Sweeter than fiction

di tylersanchor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Derek Hale contribuisce ad aumentare il tasso di suicidi. ***
Capitolo 3: *** Notti insonni e basilischi ambigui. ***
Capitolo 4: *** Se il problema ti si presenta di fronte prendi una via laterale. ***
Capitolo 5: *** Momenti decisamente inopportuni per pensare a Derek. ***
Capitolo 6: *** L’amore implica sempre un po’ di istinti omicidi. ***
Capitolo 7: *** Sport praticati: fuggire dalle proprie responsabilità. ***
Capitolo 8: *** Le lesioni cerebrali comportano visioni porno? ***
Capitolo 9: *** Quando tutti capiscono i tuoi sentimenti e tu non ci capisci un emerito caspita. ***
Capitolo 10: *** In vino veritas ma se sta nelle mutande di Derek ancora meglio. ***
Capitolo 11: *** Da quando l'opportunismo è sexy? ***
Capitolo 12: *** La bella addormentata non ha proprio attrattiva ***
Capitolo 13: *** I lati negativi di non bruciare le foto dei propri ex ***
Capitolo 14: *** Di male in peggio e non finisce qui. ***
Capitolo 15: *** Oratio impropria ***
Capitolo 16: *** Il disagio del vero amore. ***
Capitolo 17: *** Lydia e le cotte imbarazzanti ***
Capitolo 18: *** Il momento più inappropriato. ***
Capitolo 19: *** Stravolgimenti karmici. ***
Capitolo 20: *** La difficoltà non è farlo ma dirlo ai tuoi amici. ***
Capitolo 21: *** Le cose che odio di me. ***
Capitolo 22: *** Sorprendentemente necessari chiarimenti. ***
Capitolo 23: *** La speranza divampa e il disagio non è da meno. ***
Capitolo 24: *** Quando un nobile gesto ti si rivolta contro perché fondamentalmente sei uno sfigato. ***
Capitolo 25: *** Schizofrenicamente ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Titolo: Sweeter than fiction
Autore: Ron unica&inimitabile
Fandom: Teen Wolf
Genere: Commedia (che va verso il romantico, demenziale o deprimente a seconda dell’andatura dell’umore di Ron mentre scrive)
Avvertimenti: coppie improbabili, personaggi immaturi che fanno cose immature e vi sono di cattivo esempio.
Personaggi: Stiles Stilinski, Derek Hale, Lydia Martin, Cora Hale, Scott McCall, Kira Yukimura e tutti gli altri che mi rompo a scrivere.
Coppie: Sceriffo/Natalie Martin, Stiles/Malia, Derek/Braeden, Scott/Kira e non vi spoilero certo come va a finire in quanto a coppie. (ah, Derek/Ron endgame) (no, scherzo. Tyler/Ron endgame) (mi piacerebbe)
Note: la verità è che quando ho scoperto che la mia famiglia si sarebbe separata per un periodo – grazie a Dio non causa divorzio, i miei sono una coppia moderatamente felice – dopo aver passato le cinque fasi del lutto, in mezzo alle quali mi sono anche ricordata che inizia la scuola e non ho uno straccio di amico e dovrò studiare il doppio di quest’anno se voglio mantenere i voti e ho un orrendo esame a settembre a causa di uno sport che sono obbligata a fare e non voglio fare – praticamente quando i miei me ne parlano io inizio a piangere ma no, mandiamo comunque Ron a ammazzarsi - , ho capito che non potevo affrontare la cosa guardando Game of Thrones. E il modo migliore per rielaborare per me è scrivere, so that’s it. E dato che spero che questo anno scolastico e non sia per mesweeter than fiction non ho potuto farne a meno.
 
 
 
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Prologo
 


*
 
Stiles Stilinski, a parte il suo numero di difetti decisamente imbarazzante, in fondo non era poi così male. Perlomeno, a questa conclusione erano giunti tutti coloro che avevano avuto il piacere di conoscerlo meglio per una serie di fortunati (o sfortunati?) eventi. E per quanto nell'ultimo periodo di fosse ritrovato ad avere a che fare con cambiamenti importanti nella sua vita, tra cui suo padre con una nuova ragazza  e un piano totalmente fuori di testa ideato da Cora per liberare suo fratello dal male - per gli amici, Braeden, - era sempre riuscito a superare ogni difficoltà. Il vero problema, in realtà, erano le cose che non aveva ancora superato, quali una cotta imbarazzante e l'incapacità di dormire senza il suo cuscino. Ecco, quelle cose avrebbero potuto rendere Stiles "non sono così male" Stilinski una persona completamente diversa. O almeno a convincere un certo qualcuno a considerarlo da "non così male" ad "amore della sua vita".
 







 
*
 






 
Il pensiero di quello che sarebbe successo di lì a poche ore non sfiorò nemmeno Stiles Stilinski quella mattina,  mentre si accingeva a sedersi al tavolo della mensa insieme ai suoi amici e la sua ragazza. Del resto, la sua vita era talmente ordinaria ultimamente che se non fosse stato per il fatto che ogni tanto a Malia spuntavano gli artigli quando litigavano o che a Scott ogni tanto si illuminavano gli occhi di rosso, avrebbe pensato di essere un teenager perfettamente normale. Anzi, quasi si annoiava.
Si sedette nel posto che Malia gli aveva tenuto accanto a sé e le rivolse un sorriso di ringraziamento, non osando interrompere Cora che, infervorata, stava di nuovo raccontando della vita di suo fratello.
- … capite che lui è assolutamente fuori. Secondo me si è drogato, perché andiamo, quella è una vacca allucinante. Tutta “ora che sei umano ti aiuto io gne gne” e la cosa più utile che le ho visto fare è aprire la scatola dei biscotti. Poi Derek si lamenta se dico che è una vacca e dice che dovrei avere rispetto di lui che sta attraversando un momenti difficile eccetera, quando io sto attraversando un momento difficile con quella lì in casa! Enorme vacca 
Cora era tornata in città da poco e Derek, suo fratello, inizialmente non era stato molto dell’idea di mandarla a scuola ma poi, visto quanto lei andava d’accordo con la sua sottospecie di ragazza  - nessuno aveva veramente capito se Braeden e Derek stavano insieme o si limitavano a rotolarsi fra le lenzuola per ingannare il tempo – aveva deciso che era suo dovere fornirle un’istruzione, avuti indietro i suoi soldi. A dire il vero le aveva proposto un college in Inghilterra, a una dovuta distanza da lui e dalla sua vita sentimentale,  ma quando Cora aveva iniziato a ringhiare si era dovuto tirare indietro, dato che era ormai un normale umano, ma dopo una discussione demotivante – parole di Cora – avevano risolto per il liceo di Beacon Hills.
- Non capisco come tu possa odiare tanto Braeden, - borbottò Scott, ingoiando un pezzo di carne enorme, - non è così male! Se piace a Derek …
- Non è la persona giusta per lui! – esclamò Cora, - non è nemmeno vagamente innamorato, è solo che gliela sbatte in faccia! E poi è palesemente una vacca.  Sta con lui solo perché così può stare da noi gratis.
Lydia si intromise: - Probabilmente è solo gelosa. Hai un po’ il complesso del fratello, eri abituata ad essere l’unica donna della sua vita e adesso ti senti messa da parte. È un po’ come quando un genitore trova un nuovo compagno dopo tanto tempo che siete stati solo voi due.
- Non è assolutamente così! – esclamò Cora, - è lei che è una vacca!
- A me Braeden è simpatica, - obiettò Malia, - non capisco perché tu e mio padre la detestiate così tanto.
- Perché è una vacca! Una grossa vacca!
Malia e Cora erano cugine e generalmente andavano anche abbastanza d’accordo. Cora era l’ultima arrivata e Malia la penultima e avevano legato subito un sacco, essendo molto simili. Avevano divergenze di opinioni soltanto sull’argomento Braeden (per Cora, vacca) per il resto sembravano due sorelle. Non che Cora non avesse fatto amicizia anche con Lydia o Kira o i ragazzi a differenza del fratello era diventata molto spigliata e socievole, soprattutto dopo il soggiorno fuori Beacon Hills, ma Malia senza dubbio era la sua preferita e la cosa era totalmente reciproca. Passavano un sacco di tempo insieme e Stiles, se doveva uscire con loro due, si trovava spesso a pensare di essere lui che era il ragazzo di Malia, il terzo incomodo.
Femmine. 
- Dovresti darle una possibilità, - buttò lì Kira, - forse Lydia ha ragione.
Tutti, rifletté Stiles, la pensavano così, lui incluso. Braeden non era il top della simpatia, magari, ma non era affatto male e aveva sempre aiutato tutti in varie situazioni, se stava con Derek, tanto meglio per lui, che da quando era tornato umano sembrava abbastanza depresso. Non che a Stiles importasse più di tanto, naturalmente.
- Non è questione di gelosia! È questione di niente vacche in casa.
Secondo ma modesta opinione di Stiles, che conosce va la vicenda tramite i vivaci racconti di Cora, quella era solo una mezza verità. Certo, ci si era messo anche Derek, che quando Cora era arrivata si era fatto trovare mezzo nudo insieme a Braeden come se nulla fosse senza averle mai accennato al fatto che stavano – più o meno – insieme, ma Cora esagerava. Insomma, Braeden non era certo il male assolutouna delle sette piaghe d’Egitto, Voldemort abbronzato o qualcun altro dei fantasiosi epiteti con cui la chiamava in alternativa a “vacca” che ormai era un classico.
- Cora … - disse Scott.
- Cora niente! Cosa fareste voi se uno dei vostri genitori uscisse con qualcuno che non vi piace? In fondo, state quasi tutti con un genitore single.
- Mia madre esce con chi vuole, non mi interessa, - disse Lydia tranquillamente, giocherellando con l’insalata che aveva nel piatto.
- Mia madre, dopo che è uscita con Peter tiene da conto il mio parere, - borbottò Scott.
- Ehi, mio padre non ha niente che non va! – esclamò Malia, dimentica solo di qualche omicidio e vari abusi mentali e fisici a un bel po’ di persone.
Cose da niente, naturalmente.
Scott alzò gli occhi al cielo perché da quando Malia viveva con Peter lui le aveva fatto il lavaggio del cervello – e comprato la casa di Barbie a tre piani che lei sognava da quando aveva nove anni – e lei stravedeva per lui, quindi era inutile parlarle.
Per quando riguardava Stiles, lui si sentiva abbastanza tranquillo. Lo sceriffo Stilinski era ancora un bell’uomo, naturalmente, e sapeva che aveva tutto il diritto di rifarsi una vita con chi voleva ma non era mai uscito con nessuno e non sembrava intenzionato a farlo. Gli bastava Stiles ed entrambi erano contentissimi così, ne era sicuro.
Ma quando mai Stiles Stilinski aveva davvero ragione su qualcosa?
 
 


 
*
 
 
 
Quella sera, dopo aver tentato inutilmente di far capire qualcosa dei compiti di matematica a Malia – senza offesa, Stiles le voleva bene, però era veramente una capra quando si trattava di scuola e Cora, che aveva studiato con loro, era anche peggio – era tornato a casa a vestirsi, dato che suo padre aveva detto che voleva portarlo a mangiare la pizza nella loro pizzeria preferita.
Stava giusto finendo di abbottonarsi la camicia pensando a come far gentilmente capire a quelle due che studiare insieme non era poi tutta quella genialata, soprattutto nel loft di Derek quando lui non c’era, dato che avevano passato metà del tempo a incollare col la supercolla i cassetti della biancheria di Braeden solo per infastidirla. E, con tutto il rispetto per Cora e Malia, non era poi così divertente, soprattutto per Malia che diceva tanto che Braeden le piaceva ma poi aiutava Cora e realizzare tutti i suoi piani malvagi.
- Stiles?
Suo padre, straordinariamente in tiro, fece il suo ingresso nella stanza interrompendo le sue macchinazioni mentali.
- Papà! Sono quasi pronto, tranquillo.
Lo sceriffo sospirò e si mise seduto sul letto.
- Stiles, dobbiamo parlare, - disse.
Naturalmente, Stiles iniziò a pensare a tutte le cose cattive che aveva fatto – o aiutato a fare, negli ultimi tempi – nella sua vita, in ordine cronologico inverso: aveva incollato i cassetti di Braeden, le aveva messo la crema depilatoria nello shampoo, aveva aiutato Cora a costruirle una trappola come quella del film di Rambo (che non aveva funzionato), le aveva lanciato il cellulare dalla finestra quando stava per passare un tir, aveva saltato la lezione di scienze …
- Stiles, sto uscendo con una persona.
Ah, beh fortuna che non aveva saputo della trap- CHE COSA?
- COSA? – esclamò Stiles, facendo un salto indietro, - papà, ho capito male, VERO?
Era impossibile. No, lo sceriffo Stilinski non usciva proprio con nessuna, insomma, non che fosse un uomo così poco attraente ma andiamo. Era ridicolo. Aveva un figlio adolescente, era vecchio per uscire con le donne. E dove l’aveva pescata questa, poi? No, era ridicolo.
-Stiles, c’è questa donna qui che …
- Papà! – esclamò Stiles, sconvolto, - NON PUOI! Stasera avevi detto che saremo andati a cena e il primo appuntamento con quella puoi averlo in qualunque altro giorno e …
- Stiles, - ripeté suo padre, pallido in volto, - esco con questa donna da sei mesi e …
- Che cosa?!
Stiles ormai credeva di essere capace soltanto a dire quelle due parole.
- Ho voluto aspettare a dirtelo, in modo da consolidare il legame con lei. Ma stasera l’ho invitata a cena con noi e …
- CHE COSA?!
Probabilmente andando avanti di questo passo suo padre gli avrebbe confessato di aver lasciato il lavoro e deciso di girare l’America in motocicletta con la sua nuova ragazza. Perché quello non era suo padre, non poteva essere. Il calmo, posato sceriffo Stilinski che aveva una relazione segreta con chissà chi. Assolutamente no.
- Stiles, ci tengo molto.
Suo padre gli fece uno sguardo affranto, della serie ho passato tutti questi anni dietro a te e vorrei tanto avere una vita sentimentale e Stiles un filino si impietosì. In fondo, magari si sarebbero lasciati presto, suo padre non era il tipo che sa tenersi una fidanzata. Almeno così credeva. Sperava. Pregava.
Insomma, che Dio gliela mandasse buona.
Tanto, pensò ottimista, peggio di così non poteva certo andare.
 



 
*
 



 
Evidentemente Dio aveva preso l’affermazione di prima come una sfida, perché la donna che li raggiunse al tavolo era la donna peggiore che il padre di Stiles avesse potuto scegliere. Non che fosse brutta o che Stiles avesse qualcosa contro di lei, aveva qualcosa contro il fatto che proprio lei stesse uscendo con suo padre. Più che altro, la madre della sua cotta storica che in teoria avrebbe dovuto aver superato non poteva star uscendo con suo padre. Perché no, era qualcosa di contro natura. Avrebbe dovuto essere vietato.
- Stiles, conosci già Natalie, vero? – domandò suo padre, ignaro del fatto che gli stava praticamente presentando la sua ex futura suocera.
- Sì, - mormorò lui, sconvolto.
Era un grande, enorme, stratosferico no. Suo padre avrebbe potuto uscire con chiunque, perché proprio lei? Insomma no. Non voleva imparentarsi con Lydia per nessuna ragione al mondo, non perché gli interessasse ancora, naturalmente, ma semplicemente no. Parole come “sorella” e “Lydia” non sarebbero mai state bene per lui nella stessa frase.
Il problema era che, al di là di tutto, Natalie non era una brutta persona, era imbarazzata, naturalmente, ma decisamente gentile e misurata. Però lui la odiava comunque, totalmente irrazionalmente. Gli aveva rubato suo padre e lei non era certo la persona giusta per lui, era palese. Insomma, quando ti piace qualcuno dovresti essere radioso al suo fianco e orgoglioso  stare con lui o lei e suo padre sembrava pronto a nascondersi sotto il tavolo. Certo magari poteva aver a che fare con il fatto che aveva detto cinque minuti prima a suo figlio della sua relazione di sei mesi con la madre dell’ex futura moglie di Stiles, ma comunque quello non era palesemente amore. Insomma, il vero amore si capisce subito qual è e Stiles aveva modestamente una grandissime esperienza nel riconoscerlo: vedeva un sacco di serie tv e ci azzeccava sempre con le coppie. Aveva capito subito che Luke e Lorelai erano fatti per stare insieme, così come sapeva che Bella avrebbe scelto Edward perché il loro era vero amore e tanti saluti a Jacob e sapeva perfettamente che quella non era la donna della vita di suo padre. Perché, ecco no. 
Ora capiva Cora, totalmente. La persona più importante per te, la tua figura di riferimento, che manda allegramente la sua vita a puttane con una persona assolutamente sbagliata e non se ne rende conto. Non sapeva esattamente perché ma sapeva che Natalie non era quella giusta per suo padre. E che gli avrebbe fatto un favore a farli separare e che, prima o poi, gliene sarebbe stato grato.
Diede un morso poco convinto alla sua pizza, ascoltando la storia di come i due si erano conosciuti più da vicino. A quanto pare aveva a che fare con degli stupidi colloqui coi professori e loro che sbagliavano aula ihihih. Naturalmente non avevano detto “ihihihih” ma ci stava proprio bene. Sembravano così frivoli quando ne parlavano. Che fastidio.
- Lydia lo sa? – domandò lui, tentennando.
Oh, aveva già trovato l’inghippo. Lydia non avrebbe mai approvato. Nessuno sano di mente avrebbe approvato, a dirla tutta, ma Lydia meno che mai.
- Non ancora. Abbiamo deciso di dirvelo separatamente e poi di fare una cena tutti e quattro insieme.
Evviva, era il suo sogno segreto. Poi che altro avrebbero fatto, sarebbero andati a vivere in una grande casa in stile famiglia di Settimo Cielo (ma divorziata) e magari avrebbero pure avuto degli altri figli. E Stiles odiava i bambini. Okay, no ma un fratellino o una sorellina? No grazie, preferiva un procione domestico. E un padre single, soprattutto.
- Lydia sa che io esco con un uomo, comunque. Abbiamo scelto di dirlo prima a te, dato che è da tanto che tuo padre non ha una relazione.
Cioè, da mai in realtà. E sarebbe stato molto meglio continuare così. Perché suo padre non poteva darsi all’agricoltura? In fondo, avere delle verdure senza pesticidi era molto più vantaggioso che avere una ragazza.
- Pensavo, - interruppe suo padre, - che tu avresti potuto darci una mano. Sai, le ragazze reagiscono in modo più eccessivo, tipo la tua amica Cora che ho beccato a tagliare le gomme della motocicletta della ragazza di suo fratello …
In effetti, Stiles avrebbe volentieri tagliato le gomme dell’auto di Natalie la sfascia ex future famiglie – perché quando gli piaceva ancora Lydia era certo che avrebbero avuto una famiglia insieme – solo che poi la Sfascia Famiglie avrebbe avuto dei problemi a emigrare in Alaska, dove era alla giusta distanza dallo sceriffo. Non che lui avesse niente contro Natalie, finché non stava insieme a suo padre poteva addirittura stargli simpatica ma con lui era un grosso no come tutto nella sua vita a partire dal grande annuncio.
Non era giusto. Suo padre e Natalie adesso stavano amabilmente parlando ed era la prima volta che aveva la consapevolezza che lui non era l’interesse principale di suo padre al momento. E lo faceva arrabbiare da morire. Lei non era la persona giusta, lei non sarebbe mai stata all’altezza della mamma. Lei non andava bene, punto. Andava cancellata, totalmente. Era tutto sbagliato. Sentì la gola chiudersi e la pizza gli sembrò improvvisamente insipida e sentì che se fosse rimasto lì con loro solo un secondo di più sarebbe esploso. Si alzò inventando la scusa di dover andare in bagno e corse fuori dal locale, ignorando il senso di vertigine che provava.
Suo padre aveva una ragazza.
Suo padre aveva una ragazza ed era totalmente sbagliato.
Si fermò solo quando sentì i polmoni scoppiare e si sdraiò sul marciapiede anche se si sarebbe sporcato la camicia e la gente probabilmente lo avrebbe calpestato senza farsi alcun problema. Si portò un braccio a coprirsi gli occhi  cercando di reprimere la lacrime di rabbia. Suo padre stava rovinando tutto.
Naturalmente, fu allora che qualcuno lo calpestò e dovette smettere di auto commiserarsi per urlare di dolore.
- Stiles?
E allora era proprio sfiga, perché fra tutti i miliardi di persone che avrebbero potuto passare per quella strada Derek era l’ultima che Stiles avrebbe voluto vedere, esclusi naturalmente suo padre e la Sfascia Famiglie.
- Esattamente, perché sei sdraiato sul marciapiede? Spostati, devo passare.
Bisognava dirlo, Derek aveva un talento innato nell’empatia, nel capire le persone e nel dire sempre la cosa giusta per confortarle. Come no.








 

 
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Ho già scritto le cose più importanti sopra, ma per chi non mi conosce, per chi mi conosce ma si è dimenticato, ecco ciò che dovete sapere: sono Ron, sono il vostro peggiore incubo e fra poco vado a lavarmi i capelli.
Ah, ma prima vi lascio uno spoiler del prossimo capitolo perché a dire il vero ne ho già un bel po' scritti - altrimenti non avrei postato - enjoy!




Spoiler: "Si chiese come facesse Derek a ignorare i suoi problemi e guardare la tv come niente fosse. Ma lui era più grande e probabilmente aveva raggiunto quell’età in cui si smette di fare drammi. Beh, Stiles quell’età non ce l’aveva ancora e considerava sensatissimo fare la drama queen soprattutto dopo la serie di sfortunati eventi che gli era capitata.
- Dereeeeeek! – gemette.
Derek alzò gli occhi al cielo, probabilmente conscio di quello che lo aspettava
.
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Capitolo 2
*** Derek Hale contribuisce ad aumentare il tasso di suicidi. ***


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Derek Hale contribuisce ad aumentare il tasso di suicidi
 

 
*
 
 
Stiles non sapeva esattamente come era riuscito a convincerlo – okay, gli si era letteralmente incollato ai pantaloni supplicandolo di ascoltarlo e minacciando il suicidio, ma per licenza poetica voleva stendere un velo pietoso su questa parte – ma Derek senza alcuna pressione – altra licenza poetica – lo aveva invitato a casa sua per ascoltare le sue disgrazie. O meglio, probabilmente aveva intenzione di piazzarlo davanti alla televisione sperando che gli facesse dimenticare i suoi problemi, ma del resto da lui non ci si poteva certo aspettare tanto, pensò Stiles, mentre lo seguiva per le scale.
Derek si guardò intorno, circospetto e poi aprì la porta, facendogli cenno di saltare lo zerbino.
- Penso che Cora lo abbia ricoperto di colla, in teoria dovevo stare fuori solo tutta la sera e Braeden sarebbe dovuta rientrare prima.
Stiles ubbidì, complimentandosi mentalmente con Cora e appuntandosi di chiederle qualche consiglio per liberarsi della Sfascia Famiglie. Ecco, magari avrebbe potuto parlare con Cora, avrebbe capito tutto, peccato che, appena entrati, li accolse un post it che diceva “Cara Braeden, se stai leggendo questo sfortunatamente sei viva, ma non si può avere tutto dalla vita. Sono a casa di Malia a mangiare la pizza, dillo a quello sciagurato di mio fratello, così almeno anziché scopare finalmente vi parlerete a magari scoprirete anche i reciproci nomi. Baci baci, Cora.” Derek alzò gli occhi al cielo e accartocciò il biglietto mentre Stiles si faceva delle grosse risate dentro di sé. Cora era geniale.
A dire il vero, era la prima volta da un bel po’ di tempo che si trovava solo con Derek e nonostante i loro trascorsi che avrebbero potuto metterli in imbarazzo, era comunque a suo agio. Insomma, andiamo, era Derek. E in fin dei conti, non avevano avuto grandi cose, solo qualche bacio appassionato in qualche angolino buio, e la cosa era durata qualche mese scarso prima che Stiles decidesse di smettere prima che le cose si facessero più serie da parte sua, dato che Derek aveva chiaramente palesato che fra loro non ci sarebbe stato niente di natura sentimentale. Ma era passato quasi un anno ed entrambi avevano delle ragazze. Non c’era nulla di cui essere imbarazzati e, se Stiles non fosse stato emotivamente sconvolto, probabilmente avrebbe ammirato il panorama di Derek che camminava qualche passo avanti a lui. Tutto normale, niente sentimenti irrisolti e amici come prima.
- Siediti, - borbottò Derek, indicandogli il divano, anche se suonava più come un ordine che come un invito.
Stiles si sedette rigidamente ma appena Derek sparì in cucina si accoccolò da un lato abbracciando il cuscino. Probabilmente, se gli avessero detto ventiquattro ore prima che suo padre aveva una tizia con cui usciva e che voleva presentargliela e che lui sarebbe finito a disperarsi nel loft di Derek si sarebbe fatto una risata.
- Vuoi della pasta? – domandò Derek, l’uomo che sussurrava ai ragazzi in crisi.
- Voglio morire.
Derek fece le spallucce e si sedette accanto a lui con un piatto che conteneva una roba biancastra dall’aria appiccicosa che doveva essere la fantomatica pasta e iniziò a mangiare come se nulla fosse.
- Derek, ti ho appena detto che voglio suicidarmi! – esclamò Stiles, - puoi considerarmi!? Lo sai che la gente si suicida proprio a causa delle persone come te, che non offrono mai la loro spalla agli amici per piangere?
Derek alzò le sopracciglia in modo molto eloquente e prese una forchettata di pasta.
- Fingerò che tu me lo abbia chiesto, comunque. Mio padre sta uscendo con la madre di Lydia! Ti rendi conto? È praticamente mia suocera, è incesto! Okay, ora sto con Malia e ho completamente dimenticato Lydia – e anche te, in teoria, ma tu sei un caso a parte  pensò – ma comunque no! Mio padre non ha assolutamente il diritto di farmi questo! Anzi, farci, dato che sta rovinando la vita anche a se stesso, non solo a me. Non la ama. È palese.
- Mh.
Il fatto che Derek si fosse addirittura sprecato a emettere un verso era palese sintomo, per chi lo conosceva, di un profondo interesse, ma Stiles era nel pieno della sua crisi mistica e non considerava quella specie di muggito – forse Cora aveva ragione, troppo tempo passato in casa con la vacca lo aveva ridotto ad esprimersi a muggiti – abbastanza confortante, quindi continuò.
- Insomma, io ho bisogno di un padre! Per la legge sono ancora un ragazzo, anzi, un bambino, e come farò ad allevarmi da solo adesso? Finirò a drogarmi in qualche vicolo! Non riuscirò ad andare al college e sarà tutta colpa sua se fra dieci anni sarò un barbone!
Derek continuò a mangiare la sua pasta e si rimirò un buco nel calzino. E a Stiles stava decisamente sulle scatole essere surclassato a “cosa meno interessante di un buco nel calzino” così gli tirò il cuscino in testa, tanto Derek adesso era un normale umano e non poteva fargli nulla. Naturalmente solo quando ricevette un’occhiata omicida si ricordò che con i muscoli che si ritrovava poteva comunque farlo a fettine e servirlo a Braeden per cena.
- Scusa, - pigolò, facendo ciao con la mano alla sua dignità.
Derek grugnì.
Fantastico, ancora un paio di animali e poi avrebbe potuto direttamente costituire una fattoria. Chissà se riusciva anche a nitrire. Forse avrebbe potuto chiederglielo, ma non voleva morire così tanto in fondo, quindi decise di stare zitto e contemplare anche lui il buco nel calzino di Derek. Però non riuscì a resistere più di venti secondi, dato che se stava in silenzio pensava e se pensava pensava a suo padre e la Sfascia Famiglie e gli prendeva un attacco isterico ed era nell’interesse di Derek che non gli prendesse, quindi esordì con un: - Bei calzini.
Ricevette un ringhio in risposta e Derek si alzò per andare a lavare il suo piatto.
Stiles stava giusto pensando di protestare per l’abbandono quando Derek tornò e si sedette accanto a lui di nuovo, in silenzio.
E a Stiles quasi scappò un sorriso: Derek era fatto così, ingrugnito e indisponente, ma cercava sempre di stare vicino agli altri, a modo suo. Un modo decisamente cretino, ma almeno ci provava. Sapeva che Stiles era triste e non voleva lasciarlo solo. Ecco perché si era innamor- ehm, niente.
- Non sei cambiatoper niente, - borbottò, facendoglisi un po’ più vicino.
Derek alzò gli occhi al cielo. Uh, giusto, Derek Hale il suadente conversatore.
- Come va la vita da umano?
- Uno schifo.
In effetti, Stiles meritava un premio come peggior conversatore della storia a quanto pareva. Derek era nato licantropo e probabilmente aver perso i poteri equivaleva ad essere tetraplegico per lui e Stiles si sarebbe preso a padellate in faccia per  quello che aveva appena detto.  Complimenti a se stesso, davvero.
- Scusa, - borbottò.
Egoista, insensibile, enorme, stratosferico idiota, cretino, deficiente …
- Non fa niente.
Derek decise che la conversazione era finita e accese la tv dove stavano dandoGame of thrones. Era ancora il suo telefilm preferito a quando pareva e Stiles pensò che l’antidoto migliore alla serata fosse proprio incazzarsi con Jeoffrey. Naturalmente non fu così. Non riusciva a concentrarsi sulla trama e se prima era stato facile, con Derek a cui pensare, adesso era pressoché impossibile ignorare il fatto che suo padre ora stava con quella donna e che la sua vita sarebbe cambiata presto e radicalmente. E lui non voleva per nessuna ragione al mondo, perché andava benissimo com’era prima. Avrebbe preferito persino che qualche creatura sovrannaturale li attaccasse che doversi confrontare con quello. Perché se qualcosa vuole ucciderti sai che è cattivo e sai che è giusto combatterlo, ma quando tuo padre esce con una ragazza non sai assolutamente cosa sia giusto fare, quando il tuo cervello dice una cosa e il tuo istinto un’altra ed è tutto un enorme casino. Si chiese come facesse Derek a ignorare i suoi problemi e guardare la tv come niente fosse. Ma lui era più grande e probabilmente aveva raggiunto quell’età in cui si smette di fare drammi. Beh, Stiles quell’età non ce l’aveva ancora e considerava sensatissimo fare la drama queen soprattutto dopo la serie di sfortunati eventi che gli era capitata.
- Dereeeeeek! – gemette.
Derek alzò gli occhi al cielo, probabilmente conscio di quello che lo aspettava.
 


 
*
 
 


Due ore dopo Derek sembrava star progettando lo sterminio di massa della popolazione mondiale e Stiles stava proseguendo nello spiegargli perché suo padre avrebbe dovuto restare single a vita. Probabilmente sarebbe stata questione di secondi prima che Derek fosse colto da un raptus che gli avrebbe fatto squartare Stiles ma a salvarlo arrivò Braeden. O meglio, arrivarono le sue bestemmie da fuori dalla porta, e pochi secondi dopo entrò a passo di marcia sempre continuando a imprecare.
Derek aveva un’espressione leggermente divertita e Stiles si segnò mentalmente di non ri innamorarsi mai più di lui, dato che rideva delle disgrazie di quella che praticamente era la sua ragazza.
Braeden entrò nella stanza a grandi passi, sgocciolando pittura blu.
- Il pavimento! – esclamò Derek.
- Prenditela con quella bestia di tua sorella! Guarda cosa ha fatto! – sbraitò lei.
Braeden era decisamente una bella donna, anche coperta di pittura blu. Non era un caso che a Derek piacesse, complice anche il fatto che indossasse sempre vestiti aderentissimi e scollature che arrivavano più o meno all’ombelico. Poi aveva una scorta di bestemmie che faceva invidia a un qualunque scaricatore di porto ed era decisamente creativa con gli insulti, altro punto a suo favore.
- Beh, sei una mercenaria dovresti saper gestire qualche scherzo preparato da un’adolescente, - borbottò Derek, guardando il pavimento con aria compassionevole.
- Appunto! Ho beccato che aveva cosparso di colla lo zerbino ma appena l’ho spostato mi è finita addosso questa cosa! Come diavolo fa?!
E giù altre bestemmie mentre Derek tirava fuori uno strofinaccio e puliva il suo amato pavimento.  Probabilmente Braeden avrebbe continuato e Derek avrebbe continuato a ignorarla, solo che lei si accorse di non essere sola con l’uomo che sussurrava ai pavimenti – Derek sembrava molto preso dalla pulizia – e si bloccò.
- Stiles.
- Braeden, - borbottò lui, facendole un cenno goffo con la mano.
- Che ci fai qui? Perché hai la camicia macchiata di polvere?
Braeden lo scrutò sospettosa, probabilmente pensando che fosse parte di qualche altro piano maligno architettato da Cora.
- Mio padre ha una fidanzata, - borbottò.
- Che cosa carina, auguri! – disse Braeden in tono piatto, della serie perché dovrebbe fregarmene qualcosa quando sembro un Puffo troppo cresciuto.
E questa fu la prova che Braeden Sonotroppofigaperavereuncognome poteva aver ricevuto tanti doni dalla natura quali bellezza, agilità, scaltrezza e una figura niente male ma sicuramente l’intelligenza non era fra questi. In effetti, probabilmente c’era un motivo se faceva la mercenaria e non la ricercatrice ad Harvard.
- Ma sei cretina di natura o ti ha allevata un branco di babbuini? È una catastrofe! L’apocalisse! L’iceberg che ha fatto affondare il Titanic! Perché, praticamente …
Aveva giusto cominciato a raccontarle tutta la storia e l’espressione di Braeden, prima omicida causa riferimento al suo quoziente intellettivo, iniziò a farsi sempre più annoiata e proprio quando era arrivato al fatto che suo padre per nulla al mondo avrebbe dovuto stare con Natalie lo mollò lì a parlare al vento, annunciando al mondo che andava a farsi la doccia.
- Babbuino, - sibilò Stiles, offeso a morte.
Cora faceva bene ad odiarla.
In tutto ciò, Derek era rimasto a contemplare il pavimento da lui lucidato e aveva addirittura sfoggiato una faccia divertita quando Stiles aveva insultato Braeden, dimostrazione del fatto che era un sadico egoista e Stiles, ancora preda della sua crisi causata dalla Sfascia Famiglie, pensò che fosse il caso di ripetere da capo come si sentiva a Derek, che tanto non aveva niente di meglio da fare che guardare il pavimento.
- Perché nessuno capisce quanto soffro?! – esclamò, tentando di appoggiarsi alla spalla di Derek che fu così cavaliere da spostarsi e fargli battere una craniata epica contro il pavimento. Fu il turno di Stiles di snocciolare bestemmie e fu sicuro di aver dato a Braeden degna concorrenza.
Derek, che probabilmente era abituato, non ci fece caso e si limitò a guardare ancora il pavimento.
- Sei la persona più insensibile, fredda, indisponente e odiosa del pianeta!
Derek alzò le spalle e prese il cellulare e iniziò a scorrere la rubrica.
- Non hai alcun rispetto del mio dolore!  Stai pure al cellulare!
- Chiamo Scott, così ti preleva da qui e posso finalmente stare in pace.
Ah, se non ci fosse stato Derek. Il suo altruismo era leggenda. Ecco, quello era uno dei momenti in cui Stiles lo avrebbe buttato dalla finestra senza alcun rimorso.
- Non puoi! – esclamò, facendogli volare il telefono di mano e gettandoglisi addosso con tutto il suo peso, - Scott è con Kira questa sera!
- E quindi? – ringhiò Derek, al massimo della comunicatività.
- E quindi non rovinerò il loro appuntamento o Scott si lamenterà per ere geologiche! Sia con me che con te.
Derek, che probabilmente ne aveva già abbastanza dei drammi di Stiles, si lasciò convincere e dopo aver preso il cellulare riprese a scorrere la rubrica, fermandosi sul nome di Lydia.
- NO! – urlò ancora Stiles, - lei è la figlia della Sfascia Famiglie!
E allora Derek doveva aver veramente le palle giratissime perché si alzò e gli disse: - Senti, piantala. Non hai quattro anni e questo non è un complotto per renderti infelice. Tuo padre ha una ragazza e l’unica cosa che puoi fare è accettarlo e puoi farlo benissimo lontano da me, questa casa non è certo il rifugio di adolescenti disastrati!
Braeden, probabilmente anche lei sconvolta di aver sentito Derek parlare per più di venti secondi, aveva spento l’asciugacapelli per ascoltare.
Stiles sentì le labbra pizzicargli gli occhi. Derek era cattivo. Non capiva niente di quello che lui stava provando e si limitava a respingerlo come aveva sempre fatto, con chiunque. Perché la verità era che Derek faceva tanto la vittima, si lamentava che tutti lo abbandonavano quando non faceva nulla per far avvicinare le persone, se voleva qualcuno vicino gli si incollava e basta pensando che dalla vicinanza scaturisse l’affetto ma non era affatto così. Non sapeva ascoltare e se per un secondo dimostrava di provare qualcosa il secondo dopo faceva in modo di negare le apparenze.
Stava per urlare tutto ciò che sentiva contro Derek quando sentì aprirsi la porta e Cora fece il suo ingresso canticchiando “she’s better known for the things that she does on the matress, whoa” sicuramente riferito a Braeden e interruppe la scena.
- Stiles? – domandò.
A Stiles salirono di nuovo le lacrime, ma stavolta perché sapeva di aver trovatofinalmente qualcuno che poteva capirlo.
- Cora!  Esclamò, - mio padre ha una ragazza!
 



 
*

 

 
 
Due ore dopo Stiles si sentiva moderatamente meglio. Aveva ordinato cibo cinese con Cora e avevano mangiato sul letto di lei mentre lui le spiegava la situazione. Cora era la compagnia perfetta, perché aveva subito trovato Sfascia Famiglie un soprannome geniale e aveva concordato su tutto ciò che lui aveva da dire, proponendo una maxi riunione del branco per discutere su come farli separare.
Stiles aveva subito concordato, ricordandole di tenere l’operazione Derek-lontano-da-Braeden fuori dalla conversazione, dato che tutti sembravano supportare alla follia quei due.
- Il piano per allontanare mio fratello da quell’orrendo polipo possiamo elaborarlo solo io e te, - convenne Cora, guardando male Braeden che stava tranquillamente cenando e Derek che era sul divano a guardare un telefilm, - per l’altro, più siamo, meglio è. Cioè se qualcuno vuole aiutarmi anche con la vacca non sarebbe male, ma siete tutti dalla sua parte.
Cora fece una smorfia.
- Ehi, - le ricordò Stiles, - io non più. Non che mi interessi di Derek, ma capisco la situazione. Ti aiuterò.
- Perfetto! – esclamò lei abbracciandolo di slancio, - ci libereremo delle due sgualdrine!
- Ehi, Natalie è sempre la madre di Lydia, - borbottò Stiles.
Cora roteò gli occhi: - E va bene, la Sfascia Famiglie e la troia.
Stiles la guardò ghignando: - Pianificheremo tutto, tanto non ho certo intenzione di tornare da mio padre, quel traditore.
Cora fece un saltino sul letto e per poco non le cadde il riso dal piatto: - Oddio! Puoi stare qui! Sarà come avere un fratello non autistico! Elaboreremo un sacco di piani e finalmente avrò qualcuno che come me odia quella vacca!
Stiles a dire il vero non odiava Braeden. Odiava di più Derek, alcune volte, dato che era totalmente incapace di amare però pensare che Braeden lo aveva visto nudo e lui no – non che gli interessasse, era solo curiosità scientifica – gli faceva decisamente venire voglia di scaraventarla giù da un ponte. Cercò di scacciare il pensiero scuotendo la testa: c’era un motivo se aveva sempre cercato di evitarlo dopo che si erano pseudolasciati.
- Stronchiamo la stronza! – esclamò Stiles, sempre più convinto.
Cora gli fece un applauso entusiasta che però venne subito interrotto dalla presenza di Derek sulla soglia.
- Avete mangiato sul letto, - disse disgustato.
- Tu sul letto ci fai cose peggiori con quella vacca, - replicò lei, stizzita.
- Sono le due di notte, Cora devi dormire che domani hai scuola, Stiles vai a casa, tuo padre ti avrà dato per morto.
Il pensiero di suo padre gli fece stringere lo stomaco ma decise di rimanere saldo nel suo proposito.
- Stiles dorme qui, - annunciò Cora, - c’è spazio nel mio letto.
Derek strinse le labbra.
No.
- Sì, invece! Perché quella vacca può e Stiles no? Sai, di Stiles almeno conosciamo il cognome e di lui sappiamo che possiamo fidarci! Perché tu puoi tenere quella troia e io non posso far dormire qui Stiles?
Il ragionamento non faceva una piega e persino Derek sembrò un secondo disorientato, così Cora tornò alla carica: - E poi ne ha bisogno, ha bisogno di conforto, è in un momento difficile! E io non ti chiedo mai niente perché Stiles non può restare a dormire? Il mio letto è enorme!
- Tu non dormi con un ragazzo, - ringhiò Derek, - lui meno che mai.
- Oh mio dio, quanto sei sessista! Tu però con Braeden dormi! – esclamò lei, ma poi si fermò, - o meglio, te la fai e poi vai a dormire sul divano dato che lei ti fa schifo!
Derek sembrò sinceramente urtato da quell’affermazione, però non disse nulla, limitandosi a stringere le labbra. Rimase un paio di secondi in silenzio e poi disse, con un ghigno malvagio.
- Okay. Allora per stanotte tu dormirai con Braeden, io sul divano e Stiles nel tuo letto.
Ovvero come demolire Cora in cinque secondi.
 








 
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Allora allora allora, prima di tutto: OH MIO DIO QUANTI PREFERITI/SEGUITI SERIAMENTE SIETE TROPPI. But, anyways, rivelazione del secondo capitolo, la sterek non ha funzionato çç che cosa triste. Ed è anche apparsa Braeden. Premetto: IO LA ODIO NEL TELEFILM. Però in questa fanfiction devo essere imparziale, è un personaggio importante in quanto ragazza di Derek e spero che non si senta il mio odio profondo nei suoi confronti. Stiles è indifferente a lei - tranne che in certi momenti - e così devo essere anche io però SENZA PENSIERI LA TUA VITA SARAAAAA, CHI VORRA' VIVRAAAAAA', IN LIBERTAAAAAA', BRAEDEN AVADAKEDAVRAAAAAAA. Okay, a parte i miei istinti omicidi, dal prossimo capitolo inizia la storia vera e propria ma prima di lasciarvi lo spoiler ringrazio le due meravigliose fanciulle che hanno recensito: Illunis e MariannaTulli, siete le mie besties e vi inondo di abbracci dato che ora mi sento tenera.


Spoiler"E fu così che Stiles Stilinski iniziò la sua bizzarra convivenza con gli Hale (e Braeden. Ma lei non sarebbe mai stata una Hale perché non poteva sposare Derek. Perlomeno non finché Cora era lì. E anche Stiles, che aiutava Cora per pura amicizia, ovviamente)."

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Capitolo 3
*** Notti insonni e basilischi ambigui. ***


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Notti insonni e basilischi ambigui 
 
 


*


 
 
Alla fine dopo un’ora e mezzo di ringhi (Derek), urla (Cora), che-cazzo-me-ne-frega-ho-sonno (Braeden) e tentativi di giungere a un compromesso (Stiles) avevano stabilito un patto accettabile: Stiles aveva mandato un messaggio a suo padre dicendogli di non preoccuparsi perché era da un amico, Cora aveva dovuto scontare la sua pena e dormire nel letto di Derek con Braeden – nessuna delle due sembrava contenta e probabilmente Braeden avrebbe dormito armata, se non lo faceva già di norma – e Derek aveva tirato fuori da una scatola sotto il tavolino di fronte al divano coperte e cuscino per dormire lì.
Stiles lo aveva guardato stupito: quindi davvero non restava a letto. Era una cosa abbastanza inquietante ma non aveva granché voglia di commentare, per non dimostrare interesse e soprattutto per evitare che Derek venisse preso da un raptus e lo buttasse fuori di casa. Quindi andò a mettersi il pigiama che Derek gli aveva prestato senza alcuna pressione   - licenza poetica – e si infilò nel letto di Cora, che aveva liberato dai cartoni del cibo e da una quantità spropositata di cose inutili per cercare di fare almeno qualche ora di sonno. Naturalmente, era utopico, perché il suo cervello, appena aveva un momento di tregua, pensava bene di riproporgli gli scenari della cena e, come se non bastasse, anche immagini di un prossimo futuro. Un futuro in cui suo padre aveva una nuova famiglia e non aveva certo tempo per lui. Andiamo, già era impegnato col lavoro, figurarsi se si fosse risposato: Natalie avrebbe naturalmente avuto la precedenza. Stiles lo capiva, sapeva che stare con qualcuno ti faceva completamente rivedere le tue priorità, ma non gli andava bene per niente. Era sbagliato da morire. Non era Natalie la persona a cui avrebbe lasciato suo padre e poi lui aveva ancora bisogno di un genitore, anche se aveva già diciassette anni. Alla sua età Harry Potter aveva sconfitto Voldemort, beh, Stiles non riusciva nemmeno a dormire senza cuscino. O ad accettare l’idea che suo padre uscisse con una donna. Lo faceva sentire tremendamente solo. Si raggomitolò nel letto e si tirò le coperte sulla testa, ma non riuscì a smettere di pensare a suo padre e Natalie felici e, soprattutto, senza di lui. Aveva già perso sua madre, non voleva perdere anche suo padre.
Sentì gli occhi pizzicare e decise che per nessuna ragione al mondo avrebbe sprecato tempo a piangere e soprattutto, non nel letto di Cora. Quindi si alzò cercando di non fare rumore e sperando che Derek non si seccasse troppo se andava a bere un bicchiere d’acqua. Quando però fece per andare verso il frigo, notò che dal divano proveniva una luce tenue e, molto stupidamente, si avvicinò.
Derek era sdraiato sul divano con una coperta verde scuro addosso e stava leggendo qualcosa su un ebook reader con aria assorta. Per quanto Stiles avesse cercato di fare piano, lui lo notò comunque e gli rivolse un’occhiata torva.
- Vai a dormire, - intimò e tornò al suo libro.
- Non ho sonno. E anche tu sei sveglio, - ribatté Stiles in tono asciutto e mandò giù un sorso d’acqua che gli fece più male che altro, dato che era gelata.
- Io domani non ho scuola. Siediti qui.
Derek uscì da sotto la coperta mostrandosi con addosso un paio di tristissimi pantaloni del pigiama a scacchi blu scuro e si tirò in piedi, indicando a Stiles il divano.
Lui, dubbioso, ubbidì e Derek gli lanciò la coperta addosso.
- Cerca di dormire.
Stiles fece una smorfia: - Non riesco. Non dormo senza il mio cuscino.
Derek alzò gli occhi al cielo e si sistemò con la schiena appoggiata contro il divano e riprese a leggere.
- Dormi, - borbottò, - guarda che sto qui a controllarti e se non lo fai ti stendo con un pugno.
Fu l’ultima cosa che Stiles ricordò di aver sentito oltre al respiro di Derek che rimase tutta la notte a leggere accanto a lui.
 
 
 

 
*


 
 
Stiles venne svegliato dagli One Direction sparati a tutto volume. Aveva dormito circa tre ore ed essere svegliato dalla boyband più snervante della storia non aiutò sicuramente a sentirsi felice e rilassato stile pubblicità dei biscotti e stava giusto per urlare a chiunque avesse messo su quell’obbrobrio di spegnere quando Derek lo precedette.
- SPEGNI SUBITO QUELLA SCHIFEZZA! – strillò da un luogo imprecisato ma vicino a dove Stiles dormiva.
In tutta risposta Cora iniziò a urlare il ritornello della canzone ma venne zittita da qualcosa e la musica si spense. Probabilmente Braeden l’aveva uccisa e Stiles eratotalmente dalla sua parte. Gli One Direction di prima mattina avrebbero dovuto essere illegali.
Stiles aprì gli occhi lentamente, rendendosi conto di essere sul divano di casa di Derek, con Derek coi capelli spettinati, seduto a terra vicino a lui che si stava stropicciando gli occhi. Gli ci volle un secondo per capire perché era lì e quando i suoi ricordi riaffiorarono fece una smorfia. Già, la Sfascia Famiglie.
- Buongiorno! – cinguettò Cora con addosso nientemeno che una camicia da notte – era sconvolgente, Stiles l’aveva sempre vista vestita da maschiaccio.
- Uh, ‘giorno, - borbottò lui, ancora stanco e amareggiato per la sera prima.
- Ti spacco quel cellulare se non smetti di mettere quella band ripugnante come suoneria, - disse Derek in tutta risposta, tirandosi in piedi e andando in direzione frigo.
Solo quando fu sparito dalla sua vista Stiles realizzò che aveva passato tutta la notte seduto accanto a lui e una parte di lui – quella che non considerava Derek un infame insensibile – si intenerì per la dolcezza del gesto. Anche se probabilmente lo aveva fatto per evitare che gli zampettasse in giro per casa e scovasse qualcosa di compromettente. Giochini sadomaso da usare con Braeden magari. Che schifo.
- Sono una boy band e a me piacciono. Io non rompo le scatole quando guardi i Paramore su mtv. E comunque, Stiles, preparati. Passiamo da casa tua prima di scuola a prendere la cartella e dopo a prendere le valigie.
- Valigie?! – esclamò Derek, sconvolto.
- Stiles starà qui per un po’, - annunciò Cora, - vado a scaldarmi il latte.
- Stiles non starà qui neanche un secondo di più, - ringhiò Derek.
Cora guardò Derek con aria di sfida: - Braeden è d’accordo.
Fu esattamente quello il momento in cui le certezze di Derek crollarono, ma poi si riprese.
- Non è vero.
- Sì invece, - interruppe lei, entrando già vestita nella visuale di Stiles, - sono d’accordo.
Derek era sconvolto e probabilmente pensò di stare sognando perché si stropicciò di nuovo gli occhi e la guardò allibito.
- Il ragazzino terrà Cora occupata e finalmente avremo un po’ di pace.
Evidentemente Braden non aveva la minima idea dei piani malvagi che avrebbero concepito insieme, il che confermava ancora una volta la teoria che lei fosse stata allevata dai babbuini o comunque ne condividesse il quoziente intellettivo.
Derek la guardò con la faccia di uno che si è appena fumato una piantagione di marijuana grande quanto la Giamaica e probabilmente sarebbe quello che avrebbe fatto finita la conversazione per dimenticare.
- Cora ti ha pagata, non è vero?
Se c’era una cosa che a Braeden piaceva, oltre a giudicare dai racconti di Cora, una parte del corpo di Derek che era più fine non nominare, erano i soldi e in effetti Stiles pensò che Derek non avesse così tanto torto e stava per dirlo ma quest’ultimo, evidentemente riscossosi, lo precedette.
- Stiles deve tornare a casa, suo padre …
- Me ne occupo io. E ripeto, tu puoi tenere Braeden, io tengo Stiles. È come quando la mamma ti ha preso quel cagnolino e poi ne ha preso uno anche a me. Rassegnati.
Al sentire nominare la sua famiglia Derek trasalì e distolse un attimo lo sguardo, stringendo gli occhi per una frazione di secondo.
- No, è casa mia e …
- E niente! Perché non posso mai fare niente? Tu non mi hai chiesto il permesso di far venire questa a vivere qui!
- Perché ci viveva prima di te! – esclamò Derek, seccato.
- Sì, ma io sono tua sorella! Dovresti interessarti di me ogni tanto! E Stiles è anche amico tuo, hai fatto stare qui un sacco di gente, perché lui no?
Evidentemente lei non sapeva che, causa i loro trascorsi, la cosa poteva essere imbarazzante. Stiles ormai aveva totalmente superato la cosa, naturalmente. E Derek probabilmente non aveva avuto niente da superare, quindi andava benissimo ma era comunque strano, visto da fuori. Anche da dentro, a essere sinceri.
- Perché lui ha una casa, un padre preoccupato e io …
- Stiles sta passando un momento difficile e gli serve un po’ di tempo lontano da suo padre. E dato che non tutti siamo insensibili come te, io voglio aiutarlo. Ti costa tanto darmi una mano, dato che non vuoi, come al solito, fare niente?
Fu decisamente abbastanza per Derek, che girò i tacchi e se ne andò borbottando: - Fate un po’ quel che volete, non mi interessa.
E fu così che Stiles Stilinski iniziò la sua bizzarra convivenza con gli Hale (e Braeden. Ma lei non sarebbe mai stata una Hale perché non poteva sposare Derek. Perlomeno non finché Cora era lì. E anche Stiles, che aiutava Cora per pura amicizia, ovviamente). Aveva pensato molte volte a vivere con Derek nell’ultima fase della loro quasi relazione, figurandosi scenari romantici che non sarebbero mai accaduti a meno che Derek non avesse un gemello simpatico e dotato di sentimenti che non era bruciato nell’incendio e mai avrebbe immaginato, dopo averlo pseudo lasciato, che sarebbero finiti a vivere insieme davvero. Grazie a Dio solo Scott sapeva di loro e aveva giurato di non dirlo, altrimenti Malia lo avrebbe fatto a fettine anche se lui ormai non provava assolutamente nulla al di là dell’amicizia per lui. Ma ve beh, non era importante. L’importante era fare in modo che la Sfascia Famiglie stesse il più lontano possibile da suo padre. E arrivare a scuola in tempo, naturalmente. Sì, si poteva fare.
 
 


 
*


 


 
Lui e Cora uscirono di casa in anticipo per passare prima da Stiles a prendere la cartella e tutto quello che serviva per la scuola.
- Lo diremo dopo a tuo padre, - sentenziò lei, mangiucchiando una barretta dietetica.
- Ehi, ho visto quelle barrette a casa tua, perché hai insistito per comprarle? – domandò Stiles, prendendone una anche lui, dato che non aveva avuto tempo di fare colazione.
- Ehi! Non mangiarne. La scatola è uguale me sono barrette Kalteen, quelle per aumentare le categorie di peso. Le sostituisco sempre con quelle normali, dato che Braeden ne mangia un sacco e spero diventi talmente grassa da far schifo a mio fratello. L’ho visto fare in un film, - disse tutta tranquilla e Stiles rise.
Naturalmente non avrebbe fatto cattiverie simili a Natalie, avrebbe fatto semplicemente in modo che lei capisse che non era territorio per lei. Magari avrebbe semplicemente sabotato qualche appuntamento, niente di che e sicuramente niente cose simili a quelle che Cora rifilava a Braeden, per quanto fossero geniali.
- Ma come ti vengono certe idee? Insomma, la torturi praticamente!
Cora ghignò: - Anni di pratica, Peter era veramente tremendo da ragazzo. Ma comunque gli Hale la genialità la hanno nel sangue, anche se evidentemente con Derek qualcosa è andato storto o è semplicemente figlio dell’idraulico.
Cora non aveva problemi a parlare della sua famiglia, anzi, spesso faceva battute o raccontava aneddoti. Derek trasaliva al solo sentirla menzionare invece. Stiles lo aveva notato subito e si era sentito dispiaciuto per Derek. Lo era ancora, a dire il vero.
- Povero, dai, - lo difese senza convinzione.
- Oh, guarda, una volta non era così una lagna, posso assicurartelo. Aveva anche un gusto migliore in fatto di ragazze, - borbottò.
Del resto, pensò Stiles, passare da Paige a due psicopatiche e Braeden era un vero salto di qualità, ma verso il basso.
- Giusto, a proposito di ragazze, devo dire tutto a Malia. E Scott, naturalmente. E oddio, Lydia.
- Non ti invidio, - borbottò Cora, - almeno Braeden non si è riprodotta e spero non abbia intenzione di farlo con Derek. Non tollererei un neonato in casa con i geni di quella vacca.
- Ora sarà ancora peggio, - disse Stiles, aprendo la porta di casa sua con la sua chiave e pregando che il padre fosse già uscito.
Grazie a Dio era così, così salì le scale e recuperò la roba di scuola e scese più in fretta che poteva, mentre Cora lo aspettava giù guardandosi intorno.
- Come pensi la prenderà tuo padre? – domandò, - insomma, del fatto che vuoi stare un po’ da noi.
- Male, - replicò Stiles, - ma insomma, non può pretendere che io accetti quella da un giorno all’altro.
- Tranquillo, ci metterò una buona parola io, - lo rassicurò Cora, - sono abbastanza brava a convincere la gente.
Stiles stava per ribattere quando si ricordò di Braeden.
- Un giorno mi dirai come hai fatto, - borbottò, - soprattutto con Braeden.
- Segreti professionali, - sorrise Cora, - preparati alla grande rivelazione.
Stiles sospirò:- Devo dirlo a mille persone. Ci metterò tutto il giorno. E sono già in ansia per papà e stressato per via della Sfascia Famiglie.
- Tranquillo, ho un piano anche per questo.




 


 
*




 
 
Siccome Cora era una ribelle, il suo piano comprendeva saltare delle lezioni. Infatti tutto il branco, ad eccezione di Derek e sottospecie di fidanzata, si riunì in un’aula vuota per discutere di “problemi di importanza capitale”. Cora si sedette sulla cattedra a gambe incrociate e Stiles si mise in piedi accanto a lei, in modo che entrambi potessero avere una visuale perfetta di quello che facevano gli altri.
C’era Scott, seduto – o meglio, stravaccato - sopra un banco di fianco a Kira che probabilmente si stava chiedendo perché non si era messa con un gorilla dell’amazzonia, che almeno avrebbe saputo sedersi in posizioni più civili, Lydia che invece era composta su una sedia e si stava sistemando i capelli, di fianco a lei Malia che cercava di fare la stessa cosa ma con risultati disastrosi e sembrava che fosse appena stata attaccata da un gabbiano particolarmente feroce, infine Liam, seduto da solo, che non sapeva bene che ci facesse lì ed era venuto soltanto perché Cora lo aveva perseguitato e terrorizzato.
- Allora, - esordì Cora, - vi starete chiedendo perché vi ho riuniti tutti qui …
- Per fare un discorso come quello che fa il detective alla fine dei polizieschi che ti piacciono tanto? – esclamò Malia.
- Malia, ti voglio bene ma sei una cretina, - sentenziò Cora, - parlo di una cosa seria. Il padre di Stiles sta con la madre di Lydia.
Ci fu stupore generale e Lydia per poco non cadde dalla sedia dove stava seduta.
- COSA?! – esclamò saltando in piedi.
- Ho avuto la tua stessa reazione, - borbottò Stiles.
- No, aspettate, perché? No, ma non è possibile! Non mia madre!
Stiles fece le spallucce: - Ieri sera ho cenato con lei e papà e mi hanno raccontato tutta la storia. Stanno insieme da sei mesi.
- CHE COSA?!
E fu esattamente allora che Stiles si rese conto di quanto avesse in realtà idealizzato Lydia. L’aveva sempre vista come una specie di principessa delle fiabe: bella, dolce, gentile, indifesa, raffinata. A quanto pare ci aveva preso solo sulla prima invece, dato che la sentì mandare giù una sfilza di insulti e bestemmie che Braeden a confronto sembrava una dama di corte.
- DEVONO LASCIARSI! – esclamò Lydia alla fine, - ADESSO! Altrimenti urlerò e quando urlo qualcuno muore e ho già un paio di idee! Ma che schifo!
Solo allora, quando si rese conto di avere gli occhi di tutti – occhi strabuzzati, oltretutto – Lydia capì di aver fatto una scenata e si rimise composta seduta come se nulla fosse.
- Ehm, volevo dire, - disse, ravvivandosi una ciocca di capelli, - sono contraria a questa relazione.
Sorrise a Stiles che cercò di non ridere.
- Anche io, - le rispose, - infatti voglio che si separino. Per questo chiediamo il vostro aiuto.
- Io ci sono! – esclamò Scott, mettendosi in piedi e stavolta fu Stiles a non cadere per poco dalla sedia.
- Ma Scott … - incominciò, - hai sempre criticato Cora per come si comportava con Braeden …
Scott scosse la testa: - No, beh, diciamo che la situazione è diversa. Non ho niente contro la madre di Lydia, naturalmente, ma ho sempre sperato che mia madre si mettesse con tuo padre, ma evidentemente è troppo impegnata a uscire con quello squinternato di Peter.
- Mio padre non è uno squinternato! E comunque adesso non esce più con tua madre, ieri sera era con un’altra donna!
Lydia saltò sulla sedia: - CHE COSA?
- Non con tua madre, cretina! Era con lo sceriffo, ricordi? – puntualizzò Malia, anche se fece più male che altro.
- Beh, che tuo padre sia fuori direi che è abbastanza palese, solo che tu sei un coyote ottuso che non ha la minima idea di come vada il mondo e … - iniziò Scott.
- Non insultare la mia ragazza! – saltò su Stiles,  indispettito.
- Ho detto solo la verità! – puntualizzò Scott, - e nessuno sano di mente vorrebbe Peter in famiglia!
- La smetti di insultare mio padre? – domandò Malia, seccata, - sai, quando voi mi ignoravate palesemente è stato l’unico a darmi delle informazioni decenti, dato che non mi avete nemmeno detto che ero sulla lista del Benefattore!
- Per proteggerti! – esclamò Stiles.
Malia roteò gli occhi: - So proteggermi da sola, sono un coyote! Ma tu e gli altri pensate sempre che io sia stupida e mi tenete all’oscuro di tutto! Solo Cora mi dice tutto! Parlate persino a Liam!
- Ehi, - esclamò lui, - cosa non va in me?
- Non potete smettere di litigare? – piagnucolò Kira e tutti urlarono un “NO” decisamente acido che la fece sedere mogia mogia.
- Tutto non va in te! – sbottò Malia, - non dovresti nemmeno esistere!
Liam si alzò e le ringhiò contro: - Grazie tante! E tu potevi restare un coyote! Sei inutile!
- Ha parlato! Che hai fatto di utile tu, a parte sbattere le ciglia dei tuoi begli occhioni blu? – replicò Malia con disprezzo.
- Tu sei qui solo perché stai con Stiles!
- Lascia stare la mia ragazza! – intervenne lui.
- LA FINITE? – urlò Cora sbattendo un pugno sulla cattedra che per poco non la mandò in pezzi – QUI DOBBIAMO RIPORTARE I GENITORI DI QUESTI CRETINI SULLA RETTA VIA E A NESSUNO FREGA DI QUANTO TI PIACCIANO GLI OCCHIONI BLU DI LIAM, MALIA!
- Io li preferisco verdi, - pigolò Malia indispettita mentre calava il silenzio.
- Allora, - disse Cora, - dobbiamo discutere di cose importanti? Come facciamo sì che la coppietta del mese si molli e vadano ognuno per la loro strada?
Scott alzò la mano e tutti lo guardarono sconvolti. Scott in genere alzava la mano solo per chiedere di andare in bagno e non era certo il tipo da avere idee geniali. O idee, sinceramente. A volte Stiles si chiedeva se avesse veramente un cervello o semplicemente un cordone nervoso come gli invertebrati. Quindi il fatto che avesse avuto un’idea era inquietante e altamente improbabile. Nah, probabilmente doveva solo fare pipì.
- Io propongo che il padre di Stiles venga spinto fra le braccia di mia madre. Insomma, si piacciono già un po’ e io e Stiles alle medie abbiamo anche provato, senza risultati, a farli uscire insieme.
Stiles ricordava i tentativi imbarazzanti e inutili di far incontrare Melissa e lo sceriffo al supermercato o al parco che avevano fruttato loro mal di pancia a causa delle troppe caramelle comprate per avere una scusa per stare nel supermercato e Scott con un braccio rotto perché era caduto dall’albero dal quale spiavano Melissa. Naturalmente adesso avevano diciassette anni e un genio del male – Cora – dalla loro parte e c’erano molte più probabilità di riuscita e Stiles aveva un minimo di speranza che tutto quel casino finisse in modo decente. A Melissa avrebbe potuto cedere suo padre, perché la conosceva, gli era sempre stata vicino ed era già come fosse parte della famiglia. Natalie no.
- Io approvo, - disse.
- Per me, - borbottò Lydia, - mi basta solo che mia madre resti single.
- Non vorresti che i tuoi genitori tornassero insieme? – domandò Liam dall’ingenuità dei suoi quindici anni.
Lydia lo guardò male: - Preferirei morire. Litigavano ogni secondo.
Liam capì di aver detto una cretinata e abbassò la testa sul banco.
- Allora, fanciulli, qualche idea su cosa fare? – domandò Cora.
Stiles fu quasi sicuro, nel silenzio imbarazzante che seguì, di aver visto rotolare un paio di balle di fieno.


 
 
*


 
 
Alla fine avevano deciso di aggiornarsi a due  giorni dopo, e ognuno avrebbe dovuto obbligatoriamente portare un’idea per far separare i due. Stiles stava quasi per andare a pranzo con Malia, quando Cora li sequestrò e li trascinò nel bagno delle femmine.
- Perché siamo qui? – domandò Stiles, - ti è sfuggito qualcosa di me?
Cora finì di rispondere a un sms e alzò gli occhi al cielo: - Oh santo cielo, voi uomini. Siamo qui perché questo bagno non lo usa nessuno. Mi è venuta l’ispirazione leggendo Harry Potter. Sapete, il bagno di Mirtilla Malcontenta.
Malia fece uno sguardo vacuo e Cora alzò gli occhi al cielo di nuovo.
- Appena tuo padre si leva dalle palle facciamo una maratona di Harry Potter, che devo istruirti. Comunque, siamo qui riuniti per parlare dell’operazione Pitone, ovvero come far levare la vacca di torno.
A Stiles andò di traverso la saliva perché il primo riferimento che trovò sul nome dell’operazione era a una parte del corpo di Derek a cui non pensava da un po’ di tempo. Non che ci avesse pensato. Okay, magari un pochino. Okay magari un pochino tanto. Ma comunque, era un bel po’ che non ci pensava. Okay, un pochino. Comunque, non che fosse entrato in intimità con quello, assolutamente no, però lui e Derek si erano frequentati ed era una curiosità legittima nonché un investimento per il futuro sapere che cosa c’è nelle mutande del tuo pseudo ragazzo . E sapere di aver perso un pitone era doloroso.
- Perché Pitone …? – riuscì a squittire mentre Malia gli dava pacche sulla schiena un po’ troppo energiche per i suoi gusti.
- Pensavo all’Operazione Cobra di Once  Upon a Time, solo che Braeden non è un cobra. Braeden è più un pitone. Prima immobilizza Derek col veleno e poi lo strangola lentamente.
Addio sogni di gloria pensò Stiles, e poi si rese conto a cosa stava pensando con la sua ragazza a due passi e pensò seriamente di annegarsi in un gabinetto.
- Pitone è fraintendibile, - borbottò appena riuscì a respirare.
Cora lo guardò stranita e poi scoppiò a ridere: - Oh santo cielo! Non farmi pensare a cose di mio fratello che … ew. Oddio, perché quella volta sono entrata e l’ho visto nudo e tu me lo hai ricordato? Sai che è un trauma? Oh mio dio, che orrore. Ti citerò per danni morali. E quindi, propongo di cambiare il nome dell’operazione a Operazione Basilisco perché adesso grazie a Stiles penso male.
- Cos’è un basilisco? – domandò Malia.
- Ma come posso essere amica tua? – disse Cora, alzando gli occhi al cielo ma poi abbracciando affettuosamente Malia, - sai che ti dico? Oggi ci vediamo i primi due Harry Potter da te, è una cosa urgente.
La mente di Stiles invece non si era ancora ripresa e aveva visioni del basilisco personale di Derek e di se stesso che ci stringeva amicizia e beh, nope.
- Non potrebbe avere un nome di qualcosa di non strisciante? Insomma, è solo un nome in codice, può essere una cosa a caso, non deve ricordare per forza Braeden.
O parti del corpo di Derek che … oh mio Dio, ricoperto di panna no. NO. Ho detto NO.
- E allora, dimmi Stiles, che idee brillanti hai?
- Operazione … operazione Muffin?
Cora fece un’espressione disgustata: - In fondo, a che ci serve un nome? L’importante è demolire quella vacca, - sentenziò e poi uscì dal bagno, dato che la campanella stava per suonare.
Malia la seguì a ruota e Stiles andò dietro di loro camminando a testa bassa.
A che ci serve un nome? A farmi immaginare Derek nudo in tutte le pose più oscene possibili? pensò irritato, mentre nella sua testa Derek, completamente nudo, leccava un muffin con aria provocante.







 
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Ron's here. Allora, aggiornamenti sulla mia vita: sto coi cugini in montagna e sono praticamente in crisi perché una di loro mi adora (ha sette anni çç) ma io sono emotivamente in crisi causa scuola - so che deve ancora iniziare e io inizio pure più tardi BUT STILL ANSIA - e quindi nada çç gioco con lei sempre e mi riempie di abbracci ma vorrei godermi la cosa di più. Poi mia zia esce con un tizio totalmente gay che è troppo ew. Li voglio far separare anche perché odio il figlio di questo tizio e mia zia è già stata con uno che si è rivelato gay - ma era un figo assurdo e mi ha portata a fare parapendio quindi mi piaceva -. E poi le mie cuginette hanno preso un cane che puzza come una discarica e continua a leccarmi e io sono perennemente in doccia perché mi fa schifo la cosa. Per il resto, aggiungerei un disclaimer: la scena con tutti riuniti che parlano di far separare la gente l'ho presa da un film o libro, nel senso, non le battute, l'idea di una riunione per far separare i genitori, non ricordo quale ma non è farina del mio sacco e ci terrei a precisarlo, se vi viene in mente che film o libro è non esistate a dirmelo, perché ora come ora i sfugge.
Anyways, SETTE recensioni allo scorso capitolo e sono tipo WAT. Cioè, avete sbagliato storia o ... no, seriamente, sono sconvolta. Siete troppi e ho tanti di quei seguiti/preferiti che sono allibita. Un grazie particolare a MariannaTulli_Kaya_xKittyx24maggio2011lawlietismine,ursula74 e Illunis  per aver recensito lo scorso capitolo, you're my besties and I love you bunches <3 oggi mi sento tenera, ma davvero, grazie mille dei vostri complimenti sono davvero TROPPI per me çç ora vado a leggere un po' che male non fa mai, alla prossima :) Sotto, lo spoilerrrr


Spoiler"Forse, pensò Stiles, al mondo c’erano tre tipi di persona: quelle che se venivano ferite reagivano d’istinto e andavano a picchiare chi aveva fatto loro male, come faceva Malia, quelle che elaboravano piani malvagi in modo da far sì che quella persona si rovinasse a vita senza nemmeno scheggiarsi lo smalto sulle unghie, come Cora, e quelli come lui, la terza categoria, la più stupida: quelli che anche se venivano mollati col cuore spezzato e avevano ricevuto solo indifferenza continuavano a volere il meglio per l’infame traditore che li aveva ridotti così. "

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Capitolo 4
*** Se il problema ti si presenta di fronte prendi una via laterale. ***


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Se il problema ti si presenta di fronte prendi una via laterale

 

 
*


 
 
Grazie al cielo Derek era in grado di sopprimere tutte le fantasie poco caste che si facevano su di lui in meno di venti secondi facendosi trovare in boxer sul divano a ingozzarsi di torta che prendeva con le mani direttamente dal piatto senza neanche tagliarla. E il fatto che ogni tanto si desse anche una grattatina nelle mutande e con la stessa mano toccasse il cibo era abbastanza per far scappare chiunque in Antartide, altro che fantasie.
Cora lo guardò profondamente disgustata: - Der, puzzi. E oh mio Dio, puoi anche evitare di grattarti le palle e poi mangiare con la stessa mano, sei osceno! E hai mangiato tutta quella torta? Dove sta Braeden?
Derek la guardò seccato e si infilò in bocca un enorme pezzo e, spandendo briciole, borbottò: - Braeden è uscita e non saprà mai di ciò che faccio quando lei non c’è, ricordi?
- Intendi quando stai sdraiato sul divano a ingozzarti di dolci guardando MTV o quando canti Really Don’t Care usando il letto come palco o quando ti trascini sul pavimento ingozzandoti di gelato e ascoltando Last Kiss? O quando Braeden è stata via una settimana e non ti sei fatto la doccia per una settimana e puzzavi di carogna putrefatta e non ti alzavi praticamente dal divano?
Derek in tutta risposta le lanciò il piatto vuoto della torta addosso, tanto era di plastica.
- Zitta, - ringhiò e dopo un’altra grattatina ai piani bassi si rimise a vedere la televisione.
Cora alzò gli occhi al cielo e fece cenno a Stiles di andare nella sua stanza. Arrivati lì, lei buttò lo zaino su una sedia e si sedette a gambe incrociate sul letto e prese la testa fra le mani, dopo aver inviato un messaggio col cellulare.
- Hai visto come è ridotto, vero? – sospirò amara, senza alcuna traccia dell’ironia di prima, - quello non è mio fratello. È depresso, secondo me, anche se non gliel’ho mai detto. Essere umano gli pesa, è come se avesse perso un pezzo importante di sé e quindi si lascia andare. Ho persino provato a parlarne con Braeden ma quella troia naturalmente fa finta di non vedere. Dice che è solo una fase.
Stiles aveva sempre considerato Cora come una molto istintiva, che non ragiona e fa tutto a sentimento, per questo non aveva mai dato peso al suo odio immotivato per Braeden. Invece, ed era palese, il suo odio aveva ragione d’essere. Lei aveva saputo tutto e aveva ignorato la cosa e insomma, avrebbe dovuto essere quella che teneva di più a Derek. Persino Stiles sentì di detestarla: certo, Derek non era più il centro del suo universo come qualche mese prima, ma era comunque una persona a cui teneva.
- E tu cosa pensi di fare? – domandò, - per Derek, intendo.
Cora alzò le spalle: - Non lo so. Non comunica praticamente, lo sai e non fa altro che ingozzarsi di cibo e non dormire. L’ho spiato qualche notte e non chiude occhio a meno che non crolli. A volte gli metto del sonnifero nel caffè così almeno dorme un po’ e gli urlo contro e cerco di stare con lui, ma mi evita. E Braeden peggiora il tutto ricordandogli ogni venti secondi che è un umano debole.
Cora aveva tutta l’aria di aver voluto dire queste cose a qualcuno da tanto tempo e non averlo mai fatto. Sembrò quasi sul punto di piangere ma poi scosse la testa e gli rivolse un gran sorriso.
- Ora fatti bello, andiamo a parlare a tuo padre. Non porto quel catorcio umano per ovvi motivi, ma lascia fare a me. Manipolo persone da quando gattono.
- Sicura di non essere tu figlia di Peter? – rise Stiles.
- Ci ho pensato, così almeno non dovrei credere che Derek sia figlio dell’idraulico.
Cora gettò la testa indietro e rise, ma Stiles a sentire il nome della sua ex enorme cotta fece una smorfia. Non si trattava come al solito di sentimenti repressi o della loro rottura, che era stato decisamente uno dei momenti peggiori della sua vita, si trattava semplicemente di Derek. E del fatto che era preoccupato per lui. Certo, aveva tanti difetti e non aveva un cuore, ma era pur sempre Derek e si erano salvati la vita a vicenda tante di quelle volte che vederlo ridursi così faceva male. Non aveva rischiato la pelle per metterlo in salvo perché finisse su un divano a ingozzarsi. Per un attimo, tutti i suoi problemi gli sembrarono insignificanti e gli tornò in mente una frase a lui dolorosamente familiare dopo il nogitsune “la parte peggiore è stata perdere me stesso” . Era quello che Derek stava perdendo e gli sembrò quella la vera priorità.
- Dai, su, - esclamò Cora, - vestiti. Si va da tuo padre.
Stiles stava per dirle che gli era passata la voglia, quando capì il vero piano di Cora. Certo, lei era un’amica fantastica, ma era pur sempre una Hale e non aiutava la gente gratis: il suo vero tornaconto era avere un alleato non contro Braeden – o forse anche contro di lei, ma non era priorità assoluta, - ma a distrarla da Derek e, perché no, aiutarla. In fondo, non doveva passarsela così bene in casa. Quindi annuì e andò a pettinarsi, chiedendosi in che razza di casino si era cacciato.
 
 
 
 
*
 
 
 
- Papà, ho pensato attentamente a quello che mi hai detto. Il problema è che non mi basta un giorno per accettarlo. E ho bisogno di andare via, per un po’. Se ti va bene, starò da Cora.
Praticamente avrebbe potuto prendere suo padre a pugni in faccia e il risultato sarebbe stato sempre lo stesso. Espressione affranta e ferita, in stile “perché mio figlio non capisce?” che era abbastanza per far sentire mostruosamente in colpa Stiles nei secoli dei secoli. Ma non abbastanza per far fronte a Cora Hale.
- Sceriffo Stilinski. Capisco che la situazione sia brutta, ma le assicuro che gli farà bene. Accettare una persona nuova nella vita del nostro punto di riferimento è complesso per noi adolescenti, ma col tempo ci riusciremo. Prenda me e Braeden. Ci detestavamo, volevo farla lasciare a ogni costo con mio fratello e ora siamo praticamente migliori amiche.
La mascella di Stiles arrivò a sfiorare il pavimento, dato che l’ultima volta che l’aveva vista Braeden aveva urlato contro Cora venti minuti perché aveva nascosto strategicamente un calzino rosso nel suo bucato bianco, facendole tingere tutti gli indumenti di rosa fluo. Ma Cora l’aveva detto in modo davvero convincente.
- Anzi, è quasi una sorella per me e spero proprio che lei e Derek si sposino. Voglio far vedere a Stiles come potrebbe essere il suo rapporto con Natalie, so che è difficile, ma sono sicura che col mio aiuto, dato che ci sono già passata, riuscirà ad accettare serenamente la vostra relazione. A proposito, congratulazioni.
Stiles la fulminò con lo sguardo perché poteva anche essere sotto shock ma certe idiozie degne di Braeden proprio non le voleva sentire.
- E smettila, tu. Tra qualche settimana sarai del parere opposto. Pensavo comunque che sarebbe un bene che Stiles, lei e Natalie vi vedeste almeno una volta a settimana, così da conoscervi meglio. Io e Braeden abbiamo fatto amicizia quando andavamo a fare la spesa con Derek, è un tale impedito.
La quantità di balle che Cora stava raccontando divenne presto esagerata, dato che iniziò a tirar fuori aneddoti della sua amicizia con Braeden che sembrava aver studiato a menadito da come li raccontava con scioltezza, ridendo nei punti giusti e ammiccando scherzosamente. Quando suo padre – si vedeva palesemente – si fu fatto completamente circuire e convincere che in una settimana Stiles sarebbe tornato a casa con l’hobby di organizzare matrimoni, in particolare quello di Natalie e suo padre, Cora smise e lo guardò trionfante.  Era un autentico genio del male, evidentemente quel tipo di mente si trasmetteva da zio a nipotina e lei aveva preso tutto da Peter. O forse l’avevano scambiata con Malia nella culla e c’era sempre la teoria dell’idraulico.
Però poteva girarci intorno, poteva pensare all’idraulico e Talia Hale, poteva mandare Cora avanti ma alla fine il confronto con suo padre sarebbe stato inevitabile.
- Stiles, sei davvero sicuro? – domandò suo padre.
Naturalmente no che non era sicuro. Gli sarebbe mancata la sua casa, la sua stanza, l’idea di aver qualcuno da cui tornare che non interagiva a ruggiti, l’idea di avere suo padre nell’altra stanza o in soggiorno, se fosse accaduto qualcosa. Per un attimo gli sembrò un’idea ancora peggiore dello stare insieme a Derek, che equivaleva più o meno al suicidio emotivo. Avrebbe voluto dire tutto a suo padre: come si era sentito quella sera, di cosa era successo dopo, del piano, ogni cosa, ma si rese conto che non ci riusciva. Era troppo difficile e ci voleva una dose esagerata di coraggio, molto di più che per affrontare un branco di alpha, almeno secondo lui e quindi scelse l’altra opzione: scappare dal problema.
- Sì, papà, ma tornerò presto. È solo … un casino e voglio riordinare le idee. Ma ci vedremo comunque un sacco.
Suo padre abbassò lo sguardo e Stiles sentì una morsa allo stomaco e gli costò tantissimo non buttarsi fra le sue braccia come faceva da piccolo e dirgli che non importava niente, bastava che lui gli volesse bene. Lo faceva per il suo bene, si ripeté, perché Natalie non era quella giusta. Ma più ci pensava, più gli sembrava che fosse solo un desiderio egoista.
 
 


 
*
 
 
 
Naturalmente, dopo aver sistemato le cose nel borsone ed essere uscito di casa, venne assalito da un senso di colpa lancinante. La sua coscienza continuava a ricordargli che aveva appena abbandonato suo padre e avrebbe rovinato per sempre la sua felicità con il suo egoismo e forse non aveva tutti i torti. E dato che si sentiva oltremodo depresso e non aveva voglio di vedere il suo ex ragazzo – licenza poetica per “tizio con cui si appartava in angoli bui ma di cui si era quasi innamorato” – che faceva l’emo sul divano o Braeden o chiunque altro decise di fermarsi da Scott, come faceva sempre. Non doveva neanche bussare, entrò con la sua chiave e beccò il suo migliore amico intento a fare le prove davanti allo specchio per chiedere a Kira di diventare la sua ragazza.
- Kira, - domandò Scott allo specchio, - tu mi piaci. Vuoi essere la mia ragazza, anche se praticamente ci comportiamo come se stessimo già insieme?
- Pessima, - annunciò Stiles e Scott, il true alpha e chi più ne ha più ne metta, sobbalzò e sbatté la testa contro la mensola.
- Stiles, è un momento privato! – esclamò, arrossendo, - che ci fai qui?
- La mia vita è un casino, - borbottò lui, abbracciandosi le ginocchia.
- Beh, intendi perché tuo padre si è messo con la madre della tua cotta storica e tu sei andato a vivere in casa del tuo ex che ora sta con un’altra? Come dire, Stiles, metà di questo casino è colpa tua.
Stiles sbuffò: - Ormai Derek l’ho superato da secoli.
- Stiles, hai la sua foto come sfondo di whatsapp. E appesa in camera. E no, non quella nella bacheca, quella nel tuo armadio. E so che ci parli.
Perché rivangare cose di mille anni fa? Insomma, non era assolutamente vero che aveva le foto di Derek ovunque, anzi, nel suo armadio non c’era proprio un bel niente – okay, perché la foto incriminata era nella tasca interna del suo borsone ma Scott non doveva saperlo e l’aveva tolta per evitare che suo padre pensasse male, tutto lì -.
- Scott, smettila, non voglio parlare di Derek o di mio padre. Voglio dimenticare tutto. Distraimi.
Scott si grattò la testa, non tanto sicuro di quello che avrebbe dovuto dire: - Ehm, beh. Giochiamo alla playstation?
Misero su un gioco e Scott buttò lì, come per caso: - Sai che Malia e Liam si odiano?
Stiles sospirò: - Non parlo molto con Malia, dagli ultimi avvenimenti.
- Dopo la riunione del branco si sono praticamente picchiati.  Non so che fare con loro. Insomma, pensavo che il massimo del casino fossero le creature sovrannaturali, ma qui si tratta di cose totalmente umane e come cavolo le gestisco?
- Benvenuto nel club, - borbottò Stiles, mentre uccideva uno zombie, - insomma, passi metà del liceo a desiderare una vita quasi normale e adesso che ce l’hai ti rendi conto che la fidanzata di tuo padre ti fa più paura di un branco di alpha.
- A me Kira fa più paura, soprattutto se devo chiederle cose come quella di prima, - disse Scott con una smorfia.
- Anche Malia è spaventosa, a volte, quando non la richiamo. Tranne in questi giorni, ma penso che Cora le abbia parlato.
- Oppure è troppo impegnata a prendere a pugni Liam. La cosa inquietante è che stava vincendo lei. Ho un beta scadente.
- E io una ragazza troppo figa, - si vantò Stiles, pensando che magari avrebbe dovuto chiamarla e dirle che non doveva fare del male al piccolo Liam.
- Beh, ma Kira è adorabile, - notificò Scott.
- Kira non è tecnicamente la tua ragazza, non glielo hai mai chiesto.
- Ti voglio bene anche io, Stiles, - borbottò Scott e uccise quattro zombie con un solo colpo.
- Notificavo solo la realtà.
Scott sbuffò: - Potrei notificarti un sacco di cose imbarazzanti della tua vita, ma siccome sono tuo amico, evito.
Le cose imbarazzanti avevano tutte a che fare con Derek e quindi per Stiles erano un bel no, grazie tante.
- Guarda che dico a Malia di fare Liam a fettine e addio, - borbottò.
- Ha minacciato di cavargli gli occhi, veramente.
- Che pensiero adorabile, - sospirò Stiles, - dovrei dirle di essere un po’ più garbata, ma alla fine dice solo quello che pensa.
- Pensa che Liam sia grasso, sono sconvolto, ma è cieca? E l’ha pure traumatizzato, continua a guardarsi allo specchio e tirare indietro la pancia. Dovrei fargli il discorso, del tipo “tu sei bello così come sei e dove cacchio sei grasso sei praticamente solo muscoli brutto schifoso primino”?
Stiles rise e per poco il suo personaggio nel videogame non ci rimise la pelle.
- Insomma, devo fare da balia a Liam, e okay, - borbottò Scott, - ma c’è il suo amico Mason che mi fa gli occhi dolci! Credo che abbia capito che sono io quello gay e non Danny. Cioè, so di essere fraintendibile perché ronzo sempre attorno a Liam, ma anche Derek lo faceva con me e non era perché è gay!
Stiles alzò un sopracciglio.
- Derek non era attratto da me, anzi, penso di suscitargli ripugnanza da sempre. E comunque non mi metterò mai con Mason. O peggio ancora, Liam. A proposito, penso che Liam abbia una cotta per … OH CAZZO!
Il personaggio di Scott venne ucciso da uno zombie e lui passò la successiva mezz’ora a bestemmiare e Stiles fu troppo impegnato a ridere per l’assurdità delle sue imprecazioni per ricordarsi di tutti i suoi problemi.
 
 
 
 
*
 
 
 
 
Naturalmente, non poteva mancare anche un micro appuntamento con Malia  per tirarsi su, anche se si sarebbero semplicemente limitati a fare insieme la strada da casa di Scott al loft.
- Ho preso a pugni Liam, - annunciò Malia scodinzolando, appena lo vide, - ho vinto io.
- Malia, lo terrorizzi, - sospirò Stiles.
- Ma mi irrita tantissimo! E non sono così intelligente da escogitare cose come quelle di Cora a Braeden e quindi lo picchio.
La logica era circa quella dell’asilo, ma Malia era talmente orgogliosa che Stiles non si sentì di demolire il suo orgoglio. In fin dei conti, Liam era pure antipatico.
- Come è andata con tuo padre? – domandò poi lei.
Stiles si rabbuiò e non rispose e persino Malia, che aveva una comprensione dei sentimenti umani che faceva sembrare Derek un laureato in psicologia, capì che non gli andava di parlarne.
- Sono stata da Lydia oggi, sai, per farle compagnia. Ha tirato un sacco di piatti contro il muro e mi ha detto che sapeva che i maschi sono tutti delle carogne, ma che questa da sua madre non se la sarebbe mai aspettata. E che non vorrebbe imparentarsi con te neanche se fossi l’ultimo essere vivente sul pianeta. Io ti ho difeso.
Stiles ne fu lusingato, anche se anche lui non avrebbe mai voluto imparentarsi con Lydia, per quanto la adorasse, gli sembrava stranamente inquietante. Insomma, aveva sempre immaginato che l’unica parentela che potesse unirli fosse stato l’essere marito e moglie, non fratelli. Suonava troppo strano. Tipo svegliarsi alle sei del mattino freschi come una rosa o preferire le verdure alla pizza. Sembrava che la regia della sua vita fosse stata affidata a un ubriaco.
- E poi mi ha detto che c’è un ragazzo più grande che le piace ma che non la considera.
Ah, si chiama karma, ah ah ah pensò Stiles, risollevandosi per un attimo, anche se poi cadde nello sconforto più totale dato che in un decennio Lydia non lo aveva mai considerato e, probabilmente, nonostante tutto non sapeva nemmeno scrivere il suo cognome. E a suo padre ci era voluto nulla per mettersi con la madre di Lydia, la vita era ingiusta. In fondo, era quasi colpa di Lydia se era finito con Derek, anche se aveva la dolorosa sensazione che avrebbe potuto essere stato sposato con lei e sarebbe comunque finito a pomiciare con lui negli spogliatoi vuoti di lacrosse.
- E ha parlato tutto il tempo di questo qui finché non le ho detto che aveva rotto e così mi ha chiesto di me e di mio padre, così le ho raccontato del nostro splendido rapporto e …
Stiles allora smise di ascoltare perché se c’era una cosa che non tollerava era sentir osannare da Malia suo padre, Peter. Era un po’ che vivevano insieme e lui era riuscito a conquistarla con la tecnica più vecchia del mondo: diceva sì a tutto e le comprava quello che voleva. E Malia, che non era un granché di intelligenza, si era fatta raggirare nonostante chiunque, persino Derek, le dicessero di non farlo. Ma evidentemente papà che ti porta a fare shopping ogni sabato e paga lui batte ogni sfumatura di buon senso. Non che Malia ne avesse, dato che i suoi hobby erano le Barbie, aiutare Cora a realizzare piani malvagi e di recente picchiare Liam.
Per quanto riguardava Stiles, non era che odiasse Peter, gli stava semplicemente sulle scatole e se gli fosse caduto un palazzo in testa non avrebbe certo pianto, dopo quello che aveva fatto a Derek. Certo, Stiles non aveva alcuna prova, ma era convintissimo che Peter avesse preso i poteri da Derek e, per quanto lui meritasse di soffrire dato che non lo aveva mai amato o perlomeno, considerato qualcosa di più di “tizio con cui appartarsi e baciare fino a fargli avere male alle labbra”  e gli avrebbe volentieri devastato la macchina, ma non gli avrebbe mai tolto qualcosa di così importante. E vedere quanto ci stava male gli faceva salire il crimine e soprattutto,una voglia insana di far fuori Peter.
- Malia, tu cosa faresti se una persona che ti ha fatto tanto male ti facesse anche, insieme alla voglia di ammazzarla, venire voglia di abbracciarla e proteggerla?
- La picchierei, - disse serenamente Malia.
Forse, pensò Stiles, al mondo c’erano tre tipi di persona: quelle che se venivano ferite reagivano d’istinto e andavano a picchiare chi aveva fatto loro male, come faceva Malia, quelle che elaboravano piani malvagi in modo da far sì che quella persona si rovinasse a vita senza nemmeno scheggiarsi lo smalto sulle unghie, come Cora, e quelli come lui, la terza categoria, la più stupida: quelli che anche se venivano mollati col cuore spezzato e avevano ricevuto solo indifferenza continuavano a volere il meglio per l’infame traditore che li aveva ridotti così.
Doveva essersi incupito perché Malia si fermò e gli diede un bacino sulla guancia : - Se qualcuno ti fa male lo picchio io.
Beh, se mai gli fosse passato quell’insano affetto per Derek, quella sottospecie di amicizia che sentiva per lui, avrebbe preso in considerazione la cosa.
 
 


 

 
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Ehilà :) allora, innanzitutto, benvenuti nel quarto appassionante capitolo della storia in cui abbiamo la prima scena Staliaaaaa. Prima di molte, mi piace la Stalia. Ci saranno anche scene Stydia e Sterek ovviamente. Draeden no, ho i miei limiti. Comunque, a parte le varie cose, ho fatto uno schemino nella mia testa e la storia dovrebbe avere una trentina di capitoli, avremo un grosso evento intorno al decimo, verso il ventesimo e naturalmente the big thing al trentesimo. Naturalmente ho scelto che sia così lunga perché non sarà solo su Stiles, ma anche su altre coppie, come Scott e Kira e gente che non vi anticipo. Anyways, sono orribile perché posto prima di rispondere alle vostre dolcissime recensioni, ma prometto che finito qui lo farò e colgo l'occasione per ringraziarvi anche dei preferiti e seguiti che si alzano sempre di più e per i messaggi privati, siete davvero adorabili e vorrei abbracciare ciascuna persona che perde un po' del suo tempo per scrivermi una parola o due. In particolare, qui un grazie alle miebesties MariannaTulli_Kaya_24maggio2011dreamtodream e Illunis per le loro recensioni, le ho già lette dal cellulare e vi ringrazio tantissimo per il vostro supporto e corro a rispondervi e strapazzarvi di coccole virtuali.
Ah, ma prima, spoooooiler.

Spoiler:" Lydia andò davvero, tenendosi stretta la borsa, con andatura spedita e Stiles non poté far a meno di seguirla, lanciando occhiate preoccupate a suo padre e Natalie furibondi.
Appena furono lontani da occhi indiscreti la bloccò: - Allora?
- Allora, - disse Lydia con un sorriso e si tolse il vestito."

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Capitolo 5
*** Momenti decisamente inopportuni per pensare a Derek. ***



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Momenti decisamente inopportuni per pensare a Derek.
 



*



 
 
Una settimana di convivenza in casa Hale aveva fatto capire a Stiles che le apparenze ingannano, anzi, sono delle vili bugiarde e lo fanno apposta a mostrarti l’opposto di quello che la cosa in realtà è. Ad esempio, a vedere Derek da fuori sembrava il classico figo della madonna, mentre in casa ricordava vagamente un vecchio barbone ubriaco. Passava tutto il tempo in cui non c’era Braeden sul divano a ingozzarsi della roba più disparata – si era fatto fuori lasagne per quattro nell’arco di una puntata di The Big Bang Theory – in mutande e quando arrivava lei si metteva un paio di pantaloni e si limitava a fissare lo schermo tanto per darsi una parvenza di decenza. La cosa schifosa era che, se anche lui passava il tempo a mangiare e oziare e non si faceva la doccia se non quando aveva persino i peli sulle braccia unti, era comunque strafigo e con degli addominali che Stiles non poteva far altro che sognare la notte. No, non nel senso che sognava Derek nudo – insomma, non sempre – nel senso che non li avrebbe mai avuti.
Cora, dal canto suo, si era rivelata esattamente il genio del male che sembrava perseguitando Braeden con scherzi sempre più originali – le aveva messo il wasabi nei sandwich e lei si era rimessa solo dopo cinque bottiglie d’acqua da un litro ed era solo una delle mille cose che aveva combinato – ma anche una sorella premurosa. Se vedeva Derek a guardare la tv o leggere da solo – praticamente le uniche cose che faceva – gli si sedeva accanto, posando la testa sulla sua spalla senza dire nulla, solo per fargli compagnia e Stiles conosceva Derek da abbastanza tempo da sapere che lo apprezzava.
Naturalmente non erano sempre cuori e amore e balle varie, spesso e volentieri litigavano, soprattutto sull’argomento Braeden, anche se erano più che altro Cora che urlava e Derek che alzava le sopracciglia e rispondeva a monosillabi. Braeden stava il silenzio e lucidava le sue pistole, il che, a modesto parere di Stiles, avrebbe dovuto inquietare Cora non poco. I momenti peggiori erano quando Derek andava a “dormire” nella sua stanza con Braeden e Cora metteva a tutto volume gli One Direction per non sentire assolutamente nulla, tanto che Stiles aveva sognato di essere inseguito da Harry Styles che voleva baciarlo. Naturalmente la mattina dopo trovavano Derek come sempre a leggere sul divano ma Cora lo guardava neanche si stesse rotolando nudo sul pavimento con Braeden e gli parlava della serie di traumi che quell’insana convivenza le comportava.
Per il resto, la vita di Stiles scorreva noiosa fra scuola, compiti con Cora e Malia – se quest’ultima non finiva in punizione per aver fatto a botte con Liam, dato che era più o meno quello che faceva ogni giorno – allenamenti di lacrosse e playstation a casa di Scott. Naturalmente, tutto ciò fino a quel giorno, cioè venerdì, cioè il giorno della cena con suo padre e Natalie. Cioè il giorno del suicidio di Stiles.
Come se non bastasse, Malia si era fatta beccare negli spogliatoi maschili con Liam. Il che sarebbe suonato strano se non fossero stati intenti a cercare di uccidersi l’uno con l’altra e Scott aveva dovuto praticamente mettersi a piangere per farli dividere mentre Kira predicava pace e amore come a suo solito e non serviva assolutamente a niente. Il tutto aveva fruttato ai quattro una punizione per tutto il pomeriggio e se a Scott la cosa poteva andare anche bene, perché avrebbe trovato il modo di stare solo con Kira, lo stesso non si poteva dire per il povero Liam, che se fosse uscito vivo avrebbe semplicemente dovuto ringraziare gli dei. Quindi Cora, per assicurarsi che Liam restasse in possesso almeno di tutti gli arti, aveva deciso di restare e controllarli, il che, naturalmente, aveva come controindicazione il fatto che Stiles, nel momento di crisi pre cena, fosse completamente solo.
Aveva addirittura sperato di trovare in casa Derek ma lui aveva lasciato un biglietto con scritto che era uscito a comprare i tacos e non era ancora rientrato o era morto per strada ma a Stiles poco fregava. Era solo, infelice e nessuno dei suoi amici era lì a consolarlo. Questo almeno, pensò finché non gli suonò il telefono.
 
 
*
 
 
- Lydia? – domandò, stupito che lei lo chiamasse.
- STILES! – urlò lei, tanto per dare una dimostrazione che era una banshee fatta e finita, - MIA MADRE MI HA DETTO TUTTO! LURIDA BUGIARDA! STASERA VUOLE CHE MI UNISCA A VOI PER LA CENA MA IO PREFERISCO FARMI PRENDERE DA UN TRENO! E HO UN APPUNTAMENTO!
Erano evidenti la ragioni per cui Lydia era una banshee, a quanto pareva, le sue urla perforarono i timpani di Stiles e anche quelli della povera vecchietta sorda in Australia che stava dando da mangiare al suo canguro domestico.
- Lydia, non puoi calmarti …? – domandò depresso.
- NO CHE NON POSSO! NON VOGLIO LEGAMI DI PARENTELA CON TE!
- Sai, è sempre bello essere apprezzati, - borbottò Stiles.
- FOTTESEGA!
Stiles non sapeva esattamente quando Lydia avesse iniziato ad esprimersi come un ragazzino dei peggio vicoli ma probabilmente era semplicemente la situazione che stimolava il turpiloquio. E le bestemmie, a giudicare da tutto ciò che Lydia aveva iniziato a dire e che, se probabilmente avesse continuato a parlare, le avrebbe fruttato un bel meteorite in testa.
- Lydia, non serve bestemmiare in questo modo, troveremo una soluzione … - disse, ma non fece tempo a finire che altri urli disumani gli frantumarono i timpani.
- LA SOLUZIONE?! Stiles, io stasera devo uscire, esco con la persona più figa di questa città e ho dovuto dannarmi per convincerlo e adesso devo mollare tutto per uscire con mia madretuo padre e soprattutto te?
Evviva, come essere rifiutati anche quando non c’era più nulla da rifiutare. Avrebbe dovuto ricordarsi di ringraziare suo padre per tutto questo. Compreso il fatto che era appena inciampato in un paio di mutande di Derek  e aveva rischiato di rompersi l’osso del collo perché qualcuno era troppo pigro per mettere i vestiti sporchi nella cesta del bucato. Se in casa Hale esisteva una cesta del bucato che non fosse il pavimento, dato che metà del guardaroba di Derek giaceva lì.
- Lydia, penserò a qualcosa, okay? Ti richiamo.
E per la prima volta nella sua vita, Stiles Stilinski fu così depresso da attaccare il telefono in faccia all’ex amore della sua vita Lydia. Il che era un grosso indizio per capire esattamente quanto si sentisse demoralizzato. E la risposta era troppo,naturalmente. L’unica cosa che riusciva a sentire, oltre all’infelicità, era un divorante senso di fame, così andò a saccheggiare la dispensa, che naturalmente era stata svuotata prima da Derek e trovò solo le barrette di Braeden e fece per mangiarne una quando si ricordò che cos’erano in realtà e decise che, se voleva passare ancora dalle porte, era meglio evitare. Trovò però, in fondo al freezer, un pacco di patatine surgelate da fare nel microonde e pensò che a Derek non sarebbe poi dispiaciuto così tanto se lui lo avesse usato. Tre minuti dopo lui e la sua depressione erano seduti di fronte a un chilo di patatine e salsa barbecue e aveva giusto quella mezza idea di mettersi davanti alla televisione in mutande come Derek e guardare Game of Thrones. O perlomeno, ci provò ma quando vide la prima decapitazione cambiò subito canale e si godette i Puffi. Era giusto arrivato al punto in cui Gargamella aveva catturato dei puffi non identificati – Stiles non era mai riuscito a distinguerli – quando Derek ritornò.
- Sei al mio posto, - constatò ringhiando, mentre andava ad appoggiare il cibo in cucina, - e sei in mutande sul mio divano.
- Il divano sentiva la mancanza di un uomo in mutande sopra, ho dovuto accontentarlo, - borbottò Stiles, - patatine?
Derek alzò gli occhi al cielo e sparì dalla sua vista, e tanto peggio per lui. Stiles però non fece in tempo a mettersi in bocca un’altra manciata di patatine che Derek riapparve, in mutande anche lui e gli ringhiò di fare spazio.
- Il divano è mio. – borbottò e cambiò canale, - tacos?
E stranamente, sembrò funzionare. Dopo aver discusso un po’ riuscirono ad accordarsi nel guardare The vampire diaries, anche se Derek era Delena e Stiles, naturalmente, Stelena – e si ingozzarono insieme senza dire una parola che non fosse legata allo show, esclusi gli insulti reciproci per le differenti opinioni sulle coppie. E Stiles, per quaranta minuti in cui fu impegnato a rubare tacos e evitare che Derek finisse le patatine mentre gli spiegava perché lo Stelena era un epic love, non pensò nemmeno una volta alla cena con suo padre o ad altri sfortunati eventi.
 
 
 
 
*
 
 
 
 
Naturalmente la controindicazione era che a metà di una puntata di Scrubs, che stava guardando sdraiato sulla pancia di Derek e pazienza se gli finivano le briciole di tacos negli occhi si ricordò della cena, cacciò un urlo e si mise a tentare di vestirsi e pettinarsi contemporaneamente, cercando allo stesso tempo di annullare la puzza di cibo che gli era rimasta appiccicata addosso con quello che credeva essere il dopobarba di Derek e si rivelò invece il profumo di Braeden. Afferrò la giacca e le chiavi della jeep e urlò all’ex lupo mannaro ora cariatide che si fossilizzava sul divano che usciva.
- Puzzi come una prostituta minorenne, santo cielo! – esclamò Derek, proprio mente Braeden, che rientrava furibonda con i capelli verde marcio – sicuramente c’era lo zampino di Cora – sbattendo la porta e diceva:
- Ehi, perché hai messo il mio profumo?
Ci fu un minuto imbarazzante di silenzio in cui Derek guardò il pavimento senza saper bene cosa dire, probabilmente indeciso se suicidarsi o tentare una fuga disperata dato che non aveva addosso un giubbotto antiproiettile. Dato che Braeden non reagiva pensò di trovare rifugio sicuro in bagno e si eclissò con la scusa di fare la doccia. Stiles sentì nettamente lo scatto della serratura mentre Derek Cuor di Leone abbandonava Stiles a morte certa, dato che Braeden aveva tutta l’aria di voler uccidere qualcuno. La guardò timoroso ma lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo e strillare: - Io dovevo lavarmi i capelli!
Stiles ne approfittò per defilarsi e aveva appena giusto pensato di aver evitato la morte quando gli suonò il cellulare. Rispose senza far tanto caso al numero, tanto peggio di Braeden arrabbiata non c’era nulla, ma qualcuno lassù si stava evidentemente prendendo gioco di lui perché non fece tempo a dire “pronto” che una voce gli perforò il timpano.
- Spero che tu abbia un piano, cretino!
Lydia, in preda a un attacco isterico, lo assordò con le sue urla e maledizione a tutte le banshee del mondo e ai loro polmoni.
Stiles naturalmente non aveva un piano, dato che aveva passato il pomeriggio a litigare con Derek su perché Stefan Salvatore fosse molto meglio di Damon perché andiamo, il sirebond è roba pallosa e il vero amore non nasce certo da un legame magico, a mangiare e a sbirciare gli addominali di Derek. Anche a farci sopra un mezzo pisolino in realtà, ma Derek era troppo concentrato su Scrubs – Stiles era convinto avesse una cotta per il Dr Cox e disprezzasse JD e Elliot  che erano i suoi personaggi preferiti ed era l’ennesima prova che fra lui e Derek non poteva funzionare, non che ci fosse neanche da porsi il problema naturalmente  – per accorgersene e quindi nessun problema sul fronte Hale. Il problema sul fronte Martin però era decisamente enorme e stava per piombargli addosso come un rapace assassino. Lydia lo avrebbe ucciso. Cioè, a dire il vero non aveva idea di che cosa una banshee potesse fare oltre al predire la morte di qualcuno, ma non ci sarebbe voluto un genio a capire che lui, siccome non  aveva nessun piano, aveva i minuti contati. E alla cena mancava mezz’ora.
- Ehm, certo che lo ho, - riuscì a balbettare senza neanche una parvenza di credibilità, - ora scusa, devo assolutamente chiamare Malia, ciao.
Chiuse il telefono in faccia a Lydia la seconda volta nella sua vita e, come sempre quando era nei guai, chiamò Scott, sperando che non fosse con Kira, con la sua amante segreta – se ne aveva una. Stiles dubitava fortemente di ciò dato che Scott non riusciva a sbrogliarsi nemmeno con Kira che era palesemente cotta di lui – o a sgridare Liam.
Per fortuna quando rispose gli annunciò di essere stato impegnato a fare i compiti, ovvero stava dormendo sopra i libri e il telefono lo aveva svegliato e la prima cosa che gli aveva chiesto era stata: - Stiles, sai come si toglie la bava dai libri?
- Cosa mi frega della bava sui libri! Fra venticinque minuti ho una cena con mio padre, Lydia e sua madre e non ho alcun piano di sabotaggio!
- Beh, se la nostra riunione non fosse saltata per cinque volte a causa di Malia e Liam che si azzuffano e si fanno beccare avremo qualche piano! Non lo so, non puoi farti male? Tipo buttarti dalle scale o roba simile?
Certo che qualunque cosa Kira vedesse in Scott sicuramente non era l’intelligenza o l’acume intellettuale.
- Idiota, non posso suicidarmi! – esclamò Stiles, - cioè sarebbe una scelta migliore  rispetto al farsi ammazzare da Lydia ma ci tengo alla mia vita! Cosa faccio Scott?
- E che ne so! Le idee le hai sempre avute tu, stando con te non dovevo neanche pensare! Insomma, Stiles, tu hai sempre un’idea!
Stiles sentì la rabbia salire: - No che non ce l’ho! Sono stufo che tutti pretendiate che io risolva tutto ma adesso non ci riesco!
Scott rimase in silenzio, probabilmente perché il suo unico neurone doveva elaborare quella frase oltremodo complessa ma poi finalmente si degnò di rispondere con un: - Mi dispiace.
Utile come la trama in un film porno.
- Scott, santo cielo! – esclamò, - mancano venti minuti!
- E che ne so! Tanto finirai comunque a litigare con Lydia e io …
Gli occhi di Stiles si illuminarono e gli sembrò quasi di sentire la voce di Gandalf che diceva “la speranza divampa” e poi si rese conto che passare troppo tempo con Derek  non faceva molto bene alla sua salute mentale. Ma poi si rese conto che aveva avuto un’idea e che era assolutamente geniale e non importava assolutamente il fatto che sentisse la voce di Gandalf o che avesse addosso profumo da donna, sapeva che cosa fare ed era sicuro che avrebbe funzionato a meraviglia.
Diede il benservito alla conversazione con Scott e chiamò Lydia trionfante e riuscì addirittura a precedere le sue urla annunciando: - Ascolta il piano.
E Lydia, per una volta, era stata in silenzio ad ascoltare attenta mentre Stiles le spiegava come avrebbero evitato ai loro genitori di fare il più grosso sbaglio della loro vita e sarebbero vissuti per sempre felici, contenti e senza legami di parentela e alla fine si era addirittura esibita in un verso di apprezzamento.
- Stiles, sei geniale, - gli disse e lui, nonostante Lydia non gli piacesse più, arrossì di piacere. Alla faccia di chi lo considerava un idiota iperattivo e basta.
 
 
 
*
 
 
 
Stiles arrivò per ultimo alla cena, anche se non era in ritardo. Rivolse un cenno di saluto a tutti e si sedette al tavolo del ristorante di fianco a suo padre.
- Stiles, - disse questo, sorridendo incerto, - come stai?
- Benissimo, papà, - cicalò lui e si sedette fra suo pare e Lydia, prendendo un menù e lanciando all’amica uno sguardo eloquente che lei contraccambiò con un mezzo sorriso.
Lo sceriffo sembrò deluso da un’accoglienza così fredda, perché prese il menù e ci seppellì dietro un viso affranto, mentre Susan gli lanciava uno sguardo comprensivo.
Stiles cercò di ignorarlo, come faceva con tutti i problemi troppo complicati da affrontare. Prima o poi se ne sarebbe fatto una ragione e Stiles operava per il suo bene, anche se suo padre non lo sapeva. Gli sarebbe stato grato un giorno, quando guardando indietro si sarebbe reso conto di aver evitato una relazione palesemente disastrosa.
Il problema era che la vocina nella testa di Stiles gli ricordava che non era di quello che stavano parlando e ripeteva le stesse parole che si era sentito dire mesi prima, accompagnate da due occhi verdi glaciali “codardo”. Era un contesto diverso, la situazione non poteva essere più diversa, ma per un attimo gli parve di tornare ad essere rannicchiato sul pavimento freddo a piangere tutte le sue lacrime. Aveva fatto male perché Derek  era stato tanto sincero quanto crudele e così faceva male quando glielo ripeteva la sua mente, perché continuava ad essere vero. Strinse gli occhi per impedirsi di piangere e lanciò un ultimo sguardo a suo padre, che però aveva completamente perso l’espressione delusa di prima e stava consigliando a Susan cosa prendere con un sorriso assolutamente imbecille. A quanto pareva era Stiles ad essersi fatto troppi problemi, suo padre ci impiegava meno di tre secondi a superare il fatto che suo figlio non voleva stare più con lui, ora che aveva una nuova e affascinante fidanzata. E allora al diavolo tutti, al diavolo Derek e al diavolo il rapporto padre/figlio, si sarebbe preso la sua rivincita. Fece un cenno di intesa a Lydia.
- Mamma! – esclamò lei, - manca un menù!
Non era assolutamente vero e lei si era appena seduta sul suo per farne perdere le tracce, ma era parte del loro diabolico piano e Stiles le fece un sorriso di nascosto.
Lydia allora, esattamente come avrebbe fatto una bambina di cinque anni, strappò il menù dalle mani di Stiles e iniziò a leggerlo come se niente fosse.
- Lydia … - la rimproverò sua madre, ma era il turno di Stiles di agire.
- Ridammelo! – esclamò e glielo prese, dandole anche uno spintone in pieno stile “ritorno all’asilo”.
- Stiles! – esclamò suo padre, sconvolto da tanta maleducazione.
Lydia però intervenne subito, strillando: - Mi ha spinto!  Così!
E diede una spinta esageratamente forte a Stiles che cadde dalla sedia. Quello tecnicamente non era previsto nel piano, così come non era previsto che gli venisse un bernoccolo sulla fronte ma era sicuro che fosse una malvagia vendetta di Lydia perché era lì anziché a farsi bella per il suo appuntamento.
- Papà! – esclamò lui, - guarda che mi ha fatto!
- Lydia! – esclamò la signora Martin, imbarazzatissima, - ma come ti comporti?
Lydia alzò le spalle e fermò un cameriere con un gesto per chiedergli dell’acqua frizzante.
- Lydia, non penserai che …
Ma Natalie non fece tempo a finire che Stiles cadde di nuovo a terra, perché mentre si sedeva Lydia gli aveva spostato la sedia.
- Puttana! – esclamò, perché era nei piani litigare ma sicuramente non fargli rischiare la morte due volte in un secondo.
- Stiles, il linguaggio!
- Lydia, santo cielo!
Stiles riuscì finalmente a sedersi, stavolta deciso davvero a vendicarsi perché aveva un male pazzesco dove aveva sbattuto e tanto ormai non era certo l’unico ad essersi preso qualche licenza poetica, così quando arrivò l’acqua di Lydia e lei se ne versò un bicchiere lui con un goffo movimento del braccio glielo fece rovesciare addosso.
- Oooops, - disse, guardandola angelico.
Lydia lo guardò senza ombra di rabbia, della serie “tutto calcolato” e riempì di nuovo il bicchiere fra i rimproveri dei loro genitori.
- Non capisco cosa le sia preso, - disse Natalie, - di solito è così educata.
- Anche Stiles, - sospirò lo sceriffo, esattamente un secondo prima che Lydia prendesse il suo bicchiere e ne rovesciasse il contenuto in testa a Stiles.
Quello decisamente non era previsto e allora Stiles si infuriò e la spinse giù dalla sedia, dimenticandosi che lei era l’ex donna della sua vita, dato che aveva una grandissima voglia di picchiarla. Doveva essere una cosa che avevano in comune tutti i suoi amori passati: gli facevano salire l’omicidio. E probabilmente le avrebbe tirato una sberla se lei non lo avesse steso cinque secondi dopo con un pugno sotto il mento che lo fece finire per terra col naso sanguinante.
- LYDIA!
- STILES!
Per evitare altro spargimento di sangue i loro genitori li presero per le spalle e dopo aver dato loro una bella scrollata, dato che evidentemente c’erano troppi testimoni per strozzarli, li divisero e li guardarono pieni di rimprovero.
- Adesso andate ad asciugarvi in bagno, - disse gelido lo sceriffo e per un attimo Stiles ebbe seriamente paura, poi si ricordò che non era solo e si fece coraggio, - e guai a voi se osate fare a botte come due dodicenni, filate.
Lydia andò davvero, tenendosi stretta la borsa, con andatura spedita e Stiles non poté far a meno di seguirla, lanciando occhiate preoccupate a suo padre e Natalie furibondi.
Appena furono lontani da occhi indiscreti la bloccò: - Allora?
- Allora, - disse Lydia con un sorriso e si tolse il vestito.


 
 
*
 
 
 
Stiles rimase paralizzato, il che la diceva lunga sulle sue esperienze senza vestiti (il nulla, il vuoto più totale, aveva visto Malia e Derek senza maglia e poi era successa una cosetta nel suo letto con Derek ma era una cosetta proprio e erano tutti e due vestiti e comunque non era proprio il caso di pensare a Derek con Lydia mezza nuda davanti) e non riuscì a emettere nemmeno un suono e, se ci fosse riuscito, probabilmente avrebbe urlato. In effetti era quello che avrebbe fatto se non avesse avuto la lingua di Derek in bocca quando lui gli aveva infilato una mano nei j … okay, meglio non pensarci. E seriamente, cosa c’era di così sbagliato in lui? Lydia era di fronte a lui e si stava rivestendo e lui pensava a Derek? Un attimo, si stava rivestendo?
In effetti, solo allora Stiles si rese conto che Lydia si stava semplicemente cambiando e anziché il vestito da brava ragazza ne stava indossando uno nero decisamente più da adulta, abbinato a delle scarpe con dei tacchi vertiginosi.
- Perché quella faccia? – domandò lei, aggiustandosi i capelli, - non avrai mica pensato male?
Stiles non sapeva se suicidarsi perché era stato di nuovo buttato nella friendzone o perché davanti a una ragazza mezza nuda si era messo a pensare a Derek.
- No, cose mie, - borbottò, guardandola ritoccarsi il trucco e arrampicarsi sulla finestra del bagno delle donne, - ehi, che fai?!
Lydia gli sorrise: - Ho un appuntamento, lo sai.
- E io?! – esclamò lui.
- Fai quel che vuoi! – rise lei, - chiama qualcuno e fatti un giro!
Stiles la guardò sconcertato: - Ma i nostri genitori … - mormorò.
Lydia alzò gli occhi al cielo e scavalcò il davanzale.
- Stammi a sentire: vuoi davvero tornare lì da loro e farti sgridare? O peggio, guardarli tutti cucci cucci. Dammi retta e fatti un bel giretto. Oh, il mio accompagnatore è già qui. Addio.
E con grazia saltò giù e Stiles la vide correre verso un’auto sportiva che pochi secondi dopo che lei fu salita sparì sgommando.
Non fece tempo a vedere i fari dell’auto svanire nella notte che i sensi di colpa iniziarono ad attanagliarlo, ricordandogli che suo padre probabilmente lo odiava, che adesso aveva Natalie e se ne fregava di lui, che Derek ci sapeva davvero fare con i baci e non solo, che suo padre … oh, ma perché ancora proprio Derek?Convivere con lui gli stava dando alla testa e per evitare di continuare a pensare esattamente cosa Derek sapeva fare benissimo con la lingua chiamò Malia, chiedendole di vedersi al Mc Donald's a pochi isolati da lì.
 
 
 
*
 
 
Il bello di Malia era che, a differenza delle ragazze normali, non le importava un accidenti di niente della linea e, siccome era figlia di Peter Hale, poteva andare in giro quanto le pareva. A questo pensava Stiles, felice di stare insieme a lei, mentre la osservava divorare il secondo hamburger allegramente.
Non avevano parlato della cena, era implicito fra loro che l’argomento genitori al di fuori delle riunioni dell’ES (Evitiamo le Stronzate, nome originalissimo e scopiazzato da Harry Potter inventato da Cora) non andava toccato e lei gli stava raccontando di come quel pomeriggio le aveva suonate a Liam e dello smalto rosa che Cora le aveva messo sulle unghie durante la punizione.
- Dovremo fare un piano anche per Liam, - asserì fra un boccone e l’altro, - insomma, è così odioso.
Stiles piluccò qualche patatina e le sorrise.
- Ma cosa ti ha fatto, esattamente?
- Niente! – esclamò lei, - è che mi irrita! Come parla, come si muove, capisci? Lo vorrei prendere a pugni anche quando respira!
Stiles rise, perché conosceva la sensazione. Anche a lui erano state sulle scatole persone senza motivi apparenti e quella era la prima volta che Malia manifestava sentimenti che non fossero indifferenza totale verso gli altri, naturalmente escluso Stiles. Certo, sarebbe stato meglio se i suddetti non avessero implicato il tentato omicidio di Liam un paio di volte al giorno, ma pazienza. In fondo a Stiles non stava neanche così simpatico.
- Povero Liam, - sospirò Stiles, ma si allungò sul tavolo per baciare Malia sulla fronte.
- Sono i suoi occhi, i suoi stupidi occhi blu, - borbottò lei, letteralmente sbranando il suo hamburger, - li ho in testa.
Stiles continuò a mangiare le patatine, pensando che non aveva mai fatto sinceramente caso agli occhi di Liam. Erano successe un sacco di cose e lui non aveva perso tempo a guardarli, diciamo che erano il minore dei suoi problemi in quel momento.
- Comunque, - saltò su Malia, prendendogli una mano con la sua, anche se era unta di salsa e olio delle patatine, - non devi essere triste. E se proprio devi, chiamami e vengo a farti le coccole.
E Stiles non poté far a meno di sorridere, perché anche se le coccole di Malia comprendevano sempre qualche livido in posti imprecisati e una volta addirittura una contusione, lei gli voleva bene davvero. E lui ricambiava, totalmente, anche se lei quando non si pettinava i capelli sembrava Hagrid.
- LIAM! – esclamò Malia, rovinando tutta l’atmosfera.
- Sì, lo odi, ma …
- No, no, - esclamò lei, - è qui! Con Mason!
E in due secondi addio momento romantico e benvenuta guerra con il cibo, dato che Malia aveva appena lanciato ciò che restava del suo hamburger dritto in faccia a Liam e lui stava per ricambiare con una manciata di patatine che colpì Stiles.  Alla faccia dei supersensi da lupo, era decisamente un beta penoso e Stiles glielo avrebbe urlato se Malia non avesse strillato: - Non il mio ragazzo, scemo! – e avesse iniziato a inseguire Liam per tutto il locale spruzzandolo con il ketchup.
Stiles e Mason si lanciarono un’occhiata comprensiva, della serie “perché abbiamo a che fare con tali deficienti?” e poi Stiles sospirò, togliendosi le patatine dai capelli.
La scena gli ricordava il teatrino messo su con Lydia solo qualche ora prima e, a pensare a quello, non poteva non ricordare il volto di suo padre a inizio della cena. Sembrava davvero ferito e i pensieri di Stiles iniziarono ad andare in caduta libera.
Suo padre gli mancava così tanto. Gli mancava il loro rapporto, le loro serate insieme, anche solo lo stare nella sua stanza e il sapere che lui era di sotto e che non avrebbe permesso a niente e nessuno di fargli male. E lui si sentiva così stupido e debole e sentiva le lacrime che gli bruciavano gli occhi ma mai avrebbe voluto farsi vedere così da Malia e cercò di trattenersi il più possibile, ma una gli sfuggì e cadde sul dorso di una delle sue mani, che teneva chiuse a pugno, strette sulle sue ginocchia.
Poi tutto divenne buio, perché qualcuno gli mise una mano sul viso.
- Idiota, - borbottò una voce familiare, - vieni via.
- Dove? – riuscì appena a borbottare Stiles, appena la sua vista fu di nuovo libera mentre veniva trascinato fuori dal locale tenuto per un braccio.
- A fare un giro, - rispose Derek.






 
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Hola! Come state? Qui tutto bene e, siccome sono un po' giù di morale, ho deciso di postare il capitolo, dato che ho appena finito uno nuovo! E mi dispiace di aver deluso le vostre speranze Stydia, so che mi state odiando come un malvagissimo Jeff Davis ma non potevo non farlo ahahahahah. Prometto, invece, a chi piacesse la Stalia, una scena Stalia fra qualche capitolo che ho in testa da un bel po'. Okay, come chiunque ha capito, preferisco Stalia allo Stydia ahahahah. Anyways, ammetto che questo capitolo sia la fiera dell'immaturità, quindi inserisco il disclaimer: se i vostri genitori hanno un nuovo compagno, non rifate queste cose a casa! Bravi piccini miei. A proposito, ho appena finito di rispondere alle recensioni delle mie besties <3 _Kaya_, Illunis, xKittyx, MariannaTulli 24maggio2011 non mi capacito di quanto siate dolci con me e del fatto che perdiate addirittura del tempo a commentare questa storia, Commenti dolcissimi, oltretutto, e vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino per tutti i vostri complimenti e mando un abbraccio a ciascuna di voi <3 ma naturalmente, so che se state leggendo queste note, non lo fate perché vi interessa la mia vita o quanto vi voglio bene, so che volete lo spoiler eheheh ma io vi accontento subito e poi scappo a studiare. Luh ya, cuties <3


Spoiler: "Si risvegliò con il sole che gli scaldava il viso e Derek che lo abbracciava. Sarebbe stato un finale perfetto per un libro melenso ma purtroppo la vita di Stiles non lo era e,  nella realtà, svegliarsi con Derek che usa il tuo petto come cuscino e dorme tenendoti stretto fa venire voglia di urlare e scappare."

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Capitolo 6
*** L’amore implica sempre un po’ di istinti omicidi. ***


 
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L’amore implica sempre un po’ di istinti omicidi


 
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aturalmente era tutta una truffa. Se fossero stati un film romantico da quattro soldi, tipo quelli che Stiles aveva passato un mese a vedere dopo la loro rottura, Derek lo avrebbe preso per mano e portato sulla spiaggia, dove si sarebbero scambiati il bacio del vero amore con i fuochi d’artificio sullo sfondo, poi ci sarebbe stata una dichiarazione appassionata e avrebbero vissuto per sempre felici e contenti, tipo Biancaneve e il Principe Azzurro versione gay. Peccato che quella fosse la vita reale e Stiles fosse seduto su una panchina del parco a barboneggiare insieme a Derek alla luce dei lampioni, fissando un panino col pollo che non aveva la minima intenzione di toccare.
- Mangia, - bofonchiò Derek, attaccando il terzo Big Mac.
- Non mi va. Che ci facevi lì, comunque? – domandò Stiles, depresso.
Non che si aspettasse davvero la scena da film romantico, naturalmente, si parlava di Derek che era l’anti romanticismo fatto a persona, era tutto l’insieme di cose. Era stata una serata ancora più schifosa di quello che aveva creduto avrebbe potuto essere ed era decisamente stufo di tutto.
- Sei a un isolato da casa mia, è il Mc Donald’s più vicino e io in casa con Braeden e le sue pistole non ci sto dopo quello che è successo.
Beh, almeno il karma funzionava: Derek lo aveva illuso e adesso era costretto a stare fuori di casa per evitare che Braeden lo impalasse sul suo fucile. Quasi sorrise.
- E quindi passerai la serata con me? – domandò Stiles, con uno strano batticuore.
- Se devo … - bofonchiò Derek, - insomma, Braeden stasera esce e aspetto che sia uscita per rientrare in casa.
Lo chiamavano Derek Cuor di Leone.
- Che coraggio, - ironizzò Stiles, - e comunque se non vuoi stare con me perché mi hai portato via da lì?
- Stavi piangendo.
Non era una domanda e Stiles sentì una sensazione di vuoto allo stomaco. Aveva dimenticato la sua attitudine alla dolcezza, nei rari momenti in cui si manifestava. Probabilmente Derek neanche se ne rendeva conto, era una specie di istinto o qualcosa del genere, ma era stata una delle mille cose che avevano fatto sì che Stiles per poco non si innamorasse di lui. Una delle prime cose che gli erano piaciute. Una delle tante che gli tornarono in mente: i baci, gli abbracci – Derek lo teneva sempre stretto, quasi fino a fargli male, come se avesse paura che Stiles scappasse da un momento all’altro – gli sguardi che si lanciavano, le sere passate a vedere film di cui a nessuno dei due importava, perché bastava stare insieme. Si era sempre proibito di ricordare i bei momenti con lui, focalizzandosi solo su quelli brutti passati a causa sua, ma la verità era che ricordava entrambi nitidamente, quasi troppo bene. E forse perché quella sottospecie di tresca con Derek era stata la prima relazione della sua vita, pensarci era ancora strano, doloroso per certi aspetti e la stessa cosa valeva per averlo a fianco.
- Non mi chiederai perché piangevo, vero? – domandò, cercando di ricordarsi che, ehi, Derek gli aveva spezzato il cuore e non era il caso di ricordarsi quanto si stava bene fra le sue braccia. (Troppo)
- No.
Derek avrebbe demolito in un secondo tutti i pensieri positivi che Stiles aveva fatto su di lui con quell’affermazione, se poi non lo avesse spinto abbastanza rudemente ad appoggiarsi con la testa contro la sua spalla, nel malriuscito tentativo di un abbraccio.
Stiles chiuse gli occhi un attimo, riannusando dopo tanto tempo l’odore di Derek – che grazie a Dio aveva davvero fatto la doccia – e pensando che in fondo, anche se come pseudo ragazzo era stato pessimo da molti punti di vista, da altri non era poi così male.
Okay, pensare belle cose di Derek non andava decisamente bene e Stiles aveva bisogno di distrarsi dal pensare a lui – nello specifico, dal pensare che era così vicino alle sue labbra, che erano proprio delle belle labbra a dire il vero e che sarebbe stato carino riprovare a baciarlo per rinfrescarsi la memoria – quindi disse la prima cosa che gli venne in mente.
- Ah, quindi adesso niente sesso animalesco con Braeden per un po’, eh?
Ah, beh, adesso sicuramente Derek lo avrebbe baciato appassionatamente dichiarando che lo aveva sempre amato. Non che Stiles lo volesse, ovviamente. E comunque, ormai si era scavato la fossa e tanto valeva farsi inghiottire dal terreno e farci più bella figura.
- Animalesco …? – domandò Derek con quello che somigliava a un risolino.
- Scusa, non sapevo che vi deste casti bacini raccontandovi quanto vi amate, - borbottò Stiles, senza però muoversi da appiccicato alla sua spalla.
- Potrei vomitare, - dichiarò Derek.
Ah beh, era sicuramente amore, pensò Stiles. E stranamente, l’idea che Derek provasse meno di niente per Braeden lo fece sentire in qualche modo contento.
 
 
 
 
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Braeden si era levata dal cazzo – citazione del fine e aristocratico linguaggio di Derek – solo alle undici e mezzo e non appena aveva svoltato l’angolo con la sua moto Derek si era fiondato in casa e in meno di trenta secondi era in mutande, sdraiato sul letto a guardare Switched at birth con accanto un pacco enorme di biscotti e una bottiglia gigante di Coca Cola. Stiles alzò gli occhi al cielo: Derek era il peggior turn off dell’universo, ancora peggiore di Bella Swan che si faceva la ceretta dieci secondi prima della sua prima volta. No, beh, non in quel senso, nel senso che un attimo prima sembrava il principe azzurro e balle varie e il secondo dopo un barbone spiaggiato. Un barbone con degli addominali molto carini, comunque.
Stiles pensò che fosse il caso di lasciarlo solo e andò a dare un’occhiata ai programmi tv usando la televisione del soggiorno e la sfiga decise di colpirlo in pieno, perché davano Genitori in trappola ed erano proprio arrivati al punto in cui le gemelle cercavano di liberarsi dell’odiosa Meredith, la ragazza di loro padre e si sentì di nuovo malissimo, per ovvie ragioni. Non poteva pensare a che cosa era successo quella sera, né tantomeno accendere il cellulare, rigorosamente spento dopo la chiamata a Malia. Le aveva scritto col cellulare di Derek per dirle che era tutto okay pur di non accendere il suo e farsi urlare dietro da suo padre. Le urla se le sarebbe meritate tutte, lo sapeva, dall’altra voleva soltanto tornare indietro nel tempo, quando ancora non esisteva nessuna Natalie nella vita di suo padre.
- STILES! – urlò Derek dalla camera, che evidentemente aveva un grandissimo rispetto per i momenti di depressione di Stiles, - PORTAMI LA PIZZA CHE HO DIMENTICATO NEL MICROONDE!
Stiles alzò gli occhi al cielo, ma ubbidì per semplice desiderio di quieto vivere.
- Toh, - disse, porgendogli il piatto, sorprendendo Derek nel momento della grattatina nelle mutande, come al solito. Disgustoso.
Derek rispose con un ringhio e arraffò la pizza, mettendosene subito una fetta in bocca mentre guardava fisso lo schermo, assorto.
Stiles allora si rese conto che, per quanto fosse scombussolato, era anche dannatamente affamato. Era abbastanza ridicolo, perché nei film era pieno di quegli eroi che si affamavano per amore mentre lui, proprio a sottolineare che non sarebbe mai stato un eroe o la sua vita non sarebbe mai stata un film, aveva lo stomaco che brontolava. Beh, almeno c’era la pizza. Approfittando dell’ennesima grattatina ai piani bassi di Derek – disgustoso – gli rubò una fetta e la inghiottì in due bocconi mentre si sistemava sul letto accanto a lui.
Derek allungò una mano – quella incriminata – verso il piatto e Stiles, che non aveva certo intenzione di farsi bastare una sola fetta per tutta la sera, decise che doveva fare un intervento estremo e gli tirò uno schiaffetto sul dorso della mano.
- Non toccherai la pizza con quella mano. Adesso vai e ti lavi le mani e mi fai il favore di non infilartele più nelle mutande finché stiamo mangiando, sei osceno.
Ecco, adesso lo avrebbe picchiato. Stiles chiuse gli occhi e si aspettò il dolore, ma non arrivò nulla. Dopo quasi un minutò aprì gli occhi e vide che Derek era scomparso e dato che sentì dei rumori provenire da qualche parte del loft pensò che stesse cercando una pistola per ammazzarlo. No, ma non scherziamo, insomma, Derek era un bulletto di periferia in piena regola ma non aveva mai cercato di uccidere Stiles, insomma, era solo un’ammonizione e pure gentile e non era davvero il caso di …
Derek fece proprio in quel momento il suo ingresso nella stanza, indossando un paio di pantaloni del pigiama grigi e profumato di sapone.
Stiles strabuzzò gli occhi, allibito. Derek gli aveva dato retta? Senza protestare? Derek? Ma era sotto l’effetto di droghe o …?
- Toh, noioso, - disse Derek, agitandogli una mano in faccia, - mi lasci in pace ora?
Stiles doveva ancora riprendersi dalla cosa – e doveva ancora riprendersi dal fatto che Derek si fosse messo qualcosa addosso di decente e gli avesse ubbidito – ma riuscì ad annuire.
Derek dal canto suo sembrava aver fatto tutto solo per amore del quieto vivere perché si piazzò sul letto e riprese ad ingozzarsi fissando lo schermo, senza degnare Stiles di uno sguardo se non nelle rare occasioni in cui gli strappava di mano il piatto della pizza per appropriarsi di una fetta.
Stiles dopo un po’ decise che sarebbe stato più salutare smettere di pensare al fatto che Derek per una santa volta gli aveva dato retta e alle possibili implicazioni della cosa e cercò di concentrarsi sul telefilm, che naturalmente pensò bene di finire esattamente due secondi dopo.
Ed era già quasi l’una, fra una cosa e l’altra e lui aveva sonno.
- Spegni, - intimò a Derek, - voglio dormire.
Naturalmente i miracoli non accadono due volte e Derek alzò il volume in pieno stile “fanculo mamma, ho dodici anni e sono un ribelle”. Stiles alzò gli occhi al cielo e afferrò il piatto, ormai vuoto, della pizza, la bottiglia, anche questa vuota, e il pacco di biscotti e si avviò in cucina per sistemare e lavare tutto. Stava sistemando il piatto nella lavastoviglie – che sembrava essere inutilizzata da mesi e mesi – quando un movimento dietro di lui per poco non gli fece prendere un colpo.
- Caspita, Derek! – esclamò, vedendolo sulla soglia che lo osservava curioso, - che fai?
- Tu che fai, semmai, - ribatté lui.
Stiles alzò gli occhi al cielo: - Sistemo le cose che abbiamo lasciato in giro e poi vado a letto.
Derek accennò alla televisione: - C’è Star Wars.
Stiles mollò tutto e si sdraiò sul letto di Derek, perché Star Wars non poteva non vederlo. Era quasi alla fine, ma non importava, Star Wars andava visto. Era un must. Era così preso dalla trama che nemmeno si accorse che Derek aveva caricato la lavastoviglie e preparato qualcosa – e bestemmiato tante volte perché si era scottato – finché non iniziò una pubblicità e Derek gli piazzò sotto il naso una tazza di liquido bianchiccio. Stiles lo guardò interrogativo.
- Uhm, è tè al latte. Lo bevevo sempre prima di dormire e me ne è venuto troppo. Bevi.
Stiles prese un sorso, aspettandosi che facesse schifo. Insomma, quale persona sana di mente mescolerebbe tè e latte? Aveva tutta l’aria di essere disgustoso ma, stranamente, si rivelò più buono del previsto. Forse la cosa di cui aveva bisogno, perché sapeva di casa, di coccole e subito gli conciliò il sonno. Si sistemò meglio contro i cuscini e guardò Derek rabbrividire accanto a lui, perché senza maglia aveva freddo, il tutto mentre dava fondo alla sua tazza, sicuro che quella sarebbe stata la sua bevanda preferita da allora in poi.
Il film ricominciò e perse ogni interesse per tutto ciò che non fosse Han Solo o Chewbacca. Non notò Derek che si infilava sotto le coperte e si raggomitolava dalla parte opposta del letto per guardare il film al caldo e non si rese nemmeno conto di starsi lentamente addormentando con il viso rivolto verso Derek, che fissava lo schermo senza prestargli attenzione.
 
 
 
*
 
 
 
Si risvegliò con il sole che gli scaldava il viso e Derek che lo abbracciava. Sarebbe stato un finale perfetto per un libro melenso ma purtroppo la vita di Stiles non lo era e,  nella realtà, svegliarsi con Derek che usa il tuo petto come cuscino e dorme tenendoti abbracciato fa venire voglia di urlare e scappare.
Punto primo: Derek Hale non dorme. Lo aveva detto Cora, che passava le notti alzato, mentre Stiles lo aveva stretto addosso, assopito come un bambino e aveva tutta l’aria di dormire da – Stiles controllò la sveglia stando attento a non svegliare il bello addormentato – tredici ore.
Punto secondo: Derek Hale non abbraccia. In tutta la loro pseudo relazione si erano abbracciati sei volte in totale e adesso lui lo usava come teddy bear. Assolutamente no.
Punto terzo: Derek addormentato era adorabile. Stiles si sarebbe immaginato che dormisse a stella marina, russando e sbavando, o almeno, sarebbe stato tutto molto più semplice se avesse fatto così e lo avrebbe buttato fuori dal letto a calci senza rimorso, ma invece era l’opposto. Sembrava molto più piccolo, inerme e indifeso mentre dormiva, respirava piano, con la bocca leggermente socchiusa, e lo teneva stretto come se lui fosse la cosa più importante del mondo.
Punto quarto: aveva dormito con Derek Hale abbracciato. Probabilmente sarebbe entrato nel Guinnes dei Primati per questo, magari quando sarebbe riuscito a reprimere tutte quelle idiozie che aveva in testa di favole, gente addormentata e risvegli con un bacio. E a non morire di infarto, dato che il suo cuore era partito per la tangente.
Stiles si riscosse subito: doveva assolutamente andarsene. Certo, Derek sembrava un gattino e non voleva assolutamente svegliarlo – e comunque, se lo avesse fatto sarebbe stato trucidato quasi sicuramente – ma una parte di lui gli intimava di restare lì e accarezzargli i capelli. Anzi, notò con orrore che lo stava già facendo e che Derek, al suo tocco, sorrideva nel sonno. E allora era proprio una congiura.
Gli ci vollero venti, dolorosi minuti per riuscire a staccarsi da Derek e altri venti per strisciare fuori dal letto senza svegliarlo con manovre degne di un contorsionista, dato che Derek si era appiccicato a lui stile piovra assassina, ma incredibilmente ce la fece, il che era decisamente un successo. Lo fu di meno il fatto che si fermò a rimboccargli le coperte e, quando Derek si girò nel sonno mugolando “mamma”, l’avergli dato un timido bacino sulla guancia.
Poi naturalmente era scappato sotto la doccia e tanto per fargli capire che non c’è mai un momento di pausa, appena riuscì ad accettare il fatto che era finito a dormire con Derek come una conseguenza di sfortunati eventi gli tornarono in mente la cena con suo padre e le reali conseguenze che quella avrebbe avuto. Gli ci volle tutta la forza del mondo per non impiccarsi nella doccia, dato che adesso probabilmente suo padre lo detestava. Aveva sbagliato, totalmente. Avrebbe dovuto dirgli tutto sin dall’inizio, lasciar perdere i piani e Cora e avrebbe evitato un sacco di casini. E, certo, di dormire con Derek, ma non era quello il punto. Il punto era che la sua famiglia stava andando a catafascio e lui non riusciva a prendere in mano la situazione e fare qualcosa di concreto per affrontare la situazione di petto, senza inganni o sotterfugi. Da quando era diventato così? Una vocina nella sua testa gli ricordò che, ad essere schietti, una cosa simile l’aveva già fatta, fuggire quando le cose si facevano troppo complicate, prima di essere troppo coinvolto. Ma era diverso e c’erano state anche altre ragioni, quella volta e soprattutto, non c’era di mezzo suo padre.
Gli avrebbe parlato. Decise quello, mentre si asciugava i capelli e restò saldo nel suo proposito. Gli avrebbe spiegato come si sentiva e tutte quelle altre cose che aveva taciuto, preferendo cospirare dietro le sue spalle. E soprattutto, gli avrebbe chiesto scusa. E, naturalmente, dopo si aspettava che lui mollasse Natalie e la invitasse garbatamente a trasferirsi in Groenlandia per evitare la tentazione, amen.
Già più rincuorato uscì dalla doccia, andando alla ricerca del suo telefono che ricordava di aver lasciato in cucina la sera prima.  Purtroppo lì ad aspettarlo, anziché il telefono c’era Cora, tutta sorridente, che lo salutò con la mano e lo invitò a sedersi accanto a lei.
- Allora, - domandò, - come è andata ieri sera? Io sono stata da Malia e l’ho aiutata a togliersi la senape dai capelli dopo che tu l’hai lasciata fare a pezzi Liam. È vivo, se ti interessa.
- Uno schifo, - borbottò Stiles, - hai visto il mio telefono?
Cercò anche per terra, dato che non si vedeva da nessuna parte, ma Cora gli tirò un calcetto per avere la sua attenzione.
- Allora, - disse, - non hai niente da dirmi?
Stiles sospirò. In effetti avrebbe dovuto dirle che potevano anche rinunciare alla seconda riunione dell’ES, dato che aveva deciso di dire tutto a suo padre e che anche lei avrebbe dovuto farsi una ragione del fatto che Derek ormai stava con Braeden – o forse no, dato che non era tornata per la notte e Derek aveva abbracciato qualcun altro a mo’ di peluche, ma si sa, chi tardi arriva male alloggia – e parlargliene da persona civile, per quanto parlare con Derek fosse più inutile che cercare il dialogo con un alpaca.
- Ti aiuto io, - disse lei con un enorme sorriso, - esattamente da quanto mio fratello è innamorato di te?
 



 
*
 



 
Stiles avrebbe tanto voluto che la notizia lo cogliesse nella più totale indifferenza, ma purtroppo non era successo. Avrebbe anche voluto manifestare indifferenza ma era piuttosto complicato se nella sua testa Derek, vestito da Troy Bolton di High School Musical cantava The start of something new. Grazie al cielo evitò di andare in giro cantando per tutto il loft e si limitò a fissare Cora sconvolto.
Non che la cosa lo rendesse felice esageratamente, del tipo “la mia cotta epocale mi ama!” – magari un pelino pure sì, ma erano residui di sentimenti di ere geologiche prima – era semplicemente vendetta. Così Derek avrebbe capito cosa voleva dire essere innamorato di qualcuno a cui sei indifferente (anche se tecnicamente il qualcuno a cui Derek era totalmente indifferente adesso stava immaginando un loro bacio appassionato sulla spiaggia e ehi cos’era quel tramonto?) e avrebbe sofferto come meritava. Certo, magari poteva anche soffrire baciando appassionatamente Stiles, ma era solo un’idea così.
- Stiles, sei sotto shock o ti stai facendo film mentali su mio fratello? Se sono porno non dirmelo.
Mannaggia ma proprio il porno doveva nominare, quello sì che gli dava tante idee …
- Sono sotto shock naturalmente! Che idiozie dici! – esclamò Stiles, cacciando dalla mente l’immagine di Derek che si infilava una mano nei boxer con aria provocante leccandosi le labbra.
- Certo certo e non stai immaginando mio fratello nudo.
Oh Dio, sì, nudo …
Stiles si riscosse da quelle fantasie e cercò di assumere un’espressione compunta: - Come no. E comunque, Derek non è innamorato di me.
Cora finì di inviare un messaggio e poi sospirò.
- Ha dormito con te.
Stiles roteò gli occhi: - Non abbiamo fatto niente. Vedevamo Star Wars e ci siamo addormentati, tutto lì. Anche tu dormi da Malia un sacco di volte e non dico che lei è innamorata di te!
Cora gli diede una botta leggera in testa: - Non sono scema, - disse, - So quello che dico. Devi sapere che Derek non riesce a dormire con nessuno accanto. Dorme, cioè, si fa per dire che dorme, su divano proprio perché accanto a Braeden non riesce a dormire e non riesce nemmeno a dormire con me. E ora riesce con te? Anzi, lui che non dorme da settimane, si addormenta proprio con tee lui che odia il contatto fisico ti tiene abbracciato e dorme tredici ore?
- Magari era stanco. E poi è ridicolo. È un maschio. Io sono un maschio.
Della serie la scusa più vecchia del mondo per evitare che Cora capisse che fra loro c’era stato qualcosa. E forse c’era ancora un pelino di sentimento irrisolto da parte di Stiles, anche se naturalmente erano le circostanze a ingigantire smisuratamente la cosa.
- Beh, sai, Derek alle elementari ha avuto un fidanzatino. Quando lo ha detto a tavola Peter ha iniziato a ridere istericamente mentre mia madre lo fulminava con lo sguardo e diceva a Derek che era meraviglioso. È durata tre giorni, però.
L’idea di un piccolo Derek per mano a un altro bambino era esilarante, un po’ meno lo era l’idea di farsi dare nome e cognome del bimbo  per andare a casa sua e seppellirlo vivo in giardino, ma Stiles pensò fosse una conseguenza del lavaggio del cervello che gli stava facendo Cora. Lui non era certo geloso di Derek, andiamo.
- Wow, - disse Stiles, totalmente incolore e decise di andare a cercare del latte nel frigo, sperando di ritrovarci anche la sua sanità mentale o perlomeno la sua dignità. Non si sa mai.
- So che Derek non ti è indifferente.
Ma porca puttana.
 La verità è che era palese che Derek non gli fosse totalmente indifferente, ma in quanto suo ex. Non gli interessava più, a parte quelle sporadiche fantasie su lui nudo sopra di lui e i rari momenti in cui provava affetto nei suoi confronti, gli interessava solo che avesse quello che meritava e che fosse perseguitato per sempre dal senso di colpa di non averlo mai amato davvero. Ma Cora non poteva certo capirlo.
- Lo è invece. Cioè è un amico, ma niente di più.
- Allora perché prima gli accarezzavi i capelli tutto intenerito e con un sorriso enorme?
Colpito e affondato.
Cora si fece più vicino e lo prese per le spalle.
- Stammi a sentire, - disse, guardandolo negli occhi, - sarò anche scema e avrò tutte insufficienze di matematica, ma una cosa la capisco: quando due persone sono fatte per stare insieme. E tu e Derek siete fatti per stare insieme. Lui si fida completamente di te e tu gli vuoi bene, vi dite le cose in faccia e avete rispetto l’uno per l’altro. E soprattutto, tenete l’uno all’altro.
Totale verità, eccetto che l’ultima frase: come aveva ampiamente dimostrato, Derek a Stiles non teneva abbastanza e, soprattutto, non in quel modo.
- Questa, - disse Stiles, più aspro del solito, - è una gran cazzata.
Si scrollò Cora di dosso e uscì, di pessimo umore.
 
 



 
*
 
 



- Perché hai voluto parlarmi? – aveva domandato Stiles, guardando Derek con aria ostile, - mi è sembrato piuttosto chiaro quando hai detto che non mi ami.
Derek aveva scrollato le spalle, senza guardarlo negli occhi.
- Ci tengo, solo che io non ti amo.
Stiles aveva ritenuto che farselo ribadire ancora una volta fosse decisamente da idiota e quindi si era alzato e aveva cercato, naturalmente senza successo, di tirargli un pugno, ma Derek lo aveva schivato senza problemi.
- E allora non ho niente da dirti. Qualunque cosa ci fosse fra noi, è finita.
- Codardo, - stavolta Derek lo guardava negli occhi, - la verità è che hai solo paura. Passi la tua stupida vita ad aver paura di tutto. Non sai accettare quando le cose non vanno esattamente come vuoi e quando succede scappi via. Codardo.
Totalmente vero e totalmente crudele da dire in quel momento. Derek lo aveva lasciato lì, andandosene senza nemmeno un cenno. Solo quando la sua schiena era scomparsa fra gli alberi Stiles si era concesso di cadere in ginocchio a terra e urlare fra le lacrime. Avrebbe voluto aver avuto la forza di dirgli che quella sera non era stato l’unico a correre via terrorizzato.

 
- Stiles, non hai ascoltato una singola parola di quello che ho detto, - borbottò Scott.
- Parlava del prossimo incontro dell’ES, - gli suggerì Malia e lui le rivolse un sorriso grato.
Dopo la disastrosa uscita di Cora non avevano più toccato l’argomento e avevano continuato ad essere amici come prima, ma era stato come se lei avesse premuto un interruttore nella testa di Stiles, che aveva fatto sì che continuasse a rimuginare sul breve periodo in cui lui e Derek erano stati quasi insieme. Ricordava i momentacci, per la maggior parte del tempo, anche se si era reso conto che erano praticamente solo quelli della loro rottura. Il resto, forse perché era stato abbastanza preso da Derek, gli sembrava disgustosamente romantico, per quanto romantico potesse essere baciarsi negli spogliatoi vuoti di lacrosse o nel bosco o in qualunque posto nessuno potesse vederli.
- Parlavi dell’ES, -  ripeté Stiles e Scott, che aveva naturalmente sentito Malia che suggeriva, alzò gli occhi al cielo.
- Stava dicendo, - si intromise Cora, - che non stiamo facendo una beata minchia.
- Parla per te, - intervenne Lydia, - mia madre mi ha fatto una sgridata tremenda.
I vantaggi del non vivere col proprio padre era che Stiles, alla fine, aveva deciso di non accendere il cellulare e suo padre non aveva ancora fatto irruzione al loft e quindi lavata di capo evitata, momentaneamente.
- Beh, - disse Cora, - adesso dobbiamo pensare a fare qualcosa di grosso. E pensavo, o meglio, - guardò Scott con aria complice e Kira la fulminò con lo sguardo, - che potremo usare la vecchia tecnica del chiodo scaccia chiodo.
- Ovvero? – domandò Malia, che non aveva l’aria di aver capito.
- Ovvero dobbiamo far innamorare mia madre e il padre di Stiles, - disse Scott trionfante.
Malia batté le mani: - Ma è geniale! E mio padre potrebbe aiutarci, potrei chiedergli di uscire con Natalie!
Ti ammazzo se solo ci provi, - ringhiò Lydia, - Peter sta ben lontano da mia madre, chiaro?
- Ehi! – esclamò Malia, offesa, - volevo solo aiutare! E cos’ha mio padre che non va?
- Magari solo il fatto che è un sociopatico … - borbottò Liam e Malia afferrò la sua bottiglietta d’acqua per tirargliela in testa ma Stiles riuscì a fermarla prima.
- Siete solo razzisti nei confronti del mio papà! Solo perché lui è l’uomo più bello del mondo! Senza offesa, Stiles.
Beh, almeno  non aveva detto che era il più buono del mondo … anche se la situazione Malia/Peter gli sembrava un remake mal fatto e decisamente patetico di Cattivissimo me.
- Sì, sì, Malia, come vuoi tu, - borbottò stancamente Scott, - allora, che ne dite del piano?
- Approvo, - borbottò Stiles, solo perché era una parola corta ed era impegnato a distrarre Malia da Liam che, in preda a istinti suicidi e a una maturità disarmante le stava facendo il verso dietro le spalle. Chissà se aveva già comprato la bara o preferiva essere cremato.
- Io ti aiuterò, Scott, - disse Kira, ignorando di proposito Cora e Scott le rivolse un sorriso melenso.
- Beh, non è male come idea, - borbottò Lydia, - ci sto.
- Possiamo inserire nel piano la morte violenta di Liam? – domandò Malia, - tanto è inutile.
- Ha parlato il coyote, - ironizzò lui.
Malia allora fece per alzarsi e ci vollero gli sforzi congiunti di Stiles e Kira per tenerla seduta e impedirle di strozzare Liam che si sentiva molto coraggioso evidentemente.
- Il coyote che ti batte sempre, intanto.
- Solo perché sei una stupida bestiaccia.
- Non sono stupida! – si difese Malia, - sto recuperando molto bene!
- Hai appena preso D al compito di storia, - puntualizzò Lydia e tutti, tranne Liam, la guardarono malissimo, dato che stavano cercando di evitare spargimenti di sangue.
- Che c’è? – borbottò lei, - dico solo la verità!
- Altro che coyote, - disse Liam trionfante, - sei proprio una capra.
Così Liam firmò la sua condanna a morte e la condanna di tutti a una gita dal preside, perché Malia gli saltò addosso nonostante i tentativi di trattenerla e iniziò a prenderlo a pugni. A nulla valsero i tentativi di chiunque di separarli e finì tutto in un mucchio disordinato e senza logica, finché un urlo non li interruppe: - VOI! Tutti dal preside, ORA! – intimò il coach, furibondo.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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Buongiorno! Siete pronti per il rientro a scuola? Io no, naturalmente. Infatti sono stata fino adesso al pc a scrivere un capitolo futuro per questa storia. Comunque, a proposito di questa, FORSE uno dei DUE (esatto, sono due) GRANDI eventi di questa storia, che cambierà tutto, si troverà nel capitolo nove a cui seguirà il capitolo dieci aka una cosa che vi piacerà tantissimo. Potrebbero essere entrambi nel capitolo dieci, ma non ne ho idea, dipende da come suddividerò le cose. Comunque, sono molto emozionata perché l'autunno è alle porte, so che tecnicamente fa ancora un caldo estivo orrendo ma sono già in clima di felpe, foglie secche e candele, in pieno stile #fallingwithron ahahah. Metterò le foto appena torno.Ora che sono in campagna infatti approfitterò della cosa per prendere qualcosa di bello per decorare la mia stanza e appena finito qui andrò a sistemare in modo autunnale il mio profilo twitter, tra l'altro, se volete seguirmi, sono @taysmoon e non vi mangio.
Anyways, prima di lasciarvi il solito spoiler, devo rincgraziare le mie SEI e dico SEI besties che hanno recensito lo scorso capitolo e mandar loro un enorme e stratosferico abbraccio, quindi hands up per _Kaya_IllunisBambolina Blackmetal 94xKittyx24maggio2011 e MariannaTulligrazie per le vostre spendide parole e per il fatto che spendete tempo a dirmi che ne pensate della storia, lo apprezzo davvero tanto e prometto che, prima di fare le cose sopra elencate, risponderò a tutte le vostre recensioni e messaggi privati <3

ps: MA VOI NON SIETE IN ANSIA PER LA PUNTATA DI LUNEDI'???? AAAAAAAAAAAAAAAH.



Spoiler"- Allora, - stava dicendo, - lei è …?
Probabilmente parlava a Braeden.
- La tizia che si scopa mio fratello, - sentenziò la voce di Cora e ci fu un minuto imbarazzante di silenzio.
- E dov’è Derek? – riprovò il preside, scegliendo volutamente di ignorare l'evidente maleducazione della piccola Hale.
Anche stavolta Cora precedette Braeden nella risposta: - A cercare di farsi Deaton, a forza di stare con questa qui ha tendenze omo e ha anche ragione."

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Capitolo 7
*** Sport praticati: fuggire dalle proprie responsabilità. ***


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Sport praticati: fuggire dalle proprie responsabilità.
 



 
 *



 
 
Un quarto d’ora dopo il branco al completo era seduto sulle scomodissime seggioline di plastica di fronte all’ufficio del preside ad aspettare i rispettivi genitori e tutori. Stiles, aiutato da Cora, teneva Malia saldamente per mano, terrorizzato dall’eventualità che lei si trasformasse o che sbranasse Liam o tutte le cose insieme. A fianco a loro, Lydia stava facendo una ramanzina a quest’ultimo e la sua futura omicida, spiegando loro che con il loro modo di agire plebeo e incivile le avevano fruttato una punizione che sicuramente si sarebbe ripercossa sulla sua carriera scolastica futura e che quindi, se non volevano essere uccisi, avrebbero fatto meglio ad andare d’accordo. Da parte sua, Scott, che avrebbe dovuto essere l’alpha, ignorava tutti e teneva Kira per mano per rassicurarla, dato che lei stava dicendo di quanto avesse ansia per via di suo padre e di quanto volesse che tutti fossero amici fra loro, pace, amore e altra robaccia da hippie.
- Scott, una volta eravamo così uniti, - stava dicendo affranta, - ora che è arrivato Liam pensavo si sarebbe inserito bene, invece continua a litigare con Malia … vorrei solo che potessimo andare d’accordo tutti quanti.
Kira abbassò lo sguardo e anche se Stiles era di umore così cinico da dirle di andare a fare la pacifista da un’altra parte, un po’ gli fece pena.
Scott, che evidentemente aveva avuto un incremento di neuroni da quando era diventato alpha, approfittò dell’occasione per stringere forte Kira e darle un bacino sui capelli.
Stiles alzò il pollice in segno di approvazione e Scott gli sorrise.
- Andrà tutto bene, vedrai. Quando questo casino sarà finito, pensavo, ecco, perché non uscia …
Evidentemente il destino era contro di lui, perché proprio in quel momento Braeden entrò con l’espressione più scocciata del mondo e si piazzò davanti a Cora.
- Che hai combinato? – domandò, palesemente disgustata alla sola idea di essere lì.
- Mi prendi per il culo, vero? – domandò Cora, allibita, - e Derek?
- Derek aveva da fare e mi ha dato cento dollari perché  venissi qui, - rispose Braeden.
Beh, quello che si dice amore disinteressato, eh?
- Bastarda, ti paga già abbondantemente in natura, - sibilò Cora, - e comunque, quel deficiente è troppo impegnato a guardare Shameless per occuparsi di me?
- Era da Deaton.
- Così scopi così male che lo hai fatto passare all’altra sponda e adesso cerca disperatamente di farsi Deaton?
Quella sembrò essere la goccia che faceva traboccare il vaso perché Braeden strinse gli occhi e iniziò a ringhiare: - Ragazzina …
Grazie al cielo, inconsapevolmente, Malia interruppe tutto perché disse con aria trionfante: - Io ho già chiamato il mio papà, ha detto che verrà subito.
Stiles rimase ancora una volta colpito dalla falsità di Peter, che probabilmente sarebbe arrivato per ultimo e con addosso ancora metà del pigiama, seccatissimo alla sola idea di non poter vegetare nel letto o elaborare piani malvagi ma almeno Malia aveva evitato che Cora venisse uccisa immediatamente.
Lydia però sembrò terrorizzata e ripeté: - Tu padre verrà?
Malia alzò le spalle: - Certo che verrà, non capisco perché siate tutti così diffidenti.
Lydia iniziò ad arrotolarsi nervosamente i capelli attorno a un dito, tenendo le labbra strette e sembrò cercare di guardare qualcosa nel vetro dell’aula di fronte a loro, anche se l’unica cosa che si poteva vedere dalla loro angolazione era il riflesso di un gruppo di ragazzi che stavano per essere fatti a pezzi. E Braeden.
- Kira senti, - stava dicendo Scott nel frattempo, - ecco, io mi chiedevo ...
Probabilmente, sapendo che sua madre lo avrebbe ucciso, aveva deciso di dire a Kira quello che provava prima di morire.
- SCOTT MCCALL!
Aveva fallito.
Melissa McCall, ancora con l’uniforme da infermiera, fece irruzione nel corridoio con un’espressione così furibonda che persino Braeden sembrò morire dalla voglia di nascondersi sotto la sedia. Liam c’era già, sotto la sedia, tanto per far capire la situazione.
- Mamma … - mormorò Scott, il true alpha sopravvissuto a kanima, branchi di alpha, nogitsune, berserks e chi più ne ha più ne metta, che stava per essere ucciso da sua madre.
Melissa lo fulminò con lo sguardo.
- Scott! Si può sapere cos’è questa storia? Mi hanno chiamata al lavoro perché a quanto pare ti sei messo a picchiare i ragazzini più piccoli di te! Ma è possibile? Non ti ho certo educato a questo modo!
- Mamma, posso spiegare … - mormorò Scott, ma venne preceduto da una donna che invocava il nome di Liam, che si fece ancora più piccolo sotto la sedia. Non bastò a non farlo beccare.
Il preside, prima che la signora Dunbar o quello che era riuscisse a tirare fuori il figlio dal suo nascondiglio, aprì la porta del suo ufficio e disse: - Forza, un ragazzo alla volta di quelli che hanno già i genitori. Hale.
- Sì? – risposero in coro Cora e Malia, prima che la seconda si rendesse conto che Peter non era ancora arrivato.
Lydia decise di approfittare della cosa e fece un salto in bagno a ritoccarsi il trucco mentre Stiles cercava di ascoltare quello che il preside diceva a Cora.
- Allora, - stava dicendo, - lei è …?
Probabilmente parlava a Braeden.
- La tizia che si scopa mio fratello, - sentenziò la voce di Cora e ci fu un minuto imbarazzante di silenzio.
- E dov’è Derek? – riprovò il preside scegliendo di ignorare volutamente la maleducazione della piccola Hale.
Anche stavolta Cora precedette Braeden nella risposta: - A cercare di farsi Deaton, a forza di stare con questa qui ha tendenze omo e ha anche ragione.
Sapendo che probabilmente Cora o sarebbe stata uccisa da Braeden o, nell’improbabile caso in cui lei si fosse trattenuta, espulsa, Stiles avrebbe voluto ascoltare di più, ma venne distratto dall’arrivo del padre di Kira e, pochi secondi dopo, da quello di Peter, a cui Malia corse incontro e si incollò, stritolandolo in un abbraccio dal quale lui la scostò quasi subito cercando di mascherare la sua espressione infastidita.
Mancavano solo due genitori all’appello: suo padre e la madre di Lydia. Quest’ultima, dal canto suo, era appena uscita dal bagno con aria leggiadra e, dopo aver rivolto un cenno a Peter e un educato “buongiorno” al signor Yukimura si era seduta accavallando le gambe. La sua gonna sembrava essere diventata più corta, ma forse era solo Stiles che era distratto. Si alzò e andò a guardare fuori dalla finestra che dava sul parcheggio, per vedere se suo padre sarebbe arrivato o no.
Nell’arco di un minuto lo vide arrivare, con Natalie. Il bello era che non sembravano arrabbiati, tristi o sorpresi come tutti i genitori in quella stanza, stavano parlando tranquillamente. Sembravano sereni, quasi felici. Probabilmente sarebbero entrati a parlare col preside insieme, come una vera famiglia e la cosa era semplicemente disgustosa. Suo padre quindi era troppo impegnato a fare il cascamorto con quella per fare il genitore. Beh, allora Stiles sarebbe stato troppo impegnato per fare il figlio, pensò con un moto di rabbia. Vide Malia e Peter uscire insieme dall’ufficio del preside e allora seppe cosa fare: la prese per mano e le lanciò un’occhiata eloquente e in meno di due secondi di trovarono a correre per i corridoi, destinazione il più lontano possibile dalla scuola, da suo padre e da tutto quell’enorme casino.
 




 
 
*
 
 




 
Il fatto era che, più che altro, Stiles aveva una resistenza limitata e aveva dovuto vincere l’orgoglio e farsi portare da Malia sulla schiena per un pezzo, finché non erano arrivati nel bosco. Stiles, anche se probabilmente Malia non lo avrebbe mai detto, lo conosceva bene e si diresse subito verso il punto in cui il torrente formava un piccolo lago, in una radura riparata dagli alberi e si sedette con la schiena appoggiata contro una roccia.
Era uno dei posti in cui Derek lo portava, ai tempi della loro pseudo relazione, e il suo preferito in assoluto fra quelli. Ci erano venuti una sera ed erano rimasti sorpresi nel vedere le stelle riflettersi sull’acqua in modo così vivido. Almeno, Stiles lo era stato. Era quasi autunno e si era scoperto a rabbrividire, rimpiangendo di non aver messo una felpa anziché solo la maglietta e allora Derek, che si era accorto che tremava, lo aveva abbracciato per la prima volta. Stiles aveva passato tutta la sera fra le sue braccia ed era tornato a casa con uno stupido sorriso stampato sulla faccia, sembrava che gli fosse venuta una paralisi facciale.
Anche in quel momento rabbrividì, ma Malia era troppo impegnata a scrutare l’acqua alla ricerca di pesci – a quanto pare Peter le aveva insegnato a pescare – per abbracciarlo. E Stiles si rese conto che non erano le esili braccia di Malia di cui sentiva il bisogno, ma scacciò via il pensiero scuotendo la testa.
Malia gli si fece vicino.
- Sei triste? – domandò, appoggiandogli il mento sulla spalla.
- Non mi va che mio padre esca con Natalie, - borbottò, - non mi va tutta questa situazione.
- Beh, - disse Malia, - per questo c’è l’ES.
Stiles avrebbe voluto dirle che l’ES era solo una banda di ragazzini che non riusciva nemmeno a mettersi d’accordo per incontrarsi senza che succedessero pasticci, figurarsi dividere due persone, ma Malia parlò ancora.
- Mi piace un sacco, l’ES. Insomma, alla fine se non c’è nessun cattivo da combattere non siamo molto uniti, come branco. Ci sediamo allo stesso tavolo, ma le uniche persone con cui parlavo veramente eravate tu e Cora. Adesso è … bello. Come avere un gruppo segreto, come nei libri. Anche se c’è Liam.
Stiles sospirò e si girò a stampare un bacio delicato sulle labbra di Malia. Sapeva che per lei non era così facile. All’inizio aveva avuto solo lui come amico, nonostante i suoi sforzi per piacere a Kira e Lydia, che sembravano troppo prese dai fatti loro per degnarla di uno sguardo. Poi era arrivata Cora ed era stato amore a prima vista, certo, ma Malia, come probabilmente ogni ragazzina – perché anche se ormai aveva diciassette anni era molto più infantile delle sue coetanee – desiderava, voleva far parte di qualcosa di speciale, qualcosa che l’avrebbe fatta sentire speciale. E, in fin dei conti, Stiles dopo aver visto suo padre con Natalie, non aveva certo più intenzione di parargli a cuore aperto e idiozie varie, quindi l’ES poteva tranquillamente continuare a esistere.
- Potresti smettere di tentare di ucciderlo? – domandò, - ci hai fatti finire tutti nei guai.
Malia abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace. È che mi infastidisce così tanto, ce l’ho sempre in testa da quanto mi infastidisce.
Stiles le sorrise e la abbracciò, pensando a quanto simile era la sua situazione con Derek, anche se naturalmente diversa per alcuni aspetti e per la prima volta gli venne voglia di dirlo a qualcuno che non fosse Scott.
Si sdraiò nell’erba, tenendo Malia vicino e facendole appoggiare una guancia contro il suo petto e parlò:
- Anche io. Non con Liam, ma c’è una persona a cui penso spesso. E non vorrei, perché questa persona mi ha fatto stare male. Anche bene, certo, ma più ci penso e più sto male. Sono felice di avere te, ora.
Malia si strinse nell’abbraccio e sorrise.
- Chi era questa persona? – domandò, curiosa.
- Una persona di cui ero innamorato, tanto tempo fa.
Lei sembrò irrigidirsi per un attimo, così Stiles andò subito a rassicurarla: - Ora non mi interessa più. Siamo anche in buoni rapporti, ma è finito tutto. Ho te adesso.
Ma lei sembrava non voler parlare di quello: - E com’era? Pensare a questa persona, dico.
Stiles dovette rifletterci su qualche secondo.
- Era … una caduta libera. Un pensiero seguiva l’altro, era come una droga. Non pensavo ad altro, passavamo del tempo insieme e il resto della giornata lo trascorrevo rivedendo quei momenti nella mia mente. E quando è finito tutto è stato come perdere tutto. Come schiantarsi al suolo.
Malia serrò le labbra, come se si stesse concentrando su qualcosa e per un attimo Stiles pensò che si sarebbe arrabbiata. Forse non era esattamente il caso di parlarle di Derek, ma lei d’un tratto aprì la bocca, come se avesse appena scoperto qualcosa di estremamente bizzarro e poi rise.
- Malia? – domandò.
Lei lo guardò negli occhi e poi lo abbracciò così forte che Stiles sentì le ossa scricchiolare.
- Penso di aver capito. Ti voglio tanto bene, Stiles.
Lui avrebbe voluto darle un bacio, ma tempo un secondo e lei era già in piedi. Stiles la guardò interrogativo.
- Devo andare via, - disse lei, guardandolo dispiaciuta, forse anche un po’ esitante, ma poi sembrò più risoluta, - devo fare una cosa molto, molto molto importante. Ma poi torno.
- Non fa niente, - si sorprese a dire Stiles, - mi va di stare un po’ solo.
E la guardò andare via, come aveva fatto con Derek tanto tempo prima, in un momento e in una situazione diversa. In quel momento, però, appena Malia sparì dalla sua vista, lui tornò indietro, da Derek, con la memoria. A quando lo aveva tenuto fra le braccia proprio lì, quando invece avevano aspettato l’alba in una radura qualche metro più su, a riscaldarsi con i baci e Derek aveva guardato lui tutto il tempo, ogni secondo, finché il sole non era sorto. Ne sentì la mancanza per la prima volta da mesi, un doloroso senso di perdita che lo attanagliava. Gli mancava persino quando Derek lo zittiva con baci prepotenti quando gli stava dicendo qualcosa di importante e lui si arrabbiava perché avrebbe voluto finire il discorso. Si sentiva vuoto, sentiva mancare qualcosa quando, con Malia, riusciva ad arrivare alla fine.
Rimase lì per qualche ora, guardando l’acqua e, inconsapevolmente, aspettando qualcuno che non sarebbe arrivato.






 
*
 




 
 
Era tornato a casa che ormai era buio e era talmente immerso nei suoi pensieri che, anziché andare al loft, si era ritrovato sulla strada della sua vecchia casa. Se ne era reso conto solo quando aveva visto l’auto di suo padre nel vialetto e gli era salito un groppo in gola, che si era ingigantito quando lo aveva visto scendere da questa.
Lo sceriffo lo guardò e per un attimo Stiles ebbe paura che si girasse a andasse via come indifferente, ma il secondo dopo era già fra le braccia di suo padre che lo teneva stretto.
- Stiles! Ti ho cercato tutto il giorno! Devi smetterla di scappare, salto cielo, mi farai morire!
Stiles non disse nulla, rimase lì stretto a suo padre e per una volta non pensò a Derek, Malia, Natalie, Lydia o chi altro, pensò solo al suo papà e a quanto gli era mancato.
- Sei gelato, - disse lo sceriffo, mettendogli un braccio intorno alle spalle e accompagnandolo in casa.
Lo fece sedere sul divano e tornò pochi minuti dopo con una tazza di tè bollente e una coperta, la sua preferita.
- Sono stato nel bosco, - borbottò Stiles, mentre suo padre si metteva accanto a lui e gli accarezzava i capelli.
- Vuoi parlarne? O parlare di scuola, di Natalie o …?
Stiles scosse la testa e prese un sorso di tè.
- Non possiamo vedere un film …? Una serata come prima.
Suo padre sorrise davvero per la prima volta da quando era iniziata tutta quella storia e mise su il dvd de Il signore degli anelli che era uno dei film preferiti di Stiles in assoluto.
E, mentre lo guardavano, era come se tutto fosse implicito: sapevano entrambi che Stiles quella notta avrebbe dormito a casa e che però sarebbe tornato da Derek, dopo la scuola. Finito il film non dovettero fare altro che dirselo a voce, anche se lo sceriffo sembrò adombrarsi quando Stiles gli disse che sarebbe tornato da Derek.
- Non è solo per questa storia, papà, - disse Stiles, - è anche per Cora.
E per Derek si limitò a pensare.
Lo sceriffo si mostrò comprensivo: - Però torna qui, qualche volta, - si limitò a dire con tono triste.
- Tornerò qui ogni giorno, - rispose Stiles, abbracciandolo, - e le cene del venerdì …
- Le cene del venerdì le faremo solo io e te.
Lo sceriffo lo guardò sorridendo e Stiles sentì un moto di gratitudine.
- Potremo cenare insieme tutte le volte che non lavori, - propose e suo padre accettò volentieri.
- Un giorno ne parleremo, - promise poi Stiles, - di tutto questo. Lo giuro. Solo … non adesso. E non vedo l’ora di tornare a vivere qui. Mi manchi.
Suo padre lo abbracciò di nuovo: - La casa è vuota senza di te, Stiles.
Era bello, pensò, avere un padre così. Per quanto anche lo sceriffo facesse errori, per quanto litigassero e finissero anche a urlarsi contro erano sempre una squadra, si capivano. Suo padre capiva che quello di cui aveva bisogno in quel momento era stare al loft, anche se, Stiles sperava, non poteva immaginare che una minuscola parte di quel bisogno era dettata dal fatto che doveva ancora lasciar perdere totalmente Derek. Era fortunato ad avere un padre così e per un attimo fu ancora indeciso sul dirgli tutto, dell’ES e dei piani, ma poi a suo padre suonò il telefono e Stiles riuscì a vedere chi chiamava prima che lui rispondesse: Natalie.
E sentì il familiare istinto di spaccargli il telefono e pensò che, in fondo, era proprio per il bene del suo rapporto con suo padre se li faceva separare. Era una causa umanitaria.
 





 
*






Ritornò da Derek il giorno dopo all’ora di colazione, sentendosi più leggero di quanto non fosse mai stato negli ultimi tempi. Aveva chiamato Malia per sapere se voleva che la andasse a prendere a casa ma aveva il telefono spento, quindi pensò che non sarebbe stato male farsi rivedere da Cora. Naturalmente, quando inciampò per l’ennesima volta in un paio di mutande di Derek lasciate allo stato brado sul pavimento, ogni suo sentimento positivo sparì, sostituito dalle bestemmie.
- Wow, buongiorno a te, Stiles! – gli urlò Cora dalla cucina.
- Quell’idiota con cui condividi il dna fa troppa fatica a portare la sua robaccia pulciosa nei pressi della lavatrice? – ringhiò lui in tutta risposta e dalla cucina arrivò una risata.
- Lo conosci! Vieni a fare colazione, devi vedere un miracolo!
Stiles si trascinò in cucina, dove Cora, seduta al tavolo con una maglietta di Derek che usava come pigiama, lo salutava agitando il cucchiaio con cui stava mescolando il latte.
- Guarda che mi ha preso Derek! – esclamò, agitandogli una busta di carta davanti alla faccia.
- Bagel? – domandò Stiles, non vedendoci nulla di straordinario, a parte Derek non sdraiato come al solito sul divano.
- Leggi il post it, cretino.
Stiles allora afferrò il foglietto azzurro appiccicato sulla busta e riconobbe la grafia ordinata di Derek.

Sono uscito a correre. Ti ho preso questi, sono i tuoi preferiti. Non comportarti come una bestia con Braeden. Sarò a casa per quando tornerai da scuola.
Derek.
ps. So che hai preso insufficiente di geografia, appiccicare il compito sotto la scrivania non era poi tutta questa idea geniale.
pps. Ma Stiles?!


Stiles non poté fare a meno di sorridere all’ultimo post scriptum ma era quasi sicuro che non fosse quello il punto della questione.
- Hai davvero appiccicato il compito sotto la scrivania? – domandò e in tutta risposta ricevette una manata in faccia.
- Non è questo! – esclamò Cora, - è mio fratello! Fa qualcosa di produttivo per la prima volta da mesi! E mi ha anche preso la colazione! Mio fratello!
Cora lo abbracciò di slancio, tutta entusiasta e Stiles sorrise ancora. Qualcosa, seppure impercettibilmente, stava cambiando e, ne era sicuro, lo stava facendo in meglio.
- Ma porca troia, perché quel cretino non mette la roba da lavare in bagno, porca puttana, mi stavo per rompere una gamba! – urlò Braeden, rovinando tutta l’atmosfera.
Evidentemente anche lei doveva essere inciampata nei boxer di Derek.
Braeden fece il suo ingresso in cucina, vestita, o meglio, svestita, con una specie di reggiseno nero e argento e delle cose inqualificabili, a metà fra le mutande da nonna e un paio di pantaloncini a vita alta. Beh, sicuramente era al sicuro dallo stupro, anche se Derek, per quello che aveva visto Stiles, era più attratto dal divano e da American Horror Story e quindi lei era al sicuro.
- Wow, bella biancheria, - commentò acida Cora, alzando un sopracciglio e facendo un risolino.
- Tu vai in giro con le maglie di tuo fratello, - le ricordò Braeden.
- Io porto una trentotto e tu una quarantaquattro, io posso comprarmi bei vestiti e in un secondo essere presentabile ma tu prima di raggiungere la mia taglia dovrai fare mesi di dieta. Tiè.
Braeden la guardò esasperata, chiedendosi probabilmente perché non poteva ucciderla o perché Derek ci tenesse così tanto ad averla viva. E non sapeva nemmeno che il fatto che continuasse ad aumentare di peso fosse un piano di Cora.
- E comunque, - aggiunse lei, - mio fratello ti mollerà a breve. Lo aiuterò a capire i suoi veri sentimenti.
- Certo, certo, - borbottò Braeden e andò a fare la doccia ancora più esasperata di prima.
Stiles aveva un orrendo presentimento.
- Cora … - cominciò, ma lei non lo fece finire.
- Tranquillo, Malia lo accetterà.
- Cora, senti io non …
Cora di alzò e lo prese per le spalle, guardandolo dritto negli occhi: - Sentimi tu. Tu ami mio fratello. Lui ama te. Ne sono sicura. Ma, dato che siete due cretini, devo occuparmi io di aprire i vostri stupidi occhi miopi. Fidati di me, per le vacanze estive sarete una coppietta felice.
Stiles aveva i suoi forti dubbi, anche se comunque non gli sarebbe certo dispiaciuto che Derek mollasse Braeden. Non perché fosse interessato a lui, certo. Così, perché lei era davvero pessima in quanto a gusto per la biancheria.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
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Buongiorno e benvenuti a questo capitolo di STF <3 come state? Io mi annoio, piove, internet prende da schifo e non posso vedere niente di interessante. E naturalmente i miei genitori in casa insieme non fanno altro che parlare - io dico, dopo 20 anni di matrimonio CHE CASPITA AVETE DA DIRVI - irritandomi oltre l'inverosimile dalle tre di oggi pomeriggio. A parte la mia vita, che scorre noiosa come sempre, siamo POCO DISTANTI DA DUE GRANDI COSE. Poco distanti direi che un capitolo o due massimo e le avremo. Saranno, per farvi un piccolo spoiler, una cosa Stalia e una Sterek. E nessuna delle due è ciò che vi aspettate. Dato che ho una vita così mortalmente noiosa passo subito a ringraziare le mie besties _Kaya_,Illunis,  xKittyx24maggio2011 e MariannaTulli per le loro dolcissime recensioni, se leggete qui troverete, come al solito, la mia risposta nei messaggi provati e grazie, davvero, GRAZIE DI CUORE dei vostri dolcissimi messaggi <3 vi voglio tanto bene, anche se sono senza cuore ahahah.
E ora, ciò che tutti aspettavate, ammettetelo:




Spoiler: "- E comunque, tu sei gay,- sentenziò Cora.
- COSA?! – esclamò Braeden.
- NON SONO GAY! – urlò Derek, - sono bisessuale! Mi basta che respiri e sia umano, almeno in parte, cioè, licantropi vanno bene e …
Braeden lo guardò alzando un sopracciglio.
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Capitolo 8
*** Le lesioni cerebrali comportano visioni porno? ***



 
stf
                         
 




Le lesioni cerebrali comportano visioni porno?
 





*


 
 



Era mercoledì quando, finalmente, l’ES riuscì a riunirsi in un’aula vuota senza che ci fossero spargimenti di sangue, complice anche il fatto che Malia era seduta dalla parte opposta rispetto a Liam e Cora aveva in ostaggio il suo orsetto preferito.
- Allora, - disse lei, sempre seduta sulla cattedra a fianco di Stiles, - penso che sappiate tutti perché siamo qui.
Stiles lanciò uno sguardo a Malia, che nonostante lui le avesse chiesto di sedersi accanto a lui e Cora aveva stranamente preferito sedersi accanto a Lydia su un banco a due e la sorprese impegnata a scrutare Liam con aria malvagia. Male, anzi, malissimo.
- Perché il piano è andato a rotoli. Anzi, non abbiamo neanche un vero piano, - puntualizzò Lydia, - e io non voglio trovarmi a scegliere l’abito da damigella.
- Beh, - intervenne Scott, - siamo stati impegnati, insomma, Liam e Malia …
Malia allora ritenne doveroso precisare una cosa: - Non ci picchiamo da due giorni, che voi sappiate!
L’ultima parte dell’affermazione era decisamente inquietante e Scott fece per ribattere ma Cora gli tirò prontamente un calcio e il true alpha e chi più ne ha più ne metta iniziò a tirare giù una vagonata di bestemmie, tenendosi la gamba colpita e frignando come un neonato. Kira se lo strinse al petto e guardò Cora risentita: - Perché non possiamo essere tutti amici e …
- No, - disse Cora, - parleremo della pace nel mondo un altro giorno. Pensiamo invece alla cosa per cui siamo qui. Lydia, hai novità?
Lydia scrollò le spalle: - Non molte. Mia madre è via spesso ma nulla dimostra che non sia ai consigli di classe o a giocare a bridge e io ho una vita, non posso passare il tempo a spiarla.
Cora roteò gli occhi: - Allora arrangiati, preparati a fare da damigella e a chiamarti Lydia Stilinski di cognome.
Lydia emise un verso disgustato.
- Se non sappiamo quando si vedono come facciamo a sabotare le uscite? – intervenne Stiles in sua difesa, cercando l’approvazione di Malia con lo sguardo, trovandola però impegnata a fissare Liam.
- Qui entra in gioco il mio piano, - ghignò Cora, - ovvero, chiodo scaccia chiodo. Dobbiamo organizzare un appuntamento a Melissa e lo sceriffo.
- Ottima idea! – esclamò Scott, rianimandosi un secondo e poi tornando a fare la vittima fra le braccia di Kira.
Stiles non era sicuro, a dire il vero, di volere subito una nuova relazione per suo padre. Certo, da piccolo aveva sognato spesso di farlo sposare con Melissa e diventare il fratello di Scott e con lui aveva provato anche a convincere i due a uscire, ma non erano riusciti a fare nulla. Certo avevano anche dodici anni ed erano incredibilmente stupidi, ma non era quello il punto. Il punto era che Stiles aveva già abbastanza casini di suo in quel momento, tipo Cora che cercava di convincerlo che lui era ovviamente gay e che ovviamente era attratto da Derek. Certo, effettivamente poteva aver avuto e avere ancora qualche fantasia su di lui, che magari, del tutto ipoteticamente, non includeva i vestiti, ma da lì all’essere innamorato ne passava di acqua sotto i ponti, ne passavano interi oceani. E a lui, comunque, piaceva Malia. O, perlomeno, fu questo che pensò per scacciare dalla sua mente l’immagine di Derek sensualmente sdraiato sul suo letto che gli ammiccava con aria maliziosa.
A essere sincero, però, la parte della coppia che Cora aveva deciso di mettere su e che non s’aveva da fare né quel giorno né mai più che se la passava peggio era proprio Derek. Cora aveva deciso di fargli esplorare il suo lato gay e quindi gli lasciava i porno – rigorosamente fra due uomini – aperti sul computer e le rare volte che erano in una stanza insieme intavolava il discorso su “cosa fare se ti piace una persona del tuo stesso sesso” tanto che Derek l’aveva presa da parte e aveva iniziato un discorso su “non puoi fare certe cose con Malia. Siete cugine” e Cora aveva avuto istinti suicidi tutta la sera. L’unico passo avanti che aveva fatto era stato far sputare al povero, esasperato Derek che “anche a lui erano piaciuti dei ragazzi”.
- Allora, in pratica, pensavo di farli incontrare “per caso” da qualche parte. Tipo non lo so, idee?
- Il parco è romantico! – suggerì Kira.
- E come porti un genitore al parco, genio? – le domandò Cora.
- A scuola! – esclamò Lydia, - tu e Stiles dovete combinare qualcosa!
Scott alzò un sopracciglio: - Mia madre ha detto chiaramente che mi ucciderà se la convocano un’altra volta.
Cora finì di rispondere a un messaggio e poi alzò gli occhi al cielo: - IO ti ucciderò se non ti muovi. Datevele.
- Darsi cosa? – domandò Malia, innocente.
- Un sacco di botte, - rispose candidamente Cora.
- No ehi, fema! – esclamò Stiles, - vuoi dire che devo prendermele da un alpha?
- Per essere felici sono necessari dei sacrifici … - disse Cora, placidamente.
- Mente, mi ha detto la stessa cosa prima che andassimo a fare la ceretta, - sentenziò Malia.
Stiles la guardò e per un attimo, quando incontrò i suoi occhi un secondo prima che lei distogliesse lo sguardo, si sentì compreso.


 
 



 
*
 
 



 
- Avanti, solo qualche pugno, - li incoraggiò Cora a mensa.
Scott guardò Stiles, ma non mosse un muscolo.
- Ma è il mio migliore amico …
- Anche Malia è la mia migliore amica, eppure quando è una cretina le tiro un calcio. Avanti, su, per il bene superiore.
- Questo non lo diceva Hitler …? – domandò Stiles, per niente incoraggiato.
- Quanto sei drastico, - borbottò Cora, riprendendo a trafficare col cellulare.
- Tanto non faranno mai niente. Insomma, andiamo, Stiles? È più fragile di una ragazza.
Liam alzò le spalle dopo questa affermazione e prese un morso del suo panino esattamente un secondo prima che quello di Malia gli finisse in faccia.
- TI DETTO CHE NON DEVI INSULTARLO! – ringhiò lei, allungandosi sul tavolo e prendendolo per la maglietta.
- Malia … - borbottò Cora, continuando a scrivere sul cellulare.
- SCOTT NON SA NEMMENO EDUCARE IL SUO BETA DEFICIENTE! – urlò Malia in tutta risposta.
- Ehi, vacci piano! Non sono sua madre!
- Perché saresti una pessima madre, - borbottò Liam.
- Ehi, vacci piano pure tu, Scott fa del suo meglio, - lo difese Stiles.
Liam roteò gli occhi: - Ha parlato il piccolo e fragile umano che si fa difendere dalla ragazza, sai la tua ragazza si …
Malia lo colpì in pieno viso e Stiles la lasciò fare con tutta calma. In fondo, tanto Liam guariva. E probabilmente aveva anche il dono della telepatia, perché mentre teneva Malia ferma con una mano con l’altra gli tirò un ceffone che lo fece finire a sbattere la testa sul pavimento. Brutto schifoso. Stiles non lo avrebbe mai più salvato o non gli avrebbe mai più impedito di fare a pezzi qualcuno. Ingrato. E probabilmente gliel’avrebbe anche fatta vedere se non fosse stato impegnato a collassare sul pavimento perché Liam picchiava dannatamente bene. Probabilmente tutte le risse con Malia lo avevano allenato.
- Stiles! – esclamò Scott lanciando un’occhiataccia a Liam e Malia che se la stavano dando di santa ragione circondati da una piccola folla che Stiles avrebbe giurato stesse facendo delle scommesse sul vincitore, - come ti senti?
- Vedo la luce … - mormorò lui, agonizzando.
Il fatto che la luce brillasse fra le gambe di Derek era indice che aveva battuto la testa?
- Oh santo cielo, sanguini! Cavolo, Kira, aiuto!
Kira lo affiancò, pallida come un lenzuolo: - Scott! Santo cielo, Stiles, hai lo stampo delle cinque dita sulla guancia.
Stiles era sicuro di avere un trauma cranico, perché stava continuando a immaginare Derek arrivare e prenderlo tra le sue forti braccia e portarlo in infermeria come nei manga giapponesi – il fatto che era una fantasia era reso evidente dal fatto che Derek aveva un buon profumo, non puzzava di sudore e aveva i capelli puliti, anche se a onor del vero si lavava più spesso ultimamente.
- Stiles, ehi, Stiles! – esclamò Scott e suonava orrendamente preoccupato.
- Derek ha un buon profumo … - borbottò lui.
L’incontro Malia/Liam nel frattempo sembrava essersi risolto in favore della prima dato che la gente borbottava delusa o ripeteva “Hale, Hale, Hale” esultante.
- Santo cielo, ha una lesione cerebrale, - borbottò Cora, - Kira, andiamo a prendere del ghiaccio, Lydia … ehi, dove sta Lydia?
Lydia a quanto pare era sparita, così Kira e Cora sparirono dalla sua visuale mentre Scott gli dava schiaffi sulla faccia per tenerlo sveglio e Stiles gli avrebbe anche detto di smettere però gli schiaffi lo distoglievano dallo show porno che si stava svolgendo nella sua testa di cui lui e Derek erano i protagonisti. Era colpa della botta, naturalmente.
- MCCALL! COSA STAI FACENDO A STILINSKI!? IMMEDIATAMENTE DAL PRESIDE! – sbraitò il Coach, che probabilmente era appena arrivato e aveva solo visto Scott prenderlo a schiaffi.
- Ma io non ho fatto niente non è come … - provoò Scott.
- FILATE!
Il coach tirò su Stiles per un braccio e lo aiutò a raggiungere l’ufficio del preside, borbottando che avrebbe convocato i loro genitori eccetera eccetera.
- Derek nudo è un vero schianto, - mormorò Stiles.
 



 
 
*
 



 
 
Alla fine Cora e Kira erano arrivate sul serio con il ghiaccio e Stiles, dopo un po’, aveva ripreso il controllo della sua mente dopo aver cacciato a calci l’immagine di Derek.
- Sono anche io nei guai, - sospirò Cora, mettendosi seduta accanto a loro, - mi ha beccata il prof di francese. Ho frequentato tre lezioni in un semestre e … beh, ci siamo visti in infermeria e ha mandato a chiamare Derek. Gli ho detto che avrebbe potuto venire la vacca che abbiamo in casa ma ha comunque chiamato, che cretino. L’unica cosa positiva è che almeno lo sceriffo e Melissa verranno.
Cora si infossò sulla sua sedia e prese il telefono e iniziò a scrivere un messaggio.
- Quando arriveranno i vostri genitori? – domandò, guardando poi distratta l’orologio.
- Penso a momenti, - borbottò Scott, - e mia madre mi farà a pezzi.
- Allora, con permesso, - disse Cora, - vado a bucare le ruote dell’auto di tua madre.
- Che cosa?! – esclamò Scott.
- Ti ridarò i soldi, li rubo a Derek, siamo ricchissimi. A dopo, se arriva Derek lo sentirò, puzza di carogna.
Così dicendo Cora si volatilizzò e Stiles non fece tempo a chiederle che razza di piano aveva che suo padre apparve.
- Papà! – esclamò lui, - posso spiegare! Hanno frainteso, ero semplicemente caduto e deliravo e mi tirava gli schiaffi per tenermi sveglio, davvero!
Lo sceriffo guardò Scott negli occhi e poi sospirò: - La smettete di cacciarvi nei guai?
- Questa volta è stato solo un fraintendimento, - mormorò Stiles.
- SCOTT MCCALL! – echeggiò per tutto il corridoio, - TU SEI …
- Melissa! - lo sceriffo si parò fra la madre di Scott, furibonda, e quest’ultimo, atterrito, - stavolta non è stata colpa loro, Stiles si è fatto male e Scott ha semplicemente cercato di soccorrerlo.
Melissa rimase ferma un secondo e poi si avvicinò a Stiles, che perdeva ancora sangue dal naso e aveva la maglietta sporca di rosso.
- Stai bene? – gli domandò e poi notò il ghiaccio sulla sua testa, - hai battuto? E questo sembra il segno di uno schiaffo.
Stiles mandò mentalmente a quel paese Liam e poi mormorò: - No, è che ero confuso dopo aver battuto e Scott mi tirava schiaffi per tenermi sveglio.
Melissa lo guardò preoccupata e gli sentì la febbre: - Dopo ti accompagno in ospedale. Potrebbe essere un trauma cranico lieve, - disse, abbracciandolo.
Stiles si sentì al sicuro, nell’abbraccio di Melissa. Certo, non era sua madre e nessuna sarebbe mai stata all’altezza della sua mamma, ma lei in qualche modo le si avvicinava.
- Vi accompagno, - disse lo sceriffo, - è una cosa grave?
Melissa scosse la testa: - Non penso. Ma una visita di controllo non gli farà male.
- Vi accompagno anche io, - pigolò Cora, comparsa dal nulla, con espressione angelica e poi sussurrò in modo che solo Stiles sentisse: - in modo che non mi tocchi rivedere la vacca.
Il colloquio fu relativamente breve, grazie al cielo, il preside li chiamò pochi secondi dopo e, quando Scott e Stiles spiegarono l’equivoco e Cora confermò la loro versione non fecero altro che lasciarli andare. Lei riuscì a sgattaiolare dietro di loro e Stiles pensò che sarebbero subito andati in ospedale, ma lei evidentemente aveva altri piani perché iniziò a stringersi la pancia e a stringere gli occhi, lamentandosi di sentire dolore.
Melissa le si avvicinò subito e la fece mettere seduta e Cora,  flebilmente, le disse: - Non è niente, solo il ciclo … mi basta qualcosa di caldo e andrà tutto bene.
- Ci sono delle macchinette al piano di sopra, - ricordò lo sceriffo, - ti prendo qualcosa.
Cora annuì: - Grazie mille, sceriffo, non vorrei arrecarle disturbo ma …
- Melissa, tu resta con … - fece per dire lui ma Cora lo interruppe.
- No! – esclamò, - cioè … Melissa … io … penso mi serva … - lo disse pianissimo, ma abbastanza forte perché lo sceriffo sentisse, - un assorbente. Sono nei bagni delle ragazze, al secondo piano, se tu potessi …
- Certo, - disse Melissa e fece cenno allo sceriffo di accompagnarla, - Stiles, Scott, state con lei.
Appena i due svoltarono l’angolo però Cora si tirò su e fece un bel sorriso a tutti e due.
- Ditelo che sono un genio.
- E se arriva tuo fratello? – domandò Stiles, che forse per effetto della caduta aveva una gran voglia di vederlo, - insomma, volevi scappare da lui e …
- Mio fratello si starà grattando le palle davanti a Game of thrones cosa credi. Avrà allungato un centone alla vacca e lei starà venendo qui con tutta calma. Non verrebbe mai lui.






 
 
*
 





 
Alla fine erano riusciti a darsi alla macchia prima che Braeden o Derek apparissero, il che era una cosa decisamente positiva per Cora e pessima per Stiles, se fosse stato Derek a venire. Altra cosa positiva, ma stavolta per lui: Stiles non aveva niente se non un bernoccolo e poteva tranquillamente tornare a casa. E casa voleva dire loft, loft voleva dire Derek e improvvisamente la giornata gli sembrò più luminosa. Scese dall’auto praticamente di corsa, salutando a malapena Melissa e suo padre, che avevano chiacchierato allegramente tutto il viaggio,  ansioso per chissà quale ragione, di vederlo. Sarebbe stato sul divano, probabilmente, intento a ingozzarsi di qualcosa oppure sul pavimento a dormire – i letti erano mainstream – ma invece lo trovò seduto al tavolo della cucina che osservava una tazza di tè con aria truce.
- Buon pomeriggio, - disse educatamente a Stiles, che lo guardò sbigottito, primo perché era pulito e aveva effettivamente un buon odore di dopobarba e indossava dei vestiti decenti.
E okay, era sexy da morire tutto ben vestito e con quell’espressione corrucciata. Ma era una constatazione puramente oggettiva da parte di Stiles, naturalmente. Non gli interessava certo di Derek o di quanto fosse sexy, proprio no.
- Derek, sei posseduto o … ? – domandò Cora, ma Derek si alzò e le andò di fronte, prendendola pre un braccio.
- BRUTTA CRETINA! – esclamò, - COSA TI SALTA IN MENTE!? IO VADO A PARLARE CON IL TUO PRESIDE E …
- Senti, ho saltato francese non ho …
- NO IDIOTA, PERCHE’ HAI DETTO AL TUO PRESIDE CHE HO SCOPERTO DI ESSERE GAY E HO LASCIATO BRAEDEN PER DEATON! Io neanche ci sto insieme a Braeden!
Cora roteò gli occhi: - Senti, io ho detto che te la scopi ma evidentemente lui ha una visione più romantica.
In quel momento Braeden andò al frigo e lanciò un’occhiataccia a Derek che alzò le spalle, della serie “non è colpa mia”.
- E comunque, tu sei gay,- sentenziò Cora.
- COSA?! – esclamò Braeden.
- NON SONO GAY! – urlò Derek, - sono bisessuale! Mi basta che respiri e sia umano, almeno in parte, cioè, licantropi vanno bene e …
Braeden lo guardò alzando un sopracciglio.
- E tu non fare quella faccia, non ho malattie.
- Ti sei scopato Kate … - gli ricordò Cora, - che oltre essere la causa della tua evidente omosessualità avrà avuto chissà cosa. Io terrei l’amico sotto chiave, tu che dici Brae?
Braeden la guardò disgustata.
- E comunque, - riprese Derek, - NON SONO GAY! Non so perché hai questa fissa! Ti piacciono le ragazze? Bene, anche a me! Non vedo perché devi rendermi gay!
- Perché a te piace un maschio, cretino!
Braeden abbassò lo sguardo, evidentemente a controllare di non sembrare eccessivamente mascolina ma con le tette che si ritrovava non avrebbe ingannato neanche un cieco. Cretina.
- Ma che hai capito, - le ringhiò Cora, - tu non gli piaci.
- Meno male che lo sai tu, - replicò lei, alzando gli occhi.
Derek scosse Cora per le spalle: - ASCOLTA! Non sono innamorato di Deaton, cavolo, ero solo andato a fare una visita non capisco …
Cora roteò gli occhi: - NON DEATON! Lo sia benissimo, santo cielo, solo che non lo ammetti! Quanto sei stupido!
- Ah, beh, meno male che si sei tu che sai tutto sul mio orientamento sessuale e su chi mi piace, che bello!
- Io lo so perché ci tengo a te più di quanto non fa tu! Passi il tempo a fare la cariatide sul divano e quella lì non ti dice niente! Non riesci nemmeno a dormire!
Derek ringhiò: - Ero da Deaton per questo. E per i poteri.
- Adesso? Sono passati mesi Derek, cavolo! Ma pazienza, meglio tardi che mai. So che lo fai per lui.
Stiles sentì il cuore mancare un battito. Questa volta non si trattava di fantasie ridicole, di istinti omicidi o altro. Era come quando si era svegliato fra le sue braccia, quell’orrenda sensazione di familiarità mista al dolore, perché la cosa era appartenuta a un passato che era crollato miseramente ma che in qualche modo non riusciva a togliersi dalla testa.
Senza dimenticare la speranza che continuava a illuderlo e, ancora una volta, Derek fece ciò che meglio gli riusciva: mantenerla viva. Infatti non rispose, limitandosi a evitare gli sguardi di tutti e uscì dalla stanza. Braeden alzò gli occhi al cielo e uscì anche lei, ma dalla porta, probabilmente per stare lontano da quella gabbia di matti e Cora sorrise vittoriosa.
Stiles dovette impedirsi di abbandonarsi all’euforia del momento e iniziare a ballare perché beh, lui apparteneva al genere maschile e aveva l’impressione che quel “lui” fosse un altro modo per dire “Stiles”. E anche se ormai aveva quasi superato Derek, l’idea di piacergli ancora almeno un po’ gli faceva venire voglia di cantare e ballare come un idiota. Non sapeva esattamente perché, ma non era quello il punto. Il punto era che, cavolo, Derek forse provava qualcosa per lui e, beh, evviva.
- Comunque, - disse Derek,riapparendo  - non ho finito. Sei in punizione.
- Perché ho detto al preside che sei gay o per francese?
- Perché il tuo preside, - spiegò lui, - ha un figlio gay e mi ha lasciato il suo numero.
- Chiamalo, - disse Cora trattenendo le risate, - tanto se lui non ti piace …
Derek la fulminò con lo sguardo: - Tu non esci più per un mese. E guai se ti sento dire ancora la parola gay.
- Omofobo.
- Non sono anti me, non sono così stupido, sono contro il gioco “affibbiamo a Derek un orientamento sessuale che non è il suo”. E chi entra nel mio letto non è affar tuo.
Cora ringhiò: - Quando vive anche con me lo è. E sì, parlo della vacca.
- Braeden, - replicò Derek, - e tu hai Stiles, siamo pari.
- Ah, io?
Cora lo guardò ghignando e lui roteò gli occhi e le lanciò un bigliettino.
- Il numero del figlio del preside. Magari ti vede e scopre di essere sempre stato etero. Chiamalo.
- Contaci! – urlò Cora, esasperata, mentre Stiles era ancora fermo a quel “lui” non ancora smentito e probabilmente se fosse stato solo avrebbe iniziato a cantare.
Era una bellissima rivincita, a dirla tutta: Derek innamorato di lui e lui invece felice, con una ragazza che lo trattava come meritava e, santo cielo, perché stava immaginando di limonarsi Derek come se non ci fosse un domani? Lui avrebbe dovuto essere lì, con Malia sotto braccio, a guardarlo sprezzante, dopo tutto il male che gli aveva fatto, ma naturalmente il suo cervello, ancora stordito dalla botta, probabilmente, lo preferiva incollato a Derek per la lingua.
In fondo, Melissa poteva sempre aver sbagliato a fargli le analisi e non aver visto che lui aveva una lesione cerebrale che portava il suo cervello a proporgli scenari sempre più porno che includevano lui e Derek e, via via che andavano avanti, una quantità sempre minore di loro vestiti.
 
 
 
 
 
 
 
 
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Buonasera! Sto letteralmente schiattando di sonno ma non aggiornavo da un tempo MOSTRUOSO e dovevo assolutamente farlo dato che non aggiorno da tempi mostruosi, ma capite, la scuola mi distrugge (ho tre rientri) e in questi giorni mio nonno non è stato bene e ho dovuto stare dietro più a questo che alla storia, per quanto questo mi dispiaccia, ma ecco il capitolo, come promesso. Nel prossimo SUCCEDERA' UNA COSA che in realtà penso qualcuno si aspetti e qualcuno no, ma sarà quello dopo e penso quello dopo ancora ad essere la vera bomba, ma non voglio farvi spoiler. Vi dico solo più una cosa, poi vi lascio al magico spoiler: TYLER HOECHLIN ALLA CONVENTION DI ROMAAAAAAAA. Rendetevi conto, lo riabbraccerò, rivedrò il suo sorriso e ommioddio. Naturalmente, se venite alla convention DOVETE salutarmi ma ne parleremo a dicembre çç anyways, prima dello spoiler, ringrazio le splendide fanciulle che hanno recensito lo scorso capitolo: John Watson_Kaya_IllunisMariannaTulli e 24maggio2011controllate i vostri messaggi privati perché fra poco vi arriverà la risposta alla recensione, so che sono in ritardo e mi dispiace davvero davvero tanto, perché voi siete le mie besties e siete dolcissime a darmi così tanto supporto çç

Spoiler: "- Stiles, vuoi uscire con me?
No, grazie, preferisco farmi seghe mentali su un ex licantropo che mi ha spezzato il cuore ma resta dannatamente figo e CHE COSA?!
O Stiles aveva esagerato con la droga – cosa totalmente probabile, dato che non riusciva a smettere di pensare a Derek e o era droga o era lasciamo stare cosa – o aveva le allucinazioni uditive perché Lydia Martin gli aveva appena chiesto di uscire.
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Capitolo 9
*** Quando tutti capiscono i tuoi sentimenti e tu non ci capisci un emerito caspita. ***




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Quando tutti capiscono i tuoi sentimenti e tu non ci capisci un emerito caspita.
 
 


*
 



La punizione di Cora aveva portato altri cambiamenti nella routine quotidiana di casa Hale. Per prima cosa, adesso Derek si alzava presto, risistemava il divano, faceva la doccia e aspettava facendo colazione che Stiles e Cora si preparassero e poi li accompagnava a scuola. Quando aveva annunciato questa sua decisione Cora aveva scommesso con Stiles che tempo due giorni e avrebbe delegato il compito a Braeden ma erano  settimane che un Derek insospettabilmente pulito e curato li aspettava con aria truce in auto alle sette e quarantacinque. Naturalmente Stiles non poteva che esserne felice, non certo perché Derek era un figo della madonna e stare sul sedile del passeggero accanto a lui era un ottimo modo per prepararsi alla scuola, ma perché andiamo, chi ha voglia di guidare la mattina con Cora che parla di quanto odia Braeden? Certo, ogni tanto anche con Derek che guidava c’erano degli inconvenienti, tipo quando accidentalmente cambiando marcia gli aveva sfiorato un ginocchio e Stiles si sarebbe buttato dal finestrino perché l’alternativa era buttarsi addosso a Derek e fare cose irripetibili e no. Ma era sicuramente colpa della primavera, pensò. Anche se era autunno. Ma era un autunno molto mite e primaverile, doveva essere quello.
Anche quella mattina era andata come al solito: sveglia, litigi con Cora per chi usava il bagno per primo, tre secondi per fare colazione e tutti in auto con Derek che li aveva scaricati di fronte alla scuola giusto in tempo.
Stiles si era fermato sui gradini ad aspettare Malia, che invece prendeva il pullman da quando lui aveva Derek come autista, ma lei come sempre ultimamente arrivò per ultima e non ebbero neanche il tempo di dirsi ciao che dovettero subito correre in classe. Vedere così poco Malia era, per Stiles, una tortura e non solo per il fatto che gli mancava. Malia era il promemoria vivente che lui aveva trovato qualcuno di migliore di Derek che gli voleva bene davvero e un’ottima distrazione per i pensieri Derek-centrici che più si andava avanti nel tempo meno casti diventavano, con sommo orrore di Stiles. Certo, la colpa non era totalmente sua: anche Derek ci si metteva vestendosi decentemente e facendo la doccia più spesso – anche se comunque non rinunciava mai ai suoi momenti antistupro in boxer sul divano a ingozzarsi, per quanto diventassero sempre più rari – cosa che mandava gli ormoni di Stiles in orbita e gli faceva dimenticare dei compiti, di richiamare Malia e addirittura di mangiare.
Si sedette in classe, osservando depresso la lavagna e quasi non notò Lydia che si sedeva incurante vicino a lui. Uno Stiles quindicenne sarebbe letteralmente esploso dato che si era seduta lì volontariamente ma lo Stiles diciassettenne stava rievocando nella mente immagini di due penetranti occhi verdi. Okay, più che penetranti decisamente incazzati, e ancora okay, non erano esattamente gli occhi di Derek che stava immaginando, era più che altro il proprietario dei suddetti seduto sulla cattedra che si stava lentamente togliendo la maglietta con aria maliziosa.
- Buongiorno, Stiles, - disse Lydia, destandolo dai suoi pensieri.
- Derek, ehm, volevo dire, buongiorno.
I suoi lapsus stavano iniziando a diventare preoccupanti. Probabilmente erano dovute ai danni cerebrali che Derek gli aveva provocato sbattendolo così tante volte contro il muro. E di nuovo, Derek. La sua mente sembrava a senso unico, tutte le strade portavano a lui.  Probabilmente se si fosse ritrovato un calzino sporco davanti avrebbe trovato un modo di collegarlo a lui.
- Stiles, vuoi uscire con me?
No, grazie, preferisco farmi seghe mentali su un ex licantropo che mi ha spezzato il cuore ma resta dannatamente figo e CHE COSA?! 
O Stiles aveva esagerato con la droga – cosa totalmente probabile, dato che non riusciva a smettere di pensare a Derek e o era droga o era lasciamo stare cosa – o aveva le allucinazioni uditive perché Lydia Martin gli aveva appena chiesto di uscire. Lydia Martin, ovvero la ragazza a cui aveva sbavato dietro una vita gli aveva chiesto di uscire e lui aveva pensato di dirle no, casualmente, per quel vecchio e bavoso lupo inacidito. E non aveva neanche pensato un secondo a Malia, la sua ragazza e, oddio, avrebbe fatto meglio a farsi investire da una macchina, era una persona orribile e stupido, stupido stupido.
- Cosa? – riusciì a mugugnare appena, mentre il suo io quindicenne si prendeva a sediate in faccia, dato che l’amore della sua vita gli aveva finalmente chiesto di uscire e lui rispondeva con tono funebre anziché festeggiare perché il miracolo che aspettava da una vita era finalmente accaduto.
Il suo io sedicenne, invece, era perso dietro agli addominali di Derek e soltanto infastidito dal fatto che Lydia interrompesse le sue fantasie e si chiedeva come mai immaginare Derek sfilarsi le mutande non potesse diventare un lavoro retribuito, o ancora meglio, perché la cosa non si concretizzava davanti a lui.
Lo Stiles diciassettenne, dal canto suo, voleva prendere se stesso e i suoi due precedenti io a sediate in faccia, dato che aveva una ragazza adorabile, anche se negli ultimi tempi si erano allontanati per via di terzi – aka Liam che era diventato il punching ball preferito di Malia e il Derek che viveva nella testa di Stiles che aveva deciso di darsi al porno – e non l’aveva neanche presa in considerazione. Era una persona pessima.
- Ti ho chiesto, - disse Lydia, alzando gli occhi al cielo, - se vuoi uscire con me e saltare biologia. Mi devi accompagnare a fare spese al centro commerciale.
Stiles valutò attentamente le alternative: avrebbe potuto stare in classe, cercare di far pace con Malia e di non immaginare di limonarsi Derek in qualche angolo buio come al solito, oppure andare al centro commerciale che era pure vicino al loft e all’una, cioè l’ora in cui aveva biologia, aveva un’altissima probabilità di trovare Derek a caccia di cibo.
- Okay.
Lydia esultò e gli disse di vedersi dopo inglese vicino alle macchinette mentre il senso di colpa di Stiles cresceva a dismisura.
Lui voleva bene a Malia, naturalmente. Gli piacevano i suoi capelli scarmigliati, la sua ossessione per la barbie e i cervi – nel senso che se li mangiava – la trovava adorabile e aveva sempre voglia di coccolarla. Lei lo trattava bene, gli dimostrava che le importava  e per un periodo non riusciva nemmeno ad addormentarsi senza tenerlo abbracciato e lui l’aveva trovata una cosa adorabile. Quando aveva dormito abbracciato a Derek non era stato adorabile, era stato come farsi prendere in pieno da uno tsunami e aveva voluto morire metà del tempo. Inoltre, Derek lo aveva ferito, non provava nulla per lui e non era una persona bella o adorabile quanto lo era Malia, anzi, lei era perfetta per lui, in tutto e per tutto, eppure c’era Derek e complicava decisamente troppo le cose. Era stato facile ignorarlo quando non lo vedeva mai, viverci insieme invece rendeva decisamente complicato far finta di non vedere il tizio che si stava grattando le palle sul divano o che trascinava il suo fisico dannatamente figo in giro. E dato che evidentemente non aveva superato ancora bene la loro pseudo rottura, forse aveva ancora un pelino di sentimenti irrisolti, aveva deciso di adottare le psicologia inversa e calarsi nei panni di chi, invece, di sentimenti non ne aveva affatto. E quale modo migliore di calarsi nei panni di Derek Hale che fare stalking?
No, il fatto che sentisse una strana sensazione nel petto, una specie di mancanzaquando Derek non c’era non aveva nulla a che fare con quello. Era psicologia inversa, solo quella. Assolutamente.
 
 
 
*
 
 
Uscire da scuola non era certo stato un problema, Stiles lo aveva fatto mille volte, il problema era cercare di scorgere segni di Derek mentre reggeva i tremila vestiti decisamente troppo succinti che Lydia si stava provando.
- Sai, - stava dicendo lei, mentre lui sbirciava fuori dalla vetrina segni di una giacca di pelle e occhiaie mostruose, - mia madre esce poco ultimamente.
- Ah, - borbottò.
- Ehi, cretino, intendo, esce poco e quindi vede meno tuo padre.
- Mh, - borbottò ancora, indispettito perché il tizio coi capelli neri e la giacca di pelle che aveva visto non era Derek.
- Stiles! Santo cielo! – esclamò Lydia furibonda, uscendo dal camerino, - abbiamo creato l’ES per questa cosa e rispondi con dei grugniti?
Stiles sospirò: il pensiero di Derek era, in effetti, decisamente ingombrante e spesso e volentieri gli aveva fatto dimenticare che suo padre aveva deciso di aggiungere un nuovo membro alla famiglia e che fra poco si sarebbe ritrovato a chiamare Lydia “sorellina”. Certo, suo padre aveva soppresso l’idea delle cene del venerdì sera, ma non poteva ignorare per sempre il problema per il semplice fatto che ogni giorno vedeva Derek in mutande sul divano. Lui voleva sempre che Natalie emigrasse in Australia, naturalmente e che tutto tornasse come prima con suo padre.
- STILES! – urlò Lydia e solo allora lui notò la scollatura indecente del suo vestito ma venne subito distratto da uno in giacca di pelle.
- Stiles Stilinski, non hai prestato la minima attenzione a ciò che ho detto, non mi guardi nemmeno e o il vestito mi sta malissimo o tu sei gay, dato che stai fissando un povero tizio da tre minuti filati.
Naturalmente, tizio non era Derek e quindi Stiles le rivolse uno sguardo affranto.
- Senti, se hai dei problemi con Malia non devi obbligatoriamente passare all’altra sponda. Gli uomini sono peggio.
- Oh, lo so, - borbottò Stiles.
Ci fu un lungo e imbarazzante istante di silenzio in cui Lydia lo guardò attonita e forse un pelino disgustata.
- No, non voglio sapere, - disse scuotendo la testa, - è orribile. Ma quindi Malia è una copertura? Ho sempre pensato che foste strani ma …
- Non sono gay, - sentenziò Stiles sicuro, eliminando dalla sua mente l’immagine di Derek che lo trascinava in un camerino a fare cose sconce.
- Non voglio sapere, - ripetè Lydia, - e qualunque cosa tu sia, va bene. Insomma, dopo kanima, lupi mannari, kitsune e chi più ne ha più ne metta anche se tu facessi coming out la cosa sembrerebbe scandalosamente ordinaria.
- Se fossi gay potrei fare coming out ma non lo sono, - ripeté lui, - Malia mi piace davvero. Sei tu quella che nasconde qualcosa. Esci con qualcuno e non vuoi dire chi.
Lydia lo fulminò con lo sguardo: - Penso che non siano affari tuoi.
- Secondo me è lo stesso della sera della cena dei nostri genitori, vero?
Certo, Stiles poteva aver mandato metà delle sue cellule cerebrali al cimitero per via di Derek ma non era totalmente stupido.
- Continuano a non essere affari tuoi.
- E lo vedrai a breve, - rincarò la dose Stiles, sentendosi decisamente realizzato, - altrimenti non staresti provando questa roba e hai portato me perché sapevi che non avrei fatto domande.
Lydia alzò gli occhi al cielo.
- Ho portato te, idiota, perché speravo fossi abbastanza preso dal pensare a quel bietolone di Derek che abita qui vicino da non fare domande.
- Che cosa?! – esclamò lui, - io e chi?
-  Derek, - ripetè Lydia, - cioè, ho sempre saputo che ti piaceva, penso lo sappia chiunque abbia un minimo di cervello, ma non pensavo che ricambiasse …
Stiles sarebbe andato a sbattere la testa nel muro fino a morirne.
- Derek non mi piace. C’è stata una cosa, tanto tempo fa, fine. Ora ho Malia.
Lydia gli diede una leggera spinta: - Se sei sicuro tu …
Gli sorrise e tornò a cambiarsi, lasciandolo lì con mille dubbi e un senso di amarezza. Non era così palese che aveva ancora una micro cotta per lui, cioè, nel senso, i residui di quella di prima, no? Insomma, niente che Derek potesse capire, vero?
 
 
*
 
 
Stiles era stato perseguitato dall’idea del fatto che la gente sospettasse la cosa, assolutamente falsa, che lui fosse innamorato di Derek. Insomma, lo trovava bellissimo ma era constatare l’ovvio, niente di più Lui aveva Malia. Ma comunque non gli andava che Derek, il cui ego era già abbastanza enorme, pensasse che lui gli sbavava dietro, così decise di chiedere un’opinione a chi gli era più vicino: Scott.
Naturalmente non era una cosa così facile, prima avrebbe dovuto scollarlo da Kira, dato che adesso a Scott era presa la fissa del volerle confessare i suoi sentimenti e minchiate varie e pensava che lo stalking fosse un ottimo modo per iniziare dato che non la mollava un secondo.
Quella mattina in particolare Scott era seduto sulle scale in attesa che la sua anime gemella si manifestasse così Stiles ne approfittò:  Ehi, devo parlarti.
- Mh, - borbottò Scott, - dopo. Aspetto Kira.
- Malia è incinta.
- CHE COSA?! – esclamò Scott, scattando in piedi, - AVETE FATTO SESSO?
L’intera scuola si fermò e li fissò.
- Vieni, idiota, - borbottò Stiles e trascinò Scott in una classe vuota mentre lui delirava su api e fiori e il piccolo innocente Stiles che faceva castelli di sabbia. Decisamente, Scott non avrebbe mai saputo di quando Stiles avrebbe perso la verginità.
- Non è vero, scemo.
Scott naturalmente sembrò subito perdere interesse e fece per uscire, desideroso di ritrovare la sua dolce metà.
- Stiles, ascolta, io voglio parlare a K …
- Pensi che io provi qualcosa per Derek? – buttò lì Stiles a bruciapelo, sperando che Scott la smettesse per una volta di parlare dei suoi stupidi problemi e gli desse retta.
- Beh, ovviamente. Insomma, sei innamorato di lui da …
Stiles aveva una grandissima voglia di prendere a testate il muro.
- Scott! Perché avete tutti questa fissa per me e Derek? Non lo capite che è finita? Insomma, passo metà del tempo a dire alla gente che no io non provo più niente per Derek ma voi vedete solo …
Scott gli appoggiò una mano sulla spalla.
- Stiles, andiamo. Tu e Malia siete davvero carini, ma è sempre stato Derek quello più importante per te. Se siamo in una stanza tutti insieme, cerchi lui con lo sguardo. Malia può piacerti finché vuoi ma quello di cui hai bisogno  Derek.
Colpito e affondato, ancora una volta.
Stiles non aveva mai avuto una grossa opinione dell’intelligenza di Scott, era il suo migliore amico e si sarebbe preso una pallottola per lui ma non aveva mai confidato nella sua intelligenza o nella sua capacità di comprensione degli altri. Invece aveva centrato il punto, perlomeno, quello che era stato il punto prima. Ovvero Derek, Derek salvo, Derek contento, Derek accanto a lui, sempre, ogni secondo. Non in un senso morboso, come quella stupida storia dell’umana e del vampiro, Twilight gli sembrava si chiamasse – e lui era sempre stato Team Jacob, comunque – nel senso che poteva vivere benissimo senza Derek ma se c’era lui era come se tutto diventasse automaticamente migliore. Per questo, quando Derek gli aveva sgraziatamente infilato la lingua in bocca fino alle tonsille anziché tirargli un ceffone si era aggrappato a lui e aveva cercato di ricambiare come meglio poteva.
Di nuovo, venne travolto da una valanga di ricordi: Derek che riusciva a fare il prepotente anche mentre lo baciava, il suo vizio di mordergli le labbra, il modo in cui si premeva contro di lui durante il bacio, il suo odore. Quella volta che si erano addormentati a casa Hale e lui nonostante non riuscisse mai a dormire senza il suo cuscino, sul petto di Derek aveva fatto solo bei sogni. La mania di Derek di portarsi sempre un libro da leggere ovunque andava, finché Stiles non gli aveva regalato un ebook reader. Come poteva far tornare tutto normale?  Come poteva guardare Derek da lontano quando era stato abituato ad averlo così vicino da sentire il rumore lieve del suo respiro? Come poteva Derek riuscirci così bene?
La risposta, anzi, le risposte, erano talmente angoscianti che Stiles preferì non formularle in un pensiero coerente.
- Senti, a me Derek piaceva davvero ma lui …
- Ma lui è stato cattivo, lo so, - replicò Scott, - ed è finita male. Mi dispiace.
- Appunto, - sentenziò Stiles, - dopo come è finita fra di noi non può piacermi di nuovo, sarebbe masochista.
Scott lo guardò e sembrò davvero sul punto di dire qualcosa, ma poi vide passare Kira e lo mollò lì da solo senza farsi tanti problemi per andare a inseguire il suo vero amore.
 
 
 
*
 
 
Malia gli aveva chiesto di parlargli dopo gli allenamenti di  lacrosse e, dopo che Stiles si fu fatto letteralmente massacrare da un Liam impietoso, si fermò ad aspettarla sugli spalti. Era un po’ che non si parlavano e era molto contento di avere finalmente del tempo da passare con lei e non a cercare di scacciare Derek dalla sua mente. In quel momento, infatti, il suo Derek mentale stava giocherellando con un pezzo di stoffa che, con sommo orrore di Stiles, si rivelarono essere i suoi boxer e proprio no. La cosa ancora peggiore era che Derek probabilmente stava aspettando Cora, che si era fermata a scuola a fare francese, per riportarla a casa, dato che lei era ancora in punizione e questo occupava la mente di Stiles molto più del pensiero di Malia. Insomma, stava per rivedere la sua fidanzata, contegno, pensò.
Malia arrivò con addirittura cinque minuti di anticipo, stranamente esitante. Di solito gli si buttava letteralmente addosso, invece quel giorno si sedette accanto a lui esitante, lisciandosi la gonna che aveva tutta l’aria di essere stata presa in prestito dal guardaroba di Lydia.
- Ti sta molto bene, - disse Stiles per rompere il silenzio che si stava facendo imbarazzante.
- Grazie. Me l’ha prestata Lydia perché mi sono macchiata i pantaloni a chimica, - borbottò lei, - non riesco a capire come fare a mettere le dosi giuste.
- Posso aiutarti io, se vuoi.
Malia abbassò lo sguardo e scosse la testa, stranamente mogia.
- Va tutto bene? – domandò infine lui.
Lei sollevò lo sguardo, rivelando due occhi pieni di lacrime che a Stiles semplicemente spezzarono il cuore, oltre che farlo sentire orrendamente in colpa.
- Mi dispiace se ti ho trascurata in questi giorni, - disse sospirando, - non volevo solo che …
Malia scosse la testa e una lacrima le scivolò sulla guancia.
- Sì, Malia, - replicò lui, abbracciandola stretta, - mi dispiace. Pensavo a tante cose – a Derek nudo, ma non è il caso di dirtelo – e ti ho messa in secondo piano. So che per te tutto questo è difficile e hai anche tu i tuoi problemi, so che non vai d’accordo con Liam e non ne abbiamo neanche mai parlato seriamente e io …
Malia, che ormai piangeva a dirotto, scosse di nuovo la testa e si allontanò da lui.
- Ti voglio tanto bene, Stiles, - mormorò.
Stiles fece per baciarla ma lei voltò il viso e continuò a piangere.
Oddio, quindi sapeva tutto. Aveva in qualche modo scoperto che Stiles passava il tempo a sbavare dietro Derek e credeva che solo per questo minuscolo, insignificante dettaglio, lui non la volesse più. Erano solo ormoni invece, nulla di più, ricordi di quello che era stato, anche, ma niente di più. Perché avrebbe dovuto pensare a Derek che gli aveva spezzato il cuore e che se ne fregava di lui quando aveva Malia che gli voleva così bene?
Perché con Derek c’è molto di più di una brutta rottura.
Stiles scacciò subito quel pensiero dalla testa, concentrandosi invece su Malia. Poteva non sapere ancora bene cosa provava per Derek, ma era certo di essere affezionato a lei e quindi era il caso di consolarla e cacciare via lui dai suoi pensieri una volta per tutte.
Stiles riprese Malia fra le braccia e la abbracciò forte, non lasciando che lei si divincolasse.
- Va tutto bene, Malia, ci sono qui io.
Lei lo spinse ancora via e scosse la testa.
- Sono io che non ci sono, Stiles.
Stavolta fu lui a rimanere attonito e scostarsi, involontariamente.
- Che cosa? In che senso? Malia?
Malia continuò a singhiozzare senza dire nulla e Stiles, anche se spaventato, allungò una mano per toccarle una spalla. La piega della situazione lo stava inquietando.
- Ti ricordi quando siamo andati in quel posto, dove c’era l’acqua? – domandò lei, - e io ti ho detto che dovevo andare a fare una cosa?
Stiles annuì.
- Stiles mi dispiace così tanto …
Lui sentiva il cuore in gola e la guardò, implorante. Aveva una pessima sensazione.
- Stiles, tu mi piaci davvero davvero tanto. Sei una persona fantastica, ma non sono innamorata di te. Mi piace un altro ragazzo.
Una seconda volta, il mondo di Stiles crollò, ma non per il motivo più ovvio. Le parole di Malia lo avevano ferito, certo, ma non era solo quello. Quello che faceva male, ma davvero male, era il ricordo di parole simili, meno gentili, più schiette e crudelmente oneste, di occhi verdi e penetranti.
Stiles era a un passo dal capire.
 
 
 
 
 
 
 
 
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Hola! Questo capitolo, postato in relativo breve tempo - ringraziate le mie amiche che mi hanno fatto prendere un giorno di pausa dalle sudate carte, dato che mi ingobbisco praticamente tutta la vita su questi dannatissimi compiti - ha uno dei grandi avvenimenti promesso: l'avvenimento Stalia. LOL. So di essere molto simpatica e di dovermi cercare un rifugio sicuro e lontano dalle stalia shippers in questo momento, a mia difesa dico che adoro gli Stalia nella serie quasi quanto non sopporto gli stydia e che spero mi perdonerete. Ora chi shippa sterek dirà: quindi STEREK? Chissà. Ho tante belle cose in serbo per questa storia e non tutte sono sulle ship, ci sarà anche una parte figa e sovrannaturale appena mi libererò di un personaggio - non nel senso che muore - che darà un senso al titolo. Anyways, come state miei amati lettori? Vi divertite a scuola? Io così così, mi stanca molto, mi stanco a studiare e odio non pranzare a casa e sono pure candidata rappresentante di istituto çç ma per fortuna ci sono tante cose belle nella mia vita, tra cui ... IL LUCCA COMICS IL 1 NOVEMBRE AAAAAAAAAAAH. Ho saputo da poco che vado sicuramente - e in cosplay sdfkghgjkfld - e non vedo l'ora! Sarò con delle amiche, se qualcuno di voi va e vede delle ragazze in cosplay di AHS FERMATECI e abbracciatemi, sono la bionda coi capelli lunghi. Per il resto, un'altra cosa bella è l'autunno, voi non lo adorate? Io sono innamorata di questa stagione, delle cose alla zucca, delle castagne e dell'atmosfera in generale e naturalmente sono emozionatissima per Halloween (anchee se comunque andrò a Lucca ahahah) perché la adoro come festa. Comunque, prima di annoiarvi troppo, voglio ringraziare le mie besties _Kaya_John Watson, Illunis e24maggio2011 per le dolcissime recensioni, mando un abbraccio e tanti biscotti alla zucca (ve l'ho detto che sono fissata) a ognuna di voi <3 tra l'altro, se vi interessa, mi ero tolta facebook MA mi serve per la Nemeton e quindi ho creato un profilo a uso esclusivo del mondo di twitter/efp/tumblr e pochi altri eletti, il link è questo e sentitei liberi di aggiungermi e parlarmi quanto volete, rispondo a tutti e non vi mordo :) Sì, sì, ora lo spoiler, alla prossima e un abbraccio a tutti voi <3 .



Spoiler: "Stiles in quel momento aveva solo due certezze.
Prima certezza: era in mutande, in un prato, il cielo stava per cadere e Derek lo stava abbracciando.
Seconda certezza: Derek era ubriaco marcio e puzzava di vodka che manco un soldato sovietico e Stiles, a giudicare dal punto uno, stava peggio di lui.
- Derek, sei ubriaco.
- E tu sei molto sexy, - disse Derek con voce impastata e gli leccò la faccia."

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Capitolo 10
*** In vino veritas ma se sta nelle mutande di Derek ancora meglio. ***


That's what you missed on STF (by Derek Hale): Ehm, dunque sì ... ma perché cavolo Ron fa così tanti compiti e mi devo sbattere io? Comunque: il padre di Stiles esce con la madre di Lydia e Stiles ha una crisi mistica e quindi è venuto a vivere contro il mio consenso in casa mia. Io passo la vita sbattuto sul divano o a sbattermi Braeden e sopportare Stiles e mia sorella Cora che crede che io sia gay per ragioni non pervenute. Che sbatti. Ah, sì, Malia ha appena lasciato Stiles e ... scusate, ma qualcuno vuole molestare l'amore della mia vita CORA LASCIA SUBITO STARE IL DIVANO E' SOLO MIO! 




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In vino veritas ma se sta nelle mutande di Derek ancora meglio



 
 *
 
 
Il primo istinto era stato, naturalmente, il rifugiarsi nella sua stanza, peccato che lo sceriffo fosse al lavoro e Stiles non avesse le chiavi così, in mancanza di meglio, si era chiuso nel bagno del loft di Derek ed era andato tutto bene per un paio d’ore.
Malia lo aveva mollato. Era la drammatica verità, doveva farci i conti, come con i calzini sporchi che accumulava sotto il letto finché non si ritrovava ad andare in giro scalzo. Non era tanto la cosa in sé dell’essere stato mollato, a dire il vero, insomma, era sconvolgente perché in che diavolo di mondo Malia e sottolineava MALIA che aveva sempre professato amore eterno nei suoi confronti lo mollava? Insomma, avrebbe dovuto mollarla lui, era lui quello che si faceva i filmini porno con come sottofondo Anaconda di Nicky Minaj sul suo ex ed era lei a mollarlo. L’avrebbe presa a sediate in faccia per questo, se non ci fosse stato un problema più grosso. Il problema più grosso era che non era dispiaciuto o triste più di tanto, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era oh cazzo, Derek. Il problema era che Derek non lo aveva mollato, o meglio, lo aveva fatto ma in un passato lontano e non era decisamente il punto della situazione e l’unica cosa a cui riusciva a pensare, a parte qualche attimo in cui si ricordava di Malia, era Derek. Era come se Malia fosse stata il suo salvagente e ora che lei non c’era lui si ritrovava ad essere travolto da quel grosso, fastidioso e ingombrante ex lupo mannaro.
- Stiles? Esci dal bagno! Devo fare la doccia! – urlò Derek, tanto per assillarlo in anche fisicamente oltre che mentalmente.
- La farai dopo! Lasciami morire da solo!
- Non tagliarti le vene, il sangue mi fa un po’ schifo, avvelenati o anzi, ancora meglio, vai a seppellirti vivo, così mi risparmi la fatica di disfarmi del tuo corpo.
Beh, sicuramente Derek sapeva come farlo sentire meglio.
- Vai al diavolo! – gli urlò.
- Devo farmi la doccia! Sono sudato!
- E io sono in preda a una crisi mistica, quindi la tua doccia può aspettare! – strillò in risposta.
- Ragazzino … - borbottò Derek e subito dopo si sentì il rumore di qualcosa che si rompeva.
Stiles capì che, nonostante ormai Derek fosse un semplice umano, avrebbe potuto comunque ucciderlo senza grosse difficoltà e quindi cercò di nascondersi come meglio poteva, ovvero si rannicchiò nella doccia sperando di non venire massacrato di botte.
Derek entrò e, naturalmente, lo scovò subito.
- Fuori, imbecille, - ringhiò, - devo lavarmi.
- No, - borbottò Stiles, - Malia mi ha lasciato e devo sfogare il mio dolore nel tuo bagno. E comunque perché hai iniziato a lavarti spesso? Prima avevi persino i peli della barba unti.
Derek, stranamente, si limitò ad alzare gli occhi al cielo e sparire dalla sua visuale, lasciandolo lì allibito. Che avesse, finalmente, sviluppato una sensibilità? O semplicemente, aveva un altro bagno segreto al loft? Stiles stava giusto ponderando su queste cose quando un getto d’acqua gelida lo investì in pieno e prima che avesse il tempo di bestemmiare ogni santo esistente Derek, completamente nudo, fece il suo ingresso nella doccia e prese del sapone come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Cosa fai?! – esclamò Stiles, visibilmente sconvolto, - perché sei nella doccia?!
- Per lavarmi.
Stiles lo guardò inorridito: - Ma ci sono io nella doccia! E tu sei nudo!
- Beh, in effetti di solito metto il cappotto per fare la doccia, ma oggi volevo essere alternativo, DEFICIENTE. Senti, voglio solo fare la doccia, c’è abbastanza spazio per te e la tua depressione, stai zitto e fammi lavare.
- Ma sei nudo!
- Non hai mai visto un uomo nudo nella tua vita? – Derek finì di insaponarsi e passò allo shampoo con la massima calma, - andiamo, siamo entrambi maschi non è …
- Senti, non so tu, ma io non entro nelle docce quando c’è altra gente e permettimi di essere un tantino sconvolto oltre che bagnato fradicio. Mi si sta incollando la maglietta addosso.
Il fatto che Derek avrebbe dovuto anche permettergli di osservarlo con la bava alla bocca era tutto un altro paio di maniche, ma in fondo sembrava molto preso dal lavarsi i capelli e magari non lo aveva notato. Stiles cercò di dissimulare e di guardare il muro, cercando di dare solo una sbirciatina ogni tanto. Ovvero ogni tre secondi, ma pazienza.
- Ne hai per molto? – domandò dopo un po’? Ho i vestiti appiccicati addosso e non ne posso più di fissare il muro.
Cioè, di fingere di fissare il muro mentre ammiro il soggetto delle mie future fantasie porno, ma sono dettagli.
- Ehi, è la mia doccia. E non ti ho detto di fissare il muro, puoi anche cambiare angolazione.
- Ma sei nudo! – replicò Stiles.
Derek sbuffò: - Santo cielo, Stiles.
- Senti, non so tu, ma stare con il tuo ex quasi ragazzo nella doccia nudo non ti sembra abbastanza strano?
Solo dopo Stiles si rese conto dell’enorme, stratosferico errore che aveva fatto. Da quella volta nel bosco lui e Derek non avevano mai nominato la loro pseudo relazione e era decisamente il momento peggiore per iniziare a farlo. Si alzò dal suo angolino, intenzionato a darsi alla fuga dato che Derek era di spalle e sembrava essersi come bloccato per un secondo, ma venne preceduto.
- Se fosse continuata mi avresti comunque visto senza vestiti. Non è un grande scandalo, - disse con tono incolore Derek.
Sarebbe stato ufficialmente il colpo di grazia per Stiles, se Derek subito dopo non si fosse voltato verso di lui e non lo avesse fissato negli occhi in silenzio. Forse, per chi non lo conosceva così come lo conosceva lui avrebbe pensato che fosse un gesto stupido, ma Derek Hale cercava sempre contatto visivo per una ragione. Lo guardò un lungo istante, poi Stiles uscì dalla doccia, sentendosi la pelle formicolare. Qualcosa si era appena spezzato. Si spogliò in fretta e andò in camera di Cora a mettersi abiti asciutti.
Cercò di convincersi che stava così per Malia. Cercò di pensare a lei, ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era Derek che lo guardava. Non aveva ricevuto uno sguardo seccato, infastidito o addirittura furibondo come i soliti, Derek era sembrato semplicemente … sorpreso? Forse. Come se non si aspettasse che Stiles avrebbe mai parlato di loro due insieme. Come se anche lui, per un attimo, avesse ricordato.
Aveva magari pensato a quella volta che gli aveva prestato la giacca perché Stiles aveva freddo. O forse al loro primo bacio, subito dopo che Lydia aveva fatto ritrasformare il kanima in Jackson, le labbra screpolate di Derek contro le sue che lo zittivano proprio nel bel mezzo del suo discorso “te lo avevo detto che non era Lydia”. Stiles ricordava di aver pensato al fatto che lui non sapeva assolutamente come si faceva a baciare e aveva avuto un attimo di panico ma poi si era subito calmato a sentire il corpo di Derek così vicino al suo e gli aveva messo le braccia intorno al collo, cercando di ricambiare come meglio poteva. Aveva pensato che nulla, da quel momento, sarebbe andato storto, perché c’era Derek e lui aveva Derek. Si era lasciato baciare per troppo poco tempo, o almeno, così pensava a posteriori. O forse aveva pensato a quando restava a dormire di nascosto da Stiles, quando erano sdraiati insieme nel letto uno di fronte all’altro, perché Derek non era tipo da abbracci, e si guardavano senza dire nulla anche per ore intere, dandosi solo ogni tanto qualche bacio.
A qualunque cosa Derek avesse pensato, però, non importava, perché in quel momento ogni singolo dettaglio di quello che era successo fra loro si palesava nella mente di Stiles, che premette il viso contro il cuscino di Cora, sperando che quei ricordi andassero via.
 
 
*
 
 
Stiles aveva perso l’equilibrio. Era sempre stata Malia a dirgli quello che era, chi amava, che cosa doveva fare. Era il suo ragazzo, era innamorato di lei e doveva volerle bene. Ora che lei veniva meno, era tutto un casino. Era tutto Derek e quindi tutto sbagliato. Non aveva voluto alzarsi, quella mattina, si era imbacuccato nel letto di Cora fingendo di stare male e nessuno lo aveva disturbato fino alle cinque, grazie al cielo. Così aveva potuto pensare, sentirsi perso, persino versare qualche lacrima. Lui aveva bisogno di Malia tanto quanto aveva bisogno di certezze e rassicurazione. Malia era la sua ancora e Derek il mare aperto che lo aveva quasi fatto affogare e senza di lei si sentiva in balia delle onde. Perché Derek era ovunque.
Paradossalmente fu proprio lui a tirargli via le coperte di dosso e a guardarlo, sprezzante.
- E così, questa è la tua reazione? – domandò, alzando un sopracciglio, - una ragazzina ti lascia e sei qui rintanato. Cazzo, Stiles, neanche per il nogitsune …
- Non dire parolacce, - lo rimproverò mormorando.
- Non starò qui a compatirti. Non eri davvero innamorato di Malia e se lo so io lo sai anche tu.
Fu come se Derek avesse fatto scattare qualcosa. Certo, Stiles sapeva nonostante tutto che lei non era quel tipo di amore, ma sentirselo sbattere in faccia con tanta presunzione fu troppo. Si mise a sedere.
- Tu sai sempre tutto, vero? – disse sprezzante.
- Di te, sì.
Derek si alzò in piedi. Era vestito, jeans neri e maglietta bianca, capelli puliti e sguardo truce. Sembrava incombere su di lui come i primi tempi che si erano conosciuti e lo guardava con uno sguardo da predatore.
- Non è vero. Non ti è mai importato.
Anche Stiles si alzò, mettendosi al centro della stanza e lo guardò con gli occhi carichi di rancore.
Lui c’era, quando Derek se ne era andato. C’era quando gli aveva detto che non lo amava. C’era quando Derek lo aveva rimpiazzato con Jennifer e lui aveva fatto finta di nulla.
- E da cosa lo giudichi? Dal fatto che ti abbia detto la verità? Io non ti amavo, Stiles, andiamo. Neanche tu amavi me. Ci piacevamo.
- Perché ti ho lasciato prima che mi succedesse! – gli urlò contro, - tu non sai amare! Lo sai benissimo!
Derek lo prese per un braccio: - A me importava. Non ti ho detto due cavolo di parole, ma io c’ero, ci sono. Ogni cazzo di secondo. Io. Non lei. Lei ti avrà anche detto cose sdolcinate, ti avrà coccolato, ma quello che c’è, che c’è sempre sono stato io.
Derek gli lasciò il braccio e camminò in cerchio attorno a lui, mentre Stiles veniva sommerso dalla verità. Derek non mentiva: lui c’era. Aveva combattuto per lui quando era posseduto, lo aveva protetto, gli aveva salvato la vita. C’era stato persino per la storia di suo padre e addirittura in quel momento lui era lì. Derek era presente, dolorosamente.
- Tu mi hai spezzato il cuore! – urlò.
- Io? Tu hai spezzato il mio! Tu mi hai detto che o provavo quello che volevi tu o era finita, io ho scelto di essere onesto e tu …
- Io volevo una bugia! – Stiles non resistette e lo colpì in pieno viso e Derek incassò il colpo, - avrei accettato una bugia, qualunque cosa ma …
- Ma – Derek bloccò l’altro pugno che Stiles stava per dargli con una mano, - ma io dico la verità. Io te la sbatto in faccia. Tu ignori i problemi, tu scappi dalle situazioni, vuoi che tutto sia arcobaleni e unicorni ma sai una cosa? Sei solo debole. Non puoi pretendere di essere felice con la prima persona che passa e ti dà un po’ di affetto. Tu l’amore lo pretendi. Non funziona così.
- Piantala! Non sai niente! – urlò Stiles cercando di spingerlo a terra ma Derek rimase saldo sulle gambe.
- Io so.
- Tu non ami Braeden, - replicò, - anche io so qualcosa di te.
- Sono stato innamorato, - lo liquidò Derek, - ora non so. Ma so cosa vuol dire amare davvero. Amare qualcuno significa essere feriti, perché sai una cosa? Ogni tanto siamo tutti teste di cazzo e ci comportiamo come tali. Amare qualcuno vuol dire metterlo davanti a tutto, all’orgoglio, ai nostri interessi, alla nostra paura. Amare qualcuno vuol dire scendere continuamente a compromessi con se stessi e con lui. Perché quando arrivi al punto di amare una persona, arrivi a vederla completamente. Vedi le debolezze, ma soprattutto i difetti, il lato crudele e ti va bene. Perché non ti serve qualcuno di idealizzato, ti serve qualcuno da amare sul serio. Non è facile. Fa male, fa schifo. Ma lo facciamo perché, cazzo, una volta, dopo tutte le difficoltà, i casini, le litigate, nonostante tutto questo, prima o poi si trova una cavolo di persona che ci rende schifosamente felici. Che fa sembrare tutte queste cose nulla. Qualcuno che vale la pena.
- E per te non ero io, - ringhiò Stiles, - parli tanto, ma poi non hai mai …
Derek lo colpì e fece dannatamente male. Stiles finì in ginocchio sul pavimento, perdendo sangue dal naso.
- Tu vuoi essere scelto. Tu hai costantemente bisogno di approvazione, di vivere il tuo dramma personale. Prima con tuo padre, adesso con Malia, sei una cazzo di drama queen. Lo Stiles che a … ammiro è quello che invece non perde tempo. È l’umano che va contro un branco di alpha con una mazza da baseball, quello che inventa piani assurdi per far lasciare suo padre e Natalie. Non questo qui. Non quello che piagnucolava nel bosco implorandomi di amarlo. L’amore non è farsi scegliere, l’amore è scegliere. Scegliersi a vicenda.
- E tu allora?! – esclamò Stiles, mettendosi in piedi, - tu che hai perso i poteri e ora ti schiaffi sul divano senza neanche le palle di reagire, ingozzandoti di cibo e facendoti la prima che passa tanto per? Tu osi farmi questi discorsi? Il Derek di cui mi sono innamorato era quello che era forte, andava avanti da solo, le provava tutte, quello che ha provato a far fuori un branco di alpha con un branco disastrato. Non questo.
Stiles si accorse dopo di aver usato il presente, ma non era quello il punto. Il punto era che Derek per un secondo tacque, colpito dalle sue parole. Abbassò lo sguardo, come si vergognasse e poi mormorò qualcosa pianissimo. Qualcosa che somigliava a “questo è lo Stiles che amo” ma poteva benissimo essere solo immaginazione. Dopo però alzò gli occhi e sorrise e Stiles perse un battito.
- Sai che ti dice lo Stiles che va contro un branco di alpha con una mazza da baseball? – domandò, ghignando, - ti dice che io e te adesso andiamo a sbronzarci.
Derek lo guardò aggrottando le sopracciglia.
- Ci ubriachiamo. Non vale la pena stare sul divano a fare le vittime, no? Quindi si fa festa. Ti piace la birra?
-Cazzo, sì, - disse Derek, osservandolo soddisfatto.


 
 
*
 

 
Il problema era che, evidentemente, qualcosa era andato storto perché Stiles si era ritrovato in una radura, mezzo nudo, con Derek altrettanto svestito appolpato a lui come una piovra assassina.
- Stiles, ho freddo, - biascicò Derek.
- Ti darei dei vestiti, ma ho la dolorosa sensazione di essere in mutande, - borbottò Stiles, mentre il cielo girava vorticosamente su di lui.
- Ma io non voglio i vestiti, io voglio un abbraccio! Perché nessuno mi abbraccia, Stiles? Eppure io vado in giro e dico che ho freddo a le gente non mi abbraccia mai perché mi prendono tutti per uno stalker maniaco? Io ho bisogno di tanto amore! E guardo ancora Dora l’esploratrice e mi alzo sempre in piedi quando dice di farlo e però nessuno mi abbraccia quando dico che ho freddo, perché?
Stiles in quel momento aveva solo due certezze.
Prima certezza: era in mutande, in un prato, il cielo stava per cadere e Derek lo stava abbracciando.
Seconda certezza: Derek era ubriaco marcio e puzzava di vodka che manco un soldato sovietico e Stiles, a giudicare dal punto uno, stava peggio di lui.
- Derek, sei ubriaco.
- E tu sei molto sexy, - disse Derek con voce impastata e gli leccò la faccia.
- Non leccarmi, - riuscì appena a mormorare Stiles.
Derek premette forte il viso contro il suo collo e disse: - Però io ti ho lasciato fare tutto, prima. È stato carino.
Stiles ebbe un orrendo sospetto di cosa due uomini mezzi nudi  e ubriachi marci avevano potuto fare insieme di carino ma cercò di  non pensarci e concentrarsi su Derek che lo stava praticamente soffocando in una stretta degna di un boa constrictor.
- Derek, come siamo finiti qui? – domandò, cercando di ragionare e non pensare alle meraviglie che avrebbe potuto fare con Derek per non fargli sentire freddo.
- Mh, - mormorò Derek, leccandogli una guancia, - lo hai detto tu. Hai visto che ero triste e siamo venuti qui per tirarmi su di morale.
Okay, lo aveva stuprato.
- Derek, - disse, cercando di ignorare il mondo che girava e la nausea, - guardami.
Si mise dritto e tirò su Derek con sé e dato che sembrava instabile lo tenne su per le spalle.
- Derek, devo chiederti una cosa.
- Sì, - biascicò Derek, - anche io voglio sposarti e avere tanti bambini, e tanti gattini, soprattutto i gattini …
Ah, beh, Derek doveva essersi bevuto anche il cervello. I gattini. E comunque, i matrimoni gay non erano legali.
- Derek, ho provato a farti cose strane? Tipo, ti ho stuprato?
Forse non era l’approccio giusto, ma Stiles era troppo ubriaco per pensare ad avere più tatto.
Derek sembrò rifletterci su: - No, non credo.
Beh, l’importante era che fosse sicuro ma che diamine, come fai a non ricordarti se qualcuno ti ha aggredito e strappato i pantaloni di dosso?
- Come non credi, Derek, sì o no!
- Non lo so, è tutto così confuso …
- Derek! Smetti di leccarmi la spalla!
Derek sembrò deluso e iniziò a masticarla. Allora era proprio senza speranza.
- Derek, cosa abbiamo fatto in questa cavolo di radura? – biascicò Stiles, cercando disperatamente di frenare il mal di testa, i sensi di colpa e la voglia di violentare Derek.
- Io ho vomitato, - annunciò Derek, fiero.
- Che cosa emozionante, - borbottò Stiles, mentre Derek continuava a masticarlo con entusiasmo, - che altro?
- Uhm, boh, parlato … io ti ho leccato … mi piace tanto leccarti, sai di mojito.
Stiles cercò di capire perché Derek ubriaco avesse una fissa assurda con il leccarlo, ma in fondo non era così male.
- Bene, confermato che il tuo onore è intatto, dov’è la macchina? – mormorò, cercando di restare lucido.
- Fuori dal bosco, ma io voglio le coccole! – esclamò Derek lagnosamente, appiccicandosi ancora di più a lui.
- Derek, ti prometto che quando e se arriveremo vivi al loft ti farò tantissime coccole.
E probabilmente lascerò che l’alcool mi annebbi totalmente e ti stuprerò approfittando del fatto che non capisci nemmeno chi sei e passerò il resto della vita a scappare da te che quando tornerai sano e capirai quello che ho fatto mi vorrai morto.
Stiles decise che qualcosa – anche se non era spogliare Derek e fargli cose innominabili – andava fatto e quindi, a fatica e barcollando si alzò in piedi e dopo un paio di tentativi nonostante avesse Derek il koala appiccicato addosso riuscì a mettersi dritto.
- Forza, ex lupo cattivo, andiamo alla macchina, - borbottò, anche se non aveva idea di dove fosse, - ti ricordi dov’è?
Derek annuì e indicò una direzione: - Di là.
Stiles sapeva che non doveva fidarsi in un ubriaco ma era l’unica opzione possibile e in fondo, molto in fondo, lui si fidava di Derek. E quindi, barcollando e trascinandosi dietro un ex licantropo ubriaco fradicio che aveva iniziato a cantare a squarciagola la sigla di qualche strano cartone animato, si avviò nella direzione indicatagli. Naturalmente, il primo problema si presentò dopo appena due passi.
- Stiles, - biascicò Derek, - ho la nausea.
 - Oh, Derek, perché? – mormorò, disgustato, - non potevi restare un licantropo? Guai a te se solo …
Stiles si distrasse un attimo e smise di sostenerlo e Derek, che stava evidentemente peggio di lui, perse l’equilibrio e cadde lungo disteso sull’erba, cercò di aggrapparsi a Stiles ma l’unico effetto che ottenne fu far cadere anche lui.
Stiles stava per bestemmiargli contro dato che aveva sbattuto la testa contro il suo inutile e ingombrante petto, quando Derek parlò: - La luna è bellissima stasera. È la seconda  cosa più bella che abbia mai visto.
- E la prima quale sarebbe? A giudicare dal tuo odore, la vodka.
Derek scosse la testa.
- Sei tu.
E il cuore di Stiles partì definitivamente per la tangente mentre lui proprio lì, sdraiato sul petto di Derek che vaneggiava sulle stelle e sulla luna, capì tutto, forse per via dell’alcool, forse perché non aveva più Malia a cui pensare o forse tutte e due le cose insieme.
Sospirò, si tirò in piedi e aiutò Derek ad alzarsi, cercando di condurlo alla macchina e di non barcollare troppo.
C’erano solo due verità incontrovertibili in quel momento: lui e Derek erano ubriachi fradici, avevano fatto chissà cosa e mancava loro una quantità imbarazzante di vestiti e probabilmente Derek gli stava per vomitare sulle scarpe e a Stiles non importava un accidenti di tutto ciò, perché l’altra incontrovertibile verità era che lui era completamente, totalmente, disperatamente, profondamente innamorato di Derek Hale.





 
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LO SO LO SO DEVO CHIAMARE GORGIA E FARGLI SCRIVERE L'APOLOGIA DI RON E CHIEDO UMILMENTE PERDONO MA: 
- ho tantissimo da studiare, roba che non immaginate neanche e con le attività extrascolastiche esco scema.
- mio padre mi aveva anche sequestrato il pc çç
Comunque, so di essere in ritardo e che mi odierete ma finalmente sono riuscita a postare questo capitolo, complice la febbre. E quindi, ammetto dolorosamente che gli aggiornamenti saranno più lenti, dato che ho pochissimo tempo e energia per stare al pc, ma continueranno ad esserci e all'inizio lascerò un riassuntino molto stile Shameless così saprete più o meno che è successo çç mi scuso ancora çç
anyways mi impongo di non parlarvi di esattamente QUANTI compiti ho perché è roba da film horror e vorrei davvero raccontarvi delle cose belle che mi sono successe o stanno per succedre ma ho troppo studio anche per pensarci. No, beh, in realtà sono abbastanza felice ma sono stanca e ho pure la febbre çç voglio disperatamente il ponte di Halloween e Halloween perché ADORO Halloween e adoro anche che la prossima settimana uscirà il nuovo cd di Taylor Swift.Adoro di meno che ci sia anche il compito di latino ma who cares.
Sto LETTERALMENTE crollando dal sonno, quindi vi lascio con un ringraziamento speciale a Illunis e 24maggio2011 per le loro dolcissime recensioni (non mi prendo la responsabilità dei deliri nelle risposte ho 38.5 di febbre ahahah) vi lascio lo spoiler e corro a dormire o muoio, adios <3


Spoiler: "- Oh mio dio, l’ho stuprato davvero.
- Fidati, una scopata gli farebbe solo bene, insomma, parlava di tatuarsi Hamtaro sul petto, almeno così l’hai tenuto impegnato.
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Capitolo 11
*** Da quando l'opportunismo è sexy? ***


That's what you missed on STF (by Cora Hale): ma come può una persona essere così sfigata da avere la febbre per quesi tre settimane?! Ma io non lo so, che autrice sfigata ... comunque, ecco cosa vi siete persi: Stiles dopo che suo padre gli ha detto che esce con la madre di Lydia, ora vive da me e Derek ed è totalmente innamorato di lui, anche se non lo ammette. E Derek naturalmente ricambia, anche se non lo ammette e gioca a fare l'etero con quella vacca di Braeden. Grazie al cielo Malia ha appena mollato Stiles, che è andato a ubriacarsi insieme a Derek e a quanto pare fra i due sono successe cose misteriose che confermano la mia teoria secondo cui Derek è gay! Certo che sei gay. No, non bisex, voglio che tu sia gay, così Braeden se ne va. Come sarebbe a dire no? Ehi, DEREK!



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*
 

Da quando l'opportunismo è sexy?


 
Stiles si risvegliò in un letto e, nonostante il mal di testa feroce, sorrise stringendo le lenzuola: era stato solo un sogno, un orribile e orrendo incubo. Aveva sognato di essere lasciato da Malia, di aver stuprato Derek in una radura dopo essersi ubriacato e di aver capito di essere innamorato di lui ma, grazie a Dio, era solo un orrendo incubo. Sorrise e decise di alzarsi per prendere un’aspirina, abbandonando il confortevole petto di Derek a malincuore.
Un momento.
Stiles alzò lo sguardo e vide che sì, quello era effettivamente un letto, ma era di Derek e attualmente ospitava Derek, addormentato incollato a lui e dall’aria dolorosamente svestita, delle bottiglie dal contenuto sicuramente alcolico, un orso di pezza, una scarpa, una confezione di caramelle mou e un gatto. Stiles stuzzicò l’animale con un piede, terrorizzato che Derek lo avesse ucciso – ricordava vagamente di averlo sentito parlare di gattini e in fondo Derek era sempre stato un po’ psicopatico – ma il micino miagolò infastidito. Beh, almeno era vivo e Stiles poteva occuparsi dell’altro animale che dormiva in quel letto. Ex animale.
Innanzitutto: come diavolo erano arrivati lì? Nel suo ultimo ricordo guardavano le stelle nel bosco e non voleva sapere di quante morti era stato responsabile alla guida della jeep nelle condizioni in cui era la sera prima. E soprattutto, cosa diavolo ci faceva lui ancora nel letto di Derek? Controllò rapidamente quello che aveva addosso e ringraziò di avere ancora i boxer, anche se mettere quelli di Snoopy non era stata una genialata, Derek se avesse avuto memoria lo avrebbe preso in giro a vita. Beh, almeno non lo aveva stuprato. Insomma, non che gli sarebbe dispiaciuto ma avrebbe gradito aver memoria della cosa. E anche non avere un mal di testa così allucinante.
Riuscì a districarsi dall’abbraccio – presa omicida di Derek, che mugugnò nel sonno senza svegliarsi e dopo avergli fatto una carezza sui capelli perché in fondo qualunque cosa fosse successa la notte prima era sempre innamorato di lui – punto su cui sarebbe tornato quando gli sarebbe passato il mal di testa – e dato un bacino sulla guancia, si trascinò in cucina alla ricerca di acqua. Stava giusto bevendo direttamente dalla bottiglia quando sentì una voce trionfante dietro di lui dire allegramente: - Notte brava con mio fratello, eh?
A Stiles andò di traverso l’acqua.
- Non l’ho mai visto arrampicarsi su qualcuno in quel modo, né masticarlo così tanto. Era proprio preso.
Stiles ebbe un vago ricordo di sé stesso che trascinava Derek, decisamente non collaborativo e intento a mangiargli una guancia, dentro il loft, il che sarebbe stato anche rassicurante se il suo ricordo successivo non fosse stato di loro due a letto con Stiles che gli accarezzava libidinosamente gli addominali.
- Esattamente, - mormorò, - cosa …?
- Siete arrivati ubriachi e mezzi nudi, mio fratello ha iniziato a delirare sulle tende e tu lo hai trascinato a letto.
- Oh mio dio, l’ho stuprato davvero.
- Fidati, una scopata gli farebbe solo bene, insomma, parlava di tatuarsi Hamtaro sul petto, almeno così l’hai tenuto impegnato.
Beh, giusto, forse visto da quella prospettiva non era così male. Magari Derek non lo avrebbe proprio ucciso si sarebbe limitato a renderlo paraplegico per il resto della vita.
- Che avete fatto ieri notte? E soprattutto, dove sono i vostri vestiti? – domandò Cora, squadrandolo.
Stiles si prese la testa fra le mani, fra il dopo sbornia e l’idea di aver stuprato Derek – e di non avere un accidenti di ricordo – gli stava per scoppiare.
- Non mi ricordo, - mormorò.
- Ottimo! Dici che appena torna Braeden posso farle fare le valigie e chiamarti fratellino? – cinguettò Cora.
- Dico che prima dovrai impedire a Derek di spezzarmi ogni singolo osso del corpo.
Quasi l’avesse evocato, in quel momento si sentì un tonfo proveniente dalla camera da letto seguito da una sequela di bestemmie che avrebbero fatto morire di infarto qualunque religioso nel raggio di chilometri.
- Derek! – esclamò Cora e corse nella stanza del fratello seguita da Stiles, che aveva deciso, per amore – concetto su cui era essenziale ritornare, ma magari non quando Derek era in punto di morte – di vedere come se la passava il suo compagno di bevute.
Derek era a terra, incazzato nero e appena lo vide si imbufalì e cercò di alzarsi, probabilmente per strangolarlo, ma sbatté la testa contro lo spigolo del comodino. E giù altre bestemmie mentre Cora lo riportava a letto e arricciava il naso a sentire il suo odore, che era già disgustoso per un umano e probabilmente per un licantropo equivaleva al farsi una passeggiata in una discarica.
- Der, stai calmo, hai i postumi …
- Cora, LO DEVO AMMAZZARE, LASCIAMI UCCIDERLO TI PREGO, PULISCO IO IL SANGUE! Oh, miseriaccia, che mal di testa perché parlo così forte … - replicò Derek, accasciandosi poi sul cuscino.
Ah, beh, in fondo c’era un lato positivo in tutto ciò. Stiles era stata la prima persona a cui Derek aveva pensato da sveglio.
Per ucciderlo, certo, ma era trascurabile.


 
 

 
*

 
 
Mezz’ora dopo, tende rigorosamente tirate nella stanza e un enorme bricco di caffè sul comodino, Derek sembrava finalmente aver desistito dall’uccidere Stiles. Più che altro perché aveva la nausea e un mal di testa tremendo e non riusciva a stare in posizione eretta, ma era un inizio.
- Allora, - domandò Cora, - seduta a fianco del letto di Derek, - ti ricordi che hai combinato?
- Certo che no, ma queste cose sul mio collo non si sono fatte da sole! – ringhiò Derek, mostrando delle chiazze rosse che ricordavano orrendamente dei succhiotti.
Stiles ebbe un orrendo flashback di lui in macchina a cavalcioni sulle gambe di Derek con la bocca incollata al suo collo e deglutì rumorosamente.
Cora gli lanciò un’occhiata eloquente e lui le rivolse un sorriso falsissimo.
- Beh, eravate ubriachi …
- Lo so! Mi ero dimenticato che ora l’alcool mi fa effetto e questo idiota mi ha lasciato andare con chissà chi! Potrei avere qualche malattia adesso, o peggio, un figlio in cantiere da qualche sconosciuta!
Cora lo guardò con aria di sufficienza mentre Stiles si deprimeva: Derek aveva totalmente smesso di trovarlo vagamente attraente, quindi, tanto che pensava che fra loro non sarebbe mai potuto succedere nulla?
Stiles era sicuro che il crack del suo cuore che si rompeva mentre la sua autostima si sbriciolava fosse stato nettamente udibile a tutti.
- Beh, non potrebbe essere successo qualcosa fra te e lui, invece? – buttò lì Cora, - insomma, tu sei bisessuale, eravate ubriachi …?
Derek voltò la testa verso Stiles e lo guardò torvo.
Stiles ebbe un altro flashback, sempre di loro due nella macchina, ma stavolta Stiles era senza maglia e stava cercando di persuadere Derek che dieci gradi erano una temperatura tropicale e che, in fondo, era proprio il caso che si togliesse la maglia anche lui e rivolse a Derek un sorriso esitante.
Derek si strinse nelle spalle dopo ciò e borbottò: - Va beh, almeno so che non ha malattie o non posso ingravidarlo, meglio così. In fondo c’è già stato qualcosa …
Stiles avrebbe davvero voluto rimanerci male come al solito, dato che Derek aveva ancora una volta minimizzato ciò che avevano avuto, ucciso le sue speranze e spezzato il suo cuore ma non ne ebbe il tempo perché venne assordato da Cora che urlò: - COOOOOOOSA?! STAVATE INSIEME E NON ME LO AVETE DETTO?!
- PORCA PUTTANA HO MAL DI TESTA PIANTALA DI URLARE O TI STRAPPO LE CORDE VOCALI! – strillò Derek, poi si ricordò che i rumori forti gli facevano venire il mal di testa e si strinse le tempie con espressione sofferente.
- Okay, - mormorò Cora, - mi contengo. Quindi voi due …?
Rivolse a entrambi un ghigno.
- Non stavamo insieme. Ci siamo baciati un paio di volte e non sono fatti tuoi, - borbottò Stiles, ancora offeso per quello che Derek aveva detto prima.
- Wow, mio fratello ti ha contagiato, - disse esasperata Cora, - quindi, che aspettate a tornare insieme?
Derek e Stiles la guardarono alzando le sopracciglia.
Insomma, non che a Stiles sarebbe dispiaciuto tornare con Derek, in fondo continuava a piacergli – cosa su cui doveva lavorare, ma comunque – ma ne andava del suo amor proprio: non voleva “stare” con qualcuno a cui non piaceva per niente. Ci aveva provato, era andata da schifo, così aveva provato a uscire con altre persone ed era andata ancora più da schifo. La verità era che Derek aveva ragione, aveva preteso e basta, senza fare niente per meritarsi affetto o rispetto. Sapeva che far innamorare Derek sarebbe stato pressoché impossibile ma voleva fare almeno un tentativo, sicuramente non sarebbe tornato con lui, non lo avrebbe nemmeno baciato se non fosse stato sicuro che anche lui sentiva qualcosa. E con sicuro intendeva sentire, con le sue orecchie, Derek Hale dirgli “sono innamorato di te”.
Probabilmente avrebbe fatto prima a arrivare in Alaska a piedi, ma per come era ridotto tanto valeva fare un tentativo, anche se la situazione era disperata.
- Io in teoria ho già qualcuno, cioè, Braeden, abbiamo una … roba, - borbottò Derek.
- Cioè, te la sbatti, mettiamo le cose come stanno, - sentenziò Cora, - ma non conta, non ti piace.
- Non ricominciare, ti prego, ho mal di testa, - sospirò lui.
- Anche io, - si aggiunse Stiles, - prepara altro caffè piuttosto.
- Non ce n’è.
- Vallo a comprare, . ordinò Derek, tirandosi le coperte sulla testa, segno che la conversazione era finita.
Cora lanciò uno sguardo molto eloquente a Stiles, tanto per fargli capire che la conversazione per lei non era affatto conclusa e lo avrebbe torchiato fino a fargli sputare ogni singolo dettaglio di quello che era successo fra lui e Derek nella loro pseudo relazione ed uscì a grandi passi e poco dopo sbatté la porta di ingresso del loft così forte che Derek urlò: - MA CHE CAZZO!
Poi naturalmente si prese la testa fra le mani, dolorante a causa del rumore e della sua stessa voce.
Stiles sarebbe volentieri uscito dalla stanza a metabolizzare gli avvenimenti della sera prima – soprattutto il fatto che era innamorato – ma Derek lo fermò.
- Stiles, - mormorò e naturalmente in un millisecondo lui si ritrovò al suo capezzale.
- Sì?
- Aiutami ad arrivare al divano. C’è il finale di stagione di Game of Thrones e non avrò mai così tanto mal di testa da non guardarlo.
Stiles roteò gli occhi e lo aiutò ma quando erano ormai prossimi al divano suonò il campanello e Derek, probabilmente pensando che fosse Cora che aveva dimenticato le chiavi, approfittando del fatto che riusciva sorprendentemente a camminare solo, aprì la porta e, con sommo orrore suo e di Stiles si trovò di fronte lo sceriffo, decisamente infuriato.


 


 
*
 



 
Probabilmente Stiles sarebbe morto per mano di suo padre, ma evidentemente il destino aveva cambiato idea a metà perché Derek, che aveva due secondi prima un colorito grigiastro e puzzava come una distilleria, si tirò dritto in piedi, petto in fuori e pancia in dentro e disse con la massima tranquillità: - Sì, sceriffo?
- Hai bevuto? – gli domandò il padre di Stiles, guardandolo sospettoso ma Derek resse il suo sguardo.
- Ho preso un vecchio rimedio per la febbre a base di whiskey, ho avuto una pessima nottata, - borbottò e guardò male Stiles.
Lo sceriffo sembrò berla, dato che Derek aveva davvero l’aria febbricitante – e Stiles sapeva che quella non era febbre, ma furia omicida – e si rivolse direttamente al figlio.
- Stiles, cosa hai fatto ieri sera? – domandò, - mi hanno detto che hanno visto una jeep simile alla tua commettere un centinaio di infrazioni, ma non hanno preso la targa e dato che ultimamente …
Oh, cavolo, Stiles era morto. Non solo si era ubriacato, aveva probabilmente stuprato Derek e si era scoperto innamorato di lui, probabilmente aveva anche ucciso qualcuno. Stava per buttarsi ai piedi di suo padre e implorare perdono e raccontargli tutto – okay, quasi, tralasciando la parte in cui cercava di introdursi nei pantaloni di Derek – e accettare la sua punizione quando Derek parlò.
- Non era la sua, - replicò calmissimo, - Stiles è rimasto qui tutta la notte, con me. Cora e Braeden non ci sono e mi è salita tantissimo le febbre e lui si è preso  cura di me.
Lo sceriffo lo squadrò.
- Oppure eravate insieme, - borbottò.
Derek alzò un sopracciglio, sfoggiando la sua miglior espressione da “io non esco con diciassettenni” e poi spinse avanti Stiles, che ringraziò Dio di essersi fatto una doccia e lavato i denti e nonostante il mal di testa martellante guardò suo padre esitante. 
Lo sceriffo non sembrò convinto: - E tu sei davvero sicuro che Derek dice la verità?
- Sicurissimo, - pigolò Stiles.
- Perché dovrei dire una bugia? – domandò Derek, - in fondo, si vede dalla mia faccia che sto male e … - abbassò gli occhi, - non avevo mai avuto la febbre. Non sono abituato a queste cose umane ed aver avuto vicino Stiles è stata una fortuna, Cora non saprebbe da che parte iniziare. Ora che ho perso i poteri …
Probabilmente se li avessero ripresi Derek avrebbe ricevuto un oscar, perché la sua interpretazione era magistrale: non solo il tono di voce, ma anche la gestualità: parlava stringendo i pugni, per mostrarsi frustrato e  alla fine del discorso strinse le labbra, impotente.
Stiles dovette trattenersi dall’applaudire e lo sceriffo sembrò davvero convinto, tanto che abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace, Derek.
Derek alzò le spalle.
- Scusa il fraintendimento, - mormorò ancora lo sceriffo, - Stiles, stasera vieni a cena?
Stiles annuì e venne miracolosamente salvato dal cellulare di suo padre, che rispose subito, congedandosi da loro con un cenno e scendendo le scale.
Appena lo sceriffo sparì dalla loro vista Derek gli crollò su una spalla emettendo gemiti di dolore mentre Stiles, tra lo shock di suo padre e quello di avere l’uomo di cui era innamorato – doveva tornarci su questo – addosso, era rimasto paralizzato.
Derek lo aveva appena difeso, aveva mentito per lui. E adesso si appoggiava a lui, quasi lo abbracciava e questo significava materiale per illudersi per almeno altri due mesi.
Game of thrones non si guarderà da solo, - borbottò Derek.
Stiles, impegnato a non morire di infarto e ringraziando ogni dio esistente che Derek non avesse più il superudito perché era sicuro di avere un migliaio di battiti al secondo, non rispose.
- Stiles, trascinami sul divano, - ringhiò Derek, - poi potrai andare a prendermi del caffè.
- Ma io non voglio prenderti del caffè, non sono il tuo schiavo.
Derek, che evidentemente non stava così male, si rimise dritto e lo guardò negli occhi con un ghigno inquietante. E Stiles capì che Derek Hale le buone azioni non le faceva gratis.



 
 
*

 

 
- Stiles! Portami altro caffè! E i pancakes! – ruggì Derek dal soggiorno, - possibilmente prima della prossima scena Kennash!
Stiles non sapeva chi diavolo fosse “kennash” e non aveva intenzione di scoprirlo, ma anche se avesse voluto, tanto non ne avrebbe avuto il tempo. Aveva trascorso la giornata a fare da babysitter a Derek, facendo cose che includevano il lavargli la schiena nella doccia – momento nel quale era stato quasi sicuro di morire annegato nella sua stessa bava – rammendargli i calzini, stirare, pulire la casa, rifargli il letto, portargli degli spuntini mentre si rincoglioniva davanti alla televisione e sistemargli i cuscini.
Il che, naturalmente, avrebbe fatto desistere dall’essere innamorato di lui chiunque sano di mente, il problema era che Stiles, almeno per sua modesta opinione, sano di mente non lo era del tutto. Perché nonostante Derek lo tirannizzasse in tutti i modi e avesse i calzini più lisi e osceni dell’universo – che Stiles non aveva saputo rammendare, quindi aveva provato a incollarli, - era pur sempre Derek, con quei begli occhioni verdi che teneva incollati allo schermo, l’espressione assorta e le braccia che abbracciavano un cuscino che teneva stretto al petto.
Era meraviglioso, o perlomeno, così la vedeva Stiles. Era bello guardarlo quando lui credeva di essere solo nella stanza, sembrava molto più giovane di quando era in compagnia e cercava di mantenere il suo atteggiamento indisponente.
Stiles, dopo questo pensiero, avrebbe preso a testate il muro. Era sempre così che iniziava con un “Derek non è solo un musone” e il finale gli era ben noto: lui che raccoglieva i pezzi del suo cuore spezzato senza tanti complimenti. Non voleva davvero ricascarci, anche se ormai, era doloroso ammetterlo, c’era dentro fino al collo. In qualche modo c’era qualcosa in Derek, forse il suo modo di muoversi, il suo atteggiamento, di profondamente affascinante per lui. Aveva la convinzione che in qualche modo loro due fossero fatti per stare insieme anche se non avevano praticamente nulla in comune, se non una pseudostoria disastrosa alle spalle, finita più che male.
- Stiles! I pancakes? – ringhiò Derek, riscuotendolo dai suoi pensieri.
- Arrivano, infame schiavista! – urlò Stiles di rimando, sussurrando però le ultime due parole e si mise al lavoro.
Doveva riflettere, mettere in chiaro le cose. Punto primo: Derek gli piaceva. Non aveva mai smesso, nonostante Malia, nonostante la loro rottura, c’era sempre stato lui nella sua testa. E le possibilità erano due: o trovava un modo per estirparlo definitivamente o cercava un modo per fare in modo che Derek lo ricambiasse nel modo giusto. Ovvero, farlo innamorare, il che era praticamente impossibile. Anche se, a quanto sembrava, fra loro almeno l’attrazione fisica era rimasta. Perlomeno, Derek lo aveva masticato tutta la sera, quindi qualcosa avrebbe dovuto significare.
Stiles sistemò i pancakes su un piatto, aggiunse una forchetta e una tazza di caffè e portò la roba a Derek, che afferrò tutto senza nemmeno un grazie  e iniziò a mangiare.
Stiles sospirò e si sedette sul divano, osservando un tizio dire a una tizia che lei era tutto ciò che lui voleva e sentì nettamente Derek emettere un borbottio di approvazione mentre si metteva più comodo sdraiandosi sul divano e quindi anche sul povero Stiles, che si ritrovò le sue gambe addosso.
- Ehi, levati! – gli disse, anche se comunque il contatto fisico non gli dispiaceva affatto.
- Mio divano, mia casa, mie regole, - sentenziò Derek, emettendo un verso disgustato quando un attore biondo comparì sullo schermo.
- Comunque grazie, per mio padre, - buttò lì Stiles.
- Avevo bisogno di qualcuno che mi cucinasse i pancakes, Braeden non sa neanche accendere il gas e Cora non ne parliamo. A parte che dopo ieri sera dovresti passare la vita a ripagarmi.
Stiles ripensò ai pochi e decisamente imbarazzanti flash che aveva di quel momento e deglutì.
- Ricordò quasi tutto. Eravamo … intimi.
Oh cavolo.
- Mi hai masticato e leccato, - gli notificò Stiles, - e hai anche detto che ero bellissimo.
- Si vede che ero ubriaco. Tu mi hai fatto succhiotti sul collo e costretto a spogliarmi e sono assolutamente sicuro che tu abbia tentato di stuprarmi e ti sia addormentato a metà addosso a me.
- COSA?!
- Mi hai trascinato a letto vaneggiando sul fatto che sei single eccetera eccetera dicendo che ci piacevamo ancora eccetera eccetera …
- E perché sono ancora vivo? – domandò Stiles.
- Principalmente perché ho mal di testa e ho fatto anche io cose molto imbarazzanti. E perché stasera voglio le lasagne.
- Non so cucinarle.
- Non ti ho chiesto questo, vai e cucina, su, Cora sta facendo i compiti, non andare a lagnarti da lei, vai.
- Mi stai addosso, - gli ricordò Stiles, - sono bloccato e tu ti sei perso tutta una scena in tv.
- Preferisco guardare te che i Frary, - borbottò Derek, - mi nauseano.
Stiles non aveva idea di chi cavolo fossero questi Frary, ma sentiva già di amarli. E Derek aveva detto che preferiva guardare lui, Derek. Dovette trattenersi dal fare un balletto di gioia.






 
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*musichetta di 1989 come sottofondo* ehiehiehi salve gente! Stasera ero stranamente ispirata quindi tadaaaaaa. Un capitolo inutile. Evviva. No, scherzi a parte, so che succedono poche cose, ma mi serviva una transizione fra questo e i prossimi capitoli, che conterranno:
- la reazione di Scott ai momenti sterek
- una riunione dell'ES
- una scena Stydia(!)
- momenti Stiles/Sceriffo
fino al magico capitolo 14/15 in cui succederà un GRANDE EVENTO che riguarda Derek. Personalmente non vedo l'ora che accada e ho in mente la scena che lo scatenerà e sono tipo asdfghjkjhgf. E dopodomani sarò al Lucca Comics quindi se ci siete e vedete una ragazza vestita da Taissa in American Horror Story Coven CORRETE A SALUTARE, rispondo al nome di Ron e adoro gli abbracci sdfgh. Non ho la febbre da due giorni e festeggio. Btw, prima di correre a dormire, perché sono davvero esausta, ringrazio _Kaya_John Watson, Illunis e 24maggio2011 per le loro dolcissime recensioni, seriamente, vi adoro e mi scuso se posto così random ma non posso fare altrimenti çç voi siete un amore comunque e vi mando un abbraccio a distanza che vi stritoli(?)
Ora vi lascio allo spoiler, ma sappiate che HO INIZIATO TEDESCO e sono esaltatissima. Sapete che scusa lo dicono come Entschuldigung? Che cosa creepy çç
Btw, ancora, vi lascio i miei facebook, twitter e ask così se volete dirmi qualcosa potete contattarmi e sclerare con me bc reasons. Sisi, ora vi lascio lo spoiler ahahahah.


Spoiler:"- E sono lieta di annunciare, - disse, - che Stiles e mio fratello si amano, semplicemente non l'hanno ancora realizzato. Quindi, chi di voi li aiuterà a mettersi insieme? Avanti, su, alzate le mani!
E, se Stiles avesse avuto una vanga, sarebbe stato indeciso se usarla per sotterrarsi o sbatterla ripetutamente sulla testa di Cora."

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Capitolo 12
*** La bella addormentata non ha proprio attrattiva ***


That's what you've missed on STF (by Stiles Stilinski): Io non ho parole per definire Ron, insomma, cosa altro puoi avere da fare di meglio nella vita di Derek Hale? Comunque. Mio padre ha iniziato a farsi di crack e quindi esce con la madre di Lydia e la ritiene una scelta saggia, io sono scappato per protesta a casa di Derek, che è anche un mio ex oltre che un figo della madonna, la mia ragazza mi ha mollato e io mi sono ubriacato con Derek e mi sa che non me lo sono lasciato così tanto alle spalle come credevo, infatti ora lo scopo della mia vita è uccidere Braeden, far tornare il senno a papà e convincere Derek a sposarmi. Oh ciao Braeden, non stavo parlando di Derek, se te lo stavi chiedendo, sai, non lo trovo assolutamente attraente e penso che tu e lui siate una coppia bellissima ... perché hai così tante pistole?!


stf
 
*




La bella addormentata non ha proprio attrattiva




*


 
Stiles aveva passato la domenica a immedesimarsi nell’affascinante ruolo di elfo domestico, così il lunedì mattina si era ritrovato con tre ore di sonno, i compiti non fatti e i capelli unti, in sintesi in condizioni pietose, a preparare la colazione a Derek. Naturalmente questo, a meno che non si ubriacasse, non dormiva e aveva passato tutta la notte a leggere qualcosa sull’ebook reader e Stiles poteva, forse, magari, aver passato il tempo a osservarlo inebetito sperando che lui non se ne accorgesse. In teoria avrebbe dovuto dormire dato che aveva lavorato tutto il giorno cucinando quantità industriali di roba, lavando, stirando, rammendando e pulendo senza sosta. L’unica pausa l’aveva avuta quando Braeden era tornata e lei e Derek erano spariti per un’ora nella stanza di Derek e Cora aveva messo su gli One Direction ma era stato troppo impegnato a deprimersi perché sapeva cosa stava succedendo e a convincersi che no, chiudersi le orecchie nel forno come Dobby non gli avrebbe fatto dimenticare che Derek se ne fregava bellamente di lui e stava facendo cose con quella vacca abnorme. Quindi altro che ora di riposo, si era ritrovato più stanco che mai, tanto che a malapena si reggeva in piedi e doveva ancora imburrare il pane a Derek che non aveva segni di stanchezza, occhiaie a parte, e stava leggendo un libro placidamente.
- Mi fai delle uova? – domandò Braeden entrando in cucina.
- Ma neanche morto, - le ringhiò lui, continuando a imburrare il pane a Derek e, quando finì, gli girò lo zucchero nel caffè.
Braeden lo guardò malissimo e Stiles penso che probabilmente fosse arrivata la sua ora ma lei invece si dirottò su Derek e gli ringhiò addosso: - Ma come ti conci?
Derek era nel suo abituale look casalingo, maglietta lisa e bucata con scritto Winter is coming, boxer grigi e informi e, dato che i suoi capelli iniziavano ad essere lunghi e gli finivano negli occhi, quel giorno si era messo una mollettina di Hello Kitty rosa, probabilmente rubata a Cora, per tenerli lontani dal viso. Braeden gliela tolse  e lo guardò dall’alto in basso.
- Ehi! Ridammela! 
Derek la riprese e la rimise.
- Non hai alcuna credibilità, cosa credi che se ti vedessero gli alpha o dei cacciatori ti prenderebbero sul serio?
- Non ho intenzione di invitarli per il tè, mi vergognerei dato che Stiles lo fa malissimo, - borbottò lui.
- Grazie tante, eh, - mormorò Stiles, - fattelo da solo.
- Non mi va, - replicò Derek e gli indicò i piatti nel lavandino e Stiles lo mandò a quel paese mentalmente, - e comunque mia casa, mie regole, miei capelli e mia mollettina.
- Certo, certo, - borbottò Braeden alzando gli occhi al cielo, rubò un pancake che Stiles aveva fatto con tanto amore e andò a sistemare le sue stupidissime armi mentre Stiles si deprimeva lavando i piatti.
- Quando torni da scuola? – domandò Derek e per poco non gli sfuggì il piatto di mano.
- Quando torna Cora, come sempre, - borbottò Stiles, - alle quattro.
- Vi passo a prendere, così avrai il tempo di prepararmi la cena.
- Che gentile, - replicò Stiles alzando gli occhi al cielo, - che animo nobile.
Si voltò per insultarlo di più ma trovò il viso di Derek a mezzo centimetro dal suo e per poco non gli venne un colpo.
- Ti dispiace? – domandò angelicamente lui, poi si avvicinò ancora, - potresti fare qualcos’altro se non ti va di cucinare.
Era a un soffio dalle sue labbra e Stiles ebbe appena la forza di annuire, aspettandosi un bacio prepotente da un secondo all’altro.
- Lava le finestre del loft.
- COSA?!
- Sei sordo? Voglio che lavi le finestre, sono sporche.
Lo aveva fatto apposta, era palese. Derek aveva capito tutto e se ne stava bellamente approfittando e se Stiles non fosse stato sulla soglia delle lacrime gli avrebbe urlato in faccia che non era giusto: non era lui ad aver scelto di essere innamorato di Derek e non vedeva alcuna ragione perché lui dovesse comportarsi come un bulletto dodicenne approfittando della cosa. Pensava che non fosse abbastanza doverlo vedere sempre con Braeden? Braeden che poteva toccarlo quanto voleva nonostante lei con lui non c’entrasse un bel niente, perché andiamo, cosa sapeva Braeden di Derek? Sapeva che il suo gruppo preferito erano i Paramore, che la sua serie tv preferita era Game of Thrones e che sapeva tutte le battute delle scene di Drogo e Daenerys a memoria, sapeva che Derek leggeva in sei lingue diverse? Stiles era certo di no, lei non lo guardava come lo guardava lui, ma Derek la preferiva. 
- Ci vediamo alle tre, - disse Derek tranquillissimo, facendo per uscire.
-Le quattro, - lo corresse Stiles con un filo di voce e allora Derek si girò e lo guardò dritto negli occhi.
- Esci prima. Passeremo a prendere dopo Cora.
E Stiles, come un perfetto deficiente, sperò di nuovo.





 
*






- Quindi hai finalmente capito che ti piace ancora Derek? – domandò Scott a bassa voce, ignorando le spiegazioni dell’insegnante di matematica.
- Sì, okay, avete vinto, mi piace ancora, non c’è bisogno di usare quel tono, - sibilò Stiles infastidito, - il problema però è lo stesso dell’ anno scorso. Lui non ricambia.
- Avrebbe molto più senso che uscisse con te che non con Braeden, - mormorò Scott, - in fondo vi conoscete meglio e avete molto in comune … tipo me e Kira.
A parte l’infelice paragone finale – Scott aveva la capacità di parlare di Kira anche nelle interrogazioni orali - Stiles era assolutamente d’accordo. Braeden era inutile e obsoleta a suo confronto.
- Sicuramente abbiamo attrazione fisica, sabato mi ha detto che ero bellissimo. Era ubriaco, ma meglio che nulla.
- Mi dispiace non averlo visto, - sussurrò Scott, - ma l’appuntamento con Kira ha avuto la precedenza. Non sono riuscito a chiederle di diventare la mia ragazza ma le ho detto che ha delle belle sopracciglia.
Stiles dubitava fortemente che Kira avesse apprezzato il complimento sulle sue sopracciglia e dubitava ancora di più delle capacità di seduttore di Scott e quindi tacque.
- Era troppo esplicito, secondo te?
- Scott, esplicito era farsi trovare nudo nel suo letto, questo era …
Mentre Stiles si lambiccava nel cercare un sinonimo non offensivo di “deprimente” Scott riprese a parlare.
- Tu come hai intenzione di dirlo a Derek?
- Dirlo a chi, scusa? E soprattutto, cosa?
Scott alzò le spalle:- Beh, che ti piace, no? – disse, - insomma, con Lydia …
- Con Lydia, - precisò Stiles, - è stato un disastro. Sono sicuro che se fossi l’ultimo uomo sulla terra diventerebbe lesbica pur di non stare con me.
- Beh però con Derek prima …
- Però con Derek prima è stato un disastro ancora peggiore, se fosse capitato a Taylor Swift ci avrebbe scritto dieci album comprese le bonus tracks.
Scott sospirò.
- Insomma, ti piace ma non vuoi tornare insieme a lui.
A quelle  parole Stiles non poté fare a meno di immaginare di nuovo di addormentarsi, come una volta, con Derek sdraiato accanto a lui che lo ascoltava respirare in silenzio, con gli occhi che scintillavano nel buio. Deglutì rumorosamente.
- Sì, ma voglio tornarci alle mie regole: voglio che sia davvero innamorato di me, che m rispetti, che mi dica che mi ama e tutto il resto. E niente Braeden.
- Stiles, è impossibile, - lo cassò Scott, - Derek non dirà mai a qualcuno che lo ama. Andiamo. Non penso neanche abbia dei sentimenti.
- Quanto mi conforti. Comunque oggi pomeriggio mi viene a prendere prima a scuola, vuole parlare con me da solo.
- VUOLE PARLARE DA SOLO CON TE?! – urlò Cora dall’altro capo della classe dove era seduta, cosa che naturalmente non le aveva impedito di origliare la conversazione.





 
*



 

 Cora li aveva intercettati fuori dall’aula e li aveva costretti a chiudersi nel bagno delle ragazze, ignorando completamente che il sesso a maggioranza era quello maschile.
- Spiegatemi tutto, - disse, - soprattutto il fatto che tu e Derek avete un appuntamento.
Stiles stava disperatamente cercando di non farsi troppe fantasie su quello che sarebbe successo di lì a poche ore e ciò che aveva detto Cora non contribuì affatto a placarlo, anzi, il suo cervello iniziò a proporgli affascinanti scenari di Derek che lo aspettava fuori da scuola e lo salutava con un bacio appassionato e poi entrambi si dirigevano, mano nella mano, verso un tramonto che alle tre del pomeriggio non avrebbe avuto ragione di esistere, ma evidentemente il suo cervello si era preso anche quella come licenza poetica. Perché Derek Hale non lo avrebbe mai preso per mano, non lo avrebbe mai baciato e soprattutto, non sarebbe mai stato innamorato di lui. Derek non aveva un cuore. Doveva ricordarselo. Tatuarselo, magari, così avrebbe smesso di andargli dietro.
- Ma niente, Derek vuole parlarmi, probabilmente vuole che ritinteggi il loft, - disse sprezzante.
- E per questo si vestirà, prenderà la macchina e consumerà benzina perdendo tempo prezioso che avrebbe potuto passare davanti alle tette di Emilia Clarke?
- E chi è questa?! – esclamò Stiles, con un tono almeno due ottave sopra il normale.
Non bastava Braeden, ora pure questa qui doveva avere contro.
- L’attrice che fa Daenerys in Game of Thrones. 
Naturalmente ormai Emilia era già finita sulla lista nera di Stiles, insieme a Paige – poverina, ma sempre una che aveva attentato a Derek era, - Kate, Jennifer, Braeden e Isaac – Isaac non c’entrava niente con Derek, gli stava sulle palle e basta -.
- Potrebbe volerti chiedere di tornare con lui, - disse Scott e ricevette due occhiate esasperate, - ma che c’è? Ha dimostrato di avere interesse, no?
- Si parla di Derek, - gli ricordò Stiles.
- Mio fratello non “sta insieme” mio fratello ha “cose” con la gente. O perlomeno così le definisce lui. Naturalmente è palese che ami Stiles ma non ha ancora capito bene questi sentimenti.
Stiles avrebbe voluto chiederle se era così palese anche quando Derek stava fra le gambe di Braeden ma lei continuò: - Vorrà fare le solita cosa dell’”ehi mi ispiri, ti infilo la lingua in bocca e vediamo come finisci, se non sei una psicopatica o un darach meglio” perché ha paura di mostrarsi coinvolto da qualcuno.
- Codardo.
- Da piccolo dormiva nella stanza di Laura dopo aver visto It.
Per quanto il lato completamente andato di Stiles avesse iniziato a immaginare quanto bello sarebbe stato far vedere It a Derek e farlo dormire nel suo letto, riuscì ad imporsi di mantenere un contegno. Anche se poi, si sa, una coccola tira l’altra e il film mentale che stava proiettando nella sua testa diventò vietato ai minori.
- Quindi pensi che bacerà Stiles? – domandò Scott, - come l’altra volta? Lo ha baciato appena ci siamo liberati del kanima.
Stiles ripensò al suo primo bacio, a quanto gli era sembrato incredibile che Derek stesse baciando proprio lui. Naturalmente, poi dovette ricordare anche come era andata a finire e strizzò gli occhi per evitare di ricascarci. Non voleva lasciare di nuovo che Derek gli facesse male, ma restava innamorato di lui. L’unica soluzione, come aveva pensato, era far giocare Derek alle sue regole, anche se c’era il rischio che lui non volesse impegnarsi. Anzi, era quasi sicuro.
- Sì, quasi sicuro. A meno che non abbia un piano più grande. Perché ci ho pensato, ma Stiles è diverso dalle altre relazioni che ha avuto. Non ha mai voluto qualcuno indietro.
- Oppure è tutto un film mentale e lui non mi rivuole assolutamente, - commentò amaro Stiles.
- Conosco quell’idiota. Si muove, parla in modo diverso se ci sei tu. Ha sempre un occhio di riguardo per te.
- Nel senso he si diverte particolarmente a tiranneggiarmi?
Cora alzò gli occhi al cielo: - Nel senso che gli importa cosa pensi di lui. 
- Gira per casa conciato come un barbone.
- Ha ripreso a farsi la doccia, - replicò Cora, - e a vivere ogni tanto come un essere umano. Non sottovalutare il potere dell’amore.
Stiles roteò gli occhi, evitando di dire che se quello che aveva dimostrato Derek per Cora era amore sicuramente a lei mancavano delle basi fondamentali, tipo Titanic.





 
*





Alle tre meno cinque, Stiles stava dormendo sul banco. Derek era in piedi sulla prua della nave, con dei capelli biondi assolutamente inqualificabili e lo teneva stretto mentre lui allargava le braccia nel vento.
- Ti fidi di me? – domandò Derek, sporgendosi verso di lui.
Stiles si girò verso di lui e lo baciò lievemente sulle labbra.
- Secondo te?
E poi suonò la campanella e Stiles si ritrovò addormentato in una posizione scomodissima sul banco, con mal di schiena e mal di testa per il pessimo risveglio. E, naturalmente, niente Derek/Leonardo di Caprio, il che in fin dei conti non era così tanto uno svantaggio, dato quanto gli stavano male i capelli biondi.
- Sveglia, - cinguettò Cora, tirandogli un calcio, - la Bestia ti aspetta.
Solo allora Stiles realizzò che cosa stava per succedere e sentì come un peso alla stomaco, insieme a una voglia pazza di scappare il più lontano possibile. Due vocine nella sua testa si contendevano il corso dei suoi pensieri: una, insistentemente, gli ricordava che Derek non aveva un cuore eccetera eccetera, l’altra gli ricordava di quanto era bello stare con Derek, di quanto Dere gli piacesse eccetera eccetera. Il mix era assolutamente letale, tanto che gli ci volle tutta la sua buona volontà per trascinarsi fuori e fu uno degli ultimi.
La cosa naturalmente non fu minimamente gradita da Derek, che lo aspettava con aria seccata appoggiato alla sua auto.
- Sgrunt, - ringhiò a mo’ di saluto, facendogli cenno di salire in auto.
Stiles non potè fare a meno di notare che per l’occasione Derek aveva fatto la doccia e si era messo abiti socialmente accettabili, ma la cosa ebbe anche il deleterio effetto di fargli accelerare il cuore a duemila.
- Perché volevi vedermi? – domandò Stiles tanto per evitare di concentrarsi su quanto bello fosse Derek.
- Volevo un consiglio su che fiori comprare a Braeden per il suo compleanno.
Stiles valutò seriamente se buttarsi dalla macchina. Aveva la sensazione che sarebbe stato meno doloroso che vedere Derek innamorato di Braeden.
- Era una battuta, - borbottò Derek, che probabilmente si era reso conto dei suoi istinti suicidi.
Stiles riprese a respirare e avrebbe giurato di aver sentito un risolino da parte di quel grosso e malefico ex lupo pulciso.
- Beh, dovresti lavorare sul tuo sarcasmo.
Derek passò col rosso senza rispondere.
- E sul codice della strada, sai col rosso dovresti fermarti …
- Ti impicco con la cintura di sicurezza.
Stiles tacque e ci fu un minuto imbarazzante di silenzio in cui cercò di non pensare a quanto Derek fosse splendido di profilo. Tentativo vano.
- Voglio che tu torni a casa tua.
Derek Hale non conosceva un modo delicato di dire le cose. Derek Hale le diceva e basta e probabilmente questo era anche un lato positivo, se non eri innamorato perso di lui e lui non si sognava neanche di ricambiare. Se avevi questa sfortuna, parlare con Derek era più o meno l’equivalente di schiantarsi contro un tir alla guida di un motorino.
- Perché? – riuscì appena a mormorare Stiles, rivalutando l’idea di lanciarsi dall’auto.
- Perché ci saranno casini. 
- Posso darti una mano, - provò, disperato, - sai me la sono cavata piuttosto bene e ti ho salvato la vita mille volte e …
- No. Domani vai via.
Se in quel momento Stiles avesse potuto sotterrarsi, sparire dalla faccia della terra, lo avrebbe fatto. Ma fu un solo momento, perché Derek gli appoggiò distrattamente una mano sul ginocchio e la lasciò lì, spostandola solo per cambiare le marce.
Il cuore di Stiles partì a mille, si sentì avvampare e immediatamente sentì l’impulso di stringere la mano di Derek fra le sue ma si trattenne. Da una parte, Derek era sempre stato bravissimo a fare il “di te non mi frega niente ma” e a dargli false speranze, dall’altra non riusciva a vederlo soltanto come il tizio cattivo che lo aveva illuso, per lui era come se ci fosse sempre di più oltre a quello che Derek lasciava trapelare.
Probabilmente, se Derek non avesse inchiodato, Stiles gli avrebbe confessato tutto quello che provava. In fondo lo aveva già fatto una volta e peggio di quella non poteva sicuramente andare. Ma quando si girò verso di lui sorpreso dalla frenata improvvisa lo vide terrorizzato e si ammutolì.






 
*
 


L’abitazione di fronte a loro era in fiamme. Stiles non aveva mai creduto che gli incendi potessero avere tali proporzioni al di fuori dei film ma la casa stava letteralmente bruciando dal tetto alle fondamenta. Un camion dei vigili del fuoco era parcheggiato lì di fronte e un sacco di gente si era radunata. Qualcuno piangeva. Un rumore di sirene precedette l’arrivo di un’ambulanza da cui uscirono dei medici di corsa. Un respiro accelerato.
Stiles, che prima non riusciva a staccare gli occhi dalla scena, si voltò verso Derek e lo vide cadaverico, che cercava di regolarizzare il respiro. Era scosso da brividi ma tentava di sembrare calmo e fissava dritto davanti a sé terrorizzato.
- Derek … - mormorò Stiles, sentendo la sua mano stringergli forte il ginocchio, - andiamo via?
Derek scosse la testa e rimase a guardare.
Un ragazzino in divisa da baseball arrivò davanti alla casa e iniziò a urlare così forte che a Stiles facevano male i timpani anche da dentro la macchina. Un medico corse da lui e cercò di calmarlo, ma lui urlava imperterrito, chiamando sua madre e cercando di correre verso la casa in fiamme. 
Derek fissava tutto in silenzio, con gli occhi sgranati, quasi senza sbattere le palpebre, con una costanza quasi febbrile. Stiles cercò di stringergli la mano ma lui lo allontanò, continuando a guardare fisso la tragedia.
Stiles sapeva che stava rivivendo l’incendio a casa Hale, che si rivedeva in quel bambino, poteva immaginare in minima parte il dolore che gli procurava e perché allo stesso tempo non potesse evitare di guardare. Avrebbe voluto girare la macchina e portarlo via, avrebbe voluto che la cosa che stava venendo a Derek non somigliasse così tanto ad un attacco di panico e avrebbe voluto tenerlo abbracciato finché non si fosse sentito al sicuro.
- Derek, - riprovò, - andiamo, guido io.
Derek scosse ancora la testa.
Stiles aveva paura di toccarlo, ma si sentiva male ad averlo vicino in quelle condizioni senza poterlo aiutare e strinse i pugni fino a farsi male con le unghie.
L’incendio sembrava indomabile, arrivò una seconda autopompa e la gente venne mandata via, arrivò anche la polizia e Stiles pregò che li cacciassero, ma erano troppo lontani e vennero ignorati.
Derek sembrava come ipnotizzato. Le mani gli tremavano leggermente e Stiles dovette sforzarsi per non stringerle fra le sue, al contrario gli sfiorò una spalla timidamente e lo sentì avvicinarsi al suo tocco quasi involontariamente, mentre per la prima volta distoglieva gli occhi dalla scena per guardarlo. Lo sguardo che ricevette era pieno di terrore. Naturalmente, Derek stava cercando di fare finta di nulla, ma per una volta non ci riusciva. Probabilmente non sapeva neanche che cosa gli stesse succedendo.
- Derek, - ripeté Stiles, - stai male.
Non era una domanda, come anche Derek capì e dilatò ancora di più le pupille senza dire nulla, continuando ad ansimare.
Arrivò un’altra ambulanza e il progresso minimo che avevano fatto sembrò svanire, perché Derek si voltò di nuovo verso la scena, ma Stiles non ce la faceva più. Gli girò il volto in modo che guardasse lui e gli disse: - Respira. 
L’espressione di Derek si incrinò leggermente, ma per lui fu sufficiente: non poteva.
- Sì, Derek, puoi respirare. Andiamo via da qui. Starai meglio all’aria aperta.
Non gli lasciò il tempo di replicare e uscì dall’auto, fece il giro per aprirgli la portiera e tirarlo fuori quasi di peso e, sostenendolo, lo obbligò ad andare più lontano che riuscivano. Derek continuava a voltarsi indietro e ogni volta che succedeva rabbrividiva e continuò a farlo finché la casa non sparì dalla loro vista.




 
*


 

Trovarono un piccolo parco poco distante e anche se ormai il respiro di Derek era quasi regolare Stiles insistette nel farlo sdraiare sull’erba e in qualche modo che non avrebbe saputo dire si ritrovò la testa di Derek appoggiata sul suo grembo. Lui teneva gli occhi chiusi, probabilmente impegnato a respirare e Stiles aveva iniziato come per caso ad accarezzargli i capelli. 
- Non è successo, - borbottò Derek.
- Oh, vedo che stai meglio, sei tornato acido, - replicò Stiles, anche se segretamente era sollevato.
- Ti ammazzo.
- Bel ringraziamento per averti fatto da cuscino, - gli rinfacciò e per un attimo gli venne quasi voglia di dargli un bacio ma poi si rese conto che preferiva vivere.
- Sei scomodo tanto.
- Allora alzati, - sospirò Stiles.
- No.
Stiles si sarebbe messo a ballare e cantare di gioia, ma questo avrebbe interrotto il contatto fisico con Derek e, beh, non aveva un contatto fisico decente con lui dall’ultima volta che avevano pomiciato quindi una vita prima. E, senza nulla togliere a Malia, Derek Hale era tutta un’altra cosa. Stiles rimase ad osservarlo qualche secondo: in genere non poteva mai contemplarlo a lungo, Derek si infastidiva anche quando stavano più o meno insieme, ma notò comunque quanto sembrasse pallido e sciupato. Sospirò e riprese ad accarezzargli i capelli ma non fece tempo a scostargli una ciocca dal viso che Derek cercò di farlo smettere con la mano e in qualche modo si ritrovarono con le dita intrecciate e con il massimo stupore di Stiles, la cosa durò qualche minuto. Stava giusto pensando a che colore scegliere per gli inviti delle nozze - Derek Hale che lo teneva per mano voleva dire Derek Hale che lo amava appassionatamente - quando la stretta si sciolse e Derek si girò su un fianco e si addormentò come se niente fosse sul suo grembo.
Stiles smise quasi di respirare  per evitare di svegliarlo e rimase un tempo indefinito a osservare il modo in cui i capelli gli coprivano a metà l'orecchio, a studiare la curva del suo collo e a sospirare per il respiro di Derek sulla maglietta e quasi gli scappava un sorriso ogni volta che lo sentiva così calmo e regolare.
Pensò che Derek, quando dormiva, sembrava davvero piccolo, quasi più di lui. I tratti gli si addolcivano, l'espressione diventava da imbronciata a tenera, completamente abbandonata nel sonno. Ogni sua difesa nel sonno svaniva e Stiles ebbe come l'impressione di capire perché aveva smesso di dormire e detestava dormire con gli altri: era qualcosa di privato, intimo, qualcosa che una persona chiusa come lui non avrebbe mai condiviso, perché Derek non si fidava mai, aveva sempre paura e i sensi all'erta, pronto a fuggire davanti al pericolo. E il fatto che a quanto pareva il suo inconscio lo faceva sentire al sicuro soltanto fra le braccia di un umano gracile e decisamente incapace a difendersi, figurarsi a difendere lui, era abbastanza ossimorico, ma in qualche modo aveva una logica e Stiles cercò di non pensare troppo al perché tutto ciò potesse avere un senso, mentre lo coccolava attento a non svegliarlo.







 
*






Derek si svegliò dopo tre ore durante le quali Stiles, malgrado avesse scoperto che Derek gli piaceva di più ogni secondo che era rimasto addormentato sulle ginocchia, aveva pensato più volte di morire. Non era assolutamente come nei libri in cui vegliare qualcuno che si amava sembrava una scampagnata: Derek era diventato pesante dopo pochissimo, poi aveva iniziato ad aggrapparsi alla sua maglietta borbottando, poi a Stiles era venuta sete, ma non aveva cuore di lasciarlo lì e quindi aveva pensato di lasciarsi morire per amor suo, poi i bisogni primari avevano avuto la meglio e l'aveva quasi abbandonato sull'erba, ma quello schifoso proprio quando se lo scollava di dosso aveva mormorato il suo nome e lui era partito completamente e aveva ripreso a coccolarlo come un ebete.  Il risultato, quando dopo ore Derek aveva aperto i suoi stupidissimi occhi era stato il seguente: Stiles odiava Derek più che mai, aveva sete, non si sentiva più le gambe ed era completamente sicuro di non avere uno straccio di sentimento positivo nei suoi confronti.
Derek si tirò su a fatica e si stropicciò gli occhi e mormorò ancora intontito: - Stiles ...?
Bastò quello, naturalmente, e Stiles cadde di nuovo preda della sua gigantesca cotta.
- Porca miseria, - esternò.
- Non dire parolacce.
Stiles roteò gli occhi: - Sei tu il primo a dirle, - borbottò e gli diede un colpetto sulla fronte.
Derek lo fulminò con lo sguardo.
- Come vuoi, come vuoi, non ti toccherò mai più.
Derek si scosse fili d'erba immaginari dalla giacca e si alzò, poi gli tese la mano. Stiles la afferrò e nel momento in cui sfiorò la sua pelle avrebbe giurato di sentire delle scintille e anche Derek non sembrò indifferente, perché rimase fermo un paio di secondi prima di tirarlo su.
- Oggi ... - borbottò.
- Lo so, lo so, non è successo, - lo completò Stiles e ricevette uno sguardo omicida.
- No. Grazie.
Stiles avvampò e iniziò a straparlare: - Beh, prego, cioè, wow, sai anche ringraziare! E io che pensavo non ti avessero insegnato le buone maniere, evidentemente qualcosa di civile è rimasto in te e ...
Derek alzò un sopracciglio e tacque e solo allora Stiles notò che gli stringeva ancora la mano e sentì la gola seccarsi.
- Domani vai via comunque.
Stiles abbassò lo sguardo e tentò di liberarsi dalla stretta, ma Derek non glielo permise, anzi, lo strattonò perché lo guardasse negli occhi. Stiles alzò lo sguardo riluttante, quasi convinto a dirgli tutto quello che pensava di lui, dal fatto che era cotto al fatto che lo considerasse un bastardo ma appena incontrò le iridi di Derek le parole gli morirono in gola. Derek lo guardava non come se stesse semplicemente constatando di averlo davanti come faceva praticamente chiunque, ma lo vedeva davvero. Non come qualcosa di poco conto, scontato o poco utile, come se di tuttò ciò che avevano attorno esistesse solo lui o perlomeno, fosse l'unica cosa della cui esistenza a Derek importasse. Si ritrovò a tirare Derek per la giacca con la mano libera e probabilmente sarebbe finito a baciarlo - e sapeva che Derek non si sarebbe scostato - se il telefono non avesse iniziato a vibrargli nella tasca.
- Rispondi, - borbottò Derek, allontanandosi.
Stiles annaspò un secondo verso di lui, poi riprese un contegno e afferrò il cellulare, che aveva per ovvie ragioni ignorato tutto il pomeriggio.
Le tredici chiamate perse di Scott, le cinque da Lydia e le tre da suo padre per poco non lo fecero svenire e quasi dimenticare che, fino a tre secondi prima, stava quasi per baciare l'amore della sua vita.






 

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No okay non ci credo neanche io che ho scritto questa cosa çç in realtà ho iniziato a scriverla tipo a Novembre e mi sono ridotta a finirla adesso facendo succedere e cancellando mille cose (ecco perché lo spoiler originale non è presente) e non so come sia possibile, ma fra i miei amatissimi Kerek (chi mi segue su twitter sa che cosa intendo se no per più info non avete che da chiedere) la scuola che si è fatta davvero pesante e alcuni problemi di salute. E se ve lo state chiedendo, sì, ho avuto anche degli attacchi di panico, di cui uno dopo aver incontrato Tyler, ed è stato davvero brutto e ora sono ricoverata in ospedale a appallarmi davanti ai drama - non per gli attacchi di panico, ovvio -. Mi piacerebbe dire che sono cresciuta molto e balle varie, ma la verità è che ho capito due cose, ovvero
1. Lo stress ti rovina la vita
2. Se non lo fa lo stress, ci pensa la gente che può essere davvero cattiva.
MA questa storia a dire il vero ha un lieto fine: ho cementificato alcune amicizie, ne ho viste sfaldarsi altre, ho trovato il mio gruppetto a scuola e letto tantissimi libri, perché io quando sono triste leggo. Naturalmente non è ancora tutto finito e so che non è una scusa per non scrivere e questo non è il posto di autocommiserarsi ma volevo semplicemente essere onesta con voi. E spero che mi capiate e mi scusiate, ma prometto che finirò questa storia, non importa quanto tempo ci vorrà, un giornò vedrete "completa" scritto lì a fianco. E ora, la cosa più importante.
Se tu arrivato a leggere fin qui, se in questi mesi ti sei chiesto anche solo una volta che fine avessi fatto o semplicemente non hai dimenticato questa storia: grazie dal più profondo del mio cuore. Sarò anche un caso patologico, ma se hai letto fin qui mi hai davvero migliorato tantissimo la giornata. 
Al prossimo capitolo, che prometto più sensato e soprattutto, più presto.
Un abbraccio fortissimo,

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Capitolo 13
*** I lati negativi di non bruciare le foto dei propri ex ***


That's what you've missed on STF (by Braeden): seriamente non vi ricordate cosa è successo? Lo so anche io e raramente vedo cose che non siano il soffitto della camera di Derek o le mie pistole. Il padre di Stiles esce con la madre di Lydia, Stiles è in crisi mistica e quindi prova a farsi il suo ex, che sarebbe Derek, che a quanto pare non sembra indifferente ... sì che non sei indifferente brutto idiota, sai quando dici il suo nome? In un momento poco carino per dirlo! E in tutto questo, non ho
ancora sparato a nessuno dei due, mi merito un nobel.




stf
 

*
 
I lati negativi di non bruciare le foto dei propri ex
 
Lo sceriffo, comunicatogli la notizia dell'imminente arrivo del figlio, era stato felicissimo e gli aveva promesso che sarebbe tornato prima dal lavoro per cenare con lui e Stiles, anche se era in lutto perché non avrebbe più visto così tanto Derek, ne era stato felice finché non era arrivato il momento di uscire dal loft. Aveva fatto un giro per l'appartamento per cercarlo, sperando in un bacio di addio, ma niente. Aveva chiesto a Cora e aveva scoperto, con suo sommo orrore, che Derek era chiuso nella sua stanza con Braeden. In preda ad un istinto autolesionistico si era avvicinato alla porta, giusto in tempo per sentirlo esclamare un "miseriaccia!". E qualunque cosa gli facesse dire una cosa simile sicuramente non era uno spettacolo a cui Stiles avrebbe voluto assistere. Così era uscito di pessimo umore senza neanche salutare Cora e si era schiaffato nella jeep e aveva guidato praticamente ringhiando fino a casa.
Quindi dopo tutto ciò che c'era stato fra loro, il dormire insieme, il bere e fare qualcosa - che Stiles non ricordava ma era definitivamente qualcosa - da ubriachi, le strette di mano, il loro quasi bacio, tutto finiva con quel "miseriaccia"? Miseriaccia cosa, poi? A lui Derek non aveva mai detto cose del genere, che diavolo aveva Braeden per farglielo dire? Oh, beh, sì, forse si era fatto un'idea ma lei era comunque una troia di dimensioni epocali e Derek un idiota. E non aveva più intenzione di andargli dietro, assolutamente, neanche se lo avessero pagato. Aveva cose più importanti a cui pensare, gente che gli voleva bene davvero tipo ... ehm, Scott? Beh, meglio che niente. Derek non aveva amici, era solo come un cane, persino Isaac che una volta era stato un suo beta lo aveva piantato da solo fra le braccia di quella vacca immane e aveva preferito stare con Chris. Il che la diceva tutta su quanto Derek facesse schifo, su quanto non valesse assolutamente la pena di niente.
Stiles arrivò davanti a casa sua, parcheggiò l'auto e scese sbattendo la portiera. Aveva tutta l'intenzione di salire in camera e dar fuoco alla foto di Derek che aveva nel borsone, preparare una playlist di canzoni che esprimevano il suo odio per lui e ignorarlo fino alla sua morte. Non meritava nemmeno la sua attenzione, andava totalmente cancellato. Ecco, magari avrebbe potuto cercare qualche rito voodoo giusto per accelerarla, anche se considerando la sfortuna di Derek probabilmente aveva i giorni contati. Meglio così. 
Lanciò il borsone da una parte dopo aver tirato fuori la foto, recuperò un accendino dal cassetto della cucina, una bottiglia di vodka per sostegno morale e lasciando tutto per terra, senza neanche togliersi le scarpe o la giacca si avviò verso la sua stanza. 
Finse di non notare il letto rifatto, sicuramente da suo padre, e tutto il resto lasciato esattamente com'era, sparso sul pavimento, perché come aveva sempre spiegato a tutti "non è disordine, è che il mio concetto di ordine è diverso dal vostro, se voi riordinaste la mia stanza non troverei niente". E invece in quello che a chi non lo conosceva sembrava caos riuscì subito a trovare un portachiavi che, fra le mille funzioni, aveva anche quella di cavatappi e stappò la bottiglia, prima di aprire la finestra e osservare il volto inespressivo di Derek nella fotografia. Per un attimo ne rimase come sempre affascinato, poi si riscosse, bevve un sorso e si obbligò ad accendere l'accendino.
Non avevano pianificato di cenare insieme. Era solo diventato tardi e si erano dovuti arrangiare con un pacchetto di patatine, ovvero l'unica cosa commestibile presente al loft. Derek ne aveva mangiucchiate un paio con disgusto e Stiles l'aveva assillato finché non gli aveva fatto ammettere che per lui erano troppo salate.
- Il sale mi secca le labbra, - si era lasciato scappare Derek e poi gli aveva rivolto uno sguardo omicida, quasi fosse stata colpa sua se si era lasciato scappare qualcosa su di sé.
Stiles si era sporto a dargli un bacio che Derek non aveva ricambiato, anzi, lo aveva spinto via, quasi. Così era stato costretto a provarci tante di quelle volte che alla fine Derek, esasuto, lo aveva lasciato fare.
Il ricordo colpì Stiles come un pugno in piena faccia e gli servì altra vodka per tollerarlo. Non riusciva a non pensare alle labbra screpolate di Derek, al modo in cui alla fine quella sera si erano arrese alle sue. In genere Derek non si lasciava mai baciare o toccare, quella volta era stata una rara eccezione e gli era rimasta particolarmente impressa. Maledizione. 
Il fatto era che gli era rimasto tutto impresso. E poteva cercare di dimenticarlo ma era sempre lì, vivo e presente e non sarebbe bastato avere cento Malia per dimenticare quelle settimane con Derek. Il modo in cui si tirava indietro i capelli con la mano, come si appoggiava al muro con le mani in tasca quando lo aspettava, era come averlo sempre davanti. Ed era un grosso, enorme, gigantesco, stratosferico no. Voleva cancellarlo, eliminarlo, esorcizzarlo, ogni cosa per levarselo dalla mente. La bottiglia di vodka sembrava la cosa migliore, forse se avesse bevuto ancora sarebbe tutto sparito, così come erano spariti i ricordi di ciò che aveva fatto quando si era ubriacato. Prese un altro sorso.
Ecco, sì, forse la vodka era davvero la risposta che stava cercando.






 
*




 

O forse no.
- Stiles! Sei già qui?
Sì, Stiles c'era, il problema era che aveva bevuto, per fortuna non così tanto da ubriacarsi ma comunque un bel po'. Grazie a dio trovò una gomma da masticare e riuscì a metterla in bocca e a nascondere la vodka dietro di sè sul davanzale (insieme alla strategica foto di Derek che ancora viveva illesa) che suo padre entrò e lo abbracciò. I sensi di colpa travolsero Stiles come un carro armato in corsa, altro che la palla da demolizione di Miley Cyrus: a forza di pensare a Derek si era dimenticato di quanto gli mancasse suo padre. Certo il sentimento era smorzato dal fatto che suo padre uscisse ancora con Natalie ma restava comunque uno dei pochi punti saldi della sua incasinatissima vita. Ricambiò l'abbraccio con gratitudine.
- Cosa vuoi mangiare a cena? Ordiniamo su justeat? Andiamo a prendere una pizza?
Alla sola idea di mangiare, o di mostrarsi in sé più del necessario, Stiles sentì un'impellente istinto di morte e pensò rapidamente a un piano per stare giù il meno possibile.
- Mi basta una tazza di latte e cereali, davvero, - riuscì a dire in tono normale.
Suo padre fece per dire qualcosa ma si bloccò e allungò una mano per prendere qualcosa dietro di lui.
- Stiles ... - ringhiò mostrandogli la bottiglia di vodka.
Oh, bene, apice delle sfighe: non bastava che la sua ragazza lo avesse mollato, che la sua cotta epocale dicesse "miseriaccia" per quella sgualdrina di Braeden e che suo padre uscisse con la madre della ragazza che aveva sempre pensato che prima o poi si sarebbe ritrovato a sposare - tutto questo prima di conoscere Derek, bei tempi felici - ci voleva pure suo padre che lo beccava a bere. Mancava solo che trovasse la foto di Derek e il quadro era completo.
- Papà, non è come sembra ... 
- Ah, davvero?
- Beh, - balbettò, - diciamo che avevo bisogno di ehm ... supporto morale ... sai, Malia mi ha lasciato e non l'ho ancora superata ...
O meglio, non ho superato la mia gigantesca cotta per Derek ma questo non devi saperlo.
- Stiles, hai diciassette anni, sai qual è l'età legale per bere?
Stiles annuì.
- E non ti sembra un tantino preoccupante il bere vodka alle sette di sera, solo in casa?
La bevevo davanti alla foto del mio pseudo ex ricordando i nostri momenti insieme direi che sono pronto per una versione maschile di Ragazze Interrotte.
- Beh, sai, tecnicamente ...
- Tecnicamente, - disse furibondo suo padre, - sei in punizione. Hai avuto troppa libertà.
- A quanto pare perché tu eri troppo impegnato a stare con Natalie che a guardare me.
Stiles se ne pentì due secondi dopo averlo detto. Non era vero, non lo pensava, non era da lui dire cose del genere a suo padre. Ma gli era scappato perché era più facile incolpare qualcun altro di tutto, che fosse lui o che fosse Derek. Ma Stiles in fondo lo sapeva che la colpa era sua.
Lo sceriffo lo guardò ferito per un attimo ma poi la rabbia ebbe la meglio: - Magari anche tu anziché andartene in giro con Cora e i tuoi amici e fare guai potevi fare uno sforzo, anziché scappare di casa e fare il ragazzino!
- Ma io sono un ragazzino! - esclamò Stiles, - ho diciassette anni! 
- E dovresti essere più maturo!
- E allora cambia figlio!
- Non lo voglio un altro figlio Stiles, voglio te e voglio bene a te e non capisco perché ti comporti così!
Il senso di colpa buttò a terra Stiles peggio che vedere Derek baciare Braeden. 
- Papà, io non ...
- Pensa a quello che hai fatto. E non puoi uscire per un mese se non per andare a scuola. Ti lascio pronta la cena sotto, - lo liquidò suo padre e scese chiudendo la porta.
Stiles rimase appoggiato al davanzale, rendendosi conto solo allora di tremare. Davvero, peggio di così non poteva andare. Era come se tutto fosse contro di lui, ogni volta che apriva bocca peggiorava solo le cose, ogni volta che provava ad agire, tutto si rivoltava contro di lui in modo quasi comico. Doveva essere divertente vederlo dall'esterno, come una di quelle sit com alla tv: "La vita di Stiles". Non abbastanza per stare con Lydia, innamorato dell'essere umano più irraggiungibile sulla faccia della terra, preso in giro da tutta la scuola e perenne disastro, insopportabile persino a suo padre. Strinse i pugni, furioso con se stesso. In fin dei conti aveva incolpato chiunque, ma alla fine, il responsabile era solo lui: lui aveva fatto quel casino, lui era un casino. 





*

 



Scese a mangiare qualcosa soltanto quando fu sicuro che suo padre fosse uscito. Si obbligò a mangiare il suo panino e bere un bicchiere di latte e cercò persino di guardare u po' di televisione. Naturalmente non riuscì a concentrarsi sui programmi. Aveva avuto una mezza idea di chiamare Scott - in un attimo di follia aveva pensato a Derek - ma poi aveva lasciato perdere. Sicuramente Scott aveva di meglio da fare che sopportare i suoi drammi. Aveva solo voglia di seppellirsi da qualche parte e non poteva neanche bere o fumare perché suo padre lo avrebbe sicuramente scoperto e si sarebbe arrabbiato ancora di più ed era l'ultima cosa che voleva.  Ignorò l'ennesima chiamata di Cora, che probabilmente voleva soltanto insultare Braeden con qualcuno e non era decisamente dell'umore.
D'un tratto, senza preavviso, lo colpì il fatto che la maggior parte delle volte che era stato triste negli ultimi tempi, Derek era comparso vicino a lui. Certo, era Derek, empatia zero e umanità meno trenta, ma era qualcuno a cui appoggiarsi. Qualcuno che lo distraeva  e lo faceva smettere di pensare a cose brutte. Invece quella sera c'era solo il vuoto e per la prima volta Derek gli mancava in un modo diverso: non gli mancavano i baci o semplicemente avere attorno un bel ragazzo, gli mancava la sua presenza, semplicemente. Il sapere che era lì, da qualche parte, vicino. 
Poi si riscosse e si sarebbe preso a pugni in faccia da solo, perché con tutto il casino che era successo con suo padre pensava a Derek, qualcosa doveva non andare profondamente in lui. 
Ignorò un'altra chiamata di Cora, rendendosi conto solo dopo di aver premuto il tasto sbagliato, quando la sentì urlare: - STILES DEREK E' RINSAVITO!
- Non mi interessa di lui, - borbottò e fece per chiudere la chiamata mentre saliva le scale, intenzionato ad andarsene a letto.
- Stai a sentire, idiota, DEREK HA PIANTATO BRAEDEN!
E Stiles dimenticò per un attimo tutto il resto  urlò un "cosa" quasi più forte di Cora. Forse, alla fine, in tutto quello schifo almeno una cosa bella c'era.
- Beh, sì, tecnicamente le ha chiesto di andare via e non deve averlo fatto gentilmente perché non l'ho mai vista più incazzata, gli ha tirato una lampada addosso  e lui è scappato di corsa e fidati, non l'ho mai visto schizzare via più in fretta, neanche quando era un licantropo e ...
Cora disse altro, ma Stiles non riuscì più a sentirla. Aveva aperto la porta della sua stanza mentre lei parlava ed era stato investito da una corrente di aria fredda: aveva lasciato la finestra aperta. Ma c'era qualcuno seduto sul davanzale, qualcuno con una fotografia in mano e un borsone sulle ginocchia, che lo guadò male, quasi fosse stato lui ad essere entrato nella sua stanza senza permesso. 
- Ma che diavolo ... - riuscì appena a mormorare.
E in quel momento, per appena una frazione di secondo, avrebbe giurato di aver visto Derek sorridere.
- Devo nascondermi, - disse lui, - e tu mi devi un favore. 
- Io non ... - borbottò appena Stiles.
- Fingerò anche di non aver visto questa, - disse candidamente Derek, sventolandogli in faccia la fotografia che Stiles avrebbe dovuto bruciare solo poche ore prima.







 






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Io quando le dico le cose poi le faccio evviva me. A parte questo momento autocelebrativo eccomi qui con il capitolo tredici (capite che se i Draeden si lasciano DOVEVA essere il tredici) e vi aggiorno sulla storia e sulla mia vita. Sono finalmente in discreta salute, ho comprato le casette di hamtaro su amazon perché sono una bimba grande - e se mi seguite su twitter vi posterò anche le foto nel mio disagio infinito - e sono gasatissima. Ah, sì, e dovrei star facendo i compiti. Ora, cosa che vi interessa sicuramente di più, due parole sulla storia:
1. Non intendo assolutamente, con questa storia, giustificare il fatto che Stiles beva, faccia cose decisamente sbagliate  e si preoccupi solo di Derek. Ma pensate che è un ragazzino e a diciassette anni - che non ho ma pazienza - si è fondamentalmente degli idioti e si fanno grandissime minchiate. E Stiles continuerà a farne, così come Derek e tutti gli abitanti del mondo, me compresa. Non per questo sono giustificabili, naturalmente, ma imploro clemenza e comprensione. 
2. Siamo a circa metà della storia, che si sta evolvendo esattamente come ho previsto, eccetto che per un particolare che emergerà nei prossimi capitoli. Ho pensato di aggiungerlo sia per alleggerire l'atmosfera *inserire faccina della luna qui* sia per giustificare una cosa che succederà, spero che non vi sconvolga. 
E ora, la parte davvero davvero importante. Quando ho postato l'altro capitolo, dopo mesi mi mutismo da parte mia, non mi aspettavo sinceramente nulla ma vedere che in realtà non mi avete dimenticata, anzi, è stata una delle cose più tenere e dolci che mi sono successe in questo mese, quindi mando un abbraccio grande grande a 
_LesFleursDuMal_John Watson24maggio2011cheekbones e ursula74 per le loro dolcissime recensioni <3 mi avete resa davvero tanto, tanto contenta. (ps: ho notato che non ho risposto alle vecchie e ai messaggi privati, quindi PROVVEDERO' IMMEDIATAMENTE, sono imperdonabile). Vi mando tanto amore, tanto sterek (che sono poi la stessa cosa) e un abbraccio, al prossimo capitolo :)

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Capitolo 14
*** Di male in peggio e non finisce qui. ***


PREMESSA NOIOSA SULLA MIA VITA CHE POTETE ASSOLUTAMENTE SALTARE
Esatto sono tornata. Ammetto che non ho grandi aspettative o penso che a qualcuno interessi di me/della mia storia, dopo tutti questi mesi, ma ho avuto un validissimo motivo e, se volete leggere, vi presento l'apologia di Ron. Nel mese di marzo ho iniziato a non stare bene e per una serie di problemi medici che non vi interessano, ho dovuto sottopormi ad alcune terapie molto dolorose. Era un brutto momento anche per la mia famiglia e penso che questi mesi siano stati fra i peggiori che io abbia mai vissuto, arrivando perfino a non essere autonoma nelle cose più semplici, come respirare. A ciò si è aggiunta una persona a me molto cara che, pienamente a conoscenza della situazione che stavo vivendo, non ha sprecato un minuto del suo tempo per sapere come stavo. Più o meno avevo perso ogni certezza: la mia famiglia, questa persona, me stessa. Ho sinceramente pensato che non sarebbe mai finita, a volte nemmeno mi importava, perché mi sentivo come se non avessi niente da cui tornare. Ma piano piano mi sono ripresa. Ho ripreso a camminare da sola, a uscire, a vedere le mie amiche, a farmene di nuove, in famiglia si è sistemato tutto e mi aspetta un'estate meravigliosa. Ho perso tante cose, lo ammetto, ma va bene così, non cambierei ciò che ho per niente al mondo. E quindi, ecco, più o meno è quello che è successo, a grandi linee e, non voglio essere presuntuosa, ma vorrei lasciarvi una sorta di morale per questa storia: non importa se il posto in cui siete adesso fa schifo, non importa se sembra non passare, io vi prometto che passerà. Se avete perso qualcuno di importante, vi prometto che riuscirete a vivere senza di lui e un giorno non farà più così male. Dovete solo tenere duro perché sono sicura che qualcosa di bellissimo vi aspetta. Un abbraccio fortissimo
 
 
 
 
 
 
That's what you've missed on STF (by Lydia): se volete sapere perché Ron ha battuto la fiacca leggete sopra, non sta certo a me parlare di queste cose. Comunque, mia madre in preda alla crisi di mezza età ha pensato bene di mettersi insieme al padre di Stiles e dato che nessuno vorrebbe avere Stiles come fratello stiamo cercando di farli separare. Stiles tra l'altro ha capito finalmente, con una prontezza che manco Scott, che Derek gli piace e ora Derek e Braeden si sono lasciati ... e a me non interessa, sono impegnata con la mia vita amorosa, io.




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Di male in peggio e non finisce qui

 
 
*


 

Stiles non aveva parole e anche se ne avesse avute, vedere Derek seduto sul suo davanzale gliele avrebbe fatte completamente sparire dalla bocca, per non menzionare neanche il fatto che lo avesse beccato in possesso di una sua foto.
- Posso spiegare, - riuscì a borbottare, - sì, certo, sai, quella foto mi, ehm, serviva quando dovevo indagare su di te. Ne ho una anche di Peter, sai stavo cercando di informarmi sulla vostra famiglia, sai, stavo con una Hale e …
- E questo è un gran mucchio di balle.
Colpito e affondato.
Stiles non sapeva in che lingue maledirsi. Se prima aveva solo avuto voglia di piangere, adesso aveva voglia di compiere un omicidio e Derek accanto alla finestra lo ispirava tantissimo. Perché quel seccatore si manifestava ogni volta che aveva problemi? Perché aggravava sempre le situazioni zampettandosene in giro con aria circospetta? Non aveva una vita sua? No, naturalmente, aveva persino piantato Braeden per fare meglio lo stalker.
- Non puoi saperlo, tu sei sempre così …
- Stiles, - lo interruppe Derek, - puoi anche esserti ammazzato di seghe su questa foto, non mi interessa, fammi stare qui. O ti ammazzo. Chiaro?
- Sai cosa ti dico? - ribatté subito Stiles, - no. Perché sei uno stupido bulletto narcisista. Riesci per una volta a dire per favore o hai paura ti prenda un colpo se ogni tanto sei educato? O pensi di essere attraente a comportarti come un maleducato? Perché non lo sei affatto, anzi …
Derek si alzò, prese Stiles per la maglietta e lo sbatté senza tanti complimenti contro il muro, guardandolo con un sopracciglio alzato.
Nella mente di Stiles passarono i centinaia di modi in cui Derek avrebbe potuto far sparire il suo corpo senza lasciare tracce e, beh, forse avrebbe dovuto vedere meno NCIS perché sembravano decisamente troppi. E lui non era decisamente pronto a morire, tantomeno per mano di Derek. Certo, magari in altri contesti, che implicavano sempre loro due ma meno vestiti e come poteva pensare a certe cose anche quando lo stava minacciando di morte, ma quanti problemi aveva?!
- Fai come se fossi a casa tua, - borbottò e Derek lo lasciò finalmente andare, buttò il suo borsone per terra e si sistemò sul letto senza neanche togliersi e scarpe.
Incivile.
- Beh, dato che non penso tu voglia fare conversazione o raccontarmi di perché hai piantato Braeden e sei scappato dalla tua stessa casa penso inizierò i compiti.
Ricevette solo silenzio in risposta, quindi aprì il libro e fece finta di fare matematica, anche se non riuscì a concludere nulla e ne ricavò pure il torcicollo da quanto si era girato a guardare Derek. Lui, dal canto suo, aveva preso un libro, Cent'anni di solitudine, e lo stava leggendo, alzando lo sguardo ogni tanto solo per rivolgere un'occhiataccia a Stiles che stava letteralmente morendo a vederlo sul suo letto.
Magari lo aveva maledetto prima, ma se non fosse stato per Derek probabilmente sarebbe rimasto tutto il resto della serata a deprimersi e pensare a suo padre. Certo, non è che ci fosse da stare allegri ad andare dietro a un ex lupo antipatico e senza cuore, ma era comunque lì e il modo in cui la maglietta gli faceva risaltare i pettorali faceva finire tutti i problemi in secondo piano. Era sempre stato così, Derek era una sorta di painkiller, qualcosa a cui pensare quando tutto andava male. La sua sola esistenza, se ne era reso conto da molto, lo faceva stare meglio. E il fatto che in quegli ultimi giorni, quando Stiles era stato triste, Derek fosse sempre comparso, lo aveva fatto sentire bene, quasi come se a Derek importasse. Naturalmente sapeva che non era vero: a Derek importavano ben poche cose e lui non era fra quelle, ma era comunque una piacevole coincidenza. Ed era bello illudersi.
- Piantala, - ringhiò a un certo punto Derek senza preavviso.
- Eh?
- Mi fissi. Mi irriti. Se vuoi qualcosa dillo.
Stiles avrebbe voluto tantissime cose, dal far pace con suo padre a fidanzarsi con Derek, ma naturalmente borbottò la prima idiozia che gli venne in mente.
- Perché qui? Insomma, non siamo particolarmente amici e se dovevi … ehm, andare via da casa per motivi che sicuramente non vuoi dirmi perché non sei da Scott, dagli Argent, in un hotel. In fondo sei molto ricco, no?
Derek alzò le spalle: - Braeden non mi troverà mai qui.
La cosa mise Stiles decisamente di buon umore.
- Ed esattamente perché Braeden dovrebbe darti la caccia?
- Mah, - disse Derek, - femmine. Dici una cosa e se la prendono.
- Beh, sai, - borbottò Stiles, - cose come “non ti amo” non è che non ti facciano arrabbiare.
Derek si sdraiò sul letto: - Hai intenzione di tormentarmi fino alla morte con quello nonostante tu mi abbia piantato? E non le ho certo parlato dei miei sentimenti, le ho solo detto che non volevo più andare a letto con lei.
Stiles non poté non esultare interiormente.
- Oh, e come mai?
Derek gli rivolse uno sguardo omicida.
- Ma certo, - esclamò Stiles, - ti pianti a casa mia come se niente fosse, Braeden potrebbe venire qui e ucciderti nella mia stanza e non mi dici neanche le cose?
- Ti ammazzo, - ringhiò Derek.
- Certo, certo e poi da chi vai a vivere.
- Hai ragione, - gli concesse Derek, - però posso comunque spezzarti qualche osso.
Dannato, sexy bastardo.

 

 

*

 

 

- Devo dormire, - disse Stiles a Derek, che se ne stava sdraiato sul suo letto a leggere, - sposatati.
Certo, tecnicamente c'era anche il problema dello spogliarsi e mettere il pigiama ma aveva deciso che, dato che non era un esibizionista come qualcuno, avrebbe dormito vestito. Tanto Derek lo avrebbe al massimo degnato di un'occhiataccia.
Derek rotolò sul bordo del letto continuando a leggere.
- Intendo, via dal letto.
- Ci si sta in due, - lo corresse Derek, - se no puoi dormire sul pavimento.
- Derek è il mio letto. Puoi leggere sulla sedia.
Derek lo guardò malissimo: - Mi viene mal di schiena, gli umani sono pieni di acciacchi.
- Il pavimento.
- Mi viene il raffreddore.
Stiles decise che era una battaglia persa in partenza. Aveva bisogno di dormire e metabolizzare tutto ciò che era successo, trovare un modo per fare la pace con suo padre e dimenticarsi che presto Lydia sarebbe potuta diventare la sua sorellastra. Il problema era che non poteva dimenticarsi di Derek dato che se ne stava felice a leggere sul suo letto, ma meglio di niente.
Prese coraggio e si infilò sotto le coperte, spegnendo la luce.
Derek la riaccese.
- Ehi. Non so tu, ma io domani ho scuola. Spegni la luce e dormi anche tu.
Derek lo squadrò alzando le sopracciglia.
- Mia casa, mio letto, mie regole. E se ho la luce accesa ed è tardi mio padre verrà a vedere cosa succede in camera e sono sicuro che non approverà a vederti nel mio letto.
- Se sapesse cosa ci abbiamo fatto in questo letto, - borbottò Derek senza spegnere la luce.
Oh, perfetto. In un millisecondo Stiles fu catapultato a circa un anno prima, quando era sdraiato nella stessa posizione di adesso ma con decisamente meno vestiti e Derek sopra che lo baciava come se ne andasse della sua vita. E non era una cosa da pensare con lui di fianco. Maledetto, quel ricordo lo avrebbe perseguitato tutta la notte, e chi dorme dopo essersi ricordato che l'ultima volta che erano stati in una situazione simile la mano di Derek era andata in missione esplorativa nei suoi jeans?
- Spegni la luce, - riuscì appena a borbottare.
Derek non si mosse.
- Derek …
- Quando sentirò arrivare tuo padre la spegnerò, tu dormi. E che schifo, dormi vestito?
- Scusa se non sono esibizionista come te e non mi spoglio davanti a gente a caso.
Derek gli lanciò una lunga, significativa occhiata che gli ricordò che c'era stato un periodo in cui Stiles fremeva per farsi spogliare da lui. Tecnicamente nulla era cambiato, ma grazie al cielo non lo sapeva. Forse.
- Se metto il pigiama spegni la luce?
- Forse.
- Ma cavolo, Derek, dormi mai?
- A volte.
- E poi non farmi la predica, la tua igiene personale è deplorevole e hai indossato gli stessi boxer per una settimana.
- Siamo veramente arrivati a parlare della mia biancheria? - Derek gli rivolse uno sguardo esasperato.
- Hai iniziato tu rompere, - replicò Stiles, ma poi si alzò e andò a lavarsi e indossare il pigiama.
Il tutto rigorosamente in bagno, naturalmente.
Quando tornò in camera cercò nel cassetto un paio di pantaloni della tuta che gli stavano larghi e li passò a Derek.
- Se non hai un pigiama, - borbottò, ricordandosi che nel borsone di Derek c'erano quasi solo libri.
Derek grugnì e si cambiò davanti a lui senza il minimo pudore, tanto che quando si sfilò i boxer Stiles si buttò fra le coperte premendo la faccia sul cuscino.
Sarebbe stato più facile se Derek non avesse avuto un fisico così. Era come se esclamasse da ogni poro “guardami, sono perfetto e non mi avrai mai” e Stiles non sapeva se prenderlo a pugni o baciarlo perché diamine.
Quando sentì Derek sdraiarsi accanto a lui spense la luce.
- Stai scherzando.
Derek si allungò per cercare di riaccenderla ma Stiles lo bloccò.
- Devo dormire.
- Devo leggere.
- Sei mio ospite.
- Posso spaccarti il femore con una mano sola.
- Santo cielo Derek, devo dormire, ho avuto una giornata pesante, sai? Ho litigato con mio padre, penso mi odi e non è che vivo nel tuo magnifico mondo dove tutti ti adorano e puoi addirittura permetterti di mollarle le persone. A me mollano in continuazione, a partire da te fino ad arrivare al mio stesso padre a quanto pare, quindi per una volta piantala di comportarti come un bambino e lasciami dormire!
Il fatto era che Stiles non parlava mai dei suoi problemi. Scott non era esattamente una persona con cui confidarsi e la sua lista di amici finiva lì. Se stava male le cose se le teneva per sé e basta. Si era tenuto per sé quanto lo faceva sentire insignificante il fatto che Lydia fosse uscita per anni con praticamente tutto il liceo tranne che con lui, si era tenuto per sé quanto avrebbe voluto smettere di essere il tizio nerd della situazione e piacere a qualcuno per una volta. Accendeva il computer e giocava a qualche gioco online finché non stava meglio. Persino dopo il nogitsune non aveva parlato a nessuno. E ora urlava addosso i suoi problemi alla persona meno interessata dell'universo. Certo, gli aveva anche parlato di suoi padre e Natalie, ma era diverso. Quello lo aveva fatto arrabbiare e basta quasi, quello che era successo quella sera lo aveva fatto sentire … non lo sapeva nemmeno lui. Come se si fosse perso da qualche parte, solo e al buio, sapendo che a nessuno sarebbe importato di venirlo a prendere.
Derek non disse una parola, limitandosi a spegnere la luce e a sdraiarsi accanto a lui.
Ti interessa così poco? stava giusto per dirgli Stiles, quando sentì la mano di Derek stringere la sua. In qualche modo, il posto buio in cui era prima, non appena si sentì toccare, sparì del tutto dalla sua mente.

 

 

 

*

 

 

 

Naturalmente c'era l'inghippo. In cinque minuti Derek si era addormentato, come se non bastasse con il viso appoggiato sul petto di Stiles e, mentre continuava a tenerlo per mano, con l'altro braccio gli cingeva il busto. Stiles era abituato a dormire a cucchiaio con Malia, ma il modo in cui aveva dormito con Derek, il modo in cui lui gli si appiccicava, era qualcosa di troppo. Dormire con Malia era decisamente più casto e non solo perché Stiles non aveva particolari fantasie di lei nuda.
Calma pensò. Era già successo, avevano già dormito insieme senza particolari conseguenze potevano benissimo rifarlo. Insomma, non era proprio obbligato a continuare a immaginare di svegliare Derek con un bacio, strappargli i vestiti di dosso e fargli urlare il suo nome. Certo, probabilmente sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e suo padre lo avrebbe spedito in strada a fare il barbone ma sarebbe stato un barbone che si era fatto Derek Hale, quindi non era così male.
- Stiles, – pigolò appena Derek nella sua tenue voce da addormentato e ci mancò poco che allo sventurato venisse un colpo.
Come diavolo faceva quella brutta bestiaccia a sembrare un adorabile quando dormiva? Se Derek da sveglio gli risvegliava, oltre agli ormoni, una discreta quantità di istinti omicidi, quando dormiva gli faceva solo venire voglia di coccolarlo. E certo, gli partivano sempre gli ormoni, ma era un dettaglio trascurabile, perché andiamo, chi pensa a coccolare Derek Hale? Derek Hale non si faceva coccolare, probabilmente avrebbe staccato i braccio a chiunque fosse stato anche solo sfiorato dall'idea ma quando dormiva sembrava un cucciolo bisognoso di affetto.
Stiles non sapeva se odiarlo, buttarlo giù al letto, baciarlo o quella parola che inizia con la “a” a cui non voleva nemmeno pensare. No, ecco, ci stava pensando e non andava assolutamente bene.
Si alzò di scatto e Derek borbottò, quindi i successivi quindici minuti li impiegò a toglierselo di dosso per poi scappare in bagno a telefonare a Scott.
Aveva assolutamente bisogno che qualcuno gli ricordasse che no, non era una buona idea avere moti di tenerezza verso l'essere che dormiva beatamente nel suo letto. Ma Scott aveva il telefono spento e Stiles stava per, dopo aver bestemmiato quanto bastava, provare a chiamare contatti a caso della sua rubrica quando una voce lo distrasse.
- Stiles!
E non era suo padre, naturalmente.
Stiles si fiondò nella sua stanza, dove un arruffatissimo e assonnatissimo – e dannatamente bello comunque – Derek lo guardò con risentimento.
- Volevo solo telefonare, - si ritrovò a balbettare Stiles, dando per scontato che quello sguardo fosse perché a Derek non piaceva dormire senza di lui.
Non ricevette risposta, quindi si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi. Naturalmente, non accadde nulla. Derek era sveglio e non si sarebbe messo certo ad abbracciarlo. Stava con il viso rivolto verso di lui – Stiles sbirciò socchiudendo le palpebre – sdraiato su un fianco, con le mani sotto il cuscino, in posizione speculare rispetto a lui.
Impercettibilmente, quasi senza neanche rendersene conto, Stiles si avvicinò di più a lui, animato dal desiderio di un contatto fisico ma naturalmente in stato di veglia Derek non si sarebbe mai avvicinato.
- Ho freddo, - borbottò.
Stiles lo abbracciò. Era stato automatico, ricordava ancora di quello che si erano detti da ubriachi nel bosco ed era sembrato semplicemente naturale stringerlo. Solo quando Derek iniziò a ringhiare si rese conto che probabilmente quella non era la cosa che intendeva.
- Prendi una coperta, - gli ruggì indispettito, - e se lo rifai ti strappo le braccia. Non sono Malia.
Stiles si alzò di mala voglia e dpo aver acceso la luce cercò un plaid nell'armadio.
- Io e Malia ci siamo lasciati. Ed eri tu da ubriaco a incollarti a me, ho solo avuto un dejà vu. E Malia rompeva molto meno di te.
Derek alzò le sopracciglia, della serie “tanto lo so che è me che vuoi nel tuo letto” e Stiles si affrettò a sistemare la coperta e spegnere la luce per poi rimettersi a letto.
- Dovrei proprio sbatterti fuori di casa, sai? Darti una bella lezione, una volta tanto.
- Non lo farai.
In qualche modo era finito appiccicato a Derek, sentiva il suo respiro sul viso ed era quasi sicuro che alle loro labbra mancasse poco per sfiorarsi.
- Non approfittarti, - borbottò.
Ci fu solo silenzio per quelle che a Stiles sembrarono ore, mentre cercava di calmarsi e di non detestarsi tanto per aver fatto l'ennesima volta da zerbino a quell'idiota che non meritava nulla.
Ne andava della sua reputazione: che razza di uomo si lascia raggirare come gli pare da chi gli piace? Gli era bastato tutto il tempo perso dietro a Lydia, che almeno non gli aveva mai dato false speranze.
- Comunque grazie. E scusa.
Fu appena un mormorio, ma Stiles riuscì a sentirlo distintamente, nel momento preciso in cui la mano di Derek tornò a stringere la sua.

 

 

 

*

 

 

La mattina dopo il risveglio fu traumatico. Come al solito Derek gli si era accollato come una cozza e staccarsi da lui, un po' perché addormentato sembrava un cucciolo bisognoso di amore, un po' perché divincolarsi dalla sua stretta mortale era decisamente faticoso – e non si poteva svegliarlo per evitare di essere uccisi – e in più non aveva quasi dormito. L'essere mostruosamente in ritardo per questi due motivi, però, non gli impedì di umiliarsi al massimo e di lasciare, sul comodino, un pacchetto di biscotti e un bicchiere di latte per quando Derek si fosse svegliato.
Si maledisse per tutto il tragitto fino a scuola, interrompendosi solo quando Scott lo intercettò sulle scale.
- Stiles! Ho visto che hai cercato di chiamarmi ieri, tutto ok?
Stiles, stancamente, gli raccontò di Derek, omettendo naturalmente le strette di mano, il punzecchiarsi e cose varie.
- Cioè, - Scott lo guardò allibito, - lui è venuto nel tuo letto e non avete combinato niente?
- Cosa?
Scott roteò gli occhi: - Andiamo, in che mondo vivi? È ovvio che sia venuto da te perché voleva qualcosa.
- Tipo qualcuno che si metta fra lui e il fucile di Braeden?
- Ma non ha proprio esperienza tu? Voleva quello.
Stiles era fortemente dubbioso sul fatto che Scott potesse dargli consigli in ambito sentimentale o in qualunque altro campo, ma era anche vero che in confronto a Stiles era un esperto di relazioni amorose.
- Non dire idiozie.
- Quindi non ci ha provato?
- Mi ha preso per mano, - ammise Stiles, - gli avevo detto di cosa era successo con mio padre e …
Scott lo guardò interrogativo e Stiles fece per raccontargli anche quella parte della sua giornata, quando quello partì in quarta, diretto naturalmente verso Kira. Lo guardò fare lo scemo come al solito, nel maldestro tentativo di sembrare carino agli occhi di lei e per un attimo ebbe un moto di gelosia. Da quando non era più lui il centro dell'universo di Scott? Erano sempre stati loro due prima di tutto, ora Scott lo mollava sempre lì come un idiota per andare da lei. Certo, era normale, anche Stiles era innamorato di qualcuno, poteva capire benissimo. Ma, ecco, era convinto che, se ci fosse stato Derek al posto di Kira e lui fosse stato al posto di Scott, si sarebbe fermato a sentire la fine della conversazione.
Non essere stupido. Non ti sta tagliando fuori, è normale e tu non sei il centro del mondo continuò a ripetersi come un mantra in testa. Avrebbero potuto parlare dopo. Nessun problema.
- STILES!
Cora gli piombò quasi addosso, con tutta l'aria di una che non ha dormito e lo distolse dai suoi pensieri.
- Ma che …?
- Sei felice che mio fratello ora sia tutto per te? - esclamò lei, mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Stiles si divincolò.
Non poteva aver saputo dove stava Derek, no? O forse lui le aveva detto qualcosa, tipo, non sapeva, “ho sempre amato Stiles e ora vado da lui”.
- Andiamo, è palese che l'abbia lasciata per te. In effetti mi stupisco che se ne sia andato senza neanche chiamarti ma prima penso voglia che si calmino le acque … sai che Braeden è tornata a cercarlo? Non mi ha creduto quando le ho detto che non c'era, che matta, ha portato via tutta la sua roba dal loft e scaricato una quantità industriale di vestiti di mio fratello che evidentemente erano rimasti a casa sua e ...
Stiles non poté che sentirsi meglio, nonostante l'idea che Derek si fosse spogliato in presenza di quella lo infastidisse profondamente. Era davvero finita e fra i mille posti in cui Derek avrebbe potuto scegliere di andare, era a casa sua, nel suo letto e lo aveva anche tenuto volontariamente per mano.
- Dovresti chiamarlo, sai? Derek, intendo. Magari a te risponde.
Stiles le avrebbe voluto dire che non ne aveva bisogno, ma non sapeva quanto la cosa avrebbe potuto far piacere al suo amato, quindi si limitò a roteare gli occhi.
- Comunque oggi pomeriggio ci fermiamo dopo scuola per parlare con l'ES! - gli urlò Cora, andando in classe, ma lui aveva già smesso di ascoltarla, distratto dal suono del suo cellulare.
Come si mette l'acqua calda nella doccia?”
“Rispondi”
“Ti ammazzo
"
Ho starnutito”
"Se
 sono raffreddato tu muori
Stiles sorrise a suo malgrado e scrisse a Derek delle istruzioni dettagliate su come far funzionare la sua doccia.

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Capitolo 15
*** Oratio impropria ***


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Oratio impropria



 
*

 
 

Stiles e Derek avevano messaggiato tutta la giornata e Stiles non avrebbe potuto essere più felice della cosa, se non fosse stato che Derek gli scriveva praticamente solo insulti e “dove posso trovare la tale cosa?”. A quanto pare la perdita dei sensi da licantropo lo aveva reso praticamente cieco e l'abitudine di avere tutto a portata di mano sul pavimento del suo loft non aveva certo giovato alle sue capacità investigative. Inoltre era tremendo a mandare i messaggi e, se Stiles usava un'abbreviazione o dimenticava una virgola, lo correggeva. La cosa era decisamente irritante e Stiles un paio di volte avrebbe voluto quasi rispondere con un “non pensavo di star scrivendo a un dizionario di inglese” ma si era trattenuto. Anche se impedito, Derek era pur sempre grosso e irritabile e nulla gli avrebbe impedito di fargli molto male non appena avesse messo piede in casa. Non ucciderlo, perlomeno, Stiles era convinto che senza le sue indicazioni Derek sarebbe morto di fame non riuscendo a trovare cibo in casa Stilinski da solo.
- Con chi messaggi? - domandò Malia, che era ancora seduta accanto a lui a ogni lezione, nonostante si fossero lasciati da un bel po'.
- Nessuno! - esclamò Stiles con voce stridula, - perché?
- Sorridi mentre invii i messaggi. Anche Cora lo fa a volte.
Stiles diventò color lampone.
Sicuramente la sedicenne in crisi ormonale che viveva in lui stava uscendo fuori sempre di più, ma sorridere a un messaggio che chiedeva insistentemente dove era lo yogurt – Derek a quanto pare ne era dipendente – era qualcosa che attentava eccessivamente alla sua dignità. Specialmente se l'autore di quei messaggi non lo considerava niente di più che uno zerbino.
Però ti ha tenuto per mano.
Stiles allontanò il pensiero, si girò rivolgendo un gigantesco e fintissimo sorriso a Malia e le domandò: - Oggi ci sei? Cora ha detto a tutti di fermarsi dopo la scuola.
Malia annuì masticando la punta della sua matita: - Viene anche Liam?
- Non lo so …
- Magari muore prima.
Stiles si inquietò giusto un momento. Che fu nulla a confronto del momento in cui entrò il professore e annunciò di aver corretto i compiti.
A onor del vero, Stiles in quell'ultimo periodo, fra una cosa e l'altra, o meglio, fra suo padre, la sua fidanzata, la fidanzata di suo padre, Derek, Braeden e le cotte di due anni prima che non gli passavano, aveva avuto ben poco tempo per i libri. Era sempre stato molto bravo a scuola, quindi la sufficienza l'aveva presa comunque, ma quel compito in particolare gli era sembrato particolarmente disastroso.
- Desolante, Stilinski, - disse infatti il professore, confermando i suoi pensieri e mettendogli davanti un foglio con scritta sopra una gigantesca D rossa.
Stiles sbatté la testa contro il banco. Cavolo. Già suo padre lo odiava e pensava stesse finendo sulla cattiva strada, chissà ora che gli presentava la prima insufficienza della sua vita. Mancava solo che scoprisse che cosa era successo con Derek qualche tempo prima e probabilmente lo avrebbe abbandonato sul ciglio dell'autostrada.
- Tutto bene? - domandò Malia e Stiles si voltò verso di lei sperando di farsi tirare su, ma vedere che persino lei aveva preso più di lui – C – gli fece venire voglia di annegarsi.
- Benissimo, - borbottò e prese il cellulare, che vibrava furiosamente, dalla tasca, sperando vanamente che sapere che Derek gli scriveva lo facesse sentire meglio.
Non hai un computer in questa casa?”
“E la password del wifi?”
“STILES”
“Che password ha il computer?”
“Patetico”

Naturalmente si sentì peggio. La sua password del computer era, tanto per peggiorare ancora di più le cose, “derek” e inoltre ricordò con orrore che l'ultima volta che aveva acceso il computer aveva usato iTunes, sul quale la playlist “Derek” con tanto di patetico cuoricino accanto, aveva superato in quei pochi mesi gli ascolti della decennale playlist “Lydia”, anche quella correlata da cuoricino leggermente meno patetico.
Non è come pensi tu!!!!”

Mandò il messaggio, sentendosi ancora più patetico. Quanto avrebbe potuto fare schifo ancora quella giornata, se già alle undici aveva solo voglia di suicidarsi?

 

 

*

 

 

Cora, per quanto Stiles non fosse decisamente dell'umore, gli aveva detto chiaro e tondo che se si fosse permesso di saltare la riunione dell'ES lo avrebbe trovato e squartato, quindi terminate le lezioni si era visto costretto a raggiungere l'aula designata dove si era accasciato su un banco con l'intenzione di non uoversi finché Cora non avesse smesso di sbraitare.
- Stiles!
Scott si mise accanto a lui, emanando fastidiosissimi arcobaleni e gioia.
- Indovina? Sono riuscito a dire a Kira che la nostra uscita sarà un appuntamento!
Il solo fatto che non solo gli sarebbe toccato sentir parlare di Derek – che gli scriveva messaggi come un disperato dato che a quanto pare si era raffreddato per via della doccia e documentava ogni starnuto dicendogli di venire subito da due ore nonostante ormai Stiles avesse finito il credito – e di suo padre, i due argomenti dolenti, ma doveva anche sopportare Scott e il suo perfetto amore liceale, mentre il massimo a cui era arrivato lui era un “se non torni ti ammazzo”. Era una caratteristica comune agli Hale quella di minacciare tutti di morte, ormai neanche ci faceva più caso.
- Che bello, Scott, sono affascinato.
Appoggiò la testa sul banco ignorando il telefono che continuava a lampeggiare, cercando un attimo di pace che gli fu naturalmente negato dall'arrivo di Liam e Malia, che come sempre battibeccavano.
- Io voglio stare vicino alla finestra.
- No! Io!
- Ma quanto rompi le palle!
Avevano già iniziato a spintonarsi e Kira, che nel frattempo era arrivata, aveva già iniziato a predicare senza successo la non violenza e la pace nel mondo ma un ringhio degno di Derek Hale alla sua peggio incazzatura li fece bloccare.
Lydia, bellissima come sempre ma oggi particolarmente spaventosa li fulminò con lo sguardo e quando Liam provò a tirare i capelli a Malia tirò un calcio a una sedia che riuscì a spaventare persino Scott che era nel suo mondo fatato.
- Fate casino e vi ammazzo, - ruggì lei e si mise nel banco più lontano da loro che trovò.
Malia e Liam si sedettero ubbidienti e Stiles, approfittando dell'assenza di Cora, stava quasi per andarsene, ma il telefono iniziò a suonare. Lo ignorò finché riuscì, ma Lydia iniziò a guardarlo talmente male che fu costretto a uscire di corsa e rispondere.
- Pronto?
Gli rispose una voce roca: - Stiles? Dove accidenti sei? Sono a scuola!
- Sono all'aula tre ma Derek cosa cavolo …?

Ho la febbre. Mi cola il naso. Ho i brividi e la tosse. Mi fa male la pancia e anche la testa.
- Derek … - incominciò, ma venne interrotto.
- Non sono mai stato così male, così ho cercato su internet e penso di avere una malattia terminale.
Se Stiles non lo avesse sentito con le sue orecchie e se non avesse saputo che Derek non scherzava mai gli avrebbe riso in faccia. Ma quando se lo trovò davanti, con le guance arrossate e gli occhi lucidi guardarlo disperato qualcosa in lui gli impedì di prenderlo in giro.
- Ho trentotto e mezzo, - gracchiò Derek sventolandogli un termometro in faccia.
- Derek, hai semplicemente un raffreddore, - gli disse Stiles, - e non dovresti essere qui.
- Stiles, questo è di gran lunga peggio che avere un proiettile nel braccio, sono sicuro che …
- Stiles? - disse Scott da dentro l'aula, - vieni?
- Un secondo! - urlò in risposta, - allora, adesso andiamo dagli altri e …
- No.
- Non dirmi che ti vergogni di essere raffreddato.
- Google diceva terminale, - borbottò Derek, tirando su col naso.
Stiles lo scosse: - Derek, è un raffreddore. Domani starai meglio, prendi l'aspirina e fatti una dormita.
- Lo dicevano anche i Grey's anatomy a tutti i pazienti che sono morti.
Da ammalato Derek era se possibile ancora più irritante, anche se una discreta parte di Stiles avrebbe voluto piantare tutto, accompagnarlo a casa e prendersi amorevolmente cura di lui.
- So cos'è il raffreddore.
- Non si può stare così male. Come fanno gli umani a sopportare tutto questo?
- Toh, - Stiles tirò fuori l'aspirina che portava sempre dietro, - prendi questa, vai a casa e dormi. Ti lascio il mio letto.
- Vieni anche tu.
Il cuore di Stiles perse un battito.
- Non posso, Cora mi uccide.
- Cora non deve sapere niente. Nessuno deve sapere che sono malato e dove sono.
- Vuoi morire solo?
- Quindi è mortale?! - la voce di Derek si alzò di un'ottava e Stiles rise e scosse la testa.
- Appena mi passa ti faccio del male, - cercò di ringhiargli contro, anche se gli uscì più come uno sputacchio e gli prese anche una crisi di tosse.
- Dai, su, vai a casa.
Derek scosse la testa.
- Ti aspetto. Torniamo insieme.
Stiles quasi ci rimase.
- Se svengo mi potrai soccorrere.
- STILES! Iniziamo! - esclamò Lydia, - MUOVITI!
Stiles lanciò un ultimo sguardo a Derek, gli spiegò come prendere l'aspirina e dove poteva mettersi tranquillo ad aspettarlo, poi vide che tremava e si tolse la felpa perché la mettesse lui. Derek lo guardò con gli occhi lucidi di febbre.
- Torno presto, - mormorò appena Stiles, stringendogli per un attimo le mani fra le sue e poi scappando nell'aula dai suoi amici.

 

 

*

 

 

Mi è sembrata la voce di Derek, - disse Malia con nonchalanche non appena Stiles rientrò.
Forse aveva a che fare con la gigantesca coda di paglia di Stiles, o forse perché aveva ancora sui palmi la sensazione delle mani caldissime di Derek e probabilmente aveva le guance in fiamme.
- Derek? - squittì Stiles, e se la stanza fosse stata popolata da esseri pensanti – in altre parole, se Lydia non fosse stata irritata col mondo e non avesse avuto le cuffie con Iggy Azalea a palla – lo avrebbero sicuramente beccato, ma per fortuna Scott era troppo impegnato a dire chissà quale idiozia per rimorchiarla a Kira che gli sorrideva tanto melensa quanto idiota e Liam era impegnato a tirare palline di carta nei capelli di Malia.
- Sì, Derek. MA LA SMETTI?! - Malia si voltò e spinse il banco di Liam contro di lui e probabilmente se Lydia non li avesse guardati malissimo, e con malissimo era da intendersi con uno sguardo omicida che faceva sembrare Derek un innocente micino, sarebbe scoppiata una rissa.
Stiles si sedette accanto a Scott, ancora perso nel suo mondo in cui, tra un'aspirina e l'altra, lui e Derek finivano languidamente a baciarsi nel suo letto. Naturalmente il povero e malaticcio Derek nel giro di due minuti nella sua fantasia si era trasformato in Derek l'attore porno ma Cora entrò sbattendo la porta e interruppe la fantasia proprio nel momento in cui Derek si stava togliendo la maglietta.
- Allora, - decretò lei, senza neanche aver ancora raggiunto la cattedra, - siamo qui riuniti perché ho una notizia per voi. Derek ha lasciato la vacca.
L'audience rimase indifferente, per quanto Stiles festeggiasse internamente.
- Ehi! - esclamò Cora, - datemi un segno!
- Pensavo si sarebbe parlato di mia madre e suo padre, - borbottò Lydia, indicando Stiles con un'espressione un po' disgustata, che naturalmente a sentire nominare il padre cadde nella disperazione più nera.
Era l'ultimo argomento di cui voleva parlare. Non tanto per la sua relazione con Natalie, quanto per quello che era successo. Stiles non era abituato alle liti. Non era abituato a questionare l'affetto che provavano per lui le persone a cui voleva bene. Tranne Derek, beh, certo, ma era un caso particolare. Invece in quel momento fra suo padre, Scott, si sentiva come tagliato fuori. Era come se loro fossero andati avanti, in un punto in cui la sua presenza era facoltativa. Li sentiva andare via e si vedeva, anziché rincorrerli, allontanarli sempre di più. Suo padre, facendo idiozie e ubriacandosi nei momenti peggiori, Scott, quando trovava irritante il suo parlare di Kira ed era quasi geloso di lei, perché lui con Derek non faceva così. Non lo rendeva a tal punto una sua priorità da dimenticare gli amici.
- Beh, tanto non è successo nulla, no?
Lydia fulminò Cora, che aveva appena parlato, e ringhiò: - Beh, dato che non facciamo niente per impedire loro di fare i piccioncini mi sembra un minimo ovvio.
- Non è che non facciamo niente, è che …
- Sì che non facciamo niente! Siete tutti uguali, - sbottò Lydia, - quando c'è un minimo da impegnarsi per le cose vi tirate indietro! Impegno? Mettersi in gioco? Abbandonare la propria immagine cool e stoica che fa tanto figo per agire una volta tanto? Mai! Perché alla fine non vi importa di niente davvero!
Stiles aveva giusto l'impressione che Lydia non stesse esattamente parlando di loro.
- Perché è più facile, no? Se non ti importa di niente non ti ferisce niente, ma non puoi negare quando le cose succedono per il semplice fatto che ti spaventano!
Decisamente, non parlava di loro. Tutti erano ammutoliti dalla sua furia e Lydia, ansante, riprese fiato per poi ricominciare.
- Tanto scappare è più facile che dimostrare per una volta di avere degli accidenti di sentimenti, mi sembra ovvio! Meglio essere ambigui, stare nella zona grigia e non decidere mai niente che esporsi!
Stiles si alzò anche lui, sentendosi preso in causa: - Sai che ti dico? - esclamò, - hai ragione! Perché non puoi fare il buono e il cattivo tempo come vuoi tu, un giorno tutto amore e quello dopo neanche ciao per il semplice fatto che hai la fobia dei legami o sei troppo narcisista per concentrarti su qualcosa che non siano i tuoi problemi!
Lydia lo guardò con gli occhi che brillavano, in un modo che qualche anno prima avrebbe fatto fantasticare Stiles per almeno cinque mesi: - Esatto! Perché gira tutto intorno a te! Alla tua complessa e drammatica personalità.
- E dimostrarsi umano è troppo, - rincarò la dose Stiles, - è meglio atteggiarsi da bulletto e sentirsi il centro dell'universo, e io doppiamente idiota che ti sto ancora dietro.
- Sì, perché io pagherei per staccarmi! - Lydia batté un pugno sul banco, - ma accidenti a me se riesco! È lì nella mia testa come una zanzara, che si accolla a ogni minimo pensiero.
- Avete finito? - domandò Cora, che non li aveva ascoltati neanche un secondo e aveva scritto qualcosa al cellulare tutto il tempo, - lo abbiamo capito che avete problemi amorosi ma non penso che urlarvi contro serva a qualcosa, anziché farlo coi diretti interessati.
Stiles diventò porpora, dato che il diretto interessato era Derek, e Lydia storse il naso
- I diretti interessati sono idioti, - borbottò Lydia, tornando a sedersi.
- Sembra quasi usciate con la stessa persona, - buttò lì Scott e per la prima volta nella sua vita, al pensiero di Lydia che si faceva Derek sotto il suo naso, Stiles desiderò prenderla a botte.
- Non penso proprio, - replicò Lydia calmissima, - penso queste due persone abbiano solo molto in comune.
- E a Stiles piace mio fratello, - asserì Cora, continuando a digitare.
- Stiles è gay??!- esclamò Liam.
- In che pianeta vivi, lascia una scia tipo lumaca ogni volta che Derek entra in una stanza. Non che mio fratello sia meglio, se c'è Stiles sembra esista solo lui.
- Stiles stava con me, - disse Malia, sorridendo a Stiles per fargli capire che era dalla sua parte, - quindi non è gay. Mio padre dice che è brutto essere gay, lo usa come insulto.
- Tuo padre è un idiota omofobo ed è probabilmente per questo che Derek e Stiles quando si sposeranno non lo inviteranno al matrimonio.
- Ma cos …? - mormorò Stiles.
- Omoche? Mio padre non è omo … omo … mono …? - saltò su Malia, - è fantastico!
- Sì, sì, hai ragione, - borbottò un po' chiunque, dato che era impossibile farle cambiare idea.
- Beh, omofobo forse no dato che Derek è bisex ma non penso sia così di mente aperta …
Tutti, tranne Malia, che non aveva capito, guardarono male Cora dato che non erano desiderosi di ascoltare un'altra discussione su Peter, ma la cosa sembrò passare oltre e ci fu una manciata di secondi in cui regnò un silenzio imbarazzato.
- Beh, allora io, ecco, volevo dire … - mormorò Stiles, deciso a mettere al corrente i suoi amici della litigata con il padre, - è successo che ….
La porta della classe si aprì sbattendo e un insegnante, che Stiles riconobbe come quello del corso avanzato di biologia, entrò nella classe e li fulminò con lo sguardo.
- Lo sapete che non ci si può trattenere in quest'aula finite le lezioni? - domandò irritato, facendo loro cenno di uscire.
Cora fece per protestare, ma Lydia la guardò talmente male che abbassò lo sguardo e tutti, lentamente, si avviarono fuori.
- Possiamo cercare un'altra aula, - propose Stiles, ma nessuno sembrò ascoltarlo: Cora era presa dal cellulare, Lydia idem, Scott parlottava con Kira e Malia stava tirando pizzicotti a Liam che ringhiava infastidito.
- Ci vediamo, allora, - disse poi Cora ad alta voce, fece un cenno di saluto a tutti e sparì con il telefono.
Ci furono un paio di minuti di saluti generali e alla fine Stiles si ritrovò da solo senza saper bene cosa fare: a dire il vero doveva solo tornare a casa e dato che a casa non c'era nessuno gli sembrava fin troppo triste.
Poi gli suonò il telefono e si ricordò di Derek. Dato che lo stava chiamando probabilmente per lamentarsi, per dirgli che era prossimo alla morte o chissà quale altra cavolata avrebbe dovuto probabilmente sentirsi irritato venne pervaso da uno strano calore nel petto. Probabilmente google gli avrebbe diagnosticato per quello una grave malformazione al cuore, e forse sarebbe stato meglio, pensò, rispetto a ciò che in realtà era. Sicuramente meno umiliante e doloroso.
- Che c'è? - disse al telefono, - ti avevo detto di aspettare.
- Sto bene, - rispose Derek, - hai finito? Mi annoio.
Stiles mise giù il telefono e andò a prenderlo nell'aula. Effettivamente Derek sembrava un'altro: se prima assomigliava alla versione malata di uno zombie, adesso a parte l'adorabile nasino leggermente rosso era il solito figo della madonna a cui Stiles avrebbe fatto cose indicibili. Naturalmente Derek se e stava imbronciato seduto su un banco e lo guardava malissimo.
- Non sei più in fin di vita? - cercò di prenderlo in giro Stiles, anche se il fatto che gli stesse impudicamente sbavando addosso lo rese poco credibile.
- Non fa ridere. Andiamo?
Stiles sospirò e si avviò con lui verso casa, rigorosamente a piedi, dato che era senza jeep. Derek gli camminava accanto ingrugnito e, dopo qualche istante di silenziò, buttò lì con tono se possibile ancora più acido del solito: - Non sono narcisista e non ho la fobia dei legami. Sei tu che mi hai mollato.
Stiles diventò completamente rosso e smise di camminare, mortificato all'idea che Derek avesse sentito e, soprattutto, avesse capito. Certo, non ci voleva molto quando era palese all'universo che Stiles era innamorato di lui, ma accidenti, non era troppo impegnato a credere di morire? Stranamente, anziché vergognarsi come un ladro, dopo qualche secondo sentì la rabbia montare come quando aveva parlato con Lydia: era colpa di Derek tutto quello, era lui che lo aveva piantato in quel modo disgustoso e comportandosi da ipocrita e sosteneva ancora di essere la parte lesa.
- Tu hai mollato me. Mi hai detto che non provavi nulla e abbiamo già fatto questo discorso, quindi risparmiati, - si trovò a dire in un tono duro che non pensava di essere capace a usare.
- Ho detto che non ti amavo santo cielo, ma sei idiota? Non ho detto che ti odiavo!
- Non ci tenevi a me, o non mi avresti lasciato andare così.
- Potrei dirti la stessa cosa dato che sei stato tu a piantarmi, - rimbeccò Derek.
Stiles lo fulminò con lo sguardo: - Se tu non fossi stato così pessimo da non darmi neanche mezza sicurezza magari sarebbe stato diverso.
- La prossima volta allora ti comprerò dei fiori, - ironizzò Derek.
- E chi ha detto ci sarà una prossima volta?
-Ah, davvero? - Derk ghignò e se lo tirò vicino fino quasi a far sfiorare le loro labbra.

 


 

*

 

 

Il baciò però non avvenne. Derek lo spinse via quasi brutalmente, e quando Stiles lo guardò per capire cosa non andava, lo vide quasi sconvolto.
- Cosa ci fai qui? - domandò e per un attimo Stiles pensò fosse completamente impazzito, ma poi vide che si rivolgeva a un uomo circa della sua età che camminava con le mani in tasca e un sorriso sardonico sul volto.
- Derek, quindi le voci sono vere, - l'uomo lo squadrò, - mi dispiace.
- Già. Pensavo stessi sulla East Coast.
- Sono venuto a vedere la Weast Coast, ogni tanto fa bene venire qui. Mi ricorda i vecchi tempi.
Derek deglutì e non disse nulla, rispondendo con un cenno del capo al saluto dell'uomo, che li superò fischiettando.
- Se era un tuo ex … - incominciò Stiles, ma Derek ringhiò piano.
- Assolutamente no. È un beta del branco più potente della East Coast. Mia madre non si fidava di loro e non capisco perché abbiano attraversato l'America per venire qui e come sappia dei miei poteri.
La tensione di Derek era palpabile e lo fu ancora di più quando un'ambulanza li superò a sirene spiegate.

 

 

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I' back, bitches! Lo so che non sono esattamente rapidissima, ma ho delle giornata stranamente piene fra piscina, uscite con genitori o amici e l'ambizioso progetto di vedere grey's anatomy. Comunque, voi siete stati dei pulcini a non aver abbandonato questa storia nonostante gli indecorosi mesi di assenza e vorrei dare un abbraccio a ciascuno di voi se potessi, in particolare a Ashbluepenguin, _Maeve_, siamomessimale, Little_Ai_Chan, Yayi, John Watson e Fenice14 che hanno recensito lo scorso capitolo, luh ya cuties <3
Ps. nel remoto caso che qualcuno di voi sia alla Wolfsbane 3 a Birmingham questo luglio, se vede una bionda alta e italiana venga a salutarmi o, se vi va, mi scriva in privato così scambiamo due chiacchiere fra un panel e l'altro e lo/la abbracio :)
 

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Capitolo 16
*** Il disagio del vero amore. ***


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*

 
Il disagio del vero amore

 
 

Stiles aveva pensato a molti modi con cui Derek avrebbe potuto reagire all'apparizione del suo amico beta ma nessuno di quelli aveva incluso lui che, dopo essersi svestito di fronte ad un attonito Stiles, si era infilato nel letto, aveva tirato il piumone sopra la testa e si era clamorosamente rifiutato di parlare. Quindi lo aveva fatto Stiles, molto molto a lungo.
- Sai che fare la teenager drama queen non risolve nulla, vero? Insomma, tutti abbiamo i nostri problemi. Persino Lydia, sai? E anche io: mio padre mi odia, probabilmente si sposerà a breve con la madre della ragazza che avevo pensato di sposare io, ho voti orrendi e lui mi odierà ancora di più per questo, senza contare che Scott tende a ignorarmi e in quello evidentemente ha preso da te, siccome sto parlando da un secolo e non ti degni di fare neanche un verso.
Nessun segno di vita.
- Quanto sei drammatico.
Il piumone e Derek sotto di lui non reagirono.
- Guarda che non ti giudico se esterni i tuoi problemi. Oppure riservi loro lo stesso trattamento che hai per i tuoi sentimenti, cioè li ignori fingendo di non averli? Anche io faccio così. Coi problemi, cioè. Ignorart … ehm, ignorare Lydia mi era praticamente impossibile. Per lei era impossibile non ignorarmi, come lo è anche per te a quanto vedo.
Derek emise un grugnito.
- Oh, beh, devo dire che abbiamo fatto passi avanti, almeno tu emetti qualche suono se sollecitato, Lydia proprio zero, sai quando mi piaceva … aspetta. Non è che tu mi piaci, no, cioè, non fraintendere, siamo entrambi adulti e …
Derek riemerse dalle coperte e lo guardò malissimo, quel tipo di sguardo che informava neanche tanto cortesemente Stiles che lui sapeva tutto, dai filmini mentali che si faceva con le canzoni di Taylor Swift alla foto che aveva come sfondo del cellulare.
Stiles valutò il farsi inghiottire dalla terra come l'ipotesi meno tremenda che si potesse contemplare.
- Non fare quella faccia. Mi inquieti, - borbottò.
- Anche a me inquieta che tu abbia mie foto appiccicate per la camera, nessuno è perfetto.
Il sarcasmo era decisamente quello che mancava per far venire voglia a Stiles di prendersi ripetutamente a badilate in faccia fino a perdere conoscenza, anche se una minuscola parte di lui saltò su a pensare che se Derek era sarcastico magari lo era perché stava meglio e forse non si era davvero inquietato così tanto per quello strano beta.
- Sai quando hai smesso di apparirmi in camera senza essere invitato ho dovuto colmare questa mancanza.
Derek non rispose e gli tirò una botta dietro la nuca che anche se data piano fece sussultare Stiles. Ignorando la parte di lui che si beava per il minimo contatto fisico – parte enormemente disagiata – cercò di colpire Derek ma lui si era già rintanato sotto le coperte.
- Che drama queen, - borbottò Stiles.
- Disse chi si è appena lamentato dei suoi problemi senza far nulla per risolverli, - mugugnò il cumulo di coperte.
- Oh, perché tu hai una soluzione? - borbottò Stiles, sdraiandosi di fianco a lui, - illuminami.
- Chiedi a Lydia di aiutarti con lo studio.
Il cervello di Stiles si prese un attimo di no sense per immaginare Derek completamente nudo sdraiato su una cattedra per arcani motivi, poi le sue sinapsi riuscirono a connettere giusto un istante prima che iniziasse a sbavare e si ricompose.
In effetti, l'idea era ottima. Certo, non era assolutamente sicuro che Lydia avrebbe accettato ma tanto valeva provare. In fondo negli ultimi anni si erano avvicinati molto, lei aveva imparato il suo nome e sapeva anche della sua cotta gigantesca per Derek – cosa che sapeva tutto il mondo, quindi non sapeva se fosse un grande passo avanti – quindi potevano quasi essere amici. Ignorò il fatto che Derek lo stesse spingendo direttamente fra le sue braccia, convincendosi che, essendo Derek narcisista e egocentrico, poteva trovarlo sfiancante finché voleva ma non avrebbe mai rinunciato alla sua iniezione di autostima quotidiana rappresentata da Stiles che si umiliava davanti a lui con i suoi fin troppo ovvi sentimenti.
Stiles prese il telefono e le mandò un messaggio.
- Dopotutto non sei così inutile.
Derek riemerse a pochi centimetri dalla sua faccia e Stiles si sentì avvampare.
- Non dire questo alla tua fatina buona, - borbottò Derek avvicinandosi.
Il panico si impossessò di Stiles.
- In che senso? Perché, sai, ehm, io per Lydia non provo più niente, nada nisba … non è che devi farci mettere insieme, sai, per farti perdonare di quello che mi hai fatto quando stavamo insieme, cioè, quando non stavamo insieme ma comunque ci scambiavamo la saliva e davvero io sono felice così, da solo, cioè, aspetta …
- Non mi interessa, volevo solo che tu stessi zitto, - lo interruppe Derek. - ora ho bisogno di pace, quindi esci.
- Ma è la mia stanza! - esclamò Stiles.
Derek non emise atri suoni e grazie tante. Rimase appallottolato insieme al suo istinto da sedicenne isterica mentre Stiles cercava di convincersi che era così agitato perché aveva mandato un messaggio a Lydia e non perché era sul suo letto insieme a Derek e gli si era accidentalmente dichiarato quasi due volte. Come se certe cose potessero scappare di bocca, insomma. Ma del resto nessuno gli aveva insegnato la sottile arte della seduzione, anzi, probabilmente era più bravo nelle vicende amorose un alpaca di lui. Derek sicuramente se la cavava meglio con i suoi comportamenti un giorno praticamente da quasi fidanzato e un giorno da persona che a malapena lo sopportava. O forse era semplicemente bipolare e quello avrebbe spiegato molte cose incluso il disagio di Stiles che gli stava ancora dietro.
Il cellulare squillò ma Stiles, troppo impegnato a sognare ad occhi aperti Derek che usciva da sotto le coperte per dichiarargli amore eterno con una poesia scritta da lui in trimetri giambici – e un appassionato sequel in cui c'erano molte meno parole, molti meno vestiti e molta più azione – lo ignorò.
- Rispondi o ti stacco la testa, - ringhiò Derek.
Stiles sospirò, salutando mentalmente l'immagine di Derek nudo sul suo letto che mugolava il suo nome e dando il benvenuto alla realtà in cui l'unica cosa che Derek avrebbe mai mugolato sarebbe stata una minaccia di morte.
- Calmati, mamma mia, - borbottò e rispose.
- Stiles? - domandò la voce di Lydia, stranamente garbata.
- Lydia?
- Ho letto il messaggio, - cinguettò lei, - e mi sembra un'idea fantastica. Anche Malia ne ha bisogno e quindi pensavo sarebbe stato bello studiare tutti e tre insieme, ha offerto la sua casa ed è stata così gentile … per te non sarebbe un problema, vero? So che vi siete lasciati, ma sono così impegnata che non so se riuscirei a seguire entrambi.
Stiles, nonostante avesse una stranissima sensazione di déjà vu – tutti quei pomeriggi passati a casa di Cora a studiare e tutte quelle volte che Derek entrava nella stanza in cerca di cibo che gli sembravano un adeguato compenso per il dover sopportare due esseri dalla prontezza cerebrale di un mollusco come Cora e Malia – decise di accettare.
- No, beh, insomma, siamo a posto.
- Perfetto! - trillò Lydia, - ci vediamo domani dopo la scuola a casa di Malia!
Dopo averla salutata Stiles riagganciò e si sdraiò pensieroso sul letto ma non fece in tempo a chiedersi come mai Lydia fosse sembrata la versione più giovane di Dolores Humbridge che un ringhio infastidito gli fece ricordare che il letto aveva un altro occupante, molto grosso e molto cattivo.
Anche molto figo si trovò a pensare quando Derek riemerse furibondo, naturalmente un attimo prima di capire che probabilmente non avrebbe visto l'alba del giorno dopo e quindi di iniziare a pregare ogni Dio conosciuto che Derek fosse troppo debilitato per ucciderlo.
- Ti sei sdraiato su di me.
- Intendi mi sono sdraiato sul mio letto occupato abusivamente da te e dalle tue paturnie?
Derek emise un ruggito.
- Non fare l'animale.
- Tu togliti da sopra.
- Ehi, un giovane affascinante come me sopra un acido asociale come te quando ti ricapita?
Derek lo spinse via: - Non nei miei giorni fortunati.
- Sputi nel piatto in cui mangiavi.
Derek roteò gli occhi e si mise seduto, con il viso allo stesso livello di quello di Stiles che prese seriamente in considerazione l'idea di prenderlo a pugni per via dell'irritante sorriso sornione che sfoggiava. Aveva pure i denti da coniglio, mannaggia a lui. Stava giusto pensando a una risposta sagace tanto per darsi l'illusione di non essere completamente perso per lui, tanto da amare persino i suoi incisivi, quando Derek lo baciò.

 

 

 

 

*

 

 

 

Era stato un bacio. Un vero, autentico bacio. Certo, alla fine Derek aveva solo appoggiato le labbra contro le sue per qualche secondo e poi se ne era andato sorridendo come un bambino che ha appena rubato le caramelle – la maturità tanto era quella – lasciando Stiles in preda a dubbi esistenziali, tendenze suicide e omicide. Tra l'idea di fare il kamikaze al loft, piombare nel letto di Derek e fargli finire quello che aveva iniziato a costo di vivere in schiavitù per il resto della sua vita, dato che cosa era successo per un paio di innocenti succhiotti che aveva fatto a Derek da ubriaco, non era riuscito a chiudere occhio ed era stato quasi contento che suo padre gli tenesse il muso e in tutta la colazione non avesse detto che qualcosa su una cena con Lydia e Natalie, altrimenti avrebbe pensato che si faceva di acidi. Certo, sicuramente gli acidi gli avrebbero procurato meno danni che andare dietro a Derek Hale ma a suo padre non era dato saperlo.
Stiles sospirò pesantemente e si prese la testa fra le mani, ignorando l'ennesima spiegazione di matematica.
Non aveva la minima idea di cosa fare, Derek non si era degnato di mandargli un messaggio, chiamarlo o mandare un piccione viaggiatore per sapere cosa accidenti volesse dire quel bacio. Che, poi, obiettivamente, Stiles aveva dato baci più coinvolgenti al suo poster di Star Wars. E non era che Derek non ci sapesse fare, i suoi baci erano superiori sia a quello che gli aveva dato Lydia sia a quelli di Malia, sapeva fare quella cosa con la lingua che faceva impazzire Stiles e … okay, le cose stavano degenerando. Bisognava focalizzarsi sul problema, che era perché. Derek non faceva mai niente a caso, giusto? Beh, a parte andare a letto con donne di dubbia affidabilità che si rivelavano o psicopatiche o darach. Stiles si palpò la faccia per controllare di non avere cicatrici o comunque che avesse ancora la forma di una faccia e per un attimo sentendo tutto normale si rassicurò. Poi si ricordò di perché aveva avuto dubbi e gli venne voglia di sbattere la testa sul banco.
Provò a scrivere di nascosto un messaggio a Derek.
Brutto imbecille …
No, non se ci teneva ancora alla vita.
IO TI AMO E TU MI FAI QUESTO NON É DIVERTENTE, TI ODIO
Troppo ossimorico, troppo caps e troppo teenager drama queen. Cosa che effettivamente era in quel momento ma a quanto pareva non era l'unico ad avere comportamenti infantili a giudicare da cosa era successo la sera prima. Anzi, probabilmente quel ritardato pulcioso se la stava ridendo da qualche parte, sentendosi così realizzato perché aveva sconvolto ancora una volta i sentimenti del fragile Stiles.
La prossima volta ti faccio vedere come si bacia io ;)
Certo, perfetto se avesse voluto essere preso in giro per il resto della sua vita dalle generazioni presenti e future della famiglia Hale.

La verità era che, ad essere onesto, avrebbe semplicemente voluto scrivergli come si sentiva. Ovvero di come il comportamento di Derek, contraddittorio e un po' da bullo, lo infastidisse e di quanto si sentisse sempre l'ultima ruota del carro già col resto del mondo e non voleva che succedesse anche con lui. Ma l'idea di avere una conversazione a cuore aperto con Derek Hale, l'essere meno empatico dell'universo, era parecchio vicina a quella di suicidio nella testa di Stiles e non aveva certo voglia di dilungarsi oltre a pensare alle cose che non andavano nella sua vita che erano sicuramente molte di più di uno stupido ragazzo.
Stava giusto per elencarli, mandando al diavolo tutti i suoi buoni propositi come faceva di solito, ma venne salvato dal suono della campanella e da Lydia che gli si materializzò davanti.
Lydia era sempre stata oggettivamente una bella ragazza. Prima che Stiles perdesse definitivamente la ragione dietro al più problematico e immusonito degli Hale aveva pensato che non esistesse ragazza più bella al mondo – i suoi standard erano notevolmente scesi da allora o semplicemente aveva un pessimo gusto per gli uomini – e ancora adesso, nonostante la sua mente fosse occupata per la maggior parte del tempo da Derek che non era sempre vestito, la trovava comunque una delle ragazze più belle che avesse mai incontrato. Ma quel giorno, quando la vide pararsi di fronte a lui con un vestito color fragola che faceva risaltare i suoi meravigliosi capelli quel giorno acconciati con particolare cura e la sua figura snella per poco non ebbe un mancamento e rimase quelli che si rivelarono due minuti buoni a fissarla a bocca aperta. Persino il suo Derek mentale passò in secondo piano di fronte a cotanto splendore.
- Andiamo, allora? - domandò lei con un gigantesco sorriso sulle labbra e Stiles annuì come un ebete, seguendola passivamente verso la classe di Malia.
Se non fosse stato assolutamente sicuro di cosa provava per Derek e se il suo Derek mentale non avesse deciso, stanco di non avere attenzioni, di togliersi i boxer, probabilmente avrebbe pensato che Lydia gli piacesse ancora. Era stata il suo sogno per tanti anni, si era quasi abituato al pensare sempre a lei, a conoscere a memoria i suoi gusti e a cercare di essere perfetto per lei. Era anche decisamente più facile guardarla da lontano rispetto a stare vicino a Derek, non solo per l'alta probabilità che aveva, accanto a lui, di essere brutalmente ucciso. Era solo che una persona con cui non hai interazioni non può ferirti o scombinarti la vita, mentre Derek aveva un talento innato per fare casini. Lydia era un sogno, era perfetta, ma Derek era reale, fastidioso e pieno di difetti e Stiles aveva il cervello così irreparabilmente danneggiato da scegliere sempre lui.
Arrivarono da Malia, che li aspettava appoggiata all'armadio. L'armadio bestemmiò.
- Malia, Chi c'è nell'armadio? - domandò Lydia, scrutandola.
Malia scosse i capelli che una volta erano stati legati in qualcosa di simile a una treccia e sorrise: - Liam, naturalmente.
Ecco, Stiles avrebbe dovuto rivedere le sue priorità anche in fatto di ex, visto che Malia era diventata praticamente una sadica torturatrice di primini.
- Lascialo andare, - le disse sospirando.
Facendo un bilancio, comunque, anche Malia era molto bella. Aveva delle gambe fantastiche e un visino adorabile. Certo, aveva anche lei qualche problemino tipo la sua fissa con l'andare a caccia di cervi o con il torturare Liam, ma era sicuramente più normale di Derek, sapeva amare e come usare la doccia. Era la ragazza perfetta per lui sotto ogni aspetto, peccato che l'avesse piantato senza neanche una spiegazione decente. Insomma, chi diavolo poteva piacerle? Scott?Beh, era un idiota come lei in certi momenti, ma Scott non vedeva al di là di Kira e sicuramente non si sarebbero mai potuti piacere. Mason era gay, o comunque frequentava Liam e Malia non poteva respirare la sua stessa aria senza volerlo uccidere, quindi era da escludersi. Forse era qualche suo compagno di classe che Stiles non conosceva o qualche disagiato amico di Peter, sempre che un Hale fosse in grado di avere amici.
Malia si spostò dall'armadio e Liam ne uscì inciampando ma si rialzò subito ringhiando, con già gli occhi gialli.
- Ehi! - esclamò Stiles, cercando di trattenerlo, - calmati!
- Mi hai chiuso in un armadio perché ho parlato con Cindy Grey!
Stiles ricordò che era una cheerleader o qualcosa del genere, troppo in alto di livello sociale per considerarlo. Non che lui avesse mai considerato lei, aveva già abbastanza il suo da fare ad essere ignorato da Lydia e maltrattato da Derek e non voleva aggiungere un'altra dose alla sua umiliazione quotidiana.
- Hai disturbato la lezione!
- Mi ha chiesto una matita!
- E non dovevi dargliela! - esclamò Malia, scagliandosi su di lui e probabilmente lo avrebbe preso a pugni se Stiles non si fosse messo in mezzo.
- Calmatevi, su, ci sono problemi più grossi, qui, - borbottò.
Malia squadrò lui, poi Lydia e infine ringhiò verso Liam che sbiancò, preparandosi evidentemente alla morte certa.
- Aspetta! - saltò però su lui, rianimatosi, - Lydia, ti sei vestita così bene per Stiles? State insieme?
Per un attimo Stiles credette alla sua versione e si sentì quasi importante ma naturalmente l'espressione di disgusto puro che si dipinse sul viso di Lydia fece crollare tutte le sue fantasie in cui veniva conteso fra lei e Derek e alla fine, con un discorso degno di Sparks, sceglieva Derek e il tutto si concludeva con una loro prima volta sulla spiaggia al tramonto, con tanto di candele e petali di rosa che persino in quei momenti di delirio mentale continuava a trovare pacchiani ma pazienza.
- Sono vestita bene perché sono una persona elegante, al contrario di te, - ribatté Lydia sdegnata guardandolo malissimo, - Malia, andiamo?
Stiles osservò Lydia. Anche lui aveva notato che era particolarmente carina, ma con tutto il casino che aveva in testa non aveva certo pensato che fosse per qualcuno. Del resto, era vero: Lydia si curava sempre per andare a scuola, ma quel giorno sembrava pronta per una sfilata di moda. Forse, pensò Stiles, ricordando ciò che era successo qualche tempo prima, dopo aveva un appuntamento con il suo misterioso ragazzo. Si aspettò di provare un minimo di gelosia, ma l'unica cosa che gli riuscì fu un “ma perché io e Derek mai?” che decise non dovesse più albergare nella sua mente. Era definitivamente partito. Derek, nella sua testa ancora nudo, ammiccò con aria provocante.

Tu, zitto.

Fece appena caso a Malia che dava uno spintone a Liam e usciva dietro Lydia e le seguì in una sorta di trance, dato che stava cercando di conciliare il filmino porno del suo Derek immaginario con riflessioni più profonde come con chi accidenti esce Lydia. O Scott aveva un harem tutto per sé, o qualche ragazzo della squadra di lacrosse era particolarmente fortunato oppure Lydia aveva avuto una svolta lesbo e pianificava di provarci con Malia quel pomeriggio. Il che effettivamente avrebbe spiegato come mai non era mai capitolata all'assidua corte a distanza di Stiles, anche se, per vederla da un punto di vista oggettivo, il problema poteva avere diverse soluzioni. Tipo che la sua bravura nelle relazioni amorose era inversamente proporzionale alla sua abilità nel farsi seghe mentali (e talvolta non) su tutti i soggetti che lo interessavano sentimentalmente.
Il suo Derek mentale sembrò prendere il suo pensiero come un suggerimento.
Non lo immaginare neanche.
Cacciando ferocemente dalla sua testa Derek che faceva un solitario, e non di quelli con le carte, Stiles salì in macchina, incerto su cosa gli avrebbe riservato il futuro. 


 

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Ehi ehi ehi, sono tornata dall'Inghilterra e dal mare! Voi come ve la passate? Io tutto bene, mi sono successe un sacco di cose belle e altre un po' meno, e penso proprio pubblicherò una cosetta, questa settimana, che parla di queste ultime cose. Parlando di cose belle, però, QUANTO E' BELLO DYLAN SPRAYBERRY? Ho una supercrush per lui, aaaaaah. In questo mese di agosto avrò molto tempo libero, dato che non potrò uscire spesso, e uno dei miei wildest dreams sarebbe scrivere almeno cinque capitoli di questa storia. Mi sono resa conto, rileggendola tutta, che gli ultimi capitoli erano un po' ew, e spero che questo risollevi un po' le cose. Mi ci sono impegnata un sacco e spero tanto vi piaccia. Per il resto, nulla, ora corro a rispondere alle vostre dolcissime recensioni, e mando a tutti voi un abbraccio forte forte e tanto sterek <3

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Capitolo 17
*** Lydia e le cotte imbarazzanti ***



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*



Lydia e le cotte imbarazzanti



 

Stiles, Lydia e Malia arrivarono a casa di quest'ultima in pochi minuti, i quali non erano stati sufficienti a Stiles a capire cosa diavolo passasse nella testa di Lydia. L'unica conclusione a cui era arrivato, vedendo quante volte lei aveva alzato gli occhi al cielo – in genere ogni volta che Malia aveva ripetuto la parola “Liam”, ovvero quindici volte in un viaggio di pochi minuti – era che sicuramente non era Malia quella per cui si era fatta bella. Si era aspettato che la cosa lo rassicurasse, ma forse perché ormai Lydia la vedeva solo come un'amica, forse perché continuava a immaginare Derek che si spogliava, la cosa non gli aveva fatto un grande effetto.
Per quanto riguardava Malia, se non avesse saputo che abusava mentalmente e fisicamente di Liam, dalla frequenza con cui lo nominava avrebbe creduto che le piacesse. Certo, in genere il suo nome era seguito da aggettivi quali irritante, ciccione – in quale universo parallelo lo sapeva solo lei – o imbecille e quindi la cosa fugava ogni dubbio.
Sempre molto perplesso, seguì Malia e Lydia dentro, sentendo appena la prima dire qualcosa su “mio padre dorme a quest'ora”, come se Peter avesse fatto altro oltre a dormire e complottare. Era talmente assorto nei suoi pensieri che non sentì le voci provenienti dal soggiorno finché non vi fu praticamente davanti e, quando vide chi stava discutendo con un Peter molto irritato e arruffato – e con tutta l'aria di essere stato buttato giù dal letto con la violenza – per poco non ebbe un mancamento.
- Ti sto dicendo, - ringhiò Derek, - che non è un caso. Sono qui e ho visto dai documenti del padre di Stiles che …
- E io ti sto dicendo che hai interrotto il mio sonnellino di bellezza e che non si fruga nelle cose altrui, - ribatté Peter, sbadigliando.
- Beh ero da Stiles e …
- Se ripeti ancora il nome Stiles non lamentarti se vomito.
- Non c'entra Stiles! - si infiammò Derek, - ti ho detto che c'è un branco di lupi in città e che stanno succedendo cose e che sapeva dei miei poteri!
- Io dico che dovresti smettere di farti seghe mentali, Braeden non ti soddisfa più?
Derek roteò gli occhi ringhiando: - Perché devi sempre metterla in mezzo?
- Perché mi fa schifo come ti scegli le fidanzate e penso che sia lei il problema più grande che abbiamo.
Derek lo guardò con astio.
- Poi tu metti sempre in mezzo Stiles, non ti ho mai detto nulla su questo.
Lydia, Stiles e Malia erano rimasti fermi sulla soglia e proprio mentre Derek stava per insultare pesantemente Peter, o perlomeno, a Stiles, che era ancora un po' intontito dall'aver sentito così tante volte il suo nome pronunciato dall'amore della sua vita, sembrava in procinto di farlo.
- Stiles si mette in mezzo! E comunque perché finiamo sempre a parlare di lui? Stavo dicendo che …
Peter alzò gli occhi al cielo: - Non lo so, Derek, se non ti conoscessi direi che sei innamorato di lui.
Le orecchie di Derek si tinsero di un tenue rosato nello stesso istante in cui la faccia di Stiles andò a fuoco. Perché era ben vero che la cosa più vicina a un sentimento che provava Derek era la fame, ma sentir insinuare da qualcuno che tutti i suoi sogni proibiti – non in quel senso, quelli a Derek probabilmente sarebbero piaciuti -sull'andare in giro per mano e ricevere le coccole prima di dormire potevano, in qualche universo parallelo in cui Derek aveva un cuore, realizzarsi, era sempre un bel colpo. Tipo una racchetta da lacrosse in piena faccia o un bacio dato random dall'amore della sua vita che, spoiler, non era certo Lydia.
Proprio mentre pensava a questo e ricordava le labbra leggermente screpolate di Derek appoggiarsi sulle sue – e probabilmente sbavava anche, - Derek lo notò.
Si guardarono per un lunghissimo secondo, durante il quale Stiles esaminò tutti i modi che aveva per uccidersi in modo sicuramente meno doloroso di come avrebbe fatto Derek se fosse riuscito ad acchiapparlo e le orecchie di Derek diventarono di una sfumatura vicina al rosso.
Sicuramente lo avrebbe ucciso. Non poteva uccidere Peter, dato che non era più un licantropo, ma era abbastanza grosso per avere la meglio su Stiles in modo che, una volta fatto a pezzi, nessuno si facesse venire in mente cose assurde come “Derek Hale innamorato di Stiles”. La parte più disagiata di Stiles gli fece passare davanti agli occhi l'immagine di un se stesso morente fra le braccia di Derek che gli dichiarava il suo amore e lui, commosso da tale rivelazione, ammetteva di aver sempre ricambiato e, grazie al bacio del vero amore, lo riportava in perfetta salute. Al momento del loro matrimonio, che vantava addirittura dei passerotti canterini decisamente troppo melensi, la parte razionale si fece avanti prepotente ricordandogli che magari era il caso di fare testamento. Stava giusto decidendo a chi lasciare la jeep quando Lydia interruppe il silenzio e, con passo leggero, si avvicinò a Peter.
- Ciao, Peter, - disse guardandolo dritto negli occhi e sbattendo le ciglia.
Beh, se non avesse conosciuto Lydia, pensò Stiles, un attimo distratto dai suoi preparativi per la sua morte, avrebbe detto che ci stava provando.
Peter, che era con addosso un paio di pantaloni della tuta che probabilmente erano il suo pigiama, quando la vide si raddrizzò, buttò indietro i capelli con una mano come per dar loro una parvenza di ordine e le sorrise.
- Ciao, Lydia.
I due si guardarono con lo stesso identico ghigno stampato in faccia, completamente ignorando gli altri componenti della stanza.
- Ciao, papà! - esclamò Malia dopo qualche secondo, non capendo esattamente cosa stava succedendo.
Peter le fece appena un cenno senza distogliere gli occhi da Lydia: - Cosa vi porta qui?
- Siamo qui per st ...- iniziò Malia, ma Lydia, avvicinandosi ancora a Peter che si protese verso di lei, la interruppe.
- Dobbiamo studiare, Malia ha detto che potevamo venire qui.
Il ghigno di Peter si allargò.
- Sei la benvenuta.
Durante quel breve scambio di battute il cervello di Stiles, prima concentrato su come evitare la morte, si era messo in stato di allarme. Lydia era vestita più carina del solito, no? E Peter si atteggiava in modo così, come dire, come se volesse fare colpo su di lei. Il che, pensò, era decisamente strano, insomma, Peter era molto più vecchio e non aveva certo l'aria di uno che perde tempo con le ragazzine o a flirtare in generale. Certo, per come era, diciamo bello quasi quanto il nipote, non sarebbe stato difficile che queste gli si prostrassero quotidianamente ai piedi ma non aveva l'aria di essere uno che se ne interessa.
E Lydia, poi. La bellissima e intelligente Lydia ridotta come una quindicenne in preda agli ormoni per quel tardone misantropo?
Beh non è l'unica a cui piacciono i tardoni misantropi insinuò garbatamente una vocina nella testa di Stiles. Dopo aver soppresso il primo istinto di sbattere la testa nel muro più vicino fece per voltarsi nella direzione di Derek, che era rimasto miracolosamente fuori dai suoi pensieri per qualche minuto.
- Grazie, - Lydia parlò, attirando di nuovo la sua attenzione, - possiamo usare il tavolo?
Peter la squadrò visibilmente soddisfatto di ciò che vedeva. Stiles si sarebbe aspettato di pensare qualcosa come “vecchio bavoso giù le mani dalla mia Lydia” ma il suo ultimo neurone in vita riuscì solo a formulare un “ma Perché Derek non mi guarda mai così, come se volesse sbattermi ripetutamente su ogni superficie della casa?”. In preda a un sempre maggiore sconforto per la sua attività cerebrale sentì a malapena la risposta di Peter.
- Puoi usare tutto quello che vuoi, Lydia, è tutto a tua completa disposizione, - mormorò Peter con voce calda.
Stiles era sicuro di aver sentito un tono simile in un porno, comunque.
- Non è fantastico il mio papà? - cicalò Malia in direzione di Lydia, guardando entrambi orgogliosa e ignara della tensione sessuale che stava riempiendo progressivamente la stanza.
Quattro paia di occhi la scrutarono come se fosse impazzita ma lei non ci fece caso e iniziò a sgombrare il tavolo da quelli che dovevano essere gli avanzi della colazione di Peter.
Lydia si sedette su un bracciolo del divano, facendo diventare ancora più corto il suo vestito, e Peter iniziò a parlarle di una cosa che aveva letto sulle banshee probabilmente per avere una scusa per restare a fissarla compiaciuto. Non che a Lydia dispiacesse, rispondeva sagacemente con un sorriso malizioso sulle labbra che faceva venire a Stiles ancora più voglia di sotterrarsi: perché lui e Derek mai?
In tema, si girò a vedere la reazione dell'uomo della sua vita a cotali scene.
Derek aveva stampata sul viso un'espressione a metà fra la sorpresa e il disgusto e, quando gli occhi di Stiles incontrarono i suoi, gli rivolse uno sconvolto sguardo che diceva “seriamente?”. Stiles, per un attimo dimentico del bacio e dei suoi pensieri suicidi, annuì e si scambiarono un lungo sguardo carico di comprensione.
Stiles si stava giusto ricordando che, per qualche arcano motivo, avrebbe voluto uccidere Derek, quando Malia saltò su tutta allegra dicendo che il tavolo era pronto e potevano studiare.
Peter la guardò come se volesse azzannarla alla gola.
- Oh. Perfetto Malia, tu e Stiles sedetevi e aprite i quaderni, io arrivo.
Lydia accarezzò come per caso un ginocchio di Peter – cosa che fece diventare Derek di un insolito verdino – e poi si avviò al tavolo.
- Stiles? Avanti, non abbiamo tutto il giorno.
Stiles si avvicinò, lanciando un ultimo sguardo di comprensione a Derek che gli rispose ugualmente affranto.
- Io esco, - disse quest'ultimo, - ho bisogno di aria. E di un psicologo, probabilmente.
Peter alzò gli occhi al cielo: - Quanto sei drammatico.
Derek sparì borbottando qualcosa di incomprensibile proprio mentre Lydia richiamava Stiles, che neanche si era accorto di star seguendo l'uomo della sua vita con lo sguardo finché lei non gli schioccò le dita sotto il naso.
- A lavoro, forza!

 

 

 

*

 

 

Dopo tre ore e mezzo di studio Stiles era sicuro che Lydia fosse la reincarnazione di qualche gerarca nazista. Gli aveva sequestrato i telefono e lo aveva obbligato a fare esercizi su esercizi senza neanche un secondo di pausa. Aveva persino impedito a Malia di andare in bagno intuendo che era una scusa per scappare. Stiles sarebbe stato convinto di essere sotto il quarto Reich se, mentre lui e Malia sgobbavano come elfi domestici sui libri, Lydia non avesse trovato qua e là l'occasione di rivolgersi a Peter, che in qualche modo continuava a comparire attorno a loro con le scuse più svariate.
Come se non bastasse, poi, da qualche minuto era anche arrivato Derek, che dopo una brevissima apparizione era sparito al piano di sopra a frugare fra i libri. Da quel momento, ogni pensiero inerente alla sua media scolastica era completamente evaporato dalla mente di Stiles. Persino Peter e Lydia che si lanciavano sguardi decisamente espliciti erano passati in secondo piano per quanto fossero imbarazzanti e fastidiosi e gli ricordassero due piovre in procinto di accoppiarsi. Anzi, ogni volta che li sorprendeva a guardarsi pensava a come era diverso il modo con cui Derek si rapportava a lui, a come l'unico sottinteso che esisteva fra loro fossero le velate prese in giro di quest'ultimo per la cotta adolescenziale che Stiles aveva per lui.
- Stiles, non stai azzeccando un esercizio che sia uno, - lo rimproverò Lydia prima di tornare a dedicarsi a Peter.
Stiles avrebbe voluto dirle che era perché il tizio che stava al piano di sopra lo aveva baciato come se nulla fosse la sera prima e lui non era assolutamente interessato a stupidi esercizi ma a capire cosa diavolo gli passasse per la testa. Cosa che naturalmente non poteva fare, non di fronte allo zio di Derek e alla sua ex ragazza, anche se ad essere sincero l'unica cosa che voleva fare era salire al piano di sopra e prendere a pugni quel brutto idiota che lo aveva reso un cumulo di incertezze che sbagliava operazioni elementari. Forse anche baciarlo, o prenderlo a pugni mentre lo baciava, anche se aveva la dolorosa impressione che, al contatto con le labbra di Derek, ogni desiderio di ucciderlo sarebbe svanito.
- Mi serve dell'acqua, - borbottò appena e doveva sembrare così giù che Lydia gli diede il permesso di andarsela a prendere.
Più ci pensava, più si rendeva conto che non era solo per via del bacio, se voleva chiamarlo così. Soltanto poche settimane prima si era fatto tutto un ragionamento secondo il quale si sarebbe fatto prendere solo quando Derek avrebbe mostrato sentimenti e invece era a fare il deficiente e ansiarsi solo perché erano nella stessa casa. Senza contare che chissà cosa era successo quando erano ubriachi.
Camminò lentamente verso la cucina e, non appena entrò, per poco non gli prese un infarto vedendo Derek che stava cercando qualcosa in frigo con aria assorta.
Derek emise un grugnito e riprese a cercare nel frigo.
E allora fu decisamente abbastanza perché Derek poteva essere arrogante, presuntuoso e egoista quanto voleva ed era purtroppo parte del suo fascino ma c'era un limite a tutto.
- Questo no! - sbottò Stiles, - non puoi farmi quella cosa e poi neanche reagire quando entro in una stanza?!
Strattonò Derek per un braccio, che in tutta risposta se lo scrollò di dosso irritato.
- Era solo ….
- No! - lo bloccò Stiles, spingendolo contro il bancone della cucina, - non era solo. Mi hai baciato! E neanche decentemente! Non puoi baciare le persone senza dire perchè!
- A Lydia non hai detto nulla!
- Non me ne importava un accidenti dato che l'unica cosa a cui sono riuscito a pensare, oltre a che mi sentivo morire perché avevo un dannatissimo attacco di panico, era che volevo te! - Stiles tirò un pugno sul petto di Derek che stranamente non reagì, - e come accidenti lo sai?
- Ho le mie fonti. Sai, ci eravamo appena lasciati e tu già …
- Oh, questo no! - Stiles piazzò una pano sul petto di Derek avvicinandosi a lui, - non rinfacciarmi un bacetto quando tu sei subito scappato fra le gambe di un darach!
Derek allora si arrabbiò sul serio e spinse Stiles contro il frigo.
- Non nominare quella. E se vuoi farmi una scenata, non qui, - ringhiò furibondo.
Stiles aveva una orrenda sensazione di déjà vu, dato che non era la prima volta che si trovava sbattuto al muro con Derek che gli ringhiava addosso, ma stavolta non voleva farsi mettere i piedi in testa. In fondo, Malia avrebbe sempre potuto correre a salvarlo, no?
- Ah perché io devo far finta che tu non mi abbia BACIATO – urlò l'ultima parola – e che tu non …
Quello per Derek fu abbastanza e, dopo avergli tappato la bocca con una mano, lo trascinò fuori da casa di Peter. Stiles si agitò in ogni modo possibile ma riuscì a liberarsi solo parecchi metri più avanti.
- Hai decisamente rotto! - esclamò spintonando senza risultati Derek, che non si mosse di un millimetro, - non puoi comportarti così! Non sei figo! Sei un deficiente! Non mi piaci per niente, anzi!
- Da che pulpito! - esclamò Derek, facendo un passo verso di lui, - tu mi hai rinfacciato, dopo avermi mollato, di Jennifer!
Stiles, vedendolo avvicinarsi, deglutì. Forse non era stata una bella idea, ma quando Derek lo accusò di nuovo di averlo piantato si dimenticò di ogni timore.
- Ancora? Beh, sai, se ti dispiaceva potevi fare a meno di darlo in giro!
- Ti sei fatto Malia pochi mesi dopo!
- Devo davvero nominare Braeden?
Derek lo guardò furibondo senza dire una parola e Stiles pensò seriamente lo avrebbe ucciso, perché si sentì letteralmente bruciare l'anima.
- Senti. Fingerò di dimenticare di come alla vista di un paio di tette dimentichi i principi morali e …
Derek alzò gli occhi al cielo: - E sono l'unico, naturalmente.
- Taci. Perché accidenti mi hai baciato?
Derek si grattò la testa e scrollò le spalle.
- Mi andava.
Stiles non ci vide più: - Ma sei completamente sociopatico? Tu … tu sai tutto e lo trovi divertente?
- Stiles, era un bacio e io non …
Derek aveva iniziato a parlare seriamente e forse aveva anche finito la frase ma Stiles non lo sentì, perché un grosso lupo si scagliò contro di lui.
- Derek! - riuscì appena ad urlare.


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No, non sono morta. Sono stata sballotata come un pacchetto per tutte le vacanze ma alla fine eccomi qui, finito il mio secondo giorno di back to school, con un capitolo che non so quanto mi convinca but anyways. Ho avuto un'estate davvero fighissima, chi mi segue sul fake (Ronnie T. Hobrien) dovrebbe saperlo ma comunque, ora sono finalmente a casa, con un pc, un wifi e niente Tyler Hoechlin. Ah, dimenticavo, e I COMPITI. E domani mio papà compie gli anni e dovrò uscire per trovargli un regalo, dato che oggi avevo lasciato i soldi a casa. E voi come ve la passate? Il vostro autunno è bello?
Comunicazione importante: vorrei scrivere una cosa. L'idea di fondo è bella, anche se devo capire come non farla diventare una minchiata. Finita questa storia, mi dedicherò a questa, che sarà su due delle mie otp, ovvero Sterek e Hobrien. Se la cosa vi interessa, battete un colpo. 
Much much much much love <3

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Capitolo 18
*** Il momento più inappropriato. ***


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*

Il momento più inappropriato.



 

Stiles aveva pensato molte volte a uccidere Derek, molte di più a fargli male. Perché Derek era irritante, saccente e borioso e a volte voleva solo che un pullman lo investisse perché la smettesse di fissarlo con quel dannato sguardo e la piantasse di alzare le sopracciglia in modo eloquente. Era sicuro che senza Derek la sua vita sarebbe stata schifosamente semplice, probabilmente molto più felice e avrebbe avuto meno vocine irritanti nella testa. Volere Derek attorno, in sintesi, era per Stiles puramente masochistico e sarebbe stata una benedizione farlo sparire all'istante. Ma quando vide il lupo attaccarlo, il suo primo istinto fu di urlare. Perché per quanto un mondo senza Derek per lui sarebbe stato decisamente migliore, non era qualcosa che voleva. E gli parve quasi di smettere di respirare quando non riuscì più a vederlo per un secondo e riprese soltanto quando si rese conto che aveva schivato il lupo.
- Stiles, corri!
Non fece neanche tempo a capire cosa stava succedendo che Derek iniziò a trascinarselo dietro e non poté fare a meno di farsi condurre.
Il lupo dietro di loro ringhiava e Stiles sapeva benissimo che non avevano possibilità di andare tanto lontano, probabilmente anche Derek, ma era l'unica cosa che potevano fare.
Stiles sentiva le gambe doloranti e il cuore gli batteva all'impazzata nonostante stessero correndo da poco. Era tutto dannatamente assurdo, un attimo prima si arrabbiava perché Derek si era comportato male, come sempre del resto, e l'attimo dopo per un attimo non lo vedeva divorato da un lupo gigantesco.
- Non può inseguirci fra la folla, - ansimò Derek e lo fece svoltare in una via principale, che a quell'ora del pomeriggio era sempre affollata.
Ringraziando che l'appartamento di Peter fosse in centro, si ritrovarono in mezzo a una folla di pendolari di ritorno dal lavoro. Il lupo rimase a osservarli senza muoversi dall'ombra del vicolo da cui erano spuntati.
Derek continuava a tenere stretta la mano di Stiles.
- Cos'era quel coso? - ansimò Stiles.
- Un licantropo.
- Frena, è un licantropo?! Pensavo fosse un lupo controllato dalla magia o altro, - disse Stiles, fissando gli occhi gialli appena visibili nell'ombra.
- Alcuni diventano lupi per intero.
Stiles si girò a guardare Derek, ma quando tornò a cercare gli occhi gialli, quelli erano spariti.
- Derek …
Fu come se non fossero più protetti dalle persone che si aggiravano affaccendate e Stiles si ritrovò a cercare di scorgere qualche traccia su un volto per individuare il licantropo. Il suo respirò iniziò a farsi pesante e strinse più forte la mano di Derek, che scrutava anche lui la folla.
- Sappi che se morirò per colpa tua … - iniziò a borbottare Stiles, cercando di non tremare.
Derek ricambiò la stretta così forte che per un attimo a Stiles mancò il respiro.
- Stiles, - mormorò appena.
Stiles alzò gli occhi verso di lui.
- Stiles, corri! Sento il suo odore, è qui, corri!
Stiles non ebbe neanche tempo di pensare e si ritrovò costretto a zigzagare fra le persone a una velocità decisamente superiore a quella a cui era abituato, senza neanche avere la forza di voltarsi indietro. Neanche riusciva a formulare pensieri, a pensare a quanto era impaurito o, quando i minuti di corsa folle diventarono troppi, a quanto era stanco. Riusciva solo ad ascoltare il suo respiro corto e quello di Derek che gli stringeva saldamente la mano e pregare che qualunque cosa stesse succedendo non mettesse fine alla sua vita in modo doloroso. Meno che mai a quella di Derek.
Corsero fino a che quasi non collassarono. Stiles a un certo punto smise di sentire le gambe o il petto in fiamme, persino il respiro gli sembrò regolarizzarsi e continuò a muoversi automaticamente. Fu quasi difficile smettere di farlo quando, non si rese neanche conto di come, si ritrovò nell'appartamento di Derek, fermo, di fronte a lui.
- Non sento il suo odore da qualche chilometro, - disse Derek ansimando e solo allora Stiles iniziò a sentire la fatica.

 

Sentiva le gambe doloranti, voleva sedersi.
- Abbiamo passato luoghi affollati, non penso riesca a seguire la nostra scia.
Voleva chiedere a Derek perché erano nel posto dannatamente più ovvio in cui potevano essere.
Voleva bere e cercare di capire perché un lupo gigantesco aveva cercato di mangiarli.
Non fece però in tempo a girarsi verso il divano che colse Derek a guardarlo.
- Così, siamo vivi, - ansimò, con un respiro corto che non ricordava di aver avuto da un po' mentre ricambiava lo sguardo.
Si guardarono per qualche secondo, poi Derek lo tirò contro di sé e lo baciò.

 

 

*

 

 

Non era un bacetto come l'ultima volta. Era un bacio vero, quasi aggressivo, insomma, qualcosa di davvero tipico di Derek. E Stiles non sapeva naturalmente cosa fare perché probabilmente di lì a poco un lupo assassino sarebbe entrato dalla porta e li avrebbe uccisi e loro anziché pensare a un piano stavano incollati per la lingua. Avrebbe dovuto pensare a qualcosa, a un piano di fuga, scollarsi da Derek e ragionare, ma in qualche modo aveva una mano dietro il suo collo e stava ricambiando il bacio come se il mondo stesse per crollare e baciare Derek fosse la sua unica salvezza. Beh, la prima parte almeno era vera.
Si staccarono soltanto quando ebbero bisogno d'aria, per poi riprendere esattamente da dove avevano lasciato.
- Sai che prima o poi ci troverà? - mormorò Stiles, prima di tirarselo di nuovo contro e attaccarsi a lui.
- Appunto.
Derek lo prese in braccio, il che era abbastanza ridicolo perché Stiles era solo qualche centimetro più basso ma non stette lì a lamentarsi e si incollò di nuovo alle sue labbra perché al diavolo. Gli passò le mani fra i capelli – ora che Derek li aveva più lunghi aveva sempre voluto farlo - , aggrappandosi a quelli sulla nuca. Erano morbidi, quasi esageratamente, come quelli dei bambini piccoli, piacevoli al tatto in un modo che Stiles non ricordava. In effetti, aveva mai toccato i capelli di Derek, prima? In genere, anche quando più o meno si frequentavano, aveva sempre evitato il contatto fisico non necessario e Stiles non aveva potuto far altro che adattarsi. Ma in quel momento Derek se lo premeva addosso quasi avesse paura che da un attimo all'altro avesse potuto scappare o svanirgli fra le braccia.
- Sono qui, - mormorò Stiles prima di avventarsi di nuovo su di lui, ma esagerò con l'impeto e si ritrovò a sbilanciarsi, di conseguenza anche Derek perse l'equilibrio e si ritrovarono in un groviglio di braccia e gambe sul pavimento.
Fu come se l'incantesimo di quelli che a Stiles erano sembrati solo pochi secondi, svanisse.
Cosa diavolo stavano facendo? Non solo c'era un grosso lupo pronto a ucciderli da qualche parte, che probabilmente si stava avvicinando con l'intento di farli a fette, ma la situazione anche se fosse stata normale – e parlare di normalità con Derek era decisamente paradossale, ma pazienza, - era ridicola. Si erano lasciati, la loro pseudo relazione era finita, erano stati con altre persone, Derek aveva chiarito di non avere alcun sentimento e di trovare molto divertenti quelli di Stiles nei suoi confronti e si ritrovavano a baciarsi come disperati. Stiles era abbastanza sicuro che cose simili succedessero solo in Beautiful o in Tierra de Lobos. Probabilmente tempo qualche mese e avrebbe scoperto di essere imparentato in qualche modo con Derek e che Cora in realtà era figlia di qualche domestico.
Notò solo allora Derek alzarsi e avvicinarsi alla porta.
- Dove vai?
- Esco, - fu la laconica risposta.
Stiles non era una persona che si arrabbiava facilmente, anzi, la sua vita ai margini della scala sociale lo aveva reso capace di sopportare prese in giro e battutine di vario genere, ma il tentativo totalmente idiota di Derek di suicidarsi per evitare di parlare di quello che era appena successo gli fece davvero saltare i nervi.
- Oh, no, caro, - Stiles si appoggiò alla porta del loft guardandolo furibondo, - là fuori c'è un lupo pronto a ucciderti, punto primo, punto secondo …
- Beh, grazie della preoccupazione ma …
- Ma un cazzo! - lo spintonò e si ritrovò a ringhiare, perché Derek era così maledettamente irritante che avrebbe voluto prenderlo a pugni a non finire se solo non fosse stato grosso due volte lui, il che rendeva l'impresa giusto un filino suicida, - tu ora ti siedi e parliamo. Uno, non ho la minima intenzione di lasciarti andare a cercare di ammazzarti perché non sei capace ad affrontare le cose, perché sai, Derek, se ti succede qualcosa, se ho anche il minimo sentore che tu non sei al sicuro e stai bene, io vado fuori di testa e se tu muori, oh, se provi anche solo a farti uccidere, non avrò pace finché non ti avrò riportato in vita per poi ammazzarti di nuovo, perché sei un grosso e colossale idiota! Secondo, mi hai altamente rotto le scatole con questo tuo comportamento da “non mi piaci però ti bacio e poi me ne vado” e per quanto ti sembri che io gradisca la cosa, nel senso, gradisco baciarti, ovviamente, è irritante dover impedirti di scappare fra le braccia di un licantropo che ti vuole mangiare perché è meglio che spiegarmi cosa diavolo passa nella tua testolina bacata! Quindi adesso ti siedi, mi dici tutto e ti comporti da adulto altrimenti giuro che ti farò rimpiangere di non esserti fatto sbranare da quel coso, chiaro?
Derek rimase in silenzio e immobile qualche secondo.
Tu hai idea – ringhiò Derek dopo qualche secondo, come se avesse accumulato rabbia fino a quel momento e fosse esploso, – di quello che sto passando per colpa tua?
- Se ti riferisci al lupo che ci ha quasi uccisi, - suggerì Stiles, - penso la colpa fosse tua. Sai, amici tuoi. Stessa specie, una volta almeno.
- Non essere idiota! - Derek si fece più vicino, - è da quando ti ho incontrato. Da quando ti sei avvicinato e le mie giornate hanno iniziato a diventare belle quando le passavo con te. Da quando ho il bisogno fisico di stare con te e mi sembra praticamente di non respirare se non ci sei. Pensavo sarei morto quando ti ho visto con Malia. Pensavo l'avrei uccisa.
Stiles spalancò gli occhi, perché non era possibile, non aveva senso. Derek era sempre stato così tranquillo, aveva sempre preso tutto con leggerezza, non gli era mai importato così tanto. Era sempre stato Stiles a farsi le paranoie, a volere qualcosa di più, a non dormire la notte perché continuava a pensarlo. Ed era come se per Derek i ruoli fossero invertiti.
- Se provavi questo perché allora non me lo hai detto? Perché mi hai lasciato andare via?
Derek strinse i pugni: - Perché non mi controllo, se ci sei tu. Tutto ciò che sono, la mia indipendenza, la mia forza e il mio temperamento, di fronte a te si annullano. Se vai via conto le ore per quando ti rivedrò. E quelle in cui non ci sei mi sembrano uno spreco di tempo, le devo riempire di cose, di telefilm banali, di cibo da justeat, per non sentirmi perso. E ho pensato che un giorno tu te ne saresti andato perché diamine. A te piace Lydia, no? Ti piace ancora? Siete sempre dannatamente insieme. Prima o poi lei, o Malia, o chiunque si sarebbe reso conto di quanto sei … di quanto sei … Stiles e avrebbe capito che non poteva farne a meno. E io sarei diventato una parentesi. Santo cielo, odio persino Scott che ti può stare vicino così tanto – fece un risolino isterico alzando gli occhi al cielo – Lasciarti andare, decidere io quando non ti avrei più avuto con me, era la cosa più semplice. Non potevo lasciarti questo potere su di me, non potevo aspettare che tu mi buttassi via. Volevo avere il controllo.
- Non mi piace Lydia, - mormorò Stiles, - da secoli. Mi piaceva Malia ma non eri tu. Ogni momento con lei, pensavo “non è Derek”. E anche adesso, se mi immagino in futuro con qualcuno, penso sempre “non è Derek, non ha senso”.
Derek rimase in silenzio per lunghi secondi.
- Sai, puoi parlarmi, i tuoi … ehm, sentimenti, se posso definirli tali, sono ricambiati, - provò Stiles, che non riusciva neanche a pensare.
Derek voleva lui. Per tutto quel tempo, aveva voluto lui.
- Anche con Jennifer. E con Braeden. - buttò fuori alla fine, - non aveva alcun senso. Ma io, con te, non posso …
Stiles, non sapeva neanche lui con quale coraggio, gli si avvicinò e gli strinse una mano: - Adesso respiri?
- Santo cielo! Un lupo mannaro ci ha quasi uccisi e mi chiedi se respiro? Se fossi normale starei avendo un attacco di panico!
Stiles lo guardò senza dire una parola e gli scostò i capelli dalla fronte.
- Ora va bene, - mormorò appena Derek e Stiles appoggiò delicatamente le labbra sulle sue.
- Va bene, - ripeté e questa volta fu Derek a baciarlo, sempre delicatamente.
Era come se dovessero imparare a baciarsi da zero, perché i primi tentativi furono goffi e brevi, poi in qualche modo riuscirono ad essere meno impacciati. Derek gli cinse i fianchi con le braccia e Stiles si strinse alla sua schiena, affondando le dita nella sua maglietta.
- E adesso? - mormorò appena, appoggiando la fronte contro quella di Derek.
Derek lo baciò di nuovo, fissandolo quasi con bisogno. E allora Stiles dimenticò completamente che avrebbero dovuto escogitare un piano e probabilmente si stavano allegramente suicidando – del resto, per Derek il tentato suicidio era l'ordine del giorno e si era fatto quasi fare a pezzi per molto meno che qualche bacetto – e si strinse a lui, baciandolo a sua volta.
- Non penso ci seguirà, - gli sussurrò Derek fra un bacio e l'altro, - non penso volesse farci niente o lo avrebbe già fatto.
- EH?
Stiles si dimenticò un attimo che baciare Derek era la sua ragione di vita e lo fissò attonito.
- Voleva spaventarci, penso. Anche gli incendi …
- Quali? - Stiles lo fissò senza capire.
- Quelli che stanno capitando in continuazione. Tuo padre se ne sta occupando, ho sbirciato fra le sue cose dopo che abbiamo visto la casa in fiamme e ho scoperto che era il terzo in poche settimane. Effettivamente, Stiles ricordò che Derek aveva accennato qualcosa di simile parlando con Peter, mentre lui era troppo impegnato a farsi pippe mentali su cosa significava il loro bacio. In effetti, era una cosa che lui e Derek sembravano avere in comune, mettere davanti a cose banali e futili come la sopravvivenza lo stare incollati per la lingua. Sarebbero stati una grande coppia, sempre che fossero riusciti a sopravvivere.
- Quindi pensi che qualcuno stia dando fuoco a cose a caso e abbia cercato di mangiarci per …?
- Per … non ne ho idea.
Ah, beh, grande passo avanti. Sherlock Holmes di sarebbe dovuto inchinare di fronte a cotale acume.
- Ma so, - continuò Derek, - che siamo al sicuro, per un po'. Avrebbe potuto farmi a pezzi, oggi, invece non ho neanche un graffio.
- Stai cercando di dire in modo contorto che possiamo baciarci finché vogliamo senza che ci interrompa per fare di noi la nostra cena?
Derek alzò le sopracciglia, della serie “ti ho appena detto che c'è gente che appicca incendi e manda licantropi a provare a ucciderci e ti preoccupi di scambiarti la saliva con me” ma Stiles ricambiò lo sguardo e stava giusto per ricordargli che quello che aveva iniziato tutto era lui quando in qualche modo gli si ritrovò avvinghiato di nuovo a cercare di respirare fra un bacio e l'altro.
Era come se Derek avesse il bisogno fisico di stargli incollato, di premersi contro di lui e di accarezzarlo forse un po' rudemente. Naturalmente a Stiles, che per la cronaca non aveva mai voluto fare lo stesso con lui – okay, magari una volta o due. Okay ci pensava tutto il tempo – la cosa andava benissimo, anche se iniziavano a stancarglisi le gambe fra la corsa e tutto quello stare insieme e voleva quasi chiedere a Derek di riprenderlo in braccio quando il tutto si interruppe.
- Oh, no. Non osare riprovare a fuggire, hai veramente rotto con …
Derek lo zittì con un bacio rapido e per sicurezza gli cinse la vita con un braccio.
- Pensavo che dovremo dirlo agli altri.
- Che ci siamo baciati? - domandò incredulo Stiles.
Derek roteò gli occhi e se non fosse stato tremendamente carino quando lo faceva Stiles gli avrebbe staccato la testa.
- Del lupo mannaro, demente. Rivedi le tue priorità.
Effettivamente, per una volta non si sbagliava così tanto.
- Beh, Scott adesso sarà con Kira, Peter con Lydia … - Derek sembrò sul punto di vomitare – penso che nessuno ci darà retta. Forse Liam e Malia.
- Malia è inutile e Liam …
- Sei geloso? - cinguettò Stiles, che non aveva affatto dimenticato le cose che aveva sentito prima.
- Vuoi morire?
Stiles sorrise e si azzardò a baciare Derek sulle labbra, che stranamente anziché ucciderlo come era molto probabile facesse si limitò a ricambiare. 

 


 

__________________________________________________________
Hola! Vi sono mancata? Voi sì, un sacco! Dunque, truth to be told, la dichiarazione di Derek l'ho scritta millenni prima di arrivare a questo punto e ERA ORA RAGA NON NE POTEVO PIU'. Naturalmente in questo capitolo si capisce molto poco di quello che lui prova e c'è una cosa che vi farà molto strano leggere ma sappiate NON è una svista. Verrà un po' messa da parte per il BIG EVENTO del prossimo capitolo che sono sicura non vi aspettate affatto, o perlomeno spero, ma poi verrà spiegata e soprattutto, finalmente il pack si riunirà! 
Ora mi prendo un momento di autospam: ho scritto una fanfiction su ao3 in inglese, è Hobrien e si chiama Hobrien: The Timeline. Segue gli Hobrien dal primo incontro al presente cercando di restare il più canon possibile, quindi se avete blog o qualunque cosa che segua gli hobrien passo passo dal 2011 QUESTO E' IL MOMENTO DI PASSARMELI. 
Comunque, già che ci sono vi lascio i miei link dei social, aka dove trovarmi se volete fare due chiacchiere, il fake (Ronnie T. Hobrien) e il mio twitter (@stilespwas) o semplicemente stalkerarmi. 
Vi mando tantissimo amore per aver letto fino a qui e un abbraccio forte forte - e sanguinolento perché miseriaccia se smette di sanguinarmi il naso - siete i miei cuoricini <3 see ya!

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Capitolo 19
*** Stravolgimenti karmici. ***


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Stravolgimenti karmici.




 

*




Stiles si svegliò al caldo e immerso nel morbido, felice come non lo era mai stato. Gli facevano male i muscoli, ma un dolore stranamente piacevole, come dopo una partita in cui aveva segnato il punto decisivo. Era tutto perfetto, si trovò a pensare, il tepore delle lenzuola, la loro morbidezza, la testa di Derek appoggiata sul suo petto.
Si rese conto sul serio solo dopo di Derek e sussultò, anche se effettivamente non era la prima volta che dormivano insieme. Dovevano essersi appisolati la sera prima, pensò, come era già successo. Ricordando il giorno precedente gli balenarono in testa dei flash: Lydia e Peter, il lupo, i baci di Derek. Era decisamente tanto per una giornata sola, anche se decise di prendersi un minuto per ricordare la dichiarazione, i baci impacciati e sorridere fra sé. Fece una carezza a Derek pensando magari di tornare a dormire e godersi il tepore, quando notò che Derek oltre che bello come al solito era anche nudo. Un rapido controllo sotto le coperte gli fece constatare che lo era completamente e che, drammaticamente, non era il solo.

Le labbra di Derek premevano contro il suo collo mentre lui gli sollevava la maglietta, accarezzandogli la schiena nuda e facendolo rabbrividire.
- Ne sei sicuro?
Stiles alzò il viso di Derek e lo baciò sulle labbra.
- Mi fido di te


La notte appena trascorsa investì Stiles con un mare di flashbacks. Le mani di Derek che lo accarezzavano, i suoi baci che non erano mai abbastanza, l'imbarazzo, le parole sussurrate a mezza voce che si erano trasformate in gemiti mentre succedeva. Perché era successo, esatto.
Stiles non aveva mai pensato che qualcuno avrebbe davvero voluto fare cose del genere con lui. In quanto ultimo nella catena alimentare del liceo, lo aspettava probabilmente un'esistenza desolata alla Sheldon Cooper, con tanti procioni domestici e un paio di dottorati in fisica. Non era contemplato avere rapporti amorosi né era statisticamente probabile che qualcuno del sesso opposto o del suo stesso sesso - Stiles non si definiva bisessuale ma era convinto di provare attrazione per ambo i sessi per un semplice fatto di sopravvivenza, dato che le sue chance in fatto di amore erano pressoché nulle aggiungere la sua stessa metà del cielo aumentava le probabilità di trovare qualcuno dallo 0,1% allo 0,2 che era un'ottima cosa matematicamente parlando lo notasse - . Avrebbe probabilmente potuto ritirarsi in un monastero e la sua vita sentimentale non avrebbe subito grosse variazioni, ne era quasi certo.
Invece eccolo, nudo, nel letto di Derek - che comunque senza vestiti era uno spettacolo superbo, tanto per essere precisi - e miracolosamente non più vergine. Esattamente, perché nella turbolenta giornata che era stata quella di prima Stiles non solo aveva scoperto con chi se la faceva il suo primo amore, non solo aveva rischiato di morire e baciato Derek ma aveva anche fatto sesso per la prima volta. E a quanto ricordava, era stato semplicemente meraviglioso.

Non pensava più a niente che non fosse Derek, che non fossero le sue labbra o le sue mani. Ad ogni contatto si spingeva verso di lui, perché non era abbastanza, voleva di più e quando Derek gli fece scorrere una mano sul petto emise un sospiro.
- Perché abbiamo aspettato così tanto?
- Perché sei idiota, - aveva risposto Derek, baciandolo appena sopra l'ombelico.
Stiles si tirò su:- Da quel che ricordo mi hai mollato tu.
- Questo mi sa davvero di déjà vu, - brontolò Derek, alzandosi per guardarlo in viso, - sei davvero monotono.
- Tu adori la mia monotonia. Non ne puoi fare a meno.
Derek alzò le sopracciglia.
- E non fare quello. Ti piaccio, lo hai detto. Ti piaccio, ti piaccio, ti piaccio, ti piaccio ...
Derek si era buttato su di lui e Stiles aveva pensato che lo avrebbe ucciso, probabilmente, ma venne solo zittito con un bacio e, finito quest'ultimo, Derek gli morse il labbro inferiore.
- Piantala, - borbottò, ma non riuscì a nascondere un sorriso che gli brillò un attimo sul viso, ma fu abbastanza per riempire Stiles di meraviglia e farlo buttare su di lui al grido di:- Ma quanto sei bello quanto sorridi!

 

Non era stato come Stiles si aspettava, decisamente no. Insomma, con uno come Derek si sarebbe aspettato un paio di grugniti e un “se non sparisci entro cinque secondi dal mio letto ti strappo la testa” finito il tutto. Invece avevano passato un'impressionante quantità di tempo a coccolarsi. Ovvero Derek, che probabilmente aveva passato gran parte degli ultimi anni a chiedersi perché non aveva ancora ucciso Stiles tante volte quante Stiles aveva pensato a lui nudo, aveva perso ore della sua vita a farlo sentire amato e al sicuro baciando ogni centimetro della sua pelle, accarezzandolo e gli era persino scappato un flebile “sei bellissimo” quando ancora avevano troppi vestiti addosso per imputare la cosa ad un annebbiamento dovuto al sesso.
 

Stiles quando si era reso conto che i suoi vestiti erano insieme a quelli di Derek sul pavimento si era leggermente fatto prendere dal panico.
- Nonononononononono. Calmiamoci. Pensiamoci. Derek scusa dove hai le mani? No, assolutamente no. Direi di fare una pausa. Poi ricominciamo, ma direi di … ehm … farci un tè?
Derek si era buttato di schiena accanto a lui scoppiando a ridere e mettendosi le mani sul viso.
- Non riesco, - buttò fuori fra le risate - … sei assurdo.
- Guarda che è una cosa seria! - aveva esclamato Stiles colpendogli un braccio, - tutti fanno le pause.
Derek aveva alzato le sopracciglia col suo solito sguardo di disapprovazione ma aveva retto solo un secondo perché poi aveva ripreso a ridere.
- E piantala! Ti preferivo immusonito!
Derek aveva riso di più e Stiles aveva cercato di soffocarlo col cuscino e fra una cosa e l'altra si era ritrovato di nuovo fra le braccia di Derek che gli lasciava baci leggeri sul viso. Stiles si era accoccolato contro di lui lasciandosi accarezzare la schiena con dita lievi e godendosi le sue labbra sulla pelle per qualche minuto.
- Possiamo finire la pausa? - aveva avuto il coraggio di mormorare.
Derek, dopo averlo baciato a lungo sulle labbra, aveva risposto di sì.

 

 

Era stato … dolce. Derek era molto gentile e attento e si era assicurato che a Stiles stesse bene tutto ciò che stava succedendo. E gli stava più che bene, tutto ciò che era successo, cioè era stato davvero wow. Ora capiva perché Braeden non aveva mollato Derek neanche quando lui aveva smesso di lavarsi – per la cronaca, Derek era pulito e aveva un buonissimo profumo di borotalco. Stare con Derek in quel modo lo aveva fatto sentire a posto, al sicuro, amato, completo. Era come se avesse raccolto tutti i pezzi della vita di Stiles e li avesse messi a posto, come se per quella sera non ci fossero stati padri arrabbiati con fidanzate ingombranti, amici fuori di testa e lupi che li volevano uccidere ma solo loro due. Ed era ridicolo pensarlo dopo aver fatto sesso ma Stiles si era sentito pulito. Come se tutte le brutte cose che aveva fatto non avessero più peso, perché Derek le aveva cancellate tutte, perché Derek, ricordò, lo amava.

Era stato quando ormai Stiles non capiva più niente, stringeva Derek contro il suo petto ansimando e probabilmente mormorando cose senza senso logico.
Derek che aveva il viso nascosto contro l'incavo del suo collo che mordeva e baciava, anche lui probabilmente non pienamente in sé, lo aveva sollevato un attimo per guardare Stiles.
- Ti amo, - aveva mormorato in tono quasi disperato, - ti amo.
Aveva di nuovo nascosto il viso contro di lui, ripetendolo ancora e Stiles, non sapeva ancora con con quale forza o lucidità era riuscito a rispondergli che lo amava anche lui.

 

No, okay, quello era sicuramente annebbiamento da sesso. Stiles perlomeno si cercò di convincere che era così, anche se sapeva che, almeno da parte sua, le parole erano sentite. Andiamo, era innamorato di Derek da un po' prima che si lasciassero, forse al loro primo bacio era soltanto una cotta ma ora Derek significava decisamente di più. E la cosa non andava bene, probabilmente avrebbe fatto meglio ad andare ad abbracciare un cactus anziché innamorarsi di lui, avrebbe fatto meno male.
Spostò lo sguardo su Derek, che ricambiò con occhi pieni di sonno. Per un secondo Stiles quasi non ci fece caso, troppo preso a farsi paranoie, poi Derek sbadigliò e fu effettivamente reale il fatto che si fosse svegliato. Stiles si impose di mantenere la calma e avere una reazione normale, poi lo fissò un altro secondo e abortì la missione lanciandosi giù dal letto.
- Ma porca miseria! - esclamò dopo aver sbattuto contro il comodino.
- Sei rumoroso, - borbottò Derek girandosi dall'altra parte.
Stiles rimase per terra qualche minuto, aspettandosi una qualche reazione, ma tutto ciò che ottenne fu il respiro leggero di Derek che si era addormentato di nuovo.
- Eh no però! - esclamò saltando sul letto e iniziando a scuoterlo, - non puoi dormire dopo tutto quello che è successo!
Derek si girò e lo fulminò con lo sguardo: - Veramente, posso. Ho fatto più attività fisica ieri che negli ultimi due mesi e ho sempre carenze di sonno.
- Che esagerazione, per una corsetta!
Derek lo fissò:- Non ho fatto solo quello, sai, c'eri anche tu.
Stiles diventò porpora e cadde di nuovo dal letto.
- Ma che problemi hai? - sospirò Derek mettendosi seduto, - hai qualche lesione cerebrale che ti impedisce di stare in equilibrio più di tre minuti?
Stiles si riarrampicò sul letto ancora paonazzo: - Questo è ciò che hai da dire dopo …
- Dopo che?
- Come dopo che!
Derek chiuse gli occhi e Stiles pensò fosse completamente impazzito prima di rendersi conto che stava cercando di dormire da seduto.
- No! - lo scosse ancora, - parlami! Okay che per te magari è una cosa che fai con la prima persona che passa, cioè non magari, lo è dato che conosco tutte le tue passate esperienze, ma per me era la prima volta e … - Stiles si rese conto che stava completamente sbarellando, il che era assolutamente da lui, ma che probabilmente avrebbe indotto Derek a piantarlo nel giro di venti secondi anche se non stavano neanche insieme e rivivere l'anno precedente per lui era un grande no, quindi cercò di recuperare un briciolo di dignità e si schiarì la voce, - … ma comunque, sono assolutamente d'accordo, sai. Niente sentimenti, assolutamente, ci intratteniamo e basta, sì, come due … ehm … conoscenti? Sono assolutamente in grado di gestire una relazione da adulto, sì, anche con Malia era qualcosa di molto, molto adulto e sono sicuro che …
Derek aprì gli occhi e lo fissò, facendogli morire le parole in gola e Stiles sentì gli occhi riempirsi di lacrime per chissà quale motivo e li strinse forte, sperando che non si notasse che stava per scoppiare a piangere.
- Gli adulti non piangono – ma porca miseria, non poteva essere troppo addormentato per notarlo, - e tu sei un ragazzino.
Si cominciava bene, pensò Stiles, stringendo i pugni.
- E mi va bene.
Cosa?
-
Lo so che ti prendi tantissimo qualunque cosa fai, eri ammorbante con Lydia e penso tu lo sia ancora di più con me ma non mi dà fastidio.
Stiles era decisamente incredulo. Era la sua mente a fargli un brutto scherzo o Derek stava cercando di dirgli che voleva di più? Probabilmente aveva sbattuto troppo forte contro il comodino.
- E cosa vuoi fare? Insomma lo sai che io sento le cose in modo particolarmente intenso … - riuscì appena a mormorare.
- Beh io non è che non … - Derek evitò accuratamente di guardarlo in faccia, - insomma ieri ho detto delle cose … e poi anche mentre …
- Foga del momento, lo capisco, - si affrettò a dire Stiles, non volendo sentire Derek che ritirava tutto e tanti saluti ai suoi bei sogni.
- Non era la foga del momento. Lo penso.
Stiles spalancò la bocca incredulo, perché Derek, che aveva la faccia più scocciata di sempre e stava fissando un punto imprecisato alla sua sinistra pur di non guardarlo, aveva appena messo che provava tutto ciò che aveva detto. E Stiles non riuscì a resistere.
- Quindi anche quando … non so se ti ricordi ma mi hai detto che mi amavi, nel senso, magari non sapevi quello che dicevi perché eri comunque preso da altro e …
Derek emise un grugnito e ripeté: - Non era la foga del momento.
- SEI INNAMORATO DI ME!
Stiles cercò di buttargli le braccia al collo ma Derek lo bloccò fissandolo furibondo e con le orecchie in fiamme: - Non uscirà da questa stanza. Non lo ripeterai. Non lo saprà nessuno o, beh, ucciderti creerebbe problemi, ma ti farò molto male.
-
Quindi abbiamo un amore segreto!
Derek roteò gli occhi ma allentò la presa e Stiles riuscì a piazzargli un bacio sulle labbra. Si rese conto solo dopo di quanto la cosa fosse rischiosa perché Derek aveva già probabilmente superato il massimo di affetto che era disposto a dimostrare per quella reincarnazione e avrebbe potuto ucciderlo ma stranamente gli venne lasciato il via libera.
- E adesso cosa facciamo? - mormorò Stiles dopo il bacio, accoccolandosi a lui.
Derek lo guardò un po' scettico su tutto quell'acciambellarsi addosso ma non reagì al contatto fisico se non circondandolo con un braccio dopo un patetico tentativo di aver fatto sembrare la mossa parte di uno stiracchiarsi casuale. Stiles se ne stava giusto beando quando Derek parlò.
- Lo dobbiamo dire agli altri.
- Di noi?! Cioè che stiamo insieme? Stiamo insieme? Siamo esclusivi? Cioè nel senso, non penso esistano altri esseri umani che provano piacere a vedermi nudo, quindi penso riguardi solo te e …
- Intendevo del lupo di ieri.
Stiles ricordò di aver fatto lo stesso errore quindi di fece piccolo senza dire niente, sperando che gli dei lo assistessero e lo facessero scomparire seduta stante perché non si poteva chiedere a Derek se “stava insieme” a qualcuno, probabilmente c'era una legge non scritta che vietava di farlo.
- Comunque sì, - borbottò dopo qualche secondo Derek, alzandosi e fingendo di cercare i suoi vestiti a terra. Tentativo vano, perché la sera prima Stiles li aveva lanciati il più lontano possibile, nel caso Derek a metà avesse cambiato idea e avesse deciso di rimetterli.
- Cosa? - domandò.
- Esclusivi.
Stiles, anche se era abbastanza saldo nel letto, riuscì di nuovo a cadere in qualche modo, mentre urlava: - COOOOOOSA?
- Hai sentito, - borbottò Derek, rinunciando a cercare le cose del giorno prima e cercando nell'armadio vestiti puliti.
- Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Derek Hale?!
Stiles ricevette una maglietta sulla faccia.
- Metti questi. La roba di ieri la porto in lavanderia e te la riporto dopo la scuola.
Stiles, che era leggermente instabile per via di tutto ciò che stava succedendo, perché era troppo irreale e somigliava fin troppo ai suoi sogni ad occhi aperti, con Derek magari acido come al solito e non dolce e gentile come nelle sue fantasie, ma le cose che succedevano, baci, prime volte, essere esclusivi, somigliavano paurosamente a un sogno e lui non voleva svegliarsi per scoprire che non era successo niente di tutto ciò.
- Non puoi, mio padre …
- Entro dalla finestra.
- Sai, fa tanto Edward e Bella, anche se alla fine tu eri un lupo e non un vampiro – Derek lo guardò malissimo – okay, niente paragoni con Twilight, scusa, scusa.
- Fai la doccia, dai.



 

 

*

 

 

Stiles, dopo una lunga doccia durante la quale si era quasi convinto di aver battuto la testa e quindi essere in coma e star sognando, fece il suo ingresso nella stanza di Derek che lo aspettava. Quando lo vide lo fissò ansioso e indicò quelli che dovevano essere quasi una decina di vassoi stracolmi di cibo e bicchieri take away di Starbucks: - Non sapevo cosa ti piace, quindi ho comprato tutto.
Stiles era sempre più convinto che quella non fosse la realtà e rimase a fissarlo attonito.
- Non ti piace Starbucks? - Derek tradì una nota di preoccupazione nella voce, - beh io … - iniziò a borbottare ma Stiles andò da lui e lo abbracciò.
- Va benissimo.
Derek gli lanciò uno sguardo truce tanto per mantenere la sua immagine da acido asociale e iniziò a sbocconcellare un biscotto osservando Stiles che beveva il suo Pumpkin Spice Latte e mangiava un cinnamon roll. Stiles, che era abituato a vedere Derek praticamente lanciarsi sul cibo, rimase un attimo spiazzato e se non fosse stato lui, per una volta, a star letteralmente morendo di fame probabilmente gli avrebbe detto qualcosa ma era troppo impegnato a ingozzarsi e a gongolare internamente perché era sicuro che una scena del genere fosse possibile soltanto nei film, insomma, Derek gli aveva praticamente comprato un intero Starbucks solo per dargli quello che gli piaceva a colazione, aveva detto che erano esclusivi e che era innamorato di lui e la vita era particolarmente bella. Se Derek non fose stato presente si sarebbe messo a ballare perché era tutto meraviglioso, sembrava quasi magico: in che altro modo si poteva spiegare quello che era successo? O il suo angelo custode aveva deciso che era finalmente ora che dopo diciassette anni di sfighe e umiliazione gli servisse una ricompensa per tutte le sue disgrazie oppure era una colossale presa in giro del destino che avrebbe fatto sì che Derek, dopo qualche mese, si scoprisse etero e scappasse via con Lydia, il che sarebbe stato effettivamente più normale che vederlo preoccuparsi di cosa piaceva a Stiles per colazione.
- Senti, lo so che vuoi parlare agli altri del lupo eccetera, ma non pensi si accorgeranno che noi … come dire … - provò a dire.
Derek lo squadrò: - Ti preoccupi di questo quando qualcuno ci vuole uccidere?
- Beh insomma, sai, per me è abbastanza raro che qualcuno provi interesse e comunque non è che non ci penso ma se ci penso poi penso a quello che è successo dopo e, sai, non è così facile non concentrarsi su quello perché insomma non mi è capitato spesso, anzi, non mi è capitato mai e …
Derek alzò le sopracciglia.
- Sto strapalando? Sto straparlando. Scusa. Non lo farò più. Mangerò la mia ciambella in silenzio.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Derek borbottò.
- Sentiranno il mio odore su di te. Magari non ci faranno caso per le prime volte ma sarà sempre più evidente. E in genere si cambia leggermente odore quando si sta con la persona di cui si è innamorati ma non penso sappiano riconoscerlo, solo Peter lo sa fare di sicuro. Non penso sia quindi utile cercare di nasconderlo, lo scopriranno comunque.
Stiles cercò davvero di contenersi, ma Derek non solo aveva esplicitato che ci sarebbero state altre volte e ancora che erano innamorati quindi fece un largo sorriso e si appoggiò alla spalla di Derek sognante.
- Non esagerare, - borbottò Derek spostando il braccio, - possiamo anche – prese un respiro e smise di guardare Stiles per contrarsi sul suo biscotto, - stare insieme ma …
Stiles non si trattenne dall'emettere un gridolino anche se Derek sembrava essere stato torturato per giorni nel dire quelle parole, perché accidenti, loro stavano insieme. Lo aveva detto Derek, era ufficiale e …
Un ringhio di Derek lo riportò alla realtà.
- Scusa. Niente dimostrazioni di affetto.
- Non volevo dire quello.
Stiles allora gli prese il volto fra le mani e lo baciò. Derek, che ormai Stiles aveva capito non rinunciava mai a cose simili, posò il biscotto sul vassoio e poi trascinò Stiles sul pavimento, dove non c'erano vassoi che si potevano rovesciare e continuò a baciarlo felicemente. Stiles si stava giusto chiedendo se fosse possibile far andare avanti la cosa per il resto delle loro vite quando il suo telefono iniziò a squillare e, maledicendolo, rispose con tono scocciato.
- Stiles? Dove diavolo sei? Sono appena tornato dal fare la notte in centrale e non ci sei! Ma lo sai o no che sei in punizione?
Evidentemente, condividere il letto con Derek nudo aveva esaurito la su fortuna per quella giornata.
- Papà posso spiegare ...

 

 


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Sorprende persino me questo capitolo, non preoccupatevi. Avevo pensato di farci succedere diciottomila cose ma alla fine ci sono state due scene e non ho neanche avuto il tempo di far parlare Stiles e Scott prima che diventasse più lungo delle pagine di latino che devo studiare, che sono tante  e io sto ancora qui a cazzeggiare perché di oggi ho scritto questo capitolo e uno di  Hobrien: The Timeline (per chi non lo sapesse, la hobrien che sto scrivendo in inglese su ao3 che annuncio importante da oggi sbarca anche su wattpad) e non ho aperto un libro e oltre a latino devo studiare filosofia, spagnolo, tedesco e cinese più cose per il mio progetto segreto. Più sono in un periodo di crisi esistenziale in cui mi sto distaccando tantissimo da una persona per me molto importante da cui fino a un mese fa VOLEVO STACCARMI e ora mi sento in colpa. Poi di nuovo dimostra la capacità affettiva di un cactus e sono felice poi mi sento in colpa and so on, quindi se qualcuno ha consigli sulle relazioni interpresonali mi scriva su Ronnie T. Hobrien o @stilespwas o su ask.fm cosa fare perché qui non si vive così e non posso parlarne con nessuno che conosco o mi prenderebbero per una deviata mentale. A parte la mia vita da gattara paranoica, vi ringrazio tantissimo per tutto il supporto che mi date, recensendo, scrivendomi o anche solo mettendo questa roba fra preferiti/seguite/qualunque altra cosa. Siete delle stelline e da voi non mi staccherò mai neanche quando sarò ricca e famosa - perché tanto starò scrivendo ancora The Timeline siccome sono al 2011 e devo far passare quattro anni -. quindi taaaanto amore <3 <3 

ps: sto pensando di pubblicare anche questa storia su wattpad, insieme a Famous Last Words, che ne dite? Datemi un'opinione!

 

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Capitolo 20
*** La difficoltà non è farlo ma dirlo ai tuoi amici. ***


What you've missed on STF (by Derek Hale): non capisco perché io debba dire queste cose, penso siano decisamente private ... beh, comunque, la madre di Lydia e il padre di Stiles sono innamorati e questo non piace a nessuno. Io ho perso i poteri e adesso anche Braeden e per caso Stiles è nel mio letto. Ma non è successo quello che pensate, figuratevi. No. Assolutamente no. Non mi sono innamorato di lui, no, è solo ... che ... ecco ... non penso di dovere spiegazioni a nessuno, ecco che cos'è.



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La difficoltà non è farlo ma dirlo ai tuoi amici.

*


Stiles dopo una lunga e snervante telefonata con suo padre durante la quale aveva giurato su praticamente qualunque cosa esistente che si era fermato a dormire da Scott, pensava che nulla potesse andare peggio. Cioè, non che la parte precedente, quella con Derek, fosse stata spiacevole, anzi, ma la telefonata gli aveva fatto venire mal di testa ed era quasi ora di andare a scuola dove avrebbe dovuto dire a Scott di coprirlo e non era pronto a sentire la paternale anti Derek da uno che vedeva Kira e perdeva la cognizione di sé. Certo, Derek non aveva rosei precedenti e probabilmente sarebbe durata mezzo mese prima che si riprendesse e lo piantasse perché era contro ogni logica che così tanta roba come Derek Hale potesse essere anche solo vagamente innamorato di lui ma voleva dargli una possibilità. Insomma, la prima volta era stata diversa, questa avevano parlato di sentimenti e Derek aveva ammesso di averne e Stiles ci credeva, quindi Scott lo doveva lasciare nella sua bolla felice.
- Ti accompagno a scuola, - si offrì Derek, infilandosi le scarpe.
- Fai il bravo fidanzato, vedo, - replicò Stiles, dandogli un bacino sulla guancia che Derek, nonostante lo sguardo omicida che gli aveva riservato un po' per il bacio un po' per la parola fidanzato che sicuramente non era la sua preferita, si era lasciato dare.
- Non hai altro modo per andare a scuola, - borbottò, fingendo di allacciarsi le scarpe.
- Sarà divertente viaggiare con voi due, - disse Cora, comparendo con un gran sorriso per entrambi.
Stiles sbiancò. Fra una cosa e l'altra si era completamente dimenticato di lei. Effettivamente, a un certo punto doveva essere tornata da casa di Malia, magari dopo cena, mentre Stiles stava … non ricordava esattamente a che punto fossero, ma sicuramente stava succedendo qualcosa con Derek. E non era finito tanto presto quindi …
- Io vado a prendere la macchina, - disse Derek, tanto per dileguarsi come faceva sempre se si presentava un problema.
Stiles lo prese per un braccio e gli lanciò un'occhiata assassina.
- Tu resti qui.
- Farete tardi, - replicò Derek Cuor di Leone cercando ancora una volta di fuggire, ma stavolta fu Cora a fermarlo.
- Non hai nulla da dirmi? Tipo, non lo so, cos'era tutto quel casino ieri sera e perché la prima cosa che ho visto stamattina passando davanti a camera tua eravate tu e lui che vi scambiavate saliva?
Derek si chiuse in un silenzio stoico mentre Stiles diventò porpora.
- Non è come sembra! - esclamò, sicurissimo di aver anche sputato mentre parlava, - non è che …
- … non è che tu e mio fratello avete fatto roba e vi siete dichiarati reciproco amore e adesso siete degli adorabili fidanzatini?
Derek nascose la faccia dentro una tazza gigante di caffè mentre Stiles venne colto da un attacco di tosse.
Mentre cercava di non sputare via i polmoni, si trovò a riflettere sulla situazione, che agli occhi di chiunque era decisamente ridicola. Derek era innamorato di lui e okay, evidentemente esisteva – grazie a Dio – qualcuno dai gusti così pessimi da trovarlo attraente, ma aveva come la tragica impressione che nel momento in cui si sarebbe trattato di far sapere agli altri di ciò, Derek si sarebbe tirato indietro. In fin dei conti, aveva una reputazione e Stiles era pronto a scommettere il suo braccio destro che avrebbe categoricamente negato ogni cosa. Del resto, l'altra volta avevano tenuto la loro pseudo relazione segreta a tutti praticamente, ed era solo un passare tanto tempo insieme e baciarsi ogni tanto, figurarsi se Derek avrebbe appeso i manifesti quando si trattava di stare insieme. Derek lo avrebbe mollato seduta stante se avesse avuto la consapevolezza che la gente sapeva non solo che si erano rotolati insieme fra le lenzuola ma soprattutto che aveva accettato una reale relazione, anzi probabilmente lo stava già mentalmente lasciando.
- Okay, okay, Stiles è la nuova Braeden – borbottò Cora, chiudendo lo zaino.
Stiles aveva giusto subìto la botta fatale alla sua autostima trovandosi paragonato all'alternativa a una serata su youporn e stava letteralmente per buttarsi dall'ultimo piano quando Derek intervenne.
- Non stavo insieme a Braeden.
- E invece stai insieme a Stiles, - replicò Cora con un tono canzonatorio, - non puoi essere diventato così …
- Sì, stiamo insieme.
L'intero mondo si fermò per un secondo e Stiles avrebbe giurato che persino l'orologio aveva mancato un ticchettio, perché o Derek si faceva di qualcosa, o aveva subito un trapianto di personalità o era stato sostituito da qualcuno di identico a lui ma con in più dei sentimenti. E quindi, quando Cora riuscì finalmente ad articolare una richiesta di ripetere, perché era perfettamente conscia del fatto che Derek Hale non stava insieme a nessuno, si aspettò uno “stavo scherzando, ew, Stiles”.
- Stiamo insieme. Non è così difficile, sai? Prendi lo zaino e andiamo.
Cora era talmente attonita che lo seguì senza dire una parola e lo stesso fece Stiles, anche se quando arrivarono alla macchina lei aveva già ritrovato la forza di parlare, mentre lui continuava a darsi pizzicotti sulle braccia per vedere se stesse sognando o meno.
- Insieme nel senso fidanzati ufficialmente? Conoscerai il padre di Stiles? Avrete dei bambini?
Derek la fulminò con lo sguardo.
- Insomma, - replicò lei ignorandolo, - sappiamo che hai intenzioni serie.
Derek alzò le sopracciglia e mise in moto, ma Stiles vide chiaramente la sua sicurezza vacillare.
- Le hai, non riesci a tenerlo nei pantaloni per nessuno e adesso siete una coppia esclusiva e ammetti di stare con lui e hai detto di amarlo.
- Non ho mai detto questo, - replicò Derek.
Cora dissentì: - Ieri notte, lo stavi gemendo. A meno che … oddio, non è che parlavi al suo …
Derek per poco non investì una vecchietta che attraversava la strada e iniziò a tirare giù bestemmie e concluse la sua arringa contro tutti i santi con un: - E parlavo a Stiles ieri notte, demente!
- Quindi lo ami.
Derek passò col rosso senza dire una parola e rimase in stoico silenzio per tutti i restanti cinque minuti di viaggio, durante i quali Cora rimase anche lei muta ma con un sorriso enorme sulla faccia a sprizzare superiorità da tutti i pori. Scese praticamente canticchiando e lasciando un bacio sulla guancia del fratello, salutando invece Stiles chiamandolo “cognato”. Attonito per via del nuovo titolo, quest'ultimo ci impiegò qualche secondo a recuperare lo zaino e stava giusto borbottando un “ciao” desiderando solo sparire dalla vista di Derek, che sicuramente era irritatissimo per via di Cora e probabilmente se fosse rimasto il tempo necessario, lo avrebbe mollato su due piedi.
- Stiles, - disse infatti questo, sporgendosi dal finestrino e facendogli cenno di avvicinarsi.
Stiles si preparò alla morte e si sporse verso di lui, aspettandosi il peggio. Per poco non gli prese un infarto quando Derek, anziché dargli il benservito, appoggiò delicatamente le labbra contro le sue per un breve secondo, probabilmente approfittando del parcheggio deserto per via delle lezioni già iniziate.
- Ci vediamo dopo, - disse Derek con un tono più dolce del solito prima di mettere in moto, e Stiles rimase nel parcheggio, immobile, come un perfetto deficiente, a guardarlo andare via.

 

 

 

*

 

 

 

Solo quando Stiles ritrovò la prontezza mentale sufficiente per pensare ad altro che non fosse a come Derek lo aveva tenuto fra le sue braccia – e okay, a cosa Derek aveva fatto fra le sue gambe – la notte prima, si rese conto di aver tralasciato un dettaglio abbastanza significativo. Certo, era abbastanza sconvolto da tutta la roba con Derek, ma aveva quasi dimenticato che un grosso lupo aveva appena cercato di mangiarli e che quello, oltre che aver fatto loro da cupido, era anche un problema abbastanza significativo.
Si affrettò a mandare un sms a Derek per chiedergli delucidazioni sul da farsi e solo dopo averlo inviato si rese conto che un “ma non abbiamo dimenticato del nostro piccolo problema peloso???! Che facciamo? Rispondi presto” che aveva come conclusione un'emoticon a forma di cuoricino rosa non era esattamente qualcosa che si poteva inviare a Derek, che però rispose subito.
“Ci vediamo con tutti dopo la scuola e parleremo loro insieme.”
Nessuna allusione al cuore rosa e Stiles stava giusto per scrivergli che andava bene quando si rese conto che Derek stava probabilmente guidando, quindi gli inviò un “Non rispondere mentre guidi! Mi fai preoccupare – inserì due faccine preoccupate – sii prudente – cuoricino rosso – non farmi preoccupare – cuoricini colorati -”
Non ebbe neanche il tempo di pentirsene che Derek rispose: “sei fastidioso anche per sms.”
Stiles sorrise e gli mandò un sacco di cuoricini.
Derek visualizzò.
“Non farmi visua, amore mio”
Derek stava scrivendo e Stiles era pronto a rispondere quando qualcuno lo salutò e per poco non lanciò via il telefono quando vide che era Malia.
- Malia! - quasi strillò, nascondendo il cellulare.
Orbene, incontrare la sua ex proprio quando aveva addosso l'odore della notte trascorsa con suo cugino e anche dei segni ben visibili da lui lasciati, non era esattamente la cosa più bella che lui potesse desiderare.
Stiles le fece un sorriso falsissimo e arretrò di un paio di passi, pregando che l'odore di Derek non fosse ancora sulla sua pelle. Che accidenti di bisogno avevano avuto di rotolarsi per tutto quel tempo fra le lenzuola? Derek non lo sapeva forse che avrebbero potuto concludere in venti minuti? E poi, dormire insieme? Ovvero farsi appestare dalla puzza di ex lupo mannaro per tutta la notte mentre stava così caldo, comodo e protetto fra le sue braccia caldissime? E perché baciarsi ancora, perché accarezzarsi quando Cora era distratta, perché il bacio solo qualche secondo prima? Certo, il tutto era stato decisamente piacevole e Stiles se avesse potuto lo avrebbe rifatto seduta stante, specie la parte in cui sudato, esausto ed incredulo era accoccolato sul petto di Derek che lo riempiva di baci e carezze, ma era praticamente come aver messo un manifesto che diceva esattamente i trascorsi sui e di Derek. Il cugino di Malia. Malia, la sua ex ragazza. Oh, sarebbe decisamente morto.

- Stiles! Che ... oh.

Malia si fermò un attimo e lo annusò.

- Non è come sembra! - esclamò Stiles per la millesima volta quella mattina, - è solo che ...

Malia lo fissò confusa e lui si rese conto che non aveva la minima idea di che scusa inventarsi e quindi si limitò a borbottare qualcosa sul fatto che aveva dormito da Derek.

Malia lo guardò dubbiosa, poi alzò le spalle e gli sorrise.

Stiles pensò che probabilmente aveva iniziato a farsi di metanfetamine.

- Oh, beh, non pensavo Derek fosse gay. Pazienza. A matematica ci sediamo vicini?

Stiles fugò ogni dubbio: Malia si faceva di metanfetamine.

- Scusa, tutto qui? Insomma, io stavo con te! Pensavi fossi gay?! Perché non sono gay! Mi piacevi! Certo, non è che mi dispiaccia ciò che ho fatto ieri con Derek, anzi, ma perché non pensavi solo di lui? Andiamo, praticamente sono etero. Sono molto più etero di lui, hai visto quanto sono stretti i suoi jeans? Ieri ho fatto una fatica del diavolo a tirarglieli giù e, oh, okay, penso non sia appropriato che tu sappia questo, però lui è palesemente più gay di me. Anche se è bisessuale. Stiamo insieme, quindi lo so. Sono il suo ragazzo, già. Non faccio mica cose promiscue, io.

Malia lo fissò con sguardo vacuo.

-Anche io sto con qualcuno, quindi va bene! - gli disse con un sorriso, - anzi sono contenta per te.

Stiles si sentì giusto un minimo insignificante.
- Ma io ero il tuo primo bacio …
- Non certo l'ultimo! Lo dice sempre Lydia quando …
Stiles si disperò giusto un pochino di più, giusto perché il suo primo bacio, a dire il vero, era stato proprio Derek. Si ricordava benissimo la sensazione che la barba di pochi giorni gli aveva dato contro la pelle – ora Derek la teneva più lunga – e gli sovvenne la decisamente orrenda sensazione che dopo un bacio del genere non ne avrebbe voluti da nessun altro, il che si era rivelato in qualche modo vero, dato che anche quando aveva baciato Lydia Martin l'unica cosa a cui era riuscito a pensare era che Derek era meglio.
- Sono fregato per l'eternità, - borbottò, alzando gli occhi al cielo.
- Secondo me siete una bella coppia, - Malia sorrise, - ti voglio tanto bene, Stiles, e sono felice se sei felice.
- Neanche una briciola di gelosia?
Malia ci pensò su.
- Un po'. Però non tanta. Alla fine Derek è come se fosse la mia versione maschile.
O tu sei la sua versione femminile, ah, se solo tu sapessi …
- Ti voglio bene anche io, - borbottò decisamente irritato, - ma accidenti sono il tuo ex e non ti turba? Insomma, Derek è maschio, tuo cugino ...
- Cora mi aveva parlato dell'idea di farvi mettere insieme quando ti ho lasciato e le avevo detto di no ma poi sono successe delle cose e anche io ... beh, insomma, se sei felice tu!
Stiles ebbe l'orrendo sospetto che l'alleanza delle Hale contro Braeden avesse preso fin troppo presto la forma di Agenzia Matrimoniale Hale per l'accasamento di ex lupi musoni e nerd disadattati ma non fece tempo a preoccuparsene perché Malia lo abbracciò e dovette ricambiare nonostante vedesse qualcosa di perverso nel fatto che la sua ex approvasse il suo fidanzamento col cugino.
-Andiamo in classe, - disse sospirando, conducendola con sé.
Entrarono per la seconda ora, quindi c'era ancora gente nei corridoi che si affaccendava e correva per arrivare in aula.
Stiles quasi non fece caso alla folla mentre pensava a come l'unica cosa positiva che aveva portato il fatto che suo padre in preda a ormoni impazziti avesse iniziato a uscire con Natalie era proprio Derek. Insomma, non che approvasse la relazione, per carità. Avrebbe continuato a cercare di farli separare con ogni cellula del suo corpo, l'unica differenza era che adesso lo faceva soltanto negli intervalli fra una pomiciata con Derek e l'altra. Il che era decisamente bellissimo, anche se gli effetti collaterali erano dolore pressoché ovunque e una serie di succhiotti in posti imbarazzanti. Era così preso a ricordare cosa sapeva fare Derek che quasi non si rese conto che Malia, accanto a lui, si era bloccata. Se ne accorse solo un paio di passi dopo, quando la vide che praticamente ringhiava verso qualcuno. Stiles si girò e non si sorprese affatto nel vedere che quel qualcuno era Liam. Ebbe appena il tempo di girarsi verso di lei per vederla trascinare il poverino verso qualche ignota destinazione, dove probabilmente questo avrebbe incontrato la sua fine in modo molto doloroso. Se Stiles fosse stato una bella persona probabilmente sarebbe accorso in suo aiuto, ma a dire la verità non lo era affatto e non aveva voglia di aggiungere altri problemi alla sua già abbastanza incasinata esistenza quindi si avviò verso la classe, dove prese posto vicino a Scott.
- Ehi, - gli sussurrò, dimentico di puzzare di Derek AfterSex per chiunque avesse odorato da lupo, così che per un attimo, quando Scott per poco non cadde dalla sedia, ne rimase sorpreso, poi si ricordò e per poco non diventò rosso fuoco.
- NON È COME PENSI! - urlò per l'ennesima volta in quella giornata, anche se era esattamente come Scott pensava e come chiunque aveva pensato.
- Dimmi che non hai fatto quello che sente il mio naso con chi sente il mio naso.
- Sì, ed è stato meraviglioso, - replicò acido Stiles, - ma volevo dirti ...
- Era ubriaco, vero?
Stiles dovette ricordare a se stesso che Scott era il suo migliore amico e che ucciderlo a colpi di sedia non era esattamente il suo life goal per svariati secondi, in modo da trovare la calma necessaria per rispondere con un: - Era perfettamente sobrio, mi ha dichiarato i suoi sentimenti, abbiamo fatto l'amore e adesso stiamo insieme.
Scott lo guardò incredulo.
- Insieme tipo ...?
- Insieme tipo che siamo innamorati e fedeli e quelle cose. Ma io volevo dire che ...
- Chi era sopra?
Stiles davvero non voleva avere questa conversazione.
- Sai, - disse Scott - non riesco a immaginare Derek che si lascia fare certe cose, è che ...
Stiles stava pericolosamente esaurendo i motivi per cui Scott non doveva morire.
- Immaginare Derek che si lascia fare qualunque cosa è compito mio, grazie Scott. E comunque, ieri, oltre ad aver trovato un ragazzo, per poco io e il sopra citato non siamo stati uccisi da un lupo. Un lupo vero, un mutaforma. Si trasformava completamente.
- Ma tu insomma ... hai fatto cose ... con il suo coso ...?
Stiles voleva solo sbattere la testa nel banco, oppure sbatterci Scott contro ripetutamente.
- Scott. Possiamo focalizzarci sul problema, che non è cosa faccia con determinate parti anatomiche di Derek?
Scott si riscosse un attimo e Stiles, che lo conosceva anche troppo bene, gli tappò la bocca giusto poco prima che piantasse un urlo.
- Un LUPO, Stiles? Nel senso, col pelo?
- Sì, Scott. Ci ha inseguiti e Derek pensa sia collegato agli incendi che si verificano qui ultimamente. Ha detto che oggi pomeriggio vuole parlare con tutti.
Scott rimase in silenzio qualche istante, evidentemente ponderando su ciò che era successo, e Stiles stava giusto per chiedergli se andava tutto bene quando se ne uscì con un: - Ma mentre facevate ... avete parlato di questo?
Stiles non aveva veramente più parole, perché a quanto pareva la notizia della sua V card timbrata da Derek sembrava più sconvolgente della loro quasi morte. Era assolutamente sicuro tutto ciò non fosse normale.
- Prima.
- Ma il coso di Derek è, ehm, proporzionato? Perché dovrebbe essere enor...
- Scott sono seriamente queste le tue priorità quando ti dico che un lupo mannaro ha cercato di mangiare me e - Stiles ebbe un brivido di piacere a pronunciare queste parole - il mio ragazzo?
- Beh ma sei vivo, no? E poi creature mannari assassine cercano di ucciderci almeno una volta a settimana, ma Derek che ti si concede è un evento più unico che raro. Avrei scommesso più su Lydia che su di lui da quel punto di vista.
- Scott ti prego rivedi le tue priorità perché il lupo ...
Scott non sembrò minimamente interessato a continuare la conversazione e domandò, genuinamente curioso: - Ma esattamente, voi che siete due maschi, che cosa fate?
Stiles voleva solo sbattere la testa sul banco fino a perdere conoscenza.

 

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Chi non muore si rivedeeeeee. Lo so, sono lentissima, ma ho avuto un mese pienissimo di cose da fare e poi c'è stata la convention, Natale, capodanno, ora ci sono i saldi ... e naturalmente ho 234567 idee per scrivere e zero tempo, infatti ho scritto gran parte di questo capitolo nelle note del mio fedelissimo iPhone. Per il resto, che dire? La mia vita è molto bella, il futuro è incerto e ogni tanto mi preoccupa ma mi godo il momento. Anzi, diciamo che tutto è così bello che mi chiedo come sia possibile che le cose un giorno cambino e restino così belle o che ci sia qualcosa di meglio. E un po' mi aspetto una disastrosa rovina perché penso che questi bei momenti siano troppi per una persona sola. Per il resto, sono sempre più Hobrien trash e spero di riuscire a darvi qualcosa di decente prima o poi scritto su di loro. Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio tantissimo per non avermi dimeticata e per aver letto questo delirio. Vado piano, ma questa storia la finirò, promesso. Un abbraccio <3

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Capitolo 21
*** Le cose che odio di me. ***


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Le cose che odio di me



*




 
 
Alla fine si erano radunati tutti nell'aula vuota in cui si erano svolte le prime riunioni dell'ES, compreso Derek che però aspettava ancora fuori insieme a Stiles.
- Ho convinto Malia che il suo desiderio più profondo, perlomeno in queste ultime ore, non è uccidere Liam e quindi c'è anche lui. Sono ai capi opposti della classe e Lydia la sta distraendo. Scott e Malia sanno già di noi due quindi ...
- Stiles, - borbottò Derek alzando un sopracciglio, - stai seriamente pensando di parlare loro della nostra relazione come prima cosa anziché dell'animale che ieri ci ha quasi fatto fuori?
Stiles gli appoggiò la testa contro la spalla, sospirando rumorosamente. Effettivamente sarebbe stato molto più semplice focalizzarsi sulla sua quasi morte se Scott non avesse passato tutta la giornata scolastica a chiedergli dettagli sulla sua nottata con Derek, facendogliela di conseguenza rivivere un centinaio di volte. Non che la cosa gli fosse dispiaciuta, per quanto appena visto Derek entrare nel corridoio evitare di chiudersi in uno sgabuzzino con lui e farci le peggio cose fosse stato decisamente arduo, ma era anche stato il chiodo fisso delle ore precedenti. Quindi non c'era da stupirsi se ci pensava così tanto, specialmente con il suo bellissimo ragazzo che lo guardava con aria di disapprovazione. Stiles si chiese come potesse amarlo incondizionatamente anche quando Derek aveva scritto in faccia che lo considerava un deficiente.
- Possiamo entrare oppure passerai altro tempo a strofinarti contro la mia spalla? - borbottò quest'ultimo, guardando male Stiles che arrossì.
- Oh, scusa è solo che ... sai ... è il primo giorno che stiamo insieme e posso toccarti quando mi pare e ...
Derek lo gelò con un'occhiata che gli fece rimpiangere di avere le corde vocali.
- Ehm ... non stiamo più insieme? Perché sai, posso capire. Insomma, non sono certo un ragazzo che si considera particolarmente carino secondo gli standard normali e sono iperattivo e parlo troppo e sicuramente hai cambiato idea dopo averci riflettuto stamattina ma io sono totalmente cool con questo sai sono davvero una persona molto cool e... - iniziò a dire a raffica.
Derek gli lanciò uno sguardo omicida ma si sporse verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra, circondandogli la vita con un braccio.
- Hai finito con le idiozie? - borbottò strofinando il viso contro il suo collo.
Stiles chiuse gli occhi e gli accarezzò piano i capelli.
- Stiamo insieme, - gli mormorò in un orecchio, non meravigliandosi di sentire Derek irrigidirsi e rispondere qualcosa di molto simile a “asdfgthidjm”. Avrebbero dovuto ancora lavorare molto sui sentimenti, ma per ora andava bene così.
I due si guardarono e si avviarono dentro l'aula e con somma sorpresa di Stiles, Derek lo prese per mano. Per qualche secondo Stiles pensò di esserselo sognato, perché Derek Hale non prendeva per mano, o perlomeno che fosse un'allucinazione tattile, sicuramente più probabile che lui, si sua spontanea volontà, avesse fatto quel gesto. Eppure era lì, una mano grande e calda, forse un po' ruvida al tocco, ma piacevole. Stiles si godette la cosa per circa un secondo, poi si ricordò di avere i palmi sudati e sperò ardentemente che Derek non avesse l'impressione di tenere in mano un rospo. In fondo, pensò, non era mica così emozionato. Bastò il pensiero per far peggiorare esponenzialmente la situazione, tanto che Stiles valutò seriamente l'ipotesi di amputarsi gli arti superiori, ma Derek iniziò a parlare e si dimenticò di tutto: - Io e Stiles stiamo insieme, - buttò lì, - non c'è altro da dire.
- Era anche ora, - disse Lydia e Derek le lanciò un'occhiataccia.
- Sono felice per voi! - cicalò Kira, aggrappandosi al braccio di Scott, - sappiate che sono totalmente pro omosessualità.
Derek stava per ribattere, probabilmente con un “a nessuno interessa della tua opinione” quando Liam se ne uscì con: - Perché solo io non sapevo nulla?
- Perché sei ritardato, - rispose candida Malia, - non arrivi mai a niente.
- Mi sono già scusato, - ribatté lui e fra lo stupore generale si limitò a guardare dall'altra parte anziché iniziare a litigare.
- Perché non litigate? - domandò Scott e tutti gli lanciarono un'occhiataccia, sperando che non li istigasse a saltarsi addosso come belve feroci, ma Liam alzò le spalle e appoggiò il mento sul pugno chiuso.
- Per parlare di cose serie, - riprese Derek, - ieri un licantropo ha attaccato me e Stiles.
Ci fu un mormorio di sorpresa fra coloro che non sapevano ancora cosa fosse successo ma Derek lo ignorò e parlò di nuovo: - Penso che si tratto di uno di un branco che di solito sta nella costa opposta degli Stati Uniti. Li conosco perché mia madre ha trattato con loro in passato e avevano dei cuccioli dell'età circa mia e di Talia. Ho incontrato uno di loro e in qualche modo sembrava sapere del mio problema coi poteri, cosa che mi ha insospettito. Non ho praticamente dubbi sul fatto che abbiano voluto spaventarmi, facendomi attaccare da qualcuno di loro in grado di trasformarsi completamente.
- Spaventarti? - domandò Scott, - e perché? Non sei nemmeno più un alpha.
Per una volta, nonostante solitamente i suoi ragionamenti fossero più appropriati per un babbuino che per un essere umano, Scott aveva centrato il punto. Derek aveva fatto realizzare a Stiles perfettamente come se il lupo avesse voluto ucciderli, lo avrebbe potuto fare senza problemi. In fin dei conti, erano soltanto due umani e lui un beta. Invece li aveva solo rincorsi per un po'.
- Non lo so. Questo mi preoccupa.
Derek guardò Stiles ansioso, neanche fosse stato lui l'oggetto di interesse dell'animale e a Stiles venne un'inaspettata voglia di abbracciarlo. Era uno dei motivi per cui, anni prima, aveva notato Derek: cercava disperatamente di mostrare quanto non gli importasse di nessuno quando in realtà era il primo a preoccuparsi. E Stiles che era stato un quindicenne non solo in preda agli ormoni ma anche incredibilmente romantico, aveva quasi visto in lui un eroe di qualche libro. Ma Derek era reale, scontroso, inopportuno, invadente e immaturo. E Stiles era così imbecille dal preferire il reale e musone Derek a qualunque personaggio di carta.
- Non potrebbe essere che tu sia a conoscenza di qualcosa su di loro che non vorrebbero venisse rivelato? - domandò Lydia, lisciandosi la gonna.
Solo allora Stiles uscì dalla sua bolla e si rese conto di quanto l'atmosfera della stanza fosse effettivamente tesa. Di solito riuscivano sempre a fare casino, invece per la prima volta da parecchi mesi erano tutti riuniti in silenzio a discutere di qualcosa che, Stiles se ne rese conto solo allora, aveva quasi dimenticato quanto potesse fare paura. I licantropi per mesi erano stati solo Malia che ogni tanto non si controllava e tirava fuori le zanne, ora invece erano lì e li minacciavano, per cosa neanche lo sapevano.
Minacciavano Derek.


 
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
Finita la riunione l’unica cosa che Stiles avrebbe voluto fare era abbarbicarsi a Derek e coccolarlo e proteggerlo, ma si scontrò con la dura realtà, ovvero con il Coach. Non era stato un bel periodo, per Stiles, ultimamente, se si escludeva il miracoloso plot twist di Derek che evidentemente sotto stupefacenti aveva dichiarato di amarlo, e la cosa oltre a ripercuotersi sulla sua carriera scolastica, facendo affondare i suoi voti come il Titanic, si era anche tradotta in un saltare gli allenamenti. Era iniziato come una mancanza di voglia di fare le cose, ma a lungo andare Stiles se ne era semplicemente dimenticato, un po’ come aveva fatto con gran parte delle sue responsabilità.
- Stilinski. Siccome quest’anno non insegno più nella tua classe mi aspettavo che la tua costante assenza agli allenamenti fosse dovuta a una grave e incurabile malattia.
Stiles deglutì senza dire una parola, guardando disperato Derek e gli altri che stavano ancora parlano nell’aula, ignari del fatto che lui era di fronte alla morte.
- Posso spiegare …. – buttò lì, anche se raccontare al Coach della sua vita privata era esattamente l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Avrebbe preferito farsi investire da qualcosa di molto grosso, ecco, tipo un carro armato. Chissà se quel lupo rabbioso era ancora in giro, poteva offrirsi a lui come pasto ed evitare di soffrire.
- Conosci le regole. Sei fuori.
Stiles lo sapeva, ma fece male comunque. Andò ad aggiungersi ai votacci, alle assenze e allo sguardo di rimprovero di suo padre quando lo aveva beccato con la vodka. Andò ad aggiungersi alla lista di “ragioni per cui Stiles non dovrebbe essere amato da suo padre”. Era una lista lunga, convincente, avrebbe convinto chiunque. Stiles era un pessimo figlio, e lo sapeva. Era superficiale, dimenticava le cose importanti e stava dietro a quelle inutili. Usciva a ubriacarsi con gente poco raccomandabile, faceva piani per far lasciare Natalie e suo padre anziché fare le ossidoriduzioni.
Stiles cercò di mantenere un’apparenza di decenza di fronte al Coach e annuì, abbassando la testa.
- Sì, lo sapevo è che … ho avuto tante cose per la testa.
- Non mi sembra una giustificazione.
Infatti non lo era. Era tutto sbagliato e se non fosse stato per Derek, che era l’unica cosa bella in quel momento, Stiles avrebbe preso una macchina del tempo per tornare all’inizio dell’anno. Anzi, no, a quando era piccolo e nessuno si aspettava che si prendesse le sue responsabilità. Quando c’era ancora sua madre. Al solo pensare a lei, trasalì. Chissà quanto sarebbe stata delusa ora.
- Lo so, ma penso sia meglio prendersi una pausa, ora, per me.
Il Coach lo scrutò, ma non disse nulla, limitandosi semplicemente ad avviarsi verso la sala insegnanti.
Stiles sospirò, cercando di mettere su una faccia decente per tornare dagli altri, ma una voce lo fece sobbalzare.
- A quanto pare sei nei pasticci.
L’ultima persona che Stiles avrebbe voluto che lo vedesse in quella situazione, la persona che era sempre dannatamente perfetta in tutto ciò che faceva, lo fissava con aria curiosa, quasi fosse una specie rara.
- Lydia …
Stranamente, però, lei gli si avvicinò e si mise seduta con la schiena contro il muro, invitandolo a fare lo stesso.
- Anche io, sai? Mi hanno bocciata in matematica.
Stiles quasi si strozzò con la saliva.
- Cosa?! In matematica? Ma tu sei tipo un genio matematico, Lyds …
Lydia gli lanciò un’occhiataccia: - Capita. Sai, con quello che è successo fra i nostri genitori e quella cosa che ho avuto con Peter sono stata parecchio distratta.
- Beh sembravate andare abbastanza d’accordo, voi due, - replicò Stiles.
Lydia scrollò le spalle e replicò: - Sì, beh, ma non abbiamo quello che avete tu e Derek.
Stiles si strozzò per la seconda volta con la saliva e iniziò a tossire rumorosamente, tanto che Lydia dovette dargli delle pacche sulle spalle.
- Non fare il melodrammatico, - disse lei alzando gli occhi al cielo, - avete questa specie di grande amore che è così ovvio da anni a questa parte. Siete quasi patetici. Non avete occhi che l’uno per l’altro. Ti invidio, sai? Siamo incasinati nello stesso modo, ma tu hai lui almeno.
Stiles la guardò interrogativo: - Tu non hai Peter?
- Stai scherzando? A lui non è mai importato niente di me. A me, di lui, però, sì.
Stiles non aveva mai visto Lydia piangere se non quella sera nel parcheggio, anni prima. Quella sera aveva pensato che lei fosse bellissima, anche se piangeva – però, ecco, Derek aveva gli occhi più belli, più verdi, no? – mentre in quel momento gli si spezzò davvero il cuore. Lydia non stava piangendo in modo teatrale o a dirotto, le scendevano semplicemente le lacrime sulle guance mentre parlava, cercando di reprimere i singhiozzi.
- Sai, è solo che … non ho nessuno. Era la cosa più vicina a una persona che mi volesse bene esistesse. E non dire che mi vuoi bene e che gli altri mi vogliono bene, lo so. Ma non è ciò che voglio io. Io voglio qualcuno che mi faccia sentire desiderata, non intendo come donna ma come persona. Qualcuno per cui la mia presenza o assenza fa una grossa differenza. Qualcuno che guidi due ore solo per vedermi, qualcuno che veda con me Le pagine della nostra vita senza stancarsi perché mi piace vederlo e …
Stiles abbracciò Lydia, tenendola stretta contro il suo petto.
- Punto primo. Sei Lydia Martin e non ti serve nessuno. Vai bene così come sei e sicuramente non è un uomo che determina quanto la tua presenza conti o meno. La tua presenza conta a prescindere, sai che vincerai la medaglia Fields, cavolo, Lydia. Punto secondo, la tua presenza conta e tanto per tutti noi. E poi …
- Lo so, lo so, Stiles. Per questo ho deciso che non vedrò più Peter. Mi fa solo male cercare di sentirmi amata da qualcuno a cui non interessa.
Lydia si tirò su, asciugandosi il viso e aprendo un piccolo specchio per controllare il trucco e cancellare le righe di lacrime miste a mascara che le scorrevano sulle guance.
- E, - ripeté Stiles, - penso dovresti chiamare Jackson.
E questa volta fu Lydia a strozzarsi con la sua stessa saliva, ma riuscì a gestire la cosa con molta più classe di Stiles e mise immediatamente su un’espressione disgustata, quasi Jackson fosse il nome di una malattia particolarmente disgustosa e infettiva.
- Andiamo, è l’unico ad avere le palle di sorbirsi quel film, - le disse Stiles.
- Detto da uno il cui film preferito è Star Wars non mi aspettavo altro. Le pagine della nostra vita è un classico.
- Il mio film preferito è Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re, perché tu lo sappia.
Lydia roteò gli occhi.
- Non vorrai dirmi che disprezzi il film che ha vinto ogni singolo oscar a cui era nominato?
- A me sembra solo draghi e montagne, - disse sinceramente Lydia.
- Sono Nazgul!


 
 
 
 
 
*
 



 
 
Stiles aveva sempre pensato che Il Signore degli Anelli fosse un’ottima consolazione, nei momenti bui. L’idea che un minuscolo hobbit fosse riuscito in un’impresa praticamente impossibile lo faceva sempre sentire pieno di speranza, senza contare tutta la storia di Aragorn, le battaglie e i discorsi agli eserciti. Non aveva mai pensato, però, che limonarsi Derek mentre Gollum faceva tutti i suoi soliloqui sarebbe stato così terapeutico.
Naturalmente la cosa aveva i suoi contro, ovvero che se Cora voleva venire a bere qualcosa, per arrivare in cucina doveva passare per il salotto e già due volte li aveva beccati avvinghiati e aveva palesato il suo disgusto. Derek le aveva allora ricordato quanto gli aveva rotto le scatole – anche se aveva usato termini meno forbiti – perché si mettesse con Stiles e ora che stavano insieme non potevano neanche darsi un bacino?
Cora si era limitata a roteare gli occhi a dire che la vita sessuale di suo fratello era qualcosa di disgustoso a prescindere, per quanto con Stiles essa fosse meno raccapricciante da immaginare che con la vacca abnorme che era Braeden. Al che, appena si era murata viva nella sua stanza con i 5 Seconds of Summer a palla, Stiles si era sentito in dovere di limonarsi Derek con ancora maggiore foga di prima.
Si stavano giusto prendendo una legittima pausa, sia perché il discorso di Theoden ai cavalieri di Rohan era un classico sia per evitare che i baci si trasformassero in ciò che Cora sicuramente non avrebbe voluto accadesse sul divano dove lei guardava Young and Hungry, e Derek si stava strofinando leggermente contro il collo di Stiles mentre lui lo coccolava distrattamente.
- Hai un buon odore, - mugolò Derek, - mi sembra strano non averlo notato quando ero un licantropo.
Stiles gli sollevò il viso per un bacio ma poi un flashback lo fece desistere e per poco non gli tirò una testata, siccome si stava già muovendo verso di lui.
- Derek!
- Eh?
Derek lo fissò irritato, ma Stiles non si fece intimorire e iniziò a scuoterlo per le spalle.
- DEREK. Tu hai sentito l’odore del licantropo ieri!
- Cosa? – borbottò lui.
- Sì! Quando hai detto che non sentivi più il suo odore! Ti ricordi?
Derek per poco non cadde dal divano e lo fissò allibito con gli occhi spalancati.
- Hai usato i tuoi poteri!
- Ho usato i miei poteri.
C’era qualcosa negli occhi di Derek. Stiles sapeva bene che la felicità di una persona non può e non deve dipendere dagli altri, ma si era illuso di essere, in qualche modo, la ragione per cui Derek aveva iniziato a rimettersi in pista dopo la perdita dei poteri. E, giusto perché non era una persona abbastanza orribile, anziché essere puramente felice per quel luccichio negli occhi del suo ragazzo, sentì un nodo in gola e una domanda balenargli a caratteri cubitali nella testa: se a Derek fossero tornati i poteri lo avrebbe voluto ancora?



 
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Vi devo delle scuse, lo so. Tante e sincere. Vi ricordate cosa ho scritto mesi fa, sulla vita bella? Ora la mia vita non lo è affatto, fra stress per l'ammissione a medicina, problemi di salute (how ironic che una aspirante oncologa viva nel reparto di oncologia e ematologia - se ve lo chiedete, la mia è la seconda, naturalmente -) e amici che cosa sono si mangiano? Stasera volevo prendermi un break dalle simulazioni e quindi mi sono ritrovata a scrivere e in qualche modo è uscito questo capitolo. C'è davvero molto della me di questi mesi e quasi nulla di ciò che la storia prevedeva. Ma in qualche modo, non so come, l'ho fatta crescere con me. E probabilmente questo capitolo fa schifo - ma scusate che vi aspettate da una che vuol fare medicina? - ma ne sono davvero davvero fiera. Vorrei dirvi alcune cose, a uesto proposito:
1. Stiles è estremamente vittimista e sta affermando cose davvero pesanti - che il padre non lo ami -. Vi ricordo, che ha 17 anni e penso che prima o poi tutti nella nostra adolescenza abbiamo sentito l'amore dei nostri genitori come non incondizionato, per quanto magari loro ce lo dimostrino al meglio. 
2. Lydia. Onestamente penso avrà un ruolo più importante nella storia a partire da ora, mi piace l'idea che si sia autoconvinta di essere innamorata di Peter e abbia scambiato la loro chimica per qualcosa di più e lo abbia usato per sostituire Jackson, in qualche modo. Non ho vissuto la cosa direttamente, per quanto abbia cercato di sostituire taaaaante volte una persona importante nella mia vita con altre fallendo miseramente, ma mai in senso amoroso. Cioè io non amo, ed è un problema, ma va beh, sono un Nazgul. 
3. LO AVEVATE VISTO L'INDIZIO NEL CAPITOLO? Okay, l'ho pubblicato tipo due anni fa, ma questa storia la avevo in mente fin dall'inizio e sono super proud di essermelo ricordata. Non era prevista la reazione di Stiles, lo ammetto.Ma in qualche modo ha senso se si sente insicuro per com'é lui, che si senta insicuro anche per come si evolverà il suo rapporto con Derek. Ma sappiate che non succederà ciò che vi aspettate. 


Se avete letto fin qui, se avete aperto questa storia dopo i secoli che non aggiornavo e mi date ancora retta, grazie <3 siete il mio posto felice in cui tornare. Anche se non conosco direttamente nessuno di voi, molto spesso mi "confido" più qui che con i miei amici. E ribadisco la mia promessa: questa storia finirà. Ci vorranno anni, magari, ma avrete una fine. Ve la meritate e penso di meritarla anche io. Vi mando un abbraccio e tanta, tanta felicità. 

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Capitolo 22
*** Sorprendentemente necessari chiarimenti. ***


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Sorprendentemente necessari chiarimenti
 


Stiles non riusciva a dormire. Nonostante continuasse a ripersi ossessivamente, come una litania, che Derek era lì, era suo e che doveva godersi il momento – perché Stiles, secondo te può davvero durare? Qualcuno davvero può volerti bene così come sei ora? – non faceva altro che pensare al momento in cui Derek avrebbe realizzato appieno che i suoi poteri stavano tornando. Quella sera la sua reazione era stata abbastanza moderata, tutto sommato, forse perché non voleva sperare troppo, dopo lo stupore iniziale aveva ripreso a guardare il film ed era andato tranquillamente a dormire. C’era stato un momento di imbarazzo in cui Stiles, vedendo Derek dirigersi verso la camera, aveva pensato che gli sarebbe toccato sul divano ma dopo aver interpretato vari borbotti i mugugni era giunto alla conclusione che Derek voleva che dormissero insieme. Lì si era dimenticato di tutti i suoi problemi perché una gigantesca sirena era partita in quarta nel suo cervello. Insomma, dormire in che senso? Dormire dormire? Dormire fare cose? Ma lui aveva i pantaloni del pigiama con i cagnolini e Derek non doveva vederli. Quando una vocina nella sua testa, silenziando momentaneamente il segnale di allarme, gli aveva suggerito di non metterseli proprio i pantaloni si era quasi soffocato con la sua stessa saliva.
Derek, ignaro di cosa avesse causato nella sua mente, si era limitato a mettersi tranquillamente il pigiama e a prendere un libro dall’aria tremendamente noiosa e iniziare a leggerlo. Stiles allora aveva capito che dormire era semplicemente dormire – o no? Insomma che accidenti ne sapeva lui, Malia se dormiva con lui il massimo che faceva era tirargli i calci e sicuramente non esisteva un manuale di istruzioni su come gestire inviti simili. O magari esisteva. Magari avrebbe potuto portarsi il telefono in bagno e controllare – e dopo essersi andato a preparare si era accoccolato accanto a Derek.
In quale modo, nei minuti successivi il libro noiosissimo, che Stiles aveva scoperto essere intitolato Sentieri interrotti, era stato riposto sul comodino con dentro un segnalibro, mentre Stiles si era trovato stretto al petto di Derek che gli aveva accarezzato la schiena fino ad addormentarsi. Quando il sistema simpatico di Stiles aveva finalmente deciso che no, non era una situazione di massimo pericolo e quindi il suo cuore poteva smettere di battere a una velocità che faceva pensare più all’approssimarsi di un infarto che a altro, il suo stomaco poteva smettere di attorcigliarsi e il suo corpo di rabbrividire quasi al tocco di Derek, era riuscito a godersi solo qualche minuto di coccole prima che i pensieri inquietanti ritornassero. E ora che Derek dormiva, quelli erano più presenti che mai.
Che cosa poteva voler Derek da lui? Stiles aveva solo diciassette anni, non era neanche tanto intelligente a giudicare dalla sua media scolastica che stava colando a picco che manco il Titanic, bello non lo era mai stato, neanche simpatico, o popolare o … niente. Stiles non era niente. Se fosse sparito non sarebbe mancato a nessuno, magari qualche giorno a Scott, ma poi sarebbe andato avanti. La presenza di Stiles Stilinski era completamente inutile per il mondo e lui ne era perfettamente consapevole. E quindi, per completare il ragionamento, sapeva perché Derek lo aveva degnato della sua attenzione: era infelice. E misery loves company e lui e Stiles erano la coppia perfetta di persone che non avevano niente. Però Derek non era come Stiles, quello per Derek era solo un periodo. Derek era sempre stato l’eroe della storia, in qualche modo, quello che salvava sempre tutti e non solo perché Scott come licantropo era una pippa. Derek era una bella persona e basta. Certo, a volte faceva il cretino ma era migliore di Stiles, era qualcosa e quindi avrebbe fatto qualcosa, avrebbe avuto una vita bellissima dove per qualcuno di tanto insignificante quanto lo era Stiles non c’era spazio.
Si sentiva male all’idea di aver apprezzato così tanto le coccole, di sentire già la mancanza dei baci di Derek o di essere felice per le sue braccia che lo stringevano: non sarebbe durata. Le cose belle di Stiles erano destinate a finire e lui non doveva abituarsi, pensare di rendere felice Derek solo perché lui lo stringeva così. Gli serviva, perché quello era un brutto momento, poi sarebbe passato e Derek avrebbe trovato di meglio come era giusto che fosse. Stiles avrebbe tanto voluto sapersi godere quei momenti e accontentarsi dei ricordi che avrebbero lasciato nella sua mente ma non voleva, voleva urlare e magari piangere e scuotere Derek e urlargli di prendere lui, scegliere lui e amare lui perché ciò che avevano era speciale e lui non si era mai sentito così con nessuno, non aveva mai amato nessuno davvero prima di Derek e non era giusto che non potesse averlo.
Aveva una gran voglia di prendere a testate qualcosa e dimentico della presenza di Derek si voltò per prendere il telefono per avere luce quando si sarebbe alzato e per poco non gli prese un colpo quando alla luce dello schermo vide gli occhi di Derek che lo scrutavano.
- Non va qualcosa.
Non era una domanda e Stiles per poco non fece cadere per terra il telefono.
- Cosa? E cosa non andrebbe? Cioè, insomma, a parte che stanno di nuovo cercando di ucciderci, quella cosa che tuti tendiamo spaventosamente a dimenticare … - iniziò a balbettare cercando di sembrare calmo.
- Stiles, non sono deficiente.
E del resto, quando mai qualcosa andava dritto a Stiles Stilinski? Probabilmente Derek non solo aveva recuperato i suoi poteri ma sapeva anche leggere la mente, aveva scoperto cosa Stiles pensava e se fosse andata bene lo avrebbe mollato, se fosse andata male lo avrebbe ucciso. Quindi decise di aspettare la morte in silenzio, tanto c’era poca differenza fra un pugno in faccia e un “pensavo fossi una persona diversa lasciamoci”.
- Parlami. Insomma, che senso ha che stiamo insieme se …
Stiles non lo lasciò finire: - Se non riesco neanche a essere felice per te siccome so benissimo che tornati i tuoi poteri mi lascerai?
Derek spalancò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa ma Stiles non aveva ancora finito.
- Lo so che sono solo una distrazione finché non sarai di nuovo felice. Lo so che provo troppe cose e sono fastidioso. Lo so che non sono alla tua altezza e che non merito una persona come te e che …
- Taci.
Il tono di Derek era neutro e questo lo rese ancora più spaventoso da sentire per Stiles che iniziò a pentirsi di tutto. Perché aveva parlato? Non aveva il diritto di provare quelle cose, no? Doveva essere grato e basta di avere provvisoriamente una persona come Derek nella sua vita che lo voleva, perché non sarebbe successo mai più.
- Non dovresti sentirti così.
E così sarebbe finita. Stiles era riuscito a rovinare praticamente l’unico miracolo che era successo nella sua vita in circa ventiquattr’ore. Probabilmente era un record, ma del resto quando mai gli era andata bene qualcosa nella sua vita? Distruggeva tutto ciò che toccava.
- Dovresti sentirti amato, al sicuro e felice. Non dovresti pensare che non sei alla mia altezza o che sei un ripiego perché non è così. Cioè non lo so come funzioni l’amore perché sei … uh … il primo a cui … hai capito … cioè nel senso, a cui ho detto ti amo, ehm, e non sono mai stato così con nessuno.
Eh? Dov’era la rabbia? Dov’era Derek imbufalito che gli ricordava che sì, lui era solo un ragazzino fastidioso e che uno come lui meritava molto di meglio?
- Lo so che non sono bravo a dimostrarlo. Ma cioè, ho realizzato che saresti potuto morire e avresti sempre pensato di non piacermi perché avevo paura di non essere abbastanza importante per te e mi scombussolava provare sentimenti così forti. Avevo paura tu avessi potere su di me e tu hai paura di provare troppe cose. Sono un idiota. Un enorme idiota. Non è mai troppo amore non c’è un limite a quanto una persona può renderci felici e farci stare bene e se questa persona lo mette allora è lei il problema. Lo sai che mi va bene così anzi, che mi fa stare bene. È una cosa bella quella che provi, è una cosa di cui sono grato e non è fastidioso.
Certo, Derek aveva fatto tutto il discorso borbottando e Stiles aveva quasi il mal di testa a forza di sforzarsi di interpretare i suoi mugugni, ma aveva detto quelle cose, inequivocabilmente. Le cose che Derek, perlomeno quello con cui Stiles era stato la prima volta, se relazione la si poteva chiamare, non avrebbe mai detto. Quel Derek non avrebbe avuto il viso così rosso che si notava nonostante la luce della torcia del telefono di Stiles fosse l’unica sorgente di luce e non lo avrebbe guardato così, con uno sguardo carico di senso di colpa e ansia mentre non smetteva di tenerlo stretto, tanto che stare con la schiena mezza girata per vederlo in faccia per Stiles era diventato doloroso.
Stiles non aveva mai detto quelle cose a nessuno: non a Scott, quando per stare con Allison lo ignorava, non a Lydia, quando fingeva di non sentirlo, si era limitato ad accettare, perché in fondo lui era Stiles e nessuno lo voleva intorno davvero. Anche con suo padre, se la prendeva tanto con Natalie perché Natalie avrebbe messo lui ancora una volta al secondo posto. Non aveva idea di quanto bisogno aveva sempre avuto di dire quelle parole a qualcuno, ma si rese conto che non aveva neanche idea di quanto tutto il pensare quelle cose gli avesse lasciato un vuoto dentro. E di quanto avesse bisogno di sentire parole come quelle che Derek gli stava dicendo, che riempivano il vuoto e gli facevano sentire caldo nel petto.
- Nessuno mi ha mai detto cose simili. A nessuno è mai importato e … - riuscì appena a mormorare.
- Il problema, - gli sussurrò Derek, - è che tu giudichi te stesso in base alle cose che le persone fanno per te. Ho sempre saputo Scott fosse un idiota con te, non parliamo di Lydia, ma non è questo il punto. Sei una persona a cui sono capitati amici tremendi, non sei una persona che non merita di avere attorno chi lo apprezza. E … quando sono morti i miei genitori, sai? Laura diceva sempre che non era colpa mia. Che io ero una persona a cui erano successe cose brutte, non una brutta persona che non meritava niente di bello. E devi pensare lo stesso. So che ho contribuito a farti pensare queste cose e, fammelo dire, sono stato un idiota. Non sapevo come gestire cosa provavo ma ora, ora se vuoi, voglio riprovarci e sul serio. E possono tornarmi tutti i poteri del mondo, ma vorrò sempre te, ne sono sicuro. Ho passato il tempo a inventare scuse con me stesso per questa cosa, ma la verità è che dovevo solo svegliarmi e imparare a trattarti decentemente.
Stiles era allibito, ma più che altro si sentiva bene come non si era sentito da tempo. Non aveva mai pensato sarebbe riuscito a dire quelle cose a voce, né che esistesse qualcuno che gli avrebbe saputo dire le cose che Derek gli aveva detto in quel momento. Si sarebbe aspettato un “ma quanto sei noioso”, se non un “hai ragione, non vali niente e ho di meglio”. Era così che funzionava, no? Stiles era sempre stato insignificante e la cosa durava da così tanto che si era abituato. Non aveva praticamente mai immaginato che discorsi del genere, discorsi che la gente faceva nei film, sarebbero stati rivolti a lui. Forse era un sogno. Insomma, Derek non le diceva quelle cose, no? Certo, praticamente le borbottava e era quasi impossibile da sentire per l’orecchio umano, ma erano comunque assurde. No, non era possibile.
Stiles lo fissò, e giusto perché Derek alla fine era Derek, quello alzò le sopracciglia per esortarlo a rispondere rivolgendogli uno sguardo che provava ad essere seccato, anche se era palesemente ansioso.
- Perché? Insomma, cioè, io sono … - iniziò Stiles, ma anche questa volta non finì.
- Esattamente ciò che voglio. Il mio ragazzo. Non questionare. Sei stato innamorato di me anche quando facevo schifo moralmente, il minimo che posso fare è trattarti come meriti ora e farti uscire dalla testa quella ridicola idea che non vali nulla e non meriti niente.
Stiles si ritrovò a cacciare indietro le lacrime. Aveva passato praticamente tutta la sua vita a sentirsi fuori posto, troppo sensibile, ad adattarsi agli altri e ora qualcuno, qualcuno che era Derek, cioè la sua cotta di sempre, gli diceva che non solo tutto ciò che lui era andava bene, ma che gli piaceva anche. Era una cosa che probabilmente andava contro tutte le leggi della probabilità, forse anche della natura, ma era la cosa che era appena successa. Derek gli stava parlando di sentimenti. Derek provava sentimenti per lui. A Derek lui piaceva.
- Sai, è solo che è un periodo tremendo. Nulla va come vorrei, cioè, a parte noi. Non … non i aspettavo pensassi queste cose.
- Beh, ti amo, - replicò Derek seccamente, con il tono particolarmente basso sulle ultime due parole, - è ovvio che le pensi, no?
E Stiles morì definitivamente.
 
 
 
*
 

 
Stare con Derek si rivelò completamente diverso dalle sue aspettative. Certo, Derek era sempre scostante e tendeva a fare il fossile davanti alla tv, ma se erano soli spesso parlava. Era evidente si sforzasse, ma ascoltava com’era andata la giornata di Stiles, gli raccontava la sua e se era necessario lo aiutava a studiare siccome era sorprendentemente bravo in tutte le materie umanistiche. Poi gli preparava la cena. Stiles ci aveva messo un po’ ad abituarsi – la prima volta che aveva visto Derek alle prese con della pasta e non da riscaldare nel microonde aveva seriamente pensato gli fosse venuta la febbre e aveva avuto paura a mangiarla, ma alla fine si era rivelata quasi buona – ma ormai la cosa era diventata quasi routine.
Cora, dal canto suo, cercava di lasciar loro i loro spazi ma spesso li interrompeva durante le coccole o una delle loro conversazioni. E così quel giorno, mentre Stiles era accoccolato al petto di Derek e stava bevendo tè al latte, stava giusto parlando dei poteri di Derek mentre lei fece il suo ingresso e iniziò a fissarli.
- Quali poteri? – domandò scrutando il fratello.
Col passare del tempo e con le lunghissime conversazioni con Derek, che finivano sempre per toccare, in qualche momento, i loro sentimenti, per Stiles era diventato naturale parlarne con lui. Derek sosteneva che non fosse nulla di che e che, se fosse stato qualcosa si sarebbe ripresentato, quindi meglio concentrarsi su altro tipo cercare di capire che diamine volesse il branco che era in città, del quale si erano completamente perse le tracce. Stiles aveva quasi dimenticato che Cora non sapeva nulla.
- Niente …- borbottò Derek, guardando il soffitto.
Stiles non sapeva cosa fare o dire, quindi rimase in silenzio.
- Lo so che menti anche se sai regolare il battito cardiaco sono tua sorella e so che il tuo film preferito è Legally Blonde anche se menti a tutti dicendo che è Rain Man, figurati se non so quando mi nascondi qualcosa. E tu, Stiles, pensavo fossi dalla mia parte. Non è che se te lo dà adesso devi far fronte comune.
Stiles avrebbe davvero voluto rispondere qualcosa ma il Derek che viveva nella sua mente, che in quegli ultimi giorni era stato scarsamente presente perché le conversazioni a cuore aperto e la vita da coppietta lo annoiavano, si risvegliò e iniziò a mandare a Stiles alcuni flashback di una serata che Cora aveva passato da Malia, durante la quale, spoiler alert, lui e Derek non avevano esattamente conversato. Di conseguenza riuscì semplicemente a tacere, cercando di evitare di sbavare.
- Non è niente su è che uhm … ti ricordi il grosso lupo che ci inseguiva? Ecco, Stiles mi ha ricordato che ho sentito il suo odore e pensa che mi torneranno i poteri ma secondo me …
- E non sei andato da Deaton perché il tuo cervello si è disciolto o hai qualche altra valida ragione?
Effettivamente anche Stiles aveva provato ad accennarlo, ma Derek si era messo in bocca un biscotto enorme e poi si era messo a parlare del tempo.
- Mi sembra una perdita di tempo e ti ricordo che qui sono io l’adulto.
- E a me sembra tu stia facendo solo cazzate. Cioè, okay, ammetto che sei meno una larva del solito ma sai che è importante. È ciò che sei.
Derek scrollò le spalle: - Sono solo zanne e artigli.
- Sai che non è solo quello.
Stiles si riscosse e iniziò a prestare maggiore attenzione. Derek non gli aveva mai parlato dei suoi poteri in quell’ottica, cioè ovvio fossero importanti ma quanto esattamente? Forse non aveva fatto poi così bene a lasciarlo deviare la conversazione, tempo prima.
- La mamma, - continuò Cora, - anche Laura, avrebbero voluto tu prendessi il loro posto. Tu devi proteggere questa città e sei il solo che può farlo.
Stiles era confuso.
- Beh c’è Scott, - disse Derek poco convinto.
- Preferisco Malia, almeno lei ha un cervello.
Stiles era dubbioso: avrebbe voluto chiedere spiegazioni a Derek, che sembrava abbastanza toccato dalle parole della sorella, ma allo stesso tempo non sapeva quanto Derek volesse parlarne con lei presente. In fondo, Derek lo stava aiutando tantissimo coi suoi problemi, aveva imparato a riconoscere la faccia di Stiles quando pensava cose brutte riguardo ciò che lui provava o non si sentiva amato e lo rassicurava costantemente e lui voleva ricambiare, in qualche modo.
Guardò Derek esitante e, rivolgendosi a lui anziché a Cora, domandò: - Che cosa vuol dire? Vuoi parlarne?
- Voglio dire che nostra madre e Laura dopo di lei avevano il compito di proteggere questa città. E Derek deve farlo dopo di loro, non c’è storia.
- Con i miei magnifici poteri inesistenti?
- Stanno ritornando, - gli ricordò Stiles.
- Magari no, - replicò Derek, - e comunque non sono come Laura e mamma.
Stiles gli diede un colpetto e rispose: - Devo ricordarti il percorso di Aragorn nel Signore degli Anelli? Mi sembravi d’accordo sulla parte dell’accettare di diventare ciò che è nato per essere.
- Devo ricordarti che è immaginario? E comunque niente poteri e niente guardiano della città. Concentriamoci piuttosto sui veri problemi, tipo il branco che ci vuole uccidere.
- Devi andare da Deaton, - disse Cora, - poi potrai concentrarti sulla palese scusa che hai appena elaborato.
Derek borbottò qualcosa e sembrò aver deciso che la cosa migliore per levarsi la sorella molesta di torno fosse abbarbicarsi a Stiles. Probabilmente se non fosse stato Derek avrebbe anche iniziato a baciarlo ma si limitò ad affondare il viso nel suo petto per far intuire a Cora che era un momento Stiles/Derek e lei era di troppo. Lei, giusto perché non si arrendeva mai, rimase lì a fissarli.
Stiles avrebbe davvero voluto dirle qualcosa ma siccome la sua mente ragionava in soli due modi, ovvero il primo, razionale, che gli ricordava che Derek era totalmente fuori dalla sua portata e prima o poi avrebbe smesso di farsi di acidi e si sarebbe reso conto di aver fatto un errore madornale a mettersi con lui, e il secondo, rappresentato dal suo Derek mentale a cui era sparita la maglietta, era troppo impegnato a cercare di darsi un contegno per formulare suoni sensati.
- Non mi muoverò di qui, puoi anche limonartelo, ma finché non ti deciderai ad andare da Deaton vi perseguiterò ovunque.
Il Derek che viveva nella mente di Stiles si adirò alquanto ma quello reale sembrò alquanto indifferente alla minaccia.
- Dai, Derek, - disse Stiles, accarezzandogli i capelli e sperando che Derek non gli mordesse la mano per questa manifestazione di affetto decisamente troppo pubblica, - ti accompagno io.
Derek emise un grugnito ma non gli disse di smettere quindi Stiles continuò con le carezze finché praticamente non lo sentì fare le fusa.
Cora continuava a fissarli fra l’esasperato e il divertito.
- E va bene, però levati, - cedette alla fine Derek, - anzi. Lo farò solo se farai tutti i compiti per una settimana.
Cora per poco non svenne.
- Ma è un abuso!
- Stiles li fa i compiti, - le ricordò Derek, dimentico del fatto che, okay, Stiles stava davvero cercando di impegnarsi a scuola, ma i suoi risultati erano ancora disastrosi, specie nelle materie dove Derek non sapeva aiutarlo.
- Fare i compiti non vuol dire infilarti la lingua in gola con un libro nei paraggi, fratellino.
- Prendere o lasciare.
- Non riesco a credere al fatto che cederò a questo ricatto degno di un dodicenne. E va bene. Vado a fare i compiti, poi te li farò vedere. Ma tu hai promesso.
- Uh, poi devi accompagnarmi a fare la spesa, - aggiunse Derek.
- Non la puoi fare online come sempre? La portano a casa.
- No.
Cora roteò gli occhi e si avviò verso la sua stanza, raccattando la cartella che aveva buttato per terra al ritorno da scuola e lì era rimasta.
Stiles, appena rimasero soli, guardò Derek dubbioso.
- Lo farai davvero?
Derek alzò lo sguardo al soffitto.
- Sì, le mantengo le promesse.
Stiles riprese ad accarezzagli i capelli.
- Allora verrò con te, se vuoi.
Derek gli diede un bacio: - Non sei obbligato, - disse, - so che la cosa ti ha spaventato e …
- E ho deciso di fidarmi di ciò che mi hai detto. Insomma, sei davvero migliorato rispetto alla volta scorsa. E non voglio lasciarti solo, tu non lo hai fatto quando io pensavo quelle cose. Stiamo insieme no?
Le guance di Derek si tinsero di rosso.
- Sai che ti amo, no? – disse Stiles, sforzandosi di cacciare indietro la paura nel dirgli quelle parole, - voglio starti vicino.
Anche se Derek stava facendo del suo meglio, Stiles era sempre ansioso quando si trattava di manifestare sentimenti. E se fossero stati troppi? E se avesse esagerato? Certo, Derek meritava un award per i suoi sforzi nel farlo sentire amato, ma la vocina nella testa di Stiles che gli ripeteva che lui era buono a niente spesso ritornava.
Però bastava poco, tipo il sorriso che era comparso per un secondo in quel momento sul volto di Derek, il borbottio che aveva emesso che Stiles, ormai allenato a tradurli in parole, era riuscito a interpretare come un “ti amo anche io” e la vocina spariva totalmente. Almeno, per un po’.



 

 

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Salve a tutti amici. Oggi è tipo il giorno più caldo dell'estate e io ho appena finito di ripetere la termodinamica della quale non ricordo un cazzo. Yeah. Prima che mi muri viva a fare simulazioni volevo però postarvi questo capitolo che so essere assolutamente palloso, ma come dice il titolo, erano necessari dei chiarimenti. Ho sempre voluto che la storia fra Stiles e Derek fosse qualcosa di maturo e "diverso" rispetto a ciò che avevano prima, quindi volevo che entrambi fossero più sicuri su ciò che provavano. Non so se vi è mai capitato di essere nella situazione di pensare di non essere abbastanza per qualcuno, che sia un amico o un ragazzo o ragazza. E adesso fatemi fare la Taylor Swift della situazione e fare un discorso che probabilmente sarà un insieme di cazzate perché sono piccola e tendenzialmente immatura, ma credo che se una persona fa sentire una che le vuole bene come un rimpiazzo o qualcosa di non abbastanza importante la colpa sia sua. Insomma, in che mondo bisognerebbe aver paura di voler troppo bene a una persona o che il nostro affetto per lei sia un fastidio (se ovviamente non siamo stalker pazzi)? Penso non sarebbe stata una relazione equilibrata, cioé onestamente se una persona mi facesse sentire così prenderei baracca e burattini e andrei a studiare per i test lontan da lui/lei. Per questo ho voluto si chiarissero appena messi insieme. Non so esattamente che coppia diventeranno perché sì, due anni fa avevo pensato la storia in un modo ma dai quindici ai diciassette anni le cose cambiano e per quanto io sappia la trama molto in generale non so ancora cosa succederà, BUT PENSO nel prossimo capitolo succederà una cosa carina, che perlomeno io trovo adorabile e avrei inserito qui ma poi avrei dovuto scrivere pagine e pagine in più e sareste morti prima della fine del capitolo.
Comunque, spero di non avervi annoiati troppo con le mie chiacchiere inutili, si è fatto davvero tardi ed è ora, per me, di esercitarmi un p'o' sulla logica, leggere cultura generale e un po' di mate e fisica. Vi mando un abbraccio forte forte e al prossimo capitolo <3

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Capitolo 23
*** La speranza divampa e il disagio non è da meno. ***




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La speranza divampa e il disagio non è da meno 






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Cora, Stiles non sapeva neanche come siccome aveva passato più tempo a lamentarsi che altro, era riuscita a fare tutti i compiti per ben sette giorni di fila. I professori erano rimasti così allibiti dalla cosa che alcuni avevano creduto lei li avesse copiati, poi si erano resi conto che erano fatti così male che soltanto lei avrebbe potuto esserne l’artefice.
Quindi Stiles, mano nella mano con Derek, quel pomeriggio dopo la scuola si era avviato da Deaton. Cora aveva ricevuto il divieto di venire, di seguirli o di fare qualunque cosa di diverso dal chiudersi in camera a studiare e stranamente aveva accettato senza riserve.
Derek era un fascio di nervi. Si era chiuso le dita nella portiera della macchina e anziché bestemmiare come al solito si era limitato a emettere un verso di sofferenza, poi quando si erano avviati era quasi inciampato nei suoi stessi piedi rischiando di sfracellarsi a terra. Stiles non lo aveva mai visto così e, dopo averlo preso per mano per evitare che rischiasse ancora di cadere, si era stretto a lui un po’ timoroso. Derek era raramente sbadato, siccome la natura era fondamentalmente ingiusta e non solo gli aveva donato bellezza e intelligenza in tutto ciò che non coinvolgesse i numeri, ma era anche coordinato e aveva un certo fascino quando si muoveva. Stiles, accanto a lui, aveva la dolorosa sensazione di sembrare un minion troppo cresciuto e troppo poco giallo. Tuttavia quel giorno o la grazia divina aveva deciso che era il momento di far girare il karma e trasformare Derek nella versione barbuta di Bella Swan o Derek era in ansia. E se lui era in ansia Stiles era letteralmente in panico. Una parte di lui, quella che emergeva sempre quando meno era propizia e gli ricordava di quanto facesse schifo stava già praticamente preparando il terreno per quando Derek, a detta sua, avrebbe ritrovato i suoi poteri e sarebbe scappato con l’ennesima tizia dalle tette spropositate, mentre ‘altra parte ovvero il suo Derek mentale, questa volta rigorosamente vestito, gli faceva gli occhi da cucciolo ferito, della serie “con tutte le cose che dico e le promesse che ti faccio hai ancora paura?”. Stiles era sicuro che prima o poi la sua mente sarebbe esplosa a causa di tutte quelle sensazioni e cercava di concentrarsi sul presente, ovvero su un Derek ansioso che non sapeva come calmare perché aveva ancora più ansia di lui. Giusto un’altra cosa da aggiungere alla lista di ragioni secondo le quali faceva schifo come fidanzato.
Deaton li accolse tutti e quattro – Stiles, Derek e le reciproche ansie – nello studio deserto. Derek gli aveva già parlato al telefono di cosa era successo quindi dopo i soliti convenevoli passò direttamente a quella che sembrò quasi una visita medica: gli auscultò il cuore, controllò il respiro e fece reagire qualche goccia del suo sangue con varie sostanze, osservandola al microscopio. Derek se ne stava lì, senza maglia, e per la prima volta a vederlo così gli ormoni di Stiles non impazzirono, ma rimasero tranquilli, mentre lui riusciva solo a pensare a quanto Derek sembrasse piccolo e indifeso e preoccupato. Gli ci vollero quasi cinque minuti di lotta con se stesso per convincersi ad alzarsi e andare da lui e prenderlo per mano. Derek lo guardò pieno di apprensione e Stiles non poté far altro che accarezzargli la mano con il pollice.
Deaton si schiarì la voce e entrambi sobbalzarono, Stiles fece per lasciare la mano di Derek ma quello non glielo lasciò fare, nonostante Deaton li stesse scrutando in modo decisamente fastidioso.
- Beh, penso tu abbia dimenticato una cosa fondamentale da dirmi, Derek, - disse alla fine, sempre fissandoli.
- Se pensi sia tipo una malattia non posso averla presa da Stiles, era vergine.
Stiles si sentì avvampare, maledicendo Derek per aver sbandierato in quel modo la sua vita sessuale. Il suo Derek mentale gli ricordò che senza il suo sosia reale Stiles avrebbe avuto ben poca vita sessuale di cui vantarsi, quindi di lasciarglielo fare. Anche se comunque la cosa della verginità poteva benissimo risparmiarsela.
- No, intendevo, siete innamorati, no? Ed eravate insieme, dico bene?
Stiles annuì: - Cioè, ehm, ci siamo messi insieme dopo ma se intendi se eravamo insieme quando il lupo ci ha attaccati, sì.
Deaton annuì, prese un respiro e iniziò a parlare: - Per quanto riguarda la licantropia, è difficile spiegarla dal punto di vista medico. Non ci sono ricerche ma, da ciò che ho capito, non è una mutazione genetica quanto un fattore di enzimi e ormoni. Diciamo che un licantropo si distingue da un essere umano normale perché produce alcuni tipi di ormoni che permettono al suo corpo di cambiare velocemente. Per esempio, per quanto riguarda la guarigione, questi ormoni tagliano una proteina che è un enzima, attivandolo e questo enzima rende la coagulazione e il costituirsi del tessuto connettivo sotto il coagulo estremamente più rapido. Non è ancora chiaro per me come questo si trasmetta attraverso un morso, certo, ciò che sto dicendo è al novanta per cento supposizioni, tuttavia se è così ho una spiegazione scientifica a ciò che ti è accaduto, Derek. Il sistema endocrino regola praticamente tutto all’interno del nostro corpo ed è collegato a tutto. Ora non conosco bene la situazione, ma so che hai avuto un periodo abbastanza brutto, con tutto ciò che è successo con Kate. Questo ha portato a un forte stress che è sfociato in uno squilibrio ormonale. E ora che lo stress si attenua, le cose stanno tornando al loro posto.
- Ma prima non ero stressato, - replicò Derek, lo sono molto di più ora sapendo che c’è qualcosa che vuole uccidere me e Stiles.
Deaton sembrò in difficoltà: - Uh, beh, non stress nel senso di paura, nel senso di …
- Non eri felice, - lo aiutò Stiles, guardando Derek, - stavi praticamente cercando di dimenticare di essere una persona vera.
Derek non replicò, limitandosi a stringergli forte la mano.
- Insomma, fatto sta che stai lentamente tornando a esser quello di una volta, - riprese Deaton, - e quando ti sei trovato in pericolo, quando Stiles si è trovato in pericolo, il tuo corpo ha reagito cercando di attivarsi il più possibile.
- Cosa c’entro io? – replicò Stiles, senza capire.
- Non è infrequente che per proteggere qualcuno che si ama si vada al di là del limite delle proprie forze. Succede spesso per gli animali, specie per la madre e il cucciolo. Gli vuoi molto bene, no? Volevi proteggerlo ed era più importante di qualunque altra cosa provassi. Anche della tristezza che ti impediva di fare cose semplici come prenderti cura di te.
Derek rimase ancora in silenzio, sempre con la mano stretta a quella di Stiles che si era fatto color pervinca e non sapeva cosa dire. Ci fu qualche secondo in cui nessuno dei tre disse una parola, poi Derek si alzò, lasciando un po’ riluttante la mano di Stiles, per andare a rimettersi la maglietta e Deaton, che probabilmente non aveva saputo che pesci pigliare dopo la sua uscita di prima, trovò finalmente un motivo di conversazione.
- Penso i tuoi poteri torneranno, Derek. Prova a prendere queste, - disse passandogli un sacchetto di quelle che sembravano foglie di tè, - dovrebbero aiutarti.
Derek mormorò qualcosa di simile a un grazie guardando più Stiles che Deaton. Stiles, dal canto suo, non sapeva cosa provare. Era vero ciò che diceva Deaton? Se sì, quindi i poteri di Derek erano tornati anche a causa sua? E sarebbero davvero tornati? Cosa provava Derek? Era così confuso che si perse completamente qualunque cosa Deaton stesse dicendo a Derek e qualunque risposta questo gli diede. Che cosa poteva pensare di ciò che stava succedendo? Era solo confusione che si aggiungeva ad altra confusione e non sapeva se sentirsi felice, se pensare che era assurdo che Derek provasse per lui ciò ch diceva Deaton, preoccuparsi, rassegnarsi ad essere presto mollato o cosa. Persino il su Derek mentale e la vocina cattiva si erano silenziati, lasciando i suoi pensieri fluire tanto silenziosi quanto copiosi. Stiles non avrebbe mai pensato che gli sarebbero mancati.
 
 
 
*
 

 
 
Quando finalmente avevano salutato Deaton, Derek aveva iniziato a comportarsi in un modo stranissimo, tanto che Stiles per poco non ne era morto. Se ci fosse stata ancora la vocina malvagia quella gli avrebbe probabilmente detto che era perché voleva mollarlo, ma Stiles era così in ansia e confuso da non avere le forze neanche di far parlare le voci nel suo cervello. Lo aveva seguito alla macchina, paralizzandosi letteralmente quando però Derek non era entrato ma si era fermato e aveva tirato fuori una cosa dalla tasca, prendendo una mano di Stiles e appoggiandogliela nel palmo, letteralmente paonazzo.
- Ti ho preso questo. Uh.
Uh? Che accidenti voleva dire?
Stiles abbassò lo sguardo sul suo palmo che conteneva una catenina d’argento con un ciondolo che conosceva fin troppo bene. Lo aveva visto nel suo film preferito almeno un centinaio di volte. Era la Stella del Vespro, la collana che Arwen regalava ad Aragorn. Cercò di frenare il suo entusiasmo, cercando di convincersi che no, Derek non sapeva che cosa nel film questa significasse e che era solo un regalo senza tutto quel significato dietro, ma quando ci fu quasi riuscito Derek parlò.
- Uhm, beh, lei gliela regala perché rinuncia alla vita immortale per lui, no? Cioè, non è che io rinuncerò ai miei poteri, non so come si fa, ma uhm, insomma, non rinuncerò a te, okay? In realtà quello che mi ha detto Deaton un po’ lo sapevo già, mentre tu e Cora eravate a scuola ho fatto ricerche e possono tornarmi tutti i poteri del mondo ma non cambierà ciò che provo per te.
A Stiles non importava che tutto quel discorso fosse stato borbottato anziché pronunciato, che Derek non avesse guardato lui ma l’asfalto con uno sguardo particolarmente sofferente per giunta. Punto primo, Derek aveva scelto una cosa tratta da quello che per Stiles era la Bibbia, in accordo coi suoi gusti nerd senza neanche sindacare su quanto fosse disagiato a diciassette anni emozionarsi per una saga fantasy, punto secondo, non si era fatto problemi a fare nei suoi confronti un gesto d’amore così significativo, per quanto per lui fosse difficile. Aveva scelto una cosa che Stiles amava e l’aveva usata per dirgli che lo amava e Stiles non poteva quasi crederci. Era Derek, quello era Derek che faceva tutte quelle cose per lui.
Non riusciva a dire niente, quindi si limitò ad avvicinarsi e a dargli un bacio sulle labbra. Derek gli cinse la vita con un braccio e rimasero un po’ stretti a darsi baci, finché Stiles non si appoggiò alla sua spalla.
- Grazie, uhm, per tutto. Lo so che non è facile per te.
- Non lo è neanche per te, - replicò Derek, - e non c’è niente di male a dimostrare un po’ di affetto.
- Te l’ha detto Cora, vero? – disse Stiles, stringendolo.
- Ho fatto l’errore madornale di portarla con me a prendere la Stella del Vespro e mi ha seccato per giorni e giorni.
Stiles cercò di non mettersi a dire idiozie come “che cosa adorabile” ma l’idea di un Derek particolarmente imbarazzato con Cora al seguito che le chiedeva un parere su cosa comprare per lui – lui che era il suo ragazzo per intenderci. Di Derek Hale. Quello bello. – ma non poté trattenersi dal fare un sorrisino che gli costò un’occhiata omicida in pieno stile Hale.
- Non la smetterai mai con le occhiatacce e le tue sopracciglia inquietanti, vero?
Derek, appunto, alzò le sopracciglia.
- Dovresti amarmi come sono anziché voler cambiarmi.
- Ma infatti amo che tu ti finga cattivo e antipatico quando in realtà hai la personalità di un Orsetto del cuore.
Derek gli diede un colpetto sulla nuca, ma non replicò.
 
 
 
  
 
*
 

 
 
Le ore di scuola erano diventate per Stiles una tortura. L’unico momento in cui aveva un po’ di serenità era quando stava con Derek, ma quando si trovava seduto al suo banco ad aspettare l’ennesimo pessimo risultato a un test era come se tutto gli crollasse addosso. E così in quel momento si stava convincendo che no, non era una buona idea saltare dalla finestra solo perché il professore stava consegnando il compito di fisica. Fisica che era, oltretutto, la materia di cui Derek non sapeva assolutamente nulla e che quindi aveva studiato da solo – ovvero, Derek ascoltava le sue spiegazioni pressoché fallimentari e non capiva assolutamente niente – quindi non era andata male, di più. Con tutto il casino che aveva in testa, senza contare che aveva recuperato centinaia di pagine di programma in due pomeriggi, sarebbe stato tanto prendere una D.
Quando il compito gli arrivò sul banco valutò seriamente se usare le lenti degli occhiali di Jared e la luce solare per dargli fuoco così da non vedere mai il risultato probabilmente desolante. Per quanto gli fosse sembrato di impegnarsi, probabilmente aveva fatto uno schifo. Del resto, la cosa gli succedeva con tutto ciò che faceva, con l’eccezione di Derek, ultimamente. Stava giusto pensando a come l’emigrare in Groenlandia a pescare salmone fosse ormai l’unica sua prospettiva di carriera quando gli cadde l’occhio sul voto.
Per poco la mascella non gli cadde. Okay, bene, oltre all’incapacità di vivere aveva pure le allucinazioni.
Si stropicciò gli occhi, ma il voto rimase quello. Li chiuse, contò fino a dieci, ma ancora nessun cambiamento. Si diede un pizzicotto, controllò il nome sul compito, che era proprio il suo, controllò la grafia, anche quella proprio sua e rimase a fissarlo immobile così a lungo che il professore lo riprese.
- Stilinski, qualcosa non va col tuo compito?
- Ma è davvero il mio? – riuscì a malapena a dire, - sempre con gli occhi fissi sul foglio.
- Sì, sorprendentemente sembra che tu stia tornando capace di ragionamento logico e razionale. Ora, se non ti dispiace, potresti seguire la lezione?
Stiles annuì, ancora incredulo.
Aveva preso B +. Certo, non era un voto altissimo, ma considerando che aveva dovuto recuperare tutto e da solo, perché appunto Derek proprio non le capiva quelle cose, era riuscito a fare qualcosa di decente.
Il suo Derek mentale, che durante le lezioni dormiva per lasciare spazio in genere alla vocina che Stiles aveva ribattezzato Nogitsune siccome gli succhiava ogni singolo grammo di gioia, si risvegliò e iniziò prontamente a elencare i modi con cui lui e Derek avrebbero potuto festeggiare il risultato che involvevano, man mano che proponeva alternative, una quantità sempre minore di vestiti. Stava giusto cercando di non macchiare il compito di bava e di recuperare la sua dignità che era letteralmente scesa agli inferi quando vide Lydia, due banchi avanti al suo, picchiettare nervosamente con la biro sul banco.
Stiles si allungò per sbirciare il suo voto e per poco non si strozzò con la saliva vedendo una C – scritta in rosso. Cercò di tirarsi su dalla posizione precaria nella quale si era trovato per poter spiarla e stava giusto per crollare a terra con la sedia quando vide Lydia scrivere un messaggio a Peter chiedendogli se potevano vedersi dopo. Lo shock fu così tanto che in qualche modo bilanciò il suo equilibrio prossimo a annullarsi e fece in modo che, per qualche ragione sconosciuta, anziché spiaccicarsi di faccia sul pavimento, Stiles riuscisse a tornare composto al suo banco sotto lo sguardo stranito di Scott.
- Che stai facendo? – gli domandò quello, - e che hai al collo?
- Se avessi visto Il Signore degli Anelli, ovvero la Bibbia, lo sapresti, - gli notificò Stiles, - ma non ti sei mai disturbato a venire a vederlo da me. E comunque ho perso l’equilibrio.
- Ultimamente sei strano. Mi tratti male.
Stiles non aveva davvero voglia di notificare a Scott tutte le sue mancanze, punto primo perché gli sarebbe costato una punizione, siccome aveva una gran voglia di prenderlo a pugni, punto secondo perché Lydia aveva bisogno di aiuto. Non l’aveva mai vista così giù come in quel periodo, e alla fine Lydia era sempre il suo punto debole – insieme a Derek nudo, del quale il suo Derek mentale gli mandò prontamente un flash con come colonna sonora vari epiteti poco lusinghieri a Lydia e elogi di parti anatomiche di Derek a cui non era il caso Stiles pensasse in quel momento – e quindi doveva aiutarla. In più essere impegnato in una così importante missione umanitaria gli avrebbe dato una scusa socialmente accettabile per ignorare lo tsunami di problemi che stava per travolgerlo un altro po’, siccome a forza di far vedere Il Signore degli Anelli a Derek questo aveva iniziato ad accusare strategici mal di testa o a infilargli la mano nei jeans all’inizio della Compagnia dell’Anello. Ed era davvero difficile seguire il film e quello che faceva Derek – Stiles aveva litigato a lungo con il Derek che viveva nella sua mente su questo argomento, perché Derek Hale era Derek Hale ma non prestare attenzione al Signore degli Anelli era un crimine contro l’umanità. Il suo Derek mentale gli aveva notificato che non dare al suo equivalente reale il cento per cento dell’attenzione era un crimine contro l’umanità ma poi il Derek vero lo aveva baciato e il cervello di Stiles si era liquefatto – senza contare che gli effetti terapeutici del film stavano lentamente svanendo. Quindi cosa c’era di meglio che ignorare l’elefante nella stanza che la stava distruggendo e mettersi a lucidare l’argenteria. L’argenteria non sua, oltretutto, ma che gli avevano pure prestato, ma in fondo era una nobile causa, no? Era volontariato, praticamente. Tipo una missione umanitaria, medici senza frontiere senza i malati.
Quindi, dopo aver scritto a Derek del suo risultato e averlo inondato di cuoricini multicolori, si sporse verso Scott che stava addirittura prendendo appunti … ah no, stava scrivendo “S + K = LOVE”, Stiles si sentì un deficiente anche solo per aver immaginato che Scott potesse fare qualcosa di intelligente.
- Scott? – lo chiamò, e quello si girò dalla parte sbagliata.
- Scott cavolo sei un licantropo!
Finalmente quello riuscì a girarsi dalla parte giusta e, già dimentico della conversazione precedente, rispose con un: - Sì?
- Lo hai il numero di Jackson?
- Eh? E che ci vuoi fare?
Stiles sospirò: - Lydia ha uhm, dei problemi e in fondo Jackson è quello che la conosceva meglio di tutti quindi pensavo di chiedergli un parere.
- Ma Lydia sembra stare benissimo, - replicò Scott, - insomma, ultimamente non ci siamo parlati davvero molto ma …
Stiles tagliò corto, siccome non era il momento di spiegare le cose a Scott e aveva l’impressione che se lo avesse fatto Lydia lo avrebbe ucciso e sarebbe tranquillamente riuscita a farlo passare per un incidente, - Dai Scott, fidati di me, - disse supplicante, - lo hai o no?
- Io no, ma lo ha Cora.
Stiles per poco non cadde dalla sedia.
- Cosa?!
- Beh, l’ho scoperto da un po’ sai che messaggia spesso lei no? Parla con lui, ma dice sono solo amici. Ho letto qualche messaggio ed erano tutti sull’iscriversi a un certo college che non mi ricordo, boh, chiedi a lei.
Stiles era giusto leggermente allibito dal fatto che Cora avesse passato tutto quel tempo a scrivere a Jackson senza che nessuno lo notasse. Insomma, era quasi sicuro che se Lydia l’avesse saputo avrebbe ucciso entrambi fra atroci sofferenze e Derek si sarebbe preso un infarto perché aveva recentemente scoperto che era convinto che a Cora piacessero le ragazze e in particolare Malia, cosa che era abbastanza lontana dalla realtà a quanto pareva.
Il vibrare del suo telefono però lo distrasse da tutti i suoi pensieri e trovò un messaggio di Derek, molto lapidario come al solito, che gli aveva risposto “bravo.” con tanto di punto alla fine. Stiles gli mandò una valanga di altri cuoricini, tanto per dimostrargli che era felice lui esistesse – aveva temuto per un po’ che Derek lo trovasse fastidioso, tuttavia quando aveva scritto il suo primo sms senza cuoricini quando si erano rivisti Derek gli aveva chiesto come mai non li avesse messi e se qualcosa non andasse con un tono che tradiva fin troppo la sua peoccupazione e quindi adesso ne faceva un uso abbondante e spensierato – e poi cercò di catturare l’attenzione di Cora.
Dopo qualche tentativo a vuoto per fortuna la campanella suonò, così potè avvicinarsi a lei senza problemi e prenderla in disparte per chiederle il numero di Jackson.
- Come lo sai? – domandò lei, un po’ infastidita.
- Me lo ha detto Scott, ma ti prego, è questione di vita o di morte, - disse supplicante, - è per Lydia. Sai stavano insieme e …
- Lo so, me lo ha detto lui, - lo interruppe Cora, - sai siamo amici. Anche se parliamo per la maggior part di università. Lo sai che è ad Harvard? Si è diplomato in anticipo.
- E tu vuoi andare ad Harvard? – domandò Stiles, un po’ scettico vista la disastrosa media che Cora portava avanti con orgoglio.
- No, scemo, UCLA, ma devo prendere una borsa di studio e Jackson, che ne ha una, mi sta spiegando come fare, anche se io la voglio prendere per lo sport.
- Oh, ehm, okay, quindi puoi darmi il numero?
Cora annuì e condivise il contatto su iMessage.
- Non so esattamente cosa tu voglia fare, ma Jackson ci ha impiegato un sacco a dimenticare Lydia, non dire che te l’ho detto, e non gli farebbe bene ripensarci, specie se gli parli di lei e un altro.
Stiles stava per rispondere, quando ricordò una cosa. C’era stato un tempo in cui esisteva un’Agenzia Matrimoniale Hale che aveva cercato, con esiti stranamente positivi, di fare accoppiare lui e Derek. E anche se non pensava che Jackson e Lydia sarebbero potuti tornare insieme, magari sì, ma non era di un ragazzo che Lydia aveva bisogno quanto di qualcuno che la conoscesse bene e la aiutasse a riprendersi da quell’orrendo circolo vizioso nel quale si trovava, si rese conto di avere fra le mani un grosso, anzi enorme, potenziale.
- Lydia ha bisogno di capire che vale qualcosa anche senza un uomo. Ma io non la conosco abbastanza per aiutarla davvero. Jackson sì e può darci una mano. Possiamo farli tornare amici.
Qualcosa scintillò negli occhi di Cora.
- Amici? Guarda, sono convintissima che a Jackson lei piaccia ancora, perlomeno da quanto ascolta Clean di Taylor Swift.
- No, senti, Lydia non ha bisogno di un ragazzo ora, sarebbe peggio se si appoggiasse totalmente su Jackson come faceva prima. Tu non sai com’erano ma non si facevano del bene e deve riuscire a bastarsi da sola.
- Ma questo non durerà per sempre, dico bene?
Stiles aveva l’impressione di essersi cacciato in un grosso impiccio e aver sottovalutato la tendenza di Cora a elaborare piani matrimoniali assolutamente non richiesti. Insomma, con lui e Derek poteva ancora capire siccome in presenza del suddetto lasciava scie di bava degne di una lumaca, ma Jackson e Lydia? Cora probabilmente si annoiava troppo ora che lui e Derek stavano insieme. Ma in fondo, lui a Jackson non era mai andato a genio e se avesse dovuto parlargli, sarebbe stato meglio farlo con qualcuno che a lui piaceva. Insomma, se lo avesse fatto da solo probabilmente sarebbe stato liquidato in due secondi nella migliore delle ipotesi e nella peggiore si sarebbe beccato una valanga di insulti e bullismo via sms. In fondo, distogliere Cora dai suoi progetti matrimoniali non era impossibile. O no?




 

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Salve micini meravigliosi! Per prima cosa, prima di spiegarvi cose sul capitolo, chiedervi opinioni necessarie e raccontarvi un po' della mia vita, voglio dirvi un ENORME GRAZIE. Letteralmente ogni volta che apro efp o ho delle recensioni o qualcuno ha aggiunto la storia a preferite/seguite/ricordate. I'M WONDERSTRUCK BLUSHING ALL THE WAY HOME. Siete dei micini stupendi e vi amo tantissimo, perché meriterei solo badilate siccome ho trascurato per tanto tempo questa storia. 
Allora, prima che dimentichi, vi devo spiegare un po' cosa sia ciò che Derek ha regalato a Stiles se non avete mai visto Il Signore degli Anelli (vedetelo. Lo so che è lungo, ma è una storia bellissima di speranza e di come chi sembra apparentemente debole in realtà è più forte di tutti. Potrei parlarvene per ore ma sappiate che ogni volta che sono demotivata ne vedo dei pezzi perché è meraviglioso). Il ciondolo, ovvero l'Elessar, è una peculiarità del film, nel libro è tutta una storia diversa. Nel film, tuttavia, Arwen, un'elfa immortale, regala questo ciondolo al suo innamorato, Aragorn, che è mortale, scegliendo di stare con lui e una vita mortale e questa collana è simbolo del loro amore e della promessa che lei sarebbe rimasta con lui nonostante le loro differenze, ovvero lei figa e immortale e lui mortale. Mi piaceva tantissimo che Derek regalasse un simbolo del genere a Stiles, sia per il significato che questo ha per lui, essendo della sua saga preferita, sia proprio per ciò che rappresenta. PLUS ricordate che per Derek Stiles è l'Aragorn della situazione, quindi diciamo che ha grandi speranze per lui, siccome anche il nostro amico Aragorn tende a buttarsi giù - VEDETE IL FILM CON LE SCENE ESTESE - ogni tanto ma alla fine va avanti e diventa uno dei personaggi che per la sottoscritta è di più grande ispirazione. Sappiate solo che nonostante gli avessero fatto credere di aver perso tutto non si è messo a piangere disperato ma è andato a combattere da eroe e non si è mai arreso e niente, smetto o vi faccio un tema. Vi anticipo però, siccome mi avete sopportata sclerare su di lui, che ho in serbo ancora una cosa secondo me davvero dolce per gli sterek, una canzone per essere precisa e spero di poterla inserire presto. Sembra davvero scritta per loro e non vedo l'ora di condividerla con voi! 
Per quanto riguarda le opinioni necessarie, volevo sollevare qualche questione di natura tecnica:
1. Vi vanno bene gli aggiornamenti così, ovvero irregolari ma quando ho pronto un capitolo lo pubblico e addio o preferite che diventino sicuramente più diradati ma regolari? 
2. Ho notato che la storia da cellulare si legge male per via dell'impaginazione che secondo me se la vedi da pc o iPad è fighissima: avete dei problemi a leggere così? Volete che la cambi? Fatemi sapere. 
3. Aggiungetemi sul fake! Non ho mai scritto nulla sulle mie storie ma metto il link quando aggiorno e magari anticiperò quando riuscirò a pubblicare un altro capitolo o boh cose. Mi chiamo Ron C. Kaylor e non vedo l'ora di avervi tutti fra gli amici
Ora che probabilmente vi siete rotti di leggere me che svariono, vi volevo raccontare una cosa. Come sapete sono nel bel mezzo dello sclero pre test, ho problemi con tantissime mie amiche, coi miei genitori e con la vita in generale e ho avuto una serata davvero davvero brutta e non vedevo l'ora di tornare a casa. Sono tornata a casa e ho trovato un messaggio bellissimo di una ragazza che neanche conoscevo moltissimo che cercava di tirarmi su il morale e niente, se mi sono chiesta spesso negli ultimi tempi se davvero valesse la pena vivere come vivo io, ovvero pensando sempre che qualcosa di bello sta per capitare, siccome di cose belle non me ne capitano da giugno, oggi ho avuto una mini conferma che non importa quanto le cose si fanno difficili, c'è sempre una mini scintilla di speranza. E le cose brutte, permettetemi di quotare ancora il Signore degli Anelli, finiscono e il sole sorgerà e sarà ancora più luminoso. Quindi se anche voi mai avrete un brutto periodo e state leggendo queste cose, ricordatevi che c'è sempre qualcosa di buono nel mondo e che vale la pena. Non fatevi abbattere, non guardate cosa fanno gli altri perché in genere fanno cazzate - se Gandalf avesse preso esempio da Saruman ci pensate dove saremmo ora? - e vogliatevi bene. Le cose belle arriveranno per chi lotta per esse. E dopo queste cose melense e innecessarie vi saluto e vi mando un abbraccio forte forte <3

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Capitolo 24
*** Quando un nobile gesto ti si rivolta contro perché fondamentalmente sei uno sfigato. ***


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Quando un nobile gesto ti si rivolta contro perché fondamentalmente sei uno sfigato.



*





Stiles era raggomitolato sul letto con fra le mani una tazza di tè al latte e il computer sulle ginocchia e stava guardando una puntata di Stranger Things con Derek accanto che prestava una moderata attenzione allo schermo, preferendo dormicchiare sul petto di Stiles. Era una delle loro normali domeniche pomeriggio, siccome Derek era un misantropo cronico, Stiles aveva detto a suo padre di avere la febbre per non uscire con lui, Natalie e Lydia – gli erano arrivate una sequela di bestemmie per messaggio vocale da parte di quest’ultima condite da un “spero per te tu sia in fin di vita se no lunedì sarò io a provvedere a farti giungere a questa condizione” che lo avevano quasi spaventato ma poi si era ricordato di stare con Derek che oltre che bellissimo e intelligentissimo se non veniva posto davanti alla matematica era anche super atletico e muscoloso e Lydia non avrebbe certo potuto opporsi a lui. Insomma, Derek lo avrebbe protetto, Derek lo amava. Era meraviglioso ricordarselo in quelle situazioni. – e nessuno dei due, in generale, aveva tanta voglia di uscire. Cora era uscita con Malia per “fare i compiti” ovvero probabilmente erano in giro a combinare danni e quindi anche se erano solo le cinque si erano infilati nel letto a vedere telefilm con tanto di pigiama addosso.
- Non possiamo vedere altro? – si lamentò Derek, - i bambini mi inquietano.
Stiles gli diede un colpetto sulla testa.
- Dai, mancano cinque minuti alla fine.
Derek sembrò particolarmente insofferente alla cosa e quindi Stiles decise di dargli qualche bacio per tenerlo tranquillo, con come risultato l’essersi perso il finale della puntata, aver fatto finire il computer a fondo del letto ed essersi parcheggiato sopra Derek.
Il suo Derek mentale dopo aver esultato siccome era da quando Stiles aveva acceso il computer che gli aveva ricordato che col suo ragazzo in un letto non avrebbe dovuto pensare a cose come i telefilm, iniziò a mandare in onda quelle che a Stiles sembravano scene prese da un porno con le teste sue e di Derek photoshoppate su quelle degli attori. Beh, effettivamente quel Derek non sembrava avere tutti i torti però, sembrava divertente. Magari se fosse riuscito a sfilare la maglia al Derek reale …
Stava giusto avvicinando le mani al bordo della tshirt quando il suo telefono iniziò a vibrare e per la sorpresa si mosse distrattamente, piantando una gomitata in pancia a Derek che mugugnò di dolore.
- Cavolo scusa!
- Oh, tranquillo, era solo il mio fegato che hai distrutto, - borbottò Derek mentre Stiles sbirciava il telefono per sapere chi maledire.
- Era mia sorella? – domandò Derek, mettendosi seduto ancora dolorosamente vestito, come la sua versione che viveva nella mente di Stiles si premurò di sottolineare, - siete sempre a confabulare quando pensate non me ne accorga ultimamente.
A dire il vero era semplicemente l’operatore telefonico di Stiles che gli notificava che il suo credito era esaurito. A forza di mandare cuoricini a Derek, probabilmente, ma nessun rimpianto.
- Uh, no, ma in realtà io e Cora parliamo di Lydia.
- La ragazza che le piace?
- Derek, so che sei in negazione ma a Cora piacciono i maschi e un giorno non troppo lontano si fidanzerà con uno di loro.
Derek sembrò all’improvviso aver ingoiato un limone.
- Quindi Malia è single?
Una piccola parte di Stiles non poté che gioire di questa inaspettata gelosia. Aveva sempre pensato che Derek tifasse per il lato lesbo – inesistente – di Cora perché non voleva che lei avesse un uomo nella sua vita che non fosse lui, e invece usciva fuori che Derek era geloso della sua ex ragazza. Beh, considerando che in fin dei conti era Malia ad averlo piantato era comprensibile l’atteggiamento di Derek. In fondo Stiles era stato meno palese nel suo costante sbavargli dietro quando stava con Malia perché a quel tempo era o credeva di essere completamente libero da ogni sentimento che non fosse di amicizia per lui. Ma insomma, Derek pensava che un altro essere umano potesse reputare Stiles interessante, quindi era una vera botta di autostima. Il Derek che viveva nella sua mente gli suggerì di ringraziare in modi molto fantasiosi il suo equivalente reale e Stiles per poco non cadde dal letto al solo pensiero. Solo quando riuscì a riprendersi si rese conto che Derek aspettava una risposta che non fosse “rotoliamoci in questo letto strappandoci i vestiti di dosso finché morte non ci separi”.
- Oh, ehm, sì, credo, boh.
Derek non sembrò soddisfatto della risposta.
- Dai, hai paura che ti molli per lei? Va beh che sono scemo ma mica così tanto.
Derek lo fissò qualche secondo con uno sguardo che cercava di sembrare vagamente indifferente ma sembrava più quello di un pulcino bisognoso di coccole, così Stiles si avvicinò e gli diede un bacio sul naso.
- Le paranoie posso farmele solo io, okay?
Derek diventò tutto rosso, probabilmente sull’orlo del suicidio, e Stiles lo trovò così adorabile che non riuscì a non dargli un bacio sulle labbra. Derek nonostante sembrasse così infelice ricambiò con entusiasmo. Poi però cercò di far dimenticare a Stiles la conversazione precedentemente avvenuta cambiando argomento anziché spogliandosi come sarebbe stato legittimo facesse. Il suo gemello che viveva nella testa di Stiles emise un verso di disapprovazione.
- E così parlate di Lydia …? Perché?
Stiles, che però era in modalità coccole, accettò di rispondere solo quando si fu accomodato contro il petto di Derek.
- Beh, Lydia ha problemi di autostima. Tipo me solo che uhm, non ha un te che la fa stare bene – Derek arrossì un sacco e nascose il viso contro i capelli di Stiles – e quindi volevamo aiutarla ma siccome nessuno di noi la conosce davvero bene, insomma, la sua unica vera amica era Allison, vogliamo provare a scrivere a Jackson.
- Il suo ex? Io vi ucciderei se scriveste a Braeden.
Stiles non poté che essere soddisfatto di questa uscita.
- Beh ma non per farli tornare insieme, anche se Cora vorrebbe. Vogliamo solo sapere come tirarla su di morale.
- E chi pensa a tirare te su di morale?
Stiles non se lo aspettava e la domanda lo mise un po’ in crisi. Era Derek, no? Era lui che lo rendeva felice in quel periodo. Stava forse dicendo che avrebbe smesso di farlo? La vocina inquietante, quella che Stiles aveva ribattezzato Nogitsune, gli ricordò che probabilmente Derek, un adulto, si era rotto le scatole di un ragazzino come lui. Probabilmente non ne poteva più dei suoi problemi pallosi. Stiles cercò di cacciarla via, perché non era vero. Insomma, no. Derek diventava rosso quando lo baciava ed era sempre dolce con lui. Così, quasi più per sfida alla vocina che altro, mormorò un “tu?” che era quasi un pigolio.
Derek lo baciò sulla fronte.
- Quello sempre. Ma non dovrei essere il solo.
- Beh sai com’è Scott, Lydia ha i suoi problemi e sono sicuro che Cora …
- Io parlavo di te, - lo interruppe Derek, - quando ti deciderai a risolvere i tuoi problemi anziché pensare a quelli degli altri? Sono qui, sto con te, possiamo farlo insieme.
Stiles abbassò lo sguardo.
- Sai … è solo che vorrei più tempo. Le cose a scuola le sto sistemando ma non sono pronto a parlare con papà. Ho detto tante di quelle bugie e fatto cose così idiote che non so se mi vorrà ancora bene.
Derek gli diede un altro bacio sulla fronte.
- Il fatto è che tutti sbagliamo. È inevitabile sbagliare, anche in fisica, no? L’errore relativo e assoluto di cui parlavi è quello, no? Non conta tanto quanto sbagliamo ma cosa facciamo per rimediare, secondo me. E tuo padre ti vorrà sempre bene.
Stiles si strinse a lui e non disse nulla.
- Perché pensavo questo ho cercato di aiutare Scott. Per colpa mia erano morti i membri della mia famiglia ma avrei potuto salvare lui.
Stiles rimase immobile qualche secondo. Persino la sua vocina-Nogitsune ammutolì per ciò che aveva appena sentito. Ripensò a Derek quando l’aveva appena conosciuto, a quanto faceva paura, certo, ma anche a quanto sembrasse solo. A quanto Stiles, che all’epoca non sapeva se lo odiava o cosa, si fosse sentito sollevato ad essergli accanto quando stava male. A sapere che stava bene, quando lo avevano creduto morto. E si rese conto che quello era il massimo che Derek aveva avuto, dei ragazzini che ogni tanto si preoccupavano per lui. Si rese conto che Derek non poteva chiedere scusa a suo padre o scappare dai suoi genitori se le cose andavano male. E pensava che quello fosse successo per colpa sua. E nonostante quello era rimasto ad ascoltare i problemi di Stiles per ore, cercava di essere carino con lui nonostante fosse misantropo e asociale.
- Io … mi dispiace. Lo so che i miei problemi sono stupidi e …
- Non stavo dicendo questo. Stavo solo dicendo che non devi pensare che sei una persona brutta o non meriti l’amore di tuo padre perché hai fatto qualcosa di sbagliato.
- Tu lo pensi ancora? Che è colpa tua, dico.
Derek si ammutolì completamente e Stiles, a cui le parole erano scappate di bocca ancora prima che se ne rendesse conto. Naturalmente, a vedere l’espressione di Derek, allibita, si detestò profondamente per tutta la manciata di secondi di silenzio che precedettero l’inaspettata risposta.
- A volte, quando sono triste, ci credo ancora. Ma lo so che non era colpa mia, alla fine. Laura me lo diceva sempre.
- Non lo era, - esclamò Stiles, prendendolo per mano e guardandolo dritto negli occhi, - non lo devi pensare.
Derek abbassò lo sguardo.
- Lo so.
- Vedi, è esattamente come hai detto a me. Sei una persona a cui sono successe cose brutte, non una brutta persona. Anzi, sei una bella persona, sai? Certo, con me hai fatto il cretino un sacco di tempo ma ora sei davvero un bravo ragazzo e so che alla fine tieni a tutti anche se sei un musone asociale.  Anzi, sei più che bravo, quando vuoi. I tuoi genitori sarebbero fieri di te.
L’espressione di Derek divenne d’un tratto pericolosamente neutra, tanto che Stiles pensò di aver detto qualcosa di sbagliato, poi notò che Derek aveva gli occhi lucidi.
Fece per abbracciarlo, ma lui parlò prima.
- Penso mia mamma ti avrebbe adorato. Se ci fosse stata lei probabilmente staremmo ancora insieme dalla prima volta. Avrei fatto le cose per bene, con lei che diceva che ‘uno così dove l’avrei ritrovato?’
Stiles gli sorrise e lo baciò sulle labbra.
- Beh, ma ora è così e siamo comunque insieme. Ed è questo che conta. Insomma, magari potevi farmi salire l’omicidio qualche volta in meno comportandoti come un dodicenne rimbambito, ma ora sto bene con te.
- Ah, io? Seriamente? Continui a dire che ti ho mollato io!
- Avresti dovuto non lasciarmi andare, ma il karma ti ha punito facendoti finire con Braeden. Spero tu sia soffocato nelle sue tette.
Derek roteò gli occhi, ma inaspettatamente lo strinse a sé e gli diede un bacio, sdraiandosi con lui stretto al petto.
- Grazie, - mormorò piano e tutti e due sapevano che non era per l’augurio che Stiles gli aveva appena fatto.
Stiles gli prese il volto fra le mani, lo accarezzò piano e poi gli diede un bacio sulle labbra e poi un altro e un altro ancora, finché non perse il conto di quanti gliene aveva dati.
 
 
 
*
 
 
 
Non avevano riparlato di genitori di Derek, ma in qualche modo il passato di quest’ultimo era diventato occasionalmente oggetto di discussione, mentre prima era un totale tabù. Aveva scoperto che Derek era stato capitano della squadra di basket, aveva avuto un pupazzetto di panno di nome Cappy e il suo migliore amico del liceo si chiamava Tanner. Erano aneddoti che capitavano per caso nelle conversazioni ma che Stiles custodiva gelosamente. Erano pezzi della vita di Derek e gli piaceva che avesse deciso di confidarsi con lui. Certo, non era tutto rose e fiori e ogni tanto Derek era una vera testa di cazzo, faceva i capricci come un bambino piccolo se Stiles cambiava canale della tv mentre stava vedendo qualcosa anche se c’era la pubblicità, scartava le verdure da ogni piatto esistente, compresa l’insalata negli hamburger, e le dava a Stiles che in quanto fidanzato doveva mangiarle lui, non spegneva mai la luce prima delle quattro di notte anche se Stiles era a dormire da lui – e non la spegneva neanche nei momenti in cui non dormivano esattamente e Stiles aveva pensato sarebbe morto di imbarazzo le prime volte e aveva seriamente pensato di uccidere Derek dolorosamente – per leggere i suoi libri barbosi, ma alla fine erano piccole cose e per il resto era davvero un ottimo fidanzato.
Infatti, in quel momento stava sopportando un’intensa conversazione per messaggio che aveva come oggetto che cosa avrebbero dovuto vedere insieme quella sera. Stiles aveva cacciato il suo Derek mentale che, con una decisamente imbarazzante mancanza di vestiti, gli aveva sottolineato come l’unica cosa che avrebbe dovuto pensare di guardare sarebbe stata il soffitto della stanza di Derek, ma l’immagine estremamente vivida ed esemplificativa che il suo Derek mentale gli aveva fornito continuava a perseguitarlo ed era sicuro che prima o poi, se non avesse trovato qualcosa con cui distrarsi, avrebbe scritto qualcosa di ben poco pertinente a Derek, tipo “dovresti girare nudo perché se ti vesti copri tutto quel ben di Dio che è patrimonio dell’umanità” e che sicuramente non avrebbe fatto piacere al suo amato fidanzato, che aveva categoricamente vietato qualunque cosa fosse tratta dagli scritti di Tolkien e proposto un film assolutamente inquietante che si chiamava L’onda e che Stiles non aveva alcuna intenzione di vedere per evitare di avere incubi il resto della sua vita.
“Non preferiresti qualcosa di un po’ più leggero, The Social Network?” propose.
“L0 ho già visto ed è idiota, mentre L’onda parla di un fenomeno importante che è come il totalitarismo plagia le menti …” e poi Derek era andato avanti a blaterare su nazismo e roba noiosissima che piaceva solo a lui per venti righe, così Stiles aveva ceduto.
Il Derek nella sua mente roteò gli occhi deluso, ma lui lo rassicurò dicendo che Derek non sarebbe stato l’unico a usare il sesso per distrarre il proprio ragazzo durante i film che non apprezzava. Anche se il Signore degli Anelli non si poteva certo paragonare a quella roba depressa tedesca che sembrava più un compito di scuola.
- Messaggi con mio fratello? – lo interruppe Cora, sbirciando il telefono sulla sua spalla, - oh, vedo che è nella sua fase totalitarismi. Buona fortuna.
- Ne avrò bisogno, anche se non si sbircia il telefono altrui, - le ricordò Stiles, - tu piuttosto, hai parlato a Jackson?
- Ho fatto di meglio, - disse Cora tutta allegra, - l’ho invitato per il fine settimana.
Stiles si rese conto che si era appena tirato la zappa sui piedi. O meglio, non la zappa, un intero trattore. Se c’era qualcuno che Lydia non voleva vedere, a giudicare dalla sua espressione disgustata quando si nominava il suo nome, era proprio lui. ­E se avesse saputo che Stiles aveva intenzione di raccontargli tutti i suoi problemi perché lui la aiutasse, beh, probabilmente lo avrebbe ucciso così in fretta che neanche se ne sarebbe reso conto. Sicuramente era più salutare andare a sdraiarsi sui binari del treno che far stare Jackson e Lydia nella stessa città.
- Ma sei pazza?! Lydia lo odia!
- Beh ma potrei avergli detto uh, una versione un po’ romanzata dei fatti …
- CORA.
- Eddai, - esclamò lei, - se avessimo seguito il tuo piano avremmo finito nel prossimo secolo. Viene, gli parliamo e vediamo, okay?
- Che gli hai detto?
Cora borbottò qualcosa.
- Ma è genetico allora che vi esprimiate a versi o cosa?
Cora sbuffò.
- Ti ricordo che fai le peggio cose con mio fratello che è peggio. E comunque gli ho detto che tu e Lydia stavate insieme ed è scoppiato a ridere istericamente per mezz’ora.
Stiles era sicuro di aver sentito male.
- Cosa scusa?
- Stava palesemente soffrendo, andiamo, poi ha condiviso Red di Taylor Swift su Facebook e sappiamo tutti che cosa vuol dire.
- Che ha gusti musicali decenti, stranamente? – borbottò Stiles, - e comunque cosa accidenti viene a fare qui?
- Ah, vuole vedervi uscire insieme e ridere, così ha detto.
A Stiles Jackson era sempre stato discretamente sulle palle. Non solo si credeva Dio sceso in terra solo perché era bello e intelligente e bravo negli sport, era anche maleducato, egocentrico e narcisista. Neanche Derek nel suo periodo peggiore gli era mai stato così tanto sulle scatole ed era tutto dire perché aveva immaginato più volte di ucciderlo nonostante lo amasse. Con Jackson non aveva assolutamente nessuna obiezione, anzi, c’era pure in mezzo la cosa che lui era stato con Lydia nei tempi gloriosi in cui a Stiles piaceva ancora lei. Jackson era, in sostanza, il classico tipo sempre fra le palle che tendeva ad avere tutto ciò che Stiles avrebbe voluto. Beh, certo, non più: Derek sembrava abbastanza convinto a stare con lui – del resto chi accidenti avrebbe sopportato uno psicopatico che leggeva fino all’alba – e Jackson sembrava abbastanza convinto della sua eterosessualità. O perlomeno, così Stiles sperava. Se si fosse trovato a competere con Jackson anche per Derek probabilmente prima avrebbe preso a testate il muro così forte da farsi uscire materia cerebrale, poi avrebbe ucciso Jackson e poi avrebbe posto fine alla sua vita perché una serie di sfighe tali non era tollerabile umanamente.
- Beh digli che può benissimo andare a farsi fottere. Io non ci riparlo faccia a faccia, potrei vomitare.
- Dopo tutta la fatica che ho fatto! Così si renderà conto di aver sempre amato Lydia!
- Tu non hai capito il punto, - disse Stiles sospirando, - a Lydia non serve un ragazzo a Lydia serve capire che non le serve un ragazzo.
Cora lo guardò male.
- Senti, okay, ma io so quando uno è deficiente e cotto di una persona e non lo ammette. L’ho visto con te, mio fratello, Malia …
- Malia? – domandò Stiles, sospettoso.
Quindi a quanto pareva Derek non doveva temere più la concorrenza. Stiles fu sorpreso di non sentirsi minimamente geloso ma al contrario, sollevato. Insomma, si era reso conto che stare con una ragazza e farsi fantasie sul cugino non era esattamente un comportamento da essere umano decente e, per quanto lei l’avesse mollato e la cosa lo avesse fatto stare male, per quanto per motivi puramente egoistici, ovvero che aveva paura di non trovare nessun altro come lei, si era sempre sentito leggermente uno schifo per averla trattata così. Ma sapere che lei era riuscita a dimenticarlo senza problemi lo rassicurava, per quanto non fosse una botta così grande di autostima. Insomma, ci aveva messo di meno di quanto ci aveva impiegato Taylor Swift a dimenticare Calvin Harris.
- Se accetti di parlare a Jackson e dirgli ciò che dico io ti dico chi le piace.
- Beh, potrei arrivarci anche da solo sai.
In fondo, era quasi sicuramente qualcuno del liceo e non c’erano tante persone, considerando che lui era già escluso. E Liam anche naturalmente.
- Beh, okay, se non sei curioso … ti avrei anche raccontato di come ho capito che piacevi a mio fratello con tanto di aneddoti imbarazzanti di lui che palesava i suoi sentimenti per te, ma pazienza.
Il Derek mentale di Stiles gli urlò di vendere la sua dignità perché se Derek aveva fatto qualcosa di anche solo remotamente disagiato lui doveva saperlo.
Stiles cercò di resistere alla tentazione dicendosi che magari Derek gli avrebbe parlato di sua spontanea volontà.
- Peccato, sarebbe stato divertente ricordare quando l’ho beccato a stalkerarti su facebook e avevi una foto con Malia e ha lanciato il pc attraverso la stanza e ..
- E?
Stiles lasciò che l’ultimo grammo della sua dignità svanisse definitivamente e per poco non si arrampicò su Cora.
- E poi?
- E lo scoprirai solo se segui alla lettera il mio piano.
- Fai schifo quanto tuo fratello, - le  disse con disprezzo.
- Lo prendo come un complimento siccome lui sembra piacerti un sacco a giudicare da quante volte vi becco a scambiarvi saliva. Che non ti vengano idee del genere nei miei confronti, ho degli standard ben diversi da mio fratello.
Stiles roteò gli occhi.
- Ripassa quando avrai degli addominali come i suoi.
Il suo Derek mentale, naturalmente, li mise subito in mostra e Stiles ebbe seriamente paura che sarebbe annegato nella sua stessa bava, ma in qualche modo riuscì a evitarlo.
- Oh, Dio, sei disgustoso. Cos’hai in testa, un porno con voi due come protagonisti?
Veramente no, ma al suo Derek mentale sembrò una bellissima idea farne iniziare uno e Stiles iniziò a cercare di concentrare la parte della sua mente che non era completamente partita dietro a cose decisamente poco caste sulle cifre del pi greco. Tre, uno, quattro …
- Non ho parole, - Cora alzò gli occhi al cielo, - comunque siamo d’accordo. Jackson verrà questo fine settimana e tu dovrai fare il finto ragazzo di Lydia.
- E Lydia non deve sapere nulla però, - le ricordò Stiles, proprio mentre il suo Derek mentale lanciava via le mutande.
- Okay, però devi dirlo tu a Derek.
- A chi scusa?
- Derek, sai il tuo ragazzo? Mio fratello? Jackson si fermerà a dormire da noi, devi convincerlo a lasciarmelo fare e a partecipare al piano e ad accettare che tu ti spacci per il ragazzo di Lydia.
Stiles rimase così in stato di shock che il suo Derek mentale smise anche di fare porcherie.
- Non accetterà mai, lo sai vero? È già contrario al parlare con Jackson.
- Beh, ma convincilo, non so, addolciscilo facendoti trovare nudo sul letto insieme a un libro noioso o ancora meglio, insieme a Emilia Clarke.
Sicuramente la seconda opzione non era contemplata, anzi, Emilia se ne stesse il più lontano possibile. Aveva sempre odiato Daenerys in Game of Thrones. Anzi, odiava proprio Game of Thrones in generale. Quello stupido telefilm e quelle stupide tette di Emilia Clarke che si vedevano ovunque.
- Perché non lo convinci tu è tuo fratello!
- Perché la cosa che hai tu fra le gambe gli piace di più e perché lo rendi stupido. Andiamo, ti ha regalato quella stupida collana, è pazzo di te.
Stiles strinse la Stella del Vespro.
- Non capisci, - borbottò, - e comunque, va bene, ci proverò. Ma sappi che le mie possibilità di successo sono pressoché nulla e non mi farò certo trovare nudo o altre cose idiote.
- Peccato, sono sicura Derek avrebbe apprezzato. 




 

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Salve a tutti! Lo so, sarete enormemente stupiti perché non pubblico alle due di notte come sempre ma purtroppo devo iniziare ad alzarmi presto in previsione di VoiSapeteCosa. E in tema, non so quanto aggiornerò la storia fino al sei settembre. Non fraintendetemi, adoro scrivere ma qui si tratta del mio futuro che si deciderà fra una settimana e devo davvero darmi una mossa. Voglio ovviamente continuare a scrivere e avere dei momenti di break ma sicuramente non dedicherò le serate a scrivere, per intenderci. Dopo il sei sarò in piena ansia post esame e pre risultati, quindi chissà. Magari scriverò così tanto da finire la storia. Comunque, sono emozionatissima perché arriverà Jackson e onestamente ora che Derek deve comportarsi decentemente mi mancava qualcuno che fa la testa di cazzo in cui io giustamente mi rivedo. Ma non aspettatevi un After 2.0 fra Jackson e Lydia, ho un piano che onestamente mi piace davvero moltissimissimo. Per quanto riguarda la coppia principale devo ricordarmi la cosa bellissima e dolcissima per loro ma voglio anche che succeda qualcosa in termini di vicende, anziché far fare loro seghe mentali infinite - non non ho intenzione di far fare loro quelle non altrimenti sarebbe una descrizione copiata pari pari dal mio libro di medicina e nessuno di voi penserà più al sesso nello stesso modo - parlare dei poteri di Derek e un sacco di cose, poi Stiles deve parlare con Scott anche e niente, non riesco a far succedere tante cose in un capitolo, non so perché (perché mantieni la lunghezza standard di 6 pagine, Ron). Anyways, ABBIAMO 50 PREFERITI E TROPPI SEGUITI AMICI PERCHE' LEGGETE QUESTA STORIA CHE POI MI ALZATE L'AUTOSTIMA. E niente, anche se non me lo merito grazie davvero di cuore. Prometto che un giorno scriverò un capitolo con un senso, non nominerò i VoiSapeteCosa e sarò normale. Siete tutti dei pulcini <3

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Capitolo 25
*** Schizofrenicamente ***



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Schizofrenicamente



 
*





C’erano molte cose che non andavano nella vita di Stiles: suo padre e Natalie, la sua media scolastica, le sue amicizie, senza contare i suoi problemi di autostima o il fatto che quella mattina gli fosse spuntato un brufolo sul mento. Tuttavia, il suo più grande problema, in quel momento, era il suo ragazzo.
Derek sarebbe arrivato a breve e Stiles lo stava aspettando nella sua stanza, cercando su google “come convincere il tuo ragazzo a fare qualcosa che non farebbe neanche sotto tortura.” Pessima idea cercare aiuto su internet, tra parentesi, considerata l’enorme quantità di porno sadomaso che aveva trovato. Non che non avesse considerato l’idea di Cora di farsi trovare nudo sul letto, alla fine se non avesse avuto paura di vedere Derek scoppiare a ridere e non si fosse vergognato a farsi vedere così – sì, certo, Derek lo aveva già visto senza vestiti ma era un’altra storia, era un contesto diverso – avrebbe adottato quella tecnica perché la situazione era disperata. Forse davvero avrebbe fatto meglio a fargli trovare Emilia Clarke nuda. Sicuramente lei l’avrebbe apprezzata. Provò a cercare su google il numero dell’agente di Emilia Clarke o perlomeno se la suddetta avesse mai recitato in un porno che non fosse Game of Thrones, anche se aveva la dolorosa consapevolezza che, se l’avesse fatto, Derek avrebbe conosciuto il video a memoria. Era così preso a cercare le parole chiave giuste per ritrovarlo che non si accorse di Derek che entrava come al solito dalla finestra e probabilmente non se ne sarebbe accorto se il pavimento non avesse scricchiolato.
- EHI AMORE MIO – urlò e ricevette un’eloquente alzata di sopracciglia che gli notificò che Derek aveva più o meno già capito tutto e probabilmente lo avrebbe spedito a calci in Australia. Che era più o meno ciò che Stiles meritava per tutti i casini in cui continuava a cacciarsi, ma pazienza.
- Ehm, tu mi ami vero?
- Sfortunatamente.
Non si iniziava molto bene.
- Ma perché sfortunatamente dai … - balbettò, consapevole di star emettendo suoni con la grazia di una foca spiaggiata.
Non sarebbe finita male, sarebbe finita peggio. Derek non lo avrebbe solo mollato ma probabilmente si sarebbe anche fidanzato con Lydia solo per fargli dispetto e costringerlo a vedere lui e la sua schiera di bimbi biondo fragola con lo sguardo omicida a ogni pranzo di famiglia – sì, perché tanto suo padre Natalie l’avrebbe sposata e sarebbero vissuti felici e contenti - da lì fino all’apocalisse. Tutto perché lui aveva deciso di ignorare i suoi problemi e di dedicarsi a quelli di Lydia e si era pure sentito intelligente nel farlo.
- Perché so che hai fatto qualcosa e stai cercando di ammorbidirmi.
- Ma cosa te lo fa pensare scusa? Insomma, non sei mai stato un genio con l’intuito o sbaglio? Insomma, sei meglio di Scott ma anche un cefalocordato lo sarebbe. Tu non ti fidi delle persone, Derek, ed è un problema perché pensi sempre che le persone abbiano combinato irrimediabili casini …
- Dimmi cos’hai fatto, - lo interruppe alzando gli occhi al cielo.
- Ti ricordi che hai disapprovato ciò che io e Cora volevamo fare con Jackson e Lydia? Beh, ehm, la cosa mi è sfuggita di mano e Jackson verrà in città e crede io sia il ragazzo di Lydia. Ah, e dovresti ospitarlo al loft.
- Come no, - rispose Derek, sedendosi sul letto e avvicinando il viso a quello di Stiles.
- Aspetta, - lo fermò lui, - che vuoi fare?
- Baciarti.
- Non abbiamo finito di parlare insomma, non sei arrabbiato?
Derek alzò le spalle.
- No, tanto Jackson non verrà sicuramente al loft o qui a pensare cose idiote come tu e Lydia insieme.
Se la vita fosse stata una classe con tanto di voto, Stiles a questa prova avrebbe preso zero, anzi, lo zero sarebbe stato un voto regalato. Derek non sembrava minimamente incline a cambiare idea, anzi, sembrava aver raggiunto il nirvana ed essere più interessato ai baci che al problema. Beh, in fondo il suddetto era un po’ anche suo, insomma, Jackson era stato una gran rottura di cazzo con tutta quella storia del kanima e la sua bava schifosa ovunque e nulla sarebbe successo se Derek non avesse fatto il cretino, quindi aveva solo da prendersi le sue responsabilità. Era un peccato che Jackson non fosse più un kanima, magari avrebbe potuto dargli un po’ del suo veleno per paralizzare Derek per il fine settimana. E per il resto della sua vita, perché sicuramente non sarebbe stato felice della cosa e appena ritornato in possesso delle sue facoltà motorie lo avrebbe ucciso.
- Se riesco a trovare un porno di Emilia Clarke ospiti Jackson? – disse disperato.
- Ma ti droghi?
- Ti prego farò qualunque cosa ti prego liberami almeno da questo casino ti prego mi metto in ginocchio ti do il numero di Emilia Clarke se lo trovo e ti concedo di tradirmi con lei.
Derek alzò le sopracciglia e Stiles si rese conto che forse avergli dato il permesso era stato inutile siccome, con tutte le probabilità del mondo, Derek lo avrebbe piantato, non avrebbe ospitato Jackson e si sarebbe comunque fatto Emilia Clarke, perché la vita era ingiusta. E Stiles sarebbe finito solo, senza amici, senza una famiglia e senza neanche un gatto perché stava inspiegabilmente antipatico ai felini e …
- Stiles non delirare.
- Ti prego, sono già pieno di casini e ora tua sorella fa dei piani assurdi e devo pure aiutarla ti prego rendi una cosa nella mia vita facile, ti prego, almeno una e giuro che Emilia Clarke te la faccio anche sposare.
C’erano cose che Derek Hale per natura non faceva, Stiles lo sapeva perfettamente. Tipo ammettere di avere dei sentimenti, anche se ultimamente le cose stavano cambiando, la doccia, rinunciare a Game of Thrones, mangiare un solo hamburger per cena e sorridere. Sicuramente accettare di collaborare con un piano folle era fra quelle, di conseguenza Stiles aveva maggiori probabilità di far invertire l’asse di rotazione della terra che di ricevere un sì.
- Stiles, - iniziò Derek, - mi sembra più che altro che tu ti stia impelagando in problemi su problemi che non ti riguardano per evitare i tuoi.
- Ah ma cosa te lo fa pensare?
Derek Hale di solito non capiva un accidente delle altre persone, bastava vedere come aveva gestito i sentimenti di Stiles fino a pochi mesi prima e adesso, nel momento peggiore, diventava un aspirante psicologo. Stiles non sapeva che accidenti dovesse aver fatto nella vita passata per meritare tutta quella sfiga.
- Tipo il fatto che ti nascondi sempre a casa mia, non parli quasi mai con tuo padre ed eviti Natalie?
- Senti, i problemi non si affrontano. I problemi si ignorano finché non spariscono, okay? Insomma, tu reprimevi i sentimenti per me, dovresti capirmi.
- Stai davvero paragonando io e te che limoniamo in uno spogliatoio a tutti i casini della tua vita?
- Beh, - gli ricordò Stiles, - avevo solo quindici anni e tu eri il mio primo amore, il primo vero amore, insomma. Lydia mi piaceva solo perché era bella, certo all’inizio anche tu ma non avevo questo desiderio straziante di passare del tempo con lei o di piacerle, sai tipo una questione vitale. E tu mi hai pure rifiutato, quindi sì, è stato un grosso impatto avere una persona che per me significava così tanto che mi ha lasciato.
- Ti ho già detto che mi hai lasciato tu, - replicò Derek con un sospiro, - ma okay. Evitiamo i tuoi problemi ancora per un po’.
- Ospiterai Jackson e mi aiuterai?
Stranamente, Derek non gli scoppiò a ridere in faccia come aveva programmato ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
- A quanto pare.
- Scusa mi è sembrato tu avessi appena detto sì.
- Sì, Stiles. Ma è la prima e ultima volta e lo faccio perché ti amo.
Stiles era ancora allibito da quanto spesso Derek gli ripetesse che lo amava. Lo borbottava sempre, lo diceva senza guardarlo in faccia e con le orecchie completamente rosse ma andava bene così. Insomma, passare dal Derek che lo baciava di nascosto ogni tanto a quello che gli diceva che lo amava non era cosa da poco. Era totalmente irrealistico, certo, e prima o poi Stiles si sarebbe reso conto di essere in una candid camera o Derek avrebbe smesso di drogarsi o semplicemente sarebbe stato ripristinato l’ordine cosmico e Stiles sarebbe tornato sfigato al 100%.
- Uh, beh, grazie … ti … ti amo anche io.
Derek si sporse per dargli un bacio e Cora, Jackson e Lydia diventarono l’ultimo pensiero di Stiles per l’intera serata.
 


 
*
 
 


I rapporti con Scott, se quelli con Derek erano migliorati esponenzialmente, erano invece colati a picco. Scott delirava praticamente tutto il tempo su Kira e balle varie e Stiles spesso e volentieri smetteva di ascoltarlo per concentrarsi su cose più interessanti tipo le mosche che volavano o i compiti di matematica che la sera prima Derek aveva provato ad aiutarlo a fare con scarsissimi risultati. Certo, poi si ricordava di Derek e in testa gli partiva un porno di bassissima qualità in cui Derek era nudo sui suoi libri di algebra e trigonometria e doveva trattenersi dallo sbavare di fronte a quel cretino di Scott, che probabilmente avrebbe pensato a un attacco epilettico o qualche idiozia simile.
Erano seduti, stranamente tutti meno l’oggetto dell’amore del suo migliore amico, al tavolo a mensa, anche se nessuno, tranne Scott che delirava sui capelli di Kira con Stiles, stava parlando con nessuno. Liam e Malia, seduti vicini, cosa che probabilmente avrebbe portato allo scoppio della Terza Guerra Mondiale in qualche minuto, si guardavano male, Mason stava tagliando nervosamente la sua carne da così tanto tempo che ormai era diventata poltiglia, Lydia messaggiava con Peter – sexting e Stiles aveva quasi vomitato il pranzo quando aveva letto – e Cora con Jackson – per fortuna parlavano di sport, loro.
Si chiese come avevano fatto a diventare così: sembrava solo pochissimo tempo prima il momento in cui avevano iniziato a fare piani tutti insieme per l’ES e invece si ritrovavano seduti insieme senza neanche nulla da dirsi. Erano secoli che non si parlava del problema dei genitori di Stiles e Lydia e quasi altrettanto tempo che non discutevano sul branco a Beacon Hills, sugli incendi e sui poteri di Derek. A parte Cora, aveva l’impressione che nessuno sapesse dei poteri di Derek, a dire il vero.  Già che pensava a lui, stava giusto per scrivergli, quando il filmino porno che aveva in sottofondo nella mente con Derek sdraiato sui suoi compiti venne sostituito da un’altra visione di Derek, questa volta in boxer. Se magari se li fosse tolti …
Riesci a non pensare cose oscene su di me una volta tanto?
Il suo Derek mentale, quello appena arrivato, cacciò il primo che aveva la residenza permanente e si sistemò a gambe incrociate, molto zen. Beh, la sua mente si stava facendo veramente affollata.
I tuoi pensieri sono cretini, disse borbottando Derek Secondo, non ti ricordi cosa abbiamo fatto ieri sera?
Certo che Stiles ricordava. Suo padre aveva avuto il turno di notte e quindi Derek era andato da lui e beh, one love, two mouths, one love, one house si sapeva come era andata a finire. Stava giusto ricordando particolari particolarmente edificanti quando Derek Secondo, che a differenza del suo predecessore era un enorme rompicazzo, si intromise.
Ma pensi solo a quello? Prima, idiota, e non intendo i preliminari.
Stiles mandò con enorme dispiacere la memoria indietro a quando Derek era vestito – perché Derek si vestiva? Avrebbero dovuto rendere illegali i vestiti sulla sua persona, o qualunque cosa che non fosse Stiles – e avevano guardato Grey’s Anatomy in televisione, siccome Stiles era in fin dei conti sempre uno sfigato, uno sfigato che stava con Derek Hale, ma pur sempre sfigato, e gli si era rotto il wifi, quindi ciao Netflix. Era una puntata random ma Derek, fra una grattatina di palle e una manciata di patatine, era saltato su quando Cristina Yang aveva detto una cosa simile a “se vuoi che smettano di accaderti cose brutte smetti di frignare e inizia a pretendere qualcosa di più”. Certo, lo aveva fatto perché le patatine del Burger King gli facevano schifo e aveva ordinato McDonald’s, ma la frase, ora che la ricordava, assumeva un nuovo significato. Avrebbe potuto scrivere a Derek e lamentarsi del fatto che nessuno dei suoi amici lo calcolava, oppure avrebbe potuto parlare con loro.
Questo è lo Stiles che amo!
Si vedeva che Derek Secondo era una sua creazione mentale, il vero Derek non avrebbe mai detto cose simili e fatto un balletto della vittoria con tanto di twerk, ma già che gli si presentava lo spettacolo …
Cretino. Fai ciò che devi.
Stiles si rese conto di aver paura.
Da quando parlare con i suoi amici era diventato fonte di ansia? Da quando aveva paura che non lo avrebbero ascoltato o lo avrebbero preso in giro anziché ascoltarlo? Da quando aveva iniziato ad aver paura che a loro non importasse niente? Scott, in fin dei conti, stava ancora parlando di Kira e sarebbe stato facilissimo assecondarlo e far andare il loro pranzo come un pranzo di sempre. Non avrebbe perso Scott, facendo così. Ma, si rese conto, si sarebbe precluso anche che Scott capisse e migliorasse, che tutto tornasse come prima con gli altri, se non migliorasse.
Derek Secondo, nella sua testa, teneva un cartellone con scritto “GO STILES” e lo posava soltanto per applaudire entusiasta ai suoi pensieri.
- Scott, scusa ma basta. Dobbiamo parlare. Tutti noi dobbiamo parlare.



 
*
 



Gli altri lo fissavano tutti e Stiles era così coerente con se stesso che nulla voleva fare se non sotterrarsi. Derek Secondo lo stava giustamente disprezzando per questo, ma per fortuna quando arrivò al “sei un epico deficiente” Malia ruppe il silenzio.
- Ha ragione. Io … penso di dovervi dire una cosa.
La situazione prendeva una svolta decisamente inaspettata.
Malia strinse i pugni e abbassò lo sguardo, cercò una cosa sotto il tavolo, che si rivelò essere la mano di Liam e la sollevò in alto, come se Liam fosse stato il vincitore di una gara.
- Io e Liam stiamo insieme.
L’intero tavolo ebbe un mancamento, tranne Cora che aveva tutta l’aria di sapere tutto da molto tempo. Anche Liam non sembrava stare tanto bene e iniziò a borbottare qualcosa mentre dava dei colpi sulla schiena a Scott che si era strozzato con l’acqua.
Stiles, dal canto suo, era sicuro di aver sentito male. Era un po’ come sentire Derek dire che lo amava le prime volte, ovvero un enorme, gigantesco e stratosferico COSA?!. Non che Stiles non fosse abituato alle coppie improbabili, insomma, prima suo padre con Natalie, poi lui e Derek, sembrava che chiunque decidesse per il loro destino, Dio o chi per lui, si fosse ubriacato e avesse deciso di far capitare cose a caso nelle loro vite. Quasi quasi era più normale essere inseguiti da licantropi bipolari che dopo aver fatto loro prendere un colpo si eclissavano per settimane. Anzi, probabilmente quel branco era la cosa più normale che fosse successa nella vita di Stiles da qualche mese a quella parte.
- In che senso state insieme? – domandò Scott, quando il pericolo del soffocamento fu finalmente passato.
- Quanti sensi possono esserci? – domandò Cora, - Liam è il ragazzo di Malia.
- Ma, ma insomma, vi prendete sempre a botte! – esclamò Mason, - insomma, Liam, sono il tuo migliore amico perché non me lo hai detto?
- Beh era una situazione complicata, non sapevo neanche se stavamo insieme sul serio o era un modo contorto che aveva lei per definire il darmi baci e pugni in faccia … - borbottò Liam.
- Beh ogni tanto graffiava anche me, - ricordò Stiles.
- Non lo facevo apposta, non controllavo i miei poteri! – si giustificò Malia, - con Liam era totalmente voluto siccome si comportava malissimo.
- Non è vero! – saltò su Liam, - sei tu che sei psicotica! Parlavo solo con altre ragazze ma lo sai che … insomma … non mi interessano.
- Oh, vedo che non sono l’unica ad aver problemi con la gente che non esprime ciò che prova per me, - commentò Lydia, che dopo l’obbligatorio stupore iniziale aveva ripreso a mangiare tranquillamente la sua insalata di pollo come se nulla fosse.
- Non è vero! – Liam si fece rossissimo, - Malia mi piace. È stato solo difficile ammetterlo e, beh, capire che era reciproco.
Stiles una punta di gelosia la provava, era innegabile. Derek Secondo, nella sua mente fece una smorfia ma Stiles lo mise a tacere. In fondo, Malia era felice con Liam, evidentemente e non si poteva certo dire che lui non lo fosse con Derek. Anzi, era ben più che felice di quella parte della sua vita.
- Mi dispiace, - disse ad un tratto Malia, - sono stata esagerata e psicotica, hai ragione. Stiles me lo diceva sempre che mi comportavo come se avessi ancora nove anni senza rendermi conto di quanto sembrassi stupida. Anche Cora me lo ha sempre detto è solo che provavo delle cose così forti che non sapevo come gestirle.
Liam abbassò lo sguardo.
- Beh, anche io rispondevo sempre alle tue provocazioni. Era più semplice che chiederti di uscire.
- Eravate due cazzo di bambini delle elementari che si spintonano perché si piacciono, - si intromise Cora, - oh povera me che ho a che fare solo con ritardati, prima mio fratello e Stiles, poi voi …
Liam arrossì guardando Malia e tornò a sedersi, iniziando a spiegare a Mason qualcosa su lui e Malia mentre Scott si informava da lei sullo stesso argomento. Stiles stava per tornare al suo pranzo, quando Derek Secondo si schiarì la voce.
Non è perché vuoi fare uno spogliarello, vero?
Il suo Derek mentale originario cercò di fare capolino ma Derek Secondo lo cacciò a pedate e dopo un commento decisamente poco lusinghiero sulla sua salute mentale gli ricordò che aveva un bel discorso da fare. Così Stiles prese fiato e richiamò l’attenzione di tutti, di nuovo.
- Scusate, ma, ehm, non volevo dire quello.
Di nuovo tutti gli occhi si puntarono su di lui e, molto coraggiosamente, Stiles chiuse i suoi prima di parlare.
- Io … mi rendo conto che la colpa sarà anche mia, ma secondo me ci siamo allontanati troppo. Insomma, l’ES, tutto ciò che facevamo, alla fine è diventato un bordello e tutti siamo solo più incasinati e non parliamo fra noi. E, uhm, Scott, piantala di ignorarmi per Kira. Sei il mio migliore amico.
Ecco, quello sarebbe stato il momento in cui tutti si sarebbero fatti una risata, nella migliore delle ipotesi, nella peggiore si sarebbe beccato una bella sgridata perché insomma, alla fine era un ingrato. Era già tanto avesse amici, no?
Derek Secondo, che in qualche modo si era trovato un divano nella mente di Stiles e, con la disapprovazione del suo sosia spogliarellista, si era spiaggiato in mutande a mangiare patatine, iniziò a urlargli contro insulti ripetendo la frase di Cristina Yang e lanciando patatine in giro. La versione porno attore di Derek alzò gli occhi al cielo e Stiles si rese conto di essere completamente partito di testa.
- Hai ragione. Mi dispiace, - disse Lydia, rompendo il silenzio, - è che è un casino anche per me, per molte cose.
- Si notava, - rispose Cora, passandole un braccio intorno alle spalle.
- E, uhm, - si intromise Scott, che aveva la malsana abitudine di interrompere le persone, - scusa, Stiles. Sono un deficiente. E scusate anche voi, ero così preso dalla mia vita sentimentale che mi sono dimenticato di essere un alpha, anzi, no, un vostro amico.
- E io, - disse Malia, - anche io non sono stata una buona amica, siccome pensavo solo a Liam. Scusate.
- Siete perdonati, - Cora alzò lo sguardo al cielo, - star dietro a ciascuno di voi è stato un delirio. Ma adesso ce la facciamo a essere un vero gruppo di amici?
Stiles doveva essere sotto acidi o qualcosa del genere, perché la sua vita non solo aveva avuto una svolta degna dello Sleepover Club ma soprattutto perché era positiva. Enormemente positiva. Più del suo voto in fisica, il che era dirla lunga. E le cose positive nella vita di Stiles Stilinski erano un evento più unico che raro, un po’ come vedere uno gnu al polo nord: doveva sicuramente trattarsi di uno gnu molto confuso e soprattutto nel posto sbagliato. Esattamente come gli avvenimenti felici nella vita di Stiles. Eppure, dopo una serie di sfighe improbabili, delle piccole cose iniziavano ad aggiustarsi e anche se una sirena ogni volta che succedeva una cosa bella partiva nella mente di Stiles per notificargli che voleva semplicemente dire che gli sarebbe cascato a breve il mondo addosso.
- Direi di sì, - disse Scott facendo un sorriso enorme a tutti.
Lydia borbottò un “perché no” mettendo il cellulare in borsa e guardando tutti. Anche Liam annuì fissando Malia che lo liquidò con un: - che ti fissi?
- Appena mi riprenderò dallo shock, - mormorò Mason, che era ancora fermo alla scioccante rivelazione di Malia e doveva ancora superare la sorpresa.
Stiles si rese conto di essere stato l’unico a non aver spiccato parola, anche perché era più incredulo di Mason.
- Uh, ehm, insomma, sì, certo. Cioè, non pensate che nulla di ciò che ho detto sia stato da psicopatico?
Gli occhi dei presenti lo scrutarono.
- A parte questa uscita, no, - rispose Cora.
- Hai detto solo cose vere, - aggiunse Scott, - e a me mancavate tutti.
- Anche a me, un sacco! – esclamò Malia, facendo il giro del tavolo per abbracciare Stiles, che ricevette uno sguardo di puro odio da Liam che se fosse stato appena un pelino più acuto probabilmente lo avrebbe incenerito all’istante, - in fondo sai che ti voglio sempre bene e mi dispiace di averti lasciato per Liam.
Oh, se solo avesse saputo delle fantasie non esattamente caste che avevano albergato e albergavano tutt’ora nella sua testa. Il suo Derek mentale, quello dedito al porno, gli strizzò l’occhio.
- Beh, direi che l’ES può riunirsi di nuovo per discutere dei problemi vecchi e nuovi, che dite? – domandò Cora e ricevette un coro di assenso.
- In lista metterei sia quell’aborto di coppia che sono mia madre e il padre di Stiles sia … ehm, come sopravvivere a un cuore spezzato?
Chi non sapeva, ovvero la maggior parte delle persone, fece per dire qualcosa ma Cora li anticipò: - Ne parleremo se Lydia se la sente.
- Ovvero, - aggiunse Lydia, - non ora.
- Io metterei anche il fatto che un licantropo ha cercato di mangiarci e che Derek pensa che la cosa sia correlata agli incendi che sono capitati di recente, se ho ben capito, - aggiunse Stiles.
- E come restare uniti, - aggiunse Scott, dicendo una cosa stranamente intelligente e facendo un sorriso a Stiles.
- E come non essere gelosi delle ragazze che parlano col ragazzo che ti piace, - aggiunse Malia.
- E non picchiarlo, - aggiunse Liam.
- E, - disse Stilea, prendendo coraggio, - come non farsi troppe paranoie.
Cora riportò le cose su un foglio ordinatamente e aggiunse accanto ad ogni punto un quadratino da spuntare.
Stiles guardò gli altri, che adesso discutevano animatamente, addirittura parlando gli uni sugli altri e si prese un momento per ringraziare i due Derek, specialmente Derek secondo che reagì come probabilmente avrebbe reagito il suo equivalente reale, cioè arrossendo, infilandosi in bocca un chilo di patatine e borbottando mentre gli riservava uno sguardo omicida. Stiles non poté che complimentarsi con se stesso per le sue vocine da schizofrenico che in realtà non erano poi così male, prima di girarsi verso gli altri e unirsi alla conversazione. 

 





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Salve patatini :3 non poter usare le emoji mi destabilizza davvero tanto ma tant'è. Come state? Siete tornati a scuola/lavoro/università? State come me aspettando i risultati dei test? Io sono andata al mare e SONO ABBRONZATA  e niente, sto ricordando com'è la vita senza avere da studiare e vi giuro mi sembra di non avere uno scopo. Allora, per parlare delle cose interessanti, come vedete questo capitolo ha finalmente un chiarimento e Stiles inizia a fare meno l'emo depresso tumblr boy con Derek e si apre con i suoi amici. Non so se ciò che credo è corretto ma sono matematicamente convinta che una relazione sia fattibile solo nel momento in cui le due persone che la compongono hanno un minimo di stabilità e sia Derek che Stiles la stanno cercando ed è anche per questo che stavolta funziona meglio. Almeno per ora, lmao. Sicuramente torneranno molte più scene di Stiles/altre persone e la relazione con Derek avrà meno attenzione quindi sorry(?) but the trama must go on. Tra l'altro, una ragazza mi ha fatto notare che siccome ho un ritardo mentale non rileggo mai ciò che scrivo e di conseguenza ci sono incongruenze nella storia. Io la sto lentamente rileggendo ma se voi ve le ridordate e volete farmele notare lasciatemi un commento o un messaggio privato e provvederò a modificarle. Nel frattempo continuo la mia lettura e omg che pulcino ero due anni fa awwww. E niente, se avete letto fin qui, come sempre grazie. Dopo due anni siete qui e mi sopportate e in qualche modo portiamo avanti insieme questa storia/disagio che anche se me la sono dimenticata per secoli, è una parte di me ed è importante. Vi svelerò tutto nell'ultimo capitolo che non so quando sarà perché MANNAGGIA A ME FACCIO SUCCEDERE TROPPE COSE E SARA' INFINITA. Vi mando un abbraccio e tanto disagio <3

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