Friends, dead kings and everything in between

di PandorasBox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Blue/Gansey] Together ***
Capitolo 2: *** [Blue/Gansey/Henry], Peace ***



Capitolo 1
*** [Blue/Gansey] Together ***


Sua madre l’ha lasciato dormire in camera sua.
«Solo per questa notte» ha detto Maura, spedendo un Gansey ancora stordito su per le scale, la mano di Blue che non ha abbandonato quella del ragazzo neanche per un istante.
Hai paura, Blue Sargent?” chiede una voce dentro di lei, mentre si libera della maglietta sporca, mentre sotto la doccia si lava da tutto ciò che quella notte ha portato, mentre torna in camera.
Blue non sa rispondere a quella domanda e cerca di evitarla, aggirarla, in ogni modo ma lei è lì, insormontabile.

Quando esce Gansey è dove lo aveva lasciato, di fronte al suo specchio che fissa il suo riflesso, quando però lei compare alle sue spalle lui sorride. Ha addosso un paio di pantaloncini ed una maglietta della squadra di calcio cittadina che sua madre deve aver rimediato da qualche parte e sembra un ragazzino ─ “Perché lo è”, ripete la voce “E potrà anche diventare un uomo.

Quando si sdraia sul letto, aspettando che l’altro la imiti, c’è qualcosa di gradevole e spaventoso che le stringe lo stomaco ─ aspettativa, forse? Sollievo? Non lo sa.
Perché di quella notte non sono rimaste che poche ore ma Gansey si sdraia accanto a lei e la fissa con i suoi occhi scuri, appena assottigliati per poterla mettere a fuoco meglio, ed improvvisamente un’ora può durare un giorno intero.
«Non penso riuscirò a dormire, stanotte.» ammette, con una risata amara, e Blue si dice che probabilmente lei non potrà farlo per i prossimi dieci anni ma non ha il coraggio di tramutare i pensieri in parole.
Poi i loro occhi cadono sulla pudica distanza che li separa, pochi centimetri, in realtà, e Blue comincia ad avvicinarsi prima ancora che il braccio di Gansey l’attiri a sé.
Non c’è niente che non vada nel corpo dell’altro, constata Blue ora che è tra le sue braccia: il cuore del ragazzo che batte, il respiro regolare, è tutto a posto.
«Però possiamo restare così.» continua Gansey, ora che una mano è scesa e carezzarle la schiena e Blue si chiede se sia normale sentirsi così bene dopo una notte come quella.
«Parliamo del Venezuela.» è quel che Bue gli chiede e Gansey per un attimo tentenna ma poi ci prova e le sue parole hanno un non so che di ipnotico, le loro voci che pian piano si spengono.

Le prime luci dell’alba li trova ancora addormentati, Gansey in bilico sull’orlo di una letto troppo piccolo, Blue appallottolata contro il suo petto.

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Capitolo 2
*** [Blue/Gansey/Henry], Peace ***


Ad Henry piace Doctor Who.
Dice che, quando lo guarda, tutto sembra un po’ più possibile e Gansey si chiede perché uno come lui abbia bisogno di immaginare cose impossibili quando, in realtà, tutti loro le hanno vissute sulla loro pelle.
Ma ad Henry piace Doctor Who ed ora anche Blue pare essersi appassionata e quindi che fare se non guardarlo anche lui?
Perché il computer, dopotutto, è di Henry ed il divano è quello di Fox Way, lui ha ben poca voce il capitolo. Certo, le spalle su cui i due hanno poggiato la testa sono le sue ma, dopotutto, le avrebbe messe a loro disposizione in ogni caso.
C’è da dire che questo Dottore riesce anche ad intrigarlo ma forse è l’effetto combinato degli occhi di Blue, rapiti dallo schermo, e della mano di Henry che stringe la sua ogni volta che c’è qualcosa che vuole fargli assolutamente vedere.
«Rick, ma lo sai che tu somigli un po’ a Dottore?» gli chiede il suo ragazzo e Gansey si stringe nelle spalle prima che la voce di Blue si aggiunga al coro.
«La tua Camaro è anche più grande all’interno.» dice, convinta, la sua fidanzata prima di beccarsi un’occhiataccia. 
Lui non è quello strano tizio con il papillon e l’aria da vecchio professore e, di certo, gli altri due non sono i Pond, fine della storia, la sua Camaro è forse anche più malconcia di quella cabina blu.


Però ad Henry piace Doctor Who ed ora anche Blue pare essersi appassionata alla serie, a lui continua a non piacere per davvero e non capisce come sia possibile ─ «Nerdate storiche, Rick, la tua vita!» aveva ripetuto l’altro per settimane.
Quel che gli piace, invece, sono quei pigri pomeriggi sul divano mentre fuori piove e non ha altro da fare perché ha del tempo da sprecare e solo ora ha imparato come si fa, perché sprecarlo così, con Blue che gli ruba le coperte perché «Volevo baciarti prima io!» ed Henry che si prende il suo tempo per farle dispetto, non ha prezzo e non gli importa davvero di quell’orologio che ha abbandonato da qualche parte.

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