Neighbour.

di xxpetruzxx
(/viewuser.php?uid=736653)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meeting. ***
Capitolo 2: *** Lobe kiss. ***
Capitolo 3: *** Ashton. ***
Capitolo 4: *** Luke. ***
Capitolo 5: *** Goodnight babe. ***
Capitolo 6: *** Harley Davidson. ***
Capitolo 7: *** Dishes. ***
Capitolo 8: *** Almost - Date. ***
Capitolo 9: *** Alone. ***
Capitolo 10: *** Cotton candy. ***
Capitolo 11: *** Trip. ***
Capitolo 12: *** Surprise. ***
Capitolo 13: *** I like him. ***
Capitolo 14: *** Betrayed. ***
Capitolo 15: *** Kiss. ***



Capitolo 1
*** Meeting. ***


<<Belle sbuffò per la centesima volta, pensando che se la scuola fosse stata un campo da calcio, lei non avrebbe mai segnato un punto. Osservò il foglio avidamente, come se il problema potesse risolversi da solo. Una cosa che la faceva imbestialire era il non riuscire a svolgere qualcosa, poteva essere un compito in classe – come in questo caso – oppure addirittura cucinare qualcosa. Perché lei era davvero impedita ai fornelli, forse troppo orgogliosa per ammetterlo davanti alle persone.
 Sua madre era una cuoca, e quando da piccola la vedeva impegnarsi e dedicarsi al suo lavoro, lei la guardava ammirevole, pensando che forse avrebbe potuto seguire la stessa strada della madre. Ma no. La sorte volle che lei, in quel freddo pomeriggio d’Ottobre, fosse lì, a studiare Economia all’Università. Che poi “studiare” si fa per dire, visto che si ritrovò a guardare fuori dalla finestra, sperando che quelle nuvole potessero portarla via nel cielo e farla sentire più leggera.

A Belle piaceva molto la fotografia, tant’è che riuscì a riempire ogni spazio della sua camera con foto di ogni genere. C’erano diversi soggetti, ma a lei piacevano molto i tramonti. Il modo in cui ogni sera i colori si alternavano, dando origine ad un bellissimo cielo colorato che le avrebbe fatto compagnia per qualche minuto. Ma era inverno, e pioveva a dirotto praticamente ogni settimana. Per questo Belle non era di buon’ umore, perché anche la cosa che la faceva star bene trovò una fine, sebbene temporanea.
Il padre, manager di un’azienda, l’aveva convinta – per non dire costretta – a scegliere il suo stesso ramo, dicendo che la fotografia fosse un hobby e non un lavoro. Belle si sentiva un po’ in prigione, e paragonò quell’accaduto alla mamma, che da piccola le negava il cioccolato, dicendo che faceva male allo stomaco e ai denti. Ma infondo i suoi genitori avevano fatto enormi sacrifici per mandarla a scuola, e non farle mancare un piatto caldo ogni giorno. Per questo si ritrovò ad obbedire, ‘che di deluderli non le andava tanto.


Scosse la testa come per ritornare sulla Terra, come se avesse fatto un giro per l’Universo e si fosse dimenticata di atterrare. Morse più volte il tappo della penna guardando il foglio davanti a sé e sospirò alzandosi con il pezzo di carta. I suoi genitori ci sarebbero rimasti un po’ male certo, ma preferiva dire loro la verità, piuttosto che mascherare tutto con un sorriso falso. Si comportava così solo con i suoi, nel senso, era un libro aperto solo in famiglia. In pubblico era tutt’altra persona. Non guardava in faccia a nessuno, era molto riservata e parlava solo se qualcuno la interpellava. Cioè praticamente nessuno. A volte si ritrovò a rispondere alle domande dell’insegnante e parlare con qualche compagno del suo corso, ma niente più. Era piuttosto timida quando si parlava di interagire con qualcuno. Per questo pensò che si sarebbe laureata senza problemi o complicazioni, e sarebbe partita per Los Angeles, la terra delle opportunità. Nessuno le avrebbe intralciato il cammino, o almeno quello era il suo intento.
 
Posò il foglio sulla scrivania ed uscì, ‘che di stare in quella stanza non le andava più. Chiamò subito sua madre per darle la notizia e al contrario di quello che pensava, disse che l’importante era provarci. Tralasciò la parte del provarci (perché lei non si era nemmeno sforzata di farlo) e annuì come se potesse vederla.
Camminò fra i corridoi parlando al telefono annuendo ogni tanto in risposta, e si fermò alle macchinette, sentendo improvvisamente fame. Salutò velocemente la madre e ripose il telefono in tasca, prendendo successivamente delle monetine dalla tasca posteriore.
“Faccio io.” sentì una voce cristallina alle sue spalle e si girò, confermando la sua ipotesi. Fece un piccolo sorriso guardandolo e scosse la testa.
“N-non ti preoccupare davvero.” riuscì a mormorare timidamente, ma il ragazzo aveva già pagato e preso la barretta. Gliela porse sorridendo e Belle si sentì arrossire senza preciso motivo. Ecco perché a volte voleva rinchiudersi in casa e aspettare la sua lettera da Hogwarts, che non sarebbe di certo arrivata. A Belle piaceva molto la saga in questione, tant’è che qualche anno prima costrinse la zia a comprarle tutti i film e i libri. Ogni tanto rileggeva i libri e riguardava i film. Le sarebbe piaciuto vivere in un castello predominante dalla magia, e fare tutte quelle pozioni di colori e gusti strani. Girovagare per quei corridoi e correre sulle scale, “perché alle scale piace cambiare” si ricordò mentalmente.

Tornò a guardare il ragazzo e lo ringraziò flebilmente, iniziando a mangiare la barretta che tanto le piaceva. Osservò il ragazzo fare lo stesso e si ritrovò a soffermarsi sulla sua canotta. Anche a lei piacevano i Rolling Stones, ma non era una fan accanita. Forse sapeva solo le canzoni a memoria, visto che il padre le metteva in continuazione quando era piccolina. Si ritrovò comunque a sorridere e a distogliere lo sguardo, prendendo un altro pezzo del cioccolato.
“Allora…tu uhm ci hai capito qualcosa di quella verifica?” se ne uscì il ragazzo, facendola sussultare leggermente. Lei spostò lo sguardo su di lui e scosse la testa. I due erano nello stesso corso e ogni tanto chiaccheravano sul più e il meno. In realtà parlavano solo di Economia, non che a lei importasse particolarmente di parlar d’altro.
“No Ashton.” iniziò la ragazza buttando la cartaccia rimasta in mano, “In realtà dovrei prendere ripetizioni perché non ho capito niente.” affermò sinceramente guardandolo leggermente. Non le piaceva guardare negli occhi una persona, la metteva a disagio. Quelli di Ashton erano amichevoli e forse dolci, quindi si ritrovò a fissarlo un po’, aspettando una risposta da parte sua che non tardò ad arrivare.
“Idem. Solo che non voglio spendere soldi per ripetizioni o cazzate del genere.” sospirò aggiustandosi la bandana rigorosamente rossa. Belle annuì in conferma, sapendo che anche lei non avesse tutti questi soldi da spendere per l’Università. Era già tanto se riusciva a pagare l’affitto di casa sua. Gli insegnanti l’avevano incoraggiata ad usufruire dei dormitori ma lei rifiutò quasi subito, non volendosi trovare con un compagno di stanza che non si faceva i fattacci suoi. Oppure peggio ancora trovarsi qualcuno nel suo letto, di certo non per dormire.

Guardò l’ora e poi Ashton, che era ancora lì che la guardava. A volta la metteva in suggestione, soprattutto in quel momento che la fissava. Cercò di non pensarci e prese la borsa che aveva appoggiato su una sedia lì vicino.
“Ashton ci vediamo domani.” iniziò la ragazza in fretta e furia. Doveva assolutamente ritornare a casa per pagare l’affitto a Rosie, la proprietaria del condominio.
“Hey domani ti va di prendere un caffè dopo scuola?” chiese leggermente imbarazzato, grattandosi il retro del collo. Belle si ritrovò spiazzata ma annuì energicamente. Infondo era un bravo ragazzo e non aveva problemi.
“Certo ma devo andare!” confermò correndo verso l’uscita. Cercò di calmare il suo cuore, non tanto per la corsa ma per l’invito del ragazzo. Non le piaceva in quel senso Ashton, ma era felice di uscire finalmente un po’ con qualcuno che non fosse il suo migliore amico.
Parlando del diavolo spuntano le corna.

“Hey cretino.” lo salutò guardandolo seduto sui gradini di casa sua. Rise a quella scena e lo fece alzare, prendendo le chiavi della porta.
“Da quanto aspetti qui?” chiese Belle facendolo entrare dopo di lei.
“Qualche minuto.” rispose salendo le scale del condominio. Guardò la porta di Rosie che viveva appunto al primo piano, e guardò Calum.
“Cal tu entra, io ti raggiungo.” disse la ragazza dopo avergli lanciato che prese rigorosamente al volo. Gli disse che doveva pagare l’affitto e lui annuì alzando le spalle, e raggiunse la porta di casa sua.
Dopo qualche minuto Belle salutò Rose uscendo da casa sua, e salì le scale fischiettando. Quando aprì la porta rise guardando Calum spaparanzato sul divano. Scosse la testa entrando e si tolse la giacca appendendola all’ingresso. Fece un sospiro di stanchezza e sollievo, e guardò Calum avvicinarsi a lei.
“Non è mica casa tua questa eh.” rise la ragazza andando in cucina. “Per quanto ti voglia bene devi adattarti alle mie regole.” continuò sorridendo. Calum fece il labbruccio, e Belle penso che fosse davvero adorabile.
“Sei noiosa principessa.” affermò col broncio, e la affiancò in cucina, osservandola. Conosceva Calum da tre anni ed era davvero felice di averlo nella sua vita. Era il suo unico amico (si ritrovò a pensare se Ashton fosse il possibile secondo) e gli voleva tanto bene. Erano come due fratelli separati dalla nascita e la andava a trovare ogni giorno, forse per farla sentire meno sola o forse perché si annoiava.
“Non chiamarmi così.” disse ridendo, tagliando le carote. Aveva intenzione di cucinare una minestra, ma anche Calum la guardava con la fronte corrugata, sapendo che lei era una frana in cucina. Per questo quando lei rispose ai suoi dubbi, lui scoppiò in una fragorosa risata, che si poteva sentire benissimo dalla strada. Lei prima lo guardò offesa e poi scoppiò a ridere guardandolo. Gli voleva davvero bene.
 
 
“Dv dir k è bnisimh.” provò a dire il ragazzo a bocca piena, facendo ridere Belle. Era davvero buffo.
“Cosa?” chiese guardandolo e prese un po’ di minestra portandosela alla bocca. Stranamente era venuta bene, ecco non era perfetta ma almeno mangiabile.
“E’ buona.” sorrise Calum guardandola. La ragazza sorrise a trentadue denti e annuì ringraziandolo. Almeno una soddisfazione l’aveva avuta quel giorno. Quando finirono di mangiare, Calum si offrì di lavare i piatti ma lei rifiutò. Infondo era lui l’invitato e lei doveva lavarli. Così il ragazzo la affiancò semplicemente, guardandola alzarsi le maniche e legarsi i capelli.
“Non sapevo che qualcuno si trasferisse alla porta accanto.” se ne uscì, facendo cadere il bicchiere dalle mani di Belle. Lei lo guardò confusa e riprese il bicchiere da terra, che per fortuna era ancora integro. E quando l’avrebbe saputa questa notizia?
“Non li hai visti i pacchi fuori dalla porta?” chiese seriamente Calum guardandola. A volte pensava che la sua migliore amica vivesse fra le nuvole.
“No…” affermò pensierosa posando lo straccio, per poi guardarlo. Forse era troppo presa dalla giornata e non aveva notato dei cartoni davanti alla porta accanto. O forse non le importava veramente. Sarà stato un altro studente universitario, o peggio qualche gruppetto di ragazze poco di buono. Sperava solo che le pareti fossero abbastanza spesse da non sentire cose strane.

Era immersa da domande e non si accorse di aver aperto la porta e che stava guardando la porta accanto. In effetti c’erano dei pacchi fuori, e la porta era semi aperta. Calum la spinse leggermente e lei lo guardò male.
“Dai vai a presentarti.” la incoraggiò toccandole la spalla. Lei scosse la testa e rientrò in casa, seguita da Calum. Lo avvisò che andava a farsi una doccia e salì le scale andando in bagno. Si spogliò e si rilassò lavandosi i capelli e il corpo. Ultimamente era davvero stressata a causa degli esami e non aveva avuto nemmeno un briciolo di tempo per sé. Così decise di rimanere un altro po’ sotto al getto d’acqua, come se il vapore potesse annebbiare tutti i pensieri negativi.
 
Dopo qualche minuto uscì dalla doccia e si avvolse nell’asciugamano. Devo assolutamente comprare un accappatoio, pensò guardando la grandezza di quell’asciugamano. Asciugò velocemente i capelli e li raccolse in una crocchia veloce, uscendo dal bagno.
“Cal?” guardò in camera sua e non c’era. Le sarebbe dispiaciuto se se ne fosse già andato. Infondo era arrivato da poco, e aveva voglia di guardare qualche film con lui e mangiare patatine fino a finirle tutte. Passava praticamente ogni giorno con Calum, salvo suoi imprevisti di lavoro. Era diventata un’abitudine vederlo girare per casa, o magari sentirlo imprecare contro il televisore perché la sua squadra preferita stava perdendo. A lei non era mai piaciuto il calcio ma glielo lasciava vedere, perché infondo era il minimo che poteva fare per ricambiare la sua amicizia.
Calum l’aveva vista piangere, ridere, e anche in costume da bagno. All’inizio era molto imbarazzata ma si abituò quasi subito e lui la tranquillizzò dicendo che non aveva intenzione di stuprarla o cose del genere. Si ritrovò a sorridere a quel pensiero e scese le scale chiamandolo.

Si fermò nei suoi passi quando sentì delle voci parlare nella sua cucina. Prese in considerazione l’ipotesi che Calum, ormai andato via, avesse lasciato la porta aperta e chissà, magari qualcuno era entrato. Deglutì aspettandosi il peggio e si avvicinò alla cucina, tranquillizzandosi sentendo la voce del suo migliore amico, affiancata però da un’altra…
“Cal?” lo chiamò entrando in cucina, facendolo girare quasi subito. Calum sorrise guardandola e si avvicinò a lei.
“Si principessa?” chiese alzando un sopracciglio. Le guardò velocemente l’asciugamano ridacchiando. “Mi sa che devi cambiarti.” mormorò come per non farsi sentire. Lei lo guardò confusa, non era la prima volta che la vedeva con l’asciugamano, sarà stata la terza volta. Ma quando spostò lo sguardo dietro di lui, notò un’altra persona.
“Lui è il tuo vicino.” disse Calum indicando un punto dietro a sé. Guardò prima Calum e poi il ragazzo, come per capire cosa stesse succedendo. Il ragazzo sconosciuto le guardò il corpo mordendosi il labbro, e lei avrebbe tanto voluto scomparire. La ragazza arrossì violentemente tenendosi l’indumento stretto al corpo, e abbassò lo sguardo mormorando un “Ciao” flebile.
Il ragazzo misterioso si avvicinò ai due e sorrise guardando Belle.
“Piacere Michael. Tu dovresti essere principessa…?”
“Belle.” mormorò alzando lo sguardo, notando i suoi grandi occhioni verdi guardarla. Lui annuì sorridendo.
“Ecco perché ti chiama principessa.” constatò guardando ancora la ragazza. Lei non riusciva a smettere di arrossire, e si sentì un po’ stupida e si maledisse mentalmente per aver quel carattere così riservato. Lui d’altra parte, era come se si divertisse a farla arrossire e continuava a guardarla. Non era brutta anzi, per lui era davvero bella.
“Già. E poi è così timida e seria che sembra davvero una principessa.” sorrise Calum guardando il presunto Michael.
Quest’ultimo non riusciva a togliere gli occhi dal suo corpo e distolse subito lo sguardo quando notò Calum osservarlo con un ghigno malizioso.

“Devo andare. Devo ancora finire di disfare le mie cose.” disse Michael guardando Calum. Lui annuì e lo accompagnò alla porta, seguito a ruota da Belle. Anche la ragazza lo osservava curiosa, e si ritrovò a pensare ad Ashton. Il modo in cui si vestivano era molto simile, e sorrise leggermente senza un motivo preciso.
“Belle?” scosse una mano davanti al viso della sua migliore amica per risvegliarla dai suoi pensieri. Lei guardò Calum darle un bacio sulla guancia e mormorare “Ci sentiamo domani ho un problema a casa.” e lo vide uscire. Rimase confusa allo stipite della porta e non notò Michael guardarla curioso.
“Sei davvero strana.” affermò senza pensarci il ragazzo. Lei lo guardò alzando un sopracciglio, chi era lui per giudicarla? Neanche la conosceva, pensò la ragazza.
“Che ci fai ancora q-qui?” riuscì a chiedere guardandolo. Lui fece l’occhiolino e aprì la porta di casa sua. Belle rimase lì a guardarlo imbambolata e lui si girò sentendo il suo sguardo addosso.
“Non mi consumare piccola.” mormorò con un sorrisetto guardandola. Lei spalancò gli occhi ed arrossì violentemente, chiudendogli la porta in faccia. Lo sentì ridere e si allontanò dalla porta come se fosse in imbarazzo. Beh in effetti lo era, e anche molto.
Sarebbe stato un anno particolare.









HEEEEEEEEY!
Ciao bellissime persone, sono tornata con una nuova storia.
Mi era mancato scrivere e così ho pensato di fare una sorpresina.
Spero non siate svenute vedendo l'immagine sopra *indica col dito* e spero che sarete
abbastanza sobrie per recensire!
Vi aspetto e al prossimo capitolo!
Sony xx




 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lobe kiss. ***


<<Fece mente locale guardando il carrello. Avrebbe dovuto prendere tutto il necessario per mangiare per una settimana. Non era facile mantenersi, soprattutto quando il tuo migliore amico scroccava tutto quello che trovava, senza nemmeno chiedere il permesso. Non che a lei importasse molto, conosceva Calum e non si aspettava di certo ringraziamenti o cose simili. Era semplicemente “Cal” come lo chiamava lei; un ragazzo sempre sorridente e premuroso, protettivo come un fratello ma severo come un padre.
Quando si arrabbiava non c’era spazio per la sua gentilezza. Il Calum dolce e carino spariva e compariva un uomo più responsabile e serio. Ma per fortuna Belle non aveva assistito più di tanto a quelle scene, anche perché non le sarebbe piaciuto viverle in prima persona.
Prese i biscotti che tanto le piacevano e si diresse verso la cassa. Era appena uscita dalle lezioni mattutine del College e per sfortuna Ashton le disse che aveva avuto un problema all’ultimo momento, per questo le chiese di rimandarlo alla sera stessa. Belle rimase un po’ spiazzata ma si ritrovò ad annuire, anche perché non poteva di certo dirgli che era sempre a casa ad annoiarsi. Così si scambiarono i numeri e lui scappò via.
Belle sperò davvero che non gli fosse successo qualcosa di grave. A volte era come Calum, si preoccupava troppo delle cose che le accadevano intorno. Decise di non pensarci più ed aprì il portone sospirando. Solo Dio sapeva quanto fosse stanca, e si ritrovò ad immaginare se stessa in un grande parco, con un tramonto bellissimo e tanti fiori.

Ma ovviamente ritornò sulla Terra solo quando vide quel “bellissimo” ragazzo davanti a sé.
Belle pensava che fosse un ragazzo carino, anzi, molto attraente. Però tutto si sbriciolava quando iniziava a parlare. O meglio, a parlarle. Con Calum sembrava andare d’accordo…

“Quelli sono per me vero?” chiese sfacciatamente indicando col mento in biscotti, con le braccia incrociate. Belle si prese un attimo per osservarlo e si, era davvero bello appoggiato al muro, con quei suoi jeans neri fin troppo attillati e quelle sue camice colorate.

“Uhm?” chiese avvicinandosi guardandola. Lei lo guardò alzando un sopracciglio e prese le chiavi di casa allontanandosi.

“Perché sei qui fuori Clifford?” rispose aprendo la porta di casa e girandosi per guardarlo. Lui alzò un sopracciglio con un ghigno sul viso.

“E tu dove sei stata?” chiese alludendo alle buste della spesa.

“Sto aspettando Cal.”

“Comunque fate una bella coppia voi due.” buttò lì dopo qualche secondo. Belle rise facendo comparire una fossetta sulla guancia destra e lo guardò. Michael sorrise vedendola ridere, visto che non l’aveva mai fatto in quei pochi giorni che aveva alloggiato in quel condominio. Lei arrossì senza motivo e si girò di schiena mordendosi il labbro.

“Non stiamo insieme.” borbottò decisa ad entrare in casa quando una voce giocosa la chiamò.

“Principessa!” esclamò Calum raggiungendola sorridendo. Lei sorrise guardandolo e lo abbracciò calorosamente.

“Hey Cal.” gli baciò la guancia e si staccò, sentendo uno sguardo bruciarle addosso. Infatti Michael la stava guardando pensieroso. Belle distolse lo sguardo con le gote rosse e si concentrò su Calum.

“Hey stai bene? Sei tutta rossa.” ridacchiò Cal toccandole una guancia con l’indice. Sentì una risata provenire da dietro di lei, e in quel momento voleva tanto raggiungerlo e dargli un pugno in faccia.
Calum alternava lo sguardo fra i due soggetti con un sorrisetto malizioso. Sapeva che c’era una specie di connessione fra quei due, ma erano troppo stupidi per abbottonare il loro amore. O forse era ancora troppo presto.

“Come va Michael?” chiese Calum iniziando a parlare. I due continuarono a parlare per qualche minuto, ridacchiando qua e là. Belle si sentiva d’intralcio e quindi entrò in casa. Iniziò a sistemare la spesa nel frigo e nelle ante della cucina e quando finì si ritrovò Cal in divano come al solito.

“Film?” chiese col labbruccio. Belle sorrise e annuì sedendosi accanto a lui. Fece partire un film a caso e spense le luci, godendosi quel momento di riposo.
 
 
 
Dopo un paio d’ore suonò il campanello. Belle emise un verso di disapprovazione e si ricordò che Calum era in bagno, quindi era proprio lei a dover aprire la porta. Piagnucolò trascinandosi verso l’oggetto in questione.  Si stava finalmente addormentando e si fermò nei suoi passi ricordandosi che doveva uscire con Ashton. Presa dal panico guardò l’orologio e corrugò la fronte notando l’ora. Non poteva essere in anticipo di due ore…?
La conferma arrivò solo quando vide quella faccia d’ebete guardarla sorridente.

“Hey piccola.” sorrise Michael facendo l’occhiolino. Belle arrossì a quel nomignolo e lo guardò stancamente.

“Che vuoi Clifford?” rispose sbuffando Belle, ‘che di parlare non ne aveva proprio voglia. Tantomeno con lui.

“Ho finito il sale e sai, ho pensato che la mia simpaticissima vicina potesse prestarmene un po’.” dichiarò deciso, come se Belle avesse davvero avuto voglia di dargli il suo sale. Lo guardò un po’ indecisa e sospirò annuendo. Infondo non si poteva dire di no a quel bel faccino che si ritrovava. Così si trascinò in cucina.

“Hai una bella casetta.” constatò guardandosi attorno. Belle si trattenne davvero dal mandarlo via a calci in culo.

“Non ti avevo detto di seguirmi.” affermò passandogli finalmente una busta di sale. Lui la prese ringraziandola leggermente – cosa che sorprese anche la ragazza  – e andò in salotto.

“Ti voglio fuori quando scendo!” minacciò guardandolo e salì le scale, incontrando Calum di sopra.

“Fai andare via quel cretino.” supplicò Calum, che annuì leggermente prima di scendere. Belle guardò l’orario e aveva ancora un’ora e mezza per prepararsi. Prese un gran respiro ed aprì l’armadio andando in panico. Insomma era un appuntamento o no? Ashton aveva quelle intenzioni o voleva essere semplicemente capito da amico? E se non avesse fatto una buona impressione?
Prese un vestito che non aveva mai messo (perché non era ragazza da vestiti) e se lo provò. Non era così male alla fine e quindi decise di tenerselo addosso per il resto della serata. Si mise dei tacchi abbastanza bassi e si truccò leggermente, giusto per non sembrare un cadavere. Per fortuna si era fatta la doccia ore prima e per questo si premiò mentalmente.
Raccolse velocemente la borsa e notò un messaggio di Ashton nel telefono:
 
Ash xx
Ultimo accesso alle ore: 20:02
Heyyy scusami sono in ritardo, fra 10 minuti parto e ti vengo a prendere. Scusa ancoraaa xx A dopo ;)
 
Belle fece un sospiro di sollievo come se quei dieci minuti in più potessero salvarla magicamente, e scese le scale.
“Cal?” chiese guardandosi intorno. Trovò un bigliettino in cucina e lo prese confusa. Non si capiva niente ma cercò comunque di decifrare la sua scrittura.
 
Principessa mi hanno chiamato da lavoro, scusa se non ti ho salutato! Ah e ho provato a mandare via quel cretino ma non ce l’ho fatta :(                                                        
Buona fortuna con Ashton, baciiiiiiii xx
 
Belle rilesse più volte il bigliettino e girò la testa sentendo un rumore provenire dal salotto. Non dirmi che quel cretino è ancora qua, pensò andando verso il divano. Sembrava dormisse. Belle non sapeva cosa fare: voleva tanto mandarlo via, dicendo che era il suo divano ed era la sua casa, ma d’altra parte le piaceva vederlo dormire. Aveva la faccia corrugata come un cucciolo bastonato, e il naso era leggermente arricciato.

Belle sospirò scendendo poco dopo con una coperta e si sedette accanto a lui coprendolo. Fosse stata per lei, l’avrebbe pure svegliato e mandato a quel paese (cioè la porta accanto) ma si trattenne e lo guardò per un tempo indeterminato. Dopo alcuni secondi Michael mugugnò nel sonno, prendendole il braccio e facendola cadere accanto a lui. Lei sussultò leggermente quando le circondò i fianchi con le braccia e riprese a respirare pesantemente.
Arrossì violentemente a quel contatto e si staccò alzandosi, cercando di non averlo svegliato.

“Dove vai?” mugugnò con voce roca il ragazzo, che a quanto pare era appena stato svegliato. Cosa divertente il fatto che Belle pensava che dormisse. E invece era stato sveglio e conscio per tutto il tempo. Ma questo non gliel’avrebbe detto per ora.
Si fermò nei suoi passi e si girò guardandolo. I suoi occhi erano leggermente socchiusi e i suoi capelli erano tutti scompigliati. Lui la guardò battendo le ciglia e si ritrovò ancora una volta a guardarle le gambe. Deglutì leggermente quando la sentì parlare.

“Devo uscire quindi o rimani qui o vai via.” disse controllando il telefono per poi continuare. “Anzi no vai direttamente via.” affermò mettendo il telefono nella borsa.
Michael d’altra parte voleva rimanere lì sul divano, magari con della cioccolata calda e lei che rideva. Ma cercò di non fantasticare troppo e sbadigliò – per finta  – sedendosi. La guardò ancora una volta e aprì bocca per parlare.

“Con chi esci vestita…così?” chiese arricciando il naso guardandole il vestito. Non poteva non pensare che le stesse d’incanto.

“Con un ragazzo.” ripose nonchalance guardandolo. Aveva le gote più che rosse e sentiva di poter scoppiare da un momento all’altro.

“Ah.” rimase Michael. “Lo conosco?” continuò poco dopo incuriosito. Belle sbuffò, di certo non erano fatti suoi.

“No e ora vai via da casa mia che devo andare.” ribadì la ragazza sospirando. Michael si alzò e si stiracchiò dicendo qualcosa come “sisi calmati.” “me ne vado.”
Gli passò la busta di sale che era ancora lì, e lui la ringraziò nuovamente guardandola. Non le piaceva essere guardata da lui, la metteva davvero in imbarazzo. Soprattutto quando lui si avvicinò un po’ troppo e le lasciò un bacio umido sul lobo sussurrando un

“Dì al ragazzo che sono un po’ geloso piccola.” per poi sparire dalla sua vista.
Belle riprese fiato come se non avesse respirato per gli ultimi secondi e si guardò intorno, constatando che finalmente se n’era andato.






Mikey che ti osserva ( <3 )
                             



FOTO VESTITO :P

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ashton. ***


<<L’ appuntamento con Ashton stava andando più che bene.
Dopo averla presa da casa sua, Ashton la portò in una piccola tavola calda. E quando dico piccola era davvero piccola. Ma infondo era accogliente, e Belle sorrise cordialmente al cameriere quando prese le loro ordinazioni.

“Mi piacciono le ragazze con appetito.” affermò sorridendo a trentadue denti. Belle arrossì leggermente e alzò le spalle, guardandosi le mani.

“Si beh…mi piace mangiare.” ridacchiò confermando quello che aveva ipotizzato il ragazzo.
I due iniziarono a mangiare e parlarono del più e del meno.
Ashton era all’ultimo anno di College e non vedeva l’ora di laurearsi. Le raccontò un po’ di sé, di quanto gli piacesse suonare la batteria, o di quanto gli sarebbe piaciuto formare un band. Anche Calum sapeva suonare, il basso però.
Le disse che lavorava part-time – come lei d’altronde  – in un negozio di ricambi per moto e macchine. Non pagavano molto ma a lui bastavano. Condivideva l’appartamento con “Luke”, un suo coetaneo e per lo più suo migliore amico da anni. Disse che sarebbe stato davvero felice di farle conoscere Luke, e che un giorno l’avrebbe fatto.
Belle per un momento si sentì a suo agio e iniziò a raccontare qualcosa su se stessa. La sua passione folle per la fotografia, i suoi progetti per il futuro, del suo migliore amico e anche dei suoi genitori.
Ashton sembrava ascoltarla con piacere e quando salirono in macchina per tornare a casa, un po’ gli dispiaceva rimanere senza la sua compagnia. Era davvero solare e simpatica, un po’ come lui. Per questo quando parcheggiò sotto casa sua le chiese se potevano rivedersi.

Belle era stata davvero bene quella sera e perse la ricognizione del tempo, tant’è che quando vide l’ora vacillò un istante. Ma infondo non le importava più di tanto, anche perché non doveva dare conto a nessuno e il giorno dopo non avrebbe dovuto alzarsi presto per andare a lezione. Quando Ashton le chiese di rivedersi, i dubbi le offuscarono la mente. Lei non voleva che fraintendesse i suoi gesti; a lei Ashton piaceva come amico e, da quello che aveva capito, lei piaceva a lui in quel modo.
Ashton aspettava una risposta guardandola, mentre tamburellava con le dita sul manubrio. Gli sarebbe davvero piaciuto conoscerla meglio, e in che modo se non invitarla fuori? Di certo all’Università si vedevano rare volte e parlavano in modo generale e frettoloso. Giustamente non potevano fermarsi ogni volta che si vedevano nei corridoi, per questo ogni tanto Belle faceva finta di ignorarlo per non fargli fraintendere niente.
Belle però, si ritrovò ad annuire a quella proposta. Infondo è solo un’uscita, ragionò nella sua mente. Ashton la abbracciò in risposta, e lei ricambiò, leggermente a disagio. Gli augurò di dormir bene e salì le scale sbadigliando. Era davvero stanca morta, e i tacchi non aiutavano di certo.
Entrò in casa lanciando letteralmente la borsa sul divano e salì direttamente al piano di sopra. Peccato che era troppo stanca per ricordarsi di aver lasciato la porta aperta. Fece un gran sbadiglio e iniziò a struccarsi velocemente per poi buttare i dischetti di cotone nel cestino.
 
 
 
Michael non aveva chiuso occhio.
Non riusciva a non pensare a Belle e al suo appuntamento. E se qualcosa fosse andato storto? E se lui aveva provato a portarsela a letto? E se ci era riuscito?

Si rigirò fra le coperte cercando di non pensarci ma pochi minuti dopo sbuffò alzandosi. Guardò l’ora e notò che era davvero tardi. Non doveva essere sveglio alle tre di mattina, ma la sorte aveva deciso così. Si alzò pigramente e raggiunse la cucina, dove bevve mezzo assonnato un bicchiere d’acqua. Infondo a lui non doveva importare quello che faceva la ragazza. I due si odiavano a quanto pare, e lui non avrebbe fatto il minimo sforzo per cambiare la situazione. A lui piaceva sfotterla, farla arrossire con le sue parole e i suoi gesti. Si sentiva superiore, e questo senso di superiorità non faceva altro che aumentare il suo ego. Non che fosse una cosa buona, anzi. Ma Michael era così: viveva la vita giorno per giorno, e prendeva le cose come gli capitavano, che fossero belle o brutte lui trovava sempre un rimedio a tutto.
Ma cosa succede quando c’è il cuore di mezzo? Anche lì poteva trovare una soluzione rapida ed indolore? Oppure doveva soffrire per la prima volta?
Posò il bicchiere nel lavandino e si pulì la bocca con un tovagliolo. Diede un veloce sguardo fuori dalla finestra e, con sua grande sorpresa, notò una macchina posteggiata sul vialetto del loro condominio. E chi poteva essere, se non quel coglione di Irwin?
Cos’è, adesso lo andava a trovare anche di notte? Quella faccenda l’avevano sigillata con un enorme litigio, e non aveva voglia di rivederselo davanti casa sua senza motivo.
Dovette sbattere le palpebre più volte prima di capire che era in compagnia.

Di Belle.

Strinse i pugni facendo sbiancare non poco le nocche, e assottigliò lo sguardo sentendo una scarica di adrenalina passargli per tutto il corpo. Avrebbe tanto voluto menarlo e mandarlo all’ospedale, ma voleva vedere il finale di quel patetico appuntamento.
Si abbracciarono e Michael distolse lo sguardo, sentendo un nodo alla gola. Non sapeva perché ci teneva così tanto ai due, visto che ormai si era capito che non era lì per lui, ma per lei.
Ed era proprio questo che lo faceva imbestialire: Irwin era conosciuto come lo sciupafemmine, uno di quelli che ti porta a letto e il giorno dopo manco ti guarda in faccia. Ecco chi era. Non che Michael non lo fosse. Ma almeno era un po’ più cauto e rispettoso nei confronti delle persone, soprattutto per quanto riguardava le ragazze.
Si anche lui aveva avuto un paio di storie, ma niente di particolarmente serio. Poi il resto lo sapeva solo lui. Seguì Belle con lo sguardo fin quando Irwin sparì con la sua Porsche da bambino viziato, almeno questo pensava Michael. Indeciso sul da farsi, tornò in camera come un razzo e si mise una maglietta a caso (tanto i pantaloni già li indossava) e socchiuse la porta di casa uscendo. Avrebbe dovuto chiedere spiegazioni a Belle, e anche subito.

Solo all’idea dei due appiccicati sopra un letto gli faceva venire il voltastomaco, figuriamoci sentirli. Ma ci fu anche altro per il quale Michael entrò in casa di Belle di nascosto. Ma questo non lo sapeva nemmeno lui. Ovviamente Belle era stata talmente stupida da lasciare la porta aperta, e lui pensò che qualsiasi persona sarebbe potuta entrare. Anche questo doveva appuntarlo alla signorina.
Salì le scale pronto a dirgliene quattro, ma prima cercò di non inciampare nel buio. Per fortuna c’era qualche finestra nel corridoio, da cui trapelava la luce della Luna, per questo ringraziò mentalmente gli architetti dell’edificio. Non si degnò nemmeno di chiamarla, non sapeva se dormisse o se fosse in bagno. Sentì dei rumori provenire dalla sua stanza e non ci mise molto a capire che fosse lì. Si avvicinò alla porta socchiusa e la sentì sbadigliare sonoramente. Sorrise leggermente e si affacciò per guardarla. Ringraziò di nuovo mentalmente la lampadina che era in camera, che gli faceva vedere la figura girata di spalle.



Belle controllò per un’ultima volta il telefono e mandò un messaggio a Calum, dicendo che l’appuntamento era andato bene e che era tornata sana e salva. A volte quel ragazzo era troppo protettivo, verso di lei ma verso di tutti. Una volta aveva fatto tornare a casa sua sorella solo perché aveva detto che c’erano anche dei maschi ad un compleanno. E aveva sedici anni mica due. Col tempo aveva accettato la maggior età della sorella e così la lasciò andare. Neanche suo padre era così premuroso.
Belle si tolse quel vestito odioso e lo lasciò sulla sedia. Probabilmente non l’avrebbe indossato di nuovo e quindi non se ne curò più di tanto. Si tolse i tacchi e li ripose nell’armadio. Tremò dal freddo e si avvicinò alla finestra per chiuderla. Era sempre stata una persona freddolosa, anche d’estate aveva sempre bisogno di una coperta per coprirsi almeno le gambe. Chiuse la finestra e guardò nell’armadio alla ricerca di una maglietta per dormire.
 
 
 
Michael sembrava esplodere.
Si era promesso di non guardare ma l’istinto combatteva con l’orgoglio e così la osservò. Cazzo se sei bella, pensò ormai perso nei suoi pensieri. Si morse il labbro per reprimere pensieri poco casti ma ormai il suo corpo aveva reagito per conto proprio. Non sapeva se entrare e rischiare o andarsene. Ma era arrivato fin lì per cosa? Quindi optò per la prima, cercando di non fare troppo rumore o di spaventarla.
Belle intanto si era messa una vecchia maglietta che le arrivava a metà coscia e si maledisse mentalmente per aver dimenticato la felpa da Calum. Maledisse anche il soggetto, visto che ogni volta si dimenticava di portargliela. Fece il labbruccio guardando il letto, come se potessero apparire magicamente delle felpe morbide e calde.
Michael fece un passo incerto nella camera, facendo scricchiolare leggermente la porta che ormai era aperta.

Piccola?” mormorò con voce roca avanzando verso di lei.
Belle dovette stropicciarsi gli occhi come per confermare che la persona davanti a sé non fosse frutto della sua immaginazione. Si ritrovò a pochi passi da…Michael?

Clifford?” chiese confusa e allarmata allo stesso tempo. In quel momento aveva una persona nella stessa camera, e se non fosse stato Michael, probabilmente l’avrebbe uccisa o stuprata o rapita o…
Scosse la testa come per riprendersi e lo guardò. Era proprio lui.
Michael non sapeva cosa dire. Si era preparato una lamentela talmente lunga che se la scordò completamente quando se la trovò davanti. Si morse il labbro per reprimere il suo istinto da uomo (ovvero saltarle addosso) e distolse lo sguardo cercando le parole.
Belle non sapeva cosa pensare. Voleva tanto coprirsi e nascondersi sotto al letto, ma era troppo stanca per ribattere. Per questo non disse niente quando se lo ritrovò davanti.

“Ecco…io ti ho vista arrivare.” iniziò grattandosi il collo non sapendo da dove iniziare.

“Cos’è mi spii ora?” ribattè la ragazza un po’ infastidita da quell’affermazione. L’ultima cosa che voleva era essere controllata da qualcuno. Tantomeno da quel qualcuno.

“Come conosci Irwin?” chiese andando dritto al punto. Infondo era lì per quello, no?

“Intendi Ashton?” chiese guardandolo. Lui annuì leggermente non incontrando il suo sguardo confuso e curioso.

“Andiamo all’università insieme.”
A quelle parole Michael alzò il viso, come se avesse sentito che gli asini volano.

“Ti ha toccata?” chiese improvvisamente guardandola. Belle arrossì a quella domanda. Insomma non erano fattacci suoi quelli.

“Non ti interessa.” disse guardandolo alzando un sopracciglio.

“Invece si.” smentì il ragazzo guardandola.

“Ci siamo solo abbracciati.” sputò la verità alzando le spalle. Non che lei volesse di più da Ashton. E sinceramente fu felice del fatto che non avesse provato a baciarla.

“Belle fidati, non frequentarlo. Sembra tutto pane e chiesa ma c’è tutt’un mondo dietro.” la avvertì il ragazzo preoccupandosi.

“Tu non mi puoi dire con chi devo uscire o no! E’ la mia vita, non la tua!” alzò leggermente il tono di voce infastidita. Insomma si presentava alle tre di notte per dirle di non frequentare Ashton? Questo le faceva venir voglia di vederlo ancora di più, giusto per sbattergli in faccia la verità.
Ovvero che Ashton era un bravo ragazzo.

“Fai come cazzo ti pare, io ti ho avvertito.” e se andò, lasciandola confusa per la seconda volta in un giorno.






Mikey che la spia mlml (lol)







heeeeeeyyyyyy!
Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Commentateee, voglio sapere il vostro parere!
Se volete, potrei fare un #AskThem, ovvero un "capitolo" dove i personaggi di questa storia potranno rispondere alle
vostre curiosità. Così per divertirci. Quindi lasciate qui sotto le domande (le prenderò anche dai messaggi privati) e
loro risponderanno!
Alla prossima!
Sony xx




 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Luke. ***


<<Anche Belle non aveva chiuso occhio.
Non sapeva se incolpare la finestra che stranamente si era aperta da sola, – probabilmente si era rotta – e che quindi le faceva sentire un gran freddo, o la presenza che poco prima le aveva annebbiato i pensieri. Non aveva voglia di alzarsi per chiudere la finestra e quindi rimase nel letto a pensare.
Era decisamente tardi e avrebbe dovuto addormentarsi molto tempo prima, se non fosse stato per la comparsa di Michael.
Chi era per dirle cosa fare? Lei poteva uscire anche con un ragazzo diverso ogni sera, e a lui non sarebbe dovuto interessare niente. Poi non erano neanche amici, quindi ancora meglio. Solo perché è il mio vicino non giustifica il fatto che mi abbia spiato, pensò Belle. E infondo aveva ragione; ma Michael era, per la prima volta, incuriosito dalla ragazza. Non che le piacesse, o almeno questo pensava, ma la incuriosiva soltanto.
Per questo anche lui non chiuse occhio (non che prima ci fosse riuscito). Forse avrebbe dovuto baciarla così si sarebbe stata zitta, e chissà avrebbe anche ricambiato. Michael scosse la testa come per dire che lei non avrebbe mai ricambiato. A lei piaceva Irwin, il ragazzo dagli occhi dolci e dalle mille bandane colorate.

Sin da quando erano piccoli, Michael aveva sempre invidiato Ashton. Insomma lui era perfetto, coi suoi riccioli d’oro e quella risata contagiosa. Era simpatico, divertente e solare. Faceva ridere tutti, ed era considerato l’idolo delle ragazzine della città. Tipo il ragazzo irraggiungibile di cui si sente parlare nelle storie per adolescenti.
A nessuno importava di Michael. Lui era “il migliore amico di Ash” o “quello strano coi capelli colorati”. Niente più. Questo aspetto scaturì molte liti fra i due, tant’è che non si parlarono per mesi. Ma crescendo si erano ritrovati, ed erano diventati più uniti di prima.
Ma si sa, le cose cambiano. Soprattutto per Ashton cambiarono drasticamente. Il padre morì in un incidente stradale, probabilmente un frontale con un camion di taglia grande. Così Ashton, senza una figura paterna, entrò in depressione.
Michael rimase confuso quando pochi giorni dopo dall’accaduto, Ashton si presentò davanti porta di casa sua sorridendo. Lo fece entrare e parlarono del più e del meno, come se non fosse accaduto niente.
Pochi mesi dopo lo stesso Ashton si ritrovò a salutare il suo migliore amico dalla cella di una prigione. Michael non accettò mai l’arresto dell’amico, ma si sa che quando uno commette crimini viene portato lì. Un po’ gli dispiaceva vederlo là sotto, infreddolito e impaurito, ma se lo meritava.
C’erano altri rimedi per sfuggire alla droga, e lui non ci aveva pensato. Aveva preso la via facile per fare soldi. Ovvio che lo faceva per aiutare la famiglia, ma si poteva evitare di certo. All’epoca faceva la quarta superiore, e ovviamente non si era neanche diplomato. Rischiò persino di essere bocciato quell’anno, ma ce la fece con l’aiuto di un insegnante privato.
Non avendo il diploma, venne rifiutato da qualsiasi posto in cui facesse un colloquio di lavoro. Chiese per tutta Sydney, ma si rassegnò, pensando ad un modo facile e veloce per guadagnare. E ce la fece.

Quando uscì dalla galera – pochi mesi dopo – giurò a se stesso di non vendere più neanche un grammo. Ma, ovviamente, come si fa a dire di no agli amici? E quindi ritornò a spacciare per conto di un certo Matthew, probabilmente il loro capo, e diventò una specie di collegamento per i tossicodipendenti. Se fermavi uno e gli chiedevi di Ashton, loro sapevano chi fosse.
La parte peggiore non fu che era ritornato a spacciare, ma che ne faceva anche consumo. Una cosa tirò l’altra, e ben presto si ritrovò ad essere un drogato. Perché si, era quello che era diventato. Per questo quando si presentò sotto casa di Michael, un tardo pomeriggio di Agosto, quest’ultimo si allarmò.
Quando scese di sotto, Ashton lo abbracciò fin troppo calorosamente, e Michael lo osservò. Era fatto. Il ragazzo lo scosse per le spalle con le lacrime agli occhi, dicendo che non lo riconosceva più. Lui non era più l’Ashton di una volta, quello che ti faceva ridere anche quando eri giù, o quello che ti svegliava alle cinque di mattina solo per andare a comprare il latte al cioccolato che amava tanto.
No, non era lui. Ashton andò su tutte le furie e iniziò inconsapevolmente a picchiare Michael. Quest’ultimo non aveva armi con cui difendersi e inoltre Ashton era più muscoloso rispetto a lui. Per questo subì, fin quando non lo vide sfrecciare via con la sua Porsche. Michael si rialzò da terra a fatica e rientrò in casa, pensando che se lo avesse visto ancora, non avrebbe saputo come reagire.


Fissò la tazzina con il caffè, e ne bevve un sorso.

“Quindi cos’hai intenzione di fare?” chiese Luke guardandolo. Michael scrollò le spalle e guardò l’amico.

“Luke non lo so” sospirò il ragazzo. “Probabilmente lo lascerò fare come al solito, infondo chi sono io per rovinare i suoi piani?” chiese più a se stesso, prendendo un sorso del caffè ancora bollente. Luke guardò il suo amico e giocò col piercing al labbro, pensando ad una soluzione. Non piaceva vedere due dei suoi migliori amici in quel modo, ma purtroppo quando c’era di mezzo Ashton c’era poco e niente da fare.

“Cazzo Michael ragiona. C’è una ragazza di mezzo, e da quello che ho capito ci tieni a lei.” iniziò guardandolo negli occhi, come per confermare la sua ipotesi. “Non puoi fargli distruggere tutto quello che incontra, non più.” continuò abbassando lo sguardo sul caffè, torturandosi il labbro. Anche Luke era stufo di vedere Ashton tornare a casa tardi, non lo degnava nemmeno di uno sguardo e si chiudeva in camera a far chissà cosa. Si parlavano a malapena anche se Ashton andava a dire in giro che erano amici per la pelle e che facevano tutto insieme.

“E’ che non voglio prenderne altre.” sbuffò Michael finendo il caffè, posando la tazza nel lavandino. “Finchè non tocca Belle in quel senso siamo tutti okay.” cercò di confortarsi. La verità era che un po’ gli mancava Ashton, ma non voleva ammetterlo a se stesso.

“E io? Cazzo Michael ci vivo insieme e manco ci parliamo! E poi…” sbuffò aggiustandosi il ciuffo nervoso.

“E poi cosa?” lo incitò Michael a finire la frase.

“…e poi è pur sempre il tuo migliore amico. So che ci tieni ancora a lui.” ammise guardandolo. Michael annuì leggermente passandosi una mano sul viso, come per distanziarsi dai brutti pensieri. Gli avrebbe parlato ma non ora, quando aveva altro a cui pensare.

“Allora…com’è questa Belle?” chiese Luke imitando delle virgolette con le dita.

“E’ una ragazza timida e strana.” spiegò Michael pensando alla ragazza. Lui era tutto il contrario, gli piaceva dire la sua opinione senza sapere quella degli altri. Era un po’ un ribelle. “Un po’ come te.” affermò guardando Luke.
Il ragazzo annuì, leggermente interessato alla figura. Gli sarebbe piaciuto conoscere una ragazza normale, e non come quelle che si portava a letto il sabato sera dopo una lunga serata nei pub. Ma non disse niente a Michael, magari per non farlo arrabbiare. Belle era sua, anche se da quello che gli aveva raccontato Michael, appena si parlavano.
Il campanello suonò spezzando quel silenzio imbarazzante e Michael si alzò raggiungendo la porta. Sperò che si trattasse di Belle che magari aveva finito qualcosa, o che magari aveva voglia di vederlo soltanto. La seconda opzione gli fece fare un saltello al cuore. Il suo sorriso vacillò leggermente quando vide Calum sorridergli.

“Hey amico che succede?” chiese Michael facendolo entrare, per poi chiudere la porta. E se era successo qualcosa a Belle? Iniziò a preoccuparsi e lo raggiunse in cucina.

“Vi volevo proporre una cosa.” annunciò Calum guardando Luke. Non l’aveva visto prima quel ragazzo, ma pensò che fosse comunque affidabile.

“Spara.” disse Michael lanciandosi sul divano. La stanchezza iniziò a farsi sentire ma cercò di rimanere sveglio per ascoltare la sua proposta.

“Mega festa stasera a casa tua.” indicò Michael col mento.

“A casa mia? Perché non a casa di Bel-.”

“Perché ha detto che non vuole casino e gente che gli vomita in casa. E inoltre lei non viene stasera perché deve studiare per un esame importante.” lo informò Calum guardando prima Michael e poi Luke.
Michael sembrò pensarci su e annuì leggermente prima di guardare Luke. Quest’ultimo annuì all’invito e si alzò con Michael.

“Ah a Belle serve una felpa. La sua ce l’ha a casa mia, ma io ovviamente mi dimentico sempre di prenderla. Per questo gliene darò una tua e fingerò che fosse sua e che se l’era dimenticata da me.” disse Calum guardando Michael. Quest’ultimo sbuffò leggermente e tornò poco dopo con una felpa nera col cappuccio.
 
 
 
“Calum ti ho detto che sto studian-.”

“Tieni.” le porse la felpa di Michael e lei la prese ringraziandolo. Era abbastanza grande e quindi dedusse fosse di Calum. La indossò e notò che le arrivava a metà coscia. Ridacchiò leggermente e si aggiustò le parigine, che almeno lasciavano solo poca pelle scoperta.

“Vieni che hai ospiti.” annunciò Calum prima di scendere.
Ospiti? E da quando? A malapena entravano Calum e quel cretino a casa sua. Scese le scale e guardò il divano, notando la solita faccia d’ebete e un altro ragazzo. Subito lo sguardo di Michael incrociò il suo, e si sentì andare a fuoco. Distolse lo sguardo e lo posò sulla figura accanto a lui, che sembrava avesse visto un bocconcino di carne al posto di Belle. Guardò Calum in cerca d’aiuto. Era troppo imbarazzante come situazione.

“Luke.” iniziò Calum dopo averlo sentito nominare da Michael. “Lei è Belle. Belle lui è Luke.” presentò i due e sparì in cucina.
Belle si avvicinò a Luke e gli porse la mano guardandolo negli occhi color cielo. Non aveva mai visto occhi così belli. Luke le strinse la mano e lasciò un leggero bacio sul dorso. Belle pensò che fosse un gesto carino da parte sua e si ritrovò ad arrossire notevolmente.
Michael la guardava come al solito, e in quel momento avrebbe tanto voluto farla arrossire lui al posto di Luke, così da godersi il suo viso arrossato. Ma cercò di non pensarci e si schiarì la gola.

“E a me non mi saluti?” esordì Michael trafiggendola con lo sguardo. Lei spostò lo sguardo su di lui e deglutì annuendo. Dio solo sapeva quanto la metteva in suggestione. Si sporse leggermente e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia, che fece sorprendere perfino Michael stesso. Quel gesto così innocente scaturì in lui una marea di emozioni: felicità, sorpresa, eccitazione…

“Hey uhm ragazzi dobbiamo andare perché Belle deve studiare.” se ne uscì Calum troncando quel momento pieno di tensione. Belle ringraziò mentalmente Calum guardandolo e lui le baciò la fronte.

“Principessa ti chiamo dopo.” sussurrò guardandola. Lei annuì sorridendo e si girò verso Luke, che ormai si era già alzato.

“E’ s-stato un piacere conoscerti.” sorrise la ragazza guardandolo. Anche lui sorrise dolcemente annuendo.

“Quindi stasera non vieni a casa mia?” chiese Michael improvvisamente. Lei si girò verso di lui arrossendo. Casa sua? Non c’era mai stata, perché avrebbe detto una cosa del genere?

“Si abbiamo organizzato una mega festa a casa sua.” la rassicurò Calum guardandola.

“No ragazzi non posso, ho molto da studiare ed è un esame importante.” sospirò abbassando lo sguardo sulle sue mani. Solo in quel momento Michael si accorse che quella che Belle indossava era la sua felpa. Sorrise come un coglione e annuì energicamente.

“Va bene non fa niente.” disse guardandola. Lei annuì guardando tutti e alzò la mano in gesto di saluto.
Calum e Luke si avviarono verso la porta e Michael ne approfittò per avvicinarsi a lei. Belle alzò un sopracciglio facendo un passo indietro, facendolo però avanzare ancora di più.

“Carina la felpa.” esordì il ragazzo guardandole il petto leggermente scoperto.

“E’ di C-Calum.” affermò guardandolo.

“Uhm.” sorrise annuendo il ragazzo, sapendo benissimo che quella fosse la sua felpa.

“Che hai da sorridere?” sbottò infastidita Belle. Si prendeva fin troppo gioco di lei.

“Niente piccola, buono studio.” mormorò facendole l’occhiolino e raggiunse gli altri due.
Belle era stufa di questi suoi comportamenti, e si ritrovò a stringersi inconsapevolmente nella felpa.








Luke che guarda Belle :3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Goodnight babe. ***


<<A quanto pare il party stava procedendo benissimo. Belle non riusciva nemmeno a finire la prima riga che le grida le risuonavano nelle orecchie. Era tentata dallo scendere e dirne quattro a Clifford, ma decise di non intromettersi più. Riuscì a finire qualche facciata e fece un veloce riassunto per ricordarsi le cose. Sarebbe dovuta andare bene, aveva studiato a sufficienza per passare quel maledetto esame. Non le piaceva proprio Economia, e si ritrovò a lanciare la colpa su suo padre. Insomma non poteva scegliere tipo architettura? No, e quindi lei fu costretta a seguire la scia dei calcoli.
Ormai si sapeva che lei volesse diventare una fotografa. Per questo aveva contattato qualche agenzia e aveva fatto richiesta per qualche colloquio. Ovviamente l’avrebbe fatto di nascosto, chissà cosa avrebbero detto i suoi genitori se solo lo avessero scoperto. Avrebbero iniziato a farle le solite ramanzine su come la fotografia non poteva diventare un lavoro stabile, o su quanto avrebbe guadagnato dirigendo un’azienda. Belle sbuffò accartocciando il foglio e buttandolo nel cestino accanto alla scrivania.
Proprio in quel momento il telefono si illuminò e notò il numero di sua madre. Si sentì immediatamente in colpa per quello che aveva pensato pochi secondi prima, come se in quel momento sua madre avesse ascoltato i suoi pensieri. Deglutì a vuoto e rispose cercando di essere convincente.

“Hey tesoro.” la salutò la madre velocemente. Probabilmente era in cucina che controllava i suoi dipendenti. Si perché lei aveva un ristorante un po’ fuori città e ogni tanto Belle le faceva visita ovviamente usufruendo del servizio gratuitamente. E infatti poco dopo sentì sua madre gridare un: “Andrew muovi quel culo e gira quell’hamburger!” che fece ridacchiare sua figlia.

“Come va?” chiese ritornando col telefono vicino all’orecchio. Belle pensò a quella domanda che nessuno le aveva posto negli ultimi giorni e si ritrovò a fare spallucce, come se qualcuno potesse vederla.

“Bene mamma. Domani ho quel dannato esame di Economia che non ero riuscita a passare.” le ricordò stancamente. La madre fece un verso di approvazione ricordandosi di quel giorno e sospirò chiedendole se avesse studiato bene.

“Mamma non ti preoccupare. Ho tutto sotto controllo sta volta.” fece guardando i fogli davanti a sé. Sarebbe sicuramente passata, salvo imprevisti gravi.

“Va bene tesoro. Ehi senti io ora devo andare, ti saluta tuo padre.”

“Salutamelo e digli che gli voglio bene.”

“Okay. Ci sentiamo!” e chiuse la chiamata. Sospirò fissando il telefono e notò un messaggio di Calum su Whatsapp.
 
Cal-Pal.
Online
Principessaaaaaa vengo a dormire da teeeeee!!!
 
Belle ridacchiò e rispose affermativamente. Poco dopo infatti sentì il campanello suonare e corse di sotto per aprirgli. Lo osservò leggermente e rise guardandolo.

“Cal? Sei ubriaco o cosa?” chiese facendolo entrare per poi chiudere la porta. In effetti barcollava leggermente e rideva senza motivo. Era sicuramente brillo.

“Principessa sono brillo. Riesco a vedere il tuo viso brutto.” affermò girandosi toccandole la guancia con un dito. Belle gli diede una pacca sulla spalla ridendo e andò in cucina.

“Allora…com’è il party?” chiese versandogli un bicchiere d’acqua. Calum si sedette in salotto, troppo stanco per aprir bocca. Sorrise sentendo il cuscino toccare il suo viso, e pensò ad una risposta da darle.

“Normale…mi sono fatto una.” ridacchiò il ragazzo, facendo invece strabuzzare gli occhi a Belle. Si sedette accanto a lui e gli porse il bicchiere d’acqua, che mandò giù in qualche sorso.

“E dov’è ora questa qui?” cercò di capire.

“Ma che ne so…si starà facendo Michael.” ridacchiò il ragazzo. In effetti aveva sentito dire da Michael che aveva bisogno di “scopare”. Questo non voleva dirlo a Belle ma ovviamente essendo brillo glielo disse inconsapevolmente. Belle fece una smorfia disgustata sentendo nominare l’amico di Calum. Pensava a quanto fosse fottuta questa generazione, dove le ragazze non si fanno rispettare e poi si lamentano se vengono cacciate di casa con il bambino in braccio.

“Hey principessa sta tranquilla è grande e vaccinato.”

“Non stavo pensando a Clifford.” disse acidamente guardandolo. Calum fece un sorrisetto e le baciò la fronte sporgendosi di poco.

“Hai studiato secchia?”

“Calum giuro che non mi importa se sei brillo o no, ti do un calcio nei coglioni.”

“Eddaai sono curioso.” ammise il ragazzo facendo il labbruccio. Infatti era veramente interessato, ma non per chissà cosa. Il fatto è che lo aveva scocciato e obbligato ad ascoltarla mentre ripeteva quella stupida materia. Calum odiava quando la sentiva ripetere qualcosa, forse perché lui non sopportava la scuola. E’ già tanto che mi sono diplomato, pensò tristemente. Non gli era mai piaciuto studiare, preferiva uscire il pomeriggio e giocare a football piuttosto che ripetere a memoria un capitolo di storia. Ma questa fu un’altra parte della sua di storia.

“Bene, penso di passare sta volta.” disse sicura la ragazza. Non voleva certo deludere di nuovo i suoi genitori, ma soprattutto se stessa. Guardò l’orario e decise di andare a dormire, così si girò verso Calum per augurargli la buonanotte ma lui già dormiva. Sorrise guardandolo e gli baciò la guancia coprendolo, prima di salire le scale. La musica sembrava non finire mai anzi, addirittura sembrava che il volume si fosse alzato maggiormente.
Si tolse i vestiti come faceva ogni sera, e si coricò nel letto. Sbuffò spegnendo l’abatjour e si coprì fino alla testa, sperando che la musica si sarebbe cessata da un momento all’altro. Belle riuscì ad addormentarsi nonostante tutto e quando si svegliò e guardò l’orario notò fossero le quattro. Era riuscita a dormire per tre ore di fila e si congratulò da sola. Si infilò la felpa sopra l’intimo che indossava e scese velocemente le scale.
Bevve un bicchiere d’acqua e notò piacevolmente che la musica si era fermata. Si rilassò per qualche secondo bevendo e guardò Calum dormire per qualche minuto. A volte pensava che Calum le fosse vicino solo per usarla, insomma si presentava a casa sua senza permesso, mangiava, dormiva e usava la tv. Ma poi si ricordò i momenti in cui lui era lì, quando lei piangeva ed urlava. Quando lui la accompagnò per la prima volta al College o quando lei andò a fare il tifo per lui ad un’insulsa partita di football.
Scosse la testa sorridendo leggermente e lavò velocemente il bicchiere prima di riporlo nella mansarda.
Sussultò leggermente quando sentì un suono ripetitivo provenire dall’ingresso: il campanello. Entrò subito in panico e si guardò intorno. Calum sembrava essersi addormentato profondamente, quindi decise di non svegliarlo. Infondo la casa era sua, e se fosse stato un killer, avrebbe dovuto uccidere lei e non il suo migliore amico.
Corrugò la fronte quando vide un soggetto di nome Michael e cognome Clifford dietro la porta. Non poteva lasciarlo lì fuori come un cane e quindi decise di aprire per vedere che cosa voleva.

“Heyyyyyyy piccola.” sorrise esageratamente il ragazzo. Belle sospirò e guardò lo stato in cui era messo. I capelli che erano sempre in ordine, ora erano un disastro; la camicia che indossava era leggermente aperta e si poteva benissimo intravedere il suo torso. Arrossì leggermente non notando altri particolari fin troppo strani e lo guardò.

Clifford sei ubriaco torna a casa.” disse Belle guardandolo. Lui scosse la testa indicando dietro di sé.

“Ci sono dei tipi sul mio letto e non riesco a svegliarli.” esclamò col labbruccio. Belle piegò leggermente la testa di lato e strinse la presa sulla maniglia della porta. Doveva davvero farlo dormire a casa sua? E poi ora che ci pensava doveva farlo dormire per terra, visto che Calum stava occupando il divano. Fece un grande sospiro e si fece da parte per farlo entrare. Lui barcollò dentro e Belle lo controllò cercando di non farlo cadere.

“Ti sei scopata Calum?” chiese trascinando le parole. Si girò per guardarla e la notò indaffarata in cucina. Si avvicinò corrugando la fronte e la guardò appoggiandosi al frigo.

“No stupido, aveva sonno e si è addormentato.” affermò la ragazza girandosi per guardarlo. Solo in quel momento notò un piccolo gioiellino nero al sopracciglio. Da quando aveva un piercing? Distolse lo sguardo e mormorò un “seguimi”.
Michael la seguì in silenzio barcollando, e guardò la camera in cui l’aveva portato. Era la camera di Belle, e si guardò attorno per confermare quello che aveva intuito. Al muro erano appese moltissime foto, probabilmente scattate con una di quelle macchinette istantanee Polaroid, pensò. C’era un letto singolo in mezzo alla stanza e un comodino con una lampada che ora era spenta. Inoltre c’era una grande finestra che affacciava al cortile dell’appartamento e una scrivania con dei fogli sopra.

“Si è camera mia, tu dormi per terra.” disse avendo già sistemato un materasso con una coperta e un cuscino. Michael fece una smorfia contrariata e la guardò.

“Ma fa freddooooo.” esclamò col labbruccio. Belle sapeva dove voleva arrivare ma non glielo permise nemmeno di dirlo.

Clifford sono le quattro di notte. O dormi per terra o ti caccio di casa. Domani ho un esame importante e non lo perderò a causa tua. Ora se mi vuoi scusare.” disse prima di coricarsi nel letto. Belle si sorprese di se stessa, non aveva mai avuto il coraggio di parlare in quel modo con qualcuno che non fosse Calum. Ma era troppo stanca per fare altrimenti e quindi quando lo sentì mugugnare piagnucolando, lo guardò. Si era finalmente seduto sul materasso e fece un sospiro di sollievo. Però non era molto tranquilla, perché il fatto di averlo a pochi metri di distanza le faceva saltare il cuore.
Chiuse gli occhi e cercò di non pensarci più.
Michael la guardava dal fondo della stanza mentre si malediceva mentalmente per aver bevuto troppo. Stava sprecando un’occasione per averla tutta per sé. Un po’ si sentì egoista, aveva mandato due ragazze fuori di casa dopo che se le era portate a letto. E ora pretendeva che anche lei cadesse nella sua trappola? Era troppo ingenua e ci sarebbe cascata come niente, ma allo stesso tempo non era pronto. Almeno non ora.

La guardò un’ultima volta e pensò che si fosse addormentata così sgattaiolò da sotto alle coperte e fece il giro del letto per raggiungerla. Si infilò sotto alle coperte e notò che aveva la sua felpa. Fece un piccolo sorrisetto contento e si stese.
Belle non stava dormendo, e quando aprì gli occhi per controllare che il cretino fosse lì, non lo trovò. Un po’ si preoccupò ma si fermò nei suoi movimenti quando sentì il materasso abbassarsi e un corpo stendersi sopra. In quel letto ci stava a malapena lei, figuriamoci se ci sarebbero state due persone.
Michael le spostò delicatamente i capelli di lato e si avvicinò. Belle sentiva il suo fiato sul collo ma era sfinita e quindi chiuse gli occhi cercando di riaddormentarsi. Il ragazzo le cinse la vita con un braccio e la fece combaciare al proprio corpo. Belle si morse il labbro per evitare di gridare il nome di Calum per farlo salire e picchiare Michael.
Il ragazzo le lasciò una scia di baci umidi sul collo, e prese ad accarezzarle la coscia, facendo di conseguenza alzare di poco la felpa. Belle sentiva il corpo andarle a fuoco e schiuse di poco le labbra al contatto delle sue col suo collo. Da una parte le piaceva questa lenta tortura ma dall’altra voleva tanto scappare e cacciarlo via. Il ragazzo le baciò la mandibola stringendola quasi possessivamente. Voleva tanto farla sua ma si fermò rendendosi conto del fatto che fosse quasi l’alba e che lei stesse dormendo.
Belle riprese fiato chiudendo la bocca e guardò il muro davanti a sé. Cosa stava succedendo?

“Notte piccola.” sussurrò al suo orecchio prima di addormentarsi.







mlmlml

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Harley Davidson. ***


<<Allungò il braccio e raggiunse il comodino, spegnendo quella fastidiosissima sveglia. Belle guardò l’ora e notò felicemente di essersi svegliata in tempo per almeno rendersi presentabile. Aveva quel maledetto esame da conseguire e non aveva la minima voglia di arrivare in ritardo.
Corrugò la fronte quando sentì due braccia sulla sua vita, stringerla debolmente. Girò il viso abbastanza per vedere il suo caro vicino di casa che dormiva pacificamente come un bambino. Belle non sapeva come comportarsi: non voleva interrompere il suo sonno – la mamma le diceva sempre che quando svegli qualcuno improvvisamente, rovini inconsapevolmente la sua giornata – e quindi decise di osservarlo per qualche secondo. Il ciuffo colorato di un rosso tenue ricadeva sulla sua fronte pallida, nascondendo il piercing che a quanto pare si era fatto recentemente. Belle spostò delicatamente la frangia dal suo viso, facendola unire al resto dei capelli. Quando dormiva le piaceva guardarlo: sembrava un’altra persona.
Michael mugugnò e la tirò a sé, pensando che Belle fosse un cuscino. La notte precedente era talmente ubriaco da non ricordarsi niente. Per questo quando sentì il calore del corpo della ragazza, aprì immediatamente gli occhi, come se qualche sconosciuto si fosse intrufolato nel suo letto. Invece era il contrario. Si rilassò all’istante quando guardò gli occhi di Belle, e rimase fermo ad osservarla.
Belle lo guardava non sapendo che fare, e si sentì in imbarazzo quando notò lo sguardo del ragazzo indirizzato verso lei. Probabilmente non si ricordava nemmeno cosa fosse successo poche ore prima, per questo cercò di spiegare.

“Sei venuto qui ubriaco e ti avevo messo su quel materasso per terra.” spiegò indicando un punto dietro la testa del ragazzo. Ma lui continuava a guardare lei, e la ragazza deglutì continuando.

“E-e poi a quanto pare sei venuto qui…” finì generalizzando abbastanza. Non gli raccontò dei baci e del tocco delle sue dita sul suo corpo, era troppo imbarazzata solo a vederlo. Belle si morse il labbro guardandolo, aspettando una qualsiasi reazione da parte sua. Michael spostò lo sguardo sulle sue labbra, che sembravano davvero invitanti. Belle fece la stessa cosa con le sue, e il ragazzo accorciò le distanze avvicinandosi al suo viso.
Proprio in quel momento squillò il telefono, e la canzone di Bruno Mars iniziò a riecheggiare nella stanza. Belle si mise a sedere e prese il telefono rispondendo.

“Hey tesoro! Allora sei già in classe?” chiese la madre allegra e speranzosa. Belle per un momento si scordò dell’esame, e pensò a quello che era successo pochi istanti prima. Michael si grattò la nuca e si alzò sospirando.

“U-uhm si si.” mentì la ragazza alzandosi velocemente. Diede uno sguardo veloce al ragazzo e sospirò.

“Dai tesoro allora buona fortuna. Ti chiamo dopo!” chiuse la madre. Belle lanciò il telefono in fretta e furia e aprì l’armadio prendendo i vestiti che aveva preparato qualche ora prima. Corse in bagno chiudendosi dentro, e si vestì. Michael prese il suo telefono e scese le scale, notando Calum in cucina. Quest’ultimo fu fin troppo sorpreso di vedere Michael in casa di Belle di prima mattina. Iniziò a crearsi filmini mentali sui due, ma prima che potesse aprire bocca Michael lo zittì con la mano.

“Non è successo niente ero solo ubriaco.” ammise il ragazzo guardando Calum.

“Sicuro? Appunto che eri ubriaco forse non ti ricor-.”

“Non è successo niente.” confermò Belle spuntando dalle scale, intenta a creare una veloce crocchia coi capelli. Michael abbassò lo sguardo mangiando un biscotto, in particolare uno di quelli che piacevano tanto a Belle, e che la ragazza aveva rifiutato di dare a Michael pochi giorni prima.

“Belle! Sta mangiando i tuoi biscotti! Nessuno può toccarli!” esclamò Calum alternando lo sguardo fra i due. Belle ne mangiò uno e guardò Calum.

“Non li fai mangiare nemmeno a me! Perché a lui si?”

“Perché si.” disse addentando un biscotto, per poi pulirsi la mano sulla maglietta di Cal. Lui sbuffò scacciando via le briciole dalla sua spalla e continuò a mangiare in silenzio.

“Io vado, se hai bisogno uhm…avete bisogno...” iniziò per poi correggersi, visto che probabilmente anche faccia d’ebete sarebbe rimasto a casa sua. Non che lei approvasse.

“…chiamatemi okay?” finì prendendo la borsa guardando anche Michael. Lui annuì guardandola e tornò ad osservare Calum, che in quel momento era particolarmente interessante agli occhi del ragazzo.

“Vuoi un passaggio?” chiese gentilmente Calum, visto che lei sarebbe dovuta andare a piedi. Probabilmente quest’anno avrebbe preso la patente, ma non aveva nemmeno i soldi per pagarsi i corsi di scuola guida.

“Al ritorno ti chiamo.” rispose Belle annuendo ringraziandolo. La ragazza uscì velocemente dall’appartamento, lasciando dietro di sé gli avvenimenti accaduti.
Michael chiamò Luke, chiedendo se avesse mandato via tutti da casa sua. L’amico annuì e disse che addirittura aveva ripulito casa. Michael lo ringraziò minimo trenta volte e chiuse la chiamata. Calum lo osservava pensieroso e Michael lo guardò alzando un sopracciglio, mettendo in risalto il piercing.

“La vai a prendere tu.” lo indicò col dito sghignazzando. L’amico scosse la testa, pensando che si sarebbe solo incazzata maggiormente vedendolo nuovamente.

“Calum si incazza se mi vede.”

“E’ questo il punto. Devi farla impazzire, così che possa vederti sotto una luce diversa.” sorrise Calum alzando le spalle.
 
 
 
 
“Girate i fogli e portateli qui.” annunciò il professore a fine lezione. L’ora era passata molto lentamente, in quanto Belle era stata la prima a consegnare e si era annoiata per tutto il tempo. Aveva fatto la maggior parte del test, salvo un paio di domande. Era più che soddisfatta e per questo uscì da quell’aula con il sorriso più grande che potesse sfoggiare. Anche Ashton era soddisfatto e quando la vide sorridere esageratamente, ridacchiò mettendole un braccio attorno alle spalle. Belle si lasciò andare a quel contatto e rise con lui, uscendo dall’Università che in quel momento sembrava una nube di fumo che si stava dissolvendo lentamente.

“Non ti ho mai vista così felice.” ammise Ashton sorridendo.

“E’ vero ma non importa.” ridacchiò la ragazza, guardandosi intorno alla ricerca della macchina di Calum.

“Hai il passaggio?” chiese Ashton premurosamente. Seguì il suo sguardo e non notò nessuna macchina posteggiata nel parcheggio dell’Università. Poteva essere un’occasione per portarla a casa sua, visto che Luke era chissà dove.

“Sisi Calum dovrebbe arriv-.” cercò di dirgli prima di sentire il telefono suonare. Notò un messaggio da un numero sconosciuto e lo lesse senza indecisioni.
Da: +61 355 998 323
Vieni sul retro.
 
Belle guardò Ashton, che la guardava con un sopracciglio alzato.

“E’ arrivato. Ciao Ash.” lo salutò velocemente, prima di avviarsi verso il retro dell’edificio. Forse Calum aveva finito il credito e stava usando il telefono di qualcun altro? E poi perché non l’aveva chiamata? Arrivò nel parcheggio posteriore e vide l’ultima persona che si sarebbe immaginata di vedere.
Clifford.
Era appoggiato alla sua Harley Davidson che fumava una sigaretta, probabilmente fatta sul momento. Sembrava osservare l’edificio e quando alzò lo sguardo, notò Belle avvicinarsi a lui. Gettò la sigaretta che ormai era composta solo dal filtro, e fece un ghigno.

“C-che ci fai qui?” chiese soltanto la ragazza, cercando di non balbettare.

“Calum ha avuto dei problemi all’ultimo.” disse mettendosi il casco rigorosamente nero. Calum ultimamente ha sempre problemi, pensò sbuffando la ragazza. Prese il casco che le porse il ragazzo e lo indossò senza ribattere. Voleva solo tornare a casa e festeggiare per il test.

“Tieniti a me o cadi.” se ne uscì Michael, dopo essersi seduto sulla moto. Belle alzò un sopracciglio anche se non la poteva vedere a causa della visiera oscurata e salì dietro di lui, posando delicatamente le mani attorno al suo busto. Michael ridacchiò leggermente e accese il motore, sfrecciando via.
Belle era leggermente impaurita, non era mai stata su una moto così veloce. Sembrava quasi che il ragazzo lo facesse apposta ad accelerare, in modo tale da spaventare la ragazza. Belle strinse di più la presa sulla sua giacca di pelle quando lo sentì accelerare a dismisura. La pesante brezza colpì le sue braccia, facendola tremare leggermente dal freddo.
Il ragazzo si fermò al semaforo e posò un piede sull’asfalto, per bilanciare il peso della moto in modo da non farli cadere. Girò la testa per guardarla e sorrise.

“Hai passato l’esame?” chiese con un tono più alto del normale per farsi sentire.
La ragazza annuì sorridendo guardandolo. Era talmente felice che non le importava a chi avesse sorriso in quel momento. Michael ritornò a guidare quando il semaforo scattò e in poco tempo arrivò a casa. Belle scese dopo di lui e si tolse il casco fin troppo opprimente, scuotendo leggermente i capelli.

“Sembri un cane dopo il bagnetto.” rise Michael. Belle incrociò le braccia corrugando la fronte e lo guardò.

“E tu sembri un leone che si è appena svegliato.” controbattette indicando i suoi capelli ormai scompigliati. Lui rise scuotendo la testa e si passò una mano fra i capelli, nel vano tentativo di renderli almeno decenti. Belle lo guardò e distolse lo sguardo arrossendo quando lui alzò un sopracciglio verso di lei.

“G-grazie per il passaggio.” lo ringraziò sinceramente la ragazza.

“Di niente piccola.” rispose riponendo i caschi nel garage. Belle si morse il labbro guardandolo e si guardò le mani. Le piaceva quando la chiamava così, e in un istante un flashback della notte precedente le percorse la mente. Michael le pizzicò il fianco per farla riprendere dai suoi stessi pensieri e ridacchiò guardandola.

“Entriamo o stiamo qui fino a domani?” chiese retoricamente ridendo. Belle lo seguì ed entrò nel condominio, prendendo le chiavi di casa. Con un gesto veloce il ragazzo gliele sfilò di mano e se le mise in tasca. Belle lo guardò confusa e cercò di riprendersele avvicinandosi a lui.

“Stai da me oggi.” disse solo il ragazzo.
 





:)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dishes. ***


<<Belle lo guardava armeggiare le pentole con manualità e agevolezza, mentre era seduta al tavolo della cucina. Casa di Michael era molto simile alla sua, solo la camera era diversa. Era tappezzata di poster di rock bands che aveva sentito nominare solo alla radio, inoltre il colore predominante era il blu. Che per quanto le piacesse, le metteva ansia. Forse era la sua immaginazione, forse le metteva ansia perché era la sua camera.

“Tu sai cucinare?” chiese sorpresa facendolo girare. Lei non sapeva nemmeno tagliare una mela, figuriamoci fare un pasto completo.

“Yep.” confermò il ragazzo muovendo la padella per far cuocere la carne. A Michael piaceva molto cucinare, poteva esprimere se stesso nei piatti che faceva, attraverso i colori e i sapori. Ad esempio, se era arrabbiato cucinava qualcosa di salato e piccante. Altrimenti preparava un dolce. Considerava la cucina un’arte. Esattamente come i tatuaggi.

“E che cucini?” chiese curiosa la ragazza avvicinandosi ai fornelli. A Belle piaceva un po’ tutto, tranne il pesce e i molluschi. Insomma in fin dei conti non le piaceva il mare. E non solo per il cibo, ma anche per il luogo in sé.

“Huh-huh. Giù le mani ragazza.” disse Michael scacciando via la sua mano.

“Eddai Clifford!” supplicò Belle facendo il labbruccio. L’odore era buono, voleva anche assaggiare però. Michael la guardò e fece un sorrisetto scuotendo la testa. Prese a girare la verdura nella padella.

“Non fare quella faccia che poi mi viene voglia di baciarti.” ammise il ragazzo sorridendo. Belle corrugò la fronte arrossendo violentemente e rimase zitta, guardando il ragazzo impiattare tutto. Michael portò tutto in tavola e la guardò ridendo.

“Mi hai fatto due palle così ora neanche ti siedi? Mi deludi piccola.” rise il ragazzo sedendosi a tavola. Belle lo seguì a ruota e guardò i piatti. Il lombo alla piastra la invitava molto e quindi iniziò a mangiare quello.

“Cavolo se è buono.” giudicò Belle dopo averne mangiato un po’.

“Ma tu non bestemmi mai?” chiese curioso e divertito il ragazzo guardandola. Lei alzò le spalle guardandolo e continuò a mangiare.

“E tu non ti fai mai i cazzi tuoi?” rispose Belle facendo l’occhiolino. Si sentiva stranamente confidente e così rispose al ragazzo. Michael scoppiò a ridere e piegò leggermente la testa, facendo una faccia compiaciuta.

“Niente male davvero.” ammise alzando le mani al cielo e mangiò. Belle rise facendo comparire la fossetta sulla guancia destra. Michael si sporse e le toccò la fossetta con l’indice ridacchiando. Belle rise arrossendo e scacciò via la sua mano.


Dopo aver mangiato, Belle si offrì di pulire i piatti e Michael ne fu felice. Come ogni cuoco, amava cucinare ma odiava pulire. Per questo pensò di usare Belle a tempo pieno per pulirgli casa, magari pagandola anche. Rise al pensiero e scosse la testa ritornando in cucina.

“Odio fare i piatti.” disse Belle mettendone un altro nella mansarda. Michael corrugò la fronte e si avvicinò a lei.

“E allora perché li stai facendo?” chiese guardandola.

“Perché mi sembrava giusto visto che mi hai cucinato quelle cose buone.” ammise la ragazza alzando le spalle. Michael alzò un sopracciglio sorridendo. Era davvero strana quella ragazza.

“Dopo che ho finito mi ridai le chiavi?” chiese guardandolo. Infatti il ragazzo aveva ancora le chiavi nascoste da qualche parte nella stanza. Doveva trovarle a tutti i costi, anche perché erano già le quattro e doveva chiamare Ashton per i dettagli sull’appuntamento.

“Te le devi meritare piccola.” sussurrò al suo orecchio. Bella sussultò quando sentì le braccia di Michael stringerla in un abbraccio da dietro. Il ragazzo fece aderire i loro corpi posando la testa sulla sua spalla. Belle era più rossa di un peperone.

“E c-come?” chiese improvvisamente intimidita dal comportamento del ragazzo.

“Mmh non saprei.” mugugnò baciandole il collo. Belle strinse la presa sul piatto, che a momenti pensava di rompere. Michael le accarezzò i fianchi, scendendo con i baci fino alla sua spalla scoperta dalla canotta.

“M-Michael…” gemette la ragazza, pentendosi di aver aperto bocca pochi secondi dopo. Era una delle prime volte che lo chiamava per nome (se non la prima), e questo provocò nel ragazzo una scarica di eccitazione. Non si voleva fermare.

“Si piccola?” mormorò al suo orecchio sensualmente, baciandole il lobo.

“I-Il campanello.” balbettò aprendo gli occhi, che sembrava aver chiuso per tutto il tempo. Michael la ignorò continuando con la sua lenta tortura, ma quando sentì il suo nome essere nominato più volte fuori dalla porta, dovette staccarsi di controvoglia. Raggiunse la porta rivelando un soggetto di nome Luke. Michael voleva bene a Luke, ma in quel momento voleva tanto ucciderlo.


“Michael si tratta di Asht- Ashton.” sussurrò il nome intravedendo Belle nella cucina. Il ragazzo sbuffò passandosi una mano fra i capelli per ricomporsi –per non destare sospetti – e lo fece entrare. Belle continuava a lavare i piatti e quando finì si asciugò le mani salutando Luke con un piccolo sorriso. Lui ricambiò e si sedette dove poco prima si era seduta Belle. Michael si sedette di fronte a lui e aspettò che dicesse qualcosa.
Belle li lasciò parlare e intanto andò in salotto sedendosi educatamente. Infondo non era casa sua e non era a suo agio. Si guardò intorno e notò dei quadri appesi ai muri così si concentrò su quelli avvicinandosi per guardarli meglio da vicino.
 
 
 
Esce con Belle.” sussurrò Luke guardando l’amico. Michael alzò un sopracciglio guardandolo.

Si lo so che sono usciti.” sussurrò confuso.

Si ma escono ancora domani.” continuò Luke. L’amico assottigliò lo sguardo e Luke annuì, come per dire che stava dicendo la verità.

Ma che cazzo.” sputò Michael infastidito.

Cosa farai?”

Non so. Cercherò di far rimandare l’appuntamento inventandomi qualcosa.” spiegò il ragazzo brevemente. Si sarebbe assolutamente dovuto inventare qualcosa.

“Uhm okay se hai bisogno chiama.” alzò la voce Luke alzandosi dalla sedia. L’amico annuì e lo accompagnò alla porta, richiudendola dietro di sé.
 
 
 
Belle ridacchiò guardando una delle tante foto appese al muro. Ritraeva un bambino paffutello con gli occhi verdi che sorrideva alla fotocamera. Era davvero adorabile quando era piccolo.

“Che c’è di così divertente?” esordì Michael entrando in salotto. Seguì il suo sguardo e guardò le foto appese sorridendo.

“Eri buffo.” rise Belle indicando un’altra foto.

“Me le ha fatte appendere mia madre. Non sai quanto mi ha stressato per queste foto.” le confidò il ragazzo sospirando.

“Io non ho molte foto di me da piccola. I miei genitori sono quelli favorevoli a vivere il momento.” virgolettò con le dita le ultime parole.

“Ne ho vista una in camera tua.” si ricordò il ragazzo guardandola. Lei annuì.

“Ero bruttina non mi piace. L’ho appesa per ricordo.” rise la ragazza.

“Dio ha fatto miracoli vedo…?” chiese retoricamente il ragazzo guardandola interamente.

“Ma sta zitto.” arrossì spingendolo. Guardò l’orario all’orologio di legno appeso sopra la tv e quasi non si spaventò.

Clifford devo andare, mi dai le chiavi?” gli chiese cercando di convincerlo. Non voleva far brutta figura con Ashton, e inoltre doveva chiamare anche Calum per dirgliene quattro.

“Nah. Te le do ad un costo.”

“Cioè?”

“Vieni a lavare i piatti per me quando te lo dico.”
 
 
 
 
Belle si ritrovò ad accettare quello stupido patto e alzò lo sguardo guardandolo.

“Si Calum ma tanto gli chiederò un mini stipendio.” rise la ragazza. Già non le piaceva lavare i piatti, figuriamoci se non erano i suoi. L’avrebbe ricattato.

“Che ti ha detto quell’Aaron?”

Ashton.” lo corresse Belle.

“Vabbè quello. Ci esci domani?” chiese Calum bevendo il suo bicchiere di coca cola.

“Si alle nove. Ha detto che andiamo a cena e poi a casa sua a vedere un film.” disse Belle, ripetendo quello che aveva programmato il ragazzo per i due.

“Sicura che guarderete il film?”

“CALUM.” rise la ragazza arrossendo.

“Che c’è? Penso sia normale che abbia creato questa scusa per scoparti.” alzò le spalle sorseggiando la bibita.

“Cal non ho intenzione di sprecare così la mia prima volta.” disse disgustata la ragazza. Certo non si aspettava una cosa romantica e perfetta come nei libri ma più o meno…si, voleva che fosse tutto perfetto.

“Io l’ho fatto per la prima volta in gita, con una più grande.” ammise Calum ridacchiando. Belle gli tirò una patatina fritta e scosse la testa mangiando.

“Come va con Michael?”
Belle a quella domanda tossì riuscendo ad ingoiare la patatina che si era improvvisamente incastrata. Bevve un po’ di aranciata e lo guardò confusa.

“Credo che lo possa considerare un amico. Anzi no troppo. Compagno.” alzò le spalle la ragazza. Anche se dentro di lei sentiva un sentimento di amicizia che stava legando sempre più i due.

“Uhm staremo a vedere.” disse Calum prima di alzarsi per andare a pagare. Belle ridacchiò seguendolo ed uscirono dal fast food. Mentre camminavano, la ragazza notò un nuovo tatuaggio sul braccio di Calum e sorrise.

“Che significa?” indicò il tatuaggio sorridendo. Lui si fermò e le mostrò il braccio sorridendo.

“Oh. E’ il nome di Mali con un’aquila. Nell’antichità l’aquila era il Dio Sole, simbolo di luce e forza.” spiegò Cal all’amica. “Mali è la mia forza, non importa quante volte io l’abbia sgridata o fraintesa…è la mia dolce metà.” sorrise teneramente guardando Belle.

“Anche io voglio avere un fratello così!” piagnucolò Belle stropicciandosi gli occhi. Il ragazzo sorrise a quella scena e l’abbracciò fortissimo. Ormai Belle era la sua sorellina, e l’avrebbe protetta a tutti i costi.

“Grazie Cal.” sorrise la ragazza guardandolo.

“Di niente principessa.”






i muke che parlano :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Almost - Date. ***


<<Era il fatidico giorno dell’appuntamento.

Belle si era messa il suo profumo preferito e aveva raccolto i capelli in una coda alta. Questa volta non aveva indossato un vestito, bensì dei semplici jeans e una canotta. Anche le scarpe erano delle semplici Converse bianche, ma lei preferiva stare comoda piuttosto che il contrario. Si guardò un’ultima volta allo specchio e arricciò il naso guardando il suo corpo. Cercò di non pensarci troppo e prese il telefono scendendo le scale. Ashton sarebbe dovuto arrivare a momenti, e lei era abbastanza nervosa. La frase di Calum appariva nella sua mente ogni secondo, come per ricordarle di stare attenta.

“Cal? Clifford?” chiese confusa guardando i due nel suo salotto. Le sembrava fin troppo strano ritrovarseli in piedi davanti a lei, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Michael aveva le braccia incrociate e la guardava pronto a dirgliene quattro, e Calum aveva le mani in tasca e la guardava preoccupato. In un altro contesto avrebbero fatto ridere la ragazza, ma sembravano seri quindi si avvicinò ai due.

“Belle.” iniziò Calum guardandola. Doveva cercare le parole giuste per convincerla a rimanere.

“Ecco, a casa mia si sono rotte le tubature della cucina e abbiamo bisogno di una terza persona.” se ne uscì Calum grattandosi la nuca. Michael subitò lo ammonì con lo sguardo, non avrebbe mai accettato. Poteva inventare qualcosa di più concreto. Michael aveva spiegato che persona fosse Ashton al suo amico, e lui aveva subito accettato la proposta. Più si è, meglio è.

“Il fatto è che non c’è neanche mia sorella a casa, e mia madre è in viaggio.” disse sinceramente. Almeno questa era la verità.

“Ragazzi ho l’appuntamento con Ash-.”

“Si si lo sappiamo, per questo lo abbiamo già avvisato che farai leggermente tardi.” la interruppe Michael guardandola. Belle lo guardò assottigliando lo sguardo, non si fidava totalmente. Ma annuì quando vide Calum guardarla col labbruccio. Doveva solo stare da lui per qualche minuto, giusto?

“Yeee! Vado a prendere la macchina venite!” saltellò Calum guardando Michael ed uscì di casa. I due guardarono l’amico corrugando la fronte e risero all’unisono. Si guardarono per un momento e Belle arrossì distogliendo lo sguardo, sorpassandolo. Michael la guardò e la fermò prendendole il polso. Belle si girò guardandolo e tolse il polso.

“Uhm?” lo incitò a parlare la ragazza.

“Stasera quando torni voglio che mi lavi i piatti.” incrociò le braccia il ragazzo. Belle alzò gli occhi al cielo e annuì.

“Mi pagherai prima o poi? Dovrò pur aver qualcosa in cambio.” disse raggiungendo la macchina di Calum una volta uscita da casa sua.

“Io pensavo a qualcosa di meglio ma va bene ti pago se vuoi.” ammise il ragazzo con un ghigno malefico sul viso. Belle fin troppo ingenua per capire, lo guardò alzando un sopracciglio, causando la risata di Michael. Entrò nella parte posteriore della macchina e lasciò salire il ragazzo accanto a Calum. Belle controllò le tasche e si preoccupò quando non trovò il telefono. Cal notò i suoi movimenti e guardò Michael annuendo.

“Uhm se cerchi il telefono ce l’ho io. Sta tranquilla Ashton ha detto che sarebbe venuto alle dieci.” inventò sul momento guardandola dallo specchietto retrovisore. Belle annuì e si lasciò andare sul sedile. Guardò fuori dalla finestra e notò il tramonto farsi sempre più vivo. Abbassò il finestrino e osservò il cielo sporgendosi dalla macchina. Sorrise leggermente e guardò Calum, che le sorrise dallo specchietto prima di partire. Il ragazzo si sentiva un po’ in colpa per quello che stava facendo, soprattutto quando vide la macchina di Ashton in lontananza, parcheggiare sotto casa di Belle. Per fortuna la ragazza non se ne accorse, troppo impegnata a guardare il tramonto.
 
 
 
Belle era ormai stufa, Calum stava guidando come una lumaca. E Michael non diceva niente, come se fosse d’accordo con lui. Sbuffò per l’ennesima volta e gli chiese di accelerare il passo. Cal guardò Michael e annuì, facendo un verso finto di sorpresa. Belle lo guardò confusa e notò la macchina rallentare.

“…Calum?” chiese la ragazza notando ormai la macchina ferma.

“Uhm abbiamo un problemino.” ridacchiò nervoso il ragazzo, provocando una risata goffa di Michael.

“Spiegati meglio e tu cazzo ti ridi.” diede uno schiaffo al braccio di Michael, facendolo ridere ancora di più.

“Si è fermata la macchina non so perché.” mentì il ragazzo, facendo finta di accenderla. In realtà la macchina era perfettamente funzionante, ma doveva pur inventarsi qualcosa di concreto.

“Tu scherzi…spero?!” esclamò esasperata la ragazza. Ci mancava solo questa, pensò.

“No Belle, se vuoi controlla tu.” disse Calum guardandola consapevole del fatto che si fidasse di lui e che quindi non avrebbe mai controllato veramente. Belle si passò una mano sulla faccia, cercando di non rovinare quel poco trucco che aveva e si guardò intorno.

“Vado a piedi fino a casa.” annunciò la ragazza aprendo la portiera. Vacillò un po’ quando vide dietro di sé una strada fin troppo buia e lunga.

Piccola siamo a tipo otto chilometri da casa nostra.” confermò Michael fermandola.

“Lo so razza di pomodoro! E non chiamarmi così!” esclamò guardandolo male e guardò il cielo pensando ad una soluzione. Ashton si arrabbierà molto se arrivo in ritardo, pensò la ragazza. Se solo avesse saputo che Ashton già se ne era andato da casa sua dato l’orario.

“Vado a quel bar per chiedere informazioni.” indicò Calum spezzando il silenzio. Belle annuì leggermente e lo lasciò andare. Rimase in silenzio e salì al posto del guidatore, facendo allarmare leggermente Michael. E se avesse provato ad accendere la macchina?

“C-che fai?”

“Niente volevo stare qui.” ammise la ragazza accasciandosi sul sedile. Notò Calum in lontananza entrare nel bar, e fece un sospiro.

“Se vuoi ti do cinquanta euro per i piatti.” se ne uscì dopo un po’ Michael, che fece strabuzzare gli occhi a Belle.

“Davvero saresti disposto a darmi tutti quei soldi?” chiese un po’ sorpresa Belle. Il ragazzo annuì posandole una mano sulla coscia, facendo sussultare la ragazza che seguì la sua mano con lo sguardo.

“Devo pur spenderli in qualcosa.” alzò le spalle il ragazzo. Belle annuì troppo imbarazzata per dire qualcosa, ma un suono distrasse i suoi pensieri. Notò il suo telefono sotto al manubrio e lo prese sporgendosi. Michael pensava che Calum si fosse portato il telefono appresso e invece no. Belle ormai aveva letto tutto, e Michael si posò una mano sulla faccia pronto al peggio.
Calum tornò qualche secondo dopo sorridendo, ma il suo sorriso scomparve lentamente quando notò Belle con le lacrime agli occhi. Guardò il telefono e si maledisse mentalmente per averlo lasciato lì. Belle uscì dalla macchina guardandolo e gli diede uno schiaffo rumoroso sulla guancia, che fece girare la testa al ragazzo. Michael esclamò in sorpresa, sentendosi in colpa. Belle si girò guardò Calum negli occhi per un tempo indefinito e poi si girò verso Michael, che la osservava serio.

“Mi fate schifo.” disse soltanto allontanandosi con il cellulare in mano, leggendo ancora i messaggi di Ashton.
 

Ash xx
Ultimo accesso alle ore 21:54
 
Belle sono qui scendi ;)                                                                                         20:04
Belle? Dove sei?                                                                                                      20:35
…Belle?                                                                                                                     21:20
 

La ragazza sospirò asciugandosi le lacrime. Come aveva potuto farle questo? Poi Calum! Che era il suo migliore amico! E poi perché? Voleva solo uscire con un ragazzo, per la miseria!

“Belle rientra ti accompagniamo a casa e poi andiamo via…” la raggiunse Calum, toccandole la spalla. Belle tolse bruscamente la mano dalla sua spalla.

“No vado a piedi!” urlò la ragazza guardandolo dopo essersi girata. La guancia era leggermente arrossata, e si sentì un po’ in colpa. Ma infondo quello da incolpare qui era solo lui.

“Cazzo ho detto entra in macchina o giuro che ti prendo con la forza!” urlò più del dovuto Calum, infastidito dalla situazione. Michael sussultò guardandolo dallo specchietto della sua portiera e sospirò giocando con un suo braccialetto. Aveva fatto litigare i due, e la colpa era solo sua e del suo egoismo. Belle rientrò in macchina, sussultando quando Calum sbattette la portiera, accendendo il motore. Belle fece una smorfia delusa quando notò la macchina partire come se non fosse successo niente.
 
 
 
“Non venire più a casa mia o chiamo la polizia.” informò dopo essere scesa dal veicolo. Calum mantenne lo sguardo basso sulle sue mani, che erano ferme sul manubrio. Michael salutò l’amico dandogli una leggera pacca sulla spalla e lo guardò andare via. Seguì Belle che ormai era già entrata nell’edificio e la fermò.

“Belle mi dis-.”

“Stessa cosa vale per te.” sputò acidamente guardandolo. Belle pensava fosse una testa di cazzo, ma non fino a quel punto.

“Belle ascolta è tutta colpa mia. Io ho proposto a Calum di farti saltare l’appuntamento. Conosco Ashton e so cosa ti avrebbe fatto stasera e tu sei così…sottomettibile che avresti accettato! Lui non è normale e te lo dico da amico, non frequentarlo…ti prego.” la supplicò Michael aprendo la porta di casa sua. Si sarebbe preso anche mille legnate ma doveva dire la verità.

“Fammi capire…” iniziò la ragazza cercando di contenere la rabbia. “Tu mi hai fatto litigare con il mio migliore amico…perché conosci Ashton e dici che non è affidabile?! Ma ti ascolti quando parli?! Cazzo ora Calum ce l’ha con me per un testa di cazzo come te con l’ego a mille!” urlò in lacrime la ragazza, spingendolo frustrata. La ragazza probabilmente non si accorse di essere entrata in casa del ragazzo, che richiuse la porta dietro di lei prima di essere respinto.

“A te non dovrebbe importare niente di quello che faccio con Ashton o con qualche altro ragazzo! Perché sei così?!” continuò arrabbiata, con le lacrime agli occhi. Cercò di aprire la porta ma non ci riuscì perché era chiusa a chiave.

“Apri questa dannata porta!” ordinò girandosi verso il ragazzo. Quest’ultimo che era rimasto in silenzio per tutto il tempo, si avvicinò e la spinse con forza contro la porta, piazzandosi davanti a lei. Belle sussultò sentendo la durezza della porta farle male alla schiena e guardò Michael assottigliando gli occhi. Ora voleva anche picchiarla?

“Senti. Io sono fottutamente geloso di te okay?” mormorò guardandola dall’alto. La ragazza provò a dire qualcosa ma venne fermata dalla mano del ragazzo che andò a fermarsi contro la porta dietro di lei. Lui la guardava intensamente e Belle deglutì leggermente intimorita.

“Cosa ci trovi in Ashton?” sussurrò soffiandole sul viso. Belle pensò a quella domanda e rimase leggermente confusa. A lei non piaceva Ashton, non l’aveva mai detto.

“N-non mi piace lui.” spiegò sospirando a Michael, le cui pupille sembrarono dilatarsi notevolmente.

“E chi ti piace piccola?” sussurrò sulle sue labbra guardandola. Belle tremò leggermente a quel quasi-contatto e lo guardò.

“Nessuno…” vagò sussurrando. Certo provava attrazione per il ragazzo che era davanti a lei, ma questo non significava che le piacesse…o no?
Michael fece un ghigno di chi la sa lunga e si staccò. Ora si sarebbe davvero divertito, sapendo che una ragazza aveva preferito lui e non l’amico per una volta.

“Lava i piatti su.” disse soltanto, andando a sedersi sul divano. Belle rimase ferma un attimo per rielaborare il tutto e filò in cucina, sapendo che tanto non le avrebbe dato la chiave per il momento.
 
 

Quando finì di lavare i piatti lo raggiunse in salotto, dove giocava alla Playstation. Sembrava concentrato sullo schermo e quando Belle si sedette accanto a lui pausò il gioco, girandosi per guardarla.

“Uhm vorrei le chiavi.” si schiarì la voce. Michael posò il controller sul tavolo di vetro davanti a lui e la guardò sorridendo.

“Tieni.” disse facendole ondeggiare sopra la sua testa. La ragazza fece per prenderle ma si sbilanciò sul divano, come previsto dal ragazzo. Rise scuotendo la testa e le ripose nella tasca posteriore.

“Ehi ridamm-.” cercò di ribattere ma venne fermata quando il ragazzo si mise a cavalcioni su di lei, sovrastandola completamente. La guardò alzando un sopracciglio e Belle arrossì non sapendo cosa fare.

“Il gatto ti ha mangiato la lingua piccola?” chiese divertito guardandole le labbra. Belle balbettò qualcosa che Michael fece finta di non sentire.

“Come? Avvicinati non ho capito.” mormorò il ragazzo, facendole alzare leggermente la testa. Ne approfittò sorridendo, e proprio mentre stava per ripetere quello che aveva detto prima, Michael premette con forza le labbra sulle sue, facendola stendere completamente.








:)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Alone. ***


<<Belle aprì gli occhi e si guardò intorno: non era a casa sua. Si stropicciò gli occhi e si mise a sedere, guardando l’ora all’orologio di leg-

Era casa di Michael.
Belle sbadigliò sonoramente e vide il ragazzo appoggiato alla porta. Le sorrise sorseggiando il caffè e lei ricambiò leggermente.

“Giorno.” mugugnò Belle alzandosi. Sarebbe davvero dovuta tornare a casa, non voleva far preoccupare i suoi genitori, che probabilmente l’avevano tempestata di chiamate.

“Giorno piccola.” sorrise Michael seguendola in cucina.

“Aspetta…” iniziò confusa la ragazza guardandolo. “C-cosa abbiamo fatto ieri…?” chiese deglutendo. Non si ricordava niente.

“Niente, abbiamo litigato.” alzò le spalle il ragazzo, guardandola corrugando la fronte. Belle lo guardò annuendo, incitandolo a parlare.

“Poi volevi le chiavi, ma appena ti sei seduta ti sei addormentata.” continuò posando la tazza nel lavandino.

“Oh.” rimase la ragazza abbassando lo sguardo. “Quindi n-non abbiamo…fatto uhm niente?” continuò imbarazzata. Michael alzò un sopracciglio guardandola e rise rumorosamente.

“Perché che hai sognato?” chiese con un ghigno guardandola.

“N-niente.” smentì la ragazza girandosi bevendo il caffè. Era stato tutto un sogno…? Sospirò guardandosi lo smalto, pensando che avrebbe dovuto cambiarlo. Era tutto rovinato.

“Oh, sapessi quante cose ho sognato io.” mormorò con voce roca avvicinandosi alla ragazza. Belle strabuzzò gli occhi arrossendo e scoppiò a ridere, forse troppo imbarazzata per dire qualcosa di sensato. Finì di bere il caffè e posò la tazza sul lavandino. Michael le prese i polsi facendo poggiare le mani della ragazza sul bordo del lavello, e ci poggiò le sue mani sopra per bloccarla. Belle deglutì guardandolo e lui sorrise avvicinandosi.

“D-devo andare.” cercò di spiegare la ragazza, distogliendo lo sguardo. Questo provocò una risatina da parte del ragazzo che le sfiorò la mandibola con le labbra. Belle sussultò chiudendo gli occhi, sentendo il ragazzo scendere coi baci fino al collo, proprio come qualche giorno prima. Michael la guardò mordendosi il labbro e Belle aprì gli occhi, incrociando il suo sguardo. Non era un sogno stavolta. Michael si avvicinò per baciarla, ma la sorte ce l’aveva coi due, visto che poco dopo Belle si ricordò della litigata con Calum. Avrebbe dovuto fare qualcosa, un senso di angoscia la trasalì, facendo spingere il ragazzo a qualche passo di distanza da lei.

“Calum, devo parlargli assolutamente.” se ne uscì preoccupata la ragazza, passandosi una mano fra i capelli. Michael annuì leggermente dispiaciuto, ma poi si ricordò che lui non piace a Belle e quindi se ne fece una ragione. Raggiunse la porta di casa e la aprì aspettando Belle. Lei lo ringraziò e gli baciò la guancia, facendo emettere un sospiro da parte del ragazzo. Richiuse la porta dietro di sé e tirò un libro contro al muro.

Ormai era così evidente che voleva Belle a tutti i costi. Ma era davvero così? Voleva solo portarsela a letto? Questo voleva?
E allora perché ogni volta che andava via si annoiava, e quando tornava sorrideva? Perché ogni volta che lei era nella stessa stanza, sentiva la tensione mangiarli vivi? O perché era così nervoso solo a guardarla? Forse non si sentiva all’altezza, lui non era il ragazzo giusto per Belle. Non che Ashton lo fosse. Però sotto un altro punto di vista lui l’avrebbe protetta, anche dal giro in cui era finito. Aveva imparato a conoscere l’amico, e sapeva quanto ci tenesse ad una persona. La faceva sentire speciale ed apprezzata, cosa che Michael non riusciva a fare. Lui prendeva in giro le persone, le annoiava e le faceva arrabbiare. Allora perché quando c’era lei cambiava?
 
 
 
Belle guardò un punto indefinito davanti a sé. Stava aspettando Calum da qualche minuto, e ogni tanto si guardava intorno sperando arrivasse. La ragazza gli aveva dato appuntamento al ragazzo alle otto, al parco sotto casa sua. Voleva vederlo e scusarsi, anche perché aveva spiegato ad Ashton che ai suoi amici piace fare dispetti. Amici, pensò ridendo Belle. Ormai le costava ammetterlo, ma Michael era diventato un suo amico. Anche se sapeva che, infondo, provava qualcosa per il ragazzo. Forse era troppo orgogliosa per ammetterlo, forse troppo orgogliosa anche per guardare in faccia il suo migliore amico, piazzato ora davanti a lei.

Calum era terribilmente triste, e si poteva notare dai suoi occhi spenti e lucidi, che guardavano Belle come se fosse la sua salvezza. La ragazza si alzò e lo guardò alzando il viso. Era troppo alto, e la sua figura la sovrastava completamente, facendola sembrare una bambina di dieci anni. I due si guardarono per un tempo indefinibile e Belle lo strinse in un abbraccio strettissimo, che il ragazzo ricambiò. Chiuse gli occhi per godersi il momento e Calum fece lo stesso, inspirando il suo odore. Il ragazzo non aveva dormito, cercando una scusa per farsi perdonare dall’amica. Belle invece sapeva esattamente come scusarsi, con il silenzio.
Si staccarono minuti dopo e Belle si asciugò una lacrima che cadde sul suo viso, invitandolo a sedersi accanto a lei. Il ragazzo si sedette stringendosi nella felpa e si guardò intorno. Quel parco dove avevano passato tanti momenti insieme, sembrava così freddo e spento. Non sapeva se Belle pensava lo stesso, visto che il suo sguardo era esattamente su quell’albero in particolare. Belle si ricordò tante cose, tra cui gli intervalli passati a parlare sotto quell’albero, o quando la ragazza decise di dargli ripetizioni di matematica. Non era bravo, ma a fine anno riuscì a prendere la sufficienza, e fu tutto merito di Belle.

“Ti ricordi quando la Wilkinson ci rincorse per tutta la scuola?” chiese improvvisamente, non spostando lo sguardo dall’oggetto in questione. La Wilkinson era la loro professoressa di Italiano. Quel giorno avevano fatto una centinaia di pesci di carta, e li avevano appesi per tutta la scuola. Inutile dire che la povera insegnante li rincorse per tutta la scuola, gridando che li avrebbe sospesi se non si fossero fermati.
Calum annuì sorridendo leggermente e guardò Belle.
Erano cresciuti tanto, ma non solo fisicamente. Però quando Belle si girò incrociando il suo sguardo, pensò che infondo non erano cambiati così tanto. Gli occhi dell’amica erano sempre di quel colore indefinibile, e il naso era sempre a punta. Forse i tratti del viso erano più marcati, ma del resto niente l’aveva cambiata drasticamente. La ragazza sorrise pensando la stessa cosa di Calum, e posò la testa sulla sua spalla.

“Un giorno ti ringrazierò di tutto.” ammise Calum a bassa voce, rigirandosi il telefono fra le mani.

“Tutto comprende anche quella volta in cui ti ho tirato un milkshake in faccia?” chiese ridendo la ragazza, alzando il viso per guardarlo.

“Cazzo Belle era così freddo che quando tornai a casa mi presi il raffreddore.” rise il ragazzo, facendo gesti buffi con le mani. Belle rise di gusto alzando le spalle.

“Te lo meritavi stupido!” esclamò dandogli un pugno sul braccio, provocando un verso di sorpresa dall’amico.

“Da quando sei così manesca? Pratichi con Michael?” chiese guardandola. Belle arrossì pensando al ragazzo e scosse la testa.

“Belle, scherzo.” la guardò serio il ragazzo, per poi addolcire lo sguardo. La ragazza annuì leggermente e sospirò poggiandosi alla panchina con gli occhi chiusi, rivolti verso al cielo.

“Secondo te mi sta usando?” chiese la ragazza, più a se stessa in realtà. Non aveva ben capito le intenzioni del ragazzo, e voleva almeno un parere.

“No Belle, sta solo rincorrendo il suo cuore.” se ne uscì il ragazzo, girandosi per guardarla. Belle arricciò il naso, cosa che fece sorridere Calum.

“In che senso?” lo guardò la ragazza aprendo gli occhi. A volte Calum era stranamente incomprensibile.

“Nel senso che non sa neanche lui quello che vuole. Belle, lui non è mai stato con una ragazza. In quel senso sì. Ma non sa ancora cosa sia sentire il cuore battere per qualcuno, o il sorriso che fai quando la ragazza che ti piace fa qualcosa di bello. Lui non sa quello che si perde ad amare una persona, ma se quest’ultima contraccambia, beh…non hai molto da perdere allora.” spiegò Calum pensieroso. Belle lo guardò sorridendo e si coprì la bocca, soffocando un singhiozzo. Il ragazzo la guardò preoccupato e piegò leggermente la testa cercando di capire.

“Calum i-io mi sento così sola.” confidò Belle fra un singhiozzo e l’altro. “Vedo tutte queste persone felici, amici o fidanzati, che ridono e condividono esperienze. Sarei stupida a dire di non essere gelosa, perché per una volta vorrei a-avere anch’io qualcuno che ci tenga a me, come io tengo agli altri.” Si fermò la ragazza tirando su col naso. Calum rimase in silenzio. Voleva farla sfogare, non avrebbe interrotto il discorso solo perché Michael si era avvicinato ai due. Calum gli fece segno di star zitto e lui annuì, guardando Belle.

“Il fatto è che non sono vecchia, ma non sono neanche una ragazzina. Vedere tutte queste…persone, fare progetti con la persona che amano mi rende triste. Io una famiglia non l’ho mai avuta, a loro interessa s-solo del mio rendimento scolastico. Sono troppo impegnati per pensare alla loro unica figlia, felicemente triste.” continuò fra i singhiozzi Belle, che ormai aveva fatto commuovere anche Calum.

“E sai cosa? Io sono stufa. Dico sempre c-che devo cambiare ma non ce la faccio. Provo ad uscire, ad essere come le altre persone ma non ci riesco. Alla fine il sabato sera mi ritrovi sempre in casa a guardare un film, con la cioccolata calda.” finì asciugandosi le lacrime. Michael sorrise leggermente triste, vedendo la ragazza in quello stato. Infondo non la conosceva, ed era così fragile. Tutto d’un tratto si sentì in colpa per aver pensato quelle cose così mature su di lei, e la guardò sotto un altro punto di vista. Aveva bisogno di amici, di spalle su cui piangere e di occhi in cui confidare segreti. Non cazzate da ragazzini. L’amore, ppff, l’amore è per stupidi, pensò.

“Belle…” la guardò Calum prima di abbracciarla forte. La ragazza singhiozzò ancora più forte, stringendo la felpa del ragazzo come per ripararsi da qualcosa. Si sentiva così vuota, e Calum lo notò dal modo in cui i suoi occhi osservavano la gente, ma soprattutto lui. Unica persona di cui si sia fidata per tutta l’età adolescenziale.

“Non mi lasciare mai.” sussurrò la ragazza sul suo collo. Calum chiuse gli occhi stringendola più forte, come per annuire fisicamente.
Michael se ne andò. Si sentì stupido, approfittatore e soprattutto colpevole. Ma infondo lui cosa ne sapeva della vita? Lui viveva l’istante, e non pensava a niente e nessuno. Per lui la vita era una grande scatola, formata da tanti pezzi di carta. I pezzi di carta erano le persone, e la scatola rappresentava il mondo. Ogni tanto qualcuno si divertiva a strappare pezzi di carta, a bruciarli. A volte qualcuno li riparava con un misero pezzo di scotch. Ma lui non veniva mai scelto. Lui viveva e basta, non c’era nessuno pronto a sconvolgergli la vita in qualche modo. Per questo quando rientrò in casa e richiuse la porta dietro di sé, si guardò intorno, pensando che lui, della vita, non ne sapeva niente.


Mai.” sussurrò Calum, facendo una promessa.








Calum tristoso *-*








HEY :)
Ho messo davvero il mio cuore in questo capitolo, spero vivamente che vi piaccia...

Sony xx

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cotton candy. ***


<<Si guardò intorno. Non sapeva quanto avesse dormito, quindi guardò velocemente l’ora sul telefono. Era da poco mattina, e il sole illuminava flebilmente la stanza di Belle, rendendola un po’ meno paurosa. La ragazza si stropicciò gli occhi e si sedette sul letto, scoprendo il busto che era coperto dalle lenzuola fino a pochi secondi prima. Sbadigliò sonoramente e notò un bigliettino giallo sul suo comodino. Corrugò la fronte staccandolo e lo girò per vedere se ci fosse la firma o qualcosa del genere. Niente. Quindi decise di leggerlo, visto che non poteva fare altro.
 
Giorno. Ti ho portato la colazione se ti va di mangiare. Ah le rose dovevo metterle in un vaso ma era tardi e niente. Spero che non ti dispiaccia troppo :P
 
Belle rilesse il post-it più volte, come per capire chi fosse il misterioso ragazzo. Calum? Non era la sua scrittura, ed inoltre lui non era tipo da smancerie del genere. Era più un ragazzo cielo e terra, se si può descrivere così. Poteva essere Michael? La ragazza subito pensò che fosse una cavolata, anche perché i due non si vedevano da giorni. E poi non ci teneva così tanto a lei, almeno questo pensò la ragazza. Anche se infondo, sperava che fosse stato lui. Sarebbe stato davvero un gesto…carino. Prese in considerazione Ashton, con il quale si scriveva giornalmente. Belle aveva una cotta per il ragazzo, ma non era proprio sicura di quello che provava. Si era un bel ragazzo, simpatico e tutto, ma non le faceva sentire niente. Ashton si era dichiarato pochi giorni prima, dicendole quanto le piacesse. Belle annuì non sapendo che dire, e ritornò a casa. Purtroppo non ricambiava, non ancora. C’era qualcosa che la respingeva, bloccava dall’amare quel ragazzo. Doveva solo capire cosa. Sorrise leggermente ringraziando il ragazzo misterioso, e prese un post-it scrivendo velocemente qualcosa.
 
Hey ragazzo misterioso. Le rose sono bellissime, grazie <3 Ora mangio la colazione! Grazie ancora!
 
Iniziò a mangiare sorridendo, pensando a come quel piccolo gesto le avesse già migliorato la giornata. Dopo aver finito di mangiare, prese le rose e le annusò sorridendo. Il telefono squillò e lo prese portandoselo all’orecchio. Sorrise ancora di più sentendo il ragazzo.

“Hey Cal.”

“Hey principessa. Che ne dici di un giro al Luna Park?” chiese gentilmente Calum. La ragazza sembrò pensarci e annuì dicendogli che si sarebbe preparata in pochi minuti. Si alzò velocemente e si mise una tuta semplice che le arrivava poco sopra le ginocchia, e delle semplici scarpe sportive. Non voleva vestirsi in modo troppo appariscente, infondo era solo il suo migliore amico. Gli chiuse il telefono in faccia ridendo e scese le scale, fermandosi nei suoi passi guardando il ragazzo. Fece un piccolo sorriso e si alzò sulle punte, lasciandogli un bacio sulla guancia. Era davvero strano ultimamente, non sapeva a cosa pensasse.

“Hey Michael.” sorrise la ragazza guardandolo. Lui fece un piccolo sorriso e alzò un sopracciglio.

“Ti sei svegliata bene vedo..?” chiese ipoteticamente il ragazzo. Infatti sembrava di buon umore, cosa davvero rara. Se solo Belle avesse saputo che la causa fosse sua.

“Ho avuto una bella colazione.” ammise la ragazza sorridendo. Michael trattenne un sorriso e annuì facendo il finto disinteressato. Voleva almeno tirarla su con dei piccoli regali o gesti, che a volte possono cambiare la giornata di una persona senza che qualcuno se ne accorga. Ormai aveva perso la speranza, a lei piaceva Ashton, e l’aveva sentita parlare con Calum qualche giorno prima. Però ormai erano amici, e gli sarebbe dispiaciuto vederla triste per qualche motivo. La seguì in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle.
Belle scese le scale e notò il ragazzo dietro di lei. Lo guardò girandosi, attirando la sua attenzione.

“Uhm vieni con me o cosa…?” ridacchiò la ragazza appoggiandosi allo scorri mano. Lui annuì facendo un piccolo sorriso e si scompigliò i capelli, ora neri.

“Si, ti dispiace?” chiese retoricamente sorridendo e la sorpassò ridacchiando. Belle alzò un sopracciglio ed uscì da casa sua, notando Calum appoggiato alla sua macchina. Si avvicinò velocemente e lo abbracciò forte. Il ragazzo sussultò leggermente reggendosi allo sportello, e guardò Michael confuso mentre la stringeva. L’amico sorrise sussurrandogli un “Dopo ti spiego.” e scomparì in macchina. Calum annuì leggermente sorridendo e si staccò guardando Belle.

“Ti fai sempre più bella o cosa?” sorrise il ragazzo, pizzicandole la guancia. Belle arrossì leggermente e gli morse il braccio, facendo piagnucolare il ragazzo.

“Cazzo pensa se ti avessi insultato!” ridacchiò il ragazzo entrando al posto del guidatore. Belle salì nei posti dietro e notò Michael accanto a lei.

“Perché non sei davanti?” chiese la ragazza guardandolo. Lui la tirò a sé e l’abbracciò posandole il braccio attorno ai fianchi. Belle arrossì leggermente guardandolo ancora più confusa.

“Che divertimento c’è se non posso darti fastidio piccola?” disse, guadagnandosi un pugno nello stomaco dalla ragazza. Lui fece finta di piangere e rise guardandola. Belle lo guardò un po’ più del solito, e arrossì violentemente distogliendo lo sguardo. Il ragazzo trattenne un sorriso e la strinse più forte, notando dal finestrino la strada che scorreva veloce.
 
 
“BELLE!” sentì la ragazza, subito dopo che un leggero schiaffo le colpì la faccia. La ragazza sussultò leggermente e si stropicciò gli occhi sedendosi. Si era addormentata. Alzò lo sguardo e notò i due ragazzi ridacchiare.

“Sei Belle mica la bella addormentata.” rise Calum scuotendo la testa, per poi avviarsi verso il parco. Belle sbadigliò e guardò il ragazzo che le sorrideva. Le baciò il naso e scese dal veicolo aspettandola. Belle sorrise a quel gesto e lo seguì mordicchiandosi il labbro. Notò Calum salutare qualcuno e guardò i suoi amici avvicinarsi ai due.


“Lei è Belle e lui è Michael. Loro sono Chad, Mark e Troy.” introdusse Calum guardandoli. I cinque si scambiarono dei timidi saluti e Belle guardò Troy alzando un sopracciglio. Lui le tolse dai capelli una piccola foglia che probabilmente era caduta quando aveva percorso il piccolo vicolo di prima. Belle lo ringraziò, e sentì le mani di Michael posarsi sui suoi fianchi, avvicinandola a lui. Lei lo guardò rassicurandolo con lo sguardo e si incamminò con gli altri. A volte le dava fastidio questo suo comportamento, ma non ci
faceva molto caso. Meglio essere protettivi che fregarsene.

“Ragazzi facciamo le montagne russe?” chiese Chad guardando prima Calum e poi Belle e Michael. I tre annuirono e si recarono verso la biglietteria, dove stranamente non c’era nessuno.
 
 
“Sono stanco morto.” annunciò Calum scendendo dall’ennesima attrazione. Tutti erano piuttosto stanchi, soprattutto Belle, che sembrava poter cadere da un momento all’altro. Era molto stressata per via degli esami, decisivi per il suo obbiettivo finale, la laurea. Si sedette pigramente su una panchina, osservando le luci che la circondavano. C’erano molti bambini che correvano e urlavano, e Belle si toccò la testa facendo una smorfia. Per quanto amasse i bambini, a volte voleva strangolarli. Si guardò intorno e notò solo Calum e Chad parlare animatamente. Corrugò la fronte non notando Michael. Gli altri due amici, Troy e Mark, erano tornati a casa da poco. Alzò un sopracciglio quando notò il ragazzo venirle incontro con un mega zucchero filato rosa confetto. Belle rise di gusto guardandolo e guardò l’oggetto in questione.

“Per te.” rise Michael porgendoglielo. Belle sorrise ringraziandolo e ne prese un pezzo con le dita, assaggiandolo. Era dolce, ma le dava almeno quella poca forza per rimanere sveglia. Michael si sedette accanto a lei e la guardò sorridendo. Era davvero buffa, ma di quel buffo tenero. Sembrava una bambina. Il ragazzo si avvicinò e le rubò un pezzo sghignazzando, e lo portò alla bocca mangiandolo. Belle fece il labbruccio e continuò a mangiare. Michael gliene perse un altro ridendo ancora più forte e Belle lo guardò col broncio.

“Non era mio?” chiese arrabbiata come una bambina. Il ragazzo rise leccandosi le labbra, per togliere lo zucchero rimasto. Belle spostò lo sguardo sulle sue labbra per un momento e distolse lo sguardo. Per un secondo aveva pensato di baciarlo, ma si riscosse dai suoi pensieri strani.

“Ragazzi torniamo a casa?” chiese stancamente Calum, dopo aver salutato Chad, che era ormai sparito chissà dove. Belle annuì alzandosi con lo zucchero filato e Michael fece lo stesso. Camminarono in silenzio verso la macchina, la ragazza ogni tanto si guardava intorno mangiando. Il ragazzo le rubò ancora lo zucchero filato, senza obbiezioni da parte di Belle, cosa che lo sorprese. Improvvisamente prese il telefono, che squillava insistentemente. Passò lo zucchero a Michael, che lo prese mangiandolo. Belle notò il numero di Ashton e rispose.

“Uhm Ashton?” rispose evidentemente confusa, data l’ora della chiamata. Michael sussultò leggermente sentendo il suo nome e guardò la ragazza preoccupato.

“N-non so penso di si. Va bene arrivo.” chiuse Belle sospirando, rimettendo il telefono nella borsa.

“Che ti ha detto?” chiese Calum entrando in macchina, chiudendo lo sportello. I due fecero lo stesso e Belle lo guardò dallo specchietto che rifletteva il suo volto dal sedile anteriore.

“Ha avuto dei problemi e dorme da me.” annunciò come se non fosse niente Belle, facendo tossire il ragazzo accanto a lei. La ragazza guardò Michael preoccupata e gli diede delle pacche sulla schiena, facendolo riprendere un po’.

“Ah.” disse solo il suo migliore amico, dando uno sguardo a Michael dallo specchietto.

“Belle ma non lo conosci nemmeno.” intervenne poco dopo quest’ultimo, guardandola preoccupato e leggermente geloso. Anzi, più che geloso. Non voleva che qualcosa di brutto succedesse a Belle.

“Si che lo conosco, e ti ho già detto di non intrometterti fra me e lui.” ribadì infastidita la ragazza, guardando fuori dal finestrino. Michael sospirò scompigliandosi i capelli, rimanendo in silenzio per il resto del tragitto.
Quando arrivarono a destinazione, scesero contemporaneamente e i due ragazzi salirono in casa senza dire una parola. Belle li ringraziò mentalmente e raggiunse Ashton, seduto in macchina a pochi isolati da casa sua. Lui uscì dall’auto e la ringraziò per l’ospitalità, facendo annuire la ragazza. Belle era leggermente impaurita, il ragazzo aveva bevuto e si sentiva da metri. Salì le scale ed aprì la porta di casa sua, invitandolo ad entrare. Non se lo fece ripetere due volte ed entrò, stiracchiandosi. Belle sospirò e salì velocemente le scale, venendo seguita dal ragazzo.

“Posso dormire qui?” chiese il ragazzo indicando il letto in camera sua. Belle guardò il letto e poi lui, pensandoci. Sospirò e annuì, non volendo fare la scortese. Rimase con la tuta, non volendo spogliarsi davanti a lui, e si stese sul letto mormorandogli la buona notte. Lui le posò una mano sulla vita avvicinandola e posò la testa sul cuscino, giocando con i suoi capelli. Belle sussultò sentendosi infastidita da quel contatto così intimo, e si girò guardandolo. Lui fece un sorrisetto e si spostò sopra di lei, ghignando. La ragazza lo guardò alzando un sopracciglio leggermente impaurita e Ashton si abbassò, mordendole il collo.

“Ashton che fai?! Staccati!” urlò disperata la ragazza, cercando di fermarlo posando le mani sulle sue spalle. Ma il ragazzo non ne voleva sapere, e quando infilò le mani sotto i pantaloncini della tuta, Belle gli sferrò un pugno sul petto. Ashton rise e la guardò assottigliando lo sguardo.

“Smettila cazzo! Alzati o ti ammazzo!” urlò guardandolo, impaurita e rossa come un peperone. Poco dopo sentì la porta aprirsi e una figura farsi largo nel buio della stanza.

“Ha detto di lasciarla in pace.” disse fra i denti il ragazzo, scaraventandolo a terra. Ashton si mantenne in piedi a malapena, un po’ per la sbronza un po’ per il gesto del ragazzo davanti a lui. Belle guardava i due seduta sul letto, sollevata dalla figura del primo ma ancora scossa dagli avvenimenti di prima.

“Che ci fai qui Clifford?” sputò fra i denti Ashton, che sembrava trafiggerlo con lo sguardo. Michael continuava a guardarlo negli occhi, stringendo i pugni, facendo sbiancare le nocche.

“Vattene o ti ammazzo.” mormorò arrabbiato quest’ultimo. Si avvicinò ai due e si mise in mezzo, guardandoli. I due si conoscevano a quanto pare, e la cosa sorprese Belle, che continuava ad osservarli. Ashton era sorpreso di vedere il suo caro vecchio amico, proprio nella casa della ragazza. Vivevano insieme? Erano vicini? Amici? Non lo sapeva proprio.

“Sta tranquillo che lo farò prima io.” disse il ragazzo per poi guardare Belle sghignazzando. La ragazza tremava leggermente ed era a testa bassa, che si torturava le mani. Si tolse di mezzo e scese velocemente le scale, per poi togliere il disturbo. Belle riprese respiro e si accasciò posando le mani sulle sue ginocchia. Michael la guardò preoccupato e si parò davanti a lei.

“Ti ha toccata? Fatto male?” chiese dolcemente guardandola. Belle scosse la testa alzando lo sguardo, incrociandolo al suo. Il ragazzo annuì leggermente accarezzandole la guancia, continuando a guardarla. Belle chiuse gli occhi rilassandosi per qualche secondo e raggiunse il letto ristendendosi. Michael la guardò sospirando e si avvicinò alla porta, pronto ad uscire.

“Resti con me stanotte?” sentì dire dietro di sé.





Ashyyy :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Trip. ***


<<Belle si concentrò cercando di non far tremare le mani, e schiacciò il pulsante. Sorrise soddisfatta notando la foto uscire, e la prese scuotendola un po’. Guardò la foto piegando di poco la testa e la girò, prendendo un pennarello. Scrisse la data e il luogo in cui l’aveva scattata e fece un piccolo sorriso, riponendola nell’album. Non era pienamente soddisfatta, “avrei potuto farla meglio” pensava continuamente la ragazza, mentre si dirigeva verso casa sua. Ma infondo si sa che i veri artisti sono sempre insicuri su quello che fanno. O forse semplicemente aveva avuto sfortuna, visto che il fringuello non riusciva a star fermo nemmeno un secondo. Fatto sta che Belle tornò a casa felice, perché anche se erano le cinque di mattina, era riuscita a fotografare il sole che sorgeva naturalmente, trascinando dietro sé sfumature di colori caldi. La ragazza era affascinata dal cielo, cosa che molte persone non osservano abbastanza. Forse era anche troppo meticolosa, ma infondo era il suo lavoro, quello che doveva raggiungere doveva essere perfetto. Era molto attenta ai particolari in tutto, dai rapporti con le persone fino ad un cucchiaino che Calum aveva lasciato fuori dal porta posate. E quindi in quel caso si arrabbiava col ragazzo, che ribatteva infastidito dicendo che era solo un cucchiaino.
 
Sorrise a quel pensiero e controllò che il caffè fosse pronto. “Devo assolutamente comprarmi una macchinetta.” pensò leggermente annoiata, guardando il fumo uscire dalla caffettiera. Non le piaceva aspettare, voleva bere il caffè subito. E invece eccola lì, intenta a non scottarsi nel prendere l’oggetto. Versò il caffè nelle tazzine e ci versò lo zucchero. Appoggiò la seconda tazzina al bordo del ripiano, nel caso il ragazzo ne avesse voluto un po’. Si meravigliò della propria gentilezza e prese un sorso dalla tazzina. Era buono. Aprì l’anta e prese il suo pacco di biscotti preferito, cercando di far meno rumore possibile.
 
Si guardò intorno e sbadigliò sonoramente. Aveva fatto una bella dormita, e non aveva aperto occhio fino a quel momento. Sorrise sapendone il motivo e si sedette sul letto di Belle. Guardò l’ora e sbuffò, notando che fosse troppo presto. Il sole stava appena sorgendo e illuminava fiocamente la camera coi suoi raggi, che non avevano paura di ricordare al ragazzo che si doveva alzare. Così fece, ed uscì dalla camera della ragazza guardandosi intorno. Che fosse uscita? Perché non l’aveva svegliato? Scese le scale e guardò la porta della cucina leggermente chiusa, così si avvicinò. Fece un piccolo sorriso guardandola intenta a prendere i biscotti. Non era molto alta, e quindi saltellava per riuscire a prenderli. Michael non intervenne per aiutarla, bensì rimase lì a guardarla.
Belle pulì il lavandino dalla briciole e sussultò quando sentì due braccia cingerle la vita da dietro. Fece un piccolo sorriso calmandosi quando notò dei tatuaggi ormai familiari. Il ragazzo le baciò la guancia facendola arrossire, e ne approfittò per rubarle un biscotto. Belle mise il broncio e si girò guardandolo con le braccia incrociate. Michael sorrise mangiando il biscotto guardandola e si pulì le mani dalle briciole, sfregandole fra loro.

“Buongiorno anche a te.” disse facendo l’offesa, rimettendo i biscotti al loro posto.

“Giorno piccola.” sorrise il ragazzo pizzicandole il fianco con due dita. Belle lo scacciò via ridendo e andò in salotto col telefono in mano.

“Dormito bene?” chiese premurosamente la ragazza dopo essersi seduta. Il ragazzo annuì sedendosi accanto a lei e la guardò. Era struccata e delle leggere occhiaie apparivano sotto i suoi occhi chiari. Belle si girò sentendosi osservata e alzò un sopracciglio guardandolo. Le ribaciò la guancia – non potendo fare altro – e annuì energicamente. Effettivamente era riuscito a dormire bene, e non pensò fosse a causa del materasso. Belle era lì fra le sue braccia che dormiva, e lui la osservava accarezzandole i capelli. La osservò per qualche minuto e poi si addormentò, troppo stanco per rimanere sveglio.

“Sta venendo Calum, ha detto che deve dirmi qualcosa.” annunciò distogliendo lo sguardo con le gote rosse.

“Da quando hai delle rose nel vaso?” chiese Michael alludendo al vaso posizionato sul tavolo dinanzi a loro. Belle sorrise alzando le spalle e abbassò lo sguardo poco dopo.

“E-ecco qualcuno me le ha date ed è stato gentile da farmi la colazione.” sorrise timidamente, facendo trattenere un sorriso a Michael.

“Oggi non ti ha portato niente?” chiese guardandola. La ragazza sospirò scuotendo la testa. Michael fece il finto dispiaciuto e si morse l’interno della guancia, trattenendosi dal ridere. Non le aveva preparato niente quel giorno perché lui era lì con lei, e non aveva bisogno di sorprenderla in qualche modo. Peccato che lei non lo sapesse.
Belle si alzò quando sentì il campanello suonare e sorrise vedendo il suo migliore amico.

“Ciao principessa.” la salutò baciandole la fronte. La ragazza non arrossì, e chiuse la porta confusa. Certo, Calum lo conosceva da molto ormai al confronto di Michael. Ma era davvero questa la motivazione valida per scusarsi? O iniziava a provare qualcosa per il secondo? Scosse la testa e li raggiunse in salotto.

“Ci sto. Tanto sono quattro giorni giusto?” chiese Michael guardando Calum. Lui annuì e guardò Belle, che era abbastanza confusa.

“Ti va di venire alla casa al mare con noi?”
 
 
Non le era mai piaciuto fare le valigie. Era più una ragazza pronta ad un’avventura di poche ore, o comunque non le piaceva allontanarsi da casa per troppo tempo. Era come il suo piccolo rifugio dove poteva essere se stessa. Però si ritrovò a fare mentalmente la lista delle cose che avrebbe dovuto portare, e annuì richiudendo la valigia. Era un po’ nervosa nel rivedere gli amici di Calum, ma cercò di non pensarci vedendo il ragazzo davanti a sé sorriderle.

“Preso tutto?” chiese Michael guardandola intensamente. Belle annuì cercando Calum con lo sguardo e lo trovò a parlare con Troy. Michael seguì il suo sguardo e la riguardò con un ghigno.

“Sta tranquilla piccola, se qualcuno si tocca se la vede con me.” esclamò abbracciandola. Belle arrossì stringendolo con le sue braccia, venendo sovrastata dal corpo del ragazzo. Michael le baciò la testa e si staccò, andando a parlare con Calum. Gli amici di Calum si avvicinarono e la salutarono sorridendo, chi con un piccolo bacio, chi con la mano. La ragazza li salutò timidamente e notò lo sguardo di Michael bruciarle addosso. Si morse il labbro guardando i ragazzi davanti a lei e prese la valigia uscendo da casa sua. Si sentiva davvero in imbarazzo.
 
 
“I wanna take you away,
let’s escape into the music, dj let it play!
I just can’t refuse it, like the way you do this,
Keep on rockin’ to it,
Please don’t stop the music!”
cantarono tutti insieme i ragazzi a tempo. Il camioncino era davvero piccolo, ma entrarono tutti senza problemi. Ecco forse Belle aveva qualche problema, visto che non c’era posto per lei. Quando Troy si offrì di farla sedere su di lui, lei era già seduta sulle gambe di Michael, che guardava male il ragazzo. Belle lo ringraziò arrossendo come al solito e lui sorrise pizzicandole il fianco. La ragazza rise dandogli uno schiaffetto sul petto, facendolo piangere per finta.

“Se dovete scopare ci fermiamo.” intervenne Calum ridendo, indicando un’ autogrill. Il ragazzo ghignò guardandola e rise poco dopo, notando la faccia di Belle essere ormai un peperone. Lui la strinse baciandole la guancia e disse che stavano scherzando. Scesero tutti dalla vettura ed entrarono nell’autogrill. Belle guardò i dolci in vetrina e si morse il labbro, sentendo la fame assalirla. Calum sorrise conoscendola, e si parò davanti a lei qualche minuto dopo con i pasticcini in mano. Belle lo abbracciò forte e lo ringraziò, sedendosi ad un tavolino mangiandoli.

“Michael…?” chiese Calum guardando Chad.

“E’ andato a pisciare.” rispose alzando le spalle, per poi sedersi con Belle e gli altri.
 
In realtà Michael stava girando per il negozio, cercando qualcosa di carino da dare a Belle. Pensò ad una grande tavoletta di cioccolata, ma era fin troppo scontato. Si avvicinò ad uno scaffale e prese in mano un libro, leggendone la copertina. Fece un piccolo sorriso fiero di se stesso e lo pagò alla cassa insieme ad un bastoncino di zucchero colorato. Uscì dall’autogrill notando i suoi amici seduti nel camioncino con gli sportelli aperti. Sembravano degli hippy, pensò ridendo Michael. Il ragazzo nascose il piccolo pensierino nel suo zaino e li raggiunse velocemente.

“Cazzo cos’avevi, il lago di Como?” chiese ridendo Mark. Michael gli diede uno schiaffo sul braccio e rise guardandosi intorno. Notò Belle parlare al telefono poco lontano dal veicolo.
 
“Si mamma prenditi cura di papà, poi mi richiami. Va bene a dopo.” chiuse la chiamata la ragazza, sentendo un senso di angoscia trasalirle. Suo padre stava male, ed era stato accompagnato da sua madre in ospedale. Cercò di non preoccuparsi troppo e andò dagli altri, cercando di sembrare il più normale possibile.

“Era il tuo ragazzo?” chiese Mark mangiando il panino. Belle scosse la testa guardando Calum, che già la stava guardando.

“Non ce l’ho.” rise leggermente la ragazza, entrando nel camioncino. Calum la seguì e chiuse lo sportello, volendo un po’ di privacy con la sua migliore amica. La guardò negli occhi assottigliando lo sguardo, come per capire cosa stesse succedendo. E come per magia, la ragazza sospirò rilassandosi.

Mio padre sta male ed è in ospedale.” confessò abbassando lo sguardo. Calum addolcì lo sguardo e la abbracciò, sussurrandole frasi dolci per confortarla. Belle lo ringraziò staccandosi e lo guardò sorridendo leggermente. Il ragazzo le pizzicò la guancia e riaprì gli sportelli, guadagnandosi imprecazioni e occhiatacce da parte dei suoi amici. Belle si guardò intorno e notò dietro di lei altri due posti liberi, o quasi. Sopra c’erano giacche e delle coperte, che decise di togliere per sedersi. Ora davanti a sé aveva Michael, Chad e Mark. Calum e Troy erano nei sedili anteriori, dove il suo migliore amico guidava. Belle fece un piccolo sbadiglio e si stese rannicchiandosi, sentendo la stanchezza accumularsi dopo tante ore. E così si addormentò.
 
 
“- a bene, a dopo.” sentì dire, per poi sentire il rumore dello sportello chiudersi. Belle era troppo stanca per dire qualcosa e così rimase lì ad occhi chiusi, cercando di riaddormentarsi. Poco dopo sentì delle dita affusolate spostarle delicatamente i capelli dal viso, rilassandola più del dovuto. Avvicinò leggermente la testa verso la mano e girò il viso in direzione del presunto ragazzo. Tenne gli occhi chiusi e riappoggiò la testa sulle sue gambe.
Michael sorrise continuando ad accarezzarle il viso pensando stesse dormendo. Non voleva lasciarla da sola e andarsela a spassare con i suoi amici al bar, bensì la raggiunse nei posti posteriori e si sedette, facendo appoggiare così la sua testa sulle sue gambe. La guardò sorridendo e si abbassò baciandole dolcemente la fronte. Continuò lasciandole piccoli baci su tutto il viso. Alzò di poco lo sguardo e notò che non si fosse ancora svegliata.

Piccola siamo quasi arrivati, svegliati.” sussurrò dolcemente il ragazzo, toccandole il naso con l’indice. Ma Belle era già sveglia e non voleva alzarsi. Era rilassata e stava comoda, perché avrebbe dovuto farlo? Il ragazzo ridacchiò a bassa voce e le lasciò un bacio sul naso. Belle si trattenne dal ridergli in faccia e proprio quando stava per farlo, due labbra si posarono dolcemente sulle sue.






lolololol :*




Spazio autrice:
Heyy! Eccomi qua con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia come al solito obv
e lasciatemi delle recensioni per sapere il vostro parere!
Ho notato che molte persone non leggono lo spazio autrice e quindi adesso scriverò
una cosa per capire se avete letto ehehe.
Mi piace la zucchina (lol)
Se avete letto, recensite e a fine recensione scrivete 'mi piace la zucchina'.
- Si, è molto ambiguo -
Vabbè. Ah e comunque ci saranno MOLTI colpi di scena fra un paio di capitoli,
quindiii vi voglio pronte a sclerare!
Bacioni,
Sony xx

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Surprise. ***


<<Era un innocente bacio a stampo, ma Belle pensò di star volando.
Voleva solo svegliarla…o c’era qualcos’altro? La ragazza prese in considerazione mille possibilità ma non ebbe tempo di sceglierne una, in quanto i ragazzi tornarono sul veicolo ridendo rumorosamente. Belle mugugnò qualcosa e fece finta di svegliarsi, guardandosi attorno. Guardò il ragazzo che la guardava dall’alto e arrossì leggermente. A volte si sentiva stupida ad arrossire per ogni cosa; ma non poteva farci niente. Michael sorrise guardandole le labbra, volendo subito ribaciarla. Prima non era sua intenzione farlo ma ne approfittò, visto che stava dormendo come un ghiro. Ma nel profondo del suo cuore, sperava che avesse sentito le sue labbra.
Belle si sedette stropicciandosi gli occhi, come per risvegliarsi dai suoi pensieri. Guardò fuori dal finestrino e notò felicemente di essere arrivata a destinazione. Non ne poteva più. Raccolse velocemente i capelli in una crocchia disordinata e guardò il ragazzo accanto a lei, che se ne stava accucciato contro il sedile. Belle si morse il labbro e si avvicinò, lasciandogli un bacio sulla guancia. Michael sorrise guardandola e appena sentì il motore spegnersi, distolse lo sguardo.

“Vamos amigos!” esclamò Calum uscendo dal veicolo. Belle rise con il resto del gruppo e scesero per sgranchirsi le gambe. Presero le borse e l’ombrellone dal portabagagli e si avviarono verso l’enorme casa che si poteva intravedere da lontano. Calum sorrise posando un braccio attorno alle spalle di Belle, e lei gli diede un pizzicotto sul braccio.

“Te lo meriti.” disse Belle, guardando il suo amico allontanarsi ridendo. Dopo pochi minuti erano già dentro casa, che facevano la gara per prendere le stanze migliori. Ovviamente, Belle era sempre stata una persona poco atletica, e quindi si ritrovò a guardarsi intorno col broncio. Le toccava dormire sul divano.

“Ah! Sfigata!”

“Sfigato sarai tu, kiwi.” rispose Belle, non prima di avergli tirato un cuscino in faccia. Calum fece il labbruccio guardandola.

“Perché sei così manesca oggi?” chiese andandosene con lo sguardo basso. Belle rise alzando un sopracciglio e guardò Michael ridacchiare sotto i baffi.

“Ha il ciclo!” urlò quest’ultimo in direzione dell’amico, che poco dopo annuì. Belle tirò un cuscino pure a lui che, con grande sorpresa, ritirò in faccia alla ragazza. Belle cadde sul divano ridendo e glielo ritirò mancando la mira.

“Oppss!” lo guardò Belle divertita. Lui si avvicinò minaccioso e le toccò il fianco, iniziando a farle il solletico. Belle lo implorò di smetterla ma lui non ne volle sapere, tant’è che si mise a cavalcioni su di lei e continuò con entrambe le mani. La ragazza rise rumorosamente dimenandosi e cercando di fermarlo.

“Così impari a tirarmi i cuscini!” rise il ragazzo continuando. Belle cercò di dire qualcosa ma uscì solo qualche parola strozzata, in quanto non smetteva di ridere.

“Oh e prendetevela una camera madonna.” intervenne Calum spuntando dalle scale. Belle lo guardò in cerca di aiuto ma lui se ne lavò le mani, andando in cucina fischiettando.

“Ha ragione.” disse Michael fermandosi. Belle ringraziò mentalmente il ragazzo per essersi fermato. Neanche il tempo di rielaborare che era sulla sua spalla, a sacco di patate.

“Giuro che ti uccido!” urlò Belle dandogli i pugni sulla schiena, che fecero ridere ancora di più il ragazzo. Chiuse la porta della sua camera e la fece cadere sul letto, mettendosi sopra di lei.

“Dove eravamo?” chiese cercando di imitare una voce profonda e roca. La ragazza rise ancora di più facendogli la linguaccia, cosa che fece assottigliare lo sguardo a Michael.

“Ah si? Vediamo.” rispose facendo il finto arrabbiato, alzandole di poco la maglietta. Prese a farle il solletico sulla pancia, e Belle non potette far altro che rotolarsi sul letto nel tentativo di mandarlo via.

“Se ti fermi ti pago una pizza.” disse Belle respirando affannosamente. Michael si fermò magicamente, come se avesse visto un fantasma. Come rifiutare una pizza?

“…quando torniamo a casa.” continuò Belle ridendo ancora più forte. Michael alzò un sopracciglio divertito e le pizzicò il fianco cercando di farla star zitta. Ci riprovò ma niente. La ragazza continuava a ridere con una mano posata sul petto e l’altra sul letto. Il ragazzo ghignò e guardò la maglietta leggermente alzata, che faceva intravedere la pancia. Si abbassò e morse un lembo di pelle, facendo sussultare leggermente Belle, che però non smise di ridacchiare.
Michael la guardò scuotendo la testa. Era davvero insopportabile ( in un senso buono ). Così iniziò a baciarle la pancia, lasciando baci umidi lungo la direzione dell’ombelico. Belle si fermò completamente chiudendo gli occhi, non sapendo che fare se non scoprire quella nuova sensazione. Il ragazzo sorrise vittorioso sapendo di averla immobilizzata sotto di sé e le morse un lembo, succhiando leggermente. Belle mugugnò inarcando di poco il bacino. Michael leccò il punto arrossato per alleviare il fastidio dovuto al morso, e ci soffiò sopra. La ragazza lo chiamò un paio di volte con il respiro affannoso per fermarlo, e lui alzò il viso guardandola.

“Sfidami ancora e succederà di peggio.” sussurrò al suo orecchio, portando il busto in avanti, sovrastandola ancora una volta. Belle arrossì mordendosi il labbro. Michael le lasciò un bacio sul lobo, pensando a quanto fosse irresistibile la ragazza.

“Sei bellissima piccola.” sussurrò al suo orecchio. Belle scosse la testa smentendo quello che aveva confessato il ragazzo.

“Belle davv-.”

“RAGAZZI A TAVOLA!” urlò Mark ridacchiando con Calum, sapendo che i due fossero da soli nella stanza. Belle si spostò ridacchiando ed uscì dalla porta, facendosi desiderare ancora di più da Michael, che non fece altro se non passarsi una mano fra i capelli e seguirla.
 
 
“Ragazzi a momenti arriva Luke, se suona apritegli.” intervenne Calum, scolandosi l’ultima bottiglia di birra rimasta. I ragazzi annuirono, chi con la testa e chi con il pollice. Avevano appena finito di mangiare e si erano davvero saziati. La mamma di Calum aveva preparato molte cose e inoltre i ragazzi avevano ordinato una pizza enorme. Belle si stravaccò sulla sedia, sentendo di poter esplodere. Michael e Mark intrapresero una conversazione sui videogiochi. Calum era andato a farsi la doccia, o almeno così aveva detto. Rimanevano solo Belle e Troy, in quanto Chad era uscito a farsi una passeggiata lungo la riva.
La ragazza si morse il labbro non sapendo cosa dire, e prese a giocare con il manico della forchetta.

“Allora Belle. In cosa ti sei laureata?” iniziò Troy guardandola dall’altra parte del tavolo.

“Oh n-non mi sono ancora laureata.” fece un piccolo sorriso la ragazza per poi continuare. “Pochi giorni e sarò libera.”

“Fico! Cosa studi?”

“Economia e building process.” disse guardandolo. Mise giù la forchetta e notò i due ragazzi andare in salotto, non prima che Michael avesse avvertito Belle con lo sguardo. Lei lo distolse e si concentrò sul ragazzo davanti a lei.

“Tu…cosa studi?” chiese interessata la ragazza. Qualche ora prima aveva intravisto un borsone con la sigla dell’università più prestigiosa del paese. Era sicura che Mark e Chad non avessero nemmeno finito le superiori. Doveva essere sua.

“Ohw studio architettura.” sorrise il ragazzo annuendo, facendo trascinare l’indice sul bordo del bicchiere ancora pieno, creando un suono davvero dolce e melodico.

“Scusa devo andare in bagno.” si scusò cortesemente la ragazza alzandosi. Il ragazzo annuì senza problemi e così salì le scale, bussando alla porta del bagno in cui era Calum.

“Si?”

“Posso entrare?” chiese Belle. Calum sorrise sentendo la sua voce e rispose affermativamente. La ragazza entrò e si guardò intorno divertita. C’era talmente tanto vapore che non riusciva nemmeno a trovare il suo migliore amico.

“Principessa sono qui.” ridacchiò il ragazzo, avvicinandosi alla porta per vederla meglio. Belle sorrise leggermente in imbarazzo, in quanto a coprirlo c’era solo un asciugamano fiaccamente avvolto attorno alla sua vita.

“Uhm…dovrei far pipì.” se ne uscì la ragazza facendolo ridacchiare. Belle mise il broncio e Calum la guardò sorridendo.

“…che c’è?”

“Sei sempre più carina lo sai?” disse pizzicandole la guancia, facendola arrossire appena. Troppi complimenti in un giorno. “Dammi il tuo fascino!” urlò il ragazzo giocosamente, facendo ridere di gusto la ragazza. Calum le baciò la fronte sorridendo ed uscì dal bagno, lasciandola finalmente in privato.
Si lavò le mani e si guardò allo specchio. Il trucco era colato sotto gli occhi, facendola sembrare una ragazza dall’aspetto dark. Ridacchiò decidendo di rinfrescarsi un po’ e ne approfittò della doccia già usata per usufruirne a suo vantaggio. Entrò nella doccia e si rilassò per qualche minuto, lasciando l’acqua scorrere incontrollabilmente sul suo corpo. Abbassò lo sguardo e notò un segno violaceo poco sopra l’ombelico.
Dannazione, pensò la ragazza strofinandoci sopra con la mano, nel disperato tentativo di mandare via il rossore. Peccato che i succhiotti rimangano per giorni o almeno ore. Sbuffò leggermente infastidita, sapendo che probabilmente non sarebbe potuta uscire col costume da bagno. Non che le importasse veramente, anche perché non le piaceva mostrare le poche curve che aveva. Guardò dal lato positivo e annuì a se stessa, cercando di farsela valere come una scusa plausibile. Uscì dalla doccia e passò l’avambraccio sullo specchio, togliendo così il vapore che si era accumulato su di esso. Raccolse i capelli bagnati in una coda veloce e si coprì con l’asciugamano. Solo dopo aver aperto la porta, si ricordò tristemente che la valigia l’aveva lasciata vicino al divano. Sospirò scendendo le scale andando in salotto, dove Mark e Michael giocavano alla PlayStation. Fece un sospiro di sollievo guardando la valigia e ignorò i due – troppo impegnati a guardare lo schermo – prendendo il cambio.

“Dai mancano cinque minuti! Correte!” li incoraggiò Mark guardando la tv, come se i giocatori potessero sentirlo attraverso lo schermo. Michael sorrise divertito dal ragazzo e guardò velocemente alla sua destra vedendo una figura familiare in…un asciugamano. Si distrasse dallo schermo non togliendole gli occhi di dosso, tant’è che quando Mark gli schioccò le dita davanti agli occhi, lui sussultò girandosi verso l’amico.

“Bro hai sentito cosa ho detto?” chiese retoricamente il ragazzo.

“S-si si.” rispose in estasi Michael, che guardò per un’ultima volta Belle salire per le scale e scomparire dalla sua vista. Mark sorrise guardandolo e si alzò, sentendo il campanello suonare.
Belle si cambiò nel pigiama che aveva portato – una canotta e dei pantaloncini di tuta – e sentì delle voci provenire dall’ingresso. Sorrise al pensiero di poter rivedere Luke ( con il quale aveva legato abbastanza ) e scese nuovamente le scale, pronto a rivederlo. La ragazza corrugò la fronte confusa sentendo il silenzio essere il protagonista di quella scena. Sorrise guardando Luke, ma il suo sorriso si spense quando guardò le due persone dietro di lui. O meglio, solo una.







:P

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** I like him. ***


<<Non è possibile, pensò la ragazza sorpresa ma soprattutto confusa. Avrebbe dovuto fare due chiacchere con il suo migliore amico. Magari lui le aveva nascosto questo piccolo particolare, magari anche Michael lo sapeva. Alzò lo sguardo verso quest’ultimo e lo vide irrigidirsi notevolmente. No, non lo sapeva di certo.

“Scusate il ritardo.” spezzò il silenzio Luke, che continuava a guardare Michael.

“Non ti preoccupare.” sospirò Calum per poi guardare Belle. Era un insieme di sguardi che i ragazzi si scambiavano fra loro.

“Ciao. Sono Amanda.” si presentò la ragazza facendo un passo avanti, masticando una gomma alla fragola senza pudore.

“Sappiamo chi sei.” disse freddamente Michael, distogliendo lo sguardo e posandolo su Belle. Amanda alzò un sopracciglio divertita guardando il ragazzo e spostò lo sguardo su Ashton.

“Ashhhyyyy andiamo a fare il bagnooo?” chiese con una voce di un’ottava più alta del normale. Calum andò in cucina, seguito a ruota da Michael. Belle guardò Ashton e sentì il sangue ribollirle nelle vene per la rabbia. Lui, sentendosi osservato, incrociò il suo sguardo e fece un piccolo sorrisetto malizioso. Luke prese la mano di Belle e la portò di sopra, nella presunta camera di Michael.

“C-che…sta succedendo?” chiese Belle confusa, sedendosi sul letto. Chi era Amanda, e perché era venuta con Ashton?

“Belle…” iniziò sospirando il ragazzo, torturandosi il piercing al labbro. “Amanda è la migliore amica di Ashton.” continuò parandosi davanti a lei. Belle annuì ancora più confusa di prima.

“E quindi? Perché sono qua?”

“Ashton ha detto che voleva passare un po’ di tempo con me, però voleva anche una sorta di…svago.” confessò il ragazzo guardandola dall’alto. “E quindi chi non portare, se non la sua scopa amica Amanda?” chiese retoricamente sedendosi su letto accanto a lei. Belle lo guardò sospirando e abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

“Okay…” mormorò flebilmente Belle, non sapendo cosa dire.

“Ti spiego. Amanda è anche l’ex di Michael.” disse nonchalance guardando la ragazza, che per poco non si strozzò con la propria saliva.

“Ah. Quindi fammi capire. E’ una specie di ripicca su Michael?” chiese sorpresa guardando Luke.

“Una specie. Ashton vuole farlo ingelosire con Amanda, così da distrarlo e avvicinarsi a te.” spiegò velocemente il ragazzo, sentendo dei passi salire le scale.

“E tu come diavolo fai a saperlo?”

“Me l’ha detto prima.” sussurrò prima di sentire qualcuno bussare alla porta. Luke si alzò dandole una pacca sulla testa e andò ad aprire, mostrando la figura dell’amico. Michael fece un piccolo sorriso guardando Luke ed entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle. Belle rimase in silenzio guardando Michael, che corrugò la fronte.

“Che succede piccola?” chiese piegando di poco la testa guardandola. Belle alzò le spalle leggermente ferita e indietreggiò sul letto,
stendendosi.

“Perché non me l’avevi detto?”

“Cosa?”

“Di Amanda.” rispose calcando il suo nome con disprezzo. Michael sussurrò un “Mannaggia a Luke.” e si avvicinò al letto sospirando. Belle chiuse gli occhi posando la testa sul cuscino, sentendo il materasso abbassarsi sotto il suo peso.

“Senti. Io non provo più niente per lei. Anzi, mi dà fastidio che sia qui con noi.” ammise il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli. Amanda e Michael erano stati insieme per quattro mesi, ma non era una storia seria. Le solite storie da una notte e via. Però a Michael piaceva un po’ la ragazza, ma questo non glielo disse mai. Quando lei decise di andarsene, lui si chiuse in se stesso, non volendo parlare con nessuno. Non la vide più per anni, se non in quel momento. Belle rimase in silenzio, sentendo il sonno farsi spazio velocemente.
Il ragazzo sospirò accarezzandole il fianco con la punta delle dita e la guardò. Per lui Amanda era una storia chiusa. Le lasciò un bacio sulla fronte e si alzò, lasciandola riposare per qualche ora.
 
 
“Questa faccenda è peggio di Beautiful.” affermò divertito Calum, sorseggiando la coca cola. Luke annuì ridacchiando e guardò Michael entrare in cucina.

“Belle è incazzata.” se ne uscì aprendosi una lattina di Fanta, per poi guardare i due amici.

“Beh ci credo Michael.” disse Calum buttando la lattina ormai vuota. Luke guardò l’amico cercando di capire il suo umore e gli fece un piccolo sorriso.

“Io sono dalla tua parte Mike, ti aiuto a spaccare la faccia ad Ashton se tocca Belle.” ammise passandosi una mano sul ciuffo ormai debolmente tirato su dal gel. Michael lo ringraziò e sospirò appoggiandosi al bancone.

“Comunque Belle dorme con me, non la lascio sul divano da sola.” disse guardando Calum, che annuì alzando le spalle.

“Bene. Io dormo con Mark, Troy con Chad e Luke sul divano. Quei due hanno la soffitta.” spiegò velocemente Calum leggermente disgustato. Non gli piaceva Ashton, anche se sembrava un bravo ragazzo. Sembrava.

Bro io vado, ci sentiamo domani. Notte.” li salutò Michael per poi salire le scale ed entrare in camera sua. Si spogliò velocemente mettendosi un pantalone della tuta e una maglietta e si sedette guardando Belle. Indossava ancora i jeans e la camicia, per questo decise di svegliarla. La scosse leggermente chiamandola a bassa voce.

“Belle?” mormorò guardandola assonnato. Non aveva dormito durante il viaggio, troppo impegnato a prendersi cura di lei. La ragazza schiuse le labbra continuando a dormire, e fece sospirare Michael che la scosse più fortemente. Belle mugugnò girandosi dalla sua parte ad occhi chiusi. Il ragazzo ridacchiò guardandola e le pizzicò il fianco leggermente.

Piccola spogliati altrimenti starai scomoda.” sussurrò accarezzandole la guancia. La ragazza annuì leggermente sedendosi sul letto e si stropicciò gli occhi guardandolo. Fece un grande sbadiglio e si alzò barcollando verso la valigia che aveva portato in camera sua prima di addormentarsi. Prese una maglietta abbastanza lunga e lo guardò facendogli segno di girarsi. Michael annuì divertito e si stese sbadigliando sonoramente. Belle si spogliò e si cambiò velocemente, posando i suoi vestiti sulla valigia chiusa. Raggiunse il ragazzo e si stese a debita distanza, cosa che lo fece ridacchiare.

“Non ti mangio mica eh.” sghignazzò guardandole le spalle.

“Zitto e dormi.” mugugnò assonnata la ragazza, riposando la testa sul cuscino. Michael sorrise e la spostò facendola aderire al proprio corpo stringendola dalla vita. Belle posò le mani sotto al cuscino e mormorò un “Buonanotte.” in direzione del ragazzo. Lui sorrise lasciandole un bacio sulla nuca e annuì addormentandosi poco dopo.
 
 
Sbuffò per la centesima volta, sentendo dei gridolini provenire dalla cucina. Decise di alzarsi e prese il telefono. Erano le otto. Era troppo presto per i suoi gusti e quindi riposò la testa sul cuscino guardando Belle, che nel sonno si era girata dalla sua parte. Osservò il suo viso per un tempo indescrivibile ormai avendo perso sonno, e le toccò il nasino all’insù con l’indice. Almeno gli avrebbe fatto compagnia se si fosse svegliata. La ragazza mugugnò avendo il sonno leggero e si girò di spalle infastidita. Voleva dormire il più possibile. Michael rise a bassa voce e le morse la spalla, rimettendola vicino a sé. Belle sbuffò leggermente ancora mezza assonnata.

Piccola svegliati.” mormorò con la voce roca dal sonno, tirandole leggermente il lobo con due dita. Belle gli colpì il piede con il proprio, nel tentativo di farlo smettere, cosa che fece divertire ancora di più il ragazzo.

“Smettila di contraddirmi.” si sporse un po’ per guardarle il viso. Ora faceva anche finta di dormire? Belle gli diede una gomitata nella pancia, facendolo deglutire dolorante.

“L’hai voluto tu.” disse girandola a pancia in su, sistemandosi sopra di lei. Belle ridacchiò leggermente socchiudendo gli occhi. Michael la guardò alzando un sopracciglio infastidito.

“Ridi di me huh?” le diede una pacca sul sedere. Belle smise di ridere guardandolo e gli fece la linguaccia, non volendo alzarsi. Il ragazzo si abbassò vicino al suo viso e le morse il petto giocosamente. Belle gli diede una pacca sulla nuca e lo guardò. Arrossì pensando a quanto fosse adorabile il ragazzo, e si coprì la faccia con le mani.

“Che hai ora?” chiese corrugando la fronte togliendole le mani dal viso.

“Niente.” fece un piccolo sorriso Belle, cercando di non guardarlo. Non c’erano dubbi. Le piaceva Michael.
 
 
“Giorno.” disse Luke ancora assonnato, vedendo Michael e Belle fare il loro ingresso in cucina.

“Ciao Luke.” gli baciò la guancia la ragazza, facendolo sorridere come un ebete. Michael alzò un sopracciglio guardandolo minaccioso e lui si ricompose schiarendosi la voce.

“Uhm vi ho fatto un po’ di caffè.” mormorò indicando le tazze ancora calde. Lo ringraziarono e iniziarono a bere. Poco dopo il resto del gruppo entrò in cucina, creando un silenzio imbarazzante. Chi troppo assonnato per parlare e chi troppo imbarazzato.

“Hey uhm, che ne dite di andare in spiaggia?” ruppe il silenzio Calum, grattandosi la nuca. I ragazzi annuirono e salirono le scale per l’ennesima volta, andando a prepararsi. Belle sospirò non volendo mostrare a nessuno il “marchio” che era ancora ben visibile e si guardò intorno. Sarebbe andata in pantaloncini e canotta, come al solito.

“Tu non ti cambi?” chiese Luke guardando Belle confuso.

“N-no sto bene così grazie.” rispose imbarazzata guardando altrove. Luke annuì finendo di bere e seguì gli altri al piano di sopra.
Michael sghignazzò guardandola sapendo il motivo del suo comportamento e si avvicinò appoggiandosi al muro accanto a lei. Belle lo guardò sospirando.

“Non devi vergognarti anzi. Così tutti sapranno di chi sei.” affermò abbassando di poco la voce, per farsi sentire solo da lei. Belle scosse la testa guardandolo.

“E di chi sarei?” chiese alzando un sopracciglio.

“Oh, sei solo mia piccola.” mormorò Michael, facendo spuntare un piccolo sorriso sul viso di Belle.






:)




WELAAA!
Scusate il leggero ritardo ma ho avuto dei problemi col computer :( ora dovrebbe essere tutto normale xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e se la risposta è si, allora lasciate una recensione! :D
A Belle piace Michael, glielo dirà? O nasconderà i suoi sentimenti?
E lui? Cosa prova?
Raga mi gaso peggio di Beautiful.
Inoltre mi sentivo nel confessionale del grande fratello quando ha confessato che gli piace il ragazzuolo.
Vabbè, *stop filmini mentali*.
Alla prossima,

Sony xx

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Betrayed. ***


IMPORTANTE:
Ci tenevo a scusarmi per la mia assenza, perdono.
Inoltre volevo dirvi che il capitolo l'avevo pubblicato una settimana fa se non di più, però come avrete notato, efp sta avendo dei problemi e non so nemmeno se mi pubblicherà questo capitolo.
Nel caso, lasciate una recensione e aggiungetela ai preferiti!
Bacii!

Sony xx





<<Calum sbuffò.

“Cazzo la passi sempre a lui la palla! Poi non ti lamentare se perdiamo.” sbottò innervosito il ragazzo, gesticolando verso i suoi amici.

“Bro calmati, tanto è un gioco.” cercò di rasserenarlo Mark, posandogli una mano sulla spalla. Calum sospirò annuendo, pensando di aver esagerato leggermente.

“Bene. Io vado a bere.” continuò Mark strofinandosi la maglietta sulla fronte imperlata di sudore, nel tentativo di asciugarsi. Troy e Chad continuarono a giocare passandosi la palla continuamente. Calum si stiracchiò guardandosi intorno e vide Michael e Belle sotto un ombrellone.
 
“Te l’ho detto, non mi metto in costume.” ribadì per l’ennesima volta Belle, incrociando le braccia al petto. Michael ridacchiò guardandola e notò Calum avvicinarsi.

“Cal aiutami a convincerla a spogliarsi.” affermò Michael guardando l’amico. Calum rise e scosse la testa guardandola. Non le era mai piaciuto mostrare il suo corpo a tutti. Era già tanto se l’aveva mostrato solo a lui un paio di volte. Per questo si sedette a pancia in su sulla sabbia, muovendo le mani come se fosse sommerso dalla neve. Belle tirò un urletto vedendo la sabbia volare a causa del suo gesto e si stese inconsapevolmente sulla sdraio di Michael.

“Ragazzi sapete che hanno programmato una tempesta domani?” si intromise Amanda guardandoli, posando le mani sui propri fianchi perfettamente scolpiti. Belle si sentiva un po’ a disagio. Anche lei voleva un corpo perfetto di cui non vergognarsi. Non era grassa, ma non le piacevano i suoi fianchi sporgenti.

“Si lo so. Vabbè giocheremo a Monopoli al massimo.” ridacchiò Calum guardandola per poi sedersi a gambe incrociate. Lei annuì e diede un veloce sguardo a Michael e Belle, portandosi i capelli da un lato. Poco dopo Ashton li raggiunse e posò un braccio attorno ai fianchi di Amanda, attirando finalmente l’attenzione di Michael, come voleva la ragazza. Belle guardò Michael leggermente confusa e si alzò, sentendosi quasi d’intralcio.

“Vado a bere.” esclamò soltanto, per poi sparire dentro casa. Calum sospirò ristendendosi sulla sabbia, e i due si allontanarono chissà dove.

“Ti chiedi mai a che cazzo di punto sei arrivato?” sbottò Michael dopo un po’, mettendosi gli occhiali da sole rigorosamente neri. Calum annuì sospirando e lo guardò alzando di poco il busto.

“Almeno abbiamo Monopoli.” disse ironico il ragazzo scoppiando a ridere, seguito a ruota da Michael.
 
 
Belle sospirò guardandosi intorno e annuì a se stessa. Si spogliò velocemente e si sistemò il costume. Aveva davvero bisogno di nuotare e liberarsi dai pensieri cattivi. Non le sarebbe importato del giudizio degli altri. Alla fine era così, e non poteva cambiare. Sorrise leggermente più a suo agio e rifece la sua comparsa alla spiaggia, sorpassando tutti i ragazzi per poi buttarsi in acqua.

“Si anche a me per-.” si fermò Michael, guardando Belle con gli occhi spalancati. Calum ridacchiò guardandola per un po’ e fece un piccolo sorriso, fiero della sua migliore amica.

“V-vado a farmi un bagno. Hai visto che bell’acqua che c’è oggi? E questo sole bellissimo?” disse tutto d’un fiato Michael col respiro affannoso, facendo ridere ancora più forte Calum.

“Ma che improvviso interesse, amico mio.” rispose sarcastico guardandolo correre verso il mare.
Belle ritornò a galla e prese un bel respiro arricciando il naso. L’acqua era davvero limpida, poteva persino vedere le sue gambe se abbassava lo sguardo. Il ragazzo sghignazzò avvicinandosi a lei in silenzio e la buttò in acqua all’improvviso, seguendola sott’acqua. Belle gli fece il dito medio facendo uscire le bollicine dalla bocca e Michael ricambiò il gesto, ritornando in superficie. La ragazza si avvicinò per spingerlo ma un’onda la avvicinò a lui con violenza facendola aggrappare al suo corpo. Belle circondò il suo collo con le braccia cercando di non cadere. Il ragazzo sorrise posando le mani sui suoi fianchi, che ai suoi occhi erano terribilmente perfetti.
Belle arrossì notevolmente e abbassò lo sguardo ridacchiando, sentendo le gocce d’acqua cadere dai capelli di Michael fino al suo viso. Il ragazzo sorrise alzandole il mento con due dita e le guardò le labbra. Belle si morse il labbro guardandolo e un’onda veloce li fece cadere in acqua.

“Ragazzi basta fare la coppietta e venite qua!” urlò Troy guardandoli risalire a galla. I due si girarono e Belle arrossì ancora di più, notando tutti i ragazzi prestare attenzione a loro. Uscirono velocemente dall’acqua e li raggiunsero.

“Stasera facciamo un falò sulla spiaggia.” iniziò Chad passandosi una mano fra i capelli. Belle annuì sorridendo e guardò il resto del gruppo.

“Noi andiamo a prendere l’alcol.” si intromise Ashton guardando Belle e prese la mano ad Amanda allontanandosi ancora una volta. Si guardò intorno e corrugò la fronte quando vide Calum osservarla da lontano sotto l’ombrellone. Come aveva sempre fatto. In silenzio.
 
 
“Minchia n-non avevo.” iniziò ridacchiando Calum. “A-avuto una sbornia così da
sempre.” trascinò le parole il ragazzo, portandosi nuovamente la bottiglia di vodka alle labbra. Belle lo guardò seriamente preoccupata e guardò anche quel cretino del suo amico, che non faceva altro che parlare di moto da corsa e di unicorni colorati. A volte Belle pensava che fosse davvero strano.

“Amico mio stanotte la luna splende di più!” urlò leggermente Michael, ubriaco fradicio. Forse era messo peggio di Calum. I due risero come ragazzine alle prese con la loro cotta, e Belle si diede uno schiaffo in fronte. Guardò il fuoco sentendo la stanchezza farsi viva e sbadigliò, socchiudendo gli occhi. Attorno al fuoco c’erano solo Michael, Calum, Belle e Amanda. Gli altri ragazzi si stavano facendo il bagno, anche se non si vedeva niente.

“Vado i-in bagno.” rise Michael senza apparente motivo alzandosi, per poi entrare in casa. Poco dopo anche Amanda si alzò dicendo di aver sete e lo seguì. Calum guardò Belle senza spiccicare parola e si avvicinò, posandole malamente un braccio attorno alle spalle, indicando la luna.

“Amica mia la luna splende ma tu splendi di più.” rise indicando il cielo col mignolo, visto che la mano era troppo impegnata a reggere la bottiglia di birra. Belle rise posando la testa sulla sua spalla e si rilassò, chiudendo gli occhi. Calum la guardò sorridendo e le baciò la fronte.

“Prinscipesa vai a letto che è tardiiiiiissimo.” biascicò guardandola. Belle tossì per la forte puzza di alcol e annuì alzandosi.
 
 
“Cosa vuoi?” chiese mezzo ubriaco il ragazzo, chiudendo la porta del bagno dietro di sé. La guardò con la mano sulla maniglia e alzò un sopracciglio.

“Niente baby. Come ti senti?” chiese seguendolo in camera, per poi chiudere la porta. Michael alzò le spalle guardandola e lei annuì mordendosi il labbro.

“Mmh capisco.” disse Amanda avvicinandosi.

“Vai via, voglio dormire.” mugugnò il ragazzo, sentendo la testa girargli a causa dell’alcol. La ragazza si avvicinò leccandosi il labbro, rovinando il rossetto rosso. Michael la guardò immobile corrugando la fronte. Amanda si sedette su di lui e iniziò a baciargli il collo passionatamente, cosa che fece gemere il ragazzo totalmente incosciente sotto di lei. Amanda si tolse la maglietta, rivelando – il totalmente programmato – reggiseno di pizzo che aveva deciso di indossare. E lì il ragazzo perse la testa, iniziando ad obbedire al suo corpo.
 
Belle si guardò intorno confusa non notando il ragazzo in bagno ma era troppo stanca per pensarci. Era un po’ preoccupata, visto che aveva bevuto molto, però decise di tralasciare quel dettaglio. Era grande e vaccinato. Per questo, salì le scale pronta ad andare a dormire. Alzò un sopracciglio guardando la porta della sua camera socchiusa e si avvicinò sentendo qualcuno parlare. Diciamo che Belle strabuzzò gli occhi sentendo la voce di Amanda.

“S-si ah p-più forte Michael.” gemette la ragazza ad alta voce. Belle aprì la porta sperando vivamente di essersi sbagliata ma la scena che le si parò davanti fu alquanto disturbante. Amanda girò il viso sentendo i passi, e la guardò con il respiro affannoso. Fece un sorrisetto malizioso e Belle strinse i pugni, trattenendosi dal picchiarla.

“C-che succede perché ti sei ferm- oh.” disse soltanto il ragazzo, facendo spuntare solo il viso da sotto le coperte. Belle lo guardò con le lacrime agli occhi e scosse la testa correndo giù per le scale. Michael sembrava essersi ripreso completamente dalla sbornia, e cercò di togliere Amanda da sopra il suo corpo.

“Shh baby tanto ormai è andata via.” sussurrò facendolo ristendere col busto. Il ragazzo sospirò passandosi una mano sul viso. I due continuarono a viziarsi a vicenda, ma Michael non riusciva a non pensare a Belle e alle sue lacrime. Aveva fatto un’enorme cazzata.
 
 
Belle si sentì…vuota. Ormai era abituata a sentirsi in questo modo. Per un attimo pensava di aver riacquistato la felicità ma ovviamente il destino volle che lei, a pochi minuti dallo scoccare della mezzanotte, fosse lì su quello scoglio. Era arrabbiata con Amanda. Ma non quanto lo era con Michael. Cos’era, uno stupido gioco? Prima la attorciglia attorno al suo dito, poi la slega a causa della sua ex fidanzata? Cos’era, una stupida bambolina? Non si vergognò di far scorrere le lacrime sul suo viso, nemmeno quando sentì qualcuno sedersi accanto a lei.
Ashton era fuori con Mark, e parlavano del più e del meno. Ridacchiò guardandolo e spostò lo sguardo su Belle, che sembrava avesse pianto. Si scusò con l’amico e la seguì silenziosamente. La guardò da lontano e sospirò, sedendosi accanto a lei.

“Io…avevamo preparato i fuochi d’artificio ma li dovrebbe avere Michael.” ammise Ashton, attirando l’attenzione di Belle.

“Non lo nominare nemmeno.” sputò arrabbiata guardando il viso di Ashton, che in quel momento era un grande conforto.

“Che succede Belle?”

“Stavano scopando. Amanda e lui…” disse senza vergogna la ragazza. Infondo era la pura verità. Ashton sussultò leggermente e annuì comprensivo. Le posò un braccio attorno alle spalle scuotendola leggermente, come per consolarla. Belle posò la testa sulla sua spalla, sentendo l’allarme del telefono rompere il silenzio. Era mezzanotte.

Buon compleanno a me.” sussurrò tristemente, chiudendo gli occhi.






fireworks :D

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Kiss. ***


<<Amanda sorrise guardando il ragazzo dormire accanto a sé.

Per lei era una piccola rivincita, come se potesse avere una piccola ricompensa dopo anni. Non avrebbe detto niente ad Ashton, non perché si sarebbe arrabbiato, anzi. Ashton sapeva che poteva tradirlo da un giorno all’altro, e quindi si sentiva sereno…diciamo. Amanda era fatta così, e nessuno poteva cambiarla. E nemmeno fermarla dai suoi intenti malefici. Si sporse baciando leggermente la fronte di Michael e lo strinse dispettosamente. Il ragazzo sentendo qualcuno accanto a sé sorrise, immaginando fosse Belle. Corrugò la fronte quando sentì il corpo nudo di Amanda e aprì gli occhi lentamente, per poi sgranarli velocemente. Si sedette sul letto e si toccò la testa, facendo una smorfia di dolore. Aveva bevuto troppo. Amanda lo guardò strofinando il naso sul suo fianco e lui si allontanò col busto guardandola confuso.
 
“Certo che ci sai ancora fare a letto eh?” esclamò mordendosi il labbro la ragazza, che fece alzare Michael rapidamente dal letto.
 
“T-tu ed io a-ah.” posò la mano sulla parete per non cadere e si passò una mano fra i capelli sbiaditi. Tutto gli tornò in mente, il falò, Amanda, la vodka…e Belle.
Si vestì di fretta e la guardò scuotendo la testa.
 
“Ora per colpa tua, Belle mi odia. Complimenti, brava.” iniziò ripiegandosi le maniche della camicia. “Cosa hai ottenuto? Una scopata? Wow Amanda, sei proprio una troia.” rise sarcastico scuotendo la testa e uscì dalla camera velocemente. Sperava che fosse tutto un brutto sogno, e che si sarebbe risvegliato con Belle a casa sua. Ma quando guardò Calum andargli incontro con una faccia poco socievole, chiuse gli occhi sospirando.
 
“Cazzo pensi di fare eh? Trattarla come una regina per poi farla diventare la tua schiava, mmh?” iniziò rabbioso toccandogli il petto con l’indice. “Cazzo lo sai quello che sta passando, e tu ti comporti così! Che razza di persona sei? Eh?” alzò la voce guardandolo male. Michael si passò una mano fra i capelli cercando di rielaborare i pensieri.
 
“Bro sono le sei di mattina.” mugugnò ancora assonnato il ragazzo, sbadigliando. Calum non ce la fece più e Michael si ritrovò contro il muro.
 
“Bro un cazzo, Clifford. Ora, sparisci dalla mia faccia prima che ti riempia di botte.” ringhiò Calum guardandolo intensamente negli occhi. Michael sbuffò distogliendo lo sguardo verso destra e lo guardò.
 
“Senti. Io non so che cazzo sia successo. So solo che ho bevuto troppo e che io e Amanda siamo finiti insieme a letto. E…che Belle ci ha visti.” balbettò abbassando lo sguardo mordendosi il labbro.
 
“Ti sembra poco, coglione?!” sbraitò Calum stringendo la presa sul colletto della sua camicia colorata.
 
“Calum cazzo io non volevo okay?! E poi qual è il tuo problema? Perché ci tieni tanto?!” urlò Michael spingendolo dal petto guardandolo col fiatone.
 
“Perché? Perché tengo a Belle! La conosco da anni e so che è fragile! So che può rompersi in mille pezzi da un momento all’altro. So che ci tiene...” si schiarì la voce. “Teneva a te. Quindi non mi venire a dire che non mi devo impicciare. Ora scusa ma ho altre cose più importanti da fare, che scoparmi una troia da quattro soldi.” mormorò scuotendo la testa guardandolo ed uscì fuori. Michael prese un grande respiro e diede un pugno al muro, pentendosi poco dopo. Guardò la mano sanguinante e andò in bagno per medicarsela.
 
 
Ashton mugugnò stringendo Belle e si guardò intorno assottigliando gli occhi. La scosse leggermente chiamandola, e Belle aprì gli occhi guardandolo. Fece un piccolo sorriso e gli baciò la guancia.
 
“Non ti preoccupare non abbiamo fatto niente. Ti eri addormentata sulla mia spalla ieri e così ti ho portata qui per dormire.” la guardò alzando le spalle. Belle lo ringraziò flebilmente e si sedette sbadigliando. Erano le sette e i ragazzi sarebbero dovuti partire poche ore dopo. Si guardò il corpo e arrossì notando la maglietta che Ashton indossava la sera prima.
 
“M-mi hai spogliata?” chiese timidamente Belle, guardando Ashton annuire.
 
“Ti fidi di me? Non ho fatto niente.” alzò le mani al cielo ridacchiando e fece sorridere Belle. Adorava la risata di Ashton.
 
 
Michael guardò Luke in silenzio e sospirò. Luke fece un piccolo sorriso abbracciandolo e si staccò guardandolo.
 
“Bro non ti preoccupare davvero. Si sistemerà tutto.” lo rassicurò toccandogli la spalla.
 
“Davvero? Non mi dire!” ridacchiò Belle dandogli una spinta amichevole per poi entrare in cucina, seguita a ruota da Ashton.
 
“Davvero e poi siamo tornati pieni di palloncini!” ridacchiò guardandola.
 
“Non ci credo.” ammise aprendo il frigo la ragazza, ignorando completamente Luke e Michael.
 
Michael strinse i pugni guardando la maglietta che indossava Belle e guardò Ashton furioso.
 
“Che cosa è successo?” ringhiò guardandolo furioso.
 
“Potrei farti la stessa domanda.” rispose Ashton incrociando le braccia. Belle si affiancò ad Ashton che le mise una mano sul fianco. Michael sospirò pesantemente e si avvicinò velocemente ad Ashton, sbattendolo al muro.
 
“Te la sei scopata eh?!” urlò sbattendolo più volte contro al muro. Luke intervenne e lo tirò via dalle spalle, guardando Belle. La ragazza guardò Michael, attirando la sua attenzione.
 
“Mi avevi detto che era solo un amico!” esclamò avvicinandosi furioso a lei, che venne protetta dal corpo di Calum, che entrò poco dopo in cucina.
 
“Lasciala in pace e vai a scoparti quella vipera.” lo guardò prendendo la mano di Belle.
 
“No lascia…” mormorò timidamente Belle, avvicinandosi a Michael. Lui la guardò assottigliando lo sguardo, prima di essere colpito dalla mano di Belle. Luke sussultò leggermente sorpreso dalla sua reazione, e guardò Calum e Ashton. Michael la guardò toccandosi la guancia e irrigidì la mandibola volendo tanto baciarla. La prese per il braccio ma si fermò quando sentì Troy.
 
“Gioooorno.” sorrise stiracchiandosi e li guardò confuso. Ashton ne approfittò prendendo la mano di Belle trascinandola fuori da quella casa. Calum scosse la testa e salì le scale, seguito da Luke.
 
 
 
 
Belle sorrise guardando Ashton e gli offrì una patatina fritta, che rifiutò.
 
“No devi mangiare tu, Belle. Non mangi da ore.” le accarezzò la testa camminando. Belle annuì con la bocca piena e sospirò guardando la villa. Avevano passato alcune ore insieme e si erano divertiti molto, fra cibo e inconvenienti. Ashton le prese la mano rassicurandola con lo sguardo e prese le chiavi entrando molto lentamente. Erano le due di notte e non voleva svegliare nessuno. Belle si tolse le scarpe facendo una smorfia di sollievo e guardò Ashton.
 
“Ash io mangio qualcosa poi vado a dormire, okay? Notte.” gli baciò la guancia ed entrò in cucina sbadigliando. Ashton la salutò e andò in camera sua stanco morto. Belle guardò nel frigo e prese una bottiglietta d’acqua per poi berla. Si morse il labbro e alzò un sopracciglio guardando il pacchetto davanti a sé, posato sul bancone. Decise di aprirlo e fece un gran sorriso quando lesse il titolo del libro. Era il suo preferito e lo voleva da tanto tempo.
 
“Vedo che ti piace.” sentì dire dietro di sé.
 
Belle sospirò sentendo la voce di Michael e si girò guardandolo. Non sembrava affatto stanco, anzi. Michael incrociò le braccia appoggiandosi al muro e la guardò in silenzio. La ragazza lo ringraziò flebilmente rimettendo il libro nella bustina, e finì di bere l’acqua.
 
“Senti Belle i-.” iniziò il ragazzo avvicinandosi.
 
“No, senti tu. Sono stanca e non ho voglia di parlare.” lo fermò subito guardandolo, alzando il viso. Michael abbassò lo sguardo giocando con i braccialetti che indossava sempre e sospirò.
 
“Cosa ti ho fatto di male? Mmh? Pensi di poter prendermi in giro? Io voglio solo stare bene, e così non mi aiuti.”
 
“Ah perché tu si? Andando a letto con un ragazzo che ti lascerà dopo un giorno?” rise sarcasticamente passandosi una mano fra i capelli. Belle scosse la testa prendendo il libro.
 
“Non abbiamo fatto niente. Mi sono addormentata e mi ha portata nella sua camera.”
 
“C-cosa?” la guardò confuso ma felice il ragazzo.
 
“E’ così e basta. Pensa ai tuoi errori.” fece per sorpassarlo ma Michael la fermò prendendola per il polso.
 
“Non ero in me.” abbassò la voce guardandola, scandendo ogni parola. “Ero ubriaco e lei se n’è approfittata. Punto. Non volevo.” continuò guardandola.
 
“E quindi? Cosa vuoi che faccia? Ignorare tutto e continuare a sorridere?” scosse la testa la ragazza togliendo il polso.
 
“Belle cazzo credimi!” alzò leggermente la voce guardandola negli occhi. Belle lo guardò e posò il libro arrabbiata.
 
“Non riesco okay? Non è possibile che tu non sia conscio delle tue azioni! Capisco che eri ubriaco e tutto, ma ti saresti dovuto fermare. A che pensavi?!” lo spinse leggermente guardandolo col respiro affannoso.
 
“A te.” mormorò guardandola. Belle arrossì violentemente distogliendo lo sguardo freddamente.
 
“Non ci credo.” ribadì la ragazza incrociando le braccia.
 
“Le tue guance dicono il contrario.” alzò un sopracciglio il ragazzo guardandola.
 
“Non è vero! Senti io non ne posso più di questa storia, domani me ne vad-.” iniziò la ragazza ma venne fermata dalle labbra di Michael che si unirono alle sue con foga.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3468217