Lupin III-Frammenti

di Fujikofran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Malamore ***
Capitolo 2: *** Vernissage ***
Capitolo 3: *** Sorprese e Misteri ***
Capitolo 4: *** Due elementi di troppo ***
Capitolo 5: *** Tutto come prima ***



Capitolo 1
*** Malamore ***


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image: credits to owner

-Mi raccomando, fai in modo che nessuno entri arbitrariamente, lo sai com'è fatta l'entrata di questo museo-
 
Ecco, in sostanza le linee guida del nuovo incarico di Franca Strangoni, erano quelle. Per lei, laureata in Storia dell'Arte, il massimo del contatto con l'arte era fare la hostess o la guardiana alle mostre e nei musei, quelle poche volte in cui la chiamavano. Non la contattava nessuno da mesi, mentre aspettava la risposta per un progetto con l'Università Roma Tre. Al Museo in Trastevere c'era una piccola mostra della durata di venti giorni, dedicata a vari fotografi del Novecento ed intitolata "Impressioni ed emozioni-frammenti di un secolo". Tutto era pronto per la vernissage di inaugurazione della mostra per il giorno successivo e Franca aveva ricevuto le indicazioni per svolgere al meglio il suo lavoro. Solo che il meglio che poteva fare era impedire ai non invitati alla vernissage di entrare nel museo. In realtà, il suo compito lo avrebbe dovuto svolgere durante tutta la mostra e indirizzare i visitatori verso la biglietteria, dato che la mostra non era gratis, anche se le piccole dimensioni del museo facevano pensare il contrario. Pranzò mangiando in un piccolo bistrot vegano, non lontano dal museo; non che fosse diventata vegana, ma non aveva voglia di abbuffarsi in uno dei tanti ristoranti trasteverini . Pranzava sola, non le dispiaceva, ma i nuovi colleghi erano andati a mangiare insieme, senza dirle niente. "Simpatici", pensava. Questo incarico lo avrebbe svolto con il pensiero della paga finale e non le sarebbe importato gran che, al contrario di altre volte, in cui aveva stretto delle amicizie, con le quali ogni tanto andava a cena.
 
-Le porto un caffè?-
 
Domandò il cameriere, ma Franca chiese il conto. Il caffè non le andava e stava per tornare al museo, ma, poco dopo, cambiò idea e decise di recarsi in un bar di fronte: non voleva terminare prima la sua pausa pranzo, non aveva senso. Si accomodò a un tavolino all'aperto, il posto non era un gran che, ma lo apprezzava perché, insieme al caffè, portavano sempre dei biscottini. Stranamente, non c'era molta gente, ai tavoli e, oltre al via vai di turisti, a Franca faceva compagnia una radio vintage che stava trasmettendo "Malamore", un pezzo del 1977 di Enzo Carella, cantautore romano. Lo ascoltò attentamente, le stava creando un'atmosfera malinconica, mista a quella di una Roma che sembrava comprenderla sempre per metà. Pensò al suo ragazzo, che non vedeva ormai da mesi. Il suo amore malato, clandestino, a causa del quale lei continuava ad essere sempre "la single del gruppo" di amici, come se, sotto sotto, fosse una malattia silente quanto dannosa più per gli altri che per Franca stessa. Daisuke Jigen si era fermato a Roma quasi un mese e mezzo, soggiornando presso la mega dimora sull'Appia Antica della vip Rebecca Rossellini. Lì c'era posto per tutti, anche per lui, che voleva essere di peso il meno possibile nella vita di Franca, la quale, invece, era disposta a mentire anche di più alle sue amiche e alla sua famiglia, pur di stare con lui, il criminale che l'amava più di qualsiasi altro uomo della sua vita. In quel periodo insieme lei era stata felice, anche perché Jigen sapeva muoversi nella sua clandestinità, persino quando uscivano insieme a cena o andavano al cinema oppure in qualche locale ad ascoltare della musica. "Non andartene mai" era ciò che lei pensava sempre quando era con quell'uomo, ma sapeva che non sarebbe mai accaduto: lui era nato per fuggire continuamente.
Avevano trascorso anche dei giorni di vacanza, sulla Costiera Amalfitana e, per Franca, affacciarsi da una finestra di Positano, appena sveglia, ad ammirare un panorama mozzafiato e Jigen ancora addormentato erano per lei pura poesia. Poi c'era stato il matrimonio di Fujiko e Goemon, che si erano sposati nella solita villa di Rebecca. Franca bevve l'ultimo sorso del suo caffè, pensando alla cerimonia, con pochi invitati e segretissima, a una Fujiko felicemente stordita da un evento che non avrebbe mai pensato di vivere e a un Goemon imbarazzatissimo, il quale era stato perseguitato da scherzi goliardici di ogni tipo, come accade spesso durante i matrimoni. Gli sposi erano poi partiti per il viaggio di nozze, alle Hawaii, mentre Lupin aveva avuto bisogno di trascorrere un periodo con Rebecca per fare chiarezza su alcuni equivoci legati alla loro storia sentimentale, dato che il matrimonio di Fujiko non gli era andato così giù. Di tutti loro, purtroppo, Franca non aveva notizie e le mancavano, anche se, in cuor suo, era convinta che Jigen aveva avuto le sue buone ragioni per non farsi vivo. 

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Capitolo 2
*** Vernissage ***


Franca era pronta per l'inaugurazione della mostra e si stava recando a Trastevere. Aveva appena fatto il pieno di benzina alla sua auto e stava pagando il benzinaio quando le suonò il cellulare: era Rebecca Rossellini. Perché la stava chiamando?
 
-Ma allora lavorerai anche tu alla mostra fotografica al Museo in Trastevere!- esclamò Rebecca, dopo averla salutata-
 
-Si, all'ingresso...sai che più di tanto...-
 
-Allora ci vedremo tra poco: uno dei fotografi, Altiero Rovani, è un mio amico, anche se non ci vediamo quasi mai, visto che abita a Torino. Te lo presenterò. Tanto non credo che ci sarai solo tu, alla sorveglianza all'ingresso-
 
-No, stasera ci sarà anche un buttafuori. Magari a fine serata potrai presentarmelo, Rovani, sempre se non dovrà andar via prima-
 
-No, sarò io a dover scappare: devo rivedere Arsene. Del resto sono la signora Lupin. Comunque, credo che dovremmo vederci anche noi due da sole davanti a un caffè: sono successi un po' di problemi tra me e lui e devo aggiornarti-
 
"Ma allora sono qui!" pensò tra sé e sé Franca, riferendosi alla banda Lupin.
 
-Senti, ma...-
 
-No, per ora c'è solo Arsene, il tuo amore, Fujiko e Goemon arriveranno prestissimo. E a proposito di Fujiko...va beh, magari vorrà dirtelo lei, anche se ormai ci sarà poco da tener segreto: appena la vedrai capirai-
 
La telefonata non fu lunga, ma lo era sembrata tanto per Franca, che cercò di non arrivare tardi. Non era solo il traffico ad essere inclemente con lei, ma anche i pochi parcheggi a Trastevere. Riuscì ad arrivare in tempo e, per fortuna, nemmeno tanto trafelata. Stavano allestendo i tavoli imbanditi con varie tartine, panini, stuzzichini e dolci, appena arrivati col catering. Erano state portate anche diverse bottiglie di prosecco. "Quanta roba buona" pensò Franca "ma a me non spetta nulla".
 
La vernissage era iniziata e la gente, tutti intellettuali, critici d'arte, giornalisti ed amici degli autori e dello staff organizzativo, era arrivata nel giro di poco tempo, Rebecca compresa, accompagnata dal suo maggiordomo Robson. I due salutarono Franca calorosamente e a lei fece piacere.
 
-Oh, poi te lo presento, Rovani, e magari non solo lui. Devo dirlo in giro che sei speciale!-
 
Speciale? A Franca piaceva molto l'atteggiamento di Rebecca, così alla mano e per nulla snob, anche se a tanti sembrava il contrario. Quando nessuno si presentò più all'ingresso, Franca disse al buttafuori che aveva bisogno del bagno. In effetti, ne aveva bisogno davvero, ma ne approfittò per provare a far una telefonata. Voleva chiamare Jigen. Di solito era lui a farsi sentire dopo tanto tempo e, quindi, le sembrava giusto farsi viva con lui, che rispose subito. Quella voce calda, quanti brividi!
 
-Si...sto per arrivare a Roma. Volevo farti una sorpresa, ma me l'hai fatta prima tu, chiamandomi. Sono felice, perché mi pensi ancora-
 
-Io ti penso continuamente, ma ho sempre paura di disturbarti o che ti possa succedere qualcosa-
 
-Hai ragione: qualcosa potrebbe succedermi ed è quella di morire di crepacuore, non appena ti vedrò. È così quando sono innamorato davvero-
 
Le aveva detto parole bellissime e si sentiva tremare. Non le importava se lui sparisse per mesi, senza farsi sentire, ma sapeva della sua vita complicata. Era pronta a ringraziarlo e a dirgli quanto lo amasse, quando avvertì della confusione provenire dalle sale del museo nonché delle urla. Salutò Jigen, uscì dal bagno e si precipitò a vedere che cosa fosse successo. Vide un uomo a terra e la gente intorno: era Rovani, che sembrava incosciente, come svenuto o, peggio, morto.
 

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Capitolo 3
*** Sorprese e Misteri ***


Rovani non era morto e fu portato di corsa in ospedale. Qualcuno aveva affermato che di colpo fosse crollato a terra, mentre mostrava le sue foto ai presenti. La vernissage fu subito interrotta e Franca notò Rebecca piangere, mentre Robson cercava di confortarla. Franca aveva ricevuto l'ordine di dover rimanere al museo tutta la notte, insieme allo staff. Che utilità poteva avere ancora la sua presenza lì? Non le avrebbero di certo pagato gli straordinari. Così rimase lì. Poco dopo, le suonò il cellulare: era di nuovo Rebecca.
 
-Sta arrivando una delle mie guardie del corpo, prenderà il tuo posto, stanotte. Non ti preoccupare, ho appena finito di parlare con quelli del museo ed è tutto sistemato. Puoi tornare a casa-
 
Franca obbedì alla richiesta di Rebecca, ma, non appena arrivò davanti al portone del palazzo in cui risiedeva, se la trovò davanti, insieme a Robson.
 
-Scusami, Fra, ma sono talmente spaventata da ciò che è successo...e allora volevo la tua compagnia. Ti avevo detto che presto avremmo fatto una chiacchierata insieme-
 
Franca fu quasi obbligata a far salire i due a casa sua.
 
-Perdonatemi, ma non ho nulla da offrirvi, dovrei fare la spesa e...-
 
Ma Rebecca non si sarebbe mai formalizzata, nonostante fosse una vip.
 
Parlarono della situazione tra Rebecca e Lupin, del fatto che il loro matrimonio non fosse ancora valido, in quanto lei non aveva ancora consegnato tutti i documenti, senza i quali nemmeno il matrimonio in chiesa sarebbe stato effettivo. C'erano stati violenti dissapori, nella coppia, soprattutto dopo che Fujiko e Goemon si erano sposati. Rebecca si era accorta che Lupin era ancora innamorato di Fujiko e che il sogno di una vita, ossia averla, era svanito. La ragazza ci era rimasta male, ma il ladro l'aveva rassicurata, dicendole di tenere tantissimo a lei.
 
-Non mi ama, Franca- singhiozzò la giovane donna, mentre Franca e Robson si guardavano imbarazzati.
 
-Beh...anche Daisuke non sembrava tanto felice, il giorno del matrimonio di Fujiko e Goemon, anche se non me lo faceva pesare. Sai, ha avuto una storia anche con lei e forse prova ancora qualcosa. Ormai ho imparato che gli uomini non sono mai in grado di fare chiarezza con se stessi. Lupin e Jigen non possono essere un'eccezione-
 
-Si, ma Goemon lo è!-
 
-Tu dici?-
 
Franca non era sicura che Goemon avesse davvero le idee così chiare sul suo rapporto con Fujiko, dato che diverse volte aveva mostrato interesse anche per lei e l'aveva addirittura baciata in maniera non proprio innocente. A Rebecca, però, non disse nulla. Cercò, anzi, di cambiare discorso, vertendolo su Rovani.
 
-No- disse Rebecca-non è malato, ma è sano come un pesce. Ha 47 anni, ma ne dimostra dieci di meno. Spero ce la possa fare. È caduto per terra come se fosse una trave, senza mostrare la minima sofferenza. Forse ha avuto un ictus...mamma mia, poverino-
 
-Oppure qualcuno potrebbe averlo avvelenato-
 
Per un attimo regnò il silenzio.
 
-Ehi, stavo scherzando... È che, sapete, guardo molti thriller e...- Franca si sentì in imbarazzo, ma, in realtà, non stava affatto scherzando.
 
 
La mostra aveva fatto il suo primo giorno di incassi, anche se l'affluenza non era stata altissima. Franca era stata per buona parte della giornata lì e non aveva turni, solo una pausa pranzo, che aveva consumato nuovamente da sola. Tornò a casa e, dopo aver svogliatamente chiuso il cancello del palazzo, sentì che qualcuno alle spalle le stava parlando. Inserì le chiavi nel portone e un brivido le attraversò la schiena. "È lui", pensò.
 
-Arrivate sempre in ritardo, qui a Roma- disse quella voce calda e unica.
 
Non appena si girò, Franca fu avvolta dal caldo abbraccio di Jigen. Sembrava già desiderarla, ma lei lo frenò.
 
-Voglio portarti a cena fuori- le disse l'uomo.
 
-Io credevo volessi portarmi a letto. Sai com'è, sono stanca morta...-
 
-Dai, allora ordiniamo da mangiare online, così potrai riposarti-
 
Non era mai stato così malizioso con lei, Jigen, ma, dopo una giornata stancante, il suo atteggiamento le aveva fatto piacere. E poi, a lei bastava rivederlo.
 
 
La mattina successiva era lunedì, Jigen era rimasto a dormire da Franca (che non doveva lavorare) ed era intenzionato a portarla da Rebecca.
 
-Ci sono tutti e vogliono salutarti-le disse, mentre, a letto, era su di lei e la baciava delicatamente sul collo, come spesso lui usava fare quando voleva di nuovo fare l'amore -Ma, soprattutto siamo invitati a pranzo. Il dolce lo ha fatto lei-
 
Non appena arrivarono, Lupin e Rebecca si precipitarono a salutare Franca.
 
-Cherieeeeeeeeee! Mancavi solo tu- disse Lupin, con un sorriso raggiante. Entrati in casa, fu Goemon ad andare incontro a Franca, che trasalì quando lui, nell'abbracciarla, le accarezzò la schiena calorosamente. Poi fu la volta di Fujiko, che, mentre la salutava, stava finendo di parlare con Robson. "Ecco la novità di Fujiko" pensò tra sé e sé Franca, nel notare la donna visibilmente incinta. Non le disse nulla, temendo di tirar fuori stupidaggini, soprattutto perché ancora in imbarazzo per l'abbraccio di Goemon.
 
-Potete accomodarvi- affermò Robson.
 
 Jigen, invece, uscì fuori a fumare.
 
-Franca, tu stai morendo dalla voglia di chiedermi del lieto evento- disse Fujiko, accomodandosi sul divano -Sarà maschio. Sono quasi al sesto mese...lo so, lo so, può sembrare all'ottavo ahahahha, il bambino è bello grande. Se prende dal papà...ahahaaaha-
 
In effetti, la donna era stata in grado di leggere davvero negli occhi di Franca, che lasciavano trasparire una timida curiosità, mista a una inspiegabile ma innegabile perplessità. Aveva messo qualche chilo, ovviamente, ma sembrava in forma lo stesso. "Riesce a essere più magra di me pure in quello stato", pensò Franca, che, pur non essendolo, si vedeva sempre over size.
 
-Insomma, appena sposati avete già fatto centro-
 
"Ecco, la dovevo dire, la stupidaggine" pensò Franca, credendo di essere stata indelicata.
 
-Puoi dirlo forte: abbiamo fatto i calcoli e, a quanto pare, deve essere successo la prima notte di vacanza alle Hawaii. Avevo smesso di prendere la pillola dal giorno delle nozze, sai com'è. Le cose, poi, vengono da sole. Non avrei immaginato che sarei stata al settimo cielo, all'idea della maternità. Mai dire mai, anche se non ho intenzione di rinunciare a quello che sono, pur avendo definitivamente scelto l'uomo che desideravo per tutta la vita e l'unico con cui avrei mai pensato di avere un figlio-
 
-Ma Goemon è contento?-
 
"Ecco la mia seconda stupidaggine" pensò di nuovo Franca tra sé e sé.
 
-Alla notizia era quasi svenuto e si sentiva in colpa. Ci ho messo un po' per rassicurarlo, era piuttosto confuso. Comunque, ora non è solo contento: è felicissimo. Ma tu, piuttosto...col bel Daisuke?-
 
-Che cosa, con Daisuke?-
 
-Dopo Lupin e Rebecca e il loro quasi matrimonio, Goemon e io...a rigor di logica toccherebbe a te.  Alla fine è un bravo ragazzo, anche se vive da criminale. Ma questo lo sai meglio di me-
 
-La situazione è complicata, a volte penso che...-
 
-Lo so, lo so: vivete in due mondi inconciliabili, ma forse per lui ci potrebbe essere redenzione, non credi? Certo, prima dovrebbe passare per le patrie galere, prima di "ripulirsi". Comunque, sappi che uno come lui, al di là di tutto, potrebbe essere un ottimo marito nonché padre. È dolce, intelligente e saprà cavarsela. Io vi auguro il meglio-
 
In quel momento Franca vide Jigen avvicinarsi a lei, appena rientrato.
 
-Ci sediamo a tavola?- le disse abbracciandola, ignorando Fujiko.
 
Durante il pranzo, Lupin, come al solito al centro dell'attenzione con la sua esuberanza, tirò fuori l'argomento "Rovani" e Rebecca affermò di aver saputo delle sue condizioni gravi, ma stazionarie. Non era comunque in pericolo di vita, anche se era stato avvelenato. Franca aveva ragione e rimase di sasso.
 
-Meno male, Rebby- disse il ladro -Io, invece, devo confessarvi una cosa: ero presente anche io alla vernissage, camuffato tra gli invitati, e ho visto che qualcuno stava armeggiando con un bicchiere di prosecco, prendendone poi un altro-
 
-Hanno avvelenato il bicchiere di Rovani? Hai visto se qualcuno glielo ha passato?- domandò Jigen.
 
-Purtroppo no, ma, soprattutto, c'è un particolare che ho visto e che mi sfugge. Questa cosa mi tormenta, perché è la chiave di tutto-
 
-Beh, ma la polizia dovrebbe aver già iniziato le indagini- disse Fujiko.
 
-Forse, ma la mostra comunque proseguirà- affermò Franca-A me non hanno comunicato alcuna chiusura-
 
Per un attimo regnò il silenzio, poi Lupin accennò un sorriso.
 
-Ho avuto un'idea: che ne dite di battere la polizia sul colpo? Troveremo il colpevole e lo ricattiamo, minacciandolo di farlo arrestare-
 
-Fate pure, io e Fujiko non ci stiamo!- esclamò Goemon piuttosto arrabbiato -abbiamo altro a cui pensare ora. Da quando ci siamo sposati abbiamo deciso di fare una pausa con la banda, almeno per un po'-
 
Fujiko scoppiò a ridere.
 
-Mi dispiace, amore, ma questa volta non sono d'accordo: aiuterò Lupin. Si tratterà solo di dare un'occhiata alle foto, perché il mistero sarà sicuramente in una di esse, visto che so che è la prima volta che sono state esposte al pubblico. Puoi venire con me, se vuoi. Al di là di tutto, vorrei vedere questa mostra, mi incuriosisce-
 
-Grazie, cherie! Sarete degli ottimi visitatori, tu e Goemon- disse Lupin.
 
-Vuoi forse disturbare i due colombini, Arsene?- disse Jigen, riferendosi con sarcasmo a Fujiko e Goemon -Posso bastare solo io! Arsene, tu tornerai al museo e io ti guarderò le spalle, posso travestirmi anche io-
 
-Io posso tornare quando voglio, nel museo- affermò Rebecca -ma la persona chiave in questa missione sarà sicuramente Franca, che sorveglierà il luogo e i nostri movimenti-
 
Franca non proferì parola.
 
-Ehi, un attimo- si alzò Jigen, adirato- Franca è lì solo per lavorare: non coinvolgetela ancora nelle nostre cose...Vogliamo giocare a far i detective? Ok, ma lasciamo in pace Franca: ha già fatto troppo per noi, in passato, rischiando anche la vita. Non vi permetterò di mettere a repentaglio la sua incolumità!-
 
-Calmati! Rebecca ha parlato in maniera avventata: Franca non verrà coinvolta in questa faccenda- rispose Lupin -Io mi travestirò da turista, di nascosto fotograferò le foto e...-
 
-Non potete decidere per me- disse Franca, interrompendo il discorso di Lupin -La sorveglianza è stretta e se non distraggo io i colleghi, Arsene non potrà far le foto. Sarà questo il mio unico contributo, puoi star tranquillo, pistolero. Scopriremo chi ha cercato di uccidere Rovani-
 
Sentendosi, per un attimo, attraversata da un barlume di fierezza, Franca rassicurò Jigen con un bacio.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Due elementi di troppo ***


La mattina seguente, Lupin mise in atto il suo piano, recandosi al Museo in Trastevere con una piccolissima fotocamera, ma a risoluzione altissima, nascosta sotto la giacca. Il suo travestimento era perfetto e nessuno, quindi, lo riconobbe. Alla mostra parteciparono pure Fujiko e Goemon, anche loro camuffati. Avrebbero anch'essi distratto i colleghi di Franca, in modo che Lupin potesse fare più foto. Jigen, invece, era rimasto nei paraggi del museo, in macchina, quella che Rebecca aveva regalato a Lupin. 
 
-Mi scusi, mi può indicare la toilette?- domandò Fujiko a una collega di Franca.
 
-Purtroppo nel suo stato si sente spesso male, specie nei luoghi chiusi, gliel'ho detto che era meglio non uscire, oggi- aggiunse Goemon.
 
-Guardi, è in fondo, sulla sinistra-rispose la giovane.
 
-Grazie mille! Non badi a mio marito: è troppo premuroso e io non volevo assolutamente perdere questa bellissima mostra-
 
"Bene, foto fatte! Bravi, colombini!" pensò Lupin.
 
Anche Franca seppe compiere il proprio dovere, così Lupin poteva avere più immagini a disposizione, per poterle esaminare. A casa, il ladro decise di trasferire le foto sul suo computer, per ingrandirle e analizzarne ogni elemento. Le foto di Rovani erano tre, ma Lupin aveva scattato più copie. La prima foto era a colori, un tramonto su una scogliera, contemplato da una bambina bionda messa di spalle. La seconda foto, invece, era in bianco e nero e ritraeva un manifesto semi-strappato che si rifletteva in una pozzanghera. "Il manifesto della pubblicità di una serata danzante" disse Lupin tra sé e sé "interessante...chi poteva aver partecipato? Qualcuno con la coscienza sporca?" . La terza foto, anch'essa in bianco e nero, decise di analizzarla più tardi e aveva bisogno di una pausa. E non sapeva ancora che la soluzione del mistero si trovava proprio in quella immagine. Si recò nel soggiorno e incrociò Rebecca. Credeva fosse uscita con Robson e, invece, lei era lì, pronta a preparargli un caffè.
 
-Vuoi che ti aiuti?- gli chiese.
 
-Si: col caffè mi daresti anche dei biscottini?-
 
Ogni desiderio era un ordine. Non che Rebecca volesse servire e riverire Lupin, ma lei era la prima a provare piacere nel farlo stare bene. Ne era innamorata, lui lo sapeva ed è per questo che voleva non solo mostrarsi gentile, ma donarle felicità. Il caffè, i biscottini, un bacio di troppo e un amore consumatosi in pochi minuti nella camera della ragazza. Da tempo erano diventati anche intimi, ma le carte del matrimonio non erano state ancora consegnate.
 
 
 
Era ora di pranzo e Franca aveva mangiato un panino con una collega. Rientrando al museo, trovò un messaggio di Jigen: "Lupin ha scoperto il mistero della foto di Rovani. Vieni da Rebecca, appena finito il turno". Franca tornò al lavoro con un piccolo moto di entusiasmo, pensando che quel ladro, con i suoi "pasticci", le movimentava davvero la vita. Se non fosse stato per lui (e per Fujiko), non avrebbe mai conosciuto Jigen.
 
Prima di cenare, da Rebecca, Franca e la banda Lupin erano tutti riuniti intorno al computer del ladro, intenti a osservare le foto di Rovani. La terza mostrava un'automobile in lontananza, vicino a una vecchia stazione di treni, situata in una zona imprecisata del Lazio. Lupin ingrandì l'interno dell'automobile e si intravvidero a malapena due figure: un uomo e una donna.
 
-Questa macchina è talmente lontana da non aver mai permesso a Rovani di notare quelle due figure dentro. La donna mi sembra di averla vista da qualche parte-
 
A Franca venne quasi un colpo quando riconobbe l'uomo: era scomparso dieci anni prima da Roma e ne parlavano spesso durante una trasmissione sulla cronaca nera che lei seguiva da tempo. E la foto risaliva allo stesso periodo. Lupin iniziò a ridere nervosamente e tutti lo guardarono.
 
-Quella donna era presente alla vernissage: ora so chi ha avvelenato Rovani, perché era lei che armeggiava coi bicchieri- disse.
 
-Oddio: ma allora...abbiamo scoperto un omicidio!- esclamò Fujiko, sentendo le forze venirle meno.
 
Goemon l'abbracciò, temendo che non stesse bene.
 
-Franca, hai la possibilità di procurarti la lista degli invitati?- domandò Jigen.
 
-Quello posso farlo io- affermò Rebecca.
 
-Calmi, calmi- li interruppe Lupin -non ce ne sarà bisogno: la donna è Sara Altieri, architetto famoso che frequenta la Roma radical chic. Rebby, me l'hai presentata una volta o sbaglio?-
 
-Ma sì, ragazzi, ora tutto torna- disse Franca -anche l'uomo scomparso era architetto. Forse era il suo amante e lo avrà ucciso-
 
Lupin controllò subito il database del sito della trasmissione tv in cui si parlava di questa scomparsa.
 
-Eccolo! Luigi Ferri, architetto, scomparso da Roma ecc ecc... Franca, sei un mito!-
 
Lupin abbracciò Franca esplodendo di felicità, sotto lo sguardo infastidito di Jigen.
 
-Sei tu che hai scoperto tutto, Arsene...sei sempre il migliore!-
 
-Beh, ma gran parte l'hai fatta tu, per...-
 
-La piantate con i complimenti reciproci?- li interruppe Jigen -Ora vorrei proprio vedere come dovremmo fare con tutta questa roba. Non voglio rogne, soprattutto per Franca-
 
-"Tutta questa roba", gelosone, ho intenzione di passarla all'unica persona che potrebbe risolvere il caso legalmente: paparino Zenigata-
 
-Scusami, ma non dovevamo ricattare il colpevole?- domandò  Fujiko- non ricaveremmo nemmeno una ricompensa?-
 
-Certo, cherie- rispose Lupin- Ma sempre da paparino: quella di lasciarci in pace per un bel po'-
 
-Scusate, ma Zenigata è dell'Interpol: che c'entrerebbe con questo caso? Dovrebbe occuparsene la polizia locale- domandò Franca.
 
-Giusta osservazione, ragazza: il motivo della sua presenza sarà dovuto alla partecipazione di Rebecca alla vernissage. Lui avrà pensato che ci sarei stato anche io e, pronto a catturarmi, avrebbe poi saputo tutto il resto da Rebecca. Gli passerò  il materiale, così non dovrà perdere tempo. Se la sbrigherà lui-
 
Cenarono tutti insieme e si sentivano più risollevati. Nessuno era certo della riuscita del piano di Lupin sul coinvolgimento di Zenigata, ma non vollero angosciarsi più di tanto.
 
-Ti vanno due passi in centro, dopo cena?- domandò Franca a Jigen.
 
-San Giovanni?-
 
-Aggiudicato!-
 
 

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Capitolo 5
*** Tutto come prima ***


Liberi dalle atmosfere inquietanti legate al mistero della foto dì Rovani, Franca e Jigen passeggiarono per le vie tra Celio e San Giovani, deserto e quasi spettrale, come se fosse tutto per loro, quel quartiere.
 
-Dici che domani pioverà?- domandò Jigen, notando delle nuvole distinguersi nell'oscurità di un cielo poco stellato.
 
Franca non rispose, nell'incertezza. Si fermarono, per darsi un bacio. Rimasero abbracciati, ma la giovane voleva sapere perché il suo compagno sembrasse così malinconico. Lo era di natura, però in alcuni momenti lo sembrava di più.
 
-Dimmi la verità, Daisuke: in questi giorni ho avuto l'impressione che portassi del rancore verso Fujiko. Ho ragione? Non preoccuparti, è normale rimanere male se una persona del passato decide di mettere su famiglia con qualcun altro. Voi siete stati insieme, per un po', quindi...-
 
-No, la situazione è un po' complicata: lei non stava con nessuno di noi, però aveva un rapporto molto libero un po' con tutti, in particolar modo con me e Goemon. Poi ha scelto lui, illudendo anche Lupin, che c'era stato male. La storia la sai già e non ho nessun rancore verso Fujiko. Sei proprio fuori strada, perché il motivo è un altro-
 
Ripreso a passeggiare e imboccarono via San Giovanni in Laterano.
 
-Il motivo è che invidio la leggerezza che hanno avuto lei e Goemon nell'aver deciso di fare dei passi così importanti come quello di sposarsi e avere un figlio. Staranno forse cercando di cambiare vita, non so, sta di fatto che io vorrei la stessa cosa, con te, solo che veniamo da due mondi diversi e...porco cane, vorrei poter essere perdonato, dopo aver detto "Chiedo scusa a tutti, da domani tutto quello che ho fatto in passato verrà cancellato", ma il mio perdono sarebbe finire in galera e non vorrei mai che tu fossi la moglie di un carcerato!-
 
Jigen aveva la voce strozzata, faticava a non piangere. Franca lo abbracciò forte.
 
-Mi va bene così, non dobbiamo per forza essere come Fujiko e Goemon e nemmeno come Lupin e Rebecca, che non sanno ancora quello che vogliono. Poi un domani si vedrà: io ti amo come sei-
 
Franca era sincera, ma non gli avrebbe mai rivelato la realtà: che questa storia era come la sua vita, ossia fatta dal continuo alternarsi di gioie e infelicità. Ma la sua era un'esistenza tipica del XXI secolo italiano e forse se ne sarebbe fatta una ragione. Poco dopo, Jigen ricevette un messaggio da Lupin: "Rovani si è svegliato".
 
-Beh, spero che Zenigata parlerà con lui- affermò Franca.
 
-Credo che lo farà-
 
Si ritrovarono il Colosseo davanti agli occhi e lo ammirarono.
 
-Purtroppo questa volta non mi fermerò: dopodomani andrò via, ma avresti dovuto immaginarlo, dato che Lupin era qui solo per chiarire alcune cose con Rebecca. Non so se ci sia ancora riuscito. Fujiko e Goemon si tratterranno un po' di più, poi si eclisseranno fino alla nascita del bambino-
 
-Tutto come prima, allora- furono le uniche parole di risposta di Franca, che avvertì un magone.
 
Jigen non rispose, ma, appena arrivati sotto il Colosseo, si fermarono per baciarsi, protetti dal monumento più famoso d'Italia.
 
-Ho deciso- disse Franca -tornerò a lavorare quando sarai partito-
 
-Dirai che sei malata?-
 
-Sì, di te-
 
(C)2016 by Fujikofran
 
 
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