Rinascita

di Shainareth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sangue ***
Capitolo 2: *** Essere normale ***
Capitolo 3: *** Tenerezza ***
Capitolo 4: *** Fantasma ***
Capitolo 5: *** Solitudine ***
Capitolo 6: *** Destino ***



Capitolo 1
*** Sangue ***





SANGUE




Sangue. Questo odore non andrà mai via. Lo sento nell’anima. Anche gli altri lo avvertono? Come fa Garfield a starmi vicino? Mi ha persino abbracciata. Due volte.
   Questo mio nuovo corpo, nato da sangue corrotto, non è poi molto più puro del precedente. Garfield e gli altri dicono che non devo fuggire, che non devo cercarli solo quando ho bisogno di aiuto. Lo so, non è così che funziona l’amicizia, ma convivo sempre con la paura di poter ferire le persone che amo. Com’è già successo. Tante, troppe volte.
   Voglio cambiare vita. Voglio cambiare me stessa. Lo devo a loro.












E tutto parte da qui: http://readcomiconline.to/Comic/Teen-Titans-2003
Buona lettura! :*
Shainareth





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Capitolo 2
*** Essere normale ***





ESSERE NORMALE




Le si avvicinò con cautela, massaggiandosi la nuca come faceva a volte, quando era in ansia o in imbarazzo per qualcosa. Raven avvertiva il suo disagio, ma finse di non accorgersene e continuò a tenere gli occhi fissi su ciò che stava facendo – lavare i piatti della cena. «Uhm… Mi tieni ancora il muso?»
   «Sarebbe un atteggiamento infantile.»
   «Uh… ok.» Il giovane esitò, spostando lo sguardo altrove e riflettendo su come avrebbe dovuto iniziare ad impostare le proprie scuse. «Allora perché mi stai evitando?» Per esempio, questo era un approccio decisamente sbagliato.
   «Per quanto ti piaccia pensare il contrario», cominciò allora a rispondere lei, impilando i piatti insaponati l’uno sull’altro, «non sei poi degno di tanta attenzione, Garfield.»
   Questi la fissò ammirato, portandosi una mano sul cuore e incassando sportivamente la frecciata. «E hai pure il fegato di dire che non ce l’hai con me…» commentò con un sorriso sghembo sul volto. Si avvicinò ulteriormente e poggiò i reni al bancone accanto al lavello, incrociando le braccia al petto e studiando con curiosità la sua amica.
   «Te l’ho già detto prima, smettila di fissarmi.»
   «Non posso farne a meno», ammise lui. La vide corrucciare le sopracciglia scure e fu costretto a riprendere: «Lo so che sono stato un cretino a dirti quella cosa…»
   «Quale?» lo interruppe causticamente l’altra. «Che trovi il mio nuovo nome buffo o che non mi hai mai considerata una ragazza normale?»
   «Beh», non si trattenne dal farle notare Garfield, grattandosi dietro ad una delle orecchie a punta, «devi ammettere che sei un pochino sui generis rispetto alle altre…»
   Gli occhi chiari di Raven lo fulminarono, inchiodandolo sul posto. Ci fu un momento di silenzio, teso e apparentemente interminabile. «Il concetto di normalità è sopravvalutato», disse lei, ripetendo ciò che lo stesso Beast Boy aveva affermato non troppo tempo prima.
   Rifiatando all’idea che, dopotutto, non lo avrebbe inghiottito in un vortice nero senza ritorno, il giovane scoprì i canini affilati in un sorriso divertito. «Esatto.» Se avesse potuto, avrebbe persino scodinzolato pur di rabbonirla ancora di più. «Non biasimarmi, Rae…» aggiunse poi, in tono implorante. «Devo farci l’abitudine.»
   No, Raven non lo biasimava. Nonostante i suoi sforzi per integrarsi nella società, nonostante il suo impegno nel cercare di essere normale proprio come Garfield le aveva fatto notare, anche lei doveva ancora farci l’abitudine. Eppure, c’erano cose che non sarebbero mai cambiate, come la franchezza e l’onestà del suo compagno mutaforma, una delle poche persone al mondo a reggere il suo sguardo senza sentirsi violato nell’anima. Anzi, continuava a sorriderle come se non gli importasse un accidenti di essere scansionato nel profondo.
   Abbassò di nuovo lo sguardo sui piatti e domandò: «Tu… credi che stia facendo la cosa giusta?»
   «Credo che tu debba fare ciò che senti di voler fare», fu la risposta che lui le diede. Avrebbe dovuto stupirsi di ciò? No. No davvero. Garfield non faceva altro che fare ciò che gli saltava in testa, senza dover chiedere il permesso a nessuno. Tuttavia, Raven avvertiva chiaramente il suo bisogno di approvazione, di essere rassicurato.
   Tornò ad occhieggiare nella sua direzione e inarcò appena un angolo della bocca verso l’alto, inducendolo a spalancare le orbite. «È… un sorriso?»
   «Chissà.»
   «Non essere tanto enigmatica e sii più chiara. Non ho i tuoi poteri empatici.»
   «No, ma potresti essere tanto perspicace da intuire che non mi dispiacerebbe se mi aiutassi a sistemare la cucina.»
   Garfield fece una smorfia. «Non avevi detto che te ne saresti occupata da sola?»
   «Sì, ma poi mi hai ricordato di quanto sei stato scortese con me, oggi.»
   Borbottando un’imprecazione, il giovane si raddrizzò sulla schiena e si dispose ad aiutarla per davvero. «Devo ricordarmi di tenere a freno la lingua.»
   «Non ce la farai mai.»
   «Lo so, dannazione.»












Continua il mio studio dei personaggi in versione cartacea. Mi piacciono molto, anche se, se devo essere onesta, ad un certo punto le cose diventano incomprensibili e non si capisce perché i due arrivano a comportarsi in un certo modo. ._.
Comunque sia, si amano davvero tanto ed è bellissimo. ♥
Buona domenica!
Shainareth





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Capitolo 3
*** Tenerezza ***





Piccola nota
Andando avanti con la lettura dei comics, per seguire un filo logico nella relazione fra Garfield e Raven, occorre sfogliare non soltanto la serie dei Teen Titans, ma anche (e soprattutto) quella dei Titans, poiché è tra queste pagine che si sviluppa sul serio (per poi trovare una conclusione effettiva di nuovo sulle pagine de Teen Titans). È un po' complicato, in effetti, star dietro ai comics, ma sto cercando di abituarmici.
Detto ciò, la seguente shot si rifà a questa pagina: http://readcomiconline.to/Comic/Titans-2008/Issue-4?id=40167#18
Buona lettura!










TENEREZZA




Osservando il modo in cui le stava tenendo i capelli per evitare che si sporcassero, Garfield non poté fare a meno di commentare: «Con questa coda di cavallo e quel coso che hai in fronte, potresti sembrare un unicorno. Solo che loro vomitano arcobaleni.»
   Pur nella difficoltà del momento, Raven riuscì a trovare la forza per alzare su di lui due occhi lucidi, arrossati e indispettiti.
   «Sì, lo so. Mi salvo solo perché stai rimettendo l’anima», comprese Garfield, passandole delicatamente il fazzoletto sulle labbra sporche. «Però, al di là di tutto, dovresti vedere il lato positivo della faccenda.»
   «E quale sarebbe?» volle sapere la ragazza, apprezzando per lo meno la tenerezza del compagno.
   «Beh», cominciò lui, inarcando le sopracciglia in un’espressione ovvia, «con tutto questo vomito, almeno sarai già pronta per quando sarai incinta.»
   Raven sgranò gli occhi azzurri e spalancò la bocca per inveirgli contro. «Cosa cavol…?!» Non riuscì a finire di parlare, poiché un conato la colse alla sprovvista e lei dovette abbracciarsi di nuovo alla tazza del bagno.
   Garfield le passò delle premurose carezze sulla schiena, tenendole la fronte con l’altra mano. «Che vuol dire cavolbleargh?» Un ringhio di protesta si levò dai meandri del water. «Sì, ti voglio bene anch’io.»
   Rialzando il capo con tutta la dignità che potesse racimolare in quel momento, Raven tornò a guardarlo con espressione torva. «Se devi rimanere qui soltanto per prendermi per i fondelli, posso anche fare a meno del tuo aiuto.»
   «No, non puoi», le assicurò il giovane in tono affettuoso. «Per quanto tu possa continuare a negarlo, vuoi che io rimanga qui dove sono.»
   «L’importante è crederci.»
   «Andiamo, Raven…» riprese allora, tornando a reggerle la fronte non appena la vide piegarsi di nuovo in due sulla tazza. «Con tutto quello che stai rimettendo, ce la fai a malapena a reggerti in piedi.»
   Era vero. Oltretutto, Raven sentiva che Garfield era sincero e che le sue canzonature avevano come unico scopo quello di distrarla, magari nella speranza di farla divertire. Apprezzava i suoi sforzi, tuttavia non riusciva a trovare alcuna ragione per sorridere. E come poteva farlo, sapendo di essere ancora causa di sofferenza – e un potenziale pericolo – per i suoi amici? Per lui, forse, ancora di più. Non avevano più parlato di quello che era successo fra loro, ma il modo amorevole con cui Garfield si ostinava a comportarsi con lei non lasciava adito a dubbi. E lei? Avrebbe ben volentieri evitato di illuderlo, ma la verità era che Garfield aveva ragione: lo voleva accanto a sé.
   Non andava bene. Non era giusto. Avrebbe dovuto dirglielo.
   «Gar…» iniziò in tono esitante, vuoi per la debolezza vuoi per la delicatezza del discorso che stava per intraprendere.
   «Dimmi.»
   Alzò lo sguardo su di lui, fissandolo da sotto in su, e si rese conto che l’ultima cosa che voleva al mondo era ferirlo.
   Si morse il labbro inferiore, indecisa. «Gar… io…»
   L’ennesimo conato la scosse nel profondo, interrompendo quella terribile confessione in favore di un risvolto ancora più tragico.
   «Mi hai vomitato addosso, che schifo!» Raven sperò di poter morire all’istante a causa della vergogna, ma due mani forti e protettive la sorressero e tornarono a pulirle la bocca. «Ammettilo», tornò a parlare Garfield, sorridendole con indulgenza, «questa è la tua vendetta per tutte le mie battute.»












Non avete idea di quanto siano assurdi i comics. Abituata ai manga (che leggo da oltre vent'anni), non avevo idea della follia commerciale cui sono soggetti i fumetti americani, dove ogni testata si intreccia ad un'altra, e puoi ritrovarti a leggere contemporaneamente sei titoli differenti pur di capirci qualcosa.
In ogni caso, CREDO di essere riuscita a seguire più o meno tutto ciò che ruota attorno alla relazione fra questi due personaggi (ma ho la sensazione che da qualche parte io abbia smarrito alcuni pezzi), e posso affermare che sono ancora più belli (e stupidi) di quanto avessi creduto.
E anche per oggi è tutto. Ringraziandovi tutti indistintamente, vi auguro buona domenica!
Shainareth





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Capitolo 4
*** Fantasma ***





Piccola nota
Anche in questo caso è necessario dire due parole prima di lasciarvi alla storia. Se non avete mai sentito parlare di Blackest Night, vi consiglio di leggerlo o per lo meno sfogliarlo, perché è importante ai fini della maturazione di Beast Boy. Il link lo trovate sempre sul sito che vi ho lasciato in calce alla prima shot di questa raccolta.

ATTENZIONE, SPOILER!

Se non volete rovinarvi alcuna sorpresa, non continuate a leggere.
In questa serie, Garfield ritrova Terra. Quest'ultima, nei comics, è morta per davvero, facendo il doppiogioco: era dalla parte di Slade (del quale era anche l'amante), ma si infiltra fra i Teen Titans, circuendo Garfield al punto da farlo infatuare/innamorare di sé. Quando però Terra viene smascherata, lui le si schiera immediatamente contro, proprio come avviene nella serie animata - con la differenza che lì Terra era fondamentalmente buona, mentre qui è tutto il contrario.
Detto ciò, come dicevo, in Blackest Night, per tutta una serie di eventi, Terra torna in vita e subito va incontro a Garfield che, deluso e amareggiato dalla propria vita e in particolar modo da quella sentimentale (Raven vuole tenerlo lontano a tutti i costi), ci ricasca con tutte e due i piedi. Si lascia quindi abbindolare di nuovo nell'abbraccio di Terra, che però ancora una volta è insincero. Quando Garfield lo capisce, la combatte e, ammettendo a malincuore di amarla ancora, ne fa a pezzi il corpo.
Non è un bel finale, nemmeno per chi odia il personaggio di Terra. Non lo è perché ti lascia con l'amaro in bocca, perché Garfield non riesce a trovare pace e non puoi immedesimarti in lui e sentire il cuore che si stringe dal dolore.
Con questa piccola premessa, vi lascio infine a questa flashfic scritta dal punto di vista di Garfield.
Buona lettura!










FANTASMA




È proprio quando credi di aver raggiunto il fondo che scopri che la buca in cui sei caduto può essere ancora più buia. E i fantasmi ritornano, letteralmente. Li accogli a te con una speranza che temevi fosse ormai andata perduta. Li coccoli, li ami, illudendoti che tutto sia finito, che le tue sofferenze passate e presenti siano destinate a sparire per magia.
   Poi ti svegli da quell’incubo che si era presentato a te sotto le mentite spoglie di un bel sogno, e capisci che tutto è finito per davvero. Che il fantasma che stringi a te è uno zombi che ti rosicchia il cervello. E il cuore. E ti dilania l’anima l’idea di aver profanato il suo corpo, straziandolo per non essere distrutto a tua volta, per non essere trascinato di nuovo all’inferno, per non ammettere a malincuore che non eri stato capace di mettere su quell’utopia non già un semplice sasso, bensì una pietra tombale.
   E mentre piangi e ti disperi, mentre ti chiedi da che parte volge il tuo cuore, il tuo animo lacerato grida in cerca dell’unica cosa di cui gli importi davvero: essere amato.
   Forse Vic ha ragione, sono solo un bambino che non accetta la realtà, che non accetta i cambiamenti, che non accetta l’idea di dover crescere. Il mio posto non è questo. Il mio posto è altrove.
   Su una cosa, però, voglio credere che lui si sia sbagliato. Su Raven. Per quanto io possa essere immaturo, non potrei mai cercare di sostituire la perdita di Terra con la presenza di un’altra persona all’interno dello stesso gruppo. Voglio davvero bene a Raven, ma questo affetto è diverso da quello che ho provato e provo tutt’ora per ciò che non tornerà più. Spero che lei non la pensi come Vic, perché sarebbe ingiusto. Molto più del suo ostinarsi a respingere il mio disperato bisogno di lei.
   Ed è per questo che devo andar via. Perché non voglio che anche lei diventi un fantasma. Né voglio diventarlo a mia volta. E, paradossalmente, per andare avanti devo tornare indietro.












Scritta ieri, di getto. Stranamente, mi piace molto.
Piccola precisazione riguardo alla parte finale: dopo le vicende di Blackest Night, Garfield e Victor parlano fra loro e quest'ultimo consiglia all'amico di guardare avanti, di trovarsi un posto proprio. Un posto vero, non un parcheggio provvisorio, un limbo in cui rimanere sempre in equilibrio nel timore che tutto possa cambiare da un momento all'altro. Garfield è immaturo, sì, ma è soprattutto insicuro. Ecco perché alla fine decide di voltare pagina e di lasciarsi ogni cosa alle spalle, lasciando i Titans a cui si era unito insieme ai vecchi compagni, e tornando a San Francisco, dai Teen Titans (dove ci sono compagni più "recenti").
E anche per questa volta è tutto. Buon proseguimento di giornata!
Shainareth





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Capitolo 5
*** Solitudine ***





SOLITUDINE




Non appena lui uscì dalla camera, ormai quasi vuota, Raven notò qualcosa sul pavimento: una cornice in cui Garfield aveva messo delle foto di loro. Aveva dimenticato di imballarla insieme all’altra roba o se l’era lasciata alle spalle di proposito? Se così fosse stato, Raven non avrebbe potuto recriminare quella scelta. Era stata lei a spingerlo a quel passo. Forse, persino ad andar via. E cosa avrebbe fatto, ora che il suo unico conforto, la sua unica speranza, stava prendendo le distanze da lei? Ora che lui si era finalmente rassegnato a darle retta, decidendo di voltare pagina, di cambiare vita. Lontano da lei. Senza di lei.
   Era giusto così. Raven non aveva alcun diritto di fermarlo. Era stata lei, per prima, a costringerlo a farlo, ricorrendo finanche a crudeli bugie. Come quella che era stata con lui soltanto per pietà.
   Ferito nell’anima e nell’orgoglio, Garfield ce l’aveva avuta con lei per un pezzo. Per quanto male gli avesse fatto, Raven continuava a credere che quella fosse la soluzione meno dolorosa. L’alternativa sarebbe stata essere sincera, dirgli che lo amava, che lo aveva sempre fatto, che voleva stare con lui. Ma non avrebbe mai potuto renderlo felice. Garfield aveva già rischiato troppo, per lei: usato come portale dagli altri figli di Trigon; quasi ammazzato da lei stessa a causa di quei poteri di mutaforma che facevano gola persino al demone sopito nella profondità del suo animo.
   Raven sospettava che Garfield avesse iniziato ad intuire la verità, perché aveva smesso di portarle rancore, riprendendo a ronzarle intorno, sia pure con meno insistenza di prima, e assicurandole che sarebbero stati amici per sempre.
   Ora che però lui stava andando via, Raven avvertiva tutta la pesantezza della solitudine che l’avrebbe colta, persino lì fra i Titans. Garfield non era il solo a sentirsi fuori luogo. Forse anche lei aveva bisogno di voltare pagina. Ancora una volta.
   Ma stringere tra le mani quelle foto, il ritratto dimenticato del loro amore, faceva male al cuore. Garfield non era l’unico alla disperata ricerca di quel tipo di affetto, e lo avrebbe trovato altrove, prima o poi, di questo Raven era certa. Per lei, invece, impossibilitata com’era a legarsi a qualcuno, sarebbe ricominciata una vita piena di dolore e solitudine.
   Voler stare da sola, è una tua scelta. Era questo che le aveva detto Garfield appena un attimo prima di uscire da quella stanza. Probabilmente era vero. Eppure Raven non se la sentiva di coinvolgere ancora qualcuno nei suoi problemi. A maggior ragione se si trattava di lui o degli altri loro amici. E per quanto male le facesse, anche lei avrebbe dovuto andar via da lì, da quel posto in cui riusciva a sentirsi sola persino fra coloro che considerava al pari di una famiglia.












Al contrario della precedente, questa flashfic mi piace decisamente meno. Ma amen.
E dopo Garfield, è Raven a voler prendere le distanze dal resto del gruppo. Ciò credo sia dovuto essenzialmente al fatto che sono gli unici due che non sono ancora riusciti a trovare un modo per star bene con se stessi, nonostante ci abbiano provato. Dunque, l'unico modo, forse, è prendere ognuno la propria strada e vedere cosa il destino avrà in serbo per loro.
Una cosa è certa, comunque: Garfield perde sempre la testa per donne che, per un motivo o per un altro, vogliono fargli lo scalpo. Dovrebbe farsi vedere da uno bravo. :'D
Buona giornata e alla prossima!
Shainareth
P.S. Risponderò alle vostre ultime recensioni nel pomeriggio, perdonate sin d'ora per l'attesa. :*






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Capitolo 6
*** Destino ***





DESTINO




Non è buffo rendersi conto del fatto che il destino sia la più grande carogna in cui potrai mai imbatterti?
   Quando finalmente trovi il coraggio di voltare pagina, ecco che lui ti mette di nuovo alla prova, sbattendoti in faccia la realtà: ovunque andrai, ciò che ti fa più male ti seguirà e ti spingerà a riflettere ancora più profondamente su quanto tu non possa fare a meno di… lei.
   Ero andato via soprattutto per questo, perché credevo che ormai fosse davvero finita, che non ci sarebbe stato nulla di male nel provare ad andare avanti, nel vivere la mia vita anche senza di lei. Non è vero. Non è così che funziona. E non soltanto perché è dentro di te che devi trovare la forza per cambiare, a dispetto del posto in cui ti trovi, ma principalmente perché lei ti ha seguito anche se giurava e spergiurava che fra voi è finita, che non devi farti illusioni, che devi lasciarla in pace una volta per tutte. La stessa lei che era lì, a cercare consolazione in te quando eri in partenza, a lanciarti occhiate quasi disperate quando, dopo averti respinto per l’ennesima volta, eri in procinto di prendere un altro impegno – benché non avesse a che fare con altre donne.
   La psicologia femminile rimarrà sempre un mistero, certo, ma in qualche modo può essere comunque interpretata per tentativi. Quella di Raven… beh, sfido chiunque a riuscirci. Tuttavia, io la conosco bene, forse meglio di chiunque altro; ormai persino meglio di Dick. So che non si trova alla Torre per me. Forse è stato il caso – quella carogna del destino, appunto – a portarla qui, ferita, priva di sensi, in fin di vita. Così. Come un fulmine a ciel sereno. Non appena ho messo piede di nuovo alla Teen Tower con l’intento di reclamare la leadership del gruppo. Così. Tanto per farmi perdere dieci anni di vita. Per farmi urlare. Disperare. Rendere conto che senza di lei non posso vivere.
   L’amo.
   Vorrei poterlo dire anche a Victor, che mi esortava a non pensare a lei, perché era solo un surrogato di ciò che avevo perso con la morte di Terra. Vorrei poterlo dire anche a Raven stessa, se solo aprisse gli occhi per un istante, se solo mi lasciasse una speranza – non di ricambiare i miei sentimenti, quello so che lo fa già, anche se ha paura di ammetterlo. Vorrei solo avere la speranza che riprenderà i sensi, che tornerà a guardarmi, a sorridere o anche solo a rimbrottarmi come le piace fare non appena provo ad avvicinarmi a lei per un bacio o un semplice appuntamento.
   Di certo non sarà necessario dirlo al resto dei Teen Titans, che mal sopportano la mia presenza qui proprio a causa della mia debolezza dagli occhi chiari. Probabilmente sarebbe andata diversamente se Raven non avesse fatto di nuovo irruzione nella mia vita, pronta a rivoluzionarla e metterla sottosopra per l’ennesima volta. In tutta onestà, al momento è l’ultimo dei miei pensieri. Non mi importa se gli altri si siano convinti che non sarò un buon leader perché antepongo Raven, la sua salvezza e il mio amore per lei sul gruppo; questi sentimenti sono parte di me, di ciò che sono nel profondo, e non potrò mai cambiare la realtà dei fatti. Cederò il ruolo di capo a Cassie, che parla bene e razzola male – non era stata lei ad abbandonare tutto dopo la morte del suo amato Conner?
   Va bene così. Quel che più conta, per me, è che nessuno torni a far del male a Raven. Potrei morirne.












E rieccoci con la raccolta ispirata ai comics. Questa shot avrebbe dovuto avere un tono più drammatico, a tratti straziante, ma sarebbe stata ancora più banale e melensa di quanto già non sia. Oltretutto, Garfield è un personaggio positivo (al contrario di Raven), per cui ho immaginato che fosse più giusto rendere questo capitolo più leggero di quanto avessi pianificato mesi fa.
Avevo anche previsto che la raccolta si sarebbe conclusa intorno alla settima shot, invece credo che continuerà ancora per un altro paio. Di sicuro, non supererà la decina di capitoli.
Detto ciò, vi saluto, ricordandovi che esattamente fra una settimana sarà disponibile (in America) Teen Titans: Rebirth, dove forse potremo sapere se ci sarà finalmente un nuovo sviluppo fra Garfield e Raven (e, si spera, il loro ritrovato amore... dimenticato a causa del tromancamento della vecchia cronologia DC).
Alla prossima e buona giornata!
Shainareth





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