spirit Ex Calibus Imperatore Dragospada.
 
-Quell'imbecille si è dimenticato qui il suo side deck- pensò prima di rivolgere la sua attenzione nuovamente a colui che gli aveva consegnato il mazzo
 
"Immagino sia la presenza di questo gruppo di carte che ti ha portato a dedurre che non viaggiassi solo; come puoi sapere che non sono mie?" domandò
 
"Non prendermi in giro, quelle sono carte rosse ed io so riconoscere un nativo del regno di smeraldo quando lo vedo"
 
"Beh, hai indovinato… anche se devo ammettere che mi piacerebbe poterti dire che ti sei sbagliato, insomma, perché diavolo continuate tutti a rinfacciarmi questa storia delle carte verdi; non è che, poiché vengo dal regno di smeraldo, sono obbligato ad usare quel colore"
 
"Quindi queste non sono tue… ma tu comunque non usi il verde?"
 
"No, infatti, uso il colore blu" replicò distrattamente Olamaris, concentrato più sui suoi compagni di viaggio che non su quella conversazione
 
Il fatto di non sentire più la voce del suo interlocutore nei secondi successivi ebbe comunque l'effetto di riportarlo alla realtà appena in tempo per notare che il granroriano si stava rapidamente allontanando nella direzione della fornace. Istintivamente, fu tentato di richiamare ancora la sua attenzione per porgli quella domanda che il continuo riflettere sugli altri due membri della sua squadra gli aveva fatto balenare alla mente ma poi ricordò le parole dell'Håndverker che aveva conosciuto poco prima.
 
-Non tutti gli Håndverker hanno le mie stesse idee e, nel caso serva qualcosa a te o ai tuoi amici, rivolgiti a me- ripeté nella sua mente quelle che, a grandi linee, erano state le sue parole
 
Anche lui aveva intuito come non viaggiasse da solo… anzi, probabilmente aveva intuito molto di più, che ci fosse qualcosa di non rivelabile sui suoi compagni, perlomeno non ad alta voce.
 
Che quel vecchio avesse intuito chi realmente fossero i suoi compagni di viaggio?
 
No, questo era impossibile; avrebbe potuto immaginare alcuni scenari, si sarebbe, magari, potuto perfino avvicinare alla verità, ma da qui a capire che i suoi due colleghi fossero la maga guardiana di Gran RoRo e un maestro della luce del simbolo rosso ne passava… eppure era quasi come se ci sperasse.
 
-Ma cosa diavolo mi prende, la missione è segreta e così deve restare-ripeté alla sua mente cercando di imporsi
 
Fu tutto inutile… era davanti alle officine private degli Håndverker.
 
In silenzio, oltrepassò la porta trovando, appena oltre essa, l'anziano costruttore assorto in un momento di riposo. Come se avesse intuito (o forse, sempre saputo) della visita il granroriana di perla si svegliò e fece cenno al capitano di avvicinarsi; dopo che questi prese posto su una sedia, l'artigiano lo interrogò sul perché della sua visita.
 
"Vo-volevo… v-volevo chiederle c-cosa pe-pensa della le-leggenda dei ma-maestri d-della luce?" domandò intimorito Veirhal, estremamente preoccupato per quella che avrebbe potuto essere la sua reazione
 
"Io personalmente ci credo" rispose tranquillamente l'altro
 
"N-no, io intendevo di-dire… cioè, io vole… quello che pens… in parole povere, le chiedevo se lei… si, insomma, come reagirebbe se sapesse dell'esistenza certa di un maestro della luce?"
 
"Io…"
 
Lo sguardo dell'Håndverker si fece improvvisamente tetro, cominciò a sfregarsi le mani e si fece più piccolo.
 
"Io non lo so" rispose sinceramente "conosco perfettamente la leggenda e ho molte informazioni su ciò che dovrebbero essere i maestri della luce, ma prendere apertamente posizione al loro fianco, o, di più, abbandonare tutto e assisterli nella loro missione? No, come moltissimi altri non penso di poterlo fare"
 
"Ma la leggenda afferma che i maestri della luce restituiranno la libertà a Gran RoRo" ribatté Veirhal che ormai non riusciva più a capire se stesse avendo un dialogo o un soliloquio dato che l'uomo stava ripetendo le parole che poco prima affollavano la sua mente
 
"Ti ho già detto che conosco la leggenda, ma ciò non toglie che abbandonare le certezze per un pericoloso ignoto non sia cosa da tutti" rispose grintoso l'Håndverker "lo so, la mia è una posizione facile da criticare: e se i maestri della luce riuscissero nell'impresa? E se avessi partecipato attivamente alla lotta contro il re? E se i maestri della luce fossero umani, dovremmo lasciare loro il merito e l'onore di aver salvato Gran RoRo?"
 
Un ansimo profondo per recuperare fiato e riprese
 
"Ci sono troppi "e se" in queste contestazioni! Io sono un commerciante, necessito di certezze, vendo sia ad uomini che a granroriani, basta che paghino il giusto, e a casa ho una famiglia da mantenere; chi trova il coraggio per abbandonare tutto e partire mi è superiore, lo ammetto, ma se, a mente fredda e lucida, mi chiedessi se voglio essere come loro la mia risposta sarebbe no, è una cosa più grande di me… ed io ho troppo da perdere"
 
Veirhal comprese alla perfezione quelle parole, del resto erano le stesse che lo tormentavano da quando aveva scoperto che Julian era un maestro della luce, e finalmente gli fu chiaro il perché della sua inquietudine: anche lui aveva molto da perdere, molto più di ciò che voleva ammettere, e la missione in cui si era imbarcato era molto più grande di lui.
 
-Tutto si risolve a Battle Spirits, ma per poterti salvare richiedendo un duello devi sperare che la tua voce sia più veloce delle pallottole-
 
La sua nave aveva pagato il prezzo della sua spregiudicatezza, la prossima volta a chi sarebbe toccata tale sorte… no, non ci sarebbe stata una prossima volta, non sarebbe mai più successo.
Confortato, Olamaris si avviò verso la porta dopo un veloce ringraziamento; giunto al soglio tuttavia si fermò e si voltò; c'era ancora una curiosità da soddisfare.
 
"Signore, può dirmi dove ha reperito tutte le informazioni sui maestri della luce?" domandò
 
"Alla biblioteca di Krystalliza" rispose sicuro l'altro " troverai piccoli accenni alla leggenda in quasi tutte le sezioni, ma se vuoi scoprire qualcosa di davvero speciale allora devi cercare nell'ala est della sezione riservata"
 
"Sezione riservata?"
 
"E' chiusa al pubblico, a meno che questi non abbia un lasciapassare del re di Perla o dei cavalieri d'argento; si può ottenere tale documento solo sconfiggendo il re di perla in duello a Battle Spirits… tuttavia devo anche avvertila del fatto che re Ulrich von Berger non è mai stato sconfitto"
 
"Beh, c'è sempre una prima volta!" esclamò il capitano lasciando l'officina privata e l'uomo al suo lavoro
 
-Sezione riservata, eh- pensò -questa informazione sarà molto utile a Magisa e Julian; spero solo che nel frattempo non abbiano fatto nulla di stupido, non sono sicuro di quali saranno le nuove capacità della mia nave-
 
Si fermò un secondo all'ingresso della fornace per osservare per un ultima volta la sua Stella Blu prima che essa si dirigesse verso la conclusione della prima vita; non c'era tuttavia alcuna disperazione in lui, la sua nave sarebbe ritornata più forte e pronta per affrontare con coraggio ma anche con prudenza le prossime pagine del libro della leggenda che stavano vivendo.


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TURNO 15
 
 
"Sa, signor Fines, l'ho vista sorpresa di fronte all'attacco del mio fedele Thor" sibilò Ulrich con un tono velenoso "per caso non ne conosceva gli effetti? Sarei molto stupito se un duellante della sua esperienza non avesse mai fronteggiato questo spirit"
 
"In effetti no, non ho mai affrontato questo spirit bianco" replicò l'inglese "essendo, nel mio mondo, noto a tutti come "Re dell'Impatto Devastante", praticamente tutti i duellanti utilizzanti mazzo bianco che mi capita di affrontare puntano sull'effetto Immunità (Rosso), molto diffuso, e quindi preferiscono avere, come spirit chiave, Yggdrasill Cavaliere d'Acciaio"
 
"Già… sono in molti a preferire quello spirit e il suo effetto a quelli che uso io" borbottò l'altro digrignando i denti "ingiustamente a mio parere; l'effetto Immunità è altamente sopravvalutato e Thor ha un valore esattamente uguale, se non superiore, a… a… quello spirit"
 
Quella risposta fece tornare a galla per un nanosecondo la vecchia Magisa che infatti non riuscì a trattenersi dal sorridere ironicamente; capiva benissimo come mai il vecchio Berger non riuscisse nemmeno a pronunciare il nome di Yggdrasill… era lo spirit simbolo della precedente casata di regnanti.
 
"Questione di punti di vista" concluse Julian "fase principale: elevo a livello 3 Orsocorno, Dracoltello e Ankillersauro"
 
I tre spirit brillarono e ruggirono fragorosamente assumendo pose aggressive, mentre il loro padrone lanciò un'ultima occhiata al suo avversario.
Era senza carte in mano.
 
-Perfetto-
 
"Fase d'attacco: attacco con Dracoltello!"
 
Il drago verdastro affilò le lame e partì alla carica per prendersi la seconda vita del re di perla; questi capì immediatamente la strategia dell'avversario ma per quanto si sforzasse non riusciva ad immaginare una scelta migliore dell'incassare il danno.
 
-Al diavolo, quell'umano si è accorto che non ho carte in mano- imprecò mentalmente -se bloccassi, perderei uno dei miei guerrieri della triade di Asgard… non penso di avere altra scelta-
 
"Ne rispondo con la vita!" ribatté osservando la fiammata del drago impattare contro il suo scudo
 
"Concludo così il mio turno"
 
 
TURNO 16
 
 
Dopo il recupero di Dracoltello, Ulrich sollevò la carta in cima al suo mazzo e le diede un'occhiata: avrebbe dovuto usarla immediatamente, non era particolarmente felice di restare nuovamente senza carte in mano ma era l'unica mossa sensata che potesse fare.
 
"Fase principale: evoco Artefatto Fjalar a livello 3, elevo a livello 2 Odino"
 
Mentre i due spirit gridavano ai loro avversari la forza appena guadagnata, il loro padrone era estremamente concentrato sullo studiare la situazione generale: era in vantaggio sia come numero di vite sia come numero di spirit eppure era attanagliato da una sgradevole sensazione, come se non fosse lui ad avere il controllo del duello.
 
-Ha solo una vita, no? Potrei far semplicemente valere il numero di spirit- pensò muovendo la mano destra verso il tabellone, pronto a dichiarare l'attacco totale
 
-No, aspetta! Prima quando ha usato Carta in Più aveva pescato, come terza carta, la magia Ciclone Fiammeggiante che poi ha dovuto rimettere in cima al mazzo… quindi ora ha in mano quella carta!- rifletté ancora cercando di ricordare bene la successione dei turni -non ci voleva, il suo effetto è di distruggere tutti gli spirit, propri e dell'avversario, sotto i 5000 PB. Ma noi abbiamo entrambi due spirit sotto quella quota, giusto? In fondo non dovrebbe cambiare nu… no, fermo! Ho sbagliato a contare perché, grazie al suo effetto, Ankillersauro ha più di 5000 PB… di conseguenza sarei solo io a perdere due spirit e i conti verrebbero pareggiati… grrr, maledizione, quell'umano è convinto di avermi intrappolato ma io so di essere ancora in vantaggio-
 
"Fase d'attacco: attacco con Thor il Gigante; attivo il suo effetto a livello 1, 2 e 3 al momento dell'attacco, affatico Odino, che, grazie all'effetto del mio nexus, acquisisce il genere "Macchina armata", e ne aggiungo i 5000 PB che, a causa dell'effetto a livello 1, 2, e 3 dello spirit stesso, crescono fino a 8000… Thor raggiunge quindi i 16000 PB!"
 
"Blocco con Oviraptor" replicò Julian senza lasciar trasparire emozioni
 
" Oviraptor eliminato!" esultò vedendo l'avversario sparire sotto la pioggia di proiettili del titano armato di cannone "attivo l'effetto di livello 3 di Thor, elimino Supremo Mjolnir e recupero lo spirit attaccante; attacco di nuovo con Thor!"
 
"Blocco con Orsocorno"
 
"E sia, anche Orsocorno vada in pezzi!" gridò sempre più euforico il re "cedo volentieri a lei la mossa, mister Fines, anche se non penso che potrà fare molto con due spirit e tre vite ancora da colpire, per non parlare del fatto che anche io ho due spirit pronti a combattere"
 
 
TURNO 17
 
 
"Mi creda, caro lord Berger, non vi mento quando dico che io, invece, accetto di malavoglia questa mano; vi avevo concesso un ultima opportunità, ma se questo è il destino che preferite allora… fase principale: abbasso tutti i miei spirit a livello 1 ed elevo invece a livello 2 il nexus Trono dei Sette Draghi"
 
Il gigantesco trono sfregiato risplendette accecando tutti i presenti; ora sembra davvero un seggio degno di un re.
 
"Devi sapere che Meteorwurm non è l'unico sole che illumina il mio mazzo, esiste un altro drago dai grandi poteri le cui fiamme sono temute da ogni duellante; attivo l'effetto di livello 1 di Trono dei Sette Draghi che mi consente di aggiungere una gemma di riduzione di costo ad ogni spirit nella mia mano dei generi "Drago antico" e "Drago imperiale"… ed ora, apri le tue potenti ali e ruggisci! Evoco Siegfried Drago Imperiale, spirit del genere "Drago antico", a livello 2!"
 
Il gigantesco drago rosso discese dal cielo sull'anello di roccia: era più piccolo ma anche più robusto rispetto a Meteorwurm, il suo viso era molto più definito e le ali ricordavano quelle del più classico dei draghi; non appena la creatura ebbe completato la sua apparizione, immediatamente lanciò uno sguardo fulminante verso lo schieramento avversario e, esattamente nello stesso momento, delle misteriose fiamme dorate avvolsero Loki distruggendolo.
 
"Ma che diavolo…?!!" urlò indignato Berger
 
"Effetto di livello 2 del nexus Trono dei Sette Draghi" spiegò Julian in tono trionfante "ogni volta che evoco uno spirit appartenente ai generi "Drago antico" o "Drago imperiale" posso distruggere uno spirit avversario avente PB uguali o inferiori a quelli dello spirit evocato; in questo caso, Siegfried a livello 2 ha 6000 PB, esattamente li stessi di Loki"
 
"No, non può essere!"
 
"E non è finita qui!" esclamò Fines sempre più determinato "attivo la magia Fiamma della Rinascita che mi consente di recuperare uno spirit dagli scarti e, se esso appartenesse al genere "Drago astrale", di guadagnarvi anche una gemma di riduzione di costo ulteriore; vediamo, chissà quale drago dovrei scegliere… mmm, direi che lui può andare… abbasso di nuovo il nexus a livello 1 ed evoco Meteorwurm Drago Imperatore Stellare a livello 3!!"
 
Il signore di Impatto Devastante tornò ad assaporare il terreno di gioco dopo la distruzione; il suo ingresso fu accolto con gioia dagli altri spirit che emisero forti ruggiti in suo onore tributandogli un'accoglienza degna di un re.
 
"Fase d'attacco: attacco con Siegfried!" gridò il biondo inglese dando iniziò alla sua rivalsa
 
Per i primi secondi Ulrich fu addirittura tentato di bloccare ma ciò avrebbe significato sprecare l'unico bloccante disponibile e quindi decise di incassare.
 
"Ne rispondo con la vita!" concluse
 
"Perfetto!" esultò l'altro "Secondo attacco, vai Meteorwurm! Attivo l'effetto Impatto Devastante e l'effetto di livello 3 di Meteorwurm che mi consente di scegliere il bersaglio di impatto Devastante… scelgo Thor il Gigante!"
 
"Hai appena commesso il peggior errore della tua vita!" sibilò con ritrovata aggressività Berger "blocco con Thor di cui attivo immediatamente l'effetto a livello 2 e 3 che consente al mio spirit di bloccare gli attacchi degli spirit rossi senza andare in affaticamento"
 
Il titano bianco si rialzò in piedi battendo i pugni in attesa del suo avversario che nel frattempo aveva iniziato le operazioni di caricamento del suo micidiale Impatto Devastante.
 
"Azione lampo!" esclamò allora il re di perla "attivo l'effetto di livello 1, 2 e 3 di Artefatto Fjalar, affatico lo spirit e aggiungo i suoi 5000 PB punti battaglia agli 8000 di Thor, per un totale di 13000"
 
"Finalmente un ottima mossa, peccato sia troppo tardi" ironizzò l'inglese "anche per me, azione lampo! Utilizzo la magia Aura Luminosa: pago il costo con i due nuclei di Siegfried che quindi viene eliminato e aggiungo 3000 PB ad uno spirit con Impatto Devastante, scelgo Meteorwurm che raggiunge così i 14000 PB!!"
 
I due giganti del duello giunsero nuovamente allo scontro frontale ma, nonostante la nuova forza derivatagli dall'aiuto del suo compagno, questa volta nulla poté il titano del gelo contro la furia scatenata del suo avversario che, dopo aver rotto la sua difesa, lo colpì in pieno petto, trapassandolo e distruggendolo.
 
Dalla sua postazione, il re bianco osservò attonito il crollo del suo piano d'attacco e difesa; era tanto sconvolto dalla fine del suo amato spirit che a malapena si accorse che il suo avversario aveva già dato l'ordine di attacco definitivo ai suoi due spirit rimanenti.
Istintivamente si guardò le mani, ma non aveva carte; si spostò verso il tabellone, ma non aveva bloccanti.
 
Le uniche cose che gli rimanevano erano le due gemme-vita che per tutto il duello aveva cercato di difendere strenuamente.
 
Alzò un'ultima volta lo sguardo solo per vedere Ankillersauro e Dracoltello superare gli stanchi residui di quella che una volta era la sua impenetrabile linea difensiva e balzare in direzione della sua postazione con le fiamme che già divampavano dalle loro fauci.
Capì che non avevano alcun bisogno di quell'ordine ma lui decise di darglielo lo stesso.
 
Era ciò che avrebbe fatto un vero re.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
 
Attraversata la porta luminosa, il guerriero rosso si ritrovò ancora nel santuario della statua di ghiaccio; immediatamente sentì il suo corpo trascinato in un caldo abbraccio.
 
“Ho… ho a-avuto davvero paura che… che po-potessi perdere” confessò singhiozzante la maga dai capelli rosa
 
“Spero tu abbia capito…” sussurrò delicatamente l’uomo “… che puoi sempre contare sulle mie capacità in un duello”
 
“Si, scusami… è che temevo che, se tu avessi perso, Ulrich ci avrebbe messo a morte”
 
“Beh… ammetto che, per alcuni secondi, ho avuto paura anch’io” fece il maestro della luce cercando di consolare la maga in preda alla tensione “sì, insomma… quando ho perso Meteorwurm ho rischiato di lasciarmi prendere dallo sconforto, ma poi mi sono ricordato una cosa che mi avevano detto mia madre e i miei amici quando ho iniziato a duellare”
 
“Quale cosa?” domandò la donna una volta espulse tutte le preoccupazioni accumulate e trattenute nelle ultime ore
 
“Se tutto andrà come penso, lo scoprirai a breve” concluse Julian rivolgendo poi lo sguardo più in profondità all’interno della sala
 
Ai piedi della statua di cristallo che dominava il sacrario c’era un grumo bianco i cui componenti erano assolutamente indistinguibili alla distanza cui si trovava il biondo inglese, tuttavia il suo intuito gli suggeriva quale fosse la situazione.
 
“N-no, no, n-nn-no, non è po-possibile” balbettò quello che fino a pochi secondi prima era stato il suo avversario “i-io non po-posso aver p-perso, n-non di fronte a Walhalance dalla Corazza Indistruttibile e Supremo Gugnir; gli spirit protettori del re di perla avrebbero dovuto impedire la mia sconfitta proprio come hanno sempre fatto… deve… deve essere stato solo un caso... anf, anf… so-solo dannatissima fortuna”
 
“Fortuna dici? Non credo proprio” replicò Julian attirando su di se gli sguardi furiosi del re e dei suoi tre cavalieri “devi sapere che, nonostante alcuni attimi di paura in seguito alla perdita di Meteorwurm, all’inizio del quindicesimo turno mi resi conto che, giocando in un certo modo, avrei potuto ribaltare le sorti del duello e ridurti all’impotenza… ma ho deciso di non farlo”
 
“Cosa? No, non è possibile! Stai bluffando!”
 
“Oh, non direi proprio, posso dirti esattamente le mosse che avrei fatto” ribatté il duellante umano incontrando lo stupore di tutti i presenti
 
“Per prima cosa avrei comunque elevato il nexus a livello 2 ed evocato Siegfried ma l’avrei schierato direttamente a livello 3; consequenzialmente, avrei attivato l’effetto di livello 2 del nexus e l’avrei sfruttato per eliminare Thor. Distrutto il tuo amato spirit chiave, avrei poi elevato a livello due Orsocorno e portato un attacco con Dracoltello sostenuto, tramite due azioni lampo, dal suo effetto Risveglio, prendendo i nuclei da Siegfried ed elevando il drago terrestre a livello 3, e dall’uso della magia Ciclone Fiammeggiante, pagata sacrificando Oviraptor, che avrebbe distrutto sia Supremo Mjolnir sia Loki, che in quel momento era ancora a livello 1 e quindi sotto i 4000 PB; a quel punto, con il solo Odino in difesa, sarebbe stato sufficiente attaccare con Orsocorno per arrivare alla distruzione, o al peggio alla doppia distruzione, dell’ultimo difensore; infine, avrei dichiarato la conclusione del turno e recuperato Dracoltello con l’effetto del nexus Altopiano del Duello
 
I presenti ripercorsero mentalmente le azioni descritte, con impressionante precisione, dal maestro della luce; non c’erano imperfezioni ne punti di caduta, perfino il re di perla rimase intimorito di fronte a tale dimostrazione di capacità strategica.
 
“M-ma allora pe-perché non…”
 
“Ho voluto darti un’ultima possibilità di dimostrare a tutti di essere degno del titolo di re” spiegò Fines “con la carta giusta, peraltro quella da te giocata nel turno successivo, avresti potuto chiudere l’incontro a tuo favore, ma, per farlo, avresti dovuto sacrificare Thor, il simbolo della tua nobile famiglia, abbassandolo a livello 2 e sfruttando i nuclei in esubero per preservare ognuno dei tuoi spirit dagli effetti della magia Ciclone Fiammeggiante!”
 
“Intende insultare le mie conoscenze di duellante, forse? Non avrei mai potuto salvare ogni mio spirit dall’effetto di quella carta magia; lo spirit Artefatto Fjalar infatti può raggiungere AL MASSIMO i 5000 PB, non dirmi che avrei potuto salvarlo perché sarebbe solo una sporca menzogna!!”
 
“Tu non avevi alcun bisogno di “salvare” Artefatto Fjalar perché il tuo spirit si sarebbe “salvato” da solo, idiota!!” sbottò Julian dimenticando, in preda alla rabbia, ogni forma di rispetto
 
“Co-cosa diavolo…”
 
“Effetto di Artefatto Fjalar a livello 1, 2 e 3; Immunità (rosso, verde): questo spirit è immune agli effetti delle carte spirit, magia e nexus avversarie dei colori elencati” recitò l’umano “te l’ho detto, è da quando sono diventato un duellante che provano a sconfiggermi sfruttando quell’effetto, conosco a memoria quasi ogni spirit che ne disponga…”
 
“N-no, no-non può essere vero”
 
“… ma tu non te ne eri nemmeno reso conto” prosegui Magisa una volta recuperato il suo consueto smalto “tu detesti quell’effetto perché è il segno distintivo di Yggdrasill Cavaliere d’Acciaio, lo spirit simbolo della precedente casata regnante, quella del triste re di cui narra la favola del re di perla e della principessa farfalla!”
 
Perfino Julian non seppe che dire a quella rivelazione; fino ad ora non era ancora riuscito a capire perché l’avversario si comportasse come se non fosse a conoscenza dell’esistenza dell’effetto Immunità. Adesso era chiaro come, per quanto quella dimenticanza potesse non essere totalmente volontaria, il rifiuto di tutti simboli dei re precedenti aveva generato una reazione di riflesso nel vecchio Berger.
 
Era un’ulteriore conferma della sua idea.
 
“Tu non sei un vero re, Berger!” riprese Fines “sei disposto a subire una sconfitta per mano di un misero umano pur di non sacrificare l’orgoglio della tua famiglia? Sai perché, nonostante la sconfitta di Meteorwurm, la paura non ha avuto la meglio su di me?”
 
“Puah, e come potrei?! Non sono abituato ad immedesimarmi nei pensieri di un non nobile” replicò sprezzante Ulrich
 
“Mi sono semplicemente ricordato di una frase che i miei amici e mia madre mi ripetevano sempre quando ero un duellante alle prime armi” prosegui il biondo “mi dicevano “Non preoccuparti troppo se perdessi Meteorwurm in uno scontro; ricordati che, per importante che sia, uno spirit è SEMPRE E SOLO UNO SPIRIT e che, quindi, CIO’ CHE LUI NON POTRA’ FARE LO POTRA’ FARE UN ALTRO SPIRIT AL SUO POSTO”; avevano perfettamente ragione: in Battle Spirits, sono le vite che devono essere difese; gli spirit, al contrario, sono i difensori, si deve sempre considerare la possibilità che essi vengano distrutti in battaglia o che sia necessario sacrificarli per ottenere la vittoria!!”
 
“Non è così che ragiona un vero re, maestro della luce!”
 
“Invece sì, se intendi dare prova della tua forza!!” gridò irato l’inglese “normalmente direi che un re dovrebbe rappresentare il proprio popolo e combattere per esso, ma anche in un caso come il tuo, in cui la lotta è esclusivamente per se stessi, il tuo obiettivo deve essere quello di dimostrare la tua forza e, per fare ciò, la vittoria è l’unica cosa che conta! Non puoi permetterti di perderla per difendere lo stupido orgoglio della tua famiglia!!”
 
“Cosa ne sa un suddito di come si deve comportare un re?!!”
 
“Te l’ho già detto, tu non sei un vero re!”
 
“Menzogna! Menzogna, menzogna, come tutto ciò che avete detto finora” sbraitò Ulrich quasi fosse impazzito “io sono un vero re! L’effetto Immunità non appartiene solo a Yggdrasill, anche Walhalance lo possiede ed io sono profondamente devoto ad esso!!”
 
Voltandosi teatralmente, il re di perla rivolse il suo sguardo alla statua cristallina. Dopo alcuni secondi di sola osservazione, il vecchio Berger alzò prima le braccia verso il monumento e dopo si inginocchiò precipitosamente come se stesse pregando.
Concluso il “rito”, si levò e voltò di nuovo verso il suo avversario: la sua espressone era distorta dalla rabbia e si trasfigurava in un terribile sorriso mentre le pupille dei suoi occhi erano dilatate, come quelle di un folle.
 
“O grandi Walhalance e Gugnir, protettori del mondo bianco e di quel re che voi stessi scegliete, distruggete l’umano che umilia il vostro eletto!”
 
Secondi di nulla seguirono le grida del capitano dei cavalieri; il vittorioso umano mise la mano sulla spalla di Magisa, le fece poi un cenno con il viso e insieme diedero le spalle al re, incamminandosi verso l’uscita.
 
“Tu non sarai mai un re, Berger, resterai per sempre solo un misero usurpatore” fece spavaldo Julian rivolgendo all’avversario uno sguardo di superiorità “ma prova a vedere il lato positivo della questione: tutti quei duelli che hai vinto, non li hai vinti perché eri sotto la protezione di Walhalance e Gugnir… li hai vinti perché, nonostante tutto, sei… u-un… cough, cough… un grande duellante”
 
Una volta concluso, il maestro della luce continuò la sua marcia verso il ritorno alla libertà; giunto ormai alla porta, il giovane inglese notò con la coda dell’occhio una macchietta arancione in veloce avvicinamento, girandosi, si trovò faccia a faccia con il piccolo Karma che sembrava volergli porgere qualcosa.
 
“Questo è un lasciapassare per la biblioteca di Krystalliza, il premio di coloro che sconfiggono mio padre in duello” spiegò il bambino “sai, signor Julian, tu sei il primo a vincerlo; mio padre si era quasi dimenticato di darvelo”
 
“Grazie Karma!” rispose l’uomo svanendo nel buio del corridoio “spero di rincontrati in futuro”
 
Dopo che gli stranieri ebbero lasciato il palazzo e che il figlio del re ebbe lasciato la sala in direzione della propria camera, il re rimase fermo, ritto e in silenzio, a i piedi della statua cui pochi secondi prima aveva supplicato per una vendetta.
Nella solitudine della sera le guardie circondarono il re, muovendosi nervosamente attorno a lui, chiedendo preoccupate:
 
“State bene sire?”
 
“Siete forse ferito?”
 
Il re alzò lo sguardo, una luce quasi folle che gli brillava negli occhi e ignorando le domande dei suoi sottoposti chiese con tono velenoso
 
“Dov’è di stanza il Leone Dorato in questo momento?” poi aggiunse senza aspettare risposta “mandate un messaggio a Lord Philippe”
 
 
Regno di Zaffiro, porte della città capitale.
 
“La ringrazio di avere accettato la mia richiesta, giuro che ripagherò la fiducia che il re e lei continuate a riporre in me” disse un granroriano, di imponente corporatura, con barba e capelli azzurri tendendo sorridente la mano
 
Il suo interlocutore era un uomo tra i quaranta e i cinquanta, alto qualcosa più di un metro e ottanta, molto ben piazzato e con lunghi capelli che una volta dovevano essere neri ma che il tempo aveva ingrigito; il suo fisico robusto testimoniava certamente il suo essersi sottoposto a dure prove ma, più di ogni altro, era Il suo volto a raccontare quella che era stata la sua storia, la sì poteva leggere nelle piccole cicatrici che lo ornavano, nella barba incolta che sembrava non voler crescere, negli occhi e nell’espressione di durezza e tristezza che assumevano sempre quando doveva parlare con qualcuno.
Indossava una divisa molto più preziosa rispetto a quella di un normale soldato, ornata di riconoscimenti e che comprendeva anche una corazza dorata sul petto e un bianco mantello portato con stanchezza, certo, ma anche con una strana dignità.
 
Gentilmente l’uomo afferrò la mano del granroriano e la strinse con convinzione.
 
“Sono io a ringraziarla, Lord Brustom, per la sua fedeltà nei confronti del nostro re” disse prima che la sua attenzione venisse richiamata dalle grida di un suo sottoposto
 
“Lord Philippe, Lord Philippe!” urlò sventolando un strumento di registrazione “è arrivato un messaggio urgente per voi da Ulrich von Berger”
 
“Dal regno di perla, dici? Fammi sentire il messaggio” ordinò ricevendo immediatamente l’oggetto richiesto
 
Il quarantenne ascoltò con attenzione ogni singola parola di quella trasmissione. Verso la fine, le sue pupille si dilatarono improvvisamente dallo stupore e per la prima volta il suo sguardo si caricò anche di un sottile sentore di ira; aveva udito qualcosa di molto… speciale.
 
“Preparate immediatamente il Leone Dorato per il viaggio intra-mondi” sentenziò ai suoi soldati “partiamo per il regno di perla”
 
Pronunciatosi, l‘uomo attese che tutti i suoi sottoposti se ne fossero andati per estrarre da una tasca un piccolo foglietto di carta logoro e ripiegato su cui era stata disegnata, mano, una particolare serie di figure: un berretto frigio in alto al centro, un cannone e un gallo in basso al centro, una corona d’alloro che percorreva l’intera lunghezza del foglio e due bandiere, una a destra e l’altra a sinistra, che emergevano dall’alloro; all’interno della corona erano scritte poche parole
 
Unite et indivisibilte de la République.
Liberté, egalité, fraternité.
Ou le mort
 
La tristezza tornò a prendere possesso degli occhi del militare.
 
“Georges Jacques. Pascal. Florian. Alexandre… quanti altri dovranno morire prima che l’uomo capisca che deve essere dominato”
 
Un debole, sofferente sospiro ad accompagnare queste parole.
 
 
Note: Julian aggiunge Trono dei Sette Draghi al suo mazzo principale e lascia il suo side deck sulla Stella Blu
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
E così sono riuscito finalmente a concludere questo nono e importante capitolo della storia, sono, credo, più di due mesi che non pubblico ma sapete con gli esami (e il Tour De France) di mezzo si fa sempre fatica a trovare il tempo per scrivere.

 Ma parliamo di cose più interessanti; tra quelli che ho scritto sinora questo è senza dubbio il capitolo più importante ai fini della storia complessiva, innanzitutto perché in esso vengono introdotti due personaggi, anche se il secondo in realtà viene appena appena accennato proprio alla fine della narrazione, che ricorreranno spesso all'interno della storia, e non per forza come duellanti; sto ovviamente parlando del re di perla Ulrich von Berger e di Philippe Gaudin e a proposito di ciò volevo chiedervi se preferite che aggiunga al termine di questo capitolo il mazzo del capitano del Leone Dorato, visto che sarà un personaggio più volte impegnato in duelli magari preferite che faccia con lui come ho fatto per i vari personaggi del gruppo principale (il personaggio di per se avrebbe due mazzi ma uno è perfettamente identico a quello che usano Leon, nel duello contro Kenzo, e Pantera nella serie e che, per mia storia, è in realtà il mazzo che il re usa contro coloro che non sono "degni" di affrontare Gal Asura).
 
Venendo invece più specificatamente al capitolo, volevo sapere cosa ne pensavate dello schema di narrazione, siete riusciti a seguirlo bene? vi piace o preferireste che non venisse più utilizzato? So che può essere un po' confusionario ma la mia idea era di utilizzarlo in quei duelli in cui, invece che raccontarvi tutti i turni, vi avrei mostrato solo le fasi salienti limitandomi a riassumere gli altri turni, in questo capitolo non l'ho fatto perché, come avrete potuto evincere anche dalla conclusione, siamo di fronte al primo vero duello importante della storia e quindi almeno questo andava riportato per intero (anche per le particolarità elencate da Julian a fine duello).
 
Immagino poi che leggendo abbiate notato alcuni termini un po' particolari, diciamo che ho cercato di creare un regno di perla che richiamasse la mitologia norrena non solo nelle carte ma anche in certi luoghi (non nel nome della città capitale, purtroppo, per il semplice fatto che avrebbe dovuto chiamarsi Yggdrasill e, come ben sappiamo, di Yggdrasill ce n'è già uno) utilizzando in alcuni casi anche termini in norvegese come Håndverker (artigiano) e Mekanisk (Meccanico).
Questi in particolare mi servono per indicare i due tipi di operai granroriani che impegnati nella "Midgard" che si differenziano per alcuni punti sostanziali:
1) i secondi si limitano a riparare le navi mentre i primi sono anche costruttori
2) i secondi vedono nel sistema dei nuclei solo un supporto tecnico mentre i primi lo ritengono il "cuore" della nave, in contatto diretto con il nucleo progenitore che è a sua volta il "cuore" dei sei regni; di conseguenza gli  Håndverker considerano le navi quasi come esseri viventi soprattutto perché capaci di migliorare, tramite la concessione da parte del nucleo progenitore di un energia superiore, le proprie prestazioni indipendentemente dal pilota; hanno nel complesso una visione delle navi che potremmo definire come più poetica.


E cosi si concludono le note anche del nono capitolo spero l'abbiate apprezzato e mi scuso ancora con i lettori per l'enorme ritardo.

Alla prossima, da ShawnSpenstar


Vi riporto qui il mazzo con cui Ulrich ha sostenuto il suo duello contro Julian, si tratta ovviamente di un monocolore bianco focalizzato sulle capacità dei tre spirit che compongono la "Triade di Asgard" (mamma mia, quanto è figo questo nome).
 
DECK PRINCIPALE: 43 carte
 
Thor il Gigante x 1, Odino Fortezza Inespugnabile x 1, Loki il Grande Ingannatore x 1, Gigandroide x 2, Atrithr Soldato Centauro x 2, Niflheimr Drago d'Acciaio x 1, Supremo Mjolnir x 2, Sacro Laevateinn x 2, Artefatto Fjalar x 2, Balder Soldato Scudo x 3, Artefatto Velind x 2, Guerriero Magnum x 3, Momongaria x 2, Potente Elisir x 2, Cortina Nebulosa x 3, Ricarica Nuclei x 2, Bufera Impenetrabile x 2, Nobiltà d'Animo x 2, Aura Fulminante x 1, Forziere del Sogno x 2, Nave Madre dell'Infinito x 2, Castello Invaso x 2, Riparo degli Artefatti Sacri x 1
 
successione turni
 
Turno 1: Giavellotto Esplosivo, Siegfried Drago Imperiale, Goradon, Trono dei Sette Draghi + Orsocorno Bestia dal Volto Feroce
Turno 2: Nave Madre dell'Infinito, Sacro Laevateinn, Odino Fortezza Inespugnabile, Cortina Nebulosa + Castello Invaso
Turno 3: Altopiano del Duello
Turno 4: Supremo Mjolnir
Turno 5: Ankillersauro
Turno 6: Artefatto Fjalar
Turno 7: Carta in Più (Dracoltello)
Turno 8: Ricarica Nuclei
Turno 9: Fiamma della Rinascita
Turno 10: Balder Soldato Scudo
Turno 11: Scavatrice (Oviraptor, Meteorwurm Drago Imperatore Stellare)
Turno 12: Loki il Grande Ingannatore
Turno 13: Ciclone Fiammeggiante
Turno 14: Thor il Gigante
Turno 15: Aura Luminosa
Turno 16: Artefatto Fjalar
Turno 17: Lucertola Rasoio

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Capitolo 10
*** Cronache di morte e rinascita ***


Cronache di morte e rinascita
 
 
Il bambino dai capelli arancioni avanzò a piccoli passi, tastando costantemente il terreno per capire a che punto del corridoio superiore si trovasse; la luce del giorno se n'era ormai andata e non poteva assolutamente dare nell'occhio accendendo le luci artificiali. Tecnicamente, lui non avrebbe dovuto nemmeno essere a gattoni nel corridoio del primo piano bensì nell'enorme letto della sua cameretta, come da ordine di suo padre, ma la sua voglia di dare un ultimo saluto segreto alla maga e, soprattutto, duellante che aveva appena sconfitto il suo vecchio era davvero troppo forte… alla fine era rimasto nel letto solo sette minuti e trentanove secondi.
 
Se i suoi calcoli fossero stati esatti, e lo erano, avrebbe dovuto trovarsi a pochi metri dall'ingresso di quel corridoio scuro che, durante la giornata, aveva percorso più e più volte e che, ora, avrebbe dovuto essere vuoto; il piccolo Karma si avvicinò così alla grande porta che conduceva al santuario di Walhalance e Gugnir, unico elemento davvero visibile in mezzo a tanta oscurità, conscio che averlo come punto di riferimento gli sarebbe stato di grande aiuto per raggiungere la rampa di scale; in quel preciso istante, tuttavia, il portale si spalancò e uno dei suoi guardiani in toga bianca ne uscì, troppo trafelato per rendersi conto della presenza del bambino, seguito a distanza dal rumore dei passi degli altri.
 
-Perché sono rimasti? E cosa dovevano fare nel santuario? Al di là della statua di Walhalance non c'è nulla li dentro- si domandò ingenuamente prima di ritornare a forza alla realtà. Doveva scendere le scale; nella posizione in cui si trovava sarebbe stato scoperto di sicuro e, nel caso fosse tornato in camera per ingannare il padre, lord Julian e lady Magisa avrebbero, nel frattempo, lasciato il palazzo, quindi ora o mai più.
 
Con uno scatto impressionante per una creatura della sua età, per di più a gattoni, il piccolo arrivò al primo gradino della rampa e iniziò a scenderli silenziosamente, poi, completata l'operazione raggiunse l'uscita secondaria in cucina e corse lungo il viale all'inseguimento dei suoi due miti che, per sua fortuna, intravide pochi metri più avanti.
 
"Lord Julian! Lady Magisa!" esclamò stando attento a non esagerare con la voce
 
Non senza una certa sorpresa, i due chiamati in causa si voltarono per capire la provenienza della voce bianca che li chiamava; avevano ovviamente intuito di chi si trattasse ma erano comunque piuttosto curiosi di capire perché avesse disobbedito al padre… cosa che, peraltro, faceva enorme piacere ad entrambi.
 
"Cosa ci fai qui fuori a quest'ora, Karma?" domandò Magisa raggiungendolo
 
"I-io volevo so-solo ve-vedervi" balbettò il bambino, imbarazzato
 
I due compagni di viaggio lo osservarono attentamente, era sudato e odorava di cibo il che significava che: uno, doveva essersi sforzato parecchio per raggiungerli ; due, era passato per le cucine, un'area riservata alla servitù in cui gli era proibito entrare, cosa che, conoscendo lo "stile educativo" del padre, avrebbe potuto costargli anche qualche scudisciata di punizione nel caso fosse stato scoperto, ma, nonostante ciò, aveva deciso di rischiare. Era chiaro che c'era qualcos'altro sotto.
 
"E' solo per questo che sei venuto qui, piccolo?" domandò la maga abbassandosi fino ad arrivare circa alla sua altezza
 
Le parole con cui il piccolo avrebbe voluto comporre la sua risposta turbinavano disordinate nella sua giovane mente. Desiderava ardentemente avere più tempo per riflettere, trovare un modo meno evidente per esprimere ciò che volesse perché era certo che, se fosse stato diretto, i due si sarebbero rifiutati di ascoltarlo.
 
Furono i dodici secondi più inutili della sua, finora breve, esistenza.
 
"I-io… i… i-i-io vo-vorrei…" balbettò cercando di trovare un po' di coraggio "i-io vorrei ve-venire c-c-con voi ne-nel vostro v-viaggio"
 
La maga e l'umano si scambiarono una sottile occhiata d'intesa: avevano intuito quale fosse, all'incirca, la volontà del bambino, ma c'erano ancora molte questioni che andavano chiarite.
 
"Perché vorresti seguirci?" domandò la maga avvolgendo il piccolo nel suo mantello "cosa ti spinge a questa scelta"
 
"M-mi… mi piace mo-moltissimo Battle Spirits" spiegò "e voi siete eccezionali ne-nel gioco, i-i… i migliori di tu-tutto l'u-universo"
 
"Beh, ma questo titolo non dovrebbe spettare al vostro re?" chiese delicatamente Julian
 
"N-non lo so, no-non ho ma-mai vi-visto il re del mondo Altrove so-sostenere u-un duello" replicò l'altro "ma è… è chi-chiaro che la-lady Magisa è-è  u-una su-super esperta di Battle Spirits me-mentre l-lei, lord Julian, è i-il miglior duellante di se-sempre"
 
A quella risposta, lo sguardo della donna si intenerì e lei si sedette a terra, proprio di fronte all'interlocutore;  seguitò a parlargli cercando di scorgere nei suoi occhi qualcosa di più della semplice esaltazione di un bambino nei confronti di due persone che l'avevano impressionato al suo gioco preferito, di capire se albergava in lui un sentimento, per quanto in stadio embrionale, più profondo.
 
Ma, dietro le luci, non c'era nulla.
 
"Sei conscio che, se tu ci seguissi nella nostra missione, finiresti per metterti contro il re del mondo Altrove?" fece la maga, provando ad esplicitare il vero punto critico della questione; nei suoi viaggi aveva incontrato moltissime persone, bambini, giovani e vecchi, che si erano dette disposte ad aiutarla, tuttavia troppi di questi non capivano il vero significato delle sue peregrinazioni.
In loro non bruciava la fiamma della libertà.
 
"Non mi interessa!" rispose con sicurezza Berger "io voglio venire con voi!"
 
Julian gli tese la mano salutando la sua grinta con un sorriso
 
"E allora sei il benv…"
 
 "Torna a casa, piccolo"
 
Quella frase, pronunciata con un tono affettuoso, congelò l'aria circostante. Perfino il vento aveva smesso di soffiare, quando Julian rivolse il suo sguardo interdetto alla compagna di viaggio per chiederle spiegazioni; non riusciva proprio a capirla, un bambino... anzi no, il figlio del re di perla, strenuo alleato del dittatore che tiranneggiava Gran RoRo, aveva detto loro di essere pronto a partire e lei lo rifiutava? Non aveva alcun senso.
 
"Non voglio!" ribatté il piccoletto all'invito della maga
 
"Noi non possiamo riportati là, lo sai; " proseguì lei con voce supplichevole "per favore, torna a casa, tuo padre sarà in pensiero per te"
 
"Non mi importa niente di lui!" gridò Karma "è uno stupido, un debole e un perdente! Io lo o…"
 
Prima che il bambino potesse finire la frase, un sonoro schiaffo impattò contro la sua guancia sinistra. Immediatamente, il piccolo dai capelli arancioni si mise in posizione difensiva a testa bassa, quando, poi, trovò il coraggio di rialzarla incontrò subito lo sguardo severo della donna.
 
"Non azzardarti mai più a dire certe cose di tuo padre" sibilò con voce tagliente
 
Terrorizzato, Berger si limitò ad un cenno di assenso con la testa; alla vista di ciò, sul volto della maga torno a dipingersi un dolce sorriso, allungò la mano e diede una leggera scollata ai sorprendentemente folti capelli del granroriano.
 
"Scusami per lo schiaffo, ma sai anche tu che quello che hai detto di tuo padre non è vero; lui è un grande duellante e ti vuole bene, tu non lo odi affatto" sussurrò accarezzandogli la guancia arrossata "forza, ora torna a casa da lui"
 
Accennando un sorriso, il giovanissimo granroriano salutò i due che tanto ammirava e, come da ordine di Magisa, si affrettò in direzione del suo palazzo; Julian, che dopo essere stato silenziato dalla collega non aveva più aperto bocca, osservò la corsa del piccolo fan a fianco della donna e, dopo essersi assicurato che quello fosse abbastanza lontano, recuperò anche la parola.
 
"A che razza di gioco stai giocando?" domandò rabbioso "prima mi fai tutti quei discorsi sul la malvagità dell'usurpatore di perla e poi lo difendi, sei davvero un ipocrita"
 
"Quindi per te avrei dovuto lasciare che odiasse il padre?" replicò lei con un'altra domanda "avrei dovuto accogliere la sua richiesta e farlo venire con noi?"
 
"Perché no? Ha detto lui stesso che non ha paura del re del mondo Altrove e, viaggiando con noi, diventerebbe una persona migl…"

"Kyyaaaa!!"
 
Il rumore sordo dell'impatto rimbombò in tutta l'area circostante: il pugno destro della maga aveva centrato in pieno, all'altezza dello zigomo, il viso dell'umano causandogli un istante di smarrimento ed una lieve perdita di sangue.
Ripreso il totale controllo del suo corpo, Julian si voltò verso di lei pronto ad un eventuale proseguo dello scontro, ma tutto ciò che trovò fu la maga che lo fissava cercando di trattenere le lacrime.
 
"Sei un vero bastardo, sai? Chiedere ad un bambino di abbandonare il proprio padre" sussurrò lei con un filo di voce
 
"Ma cosa diavolo stai dicendo?" ribatté l'altro "quell'essere immondo lo riempirà delle sue idee di merda e lo trasformerà in un mostro!"
 
"E allora? Tanto non finirebbe per "perdere" comunque?" disse retoricamente ad un Fines ancora piuttosto interdetto "se la nostra missione dovesse riuscire, tutte le menzogne del re risulterebbero inutili, se dovessimo fallire ci penseranno i prossimi maestri della luce a dargli una lezione; qualunque che sia l'esito della nostra storia, Ulrich Von Berger sarà sconfitto"
 
Istintivamente, l'umano si preparò a controbattere all'affermazione, l'aveva ascoltata attentamente ed era sicuro che un ultimo ripasso avrebbe evidenziato tutti i buchi di quell'ipotesi.
 
Non ne trovò nemmeno uno.
 
"L'unico motivo per cui volevi portarlo con noi…" proseguì "… era per fare un dispetto al padre, vero? E' incredibile quanto vi somigliate, voi due"
 
"COSA?! IO NON SOMIGLIO AFFATTO A QUEL RIFIUTO!"
 
"E invece si, avete lo stesso disgustoso atteggiamento di chi si sente superiore agli altri, l'unica differenza è che lui non si preoccupa di nasconderlo; in questo senso, si può dire che sia perfino più onesto di te"
 
"Ma io sono sup…"
 
"STAI ZITTO!!"
 
Le pupille dell'inglese si dilatarono all'udire il perentorio ordine della maga e un rapido brivido gli percorse la schiena costringendolo ad ergersi e alzare la testa in direzione del suo volto. C'era dell'odio nel suo sguardo, proprio come in quella voce che gli aveva intimato di smettere di parlare; non aveva mai pensato che la prima persona, escludendo il re del mondo Altrove, su cui Magisa avrebbe riversato del disprezzo sarebbe stato lui.
 
"Stai. Zitto… per favore…" sussurrò con voce flebile "… o potrei pentirmi di averti anche solo preso in considerazione come possibile salvatore di Gran RoRo"
 
"Ora non esagerare" replicò Julian con la tranquillità di colui che crede che il peggio sia passato… e che in questo caso si sbaglia perché, terminata la sua frase, il biondo umano non fece nemmeno in tempo ad abbassare la testa che un potente schiaffo, simile a quello che prima era toccato al bambino dai capelli arancioni, centrò in pieno la sua guancia.
 
"Andate al diavolo, tu e il tuo "non esagerare"!" sbottò lei "sei così concentrato su te stesso che non ti rendi nemmeno conto delle stronzate che dici, davvero avresti il coraggio di spingere un bambino a disprezzare il padre solo perché detesti quest'ultimo?"
 
"Certo che no!" sbottò l'uomo, evidentemente imbarazzato "volevo solo che divenisse un nostro alleato nella lotta con…"
 
"Per favore, sii sincero almeno con me" supplicò la maga "è sufficientemente da vigliacchi voler mettere un bambino piccolo contro il proprio padre; non cercare anche di giustificarti con scuse senza senso, ti rende solo più detestabile"
 
Non aveva di che replicare ad una simile offensiva, lei l'aveva letto alla perfezione e, data la foga con cui l'aveva aggredito, gli era chiaro che c'era qualcos'altro sotto.
 
"Perdonami Magisa" sussurrò, cercando di trarre la maga in un abbraccio da cui lei, tuttavia, si tolse "no, non scappare… cos'è che non mi stai dicendo?"
 
"E' una lunga storia" mormorò lei incamminandosi verso la fine del viale ciottolato, ove li attendeva la navetta preposta a riportali in città
 
"Beh, direi che ho tutto il tempo!" replicò l'inglese affiancandola nella sua camminata veloce
 
Dopo aver accennato ad un mezzo sorriso, la donna dai capelli rosa fece un profondo respiro per riempire i polmoni e si spostò davanti al compagno di viaggio, continuando la camminata con il volto rivolto al maestro della luce.
 
"Ero molto giovane quando decisi di diventare la maga guardiana e mio padre era, per usare un eufemismo, poco concorde" raccontò con un espressione di sofferenza dipinta sul volto "la nostra famiglia era composta solo da noi due poiché mia madre era morta dandomi alla luce ma, nonostante ciò, siamo riusciti ad avere una vita felice… perlomeno fino a che non ho deciso di diventare una maga guardiana; da li in poi il nostro rapporto è andato in pezzi: litigavamo in continuazione; io lo accusavo di volermi tarpare le ali e lui mi accusava di volerlo abbandonare per inseguire delle chimere…"
 
"Beh, non c'è nulla di particolarmente strano in tutto questo; genitori e figli litigano di continuo, avresti dovuto vedere le discussioni dei miei amici Michael e Amy con i loro"
 
"… decisi allora di partire di nascosto e, dopo lunghe suppliche, acconsentirono ad eseguire il rituale di consacrazione al nucleo progenitore di notte in modo tale che io potessi lasciare il regno di topazio in segreto;  allora mi era sembrata la scelta più giusta, avevo realizzato il mio sogno e senza nemmeno litigare fino all'ultimo con mio padre"
 
"Trovo anche io che sia stata una buona decisione" si inserì nuovamente l'umano "non è mai bello salutare i propri genitori con cattivi sentimenti nel cuore"
 
"Nemmeno se si tratta dell'ultimo saluto?"
 
A quella domanda, Julian sentì il suo sangue gelarsi nelle vene; si voltò lentamente ed incrociò il suo sguardo con l'espressione dolce e, al tempo stesso, triste della donna dai capelli rosa.
 
"Già… mio padre stava morendo… ed io non me ne ero nemmeno accorta" sussurrò con una voce colma di malinconia "non si sforzava nemmeno di nasconderlo, non ci sarebbe neanche riuscito essendo molto anziano, ma io sono stata così egoista da non notare nulla, come al solito ho fatto ciò che faceva comodo a me senza considerare gli altri"
 
"Ma lui avrebbe potuto dirti qualcosa"
 
"Voleva che io rimanessi perché avevo compreso le sue ragioni, non perché ero obbligata!"
 
"Questo lo rende egoista quanto te"
 
"Stava. Morendo!!"
 
"Ma quella era la tua grande occasione! Avrebbe potuto essere l'unica della tua vita!"
 
"Ma per favore! La storia dell' "unica occasione" è solo una stronzata inventata dai vigliacchi che non hanno il coraggio di crearsi da soli le successive occasioni; solo la vita è unica ed io, quando mio padre stava concludendo la sua, non ero nemmeno lì per stargli accanto! Con che coraggio lo definisci egoista; siete stati proprio voi umani ad insegnarci la bellezza di avere dei legami familiari, non puoi negarci una delle poche cose belle che ci avete trasmesso"
 
"Io non…"
 
"Non provare mai più a portare un bambino ad odiare il proprio padre" sibilò asciugandosi le lacrime e salendo sulla navetta "o il nostro rapporto di collaborazione finisce qui"
 
"Ok" replicò Julian montando a sua volta sul veicolo
 
Il silenzio dominò la discesa a terra. Consci di aver espresso tutto ciò che dovevano dirsi, i due compagni di viaggio strinsero un implicito patto di non più belligeranza suggellato dal reciproco adagiarsi sulla spalla dell'altro.
Ascoltarono allora i suoni dell'ambiente circostante: il ronzio della navicella, le folate di freddo vento che sferzavano l'aria notturna, il suono appena percepibile delle cascate nate dall'incontro tra i fiumi provenienti dalle montagne e il bordo della conca fecero dimenticare ai due tutto il veleno che si erano vicendevolmente sputati addosso poco prima; una volta giunti a terra, scesero dalla navetta appoggiandosi l'uno all'altra e, sempre così, si incamminarono in direzione dell'albergo, mentre le ultime luci della città della purezza davano il loro addio al giorno.
 
 
Quando il mondo altrove cominciò a dare i primi segni di vita, Julian era già sveglio da tempo; aveva trascorso la notte accovacciato alla meglio sull'unica poltrona presente nella camera monolocale, non la miglior nottata della sua vita di certo ma perlomeno era riuscita a scacciare tutte le tensioni del giorno prima.
 
Dirimpetto rispetto al suo "trono" stava quella persona che, il giorno prima, l'aveva accusato di quello che era da poco divenuto, nella sua mente, uno dei più gravi crimini da cui l'umano aveva memoria; non l'aveva mai vista così tranquilla, da quando si erano conosciuti si erano susseguite solo preoccupazioni ed era bello osservarla almeno una volta in un momento di totale distensione: era davvero molto bella, in quella posizione distesa e rilassata, la sua figura appariva molto più morbida e fluida e i capelli sciolti ricadevano su tutto il materasso creando un impressionante effetto visivo.
 
-E difficile farci caso quando ti sbraita contro, ma è senza dubbio una delle donne più attraenti che abbia mai visto- si disse mentalmente -chissà quanto pagherebbe Mike per essere al mio posto-
 
"Cosa diavolo hai da fissare? Guarda che sono vestita" mugugnò improvvisamente la leggiadra figura
 
"Cos… sei sveglia?!" fece stupito l'altro, osservandola mentre si sollevava, sorridente "perché diamine non ti sei alzata prima?"
 
"Perché mi sarei persa la tua impagabile figura da pervertito" replicò lei colpendo la guancia sinistra dell'umano con dei buffetti "mi dispiace dirtelo, ma io sono una ragazza per bene"
 
"Vaffanculo!"
 
"Su, su, un po'' di cortesia" proseguì lei in un tono moolto divertito "ci aspetta una giornata piuttosto complicata in biblioteca, evitiamo di rovinarci il gioco di squadra prima ancora di cominciare"
 
"E perché mai? Ricordami un momento in cui abbiamo fatto gioco di squadra?"
 
"La volta in cui ho cercato di farvi da guida con il mio veicolo conta?" domandò la ragazza ricevendo in risposta uno sguardo esasperato
 
"E' chiaro che funzioniamo meglio come due corpi separati" sentenziò il maestro della luce lanciando alla maga il suo mantello
 
"Cosa lo lanci a fare? Devo prima darmi una lavata non trovi" fece lei appoggiando l'indumento su una sedia prima di entrare nel bagno
 
La maga trascorse circa dieci minuti nel piccolo locale prima di lasciare il posto al compagno di camera; approfittò di quel lasso di tempo per sbattere e indossare il mantello e, dopo averle recuperate dal cassetto in cui le aveva messe, sistemare le poche carte ancora in suo possesso, dividendole per colore e riordinandole secondo lo schema "spirit - magie - nexus", un po' per verificare di non averne persa nessuna e un po' per cercare di essere più pronta possibile qualora i suoi due amici duellanti avessero avuto bisogno di qualche carta extra.
Un grido di Julian che le intimava di non abbandonarlo al suo destino, come aveva fatto dopo l'ultima notte trascorsa in locanda la richiamò per un momento al tempo presente, ma, dopo una rapida rassicurazione condita da un malizioso riferimento a come il duellante non potesse proprio fare a meno di lei, la maga tornò a dare la sua totale attenzione alle carte, sue e del maestro della luce; scorrendo le quarantotto carte rosse risultava chiaro come quel mazzo fosse stato costruito con cura e anni di studio del gioco.
 
"Se duellassi contro di lui, mi batterebbe" sussurrò lei osservando alcuni spirit chiave
 


 
"Puoi ripetere per favore?"
 
Stupita, la maga si voltò repentinamente solo per trovarsi a non più di venti centimetri dalla faccia sorridente del suo compagno di viaggio; l'aveva sentita, lo stronzo, e adesso lei è costretta a sorbirsi quell'espressione idiota.
 
"Davvero,non ho sentito bene" scherzò ancora lui "potrebbe ripetere, milady?"
 
"Sta zitto, per favore"
 
"Temo di non poterlo fare"
 
"Preferisci che ti lanci fuori dalla stanza con il mio scettro?"
 
"Ehi piano, non c'è bisogno di infiammarsi" blandì il biondo inglese "la violenza non può certo cancellare la sacrosanta verità che hai appena evidenziato"
 
Dopo aver borbottato un ultimo "lasciamo perdere", la maga uscì dalla stanza, seguita poco più tardi dal collega.
Pagarono l'economico conto e si immersero nella vita della città della purezza; non erano proprio sicuri di come sarebbe stato il giorno successivo alla vittoria sul re di perla ma, dato che, per ora, erano costretti a rimanere in città causa appuntamento con Vey, era meglio tenere gli occhi bene aperti: Ulrich era esattamente il tipo da rappresaglie.
 
Per la prima mezz'ora, i due vagarono per la città come veri e propri turisti con l'obiettivo di sviare eventuali occhi indiscreti, si lanciarono in un percorso labirintico con numerose svolte e cambi di direzione improvvisi  passandosi più volte il mantello tra loro, fino a raggiungere un certo grado di sicurezza e si ritrovarono infine in una delle arterie secondarie della città.
Raggiunsero la biblioteca centrale dopo quasi due ore di cammino: il maestoso edificio bianco li accolse con una stanza delle dimensioni titaniche in cui si potevano già ammirare alcuni dei suoi pezzi pregiati mentre il sistema dei nuclei centrale diffondeva nell'ambiente un delicato tepore che evitava il rischio umidità e rendeva più piacevole la consultazione dei testi; i due visitatori vagarono per l'ambiente cercando di orientarsi con le targhe fornite dall'ente stesso ma, fortunatamente, uno dei bibliotecari decise di andare in loro soccorso.
 
"Buongiorno signori, avete bisogno d'aiuto?"
 
"Si, grazie" replicò Magisa "ci potrebbe indicare dove si trova la sezione dei documenti riservati?"
 
"M-ma signori, i-io no-non  posso farvi e-e-entrare ne-nella se…"
 
"Non preoccuparti" fece la rosa estraendo il documento che il piccolo Berger gli aveva consegnato "come puoi vedere abbiamo un permesso ufficiale"
 
Se prima lo sguardo dell'uomo appariva al massimo lievemente intimidito, dopo aver preso visione del foglio proposto, esso si trasfigurò in un'espressione di assoluto terrore: erano almeno ottant'anni che lavorava per la "Bianca Biblioteca" e in tutta la sua vita non aveva mai visto nessuno presentarsi veramente con quel documento… per di più autentico; era solo una delle casistiche comprese dal regolamento, ormai nessuno pensava che esistesse davvero.
 
"Se-sentite, n-non mi sembrate ca-cattive p-persone…" balbettò il granroriano "… per-per cui non v-vi denuncerò, pro-probabilmente si… si t-t-tratta d-di un ma-malinteso"
 
"Nessun malinteso" ribatté la donna "il documento è perfettamente autentico"
 
"Lo so, è proprio questo il problema" spiego l'altro, dopo aver recuperato in parte la calma "vedete, presumibilmente si tratta di un documento rubato o andato disperso; non posso considerarlo valido"
 
"Veramente, a me era stato detto che questo fosse il premio per coloro in grado di battere il re in un duello a Battle Spirits"
 
"E' corretto, ma anche impossibile; nessuno puoi battere re Berger in un d… PER LA LUCE DEL NUCLEO! STA DICENDO CHE LEI HA SCONFITTO IL RE IN DUELLO?"
 
"Non io" disse la maga puntando il suo indice destro verso il suo compagno di viaggio "è stato lui; vedi, è un maestro della luce"
 
"U-un maestro d-della luce? Qui-quindi… esistono?"
 
"Esatto, ora però puoi indicarci l'area riservata mantenendo il segreto sulla nostra identità"
 
"Si, seguitemi" concluse quello estraendo una chiave e incamminandosi con i due visitatori in un corridoio posto dietro al bancone all'ingresso
 
Arrivati in fondo al tunnel, il granroriano aprì loro la porta nascosta lasciando poi il passo ai due visitatori; l'ambiente della sezione segreta era sostanzialmente all'opposto rispetto alla struttura dell'edificio: una stanza piccola illuminata da una luce soffusa, con un soffitto basso e gli scaffali dei testi a coprire quasi interamente le quattro pareti del quadrilatero; solo la temperatura degli ambienti, essendo regolata dal sistema dei nuclei, era simile.
 
Accettato il  secondo "benvenuto" della biblioteca, la maga diresse immediatamente la sua attenzione agli scaffali sfruttando le indicazioni, estremamente precise, per orientarsi nella ricerca di qualcosa di utile alla loro causa: rimase impressionata dalla qualità della collezione segreta, fu in grado di riconoscere volumi rari, che lei stessa aveva letto, provenienti da tutti i regni di Gran RoRo più una serie di pezzi provenienti dal regno di rubino di cui si riteneva non esistessero più copie e, accanto ad essi, altri pezzi di minor valore storico ma di interesse sicuramente maggiore per colui che era, di fatto, l'unico fruitore della sezione segreta: le genealogie della famiglia reale, la raccolta delle leggi e degli ordinamenti; le cronache dei giorni del colpo di stato e tutte le accuse contro il regime dei cavalieri d'argento; doleva ammetterlo, ma la "purissima" famiglia Von Berger aveva lavorato davvero bene.
Al contrario della compagna, Julian non sapeva bene cosa cercare ma la sorte decise di venire in suo aiuto facendogli notare, nella fila centrale di uno scaffale, un volume chiaramente fuori posto; istintivamente, il maestro della luce provò a dare un occhiata al contenuto del libro, ed ebbe ragione perché davanti a suoi occhi si palesarono pagine di dettagliata narrazione della storia, delle tradizioni e delle leggende del regno di zaffiro.
 
"Forse ci siamo, Magisa!" esclamò "vieni qua a vedere"
 
La donna si avvicinò a lui, come da comando, e lesse a sua volta da quelle pagine; capì subito che probabilmente Julian aveva fatto centro, ma ancor più che l'argomento fu il modo in cui era narrato ad attirare la sua attenzione.
 
"Aspetta un attimo, chi è l'autore?" domandò
 
"Non lo so, qui dice "Autori vari" ma penso che, da qualche parte nel libro, ci sia un elenco di chi ha collaborato alla stesura"
 
"Giusto…" fece la maga sfogliando rapidamente le pagine "… trovato, ora vediamo se… si, lo sapevo!"
 
"Che cosa sapevi?"
 
"L'elenco degli autori" rispose lei criptica facendo poi cenno all'uomo di avvicinarsi "guarda qua, non noti nessuno di familiare?"
 
"Vediamo" sussurrò l'altro scorrendo i vari nomi "no non mi sem… aspetta un attimo, qui c'è scritto "Halgurii" o sbaglio?!"
 
"Non sbagli affatto!"
 
"Oh, merda; quindi il nostro amico sarebbe uno dei relatori di questa enciclopedia granroriana e tu non ne sapevi niente?" chiese il duellante con un aggressività forse eccessiva "conosci per caso qualcun altro di quelli che sono qui elencati?"
 
"Provo a dare un'occhiata" replicò lei immergendosi nuovamente nella lettura "si, alcuni li ho sentiti nominare, di questo Zeli Astoria, ad esempio, conosco la famiglia, di Bareno Sylverian so tutto dato che è il cugino della famosa principessa farfalla, lord Krel è noto in tutto il mondo Altrove per essere uno dei pochi mazoku pacifici e buoni di cuore… ehi, aspetta! Krel, Bareno, Astoria, Halgurii… no, non può essere"
 
"Cosa non può essere?"
 
" Tutti coloro che hanno scritto parte di questi testi hanno anche partecipato come rappresentanti del mondo Altrove alla spedizione del primo umano di Gran RoRo"
 
"Vuoi dire che sono stati tra i promotori di quell'accordo… come diavolo si chiamava?"
 
"Il patto dell'equilibrio!" ricordò la rosa "comunque si, alcuni di loro, oltre ad Halgurii ovviamente, li ho anche conosciuti di persona, lord Krel, ad esempio, l'ho incontrato e mi ha impressionato, non credevo esistesse un mazoku tanto sensibile e generoso"
 
"Ed è ancora vivo? Dici che potrei incontrarlo?" domandò Julian soddisfatto
 
"E' difficile, si dice che, da quando ha perso l'amata moglie, si sia un po' chiuso in se stesso" ribatté la maga smorzando l'entusiasmo del compagno "penso sia più facile incontrare suo figlio o, ancor più probabile, uno  dei suoi nipoti; ne ha quattro, tutti di un età simile a quella di Vey, e ho sentito dire che somigliano molto a loro nonno"
 
"No, non fa niente" concluse il biondo "concentriamoci sui libri piuttosto; abbiamo un campione, se facciamo una comparazione possiamo trovare il resto della collezione, dopodiché ci basta individuare i testi che trattano del regno di perla e seguire la narrazione fino ad arrivare al punto che ci interessa"
 
"Ottimo piano" osservò la maga avvicinandosi agli scaffali dopo aver preso il libro dalle mani dell'inglese "credo siano qui… si, sono questi, sono… quindici volumi, ad occhio"
 
"Li metto tutti sul tavolo" fece Julian iniziando a spostare i diversi tomi
 
Il sistema a catena di montaggio organizzato diede immediatamente i primi risultati; Magisa riuscì ad identificare con certezza i paragrafi che facevano riferimento al regno di perla, aggiornando costantemente Julian sul contenuto.
Le pagine continuavano a scorrere ma di informazioni riguardo alla stele ancestrale nessuna traccia; agli occhi della maga tutto ciò era molto strano: le parti storiche erano narrate con estrema dovizia di particolari, era impossibile che la stessa persona fosse stata così lacunosa per quanto riguardasse le leggende e il folklore.
 
Talmente presa dalla ricerca di una traccia, la rosa quasi non si accorse degli ultimi libri che il compagno di viaggio stava gettando sul tavolo.
 
"Fai attenzione!" si lamentò lei
 
"Scusami" rispose l'altro "dai un'occhiata a questi libri, sono un po' diversi dagli altri"
 
Era vero, gli ultimi tomi erano nettamente più voluminosi e, circa a metà di uno di essi, si notavano chiaramente delle pagine fatte in una carta diversa da tutte le altre.
Raggiunto il punto incriminato, i due analizzarono i fogli di carta: avevano un taglio differente ed erano più scuri e spessi rispetto a tutti gli altri ma nei contenuti non sembrava esserci nulla di particolare, una trattazione abbastanza esauriente di alcune delle tradizionali disuguaglianze giuridiche tra i cittadini del regno di perla e gli abitanti della campagna.
Deluso, l'inglese fece per chiudere anche l'ultimo volume ma la compagna glielo impedì afferrandogli la mano e conducendola lungo il bordo di una pagina.
 
"Non senti niente di particolare?" domandò trattenendo a stento l'entusiasmo
 
"Sinceramente no"
 
"La "pagina" ha due bordi!"
 
"Si… e con questo?"
 
"Questa non è una pagina!" esultò la rosa "sono due pagine fatte con i due diversi tipi di carta incollate tra loro!"
 
"Intendi dire che…"
 
"Esatto!" concluse estraendo lo scettro
 
Seppur privata di molta della sua energia magica, la donna riuscì a sviluppare il calore necessario per sciogliere l'adesivo senza rovinare troppo le pagine e le voltò delicatamente cercando di trattenere le lacrime; era davvero sorprendente il cammino che il destino aveva tracciato per lei, era "morta" tempo prima nel regno di perla e nel regno di perla ora ritornava a vivere.
 
"E' un testo scritto da Harel Oleissen, il settantaquattresimo Stormester della Midgard!" esclamò
 
"Stormester?" chiese Julian istintivamente
 
"E' il titolo assegnato al capo ingegnere di un'officina di aeronavi; la Midgard invece è la grande officina della città di Krystalliza, penso che anche Vey si sia recato là"
 
"Capito… allora, cosa dice?"
 
"Vediamo… Tutto ciò per cui l'umano, io e gli amici della compagnia abbiamo lottato è perduto. L'avversario nell'ombra, quello che ognuno di noi aveva deciso di ignorare, si è rivelato più spietato di un demone dei tempi antichi e più astuto degli usurpatori della mia terra ed ora si arroga il titolo, da lui stesso creato, di re del mondo Altrove. Gran RoRo, tuttavia, non ha ancora subito lo scacco matto: le sei steli ancestrali narreranno ai salvatori la storia leggendaria del nostro mondo e la loro missione e solo così gli eroi del nucleo potranno riconsegnare alla nostra amata terra la libertà"
 
"Beh, è come avevamo pensato" osservò Julian "dice qualcosa riguardo a queste steli?"
 
"Pare di si… ed ora, a te che stai leggendo, sei hai a cuore le sorti di questo mondo, ascoltami: ognuno di noi ha iscritto sulla stele del proprio mondo una parte della leggenda del destino di Gran RoRo, in modo che voi possiate trarne insegnamento, in quelle parole abbiamo messo tutta la nostra conoscenza della storia passata e la profezia sui tempi futuri così come ci è stata tramandata per generazioni"
 
"Dove si trova quella di questo regno? Per caso lo dice?"
 
"Si , qui in fondo… essa è celata agli occhi del nemico poiché egli non abbassa mai lo sguardo sulla plebe… aspetta, non può essere!"
 
"Cosa?"


"… Il nucleo stesso la protegge, il suo scudo può riflettere ad ogni ondata nemica, tuttavia basta un affondo per fendere la sua difesa… ma certo!"
 
"Mi ripeto: cosa è certo?"
 
"Ora lo so, so dove trovare la stele bianca!"
 
 
Il respiro affannato del maestro della luce, impegnato in un vero e proprio inseguimento alla sua collega, era l'unico rumore che risuonava nel vicolo che stavano percorrendo; non gli era ancora chiaro ne perché la maga gli avesse detto di seguirla ne perché stessero correndo attraverso una rete di vicoletti stretti e impossibili da percorrere.
 
-"Perché purtroppo la strada principale verso il palazzo del re è stranamente poco trafficata!" ha risposto quella matta- riepilogò mentalmente l'inglese -e perché cazzo dovrebbe importarci qualcosa? Non abbiamo certo intenzione di fare una visita di cortesia a Berger-
 
"Pensa di meno e corri di più, lumaca!" gridò la rosa accelerando ancor di più il passo
 
"Correre dove?" chiese "e poi, perché abbiamo dovuto rubare quella corda?"
 
"Beh, è ovvio no?" lo irrise lei "sfortunatamente abbiamo lasciato quasi tutti i nostri fondi a Veirhal e quindi non avremmo avuto di che pagarla"

"Non era questo che… uff… che intendevo" fece l'altro recuperando terreno "ciò che chiedevo è a cosa ci servisse una corda"
 
"Ma come, ancora non hai capito dove stiamo andando e cosa dobbiamo fare?"
 
"Come diavolo potrei, le hai lette solo tu quelle pagine e una volta conclusa la lettura mi hai intimato di rimettere tutto in perfetto ordine e, poi, mi hai trascinato di fuori"
 
"Ok… ammetto che forse…  sono stata un po' parsimoniosa nelle spiegazioni"
 
"Una novità assoluta!" esclamò ironico Fines "di solito mi fai sempre partecipe dei tuoi pensieri"
 
"Ahahah, molto divertente" ribatté "io invece non ho bisogno che tu li espliciti per conoscere i tuoi pensieri; in fondo, gli uomini sono tutti uguali"
 
"Hai così poca fiducia in noi umani?"
 
"No, ho così poca fiducia nei maschi; si sa che, in fin dei conti, pensano tutti alla stessa cosa"
 
"Mi stai sottilmente dando del porco?"
 
"Oh, no" fece lei con un incantevole sorriso dipinto in faccia
 
"Come sarebbe a dire no?!"
 
"Beh, non lo sto affatto facendo sottilmente" lo irrise l'altra "dai, siamo quasi arrivati"
 
"Quasi arrivati dove?"
 
La maga rallentò improvvisamente dando all'alleato la possibilità di affiancarla, con un cenno della testa fece segno di imboccare una stradina sulla destra, ordine a cui l'umano obbedì immediatamente, fino a raggiungere una piccola casa malconcia in un'area defilata; la donna bussò alla porta ricevendo un immediata risposta dal padrone, un uomo di mezza età con corti capelli chiari e una vistosa cicatrice sulla guancia destra.
 
"Magisa?!" esclamò stupito
 
"Proprio io, Jurga!" rispose lei "ci faresti entrare?"
 
Sorridente, l'uomo fece strada ai due visitatori all'interno dell'abitazione: vista da dentro, la casa sembrava ancora più piccola, le pareti erano decisamente spoglie e, dagli oggetti disposti sull'unico tavolo, era abbastanza chiaro che Jurga fosse il solo a vivere in quell'edificio.
 
"Scusate il disordine" fece il granroriano "è che preferisco essere pronto ad ogni evenienza"
 
"Quindi ho visto giusto" osservò Julian con fare scherzoso "quelle sono armi"
 
"Già… i resti della mia precedente occupazione"
 
"Precedente occupazione?" domandò l'inglese incuriosito
 
"Ero nel corpo dei cavalier…"
 
"COSA?!!" gridò l'umano intuendo ciò che l'altro stava per dire
 
"La mamma non ti ha insegnato a non giudicare un libro dalla copertina" lo prese in giro Magisa "tu, addirittura, lo stai giudicando della prima lettera del titolo"
 
"No, io lo sto giudicando sulla base di letture precedenti… e lasciamelo dire, sono state pessime letture"
 
"Beh, questo libro, per fortuna è un po' differente" prosegui scherzando "vedi, Jurga è uno di quei cavalieri d'argento che hanno abbandonato il corpo in seguito al colpo di stato, non sono stati in molti a farlo, è vero, ma qualcuno anche tra loro c'è stato"
 
"Felice di saperlo, ma ancora non ho capito perché mi hai portato qui"
 
"Perché…" esordì la maga spalancando una delle finestre della casa "… il retro di questo edificio da direttamente sul nostro obiettivo"
 
I due interlocutori si scambiarono una veloce occhiata solo per poi rivolgerne una dubbiosa alla collega che, da parte sua, si limitò a sorridere.
 
"Ehi, Jurga" disse Magisa estraendo la corda "riusciresti a trovare un solido appiglio per questa?"
 
 
La paresi facciale rimasta sul volto di Julian era la perfetta testimonianza di ciò che era accaduto dall'arrivo alla casa di Jurga in poi, un crescendo di incredulità che non viveva dal momento in cui aveva scoperto che esiste un mondo parallelo al proprio in cui le carte del suo gioco preferito erano uno strumento di guerra; era conscio di non essere un genio, poteva al massimo definirsi poco sopra la media, eppure era sicuro che ci sarebbe dovuto arrivare, del resto, come aveva "gentilmente" specificato circa cinquecento volte la sua compagna,  nel foglio c'erano tutte le informazioni necessarie.
 
"Devo ammettere che Oleissen è stato geniale; l'usare le metafore al posto di qualche complicato codice, lo sviare l'attenzione del re e al contempo usarlo come punto di riferimento, è stato tutto organizzato con molta cura"
 
"Probabilmente le informazioni sulla stele sono particolarmente importanti" intervenne Julian impegnato a scavalcare un piccolo corso d'acqua "è davvero pazzesco" riuscì finalmente ad ammettere "la conca? Non l'avrei mai immaginato"
 
"Sai come si dice di solito: "il miglior nascondiglio è quello che ai trova sotto gli occhi di tutti" e, fidati, non esiste un luogo in tutto il regno di perla, anzi, forse in tutti e sei i regni, che ha più occhi addosso di questo piccolo paradiso"
 
"Non fatico a crederlo" replicò l'umano cogliendo una primula dal prato "per lei, milady"
 
"Grazie, mio cavaliere" lo prese in giro lei afferrando l'omaggio floreale "ora dobbiamo solo arrivare alla stele"
 
"Già, giusto… ecco, diciamo che potrei non aver ben capito dove si trovi di preciso"
 
"Ma devo dirti tutto io?" continuò a scherzare la rosa "è protetta del nucleo progenitore, il quale crea uno scudo che riflette; ora prova ad immaginare il nucleo progenitore come il vostro sole, non ti vengono in mente le possibili corrispondenze"
 
"Aspetta… ma certo! L'acqua che riflette… lo scudo creato dal nucleo… è l'acqua, la stele è nascosta dietro la cascata!"
 
"Esatto! L'energia del nucleo scioglie i ghiacciai dei monti celesti e crea una rete di corsi d'acqua , uno di questi scorre fino alla conca dove da vita a questa spettacolare cascata, la quale, probabilmente, va a coprire una grotta dentro cui, anni dopo, Oleissen andrà a incidere le parole della leggenda"
 
"Detto così, sembriamo parlare di una mente di caratura superiore"
 
"Beh, una vecchia battuta granroriana dice che coloro che solo dei geni o dei pazzi potevano credere nel piano del primo umano"
 
"Allora speriamo che questo Oleissen appartenesse alla prima categoria"
 
Avanzarono nel meraviglioso prato fiorito scavalcando alcune rocce sporgenti e rigagnoli cristallini. L'ombra proiettata dall'isola fluttuante li copriva da sopra proteggendoli sia dalla luce del nucleo sia, speravano, dai possibili sguardi provenienti dal bordo della conca, continuarono fino ad oltrepassarla completamente, arrivando così alla loro destinazione.
Magisa si avvicinò cauta alla cascata saltando tra le rocce bagnate, il rumore delle ondate era tutto intorno a lei e sembrava condurla in un mondo a parte, un mondo che comprendeva soltanto lei e la sua piccola porta per il paradiso. Col cuore in gola, la donna allungò un dito fino a toccare l'acqua aprendo una serie di lievissimi squarci nella delicata muraglia e rivelando ai due visitatori il suo grande segreto.
 
"Hai visto Julian, "l'affondo che fende la difesa"?" disse sorridente facendo come per volgersi verso il maestro della luce "dobbiamo solo trovare un modo per non ba…"
 
 "Già trovato!"
 
Non lasciò alla maga neanche il tempo della replica; prima che potesse anche solo voltarsi, il maestro della luce la prese in braccio e, di slancio, saltarono lo specchio d'acqua atterrando nella grotta dietro la cascata… lavati dalla testa ai piedi.
 
"Sei un imbecille!" gridò Magisa a metà fra l'arrabbiato e il divertito mentre il compagno di viaggio la riappoggiava sulla terra
 
"Ma se stai ridendo anche tu" replicò l'altro
 
"Lasciamo perdere" concluse la donna estraendo lo scettro dai capelli
 
Con la mano sinistra, la rosa accarezzò la gemma posta in cima al bordone che iniziò a brillare di luce propria illuminando l'oscura via dei due.
Avanzarono lentamente e tenendosi sempre a stretto contatto; il soffitto si abbassava sempre di più fino a risultare opprimente, segno che si era quasi alla conclusione del tunnel, e due viandanti seguitavano a guardarsi intorno cercando di cogliere, lungo le pareti rocciose, delle incisioni simili a lettere che annunciassero la presenza della stele, ma fino ad ora niente.
 
Arrivarono alla fine del tunnel con sempre più dubbi e sempre meno certezze, certezze che si dissolsero definitivamente nel momento in cui Magisa passò la sua mano lungo la parete rocciosa: non c'era niente, solo la dura, fredda roccia.
 
"Nononono… non può finire così!" sbraitò la maga visibilmente abbattuta "Oleissen non può aver mentito, deve esserci qualcosa qui"
 
Provò ad avvicinarsi ancora, tastando ogni centimetro della parete rocciosa: le sarebbe bastato un segno qualunque da identificare, una scanalatura innaturale, un segno, anche minimo, di discontinuità sulla superficie; niente da fare, non trovò nulla.
Si voltò di scatto, tutta tremante e con una voglia tremenda di scappare da quella orribile grotta, ma non riuscì nemmeno a completare il primo passo perché la sua gamba d'appoggio cedette all'improvviso; immediatamente Julian la raggiunse per aiutarla, si chinò verso di lei e diede un occhiata alla sua caviglia per sincerarsi delle condizioni.
 
"Senti qualche dolore?"  domandò accarezzando delicatamente la parte lesa
 
"Si, ma non è di natura fisica" rispose lei con voce malinconica
 
"Mi… mi dispiace molto, Magisa" sussurrò il biondo spostando la sua attenzione al volto della donna
 
"Non è colpa tua" replicò dolcemente la rosa "troveremo un altro modo, non ti preoccupare; ora, per favore potresti aiutarmi a rimettermi in piedi?"
 
"Certo!" fece sicuro l'inglese prendendole la mano "su, forza… no ,attent…"
 
La gamba della maga cedette di nuovo facendole fare un secondo capitombolo, che peraltro trascinò a terra anche l'umano; la maga digrignò i denti rabbiosa, in un'altra situazione avrebbe riso delle stupide disgrazie che le stavano accadendo, ma, dato il momento, non poté non pensare che qualcuno stesse cercando di umiliarla.
 
"COMPLIMENTI JULIAN, SEI STATO DAVVERO UTILE!!" sbottò
 
"Ah, quindi adesso sarebbe colpa mia se tu non riesci a stare in piedi" ribatté ironico "non c'è possibilità che invece tu sia semplicemente troppo orgogliosa per ammettere di esserti procurata una distorsione alla caviglia in modo stupido, vero?"
 
"COME TE LO DEVO DIRE? NON. HO. NESSUNA. DISTORSIONE!!" lo attaccò lei, per nulla interessata a calmarsi "CONTROLLA DI NUOVO, SE VUOI… GUARDA, TI FACCIO ANCHE LUCE CON LO SCETTRO!"
 
La maga puntò la gemma lucente in direzione della zona incriminata per dissipare ogni dubbio.
 
-Ha ragione- pensò Julian osservandola meglio -non c'è traccia di infortuni o cose simili, però c'è comunque qualcosa di strano-
 
"Credo di aver capito cosa è successo" affermò il biondo trentaduenne rialzando la testa "ho notato adesso che il tacco del tuo stivale si è arrotondato, probabilmente hai messo il piede in una specie di buca"
 
"Una buca, questa è la tua soluzione?" fece l'altra poco convinta "come può esserci una buca nel pavimento roccioso di una grotta priva di corsi d'acqua e in cui nessuno entra da centinaia di anni?"
 
"Oh, al diavolo, come posso saperlo? Fino a prova contraria, la granroriana qui sei tu" imprecò "e comunque, se proprio ti interessa, sappi che di buche ne ho viste tante, tutte con una forma davvero strana"
 
Quella frase, per la donna, ebbe l'effetto della scarica di un defibrillatore, improvvisamente riacquistò colore, rialzò la testa e montò un'espressione seria e coinvolta.
 
"In che senso "forma strana"? Riesci a descriverli?"
 
"Puoi vederli anche tu" replicò l'altro, ancora contrariato per le costanti scortesie della compagna "sono su tutto il pavimento"
 
Una seconda scarica elettrica attraversò il sistema nervoso della rosa che si tirò in piedi di slancio e puntò il suo scettro luminoso verso il pavimento; immediatamente, una serie di strani segni apparve davanti alle sue pupille dilatate per lo stupore.
 
"Il segreto è nello scudo" sussurrò "ma certo, ho capito!"
 
"Cosa?" le domando il duellante avvicinandosi a lei
 
"Sulla pagina segreta di quel volume, dopo lo scritto dello Stormester Oleissen c'era scritta, in piccolo, un'altra frase che recitava "il segreto è nello scudo", fino ad ora avevo immaginato che si riferisse alla grotta ma in realtà parlava di questi segni" spiegò la donna ricevendo dall'altro, come risposta, un'espressione di confusione "pensaci bene, di cosa è fatto lo scudo?"
 
"Beh, di acqua" rispose l'inglese
 
"Bene, ora prova collegare l'acqua e queste piccole conche, ti viene in mente niente?"
 
"Forse se… aspetta un attimo, vuoi dire che…"
 
"Esatto!" fece lei gioiosa
 
"Non posso crederci!" esclamò il biondo "quindi queste conche sono le lettere e il pavimento è la stele"
 
"Già" confermò la granroriana "presto, versiamo l'acqua delle nostre borracce e andiamo a prenderne altra alla cascata"
 
"Perché… anf, anf… perché non mi hai detto… non mi hai detto di quell'appunto?" domandò Julian mentre inseguiva la maga in direzione della cascata
 
"Perché, data la mia prima interpretazione, la ritenevo un'informazione ridondante" esplicò lei "e, in più, era scritta con una calligrafia completamente diversa; non sapevo quanto valore assegnare a quelle parole"
 
"Direi un valore alto" replicò scherzoso l'uomo "ora sbrighiamoci a completare questo lavoro"
 
Dovettero faticare non poco e compiere numerosi viaggi per riempire tutte le conche componenti il frammento della leggenda riportato in quella grotta; per loro fortuna, il tipo di roccia che componeva la caverna era impermeabile e racchiudeva perfettamente l'acqua impendendole di drenare nel sottosuolo.
Ora il messaggio era finalmente completo e pronto per essere letto.
 
"… Gran RoRo vivrà giorni duri sotto il dominio del re umano… fino al giorno in cui sorgeranno dei coraggiosi combattenti, esperti nell'arte del duello… ecco la parte che più ci interessa!" fece una raggiante Magisa a Julian, intento ad appuntare quelle parole sul suo taccuino "… viaggeranno per i sei regni di Gran RoRo, portando ovunque la speranza; i sei mondi risplenderanno di nuovo e le loro luci contrasteranno il bagliore nero, la sec… aspetta, cosa vuol dire questo?"
 
"Cosa c'è?"
 
"Qui dice "la seconda vita di Gran RoRo così avrà fine"!"
 
"Seconda vita? Vuoi dire che questo mondo ha avuto più di una vita?"
 
"i-io… io non lo so, è-è l-la prima volta c-che riesco a le-leggere la vera leggenda"
 
"Beh, direi che dobbiamo cercare le altre steli per saperne di più" concluse Julian con un sorriso che contagiò anche la rosa "e per quella frase, io non mi preoccuperei troppo, il racconto continua qui sotto con la frase "la vita che verrà sarà…" quindi, anche secondo questo racconto, il tuo mondo non finirà"
 
"Si, ha-hai ra-ragione" sussurrò la maga tranquillizzata "grazie Julian"
 
"Di nulla Magisa, ora però direi di cancellare le tracce e andarcene da qui"
 
"Giu-giusto" fece lei con una voce ancora sottile, mentre con lo scettro faceva evaporare l'acqua
 
Cancellata anche l'ultima goccia, i due viandanti uscirono dalla grotta e, con la stessa cautela di quando erano scesi, risalirono la conca con l'aiuto dell'amico di Magisa; salutato Jurga, si incamminarono, mantenendo una certa prudenza, di nuovo verso il loro albergo dove, per il resto della giornata, avrebbero atteso l'arrivo del loro compagno di viaggio con la sua nave riparata.
 
"E se non riuscisse a tornare entro la giornata?" chiese l'altro tanto incuriosito quanto preoccupato
 
"Beh, ammetto che questa potrebbe rivelarsi un'eventualità problematica" rispose lei "non pensarci troppo su però; gli Håndverker della Midgard sono i migliori in tutti i sei regni, è quasi impossibile che impieghino più di due giorni per concludere questo lavoro… in fondo la Stella è una nave piccola"
 
L'inglese sorrise, soddisfatto della risposta ricevuta, e si accostò di più alla maga, era da parecchio che camminavano divisi, o perlomeno distanti, ed entrambi ritennero che ormai la strategia doveva avere già dato i suoi frutti; tuttavia, non fece nemmeno in tempo a concludere l'azione che una voce tanto nota quanto inattesa richiamo l'attenzione di entrambi.
 
"Magisa! Lord Julian!" gridò
 
"Cos… Lord Berger, cosa ci fa qui?" domandò la granroriana incredula
 
"Per fortuna vi ho trovati" fece il re con voce affannata "dovete sapere  che siete in grave pericolo!"
 
I due viaggiatori si irrigidirono all'improvviso: era surreale che Ulrich Von Berger avesse abbandonato il regio palazzo, figurarsi che l'avesse fatto per andare in loro aiuto.
 
"Si spieghi, per favore" disse la maga tradendo una certa tensione
 
"Nella convinzione di "vendicare" la mia sconfitta, una delle guardie del mio palazzo ha commesso un atto irresponsabile: ha inviato un messaggio a Lord Philippe Gaudin, il comandante del Leone Dorato"
 
"CO-COSA?!"
 
"Naturalmente, questo cavaliere è stato prontamente arrestato, ma temo che l'ammiraglia del re sia già sulla via della capitale"
 
"Cosa facciamo Magisa?"chiese Julian
 
"C'è poco da fare: non torneremo all'albergo, usciremo dalla città e proveremo a trovare rifugio nel contado" replicò la donna pronta ad una lunga corsa "grazie per l'informazione, Lord Berger; la prego, non punisca troppo quel soldato, in fondo pensava di fare la cosa giusta"
 
"Certamente, ora però andate"
 
Come da consiglio, i due corsero a grande velocità verso alcune vie secondarie e meno trafficate della città della purezza, sparendo quasi subito da campo visivo del re.
Un ghigno indecifrabile si compose sul volto del capitano dei cavalieri d'argento mentre questi estraeva dalla tasca un piccolo proiettore olografico, replicante un immagine del figlio.
 
"Sarò solo io a vincere in questo gioco, figliolo" sussurrò "solo io"

 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Wow, quanto tempo è passato dall'ultimo capitolo; mi scuso sinceramente con tutti voi lettori per avervi fatto aspettare così tanto (grazie della vostra fiducia) ma volevo assolutamente pubblicare almeno una storia su Bleach, il mio "shonen puro" preferito, e quindi il tempo da dedicare a questa storia è improvvisamente calato (se ci aggiungete pure l'università e altre cose poi), ora però sono tornato e non ho alcuna intenzione di andarmene.
 
Venendo al capitolo, posso dire che ne sono soddisfatto, credevo che, dopo una pausa così lunga, sarebbe venuto fuori qualcosa di molto peggiore e invece è esattamente come lo immaginavo (forse è giusto un po' confusionario a causa di tutti i cambi di situazione che si succedono nella parte centrale, ma spero che il tutto risulti comunque comprensibile); per essere un capitolo che non ha uno straccio di duello, anzi, non vengono neppure nominate delle carte, c'è parecchia azione e, sinceramente, questo è ciò che mi soddisfa di più: vorrei imitare il più possibile la struttura ad episodi dell'anime, ma non voglio che l'azione sia per forza legata al duello, diciamo che, in questo, avere per protagonista un uomo di trentadue anni  invece che un ragazzino di dodici aiuta non poco.
Come avrete notato, anche in questo capitolo ci sono nuove espressioni in norvegese e altri nomi che si vanno ad aggiungere ad una già lunga lista, per aiutarvi vi do due informazioni:
1) la parola Stormester significa Gran Maestro (terminologia tipica degli ordini cavallereschi) e sta ad indicare appunto i capi ingegneri delle officine; nella mia storia il titolo del capo ingegnere della Midgard in realtà sarebbe Høyeste Stormester (Massimo Gran Maestro o Supremo Gran Maestro) ma Magisa non lo sa in quanto non è mai stata ne un'esperta ne un'appassionata di aeronavi.
2) tranquilli, non è necessario ricordarsi tutti i nuovi nomi apparsi nel capitolo, in tutti i casi si tratta di personaggi morti (Oleissen, Sylverian, Astoria) o che comunque non compariranno (Jurga, Lord Krel); apparirà invece il citato figlio di Lord Krel che, nel canon di questa storia è un antenato del comandante Duc di "Brave" (in particolare è il nonno del suo bisnonno).
 
Credo non ci sia altro da aggiungere, nel caso ci fossero altri punti che non vi sono chiari vi invito a farmelo sapere con una recensione; vi do appuntamento al prossimo capitolo che cercherò di pubblicare in tempi meno biblici (essendo un capitolo breve dovrei riuscirci).
Grazie di aver atteso fino ad ora.
 
Alla prossima da ShawnSpenstar.

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Capitolo 11
*** La Fenice Blu ***


La Fenice Blu
 
 
Le vie della città della purezza non erano mai sembrate tanto intricate ed interminabili come in questo momento per il povero Julian, pareva quasi che quelle bastarde avessero vita propria e si impegnassero per rendergli difficile mantenere il contatto visivo con Magisa.
Sapeva bene di non poterla perdere di vista, non sarebbe mai riuscito ad uscire dalla città in tempo senza di lei, ma purtroppo i segni dell'aver affrontato, in un breve arco temporale, un durissimo duello e la scalata di una parete di roccia stavano cominciando a farsi sentire; spostò a forza il suo baricentro per evitare di cedere sotto il suo stesso peso e provò a sgranchire le gambe in corsa per ammorbidire i muscoli.
 
-Cazzo, fanno un male infernale- si disse
 
"Forza Julian!" esclamò Magisa voltandosi "fidati, il dolore che senti è nulla in confronto a quello che proveresti se ti prendessero"
 
"Saperlo non mi aiuta!" ribatté l'umano cercando di chiudere li il discorso; già faticava a correre, se si metteva pure a sprecare il fiato poteva anche consegnarsi direttamente ai soldati del re
 
Con energie raschiate dal fondo del barile, il maestro della luce riuscì a riavvicinarsi alla collega che, accortasi di lui, estrasse lo scettro e cominciò a far fluire il suo potere; improvvisamente il passo dell'inglese migliorò ed egli raggiunse finalmente la donna proseguendo la corsa accanto a lei.
Si inoltrarono in un dedalo di vicoli poco battuti, ovviamente più adatti a chi come loro aveva bisogno di trovare la strada più libera possibile, fino a ritrovarsi in una grande arteria che attraversava, in parallelo alla superstrada soprastante,  un'ampia pozione di città trasversalmente, in direzione sud-ovest; imboccarono la strada transitandola a velocità sostenuta ma evitando di dare troppo nell'occhio, fino ad arrivare ad una via secondaria a destra, ove svoltarono.
 
"Perché ovest?" domandò Julian proseguendo nella sua politica di risparmio del fiato
 
"Perché la grande officina Midgard si trova ad ovest di Krystalliza. Se anche riuscissimo ad uscire dalla città, senza una nave saremmo spacciati comunque, il Leone Dorato è la più veloce… la… la più veloce aeronave di Gran RoRo"
 
"Chiaro" replicò l'umano
 
Proseguirono saltando una breve gradinata che si trovava lungo la strada per poi svoltare a sinistra in un'altra via buia e stretta; ora era Julian ad essere davanti e conduceva il duo guidato dalle sempre più telegrafiche istruzioni di Magisa.
 
"Due incroci… poi, ancora destra" sibilò ad un certo punto la rosa con un tono strano
 
Istintivamente, Fines si voltò preoccupato per sincerarsi della situazione ma ciò che vide non fece altro che confermare i suoi sospetti: la ragazza stava perdendo terreno, la sua andatura era visibilmente appesantita e il viso era troppo sudato e troppo arrossato; aveva utilizzato la sua energia per rivitalizzare lui.
Senza pensarci due volte, l'inglese rallentò, afferrò il braccio di lei con la propria mano destra e la tiro a se fino ad averla in braccio.
 
"Co-cosa…  cosa d-d-diavolo fai?!" lo rimproverò lei con un filo di voce
 
"Un piano, no? Se sono io a portarti, tu puoi tranquillamente continuare a rinforzarmi con la tua magia ed io posso correre per entrambi"
 
"I-idiota" sussurrò sorridente
 
"Tra l'altro sei leggerissima" aggiunse "davvero in perfetta forma"
 
"Ti- ti pare il momento d-di provarci con me?" ribatté la ragazza "co-concentrati su- sulla strada p-pi-piuttosto, a-al prossimo i-incrocio dovremmo svoltare a-ancora a de-destra"
 
"A destra? Ma così andremo verso nord"
 
"E-esatto… l-la Midgard è… è f-fuori da-dalla città, ma… ma è po-posizionata parallelamente al pa-palazzo de-del re"
 
"Capito!"
 
"B-bravo" concluse la rosa "o-ora attento, t-tra tre i-incroci, su-sulla sinistra, ci… ci sarà la v-via d'uscita dalla ca-capitale"
 
"Afferrato… e, per inciso, non azzardarti mai più a sacrificarti per me"
 
"M-ma tu… t-tu sei p-più importante"
 
"Perché dici queste stronzate? Senza di te, io non sarei niente"
 
 
Anche senza ulteriori indicazioni da parte della maga, non fu affatto difficile intuire quale fosse la via per la Midgard, decine e decine di navi "infortunate" in coda erano un segnale più che sufficiente.
Stando attento a non finire incenerito da qualche motore, Julian e Magisa attraversarono la strada; il piano pensato era tanto semplice quanto efficace: sfruttare la moltitudine di navi per nascondersi da eventuali sguardi indiscreti, così facendo i due avrebbero potuto rallentare il passo e recuperare gradualmente le forze; non potevano essere assolutamente certi che i lavori alla nave fossero conclusi.
 
Superarono a piedi un gran numero di navi incolonnate recanti i più disparati segni di danneggiamento, tutti particolarmente gravi: molto comuni erano gli squarci su rivestimento esterno e carena, profondi a tal punto che, in alcuni casi, si riusciva a vedere l'interno dei veicoli; altri danni particolarmente visibili erano quelli ai vetri frontali, molto pericolosi in caso di salto intra-mondi; infine c'erano gli incidenti meno evidenti, rotture di motori, sistemi di nuclei in sovraccarico, problemi al computer, ma molto più complessi da riparare.
 
"Alcune di queste riparazioni possono essere eseguite solo alla grande officina" spiegò Magisa con voce finalmente stabile "se quello che ho sentito dire in giro è vero, possiedono un gigantesco altoforno, la "fornace della creazione", capace di fondere in pochi minuti un intera nave, quale che siano le sue dimensioni, per poi ricostruirla da zero"
 
"Esiste un sistema di nuclei tanto potente da permettere una cosa del genere? Mi sorprende che il re non se ne sia ancora appropriato" osservò il biondo duellante
 
"Oh, ci sta provando in realtà" replicò la maga in tono scherzoso "sai, pare che la fornace prenda la sua energia direttamente dal nucleo progenitore"
 
"Davvero? e come diavolo farebbero a catalizzare la sua energia?"
 
"Non lo so" ammise la rosa "potrebbe anche trattarsi di una diceria in realtà"
 
"Sbaglio o non sei molto informata sull'argomento?" ironizzò l'umano ammiccando con lo sguardo
 
"Beh, non sono mica una maniaca di navicelle tipo Vey; in fondo, non sono altro che mezzi di trasporto e, come hai potuto ammirare, io ne possiedo uno molto migliore: posto singolo, più maneggevole e capace di andare su tutti i terreni"
 
"Ti rendi conto che stai parlando di una bicicletta, vero? Dalla descrizione sembrerebbe una jeep"
 
"Detto da uno che viaggiava sul rottame di Vey e non se ne lamentava… cosa vuoi capirne tu di veicoli?!"
 
"La patente ce l'ho anche io, tesoro" ribatté irridente l'inglese per concludere il discorso "passando a cose più serie, volevo chiederti  se sai qualcosa dell'uomo da cui stiamo scappando"
 
Improvvisamente, la maga si fece seria in volto e rallentò ulteriormente il passo; gettò lo sguardo tra gli squarci di panorama visibili tra le varie navi, in direzione della città di Krystalliza: tutto sembrava essere ancora relativamente calmo, il che doveva significare che l'ammiraglia non era ancora giunta in città; potevano stare tranquilli.
 
"Va bene" disse la maga fermandosi "questo è quello che so: lord Philippe Gaudin è il dignitario, e guardia del corpo, del re del mondo Altrove, è un umano proveniente da un paese chiamato Francia ma non è della tua epoca, comanda l'ammiraglia del re, il Leone Dorato, il cui compio è viaggiare tra i mondi tanto per verificare la fedeltà dei vari reggenti quanto per dare la caccia a coloro che minano l'autorità del re"
 
"E' un duellante, immagino"
 
"Si, e pare sia estremamente abile; dicono che ancor più delle sue grandi capacità strategiche, derivate dalla sua lunga esperienza come militare, a mettere in difficoltà i suoi avversari sia la sua presenza, riesce a far tremare le persone con il solo sguardo"
 
"Deve essere molto carismatico; l'hai mai incontrato di persona?"
 
"Un faccia a faccia vero e proprio non l'ho mai avuto" ammise la maga "ma una volta l'ho visto durante una visita del re nel regno di zaffiro, ricordo di non aver tremato ma di sicuro la sua espressione mi ha generato una sensazione di… rispetto; è stato strano perché mi è sembrata una reazione naturale, quasi come se glielo dovessi"
 
All'udire quelle parole, Julian si fece ancor più pensieroso; anche tra gli alleati ed amici, non erano molte le persone in grado tenere testa alla maga, come era possibile che un nemico umano sostanzialmente la costringesse a portargli rispetto.
 
"L'avrei quasi voluto incontrare questo Gaudin" ammise il guerriero rosso
 
"Temo che scontrarsi con lui sia inevitabile, prima o poi" osservò la maga "tuttavia meglio non farlo oggi; se è stato avvisato sicuramente sarà venuto con una flotta, ciò significa che avrebbe usato le armi invece che le carte visto che, per la legge del re, coloro che sono in stato di arresto non possono richiedere nessun duello"
 
"Perché? Cambierebbe forse qualcosa se incontrassimo solamente la sua nave?" domandò l'inglese un po' interdetto dalla precedente affermazione della maga.
 
"Molto più di quanto credi" replicò la nativa del regno di topazio "vedi, il Leone Dorato non è una aeronave militare, è più il vascello su cui vengono accolte le figure di spicco dei vari mondi; non ha ne un organico numeroso e ne una grande potenza di fuoco, la sua unica difesa, in realtà, è proprio lord Philippe"
 
"Una nave così importante è così poco difesa?! Mi sembra assurdo"
 
"Difatti pare che il re voglia apportare delle modifiche tecniche" ammise la donna, preoccupata da quelli che avrebbero potuto essere i futuri sviluppi "e ricorda che si tratta comunque della più veloce nave esistente a Gran RoRo"
 
"Non rischia di essere superata da un modello più moderno?"
 
"E come? Il re ha il controllo della stragrande maggioranza delle officine e delle stazioni; se qualcuno provasse a produrre un nuovo modello di aeronave, lui lo verrebbe immediatamente a sapere e la farebbe distruggere"
 
"Capisco" fece Fines sconsolato
 
"Solo alcuni mazoku del regno di ametista stanno tentando di costruirne con mezzi di fortuna" proseguì la ragazza "ma non sono sicura che abbiano ottenuto dei risultati accettabili"
 
"Beh, anche ci riuscissero dubito che potrebbero decidere di condividerle con noi" scherzò Julian provando ad allentare un po' la tensione "sai, Vey mi ha parlato spesso dei mazoku… diciamo che non ne ha un'alta opinione"
 
"Ahahah, se devi cercare degli estimatori dei mazoku  il regno di smeraldo non è esattamente il posto migliore"
 
Andarono avanti a ridere per alcuni secondi, come per liberarsi dall'ansia e dalla tensione  di cui li avevano caricati gli eventi del giorno prima e di oggi, poi, seguitando ad avanzare, rivolsero di nuovo lo sguardo alla città della purezza… uno sguardo ben mirato.
Lo sapevano entrambi che ne avrebbero dovuto parlare prima o poi; era l'ultimo argomento su cui dovevano confrontarsi prima di raggiungere definitivamente Veirhal e la sua nave.
 
"Che ne dici?" esordì l'umano "cosa potrebbe averlo spinto ad aiutarci"
 
"Onestamente, proprio non riesco a capirlo" confessò la rosa "sono certa di conoscerlo bene, eppure non mi sarei mai aspettato un gesto simile da lui; so che, spesso e volentieri, si finge patriota di fronte al popolo… ma questo è molto di più, non aveva necessità di esporsi tanto e non ricava nessun vantaggio dal suo gesto; è indecifrabile"
 
"E' proprio questo il problema!" sbraitò il trentaduenne "ci possiamo fidare delle sue parole e, più importante, nel caso fossero vere, lo dobbiamo considerare un alleato?"
 
La maga scosse la testa, sconsolata; non aveva risposte a quelle domande, sapeva che i primi re della casata dei Von Berger avevano strenuamente sostenuto il re e che, per quanto ci fosse molta comodità dietro a quel sostegno, si erano impegnati a trasmettere ai cittadini del regno un immagine meno degradante del sovrano; tuttavia, questa fedeltà poteva benissimo essersi logorata col passare degli anni.
Troppe ipotesi, tutte egualmente valide, affollavano la mente della ragazza; il punto focale restava uno solo: fidarsi di Ulrich Von Berger e dei cavalieri d'argento era difficile, ma se davvero essi avessero avuto l'intenzione di  sollevarsi contro il re, lei e Julian avrebbero trovato alleati tanto insperati quanto potenti; un'eventualità così allettante da sconfiggere anche i più ferrei ragionamenti logici.
 
"Forse, per il momento, dovremmo solo pensare ad allontanarci il più possibile da Krystalliza" affermò Fines cercando di strappare, con successo, la compagna di viaggio ai suoi pensieri
 
"Cos… mmm… si, forse hai ragione" ammise lei
 
"Bene!" concluse prendendola di nuovo in braccio "allora muoviamoci a raggiungere Vey"
 
 
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L'immagine riprodotta dal proiettore emanava una luce lieve, ma sufficiente ad illuminare tutto il sacrario grazie alle proprietà riflettenti del cristallo di cui era fatta la statua; l'immagine del piccolo Berger era stagliata, a dimensioni colossali, su ogni parete, come se quella stanza gli fosse dedicata.
 
Probabilmente, per il possessore di quel proiettore olografico era proprio così: per quanto li rispettasse, la stanza più importante della sua casa non si chiamava affatto "Santuario di Walhalance e Gugnir"; il suo vero nome era "Santuario di Karma Von Berger" e non avrebbe permesso a nessuno di profanarlo.
 
-Lord Philippe sarà qui a momenti- pensò -perfetto, tutto sta andando come prevsto-
 
Lasciò il sacrario e attraversò il corridoio fino ad arrivare alla triforcazione delle scale; lanciò una fugace occhiata alla sua sinistra in direzione della camera del suo erede, dopodiché scese al pian terreno e si sedette in attesa dell'ospite.
Aveva preparato tutto nei minimi dettagli: nell'istante in cui la pattuglia di stanza alla stazione aeronavale aveva annunciato l'atterraggio del Leone Dorato, il re di perla aveva inviato un ordine segreto ad uno degli alti comandanti dei cavalieri d'argento, uomo di sua stretta fedeltà, il quale aveva coordinato il posizionamento di posti di blocco ad ogni possibile via di fuga dalla città e fatto circolare, tra i soldati scelti per l'operazione, le immagini dei ricercati; ora non restava che accogliere il gradito ospite, sperando di aver dato sufficiente tempo a Magisa e al suo compagno per portare a termine la loro fuga.
 
"Sire, lord Philippe è appena atterrato sull'isola fluttuante" disse un servitore, aprendo appena la porta
 
"Bene, conducetelo qui" replicò il re di perla con un sorriso
 
"Sarà fatto, sire" concluse l'altro allontanandosi dalla soglia
 
I pochi secondi che precedettero l'ingresso del dignitario del re furono interamente dedicati ad un'ultima osservazione dell'immagine proiettata del figlio. Sussurrò qualcosa a quell'immagine, tutto ciò che non era riuscito o non aveva potuto mai dirgli di persona; infine, spense l'apparecchio e lo ripose nella sua tasca proprio mentre il cigolio del portone annunciava l'ingresso del suo importante ospite.
 
"Lord Philippe Gaudin!" esclamò il biondo re facendosi incontro "sono onorato che il capitano del Leone Dorato abbia deciso di venire in prima persona"
 
"Non avrei potuto fare altrimenti, maestà; se ciò che mi ha detto è vero, potrebbe trattarsi di una seria minaccia al dominio del nostro sovrano" replicò l'altro con voce dura, da militare
 
"Ho solo adempiuto ai miei doveri verso il mio superiore" fece il granroriano con riverenza "e posso assicurarle che la minaccia è seria, ho sostenuto un duello contro il maestro della luce in questione e sono stato sconfitto nonostante la protezione dei sacri Walhalance e Gugnir; è estremamente abile"
 
"Non corra troppo, lord Berger" rispose l'altro con molta calma "e non usi termini eccessivi come "estremamente"; lei è certamente un ottimo duellante, ma non è imbattibile. E la presunta protezione garantita da quella statua è pura superstizione"
 
"Non per me" ribatté il re di perla lievemente infastidito "sa, mi sono sempre chiesto come possa un uomo razionale, quale è lei, credere alla leggenda dei maestri della luce"
 
"Difatti io non credo alla leggenda"
 
"Eppure è accorso alla mia segnalazione"
 
A quelle parole, il grand'ammiraglio si sedette su una delle sedie e lanciò una penetrante occhiata al suo interlocutore; era chiaro che l'obiettivo del granroriano fosse innervosirlo, ma ancora non riusciva a capirne il perché. Si limitò, così, a stare al gioco.
 
"Io credo alle informazioni che la leggenda fornisce" spiegò "se essa descrive i maestri della luce come grandi duellanti, così li considero io; al contrario, tutta la parte che parla di come siano destinati a salvare il mondo Altrove per me è inutile superstizione senza fondamento"
 
"Capisco" sussurrò Ulrich montando un'espressione indecifrabile "comunque, ho cercato di facilitarle la ricerca: ho imposto il blocco di ogni uscita dalla città appena dopo averle inviato il messaggio"
 
"Molte grazie, lord Berger; ci è stato di grande aiuto"
 
Conclusa la frase, lord Philippe si sollevò dalla sedia e raggiunse l'uscita, dove i pochi uomini dotati di arma del suo equipaggio lo attendevano; con un rapido movimento del capo, fece segno di seguirlo e, insieme alla pattuglia, raggiunse la navetta.
Si sedette in disparte, una volta montato sul veicolo, e si immerse nei suoi pensieri. Non gli era piaciuto l'atteggiamento tenuto dal re di perla per tutta la durata del loro dialogo, tutte quelle repliche aggressive, e non richieste, gli avevano lasciato addosso una strana sensazione.
 
"Si sente bene, lord Philippe?" domandò uno dei suoi sottoposti, accortosi del suo comportamento
 
"Si tutto bene, non preoccupatevi per me" rassicurò lui "pensiamo solo a trovare quel maestro della luce, la città è immensa e, contrariamente a ciò che vuol farci credere lord Berger, non sarà un'impresa facile"
 
All'interno della villa, invece, serpeggiava un clima completamente diverso: Ulrich Von Berger era raggiante come non accadeva da molto tempo, perlomeno dalla scomparsa della moglie; un membro dell'ordine dei cavalieri d'argento, che aveva assistito alla conversazione, si avvicinò al re come a cercare di leggere le sue espressioni e i suoi comportamenti. C'era sicuramente qualcosa che gli sfuggiva.
 
"Signore, perché ha mentito a lord Philippe?" domandò
 
Il re si voltò improvvisamente, rivolgendo la sua più completa attenzione al sottoposto; La sua espressione era come trasfigurata: continuava a sorridere, certo, ma il sorriso che mostrava ora era diverso… più aggressivo.
 
"E, di grazia, riguardo a cosa avrei mentito?"
 
"I-io… io non i-intendevo…" balbettò il soldato intimorito "è-è cre-credevo c-che il blocco f-fosse sta-stato istituito so-solo pochi mi-minuti p-prima dell'a-arrivo de-del Leone Dorato"
 
"Infatti e proprio così!" replicò il biondo granroriano con voce accondiscendente
 
"Ma allora…"
 
"Devi capire, soldato, che ho progettato tutto con molta cura; se avessi dato quell'ordine prima, la fuga di Magisa e del suo compagno sarebbe stata impossibile e io avrei sprecato il favore concessomi dal destino"
 
"Mi perdoni, ma non riesco a seguirla"
 
"Grazie al mio piano, lord Philippe non avrà la minima possibilità di arrestare i due fuggitivi nonostante i miei sforzi per aiutarlo; il suo valore agli occhi del re sarà ridimensionato mentre, al contrario, il mio operato risulterà inattaccabile ed io sarò il vero vincitore dello scontro tra Magisa e lord Philippe"
 
Come in un climax espressivo, il volto aggressivo del re sfumò in qualcosa di ancora più inquietante: le pupille si dilatarono mentre gli occhi si strinsero, i lineamenti facciali si fecero più aguzzi e minacciosi e il ghigno si allargò ulteriormente fino a diventare un sorriso a trentadue denti; la perfetta riproduzione del viso di un maniaco.
 
"Ma lei… lei non sembra così sicuro del mio piano" sibilò il re con voce fredda "per caso non ha fiducia nelle capacità del suo re"
 
"No maestà, è-è… è so-solo che…"
 
"Che?"
 
"C-che sarebbe a-alto tradimento… c-credo"
 
"Si" sussurrò il re avvicinandosi al soldato "lo sarebbe"
 
Accadde tutto in un attimo: Ulrich Von Berger estrasse dalla sua tunica un coltello e colpì rapidamente il suo interlocutore in pieno cuore, uccidendolo istantaneamente; il re rimosse immediatamente l'arma del delitto dal cadavere e lo osservò stramazzare a terra prima di rivolgere lo sguardo agli altri due soldati presenti.
 
"C'è qualcun altro qui che è convinto che io stia sbagliando?" domandò gelido, ricevendo una doppia risposta negativa "Perfetto; pulite il pavimento e gettate questo rifiuto nella conca perché faccia da concime alla terra!"
 
Mentre i due soldati eseguivano l'ordine, gli occhi del re raggiunsero la porta del sacrario al primo piano.
 
"Karma" sussurrò "saremo noi, gli unici vincitori di questa guerra"
 
 
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In tutti i trentatre anni della sua vista, Julian non aveva mai provato l'ebbrezza di viaggiare in clandestinità; secondo quanto riferito da Magisa, infatti, i pedoni non possono entrare nella grande officina, il che lasciava come unica opzione imbarcarsi di nascosto su una delle altre navi, piano che i due misero in atto alla prima buona occasione.
Nascosti agli occhi indiscreti delle guardie all’ingresso, passarono il posto di blocco e, raggiunta la sala principale della fucina, scesero mescolandosi alla folla di proprietari e operai; vagarono senza metà per alcuni minuti, oltrepassando diverse carcasse di navi e cercando di sopportare alla meglio il caldo infernale, poi finalmente scorsero qualcosa: di spalle davanti a loro, stava un uomo vestito con la divisa da lavoro il cui colorito verde scuro di capelli e pelle ricordava molto quello del loro amico. Osservandolo attentamente, Julian comparò la figura dello sconosciuto a quella di Vey e, nonostante le immagini gli giungessero deformate dal calore, esse risultavano più o meno coincidenti.
 
-Come dice il detto: "se cammina come un anatra e starnazza come un anatra…"-
 
"Veirhal!" esclamò con una certa confidenza
 
Il gigante recepì il richiamo e si voltò immediatamente, era proprio lui solo molto più sporco e brutto.
 
"Julian, Magisa!!" gridò avvicinandosi ai due "per la luce del nucleo, come diavolo avete fato ad entrare?"
 
"Ma è chiaro, ci siamo appena fatti assumere; SECONDO TE COME POTREMMO MAI AVER FATTO, GENIO?" replicò una irridente Magisa
 
"Ehi, stai calma" sospirò l'altro "non pensavo che una ragazza proveniente da un regno di benpensanti sarebbe arrivata a commettere un mezzo crimine"
 
Per alcuni secondi, la maga fu tentata di sfoderare lo scettro e spedire il suo molesto compagno di viaggio dalla parte opposta della sala, poi però si decise ad accettare l'offesa amichevole: erano tutti li, gli errori di milioni di anni di vita di Gran RoRo, una serie di stereotipi tramandati come verità che, con il loro progressivo stratificarsi,  avevano dato vita a dei pregiudizi radicati; lei non avrebbe più commesso gli stessi errori.
 
Vedendoli meno battaglieri, anche Julian ritenne di potersi avvicinare, salutò l'amico appena ritrovato con una stretta di mano e immediatamente chiese notizie sulla nave, ricevendo dall'altro una risposta abbastanza vaga. Senza aggiungere nulla, il granroriano si voltò e incamminò verso un oscuro tunnel; gli altri due lo seguirono in quell'enorme canale, per poi sbucare in una sala di dimensioni inferiori rispetto a quella precedente ma caratterizzata da un calore molto inferiore.
 
"Benvenuti!" esultò Vey "questa è la camera di refrigerazione, dove le navi in uscita dalla fornace vengono riassemblate"
 
"Wow" esclamarono gli altri due all'unisono, estasiati da tutto quel brulicare di operai e impalcature
 
"E non avete ancora visto il meglio" prosegui il nativo di Selveya afferrando il lembo di un telo "salutate la nostra nuova nave, rinata dalle ceneri dell'amata Stella: la Fenice Blu"
 
Il telo venne trascinato a terra e una luce di colore blu elettrico si diffuse nella stanza, quasi ad anticipare l'apparizione del veicolo: la forma era rimasta all'incirca la stessa, una sorta di pallottola ovoidale dalla testa appuntita, ma di dimensioni maggiori e con quattro nuove "pinne" a garantirne una maggiore stabilità e manovrabilità, il tutto decorato a un fascio di strisce blu che, partendo dalla punta, andavano a correre lungo le fiancate a simulare delle ali; tutte le parti che, nel difficile ultimo viaggio, avevano subito lesioni anche minime erano poi state sostituite dai loro corrispondenti più moderni, aggiunto un nuovo portone automatico e modernizzato gli interni, aggiungendo alla vecchia cassettiera, un tavolino, un paio di mobili, due divani-letto nuovi e, perfino, di una sorta di angolo-cottura; infine, la cabina di comando aveva ricevuto un deciso upgrade con l'installazione di un sistema di nuclei tra i più recenti ed evoluti.
 
Veirhal guardò soddisfatto le facce incredule dei suoi due amici, li aveva messi completamente K.O.
 
"Dai, perlomeno evitate queste espressioni idiote" li rimproverò il granroriano scherzosamente
 
Magisa e Julian praticamente nemmeno lo sentirono, troppo impegnati com'erano a cercare di scorgere nella Fenice qualcosa che ricordasse il suo "glorioso" passato; vista la scarsa considerazione generale, Olamaris decise di dedicarsi ai gesti utili e, dopo aver saputo l'ammontare dei costi dagli operai, pagò le riparazioni.
 
"Grazie mille per la vostra cortesia e assistenza" li salutò "è stato un sogno poter entrare qui"
 
"Sai, tra il tuo conto e il fatto che l'Håndverker è diventato meno severo da che sei arrivato, quasi dovremmo essere noi a ringraziarti" scherzò uno degli operai "stupidaggini a parte, è stato un piacere lavorare con qualcuno che vuole veramente bene alla sua nave, siete una razza sempre più rara ultimamente"
 
"Stai tranquillo, ho intenzione di restare vivo ancora per molto tempo" replicò Vey ridendo a sua volta
 
"Questo conta poco" ribatté un altro lavoratore, più scuro in volto "nessuno di noi è totalmente padrone della propria vita"
 
"Ma io sono uno che sta particolarmente attento; grazie ancora per la vostra assistenza, è stato un onore" concluse il nativo del regno di smeraldo per poi raggiungere di nuovo i suoi compagni di viaggio, freschi di risveglio dallo stato di shock
 
"Ma-ma… co-come diavolo hai f-fatto?" domandò una Magisa ancora poco lucida
 
"Uno degli Håndverker mi ha abbonato i costi del sistema dei nuclei e del computer di bordo, lasciandomi così molti più soldi di quelli che pensavo di avere" spiegò "ho passato una decina di minuti a valutare la situazione e, resomi conto che non avrei esaurito le finanze, ho deciso di andare oltre la semplice riparazione"
 
"Oltre la semplice riparazione?"
 
"Ho chiesto che la nave venisse fusa parzialmente, così ho potuto ingrandirla e rimodellarla fino a renderla come la vedete voi ora"
 
"Wow!" esclamo Magisa estasiata "quindi è vero che la Midgard possiede una fornace speciale in grado di fondere una nave intera"
 
"Già" asserì il granroriano "voi invece, avete scoperto o fatto qualcosa di interessante in questi due giorni?"
 
"Sicuro, ma se te lo raccontassimo non ci crederesti" ironizzò Julian inserendosi nella discussione
 
"Mettetemi alla prova"
 
Come da invito dell'amico, i due narrarono ciò che gli era accaduto nell'arco di tempo concomitante alla convalescenza della, ora,  Fenice Blu con grande dovizia di particolari: il duello che il maestro della luce aveva sostenuto contro il re di perla fu raccontato da Magisa con così grande partecipazione che a Vey quasi pareva di vederlo davanti ai suoi occhi, mentre l'avventura tra la biblioteca e la conca fu descritta con calma e attenzione per informare al meglio l'assente sulle ultime interessanti scoperte riguardo alla missione.
 
"Direi che siamo ad un buon punto" concluse Vey dopo aver ascoltato la storia "ora dobbiamo solo decidere la prossima destinazione"
 
"Già la des… oh, merda!!" imprecò Julian all'improvviso "ragazzi, dobbiamo andarcene subito!"
 
"Cos… perché?"
 
"Perché un membro dei cavalieri d'argento ha inviato un messaggio all'ammiraglia della flotta del re del mondo Altrove" spiegò Magisa che aveva intuito il motivo delle preoccupazioni dell'umano "dobbiamo scappare prima che arrivi lord Gaudin"
 
Veirhal si irrigidì alla notizia, ovviamente conosceva di fama l'umano nominato da Magisa: era noto come il più infaticabile e spietato cacciatore di sovversivi, un duellante eccezionale e glaciale che nessuno era mai stato capace di leggere; doveva farsi venire un'idea, le procedure dell'officina obbligavano le navi riparate ad un rodaggio completo, ma quello era tutto tempo che non potevano perdere.
 
Come il un sogno, li ritornarono in mente le parole del Håndverker che l'aveva accolto il giorno prima.
 
- Nel caso serva qualcosa a te o ai tuoi amici, rivolgiti a me-
 
Eccola, la soluzione.
 
"Non preoccupatevi" ordinò il granroriano ai due compagni "so io cosa fare"
 
 
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L'inquietante sorriso dipinto sul volto di Ulrich Von Berger si allargava di un centimetro ad ogni secondo che passava. Era una vita che non si sentiva così sinceramente divertito, ma non poteva quasi farne a meno, ascoltando le notizie che la sua efficientissima rete di informatori gli inviava riguardo le, inutili, ricerche messe in atto da lord Philippe.
 
"Vostra maestà, c'è un olomessaggio per lei" fece uno dei suoi sottoposti alle sue spalle porgendogli un proiettore
 
Il re di perla accese il dispositivo: apparve, davanti ai suoi occhi, un granroriano indossante la divisa dei Mekanisk della Midgard.
 
"Quali notizie dall'est?" chiese, tagliente, il re
 
"Sono appena partiti dall'officina, sire" rispose l'uomo dall'altro lato della trasmissione
 
"Ottimo!" esclamò Berger che si rivolse, poi, ad un altro dei suoi fidati soldati "mi raccomando, lord Philippe dovrà sapere di questa fuga tra un'ora circa e voi dovrete raccontargliela come se fosse appena accaduta"
 
"Sarà fatto signore" confermò l'uomo prima di lasciare la sala
 
Il re si voltò nuovamente verso l'apparecchio che, ancora acceso, continuava a proiettare l'immagine del soldato in incognito: stava sull'attenti, in attesa di ulteriori ordini.
 
"Rientra e recupera le tue armi, soldato" sibilò re Ulrich nel suo terrificante tono gelido "ora siamo a caccia!"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Nuevo capitulo e prima apparizione della nuova nave di Veirhal Olamaris, la Fenice Blu, già apparsa in un capitolo del magnifico sequel di "Brave" scritto da HikariMoon (a proposito scusa se non ho ancora recensito i nuovi capitoli) che ci terrà compagnia per quasi tutta la durata di questo viaggio a Gran RoRo.
 
Anche se ci ho messo un po' più di quello che pensavo, sono abbastanza soddisfatto di come è venuto il capitolo: spero di essere riuscito ad introdurre bene il personaggio di Philippe (che sarà uno dei principali antagonisti della storia) e soprattutto a caratterizzare Ulrich che è molto più complicato di quel che sembra; la questione della nave invece deriva, essenzialmente, dal fatto che non mi andava di far viaggiare i ragazzi e i loro futuri alleati (si ce ne saranno) in quella fogna che era la nave di Vey pre-ristrutturazione. In conclusione è il classico capitolo in cui sembra che non accada nulla e invece accade tutto.
 Grazie a tutti voi lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a lasciarmi una recensione, anche se solo per farmi capire gli errori che, sicuramente, ho commesso; vi aspetto sempre qui per il prossimo capitolo (che potrebbe arrivare tra un bel po' purtroppo) in cui dovrebbe, peraltro, apparire per la prima volta in questa storia un personaggio mooolto importante.
 
Hasta la vista a todos.
 
ShawnSpenstar/Athos

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