Eterofobia

di fefi97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eterofobia ***
Capitolo 2: *** Eterofobia... forse ***



Capitolo 1
*** Eterofobia ***


 

 

Eterofobia

 

 

 

 

[Brian / Justin]

 

 

 

 

 

 

Dove sei?

 

 

 

Ciao Kinney :)

Già ti manco?

 

 

 

Justin smettila di fare il coglione romantico e torna a casa.

 

 

 

Brian, va tutto bene? Te l'ho detto che nel pomeriggio sarei stato impegnato con quell'acquirente per i miei nuovi lavori.

 

 

 

Oh Brian ti prego ti prego ti prego, ti amo così tanto, voglio tanto avere un figlio con te! Giuro che me ne occuperò costantemente, tu non dovrai quasi preoccupartene! Farò tutto io, come una brava donnina di casa!”

Parole tue. Ora non puoi tirarti indietro, quindi porta il culo a casa. Adesso.

 

 

 

 

Non credo di avere detto esattamente così, anche se essendo passati sedici anni non posso esserne totalmente sicuro.

Che ha fatto Jamie?

 

 

 

Ho appena scoperto che nostro figlio è etero, capisci?

 

 

 

Oh.

E... te l'ha detto lui? Ha fatto coming out senza di me?? Pensavo di averlo cresciuto meglio di così!

 

 

 

Non fai ridere, Sunshine.

Sono entrato prima dal lavoro e dato che non era al piano di sotto sono salito di sopra per vedere se fosse nella sua stanza. E l'ho beccato che pomiciava con una ragazzina sul suo letto.

 

 

 

Oh mio Dio!

A sedici anni!

Allora è grave!

 

 

 

Solo io sono disgustato da questa cosa?

 

 

 

Si, Brian, perché sei tu quello eterofobo, tra noi.

 

 

 

Beh, ad ogni modo devi tornare a casa.

 

 

 

Per consolarti dal fatto che nostro figlio è etero come Gus e quindi hai fatto due figli etero su due?

 

 

No.

Cioè non solo.

Jamie non mi parla.

 

 

 

Brian, che hai fatto?

 

 

 

Senti, non mi va che porti le sue amichette a casa nostra, uno perché è disgustoso, due perché ha sedici anni e come tutti i sedicenni ragiona solo con il cazzo. E se la mette incinta? Vedi quanti problemi ci sono quando non sei gay?

 

 

 

Beh, ovviamente dovremmo affrontare il discorso con Jamie sul sesso sicuro. Con calma. Insieme.

 

 

 

 

 

 

Eeeeh, ovviamente tu l'hai già fatto senza di me.

 

 

 

Ero sconvolto! Cioè, ho un altro figlio etero!

 

 

 

Si, l'hai già detto.

Va bene, che hai fatto esattamente? Devo sapere quanto è grave la situazione.

 

 

 

Ho spedito a casa la ragazzina e urlato un po' contro Jamie.

E lui mi ha dato del DESPOTA. A me, capisci? E lì mi sono incazzato e gli ho detto che per me poteva scopare con chi voleva, ma non a casa mia e soprattutto non con un'insulsa ragazzina con l'orecchino al labbro, talmente stupida che ce la saremmo ritrovata parcheggiata in casa gravida prima della fine del mese!

 

 

 

Che tatto, Kinney. Devo dire che con gli anni migliori.

 

 

 

E allora lui ha urlato “scusa tanto se non sono gay, mi dispiace immensamente!”, poi si è chiuso in camera sbattendo la porta e non è più uscito nelle ultime due ore.

 

 

 

 

Non ci posso credere. Nostro figlio discriminato perché etero. Decisamente, poteva capitare solo a casa nostra.

 

 

 

Ora puoi tornare a casa, per favore?

 

 

Wow, devi essere proprio disperato se me lo chiedi PER FAVORE ;)

 

 

 

Mh.

Jamie a te ascolta.

 

 

 

Ascolta anche te quando non fai lo stronzo!

Cerco di svicolare e di essere a casa tra massimo un'oretta, okay?

 

 

Okay.

 

 

 

Dillo che mi ami e senza di me saresti perso.

 

 

 

Fanculo.

 

 

 

Ti amo anche io! :*

 

 

 

 

 

Justin ridacchia piano mentre si lascia scivolare sotto le lenzuola accanto al marito. Brian lo guarda un po' male, ma lo circonda lo stesso con un braccio.

-Okay, sei riuscito a far uscire Jamie dalla sua stanza e a farlo cenare con noi. Ti ho già detto che sei stato bravo. Vuoi una medaglia genitore dell'anno? - lo apostrofa sarcasticamente, mentre Justin gli poggia la testa sul petto, squadrandolo da sotto in su con un sorrisetto sarcastico maledettamente irritante e anche, gli duole ammetterlo, eccitante.

Cristo, gli anni passano ma quella testolina bionda ha ancora un effetto devastante su di lui, in tutti i sensi.

-Oh andiamo, non rovinare il mio momento di gloria. E' praticamente la prima volta in quasi vent'anni di matrimonio più dieci di quasi relazione che ho la soddisfazione di aver tirato io te fuori dai guai e non il contrario. -

Brian fa una smorfia e Justin gli bacia teneramente le labbra, ancora ridendo.

-Jamie che ha detto? - chiede poi tornando serio e attorcigliandosi una ciocca bionda intorno al dito quasi senza accorgersene.

Justin sorride dolcemente anche se c'è la consueta luce da stronzetto negli occhi azzurri.

-Beh, era incazzato con te, ovviamente. Poi io gli ho fatto presente che sei emotivamente costipato e che non riesci ad esprimere affetto nei modi soliti e che dobbiamo essere pazienti con te. E allora si è calmato. -

Brian storce la bocca mentre Justin ride ancora, affondando il viso contro il collo dell'altro.

-Tu e tuo figlio siete due stronzetti, dico davvero.-

Justin si stacca da lui, per accecarlo con uno dei suoi dannati sorrisi.

-Beh, metà del patrimonio genetico è mio, modestamente. -

Brian alza gli occhi al cielo, ma sorride.

E ne sono felice, pensa, ma non lo direbbe neanche sotto tortura.

-E... per quanto riguarda la ragazzina con il piercing? - domanda poi, fingendo indifferenza.

Justin inarca un sopracciglio, non bevendosela neanche per un istante.

-E' la sua ragazza da qualche settimana, si chiama Julie, non c'è ancora andato a letto, gli ho fatto un'accurata lezione sull'uso dei profilattici. Soddisfatto? -

Brian spalanca la bocca, fingendosi sconvolto.

-Gli hai fatto una lezione sui profilattici senza di me? Così mi ferisci, Splendore. -

Justin rotea gli occhi con un sorriso, mentre Brian lo attira di nuovo contro il suo petto, prepotente.

-Grazie. - sussurra poi nel suo orecchio e il sorriso di Justin si fa più ampio contro la stoffa della canottiera di Brian.

-Oh figurati. A quanto pare te lo avevo promesso che mi sarei occupato di lui quando abbiamo deciso di averlo, giusto? -

Brian però rimane serio, lo guarda pensieroso e Justin solleva appena la testa, ricambiando lo sguardo, preoccupato.

-Brian? Tutto bene? -

-Non mi importa se è etero – sbotta improvvisamente, voltando il viso dall'altra parte – Insomma, è... è sempre lo stesso marmocchio che mi vomitava addosso disgustose pappette, disegnava stupidi dinosauri sui progetti dell'agenzia e si infilava nel nostro letto ogni dannata domenica. E' sempre Jamie. -

Gli occhi di Justin si addolciscono mentre accarezza con dolcezza una guancia del marito.

-Brian, io so che lo ami. E lo sa anche lui. E, se ancora non ne sei sicuro, lasciati dire che ricambia pienamente. -

Brian lo guarda, poi lentamente si apre in un sorriso esitante. Lo bacia di nuovo sulle labbra, questa volta più languido, con più lingua.

Justin geme leggermente nel bacio, avvinghiandosi a lui con le braccia e le gambe finché Brian non se lo porta sopra.

Si stacca dalle sue labbra solo per rivolgergli un sorriso ferino, che ferma per un attimo il diabetico cuore da lesbica di Justin, come direbbe Brian.

-Che ne dici se ora dimostro a te quanto ti amo, mh? -

Justin sorride con un angolo della bocca, circondandogli il collo con le braccia e stando al gioco.

-Come? Riempiendomi di frasi dolci e tante coccole? - lo prende in giro, ridendo della faccia schifata di Brian.

Le sue mani superano il confine dei pantaloni della tuta per stringersi possessive sulle natiche dell'altro e Justin geme di nuovo, sotto lo sguardo soddisfatto e passionale di Brian.

-Prima ti scopo come si deve, poi vediamo se c'è tempo per il resto. -

Justin ride, leggermente affannato, mentre inarca il collo per lasciarselo baciare.

-Ti stai rammollendo, Kinney. - sussurra, mentre gli accarezza i capelli scuri con amore.

-Beh, questa è colpa tua e dell'altro detentore dei tuoi geni. - sussurra Brian, catturando la sua bocca per un altro languido bacio, sancendo l'inizio di una serata con il piccolo stronzetto che ha sposato che non si prospetta affatto noiosa.

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Ciao!

Piccola sciocchezza, solo perché sono triste e non riesco a dormire e allora cerco di rallegrarmi scrivendo cose diabetiche su sti due ^^

Spero vi piaccia, anche se è davvero una cosa stupida oltre che diabetica...

Un bacio,

Fede <3

 

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Capitolo 2
*** Eterofobia... forse ***


Eterofobia... forse

 

 

 

 

Il campanello suonò nell'esatto momento in cui Justin posò il mestolo per gettare un'occhiata ammonitoria a Brian.

-Brian, per l'ultima volta... -

-...cerco di comportarmi bene, ho capito. - lo interruppe Brian, sollevando gli occhi al cielo.

Justin lo guardò, ancora non del tutto convinto.

-Lo hai promesso a Jamie, ricordatelo.-

Quasi chiamato in causa, sentirono i passi frettolosi e casinisti di loro figlio affrettarsi per le scale e la sua voce gridare: - E' Julie! Vado io! -

Brian fece una smorfia, mentre osservava Justin sospirare e coprire il risotto alla cantonese che aveva preparato con il coperchio per tenerlo al caldo.

-Ripetimi perché ho acconsentito a questa stupida cena. -

Justin sospirò, con un sorriso semi paziente.

-Perché mi ami? Perché ami Jamie? Perché ci ami, insomma? - tentò di scherzare, voltandosi per imprimergli un breve bacio sulle labbra imbronciate.

Quando Brian allungò le mani per trattenerlo e approfondire il contatto, Justin si ritrasse con una risatina maliziosa.

-Dopo, se fai il bravo... - sussurrò, con uno sguardo carico di promesse indecenti.

Brian non fece nemmeno in tempo a protestare coloritamente che la testa di Jamie, con tanto di sguardo accusatorio, fece capolino dalla cucina.

-Allora? Venite a conoscerla o no?-

Brian gli fece un sorriso affettata.

-Non vediamo l'ora. -

Jamie gli rivolse un'occhiataccia maledettamente identica a quelle di Justin, poi si defilò in salotto.

Justin sospirò, facendosi avanti e circondando la vita del marito con un braccio, sorridendogli incoraggiante.

-Coraggio. E' solo una cena. Puoi farcela a essere moderatamente gentile.-

Brian storse la bocca, circondando le spalle del biondo con un braccio.

-Anche se è etero. -

Justin rise, mentre Brian gli baciava una tempia.

-Anche se è etero. - confermò, sollevandosi sulle punte per baciargli una guancia.

Brian lo guardò a sopracciglia inarcate.

-Lo faccio solo per Jamie.- ci tenne a sottolineare, sciogliendo l'abbraccio e precedendo il marito in salotto.

Justin roteò gli occhi sorridendo, prima di seguirlo.

-Ovviamente.-

 

 

 

 

 

La ragazza di Jamie era ancora peggio di quanto Justin aveva temuto.

Aveva sempre rimproverato suo marito, l'unico che per ora aveva più o meno fatto conoscenza della ragazza ( se beccarla mentre pomiciava con loro figlio poteva essere definito “fare conoscenza”), quando la descriveva come un vitello fuggito dal recinto, ma doveva ammettere che non aveva tutti i torti.

Quell'anello al naso era semplicemente terrificante.

-Anche peggio di quando ti facesti quel piercing al capezzolo. - gli sussurrò Brian all'orecchio, beccandosi un'immediata gomitata.

Justin cercò di mantenere il sorriso sul volto, concentrandosi sulla mal celata soddisfazione del figlio, che teneva la mano del vitel... di Julie, di Julie.

-Padri – annunciò in tono lievemente sarcastico, imparato indubbiamente da Brian – Questa è Julie. -

La ragazza sollevò una mano smaltata di nero, senza sorridere.

-Signor K, signor T, piacere. - biascicò, in tono assolutamente monotono.

Justin si morse un labbro per non ridere, davanti alla paralisi facciale di Brian.

-Ciao Julie. E' un piacere conoscerti. Puoi tranquillamente chiamarci Justin e Brian e darci del tu. - la salutò dolcemente Justin, godendosi l'occhiata di gratitudine di Jamie su di lui.

La ragazza lo fissò con i suoi occhioni chiari circondati da quintali di matita nera e mascara.

-Ah okay, figo. Jam non mi ha detto se potevo chiamarti signor T o dovevo chiamarti signor K, cioè non so come funzionano i matrimoni gay. Il cognome è di quello attivo della coppia? - domandò, sinceramente curiosa.

Ci fu un momento di gelo e Justin si affrettò a risponderle, dato che aveva chiaramente visto Brian aprire bocca con un cipiglio che non prometteva niente di buono.

-Il cognome è Kinney, ma ti prego chiamami Justin. Vuoi darmi il tuo cappotto? - domandò tutto d' un fiato, avvicinandosi a lei mentre Jamie, imbarazzato, si avvicinava cauto a Brian.

Il padre lo guardò con sarcasmo, le braccia incrociate al petto e un sopracciglio inarcato.

-Jam? - sogghignò e il figlio lo guardò male, con quegli occhi azzurri che poteva aver ereditato solo da una persona. I capelli invece erano castani, come quelli della madre biologica.

-Oh, sta zitto. -

 

 

 

 

-Allora Julie – esordì Justin in tono allegro, quando furono tutti seduti a tavola – Cosa fai nella vita a parte studiare? -

-E cercare di assomigliare a un panda... - biascicò Brian nel suo riso, beccandosi un duplice calcio sotto il tavolo dal figlio e dal marito.

Julie sorrise, apparentemente ignara di quello che aveva detto Brian.

-Suono in una band rock, Jus. -

Justin continuò a sorridere, anche se sia marito che figlio gli avevano visto l'occhio destro tremolare alla storpiatura del suo nome.

-Oh, che bello. E sei brava? -

-Bravissima – intervenne Jamie con un sorriso orgoglioso, mentre Julie si voltava a sorridergli, arrossendo appena sotto gli strati di fard – Le dico sempre che la sua band non varrebbe niente senza di lei. -

-Ci scommetto. - brontolò Brian, venendo prontamente ignorato.

-E che strumento suoni?- domandò Justin, portandosi una cucchiaiata di riso alle labbra.

Julie storse la bocca, pensierosa.

-In realtà un po' di tutto, Jus. Sono un'artista versatile. -

-Mh, curioso. Anche Jus è un'artista versatile – Brian accarezzò maliziosamente il braccio di Justin, seduto accanto a lui – Molto versatile.-

-Mio padre è un pittore! - si affrettò a spiegare Jamie, mentre Justin tirava una gomitata a Brian, che rideva.

-Figo! - esclamò Julie, sinceramente interessata – Cosa dipingi, Jus? -

Justin le sorrise, gli occhi che brillavano come ogni volta che parlava del suo lavoro. Sia Brian che Jamie divennero improvvisamente seri, sapendo quanto il padre tenesse alla sua arte.

-Un po' di tutto. In realtà sono anni che mi sono dato alla pittura astratta. -

-E' il nuovo Andy Warhol. - intervenne orgogliosamente Brian, circondandogli brevemente le spalle con un braccio per poter baciargli la tempia, mentre Justin sorrideva raggiante.

-Figo! - ripeté Julie, con quel tono acuto di voce che, Justin lo sapeva, stava facendo saltare i nervi a Brian – Mi piace l'arte, un giorno devi farmi vedere un tuo quadro, Jus! -

-Certo, volentieri. - rispose gentilmente Justin, per poi allarmarsi quando notò che Julie stava guardando Brian.

Anche Jamie parve averlo notato, perché smise di mangiare e si mise ad osservare la scena, trattenendo il fiato.

-Scusa signor B, Jam me l'ha detto ma mi sa che me lo sono svalvolato. Tu di che ti occupi? -

Per un breve, terrificante istante, Justin poté vedere la testa di Julie rotolare macabramente sulla tovaglia bianca, mentre Brian brandiva un coltello insanguinato. Invece, l'uomo si limitò a pulirsi con calma la bocca e poi rispondere con impeccabile calma, che fece stupire non poco lui e Jamie.

-Lavoro nella pubblicità. Sono parecchi anni che ho un'agenzia mia.-

-Figo! - commentò, immancabilmente, Julie.

-Si... ehm.... e che strumento preferisci Julie? - cercò di cambiare argomento Justin, con un sorriso piuttosto tirato.

Julie si scostò il ciuffo di capelli neri e lisci dagli occhi prima di rispondere.

-Bah, in realtà suono e ascolto un po' di tutto Jus, anche se prediligo la chitarra elettrica. Però la musica mi piace tutta – storse la bocca – In realtà c'è solo uno strumento che proprio non sopporto! Quella stronzata di violino. Cioè, come fa a piacere? Solo agli idioti può piacere il suono di quell'affare. -

Il silenziò calò nella sala da pranzo.

Jamie osservò perplesso Justin irrigidirsi, il cucchiaio bloccato a mezz'aria, mentre Brian sembrava ridestarsi dal torpore annoiato che lo aveva avvolto per tutta la sera e guardava Julie con autentico interesse.

-Ma davvero? - domandò in tono compiaciuto, gettando un'occhiata di sottecchi a un arrabbiato Justin che Jamie proprio non capì.

Julie annuì, con convinzione.

-Sempre pensato e sempre lo penserò. -

-Sono d'accordo – si associò Brian in tono bellicoso, sporgendosi un po' verso di lei, ignorando completamente gli sguardi del marito e del figlio – Insomma, chi è che davvero potrebbe trarre piacere ad ascoltare quella roba? Il suono che fa... -

-Ah, non me ne parlare! -esclamò Julie, disgustata – Sembra che torturino un gatto ogni volta che suonano quell'affare! -

-Esattamente! E' quello che ho sempre detto io! - esclamò Brian, sorpreso ed entusiasta insieme, voltandosi a lanciare una lunga occhiata soddisfatta a un sempre più rigido Justin.

-Non sapevo che non ti piacesse il violino. - intervenne Jamie in tono sorpreso, guardando il padre più grande.

Brian fece una smorfia.

-Almeno puoi andare a dire in giro che uno dei tuoi padri ha buongusto in fatto di...musica.-

Prima che Jamie potesse replicare, confuso, Justin si inserì nella conversazione per la prima volta, con voce bassa e stizzita.

-Certo, bisogna anche tenere in conto che a diciannove anni non si può avere ancora un'idea chiara dei propri gusti... musicali. -

Brian lo guardò scettico, inarcando un sopracciglio.

-Julie qui ne ha sedici di anni e ha già capito tutto della vita! - ribatté, indicando la ragazza che sbatté le palpebre pesanti di trucco, confusa – Semplicemente, Raggio di Sole, c'è chi nella vita ha buongusto e chi, purtroppo non ce l'ha. Potremmo dire che la tua fortuna è stata trovare me, in effetti. -

-Oh santo cielo Brian! - esclamò Justin esasperato, apparentemente dimentico della presenza di Julie e Jamie allo stesso tavolo – Sono passati quasi trent'anni! Passerai mai oltre quella storia? -

Gli occhi di Brian esprimevano totale cocciutaggine e rifiuto.

-Mai! - proclamò, categorico, sotto lo sguardo rassegnato di Justin e quelli confusi di Julie e Jamie.

Ci fu un momento di silenzio, prima che Julie prendesse quasi timidamente la parola.

-Ti piace il violino, Jus? -

La risposta giunse categorica e da entrambi gli uomini.

-NO! -

Il resto della cena fu straordinariamente silenziosa.

 

 

 

 

-Allora?- domandò Jamie molto più tardi, mentre aiutava Justin a sparecchiare la tavola con Brian che li fissava vagamente imbronciato, appoggiato al muro – Come vi è sembrata? E' forte, no? -

Justin gli rivolse un sorriso tirato.

-Non lo so tesoro, è sicuramente una ragazza molto... vivace, ma non sono sicuro che... -

-Secondo me è fantastica! - intervenne Brian in tono di sfida, incrociando le braccia al petto.

Justin interruppe ciò che stava facendo per scoccargli un'occhiataccia, mentre Jamie guardava il padre incredulo e felice.

-Sul serio? E io che avevo paura che non ti piacesse! -

Brian ghignò, senza staccare lo sguardo da Justin.

-Scherzi Jamie? La trovo straordinaria. Anzi, tientela stretta. -

-Lo farò. - rispose soddisfatto Jamie, riprendendo a sparecchiare la tavola.

-Jamie? - lo chiamò Justin, continuando a guardare Brian, le braccia piantate sui fianchi – Tesoro, puoi andare un attimo di là? Devo scambiare due parole con tuo padre.-

Jamie li fissò perplesso per un istante, poi scrollò le spalle, dicendosi di approfittare di quella richiesta per rintanarsi in camera ad ascoltare un po' di musica.

Appena Jamie uscì dalla stanza, Justin si scagliò conto Brian, furioso.

-Che storia è questa? Fino a stamattina la chiamavi Julie il Vitello e adesso dici che è fantastica, che deve tenersela stretta? Quella ragazzina con gli occhi da panda e l'anello al naso?! -sibilò, avvicinandosi al marito.

Brian sorrise, senza scomporsi.

-Non fare l'ipocrita, Raggio di Sole. Anche tu alla sua età avevi un piercing e non eri di certo un santerellino. Almeno lei si limita a suonare in una band rock e non si esibisce mezza nuda al Babylon.-

-Si, ma qui si tratta di Jamie!- ribatté Justin prontamente, spalancando gli occhi azzurri – Sai più di me che quella ragazza c'entra con Jamie con c'entreresti tu con una riunione parrocchiale, ma stai dando la tua benedizione solo per ripicca nei miei confronti! -

Brian si portò una mano al petto, fingendosi sconvolto.

-E perché dovrei fare una cosa del genere, Splendore? -

Justin assottigliò gli occhi.

-Lo sai. -

-Rinfrescami la memoria. - ribatté Brian e non sorrideva più.

Si guardarono negli occhi con sfida qualche istante, prima che Justin sbuffasse, scuotendo la testa.

-Per quella storia di Ethan. E, francamente Brian, è ridicolo che ancora me lo rinfacci dopo tutti questi anni!-

-Non capisco qual è il problema se io e la ragazza di mio figlio condividiamo gli stessi gusti musicali!- replicò Brian, fingendosi esasperato -Ian non c'entra affatto in questa storia! -

Justin lo guardò scettico per un istante, poi arricciò le labbra in un sorrisetto beffardo.

-Sai che c'è? Non importa. Perché almeno ho avuto prova che sei sempre stato, e lo sei ancora adesso, terribilmente geloso di me! -

Brian lo guardò, offeso.

-Io non sono geloso! La gelosia... -

Justin gli tappò la bocca con la propria in un bacio rapido ma intenso.

Quando si staccò i suoi maledetti occhi azzurri brillavano di una luce furba.

-Risparmia il fiato grande Kinney e fammi credere che sia così, anche perché sinceramente sono ancora incazzato con te per le frecciatine non esattamente velate che mi hai mandato davanti a nostro figlio. -

Brian lo guardò corrucciato per un attimo, poi sbuffò e, brontolando, afferrò un sorridente Justin per il braccio. Si abbracciarono, mentre Justin continuava a sorridere contro il collo del marito.

-E comunque la ragazzina mi piace sul serio. - ci tenne a precisare Brian petulante, mentre Justin, avvolto nelle sue braccia, alzava gli occhi al cielo, esasperato.

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Ciao!

Ho aggiunto questa, scemissima, seconda parte.

Scusate ma amo troppo Justin e Brian alle prese con il loro figlioletto Jamie ^^
Spero che vi piaccia, anche se davvero è al cosa più stupida mai scritta a memoria d'uomo!

Comunque, se vi strappa un sorriso, io sono contenta così.

Un bacio,

Fede <3

 

 

 

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