About sex and other boring things di darkselenian (/viewuser.php?uid=38910)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Self-control ***
Capitolo 2: *** Try it ***
Capitolo 3: *** Climax ***
Capitolo 4: *** Sherlock ***
Capitolo 5: *** For science's sake ***
Capitolo 6: *** I'm (not only) brain ***
Capitolo 7: *** Hope ***
Capitolo 8: *** How to propose an experiment ***
Capitolo 9: *** Suspect ***
Capitolo 10: *** Request ***
Capitolo 1 *** Self-control ***
Self-control
Far
perdere la pazienza a John H. Watson, e nello specifico fargli alzare
la voce, è una di quelle cose praticamente impossibili a meno che il
vostro nome non sia Sherlock Holmes.
John
H. Watson è il tipo d'uomo che anche in situazioni estreme
difficilmente perde il controllo, diavolo nemmeno quando gli hanno
sparato alla spalla si è messo a gridare. Tuttavia ora affronta
qualcosa che come stress potrebbe essere paragonabile
all'Afghanistan, per fortuna con risvolti anche piacevoli, e suona
allarmante, ma in effetti ha perso più volte la calma in questi
ultimi anni che in guerra.
John
è la pazienza fatta persona, e non per chissà quale mistico motivo
o perché era destinato a convivere con un sociopatico ad alta
funzionalità. Semplicemente se perdesse la pazienza adesso lo
farebbe esclusivamente nei confronti di un solo individuo e no, non
sarebbe carino sparare all'uomo che ama anche perché si impegna
tanto per tenerlo in vita, considerando i tentativi di quell'idiota
di ammazzarsi, o fingere di farlo, e di conseguenza attentare alle
coronarie del povero dottore.
Quindi
John Watson continuerà a mantenere la calma e il sangue freddo,
eviterà di sparare a quel sociopatico del suo inquilino e
fidanzato-John-è-una-definizione-inutile-le-convenzioni-sociali-sono-noise-ma-smettila-di-provarci-con-la-cassiera
e nemmeno al dannato fratello
sono-il-governo-inglese-e-se-ti-devo-parlare-metto-in-atto-un-sequestro-di-persona,
anche se su questo Sherlock potrebbe essere piuttosto d'accordo.
Insomma
sentire John Watson urlare non è un evento particolarmente frequente
ma Sherlock dopo aver deciso di voler verificare il livello del
self-control di John -inutile descrivere in quanti momenti la
famigerata pazienza del dottore abbia vacillato-, attuando un attento
studio del suo (ricordiamolo agli incauti che pensano che John possa
appartenere a qualcuno che non sia Sherlock) dottore ha trovato un
metodo per sentirlo urlare senza rischiare di essere sparato. Certo
ci è voluto un po', il campo non era dei più familiari per il
consulting detective, ma infine con l'acquisizione della tecnica e
dell'esperienza. Sherlock non stiamo parlando di come fare il the
direbbe John, ma John è un individuo con un cervello ordinario e
quindi su certe cose va debitamente ignorato. Dicevamo che alla fine
Sherlock è riuscito a trovare un modo per far gridare e perdere il
controllo a John Watson e a onor del vero con risvolti piuttosto
piacevoli per entrambi.
«CAZZO,
SHERLOCK CONTINUA!»
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Capitolo 2 *** Try it ***
Try it
Try
it
Far
tacere Sherlock è un impresa impossibile e nemmeno se il vostro nome
è John Hamish Watson avrete successo, in verità anche farlo parlare
a volte è impossibile, in effetti il punto è che Sherlock Holmes fa
sempre quello che vuole, sempre.
Quando si trova di fronte ad un
palese rifiuto comincia ad argomentare e se l'interlocutore, povera e
inconsapevole vittima, non è anche lui un fottuto genio, un
consulting criminal o un altro individuo appartenente alla stirpe
Holmes, vedrà le sue argomentazioni e la sua autostima distrutte
dalla lucida e terribile logica dell'unico consultig detective del
mondo. Naturalmente un individuo qualsiasi dopo la prima orribile
esperienza di questo tipo eviterebbe Sherlock come la peste,
cambierebbe città, nazione, paese. Invece John Watson continua
strenuamente e masochisticamente ad opporsi alle follie, perché è
quello che sono, del consulting detective. Con lo stesso successo che
ha un sassolino a fermare le onde del mare per esser chiari. E se non
dovesse cominciare a parlare tremate perché significa che passerà
direttamente all'azione e otterrà quello che vuole, perché è un
moccioso viziato, un moccioso viziato, mostruosamente intelligente e
manipolatore. Forse ci potrebbe impiegare giorni ma alla fine otterrà
comunque quello che vuole e no, non è paziente è solo
indicibilmente testardo e infantile.
«Sherlock
non possiamo fare sesso nell'ufficio di Lestrade!»
John era
sicuro che quella era una costatazione sensata e logica ed era
assolutamente certo che non avrebbe assecondato quel folle del suo
fidanzato/compagno/coinquilino, la sola idea che qualcuno potesse
beccarli era così orribile e imbarazzante che riusciva a soffocare
quella scintilla di eccitazione che era balenata nella sua mente e
lungo tutta la spina dorsale.
«Lestrade è a fare rapporto e
il suo superiore oggi è di cattivo umore quindi abbiamo almeno una
buona mezz'ora prima che torni, anzi considerando che è Giovedì e
sono quasi le sei Lestrade incontrerà casualmente
Mycroft, quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo» affermò
compiaciuto Sherlock mentre si toglieva il cappotto e la sciarpa.
«Tu
come lo sai che il capo di Lestrde è di cattivo umore?» domandò
perplesso il dottore.
«Perché Lestrade aveva la barba fatta e la
camicia stirata» tagliò corto Sherlock che intanto si era
inginocchiato aveva iniziato a slacciare la cintura e i pantaloni di
John.
«Cos--Sherlock siamo a Scotland Yard per l'amor del
cielo!»
«John,» sospirò seccato Sherlock «la porta è chiusa
a chiave, le veneziane sono abbassate e se non ricordo male
stamattina Lestrade ha interrotto un interessante discorso tra me e
una parte del tuo corpo»
Sì, John ricordava con frustrazione e
vago istinto omicida lo spiacevole suono del campanello di quella
mattina.
Purtroppo aveva appena commesso un gravissimo errore, si
era distratto, quindi non ebbe la prontezza di mollare un pugno a
quello sciagurato del suo fidanzato e proprio non riuscì a reprimere
un brivido quando Sherlock gli abbassò i boxer. L'ultimo pensiero
coerente di John fu che Sherlock stava diventando maledettamente
disinvolto in certe cose.
Ah
sì, un altra cosa, quando Sherlock passa direttamente all'azione in
alcuni frangenti per John Watson è maledettamente difficile riuscire
a resistergli.
~~
«Mycroft
mi puoi ripetere perché non posso tornare nel mio ufficio a prendere
il cappotto?»
Dda
(deliri dell'autrice): grazie a chi aggiunto questa raccolta nei
seguiti! Non siate timide fatemi sapere cosa ne pensate!
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Capitolo 3 *** Climax ***
Climax
Climax
Il sesso con Sherlock è
un esperienza assolutamente meravigliosa e indescrivibile, anzi
Sherlock è di per se un esperienza meravigliosa e indescrivibile.
Sì, lascia in giro per
casa pezzi di cadaveri, suona il violino ad orari improponibili,
snobba le abitudini dei comuni mortali, quali il mangiare e il
dormire, ma John non si pente affatto di averlo conosciuto di essere
diventato il suo coinquilino, il suo amico, il suo blogger e il suo
fidanzato. Sherlock è un mondo meraviglioso, pieno di... meraviglie,
certo forse dentro c'è anche qualche pericolosa pianta carnivora,
pezzi di cadaveri e nessuna nozione sulla rotazione dei corpi celesti
eppure John ogni volta che lo guarda, non può far altro che
convincersi sempre di più di quanto Sherlock Holmes sia meraviglioso
e di quanto lui lo ami.
Forse al momento non è
tanto coerente, certo forse tutti questi pensieri non hanno molto
senso, forse ci sono troppi "meraviglioso”, ma al
momento, con il corpo caldo di Sherlock vicino dopo aver avuto un
orgasmo fantastico e aver visto e sentito Sherlock venire con un
gemito fottutamente erotico, l'esatta sequenza e l'effettivo
contenuto dei pensieri non ha molta importanza.
DdA(deliri dell'autrice): Eh sì, qui c'è solo John che rilflette su quanto Sherlock sia meraviglioso,
e io davvero volevo scrivere qualcosina in più ma niente da
fare, il dottore non era molto coerente e Sherlock dormiva (era esausto
poverino), ma direi che va bene così. Grazie a tutte quelle che
hanno aggiunto questa storia tra le seguite e alle adorabili fanciulle
che mi hanno lasciato le recensioni, e mi raccomando non vi mangio,
recensite anche se tipo mi volete dire che per il bene di tutti devo
smettere di scrivere. Alla prossima!
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Capitolo 4 *** Sherlock ***
Sex
Sherlock
Lui non ha mai avuto bisogno del
sesso, non che fosse insensibile. Come ha potuto appurare da un po'
di tempo a questa parte prova piacere fisico e si eccita come tutti
gli esseri umani, solo che prima non ne aveva mai sentito
veramente il bisogno.
Il sesso -da un punto di vista prettamente antropologico- è solo un escamotage che la
natura si è inventata per preservare la specie e mantenere la coesione nella vita di coppia.
Ergo lui ne poteva fare
perfettamente a meno, non aveva la benché minima intenzione di avere
una vita di coppia. Come ci si può fidare così tanto di
qualcun altro, che non sia se stessi, a tal punto da rendersi così
vulnerabili e bisognosi? Non ha mai avuto bisogno di nessun
altro, calore umano e emozioni non hanno mai avuto alcuna importanza,
erano solo debolezze, di gran lunga
preferiva avere altre dipendenze, più concrete, più controllabili.
Tuttavia, in qualsiasi sistema dinamico
e perfettamente funzionante bisogna considerare la variabile
impazzita che rimescola le carte e allora addio sistema dinamico e
funzionante, naturalmente Sherlock era stato attento ad evitare
possibili sconvolgimenti ma le variabili capaci di turbare un sistema lo
sono proprio in virtù del fatto di essere imprevedibili da parte del
sistema stesso e John Watson era rivelato davvero imprevedibile, così
ordinario, un comunissimo essere umano che proprio con questa sua
assurda e radicata umanità gli ha sconvolto il sistema e
Sherlock non potrebbe esserne più felice.
Dda (Deliri dell'Autrice): Okay, lo ammetto, io il punto di
vista di Sherlock non lo so gestire :( Non si può, io volevo
farlo parlare di sesso e invece ne esce una cosa a metà strada
tra il flusso di coscienza e l'introspezione.
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Capitolo 5 *** For science's sake ***
For science's sake
For science's sake
John non è sicuro, ma spera con tutto se stesso che questo sia
un sogno erotico trasformatosi in un incubo. O viceversa, sarebbe
ancora accettabile. Ecco questa ipotesi già lo fa sentire
meglio.
John non è un uomo religioso, dopo la guerra e l'Afghanistan non
se la sente di credere nell'esistenza di qualcuno lassù che
muove i fili e decide il nostro destino, ma forse una preghiera
è il caso di farla, a qualcuno di superiore (Dio, budda,
Mycroft) che fermi la follia dilagante del suo coinquilino,
perché Lestrade ancora non si era presentato con un caso?
Possibile che Mycroft non abbia nessuna questione d'importanza
nazionale? Gli sarebbe andato bene perfino un Moriarty redivivo, un
super criminale zombie perché no. Tutto pur di distogliere
Sherlock da quell'insano interesse per... le pratiche sessuali. Chiariamo, John è decisamente soddisfatto della sua vita sessuale, insomma Sherlock è beh... Sherlock,
con quelle labbra scandalosamente morbide e quel sedere orribilmente
perfetto e... Basta, stavamo parlando di come fermarle le perversioni.
Insomma da un po' di tempo a questa parte Sherlock ha sviluppato un
interesse morboso per il sesso-"John il mio è un approccio
prettamente scientifico alla materia!" direbbe lui- e se all'inizio
"l'approccio prettamente scientifico" ha portato a dei risvolti
indiscutibilmente piacevoli, adesso la cosa rischia di assumere
caratteristiche grottesche e anche un po' inquietanti, e siccome uno
dei compiti di John è quello di tenere Sherlock, se non nei
canoni della normalità almeno nelle sue vicinanze ha dovere di
impedire che questa storia prosegua oltre. No, questa è
palesemente una sciocchezza la verità è che teme per la
propria salute mentale e fisica, perché tornare a casa e trovare
Sherlock, lo stesso che gira per casa con un solo lenzuolo addosso e
non ha il benché minimo senso della vergogna, intento a studiare
il funzionamento di alcuni sex toys ha seriamente attentato alla sua
vita facendogli quasi venire un colpo e mandando in pappa la gran parte
delle sue funzioni neuro cognitive.
«S-Sherlock dobbiamo parlare.»
«Oh John sei qui, ho appena scoperto una pratica interessante, il partner deve...» comincia a spiegare concitato e assolutamente -mio dio-entusiasta.
Ok, accantoniamo per un attimo l'utopica idea di portare Sherlock sul
binario della normalità. Questo sarebbe un esperimento, un
esperimento alquanto interessante oltretutto, e poi è per la
scienza, chi è John Watson per impedire il progredire della
scienza?
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Capitolo 6 *** I'm (not only) brain ***
I'm (not only) brain
I'm (not only) brain
Se il suo cervello in quel momento avesse avuto il giusto apporto
di sangue probabilmente avrebbe formulato un numero imprecisato di
osservazioni: la macchia sul soffitto osservabile da quella posizione,
un punto sotto l'orecchio dove John non si era rasato bene, il sudore
sulle spalle di John, il preciso numero di pulsazioni di entrambi,
senza dimenticare l'intero universo di deduzioni attuabili su tutta la
persona di John Watson.
Sfortunatamente però quello che di solito era il geniale consulting detective
al momento non era altro che un fascio di nervi ipersensibili nelle
abili mani di John che, evidentemente, si era posto il mirabile scopo
di spegnere o quantomeno rallentare quel fottuto cervello iperattivo e
sì, scopare Sherlock a dovere.
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Capitolo 7 *** Hope ***
Hope
Hope
Sherock aveva un'erezione, e questi sarebbero stati problemi di
Sherlock, senonché John percepiva quella stessa erezione contro
la sua coscia mentre il consulting detective gli si strusciava addosso,
e forse anche il fatto di essere in un vicolo buio ma comunque in mezzo
alla strada -buon dio- poteva essere messo in secondo piano, in quanto
il vero e fondamentale problema era che anche John aveva un erezione e
per quanto vantasse un quanto mai ferreo autocontrollo, avere Sherlock
Holmes spalmato addosso che cerca in tutti i modi di spogliarti e
infilarti la lingua in bocca mugolando- per l'amor del cielo mugolando!-
non fa bene all'autocontrollo. Infatti, ti fa sembrare davvero una scelta
imbecille e inutile preoccuparsi della morale e del buon senso.
Perché sì, c'è una vocina che ti vorrebbe far
notare che imboscarsi in un vicolo buio, dopo aver risolto un caso,
vicino ad un un numero imprecisato di agenti e perfino giornalisti, non
è da considerarsi un'idea propriamente intelligente, ma
sfortunatamente c'è un altra vocina che ha dalla sua argomenti
ben più interessanti.
La speranza, ecco, l'unica cosa che resta alla razionalità di John Watson, proprio come per il vaso di Pandora*.
Non
la vana e folle speranza che il fenomenale cervello di Sherlock
comprendesse perché è sbagliato mettere organi umani nel
loro
frigorifero - o in qualunque altro luogo dell'appartamento, voi non
volete sapere cosa è successo alla vasca da bagno - ma la
speranza che il suo cervello,
ben più mediocre e sano, riuscisse a prendere le redini della
sua libido e cominciasse a sbraitare "Siete in mezzo a una strada
coglioni!".
O che almeno nessuno si accorgesse
della loro assenza e decidesse di dare un'occhiata in quel vicolo.
*Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario
contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua
apertura. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza, che non
fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di
nuovo.
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Capitolo 8 *** How to propose an experiment ***
How to propose an experiment
How to propose an experiment
«John, ti va di aiutarmi con un esperimento?»
Ecco, questa sarebbe apparentemente un'innocente domanda se non fosse
posta da un certo consulting detective, poichè per chi ha avuto
modo di conoscere Sherlock Holmes, i suoi esperimenti e il suo
concetto di collaborazione per essi (tu fai da cavia e io osservo i
risultati). Tale domanda assumeva una connotazione davvero poco
innocente.
Tuttavia se Sherlock Holmes era incredibilente esperto di criminali,
diverse tipologie di cenere e svariate nozioni nel campo della chimica,
anatomia e tutto quello possibilmente correlato ai suoi casi, John
Watson era diventato incredibilmente esperto di Sherlock Holmes. Quindi
poteva facilmente leggere l'espressione sulla faccia del
sopracitato consulting detective, che non era quella da: devo testare
questo nuovo allucinogeno su un essere umano.
Era più quella da: ho avuto in intuizione interessante,
probabilmente con piacevolissimi risvolti, che riguarda la nostra vita
sessuale, la vogliamo verificare?
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Capitolo 9 *** Suspect ***
Suspect
Suspect
Lestrade era perplesso.
No riformuliamo: era discretamente sconvolto.
Naturalmente era una cosa possibile, che Sherlock Holmes avesse da qualche parte una sessualità.
Beh anche Sherlock era un essere umano in fondo, molto in fondo, e
quindi, per quanto la cosa fosse assurda e inquietante, quella scena
poteva avere addirittura delle giustificazioni.
Solo che l'idea di
mr-io-sono-indubbiamente-superiore-a-voi-sciocchi-mortali, uno che
sbandiera ampiamente la sua assoluta mancanza di empatia e comprensione
umana, che si annoia se non ci sono serial killer in circolazione,
possa avere una relazione emotiva e a quanto pare anche
molto fisica, la cosa ti sconvolge, sopratutto se ci hai lavorato per
anni. Anni.
John Watson, poi, deve avere qualche complesso o forte trauma dovuto al suo passato da militare.
Certo dal punto di vista prettamente fisico la cosa ha anche senso, per quanto si stia sforzando di ignorarne le motivazioni.
Aiuterebbe se Sherlock si rivestisse.
Sì, stiamo comunque parlando del coinquilino volontario di
Sherlock Holmes, e le premesse chiaramente indicavano che
qualcosa del genere sarebbe stato anche possibile. Naturalmente lui che pensava
di conoscere abbastanza bene lo strambo consulting detective non aveva
mai dato credito alle chiacchiere, ma un conto è sentire quelli
della scientifica che spettegolano su quanto Holmes sia affascinante e
bastardo e "con il buon dottore fanno davvero una coppia perfetta" e un
altro è entrare al 221 b e trovare Sherlock semidisteso sul
tavolo della cucina con la camicia e i pantaloni slacciati e John che gli
infila la lingua in bocca.
***
Mycroft ci aveva messo 3,4 secondi a capirlo, e poi aveva ghignato.
Come un gatto che ha appena beccato due sciocchi topini e sta decidendo
come agire per meglio gustarsi il momento, un ghigno made in Mycroft
insomma.
Naturalmente John, che si era immaginato con dolorosa veridicità
l'intera scena, prevedendo perfino l'espressione soddisfatta e sorniona
dell'Holmes più grande, aveva concesso a Mycroft solo pochi
minuti del proprio imbarazzo per optare poi in una decorosa e quanto
mai salvifica fuga, benedetto lavoro all'ambulatorio.
Mentre si preparava per andare al lavoro e metteva distanza tra se e la
quanto mai irritante espressione di Mycroft Holmes, aveva colto stralci
della conversazione tra Sherlock e Mycroft.
«Fatti gli affari tuoi»
«Ma io mi preoccupo per il tuo bene fratellino»
e poi «La mamma ne sarà contenta»
«Mycroft vai al diavolo e preoccupati di nascondere la tua relazione clandestina con Lestrade!»
«Noi non ci abbiamo messo tutto questo tempo»
E piacevolezze simili, insomma non aveva alcuna intenzione di assistere
ad una schermaglia verbale che aveva come argomento principale il
sesso, sopratutto se riferito a se stesso, Lestrade e i due scellerati
Holmes.
Al suo ritorno in salotto Sherlock aveva messo su un broncio,
perchè
per quanto quest'ultimo si ostinasse a negare il fatto che l'unico
consulting detective mettesse il broncio, John era convinto che nei
dizionari alla parola "broncio" ci dovesse essere una sua foto con
quell'espressione, avrebbe potuto chiedere a Mycroft, magari
però quando quest'ultimo la smetterà di ghignare
così compiaciuto.
***
Tu lo sapevi!
G
Avrei dovuto immaginarlo, tu sai sempre tutto
G
Non è propriamente corretto Gregory, avevo dei sospetti
M
Potevi avvisarmi :/
G
E perdermi tutto il divertimento?
M
Mycroft devi davvero trovarti un hobby e no, irritare Sherlock non lo è
G
Hai suggerimenti?
M
Forse, te li illustrerò stasera ;)
G
Oh, non vedo l'ora :D
M
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Capitolo 10 *** Request ***
request
Request
John riteneva normale in una coppia condividere e assecondare i
desideri dell'altro, le piccole curiosità e i capricci,
sì, anche in ambito sessuale. Naturalmente con il suo
coinquilino/fidanzato vi era da parte sua un perenne e strenuo
tentativo di opporsi ai capricci- oh sì, capricci, bizze e
insipiegabili richieste- di Sherlock e da parte dell'altro
l'incrollabile convizione che in un modo o nell'altro John avrebbe
ceduto (per stanchezza se non altro). Quindi di "normale" nella loro
coppia non ci sarebbe stato nemmeno questo, non vogliamo parlare di
alcuni appuntamenti che facevano tappa direttamente all'obitorio o su
qualche scena del crimine vero?
Ecco, no, anche perché a John tutto questo andava bene, alle
volte gli piaceva anche (generalmente quando il consulting detective
non faceva cose fondamentalmente stupide come rischiare insensatamente
la vita o testare droghe sul suo corpo), insomma dei due Sherlock era
solo lo strambo più appariscente.
Comunque, preso atto che di noiosamente normale nella loro relazione
non ci fosse nulla e assodato che questo gli stava bene, John aveva
deciso che poteva essere divertente chiedere a Sherlock di mettere in
atto una sua fantasia sessuale.
Doveva ammettere che quella faccenda con il vestito da cameriera in
stile lolita -concepita con l'iniziale scopo di prendere un po' ingiro
Sherlock e sfociata in una situazione che in seguito non gli avrebbe
mai più permesso di non arrossire pensando ad un classico
vestito da cameriera- era stata una sua idea, stupida e geniale
insieme, alla quale Sherlock si era volentieri prestato (con il solo
scopo di avere come sempre ragione).
Poi essendo lui un uomo d'onore aveva deciso di assecondare una
richiesta di Sherlock, sempre a riprova di quanto alle volte le sue
idee fossero frutto di evidente sprezzo del pericolo o pura incoscenza.
E Sherlock aveva chiesto, con lo sguardo serio di quelli che dedicava
ai casi più interessanti.
Avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, ma aveva semplicemente
chiesto di guardare. Di guardare. Lui. Di guardare lui mentre di dava
piacere.
Superato lo stato di shock e scampate varie morti: soffocamento con la
saliva e autocombustione, John aveva respirato. E aveva deciso che per
Sherlock l'avrebbe fatto, se questa era la sua fantasia, l'avrebbe realizzata.
Sherlock l'aveva guardato per tutto il tempo dalla poltrona, con lo
sguardo attento, sembrava quasi non sbattesse le palpebre,
completamente rapito dai suoi movimenti e John sentiva quello sguardo
addosso pungere come un ago sulla pelle e quasi aveva avuto il
desiderio che tutto finisse subito poi d'improvviso mentre si liberava
dell'ultimo strato di stoffa si era sentito come a casa, al sicuro-
Sherlock dopotutto l'osserva sempre, mentre sono per strada, da Angelo,
mentre risolvono un caso, quello sguardo è sempre lì- e
l'iniziale imbarazzo aveva ben presto lasciato il posto all'eccitazione
di farsi guardare, di mostrare a Sherlock anche questo, a quegli occhi
pronti a cogliere diecimila dettagli, tutto quello che John aveva da
offrirgli, tutto quello che John Watson era. Quando ormai al limite
aveva alzato lo sguardo (la vergogna era ancora viva da qualche parte)
i loro occhi si erano incontrati e John si era specchiato in uno
sguardo carico di desiderio ed eccitazione, pari alla sua, era arrivata
la sua fine e quello sguardo era lì a non perdere nessun
dettaglio, tremore, smorfia o gemito; con gli strascichi del'orgasmo a
rilassare ogni fibra John si era sentito avvolto dalla consapevolezza
che Sherlock l'avrebbe guardato sempre, e ogni volta avrebbe acquisito
un nuovo dettaglio da conservare gelosamente nel suo palazzo mentale.
ndA: e niente, io l'ho sempre immaginato Sherlock un po' voyeur, e mi
andava di scrivere questa cosa di John che si lascia ammirare e dovevo
nominare la "faccenda del vestito da camerira" because of reason, e
quindi non so...spero apprezziate!
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