Closer

di Sciao_Principesa
(/viewuser.php?uid=220792)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blackout. ***
Capitolo 2: *** Where am I? ***
Capitolo 3: *** Magaluf. ***
Capitolo 4: *** Beach and confessions. ***
Capitolo 5: *** Revenge and surprise. ***
Capitolo 6: *** My point of view. ***
Capitolo 7: *** Slow and confusion. ***
Capitolo 8: *** Why me? ***
Capitolo 9: *** Departures. ***
Capitolo 10: *** Best friend and awkwardness. ***
Capitolo 11: *** Previous loves and secrets. ***
Capitolo 12: *** Surprise. ***
Capitolo 13: *** Home and Ninja. ***
Capitolo 14: *** Quarrels. ***
Capitolo 15: *** Messages. ***
Capitolo 16: *** Preparations. ***
Capitolo 17: *** Boulevard. ***
Capitolo 18: *** In love. ***
Capitolo 19: *** Revenge. ***



Capitolo 1
*** Blackout. ***


“Stasera andiamo in discoteca? Ho visto che organizzano la navetta e che non costa tanto, magari facciamo amicizia con qualcuno visto che è quasi passata una settimana e ancora nessuno ci vuole parlare” propongo ridacchiando alla mia amica stesa sul letto di fianco al mio e ricevo un “Si sboccia poveri!” Urlato mentre si fiondava sotto la doccia. 
“Cosa vuoi sbocciare te che sei astemia?” Le urlo ridendo, facendo partire la riproduzione casuale del telefono e cercando qualcosa di carino da mettere tra le cose che ho portato. Opto per una tutina nera senza maniche e le All Star, mentre la mia amica va sul classico top e gonna con dei sandali bassi. Facciamo qualche foto e poi scendiamo nella hall ad aspettare la navetta.
Notando altri ragazzi cerco di squadrarli per capire se possano o meno starmi simpatici e il risultato è che no, nessuno di quelli mi starà mai simpatico e che quindi credo sia sepolta la speranza di fare amicizia e passare la vacanza con qualcun altro che non sia Nicole.
Arriviamo in discoteca dopo un eterno viaggio in un bus pieno di romani che facevano cori da stadio e commentavano qualsiasi ragazza carina salisse, la mia amica si è beccata un “Ehi bella bionda, mettiti a 90”, anche se è tutto fuorché bionda e io un “Ahò fate passare la pischella” che non ho capito bene se fosse un insulto o un complimento ma ho cercato di restare calma e fare come se non fosse successo nulla. Fuori era affollato di gente, ma neanche un posto dove potersi sedere, dentro nessuno che ballava sebbene fossero già le 2:00 quindi ho deciso subito di sfruttare uno dei miei tre free drink per non annoiarmi troppo.
Facciamo amicizia con tre ragazzi del nostro hotel che a quanto pare si stavano annoiando più di noi e parliamo per un bel po’ di tempo, poi loro decidono di andare a vedere se la pista nel frattempo si fosse animata e spariscono.
Dopo un po’  che conversavo con Nicole e che i ragazzi si fossero persi in pista, decido di bere ancora un drink visto che il primo praticamente non aveva fatto effetto e mi stavo annoiando a morte ma credo di aver preso più dei miei tre free drink anche perché ricordo solo la mia amica che chiamava qualcuno e poi nulla.










NOTE AUTRICE:
Ho lasciato un attimo da parte le due FF sui 5 Seconds Of Summer e sono tornata con una nuova storia, presa come spunto di un’esperienza che ho realmente vissuto in prima persona. Spero possa piacervi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Where am I? ***


Al mattino mi sveglio in un letto non mio, in una camera non mia, con di fianco un ragazzo mezzo nudo che mi abbraccia e che credo di aver già visto ma non ricordo dove, con addosso una maglia non mia ma dalla situazione credo sia del ragazzo di fianco a me e con nei letti di fianco altri due ragazzi che anche lì cerco di ricordare. Mi agito e cerco di svegliare il ragazzo che mi abbraccia e che ancora dorme tranquillamente.
“Ehi” lo scuoto un po’ “Che cazzo succede? Dov’è Nicole? Chi cazzo sei tu? E perché cazzo mi abbracci?”
In risposta ricevo prima lamenti confusi e poi un “Buongiorno, passata la sbornia?” Accompagnati da un sorriso che non riesco del tutto a capire.
“Merda” mi sbatto una mano sulla fronte sperando di non aver combinato casini, anche se dalla situazione mi sembra che non sia tutto a posto. “Cosa ho fatto? Dimmi che non ho picchiato nessuno ti prego, l’ultima volta che mi sono ubriacata cercavo di picchiare chiunque provasse a parlarmi e ho persino tirato i capelli a Nicole che voleva riportarmi a casa.”
“Picchiato no, ma hai cercato di convincermi a venire a letto con te.” Ridacchia il ragazzo che al momento mi sembra abbastanza imbarazzato. Io guardo la maglia che ho addosso, poi guardo lui e “Non siamo andati a letto insieme vero?” Chiedo sottovoce, più che in imbarazzo.
“No tranquilla” fa una risatina e sento un “Vedo con piacere che la principessa ‘Guido ho voglia di farlo con te’ si è svegliata. È passata la sbornia o adesso  che sei sobria hai ancora voglia di farlo con lui?” Provenire dal letto di fianco e le mie guance si infiammano all’istante sprofondando nell’imbarazzo totale che vedo anche sul viso del ragazzo di fianco a me. 
Subito dopo bussano alla porta e il ragazzo che ha parlato prima va ad aprire. Entra una Nicole raggiante ma che non appena vede la situazione rimane abbastanza confusa. 
“Guido, porca miseria ti avevo chiesto di riportarla in hotel, non di portartela a letto” esclama guardando me e il ragazzo che ho accanto che ribatte con un “Infatti non me la sono portato a letto, mi sono addormentato qui con lei senza volerlo, ma in realtà quella che voleva portarmi a letto era lei!” Se prima ero in imbarazzo, ora avrei voluto scavarmi una fossa e sprofondarci dentro.
“Federica!” Esclama sorpresa e con una punta di malizia la mia amica. “Comunque ragazzi sono le 12:30 che ne dite di darvi una sistemata e magari andare a mangiare qualcosa?” Tutti acconsentono imprecando per l’orario e io torno con lei nella mia stanza cercando di recuperare i miei vestiti sparsi un po’ in giro cercando di non chiedermi perché fossero messi in quel modo.

In camera mi feci una doccia e poi chiesi spiegazioni alla mia amica che nel frattempo sembrava essere tornata raggiante come due secondi prima di venire a riprendermi.
“Spiegami perché mi trovavo in stanza con tre ragazzi di cui uno che dormiva abbracciato a me e a cui pare abbia chiesto se volesse fare sesso.” Chiedo confusa, imbarazzata e anche un po’ incazzata.
“Avevi bevuto troppo, volevi mettermi ancora le mani addosso, nel frattempo è passato Guido, uno dei tre ragazzi con cui abbiamo fatto amicizia ieri, a lui non hai detto nulla e quindi gli ho chiesto di riaccompagnarti. E poi io avevo conosciuto un ragazzo, non potevo lasciarlo così” racconta lei.
“Hai dormito da lui?” Chiedo ormai solo curiosa, ma ricevendo un versetto come risposta e un “dai andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo.”
Prendo la mia borsa da spiaggia e anche la maglia di Guido con cui ho dormito e scendiamo nella hall dove troviamo i ragazzi che stanno uscendo dalla sala ristorante. Fermo il primo mentre gli altri gli dicono che lo aspettano in piscina e gli porgo la maglietta.
“Cosa fai?” Mi chiede confuso 
“Te la restituisco?” 
“No, tienila, a casa ne ho un’altra uguale” dice facendomi l’occhiolino e tornando dagli altri.
La metto nella borsa, vado a mangiare con la mia amica e poi raggiungiamo i ragazzi in piscina che grazie al cielo ci hanno tenuto due posti anche senza che glielo avessimo chiesto.
Passiamo il pomeriggio così, tra una dormita, un bagno e la pizza delle 17 poi arriva Axel, uno degli animatori francesi del villaggio che mi chiede cosa avremmo fatto io e Nicole la sera e “Io sicuro non ho intenzione di bere” rispondo facendo ridacchiare tutti e lasciando lui abbastanza confuso e poi “E se andassimo a fare un giro a Magaluf?” Propone il ragazzo con gli occhiali che mi aveva preso in giro la mattina e così accettiamo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Magaluf. ***


Concordiamo con i tre ragazzi di trovarci per mezzanotte e mezza in piscina, poi prendere il bus, arrivare a Magaluf e guardare la situazione. Prima però ci fermiamo tutti insieme per partecipare al gioco/spettacolo organizzato dagli animatori italiani ovvero una specie di “Ciao Darwin” dove, divisi a squadre, dobbiamo fare delle prove. Il gioco finale invece consiste nel rispondere ad una serie di domande di cultura generale. Noto che Guido sa ogni singola risposta e penso che sia impossibile, io sapevo a malapena la risposta a “Metti in ordine alfabetico i sette nani di Biancaneve”, figuriamoci le parole in latino e il resto. Trovo particolarmente divertente tutto questo perché a vedere quei ragazzi il secchione di turno non sembrerebbe per niente lui, alto, ossessionato con la palestra, bel fisico, sorriso stupendo e labbra che si curvano leggermente all’insù anche quando resta serio, sempre con la battuta pronta e per niente timido; sembrerebbe piuttosto il figo di turno, con tutte le ragazze ai suoi piedi mentre poi invece tira fuori uno dei suoi discorsi filosofici, che riesce a fare anche su cose stupide, e lì capisci il perché sia uscito con 100 alla maturità. Andrea invece è bassino, con gli occhiali, un po’ goffo e sembra quello timido e sfigatello che sta sempre per i fatti suoi, che non ama essere al centro dell’attenzione e che si vergogna di tutto, invece è esattamente l’opposto. Riesce a farti ridere anche se dice una parola normalissima, fa la star su Facebook facendo dirette, si è creato una pagina personale dove annuncia ai suoi “fans” quello che fa tutti i giorni e poi condivide tutto quanto sul suo profilo personale mettendo descrizioni tipo “Oddio il mio idolo ha pubblicato un nuovo post!”, assurdo. E poi c’è Alessandro, quello più alto del gruppo, anche lui ogni tanto porta gli occhiali, fissato con la palestra ma non quanto Guido, è un po’ quello silenzioso del gruppo, parla solo quando gli si chiede qualcosa di specifico o per calmare gli altri due, suona flauto traverso ed è una cosa che non avrei mai detto perché, dai diciamocelo, non ha la faccia di uno che può suonare il flauto traverso e studiare al conservatorio!
La mia amica guarda tutto quanto divertita e ogni tanto incoraggia Guido con un “Dai campione, porta a casa anche questa risposta, so che la sai. Non deludermi” visto che lei è la capo squadra e si sente come se fosse la partita della sua vita. Alla fine con un punteggio di 10 a 1 vince la nostra squadra e partono cori ed esultanze che manco alla finale della coppa del mondo.
Finito il gioco andiamo a cambiarci e a prepararci per la serata a Magaluf, ritroviamo i ragazzi esattamente dove li avevamo lasciati qualche minuto prima e procediamo come pre accordato.

Il bus ci mette circa dieci minuti dal nostro hotel a Magaluf e ci lascia esattamente davanti alla discoteca più importante del posto ovvero il BCM. Facciamo circa cento metri e ci ritroviamo nel casino della via principale. Mi sento come se fossi in un’altra dimensione, locali sia a destra che a sinistra, ogni tanto intervallati da qualche negozio di tatuaggi e piercing. Gente che cammina senza maglie o senza scarpe ubriachi marci, ragazzi che vomitano in giro e amici che ridono e se ne vanno e poi PR che ogni due metri ci fermano chiedendoci se siamo italiani e se vogliamo andare a bere nel loro locale. Passiamo di fianco ad un gruppo di ragazzi, sicuramente ubriachi come la maggior parte delle persone che sono lì, che cerca di avvicinarsi a me e Nicole non appena ci allontaniamo un attimo dai ragazzi.
“Ehi bellezze, possiamo offrirvi un drink? Mollate quegli sfigati e venite a divertirvi con noi” dice uno di loro avvicinandosi di più a me e prendendomi per il braccio, ma prima che potessi ribattere qualcuno mi cinge i fianchi e mi sposta.
“Fede lasciali stare, non vale la pena litigare con questi idioti.” Dice Guido lanciando un’occhiataccia al ragazzo che fino a due secondi prima mi stava stringendo il braccio mentre riporta me e Nicole dagli altri due e “Cercate di non allontanarvi troppo, questi appena vedono due belle ragazze non capiscono più nulla e vi trascinano con loro.”
Passiamo ancora qualche minuto in quella via e, dopo essere usciti da un locale nel quale c’era talmente tanto schifo sul pavimento che si rimaneva appiccicati, decidiamo che forse è meglio tornare verso l’hotel visto che quel posto non ci fa sentire molto a nostro agio.




SPAZIO AUTRICE:
Hola! Sono tornata con un nuovo capitolo e spero che la storia vi stia piacendo anche se magari la state leggendo in silenzio senza farmi sapere niente ahahah. Comunque, ho già altre parti pronte ma le sto revisionando e cercando di sistemare i pezzi che non funzionavano bene. Ho pensato anche di far uscire uno di questi capitoli magari ogni giorno e poi, finite le parti già scritte, uno ogni settimana o due, tutto in base alla scuola e al tempo libero che mi rimane.
Spero di ricevere qualche recensione positiva è nel frattempo vi saluto!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Beach and confessions. ***


Prima di tornare verso l’hotel decidiamo di fermarci un po’ sulla spiaggia lì vicino, ci togliamo le scarpe, prendiamo tre sdraio, le disponiamo a cerchio e io e Nicole ci sediamo su una, Andrea ed Alessandro si dispongono su un’altra e Guido si sdraia sulla terza. Parliamo delle nostre vite, di quello che ci piace fare, di cosa vorremmo diventare dopo la scuola e poi il discorso cambia.
“Siete fidanzate?” Chiede Guido continuando a guardare le stelle sopra la sua testa.
“Io sono appena stata lasciata dal mio ragazzo dopo tre anni che stavamo insieme, ho scoperto che mi tradiva con la sua segretaria.” Confessa la mia amica guardando la sabbia che sta spostando con i piedi.
“Io sono fidanzato da quattro anni.” Dice Andrea contento e “Mica erano tre anni?” Chiede confuso Ale e l’amico fa spallucce in risposta.
“Io invece, se ve lo state chiedendo, mi sento con una ragazza ma non voglio niente di serio.” Continua Alessandro
“E tu?” Chiede ancora Guido girando la testa verso di me.
Mi sento le guance diventare subito rosse e dopo qualche secondo di silenzio apro la bocca e
“Io non ho mai avuto un ragazzo, non ho mai dato un bacio a qualcuno e tanto meno ci ho fatto qualcosa.” Subito dopo aver detto quelle parole mi sento profondamente in imbarazzo, fisso un punto in mezzo alla sabbia tra i miei piedi ed evito ogni contatto visivo. 
Cala ancora il silenzio per qualche secondo eterno e poi “Torniamo verso l’hotel?” Propone la mia amica, salvandomi dalla situazione.

Dopo quel momento di riunione e confessioni facciamo i venti minuti di strada a piedi che ci separano dal nostro hotel ridendo e scherzando, nonostante io fossi ancora un po’ scossa e non parlassi molto. Riconosco il fatto di essere una ragazza abbastanza espansiva, che cerca di fare amicizia con tutti e che trova discorsi in comune anche se sta parlando con un muro, che magari qualcuno mi considera una bella ragazza visti i miei occhi azzurri e il mio fisico e che probabilmente il fatto che non avessi mai avuto nessun ragazzo non se lo sarebbero mai aspettato. Non ho visto le loro espressioni mentre dicevo quelle parole, non sapevo cosa avrebbero potuto pensare di me da quel momento in poi e sinceramente anche se quei ragazzi mi stessero simpatici, poco mi importava visto che da dopodomani non li avrei più rivisti, se non in qualche foto postata su Facebook o su Instagram.
I miei discorsi silenziosi vennero interrotti da un “Credo che le ragazze come te siano da ammirare.” Sussuratomi all’orecchio. Riportata alla realtà alzo lo sguardo in direzione del ragazzo che aveva pronunciato quelle parole e “Perché?” Chiedo. 
“Perché ormai viviamo in una società in cui se a 15 anni sei ancora vergine vieni considerata una sfigata. Io invece credo che fare l’amore con qualcuno sia una cosa importante, non un gioco. Se una persona non se la sente non bisogna forzarla perché altrimenti è discriminata.” Continua Guido e “Dovrebbero esserci più ragazzi che la pensano come te in questo mondo.” Ridacchio e lo abbraccio.
Ormai eravamo un po’ dietro al gruppo visto che, persa nei miei pensieri, non mi ero accorta di aver distanziato gli altri e che Guido per potermi parlare avesse dovuto tornare indietro e quindi torniamo dai tre ed entriamo nell’hotel. Domani sarebbe stato l’ultimo giorno pieno in quanto al mattino del giorno seguente saremmo dovuti tornare in patria. Salutiamo i ragazzi nella hall e poi ci dividiamo per tornare nelle nostre camere a dormire.

“Fede, tutto bene?” Mi chiede Nicole dal letto di fianco al mio.
“Si, stavo ripensando a tutto quello che mi è capitato oggi.” Dico voltandomi leggermente verso la sua parte “fino a ieri eravamo depresse perché non ci calcolava nessuno e ora abbiamo tre nuovi amici, stamattina mi sono svegliata nella loro stanza abbracciata ad uno di loro con i postumi, abbiamo passato la serata a Magaluf e gli ho addirittura detto che sono vergine e non ho mai avuto un ragazzo. Praticamente in un giorno ho iniziato e distrutto un’amicizia” rido e lei si aggiunge.
“Dai smettila, abbiamo ancora un giorno da sfruttare a pieno e sicuro non li hai spaventati dicendo loro che sei vergine” ridacchia. “Ora dormi che domani ci aspetta una giornata devastante,voglio tornare alle 6:00 pronta per una doccia veloce, la colazione e infine prendere l’aereo.”
Scuoto la testa ormai senza speranze e spengo la luce.



SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutte quelle che seguono la storia, che hanno letto anche solo un capitolo, che hanno recensito, quelle a cui piace e quelle a cui fa schifo. Avevo promesso un capitolo al giorno ma non ce l’ho fatta e mi scuso. Voglio sapere quello che pensate del nuovo capitolo, dei personaggi e di tutto il resto. Mi farebbe veramente piacere ricevere qualche recensione anche se so che la maggior parte di voi probabilmente preferisce leggere la storia per i fatti suoi, mi sarebbe utile per cercare di capire cosa funziona e cosa non tanto.
Grazie mille!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Revenge and surprise. ***


Il giorno dopo mi sveglio un po’ depressa ma felice di essere ancora nel mio letto. Mi sistemo un po’, metto il costume e mi vesto seguita poi a ruota da Nicole. Prima di scendere a fare colazione organizziamo la giornata in questo modo: subito dopo la colazione saremmo andate in piscina e se entro mezzogiorno i ragazzi non fossero scesi saremmo andate noi a svegliarli, avremmo pranzato molto velocemente e poi avremmo fatto le valigie, lasciando ovviamente fuori il vestito per la serata e quelli che avremmo messo per ripartire, poi avremmo passato il pomeriggio o al mare o in piscina con i ragazzi, avremmo fatto una doccia veloce, cenato e infine fatto serata in discoteca fino alle 6 del mattino come deciso dalla mia amica. Piano perfetto, giusto? 

Per le 12:00 dei ragazzi ancora niente, quindi decido di andare a svegliarli e di continuare a far dormire Nicole che nel frattempo era collassata sulla sdraio. Mi avvio verso la stanza dei tre e busso un paio di volte senza risposta, alla terza mi apre un Guido a torso nudo ancora mezzo addormentato. Alla vista di quella scena mi copro gli occhi imbarazzata e “Andiamo, come se già non mi avessi visto senza maglietta” ridacchia il moro e io in tutta risposta gli dò un colpetto sul braccio.
“Sono venuta a svegliarvi, possibile che voi dormiate sempre così tanto?” Dico entrando poi nella stanza, come se ormai fosse un po’ anche la mia, e mi avvicino al letto di Andrea che ancora stava dormendo beatamente, poi salgo sopra di lui, mi avvicino al suo orecchio e “Svegliati dormiglione!” Urlo.
Il ragazzo si sveglia di soprassalto tirando un urletto mentre io rido divertita insieme agli altri due. 
“Questa non dovevi farmela, me la paghi stronzetta!” Mi minaccia puntandomi contro un dito e stropicciandosi poi gli occhi si dirige verso il bagno. A quel punto levo le tende e li lascio preparare in pace, tornando dalla mia amica, che ritrovo esattamente come l’avevo lasciata, se non un po' più rossa sulla schiena. Dopo qualche minuto decido di svegliare pure lei e di dirigerci verso la sala ristorante per pranzare e successivamente preparare le valige.

Nel pomeriggio torniamo in piscina e troviamo i tre nelle sdraio di fianco alle nostre ad aspettarci.
Li salutiamo velocemente, facciamo qualche bagno, ci schizziamo a vicenda, ridiamo e scherziamo, poi torniamo fuori a prendere un po’ il sole e io mi addormento.

Mi sveglio con qualcuno che mi sussurra qualcosa all’orecchio, non capisco esattamente cosa voglia da me e cosa mi stia dicendo, mi stropiccio gli occhi con il dorso della mano e cerco di capire da chi e dove provenga quella voce ma non trovo nessuno. Sono tutti sulla sdraio di Nicole a giocare a Uno e mi salutano con un “Buongiorno bella addormentata eri comoda?” E poi Andrea si intromette e “Non puoi capire quante belle foto di questa vacanza ho pubblicato su Facebook, vuoi vederle?” Dice porgendomi il telefono che io afferro non ancora del tutto sveglia e cosciente. Mi appare una foto mentre io dormo ed Andrea è in posa come se volesse darmi un bacio sulla guancia, Nicole è dietro di me che fa una faccia buffa, Alessandro fa un cuore con le dita e Guido è sdraiato di fianco a me con il pollice alzato. Io divento rossa dalla rabbia e “Vedi cosa succede a svegliarmi urlandomi nell’orecchio?” Continua Andrea con un sorrisino soddisfatto sulle labbra. Questo fa aumentare di più la mia collera, ma allo stesso tempo la situazione mi diverte. Faccio il dito medio al ragazzo e decido comunque di lasciar perdere, alla fine aveva ragione ed adesso eravamo pari. Mi metto a giocare con loro a Uno, poi arriva Axel che mi chiama e quindi mi allontano un attimo dal gruppo. Axel è un’animatore francese che io e Nicole abbiamo soprannominato Justin per la sua somiglianza assurda con Justin Bieber e per il fatto che avesse una band ed ogni tanto cantasse nel villaggio. Era veramente un bel ragazzo, pieno di tatuaggi, occhi azzurri e ciuffo biondo, un fisico scolpito e una risata da svenimento. Praticamente tutte le ragazze del villaggio lo guardavano come se fosse un dio sceso in terra, ma lui non so perché mi stava particolarmente appiccicato e non guardava nessuna che non fossi io. Non capivo il perché di tutte quelle attenzioni, fino a quel momento.
“Domani mattina parti vero?” Mi chiede cercando di farsi capire un po’ a gesti.
“Si, abbiamo il volo alle 10:00”
“Ti va di passare la serata con me?” Lo guardo un po’ confusa cercando di capire dove volesse andare a parare con quella proposta. “Per salutarci intendo.” Continuò notando il mio sguardo.
“Mi farebbe piacere ma avevamo già organizzato la serata in discoteca con i ragazzi, se vuoi possiamo vederci là oppure ci salutiamo domani mattina.” Mi guarda un attimo, poi fissa un punto dietro di me e “No, ci vediamo là allora.” Dice per poi baciarmi sulla guancia cogliendomi un po’ di sorpresa, poi torno dagli altri sentendomi osservata soprattutto da uno di loro.




SPAZIO AUTRICE:
Ciao! Sono tornata e mi scuso per non aver mantenuto la promessa del capitolo al giorno ma cercate di capirmi ahahah.
Allora, questo è l’ultimo giorno di vacanza per i ragazzi e ritroviamo un altro personaggio, citato nel secondo capitolo. Secondo voi cosa succederà adesso? Chi sta guardando male la nostra protagonista? Che intenzioni avrà Axel? 
Scoprirete tutti nel prossimo capitolo! 
Inoltre vorrei ringraziare ARVATI77 e WHITI3N per aver recensito l’ultimo capitolo, le 6 persone che hanno messo la storia tra le seguite, le 3 che la ricordano e le 2 che l’hanno messa tra i preferiti. Grazie mille di cuore e spero vi stia interessando!
Aspetto altre recensioni e nel frattempo vi saluto.
Al prossimo capitolo!
-Federica

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** My point of view. ***


“Di cosa aveva bisogno?” Mi chiede Nicole e subito dopo gli occhi di tutti sono puntati su di me.
“Niente, voleva salutarmi e ha detto che viene pure lui in discoteca stasera.” Rispondo senza preoccupazioni.
“E quel bacio sulla guancia?” Continua la mia amica tirandomi una leggera gomitata “Mi sa che qualcuno qui ha fatto colpo, eh?” 
“Dai smettila, non è vero” mi imbarazzo e “Finiamo la partita o posso andare a fare il bagno?” Dico cercando di cambiare discorso e fortunatamente ci riesco visto che gli altri propongono di smettere e andare a fare il bagno. Così ci alziamo tutti dalla sdraio e ci buttiamo in piscina.
Noto che Guido non ha smesso di guardarmi in modo sospetto da quando sono tornata e che aveva un’espressione strana soprattutto quando Nicole ha detto quelle cose, ma faccio finta di non averci fatto caso. Finito il bagno decido che è ora di andare a farci una doccia e prepararci così io e Nicole salutiamo i ragazzi e torniamo nella nostra stanza.

In camera ci facciamo una doccia, sistemiamo le ultime cose e alla fine ci vestiamo per la serata. Io avevo scelto il mio vestito preferito, nero, corto, aderente e con la schiena scoperta insieme ad un sandalo argentato con un po’ di tacco, mentre Nicole indossava un vestito bianco, aderente sul corpetto e con la gonna morbida fino al ginocchio con un paio di zeppe a sandalo. Ci trucchiamo un po’ e poi scendiamo nella hall dove ci aspettano i ragazzi.

GUIDO’S POV

Federica mi piaceva, e non poco. Mi era piaciuta dal primo momento in cui l’avevo vista nella hall guardarsi in giro e osservare tutti con aria sospetta prima di prendere la navetta in discoteca. Mi era piaciuta persino da ubriaca, quando voleva picchiare tutti e che invece quando ha visto me ha sorriso. Mi era piaciuto il modo in cui nel taxi si era appoggiata alla mia spalla e si era addormentata. Mi era piaciuto quando ho dovuto svegliarla e ha fatto un verso di lamento. Mi era piaciuto quando, accompagnandola nella mia stanza, diceva cose senza senso e rideva qualsiasi cosa dicessi. Mi sono spaventato quando, una volta dentro, si è avvicinata a me, ha provato ad alzarmi la maglietta e mi ha detto “Guido, hai voglia di farlo con me? Sei stupendo”. Ho mantenuto la calma e ho capito che in realtà non era quello che voleva veramente. Mi era piaciuta quando, dopo averle detto che non era il caso, aveva fatto spallucce, aveva cercato di levarsi il vestito senza riuscirci e poi si era addormentata sul mio letto. Mi era piaciuta quando dormiva con la bocca leggermente aperta. Ero agitato quando ho dovuto levarle io il vestito e coprirla con la mia maglietta. L’ho amata quando, sedendomi sul letto, mi ha trascinato verso di sé e mi ha abbracciato. Mi è piaciuta quando si è svegliata spaventata perché non ricordava cosa fosse successo. Mi ha fatto ridere quando mi ha chiesto se fossimo andati a letto insieme. È stata carina quando ha voluto restituirmi la maglietta. Ho avuto paura per lei quando a Magaluf quei ragazzi le si sono avvicinati. L’ho sentita tremare quando l’ho allontanata da loro e l’ho vista in imbarazzo quando ha raccontato che non aveva mai avuto un ragazzo. Mi sono sentito spiazzato perché credevo fosse impossibile che una ragazza così bella non avesse una fila lunghissima di ragazzi che stravedessero per lei dietro. Mi era piaciuta quando mi aveva detto che ci sarebbero dovuti essere più ragazzi come me nel mondo, anche se non avevo capito fino in fondo cosa intendesse. Mi piaceva quando in piscina mi schizzava, faceva le gare con Nicole o litigava con lei perché voleva affogarla. Mi sono divertito quando ha svegliato Andrea saltandogli sul letto e urlandogli nell’orecchio. Mi ha fatto ancora più ridere quando si era addormentata sulla sdraio e Andrea ha progettato la sua vendetta. Non mi era piaciuto quando poco prima quel tipo francese si fosse avvicinato a lei per parlarle e avesse finito con il darle un bacio sulla guancia. Avevo capito che aveva fatto quel gesto solo perché si era accorto del mio sguardo su di lui. Non mi piaceva il fatto che in discoteca ci sarebbe stato pure lui per “salutarla”. Mi piaceva da morire come fosse vestita quella sera e non vedevo l’ora di poter ballare con lei. Credo di averla fissata un po’ troppo mentre scendeva le scale con Nicole per raggiungerci e spero di non aver fatto una faccia da deficiente ma, Dio, quanto è bella!

FEDERICA’S POV

Una volta scese le scale noto che Guido mi sta guardando in modo strano e quindi “Tutto bene?” Gli dico sventolandogli una mano davanti alla faccia per farlo riprendere e “Eh? Si, andiamo? La navetta è già qui che ci aspetta” mi dice scuotendo la testa e facendo un gesto con la mano per farci uscire per prime. 





SPAZIO AUTRICE:
Hey there! Ecco un nuovo capitolo, qui ho voluto aggiungere anche il pensiero di Guido su Federica e su Axel, per cambiare un po' il punto di vista. Ditemi cos ne pensate!
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Slow and confusion. ***


Arriviamo al locale verso la 1:30, saliamo con l’ascensore e ci ritroviamo in una sala enorme con un bancone circolare al centro. Ordiniamo il nostro primo drink e cerchiamo una zona della pista poco movimentata per evitare di rovesciare i bicchieri addosso a qualcuno, ma senza successo. Decidiamo così di salire al piano di sopra, dove riproducevano musica latinoamericana, ma anche lì la pista era troppo affollata. Notiamo un’altra saletta sulla sinistra non molto piena e decidiamo quindi di entrare. Subito varcata la soglia sentiamo le note di un lento e capiamo perché ci sia così poca gente. Ci sediamo attorno ad un tavolo per finire i nostri drink e parlare, ma i nostri discorsi vengono interrotti da “The time of my life”, colonna sonora di Dirty Dancing, ed io e Nicole impazziamo, ci alziamo e iniziamo a ballare il lento cantando a squarciagola  fino a quando, dopo qualche strofa mi sussurra all’orecchio “Mi sa che qualcun altro vuole prendere il mio posto” e ritrovarmi in un nano secondo tra le braccia di Guido, senza capire esattamente come fosse successo. Metto le mie mani sulle sue spalle, evitando il suo sguardo, subito dopo che lui mi ha preso per i fianchi ed iniziamo ad ondeggiare come facevo prima con Nicole, ma ora con più imbarazzo. La canzone continua, io appoggio la testa sul suo petto e all’improvviso è come se tutto il resto fosse scomparso. Non c’erano più gli altri, non eravamo più in discoteca, c’eravamo solo io, lui e i nostri cuori che battevano insieme, che si rincorrevano.
“A cosa pensi?” Mi sussurra all’orecchio d’un tratto.
“Al fatto che non sono mai stata così vicina ad un ragazzo prima d’ora.” Dico per poi pensarci un attimo e “O almeno non da sobria” concludo ridacchiando e continuando a tenere la testa sempre dov’era, lui ride e poi “Piccioncini, la vostra canzone è finita, torniamo di sotto? Mi sale il diabete se no.” Dice Andrea riportandomi alla realtà, mi stacco da Guido imbarazzata e scendiamo nella sala affollatissima dove c’è musica più da discoteca. Ci facciamo spazio fra la gente, ballo con la mia amica come se nessuno ci stesse guardando, poi anche con Andrea ed Alessandro che mi insegnano nuove mosse. Ad un certo punto decido che è il momento di fermarmi un attimo, vado verso il bar ma dopo qualche metro vengo fermata da qualcuno.
“Ciao bella, ti stavo cercando. Vuoi bere qualcosa?” Mi urla nell’orecchio Axel per sovrastare la musica e “Stavo giusto andando verso il bar.” Rispondo nello stesso modo.
Ci dirigiamo verso il bancone, mi offre un altro vodka lemon e “Dove hai lasciato i tuoi amici?” Mi chiede.
“Sono in mezzo alla pista a ballare, io avevo bisogno di riprendermi un attimo.” Dico facendomi aria con la mano.
“Sei proprio bella stasera, lo sai?” Continua lui facendo uno dei suoi sorrisi perfetti per poi mettere la mano sul mio fianco. Io sorrido imbarazzata e “Grazie, ora è meglio se torno dagli altri. Ci troviamo in pista, va bene?” Dico.
Lui sorride di rimando, mi dà un bacio sulla guancia e mi lascia tornare in mezzo alla pista. 
Quando torno dagli altri noto che qualcuno manca all’appello, così “Dov’è Guido?” Chiedo a Nicole
“Non lo so, stava guardando qualcosa e poi se n’è andato senza dire niente” urla lei in risposta.
“Vado a cercarlo, ci vediamo dopo.” 

Giro tutte le sale della discoteca, guardo nei bagni e al bar per una ventina di minuti e poi mi dirigo verso l’ultima speranza, la zona fumatori esterna, e lo vedo, in un angolo girato di schiena.
“Ehi” dico appoggiando una mano sulla sua spalla “Cosa ci fai qua fuori? Ti ho cercato ovunque, Nicole mi ha detto che te ne sei andato senza dire niente, che succede?”
“Non lo sopporto quello.” Mi dice girandosi e tenendo lo sguardo basso.
“Quello chi?” Chiedo confusa.
“Quel francese che ci prova con te, mi sta sul cazzo.” 
“Ma mica ci prova dai, torniamo dentro.” 
“Come fai a non averlo ancora capito, Federica?” Dice alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi. Io cerco di capire cosa intende, ma non capisco. “Lascia perdere, torniamo dagli altri.” Dice passandosi una mano sugli occhi e superandomi.

Dopo quel momento ha continuato ad evitare il mio sguardo ed io continuavo a non capire. Chiedo quindi a Nicole di accompagnarmi in bagno come scusa per cercare di capire meglio la situazione. Le racconto la conversazione avvenuta qualche minuto prima con Guido e “Credo che tu gli piaccia Fede, ma lo vedi come ti guarda? È completamente perso. Ci credo che Axel gli stia sul cazzo.” Dice con fare ovvio. Io rimango stupita, non posso credere di piacergli, non sono mai piaciuta a nessuno ora è impossibile che piaccio addirittura a due ragazzi contemporaneamente. Mi gira la testa, ho bisogno di prendere un po’ d’aria e schiarirmi le idee, quindi decido di tornare nell’area fumatori esterna.





SPAZIO AUTRICE:
Here I am! Mi scuso sempre per il ritardo. Fatemi sapere cosa pensate del nuovo capitolo, se vi sta piacendo la storia, ecc.. Aspetto vostre recensioni!
Al prossimo capitolooo!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Why me? ***


Vado nell’area fumatori che era una specie di balconata con vista sul mare, scrocco una sigaretta ad un ragazzo e mi siedo su un gradino a fumare. Non fumo spesso, lo faccio solo quando qualcosa mi preoccupa e devo a tutti i costi rilassarmi o vado in tachicardia. 
Seduta su quel gradino dò le spalle all’entrata, alla musica e al casino, mi concentro sul mare, sul rumore che proviene dalla strada e mi isolo nei miei pensieri. Pensieri che riguardano Guido e tutto quello che mi ha detto Nicole poco prima in bagno. Non posso piacergli, non avrebbe senso, tra qualche ora dovremmo ripartire, saremo in città diverse a chilometri di distanza, non potremmo vederci, le relazioni a distanza non durano e poi perché dovrei piacergli proprio io? Cos’ho di particolare? Bionda e un bel fisico, ok, ma poi? Non sono l’unica ragazza così. Lui è intelligente e io ho la media del 6 a scuola, lui fa palestra e io mi stanco solo facendo una rampa di scale, lui è bellissimo ed io? Io sono normale alla fine. Forse gli faccio solo pena per il fatto che non abbia mai avuto un ragazzo, ma appunto per quello non voglio che succeda qualcosa con lui se poi sono sicura di non rivederlo mai più. 
Penso a Nicole e al fatto che lei  il suo amore l’ha trovato qui, è un ragazzo del villaggio, anche lui in vacanza con un amico, ma è diverso, abitano più o meno vicini, sono entrambi grandi, e poi lui è di Milano, si possono vedere spesso è un altro discorso. 
Poi penso anche ad Axel e al fatto che il suo comportamento non lo vedo come un “Mi piaci, voglio provarci”, ma più come un “Voglio scoparti”. Ormai ho capito le sue intenzioni, credo che lui sia il solito ragazzo figo che punta a fare l’animatore sperando di portarsi a letto quante più ragazze possibili in una stagione. Comunque non capisco perché fra tutte le ragazze che ci sono, tra cui alcune veramente molto molto più belle della sottoscritta, abbia deciso di voler portare me a letto. 
Guido invece non capisco cosa voglia da me, non credo che stia cercando la relazione seria, mi conosce solo da un paio di giorni, per quel che lo riguarda potrei risultare completamente diversa in un’altra situazione.
Magari anche lui vuole solo portarmi a letto. No, impossibile, ci avrebbe provato quando ero ubriaca, anzi ha rifiutato visto che ero io in quel momento a volermelo portare a letto. 
Non so davvero cosa fare, tutti questi pensieri mi girano per la testa e non mi chiariscono per niente la situazione, anzi, la peggiorano. 

“Fumare fa male, lo sai?” Quella voce mi riporta sulla terra e ritorno al presente.
“Perché io, Guido?” Dico fissando la sigaretta ormai consumata tra le mie dita praticamente non rendendomi conto delle parole che mi fossero appena uscite dalla bocca.
La sua risposta non arriva, solo silenzio, fino a quando sopraggiunge un’altra voce familiare che “Ragazzi è tardi, parlate dopo, dobbiamo tornare in hotel a sistemarci, tra un paio di ore dobbiamo essere in aeroporto.” Dice Andrea prendendomi per mano ed aiutandomi ad alzarmi.
Usciamo dal locale e mi sento sempre gli occhi di Guido addosso, ma non parla, non dice nulla.
Torniamo in hotel in due taxi separati, io sono con Nicole e lui è con Andrea ed Ale. Durante il tragitto non ho voglia di parlare nemmeno con la mia amica, guardo fuori dal finestrino e guardo per l’ultima volta quel mare, quelle strade, quelle luci, quei locali e quel casino. Tra poche ore sarò su un aereo ed un paio di ore dopo sarò a casa mia. Tra poche ore tutte le nostre strade si divideranno e io vorrei stare qui con questa compagnia altre settimane e non dovermi separare da nessuno, soprattutto da lui.





SPAZIO AUTRICE:
Bonjour à tout le monde ! Questo capitolo è particolarmente corto e chiedo scusa. 
Comunque, Federica forse ha aperto gli occhi su Axel e sta cercando di capire cosa voglia realmente Guido, ha l’opportunità di farlo ma prima di ricevere una risposta vengono interrotti. Secondo voi i nostri due ragazzi riusciranno a chiarirsi e a dichiararsi oppure dovranno salutarsi ancora prima di sapere con lucidità i sentimenti reciproci che provano? Axel proverà a mettersi ancora una volta in mezzo? I due si rivedranno una volta tornati a casa oppure guarderanno l’uno le foto su Facebook e Instagram dell’altra? 
Le risposte (o maggior parte di esse) verranno rivelate nel prossimo capitolo, nel frattempo aspetto come sempre vostre recensioni e ringrazio ARVATI77 e WHITI3N per le belle parole che spendono sempre sulla storie, per recensire praticamente ogni capitolo e per farmi sapere se la storia gli piace.
Non so con precisione quando pubblicherò il capitolo per svariati motivi tra cui scuola e prossimo esame di patente, ma credo che domenica prossima potrebbe essere un giorno plausibile.
Le note stanno diventando più lunghe del capitolo quindi chiudo qui, un abbraccio a tutte!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Departures. ***


Arriviamo in hotel e ci salutiamo velocemente per poi tornare nelle nostre camere a cambiarci e sistemarci prima della partenza. Mancano tre ore prima dell’arrivo della navetta che ci porterà in aeroporto. Mancano tre ore prima di separarci del tutto dai ragazzi. Abbiamo ancora tre ore per stare insieme e Guido mi guarda senza dire nulla. Abbiamo tre ore e non so cosa fare, non so come comportarmi, non so se riproporgli ancora quella domanda, non so se fare finta di nulla e godermi queste ultime tre ore, aspettare una risposta che potrebbe rovinarmi questi ultimi momenti oppure che potrebbe migliorarli. 

Senza rendermene conto avevo finito di sistemare le mie cose, mi ero levata il vestito e mi ero messa un paio di pantaloncini corti e una maglia larga a maniche corte, mi ero levata i tacchi e avevo indossato le mie all star, mi ero struccata e avevo fatto uno chignon veloce, la mia amica aveva fatto lo stesso, avevamo lasciato la nostra camera ed ora ci trovavamo in corridoio a trascinare le nostre valigie fino alla hall.
Abbiamo lasciato le chiavi alla reception e ci eravamo accomodate su uno di quei divanetti in pelle bianca della hall ad aspettare che quelle ormai due ore passassero. Non avevamo voglia di fare colazione ed eravamo entrambe particolarmente depresse, io per i ragazzi e lei per i ragazzi e per il suo nuovo ragazzo che sarebbe rimasto in villaggio ancora una settimana.

Guardo un po’ il mio cellulare e scorro le notizie di Facebook, poi dopo qualche secondo mi addormento con il telefono in mano. Non so quanto ho dormito ma mi risveglio in mezzo tra Alessandro e Guido, non so che fine abbia fatto la mia amica e Andrea non so dove l’abbiano lasciato. Mi strofino un po’ gli occhi e “Che ore sono?” Chiedo.
“Sono le 8:10, tra meno di un’ora dovrebbe arrivare la navetta.” Mi risponde Ale. Lo ringrazio con un verso e rimango in silenzio per qualche minuto.
“Contenti di ritornare in patria?” Chiedo dopo un po’ ad entrambi.
“Io no, a casa mi aspetta un mese di studio pre università, devo ancora dare tutti i test, voglio uccidermi.” Dice Alessandro buttando indietro la testa e coprendosi la faccia con le mani.
“È stata senza dubbio una bella vacanza, ho dei ricordi bellissimi e mi dispiace partire però da una parte sono anche contento di tornare.” Risponde Guido continuando a guardare il telefono, poi arriva Andrea raggiante come se si fosse appena svegliato da dieci ore di sonno e non avesse fatto serata fino a due ore prima.
“Bene gente è l’ora dei saluti, dov’è l’altra mia amica?” Dice con le braccia aperte come se stesse aspettando un abbraccio e “Me lo sto chiedendo anche io.” Rispondo e dal fuori la vedo arrivare abbracciata ad Umberto, il ragazzo che ha conosciuto e le faccio cenno di entrare.
“Eccole le mie amichette! Mi mancherete tantissimo.” Dice stritolando prima lei e poi me.
“Ciao amico, sappi che quando ti ho conosciuto avrei voluto ucciderti, ma poi ho capito che eri solo un deficiente e dovevo accettarti così come eri.” Dico ridacchiando e continuando ad abbracciarlo ricevendo un colpetto sul braccio come risposta.
Nel mentre arrivano gli animatori italiani che ci informano dell’arrivo delle navette e che dobbiamo andare.
Allargo le braccia in direzione di Ale, abbraccio pure lui e “Tieni d’occhio questi pazzi per me capito?” Gli dico all’orecchio facendolo ridere. Ora manca solo Guido, vado da lui e mi stringe fortissimo poi si avvicina al mio orecchio e “Ti ricordi della mia maglietta? Non è vero che ne ho un’altra uguale a casa è solo che volevo la tenessi tu per avere qualcosa che ti facesse ricordare di me anche quando saremo distanti. Sei speciale Fede e spero che tu possa trovare una persona che ti ami e che ti voglia bene per quello che sei perché sei la ragazza più bella, dolce, simpatica e sensibile che io abbia mai conosciuto in 19 anni. Il tuo prossimo ragazzo dovrà tenerti stretta perché non ne esistono altre meglio di te, ricordatelo.” Mi dice in un sussurro.
“Avrei preferito che tutto questo finisse in un altro modo ma, grazie di tutto Guido, sei speciale anche tu.” Gli dico vicino all’orecchio, gli lascio un bacio sulla guancia, mi stacco malvolentieri dall’abbraccio, recupero la mia amica, salutiamo tutti con la mano e ci dirigiamo verso la nostra navetta. Davanti ad essa ci sono i nostri animatori italiani insieme ad Axel che ci salutano abbracciandoci ed augurandoci buon viaggio. Il francese invece mi prende piano per i fianchi, mi abbraccia e poi all’orecchio mi dice “Mi mancherai bellissima.” E mi lascia un bacio sulla guancia prima di farmi salire sul bus. 
Io e Nicole prendiamo posto all’inizio del pullman, lei vicino al finestrino e io vicino al corridoio, sale un’animatrice a fare l’appello e ad augurarci buon viaggio, poi scende, le porte si chiudono, il bus mette in marcia e parte verso l’aeroporto. Guardo la mia amica, le prendo la mano ed insieme iniziamo a piangere in silenzio.




SPAZIO AUTRICE:
Ecco che il triste momento dei saluti è arrivato, le strade dei nostri protagonisti si separano. È come ve lo sareste aspettato? Cosa succederà ora che arriveranno in città diverse? Si rivedranno? Le risposte nei prossimi capitoli!
Fatemi sapere con qualche recensione cosa pensate di questo e dei capitoli precedenti.
Al prossimo aggiornamento!
Federica

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Best friend and awkwardness. ***


Sono passati diversi mesi da quella vacanza. Le prime settimane sono state terribili, ogni cosa mi ricordava quei momenti e mi mancava praticamente tutto, poi ho fatto di nuovo l’abitudine alla mia vita quotidiana, ho ritrovato i miei amici e il tempo è volato. È ricominciata da poco la scuola e quest’anno mi tocca la maturità, sono praticamente terrorizzata solo dall’idea. E Guido? Beh, ogni tanto continuiamo a tenerci in contatto, a volte mi scrive chiedendo come sto e altre volte mi chiama o facciamo FaceTime, ma la cosa mi sembra diversa, non c’è più il rapporto della vacanza.

All’intervallo mi siedo sul muretto del cortile, che ormai è diventato di mia proprietà, per fumare la mia solita sigaretta e riprendermi dalle due devastanti ore di storia precedenti. 
A scuola non sono una molto popolare, sono estroversa e mi piace conversare un po’ con tutti ma qui ho solo un amico a cui confido praticamente tutto e che conosco da quando siamo piccoli. Luca è alto, in forma, ha gli occhi verdi/azzurri e i capelli rossi, per questo mi piace chiamarlo Ginger, è fissato con le moto, se potesse sposerebbe la sua oppure direttamente Valentino Rossi, ma fortunatamente ancora non è permesso sposare motociclette e Rossi è fidanzato. Gli piace farsi notare, è quello che anima la classe, fa battute, disturba ed è il tipico elemento che i professori odiano ed amano allo stesso momento e il primo nome che i nuovi insegnanti imparano, io invece sono quella che quando si agita troppo cerca di farlo stare calmo. 

Scruto la situazione dall’alto del mio muretto e ad un certo punto mi vibra il telefono e spunta un nome sul display, sorrido senza rendermene conto ed accetto la video chiamata senza pensarci due volte e così la faccia di Guido spunta sorridente sul mio schermo lo saluto e poi “Ma dove sei? Non mi sembra la tua camera quella.” Chiede confuso avvicinandosi allo schermo quasi come se potesse vedere meglio dietro di me.
“Sono a scuola genio, ok che ormai non sei più abituato, ma dovresti riconoscere un cortile.” Lo prendo in giro. Mi chiede un po’ della scuola e poi sento un “Porca puttana ma sti primini di merda tutti qua devono stare?” Arrivare alle mie spalle, poi la voce prende un volto, Luca si siede sul muretto di fianco a me e “Oh cazzo non mi ero accorto che stavi al telefono, lui chi è?” Chiede guardando il ragazzo confuso che appariva sul mio cellulare.
“Sempre molto fine tu, eh?” Dico guardando male il mio amico e poi “Lui è Guido, Guido lui è il mio migliore amico Luca.” 
“Quello del mare di cui eri innamorata?” Chiede il rosso con la sua solita espressione da “e adesso cosa rispondi?” Che al momento mi coglie impreparata, arrossisco di colpo e “Ok, ora puoi andartene grazie.” Dico spingendolo giù dal muretto ricevendo una risatina e io in tutta risposta gli alzo il dito medio, poi cerco di cambiare discorso con Guido, ma fortunatamente la campanella mi salva e quindi chiudo lì la conversazione. Questa me l’avrebbe pagata, e anche cara.


SPAZIO AUTRICE: 
Hola! In questo capitolo c’è un salto di qualche mese, la nostra protagonista è tornata a scuola e c’è l’introduzione di un nuovo personaggio, il suo migliore amico Luca, ma ovviamente Guido risulta sempre presente, anche se distante. Che ne pensate di Luca? Cosa credete che succeda adesso? Voglio tante recensioni per capire meglio le vostre opinioni, cosa vi piace e cosa no della storia e ricevere consigli. Mi farebbe piacere se qualche altra persona che ha messo questa storia tra le preferite, ricordate, ecc.. smetta di fare la lettrice silenziosa e mi faccia sapere cosa ne pensa. Non vi mangio, giuro!
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Previous loves and secrets. ***


A scuola c’era un ragazzo; si chiamava Simone ed era bello come una domenica mattina, come una giornata in cui non si devono fare compiti, come una cioccolata calda con panna in pieno inverno, come il profumo di una torta appena sfornata, come una corsa sotto la pioggia, insomma, era bellissimo. Ero innamorata di questo ragazzo praticamente da una vita. Lo conoscevo dal primo anno di asilo ed anche ora me lo trovavo nella stessa scuola, purtroppo però in sezioni diverse. Simone era il tipico bel ragazzo biondo con gli occhi nocciola, alto e con un lieve accenno di barba, ma era anche molto sensibile, dolce e intelligente. Lui era a conoscenza del fatto che mi piacesse, ma mi aveva sempre rifiutato, o meglio, così aveva fatto fino alle medie. 
Dall’inizio delle superiori non ci parlavamo più, mi salutava a malapena e i discorsi e l’amicizia di prima erano come svaniti nel nulla, come se non ci fossero mai stati. 
Ora erano passati cinque anni da quell’inizio e le cose comunque non erano cambiate.
Solitamente il primo giorno, come tutti gli altri in cui lo vedevo, sentivo il viso andarmi a fuoco e le farfalle nello stomaco, ma il primo giorno di scuola di quest’anno le cose non andarono così.
Lo vidi entrare dalla porta principale e non mi successe nulla, niente rossore sulle guance, le farfalle erano migrate e non lo fissai come ero solita fare. Che mi fosse passata la cotta per lui durata oltre 6 anni? Forse qualcun altro aveva finalmente preso il suo posto, ma chi?

Dopo quel giorno le cose non cambiarono, lo vedevo nei corridoi, entrava nella mia classe, io entravo nella sua, salutava Luca e ci parlava allegramente e io rimanevo impassibile, come se vedessi un alunno qualunque di quella scuola. Ne parlai anche con Nicole che praticamente era come se fosse la mia sorella maggiore e le spiegai la situazione, dopo qualche domanda sul mio umore e i miei sentimenti la risposta della mia amica psicologa fu semplice “Mi sa che sei innamorata di qualcun altro e mi sa che quel qualcun altro è Guido.” La mia espressione al momento diceva tutto, non potevo essere innamorata di Guido e non volevo nemmeno esserlo, avrei preferito continuare a star dietro a Simone che, anche se non mi guardava di striscio comunque era nella mia stessa scuola e nel mio stesso paese, non in un’altra regione. 
Non volevo che Guido mi piacesse, ma non volevo nemmeno che Simone smettesse di piacermi. Per motivi diversi io volevo tenere entrambi.

Più tardi a seguito di quella video chiamata durante l’intervallo Luca, dopo sorrisini irritanti e infinite battutine, decise di chiedermi scusa per quello che aveva detto e, anche se sono fermamente convinta che l’abbia fatto solo per farsi dare una mano a studiare per la verifica di arte che ci sarebbe stata a breve, comunque mi aveva fatto piacere sentirgli dire quelle due paroline che difficilmente escono dalla sua bocca. Ci trovammo a casa mia quel pomeriggio, lui si posizionò sulla sedia girevole della mia scrivania, mentre io mi sdraiai sul letto  e durante lo “studio” di un’opera e l’altra arrivò il momento che più temevo.
“Cosa è successo con Simone? Non lo guardi più in quel modo.” Chiede dalla sedia, io mi irrigidisco e mi imbarazzo lievemente, Luca non sa che mi è sempre piaciuto, anche se sinceramente non capisco come non lo abbia mai notato. 
“Non è successo nulla, manco mi saluta quello, e poi scusa ma in che modo lo guardo?” Ridacchio per nascondere l’imbarazzo. 
“No niente, lascia stare.” Dice raccogliendo gli appunti sparsi un po’ ovunque “Ma perché non vi parlate più, mi sembrava che ci fosse un bel rapporto o sbaglio?”
“Questo non devi chiederlo a me, è lui che non mi ha più parlato, vorrei sapere pure io il motivo di tutto questo silenzio.” Rispondo rattristandomi al pensiero dei momenti condivisi con Simone e delle risate che facevamo insieme.
“Mi ha detto che eri innamorata di lui.” A quelle parole mi viene un mini infarto, non avevo idea che il mio amico e il ragazzo che mi piaceva parlassero di me.
“Che novità, tanto a lui non sono mai piaciuta, è dalla quarta elementare che mi rifiuta.”  Dico senza pensarci.
“Come fai ad esserne così sicura?” Chiede il rosso con il suo solito sorrisino da “Io so cose che tu non sai.” E che mi fa innervosire.
“Senti Luca non prendermi per il culo, mi ha sempre detto chiaramente che gli faccio schifo e poi ora manco mi saluta più.” Lo guardo negli occhi e sento che c’è qualcosa che mi sta nascondendo, ma lui cambia discorso velocemente e in un batter d'occhio è già tornato a casa sua. Non mi piace quando mi nascondono le cose, devo riuscire a scoprire cosa intende il rosso.



SPAZIO AUTRICE:
Sono tornata prima del previsto con un nuovo capitolo! In questa parte scopriamo un altro personaggio, ovvero l’amore di sempre di Federica che sembra non piacerle più dopo l’incontro con Guido. Secondo voi cosa tiene nascosto Luca? Fatemi sapere le vostre idee con qualche recensione. Nel capitolo precedente mi ha fatto piacere ricevere la recensione di una lettrice prima silenziosa e mi farebbe molto piacere riceverne altre di questo genere, quindi fatevi avanti!
Un abbraccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Surprise. ***


“Come fai ad esserne così sicura?” Questa era la domanda che continuava a passare per la mia testa da ormai un paio di giorni. Luca non voleva dirmi nulla ma io sapevo che c’era qualcosa sotto. Ripensai a quando ero in terza elementare e a quando la maestra aveva messo me e Simone in coppia, io ero imbarazzatissima perché già allora mi piaceva, ma da quel momento diventammo amici. Gli raccontavo tutto, cosa avevo fatto nei giorni precedenti, ci aiutavamo con i compiti e spesso lui veniva a casa mia o io andavo a casa sua. Le nostre mamme erano amiche fin da piccole e avevano mantenuto il bel rapporto che avevamo instaurato, per loro vederci giocare insieme e poi crescendo studiare insieme era come rivedersi molti anni prima. Con Simone parlavo di tutto, tranne del fatto che mi piacesse da impazzire, questo andò a dirglielo Claudia, una bambina che stava nella nostra classe e che era innamorata di lui, più o meno in quinta elementare. Lei poi venne a riferirmi ciò che Simone le aveva detto e “Dice che sei brutta e che non vuole stare con te.” Fu quello che mi riportò. Mi sentii il mondo crollarmi addosso e, sebbene fossi ancora piccola, quelle parole per me furono orribili. Io e Simone comunque continuammo il nostro rapporto di amicizia. In seconda media lui si fidanzò con Claudia e al mio cuore si aggiunse un’altra crepa. Li vedevo sempre insieme, li vedevo baciarsi, abbracciarsi e coccolarsi, gli dicevo che mi faceva piacere che si fosse fidanzato con lei, in realtà speravo dal primo secondo che si lasciasse al più presto e così fu. Dopo un paio di settimane lei lo lasciò e io mi riavvicinai di nuovo a lui e, insieme a Luca, il nostro terzetto era il migliore di tutti. Arrivò poi il momento di scegliere la scuola superiore e tutti e tre scegliemmo la stessa senza nemmeno farlo apposta, eravamo felicissimi di condividere altri anni insieme e di non separarci. Quando iniziarono le superiori però le cose andarono diversamente, io e Luca continuammo ad essere inseparabili, mentre Simone era molto distaccato nei miei confronti, non mi salutava, mi passava di fianco e nemmeno mi guardava, se poteva quando mi incrociava cambiava addirittura direzione, però con il rosso era sempre lo stesso. Non capivo il perché di tutta questa freddezza nei miei confronti dopo anni e anni di amicizia ma mi vergognavo a chiedere spiegazioni e a Luca non volevo dire nulla perché avevo paura che si potesse distaccare anche da lui, così feci finta di nulla nonostante non smise di piacermi. 

Quella domanda non mi lasciava un secondo libero e ci ripensavo ogni secondo delle mie giornate. Quella mattina di ormai metà novembre decisi di fermarmi a fare colazione con Nicole visto che non ci trovavamo da un po’ di tempo e decisi anche di chiedere aiuto a lei per saperne di più. Ci fermammo nel solito bar di fronte alla mia scuola, ordinammo le nostre due cioccolate con panna ed iniziammo la conversazione. 
“Allora, come va con Umberto?” Le chiesi mangiando un po’ di panna.
“Benissimo, quando non lavoro ci troviamo. Mi ha fatto conoscere i suoi amici e i suoi genitori, sono tutti simpaticissimi” fece una pausa e “Ci siamo fidanzati ufficialmente e mi ha chiesto se tra qualche mese voglio andare a vivere con lui a Milano” aggiunse con un sorriso a trentadue denti. Mi scivolò il cucchiaino dalle dita e “Stai scherzando? Oddio sono felicissima! E l’anello? E quando avete intenzione di sposarvi? Mi raccomando usate le precauzioni.” Dissi continuando a sorridere contenta per lei.
“Dai smettila! Tu con Guido?” Mi chiese mescolando la cioccolata. Io rimasi un po’ spiazzata dalla domanda e “Bene, ogni tanto ci sentiamo tramite FaceTime solo che l’ultima volta Luca gli ha detto che ero innamorata di lui, ti rendi conto? Avrei voluto ucciderlo” dissi arrossendo.
“Quel ragazzo dovrebbe imparare a stare un po' zitto. Che hai fatto poi?” Chiese impaziente.
“Niente, grazie a Dio mi ha salvato la campanella e ho chiuso la chiamata. Da quel giorno non l’ho più sentito, chissà cosa avrà pensato.” Dissi ripensando alla chiamata. “Comunque volevo chiederti una cosa, ti ricordi di Simone?”
“Ovvio! Sono diecimila anni che gli muori dietro!” Disse prendendomi in giro.
“Ha detto a Luca che ero innamorata di lui, mi ha colta alla sprovvista, io gli ho detto che tanto non gli sono mai piaciuta e che era dalla quarta elementare che mi rifiutava e sai lui cosa mi ha risposto? Mi ha chiesto come faccio ad esserne così sicura, poi è scappato di corsa, tu cosa pensi?”  Dissi tutto d’un fiato. 
“Mamma mia ma Luca deve veramente imparare a farsi un po’ i cazzi suoi non credi?” Ridacchiò.
 “Non è che magari è innamorato di te?” Sentenziò.
“Dai Nic non prendermi anche tu per il culo, non mi saluta nemmeno e poi ha sempre detto che gli faccio schifo.” 
“Prova a parlargli, tanto tra poco lo vedi.” Disse tranquilla. Erano ormai cinque anni che non ci parlavamo più, ma che quando mi passava di fianco o lo vedevo continuavo a sentire le farfalle nello stomaco. Ora che quella sensazione era passata avrei potuto affrontarlo una volta per tutte.
Salutai la mia amica e mi diressi verso la scuola già piena di gente che correva cercando di raggiungere la propria aula in tempo, salii le scale, entrai nella mia classe e mi sedetti di fianco al mio amico. Passarono in fretta le lezioni, all’intervallo mi ero promessa di andare a parlare con Simone ma Luca mi bloccò nella nostra classe per raccontarmi le sue avventure con la sua nuova ragazza mentre io lo maledicevo in tutte le lingue che conoscevo. Suonò infine l’ultima campanella e mi diressi verso l’uscita cercando di non insultare tutti i primini che si ammassavano davanti alla porta spingendo e bloccando il passaggio. Riuscii anche grazie all’aiuto del ginger a non picchiare tutti ed a varcare la soglia tirando un sospiro di sollievo, mi sistemai la borsa sulla spalla che nella confusione era scivolata, poi alzai la testa e lo vidi. Guido era lì, nel portico della mia scuola, che sfoggiava quel sorriso stupendo con gli angoli della bocca che si curvavano all’insù.
“Guido?” Dissi spalancando gli occhi. 
“Devi guardarmi ancora un po' in quel modo o ti decidi di venire qui ad abbracciarmi?” Rise mentre correvo da lui ad abbracciarlo fortissimo. Mamma mia quanto mi mancavano i suoi abbracci.
“Ma che ci fai qui?” Dissi continuando a sorridere come una stupida.
“Volevo farti una sorpresa, è da tanto che non ci vediamo, no?” Mamma mia quanto era bello.
“Hai ragione, quanto stai e dove ti fermi?” Chiesi.
“Pensavo di ripartire domani mattina e di cercarmi un hotel che non costasse troppo.” 
“No, non esiste. Puoi stare da me, i miei sono partiti per un paio di settimane e poi ti fermi di più.” Dissi senza pensarci e dopo aver insistito un po' “Va bene dai, ma non voglio disturbare.” Disse.
“No vabbè come se non ci fossi.” Sentii provenire dietro le mie spalle. Dopo quello che hai detto, penso, ma sto zitta alzando gli occhi al cielo. Presentai i due ragazzi velocemente e poi prendemmo un autobus per andare a casa mia.
Ancora non stavo realizzando e deciso di chiamare Nicole per informarla e “Indovina chi è seduto di fianco a me sul bus in questo momento?” Dissi dopo averla messa in vivavoce.
“Guido?” Chiese lei ridendo.
“Come fai a saperlo?” Dissi io rimanendoci male.
“Stupida, secondo te chi ha chiamato per farsi dare le indicazioni per arrivare alla tua scuola?” Continuò a ridere di gusto.
“Ah, va bene grazie ciao.” Dissi chiudendo la chiamata mentre Guido continuava a ridere e poi iniziò a parlare con Luca.
Quanto era bello quando rideva, quanto era bello sempre dovrei dire, ma quando rideva era ancora più bello.





SPAZIO AUTRICE:
Hey there! Capitolo nuovo finalmente. Scopriamo qualcosa in più su Federica e Simone, lei cerca di farsi aiutare da Nicole per capire meglio quello che Luca le ha detto e poi la grande sorpresa, Guido che arriva fuori dalla scuola di Federica chiedendo ovviamente aiuto alla sua amica. Cosa succederà adesso? Fatemi sapere con tante recensioni. 
Vi aspetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Home and Ninja. ***


Dopo essere scesi dal bus e che Luca si fosse diretto a casa sua rimanemmo finalmente soli io e Guido. Lo accompagnai dentro, gli mostrai velocemente la casa e poi “Ma sei venuto da solo? Fai venire anche Andrea e Ale, tanto c’è un’altra stanza.” Chiesi una volta in cucina cercando qualcosa da mangiare.
“Loro pensavano di venire domani, visto che è sabato magari possiamo andare in discoteca, sicura che possono stare qua?” Chiese prendendo i piatti dalla credenza. “Ah e, per oggi c’è spazio, ma dove mi fai dormire domani?” Ridacchiò.
“Guarda, puoi stare sul divano, nella camera dei miei oppure puoi dormire con me, tanto ormai sei abituato.” Dissi ridacchiando prendendogli dalle mani i piatti e sistemandoli sul tavolo della cucina.
“Basta che non ti ubriachi ancora e mi chiedi di fare l’amore con te.” Disse lui scherzando e diventando leggermente rosso sulle guance.
Mangiammo un paio di toast al prosciutto e formaggio giusto per mostrare al meglio le mie fantastiche doti culinarie, poi proposi di portarlo a fare un giro della città.

Sembrava come un bambino in un luna park, era incantato da qualsiasi cosa gli descrivessi. Verso sera lo portai in riva al lago a mangiare un gelato e poi decisi di prendere il battello e di andare a trovare Nicole a casa visto che abitava lì vicino.
La mia amica ci aprì la porta contentissima e praticamente stritolò Guido, gli chiese come stava, come stesse andando l’università, se era ancora amico di quegli altri due pazzi e poi “Dormi con la Fede stanotte?” Fece con un sorrisino malizioso sulle labbra e ricevette in risposta solo una risatina sua e gli occhi al cielo da parte mia. Ci fermammo da lei a mangiare e devo dire che la cena non fu poi così diversa dal pranzo che avevo “preparato” io visto che pure lei non fosse molto brava ai fornelli. La informai che l’indomani sarebbero arrivati anche Ale e Andrea e le chiesi se potesse accompagnare Guido in stazione e poi portare tutti a casa mia visto che io sarei stata a scuola.
“Non c’è nulla in TV che palle, facciamo un gioco!” Propose dal nulla lei dopo cena. Io la guardai confusa e poi “Mia sorella ha appena comprato Twister voglio provarlo, dai alzatevi” continuò.

Verso le undici e mezza mi trovai un piede di Nicole in faccia, il braccio sinistro di Guido incastrato sotto il mio piede destro ed io in posizione precaria sostenuta ormai soltanto dall’alluce sinistro e dalla mano destra, al che cedetti e mi ritrovai a sandwich tra la mia amica e il ragazzo scoppiando a ridere. Poi decisi che si fosse fatto abbastanza tardi e lei si offrì di riportarci a casa.

“Mi fa male una chiappa, credo di essere atterrata sul tuo braccio” dissi ridendo mentre aprivo la porta.
“Può darsi, infatti credo di essermelo rotto.” Continuò lui massaggiandosi il polso ed entrando in casa.
“Senti, fai come se fossi a casa tua, io faccio una doccia e poi dormo perché sono distrutta, tu nel frattempo decidi dove dormire.” Dissi ridacchiando per poi fiondarmi in bagno accendendo la musica a palla ed immergendomi nei miei pensieri una volta sotto l’acqua calda.
Dopo una mezz’oretta buona, più di concerto che di doccia, decisi che fosse arrivato il momento di uscire. Mi vestii, asciugai i capelli e mi diressi nella mia camera. Lì trovai Guido seduto sul letto che osservava le foto alle pareti e che una volta accortosi della mia presenza disse “Ecco dov’era la mia maglietta, credevo l’avessi abbandonata al mare, la stavo giusto cercando.” 
“No, avevi detto di conservarla e quindi la uso come pigiama.” Dissi ridacchiando. “ Hai deciso dove dormire?” Chiesi poi cercando dall’armadio i vestiti da mettere il giorno dopo.
“Sto nella camera degli ospiti, non voglio disturbarti e poi mi piace tantissimo, ho già sistemato lì le mie cose.” Affermò e poi “Ora torno di là e ti lascio dormire, buonanotte.” Continuò alzandosi dal letto.
“Se ti serve qualcosa dimmelo ok? Buonanotte.” Dissi mandandogli un bacio e sistemandomi sotto le coperte addormentandomi all’istante.

Non so che ore fossero ma mi svegliai per la troppa luce proveniente dalla finestra, cercai sul comodino il mio telefono per vedere le ore e non lo trovai, trovai invece Guido abbracciato a me che continuava a dormire come un bimbo. Com’era arrivato nel mio letto? Pensai, poi mi guardai attorno e mi resi conto che quella non era la mia camera, bensì quella degli ospiti, quindi com’ero arrivata io nel suo letto? Guardai l’ora dall’orologio posto sopra la scrivania che segnava le 8:10. Ero in ritardassimo, avrei già dovuto essere a scuola ma ovviamente la mia sveglia era nell’altra stanza e non l’avevo sentita. Mi agitai, mi alzai velocemente e mi diressi prima in bagno e poi nella mia camera per prendere i vestiti.
“Cosa stai facendo?” Sentii provenire da Guido in un lamento mentre ancora stava sdraiato a letto.
“Sono troppo in ritardo, devo correre a scuola, prendo la moto, quando torno parliamo del perché ero nel tuo letto, ora non ho tempo, tu continua a dormire se vuoi, nella credenza della cucina c’è tutto quello che ti serve per la colazione prendi quello che vuoi ciao.” Dissi molto velocemente lasciandogli un bacio sulla guancia al volo. Mi precipitai nel garage e vidi la Kawasaki Ninja verde luccicante di mio padre che teneva immacolata e la mia Vespa bianca mezza distrutta parcheggiata alla meglio di fianco.
“Fanculo sono in ritardo, scusa papà.” Dissi allacciandomi il casco e salendo in sella alla Kawasaki. 




SPAZIO AUTRICE:
Heilà! Nuovo capitolo con un po’ di anticipo. Qui abbiamo il momento in cui Guido e Federica arrivano a casa, Federica che mostra la città a Guido, Nicole impazzita che propone di giocare a Twister, il ritorno a casa e il ritardo di Federica dovuto a un cambio di camera. Riuscirà la nostra eroina ad arrivare a scuola con un ritardo decente? Parlerà con Simone o lascerà perdere ora che Guido è venuto a trovarla? Fatemi sapere cosa ne pensate con qualche recensione e poi vorrei che mi diceste se preferite la coppia formata da Guido e Federica o quella formata da Simone e Federica. Ho già pronta qualche sorpresa per il prossimo capitolo.
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Quarrels. ***


Appena arrivata a scuola notai Simone seduto sul muretto, dove solitamente stavo io, intento a ripassare qualcosa probabilmente per l’ora successiva e decisi che fosse arrivato il momento di parlargli.
Mi avvicinai a lui e “Ehi, posso parlarti un attimo?” Dissi quasi sottovoce. Lui non alzò lo sguardo, continuò a leggere le righe del libro che aveva tra le mani  e “Perché non lo dici a quello che ti scopi?” Chiese retorico lui facendo quel suo sorrisino da sfottimento che odiavo e che a quanto pare era rimasto.
“Come scusa?” Chiesi alzando di un tono la voce.
“Luca mi ha detto che ti sei portata a casa il tipo del mare e che te lo sei scopato.” Continuò lui non staccando gli occhi dal libro.
“Ma con che coraggio? Prima di tutto smetti di usare quel termine, seconda cosa Luca deve imparare a dire meno cazzate e terzo se non sai come sono andate esattamente le cose evita di dire stronzate.” Mi stavo scaldando sempre di più e lui continuava a non rivolgermi lo sguardo.
“Non scaldarti, dovresti essere solo contenta ora che non sei più vergine. Dimmi, scopava bene il tipo?” Disse sempre con il sorrisino. “Tra l’altro, scusami, ma potevi sceglierne uno migliore, è solo un pompato del cazzo.” Continuò girando pagina.
“Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non ho fatto nulla con Guido, possibile che non capisci che in tutto questo tempo non ho mai avuto un ragazzo, non ho mai fatto niente con nessuno e non ho mai baciato nessuno perché aspettavo solo che tu, brutta testa di cazzo, ti dessi una svegliata perché a me importi solo e soltanto tu? E guardami quando parlo porca troia!” Sbraitai togliendogli il libro dalle mani e lanciandolo a terra. Lui finalmente alzò lo sguardo in mia direzione, ci guardammo negli occhi con aria di sfida per qualche secondo interminabile, poi fece un respiro profondo, si chinò, raccolse il libro da terra e “Devo andare a lezione adesso, salutami tanto il tuo ragazzo e dagli un bacio anche da parte mia.” Disse spostandomi con una spallata e dirigendosi verso la classe. Io non sapevo come comportarmi, ero rimasta spiazzata dal suo modo di fare. Rimasi lì, ferma immobile davanti a quel muretto per secondi o minuti interminabili e quasi con le lacrime agli occhi fino a quando sentii una mano stringermi il braccio, mi voltai e vidi Luca, praticamente una delle persone che in quel momento non avrei voluto per niente vedere.
“Ma vieni in classe o stai ancora un po’ qui a fissare il muretto? È sempre lo stesso da cinque anni, Fede, non scappa, te lo assicuro.” Disse sorridendomi e tirandomi un po’ per farmi spostare.
“Brutto pezzo di merda, cosa cazzo vai a raccontare in giro, eh? Che sono andata a letto con Guido? Ma come ti salta in mente? Stavo cercando di chiarire con Simone e lui mi ha praticamente insultato da quando ho iniziato a parlare fino a quando ho smesso.” Feci io continuando a prenderlo a pugni sul petto e a spintoni in preda alla rabbia.
In quel momento avrei potuto ucciderlo con le mie mani, prenderlo a sberle e a calci fino al momento in cui qualcuno non avesse chiamato un ambulanza per portarlo via. Vedevo tutto nero, ero accecata dalla rabbia completamente e pensavo che le mie spinte e i miei pugni potessero fargli veramente male dimenticandomi della mia corporatura e della sua stazza. Dopo qualche minuto di scariche di pugni mi bloccò i polsi e “Fede, guardami.” Disse facendomi alzare lo sguardo verso i suoi occhi, che in quel momento erano azzurro cielo, e scoppiai a piangere. Mi appoggiai sul petto che fino a qualche secondo prima colpivo ripetutamente mentre lui mi accarezzava i capelli, rimasi così qualche minuto, poi mi ricordai del perché fossi diventata così arrabbiata e mi staccai di colpo dalla sua presa, lo guardai e gli feci di nuovo una domanda.
“Perché?” 
“Mi dispiace, l’ho detto senza pensarci, stamattina passando davanti alla tua finestra ho visto che dormivi con lui abbracciata, non ho visto i vestiti, ho fatto due più due e..” disse lui tutto d’un fiato.
“E quindi hai pensato fosse corretto andare a dire a Simone che l’abbiamo fatto? Ma cosa cazzo hai in quella testa bucata? I criceti nella ruota si sono stancati di girare e stanno dormendo?” Dissi finendo la sua frase e picchiettandogli con il dito sulla testa.
“Scusa Fede, hai ragione tu, non so cosa mi è preso, parlo io con Simo, non preoccuparti. Mi dispiace, scusami.” Continuò pregandomi.
Luca è una testa di cazzo, ma è pur sempre il mio migliore amico. Decisi che poteva farsi perdonare se avesse risolto la situazione, visto che il problema l’aveva causato lui.
Mi diressi verso la mia classe ormai alla terza ora giustificando il mio ritardo dando la colpa alla sveglia, che in parte era vero, ma che se fosse stata solo quella sarei dovuta essere in classe da molto tempo prima. Mi sedetti al mio solito banco e cercai di stare attenta ad almeno una delle tre ore di lezione successive.
Al suono dell’ultima campanella non vedevo l’ora di uscire e vedere in che condizioni mi avessero lasciato la casa quei tre animali che nel frattempo erano arrivati. 









SPAZIO AUTRICE:
Buongiorno! Eccomi tornata con un altro capitolo. La nostra protagonista arrivata a scuola, approfitta del fatto di essere in ritardo per chiarire con Simone ma lui inizia ad insultarla. Federica litiga con Luca per aver detto a Simone che era andata a letto con Guido, ma poi decide di perdonarlo se fosse riuscito a risolvere il tutto, si dirige verso casa dove la aspettano Andrea, Guido ed Alessandro. Aspetto come sempre molte recensioni e anche una risposta alla domanda che avevo lasciato nel precedente capitolo. Mi rendo conto che questa parte sia un po’ corta e mi scuso. 
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Messages. ***


Camminai velocemente verso il cortile, salii in sella alla, anche se non del tutto mia, moto e mi diressi verso la mia adorata casa preparandomi al peggio. Parcheggiai la Kawasaki nel garage di fianco alla mia Vespa e la ricoprii come l’avevo trovata, poi salii le scale verso la porta d’entrata, misi la chiave nella toppa e girai un paio di volte per aprirla, misi la mano sulla maniglia e chiusi gli occhi aprendola trattenendo il respiro e preparandomi mentalmente a quello che avrei potuto trovare. Feci un passo in più sulla soglia e non sentendo rumori particolari aprii gli occhi per valutare meglio la situazione in cui mi trovavo. Praticamente Andrea aveva trasformato il mio salotto in uno studio di registrazione per i suoi video e stava intervistando tutti gli altri, mentre Nicole rideva.
“Grazie a Dio, pensavo peggio.” Dissi io interrompendo l’intervista di Guido.
“Amica!” Urlarono in coro Andrea ed Alessandro mentre correvano ad abbracciarmi e a salutarmi.
“Stai ancora registrando?” Chiesi guardando la telecamera in mano al primo.
“Si, finirai sul mio canale YouTube.” Disse lui fiero.
“Allora ciao fans!” Dissi ridendo e agitando una mano salutando.
“Bene Fede, ora facciamo l’intervista anche a te per i miei adorati fans.”
“Nono che intervista, faccio schifo, riprendi Nicole che è più bella, i tuoi fans se vedono me nel tuo video si spaventano e non ti seguono più.” Dissi ridendo dirigendomi nella mia stanza.

Mi cambiai e mi misi una tuta, poi andai in cucina e mi preparai una frittata, giusto per ampliare un po’ le mie doti culinarie, e mentre mangiavo chiesi ai miei amici come fosse andato il viaggio, cosa ne pensassero della mia città, se gli piacesse la mia casa e altre cinquecento domande a raffica come mio solito.
“È andato tutto bene, Nicole guida come una pazza, ho temuto per la mia incolumità almeno una decina di volte nel tragitto dalla stazione a casa tua, la tua casa è stra figa e credo che siamo tutti d’accordo nel trasferirci qui da te, anche perché tutte queste finestre emanano una luce speciale che rende i miei video ancora più belli, Guido ha rischiato di incendiarti la casa ma vedo che a cucinare non sei brava nemmeno tu, ci ha raccontato cosa avete fatto ieri e vedi di non venire pure nel mio letto stanotte altrimenti finisci per terra.” Spiegò Andrea a raffica mentre io sull’ultima parte diventavo rossa per l’imbarazzo.
“A te com’è andata la giornata, invece?” Continuò poi Nicole togliendomi dalla situazione.
La mia giornata era andata una merda, ero arrivata in ritardo a scuola, avevo cercato di chiarire con Simone e lui mi aveva insultata, avevo litigato con Luca per il fatto che fosse andato a dirgli che ero andata a letto con Guido e non avevo seguito una parola delle lezioni a cui ero riuscita a presentarmi. Peggio di così non sarebbe potuta andare, pensai, e invece andò peggio. 
Sentii il telefono vibrare sul tavolo, erano alcune notifiche di Facebook, le guardai ed erano tutti aggiornamenti della pagina spotted della mia scuola, ovvero quella in cui si scrivono messaggi anonimi sulle persone che ti piacciono, sui professori che odi di più e cose del genere, aprii il primo e lessi il contenuto del post.
“F. sei una puttana.” Diceva uno. Pensai fosse uno dei soliti deficienti che ti insultano senza motivo per divertirsi, poi ne lessi un altro.
“F. Sei solo una stronza, come hai potuto far stare male S.? Troia.” Non capii e ne lessi un terzo.
“S. È il ragazzo più figo della scuola, tutti sanno che ti muore dietro e tu lo fai soffrire andando a letto con quello? Dovrebbe prenderti a sberle e basta. Poi si chiedono perché ci stai sul cazzo, zoccola.” Ora avevo capito, oltre a quei tre post ce n’erano un’altra decina tutti pieni di insulti e altrettanti continuavano a spuntare ogni volta che ricaricavo la pagina. Simone era andato a raccontare qualcosa a scuola e tutte le primine e le altre ragazze che gli strisciavano dietro ci avevano creduto ed avevano scritto quelle cose sul gruppo.
Mi sentii il cuore accelerare improvvisamente, le pareti della cucina si stringevano sempre di più verso di me e mi sentivo mancare l’aria, iniziai a respirare affannosamente, mi alzai di corsa, sapevo cosa mi stava succedendo e sapevo cosa dovevo fare. Appoggiai le mani sulla prima superficie piatta che trovai, il muro, e presi dei respiri profondi fino a calmarmi del tutto. Non mi capitavano attacchi di panico da moltissimo tempo, credevo mi fossero passati ma comunque sapevo come risolvere la cosa e alla fine mi tranquillizzavo dopo pochi minuti. Mi resi conto però che l’unica tranquilla al momento ero solo io. Attorno a me tutti erano molto preoccupati.
“Fede oddio, stai bene? Che succede?” Chiese Guido avvicinandosi a me e tenendomi una mano sulla spalla.
“Si... c’è no... c’è nel senso... ora sto bene ma... Nic ti devo parlare.” Dissi divincolandomi dalla sua presa e trascinando la mia amica in camera.
Una volta chiusa la porta a chiave dietro le mie spalle iniziai a parlare.
“Nic non puoi capire, stamattina ho cercato di parlare a Simone e lui ha iniziato ad insultarmi dicendo che devo stare zitta perché mi sono scopata Guido, che le cose che devo dirgli devo dirle a Guido, che devo essere contenta ora che non sono più vergine, se scopava bene e cose così, mi ha detto che Luca mi aveva vista con Guido e che gliel’aveva riferito, mi sono incazzata di brutto e gli ho detto che non aveva diritto di parlarmi in quel modo e che non era successo nulla perché in realtà a me importa solo di lui. Quando se n’è andato via dopo avermi insultata per dieci minuti buoni è arrivato il deficiente, l’ho insultato, l’ho picchiato e ho chiesto spiegazioni, la testa di cazzo ha chiesto scusa in tutte le lingue del mondo e ha detto che essendo che mi ha vista abbracciata a Guido, secondo lui senza vestiti, ha pensato bene di andare a riferirlo a Simone. Alla fine si è offerto di risolvere la situazione. Solo che prima mi sono arrivate delle notifiche su Facebook e... guarda tu stessa.” dissi praticamente in lacrime porgendole il telefono. 
Lei lesse tutti i post e rimase con un espressione sconvolta in volto per qualche secondo, poi “Stiamo scherzando? Fede riferiscilo alla preside, poi vediamo se fanno ancora i fighetti ad insultarti in anonimo. Poi che cazzo di diritto hanno di intromettersi negli affari tuoi? Anche se fossi andata a letto con Guido che male c’è? È una tua scelta, Simone deve stare zitto e Luca deve imparare a farsi i cazzi suoi. Ci parlo io con quelle teste di minchia.” Sbraitò.
“Non urlare cazzo che ci sentono! Nic io non ce la faccio ad andare dalla preside però.” Dissi in un sussurro.
“Se non ci vai tu vado io, non posso permettere che ti facciano questo Federica.” Disse riaprendo la porta ed io la bloccai ancora un attimo.
“Non dire niente ai ragazzi, soprattutto a Guido, ok?” Dissi sempre più piano.
“Fede..”
“Promettimelo.”
“D’accordo, ma quei coglioni la devono pagare, soprattutto Simone.” Affermò aprendo la porta e tornando in soggiorno mentre io mi stesi sul letto, incapace di fare qualsiasi cosa ed iniziando a piangere.





SPAZIO AUTRICE:
Buonasera! Capitolo nuovo signore e signori!
In questo capitolo Federica e i suoi amici si ritrovano, chiacchierano e ridono, ma poi l’ambiente gioioso si interrompe, a Federica arrivano alcune notifiche e, leggendole, vede messaggi pieni di insulti nei suoi confronti. Le viene un attacco di panico che però riesce a calmare subito, nonostante la preoccupazione di Guido e degli altri. Spiega la situazione alla sua amica che dice di risolvere la situazione dicendo tutto alla preside in quanto i messaggi fossero su un gruppo della scuola ma Federica non ne ha il coraggio. Nicole dice che se non lo fa Federica lo farà lei, poi Federica le fa promettere di non dire nulla ai ragazzi e, con un po’ di rifiuto iniziale alla fine accetta minacciando però Simone.
Che ne pensate? Fatemelo sapere con tante recensioni e anche con messaggi privati se volete.
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Preparations. ***


Dopo un tempo non definito cercai di ricompormi e tornai in soggiorno. Gli altri erano seduti sul divano al centro del salotto e stavano guardando un film romantico, credo obbligati da Nicole. La scena faceva abbastanza ridere; la mia amica aveva le gambe su Andrea e la schiena appoggiata ad Alessandro e continuava ad asciugarsi gli occhi con un fazzolettino di carta, mentre gli altri tre ragazzi sbadigliavano e guardavano di continuo il telefono per capire quanto tempo fosse passato e quanto mancasse alla fine.
“Avete iniziato a guardare Love Actually senza di me? Ora lo faccio partire di nuovo da capo.” Dissi avvicinandomi al televisore.
“No!” Urlarono i tre ragazzi in coro. “Non potete guardarlo quando siete voi due da sole in una delle vostre serate tra ragazze?” Protestò Andrea ormai completamente esausto dalla situazione.
“A me però stava iniziando a piacere...” Disse Guido quasi in un sussurro che però riuscimmo a sentire tutti.
“Stai diventando una ragazza per caso?” Chiese ridendo Andrea mentre Ale “Il nostro amico sensibile e romantico.” Disse con una vocina mentre gli accarezzava i capelli.
“Smettetela deficienti, stavate piangendo anche voi prima.” Protestò lui scansandoli.
“Okok basta, io andrei a fare una doccia e a iniziare a prepararmi. Venite in discoteca stasera o volete continuare a guardare il film?” Continuai io prendendoli in giro.
“Fede, sono le cinque del pomeriggio, davvero ti prepari adesso?” 
“Siamo in cinque e i bagni sono due, mi porto avanti.” Alzai le spalle e mi diressi verso il bagno, ma prima di aprire la porta mi bloccai e tornai a guardare verso il divano.
“Non distruggetemi la casa nel frattempo.” Li minacciai puntando loro il dito e fulminandolo con lo sguardo.
“Va bene mamma.” Dissero tutti in coro
Accesi la musica al massimo e come mio solito mi esibii davanti al Wembley Stadium, o almeno così era nella mia testa, cercando di rilassarmi e non pensare di nuovo a quello che era successo appena tornata a casa. Mi rilassai talmente tanto che persi la cognizione del tempo e qualcuno bussò pesantemente alla porta del bagno urlando qualcosa tipo “Ehi Beyoncé, hai finito il concerto?”, mi ricomposi, uscii dalla doccia, misi un’asciugamano attorno al corpo e tornai con non-chalance nella mia camera. Infilai la testa nell’armadio ed iniziai a tirare fuori ogni singolo vestito elegante che trovavo ma niente mi sembrava adatto alla serata. Volevo essere bellissima almeno agli occhi di una persona è tutto ciò che avevo mi faceva sembrare o un sacco di patate, o una signora di 60 anni che andava in balera oppure una prostituta dell’est. Mi innervosivo sempre di più e ad un tratto la porta si aprì.
“Devi aiutarmi assolutamente a trovare qualcosa da mettere, questi vestiti fanno schifo.” Dissi ormai esasperata alla mia amica.
“Guarda che se vuoi qualcosa per fare colpo su Guido ci sei già riuscita uscendo dal bagno in quel modo.” Ridacchiò. “Dovevi vedere la sua faccia, sembrava avesse avuto un’apparizione.”
Beh, in effetti mi avrebbe un po’ stupito il contrario, ma mi sentivo comunque in imbarazzo.
“Dai smettila, aiutami a trovare qualcosa.” Dissi ormai rossa in viso.
“Beh, io un idea l’avrei...” fece il suo sorrisino malizioso che lasciava intendere tutto e poi “Corro a casa a prenderlo, porto anche il mio vestito e poi iniziamo a prepararci, dammi dieci minuti.” Continuò ormai già fuori dalla mia stanza mentre io ormai ero sconsolata è preoccupata per il tipo di vestito che avrebbe dovuto portarmi. Decisi nel frattempo di asciugarmi e di mettermi un paio di leggins con una felpa larga di mio padre per poi tornare in soggiorno.
La scena che mi si parò davanti mi fece sorridere, Andrea ed Alessandro stavano guardando il film che avevamo lasciato in sospeso dopo il mio arrivo e sembravano due casalinghe disperate alla fine di una puntata di Beautiful. 
“Quando voi signore avrete finito di singhiozzare vorrei avvisarvi che la doccia è disponibile quindi potete usufruirne.” Canzonai loro mostrandomi abbastanza divertita dalla scena.
“Mi dispiace informarla che il signorino Ferrari ha già occupato quel posto è che quindi stiamo attendendo con ansia la sua uscita.” Disse allo stesso modo Andrea.
“In quella doccia possiamo starci in cinque, è enorme!” Esclamò alle mie spalle Guido che nel frattempo era uscito dal bagno. La vista di lui ancora mezzo bagnato con solo un asciugamano attorno alla vita mi fece arrossire all’istante. Non era la prima volta che lo vedevo più o meno in quelle condizioni però mi fece comunque un certo effetto. Distolsi lo sguardo dal suo fisico scolpito e lo puntai fisso sulle mie unghie che al momento mi sembravano molto interessanti e l’unica cosa che riuscissi a guardare. 

“Fede devo essere sincera, con quel vestito addosso fossi in Guido non ci penserei due volte a saltarti addosso.” Disse la mia amica dopo avermi aiutato con la zip dell’abito che mi aveva prestato per la serata. Era veramente bellissimo, arrivava un po’ sopra il ginocchio, aderente quasi a faticarmi la respirazione regolare, scollo a barchetta e dietro aveva un apertura a “V” abbastanza profonda. Guardandomi allo specchio mi sentivo, almeno per una volta in vita mia, bella, grazie anche al lavoro di trucco e parrucco di Nicole che, pur restando abbastanza naturale, riusciva sempre ad esaltare i punti giusti.
“Devo per forza uscire dalla camera adesso? Non puoi andare prima tu? Questa situazione mi imbarazza.” Dissi ormai rossa in volto. La mia amica sbuffò e poi aprì la porta che ci divideva dagli altri facendomi strada verso il salotto. Varcai la soglia tenendo lo sguardo fisso sulle mattonelle del pavimento, evitando di incrociare gli occhi dei ragazzi, ma soprattutto quelli di uno di loro. Il tutto mi risultò abbastanza facile per circa un paio di passi, poi dovetti per forza alzare lo sguardo. Tutti e tre i ragazzi, compresa Nicole, mi guardavano con un sorriso a trentadue denti e gli occhi a cuoricino.
“Qualcuno farà conquiste stasera.” Ammiccò Andrea facendomi l’occhiolino.
“Sei veramente bellissima Fede!” Continuò Ale guardandomi da testa a piedi un paio di volte.
Il commento che aspettavo più di tutti, però, era quello di Guido che, invece, non disse nulla sul mio conto e “Andiamo?” Chiese.
Barcollai un po’ sui tacchi vertiginosi che mi aveva obbligato a indossare Nicole e raggiungemmo la Golf grigia della mia amica parcheggiata nel vialetto. Ovviamente il posto vicino al guidatore era politicamente mio, quindi i tre dovettero schiacciarsi sui sedili posteriori per una mezz’oretta di viaggio mentre io e Nic mostravamo ancora una volta le nostre doti di cantanti.




SPAZIO AUTRICE:
Hey there! Sono tornata dopo un po’ di assenza con un nuovo capitolo. Prometto che in queste vacanze di natale pubblicherò il più possibile per scusarmi. Nel frattempo mi farebbe piacere ricevere qualche vostra recensione riguardo questo, e se vi va anche dei capitoli precedenti, per sapere cosa ne pensate, cosa vi piace di più della storia e cosa invece cambiereste. Ah, per chi non lo sapesse la “balera” è una specie di discoteca per anziani, lascio a voi i commenti.
Un abbraccio in attesa del prossimo aggiornamento.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Boulevard. ***


Arrivammo davanti al Boulevard quando ormai davanti all’entrata non c’era molta gente, segno che ormai avevano aperto da un bel po’. Ci dirigemmo subito verso il bancone ad ordinare i nostri drink e poi cercammo una zona un po’ tranquilla dove potessimo sederci e conversare qualche minuto. Non amavo particolarmente le discoteche, anche se in vacanza mi ero data alla pazza gioia e magari potevo sembrare una festaiola scatenata. Odiavo soprattutto la gente che frequentava questi locali, ragazzine mezze nude che facevano di tutto per farsi notare da qualche ragazzo più grande e ragazzi tutti vestiti uguali che cercavano di spiccare nella massa per riuscire a portarsi a casa qualche ragazzina mezza nuda; e poi odiavo non avere il mio spazio vitale, odiavo avere la gente attaccata a me che sudava, mi spingeva e saltava in mezzo metro quadro di locale ovviamente riempito il triplo per avere più guadagno. Mi piaceva ballare, ma non a quelle condizioni. Il Boulevard però era una delle poche discoteche della mia zona che mi piaceva. Era disposto su due piani ed aveva una terrazza che si affacciava direttamente sul lago, quindi il problema spazio era risolto, e poi era frequentato soprattutto da universitari, quindi zero ragazzine in cerca di attenzioni e zero ragazzi-pecora.
Trovammo un tavolo libero sulla terrazza, era una sera di Novembre inoltrato, ma le luci e la gente che ballava permettevano di stare di fuori senza congelare.
“Oddio adoro questa canzone, Fede vieni, andiamo a ballare!” Urlò Nicole dopo aver sentito le prime note di una canzone di Martin Garrix ed io la accontentai. Mi prese per mano e mi trascinò in mezzo alla pista da ballo dove iniziò a mostrare le sue doti da ballerina da discoteca attirando subito l’attenzione dei ragazzi presenti nel locale.
Nicole Castelli, la mia migliore amica, era una ragazza bellissima, lunghi capelli castani leggermente mossi, occhi verdi, labbra abbastanza carnose, un sorriso smagliante ed un fisico da far invidia alle modelle di Victoria’s Secret. Era ovvio che tutti i ragazzi le cadessero ai piedi ma lei era una ragazza molto tranquilla, aveva avuto solo un ragazzo importante nella sua vita ed Umberto stava diventando il secondo, sapeva di essere bella ma comunque teneva i piedi a terra e non si lasciava abbindolare facilmente.
Un paio di ragazzi iniziarono a ballare a poca distanza da noi e dopo qualche secondo uno di loro si mise davanti a me e mi prese per un fianco.
“Sei veramente bellissima, ti va di ballare un po’ con me?” Chiese avvicinandosi al mio orecchio.
“No grazie, stavo giusto tornando a sedermi.” Urlai io per farmi sentire sopra la musica.
“Dai, balla un po’ con me, non ti piaccio?” Continuò lui avvicinandomi un po’ di più a sè.
“Non l’hai sentita? Ha detto che non vuole ballare. Deve farti un disegno per fartelo capire?” Sentii arrivare da una voce a poca distanza da noi e poi un braccio cingermi la vita.
“Se ci provi ancora con la mia ragazza chiamo la sicurezza e ti faccio buttare fuori dal locale, sei pure ubriaco marcio. Prendi il tuo amico e state lontani da lei e la mia amica il più possibile, intesi?” Continuò Luca, lasciandomi un po’ sorpresa mentre il ragazzo aveva già battuto ritirata.
“Tutto bene?” Chiese poi a me e a Nic.
“Gli ho tirato una sberla prima che potesse cercare di baciarmi. Vedi te ‘sto coglione!” Disse Nicole sistemandosi il vestito mentre uscivamo dalla pista.
“A me ha solo chiesto di ballare, potevo cavarmela da sola, ma grazie lo stesso ora puoi smettere di tenermi.” Gli levai la mano dal mio fianco e poi “Che ci fai qui?” Continuai.
“È il compleanno di un mio amico, ti ho vista entrare e poi quel coglione ci ha provato e non ce l’ho fatta a trattenermi.” Disse chiudendo una mano a pugno.
Avevo come la sensazione che non mi stesse dicendo tutto, guardai il telefono per controllare la data e mi sentii come se avessi appena ricevuto una pugnalata. 27 Novembre, diciottesimo compleanno di Simone Villa, il ragazzo con cui al mattino avevo litigato, che aveva sparso in giro voci false, che aveva permesso che mi scrivessero messaggi pieni di insulti su internet, che mi piaceva fin dal primo giorno in cui l’avevo visto, che era mio amico ma che dalla prima superiore mi ignorava, che era il ragazzo più bello della scuola, che ora stavo iniziando ad odiare, che mi doveva delle spiegazioni e che aveva compiuto diciotto anni da venti minuti.
“Dov’è?” Chiesi guardando dritta negli occhi Luca.
“Di cosa stai parlando?” Replicò lui facendo finta di niente mentre io lo fulminai con lo sguardo. “Torna al tavolo Fede, stai tranquilla, non ti rovinerà la serata.” Continuò.
“Io non ci scommetterei.” Affermai ormai arrabbiatissima. “Vedi di tenermelo il più lontano possibile, ok?” Finii prendendo la mia amica per mano e tornando al nostro tavolo. Lì vidi Guido girato su un lato  che cercava di nascondersi.
“Che fai? Si gioca a nascondino e nessuno mi ha detto nulla?” Dissi ridacchiando e cercando di togliergli la mano dalla faccia ma senza riuscirci. “Dai Guido basta.” Continuai alzando di poco il tono della voce e provando ancora una volta a spostare la sua mano senza successo. “Leva questa cazzo di mano. Ora.” Dissi ormai arrabbiata e quando controvoglia la tolse i miei occhi si infuocarono. Gli usciva sangue da un labbro, probabilmente spaccato da un pugno o da qualcosa del genere e la stessa cosa fuoriusciva dalle nocche dell’altra mano.
“Cos’è successo?” Chiesi praticamente sull’orlo di una crisi di nervi.
“Il tuo nuovo fidanzato non sa difendersi, ecco quello che è successo.” Quella voce, quella stramaledetta voce. Che qualcuno mi tenga o qui finisce male, parecchio male.
“E sentiamo, perché avrebbe dovuto difendersi brutta testa di cazzo?” Dissi girandomi verso la voce e sfoggiando il sorriso più falso che sapessi fare.
“Fede, stanne fuori, non è importante.” Mi sussurrò all’orecchio Guido e prendendomi per mano.
“Prima cosa, sì, è importante se dovete arrivare a prendervi a pugni, seconda cosa, come faccio a starne fuori visto che la situazione sembra riguardare proprio me? E terza cosa, la sicurezza dove cazzo sta? Meno male che non sono ammesse risse all’interno del locale.” Cercai di stare il più calma possibile, ma dentro di me ero completamente fuori di senno.
“Stavo festeggiando tranquillamente il mio compleanno, mentre passeggiavo per il locale a ringraziare gli invitati mi sono imbattuto in questo tavolo di sfigati e tra loro ho notato quello che ti scopi molto allegramente al mattino prima di venire a scuola. Allora ho pensato che fosse educazione salutarlo e presentarmi, gli ho raccontato della nostra chiacchierata di stamattina e di quello che hanno scritto nei tuoi confronti sullo spotted della scuola. Il tuo tipello non l’ha presa molto bene, ha detto delle cose brutte nel miei confronti, siamo passati alle mani e da lì ho capito che la mia tesi era confermata, è solo un pompato del cazzo.” Spiegò Simone con un sorrisino divertito che mi faceva venire voglia di spaccargli la faccia contro al tavolino che avevo davanti.
“Torniamo a casa Fede, è inutile litigare con questo.” Si intromise Nicole cercando di calmare la situazione e trovando appoggio anche da Alessandro e Andrea che trascinarono via Guido e me prima che potessimo distruggere il microcefalo che ci avevamo davanti. Ci portarono nel parcheggio e ci fecero salire in macchina anche se io avevo tentato di sfuggire alla presa un paio di volte per tornare a riempire di botte Villa. Nicole si rimise alla guida in direzione casa mentre io non facevo altro che fissarla con gli occhi di fuoco e pensare che non sarebbe finita così.






SPAZIO AUTRICE:
Buonasera lettrici! Ho cercato di aggiornare il più velocemente possibile per farmi perdonare dal ritardo dell’ultimo capitolo. Che dire di questa parte? I ragazzi sono in discoteca e succede di tutto, due ragazzi importunano Nicole e Federica e Luca interviene facendoli scappare. Luca dice di essere lì per il compleanno di un suo amico ma Federica ha qualche dubbio. È infatti il compleanno di Simone e Luca la tranquillizza dicendole che lo terrà lontano da lei. Quando però torna al tavolo trova Guido che cerca di nascondersi, e una volta riuscita a togliergli la mano dalla faccia vede che l’hanno picchiato, chiede spiegazioni e queste arrivano da Simone che dice di aver raccontato a Guido quello che era successo quel giorno e che si fosse arrabbiato, finendo poi per fare a botte. La situazione viene placata da Nicole e dai due ragazzi che trascinano Federica e Guido alla macchina. 
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** In love. ***


Tornammo a casa dopo un lungo viaggio silenzioso in cui io non facevo altro che pensare alla faccia da schiaffi di Simone e a quel suo sorrisino strafottente, ma anche al labbro di Guido che sanguinava e alla sua mano mezza spaccata dai pugni. Non trovavo giusto il fatto che si trovasse in quella situazione per colpa di un deficiente del genere e tra l’alto per colpa mia. Guido non se lo meritava, non aveva fatto nulla in fin dei conti e si era trovato in mezzo per una cosa che non era nemmeno successa realmente.

Una volta in casa nessuno volle parlare. La prima cosa che feci io fu andare in bagno a prendere del disinfettante e trascinai Guido in camera mia.

“Fede, davvero, non c’è bisogno di quella roba.” 

Me ne fregai e imbevvi il cotone nel liquido iniziando a tamponare il suo labbro inferiore.

“Mi dispiace per quello che è successo, è stata colpa mia. Dovrei spiegarti meglio la situazione.” Continuai fissando il sangue che piano piano stava smettendo di fuoriuscire dalla ferita.

“Non ce n’è bisogno. E poi non è colpa tua, mica gli hai detto tu di picchiarmi.” Fece sorridendo lievemente.

“No, ma è giusto che capisca anche tu.” Dissi per poi iniziare a spiegare. “Conosco Simone dalle elementari, ero innamorata persa di lui, ma lui non mi calcolava miminamente, eravamo amici però, e quello più o meno mi bastava. Iniziate le superiori ha smesso di parlarmi senza motivo. Stamattina ero in ritardo come ben sai e arrivata a scuola l’ho trovato seduto al mio posto sul muretto del cortile, ho deciso di parlargli e di chiedergli spiegazioni dopo esattamente cinque anni di silenzio, ma ha iniziato ad insultarmi, a darmi della puttana e ad urlarmi contro perché Luca gli aveva riferito che io e te ieri sera siamo andati a letto insieme. Ora, Luca l’ho già picchiato ed insultato perché non doveva dire una cosa del genere senza esserne certo, ma pensavo che poi la cosa finisse lì, invece appena sono tornata a casa sullo spotted della scuola arrivavano solo commenti pieni di odio e di insulti nei miei confronti e lì mi è crollato tutto addosso.” Mi fermai un attimo e iniziai a rigirarmi il cotone sporco di sangue tra le dita.

“Perché non mi hai detto niente? Questo lo denunciamo Federica, forse non l’hai capito.” Mi prese le mani e mi fissò, ma io continuai a tenere lo sguardo fisso per terra.

“Non volevo metterti in mezzo, anche se poi ci sei finito lo stesso..”

Dopo la mia frase restammo zitti entrambi, io continuai a medicare ciò che Simone gli aveva fatto e lui si limitava a lamentarsi ogni tanto per il dolore.

“Dovrebbe essere a posto così, vado a letto adesso, sono un po’ stanca.” Mi alzai dal letto e venni bloccata per un braccio.

“Ti andrebbe di dormire con me?” Chiese guardandomi negli occhi e io annuii leggermente.

“Vado di là a cambiarmi, aspettami due secondi.” Andai nella mia stanza e mi infilai la sua maglietta che ormai usavo come pigiama, mi struccai e prima di tornare da Guido feci un giro per le altre stanze. Nicole era collassata sul letto ancora con il vestito addosso, Alessandro dormiva con la bocca aperta e Andrea aveva notato la mia presenza alla porta.

“Non dormi?” Gli chiesi.

“Potrei farti la stessa domanda.” Risi leggermente.

“Hai ragione, ma te l’ho chiesto prima io.”

“Non riesco, ho ancora in mente la scena di prima e non capisco il motivo per cui il tuo ragazzo abbia picchiato Guido.” Continuò sdraiato sul letto. 

“Non è il mio ragazzo e mai lo è stato.” Precisai. “E poi è perché crede che io e lui siamo andati a letto insieme e che sia il mio nuovo ragazzo.”

“Scherzi? E c’è bisogno di picchiarlo? Scusami ma anche se fosse così penso che tu possa fare quello che vuoi, sbaglio?”

“Non so che gli è preso, non era mai stato cosi.”

“È innamorato di te.” Spalancai gli occhi un po’ stranita.

“Ma chi?”

“Credo entrambi. Guido sicuramente, ma anche quel ragazzo, altrimenti non sarebbe arrivato a quel punto per una voce di corridoio senza fondamenta.” Guido e Simone entrambi innamorati di me? Simone mi aveva sempre rifiutato, fin da piccoli, era impossibile. E poi Guido, io non ero il tipo di cui avrebbe potuto innamorarsi, non ero alla sua altezza sia come bellezza sia come intelligenza.

“Cerca di dormire adesso, ok?” Dissi chiudendo piano la porta e chiudendo così anche il discorso.

Tornai poi in camera di Guido e lo trovai già addormentato su un fianco. Era bellissimo, anche con il labbro spaccato e qualche ammaccatura in viso. Alzai piano il lenzuolo e mi sdraiai di fianco a lui, stetti stesa a pancia in su per qualche minuto, poi presi coraggio, mi avvicinai, lo abbracciai e mi addormentai.

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Ciao! Scusate per il ritardo nel capitolo ma meglio tardi che mai dice un detto. Anyway fatemi sapere con una recensione cosa pensate della mia storia, quali sono i vostri personaggi preferiti e se avete qualche consiglio da darmi non esitate. Aspetto tanti dei vostri resoconti.

Baci alla pesca

Federica

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Revenge. ***


"Sveglia sveglia dormiglioni!" Urlarono in coro tre voci nel mio orecchio.

Mi strofinai gli occhi con il dorso della mano cercando di capire la situazione in fretta, poi li aprii con un po' di fatica e vidi Nicole, Ale e Andrea sopra al letto con un sorriso a trentadue denti e con un vassoio stracolmo di cibo tra le mani.

"Cosa cazzo.. ma che ore sono? Perché urlate? Andate via" dissi sbiascicando e girandomi dall'altra parte, premendo la faccia contro la schiena di Guido.

Non sapevo se stesse ancora dormendo o stesse solo facendo finta, ma al mio gesto lo sentii un po' sobbalzare.

"Basta fare i piccioncini abbracciati, alzatevi che sono le due di pomeriggio!" Disse ancora urlando Andrea mentre ci levava le coperte e io mormoravo qualcosa di incomprensibile anche per me stessa.

"Andate via, due minuti e ci alziamo, promesso" disse poi Guido dal nulla ancora nella stessa posizione. I tre finalmente si alzarono dalle nostre gambe e uscirono dalla stanza. Guido si girò verso di me e mi guardò per qualche secondo sorridendo mentre io mi sentivo avvampare sempre di più, poi decise di parlare.

"Buongiorno Fede, dormito bene?" Disse accarezzandomi la guancia. Annuii lievemente cercando di non diventare più rossa di quel che ero già.

"Tutto bene grazie, come va il labbro?"

"Non ci penso.. comunque grazie per aver dormito con me stanotte."

"E per cosa?" Ridacchiai "Grazie a te che mi hai riscaldato." Sorrisi imbarazzata e mi alzai dal letto. "Mangiamo?" Annuì e mi seguì in cucina dagli altri.

 

Mangiammo tutti insieme la colazione che faceva anche da pranzo e da merenda cercando di dimenticare facendo finta che ciò che era successo la notte prima non fosse mai accaduto. Io però non facevo altro che fissare il labbro spaccato di Guido, notare gli sguardi comprensivi di Nicole e a pensare di voler spaccare la faccia da culo di Simone.

Dopo mangiato i ragazzi andarono in soggiorno a vedere un film mentre io e la mia amica sistemavamo e lavavamo i piatti.

“Fede, so che non è un buon momento ma dobbiamo discutere anche della storia dello spotted, devi decidere cosa fare” mi disse Nicole sottovoce.

“Lo so e ripensando a quella storia mi viene solo più voglia di prendere a calci quel coglione” dissi stringendo la spugna più che potevo.

“Ti capisco, anche a me è venuta voglia di picchiarlo e fargliela pagare, ma dobbiamo capire cos’è successo, non penso che Simone l’abbia ridotto in quel modo senza un motivo”.

Ormai non sapevo più a cosa pensare, il Simone che conoscevo io non avrebbe mai reagito in quel modo, ma io Simone avevo smesso di conoscerlo anni fa, quando aveva cessato all’improvviso di rivolgermi la parola. Parlava solo con Luca e Luca non mi diceva mai niente di lui. Probabilmente era cambiato, anzi, sicuramente lo era, tutti cambiano, anche io non ero più la stessa ragazzina delle medie, ero cresciuta ovviamente, e certi aspetti della mia vita non poteva conoscerli nemmeno lui. Mi dispiaceva per questa situazione, probabilmente se non avesse smesso di parlarmi tutto questo non sarebbe successo. Ma forse mi facevo una colpa per nulla. Ormai era accaduto, e dovevamo trovare un modo per capire perché e inoltre fargliela pagare per tutte le cattiverie che aveva fatto girare a scuola nei miei confronti.

“So cosa possiamo fare, vieni con me” dissi alla mia amica ormai persa nei miei pensieri e ignorando ciò che aveva detto prima.

La portai in camera mia, in una scatola sotto al letto tenevo tutti i miei diari segreti che, anno dopo anno, finivo di scrivere e conservavo. Oltre ai diari tenevo anche tutte le mie vecchie fotografie e bigliettini che ci scambiavamo io, Luca e Simone. 

“Ecco, 17 Aprile 2011, leggi tu e poi dimmi se non è perfetto” allungai uno dei diari a Nicole con un sorriso soddisfatto stampato in faccia, di chi ha la vendetta tra le mani.

“Non ci credo” sogghignò lei ancora allibita. “Cosa pensi di fare con questo?”

“Credevo fosse ovvio, no? Pubblicarlo” feci io alzando le spalle come se fosse la cosa più elementare del mondo.

Feci una foto alla pagina del diario con appiccicato quel bigliettino e la postai. Come descrizione scrissi un semplicissimo “Ecco cosa succede quando ti metti contro Federica Lombardi”.

“Non so se essere felice o essere spaventata per quello che hai appena fatto. Credo di non voler mai litigare con te” disse Nicole.

“Io per ora sono soddisfatta” sorrisi e tornai di là dagli altri vittoriosa.

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:
Hey there! Dopo un beeel po’ di tempo sono FINALMENTE tornata con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia so che non è proprio il massimo ma si svilupperà tutto nei prossimi capitoli. Mi scuso per il ritardissimo ma nel frattempo mi sono diplomata, ho iniziato l’università e stavo facendo degli esami quindi non ho avuto tempo di scrivere.
Cosa succederà ora? Cosa c’è scritto nel bigliettino che Federica ha postato? Come la prenderà Simone? E Guido?
Le risposte (forse) nel prossimo capitolo. Intanto sarei DAVVERO grata se lasciaste una recensione a questo capitolo e a quello precedente per farmi sapere cosa ne pensate.
Grazieee!

- Federica

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3531563