About sex and other boring things

di darkselenian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Self-control ***
Capitolo 2: *** Try it ***
Capitolo 3: *** Climax ***
Capitolo 4: *** Sherlock ***
Capitolo 5: *** For science's sake ***
Capitolo 6: *** I'm (not only) brain ***
Capitolo 7: *** Hope ***
Capitolo 8: *** How to propose an experiment ***
Capitolo 9: *** Suspect ***
Capitolo 10: *** Request ***



Capitolo 1
*** Self-control ***


Self-control

Self-control


Far perdere la pazienza a John H. Watson, e nello specifico fargli alzare la voce, è una di quelle cose praticamente impossibili a meno che il vostro nome non sia Sherlock Holmes.

John H. Watson è il tipo d'uomo che anche in situazioni estreme difficilmente perde il controllo, diavolo nemmeno quando gli hanno sparato alla spalla si è messo a gridare. Tuttavia ora affronta qualcosa che come stress potrebbe essere paragonabile all'Afghanistan, per fortuna con risvolti anche piacevoli, e suona allarmante, ma in effetti ha perso più volte la calma in questi ultimi anni che in guerra.

John è la pazienza fatta persona, e non per chissà quale mistico motivo o perché era destinato a convivere con un sociopatico ad alta funzionalità. Semplicemente se perdesse la pazienza adesso lo farebbe esclusivamente nei confronti di un solo individuo e no, non sarebbe carino sparare all'uomo che ama anche perché si impegna tanto per tenerlo in vita, considerando i tentativi di quell'idiota di ammazzarsi, o fingere di farlo, e di conseguenza attentare alle coronarie del povero dottore.

Quindi John Watson continuerà a mantenere la calma e il sangue freddo, eviterà di sparare a quel sociopatico del suo inquilino e fidanzato-John-è-una-definizione-inutile-le-convenzioni-sociali-sono-noise-ma-smettila-di-provarci-con-la-cassiera e nemmeno al dannato fratello sono-il-governo-inglese-e-se-ti-devo-parlare-metto-in-atto-un-sequestro-di-persona, anche se su questo Sherlock potrebbe essere piuttosto d'accordo.

Insomma sentire John Watson urlare non è un evento particolarmente frequente ma Sherlock dopo aver deciso di voler verificare il livello del self-control di John -inutile descrivere in quanti momenti la famigerata pazienza del dottore abbia vacillato-, attuando un attento studio del suo (ricordiamolo agli incauti che pensano che John possa appartenere a qualcuno che non sia Sherlock) dottore ha trovato un metodo per sentirlo urlare senza rischiare di essere sparato. Certo ci è voluto un po', il campo non era dei più familiari per il consulting detective, ma infine con l'acquisizione della tecnica e dell'esperienza. Sherlock non stiamo parlando di come fare il the direbbe John, ma John è un individuo con un cervello ordinario e quindi su certe cose va debitamente ignorato. Dicevamo che alla fine Sherlock è riuscito a trovare un modo per far gridare e perdere il controllo a John Watson e a onor del vero con risvolti piuttosto piacevoli per entrambi.

«CAZZO, SHERLOCK CONTINUA!»

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Capitolo 2
*** Try it ***


Try it

Try it



Far tacere Sherlock è un impresa impossibile e nemmeno se il vostro nome è John Hamish Watson avrete successo, in verità anche farlo parlare a volte è impossibile, in effetti il punto è che Sherlock Holmes fa sempre quello che vuole, sempre.
Quando si trova di fronte ad un palese rifiuto comincia ad argomentare e se l'interlocutore, povera e inconsapevole vittima, non è anche lui un fottuto genio, un consulting criminal o un altro individuo appartenente alla stirpe Holmes, vedrà le sue argomentazioni e la sua autostima distrutte dalla lucida e terribile logica dell'unico consultig detective del mondo. Naturalmente un individuo qualsiasi dopo la prima orribile esperienza di questo tipo eviterebbe Sherlock come la peste, cambierebbe città, nazione, paese. Invece John Watson continua strenuamente e masochisticamente ad opporsi alle follie, perché è quello che sono, del consulting detective. Con lo stesso successo che ha un sassolino a fermare le onde del mare per esser chiari. E se non dovesse cominciare a parlare tremate perché significa che passerà direttamente all'azione e otterrà quello che vuole, perché è un moccioso viziato, un moccioso viziato, mostruosamente intelligente e manipolatore. Forse ci potrebbe impiegare giorni ma alla fine otterrà comunque quello che vuole e no, non è paziente è solo indicibilmente testardo e infantile.

«Sherlock non possiamo fare sesso nell'ufficio di Lestrade!»
John era sicuro che quella era una costatazione sensata e logica ed era assolutamente certo che non avrebbe assecondato quel folle del suo fidanzato/compagno/coinquilino, la sola idea che qualcuno potesse beccarli era così orribile e imbarazzante che riusciva a soffocare quella scintilla di eccitazione che era balenata nella sua mente e lungo tutta la spina dorsale.
«Lestrade è a fare rapporto e il suo superiore oggi è di cattivo umore quindi abbiamo almeno una buona mezz'ora prima che torni, anzi considerando che è Giovedì e sono quasi le sei Lestrade incontrerà
casualmente Mycroft, quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo» affermò compiaciuto Sherlock mentre si toglieva il cappotto e la sciarpa.
«Tu come lo sai che il capo di Lestrde è di cattivo umore?» domandò perplesso il dottore.
«Perché Lestrade aveva la barba fatta e la camicia stirata» tagliò corto Sherlock che intanto si era inginocchiato aveva iniziato a slacciare la cintura e i pantaloni di John.
«Cos--Sherlock siamo a Scotland Yard per l'amor del cielo!»
«John,» sospirò seccato Sherlock «la porta è chiusa a chiave, le veneziane sono abbassate e se non ricordo male stamattina Lestrade ha interrotto un interessante discorso tra me e una parte del tuo corpo»
Sì, John ricordava con frustrazione e vago istinto omicida lo spiacevole suono del campanello di quella mattina.
Purtroppo aveva appena commesso un gravissimo errore, si era distratto, quindi non ebbe la prontezza di mollare un pugno a quello sciagurato del suo fidanzato e proprio non riuscì a reprimere un brivido quando Sherlock gli abbassò i boxer. L'ultimo pensiero coerente di John fu che Sherlock stava diventando maledettamente disinvolto in certe cose.

Ah sì, un altra cosa, quando Sherlock passa direttamente all'azione in alcuni frangenti per John Watson è maledettamente difficile riuscire a resistergli.

~~

«Mycroft mi puoi ripetere perché non posso tornare nel mio ufficio a prendere il cappotto?»






Dda (deliri dell'autrice): grazie a chi aggiunto questa raccolta nei seguiti! Non siate timide fatemi sapere cosa ne pensate!


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Capitolo 3
*** Climax ***


Climax

Climax



Il sesso con Sherlock è un esperienza assolutamente meravigliosa e indescrivibile, anzi Sherlock è di per se un esperienza meravigliosa e indescrivibile.
Sì, lascia in giro per casa pezzi di cadaveri, suona il violino ad orari improponibili, snobba le abitudini dei comuni mortali, quali il mangiare e il dormire, ma John non si pente affatto di averlo conosciuto di essere diventato il suo coinquilino, il suo amico, il suo blogger e il suo fidanzato. Sherlock è un mondo meraviglioso, pieno di... meraviglie, certo forse dentro c'è anche qualche pericolosa pianta carnivora, pezzi di cadaveri e nessuna nozione sulla rotazione dei corpi celesti eppure John ogni volta che lo guarda, non può far altro che convincersi sempre di più di quanto Sherlock Holmes sia meraviglioso e di quanto lui lo ami.
Forse al momento non è tanto coerente, certo forse tutti questi pensieri non hanno molto senso, forse ci sono troppi "meraviglioso”, ma al momento, con il corpo caldo di Sherlock vicino dopo aver avuto un orgasmo fantastico e aver visto e sentito Sherlock venire con un gemito fottutamente erotico, l'esatta sequenza e l'effettivo contenuto dei pensieri non ha molta importanza.





DdA(deliri dell'autrice): Eh sì, qui c'è solo John che rilflette su quanto Sherlock sia meraviglioso, e io davvero volevo scrivere qualcosina in più ma niente da fare, il dottore non era molto coerente e Sherlock dormiva (era esausto poverino), ma direi che va bene così. Grazie a tutte quelle che hanno aggiunto questa storia tra le seguite e alle adorabili fanciulle che mi hanno lasciato le recensioni, e mi raccomando non vi mangio, recensite anche se tipo mi volete dire che per il bene di tutti devo smettere di scrivere. Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Sherlock ***


Sex


Sherlock


Lui non ha mai avuto bisogno del sesso, non che fosse insensibile. Come ha potuto appurare da un po' di tempo a questa parte prova piacere fisico e si eccita come tutti gli esseri umani, solo che prima non ne aveva mai sentito veramente il bisogno.
Il sesso -
da un punto di vista prettamente antropologico- è solo un escamotage che la natura si è inventata per preservare la specie e  mantenere la coesione nella vita di coppia.
Ergo lui ne poteva fare perfettamente a meno, non aveva la benché minima intenzione di avere una vita di coppia. Come ci si può fidare così tanto di qualcun altro, che non sia se stessi, a tal punto da rendersi così vulnerabili e bisognosi? Non ha mai avuto bisogno di nessun altro, calore umano e emozioni non hanno mai avuto alcuna importanza, erano solo debolezze, di gran lunga preferiva avere altre dipendenze, più concrete, più controllabili.
Tuttavia, in qualsiasi sistema dinamico e perfettamente funzionante bisogna considerare la variabile impazzita che rimescola le carte e allora addio sistema dinamico e funzionante, naturalmente Sherlock era stato attento ad evitare possibili sconvolgimenti ma le variabili capaci di turbare un sistema lo sono proprio in virtù del fatto di essere imprevedibili da parte del sistema stesso e John Watson era rivelato davvero imprevedibile, così ordinario, un comunissimo essere umano che proprio con questa sua assurda e radicata umanità gli ha sconvolto il sistema e Sherlock non potrebbe esserne più felice.










Dda (Deliri dell'Autrice): Okay, lo ammetto, io il punto di vista di Sherlock non lo so gestire :( Non si può, io volevo farlo parlare di sesso e invece ne esce una cosa a metà strada tra il flusso di coscienza e l'introspezione.

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Capitolo 5
*** For science's sake ***


For science's sake
For science's sake



John non è sicuro, ma spera con tutto se stesso che questo sia un sogno erotico trasformatosi in un incubo. O viceversa, sarebbe ancora accettabile. Ecco questa ipotesi già lo fa sentire meglio.
John non è un uomo religioso, dopo la guerra e l'Afghanistan non se la sente di credere nell'esistenza di qualcuno lassù che muove i fili e decide il nostro destino, ma forse una preghiera è il caso di farla, a qualcuno di superiore (Dio, budda, Mycroft) che fermi la follia dilagante del suo coinquilino, perché Lestrade ancora non si era presentato con un caso? Possibile che Mycroft non abbia nessuna questione d'importanza nazionale? Gli sarebbe andato bene perfino un Moriarty redivivo, un super criminale zombie perché no. Tutto pur di distogliere Sherlock da quell'insano interesse per... le pratiche sessuali. Chiariamo, John è decisamente soddisfatto della sua vita sessuale, insomma Sherlock è beh... Sherlock, con quelle labbra scandalosamente morbide e quel sedere orribilmente perfetto e... Basta, stavamo parlando di come fermarle le perversioni.
Insomma da un po' di tempo a questa parte Sherlock ha sviluppato un interesse morboso per il sesso-"John il mio è un approccio prettamente scientifico alla materia!" direbbe lui- e se all'inizio "l'approccio prettamente scientifico" ha portato a dei risvolti indiscutibilmente piacevoli, adesso la cosa rischia di assumere caratteristiche grottesche e anche un po' inquietanti, e siccome uno dei compiti di John è quello di tenere Sherlock, se non nei canoni della normalità almeno nelle sue vicinanze ha dovere di impedire che questa storia prosegua oltre. No, questa è palesemente una sciocchezza la verità è che teme per la propria salute mentale e fisica, perché tornare a casa e trovare Sherlock, lo stesso che gira per casa con un solo lenzuolo addosso e non ha il benché minimo senso della vergogna, intento a studiare il funzionamento di alcuni sex toys ha seriamente attentato alla sua vita facendogli quasi venire un colpo e mandando in pappa la gran parte delle sue funzioni neuro cognitive.
«S-Sherlock dobbiamo parlare.»
«Oh John sei qui, ho appena scoperto una pratica interessante, il partner deve...
» comincia a spiegare concitato e assolutamente -mio dio-entusiasta.
Ok, accantoniamo per un attimo l'utopica idea di portare Sherlock sul binario della normalità. Questo sarebbe un esperimento, un esperimento alquanto interessante oltretutto, e poi è per la scienza, chi è John Watson per impedire il progredire della scienza? 

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Capitolo 6
*** I'm (not only) brain ***


I'm (not only) brain
I'm (not only) brain


Se il suo cervello in quel momento avesse avuto il giusto apporto di sangue probabilmente avrebbe formulato un numero imprecisato di osservazioni: la macchia sul soffitto osservabile da quella posizione, un punto sotto l'orecchio dove John non si era rasato bene, il sudore sulle spalle di John, il preciso numero di pulsazioni di entrambi, senza dimenticare l'intero universo di deduzioni attuabili su tutta la persona di John Watson.
Sfortunatamente però quello che di solito era il geniale consulting detective al momento non era altro che un fascio di nervi ipersensibili nelle abili mani di John che, evidentemente, si era posto il mirabile scopo di spegnere o quantomeno rallentare quel fottuto cervello iperattivo e sì, scopare Sherlock a dover
e.

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Capitolo 7
*** Hope ***


Hope Hope



Sherock aveva un'erezione, e questi sarebbero stati problemi di Sherlock, senonché John percepiva quella stessa erezione contro la sua coscia mentre il consulting detective gli si strusciava addosso, e forse anche il fatto di essere in un vicolo buio ma comunque in mezzo alla strada -buon dio- poteva essere messo in secondo piano, in quanto il vero e fondamentale problema era che anche John aveva un erezione e per quanto vantasse un quanto mai ferreo autocontrollo, avere Sherlock Holmes spalmato addosso che cerca in tutti i modi di spogliarti e infilarti la lingua in bocca mugolando- per l'amor del cielo mugolando!- non fa bene all'autocontrollo. Infatti, ti fa sembrare davvero una scelta imbecille e inutile preoccuparsi della morale e del buon senso.
Perché sì, c'è una vocina che ti vorrebbe far notare che imboscarsi in un vicolo buio, dopo aver risolto un caso, vicino ad un un numero imprecisato di agenti e perfino giornalisti, non è da considerarsi un'idea propriamente intelligente, ma sfortunatamente c'è un altra vocina che ha dalla sua argomenti ben più interessanti.
La speranza, ecco, l'unica cosa che resta alla razionalità di John Watson, proprio come per il vaso di Pandora*.
Non la vana e folle speranza che il fenomenale cervello di Sherlock comprendesse perché è sbagliato mettere organi umani nel loro frigorifero - o in qualunque altro luogo dell'appartamento, voi non volete sapere cosa è successo alla vasca da bagno - ma la speranza
che il suo cervello, ben più mediocre e sano, riuscisse a prendere le redini della sua libido e cominciasse a sbraitare "Siete in mezzo a una strada coglioni!".
O che almeno 
nessuno si accorgesse della loro assenza e decidesse di dare un'occhiata in quel vicolo.










*Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.  Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza, che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo.

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Capitolo 8
*** How to propose an experiment ***


How to propose an experiment How to propose an experiment


«John, ti va di aiutarmi con un esperimento?»
Ecco, questa sarebbe apparentemente un'innocente domanda se non fosse posta da un certo consulting detective, poichè per chi ha avuto modo di conoscere Sherlock Holmes, i suoi esperimenti e il suo concetto di collaborazione per essi (tu fai da cavia e io osservo i risultati). Tale domanda assumeva una connotazione davvero poco innocente.
Tuttavia se Sherlock Holmes era incredibilente esperto di criminali, diverse tipologie di cenere e svariate nozioni nel campo della chimica, anatomia e tutto quello possibilmente correlato ai suoi casi, John Watson era diventato incredibilmente esperto di Sherlock Holmes. Quindi poteva facilmente leggere l'espressione sulla faccia del sopracitato consulting detective, che non era quella da: devo testare questo nuovo allucinogeno su un essere umano.
Era più quella da: ho avuto in intuizione interessante, probabilmente con piacevolissimi risvolti, che riguarda la nostra vita sessuale, la vogliamo verificare?

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Capitolo 9
*** Suspect ***


Suspect Suspect



Lestrade era perplesso.
No riformuliamo: era discretamente sconvolto.
Naturalmente era una cosa possibile, che Sherlock Holmes avesse da qualche parte una sessualità.
Beh anche Sherlock era un essere umano in fondo, molto in fondo, e quindi, per quanto la cosa fosse assurda e inquietante, quella scena poteva avere addirittura delle giustificazioni.
Solo che l'idea di mr-io-sono-indubbiamente-superiore-a-voi-sciocchi-mortali, uno che sbandiera ampiamente la sua assoluta mancanza di empatia e comprensione umana, che si annoia se non ci sono serial killer in circolazione, possa avere una relazione emotiva e a quanto pare anche molto fisica, la cosa ti sconvolge, sopratutto se ci hai lavorato per anni. Anni.
John Watson, poi, deve avere qualche complesso o forte trauma dovuto al suo passato da militare.
Certo dal punto di vista prettamente fisico la cosa ha anche senso, per quanto si stia sforzando di ignorarne le motivazioni.
Aiuterebbe se Sherlock si rivestisse.
Sì, stiamo comunque parlando del coinquilino volontario di Sherlock Holmes, e le premesse chiaramente indicavano che qualcosa del genere sarebbe stato anche possibile. Naturalmente lui che pensava di conoscere abbastanza bene lo strambo consulting detective non aveva mai dato credito alle chiacchiere, ma un conto è sentire quelli della scientifica che spettegolano su quanto Holmes sia affascinante e bastardo e "con il buon dottore fanno davvero una coppia perfetta" e un altro è entrare al 221 b e trovare Sherlock semidisteso sul tavolo della cucina con la camicia e i pantaloni slacciati e John che gli infila la lingua in bocca.

***

Mycroft ci aveva messo 3,4 secondi a capirlo, e poi aveva ghignato. Come un gatto che ha appena beccato due sciocchi topini e sta decidendo come agire per meglio gustarsi il momento, un ghigno made in Mycroft insomma.
Naturalmente John, che si era immaginato con dolorosa veridicità l'intera scena, prevedendo perfino l'espressione soddisfatta e sorniona dell'Holmes più grande, aveva concesso a Mycroft solo pochi minuti del proprio imbarazzo per optare poi in una decorosa e quanto mai salvifica fuga, benedetto lavoro all'ambulatorio.
Mentre si preparava per andare al lavoro e metteva distanza tra se e la quanto mai irritante espressione di Mycroft Holmes, aveva colto stralci della conversazione tra Sherlock e Mycroft.
«Fatti gli affari tuoi»
«Ma io mi preoccupo per il tuo bene fratellino»
e poi «La mamma ne sarà contenta»
«Mycroft vai al diavolo e preoccupati di nascondere la tua relazione clandestina con Lestrade!»
«Noi non ci abbiamo messo tutto questo tempo»
E piacevolezze simili, insomma non aveva alcuna intenzione di assistere ad una schermaglia verbale che aveva come argomento principale il sesso, sopratutto se riferito a se stesso, Lestrade e i due scellerati Holmes.
Al suo ritorno in salotto Sherlock aveva messo su un broncio, perchè per quanto quest'ultimo si ostinasse a negare il fatto che l'unico consulting detective mettesse il broncio, John era convinto che nei dizionari alla parola "broncio" ci dovesse essere una sua foto con quell'espressione, avrebbe potuto chiedere a Mycroft, magari però quando quest'ultimo la smetterà di ghignare così compiaciuto.


***


Tu lo sapevi!
G

Avrei dovuto immaginarlo, tu sai sempre tutto
G

Non è propriamente corretto Gregory, avevo dei sospetti
M

Potevi avvisarmi :/
G

E perdermi tutto il divertimento?
M

Mycroft devi davvero trovarti un hobby e no, irritare Sherlock non lo è
G

Hai suggerimenti?
M

Forse, te li illustrerò stasera ;)
G

Oh, non vedo l'ora :D
M

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Capitolo 10
*** Request ***


request Request


John riteneva normale in una coppia condividere e assecondare i desideri dell'altro, le piccole curiosità e i capricci, sì, anche in ambito sessuale. Naturalmente con il suo coinquilino/fidanzato vi era da parte sua un perenne e strenuo tentativo di opporsi ai capricci- oh sì, capricci, bizze e insipiegabili richieste- di Sherlock e da parte dell'altro l'incrollabile convizione che in un modo o nell'altro John avrebbe ceduto (per stanchezza se non altro). Quindi di "normale" nella loro coppia non ci sarebbe stato nemmeno questo, non vogliamo parlare di alcuni appuntamenti che facevano tappa direttamente all'obitorio o su qualche scena del crimine vero?
Ecco, no, anche perché a John tutto questo andava bene, alle volte gli piaceva anche (generalmente quando il consulting detective non faceva cose fondamentalmente stupide come rischiare insensatamente la vita o testare droghe sul suo corpo), insomma dei due Sherlock era solo lo strambo più appariscente.
Comunque, preso atto che di noiosamente normale nella loro relazione non ci fosse nulla e assodato che questo gli stava bene, John aveva deciso che poteva essere divertente chiedere a Sherlock di mettere in atto una sua fantasia sessuale.
Doveva ammettere che quella faccenda con il vestito da cameriera in stile lolita -concepita con l'iniziale scopo di prendere un po' ingiro Sherlock e sfociata in una situazione che in seguito non gli avrebbe mai più permesso di non arrossire pensando ad un classico vestito da cameriera- era stata una sua idea, stupida e geniale insieme, alla quale Sherlock si era volentieri prestato (con il solo scopo di avere come sempre ragione).
Poi essendo lui un uomo d'onore aveva deciso di assecondare una richiesta di Sherlock, sempre a riprova di quanto alle volte le sue idee fossero frutto di evidente sprezzo del pericolo o pura incoscenza. E Sherlock aveva chiesto, con lo sguardo serio di quelli che dedicava ai casi più interessanti.
Avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, ma aveva semplicemente chiesto di guardare. Di guardare. Lui. Di guardare lui mentre di dava piacere.
Superato lo stato di shock e scampate varie morti: soffocamento con la saliva e autocombustione, John aveva respirato. E aveva deciso che per Sherlock l'avrebbe fatto, se questa era la sua fantasia, l'avrebbe realizzata.
Sherlock l'aveva guardato per tutto il tempo dalla poltrona, con lo sguardo attento, sembrava quasi non sbattesse le palpebre, completamente rapito dai suoi movimenti e John sentiva quello sguardo addosso pungere come un ago sulla pelle e quasi aveva avuto il desiderio che tutto finisse subito poi d'improvviso mentre si liberava dell'ultimo strato di stoffa si era sentito come a casa, al sicuro- Sherlock dopotutto l'osserva sempre, mentre sono per strada, da Angelo, mentre risolvono un caso, quello sguardo è sempre lì- e l'iniziale imbarazzo aveva ben presto lasciato il posto all'eccitazione di farsi guardare, di mostrare a Sherlock anche questo, a quegli occhi pronti a cogliere diecimila dettagli, tutto quello che John aveva da offrirgli, tutto quello che John Watson era. Quando ormai al limite aveva alzato lo sguardo (la vergogna era ancora viva da qualche parte) i loro occhi si erano incontrati e John si era specchiato in uno sguardo carico di desiderio ed eccitazione, pari alla sua, era arrivata la sua fine e quello sguardo era lì a non perdere nessun dettaglio, tremore, smorfia o gemito; con gli strascichi del'orgasmo a rilassare ogni fibra John si era sentito avvolto dalla consapevolezza che Sherlock l'avrebbe guardato sempre, e ogni volta avrebbe acquisito un nuovo dettaglio da conservare gelosamente nel suo palazzo mentale.






















ndA: e niente, io l'ho sempre immaginato Sherlock un po' voyeur, e mi andava di scrivere questa cosa di John che si lascia ammirare e dovevo nominare la "faccenda del vestito da camerira" because of reason, e quindi non so...spero apprezziate!

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